La Voce del Popolo 2012 43

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Vedo e ammiro associazioni e persone impegnate per alleviare i problemi del prossimo, nei Paesi in via di sviluppo o per gli stranieri che arrivano in Italia con tutti i mezzi e in tutti i modi. C’è chi sostiene, oggi soprattutto, con la crisi economica che abbiamo addosso, che sarebbe il caso di pensare ai poveri di casa nostra, a chi perde il lavoro o la casa, ai pensionati che non ce la fanno piĂš e l’elenco sarebbe lungo. La scelta, questo o quello, l’uno o l’altro, non si pone. Soprattutto non si pone la contrapposizione, quando si tratta di persone. Non ci può essere chi viene prima o chi viene dopo, chi ha piĂš diritti e chi ne ha meno, anche se purtroppo molte volte inciampiamo nello scordare questo sacrosanto diritto dell’uguaglianza, diritto sovrano, che ci vede fratelli di fronte allo stesso Dio. L’egoismo, quasi naturale (non è una attenuante), forse figlio dell’istinto primordiale della sopravvivenza, ci può spingere ad essere cosĂŹ. Invece la vera bellezza, il vero trionfo della civiltà è proprio quando riusciamo ad aiutare gli altri senza distinzione, non solo perchĂŠ abbiamo il tempo e la possibilitĂ economica per farlo, ma per convinzione.

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͚͘ Ž ˆƒ––‘ Seminario diocesano: i buoni frutti dell’albero

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ÍšÍ&#x; ……Ž‡•‹ƒ La beatificazione di suor Maria Troncatti

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Â?‡”‹…ƒÂ? •–›Ž‡ Chi l’ha visto avrĂ fatto le sue valutazioni e – se andrĂ a votare il 25 novembre – esprimerĂ di conseguenza le sue scelte. Chi non l’ha visto, comunque la pensi politicamente, ha perso un’occasione per assistere a un confronto (quasi) alla pari fra i cinque contendenti in campo, con tanto di regole del dialogo e rispetto dei turni di parola, merce sempre piĂš rara nei chiassosi talk show televisivi politici. Al di lĂ dei contenuti politici, il dibattito fra Pierluigi Bersani, Laura Puppato, Matteo Renzi, Bruno Tabacci e Nichi Vendola, candidati alle primarie del centro-sinistra svolto nell’inedita arena del Teatro della Luna di Milano, mandato in onda il 12 novembre da Sky, è stato un

evento mediatico. L’appuntamento era stato preceduto da un’ampia attivitĂ di grancassa sulla carta stampata e sulle testate online, che annunciavano tempi e modalitĂ del confronto dedicando particolare attenzione ai contenuti e alle strategie che ciascuno dei candidati avrebbe esibito per conquistare il favore del pubblico e, quindi, degli elettori intenzionati a recarsi alle urne delle primarie del 25 novembre. Con una scelta d’immagini e di effetti graďŹ ci fuori dagli schemi, non troppo felice negli esiti, il sito del Partito democratico annunciava l’incontro fra “I Fantastici 5â€? mostrando Renzi, Bersani, Puppato e Vendola nei panni dei “Fantastici 4â€? – rispettivamente l’Uomo Torcia, la Cosa, la Donna Invisibile e Mister Fantastic, noti personaggi dei fumetti – piĂš Tabacci, il quinto protagonista, nelle vesti di Silver Surfer. La trovata non ha mancato di suscitare il fastidio degli stessi protagonisti e, soprattutto, l’ironia del popolo della Rete. Al di

lĂ di questo, il confronto ha avuto luogo e si è dipanato per oltre due ore, non senza qualche trovata spettacolare. La diretta della serata si è aperta con una presentazione stile “X Factorâ€?: voce fuori campo e sintetica biograďŹ a dei protagonisti che, partendo da una sorta di podio, man mano che venivano chiamati si avvicinavano al loro leggio trasparente, dietro cui sono rimasti in piedi, uno di ďŹ anco all’altro, per tutta la durata del dibattito. Una domanda a turno per ciascuno, con un cronometro bene in vista a scandire il passare dei secondi, per garantire l’equivalenza del tempo a disposizione: un minuto e mezzo per ogni risposta. Pur accomunati dalla posizione in studio, i cinque hanno interpretato il ruolo ciascuno a modo suo. Tabacci compassato e controllato, Puppato a tratti visibilmente emozionata, Renzi istrionico secondo il suo costume, Vendola ricercato nel parlare, Bersani pragmatico e poco incline ai

sorrisi di circostanza. Nel complesso il tono è stato moderato e civile (ma non è mancata qualche scintilla fra Renzi e Vendola, i due contendenti piĂš frizzanti, con Bersani che invitava ripetutamente all’unitĂ ). Gli strali contro i bersagli comuni – il ministro Elsa Fornero e l’ad Fiat Marchionne – hanno messo tutti d’accordo. Il ďŹ nale, come d’uso nei dibattiti all’americana, ha lasciato spazio per l’appello al voto di ciascun candidato. Il giorno dopo, sempre in stile Usa, su tutti i quotidiani oltre al resoconto della serata sono comparse le inevitabili pagelle di commentatori ed esperti, insieme ai sondaggi realizzati durante e subito dopo la trasmissione su chi avesse fatto maggiore presa agli occhi del pubblico. Le statistiche sono a disposizione e – nonostante tutto – ciascuno le legge come piĂš gli fa comodo. Peccato soltanto che l’idea del confronto non sia venuta alla Rai, televisione istituzionalmente vincolata al servizio pubblico.

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͙͜ ’‘”– Calcio. Un Brescia. in salute attende il Sassuolo


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Una giornata perchĂŠ le parrocchie e tutte le comunitĂ della diocesi preghino e manifestino, anche con gesti concreti, la propria vicinanza al Seminario. Questo è il senso dell’appuntamento che la diocesi vivrĂ il prossimo 25 novembre. Come viene recepito dalle parrocchie questo invito? La domanda è stata posta a don Gigi Guerini, parroco di Passirano (comunitĂ che “vantaâ€? un seminarista) e Monterotondo. “La giornata del Seminario – è

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la risposta del sacerdote – invita le parrocchie a riflettere sulla vocazione in senso piĂš ampio, alla vocazione battesimale a realizzarsi nella vita. Quando poi si parla di Seminario, evidentemente la vocazione è univoca ed è quella al sacerdozio. Nella nostra preghiera, però, non dobbiamo dimenticare le altre vocazioni, a partire da quella alla santitĂ che è di tutti i battezzatiâ€?. Basta la preghiera, pure importante, di una sola domenica? Le parrocchie tre le incombenze

della quotidianitĂ , riescono a pregare assiduamente per il Seminario? “Quella per le vocazioni deve essere una preoccupazione costante di ogni parrocchia – afferma don Gigi Guerini – . Oggi innanzitutto bisogna dire che non c’è un clima generale favorevole. Le famiglie fanno fatca a comprendere scelte cosĂŹ forti, per questo è importante che una comunitĂ , oltre a pregare, capisca le vocazioni di ciascuno, nel servizio alla parrocchia e alla comunitĂ â€?.

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l 25 novembre prossimo la diocesi celebra la Giornata del Seminario. Il rettore, mons. Carlo Bresciani, rivolgerĂ alla Chiesa bresciana il suo pensiero nel corso della Santa Messa celebrata nella parrocchiale di Ospitaletto alle 18 di sabato 24 e trasmessa in diretta dalle diverse televisioni locali. “Voceâ€? ha scelto parlare del Seminario come albero che, nonostante tante difficoltĂ , continua a produrre buoni frutti che “alimentanoâ€? la Chiesa intera. Un “frutto buonoâ€? è mons. Vincenzo Zani che il 9 novembre scorso Benedetto XVI ha nominato nuovo segretario della Congregazione per l’educazione cattolica e arcivescovo di Volturno. Una nomina che è motivo di orgoglio per la Chiesa bresciana e che, com’è ovvio, ha emozionato mons. Zani. “Nutro sincera gratitudine – afferma – nei confronti di Benedetto XVI, che ho conosciuto quando, da prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, partecipava alle assemblee plenarie del nostro Dicastero, per la fiducia che ripone nella mia persona chiamandomi a questo ufficio di collaborazione piĂš diretta con il suo ministero apostolico. C’è poi un secondo sentimento che è suscitato dalla coincidenza della mia nomina con l’Anno della fede, da poco iniziato. Il tempo che ho giĂ vissuto nelle strutture della Santa Sede mi ha insegnato che occorre sempre agire secondo uno spirito di fede per poter immettere nei dinamismi organizzativi e burocratici un’anima e l’amore vero per la Chiesaâ€?. Mons. Vincenzo Zani è legato al Seminario da tanti anni di insegnamento. Parte proprio da

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cerdotali. In esso si ricorda che tutti i membri della comunitĂ cristiana hanno la responsabilitĂ della cura per le vocazioni sacerdotali. Poi si aggiunge che i soggetti piĂš adatti all’azione vocazionale sono gli stessi giovani che si preparano al sacerdozio con la testimonianza della loro vita in Seminario. Non va dimenticata, poi, l’efficacia vocazionale della diretta testimonianza dei sacerdoti convinti ed entusiasti della propria vocazione. Perciò, in una diocesi il Seminario è un po’ come il cuore pulsante, è un’esperienza originale della vita della Chiesa e per questo è uno dei luoghi piĂš importanti da amare, sostenere e per il quale pregareâ€? La Chiesa italiana, con gli “Orientamenti pastorali per il 20102020â€? ha assunto l’emergenza educativa come sfida. Quale contributo può arrivare dai Seminari? In una cultura come la nostra, che troppo spesso fa del relativismo il proprio credo, viene a mancare la luce della veritĂ , anzi si considera pericoloso parlare di veritĂ e si finisce per dubitare della bontĂ della vita e della validitĂ dei rapporti e degli impegni che costituiscono la vita. In tale contesto, coloro che hanno responsabilitĂ educative anche nei Seminari, ed i seminari stessi, possono diventare seri laboratori di speranza per il futuro; infatti un progetto educativo fondato sulla Parola di Dio e sulla proposta di valori veri (come base per la formazione umana, spirituale, intellettuale e pastorale) è indispensabile per uscire dal rischio della sfiducia e dello scoraggiamento degli educatori e per ri-

spondere al desiderio di libertĂ e di felicitĂ dei giovaniâ€? Cosa ha significato, e cosa continua a significare per lei, che oggi è vescovo, la chiamata al sacerdozio, l’essere prete? Nei miei 37 anni di vita sacerdotale ho sempre cercato di ricordare i primi momenti nei quali ho avvertitola chiamata a seguire il Signore nel sa-

cerdozio. Tutto questo continua ad accompagnarmi come il filo rosso che tiene unito ogni cosa. Quanto piĂš un prete e, a maggior ragione, un vescovo focalizza la propria identitĂ di figlio di un Padre amoroso, tanto piĂš riesce a trasmettere agli altri la sostanza di questa relazione di amore, anche nelle responsabilitĂ a lui affidate.

0RQV (QULFR 7RVL OD JLRLD GL WDQWL DQQL Si commuove ancora quando gli viene chiesto cosa abbia rappresentato per lui il Seminario. D’altra parte come dargli torto? PiĂš di tre decenni (32 anni per l’esattezza) dedicati alla direzione spirituale dei seminaristi sono una parte importante nella vita di mons. Enrico Tosi (nella foto) che il 10 novembre scorso ha festeggiato il suo 90° compleanno (a pag. 14 di questo numero la cronoca della festa a Villa Luzzago di Ponte di

legno, ndr.). Anche mons. Tosi, don Enrico per i tanti seminaristi che ha avuto modo di accompagnare (“otto sono diventati vescovi – afferma – ma tutti sono bravi sacerdotiâ€?), è un altro “frutto belloâ€? del Seminario diocesano. Istituzione che ancora oggi, anche se sono passati 16 anni da quando ne ha lasciato la direzione spirituale, gli è rimasta nel cuore e per la quale prega incessantemente. “Il Seminario – ricorda mons. Tosi – è

stato il motivo della mia vita sacerdotale. Devo moltissimo al Seminario che mi ha educato e mi ha formato. Sono grato a tutti quei chierici che ho incontrato in Seminario perchĂŠ mi hanno aiutato nel mio essere preteâ€?. L’imminente celebrazione della Giornata diocesana del Seminario riporta in primo piano il tema della preghiera e della vicinanza che ogni parrocchia dovrebbe avere nei confronti della “scuolaâ€? dei sacerdoti.


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Tra i tanti frutti che il Seminario nel silenzio produce, c’è anche quello della formazione permanente dei sacerdoti. A questo capitolo deve essere ascritto l’incontro del 12 novembre tenuto in via Razziche (nella foto). Un appuntamente che la comunitĂ del Seminario ha voluto dedicare all’Anno della fede da poco iniziato. La lezione proposta da Xenio Toscani, segretario generale dell’Istituto Paolo VI e docente di storia

dell’Università cattolica, ha consentito ai sacerdoti presenti all’incontro di leggere le ragioni che hanno indotto Benedetto XVI a indire l’Anno inizato l’11 ottobre scorso, alla luce delle motivazioni che spinsero Paolo VI a proclamare un anno analogo nel 1967. Nella ricostruzione proposta da Xenio Toscani un quadro politico, culturale, sociale ed economico che ebbe pesanti conseguenze anche all’interno della Chiesa. Molte le tematiche,

le critiche e le sollecitazioni che da tutto il mondo vennero sottoposte all’attenzione di Paolo VI, tanto da indurlo a ritenere che l’integrità e l’originalità della fede fossero pesantemente messe in discussione. Di qui la decisione di indire un Anno della fede che Paolo VI concluse il 30 giugno 1968 con la proclamazione, in piazza San Pietro a Roma, del Credo del Popolo di Dio che ha dato il titolo alla relazione di Toscani.

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L GL GLUH]LRQH VSLULWXDOH “Purtroppo – afferma ancora mons. Tosi – mi sembra di constatare che la crisi delle vocazioni, la riduzione del numero dei sacerdoti abbia ďŹ nito con l’incidere sull’attenzione che le parrocchie dedicano al Seminario. Invece dovrebbe avvenire proprio il contrario. Oggi piĂš che mai servirebbe la preghiera delle parrocchie perchĂŠ il Signore doni nuove vocazioni. Mi auguro che la giornata del 25 novembre serva

proprio a questo e si torni a pregare intensamente per il Seminario e per nuove vocazioniâ€?. Una preghiera che deve essere piĂš forte delle tante difďŹ coltĂ del presente con cui il Seminario deve misurarsi. Questo, però, per l’ex direttore spirituale che ha accompagnato tanti giovani nel loro cammino verso il sacerdozio, non è un problema eccessivo. “Il Seminario – afferma al proposito – ha sempre saputo confrontarsi con

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della direzione spirituale. “Il Seminario – è il suo ricordo – ha sempre dato grande spazio alla dimensione della direzione spirituale, considerandola parte integrante del percorso di formazione verso il sacerdozio. Uno spazio che, per quella che è la mia esperienza, è stato sempre apprezzato dai seminaristi, dagli insegnanti e dal rettore anche grazie al servizio di tanti santi preti (ricorda al proposito, non senza commozio-

ne, la ďŹ gura di mons. Luigi Bracchi improvvisamente scomparso nelle scorse settimane, ndr.)â€?. Una dimensione che tanti giovani, anche dopo l’ordinazione sacerdotale, hanno continuato a coltivare come mons. Tosi non manca di sottolineare. Un frutto, anche questo, di tanti anni di lavoro, di servizio umile e silenzioso a quel Seminario che la Chiesa bresciana si appresta a celebrare domenica 25 novembre.


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Si chiama ‘L’Europa sono anch’io’ ed è il progetto di raccolta di un milione di firme in sette nazioni europee per far sĂŹ che l’Europa e i loro Paesi ratifichino la Convenzione dell’Onu sui diritti dei migranti. A lanciare l’idea, durante il Social Forum 10+10 di Firenze, è stato Pietro Soldini, responsabile immigrazione della Cgil. A promuovere i primi passi dell’iniziativa sarĂ il comitato promotore della raccolta firme ‘L’Italia sono

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anch’io’. â€œĂˆ un progetto molto difficile – ha commentato Soldini – ma possibile visto che l’Europa nel 2005 ha ratificato la Convenzione sui diritti dei disabili. L’immigrazione non può essere piĂš un tema di conflitto fra chi accoglie e chi cede, ma sempre di piĂš un tema che riguarda in modo omogeneo tutti i Paesiâ€?. Per diffondere a livello europeo il progetto verranno utilizzate in tutta Europa associazioni laiche e cattoliche, sindacati

e reti internazionali, una delle quali “sarĂ sicuramente Solidar, presente in 23 Paesiâ€?. Il progetto è ancora in fase embrionale, spiegano i responsabili, ma l’obiettivo potrebbe essere quello di “presentare il progetto concreto al World Social Forum in Tunisia che si terrĂ a marzoâ€?. “Questa idea – ha detto Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci – nasce dall’intento di allargare il successo della campagna ‘L’Italia sono anch’io’ in tutta Europaâ€?.

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uando 13 anni fa le fu assegnato l’incarico di procuratore al Tribunale penale internazionale per il Ruanda furono in molti a sconsigliarle di accettare. Era un lavoro difficile, si trattava di abbandonare il proprio Paese e recarsi in una realtĂ sconosciuta, di lasciare le routine lavorative quotidiane e affrontare nuovi scenari. Lei invece decise di accettare senza pensarci due volte. CosĂŹ la sua vita è cambiata. In meglio. Silvana Arbia, attualmente cancelliere della Corte penale internazionale dell’Aia, ha raccontato i suoi nove anni in Africa durante un incontro promosso in cittĂ dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura e dai Padri filippini della Pace. Dal 1999 al 2008 la Arbia ha rappresentato l’accusa durante il processo al termine del quale il Tribunale internazionale per il Ruanda ha emanato la prima sentenza sul genocidio come crimine internazionale. Nove anni di indagini, incontri, dialoghi, ascolto di testimonianze, conoscenza di mondi nuovi. Il tutto per far emergere spaventose violenze di massa, che in molti volevano dimenticare. â€œĂˆ stata un’esperienza non facile, ma che auguro a tutti coloro che possono esercitare competenze nel campo penaleâ€?, ha osservato la Arbia, ricordando come l’aspetto piĂš difficile sia stato il coinvolgimento concreto dei testimoni: “Soltanto grazie ai loro rac-

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conti abbiamo potuto riscostruire i fatti. La maggior parte di coloro che ho interrogato erano sconvolti; sopravvissuti alle violenze, avevano riportato traumi profondi, irreversibili. La loro sofferenza era qualcosa di pe-

noso anche per chi li stava interrogandoâ€?. Durante il suo intervento Silvana Arbia ha ricostruito i primi 10 anni di vita degli organismi di giustizia penale internazionale. “Una giustizia – ha raccontato – che si è evoluta rapidamente, grazie agli Stati aderenti che hanno ceduto un po’ del loro potere punitivo. Oggi sotto esame della Corte ci sono episodi accaduti in Uganda, Repubblica democratica del Congo, Repubblica centrafricana, Kenya, Sudan, Libia e Costa d’Avorio. Per il corretto operato della Corte è fondamentale la cooperazione degli Stati, senza la quale difficilmente si posso-

no ottenere risultati concretiâ€?. Dopo nove anni in Africa, dal 2008 la Arbini è diventata “registrarâ€? (ossia cancelliere) della Corte penale internazionale. In questa veste è attualmente impegnata a sostenere le attivitĂ investigative e giudiziarie relative ai casi che la Corte sta trattando: “Una delle principali criticità è la protezione di queste persone. Al momento soltanto 10 Stati hanno sottoscritto accordi per proteggere testimoni e vittime. Un numero davvero ridotto rispetto ai 121 che invece hanno riconosciuto la Corteâ€?. Su questo campo, quindi, c’è ancora tanta strada da fare.

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0RQV 0RQDUL H L ILGHL GRQXP Il vescovo Luciano Monari è rientrato dall’Uruguay dove, a Paloma Locha, nella regione del Maldonado a nord della capitale Montevideo, ha incontrato i sacerdoti ďŹ dei donum bresciabi che operano in America Latina (nella foto). “Si è trattato di un incontro forte e vibrante – afferma don Carlo Tartari, vicedirettore dell’UfďŹ cio per le missioni, raggiunto da “Voceâ€? in una delle tappe del viaggio che lo sta portando ad incontrare

tutti i missionari presenti nel continente sudamericano –, a cui hanno partecipato anche i vescovi Carlo Verzeletti e Lorenzo Voltolini, una riunione nel corso della quale il Vescovo si è posto in ascolto e accoglienza delle riessioni e richieste dei preti bresciani impegnati in queste terreâ€?. Mons. Monari ha voluto esprimere parole di gratitudine ai ďŹ dei donum (“parte dell’identitĂ di Chiesa brescianaâ€? li ha deďŹ niti) perchĂŠ segno

della generositĂ della diocesi che nel corso del tempo ha donato preti per il servizio ad altre diocesi piĂš bisognose. L’ attenzione del Vescovo, come conferma ancora don Tartari, si è poi rivolta alle oggettive difďŹ coltĂ che anche la Chiesa bresciana vive in relazione a nuove partenze per un servizio ad altre Chiese. Mons. Monari ha poi esortato i ďŹ dei donum a essere di esempio nel comunicare ciò che vivono, le idee, le proposte.


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Torna sabato 24 novembre la 16ÂŞ edizione della “Giornata nazionale della Colletta alimentareâ€?, promossa dalla Fondazione “Banco alimentareâ€?. Durante la giornata, presso una fittissima rete di supermercati aderenti su tutto il territorio nazionale, si potrĂ donare parte della propria spesa per rispondere al bisogno di quanti vivono nella povertĂ . Lo scorso anno sono state raccolte 9.600 tonnellate di cibo.

Sono bastati pochi giorni di precipitazioni per creare situazioni gravi che denunciano lo stato di totale abbandono in cui versa gran parte del territorio italiano. Toscana e Umbria sono le zone piĂš colpite dalle alluvioni che hanno causato nel Grossetanp (nella foto) quattro vittime. I danni maggiori tra Massa e Carrara e in provincia di Grosseto dove le precipitazioni hanno causato l’esondazione di ďŹ umi minori, con incidenti e danni che hanno causato morte e distruzione.

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partiti si stanno attrezzando per un anno elettorale intenso come sarĂ il 2013. Tre i fronti su cui molti bresciani saranno chiamati a pronunciarsi. Alle elezioni politiche e a quelle amministrative (che interesseranno molti Comuni, Brescia in testa) si sono aggiunte anche le Regionali, fissate per il 10 e 11 febbraio. Insomma, nel breve volgere di qualche mese, gli elettori saranno chiamati a ridisegnare gli assetti delle piĂš importanti istituzioni: parlamento, governo nazionale e regionale e amministrazioni locali. Una prova del fuoco per la politica, messa in stand by dal governo tecnico guidato da Mario Monti e costretta all’angolo dal sempre piĂš ampio sentimento di antipolitica che sta attraversando il Paese. Per molti un vero e proprio salto nel buio a cui i partiti stanno avvicinandosi con passo scomposto, presi come sono a giocare da una parte una partita fatta di tatticismi, di equilibri e strategie, com’è quella della riforma della legge elettorale, e dall’altra a cercare di ricucire quello strappo con il Paese, prima che lo stesso diventi irrimediabile. Il centro-sinistra è impegnato con le

primarie del 25 novembre (con eventuale ballottaggio una settimana piĂš tardi); strada analoga sembra averla imboccatata anche il Pdl, che a sua volta ha sposato il modello americano per individuare il prossimo candidato alla presidenza del Consiglio, a meno che Silvio Berlusconi non ci ripensi e si presenti per la quinta volta al giudizio degli elettori. In questo scenario nazionale c’è spazio anche per l’Italia dei valori di Di Pietro alle prese con una crisi interna senza precedenti che rischia addirittura di mettere in forse la sopravvivenza del movimento lanciato dall’ex pm di “Mani puliteâ€?, per l’Udc di Pierferdinando Casini che sta valutando alleanze e prospettive continuando, nel frattempo, a sventolare la bandiera del “Monti bisâ€? che non piace nĂŠ a destra, nĂŠ a sinistra. Spa-

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zio anche per la Lega alla riconquista di un po’ di quella credibillitĂ perduta nei mesi scorsi. Un quadro nazionale che, vista l’accelerata delle ultime settimane con le vicende giudiziarie che hanno travolto prima la Regione Lazio e poi la Lombardia, non può non avere ripercussioni anche sui giochi per la conquista dei futuri governi regionali. Scendendo dalla Regione ai Comunii il quadro si fa piĂš complicato, almeno a Brescia. Il Pd continua a confermare la convergenza su Emilio Del Bono candidato alla corsa per Palazzo Loggia, senza la necessitĂ di ricorrere alle primarie. Una scelta accettata. anche tra i democratici, con un sorriso di facciata a denti stretti e parecchio criticata in sede di dibattito interno. Il sindaco Paroli, nel frattempo, naviga verso la fine del suo mandato e si sta giĂ attrezzando per la corsa verso una eventuale riconferma, in cui si augura di poter contare su tutti i “pezziâ€? che l’hanno portato in Loggia nel 2008. Auspici, che hanno un certo fondamento, ma che attendono di trasformarsi in conferme, con il sĂŹ anche della Lega, particolarmente attendista in un mosaico a cui mancano ancora tante tessere.

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1893-2013 VOCE COMPIE 120 ANNI

LA VOCE è quella giusta

Campagna promozionale

Regala la Voce a un amico L’anno prossimo Voce festeggerà i 120 anni di vita. In occasione della giornata diocesana dedicata al settimanale, aiutaci a farlo conoscere segnalandoci l’indirizzo di persone che potrebbero essere interessate a leggerlo: glielo invieremo per due mesi gratuitamente. Puoi farlo compilando e inviandoci il coupon qui riprodotto...

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Domenica 18 novembre alle 18, presso SpazioAref in piazza Loggia 11/f, Filippo Perocco incontrerĂ il pubblico di Aref in musica. Il musicista veneto, considerato dalla critica uno dei piĂš interessanti giovani compositori italiani, parlerĂ della propria attivitĂ compositiva con particolare riferimento alla fondazione dell’ensemble “L’arsenaleâ€?, gruppo dedicato alla divulgazione ed all’esecuzione della musica contemporanea, che in brevissimo tempo si è

Prosegue, dopo il successo delle prime due edizioni, Academy, la serie di incontri-lezioni sui temi di geografia, geopolitica, geoclima, geoeconomia etc. per dipendenti e titolari di agenzie di viaggio. Il progetto di formazione promosso da Abivt, l’associazione delle agenzie di viaggio bresciane aderente a Confesercenti, presenta un’importante novitĂ : la formula “Day & Nightâ€?, tre appuntamenti che si terranno dalle 20 in poi, in modo che vi potranno partecipare

distinto come uno degli ensemble piĂš autorevoli e significativi del panorama musicale italiano. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili, è consigliata la prenotazione. Ăˆ possibile riservare i posti inviando un’e-mail a info@aref-brescia.it o telefonando al numero 030.3752369 (è possibile lasciare un messaggio in segreteria telefonica). Maggiori informazioni sul musicista veneto e sulla sua attivitĂ sono disponibili sul sito www.filippoperocco.com.

anche clienti invitati dalle agenzie iscritte ed altre persone interessate. Il corso verrà tenuto da esperti funzionari dei tour operator che gli interventi sulle destinazioni, ed è gratuito per le agenzie aderenti ad Abivt. Le lezioni avranno un massimo di 30 partecipanti e potranno essere frequentate anche da giovani laureati o in possesso di Master Turismo. Al termine verrà rilasciato un attestato di frequenza.

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La guerra calda di Barack Obama Mai dire mai. Fino a qualche settimana fa era impensabile che Angelino Alfano potesse tener testa al signor B, invece l’ha fatto. E alla grande. PerchĂŠ ha detto: “Io sono per andare avanti sulle primarie. In ogni caso, o si prende una decisione oggi, qualunque essa sia, oppure saremo dei barzellettieri (ha parlato della corda e io non ci sto)â€?. Poi ha rincarato la dose: “Io raccolgo la sďŹ da delle primarie, altrimenti qual è l’alternativa? Forse inseguire qualche gelataio o ex presidente di ConďŹ ndustria, che nei sondaggi va peggio di noi?â€?. E tutto questo davanti al signor B che deve esserci rimasto male. Senza barzellette e gelatai dove può mai andare? Non so come andrĂ a ďŹ nire. In ogni caso Alfano ha vissuto il suo giorno da leone. In bocca al lupo (senza sottintesi). ChissĂ quando Casini avrĂ il coraggio di guardarsi allo specchio e dirsi: “Sono anni che vado in centro e torno sempre senza aver fatto la spesa!â€? e cambierĂ musica. Un altro da tenere d’occhio è il riconfermato presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Tutti lo davano (chi piĂš chi meno) sconďŹ tto, invece ha vinto anche se ha lasciato per strada molti voti

rispetto a quattro anni fa. Non si può avere tutto nella vita. Siccome non si vive senza slogan, tutti hanno estrapolato dal suo primo discorso da rieletto l’affermazione “il meglio deve ancora venireâ€? e gliel’hanno stampato in fronte. Non si può dire che il sogno di un altro Obama sia ďŹ nito, ma le contraddizioni sono troppe per mantenere alto il livello della tensione. Nel discorso della vittoria ho trovato qualcosa di troppo sul piano militaresco: ha esaltato “i soldati che tornano

ad arruolarsi, anche dopo aver subĂŹto amputazioniâ€? e ďŹ n qui il problema è tutto nella testa di quei soldati; poi ha parlato di una “capacitĂ militare forteâ€?, però ha subito aggiunto che “questo non ci rende piĂš fortiâ€?; inďŹ ne ha detto: “Vogliamo dare ai nostri ďŹ gli un Paese rispettato nel mondo con le migliori truppe militari che il mondo abbia mai conosciutoâ€?. C’è molto del giovane bistrattato Bush in questa affermazione. Di fatto gli Stati Uniti combattono una guerra che dura ormai da

una decina di anni, a partire dal quel terribile 11 settembre 2001. Nel gennaio del 2009 nel discorso di insediamento Obama disse: “L’America dovrĂ svolgere un suo ruolo nell’accogliere una nuova era di paceâ€?. E aggiunse: “Inizieremo a lasciare responsabilmente l’Iraq al suo popolo, e a forgiare una pace pagata a caro prezzo in Afghanistan. (...) lavoreremo senza sosta per diminuire la minaccia nucleare, e allontanare lo spettro di un pianeta surriscaldatoâ€?. Nel corso degli anni quei propositi

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sono stati offuscati da scelte di segno contrario. Infatti Obama ha mantenuto la promessa di lasciare l’Iraq, ma la guerra in Afghanistan continua anche dopo la morte di Bin Laden e, soprattutto, per molti versi la linea seguita è quella di Bush. “La guerra prosegue: ma in maniera subdola, violenta, e illegale. Ăˆ condotta sulla base di liste di nemici da abbattere, decise alla Casa Bianca in accordo con speciali centri di smistamento e di un uso di aerei senza piloti — droni — cresciuto a dismisura. Ăˆ scatenata contro Paesi cui non viene dichiarata guerra (Pakistan, Yemen, Somalia, in futuro Mali) (...) Ha giĂ fatto 3.500 mortiâ€?. Ma soprattutto è vissuta e proposta come permanente: durerĂ ancora ‘almeno un decennio’, hanno conďŹ dato fonti della Casa Bianca. “Una guerra calda, non fredda: ma che tiene in vita le alleanze e la supremazia Usa che contraddistinse in Occidente la guerra fredda. Ăˆ il conitto armato piĂš lungo nella storia degli Stati Unitiâ€? (Barbara Spinelli, “la Repubblicaâ€?, 7 novembre). La violenza non porta da nessuna parte, come sempre.


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“Il settimo giornoâ€? è la nuova proposta delle Acli ovvero un concorso di racconti brevi su lavoro e professioni nell’etĂ postmoderna. I racconti dovranno pervenire entro il 31 gennaio 2013. Ogni racconto dovrĂ avere una lunghezza compresa tra le 3000 e le 6500 battute (spazi inclusi). Le opere dovranno essere inviate all’indirizzo email concorso@ ilsettimogiorno.it. La mail dovrĂ indicare anche i dati dell’autore (luogo e data di nascita,

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indirizzo, numero di telefono e, a discrezione, un breve curriculum vitae). Saranno premiati tre racconti prescelti dalla giuria, il cui giudizio è inappellabile. Questi sono i premi: 330 euro al primo classificato, euro 220 al secondo, 110 al terzo. La commissione giudicatrice è composta da Claudio Baroni (presidente), Carla Boroni, Daniela Mena, Nadia Busato, Magda Biglia, Massimo Venturelli, Roberto Rossini. Il coordinamento organizzativo è curato da Roberto

Toninelli. I lavori scelti dalla giuria saranno pubblicati. Per l’assegnazione del premio sarĂ indispensabile la presenza dei vincitori. Per quanto non previsto dal presente bando, varranno le deliberazioni della giuria. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla Segreteria Acli (0302294012) o all’indirizzo email: concorso@ilsettimogiorno. it. Per informazioni, si può consultare il sito internet www.ilsettimogiorno.it.

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l 16 novembre, quando mons. Monari sarĂ a Piamborno per concelebrare nel primo centenario della parrocchiale, saranno accanto a lui il parroco don Rosario Mottinelli, il presbitero collaboratore nativo don Fausto Gheza, 82enne, e forse molti dei sei sacerdoti oriundi e delle sei suore native di qui. Nel 2012 si sono rincorsi ricordi e festeggiamenti. Da menzionare l’illuminazione della facciata, la presentazione della chiesa da parte di don Giuseppe Fusari, direttore del Museo diocesano di Brescia, una giornata nel contesto della manifestazione “Del Bene e del Belloâ€? (visita alla chiesa con l’accompagnamento di guide volontarie) con una mostra di paramenti e oggetti sacri, una serata musicale con i tre cori di Piamborno (Piamborno canta con gioia, Gruppo musica insieme e Schola cantorum), piĂš quello di Cogno, due serate teatrali con la rappresentazione “Per amĂšr e per deusciĂšâ€? (per amore e per devozione) con un testo della maestra Mina Pedretti. I ragazzi della scuola primaria hanno preparato una serie di pannelli disegnati che dovrebbe quanto prima uscire sul giornale della comunitĂ â€œLa Voce di Piambornoâ€?. Parrocchiale a parte, gran parte della vita pastorale ruota intorno all’oratorio: campo di calcio, grandi spazi aggregativi all’aperto, una sufficiente quantitĂ di aule per il catechismo, locali per

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di volontariato sociale della Caritas. Ovviamente ci sono piĂš squadre di calcio, di pallavolo e di calciobalilla. Nel pomeriggio c’è sempre vigilanza da parte di qualche genitore. E infine un gruppo Caritas. Il tutto all’insegna della massima ospitalitĂ : nella struttura c’è posto per tutti, anche per i bambini delle famiglie di extracomunitari presenti in buon numero nel paese. Dopo un primo incarico a Piamborno come curato, don Rosario è tornato, nel 2009, in qualitĂ di parroco, trovando un centro abitato cresciuto di mille abitanti. Globalmente positivo il cammino dell’iniziazione

cristiana con il coinvolgimento dei genitori e i centri di ascolto. Molti i sogni nel cassetto del parroco: iniziare il programma di consolidamento per la chiesa (da qualche anno oggetto di serio monitoraggio, poi c’è la questione della sicurezza sismica); occorrerebbe anche un restyling pittorico; ovviamente si tratta di interventi molto onerosi e ci vorrebbe qualche aiuto, magari anche di privati; occorrerebbe infine un altro sacerdote, giovane, a tempo pieno, soprattutto per la cura dei tanti ragazzi e giovani, ma questo di questi tempi è forse piĂš una chimera che un sogno.

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´/HJD OH FRPXQLWjÂľ VXO FDPSR L’associazione Centro Migranti avvia un servizio di assistenza legale a favore di persone migranti nelle cittĂ di Rovato e di Salò. I due Comuni identificati come area di intervento del progetto “Lega-le ComunitĂ â€? all’1 gennaio 2011 registravano una popolazione straniera residente pari al 21% della popolazione totale a Rovato e al 10,4% a Salò. La principale attivitĂ progettuale prevede l’apertura di due nuovi punti di orientamento

legale a Rovato e Salò da novembre 2012 a novembre 2013. L’obiettivo è di estendere il servizio di assistenza giuridica attraverso l’apertura di due sportelli con funzioni di orientamento, consulenza e accompagnamento e permettendo al contempo agli utenti di risolvere le proprie necessitĂ nelle localitĂ vissute quotidianamente e nei luoghi di appartenenza. In affiancamento all’attivitĂ di consulenza legale si prevede di somministrare agli

utenti che si rivolgeranno presso il servizio, un questionario qualitativo e quantitativo al fine di sviluppare un report che individui quali sono i bisogni e le preoccupazioni. Gli interessati possono contattare lo 0302809976. Il servizio sarà svolto una volta al mese nelle due sedi (il secondo venerdÏ del mese a Rovato e il quarto venerdÏ a Salò). Nel mese di novembre lo sportello sarà aperto 16 mattina a Rovato e il 30 pomeriggio a Salò.

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”ƒ‰‘ ‡ŽŽƒ Â?ƒ •‡”ƒ–ƒ •—ŽŽƒ ˆ‹‰—”ƒ †‹ Â?‘Â?•Ǥ ‘˜ƒ”‡•‡ Una serata per presentare la straordinaria figura di un “apostolo dei malatiâ€? che ha lasciato anche nella nostra diocesi un segno importante, dando il via a realtĂ che continuano la sua opera anche oggi. In vista della beatificazione, che avverrĂ l’11 maggio 2013, venerdĂŹ 16 novembre alle 20.30 presso la pieve di Urago Mella, sarĂ presentata la figura di mons. Luigi Novarese, sacerdote piemontese fondatore della famiglia religiosa dei Silenziosi operai della croce

e del Centro volontari della sofferenza, realtĂ che si occupano dell’accompagnamento pastorale di disabili e malati. Intuizioni queste nate sulla scorta di una profonda spiritualitĂ mariana, coltivata negli anni con l’organizzazione dei pellegrinaggi a Lourdes, con centinaia tra sani e malati a raggiungere la grotta di Massabielle. Ăˆ lĂŹ – oltre che nelle strutture fondate da mons. Novarese come la casa di esercizi spirituali per disabili a Re in Piemonte – dove si creano

quei legami che poi continuano nel tempo e alimentano un rapporto in cui ognuno dĂ e riceve e anche l’ammalato diventa soggetto attivo di spiritualitĂ . L’ereditĂ di mons. Novarese, scomparso nel 1984, è molto viva anche nella nostra provincia, in cui è attivo un comitato locale del Centro volontari della sofferenza ed è presente a Montichiari una casa dei Silenziosi operai della croce. Questi i punti sui quali si articolerĂ la presentazione di venerdĂŹ, che sarĂ introdotta da

sorella Eleonora Cocca. La serata è legata ad un’iniziativa di solidarietĂ messa in campo dall’associazione uraghese “Gente in piazzaâ€?, che proprio al Cvs devolverĂ gli introiti della tradizionale iniziativa “Aspettando il Nataleâ€?. SarĂ inoltre l’occasione per diffondere l’invito alla partecipazione al pellegrinaggio a Roma, organizzato dal Cvs, in occasione della beatificazione di mons. Novarese, le cui iscrizioni resteranno aperte fino al 3 marzo 2013. (f.u.)

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on l’approssimarsi della fine dell’anno, l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia Giorgio Maione, affiancato da Raffaele Bonora e Gabriella Bellini, rispettivamente responsabili dei servizi sociali e del servizio anziani, ha fatto il punto della situazione in ordine agli ingressi e alle liste di attesa per le Rsa comunali e convenzionate. “Nonostante le minori risorse a disposizione – ha detto Maione – siamo riusciti a mantenere, se non a superare, i livelli di assistenza dello scorso anno. Questo grazie sia alla comprensione dei bresciani sia ai nuovi parametri che sono stati adottati per definire le graduatorie di ammissione alle Rsa della Fondazione Brescia Solidale. Tali parametri hanno tenuto conto di una certificazione sanitaria, di una valutazione sociale curata dall’Assistente sociale, con riferimenti alla rete familiare e alla situazione reddituale, nonchĂŠ di una serie di condizioni di fragilitĂ , consentendo gli auspicati sfoltimenti delle listeâ€?. Alcuni numeri aiutano a comprendere meglio la situazione: nel 2011 si sono registrati 138 nuovi

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ste di attesa presso le strutture della Fondazione Brescia Solidale. Analogo discorso può essere fatto per il Sad, servizio di assistenza domiciliare – ha soggiunto Maione – perchĂŠ il problema con qualche difficoltà è durato un mese e poi, grazie agli accordi fatti con le due strutture di riferimento per il Sad e con le famiglie, pur fuori dai parametri di reddito, si è stabilita la tariffa massima di 18.50 euro/ora, la stessa applicata al comuneâ€?. “Spesso le liste risultavano gonfiate – ha completato il quadro Gabriella Bellini – perchĂŠ le famiglie iscrivevano preventivamente i propri anziani presso piĂš di una Rsa, ma ora, se il punteggio è inferiore ad un dato valore, il soggetto non entra nemmeno nelle liste e il medesimo discorso vale per il Sad, in quanto le strutture prendono in carico solo i soggetti segnalati dal Comuneâ€?.

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$QFKH L EUHVFLDQL VL FXUDQR DOO¡HVWHUR" Recentemente una nota trasmissione televisiva ha riproposto le tematiche del “turismo dentaleâ€?, legate a chi si reca nei paesi dell’Est per sottoporsi a cure dentali, attratto dei costi piĂš che competitivi rispetto a quelli praticati in Italia. L’assessore provinciale alla Famiglia Aristide Peli (nella foto) ha ospitato un incontro con Confesercenti Brescia, Giuseppe Iaria, odontoiatra e docente universitario e Claudio Vittoni, presidente del Cio, il Collegio italiano odontotecnici, cui aderiscono quattro associazioni di categoria. Alcune cifre per inquadrare il problema: il 4% degli italiani si è rivolto all’estero per cure odontoiatriche, mentre l’81% dichiara che non è disposto a farlo. “I numeri sono percentualmente esigui – ha detto Aristide Peli – ma costituiscono una realtĂ di cui tenere conto, anche nella nostra provinciaâ€?. “Dobbiamo valorizzare la qualitĂ e la professionalitĂ delle nostre imprese – ha detto per Confesercenti Stefano Boni – e, con la diminuzione in provincia del 20% delle stesse negli ultimi 10 anni, dobbiamo nel contempo registrare un incremento dei gruppi organizzati che si recano all’Estâ€?. Sono in discussione la qualitĂ e la professionalitĂ che si registrano in questi Paesi. “La necessitĂ di curare i pazienti in tempi molto brevi, giorni anzichĂŠ settimane o mesi, come richiesto quasi sempre dai tempi biologici – ha spiegato Giuseppe Iaria – consente di contenere i costi, ma i rigetti non sono infrequenti, vanificando cosĂŹ il lavoro subĂŹto. Le norme igienico-sanitarie cui devono sottostare i dentisti italiani sono fra

le piĂš garantiste in Europa – ha aggiunto Iaria – cosĂŹ come le garanzie del materiali usati per gli impianti, altra componente che incide sui costi. La risposta al problema è la ricerca della qualitĂ a un costo correttoâ€?. “In Italia bisogna introdurre l’obbligo di protocolli che tutelino la tracciabilitĂ e la conformitĂ dei materiali usatiâ€? ha evidenziato Claudio Vittoni. Tutti hanno confermato che bisogna combattere l’abusivismo, cosĂŹ come è indubbio cha la defiscalizzazione delle spese, porterebbe ordine lĂ dove non c’è. (fr.a.)

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‘ŽœƒÂ?‘ ÇŻÂƒÂ–Â–Â‡Â•Âƒ ’‡” ‹Ž •—‘Â?‘ Â†Â‡ÂŽÂŽÇŻÂ‘Â”Â‰ÂƒÂ?‘ ”‡•–ƒ—”ƒ–‘ Nelle prime settimane di settembre, i tecnici della ditta organara Pietro Corna di Casnigo, in provincia di Bergamo, hanno iniziato nella parrocchiale di Folzano (recentemente oggetto di restauro e di interventi strutturali di miglioramento sismico), il paziente lavoro di rimontaggio dell’organo Tonoli. L’organo tornerĂ a suonare in tutta la sua forza e armonia per le feste di ďŹ ne anno. Per quel momento si stanno organizzando almeno due momenti

celebrativi di particolare rilevanza musicale e artistica: un concerto di inaugurazione con l’organista Marco Ruggeri di Cremona, in programma per la sera di domenica 30 dicembre, che prevede anche la presentazione dell’organo e dell’intervento di restauro; un altro concerto tutto dedicato allo strumento con l’organista Ivan Ronda di Borgo San Giacomo il giorno dell’Epifania. Dopo la fase di restauro di ogni parte dello strumento, compiuta presso il

laboratorio, tutti i pezzi sono stati riportati a Folzano per procedere all’assemblaggio. L’organo di Folzano fu voluto dal parroco don Luigi Raimondo Minelli (a Folzano dal 1858 al 1867) e costò 1800 lire piĂš il materiale di scarto dell’organo vecchio. Lo strumento fu costruito interamente da Tonoli. L’organo precedente si può far risalire all’epoca del complesso cassacantoria, posteriore all’ediďŹ cazione della chiesa e ascrivibile alla seconda metĂ del Settecento.

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n quadro “stupefacenteâ€?. Ăˆ quello che scaturisce dalla ricerca “Generazione stupefacente. GioventĂš protagonista della societĂ â€? rivolta al mondo dei giovani di etĂ compresa tra 15 e 34 anni, che l’Assessorato alle politiche giovanili della Provincia di Brescia guidato da Fabio Mandelli ha commissionato a Michele Brunelli dell’UniversitĂ degli Studi di Bergamo e a Silvana Poloni dell’UniversitĂ cattolica. Il progetto è articolato in diverse azioni che comprendono l’analisi dei sequestri di sostanze nella provincia, indagini campionarie per dare un quadro di sfondo, approfondimenti con interviste qualitative per comprendere le dinamiche, i fattori e le traiettorie che possono portare al consumo e/o all’abuso e azione di educazione, a cavallo tra ricerca e intervento di prevenzione. Per la parte scolastica relativa ai 15-19enni lo studio è partito con la distribuzione di 1.200 questionari nelle classi di 16 istituti. Le risposte, sulla base dei “comportamenti a rischioâ€?, rivelano stili di vita allarmanti. Il 56,3% (+ il 19,7 di “non soâ€?) propende ad ubriacarsi, il 14,8 (+ 22,2) a guidare dopo aver assunto alcool, il 7,4 (+ 15,3) ad assumere farmaci per migliorare le proprie prestazioni lavorative e sportive, il 14 (+13,3) a fare uso di droghe e il 28,4 (+ 15,8) a farsi uno spinello o una canna. Un buon numero di intervistati ritiene facile procurarsi qualsiasi tipo di sostanza stupefacente (marijuana, hashish o cannabis, anfetamine, cocaina, ecstasy, lsd, crack ed eroina) e di poterla consumare, per curiositĂ (17,1%) e per il desiderio di “sballareâ€? (6,4), in qualsiasi luogo. L’indagine relativa al secondo campione, quello di etĂ compresa tra i 20 e i 34 anni, ha coinvolto 400 persone e si è basata sui comportamenti “deviantiâ€?: non pagare il biglietto sui mezzi pubblici (28,1%), compiere furti nei negozi (7,3) e utilizzare materiale pirata (65,6) e sulle dipendenze: il 57,7% è propenso ad

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ubriacarsi, il 31,1 a fumare uno spinello e il 18,7 (+ il 14,4 di “non soâ€?) a fare uso di qualche droga. Nel Bresciano le sostanze stupefacenti scorrono a fiumi, se è vero che solo tra il 2007 e il

2011 ne sono state sequestrate alcune tonnellate. Ci sono antidoti a questi comportamenti? La ricerca indica come atteggiamenti positivi una solida famiglia alle spalle, carriere scolasti-

che piuttosto soddisfacenti e lineari, una compagnia di amici stabile sul territorio e un atteggiamento propositivo nei confronti della vita. Rischi minori si corrono quando i giovani non soffrono eccessivamente la noia, ma sanno inventarsi il divertimento, impegnandosi in attivitĂ , facendo sport, coltivando le proprie passioni e adoperandosi nel volontariato. Un invito ai giovani ad essere ‘stupefacenti’, in grado quindi di ‘provocare stupore’, solo in quanto protagonisti della societĂ .

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Urago Mella; nel frattempo don Jordan Coraglia continua la sua presenza al servizio della pastorale giovanile della zona, occupandosi direttamente anche dell’oratorio della Torricella. La palla ora, soprattutto in questo momento di passaggio, passa ai laici che sono chiamati a essere protagonisti e responsabili di un’evoluzione positiva dell’intera comunitĂ parrocchiale. Del resto è troppo recente lo sforzo di tante persone che con impegno

e sacriďŹ cio hanno contributo all’ediďŹ cazione della parrocchia sorta per soddisfare, sul ďŹ nire degli anni Sessanta, il bisogno di comunitĂ . Il 25 novembre alle 10.30 la Santa Messa sarĂ una forma di ringraziamento per la comunitĂ carmelitana che in questi 40 anni ha dato anima e corpo e sarĂ l’occasione per rivivere un pezzo di storia. A Brescia comunque non muore, questa è l’unica sicurezza, lo spirito del Carmelo.

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a vita di una parrocchia rivive anche nei volti di quanti, qui, hanno speso tempo ed energie: fra questi il fondatore padre Sante, padre Enrico, padre Alberto e padre Tarcisio, solo per citarne alcuni. Gli ultimi due in ordine di tempo sono padre Giulio Pase e padre Lino Scapin. Con la Messa del 25 novembre si conclude l’esperienza dei carmelitani nella parrocchia di Santa Giovanna Antida alla Torricella. Dopo piĂš di 40 anni i carmelitani lasciano di fatto una loro creatura, passano il testimone alla diocesi dopo che hanno contribuito alla sua genesi, alla sua formazione e al suo sviluppo nel tempo. Lasciano perchĂŠ la Congregazione ha deciso di concentrare maggiormente le proprie risorse ed energie in risposta al carisma ovvero a una presenza nei santuari e nelle chiese devozionali per le confessioni e l’accompagnamento spirituale: padre Giulio andrĂ al santuario diocesano delle Grazie a Fermo, padre Lino servirĂ invece il santuario di San Felice del Benaco. PiĂš in generale i carmelitani preferiscono, di fronte al calo delle vocazioni, coprire incarichi diocesani laddove la presenza numerica del clero è scarsa. L’attuale parroco, padre Giulio, conosce bene la realtĂ della Torricella che ha avuto modo di seguire, come curato, dal 1983 al 1991, e come parroco, dal 2003 a oggi. Si tratta di una parrocchia che, per costituzione, ha sempre riunito persone provenienti da luoghi e culture differen-

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ti: qui sono rappresentate tutte le regioni d’Italia. “La parrocchia continua – ci tiene a precisare padre Giulio –. La chiesa rimane, l’oratorio andrĂ e deve andare avantiâ€?. Il compito principale dei frati, che hanno sempre lavorato in sintonia con le vicine parrocchie dell’Oltremella, è stato quello di aiutare le persone a sentirsi comunitĂ . Nella gestione ha senz’altro influito lo spirito di religiosi e carmelitani. “Mi è sempre piaciuta − spiega il parroco − la voglia di formare comunitĂ . A livello pastorale abbia-

mo cercato di valorizzare le feste mariane. La buona accoglienza dei sacerdoti della zona e in particolare il lavoro sulla pastorale giovanile mi hanno permesso di ricevere stimoli importanti per la vita della parrocchia. Ho potuto vivere di rendita per il lavoro svolto negli anni Ottanta grazie anche all’impegno degli obiettori di coscienza che hanno lasciato un segno indelebileâ€?. Diversi ragazzi hanno continuato a vivere i valori appresi in quegli anni. Con l’iniziazione cristiana è venuta meno la frequenza dei ragazzi di seconda e terza media: hanno continuato il sesto anno, quello della mistagogia, ma quest’anno non si sono presentati o meglio si sono presentati in pochi. Bisogna vedere quali possono essere i motivi. Si sta ripetendo quanto succedeva con la catechesi tradizionale dove i ragazzi, una volta ricevuta la cresima, si eclissavano. â€œĂˆ un problema di fede, anche dei genitori, o forse abbiamo sbagliato qualcosa nel fare capire ai ragazzi il senso del ritrovarsi?â€?. Nonostante tutti gli incontri fatti con i genitori, “non sembra essere modificata la sensibilitĂ religiosa. Dobbiamo crescere e migliorare, magari cambiando la modalitĂ di incontro dei genitoriâ€?. Nella costruzione dell’identitĂ hanno giocato un ruolo molto importante anche le suore di Santa Giovanna Antida che si sono prodigate per anni nella pastorale e nella scuola di vita familiare, basti pensare ai corsi di cucito. Oggi sono le dorotee a collaborare attivamente nel-

la scuola dell’infanzia e nella catechesi. I risultati si vedono, anche se – come nella maggior parte delle parrocchie – ogni gruppo corre il rischio di essere un po’ troppo autonomo e slegato dal resto: “Non si sente l’affiatamento che si dovrebbe percepire tra i membri dei diversi gruppiâ€?. Questo è, forse, l’unico cruccio di padre Giulio. I carmelitani salutano la comunitĂ , ma il loro ricordo – oltre a restare per sempre negli archivi parrocchiali – rimarrĂ indelebile nei racconti di quanti li hanno conosciuti.

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, FDUPHOLWDQL H OH SULPH 0HVVH DOOD *HVFDO La presenza dei carmelitani a Brescia non è certo casuale, ma tracce storiche si ritrovano dal Trecento all’Ottocento. E cosĂŹ nella seconda metĂ del Novecento manifestarono l’intenzione di aprire nuovamente una casa a Brescia, accettando anche un servizio pastorale nella parrocchia. Anche se inizialmente l’interesse dei carmelitani era rivolto alla chiesa del Carmine, la Curia avanzò l’ipotesi dell’Oltremella. I

frati accettarono e con loro nacque nel 1968 la parrocchia Maria Madre e Regina, ma in seguito rimarrĂ solo il titolo Santa Giovanna Antida. Nacque da una necessitĂ . Sul ďŹ nire degli anni Sessanta gli abitanti del territorio erano duemila, ma con il completamento del quartiere da parte della Gescal e con lo sviluppo edilizio previsto dal piano regolatore del tempo, nel giro di pochi anni gli abitanti sarebbero potuti raddop-

piare. A questo si aggiungeva che la chiesa di Urago Mella distava da un massimo di tre km a un minimo di 700 metri dalle case appartenenti al territorio della delegazione vescovile Santa Giovanna Antida. Mancava, però, il tempio. Ecco allora che la Gescal mette a disposizione l’interrato sotto il condominio OP lungo la provinciale via Torricella di Sopra con gli inevitabili allagamenti. Sull’area dell’attuale chiesa

viene, invece, collocata una baracca che serviva da oratorio. Le suore di Santa Giovanna Antida mettono, invece, a disposizione dei frati come abitazione un appartamento all’ingresso della Casa provincializia. La prima Messa viene celebrata da padre Sante Pizzol, primo parroco, il 27 ottobre, festa liturgica di Cristo Re. Sfrattati dalle rimesse, viene realizzato un prefabbricato pesante per le funzioni religiose all’angolo di via

Torricella di Sopra con via Valle Bresciana in attesa della nuova chiesa che viene terminata e consacrata nel 1977 grazie anche al sostegno delle tante famiglie numerose che abitavano il quartiere. Solo in seguito vengono costruiti la canonica, l’oratorio e le varie attrezzature. Purtroppo, però, il previsto sviluppo del quartiere non si veriďŹ cò: nel 1968 erano stimate 2.400 anime, lo stesso numero di oggi.


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opportunitĂ di sviluppo dell’essere umanoâ€?. Coordinata da Gianfranco Agnelli, intervengono Roberto Lanzi, Bruno Zucca, Francesco Facchini e Gianfranco Agnelli. Il 25 novembre, alle 15.30, in biblioteca è in programma “Creando‌ Nataleâ€?, laboratorio per la costruzione di addobbi natalizi con materiali di recupero a cura dell’associazione Moka – Banca del Tempo. Dal 29 novembre, ogni giovedĂŹ sera ďŹ no al 20 dicembre, nel Salone Ghisleri è in programma “Danzando

verso la luceâ€?, un laboratorio sulle danze di Natale (la quota di partecipazione è di 25 euro. Iscrizioni in biblioteca). Sabato 1 dicembre, alle 21, in sala consiliare, torna protagonista il Corpo musicale cittadino che presenta “Leroy Anderson. La musica che sorride. Concerto per banda e mimoâ€?, con la partecipazione di due mimi: Nicola Cazzalini e Alessandro Caproni. Sabato 8 dicembre, alle 17, in sala consiliare, ospite della rassegna Pressione

Bassa il Teatro Necessario propone “Nuova Barberia Carloniâ€?, spettacolo per famiglie (3 euro). Domenica 9 dicembre, alle 21, nella parrocchiale, per la rassegna “Qui cantat bis oratâ€? il Corpo musicale cittadino di Ghedi e il Brixia Camera Chorus presentano il concerto “Te Deum Laudamusâ€? (ingresso libero). L’ultimo è domenica 3 febbraio. In sala consiliare, per la rassegna Pressione Bassa, Laura Kibel va in scena con “Va’ dove ti porta il piedeâ€?. (mtm)

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rocedono i lavori presso il cantiere dell’Ospedale di Manerbio avviato con un investimento complessivo di 8 milioni e 467mila euro dei quali 6 milioni e 900mila euro finanziati dallo Stato e dalla Regione. “Con questi lavori – sottolinea il direttore generale dell’azienda di Desenzano, dott. Marco Votta – vogliamo offrire una struttura ancora piĂš moderna ed accogliente alle persone che si rivolgono al nostro Ospedale e, grazie allo sforzo organizzativo interno che ha permesso di mettere a disposizione le aree oggetto dei lavori in anticipo rispetto al cronoprogramma iniziale, riusciremo a concludere le opere nell’autunno del prossimo annoâ€?. Allo stato attuale è in corso la ristrutturazione delle Sale parto e del Centro di procreazione medicalmente assistita la cui ultimazione è prevista per l’estate 2013. Le nuove sale parto verranno allestite con attrezzature all’avanguardia e verrĂ creata una sala operatoria

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annessa alle sale parto che verrĂ dedicata alle urgenze. Contemporaneamente si stanno ultimando i lavori per la costruzione dell’edificio destinato ad ospitare le stanze di degenza del Reparto di ortopedia. Il trasferimento dei degenti nei nuovi locali è previsto per il mese di gennaio. Durante l’estate verranno ultimate le opere di ristrutturazione del primo piano ala est per realizzare un ampliamento dell’attuale blocco operatorio nonchĂŠ una nuova sala gessi e sale diagnostiche radiologiche legate all’attivitĂ del Pronto Soccorso; con questi lavori verranno creati locali che permetteranno di garantire una migliore accoglienza ai pazienti traumatologici. Sempre nel corso del 2013, tramite un investimento di 909mila euro attinti dal bilancio aziendale, verranno realizzati interventi sugli impianti centralizzati elettrici, gas medicinali e termosanitari per incrementarne la potenzialitĂ e ciò sia per adeguamenti correlati l’entrata in funzione dei nuovi reparti che per aumentare il livello di comfort (climatizzazione) e di sicurezza dell’esistente.

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ribadito una sostanziale e condivisa opposizione, pur se con diversi distinguo, al progetto di un impianto che occuperebbe circa 40mila mq di suolo agricolo, arrivando a trattare, oltre ai reui zootecnici, anche 50mila tonnellate di riďŹ uto umido. Tra i pareri espressi da sindaco, assessori e consiglieri, predominanti sono state le perplessitĂ legate proprio a questi numeri, spropositati rispetto alla realtĂ orceana e alle conseguenze a tutti i livelli che essi comporterebbero. Non è mancato

chi ha fatto osservare anche alcuni lati positivi del progetto, ma diffusi sono i timori rispetto al consumo del territorio, alle conseguenze dal punto di vista ambientale e della vivibilitĂ . Se l’impianto infatti costituirebbe un palliativo rispetto al problema della gestione dei reui zootecnici, particolarmente sentito in una zona agricola come questa, troppo pesante sarebbe la gestione dei restanti riďŹ uti, circa 50 volte quelli prodotti da Orzinuovi: ciò vorrebbe dire, per esempio, anche

un intenso trafďŹ co di mezzi pesanti che trasporterebbero a Ovanengo i riďŹ uti di mezza provincia. Al consiglio comunale è stato sottolineato come l’opposizione della gente sia fondamentale per la decisione sul progetto. Alla ďŹ ne della serata il voto dei consiglieri ha ribadito all’unanimitĂ la contrarietĂ al progetto, anche se da piĂš parti è stato ribadito che l’argomento della gestione dei riďŹ uti e della loro conversione in energia resta sul tavolo. (f.u.)

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a Coldiretti Bresciana ha scelto Leno per celebrare la Giornata del Ringraziamento una tradizione in prossimitĂ della chiusura dell’annata agraria che in autunno cerca nei bilanci delle aziende di individuare l’andamento della stagione. Il card. Re ha celebrato la funzione religiosa. Gruppi di coltivatori in costumi d’epoca hanno portato all’altare i doni della terra, la corale San Benedetto ha condecorato la cerimonia eseguendo i canti della liturgia. A fianco del porporato l’abate di Leno Giambattista Targhetti e il consigliere ecclesiastico della Coldiretti, don Claudio Vezzoli. Al Vangelo Re ha definito la giornata “festa dell’amicizia, dell’incontroâ€? che afferma nella societĂ il valore dell’economia del comparto che nel recente passato aveva registrato l’esodo dalle campagne di uomini e donne alla ricerca di migliori condizioni di vita. “Oggi – ha commentato card. Re – si registra un ritorno ai campi e questo porta a considerare come l’agricoltura si conferma una risorsa da rivalutare in tempi di crisi. Voi agricoltori state portando avanti quei valori propri dei vostri antenati che sono la fedeltĂ , la lealtĂ , la solidarietĂ . Ha aggiunto ancora Re invitando “i coltivatori ad aver fiducia nel vostro lavori e in Dio che vi affidato la terra per coltivarla e per farla produrre. Nei secoli

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niare la fede con l’azione concreta da contrapporre alle speculazioni della finanza, con la produzione materiale di beni d’eccellenza come scelta non solo economica, ma anche ecologica, culturale e sociale da trasmettere alle nuove generazioni. Sono argomenti ripresi negli interventi all’esterno dell’abbazia a partire dal presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, chee invocando la fine del consumo di suolo ha citato i tre punti di un documento per le istituzioni relativi alla normativa sui nitrati, alle emissioni in atmosfera (“siamo noi a garantire la salubritĂ dell’aria che respiriamoâ€?), e al benessere animale. “C’è un Italia che fugge – ha sottolineato Prandini –, come Marchionne che pensa solo ai conti e dimentica quanto il Paese ha fatto per la sua azienda, mentre un’altra Italia aumenta l’occupazione, diversifica le attivitĂ , propone una distribuzione alternativa e cerca di garantire un giusto redditoâ€?. A seguire le considerazioni del sindaco Pietro Bisinella, per dire che “nella qualitĂ e tipicitĂ dei nostri prodotti si gioca il nostro futuroâ€?. La festa è proseguita tra bandiere, foulard e cappellini gialli della Coldiretti. Nel piazzale dell’abbazia l’associazione “La Vecchia Fattoriaâ€? di Pontoglio ha proposto una rievocazione storica delle antiche tradizioni contadine, mentre il mercato di “Campagna amicaâ€? ha messo in vendita prodotti agricoli bresciani.

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causa degli impegni dei restauratori, ma il recupero è ormai deďŹ nito ed è grande la soddisfazione di chi si è dedicato a questo progetto. Il recupero dell’ediďŹ cio si deve alla passione e all’entusiasmo degli “Amici della Disciplinaâ€? di Orzivecchi, un gruppo di appassionati di storia e cultura locale che dal 2000 ha lavorato per portare a termine il progetto: dopo una prima fase di studi e raccolta fondi, cui è seguito lo scavo archeologico, da cinque anni

a questa parte è iniziato il recupero strutturale delle parti danneggiate e i restauri degli affreschi e dipinti che hanno rivelato la mano di pittori importanti come Grazio Cossali e Paolo da Caylina il giovane. La Disciplina è poi stata abbellita, per quanto riguarda l’ambone e il tabernacolo da alcune formelle in cotto realizzate dall’artista Federico Severino. Ora ďŹ nalmente tocca al matroneo, che ha rivelato importanti affreschi relativi alla passione di Cristo: “I

lavori del matroneo – commenta il presidente dell’associazione Giuseppe Busetti – ammontano a circa 20mila euro, ďŹ nanziati dalle raccolte fondi che periodicamente mettiamo in atto e dai contributi come quello della Bcc di Pompiano Franciacorta. Grande merito però va all’opera dei volontari, come il signor Benedetti che ha eseguito il recupero della pavimentazione o le sorelle Giuliani che hanno preparato le formelle in cotto delle stazioni della Via Crucisâ€?. (f.u.)

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n attesa della festivitĂ di Santa Lucia, questa domenica saranno presenti al castello gli asinelli che sono accuditi nella Cascina Aperta di Padernello, un’occasione per riscoprire e prepararsi alla tradizione dell’attesa della Santa ai bambini tramite racconti e fiabe. Tra i produttori da segnalare il ritorno al castello dei pescatori del Lago d’Iseo con le tipiche sarde e dal Mercato della Terra di Milano i cioccolatai di Passion Cocoa e la forneria Grazioli di Legnano, dove si coniugano la qualitĂ delle materie prime con la trasformazione artigianale e rispettosa delle stesse, uno “scambioâ€? tra le realtĂ Slow Food piĂš attive della Lombardia. Sempre presenti i produttori che hanno caratterizzato il mercato di Padernello: i salumi della Franciacorta, il vino di Capriano del Colle, i formaggi dell’Adamello e le farine, le verdure, la frutta e naturalmente, dato il periodo, il panettone prodotto da un forno della Bassa. Il Castello, oltre al mercato, offre la possibilitĂ di poter visitare la mostra di scultura “Le forme dell’anima, la committenza a Cesare Monacoâ€?, con ingesso ridotto a 3 euro, che chiuderĂ proprio domenica 25 novembre. In questi mercati si possono trovare produttori che vendono solo i propri prodotti. Si assumono, quindi, in prima perso-

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si fa la spesa, ma anche occasioni di incontro e di educazione del gusto. Seguono linee guida comuni, ma allo stesso tempo tengono conto delle differenti realtĂ culturali ed economiche presenti in una rete internazionale. I prodotti presentati e venduti nei Mercati della TerraÂŽ sono locali, di stagione, ottenuti con tecniche sostenibili, e hanno un prezzo corretto, sia per chi acquista sia per chi vende. Al mercato si potrĂ fare un viaggio, come in un percorso del gusto, fra formaggi, salumi, miele, verdure, farine, marmellate, olio, vino, pane, biscotti, casoncelli, pasta, birra, alla scoperta dei prodotti che potrete poi trovare direttamente nelle aziende dei produttori, stabilendo con essi un rapporto di reciproca stima e fiducia con il valore aggiunto di ritrovare il vero gusto e la buona qualitĂ . Nel pomeriggio, alle ore 15, è in programma il convegno “La sostenibilità è democraziaâ€?: l’’utilizzo di buone pratiche e di esperienze a confronto. Interverranno: Eliana Gambaretti, Ignazio Parini (presidente Fondazione Castello di Padernello), Simone Mazzata (Fondazione Cogeme), Antonio Vivenzi (sindaco di Paderno Franciacorta), Marco Baudino (presidente Tp Energy) ed Enrica Agosti (Fiduciaria condotta Bassa Bresciana Slow Food). L’ingresso è libero.

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ÍĄÍ˜ ƒÂ?Â?‹ †‹ Â?‘Â?•Ǥ Â?”‹…‘ ‘•‹ Il 10 novembre mons. Enrico Tosi ha compiuto 90 anni. Nato a Edolo nel 1922, dopo gli studi nel Seminario e dopo l’ordinazione presbiterale ricevuta nel 1946, è stato destinato come vicario parrocchiale a Ponte di Legno, dove dal 1946 al 1964 ha svolto il suo ministero accanto al parroco don Giovanni Antonioli. Nel 1954 ha assunto la direzione di Villa Luzzago, una casa della diocesi appartenente all’Opera diocesana Leone XIII. Sotto la guida di don Enrico e con la collaborazione di

Caterina Donati e delle sorelle, Villa Luzzago si è trasformata nel corso degli anni in una casa accogliente nella quale hanno trovato ospitalitĂ esercizi spirituali e incontri di formazione. Proprio a Villa Luzzago il 9 novembre si è celebrata la ricorrenza del 90° compleanno di don Enrico Tosi, che della casa è stato direttore dal 1954 al 2008. Insieme all’attuale direttore, don Cesare Isonni, hanno espresso i loro auguri a don Enrico mons. Francesco Beschi

e numerosi altri sacerdoti, che in tempi diversi sono stati presenti a Villa Luzzago e sono entrati a far parte dell’Associazione Amici di Villa Luzzago. Nella celebrazione eucaristica i presenti hanno voluto manifestare la gratitudine a don Enrico e innalzare il ringraziamento al Signore per una vita dedicata al servizio della chiesa, in particolare nell’ascolto attento e nella guida discreta e sapiente di quanti a lui si sono rivolti per chiedere consiglio. Don Enrico nel 1964 è stato

chiamato in Seminario a Brescia come direttore spirituale e ďŹ no al 1996 vi ha svolto questo ministero per i seminaristi che frequentavano i corsi teologici. Per decenni, durante l’estate, a Villa Luzzago sono passati numerosi seminaristi. Sono stati proprio alcuni di questi seminaristi di un tempo a sentire il bisogno di incontrarsi per ringraziare il Signore con don Enrico per il cammino compiuto e per i doni ricevuti attraverso colui che per tutti è rimasto “il Padreâ€?. (Angelo Maffeis)

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on l’attenzione tipica del buon padre di famiglia, di cui si parla anche nel Codice civile, gli amministratori comunali di Saviore sono riusciti a racimolare una cifra importante che è servita per rifare il cimitero della frazione di Valle, la piĂš popolosa delle frazioni del Comune. L’opera è stata finanziata per 200mila euro a fondo perduto dalla Regione Lombardia in base a un finanziamento del 2010 attribuito ai comuni di montagna sotto i 3.000 abitanti; una cifra analoga è stata ottenuta come prestito a tasso particolarmente agevolato, sempre in capo allo stesso provvedimento; mentre una cifra pari a 190mila euro è derivata dall’Imu delle centraline idroelettriche sul torrente Poglia, incassata dal Comune direttamente. La cifra cosĂŹ racimolata, in tempi molto difficile per le casse degli Enti pubblici, è servita per costruire la

nuova parete del Camposanto che ha una sua autonomia per i prossimi 30 anni; quindi verrĂ abbattuto il muro che ospitava le sepolture, rivolto a valle, ora pericolante e a rischio di cedimento sulla strada sottostante. Al suo posto verrĂ realizzato un muretto in analogia al perimetro esistente che permetterĂ anche visivamente una fruizione piĂš naturale del luogo di pietĂ e della vallate. Ma nel frattempo il Comune ha progettato anche una serie di servizi che abbelliscono l’intera zona: camminamenti pedonali, vie interne che raggiungono case isolate, un ampio parcheggio di servizio al cimitero ed una nuova strada di collegamento esterna allo stretto centro abitato. La nuova area cimiteriale è tutta sopraelevata su due ampi piani, realizzati come una grande conchiglia che raccoglie il rumore dei torrenti della valle, quasi a ricordare il suono materno di chi è nato qui, con

un’ala libera in cemento armato grigio chiaro sulla quale è stato realizzato un grande trittico pittorico, opera di Sergio Rota Sperti. Si tratta di momenti drammatici del Cristo portacroce, della Crocifissione e della PietĂ . Tra le tante opere di questo artista dalla grande sensibilitĂ umana e cristiana, vi è la capacitĂ di ritrarre un volto nel quale si riconoscono mille altri volti, dando simbolicamente ad ogni personaggio ritratto il volto dell’umanitĂ . Al termine della grande parete, che ospita anche le sepolture, verrĂ posta una vetrata-mosaico su un cancello che guarda lontano verso il sole che tramonta, con l’immagine della resurrezione. Immagini e simboli cristiani, questi, che ricordano la profonda pietĂ della gente di questa vallata che crede ancora convintamente. Ma è anche giusto ricordare, soprtattutto di questi tempi avari di notizie positive, che il pittore Sergio

Rota Sperti ha voluto donare l’emolumento derivante dalla sua opera a una importante attività sociale della Valle Camonica, esempio silenzioso della vita oltre la morte, dando all’uomo un esempio di solidarietà trasformata in carità .

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dell’esito e la maggior parte di loro non si è vista riconosciuta nessuna forma di protezione. Quasi la totalitĂ di coloro che hanno avuto parere avverso ha intentato la via del ricorso al Tribunale ordinario di Milano, allungando i tempi di un iter legale ancora incerto. Oltre un anno di aspettative e speranze, difďŹ coltĂ di integrazione ed affannosa ricerca di occupazione; un anno passato nell’attesa di un documento che signiďŹ ca la

possibilitĂ di avviare un serio progetto di inserimento sociale. Progetti di inserimento sono stati avviati sin da subito nell’ottica della micro-accoglienza diffusa che ha inteso sfruttare ogni possibilitĂ di servizio erogabile, senza badare al permesso ottenuto o meno. Ma la prioritĂ percepita e dichiarata da ogni ragazzo che non si è visto riconoscere alcuna protezione resta il famoso “documentoâ€? (permesso di soggiorno). “Tanti

problemi, prima i documenti, poi lavoro, poi tutto il restoâ€?, è la dichiarazione di un ex-ospite della struttura alberghiera di Montecampione, ora inserito in uno degli appartamenti gestiti dalla cooperativa. Si dichiara soddisfatto e con il cuore sereno, anche se il suo volto ogni tanto lo tradisce e mostra le sue preoccupazioni, le sue ansie e le aspettative che stanno lentamente cedendo il passo alla stanchezza e alla frustrazione. (e.g.)

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on novembre è agli sgoccioli la stagione delle castagne anche in Alta Valle. Purtroppo il bilancio è decisamente negativo. Fosse capitato ai tempi in cui si viveva quasi esclusivamente dei prodotti locali, sarebbe stato un disastro: nel 1870 in Valcamonica pare se ne producessero ben oltre mille tonnellate e soprattutto la farina che se ne ricavava, contribuiva in modo decisivo a combattere la fame almeno per tutto l’inverno. Il motivo dell’attuale crisi è presto detto: i principali castagneti della zona, a Paisco-Loveno, Malonno e Sonico, sono completamente in balia dell’invasione del Cinipide, un insetto arrivato dalla Cina, che impedisce ai castagni di produrre frutti. “La situazione è drammaticaâ€? riassume il direttore del Consorzio della Castagna di Valcamonica, Germano Squaratti, che aggiunge: “La produzione quest’anno in Alta Valle è praticamente da considerare nullaâ€?. Il 2012 si chiude con una produzione sull’intero territorio camuno vicina ai 160 q contro i 700-800 delle annate normali, circa il 20%. In Bassa Valle fra Pisogne, Artogne, Rogno e Angolo si son raggiunti quasi i 100 quintali, mentre il resto proviene dai castagneti di Cimbergo e Paspardo. Il prezzo è schizzato a circa 1,10 euro/Kg alla fonte e

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tagonista, il Torymus Sinensis, in grado di debellarlo completamente entro 4-5 anni. A tutt’oggi, però, l’Ersaf, cioè l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste, che gestisce le campagne di rilascio del Torymus, non ha ritenuto opportuno occuparsi dei castagneti dell’Alta Valle. Nel 2010 è intervenuta in Bassa Valle, che giĂ quest’anno ha dato qualche piccolo segnale di ripresa (+5%). Germano Squaratti a questo riguardo precisa che “sono delle vere e proprie falsitĂ certe dicerie che vanno diffondendosi circa il fatto che il Torymus causi morie di api e inneschi uno squilibrio ambientale. Dietro il suo uso c’è un lavoro di ricerca scientifica seria ed accuratamente programmataâ€?. Lo scorso aprile l’Ersaf ha operato anche a Deria, tra Capo di Ponte e Paspardo, rilasciando 150 esemplari di Torymus. In termini economici lo sforzo è calcolabile in 3000 euro, a fronte dei 2,5 milioni (sui 5,5 complessivi del triennio 2011-2013), disposti dalla Regione Lombardia proprio per combattere questo killer delle castagne sull’intero territorio regionale. In programma vi è un rilascio anche a Sonico, si spera entro la prossima primavera. Ciò significa che prima di poter riassaporare il gusto delle castagne locali, in Alta Valle bisognerĂ aspettare almeno il 2017-2018.


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Carcina, dove tra 2011 e 2012 è stato ospitato ‘Risorgimenti 1861-2011’, progetto che si ricollegava al bando ďŹ nanziato dalla legge regionale 5/2011 (Progetti per attivitĂ di valorizzazione del patrimonio storico-culturale delle vestigia e delle memorie risorgimentali)â€?. Una mostra che ďŹ no a ottobre 2013 girerĂ la Valtrompia, rimanendo al Palazzo Avogadro di Zanano ďŹ no al 2 dicembre e poi proseguendo verso Gardone (4 dicembre-12 gennaio) con un percorso di pannelli sia

testuali che iconograďŹ ci. Una serie di documenti che partono dall’origine del Risorgimento (1796-1815) e arrivano ďŹ no al periodo post-unitario (1860-1872) grazie alla riproduzione di fonti archivistiche, stampe, dipinti, fotograďŹ e e monete d’epoca relativi al periodo storico trattato. “Molti documenti – continua Graziella Pedretti – provengono da istituti di conservazione di alcuni Comuni che ospiteranno l’allestimento, come i Civici musei di arte e storia

di Brescia, la Fondazione Pietro Malossi di Ome e gli Archivi storici comunali di Bovezzo, Concesio, Lodrino, Pezzaze, Polaveno e Villa Carcinaâ€?. Curato da Lionello Anelli, Barbara D’Attoma e Massimo Galeri con la collaborazione dello stesso Anelli per la ricerca storica e di Giovanni Boccingher per le ricerche documentale e iconograďŹ ca, il progetto sarĂ poi visitabile anche a Concesio, Marcheno, Ome, Lodrino, Polaveno, Collio, Pezzaze, Lumezzane e Bovezzo. (a.a.)

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innovata fino a fine 2014 la Convenzione tra Comune e parrocchia per la gestione di attivitĂ educative. 30 anni fa il Comune attivò una piccola comunitĂ di base per adolescenti su richiesta del Tribunale dei minori. Nel 1996 la parrocchia, ottenne l’accredito regionale per l´istituzione del Centro di aggregazione giovanile (Cag) che opera nelle strutture dell’oratorio, e cominciò la collaborazione col Comune. Si aggiunsero il Grest, le attivitĂ serali aggregative per adolescenti e giovani (Follest), i Campi scuola estivi. La convenzione riconferma nel rispetto del “progetto educativo della parrocchiaâ€? l’impegno finanziario del comune (non meno di 16mila euro annuali) e le attivitĂ ma piĂš chiaramente definite in oggetto e finalitĂ . Spiega il parroco don Maurizio Rinaldi: “Nessun stravolgimento rispetto alla convenzione precedente. C’era però l’esigenza di mettere nero su bianco il contenuto dei servizi previsti in modo piĂš pertinente, piĂš precisato, piĂš comprensibile da parte dell’intera comunitĂ ,dai ragazzi ai loro genitori ed educatoriâ€?. Esemplare è la proposta “Compiti con gustoâ€? la vera novitĂ di quest’anno rivolta ai ragazzi delle medie: per tre giorni alla settimana (lunedĂŹ, mercoledĂŹ, venerdĂŹ) il pomeriggio alle 14 inizia un dopo scuola di un paio d’ore, studiato in ÇŻ

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ri: il Cag “Ti accompagno a crescereâ€? non è solo un passatempo, richiede un impegno reciproco chiaramente finalizzato. Si aggiungono il progetto “Cag- Biblioteca-scuolaâ€?, e nel mese l’incontro con persone delle istituzioni, un’uscita esterna, un film per discutere tematiche educative. Su questo fronte è ripartito con il primo incontro sul bullismo, il progetto “Nemoâ€? del Tavolo educativo che vede presente con le altre realtĂ la Parrocchia, coordinato dall’educatore Stefano Contardi. C’è poi il bando del Comune aperto fino al 23 novembre di selezione per l’inserimento lavorativo tramite “voucherâ€? rivolto ai residenti di Marcheno: studenti universitari, disoccupati, inoccupati. Dopo la positiva esperienza conclusa con 16 fruitori di 720 voucher Inps a sostegno dell’occupazione da 10 euro (350 finanziati dalla Provincia e 370 a carico del Comune) l’amministrazione ha deciso di acquistarne altri 500 per il nuovo bando di novembre, portando cosĂŹ il proprio impegno complessivo a 8.700 euro. Infine il protocollo d’intesa tra Comune, Istituto comprensivo di Marcheno e Banda “Cico Gottardiâ€? di Gardone per una sperimentazione educativa (lezioni pomeridiane iniziate in questi giorni di un’ora per 26 settimane) dell’insegnamento della musica con approccio strumentale, rivolto alle classi prime della scuola media.


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ÂŽ „—‘Â?‘ •‘…‹ƒŽ‡ ‡ ‹ •‘•–‡‰Â?‹ ‡…‘Â?‘Â?‹…‹ Nei momenti difficili sono i piĂš deboli ad avere bisogno di una mano per rialzarsi. In questo senso si muove il progetto del ‘buono sociale’ che l’amministrazione comunale di Concesio sta perfezionando in questo mese di novembre. “Si tratta – spiega Domenica Troncatti, assessore ai Servizi sociali – di ben 50mila euro che siamo riusciti a recuperare dai contributi di tassazione derivanti da Imu e Irpef. Una misura straordinaria che va ad aggiungersi

a quella giĂ adoperata nell’ambito del Piano socio-assistenziale 2012 verso le fasce piĂš deboli della popolazione e che è indirizzata ai casi che versano in condizioni di emergenza. Ora il progetto del buono sociale verrĂ vagliato dalla commissione sui Servizi sociali e nel volgere di qualche settimana diventerĂ realtĂ â€?. Un aiuto in piĂš a chi si trova a dover fronteggiare gli effetti della crisi, casi estremi per i quali il Comune è pronto ad erogare anche fino a 1.000 euro

ciascuno. Un impegno in campo assistenziale che Concesio ha portato avanti anche in altri modi nel corso dell’anno, ad esempio con la riproposizione del progetto della ComunitĂ montana “Occasioni di lavoro temporaneo per persone espulse dal mercato del lavoro in assenza di ammortizzatori socialiâ€?, ossia una serie di ore di lavoro da destinare a disoccupati. “Anche quest’anno – aggiunge l’assessore Troncatti – l’amministrazione ha tenuto come punto fermo

la questione dei servizi sociali, aggiungendovi anche progetti come quello del microcredito: un accompagnamento delle famiglie nell’accesso al credito per ottenere prestiti dai 500 ai 3.000 euro a condizioni vantaggiose, specie per quanto riguarda le garanzie e i tempi di restituzione delle somme; o ancora con lo studio di una collaborazione fra Brescia Trasporti e la Sia per l’acquisto di biglietti in favore di persone disagiate�. (a.a.)

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i sono esempi virtuosi di impegno, collaborazione e costanza che non sempre fanno notizia, e che spesso proprio perchĂŠ non cercano la gloria ma il servizio si rivelano duraturi, significativi e apprezzati. A un certo punto persino i media se ne accorgono e ne parlano... CosĂŹ è per la gita che il Cai di Lumezzane organizza da 10 anni per i ragazzi della cooperativa Cvl, sempre della cittĂ valgobbina, che si occupa di ragazzi disabili. L’occasione è offerta dalla serata di venerdĂŹ 16 novembre, alle 20.45, in cui saranno proiettate presso il salone del Cdd (Centro diurno disabili) “Il Camminoâ€? (via S. Filippo Neri 158) le immagini di 10 anni di escursioni. La particolaritĂ della cosa è che la gita, in perfetto stile Cai, non è una passeggiata come tante ma una vera e propria escursione con 2/3 ore di cammino e un dislivello medio di 300 metri. E allora ecco che dal 2002, anno della prima escursione, al 2009 le gambe di questi ragazzi hanno potuto calcare i sentieri e l’anima godere dei panorami del Passo Sette Crocette, dei Laghi del Bruffione, della Val di Fumo, di Val Brandet in Val Camonica, del Lago delle Malghette a Madonna di Campiglio, del Rifugio Magnolini (Bergamo), del rifugio Ana Gianico nella zona di Montecampione e del Rifugio Alpe Corte (Bergamo). La riu ÇŻ

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Darfo) e Baita Cassinelli (Bergamo). E l’intenzione non è certo quella di fermarsi. Il Cai di Lumezzane, guidato dal presidente Pierino Picaroletti, e gli educatori e responsabili di Cvl continueranno a proporre questa iniziativa che si integrano con le attivitĂ ordinarie della cooperativa.“Ognuno di noi sperimenta durante il cammino, la fatica e la difficoltà – raccontano gli educatori di Cvl sui resoconti pubblicati dal Cai – e trova in sĂŠ nell’altro e nella natura l’energia per far fronte alla fatica, cosĂŹ il raggiungimento della meta diventa motivo di orgoglio e soddisfazioneâ€?. Sulla stessa linea d’onda i ragazzi che raccontano la fatica e allo stesso tempo la gioia di affrontarla in compagnia; qualcuno apprezza anche la possibilitĂ di pranzare insieme nei rifugi, a sottolineare la bellezza e l’unione che la convivialitĂ di un piatto di pasta condiviso può regalere dopo una lunga fatica. La cooperativa Cvl, attiva ormai da 28 anni sul territorio lumezzanese con servizi rivolti principalmente ai disabili, è pronta a cambiare la sede del Cse. La sistemazione della nuova struttura, nella ex scuola Montessori di Piatucco, è costata circa 750mila euro e ospiterĂ le attivitĂ dal prossimo anno. Durante il periodo delle vacanze natalizie dovrebbe esserci il trasloco. L’iniziativa delle gite con il Cai è una delle tante che le realtĂ del territorio realizzano con Cvl.

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Italiaâ€? che è stata ospite del Gas (Gruppo di acquisto solidale) di Pisogne. Si tratta di un movimento internazionale cui aderiscono centinaia di comunitĂ che intendono traghettare la nostra societĂ dall’attuale modello economico basato sulla logica del consumo a un modello sostenibile, fondandosi su due elementi di riessione: la ďŹ ne dell’era del petrolio e la coscienza di un forte mutamento climatica. Attraverso una modalitĂ sistemica di vedere

e agire e piccoli progetti concreti si mette in moto una meravigliosa macchina di ricostruzione del sistema di rapporti tra gli uomini e tra gli uomini ed il pianeta che abitano. Molteplici sono le modalitĂ attraverso le quali le comunitĂ sono incoraggiate a sviluppare la propria capacitĂ di adattarsi ai cambiamenti che ci attendono; tra queste: riciclo dei materiali di scarto, orti sociali (condivisi o comuni), sostegno all’economia locale, ecc. “Spesso si pensa che

i gruppi di acquisto solidale – ha dichiarato uno degli organizzatori del Gas – siano semplicemente gruppi di persone particolarmente attente ad un’alimentazione sana, o desiderosi di risparmiare sul carrello della spesa. Certamente questi elementi sono presenti, ma non sono i piĂš importanti. Alla base c’è la volontĂ di essere protagonisti di una ricostruzione dal basso di un modello economico, che rimetta al centro le persone, i rapporti umani, la salute, l’ambienteâ€?. (e.g.)

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a cultura sposa la solidarietĂ . Il lieto evento, promosso dal gruppo “La Piccola Ribaltaâ€? insieme al centro giovanile “Il Focolareâ€? e col patrocinio di parrocchia, Comune e dell’associazione “Rovato Soccorsoâ€?, avverrĂ a Coccaglio e durerĂ un’intera settimana, dal 17 al 24 novembre. La sette giorni di appuntamenti culturali (tutti a ingresso a offerta libera) sarĂ infatti interamente dedicata all’iniziativa “SolidarietĂ per Tommasoâ€?, avviata dai genitori del piccolo coccagliese di tre anni e sei mesi colpito da leucemia fulminante e orientata a raccogliere fondi da destinare al miglioramento delle strutture dell’Ospedale civile di Brescia. Ad aprire e chiudere la rassegna spetterĂ a due divertenti commedie: nella serata d’apertura – sabato 17 novembre – andrĂ in scena la commedia dialettale in due atti “Chè crosta... scÊèc!â€? di

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edito da Marco Serra Tarantola Editore e che vedrĂ coinvolti, oltre alla Piccola Ribalta, anche il Coro Montorfano di Coccaglio, il violinista Davide Martinelli e il pianista Marco Martinelli. La serata con l’autore, che giĂ nei giorni scorsi in cittĂ ha presentato ufficialmente la sua prima fatica letteraria, è fissata per giovedĂŹ 22 novembre alle 21, giornata in cui a Coccaglio si celebrano tra l’altro anche i santi patroni Maurizio e Giacinto. GiĂ autore per diletto e passione di numerose e apprezzate commedie dialettali, Donghi racconterĂ , partendo proprio dai suoi viaggi (in bicicletta, treno e pullman) come pellegrino e come barelliere, della sua personale esperienza a Lourdes nell’ottica di suscitare empatia verso il servizio promosso dall’Unitalsi, affinchĂŠ questo “mondo possa diventare maggioranza assoluta nella societĂ â€?. Buona parte dell’incasso di vendita contribuirĂ sempre

all’iniziativa per Tommaso al quale l’autore ha scelto, insieme all’altra piccola coccagliese Giulia Mazzotti (prematuramente scomparsa a soli tre anni lo scorso 28 giugno), di dedicare l’opera. Un diario di viaggio dai toni semplici e famigliari, che fa riflettere sulla sofferenza, quale elemento caratterizzante della vita umana, ma che rimanda anche a quella piĂš forte idea di speranza, che resta indiscutibilmente “la vera essenza di Lourdes: il conforto nelle difficoltĂ , il motivo che spin-

ge ad andare avanti, l’esempio che va oltre il ricordo, lo sguardo della Madonna e... la nostra vera compagna di vita!�.

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della Congregazione per le Chiese orientali, e mons. Vittorio Formenti, bresciano, della Segreteria di Stato della CittĂ del Vaticano. Tra le centinaia di fedeli che hanno partecipato alla consacrazione della chiesa, c’erano pure una ventina di bresciani, tra cui anche il parroco di San Paolo don Alfredo Savoldi. La cerimonia si è svolta nel solenne rito orientale ed è durata piĂš di tre ore. La nuova chiesa che è stata

consacrata a Oradea è un’opera artisticamente pregevole. “Indubbiamente è la piĂš bella chiesa della cittĂ â€? hanno affermato parecchi sacerdoti. Si tratta della riproduzione fedele della cattedrale greco-cattolica di Atene. La costruzione della chiesa è stata iniziata nell’aprile 2006 ed è stata finanziata all’ottanta per cento con un contributo di 1 milione e 200mila euro dall’Associazione Chiese dell’est,

che ha la sede a San Paolo e di cui è presidente don Antonio Rossi. Il contributo maggiore, che l’associazione di don Antonio ha ricevuto per la costruzione di quella chiesa in Romania, è stato offerto dalla ComunitĂ delle Ancelle della Chiesa di Palazzolo, di cui è superiora madre Valeria Scarpenti. La comunitĂ dal 2006 ad oggi ha offerto, in memoria della fondatrice Madre Enrica Coletti, la somma complessiva di 515mila euro. (a.z.)

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a comunitĂ di Passirano si appresta a ricordare p. Mosè Bonardi, uno dei suoi figli prestigiosi del secolo scorso, in occasione del centenario della nascita che ricorreva il 9 novembre. VenerdĂŹ 23 novembre si terrĂ un incontro, alle 20.30, presso il teatro comunale su “Conoscere p. Mosè. Vita e apostolatoâ€?; sabato 1 dicembre, sempre alle ore 20.30, concerto della Schola Cantorum di Passirano nella parrocchiale; domenica 9 dicembre alle ore 11 Santa Messa, sempre nella parrocchiale di Passirano. P. Mosè Bonardi è nato a Passirano, come detto, il 9 novembre 1912, quinto di otto fratelli. A 15 anni, entrò tra i Fatebenefratelli a Brescia. Vestito dell’abito religioso, fu mandato a Gorizia nella Villa S.Giusto, per il postulandato. Entrò nel noviziato a S. Colombano al Lambro l’8 dicembre 1929. Emise i voti semplici il 9 dicembre 1930 e i voti solenni a Milano sei anni dopo, il 15 novembre 1936. Dopo vari altri incarichi, il 28 maggio 1937 venne inviato a Brescia, nell’Ospedale del S. Cuore di GesĂš, in qualitĂ di vicario economo e dopo un anno divenne priore. Nel 1939 gli venne affidato il governo della casa di cura S. Giuseppe in Milano,come priore metropolita ed entrò a far parte del consiglio provinciale. La guerra danneggiò gravemente la Casa di cura e p. Mosè

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A Roma istituĂŹ la scuola internazionale di spiritualitĂ , e di missionologia, creò degli scolasticati interprovinciali per i religiosi che attendevano agli studi superiori, fondò la rivista internazionale “Res Medicaeâ€?, allo scopo di illustrare al mondo della scienza le esperienze nuove che andavano verificandosi negli ospedali dell’Ordine riguardo a medicina, chirurgia, psichiatria e al recupero dei minori fisici e psichici. Dopo il capitolo generale del 1959, p. Mosè ritornò nella sua Provincia dove venne eletto superiore provinciale. Qui diede mano al completamento di quelle riforme che da superiore generale aveva voluto e che non erano ancora state effettuate. StabilĂŹ un piano regolatore per il rinnovamento sia degli uffici che delle attrezzature di tutte le case della Provincia. Dopo una vita tanto operosa si ammalò gravemente. Accettò la malattia come “una seconda vocazioneâ€? (sono sue parole testuali) e si sforzò di viverla gioiosamente come aveva accolto e vissuto la prima vocazione, quella religiosa di figlio di S. Giovanni di Dio suo maestro e modello. MorĂŹ l’11 novembre 1967 all’etĂ di 55 anni. I funerali solenni furono tenuti la mattina del 14 novembre prima a Milano e poi nella chiesa dell’Ospedale S. Orsola di Brescia. Il corteo funebre lo ha accompagnato verso il cimitero di Brescia ove riposa.

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in un’unica data. Le religiose sono da 70 anni una presenza importante: un valido sostegno sia alla vita sociale del paese, con la scuola materna, sia alla vita della parrocchia. Sono molte le attività che hanno beneficiato del loro contributo, come il catechismo e i servizi religiosi, l’assistenza agli ammalati, la particolare attenzione alla gioventÚ femminile, secondo il carisma della loro madre fondatrice, la beata Annunciata Cocchetti, e alle famiglie. Le due religiose

presenti sono suor Almarosa e suor Giulia, nonostante siano avanti negli anni, sono un importante punto di riferimento. La comunità parrocchiale si stringerà attorno a loro e alle religiose che hanno prestato servizio a Vallio Terme negli ultimi anni. Contestualmente sarà festeggiato il 35° di sacerdozio del parroco. Oltre a ringraziare il Signore per il dono della vocazione, nella Messa delle 10.30, don Angelo ricorderà i fedeli delle comunità nelle quali ha prestato il suo servizio

pastorale: Bovegno e Bedizzole come curato, Lavone, Irma e Magno di Bovegno, Costorio di Concesio come parroco, Salò come curato del duomo e di Villa di Salò, e infine a Vallio dove è parroco dal 2009. Il programma prevede il ritrovo alle 9.30 presso la Scuola materna, in corteo si raggiungerĂ la chiesa per la Messa. Dopo la celebrazione, sarĂ offerto un aperitivo presso l’oratorio, mentre per chi lo desidera ci sarĂ un pranzo sociale presso il ristorante Parco della Fonte.

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gni mattina Silvana Berto consacra la sua giornata al Signore. Sono trascorsi piĂš di 50 anni da quel 1960, quando all’etĂ di 20 anni, Silvana Berto vide la sua vita stravolta da una malattia (meningite tubercolare) e da ripetuti errori medici che la costringono a rimanere paralizzata in un letto. Arriva anche un momento in cui la persona inferma si chiede davvero che cosa il Signore voglia dalla sua vita e, soprattutto, si preoccupa di non essere di intralcio alla famiglia (il padre contadino per permetterle le cure fu costretto a ridimensionare la sua attivitĂ e a vendere i macchinari). Nel corso della sua vita ha fatto molti incontri che, diversamente forse come lei stessa ammette, non avrebbe potuto fare. Fra le persone incontrate lungo il cammino, piace ricordare i rapporti epistolari (dal 1981) con i carcerati in un percorso di conoscenza reciproca che porta, ad esempio, Giuseppe, condannato all’ergastolo, a dire che “dopo 20 anni nella mia cella è entrato il soleâ€?. Silvana e Giuseppe hanno condiviso un tratto di strada e se pur per ragioni diverse le stesse problematiche con la speranza maturata che la vita, nonostante tutto, è sempre bella. Chiaramente la fiducia di Silvana sbaragliava anche i piĂš dubbiosi, se non altro perchĂŠ vedevano da vicino una donna che forse non aveva avuto dalla vita quello che in molti si aspettano, ma che alla vita aveva dato tanto: “Se le gambe non camminano, devi poter camminare diversamenteâ€?. Con

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lidarietĂ , legandosi all’esperienza dei Volontari della sofferenza, anche se quel nome all’inizio non le piaceva, anzi le sembrava un po’ forzato. Nella sua storia trovano posto anche molte lacrime (“hanno bagnato l’Italiaâ€?), ma anche la consapevolezza di “non sentirsi mai sola: non è facile, ma se il Signore ti ha donato la croce, ti dĂ anche la forza di portarlaâ€?. 50 anni di infermitĂ significa anche ritrovarsi faccia a faccia con i problemi “perchè la croce si presenta ogni giorno con un volto nuovoâ€?. La sua testimonianza in una societĂ che spesso finge di non vedere il dolore è un esempio di come la fede possa fare miracoli. A chi le chiede se cambierebbe la sua vita, Silvana risponde: “No, sono io che ringrazio per il dono della vitaâ€?.

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´1RL 0XVLFDÂľ JHWWD XQ SRQWH FRQ O¡,QGLD Il seme lanciato da don Luca Nicocelli produce nuovi frutti. Ăˆ il progetto “Noi Musicaâ€? creato nel 2007 dal parroco di Centenaro di Lonato scomparso lo scorso marzo. I tanti giovani che hanno aiutato don Luca hanno continuato a organizzare eventi, concerti e concorsi, sďŹ late, corsi e altre attivitĂ . Ai nastri di partenza il “Concorso rockâ€? per gruppi emergenti con cover o inediti e “Vesti la Musica... in abito da seraâ€? concorso nazionale per

giovani stilisti. La selezione del concorso musicale è in programma sabato 17 alle 20 al Teatro San Michele di Rivoltella, mentre la serata ďŹ nale, sabato 24 alle 20.45, si svolge al Teatro Italia di Lonato. Ancora musica, coniugata a moda e solidarietĂ , nel concorso per stilisti under 40 che, giunto alla seconda edizione, getta un ponte tra il Garda e l’India. Il ricavato andrĂ a sostegno dell’associazione Lankama che ha sede a Pozzolengo e

che dal 2000 opera nel sud dell’India a favore di bambini e giovani donne. Per valorizzare la manualitĂ delle ragazze è stato avviato un laboratorio di sartoria e bijoux in una delle regioni piĂš povere dell’India. Il concorso di “moda musicaleâ€? punta a coinvolgere giovani stilisti, sarte e sarti, designer e appassionati di moda, per invitare sulle rive del Garda nuovi talenti ed esporne i lavori prima in una sďŹ lata estiva, poi in una mostra nel centro

di Desenzano. Il tema del concorso è “Musical: sogno di una notte d’inizio estateâ€?. I concorrenti partecipano con un proprio abito ispirato a una canzone o a una scena, al titolo o alla melodia di un musical o ďŹ lm musicale. Il 15 giugno, i ďŹ nalisti saranno protagonisti di un romantico deďŹ lĂŠ che incoronerĂ il vincitore. Appuntamenti che coinvolgono adolescenti e giovani e creano momenti di aggregazione. Per info, www.noimusica.org, 030/9901694.


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In quel tempo, GesĂš disse ai suoi discepoli: “In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerĂ , la luna non darĂ piĂš la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderĂ gli angeli e radunerĂ i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremitĂ della terra ďŹ no all’estremitĂ del cielo. Dalla pianta di ďŹ co imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. CosĂŹ anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In veritĂ io vi dico: non passerĂ questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, nĂŠ gli angeli nel cielo nĂŠ il Figlio, eccetto il Padreâ€?.

Il senso di attendere

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empo. Abbiamo la tendenza a considerarlo come un luogo vuoto tra un evento e un altro. Ci manca il senso della continuitĂ . Siamo condannati ad aspettare, non ad attendere. I due verbi sono sinonimi ma danno rilievo molto diverso al tempo che sta tra un evento e l’altro: aspettare indica solo che quello che vogliamo non c’è ancora; attendere indica la tensione verso qualcosa, il distendersi dei momenti che portano a quell’istante. Ăˆ tendere a qualcosa, o a qualcuno. Se aspettiamo solamente il tempo intermedio è, paradossalmente, tempo perso perchĂŠ non è “quelâ€? momento. Chi aspetta non prepara perchĂŠ aspettare non presuppone niente. Solo chi attende sente il bisogno di prepararsi, si trova nella dimensione dell’incontrare. Attendere è, in fondo, desiderare. E quindi cambiare, lasciarsi cambiare, lasciarsi coinvolgere. Potremmo dire che aspettare è vivere fuori cosĂŹ come attendere è vivere dentro il tempo. Chi chiedeva a GesĂš quando sarebbe

stata la fine, chiedeva per aspettare. GesĂš risponde con la misura dell’attesa. Dice di guardare, di imparare a guardare. Per non sbagliarsi, per non misurare con il criterio esterno quello che è il tempo di Dio. L’immagine del fico e dell’estate è molto chiara: non dipende nĂŠ dal calendario nĂŠ dal mese. Il fico germoglia nel suo tempo; quello è il tempo dell’estate. CosĂŹ è il tempo di Dio: non ha scadenza perchĂŠ è il tempo della maturitĂ , della pienezza, è il tempo nel quale Lui sarĂ tutto in tutte le cose. Difficile da immaginare come una data sul calendario o come un evento stabilito. Non si può aspettare. Bisogna attenderlo, tendere verso quel momento e imparare a conoscerlo, a scrutarlo. Solo cosĂŹ non è improvviso, nĂŠ pauroso, nĂŠ terribile. Non coincide con la fine del mondo o con la distruzione delle cose. Ăˆ prima di tutto incontro. Noi confondiamo i segni con l’incontro e ne immaginiamo la portata catastrofica. Potrebbe crollare tutto, ma quello che non crolla deve essere la nostra certezza di incontrarlo. PerchĂŠ questo, credo,

è il senso delle catastrofi delle quali parla GesĂš e che potrebbero essere riconosciute in altre catastrofi (naturali e non) che colpiscono sempre l’uomo e lo lasciano nudo davanti a se stesso e davanti a Dio. CosĂŹ è possibile capire come tutto questo avviene per ogni generazione e al tempo stesso nessuno conosce il momento finale: perchĂŠ è attesa e ogni generazione deve fare i conti con il dissiparsi delle certezze e delle speranze e può sentire la tensione verso quel momento che è il futuro di Dio. Aspettare ci impone di cercare una data, un calendario, un momento misurabile; attendere ci insegna a guardare in profonditĂ chi siamo e per che cosa viviamo, a contare i nostri giorni per arrivare ad avere un cuore sapiente, per arrivare a riconoscerlo mentre viene perchĂŠ Lui viene e non è un istante lontano, ma un lungo attenderlo e desiderarlo, averlo e non averlo ancora, conoscerlo e desiderare di conoscerlo ancora di piĂš. Ăˆ rinunciare a sapere il quando per imparare a riconoscerlo nell’attesa.

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/D SRUWD GHOOD YLFLQDQ]D Nell’adolescenza sono entrato a far parte di una squadra di nuoto. Pochi atleti perchÊ la piscina aveva appena iniziato la sua attività . Cinque maschi e una decina di femmine. Sempre insieme in allenamento e negli spostamenti per le gare. C’era una forte competitività e io, dal carattere troppo chiuso e solitario, sfogavo la rabbia nelle gare. La mia rivale in allenamento era Marina, un anno piÚ giovane di me e pur essendo femmina mi stracciava e umiliava nelle frazioni di rana. Io la battevo in stile libero, dorso e delfino, ma lei in rana, per motivi genetici, era un fenomeno e mi dava mezza vasca nell’allenamento. Siamo cresciuti. Abbiamo lavorato insieme nella stessa piscina come istruttori ed allenatori e anche

qui rivalitĂ e gelosie, da parte sua e da parte mia. Per tanti anni. Aveva un caratterino da comandina, poi era la coccolina dell’allenatore Isacco, proprietario dell’impianto sportivo con sua figlia Patrizia. Quando ho cessato di lavorare in piscina avevo 27 anni e me ne sono andato senza nemmeno salutarla carico di rancore. Passano gli anni. Da piĂš di 25 non ci vediamo nĂŠ ci sentiamo. Sapevo solo che abita ad Antegnate e che si è sposata. La scorsa settimana vado in un ingrosso a comprare alcuni presepi per il mercatino missionario e parlando del piĂš e del meno con la proprietaria, scopro che Marina è sua amica. Vuole darmi il numero di telefono ma sono titubante: ritornano alla mente i rancori passati, il non

amore reciproco. Poi cedo. La chiamiamo sul momento e sento la sua voce cambiata. Ha 50 anni, dai tempi dell’allenamento ne sono passati piĂš di 35. La sorpresa è che è felice di sentirmi, di sapere che sono frate, anzi dice che è un segno della Provvidenza. Mentre mi parla è in ospedale e le hanno appena detto che per il resto della sua vita dovrĂ sottoporsi a dialisi. I sentimenti cambiano. Ci scopriamo in qualche modo legati dalla vita e dal tempo. La telefonata la fa sentire meno sola, anzi per lei è un segno del cielo. Le rivalitĂ che fanno parte dell’adolescenza e della giovinezza, attraverso la porta della vicinanza, cambiano, evolvono e possono trasfigurarsi in affetto, solidarietĂ e perdono.


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Vivere è bello anche alla nostra etĂ , nonostante qualche acciacco e qualche limitazioneâ€?. Ăˆ questo il saluto del Papa agli ospiti della casa “Viva gli anzianiâ€? della ComunitĂ di Sant’Egidio. “Nel nostro volto – l’invito del Papa agli anziani – ci sia sempre la gioia di sentirci amati da Dio, mai la tristezzaâ€?. “Vengo tra di voi come vescovo di Roma, ma anche come anziano in visita ai suoi coetaneiâ€? ha esordito Benedetto XVI. “Conosco bene le difďŹ coltĂ e so che queste difďŹ coltĂ , per molti, sono

Si è concluso, a Rio, il convegno internazionale organizzato dalla Fondazione vaticana “Joseph Ratzinger-Benedetto XVIâ€? nel quale rappresentanti di oltre 90 atenei si sono confrontati sul pensiero del Papa a partire dall’interrogativo: “Cos’è che fa dell’uomo un uomo?â€?. Al termine del simposio, l’arcivescovo di Rio, mons. Orani Joao Tempesta, ha sottolineato il valore della Gmg che si svolgerĂ nella cittĂ brasiliana dal 23 al 28 luglio 2013. La cittĂ â€œsi prepara

aggravate dalla crisi economicaâ€?. “Talvolta, a una certa età – ha constatato il Santo Padre – capita di volgersi al passato, rimpiangendo quando si era giovani. CosĂŹ lo sguardo, a volte, si vela di tristezzaâ€?. “Rivolgendomi idealmente a tutti gli anziani – le parole del Papa – pur nella consapevolezza delle difďŹ coltĂ che la nostra etĂ comporta, vorrei dirvi con profonda convinzione: è bello essere anziani! In ogni etĂ bisogna saper scoprire la presenza e la benedizione del Signoreâ€?.

con un intenso lavoro che va avanti da oltre un anno. Abbiamo dedicato un intero piano della curia al quartier generale della Gmg, sotto la guida di un giovane sacerdote, don Amisio. Con lui lavora un gruppo entusiasta di 8090 persone che organizza il grande evento per il quale ci aspettiamo due milioni di giovani�. Quanti volontari occorreranno? “Abbiamo ormai raggiunto l’obiettivo che ci eravamo proposti di 60mila iscritti�.

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ducare all’amore e accompagnare nel percorso del fidanzamento sembrano, oggi, imprese particolarmente difficili, per alcuni, addirittura, improponibili, ritenendo che i mutamenti culturali e sociali siano tali da mettere radicalmente in discussione l’esistenza stessa dell’istituto del matrimonioâ€?. Con queste parole mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma e presidente della Commissione episcopale per la famiglia e la vita, introduce il documento reso pubblico oggi, con il titolo “Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famigliaâ€?. Il Vescovo nota che, nell’attuale contesto, sembra “perdere valore la condizione del fidanzamento a favore di ormai diffuse forme di convivenza, prematrimoniali o permanenti o almeno ‘finchĂŠ ci vogliamo bene’. Anche il percorso di educazione all’amore pare seguire questa derivaâ€?. Il documento è motivato dalla considerazione che “la comunitĂ cristiana conosce bene queste posizioni e le scelte che ne derivano, ma riconosce ancor piĂš e ribadisce il valore e la fiducia nella persona umana come essere educabile all’amore totale, unico, fedele e fecondo, come è l’amore degli sposi, attraverso un percorso progressivo e coinvolgenteâ€?. “Credendo alla possibilitĂ di educare e crescere nell’amoreâ€?, il documento si propone quindi di offrire “linee

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tale insistenza risiedono nel fatto che oggi “si vorrebbero infatti porre sullo stesso piano del matrimonio scelte diverse e meno impegnative, come la semplice convivenza o la scelta di rimanere sempre fidanzati, continuando ad abitare nelle rispettive famiglie di provenienza, offuscando l’orizzonte dell’amore, che per sua natura rende capaci del dono totale di sĂŠ. La Chiesa non giudica e non intende allontanare chi compie tali scelte; al contrario desidera entrare in un proficuo dialogo con loro e li invita a non allontanarsi dalla vita ecclesiale. Non può però rinunciare ad affermare che

vi è una forma di relazione della coppia, quella matrimoniale, che non può essere comparata con le altre forme di convivenza o accompagnamento, perchĂŠ basata sull’assunzione definitiva del proprio impegno nei confronti dell’altroâ€?.

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(VVHUH UHOLJLRVL RJJL Padre Luigi Gaetani, nato a Gallipoli nel 1959, carmelitano scalzo, è il nuovo presidente della Cism, la Conferenza che riunisce i superiori maggiori degli istituti religiosi e delle societĂ di vita apostolica maschili. Eletto durante la 52ÂŞ assemblea della Conferenza succede a don Alberto Lorenzelli. L’iter formativo di padre Gaetani si è snodato tra Napoli e Roma: dopo aver conseguito la licenza in teologia dogmatica e averla insegnata per 13 anni,

è stato maestro di formazione, provinciale per due trienni, deďŹ nitore generale per sei anni, e ora nuovamente provinciale. Il neopresidente Cism traccia un bilancio dell’assemblea di Acireale e indica i punti principali del suo programma di lavoro. Quali sono le linee guida del suo programma per i quattro anni di mandato? “Mi baserò sul signiďŹ cato stesso della nostra conferenza: la Cism è un organismo di comunione, dove siamo chiamati a

vivere con corresponsabilitĂ , partecipazione, fraternitĂ , travasando l’esperienza di ognuno nella vita dell’altro. Il mio impegno sarĂ coinvolgere tutti, per scoprire la bellezza e la funzionalitĂ di questo organismo. Ăˆ ovvio però che abbiamo pure esigenze concrete, quelle di ogni provinciale che quotidianamente deve occuparsi di persone e opere. Per cui vogliamo volare alto, ma anche sporcarci le mani con la storiaâ€?.

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Si avvicina il Sinodo diocesano, ma onestamente mi pare di leggere, soprattutto tra i sacerdoti, un generale senso di scoramento. Sono i primi a non credere in questo importante momento di confronto per tutta la Chiesa bresciana. Forse, e sono d’accordo con molti di loro, sarebbe stato opportuno allargare la riflessione non solo alle unità pastorali ma anche al tema, spinoso e al tempo stesso affascinante, dell’evangelizzazione. Ci stiamo

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chiedendo se e come stanno evangelizzando le nostre comunità diocesane? Mi pare che siano tendenzialmente un po’ tutte ferme, salvo qualche rara eccezione di chi sperimenta. Vedo gli amici preti troppo presi dai mille incontri che arrivano a curare poco l’aspetto personale dell’incontro umano. Dobbiamo fare ancora molta strada per arrivare a essere comunità autentiche. Mi piacerebbe che il Sinodo prendesse in

considerazione anche la presenza dei sacerdoti sul territorio: piĂš di tante alchimie conta la presenza. Mancano le vocazioni? SĂŹ, è vero, ma come è altrettanto vero che i sacerdoti non mancano. Non sarĂ forse questa l’ora di scommettere su laici preparati e formati? Anche sulla formazione, lo so, si potrebbe aprire un capitolo importante. Ma se i laici non sono formati, anche i sacerdoti devono incominciare a farsi qualche domanda. (l.p.)

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ual è il futuro dei giornali della comunitĂ ? Devono restare ancorati alle singole parrocchie o devono abbracciare piĂš parrocchie in un unico strumento dell’unitĂ pastorale? Vedremo. Ma quando parliamo di cultura e comunicazione nelle unitĂ pastorali di cosa parliamo? Chi sono (se sono indicati) i referenti principali sul territorio? La risposta piĂš condivisa ai quesiti della nona scheda è quella relativa alla opportunitĂ di avere in ogni unitĂ pastorale un gruppo di animatori della comunicazione e della cultura. Questa convinzione deriva dalla constatazione dei problemi relativi ai nuovi mezzi di comunicazione e alla complessitĂ della realtĂ culturale che si sta vivendo. Questi animatori culturali devono avere, però, una adeguata preparazione, prevalentemente a livello diocesano. Si raccomanda che la formazione, che deve pur essere seria, non si limiti al livello teorico, ma si traduca in proposte che incidano nella vita delle comunitĂ . Si suggerisce, pertanto, che a livello di unitĂ pastorale si propongano anche incontri culturali. Inoltre si ricorda che la preparazione degli animatori deve fornire competenze specifiche, ma deve preoccuparsi anche di formare persone capaci di dialogo e soprattutto testimoni del Vangelo. Alcuni suggeriscono di fa-

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di mantenerlo, quasi come simbolo dell’identitĂ , a livello parrocchiale; nello stesso tempo appare anche la disponibilitĂ a ritenerlo utile per avviare il cammino comune nell’unitĂ pastorale, per favorire la conoscenza reciproca e portare a maturare un senso di appartenenza alla nuova realtĂ ecclesiale. Per questi motivi sembra che la soluzione piĂš idonea sia di tendere a un giornale unitario, nel quale siano riservati degli spazi per le singole parrocchie, anche se nelle schede individuali non è emerso questo dato. Utili allo stesso scopo sono ritenuti anche il sito internet, la radio, la Sala della comunitĂ .

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/D GLIILFLOH SULPDYHUD Con il titolo “La difďŹ cile primaveraâ€? la comunitĂ parrocchiale di Santa Maria in Silva in cittĂ festeggia una settimana intensa di appuntamenti ed eventi di formazione e aggregazione. Ogni giornata ha un tema speciďŹ co: la forza del creato (sabato 17 con la Festa del Ringraziamento), la forza della comunitĂ (domenica 18), la forza dell’amore (martedĂŹ 20 con alle 20.45 nella parrocchiale “Il cantico dei canticiâ€?), la forza del Concilio (mercoledĂŹ 21 con la presentazione sempre alla sera del libro di don Giuseppe Tomasini

“SďŹ de, ricordi, speranzeâ€?). Nella stessa sera mons. Gabriele Filippini affronta il tema del Concilio. La forza dei piccoli, la forza dell’armonia e la forza della famiglia chiudono gli eventi che intendono rafforzare il senso di comunitĂ parrocchiale. Non mancano nelle proposte i tornei e le manifestazioni. La parte del leone spetta agli spettacoli: sabato 17 alle 20.45 in scena il dialetto con “Il cenerentoloâ€? de “Il Loggione di Passiranoâ€?, mentre sabato 24 sarĂ la volta dei Beatles con Rolando Giambelli.


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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 15 novembre Ore 9.30 - Auditorium Santa Giulia - Convegno per enti turistici sul tema dell’accoglienza. VenerdĂŹ 16 novembre Ore 20.30 - Piamborno - Santa Messa nel centenario della chiesa parrocchiale. Sabato 17 novembre Ore 9.30 - Brescia - Consiglio pastorale diocesano presso il Centro pastorale Paolo VI. Ore 16.30 - Ponte Zanano -

Santa Messa e cresime. Domenica 18 novembre Ore 10 e 11.30 - Castenedolo Cresime e prime comunioni. Ore 16.30 - Pontasio - Santa Messa e dedicazione della chiesa. LunedĂŹ 19 novembre Ore 18.30 - Brescia - Santa Messa per ricordare mons. Nava presso il Centro pastorale Paolo VI. MartedĂŹ 20 novembre Ore 20.30 - Costorio di Concesio Santa Messa nel centenario della parrocchiale. MercoledĂŹ 21 novembre Ore 10 - Brescia - Santa Messa per i Carabinieri in San Pietro in Oliveto.

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L’Azione cattolica giovani propone di vivere l’esperienza del capodanno ad Assisi. Si parte domenica 30 dicembre alle 6.30 da Brescia e si ritorna martedĂŹ 1° gennaio alle 22 circa. Il pernottamento è presso l’ostello Victor a Capodacqua di Assisi. Il costo è di 150 euro, esclusi i tre pranzi, di cui uno al sacco. I posti sono limitati (30). Per informazioni, si può mandare una e-mail a elisabettafracascio@ hotmail.it.

Per l’itinerario di discernimento vocazionale proposto al gruppo diocesano Emmaus, composto da giovani maggiorenni che non escludono la vocazione sacerdotale, il secondo appuntamento è presso il Seminario diocesano in via Razziche 4, domenica 25 novembre, dal pranzo previsto alle 12.30 fino alle 18. Il tema annuale è “Paolo VI e la fedeâ€? : per questa giornata lo spunto sarĂ â€œChi è senza fede è senza luceâ€? (IV – 1021 – 20 marzo 1966).

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rescia invasa dagli scout: nonostante la pioggia incessante dello scorso fine settimana, capi scout di tutto il Nord Italia percorrevano, nel Bresciano, la strada loro assegnata, riflettendo su temi come le relazioni affettive, la politica, l’essere Chiesa oggi, l’economia, il futuro lavorativo. L’importante incontro culturale si è tenuto in contemporanea ad Assisi e a Napoli. Voluta la scelta di tre sedi, per la precisa intenzione di trasmettere la forte coesione della branca e al contempo il radicamento al proprio territorio d’origine. La due giorni scoutistica ha visto i numerosi educatori ritrovarsi presso l’Auditorium di Ubi Banca per un momento iniziale di presentazione e preghiera a seguito del quale, una volta suddivisi in gruppi, i giovani sono stati indirizzati per le strade della cittĂ e della provincia. In serata, una veglia; domenica in mattinata, videoconferenza con Assisi e Napoli, lavori di gruppo,

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“Strade di coraggio‌ diritti al futuro!â€? è il tema di quella appena iniziata dalla branca Rys, che vedrĂ l’apice nei campi fissi e mobili dell’estate 2014 e che coinvolgerĂ , oltre ai capi, circa 15mila giovani di Italia. Lo scoutismo è un movimento educativo indirizzato ai giovani, il cui obiettivo è la formazione integrale della persona secondo i principi e i valori definiti dal fondatore Baden-Powell. Tre le branche a cui si indirizza la proposta educativa: lupetti e coccinelle, tra i 7 e gli 11 anni, esploratori e guide, tra gli 11 e i 16 anni e, infine, Rover e Scolte, tra i 16 e i 21 anni. “Scopo dello scoutismo è, tra le altre cose, quello di offrire ai ragazzi un cammino di fede, indicando loro percorsi vivibili, profondi e non banaliâ€? ci ha detto padre Giovanni Gallo, assistente ecclesiastico nazionale. “A differenza dei primi anni, poi, in cui c’era un po’ di diffidenza, possiamo contare sull’aiuto delle parrocchie, con le quali oggi intercorre un rapporto di collaborazione e fiduciaâ€?.

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Il diacono permanente non sostituisce il sacerdote, ma ha una sua conďŹ gurazione ben precisa: è segno di Cristo servo. Per celebrare i 30 anni di servizio nella Chiesa bresciana sono stati pensati dei momenti di approfondimento. L’ultimo è in programma lunedĂŹ 26 novembre alle 10.30, in un incontro riservato ai sacerdoti sempre presso la Casa dei diaconi, il Vescovo illustra “Il diacono permanente nella Chiesa brescianaâ€?.

MartedĂŹ 20 novembre alle ore 20.45 presso l’oratorio della Pace si terrĂ un incontro del Meic che verterĂ sul tema: “Vaticano II: il conitto delle interpretazioniâ€?. A 50 anni dall’apertura del Concilio ogni serata rappresenta un’occasione importante per rivivere e cercare di attualizzare un evento importante per la Chiesa. Relatore della serata sarĂ don Angelo Maffeis, docente di storia della teologia presso la FacoltĂ teologica dell’Italia settentrionale di Milano.

MercoledÏ 7 novembre, presso Villa della Salute in via Lama, è scomparso don Antonio Mangialardo. La salma è stata trasportata a Gottolengo, dove mons. Mascher venerdÏ 9 ha celebrato la veglia funebre. Mons. Vigilio Mario Olmi ha celebrato il funerale sabato 10 nella parrocchiale di Gottolengo. La salma è stata tumulata nel camposanto di Gottolengo. Don Antonio Mangialardo è nato a Cologne il 24 marzo 1929;

Domenica 25 novembre si terrĂ l’incontro di spiritualitĂ per tutti i catecumeni adulti della Diocesi, presso il Centro pastorale Paolo VI, dalle 15.30 alle 17.30. “Il catecumenato – si legge nel doumento Ad gentes – non è una semplice esposizione di dogmi e di precetti, ma una formazione a tutta la vita cristiana e un tirocinio debitamente esteso nel tempo, mediante i quali i discepoli vengono in contatto con Cristo, loro maestroâ€?.

ordinato a Cologne il 28 giugno 1959. Originario della parrocchia di Cologne, è stato curato a Ghedi, curato a Gratacasolo (1959-1960), curato a Palazzolo (1960-1964), curato a Rovato (1964-1967); curato a Gottolengo (1967-1999); itinerante neocatecumenali (1992-2000), presbitero collaboratore a Gottolengo (1999-2010). Ăˆ stato funerato e sepolto a Gottolengo il 10 novembre del 2012.

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opo il Nobel della medicina, il Nobel della santitĂ â€?, questo uno degli slogan coniati dal parroco di Corteno Golgi don Alessandro Nana. Il 24 novembre soltanto tre cortenesi, fra cui una pronipote, saranno in Ecuador per partecipare alla cerimonia di beatificazione di suor Maria Troncatti, originaria di Corteno, che ha speso tutta la vita per le missioni. Ăˆ stata davvero fitta la serie di iniziative avviate dalla parrocchia di Corteno in occasione della beatificazione di madre Maria Troncatti. Dallo scorso aprile ogni mese nel giorno della morte, cioè il 25, nella chiesa parrocchiale si tiene durante la serata un incontro di preghiera e di riflessione sulla figura di suor Maria. A distanza di un mese, il 23 dicembre, sarĂ a Corteno il vescovo Monari, per la Messa di ringraziamento e per l’intitolazione dell’oratorio alla nuova beata. Si parla anche di una lapide-ricordo presso il fonte battesimale. Se da ragazza era timorosa, crescendo è diventata grintosa come la definisce il parroco di Corteno don Alessandro Nana: “Ha saputo vincere i timori nella ricerca della volontĂ di Dioâ€?. Maria Troncatti ha dedicato la sua vita all’Istituto delle figlie di Maria ausiliatrice. Subito alla sua morte è stata riconosciuta una santitĂ di vita ed è stato avviato il processo canonico per diventare prima venerabile e

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In seguito a un violento tornado Maria promise alla Madonna che se le avesse salvato la vita sarebbe partita per le missioni. La Madonna l’esaudĂŹ e suor Maria chiese alla Madre Generale di andare tra i lebbrosi. Sette anni dopo madre Caterina Daghero la manda invece in Ecuador. Nel 1925 sbarcò nella baia di Guayaquil e raggiunse Chunchi dove fu infermiera e farmacista per poco tempo. Il suo campo di missione era la terra degli indios Shuar nella parte sud-orientale dell’Ecuador. Si guadagnò la stima di una tribĂš Shuar operando con un temperino la figlia di un capo ferita

da una pallottola. Suor Maria diventò madre, e per 44 anni sarĂ chiamata da tutti “Madrecitaâ€?. Svolge un difficile lavoro di evangelizzazione; è infermiera, chirurgo, ortopedico, dentista e anestesista, ma soprattutto catechista ricca di pazienza e di amorevolezza salesiana. Svolse la sua attivitĂ soprattutto nel campo della formazione e della sanitĂ . Il 25 agosto 1969 l’aereo che portava suor Maria a SucĂşa cadde poco dopo il decollo. La radio della Federazione Shuar diede cosĂŹ il triste annuncio: “La nostra Madre, suor Maria Troncatti è mortaâ€?. La sua salma riposa a Macas.

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/¡LQYHVWLWXUD QHO VDQWXDULR GL 6DQW¡$QJHOD Il Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio risale alla “Cavalleria aurata costantinianaâ€? che l’imperatore Costantino fondò nel 313 d.C, come ringraziamento al Signore per la sua vittoria nei pressi di Ponte Milvio contro Massenzio, il primo Ordine cavalleresco della storia. La rappresentanza bresciana si sta preparando a vivere l’anniversario dell’Editto di Costantino (313-2013), valorizzando importanti manifestazioni e pro-

muovendo un pellegrinaggio in Terra Santa. Il Gran Maestro dell’Ordine costantiniano è per diritto di ereditĂ dinastica il principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie. LunedĂŹ 19 novembre, il gran priore dell’Ordine costantiniano il card. Renato Raffaele Martino, insieme al gran tesoriere Antonio Benedetto Spada e ad alcuni membri del Consiglio della rappresentanza, raggiungerĂ Palazzo Loggia con il sindaco Paroli che gli consegnerĂ la Vitto-

ria Alata. Alle 17, presso il Santuario di S. Angela Merici in via Crispi, riceveranno l’investitura nuovi illustri dame e cavalieri bresciani. Alla cerimonia parteciperanno i Duchi di Castro, il gran priore card. Renato Raffaele Martino, il gran tesoriere ambasciatore Antonio Benedetto Spada, Collare Costantiniano, don Arnaldo Morandi, rappresentante provinciale dell’Ordine, insieme a dame e cavalieri della rappresentanza bresciana. Concele-

breranno mons. Vigilio Mario Olmi e mons. Marco Alba, vicario giudiziale e cancelliere vescovile. Sull’altare sarĂ esposta la reliquia della Santa Croce e di San Giorgio. La croce di Cristo, per i Cavalieri dell’Ordine, rappresenta il tesoro da glorificare nella caritĂ , poichĂŠ è il legno a cui venne appeso Colui che è la salvezza del mondo. La rappresentanza di Brescia è costituita da circa 30 dame e cavalieri. I nuovi candidati sono: cavalieri di giustizia -

Giovanni Averoldi; cavalieri/dame di grazia - Marina Scardi, Nicola Bianco Speroni; commendatori di merito con placca - Daniele Gorla, Enzo Cossu, Giacomo Mingotti, Roberto Pinelli; commendatori di merito - Bonifacio Bertetti, Settimio Simonetti; cavalieri/ dame di merito con placca - Giuliano Gnutti, Laura Guarda, Marco Belardi, Sandro Torchiani; cavalieri di ufficio - Mario Cavarretta, Vincenzo Reddavide, Nicola Firrarello.


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Nel 1981 iniziò a Roma una nuova tappa che la vide impegnata nella promozione dei dischi prodotti dalle Edizioni Paoline. Per 10 anni consecutivi diede un valido contributo a Radio Voce. Nel 1996 il Presidente di Radio Voce per sottolineare la sua testimonianza preziosa utilizzò queste parole: “La presenza intelligente di suor Teresa merita un giudizio che al termine di un anno di competente collaborazione, diventa semplice riconoscimento per il lavoro svolto.

Va sottolineata anzitutto la presenza della religiosa: l’atteggiamento esterno, la parola sempre misurata, il gesto controllato e sobrio hanno determinato nell’ambiente un’atmosfera di palpabile serenitĂ . La religiosa, in breve tempo, si è impossessata del meccanismo della radio, contribuendo concretamente a quel cambiamento tecnologico che senza di lei sarebbe stato certamente piĂš oneroso. Suor Maria Teresa ha stimolato esemplarmente tutti a operare secondo una

visione d’insieme e in piena responsabilitĂ â€?. Nel 2005 è stata inserita nella comunitĂ di Verona e nel 2009, per una salute sempre piĂš fragile, rientrò a Roma, dapprima impegnata in servizi di segreteria presso l’Editoriale audiovisivi e poi come ammalata. Da alcuni mesi si trovava ad Alba. Il Signore l’ha chiamata a sĂŠ proprio nel luogo dove, oltre 60 anni fa, suor Teresa aveva espresso, con la professione perpetua, il desiderio di vivere per sempre alla sequela di Cristo.

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l 19 luglio chiudeva la sua giornata terrena, don Davide Carsana, ospitato a Palazzolo per gli ultimi mesi della malattia dalle Ancelle della Chiesa. Don Davide era nato a Cortenuova (Bg) il 3 marzo 1920, da una famiglia povera, buona, profondamente cristiana contenta di donare un figlio alla Chiesa. Venne indirizzato al sacerdozio dal maestro di scuola, frequentò la chiesa e il Collegio di S. Bernardino in Chiari aiutando anche un po’, come un sacrestano, i preti nelle funzioni e scoprendo cosĂŹ la sua vocazione. I sacerdoti lo inviarono poi in Seminario, in prima liceo, a Brescia dove rimase, nelle difficili condizioni che la guerra imponeva, fino al 17 marzo 1945, giorno in cui fu ordinato a Botticino Sera e celebrò la sua prima Messa proprio mentre si stava concludendo la guerra. Iniziò la sua attivitĂ pastorale a Palosco come curato dell’oratorio, che lasciò nel 1949 per raggiungere Palazzolo, dove gli fu subito affidato l’incarico di direttore dell’oratorio maschile di S. Sebastiano e di assistente spirituale della Giac e anche la Scuola parrocchiale di catechismo. A Palazzolo è stato un sacerdote amante dell’istruzione religiosa e si è adoperato per valorizzare la catechesi nelle scuole; si è sempre sforzato di intavolare con i fedeli un discorso sereno tanto da conquistarsi la fiducia e la stima di chi lo avvicina-

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va. Nel 1962 è trasferito in cittĂ nella parrocchia di Cristo Re, come vicario cooperatore. Nominato nel 1965 parroco di Paderno Franciacorta, il suo parrocchiato è durato 30 anni. A chi gli domandava della sua esperienza sacerdotale, era solito rispondere con il suo caratteristico tono di voce: “Se rinascessi farei mille volte il preteâ€?. Ha curato in modo essenziale la catechesi. Ha ritenuto importante la presenza in parrocchia delle associa-

zioni cattoliche, quali l’Ac, le mamme cristiane, il Terzo Ordine Francescano, ha voluto la nascita di un gruppo Caritas. Da sempre affascinato dalla figura di San Giovanni Bosco, rilevante è stata la realizzazione del nuovo oratorio, avviata nel 1991 e inaugurata nel settembre 1993. Nel 1989 aveva inaugurato un complesso, il Centro Frassati, con all’interno la cappella invernale, una sala per conferenze, una saletta per gli incontri parrocchiali e per le associazioni. Zelante difensore della tradizione, ma molto legato alle disposizioni del Concilio Vaticano II, è stato un vero pastore di anime, vigoroso e instancabile annunciatore della Parola di Dio, amato dai suoi parrocchiani ed ebbe anche la gioia di vedere maturare alcune vocazioni religiose, compresa quella di un diacono permanente. A 75 anni lascia la parrocchia di Paderno e torna a Chiari; è presente in parrocchia, instancabile nel servizio liturgico e nell’assistenza agli anziani, come cappellano della Casa di riposo. Tra i tanti servizi pastorali svolti nella comunitĂ parrocchiale di Chiari vi fu anche quello di collaboratore del bollettino parrocchiale “L’angeloâ€? sul quale teneva la rubrica fissa “Cose sbalorditiveâ€?. Era comunque facile trovarlo nel confessionale oppure nelle visite agli ammalati. Don Davide è stato un santo prete.

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e contributi storiograďŹ ci sulla sua vita e sulle opere che dalla sua muniďŹ cenza hanno preso origine. Nel 1923, con il ďŹ ne di costituire un ente beneďŹ co, il Bonoris nominò infatti proprio erede la Congrega della CaritĂ Apostolica, il piĂš antico sodalizio caritativo laicale bresciano: nacque cosĂŹ la Fondazione Bonoris che in 80 anni di attivitĂ ha promosso e sostenuto innumerevoli iniziative a favore dei minori delle province di Mantova e di Brescia.

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no dei mali piĂš diffusi del nostro tempo è senz’altro il morbo di Alzheimer, che colpisce solo in Italia circa 500mila persone. Quella che un tempo si indicava come “demenza senileâ€?, è oggi una malattia per la quale, a fianco delle sempre piĂš avanzate cure farmacologiche, si studiano anche approcci terapeutici, psico-sociali e cognitivi, che si stanno dimostrando di particolare utilitĂ . Tra queste spicca l’apertura di centri diurni, destinati ai pazienti e ai loro familiari. Il 15 settembre 1997 a Leida, in Olanda, lo psicogeriatra Bere Miesen inaugurò il primo “Alzheimer Caffèâ€?, ideato appunto quale luogo di intervento, cura e terapia psico-sociale, dove intorno ad un caffè gli ammalati e le loro famiglie possono incontrare assistenti e volontari e scambiare con loro informazioni ed esperienze. Dai Paesi Bassi i “Caffèâ€? si sono poi diffusi in Inghilterra, Germania, Grecia ed Australia, per raggiungere infine l’Italia nel 2005. Si tratta in effetti di un progetto assistenziale a costo relativamente basso che sembra ben rappresentare uno strumento per sviluppare con mezzi frugali la sussidiarietĂ , che prevede il coinvolgimento diretto della comunitĂ per perseguire finalitĂ sociali. Dopo le prime iniziative avviate a Cesena, Cremona, Sesto Fiorentino, Roma, Saronno, Oderzo e Treviso, quest’anno è stata la volta di Torino, Verona, Napoli e Palermo, ma soprattutto è stato il tempo per una prima analisi scientifica dei risultati conseguiti. Al Gruppo di ricerca ge-

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parte del Sodalizio di via Mazzini verso le persone piĂš fragili. La ricerca mostra che l’esperienza dei “Caffèâ€? è estremamente positiva: favorisce infatti un approccio inedito alla conoscenza del malato e dei suoi bisogni, facendo emergere una visione sociale delle sue difficoltĂ , che non nega l’ambito biologico del disturbo, ma lo colloca in una dimensione quotidiana e familiare. “I vantaggi dei Caffè – ha concluso Marco Trabucchi, curatore della pubblicazione – sono evidenti, sia per i pazienti, sia per chi li assiste. Si conferma cosĂŹ che il servizio, a basso costo ma a forte intensitĂ umana, è utile e quindi che la sua diffusione spontanea avvenuta in questi anni va sostenuta e appoggiataâ€?.

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stato di grande interesse e attualitĂ il convegno che si è tenuto giovedĂŹ 8 novembre nell’aula magna dell’UniversitĂ Cattolica del Sacro cuore di Brescia. L’iniziativa, organizzata e proposta dal “centro pastoraleâ€? e sostenuta dal prof. Luciano Caimi, ha visto susseguirsi vari relatori che, con tagli diversi, hanno trattato il tema scelto con competenza e con profonditĂ . Dopo il saluto introduttivo di Luigi Morgano, direttore di sede, il coordinatore, don Roberto Lombardi, ha dato la parola a Valeria Boldini, teologa e saggista, la quale nella sua esposizione ha posto le basi per una comprensione teologica e filosofica della fede che non può essere condotta ad un semplice moto del cuore o ad una dimensione intima, separandola dalla ragione e pensando che ognuno possa credere a modo suo, giungendo cosĂŹ a costruirsi anche un Dio su misura personale. La fede non si raggiunge nella concen-

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dell’esaltazione della propria persona e invece dovremmo educarci ed educare al secondo posto, al gioco di squadra, perchĂŠ la fede esige anche questo. Concludendo il suo intervento Valeria Boldini ha sottolineato quanto sia necessario, nel contesto attuale, il recupero dell’autorevolezza dell’educatore proprio per educare alla fede. Mons. Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’educazione cattolica, nel suo intervento ha presentato una panoramica dell’orizzonte con cui ogni giorno deve misurarsi, perchĂŠ la realtĂ di fronte alla quale si trova abbraccia tutto il mondo e quindi sono numerosissime le sfide e le prospettive culturali con le quali deve fare i conti e per le quali è necessario trovare una risposta o tentare una soluzione. La difficoltĂ piĂš grande è riuscire a leggere in maniera oggettiva le differenti realtĂ che si presentato in ogni Paese, anche perchĂŠ non sempre è facile proporre i

valori cristiani in qualsiasi ambiente, pur nella consapevolezza che sono un’occasione per una crescita globale della persona e anche metodologicamente sanno fare proposte valide. In molti Paesi emerge un’esigenza per un’educazione alla fede anche se, come sottolinea il recenteSinodo dei Vescovi, il compito educativo si svolge in un contesto di grande difficoltĂ . Nella Chiesa c’è comunque la consapevolezza che non si può rinunciare ad educare perchĂŠ l’educazione è una risposta all’esigenza che ognuno ha in sĂŠ di crescere e per crescere è necessario il bene comune, il senso di responsabilitĂ , la ricerca dei valori. Di fronte alla sfida dei rapporti conflittuali tra generazioni, o alla rivoluzione digitale o all’indifferenza sulle regole fondamentali di comportamento, l’intera societĂ deve diventare luogo di educazione, partendo dalla situazione attuale dell’uomo e ponendo in dialogo fede e ragione. Il prof. Pierpaolo Triani chiamato ad

indicare, nel difficile contesto attuale, alcuni orientamenti per promuovere la coscienza credente attraverso la mediazione educativa, ha sottolineato il valore metodologico che invita ad evitare il rischio del moralismo, del sentimentalismo, del mito del gruppo, della libertĂ incondizionata per partire dalla persona con i suoi bisogni e le sue esigenze, aiutandola a scoprire che educare alla fede è suscitare l’affidamento, è leggere il mondo con gli occhi delle beatitudini. Educare alla fede è anche promuovere persone che intelligentemente abitano il mondo, che cercano la veritĂ , che di fronte alle scelte giocano la giusta libertĂ . Per mettersi in cammino sulla strada della fede sono necessarie una proposta e un’azione significative, capaci di costruire contesti valoriali, di proporre percorsi convincenti che suscitano interesse. Il tutto deve essere fatto con gratuitĂ nel desiderio di promuovere la coscienza della fede che ogni giorno ha un inizio nuovo.

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Due gocce d’acqua, sorelle, vivono nel cielo ďŹ nchĂŠ non si tuffano sulla Terra. Ma le due si perdono: una scende veloce, diventa temporale, fa nascere funghi, si inďŹ la in tubi e rubinetti, disseta piante e ďŹ ori, arriva nelle nostre case e viene depurata prima di ďŹ nire nel mare. L’altra vola leggera come ďŹ occo di neve e si posa sulla cima di un monte. LĂŹ trascorre l’inverno aspettando che il sole riprenda calore per farla sciogliere e diventare ruscello. E cosĂŹ parte alla

Seconda serata in Santa Maria del Carmine con i “Vespri musicaliâ€?, la rassegna giunta alla 18ÂŞ edizione organizzata dall’associazione “Amici chiesa del Carmineâ€?. Per la serata di domenica 18 novembre, infatti, a partire dalle 17, verrĂ eseguita “Una musica da favolaâ€?, favola in musica su testo di Giorgio Scroffi. Al piano si esibirĂ Stefano Ghisleri, sulla scena invece l’attore Daniele Squassina.

ricerca della sorella perduta. Questa è la trama della nuova produzione del Teatro Telaio “Gocceâ€?, curata alla regia da Angelo Facchetti, con Francesca Franzè (nella foto) e Anna Gussoni. Lo spettacolo sarĂ presentato in anteprima nazionale all’interno della stagione teatrale Storie storie storie presso Teatro S. Giulia del Villaggio Prelapino Brescia, domenica 18 novembre alle 16.30 e lunedĂŹ 19 novembre alle 10. Lo spettacolo ha il patrocinio di A2A ciclo idrico e di Aob2.

GiovedĂŹ 15 novembre 2012, alle ore 18 presso l’Hotel Master di via Luigi Apollonio 72 a Brescia, verrĂ presentato il libro di Massimo Coco “Ricordare stanca-Dal ďŹ glio della prima vittima delle Brigate Rosse un atto d’accusa contro l’uso mediatico della memoriaâ€?. Il libro è stato pubblicato da Sperling&Kupfer e sarĂ presentato dall’autore stesso, che nella serata sarĂ intervistato dalla giornalista Alessia Biasiolo. L’ingresso alla serata è libero e gratuito.

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n’antipasto di un festival d’eccezione, che darĂ spazio all’emozione di rivivere le interpretazioni dei grandi maestri del passato. Ăˆ in programma, infatti, per sabato 17 novembre l’anteprima del Fam, il Festival degli archivi musicali. Il Fam, in programma a Brescia per il 2013, sarĂ un nuovo festival dedicato all’ascolto e alla visione del materiale d’archivio dei piĂš grandi produttori mondiali di musica colta. Il progetto, portato avanti dalla Fondazione del Teatro Grande, nasce dal desiderio e dalla necessitĂ di far emergere i tesori culturali nascosti del nostro Paese con un appuntamento che consenta alle realtĂ italiane di condividere e mettere a disposizione del pubblico le proprie documentazioni. Tra le realtĂ coinvolte spicca la Rai, il cui ruolo di divulgazione e conservazione costituisce la spina dorsale della custodia della cultura musicale in Italia. E poi l’Istituto per i beni sonori e audiovi-

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si concentreranno sul rapporto tra il maestro Celibidache e l’Italia. Dalle 10 fino alle 19 sarĂ possibile ascoltare da diversi punti di ascolto materiali d’archivio audio e video forniti dall’archivio Rai. Alle 15, invece, è prevista la conferenza “Celibidache in Italia. Fenomenologia del mito a 100 anni dalla nascitaâ€?, condotta dallo storico della musica Paolo Bertoli. Alle ore 16.30, sempre nel Ridotto del Teatro Grande, Paolo Noseda di Media Artis modererĂ l’incontro “Gli archivi italiani. Storia e tradizione per un futuro diversoâ€? in cui interverranno Carlo De Marinis, funzionario responsabile del progetto Archivio Radio Rai, Sabina Benelli, funzionario dell’Archivio del Teatro alla Scala e Pierluigi Ledda, amministratore delegato dell’Archivio Ricordi. Nel programma sarĂ inoltre riservato uno spazio importante al rapporto tra Celibidache e Arturo Benedetti Michelangeli: alle 19, infatti, verrĂ proiettato nel Ri-

dotto del Teatro Grande una delle piĂš rare documentazioni storiche che riprendono insieme Sergiu Celibidache e Arturo Benedetti Michelangeli: il “Concerto per pianoforte in Sol maggioreâ€? di Maurice Ravel, registrazione dal vivo del 1982 alla Royal Festival Hall con la London Symphony Orchestra. Un’appuntamento di rilievo, quindi, che mira a coinvolgere tutti gli appassionati, in un viaggio che dalla memoria si proietta sul futuro.

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3HVVLPLVPR H IUXVWUD]LRQH Fino al 18 novembre, presso il teatro Sociale, è in replica lo spettacolo “Il Teatranteâ€?, prodotto dal Ctb - Teatro stabile di Brescia. A condurne la regia Franco Branciaroli che nel contempo veste i panni del protagonista, un attore di teatro accecato dal pessimismo. L’opera scritta nel 1985 da Thomas Bernhard, celebre romanziere e drammaturgo austriaco, cela nelle riessioni del suo protagonista la perdita di ďŹ ducia nei confronti della vita evidenziando piĂš volte come soluzione il suicidio. Bruscon, il personaggio principale interpretato da Branciaroli, è in tournĂŠe con la moglie (Melania Giglio) e i due ďŹ gli Sarah (Valentina Violo) e Ferruccio (Tommaso Cardarelli), quando si ritrova a dover portare in scena il suo spettacolo, in un paesino abitato da meno di

400 abitanti e dall’aspetto piuttosto umile. Ad accoglierli un locandiere che prende il volto di Daniele Griggio. Egli insieme alla moglie (Cecilia Vecchio) e alla ďŹ glia Ema (Valentina Cardinali), cercherĂ di rendere la locanda piĂš adatta possibile alle richieste sempre piĂš bizzarre e presuntuose dell’ospite. Dal carattere arrogante e schivo, Bruscon, tratta tutti coloro che lo circondano con superioritĂ non considerandoli all’altezza delle sue qualitĂ di grande autore e attore. Per tutto il corso della commedia nello spettatore, grazie all’abile dialettica e alle capacitĂ sceniche di Branciaroli, si crea un’aspettativa per l’opera che i protagonisti dovranno portare in scena. Tuttavia la rappresentazione, nonostante la suspence creata, non risponderĂ alle aspettative. Ciò riette il pes-

simismo del protagonista in quello che lo circonda e rivela esatte le sue supposizioni che preannunciavano una delusione. Lo spettacolo, seppur in alcune sue parti piuttosto statico, si riscatta nel ďŹ nale. Esso si chiude inaspettatamente tanto da lasciare lo spettatore sorpreso e confuso dalla motivazione che spinge il grande romanziere ad avvalorare lo scetticismo che compare nell’intera opera. In scena al Teatro Sociale ďŹ no a domenica 17 novembre (alle 20.30; domenica alle 15.30), da 12 a 26 euro, con riduzioni possibili. Il prossimo spettacolo in cartellone nella stagione è “Mythosâ€? da Eschilo, Sofocle, Euripide elaborazione drammaturgica e regia di Elena Bucci e Marco Sgrosso dal 5 al 16 dicembre, 21 e 22 dicembre. Fuori abbonamento 4, 11 e 23 dicembre.


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Il 20 novembre alle 18 nel Ridotto del Teatro Grande di Brescia sarĂ presentato il libro di Renato Borsoni “Mina Mezzadri: una donna regista nel teatro del Novecentoâ€? (edizioni La Quadra). L’autore è stato presidente della deputazione del Grande e tra i fondatori del Teatro La Loggetta, progenitore del Ctb. Partecipano alla presentazione Umberto Angelini, sovrintendente del Massimo cittadino, Tino Bino, docente in Cattolica e Paola Carmignani, giornalista.

A Canton Mombello venerdĂŹ 16 novembre si svolgerĂ un concerto riservato ad un centinaio di partecipanti. Ideato in collaborazione con l’associazione Carcere e Territorio e l’avvocato Flaminio Valseriati, che da mesi svolge un corso di musica all’interno del carcere, l’evento sarĂ occasione per raccogliere fondi destinati all’acquisto di beni di prima necessitĂ . “Ci auguriamo di raccogliere circa 9000 euro – spiega la direttrice del carcere,

Francesca Gioieni – che serviranno per coprire le spese per un periodo di sei mesiâ€?. In particolare, i recenti tagli di budget hanno eliminato le sovvenzioni destinate all’acquisto dei prodotti per l’igiene personale dei detenuti, oltre a quelli per la pulizia dei locali. “Ci troviamo dunque – continua – a dover contare sul sostegno dei privati, delle associazioni e della comunitĂ , che a Brescia non è mai mancatoâ€?. Il concerto, al quale parteciperanno il “Trio del Gardaâ€? e

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“I Musici dell’Amiciziaâ€?, sarĂ anche l’occasione per coinvolgere la cittĂ sul tema del reinserimento postdetentivo, per il quale le strutture carcerarie bresciane stanno lavorando con molta attenzione, proponendo attivitĂ lavorative, laboratori e sostenendo l’iscrizione ai corsi universitari. Per ovviare al problema del sovraffollamento, il sindaco Paroli ha annunciato che ci sono tutte le condizioni perchĂŠ l’iter per la costruzione del nuovo carcere a Verziano abbia inizio. (a.g.)

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l PalaBrescia ritorna. La prima notizia è questa. La seconda: è stato presentato il cartellone 2012/2013 (con la promessa che saranno, in corsa, aggiunti degli spettacoli). La terza: dietro al cartellone c’è il lavoro di gente che un tempo poteva definirsi concorrente e invece ora collabora: Eureteis/Orione, New Star, Officine Smeraldo e Matel. Ne nasce una proposta attenta alla famiglia con la commedia musicale che fa da padrone. E in un cartellone che fa del musical il piatto principale non poteva mancare il “Peter Panâ€? con Manuel Frattini, cosĂŹ come la nuova produzione “Titanicâ€? o “Shrekâ€?. La sinergia è nata per soddisfare le esigenze di un pubblico attento, che vive il teatro non solo come svago, per divertirsi con tutta la famiglia, ma anche come un modo per soffermarsi, con una punta di ironia, su alcuni aspetti della societĂ . “Il tempo della crisi – ha raccontato Giacomo Tomasini, consigliere delegato di Matel – ci ha portato a far passare piĂš tempo per riuscire a chiudere il cartellone. Questo ci ha però portato a cogliere l’attesa della gente che chiedeva una stagione. Quasi gli fosse dovuta. E questo ovviamente ci ha fatto piacereâ€?. L’apertura è fissata domenica 2 dicembre (alle 16.30) con “Heidi - La commedia musicaleâ€? portato al PalaBrescia da Eureteis/Orione di Vittorio Pedrali: â€œĂˆ facendo rete che oggi – ha spiegato Pedrali – in periodo di crisi si può fare impresaâ€?. In cartellone, per ora, sotto il cappello delle due agenzie

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ce, perchĂŠ ha una identitĂ â€?. Officine Smeraldo aprono la propria parte di proposte con uno dei loro titoli piĂš longevi e di successo; “dimostra ciò che da sempre vogliamo fare: teatro popolare, ma di qualitĂ â€? ha concluso Longoni. Presente in cartellone anche con “Tango showâ€? con Roberto herrera,â€?Il lago dei cigniâ€? del Russian classical ballet di Mosca, che si ripeterĂ con “Romeo e Giuliettaâ€?. L’altra anima che riempie con i propri spettacoli il cartellone è New Star di Alessandro De Luigi che apre con “Lo schiaccianociâ€? del balletto di Mosca “La classiqueâ€?, i musical “Il libro della giunglaâ€?, “La sirenettaâ€?, “Shrekâ€?, “Biancaneveâ€?, “Aladinâ€?, lo spettacolo “Sempre piĂš convintoâ€? con Maurizio Battista, la serata speciale per la festa della donna con Sgrilli, Ciarmoli e Trentalance, quello di Giuseppe Giacobazzi e la musica del Grupo Compay segundo “Buena vista social clubâ€?. Tanta carne al fuoco per gli amanti dello spettacolo popolare. Nel programma anche una chicca: I Legnanesi saranno al PalaBrescia con il loro ultimo spettacolo la notte di San Silvestro, per un ultimo dell’anno in compagnia dei bresciani. Prezzi popolari, assicurano gli organizzatori della stagione, con promozione e novitĂ : “Tra ‘Il libro della giungla’ e ‘La sirenetta’, entrambi il 6 gennaio – racconta De Luigi – mi piacerebbe fare un nutella party per i bambiniâ€?. Non sono previsti abbonamenti. Vendita sul circuito Ticketone e in biglietteria del PalaBrescia. Info: palabrescia.it

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caro a Tolkien cioè ricreare un mondo che sia compreso dal lettore; questo è possibile se l’autore si rifĂ al reale. Non vuol dire che la Terra di Mezzo debba rispecchiare la realtĂ , ma Tolkien sottolinea che “deve essere riconducibile alla realtĂ nel senso che sia plausibile, realistico, ci siano delle regole date all’inizio, che − ha spiegato Toninelli − possono essere diverse da quelle del mondo reale, ma che devono garantire il funzionamento e la credibilitĂ â€?. Tolkien rielabora

con forza nuova archetipi vecchi e inventa la figura degli hobbit. Il viaggio di Frodo non è una ricerca tipica dei poemi epici per trovare un oggetto, ma per liberarsene; “è un viaggio che piĂš si avvicina alla meta, piĂš porta al protagonista sofferenze, legate all’impossibilitĂ di affermarsi, di scegliere, di crescere che daranno luogo alla crisi, al dubbio, all’incertezza, all’angoscia e al senso di inadeguatezza. Questo lo rende moderno e contemporaneoâ€? con un dolore a cui non sempre si

può trovare pace su questa terra. E la conclusione del romanzo apre a due finali: quello che racconta di una partenza, morte, verso terre immortali e quella che svela un ordinario quotidiano sacro proprio perchĂŠ inserito in uno glorioso. Secondo appuntamento il 22 novembre alle 20.30 nella Sede degli amici dell’Arte (via Matteotti, 90, Lumezzane). Il tema: “L’eroe ne ‘Il Signore degli anelli’â€?, che si profila diverso da quanto immaginato e ne svela il cattolicesimo.

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ola alto la 10ÂŞ edizione della Fiera della microeditoria, vola alto sulle ali della spiritualitĂ . Il titolo scelto per la rassegna delle piccole case editrici, che richiama a Chiari nella splendida cornice liberty di Villa Mazzotti espositori da tutta Italia, è stato quest’anno infatti: “Il vento dello Spirito – ripartiamo dall’Uomoâ€?. Non poteva essere altrimenti nell’anno in cui ricorre il 50° anniversario del Concilio Vaticano II, cosĂŹ come ricorda anche la direttrice della manifestazione Daniela Mena: “Il 10° anniversario della Fiera coincide quest’anno con l’importante ricordo dell’apertura del Concilio, che fu segno di speranza e rinnovamento, speranza che ci deve essere anche per noi. Il nostro messaggio è di ripartire dalla dimensione interiore, dall’umanitĂ nella sua profonditĂ : non è l’economia che ci salva, la cultura, per

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venuto nel pomeriggio di sabato. Occasioni queste che hanno impreziosito una trama che va consolidandosi di anno in anno: per l’edizione 2012 la presenza degli espositori è stata ampia (si parla di 113 editori) e di grande qualitĂ , e proprio dai grandi nomi ha tratto giovamento, sfruttandone il traino della popolaritĂ . Significativa in questo senso è stata anche la presenza di Daniele Bossari, il conduttore televisivo che proprio in collaborazione con una piccola casa editrice ha realizzato il libro “Fiammetta la strega imperfettaâ€?. La Fiera della microeditoria di Chiari rappresenta ormai un punto di riferimento nel panorama nazionale, tanto che quest’anno, a fronte di un numero limitato di spazi espositivi dovuto alle dimensioni e alla capienza della villa, le iscrizioni, sono state chiuse con largo anticipo. “Significa che la nostra fiera è diventata un punto fermo –

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dichiara in proposito Daniela Mena – e che forse la crisi ha spinto gli editori a puntare sulla presenza in questa rassegnaâ€?. Per quanto riguarda l’affluenza di pubblico, si registra una sostanziale paritĂ con il trend degli anni passati, a fronte comunque di molti timori legati al difficile contesto economico, ma gli organizzatori non hanno certo avuto l’ossessione dei numeri: “Crediamo che la qualità – è il commento – non passi solo attraverso

i numeri in crescita. A volte può significare anche presenze un po’ piĂš contenuteâ€?. E di questa impressione la conferma è venuta anche dagli addetti ai lavori: tra gli espositori la sensazione prevalente era quella di un cauto ottimismo per il quale, pur all’interno di un contesto complesso, essere soddisfatti della vetrina offerta da questa tre giorni. Ed è proprio questa, forse, la ciliegina sulla torta per i 10 anni della Fiera.

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Ăˆ nato da una lunga chiacchierata tra due grandi amiche un importante progetto riguardante la piaga della violenza sulle donne, sia fisica sia psicologica. Un tema che ancora oggi è considerato un autentico tabĂš. Le due amiche in questione sono la manager dei vip pugliese Manila Gorio e la bresciana Laura Gorini che ha rivestito il ruolo di coordinatrice unica e nazionale del progetto. Ăˆ stato un lavoro di squadra: hanno lavorato al progetto fotografi professionisti, truccatrici e piĂš di 20 donne dello spettacolo che hanno accettato di posare per una serie di scatti con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa tragica tematica. Le “modelleâ€? hanno posato con una semplice maglietta a maniche corte bianca con stampato uno slogan contro la violenza

sulle donne, creata e ideata da Pupa e Jack, per gli scatti avvenuti in settembre a Roma e a Milano, recanti le firme – rispettivamente – di Michele Simolo e di Saverio Madia. Le truccatrici professioniste che hanno lavorato al progetto sono Sara Dini, Chiara Rossano e Valentina Sarti Magi per quanto concerne le due tappe romane, e Marina Tagliabue e Pina Manna per quanto riguarda la data milanese. Manila Gorio ha potuto contare anche sull’aiuto in qualitĂ di supporto di diverse professionalitĂ , mentre la coordinatrice Laura Gorini si è avvalsa per i servizi fotografici romani del supporto della modella, showgirl, attrice e dj di origini argentine Georgia Viero, del produttore musicale Dino Barba, e della modella e showgirl bresciana Monica Gorni.

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a conclusione con tre spot pubblicitari realizzati da altrettanti gruppi di lavoro sui temi analizzati nel corso degli approfondimenti che hanno scandito l’anno scolastico 2011-2012; uno è dedicato al tema del rapporto uomo-donna, un altro a quello delle dipendenze e l’ultimo alla multiculturalitĂ . Il momento ďŹ nale è un happening a cui sono attesi circa 400 giovani: si ripercorreranno le tappe e saranno proiettati e commentati da degli esperti gli spot pubblicitari.

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uelli che fecero il Concilioâ€? (Edizioni Dehoniane Bologna, 2012, pp. 121, euro 9,90), scritto da Filippo Rizzi, giornalista di “Avvenireâ€?, è un libro che si legge d’un fiato. Sono 16 fra interviste e testimonianze, come recita il sottotitolo, che possono acuire in chi legge la nostalgia, mai del tutto sopita, per una stagione informata da limpida spiritualitĂ e da altissima ispirazione, teologica, storica e intellettuale. I nomi che ricorrono nelle pagine di Rizzi sono, tra gli altri, quelli di alcune figure indimenticabili del cattolicesimo contemporaneo: Loris Capovilla, segretario di papa Giovanni XXIII, il domenicano cardinale svizzero Georges Marie Cottier, il francese Roger Marie Etchegaray, Paul Poupard, Albert Vanhoye, l’italiano Luigi Bettazzi, tutti intervistati dal giornalista. Sono loro stessi a ricordare altri protagonisti conciliari, in un emozionante incalzare di eventi e di aneddoti, spesso inediti e comunque poco noti al grande pubblico. Sono quelli che Rizzi stesso definisce giustamente gli “ultimi testimoniâ€? a fare i nomi di Yves Marie Congar, Jean DaniĂŠlou, Karl Rahner, Agostino Bea, Marie Dominique Chenu, Henri

De Lubac, Giuseppe Dossetti. Nel libro, presentato da padre GianPaolo Salvini, direttore emerito de “La CiviltĂ Cattolicaâ€?, è contenuta anche una preziosa testimonianza del cardinale Carlo Maria Martini. Sono tanti i nomi che ancora si dovrebbero ricordare. Il libro di Rizzi però non è un regesto, sia pure bene documentato, da attingere e poi restituire intatto al silenzio di una memoria d’archivio. Ăˆ materia incandescente in virtĂš della voce di testimoni che parteciparono appassionatamente a tale evento e sono chiamati qui a ricordare. Ăˆ materia viva, forse proprio per il suo essere in qualche modo tuttora incompiuto, nello spirito delle attese e degli intendimenti dei protagonisti. Se, come risponde a una domanda, precisa sul punto, in una illuminante intervista il vescovo Luigi Bettazzi, “Mi vien sempre da commentare: ‘GiĂ e non ancora’â€?. Emergono i profili dei due grandi Papi del Concilio, Giovanni XXIII e Paolo VI, con qualche accento chiaro della profonda umanitĂ dell’uno e dell’acume profetico dell’altro. Uniti da un’identica e irrevocabile speranza, mentre conducono la Chiesa dentro la tempesta storica della modernitĂ . Con estrema consapevolezza

e senza reticenze. Oltre alla dimensione teologica, emerge il significato storico delle loro intuizioni. Di guide e pastori segnati dal transito epocale in cui anche la Chiesa si è trovata a vivere, quello appunto della modernitĂ . Un libro emozionante. Il passo sicuramente stretto della cronaca riesce ad aprire l’orizzonte piĂš vasto della storia. Ăˆ la lingua vitale della testimonianza diretta che ancora suscita l’eco di anni bellissimi e, spesso, vivi di attese tuttora incompiute. Dalle interviste esce un affresco storico dipinto con la vivezza di colori che solo la testimonianza riesce a restituire nella pienezza e nella integritĂ della veritĂ dei fatti. Permeata dalla luce dei diversi carismi e accesa di quella particolare Luce che solo la profezia conferisce alle cose del mondo. E il Concilio, lo si capisce leggendo, fu intriso di profezia.

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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Sabato 24 novembre tre cortenesi saranno in Ecuador per la beatiďŹ cazione di suor Maria Troncatti, religiosa salesiana che ha dedicato la sua intensa vita alle missioni in Ecuador. Nata a Corteno Golgi il 16 febbraio 1883 suor Maria (per la sua gente “madrecitaâ€?) è morta in un incidente aereo a 86 anni il 25 agosto 1969, dopo una vita spesa nel campo della formazione e della sanitĂ in America Latina. In Primo Piano (alle 9.30) interviene

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “Educare alla fede oggiâ€? e presenta il convegno organizzato in Cattolica. A seguire: “Il sĂŹ per sempre di suor Annalisaâ€?, l’unica professione perpetua per le suore Ancelle, in Italia, nel 2012; “La marcia degli scout su Bresciaâ€?, con la nostra cittĂ sede per il Nord Italia di una due giorni di riessioni su politica, economia, relazioni affettive, essere Chiesa oggi; “La festa di Cristo Re a Borgo

don Alessandro Nana, parroco di Corteno Golgi. Nella rubrica Ecclesia (alle 11) Marco Danesi presenta la Giornata del pane, in preparazione all’Avvento di Carità . Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl.Le rubriche su www. radiovoce.it.

Trentoâ€?. La rubrica “4 parole...â€? è con don Giorgio Gitti sulla Giornata del seminario. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia. tv che manderĂ in onda anche il documentario sulla relazione “La libertĂ e la dignitĂ della persona umanaâ€?.

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$QFKH SHU OD WY HVLVWRQR JOL RUWL ELR GLQDPLFL C’era una volta Italia 1, il canale piÚ giovanile dell’offerta del biscione. Era il periodo a cavallo fra gli anni Ottanta e gli anni Novanta, e la tv aveva carta bianca su scelte editoriali: qualità e soprattutto utilità dei programmi. La scelta fu quella di sconvolgere i telespettatori con suoni inediti, immagini provocanti e balletti proibiti: i nuovi ipermercati costruiti nelle periferie delle grandi città si dovevano riempire di gente rintronata, disposta a tutto pur di partecipare nel suo piccolo a quel mondo di rumori e di colori. Per quasi un ventennio Italia 1 venne usata per produrre e veicolare la quintes-

senza di ciò che oggi potremmo definire con il termine “kitschâ€?. Insomma, robaccia. E nel corso degli anni la situazione non è migliorata se non dal punto di vista formale. Dal 2000 in poi, esaurita la generazione che l’aveva celebrata dalla nascita, non c’è stato un ricambio di pubblico: il risultato è un’emittente che in 30 anni di attivitĂ non ha saputo consolidare un pubblico di riferimento, propone ormai un palinsesto debole e frastagliato, pieno di vecchie serie tv, cartoni animati visti e rivisti, film che ormai si trovano in dvd a 5 euro, qualche partita di calcio, cabaret volgari e Studio Aperto.

E visto che dal passato non si impara, dimenticati i flop degli ultimi anni (ad esempio “Human Take Controlâ€? e “Tamarreideâ€?) lo scorso ottobre Italia 1 ha messo in onda “La Scimmiaâ€?, un learning-show, ovvero una sorta di reality che ha a che fare con la scuola: un gruppo di ragazzi si prepara all’esame di maturitĂ vivendo in un mini-college, seguendo le lezioni in classe, confrontandosi con i professori. L’unico problema? La tv e le sue regole: classifica dei piĂš bravi, classifica dei meno bravi, premi natalizi promessi per chi si impegna, adolescenti imbronciati che piangono la loro inconsistenza, interrogazioni-

duello dove chi perde è eliminato, e – dulcis in fundo – ospiti fissi il duo comico “I Soliti Idiotiâ€?. Insomma, un altro flop. Una goffa spettacolarizzazione di una realtĂ che andrebbe presa sul serio. La trasmissione infatti è durata due settimane e poi subito cancellata per gli scarsi ascolti. Grazie, verrebbe da dire. E invece no: a fine novembre “La Scimmiaâ€? tornerĂ in tv, questa volta come rubrica all’interno di “Amici 12â€?, il talentshow di Maria De Filippi. Sembra uno scherzo ma anche questa è l’Italia: il politico incompetente e impopolare si ripresenta in un altro partito piĂš gettonato, sicuro di fregare tutti.

Quindi Maria De Filippi sarebbe il re Mida della situazione? Certo che no, ma evidentemente i cervelloni di Mediaset hanno capito che “La Scimmiaâ€? ha molti aspetti in comune con “Amiciâ€?: competizione, prevaricazione, lacrime nazional-popolari, gagliarda ignoranza, apologia dell’adolescenza‌ E cosĂŹ Canale 5 corre in aiuto di Italia 1. Sembra di essere in uno di quegli orti bio-dinamici, dove piante pur diverse tra loro si aiutano a sopravvivere, fornendosi a vicenda sostentamento durante i periodi critici. Unica differenza: gli ortaggi del biscione non sono commestibili.


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‡ƒ–”‘ ”ƒÂ?†‡ ƒ Â?—•‹…ƒ †‹ ‹Ž• ”ƒŠÂ? Il pianista e compositore berlinese Nils Frahm sarĂ protagonista nel foyer del Teatro giovedĂŹ 15 novembre alle 21. Nils Frahm eseguirĂ i brani tratti dal suo ultimo album “Feltâ€?. Classe 1982, Frahm ha giĂ all’attivo molteplici collaborazioni (con Anne MĂźller, Machinefabriek e F. S. Blumm) ed espliciti apprezzamenti da parte di numerosi ed affermati artisti (come Thom Yorke dei Radiohead). Nils Frahm si

‹Â?‡Â?ƒ Â?ƒ •–‘”‹ƒ –‘……ƒÂ?–‡ è giĂ affermato quale ďŹ gura centrale della scena elettroniconeoclassica. “Feltâ€? contiene tutti i tratti caratteristici delle sue composizioni: un approccio non convenzionale a strumenti classici, suonati in modo intimo e contemplativo. I biglietti (da 8,50 a 13 euro) sono in vendita anche sui siti teatrogrande.it e vivaticket.it. Il giorno del concerto la biglietteria sarĂ aperta ďŹ no all’inizio dell’evento.

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LA FEDE NEL CINEMA OGGI Voce Sas

Introduzione di don Adriano Bianchi Direttore dell’UďŹƒcio per le comunicazioni sociali

Il cinema ha condensato spesso nelle trame delle sue storie elementi che traggono origine dall’immaginario religioso sedimentato durante i secoli della storia del Cristianesimo. In occasione dell’Anno della Fede, la Diocesi e la Sala della ComunitĂ Santa Giulia propongono 6 ďŹ lm che mettono in scena la fede e la dimensione spirituale della vita attraverso percorsi non sempre espliciti e lineari.

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Sala della ComunitĂ â€œSanta Giuliaâ€? Villaggio Prealpino

(G q DQFRUD 0DQQRLD apita raramente di poter gustare nello stesso anno due volte lo stesso grande concerto. E capita solo quando ad esibirsi sono i grandi artisti, come nel caso della splendida Fiorella Mannoia, giĂ transitata quest’anno a Brescia in maggio per un acclamatissimo concerto. Ritorna quindi nella nostra cittĂ la rossa cantante romana, lunedĂŹ 19 novembre alle 21 al Palabrescia. Ritorna per continuare il discorso avviato da “Sudâ€?, ottimo ultimo disco di Fiorella, il cui spunto le è stato fornito dalla lettura del libro “Terroniâ€? di Pino Aprile. Il disco, oltre ad essere uno dei piĂš rilevanti della carriera della Mannoia, riveste anche importanti significati umanitari e sociali, avendo come scopo quello di centrare l’attenzione sul problema dei tanti “sudâ€? del mondo. Un problema affrontato da Fiorella attraverso una prospettiva trasversale, con testi inseriti in suoni etnici, proprio per presentare all’ascoltatore un panorama dalla prospettiva globale. Un disco importante anche perchĂŠ vede Fiorella impegnarsi, per la prima volta, nella scrittura di alcuni testi, come “Dal tuo sentire al mio pensareâ€?, con musiche di Bungaro. Sempre Bungaro è l’autore del primo

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“Io e teâ€? appartiene alla categoria dei film intimisti di Bernardo Bertolucci: una pellicola “piccolaâ€?, claustrofobica (perchĂŠ girata dentro a una cantina, con solo due protagonisti), ma estremamente attenta a delineare con sensibilitĂ le storie e le personalitĂ dei personaggi che racconta. Tratto da un romanzo breve di Niccolò Ammaniti, che collabora anche alla sceneggiatura del film, la storia ha come protagonista Lorenzo, un quattordicenne che ha palesi difficoltĂ di

Fede come abbandono

Fede come tradizione

20 novembre 2012

19 febbraio 2013

Monsieur Lazhar

La sposa promessa

Regia di Philippe Falardeau

Regia di Rama Burshtein

Fede come perdono

Fede come misericordia

18 dicembre 2012

singolo, “Io non ho pauraâ€?, una sorta di proclama esistenziale di Fiorella. Un disco che si apre con “Quando l’angelo volaâ€?, un brano idealmente dedicato a Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso dal 1984 al 1987, che sfidò le grandi potenze rifiutandosi di pagare un debito che non gli apparteneva: non è un caso se la sua avventura venne fermata con il suo assassinio a 38 anni. Ăˆ pro-

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compone l’intensa “Luceâ€?, fino a Frankie Hi Nrg Mc, autore del testo di “Non è un filmâ€? nel quale Fiorella Mannoia rappa con scioltezza e bella autorevolezza. Non può mancare, in tema di Sud, un omaggio alla canzone e alla lingua napoletana e cosĂŹ la Mannoia inserisce “Quanne vuò beneâ€? , con testo di Titina De Filippo. Il disco si chiude con “Torno a sudâ€?, di Astor Piazzolla (“Vuelvo al Surâ€?), adattato in italiano da Fiorella Mannoia. Quello di “Sudâ€? è un progetto importante e molto apprezzato, che sta proseguendo durante tutto l’anno con una fortunata e bellissima serie di concerti, ma anche con l’adesione al Projecto AxĂŠ, che, attraverso il metodo della “pedagogia del desiderioâ€?, un sistema educativo incentrato sull’arte, aiuta i ragazzi di strada del Brasile. Per questo durante il Tour Fiorella Mannoia, i ragazzi del Projeto Axè e la band indosseranno una tshirt realizzata da Impure in collaborazione con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) a sostegno dei rifugiati di tutto il mondo. Come il disco anche lo spettacolo è dedicato alla memoria di Thomas Sankara, leader carismatico del Burkina Faso, ucciso nel 1987 durante un colpo di Stato.

19 marzo 2013

Maternity blues

PietĂ

Regia di Fabrizio Cattani

Regia di Kim Ki-duk

Fede come amore

Fede come cammino

22 gennaio 2013

23 aprile 2013

Tutti i santi giorni

Il cammino per Santiago

Regia di Paolo VirzĂŹ

Regia di Emilio Estevez

Sala della ComunitĂ Santa Giulia - Villaggio Prealpino - Brescia info: teatrosantagiulia.bs.it

ore 20,45

Tel.: 030 2010830

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rapporto con i coetanei tanto che si avvale dell’aiuto di uno psicologo. Un giorno coglie un’occasione unica: finge di partire per la settimana bianca con la sua classe, mentre invece si rifugia nella cantina di casa con una ben organizzata scorta di cibarie e le letture preferite. Non sa che di lì a poco proprio nel suo dorato rifugio irromperà Olivia, la sorellastra venticinquenne che non vede da lungo tempo. Olivia è tossicodipendente e sta tentando di ripulirsi. Nel frattem-

po soffre di crisi di astinenza e non fa nulla per lasciare tranquillo Lorenzo. La convivenza forzata sarà durissima, all’inizio. Ma, a poco a poco, queste due anime fragili e inquiete si riconosceranno, si specchieranno l’una nell’altra, si capiranno, si apriranno all’amore fraterno. Anche se il futuro che verrà riservato ai due protagonisti rimane incerto. Perché il film si conclude col fermo-immagine del volto di Lorenzo che ha appena salutato la sorella e a cui ha promesso di

rivedersi. Anche se non sa che la sorella è già ricaduta nel baratro della droga. Un finale comunque sospeso, differente da quello del libro che invece non lasciava nessuna speranza. Bertolucci, dunque, lascia aperta una porta per i suoi due protagonisti che, nel corso del film, racconta con sguardo dolce e sensibile, accostandosi ai problemi di Lorenzo e Olivia con una macchina da presa mai invasiva e capace di cogliere ogni sfumatura. Azzeccata la scelta dei due

protagonisti, due giovani alla prima apparizione sul grande schermo, che donano ai loro personaggi quella verità, quella profondità e quella freschezza che sono proprie di chi non ha sovrastrutture nel recitare. Un bel film con cui Bertolucci abbandona certi eccessi che spesso appartengono al suo cinema e ci racconta una storia toccante, emozionate e vera, che ci fa riflettere su quell’età così importante e delicata che è l’adolescenza.

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Anche Confartiginato Brescia si è confrontata nei giorni scorsi con il tema della smart city, il nuovo modello di cittĂ sostenibile proposto dall’Ue. Lo ha fatto con il convegno “La smart city. Muoversi senza petrolioâ€?, un confronto a piĂš voci sulle sfide della mobilitĂ che anche Brescia è chiamata a giocare. Valerio Prignachi, presidente di Brescia MobilitĂ ; Chicco Testa, presidente Assoelettrica, Giulio Maternini,

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presidente di Associazione italiana per l’ingegneria del traffico e dei trasporti, Pietro Francesco De Lotto, direttore generale di Confartigianato Vicenza e Lorenzo Bertuccio, direttore scientifico Euromobility, hanno risposto alle sollecitazioni loro rivolte da Carlo Piccinato e Eugenio Massetti, direttore e presidente di Confartiginato Brescia davanti a una platea particolarmente interessata all’argomento messo al centro del dibattito.

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artito lancia in resta e con grandi decisioni prese e accolte all’unanimitĂ , il governo Monti sta finendo il proprio mandato un po’ in confusione e nel basso cabotaggio. Ci sono cause esterne che stanno togliendo benzina all’esecutivo. Se all’inizio l’adesione era unanime e il blocco politico sottostante quasi granitico, con l’avvicinarsi delle elezioni si sta sfaldando la maggioranza parlamentare che sostiene il premier. In sostanza, certe decisioni faticano assai a passare il vaglio del Parlamento. Sensazione diffusa è che quasi nulla stia piĂš funzionando. L’ultima manovra è stata rivoltata come un calzino, retromarce continue, rinvii pure, scelte avallate oggi e smentite in 24 ore. Molto a causa di una maggioranza parlamentare non piĂš coesa: difficile avere i voti di chi ha giĂ detto che, un domani, smonterĂ buona parte di questi provvedimenti se andrĂ al governo. Ma un pizzico di delusione finale lo riservano pure alcuni ministri, scelti per le competenze tecniche, per le capacitĂ piĂš o meno reali. Lasciando stare i dicasteri piĂš “politiciâ€?, quelli economici hanno fatto qualche bel goal, ma anche certe “topicheâ€? da serie B. La riforma previdenziale è stata immediata e poderosa, ma gli effetti collaterali che ha scatenato ne hanno evidenziato l’eccessiva frettolositĂ e la cattiva taratura. Il Paese ha cosĂŹ co-

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nosciuto la parola “esodatiâ€? e ha passato 11 mesi a capire quanti fossero (molti di piĂš delle stime governative) e a cercare soldi per far fronte alla loro situazione. La macchina pubblica è stata lasciata sostanzialmente uguale a prima: lenta, vecchia e inefficace. Il funzionamento della giustizia (forse la causa prima delle paure che hanno gli stranieri a investire qui) è rimasto inalterato, quindi borbonico.

Sul fisco s’è fatto di tutto e di piĂš, ma nulla di diverso da uno spostamento di pedine da qua a lĂ e da una spaventosa tassazione occulta dei carburanti. Zero sul fronte del dimagrimento dello Stato, della vendita di certi suoi beni. Molto discutibili certe scelte di politica industriale. Ăˆ stata schiantata la cantieristica navale italiana - la migliore al mondo; travolto con una serie di decisioni il mercato dell’au-

to, che muove l’11% del Pil nazionale; penalizzato quel terzo settore che “faâ€? il welfare italiano; “liberalizzatoâ€? un commercio che ora sta facendo marcia indietro: non è con i negozi aperti pure di domenica che si fanno fatturati, se gli stipendi sono quel che sono. Ultimo segnale: le Province. O non servivano a niente, e andavano tolte tutte; o invece servono fin dal tempo di Napoleone, e allora vanno riviste le loro funzioni. Si è scelto di toglierne alcune, lasciando alcune funzioni nel limbo di futuri chiarimenti. Insomma le abbiamo destabilizzate giurando che il personale non subirĂ tagli, quando è proprio da questi tagli che arriverebbero i famosi risparmi preventivati‌ L’impressione quindi è che l’esecutivo Monti non sia stato il medico che doveva sanare l’ammalato, ma quello che l’ha tenuto in vita in attesa del ritorno della politica. Difficile immaginare colpi d’ala d’ora in poi. Ci vorrebbe una coesione parlamentare che mancherĂ ogni giorno di piĂš, da qui al marzo prossimo.

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'D ´&DSULDQRÂľ D ´0RQWHQHWWRÂľ Da “Capriano del Colleâ€? a “Montenettoâ€?. Cambia nome, non certo sostanza, il Consorzio dei vini della storica Doc situata a pochi chilometri dal centro di Brescia. Una decisione maturata con l’intento di identiďŹ care in modo compiuto i vini con il terroir di produzione. “La nostra realtĂ consortile – afferma la presidente del consorzio Maria Grazia Marinelli (nella foto) – guarda dinamicamente al

futuro, in un’ottica di rilancio e riposizionamento internazionale dei vini di questa storica zonaâ€?. La scelta del nuovo nome è stata recentemente assunta nel corso dell’assemblea che ha visto il confronto tra le 25 aziende associate. Unanime la volontĂ delle aziende presenti in assemblea di “cambiare nomeâ€? ed è stata condivisa da tutti i produttori. “La volontĂ era innanzitutto quella di uniďŹ care sot-

to una bandiera comune le realtĂ che operano nei tre Comuni inseriti nel disciplinare della Doc, ovvero Capriano, Flero e Poncarale. L’obbiettivo primario rimane tuttavia quello di identiďŹ care pienamente i nostri vini con quello che a tutti gli effetti è il loro terroir di produzione, ovvero il Monte Netto, 400 ettari di parco, verde e vigneti a pochi minuti dalla cittĂ â€?. Il Consorzio continuerĂ a tutelare

sia la Doc Capriano del Colle che l’Igt Montenetto di Brescia, in attesa che l’iter burocratico porti ad un progressivo allineamento anche delle denominazioni dei vini. Divenuto da pochi anni Parco agricolo regionale, tramite l’adozione di una misura che punta a salvaguardarne le peculiarità ambientali, il Monte Netto ospita la totalità degli oltre 80 ettari vitati del comprensorio.


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La Leonessa rimane lĂ in alto, al secondo posto in classifica, in compagnia delle formazioni piĂš accreditate della categoria, da Bologna a Pistoia, da Casale a Scafati, in piena zona playoff. E meritatamente, viene subito da aggiungere, dopo la straordinaria prova offerta domenica scorsa contro una formazione con alte ambizioni di classifica come La Tezenis Verona, che schierava un ex amatissimo dalla tifoseria bresciana come

Super Mario Ghersetti. A impressionare soprattutto la tenuta mentale della squadra, capace di rimontare dal meno 18 del secondo quarto e andare infine a vincere in un finale tiratissimo. Ora per la Leonessa si profila un turno di riposo, buono per prepararsi al meglio alla sfida contro Ferentino, da non sottovalutare nonostante la bassa posizione in classifica dei frusinati. PerchĂŠ la Leonessa possa continuare a ruggire.

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finalmente è arrivato il tanto sospirato “dueâ€? in schedina. La banda di Calori per la prima volta è stata corsara in stagione, affondando al “Manuzziâ€? il Cesena dopo essere andata sotto di un gol, finendo per imporsi per 3 a 1 con le reti di Budel, Corvia (su rigore da lui stesso guadagnato) e il sempre piĂš convincente Saba. Molti sono i motivi di soddisfazione per questa prima vittoria in trasferta, a partire dalla classifica che ora recita 21 punti, utili per un quinto posto che significa zona playoff, seppure in coabitazione con Modena, Juve Stabia e Cittadella. In piĂš è da sottolineare l’importanza di una vittoria ottenuta in rimonta, che ha visto in grande spolvero alcuni dei giocatori da cui ci si aspettavano risposte significative: Corvia si è guadagnato un rigore e l’ha trasformato, Saba sta diventando sempre piĂš una presenza imprescindibile, con la ciliegina dell’ultimo gol contor i bianconeri. Senza dimenticare che Andrea Caracciolo è out da ormai tre turni, anche ha ricominciato a lavorare con il gruppo. Tutti segnali positivi, questi, per i quali comunque Calori non si lascia andare a facili entusiasmi, tenendo costantemente d’occhio la classifica: “Lavoriamo per crescere – afferma il mister –. Io lavoro con l’idea

determinazione: “Il Sassuolo è una squadra nella quale la maggior parte dei calciatori è lĂŹ da anni, e perciò sono molto affiatati. Si conoscono molto bene, vivono in una piazza in cui c’è poca pressione e questo permette di giocare serenamente. In piĂš la squadra è spalleggiata da una societĂ importante: Squinzi è un ottimo manager. Da parte nostra prepariamo sempre le gare per cercare di vincere, indipendentemente dall’avversarioâ€?. La possibilitĂ per ridurre il gap c’è ed è concreta, molto dipenderĂ anche dal sostegno dei tifosi, a proposito dei quali bisogna segnalare un’importante iniziativa: il coordinamento Brescia club, infatti, sta lavorando insieme alla societĂ per proporre cinque giornate con biglietti a prezzo ridotto per bambini e famiglie. PerchĂŠ la passione per la Leonessa sia sempre piĂš profonda e coinvolgente.

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di ottenere il massimo risultato possibile. Quindi inconsciamente penso anche io a fare quanti piÚ punti possibile. Mi fa piacere che anche i miei ragazzi lo pensino. Io comunque ripeterò loro di lavorare per migliorarsi costantemente perchÊ non abbiamo ancora ottenuto nulla. Mi auguro che domenica i tifosi saranno tanti, anche se sappiamo che i

tifosi vanno conquistati attraverso i risultatiâ€?. Il riferimento è ovviamente alla supersfida di domenica contro il Sassuolo, in programma al Rigamonti per l’ora di pranzo. Le Rondinelle si troveranno davanti la squadra piĂš in forma della cadetteria, dalla quale la separano ben 13 punti. Il giudizio di Calori è netto, cosĂŹ come la sua

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´6QRZERDUGDUHÂľ QRQ q PDL VWDWR SL IDFLOH Ăˆ nata ufficialmente “School of snowboardâ€? ed è completamente bresciana, valtrumplina, sussurrerebbe qualcuno. Valtrumplina perchĂŠ l’ideatore e fondatore è Ramon Bertoli (nella foto), lumezzanese con la passione dello sci fin da quando era bambino, e perchĂŠ è nata in collaborazione con Sci tre Valli di Colloi e Sci club Lumezzane. Da sempre appassionato di sport, Ramon si laurea in Scienze Motorie e cerca fin da subito di fare

dell’attivitĂ sportiva una professione. Da grande si converte allo snowboard, diventandone maestro nel 2009. E ora la scuola è realtĂ . Corsi e lezioni sono per tutti i livelli e “per tutte le etĂ ; fino a 70 anniâ€? assicura Ramon, raccontando di un maestro che a “72 anni ancora va in snowboardâ€?. Corsi di poche ore e di giorni, singoli, di coppia o di gruppo, fino a portarne alcuni in camp. Questa è una grande occasione per chi vuol fare una full

immersion (da tre a sei partecipanti), sia nella fase da principiante fino a quelle piĂš esperte per coloro che aspirano a superare gli esami da maestri. Proposte particolari che si offrono anche in periodi estivi, raggiungendo mete come Les Deux Alpes in Francia o Hintertux in Austria. Alla domanda se sia meglio lo sci o lo snowboard Ramon, che usa l’uno e l’altro, è sicuro che “lo snowboard è di moda. Ritengo che ai bambini vada fatto scegliere

quello che preferiscono. Lo sci è uno sport frontale, mentre lo snowboard è laterale. Che dire? Basta guardare un bambino che fa una scivolata. Ăˆ evidente che una resta dietro creando un movimento lateraleâ€?. Insomma snowboard per tutte le etĂ e per tutte le stagioni, anche estive. Accanto a Ramon amche due assistenti che lo accompagnano e lo affiancano: Roberto Botti e Lorenzo Mangano. Info: schoolofsnowboard.it


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Tutte le Asd afďŹ liate al Csi hanno ricevuto il questionario Istat per il censimento 2011 sulle istituzioni non proďŹ t. Questo censimento ha caratteristiche puramente statistiche e l’Istat ne garantisce la segretezza, ma è importante dare risposte chiare e veritiere, perchĂŠ da quanto emergerĂ si otterrĂ la base informativa per possibili contributi, agevolazioni, politiche ďŹ scali. La scadenza per l’invio telematico è il 20 dicembre. Sono tenute alla compilazione tutte le societĂ ,

anche quelle che hanno cessato deďŹ nitivamente l’attivitĂ o inattive per il 2011 (anno censuario), pena sanzioni pecuniarie ďŹ no a 2.000 euro per omessa comunicazione obbligatoria. Il Csi Brescia mette a disposizione delle societĂ una consulenza gratuita per la quale si può ďŹ ssare un appuntamento con una mail a segreteria@csi.brescia.it (o telefonando allo 030.312328). Per ulteriori informazioni è possibile consultare la ďŹ scal news e la guida su www.csi.brescia.it. (t.s.)

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he distanza immaginate ci sia tra il Comitato olimpico internazionale (Cio) e lo sport in oratorio? A prima vista si direbbe oceanica. Da un lato la massima organizzazione dello sport mondiale che si occupa di coordinare le Olimpiadi, dall’altra lo sport vissuto all’ombra del campanile, con l’intento di educare alla vita. Le cose non stanno cosĂŹ. Può sembrare strano, ma Cio e sport in oratorio sono parenti stretti. Per comprenderlo basta dare un’occhiata agli obiettivi che il Cio ha scritto nelle sue carte statutarie. Al punto 1 si legge “sviluppare e incoraggiare l’educazione dei giovani attraverso lo sportâ€?, motto caro al Csi. Al punto 12 si afferma che un altro scopo è “incoraggiare e sostenere la diffusione dello sport per tuttiâ€?. Musica per le orecchie di chi crede nelle infinite potenzialitĂ educative e sociali dello sport. Dunque non è vero che il Cio pensa solo alle Olimpiadi. Certo, anche e forse prevalentemente a quelle, ma non solo. Si capisce cosĂŹ perchĂŠ il suo presidente, Jacques Rogge, con un bel balzo di coraggio, abbia letteralmente inventato i Giochi Olimpici giovanili (invernali e estivi), che nel 2014 si terranno Nanchino. A guardarle da vicino sembrano finali nazionali del Csi. Partite, competizione sana e tosta, ma anche festa, incontro, amicizia, cultura, valori, solidarietĂ . Tutto questo per dire che il nostro impegno quotidiano

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la consapevolezza di dare un grande contributo alle vere sfide del mondo di oggi. Ăˆ bello vedere che anche il Cio guarda con ammirazione e fiducia al nostro impegno. Un altro esempio di altissimo livello? Le Nazioni Unite hanno detto con chiarezza che lo sport è strategicamente importante per raggiungere alcuni degli obiettivi del terzo millennio, come la pace tra i popoli e la crescita delle civiltĂ . Allora proseguiamo a vivere in piccolo dedicandoci con passione infinita ai ragazzi che abbiamo tra le mani e alla nostra piccola societĂ sportiva, senza dimenticare che stiamo dando un contributo importante allo sport mondiale e alla crescita dell’umanitĂ .

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C’è altro oltre la stupiditĂ Egr. direttore, leggo sempre con interesse gli articoli di Angelo Onger su “La Voce del Popoloâ€?, e in genere sono in consonanza con lui. Ma stavolta, leggendo “Le grandi mostre di cartapestaâ€? sul numero dell’8 novembre, mi spiace, ma non sono d’accordo. Capisco la preoccupazione dell’autore. per una societĂ della spettacolarizzazione e delle apparenze. Il discorso è assai complesso, evidentemente, ma mi pare ci sia una domanda fondamentale, che vale anche nei confronti delle esposizioni con riproduzioni delle opere d’arte: le opere d’arte – cosĂŹ come i grandi documenti della storia e della civiltà – sono per tutti, o solo per i fortunati e privilegiati che possono adire agli originali? Mi sembra che la risposta non possa essere che una: possibilmente per tutti. Questo per elementare senso di umanitĂ , anche senza scomodare la virtĂš cristiana della caritĂ . Non vedo allora perchĂŠ demonizzare le riproduzioni degli originali, purchĂŠ ben fatte – e oggi è possibile, come ammette l’autore citando la riproduzione di un dipinto del Veronese – e purchĂŠ non mistificanti. Io non ho visto la mostra su Tutankhamen, ma da quel che ho appreso da internet, non era certamente “bigiotteriaâ€?, nĂŠ un bric Ă brac per gente “di bocca buonaâ€?. Ho visto tanti anni fa a Roma la riproduzione della tomba di Nefertari, la moglie del faraone Ramesse II. La ricostruzione ambientale era perfetta: non era certo Disneyland. Certo, la contemplazione degli originali – e anche degli ambienti originali – è irripetibile, ma non sempre è possibile. Del resto, andremmo a visitare la tomba di Tutankhamen nella Valle dei Re, per essere in am-

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biente? Insomma, dei tre milioni di visitatori che hanno ammirato in Europa le riproduzioni dei tesori di Tutankhamen, quanti avrebbero potuto visitare gli originali al Museo del Cairo? Vogliamo lasciare che le pitture di Lascaux o di Altamira rimangano riservate agli speleologi specialisti o permettiamo che possano affascinare anche i comuni mortali? Il pubblico non è sempre “di bocca buonaâ€?; se mai va educato, e comunque sempre rispettato. Affluisce a uno “spettacolo di massaâ€?? Ma a qualcuno nella massa scatterĂ una feconda scintilla di emozione artistica e di curiositĂ intellettuale. Qualcuno ci guadagna? Che c’è di male, se il pubblico viene rispettato? D’altra parte non credo che l’accesso al Louvre o al Museo del Cairo siano gratis. Il problema non è tanto quello delle cose che si fanno, ma del “comeâ€? le si fanno. C’è tutta la moderna problematica degli allestimenti museali. Bisogna certo stare attenti al rischio del kitch consumistico di Las Vegas, o del Circo Barnum per un popolo acritico. Ma non si può fare di ogni erba un fascio. E allora vorrei parafrasare la citazione finale: in un mondo di stupidi, tutti restano stupidi se a tutti viene negata la possibilitĂ di percepire che c’è qualcosa d’altro, oltre la stupiditĂ . Grazie dell’attenzione. Maurizio Bestagno

Assisi, Francesco e la ricerca della fede Egr. direttore, a metà dello scorso mese di settembre mi è giunta una cartolina da mia nipote. Raffigura una visione notturna della basilica di San Francesco ad

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Assisi che, illuminata, si staglia sullo sfondo di un cielo blu scuro. Il solo nome della cittadina umbra, quasi come un riflesso condizionato, mi richiama alla mente il suo Santo. E con lui il Cantico delle creature con quell’indimenticabile frate Sole, luminosa immagine di Dio che si dona tutto a tutti. “Beati quelli che ‘l sosteranno in pace‌â€? Ăˆ una pace genuina che muove, innanzitutto, dall’animo. La pace che è sulle vostre labbra, ricordava il Santo, sia prima nei vostri cuori. Francesco fu anche operatore di pace. Senza Francesco Assisi sarebbe rimasta una piccola cittĂ , piĂš povera di storia e di arte. Egli l’ha trasformata in un faro luminoso nel mondo che brilla ancora oggi. Dante non esitò a chiamare Assisi “orienteâ€? e Francesco un sole. E questo sole illumina ancora il mondo di luce sempre nuova. Il 27 ottobre 1986 per la prima volta i rappresentanti di numerose religioni, invitati da Giovanni Paolo II, giunsero in quella data da cinque continenti nella cittadina umbra e con una sola voce pregarono per la pace. Questo ottobre mi ha riservato un’altra sorpresa: mi è stata offerta l’occasione di andare ad Assisi. CosĂŹ mi sono recato alla Santa Messa presso l’Eremo delle Carceri, in cui Francesco amava ritirarsi in preghiera. Ăˆ un luogo in cui parla lo Spirito e suscita emozioni indescrivibili. Tanto che mi sono chiesto: queste occasioni sono segni che quel Dio che non so trovare mi sta cercando? Lo voglio credere. L’Anno della fede indetto da Benedetto XVI mi chiama a un cammino di conversione. Spero di mettermi sulla via giusta, illuminato dalla Parola e con l’aiuto di San Francesco, il piĂš convincente tra gli imitatori di Cristo. Pier Arcangelo Divora

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