La Voce del Popolo 2012 41

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Non si finirĂ mai di considerare abbastanza la traccia che il tempo, come nel caso della chiesa di Santa Maria, lascia sulle cose e sugli immobili in particolare. A parte lo stile, che denota l’epoca nella quale l’opera architettonica è nata e cresciuta, bisogna pensare all’impegno, tutt’altro che lieve, che è servito per realizzarla. Impegno finanziario soprattutto. In simili occasioni la spesa iniziale, sia per la progettazione che per la realizzazione veniva sostenuta dal mecenate. Nel caso della nostra chiesa questo c’è stato, in parte per opera della nobildonna Laura Gambara, fondatrice dell’Istituto delle Penitenti, in parte c’è stata per i fedeli. Nel tempo, ci sono stati gli interventi per i restauri. I cittadini si sono fatti carico dei costi necessari per mantenere integra e aperta la loro chiesa. Nonostante le difficoltĂ , i cittadini bresciani non hanno mai abbandonato la chiesa. Nel farsene carico ce l’hanno trasmessa bella e unica, ricca d’arte e di fascino. Ăˆ stato giusto, oltre che doveroso, raccogliere il testimone dello storico impegno, anche per poterlo trasmettere a nostra volta, con quieto orgoglio, alle generazioni che verranno.

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͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Festa a S.Nazaro. L’unitĂ pastorale non è cosĂŹ lontana

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͚͜ ……Ž‡•‹ƒ Roma. Chiusa l’Assemblea del Sinodo dei vescovi

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‹˜ƒ Žƒ ‹…‹Ž‹ƒ ǤǤǤ‡ ÂŽÇŻ –ƒŽ‹ƒ CosĂŹ è stato. Rosario Crocetta è il nuovo presidente della Regione Sicilia. Ăˆ stato eletto con il 30,5% dei voti, ma a ben guardare lo hanno scelto solo poco piĂš di 550mila cittadini sui potenziali 4 milioni e 400mila elettori. Infatti, il dato piĂš eclatante di questa elezione è stato un astensionismo che ha raggiunto il record del 52,58%, piĂš della metĂ dei siciliani, insieme con il 18% dei voti raggiunto dal movimento di Beppe Grillo. Numeri che sconvolgono equilibri e certezze. E danno la dimensione della disaffezione e delle pulsioni antipolitiche ormai diffuse tra gli elettori. L’altra faccia dei due boom sono il crollo del Pdl, che raccatta il 12,8%. Non fa molto meglio il Pd, con il 13,5%, che però stavolta ha dalla sua parte il

10,8% dell’Udc e comunque vince con Rosario Crocetta. “Non c’è da esultare per questo risultato – dice Giuseppe Savagnone, direttore dell’UfďŹ cio diocesano per la pastorale della cultura della diocesi di Palermo – nĂŠ per qualsiasi altro risultato fosse venuto dalle elezioni. La stragrande maggioranza dei siciliani, sia attraverso l’astensione sia attraverso il voto al Movimento 5 stelle, ha mostrato un riďŹ uto radicale della politica. I siciliani hanno oramai davanti a sĂŠ un’immagine della politica inaccettabile, che spinge a risultati come questo. Occorre riettere su un dato: il nuovo presidente della Regione, con il suo 30,5% del 47% dei voti, ha in realtĂ meno del 15% dei voti di tutto l’elettorato. Questo fa capire quanto la politica si sia scollata dai cittadini in questi ultimi anni. Certo non è colpa di Crocetta, ma degli amministratori del passato, grazie ai quali i siciliani hanno ‘imparato’ che la politica è qualcosa che non

li riguarda piĂš, ma tocca solo quelli che riescono ad avere rapporti clientelari con il potereâ€?. Un quadro ovvio che non può che evocare futuri scenari anche a livello nazionale forse non piĂš evitabili. Certo, il teatrino andato in scena anche questa settimana non promette nulla di buono. Il tono delle esternazioni di Berlusconi, i ping pong velenosi delle primarie del Pd, le imbarazzanti crisi degli enti locali, la bocciatura di provvedimenti tesi al controllo della spesa e alle limitazioni dei privilegi della casta da parte dei parlamentari, nonchĂŠ il silenzio sulla nuova legge elettorale non sono segnali incoraggianti. Quello che colpisce nella politica in questi anni, e che i partiti non smettono di mostrarci ogni giorno, è la spudoratezza con cui sembrano gestire la cosa pubblica e che fa dire alla gente: “Ormai siamo arrivati al fondo, non ci possiamo piĂš ďŹ dareâ€?. L’astensione siciliana dice ancora

una volta di piĂš che gli attuali politici vanno sostituiti. Anche il non riconoscimento da parte di certi esponenti di un lavoro difďŹ cile come quello dell’attuale governo Monti, pur fallibile e sofferto come tutte le cose umane, dice come il proprio interesse immediato conta di piĂš del futuro del Paese. Cosa ci resta? Resta il sogno di veder sorgere una politica normale in confronto dialettico, ma sereno; di veder crescere una classe dirigente responsabile in dialogo con la societĂ civile. Resta l’impegno formativo che ci coinvolge anche come Chiesa e che mira a un serio lavoro di presa di coscienza del valore del bene comune. La Chiesa, infatti, col suo lavoro nelle parrocchie può, evangelizzando, educare ancora una nuova cittadinanza, che è la premessa per una nuova buona politica. La Sicilia è oggi un segnale da ascoltare. Il tempo utile è, infatti, sempre piĂš breve. Viva la Sicilia e viva l’Italia!

͙͛ —Ž–—”ƒ ‡ …‘�—�‹…ƒœ‹‘�‡ Ccdc. Shalom. Il saluto all’origine della relazione

͘͜ …‘Â?‘Â?‹ƒ ‡ Žƒ˜‘”‘ Ripresa: se la formica è sempre piĂš affaticata

͙͜ ’‘”– Rugby a Brescia. La nazionale azzurra al Rigamonti


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Non possono certo spiegare tutto, ma aiutano enormemente a farsi un’idea di massima. Per conoscere meglio Facebook è bene scoprire un po’ i suoi numeri. Innanzitutto partiamo dal numero di iscritti, che recentemente ha sfondato il tetto di un miliardo, praticamente una persona su sette del pianeta. Tra di essi gli italiani sono ben 22,4 milioni, risultando all’11° posto tra le nazioni “tradizionaliâ€? con piĂš utenti iscritti. Altro dato interessante

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è quello rappresentato dall’etĂ degli iscritti: dallo scorso mese di settembre, infatti, gli italiani nella fascia d’etĂ compresa tra i 36 e i 45 anni hanno superato i 19-24enni. Non piĂš solo uno spazio “giovaneâ€? quindi, anche se in questo caso si tratta di una sorta di ritorno alle origini, quando il social network serviva soprattutto per riallacciare i contatti con i vecchi compagni di scuola. C’è di piĂš: la maggior parte delle connessioni viaggia

infatti su dispositivi mobili, per un totale di 600 milioni di persone. Ăˆ vietata l’iscrizione in Facebook dei ragazzi minori di 13 anni. Sicurezza facilmente superabile visto che spetta all’interessato attestare la propria etĂ . Numeri impressionanti, se si pensa che sono arrivati a generare 1,3 trilioni di “likeâ€?, 219 miliardi di foto e 140 miliardi di amicizie. Verosimile pensare che ora siano alcuni in meno: il mondo con Facebook si è ristretto.

giovani. Ma tutto questo è buono? Facebook è diventato croce e delizia di tanti genitori. Da che tempo è tempo, i figli (salvo rare eccezioni) non hanno mai trovato in mamma e papĂ le persone con cui aprirsi, a cui confidare segreti. Facebook ha sostituito i diari segreti che tutti, in modo piĂš o meno strutturato, hanno tenuto nell’etĂ difficile della crescita e i genitori si improvvisano novelli detective informativi per scoprire ciò che realmente

i figli pensano. Giungono cosĂŹ a scoperte che qualche volta sconvolgono. C’è poi un ultimo aspetto che non si può tacere. Facebook è oggi terreno frequentato dalla Chiesa e dai suoi uomini. Se le ragioni di questa presenza sono quelle evidenziate nel giĂ citato convegno “Testimoni digitaliâ€?, qualche riflessione meriterebbe lo stile di questa presenza. Tutto per dire che Facebook comincia ad avere qualche risvolto psicologico.

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utti pazzi per Facebook? Parrebbe di sĂŹ, vista la fortuna che in pochi anni ha conosciuto quello che nelle intenzioni di Mark Zuckerberg, suo inventore, doveva essere un semplice strumento di collegamento tra gli studenti di un college statunitense. Da modesto annuario universitario, il “libro dei voltiâ€?, appunto, è diventato una piazza planetaria, in cui tutti possono incontrarsi e in cui, per fortuna o purtroppo, possono conoscere tutto di tutti. Si tratta di un luogo talmente frequentato da essere diventato oggetto di studi prima sociologici e oggi anche psicologici. Di Facebook come fenomeno sociale che non può piĂš essere ridotto a semplice moda giovanile si è detto tutto. La stessa Chiesa si è concentrata su questo strumento in cui si dipana una buona parte della vita dei credenti. “Testimoni digitaliâ€?, l’ultimo grande convegno celebrato a Roma qualche anno fa, ha detto proprio questo: non si può piĂš voltare la testa da un’altra parte. Serve invece abitare con consapevolezza, con competenza questi territori per cercare di portarvi una testimonianza credibile. Un impegno che col tempo è diventata un’urgenza, non fosse altro per il fatto che in questa piazza virtuale hanno finito per trasferirsi potenzialitĂ ma anche limiti e criticitĂ della vita reale. Delle potenzialità è giĂ stato detto molto: Facebook consente una comunicazione universale, è un luogo in cui anche per persone piĂš timide trovano modo di raccontarsi, di esprimere emozioni, stati d’animo, rabbia e gioia. Adolescenti e giovanissimi, che

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sono i principali utilizzatori di questo strumento, superano in questo universo virtuale, si sentono liberi, mettono da parte quelle barriere comunicative che spesso costruiscono nella vita di tutti i giorni. Facebook consente, inoltre, una velocitĂ di comunicazione e una circolazione delle informazioni impensabile sino a pochi anni fa. Ancora molto lungo e sempre piĂš specifico potrebbe essere l’elenco dei meriti di Facebook. Non mancano, però, anche le letture critiche, le zone d’ombra, le riflessioni. Senza prendere in considerazione le derive piĂš eclatanti di Facebook: pe-

dofili che adescano giovani vittime, o uso distorto per camuffare la realtĂ . Non sono solo quelli evidenti i problemi. Altri, sicuramente meno pesanti se ne possono porre. Il primo è quello dell’amicizia. Questo sostantivo viene utilizzato come una sorta di “agendaâ€?, per raccogliere tutti i contatti che una persona può vantare su Facebook, una sorta di catena di S.Antonio fatta di amici degli amici‌ Ăˆ corretto, però, parlare di amicizia? Non si rischia di banalizzarla? Cosa c’entra l’amicizia con la semplice conoscenza? Sono credibili utenti di Facebook che hanno migliaia di amici? Altra questione, che divide, è quella dell’etĂ dei frequentatori di Facebook. Se sono comprensibili adolescenti e giovani che “vivonoâ€? di Facebook, a volte lasciando perplesso chi sostiene che la vita e i rapporti reali siano molto meglio del mondo virtuale (“che senso ha usare Facebook per dirsi ciò che sarebbe piĂš agevole comunicare di persona o, alla peggio, per telefono?â€? è la domanda che tanti genitori pongono ai figli), desta qualche perplessitĂ vedere profili di persone che l’adolescenza e la gioventĂš l’hanno superata da tempo. Smanie giovanilistiche, rincorsa del tempo ormai perduto? Difficile rispondere. Si tratta comunque di presenze che ribaltano l’abc della pedagogia. Per anni, nel rapporto genitori-figli, professore-studente, giovane-adulto etc. si è detto che la confusione dei ruoli rischia di compromettere l’autorevolezza delle relazioni. Oggi Facebook ha ribaltato tutto. Permette relazioni intergenerazionali, nuovo dialogo tra docente e alunni, tra giovani e meno

,PSDUDUH D LQWHJUDUH UHDOH H YLUWXDOH Nei giorni scorsi a Roma il Copercom ha promosso una giornata di studio per gli operatori della comunicazione. Ăˆ intervenuto, tra gli altri il professor Tonino Cantelmi, psichiatra e psicoterapeuta su “Costruzione e decostruzione dell’identitĂ tecnoliquida: dimensioni psicoaffettive e sociorelazionali dell’era digitaleâ€?. Cos’è un’identitĂ tecnoliquida? Siamo transitati dalla modernitĂ liquida (nella quale l’identità è uida,

tutto è mutevole, instabile, leggero, informe) alla postmodernitĂ tecnoliquida: la rivoluzione digitale ha dato una impalpabile sostanza alla liquiditĂ introducendo la potenza del virtuale. Le identitĂ tecnoliquide sono dunque i proďŹ li Facebook, gli avatar che agiscono nel virtuale, le tante identitĂ on line che mettiamo nelle chat e nei social. In questo contesto come cambiano le dimensioni psicoaffettive e

sociorelazionali? Due grandi rivoluzioni: la tecnomediazione della relazione (ci si innamora nei social, si apprende on line, ci si informa in rete, insomma si vive in una dimensione virtuale pervasiva e persistente e l’umano è tecnomediato): la connessione è dunque il nuovo medium della relazione; l’irrompere del narcisismo digitale nella relazione giĂ trasformata in connessione. In altri termini: tante tecnorelazioni,


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ƒ””‘……Š‹‡ ‡ ‘”ƒ–‘”‹ ”‡•‡Â?œ‡ ‡ ‘’’‘”–—Â?‹–Â? ˆ‘”Â?ƒ–‹˜‡ Conclamato fenomeno sociale, Facebook non poteva non interessare parrocchie e oratori del Bresciano. Dopo la sbarco in internet (sono 90 le parrocchie che hanno dedicato un sito all’oratorio e 140 gli oratori che utilizzano il web per informare sulle proprie iniziative, secondo i dati in possesso del Cob) è ormai in fase avanzata anche quello su Facebook, con un’ottantina di profili ufficiali di oratori bresciani. Una presenza ormai

significativa, confermata anche dal centinaio di sacerdoti che hanno attivato un proprio profilo, che richiede, però, anche una precisa attenzione al momento formativo, sia per i naturali utenti di Facebook che per il mondo delle diverse figure educative che ruotano intorno a questi. L’Ufficio per le comunicazioni sociali da tempo, prima ancora che Facebook diventasse un fenomeno di massa, si è attrezzato per proporre incontri per

genitori e ragazzi, rispondendo in questo modo alle esigenze delle comunitĂ . Anche il Centro oratori ha pensato a un proprio percorso formativo dando vita a “l’officina delle comunicazioniâ€?, uno spazio destinato all’aggiornamento laboratoriale per imparare ad utilizzare gli strumenti comunicativi come occasione di animazione pastorale e per scambiarci e condividere materiali, contenuti e opportunitĂ .

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No. I tecnofobi ed i predigitali sono i nuovi disadattati del terzo millennio. Ovviamente anche i tecnodipendenti costituiscono una emergente categoria di disadattati. Quale consiglio a un genitore che si vede estraniato da un mondo che corre piĂš di lui e che i propri ďŹ gli masticano meglio di lui? Niente paura: i nostri ďŹ gli hanno bisogno di relazioni autentiche. Poi anche di adulti che non ignorano il digitale.

PerchĂŠ la nostra società è cosĂŹ affascinata dalle molteplici possibilitĂ del web 2.0? PerchĂŠ la tecnologia esalta il narcisismo, l’onnipotenza, la deresponsabilizzazione nella relazione, l’ambiguitĂ e la ricerca di emozioni: un mix affascinante, troppo affascinante per l’uomo tecnoliquido. Però attenzione: tutto ciò può essere fatale, se si perde di vista l’irriducibile bisogno di relazioni autentiche dell’uomo di ogni tempo.

Possiamo parlare di patologie in chi usa Facebook? Esistono i tecnodipendenti: è patologia quando la dimensione virtuale, il bisogno di connessione, l’uso della rete e la dipendenza dal computer conducono ad un signiďŹ cativo stritolamento della vita reale, con isolamento, chiusura, perdita di relazioni e di interessi reali. Può diventare una dipendenza comportamentale e come tale richiede aiuto.

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L’Italia è un Paese di immigrati. Sono 5 milioni: uno su 12 residenti nella penisola. Ăˆ uno dei dati della 22ÂŞ edizione del Dossier statistico immigrazione di Caritas e Migrantes, realizzato dalla cooperativa Idos, presentato nei giorni scorsi a Roma, in contemporanea con altri capoluoghi di regione. Il messaggio che il Dossier ha scelto per il 2012 è “Non sono numeriâ€? per ridare centralitĂ alla dignitĂ degli immigrati in quanto persone. Il Dossier ha stimato che il numero

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complessivo degli immigrati regolari, inclusi i comunitari e quelli non ancora iscritti in anagrafe, abbia di poco superato i 5 milioni di persone alla fine del 2011. Nel 2011 il ministero degli Affari esteri ha rilasciato 231.750 visti per inserimento stabile, in prevalenza per motivi di lavoro e di famiglia, mentre sono stati circa 263mila i permessi di soggiorno validi alla fine del 2010 che, dopo essere scaduti, non sono risultati rinnovati alla fine del 2011. I permessi

di soggiorno in vigore alla fine dell’anno, inclusi i minori iscritti sul titolo dei genitori e al netto dei casi di doppia registrazione (archivio del Ministero dell’interno revisionato dall’Istat), sono stati 3.637.724. Ăˆ da questa base che i curatori del dossier sono partiti per quantificare, anche con il supporto di altri archivi, la consistenza degli immigrati comunitari che non sono piĂš inclusi nell’archivio dei permessi di soggiorno.

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e ne è parlato poco, in ritardo e, soprattutto, per un periodo troppo breve. CosĂŹ la siccitĂ e la carestia che negli ultimi anni si sono abbattute sul Corno d’Africa sono state relegate, nell’attenzione dei media e, conseguentemente, della comunitĂ internazionale, a semplice emergenza regionale. CosĂŹ, purtroppo, non è stato e in soli due anni le persone bisognose di assistenza alimentare nel Corno d’Africa hanno raggiunto il numero di 13,3 milioni. Le aree piĂš colpite da questa “catastrofe umanitariaâ€? sono state il centro-sud della Somalia, il Kenya, soprattutto nelle regioni del nord e dell’est, la parte meridionale e orientale dell’Etiopia, l’Eritrea e Gibuti. Si tratta di zone giĂ duramente colpite da situazioni politiche mai risolte che si trascinano da decenni e che incidono pesanmente sulla capacitĂ di questi Paesi di rispondere a emergenze umanitarie ormai croniche. Ancora una volta è stata la Chiesa a farsi carico di una risposta, di un sollievo, seppure piccolo, alle sofferenze di migliaia di persone. Molti i progetti realizzati per rispondere a questa emergenza. Alcuni anche bresciani. Come quello dell’associazione Amare onlus, nata nel 2006 come coordinamento tra famiglie unite dall’esperienza dell’adozione internazionale. L’associazione voleva aiutare il Paese da

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aiuto della Caritas diocesana Amare ha potuto garantire alla gente di Jijiga, nella parte est dell’Etiopia, l’accesso permanenrte all’acqua. Il progetto è stato completato poi dalla costruzione di una scuola e di un mulino. Nelle scorse settimane, a certificare idealmente la conclusione del progetto, è stato ospite di Amare onlus il vescovo di Harar, Woldetensae Ghebreghiorghis. Il presule ha raccontato di una terra dimenticata da una comunitĂ internazionale che preferisce rispondere con aiuti alle emergenze umanitarie che non con progetti in grado di liberarle definitivamente dal rischio

continuo di crisi. Una terra quella in cui risiede il vescovo di Harar in cui cristiani vivono ancora in condizioni di tranquillitĂ e non avvertono quelle tensioni che sono, invece, presenti in altri Paesi dell’Africa e del Medio Oriente. Mons. Ghebreghiorghis ha voluto ringraziare tutte quelle realtĂ come Amare onlus che con generositĂ aiutano Paesi che conoscono pesanti situazioni e in cui la gente è da troppo in balia di eventi naturali, come possono esserlo la siccitĂ e la relativa carestia, che nel tempo hanno causato migliaia di vittime, nel sostanziale disinteresse del mondo.

%XIHUD VXOOH SUHVLGHQ]LDOL Bufera sulle presidenziali Usa. Non si tratta di una metafora. Questa volta sono proprio gli elementi climatici e non i soliti scandali che mediaticamentre vengono riassunti nel termine “buferaâ€?, a rischiare di pesare in modo determinante sulle elezioni per la scelta del nuovo presidente Usa in calendario per il prossimo 6 novembra. L’uragano Sandy che ha agellato la costa orienatale degli Stati Uniti, costringendo alla paralisi cittĂ come

New York e Chicago, potrebbe rivelarsi l’elemento determinante nella corsa tra il presidente uscente Barack Obama e lo sďŹ dante, il repubblicano Mitt Romney. Secondo sondaggisti e conoscitori dei comportamenti elettorali degli americani sarĂ decisivo per l’esito ďŹ nale della corsa alla Casa Bianca la riposta che il presidente in carica saprĂ dare a questa nuova emergenza climatica. Non è un caso, dunque, che i due sďŹ danti abbiano so-

speso i propri impegni elettorali per concentrarsi sull’uragano che si è abbattuto sugli Stati Uniti. Sono ancora in molti a ricordare che la perdita dei consensi del presidente George W. Bush junior, che sarebbe poi costata la presidenza ai repubblicani, prese il via proprio con il disastroso uragano Katryna che, nel 2005, provocò danni ingentissimi a New Orleans e nell’intera Louisiana. Obama sembra temere piĂš Sandy di Romney.

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A dispetto della rilevanza mediatica di cui ha goduto, il Festival della famiglia (nella foto), promosso dal Ministero per la cooperazione internazionale, l’integrazione e le politiche famigliari, tenuto a Riva del Garda lo scorso fine settimana, non ha avuto il successo che in tanti, dal ministro Andrea Riccardi in giĂš si aspettavano. Si è trattato, in sostanza, di un incontro per addetti ai lavori con un grande assente: quella famiglia che doveva essere, invece, la protagonista.

Il consiglio dei ministri presieduto da Monti (nella foto) dovrebbe varare nelle prossime ore il decreto che ufďŹ cializza la riduzione del numero delle province italiane che dovrebbero scendere dalle 110 attuali (alcune delle quali anche di recente istituzione) a 50. Criterio per la riduzione il numero di abitanti e la dimensione territoriale. 350mila cittadini e 2500 kmq: questi i limiti per sfuggire alla riduzione. Il decreto istituirĂ anche 14 cittĂ metropolitane.

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rescia si mobilita per le primarie. Almeno per quelle che il Pd ha indetto per scegliere il proprio candidato premier alle politiche del prossimo anno. Mentre sta aumentando il numero dei democratici o simpatizzanti che sottoscrivono l’appello per Bersani (600 i sottoscrittori al 17 ottobre scorso) va crescendo anche il numero degli amministratori che si schierano a fianco del sindaco di Firenze Matteo Renzi. Nei giorni scorsi è stato reso noto un primo elenco di 50 tra sindaci, assessori e consiglieri comunali bresciani (non tutti iscritti al Pd è stato sottolineato in sede di presentazione) che hanno scelto di sostenere la causa di Renzi ritenendolo, oggi, la migliore risposta che il Partito democratico possa dare all’antipolitica. 20 i comitati giĂ costituiti in provincia per la corsa del sindaco di Firenze alle primarie che si terranno in tutto il Paese il 25 novembre e il 2 dicembre prossimo. A dare voce agli amministratori bresciani pro Renzi Antonio Vivenzi, sindaco di Paderno Franciacorta, Oscar Panigada, primo cittadino di Pisogne, Giancarlo

Maculotti, sindaco di Cerveno e Nicola Fiorin, vicesindaco di Bovezzo. “Quelli sorti nel Bresciano – hanno affermato – sono comitati spontanei che hanno accettato non senza critiche regole per la celebrazione delle primarie che sembrano fare di tutto per allontanare i cittadini da questo momento di importante partecipazione democratica. “Quella operata da Renzi – ha affermato Alfredo Bazoli, consigliere Pd in Palazzo Loggia – è una proposta coraggiosa e, probabilmente, la migliore che oggi il partito possa dare al clima complessivo di sfiducia che c’è nel Paeseâ€?. Una iniziativa che il consigliere comunale ha definito anche “un po’ garibaldinaâ€? e proprio per questo destinata ad arrivare laddove la politica tradizionale rischia

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di fallire. Una proposta che ha messo insieme tanti amministratori bresciani per aiutare un candidato che pare accreditato di ampie possibilità di successo alle politiche ma che rischia seriamente di non passare il primo sbarramento delle primarie. A sostegno di Matteo Renzi, nelle prossime settimane, verrà realizzata nelle prossime settimane una nuova iniziativa provinciale. A pieno regime stanno lavorando anche i comitati a sostegno di Bersani e della candidatura Laura Puppato. Ancora poco si conosce, invece, sul movimento verso le primarie nel Pdl. La stampa nazionale ha anticipato la possibile candidatura di Mariastella Gelmini, già ministro all’Istruzione nell’ultimo governo Berlusconi. La creazione di comitati e la raccolta di adesioni per le primarie nazionali sta per ora facendo passare in secondo piano il tema delle primarie per le elezioni amministrative che si terranno nella primavera del 2013. Molti ancora i nodi da sciogliere e tanti i passi da compiere per accorciare le distanze che separano nel Pd quelli che chiedono le primarie anche per la Loggia e chi, invece, le considerano inutili.

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CONCORSO A CATTEDRE ZZZ EV XQLFDWW LW ZZZ ODVFXROD LW

Un corso di 30 ore per superare la prova scritta e orale

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Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha deliberato nei giorni scorsi un nuovo finanziamento per la metropolitana leggera di Brescia pari a 22,7 milioni di euro. Si tratta della seconda parte del finanziamento di circa 80 milioni richiesto a inizio anno dall’amministrazione Comunale e che grazie all’interessamento diretto del ministro Passera si era già concretizzato lo scorso 23 marzo con l’assegnazione di

Nell’ambito della ricorrenza del 60° anniversario di costituzione della Federazione nazionale pensionati della Cisl (Fnp– Cisl), la Segreteria della Fnp- Cisl Lombardia ha promosso sul territorio regionale tre appuntamenti di riflessione. Uno di questi si terrĂ a Brescia giovedĂŹ 8 novembre. Si tratta di una riflessione a piĂš voci sul radicamento del sindacato pensionati nel territorio e sulla sua azione di rappresentanza nei rapporti con le pubbliche

41,6 milioni di euro. Con questi 64,3 milioni di euro il contributo statale complessivo sale a 355 milioni di euro. Le somme stanziate saranno utilizzate per ridurre l’indebitamento dato che la copertura finanziaria necessaria a garantire il completamento dell’infrastruttura era giĂ stata ottenuta attraverso la stipula di mutui da parte di Brescia Infrastrutture. Per chiudere i conti mancano, però, ancora 16 milioni di euro.

amministrazioni che hanno prodotto l’esperienza della contrattazione sociale a tutela di pensionati. Parteciperanno Margherita Peroni, consigliere Pdl Regione Lombardia, Ugo Duci, segretario Usr Cisl Lombardia, Giacomo Massa, sindaco di Gottolengo, Pier Attilio Superti segretario generale Anci Lombardia, Carlo Borghetti, consigliere Pd Regione Lombardia. L’incontro si terrà al Centro pastorale Paolo VI di Brescia, a partire dalle 9.30.

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Qualunque cosa fai, ti tirano le pietre Due fatti. Due casi. Due bufale. La prima riguarda la ministra Elsa Fornero messa sulla graticola per aver accusato i giovani di essere schizzinosi (anzi choosy, con il solito vezzo di usare vocaboli inglesi anche quando non sono necessari: di questo comunque non ha l’esclusiva) davanti alle offerte di lavoro. In effetti la Fornero quando parla ha sempre l’aria della maestrina con la matita rossa in mano per correggere i ‘compiti’ a tutti. Inoltre ha una concezione del lavoro contigua a quella del liberismo selvaggio. Ma nel caso in questione i critici hanno fatto violenza sul suo pensiero perchĂŠ ascoltando non la singola frase ma l’argomentazione che l’accompagna, ci si può rendere conto che ha fatto delle osservazioni quasi banali. Ha ricordato la crisi e la difďŹ coltĂ di trovare il posto di lavoro soprattutto per i giovani; poi ha sottolineato che non sempre le proposte che il mercato offre sono in linea con la preparazione e le aspettative dei giovani; perciò ha invitato i giovani a non lasciarsi condizionare da prospettive non realistiche e a immaginare un cammino graduale verso il meglio.

Dentro questo contesto ha messo un inciso che era piĂš un auspicio che un giudizio. Secondo fatto. A L’ Aquila i membri della commissione Grandi rischi sono stati condannati a sei anni di reclusione dal giudice unico Marco Billi, a causa del terremoto. Sono stati ritenuti colpevoli perchĂŠ hanno dato “informazioni inesatte, incomplete e contraddittorieâ€? sulla pericolositĂ delle scosse registrate nei sei mesi precedenti al 6 aprile 2009. La difesa ha puntato

sulla impossibilitĂ di prevedere i terremoti, posizione sostenuta da ricercatori internazionali. La sentenza ha scatenato polemiche violente. Il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini ha deďŹ nito assurda la sentenza e si è fatto assertore di un’azione decisa perchĂŠ il governo respinga le dimissioni dei componenti della commissione, aggiungendo che “hanno ragione quelli che dicono che l’unico precedente a questa sentenza è quello di Galileoâ€?. Certamente Galileo si è rivoltato

nella tomba. PerchĂŠ la condanna non è frutto di un pregiudizio ideologico e antiscientiďŹ co, ma di una irresponsabilitĂ â€˜politica’ di cui i condannati si sono fatti carico. Cosa è avvenuto in quei frangenti? La commissione aveva giustamente rilevato la gravitĂ della situazione ed era a conoscenza dei rischi che la popolazione correva e voleva che tutti ne fossero informati. Invece hanno taciuto perchĂŠ cosĂŹ ha voluto il mitico Bertolaso, allora responsabile della Protezione

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(bella protezione) civile e sottosegretario dell’ultimo (per ora) governo Berlusconi. Bertolaso, ora indagato per varie accuse, era uno di quelli che predicavano l’Italia come il Paese di Bengodi dove tutto, sotto l’ala del Capo, funzionava alla perfezione e quindi non avevano paura dei terremoti. Quello degli esperti non fu un errore ‘scientiďŹ co’, bensĂŹ morale. Il terremoto sarebbe arrivato comunque ma, se fosse scattato l’allarme i morti e i danni potevano essere inferiori a quelli reali. Per inciso, Bertolaso era uno degli eroi del ‘popppolo’! Questi episodi dimostrano che il popolo vero dovrebbe rendersi conto che la veritĂ non è in vendita nè alle edicole, nĂŠ sui teleschermi, nĂŠ in rete. Che non basta una parola a condannare una persona. Che gli errori degli uomini non sono quelli della scienza. Che non abbiamo mai avuto tante notizie a disposizione e cosĂŹ poche informazioni. Che non sono mai girate cosĂŹ tante balle nell’etere: tante che, se si riunissero tutte insieme, la terra avrebbe un altro satellite piĂš grande della luna. Che molti amano intorbidare le acque per turlupinare gli sprovveduti.


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Sono iniziati, a Ronco di Gussago, i lavori di restauro della parrocchiale di San Zenone, danneggiata dalle scosse di terremoto del giugno scorso. Il restauro della neoclassica chiesa settecentesca – affidato all’architetto Stefano Molgora e all’ingegnere Stefano Bergomi – comprenderà opere di consolidamento statico e di miglioramento sismico, lavori per il risanamento causa infiltrazioni e umidità , opere idrauliche e il consolidamento del campanile e

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comporterĂ una spesa di 320mila euro. A prendersi parziale carico di tale cifra la Cei, la Sovrintendenza alle belle arti, la Provincia, la Fondazione comunitĂ bresciana e la Fondazione italiana tabaccai. L’opera di restauro dovrebbe durare circa sei mesi e partirĂ con la messa in sicurezza del tetto. Le strutture lignee della copertura necessitano di un tempestivo intervento. Diversi fenomeni naturali sono la causa dell’indebolimento della chiesa ed è curioso che San Zenone

sia ricordato per aver salvato la cattedrale da lui costruita e a lui intestata a Verona. La parrocchia sta cercando ulteriori contributi per poter raggiungere finalmente la quota prefissata per il restauro. Si può, cosĂŹ, acquistare un metro quadro di tetto a 400 euro e un metro quadro di edificio a 900 euro. Per contribuire al restauro e all’abbassamento del prezzo si è anche pensato di coinvolgere gli studenti delle scuole d’arte. (Federico Bernardelli Curuz)

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utto quanto ormai viene pensato e proposto in centro storico è, o dovrebbe essere, in sintonia fra le nove parrocchie, essendo ormai costituita sulla carta ed effettiva da qualche anno l’unitĂ pastorale. Dal 2006 il parroco di San Nazaro è mons. Gabriele Filippini che in questi mesi ha seguito da vicino il restauro della chiesa parrocchiale. L’inaugurazione di domenica 28 ottobre è stata l’occasione per tracciare un bilancio dell’esperienza pastorale. Mons. Filippini, come si stanno preparando le comunitĂ del centro storico al Sinodo sulle unitĂ pastorali e, piĂš in generale, riescono a pensare e a elaborare un progetto comune nella quotidianitĂ ? Abbiamo deciso tutto insieme, c’è stata la preparazione durante l’estate e il nostro cammino continuerĂ , in base agli stimoli che verranno dall’assemblea sinodale, per rinsaldare ulteriormente l’unitĂ pastorale. L’aspetto dove si lavora meglio è la pastorale giovanile, perchĂŠ i giovani con molta piĂš facilitĂ degli anziani – anche per motivi anagrafici – non hanno problemi a fare le cose insieme, non hanno difficoltĂ a spostarsi da un ambiente all’altro e a sentire tutto il centro storico come il loro ambito di vita. Anche

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chesi degli adulti, si fa un po’ piĂš fatica. Ci sono tante forme di catechesi che vanno maggiormente pensate, pesate e condotte insieme: la catechesi battesimale, i corsi di preparazione dei fidanzati e, soprattutto, seguire i cosiddetti lontaniâ€?. Qual è l’identikit della comunitĂ dei Santi Nazaro e Celso? La parrocchia ha certamente un nucleo storico ben radicato, anche se tendenzialmente composto da famiglie anziane. C’è una parte consistente di stranieri per i quali si sta percorrendo la via dell’integrazione, applicando anche quanto ha scritto

il vescovo nella sua lettera “Stranieri, ospiti, concittadiniâ€?. Il primo passo è quello di avere molta umanitĂ con la prospettiva dell’evangelizzazione senza apparire ingordi di proselitismo. Poi c’è tutta una fascia di persone che, pur stimando la Chiesa e partecipando a iniziative di tipo culturali, sono ormai non praticanti dentro al contesto italiano della secolarizzazione. Queste persone sono, però, disponibili e facilmente raggiungibili attraverso la via culturale per la quale stiamo lavorando con alcune iniziative, tra le quali l’ormai nota Notte nel sacro.

´, PLOOH YROWL GL /RXUGHVÂľ Da semplice autore di commedie dialettali di successo a impegnato scrittore del libro “I mille volti di Lourdesâ€? edito dalla Casa Editrice San Giusto Trieste e presentato sabato nella Libreria Serra Tarantola in cittĂ . Ăˆ cosĂŹ che il coccagliese Enrico Donghi (nella foto) ha messo nero su bianco le esperienze maturale nei suoi sei particolari viaggi a Lourdes: un libro dal linguaggio scorrevole, ma al tempo stesso carico di phatos e struttu-

rato in tre sezioni dedicate all’avventura-scoperta, al dolore fisico e alla sofferenza morale. “Con quest’opera – ha specificato Donghi – mi auguro di lasciar traccia anche in chi dal volontariato è lontano: ci sono mille modi per farlo, ma ciò che conta è condividere quel che si può perchĂŠ solo cosĂŹ, anche di ritorno da Lourdes, non ci rattristeremo: lo porteremo a casa affinchĂŠ l’esperienza continuiâ€?. L’opera è dedicata a due bambini coc-

cagliesi – Tommaso Lorini di tre anni e sottoposto a trapianto di midollo e Giulia Mazzotti prematuramente scomparsa lo scorso 28 giugno – e sarĂ presentata anche nell’ambito della Settimana culturale in agenda dal 17 novembre a Coccaglio, orientata al sostegno dell’iniziativa “SolidarietĂ per Tommasoâ€? avviata dai genitori del piccolo colpito da leucemia. L’appuntamento è per il 22 novembre alle 21 nell’auditorium in Castello.

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”‘˜‹Â?…‹ƒ †‹ ”‡•…‹ƒ ƒ ‰—‹†ƒ •‹…—”ƒ …‘Â?‡ ƒÂ?–‹†‘–‘ ’‡” ‰Ž‹ ‹Â?…‹†‡Â?–‹ La comunitĂ europea ha rilanciato per il 2020 l’obiettivo di dimezzare le vittime degli incidenti stradali. I progressi ottenuti dalla Provincia dal 2001 al 2010 nel campo della sicurezza stradale costituiscono una positiva base di partenza per intensificare l’impegno. “Il nostro importante successo di ridurre il numero delle vittime di circa il 50% equivale – spiega l’Assessorato ai Lavori pubblici della provincia – a oltre 380 vite umane risparmiate sulle strade

della nostra provincia nell’ultimo decennio. Il recente incremento di vittime registrato nel 2011 rispetto al trend precedente ci obbliga a intensificare considerevolmente gli sforzi per conseguire l’obiettivo europeo di dimezzare nuovamente la mortalitĂ stradale entro il 2020. La “guida sicuraâ€? risponde all’obiettivo di fornire a dei giovani conducenti competenze utili nelle situazioni di difficoltĂ , onde scongiurare incidenti fatali dovuti, per esempio, a particolari condizioni climatiche.

I sinistri si verificano in condizioni ordinarie: spesso lungo itinerari noti al conducente. Ăˆ fondamentale che, oltre alla buona preparazione tecnica, sia curata dalla famiglia e dalle istituzioni scolastiche anche un’educazione verso una vera e propria cultura della sicurezza. “Se analizziamo i dati della mortalitĂ per incidente stradale nell’ultimo decennio, ci conforta – continua la nota dell’Assessorato – la tendenziale riduzione del valore percentuale riferito alle vittime di

etĂ inferiore ai 30 anni rispetto alla restante popolazione bresciana: nella provincia siamo passati da una situazione (nel 2002) in cui il 45% dei morti era costituito da giovani al dato del 25% registrato nel 2011. La Concessionaria Nanni Nember si è fatta promotrice della seconda edizione del progetto “Premiare l’Eccellenzaâ€?, che premia con un corso di guida sicura all’autodromo Franciacorta i 100 migliori studenti delle classi V delle scuole superiori bresciane.

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uando si parla di movida (un’altra di quelle parole entrate a forza nel nostro ricco vocabolario) si corre il rischio di essere fraintesi. La movida, per come la intendono gli spagnoli, è la capacitĂ di divertirsi, di fare le ore piccole. La movida, però, non presuppone e non incentiva forme di maleducazione o di mancanza di rispetto del bene pubblico. A Brescia, difficile capire per quale motivo, il fare festa in certi casi include anche degli atteggiamenti non sempre pacifici, forse troppo spesso tollerati da chi deve anche saper prendere delle decisioni. E cosĂŹ anche in redazione sono arrivate in queste settimane molteplici segnalazioni relative al chiasso, al frastuono e – in alcuni casi – alla maleducazione della zona del Carmine. Ma lo stesso in passato era giĂ successo in piazzale Arnaldo o in via Tosio, sempre provenendo da Piazzale Arnaldo, dove per farsi largo con la macchina bisogna avere una buona dose di pazienza visto che – calice alla mano – qualcuno occupa beatamente la strada. Oggi al centro del dibattito, anche politico con l’opposizione che chiede

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be diritto a un sano riposo. Forse il punto è proprio questo: è ancora possibile che anche il divertimento possa essere sano o deve, a tutti i costi, essere gridato e schiamazzato? Non si deve, però, fare l’errore di dare giudizi affrettati e sommari, ma si può chiedere all’amministrazione di rispondere alle domande e alle sollecitazioni dei cittadini. Nello stesso quartiere c’è anche chi, come la parrocchia di San Giovanni, fa cultura e aggregazione senza urla e grida, offrendo la possibilitĂ di divertirsi ma anche di crescere. Ma di queste realtĂ , chissĂ per quale motivo, se ne parla sempre meno. La loro attività è incisiva ma non fa notizia. La loro attivitĂ , se promossa con convinzione anche dalle istituzioni competenti, potrebbe essere anche una valido deterrente contro le forme di maleducazione.

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/¡DUPLVWL]LR OH WDSSH GL XQD YLWWRULD Nella notte fra il 23 e il 24 ottobre del 1917 ingenti forze austro-ungariche e tedesche sferrarono contro le nostre linee alla frontiera orientale un poderoso attacco preceduto da tiri massicci di artiglieria e largo impiego di gas asfissianti. Le fanterie nemiche giĂ nella mattina successiva investirono fra Plezzo e Tolmino le posizioni tenute dalla 2ÂŞ Armata travolgendole e con una manovra ardita e rivoluzionaria avanzarono rapidamente nel fondo valle raggiungendo la localitĂ di Caporetto. Cominciò cosĂŹ per le nostre UnitĂ una rovinosa ritirata, gran parte del Friuli e del Veneto caddero in mano ai nemici che il 28 ottobre occuparono Udine, sede del Comando supremo italiano. Tutto pareva perduto ma il nostro esercito mirabilmente guidato dal nuovo Capo di Stato Maggiore generale Armando Diaz riuscĂŹ ad attestarsi sulla linea di difesa AltipianiGrappa-Piave. E proprio sul fiume Piave, “fiume sacro alla Patriaâ€?, si svolse una grande battaglia che attraverso alterne fasi culminò con la nostra controffensiva, obbligando il nemico a ritirarsi, e creò le premesse per le conclusioni della battaglia di Vittorio Veneto che portò le nostre Armi alla vittoria. E fu il 4 novembre del 1918 che venne firmato l’armistizio con gli austriaci e la sanguinosa guerra che costò all’Italia 600mila morti ebbe termine. Brescia ricorderĂ questo giorno

(diventato Giorno dell’unità nazionale e Giornata delle Forze Armate e) con un’austera cerimonia che avrà luogo domenica 4 novembre alle 10.30 in Piazza della Loggia e alla quale parteciperanno, oltre a una vasta rappresentanza di Associazioni d’arma e combattentistiche, tutte le piÚ alte autorità cittadine. Il 2 novembre, invece, alle 10.30 al Cimitero Vantiniano avrà luogo una cerimonia commemorativa per i Caduti di tutte le guerre. (Franco Panzerini)

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‘Â?…ƒ†‡ŽŽ‡ Â?ƒ Â?—‘˜ƒ •‡†‡ •—Ž –‡””‹–‘”‹‘ ’‡” ÂŽÇŻ •Ž Il trasferimento dalla vecchia palazzina di via Togliatti avvenuto in estate aveva garantito la continuitĂ dei servizi. Alla nuova struttura che ospita l’Asl di Roncadelle mancava solo l’ufďŹ cialitĂ del taglio del nastro, che è avvenuto sabato 27 alla presenza del sindaco Michele Orlando e del direttore generale dell’Asl di Brescia Carmelo Scarcella. Il nuovo ediďŹ cio sorge in via Fermi nell’area di oltre 30mila mq, che ďŹ no a qualche anno fa ospitava l’Ikea. A completare

l’insieme sono un’altra palazzina, la Casa delle Associazioni che da qualche tempo ospita giĂ alcuni gruppi, e le aree logistiche costituite da parcheggi, zone di manovra, marciapiedi e piste ciclabili. Per il resto del terreno, le intenzioni dell’Amministrazione comunale, vanno nella direzione di una riqualiďŹ cazione a parco pubblico. I lavori per la realizzazione delle strutture sono stati coperti dalla societĂ Mella Duemila, l’impresa che sta realizzando il comparto

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ffronto con timore e con onore un incarico entusiasmante. Ci sono le condizioni per fare bene perchĂŠ le difficoltĂ di oggi diventino le opportunitĂ di domani. Il nostro compito è quello di preparare i giovani, di renderli liberi e creativi, perchĂŠ possano essere gli attori principali del film che vivrannoâ€?. Il nuovo rettore dell’Istituto Cesare Arici, Giuseppe Bernardi, ha le idee chiare. Veneto di Rovigo, nella quotidianitĂ si occupa prevalentemente di finanza straordinaria delle imprese. Conosce, però, da vicino la realtĂ dell’Istituto vescovile paritario di via Trieste grazie alla partecipazione da alcuni anni nel Collegio dei revisori della medesima scuola. A questo si aggiunge che ha avuto modo di avvicinarsi da genitore, i due figli sono stati ariciani, alle dinamiche scolastiche. Fra gli altri incarichi, è anche consigliere-tesoriere dell’Accademia cattolica di Brescia. Ăˆ innegabile registrare che oggi la scuola cattolica e piĂš in generale il mondo della scuola vivono un momento delicato. “Abbiamo il mandato – spiega Bernardi – di rendere sostenibile la nostra attivitĂ , una sostenibilitĂ valoriale ma anche economica. La vera sfida è quella dell’educazione, una sfida sostenuta dalla speranzaâ€?. A proposito di speranza, il 20 febbraio ci sarĂ un convegno su questo tema alla presenza del Vescovo. Sullo sfon-

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insieme per studiare delle soluzioni, perchĂŠ dobbiamo saper dare un senso alle fatiche dei nostri ragazzi e dei professoriâ€?. Quando parliamo dell’Istituto Cesare Arici, oltre a fare riferimento a un’eccellenza maturata nel corso della storia bresciana, consideriamo un’offerta formativa che abbraccia un ampio spettro (dall’infanzia alla primaria, dalla secondaria di primo grado al liceo) coinvolgendo complessivamente 524 studenti, 56 docenti e 12 persone ausiliarie. Le scuole paritarie producono ricavi prevalentemente dalle rette, poi ci sono le offerte straordinarie. Con i ricavi di 524 alunni (56 all’infanzia, 192 alla primaria, 143 alla secondaria di primo grado e 133 al liceo classico) la scuola deve pagare il personale e le utenze, le manutenzioni‌ “La scuola, dal punto di vista economico, si trova in una situazione di equilibrio instabile che dipende di anno in anno dalla variazione dei ricavi. Si sta cercando di diminuire subito i costi, mantenendo i posti di lavoriâ€?. La soliditĂ patrimoniale non è però in discussione forte di un patrimonio che, però, non produce reddito, basti pensare solo agli spazi offerti gratuitamente all’UniversitĂ cattolica. Nel medio periodo, quindi, si possono sintetizzare cosĂŹ le linee guida del nuovo Consiglio di amministrazione: “La razionalizzazione dei costi e la ricerca di condizioni di equilibrio economicoâ€?.

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del quale fa parte anche la nuova sede Ikea. “Con la realizzazione di quest’opera – ha spiegato Orlando – abbiamo aggiunto un nuovo tassello nella riorganizzazione degli ediďŹ ci pubblici. Consegnamo un’opera moderna ed efďŹ ciente, dotata di confort e di soluzioni estetiche ed energetiche innovative, studiate per produrre bassi consumi e un notevole risparmio nella gestione ordinariaâ€?. Nella nuova sede saranno operativi sei medici e 10 tecnici della prevenzione e saranno

garantite diverse tipologie di prestazioni, proďŹ lassi delle malattie infettive, interventi correlati all’igiene pubblica, attivitĂ medicolegali, prelievi e certiďŹ cazioni. “Questo nuovo ediďŹ cio – ha precisato Scarcella – rappresenta l’impegno dell’Asl a mantenere sul territorio servizi essenziali. Roncadelle rappresenta un presidio di rilevanza strategica dove si promuovono prestazioni sanitarie che raggiungono un bacino di utenza di circa 200mila unitĂ â€?. (v.b.)

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1893-2013 VOCE COMPIE 120 ANNI

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Domenica 4 novembre 2012 L’anno prossimo Voce festeggerà i 120 anni di vita. In occasione della giornata diocesana dedicata al settimanale, aiutaci a farlo conoscere segnalandoci l’indirizzo di persone che potrebbero essere interessate a leggerlo: glielo invieremo per due mesi gratuitamente. Puoi farlo compilando e inviandoci il coupon qui riprodotto...

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ƒ‹”ƒÂ?‘ Â?…Š‡ “—‹ ‹ …ƒ••‘Â?‡––‹ ƒ …ƒŽ‘––ƒ ‡Ž‡––”‘Â?‹…ƒ Mairano ha cambiato il sistema di raccolta differenziata e i primi risultati non si sono fatti attendere. In sostanza la novitĂ consiste nell’introduzione, su tutto il territorio, di cassonetti a calotta elettronica che, pare, dai primi risultati rilevati, siano stati apprezzati dai cittadini. A dimostrarlo sono i dati del mese di settembre: il riďŹ uto differenziato è aumentato del 12%. Soddisfatto il primo cittadino Vincenzo Lanzoni. “Se si considera –

afferma il sindaco – che la media della percentuale di raccolta differenziata a Mairano nei primi otto mesi del 2012 era stabilizzata attorno al 40/42% (secondo i dati Cogeme) appare sorprendente il dato di settembre. Il primo mese di sperimentazione delle calotte ha fatto sďŹ orare il 54%. Abbiamo scelto questo nuovo sistema convinti dei risultati che avrebbe portato – prosegue il sindaco Lanzoni – e grazie al grande impegno della gente,

nonchĂŠ al lavoro di monitoraggio del corpo alpini e della Protezione civile abbiamo raggiunto un dato, secondo noi molto positivoâ€?. L’amministrazione è convinta che la strada intrapresa sia giusta. “Molti cittadini ci stanno sostenendo con comportamenti virtuosi che ci fanno sperare in un ulteriore miglioramento del dato appena diffusoâ€?. Effettivamente i dati che ha trasmesso Cogeme in questi giorni sono molto confortanti e fanno fare a questo Comune un

balzo in avanti nella graduatoria dei paesi della provincia di Brescia in termini di raccolta differenziata. “Un fenomeno che ha sorpreso molti in paese – conclude il sindaco – è la particolare attenzione e lo scrupoloso zelo che molti ragazzini e anziani hanno messo nel nuovo sistema di raccolta con tessera elettronica. Questo ci fa riettere sulla capacitĂ di modiďŹ care in meglio i comportamenti, grazie alla formazione ecologica che si promuove nelle scuoleâ€?. (mtm)

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uando si avvicina la fine di ottobre, da qualche anno a questa parte, non è piĂš uno spettacolo insolito vedere le vetrina dei negozi riempirsi di zucche, ragnatele e mostri assortiti. Nei centri commerciali i ragazzi fanno a gara per comprare vestiti da zombie o vampiri e locali e discoteche propongono un profluvio di feste a tema. Insomma, Halloween si avvicina. La festa di origine celtica molto diffusa nel mondo anglosassone e importata in Italia, ca va sans dire, dall’America ha nel tempo preso piede nel calendario e, in parte, anche nelle abitudini nostrane, tanto che capita quella sera di veder girare per i paesi o i quartieri gruppi di bambini per l’ormai famoso “dolcetto o scherzetto?â€?. Questa ricorrenza tuttavia ha suscitato non poche perplessitĂ e continua a farlo. Molti i motivi: dalle considerazioni puramente commerciali (tutto sommato le piĂš innocue) fino alla coincidenza con le festivitĂ dei Santi e dei fedeli defunti, delle quali si corre il rischio di smarrire il significato, il rapporto piĂš autentico con l’AldilĂ proposto dalla fede cristiana, nella comunione dei Santi e nel rapporto con i propri cari defunti. Non ultime infine, le venature inquietanti ed esoteriche

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cato di questa solennitĂ . Quest’anno nella Bassa si segnala per esempio l’iniziativa portata avanti dall’oratorio San Giovanni Bosco di Rudiano: alle 20.30 infatti, dopo il ritrovo nell’attigua disciplina, sfilata iniziale all’interno della chiesa parrocchiale, con i bambini a impersonare, grazie a costumi che richiamano la loro iconografia tradizionale, il Santo preferito o del quale portano i nomi. In seguito, alle 21, festa vera e propria con un rinfresco a base dei consueti dolci di questo periodo (il famoso “pane dei mortiâ€?), preparati con la collaborazione delle mamme della parrocchia, e poi via con pile e biciclette per una suggestiva caccia al tesoro by night. Una vigilia animata poi da giochi, musica, canti e balli, che però non dimentica il momento piĂš importante: a mezzanotte, infatti, tutti invitati nella cappella dell’oratorio per la solenne Messa di tutti i Santi. Il modo migliore per ricordare a tutti che vivi e defunti non si incontrano solamente una sera all’anno, tra mistero e terrore, ma ogni volta che ci si riunisce in chiesa intorno all’altare, tutti compresi in un solo abbraccio che tocca cielo e terra. L’iniziativa di Rudiano, forse, non sarĂ certamente l’unica in diocesi, ma vale la pena che venga ricordata e promossa come testimonianza da riprendere in altri oratori.

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‘Â?–‹…Š‹ƒ”‹ ƒ ‘Â?†ƒœ‹‘Â?‡ ‘Â? ”ƒœ‹‘Ž‹ ‹Â?˜‡•–‡ •—‰Ž‹ —Â?‹˜‡”•‹–ƒ”‹ Buone notizie in arrivo per i migliori studenti residenti a Montichiari: la Fondazione Don Grazioli, infatti, ha indetto un bando per 20 borse di studio destinate ad universitari. Per partecipare i concorrenti dovranno dimostrare di essere iscritti a un corso di laurea in un’universitĂ italiana, non aver superato il 26° anno di etĂ alla data di scadenza del bando e avere riportato la votazione di maturitĂ di 100/100 (se iscritti al primo anno di universitĂ ), oppure aver una media

di almeno 26/30 (e aver superato esami per un totale di almeno 20 crediti formativi) se iscritti ad anni successivi al primo. Sarà cosÏ stilata una prima graduatoria dei probabili vincitori dei quali saranno valutati tutti gli esami sostenuti tra il 1° novembre 2011 e il 31 ottobre 2012 applicando una media ponderata sui voti riportati. Le domande di ammissione al concorso (il cui bando può essere scaricato anche dal sito internet del Comune www. montichiari.it) redatte in carta

semplice, dovranno essere inviate entro il 10 novembre alla sede della Fondazione (C/o studio Nassini e associati, via Brozzoni, 9 – 25125 Brescia) corredate da un breve curriculum vitae e studiorum, dall’elenco degli esami sostenuti nel periodo suddetto e da un documento comprovante l’iscrizione al corso di laurea. La Commissione provvederà a designare i vincitori ed eventualmente ad aumentare il numero delle borse di studio nel caso di studenti idonei

particolarmente meritevoli. La borsa ha la durata di 12 mesi e i vincitori avranno l’obbligo di comunicare l’eventuale interruzione degli studi. La Fondazione Grazioli, presieduta dal dottor Renzo Piva, da decenni aiuta cosĂŹ gli studenti monteclarensi fornendo un sostegno ďŹ nanziario oltre che uno stimolo alla prosecuzione degli studi nel solco della solidarietĂ e nel ricordo di don Bartolomeo Grazioli, arciprete di Revere, giustiziato nel 1853 e tra i martiri di BelďŹ ore. (f.m.)

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’attivismo e la generositĂ sono spesso un’arma importante soprattutto in tempi di difficoltĂ economiche: da questo punto di vista il Comitato genitori della scuola secondaria di primo grado Alberti di Montichiari costituisce un esempio da portare a modello. Anche quest’anno esso ha dato vita, nei locali del plesso durante il periodo estivo, alla Bancarella del libro usato: prima si è proceduto alla raccolta dei libri usati e successivamente alla vendita degli stessi. “Siamo rimasti positivamente colpiti dall’afflusso di persone che si è presentato – affermano Lorenza Molinari e Sandra Bertini, responsabili del Comitato genitori – segno che evidentemente momenti come questi sono essenziali. Ăˆ bene precisare che la selezione dei libri è stata accurata visto che abbiamo accettato solo testi in buone condizioni e possibilmente privi di scritte a penna, questo per non deturpare gli stessi e renderli, diciamo

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cosĂŹ, accettabili. Noi invitiamo sempre, inoltre, a cancellare le eventuali scritte a matita e, soprattutto, a ricordarsi di segnare, sempre in matita, il nome del proprietario su ogni libroâ€?. I volumi rimasti invenduti e non piĂš in uso sono stati donati al Ctp (Centro territoriale per l’educazione permanente in etĂ adulta) di Calcinato che li destinerĂ ai partecipanti dei corsi serali di scuola media. Il Comitato genitori era costituito, oltre che dalle due referenti, da Giovanna Bressanelli, Cristina Pedretti, Cristina Zola, Benedetta Leoci, Marilena Gaudio, Viviana Faverzani, Daniela Danieli, Riccardo Buccelleni, Angelo Buccelleni, Matteo Buccelleni e Chiara Buccelleni. “Non c’è dubbio – sono ancora parole di Molinari e Bertini – che l’esperienza della Bancarella del libro usato sarĂ riproposta anche nel 2013 visto il successo: a tal proposito invitiamo genitori generosi ad unirsi a noi come volontari per incrementare l’attivitĂ e soddisfare ancora meglio le esigenze delle famiglieâ€?. Per prendere contatto, Lorenza Molinari (333/4960028) o Sandra Bertini (339/7303264).

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altri medici-clown intrattengono i piccoli degenti dalle ore 15 alle 17 di ogni domenica pomeriggio, quando l’attivitĂ sanitaria è ridotta, con giochi di prestigio, magie, palloncini colorati, bolle di sapone e con la lettura di libri illustrati, ďŹ abe e ďŹ lastrocche. L’associazione Dutur Kaos, presieduta da Massimo Manfrini (dr. Valvola), ha sede a Montichiari ed opera dal 2002 grazie a 88 associati che, in modo del tutto gratuito, hanno deciso di dedicare

parte del loro tempo libero ai bambini ricoverati nei reparti di Pediatria degli Ospedali locali con l’obiettivo di alleviare situazioni di difďŹ coltĂ tramite la comicitĂ ed il riso. I volontari seguono un corso di formazione iniziale della durata di 12 lezioni – che prevede incontri con psicologi, psicoterapeuti, infermieri, mimi, maghi e giocolieri – fondamentale per acquisire le corrette modalitĂ di approccio ai reparti ospedalieri e ai bambini e per afďŹ nare gli aspetti del gioco

che prediligono e che intendono impiegare nella loro attivitĂ di volontario. Oltre al corso iniziale ogni associato partecipa inoltre, una volta al mese, ad una serata di formazione sulle tecniche di gioco e di intrattenimento. L’attivitĂ dei medici-clown di Dutur Kaos si afďŹ anca all’attivitĂ dei volontari Abio (Associazione bambino in ospedale) che da tempo opera a favore dei piccoli ricoverati presso la Pediatria di Manerbio.

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a 10 anni su e giĂš per i tasti bianchi e neri del pianoforte. A San Paolo si rinnova e arriva al traguardo del decennio il festival pianistico “Don Emilio Verzelettiâ€?, pezzo forte della stagione artistica curata dal centro culturale intitolato al sacerdote bresciano. Quattro appuntamenti di musica di alto livello, tra il 3 e l’11 novembre, nella cornice dell’auditorium Tregambi di San Paolo, nel solco di una tradizione che accomuna eccellenza e innovazione. Il festival, infatti, era nato originariamente per dare un degno palcoscenico a giovani pianisti e musicisti bresciani emergenti, arricchendosi poi nel corso del tempo anche della partecipazione di grandi nomi, tra cui spicca il direttore artistico del Festival, Gerardo Chimini, pianista di fama internazionale e docente del Conservatorio “Luca Marenzioâ€? di Brescia. Oltre a lui sul palco si sono succeduti anche artisti come Roberto Bulla e Francesco Gussago, Francesca Tirale e Daniel Espen, ai quali bisogna aggiungere Pasquale Belmonte, Anca Vasile e Roberto Ranieri, senza contare Stefano Ghisleri, Ivan Ronda e Dario Mombelli. Anche quest’anno secondo la rassegna si terrĂ su quattro serate,

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respiro saranno le serate del 10 e 11 novembre. Sabato sarĂ infatti la volta del concerto lirico con la partecipazione del coro “Serenoâ€? di Brescia, una serata che alla musica unisce anche l’aspetto conviviale, dato che dopo l’esibizione ci sarĂ spazio per una cena offerta dal circolo stesso, un modo per sottolineare la dimensione di amicizia che da sempre caratterizza questa manifestazione. Domenica, invece, grande conclusione del festival con il concerto per pianoforte e orchestra: l’esibizione del maestro Gerardo Chimini e dell’orchestra da camera del conservatorio di Darfo saranno il fiore all’occhiello di questa edizione. “Si tratta di una sorta di regalo che ci facciamo per il decennale – commenta in proposito il presidente del Circolo Angelo Martani – una serata speciale nella quale vogliamo festeggiare questo traguardo. Il festival, come sottolineato in seguito dallo stesso presidente, mette insieme l’obiettivo di fare musica di qualitĂ con quello di richiamare il maggior numero possibile di persone. “Per noi queste caratteristiche sono fondamentali – ha poi aggiunto al riguardo – e vogliamo che rimangano tali anche in futuro, anche se l’impegno nell’organizzazione non è indifferenteâ€?.

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società partecipate, finalizzata ad un’ulteriore riduzione degli sprechi ed all’ottimizzazione delle risorse, che devono essere ridistribuite tra i vari capitoli del bilancio, tenendo conto delle vere priorità della Valcamonica. Il Carroccio ha inoltre chiesto il coinvolgimento di tutte le altre realtà dell’arco alpino con problematiche simili a quella della vallata dell’Oglio, allo scopo di cercare un’ampia convergenza affinchÊ gli utili derivanti dallo sfruttamento delle

risorse idroelettriche rimangano sul territorio dove vengono prodotti; che venga messo in atto un ulteriore giro di vite sui costi della politica sia negli enti comprensoriali che nelle società partecipate; la valorizzazione dell’università di Edolo (laurea in Tutela dell’ambiente e territorio montano); l’attivazione di una struttura che si occupi della riscossione dei tributi a livello locale in sostituzione di Equitalia; maggior impegno affinchÊ vengano sviluppate le infrastrutture

di telecomunicazione a banda larga; impegno concreto a sostegno del sociale, valorizzando il ruolo e le funzioni dell’Azienda territoriale per i servizi alla Persona; massimo impegno per la difesa dei presidi ospedalieri e dell’autonomia dell’Asl di Valcamonica-Sebino; tutela del lavoro e dell’occupazione attraverso misure incentivanti per le piccole e medie imprese ed agevolazioni per l’accesso al credito; sviluppo imprenditoria giovanile (Incubatore di Cividate). (e.g.)

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l matrimonio fra Ponte di Legno e TemĂš è saltato, almeno per il momento. Gli elettori del Comune piĂš piccolo, quello di TemĂš, chiamati domenica 28 ottobre assieme ai dalignesi per esprimere il proprio parere, si sono pronunciati in senso contrario alla fusione fra i due Comuni dell’Alta Valcamonica. Alla fine fra le ragioni del sĂŹ e quelle del no a TemĂš hanno avuto la meglio i timori per la perdita di autonomia. Le percentuali dei votanti sono risultate superiori al 70% e ciò è un segnale di come la questione abbia molto coinvolto le due comunitĂ , apprezzando la scelta dello strumento referendario. A Ponte di Legno 642 elettori, pari al 58%, si sono espressi a favore della fusione e solo 465 (42%) sono stati i contrari. Di segno contrario l’orientamento dei cittadini del Comune di TemĂš, che in 389 cioè il 55,6%, hanno bocciato l’unione, contro 310 (44,4%) favorevoli. Va anche segnalato che il risultato ha espresso notevoli disomogeneitĂ fra le contrade e, quindi, all’interno dei Comuni delle vere e proprie spaccature. TemĂš-centro e Pontagna, infatti, hanno sonoramente bocciato (61,6%) l’idea del proprio sindaco Ro-

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ambiziosoâ€?. Per il sindaco dalignese si prepara, per altro, il passo d’addio, dato che in primavera scadrĂ il suo secondo mandato e non potrĂ ricandidarsi, come sarebbe accaduto se la compagine comunale fosse cambiata grazie all’unione con TemĂš. D’altra parte per TemĂš significava rinunciare a molto, diventando una minoranza con peso piuttosto ridotto, come il quesito referendario stesso lasciava palesemente intendere prevedendo di mantenere per il nuovo Comune la sola denominazione di ‘Ponte di Legno’. Va comunque ricordato che il referendum aveva un valore consultivo e spetterĂ alla Regione Lombardia decidere sulla questione della unificazione. Difficile, comunque, ora andar contro il volere del popolo, anche se l’esito a Villa Dalegno potrebbe, proprio in ottemperanza a quel volere, aprire un fronte ‘separatista’

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6FRSULUH LO SDHVH JUD]LH DOOD WHFQRORJLD Scoprire Breno; visitare gli angoli piĂš belli e suggestivi, conoscendo a fondo la sua storia e la cultura; poi apprenderne i segreti e le curiositĂ , i dettagli che hanno reso famosa nel tempo la cittadina della media Valle Camonica. Oggi è possibile, grazie alla “Pro locoâ€? e al Comune che hanno ideato e realizzato tre nuovi strumenti innovativi ed al passo coi tempi per informare turisti e visitatori e saziare il loro desiderio di conoscenza. Da qualche giorno sono disponibili i moderni dispositivi che permetteranno proprio a tutti, giovani ed adulti, di scoprire quanto di bello offra Breno per chi intenda visitarla. La novitĂ piĂš tecnologica è la realizzazione di “iBrenoâ€?, un “appâ€? per cellulari e “tabletâ€? di ultima generazione (“iPhoneâ€?, “iPodâ€?, “touchâ€?, “iPadâ€? e, tra qualche mese, anche “Androidâ€?), che accompagna passo passo i turisti nella visita del borgo, con pagine esplicative di presentazione di tutto il patrimonio storico, artistico e naturalistico dell’abitato ed informazioni di base sui servizi, con la possibilitĂ anche di inserire sempre nuovi dettagli e “newsâ€?. L’applicazione è scaricabile gratuitamente sullo “storeâ€? dell’Apple e accompagna i visitatori alla scoperta del centro storico e della periferia. “L’applicazione ‘iBreno’ è una guida per chiunque voglia conoscere il nostro Comune – sottolinea Emanuele Ongaro, presidente della Pro loco – anche perchĂŠ

contiene l’elenco completo di tutti i siti storici e culturali che si possono visitare. Il tutto contornato da pagine con descrizioni, recapiti telefonici e mappe. Per accompagnare i visitatori alla scoperta del Castello, il principale monumento di Breno, sono state poi realizzate delle audio-guide che consentono, a chi vuole approfondire la conoscenza completa del maniero, di usufruire di una spiegazione compiuta e dettagliata, anche senza la presenza fisica di una guida. (e.g.)

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‘……ƒ‰Ž‹‘ ’’—Â?–ƒÂ?‡Â?–‘ …‘Â? Žƒ ‡•–ƒ Â†Â‡ÂŽÂŽÇŻÂƒÂ‰Â”Â‹Â…Â‘ÂŽÂ–Â—Â”Âƒ L’appuntamento si ripete puntuale e l’associazione Tradizioni agricole di Coccaglio è ormai pronta a scendere in campo, in vista della quarta edizione della grande Festa del ringraziamento (detta anche dell’agricoltura), organizzata in collaborazione con il Comune per l’intera giornata di domenica 4 novembre. Il programma della rassegna prevede giĂ nella prima mattinata (attorno alle 9) il

ritrovo dei trattori e dei vari mezzi agricoli nel parcheggio del campo sportivo da dove, verso le 9.15, prenderĂ il via la partecipata sďŹ lata verso la centrale piazza Luca Marenzio. Alle 10.30 nella parrocchiale, si terrĂ la celebrazione di una Santa Messa, durante la quale verranno offerti e portati all’altare i frutti e prodotti della terra, mentre al termine della cerimonia, non mancherĂ come da rituale l’agognata benedizione delle

macchine agricole all’aperto. Alle 12.30 ad allietare la giĂ festosa ricorrenza, contribuirĂ anche pranzo sociale imbandito al “Bar 75â€? e al quale per aderire è però necessaria la prenotazione, telefonando ai numeri: 3482642300 – 3290555916 – 3483524956. Per tutti gli agricoltori, le famiglie, ma anche esperti del settore o semplici curiosi ed appassionati, nel centro storico del paese, resteranno inoltre

in libera visione e per tutto il giorno, le varie macchine agricole esposte. Negli spazi del vicino Centro giovanile “Il Focolareâ€? di Coccaglio, potrĂ invece essere ammirata un’interessante mostra fotograďŹ ca, interamente dedicata alle tradizioni contadine e all’attivitĂ agricola di altri tempi, mentre ad allietare lingua e palato, non mancheranno sďŹ ziose degustazioni di prodotti tipici del territorio. (a.s.)

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iovanni Battista Sarnico, alla guida della lista “Insieme per Ospitalettoâ€?, è stato rieletto sindaco. La sua proclamazione – 3633 voti contro i 2555 raccolti da Angiola Giudici di “Centro destra per Ospitalettoâ€? e i 94 di Giulio Incontro di “Ospitaletto prima di tuttoâ€? che aveva invitato i suoi elettori a votare la Giudici condividendone il programma – è avvenuta nel tardo pomeriggio di lunedĂŹ, al termine di due giorni di elezioni amministrative straordinarie, giunte dopo 10 mesi di commissariamento e a un anno abbondante dalla precedente tornata elettorale che, nel maggio scorso, aveva decretato primo cittadino lo stesso Sarnico. La causa scatenante dell’annullamento del voto è imputabile alla lista “Forza Nuovaâ€? che aveva fatto autentificare le firme dal consigliere comunale di Lumezzane Giorgio Foresti. IrregolaritĂ colta al volo dalla candidata sindaco Angiola Maria Giudici di “Centro destra per Ospitalettoâ€? sconfitta per 121 voti, che presentò ricorso al Tar di Brescia per un richiamo alle urne a fronte di un “risultato elettorale potenzialmente falsatoâ€?. “La vittoria è stata netta (con uno scarto di 1078 voti nei confronti della lista Pdl e Lega) – ha commentato il neo rieletto Sarnico –: anche se avrei preferito evitare che si ripetessero queste votazioni, la soddisfazione

‹‘˜ƒÂ?Â?‹ ƒ––‹•–ƒ ƒ”Â?‹…‘ǥ ƒŽŽƒ ‰—‹†ƒ †‡ŽŽƒ Ž‹•–ƒ Dz Â?•‹‡Â?‡ ’‡” •’‹–ƒŽ‡––‘dzǥ ° •–ƒ–‘ ”‹‡Ž‡––‘ •‹Â?†ƒ…‘ …‘Â? ͛͛͛͞ ˜‘–‹ è grande nel riveder riconfermato un voto premiante un’amministrazione che punta su una politica vera e giovane come reale bisogno manifestato dai cittadini, ai quali va il mio sincero ringraziamento per il bene e la fiducia dimostratamiâ€?. “Ha vinto la politica sana e i seri progetti – ha puntualiz-

zato Sarnico, sottolineando la buona l’affluenza degli elettori (il 67% contro il 76% delle precedenti votazioni) – nonostante la disaffezione per la politica di questo periodoâ€?. Ed ora, come vi muoverete? “La squadra c’è giĂ e daremo quanto prima gli incarichi: saremo attenti alle condizioni delle fasce e famiglie piĂš colpite dalla crisi e nel dare una risposta alle problematiche emerse in questi mesi sul territorio. Andremo gradualmente a lavorare per ridurre il peso dell’aliquota Imu, in particolare per la prima casa, con uno sforzo particolare sull’Irpef, ma reintrodurremo anche i servizi sanitari interrotti e rivolgeremo massima attenzione al tema infrastruttureâ€?.

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1981 (in “Io e dintorniâ€? per la “La Voce del Popolo edizioniâ€?) che tutti gli altri fogli, sparsi nei cassetti, è venuta al marito Riccardo, desideroso che â€?tutti potessero fruire degli scritti di Alessandra, nei quali c’era sempre una morale e un finale positivo, utile a capire meglio la vita e ad affrontarne i problemi. Dopo averne parlato con l’amministrazione comunale, che ha prontamente patrocinato l’iniziativa, e

chiesto l’aiuto ad Andrea Barretta (che ha anche firmato la pregevole presentazione, pennellando la vita di Alessandra e accompagnando il lettore alla comprensione delle opere), ci siamo messi al lavoro nella battitura degli scritti che abbiamo voluto mantenere nella loro originale e genuina scrittura�. Alessandra Ghidinelli scriveva poesie in dialetto fin da bambina, aveva letto molti poeti, con predilezione per

Canossi e Cibaldi, maturando uno stile personale che la porterĂ a riscuotere meritevoli riconoscimenti nei numerosi premi letterari a cui parteciperĂ dal 1981 al 1987. In quel periodo frequenta anche un corso di teologia per laici per, poi, insegnare religione nelle Scuole elementari di Concesio. Il titolo del libro -“Il sonno dell’ultimo tochèl di notteâ€?- prende spunto da una delle sue poesie in vernacolo. (Giuseppe Belleri)

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dicembre compirĂ 25 anni: parliamo del “Gruppo antincendio agro-forestale Lumezzaneâ€?. costituito con atto notarile il 17 dicembre 1987 e 13 soci fondatori. Furono subito messi a dura prova. Erano anni in cui gli incendi per numero e dimensioni erano allarmanti sulle montagne della zona. Nel periodo 88/93 i volontari intervennero in sei anni su 95 incendi, con la media di 16 all’anno, con 6122 ore complessive di impegno sul terreno. L’“annus orribilisâ€? fu il 1993: 18 incendi con 267 presenze a turno dei volontari per complessive 1617 ore. Un lavoro enorme e impagabile come è sempre la generositĂ . Il loro motto ne riassume lo spirito “TempestivitĂ , caparbietĂ e amore per la naturaâ€?. Poi arrivarono anni piĂš tranquilli: nei 18 successivi (a fine 2011), grazie anche ad una sorveglianza sempre piĂš attenta e capillare con volontari in motocicletta nelle zone a rischio, sono stati 90, meno di cinque all’anno. “Fortunatamente – commenta il presidente Diego Pasotti – nonostante la siccitĂ nel 2012 nessunoâ€?. Fra le cifre dei 25 anni,

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incendi: il gruppo è profondamente inserito nella comunitĂ valgobbina collaborando attivamente con le diverse realtĂ ,dal Comune al Corpo forestale, Carabinieri e Polizia, ComunitĂ montana, parrocchie, associazioni, scuole. Con queste ha messo a dimora numerose piante affidate poi agli alunni: piantumazioni al Piass de GrĂŹ, in via Ragazzi del 99; nelle elementari di S. Apollonio, Rossaghe, Faidana. E ancora: la “Giornata del verde pulitoâ€?, manifestazioni di simulazione d’interventi nell’ambito del progetto “Protezione civileâ€?. “Il totale dei 25 anni è significativo: 185 incendi, 9301 ore di impegno, 2054 presenze. Oggi l’organico è composto da 33 unitĂ divise in tre squadre con un turno di reperibilitĂ settimanale conclude Pasotti – speriamo che il buon esempio stimoli giovani generosi a entrare nel gruppoâ€?.

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/D IDWWLELOLWj GHO SURJHWWR GHO QXRYR FROOHWWRUH Siamo ormai alla fase di definizione in sede Ato (AutoritĂ d’ambito territoriale ottimale) per il collettore che nel prossimo futuro verrĂ costruito a Nave: un impianto che andrĂ a collegarsi con quello proveniente dal confinante territorio di Bovezzo e destinato a convogliare tutti i reflui verso la Bassa bresciana sino al depuratore di Verziano. Un’opera molto importante per il Comune navense (nella foto, il sindaco Tiziano Bertoli), che entro la fine dell’anno dovrebbe arrivare all’approvazione del progetto esecutivo. “Si tratta di un progetto cui teniamo molto – dice l’assessore ai Lavori pubblici, Carlo Ramazzini –, un progetto che consentirĂ di innalzare la qualitĂ di vita dell’intero paese. Infatti, con il collettore andremo a convogliare tutti i reflui entro un’unica struttura e potremo chiudere definitivamente tutti gli accessi al fiume Garza; inoltre, l’opera ha un valore complessivo di quattro milioni di euro, ma per l’amministrazione comunale sarĂ assolutamente a costo zero, poichĂŠ viene finanziata per intero da Atoâ€?. Un’opera di collettamento che andrĂ a cambiare sensibilmente l’attuale situazione che si presenta a Nave, dove gli scarichi fognari sia di matrice civile sia industriale sono convogliati tutti verso il depuratore che si trova nella frazione di Muratello. Con la nuova opera, invece, si muove tutto lungo la medesima direttrice,

facendo poi viaggiare i reflui verso la meta finale di Verziano. “Nel dettaglio – precisa l’assessore navense Ramazzini – parliamo di circa due chilometri di tunnel con cui incanalare i reflui che da via Edison andranno a intercettare tutti e cinque i punti di scarico presenti sul territorio e che ad oggi invece vanno a riversarsi direttamente nel Garza�. Ora non resta che attendere la fine dell’anno per mettere nero su bianco l’approvazione del progetto esecutivo e dare il via ai lavori. (a.a.)

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e ha ufďŹ cializzato la scorsa settimana l’istituzione di un nuovo mercato esclusivamente dedicato alla vendita di prodotti agricoli e contadini. Un mercato che nasce per ora in forma sperimentale, giĂ programmato per ogni seconda domenica del mese di novembre, dicembre e di gennaio 2013. L’iniziativa messa in atto riempirĂ cosĂŹ piazza Giovanni Paolo II nella frazione di San Sebastiano dalle ore 8 alle 12.30, gremita di bancarelle

che esporranno merce di origine agricola, venduta direttamente dai produttori locali provenienti da diversi Comuni della provincia di Brescia. Una sperimentazione che segue quella avviata a Nave nel dicembre 2011 e a Concesio lo scorso mese di marzo, entrambe realtĂ nelle quali il mercato agricolo è diventato una presenza settimanale ďŹ ssa. “Soprattutto – sottolinea l’assessore Rosanna Saleri – si tratta di un’iniziativa che viene attuata sulla strada di

un futuro a chilometri zero, con il produttore che può spiegare alla gente che cosa effettivamente ci sia dietro il lavoro di un prodotto e che cosa signiďŹ chi acquistarlo senza costi di intermediazioneâ€?. L’appuntamento con il mercato agricolo lumezzanese è in piazza Giovanni Paolo II nelle date di domenica 11 novembre, 9 dicembre e 13 gennaio. Per maggiori informazioni è possibile telefonare ai numeri 030.8929225 o 030.8929226. (a.a.)

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ontinua a investire sul risparmio energetico l’amministrazione comunale di Lumezzane. “GiĂ nella scorsa primavera – dice l’assessore all’Ambiente Andrea Capuzzi – abbiamo colto l’opportunitĂ offertaci dalla campagna ministeriale “Il Sole a scuolaâ€? che favoriva l’utilizzo dell’energia solare nelle strutture scolastiche pubbliche con la costruzione di impianti a energia alternativa e la realizzazione di laboratori di approfondimento. Allora avanzammo la richiesta per coprire la spesa di 150mila euro necessaria alla realizzazione di cinque impianti progettati dall’Ufficio tecnico comunale: a Sant’Apollonio la scuola elementare “V. Bacheletâ€? (25mila euro) e la media “Terzi Lanaâ€? (37mila euro); a San Sebastiano l’istituto comprensivo “Maria Seneciâ€? (28mila euro); a Premiano l’agenzia formativa “Don Angelo Tedoldiâ€? (25mila euro); infine, nella frazione di Faidana l’elementare “Madre Teresa di Calcuttaâ€? per un importo di 32mila euroâ€?. Interventi poi portati a compimento, come giĂ accaduto anche per il centro sportivo di Gombaiolo e lo stadio comunale. Ora la conversione all’energia alternativa toccherĂ alla scuola media “Serafino Gnuttiâ€? di San Sebastiano e al municipio. “I progetti – continua l’assessore Andrea Capuzzi – richiederanno

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che far partire la gara per l’appalto dei lavoriâ€?. “Avendo giĂ sperimentato nel nostro Comune questa tecnologia – dice il sindaco di Lumezzane, Silverio Vivenzi – possiamo dirci tranquilli sull’effettiva resa degli impianti rispetto a uno di tipo tradizionale, cosa che ci consente di muoverci verso una progressiva conversione di tutti gli edifici pubblici presenti sul territorio; inoltre, miglioriamo al contempo la qualitĂ dell’ambiente e facciamo da modello per tutti quei privati cittadini che vogliano seguire questa strada e per i quali giĂ da alcuni anni abbiamo messo a disposizione l’esperienza dei corsi dell’agenzia CasaClima di Bolzanoâ€?.

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– si prospetta ottima, vista la piena sanitĂ dell’oliva stessa nell’areale del Garda, favorita dalle elevate temperature e dalla bassa umiditĂ di questa estate, fattori che hanno ostacolato lo sviluppo dei principali nemici dell’olivoâ€?. Quella gardesana è la zona di produzione di olio alla latitudine piĂš a nord del mondo e l’eccezionale qualità è frutto di una passione secolare, della cura artigianale e dei rigorosi controlli che il marchio Dop, ottenuto dalla ComunitĂ europea nel 1997,

impone. Le principali caratteristiche di questo “oro verdeâ€? sono l’odore fruttato leggero o medio, il sapore fruttato con leggera sensazione di amaro e piccante, cui si aggiunge un retrogusto di mandorla. La produzione è di dimensioni ridotte: commercialmente l’olio extravergine del Garda non raggiunge l’1% della produzione nazionale, ma le sue caratteristiche di freschezza e di delicatezza sono sempre piĂš apprezzate. Il Consorzio, nato per tutelare il

prodotto, assistere e aiutare i soci nelle pratiche per ottenere la certiďŹ cazione dalla raccolta all’imbottigliamento, opera su Lombardia, Veneto e Trentino, le tre regioni lambite dalle acque del lago e conta 405 olivicoltori associati, 19 molitori e 62 imbottigliatori. Nel mese di giugno l’Unione italiana vini di Verona ha presentato il progetto Oligar, uno studio scientiďŹ co per dare risposte riguardanti la qualitĂ e la tipicitĂ dell’olio per tutelare produttori e consumatori. (v.b.)

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Salò l’autunno è all’insegna della solidarietĂ , dello svago, dell’approfondimento e del ricordo. Nella cittadina rivierasca ha preso il via “Notti di note per l’Emiliaâ€?, un ciclo di concerti benefici con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare all’acquisto e al trasporto di moduli abitativi per le famiglie terremotate di Cavezzo, uno dei centri modenesi piĂš colpiti dal sisma dello scorso maggio. L’iniziativa è patrocinata dai Comuni di Salò, Gargnano, Gavardo, Nuvolera, Toscolano Maderno e Vestone e dalle ComunitĂ montane dell’Alto Garda e della Valle Sabbia. Sono cinque gli appuntamenti in calendario nel mese di novembre: venerdĂŹ 9, nella parrocchiale di Nuvolera, esibizione delle corali di Nuvolento, Nuvolera, Barghe e Mocasina; sabato 10, nel salone Pio XI a Gavardo, concerto di Anca Vasile al violino e Gabriele Zanetti alla chitarra; venerdĂŹ 16, nella sala civica Castellani a Gargnano, spettacolo dei cori Erica e Monte Pizzocolo; sabato 17, nel santuario del Carmine a San Felice, concerto delle corali di Bedizzole, San Zenone di Prevalle e M.E. Bossi di Salò. La rassegna si chiude venerdĂŹ 23, nell’auditorium Mario Rigoni Stern di Vestone, con l’esibizione del coro di Monte Pizzocolo. L’orario di inizio è alle 20.45, l’ingresso è a offer

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sul territorio lacustre, che presenterĂ â€œPescatori del Garda brescianoâ€?. Al prezzo di 3 euro si può fruire di un ottimo aperitivo accompagnato da stuzzichini e della presentazione del libro a cura dello stesso autore. Anche quest’anno viene riproposto, nella sala conferenze del Centro sociale “I Piniâ€?, il tradizionale ciclo di conferenze che vede alternarsi con inizio alle 15, nei giovedĂŹ autunnali e invernali, qualificati relatori che affrontano argomenti di natura culturale e approfondimenti in ambito socio-sanitario. Questi i prossimi appuntamenti: il 15 novembre il dr. Angelo Gasparotti esamina temi legati all’Alzheimer, il 29 il prof. Giuseppe Piotti tiene un excursus su “Salò nel ’700â€? e il 6 dicembre il prof. Claudio Mazzacani interviene sul “Dialetto di Salò fra cultura e tradizioniâ€?. Gli incontri proseguiranno fino al mese di marzo. Ricordiamo che sono in corso diverse iniziative promosse per celebrare i 300 anni del Monastero della Visitazione: dal 24 novembre al 6 gennaio presso le Salette Vantini del palazzo municipale sarĂ visitabile la mostra fotografica “La visitazione di Salò: i giorni della clausura. Cento immagini sulla vita vissuta in monasteroâ€?. E in contemporanea nel Salone dei Provveditori verrĂ presentato il volume di Pino Mongiello “La Chiesa della Visitazione di Salòâ€?.


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governo, sostengono ancora le realtĂ ďŹ rmatarie dell’appello, confermerebbero il particolare atteggiamento che l’esecutivo guidato da Monti (nella foto) ha nei confronti dello Stato sociale. GiĂ in occasione della spending review, sostengono le tre sigle bresciane, il governo aveva deciso pesanti tagli al welfare senza alcun confronto con il terzo settore, un terzo settore e una cooperazione sociale in particolare, che da tempo avanza proposte di riforma, per

un welfare promozionale che sia una leva dello sviluppo e della crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. “La coesione sociale, gli investimenti in cure relazionali sulla famiglia, sulla natalitĂ e nella scuola per contrastare le povertà – si legge nell’appello –, sono leve di sviluppo a lungo termineâ€?. Invece di investire nel welfare e nella cooperazione sociale (che sono anche un signiďŹ cativo volano di crescita occupazionale, come hanno di recente messo in luce

anche le istituzioni comunitarie), si rischia di usare la scure sui servizi di assistenza e coesione sociale che invece sono ancor piĂš necessari con la crisi che investe il Paese. Inconcepibile, per le realtĂ che hanno ďŹ rmato l’appello, risulta quindi l’atteggiamento del governo che elogia il ruolo del terzo settore, a cui si chiede la supplenza agli interventi che l’ente pubblico non è piĂš in grado di garantire. Un elogio a cui, però, non seguono conseguenti ed adeguate azioni di sostegno.

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a recente legge di stabilitĂ licenziata dal governo e ora all’esame del Parlamento, ha introdotto misure che rischiano di affossare il sistema del welfare italiano e di rendere ancora piĂš gravosa e difficile la vita di molte famiglie e cittadini, soprattutto quelle piĂš fragili. Ăˆ questo l’attacco di un appello che Acli, Cisl e Confcooperative di Brescia hanno indirizzato ai parlamentari bresciani perchĂŠ si adoperino per porre rimedio a misure, come l’aumento dell’Iva dal 4% al 10% (e all’11% dal luglio 2013) per le prestazioni socio-sanitarie delle cooperative sociali, che rischiano di essere il colpo di grazia definitivo al welfare del Paese, con un aggravio di ben 510 milioni di euro che si ripartirebbero per il 70% sulla pubblica amministrazione e per il 30% sulle famiglie utenti finali dei servizi. “Non possiamo accettare una politica – si legge nell’appello – che dopo aver ta-

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tagli all’assistenza per disabili, riduzione delle ore di apertura per i centri diurni, cosĂŹ come per i posti per gli anziani nelle rsa e per l’assistenza domiciliare per i non autosufficienti. Comuni e Asl dovranno pagare di piĂš, dal momento che saranno chiamati a corrispondere oltre i 2/3 dei costi. In una situazione dove giĂ gli enti locali sono in una situazione drammatica, considerando che quest’anno il Fondo nazionale per le politiche sociali è stato ridotto a 11 milioni di euro. Le Asl sono alle prese con la riduzione del budget del 5% per il 2012 e (probabilmente) del 10% per il 2013. “In questa situazione, l’aumento – è un altro passaggio dell’appello – dell’Iva rappresenta di fatto un ulteriore taglio, poichĂŠ questi enti non hanno certamente risorse ulteriori per coprire l’aumento dell’Iva. Di fatto, il taglio di servizi nel 2013 sarĂ complessivamente del 20% che andrĂ a sommarsi ai giĂ pesanti tagli effettuati negli

ultimi anni�. Cisl, Acli e Confcooperative denunciano un ulteriore rischio costituito dalle conseguenze di sforbiciate su detrazioni e deduzioni dal reddito, per le famiglie che si fanno carico di una spesa diretta per le prestazioni sociali. Queste – continua l’appello – si troveranno di fronte ad un ulteriore difficoltà , con il rischio di incentivare la spesa sociale privata in nero�.

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Opera Caritas San Martino a sostegno delle diverse azioni che verranno intraprese nell’ambito del Progetto “Spes at Workâ€? che la diocesi di Brescia, d’intesa con la Caritas diocesana, ha di recente presentato alla cittadinanza e che prevede una serie di iniziative speciďŹ che a sostegno dell’occupazione giovanile bresciana. “Le richieste – ha dichiarato Piergiacomo Bollani, direttore territoriale Brescia CittĂ del Banco di Brescia – hanno

superato le piĂš rosee aspettative e sono risultate molto numerose. Siamo decisamente soddisfatti del risultato raggiunto: in pochi giorni abbiamo incrementato il plafond e completato il collocamento dell’intero ammontare dei prestiti obbligazionariâ€?. Soddisfatto della chiusura anticipata è anche Roberto Tonizzo, direttore generale del Banco di Brescia, che ha affermato: “Un’operazione importante che testimonia la sensibilitĂ dei risparmiatori bresciani verso

iniziative che creano valore per la ComunitĂ e ribadisce il tradizionale impegno del nostro Istituto a sostegno di progetti signiďŹ cativi sul nostro territorio, come l’iniziativa Spes at Work dedicata ai tanti giovani che, con comprensibile preoccupazione, si affacciano al mondo del lavoro, e che intende ridare loro ďŹ ducia e coraggio, sostenendoli con una serie di azioni concrete. Per questo non escludiamo di valutare, a breve, ulteriori iniziative sul territorioâ€?.

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iamo in un momento in cui tutto può accadere. La miseria incomincia ad attanagliare le famiglie. Sempre di piĂš si vede malcontento, incertezze e paura. La crisi economica in atto ormai da quattro anni non demorde, anzi si accentua. La crisi è come una grossa fiera che stritola, frantuma e polverizza i buoni propositi, gli ideali e tutto ciò che fino a ieri era considerato Vangelo. Ma la contropartita è un aumento della rabbia e della frustrazione con il conseguente innesco dell’ormai sperimentato fenomeno della “caccia alle stregheâ€?, credendo cosĂŹ di risolvere i problemi, magari trovando dei colpevoli. Purtroppo non è cosĂŹ che si risolve il problema, anzi, bisogna prestare attenzione e non dare adito alla voce degli arrabbiati, pronti a soffiare sul fuoco per creare incertezze e disordini. Ma per non arrivare a questo dobbiamo capire il perchĂŠ del nostro disagio, capirne

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le ragioni intime, liberarci di confortevoli e fallaci modi di pensare, di ideologie comode e sonnolente. Le generazioni nate dagli anni della guerra in avanti, cioè tutti noi, senza eccezioni, hanno avuto la buona sorte di vivere la piĂš entusiasmante avventura generatrice di ricchezza nell’intera storia dell’uomo, anche se, con molta leggerezza e presunzione non ce ne siamo resi conto. Questo spettacolare ritmo di crescita ha creato nella popolazione uno stile di vita superiore alle proprie possibilitĂ rendendolo però come fatto comune e normale da

accettare, come se la regola del “tutto dovutoâ€? fosse una legge di natura. Ora tutti aspettano la ripresa e coltivano la speranza che anche quest’ultima crisi sia solo una delle decine di crisi che si sono susseguite, praticamente senza soluzione di continuitĂ , dagli anni Sessanta in avanti. Questa volta è diverso: ci troviamo in una situazione diversa, che non ha precedenti e il suo superamento non significa affatto tornare a com’era prima. Dobbiamo renderci conto che ormai è iniziato il percorso di dimagrimento della societĂ civile. Nel futuro saremo piĂš poveri e non ci sarĂ piĂš il modo di vivere nel mondo in cui abbiamo vissuto. Ora ci aspetta un mondo fatto di scelte, speriamo intelligenti, però completamente diverse da quelle che sono state fatte sino ad oggi. Il vivere bene viene soppiantato dalla scelta di avere un qualche cosa di piĂš o qualche cosa di meno e, se

permettete, il ragionamento diventa piĂš sottile e non è piĂš nostro ma nella politica. Ma per riguadagnare la grandezza e la nobiltĂ di questo nome, le nostre forze politiche dovrebbero spiegare con cristallina chiarezza (ma non sappiamo se sono in grado di farlo) che cosa vogliono promuovere, dove intendono investire, dove intendono che l’economia e l’intero Paese crescano. E ancor

di piĂš e con maggior puntiglio, devono spiegare che cosa invece intendono ridurre, eliminare o posporre, senza andare alla ricerca di miracoli, tarocchi, maghi o responsi di oracoli vari. Ăˆ ora di essere seri, di svegliarsi e di meritarsi una volta tanto lo stipendio che percepiscono e la fiducia degli elettori. Il gusto aspro della veritĂ deve ormai diventare fede per tutti.


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‹‡…‘Â? Â?‡”‰‹ƒ ‹Î ‡Â?‡”‰‹ƒ …‘Â? ‹Ž Â?‹…”‘nj‹Â?˜‡”–‡” Siecom Energia è un’azienda della Valle Sabbia che si occupa della progettazione e dell’installazione di impianti fotovoltaici ad alto rendimento e opera in tutta la provincia di Brescia e Bergamo, realizzando impianti ad uso civile ed industriale. Durante gli ultimi anni di forte espansione del mercato fotovoltaico, la ricerca di nuovi materiali e di soluzioni sempre piĂš performanti, ha portato l’azienda a individuare dei sistemi di generazione fotovoltaica che

avessero delle caratteristiche innovative e funzionali tali da poter ottenere la massima produzione di energia e il miglior ritorno economico possibile. Oggi la soluzione migliore per piccoli impianti domestici è rappresentata dai nuovissimi micro-inverter. L’impianto fotovoltaico si sa, è composto da pannelli installati sul tetto, ma il lavoro di produzione dell’energia elettrica lo fa l’inverter. Lo svantaggio di questo sistema tradizionale è che basta una piccola

ombra, una foglia che si posa su un pannello, dello sporco o delle incrostazioni che tutta la resa dell’impianto cala drasticamente, anche di un 50%. La soluzione dei micro-inverter consente di ottenere una produzione annua tra il 16% e il 25% superiore rispetto ad un impianto tradizionale! A ogni modulo fotovoltaico, viene ďŹ ssato una piccola scatola sul retro: cioè il micro-inverter. Il risultato è che ogni modulo è indipendente dall’altro. Se una

foglia cade su un modulo, gli altri produrranno al massimo lo stesso. I micro-inverter sono garantiti 25 anni. Negli Stati Uniti il 30% degli impianti domestici è realizzato con micro-inverter. La mission di Siecom Energia è quella di contribuire alla creazione di basi solide per un futuro nel quale l’energia sarĂ prodotta solo dalle fonti rinnovabili. Siecom Energia è disponibile per sopralluoghi e preventivi gratuiti: www. siecomenergia.it, o 3381669743.

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l regolamento sul Made in e la sua bocciatura da parte della Commissione europea: su questa discussa decisione, che elimina di fatto qualsiasi tutela sull’origine delle merci europee, Confartigianato prende una posizione fortemente critica. “Noi – sottolinea infatti il presidente di Confartigianato imprese unione di Brescia Eugenio Massetti – vogliamo un’identificazione chiara dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni, perchĂŠ i consumatori nel resto del mondo cercano e vogliono il marchio Made in Italy e sono disposti anche a pagare di piĂš per un prodotto realizzato in Italia a regola d’arteâ€?. Con questa decisione l’Europa resta l’unico continente che non adotta regolamenti per tutelare l’origine delle proprie merci e valorizzare cosĂŹ le proprie imprese. “Come Confartigianato – prosegue Massetti – ci rivolgiamo prima di tutto ai parlamentari europei italiani perchĂŠ si schierino a difesa dei produttori ita-

ÂŽ ’ƒ”‡”‡ †‡Ž ’”‡•‹†‡Â?–‡ ƒ••‡––‹ •—’’‘”–ƒ–‘ †ƒ —Â?ƒ ”‹…‡”…ƒ †‡ŽŽǯ ˆˆ‹…‹‘ •–—†‹ liani e poi al governo perchĂŠ prenda una posizione decisa nei confronti dell’Unione europeaâ€?. Conoscere l’origine dei prodotti è

infatti fondamentale, sia per controllare l’adeguata lavorazione sia per informare correttamente gli eventuali compratori su ciò che acquistano, come dimostrato dal fatto che, in base ad una ricerca condotta dall’Ufficio studi di Confartigianato, un terzo dei cittadini europei, cioĂŠ ben 129 milioni di persone, sceglie cosa acquistare proprio in base ai dati riportati sulle etichette.



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Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?â€?. GesĂš rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento piĂš grande di questiâ€?. Lo scriba gli disse: “Hai detto bene, Maestro, e secondo veritĂ , che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale piĂš di tutti gli olocausti e i sacriďŹ ciâ€?. Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, GesĂš gli disse: “Non sei lontano dal regno di Dioâ€?. E nessuno aveva piĂš il coraggio di interrogarlo.

Parole di vita

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rospettiva. Lo trascina fuori dal suo campo: GesĂš gli dice che non è lontano dal Regno di Dio e lui gli aveva chiesto solo un’opinione teologica. Non gli era difficile trovare nella Scrittura frasi da citare a sostegno di una tesi o dell’altra: era una vita che lo faceva; era il suo mestiere. Come il tale che ha osservato i comandamenti fin dalla giovinezza, lui, lo scriba, ha frequentato la Scrittura fin da quando si ricorda, ha imparato a conoscerla, a citarla, a trovare i punti di connessione, le citazioni giuste. Si è fatto un bagaglio per rispondere bene alle domande, per costruirsi un discorso su Dio solido e inattaccabile. Sa che può affrontare anche il Maestro con quelle armi e gli riconosce saggezza nel rispondere. Ma attacca su uno degli argomenti preferiti dai maestri della Legge: come sintetizzare tutta la Scrittura in poche righe, come fare a trovare il comandamento che li riunisce tutti. E la risposta la sa: sente GesĂš che gli risponde come lui

avrebbe voluto; si compiace che GesĂš abbia risposto cosĂŹ; si convince che quel Maestro di Nazareth conosce la Scrittura, non è un eretico, non è pericoloso. Se non fosse che GesĂš non si accontenta di rispondergli bene: lo provoca non sulle parole ma sulla vita: non sei lontano. Come a dirgli che quelle parole che riesce cosĂŹ bene a mettere insieme usando la Scrittura l’hanno fatto camminare e che forse non si è accorto che ha camminato e che il Regno di Dio non è cosĂŹ lontano come lui crede. Lo vuole costringere al salto dal sapere le cose di Dio a provarlo. Per questo anche gli altri hanno paura di interrogarlo: non che li possa mettere all’angolo sulle parole. GesĂš li costringe ad accorgersi che quelle parole sono vere, sono piene di significato, costringono a prendere posizione. Sono parole di Vita. Non se n’era accorto ancora? Quel giocare con la Parola l’ha reso piĂš sensibile, piĂš attento di altri. Sta cominciando a sentire e non solo a sapere. Ăˆ saggio. Ma ha ancora quel pezzo di strada da fare, quel passaggio da compiere:

deve imparare a credere alle parole che combina e a trovare Quello che è dietro alle parole che conosce. LĂŹ c’è il Regno, e non è cosĂŹ lontano. Deve solo convincersi che sapere non è ancora credere, che avere in mano la Scrittura non è ancora metterla in pratica. Ma quella risposta sull’amore e i sacrifici sembra lasciare un velo cosĂŹ sottile tra il sapere e il credere che GesĂš non può non avvertirlo che il Regno è lĂŹ vicino. Basterebbe credere. Basterebbe lasciarsi innamorare da quello che le parole della Scrittura dicono e non solo giocarci. Basterebbe cambiare prospettiva e vedere che quelle parole sono il modo per camminare nella direzione giusta. Lo scriba sente nella risposta di GesĂš la sua bravura; il tale che gli chiede la vita eterna lo chiama ‘buono’; il cieco chiede di vederlo: sono tentativi diversi per conoscerlo, strade diverse per tentare di andargli incontro. Modi per cercarlo e per sentirlo. E imparare una nuova prospettiva sulle cose, su Dio e su se stessi. Imparare a credere. Senza paura.

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/H SRUWH IDWLFRVH Sono passati due anni dalla morte di mia madre e per ricordarla ho voluto ripetere quello che lei faceva quotidianamente: le visite ai malati. Ci vuole coraggio: non sai mai cosa dire, come presentarti che cosa ti troverai davanti. Esco dal cimitero e vado da Giuseppe, da poco ha perso la moglie, ha un figlio che per una malattia progressiva è allettato e col respiratore sempre in funzione. Un altro figlio è morto pochi anni fa, a causa della stessa malattia. I due ragazzi vivevano nella stessa camera cosĂŹ il secondogenito ha visto davanti ai suoi occhi quotidianamente, quale sarebbe stato l’iter della sua sofferenza, fino alla morte. Avevo timore a suonare a quel campanello, ma poi, una volta entrato Giuseppe mi ha mostrato

tutta la sua gratitudine per la visita. Mi aspettavo un uomo arrabbiato con Dio, invece una grande testimonianza di fede e di amore. La moglie l’ultima mattina della sua vita ha chiamato il marito quando faceva ancora buio dicendo che sentiva il suo corpo abbandonarla. Chiede che venga avvisato il parroco. Sono le cinque del mattino. Dopo la confessione e il viatico lei e il marito rimangono soli nella stanza. Lui si accovaccia per terra in parte al letto e le tiene la mano. Pochi minuti dopo lei muore, mentre insieme pregavano. Brunella, poco piÚ di quarant’anni. Una ragazza come tante da giovane: amiche, locali, divertimento, lavoro. Tre anni fa la diagnosi di un tumore. Vado a trovarla con timore: da diversi anni non ci vediamo. Esi-

to, suono, la porta si apre. Mi trovo davanti una donna provata, tanto magra da non avere piĂš le labbra. Mi parla della malattia con luciditĂ e speranza. Ăˆ gravissima, una recidiva le ha invaso altri organi del corpo. Le fotografie nel salottino sono tutte di pellegrinaggi a Roma per “il nostro Papa, quello della nostra generazione: Giovanni Paolo IIâ€?. Ne parla con affetto: la coda e il viaggio per la morte. GiĂ malata con le stampelle per la beatificazione. La ricordavo ragazzina spensierata, ora la ritrovo donna maturata dal dolore e resa forte dalla fede. In una mattinata due porte faticose da aprire ma due soglie che una volta varcate ti fanno capire come la fede sia forza e speranza a chi sente che la vita ti sta lasciando.


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presentano da una parte analogie e dall’altra specificità �, aggiunge Miano. Gli appuntamenti pubblici, che si pongono in continuità con l’Incontro mondiale delle famiglie di Milano dello scorso maggio, partono il 3 novembre a Foligno, e faranno tappa per tutte le regioni ecclesiastiche d’Italia prima di concludersi, in aprile, a Melfi: dalla scuola alla crisi, passando per l’Europa e la crisi, fino al rapporto col Concilio Vaticano II, i temi si intersecano con la famiglia in tutte

le sue sfaccettature (il calendario su www.azionecattolica.it). L’obiettivo è “lavorare affinchĂŠ attenzione alla vita della famiglia nella concretezza sia sempre vivaâ€? e, nel contempo, “sviluppare aspetti in linea con lo stile di vita famigliare: il dialogo tra le generazioni, il rapporto tra le problematiche della famiglia e della vita, la relazione con la vita delle cittĂ â€?. Non bisogna dimenticare, aggiunge il presidente Ac, che “trattando della famiglia parliamo dell’intera societĂ â€?.

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er tre settimane rappresentanti dell’episcopato di tutto il mondo, esperti, fedeli laici, uomini e donne insieme al Papa si sono confrontati sulla realtĂ della nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Davvero, tutta la Chiesa era rappresentata e, dunque, “coinvolta in questo impegno, che – come ha detto il Papa all’Angelus – non mancherĂ di dare i suoi frutti, con la grazia del Signoreâ€?. Il Sinodo è stato un momento di forte comunione ecclesiale, che ancora una volta ha fatto sperimentare la bellezza di essere Chiesa proprio oggi, in questo mondo cosĂŹ com’è, in mezzo a questa umanitĂ con le sue fatiche e le sue speranze. Secondo il Papa, ripensare al Beato Giovanni XXIII, al Servo di Dio Paolo VI, alla stagione conciliare, è stato quanto mai favorevole, perchĂŠ ha aiutato a riconoscere che “la nuova evangelizzazione non è una nostra invenzione, ma è un dinamismo che si è sviluppato nella Chiesa in modo particolare dagli anni ‘50 del secolo scorso, quando apparve evidente che anche i Paesi di antica tradizione cristiana erano diventati, come si suol dire, terra di missioneâ€?. “Che cosa possiamo dire al termine di queste intense giornate di lavoro?â€?. Si è interrogato Benedetto XVI, il quale ha ascoltato e raccolto molti spunti di riflessione e molte proposte. A lui ora il compito di ordinare ed elaborare il materiale, per offrire a tutta la Chiesa, probabilmente nella forma di esortazione post sinodale, una sintesi organica e indicazioni coerenti di cammino. In attesa di conoscere tutto questo, si possono meditare i primi orientamenti generali, che lo stesso Pontefice ha fatto emergere e costituiscono quasi un primo volto dei lavori del Sinodo. Ne ha parlato durante l’omelia. Intanto una considerazione generale: la nuova evangelizzazione riguarda tutta la vita della Chiesa. “Essa si riferisce, in primo luogo, alla pastorale ordinaria che deve essere maggiormente animata dal fuoco dello Spirito, per incendiare i cuori dei fedeli che regolarmente frequentano la ComunitĂ e che si

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radunano nel giorno del Signore per nutrirsi della sua Parola e del Pane di vita eterna�. Affermato questo, il Santo Padre indica tre linee pastorali emerse dal Sinodo. La prima riguarda

i sacramenti dell’iniziazione cristiana. “In secondo luogo, la nuova evangelizzazione è essenzialmente connessa con la missione ad gentes, che riguarda alcune regioni dell’Africa, dell’Asia

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e dell’Oceania i cui abitanti aspettano con viva attesa, talvolta senza esserne pienamente coscienti, il primo annuncio del Vangelo. Ma riguarda un po’ tutti, perchĂŠ la globalizzazione ha causato un notevole spostamento di popolazioni; pertanto, il primo annuncio si impone anche nei Paesi di antica evangelizzazione. Un terzo aspetto riguarda le persone battezzate che però non vivono le esigenze del battesimo. Queste persone si trovano in tutti i continenti, specialmente nei Paesi piĂš secolarizzati.

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Mi permetto di far notare l’opportunità di indicare nelle propositiones almeno un paragrafo che stimoli la nuova organizzazione delle unità pastorali all’incentivazione dell’uso delle radio parrocchiali e di altri strumenti informatici, facilmente accessibili. Ho sperimentato in una parrocchia l’uso della radio per trasmettere in tutte le chiese sussidiarie quanto veniva celebrato in una con risultati piÚ che soddisfacenti. Un bravo tecnico mi

ha fatto il ponte interattivo, per cui è bastato insegnare al/alla custode di ogni chiesa a premere un tasto. Poteva esserci l’interscambio non solo per le Messe, ma anche per tutte le altre celebrazioni e devozioni. Penso con grande affetto alle tante chiese che, in assenza del sacerdote residente, diventeranno sussidiarie della chiesa principale e alle tante cappelle frazionali che non possono essere mortificate con una sola Messa “una tantumâ€?, ma, attraverso gli strumenti

informatici, possono godere di tutto quanto si celebra nella chiesa principale. Un angolo per aprire in ogni navata uno schermo collegato via radio-computer con il luogo in cui qualcuno presiede, aiuta ad abbattere distanze, antagonismi e anche qualche legittimo campanilismo storico. Quanto al servizio di persone si tratta di avere per ogni chiesa frazionale un ostiario e la presenza di “un ministro straordinario della Comunione�. (d. Angelo Chiappa)

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i fa presto a parlare di unitĂ pastorali, ma come dovrebbero essere composte? Con quali criteri si devono scegliere le persone che poi faranno parte del consiglio dell’unitĂ pastorale e del gruppo ministeriale stabile? Nelle risposte alla quinta scheda si coglie la preoccupazione che nella formazione delle liste e/o delle candidature si individuino persone che siano impegnate nella comunitĂ , formate, riconosciute come rappresentative, ma anche capaci di progettare insieme, come si coglie dalle schede individuali. Per quanto riguarda la composizione del Consiglio dell’unitĂ pastorale deve essere formato dai rappresentanti di tutte le parrocchie che formano l’unitĂ pastorale. Come sceglierlo? si fanno largo due ipotesi: l’elezione da parte dei fedeli; l’indicazione da parte dei Consigli pastorali parrocchiali (elezione o nomina). Rimane, però, la possibilitĂ per i presbiteri di nominare alcuni membri. A proposito del Gruppo ministeriale stabile, le persone che lo compongono non devono essere elette, bensĂŹ nominate o dai presbiteri o dal Consiglio dell’unitĂ pastorale. L’incertezza su questo organismo è confermata dal fatto che nelle schede individuali sono state espresse poche osservazioni. L’interrogativo sul rapporto tra Cup e Cpp fa emergere il dubbio sul ruolo di quest’ultimo nella nuova realtĂ delle unitĂ pastorali. Chi ritiene che il Cpp debba rimanere pensa che debba porsi in un rapporto di collaborazione, offrendo elementi di conoscenza del territorio e traducendo le scelte progettuali del Cup nella realtĂ specifica della parrocchia. Le posizioni sono

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e la diminuzione del clero è un dato incontrovertibile, è altrettanto vero che è cresciuta negli anni la consapevolezza ministeriale nei laici e nei battezzati. In entrambe le consultazioni (individuale e di gruppo) emerge la posizione di chi ritiene che le unitĂ pastorali possano favorire il sorgere di nuovi ministeri laicali. L’uso dei termini e le osservazioni espresse manifestano, però, anche una visione piuttosto confusa circa i ministeri all’interno della Chiesa. Non è chiaro ciò che sta all’origine del ministero, lo specifico dei ministeri laicali (confusi anche con diaconi e consacrati), la distinzione tra ministeri istituiti e di fatto. Si tende a far rientrare tra i ministeri ogni forma di servizio e soprattutto a pensarli in funzione di una supplenza a causa della carenza dei preti. Qualcuno evidenzia questo rischio e, specie nelle schede individuali, che suggerisce prudenza e un’adeguata preparazione per evitare personalismi e protagonismi indebiti. Gli ambiti in cui si ritiene che maggiormente possano nascere dei ministeri laicali sono quelli della liturgia, della Parola e della catechesi, della caritĂ , ma anche della pastorale familiare, del sociale, della fragilitĂ , come pure in ambito educativo (direttore, educatori in oratorio). Non viene dato molto spazio ai problemi che potrebbero crearsi nel rapporto tra sacerdoti e laici; si sottolinea invece in positivo ciò che può aiutare tutti a portare uno specifico servizio alla Chiesa. Ăˆ molto diffusa la convinzione che sia necessario precisare sempre meglio ruoli e competenze speci-

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fici perchĂŠ nella chiarezza si può operare meglio nel rispetto e nella fiducia reciproci. La condivisione di progetti elaborati insieme può facilitare il cammino. Viene raccomandata anche una formazione permanente dei laici al servizio ecclesiale e per gli ambiti specifici. Qualcuno suggerisce anche di non limitare il diaconato al prevalente servizio liturgico. Per far cogliere il valore della complementaritĂ tra il ministero sponsale e quello presbiterale si suggerisce di cercare occasioni per maturare, anche attraverso esperienze di confronto e di cammino insieme, la comune responsabilitĂ di essere a servizio. Una conoscenza piĂš approfondita può aiutare a comprendere che la diversitĂ nella sensibilitĂ e nel modo di accostarsi ai problemi può diventare ricchezza per tutti. Le coppie possono essere coinvolte in ambiti relativi alla realtĂ familiare, come la preparazione dei fi danzati, il sostegno alle giovani coppie, la pastorale pre e postbattesimale, le coppie in difficoltĂ . Si suggerisce anche di favorire l’aggregazione di famiglie per una migliore formazione.

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GiovedÏ 1 novembre Ore 10 – Brescia – Santa Messa nella Giornata per la santificazione universale in Cattedrale. VenerdÏ 2 novembre Ore 20.30 – Brescia – S. Messa per tutti i fedeli defunti in Cattedrale. Sabato 3 novembre Ore 16 – Brescia – Santa Messa di ringraziamento per la canonizzazione di padre Piamarta in Cattedrale. Dal 4 al 14 novembre visita i sacerdoti fidei donum dell’America latina in Uruguay.

La Cancelleria della Curia diocesana comunica il seguente provvedimento: Il sac. Eugenio Panelli, già parroco della parrocchia di Inzino, è stato nominato presbitero collaboratore della parrocchie di Anfo, Capovalle, Idro, Ponte Caffaro, Treviso Bresciano. Il sac. Gabriele Banderini, già parroco delle parrocchie di Collio di Vobarno e Degagna, è stato

nominato parroco di Inzino.

di Collio di Vobarno e di Degagna.

Il sac. Giuseppe Savio, parroco di Carpeneda, Pompegnino, Teglie e Vobarno è stato nominato parroco anche delle parrocchie di Collio di Vobarno e di Degagna.

Il sac. Francesco Bacchetti e il sac. Bruno Codenotti, vicari parrocchiali di Anfo, Capovalle, Idro, Treviso Bresciano, giĂ vicari parrocchiali di Lavenone, sono stati nominati vicari parrocchiali anche di Ponte Caffaro.

Il sac. Lionello Cadei e il sac. Andrea Selvatico, vicari parrocchiali di Carpeneda, Pompegnino, Teglie e Vobarno, sono stati nominati vicari parrocchiali anche delle parrocchie

Il sac. Giorgio Comini, direttore dell’Ufficio per la famiglia, è stato nominato Direttore del Consultorio diocesano.

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iflettere su un tema discusso come quello dei miracoli è oggi quanto mai doveroso, perchĂŠ su questo argomento vige molta confusione; questo è uno dei motivi che mi hanno indotto a pensare di organizzare un convegno dedicato ai miracoli, cosĂŹ da poter fornire ai presenti risposte semplici e chiare ai loro dubbi sul temaâ€?. Con queste parole il prof. Massimo Gandolfini, neurochirurgo della Fondazione Poliambulanza, ha introdotto l’intensa mattinata di sabato 27, durante la quale si è potuto discutere di miracoli, ponendo fede, teologia e scienza in relazione e dialogo tra loro su questo tema. “La vocazione alla santitĂ non è indirizzata a pochi eletti; essa è rivolta a tutti i battezzati e quindi a ognuno di noiâ€? ha poi concluso Gandolfini. Breve ma significativo l’intervento iniziale di mons. Luciano Monari: “AffinchĂŠ avvenga un miracolo è fondamentale la co-presenza di tre aspetti come fede, speranza e preghiera; un miracolo è infatti rivelazione dell’Amore di Dio e, al contempo, atto di bene a favore della vita dell’uomo. Accanto ai miracoli straordinari, considerati tali perchĂŠ inspiegabili ai piĂš, esistono tuttavia i miracoli ordinari, quelli che avvengono se il nostro cuore è aperto a fede e speranza e se con essa rispondiamo alle sfide della vita quotidiana. In questo senso, quin-

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Testamento ci riferisce di numerosi miracoli compiuti da GesĂš, a tal punto che, dopo la sua risurrezione essi appaiono come elemento caratteristico dell’agire di Cristo. Al centro della predicazione di GesĂš c’è il Regno di Dio e, in questo contesto i miracoli, azioni prodigiose, divengono segni della presenza divina accanto all’uomo. Ogni miracolo si costituisce come documento dell’unitĂ tra Dio creatore e la sua creatura prediletta, l’uomo, a sua volta costituito dall’unione di corpo e spiritoâ€?. Don Maffeis ha fornito ai presenti un attento excursus storico fino all’epoca moderna; “in epoca moderna il miracolo deve confrontarsi con il metodo empirico scientifico ed è innegabile la presenza di Dio che

agisce nella e attraverso la realtĂ materiale: la sua salvezza, infatti, è per spirito e corpo e in GesĂš si è manifestato con profezie e miracoliâ€? ha detto. Lo scrittore bolognese Francesco Agnoli si è poi occupato del rapporto di storia e scienza con i miracoli e, infine, il prof. Gandolfini ha chiarito alcuni aspetti tecnici di un iter di canonizzazione: “Nel lungo percorso verso la canonizzazione non è compito della scienza quello di definire un miracolo; alla scienza spetta invece il compito di approfondire alcuni aspetti medici e di valutare come inspiegabili determinate guarigioni che vengono quindi sottoposte al giudizio di una specifica commissione di ordine teologicoâ€? ha chiarito.

,O ELFHQWHQDULR GL 3DROD 'L 5RVD In felice coincidenza con l’Anno della fede, le suore Ancelle della CaritĂ annunciano il Bicentenario della nascita della fondatrice Paola Di Rosa, Santa Maria CrociďŹ ssa (Brescia, 6 novembre 1813 - 15 dicembre 1855). Ăˆ un evento caro non solo all’interno dell’Istituto, ma per tutta la Chiesa bresciana e la stessa cittĂ , da dove Paola Di Rosa mosse i primi passi di una intrepida storia di fede e di

carità . Il bicentenario si aprirà il 5 novembre 2012, alle 18.30, con una concelebrazione eucaristica nella Cappella della Santa, presso la Casa Madre, via Moretto 33 o dall’accesso di Contrada del Cavalletto numero 9. Sarà anzitutto: un fare memoria di Paola Di Rosa attraverso la preghiera in rendimento di grazie a Dio; un’occasione nel corso dell’anno, per accostare alcuni tratti della sua esperienza umana e

cristiana; un richiamo per evocare la sua tensione alla santitĂ , intrisa di adorazione eucaristica e altresĂŹ immersa nella dedizione a prendersi cura dell’umanitĂ bisognosa del suo tempo; una sollecitazione per tutti a difendere, promuovere e servire la dignitĂ umana, e per i credenti a vivere l’umile coraggio della caritĂ , che, sostenuta dalla fede, sa impegnarsi con speranza nelle sďŹ de di oggi.

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Sabato 3 novembre alle 15.30 al Cimitero vantiniano si prega per i bambini non nati e per i bambini mai nati. Domenica 4 novembre, alle ore 16, al santuario delle Grazie, la Santa Messa con la partecipazione dei volontari dei Cav (Centro aiuto alla vita) e di don Piero Bonetta, consulente diocesano. MartedĂŹ 6 novembre alle 20.30, invece, è prevista un’assemblea con i membri del Mvp e dei Cav della provincia e della diocesi di Brescia al Centro pastorale Paolo VI.

Sabato 27 ottobre è scomparso mons. Luigi Bracchi, dal 2009 vicario episcopale per il clero. I funerali, presieduti da Monari, si celebrano mercoledĂŹ 31 ottobre alle 10 a Verolanuova. SarĂ sepolto nel cimitero di Passirano. Mons. Bracchi era nato a Cazzago S. Martino il 6 agosto del 1941 e ordinato nel 1965. Ăˆ stato: curato a Roma, curato a Badia, cittĂ , direttore spirituale Seminario (19781994), parroco al Villaggio Prealpino e dal 2003 parroco di Verolanuova.

LunedĂŹ 12 novembre è in programma un incontro di formazione in Seminario per i sacerdoti. L’Anno della fede si richiama esplicitamente all’analogo anno indetto dall’amato papa Paolo VI, che concluse quell’anno con il Credo del Popolo di Dio, da lui professato solennemente in Piazza S. Pietro il 30 giugno 1968. Comprendere perchĂŠ il Papa sentĂŹ urgente la necessitĂ di professare solennemente quel Credo, potrĂ aiutare a vivere meglio l’Anno

Il 13 novembre 2012 ricorre un anno dalla scomparsa di mons. Giuliano Nava. MartedĂŹ 13 novembre mons. Mario Vigilio Olmi celebra, alle 19.30, una Santa Messa di suffragio nella chiesa parrocchiale di Chiesuola di Pontevico (paese di origine di don Giuliano). LunedĂŹ 19 novembre, invece, alle 18.30 presso il Centro pastorale Paolo VI, sarĂ il vescovo Monari a celebrare una Santa Messa di suffragio.

della fede secondo le intenzioni dell’attuale Papa. L’incontro avrĂ il seguente ordine del giorno: ore 10 la preghiera e il saluto del Rettore; ore 10.15 la relazione del prof. Xenio Toscani, segretario generale dell’Istituto Paolo VI e docente di storia nell’UniversitĂ cattolica, su “Il credo del Popolo di Dio Contesto storico-ecclesialeâ€?. Segue il dibattito di approfondimento in aula; alle ore 12 la preghiera dell’Angelus e, successivamente, il buffet.

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elle giornate di sabato 10 e domenica 11 novembre in molti oratori si svolgerĂ la raccolta di San Martino. Quest’anno il ricavato dell’iniziativa, che prevede la raccolta di indumenti, abiti, scarpe e borse verrĂ devoluto per sostenere il progetto, insieme alla Caritas diocesana di Rreshen, di sostegno e accompagnamento soprattutto a donne e bambini che presentano situazioni gravi di salute e che necessitano di cure mediche specifiche, alcune volte possibili in territorio albanese, a pagamento, altre volte in Italia. Solitamente quando viene presentato un caso sanitario, in base agli accertamenti viene dichiarato se l’intervento può essere svolto in Albania e, qualora non fosse possibile, si esige una dichiarazione del medico albanese che specifica che non può essere fatto sul territorio. Le spese del viaggio, del soggiorno e, in alcune situazioni del mediatore culturale, sono a carico della Caritas diocesana di Rreshen. Nel 2012 i casi sanitari seguiti sono stati 25; attualmente sono in attesa del loro “viaggio per la vitaâ€? in Italia altre tre persone: un bambino idrocefalo con la spina bifida, un giovane con seri problemi di scoliosi e una donna con un tumore all’utero. Nella giornata di sabato 10 si raccolgono: indumenti, abiti, scarpe, borse. Non si raccolgono: carta, ferro, vetro. Il materiale non va al macero, viene

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mantello per donarlo al povero. La Raccolta di S. Martino prende spunto da questo “sempliceâ€? gesto che ancora oggi, quando sembra che i Martino di turno siano sempre in diminuzione, ci provoca e ci invita a vivere la caritĂ verso i fratelli che incontriamo sulla nostra strada. La proposta diocesana vuole unirsi alle molte iniziative personali e parrocchiali e vuole ricordare il valore di un impegno personale vissuto comunitariamente perchĂŠ alimenti in ogni uomo la vocazione alla caritĂ . Tornando a sabato 10 novembre, i ragazzi passeranno a ritirare i sacchi con gli indumenti e portarli al

piĂš vicino punto di raccolta. I punti raccolti in provincia sono: Ponte di Legno, Edolo, Malonno, Breno, Piamborno, Lovere, Provaglio d’Iseo, Sale di Gussago, Ome, Palazzolo Sacro Cuore, Pontoglio, Chiari, Orzinuovi, Pompiano, Travagliato, Manerbio, Gottolengo, Calcinatello, Castenedolo, Nuvolera, Villanuova, Vallio Terme, Agnosine, Gargnano, Marcheno, Villaggio Prealpino (per la zona nord di Brescia), oratorio della Torricella (zona Brescia ovest), San Zeno Naviglio (zona Brescia Sud). Per informazioni, si può contattare l’Ufficio per gli oratori e i giovani allo 030.3722244.

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,O YLDJJLR LQ $PHULFD /DWLQD GHO YHVFRYR 0RQDUL Il vescovo Monari parte per l’America Latina per incontrare i missionari Fidei Donum, i sacerdoti diocesani impegnati in terra di missione. Ăˆ un’occasione di incontro, un’esperienza di condivisione e spiritualitĂ per esprimere la vicinanza, la stima e l’affetto che la Chiesa bresciana esprime nei confronti dei suoi missionari. Dal 4 al 12 novembre incontrerĂ una ventina di missionari in Uruguay nella Paloma Rocha nella regione di Maldonado a

nord di Montevideo. Questo incontro rappresenta un’opportunità di scambio reciproco. Monari sarà accompagnato da don Carlo Tartari, vicedirettore dell’Ufficio per le missioni, da don Flavio Saleri e da don Andrea Gazzoli. Attualmente i fidei donum bresciani sono 29, la maggior parte di questi si trovano in America Latina: Brasile, Ecuador, Uruguay, Venezuela e Messico. In Africa sono, invece, presenti in Benin, Burundi e Mozambico,

mentre due sacerdoti sono impegnati in Albania. L’etĂ media è piuttosta elevata e per questo “il nostro Vescovo ricordava l’importanza – spiega don Carlo – di una risposta generosa da parte dei nostri preti diocesani perchĂŠ possano discernere la possibilitĂ di trascorrere alcuni anni del loro ministero a servizio di queste diocesi sorelle che hanno bisogno di preti. Può davvero ingenerarsi quello scambio che arricchisce la nostra Chiesa bre-

scianaâ€?. Questo incontro, che si ripete tendenzialmente ogni due anni, ha i contorni della gioia, perchĂŠ i nostri preti operano in contesti molto vasti. GiĂ il ritrovarsi costituisce il cuore dell’incontro per condividere storie e speranze. Pensiamo all’America Latina in modo distinto, ma la realtĂ , ad esempio, del Brasile è molto distante da quella dell’Uruguay con tradizioni diverse. Anche lĂŹ i problemi non mancano pur in una Chiesa dinamica e

giovane: l’Uruguay vive come noi un secolarismo e un laicismo molto forte e interrogarci su come “la Chiesa interviene pastoralmente può essere molto utile poter ascoltare i nostri missionari che operano in territori molto ampi dove la valorizzazione e la presenza dei laici è accentuata e molto significativa; penso possa offrire – conclude don Tartari – linee di riflessione molto attuali anche rispetto al Sinodo sulle unitĂ pastoraliâ€?.


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resta fondamentale per l’uomo chiedersi: di cosa ho davvero fame? PerchĂŠ è su questa chiarezza, su questa veritĂ di fondo che si giocano le scelte decisive della vita! Spesso, piĂš che essere affamati, ci si ritrova sazi di tante cose, ma ugualmente si rimane cercatori di altro, di un di piĂš che l’abbondanza di beni, di realizzazioni, di attivitĂ , non riesce a colmare. E allora ci rendiamo conto di quanto sia importante riconoscere la fame piĂš vera, quella che sottende

altre fami, e cioè la fame di una vita spirituale autentica. Il tema della Giornata e l’itinerario che quest’anno il Movimento propone ci invita ad andare in profonditĂ , dentro noi stessi, in cerca di quel desiderio di infinito che Dio ha messo nel cuore di ogni uomo. In questa ricerca, che sicuramente è molto personale, ci scopriamo in cammino con tutti gli uomini, riconosciamo che tante sono le differenze che ci distinguono, ma altrettanto profondo è ciò che ci

accomuna. Nella solennitĂ di Tutti i Santi si celebra la Giornata della santificazione universale, invitando tutti i gruppi ecclesiali e ogni fedele a partecipare alla solenne celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Luciano Monari, il 1° novembre, alle 10 nella Cattedrale di Brescia. Il secondo appuntamento proposto è l’adorazione eucaristica diocesana per la Santificazione universale il 16 novembre dalle 20.30 alle 22 presso il Seminario diocesano in via Razziche, 4.

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l 1° maggio del 1888 e l’8 luglio del 1893 sono due date molto importanti per il mondo dell’editoria cattolica: nel 1888 nasceva la rivista “La Madre Cattolicaâ€?, nel 1893 il settimanale diocesano “La Voce del Popoloâ€?. Il tradizionale convegno per i delegati e le delegate della buona stampa, quest’anno ospitato con un servizio eccellente dalla parrocchia di Lograto, è stata l’occasione per rispolverare, in vista di un doppio significativo anniversario (il 125° e il 120°), una parte della storia bresciana e non solo. Non è stata una commemorazione, ma un tentativo di recuperare una memoria che è sĂŹ passato, ma è anche presente e, soprattutto, futuro. Mons. Gabriele Filippini, da buon giornalista, ha riassunto anche le sfide affrontate dai due periodici in piĂš di un secolo di storia. L’ex direttore del settimanale diocesano (1989-2005) e oggi condirettore di “Madreâ€? ha ricordato che entrambi hanno superato il laicismo culturale e le ideologie. Le due testate sono state in grado di fare proposte positive, poggiando su alcuni pilastri: la fedeltĂ agli ideali, la mitezza di fronte al male e la promozione del bene, e la libertĂ nei confronti di ogni padrone. Alla domanda se possono avere un futuro, mons. Filippini

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punti di vista diversi e, soprattutto, riflessioni pacate e non urlate. Il compito dei mezzi di comunicazione sociale è proprio quello di entrare nelle case con rispetto. Il merito della presenza sul territorio va attribuito anche a quanti si fanno promotori come delegati dei nostri strumenti. A tal proposito, sono sempre bene accolti quanti desiderano offrire il loro contributo di tempo e di disponibilitĂ per la diffusione. “Può essere – come ha sottolineato mons. Cesare Polvara nell’omelia prima dell’incontro – un servizio umile, quotidiano, a

volte anche nascosto, ma nell’ottica di GesĂš dobbiamo renderci conto che è un richiamo a ciò che è piĂš sempliceâ€?. Per il 2013 sta prendendo forma l’ipotesi di un viaggio a Roma per un’udienza congiunta (“Madreâ€? e “Voceâ€?) dal Santo Padre per festeggiare degnamente il doppio anniversario. La diocesi, giusto ricordarlo, nel 2005 ha scommesso su un impianto sinergico che comprende oltre al settimanale anche la radio, il servizio di assistenza delle Sale della comunitĂ , il settore audiovisivo e il sito web www.lavocedelpopolo.it.

5LSUHQGH OD 6FXROD GL SROLWLFD La diocesi conferma la sua attenzione formativa rivolta a giovani disponibili all’impegno socio-politico. Dal mese di novembre riprendono i percorsi promossi dalla Scuola diocesana per l’impegno sociale e politico (SďŹ sp). Dopo l’esperienza del biennio iniziale e dell’anno laboratoriale svolti in cittĂ , la SďŹ sp è stata riproposta prima in Valle Camonica e poi in altre due zone della diocesi. Quest’anno sono 80 i giovani che parteciperanno

al percorso. Le lezioni riprendono il 3 novembre per la zona Est a Gavardo, il 17 novembre per la zona Ovest, con sede a Rovato e a gennaio in Valle Camonica con un percorso di carattere laboratoriale. Gli incontri hanno cadenza quindicinale e si concluderanno ai primi di aprile 2013. Il 20 aprile, poi, al Centro pastorale Paolo VI, il vescovo Monari consegnerĂ gli attestati di partecipazione ai giovani che hanno terminato il biennio di forma-

zione. Ăˆ prevista inďŹ ne una tappa internazionale, con una visita a maggio al Parlamento europeo di Strasburgo. La Scuola – promossa dall’UfďŹ cio per l’impegno sociale e diretta da Michele Busi, con un Comitato scientiďŹ co e una decina di tutor che afďŹ ancano i giovani corsisti – è giunta ormai al quinto anno di vita e ha coinvolto centinaia di giovani della nostra diocesi. Per informazioni, sďŹ sp@diocesi.brescia.it; tel. 030.3722236.

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“Questa decisione non aiuta le famiglie piĂš giovani del nostro Paeseâ€?. Questa la posizione della Fism sulla scelta del governo di posticipare al 2013 il ďŹ nanziamento delle sezioni “primaveraâ€?, le classi che accolgono i bambini tra i 24 e i 36 mesi. “Nel frattempo le scuole hanno continuato il servizio ďŹ ssando le rette, che tenevano conto del previsto contributoâ€?, sottolinea il segretario della Fism, Luigi Morgano (nella foto), che ricorda i “numeriâ€? di questo servizio:

1.600 sezioni, 25mila bambini, seguiti da 5000 educatori. “Ci erano state date ampie rassicurazioni – aggiunge – e invece questa decisione del governo appare in contrasto con quanto affermato in sedi istituzionali e non. Per questa ragione, esprimiamo un giudizio nettamente negativo�. Alla delusione della Fism, che gestisce oltre 8000 scuole dell’infanzia in tutta Italia, fa eco quella dell’Anci, l’associazione dei Comuni, che parla di “decisione profondamente

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penalizzante per famiglie e gestori, tra i quali rientrano numerose amministrazioni municipaliâ€? che per voce di Daniela RufďŹ no, delegata per l’istruzione, ha aggiunto che “Con la mancata erogazione dei ďŹ nanziamenti per il 2012 si interrompe un circolo virtuoso che ci aveva permesso di ridurre le liste d’attesa. Come Anci avevamo chiesto non solo ďŹ nanziamenti certi ma anche la messa a regime del servizio ponendo ďŹ ne alla sperimentazioneâ€?.

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l consueto appuntamento nazionale di studio, programmato dal settore pedagogico della Fism (Federazione italiana scuole materne), avrĂ luogo quest’anno a Brescia nei giorni 24 e 25 novembre 2012, con il titolo stimolante: “Un futuro di pace per i bambini e il compito della scuola dell’infanzia che si ispira ai valori cristianiâ€?. L’argomento del Seminario riprende in modo esplicito il messaggio di Benedetto XVI per la 45ÂŞ Giornata mondiale per la pace. “Il mio messaggio – scrive il Papa – si rivolge anche ai genitori, alle famiglie, a tutte le componenti educative e formative. Si tratta di comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in loro il desiderio di spenderla al servizio del bene. Ăˆ un compito, questo, in cui tutti siamo impegnati in prima personaâ€?. Da qui l’impegnativa scelta della Segreteria nazionale di dedicare a questo tema l’appuntamento piĂš importante nell’ambito del Settore pedagogico della federazione. Nella giornata di sabato 24 novembre il convegno si svolgerĂ presso l’aula magna dell’UniversitĂ cattolica e vedrĂ susseguirsi gli interventi di Delio Vicentini (responsabile del Settore pedagogico nazionale Fism), di Luigi Morgano (segretario nazionale Fism), di mons. Bruno Fasani (Le virtĂš umane che aiutano a vivere insieme agli altri: bontĂ , sinceritĂ , lealtĂ , generositĂ , rispetto, gratitudine, amicizia‌), di Giuseppe Mari (Convivenza e cittadinanza: come vivere relazioni interpersonali ispirate alla pace) e di Luigi Pati (Le domande, le attese, gli

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in prospettiva cristianaâ€?, prima dell’attivazione di cinque laboratori finalizzati alla presentazione di esperienze e/o alla formulazione di proposte curricolari sui seguenti aspetti della vita di scuola: “Io con gli altri - vita di scuola‌ e non soloâ€?; “Il saluto, una testimonianza di pace: come, quando, perchĂŠâ€?; “Le regole, i gesti, le parole e i simboli della paceâ€?; “Le dinamiche interpersonali: conflitto, timidezza, assertivitĂ â€?; “Le esperienze dell’educatrice come donna di paceâ€?. L’importanza degli argomenti proposti nella due-giorni e l’alto livello culturale dei contenuti invitano alla partecipazione le coordinatrici e le educatrici della scuola dell’infanzia, ma anche gli amministratori delle scuole.

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di Brescia. Circoli che cercano di leggere e analizzare la realtà della propria comunità alla luce del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa, per dare spesso delle risposte in termini di proposte e azioni. Sul sito www.aclibresciane.it si trovano le iniziative non solo del livello provinciale dell’associazione, ma anche dei vari circoli. Per citarne alcune in cantiere in queste settimane, dal 6 novembre sono in programma quattro serate sul

tema della bioetica organizzate dai tre circoli di Concesio, mentre a Manerbio il 7 novembre i circoli della zona hanno organizzato una tavola rotonda sulla proposta dell’impianto di macellazione suina. E in queste settimane sono molti i circoli che stanno organizzando serate per spiegare le novità delle riforme delle pensioni e del mercato del lavoro, o dibattiti sui temi ambientali (come quelle organizzate dal circolo di Buffalora). (Roberto Toninelli)

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libero da una condizione di afasia e da una mentalitĂ clericale, nonchĂŠ autonomo nell’ordinare le cose temporali. Sappiamo che la partecipazione alla costruzione del Regno di Dio è parte della vocazione cristiana, ma è importante ripetere che questa partecipazione si esplica attraverso l’edificazione dalla CittĂ dell’Uomo: è dunque responsabilitĂ dei cristiani non abdicare alla partecipazione politica: anche cosĂŹ prendono a cuore la sfida educativa che la fede chiede. Per fare questo, però, c’è bisogno di un’elaborazione culturale alta e popolare: occorre fecondare le grandi idee del patrimonio cristiano. Il corso Acli di filosofia politica “La cittĂ invisibileâ€?, quest’anno alla seconda edizione, rappresenta un piccolo passo su questa via, un di piĂš di pensiero, di politica, di dialogo, di comunitĂ . Ăˆ questo il motivo per cui “facciamoâ€? le Acli. Ed è questo il motivo per cui un corso di filosofia politica è un cammino affascinante, ma soprattutto di speranza,

per ripensare il futuro delle nostre comunitĂ . Quest’anno ci concentriamo sul ’900: Nietzsche, Schmitt, Levinas, Mounier, Weil, Foucault e Sen. Queste le guide che illumineranno altrettante parole chiave: ideologia, violenza, alteritĂ , persona, sventura, corpo, qualitĂ della vita. Parole esigenti, di cui possiamo riappropriarci se scegliamo di non chiudere occhi e cervello, ma di metterci in gioco. Un percorso educativo, insomma: per conoscere e conoscerci, per indagare e rispondere ai dilemmi del nostro tempo, proprio lĂ dove normalmente acquisiamo scienza ma tralasciamo saggezza. PerchĂŠ è ormai sotto gli occhi di tutti che le scienze tecniche sono necessarie, ma non bastano. E perchĂŠ è necessario iniziare a sentirci responsabili non solo delle nostre azioni, ma anche di quelle degli altri. Il via è per il 17 novembre con l’ncontro sul tema dell’ideologia. Per informazioni: segreteria Acli (030 22 94 012) o www. aclibresciane.it.

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a quasi un anno un governo tecnico fa supplenza, anche etica, alla politica italiana e nel contempo cerca di recuperare al Paese credibilitĂ e stabilitĂ economica. PerchĂŠ questo? PerchĂŠ la politica ha smarrito il senso dell’articolo 54, ovvero il dovere di esercitare le funzioni pubbliche “con disciplina ed onoreâ€?. Ciò cui stiamo assistendo – demagogia, qualunquismo, opportunismo – è qualcosa di molto diverso dalla vera politica, che meglio si definisce come un servizio reso alla comunitĂ , che non dĂ frutti immediati (leggi “elettoraliâ€?) ma mira al bene comune, perchĂŠ si occupa delle trasformazioni sociali, culturali, demografiche che oggi ci interrogano, valorizzando libertĂ e responsabilitĂ , promuovendo partecipazione e reciprocitĂ positiva. Il disincanto, spesso tradotto in disaffezione al voto e sterile protesta, non può essere l’ultima reazione a questa crisi di senso che ha investito il Paese:


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l saluto è un gesto quotidiano, usuale, addirittura banale che tutti noi compiamo ogni giorno piĂš volte. Ăˆ nella vita di tutti, apre e chiude ogni incontro tra le persone. Soffermarsi a osservare che cosa ci può essere di davvero prezioso in esso, proprio perchĂŠ cosĂŹ banale, non deve essere stato un lavoro semplice. Ci hanno pensato, con passione e sentimento Massimo Giuliani, docente di pensiero ebraico nell’UniversitĂ di Trento e membro dei comitati scientifici della Fondazione Maimonide (Milano) e della Fondazione museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah (Ferrara) e Paolo De Benedetti brillante teologo e biblista docente di giudaismo alla FacoltĂ teologica di Milano e di Antico Testamento presso le UniversitĂ di Urbino e di Trento e collaboratore di “Avvenireâ€?, “Seferâ€? e “Humanitasâ€?.

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damentale, Paolo De Benedetti ha voluto iniziare il suo intervento alla conferenza organizzata su iniziativa della Cooperativa cattolicodemocratica di cultura svoltasi nei giorni scorsi nella Sala Bevilacqua presso i Padri della Pace a Brescia, all’interno delle iniziative per l’anno 2012/2013 (il programma al sito: ccdc.it). Il gesto di salutare apre alla relazione e lo fa portando distensione, pace. Il saluto, infatti, è in un certo senso quella cosa che unisce tutti gli esseri viventi in comunione e corrisponde ad un bisogno di Dio. Dio, dice l’autore, aveva bisogno di un tu con cui parlare e il suo tu sono gli esseri descritti nella Genesi della creazione. Tutto ciò che ha vita è un esaudimento del tu di Dio. Il saluto tra le creature restaura, anche al di lĂ dell’uomo, restaura l’universo. Sono un saluto i fiori, il canto degli uccelli, la stessa lu-

ce. La luce, infatti è il primo bene donato agli esseri umani, un dono nel quale è possibile salutare e benedire chi ci sta vicino. Il rapporto di Dio con l’uomo deve essere una continuazione del suo saluto. La radice della parola shalom in ebraico significa integritĂ , con il saluto si dovrebbe avere l’intento di precedere l’altro nel gesto di pace. E ancora Massimo Giuliani si interroga, insieme alla sala traboccante di ospiti, sul senso di portare il saluto. Chi lo fa inaugura, solitamente un evento. Sono forse questi alcuni dei gesti piĂš profondi della relazione il portare e l’augurare. Attraverso questi gesti si dĂ avvio nella maniera piĂš propositiva alla relazione e lo si fa piĂš volte al giorno. Il “salutoâ€? è un’esperienza quotidiana, ma è anche parte della stessa essenza dell’uomo: il suo ingresso nel mondo, il suo “essere con

gli altriâ€?, sin dall’infanzia è sancito da questo gesto elementare, prelinguistico. Salutare, e ricambiare il saluto, sono espressioni del riconoscimento, sociale e affettivo. La riflessione dei due illustri autori porta il lettore ad interrogarsi sul valore che egli stesso intende dare al proprio gesto, se davvero è rivolto al prossimo con sincero interesse e con volontĂ di condivisione di uno o piĂš stati d’animo espresso nel “come stai?â€?. Un libro che arriva in un tempo in cui le persone sono sempre piĂš sole e spaventate a ricordare che il saluto è un modo distensivo e pacifico di dare forza e dignitĂ ad una relazione, che è qualche cosa che spesso si fugge o si teme senza accorgersi di quanto poco costa a ciascuno e di quanto arricchisce ognuno. Lo shalom, il saluto, diventa allora la porta oltre la quale inizia una relazione, è il modo per dire che l’altro ci interessa.

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Â? •…‡Â?ƒ ”ƒÂ?…‹ƒ”‘Ž‹ …‘Â? ‹Ž •—‘ Dz ‡ƒ–”ƒÂ?–‡dz Prende il via martedĂŹ 6 novembre la stagione di prosa 2012/2013 del Ctb. Lo spettacolo di apertura è afďŹ dato a Franco Branciaroli (nella foto), consulente artistico dello Stabile bresciano, che porta in scena, in prima nazionale, “Il Teatranteâ€?, testo del 1985 del romanziere e drammaturgo austriaco Thomas Bernhard. Con questa nuova messa in scena, in cartellone sino al 18 novembre, Branciaroli continua la lunga riessione sul teatro e sul suo rapporto con la societĂ attraverso

la memoria che ne è l’elemento fondamentale. Raramente rappresentato in Italia, “Il teatranteâ€?, fu messo in scena per la prima volta nel 1985, a Salzburger Festspiel dal regista Claus Peymann. Quella bresciana è una coproduzione fra lo stesso Ctb e il Teatro degli Incamminati. In un oscuro teatro di provincia, un attore-autore di origine italiana frustrato e megalomane si trova alle prese con uno spettacolo impossibile, stretto tra la propria ambizione, che gli fa

scrivere testi deliranti e respingenti, e la necessitĂ della compagnia, composta dalla sua stessa famiglia, piĂš impegnata a sbarcare il lunario che a dare dignitĂ al proprio lavoro. Tra invettive e paradossi sulla vita e sulla morte, sulla societĂ e sulla felicitĂ , il vecchio attore vedrĂ ancora una volta frustrato il tentativo di portare in scena “La ruota della storiaâ€?, testo pretenzioso e non compreso da nessuno. Se la visione di Bernhard, portata in scena da Branciaroli, è tra le piĂš

pessimiste della letteratura europea, la vitalitĂ con cui rappresenta la propria negativitĂ contraddice le premesse ďŹ losoďŹ che: grottesco, comico ďŹ no alle lacrime, tutto pervaso da una ruvida tenerezza che è come il fantasma dell’impossibile pietĂ . In scena, con Franco Branciaroli, che cura anche la regia, Tommaso Cardarelli, Valentina Cardinali, Melania Giglio, Daniele Griggio, Cecilia Vecchio, Valentina Violo.-Per ulteriori informazioni www.ctbteatrostabile.it

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ncora pochi giorni e il sipario del Sociale di Brescia si alzerĂ sulla nuova stagione di prosa del Ctb, portandosi via o per lo meno allontanando tutte le polemiche che hanno infiammato il dibattito cittadino delle scorse settimane. ToccherĂ a Franco Branciaroli, consulente artistico dello Stabile bresciano, inaugurare la stagione con “Il Teatranteâ€? di Thomas Bernhard. Ăˆ un ďŹ ume in piena Carla Boroni, presidente del Ctb, quando può parlare del cartellone messo a punto, delle mille iniziative in cui è coinvolto il Centro teatrale bresciano, del rapporto sempre piĂš stretto che si è creato con i giovani e il mondo della scuola... e di tanto altro ancora. Allora, presidente, che stagione di prosa sarĂ quella che sta per aprirsi? Credo che il Ctb, nonostante le oggettive difficoltĂ del momento, è riuscito ancora una volta a offrire al pubblico

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se direzioni artistiche, è stata una costante del Ctb, una caratteristica che ha contribuito a farne una delle eccellenze della cultura non solo bresciana L’attivitĂ dello stabile non si limita però alla stagione di prosa del Sociale... No, c’è anche la programmazione di “Altri percorsiâ€?, pensata per integrare la stagione di prosa e proporre ai bresciani una stagione divertente e stimolante C’è poi tutta la parte della produzione e della circuitazione degli spettacoli... SĂŹ, si tratta di un’altra parte importante della vita del nostro stabile. Quest’anno, per esempio, saranno due le produzioni, realizzate in collaborazione con il Teatro degli Incamminati, che abbiamo messo in cartellone. Produzioni che, come avvenuto con “Servo di scenaâ€? lo scorso anno, gireranno per i piĂš imporanti teatri italiani C’è poi tutto il mondo del rappor-

to con la scuola, con il territorio... Si tratta di un altro pezzo importante del Ctb, che lo qualifica. Quello con il mondo della scuola è un rapporto impegnativo che abbiamo coltivato e che ci riempie d’orgoglio Tutto questo potrebbe finire con il venire meno del contributo della Provincia? SĂŹ, ma è questo il momento di parlare della stagione prossima al via. Quella della Provincia è una scelta che anticipa addirittura la legge.

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6XJJHVWLYD /XFLD GL 'RQL]HWWL Suggestivo allestimento per la Lucia di Lammermoor di Donizetti approdata la settimana scorsa alla stagione del Grande. Il regista Henning Brockhaus, riprendendo scene e costumi disegnati dal compianto scenografo ceco Josef Svoboda, si è avvalso di un grande telone semitrasparente, le cui pieghe evocavano la visione notturna di una foresta. All’inizio, a sipario aperto, il telone è stato lentamente sollevato prima dell’ouverture sinfonica. Su questo sfondo, nel corso dell’opera, sono state proiettate immagini dal signiďŹ cato simbolico, tra cui ďŹ ori, ďŹ ammelle, architetture gotiche. Non è la prima volta che assistiamo a uno spettacolo realizzato con questa tecnica computerizzata (la celebre compagnia catalana Fura dels Baus se n’è avvalsa recentemente in un allestimento wagneriano alla Scala), ma

l’effetto è garantito. In questo modo si arricchisce un impianto scenico che, diversamente, risulterebbe quasi spoglio: nel caso di questa Lucia esso consisteva semplicemente di una gradinata. Per la parte vocale, lo spettacolo ha visto impegnati i vincitori del 63° Concorso Aslico. Buona la prova delle voci gravi del baritono Serban Vasile nel ruolo di Enrico Ashton e del basso Giovanni Battista Parodi in quello di Raimondo. Quanto ai due protagonisti, nella recita di domenica 28 ottobre erano impegnati il soprano Romina Casucci (Lucia) e il tenore Francisco Corujo (Edgardo). Il primo atto ha sofferto di una certa freddezza musicale, ma poi Romina Casucci ha dato il meglio di sĂŠ nella celebre scena della pazzia e, in parallelo, anche il tenore ha raggiunto un buon livello espressivo nel ďŹ nale.

Stesso andamento per l’Orchestra dei pomeriggi musicali diretta da Matteo Beltrami, dapprima distratta, poi via via piĂš convincente. Il prossimo titolo della stagione, in scena al Grande venerdĂŹ 2 novembre alle 20.30 e domenica 4 novembre alle 15.30, risale anch’esso agli anni ’30 dell’Ottocento ed è la tragedia lirica “I Capuleti e i Montecchiâ€? di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani ispirato all’immortale soggetto shakespeariano. Si tratta di un nuovo allestimento con la regia del giovanissimo inglese Sam Brown, selezionato mediante un concorso europeo. Ancora una volta di scena i vincitori dell’Aslico: il soprano Damiana Mizzi (Giulietta) e il mezzosoprano Florentina Soare (Romeo). Proprio cosĂŹ, perchĂŠ nell’opera di Bellini il personaggio di Romeo canta con voce femminile.


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MartedĂŹ 6 novembre alle 18 nella libreria dell’UniversitĂ Cattolica del Sacro Cuore sarĂ presentato il nuovo volume “Odiâ€? di Orazio, edito da Morcelliana con la nuova traduzione di Enrico Castelnovi. Nei componimenti il poeta latino affronta il tema del tempo, apprezzando quello passato e rimpiangendo l’irreversibilitĂ del tempo che fugge. Introduce l’incontro Mario Taccolini e presenterĂ il volume Gianenrico Manzoni. SarĂ presente il traduttore.

“Scintille di musicaâ€? è il titolo della rassegna concertistica in programma, il martedĂŹ, con inizio alle 21 e a ingresso libero, al Teatro Sancarlino di Corso Matteotti. “Gli appuntamenti – ha spiegato Emanuela Baronio, portavoce dell’associazione Franco Margola che organizza da otto anni la rassegna – dedicati a compositori ed interpreti brescianiâ€?. L’associazione, intitolata alla ďŹ gura del noto musicista e compositore nato a

Orzinuovi nel 1908 e scomparso a Nave nel 1992, è stata fondata nel 1998 con lo scopo di sensibilizzare l’interesse per la musica attraverso l’organizzazione di concerti, di eventi culturali e di corsi per vari strumenti. Le ‘scintille musicali’ splenderanno ďŹ no al 20 novembre. Il 6 novembre il “Trio Friedrichâ€? dei ‘milanesi’ Stefano Pramauro al clarinetto, Massimo Gatti alla viola e Ilaria Costantino al pianoforte, presenta, tra gli altri brani, l’esecuzione in prima

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assoluta di “Flatus per luminaâ€? del compositore bresciano Rossano Pinelli. La chiusura degli appuntamenti è con l’“Ensemble Soledad Sonoraâ€? formato dai ‘cinque musicisti in salotto’. Le “Scintille di musicaâ€? sono sostenute dalla Fondazione Asm e dall’Assessorato alla pubblica istruzione della Provincia di Brescia, hanno il patrocinio del Comune di Brescia e della collaborazione del Conservatorio cittadino Luca Marenzio.

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l vento dello Spirito. Ripartiamo dall’uomoâ€? è il tema della 10ÂŞ edizione della rassegna dedicata alla microeditoria che si terrĂ a Chiari il 9, 10 e 11 novembre a Villa Mazzotti. Un’edizione che mette al centro il recupero e il richiamo ad una “maggiore profonditĂ spirituale fatta di esempi concretiâ€? come la Caritas, i centri di accoglienza, spazi e realtĂ che oggi piĂš di prima tendono la mano alle vittime della crisi che stiamo vivendo. Ne parlerĂ don Virginio Colmegna domenica alle 17, intervistato da Primo Gandossi, partendo dal suo libro “Ora et Labora. In difesa della Chiesaâ€? pubblicato da Chiarelettere. Atteso anche l’incontro di sabato alle 18.15 nella sala zodiaco, con il teologo e biblista Paolo De Benedetti, docente di Giudaismo e di Antico Testamento, autore tra gli altri, del libro “La teologia degli animaliâ€?(Morcelliana 2007), nel quale invita a “pensare il paradiso non come è raffigurato dagli affreschi delle chiese, ma come recupero delle piccole cose, dei particolari, delle cose che appaiono a noi insignificantiâ€?. Un richiamo alla ricerca di una spiritualitĂ perduta che suona come l’ultima speranza per risalire la china dopo anni di una crisi sĂŹ economica, ma, come spiegherĂ Oliviero Beha, giornalista e conduttore televisivo, sabato alle 17, nella sala Zodiaco, anche di valori culturali. Sempre dedicato al tema dell’indagine e ricerca interiore, l’incontro (da confermare) di domenica alle 18.30 con don Antonio Mazzi: si parlerĂ di Bibbia e psiche, ricerca

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tro la criminalitĂ , organizzata, l’onorevole sarĂ intervistata da Claudio Baroni, vicedirettore del Giornale di Brescia. Oltre ai grandi ospiti, Daniele Bossari domenica alle 16 presenterĂ un libro dedicato ai bambini “Fiammetta la strega imperfettaâ€?, molte le tavole rotonde, i forum, i reading, gli eventi. Tra questi, si segnala venerdĂŹ alle 20.30 nella Sala Scuderie, lo spettacolo a cura di Idea Teatro, intitolato “A proposito di Edipo Reâ€?, performance sperimentale e suggestioni partendo dalla piĂš famosa opera di Sofocle. E come sempre, protagoniste della rassegna le piccole e piccolissime case editrici, alcune con non piĂš di 10 pubblicazioni annue. “Sicuramente c’è la soddisfazione per aver visto arrivare questa manifestazione alla 10ÂŞ edizione diventando un punto di riferimento per la piccola editoria. Manifestazione che è cresciuta anno dopo anno, pur mantenendo la volontĂ di far star bene editori e visitatori, puntando sull’impegno di volontari che ci mettono voglia, tempo e passioneâ€?. Sono parole di Paolo Festa, presidente dell’associazione culturale “L’improntaâ€? ,che con Daniela Mena, direttrice dell’evento dal 2003, ne cura l’organizzazione. VenerdĂŹ alle 18, dopo l’apertura degli stand, nella sala dello Zodiaco, avverrĂ la premiazione Marchio Microeditoria di QualitĂ . Patrocinata dal Comune di Chiari, Provincia di Brescia, Regione Lombardia e della Consigliera provinciale di paritĂ , la rassegna è aperta al pubblico: venerdi’ 17.30-22, sabato 10-22, domenica 10-20. Ingresso libero.

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culturali sino al teatro per ragazzi. Quest’ultimo è una novitĂ diretta a far avvicinare il pubblico piĂš giovane e le scolaresche al mondo del palcoscenico: per loro sono stati ideati sei spettacoli (“Il viaggiatore alla ricerca della felicitĂ â€?, “Pinocchio a testa in giĂšâ€?, “Aspettando Nataleâ€?, “La gabbianellaâ€?, “Persi e ritrovatiâ€? e “Verso la lunaâ€?) che avranno luogo il 3 e 24 novembre, il 15 dicembre, il 12 gennaio, il 16 febbraio e il 16 marzo. Altri eventi meritevoli

di segnalazione: il 23 novembre si terrĂ lo spettacolo “Unicef live‌ for childrens rightsâ€? con l’esibizione del cantante Riccardo Maffoni, vincitore di Sanremo giovani 2006, Jury, protagonista di X-Factor 2009 e la Big Band Jazz Now Italians Songs. L’intero incasso sarĂ devoluto all’Unicef per i progetti a tutela dell’infanzia. Il 17 marzo 2013 il Teatro Bonoris ospiterĂ , invece, “Danzando in Europaâ€?, un concerto pianistico a quattro mani con i maestri Daniela

Piovani e Manuela Dalla Fontana: evento dedicato alla memoria del senatore monteclarense Mario Pedini. Appuntamenti tradizionali, sono anche i concerti dicembrini della Scuola d’archi Pellegrino da Montechiaro (previsto l’8) e della Banda cittadina Carlo Inico (il 21), entrambi ad ingresso libero. Tutto il cartellone della stagione teatrale si può consultare sui siti montichiari.it o montichiarimusei. it; per info Montichiari Musei: 030/961115. (f.m.)

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C’è un futuro per loro?â€?. Le domande sono sempre piĂš di stretta attualitĂ come sottolinea spesso don Giuseppe. 30 anni fa c’erano 40 scuole indigene gestite dalle congregazioni religiose, oggi sono 400 e sono gestite dallo Stato: è un passo in avanti. “Quasi tutti i Paesi dell’America Latina si sono

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a vita di Giuseppe Zanardini, antropologo e missionario salesiano che lotta per la sopravvivenza culturale e fisica degli indios e ha all’attivo una ventina di libri sull’argomento, si può suddividere in piĂš fasi che descrivono bene le diverse sfaccettature dell’essere Chiesa in terra di missione, nello specifico in Paraguay. Nella prima parte (fino al 1984) si è dedicato all’insegnamento nella scuola professionale e ha avuto l’intuizione di costruire, coinvolgendo e responsabilizzando le persone, un intero quartiere nella zona di Limpio, a pochi chilometri dalla capitale AsunciĂłn, grazie anche alla fattiva collaborazione dell’associazione “Operazione Enricoâ€? e con il sostegno, fra gli altri, degli “Amici del Paraguayâ€?. Nella seconda “vitaâ€? ha vissuto con gli indigeni ayoreo, prima dentro la comunitĂ e poi all’esterno per superare la forma assistenziale.

Nella terza fase, quella odierna, sta mettendo a frutto le sue conoscenze e le sue competenze puntando sulla formazione, editando libri e studi, tenendo conferenze come direttore del Centro studi antropologici dell’UniversitĂ Cattolica (Ceaduc) di AsunciĂłn. Il tutto senza perdere di vista il Vangelo, bussola della sua esistenza. Don Zanardini è originario della parrocchia cittadina di San Lorenzo ed è in Paraguay dal 1978, si occupa delle espressioni spirituali, della comunicazione linguistica e delle strutture sociali degli indios. A 70 anni compiuti da poco, affascina chi lo incontra per il suo sguardo sereno e per la sua capacitĂ di lettura della societĂ in cui vive. Il fenomeno della globalizzazione e della secolarizzazione sta colpendo un territorio che ha sempre vissuto in maniera isolata, anche geograficamente. Il Paese è grande una volta e mezza l’Italia, ma ha solo 6,5 milioni di abitanti distribuiti in modo

disomogeneo: a nord c’è una regione (Chaco) che comprende oltre il 60% del territorio nazionale con il 2% della popolazione. Il Paraguay è uno Stato dalle mille contraddizioni ma non solo di natura economica (il 10% delle persone controlla le risorse del Paese): si sente il forte bisogno di investire nell’educazione. “La situazione che si è delineata mi ha portato a cercare di cambiare la cultura. All’inizio – spiega don Giuseppe – non volevo saperne dell’insegnamento alla scuola tecnica, perchĂŠ mi sembrava di perdere tempo, e andavo verso l’azione. In questi ultimi anni sono tornato a insegnare e a formare gli insegnantiâ€?. Sul territorio ci sono 20 differenti popolazioni indigene suddivise in 400 comunitĂ per 120mila persone. Si racconta che nel maggio del 1988, dopo l’incontro con le comunitĂ indigene, Giovanni Paolo II, emozionato, chiese all’arcivescovo di AsunciĂłn, mons. Ismael RolĂłn: “Sopravvivranno gli indigeni?

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interrogati, a partire dal 1992 ovvero 500 anni dopo la scoperta dell’America, sulla questione indigena. In quel decennio tutti i Paesi hanno rinnovato o adeguato le loro costituzioni. L’onda è buona, ma le leggi sono arrivate troppo tardi. Il rischio – continua don Giuseppe – è quello di inquadrare il popolo indigeno in una sorta di ghetto lontano dalle trasformazioni che stanno segnando la nazione. Stiamo, quindi, lavorando sull’interculturalitĂ â€?. Lo Stato fatica ad accettare questa realtĂ multiculturale e a individuare in essa le proprie origini, anche se la Costituzione del 1992 “riconosce l’esistenza dei popoli indigeni, definiti come gruppi di cultura antecedente alla formazione e organizzazione dello Stato paraguayanoâ€?. “Il virus etnocentrico – afferma don Zanardini – colpisce una parte della societĂ che si sente superiore ai popoli indigeni, essendo incapace di riconoscere le diversitĂ culturaliâ€?. GiĂ la Costituzione riformata del 1992 conteneva degli articoli dedicati agli indigeni, ma mancavano le applicazioni pratiche. Se c’è un delitto nella comunitĂ indigena, che diritto si applica? Secondo la costituzione va applicato il diritto consuetudinario della comunitĂ : il giudice deve, quindi, conoscere il diritto non scritto e avvalersi del sostegno di un antropologo. Don Zanardini, che collabora da anni con il Ministero dell’educazione, è stato uno degli artefici dei progressi legislativi nella materia indigena. Dall’esperienza maturata in missione sono arrivate due leggi nazionali: nel 2007 la legge dell’educazione indigena e nel dicembre 2010 la legge che ha creato un dipartimento ad hoc nel Ministero della pubblica istruzione per le scuole indigene. Uno dei risultati, anche se il processo è lungo, è stata l’attivazione di 400 scuole indigene dove nei primi tre anni si impara la lingua materna: l’alfabetizzazione

nella lingua materna permette di non disperdere un patrimonio importante altrimenti relegato alla sola tradizione orale. Ci sono certi diritti che salvaguardano le identitĂ e le culture indigene: possono alfabetizzare nella lingua materna, i maestri devono essere indigeni e ogni etnia ha il diritto di costruirsi il proprio curriculum scolastico. “Oggi i popoli indigeni attraversano un processo di profondo cambio culturale: osservano – descrive il sacerdote bresciano – lo stile di vita della societĂ nazionale e incorporano nella loro vita una grande quantitĂ di espressioni culturali come la televisione o il cellulare, solo per citarne dueâ€?. Il mondo indigeno attira l’interesse delle Ong che si battono per farli vivere nel loro habitat, nella selva, cercando di riprodurre le condizioni originarie per vivere e per cacciare. Questa posizione si scontra con chi auspica che gli indigeni si “convertano in cittadini normaliâ€?. Tra le due visioni, si fa largo una terza via: “Il punto cruciale per il futuro dei popoli indigeni è senza dubbio – chiarisce il salesiano – il cambiamento culturale e l’adattamento al nuovo mondo. La cultura che rimane statica si condanna all’emarginazione e, alla fine, all’estinzioneâ€?. L’umanitĂ ha avuto bisogno di migliaia di anni per passare dalla cultura della caccia a quella dell’agricoltura. “Ora gli indios per sopravvivere sono obbligati a fare in poco tempo questo sforzo, che creerĂ non poche sofferenzeâ€?. Rischiano l’estinzione? “Gli indigeni di oggi non sono gli stessi di quelli di ieri e non saranno uguali a quelli di domani: un determinato gruppo culturale riceve elementi dalle altre culture e a sua volta trasmette i suoi. Bisogna partire dal presupposto – conclude – che non ci sono culture superiori o inferiori, ma semplicemente differenti: l’interculturalitĂ arricchirĂ tuttiâ€?.

da Associazione per l’Arte Le Stelle e Ucai (Unione cattolica artisti italiani - Brescia), di ripresa del grande poema attraverso una serie di mostre a tema che consentiranno di indicare alcune possibilità di interpretazione dei testi attraverso il linguaggio figurativo contemporaneo. Testo e immagine in Roehr costituiscono un dittico inscindibile simile all’intreccio di essenze diverse che tuttavia danno origine a

qualcosa di piĂš comprensibile o meglio di piĂš intelligibile. L’elemento figurativo è creato solo per cenni fino a raggiungere una eccezionale concisione. Testo e immagine costituiscono un dittico inscindibile simile all’intreccio di essenze diverse che danno origine a qualcosa di piĂš comprensibile o meglio di piĂš intelligibile. Basterebbe guardare il processo di progressivo alleggerimento che le chine di Roehr subiscono

dall’Inferno al Paradiso della Commedia dantesca: cosĂŹ nell’Inferno in particolare è l’impeto a dominare anche nel segno e accompagna bene non tanto la fantasia della descrizione quanto la pesantezza del lessico. La mostra “ComedĂŹa - tra la perduta genteâ€?, negli ambienti di San Zenone all’Arco, è aperta da mercoledĂŹ 31 ottobre a domenica 18 novembre (da mercoledĂŹ a domenica 16-19). Ingresso libero.

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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Quest’anno la Raccolta di San Martino sostiene il progetto della Caritas diocesana di Rreshen (Albania) per accompagnare donne e bambini con gravi problemi di salute che necessitano di cure speciďŹ che nei viaggi per la vita. La raccolta di indumenti, scarpe, borse e coperte, avverrĂ sabato 10 novembre. In Primo Piano (9.30 circa) Paolo Adami illustra il progetto. Nel secondo servizio don Claudio

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio sui “Miracoliâ€?. Tra i relatori al partecipato convegno in Poliambulanza il prof. GandolďŹ ni (nella foto). A seguire: la “Giornata di Voceâ€? che per il 120° del settimanale diocesano si terrĂ nella parrocchia di Lograto; il nuovo anno di “Teologia per i laiciâ€?, la scuola ospitata in Seminario la cui istituzione risale al 1978; la conclusione dei “Restauri a San Nazaroâ€? festeggiati

Zanardini presenta i prossimi pellegrinaggi diocesani guidati dal Vescovo. Da questa domenica alle 11.30 torna la rubrica Letture per lo spirito a cura di suor Francesca Bernacchia. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl.

alla presenza di mons. Monari. La rubrica “4 parole...â€? è con Paolo Adami per la presentazione della “Raccolta di San Martinoâ€?. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www. vocemedia.tv che manderĂ in onda anche il documentario “La persona umana immagine di Dioâ€?.

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$QFKH OD VDWLUD LQ FHUWL FDVL q LQRSSRUWXQD La stagione televisiva 2012-2013 sarĂ ricordata come l’anno di La7 che, negli ultimi mesi, ha dimostrato di potere, e meritare di essere, una valida (e spesso preferibile) alternativa al duopolio nazionale di Rai e Mediaset. La prioritĂ per La7 è quella dell’informazione e dell’approfondimento: dal telegiornale di Mentana al quotidiano appuntamento con Lilli Gruber, dal lunedĂŹ sera di Gad Lerner al giovedĂŹ di Michele Santoro. Per l’intrattenimento, oltre a Cristina e Benedetta Parodi, ha avuto fortuna Teresa Mannino con il suo “Se stasera sono quiâ€?; e continua l’avventura di “G’ Dayâ€?,

condotto da Geppi Cucciari. C’è però un nome che spicca fra tutti gli altri, e che negli ultimi anni è diventato il simbolo dell’emittente di Telecom Italia: si tratta di Maurizio Crozza. Il comico genovese è tornato da due settimane su La7 (anche se, fra repliche e spezzoni montati per riempire i buchi estivi, non se n’era mai andato) con “Crozza nel paese delle meraviglieâ€?. Uno show a 360 gradi, con musica dal vivo, scenografie delle grandi occasioni, corpo di ballo e ospiti. Il fulcro dello spettacolo è ovviamente la satira, politica e sociale, come nelle precedenti trasmissioni “Crozza Italiaâ€?,

“Crozza Aliveâ€? e “Italialand, nuove attrazioniâ€?. Una comicitĂ â€œimpegnataâ€? sull’Italia, non solo improntata a farci sorridere delle macchiette che ci governano, ma anche a informare su aneddoti e storie scomode che spesso l’informazione nazionale dimentica. Grazie alla sua capacitĂ di imitare numerosi personaggi pubblici, Crozza riesce a creare un circo di volti, voci e atteggiamenti che ben si avvicina, pur sempre dal punto di vista comico, alla realtĂ che viviamo tutti i giorni. Certo, con i tempi che corrono è semplice trovare qualche ingranaggio che non funziona e metterlo alla berlina del pubblico. Per

quel che riguarda il mondo della politica, da ogni direzione, destra, sinistra o centro che sia, arrivano ottimi spunti per nuovi sketch e imitazioni. Crozza fa notizia, fa discutere, fa politica. SĂŹ, perchĂŠ anche la satira dopotutto fa parte del gioco, è un tassello al quale il sistema non può rinunciare, se vuole sopravvivere: il giullare alla corte del re può permettersi di scherzare con il potere, ma solo per renderlo piĂš vicino alla gente, piĂš reale, piĂš umano. “Basta un poco di zucchero, e la pillola va giĂšâ€?, e ridendo, per non piangere, la gente aspetta che succeda qualcosa. Ma su cosa è giusto ridere? La se-

conda puntata di “Crozza nel paese delle meraviglieâ€? è iniziata con una parodia del comandante della Concordia, Francesco Schettino. Il senso della gag era dimostrare che di “Schettiniâ€? ce ne sono tanti in Italia e bisogna combatterli. Ma, ovviamente, la comicitĂ ha superato il messaggio: è lecito far ridere su questi fatti? Nel naufragio della Concordia ci furono 30 morti e 2 dispersi. Una ferita ancora aperta per l’Italia, davanti la quale, forse, la satira dovrebbe fare un passo indietro. E negli anni lo stesso Crozza ci ha dimostrato che ci sono tanti altri argomenti da affrontare‌


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ďŹ nale a ingresso libero che avrĂ come ospite speciale Jury, il cantante bresciano lanciato dal talent-show “X Factorâ€?. Dopo il trampolino televisivo, il cantante ha aperto i concerti italiani di Jamiroquai, un concerto di Alicia Keys e ha duettato con Robben Ford a Brescia. Parteciperanno band emergenti; l’etĂ dei componenti è compresa fra i 13 e i 30 anni. Per informazioni su noimusica.org.

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Ci sono molte idee nel nuovo film di Silvio Soldini: personaggi surreali e teneri, opposti a figure comicamente spregevoli; e poi statue parlanti, fantasmi in bikini, una cicogna buongustaia e molto comunicativa. Sono proposti diversi punti di vista sull’Italia di oggi anche se, procedendo da uno sguardo “a volo d’uccelloâ€? fino al livello del terreno, la qualitĂ della veduta non sembra migliorare. “Il comandante e la cicognaâ€? infatti è una com-

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on siamo al poker d’assi ma la Brescia musicale ha in mano due carte sicuramente importanti. I due “carichiâ€? sono Biagio Antonacci e i Pooh, attesi nei prossimi giorni a Montichiari e a Brescia per due eventi tra i piĂš importanti di questa annata che sta volgendo al termine. Biagio Antonacci, che si sta avvicinando al mezzo secolo di vita, sarĂ di scena al PalaGeorge di Montichiari lunedĂŹ 5 novembre, con inizio alle 21. Un concerto che sarĂ l’occasione per presentare le canzoni del suo ultimo cd “Sapessi dire noâ€? - contenente brani come “Ti dedico tuttoâ€?, “Non vivo piĂš senza teâ€?, “ Insieme finireâ€? - ma anche per regalare al pubblico una carrellata sul suo lungo percorso musicale. Un disco che è l’ennesima conferma della maturitĂ espressiva di Biagio Antonacci, in grado di costruire canzoni equilibrate, nelle quali tutti i componenti, testi, musiche, arrangiamenti sono abilmente confezionati all’insegna della massima qualitĂ . Con l’etĂ Biagio ha saputo far fruttare al meglio la sua capacitĂ di approfondire i contenuti, componendo canzoni che indagano con grande saggezza le diverse sfere dell’uomo, il bene e

il male che in esso si scontrano, la passione ma anche i timori e le paure, senza disdegnare temi di ricerca spirituale. Tutto questo supportato da una musica che si alimenta con fantasia da suoni di diversa matrice, dal rock elettrico alla ballad folkacustica ai ritmi piĂš caldi e latini fino ai momenti piĂš intimi al pianoforte. Accompagnato da uno straordinario ensemble di sette musicisti e

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naturali e legittime del disco “Opera secondaâ€?, realizzato con la collaborazione di un’orchestra sinfonica di 67 elementi formata da musicisti dell’Orchestra sinfonica della Rai di Torino, del Teatro Regio di Torino, e delle migliori sinfoniche d’Italia, con l’aggiunta di Danilo Ballo (che ha curato gli arrangiamenti) e Phil Mer (alla batteria). Il disco, che contiene anche un duetto con Claudio Baglioni e uno con Mario Biondi, presenta 11 brani riarrangiati con l’orchestra, 11 “storieâ€? che compongono “un film dalla trama aperta, dove gli interpreti si riincontrano e ad ognuno viene data una seconda possibilitĂ di ribadire il proprio ruolo nella vitaâ€?, come ha dichiarato alla stampa la band. Il Tour (“Opera seconda in Tourâ€?) ha debuttato al Teatro Maderno di Grosseto il 26 ottobre ed è uno spettacolo prezioso, durante il quale è possibile ascoltare e vivere in concerto le emozioni che i loro classici in versione orchestrale possono regalare, con Roby, Red e Dodi affiancati da Danilo Ballo alle tastiere e Phil Mer alla batteria, per la prima volta accompagnati da un’orchestra sinfonica, la Ensemble symphony orchestra diretta dal maestro Giacomo Loprieno.

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media dal fondo amaro, il ritratto di un Paese dove il malcostume è regola quotidiana, e l’unica resistenza possibile – come avveniva nelle precedenti commedie del regista, a partire dall’ottimo “Pane e tulipani” – sembra risiedere nel restare ai margini difendendo il proprio granello di follia, coltivando un approccio ingenuo e un po’ naïf all’esistenza. Una deliziosa emarginata è la Diana di Alba Rohrwacher, artista

senza soldi costretta – per pagare l’affitto – a dipingere un assurdo affresco nello studio di un avvocato megalomane e disonesto (Luca Zingaretti, spassoso e purtroppo realistico). Il padrone di casa di Diana è Amanzio (Giuseppe Battiston), strambo “moralizzatore urbano” che vaga per la città impartendo lezioni di civismo, accolte con scarso entusiasmo. Amanzio diventa amico di Elia, uno dei due figli di Leo (Valerio Mastandrea), idrauli-

co sempre a un passo dalla crisi di nervi. Afflitto da parecchi problemi quotidiani, Leo è pure visitato di notte dal fantasma della moglie Teresa (Claudia Gerini), che con la sua svagatezza non gli è molto d’aiuto. Su questa ronda di personaggi vegliano nelle piazze i monumenti dei padri della patria. Sopra tutti Garibaldi che, con la voce di Pierfrancesco Favino, commenta desolato la deriva morale dell’Italia che ha contribuito a formare.

Dell’originaria intenzione di realizzare un musical rimane la sonorità delle diverse cadenze dialettali dei personaggi, parte del tentativo di condensare in un’unica città immaginaria il quadro di un’intera nazione. Parecchie scene sono divertenti, gli attori azzeccati (tranne Claudia Gerini, in un ruolo non molto ben scritto). Il film però è come l’affresco che Diana deve realizzare: contiene troppe cose che non si amalgamano tra loro.

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In Lombardia gli infortuni sul lavoro sono in calo del 4,7%: nel 2011 ne sono stati denunciati all’Inail 127mila, 6.305 in meno rispetto all’anno precedente. Diminuiscono anche i casi mortali, passati da 127 a 120. A livello nazionale il calo degli infortuni è stato del 6,6%: “In Lombardia la flessione è minore rispetto alla media del Paese perchĂŠ non sono calati gli infortuni tra gli stranieriâ€?, precisa Aniello Spina, direttore generale dell’Inail Lombardia che ha presentato il

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li italiani sono un popolo di formiche. Il problema, però, è che attorno al formicaio non c’è piĂš l’abbondanza di un tempo. Eppure “la sfida della ripresa poggia sul risparmioâ€?, come ha titolato l’88ÂŞ Giornata mondiale del risparmio, celebrata il 31 ottobre e che è stata preceduta dalla presentazione di una ricerca sulla propensione al risparmio degli italiani. Secondo un’indagine Censis-Confcommercio, resa nota nei giorni scorsi, solo il 17% degli italiani riesce a mettere da parte un po’ del proprio reddito, mentre il 65% “pareggiaâ€? tra entrate e uscite e il 18%, pari a 4,5 milioni di famiglie, non arriva alla fine del mese con quanto guadagna, ricorrendo quindi ai risparmi pregressi (56%), oppure posticipando i pagamenti (21%), chiedendo prestiti ad amici e conoscenti o alla banca. Sul rapporto tra gli italiani e il risparmio è stato interpellato Luigi Campiglio, docente di politica economica all’UniversitĂ cattolica. In un tempo di crisi ha ancora senso parlare di risparmio? “SĂŹ, ha un senso decisivo: il risparmio rappresenta la sicurezza che consente di guardare al futuro con fiducia. Ăˆ il motore dello sviluppo e segnale delle difficoltĂ di una societĂ . Per una famiglia, la capacitĂ di risparmio è di capitale importanzaâ€?. Ăˆ però una possibilitĂ che oggi

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economica. Il primo coincide con l’ingresso dell’Italia nell’euro. Il debito pubblico, ancora nella seconda metĂ degli anni Novanta, era prevalentemente in mano a residenti: famiglie e imprese, comprando titoli di stato, erano ‘creditrici’ e quindi i relativi interessi restavano all’interno dell’economia italiana. In tal modo, però, tra il 1995 e il 2000 le famiglie hanno registrato una diminuzione del reddito

disponibile, legata a una riduzione dei tassi d’interesse pari a 4 punti del pil, mentre la pubblica amministrazione ci guadagnava. Di conseguenza, entrando nell’euro si sarebbe dovuta diminuire la pressione fiscale, ma ciò non è avvenutoâ€?. E il secondo errore? “L’aumento della pressione fiscale tra il 2005 e il 2010, che ha diminuito il reddito disponibile e la capacitĂ di risparmio. A tutto ciò va poi aggiunto un elemento strutturale‌â€?. Ossia? “L’Italia, diventando un Paese anziano, beneficia sempre meno del cosiddetto dividendo demografico. In Cina, grazie a questo, vi è un tasso di risparmio che supera il 40% del pilâ€? In conclusione, possiamo tornare a essere un popolo di “formicheâ€?? “Anche adesso lo siamo, anche se la raccolta del formicaio è piĂš povera. Certo, occorrono, però interventi a sostegno delle categorie sociali piĂš in difficoltĂ â€?.

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6RVWHJQL DOO¡RFFXSD]LRQH IHPPLQLOH Interventi mirati, per dare stabilitĂ al lavoro. Riparte il programma “Concretamente occupazioneâ€? della Provincia di Brescia per l’inserimento lavorativo di donne disoccupate. Lo scorso anno il primo bando, che ha consentito di mettere a disposizione 166 doti, per un importo di quasi 1 milione e 100mila euro, è andato esaurito in soli due mesi. I risultati sono stati sorprendenti visto che 164 destinatarie sono state effettivamen-

te assunte con un contratto di lavoro (apprendistato 3%, determinato 31% e indeterminato 66%). Il nuovo intervento si rivolge a 75 donne che si trovino in stato di disoccupazione iscritte al Centro per l’impiego competente della provincia di Brescia e residenti nel Bresciano. Le risorse ďŹ nanziarie, per ciascuna destinataria, sono pari a 6.500 euro e sono distribuite in modo da soddisfare sia le esigenze professionali e formative delle beneďŹ ciarie

che quelle delle attivitĂ economiche locali, che sono alla ricerca di personale. “Questo nuovo intervento nel mondo del lavoro – ha spiegato il presidente della Provincia Daniele Molgora – contribuisce a fronteggiare la situazione di crisi, creando posti di lavoro stabiliâ€?. La conferma viene dal fatto che il contributo destinato alle aziende che assumono viene effettivamente erogato a chiusura del progetto e a rendicontazione avvenuta, decorsi

12 mesi dalla data di assunzione. “Un progetto – precisa l’assessore provinciale alle attivitĂ produttive Giorgio Bontempi (nella foto) – che premia le aziende che assumono e che va nell’ottica della diminuzione del costo del lavoroâ€?. Le interessate possono rivolgersi ai Centri per l’impiego o agli enti accreditati per i servizi al lavoro. Per tutte le informazioni si può telefonare allo 030/3749342 o consultare il sito http://sintesi.provincia.brescia.it.


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Sul campo di Castel Mella è di scena l’Europa. No, non pensate subito alla sigla della Champions League capitata per chissĂ quale miracolo in provincia di Brescia, anche se forse di miracolo in un certo senso si potrebbe parlare. Miracolo di solidarietĂ , per essere precisi, quello che sabato 3 novembre alle ore 15 farĂ sĂŹ che lo Stadio Meneghini di Castel Mella ospiti la “partita del cuoreâ€?. Ad affrontarsi in campo le vecchie glorie del Castel Mella

(che organizza l’iniziativa) e la squadra del FC Europa, la squadra ufficiale che rappresenta le istituzioni europee e milita in un campionato lussemburghese. Momento di sport, ma anche di solidarietà , si diceva: infatti l’ingresso alla partita, che ha ottenuto anche il patrocinio comunale, sarà a offerta libera e l’intero ricavato sarà in seguito devoluto alla costruzione dell’ospedale di Mida S. Anna a Watamu (nella foto) in Kenya.

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el petto del rugby italiano batte un cuore da leone, anzi da Leonessa. GiĂ , perchĂŠ nella nuova stagione internazionale parte proprio da sotto il Cidneo, l’azzurro della Nazionale pare mescolarsi con il bianco dello stemma cittadino. In una cittĂ e provincia che vantano grandi tradizioni e risultati nel campo della palla ovale, l’attesa si è giĂ accesa da tempo per la data del 10 novembre: in quell’occasione infatti il Rigamonti si vestirĂ a festa aprendo tutti i suoi settori, mentre il campo sarĂ delimitato, invece che dalle porte, da due grandi “hâ€? difese da 15 giocatori per parte. Tutto questo, e molto di piĂš, sarĂ Italia-Tonga, partita di alto livello presentata con lo slogan “Sono di un altro emisfero, non di un altro pianeta. Giochiamocelaâ€?. I 31 uomini agli ordini di coach Brunel sono giĂ al lavoro dal 28 ottobre, dal centro di preparazione olimpica “Giulio Onestiâ€? alla cornice, unica al mondo, dello Stadio dei Marmi del Foro Italico dove la squadra incontrerĂ i tifosi piĂš giovani in un seduta interamente aperta al pubblico. Dal 4 novembre, infine, la squadra si sposterĂ a Brescia dove completerĂ la preparazione in vista della

scorsi in Broletto, l’assessore allo sport Massimo Bianchini non ha nascosto la propria soddisfazione. “Si tratta di un grande evento, un evento che questa cittĂ e questa provincia, da sempre molto attive nel rugby, meritano – ha detto – sono certo che vivremo una grande festa di sport ed una grande partita, come sempre accade quando gioca l’Italrugbyâ€?. Sulla stessa lunghezza d’onda il neo presidente federale, il bresciano Alfredo Gavazzi: â€œĂˆ la prima partita della Nazionale dopo la mia elezione del 15 settembre scorso e non posso che essere felice che si disputi nella mia cittĂ . SarĂ una partita molto importante, contro un’avversaria che ci è vicina nel ranking e che è certamente alla portataâ€?. Tutto pronto quindi, con gli azzurri – è l’augurio – a fare la parte del leone, anzi della Leonessa.

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sfida contro l’unica nazionale di questo trittico, che segue l’Italia nel ranking internazionale (rispettivamente all’11° e 12° posto) prima di concentrarsi sugli scontri contro le potenze Nuova Zelanda, il 17 all’Olimpico di Roma, e Australia, il 24 al Franchi di Firenze. Parallelamente alla preparazione della squadra cresce anche l’entu-

siasmo e le aspettative di tifosi, dirigenti e appassionati: in cittĂ sono giĂ stati venduti migliaia di biglietti (con costi che vanno da 15 euro dei distinti ai 55 della tribuna centrale, 12 e 44 euro i prezzi ridotti) tanto che la partita si avvia a diventare un vero e proprio evento: nel corso della conferenza stampa di presentazione tenutasi nei giorni

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%UHVFLD ULWURYDUH LO ILOR WUD &LWWDGHOOD H 7HUQDQD Al momento di andare in stampa mancano poche ore alla sfida esterna con il Cittadella, valida per il 12° turno del campionato cadetto, quello infrasettimanale prima della sfida contro la Ternana in casa. Due partite molto delicate per le Rondinelle, che vengono da una serie di risultati non certo esaltanti nelle ultime partite e che giocheranno contro avversari in salute. Entrambe vittoriose ne-

gli ultimi turni (con la Ternana in serie positiva da addirittura sette) la squadra eventa e gli umbri sono attualmente appaiati a quota 16, due punti avanti agli uomini di Calori (nella foto). Ed è proprio il mister a suonare la carica nel corso della conferenza stampa, nella quale ha dichiarato: “Tutte le gare esterne dovrebbero essere buone per la vittoria. Ăˆ un nostro obiettivo andare su qualsiasi campo per

cercare i tre punti. Vincere ci darebbe sicuramente piĂš certezze: ci proveremo, come sempre. Cercheremo di essere piĂš determinati e piĂš cinici rispetto alle passate occasioni. Il problema riscontrato fino ad ora non è certo di atteggiamento, solo di risultati.â€? L’attenzione quindi è nuovamente posta sul cronico problema del Brescia in trasferta, che sinora ha molto limitato la stagione delle

Rondinelle, cui si aggiunge in questo caso anche la questione turnover visti gli impegni ravvicinati: “Credo proprio che qualcosa cambierò – afferma in proposito il tecnico – dopo l’allenamento di oggi valuterò quali modifiche apportare, senza esagerareâ€?. Due partite per ritrovare il filo del discorso, quindi, due occasioni per cercare di cambiare marcia e svoltare in campionato.


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Il Botticino vince e convince a Marcheno nella gara contro i ragazzi della Valle che ha visto il sequel di quella che era stata tra le partite piĂš emozionanti del campionato scorso, ďŹ nita al supplementare perso 4-2. Stavolta, però, non sono bastati una grande rimonta nel terzo quarto dei giovani di Marcheno, guidati da Combini, che segna in questa frazione 10 dei suoi 17 punti totali riducendo cosĂŹ un passivo di 14 all’intervallo lungo, e l’immancabile gruppo di rumorosi supporters che

dagli spalti incitavano a gran voce. Il Botticino non si scompone e chiude a +10. Da segnalare i 31 punti di Luca Paolini, ben coadiuvato dai 17 a testa di capitan Mazza e Teo “Furgo� Rubagotti. Marcheno: Peli 6, Della Torre 9, Bertasi 14, Zotti 2, Combini 17, Pasotti 9, Montini 4, Orizio 8, Sartori, Feroldi. Botticino: Persavalli, Casali, Mirandola 9, Paolini 31, Masperi 1, Mazza 17, Noventa ne, Bettoni 3, Segala 1, Laffranchi, Rubagotti 17, D’Alessandro. (g.r.)

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o scorso fine settimana si è registrata la migrazione degli stradisti del Csi in quel di Cassano Magnago (Varese), dove si è svolto il 19° Campionato italiano ex ciclisti professionisti, 1° Memorial Miro Panizza. Sono stati 45 gli ex professionisti schieratisi ai nastri di partenza, dopo che un trombettiere ha intonato il silenzio fuori ordinanza in onore di Miro Panizza e Fiorenzo Magni. Poi il via, con la grande bagarre e la vittoria di Pierino Gavazzi con 7â€? di anticipo sui avversari. Nella seconda gara, quella riservata ai nati tra il 1952 e il 1981, i corridori non risparmiano colpi e si verificano vari tentativi di fuga. Eddy Mazzoleni ci prova a due giri dalla fine ma il gruppo non molla e Stefano Zanini arriva per primo sul traguardo davanti a Nicola Loda e Alessio Bongioni, con Claudio Chiappucci primo nella sua categoria e Tricolore per il secondo anno consecutivo. Mentre in quel di Varese si pedalava per il tricolore a Ospitaletto le finalitĂ erano altre, con la Pedala con Noi ciessina organizzata in collaborazione con l’Unione italiana ciechi, accompagnata da un clima inclemente e da acqua a catinelle. I promotori si sono trovati costretti ad annullare l’evento visto che non poteva essere garantita la sicurezza dei partecipanti. Sono saliti comunque in sella i ciclisti della mtb. Claudio Tanghetti (Sprint

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Â? …‘Â?–‡Â?’‘”ƒÂ?‡ƒ ƒ •’‹–ƒŽ‡––‘ ‰Ž‹ ƒ’’—Â?–ƒÂ?‡Â?–‹ …‘Â? Žƒ –„ Bike Lumezzane) ha preso parte a Casalmorano (Cremona) al 15° Rally dell’Oglio, svoltosi sotto una pioggia inclemente. Per lui 35 km sulle rive dell’Oglio e nono posto tra i senior in 1h21’38. Due giorni prima (venerdĂŹ alla Casa del Beniamino di Cavriana) si erano svolte le premiazioni per il Circuito Master Mtb e Oglio Chiese. Numerosi tesserati arancioblĂš sono saliti

sul podio delle rispettive categorie. Il prossimo appuntamento con il ciclismo arancioblĂš è fissato per lunedĂŹ 5 novembre nella sede di via Chiusure 81 a Brescia, dove le societĂ ciclistiche si incontreranno per un bilancio della stagione 2012 ed iniziare a programmare la prossima stagione ciclistica. Classifica Campionato ex professionisti Categoria G4: 1) Stefano Zanini (Campione d’Italia); 2) Nicola Loda; 3) Alessio Bongioni; 4) Enrico Grimani; 5) Eddy Mazzoleni; 6) Gianmario Rovaletti; 7) Fabrizio Covalle; 8) Gianmarco Agostini; 9) Daniele Nardello; 10) Matteo Algeri; 11) Nicola Gavazzi; 12) Andrea Dell’Amico.

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Quel bambino prelevato a scuola Egr. direttore, vedere un bambino braccato dalla Polizia, caricato a forza su una macchina mentre cerca di scappare, davanti ai suoi compagni di scuola, è agghiacciante. Ma il Preside di quella scuola, non dovrebbe tutelare che questi provvedimenti in quella struttura non succedano e che i ragazzi sono in quell’ambito sotto la sua totale inviolabile tutela e responsabilitĂ ? Penso che in una scuola possa solo entrare il 118. O altro solo se il Preside autorizza. Ăˆ il patrimonio del futuro..! Ma come si può arrivare a questo risultato applicando una legge dello Stato? Come può l’interesse del minore passare attraverso un simile strazio? Se un giudice ha ordinato l’allontanamento di un bambino dalla sua casa, ciò è avvenuto sulla base della valutazione di gravi comportamenti tenuti dalla madre e dell’accertamento che questa ha ostacolato i rapporti fra il bambino e il padre. Generalmente si arriva a questo risultato dopo che una serie misure meno severe sono state disattese. Il problema non nasce dunque dall’ordine del giudice, ma dalla modalitĂ della sua esecuzione. La responsabilitĂ per quanto accaduto non è neppure degli agenti che si sono trovati a fronteggiare una situazione ingestibile. Anche se per il suo comportamento quell’ispettrice andrebbe immediatamente allontanata e licenziata, dopo quanto sentito dalle sue gravi-naziste affermazioni verso

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la cittadina “lei non è nessunoâ€?. Ăˆ gravissimo che un’ispettrice abbia il massimo disprezzo verso i cittadini. Il suo lavoro è in primis tutelarci. Ăˆ meno grave un colpo di pistola. Il dramma vissuto da questo bambino pone invece sotto gli occhi di tutti una grave lacuna legislativa: il nostro diritto di famiglia non si occupa dell’esecuzione dei provvedimenti relativi alla potestĂ dei genitori. L’esecuzione – anche forzata – degli ordini che riguardano la vita dei bambini è affidata alle regole generali previste dal codice di procedura civile, come se i bambini fossero delle cose, una merce da consegnare. In Italia non esiste un’autoritĂ , un’agenzia territoriale specializzata, incaricata di verificare l’attuazione dei provvedimenti del giudice relativi ai minori e di garantirne con mezzi adeguati l’esecuzione in caso di conflitto fra i genitori. Il giudice è invece solo. Quel bambino doveva essere seguito da psicologi e assistenti sociali preparati a fronteggiare queste situazioni, preparati a spiegarli che, per il suo bene, dovrĂ passare un po’ di tempo lontano da casa. Possiamo immaginare come si sarebbero comportati degli operatori qualificati. Avrebbero parlato con gli insegnanti e il preside e avrebbero cercato il loro sostegno. Poi avrebbero detto al bambino che la mamma è buona e gli vuole bene e anche il papà è buono; il problema è che litigano per stare piĂš tempo con lui è sbagliato – perchĂŠ qualche volta anche i genitori sbagliano! – ma presto tutto tornerĂ a posto. Gli psicologi avrebbero

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potuto riferire al giudice le reazioni del bambino; il giudice avrebbe cosÏ potuto modulare il suo provvedimento alla luce della relazione degli psicologi. Questo accade negli Stati con i quali siamo abituati a confrontarci per livelli di civiltà . Invece da noi si mandano i poliziotti con i lampeggianti. Una vecchia leggenda ebriaca dice che il Signore aveva provato a far reggere il mondo da una giustizia ferrea, perfetta. Però il mondo non stava in piedi, e il Signore dovette aggiungervi una misura di eccezione alla regola, che Egli chiamò bontà gratuita, invitandoci ad usarla, di tanto in tanto. A volte costa molto cara, questa pietà trasgressiva che confligge con la legge. Ma alla fine ripaga sempre. Celso Vassalini

Un grazie da Orzinuovi Egr. direttore, a nome del Centro per la famiglia di Orzinuovi e di tutti i suoi collaboratori approfitto di questo spazio per farle pervenire un profondo ringraziamento per l’editoriale dello scorso numero di “Voceâ€?. Sono state parole per noi molto importanti, che hanno aiutato il pensiero e il cuore di tutti noi a “starci accantoâ€? e a rivedere con i nostri singoli ruoli nella famiglia e nella ComunitĂ , dopo una grande prova come la scelta di Eugenio. L’amorevolezza delle parole usate dal settimanale diocesano hanno nutrito la nostra speranza. Guido Marni

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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