La Voce del Popolo 2012 42

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Nel centro storico ci sono diverse chiese, tutte o quasi di pregio storico-artistico. Ci passi davanti e nemmeno ci badi. PiĂš o meno le conosci tutte, ti è capitato di visitarle per interesse turistico, o in occasioni saltuarie, una festa, un matrimonio, un battesimo, un funerale. La tua chiesa è diversa. Ăˆ quella che vedi tutti i giorni perchĂŠ la osservi quando vai al lavoro e quando torni; perchĂŠ ci vai a Messa quando puoi e magari ti fermi un minuto anche se non è domenica; perchĂŠ conosci il sacerdote; perchĂŠ dentro puoi incontrare persone che conosci; perchĂŠ ti è familiare. Noti se ci sono le ragnatele, se le finestre sono aperte o chiuse, se hanno scopato il pavimento e tolto la polvere dai banchi, se hanno cambiato la tovaglia, hai ricordi di occasioni e giornate lontane. La tua chiesa è diversa dalle altre e anche le tue preghiere è come se avessero una dimensione piĂš diretta, piĂš aperta, anche piĂš familiare verso la divinitĂ , quasi fossero preghiere piĂš efficaci, come se ci fosse un segreto rapporto e un maggiore conforto. Quella è la tua chiesa e le emozioni che ti dona e che ti penetrano dentro valgono un titolo di proprietĂ .

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͚͘ Ž ˆƒ––‘ Agricoltori a Leno. Grazie a un mondo che ringrazia

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͚͞ ……Ž‡•‹ƒ Ancelle della CaritĂ . Il sĂŹ per sempre di suor Annalisa

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‹†—…‹ƒ ‹Â? „ƒÂ?ƒ Buona giornata, mondo! Barack Obama, sia pure con fatica, è stato rieletto alla presidenza degli Stati Uniti d’America e le promesse del candidato repubblicano Mitt Romney verranno archiviate come propaganda elettorale superata. Le distanze tra la piattaforma repubblicana e quella democratica, e non solo fra i due candidati, erano enormi: “Il diritto di possedere e portare armi – diceva il programma di Romney – è essenziale per il funzionamento della nostra societĂ liberaâ€?. Romney avrebbe rivisto l’implementazione del nuovo accordo di disarmo Start e le altre decisioni dell’amministrazione Obama riguardanti le armi nucleari e le politiche di controllo delle armi e via cosĂŹ ďŹ no all’abrogazione

della riforma sanitaria voluta dal Presidente. Distanza, anche dalla sensibilitĂ mondiale che, pur tra mille contraddizioni, è impegnata nella ricerca di politiche che guardino all’applicazione dei diritti umani nel modo piĂš ampio possibile. Sul piano interno ad affrontare la sďŹ da di trovare percorsi che favoriscano l’uscita dalla crisi economica garantendo la tutela sociale di chi è piĂš vulnerabile. Su quello internazionale l’obiettivo è estendere a tutti, in modo sostenibile anche per le generazioni future, il benessere diffuso nei Paesi piĂš ricchi, con una sďŹ da per lo sviluppo sostenibile che diventa, attraverso il dialogo, costruzione concreta della pace. Come si può notare prospettive completamente altre rispetto alle parole di Romney. I suoi “impegniâ€? avrebbero riproposto l’escalation militare, indebolito il giĂ fragile stato sociale americano e negato stimoli all’economia, alimentando di nuovo la crisi

economica, e delegittimato l’idea di solidarietĂ e corresponsabilitĂ tanto cara dalla nostra parte dell’Atlantico che la riforma sanitaria di Obama ha introdotto negli Usa. Le ricadute negative, economiche e politiche, sarebbero state pesanti per tutti, tranne per la ĂŠlite di privilegiati che avrebbe beneďŹ ciato dei tagli ďŹ scali promessi per i redditi piĂš alti. Scampato il pericolo ora sarĂ tutto piĂš facile? No, Obama affronta il secondo mandato con un parlamento ostile e una crisi economica non risolta, che gli è costata il calo elettorale. Non dover essere rieletto tra quattro anni, però, lo renderĂ piĂš libero. Conteso tra idealismo e pragmatismo, l’Obama del primo mandato aveva creato attese che non ha saputo soddisfare. Ma quando si è mosso con libertĂ ha avuto successo. Questo è avvenuto, in particolare, con la riforma sanitaria, l’“Obamacareâ€?, un passaggio storico per gli Usa. Ăˆ stata la sua vittoria piĂš importante,

fortissimamente voluta, che gli è valsa da parte repubblicana un’enorme campagna negativa. In un clima delirante Obama non è sempre riuscito a tenere coeso il Paese. Ha comunque tenuto diritta la barra della sua amministrazione: in politica estera, ha offerto uno stile diverso nel dialogo internazionale, soprattutto verso il mondo arabo, e ha portato a termine le missioni militari internazionali; in politica interna, accanto alla riforma sanitaria ha promosso una politica keynesiana di stimolo per l’economia che ha dato frutti, sia pure non ancora sufďŹ cienti, soprattutto nell’importante settore automobilistico. I prossimi quattro anni, senza piĂš la preoccupazione di piacere a tutti, potrebbero rivelarci l’Obama migliore, quello arricchito dall’esperienza, ma ispirato dagli ideali. Che non sia l’occasione per dimostrare che il Nobel per la pace attribuitogli nel 2009 sia stato davvero meritato?

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͘͜ …‘Â?‘Â?‹ƒ ‡ Žƒ˜‘”‘ Legge di stabilitĂ . L’unica cura è quella delle tasse?

͙͜ ’‘”– Rugby a Brescia. Cresce la febbre per la palla ovale


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Grazie a un mondo che ringrazia Â? ƒ‡•‡ …Š‡ •–ƒ ˜‹˜‡Â?†‘ †”ƒÂ?Â?ƒ–‹…ƒÂ?‡Â?–‡ ‹Ž ’”‘„Ž‡Â?ƒ †‡Ž Žƒ˜‘”‘ …Š‡ Â?ƒÂ?…ƒ †‘˜”‡„„‡ †‹Â?‘•–”ƒ”‡ Â?ƒ‰‰‹‘”‡ ƒ––‡Â?œ‹‘Â?‡ ƒ —Â? …‘Â?’ƒ”–‘ …Š‡ ’‘–”‡„„‡ †ƒ”‡ ‰”ƒÂ?†‹ ”‹•’‘•–‡Ǥ ‡” “—‡•–‘ ÂŽÇŻÂƒÂ’Â’Â—Â?–ƒÂ?‡Â?–‘ †‹ †‘Â?‡Â?‹…ƒ ͙͙ Šƒ —Â?ƒ †‘’’‹ƒ ˜ƒŽ‡Â?œƒ

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er un giorno la tecnologia, la scienza, la ricerca e la modernitĂ cedono il passo alla tradizione, alla cultura di quella civiltĂ contadina che tanto ha significato anche nel Bresciano. La comunitĂ di Leno accoglie Coldiretti per la celebrazione della Giornata provinciale del Ringraziamento. Un appuntamento che liberato da tutte le infrastrutture che negli anni gli sono state costruite intorno, rimanda ancora a quel rapport importante, senza tempo, tra l’uomo d Dio. Se è vero, infatti, che nel corso degli anni (soprattutto da quando il lavoro nei campi è passato da mera attivitĂ di sussistenza a impresa economica) l’appuntamento con l’estate di San Martino è divenuto occasione per presentare dati, bilanci e rendiconti economici di un comparto che, soprattutto nel Bresciano, è diventato sinonimo di eccellenza, è altrettanto vero che per chi ogni giorno lavora sulla terra e con la terra la Giornata del Ringraziamento non ha mai perso nulla del suo significato originario. Ăˆ appuntamento (a cui nessuno rinuncia) per rimettere a posto orizzonti e prospettive che i mille problemi della quotidianitĂ , e le incombenze che rendono sempre piĂš impegnativo il lavoro anche in agricoltura a volte tendono a nascondere. Certo, per molti è uno sforzo perchĂŠ come si capisce anche delle parole di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Brescia, oggi il mondo dell’agricoltura è assediato da mille problemi che fanno diventare la fatica sul campo o il lavoro in stalla la piĂš leggera delle incombenze. Un po’ perchĂŠ, nonostante tutti gli sforzi compiuti da chi crede ciecamente nell’agricoltura, il comparto non ha mai goduto di quei favori e di quelle attenzioni che la politica e le istituzioni hanno dedicato ad altri settori produttivi. Anche in una stagione di crisi come quella che il Paese sta vivendo, infatti, si sente parlare poco di agricoltura, di un comparto che rappresenta ancora una delle poche eccellenze dell’economia nazionale. Eppure patisce gli stessi problemi di altri settori produttivi: un peso fiscale eccessivo che si stringe come un cappio intorno al collo di tanti imprenditori, l’aumento fuori controllo delle materie prime

che sta riducendo ai minimi l’operatività di tante aziende, la mancanza di adeguate politiche che spesso relegano al ruolo di Cenerentola continentale l’agricoltura italiana che pure, per qualità , potrebbe tranquillamente aspirare a ruoli ben piÚ importanti. Ne

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economica ma anche culturaleâ€?. Un tema ripreso anche da Ettore Prandini che non ha dubbi nell’indicare proprio nel numero dei giovani che scelgono l’agricoltura una delle poche luci di un anno, che al di lĂ dei numeri, è stato caratterizzato da un drastico calo del reddito delle imprese. “Il comparto agricolo – ha sottolineato il presidente provinciale di Coldiretti – è l’unico che negli ultimi anni ha conosciuto un aumento del numero dei suoi addetti, cresciuto del 5% rispetto al 2010â€?. Una crescita dovuta, anche nel Bresciano, all’inventiva di tanti giovani capaci di differenziare. “Agriturismo, fattorie didattiche e altre proposte ancora – sono ancora considerazioni di Ettore Prandini – hanno consentito al comparto di crescere anche in assenza di adeguate politiche di tutelaâ€?. Il presidente provinciale non nasconde la sua amarezza per un Paese, come l’Italia che non ha ancora saputo, a fronte di richieste sempre piĂš onerose in termini di investimenti, da parte dell’Unione europea, imporre regole piĂš precise e stringenti in tema di tracciabilitĂ dei prodotti dell’agroalimentare italiano. “Se non veniamo tutelati da questo punto di vista – sono le considerazioni di Ettore Prandini ai microfoni di Radio Voce – perdiamo gran parte delle nostre potenzialitĂ . Ăˆ risaputo, infatti, che la nostra agricoltura non teme rivali sul fronte della qualitĂ che dovrebbe avere nella tracciabilitĂ dei prodotti il suo punto di forza. Ma per rivendicare questo baluardo servirebbe un’azione politica decisa che oggi mancaâ€?. Con il risultato che l’agricoltura italiana, compresa quella bresciana, fatica a tenere il passo di quella di altri Paesi europei gravati da costi e da sistemi fiscali piĂš leggeri di quelli del Bel Paese. Per questo sarebbe necessaria un po’ di attenzione e di gratitudine in piĂš, sia a Brescia che nel resto del Paese, per un mondo come quello agricolo che nonostante le fatiche è ancora in grado di proporre orizzonti di futuro in un contesto difficile come quello italiano. La giornata di domenica 11 novembre potrebbe diventare l’occasione per dire un grazie a un mondo che, a dispetto della fatica che lo contraddistingue continua a ringraziare per quanto ricevuto.

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La festa del Ringraziamento è anche un’occasione per riflettere sullo stato di salute del settore agricolo, anche grazie al punto di vista di chi lo vive dall’interno. E in una festa cosĂŹ tradizionale è significativo raccogliere la testimonianza di un rappresentante della nuova generazione, di uno dei giovani agricoltori che rappresentano il futuro del comparto. Anche la Commissione Cei che ha steso il documento per la Gionata di domenica 11 ha ribadito le potenzialitĂ del mondo agricolo rispetto alla crisi che il Paese sta attraversando. Dall’agricoltura, potrebbero arrivare importanti risposte al tema del difficile rapporto giovani-lavoro. Gli esempi non mancano, come dimostra la storia di Roberto Metelli, 26 anni, agricoltore di Ludriano, frazione di Roccafranca. La Festa del Ringraziamento è una vera e propria festa del mondo agricolo, quale significato ha per te partecipare e tenere viva questa tradizione? Ăˆ bello che nel corso dell’anno rimanga una giornata dedicata all’agricoltura. Nel nostro territorio la tradizione è ancora molto sentita, tanto che in diversi paesi si organizzano per esempio raduni e sfilate di trattori. Quindi è un modo anche per trovarsi insieme, con altri giovani e amici che condividono la stessa passione.

richiede un impegno piĂš stagionale, concentrato specialmente in estate, chi ha un allevamento è impegnato tutto l’anno. Il settore primario recentemente è stato interessato da alcuni cambiamenti a livello legislativo, decisi in gran parte a livello europeo. Che percezione si ha delle ricadute delle politiche agricole? La politica non aiuta perchĂŠ troppe norme cambiano di anno in anno, spesso in netto contrasto con le disposizioni precedenti. In questa situazio

GiĂ , la passione. Come nasce la voglia di fare questo lavoro? Tutto incomincia fin da piccoli, praticamente si cresce in cascina. Ăˆ naturale che la passione cresca man mano che il tempo passa: nasce cosĂŹ la voglia di continuare a fare questo mestiere, che pure rimane molto impegnativo. Com’è il lavoro dell’agricoltore oggi? Quali sono le novitĂ rispetto alla tradizionale immagine che se ne ha? Sicuramente rispetto al passato la componente del lavoro manuale si è molto ridotta e grazie alla meccanizzazione la fatica fisica è molto calata. Rimane però il grande impegno in termini di orari e disponibilitĂ durante l’anno. Se la coltivazione dei campi

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Don Claudio Vezzoli (nella foto), è dal 2005 consigliere ecclesiastico provinciale della Coldiretti, un ruolo a cui, in tempi piĂš recenti, ha aggiunto anche quello regionale. In questa veste, in questi giorni di novembre, sta girando in lungo e in largo la Lombardia. “L’approssimarsi della Giornata del Ringraziamento – afferma – spinge un numero sempre maggiore di realtĂ legate a Coldiretti e piĂš in generale al mondo dell’agricoltura ha programmare momenti di riflessione e di approfondimento in cui trova spazio anche quel rapporto con Dio, con il trascendente, che ha sempre caratterizzato il mondo agricoloâ€?. PerchĂŠ, come afferma il sacerdote, se è vero che oggi l’agricoltura può trarre grande beneficio dagli enormi progressi della tecnologia, c’è ancora un punto oltre il quale anche la piĂš efficace delle macchine nulla può. “Per questo – continua – è fortemente radicato nell’animo di chi vive del lavoro della terra il senso della riconoscenza verso il Signoreâ€?. I giorni che precedono la Festa del Ringraziamento diventano anche occasione, come ricorda anche don Claudio Vezzoli, per riflettere sulle potenzialitĂ che, in una stagione di grande sofferenza economica e occupazionale come quella attuale, il mondo dell’agricoltura può dare al Paese. “Anche i Vescovi – sottolinea il sacerdote – nel loro messaggio hanno voluto sottolineare questo aspetto: il lavoro nei campi, in agricoltura può essere fonte di speranza per l’Italiaâ€?. Può offrire, se opportunamente valorizzato, molte opportunitĂ di lavoro a molti giovani che oggi appaiono sfiduciati e, grazie a un corretto rapporto con la terra, preservare l’ambiente da danni e aggressioni che potrebbero comprometterlo. Ragionamenti che aiutano a mettere la figura dell’agricoltore sotto una nuova luce: persona protagonista del proprio futuro e che non ha paura di confrontarsi anche con temi importanti, che comportano risposte significative. “D’altra parte – conclude don Claudio Vezzoli – anche il ruolo del consigliere ecclesiale è diventato qualcosa in piĂš della figura del prete chiamato a benedire macchine e attrezzature. Ăˆ invece figura con una funzione eticaâ€?. Insomma, i tempi dell’Albero degli zoccoli sono ormai lontani.


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Riorganizzazione dei propri ranghi con una nuova struttura ampliata, piĂš inclusiva e una guida forte che in futuro potrebbe essere chiamata a governare la Siria: riunito a Doha per quattro giorni il Consiglio nazionale siriano (Cns) – il gruppo dell’opposizione maggiormente accreditato dal fronte internazionale anti-Assad – sta guardando alla crisi cominciata 19 mesi fa ma soprattutto al futuro. L’appuntamento, presentato dai media come “crucialeâ€?, segue

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di pochi giorni la critica mossa da Washington che da tempo, assieme ad altri partner, considera l’istanza non sufficientemente rappresentativa. PiÚ di 280 membri del Cns sono al lavoro nella capitale del Qatar per modificarne lo statuto e accogliere 120 nuovi membri chiamati ad eleggere il nuovo presidente del gruppo di opposizione al presidente Bashar al Assad. Osservatori sottolineano che la riunione di Doha dovrebbe delineare il nuovo volto del

Cns, piĂš inclusivo, militarizzato e radicato sul terreno; finora la maggioranza dei membri dell’organismo è stata costituita da oppositori esiliati. Dietro richiesta della Lega Araba, la ‘nuova’ opposizione dovrebbe tenere poi consultazioni con altre componenti della societĂ siriana – sia cristiani che alawiti – con l’obiettivo di creare una struttura politica descritta da alcune fonti di stampa come un governo siriano in esilio.

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i avvicina il primo anniversario dell’eccidio che, il 27 novembre dello scorso anno, causò la morte a Kiremba di suor Lucrezia Manic e di Francesco Bazzani, volontario Ascom. Una ferita, quella inferta alla missione tanto cara ai bresciani, che ancora sanguina e che nei giorni scorsi ha trovato un po’ di sollievo nella visita che Laurent Kavakure, ministri degli esteri e della cooperazione internazionale del Burundi, ha compiuto a Brescia per rinnovare la vicinanza del governo del Paese africano alle realtĂ colpite dai fatti del novembre 2011 e per esprimere la determinazione ad impedire che fatti tanto tragici possano ripetersi in futuro. Auspici e intenti che il rappresentante del governo burundese ha espresso, insieme al rinnovo delle condoglianze per la morte di suor Lucrezia e di Francesco Bazzana, al vescovo Luciano Monari, a madre Gabriella Tettamanzi, superiora generale delle Ancelle della CaritĂ , e a Giovanni Gobbi, presidente di Ascom, la realtĂ che si fa carico della gestione e del funzionamento dell’ospedale donato dai bresciani alla missione di Kiremba come ringraziamento per l’elezione di Paolo VI al soglio pontificio. Nel corso dell’incontro il ministro Kavakure ha piĂš volte evidenziato la consapevolezza che il governo locale ha dell’importante servizio sanitario e sociale che l’ospedale di Kirem-

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ba garantisce, insieme alla preziosa opera che le Ancelle della CaritĂ , i sacerdoti e i volontari hanno svolto negli anni. Il Ministro degli esteri burundese ha fatto tappa a Brescia di ritorno da Ginevra dove, nel corso di

una conferenza, ha chiesto alla comunità internazionale di collaborare allo sviluppo del Burundi, un Paese che ancora paga, in termini di povertà e di bisogni, il conto di una guerra durata troppi anni. Una situazione che non sfugge a Brescia, tradizionalmente vicina al Burundi con una nutrita serie di realtà ricordate anche dal direttore dell’Ufficio per le missioni don Raffaele Donneschi, nonostante la riflessione in atto sul futuro della missione di Kiremba. Una riflessione che vede impegnate tanto le Ancelle della Carità che, dopo l’eccidio dello scorso anno, hanno lasciato Kiremba

per le missioni che hanno in Ruanda, quanto la Chiesa bresciana che da tempo sta rileggendo l’esperienza dei fidei donum e il tema dell’aiuto e della vicinanza alle Chiese giovani. Una riflessione che non significa certo disinteresse nei confronti di un Paese, come il Burundi come ha ricordato il ministro Kavakure, che ha ancora larghe sacche di povertà che devono essere colmate, ma piuttosto analisi della situazione attuale per trovare vie nuove e piÚ efficaci per dare voce e sostanza a quella vocazione missionaria che caratterizza la Chiesa bresciana.

2EDPD 5RPQH\ H OD JUDQGH]]D 8VD Barack Obama è stato riconfermato alla presidenza degli Stati Uniti. Ăˆ riuscito ad avere la meglio sul candidato repubblicano Mitt Romney. Per gli Stati Uniti, di fatto politicamente spaccati in due dal voto popolare che ha visto un sostanziale pareggio tra i due contendenti, si apre ora una fase particolarmente delicata. Obama dovrĂ trovare il bandolo della matassa per risollevare il Paese dalle secche della crisi economica che anche ol-

tre oceano si è fatta sentire pensantemente. Ma il Presidente riconfermato dovrĂ anche compiere scelte importanti su altri temi che stringono d’assedio il Paese: mettere mano a una riforma ďŹ scale che allontani lo spettro della recessione e la ristrutturare un debito pubblico che non ha pari al mondo (15mila miliardi di dollari). Problemi che, con le dovute proporizioni, sono molto simili a quelli italiani. Ciò che differenzia gli Usa e i

suoi politici è, invece, la maturitĂ e il senso di responsabilitĂ verso il Paese. Obama e Romney, preso atto del voto, hanno aperto alla massima collaborazione per risollevare il Paese. Uno stile ben diverso da quello che segna ogni tornata elettorale italiana dove le dichiarazioni del dopo voto sono dirette a delegittimare l’avversario e a preconizzare prospettive buie per il Paese. Forse la grandezza degli Stati Uniti sta proprio in questo.

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Il numero degli indigenti che utilizzano risorse caritative nel 2012 è aumentato fino ad arrivare a 3.686.942 persone, e rispetto al 2011 c’è stato un aumento del 33%â€?. Questo il primo dato che emerge dalla relazione sul ‘’Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2012’’ realizzata dall’Agea-Agenzia per le erogazioni in agricoltura e presentata nei giorni scorsi a Roma presso il Ministero delle politiche agricole.

Nei giorni scorsi Emanuele Vezzola, presidente dell’Associazione comuni bresciani ha scritto al Ministro dell’Interno sulle risorse per l’operazione “Emergenza Africaâ€?. 347 sono i rifugiati presenti al 30 ottobre nel Bresciano in base al Piano nazionale accoglienza, che scade il 31 dicembre. DifďŹ cile pensare che l’emergenza possa risolversi in due mesi. Acb ha chiesto al Ministro di garantire a Comuni e privati le risorse per il servizio che svolgeranno ancora.

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l 31 ottobre scorso il Consigio dei ministri ha definitivame varato il riordino delle province italiane. Lo ha fatto con un decreto che prevede una riduzione da 86 a 51 comprese le cittĂ metropolitane. Dal provvedimento sono escluse, però, le Regioni a statuto speciale. Dal 1° gennaio prossimo, dunque, le giunte delle province italiane saranno soppresse e il Presidente potrĂ delegare l’esercizio di funzioni a non piĂš di tre consiglieri provinciali. Il riordino delle Province è il primo tassello di una riforma piĂš ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile) in base al nuovo assetto. La riforma, però, non è piaciuta a parecchi amministratori provinciali. Daniele Molgora, presidente della Provincia di Brescia l’ha definita “una riforma che può portare a situazioni di caos e di anarchia amministrativaâ€?. Molgora non è stato tenero con il presidente del consiglio Mario Monti (l’ha paragonato allo sceriffo di Nottingham) e con le sue scelte. “Un ridimensionamento del numero ci sta – sono ancora considerazioni del presidente

Molgora –, ma bisogna discutere sul criterio utilizzato che è frutto di una oligarchia bancaria che, continuando a tartassare gli stessi territori, guarda caso i piĂš virtuosi, li danneggia gravementeâ€?. Da qui anche la decisione di recedere dall’Unione delle Province d’Italia e di procedere in nome e per conto di quelle lombarde. “La riforma prevede che da gennaio 2013 le giunte saranno azzerate. A gestire il periodo di transizione verso il nuovo sistema resteranno i presidenti che potranno delegare alle funzioni rimaste non piĂš di tre consiglieri. Resteranno di nostra competenza ambiente, trasporto pubblico, organizzazione ed edilizia scolastica. Tutte le altre funzioni passeranno ai Comuni o ritorneranno, dove è necessario il coordinamento, alle Regioni, con un

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flusso di risorse umane e finanziarie che non farĂ risparmiare nulla, anzi creerĂ costi fino al 25% in piĂšâ€?. Ma la riforma rappresenta anche uno schiaffo alla rappresentativitĂ dei cittadini che non potranno piĂš scegliere i propri amministratori, esercitando sugli stessi una costante azione di controllo e di giudizio. Quale la strada da percorrere nel breve tempo, poco piĂš di un mese, che separa dall’approvazione della riforma? “La palla passa ora al Parlamento, da parte nostra sensibilizzeremo le forze politiche, i parlamentari lombardi e le segreterie di partito, facendo leva sul fatto che la riforma penalizza le amministrazioni lombarde, la cui spesa pro-capite equivale a soli 100 euro, a fronte di aree nelle quali ammonta a 300 euro, affinchĂŠ ci sia un coordinamento per difendere il territorio, con incisivitĂ e coerenzaâ€?. Se il decreto dovesse diventare definitivo il rischio è che alcune province lombarde possano avere seri problemi a chudere il bilancio e siano impossibilitate a fornire con tempestivitĂ ed efficacia alcuni servizi base ai cittadini, dalla manutenzione di scuole e strade, al pagamento dei fornitori.

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ÂŽ ’ƒ†”‡ †‘˜ǯ°Ǎ VenerdĂŹ 9 novembre, alle 20.30, si tiene presso il palazzo Congressi di Darfo Boario Terme una serata di riflessione promossa all’amministrazione comunale di Darfo Boario Terme, in collaborazione con la cooperativa Diogene, l’associazione culturale Pangloss, i comitati genitori degli istituti darfensi e l’Associazione genitori Vallecamonica, a conclusione del “Progetto famigliaâ€?. La serata costituisce l’atto conclusivo di un percorso che,

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Anche in Italia si è aperto il dibattito sulla valutazione del sistema scolastico e dell’insegnamento stesso, un processo che coinvolge la riflessione sull’organizzazione della scuola, sulle sue relazioni con il territorio e con le famiglie, oltre che le competenze specifiche dei docenti. Grazie alla collaborazione della Pinacoteca internazionale dell’etĂ evolutiva di Rezzato, della Fondazione Asm, della Provincia di Brescia, l’Associazione “ComunitĂ e scuolaâ€? ha raccolto circa 200

disegni di bambini, aventi come oggetto la propria scuole che sabato 10 novembre saranno esposti nella Sala Piamarta in via S. Faustino, 74 in occasione un incontro-convegno, che inizierà alle 10.30, a cui interverranno Elena Pasetti, direttore della Pinacoteca di Rezzato, Piero Cattaneo, dirigente scolastico, Mariarosa Raimondi, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Brescia e l’assessore provinciale Aristide Peli.

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Le grandi mostre di cartapesta L’amore e la passione per l’arte. Oltre che allenatori di calcio, siamo tutti poeti o pittori, o entrambe le cose insieme. File interminabili alle grandi mostre (che si allungano, come è capitato con Matisse, se servono a spillare soldi pubblici, cosĂŹ pagano il biglietto anche quelli che non ci vanno). Grandi affari. Grandi speculazioni. Nell’anno che si avvia alla ďŹ ne, ha fatto il giro dell’Europa una mostra dedicata a Tutankhamon. L’hanno visitata almeno tre milioni di persone (salvo controllo Siae) a Parigi, a Zurigo, a Bruxelles, a Madrid, a Budapest. Una mostra in cui non c’era niente di vero: il carro, le statue, le sedie, i troni, la straordinaria maschera in oro massiccio, tutti i mille oggetti provenienti della tombe del leggendario faraone, alcuni esposti sotto inutili vetrine, sono ricostruiti in laboratorio, frutto di abili artigiani del Cairo maestri della resina e del gesso e delle piĂš moderne plastiche chimiche, che hanno clonato gli ormai intrasportabili tesori egiziani. Una grande, fastosa patacca. Dei pezzi di vetro ammirati come diamanti.

Che dire? L’uomo che ha inventato il progetto, Paul Heinen (impresario di multisale cinematograďŹ che, parchi a tema e creatore di foreste tropicali nel cuore di Amburgo, un altro falso) ha detto che si tratta di un’esperienza “ludo-educativaâ€?. Come se il pubblico fosse composto da una massa di bambini che vanno gioiosamente a Gardaland o a Eurodisney. Il problema è che non ďŹ nisce qui. Le iniziative di questo genere si vanno moltiplicando. La prossima

tappa sarà alle grotte di Lascaux: da 50 anni sono accessibili solo agli studiosi e agli specialisti, visite di massa avrebbero fatto scomparire per sempre le pitture di 17mila anni fa. Il pubblico deve accontentarsi della replica ricostruita a poche centinaia di metri. E adesso parte una Lascaux terza edizione da Bordeaux, per Chicago, Montreal, Sydney, accompagnata da apparati in 3D, esperienze multimediali e di tutto ciò che la moderna tecnologia mette a disposizione.

Ancora i francesi stanno clonando la grotta di Chauvet-Pont-d’ Arc (pitture parietali di 30mila anni fa scoperte nel 1994 in Francia) con resine e cemento; riprodurrĂ non solo le pitture, ma anche la temperatura, l’umiditĂ e gli odori; costerĂ 43 milioni di euro e si prevedono 400mila visitatori l’anno. Cinque anni fa fu esposta a Venezia una riproduzione delle “Nozze di Canaâ€? di Paolo Veronese, realizzata dall’artista digitale Adam Lowe. Tutti gli esperti, da

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Salvatore Settis a Carlo Bertelli, furono d’accordo nel dire che la tela era identica a quella esposta al Louvre. Era il frutto di un anno di lavoro e di una tecnica molto avanzata. Nei giorni scorsi si è parlato di una regolamentazione delle visite alla Cappella Sistina. Stai a vedere che ne fanno una copia-conforme. Immagino che presto dilagheranno le gallerie personali di opere clonate. E tutti i ricchi ignoranti potranno vantarsi di avere in casa un Raffaello o un Van Gogh. Incredibile. A me tutto questo ricorda Las Vegas. Il giorno in cui ho messo piede in quella cittĂ fasulla, mi sono bastati cinque minuti per desiderare, per la prima volta in vita mia, di allontanarmi al piĂš presto da lĂŹ. Questa è la societĂ della spettacolarizzazione, delle apparenze. Dai tesori alla bigiotteria. Forse anche in questo caso è applicabile la tesi del semiologo Gianfranco Marrone: “In un mondo in cui ci sono solo stupidi, lo stupido non esisterĂ piĂš poichĂŠ nessuno potrĂ riconoscerloâ€? (traduzione: “In un mondo di fasulli, gli originali sono pataccheâ€?).


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Si aprono, il 10 novembre, gli incontri-dibattito rivolti alla cittadinanza e promossi dalla Cooperativa sociale Il Calabrone per parlare di temi come il rapporto tra politica e cittadini, le ragioni del bene comune, responsabilitĂ , giovani e societĂ . Gli “Incontri di pensiero 2012â€? proseguono gli appuntamenti realizzati con successo nel 2011 per festeggiare i 30 anni della cooperativa e la consolidata attivitĂ di comunitĂ di recupero, la presenza sul territorio

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per la prevenzione, l’integrazione, l’ascolto e le politiche giovanili. Un volo che spinge a ricercare la partecipazione attiva anche attraverso l’approfondimento comune di contenuti culturali e sociali attuali e stimolanti. Tre serate di approfondimento con personalitĂ della vita sociale e culturale italiana, realizzate anche grazie al sostegno della Fondazione della comunitĂ bresciana, con il seguente programma: sabato 10 novembre, “Il senso dell’etica nella

vita socialeâ€? con Roberto Mancini, professore di filosofia teoretica all’UniversitĂ di Macerata; sabato 17 novembre tocca ad Agnese Moro, psicologa e figlia di Aldo Moro, intervenire su “Partecipazione attiva: giovani e societĂ â€?. Sabato 24 novembre chiude il ciclo don Fabio Corazzina con “L’inedito della responsabilitĂ â€?. Le serate, a ingresso libero con inizio alle 17.30, si tengono tutte all’auditorium Capretti dell’istituto Artigianelli di via Piamarta 6 Brescia.

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ono 50, di cui 40 storici frutto della collezione di Botticini, i trattori che domenica 11 novembre partiranno, alle 9.30, da via Palazzoli e proseguiranno in marcia – dopo le complicate operazioni di avviamento del motore – per il quartiere fino alla parrocchiale di San Bartolomeo dove alle 10.30 il parroco, don Angelo Cretti, celebrerĂ la Messa. Si tratta della quarta edizione di una manifestazione che coinvolge centinaia di persone in festa per il Ringraziamento. Alla fine si potrĂ acquistare su offerta la frutta o prendere l’aperitivo che segna – da tradizione – la domenica mattina della parrocchia di San Bartolomeo. I trattori del primo Novecento e quelli di oggi cosĂŹ come il momento di fraternitĂ successivo non sono altro che un modo per coinvolgere e aggregare la comunitĂ . A questo si aggiunge la necessitĂ di recuperare contributi per portare a termine gli interventi in essere e per mettere mano a quelli futuri. Il tutto è iniziato con il sisma del 2004 che aveva lesionato gli spazi dell’antico Lazzaretto adiacente alla canonica, un capolavoro artistico del Quattrocento oggetto anche di visite del Fai con molte sorprese ancora da scoprire. Tre anni fa è terminato – dopo un lungo iter fra permessi e concessioni edilizie – il consolidamento della struttura, che però sulla carta necessiterebbe di una fase due per

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nuova mentalitĂ negli adulti. Rispetto al passato, il 2012 ha portato anche a un aumento dei battesimi (27 nati) che si scontra con l’elevato numero di morti (50/60 annui) per un saldo natimorti sempre negativo. C’è la giusta ambizione (dopo sei anni di domande in carta bollata) di attrezzare gli spazi dell’oratorio, visto che oggi si registrano solo due aule per il catechismo e un campo da basket con la costruzione di un salone polivalente al posto dell’attuale tettoia esterna con annessi gli spogliatoi e, se possibile, la predisposizione di un campo da calcio. Servono, però, 500mila euro che

si aggiungerebbero ai 500mila di debito maturati con il Lazzaretto. L’oratorio ha la fortuna di poter disporre di due volontarie giovani che si occupano di animazione, mentre continua l’animazione promossa da Comune e Centro oratori il giovedĂŹ pomeriggio in cinque oratori. Nei sogni di don Angelo (da nove anni guida di San Bartolomeo) c’è anche il restauro della vecchia chiesa, che ospita un affresco della famiglia del Bembo, scrigno caro ai fedeli del quartieri. Anche qui l’ostacolo è rappresentato dall’investimento economico, ma non è detto che i sogni non si possano avverare.

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,QFRQWUR FRQ O¡DVWURQDXWD *XLGRQL Umberto Guidoni (nella foto) viene a Brescia. Quando? LunedĂŹ 12 novembre alle ore 18 all’auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli di via Capretti su invito dei Rotary Club Rodengo Abbazia, Brescia Est e Moretto. Guidoni è un fisico, un ricercatore del Cnr che ha partecipato alle selezioni e vincendole è stato il primo astronauta italiano ad aver viaggiato nello spazio. Il Rotary Club, oltre che agli appassionati astrofili o agli adulti af-

fascinati e rapiti dalle immagini degli astronauti che fluttuano nello spazio, ha pensato ai giovani. Infatti ormai da qualche anno i Rotary Club dedicano una particolare attenzione alle “nuove generazioniâ€? , non solo perchĂŠ sono importanti per il futuro del Rotary stesso, ma soprattutto perchĂŠ lo sono per il futuro delle comunitĂ e del mondo intero. Fra le “missioniâ€? del Rotary non ultima è quella di incidere nella vita sociale delle comunitĂ

in modo attivo, proponendo sempre l’eticitĂ , ma anche le qualitĂ gratificanti del servire: e servire attraverso i giovani è una visione tra le piĂš produttive ed efficaci. Per questo è stato pensato l’incontro con l’astronauta Guidoni, quale testimonianza, in questo caso nel settore della ricerca, ma anche quale uomo “normaleâ€? che con impegno, studio e sacrificio ha realizzato il suo “sognoâ€? al servizio dell’umanitĂ .

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ÂŽ •‹Â?†ƒ…‘ ƒ”‘Ž‹ ° ’”‘Â?–‘ ƒ ”‹…ƒÂ?†‹†ƒ”•‹ La primavera 2013, che porterĂ in dote il voto amministrativo, è vicina. Il sindaco Adriano Paroli si ripresenta, cercando di confermare la coalizione (Lega, Pdl e Udc) uscita dalla precedente tornata elettorale. La speranza di Paroli è di ottenere con la sua candidatura il sostegno delle civiche, in particolare quella promossa dal consigliere Nini Ferrari. In questa intervista concessa a “Voceâ€? c’è la conferma della scelta di avere “le mani libereâ€?, cioè di non essere vincolato

alle preferenze che verranno ottenute dai singoli consiglieri per la composizione della giunta. Di fatto è una svolta tecnica, anche se non sarĂ facile controllare partiti come la Lega, che rivendicheranno una rappresentanza. A margine dell’intervista, il Sindaco parla anche del futuro del Pdl, smentendo una sua candidatura in Parlamento: “Sono impegnato per la mia cittĂ e non potrei che declinare la proposta. Il Pdl è in difficoltĂ , ma recupererĂ . Nel Pdl ci sono

quei valori che fanno riferimento al Ppe, partito di ispirazione cristiana che ha i valori della famiglia, dell’educazione‌ Il Ppe ha da sempre un’attenzione ai piÚ deboli e dare risposte ai piÚ deboli significa anche offrire posti di lavoro. Oggi il Pdl vive una crisi, ma i valori dei moderati devono trovare casa tra i giovani�. In queste due pagine, oltre all’intervista al Sindaco e alla fotografia della situazione politica in evoluzione, abbiamo chiesto un contributo

a Maurizio Tira (UniversitĂ statale), Felice Scalvini (Centro studi Socialis), Michèle Pezzagno (UniversitĂ statale) e Loredana Abeni (UniversitĂ cattolica)) che approfondiscono gli aspetti (cultura, comunitĂ , integrazione, territorio, ambiente, sviluppo, famiglia, giovani e istruzione) messi a fuoco dall’interessante iniziativa “I cristiani e la cittĂ â€?, un modo per leggere da dentro la vita della Brescia di oggi e della Brescia di domani.

anche il ristorante interno per favorire l’addentrarsi dei turisti nella cittĂ . Purtroppo la mostra è stata macchiata da una furberia che ha cercato di aggirare un contratto che prevedeva determinati obiettivi; è una delusione e ci insegna che i controlli non sono mai sufficienti, anche se mi sembra molto strumentalizzata da chi, prima, pagava il doppio le mostre e non chiedeva neanche i risultati. Guardando alle amministrative, sarĂ confermata la coalizione PdlLega-Udc o la concomitanza delle politiche può disegnare scenari differenti nella corsa alla Loggia? L’alleanza è sicuramente riproponibile. Conto che la mia maggioranza continui a offrire alla cittĂ il buon governo di cui è stata parte. In momenti difficili abbiamo fatto miracoli: Brescia è tra le cittĂ meglio amministrate in Italia. Tra di noi c’è un confronto continuo per il bene della cittĂ . Con gli esponenti della Lega c’è una condivisione dei bisogni (servizi ai piĂš deboli, attenzione allo sviluppo, attenzione al lavoro). Brescia deve dare

lavoro a tutti. Questa è la ricchezza della nostra cittĂ ; questo è quello che è condiviso con la Lega e con l’Udc. I nostri interlocutori in Loggia sono tutti motivati nel continuare questa esperienza di buon governo per il bene della cittĂ . Nella composizione della giunta precedente le preferenze raccolte determinarono una squadra politica espressione dei partiti. PretenderĂ carta bianca sulle nomine degli assessori? Assolutamente sĂŹ, ma non perchĂŠ venga meno il valore di chi ha avuto un consenso importante. Serve una fase due, una fase nella quale dobbiamo avere il coraggio di chiamare la cittĂ a essere presente con le massime espressioni da un punto di vista di competenze e professionalitĂ . Questo non toglie nulla al fatto che chi ha lavorato abbia dato il massimo. Oggi non basta dare il massimo, dobbiamo anche guardare alle disponibilitĂ che ci sono. Se ci saranno disponibilitĂ civiche, come auspico, ci sarĂ la possibilitĂ di dare sempre di piĂš al-

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indaco Paroli, se guarda a questi cinque anni di governo della cittĂ , quali sono le soddisfazioni maggiori? Le soddisfazioni sono state tante cosĂŹ come le preoccupazioni e i momenti difficili per la cittĂ : ci siamo trovati in mezzo alla tempesta con un bilancio che per la prima volta non era piĂš sufficiente per fare ciò che Brescia ha sempre voluto fare per i suoi servizi sociali e per i suoi investimenti. Abbiamo, però, rispettato il patto di stabilitĂ trovando anche un compenso come Comune virtuoso nel 2009 e nel 2010. Quest’anno siamo riusciti, nonostante mancassero piĂš di 70 milioni di euro a bilancio, nel miracolo di fare in modo che si potessero garantire i migliori servizi sociali, i migliori servizi alla scuola d’Italia e allo stesso tempo a mantenere il bilancio virtuoso, facendo in modo che alla cittĂ non mancassero quelle opere necessarie e indispensabili per lo sviluppo, comprese quelle opere esterne per la metropolitana (il via è slittato a febbraio, nda) di cui non abbiamo trovato nĂŠ progettazione nĂŠ fondi; abbiamo dovuto fare in modo che si trovassero anche quelli. Fra le soddisfazioni personali, inserisco anche la visita del Papa che ho vissuto con trepidazione. Con il Pgt la cittĂ si dota di uno strumento che porterĂ , secondo le previsioni, ad accogliere 200mila abitanti. L’accusa mossa alla maggioranza è di non considerare che il territorio è denso di immobili invenduti o sfitti‌ L’opposizione non capisce o fa finta

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di non capire. Abbiamo fatto un Pgt a consumo di territorio zero. C’è meno cemento di quanto ne abbiamo trovato dal Prg fatto da loro, ci sono invece le funzioni e i servizi che servono alla cittĂ . Forse è questo che fa arrabbiare il Pd. Tra i punti contestati, c’è anche il parcheggio sotto il Castello‌ Il parcheggio sotto il Castello è indispensabile alla cittĂ . Non vede risorse messe da parte del Comune. E non c’è una scelta tra servizi sociali o parcheggio sotto il Castello. Il parcheggio sotto il Castello, come tutti

gli altri parcheggi fatti dal Pd in questa cittĂ , ha un suo piano finanziario che sta in piedi con le tariffe dei parcheggi stessi. Tra poco ne inaugureremo uno (quello di piazzale Arnaldo) progettato ancora da Padula, realizzato dalla giunta precedente, appaltato e concluso da noi. C’è un Pd in cittĂ che continua a dire no a tutto. Il parcheggio sotto il Castello è indispensabile per pedonalizzare il centro storico, per dare un posto auto ai residenti del centro, togliere le auto dalle piazze e dal Castello: oggi il Castello viene utilizzato come parcheggio; è come se utilizzassimo il parco di Villa Borghese per parcheggiare le auto. Anche questo era stato progettato dalla giunta Padula. Anche sul fronte della cultura ci sono delle perplessitĂ . Accantonando la vicenda Artematica, di cui il Comune è parte lesa, non le sembra di aver proseguito sulla stessa lunghezza d’onda delle grandi mostre che avevate criticato in campagna elettorale? Abbiamo criticato il filone delle grandi mostre perchĂŠ costavano tanto e c’entravano poco con la cittĂ perchĂŠ non era coinvolta. Le grandi mostre hanno portato molte persone a Brescia e hanno lanciato la nostra cittĂ nel modello delle cittĂ d’arte. Abbiamo promosso mostre che valevano molto: Inca, in particolare, ha fatto 194mila presenze contro la mostra precedente dei disegni di Van Gogh che ne ha fatte 150mila; Inca è costata 1,8 milioni contro i 3,4 di Van Gogh. Abbiamo voluto mostre che costassero meno e che coinvolgessero la cittĂ (commercianti e scuole), chiudendo

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(FFR FRVD EROOH QHOOD SHQWROD SROLWLFD L’arte del vaticinio non è infallibile e, forse, come accade spesso quando si parla di politica, si corre il rischio di essere smentiti giĂ il giorno successivo. Nella corsa alla Loggia entreranno in gioco molti fattori, su tutti la concomitanza con le politiche che, restando a quanto è successo alle ultime lezioni in Sicilia, potrebbero riservare un assenteismo molto pronunciato. Da questo punto di vista la storia di Brescia è abbastanza lontana da que-

sti scenari, ma va anche detto che il ďŹ lone dell’antipolitica, cavalcato tanto per fare un nome da Grillo, trova terreno fertile in molti strati della societĂ . Detto questo, è certa la ricandidatura del sindaco Adriano Paroli, ma non è poi cosĂŹ certa la composizione della sua maggioranza: la Lega potrebbe scegliere anche la strada della conta numerica, mentre l’Udc potrebbe seguire anche un’ipotetica alleanza progressisti-moderati avanzata

da Casini, magari al ballottaggio. Nel centrosinistra Emilio Del Bono (nella foto), che ha avuto il sostegno sia di Bersani che di Renzi, si ripresenta, forte della sua posizione di capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale. Certo nel Pd ci sono state alcune voci, basti citare quella di Alfredo Bazoli, che hanno chiesto a Del Bono un passo indietro o meglio hanno chiesto di far esprimere attraverso lo strumento delle prima-

rie la candidatura del centrosinistra. L’impressione è che alla ďŹ ne non ci saranno le primarie per la Loggia. Nella medesima area politica si stanno muovendo anche Marco Fenaroli e Riccardo Montagnoli. Fenaroli, in particolare, si era presentato come candidato alle primarie del centrosinistra, appoggiato dal comitato “Al lavoro con Bresciaâ€?. DifďŹ cile trovare la quadratura del cerchio prima della competizione, piĂš facile che si arrivi

a un sostegno al ballottaggio. Da deďŹ nire il nome del Movimento Cinque stelle. Per le civiche, bisogna ricordare Francesco Onofri che si appella all’area moderata e Laura Castelletti che in questi cinque anni si è distinta per la capacitĂ di coinvolgimento dei giovani sulle tematiche della cittĂ attraverso la rete internet e i social network. Entrambi sembrano piĂš afďŹ ni all’area di centrosinistra, ma le sorprese non sono da escludere.


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Dz dz “I cristiani e la città” è il titolo dell’iniziativa ideata da un gruppo di cristiani (sacerdoti e laici) animati da una passione per la Brescia di oggi e di domani: è un laboratorio di spunti e di idee in vista di una “parola cristiana sulla città” in occasione delle amministrative. La proposta, che vede la collaborazione dell’Ufficio diocesano per l’impegno sociale, intende suscitare all’interno delle comunità cristiane della città un dialogo su alcuni temi di carattere sociale e politico alla

luce della Parola di Dio. Il progetto “I cristiani e la città” è connotato da alcune peculiarità. La prima è che non intende proporre nessuna visione di città, ma vuol essere un laboratorio di ascolto dei cristiani delle comunità. Dal basso si intende raccogliere il pensiero delle persone di buona volontà che vivono nei quartieri. Al termine, tutti gli interventi saranno raccolti in una sintesi da offrire a chi desideri avere una “parola cristiana sulla città”. Le serate (la prima è andata

in scena lunedì 5) sono aperte a tutti. Lunedì 12 novembre alle 20.30 nella parrocchia di Santa Maria della Vittoria, presso la Sala della comunità di via Cremona 97, si parlerà di “Brescia, città fraterna”; lunedì 19 novembre ore 20.30 alla Pieve di Urago Mella in via della Chiesa 136 “Brescia, città sostenibile”; lunedì 26 novembre alle 20.30 nella parrocchia di Sant’Angela Merici in via Cimabue 271 con “Brescia, città educativa”. Per info, www.icristianielacitta.it.

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la città. La seconda fase del governo sarà caratterizzata, come in parte la prima, dalla non appartenenza politica: il sovrintendente è lì perché è bravo così come è successo in giunta con la Taurisano o con Pedretti, che è una pedina irrinunciabile e prioritaria della prossima giunta. Anche per Brescia si profila, quindi, una svolta tecnica nella giunta? In un momento di difficoltà come questo ci devono essere i politici, ma anche chi può dare le migliori risposte ai cittadini. Quali saranno le priorità? Un impegno fortissimo sul lavoro, sull’occupazione e sull’aiuto ai più deboli. La nostra comunità sta in piedi perché fatta di solidarietà e condivisione. Non dobbiamo dimenticare nessuno. I nostri cittadini, se non in momenti particolari, non chiedono sussidi, ma chiedono lavoro e la possibilità di partecipare alla costruzione della città. Dobbiamo fare in modo che Brescia torni a essere la città del lavoro.

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Â? ’‹ƒœœƒ Dz ‘Â?‹ ’‡” Žƒ Â”Â‹Â…Â‡Â”Â…ÂƒÇł …‘Â?–”‘ ‹Ž …ƒÂ?…”‘ Sabato 10 novembre Airc torna in piazza con “I Doni per la ricercaâ€? (nella foto la testimonial Antonella Clerici) per portare fondi alla ricerca in occasione dei giorni della ricerca. SarĂ il cioccolato il protagonista della nuova iniziativa di piazza: presentato in una scatola elegante per allietare i momenti conviviali, come regalo natalizio e per partecipare al sostegno della ricerca. Un dono speciale perchĂŠ la sua energia sarĂ duplice: darĂ forza a chi lo sceglierĂ , ma

soprattutto al lavoro dei ricercatori. 10 euro la donazione richiesta per la confezione di cioccolatini, un modo concreto per dare la propria ďŹ ducia ad Airc. La scatola di cioccolatini sarĂ accompagnata dalla guida “Comprendere la complessitĂ del cancro per batterloâ€? in cui saranno illustrate le frontiere della ricerca oncologica. Gli scienziati hanno individuato 10 proprietĂ dei tumori, su cui si sta concentrando il loro lavoro. L’iniziativa è in collaborazione con

Lindt. L’iniziativa si potrà trovare a Bedizzole in piazza Vittorio Emanuele II, a Brescia presso il Teatro Grande in corso Zanardelli, a Comezzano Cizzano in piazza Italia e presso Piazza Caduti, a Lonato in piazza Martiri della Libertà , a Maderno presso in piazza S. Marco, a Montichiari presso il centro commerciale Superstore Famila in via Brescia 128, a Nuvolento in piazza Roma, a Ospitaletto in piazza Roma e a Urago d’Oglio in piazza G. Marconi.

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n gruppo di associazioni bresciane, Aned (Associazione nazionale ex deportati), Anei (Associazione nazionale ex internati), Archivio storico per la resistenza e l’etĂ contemporanea dell’UniversitĂ cattolica sede di Brescia, Associazione Fiamme Verdi, Anpi (Associazione nazionale partigiani), Casa della Memoria, Ccdc (Cooperativa cattolico-democratica di cultura) e UniversitĂ popolare Astolfo Lunardi hanno ottenuto il patrocinio del Comune allo scopo di promuovere anche a Brescia, sull’esempio di Roma, Genova e di molte altre cittĂ europee la posa delle cosiddette “pietre d’inciampoâ€? create dall’artista tedesco Gunter Demnig per ricordare nel loro luogo di origine le vittime della dittatura nazista. Il 23 novembre Brescia, ricorderĂ nove nostri concittadini che morirono nei lager attraverso la posa di nove pietre d’inciampo davanti ai portoni delle loro case. Demnig collocherĂ sul marciapiede accanto all’ingresso di quella che fu la casa delle vittime un sampietrino di circa 10 cm di lato, ricoperto da una lastra di ottone su cui è incisa una frase. Un tale sampietrino per il suo aspetto lucido e metallico si stacca con evidenza dal contorno del marciapiede circostante e attira inevitabilmente l’attenzione. Ci induce a interrogarci sul dramma delle dittature che per imporre la loro visione totalizzante del mondo non esitarono ad uccidere chi intralciava il loro progetto di dominio completo sull’uomo. GiovedĂŹ 22 novembre alle ore 10.30 nell’Auditorium San Barnaba, è stato organizzato un momento di approfondimento per gli studenti sul tema della deportazione in Europa e in Italia. Interverranno oltre a Gunter Demnig, Gustavo Corni professore di storia dell’UniversitĂ di Trento e lo scrittore Eraldo Affinati, autore di “Campo di sangueâ€? (Mondadori). La sera alle 20.45 nel Salone Bevilacqua di via Pace 10 si terrĂ una

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conferenza sul tema “La deportazione in Europa, in Italia e a Bresciaâ€? con interventi di Gustavo Corni, di Rolando Anni dell’Archivio storico per la Resistenza e l’etĂ contempora-

nea e di Gunter Demnig. VenerdÏ 23 novembre Gunter Demnig deporrà le nove pietre d’inciampo. Gli studenti di cinque scuole superiori di Brescia: Liceo Arici, Liceo Calini, Liceo

Copernico, Liceo Gambara, Istituto Piamarta, leggeranno al momento della posa di ogni pietra d’inciampo i profili biografici delle nove vittime, a completamento di un lavoro di studio dei documenti e di raccolta di testimonianze, svolto con l’assistenza dei loro insegnanti e degli esperti dell’Archivio storico della Resistenza, dell’Aned e dell’Anei. Gli studenti del Conservatorio Luca Marenzio di Brescia accompagneranno l’atto della posa attraverso l’esecuzione di brani musicali.

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Centro Fiera del Garda, gestito dalla Fortitudo Ghiaccio. Dallo scorso mese di ottobre, e sino a marzo 2013, ospiterĂ corsi per tutti i gusti, diretti a principianti e professionisti. Nell’ambito delle varie lezioni ideate dai dirigenti del sodalizio cittadino rientra Progetto scuola, attivo dal lunedĂŹ al sabato dalle 8 alle 14 che prevede lezioni di pattinaggio con possibilitĂ di eseguire un programma concordato con i docenti della classe; ai piccoli dai due ai quattro anni è rivolto un

minicorso di quattro lezioni per condurre gli allievi alla scoperta del pattinaggio attraverso il gioco. La struttura di via Brescia, che occupa una superďŹ cie di 40 metri per 22, garantisce anche lezioni collettive per adolescenti ed adulti: dal martedĂŹ al venerdĂŹ si possono acquisire le nozioni principali per l’apprendimento della disciplina del pattinaggio, con esercizi volti all’acquisizione ed al coordinamento dei movimenti per ottenere il miglior equilibrio. Chi fosse

intenzionato può frequentare anche i corsi avanzati per esperti nonchĂŠ le lezioni di hockey su ghiaccio, altra specialitĂ degna di nota. La presenza di qualiďŹ cati insegnanti e di atleti di altissimo livello che ogni anno riescono a conquistare allori prestigiosi garantisce il successo di ogni attivitĂ e contribuisce a fare del pattinaggio su ghiaccio a Montichiari uno sport completo ed alla portata di tutti. Per informazioni o per iscriversi alle varie lezioni si può chiamare il 333/1680086. (f.m.)

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’attuale situazione di grave difficoltĂ economica continua a preoccupare a tutti i livelli, tanto che si moltiplicano tavole rotonde nelle quali istituzioni e associazioni di categoria cercano di sviscerare i perchĂŠ della crisi, magari con un occhio di speranza rivolto al futuro. Ecco quindi che il Comune di Trenzano ha organizzato per sabato 10 novembre, a partire dalle 9.45, un convengo intitolato: “It’s the economy, stupid!â€?, nel quale si discuterĂ dell’incidenza della crisi economica sul territorio bresciano, cercando di capire come evitare il declino e rilanciare il futuro di giovani e imprese, l’unica opportunitĂ per uscire dalla situazione di stallo che sta attraversando la nostra societĂ . PorgerĂ i saluti iniziali e gli auguri di buon lavoro il sindaco di Trenzano Andrea Bianchi, mentre l’in-

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toduzione sarĂ curata dall’assessore Gianmario Fusardi. Il convegno si articolerĂ poi in due sessioni, la prima delle quali analizzerĂ com’è cambiata la realtĂ produttiva bresciana e quale modello serve per tornare a crescere. Moderati dal giornalista Andrea Cittadini, i deputati Mariastella Gelmini e Stefano Saglia, insieme al senatore Guido Galperti, interverranno sulle possibili riforme per riacquistare competitivitĂ e per stimolare l’occupazione giovanile anche nel Bresciano. La seconda sessione, invece, moderata dal consigliere comunale di Brescia Mariachiara Fornasari, si occuperĂ del ruolo delle imprese e della nascita di start-up, oltre che del ruolo delle societĂ pubbliche nel fare business con ricadute sul territorio. Ad intervenire in questo caso saranno Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia, Federico Ghidini, presidente giovani imprenditori Aib e il consigliere di sorveglianza di A2A Norberto Rosini.

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in particolare da San Paolo il vicesindaco Franco Fontanini non nasconde la sua amarezza per una decisione non condivisa: “Credo si tratti di una decisione politica perchĂŠ se si fosse guardato all’aspetto logistico o a quello della consistenza del personale – afferma – la scelta non avrebbe dovuto essere questaâ€?. Le critiche si appuntano sulla possibile scelta di una soluzione alternativa a un costo minore: “C’è una relazione – afferma al

proposito Fontanini – condivisa anche con l’attuale dirigente scolastico Giovanni Minervini fa osservare come l’istituto Buonarroti di San Paolo avesse già tutte le caratteristiche adatte per ospitare la presidenza del nuovo istituto comprensivo, sia a livello di ambienti, sia di attrezzature, per esempio uno schedario elettronico adatto alla protezione dei dati sensibili. L’unico adeguamento sarebbe stato l’acquisto di tre scrivanie, per un costo totale di 500

euro, una soluzione praticamente a costo zeroâ€?. Nella proposta proprio il criterio economico viene presentato come decisivo: “La nostra non era una questione campanilistica – conclude – semplicemente crediamo che in questo periodo di crisi economica sia un delitto spendere i soldi dei cittadini quando si potrebbe risparmiareâ€?. Ora l’ultima parola spetta alla Regione, che comunque dovrebbe limitarsi a ratiďŹ care l’indicazione della provincia. (f.u.)

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l cimitero pieno di gente, le tombe coperte di fiori e un’infinitĂ di lumini che si accendono in un pomeriggio d’autunno che lascia presto il posto alla sera e alla notte. Di certo non è scena fuori luogo in questo periodo dell’anno, ma non stiamo parlando, come ci si potrebbe aspettare dei primi due giorni di novembre. A Roccafranca, infatti, si mantiene viva da generazioni la tradizione del “fĂ lĂźserâ€?, cioè far luce, di illuminare le tombe in un’ulteriore occasione rispetto a quella consueta. La data della celebrazione è tradizionalmente fissata la domenica successiva alla commemorazione dei fedeli defunti, o comunque sia entro otto giorni, quasi fosse un’ottava del ricordo stabilito dal calendario liturgico, alla quale gli abitanti di Roccafranca dedicano speciale devozione. Da molto tempo essa conserva i caratteri che la contraddistinguono ancora oggi, ne fanno fede i racconti di chi negli anni ha visto protrarsi questa tradizione, che all’elemento religioso unisce anche una dimensione comunitaria e persino di festa. Quest’anno la celebrazione si terrĂ domenica 11 e chi si trovi a passare da queste parti nel primo pomeriggio, vedrĂ una lunga teoria di persone percorrere il viale alberato che conduce al cimitero, dove

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che verranno poi accesi e deposti di fronte alle tombe, dando sostanza concreta al nome della ricorrenza e richiamando la piĂš familiare tra le preghiere per i defunti: “lux perpetua luceat eisâ€?. E se lo spettacolo è giĂ di per sĂŠ suggestivo, ancor piĂš lo diventa quando il cimitero rimane aperto per l’occasione fino a tarda sera e ne risulta completamente illuminato. Fuori, intanto, per tutto il pomeriggio alcune bancarelle di dolciumi propongono anche le specialitĂ tipiche del periodo, dai croccanti ai pani dei morti, dalla frutta secca fino al caramello, e danno un tocco festoso alla giornata. Per “fĂ lĂźserâ€? si ritrovano moltissime persone non solo del paese. PoichĂŠ infatti la data risulta spostata rispetto a tutte le altre commemorazioni simili, è possibile anche per chi magari è andato ad abitare altrove, o comunque conserva legami con il paese, di ritornarvi e ritrovare, insieme al ricordo dei propri cari, anche amicizie o vecchie conoscenze. Ed è forse proprio qui il segreto della longevitĂ , nell’ordine dei secoli, della ricorrenza: nel suo essere incisa all’interno della storia di una comunitĂ che, istintivamente, percepisce e riscopre i legami al proprio interno, riannodando vite e ricordi dei sui membri, intrecciati nello scorrere degli anni e di fronte all’eterno.

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Š‹ƒ”‹ Â? …‘Â?‹–ƒ–‘ …‘Â?–”‘ ‹Ž …ƒÂ?’‘ †ƒ ‰‘Žˆ Il progetto della Fondazione Istituto Morcelliano di Chiari che prevede la costruzione, in prima battuta, di un campo da golf a ovest della cittadina in localitĂ Santellone, ai conďŹ ni con Pontoglio, continua ad alimentare polemiche. In questi giorni un gruppo di cittadini appartenenti ad associazioni di volontariato, rappresentanti di movimenti ambientalisti ed ecologici, imprenditori agricoli, studenti e professionisti, stanno gettando le linee guida di un comitato che

sarĂ , almeno questa è la volontĂ iniziale, “apolitico e apartiticoâ€? e nel quale tutti “i cittadini dovranno potersi riconoscere perchĂŠ è la societĂ civile che si sta muovendoâ€?. L’obiettivo è quello di far capire alla popolazione che tutta l’operazione è un grosso errore. Le critiche che il nascente comitato, la cui ďŹ gura di riferimento ad oggi è Valentina Bazzardi, muove alla Fondazione presieduta da don Alberto Boscaglia, sono di tipo sociali-statutarie, progettuali-

ambientali, giuridico-amministrative ed economiche. Si punta ancora il dito sulla distorsione tra ďŹ nalitĂ dello Statuto e l’impiego delle risorse ďŹ nanziarie dello stesso; sulla non conformitĂ ai vincoli stabiliti dalla Rer, per quella parte del progetto che prevede, in un secondo momento, la costruzione di unitĂ abitative. E, nella bozza del volantino che a breve verrĂ distribuito alla popolazione, si invita la Fondazione ad investire in attivitĂ agricole valorizzando

i terreni oggetto dell’operazione, senza modiďŹ carne la destinazione attuale evitando in questo modo una “concorrenza sleale nei confronti di chi ha terreni nella stessa localitĂ con vocazione ediďŹ catoria e tuttavia non ediďŹ cabiliâ€?. Tra le mosse in programma, una raccolta ďŹ rme, manifestazioni e un’assemblea pubblica prevista per il 23 novembre. Non mancherĂ un proďŹ lo Facebook. Forti le critiche nei confronti dell’amministrazione comunale. (c.m.)

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ella galleria di palazzo Cigola Martinoni è allestita la mostra delle tradizioni della civiltĂ contadina, sculture in legno di Fortunato Bulla che alle opere ha dato il titolo “La voce dell’essenza non ha bisogno di paroleâ€?. La rassegna è aperta fino a domenica 11 novembre con orari 10-12 e 14-18. Questa è una delle iniziative della “Sagra di San Martinoâ€? che riporta la comunitĂ alla tradizione. Sabato 10 novembre, alle 20.45, nel salone al piano terra del Palazzo sarĂ presentato il volume “Don Acate Luigi Marconi, cosĂŹ in terra come in cieloâ€? curato da Valerio Gadoni con prefazioni di: mons. Antonio Fappani, presidente Fondazione civiltĂ bresciana, don Pietro Manenti, Patrizia Cherubini, sindaco, e dal parroco don Giovanni Girelli. La pubblicazione è voluta dall’Associazione civiltĂ contadina, nel centenario della morte del sacerdote che visse nel paese dov’era nato il 27 aprile 1825 e rimasto “Cappellano in patriaâ€? dopo l’ordinazione sacerdotale il 24 marzo 1849. MorĂŹ il 14 novembre 1912. La sua famiglia era dotata di un notevole patrimonio che egli destinò al bene spirituale e materiale della parrocchia. Don Luigi Marconi realizzò varie iniziative: l’asilo femminile, la scuola di lavoro per le ragazze, chiamando alla direzione le suore canossiane; l’ospedale e il ricovero per i cronici. Inoltre diede vita

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generositĂ re Vittorio Emanuele III gli assegnò la croce di cavaliere della Corona d’Italia e il paese dispose il trasloco del suo corpo nel sarcofago inaugurato nel 1937 nell’area del cimitero. La sagra prosegue domenica 11 con la festa del Patrono: funzioni religiose nel tempio dedicato al Santo rappresentato nella pala che fa da sfondo all’altare maggiore nel gesto generoso di dividere il suo mantello con un pellegrino. Nel pomeriggio il programma prevede alle 15 il “Grande gioco dell’ocaâ€? col quale squadre di bambini si sfideranno su 63 grandi caselle e con due dadi, il tutto all’insegna della piĂš pura e divertente competizione. Alle 17 lo spettacolo a cura della Compagnia Teatro CaraMella con Elisabetta Innocenti, Piero Forlani, Gloria Cominelli, Tiziano Terraroli per la regia di Piero Forlani. Durante il pomeriggio si potranno acquistare i casoncelli di farina di monococco prodotti al momento dalle signore di Cigole. Allestiti: el cantuncĂŹ del masadur, angolo per dimostrare l’abilitĂ dei norcini. Inoltre: presentazione del progetto “La Filandaâ€? animato da donne con la voglia di condividere i propri saperi trascorrendo qualche ora in compagnia. Infine la “Merenda contadinaâ€? con castagne, bertoldine e la “Polenta‌ lentaâ€?. MercoledĂŹ 14 novembre ore 20, Messa commemorativa per il centenario della morte di don Acate Luigi Marconi in parrocchia.

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”‡Â?‘ Dz ‹‰—”‡ †‡Ž Â•ÂƒÂ…Â”Â‘Çł ‹Â? —Â? Ž‹„”‘ Edito recentemente e presentato il volume “Figure del sacro a Brenoâ€? (Beniamino Simoni in San Maurizio e i monumenti della religiositĂ brenese) (ed. Grafo, Brescia, 2012). Enti pubblici, imprese e privati han reso possibile l’operazione culturale. Le fotograďŹ e di Virginio Gilberti (specie quelle del “Compianto breneseâ€? del Simoni) sono semplicemente mozzaďŹ ato. La prima parte è dedicata alla XIV stazione della Via Crucis presente nella chiesa campestre di San

Maurizio. Oliviero Franzoni ďŹ rma il primo contributo che titola: “I caratteri della religiositĂ camunaâ€?. Rileggendo “Curiosj trattenimentiâ€? di padre Gregorio Brunelli da Canè (1644-1713) l’autore del testo rivede tutte le manifestazioni di “distinta divotioneâ€? degli abitanti della vallata dell’Oglio. Nel Settecento, a fronte di una popolazione di circa 1.300 anime, erano insediate a Breno 15 cappellanie con altrettanti sacerdoti, beninteso oltre parroco e curati, organista e rettore delle scuole.

Simile messe di presbiteri in cura d’anime incise positivamente sulla religiositĂ dei brenesi. In questo contesto il rilancio devozionale dell’ex-parrocchiale di San Maurizio. Marco Albertario poi è l’autore di “Considerazioni sul Sepolcro del Redentoreâ€?. Sara Marazzani indaga “I dipinti di Romanino nel coro di Sant’Antonio (documenti per una lettura)â€?. Il pittore bresciano a Breno rafďŹ gura le storie bibliche tratte dal Libro di Daniele. La chiesa brenese non appartiene

alla parrocchia ed assomma in sĂŠ funzioni religiose e pubbliche. Nelle pagine del Libro di Daniele sono narrate le alterne fortune di tre re impegnati nell’esercizio piĂš o meno corretto del potere loro attribuito dalla potestĂ divina. Lucia Morandini relaziona accuratamente sulle chiese di San Maurizio, sul duomo, San Valentino, Santa Maria al ponte Minerva. Chiude la pubblicazione l’appendice “Il santuario di Minervaâ€? di Serena Solano. (e.g.)

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are che vi sia una sorta di effetto domino positivo attorno alla nuova societĂ â€œSki area Montecampioneâ€?, la SocietĂ ad azionariato diffuso, alla quale partecipa anche il Bim di Vallecamonica, oltre a 150 soci tra esercenti, commercianti e professionisti della neve. Infatti, dopo l’atto notarile che ne ha sancito l’ufficialitĂ , ora la SocietĂ si è messa al lavoro per essere pronta al taglio del nastro della stagione sciistica che dovrebbe avvenire a dicembre. Dopo la stagione scorsa che ha visto protagonista l’imprenditore Carlo Gervasoni, che in chiusura di stagione aveva gettato la spugna con una serie di pesanti rilievi, dopo un’estate nella quale si è consumato anche l’atto ufficiale del fallimento della Montecampione Impianti, l’atto di responsabilitĂ da parte di 150 operatori della zona, del Consorzio dei Comuni del Bacino imbrifero montano, e da domenica scorsa anche da parte del Consozio dei

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Residenti che ha stanziato la cifra di 150mila euro da immettere nella “Ski area Montecampioneâ€?, ora si aprono scenari positivi sufficienti a dare garanzia al Curatore fallimentare che la SocietĂ ha forza gestionale. Nei giorni scorsi Carlo Gervasoni, tuttora titolare del contratto d’affitto e fino a tutto il 12 novembre, ha liberato i magazzini da macchinari e utensili di sua proprietĂ , ha tolto le valvole termoelettriche che permettono il funzionamento all’impianto di innevamento, ha riportato a casa i suoi attrezzi. Ma giĂ da questo lunedĂŹ la nuova SocietĂ ha rimpiazzato gli strumenti necessari ed ora inizierĂ ad operare proprio utilizzando le migliori risorse professionali e tecniche esistenti a Montecampione. Intanto, domenica 12 novembre ci sarĂ un’altra azione di sensibilizzazione verso la montagna che prometteva “PiĂš tempo per sciareâ€?: una giornata ecologica dedicata alla pulizia dei circa otto chilometri di percorso che da Preottone portano in Bassinale, per la necessitĂ di garantire l’incolumitĂ delle persone che salgono lungo la strada da quota 1.200 a 1.800.

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Sant’Antonio di un cartello con scritto “Stallo di muli e somariâ€?: reazioni varie, minacce, interventi, per poi finire col pentimento e le scuse scritte del colpevole, prontamente perdonato. Subito, dal 1428 il doge Francesco Foscari riconosceva alla vallata dell’Oglio la legittimitĂ dell’esistenza dell’antica ComunitĂ di Valle, quale ente raggruppante i Comuni valligiani e concedeva una giurisdizione a sĂŠ. Annota Franzoni: “L’esenzione di alcuni dazi, la fiscalitĂ moderata

e persino un calmiere dei prezzi rivelano tutta la sagacia politica della Serenissima e costituiscono il capolavoro giuridico su cui si potè innestare la fedeltĂ della Valle. A Breno risiedeva un giusdicente a cui era affidato l’esercizio dei poteri politico, esecutivo e giudiziario. Il capitano e il vicario dimoravano in piazza Sant’Antonio. La ComunitĂ di Valle fungeva anche da organismo legislativo, approvando ed aggiornando i propri Statuti civili, o criminali (“Statuta Vallis

Camonicaeâ€?).Fra amministratori e funzionari si arrivava a 250 persone. Tra le voci delle spese quelle relative a invii di omaggi: pere, lumache e formagelle. Nel Medioevo sorge e prende forma l’istituto della “Viciniaâ€? un’unione di abitanti in un determinato luogo, con beni in comune (pascoli, malghe, boschi); dalla vicinia nascerĂ il Comune rustico. Ovunque esistevano Consorzi di caritĂ : Breno, Capo di Ponte, Cemmo, Edolo, Malegno, Sellero, Valle di Saviore. (e.g.)

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o scorso 30 ottobre con l’apertura al traffico della galleria “Corteno Golgiâ€? può dirsi quasi del tutto completato il programma di interventi per rendere piĂš scorrevole e sicuro il tratto camuno della Statale 39 che da Edolo sale al Passo Aprica, prima di scendere in Valtellina. A primavera era toccato alla galleria posta a valle di Cortenedolo, un’opera che eliminava uno dei passaggi piĂš rischiosi con la strada scavata fra le rocce a strapiombo. Adesso l’ingresso del paese di Corteno può dirsi completamente modificato, in quanto il vecchio ponte al quale si giungeva con un bivio su un curvone pericoloso, diventa secondario dato che il traffico passa in galleria e a Corteno si entra piĂš agevolmente dal nuovo ponte, collocato piĂš a valle, il cui taglio del nastro risale ad un anno fa. La nuova galleria è lunga 225 metri e doveva essere percorribile giĂ in estate; purtroppo la necessitĂ di allargarne la sede stradale prima dell’ingresso con uno sbancamento di circa 30mila metri cubi di materiale roccioso ha allungato i tempi, costringendo gli automobilisti al disagio di un senso unico alternato regolato da semaforo. Il parroco, don Alessandro Nana, ha benedetto la nuova opera, mentre gli amministratori, il sindaco di

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è speso da parte Anas per questa serie di interventi, erano difficilmente preventivabili. A dire il vero è stata avanzata anche qualche perplessitĂ circa l’opportunitĂ di opere tanto onerose su un itinerario che ancora presenta comunque decine di altri punti critici, a cominciare dall’uscita Nord, nei pressi del bivio per Galleno, del tunnel appena inaugurato. “Opere di grande qualitĂ e utilitĂ â€? ha tagliato corto il deputato locale della Lega Nord Davide Caparini, mentre l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Maria Teresa Vivaldini, ha richiamato le ‘sinergie’, cioè gli accordi politici, che hanno permesso di spendere in Valle questo bel gruzzolo. Nel quadro delle ‘sinergie’ rientra in occasione del taglio del nastro pure l’abboccamento fra il sindaco di Edolo, l’ex-senatore socialista Vittorio Marniga, ed il capo compartimento dell’Anas di Milano, l’ingegner Claudio De Lorenzo. Oggetto un’altro sogno, cioè la tangenziale di Edolo, in grado di far scorrere il traffico verso Ponte di Legno-Tonale e verso Aprica senza passare per le strettoie del centro del paese. Pare che entro fine anno possa essere depositato il progetto, proprio nei giorni in cui tutta l’Alta Valle attende l’apertura dell’ultimo tratto della nuova superstrada, quello fra Capo di Ponte e Forno Allione.

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1893-2013 VOCE COMPIE 120 ANNI

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”‡ƒ ‰ƒ”†‡•ƒÂ?ƒ ÂƒÂ˜ÇŁ ˆ‘”•‡ ‹Ž –”ƒ……‹ƒ–‘ •‹ •’‘•–ƒ Siamo forse a una svolta nell’intricata vicenda che riguarda il passaggio dei treni ad alta velocitĂ nell’area gardesana. La Commissione Trasporti della Camera ha discusso una mozione, che impegna il governo a spostare il tracciato della Tav piĂš a sud, verso il territorio mantovano. La mozione ha ottenuto il parere favorevole del governo e dovrebbe essere votata e approvata nel giro di qualche giorno. L’approvazione del tratto bresciano della Tav, decisa dal

Cipe il 5 dicembre 2003, riguarda il solo progetto preliminare, che indica un tracciato che prevede l’attraversamento dell’anďŹ teatro morenico del Garda, zona di elevato valore turistico, ambientale e paesaggistico. Di piĂš: area altamente sismica, percorsa nel sottosuolo da una rete straordinaria di corsi d’acqua e vocata alla produzione del Lugana, una delle eccellenze enoiche del Paese. Nelle previsioni l’area dovrebbe essere interessata dai lavori per

almeno un decennio, con pesanti conseguenze sull’ambiente e sulla viabilità , spesso già critica e con la perdita di circa il 20% dei vigneti presenti. Senza considerare i costi elevatissimi che un’opera di tal genere, con la realizzazione di una galleria di quasi 7 km tra Lonato e Desenzano, comporta. Partendo da queste considerazioni, nel corso degli anni, sono sorti comitati e associazioni che hanno cominciato a manifestare riserve, preoccupazioni e critiche, ma anche

proposte, come lo spostamento a sud del tracciato. Sono da registrare le prese di posizione dei consigli comunali di Desenzano, Lonato e Calcinato (nella foto) che auspicano lo spostamento del tracciato. Ora si aspettano segnali dal governo, nella consapevolezza che per costruire qualcosa di condiviso, che faccia capire come i sacriďŹ ci e i costi da sopportare potranno tradursi in beneďŹ ci al territorio e ai cittadini, sia necessario attuare tavoli di lavoro tra le parti coinvolte. (v.b.)

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esenzano ha ospitato nei giorni scorsi il “24° Seminario di studio per dirigenti delle Pro loco della Lombardiaâ€?. L’incontro, promosso dal comitato regionale dell’Unione nazionale delle Pro loco d’Italia e supportato dall’Assessorato alla cultura e al turismo della nostra provincia, ha trattato il tema “Pro Loco nel cambiamento: tra ambiente, innovazione e reti. Che fare?â€?, importante momento formativo finalizzato alla creazione di una rete per un’attenta promozione del turismo nella nostra regione, alla conoscenza delle possibilitĂ offerte dall’associazione in termini di consulenza e di vantaggi fiscali, nonchĂŠ momento di scambio di idee e di esperienze. “L’Unpli – ha spiegato il presidente regionale Michele Sparafano – conta circa 6.500 Pro loco disseminate in tutta Italia, 832 delle quali operano in Lombardia. I nostri incontri hanno l’obiettivo di far crescere le pro loco nella promozione del territorio e di costituire una rete di collegamento nell’ottica di una comune progettualitĂ â€?. In Italia, quindi, attualmente le Pro loco sono migliaia e le attivitĂ che svolgono afferiscono a diverse sfere d’intervento turistico, sociale, culturale e sportivo. Ogni anno oltre mille volontari sono in servizio presso sedi di Pro Loco svolgendo progetti inerenti la promozione dei territori, della salvaguardia

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altri importanti progetti, finanziati dal Ministero delle politiche sociali. Tra questi, “Sos patrimonio culturale immaterialeâ€?, il primo progetto operativo strutturato in maniera capillare per la riscoperta di tradizioni, riti, tipicitĂ e folklore del nostro Paese Nella nostra provincia si contano 75 unitĂ . “Anche nella nostra provincia le Pro loco – ha sostenuto l’assessore Silvia Razzi – sono un elemento indispensabile per la valorizzazione del territorio e nell’attivitĂ di promozione non si può prescindere da un costante e diretto contatto con questo settore del volontariato che assicura la tutela e la continuitĂ delle identitĂ locali, soprattutto in quelle zone dove non sono presenti i nostri uffici di accoglienza turisticaâ€?. La tre giorni desenzanese è stata l’occasione per siglare una convenzione tra la Provincia di Brescia e l’Unpli Lombardia volta a creare una sinergica operativitĂ per la valorizzazione del territorio attraverso le Pro loco associate e per presentare le novitĂ dal punto di vista della riorganizzazione messe in campo dall’assessorato. “Abbiamo ridotto da sette a tre i bacini di competenza, creando delle macrozone, ovvero territori omogenei, che fanno riferimento ai fiumi Chiese, Mella e Oglio, con un coordinatore ciascuno, per seguire da vicino le nostre Pro loco, porte d’accesso per la conoscenza e la promozione delle nostre eccellenzeâ€?.

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ma i lavori procedono spediti e con la clemenza del tempo riusciremo a concludere la prossima settimana le opere riguardanti il drenaggio sotterraneo dell’acqua e la successiva posa ďŹ nale del manto sinteticoâ€?. Un intervento al quale si sommano anche il rifacimento delle attigue tribune (previsti circa 80 posti) per gli spettatori e la creazione di un nuovo spazio sottostante da destinare a spogliatoi per gli atleti. Soprattutto, un intervento che arriva come ultimo

lotto di una serie di lavori che ha dato un volto completamente nuovo alla struttura oratoriale e che è cominciata nel 2010 con le nuove aule per il catechismo e le attivitĂ giovanili e proseguita nel 2011 con il rifacimento del salone e la sistemazione nell’area della cucina. L’operazione riguardante campo e tribuna ha un costo complessivo di 170mila euro, ďŹ nanziato per larga parte da due benefattori, per il restante dalla societĂ sportiva tramite l’accensione di un

mutuo e dai proventi derivanti da sponsorizzazioni private offerte in cambio dell’afďŹ ssione di striscioni pubblicitari. “Questo terzo e ultimo lotto – chiude il curato lumezzanese – era atteso da tempo, anche perchĂŠ il precedente terreno sabbioso, ogni volta che pioveva, rendeva il campo impraticabile. Un problema superato con la posa di questo nuovo materiale che mischia erba sintetica e organica e che nel volgere di un paio di settimane diventerĂ realtĂ â€?. (a.a.)

fessionisti, hanno confezionato un bel film drammatico, tecnicamente e qualitativamente pregevole, che pensano di presentare anche in altri concorsi nazionali. Ăˆ la storia di Ennio, che frequenta malvolentieri un istituto e che una sera si spara. Al risveglio si accorge che il tempo si è fermato ed ogni mattina rivive, sempre uguale, il suo ultimo giorno, fino a quando nel ritornare a casa si ferma nel parco, che ogni giorno attraversava, e per la prima volta parla con un barbone che gli fa capire

come la vita sia bella: quella sera la scena cambia, va a letto vivo e sereno e al mattino il tempo, finalmente, ricomincia a scorrere.

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a quando ne abbiamo parlato, nel novembre 2010, ne è passata di acqua sotto “Il Ponteâ€? societĂ cooperativa di Villa Carcina che con i suoi quattro educatori e gli oltre 40 volontari (dell’Associazione Amici di Boo!!) offre un servizio non residenziale a 23 disabili di alcuni Comuni valtrumplini (Villa Carcina, Concesio e limitrofi) con “interventi di carattere educativo, formativo ed animativo finalizzati all’analisi, allo stimolopotenziamento ed al mantenimento delle abilitĂ personali e sociali degli utenti, nonchĂŠ alla salvaguardia della qualitĂ della vita di ognunoâ€?. Sono molte le iniziative attuate. Lo scorso inverno, dopo l’incontro col fotografo di moda Simone Angarano, hanno posato per un simpatico calendario distribuito in tutta la provincia: 21 facce di ragazzi ripresi mentre si raccontano sorridenti e spontanei al mondo. In giugno hanno partecipato

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li che per i grandi (con giochi, percorsi botanici e serate musicali); le realtĂ del territorio sono diventate una risorsa per tutta la comunitĂ . A fine settembre è stato presentato un laboratorio teatrale, durante il palio delle contrade di Cailina, dal titolo “Radiciâ€?, dove ognuno si raccontava avendo con sĂŠ un oggetto che gli ricordava un evento del passato per condividerlo con gli altri ed il pubblico. Stanno collaborando con “Cesarâ€? – fondazione mons. Cesare Mazzolari onlus – producendo, per il loro negozio appena aperto a Gussago, alcuni oggetti creati con tecniche varie (pittura su stoffa, vetro, legno ecc.). Sabato 20 ottobre al “Festival del cinema nuovoâ€? di Gorgonzola, risevato ai disabili, hanno ricevuto il 3° premio assoluto (sui 100 lavori provenienti da tutto il mondo) col cortometraggio “Awakeningâ€?. Con la collaborazione di Mario Congiusti, che ha curato regia e sceneggiatura, e di tre attori pro-

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ÂŽ ‡Â?–”‘ •’‘”–‹˜‘ ° •–ƒ–‘ ‹Â?ƒ—‰—”ƒ–‘ —ˆˆ‹…‹ƒŽÂ?‡Â?–‡ I lavori sono stati completati in tempo per l’inizio dei campionati, le squadre vi giocano con entusiasmo dal mese di settembre e domenica 28 ottobre è giunta l’ora anche dell’inaugurazione ufficiale per il nuovo centro sportivo di Gazzolo. Un evento svoltosi alla presenza del sindaco Silverio Vivenzi, del parroco don Franco Giraldi e del responsabile dell’Ufficio oratori don Marco Mori, originario di Lumezzane. Strutture annesse all’oratorio di Sant’Antonio, tra le

quali ovviamente spicca l’opera che interessa le numerose squadre di calcio militanti nel campionato Csi, ossia il nuovo campetto con manto sintetico. “Attorno al rinnovato campo di calcio – ha detto il parroco don Giraldi – ci sono tutta una serie di altre strutture che fanno dell’area un vero e proprio centro polifunzionale, secondo un’idea che ha cominciato a svilupparsi quattro anni fa. In questo modo potremo disporre anche di un versatile campo di

calcetto, pallavolo, pallacanestro e di una pista di pattinaggioâ€?. Un complesso sito in via Bolognini che può contare, appunto, su un campo misto in erba sintetica e organica di ultima generazione, accanto al quale sorgono due palazzetti (entrambi con una superficie di 750 metri quadrati): uno con una pavimentazione realizzata in pvc appositamente per le partite di basket, pallavolo e calcetto; l’altro in cemento per ospitare allenamenti e gare di chi pratica il pattinaggio

su rotelle. Inoltre, è stato pensato uno spazio di 500 metri quadrati per tutte le squadre, utilizzabile sia per le riunioni che per eventuali feste. “I lavori – sottolinea don Franco – sono stati portati a termine con una spesa coperta per tre quarti da sponsor privati e dagli incassi delle feste organizzate all’oratorio in questi anni, mentre per la parte rimanente è stato aperto un mutuo quinquennale. Tutte le strutture è affidata a un comitato parrocchialeâ€?. (a.a.)

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umezzane registra un fatto raro anche per una cittadina popolosa come quella valgobbina: il 5 novembre ha compiuto 100 anni suor Bonaventura Zani; domenica 11 taglia il traguardo dei 93 il fratello Giovanni; a febbraio festeggerà i 98 la sorella Caterina. Insieme fanno 291 primavere: quasi tre secoli. Sono gli ultimi viventi dei nove figli di Pietro Zani (ramo MarchitÏ) e Maria Crescini valsabbina da lui portata a Piatucco dove aveva grande casa padronale, terreni, boschi che arrivavano fino su al Santellino. Una famiglia patriarcale contadina dove tutti davano una mano fuori o in casa a seconda dell’età e della stagione. Suor Bonaventura ricorda la fienagione, le mucche al pascolo, la legna da tagliare e portare a casa in una Lumezzane ormai scomparsa, divorata dallo sviluppo industriale dove per esempio era buona fetta di reddito la raccolta delle castagne con le ragazze che salivano dalla Valsabbia nella stagione e tante volte vi sono tornate spose. Suor Bonaventura, al secolo Angela, entrava a 22 anni nell’Ordine delle suore Dorotee e dava i voti a 25 anni. Poi esperta di cucina. imparata presto in famiglia nel dare una mano alla mamma, ha fatto la cuoca in tutte le case dove ha passato la sua vita religiosa, ed insieme l’insegnante di catechismo e la maestra d’asilo : prima destinazione in città a S.Faustino, poi

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con la S.Messa di “ringraziamentoâ€? nella sua attuale comunitĂ . L’invito a parteciparvi inviato ai parenti (una tribĂš), è un commosso ricordo dei suoi: la mamma morta giovanissima a 49 anni dopo aver ricevuto in casa i Sacramenti; il papĂ che pur ammalato il giorno prima della dipartita volle andare a Messa in chiesa. Era la vigilia della solennitĂ di Pentecoste: avevano giĂ preparato la festa solenne con pranzo patriarcale. “Festeggiò in cieloâ€? scrive. Ed ancora i sei fratelli scomparsi “veri cristiani che ci aspettano in cielo.â€? Conclude: “Ringrazio il Signore di essere arrivata al traguardo centenario, di avermi chiamato alla vita religiosa: sono contenta e felice, nonostante qualche debolezza della quale chiedo perdonoâ€?. La festa di famiglia, saranno una settantina, con spiedo e ricordo speciale è stata organizzata dai suoi all’oratorio di Piatucco per domenica 11 novembre giorno del compleanno del fratello Giovanni, anche lui cresciuto con tutti nella grande casa paterna: lavorò un po’ alla Polotti in officina, poi tornò a fare il contadino coi suoi. Si sposò nel 1956 con Ada Torcoli che gli fa ancora compagnia con l’unica figlia Marisa. Infine Caterina, del 1915, il “puntèl dè famiaâ€?: fu lei dopo la morte prematura della mamma il riferimento per tutte le faccende domestiche ma anche nei momenti liberi a dare una mano in campagna.

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‘……ƒ‰Ž‹‘ ’”‘’‘•‹–‘ †‹ †‹•Ž‡••‹ƒ ‡ †‹Â?–‘”Â?‹ Dislessia e dintorni, parte seconda. MercoledĂŹ 14 novembre alle 20.30, nella Casa della SolidarietĂ di Coccaglio, i riettori torneranno ad essere puntati sul delicato tema della dislessia e sugli strumenti per affrontarla e acquisire una sempre maggiore e piĂš consapevole autonomia. L’iniziativa riguarda infatti la prosecuzione di un piĂš ampio e articolato lavoro inserito nelle attivitĂ di “Facciamoci Reteâ€?, promosse dall’assessore alla Pubblica istruzione e Politiche

giovanili Monica Lupatini (nella foto) e che, negli ultimi due anni, si è focalizzato sui disturbi speciďŹ ci dell’apprendimento, ai quali nel febbraio scorso era giĂ stata dedicata con successo una serata. Ora il gruppo di sostegno, a cura dell’educatrice professionale Donatella Saretti, si è rimesso in carreggiata e, a ottobre, è ripartito il laboratorio rivolto agli alunni con diagnosi di Dsa iscritti alla scuola primaria e secondaria di primo grado, che verranno coinvolti in un

percorso di 17 incontri spalmato su tre ore settimanali (51 ore totali). Il progetto vuole attivarsi per “creare approfondimenti teorici, sviluppare strategie metodologiche didattiche e organizzative atte a offrire a tutti i minori pari opportunitĂ d’inserimentoâ€?. Per informazioni su tempi e modalitĂ di svolgimento è possibile partecipare liberamente alla serata illustrativa del 14 novembre, alla quale parteciperanno il sindaco Franco Claretti, insieme al dirigente

scolastico dell’Istituto comprensivo statale Roberto Orlandi e al presidente e vice della Fondazione Paradiso, Claudio Chimini e Maura Morandi, ďŹ nanziatori del progetto. Tra i relatori, interverranno Luca Grandi, progettista di strumenti informatici, ricercatore di strumenti compensativi ed esperto di applicazioni tecnologiche per Dsa; lo studente dislessico Francesco Vertua e la rappresentante provinciale Aid di Brescia, Mariagrazia Gozio. (a.s.)

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l’inizio di una fraterna amicizia che si è fatta piĂš profonda col tempo, e la presenza del piccolo Maurizio e poi delle sue sorelle e, ultimo, di Pietro fu per me una benedizione e una fondamentale esperienza di vita di famiglia. Raccontavo loro delle lunghe storie a puntate. CosĂŹ Maurizio è cresciuto in una casa di volontari e di missione; fin dai suoi primi anni ha capito l’esempio di vitaâ€?. Da allora tanto tempo è passato, e Maurizio ne ha fatta di strada, restando intrecciato alle sue due storie, rovatese e peruviana: il ritorno a Rovato, il lavoro come carpentiere e poi, nel 2007, la chiamata e l’entrata in Seminario, a Pomallucay. Una struttura che papĂ Claudio aveva costruito quando lui era un adolescente. La decisione di entrare in Seminario ha restituito a Maurizio “la serenitĂ che mi mancava da tempoâ€?. A lui sono andati i migliori auguri della comunitĂ , religiosa e laica, come ha sintetizzato mons. Gian Mario Chiari: “Auguro a don Maurizio che riceve il dono piĂš bello di mantenersi entusiasta nella fedeltĂ , sempre generoso nel servizio e trasparente nell’esempio di vita. Mentre viviamo riconoscenti a Dio questo evento di grazia, non stanchiamoci di pregare lo Spirito Santo per i giovani affinchĂŠ siano capaci di fare scelte coraggiose nella vitaâ€?. Domenica 4 novembre, ha celebrato la prima Messa, assieme a tanti amici e compagni di strada.

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ENERGIE A RESPONSABILITĂ€ ILLIMITATA. Relazioni esterne e comunicazione LGH

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ono arrivati in un migliaio, sabato 3 novembre, alla parrocchia Santa Maria Assunta. Famiglie della cittadina franciacortina, giovani dell’Operazione Mato Grosso da tutta la Lombardia. Tutti uniti per salutare l’ordinazione sacerdotale di don Maurizio Zaninelli, 31enne rovatese, che dopo anni trascorsi fra le missioni sulle Ande del PerĂš e la natĂŹa Rovato ha deciso di diventare prete. “PerchĂŠ divento prete? – ha detto don Maurizio –. Non ho ricevuto nessuna illuminazione speciale, ma è un passo del cammino che cerco di vivere aiutando le persone piĂš povere. Negli anni trascorsi in Italia, in cui studiavo e poi lavoravo, spesso con gli amici dell’Operazione Mato Grosso ci si poneva la domanda: ‘Come voglio usare la mia vita? Come posso spenderla bene?’ La morte di un amico molto caro, Matteo, ha reso queste domande ancora piĂš forti. La mia risposta, oggi, è questaâ€?. La sua vocazione, sbocciata e maturata nel gruppo dell’Operazione Mato Grosso, lo porterĂ nella diocesi di Huari, in PerĂš, 500 chilometri a nord di Lima. A Huari don Maurizio opera da tempo come volontario. E proprio il vescovo di Huari, Ivo Baldi Gaburri, ha presieduto il rito dell’ordinazione sacerdotale, assieme a mons. Gian Mario Chiari. “Il sĂ­ di Maurizio al Signore – ha detto il vescovo di Huari – ha una

LUCE, GAS, ACQUA, AMBIENTE, TELECOMUNICAZIONI: INSIEME.

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Cividino, il gruppo si è spostato a Palazzolo senza cambiare ďŹ losoďŹ a. “Credo – sottolinea Vavassori – che nel tennis di oggi per arrivare al vertice tutto debba essere programmato nei dettagli. Ed è quello che facciamo in Accademia, curando la parte tecnica, ma anche quella ďŹ sica e quella mentale. Ho sempre pensato che per far crescere dei professionisti si debba creare l’ambiente giusto, senza distrazioniâ€?. La nuova sede conta su cinque campi in sintetico,

piĂš tre in terra battuta all’aperto; in un’altra struttura, tre in terra rossa e uno in cemento. A Milano l’Accademia di Vavassori è presente in sette centri di MilanoSport. Il programma del 20° è il seguente: domenica 11 novembre, auditorium S. Fedele, ore 10 inaugurazione mostre; ore 17 incontro con Paolo Bargiggia, giornalista Mediaset “20 anni di accademia: viaggio tra i personaggi, i giocatori e i progettiâ€?; ore 18 concerto “All Stars Motownâ€?. Domenica 18 novembre, auditorium

S. Fedele, ore 9.30 l’apertura delle mostre; alle 17 la premiazione dei palazzolesi che hanno raggiunto livelli di eccellenza nello sport; ore 18 concerto Jazz “Sound and Voice�. Sabato 24 novembre, piazzale Kennedy: ore 21 concerto “Timo Lassy Band�. Domenica 25, auditorium S. Fedele, ore 9.30 apertura mostre; ore 10 convegno “Lo sport amatoriale e le discipline sportive�; ore 11 Concerto del “Jazz Quintet� del Centro di formazione musicale Riccardo Mosca.

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l Movimento cooperativo palazzolese, dal primo dopoguerra protagonista della cooperazione nel settore edilizio, in quello di consumo e piĂš recentemente in quello sociale, è sempre piĂš impegnato ad aggiornare i suoi strumenti e a impiegare le sue risorse su un territorio bisognoso e in una congiuntura economica con caratteristiche completamente diverse dal passato. Fenomeno comune alle cooperative palazzolesi come a molti altri imprenditori privati, è infatti quello problematico delle numerose abitazioni nuove vuote o sfitte, in presenza invece di elevata e inevasa domanda di case popolari. Il convegno recentemente svoltosi presso l’ex bocciodromo di piazza Dante Alighieri, ha voluto rispondere a questa domanda: “Quale futuro per l’housing sociale?â€? proprio per trovare possibili soluzioni sul problema casa da mettere a disposizione delle fasce deboli della popolazione. Dopo gli interventi del presidente palazzolese Enzo Gaspari che ha ripercorso 65 anni di storia del suo sodalizio e che ha coordinato il dibattito, ha parlato il dott. Marco Menni, presidente di Confcooperative di Brescia che ha ribadito l’importanza della cooperazione, sia edilizia che sociale, per affrontare una situazione di crisi come quella presente nella nostra societĂ attuale. Di seguito Valeria Negrini di FedersolidarietĂ ha sotto-

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quello dell’edificazione e del possesso di una proprietĂ : avere una casa dignitosa fornisce sicurezza e dignitĂ a chi la abita. Dopo gli interventi del sindaco Gabriele Zanni, di Nadia Valli, vicesindaco e assessore ai servizi sociali, del presidente della Fondazione Galignani Angelo Lazzari, di Gianluigi Brescianini, e di Delio Cortinovis, presidente e vice della Cooperativa “Paeseâ€?, sono scaturite due proposte operative concrete e utili. La prima riguarda la prossima creazione da parte del Movimento cooperativo palazzolese di un quartiere sociale nel lotto della case operaie, recentemente acquisite, dove verranno creati due bilocali, organizzati con spazi di servizio condivisi. Uno dei due appartamenti sarĂ destinato ad una persona diversamente abile che vedrĂ garantita la sua indipendenza. Previsto un terzo appartamento per ospitare la persona che svolgerĂ mansioni di custode. Gli ospiti potranno rimanere tra i sei mesi e i due anni, in attesa di soluzioni definitive. La seconda, avviata dalla Fondazione Galignani, prevede l’approntamento di un centro di accoglienza temporaneo per cinque mamme con bambini, in condizioni di fragilitĂ economica. Una volta ultimati i lavori di sistemazione e risolti gli aspetti organizzativi e di convenzione con l’amministrazione comunale, la struttura potrĂ iniziare ad operare giĂ con l’inizio del nuovo anno.

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In quel tempo, GesĂš [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: “Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna piĂš severaâ€?. Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sĂŠ i suoi discepoli, disse loro: “In veritĂ io vi dico: questa vedova, cosĂŹ povera, ha gettato nel tesoro piĂš di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superuo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivereâ€?.

Solo populismo?

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opulismo. Non fosse che lo conosciamo cosĂŹ bene e che sappiamo che a parlare è GesĂš, metteremmo questo brano sotto l’etichetta del populismo. Ci sono i soliti ingredienti: critica al potere, critica alle donazioni facili, esaltazione del poco come segno di veritĂ del dono. Quasi fosse una favola. PerchĂŠ pensiamo che queste cose siano state scritte per gli altri e che dicano solo quello che raccontano. Che il potere sia quello dei soliti e i filatteri siano le vesti dei papi e dei vescovi e i ricchi siano quelli che conosciamo e che le vedove come quella non ci siano piĂš. Facile. PerchĂŠ la critica cosĂŹ non ci tocca, e non brucia. PerchĂŠ cosĂŹ non siamo noi a dare il superfluo, ma gli altri; e a farci salutare e riverire. Piace anche a noi identificare la Chiesa con il Vaticano e dirci piĂš puri e piĂš liberi, piĂš evangelici rispetto al ‘centro del potere’. Poi basta andare in una parrocchia qualsiasi e vedere le ricchezze: non di denaro, ma di piccoli poteri, filatteri di strategie

pastorali e ricchezze di mansioni, di ministeri, di cose fatte per il servizio che nascondono il bisogno di essere ricchi, di contare, di essere riveriti. E il servizio, quel pezzo che ci permette di essere dati per rispettabili e caritatevoli, è il di piĂš che cola dal nostro averne abbastanza delle lodi e della posizione un po’ piĂš in alto degli altri. Ricchi di quelle cose che sono di Dio e della comunitĂ e che diventano proprietĂ nostra (preti e laici, nessuno escluso) e che dispensiamo come cosa nostra, come azione nostra e agenda nostra. Una specie di risarcimento in piccolo per quello che facciamo. E la vedova? Quella è troppo poco; e affoga nei nostri piani di salvataggio del genere umano, nelle prospettive di evangelizzazione a largo raggio, nella tutela dei diritti dei popoli, nei filatteri che si allungano con i nostri piani strategici sulle pagine dei giornali, dei libri e delle televisioni. Proclami dei beati del mondo per i beati del mondo, mentre quelli che non hanno niente continuano a non avere niente in attesa che i nostri piani ap-

prezzati e applauditi lascino cadere a pioggia meno spiccioli di quelli della vedova. E non parlo ancora di soldi. Parlo della sete e del bisogno di Dio che non sentiamo perchĂŠ assordati dal tintinnare delle nostre monete nel tesoro del tempio. E a quelli che ce lo manifestano indichiamo i percorsi e i programmi, l’abbondanza di quello che possediamo, di quello che abbiamo fatto noi. E non ci capiscono. Povere monetine della vedova e povera parola di GesĂš: troppo piccoli per soddisfare i bisogni del nostro tesoro e troppo semplici per essere davvero tutto. Ma – mi spiace dirlo – si sente che quello che facciamo è spesso il nostro superfluo e non tocca la nostra profonditĂ . Ăˆ poco quel tutto che chiede GesĂš. Purtroppo è davvero tutto. E costa buttarlo – unica cosa vera nostra – in mezzo a tanto ciarpame di discorsi e strategie. Potrebbe bastare a convincerci quello che dice Pietro allo storpio? Ce lo ripete: “Non possiedo nĂŠ oro nĂŠ argento, ma tutto quello che ho te lo do: nel nome di GesĂš sii guaritoâ€?. O è troppo populista?

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/H SRUWH GHJOL LQIHUL Due icone bizantine, una porta. La prima è la discesa agli inferi. Ăˆ l’icona pasquale della risurrezione. Mentre per la Chiesa in Occidente la risurrezione è un movimento dal basso verso l’alto, nella tradizione orientale il movimento del Risorto è discendente: discesa agli inferi appunto. Nella parte bassa dell’icona bizantina del XIII secolo, conservata nell’abside della chiesa di San Salvatore di Chora a Istambul, sotto i piedi di GesĂš sono raffigurate le porte degli inferi scardinate e gettate a terra, per indicare che il Risorto con la sua risurrezione ha sconfitto la prigionia del peccato e della morte. Nella zona nera che rappresenta gli inferi sono sparse le chiavi, i chiodi, i cardini, le cerniere e le serrature della porta divelta che teneva rinchiusa

l’umanitĂ schiava del male. Esistono rare rappresentazioni di questa veritĂ , contenuta nel Simbolo apostolico, anche nell’arte religiosa occidentale. Una di esse è conservata nella nostra chiesa di San Francesco d’Assisi, nella Cappella dell’Immacolata. Si tratta di uno stallo del coro ligneo intarsiato dai fratelli Benedetto e Battista Virchi nel XVI secolo. L’iconografia è abbastanza simile a quella orientale, ma nello stallo sono presenti molti diavoli agitati, arrabbiati, raffigurati mentre lanciano massi contro il Risorto e contro le anime salvate. L’altra icona è francescana per eccellenza: il Crocifisso di San Damiano conservato al Protomonastero di Santa Chiara ad Assisi. Ai tempi del Santo di Assisi si trovava nella chiesetta diroccata di

San Damiano. Si tratta di quel Crocifisso che parlò a Francesco dicendogli: “Va’ e ripara la mia casa che come vedi cade in rovinaâ€?. Il Cristo è vivo con gli occhi grandi e spalancati. Le braccia sono aperte a chiudere una fossa nera, quasi a suggerire un abbraccio. Anche le gambe di GesĂš scendono fino al fondo di un pozzo nero, lasciando cadere il sangue versato per la remissione dei peccati su alcune figure che il tempo ha in parte cancellato. Due icone, uno stesso significato: Cristo sconfigge il peccato e la morte eterna. In una scende a liberare le anime infrangendo le porte, nell’altra si pone come porta che abbraccia ed impedisce all’uomo di cadere in quella fossa stridente; a meno che l’uomo nella sua libertĂ ...


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‘”–‘Â?ƒ …‘Â? ÂŽÇŻ ˆ–ƒŽ ƒÂ?–ƒ ‡••ƒ ’‡” ‹Ž ÍžÍ Îť Â?‹”ƒ…‘Ž‘ †‹ ‘—”†‡• Suor Luigina Traverso (al centro, nella foto) nel luglio del 1965 fu guarita dalla malattia durante un pellegrinaggio a Lourdes. La guarigione, giudicata “inspiegabile allo stato attuale delle conoscenze scientiďŹ cheâ€?, è stata ufďŹ cialmente riconosciuta dal Bureau Medical di Lourdes il 10 febbraio. La religiosa salesiana, classe 1934, oggi economa all’Istituto San Giuseppe di San Salvatore Monferrato, soffriva di “lombatosciatica paralizzante in meningoceleâ€?. In

barella, nel luglio 1965 partecipò a un pellegrinaggio dell’Oftal, si immerse nelle piscine del santuario e improvvisamente dolori e malattia regredirono ďŹ no alla scomparsa. Quello di suor Luigina è il 68° miracolo di Lourdes approvato dalla Chiesa. La diocesi di Tortona organizza una celebrazione di ringraziamento sabato 10 novembre 2012 presso il Santuario della Madonna della Guardia in via don Sparpaglione15 a Tortona. Il programma prevede

alle 14.15 l’accoglienza e alle 15 la Santa Messa di ringraziamento a cui farĂ seguito un momento di fraternitĂ . Brescia con una delegazione dell’Oftal parteciperĂ alla Messa per il riconoscimento ufďŹ ciale del miracolo occorso a suor Luigina Traverso. Giusto ricordare che l’Oftal è un’associazione ecclesiale il cui ďŹ ne è l’assistenza e l’accompagnamento di malati, disabili e pellegrini a Lourdes e presso gli altri luoghi di devozione mariana e in Terra

Santa L’Associazione si articola in sezioni diocesane. Dal 2007 l’assistente ecclesiastico dell’Oftal è don Pierino Bonetta. Propri nelle scorse settimane una violenta perturbazione ha provocato l’esondazione del ďŹ ume Gave, che scorre all’interno del Santuario, proprio davanti alla Grotta di Lourdes. Gli ammalati sono stati evacuati senza rischi, ma restano gli ingenti danni alla struttura e in particolare alle piscine del santuario.

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n’enciclica per l’Anno della fede. SarĂ proprio la fede il tema del quarto documento di Benedetto XVI che completa cosĂŹ il trittico delle virtĂš teologali iniziato nel 2006 con la “Deus caritas estâ€?, e proseguito nel 2007 con la “Spe salviâ€?. UscirĂ in gennaio, il Papa vi ha lavorato la scorsa estate, come ha rivelato, un po’ a sorpresa, il cardinale Tarcisio Bertone i primi di agosto, dicendo che la principale occupazione del Papa a Castel Gandolfo è stata proprio la stesura del testo della nuova enciclica. Sul nome non ci sono indiscrezioni. Nel commentare il Concilio e la sua attuazione, in un’intervista rilasciata alla fine degli anni Ottanta il cardinale Franz Koenig (arcivescovo di Vienna, morto nella capitale austriaca nel 2004) diceva che si doveva essere attenti alla situazione reale, ma senza troppi timori: “Dobbiamo guardare il mondo alla luce della nostra fede, con la forza che ci sa dare la preghiera. Questo il segno che deve caratterizzare noi cristiani: avere coraggio e non paura; avere speranza e rendere visibile la fede nella caritĂ â€?. Koenig è stato un protagonista dell’Ostpolitik vaticana, cioè dell’attenzione verso le Chiese al di lĂ della “Cortina di ferroâ€? e del dialogo con i regimi comunisti; ma è stato altresĂŹ un grande protagonista del Concilio, portando il suo contributo sui documenti riguardanti la Parola di Dio, Dei Verbum, la libertĂ religiosa e il dialogo con l’ebraismo e soprattutto con i suoi interventi sulla Gaudium et Spes. Non meno importanti le sue riflessioni sull’ateismo,

lui che è stato arcivescovo di una cittĂ crocevia tra Est e Ovest. Terminato il Concilio, c’è chi si era posto la domanda: qual è la dottrina del Vaticano II sulla fede, con evidente intento critico. Papa Paolo VI non volle lasciare senza risposta questo interrogativo e, nell’udienza di mercoledĂŹ 8 marzo 1967, disse: “Se il Concilio non tratta espressamente della fede, ne parla a ogni pagina, ne riconosce il carattere vitale e soprannaturale, la suppone integra e forte, e costruisce su di essa le sue dottrineâ€?. Non di omissione si tratta, dunque, per Paolo VI; e lo dice ricordando “le affermazioni conciliari sulla necessitĂ congiunta della Chiesa insegnante e della fede, sul senso della fede, sotto la guida del sacro ma-

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ragione nella Gravissimum Educationis. Per non parlare poi della Gaudium et Spes che nel numero 57 affronta proprio il tema fede e cultura: “I cristiani, in cammino verso la cittĂ celeste, devono ricercare e gustare le cose di lassĂš questo tuttavia non diminuisce, anzi aumenta l’importanza del loro dovere di collaborare con tutti gli uomini per la costruzione di un mondo piĂš umano. E in veritĂ il mistero della fede cristiana offre loro eccellenti stimoli e aiuti per assolvere con maggiore impegno questo compito e specialmente per scoprire il pieno significato di quest’attivitĂ , mediante la quale la cultura umana acquista un posto importante nella vocazione integrale dell’uomoâ€?. Benedetto XVI nell’omelia pronunciata il 24 aprile 2005 in occasione dell’inizio del suo pontificato, parlava della fede come della “santa inquietudine di Cristoâ€? che deve animare il pastore in un tempo in cui tante persone si trovano a vivere nel deserto. CosĂŹ nel libro “Luce del mondoâ€?, rispondendo a una domanda del giornalista Peter Seewald, Benedetto XVI afferma: “Viviamo in un’epoca nella quale è necessaria una nuova evangelizzazione; un’epoca nella quale l’unico Vangelo deve essere annunciato nella sua razionalitĂ grande e perenne, ed insieme in quella sua potenza che supera quella razionalitĂ â€?. GiĂ in questa risposta possiamo trovare la radice dell’Anno della fede aperto non solo per far memoria dei 50 anni del Concilio, ma per renderlo ancora attuale e per accompagnare l’uomo “fuori dal deserto, verso il luogo della vitaâ€?.

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Il Sinodo è ormai alle porte. Giunge in questi giorni nelle case dei 420 membri dell’Assemblea sinodale, nominati dal vescovo Luciano Monari, lo strumento di lavoro per l’assise dei prossimi 1-2 e 8-9 dicembre. Il documento, che sarĂ disponibile a partire dalla prossima settimana anche sul sito della diocesi (www.diocesi. brescia.it), è composto da alcune premesse e da cinque capitoli per un totale di 99 proposizioni. Tra i temi: la fisionomia e la struttura

delle unità pastorali; i compiti e le funzioni delle unità pastorali; i soggetti; gli organismi di comunione e un capitolo dedicato all’accompagnamento per la formazione delle unità pastorali. Il testo, proposto alla riflessione dei singoli, degli organismi di comunione ecclesiale e delle comunità cristiane sarà l’oggetto principale della discussione, alfine di produrre una riflessione condivisa da affidare al Vescovo al termine del Sinodo.

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i può discutere sui dati, ma non sulla volontĂ di riaffermare con forza il valore dell’oratorio e la fiducia che le energie (umane e strutturali) in esso investite possano aiutare la crescita umana e cristiana delle nuove generazioni. Viene però sollecitato un chiarimento che precisi cosa si intende per pastorale giovanile, per evitare che si finisca con il farla coincidere semplicemente con l’oratorio. Sembra molto sentita l’esigenza che ogni parrocchia mantenga e faccia funzionare il proprio oratorio, qualcuno dice almeno con una struttura minima per il catechismo, ma altri aggiungono che ognuno deve poter conservare la propria identitĂ . Vi è però una certa apertura ad accettare la specializzazione degli oratori, anche se le idee in merito non sembrano molto chiare. Ăˆ largamente condivisa la linea che prevede una progettazione comune della pastorale giovanile e oratoriana da realizzarsi in un Consiglio di oratorio dell’unitĂ pastorale, con la partecipazione collegiale di tutti i responsabili dei vari gruppi e delle aggregazioni presenti. Gli orientamenti elaborati, si sottolinea specialmente nelle schede individuali, dovranno essere applicati in parrocchia con attenzione alle caratteristiche e alle tradizioni specifiche di ognuna. La progettazione comune potrĂ prevedere l’accorpamento di alcune attivitĂ , una piĂš razionale distribuzione delle iniziative per ottimizzare le risorse. Contrari a creare nuove strutture, si sollecita invece un forte impegno comune nella formazione di educatori, volontari e addetti alla gestione, affinchĂŠ anche nella vita dell’oratorio, che pure deve offrire una varietĂ di proposte, si colgano quali sono i va-

lori e i messaggi essenziali che si intendono trasmettere. Diverse sono le posizioni su come devono configurarsi le figure educative in oratorio. Innanzitutto, quando si parla di direttore, va distinta la gestione organizzativa dalla programmazione formati va. Mentre si ribadisce l’importanza della formazione degli educatori, la maggior parte delle risposte chiede che venga valorizzato il volontariato; nelle osservazioni sulle schede individuali si precisano anche varie motivazioni (problemi contrattuali, rapporti con il sacerdote, continuitĂ del servizio), ma le piĂš significative e ricorrenti richiamano il valore della gratuitĂ , che non è alternativo alla professionalitĂ , ma che deve sempre essere proposta e incarnata da chi ha un ruolo educativo. Emerge certamente anche una certa apertura al personale stipendiato, ma prevalentemente solo in caso di necessitĂ e a condizione di speciale preparazione. Qualcuno suggerisce che scelte di tale portata siano maturate nel Consiglio dell’unitĂ pastorale. Naturalmente la stragrande maggioranza ritiene che il sacerdote debba esserci, per presiedere la pastorale giovanile e coordinare le attivitĂ . Qualcuno, però, comincia a pensare che per il futuro non lo si debba ritenere indispensabile.

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le aggregazioni effettivamente presenti e operanti nell’unitĂ pastorale. Una percentuale abbastanza alta condivide l’ipotesi di un rilancio dell’Azione cattolica, per la sua collocazione nella Chiesa locale e per la sua esperienza in dimensione sovra-parrocchiale, ma solo pochi, nelle osservazioni individuali, indicano motivazioni coerenti con le caratteristiche tipiche dell’Associazione. In generale sembra che vi sia una conoscenza superficiale; alcuni ne colgono una presenza debole e sempre piĂš scarsa. Le osservazioni critiche che si trovano nelle schede individuali sono certamente un invito ad un serio esame di coscienza per tutti, ma anche alla necessitĂ di informazioni piĂš precise sul ruolo delle aggregazioni in genere e su ciò che è proprio di ciascuna. Alcune affermazioni, infatti, si avverte che sono frutto di esperienza diretta, ma altre sembra che riflettano un modo di pensare generico. Un segnale ulteriore sulla effettiva presenza delle aggregazioni nelle parrocchie e sulla loro partecipazione alla vita della Chiesa locale può essere colto dal numero di quante si sono interessate a questa fase di consultazione in vista del Sinodo.

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iversitĂ di carismi. L’esperienza della bellezza di essere cristiani ha trovato e trova ai nostri giorni un terreno fertile nei movimenti ecclesiali e nelle nuove comunitĂ . I carismi dai quali sono nati hanno generato itinerari pedagogici che continuano a formare schiere di autentici testimoni della bellezza di Cristo, cristiani per i quali la fede è tutt’altro che una teoria, bensĂŹ scelta radicale di vita. Nei confronti delle aggregazioni ecclesiali si manifesta un atteggiamento di generale apertura, in quanto si pensa che possano rappresentare, ciascuna in base alle proprie caratteristiche, una ricchezza nella vita della comunitĂ cristiana, soprattutto in ordine alla formazione dei laici. Questa presa di posizione è però quasi sempre accompagnata da alcune riserve o condizioni che fanno riferimento al modo di essere presenti delle aggregazioni stesse nelle parrocchie. Se nelle schede di gruppo questo appare prevalentemente sotto forma di suggerimento o di invito a una maggiore apertura e alla disponibilitĂ al servizio nelle unitĂ pastorali, nelle osservazioni sulle schede individuali si trova un tono piĂš polemico. Si parla pertanto di “gruppi chiusiâ€?, di “ghettiâ€?, di “parrocchia nella parrocchiaâ€?, di “chiusure elitarieâ€?, di “realtĂ autoreferenzialiâ€?, di “fonti di divisioni...â€?. Spesso si fa riferimento a movimenti senza identificarli con precisione. Ăˆ messa in dubbio, da alcuni assolutamente esclusa, la nascita della consulta nelle unitĂ pastorali, perchĂŠ è vista come una ulteriore complicazione organizzativa. La presenza di rappresentanti nel Consiglio delle unitĂ pastorali è invece considerata opportuna per

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tema il mistero dell’Incarnazione e della Natività di GesÚ. L’iniziativa avrà luogo di domenica. Le date e gli orari verranno stabiliti di comune accordo tra il Museo e le parrocchie interessate alla proposta (per chi lo desidera, sarà possibile celebrare l’Eucaristia). Un esperto d’arte accompagnerà i gruppi dei genitori (una ventina per ogni turno) lungo un itinerario alla scoperta di alcune opere artistiche inerenti al tema indicato.

Verrà poi messa a disposizione una sala per un confronto con i catechisti su quanto avranno visto e ascoltato. L’iniziativa, rivolta ai genitori a partire dal terzo anno dell’Icfr, dovrà naturalmente integrarsi con il cammino formativo previsto durante l’anno. Nel caso della proposta per l’Avvento, si potranno richiamare gli aspetti che maggiormente ineriscono al tema dell’anno. Un percorso sarà attivato anche per il

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Sabato 17 novembre si tiene, presso il Centro pastorale Paolo VI, il Consiglio pastorale diocesano sul tema “Per una Chiesa ministerialeâ€?. Questo il programma: alle 9.30 la preghiera, segue l’intervento di don Gaudenzio Zambon della FacoltĂ teologica Triveneto Padova. Dopo il dibattito, il pranzo, e nel pomeriggio, alle 14.30 don Sergio Passeri spiega “Il cammino del diaconato permanente a Brescia (1982-2012)â€?.

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’11 novembre, alle ore 15, nella parrocchia di San Lorenzo in via Moretto, 55. Nel 2012 le Ancelle della CaritĂ festeggiano la professione perpetua in Croazia di suor Marina Susac, due in Brasile suor Geane e suor Juliana, in Ecuador suor Miriam e in Italia suor Annalisa (mantovana). Le Ancelle si dedicano all’assistenza agli ammalati, alla missione sanitaria ed educativa, ai malati psichiatrici a Roma; sono circa 900 nel mondo: sono presenti in Italia, America Latina, Croazia e Africa (Ruanda oggi, un tempo Burundi). La professione perpetua (l’unica in Italia nel 2012) di suor Annalisa è un dono per suor Annalisa stessa per la famiglia religiosa delle Ancelle della CaritĂ e per tutta la Chiesa. Nel vissuto di suor Annalisa sono risuonate le parole rivolte alle sue sorelle dalla fondatrice Santa Ma-

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il senso piĂš profondo del ‘lasciare tutto’ e ‘per sempre’ in una risposta libera all’amore di GesĂš: ‘Io ho scelto voi perchĂŠ andiate e portiate frutto’â€? (Gv 15,16). Suor Annalisa ha detto il suo “Eccomiâ€? al Signore per “costruire pace serena nel quotidiano instabile e precario, amare gratuitamente nella gioia semplice e arricchente del dono di me stessa, pregare attingendo alla sorgente della caritĂ , l’Eucaristia in comunione con altre giovani sorelle che nel corso dell’anno hanno detto il loro ‘sÏ’ al Signore nei diversi Paesi in cui l’Istituto si è diffusoâ€?. Prima della professione perpetua, suor Annalisa vuole anche ringraziare quanti stanno accompagnando il suo cammino e quanti nei prossimi anni la seguiranno anche con la preghiera. Il suo impegno è forte, soprattutto nel solco della tradizione della sua Congregazione che proprio la scorsa settimana

ha festeggiato l’apertura del bicentenario della nascita della fondatrice Paola Di Rosa, Santa Maria Crocifissa (Brescia, 6 novembre 1813 - 15 dicembre 1855). L’ancella della Carità è: una donna battezzata cosciente e responsabile della sua femminilitĂ ; è chiamata nella Chiesa alla consacrazione per contemplare il volto di Cristo Crocifisso, adorare GesĂš Eucaristia e imitare Maria al fine di dedicarsi in comunione, alla ricerca della gloria di Dio nel servizio della CaritĂ all’uomo del suo tempo con lo stile di S. Maria Crocifissa. Come? Attraverso una laboriositĂ responsabile e silenziosa, il sacrificio e la generositĂ del cuore. La professione perpetua di suor Annalisa è un invito anche a tante giovani bresciane perchĂŠ si mettano in gioco, magari anche ascoltando la chiamata del Signore che parla nella quotidianitĂ a ciascuno di noi.

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”‡•…‹ƒ ƒ ’”‘’‘•–ƒ †‹ Dz ‘‹ ‹ƒÂ?‘ ÂŠÂ‹Â‡Â•ÂƒÇł Anche a Brescia c’è un gruppo di persone che si rifanno all’esperienza di “Noi siamo Chiesaâ€?, il movimento di base nato nel centro Europa in una societĂ prevalentemente protestante e come spazio di riessione, di critica e di crescita alla struttura ecclesiastica. Chiaramente nel contesto italiano, come sottolineano i promotori della sezione bresciana Teresa Benedini e Michelangelo Ventura, sarebbe piĂš opportuno dire “Anche noi siamo

Chiesaâ€?. L’intento non è di acuire le contrapposizioni, ma piuttosto essere motivo di confronto e di dialogo a maggior ragione in un momento difďŹ cile come questo. Pur non avendo legami diretti, il movimento ha come punti di riferimento, fra gli altri, don Milani e don Tonino Bello. L’esigenza è quella di vedere una Chiesa piĂš sinodale. Proprio in vista del Sinodo, il gruppo bresciano ha elaborato un testo signiďŹ cativo (rendere la

struttura della Chiesa diocesana piĂš conforme all’ecclesiologia di comunione prospettata dal Vaticano II); in sostanza sono tre le innovazioni: la riorganizzazione delle attuali parrocchie in comunitĂ di comunitĂ , l’afďŹ damento della pastorale parrocchiale ordinaria a un’èquipe di servizio composta da laici e partecipata dal prete, la riunione dei presbiteri in èquipe zonali. Nel documenti si legge anche la richiesta di riorganizzare

le parrocchie in modo da favorire un’esperienza di fede al tempo stesso piĂš personalizzata e piĂš comunitaria. In una Brescia multietnica si vorrebbe una Chiesa che aiuti i credenti a manifestare la propria religione. Ogni 15 giorni il gruppo si ritrova negli spazi della parrocchia di Santa Maria in Silva per “ruminareâ€? la Parola di Dio. Per contattare gli aderenti o per conoscere le iniziative, michelangeloven@yahoo.it.

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on la Santa Messa di ringraziamento in Cattedrale si sono concluse, sabato 3 novembre, le celebrazioni per la canonizzazione di padre Giovanni Battista Piamarta. Nell’omelia il card. Re ha ricordato le tante qualitĂ del giovane sacerdote bresciano, in particolare ha sottolineato la sua attenzione all’educazione e alla spiritualitĂ . FinchĂŠ visse, il Piamarta continuò ad interessarsi premurosamente di tutti i problemi dei suoi Istituti, condividendone le gioie e le preoccupazioni quotidiane. Al tempo stesso, quando la salute glielo permetteva, attendeva specialmente alle confessioni, essendo assai ricercato da sacerdoti, religiosi e laici. Pregava intensamente davanti al Santissimo e si preparava al grande incontro con Cristo, che sentiva vicino. Tema preferito delle sue lunghe meditazioni era la Passione e Morte del Signore: lo riteneva uno dei mezzi piĂš efficaci anche per l’adorazione eucaristica. San Giovanni Battista Piamarta è stato un grande apostolo della caritĂ a cavallo dei secoli XIX e XX. Dedicò la sua vita sacerdotale all’elevazione sociale e cristiana della gioventĂš bresciana, operando

per quasi 50 anni in un ambiente difficile, ma lasciandoci nel frattempo straordinari esempi di virtĂš. La Congregazione della S. Famiglia di Nazareth oggi è presente in tre continenti: in Europa (Italia) con 10 comunitĂ ; in America Latina con10 comunitĂ (quattro in Brasile del Nord, quattro in Brasile del Sud e due in Cile); in Africa (Angola) con due comunitĂ e in Mozambico con una comunitĂ . Oggi, a distanza di anni, l’opera di padre Piamarta può essere riletta e rivista nelle stanze del Museo ospitato all’Istituto Artigianelli e inaugurato in occasione della canonizzazione. La visita può essere estesa, dal Museo, alla chiesa dove riposano le sue spoglie mortali. I visitatori saranno accompagnati da un’esposizione iconografica e multimediale. Le sale espositive della nuova struttura sono dotate di strumentazioni audiovisive, di pannelli iconografici e di documenti ed oggetti pertinenti alle varie tematiche espositive. Il Museo Giovanni Piamarta è stato realizzato grazie ai contributi della Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth e della Fondazione Piamarta Onlus. Il progetto e la realizzazione del percorso espositivo sono stati curati da Cheleo Multime-

dia, con la collaborazione, per la parte testuale, video ed archivistica del direttore del Museo padre Giancarlo Orlini, del conservatore prof. Gabriele Archetti e del superiore generale della Congregazione padre Enzo Turriceni. Il Museo Giovanni Piamarta occupa una parte dell’Istituto dove il Santo visse e operò nei primi anni del ‘900. Il Museo è dotato di sei sale espositive. Nelle prime quattro si sviluppano le tematiche relative alla sua formazione, al sacerdozio, alle opere realizzate, alla nascita della Congregazione, per terminare con gli eventi della canonizzazione. La quinta sala racconta la realizzazione e lo sviluppo dell’Istituto Artigianelli. Nella sesta sala polifunzionale, adibita anche a sala conferenze, i visitatori potranno compiere un percorso d’approfondimento attraverso le opere piamartine, oggi, in Italia e nel mondo. Il Museo ha come obiettivo la promozione del messaggio di Giovanni Battista Piamarta. La sua vicenda storica è stata riconosciuta come un esemplare cammino di santitĂ che ha contribuito a rendere piĂš umana la societĂ del suo tempo. Un cammino di santitĂ che rende piĂš umano il mondo, un grande ideale di vita ancora attuale.


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“Sicharâ€?, nato per le giovani e i giovani dai 18 anni che sono aperti al discernimento di tutte le vocazioni (vita matrimoniale, consacrata, missionaria, diaconale, presbiterale...). L’incontro si svolge presso le Ancelle della CaritĂ in via Moretto 33, a Brescia. Per l’itinerario di discernimento vocazionale proposto al gruppo “Emmausâ€? (giovani maggiorenni che non escludono la vocazione sacerdotale), il secondo appuntamento è presso il Seminario

in via Razziche 4, domenica 25 novembre, dal pranzo previsto alle ore 12.30 fino alle ore 18. Il tema di quest’anno “Paolo VI e la fedeâ€? si declinerĂ in varie sfaccettature, incontro per incontro, con citazioni tratte dagli “Insegnamenti di Paolo VIâ€?: per questa giornata lo spunto sarĂ â€œChi è senza fede è senza luceâ€?. Nella settimana concordata con ogni Zona pastorale, la proposta dell’anno “Padre nella fedeâ€?. SarĂ vissuta a livello parrocchiale, attraverso l’adorazione eucaristica

con l’alternanza delle vocazioni e a livello zonale, con possibilità di incontri e testimonianze, valorizzando i diaconi permanenti per festeggiare proprio i 30 anni dell’istituzione della comunità diocesana. In questo mese: dal 5 al 11 novembre: zona Alta Valle Camonica; dal 12 al 18 novembre: zona Sub Urbana 1 - Concesio; dal 19 al 25 novembre: zona Brescia Centro e zona Morenica del Garda; dal 26 novembre al 2 dicembre: zona Val Gobbia.

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aremo in molti a sentire la mancanza di don Luigi, io e tutto il presbiterio bresciano, la parrocchia di Verolanuova e naturalmente la famiglia, i parenti, gli amici. Non è facilissimo trovare insieme intelligenza, bontĂ e affabilitĂ , trovare una persona che ha un senso positivo della vita e che sa sempre custodire la fiducia e la speranza. Questa fiducia e speranza che erano le caratteristiche di don Luigi sono una merce preziosa, soprattutto oggiâ€?. Saremo in molti, quindi, a sentire la sua mancanza. Con queste parole il vescovo Monari, mercoledĂŹ 31 ottobre 2012, ha officiato le esequie del parroco di Verolanuova nonchè vicario episcopale per il clero dal 2009. La basilica di Verolanuova era piena all’inverosimile di tanti fedeli, parenti e amici che hanno voluto essere presenti per testimoniare un affetto e una vicinanza che va oltre la vita terrena. Non dobbiamo però essere “avviliti o disperati perchĂŠ – spiega Monari – sappiamo che questa è la via di ogni carne come dice la Bibbia, via di ogni uomo; per questa via sono passati i nostri genitori, tanti amici, è passato il nostro Signore; sappiamo che questa sarĂ anche la nostra via, ma sappiamo anche che al traguardo di questa strada c’è il Signore che noi conosciamo e amia-

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moâ€?. Ci sono nella vita cristiana, nella vita di don Luigi, dei “valori che il mondo non riesce ad apprezzare del tutto. Il mondo ha i suoi valori: la salute, il benessere, la stima sociale, la riuscita della propria vita‌ Qui ci sono altri valori che di fronte al mondo sembrano misteriosi e paradossali. Beati i poveri in spirito perchĂŠ di essi è il regno dei cieli; beati quelli che sono nel pianto perchĂŠ saranno consolati; beati i miti perchĂŠ eredite-

ranno la terra; beati i misericordiosi perchĂŠ troveranno misericordia; beati i puri di cuore perchĂŠ vedranno Dio. Tutti questi sono valori che nascono solo dal Vangelo, valori che possono capire solo quelli che hanno incontrato GesĂš e in GesĂš hanno scoperto il valore che si nasconde in questi atteggiamenti del cuoreâ€?. Ma il mondo non riesce a comprendere il mistero di una vita spesa per gli altri, perchĂŠ parafrasando San Giovanni “non ha conosciuto luiâ€?. PerchĂŠ per comprendere questo bisogna avere conosciuto l’amore di Dio, bisogna avere conosciuto GesĂš Cristo. Allora quando c’è questa conoscenza la vita diventa un lungo cammino di purificazione. Non c’è dubbio, infine, che don Luigi “appartenga a GesĂš. Questa speranza ci deve accompagnare, perchĂŠ è con questa fiducia che noi consegniamo don Luigi al Signore, al suo Signore, a quello che è stato il Signore della sua vita e che lui ha servito in tutta la sua vita. Abbiamo la speranza che don Luigi continui a farci sentire il suo affetto, ne abbiamo goduto in questi anni e ne abbiamo ancora bisogno. Il suo volto, la sua faccia, il timbro della sua voce lo ricorderemo facilmente. Che il Signore ci doni di continuare a sentire anche il calore della sua amicizia, il sostegno della sua fraternitĂ â€?.

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siano sorte variazioni rispetto alle dichiarazioni Ici giĂ presentate; sono inoltre obbligati entro i primi giorni di febbraio 2013 alla compilazione della dichiarazione Imu. Ricordiamo che non è necessario dichiarare l’ abitazione principale, anche se acquistata nel 2012, inoltre non sono tenuti alla dichiarazione Imu gli eredi e legatari che hanno presentato la dichiarazione di successione contenenti beni immobili mentre nel caso di assegnazione della casa

coniugale dopo la separazione, il coniuge che mantiene il diritto di abitazione è obbligato a presentare la dichiarazione. Per la compilazione del modello F24 (per il pagamento dell’Imu) e della Dichiarazione IMU potete rivolgervi agli ufďŹ ci Mcl di corso Garibaldi 29 (dal lunedĂŹ al mercoledĂŹ dalle ore 8 alle 15, il giovedĂŹ e venerdĂŹ dalle 8 alle 18 e sabato mattina dalle 8 alle 12) ed in via CalataďŹ mi 8A (dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 8.30 alle 12.30).

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Che sapore avrĂ il presepe?

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on ci sono piĂš le mezze stagioni: novembre, autunno? La crisi non passa! E allora che sapore avrĂ il presepe quest’anno: non posso rinnovare le statue, rimodernare le attrezzature, aggiungere luci; sarĂ povero. Ma il presepe è mai stato ricco? Spending review, facciamolo piĂš piccolo: ci stanno meno statue, tolgo, il fornaio o l’artigiano, oppure faccio in modo che ci stiano tutte (c’è meno lavoro); si fa attenzione all’uso dei materiali, il muschio non straborda ma tutto è piĂš dignitoso ed equilibrato (distribuisco meglio le risorse senza sprecarle); non metto le luci o illumino solo la grotta e pochi altri punti, il presepe si addormenterĂ e si sveglierĂ col ritmo della mia giornata (vivo pienamente il mio tempo). Non è povero o ricco: il presepio rappresenta. Rappresenta la mia creativitĂ (lavoro), la voglia di costruire con qualcuno (famiglia), l’attenzione ai personaggi (comunitĂ ), l’equilibrio del paesaggio (bene comune), il futuro nel trasmettere ad altri le abilitĂ (gratuitĂ ). Rappresenta come usiamo il tempo e quindi il “nostro tempoâ€?, invitandoci a coglierne i segni intesi come speranza di vita. Ăˆ il senso del tema del 39° Concorso presepi tratto dal Vangelo di San Giovanni (1,14) “Abbiamo contemplato la Sua Gloriaâ€?, scelto in collaborazione con l’Ufficio oratori e pastorale giovanile, che rieccheggia la proposta dell’anno pastorale della diocesi: “Cerchiamo il tuo Volto – 1962/2012. La Chiesa di Brescia dal Concilio al sinodo sulle unitĂ pastoraliâ€?. La Gloria come ma-

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nifestazione di Dio nel mondo, nel presepio è evidente con la sua nascita, ma dove la troviamo tra gli altri personaggi, nelle attivitĂ umane, nelle relazioni, nell’attualitĂ ; come rappresentare un segno distintivo da seguire e perseguire? Intanto per iscriversi al Concorso presepi, aperto a tutti (famiglie, gruppi, enti, parrocchie, oratori, ospedali, ecc.) basta un “clickâ€?

on-line sul sito www.concorsopresepi.it, oppure si può inviare una mail a presepi@mclbrescia.it o telefonare in segreteria allo 030.2807812. Rivolgersi allo stesso numero per gli interessati al Corso di Presepistica previsto dal 17 novembre. Oltre al primo assoluto e a premi per tutte le categorie, sono previsti riconoscimenti per tutti i partecipanti che saranno conferiti nella giornata delle premiazioni sabato 12 gennaio 2013 alla presenza di mons. Luciano Monari (Istituto Artigianelli di Brescia, ore 15). Il tema di riflessione unifica la comunitĂ anche negli altri eventi del 39° Concorso presepi: presepi in mostra: la mostra presepi in Duomo Vecchio e gli allestimenti in cittĂ e le mostre di Art’è Natale (arte contemporanea).

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saluto le autoritĂ locali e il vicario generale della diocesi di Brescia, mons. Gianfranco Mascher. Il convegno proporrĂ poi le relazioni del presidente di Confoccoperative Brescia Marco Menni (nella foto), del co-presidente di Coop Eu e vice presidente Ica Felice Scalvini e del presidente di Confcooperative e di Alleanza cooperative italiane Luigi Marino

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no superare il profilo esclusivamente tecnico del lavoro agricolo: “favoriscono risposte adeguate – scrive il Pontefice – alle reali necessitĂ localiâ€?. La Chiesa cattolica – conclude Benedetto XVI – considera anche il lavoro e l’impresa cooperativa “come modi per vivere un’esperienza di unitĂ e di solidarietĂ capace di superare le differenze e perfino i conflitti sociali fra le persone e fra i diversi gruppiâ€?. “Per questo con il suo insegnamento e la sua azione ha da sempre sostenuto il modello delle cooperative in quanto è convinta che la loro attivi-

tĂ non si limita alla sola dimensione economica, ma concorre alla crescita umana, sociale, culturale e morale di quanti ne sono parte e della comunitĂ in cui esse sono inseriteâ€?. Sempre in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione sono stati diffusi dati significativi che ricordano che nel mondo i soci delle cooperative superano il miliardo e sono presenti in 150 Paesi: di questi, 400 milioni sono agricoltori e realizzano il 50% dell’intera produzione agricola del pianeta. Inoltre, la cooperazione agricola vanta primati assoluti in molte aree del mondo: in Norvegia il 99% del latte è prodotto da cooperative, in Finlandia le cooperative detengono il 54% della produzione della carne, in Corea del Sud le cooperative agricole hanno il 45% del mercato agricolo nazionaleâ€?. “Sono numeri – commenta Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative a nome dell’Alleanza

delle cooperative agroalimentari – che ci dimostrano come il modello cooperativo “si sia affermato in tutte le aree del pianeta, dai Paesi ricchi a quelli poveri, riuscendo a dare sempre risposte concrete a favore dei piĂš deboli. Un modello originale e distintivo di fare impresa che accetta la sfida della globalizzazione, ma che intende salvaguardare le proprie peculiari caratteristicheâ€?.

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enedetto XVI nel suo Messaggio al direttore generale della Fao, JosĂŠ Graziano da Silva, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione del 16 ottobre scorso, dal titolo “Le cooperative agricole nutrono il mondoâ€? , richiama le istituzioni nazionali e internazionali all’impegno per liberare l’umanitĂ dalla fame attraverso lo sviluppo agricolo e la crescita delle comunitĂ rurali. Il Papa scrive che “L’esperienza realizzata in tanti Paesi mostra, infatti, che le cooperative, oltre a dare impulso al lavoro agricolo sono un modo per consentire agli agricoltori e alle popolazioni rurali di intervenire nei momenti decisionali e insieme uno strumento efficace per realizzare quello sviluppo integrale di cui la persona è fondamento e fineâ€?. Dando la dovuta prioritĂ alla dimensione umana, le cooperative posso-


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lle radici della musica occidentale: il canto gregorianoâ€?. Su questo tema di grande interesse don Alberto Donini, direttore della Scuola diocesana di musica Santa Cecilia di Brescia, ha tenuto una conferenza nei giorni scorsi all’oratorio di San Francesco di Paola in via Benacense. Fin dal titolo della conversazione, è apparso chiaro l’intento del relatore: dimostrare come il canto liturgico tradizionale, comunemente noto come “gregorianoâ€? (dal nome di papa Gregorio Magno), sia imprescindibile per la storia della musica occidentale. Infatti, ciò che distingue la nostra cultura da quella dei popoli orientali o africani si può riassumere, come ha spiegato don Donini, non solo nella presenza di una scrittura musicale (con il risultato che la nostra musica d’arte prima si scrive, poi si esegue), ma anche in

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parte ancora influenzato dall’ellenismo, non era monolitico. Il cristianesimo si diffuse, per cosĂŹ dire, a macchia di leopardo: in varie aree geografiche presero vita forme di culto e liturgie con caratteristiche particolari. Per esempio, l’Africa settentrionale, terra d’origine di Sant’Agostino, svolse un ruolo fondamentale nel bacino del Mediterraneo, tanto che in questa area geografica – come ha spiegato il relatore – maturò l’esigenza d’introdurre la lingua latina, al posto del greco, nella liturgia dei cristiani. Altri centri tardo-antichi che svilupparono tradizioni liturgiche particolari furono Roma, anzitutto, ma anche la penisola iberica (liturgia mozarabica), la Gallia (tradizione gallicana), la cittĂ di Milano (con la liturgia ambrosiana, tuttora viva) e l’area di Benevento. “A ciascuna di queste antiche liturgie – ha commentato don Donini – corrisponde uno specifico repertorio di canti, anche

perchĂŠ la liturgia implicava di necessitĂ il canto, non esistendo una liturgia recitataâ€?. Talvolta la melodia liturgica poteva ridursi a pochissime note, come nel caso della ‘cantillazione’, che rappresentava una forma di declamazione del testo sacro. Si ritiene che la cantillazione potesse svolgere un duplice ruolo: da un lato, rispetto a una lettura ordinaria, permetteva di amplificare il volume della voce umana, dall’altro agevolava una resa il piĂš possibile oggettiva, cioè priva di sfumature interpretative personali, del Verbo. Secondo una delle teorie piĂš accreditate, il repertorio “gregorianoâ€? come lo conosciamo oggi, non nacque nel mondo tardo-antico, bensĂŹ in etĂ carolingia, come frutto dell’incontro di preesistenti tradizioni, quella romana e quella gallicana. Don Donini ha mostrato la coperta in avorio di un libro di canto medievale, oggi conservata al

Fitzwilliam Museum di Cambridge. Vi sono raffigurati un vescovo con la mano alzata e sette chierici cantori con al centro il maestro del coro. L’epoca storica corrisponde alla fine del IX secolo: è il momento in cui, facendo seguito alla rinnovata intesa fra il papato e i Franchi, la liturgia di Roma viene innestata in terra francese, assecondando cosĂŹ l’intento di Carlo Magno di creare una forte identitĂ religiosa e culturale con l’Urbe. Nella raffigurazione di Cambridge, secondo quanto ha spiegato il relatore, si vede per l’appunto un vescovo che, in ossequio a una tradizione tipicamente romana, alza la mano per fare interrompere l’esecuzione del canto d’ingresso. Le conoscenze storiche sui canti liturgici del Medioevo sono in continua evoluzione e don Donini tornerĂ sull’argomento, invero vastissimo, in occasione di un prossimo incontro.

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didattiche dei docenti...). Valutare l’insegnamento, in altre parole, è un processo che coinvolge la riessione sull’organizzazione della scuola, sulle sue relazioni con il territorio e con le famiglie, oltre che le competenze speciďŹ che dei docenti. Ma come i bambini e ragazzi rappresentano il loro stare a scuola, le relazioni che intessono, il loro vissuto rispetto ai luoghi e agli spazi scolastici? Queste le domande che hanno mosso il progetto “Io e la mia

scuolaâ€?. Grazie alla collaborazione della Pinacoteca Internazionale dell’EtĂ Evolutiva di Rezzato, della Fondazione Asm, della Provincia di Brescia, l’Associazione “ComunitĂ e scuolaâ€? propone un approccio innovativo al tema, un punto di vista che difďŹ cilmente si riesce a considerare: quello dei ragazzi, degli allievi. Da scuole della nostra provincia sono stati raccolti circa 200 disegni di bambini, aventi come oggetto la propria scuola, che sono stati organizzati e “rilettiâ€?, a cura di

esperti: nella Sala Piamarta sita in via S. Faustino, 74, a Brescia, sarĂ allestita nella giornata di sabato 10 novembre una esposizione dei disegni prodotti. Contestualmente, sempre sabato 10 novembre, alle 10.30, è organizzato un incontroconvegno nel quale sono invitati associazioni di genitori, dirigenti scolastici e insegnanti, gli enti locali per la “letturaâ€? dei disegni e per suggerire linee di sviluppo nelle scuole che includano il “punto di vistaâ€? dei ragazzi.

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aria Paiato, molti la definiscono la piĂš grande attrice italiana di questi anni. Lei si sente cosĂŹ? (ride, ndr) Mi sento una brava, una che può fare molto bene il suo lavoro, ma ci sono definizioni che delle volte mi lasciano un po’ cosĂŹ. Ăˆ ovvio che una affermazione del genere fa piacere, ma io non mi ci trovo. Penso che ogni tanto ci siano delle cose che passano di bocca in bocca e si afferma una certa idea, a prescindere da chi vede. Insomma, mi fa piacere, ma non mi ci sento. Come si passa dalle commedie, in questi giorni nel film di Soldini “Il comandante e la cicognaâ€?, ai drammi teatrali? Secondo me è la cosa piĂš normale e piĂš semplice del mondo. Quando uno è un attore di professione ed è abituato a fare questo fin dalle prime ore di scuola in accademia, è normale saltare da un personaggio all’altro, da una modalitĂ espressiva all’altra. Magari fosse sempre cosĂŹ, in cui un attore possa passare dalla radio, al cinema, al doppiaggio e poi alla commedia. Penso faccia parte di un bagaglio di conoscenza tecnica. Si tratta semplicemente di fare le cose, poi senza difficoltĂ si passa da Euripide al film di Soldini. Io non trovo difficoltĂ , ma penso di poterlo dire di tutti gli attori professionisti che conosco. Io di chi si cala nel personaggio, soffre... rimango un po’ interdetta. A me non capita. Cosa l’ha portata a mettere in scena il dramma “Anna Cappelliâ€?? In realtĂ mi ha portato Pierpaolo

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Â?ˆ‘ ’”‡••‘ ‹ –‡ƒ–”‹ ‘ ‹ ‘Â?—Â?‹ Sepe. L’anno scorso erano i 25 anni dall’anniversario della morte di Ruccello (autore, ndr.) e a Napoli sono stati fatti degli spettacoli suoi; Pierpaolo mi ha telefonato presentandomi questo testo, che io avevo giĂ provato a fare 20 anni fa, nella mia zona, con la mia regia che è niente, ma mi è rimasta la percezione di essermi avvicinata ad un testo importante. Quando me l’ha proposto ho detto: caspita che

bello poterlo fare con un regista con cui ho fatto altre cose belle. Mi fido di lui e ci ho messo un attimo a dire di sĂŹ. Chi è Anna Cappelli? Rimane, come nel testo originale, una giovane donna che, negli anni ‘60 del nostro Paese, da Orvieto si trasferisce a Latina per lavorare. Il testo di Ruccello racconta tante cose: lo sradicamneto, l’abbandono della propria terra, il provincialismo. Per quello che riguarda la visione di Pierpaolo Sepe, ma che io ho sposato, Anna non è solo questo, ma è anche un’anima profondamente nera, un coacervo di qualitĂ cattive, piccine e ottuse. Racconta una donna incapace di amare. Abbiamo cercato di rendere evidente una parte luminosa, che è quella che usa per presentarsi nel mondo, ma è

abitata da una voce nera che la rende profondamente egoista. Abbiamo condotto il personaggio cosĂŹ: perfida, cattiva ed egoista. Ăˆ incapace di amare. Lei ama Tonino perchĂŠ l’amore le garantisce la possibilitĂ di sistemarsi. Quello che Anna Cappelli vuole è solo il materiale. Vuole le cose, a prescindere. Non conta cosa, ma qualunque cosa purchĂŠ sia sua. Ăˆ un bisogno di possedere e avere, che è molto di quell’epoca, ma che è molto anche nostro, che ci fa perdere di vista l’idea del progetto. Il progetto è qualcosa che faccio oggi e che probabilmente useranno le mie nipotine. Ăˆ qualcosa che ti costringe a proiettari in avanti e non nell’immediato. Quotidianamente tutto ciò che ci circonda invita a tutto ora, adesso; sei protagionista ora. Tra ora e adesso. Tutto adesso e chi se ne frega del dopo. Tutto questo nello spettacolo viene condotto nelle parole di Ruccello. Questo bisogno di avere, avere e avere può portare il pubblico a una riflessione. Potremmo girare per la strada e incontrare una Anna? Secondo me, sĂŹ. In questi ultimi anni la gente è stata costretta a fare i conti con un freno. Non si può avere tutto, il di piĂš, il di piĂš e il di piĂš. Bisogna rendersi conto che la vita può essere anche ridimensionata. Sono discorsi difficili. Sicuramente c’è stato un eccesso di volere cose, anche abbastanza incongrue. Chi ha il Suv, anche in posti dove si può fare a meno. Oggi esistono persone come Anna Cappelli, sono spinte dalle sollecitazioni culturali, ma non da un bisogno vero. A quale personaggio è piĂš legata? Sono molto legata, ovviamente, a Maria Zanella, perchĂŠ oltre ad avermi portato dei premi importanti come

3DUWH OD ´&DPSDJQD FXOWXUDOHÂľ VXO *DUGD Desenzano e Lonato inaugurano la ‘campagna culturale’ autunno-inverno. Uno sforzo compiuto in sinergia tra pubblico e privato, con lo scopo di aggregare le persone, di rafforzare i legami delle comunitĂ e di destagionalizzare il richiamo turistico delle due cittadine. Nella capitale del basso Garda è iniziato un intreccio di proposte divise tra musica e teatro, che, ospitate in centro nell’auditorium Celesti e in Duomo e a Rivoltella nel

teatro San Michele e nella chiesa di San Biagio, abbracciano l’intero territorio cittadino. La prima parte del cartellone teatrale, con ingresso unico a 5 euro o abbonamento, si svolge al Celesti alle 21. In novembre: sabato 24 “Miriam, le madriâ€? e venerdĂŹ 30 “Don Giovanni di Mozartâ€?. In dicembre: venerdĂŹ 14 “Un soggetto per un breve raccontoâ€?. In contemporanea si svolge la stagione musicale, ad ingresso libero. Una proposta nei vari

generi che toccano opera e operetta, orchestra barocca e quartetto d’archi, pianoforte e suggestioni jazz. Al Celesti, con inizio alle 17, domenica 18 novembre “I Grandi interpretiâ€? e domenica 9 dicembre “L’operettaâ€?. Il Duomo, sabato 22 alle 21, ospita il “Concerto di Nataleâ€?. A Lonato, deputato ad accogliere le proposte culturali è Palazzo Zambelli. In programma due mostre di scultura: “AlteritĂ e identitĂ â€? che ďŹ no al 23 novembre propone

le opere dell’artista Gianfranco Bartolomeoli e “La terza via della sculturaâ€? che dall’1 al 21 dicembre presenta le opere del bresciano Guido Moretti. Entrambe sono visitabili da martedĂŹ a venerdĂŹ dalle 15 alle 18 e il sabato dalle 10 alle 12 e dalle 14.30 alle 17.30. A corollario sabato 10 novembre alle 17, “Poesie in concertoâ€?, evento poetico-musicale che vedrĂ ospite Renato Laffranchini a parlare della sua raccolta “Foiâ€?. (v.b.)

l’Ubu, o quello della critica, ha segnato un momento di svolta. Ăˆ nata nel 2001/2002. Ăˆ come se da lĂŹ la mia vita lavorativa avesse preso una strada nuova. Ăˆ un racconto legato al mio paese d’origine, alla mia storia, alla mia gente. Poi sono legata anche a “Erodiadeâ€?, uno spettacolo in cui ho lavorato sul mondo femminle. Per un attimo mi sono allontanata dai personaggi goffi e abbruttiti. Poi sono legata a “Cara professoressaâ€?, fatto con Binasco. Sono legata anche alla Mafai... Se uno guarda ogni spettacolo “è bello a mamma suaâ€?. Quale battuta chi verrĂ a teatro (mercoledĂŹ 14 a Edolo, ore 20.30; giovedĂŹ 15 a Lumezzane, ore 20.45, venerdĂŹ 16 a Manerbio, ore 21) non può farsi scappare? Ci sono tantissime cose molto belle. Ma una che mi piace dire, per la nota cupa che abbiamo dato è, cosĂŹ come scritta: io ho bisogno di avere delle cose mie, soltanto mie. Diventa la chiave dello spettacolo per come abbiamo deciso di dirla: io ho... bisogno di avere... delle cose, mie. Soltanto mie. PiĂš dell’amore, piĂš di tutto ha bisogno di possedere. Non conta cosa. Ma possedere delle robe. Mi piacerebbe che il pubblico notasse questo.

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ed arte messicana con vari percorsi di difficoltĂ (il contributo spese per il laboratorio è di 2,50 euro per partecipante). Notevole il successo sempre ottenuto nelle passate edizioni sia dalle scuole che dal pubblico adulto. L’allestimento è stato effettuato da un gruppo di oltre 40 volontari che si dedicano gratuitamente a tale compito dal mese di gennaio alla fine di febbraio dell’anno successivo. Ogni anno viene scelto come oggetto uno stato ove i Missionari Saveriani sono

presenti: Bangladesh (2011/2012), Giappone (2012/2011), Amazzonia (2009/2010), Sahel (2008/2009), Cina (2007/2008)per citare gli ultimi in ordine di tempo. Il ricavo netto viene sempre devoluto ad un progetto di aiuto. In contemporanea ci sarà l’esposizione di dipinti dell’artista messicana Maria Puga. Potrete vedere paesaggi mozzafiato, pannelli che ritraggono momenti di vita della popolazione, oggetti che mostrano le grandi capacità artistiche dei messicani.

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receduto da contestazioni nelle recite di Como e Cremona, l’allestimento del regista Sam Brown de “I Capuleti e i Montecchiâ€? di Bellini è giunto la scorsa settimana sulle scene del Grande. Temendo reazioni scomposte, la direzione del teatro ha diffuso un comunicato per informare che alcune scene avrebbero potuto “offendere la sensibilitĂ del pubblicoâ€?. In realtĂ , nella recita di venerdĂŹ, tutto è filato liscio e gli spettatori non hanno dato forti segni d’insofferenza. Il momento piĂš delicato era quello iniziale, in cui il regista inglese, che ha ambientato la vicenda di Romeo e Giulietta in un sordido accampamento di zingari del primo ‘900, rappresentava in scena – durante l’esecuzione dell’ouverture – un brutale “addio al celibatoâ€?, con tanto di stupro di gruppo e uccisione d’una povera ragazza. In questi casi, a parte il moto di ripulsa dinanzi a una scena di violenza, bisogna chiedersi se l’opera in oggetto possa reggere una tale onda d’urto. Ragionando a mente fredda, bisogna riconoscere che nel libretto musicato da Bellini in effetti si accenna a “orde atrociâ€?. E anche se la musica del compositore catanese, con la sua bellezza celestiale, è spesso associata a fanciulle angelicate, non mancano nei suoi capolavori momenti di quasi selvaggia brutalitĂ (pensiamo al coro “Guerra, guerraâ€? da “Normaâ€?). L’idea stessa che Romeo, nella rivisitazione di Brown, sia – almeno all’inizio – piĂš concupiscente che innamorato di Giulietta,

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la Giulietta del soprano Damiana Mizzi e il Romeo del mezzosoprano Florentina Soare (si noti che, per la sensibilitĂ odierna, la “trovataâ€? piĂš audace non si deve al regista, ma a Bellini stesso, che per ragioni di equilibri musicali decise di far cantare Romeo a una donna). Efficace, infine, la direzione d’orchestra del maestro Giuseppe La Malfa. Il prossimo appuntamento della stagione (giovedĂŹ 22 novembre alle 20.30, replica sabato 24 alle 15.30) sarĂ piĂš tradizionale con la ripresa dell’allestimento di Pier Luigi Pizzi de “L’italiana in Algeriâ€?, capolavoro del teatro comico di Rossini. Nel cast spicca l’Isabella del mezzosoprano Carmen Topciu; sul podio Francesco Pasqualetti.

6WXGHQWL DO )DL FLFHURQL H YLVLWDWRUL Dal 19 al 23 novembre, in orario scolastico, le Delegazioni Fai aprono un bene culturale o paesaggistico del proprio territorio, e organizzano delle visite riservate agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado. Altri studenti, appositamente formati e costantemente seguiti dalle Delegazioni Fai, in qualitĂ di apprendisti ciceroni, guidano le classi alla scoperta del bene. A Brescia sarĂ possibile visitare la Do-

mus Romana, in via Trieste 17, dalle 9 alle 11. Ăˆ obbligatoria la prenotazione presso la segreteria dell’Istituto Cesare Arici telefonando allo 03042432 – 03043551 oppure inviando un’e-mail all’indirizzo di posta elettronica info@ istitutoarici.it. Al momento della prenotazione dovranno essere speciďŹ cati, oltre al giorno e all’orario, la classe e l’ordine di scuola degli studenti che parteciperanno all’iniziativa, l’eventuale presenza di alunni disabili ed il

percorso scelto (visita guidata o percorso didattico con annesso laboratorio sul mosaico). A Sirmione le Grotte di Catullo e Museo archeologico, è obbligatoria la prenotazione presso la segreteria del Liceo Bagatta telefonando allo 0309141358. Ed è proprio grazie al successo di questa esperienza che il Ministero dell’istruzione, dell’universitĂ e della ricerca, per l’anno scolastico 2012-2013, ha fortemente voluto

afďŹ ancare il Fai estendendo il progetto “Mattinate Fai per le scuole: una visita a misura di studenteâ€? a livello nazionale istituendo cosĂŹ un evento riservato esclusivamente alle scuole. “La ďŹ nalitĂ del progetto ‘Mattinate Fai per le scuole’ è quella di far amare, dagli studenti di ogni ordine e grado di scuola, un bene culturale poco conosciuto dal punto di vista storico e artisticoâ€? racconta Annamaria Ansaloni, delegata Scuola di Roma.

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Luciano Monari – precisa che l’annuncio cristiano si presenta come sorgente di libertĂ . “Eppure oggi – continua il Vescovo – agli occhi di molti, l’esperienza cristiana appare rinuncia alla libertĂ , nel pensiero, nelle scelte, nelle azioniâ€?. Ecco allora che diventa fondamentale per ragionare sulla libertĂ capire quali sono le radici della libertĂ cristiana annunciate da Paolo, radici alle quali nessun cristiano può rinunciare. In cinque brevi capitoli, Monari sviluppa

il pensiero paolino dove solo lo Spirito è in grado di far “brillare nel cuore la bellezza del bene, di farlo amare, di far accettare gioiosamente e liberamente la fatica dell’apprendimento e il costo dell’esecuzioneâ€?. Naturalmente per il dono dello spirito non “si tratta di immaginare una trasformazione magicaâ€?. SĂŹ, è vero c’è il battesimo, ma questo non significa che questo “renda immediatamente capaci di una vita santa e perfetta

davanti a Dioâ€?. Ci vuole allora un esercizio costante e prolungato, perchĂŠ questa vita nuova “prenda forma e si organizzi in una serie di comportamenti costanti e coerentiâ€?. Nell’appendice vengono anche riportati alcuni testi significativi nello sviluppo del pensiero sulla libertĂ : “Discorso di Benaresâ€? di Shakyamuni Buddha, “Diatribe IIâ€? di Epitteto, un passaggio delle “Confessioniâ€? di Sant’Agostino e “Le paroleâ€? di Jean Paul Sartre.

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on l’incontro “Religione e politica nell’islam e nel cattolicesimo oggiâ€? tenutosi il 18 ottobre l’Accademia Cattolica di Brescia ha avviato il suo terzo anno di attivitĂ . L’Accademia, presieduta da Francesca Bazoli e diretta da mons. Giacomo Canobbio, è nata nel 2010. “Religioni e convivenza civileâ€? è il tema che Comitato scientifico ha scelto di sviluppare durante i primi tre anni. “Nel corso del terzo anno (2012-2013) – ha sottolineato mons. Canobbio – il dibattito vuole concentrarsi sull’elaborazione di un possibile modello di convivenza per la nostra cittĂ . La scelta dei temi è stata dettata della convinzione che in Italia, come in generale nei Paesi occidentali, si sta profilando una trasformazione epocale, nella quale l’incontro tra religioni ha un ruolo determinante per la costruzione di una convivenza paci-

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confronto tra la visione cattolica (con riferimento soprattutto ai documenti del Vaticano II, Gaudium et spes e Dignitatis humanae) e quella islamica (coranica e sua recezione) circa il rapporto tra religione e comunitĂ politica. In particolare Tottoli ha illustrato alcuni capitoli della storia mussulmana partendo dalle vicende degli ultimi 20 anni ed offrendo delle coordinate rilevanti per comprendere lo stretto rapporto tra “politicaâ€? e “religioneâ€? nell’islam. Nell’islam infatti i due concetti coincidono perchĂŠ legati alle vicende umane del profeta Maometto che presentano aspetti religiosi e al contempo politici e alla rivelazione coranica. Maometto è definito “inviato di Dioâ€? e la comunitĂ mussulmana nasce come entitĂ politica inglobante e, come chiarisce il Corano, la guida della comunitĂ islamica deve essere un mussulmano. “La politica – ha rilevato il professor

Tottoli – resta ancorata alla shari’a ovvero l’interpretazione della creazione di Dio, all’uomo rimane la capacitĂ di esercitare la giurisprudenzaâ€?. Prodi ha invece approfondito alcuni aspetti della storia del cristianesimo e del processo di separazione tra politica e religione. “Papato e impero in Occidente costituiscono due vertici distinti – ha osservato Prodi – due strutture che corrono parallele. Questo dualismo istitu-

zionale ha portato alla nascita del diritto canonico e alla distinzione tra reato e peccatoâ€?. Oggi, secondo Prodi, Stato e Chiesa che hanno gestito i rapporti tra politica e religione si sono indeboliti fino a perdere la loro sovranitĂ . “In questa situazione complessa come quella attuale – ha concluso Prodi – è necessaria una trasmissione reciproca di valori tra islam e cattolicesimo per affrontare i grandi temi della modernitĂ â€?.

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“Non solo ‘ri-restauri’ per la durabilitĂ dell’arteâ€? è il titolo dell’e-book edito da Nardini editor di Firenze. Il libro, che reca la presentazione di mons. Federico Pellegrini, direttore dell’Ufficio beni culturali della diocesi di Brescia, è stato redatto grazie al lavoro degli operatori dell’Istituto Mnemosyne, istituto per la salvaguardia del patrimonio storico: Dario Benedetti, Ruggero Boschi, Stefania Bossi, Carlotta Coccoli, Renato Giangualano, Carlo Minelli, Sabrina Salvadori, Pietro Segala. Secondo il direttore Pellegrini le 160 pagine di questo ebook sviluppano argomenti funzionali anche a sostenere e orientare l’azione dei parroci per la cura e la conservazione del patrimonio di storia e d’arte delle chiese di loro competenza: “La tutela, la valorizzazione e la conser-

vazione del bene artistico-culturale, in un contesto di manutenzione ordinaria programmata e delle condizioni di durabilitĂ , vengono a rivestirsi di una dimensione che non ho timore a definire ascetica, e come tale entra a pieno titolo nella missione ecclesialeâ€?. Gli autori hanno cercato di proporre – ai proprietari e ai responsabili del piĂš diffuso e qualificante patrimonio italiano – azioni coerenti che consentano di attivare le condizioni della duratura conservazione dell’arte, anche per ridurne sempre piĂš i bisogni di sempre piĂš frequenti nuovi restauri: “ri-restauriâ€?, appunto. Dopo gli articoli sui contenuti seguono alcuni documenti nazionali, internazionali, bibliografie per approfondire. Per informazioni: istituto-mnemosyne.it o 3298642280

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Â?‹˜‡”•‹–Â? …ƒ––‘Ž‹…ƒ ‡ …—‘Žƒ ‡†‹–”‹…‡ ”‡’ƒ”ƒ”•‹ ƒŽ …‘Â?…‘”•‘ †‘…‡Â?–‹ L’UniversitĂ cattolica e La Scuola Editrice, due agenzie di formazione d’eccellenza del territorio bresciano, organizzano un “Corso di preparazione al concorso ordinario per l’insegnamentoâ€? indetto dal Ministero dell’istruzione, dell’universitĂ e della ricerca. Un corso altamente professionale e laboratoriale che prevede un coinvolgimento attivo del corsista attuato da docenti con un alto proďŹ lo accademico e insegnanti esperti. Il percorso è strutturato

in incontri per un totale di 30 ore: momenti in plenaria e momenti di laboratorio scandiranno il corso; alle lezioni si aggiungono anche incontri per ciascuna classe di concorso. Si deve presentare la domanda entro il 15 novembre: form.permanente-bs@unicatt.it; fax: 030.2406505; tel.030.240650104. Ăˆ inoltre possibile effettuare l’iscrizione on-line: bs.unicatt.it. Il versamento della quota d’iscrizione è di 500 euro (iva inclusa).

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a Sistina riveste, negli edifici vaticani, il ruolo di centro simbolico, immagine e scrigno del destino della Chiesa. Non è un caso che, Clemente VII, reduce dal sacco di Roma, commissionava a Michelangelo il terribile Giudizio Universale, compimento e stravolgimento dell’iconografia della Cappella cosĂŹ com’era stata pensata da Sisto IV della Rovere, termine ultimo di una parabola che, iniziata con questo pontefice, finiva con papa Medici e con una concezione storica di Chiesa, di Impero e di societĂ . Nel costruire la Cappella Sisto IV ha in mente il Tempio di Gerusalemme; nel farla decorare ai migliori tra gli artisti del suo tempo, i piĂš moderni, ha come obiettivo quello di ricreare il fasto dell’antico Tempio ma di proiettarlo nella nuova era, quella di Cristo, istituendo quel parallelismo della Legge sotto MosĂŠ e della Legge sotto Cristo che si snoda lungo le pareti e che mette in scena le storie dei due Testamenti con il linguaggio dei moderni ossia (si perdoni il gioco) degli antichi nella sintesi che stava facendo il Rinascimento fiorentino e, da allora in poi, anche quello romano. A qualche decennio di distanza, Giulio II, nipote di Sisto IV, detta il

programma delle pitture della volta a Michelangelo, sintesi ulteriore di quel programma di nuova cittĂ che per Giulio II coinvolge San Pietro, gli appartamenti, decorati in contemporanea a Michelangelo da Raffaello, e la Sistina. Terribile e bellissimo, il lavoro di Michelangelo intreccia ora non i due Testamenti ma l’antico dell’antico, la preistoria biblica, la genealogia di Cristo e l’attesa della terra, messa in atto attraverso il dialogo tra l’ispirazione divina degli ebrei, i profeti, e l’ispirazione del daimon dei greci e dei latini. Un intreccio quest’ultimo che si perde nei primi secoli del cristianesimo alla ricerca di quelle tracce di conoscenza del vero Dio e della missione di Cristo che hanno salvato dal naufragio della fine dell’Impero quello che oggi ci rimane della cultura classica. Ma qui, nella Sistina, tutto si fa consapevole e titanico, e non solo e non semplicemente per il pennello di Michelangelo, ma per la diversa considerazione che della classicitĂ ci si è fatti e per la dignitĂ che da essa proviene al presente in fatto di conoscenze e speculazione, cosĂŹ come si fa avanti nelle pareti laiche della Stanza della Segnatura di Raffaello. Non solo tracce, ma un sentire l’umano come dignitĂ essenziale perchĂŠ il fatto

profetico si compia e il progetto creativo di Dio mostri giĂ le finalitĂ che saranno riscoperte nell’incarnazione del Verbo. CosĂŹ le cadute, le ferite al piano di Dio (tre nella volta: peccato originale, diluvio universale, derisione di Noè) nulla possono rispetto alla rete stesa dall’ispirazione sulla storia umana, ispirazione che serve a comprendere i parallelismi tra le due leggi e a indicare l’orientamento della storia. La forza assoluta di Michelangelo è stata quella di rendere assoluto e paradigmatico il dialogo sotterraneo tra l’uomo, Dio e lo Spirito che lo anima: non basta a motivare questa efficacia il suo genio o la formazione neoplatonica. Qui il genio di Michelangelo scolpisce il momento ineludibile della presenza di Dio che si fa storia e si rivela come tale nella sua forza assoluta. E convince con l’unico mezzo davvero sopra le forze dell’uomo: la bellezza.

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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Si è aperto da pochi giorni l’anno celebrativo per il bicentenario della nascita di Paola di Rosa, la fondatrice delle Ancelle della CaritĂ , proclamata santa nel 1954 con il nome di Maria CrociďŹ ssa di Rosa. Una donna e una santa straordinaria che ha segnato la storia della Chiesa bresciana. A Paola di Rosa dedichiamo l’approfondimento di questa settimana (alle 9.30) con suor Augusta Nobili autrice della parte piĂš corposa della biograďŹ a della

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “La santitĂ per tuttiâ€? e presenta la Giornata della santiďŹ cazione universale che quest’anno si è sviluppata sul tema “Affamati dello stesso paneâ€?. A seguire: “Il card. Re celebra San Piamartaâ€?; la presentazione del ďŹ lm di Marco Bellocchio “Bella addormentataâ€? che affronta la questione del ďŹ ne vita; “Rovato: don Zaninelli sacerdote novelloâ€? che porterĂ la sua vocazione in

santa “Un’intuizione di caritĂ â€?, pubblicata nel 1991. La rubrica Ecclesia (alle 11) si occupa dei gemellaggi con le diocesi mantovane colpite dal terremoto del maggio scorso. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl.

PerĂš. La rubrica “4 parole...â€? è con don Claudio Vezzoli sulla Giornata del ringraziamento 2012. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www. vocemedia.tv che manderĂ in onda anche il documentario “Paolo VI e il dialogo col mondo, il cristiano politicoâ€?.

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4XDQGR OD ULFKLHVWD q VRGGLVIDWWD GDOO¡RIIHUWD In questi giorni si possono vedere in tv due spot che presentano due nuovi panini di una catena di fast food: in uno studio televisivo un ragazzo si esibisce cantando le lodi del proprio hamburger preferito; cantante e spuntino vengono esaminati da una giuria che promuove unanime. Fin qui tutto bene, l’ennesimo scimmiottamento di una trasmissione televisiva (in questo caso X-Factor) a fini commerciali: e d’altronde questo connubio fra spettacolo e commercio (per dirla in inglese show-business) è la vera e unica linfa vitale della tv, il motivo per cui nacque, resiste e mai finirĂ . Anche qui andrebbe tutto bene, se non fosse che

questo circo televisivo di volti fasulli, danze ipnotiche, ricchezze immediate e soprattutto soldi, tanti soldi, rappresenti un modello di vita di milioni di ignari telespettatori. Ignari del fatto che le promesse della televisione sono false. Ritorniamo agli spot sopracitati. Nel remake pubblicitario di “X Factor� i componenti della giuria non sono ragazzi qualunque. Sono i Moderni, band lanciata l’anno scorso proprio da “X Factor�, quello vero, si fa per dire. Vedendoli dimenarsi per il panino chimico di turno verrebbe da pensare che forse il lancio dei Moderni nell’universo musicale non sia riu-

scito benissimo. Visto che di tournĂŠe nazionali non se ne parla, in radio non sono mai arrivati, in tv sono tornati ma solo per mangiare panini... Dov’è il successo che la tv aveva promesso? Dove sono i riflettori che li accecavano durante “X Factorâ€?? Dove sono finiti i “complimentosiâ€? dei big della musica italiana? E qualcuno direbbe che a loro è pure andata bene, almeno li hanno pagati per mangiare panini‌ E poi e poi questi spot potrebbero essere un trampolino‌ Cari Moderni, mettetevi casco e ginocchiere e preparatevi a un altro schianto, perchĂŠ il lancio televisivo interessa solo durante il volo, dell’at-

terraggio nessuno si occupa. La gente vuole vedere le stelle cadenti, non quelle giĂ cadute. La tv spara i fuochi d’artificio, e finchĂŠ restano in aria riesce a catturare il suo pubblico. Finita la magia, finito lo spettacolo. La realtà è tutt’altro. Una parabola in volo, che interessa solo quando è ascendente. Quanti sono i volti lanciati dalla tv che hanno volato per qualche mese, magari qualche anno, e poi hanno perso quota, dimenticati da tutti? A che serve tutto questo? Solo a sfruttare il successo del momento, a far spendere la gente? Non solo, c’è una ragione piĂš radicale: centinaia di canarini lanciati

con la fionda dalla tv, corrispondono a milioni di passeri che sperano di subire un giorno lo stesso trattamento. Ne abbiamo visti talmente tanti partire dal basso, spiccare il volo e arrivare vicino alle stelle che ormai ci chiediamo perchĂŠ questa strada non possa fare anche per noi. Il successo facile, i soldi e l’approvazione di tutti. Ăˆ chiaro che se la gente seguisse con la stessa attenzione anche la parabola discendente del malcapitato in questione, scoprirebbe un viaggio destinato a finire male. Ma nella realtĂ ormai ciò che vogliamo vedere corrisponde a ciò che la tv vuol farci vedere.


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ÂŽ ”ƒÂ?†‡ ’‡” ‹ ’‹……‘Ž‹ ‡Ž ƒ••‹Â?‘ …‹––ƒ†‹Â?‘ ƒ––‹˜‹–Â? ’‡” ‹ „ƒÂ?„‹Â?‹ Si svolgerĂ domenica 11 novembre dalle 15 alle 18 il secondo appuntamento del 2012 dell’iniziativa “Il Grande per i piccoliâ€?: la Fondazione del Teatro Grande di Brescia animerĂ il Massimo cittadino con laboratori, installazioni e performance per l’infanzia. Le diverse esperienze si distribuiranno tra la Sala Grande, il Ridotto e il Salone delle ScenograďŹ e. Per i bambini e le loro famiglie sarĂ un modo insolito e

divertente di abitare gli spazi del Teatro: tra le varie attivitĂ di questa quarta edizione viene riproposto, per il grande successo riscosso nell’ultimo appuntamento, “Home soft homeâ€?, un originale laboratorio di architettura “curvilineaâ€? . Sempre nel Ridotto il laboratorio di costruzione di minimongolďŹ ere Viaggimmaginari e il laboratorio Una giornata “Animataâ€? per capire come nasce un cartoon. E molto altro. Info: teatrogrande.it

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Benvenuti al museo di 007. L’ha allestito il regista Sam Mendes per il cinquantesimo compleanno dell’agente segreto piĂš intramontabile. In “Skyfallâ€?, episodio numero 23 della serie, Mendes è riuscito per la prima volta a instillarvi un tocco d’autore, allineando con genio tutti i simboli intorno ai quali è scolpito il personaggio di Ian Fleming: donne, gioco, Martini, Aston Martin‌ Riuniti a comporre, però, una sorta di grande para-

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arĂ presentato domenica 11 novembre alle 19 a Chiari, nell’ambito di Microeditoria Italiana, la rassegna dedicata al libro indipendente, “Brescia Feudo Indieâ€? libro scritto dal giornalista bresciano Andrea Croxatto. Il volume analizza su una sorta di doppio piano il fenomeno della musica Indie, presentando da un lato un elenco corposo e composito di band e solisti bresciani - 41 -, dall’altro aprendo una sorta di dibattito o quantomeno di discussione sul fenomeno della musica Indie, grazie anche al contributo di 12 addetti ai lavori bresciani e a quattro interventi di ospiti nazionali. Ma partiamo dall’inizio, soprattutto per aiutare i non addetti ai lavori: cos’è la musica indie? Indie significa innanzitutto indipendente, riguarda quindi la produzione musicale di tutti quegli artisti che si muovono in un certo senso svincolati da logiche che non siano esattamente artistiche e per far ciò non hanno legami con etichette discografiche che perseguono in primis logiche commerciali. Per questo l’artista indie è necessariamente alternativo al sistema, almeno come è concepito oggi. Essere alternativi significa uscire dagli

schemi musicali imposti dal commercio per potere avere successo, in un certo senso essere indie vuol dire essere puri, non vendere la propria anima al diavolo per affermarsi. Detto ciò Croxatto, fedele e appassionato osservatore della scena Indie bresciana degli ultimi 10/15 anni, ci presenta un elenco che comprende tutti i principali protagonisti di questo genere, otti-

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casi non facilmente collocabili. Ci sono però tutti i principali protagonisti, dai Cinemavolta a Ettore Giuradei, da Paolo BenvegnĂš a Jet Set Rogers, dai Joujoux d’Antan ai Plan de Fuga, solo per fare alcuni nomi. Se questo primo aspetto del libro è preciso ma molto documentaristico, il secondo livello di “Brescia Feudo Indieâ€? è senz’altro piĂš interessante. Grazie al contributo dei 12 addetti ai lavori bresciani e a quattro special guests (Omar Pedrini, Cristiano Godano dei Marlene Kunz, Max Collini degli Offlaga Disco Pax e Diego Spagnoli, tour manager di Vasco) si apre uno spazio di riflessione molto interessante che riguarda il passato, il presente e il futuro dell’indie non solo bresciano, ma forse anche dell’intero sistema musica. Uno spazio molto ampio, che si agita tra il pensiero di Omar Pedrini che introduce il libro, che sostiene che “non solo Roma, Milano, Torino e Firenze, ma pure la Leonessa d’Italia: ecco perchĂŠ la chiamo la Seattle italianaâ€? e quello di Cristiano Godano che, alla domanda di Andrea Croxatto “Mai sentito parlare della nostra scena indie?â€? risponde: “Non la conosco... tra l’altro oggi basta avere una barbetta lunga per essere indie, mi viene da ridere!â€?.

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ta finale che chiude un ciclo e apre la saga a una possibile, ennesima mutazione. Già l’inseguimento che precede i titoli di testa è una “summa” delle cacce all’uomo bondiane. Bond (Daniel Craig, il miglior 007 dopo Sean Connery) e la bella agente Eve (Naomie Harris) braccano a Istanbul l’uomo che ha rubato la lista di tutti gli infiltrati del servizio segreto britannico nei movimenti terroristici mondiali. C’è subito tut-

to, dalle corse contromano in automobile a un inseguimento in moto sui tetti della città; fino al corpo a corpo sui vagoni di un treno in corsa, dal quale Bond precipita dopo che il suo capo – la mitica M interpretata da Judi Dench – ha dato a Eve l’ordine di sparare. Bond morto? Ovviamente no: “Il mio hobby è la resurrezione” dice al cattivo di turno, l’agente traditore Raoul Silva incarnato da un Javier Bardem parzialmente spre-

cato, biondo e troppo gigione. Ma il ritorno questa volta costa caro. 007 è invecchiato, le forze non sono quelle di un tempo e anche i nuovi capi (efficace il Gareth Mallory di Ralph Fiennes) lo trattano come un dinosauro da pensionare. Alle difficoltà fisiche si aggiungono quelle psicologiche: lo scontro con Silva risucchia Bond all’indietro fino agli anni dell’infanzia, facendo per la prima volta intravedere nel personaggio uno spiraglio di com-

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plessità psicologica. Mendes inserisce il tutto in una messinscena di grande accuratezza, procedendo col ritmo lento dei classici e facendo un uso fin troppo moderato delle scene d’azione. Tra le suggestive scenografie di Dennis Gassner le situazioni attingono alla storia del cinema, svariando dal “Silenzio degli innocenti” ad “Apocalypse Now”. E l’esito dello scontro finale regala una certezza: anche James Bond vuol bene alla mamma.

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Secondo le previsioni dell’Istat “la spesa privata per consumi dovrebbe registrare una contrazione del 3,2% nel 2012 e dello 0,7% nel 2013â€?. Per il Codacons “il crollo dei consumi rende inverosimile la previsione del governo di tornare a crescere nel secondo trimestre del 2013. Non a caso per l’Istat il Pil scenderĂ nel 2013 dello 0,5%, piĂš del doppio rispetto alla flessione dello 0,2% stimata a settembre dal governoâ€?. Per l’associazione di consumatori “questi dati dovrebbero indurre

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Monti e la maggioranza che lo sostiene a rivedere la legge di stabilitĂ . Ăˆ indispensabile, infatti, che anche l’Iva al 21% non sia toccata, altrimenti i consumi finirebbero per risentirne proprio negli ultimi sei mesi del 2013, quei mesi in cui il governo si aspetta e spera in una ripresaâ€?. Inoltre non è possibile che “nel 2013 siano introdotti nuovi aumenti di tasse, essendo le famiglie con l’acqua alla gola. Occorre bloccare tutti gli aumenti in calendarioâ€?.

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bastata quella frase che ha accompagnato l’ultima manovra governativa nelle aule del Parlamento, a togliere l’ultimo velo appunto sulla stangatina chiamata legge di stabilitĂ : “Fate quel che volete, ma i saldi devono restare invariatiâ€?. Insomma, Monti è stato chiaro: tot deve entrare nelle casse dello Stato, e tot entrerĂ . La medicina è amara e si chiama tasse, rimedio necessario, secondo il premier, per tappare le falle. I conti, secondo il Presidente del consiglio, vanno messi in sicurezza. Quello che il premier non dice è che i “giri di viteâ€? imposti in questi mesi agli italiani sono tutte manovre “propedeuticheâ€?. Si fa ora quel che si teme non verrĂ piĂš fatto “dopoâ€?. Cioè quando “tornerĂ la politicaâ€? a palazzo Chigi. Vista da altra prospettiva, i partiti stanno usando la parentesi-Monti per imporre manovre che poi faticherebbero ad adottare. Insomma, gli fanno fare il “lavoro sporcoâ€?. E questo è. Si è visto con il recente valzer su Iva, Irpef, cuneo fiscale, detrazioni e deduzioni: un leva e metti quasi quotidiano, prima spacciato come “beneficio per il 99% degli italianiâ€? (cosĂŹ disse il ministro dell’Economia, Grilli), poi come un pari e patta per tutti. Infine come una stangatina che sta ancora cercando la sua completa definizione. I detrattori rimproverano, all’attua-

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le esecutivo, di non aver impostato una seria riforma della spesa pubblica italiana. Cioè spendere meglio, o spendere meno strutturalmente. Lo si è fatto (maluccio in realtà , vista la questione degli esodati) solo sul lato previdenziale. Poi una grandinata di tasse di non enorme entità , ma che colpivano contribuenti già stremati dal Fisco. Il contribuente onesto italiano è il piÚ tartassato del mondo,

dicono le statistiche. Questo poi in un momento di crisi economica violenta: meno soldi e tanta insicurezza hanno spinto gli italiani a spendere di meno, e quindi a gelare ancora di piÚ l’economia domestica. Tuttavia sarebbe ingiusto scaricare sul governo tecnico aspettative che lo stesso sapeva già in partenza, proprio per via dell’aggettivo che qualifica l’esecutivo, di non poter

soddisfare. Le grandi riforme, infatti, vanno ben disegnate, hanno bisogno di un forte orientamento politico e dei voti necessari per approvarle in Parlamento. Ăˆ la politica che deve disegnare la societĂ futura, mentre oggi appare impossibile pure la banale riforma di un sistema elettorale che tutti giudicano un obbrobrio. Nel frattempo piĂš di un esperto osservatore delle dinamiche economiche nazionali conferma che, tra febbraio e marzo prossimi, arriverĂ una nuova aggiustatina nei conti pubblici. Non sappiamo prevedere la forma e il nome che le verrĂ dato, ma certamente ci sarĂ . SarĂ leggera, se lo spread dei nostri Btp rimarrĂ contenuto; sarĂ pesantuccia se i tassi dovessero rialzarsi e, quindi, dovessimo pagare piĂš interessi sul nostro debito pubblico. SarĂ pesantissima se si scoperchieranno le pentole dei debiti contratti dalle Regioni, Sicilia in primis. Una follia nascosta per ora sotto il tappeto.

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2FFXSD]LRQH SHU ´XQGHUÂľ H ´RYHUÂľ Altro capitolo di “Concretamenteâ€?, l’impegno della Provincia di Brescia a favore di persone e imprese in difďŹ coltĂ , che questa volta si dedica al sostegno dell’occupazione di giovani under 36, di over 45 e 55. “Diamo continuità – ha spiegato il presidente Daniele Molgora – al progetto iniziato nel 2011 e che ďŹ nora ha riguardato circa 1000 personeâ€?. “Si tratta di altri tre interventi mirati e concreti – ha sottolineato l’assessore alle AttivitĂ

produttive Giorgio Bontempi – ďŹ nalizzati ad incentivare l’assunzione di 45 giovani che stiano svolgendo o abbiano svolto un tirocinio presso un’azienda locale e a favorire il reinserimento nel mondo del lavoro di 93 persone che potrebbero avere difďŹ coltĂ a causa dell’etĂ â€?. I tre interventi mettono a disposizione di ciascun destinatario cospicue risorse ďŹ nanziarie: nello speciďŹ co, è previsto un contributo massimo di 6.500

euro per ciascun soggetto economico che inserisce all’interno del proprio organico il tirocinante ospitato, mentre per favorire il reinserimento lavorativo degli over 45 e 55 il massimo delle risorse ďŹ nanziarie messe a disposizione è pari a 8000 euro a destinatario, ripartiti tra l’ente accreditato per i servizi al lavoro e il soggetto che assume. Per gli over 45 e 55 sono previsti due moduli alternativi: inserimento lavorativo e adattamen-

to delle competenze on the job con il quale l’impresa assume il destinatario prevedendo ove necessario l’afďŹ ancamento di un tutor interno e, solo per gli over 55, tirocinio/work experiences e inserimento lavorativo della durata massima di sei mesi durante il quale il tirocinante matura il diritto ad una borsa lavoro mensile. Per informazioni è possibile consultare il sito internet della provincia o telefonare allo 0303749342.


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Parte giovedĂŹ 8 novembre la seconda edizione di “Corri x Bresciaâ€?: l’omonima associazione sportiva dilettantistica, infatti, organizza in cittĂ corse, camminate e altre attivitĂ sportive collaterali. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Aics, Uisp e ha il patrocinio del Comune di Brescia. Vengono cosĂŹ organizzati tutti i giovedĂŹ sera, fino a giugno, dei gruppi di corsa in base alle capacitĂ di ciascuno, guidati da personale

professionista, in modo da offrire a tutti un’occasione per muoversi, fare nuove conoscenze e godersi la città . Il percorso, infatti, si svolgerà per le vie del centro di Brescia, con partenza da Piazza Loggia alle ore 19, lungo un tracciato a scelta tra 4 e 8 km adatto a tutti. Sarà possibile iscriversi prima della partenza presso lo stand Sportland versando la quota di 5 euro per tutto l’anno, comprensiva di assicurazione.

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’Italrugby è arrivata domenica sera a Calvisano per preparare, sul terreno del “San Micheleâ€?, la sfida di sabato contro Tonga, il primo dei tre impegni del Cariparma test-match, trittico che si completerĂ con le sfide contro Australia e Nuova Zelanda del 17 e 24 novembre. Sul campo dei campioni d’Italia in carica i 30 convocati dal ct Jacques Brunel, stanno svolgendo la preparazione alla partita: riunione collettiva, riunioni per reparti, allenamenti diversificati per poi concludere con un allenamento collettivo. CosĂŹ si preparano Parisse e compagni al replay della sfida di sette anni fa che si conclusecon un trionfo per 48 a 0. Difficile che anche sabato finisca cosĂŹ, le “aquile di mareâ€? che dopo l’arrivo a Coccaglio si stanno allenando a Rovato, altra storica realtĂ rugbystica della nostra provincia, occupano attualmente la 12ÂŞ posizione nel ranking internazionale, indietro di una sola posizione rispetto agli azzurri e hanno destato un’ottima impressione agli ultimi mondiali. Su di loro l’analisi del team manager Troiani: “Conosciamo bene i tongani, una squadra eccezionale sul piano fisico e delle individualitĂ ma con delle lacune tecnico-tattiche che potrebbero rappresentare un vantaggio per noi. L’anno scor-

con la massima fiducia a sfidare la Nuova Zelanda all’Olimpico la settimana prossimaâ€?. Nei giorni che precedono la partita comunque, ci sarĂ spazio anche per alcuni impegni extrasportivi. Dopo che nella mattinata di mercoledĂŹ, alle 11.30, una delegazione della squadra Nazionale, guidata dal presidente federale Alfredo Gavazzi, ha incontrato a palazzo Loggia per incontrare il sindaco di Brescia Adriano Paroli, ricevendo un simbolico augurio di tutta la cittĂ in vista della sfida con Tonga, giovedĂŹ pomeriggio è in programma l’annuncio della formazione titolare che affronterĂ il 15 di Tonga. VenerdĂŹ, invece, alla vigilia della partita, iniziativa di carattere sociale, nel solco di un’attenzione che da sempre contraddistingue la Nazionale della palla ovale: una delegazione degli azzurri, infatti, farĂ visita agli ospiti del Centro down Brescia.

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so Tonga ha disputato un ottimo Mondiale, battendo anche la Francia nella prima fase: avevano avuto molto tempo per ritrovarsi, costruire un gruppo, stare insieme. Adesso avranno molto meno tempo per ritrovare gli automatismi e questo può rappresentare per noi un vantaggio, l’Italia è al terzo raduno ed abbiamo giĂ avuto modo di lavora-

re insieme per piĂš tempo rispetto ai nostri avversariâ€?. “Siamo qui per portare a casa il risultato – ha aggiunto poi Troiani – la gara con Tonga sarĂ fondamentale in vista delle due partite che seguiranno, contro gli All Blacks campioni del mondo e l’Australia: quella di Brescia è la partita piĂš importante, vincere sabato è fondamentale per andare

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%UHVFLD DO 5LJDPRQWL ULWRUQD XQ WLPLGR VRUULVR Prima di tutto analizziamo gli aspetti positivi: il Brescia infila quattro punti in due partite e soprattutto ritorna alla vittoria. Inoltre, seppure in folta compagnia, si posiziona in zona playoff, al 6° posto con 18 punti. Si potrebbe proseguire citando la scommessa, per ora vinta, di puntare su Saba (nella foto), autore del gol partita contro la Ternana. Eppure, arrivati alla 14ª giornata

di questo campionato di serie B, non si possono mettere da parte alcune perplessitĂ evidenziate finora dalla squadra di Calori, che non sono state dissipate neppure dall’ultima vittoria. I tre punti in trasferta, infatti, continuano a rimanere un miraggio, e la tendenza sta pian piano assumendo i confronti di un sortilegio, che l’opaca prestazione al “Tombolatoâ€? di Cittadella non ha certo

contribuito a esorcizzare. Certo, il Rigamonti continua a rimanere un fortino, o per lo meno una sicura dimora in cui ritrovare il sorriso dopo le incertezze fuori casa, ma a preoccupare ora è anche la difficoltà ad andare in rete per le Rondinelle. Una scarsa concretezza sottoporta evidenziata dai numeri: sono infatti solo 15 le reti segnate, il dato peggiore tra le prime in classifica.

Un insieme di segnali insomma che, seppure non rappresentano un allarme, devono far riflettere per capire quale possa essere davvero la dimensione del Brescia. Il prossimo banco di prova sarà rappresentato dalla trasferta contro il Cesena di sabato alle 15: contro una squadra che, seppure in ritardo in classifica, è in serie positiva da due partite e potrà , forse, dare le prime risposte.


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Il Csi Brescia vuole dare slancio a nuovi eventi in grado di diffondere passione e voglia di condivisione, portando le bollicine dello sport negli oratori e contribuendo a rendere ancora piĂš frizzante la loro proposta aggregativa giovanile. Il biliardino (o calcio balilla) è considerato uno strumento utile a questi scopi, e il primo esperimento stagionale a riguardo sarĂ â€œBiliardinandoâ€? torneo che si svolgerĂ domenica 16 dicembre all’oratorio di Provaglio d’Iseo a

partire dalle 16.30. Saranno quattro le categorie in gara che potranno impugnare le manopole arancioblĂš. I piĂš piccoli saranno i bambini dagli 8 ai 12 anni, poi spazio ai ragazzini dai 12 ai 16 anni e agli over 16. Si prospetta un’elevata dose di divertimento anche nella categoria “Genitori e ďŹ gliâ€?. Dopo il torneo è previsto un ricco rinfresco aperto a tutti i partecipanti. Le iscrizioni sono aperte, ed è possibile aderire ďŹ no a giovedĂŹ 13 dicembre inviando una mail a segreteria@csi.brescia.it.

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esta poco piĂš di un mese per fare la scorta di punti in vista della pausa invernale. Calcio a 11. La parola d’ordine è “equilibrioâ€?. Nel girone A La Tameni e Alfan Calcio guardano tutte dall’alto dopo le vittorie per 4-1 e 2-0 su Manerbio e Pompiano, ma a tre punti di distanza c’è un gruppetto di inseguitori: quattro squadre in tre punti. Situazione ancora piĂš combattuta nel gruppo B, dove dalla prima alla quinta ci sono solo tre lunghezze di distacco. Fuorimisura mostra per l’ennesima volta di non soffrire di vertigini e Imperia Rezzato la tiene a braccetto in vetta. Elite a 7. I campioni provinciali in carica del Bar Ciringhito cadono in casa del Furios Pub dopo sette vittorie consecutive e Delta Rock ne approfitta asfaltando 60 gli Amici di Ale. Nel girone B bella vittoria di Due Effe Liquori e Bevande, che rifila un 5-3 ad Abe & Friends e mantiene a -5 le inseguitrici Corticellese e Orzivecchi. Nel gruppo C rallenta la Gardonese, bloccata sull’1-1 dalla Saip e il Ponte Zanano si avvicina ottenendo una vittoria da record: 14-0 al Ponte Zanano. Grande bagarre nel girone D, con il sorpasso al vertice della Cigolese sul Gambara, sconfitto 11-6 da B.M. Servizi Ecologici, terza forza del raggruppamento. Calcio a 5. In Eccellenza il motto è “Tutti insieme appassionatamenteâ€?. Nel girone A Filippin Rettifiche è al comando, ma a un punto di distanza la insidiano Real

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risuona altissimo il ruggito delle leonesse. Il Lions vola, e centra la settima vittoria in altrettante partite grazie al 3-1 sul Gallignano. Uso United e Sale Gussago sono avvisate: per tenere il passo della capolista bisognerĂ pedalare non poco. In Eccellenza domina l’Atletico Castiglione, che ha inanellato un filotto di sei vittorie consecutive e deve recuperare la sfida con il Colombaro. La Torricella ha gli stessi punti (18) ma una partita in piĂš. Nel girone A di Promozione la squadra da battere è il Verolanuova, mentre nel gruppo B la corazzata è Brixia 2012, che vanta una media di oltre 9 gol a partita e ovviamente veleggia a punteggio pieno.

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Quale via per uscire dalla crisi della politica? Egr. direttore, ho apprezzato molto il suo editoriale del 1° novembre dal titolo “Viva la Sicilia‌ e l’Italiaâ€?. L’analisi della situazione uscita dalle elezioni siciliane e della realtĂ politica del nostro Paese è condivisibile, ma simile a tante altre analisi lette o sentite in questi giorni. Sono le conclusioni del suo ragionamento, invece, che differiscono da quanto generalmente si scrive o si proclama: per uscire da questa crisi della politica non servono partiti nuovi, non servono solo leggi elettorali migliori, non sono sufficienti programmi ben scritti, non è decisivo il ricambio generazionale (anche se necessario), non risolve il problema la ricerca di personalitĂ credibili e competenti alle quali assegnare la guida di amministrazioni e governi. Serve, invece, ciò che Lei auspicava alla fine dell’editoriale: una formazione diffusa delle coscienze quale premessa indispensabile per una “nuova buona politicaâ€?. Tutti si appellano ai cattolici ma solo per carpirne i voti. PersonalitĂ eminenti dell’associazionismo cattolico si agitano per promuovere una “lista civica nazionaleâ€?, ma è questa la strada giusta per ridare credibilitĂ alla politica? Molti auspicano un rimescolamento degli schieramenti ed alcuni si stanno dando da fare per rottamare partiti e crearne altri sotto altre vesti, ma l’obiettivo è solo quello di essere piĂš appetibili verso un elettorato ormai scettico e disilluso. Rimedi immediati e contingenti finalizzati quantomeno a contenere la crisi di credibilitĂ della politica sono senz’altro necessari e auspicabili,

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ma quel che conta veramente è porre le basi per la ricostruzione di una democrazia in grande affanno. La crisi della politica è la conseguenza della crisi di una democrazia rappresentativa in cui i rappresentati hanno dato una delega troppo ampia senza svolgere alcun ruolo di controllo e dove i rappresentanti si sono assegnati privilegi sempre piĂš ampi attraverso sistemi di potere controllabili solo dalla magistratura. La “castaâ€? non si è prodotta solo per una volontĂ perversa della classe politica, ma soprattutto per l’estraniazione degli elettori che hanno lasciato fare alla politica. La democrazia è andata in crisi nel momento in cui sono collassati i partiti popolari che svolgevano un ruolo di partecipazione e di selezione di una classe dirigente sulla quale il controllo era effettuato dalla stessa base. Oggi quasi tutti i partiti sono gestiti a livello personale o familiare, sono privi di una base popolare che realizzi partecipazione e controllo, sono gestiti in modo verticistico per cui il leader decide nascita, vita e morte del partito oltre a chi debba candidarsi alle elezione. Ăˆ indispensabile quindi ricostruire una politica che nasca dal basso, che abbia una base popolare alla quale debba rispondere e dalla quale cogliere bisogni e aspettative. Ma chi la ricostruisce questa nuova politica democratica? La possiamo attendere dagli attuali vertici della politica? Oppure deve sorgere da una rinascita democratica popolare? L’educazione delle coscienze ad un nuovo senso civico e piĂš in generale ai valori che stanno alla base della nostra Costituzione è la condizione indispensabile perchĂŠ si possa sperare in una rigenerazione della

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politica. A chi spetta questo compito? A tutti: famiglie, scuola, enti sportivi‌ e alle comunitĂ cristiane. Queste hanno un dovere in piĂš, in questo senso, perchĂŠ hanno anche il Vangelo e la Dottrina Sociale che le investono di un ruolo educativo indirizzato alla costruzione del bene di tutti, alla giustizia, alla pace, all’accoglienza di tutti i fratelli, alla salvaguardia del creato, al sostegno degli ultimi‌ E per realizzare una societĂ improntata a questi valori è necessario promuovere una “buona politicaâ€? e da questo compito nessun cristiano dovrebbe sentirsi esente. Soprattutto in questa fase sarebbe un grave peccato collettivo di omissione se le comunitĂ cristiane non si assumessero questo compito di evangelizzazione finalizzata alla promozione umana attraverso la formazione e l’impegno dei cristiani adulti, saldi nella fede e capaci di contribuire con idee e con azioni concrete alla costruzione di una societĂ civile piĂš solidale e di una politica non finalizzata al potere, ma al servizio del Paese. Dante Mantovani

“Voceâ€? mi stupisce sempre Egr. direttore, mi stupisce sempre il settimanale “La Voce del Popoloâ€?. Il caro Onger che non esita a denunciare le iniquitĂ con sapienza, dono concesso ormai a pochi. Belle anche le riflessioni sul Vangelo. Interessanti e coinvolgenti gli articoli di informazione. Ringrazio questo giornale che entrando nelle nostre case ci porta a conoscere la vita di molte parrocchie. Dio vi benedica. Enza Pasquali

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

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