La Voce del Popolo 2012 40

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La testimonianza è fondamentale. Il bene e il male sono nel mondo e si fronteggiano. Se il male non ha remore e usa tutti i mezzi possibili, come sappiamo, per portare avanti il suo agire, anche il bene deve fare altrettanto a costo di farsi vedere e di farsi sentire. Lo farĂ con le virtĂš della fede, della speranza e della caritĂ , ma lo deve fare. L’interpretazione del detto evangelico “Non sappia la tua destra ciò che fa la tua sinistraâ€? vuol dire che è sbagliato prevedere un vantaggio o un merito per la buona azione compiuta. L’interpretazione che tutto debba passare sotto silenzio è un complemento. A chi potrebbe fare del bene e che è lĂŹ, a metĂ strada, indeciso se buttarsi o meno, va detto di non pensarci un minuto, di non preoccuparsi se il gesto farĂ un po’ di rumore, perchĂŠ cosĂŹ facendo potrĂ aiutare anche altri che magari sono indecisi. “Lo spirito della democrazia richiede un cambiamento del cuore‌ Richiede che venga praticato lo spirito della fratellanzaâ€?. Lo ha detto Martin Luther King. E se provassimo? SarĂ cosi difficile? Se lo facciamo solo noi e non gli altri è fatica buttata. La risposta è no. Il bene produce sempre del bene.

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͚͘ Ž ˆƒ––‘ Regione Lombardia. Una crisi che va oltre Formigoni

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͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Borgosotto. La casa di Dio è anche casa della comunitĂ

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͚͞ ……Ž‡•‹ƒ Unitalsi a Lourdes. Nel volto dei malati la presenza di Dio

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‹ƒÂ?‘ –—––‹ ’‹Î ˆ”ƒ‰‹Ž‹ Pregare. Stare accanto. Altro non possiamo fare per condividere, almeno un poco, umanamente e cristianamente la tragedia che ha colpito, nei giorni scorsi, la famiglia di Orzinuovi il cui ďŹ glio tredicenne si è tolto la vita. Leggiamo del dolore dei familiari, di una comunitĂ , dei coetanei che, con questo ragazzo, hanno condiviso il breve tratto di strada della sua vita. Una vita perduta senza una ragione accettabile e che ancora una volta mette in luce la fatica di educare, ma un gesto che, in fondo, ci rende tutti un po’ piĂš dubbiosi e fragili. In questa e in altre storie cosĂŹ terribili non ci sono infatti molte parole utili, vane sembrano le spiegazioni, semmai emergono le domande. Domande sui preadolescenti dei

nostri giorni. Ragazzi cosĂŹ svegli e intelligenti ďŹ n da piccoli, perspicaci, attivi. Ci impressionano per la loro intraprendenza, spesso sono aggressivi e, apparentemente, consapevoli e convinti delle loro scelte, delle loro idee. Forti, a volte duri, motivati, ma solo in superďŹ cie. Pieni di vita e di sorrisi, ma chissĂ , forse tristi dentro. Le tragedie che li riguardano, e che troppo spesso leggiamo sui giornali, ci mostrano che hanno un altro volto. Dicono di una debolezza insondabile e che negli esiti drammatici lascia sgomenta la societĂ , incapace di risposte credibili. La loro è una fragilitĂ che nasce, anzitutto, dall’incapacitĂ di fare i conti con i “noâ€?, i fallimenti e le delusioni che la vita presenta. Quanto noi adulti, educatori, genitori e insegnanti siamo complici di questo loro limite? Questi “noâ€? che hanno fatto crescere anche noi ci mettono in difďŹ coltĂ quando li dobbiamo dire. E la difďŹ coltĂ sta nel gestire,

principalmente, le loro reazioni. Non è questione di cattiva o buona volontĂ , ma ormai è un problema culturale: davanti ai conitti o alle contestazioni i soggetti, che siano persone o gruppi, tendono oggi a giungere facilmente a gesti estremi, spesso, poi, ampiamente ampliďŹ cati dai media. Questo tipo di reazioni spaventa, tiene tutti sotto scacco, impedisce agli adulti di rimanere educatori autorevoli. C’è poi la fragilitĂ che viene dall’isolamento. Adulti troppo soli ad educare, ragazzi che vivono sempre piĂš soli e alienati, incapaci di maturare un adeguato senso della realtĂ . Non è che i ragazzi, oggi, sono frastornati da troppe sollecitazioni anche virtuali e troppo mancanti di esperienze di vita offerte e vissute? Siamo consapevoli che togliere loro i presupposti per confrontarsi oggi con gli altri nei contesti sociali, di sentirsi parte di una comunitĂ li aiuti ad essere piĂš felici domani? InďŹ ne la fragilitĂ di un senso

cristiano del vivere e del morire. Chi crede in GesĂš ama la vita e vede oltre la morte una speranza e l’abbraccio di un Padre che ci accoglie nella gioia. Questa fede ci aiuta a portare le croci quotidiane, a cercarne il signiďŹ cato, a offrire noi stessi per amore, ma oggi il problema di una fede che tocchi l’esistenza è evidente. La riscontrano i catechisti, gli educatori, i genitori. Dire e testimoniare l’amore di GesĂš ai piĂš piccoli ci sembra facile, ma quando i turbamenti dell’adolescenza si fanno sentire, far vivere loro la bella avventura di sentirsi amati dal Signore, nonostante tutto è una sďŹ da. Abbiamo, grazie a Dio, nelle nostre comunitĂ ancora molti educatori cristiani appassionati e questa è una speranza, ma quanto resta da fare? Domande davanti a un triste addio. ChissĂ , forse, troppe. Domande le mie, e nel cuore di tutti, molte altre. Pregare e stare accanto, mentre gli occhi non possono non riempirsi di lacrime.

͚͛ —Ž–—”ƒ ‡ …‘Â?—Â?‹…ƒœ‹‘Â?‡ Interassociativo. C’è tanta voglia di cambiamento

͘͜ …‘�‘�‹ƒ ‡ Žƒ˜‘”‘ Banco di Brescia. Social bond per aiutare Spes at work

͙͜ ’‘”– Brescia calcio. C’è il permesso: aperta la Curva nord


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Una crisi che va oltre Formigoni

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na nuova giunta, 11 assessori (tre Pdl, uno della Lega Nord e sette tecnici). Ăˆ con questa squadra che Roberto Formigoni intende portare la Regione Lombardia al voto anticipato. Per questo ha chiesto al Consiglio regionale un vero e proprio tour de force per approvare una nuova legge elettorale che elimini alcune storture di quella in vigore (il listino bloccato su tutte) e la finanziaria regionale. Poi tutti alle urne per mettere termine a una crisi che rischia di essere pesante. Fare in fretta, insomma, forse non solo per permettere alla Lombardia, alla piĂš importante regione italiana (quasi uno Stato per numero di abitanti e risorse amministrate) di uscire da un momento di difficoltĂ che non è solo politica, ma di sistema. “La Lombardia – è il parere del politologo Roberto Chiarini, intervistato nei giorni scorsi da Radio Voce – paga la crisi di sistema della politica che, in tema di Regioni, ha tradito il progetto federalistaâ€?. Dopo anni di discussione sulle Regioni come paradigma di quella riforma dello Stato che avrebbe dovuto riavvicinarlo alla gente, come livelli istituzionali attenti a soddisfare i bisogni della gente e a gestire in modo oculato le risorse, le crisi che hanno travolto Sicilia, Lazio e Lombardia e che hanno sfiorato tante altre Regioni, hanno affossato questo quadro ideale. Ne è emerso un altro, popolato di “furieâ€? incapaci di tenere sotto controllo bilanci e clientele (la Sicilia), incuranti di livelli e stili di spesa ormai fuori controllo (Lazio) e sempre piĂš imbrattate dal malaffare (la Lombardia). “Il sogno della riforma federale – sono ancora considerazioni di Roberto Chiarini – è in poco tempo svanito, quasi sprofondato in un buco nero, brutalmente svenduto, tanto da far credere che forse proprio il sistema delle Regioni è quello che ha le maggiori responsabilitĂ del degrado complessivo della politicaâ€?. Insomma quello sferrato dalle Regioni (meno della metĂ sono quelle che ad oggi non vantano alcun rapporto con la magistratura, ndr.) è per tanti osservatori un colpo basso non solo alla moralitĂ del Paese, ma anche a un progetto politico, come quello

della riforma in chiave federale dello Stato, portato avanti, probabilmente piÚ per convenienza che per convinzione, negli ultimi 20 anni. La situazione, insomma, è grave e pensare di risolverla con un semplice ritorno alle urne potrebbe essere pericoloso.

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ra Chiarini – che la sanitĂ lombarda, tanto per restare alla piĂš importante delle funzioni esercitate dalle Regioni, è su livelli di eccellenza non solo in Italia, ma addirittura in Europaâ€?. Un concetto ripreso, in queste pagine, anche da Margherita Peroni, Pdl e da Gianantonio Girelli, Pd che, per altro, ha ricordato che il primato della sanitĂ lombarda esisteva giĂ prima dell’avvento di Formigoni. Quella che si sta consumando in questi giorni, perchĂŠ la nomina di una nuova giunta è funzionale solo a traghettare la Regione a nuove elezioni, è però una crisi piĂš profonda che chiede interventi ben piĂš radicali che non un nuovo esecutivo, ridotto nel numero dei suoi componenti e composto per larga parte col “metodo Montiâ€? del ricorso ai professori, e costretto a marciare a scartamento ridotto. Serve, è opinione diffusa, uno scatto d’orgoglio della politica che, nella “vacanzaâ€? forzatamente impostale dal governo tecnico, avrebbe dovuto riformarsi e ripresentarsi, nuovamente credibile, al giudizio degli elettori. CosĂŹ non è stato, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti con un aumento negli ultimi 12 mesi di scandali piccoli e grandi trasversali all’intero panorama politico nazionale, e la cronica incapacitĂ di trovare l’accordo su quello che era l’unico compito assegnatole mentre il professor Monti cercava di salvare il salvabile: una nuova legge elettorale capace di ridare ai cittadini quello che il Porcellum aveva loro tolto: la possibilitĂ di scegliersi i propri rappresentanti. CosĂŹ non è stato, si diceva. I partiti continuano a essere piĂš interessati a definire questioni interne che non a occuparsi del Paese (la vicenda primarie nel Pd e il tema del rinnovo nel Pdl ne sono le prove lampanti, ndr.) e, per restare in Lombardia, le soluzioni che vanno indicando, come la candidatura di Ambrosoli, per altro respinta al mittente dallo stesso, da parte del Pd e quella dell’ex sindaco di Milano Albertini lanciata dallo stesso Formigoni sono lette dalla gente ormai disgustata dalla politica, come l’ultimo tentativo dei partiti di far sentire il loro peso, inconsapevoli (o forse troppo consapevoli) che una pagina si è ormai irrimediabilmente chiusa e che il vento soffia altrove.

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“Quello a cui stiamo assistendo non è altro che il venire al pettine dei nodi rappresentati dal comportamento personale di alcuni esponenti rispetto alla realtĂ delle Regioni, di chi per anni si è riempito la bocca di slogan dimenticandosi poi di tradurli in azioni concreteâ€?. Parte da qui la riflessione del bresciano Gianantonio Girelli, consigliere regionale del Partito democratico sulla crisi che ha colpito il sistema delle regioni, Lombardia in testa. “Per anni – afferma – al Pirellone abbiamo sentito discorsi e proclami su temi come il federalismo, il decentramento, la sanitĂ d’eccellenza, le politiche ambientali. Discorsi che sono crollati come castelli di carte dinnanzi agli scandali e alle inchieste che hanno investito la sanitĂ , che hanno messo in luce la vera partita sulle discariche e che hanno messo un pesante magigno sull’esperienza del governatore Formigoniâ€?. Ma quello che per il consigliere Pd è piĂš grave è che questa implosione del sistema che ha comportato una notevole perdita di autorevolezza dello stesso Formigoni, si sia verificato proprio nel momento storico in cui servivano un presidente e una regione forte. “Invece – continua ancora Girelli – in una stagione in cui le politiche nazionali hanno dato un colpo mortale alle istanze federali, a qualsiasi ipotesi di decentramento e di maggiore autonomia da Ro-

consiglio regionale, chiedendo le dimissioni di Formigoni e il ritorno alle urne. “Solo con l’esplosione della questione Zambetti – continua Girelli – Formigoni si è rassegnato dalla sera alla mattina all’inevitabile, dimostrando ancora una volta la scarsa considerazione dell’assemblea consiliare, invitata dallo stesso a dimettersi in tutta fretta per non intralciare i suoi pianiâ€?. Il tanto invocato ritorno alle urne ormai è cosa certa, quello che manca è, a oggi, la certezza della data. Come si prepare il Pd a questo appuntamento?

ma, la Lombardia ha palesato tutti i suoi limiti, con buona pace di quanto di buono, fatta la tara dell’aspetto ideologico, la riforma federalista del Paese poteva contenereâ€?. Secondo l’esponente del Pd Formigoni avrebbe perso, proprio nel momento in cui era piĂš che necessario, il senso dell’istituzione, confondendola con la sua figura. “Anche nella gestione di una crisi che per mesi ha cercato di negare – continua Girelli – il presidente ha dimostrato tutta la sua incapacitĂ nella lettura di quanto andava accadendo e di rassegnarsi alla fine di un ciclo non imputabile ai colpi della magistratura, come è andato affermando, ma il naturale esaurimento della progettualitĂ politicaâ€?. Per mesi, ricorda, il Pd è andato denunciando questi limiti in

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Fabrizio Cecchetti (nella foto), Lega Nord, è dall’8 maggio scorso presidente del consiglio regionale. Nei giorni scorsi, a fronte dell’accelerata sulla crisi lombarda imposta da Roberto Formigoni con tanto di indicazione di tempi e scadenze fornite anche allo stesso parlamento regionale, ha fatto sentire la sua voce a tutela delle prerogative del consiglio stesso. “Voceâ€? l’ha incontrato; quella pubblicata di seguito è solo una parte dell’intervista integralmente riportata su www.lavocedelpopolo. it. Presidente, come ha assistito il consiglio da lei presieduto alla situazione di crisi che ha progressivamente coinvolto il governatore Formigoni e la sua giunta? La crisi della Lombardia è diventata chiara proprio in aula, quando il presidente Formigoni, dopo che la Lega Nord in seguito all’arresto dell’assessore Zambetti, accusato di avere comperato i voti della ‘ndrangheta, ha chiesto l’azzeramento della Giunta regionale e Formigoni si è presentato ai consiglieri regionali affermando che la legislatura regionale era finita. Ritiene che un dialogo piĂš frequente tra giunta e consiglio regionale avrebbe potuto evitare la deriva delle ultime settimane? Non si tratta di avere piĂš dialogo, ma di rispettare i ruoli. Nei giorni scorsi mi sono punzecchiato con il presidente Formigoni proprio sulla questione dei ruoli. Formigoni è legittimato a chiedere la convocazione dell’aula per informative importanti e urgenti. La deriva, dunque, non è stata istituzionale, ma solo politica. Lei è espressione della Lega Nord, oggi particolarmente critica nei confronti di Formigoni. Rinnoverete l’alleanza con il Pdl? Sulle alleanze non so, non saprei dirle. Decide il Movimento, la questione è in mano al segretario federale Maroni e al segretario nazionale Salvini. Ci sono state delle richieste e la gazebata organizzata in Lombardia il 20 e il 21 ottobre scorso ha rappresentato un plebiscito per Maroni candidato alla Regione. Noi abbiamo le idee chiare. Gli altri non so. Vedremo.


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Un intero anno per rafforzare i legami tra cittadini e istituzioni europee: è quanto previsto dall’Europarlamento che ha accolto la proposta di proclamare il 2013 “Anno europeo dei cittadiniâ€?. Tale iniziativa ha giĂ di fatto l’avallo delle istituzioni Ue e prevede nel corso dei prossimi 12 mesi, in tutta Europa, “eventi per informare il pubblico, soprattutto i giovani, sui diritti dei cittadini dell’Unione, in modo particolare chi decida di studiare, lavorare,

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aprire un’attivitĂ o usufruire della propria pensione in un altro Stato membroâ€?. Una nota del Parlamento europeo chiarisce: “I trattati Ue hanno creato il concetto di cittadinanza europea e ogni cittadino dell’Unione beneficia di una serie di diritti, inclusi il diritto di spostarsi e vivere liberamente in un altro Stato membro, il diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni europee e locali e il diritto di presentare una petizione al

Parlamento europeoâ€?. L’Anno dei cittadini seguirĂ quello in corso dedicato all’invecchiamento attivo e alla solidarietĂ tra le generazioni. Con la proclamazione del 2013 “Anno europeo dei cittadiniâ€?, la Commissione europea ha mantenuto fede alla promessa inserita a suo tempo nella relazione sulla cittadinanza Ue e ha voluto rispondere alla richiesta inoltrata quest’anno dal Parlamento europeo.

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a ferita dell’esilio rimane sempre aperta, e si tramuta di generazione in generazione. Ăˆ la ferita che affligge uomini e donne appartenenti a molte regioni che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, e che da giugno lacera anche il cuore di p. Paolo Dall’Oglio, costretto a lasciare la comunitĂ di Mar Musa da lui fondata, in Siria, nel 1982. Intervenuto in una serata promossa dalla commissione Giustizia e pace della diocesi, al Villaggio Violino, p. Dall’Oglio ha raccontato la “suaâ€? Siria e le battaglie a favore dei piĂš deboli, l’appello all’Onu, ed il tentativo di mediazione tra i giovani “impazienti di scendere in piazza e mostrare il loro desiderio di democraziaâ€? ed il regime “timoroso, che risponde con la violenzaâ€?. “La Siria – spiega – ha vissuto anni di tentativi di costruzione della societĂ civile in cui si è cercato di proporre una partecipazione dal basso, credendo alle promesse del regime. Ma nel momento in cui la primavera araba era alle porte, alla fine del 2010, era evidente cosa sarebbe successo se i giovani siriani fossero scesi in piazza come i loro vicini tunisini: ci sarebbero stati 200mila morti e la perdita dell’unitĂ nazionaleâ€?. L’unica soluzione sarebbe stata portare il regime di Assad a una svolta democratica immediata, scendendo a patti

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organizzazioni internazionali di portare 50mila operatori di pace per assistere la transizione democratica del Paese, richiesta che gli vale il decreto di espulsione, applicato quando, in giugno di quest’anno, chiede ad Assad di “garantire almeno l’assistenza ospedaliera alle vittime della guerra civileâ€? ed invoca, nuovamente, in una lettera a Kofi Annan, la presenza di 3000 caschi blu e di 30mila operatori non violenti. “Il diritto all’autodifesa del popolo siriano è innegabile – precisa – ma è anche un dovere delle organizzazioni internazionali soccorrere un popolo che è vittima

della violenzaâ€?. Onu e comunitĂ internazionale che padre Dall’Oglio critica fermamente, accusandole di “tacere o fare finta di non sapere i motivi che spingono la Russia a porre il veto sulle dimissioni di Assadâ€?. In questo quadro desolante, la Siria “non può contare nemmeno sul proprio esercito, perchĂŠ a differenza delle compagini egiziane e tunisine, che si sono schierate con la popolazione, quella siriana non è in grado di esprimere differenza dal regime, perchĂŠ subisce pressioni e ritorsioni, è vittima, e non attore principale della struttura di governoâ€?.

9HUVR XQ FRQIOLWWR UHJLRQDOH" Stanno prendendo sempre piÚ consistenza i timori di un conflitto regionale nell’area mediorientale dopo il grave attentato dei giorni scorsi a Beirut costato la vita anche di Wissam Al Hassan (nella foto), potente capo del servizio informazione della polizia libanese. Secondo le forze di opposizione dietro l’esplosione dell’autobomba che ha causato la morte di Al Hassan ci sarebbe la mano siriana. Il capo del servizio informazione della

polizia libanese aveva recentemente indagato su attentati attribuiti a presunto ďŹ ancheggiatori di Damasco. Per questo motivo sostenitori dell’opposizione hanno chiesto le dimissioni del primo ministro Najib Miqati accusandolo di essere “amicoâ€? della Siria. Gli avvenimenti libanesi, questa l’accusa rivolta al premier, avrebbero collegamenti con il conitto in corso nel Paese vicino è una conclusione verso cui propendono diversi osservatori.

Ai funerali di Al Hassan, in Piazza dei martiri hanno partecipato migliaia di persone che poi hanno provato a prendere d’assalto gli ufďŹ ci del capo del governo. I leader dell’opposizione, e in particolare l’ex primo ministro Saad Al Hariri, hanno invitato a mantenere la calma e chiesto a Miqati di dimettersi deďŹ nendo una farsa le dimissioni presentate da quest’ultimo sabato e respinte dal presidente Michel Suleiman.

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La richiesta era partita dal ministro alla Cooperazione e l’integrazione con delega al servizio civile, Andrea Riccardi (nella foto): integrare la dotazione del Fondo nazionale per il servizio civile fino a 120 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2013/2015. La richiesta, però, è caduta nel nulla: nel disegno di legge del governo sulla nuova legge di stabilitĂ 2013 gli stanziamenti per il servizio civile non solo non aumentano, ma si riducono, di poco, rispetto al 2011.

La Commissione europea per i giochi on line intende adottare tre regolamenti destinati agli Stati membri: uno sulla protezione comune dei consumatori, un secondo “sulla pubblicitĂ responsabileâ€? dei giochi d‘azzardo e il terzo sulla “prevenzione e lotta contro le scommesse relative a partite truccateâ€?. L’Esecutivo intende creare una rete e una collaborazione transfrontaliera per difendere i consumatori, specialmente i minori.

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i è concluso nei giorni scorsi a Todi, l’incontro promosso dal Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro per “un rilancio della buona politicaâ€?. L’ultimo intervento è stato del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha parlato dell’“agenda dei cattolici di Todiâ€?. “Gli italiani – è stato l’invito del sindacalista – non siano piĂš spettatori, ma protagonisti della rinascita del Paese. La sussidiarietà è la carta vincente per fare questoâ€?. Ăˆ “un giudizio estremamente positivoâ€? quello che Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), esprime sia sulle due giornate di Todi2, che segue quello della primavera scorsa, sia sul documento che la due giorni ha prodotto “La mia organizzazione è stata negli ultimi mesi e settimane particolarmente attenta affinchĂŠ si passasse dall’enunciazione a una fase operativa. Mi pare che il documento vada nella direzione auspicata. Sono contento soprattutto perchĂŠ si è fatto un approfondimento di contenuti veramente importanti e non rimane un manifesto fine a se stesso.

La richiesta della base è “un maggior coinvolgimento dei cattolici in politica. Noi premiamo perchĂŠ alle prossime elezioni ci sia una presenza forte e organizzata, poi il mezzo lo vedremo nelle prossime settimaneâ€?. Si può pensare, anticipa, “a una presenza forte dei cattolici all’interno di un grande rassemblement nuovo, riformato, moderno, che possa vincere le elezioniâ€?. Nel documento c’è anche un sostegno “molto forte al governo Montiâ€?, ma alcuni obiettivi sono ancora lontani, come la crescita e l’occupazione. . Nel documento presentato a Todi si parla anche dei valori “piĂš cariâ€?, come “la tutela e la promozione della vitaâ€?. “La vita umana, in quanto intrinsecamente degna e inviolabile, è valore primo e irrinunciabile, il cui riconoscimento ha fondamento razionale: inscritto

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nella natura di ogni uomo e comune pertanto a tutta l’umanitĂ â€?, sottolinea Lucio Romano, presidente nazionale di Scienza&Vita e anche coordinatore del gruppo di lavoro su “Valori per lo sviluppo economico-socialeâ€?. Per Romano, “l’irriducibilitĂ e non negoziabilitĂ della vita umana rappresentano categorie inclusive sotto il profilo sociale e testimoniano la radicalitĂ ontologica ed esistenziale della dignitĂ umanaâ€?. Francesco Zanotti, presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), esprime un “giudizio molto positivo sul confronto serrato e schietto che è stato messo in campo a Todi. Ciò dimostra che ai fedeli laici stanno a cuore le sorti del Paese, tanto da cercare tutte le strade possibili per rispondere all’esigenza di un rinnovamento della classe dirigente, ormai ineludibile. Siccome c’è nel Paese una forte richiesta, i cattolici non possono sottrarsi dal fare una proposta forteâ€?. Zanotti ha apprezzato molto “la concretezza di alcune proposte da realizzare subitoâ€?. Ma c’è un altro aspetto richiamato anche nelle conclusioni di Bonanni: “Occorre ripartire dalla responsabilitĂ individuale nei territoriâ€?.

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In occasione dell’anno internazionale delle cooperative, il Movimento cooperativo palazzolese organizza il convegno “Housing sociale. Quale futuro?â€?, con l’obbiettivo di soddisfare i bisogni abitativi delle fasce piĂš deboli della popolazione palazzolese e promuovere nuove interazioni sociali tra le persone. Social housing significa offrire alloggi a canone calmierato e servizi dalla forte connotazione sociale ed umana. L’incontro si

Il Club 33 di Rodengo Saiano, sodalizio fondato nel 1971 da un gruppo di amici al termine di un viaggio nell’allora Cecoslovacchia e che nel corso degli anni ha promosso attivitĂ sportive, turistiche, culturali, impegnandosi in iniziative di solidarietĂ , inaugura sabato 27 ottobre (con inizio alle 11) il nuovo parco “Club 33â€?. Si tratta di un’area di circa 2500 mq messa a disposizione dall’amministrazione comunale in cui il sodalizio

terrĂ sabato 27 ottobre 2012 alle ore 8.45 presso l’ex bocciodromo comunale a Palazzolo. Il programma prevede, alle 8.45, l’apertura del convegno e il saluto del presidente del Movimento cooperativo palazzolese Vincenzo Gaspari. Alle 9 la prima parte del convegno “La cooperazione socialeâ€? con gli interventi di Marco Menni, presidente Confcooperative Brescia, e di Valeria Negrini, presidente FedersolidarietĂ Brescia. A seguire una serie di testimonianze locali.

ha piantumato 33 alberi a simboleggiare il numero chelo contraddistingue. L’iniziativa rientra nelle manifestazioni che il club aveva programmato lo scorso anno in occasione del 40° anniversario di fondazione. Il nuovo polmone verde sarĂ consegnato alle generazioni future con l’auspicio che preservino questa risorsa e che possa crescere in loro l’attenzione per un mondo piĂš sostenibile e piĂš bello.

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Se la poltrona ti manda fuori di testa Il potere logora chi non ce l’ha. Ăˆ un aforisma che viene attribuito a Giulio Andreotti, ma in realtà è farina del sacco di Talleyrand, il principe dei trasformisti, passato indenne dalla monarchia alla rivoluzione francese, a Napoleone e inďŹ ne ancora alla monarchia. La cultura corrente trasmette in effetti l’idea del potere vincente di chi non si ferma davanti a nulla. Ma non è un pensiero unico. Per esempio Adam Galinsky, psicologo dell’UniversitĂ di Chicago, dopo una serie di rigorosi esperimenti è arrivato a una conclusione diversa: il potere “dĂ alla testaâ€?. I risultati spiegano che i leader inebriati dall’illusione di invincibilitĂ regalata dal potere, si lanciano spesso in imprese controverse con esiti discutibili. Ma è piĂš forte di loro, e di tutti noi: appena veniamo investiti di un briciolo di potere, crediamo di riuscire a tenere tutto sotto controllo, anche quello che non è oggettivamente alla nostra portata. Si ostenta una ďŹ ducia in sĂŠ che rasenta la tracotanza. Quello che sta succedendo nel nostro Paese dĂ ragione a Galinsky. Ha certo perso la testa la presidente della Regione Lazio,

Polverini che, dopo lo scandalo che ha portato allo scioglimento del Consiglio, continua a premiare i suoi amici e va in giro con la scorta per Roma in contromano per andare a comperare un paio di scarpe di lusso. L’ha persa il prefetto di Napoli che ha apostrofato un prete che combatte la camorra perchĂŠ ha chiamato “signoraâ€? (da quando in qua è un insulto?) la prefetta di Caserta. Non ce l’ha certo a posto Roberto Formigoni che di fronte alla successione ininterrotta di

scandali in cui sono coinvolti assessori ed ex-assessori, consiglieri, membri del Consiglio di presidenza e derivati, di fronte alla precarietà della sua stessa posizione personale imperterrito ripete il mantra della Regione ben governata al limite della perfezione. Anche gli amici che lo invitano a lasciare, premettono che ha governato bene. Ancora una volta i cittadini vengono considerati degli stupidi. Non ce l’ha molto lucida nemmeno l’ex-assessore e amico

di Formigoni, Antonio Simone, che, rimesso in libertĂ dopo sei mesi di carcere preventivo, ha fatto dichiarazioni di questo genere: “Io avevo la possibilitĂ di proporre progetti a Formigoni e lui che è un uomo intelligente li ha accolti perchĂŠ ha capito che le mie proposte avrebbero fatto funzionare bene la sanitĂ e avrebbero portato a un risparmio di soldi pubblici. Io, poi, ci ho guadagnato come consulente della Maugeri, ma non c’è nulla di illegale perchĂŠ non è stato sprecato

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un euro di denaro pubblicoâ€?. Domanda ingenua: a parte i guadagni (il 2% secondo Simone, il 25% secondo i magistrati inquirenti) cosa eleggiamo a fare il Consiglio regionale se pensano a tutto Daccò (condannato a 10 anni di carcere in primo grado per il crac del San Raffaele) e Simone, insieme con Formigoni? I conti sono a posto? Anche quelli della ‘ndrangheta sono a posto. E anche la ‘ndrangheta aveva un amico in giunta. Ăˆ solo un caso che tutto questo sia il risultato di 17 anni di potere assoluto di Roberto Formigoni? Risposta pronta: è stato votato dagli elettori. Ăˆ vero. Quando ha raccolto i voti ha raccontato agli elettori che avrebbe governato insieme a Daccò e a Simone e insieme ad assessori collegati alla criminalitĂ o corrotti per altre vie? Ma non bisogna dimenticare la parte dei 4000 voti comprati e venduti per i soliti 30 denari (50 euro). I criminali si sono accontentati perchĂŠ i guadagni veri li fanno con gli appalti. Ma i cittadini che vendono il voto? Volevano forse dimostrare che abbiamo i politici che ci meritiamo?


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Il 27 ottobre alle 20.30, presso il Casthello Ostello di Breno, si terrĂ una manifestazione artistica per dilettanti con una finalitĂ particolare: parlare di affido. Da tempo l’Associazione genitori collabora fattivamente con l’Azienda territoriale per i servizi alla persona sul tema dell’affido – dichiara Alessandra Giorgi, presidente del’Age – cercando di portare il proprio contributo per un’ampia diffusione delle sensibilitĂ legate a questo tema. La realtĂ

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dell’affido non sempre è conosciuta in tutte le sue caratteristiche e, benchĂŠ l’Azienda abbia lavorato molto e con buonissimi risultati, c’è ancora parecchia strada da fare per divulgare nuove opportunitĂ di accoglienza che possono davvero cambiare la vita di tante persone, soprattutto dei bambini. Proprio dalle doverose verifiche che si fanno intorno alle esperienze, è nata nell’Age l’idea di proporre un momento di ‘famiglia’ in cui divertirsi, dedicando uno spazio a

quello che abbiamo simpaticamente definito pubblicità -progresso, ovvero un tempo (una decina di minuti al massimo) in cui una grande esperta del tema, Barbara Panella, parlerà di affido a tutti i presenti�. Una grande rete sta lavorando intorno a questa iniziativa. Infatti, oltre all’Age Vallecamonica e all’Azienda, stanno collaborando la parrocchia di Breno, l’oratorio, l’Osthello, la Pro Loco e una gastronomia locale che ha offerto il primo premio.

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a parrocchia di Borgosotto si prepara a un 2013 ricco di appuntamenti tra i quali il 300° anniversario della costruzione della chiesa dedicata a Maria Immacolata che ricorrerĂ nel 2013, senza dimenticare l’Anno della fede e quello sinodale della diocesi. â€œĂˆ una serie di eventi – afferma il parroco padre Rinaldo Guarisco – che vogliamo onorare al meglio. Va da sĂŠ che l’Anno giubilare per la nostra parrocchia ha un significato particolare essendo un momento significativo che evoca necessariamente la Santa Casa di Nazareth, dove Maria è probabilmente nata, cresciuta e ha condiviso la vita nascosta del Figlio GesĂš insieme allo sposo Giuseppe. Avere una chiesa che ricorda tutti questi fatti oltre a scene di vita quotidiana, pertanto, vuol essere una spinta a conformarci sempre di piĂš alla Sacra Famiglia di Nazareth per portare nella nostra Chiesa domestica di oggi gli stessi valori umani e cristiani e lo stesso stile di vita e di disponibilitĂ alla volontĂ di Dioâ€?. L’obiettivo del parroco è “aprire l’Anno giubilare in forma solenne, ma anche con tutta la nostra buona volontĂ a lasciarci guidare e illuminare dalla Madre di GesĂš per cercare con sinceritĂ il suo voltoâ€?. “Partendo proprio dall’Anno della fede – continua padre Guarisco – vorrei esprimere il mio sentimento piĂš genuino e since-

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convergono verso un unico cuore con l’obiettivo di invitare ognuno di noi a verificare se davvero tutto ciò che facciamo nella nostra comunitĂ si riferisce realmente alla fedeâ€?. Ecco perchĂŠ nel 2013, ancora piĂš che negli anni passati, la parrocchia di Borgosotto sarĂ impegnata con tanti appuntamenti per bambini, giovani, adulti, singoli e coppie: “Dalla nascita di un bimbo al cammino dell’adolescenza, alla scelta vocazionale, all’amore di un uomo e di una donna, alla fedeltĂ alla famiglia passando per la professionalitĂ , l’esperienza del dolore e della fragilitĂ , ogni momento dev’es-

sere buono per testimoniare il Vangeloâ€?. Assieme alla Commissione, delegata dal Consiglio pastorale, è stato stilato un ricco calendario di eventi. Tra questi si segnalano i due incontri (di cui uno giĂ tenutosi lo scorso 19 ottobre e l’altro in programma il 16 novembre) relativi all’Anno della fede, per approfondire le tematiche correlate. “Siamo in fase di ultimazione dei dettagli di parecchi eventi – conclude padre Guarisco – ma ciò che piĂš mi preme è augurare a tutti che questo 2013 in arrivo trovi una risposta adeguata per rendere piĂš viva e consapevole la vita cristianaâ€?.

´7HDWULDPRÂľ WXWWL L PDUWHGu Da ottobre a maggio, a cadenza settimanale, il martedĂŹ dalle 20.30 alle 22.30 il corso “Teatriamoâ€? realizzata da: Fondazione Dominato Leonense, l’Associazione Cara... Mella e il Teatro di Desiderio per giovani e adulti. Il corso di teatro, diretto dall’Associazione culturale teatrale Cara... Mella di Bagnolo Mella, nasce dalla volontĂ di fornire, attraverso la pratica, alcuni elementi per percorrere la strada dell’approccio al teatro, sia sotto for-

ma di momento ludico finalizzato alla costruzione di una messinscena, sia come lettura ed apprendimento di elementi teatrali di base. Il corso ha come obiettivo finale la realizzazione di una produzione teatrale. Il programma è il seguente: il corpo, acquisizione di una maggiore consapevolezza di sĂŠ attraverso l’atto performativo; lo spazio, acquisizione di tecniche espressive relative al linguaggio teatrale; la voce, acquisizioni di tecniche ed eser-

cizi per allenare la voce; acquisizione di tecniche ed esercizi per avere un corpo in comunicazione; produzione dello spettacolo. L’iniziativa è stata presentata martedĂŹ 23 ottobre; la prima lezione è gratuita e aperta a tutti. Per informazioni e iscrizioni: Fondazione Dominato Leonense, telefonare al numero 0309038463, e-mail ilteatrodidesiderio@libero.it o consultare il sito www. fondazionedominatoleonense.it

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Presenti oltre alla cittadinanza, numerosi esponenti politici di maggioranza e opposizione, autoritĂ civili, scolaresche e anche diversi attivisti che hanno voluto attirare l’attenzione del primo cittadino su alcune delle piaghe del quartiere, come la discarica di amianto di via Brocchi, recentemente posta sotto sequestro. “Una volta terminato, il nostro Metrobus darĂ l’opportunitĂ di unire tra loro vari punti della cittĂ , donando a Brescia un nuovo senso metropolitano, fondante su

valori genuini nei quali crediamo profondamenteâ€? ha detto Paroli prima del taglio del nastro. “Non posso che ringraziare i moltissimi cittadini presenti perchĂŠ con il loro entusiasmo e la loro partecipazione danno ragione al lavoro che stiamo portando avanti; nonostante le molte spese gravino sul bilancio cittadino, la loro presenza trasforma il nostro lavoro in una nuova opportunitĂ per la cittĂ e ci dona la certezza che davvero oggi Brescia è pronta per quest’operaâ€?.

Infine, il sindaco si è rivolto alle scolaresche presenti: “Sono stupito dall’entusiasmo e dalla curiositĂ di questi giovanissimi studenti; ognuno di noi dovrebbe farsi aiutare dai piĂš piccoli ad affrontare sempre la vita con la semplicitĂ della loro giovane etĂ : i bambini sono infatti la lente privilegiata attraverso cui possiamo vedere la cittĂ del futuroâ€?. Ad accompagnare le due cerimonie, le note del coro alpino “Alte Cimeâ€? di Brescia, diretto dal maestro Cristian Borboni. (l.d.p.)

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opo la positiva esperienza della prima edizione, le Acli provinciali di Brescia ripropongono un secondo ciclo di incontri de “La cittĂ invisibileâ€?, il corso di filosofia politica. Friedrich Nietzsche, Simone Weil, Emmanuel LĂŠvinas, Emmanuel Mounier, Carl Schmitt, Michel Foucault e Amartya Sen: sono questi gli autori che saranno presi in esame. Il Novecento è stato un secolo molto intenso tra rivoluzioni politiche, economiche, sociali e cambiamenti epocali l’Occidente ne è uscito decisamente destabilizzato e l’uomo moderno è passato presto ad essere postmoderno. Il mondo, finalmente globalizzato, ha sperimentato il fallimento di ogni programma per gestire o migliorare la condizione del genere umano e si è scoperto, cosĂŹ, paradossalmente piĂš impotente. è stata crisi. Crisi delle ideologie che è divenuta crisi dei valori e relativitĂ dell’etica. Con questo

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corso le Acli intendono soffermarsi sull’accezione positiva del termine crisi: quella che si rifà alle dimensioni della scelta e del giudizio, alla fecondità di nuovi saperi e di nuove visioni. Anche in questa seconda

edizione, l’idea è riappropriarci del significato di alcune parole, di quelle che incontriamo e di quelle con cui ci scontriamo ogni giorno. Vogliamo riannodare i fili del pensiero moderno per tessere trame postmoderne, con la consapevolezza, ancora una volta, che non possiamo conoscere tutta la veritĂ , ma certamente possiamo ascoltare qualche voce autorevole, leggere qualche libro, mettere in ordine qualche idea e trovare un riflesso di veritĂ . Ogni sabato mattina sarĂ diviso in due parti. Dalle 9 alle 10.15 la lezione storica, per ascoltare qualche voce e proporre qualche libro; dalle 10.30 alle 12 la seconda lezione fondata su alcune parole chiave. Abbiamo scelto quelle piĂš adatte ad esprimere le difficoltĂ che viviamo. L’appuntamento è presso la sede provinciale delle Acli, in via Corsica 165 a Brescia. Il corso ha un costo complessivo di 50 euro (45 euro per i soci Acli), ma è necessario iscriversi entro venerdĂŹ 9 novembre.

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familiare e aziendale. La Uildm è dal 1966 impegnata a favore delle persone affette da distroďŹ e, favorisce l’integrazione delle persone con disabilitĂ e promuove la ricerca scientiďŹ ca sulle distroďŹ e. Le distroďŹ e muscolari sono un gruppo di malattie neuromuscolari di tipo genetico che comportano un progressivo indebolimento dei muscoli volontari, provocando notevoli difďŹ coltĂ motorie e possono portare ad una immobilitĂ grave che necessita di un’assistenza

costante. Il progetto è stato realizzato grazie ai contributi della Fondazione Asm che ha stanziato 35mila euro e della Fondazione della ComunitĂ bresciana che ha messo a disposizione 20mila euro, somme che hanno permesso di dotare l’appartamento con attrezzature all’avanguardia e strutturarlo con dispositivi domotici ďŹ nalizzati a sempliďŹ care le azioni di vita quotidiana. L’abitazione è senza barriere architettoniche e al suo interno l’ospite troverĂ ausili come

un letto che permette di girare la persona in ďŹ anco senza l’intervento del care giver, un sollevatore e una sedia per la doccia, cucina con pensili elettrici e altri ausili. “I nostri soci miodistroďŹ ci – ha rilevato Paola Frau presidente Uildm Brescia – avranno l’opportunitĂ di sperimentare e gestire, per un periodo che varia da sei a 12 mesi, la propria vita in modo indipendente al di fuori dell’ambito familiareâ€?. Per informazioni, tel. 0302423538 o www.uildmbrescia.it. (a.t.)

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a campagna vaccinale antinfluenzale messa a punto per il 2012-2013 dall’Asl di Brescia inizierĂ il 5 novembre per terminare, se le condizioni pandemiche lo permetteranno, il 15 dicembre. “La grande novitĂ , rispetto agli anni scorsi – ha illustrato il direttore generale Carmelo Scarcella, affiancato dal direttore sanitario Francesco Vassallo e dal responsabile Uo Prevenzione malattie infettive Guglielmino Baitelli – consiste nel piano territorialmente capillare messo a punto dall’Asl a fronte della scarsa disponibilitĂ dei medici di medicina generale, 71 contro i 643 dello scorso anno, a praticare la vaccinazione senza il compenso percepito fino allo scorso anno di 6,16 euro a prestazione. I tagli di bilancio imposti dalla ‘spending review’ ci hanno obbligato a percorrere vie diverse, cui hanno contribuito in maniera determinante tutte le amministrazioni comunali che hanno messo a dispo-

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ti pubblici servizi. Riteniamo di aver garantito sia l’equilibrio di bilancio, in quanto il risparmio previsto è di circa un milione di euro, sia il livello di assistenzaâ€?. Ăˆ in atto una diffusa campagna informativa presso i distretti Asl, i Comuni, le farmacie, gli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, le sedi sindacali, le parrocchie – un grazie particolare è stato rivolto alla diocesi per la disponibilitĂ resa – e le Acli. “L’intera mappa dei 205 punti di erogazione – ha aggiunto Carmelo Scarcella – è disponibile, assieme ad un’informazione sugli aventi diritto, sul sito www. aslbrescia.it, dove, tramite un banner, si potrĂ conoscere l’esatta dislocazione, Comune per Comune, di ognuno di essi, con indirizzo ed orariâ€?. “Il piano di questa campagna antinfluenzale ha richiesto uno sforzo organizzativo poderoso – ha sottolineato Francesco Vassallo – perchĂŠ ogni sede individuata ha dovuto rispondere ad una serie di requisiti medico-igienici-sanitari

essenziali e non va trascurata la capillaritĂ del servizio, perchĂŠ le 205 sedi sono di piĂš degli ambulatori dei medici, per cui molti cittadini si troveranno avvantaggiati da una maggior vicinanza al proprio domicilioâ€?. “Il vaccino conterrĂ tre sierotipi – ha soggiunto Guglielmino Baitelli – che coprono sia il noto H1N1, che nel 2009 fu causa di allarme in tutto il mondo, sia il piĂš recente H3N2, identificato nel 2011, oltre ad un antigene focalizzato nel 2010â€?.

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L’associazione culturale Bruno Boni ha siglato con l’assessorato al Decentramento e con la Circoscrizione Centro un accordo quadriennale per la concessione dei locali di contrada del Carmine 13. I locali sono composti da quattro vani piĂš servizi igienici. L’ingresso principale (un piccolo vano da adibire a segreteria) affaccia su contrada del Carmine. Nella parte retrostante (con ingressi anche su vicolo Borgondio) tre vani di diverse dimensioni: un ampio vano da adibire a laboratorio per la lavorazione del materiale, un locale da adibire a magazzino e archivio e un locale (circa 30 mq) da adibire a sala riunioni ed esposizione permanente delle 70 immagini della mostra “Sindaco per sempreâ€?. Il

16 giugno 1948 Bruno Boni venne eletto sindaco di Brescia, incarico che manterrĂ per ben sei tornate amministrative fino al giugno 1975. Oggi l’associazione cerca fondi per la sistemazione dei locali della sede, per l’arredamento e per iniziare il progetto di riordino, digitalizzazione e informatizzazione dell’archivio personale di Bruno Boni. L’associazione Bruno Boni è nata il 31 ottobre 2011 in occasione delle manifestazioni per il “Natale nelle Pievi 2011â€? organizzate dal direttore artistico Pietro Arrigoni per conto del Comune di Brescia. Per aiutare l’Associazione, è stato atttivato il Conto corrente n. 030.000 presso la filiale Ubi Banca di Piazza Loggia Iban: IT 73 O 03500 11209 000000030000.

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In occasione della pubblicazione dell’Annuario del Cirmib (Centro di iniziative e ricerche sulle migrazioni di Brescia), il Centro organizza per giovedĂŹ 25 ottobre, dalle 15 (Sala Polifunzionale), il seminario “L’integrazione dal basso: attori e istituzioniâ€? che, attraverso il coinvolgimento di importanti esponenti della rete di accoglienza nazionale e bresciana, vuole dare rilievo al percorso di integrazione dei cittadini stranieri ďŹ n qui realizzato e condividere le

L’associazione culturale gruppo vocale “Cantores Silentiiâ€? sta organizzando, per la 12ÂŞ edizione, la rassegna concertistica itinerante “I paesaggi della musica polifonicaâ€? diretta dal maestro Ruggero Del Silenzio. Dopo le tappe di maggio e di giugno, arrivano le proposte di ottobre e novembre. Sabato 27 ottobre l’appuntamento è alle 21 in Duomo Vecchio, martedĂŹ 6 novembre ci si sposta nel Duomo di Santa Maria Maddalena di Desenzano del Garda, sempre alle

prospettive future. Intervengono mons. Giancarlo Perego (direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei), la prof.ssa Elena Besozzi (direttrice del Cirmib), la prof.ssa Maddalena Colombo (docente universitaria esperta di migrazioni), il prof. Luca Queirolo Palmas (docente universitario esperto di giovani e migrazioni) e faranno seguito interventi programmati di esponenti della rete di accoglienza locale.

21, e sabato 10 novembre, inďŹ ne, si va in Franciacorta presso il Duomo Santa Maria Assunta di Rovato, sempre alle 21. In autunno al centro del repertorio c’è la Missa pro defunctis di Giovanni Contino nel 500° anniversario della nascita. Nato a Brescia nel 1513, non si hanno notizie dei primi anni della sua vita, nĂŠ della sua prima educazione musicale. Fu chierico, entrò come cantore nella canonica del Duomo, frequentandovi la scuola di musica. L’ingresso è libero.

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ttobre, siamo al 19° appuntamento annuale, è stato scelto dalla Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori, per sensibilizzare la popolazione femminile a sottoporsi a una diagnosi precoce al fine di prevenire l’insorgere dei tumori, in particolare quello alla mammella. Anche Brescia vi aderisce, grazie all’impegno della sezione locale della Lilt e alle strutture ospedaliere che la affiancano, quali la Poliambulanza, le cliniche San Camillo in cittĂ e San Rocco ad Ome, la Fondazione Maugeri di Lumezzane, Villa Gemma a Gardone Riviera, gli ospedali di Gardone Val Trompia e Montichiari e le strutture dell’Asl di Valcamonica-Sebino. “L’iniziativa è dedicata alle donne di etĂ compresa fra i 49 e i 65 anni – ha illustrato la presidente della Lilt Brescia Monica Miglioli – di cui, purtroppo, una su tre non si sottopone a questo tipo di prevenzione, come confermano anche le varie strutture ospedaliere, che dichiarano come la tendenza sia in diminuzione. Ăˆ un grave errore – sottolinea Monica Miglioli – perchĂŠ le statistiche dicono che l’etĂ in cui si rileva un tumore al seno tenda al basso, ben al di sotto della soglia classica dei 49 anni, etĂ in cui il consiglio dovrebbe essere sentito piĂš come un obbligoâ€?. Le donne possono sottoporsi, gratuitamente, alla visita

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saggio di sensibilizzazione non ha una limitazione temporale al solo mese di ottobre – ha detto il consigliere comunale Nini Ferrari – poichĂŠ i fasci di luce continueranno fino a dicembre, per ricordare che di tumore al seno si può guarire. La strada per debellare il male è lunga e l’etĂ di riscontro, come detto, non solo tende a diminuire, ma fa registrare nei due principali nosocomi cittadini, un incremento di casi che sfiora il migliaio ogni annoâ€?. “Nini e io abbiamo vissuto in prima persona l’attacco di questo male – ha confidato l’assessore provinciale ai Lavori pubblici Mariateresa Vivaldini – e lo abbiamo sconfitto grazie alla diagnosi precoceâ€?.

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il sindaco Ettore Monaco – per la municipalitĂ di Dello questa festa rappresenta un’occasione importante per divulgare e tramandare alle giovani generazioni le radici e le tradizioni locali, e per le aziende locali è un appuntamento signiďŹ cativo per mettere in mostra i loro prodotti di eccellenzaâ€?. La sagra, che verrĂ inaugurata domenica 28 alle 10, prevede altri momenti di svago venerdĂŹ sera (apertura dello stand gastronomico e un concerto rock) e sabato,

con l’inaugurazione della mostra mercato alle 14. Altri appuntamenti: sabato alle 17, inaugurazione dell’esposizione di proiettori cinematograďŹ ci e strumenti musicali d’epoca nel cortile della famiglia Tagliani; alle 18, nella sala consiliare, apertura mostra micologica. Tra gli appuntamenti di domenica, alle 8, l’attivitĂ della Bassabresciana soccorso che, eseguirĂ analisi del sangue per la determinazione (gratuita) del rischio cardiovascolare. (mtm)

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metĂ ottobre Riva del Garda ha ospitato in un convegno i maggiori esperti italiani e stranieri sui disturbi dello spettro autistico che si sono confrontati in merito ai cambiamenti che stanno modificando l’ambito di riferimento diagnostico e le modalitĂ di trattamento. Il comitato scientifico del gruppo Erickson ha ritenuto di valore l’intervento dei docenti del centro bresciano. Scuolaba è un centro di riabilitazione terapeutica comportamentale per bambini con autismo nato nel 2009 a Flero, che offre ai bambini autistici un approccio alternativo e all’avanguardia che permette loro di uscire dall’isolamento e iniziare a comunicare con i genitori e con le altre persone che compongono normalmente la vita di un bambino. Una possibilitĂ , quella della comunicazione con bambini autistici che è divenuta sempre piĂš reale e concreta grazie a nuovi studi di tipo cognitivo comportamentale. Il gruppo guidato dalla giovanissima dottoressa Lucia D’amato offre un servizio prezioso per le famiglie di questi bambini, non solo per la qualitĂ e competenza del personale, ma anche per l’accessibilitĂ economica. A Riva del Garda la dottoressa D’Amato ha portato la propria esperienza e una serie di dati scientifici raccolti in questi anni di attivitĂ . Una soddisfazione per il gruppo flerese che ha visto molte persone gremire la sala proprio in occasione dell’intervento della sua direttrice. Lucia D’Amato ha illustrato il modello di presa in carico “Scuolabaâ€? nella sessione “Buone prassiâ€? spiegando come Scuolaba onlus lavori con l’obiettivo di rendere accessibile a tutti i bambini una terapia intensiva e di qualitĂ basata sul metodo Aba, che ad oggi è l’approccio supportato da maggiori evidenze scientifiche sul piano del trattamento dell’autismo. L’intervento offerto dalla scuola risponde in maniera efficiente e fun-

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zionale ai dettami dell’Istituto superiore di sanità e propone una presa in carico integrata, che coinvolge i familiari ed il personale scolastico in attività di supporto, formazione

e consulenza. Coinvolgendo l’intero mondo del bambino autistico diventa piÚ facile per lui imparare un metodo comunicativo e meno impegnativo e frustrante per le famiglie accudire il

piccolo nelle sue fasi relazionali. Attualmente sono 30 i bambini in carico presso il centro terapeutico, ma con un’importante lista d’attesa Scuolaba si colloca tra i migliori servizi italiani in materia di autismo. L’impegno di Scuolaba a diffondere la conoscenza del metodo di insegnamento europeo Bcba non si ferma sulle sponde del nostro lago. A fine ottobre sarà a Roma per un nuovo convegno con la speranza, sempre piÚ concreta di offrire una reale possibilità per un futuro migliore ai soggetti con autismo.

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Chi arriva alla Map sa cosa sta cercando. I nostri clienti cercano sempre una cucina veramente su misura, personalizzabile sui loro gusti, garantita da un’azienda presente dal 1960 nelle case bresciane. La nostra politica aziendale segue gli obiettivi di serietĂ e trasparenza: da noi trovate, oltre a tre piani di cucine, chiarezza su prodotti, servizi e prezzi. Da sempre realizziamo preventivi chiari e contratti dettagliati e “senza sorpreseâ€?, con rilievo misure ed installazione eseguiti da personale specializzato. Tutto con la garanzia di un’assistenza post-vendita sempre al servizio del cliente. Fidatevi della Map: oltre 25.000 famiglie possono garantire sulla qualitĂ del nostro lavoro.

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Cizzago, Comezzano, Cossirano, Rudiano, Trenzano e Urago d’Oglio. La veglia è stata l’occasione per presentare un libro dedicato proprio alla ďŹ gura di don Luigino, tanto caro e amaro dai suoi compaesani. “Il libro – racconta il curato di Rudiano don Sergio Merigo che ha coordinato i lavori – è nato grazie all’impegno del gruppo caritativo missionario, raccogliendo prima di tutto una serie di lettere scritte da don Luigino ai membri del gruppo o sul bollettino parrocchiale. Sono

scritti nei quali emerge la sua spiritualitĂ , in modo a volte anche ironicoâ€?. Un libro di memoria, quello pubblicato dalla locale casa editrice Gam, che contiene una biograďŹ a, diverse fotograďŹ e e il suo testamento spirituale, ma anche la rassegna stampa relativa alla sua morte. “Abbiamo sentito il bisogno – afferma in proposito don Sergio – di chiarire quanto si era detto sulla sua morte. In un primo momento, la polizia aveva parlato di suicidio, ma è emerso che le modalitĂ sono

quelle tipiche dell’esecuzione della maďŹ a brasilianaâ€?. Un’azione di difesa della memoria di don Luigino, concretizzatasi ora nel libro, dopo che l’idea aveva iniziato a prendere forma dopo la morte. Il libro è in vendita in oratorio o presso la bancarella missionaria al prezzo di 10 euro. Il ricavato andrĂ a sostegno delle popolazioni del Corno d’Africa, per le quali don Luigino, pur se missionario in Brasile, aveva sempre manifestato grande attenzione. (f.u.)

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ad personam per gli studenti con disabilitĂ piĂš o meno gravi i cui fondi passano dai 266mila euro del 2011 ai 290mila euro di quest’anno, un incremento significativo che ho fortemente volutoâ€?. Confermati anche i livelli delle rette scolastiche, diverse a seconda delle fasce di reddito: da zero a 5000 euro e oltre i 5000 euro con sconti importanti in presenza di due o piĂš figli e per i nuclei familiari monogenitoriali o con prole numerosa. Rimane attiva la serie di progetti didattici nonchĂŠ di laboratori previsti nei musei monteclarensi: tra i tanti il Progetto Cecchino per far riscoprire il dialetto bresciano, i momenti legati alle varie discipline sportive che garantiscono ai minori una crescita adeguata anche sotto l’aspetto fisico oltre agli spazi educativi per imparare la produzione dei principali alimenti o per “avvicinareâ€? il dietro le quinte di un teatro. Anche per il 2012 verrĂ richiesto il finanziamento per disporre di due volontari in servizio civile per le necessitĂ del caso.

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e scuole sono sempre al centro dell’impegno dell’amministrazione comunale: con questa filosofia l’Assessorato alla pubblica istruzione ha elaborato il Piano per il diritto allo studio, recentemente approvato dal consiglio comunale. Nonostante i tagli, “non abbiamo arretrato sui servizi essenziali – spiega l’assessore Gianluca Imperadori – e la scuola continuerĂ a ricevere sostanziosi contributi nonchĂŠ supporti di ogni genereâ€?. Nell’anno scolastico che si è aperto nello scorso mese di settembre sono stati stanziati 1 milione 761mila euro complessivi dal Comune, in lieve flessione rispetto al milione 787mila euro del precedente Piano; stabile il numero degli studenti che si attesta intorno alle 4800 unitĂ . “Tra le particolaritĂ degne di menzione – afferma ancora Imperadori – mi preme mettere l’accento sull’assistenza

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Terrasanta, Speciale Oftal Messico e Yucatan, Guadalupe

Chi Siamo Accompagnare il pellegrino e il viaggiatore nel suo cammino, fornendo la massima professionalità e la profonda esperienza maturata, è la passione di Sogevitour, divenuto in breve tempo un punto di riferimento per i Pellegrinaggi e il Turismo Religioso e Culturale. Alle classiche mete ormai consolidate come Lourdes, Nevers,Terra Santa, Fatima, Santiago, San Giovanni Rotondo e Banneux, abbiamo aggiunto nuovi percorsi di approfondimento turistico e culturale. La Nostra Vocazione Andare alle radici del nostro essere, vocazione religiosa e grande respiro culturale. Nuovi percorsi spirituali alla scoperta di luoghi e terre in cui fede e cultura si fondono in un unico cammino di ricerca da vivere fino in fondo per andare alle radici del nostro essere cristiani.

Terrasanta a piedi, sulle orme dei primi pellegrini e dei crociati e Cammino di Santiago, tratto francese da concordare. Gli operatori SogeviTour sono sempre a disposizione per soddisfare le vostre richieste. Realizzate con noi i vostri itinerari e percorsi personalizzati.

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Vengo Anch’Io Nel solco della tradizione dell’OFTAL (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) molte delle nostre proposte, pur riprendendo itinerari e luoghi comuni ad altri operatori del settore, hanno la grande particolarità di rivolgersi anche alle persone disabili, alle quali viene riservato da sempre un trattamento molto curato e personalizzato.

Pellegrinaggio in Terrasanta Giovani, ammalati e pellegrini 14 - 21 novembre 2012 guida mons. Paolo Angelino, Presidente Generale Oftal ,VFUL]LRQL WHO &HOHVWH 5HQDWR ZZZ RIWDOEUHVFLD LW


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La compagnia teatrale “Il Servomutoâ€? in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Borgosatollo organizza un laboratorio teatrale: un corso individuale e di gruppo per adulti (dai 18 anni). Si tratta di un percorso di crescita che attraversa voce, presenza, movimento e parola alla scoperta della propria dimensione di attore: dalla consapevolezza di se stessi e del proprio corpo nello spazio ďŹ no al lavoro sul

Nell’Anno della fede, la comunitĂ delle madri canossiane di Bagnolo Mella offre una proposta formativa per giovani e giovani adulti a partire dalla Parola. In un tempo in cui sembrano mancare le parole per decifrare il disorientamento e il senso di impotenza che ci abitano, madre Eliana Zanoletti rileggerĂ in chiave contemporanea e giovane, il testo del libro del Qoèlet. Una lettura che si concentrerĂ in due periodi: tre martedĂŹ di novembre 2012 e tre martedĂŹ di aprile 2013. Gli

testo e alla messa in scena di uno spettacolo teatrale di ďŹ ne corso. Il laboratorio settimanale tutti i giovedĂŹ (due ore e mezza dall’8 novembre al 6 giugno) sarĂ guidato da Michele Segreto e da Pavel Zelinskiy. Gli incontri si tengono presso il Teatro comunale di Borgosatollo in via Leonardo da Vinci 1. Il costo è di 50 euro mensili.Per informazioni e iscrizioni, telefonare al numero 3382897016 o scrivere una e-mail a ilservomuto@gmail.com.

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incontri inizieranno alle ore 20.15 e si concluderanno alle ore 22.15. L’appuntamento è nella comunitĂ delle madri canossiane, a Bagnolo Mella, via Mazzini, 20. Le date degli incontri e i temi sono: martedĂŹ 13 novembre con “Il nostro tempo: niente di nuovo sotto il sole?â€?; martedĂŹ 20 novembre “Che cos’è la felicitĂ ? esperienza e timore di Dioâ€?; martedĂŹ 27 novembre con “La societĂ , il costume dominante e la sapienza ufďŹ cialeâ€?. Per info, 030620479

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n parco fotovoltaico di 110mila mq. Ăˆ quanto sta per essere realizzato alla Barbaresca, un’area di proprietĂ del Comune di Trenzano collocata lungo la strada che porta verso Maclodio, a ridosso della pista ciclabile. I pannelli collocati a terra copriranno una superficie pari a 33 piò di terra, in un’area inserita nel Pgt come zona produttiva. La realizzazione è a cura della societĂ Mediapower che ha presentato un’offerta di 2 milioni e 10mila euro al Comune di Trenzano. Nei giorni scorsi la nuova opera è stata presentata nel corso di una conferenza stampa, alla quale erano presenti il sindaco Bianchi insieme al tecnico Rubagotti e a componenti della giunta e del consiglio comunale, oltre all’amministratore unico di Mediapower Iannacci e al presidente delle Industrie fotovoltaiche italiane (Ifi) Cremonesi. Tutte le parti in causa hanno espresso il proprio compiacimento per il progetto, reso possibile grazie al fatto che l’area non figura piĂš come superficie destinata all’agricoltura (in tal caso sarebbe stato impossibile), sottolineando che comunque il parco fotovoltaico rappresenta un miglioramento ambientale rispetto all’idea ini-

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autofinanziarsi con la vendita dei lotti. La mancata vendita causò un ammanco nelle casse comunali di circa un milione e 900mila euro, definitivamente coperti con l’avvio del progetto. Dal punto di vista economico, inoltre, come ha poi osservato il sindaco Bianchi, l’operazione dovrebbe anche offrire i mezzi per avviare alcune opere pubbliche, tra le quali la sistemazione di via Vittorio Veneto Mattina e la realizzazione di una piazza a Cossirano nei pressi dei locali dell’oratorio. Tuttavia, nonostante queste pre-

cisazioni e alle osservazioni sulla riciclabilitĂ dei materiali e al contenuto impatto paesaggistico, si è manifestata nel tempo una certa opposizione al progetto sia tra alcuni esponenti politici locali (tra i quali la sezione della Lega Nord) sia da parte di alcuni comitati ambientalisti che si oppongono al consumo di territorio. Se da un lato sono state avanzate perplessitĂ sull’identitĂ della societĂ vincitrice della gara d’appalto, le maggiori preoccupazioni si appuntano sulla questione ambientale. Ciò ha portato nei giorni scorsi a un’assemblea pubblica tenutasi nel teatro parrocchiale alla quale hanno partecipato il coordinamento provinciale di Legambiente Lombardia insieme al gruppo “Ambiente Trenzano Naturaâ€?, al coordinamento ambientalista ovest bresciano e il Movimento per la decrescita felice. Al centro delle riflessioni e delle proposte il tema “Come difendere la natura e custodire il creato?â€?. Tra i relatori sono intervenuti don Gabriele Scalmana, responsabile della pastorale del creato della diocesi di Brescia, Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia e l’avvocato Pietro Gambarino, del centro azione giuridica di Legambiente.

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, DQQL GHO 3DVFDO UHDOWj VXO WHUULWRULR Garantire istruzione è una funzione importante per la formazione delle nuove generazioni. L ’istituto di istruzione superiore “Pascalâ€? di Manerbio svolge questo compito da 30 anni e tale traguardo non poteva essere trascurato. A festeggiare il compleanno è il Liceo scientiďŹ co, una delle costole dell’istituto di via Solferino. Il Liceo scientiďŹ co nasce nel 1982 come sezione staccata dello ScientiďŹ co “Morettiâ€? di Gardone Valtrompia: per Manerbio è una conquista poter disporre di una tipologia scolastica che serve l’intero territorio della Bassa. Il Liceo si aggiunge all’Istituto tecnico, nato nel 1966 come distaccamento del “Castelliâ€? cittadino (accorpato poi all’Itis “Marzoliâ€? di Palazzolo nel 1995-1996). Nel frattempo, nell’anno 1990-1991, il Liceo scientiďŹ co manerbiese diventa autonomo e viene intitolato al ďŹ losofo e matematico “Blaise Pascalâ€?. L’1

settembre 2000 nasce l’Istituto superiore “Blaise Pascalâ€?, costituito dallo ScientiďŹ co, dalla sezione staccata dell’Istituto tecnico “Marzoliâ€?, entrambe con sede a Manerbio. Quindi, l’istituto si arricchisce ulteriormente “annettendoâ€? anche l’Istituto tecnico commerciale “Primo Mazzolariâ€? di Verolanuova, dal 1957 una delle scuole “storicheâ€?. Nel tempo anche il Liceo scientiďŹ co si è “arricchitoâ€? con l’attivazione di diversi corsi: accanto a quello tradizionale, si attiva il corso Pin (Piano nazionale di informatica); a partire dall’anno scolastico 2010-11, a seguito della revisione dell’assetto organizzativo e didattico dei Licei, il Liceo scientiďŹ co comprende l’indirizzo scientiďŹ co, e l’opzione del Liceo delle Scienze applicate (che fornisce competenze avanzate in ambito scientiďŹ co-tecnologico). Parallelamente, l’istituto si dota di laboratori, di aule

per svariate attivitĂ , di una biblioteca, di un’aula magna e di attrezzature sportive interne ed esterne. A 30 anni di distanza dalla nascita, giunge il momento delle celebrazioni, organizzate in collaborazione con il “Comitato genitoriâ€?, il gruppo culturale “San Lorenzoâ€? e l’associazione “Chironeâ€?. MartedĂŹ si è svolta l’inaugurazione con la presenza di Emilia Salucci, dell’UfďŹ cio scolastico regionale, che ha parlato del ruolo del Liceo scienti-

ďŹ co nella storia della scuola italiana. Contestualmente è stata allestita una mostra documentaria sui 30 anni del liceo e un’altra dedicata alla didattica della scienza. In novembre ci saranno open day scientiďŹ ci e si avvieranno adozioni a distanza. Il 7 dicembre si svolgerĂ il concerto della banda giovanile “S. Ceciliaâ€? e verrĂ presentata l’associazione “Lucia Paternosterâ€?, la docente scomparsa improvvisamente lo scorso anno.


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Ž–ƒ ƒŽŽ‡ ƒ †‡’—”ƒœ‹‘Â?‡ ° —Â? Â?‹”ƒ‰‰‹‘ Resta al palo la depurazione delle acque di scarico del tratto camuno fra Edolo e Sellero, Valsaviore compresa. Sono oltre 10mila i cittadini, che si ritrovano ora, dopo aver pagato per anni in bolletta una quota non esigua proprio per la depurazione, a trovarsi con un pugno di mosche. A Edolo gli amministratori assicurano che entro fine anno ci sarĂ il via libera per il depuratore intercomunale nel territorio di Malonno, verso il quale verranno indirizzate le

acque nere degli 8000 abitanti di Edolo, Sonico e Malonno (nella foto). In realtĂ i soldi non ci sono, ma è sintomatico che le stime del denaro necessario oscillino fra i cinque e i 10 milioni di euro. La vicenda si trascina da quasi 20 anni ed è additata come emblema di cattiva amministrazione, in quanto contrapposizioni interne alle amministrazioni hanno impedito di far decollare la realizzazione dell’opera. Si vedrĂ poi se il rinnovo dell’amministrazione comunale

di Malonno basterĂ a sbloccare la situazione. BisognerĂ poi attendere che i tre Comuni affidino il mandato per la progettazione attuativa e la realizzazione a Valle Camonica Servizi, la societĂ pubblica alla cui guida sono approdati politici camuni rodati, quali il presidente Alessandro Bonomelli e il suo vice Giovanni Verga. Proprio Bonomelli rassicura che “in due anni completeremo la depurazione della Valcamonicaâ€?. Si parla di fine 2012 per portare a termine i lavori per il

collettamento delle acque dei tratti Capo di Ponte-Breno e BiennoEsine, oltre al potenziamento del depuratore di Esine, progettati da Alessandro Berdini, realizzati dalla ditta Giudici di Rogno e finanziati da Regione e Provincia con circa 5 milioni di euro. Subito dopo potrebbe essere la volta della posa dei tubi per portare a Esine anche gli scarichi dell’area fra Forno Allione-Valsaviore-Sellero, opera già progettata e, dicono, finanziata. Vedremo come andrà a finire. (g.c.)

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a Valle Camonica è ricca di opere del Romanino. A Sant’Antonio di Breno, ad esempio, la difficile leggibilitĂ complessiva del ciclo non impedisce nelle residue Storie bibliche di Daniele di cogliere uno stile d’illusionismo molto meditato, per recuperare la forza drammatica di una religiositĂ intimamente medievale nella spiritualitĂ severa della devotio moderna. Il pittore rende quindi il pubblico presente come in un evento teatrale, e questa partecipazione corale del pubblico sarĂ ribadita anche nelle “Scene della vita della Vergine di Biennoâ€?, con la stessa scioltezza ritmica e morbidezza di passaggi che Romanino ha sempre dimostrato nella pittura compendiaria, veloce e grandiosa delle ante d’organo, di cui è senz’altro il piĂš grande interprete cinquecentesco. A proposito del Romanino si è tenuto sabato 20 ottobre nella chiesa di Santa Maria della Neve, “Romanino a Pisogne. Gli affreschi di Santa Maria della Neve. Passato presente e futuroâ€?, convegno dedicato alla lettura del celebre ciclo di affreschi sul tema della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo, realizzati dal

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ÂŽ ‘Â?ƒÂ?‹Â?‘ ƒ˜‡˜ƒ —Â?ƒ Â?‘†‡”Â?ƒ …‘Â?…‡œ‹‘Â?‡ ‡•–‡–‹…ƒ grande maestro bresciano intorno al 1534-1535. Un’iniziativa promossa dall’Assessorato al turismo e cultura della Provincia di Brescia e coordinata da Davide Dotti che, dopo la lectio magistralis su Caravaggio, ha presentato la figura di un artista alquanto innovativo, capace di guardare oltre il delicato classicismo del Moretto o il naturalismo del Savoldo, che attraverso vibranti pennellate unite a tensioni di colore, seppe rivoluzionare la pittura bresciana del ’500. L’incontro, che ha visto la partecipazione di un folto pubblico, è stata inoltre un’opportunitĂ per mettere in rilievo alcuni aspetti storico-politici della societĂ e della Chiesa bresciana del Cinquecento, e per discutere sulla tematica del restauro, questione tanto delicata quanto fondamentale nell’ambito della tutela e della valorizzazione di un patrimonio storico-artistico del quale

è ricca l’area del Sebino e della Valcamonica. Romanino, osserva Dotti, è tutt’oggi un “modernoâ€?, perchĂŠ moderna era la sua concezione estetica che stravolge gli schemi della pittura rinascimentale, attraverso violenti e rapidi tocchi di pennello che sembrano talvolta anticipare la pittura ottocentesca, ben visibili ad esempio nei riquadri con gli episodi della Vita di Cristo, in cui si riscontra un’estrema fluiditĂ dell’esecuzione pittorica unita ad una prodigiosa tecnica esecutiva. Nelle sue opere, ardenti di un’intensa spiritualitĂ , è presente infine un marcato interesse per l’umile e il quotidiano, che suggerĂŹ a Giovanni Testori la definizione di “Cappella Sistina dei poveriâ€?; un luogo, Santa Maria della Neve, nel quale il maestro riuscĂŹ a creare un perfetto connubio tra arte e fede, inscenando una Biblia Pauperum anticonformista.

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/D ULRUJDQL]]D]LRQH GHO WXULVPR YDOOLJLDQR Il Distretto culturale di Valcamonica s’è attivato per promuovere un percorso di valorizzazione turistica del territorio. Dopo il lancio del brand (marchio) “Valle dei Segniâ€?, si è giunti ad una nuova fase: la creazione, da parte della ComunitĂ montana (nella foto) di un tavolo operativo che, attraverso strategie e strumenti mirati, guidi la regia di un’organizzazione turistica coordinata della vallata dell’Oglio. Molteplici sono le progettazioni in corso che il tavolo operativo dovrĂ coordinare, frutto dell’impegno di vari servizi della ComunitĂ montana e dell’apporto finanziario degli Enti comprensoriali (Regione, Gal, Fondazione Cariplo). Nell’ottica di una valorizzazione generale del turismo valligiano, è stata predisposta una serie di azioni che essenzialmente si svilupperanno lungo tre direttrici: un approccio integrato al rilancio turistico (creazione di una “cabina di regiaâ€? comprensoriale destinata a coordinare tutte le progettazioni in corso; saranno coinvolti in questo percorso Distretto culturale, ComunitĂ montana, Gal e Parco dell’Adamello); la creazione di un gruppo di lavoro, composto da varie competenze che operano in modo coordinato nella sede della CittĂ della Cultura a Capo di Ponte; la predisposizione di strumenti di promozione del territorio (il sito internet, una card, un ufficio di riferimento, la mail) e di formazione (seminari con esperti, aperti ad operatori, albergatori, Pro loco, ecc.). “L’obiettivo – chiarisce Simona Ferrarini, presidente del Distretto – è quello di creare, sotto il

profilo della valorizzazione turistica, un nuovo punto di riferimento per l’intero comprensorio della Valle, che coordini progetti e strumenti, attraverso un’organizzazione integrataâ€?. A tale scopo recentemente è stato realizzato in tre lingue – italiano, inglese e tedesco – il manuale “Valcamonica, la Valle dei Segniâ€? ed è previsto un ciclo di seminari per operatori del settore turistico a Vezza d’Oglio, Capo di Ponte e Cividate Camuno. (e.g.)

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AgorĂ alle 20.30. Anche i bambini avranno modo di conoscere il Concilio. Mons. Bettazzi ha partecipato a tre sessioni del Concilio Vaticano II citando, il 4 ottobre 1965, il filosofo Antonio Rosmini, autore dell’opera “Cinque Piagheâ€? della Santa Chiesa, allora ancora all’Indice dei libri proibiti. Al termine del Concilio, il 26 novembre 1966, diviene vescovo di Ivrea. Mons. Bettazzi parla spesso di “rivoluzione

copernicanaâ€? del Concilio: nel senso che, prima di esso, il mondo era per la Chiesa, dopo di esso, la Chiesa è per il mondo, come si nota in particolare nella Costituzione Gaudium et Spes. Questa rivoluzione riguarda l’essenza del Concilio, che è pastorale: Domenica 28 ottobre alle 11 è in programma lo spettacolo, proposto dalla Compagnia AgorĂ presso l’omonimo teatro, “Ti racconto il Concilioâ€?.

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na sorpresa è pur sempre una sorpresa, a maggior ragione quando tutto dovrebbe svolgersi secondo tempi definiti e ordinarie procedure, cosĂŹ come avrebbe dovuto succedere durante i lavori di recupero dell’Antica Pieve dedicata a San Bartolomeo a Bornato, avviati nell’ambito del progetto finanziato dalla Regione Lombardia attraverso il Bando archeologia 2010. L’intervento, diretto dall’ingegner Angelo Valsecchi e stimato attorno ai 70mila euro, ha riguardato la chiesa seicentesca a 360 gradi: dalla messa in sicurezza definitiva delle murature, si è passati alla realizzazione di una nuova copertura mirata a consentire la conservazione delle strutture interne dell’abside alto-medievale completa del sedile dei sacerdoti e del “sacrarioâ€?. Nel corso delle opere di pulizia degli intonaci della controfacciata, affidati alla ditta di restauro Fulvio Sina d’Iseo, si è potuto assistere cosĂŹ ad un insolito ritrovamento: nella muratura seicentesca sono infatti emersi due conci di pietra di reimpiego sui quali erano conservati frammenti dell’intonaco dipinto originario (risalente presumibilmente alla metĂ del XV secolo), proveniente quasi sicuramente dall’impianto decorativo dell’antica pieve rinascimentale e con raffigurati: su una pietra la parte alta di un viso di santo con occhi, capelli e aureola e sull’altra, ma capovolta, la parte inferiore dello stesso volto con naso bocca, barba e collo. Due

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alcuni “battezzatoâ€? proprio come il santo omonimo) è stato svelato e presentato alla cittadinanza nella chiesa principale di Bornato. Allo stesso secolo appartengono anche gli strappi di affreschi avvenuti in due riprese (negli anni Sessanta Settanta del Novecento) ed ora custoditi nella chiesa parrocchiale e nella cappella cimiteriale di Bornato. La scoperta dell’affresco non ha potuto fra altro che entusiasmare i componenti della Fondazione Antica Pieve di San Bartolomeo che, proprio in questo prezioso e inaspettato ritrovamento, hanno vista rafforzata la ferrea volontĂ di incentivare e proseguire sempre con maggior grinta e convinzione nell’opera di recupero e valorizzazione dell’intero sito.

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8Q FRUVR SHU VRGGLVIDUH OD ULFHUFD VWRULFD Molte persone sono interessate a conoscere le vicende del paese in cui abitano o di luoghi cari alla memoria. Se esistono pubblicazioni o ricerche alcuni si limitano a copiare, ma per lo piĂš poi si arrestano dopo i primi entusiasmi, in quanto mancano gli strumenti per proseguire. Il settimo corso di avviamento alla ricerca storica offre ai cultori di storia locale gli elementi conoscitivi, gli strumenti di ricerca a partire dai

documenti monumentali e scritti e le esercitazioni di trascrizione e organizzazione dei dati reperiti attraverso l’approfondimento interdisciplinare. Anche chi non conosce il latino o non ha partecipato ai precedenti corsi troverà grande utilità e possibilità di rapido progresso. Il corso 2012-2013 seguirà questo programma: gli archivi locali, esercitazioni di trascrizione di manoscritti, nozioni di diplomatica, la parola

scritta nella storia. Il conduttore del corso, Giovanni Donni, è disponibile ogni sabato dalle 9 alle 9.30 per indicazioni e sostegno sulle ricerche individuali; per le domande di interesse piĂš generale si dedicherĂ metĂ lezione ogni mese, avvertendo che le richieste devono essere presentate per tempo. Nel corso dell’anno si completerĂ la ricerca in atto sui beni culturali (palazzi, castelli, chiese e relative architetture, pittura, scultu-

ra, paesaggio) del territorio bresciano, in particolare: lago d’Iseo, Franciacorta e aree a loro conďŹ nanti nel Bresciano e Bergamasco. Questi corsi si tengono dal 2006, le lezioni si tengono nell’Oratorio di Rovato (con parcheggio interno) ogni sabato dalle ore 9.30 alle ore 11.30, a partire da sabato 10 novembre. Il coordinatore è il don Giovanni Donni. Per informazioni, tel. 0307240847.


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Mosaicoâ€?, una realtĂ importante sul territorio dal 1991. “Nella nuova sede troveranno spazio gli uffici, una sala riunioni, uno studio di psicoterapia e consulenza psicologica e infine c’è una sala abbastanza capiente messa a disposizione delle varie associazioni facente parte della Consulta. Questa sede – continua Serafina Medaglia, presidente della cooperativa ‘Il Mosaico’ – rappresenta uno spazio aperto alla cittĂ che deve essere vissuto, oltre che dalla nostra

associazione, anche dagli altri come un’officina, un laboratorio di pensiero dove entrano idee e nascono nuovi progetti per far crescere la comunitĂ lumezzaneseâ€?. La cooperativa, nella quale operano 20 persone qualificate oltre ai volontari, si è distinta per l’operativitĂ e la presenza sul territorio, grazie alle molteplici attivitĂ come il Cag, i vari laboratori e la vicinanza alla comunitĂ degli immigrati, ponendosi come un vero e proprio punto di riferimento. Il

tutto dimostrato dal messaggio letto da un rappresentante della comunitĂ extracomunitaria valgobbina. All’inaugurazione della nuova sede ha preso parte il primo cittadino Vivenzi che ha rimarcato come “il bene confiscato alla mafia è tornato a disposizione nella nostra cittadinanza. Questo è il luogo di tutti e la presenza di molti rappresentanti di varie associazioni lo dimostra. C’è grande sinergia e questo deve essere motivo d’orgoglioâ€?. (a.an)

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a crescita esponenziale dell’uso di internet ha fatto diventare la sicurezza e lo sviluppo dei sistemi informativi uno dei problemi piĂš importanti per i Comuni. La ComunitĂ montana ha messo a punto il progetto “Disaster recovery e software gestionali comunaliâ€? che ha trovato inserimento e risorse tra i 17 interventi del Piano sviluppo locale (Pisl) che ammontano a 6,3 milioni nel triennio: 2,3 milioni da fondi regionali, 4 da cofinanziamenti dei diversi enti proponenti. A monte del nuovo progetto c’è la convenzione del 2004 tra i Comuni valtrumplini per la gestione associata con capofila la ComunitĂ montana dei servizi informatici. Si aggiunsero poi Cellatica e Collebeato. Complessivamente interessa 124mila abitanti e ha giĂ realizzato il Polo catastale con database topografico, l’Anagrafe estesa e il piĂš recente Suap (Sportello unico attivitĂ imprese) che ha festeggiato il superamento di 1000 pratiche avviate. E il “geoportaleâ€? della Valtrompia ha appena ricevuto un premio di 10mila euro dalla Regione. La nuova proposta con specifica convenzione trae origine da due necessitĂ . Da una par-

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sono elencati i vari aspetti tecnici del tempo di ripristino; il tempo di perdita e ripristino compatibile al servizio in caso di “disasterâ€? (interruzione), in modo da permettere il recupero della funzionalitĂ di tutti gli uffici nei tempi piĂš brevi possibili a fronte di gravi problemi al sistema informatico sia per errore umano sia per malfunzionamenti, virus o altro. Vi si definiscono poi le misure organizzative da adottare sulla base di studi di fattibilitĂ tecnica. Il Comitato del Servizio associato, coi referenti dei Comuni, ha giĂ redatto le schede di autovalutazione previste. Ci saranno anche azioni per arrivare a un “linguaggio condivisoâ€?: si ipotizza la Stazione unica di committenza per gli appalti delle opere pubbliche. Entro dicembre è previsto l’appalto: un investimento di 145mila euro di cui 67mila dal Pisl e 10mila dalla ComunitĂ .

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6HUDWH VX ´%LRHWLFD SHU TXDOH IXWXUR"Âľ Quali sono le implicazioni delle biotecnologie nelle nostre vite di uomini moderni? Attorno a questo delicato tema si discuterĂ nel mese di novembre a Concesio grazie a una serie di incontri organizzati dai circoli Acli e dalle parrocchie locali in collaborazione con l’amministrazione comunale. “L’occasione – dice il sindaco Stefano Retali – è di quelle da non perdere, perchĂŠ preziosa opportunitĂ per fare chiarezza e avere pareri di professionisti attorno a un tema molto delicato che riguarda da vicino tutti noiâ€?. “Bioetica: per quale futuro?â€? è il titolo del ciclo di lezioni che si terranno dal 6 al 28 novembre (ore 20.45) presso la sala Alberina, sede della Casa delle associazioni in via Mattei (accanto alla biblioteca). Primo appuntamento programmato è quello di martedĂŹ 6 novembre intitolato “Quali valori per la bioetica? La persona di fronte alle sfide della civiltĂ biotecnologicaâ€? con il filosofo e insegnante di Religione Federico Nicoli e il ricercatore in Bioetica, nonchĂŠ docente di Filosofia e storia, Luca Guerra. Si prosegue poi il 14 novembre con il dottor Giovanni Zaninetta, medico e responsabile Hospice della Casa di Cura Domus Salutis di Brescia: una serata di approfondimento tutta incentrata sull’aspetto medico e sulle implicazioni che la medicina ha nei confronti dei casi limite, analizzati nella conferenza “Per una medicina piĂš umana: prendersi cura di chi non può guarireâ€?. Terzo appuntamento in calendario quello di martedĂŹ 21 novembre, quando i professori

Federico Nicoli e Luca Guerra saranno nuovamente ospiti presso la casa Alberina per l’incontro “La famiglia nel tempo delle tecnologie riproduttive. Quali orientamenti etici?â€?. Infine, il 28 novembre la chiusura del percorso con “Il senso e le opportunitĂ della ricerca biomedica a cominciare dalle cellule staminaliâ€? tenuto dalla biologa e direttrice del centro di ricerca “Menniâ€? alla Poliambulanza di Brescia, Ornella Parolini (nella foto). Tutti gli incontri cominceranno alle ore 20.45 e saranno a ingresso libero. (a. a.)

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‘„ƒ”Â?‘ ƒÂ?–‡ ‹Â?‹œ‹ƒ–‹˜‡ ’‡” ‹Ž Â?‘˜‡Â?„”‡ Il Comune di Vobarno con la Biblioteca comunale e in collaborazione con l’Anpi, sezione di Vobarno e le Associazione d’Arma organizza una serie di manifestazioni per celebrare il IV novembre. LunedĂŹ 29 ottobre alle ore 16.30 sono previste le letture per bambini e ragazzi sui temi della guerra, vista dai bambini (testimonianze, diari, romanzi) a cura del maestro Roberto Maggi presso la Biblioteca comunale.

VenerdĂŹ 2 novembre, alle 20.30, viene proiettato il film “War Horseâ€? di Steven Spielberg (Usa, 2011) al Teatro comunale di Vobarno. Mentre domenica 4 novembre, ritrovo ore 9.15, c’è la commemorazione cittadina della Festa dell’unitĂ nazionale nel ricordo dei Caduti di tutte le guerre. Alle 10 è in programma la Santa Messa nella parrocchiale, mentre alle 11 parte il corteo con l’accompagnamento della banda musicale e la deposizione della

corona d’alloro al monumento ai Caduti; segue il discorso del sindaco Carlo Panzera. Anche le frazioni Degagna, Eno e Carvanno si sono attivate per celebrare il IV novembre. A Degagna si commemorano, l’1 novembre, i defunti nella chiesa di San Martino con la preghiera al monumento dei caduti. Invece a Eno, sabato 3 novembre alle 19, la celebrazione della Messa con la deposizione della corona d’alloro al monumento ai Caduti.

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n aiuto per dire “sĂŹâ€? alla vita. Ăˆ quello offerto dal Cav, Centro di aiuto alla vita, associazione di volontariato con sede a Rivoltella (via B. Croce 27, tel. 0309901520) nata, quasi cinque lustri fa, con lo scopo di promuovere interventi concreti a favore della maternitĂ . “Ci rivolgiamo – spiega la presidente Bruna Filippini – a tutte le donne che durante l’attesa hanno problemi e incertezze. Lavoriamo affinchĂŠ ogni bimbo concepito possa essere accolto e ogni bimbo nato possa vivere piĂš serenamente nella sua famigliaâ€?. Interventi concreti, che contemplano ascolto, amicizia, sostegno e consulenza alla donna o alla coppia in difficoltĂ a motivo di una gravidanza, che offrono aiuto nella ricerca di un lavoro e di un alloggio, che erogano contributi economici e rimborsi per spese mediche e che forniscono beni di prima necessitĂ , attrezzature e prodotti per l’infanzia. “L’impegno primario è la difesa della vita nascente. Aiutare una vita a nascere e aiutare un’altra vita, quella della madre, a non dire no a se stessa e al proprio figlio, sono gli obiettivi che cerchiamo di realizzare con il metodo della condivisione e della solidarietĂ concretaâ€?. Il campo di azione è quello dei distretti Asl Bassa orientale, Garda e Valsabbia che insistono su 56 Comuni. Un territorio in cui sono emerse

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tari e gruppi sparsi sul territorio: San Vincenzo di Desenzano e Montichiari, Caritas parrocchiali, Movimenti per la vita di Carpenedolo, Manerbio e Garda-Valsabbia, Cav di Prevalle e Garda-Valsabbiaâ€?. Una convenzione siglata con l’Azienda ospedaliera di Desenzano garantisce la presenza di volontarie nei punti d’ascolto degli ospedali di Desenzano, Gavardo e Manerbio ed è attiva una sede distaccata a Fasano di Gardone. L’opera del Cav abbraccia servizi di ospitalitĂ erogati a nuclei familiari all’interno della comunitĂ â€œAccoglienzaâ€? gestita in convenzione con il Comune di Desenzano e consulenze professionali in vari ambiti. Il perdurare dello stato di crisi, che si traduce sempre piĂš spesso nella perdita del posto di lavoro, contribuisce ad aumentare il numero di famiglie in situazione di grave difficoltĂ economica. “Per far fronte ad una richiesta di aiuto che cresce, sarĂ ancora piĂš importante stabilire rapporti di collaborazione e lavorare in rete con Comuni, associazioni, consultori e parrocchie. Metteremo in atto azioni rivolte al reperimento di altri volontari e soprattutto di famiglie di appoggio che si affianchino alle mamme per aiutarle a superare momenti difficili e rendere possibile lo svolgimento di un’attivitĂ lavorativa in modo da uscire dall’assistenzialismo e accompagnarle alla crescita personale e all’autonomiaâ€?.

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‡•‘˜‘ Â? ”‡•–ƒ—”‘ –—––‘ ƒŽ ˆ‡Â?Â?‹Â?‹Ž‡ Mamme e spose: è tutta al femminile l’iniziativa avviata a Cevo, ďŹ nalizzata alla raccolta dei fondi per il restauro della soasa lignea della Madonna del Rosario, collocata all’interno della chiesa parrocchiale. Un’iniziativa che il parroco don Filippo Stefani ha molto apprezzato. La raccolta dei fondi è a buon punto, anche se sarĂ necessario ancora un piccolo passo per completarla. Il lavoro di restauro, autorizzato dalla Soprintendenza per i beni

artistici e storici di Mantova, e supervisionato dall’ispettore Stefano L’Occaso, è stato afďŹ dato allo Studio-Laboratorio di Leonardo Gatti a Brescia, dove in questi giorni sono stati trasferiti numerosi pezzi smontati. “Un’iniziativa molto singolareâ€? spiega il prof. Gatti, “tutta al femminile. Sono infatti tutte donne anche le restauratrici della mia ĂŠquipe, impegnate nel lavoro: Chiara, Michela, Simona e Stefania. Lo smontaggio e la rimozione di una parte della soasa, compromessa

dalla notevole presenza di tarli, si è reso necessario per poterla risanare in maniera approfondita, e allo stesso tempo per veriďŹ care, consolidare, e mettere in sicurezza, la parte strutturale, soggetta nei secoli a varie modiďŹ che, ultima delle quali, l’inserimento nel 2009 del timpano mancante. Dovremo ricostruire parecchi pezzi, reintegrare le numerose lacune delle dorature, e riportare all’originaria lettura cromatica il bel dipinto inserito nel paliotto,

cercando di rendere omogenea la lettura dell’insiemeâ€?. Molto belle e ben intagliate sono le due colonne laterali, mentre d’ottima fattura è il paliotto settecentesco, seriamente danneggiato. Nel laboratorio bresciano sono in corso i lavori di campionatura, ai quali farĂ seguito l’intervento di restauro, in parte eseguito in studio e in parte in loco. Nonostante il lavoro si presenti alquanto complesso, la speranza è di poterlo inaugurare in occasione della festa dell’Immacolata..

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on l’edizione 2012 di Rassegna antiquaria, in programma dal 27 ottobre al 4 novembre, ritorna al Centro fiera di Montichiari un appuntamento ormai divenuto tradizione per il pubblico di collezionisti e appassionati. Oltre alla consueta attenzione riservata all’arte che va dall’“Alta Epoca all’Ottocentoâ€?, l’edizione 2012 apre una finestra sul Novecento e sul design. Rassegna antiquaria può contare sulla partecipazione di 100 gallerie selezionate, con un’offerta espositiva di alto profilo che non mancherĂ di accontentare i numerosi appassionati che, ogni anno, confermano l’attenzione del territorio per l’arte e l’antiquariato. Fil rouge della mostra sarĂ la scultura. Il visitatore verrĂ accolto nell’elegante foyer d’ingresso dall’evento collaterale dal titolo “Il bronzo suona, il ferro sta zittoâ€?, dedicata all’opera di Armando Riva, artista lombardo che si è distinto

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nel campo delle arti visive sia come scultore che come pittore, dedicandosi anche alla fotografia e, durante gli anni ’80, alla regia cinematografica. Le 30 sculture in bronzo, legno, gesso, ferro di grandi, medie, piccole dimensioni, eseguite dal 2001 al 2012, conquisteranno il visitatore con la loro vitalità e forza espressiva. In occasione dell’edizione 2012, inoltre, Rassegna antiquaria sperimenta un nuovo layout espositivo che prosegue il percorso di rinnovamento che ha caratterizzato le recenti edizioni e che ha dimostrato di incontrare il favore del pubblico.

Grazie a nuovi criteri nell’organizzare gli spazi e un’attenzione sempre maggiore ai dettagli, la visita in fiera sarĂ un’esperienza accattivante e sempre nuova per i visitatori. “L’obiettivo è trovare il giusto equilibrio tra eleganza e fruibilitĂ â€?, spiega Silvia Dalcò, curatrice della mostra. “Sono da sempre convinta che il segreto di una mostra longeva come Rassegna antiquaria sia nella capacitĂ di mettersi in gioco, sperimentando nuove soluzioni che stimolino la curiositĂ e la vivacitĂ del pubblico. Ăˆ con questo spirito che, nell’ambito dell’edizione 2012, nasce Food corner, uno spazio riservato alla presentazione prodotti enogastronomici ed etichette italiane d’elite, in un accostamento ricercato di arte e saporiâ€?. Rassegna antiquaria, dunque, si preannuncia ancora piĂš ricca di novitĂ , proposte e contenuti, pur mantenendo un’identitĂ perfettamente riconoscibile nel panorama degli eventi dedicati all’antiquariato. L’appuntamento, dunque, è dal 27

ottobre al 4 novembre al Centro fiera di Montichiari. Gli orari di apertura sono i seguenti: sabato, domenica e giovedĂŹ dalle 10 alle 20; lunedĂŹ, martedĂŹ, mercoledĂŹ e venerdĂŹ dalle 15 alle 20. All’inaugurazione ufficiale con taglio del nastro, in programma sabato 27 ottobre alle ore 18, è confermata la presenza di Philippe Daverio, noto critico d’arte e giornalista, nonchè gourmet di chiara fama.

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miglioramento sismico), impresa Lorenzini, (recupero degli intonaci delle facciate). Durante i lavori non sono state poche le difďŹ coltĂ . Su tutte, le conseguenze del terremoto del maggio scorso che ha accentuato delle criticitĂ strutturali preesistenti determinando la chiusura temporanea della chiesa. Il recupero delle facciate si è svolto sugli intonaci settecenteschi, straordinari poichĂŠ originali e mai restaurati e su quelli della facciata ottocentesca vantiniana, giĂ

oggetto di un restauro datato 1980. Gli intenti che hanno mosso tutta l’operazione di recupero sono stati conosciuti ed apprezzati durante le visite settimanali al cantiere che hanno visto salire in varie tornate tantissimi parrocchiani che hanno toccato con mano il loro tempio. Ăˆ stato questo un modo proďŹ cuo per illustrare i lavori, conoscerne l’avanzamento e non sentirsi estranei ad una operazione che di fatto vede la comunitĂ stringersi attorno alla propria chiesa.

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a preso il via nelle scorse settimane il nuovo corso propedeutico all’esame di Stato e alla professione di architetto promosso dal Dipartimento formazione e cultura dell’Ordine degli architetti di Brescia, che si propone di offrire gli strumenti per individuare le metodiche e le problematiche connesse all’esercizio professionale e per affrontare nel migliore dei modi le prove richieste per conseguire la relativa abilitazione. Il corso,diretto dagli architetti Laura DalĂŠ, Lucio Serino e Patrizia Scamoni, è realizzato in collaborazione con il Liceo artistico “Matteo Olivieriâ€? di Brescia e si svolge in parte nella sede dell’Ordine (via Grazie, 6) ed in parte presso l’istituto scolastico cittadino (corso Matteotti, 8). Due i moduli macrotematici proposti: il primo, fino al 5 novembre, verte sulle tematiche necessarie ad affrontare le due prove scritte d’esame di carattere generale, una pratica e una orale, con attenzione alla rap-

presentazione grafica. Tra gli argomenti trattati, i criteri di progettazione di nuovi edifici, gli strumenti urbanistici, il progetto di recupero. Il pomeriggio dell’8 novembre sarà dedicato poi alla revisione e al dibattito sulle prove grafiche effettuate dagli iscritti. Tutte le lezioni,

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ta dei lavori ecc.). Questo modulo in particolare potrĂ essere un utile aiuto anche agli architetti neoiscritti, che si apprestano ad iniziare l’attivitĂ professionale. Alla conclusione del corso ai partecipanti verrĂ rilasciato un attestato di frequenza. Per informazioni, rivolgersi alla segreteria dell’Ordine degli architetti, via delle Grazie 6: tel. 030-3751833; e-mail: infobrescia@archiworld.it oppure fax: 030 3751884; sito internet www.bs.archiworld.it. Nei giorni scorsi, poi, l’Ordine degli architetti di Brescia è stato protagonista di un momento della rassegna “Hosp & Foodâ€? tenuta alla Fiera di Brescia. Con il convegno “Architettura del vinoâ€? l’Ordine ha messo al centro dell’attenzione il tema della progettazione delle cantine vitivinicole che, recentemente, ha riscosso di recente particolare successo anche alla Biennale internazionale di architettura di Venezia nell’ambito del convegno “Architettura come simbolo della promozione vinicolaâ€?.


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della scultura a tutto tondo avente per soggetto “GesĂš Bambinoâ€? e in alcuni casi “Maria Bambinaâ€?. Le dimensioni si aggirano tra i 60 e i 90 centimetri. Qui c’è proprio tutto ciò che riguarda “GesĂš Bambinoâ€?, lo si può trovare in fasce, nudo oppure abbigliato da “Piccolo Reâ€? con vesti ricchissime ed un ampio corredo. Oltre a quanto descritto, esiste nel Museo un “Presepe napoletanoâ€? d’epoca con piĂš di 130 figure e numerosi animali. L’ubicazione è a soli 500

metri dal Vittoriale, pertanto si può creare un percorso museale con due realtĂ diverse, ma molto interessanti. Dal prossimo mese di dicembre i visitatori del museo potranno godere anche di una nuova mostra collaterale denominata “Il restauro. La rinascita del belloâ€?. Il restauro conservativo dei delicati simulacri del GesĂš Bambino non è di facile attuazione, composto com’è di molti elementi. Chi pratica questa

attivitĂ , e sono poche persone, deve possedere conoscenze storiche, iconografiche e tecniche. La comprensione della fattura originale del bambinello antico scaturisce da una percezione quasi magica con la quale si entra in colloquio spirituale con il simulacro. Questo “colloquioâ€? intimo è il frutto di sensibilitĂ , passione, dedizione, componenti che garantiscono un risultato felice.

si svolge in un’atmosfera compassata, placida, ultraterrena sottolineata dalla scelta da parte dell’artista di utilizzare una delicata tavolozza cromatica illuminata dall’inconfondibile luce veneziana. Una vivacità cromatica che era estremamente colpita dai pesanti strati di vernici ossidate e di sporco organico depositatisi sulla tela col passare del tempo, oltre che da rifacimenti dovuti ad interventi precedenti e che necessitavano di essere asportati con un restauro meticoloso ed accurato. Le tele necessitavano non soltanto di un’evidente pulitura della superficie cromatica, ma anche di un intervento di rinforzo strutturale. Operazioni che hanno riporta-

to le tele allo splendore originario ed hanno permesso a noi di poter godere del lavoro di uno dei principali rappresentati della Scuola pittorica bresciana per nulla provinciale ed anzi espressione nei nostri territori dei piÚ importanti fermenti artistici che circolavano nell’Italia di allora.

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el 1998 lo Studio di restauro Franco Lonardini ricevette l’incarico di restaurare due opere di Pietro Marone (15481603) collocate nel presbiterio della chiesa di Santa Maria Assunta di Ghedi che, incorniciate da una ancona in stucco del 1840, rappresentano l’Assunzione della Vergine e l’Incoronazione di Maria. La pala dell’Assunta è una delle opere piĂš importanti dell’artista e in essa si possono riconoscere i caratteri piĂš specifici del suo linguaggio pittorico, dalla brillante luce di chiara matrice

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veneziana che riporta alla memoria la sua formazione lagunare, alla costruzione compositiva di stampo morettesco. La tela venne suddivisa in due parti da Pietro Marone: nella parte superiore si trova la figura della Vergine sostenuta e trasportata nelle alte sfere celesti da una schiera di piccoli angeli, mentre la parte sottostante è occupata dai numerosi apostoli che assistono, sbigottiti e frastornati, per certa parte increduli, al prodigioso evento. La mobilità e la frenesia gestuale degli apostoli sono sottolineate e rafforzate dalla vivace cromia e dal gioco di luci ed ombre

che investe i volti e le vesti; a questa agitazione della “zona terrenaâ€?, Pietro Marone contrappone abilmente l’atmosfera pacata e senza tempo, dalle tinte delicate e luminose della “zona celesteâ€?. Gli stessi elementi distintivi si riconoscono nella tela che sormonta l’Assunta, nella quale è rappresentato l’episodio immediatamente seguente, ossia l’Incoronazione della Vergine. Maria si trova al centro della scena, in una posizione composta e mite, mentre Cristo e Dio ai suoi lati sorreggono sopra la sua testa la corona, accogliendola cosĂŹ nel Regno dei Cieli. La scena


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”‡•…‹ƒ ƒ •ˆ‹†ƒ †‡ŽŽƒ ’ƒ””‘……Š‹ƒ †‹ ƒ”‹ƒ ƒ†”‡ †‡ŽŽƒ Š‹‡•ƒ La comunitĂ parrocchiale dedicata a Maria Madre della Chiesa (nella foto), nel quartiere cittadino di Casazza, sta affrontando una sďŹ da ambiziosa: procedere per gradi alla ristrutturazione di alcuni ambienti esterni dell’oratorio. Alcuni importanti risultati sono giĂ stati conseguiti. Nei mesi scorsi è stato completato il rifacimento della copertura del teatro parrocchiale e sono stati realizzati i nuovi servizi igienici

esterni, i locali “fuocoâ€? e cucina e i nuovi camerini dello stesso teatro. Si tratta di interventi che hanno permesso di riqualiďŹ care totalmente quella parte di oratorio che prima era completamente disorganizzata e fatiscente. Il prossimo traguardo che la parrocchia si è data è quello della realizzazione di un teatro “nuovoâ€? per quello che concerne l’organizzazione degli spazi,

l’idea di fruibilitĂ e l’opportunitĂ di impiego pastorale. Si tratta di un progetto ambizioso, quasi di una sďŹ da. L’intera comunitĂ parrocchiale, che in passato ha sperimentato cosa signiďŹ chi poter contare su un teatro fruibile in termini di crescita dei giovani e della stessa dimensione parrocchiale è chiamata a partecipare al raggiungimento di questo nuovo e impegnativo traguardo, anche dando un contributo economico.

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ra tante comunità parrocchiali che celebrano la fine di importanti lavori di recupero del proprio patrimonio storico-architettonico, ve ne sono alcune, invece, che stanno pensando a come mettere mano a opere tanto importanti in tempi non certamente troppo felici dal punto di vista economico. La comunità parrocchiale di Angolo Terme è una di queste. La chiesa di San Lorenzo mostra tutti i segni del tempo e, come si legge sul giornale della comunità edito dalla parroc-

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te della parrocchiale. Certo, negli anni ci sono stati interventi di ordinaria amministrazione, ma il tempo e le intemperie hanno seguito il loro corso e oggi occorre intervenire. Lo scorso anno la parrocchia si è impegnata per la sistemazione dell’impanto di riscaldamento e ha sostituito la vecchia caldaia con un sistema a pedane radianti che ha permesso la messa in sicurezza della chiesa e anche il recupero di una cripta destinata alle celebrazioni settimanali. L’impegno sulle facciate e sul tetto è decisamente piĂš oneroso; il progetto esecutivo è ancora in fase di ste-

sura e si attendono le autorizzazioni necessarie a una prima ricognizione, tramite sondaggi stratigrafici, dello stato di conservazione delle facciate. Si tratta di un passaggio importante perchĂŠ conoscere il livello di degrado degli intonaci permetterĂ una definizione piĂš precisa del costo dell’intervento di restauro. PiĂš facile, invece, è intuire lo stato di conservazione del tetto che giĂ anche all’occhio meno esperto presenta un sostanziale degrado. L’intervento sulla copertura consentirĂ di provvedere al consolidamento strutturale della volta del presbiterio che

presenta qualche problema statico con una serie di microfessure che sono visibili dall’interno. I lavori, anche in considerazione dell’impegno economico, saranno realizzati a stralci, con il primo e piÚ urgente che interesserà il tetto e le facciate della parrocchiale di San Lorenzo. Per il momento la comunità parrocchiale sta interrogandosi su come recuperare le risorse necessarie a sostenere interventi che non possono piÚ essere procrastinati. Una prima iniziativa ha portato a destinare all’opera quanto raccolto durante le Messe di una domenica al mese.



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In quel tempo, mentre GesĂš partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il ďŹ glio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era GesĂš Nazareno, cominciò a gridare e a dire: “Figlio di Davide, GesĂš, abbi pietĂ di me!â€?. Molti lo rimproveravano perchĂŠ tacesse, ma egli gridava ancora piĂš forte: “Figlio di Davide, abbi pietĂ di me!â€?. GesĂš si fermò e disse: “Chiamatelo!â€?. Chiamarono il cieco, dicendogli: “Coraggio! Ă€lzati, ti chiama!â€?. Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da GesĂš. Allora GesĂš gli disse: “Che cosa vuoi che io faccia per te?â€?. E il cieco gli rispose: “RabbunĂŹ, che io veda di nuovo!â€?. E GesĂš gli disse: “Va’, la tua fede ti ha salvatoâ€?. E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Lasciarsi guidare

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hiamare. Che per il suo chiamare Bartimeo potesse essere chiamato a sua volta, forse non l’aveva pensato. Lui chiedeva solo pietĂ : al figlio di Davide, immagine un po’ attuale un po’ frusta per dire qualcuno che poteva essere al di sopra della mediocritĂ di quelli che passavano per la sua strada. L’aveva sentito dire dalla gente che stava passando, qualche parola strappata dalle labbra di quelli che non poteva vedere: il figlio di Davide: un mito, qualcuno che non era come gli altri. E quelli che lo seguivano. Quelli che gli stavano intorno. Erano una folla e lui, Bartimeo, sul ciglio della strada che non può andare con loro. Allora grida. Chiede pietĂ , come uno che non ha piĂš niente da perdere; ha solo il mantello che la Scrittura dice di non negare nemmeno al bracciante e al debitore. Lui ha solo quello e gridare pietà è il suo mestiere. Ma chiama... chiama. Dice: figlio di Davide. Gli esce dalle labbra prima di poterlo controllare. Lo chiama in mezzo alle

parole che gli passano accanto, tra le tante che affollano gli orecchi di GesĂš; Lui che passa, che non lo può sfiorare perchĂŠ ci sono tutti gli altri. Lui chiama e non sa chi chiama; non sa cosa vuole. Dal fondo di se stesso si sente dire ancora una volta: abbi pietĂ di me. Non sa cosa voglia dire; si aspetta che quello che passa, che lui non vede, sia allo stesso modo cieco per non vederlo, per non accorgersi di lui, di Bartimeo, che rischia e che chiama. Un cieco non lo chiami: lo guidi, lo accompagni. Un cieco non va per strada da solo. Un cieco è debole, è povero e ha solo un mantello per coprirsi e quello non lo lascerĂ mai. Lo dice la Scrittura: non puoi rubarglielo senza sentirti addosso l’ira di Dio. Un cieco sta fermo, sta per terra: non è uno che chiami, uno che fai venire da te: un cieco lo soccorri, gli vai incontro, hai pietĂ di lui. Un cieco è la debolezza, è la povertĂ , è l’intoccabile che ti ricorda che devi qualcosa a Dio. Lui lo chiama; anzi lo fa chiamare. Guardo la scena a occhi chiusi, come Bartimeo, e sento

chi mi dice che Lui mi vuole, che Lui mi chiama. Che cosa vuol dire che sono cieco se qualcuno si è accorto che ci sono? Lui è lĂŹ, e so che c’è. Non c’è piĂš strada, non c’è piĂš mantello e bastone e pietĂ : c’è che devo andare. Parla: che ti sento. Che folla ci può essere che ferma la tua voce, che nasconde quello che stai per dirmi? Ti sento. A occhi chiusi ti immagino mentre mi chiedi cosa voglio e dico: di vederci di nuovo. Non ti ho mai visto e allora non vedevo. Cosa voleva dire vedere se non potevo vedere te? Di nuovo, di nuovo: voglio vedere. Per vederti. Che cosa mi importa aver giĂ visto tante cose e vedere di nuovo è solo aprire gli occhi? Adesso vedrò Te. Non è vedere come prima, non è riaprire gli occhi come prima. Davanti a me ci sei tu. Quanto ti ho chiamato prima che tu mi sentissi; quanto ho sperato che passassi dove non potevo vederti... ma mi hai chiamato e averti cercato io per avere pietĂ non è niente rispetto a quello che vedrò. Aprendo gli occhi. Tu, fede che salva. Di nuovo.

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,O SRUWRQH H OD SRUWD GL VHUYL]LR Zosimo, ieromonaco va, secondo l’abitudine, a trascorrere una parte della Quaresima nelle profondità del Deserto. Vede in lontananza una donna cui l’ardere del sole ha disseccato la pelle, senza altra veste che la sua capigliatura bianca come la lana. Invitata dal monaco Maria Egiziaca comincia a raccontare la sua storia. Egiziana di origine, all’età di 12 anni fugge dalla casa paterna per condurre ad Alessandria una vita di piacere. Per 17 anni visse in questo stato. Un giorno, sapendo di pellegrini che s’imbarcavano per Gerusalemme, spinta dalla curiosità ed in cerca di nuove avventure, si unÏ al gruppo. I suoi piaceri ebbero termine il giorno della festa dell’Esaltazione della Croce: voleva come gli altri, entrare

nella Basilica del Santo Sepolcro, ma ogni volta che tentava di varcarne il portone una forza interiore glielo impediva. Maria per tre volte forzò la porta, ma invano; finalmente, recitando il Padre Nostro entrò e scoppiò in pianto. A questo punto sentĂŹ il richiamo del Deserto, dove visse in una tomba fino alla fine dei suoi giorni. La Chiesa la venera come santa. Passano quasi mille anni e un’altra donna, Chiara da Rimini, trascorre nei piaceri e nei banchetti la sua giovinezza nella casa di un poco di buono. Abbandonata da tutti i parenti e gli amici cerca di entrare nel Tempio Malatestiano della sua cittĂ . Vi trova la porta principale serrata. Cerca di forzarla ma niente da fare. Non si scoraggia. Caparbia come sempre è sta-

ta nella sua vita, cerca un’altra porta, una finestra aperta, una fessura almeno per vedere l’interno. Niente. Gira e rigira intorno alla chiesa attratta da una forza che non sa riconoscere. Poi vede una porta, “di servizioâ€? dice l’antica biografia. Mette mano alla maniglia e la porta si apre. Si ritrova nella chiesa e nella Chiesa. Recita tra le lacrime una preghiera che le sale spontaneamente dal cuore. Ăˆ il Padre nostro. Da allora cambia vita, fonda un ordine religioso nuovo tra povertĂ e preghiera. Diventa una mistica, “santa e ribelleâ€? la dice la biografia. Santa la proclama la Chiesa. Due donne, due sante, due porte, un’unica preghiera: il Padre Nostro; la porta aperta a tutti per entrare nella relazione con il Padre.


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“Padre Piamarta diceva che con ‘Il Signore nulla è impossibile’ e proprio nell’eucaristia la nostra vita acquista fiducia e speranzaâ€?. Con queste parole padre Enzo Turriceni (nella foto), superiore generale al terzo mandato, aveva aperto la trasferta romana per festeggiare degnamente la santitĂ del Piamarta, “prete straordinario nella sua umiltĂ â€?. Adesso le celebrazioni proseguono a Brescia dove venerdĂŹ 26 ottobre l’Istituto Artigianelli ospita la Giornata internazionale

della gioventĂš piamartina. Sabato 27 ottobre, alle 17, tocca invece a padre Enzo Turriceni presiedere la seconda celebrazione eucaristica di ringraziamento; nell’occasione sarĂ inaugurato anche il museo “Giovanni Piamartaâ€?, sempre agli Artigianelli. la giornata di domenica è all’insegna della musica con il concerto di pianoforte del maestro Gerardo Chimini: l’appuntamento è alle 16.30 all’auditorium degli Artigianelli. Nella stessa sede verrĂ aperta la mostra “Fare bene il beneâ€?. Il card. Giovanni

Battista Re presiede, invece, il 3 novembre alle 16 in Cattedrale la terza celebrazione eucaristica di ringraziamento, mentre domenica 4 novembre, sempre alle 16, la chiesa di S. Maria della Vittoria fa risuonare l’organo restaurato con un concerto del maestro Gerardo Chimini. L’ultimo appuntamento è per mercoledĂŹ 21 novembre alle 15.30 presso l’auditorium degli Artigianelli con il convegno di studio “SantitĂ e societĂ : padre Piamarta e la santitĂ socialeâ€?.

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anto, Piamarta è Santo. Sulla sua tomba, che ora sarĂ maggiormente luogo di pellegrinaggio, c’è scritto “Pietas et laborâ€?, due termini che sintetizzano bene il modus operandi del sacerdote bresciano. La commozione è evidente per quanti hanno donato la loro vita seguendo il suo insegnamento, per quanti l’hanno conosciuto grazie ai banchi di scuola o alle ore di laboratorio nelle scuole professionali e per quanti, semplicemente, vedono in lui un modello da imitare. I Santi sono un po’ la bussola per navigare in mare aperto: ci indicano la direzione e la modalitĂ di navigazione. Poi tocca a ognuno di noi scegliere se e cosa seguire. Giovanni Battista Piamarta (1841-1913) è stato proclamato Santo da Benedetto XVI insieme, ma unico italiano, ad altri sei beati: Giacomo Berthieu, Pedro Calungsod, Maria del Monte Carmelo SllĂŠs y Barangueras, Marianna Cope, Caterina Tekakwitha e Anna Schäffer. Piamarta, bresciano di San Faustino, ha speso la sua vita per l’educazione, offrendo agli orfani e ai poveri un futuro diverso. Nell’omelia il Papa ha sottolineato che Piamarta si “dedicò all’elevazione cristiana, morale e professionale delle nuove generazioni. Ha dato vita a tante opere, tra le quali l’Istituto Artigianelli, l’Editrice Queriniana e le Congregazioni maschile e femminileâ€?. Lo specifico della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth è stato quello di avvalersi fin dalla fondazione della collaborazione di molti laici, che hanno avuto il merito di dedicarsi all’educazione dei giovani

e di portare avanti realtĂ scolastiche all’avanguardia. Il segreto di Piamarta, secondo Benedetto XVI, è nelle “ore dedicate alla preghieraâ€?, nelle soste davanti al Santissimo: “Quando era oberato di lavoro, aumentava il tempo per l’incontro, cuore a cuore con il Signoreâ€?. L’attivitĂ del Piamarta è ramificata in tutto il mondo. A padre Piamarta va dato il merito di avere avuto una grande intuizione, ai suoi piĂš stretti collaboratori e ai suoi figli/figlie spirituali va riconosciuto di aver seguito passo dopo passo e con grande passione un progetto che sul finire dell’Ottocento poteva apparire quanto meno utopico. La gioventĂš emarginata trovò una risposta plausibile alle loro domande con la nascita

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onorato e testimoniato il Vangelo. Ăˆ bello pensare che il carisma di questo grande umile uomo è accresciuto in un contesto segnato dalla presenza, fra gli altri sacerdoti, di mons. Turla e di mons. Mosè Tovini‌ Come amava dire il Piamarta “l’amore di Cristo ci sospingeâ€?. E adesso tocca ai suoi eredi spirituali raccogliere e divulgare il suo messaggio: non sarĂ facile, ma c’è ancora tanta gente che ha voglia di mettersi in ascolto del Vangelo e, soprattutto, di testimoniarlo. La canonizzazione era stata preceduta dalla Messa al Santuario del Divino Amore che ha accolto i pellegrini da ogni parte dell’Italia, dal Brasile, dal Cile, dall’Angola e dal Mozambico. Attraverso le sue vetrate colorate è rimbalzato il messaggio della Chiesa universale. Anche Piamarta, come tutti i Santi, era un innamorato di GesĂš, cioè sapeva “riconoscere che GesĂš è una straordinaria realizzazione della vita umana. Di fronte agli orfani ha saputo sognare di poter dare loro una possibilitĂ di dignitĂ umana e di maturazione nell’amore e nella solidarietĂ â€?. Ha avuto il coraggio di sperare questo e “con la forza del Signore ha incominciato a cambiare il mondo. Se vogliamo – ha aggiunto Monari – che la canonizzazione sia un evento vero, bisogna saper dire il nostro sĂŹ, essere disposti a seguirlo nella gioia e nella sofferenza. Solo cosĂŹ diventiamo cristianiâ€?. La Messa di ringraziamento è stata, invece, officiata dal card. Sodano che ha definito San Piamarta “un grande apostolo dei tempi moderniâ€?, che si è distinto per “la sua vita di preghiera, lavoro, austeritĂ e povertĂ â€?.

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/D YRFH GHL UDJD]]L Erano in tanti i giovani bresciani di ieri (ex alunni) e di oggi che non hanno voluto perdersi l’appuntamento della canonizzazione di colui che, attraverso i suoi insegnamenti, per molti ha rappresentato un punto di riferimento. Il pellegrinaggio ufďŹ ciale coordinato da Brevivet ha riunito circa 900 persone, a queste si aggiungevano il gruppo degli italiani, del Cile, dell’Angola e del Brasile. Complessivamente Piazza San Pietro era animata, calo-

rosamente, da circa 4000 piamartini. Ognuno serbava nel proprio cuore le ragioni di una presenza. Franco, 16 anni dell’Istituto Artigianelli, emozionato per il fatto di trovarsi per la prima volta davanti al Papa, ha raccontato di essere colpito per quanto padre Piamarta ha fatto per i giovani. Anche Flavio, 15 anni sempre dell’Istituto Artigianelli, ha evidenziato la vita di Piamarta. CosĂŹ a Fabio, 18 anni degli Artigianelli, è toccato, fra gli intervi-

stati, il compito piĂš difďŹ cile, quello di descrivere la ďŹ gura del sacerdote cresciuto come curato a Sant’Alessandro in cittĂ : “Padre Piamarta è per me un simbolo, un appoggio. Ha dedicato la sua vita ai giovani. In una delle frasi celebri scrive che lui non è altro che una macchia d’inchiostro su un foglio bianco. San Piamarta ha voluto ascoltare la voce di GesĂš che parla in tutti noi e nel silenzio, soprattutto con la preghiera, lo possiamo ascoltareâ€?.


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nell’educazione con i giovani delle nostre scuole, perchĂŠ la spiritualitĂ di padre Piamarta possa entrare veramente nella vita dei nostri ragazziâ€?. Padre Piamarta, come ha sottolineato bene anche Benedetto XVI, attingeva le sue energie dalla capacitĂ di sostare in preghiera dalle 4 del mattino alle 7.30. “Questa – spiega padre Igor – era la sua forza per affrontare la giornata. Quando le cose diventavano piĂš difďŹ cili, aumentava la preghiera. E questo per noi, ma anche per tutti

i laici, è un grande insegnamento. SigniďŹ ca riuscire a mettere la presenza di Dio all’inizio delle nostre attivitĂ cosĂŹ le nostre attivitĂ vengono rafforzateâ€?. Un altro volto giovane della Congregazione è senza dubbio padre Maurizio Buratti, che come ama deďŹ nirsi è un piamartino dalla nascita visto che è nato e cresciuto in un oratorio piamartino. A lui il compito di spiegare come la ďŹ gura del Santo parla ai ragazzi di oggi. “Padre Piamarta è sicuramente un Santo

di grandissima attualitĂ perchĂŠ si è dedicato in maniera particolare alla formazione professionale e oggi il lavoro è un grande bisogno. Ăˆ importante – continua padre Maurizio – insegnare ai ragazzi la valorizzazione della loro vita attraverso il lavoro. Bisogna, grazie al contatto quotidiano con i ragazzi, trasmettere quello spirito evangelico (che al Piamarta stava molto a cuore) per diventare dei buoni cristiani, degli onesti cittadini e degli abili lavoratoriâ€?.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 25 ottobre Ore 9.30 - Brescia Incontro con i sacerdoti sul Vangelo di Luca presso il Centro pastorale Paolo VI. Sabato 27 ottobre Ore 9 - Brescia Convegno presso la Poliambulanza. Ore 15.30 - Bovegno - Cresime. Domenica 28 ottobre Ore 10 - Pontevico Cresime e prime comunioni. Ore 15.30 - Sale di Gussago Cresime e prime comunioni.

Ore 18 - Brescia - Santa Messa in occasione della festa patronale dei Santi Nazaro e Celso. MartedĂŹ 30 ottobre Ore 20.30 - Brescia Assemblea animatori vocazionali presso il Centro pastorale Paolo VI.

†’ ‡ ‹Â?–‡Â?œ‹‘Â?‹ †‡Ž Â?‡•‡ Nel mese di novembre sono state affidate le seguenti intenzioni: Generale - PerchĂŠ i Vescovi, i sacerdoti e tutti i ministri del Vangelo diano coraggiosa testimonianza di fedeltĂ al Signore crocifisso e risorto. Missionaria PerchĂŠ la Chiesa pellegrina sulla

terra risplenda come luce delle nazioni. Dei Vescovi - PerchÊ il mondo ascolti il messaggio del Vangelo, che supera l’orizzonte terreno e conduce alla vita eterna. Nuova intenzione del vescovo Luciano per l’anno 2012/13 - PerchÊ il cammino di fede personale e comunitario sia sostenuto dalla preghiera e dall’impegno per l’unità .

ƒÂ?…‡ŽŽ‡”‹‡ ‘Â?‹Â?‡ La Cancelleria della Curia diocesana comunica i seguenti provvedimenti: mons. Marco Alba, vicario giudiziale, è stato nominato membro del Consiglio episcopale.

Il sac. Ovidio Vezzoli è stato nominato prefetto degli Studi dello Studio teologico “Paolo VIâ€? del Seminario vescovile diocesano “Maria Immacolataâ€?. Il sac. Gianmarco Busca è stato nominato docente del corso di “Pastorale del sacramento della penitenzaâ€? presso lo Studio teologico “Paolo VIâ€? del Seminario vescovile diocesano “Maria Immacolataâ€?. La dott.ssa Sara Lombardi è stata nominata docente del corso di “Introduzione allo studio dell’arte sacra e alla tutela dei beni culturali ecclesiasticiâ€? presso lo Studio teologico “Paolo VIâ€? del Seminario vescovile diocesano “Maria Immacolataâ€?.

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iamo partiti da Lourdes baciati dal sole. Fa impressione ripensarci ora, vedendo scorrere sullo schermo le immagini dell’onda di fango che ha inghiottito la grotta e le piscine, ferendo la cittadina francese tanto cara al mondo cristiano da quando la Madre di Dio è apparsa alla giovane Bernadette; con lei ha invitato tutta la Chiesa a riscoprire il proprio battesimo, in una vita di preghiera e di servizio, di vera purificazione, finchĂŠ risplenda anche in noi la bellezza che vediamo sul volto dell’Immacolata. Quest’anno il pellegrinaggio organizzato dall’Unitalsi alla grotta di Massabielle è stato accompagnato da giorni splendidi di un caldo ottobre. Partiti sia in treno che in aereo da varie localitĂ lombarde eravamo in tanti tra dame, barellieri, malati e volontari. Tra di loro anche il gruppo dei giovani preti, invitati come ormai di tradizione a condividere il pellegrinaggio che chiude il programma

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degli appuntamenti, che ti trascina in un’esperienza profonda di Chiesa. Ben saldi sulla roccia di Cristo che ci viene comunicato nell’eucaristia la Chiesa si purifica e con Maria cammina dietro a Cristo, luce del mondo, per essere guarita e per vivere la vita nuova che contempla giĂ realizzata nei misteri del Cristo. Ma se il ritmo degli appuntamenti è il medesimo in ogni viaggio, sono i volti, le storie, i racconti, le vite di chi viene a Lourdes a rendere questo viaggio sempre nuovo. E torni allora ricco dell’incontro con il Cristo non solo perchĂŠ lo hai celebrato ma anche perchĂŠ lo hai visto vivo nei malati, nei volontari, nei pellegrini che con le loro storie lo hanno raccontato. Condividendo con loro i momenti di festa, le preghiere prima dei pasti, la loro debolezza, la loro forza d’animo comprendi che il calore che senti non è solo dovuto al bel tempo, ma alla presenza tra noi del Risorto. Siamo tornati da Lourdes baciati dal sole.

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la sua meditazione su “La fede del centurione di Cafarnaoâ€? tratta dal capitolo 7 del Vangelo di Luca. GesĂš aveva incominciato ad operare e la notizia della sua azione era arrivata anche a chi non l’aveva mai conosciuto. GesĂš è lontano dalla casa del centurione, ma soprattutto è lontano da lui. Agli occhi del centurione GesĂš appare quasi irragiungibile. Ecco allora che subentra la mediazione di alcuni anziani. In questo brano di Vangelo è GesĂš che si meraviglia della fede

di un pagano: “Nemmeno in Israele ho trovato una cosĂŹ grande fedeâ€?. Cioè una fede forte senza avere niente di visibile e di concreto che dia un’immagine della sicurezza. Nel testo non si dice cosa riferisce GesĂš, ma si sottolinea l’immensa fede di quest’uomo. Dove c’è una fede cosĂŹ, il miracolo è giĂ fatto. Il centurione è il modello di ogni uomo che si colloca davanti a Dio, aprendo il suo cuore al desiderio e alla ďŹ ducia. Ecco perchĂŠ è stato scelto come apertura dell’itinerario

di spiritualitĂ . C’è un mondo malato vicino a noi? Vogliamo bene a quel mondo malato? Se ci è caro, il comportamento del centurione diventa un modello per noi: dobbiamo condurre GesĂš a dire una parola di conforto a quel mondo malato. L’appuntamento diocesano è un’opportunitĂ per nutrire la fede attraverso l’ascolto e la meditazione di pagine evangeliche in cui GesĂš presenta le caratteristiche del credente, della persona di fede.

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ngelo Roncalli e Giovanni Battista Montini sono due figure chiave della storia della Chiesa. Sono cresciuti in due terre (Bergamo e Brescia) molto vicine e molto simili. Grazie all’intuizione profetica del primo e con la capacitĂ di ascolto e di decisione del secondo la Chiesa di oggi, e quella di domani, ha tra le mani un patrimonio importante come il Concilio. “L’ereditĂ di Giovanni XXIII – racconta il vescovo di Bergamo Francesco Beschi – supera i confini del tempo. La sua intuizione, maturata nella sua personalitĂ e nella sua storia, comporta una Chiesa proiettata verso gli uomini. Non è soltanto un desiderio, di fatto Giovanni XXIII con la sua persona e, finalmente poi con l’indizione del Concilio, spinge tutta la Chiesa in direzione della vita degli uominiâ€?. Evidentemente “questa ereditĂ non ha un limite temporaleâ€?. L’affidamento alla prudenza, la preghiera, la creazione del Segretariato per l’unitĂ dei cristiani prima che iniziasse il Concilio: sono queste alcune delle immagini che ritornano nella memoria di mons. Beschi. Nel grande discorso di apertura Gaudet Mater Ecclesia “chiede che la Chiesa sia una realtĂ viva non un museoâ€?. Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. C’è un filo rosso determinato dal Concilio, che è “la Magna Charta

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XXIII (l’annuncio evangelico per gli uomini nella loro storia) ma c’è anche il grande messaggio del riconoscimento della vocazione laicaleâ€?. Il Pontefice bresciano viene celebrato con grande affetto anche dall’allora giovane sacerdote Monari, che porta nel cuore “lo zelo di Paolo VI ad essere attento al mondo contemporaneo e iI bisogno di annunciare il Vangelo. In lui c’è anche il coraggio della modernitĂ : ha uno sguardo affettuoso e ammirato nei confronti del mondo moderno e trasforma gli atteggiamenti di polemica in stima reciprocaâ€?. Nel 2013 si dovrebbe concretizzare la beatificazione del Papa bresciano. Per valorizzare Paolo VI non servono ricette, “bisogna conoscerlo ed essere attenti alla sua esperienza interiore. Il Papa – spiega Monari – si conosce per le cose che fa e per quelle che dice come Magistero, è piĂš difficile entrare dentro la sua esperienza umana e di fede. Se uno lo conosce, assume un atteggiamento di rispetto immenso per la fatica, l’intelligenza e le sofferenze di questo uomoâ€?. GiĂ nella prima enciclica Ecclesiam Suam (1964), Paolo VI tesse un dialogo amicale con il mondo: “Giovanni Battista Montini, che sentiva forte la contrapposizione con la secolarizzazione del mondo, è un uomo innamorato degli uomini, che – conclude il Vescovo – non si sente capito del tutto, ma non rinuncia a donare con amore e rispettoâ€?.

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Egr. direttore, pensando al prossimo Sinodo diocesano, mi chiedo quanto spazio avrà la dimensione dell’impegno della nostra Chiesa per la nuova evangelizzazione. Sto seguendo con interesse quanto i vescovi stanno dicendo a Roma circa questo tema e desidererei che anche nella nostra assise diocesana si respirasse l’anelito a un rinnovato annuncio del Vangelo e a una testimonianza cristiana piÚ autentica nelle nostre parrocchie. Il rischio che il tema

delle unità pastorali appaia ai piÚ una questione puramente organizzativa mi sembra non del tutto fugato. Il Papa parlando ai vescovi ha richiamato l’immagine del fuoco che scalda i cuori e infiamma alla missione. Accadrà anche nelle nostre future unità pastorali? Mi auguro di sÏ! Per questo spero che coloro che andranno al Sinodo diocesano vivano quest’ultimo tempo di preparazione con grande intensità spirituale. (f.g.)

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a terza scheda è quella che delinea la fisionomia delle unitĂ pastorali e, soprattutto i criteri di costituzione (vicinanza geografica e storico-culturale...). Dalle risposte sembra di leggere una mancata definizione dei contenuti. SĂŹ può considerare condivisa l’impostazione generale che è stata delineata per le unitĂ pastorali, come pure i criteri indicati per la loro costituzione, con una accentuata preferenza per la vicinanza geografica e storico-culturale e un invito a fare attenzione alle dimensioni (per territorio e per numero di abitanti) delle unitĂ pastorali. Va però evidenziato che parecchie risposte rivelano una scarsa o imprecisa conoscenza degli elementi sui quali è stato chiesto un parere; questo a causa certamente della mancata esperienza diretta, ma anche di una certa difficoltĂ a cogliere i significati precisi dei termini in questione. Le domande, forse non sono state lette in maniera approfondita o forse non erano chiare soprattutto per chi non sta giĂ vivendo l’esperienza dell’unitĂ pastorale, non hanno agevolato il compito di chi ha preso carta e penna per rispondere. Gli elementi essenziali, come pure il quadro generale degli organismi previsti, sono, nel loro insieme, condivisi, con la prevalente preferenza per il parroco unico rispetto al presbitero coordinatore. Questa indicazione emerge anche da alcuni che giĂ esperimentano l’unitĂ pastorale costituita o erigenda, dove, si dice, la presenza di piĂš parroci rallenta il cammino. Forti dubbi sono espressi in riferimento al Gruppo ministeriale stabile (Gms) in quanto non si vede con chiarezza: quale ruolo dovrebbe avere; come e da chi dovrebbe essere composto; in quale rapporto dovreb-

be porsi rispetto al Consiglio dell’unitĂ pastorale (Cup) e al Cpp; cosa si intende per stabile. Inoltre è abbastanza diffusa la preoccupazione che rappresenti un aggravio di impegni o che occupi i laici in ruoli di supplenza dei presbiteri. Queste osservazioni in genere si accompagnano all’esigenza di evitare una eccessiva burocratizzazione. Alcuni, anche tra chi già è in cammino di unitĂ pastorali, suggeriscono che il Cup dia vita a commissioni per i diversi ambiti pastorali. Ricorre spesso l’invito a procedere con gradualitĂ per dare prioritĂ alla formazione di una mentalitĂ nuova rispetto alla operativitĂ organizzativa, come dice chi giĂ ha avuto esperienza in merito. Si raccomanda anche la flessibilitĂ nella adozione di modelli in realtĂ molto diverse; in questo senso è valutata positivamente l’esperienza di chi ha potuto usufruire di un accompagnamento da parte degli organismi diocesani che hanno aiutato a individuare l’obiettivo e a compiere il percorso. Ăˆ importante sottolineare che le osservazioni provenienti da esperienze di unitĂ pastorali costituite o erigende sono in genere positive. In particolare si riferiscono alla opportunitĂ di una programmazione comune, alla testimonianza di fraternitĂ sacerdotale, alla possibilitĂ di superare l’individualismo.

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in quanto organismo di promozione, formazione, coordinamento e progettazione, a livello di unità pastorale, mentre l’attenzione e la risposta ai bisogni concreti deve rimanere affidata agli organismi parrocchiali, piÚ vicini e capaci di leggere le situazioni di necessità . Lo stesso orientamento vale anche per l’Icfr, con il cammino di ragazzi e genitori in parrocchia, con la possibilità di far vivere momenti significativi in comune; qualcuno lascia aperta la possibilità di spostamento anche per ragazzi e genitori, specie dove i numeri lo richiedono (piccoli centri). La programmazione, la formazione dei catechisti e magari anche lo scambio, con il criterio della sussidiarietà , deve andare a livello di unità pastorale. Si ritiene che la pastorale per ambiti pastorali vada favorita a livello di unità anche per cercare una impostazione piÚ idonea ad affrontare le situazioni e i problemi spesso delicati che vanno emergendo e che richiedono forme di impegno e risposte pensate e qualificate. Per questo si ritiene che, accanto alla vicinanza e alla solidarietà personale, si debba pensare alla formazione specifica di operatori per ambito, valorizzando le competenze esistenti e, dove possibile, dialogando con le istituzioni locali.

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nnuncio della Parola, celebrazione dei sacramenti e testimonianza della caritĂ costituiscono gli elementi fondamentali della vita ecclesiale, ma la prospettiva delle unitĂ pastorali come era enunciato nella quarta scheda esige di ripensare in forma nuova l’organizzazione stessa dei diversi gruppi di animazione della catechesi, della liturgia e della caritĂ . Su questi temi le risposte non appaiono sempre lineari e coerenti. Emergono la disponibilitĂ e la volontĂ di lavorare insieme elaborando un progetto comune in ordine all’annuncio, alla liturgia e alla caritĂ , nel quale si precisino: gli orientamenti a cui si dovranno ispirare le comunitĂ parrocchiali; i cammini di formazione comune per catechisti e per operatori di vari ambiti; alcune esperienze da vivere insieme. Si ritiene, infatti, che queste realtĂ , fondative per una comunitĂ cristi ana, debbano mantenere un radicamento nella parrocchia; inoltre, proprio perchĂŠ essenziali per la vita cristiana, devono essere proposte in modo che tutti possano farne esperienza; il problema degli spostamenti e delle distanze potrebbe creare problemi ad alcune categorie (es. anziani). Vi sono, però, alcune esperienze che possono cominciare ad essere vissute a livello di unitĂ pastorali. Si parla di catechesi dei giovani e degli adolescenti , ma in alcuni casi anche degli adulti , soprattutto per coinvolgere persone e famiglie che vivono situazioni problematiche. Se la liturgia, e in parti colare l’eucaristia, è ritenuta tipica della parrocchia, si è però d’accordo a pensare, a livello di unitĂ , una migliore distribuzione delle celebrazioni e, se possibile, a ridurne il numero. Ssembra di cogliere l’orientamento a pensare la Caritas,

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˜˜‡Â?–‘ †‹ …ƒ”‹–Â? Dz ƒÂ?‘ ˆ”ƒ–‡”Â?ÂƒÇł …‘Â?–‹Â?—ƒ ƒ ˆƒ”•‹ ’”‘‰‡––‘ Al centro della proposta dell’Avvento di caritĂ 2012 e dell’iniziativa del pane, connessa alla prima domenica di Avvento (2 dicembre), verrĂ nuovamente posta una delle iniziative di Mano fraterna: quella del sostegno all’occupazione. Ăˆ dal 2008 che l’Avvento di caritĂ â€œsi fa paneâ€? per Mano fraterna: In quell’anno, infatti, la proposta “Da pane ‌ a paneâ€? ha permesso di dare avvio alla sperimentazione dell’Ottavo giorno, la piattaforma

logistica per la raccolta e la distribuzione di generi alimentari. L’anno successivo, nel 2009, attraverso “Le stagioni del paneâ€? si è sostenuto il progetto “Pane moltiplicatoâ€? finalizzato alla distribuzione di pane da parte delle Caritas parrocchiali. Nel 2010 si è avviata la costituzione del Fondo diocesano “Briciole lucentiâ€?, destinato a sostenere l’attivitĂ delle Caritas impegnante ad attenuare gli effetti piĂš deleteri della sofferenza

finanziaria che attanaglia le famiglie; nel 2011, “la Tua fame, la Mia fameâ€? ha permesso di sostenere le possibilitĂ di accoglienza della Mensa “Madre Eugenia Menniâ€?. L’allungarsi della fila alla mensa ha infatti invitato le nostre comunitĂ a tendere una “mano fraternaâ€? e ha provocato lo sguardo oltre la fame di cibo: alla “scuola dei voltiâ€? infatti c’è fame di ascolto, di relazione, di speranza, di futuro‌ di lavoro.

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alla speranza che guarda la Caritas diocesana in occasione della realizzazione dell’audiolibro “Animatori Caritas per una comunitĂ di comunioneâ€?, finalizzato a diffondere l’intervento del vescovo Monari al convegno “Artigiani di caritĂ â€? (28 aprile 2012) e soprattutto a promuovere nelle Caritas e nelle comunitĂ occasioni di discernimento rispetto alla figura dell’animatore Caritas, tanto piĂš nell’ambito del 29° Sinodo diocesano sul tema delle unitĂ pastorali. La diffusione dell’audiolibro si accompagna infatti al mandato per la Giornata delle Caritas parrocchiali in cui l’animatore Caritas viene indicato come “segno di speranzaâ€?. CosĂŹ il diacono Giorgio nella lettera che verrĂ inviata ai sacerdoti e ai referenti delle Caritas: “Io spero in Te per noiâ€?. Ăˆ a questa formula icastica e felice, con cui Gabriel Marcel, nel mezzo dell’ultimo conflitto mondiale, disegnava la speranza, che guardo per esplicitare la funzione pedagogica della Caritas attraverso la scelta pastorale delle relazioni. La speranza non è infatti possibile senza tener per mano la speranza degli altri e ha bisogno di Lui come il “cementoâ€? che sostiene e lega gli uni agli altri. In questa prospettiva, vedo l’animatore Caritas come segno di speranza per contribuire a rinnovare l’entusiasmo di credere in GesĂš Cristo, che rimette al centro “gli ultimi, forza della comunioneâ€? e rinvigorisce nelle nostre comunitĂ quel “Tutti siano una cosa solaâ€?. Un mandato alto per l’animatore Caritas, che trova una sicura bussola per orientare

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sificare la testimonianza della caritĂ e rinnovare il nostro essere “comunitĂ di comunioneâ€?, mettiamoci allora in cammino verso la figura dell’animatore Caritas, artigiano di caritĂ . Nel solco della continuitĂ con la scelta pastorale delle relazioni, l’anno pastorale 2012/2013 di Caritas diocesana di Brescia si apre dunque all’insegna dell’animatore Caritas, segno di speranza, per una comunitĂ di comunione. Anche in questo anno pastorale, la Giornata delle Caritas non viene proposta in una data precisa, ma viene lasciata ad ogni comunitĂ la responsabilitĂ di richiamare all’attenzione della comunitĂ il mandato della Caritas (per info: www.brescia.caritas.it; 030 3757746)

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anche l’occasione per un rapido scambio di battute su un tema di grande attualitĂ ed importanza come la riforma del welfare. Ăˆ infatti in corso, a livello regionale, una radicale ristrutturazione del sistema di assistenza alle persone che si trovano in stato di bisogno. Il Governatore ha risposto cortesemente ad alcune sollecitazioni, ma ad un certo punto ha chinato leggermente il capo e scuotendolo piano,

con tono serio, ha detto che c’è “una drammatica mancanza di risorseâ€?, una triste realtĂ che la sua erre arrotata non ha certo reso meno tagliente. Al presidente Roberto Forrmigoni ci siamo permessi di ricordare solamente che al di lĂ della situazione ďŹ nanziaria oggettivamente difďŹ cile, delle soluzioni possibili o degli indirizzi politici, la cosa piĂš importante è sempre tenere presente, nel momento

dell’assunzione delle decisioni, che al centro di questo campo tanto particolare, continuano a esserci persone, vive, vere, in carne ed ossa (ultimamente con sempre meno carne e piĂš ossa). Sappiamo di trovarci certamente davanti ad una situazione particolare, alla quale non eravamo preparati, ma quando si tratta della vita umana nessuna logica di bilancio può giustiďŹ care scelte penalizzanti per i piĂš poveri.

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l 6 ottobre si è svolto presso il Centro Paolo VI, su iniziativa dell’Ucid bresciana, un convegno sulla figura di padre Ottorino Marcolini. Durante la tavola rotonda sono stati illustrati vari aspetti della sua vita, sempre centrifuga, in perenne dono agli altri. Uno di questi ha riguardato la San Vincenzo in quanto p. Marcolini, oltre ad esserne stato l’assistente spirituale per lungo tempo, è stato anche un promotore di nuove Conferenze, nella certezza che fosse una soluzione ai problemi sociali, di povertĂ e di incertezza che si vivevano nel primo dopoguerra, come risulta da una frase di mons. Manziana citata nel libro “Il prete di tuttiâ€?: “diede impulso al sorgere di numerose Conferenze di S. Vincenzo secondo lo spirito di Federico Ozanam, imitandone la profonda ispirazione religiosa che dell’amicizia faceva occasione per irradiare la caritĂ di Cristoâ€?. Non è

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preoccupa soltanto di garantire le necessitĂ terrene dell’uomo, onora quando al pane che nutre aggiunge la visita che consola, il consiglio che illumina, la stretta di mano che solleva dall’abbattimentoâ€?. Ăˆ proprio questa dimensione relazionale che rendeva il suo stile di vita espressione di caritĂ , perchĂŠ il dono non si può fermare alla “panciaâ€?, ma deve diventare anche dono di sĂŠ stessi. Per l’occasione è stata raccolta anche una testimonianza diretta del salesiano di p. Giuseppe Zanardini, conosciuto anche come il “Marcolini del Sudamericaâ€?, che nella costruzione dei suoi villaggi in Paraguay ha sempre coinvolto direttamente nel processo di costruzione della singola casa e del villaggio anche i futuri abitanti. CosĂŹ, spiega p. Giuseppe, oltre alle case si costruisce contemporaneamente anche una rete di solidarietĂ , si costruisce la comunitĂ . P. Giuseppe ha scritto: “Di p. Mar-

colini, che è stato mio insegnante di religione, ricordo tante cose belle. Nelle sue lezioni spaziava dalla Russia (guerra e soldati), alla matematica, all’ingegneria, alla ripresa industriale del dopoguerra, ai poveri senza casa nĂŠ lavoro; all’importanza di usare l’intelligenza nella vita economica e politica. Ricordava spesso grandi figure del passato come Ozanam, Piergiorgio Frassati ed altri legati alla storia della San Vincenzo. A livello personale era piĂş povero ed essenziale degli stessi poveri assistiti dalla San Vincenzo. Frequentemente svuotava le tasche della sua veste sgualcita per dimostrare che non aveva nessun soldo in tasca.â€? Ăˆ chiaro ciò che emerge da queste pennellate. La predicazione non può essere affiancata da uno stile che non rispecchi il senso di ciò che si dice. Serve coerenza! Una cosa che certo ha sempre contraddistinto p. Marcolini.

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Â? …‘”•‘ ƒÂ?‹‰Ž‹‡ ƒˆˆ‹†ƒ–ƒ”‹‡ Il Coordinamento famiglie afďŹ datarie – dopo aver realizzato nei giorni scorsi alcune giornate di informazione e sensibilizzazione sul tema dell’afďŹ do – organizza un corso di formazione iniziale che si terrĂ tutti i mercoledĂŹ di novembre dalle 20.30 alle 22.30 presso Cascina BotĂ (via S.Zeno – parcheggio Palatenda) a Brescia. Nel corso dei quattro incontri verranno affrontati gli aspetti giuridici, sociali, psicologici e motivazionali

dell’afďŹ do (per informazioni ed adesioni è possibile contattare il responsabile Marco Mason al numero 3664763007). Presentato ufďŹ cialmente il giorno 11 giugno 2005, il Coordinamento famiglie afďŹ datarie di Brescia è un organismo provinciale che riunisce le associazioni che si occupano di afďŹ do. Spesso organizza corsi per valorizzare le competenze della famiglia afďŹ dataria attraverso l’approfondimento dei nodi critici dell’afďŹ do, nell’intento di offrire

maggiori informazioni ed una conseguente capacitĂ di stare nei progetti di accoglienza in maniera attiva e partecipata. Il Coordinamento si pone obiettivi ambiziosi: mira alla creazione di un sistema integrato di interventi ed attivitĂ rivolte alla famiglia, ai minori e agli operatori sociali. Un Centro che supporta, con interventi speciďŹ ci, la famiglia afďŹ dataria attraverso un attento lavoro di sinergia con i Servizi sociali e gli operatori del Centro.

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a figura dell’amministratore di sostegno è un istituto giuridico entrato per la prima volta nell’ordinamento italiano con la legge n. 6 del 9 gennaio 2004. Lo scopo è quello di affiancare il soggetto la cui capacitĂ di agire risulti limitata o del tutto compromessa. Citando proprio l’art 1 della Legge 6/2004 si può dire che si tratta di un nuovo istituto di protezione avente la funzione di “tutelare ‌ le persone prive in tutto o in parte di autonomia, con la minore limitazione possibile della capacitĂ di agireâ€?. La ratio della norma era il superamento del concetto di semplice tutela in favore della realizzazione del progetto di vita della persona bisognosa, con il supporto e la protezione appunto dell’amministratore di sostegno. Sono pas-

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diventasse realtĂ . “Quasi due anni per sperimentare un itinerario di crescita, nel quale, – spiegano i volontari aclisti – un passo dopo l’altro, dei soggetti associativi hanno avuto l’opportunitĂ di conoscersi e di affidarsi, di parlare una lingua comprensibile a tutti e di coltivare un’idea comune di stare insieme per contribuire all’affermazione della cultura della protezione giuridica, nella forma dell’amministrazione di sostegno. Una bella sfidaâ€?. L’amministratore spesso è una persona di famiglia (239 dei 395 amministratori di sostegno nominati dal Giudice tutelare nel territorio dell’Asl di Brescia durante il 2011 erano legati al beneficiario proprio da rapporti di parentela), ma in alcuni casi anche un professionista (54),volontario (31) o amministratore di enti locali (71 casi nel 2011). In particolare a quest’ultimi si ri-

volgono alcune iniziative del Progetto Ads come l’incontro di formazione previsto per la mattina di venerdĂŹ 26 ottobre – con il patrocinio dell’associazione Comuni bresciani e dell’Assessorato provinciale all’associazionismo e volontariato – nella sede provinciale delle Acli, in via Corsica. L’incontro è un ulteriore passo del Progetto Ads, promosso dalla Fondazione Cariplo con il Coordinamento dei centri servizi per il volontariato, declinato autonomamente nelle15 Asl lombarde. Il Progetto Ads Brescia ha giĂ organizzato diverse esperienze per l’avvio di servizi di supporto e cercherĂ di tirare alcune somme in un convegno di verifica del percorso biennale nel prossimo mese di dicembre, mentre si prefigura – dopo l’esperienza cittadina – l’apertura di sportelli informativi e di assistenza a Verolanuova, Rovato e Montichiari.

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l convegno interassociativo che impegna da anni una larga parte dei movimenti e delle associazioni cattoliche bresciane ha rappresentato quest’anno l’epilogo di un percorso iniziato nel 2011 intorno al tema della comunitĂ e al bisogno di dare risposte ai molti interrogativi sollevati dalla crisi economica e dalle conseguenze che questa provoca a livello culturale, politico e sociale. Una crisi che incide in modo particolare sull’impegno della partecipazione, anche nell’ambito religioso. La riflessione ha portato a fare un bilancio cosĂŹ espresso: “La sensazione è che ci sia un collegamento, se non una vera e propria correlazione, tra l’affermarsi di una tendenza alla chiusura egoistica e a un pervasivo individualismo, che non lascia immuni neanche i cristiani, e la progressiva ritirata delle comunitĂ cristiane e delle nostre realtĂ associative dal presidio del territorio e dalla partecipazione

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vitaâ€?, realizzata da alcune ricercatrici dell’UniversitĂ cattolica, su commissione dell’Ufficio di pastorale sociale, e condotta con il metodo dei focus group tra 44 laici e 10 preti di cinque diverse zone pastorali della diocesi di Brescia (di cui riferiamo piĂš ampiamente nella nota a piè di pagina). Nel pomeriggio di sabato 20 ottobre a Villa Pace di Gussago si è tenuto un seminario, a invito, sia per presentare i risultati della ricerca che per approfondire il tema della partecipazione. Nella prima parte sono intervenuti Luca Comodo, direttore del Dipartimento ricerche politiche e sociali di Ipsos, che ha presentato una sintesi statistica sulla situazione italiana e il prof. Luigi Alici, filosofo dell’UniversitĂ di Macerata, giĂ presidente nazionale di Azione cattolica. Spulcio dalla sintesi finale dell’intervento di Comodo i passaggi piĂš significativi: demograficamente il Paese tiene grazie agli stranieri; la struttura della famiglia si trasforma, la famiglia

“classicaâ€? è oramai una minoranza; la crisi economica incombe e il processo di pauperizzazione del ceto medio è sempre piĂš evidente; la trasformazione della rete familiare, la riduzione del potere d’acquisto renderĂ sempre piĂš difficile mantenere il ruolo della famiglia come primo ammortizzatore sociale del Paese; il governo Monti è una pillola amara da inghiottire per curarsi, ma mancano alternative reali, mentre le attese sono per un cambiamento radicale; una forza politica organizzata dei cattolici non è all’ordine del giorno: i cattolici impegnati piĂš degli altri soffrono la situazione e si orientano all’astensione e a uno scarso orientamento all’impegno. Il prof. Alici ha esordito osservando che troppo spesso nelle nostre riflessioni usiamo la testa per guardare in alto e perdiamo di vista il basso, cioè i piedi, correndo il rischio di perdere il senso della realtĂ , per cui è necessario recuperare la capacitĂ di fare sintesi fra la testa e i piedi. Ha poi

aggiunto che le criticitĂ che investono la societĂ civile, e anche quella ecclesiale, devono essere affrontate con uno slancio aperto al futuro, con la elaborazione di progetti in grado di coinvolgere anche le generazioni piĂš giovani. L’arroccamento in difesa dell’esistente rischia di consumare il capitale culturale e simbolico di intere generazioni. Rispetto al tema della partecipazione, il relatore ha sottolineato che nella nostra societĂ c’è una tendenza alla tribalizzazione dello spazio pubblico con una continua contrapposizione competitiva, anche all’interno delle tribĂš. Con alcune indicazioni culturali e bibliche, il prof. Alici ha richiamato all’esigenza della riscoperta dei legami sociali sia per difendere la democrazia, sia per ridare spazio nella Chiesa al popolo di Dio, per testimoniare la relazione come costitutivo fondamentale della societĂ , per educare alla partecipazione con l’entusiasmo di un orizzonte grande.

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illustratori di libri per l’infanzia incontreranno i circa 1400 alunni tra i sette e i 13 anni appartenenti all’Istituto comprensivo di Gussago; al percorso dedicato alle scuole si aggiungono incontri per il pubblico, laboratori, letture animate nelle gelaterie e pasticcerie gussaghesi e momenti di formazione per insegnanti e genitori. Tra gli ospiti, lunedĂŹ 5 novembre nella chiesa di San Lorenzo, Paolo De Benedetti, Matteo Corradini e Lucilla Giagnoni discuteranno sul tema “Il tutto

nel frammento. Alfabeto ebraico: storia nelle storieâ€?, mentre il venerdĂŹ seguente Andrea CassarĂ (nella foto), “eroeâ€? olimpico, a raccontare la sua storia e il suo rapporto con la letteratura. Sabato 10 sarĂ la giornata dedicata ai laboratori: dalle 15 alle 16 e dalle 16.30 alle 17.30 i bambini potranno scegliere se improvvisarsi giovani clown, sotto la guida dell’attore Luca Salata, oppure imparare a disegnare un eroe a fumetti, con i consigli della disegnatrice Angela

Allegretti. Domenica, giornata dedicata alle famiglie, con lo spettacolo “Io sono io� a cura della Cooperativa Teatro Laboratorio (17, sala Mons. Bazzani). Per gli insegnanti sono previsti incontri con Lucilla Giagnoni, lo scrittore Luigi Dal Cin e l’illustratore Alessandro Sanna. Anche nei giorni successivi al festival, proseguono gli appuntamenti per i genitori, sull’analisi delle problematiche educative. Info e programma mangiastorie.wordpress.com. (a.g.)

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“LunedĂŹ del Sancarlinoâ€? sono entrati a pieno titolo, per la qualitĂ delle proposte e la valenza dei relatori, nella tradizione degli appuntamenti cittadini da non mancare. Nel solco di questa tradizione sono ripartiti gli incontri autunnali, proposti, fino a dicembre alle 18, dall’Assessorato alla cultura e al turismo della Provincia di Brescia, in sinergia con la Fondazione Provincia di Brescia Eventi e con il coordinamento di Roberto Chiarini. Dopo le suggestioni della montagna, tema apprezzato lo scorso anno, ora tocca alle diverse chiavi di lettura offerte dai laghi, rivisitati attraverso l’arte e la cultura, le antiche dimore, gli itinerari romantici e i sapori d’antan. “I laghi – spiega Chiarini – sono un ‘confine liquido’ (la definizione è di Beppe Severgnini) e quindi luogo di incontro e di trasmissione di vita, di economia, di comunicazioneâ€?. Attorno ad essi si sviluppa una molteplicitĂ di aspetti. I laghi sono turismo, ambiente, tradizione, storia, sport, cultura, musica ed enogastronomia. “I laghi – afferma l’assessore provinciale Silvia Razzi – rappresentano oggi un richiamo turistico d’eccellenza. Ma dei laghi vale la pena di riscoprire il tesoro di esperienze che hanno accumulato nel tempo e che ci offrono un’opportunitĂ unica per costruire o rafforzare la nostra identitĂ e il nostro radicamento sul territorioâ€?. I laghi sono molte cose insieme. “Hanno costituito una fonte di reddito attraverso la pesca e il trasporto di merci e di persone. Sono stati occasione per intraprendere

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ria contemporanea, che ha ‘navigato’ sul “Mare di Lombardiaâ€?, rileggendo i laghi alla luce della storia e della cultura regionale. Il 29 è il turno di Barbara Boifava, docente di storia dell’architettura, che racconta “Le grandi dimore sui laghiâ€?, con l’attenzione rivolta in particolare a Palazzo Bettoni di Bogliaco. Quattro gli appuntamenti in novembre. Il 5 Fulvia Conter, critico musicale, compie un viaggio sulle note mostrando “Il Lago di Garda nel Romanticismo musicaleâ€? e la figura della pianista Caterina Goglione. Il 12 Guido Lucarno, geografo, descrive l’ambiente, il paesaggio e il turismo del “Lago Maggioreâ€?. Il 19 Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione “Il Vittoriale degli Italianiâ€?, ci riporta indietro nel tempo per rivivere con gli occhi di D’Annunzio “La vita abbondante sul Gardaâ€?. Il 26 Emilio Gentile, storico del fascismo, ci fa sfogliare con “Mussolini al lagoâ€? le pagine tragiche della storia. Nell’ultimo ‘lunedÏ’, il 10 dicembre, Sandro Pellegrini, giornalista di professione e velista per passione, nelle sue “Storie di terra e di lagoâ€? mostra, anche attraverso la visione di un filmato d’epoca sulla prima regata corsa sul Benaco, come ‘Il lago visto dal lago’, a bordo di una imbarcazione sospinta dal vento e dalle onde, sia ancora piĂš bello. “Questo ciclo – conclude Molgora – offre una rivisitazione dei contributi che alla vita delle nostre comunitĂ i laghi hanno donato e stimola una riflessione sui molteplici significati e sulle straordinarie suggestioni che i ‘mari interni’ continuano a rappresentareâ€?.

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artisti d’oltralpe, come Alexandre Calame. Completano la mostra le sezioni sul lavoro, con il dramma delle tensioni sociali dell’epoca, della pittura storico-risorgimentale, e le vedute antropizzate di Angelo Inganni. “Dei monti e dei laghi. Il paesaggio lombardo nella pittura dell’Ottocento, da Piccio a Segantiniâ€?, Rocca di Sabbio Chiese. Fino al 28 ottobre, da martedĂŹ a venerdĂŹ (9-13 e 15-18); sabato e domenica (10-19).

In occasione del 50° anniversario dell’attivitĂ espositiva dell’Ucai, una personale dell’artista toscano Giuseppe Riccetti; ricerche sul volto umano attraverso lo studio della bellezza femminile e una serie di ritratti che riproducono volti di artisti bresciani: Romanino, Moretto, Savoldo, Gambara. “Giuseppe Riccettiâ€?, San Zenone All’Arco, Vicolo San Zenone – Brescia. Fino al 28 ottobre, da mercoledĂŹ a domenica (16-19).

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stato presentato nella sede dei Saveriani il libro “Pierluigi Murgioni. Dalla mia cella posso vedere il mareâ€? di Anselmo Palini (editrice Ave, 14 euro). Alla serata hanno preso parte mons. Domenico Sigalini, compagno di Seminario alle medie e al liceo di don Murgioni e autore della prefazione; don Saverio Mori, compagno di Seminario, di missione e, per alcuni giorni, anche di prigionia; Juan BaladĂĄn Gadea, uruguayano, prigioniero politico per oltre 13 anni, alcuni dei quali trascorsi nello stesso carcere in cui era rinchiuso don Pierluigi; Giampaolo Colella, console a Montevideo negli anni in cui don Murgioni era in carcere e Pino Murgioni, fratello di don Pierluigi, oltre all’autore e mons. Cesare Polvara, giĂ missionario in Uruguay. Il Concilio Vaticano II e la Conferenza di Medellin, la teologia della liberazione e le comunitĂ di base, la scelta dei poveri e la denuncia delle ingiustizie strutturali, la testimonianza evangelica e la persecuzione: c’è tutto questo nella vicenda del bresciano don Pierluigi Murgioni. Arrestato e sottoposto a torture, venne rinchiuso in carcere

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per oltre cinque anni per la colpa di avere proposto con parola ed esempio il messaggio evangelico. Ma in un Paese, come l’Uruguay, retto da una dittatura militare, predicare il Vangelo significava essere considerato un pericoloso sovversivo. Don Pierluigi venne poi rilasciato ed espulso grazie all’interessamento della Santa Sede e del Pontefice in persona, Paolo VI (che l’aveva ordinato sacerdote il 3 luglio 1966 in S. Pietro), del Governo italiano e della Chiesa bresciana.

Nonostante i terribili anni trascorsi in prigionia, don Murgioni tornò in Italia ancora piĂš convinto del fatto che quella del Vangelo e della nonviolenza fosse l’unica strada da percorrere. Il libro pone al centro alcuni interrogativi attuali che la vita di don Murgioni stimola. Con la citazione di numerose lettere, testimonia come il sacerdote bresciano si sia trovato a passare dalle disquisizioni teologiche alla necessitĂ di operare scelte concrete ben precise.

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Un progetto visionario di immagini concettuali, rosse e nere: sono i lavori di Cheyco Leidmann, saturati nel loro tono monocromo a richiamare con intenso ardore visioni apocalittiche; uno sguardo sulle ombre, sulla crepuscolare lotta tra follia e realtĂ . In galleria anche una mostra con le fotograďŹ e di Bruno Taddei, che intervenendo manualmente sulla fotograďŹ a, crea una suggestiva visione tattile, nel tentativo, attraverso il grafďŹ o, il

Cattedrali. Incisioni a puntasecca. Una riessione indiretta sull’architettura e sugli ediďŹ ci del mondo del lavoro del secolo scorso. Sono le opere dell’artista bresciano Paolo Petrò, che presentano l’attuale modo di concepire la triste realtĂ di un ricco patrimonio che invece di essere valorizzato viene abbattuto, cancellando le tracce di un passato prossimo fondamentale per lasciare spazio allo sviluppo industriale. Un lungo lavoro frutto

disegno o l’incisione, “di esplorare, contaminare e oltrepassare il conďŹ ne dato dalla fotograďŹ a tradizionale per intraprendere un percorso introspettivo di trasformazione profonda delle immagini e del signiďŹ cato che da ciò ne derivaâ€?. “Cheyco Leidmann. Zeta Nachtâ€?, “Bruno Taddei. GrafďŹ nell’animaâ€?, Wavephotogallery, via Trieste, 32 - Brescia. Fino al 14 novembre, da martedĂŹ a venerdĂŹ (1012; 15-19.30); sabato (15-19.30).

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di una ricerca portata avanti in 12 anni di intensa attivitĂ fotograďŹ ca, alla ricerca dei ruderi delle vecchie fabbriche della provincia di Brescia, che esprime l’apertura dell’artista verso segni piĂš vigorosi e liberi rispetto al passato, per ricreare una realtĂ piĂš mentale anche attraverso materiali nuovi, ma con l’utilizzo di tecniche tradizionali. “Paolo Petròâ€?, Spazio in/Limbo, via Porta Pile, 27 – Brescia. Fino al 3 novembre, da lunedĂŹ a sabato (15.30-19).

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on era la solita sala gremita ad aspettare gli ospiti di “Castenedolo incontraâ€?. Di piĂš. Sindaci, assessori, volti della politica e della cultura bresciana, semplici cittadini hanno atteso i relatori nella Sala dei Disciplini. Nomi importanti per celebrare a poco piĂš un anno dalla sua scomparsa l’uomo che facendo della politica una parte della sua vita ha reso a Brescia l’orgoglio di averlo suo cittadino. Mino Martinazzoli, onorevole, sindaco di Brescia e ultimo segretario della Democrazia cristiana è stato ricordato in una serata, organizzata dall’associazione culturale Aldo Moro e voluta dal suo presidente, il sindaco Giambattista Groli. Nelle prime file c’era Giuseppina Ferrari, moglie di Martinazzoli. Si parla di un libro per parlare dell’uomo. Scritto da Paolo Corsini il volume “Mino Martinazzoli, valore e limite della politicaâ€? ha dato titolo e indirizzo alla serata. A dialogare con l’autore, moderati da Giovanni Minoli, direttore di Rai Storia, c’erano Pierluigi Bersani, segretario del Partito democratico e Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa San Paolo. Si parte dalle dolorose

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con enormi vuoti di sapere. Un argomento che aveva piĂš volte condiviso con Martinazzoli il quale sosteneva l’importanza dell’educazione sostenendo il valore della preparazione e della formazione dei giovani nell’attesa della mietitura. La conclusione tocca a Corsini che vincendo “la dimensione affettiva del ricordo delle frequentazioniâ€?, ha avuto onere e onore di raccogliere quelli che ha definito i rami sparsi dell’immensa ereditĂ di Mino Martinazzoli in un’unica treccia. Ancora emerge la parola mitezza, che non si è mai tradotta in remissivitĂ , ma nella capacitĂ di ascoltare, dialogare e tradurre in azione politica il pensiero della gente. Una capacitĂ che Martinazzoli ha lasciato nei suoi discorsi a chi volesse avvicinarsi ad una concezione cosĂŹ alta della politica che oggi diviene una scuola d’eccellenza per le giovani leve e una lezione di stile per un mondo politico “cosmeticizzatoâ€? e attento all’apparenza. Le riflessioni di Martinazzoli sulla cura dell’aspetto diventano un monito “Ho una sola faccia, amici, una sola, e di questi tempi non è pocoâ€?.

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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Trent’anni a servizio della Chiesa bresciana (1982-2012). Ăˆ l’importante anniversario che celebra quest’anno il ministero del diaconato permanente. In primo piano (ore 9.30 circa) l’incaricato vescovile don Sergio Passeri illustra le caratteristiche e l’impegno di questo prezioso servizio che in nessun caso sostituisce quello sacerdotale. In programma anche l’intervista ai vescovi di Bergamo e Brescia, mons. Beschi e mons. Monari sui

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio su “Padre Piamarta santoâ€? e la tre giorni romana delle celebrazioni. A seguire: “Giovanni e Paolo, i papi del Concilioâ€? con i vescovi Beschi e Monari; la Veglia missionaria del 20 ottobre in Cattedrale presieduta da mons. Cesare Polvara con la tradizionale consegna dei crociďŹ ssi ai missionari partenti; “Piccola grande fedeâ€?, sull’apertura degli

due Papi del Concilio. In Ecclesia don Carlo Tartari interviene sul prossimo viaggio del vescovo in America Latina per incontrare i sacerdoti Fidei donum, impegnati in terra di missione. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl.

itinerari di spiritualitĂ per giovani. La rubrica “4 parole...â€? è con don Pierino Boselli sul nuovo rito delle esequie. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia. tv che manderĂ in onda anche il documentario “Gioie, speranze e attese degli uomini d’oggiâ€?.

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'D ´PDPPDÂľ 5DL D VFXROD GL UD]]LVPR Il prossimo 6 novembre cade il quinto anniversario della scomparsa di Enzo Biagi. 70 anni al servizio dell’informazione, fra carta stampata e televisione, non solo cronista ma anche conduttore e scrittore. Un uomo di cultura a tutto tondo, che ha contribuito a rafforzare l’immagine professionale del giornalista come di colui che racconta la veritĂ nonostante i paradossi e le ingiustizie del mondo in cui vive. Anche grazie al suo lavoro, la televisione pubblica fin dalle sue origini ha consolidato il proprio ruolo di presenza istituzionale per la nazione. Con un passato di grandi maestri

dell’informazione la Rai ha un’ereditĂ da onorare e da far fruttare. Certo, negli ultimi tempi ci sono state cadute di stile e la qualitĂ dell’informazione è stata spesso compromessa da fattori esterni, come per esempio l’ingerenza della politica e gli interessi di palazzo. Ma ciò che è accaduto sabato scorso non si può catalogare come una caduta di stile, bensĂŹ come una vera e propria vigliaccata. Per una volta iniziamo dal fondo, con il comunicato ufficiale della Rai: “La Rai nello scusarsi profondamente con tutti i cittadini di Napoli e con tutti gli italiani per l’inqualificabile e vergognoso servizio anda-

to in onda nell’edizione serale del Tgr Piemonte, sabato 20 ottobre a firma Giampiero Amandola, comunica che il giornalista è sospeso dal servizio e nei suoi confronti l’Azienda ha aperto un procedimento disciplinareâ€?. Ecco cos’è successo. Il suddetto servizio è stato realizzato fuori dallo Juventus Stadium a Torino, per intervistare i tifosi che si recavano a vedere la partita Juventus-Napoli. Fra pronostici e scongiuri da entrambe le parti, subito spicca un coro di due tifosi torinesi: “Vesuvio lavali col fuocoâ€?. Una svista dovuta a un montaggio poco curato? Niente affatto, l’inserto è voluto: a dimostrarlo è ciò che

accade qualche secondo dopo. Viene mostrato un tifoso juventino che dice: “i napoletani sono ovunque, quindi non è che possiamo considerare Nord, Centro e Sud, sono ovunque, un po’ come i cinesiâ€?. Fin qui si tratta di affermazioni rilasciate da gente comune fuori da uno stadio. La situazione precipita quando Amandola ribatte: “E li distinguete dalla puzza, con grande signorilitĂ â€?. Un giornalista Rai che pronuncia questa frase durante un’intervista, anche solo davanti a una persona, è giĂ un bel problema. Ma lo stesso giornalista che, in fase di montaggio, la fa inserire, insieme alle due prece-

denti, senza battere ciglio... E come se non bastasse c’è un direttore responsabile, che in teoria dovrebbe visionare il materiale prima che vada in onda, che evidentemente quel giorno o aveva altro da fare o riteneva che il fatto non fosse poi cosĂŹ grave. Qui si tratta di un servizio di un telegiornale prodotto e messo in onda dalla tv nazionale che insulta un’intera cittĂ e un intero popolo, visto che nello specifico della frase di Amandola non si stava parlando dei soli tifosi di calcio partenopei, ma della diffusione dei napoletani in Italia. Incredibile, ma vero. ChissĂ cosa avrebbe commentato Biagi‌


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vedere nelle recite al Teatro Grande è una rivisitazione della scenograďŹ a di Josef Svoboda (nel decennale della morte) ripresa e riadattata per i Teatri del Circuito dallo scenografo Benito Leonori. Nel ruolo di Lucia si alterneranno Ekaterina Bakanova (26 ottobre) e Romina Casucci Per entrambe le recite sono ancora disponibili pochissimi posti, in vendita in biglietteria (martedĂŹvenerdĂŹ 13.30-19, sabato 15.30-19) e sui siti teatrogrande.it e vivaticket.it.

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I gladiatori tornano sul grande schermo. Ăˆ una lunga storia d’amore e odio quella tra il cinema e i gladiatori che nell’antica Roma erano gettati nel Colosseo per celebrare imperatori, impero, divinitĂ e la cittĂ . L’apice dell’amore è stato forse toccato da quel Maximo che ne “Il gladiatoreâ€? di Ridley Scott aveva le fattezze di Russell Crowe. Tutt’altro genere e un amore di tipo diverso è quello che caratterizza “Gladiatori di Romaâ€?, cartoon di Igi-

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i è chiuso con successo il “Festival di Debussyâ€? organizzato dal Conservatorio di musica Luca Marenzio. “Non possiamo che essere soddisfatti – racconta il presidente Patrizia Vastapane – del successo dei concerti ma anche degli ospiti autorevoli che abbiamo coinvolto come Milo Manara, Ornella Volta, esperta di Satie. E poi le importanti collaborazioni che si sono create con alcune realtĂ bresciane: Fondazione Cab o i Musei Mazzucchelli in cui c’è il pianoforte che Arturo Benedetti Michelangeli regalò ai Musei. Su questo hanno suonato alcuni dei nostri studentiâ€?. Sono solo alcuni dei punti di forza dei giorni del festival dedicato a Debussy. Sulla stessa linea il direttore Ruggero Ruocco; “Siamo molto soddisfatti dell’accoglienza ricevuta dalla cittĂ testimoniata dalla affluenza costante di pubblico durante tutta lo svolgimento del Festival Debussy. Il Conservatorio è veramente orgoglioso di aver espresso appieno le sue potenzialitĂ all’interno di questa manifestazioneâ€?. Tra gli ospiti internazionali di rilievo l’organista e compositore francese LoĂŻc MalliĂŠ, docente di composizione e improvvisazione al Conservatorio di Lione. Nell’aprile 2011 è succeduto a Olivier Messiaen sul Grande Organo

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della Trinitè di Parigi. Per la prima volta a Brescia, ha eseguito un concerto nella chiesa della Pace, ha tenuto una masterclass legata all’improvvisazione e a Olivier Messiaen. In che modo Messiaen trasportava in musica la propria spiritualitĂ ? Messiaen è un grande. La sua musica, la sua spiritualitĂ e la sua religiositĂ non sono scisse, sono unite, sono una

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suono Messiaen, compongo musica nella sua tradizione... per me Messiaen è il mio riferimento, un padre . PerchĂŠ ha deciso di suonare l’organo? PerchĂŠ da piccolo quando ho imparato a suonare il piano muovevo in continuazione le gambe e picchiavo i piedi, cosĂŹ ho provato a suonare l’organo. Mi è venuto naturale... non so perchĂŠ. Quando finisce l’ultima nota di un brano... cosa rimane nell’anima? Il flauto e l’organo per me sono il meglio e mi lasciano nell’anima la meditazione. Due flauti e un’organo sono il massimo per me, per la meditazione dell’anima. Suonare l’organo porta alla spiritualitĂ . Con certa musica si crea una relazione con Dio. Ăˆ piĂš facile comporre o improvvisare? Improvvisare è molto facile, ma se vuoi dire qualcosa di nuovo ci vuole tempo e si deve pensare. Nella composizione si deve costruire. Uno viene dal cuore e l’altro dalla mente. Ăˆ piĂš difficile comporre, improvvisare o insegnare? Dipende dallo studente. Per alcuni è facile per altri no. L’organo è studiato comunque poco in Francia. Sempre meno giovani vanno in chiesa e quindi non sentono l’organo nemmeno il desiderio di imparare.

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nio Straffi. Operazione tutta italiana, anche se non nasconde il desiderio di lanciare nel mondo l’animazione made in Italy, ambizione che spiega gli sceneggiatori anche Michael J. Wilson (“L’Era glacialeâ€?, “Shark taleâ€?). E alle esperienze Pixar, Dream Works e Disney si ispira la storia. A Timo (doppiato da Luca Argentero), orfano allevato dal Generale Chirone nell’Accademia di Gladiatori piĂš famosa di Roma, la vita da eroe non interessa, preferisce spassarsela con

gli amici e correre dietro alla bella Lucilla (con la voce di Laura Chiatti), figlia del Generale e promessa del cattivissimo Cassius, nipote dell’Imperatore. Ma per conquistare il suo amore, Timo è pronto a tutto e, con l’aiuto di un personal trainer, la “divinaâ€? Diana (la voce di Belen), riuscirĂ a diventare un vero gladiatore. E nei tratti femminili si vede l’origine; mancano solo un paio di ali per scoprire le fattezze delle Winx. Desta qualche perplessitĂ la scelta di

non affidare le voci dei protagonisti a doppiatori di professione. Qualche imprecisione e un effetto “finto� accompagnano lo scorrere del film. Ci sono poi inserite alcune hit italiane e straniere, con il tentativo di strizzare l’occhio ad un pubblico adulto. Ma tutto questo non basta. Mancano forse i colpi di genio che hanno fatto amare a tutti, grandi e piccini, le saghe di Madagascar, dell’Era glaciale o di Shrek oppure la connotazione disneyana del pro-

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cedere del racconto (a cui si avvicina molto, pe la veritĂ ) ma il cartone italiano resta gradevole e diviene un primo passo verso nuovi orizzonti, in un mercato che vanta però colossi al cui cospetto è difficile non impallidire e sembrare dei semplici uomini. In sala però bambini e bambine restano estasiati. E forse loro sono, in questo caso, i critici piĂš veri di prodotti cosĂŹ. Iginio Straffi l’ha giĂ provato con le Winx, e non è certo stata una scommessa persa...

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Ăˆ stata molto timida la crescita demografica delle imprese bresciane nel terzo trimestre dell’anno. A certificarlo sono i dati di Camera di commercio su natalitĂ e mortalitĂ delle imprese registrate nel terzo trimestre 2012. Alla fine di settembre le imprese bresciane erano 122.647. L’aumento registrato è stato pari allo 0,1% nel trimestre e praticamente nullo in confronto allo stesso periodo dello scorso anno. La crisi continua a picchiare duro sul sistema produttivo facendo

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registrare a fine settembre l’apertura di 1.325 imprese, ovvero il numero trimestrale piĂš basso degli ultimi 12 anni. Sono state, invece, 1.163 le imprese cessate tra luglio e settembre, 105 in piĂš rispetto allo stesso trimestre del 2011. La diminuzione delle iscrizioni e la sostanziale stabilitĂ delle cessazioni hanno determinato un bilancio demografico che si è chiuso in positivo con sole 162 unitĂ in piĂš nel trimestre; un risultato inferiore a quello dello stesso periodo del 2011.

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on il busto del beato Giuseppe Tovini a vigilare severo in quella stessa sala in cui tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo gettava le basi per una finanza a servizio dell’uomo, nei giorni scorsi il Banco di Brescia ha presentato l’emissione di due nuovi “social bondâ€? con cui andrĂ ad aiutare il progetto “Spes at workâ€? voluto dal Vescovo, su proposta dell’Ufficio per l’impegno sociale e Caritas diocesana, per aiutare i giovani nella ricerca di un lavoro. Il Banco di Brescia, per la veritĂ , non è nuovo a questo tipo di proposta. Grazie all’emissione di prestiti obbligazionari “solidaliâ€? in passato ha avuto modo di aiutare altre realtĂ bresciane impegnate nel campo della sanitĂ . L’istiuto bancario che fa parte del gruppo Ubi è il primo partner del progetto “Spes at workâ€? lanciato solo pochi giorni fa nel palazzo vescovile. “Abbiamo affiancato da subito il progetto promosso dalla diocesi – ha affermato in sede di presentazione il direttore generale del Banco di Brescia Roberto Tonizzo – nella radicata convinzione che sia ormai prioritario favorire la creazione di occupazione giovanile per contribuire alla ripresa del sistema economico e produttivo del Bresciano, segnato da una profonda crisi economicaâ€?. I social bond, come è stato evidenziato in sede di presentazione

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del prestito obbligazionario solidale a favore della Fondazione opera Caritas San Martino, rappresentano un importante innovazione nel panorama degli strumenti finanziari perchÊ offrono da una parte l’opportunità al sottoscrittore di ottenere un ritorno sull’investimento effettuato in linea con i tassi di mercato e, dall’altra, di devolvere parte dell’importo raccolto a favore di iniziative di grande va-

lore sociale. Nello specifico sono due le tipologie di social bond che Banco di Brescia ha messo sul mercato, per un totale nominale di 10 milioni di euro. Il primo è di 7 milioni di euro, per un totale di 7000 obbligazioni, ciascuna del valore minimo di 1000 euro e avrà una durata triennale. Il secondo, biennale, è, invece di 3 milioni di euro, per un totale di 3000 obbligazioni. PiÚ o meno simili sono i tassi di ren-

dimento. Quel che piĂš conta, ai fini della “socialitĂ â€? dell’iniziativa è che il Banco di Brescia verserĂ lo 0,5% del ricavato (che nel caso di 10 milioni sono 50mila euro). La vendita dei social bond ha preso il via il 22 ottobre scorso per concludersi a fine mese. I vertici del Banco di Brescia hanno espresso ottimismo sulla possibilitĂ di collocare tutte le obbligazioni del prestito prima dei termini previsti, aprendo la strada in questo modo a una nuova emissione pari ad altri 5 milioni di euro, con conseguente beneficio anche per “Spes at workâ€? e delle sue azioni. Il grazie della diocesi per questa collaborazione è stato affidato alle parole dell’economo diocesano, Mauro Salvatore, del direttore della Caritas, il diacono Giorgio Cotelli, e di don Mario Benedini, direttore dell’Ufficio per l’impegno sociale, presenti al lancio del prestito. Un’iniziativa che avrebbe soddisfatto anche il fondatore della banca, il Beato Giuseppe Tovini.

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9LWLFROWXUD WUD DWWXDOLWj H SURVSHWWLYH L’Istituto agrario Pastori ha ospitato nei giorni scorsi il simposio “La viticoltura bresciana: attualitĂ e prospettiveâ€?, promosso dall’assessorato provinciale all’Agricoltura e dal Centro vitivinicolo provinciale. Nonostante i risultati del 2012 improntati alla diminuzione del prodotto, “abbiamo due comparti d’avanguardia, come il Franciacorta ed il Lugana – ha detto il presidente della Provincia Daniele Molgora (nella foto) – che ci

permettono di guardare al futuro con serenitĂ , in quanto la qualità è elevata ed il nostro target deve guardare proprio alla dimensione qualitativaâ€?. La produzione viticola provinciale è diminuita, rispetto al 2011, del 30% circa a eccezione dell’area del Lugana, dove, grazie ad adeguati sistemi d’irrigazione, il calo è stato contenuto fra il 5 ed il 10%. La siccitĂ ha certamente inuito in ogni area e per i rossi si attendono vini molto equili-

brati. Tra i molti interventi, di particolare interesse quello del pro-rettore del Politecnico di Milano Giuliano Noci, che ha sottolineato come “il comparto vitivinicolo deve guardare ad un export piĂš incisivo, ma diverso dal passato, puntando ai mercati emergenti, dove si registra un consumo di vino che cresce del 150% ogni annoâ€?. Pochi, ma signiďŹ cativi dati: la Cina è passata dai 5.1 mln di ettolitri consumati nel periodo 1991-95 ai

17 del 2011, con un incremento del 233%, seguita dalla Gran Bretagna e dalla Federazione russa, con incrementi rispettivamente del 97% e del 79%. “La viticoltura è uno dei cardini dell’economia bresciana – ha aggiunto l’assessore Gianfranco Tomasoni – e conďŹ diamo che il Centro, nonostante i tagli imposti dal Patto di stabilitĂ , possa continuare a svolgere le proprie azioni di sostegno a favore delle piccole e medie aziendeâ€?.


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Si è concluso con la vittoria di Fabian Mazzei il Camozzi italian master, torneo di tennis per atleti in carrozzina tenutosi a Brescia tra il 19 e il 21 ottobre. Vittoria anche della sarda Marianna Lauro nel torneo open femminile e del toscano Marco Innocenti nella prova riservata ai Quad. Grande soddisfazione da parte degli organizzatori per la buona riuscita di un evento giĂ rodato nella formula, ma che era all’esordio nella nuova sede del Forza e Costanza

di Brescia. “Spero che questo torneo abbia un futuro importante – ha commentato il commissario tecnico della nazionale Gianluca Vignali – ma giĂ da questa edizione abbiamo visto incontri di altissima qualitĂ â€?. Scommessa vinta, in ogni caso, per gli organizzatori della manifestazione: portare a Brescia un evento che ha unito sport e impegno sociale. Appuntamento che ha attirato un buon pubblico, con un’ottima rappresentanza dei ragazzi delle scuole.

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ra pare proprio che l’attesa sia destinata a concludersi. Dopo che a lungo ne era stata annunciata (e successivamente rinviata) l’inaugurazione, finalmente la nuova Curva nord sarĂ a disposizione dei tifosi. 3600 posti nuovi di zecca nella struttura del Rigamonti. I lavori, incominciati quest’estate, si erano conclusi all’inizio di questo mese, tanto che da parte dell’assessore comunale ai Lavori pubblici Mario Labolani, era stata indicata come possibile “premièreâ€? la partita casalinga contro il Lanciano. L’apertura era poi slittata a causa dello stop imposto dal Gos, il gruppo operativo per la sicurezza, del quale fanno parte i funzionari dei Vigili del fuoco, del Servizio sanitario, della Polizia municipale e il delegato per la sicurezza, i quali avevano ravvisato come non ci fossero le sufficienti condizioni per la sicurezza. I successivi rinvii avevano causato piĂš di un mugugno, ma ora la situazione pare essere decisamente alle spalle. Ăˆ arrivata infatti la sospirata autorizzazione, tanto che, in vista della partita casalinga contro la ProVercelli prevista sabato alle 15, sono giĂ in vendita i biglietti per quel settore, al prezzo di 10 euro fino

attacco dovrebbe trovare nuovamente spazio il giovane brasiliano Saba, magari nuovamente in una staffetta con Corvia che in Puglia non ha sfigurato, accanto all’inamovibile Caracciolo: anche a Bari infatti l’Airone è risultato pericoloso in molte situazioni e la sua presenza al centro dell’attacco sembra davvero imprescindibile. Per quanto riguarda il pacchetto arretrato, invece, nonostante i molti gol presi in trasferta, si va verso la conferma di Salamon (sempre piĂš confermato nel ruolo di centrale dopo l’“esperimentoâ€? dell’arretramento) affiancato da De Maio e Stovini, anche se sull’ultimo arrivato dal mercato degli svincolati continua a sussistere qualche incertezza. Si punta quindi al risultato pieno contro una Pro Vercelli che arriva dalla sconfitta interna con il Padova. Un’iniezione di fiducia in vista del futuro.

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alle 12 di sabato, mentre costerà 15 euro a partire da quell’ora. Per gli under 14, invece, il prezzo sarà di un euro. I ragazzi di Calori ritornano quindi di fronte al pubblico di casa, che grazie alla nuova curva piÚ vicina al terreno di gioco dovrebbe avere una migliore visibilità degli incontri. E chissà che la sicurezza del proprio nido non giovi

alle Rondinelle, ancora afflitte dal mal di trasferta. dopo la pesante sconfitta con il Novara è arrivato a Bari solamente un punto, pur a fronte di un bel gioco e di diverse occasioni contro una formazione che ha solamente due punti in meno del Brescia. Ora si torna sotto il Cidneo con alcune indicazioni per Calori: in

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5LDSUH LO 3DOD%UHVFLD VSRUW H GLYHUWLPHQWR Il PalaBrescia riapre i battenti per la stagione invernale. Lo fa con una festa dedicata ai giovani in programma domenica 28 ottobre dalle 18 alle 22. La serata inaugurale prevede un aperitivo musicale nel foyer con il gruppo “Les Omelettesâ€?, seguita da un’esibizione sul ghiaccio. Grazie a un accordo della societĂ che gestisce il PalaBrescia Matel con l’Assessorato provinciale alle politiche giovanili, sarĂ disponibile per tutti

i possessori della gioventĂš card una consumazione gratuita e un prezzo scontato per l’utilizzo della pista da ghiaccio. SarĂ la prima serata ufficiale di un impianto completamente rinnovato, dotato di una pista piĂš grande (20 metri per 40) in grado di ospitare anche le gare ufficiali. Proprio per curare l’aspetto agonistico, insieme a quello di promozione è stata fondata l’associazione sportiva dilettantisca “Diamond ice

schoolâ€?. La serata inoltre dovrebbe essere la prima di una lunga serie di domeniche nelle quali il foyer funzionerĂ come un vero e proprio locale ospitando l’esibizione di band degli oratori. Ulteriore novitĂ per la realtĂ del PalaBrescia è la mutata composizione della societĂ di gestione Matel: oltre ai soci di maggioranza rappresentati dal Centro oratori e dalla Cooperativa “La Famigliaâ€? diretta da Giaco-

mo Tomasini, vi sono quotazioni piÚ piccole anche per Compagnia delle opere e Acli. Per quanto riguarda invece la stagione teatrale, risulta ancora in via di definizione: dalle anticipazioni dovrebbe essere costituita da una quarantina di date, affidate però ad organizzazioni esterne, anche per una certa crisi nel settore. In ogni caso un quadro piÚ chiaro della situazione si dovrebbe avere nelle prossime settimane.


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Parallelamente all’avvio del campionato a squadre, il tennis tavolo si ritrova “in campoâ€? per la seconda prova individuale. Dopo l’appuntamento del 23 settembre a Coccaglio, i pongisti arancioblĂš incroceranno le racchette a Pompiano, nella manifestazione organizzata dalla Consulta dei giovani locale in collaborazione con la Polisportiva comunale e l’Asd Tennis tavolo Marco Polo. La manifestazione è in programma domenica 28 a Pompiano nella

Palestra comunale alle 9 per le categorie senior A e senior B, mentre nel pomeriggio alle 14 sarà la volta di ragazzi, allievi, juniores e femminile. Passiamo al ciclismo. Domenica a Ospitaletto si disputerà la 18ª edizione di Pedala con Noi, evento cicloturistico di circa 40 km sulle colline della Franciacorta. Il ritrovo alle 8 all’oratorio San Giovanni Bosco, partenza alle 9. Per info e iscrizioni contattare Domenico Perani al 335.6865426. (t.s. – g.c.)

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elix Baumgartner ha stupito il mondo. Lo svizzero si è lanciato da 39mila metri raggiungendo – in caduta libera – la velocitĂ di 1.342 km orari e superando il muro del suono. Un record pazzesco. Sinceramente resta la curiositĂ delle motivazioni che l’hanno spinto a questa impresa. PerchĂŠ mettere a rischio la propria vita? Passione, follia, spettacolo o business? Difficile rispondere. Il suo record, tuttavia, non è stato l’unico di questo mese di ottobre. Ce n’è stato un altro che si ripete ogni settimana, realizzato in almeno 20mila luoghi d’Italia. Niente tuta spaziale, niente casco da astronauta. Ăˆ il primato del salto dal “precipizio educativoâ€?, ottenuto in maglietta e pantaloncini sui campetti spelacchiati d’oratorio e di periferia. Un antico proverbio cinese dice: “Quando pianti per un anno, pianta grano. Quando pianti per 10 anni, pianta alberi. Quando pianti per la vita, coltiva ed educa personeâ€?. Buttarsi oggi nell’avventura educativa è cosa da alta prestazione, forse piĂš che sfidare la stratosfera. Il Paese non potrĂ mai guardare al futuro con speranza se non ritrova la capacitĂ di educare i giovani ai veri valori della vita. In questa direzione non esistono ricette o scelte vincenti. Ci sono solamente il lavoro duro, costante e quotidiano. Ăˆ quello che vivono con entusiasmo decine di

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biare. Deve guarire definitivamente da pericolose malattie. I casi Armstrong e Scommessopoli sono solo punte di complessi iceberg. Per voltare pagina si deve dare forza alla parte sana del sistema, convincendosi che educazione e prestazione hanno pari importanza e dignità . Deve cambiare la società , e deve farlo puntando tutto sull’educazione dei giovani. Per fortuna di uomini che hanno il coraggio di lanciarsi dalla stratosfera se ne trovano uno ogni tanto, ma di uomini e donne che si buttano nell’avventura educativa attraverso lo sport se ne trovano migliaia ogni settimana. Questo ci dà forza e speranza.

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La fede, l’amore e la forza di Dio Egr. direttore, ecco una bellissima storia dove i protagonisti sanno vincere la disperazione con l’amore, quell’amore che viene dalla fede in Dio. I protagonisti sono due sposi francesi Anna e Giovanni. Dopo aver avuto il primo figlio Anna si ammala e purtroppo anche il figlio che ha in seno riceve una malattia piĂš grave della sua. CosĂŹ che quando la bimba vede la luce ha un male incurabile. Ma i genitori sono forti e sanno sorridere con sorriso del Creatore. Nonostante Irene, la piccola malata, sia dura da accudire a causa il terribile male, i due sposi hanno il coraggio di donare la vita a un terzo figlio, Arturo. Questo è sano. “Ho sempre avuto un’attitudine alla felicitĂ , ma questo non sarebbe bastato, se non avessimo avuto il coraggio che il Divin Salvatore ci ha donato sin dal primo momentoâ€?, scrive la giovane mamma in un libro autobiografico dal titolo “Due piccoli passi sulla sabbia bagnataâ€?. Che io voglio procurarmi al piĂš presto. Anna, nel suo libro tiene nascoste certe cose e dice: “non ho scritto questo mio volumetto per narrare la tragedia di una famiglia, ma per condividere un’esperienza di vita con chi è stato colpito dalla stessa sofferenzaâ€?. Anche questo suo dire è un gesto di amore verso chi è stato sfortunato come loro. Questi cari genitori avevano promesso ad Irene di farla felice e per questo avevano fatta loro una frase di un dottore, una frase un po’ strana, ma bella: “Bisogna aggiungere vita ai giorni, quando non si possono aggiungere giorni alla vitaâ€?. Intanto la figlia, dopo aver perduto la sensibilitĂ di tutti i sensi volava in pa-

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radiso tra le braccia della Madonna e vicino a GesĂš. “Abbiamo pianto certo, ma non abbiamo perso la fede, ma è grazie ad Irene che abbiamo compreso che la vita, seppure breve non è mai inutileâ€?. Intanto gli altri due figli crescono sani e belli e la preghiera della sorellina incoraggia i genitori ad amare e soffrire per amore ed a loro chiede di essere sempre piĂš buoni. Ecco, questo grande amore di due cari genitori ha molto da insegnare a tutti noi. Su “Avvenireâ€? c’è la fotografia di Anna, sorridente di un sorriso che solo GesĂš può donare. Dicevo che questi due hanno molto da insegnarci. Prima di tutto a saper sorridere al dolore pur nella sofferenza piĂš grande; gli altri vengono di conseguenza. Accettare la volontĂ di Dio che ama i piĂš bisognosi di amore, essendo Egli ricco di misericordia ci porterĂ lassĂš nel suo Regno ed io spero che questa sua misericordia tocchi il cuore anche del mio amico detenuto che io amo, cosĂŹ che, come dice quella bella canzone verrò a te tenendo per mano il mio fratello che non è mai stato amato da nessuno. Domenico Marchesi

Essere genitori oggi Egr. direttore, quante cose si fanno per i figli! Lo sanno molto bene tutti quelli che sono sposati, sia che abbiano avuto figli, sia che non li abbiano avuti. Tutta la vita dei genitori è vissuta in funzione dei figli. Sacrifici, investimenti, sogni, ansie... Si ha l’impressione che i figli siano diventati motivi di maggiore attenzione da parte dei genitori, che li amano a cvolte in modo troppo possessivo, come fossero oggetti loro. Ăˆ vero,

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il mondo è cambiato, ma sarebbe semplicistico affermare che non c’è piĂš una morale, e che tutti tendono a fare semplicemente quello che vogliono. Proprio questi contesti portano i genitori a soffrire per i pericoli in cui rischiano di incorrere i figli, preoccupati che questo nuovo mondo possa stordirli con il suo frastuono, con la droga, che li sfianca, con il suo relativismo che li disorienta, con la sua volgaritĂ che li avvilisce, con la sua lussuria che li incantena. Non c’è, dunque, genitore che non viva in apprensione per i propri figli perchĂŠ si accorgono che sul loro cammino si presentano malfattori pronti a lasciarli semivivi sulla via. Si tratta di una strage spirituale, perpetrata giorno dopo giorno, da cui non è esclusa nessuna categoria. E cosĂŹ le nostre strade rischiano di riempirsi di un macabro corteo di anime spente. Al di lĂ di queste considerazioni diventa sempre piĂš urgente un cammino di recupero a cui tutti sono chiamati, a partire da quelli che ancora si definiscono credenti. Diceva bene Gibran quando scriveva nelle sue poesie che i figli non sono proprietĂ dei genitori... Dovremmo ricordarcene piĂš spesso e, da cristiani, comportarci coerentemente, senza costringere i figli a crescere cosĂŹ come li vorremmo. Certo si tratta di un ragionamento che non è facile da accettare, Quel che, invece, è certo è che la pretesa dei genitori di pensare i figli a loro immagine e somiglianza rischia di trasformarsi nella principale fonte della loro infelicitĂ e della conseguente tendenza di gettarsi nelle braccia di un mondo che, come ricordavo, presenta molte piĂš insidie di quanto ci si renda conto. Edmondo Del Prete

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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