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Ăˆ successo senza preavviso. Una ragazza che conosco mi ha detto che vorrebbe farsi suora. “Lei è la prima persona a cui ne parlo. Ăˆ un pensiero che mi fa soffrire. Non so cosa fare. Non sono mai stata una ragazza molto di chiesa e nemmeno la mia famiglia mi ha spinto. Questo mondo vissuto cosĂŹ mi sembra vuoto. Ho un ragazzo a cui voglio beneâ€?. Quasi piangeva. Mi sono accorto quanto sia difficile affrontare un problema di queste dimensioni e quanto non valga l’allenamento professionale di parlare agli altri. PiĂš che rispondere, sono riuscito a dire alla mia giovane amica: “Il problema è serio, ma il migliore modo per affrontarlo è la quiete. Via l’ansia e l’affanno. Sacro è lo sposarsi come lo è diventare suora. Non è detto che una scelta sia migliore o peggiore dell’altra. Sono scelte molto grandi, che ci competono a livello di disponibilitĂ e, dopo, di impegno. Ma Qualcuno ci è cosĂŹ vicino da darci la possibilitĂ di arrivare alla scelta piĂš giustaâ€?. Le ho regalato il mio rosario, l’unica cosa a cui potevo attaccarmi. Sono certo che le servirĂ piĂš di qualsiasi discorso.
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Bersani-Renzi: scontro che va oltre il ballottaggio
Sant’Afra. La comunità investe nella formazione
Nel centenario del ritorno dei Pavoniani
Ccdc. Pietra d’inciampo: il senso nel nome
Libera la domenica: no all’apertura selvaggia
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ÂŽ …‡Â?ƒ…‘Ž‘ †‡Ž ˆ—–—”‘ Giorni cruciali quelli che la Chiesa bresciana vivrĂ al Sinodo. Convocati dal vescovo Luciano Monari i 385 sinodali saranno chiamati a delineare il volto della nostra Chiesa di domani. Il tema delle unitĂ pastorali è sul tavolo da tempo. Dall’aprile 2011 siamo stati una “ComunitĂ in camminoâ€?: documenti, schede, consultazioni, fino all’instrumentum laboris. Ora l’Assemblea sinodale, il momento piĂš solenne, il tempo opportuno per invocare lo Spirito Santo e parlare di noi. Ma che Chiesa incrocia il 29° Sinodo
diocesano? Cinque anni di episcopato di Monari a Brescia hanno rimesso all’ordine del giorno temi come la centralità della Parola di Dio, l’eucaristia, la comunità e la missione (a cui sarà dedicata la lettera pastorale del prossimo anno), ma ha anche impresso uno stile di presenza legata alla figura del Vescovo che, per ciò che dice e per come lo dice, esercita un’indubbia autorevolezza che va oltre i confini della comunità cristiana e s’incarna in tutti gli ambienti di vita con evangelica trasparenza. La vita delle parrocchie, altresÏ, procede non senza sfide e fatiche legate alla secolarizzazione del vissuto delle persone e un rapporto tra centro e periferia della diocesi che resta dialettico in molte sfaccettature. Niente di nuovo, forse, ma non per questo sempre
sostenibile. L’impressione è che ciò che accadrà nel Sinodo trovi un clero che viaggia ormai in modo altalenante tra entusiasmi e prudenze (se non stanchezze), che da un lato è desideroso di cogliere la sfida di allargare i confini, ma che è anche lecitamente in dubbio sul lasciare ciò che è certo per qualcosa che è ancora troppo incerto e indefinito. L’esperienza recente di qualche scelta pastorale ancora da digerire, come la nuova iniziazione cristiana, non può non giustificare una qualche perplessità . Un clero, poi, che si sente spinto tra un’idea di prete che qualcuno vorrebbe piÚ testimoniale a vantaggio di altri compiti, ruoli e ministeri nella Chiesa e un’idea di pastore dedito e impastato tra la sua gente, a volte monaco,
ma non necessariamente isolato, e che forse fa piĂš parte dell’immaginario collettivo del prete bresciano. Che ci sia un corto circuito? Non credo. Consumare la vita per Dio, passando per la propria gente mi sembra resti estremamente bello. Ciò che saranno le unitĂ pastorali, poi, dipenderĂ dalla maturitĂ di un laicato sempre piĂš dibattuto tra una sudditanza inconsapevole, un’adultitĂ autoreferenziale, che sa tanto di una edizione laica del clericalismo e la bellezza di laici che, anzitutto, da cristiani si sanno giocare nella fatica della corresponsabilitĂ della missione della Chiesa. Questa nostra Chiesa che per stile e vita è ancora ricca di iniziative e di credibilitĂ nel territorio e che del suo “stare dentro la storiaâ€? ha un patrimonio
prezioso che esigerà costante cura, accompagnamento e rispetto. L’emergere, anche in questo tempo sinodale, di fughe alla Vaticano IV o al Concilio di Trento non credo possano dare grandi risultati e, nonostante qualche visibilità mediatica, produrre qualche vantaggio alla diffusione del Vangelo. Il Sinodo che vivremo, seppur specifico sulle unità pastorali, ci ricorda che il Vaticano II basta e avanza per essere fedeli alla volontà di Dio anche a Brescia. In questi giorni mi piace pensare alla cappella del Centro pastorale Paolo VI, che fu Seminario diocesano, come al cenacolo della nostra diocesi. Ancora una volta lÏ il Signore ci insegnerà a lavarci i piedi reciprocamente per il bene della Chiesa bresciana e ad maiorem Dei gloriam.
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UnitĂ pastorali: avanti senza paura ’‘…Š‹ ‰‹‘”Â?‹ Â†ÂƒÂŽÂŽÇŻÂƒÂ˜Â˜Â‹Â‘ †‡Ž ‹Â?‘†‘ †‹‘…‡•ƒÂ?‘ ‹Ž Â‡Â•Â…Â‘Â˜Â‘ÇĄ Â?‡Ž …‘”•‘ †‹ —Â?ƒ …‘Â?ˆ‡”‡Â?œƒ •–ƒÂ?Â’ÂƒÇĄ Šƒ ”‹„ƒ†‹–‘ Ž‡ ”ƒ‰‹‘Â?‹ …Š‡ ŠƒÂ?Â?‘ ’‘”–ƒ–‘ ƒ †‡†‹…ƒ”‡ “—‡•–‘ ‹Â?’‘”–ƒÂ?–‡ Â?‘Â?‡Â?–‘ †‹ Š‹‡•ƒ ƒŽŽƒ ”‹‘”‰ƒÂ?‹œœƒœ‹‘Â?‡ †‡ŽŽƒ †‹‘…‡•‹
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ancano ormai poche ore all’avvio ufficiale del Sinodo diocesano sulle unitĂ pastorali che il vescovo Luciano Monari annunciò alla diocesi in occasione della messa crismale del 2011. Un cammino durato quasi un anno e mezzo nel corso della quale la Chiesa bresciana, in tutte le sue componenti, ha avuto modo di riflettere e di interrogarsi sulla nuova prospettiva delle unitĂ pastorali, che, come ha ricordato il Vescovo in una conferenza stampa tenuta nei giorni scorsi, non è quella “della soppressione o dell’accorpamento di parrocchieâ€?, come qualcuno ancora teme. Ăˆ piuttosto, quello che le due sessioni dell’assemblea sinodale (in programma l’1 e 2, l’8 e 9 dicembre) si apprestano a tracciare, un orizzonte in cui le parrocchie, superati i loro rigidi confini, iniziano a progettare insieme per dare risposte pastorali a una realtĂ che oggi è piĂš complessa del passato. “Ormai – sono ancora sottolineature del Vescovo – la parrocchia non esaurisce piĂš la sua azione pastorale nella celebrazione della Messa, nei sacramenti e nel catechismo. La complessitĂ della societĂ attuale e del vissuto dei suoi componenti richiede invece una azione e una progettualitĂ pastorale piĂš complessa, che nessuna parrocchia, singolarmente, riesce a garantireâ€?. Il senso dell’unitĂ pastorale che il Sinodo andrĂ a ribadire è che la parrocchia continua a essere segno della presenza del Signore, della Chiesa in un dato territorio, ma non può piĂš pensarsi come autonoma, autarchica o autosufficiente. “Deve – sono ancora specificazioni di mons. Monari – pensarsi, invece, in una comunione che sia il piĂš profonda possibile con le altre parrocchie. Si vive insieme gli uni con gli altri e gli uni per gli altriâ€?. La Chiesa bresciana, dunque, si appresta a varare una profonda revisione che, se non ha grandi implicazioni burocratiche e giuridiche (con le parrocchie che continueranno a sussistere, cosĂŹ come i parroci), ha importanti valenze future che giustificano il ricorso al Sinodo, esperienza che Brescia ha
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decisioni importanti che una diocesi deve assumere in forma sinodale, anche se questa, come ha insegnato il cammino di preparazione, può costare fatica. Il discernimento, la consultazione fra tutte le componenti della Chiesa bresciana, non è stato infatti esente da fatiche, difficoltĂ e spigolositĂ . Lo conferma anche il Vescovo che nei frequenti incontri con le parrocchie e nel confronto con gli organismi di comunione ha avuto modo di toccare con mano questa fatica. “A poche ore dall’avvio del Sinodo – afferma al riguardo mons. Monari – mi sembra di poter dire che il livello di attenzione e di condivisione di quelli che sono gli obiettivi di questo Sinodo sia sostanzialmente buono, anche se non mi nascondo che il processo è stato impegnativoâ€?. PerchĂŠ? “PerchĂŠ, soprattutto fra i preti – è la risposta del Vescovo Č‚, c’è stata la tentazione di considerare il tema delle unitĂ pastorali essenzialmente da un punto di vista giuridico, del rapporto tra parrocchia e unitĂ pastorale. Molti sono caduti nell’errore di considerare che l’istituzione delle seconde avrebbe portato alla soppressione o all’accorpamento delle primeâ€?. Per questo motivo il vescovo Monari nei numerosi incontri che in questi mesi ha avuto con le parrocchie e con tanti sacerdoti ha cercato di indicare la giusta prospettiva da cui impostare una corretta riflessione. Non sempre – afferma ancora – è stato facile far passare questo messaggio e credo che esistano ancora sacerdoti che continuano ad approcciare il problema da una visuale che è errata. Per questo voglio ribadire che il Sinodo non chiederĂ a nessun parroco di rinunciare al suo status, ne procederĂ alla creazione di superparroci delle unitĂ pastoraliâ€?. Ăˆ probabile che anche fra i delegati che prenderanno parte al Sinodo ve ne siano alcuni di quelli che non è riuscito a convincere. Cosa vuole dire loro, o cosa dirĂ loro durante le assemblee sinodali? “In prima battuta – è la sua risposta – cercherò i modi per capire, conoscere le ragioni di questa diversitĂ di vedute. Seguendo le indicazioni dell’Instrumentum laboris (il do-
cumento steso per la discussione sinodale e che è il frutto del lavoro di discernimento e di consultazione tenuto in diocesi) cercherò di ribadire che le unitĂ pastorali sono la relativizzazione dei confini parrocchiali necessaria a creare quelle strutture di servizio pastorale che abbiano una dimensione interparrocchiale. Che cosa ci sia in questo che può spaventare faccio fatica a comprenderlo. Se dietro a queste riserve c’è la paura che ogni cambiamento comporta sarĂ mia cura lavorare perchĂŠ questi timori residuali vengano superatiâ€?. C’è una domanda, forse banale, che molti si pongono. Come sarĂ la geografia della diocesi dopo il Sinodo? “C’è un progetto globale – risponde il Vescovo – che è scaturito dall’incontro di una apposita commissione con le zone della diocesi, con i parroci. Si tratta, però, di un proget-
to di massima, flessibile e non ancora definitivo. Vorremmo iniziare con gradualità con alcune unità pastorali per una sorta di esperienza pilota per valutare tutti gli aspetti possibili e correggere il tiro in caso di evidenti disfunzioni�. L’elaborazione di un progetto definitivo accompagnerà con gradualità i prossimi anni della Chiesa bresciana, un modo anche questo per convincere gli ultimi scettici e chi ancora non crede nelle unità pastorali.
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Dz dz Il vescovo Luciano Monari ha definito il Sinodo come antica prassi attraverso cui la Chiesa, comunione di comunità, da sempre arriva ad assumere le decisioni più importanti. Nonostante l’aggettivo “antica”, la Chiesa bresciana celebra il suo Sinodo aprendosi anche alle tecnologie più moderne. Il sito www.lavocedelpopolo.it ha aperto una sezione dedicata al 29° Sinodo diocesano. Sul portale del settimanale sarà possibile seguire la diretta video delle Messe del Sinodo e gli interventi assembleari suddivisi nelle quattro sessioni; verrà, inoltre, aggiornata in maniera costante con le relazioni e le sintesi dei membri dell’Assemblea. Accanto al sito, in prima linea c’è anche Radio Voce che con lo speciale “La Buona Novella” racconterà tutte le fasi del Sinodo sulle frequenze 88.3/88.5. Sabato 1 dicembre “Speciale Sinodo” a partire dalle 8.45; alle 9 in diretta dalla Cattedrale la S. Messa, alle 11 l’apertura dei lavori. Domenica alle 9.15 lo “Speciale Primo Piano”: il Vescovo illustra il senso dell’evento dedicato alle unità pastorali, mentre il provicario generale mons. Cesare Polvara ne delinea temi e modalità. Una pagina Facebook “www.facebook. com/sinodobrescia” che in poche ore ha raggiunto 153 “mi piace”. E un profilo Twitter. Il Sinodo varca, quindi, la soglia dei social network per raccontare l’Assemblea. Vuole essere anche un modo per aprire una interazione tra i 385 padri sinodali e le persone che da casa potranno seguire il Sinodo sulla rete anche grazie alla diretta streaming del sito www.lavocedelpopolo.it. Ci sarà spazio per i vostri commenti o per le considerazioni sul tema delle unità pastorali che tocca da vicino le comunità. Non si tratta solo di una mera divisione organizzativa, ma è piuttosto un modo per ripensare e rivedere l’essere Chiesa nel terzo millennio. I social network con la loro immediatezza ci aiuteranno a leggere questi passaggi e a valorizzarne i contenuti.
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Ăˆ stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il regolamento dell’Imu del Ministero dell’economia. Le scuole paritarie, come cita il regolamento, non pagheranno l’Imu solo se l’attività è svolta a titolo gratuito o se il corrispettivo simbolico è tale da coprire solo una frazione del costo del servizio, tenuto conto dell’assenza di relazione con lo stesso. La disposizione sta creando una forte preoccupazione nelle scuole paritarie che ritengono impraticabile la prospettiva
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indicata dal regolamento. La nuova normativa infatti, oltre a stabilire che l’attivitĂ per essere dichiarata non commerciale deve essere svolta a titolo gratuito – ovvero come recita il regolamento “dietro versamento di corrispettivi di importo simbolico e tali da coprire solamente una frazione del costo effettivo di servizioâ€? – mette altre condizioni che sono importanti, ma che di per sĂŠ erano state giĂ definite dalla Legge 62, sulla paritĂ scolastica. Queste condizioni sono
quelle di accogliere tutti gli alunni, senza discriminazione, compresi i portatori di handicap, di applicare una contrattazione collettiva al personale docente e non docente, di avere un’adeguatezza delle strutture standard previste. Condizioni che, secondo il presidente nazionale della Fidae don Francesco MacrÏ, rendono impossibile la richiesta di questo regolamento, per poter essere esenti dall’Imu. Impossibile per la scuola paritaria sopravvivere senza finanziamenti.
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utto come previsto (o quasi). Le urne delle primarie del centro-sinistra hanno rimandato la scelta definitiva del candidato premier al ballottaggio del 2 dicembre. Bersani (come ampiamente previsto) e Renzi (come previsto, anche se con un consenso che supera anche le piĂš ottimistiche previsioni dei suoi sostenitori) sono i protagonisti della caccia all’ultimo voto. Esclusi dal ballottaggio Nichi Vendola, che con il 15 e rotti per cento dei consensi ottenuti può essere l’ago della bilancia del ballottaggio, Puppato e Tabacci. In queste ultime ore i due candidati sono alle prese con la caccia all’ultimo voto, non senza spigolositĂ e punzecchiatura di troppo. La posta in gioco è di quelle importanti perchĂŠ queste primarie, al di lĂ di quello che sarĂ il risultato definitivo, segnano un punto di non ritorno. Obbligano, in prima battuta, l’attuale establishment democratico a prendere in considerazione le istanze di cambiamento invocate da quella larga parte di centro-sinistra che ha votato Renzi. Istanze che non potranno essere ignorate nemmeno in caso di sconfitta del sindaco di Firenze, perchĂŠ quella riassunta nel verbo “rottamareâ€? (che certo non è molto elegante), è la richiesta di un passo indietro a una classe politica che, pur non avendo potuto sperimentare, se non per brevi periodi, responsabili-
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del prossimo anno, non potrà non tenere conto di queste indicazioni e di alcune istanze renziane. Se ci sarà un governo del centro-sinistra questo dovrà essere piÚ attento, come ribadito da tutti i candidati alle primarie, alla costruizione degli Stati Uniti d’Europa. Dovrà anche essere piÚ europeo dal punto di vista anagrafico e affidare precise responsabilità ai giovani. Il testa a testa tra Bersani e Renzi rischia poi di avere importanti ripercussioni sul fronte del centro-destra. La larga partecipazione al voto del 25 novembre sta facendo breccia anche nel Popolo
della libertà dove, nonostante i tentennamenti di Berlusconi in merito a una sua nuova candidatura, sta crescendo il numero di chi, al di là dei desiderata dell’ex premier, crede che le primarie siano un passaggio necessario per la costruzione di un Paese nuovo, capace di ascoltare la gente e non piÚ in balia dei capricci di poche persone, per quanto importanti queste possano essere. Che vinca Bersani o che s’imponga Renzi, dunque, le primarie devono essere ormai considerate un patrimonio democratico importante per il Paese.
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/RPEDUGLD YHUVR LO YRWR GL PDU]R Umberto Ambrosoli (nella foto), 41 anni, avvocato penalista milanese e ďŹ glio di Giorgio Ambrosoli, commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, ucciso a Milano da un killer la notte tra l’11 e il 12 luglio 1979, è uno dei candidati, insieme ad Alessandra Kustermann e Andrea Di Stefano, alle primarie che il centro-sinistra lombardo ha indetto per la scelta del candidato alla presidenza della Regione nelle
elezioni che si terranno a marzo 2013. Ambrosoli nei giorni scorsi ha scelto Brescia, città a cui è legato grazie all’Associazione dei famigliari delle vittime di Piazza Loggia, per una delle sue prime uscite pubbliche. Ambrosoli ha presentato le ragioni del suo Patto Civico per la Lombardia di cui fanno parte i partiti del centrosinistra (presenti al gran completo a Brescia) e diverse realtà della società civile lombarda. Le primarie per le re-
gionali si terranno il 15 dicembre. PiĂš complesso il quadro del centro-destra dove la candidatura dell’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, lanciata dall’ex presidente Formigoni, fatica a coagulare le diverse forze, tanto che potrebbe presentarsi con una propria lista civica. Anche per il centro-destra dunque si preďŹ gurano primarie, in attesa che la Lega che per il momento punta su Maroni, sciolga deďŹ nitivamente le sue riserve.
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da parte della Guardia di finanza dei semilavorati e dei prodotti finiti, giacenti sulle banchine del porto di Taranto, all’interno dell’inchiesta penale che da mesi tiene in bilico le sorti dello stabilimento. A rischio è la tenuta di una cittĂ che negli anni si è legata a doppio filo al colosso della siderurgia. “Quanto accaduto – afferma al proposito l’economista Lorenzo Caselli, docente di etica economica
e responsabilitĂ sociale delle imprese dell’UniversitĂ di Genova – è umiliante per la dignitĂ delle persone. Bisognava attivare giĂ da tempo un procedimento che evitasse di arrivare a questo puntoâ€?. Sull’Ilva di Taranto si sta giocando, per l’economista, una doppia partita. “Il punto di partenza sono due legittime esigenze che, qui, si trovano in conflitto tra di loro – afferma –. Da una parte c’è la necessitĂ del lavoro, in gioco ci sono 20mila
persone con le relative famiglie, tra Taranto, Genova, Novi, Racconigi, Patrica e, per certi aspetti, pure Marghera, e dello sviluppo industriale del nostro Paese, che non può fare a meno della siderurgia. D’altra parte il diritto alla tutela dell’ambiente, alla salute e alla sicurezza. Come gestire una simile situazione, eticamente conflittuale? Servono intelligenza e determinazione, mettendo in campo risorse, con controlli affidabili ed efficaci�.
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a tregua tra Israele e Gaza sembra tenere. La mediazione del presidente egiziano Morsi e l’investimento politico altissimo da parte del segretario generale delle Nazioni Unite, presente per piÚ giorni personalmente alla trattativa, e degli Stati Uniti, col segretario di Stato Hillay Rodham Clinton a fare la spola tra Tel Aviv e il Cairo e in costante contatto telefonico con il presidente Obama sembra avere prodotto i frutti sperati. La situazione di relativa calma che da qualche giorno regge nella Striscia di Gaza non ha portato, però, sostanziali miglioramenti nella situazione di tensione che complessivamente aleggia sull’intero Medio Oriente. A poche ore dall’avvio della tregua proprio nell’Egitto del mediatore Morsi è tornata a divampare la contestazione e la gente è tornata a occupare piazza Tahrir, luogo simbollo della rivolta che aveva portato alla caduta del regime di Mubarak. La tensione che si respira in tutto l’Egitto è stata causata dalla promulgazione di decreti costituzionali con cui il presidente Morsi ha ampliato i propri poteri. Le contestazioni contro la svolta autoritaria del presidente Morsi hanno coinvolto anche il governo e il partito dei Fratelli Musulmani. Oggetto della contestazione la dichiarazione costituzionale emessa nei giorni scorsi che attribuisce poteri speciali al presidente, in
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particolare il passaggio che ha dichiarato “immediatamente esecutiva e inappellabileâ€? in qualsiasi tribunale ogni decisione assunta dallo stesso Morsi. A chiedere il ritiro dei provvedimenti non è solo la gente scesa in piazza e che ha dato vita a scontri con le forse dell’ordine che hanno giĂ cau-
sato alcune vittime, ma anche 20 ong e il leader dell’opposizione El Baradei che lo definisce “dittatorialeâ€?. E cosĂŹ mentre sale costantemente di livello la tensione in Egitto, non accenna a diminuire la violenza che sta insanguinando la Siria. Il Paese è dilaniato da una guerra civile che ormai è giunta alle porte della capitale Damasco. I morti, ormai, non fanno piĂš notizia. Nei giorni scorsi 10 bambini sono stati uccisi in un quartiere a sud della capitale costantemente presa di mira dai bombardamenti. Erano usciti dalle loro case confidando in una pausa dei bombardamenti. In contesti che si vanno facendo sempre piĂš precari, anche per la difficoltĂ di un’azione previsa della comunitĂ internazionale, la Chiesa sembra essere rimasta l’unica istituzione ad offrire speranza e aiuto alla popolazione colpita da bombardamenti, fame e sequestri di persona. La Chiesa si sta prodigando per alleviare le sofferenze della gente ormai allo stremo delle forze. Da Damasco mons. Mario Zenari, nunzio vaticano in Siria, continua a chiedere aiuto a preghiera per il Paese e soprattutto di mantenere alta l’attenzione su una guerra che nessuno sembra seriamente intenzionato a far cessare. Secondo il prelato, bisogna evitare che questa guerra cada nell’oblio. “L’Occidente – è la sua richiesta – ha il dovere di informarsi, di cercare di comprendere questa situazioneâ€?.
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Si rinnova il 2 dicembre l’appuntamento con la maratona di nuoto che da 20 anni, presso la piscina “Lamarmoraâ€? di via Rodi, contribuisce alla raccolta fondi per Telethon, che in collaborazione con il gruppo bancari Bnl sostiene la ricerca contro le malattie genetiche. Quest’anno la maratona vedrĂ la partecipazione di moltissime realtĂ natatorie della Lombardia e di sportivi come l’olimpionico di fioretto Andrea CassarĂ e del campione olimpico di
Domenica 2 dicembre, I di Avvento, promossa dall’Usci di Brescia, avrĂ luogo la 6ÂŞ edizione di “Musica divina in provincia‌ aspettando Nataleâ€?. Sei sono le comunitĂ interessate da questa nuove edizione dell’iniziativa musicale natalizia che ha nella sezione bresciana dell’Unione delle corali il suo motore infaticabile. Si tratta delle comunitĂ di San Felice del Benaco, con la chiesa di Santa Maria del Carmine, di
nuoto Giorgio Lamberti, oltre che di alcuni giocatori del Brescia Calcio. A corredo della manifestazione, inoltre, si terrà domenica 9 dicembre una gara podistica organizzata dall’Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare e venerdÏ 14 e sabato 15,la premiazione della maratona insieme ad appuntamenti artistici e musicali. Si tratta del gradito ritorno di una manifestazione che negli anni ha permesso di raccogliere la considerevole cifra di 80mila euro.
Verolanuova, con la parrocchiale di San Lorenzo, di Sabbio Chiese, con la parrocchiale di San Michele Arcangelo, di Lonato, con la chiesa di Santa Maria Assunta, di Pisogne, con la chiesa di Santa Maria in Silvis e di Palazzolo sull’Oglio, che ospita il concerto negli spazi dell’auditorium San Fedele. Tutti i concerti, che vedono la partecipazione di importati realtà del panorama musicale bresciano, prenderanno il via alle 16. L’ingresso è gratuito.
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La competizione fa bene Riescono, le primarie del centrosinistra. Il successo è racchiuso in due motivi. Il primo è quello relativo alla partecipazione, che in occasione del voto del 25 novembre è stata considerevole, anche se inferiore a quella del 2005. Alle primarie che consegnarono la premiership a Romano Prodi i votanti furono un milione in piÚ rispetto a quelli che hanno portato al ballottaggio fra Bersani e Renzi. Certo è inferiore di oltre un milione a quella del 2005. Allora tuttavia le regole erano assai piÚ lasche: la mobilitazione è stata comunque molto ampia e capillare, per tutta la lunga campagna, oltre che nel giorno delle votazioni. In secondo luogo riescono perchÊ la competizione è vera e innesca un secondo turno di ballottaggio, che metterà a confronto diretto due punti di vista, due generazioni, due modalità . Il segretario Bersani parte con un vantaggio di quasi 10 punti ma lo sfidante Renzi è molto motivato. Del resto la competizione fa bene a qualsiasi istituzione, purchÊ sia disciplinata e
costruttiva. I partiti hanno bisogno di essere ri-legittimati e trasparenti, tutti, in attesa che sia finalmente attuato l’articolo 49 della Costituzione. D’altra parte le elezioni primarie sono state inventate dal Partito democratico (americano, of course) e si sono tenute per la prima volta nella contea di Crawford in Pennsylvania – correva l’anno 1842 – proprio per legittimare le leadership, far partecipare gli elettori alle scelte del partito e
tenere la competizione dentro il partito ed evitare scissioni. Non a caso sulle primarie si sono puntati gli strali polemici del leader del M5S Beppe Grillo e l’attenzione di Berlusconi, alle prese con il ricorrente interrogativo sul suo futuro in politica, e piÚ ampiamente del centrodestra in difficile transizione. In effetti sulla strada delle elezioni, che sembrano in calendario prima di Pasqua, una volta risolta la leadership
dell’alleanza di centro-sinistra e dunque determinata la sua configurazione, che dipenderà anche dall’esito del ballottaggio, si potrà cominciare a diradare la fitta nebbia su alcune altre essenziali questioni. La prima, ovviamente, è la legge elettorale, per cui i tempi si contraggono. La seconda è sull’offerta politica complessiva. Il risultato delle elezioni primarie infatti rilancia l’interrogativo che, senza risposta, da
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tempo circola: quali spazi e possibilitĂ ci sono in Italia per un bipolarismo virtuoso, che, con approssimazione, ma con espressione evocativa viene definito di tipo europeo? Oppure non siamo piuttosto nella condizione greca, di forze politiche gracili, premute e costrette alla coabitazione da un combattivo e diversificato fronte di protesta? Risalta comunque, anche dalle primarie, un dato confortante. Gli italiani ci tengono alla politica. Per questo sono esigenti: chiedono, ai partiti e ai leader, di fare bene il loro mestiere. CosĂŹ come il consenso, infatti, la protesta e la sanzione sono forme di partecipazione: altro che antipolitica. Allora, in vista delle elezioni generali, ricordino tutti di presentarsi con un bilancio di cose fatte e di promesse mantenute e non solo di buoni progetti. In particolare sulle questioni piĂš sensibili, che sappiamo tutti quali sono: quelle che toccano il borsellino e i tanti, troppi sprechi.
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La 16ª edizione della Giornata nazionale della Colletta alimentare, svoltasi sabato 24 novembre, in piÚ di 9.000 supermercati, è stata uno spettacolo di gratuità che ha cambiato coloro che vi hanno partecipato. Grazie all’aiuto di piÚ di 130mila volontari sono state raccolte 9.622 tonnellate di prodotti alimentari, confermando, nonostante la crisi, il dato dell’edizione 2011 (9.600 tonnellate). Il cibo raccolto
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sarĂ distribuito alle oltre 8.600 strutture caritative convenzionate con la Rete Banco Alimentare che assistono ogni giorno 1 milione e 700mila poveri. A Brescia, nei 168 supermercati in cui sono stati impegnati circa 1.800 volontari, sono state raccolte 202 tonnellate di alimenti rispetto alle 187 del 2011 (+8%). Gli alimenti raccolti, come pasta, olio, zucchero, riso, omogeneizzati, pelati e altri prodotti, saranno distribuiti ai 120 enti bresciani convenzionati
con la Rete Banco Alimentare (mense per i poveri, comunitĂ per minori, banchi di solidarietĂ , centri d’accoglienza ecc.) che aiutano 24mila persone indigenti della Provincia. Il presidente della Fondazione Banco Alimentare Andrea Giussani, ringraziando tutti i volontari e i donatori, afferma che, “ancora una volta, l’opportunitĂ di donare tocca le radici della persona e, contro il pessimismo, rilancia una piccola o grande responsabilitĂ individualeâ€?.
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hi ha qualche primavera in piĂš sulle spalle si ricorderĂ che il teatro di Sant’Afra è sempre stato un fiore all’occhiello per la cittĂ . Ăˆ sempre stato un luogo di ritrovo per la parrocchia, con i suoi 6000 abitanti, piĂš popolosa del centro storico. La Sala della comunità è dedicata a mons. Lorenzo Pavanelli, grande apostolo della catechesi e degli oratori; Pavanelli fu anche assistente ecclesiastico dell’Associazione Leone XIII che poi sfociò nell’esperienza e nell’attivitĂ dell’Azione cattolica. Se l’oratorio (costruito in due anni dal 1962 al 1964) in questi anni è stato rimesso a nuovo, il teatro necessita ora di un intervento di recupero sostanzioso: a marzo, infatti, partiranno i lavori grazie, soprattutto, alla volontĂ del parroco don Nino Prevosti e del curato don Giorgio Rosina di scommettere su questo contenitore formativo e al tempo stesso aggregativo. In veritĂ la Sala della comunità è ampiamente utilizzata per la catechesi ma anche per altre attivitĂ . Da anni, ormai ad esempio, ospita il “Circolo lirico Dordoniâ€? che propone ai suoi soci opere liriche e incontri culturali. Fra gli ospiti di Sant’Afra, ci sono anche gli studenti del liceo classico Arnaldo, che utilizzano l’oratorio anche come palestra. Le prove e le rappresentazioni della compagnia “Teatro a peda-
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mento dell’impianto di riscaldamento e dell’impianto elettrico, il rifacimento e la messa a norma degli spazi sul palco, il miglioramento acustico della sala e la sostituzione delle poltroncine in classe A (ignifughe e lavabili): i posti a sedere saranno 284 a fronte dei 300 di oggi. Ovviamente la ristrutturazione, che durerà fino a dicembre 2013, è onerosa: il costo dell’opera si aggira sui 550mila euro. Se una parte (200mila euro) è stata possibile grazie all’intervento del Comune, il restante è a carico della parrocchia che si è presa la responsabilità di recuperare uno spazio importante anche
per tutta l’unità pastorale del centro storico. Il sostegno del Comune rientra, invece, nel bando lanciato – sulla falsariga di quanto era stato fatto in passato con i campi sportivi – per la ristrutturazione delle Sale della comunità . Fra i requisiti chiesti dalla Loggia e valutati da una Commissione c’era la presentazione di un progetto di gestione: 200mila euro sono andati rispettivamente a Sant’Afra e a Fornaci per una ristrutturazione radicale, 44mila euro invece – per quanto riguarda la digitalizzazione della Sala – sono stati messi a bilancio per il Prealpino e per il Sereno.
&RPPLVVDULDWR LO &RPXQH Sarà Gabriella Mucci il commissario prefettizio che avrà il compito di traghettare Manerbio alle elezioni per la scelta del nuovo sindaco, dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per le dimissioni di 14 dei suoi membri (sette di maggioranza, Pdl e Fli, e sette di minoranza). Termina cosÏ l’esperienza amministrativa di Cesare Meletti (nella foto), dal giugno 2009 a guida della cittadina. La delibera, che aveva spaccato la maggioranza e
portato alle dimissioni il primo cittadino, riguardava la modifica al piano dei servizi richiesta da Salanti e Segesta Korian per realizzare una Casa di riposo nell’area ex consorzio: di per sĂŠ nulla di complicato, comportando il cambio di destinazione del lotto da “culturale-ricreativaâ€? a “socio-assistenzialeâ€?, ma a fermare i consiglieri – anche della maggioranza – è stata la necessitĂ di riflettere sull’opportunitĂ che lĂŹ venga edificata la Rsa, perchĂŠ
a Manerbio ci sarebbe anche un altro progetto concorrente che prevede, pure, una nuova struttura socio-assistenziale: il disegno di riconversione dell’area ex Marzotto. Il sindaco era convinto di trovare piena coesione sul progetto di Segesta. La votazione non è passata: otto contrari, otto favorevoli. Che tra i contrari e astenuti ci fossero consiglieri di maggioranza non era piaciuto al primo cittadino che aveva rassegnato cosÏ le dimissioni.
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Žƒ˜‘”‹ †‹ ”‡•–ƒ—”‘ –‡”Â?‹Â?ƒÂ?‘ ƒ ˆ‡„„”ƒ‹‘ La chiesa di Santa Maria della Carità è un santuario unico per la sua ricchezza storica e artistica, collocato in quella via Musei cara ai bresciani e ai visitatori che scelgono di passare per Brescia. I lavori di restauro si avviano alla conclusione (per febbraio dovrebbe essere riconsegnata al culto) visto che gli interventi, ora, stanno interessando la pavimentazione. All’inizio questo tipo di intervento non era stato preventivato, ma la bellezza dei mar-
mi colorati ha fatto ritenere opportuno continuare nell’opera. Nonostante la spesa ingente per il recupero, la Fondazione Cab ha deciso di provvedere anche al recupero dei 300 metri quadri di marmi greci, turchi e italiani, solo per indicare la ricchezza nei materiali di un disegno sapientemente composto. All’inaugurazione, per rendere la pavimentazione ancora piÚ visibile, non ci saranno arredi e banchi. Il tutto è reso possibile ancora una volta dal-
la Fondazione Cab, dall’associazione Amici della chiesa di Santa Maria della Carità e da quanti hanno a cuore questo patrimonio cittadino. Da segnalare anche il lavoro di restauro che ha interessato tre laboratori privati coadiuvati da tre scuole bresciane (la Laba, l’Accademia Santa Giulia e l’Enaip di Botticino) per testimoniare una volta di piÚ il legame con il territorio. Una particolare attenzione è stata prestata alle partizioni piÚ articolate dal punto
di vista artistico come la facciata e il suo complesso scultoreo con il recupero dell’originario trattamento a marmorino bianco a imitazione della pietra di Botticino e degli apparati pittorici e plastici dell’interno. Anche l’illuminazione parla bresciano con lo studio Flos. L’edificio, che ha un prezioso apparato decorativo, recupererà tutta la sua valenza religiosa, ma diventerà anche contenitore ideale di una serie di manifestazioni culturali.
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a mediazione penale nasce come strumento privilegiato della “giustizia riparativaâ€? e propone un modello consensuale di gestione dei conflitti con la partecipazione attiva delle parti in causa, guidate da un mediatore debitamente formato. L’incontro e il confronto – da qui la mediazione – fra vittima e reo consentono di distribuire l’attenzione su tutti i soggetti coinvolti nel reato. Brescia, con le vicine provincie di Bergamo, Cremona e Mantova, ha condotto una sperimentazione, avviata nel 2008, che ha visto i minori quali soggetti principali di tale mediazione e nei giorni scorsi si è giunti ad un protocollo d’intesa, che vede firmatari oltre ai rappresentanti delle quattro Province, il Tribunale per i minorenni di Brescia, la Procura della Repubblica presso lo stesso, il Comune di Brescia, il Centro giustizia minorile per la Lombardia e la Fondazione provinciale per l’assistenza minorile onlus di Brescia, a che l’iniziativa assuma una veste definitiva. “Dopo qualche anno e a seguito dei risultati conseguiti, con il pieno consenso di tutti i partner – ha detto l’as-
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tivo sono stati 42 – ha evidenziato la presidente del Tribunale dei minori di Brescia Maria Carla Gatto – cui ne vanno aggiunti 17 che hanno visto la remissione di querela senza l’incontro delle parti. Questo ci conforta, in quanto il risultato supera l’espressione numerica, poichĂŠ indica una sentita evoluzione della partecipazione sociale sul territorioâ€?. “Se vittime e autori del reato dialogano, significa che la societĂ tieneâ€?, ha aggiunto l’assessore alla Famiglia del Comune di Brescia Giorgio Maione, mentre Emma AvezzĂš, procuratore capo del Tribunale minorenni di Brescia, ha rimarcato come “la mediazione sia il futuro della nostra giustizia, in quanto vi è una serie di reati che si estinguono con il dialogo e questo potrebbe essere una traccia per il mondo degli adulti, con tutti i limiti e le parametrazioni del casoâ€?.
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3DGUH %DOGX]]L WHVWLPRQH GL DPRUH L’ultimo lavoro di don Sandro Gorni è sulla vita di padre Bartolomeo Balduzzi, francescano minore. Si tratta di una racconto semplice e al tempo stesso profondo di una vita vissuta (Botticino Mattina 1871-1930) tutta per il Signore e per i fratelli: è una testimonianza d’amore sulle orme di San Francesco. Nel corso dei secoli, come scrive nell’introduzione frate Francesco Bravi, la famiglia francescana “ha saputo accogliere e far crescere un’infinita varietĂ di vocazioni maschili e femminili, laicali e clericali, di consacrazione religiosa o secolare. Lo spirito di San Francesco ha continuato e continua ad affascinare schiere di giovani desiderosi di sperimentare la bellezza di una vita totalmente donata al Signore e ai fratelli. Ăˆ una catena ininterrotta di testimoni dalle caratteristiche piĂš diverse, ma che almeno una cosa hanno in comune: la consapevolezza che la vita ci è stata donata perchĂŠ impariamo a condividerne le bellezze e ad alleviarne le amarezzeâ€?. A questa numerosa schiera appartiene anche padre Bartolomeo Balduzzi, raccontato grazie alla ricerca storica di don Sandro Gorni, un sacerdote che in questi anni ha saputo tratteggiare i profili di molte persone. “Padre Bartolomeo, umile figura di frate minore, ci viene cosĂŹ riproposto – scrive padre Bravi – come autentico discepolo del Serafico di Assisi nella apertura agli altri, nella passione educativa dei
giovani che si aprivano alla vocazione francescana, nella capacità di accogliere e vivere la malattia che ha segnato i suoi ultimi otto anni di vita�. Padre Bartolomeo nacque in contrada Sott’acqua di Botticino Mattina, consacrò molte delle sue energie al Collegio serafico di Saiano di cui fu anche direttore. MorÏ dopo otto anni di malattia, due dei quali completamente infermo, il 27 agosto del 1930 all’età di 59 anni.
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…”‹•–‹ƒÂ?‹ ‡ Žƒ …‹––Â? —‘Â?ƒ Žƒ ’”‹Â?ƒ †‹ —Â? •‘‰‰‡––‘ …‹––ƒ†‹Â?‘ Dz‹Â?‡†‹–‘dz Ăˆ andata in archivio la prima esperienza de “I cristiani e la cittĂ â€?, l’iniziativa ideata da un gruppo di cristiani animati da una passione per la Brescia di oggi e di domani: quattro serate-laboratorio di spunti e di idee in vista di una “parola cristiana sulla cittĂ â€? in occasione delle amministrative. La proposta ha suscitato all’interno delle comunitĂ cristiane della cittĂ un dialogo su alcuni temi di carattere sociale e politico. “Ho visto – spiega don Amerigo Barbieri (nella foto),
parroco di San Giovanni Evangelista – alcune conferme dei desideri e delle tensioni della partenza. Si è reso evidente un soggetto cittadino inedito, popolare ed ecclesiale, che non rappresentava gruppi o associazioni. Erano laici e sacerdoti che vivono, nella quotidianità , esperienze diverse, ma che hanno sentito il bisogno di confrontarsi. La riflessione, poi, è stata arricchita dalle tante competenze�. Fra le considerazioni, don Amerigo aggiunge anche che
con questo stile “non è importante mandare messaggi ai candidati ma piuttosto agli elettoriâ€?. Non sono mancate le difficoltĂ , anche per una certa “pigrizia ecclesialeâ€?, come la definisce don Barbieri, che ha portato questo soggetto inedito a essere sottoposto a varie interpretazioni. La constatazione finale è quella di leggere, oggi, una distanza “tra la Parola, tra il Vangelo, e la vita della cittĂ â€?. Il progetto “I cristiani e la cittĂ â€? era connotato da alcune peculiaritĂ .
La prima è che non intendeva proporre nessuna visione di città , ma voleva essere un laboratorio di ascolto dei cristiani delle comunità . Interessante, da questo punto di vista, sottolineare la partecipazione di molte persone che hanno avuto modo di riprendere, ognuno con le proprie specificità , contatto con il territorio. Ora sarà redatto un documento di sintesi corroborato da qualche approfondimento. Per i candidati, ma soprattutto per gli elettori.
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onfcooperative Brescia, la struttura territoriale della Confederazione delle cooperative italiane, ha celebrato i suoi primi 60 anni di vita con un incontro imperniato sul futuro locale, nazionale ed europeo della cooperazione. Daniele Molgora, presidente della Provincia, ha ricordato come “Brescia sia la provincia che piĂš rappresenti il lavoro concreto e questo è per gran parte merito del mondo cooperativistico che vi ha trovato spazio per crescere e che si appresta, con la sua vitalitĂ , ad affrontare le sfide del domaniâ€?. “Il 60° è un anniversario cui si arriva con fatica, impegno, lavoro – ha aggiunto il sindaco Adriano Paroli – e Brescia ha mostrato la sua capacitĂ di dare risposta al bisogno, creando punti di riferimento anche educativiâ€?. Mons. Gianfranco Mascher, vicario generale, ha ricordato padre Ottorino Marcolini, “che ha dato una struttura sociale, culturale e religiosa alla nostra cittĂ â€?, ha richiamato le parole del Papa, lĂ dove esorta a che “economia e mercato non siano mai disgiunti dalla solidarietĂ â€?. Marco Menni, presidente di Confcooperative Brescia, Felice Scalvini, co-presidente di Coop Eu e vice presidente Ica e Luigi Marino, presidente Confcooperative e Alleanza cooperative italiane hanno successivamente affrontato la tematica della giornata, ognuno dai rispettivi punti
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delocalizzabile, che ha consentito di reggere meglio la crisi in corso, assistendo 120mila persone e oltre 1.200 lavoratori ogni anno, quali soggetti deboli o in percorsi di inserimento lavorativo. A fronte della flessione nel mondo del lavoro, dove Brescia ha perso 13mila posti di lavoro dal 2010 al 2011 – ha continuato Menni – nelle nostre cooperative l’occupazione nel 2011 è stata garantita a 16.321 persone e famiglie, con lievi incrementi rispetto al 2010. Le cooperative potrebbero rivelarsi una carta importante per dare forma e direzione ad un futuro che sia nel contempo sostenibile e desiderabile – ha sottolineato Menni – promuovendo collaborazioni con il mondo del profit, con aggregazioni reticolari collegate ai bisogni della collettivitĂ . Non vorremmo parlare di case ma di politica dell’abitare, di costo dell’assistenza sociale ma di investimento nella coesione sociale, di ricchezza e danaro ma di una condizione complessiva di serenitĂ â€?. L’analisi internazionale e nazionale dice che le “cooperative si sviluppano quando c’è carenza di capitale e se l’agenda mondiale sta cambiando, quella piĂš lenta è quella europeaâ€?, ha sostenuto Felice Scalvini. “Abbiamo come barriera – ha detto Luigi Marino – l’osservanza delle norme europee, che spesso ci impediscono di agire con l’agilitĂ e la capacitĂ che abbiamo dimostrato in ogni settoreâ€?.
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frenanti e i battacchi, soprattutto però verrĂ interamente rinnovato l’impianto elettronico. “Si tratta del primo impianto in diocesi – racconta don Giuseppe – perciò, viste anche le difďŹ coltĂ a reperire di volta in volta i pezzi di ricambio e il costo che questi comportano, il rifacimento è la soluzione miglioreâ€?. Dell’esistente verranno mantenuti solamente il castello, rifatto 15 anni fa, e ovviamente le otto campane stesse, che compongono un concerto in
do maggiore profondo. I lavori, eseguiti dalla ditta Volpi di Cossirano, procedono celermente e dovrebbero concludersi per l’8 dicembre, in tempo per la solennitĂ dell’Immacolata Concezione. Lavori che, comunque, non peseranno sui conti della parrocchia e della comunitĂ , poichĂŠ sono stati possibili grazie alla donazione della defunta maestra Rosa Filippini. “La maestra Rosa – spiega don Giuseppe – desiderava
lasciare qualcosa di duraturo alla parrocchia e, data la sua inclinazione artistica, la scelta è ricaduta sull’ambito musicaleâ€?. Il lascito giĂ nei mesi scorsi era servito alla pulitura delle canne e alla manutenzione dell’organo parrocchiale. “Una volta terminati i lavori – conclude il parroco – inaugureremo i restauri con un solenne concerto di campane, in un appuntamento musicale nel quale troverĂ spazio anche un concerto organisticoâ€?. (f.u.)
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l cardinale di Sarajevo, Vinko Puljic, ha visitato la Fondazione Moreni a Cremona. La Fondazione Moreni è collegata all’associazione “Gruppo 29 maggio ‘93 Fabio, Sergio, Guidoâ€? di Ghedi fondata in memoria di tre giovani vittime innocenti in Bosnia. Il porporato ha ripercorso i difficili anni della guerra dell’ex Jugoslavia, il pericolo del comunismo e ora la sfida della convivenza con la fazione piĂš integralista del mondo islamico. Tornando a quel 1993 e commentando il sacrificio dei tre giovani, il cardinale Puljic nel suo intervento si è riferito in particolare alla storia di Fabio Moreni la cui famiglia ha fondato il Centro dedicatogli nel segno della solidarietĂ alle porte della cittĂ del Torrazzo. “Fabio è un segnoâ€? ha dichiarato il card. Puljic di fronte al Sindaco di Cremona e alle altre autoritĂ convenute per incontrarlo. Durante il conflitto “l’uomo ha distrutto sĂŠ stessoâ€?. Di quella immane tragedia oggi restano le rovine e i problemi, per i cattolici quello della convivenza con musulmani, ortodossi ed ebrei. Dal mondo della politica, peraltro, non giungono aiuti in tal senso, bensĂŹ resistenze. Il card, Puljic è stato ricevuto dal presidente della Fondazione Moreni, Giancarlo Rovati, che coor-
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chĂŠ i genitori di Sergio Lana, ucciso con Fabio nell’eccidio di Gornji Vakuf. Subito dopo il card. Puljic si è recato nella cappella della Cascina Moreni, dove ha pregato sulla tomba di Fabio e l’ha aspersa con l’acqua benedetta. Poi ha presieduto la Santa Messa, concelebrata dal vicario generale della diocesi di Cremona, mons. Mario Marchesi, da don Alberto Mangili e da don Antonio Pezzetti, rispettivamente vicepresidente e assistente spirituale della Fondazione. â€œĂˆ l’amore che ha l’ultima parola, non l’odio – ha ricordato il cardi-
nale –. Ăˆ molto importante vedere ed accettare Cristo con gli occhi del cuore. Questo cambia la vita, rende subito l’uomo un entusiasta, genera gioia, speranza, amore: tutto questo è vita! Ma non è facile, quando il cuore è pieno. Bisogna liberarlo. Prima di tutto dall’odio. Occorre creare la libertĂ dal nostro intimo. Fabio, Sergio, Guido e quanti hanno vissuto come loro ci dimostrano che, grazie a Dio, non siamo soli. Dio benedice chi ha un cuore aperto verso gli altriâ€?. La giornata si è conclusa con un arrivederci: il card. Puljic ha condiviso il pranzo con i volontari che si dedicano a diverse attivitĂ di solidarietĂ , ha ringraziato la Fondazione Moreni, rivolgendo l’invito a dar seguito a questa bella amicizia sbocciata. Come? Recandosi in visita nella sua diocesi: “Benvenuti a Sarajevo!â€?, è stata la piĂš che eloquente espressione utilizzata dal card. Puljic per proseguire il cammino di comunione ormai iniziato. Con convinzione, slancio ed entusiasmo. L’impegno del Gruppo 29 maggio ‘93 continua, consapevole della bontĂ dell’iniziativa umanitaria che in questi anni ha portato sollievo e solidarietĂ a una terra martoriata dalla guerra, una terra che ancora oggi fatica a vivere con serenitĂ la quotidianitĂ .
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'XH JLRUQL D WDYROD FRQ LO PRQRFRFFR In occasione del Terra Madre Day, organizzato dalla rete mondiale di Slow food, la Fondazione pianura bresciana a Palazzo Cigola Martinoni di Cigole festeggia il cibo locale e promuovere produzioni e metodi di consumo sostenibili con un ďŹ ne settimana dedicato all’antico cereale: il monococco a marchio ShebarÂŽ. Sono due giornate in dicembre con una varietĂ di grano molto antico che si è estinto alla ďŹ ne dell’etĂ del bronzo e la cui coltivazione è stata ripresa nella Pianura padana. Sabato 8 dicembre, alle ore 20, in palazzo Cigola Martinoni di Cigole “Cena a tema a base di monococco della pianura bresciana: un cereale antico tutto da riscoprire. Per prenotazioni ed informazioni: tel. 335.5945331- 333.2524681 - info@palazzocigolamartinoni.it. Domenica 9 dicembre, ore 14, visite guidate al palazzo e al museo multi-
mediale Rais – apertura del percorso “alla scoperta del gusto di Slow food – inaugurazione del grande gioco ‘Go gardening’ _Ortaggi alla manoâ€?. Versione Slow food del celebre gioco di carte Uno. Ortaggi, strumenti di lavoro e possibili avversitĂ metteranno alla prova il pollice verde nella realizzazione di un orto sostenibile. Un grande gioco con un grande obiettivo: insegnare ai piĂš piccini e agli adulti che un’alimentazione sana può essere piacevole e divertente. Premi in palio. Ore 18.30: aperitivo in galleria accompagnato da proposte sďŹ ziose e intriganti a base di monococco. ShebarÂŽ è il marchio del Monococco della pianura bresciana, sinonimo di qualitĂ e garanzia di genuinitĂ . Il nome ha un’origine ben precisa: She era la dea del grano degli antichi sumeri e Shebar era il nome con il quale essi indicavano il grano. Nato alla ďŹ ne del
2007, il marchio ShebarÂŽ riproduce una formella in argilla cotto che si trova su una delle pareti del Castello di Cigole: è stato utilizzato questo simbolo per dare un’identitĂ territoriale forte ai prodotti che usciranno con questo marchio. A Cigole, nella bassa bresciana, questo cereale ha iniziato ad essere nuovamente coltivato. Promotori di questo progetto di valorizzazione culturale e territoriale sono la Fondazione Pianura Bresciana e la Cooperativa Sociale l’Antica Terra, braccio operativo della Fondazione. Altre aziende locali si stanno impegnando nel lancio del marchio ShebarÂŽ – monococco della Pianura Bresciana come un prodotto naturale a basso contenuto di glutine. Il PastiďŹ cio Tradizioni Padane di Gottolengo all’interno delle sue produzioni di pasta tipica bresciana ha creato una linea dedicata esclusivamente al mo-
nococco, mentre Babb – Birrificio artigianale bassa bresciana si dedica alla produzione di birra a base di monococco ShebarŽ. A sposare questo progetto c’è anche l’Osteria Latenasca (Lainate, Milano) la quale crea dei piatti a base di grano di monococco, come la piÚ tradizionale pizza. A concludere il pull di aziende sensibili all’argomento del benessere in tavola c’è un’altra impresa bresciana, la P&L Software leader nella creazione di gestionali per la grande distribuzione. In un’epoca in cui l’attenzione si focalizza sulla caratteristiche dietetico – nutrizionali degli alimenti, il monococco ShebarŽ si propone come un valido alleato, grazie all’ottima composizione della sua farina, al basso livello di glutine ed al basso impatto ambientale della sua coltivazione. Tutto questo senza togliere gusto e sapore ai piatti della tavola.
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ƒ”’‡Â?‡†‘Ž‘ Dz ƒ •–”ƒ†ƒ ˜‡”•‘ Â…ÂƒÂ•ÂƒÇł “La strada verso casaâ€? è un ďŹ lm che in poco meno di un’ora racconta 20 anni di migrazione e la decisione di tornare a casa; un documentario che racconta le storie di due persone, un uomo e una donna, due famiglie, una marocchina e l’altra ghanese, che scelgono di tornare nel Paese di origine ricchi dell’esperienza italiana e convinti di poter fare, anche grazie a questa, qualcosa di buono per sĂŠ e per il proprio Paese. Sono due storie vere raccontate dall’associazione Caffè
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Š‡†‹ ‡”ƒ–ƒ Â?—•‹…ƒŽ‡ e KinkilibĂ di Carpenedolo grazie al contributo della Regione e grazie alla capacitĂ narrativa di Massimo Corsini e Marco Perico. Hanno condiviso un viaggio di rientro e i suoi silenzi carichi di emozione, hanno documentato i progetti che stanno portando avanti in Ghana e in Marocco. Il documentario è il risultato di piĂš di un anno di lavoro con diverse associazioni di migranti, con il Comune che ha continuato a dialogare con chi voleva capire un po’ di piĂš la realtĂ dei cittadini di
origine straniera nelle due province, ma soprattutto delle tante ore messe a disposizione dai volontari e dai registi per realizzare il progetto “La panchina dei Mondi possibiliâ€?. Il ďŹ lm viene presentato a Carpenedolo giovedĂŹ 29 novembre alle 21 presso la sala polivalente di palazzo Laffranchi. SarĂ allestita anche la mostra “Portatori di sogniâ€? di Livio Senigalliesi. L’incontro si conclude con alcune riessioni guidate da Maria Grazia Soldati dell’UniversitĂ di Verona.
Sabato 1 dicembre, alle ore 21, il Corpo musicale cittadino di Ghedi in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Ghedi, organizza il concerto di Santa Cecilia presso la Sala consiliare del Comune. Lo spettacolo è interamente dedicato alla grande musica del compositore americano Leroy Anderson, un momento divertente per gustare ottima musica, un travolgente happening musicaleteatrale per mini e band.
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’intreccio si preannuncia articolato e ricco di situazioni esilaranti, con colpi di scena capaci d’innescare risate e buon umore tra qualsiasi genere di spettatore, grazie all’esuberanza della compagnia facente capo al laboratorio teatrale “Alveareâ€? di Samber, questo fine settimana al debutto col suo nuovo spettacolo “Non sparate sul postinoâ€?, firmato da Derek Benfield e diretto dal regista Lorenzo Cristian Salvoni. Dopo il coinvolgente gioco-teatrale di “Amici per cenaâ€? (giallo enigma reso possibile nel dicembre 2010 con la complicitĂ di spettatori-commensali pronti a smascherare il colpevole) e la brillantissima commedia in tre atti “Rumori fuori scenaâ€? di Michael Frayn (2008), preceduta dall’esordio di “Io sono feliceâ€?, musical inedito sempre curato da Salvoni, portato in scena nell’ottobre 2006 e incentrato sugli ultimi giorni di papa Gio-
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cosĂŹ luce a uno spettacolo coinvolgente e incalzante, tra intricate vicende ambientate in un castello scozzese, situazioni paradossali e continui fraintendimenti, capaci di catturare per quasi due ore l’attenzione del pubblicoâ€?. Una trama dai toni comici (e mai volgari), messa in risalto anche da un’accesa scenografia (disegnata da Roberto Barbieri e meticolosamente realizzata dai “papĂ â€? del gruppo carnevale Samber), un sofisticato disegno luci del video-designer Lokman Mouatamid e vivaci costumi studiati ad hoc su ogni personaggio. Un incondizionato amore verso il teatro e un’acuta sensibilitĂ nel desiderio di voler trasmettere e diffondere la cultura a lui connessa hanno fatto il resto: o meglio, hanno contribuito (e lo fanno tutt’ora) nel proseguire con talento e passione lungo quella strada avviata nel 2006 per opera di alcuni giovani del centro giovanile salesiano, sulla scia lasciata dal Cgs
“l’Alveareâ€?, impegnata compagnia clarense giĂ attiva negli anni ‘80. Lo show, patrocinato dal Comune di Chiari e presentato in anteprima assoluta lunedĂŹ sera con porte aperte ai giornalisti, debutterĂ nel piccolo teatro San Bernardino con un triplice appuntamento per il grande pubblico: venerdĂŹ 30 novembre e sabato 1 dicembre alle 21 e domenica 2 dicembre alle 17. L’ingresso è gratuito, ma con prenotazione obbligatoria al 3486927227.
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lo sforzo assistenziale che va in questa direzione, attraverso l’erogazione di un contributo specifico. Secondo la recente disposizione del comune, infatti, per tutte quelle famiglie intenzionate a mantenere la persona anziana non autosufficiente all’interno del proprio nucleo, fornendogli tutte le cure e l’assistenza di cui necessita, nonchĂŠ la sorveglianza e il monitoraggio durante il consueto svolgimento delle svariate attivitĂ quotidiane della vita, sarĂ
possibile beneficiare di un bonus contributivo per affrontare e alleviare spese e sacrifici. Per essere ammessi nella graduatoria, sarĂ necessario dimostrare di assistere in modo continuativo le persone anziane non autosufficienti, che dovranno risultare invalide minimo al 75%. Chiunque rientrasse nei canoni e fosse interessato a questo genere di agevolazione può presentare la propria richiesta per il “Contributo per famiglie disponibili a
mantenere l’anziano non autosufficiente nel proprio contesto� in municipio entro le 12.30 di venerdÏ 14 dicembre. Il modulo prestampato della domanda da ritirare e compilare è disponibile nell’Ufficio servizi sociali del Comune, che resta a disposizione per fornire tutte le informazioni utili e specifiche relative ai destinatari del contributo e ai criteri d’intervento previsti dal Piano comunale per gli interventi e i servizi sociali. (a.s.)
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arlare un’unica lingua e unire le forze per essere piĂš incisivi. A questo mira l’accordo di collaborazione “Terra della Franciacortaâ€? che 18 Comuni – Adro, Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano e Rovato – hanno sottoscritto lo scorso giugno. Tra le iniziative messe in campo la presentazione alla Provincia di un documento congiunto contenente osservazioni condivise per la revisione del “Piano territoriale di coordinamento provincialeâ€?, con il quale la Franciacorta si presenta per la prima volta come un unico territorio con istanze comuni. Ăˆ il completamento di un percorso iniziato nel 2007 con la creazione da parte dei Comuni franciacortini di un tavolo comune sulle politiche urbanistiche e il monitoraggio ambientale nell’ambito del progetto “Franciacorta sostenibileâ€?, tavolo che ha portato a uno studio di fattibilitĂ che si è concluso a fine 2011 e che poggia sui pilastri della valorizzazione dei beni culturali e ambientali del territorio per far da leva alla creazione di un’economia sostenibile. “L’obiettivo – spiega Antonio Vivenzi, sindaco di Paderno e
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corta e altri territori, anche a livello internazionale e intercettare finanziamenti come sistema territorialeâ€?. La sintesi delle istanze del Ptcp è stata presentata dal prof. Maurizio Tira, ordinario di Tecnica e pianificazione urbanistica all’UniversitĂ degi Studi di Brescia. “Siamo partiti dalla identificazione dell’ambito territoriale della Franciacorta come progetto strategico d’area. Un ambito che, nella sua ricca componente agricola e paesistica, è in grado nel suo insieme di esprimere elevati valori paesaggistico-ambientali che, correlati alla tradizione rurale ed alla produzione agricola e connotati da tratti comuni e peculiari, sono meritevoli di essere valorizzati e tutelati attraverso una disciplina pianificatoria organica e differenziata da quella riservata ad altri ambiti provinciali, perseguendo, senza frustrazioni, le esigenze di sviluppo socio-economico della zonaâ€?. Si giunge in questo modo a programmare il governo del territorio attraverso l’ottica unitaria dell’“area vastaâ€?, in una visione di medio-lungo periodo, che, favorendo la collaborazione pubblico-privato, si dimostra strategica per le amministrazioni locali. Una esperienza virtuosa che conferma come facendo rete, pur nelle difficoltĂ di questo momento economico, si possano raggiungere importanti traguardi.
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sulle aree protette all’interno del progetto “Rete Naturaâ€? comprende per la Valle Camonica il Parco nazionale dello Stelvo, il Parco regionale dell’Adamello, la Riserva naturale regionale delle Valli di S. Antonio, la Riserva naturale delle incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, i Parchi di interesse sovracomunale del lago Moro e del Barberino, le Foreste della Val Grigna e della Valle di Scalve, la Foresta regionale di Legnòli, la Riserva naturale dei
boschi di Giovetto di Paline. Si tratta di un patrimonio immenso che caratterizza tutto il territorio della Valle Camonica, dalla cima dell’Adamello al lago d’Iseo. Grazie al Parco dell’Adamello, il progetto è entrato a far parte del sistema “Rete natura di Vallecamonicaâ€?. E mettendo a sistema questo immenso patrimonio naturale, emerge che si tratta di un vero e proprio “terzo poloâ€? di attrazione turistica, dopo il richiamo delle localitĂ turisticoricettive e dell’agroalimentare
di qualitĂ . Saperlo utilizzare in modo intelligente e proporne la conoscenza, svilupparne le iniziative coordinate e farne un riferimento strutturato signiďŹ ca dare respiro ad un settore turistico che altrove, in Europa e nel mondo, conta milioni di presenze. Le aree protette camune, infatti, devono saper custodire le diversitĂ della vita e consegnare al futuro l’identitĂ delle comunitĂ alpine. Il progetto non è ambizioso: è semplicemente possibile. (Franco Garattini)
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ome un fulmine a ciel sereno arriva improvvisa la notizia dello scioglimento dell’associazione “Le Capèleâ€? onlus, un sodalizio che si era occupato e preoccupato del restauro e del rilancio della “Via Crucisâ€? del Simoni in quel di Cerveno. Nata quasi cinque anni fa, per iniziativa del compianto Emilio Chini e dell’economista Marco Vitale e grazie all’impegno di un gruppo di sostenitori, con il fine istituzionale di promuovere, a supporto della parrocchia, il restauro, la valorizzazione e la diffusione della conoscenza della “Via Crucisâ€? di Cerveno, l’associazione ha ottenuto negli anni della sua attivitĂ importanti risultati. Ăˆ stato possibile ottenere, a favore della parrocchia di Cerveno il finanziamento totale (650mila euro) dei lavori di restauro delle prime quattro stazioni, oggi in pieno svolgimento, sotto la guida della Soprintendenza di Mantova.
Poi è venuto il sostegno alla realizzazione dell’importante film di Elisabetta Sgarbi dal titolo “L’ultima salita: la Via Crucis di Beniamino Simoniâ€?, presentato con successo al Festival di Locarno e pubblicato da Bompiani con un saggio di Giovanni Reale. Quindi l’edizione del volume “Il legno e la passioneâ€?, curato da Francesca Bossini, col testo di Gianfranca Rossetti Martinenghi. Da ultimo il progetto “Un passo nella storia: la Via Crucis di Cervenoâ€?, destinato ai bambini delle scuole primarie della Valcamonica. Ci si chiede in molti il perchĂŠ questa svolta inaspettata? Abbiamo chiesto ragione alla solerte ed appassionata segretaria Amedea Bossi, che s’è limitata a proporci il comunicato recentemente diffuso. Il documento testualmente recita: “Attualmente, anche dopo l’intervento della Curia di Brescia, la parrocchia di Cerveno ha di fatto assunto in modo diretto ed esclusivo la gestione sia dei la-
vori di restauro, sia delle attivitĂ di valorizzazione del santuario. In assenza di una forte condivisione della progettazione delle attivitĂ , l’assemblea dei soci ha ritenuto che il ruolo dell’associazione Le Capèle onlus risulti oggi sostanzialmente svuotato e, in considerazione degli importanti risultati raggiunti, ne ha deliberato lo scioglimento. Il patrimonio residuo è stato devoluto alla Fondazione comunitĂ bresciana, onlus, che lo ha destinato al fondo territoriale per la Valcamonica, in modo che possa ancora in futuro contribuire a favore della Via Crucis di Cervenoâ€?. Anche il sindaco di Cerveno, Giancarlo Maculotti emette un comunicato: “Riteniamo che un’associazione alla quale aderivano appassionati e cultori d’arte di tutta la Lombardia fosse lo strumento piĂš adatto per operare nel settore promozionale a tutti i livelli. Il venir meno di questo interesse ci preoccupa e ci rattrista.
I finanziamenti promessi dalla parrocchia, dal Comune ad integrazione del contributo regionale ed europeo non sono stati necessari. La chiusura dell’associazione crediamo rappresenti una sconfitta per tutta la Valle Camonica�.
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“L’agricoltura biologica fa bene alla natura, fa bene a teâ€?. Con questo slogan la Cooperativa agricola di Breno, l’Associazione di produttori biologici di Valle Camonica, in collaborazione con l’amministrazione comunale, organizzano giovedĂŹ 6 dicembre alle 20 presso la sala consigliare del Comune una riunione operativa per la coltivazione in rete per il prossimo anno. La partecipazione è aperta a tutti.
L’Andos (Associazione nazionale donne operate al seno) celebra quest’anno il decennale della sua costituzione: tutto un mese è stato dedicato alla prevenzione: i pazienti che hanno usufruito del pullmino Andos per recarsi a Brescia e sottoporsi alle terapie radioterapiche, sono stati invitati a far pervenire all’associazione un biglietto qualsiasi con un commento sul servizio o con un semplice saluto. Tutta la corrispondenza
sarĂ poi appesa sull’albero della vita (nella casetta di legno all’entrata dell’ospedale di Esine). La presidente del sodalizio, Fulvia Glisenti, scrive sulla rivista “Ottava Festa della Rinascitaâ€?: “Un messaggio di vita da un’esperienza di malattiaâ€?; “Di tumore oggi, piĂš di ieri, si guarisceâ€?; “Ritaglia una parte del tuo tempo per il volontariato: ti sentirai piĂš realizzatoâ€?. Al Centro congressi di Darfo Boario Terme c’è stato il convegno
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dei volontari Andos. Sempre la Glisenti: “Abbiamo programmato parecchie iniziative con lo scopo di coinvolgere il maggior numero di persone a partecipare alla festa, per dar risalto alla nostra associazione e per pubblicizzare l’immensa mole di lavoro che svolgono i volontari, per ottenere risultati concreti, per gli obiettivi e le necessitĂ ritenuti prioritari.â€? Dopo tanta attesa, tra poco Radioterapia oncologica aprirĂ anche a Esine. (e.g.)
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i chiama “Pamoyaâ€?, che a Ikelu, in Tanzania, significa “insiemeâ€?. Ăˆ l’associazione che in Alta Valle Camonica coordina gli aiuti per la missione africana dove operano don Tarcisio Moreschi e Fausta Pina. L’uno di Malonno e l’altra di Andrista, da anni operano nella zona di Mtwango a 800 km dalla cittĂ di Dar Es Salaam. I circa 120mila abitanti vivono in condizioni di povertĂ , per cui l’opera missionaria e umanitaria risulta di indispensabile supporto. Dispensario, orfanotrofio e da pochi mesi un vero e proprio ospedale contribuiscono ad elevare per quanto possibile la qualitĂ della vita. Nel 2013 si aggiungerĂ anche una nuova chiesa. La onlus “Pamoya - Insieme per crescereâ€?, che è sorta a Malonno nel 2004 per informare, sensibilizzare e organizzare gli aiuti, ha raccolto negli ultimi quattro anni circa 200mila euro per la realizzazione del nuovo ospe-
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va Vittorio Lo Russo, referente del Rotary all’interno di Pamoya. Grazie ad un accordo con la onlus milanese “Sicomoroâ€? viene garantita la presenza continua di medici italiani, fra i quali non pochi anche dalla Valle, come è il caso recente di Danilo Gervasoni, Mauro Mensi, Alessandro Ghitti, Walter Cotti Cometti e Eugenio Fiumanò, volati in questa zona del Sud Tanzania, fra Njombe e Makambako, per offrire il loro supporto professionale. Circa un mese fa è stato siglato un accordo a Ikelu secondo il quale Pamoya e Rotary camuno-sebino, rappresentati da Bianchi e Lo Russo, garantiranno per i prossimi mesi l’acquisto di medicinali ordinari di base, ma anche urgenti specifiche campagne contro l’Aids e la tubercolosi. Una raccolta straordinaria di fondi servirĂ , inoltre, a finanziare la sala operatoria, quella per le radiografie oltre ad una lavanderia igienicamente adeguata. Attualmente sono in attivitĂ i repar-
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ti di maternità , pediatria e medicina generale, con annesso laboratorio per le analisi, nonchÊ dei letti per la lungodegenza. Le suore che vi operano sono altamente qualificate e ciò potrebbe facilitare nel volgere di qualche anno l’autonomia operativa della struttura. Questo resta il traguardo da raggiungere: aiutare la gente di laggiÚ, come dicono i sostenitori di Pamoya (pamoya-onlus. it), a camminare e a crescere con le proprie gambe.
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‘Â?—Â?‹–Â? Â?‘Â?–ƒÂ?ƒ ‡ †‹ˆˆ‹…‘Ž–Â? †‹ —Â? ‹ƒÂ?‘ •‘…‹ƒŽ‡ ‹Â? –‡Â?’‘ †‹ …”‹•‹ Si tratta di un Piano sociale che arriva in un delicato momento di sviluppo quello che è stato redatto e approvato nella sede della ComunitĂ montana di Valle Trompia. Un piano che ha dovuto fare i conti con l’entitĂ sempre piĂš esigua dei trasferimenti dallo Stato e un taglio nell’ordine del milione e 400mila euro, pur dovendo far fronte alle necessitĂ che urgono da parte di una popolazione colpita da una crisi che mina le sue esigenze primarie. “Proprio per questo motivo – dice Gabriele
Zanolini, presidente dell’assemblea dei sindaci della Valtrompia – si è cercato di giungere all’approvazione di un piano che riuscisse a soddisfare i principali servizi sociali rivolti alla cittadinanza�. Un incontro che ha manifestato l’unione di intenti delle associazioni, alla presenza anche del presidente dell’Asl (e sindaco di Villa Carcina) Gianmaria Giraudini, dell’assessore ai Servizi sociali in Comunità montana Andrea Porteri e della responsabile del Forum per il terzo settore Maria
Cristina Saiani. All’assemblea erano presenti i rappresentanti di 30 realtĂ della Valle tra associazioni, fondazioni e cooperative locali: un insieme di soggetti giunto alla firma di un importante documento che, nonostante i tagli operati anche nel terzo settore, può guardare al futuro con uno slancio positivo. “Per prima cosa – ribadisce il sindaco Gabriele Zanolini – si è tentato di mantenere invariato lo standard precedente per la prestazione dei servizi a domicilio, tenendo come modello l’ope-
rato di Civitas, che riesce sempre e comunque a ottimizzare le poche risorse disponibili, giungendo ad avere, pur senza ricavi esorbitanti, un bilancio decisamente in attivo�. Segnali forti e decisivi anche guardando agli anni a venire, caratterizzati da pochi finanziamenti e rivolti a progetti da sviluppare nel breve periodo, mirati e da condividere; per un futuro che dovrà giocoforza guardare anche al mondo privato, creando sinergie che possano supportare le esigenze. (a.a.)
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lfonso Rinaldini, 96 anni, è il piĂš anziano dei partigiani di Gardone. Fino a non molto fa lo trovavi puntuale e in cravatta alla Messa del sabato pomeriggio. Poi un banale acciacco l’ha convinto a entrare alla Casa di riposo Pietro Beretta. Qui, nella ricorrenza della Battaglia in Croce di Marone del novembre 1943, la prima della Resistenza bresciana, la sezione Anpi di Gardone ha voluto consegnare a lui partigiano della prima ora un “attestato di riconoscenzaâ€? con questa motivazione: “La Sezione ti ringrazia per il tuo costante contributo alla democrazia e alla libertĂ â€?. Ci sta il personaggio tutto d’un pezzo ma anche a tutto tondo nella pienezza e lineare limpidezza e rispetto degli altri. Si è commosso quando gli amici Alfredo e Ottorino Franceschetti (Fiamme Verdi come lui) hanno accompagnato con chitarra e mandolino “O bella ciaoâ€?. Primo dei sei figli di Ferdinando, gardonese operaio alla Redaelli, e di Alfonsina Saita è l’unico maschio vivente con la sorella Rosetta. Nasceva in piena guerra, ne pativa privazioni e sacrifici crescendo vicino all’oratorio. Una foto dell’11 settembre 1941, davanti alla chiesetta di S. Rocco, lo ritrae in divisa da marinaio coi suoi coscritti fanti, alpini, il parroco don Francesco Rossi, i due curati don Giulio Pini e don Mario Delalio. Era in breve
ÇŻÂƒÂ–Â–Â‹Â˜Â‹Â–Â? Â?‡ŽŽƒ …‘Â?—Â?‹–Â? ˆ— ‹Â?’”‡••‹‘Â?ƒÂ?–‡ǣ ’”‘Â?‘–‘”‡ †‡‰Ž‹ …‘—–Ǣ Â…ÂƒÂ–Â‡Â…ÂŠÂ‹Â•Â–ÂƒÇĄ ’”‡•‹†‡Â?–‡ ‡ ”‡•’‘Â?•ƒ„‹Ž‡ †‹ œ‘Â?ƒ †‡ŽŽǯ œ‹‘Â?‡ …ƒ––‘Ž‹…ƒ licenza, imbarcato su navi da guerra dal 1936: l’1 dicembre il suo cacciatorpediniere Alvise Da Mosto, impegnato nel servizio di scorta ai convogli per l’Africa settentrionale, veniva attaccato e colpito prima da aerei e poi affondato da unitĂ inglesi. Dell’equipaggio scomparvero in mare 138 uo-
mini: 134 superstiti recuperati da unitĂ italiane. Tra loro Alfonso dopo ore passate aggrappato alla fune di una scialuppa: di quel giorno conserverĂ le mutande imbrattate di nafta. Portato a Tripoli, tornava a casa nel 1943 congedato dopo sette anni. Impiegato alla Regia fabbrica armi esercito, l’arsenale di Gardone, la sua scelta era immediata: entrava nelle Fiamme Verdi. “Portavamo fuori le armi per i partigianiâ€? ricorda con semplicitĂ . Le adunanze dell’Azione cattolica dal curato don Giulio Pini erano occasione di formazione ma anche di stampa clandestina che incoraggiava la popolazione a resistere, di azioni per rifornire i partigiani in montagna. Dopo la Liberazione la sua attivitĂ nella comunitĂ fu impressionante ma non volle mai assumere cariche amministrative: promotore nel 1945 del movimento Scout; catechista, presidente e responsabile di zona dell’Azione cattolica; segretario della zona della Valle Trompia della Democrazia cristiana; per un trentennio presidente della San Vincenzo; fondatore e storico presidente dell’Associazione combattenti e reduci; promotore del Gruppo Marinai, dell’associazione Nastro Azzurro della Valtrompia (lui decorato al valor militare) di cui pure è il presidente; fondatore e segretario della sezione Avis. Ora alla Casa di riposo passa sereno i suoi giorni circondato da tanto affetto e stima.
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‡†‹œœ‘Ž‡ ƒÂ?ÂœÂƒÇĄ Â?—•‹…ƒ ‡ Â?ƒ‰‹‡ †‡Ž ƒ–ƒŽ‡ L’Associazione culturale “Musicarteâ€?, con il patrocinio del Comune di Bedizzole e la Banca di Credito Cooperativo, presentano Sabato 1 dicembre “Danza, musica e‌ magie del Nataleâ€?: una serata benefica che unisce solidarietĂ e musica per raccogliere nuovi fondi per il “Nucleo Alzheimerâ€? della Fondazione casa di soggiorno per anziani di Bedizzole. Inaugurata a giugno, la residenza sanitaria assistenziale bedizzolese è immersa in un grande polmone
verde: l’intera struttura ha particolarmente a cuore i soggetti non autosufficienti e non curabili a domicilio. Sabato sera, location dell’evento sarĂ il Teatro Don Gorini di Bedizzole. L’inizio è previsto per le ore 20:30. Tra i primi artisti della serata canora troviamo i “Carminis Cantoresâ€?, il famoso coro di voci bianche di Puegnago del Garda diretto da Ennio Bertolotti ed Andrea Soncina. A seguire “Professione danzaâ€? di Rosanna Di Terlizzi con Maria
Luisa Buson ed Elena Faustini. In scaletta, un repertorio unico in grado di creare subito un’atmosfera natalizia e di poesia, spaziando dal classico al contemporaneo, per un pubblico di tutte le etĂ . Si va dal canto natalizio per eccellenza “Silent Nightâ€? a “Preghieraâ€? di Mia Martini; da “Santa Claus is coming to townâ€? a “I migliori anni della nostra vitaâ€? e “Avraiâ€? di Claudio Baglioni. Particolare attenzione verrĂ data all’interpretazione di “Un Natale feliceâ€? e “Un giorno
sarai anche tu uomo�, testi poetici di Sandrino Acquilani, vincitore del premio Carosone 2002. Durante la serata i piÚ piccoli saranno intrattenuti dagli intermezzi spettacolari di Mago Richard. In Italia, l’Alzheimer è tra le prime cause di demenza senile: una malattia lenta e devastante che richiede un’assistenza continuativa che spesso i servizi pubblici non riescono a fornire. L’ingresso alla serata è libero. (Giovanni De Marco)
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aboratori didattici, incontri con l’artista, mostre, concerti ed eventi caratterizzeranno dall’1 dicembre al 6 gennaio i fine settimana dei Musei Mazzucchelli a Ciliverghe. Nella suggestiva e magica cornice della villa palladiana apre “Il Paese dei Balocchiâ€?, evento dedicato ai piĂš piccoli e alle loro famiglie, all’insegna del gioco, del divertimento e della solidarietĂ . L’inaugurazione, sabato 2 dicembre alle 10, coincide con l’apertura di un’inedita mostra interattiva (aperta fino al 20 gennaio) che permetterĂ ai bambini di confrontarsi tra i giochi del passato e quelli del presente. Dall’osservazione dei giochi antichi, appartenenti alle collezioni museali, i visitatori potranno sperimentare e approfondire le tipologie di giochi e giocattoli dei loro coetanei vissuti nel secolo scorso, sperimentandone il funzionamento e riflettendo sul diverso approccio dedicato alle modalitĂ di divertimento e di aggregazione. All’interno del percorso espositivo troverĂ spazio un’area sperimentale dedicata alla figura di Carmen Meo Fiorot, con l’esposizione di opere ed elaborati del Centro di creativitĂ da lei fondato. Ciascun visitatore potrĂ cimentarsi in una vera operazione artistico-creativa selezionando, dalle opere esposte, il concetto o la parola piĂš rappresentativa da riscrivere ed elaborare sulle pareti a disposizione, intervenendo direttamente sull’allestimento di questo spazio e personalizzandolo secondo la propria creativitĂ . Al termine dell’esposizione i piĂš piccini potranno stimolare la propria
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in collaborazione con l’Associazione Musical-Mente un nuovo percorso di solidarietĂ al sostegno dei diritti per l’infanzia. Nel corso del weekend inaugurale saranno proposti alcuni momenti musicali che anticiperanno la presentazione, domenica 9 alle 18, del cd “Ninna Musical-Mente Nanneâ€? con cui finanziare le iniziative umanitarie. Il cd contiene una collezione di brani di repertorio eterogeneo pensata per l’ascolto dei bimbi piĂš piccoli e per le persone che li accudiscono. I brani vengono presentati in un percorso che inizia con il risveglio del bimbo fino all’addormentamento serale, toccando vari generi dal repertorio classico al jazz, dal popolare al blues, dal folk al pop. Per informazioni: www.museimazzucchelli.it.
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3UR ORFR" 6L SXz IDUH LunedĂŹ 26 novembre, presso la Sala della Biblioteca, si è tenuto il primo incontro con la popolazione, le associazioni e le autoritĂ locali per la costituzione del progetto “Pro loco bedizzoleseâ€?. Il progetto “Pro loco bedizzoleseâ€? è per i bedizzolesi una realtĂ nuova che crescerĂ poco alla volta, in un clima di cooperazione tra le storiche associazioni presenti sul territorio. Nella serata di LunedĂŹ sono stati analizzati i vari statuti giĂ esistenti di altre realtĂ
circostanti. Tra i principali obbiettivi della “Pro loco bedizzoleseâ€? ci sarĂ la promozione e lo sviluppo delle attivitĂ turistiche, in particolare per quel che concerne i prodotti tipici dell’enogastronomia e dell’artigianato locale, le tradizioni popolari, senza dimenticare la tutela e la salvaguardia dei patrimoni storico-artistici, architettonici, culturali e ambientali del paese. A Bedizzole, sono oltre 20 le Associazioni che operano da tempo: la Pro loco non si so-
vrapporrĂ ad esse ma lavorerĂ in sinergia trasformando ogni manifestazione culturale in una vetrina. In Italia, le Pro loco hanno una storia antica. Nate sul ďŹ nire dell’Ottocento, sono vere e proprie associazioni di volontariato turistico che traggono forza dai chi vi opera gratuitamente per il bene comune di un paese. L’Unpli, Unione nazionale delle Pro loco d’Italia, conta ad oggi 6.100 Pro loco iscritte. Unico punto di riferimento nazionale, l’Unpli si occu-
pa della costruzione di una rete di relazioni con tutti i principali interlocutori di tipo istituzionale, imprenditoriale e con le piÚ importanti realtà dell’associazionismo e del volontariato. Valorizzazione del territorio, promozione turistica, snellimento delle pratiche burocratiche: sono questi gli obiettivi sui quali si rietterà nei prossimi incontri del 2013 dove verranno studiate nuove tipologie d’azione per coinvolgere piÚ volontari in questo nuovo progetto.
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ƒ”†‘Â?‡ ƒŽ–”‘Â?’‹ƒ ’‡”ƒ–‹˜‘ ‹Ž Â?—‘˜‘ †ƒ› Š‘•’‹–ƒŽ ‡Â?ƒ–‘Ž‘‰‹…‘ Ăˆ stato inaugurato il 16 novembre scorso presso i locali del Day Hospital, al 7° piano dell’Ospedale di Gardone Val Trompia il nuovo day hospital ematologico, parte integrante della unitĂ operativa di ematologia degli Spedali Civili, diretta dal dottor Rossi. Si tratta di una nuova importante attivitĂ sanitaria che ha dato avvio alle attivitĂ rivolte ai pazienti il 19 novembre. La collocazione presso il presidio di Gardone Valtrompia consente ai cittadini
valtrumplini di beneficiare dei medesimi trattamenti assicurati per le patologie ematologiche presso il day hospital dell’ematologia degli Spedali Civili di Brescia. Le patologie principalmente interessate risultano le leucemie acute e croniche i linfomi, i mielomi, le malattie mieloproliferative e mielodisplastiche, le anemie e le malattie della coagulazione. A regime sono previsti fino a 5/6 trattamenti giornalieri in attività di
day hospital, che si affiancheranno all’attività ambulatoriale già in corso. Il nuovo servizio si concretizza grazie all’ennesima dimostrazione di generosità di Associazioni e Industriali valtrumplini che si sono fatti carico di finanziare il costo di un’unità medica. L’’associazione sportiva dilettantistica Monica Giovanelli, tradizionalmente vicino ai bisogni del presidio, si è fatta carico di circa il 50% dei costi della borsa di studio,
ospedaliera Spedali Civili di Brescia. Tra gli altri impegni assunti e realizzati dall’associazione nel corso di questi anni di impegno a fianco o a favore degli Spedali Civili, ricordiamo i seguenti progetti che hanno un valore complessivamente stimato di centinaia di migliaia di euro: l’acquisto di un ecocardiografo; di un ventilatore polmonare; di un ecocardiografo portatile di ultima generazione per il reparto di Cardiologia del presidio di Gardone; di un’apparecchiatura per la risonanza magnetica cardiaca; di un ambulatorio di Radioterapia presso il presidio ospedaliero di Gardone; la collaborazione
annuale nella realizzazione della Giornata mondiale cardiologica svolta presso l’ospedale di Gardone nell’ambito dell’evento “Cardiologie aperte�. L’associazione si sta impegnando per attivare una borsa di studio per un medico da destinarsi alla cardiologia di Gardone
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li Spedali Civili di Brescia e l’associazione ValtrompiaCuore hanno festeggiato i primi cinque anni di positiva collaborazione. Si tratta di una collaborazione importante, grazie alla quale la struttura ospedaliera bresciana ha potuto dotarsi di nuove tecnologie utili per la diagnosi e la cura della popolazione. L’associazione ValtrompiaCuorenasce a Gardone Val Trompia nel 2007. Dall’inizio dell’attività ad oggi la
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collaborazione tra i due enti è stata importante anche nel reciproco aiuto per fare informazione ed educazione su tematiche cardiovascolari e di prevenzione delle malattie e dei rischi connessi a tali patologie. ValtrompiaCuore ha recentemente promosso una nuova iniziativa realizzata in collaborazione con la cardiologia del presidio ospedaliero di Gardone Valtrompia, diretta dal dottor Pagnoni. Il progetto è rivolto ai ragazzi di tutte le classi di prima media, di tutti gli istituti scolastici della Val-
trompia durante l’anno scolastico 2012/2013 dal titolo: “A scuola ‌ di cuoreâ€? Obiettivi del progetto sono la prevenzione e la tutela della salute, in particolare dell’apparato cardiovascolare. Si cerca cosĂŹ di valorizzare la qualitĂ degli stili di vita e la sana alimentazione negli studenti delle classi di 1ÂŞ media di tutti gli istituti scolastici della Valtrompia. Le lezioni saranno svolte da cardiologi specialisti in servizio presso la Cardiologia dell’Ospedale di Gardone Valtriompia dell’Azienda
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ÂŽ ˆ—Â?† ”ƒ‹•‹Â?‰ ƒ‹—–ƒ Žƒ •ƒÂ?‹–Â? ’—„„Ž‹…ƒ Prestiti obbligazionari per l’acquisto di attrezzature medicosanitarie. Il Banco di Brescia ha annunciato nei giorni scorsi l’emissione di un prestito obbligazionario i cui proventi saranno in parte devoluti all’azienda ospedaliera Mellino Mellini di Chiari. Il collocamento del bond, per un totale nominale di 7 milioni di euro, ha preso il via il 26 novembre. Lo 0,50% dell’ammontare nominale collocato delle obbligazioni sarĂ
devoluto alla “Mellino Melliniâ€? che lo destinerĂ appunto all’acquisto di un macchinario che permetterĂ di eseguire una metodica di biopsia moderna per la diagnosi del tumore alla mammella, deďŹ nita come sistema Vabb (Vacuum assisted breast biopsy). Danilo GaribolďŹ , direttore generale della “Mellino Melliniâ€?, dopo aver ringraziato Ubi Banco di Brescia per il percorso innovativo di fund raising, ha sottolineato come il ricavato
della sottoscrizione del prestitio obbligazionario consentirĂ all’azienda di migliorare i percorsi sanitari offerti a vantaggio del cittadino. “In questo caso speciďŹ co – sono ancora sue considerazioni – , l’acquisto dell’apparecchiatura per la metodologia Vabb permetterebbe all’Azienda di migliorare e completare un percorso giĂ esistente destinato alla prevenzione e alla cura del tumore alla mammellaâ€?.
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’arrivo di un neonato rappresenta per la famiglia un momento ricco di gioia, ma anche molto delicato e porta con sĂŠ nuove emozioni e preoccupazioni che il ruolo di genitore comporta. Per aiutare la famiglia nell’affrontare le situazioni, piĂš o meno complesse, che la nuova vita propone, l’UnitĂ operativa di pediatria dell’ospedale di Manerbio regala a tutte le neomamme, al momento della dimissione dall’Ospedale, un volumetto dal titolo “Ci sono anch’ioâ€? che vuole essere un aiuto in piĂš per i neoge-
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nitori nella gestione del neonato. Il libro, giunto alla terza edizione, è stato pensato per integrare in forma scritta e con delle chiare immagini le informazioni che vengono già fornite alle mamme durante il rico-
vero. La pubblicazione quindi oltre a spiegare in modo semplice e chiaro i cambiamenti e le necessità del piccolo durante i primi mesi di vita aiuta fattivamente le neomamme e i neopapà ad esplorare con serenità il mondo sconosciuto della loro creatura con l’obiettivo di raggiungere una gioiosa e consapevole genitorialità . Il testo è stato scritto a piÚ mani dal Mario Colombo, direttore dell’unità operativa di Pediatria in collaborazione con Rossella Bonelli, fisiatra presso la Dominato Leonense Sanità di Leno, Franca Cieri e Angela Cor-
na dei medici pediatri a Manerbio, e dalla coordinatrice del Reparto Orietta Meneghetti e dall’infermiera Germana Selvatico. Per i genitori è disponibile anche un altro manuale “La mamma, il papĂ (i nonni, gli zii e gli altri) con il loro bambino piĂš o meno ammalatoâ€?, scritto sempre da Mario Colombo in collaborazione con la dr.ssa Annamaria Indelicato, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera e la pediatra Tindara Vaccaro, che fornisce informazioni di natura medica e consigli pratici sicuramente utili per risolvere i dubbi e le incognite che si possono
presentare di fronte ad un bambino che cresce e modelli di comportamento semplici di cui fare tesoro e da adottare in autonomia, aiutando le famiglie nel valutare le situazioni con calma e decidere se e quando chiamare il pediatra. “Con i due testi, di facile consultazione e scritti con un linguaggio alla portata di tutti, dichiara il direttore generale Marco Luigi Votta, gli autori vogliono offrire alle famiglie una sorta di assistenza a distanza che vada oltre la presa in carico e cura della persona all’interno dell’Ospedale.�
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Amore come regola
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In quel tempo, GesĂš disse ai suoi discepoli: “Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei utti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrĂ accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perchĂŠ la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterĂ sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perchĂŠ abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomoâ€?.
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egola. Ci dev’essere un motivo, un’occasione per non addormentarsi. Facilmente la tensione cala, l’ideale si affievolisce, i propositi si appannano. Ăˆ umano. Come è umano porre un limite all’attesa. Non si può aspettare all’infinito. Non possiamo concepire che non ci sia un momento che indichi il limite, la fine dell’attesa. Allo stesso tempo siamo tentati di non pensare piĂš all’attesa, di lasciarci andare alla normalitĂ , cioè arrenderci all’evidenza che non è ancora il momento, e che c’è tempo per prepararsi. L’attesa può diventare una routine: paradossale perchĂŠ dovrebbe essere il suo contrario. Invece lo sfumare dell’attesa, il suo allontanarsi, la sua stessa incertezza di luogo e di tempo, lasciano entrare la normalitĂ delle cose di tutti i giorni che, pian piano, fanno diventare l’attesa un fatto normale, una scadenza normale. La svuotano del suo futuro per farla diventare qualcosa di diverso, legato al fatalismo del destino: se deve succedere, succederĂ . Il
destino annulla l’attesa perchÊ toglie all’uomo la libertà di scegliere, il diritto di attendere. Ma il destino alleggerisce il cuore perchÊ lo libera dall’ansia di vivere per qualcosa e per qualcuno. Il destino toglie la libertà ma anche la responsabilità , confonde le acque del bene e del male, annulla il bisogno di cercare. E di attendere. E anche l’attesa diventa parte del tempo, si ritualizza, ha una durata determinata: di Avvento in Avvento, di anno in anno, di Vangelo in Vangelo. Un tempo che non attende piÚ e che si accontenta di guardarsi, di sapere quello che è, che non si interessa di quello che sarà . Non è piÚ attendere: è ricordare, ripresentare. E ritornare sul già detto e sul già fatto come se non ci fosse piÚ niente da attendere. Dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita: narcotici per non attendere piÚ, per lasciarsi travolgere dalle cose da fare e addormentarsi alla svelta per non sentire la nostalgia di quell’attesa. PerchÊ quella continua ad esserci nel cuore e non la si può annullare: soltanto la si lascia sopita fingendo magari di in-
teressarsene, affogandola di certezze come di alcoolici invece che animarla di speranza. Ăˆ annullarla anche cosĂŹ: credendo di conoscere quest’attesa e di dare ad essa un nome e un bisogno. Sapere giĂ tutto e non attendere piĂš. CosĂŹ la paura di chi ha smesso di pensarci non sarĂ diversa dall’angoscia di chi ha creduto di sapere giĂ tutto: perchĂŠ tutto sarĂ cosĂŹ diverso, sarĂ cosĂŹ inaspettato. PerchĂŠ quell’attesa svelerĂ quello che ci manca e ci strapperĂ il cuore non averlo atteso abbastanza e aver perso tempo nel credere di sapere, nel mettere parole invece di senso, ci farĂ sentire la nostalgia di non averlo amato abbastanza. Amato, dico. Non conosciuto. PerchĂŠ quello che manca è quello che si ama; non manca quello che si può avere ma quello che non si può amare. Questo dovrebbe costringere ad attendere, a pregare incessantemente, cosĂŹ come incessantemente si ama. SarĂ una sorpresa la differenza tra quello che sappiamo e quello che sarĂ . Anche qui, anche nell’attesa, l’unica regola che porta all’eterno è l’amore.
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/D SRUWD XPLOH Nella Duomo di Brescia si trova il Monumento a Paolo VI, opera del 1984 di Raffaele Scorzelli, che raffigura il Pontefice inginocchiato dopo l’apertura della Porta Santa nel Giubileo nella notte del Natale del 1974. Il Pontefice è curvo, quasi a portare il peso e l’ansia di tutti mentre si sostiene alla Croce unico elemento verticale di tutta la scultura. Questo papa ci è caro per la sua umiltĂ . Il “Pastore umileâ€?, cosĂŹ lo ha definito il nostro Vescovo il 10 ottobre scorso alla Pieve di Concesio. A Milano nel 1958, il card. Montini aprĂŹ la Missione cittadina per “richiamare alla vita religiosa sincera e autentica un’intera cittĂ â€? e si rivolse ai lontani con queste parole che toccano il cuore per la loro umiltĂ : “Vi chiedo perdono, figli lontani. Per-
chĂŠ questo fratello è lontano? PerchĂŠ non è stato amato! Per i nostri difetti ha imparato ad odiare la religione‌ Ebbene fratelli lontani, perdonateci! Se non vi abbiamo compreso, se vi abbiamo troppo facilmente respinti, se non ci siamo curati di voi, se non siamo stati bravi maestri di spirito e medici delle anime, se non siamo stati capaci di parlarvi di Dio come si doveva, se vi abbiamo trattato con l’ironia, con il dileggio, con la polemica, oggi vi chiediamo perdono. Ma ascoltateciâ€?. Ancora una volta il tono si fa umile richiesta e umile atteggiamento nel Messaggio all’Onu del 4 ottobre (giorno di San Francesco) del 1965: “Questo incontro segna un momento semplice e grande. Semplice, perchĂŠ voi avete davanti un uomo come
voi. Il Rappresentante d’una religione, la quale opera la salvezza mediante l’umiltĂ del suo Fondatore Divino. Egli non ha alcuna potenza temporale, nĂŠ alcuna ambizione di competere con voi; non abbiamo infatti alcuna cosa da chiedere, nessuna questione da sollevare; se mai un desiderio da esprimere e un permesso da chiedere, quello di potervi servire in ciò che a Noi è dato di fare, con disinteresse, con umiltĂ e amoreâ€?. Tanta semplice umiltĂ , ci interroga nell’Anno della fede su quanta aggressivitĂ covi nell’animo umano: nelle strade, nelle code agli sportelli, nei dibattiti televisivi. Eppure il Natale, dovrebbe indicarci la via giusta, la via “umileâ€? di GesĂš che il Servo di Dio Paolo VI non si è stancato di mostrarci con la sua vita.
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‡Â?’‹ Ž‹–—”‰‹…‹ —ƒ––”‘ •‡––‹Â?ƒÂ?‡ †‹ ƒ––‡•ƒ L’Avvento è il periodo che nella liturgia cristiana precede il Natale e segna l’inizio di un nuovo anno liturgico dell’anno ecclesiastico occidentale. La parola avvento deriva dal latino adventus e significa venuta ed è preparatorio al Natale. Dura quattro settimane ed è contraddistinto da un atteggiamento di attesa del Natale imminente da parte dei fedeli e dal raccoglimento e dalla preghiera per l’accoglienza del Messia che sta per nascere. L’Avvento si compone di due
periodi; inizialmente si guarda all’Avvento futuro del Cristo nella gloria alla fine dei tempi, occasione di penitenza; dal 17 dicembre la liturgia pone invece l’attenzione sull’Avvento di Cristo nella pienezza dei tempi, con la sua Incarnazione. In questo periodo il colore dei paramenti sacri del sacerdote è il viola, tranne la domenica della terza settimana in cui facoltativamente possono essere indossati paramenti rosa. Il carattere penitenziale dell’Avvento è dunque stemperato
dalla speranza della venuta gloriosa di Cristo. Nella liturgia delle Sante Messe del periodo di Avvento (come in Quaresima) non viene recitato l’inno del Gloria. Il Tempo di Natale è il periodo dell’anno liturgico della Chiesa cattolica che inizia dal giorno di Natale (25 dicembre) fino alla domenica del Battesimo del Signore, che ricorre la prima domenica dopo l’Epifania. Ha dunque una durata di due o tre settimane. Al suo interno si celebrano varie feste e solennità :
la festa della Sacra Famiglia, che ricorre la prima domenica dopo il Natale; la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, l’1 gennaio; la solennità dell’Epifania, il 6 gennaio; il Battesimo del Signore, che chiude il ciclo natalizio. Le letture della Messa propongono i racconti dell’infanzia di Cristo dai Vangeli; la prima lettura propone la lettura continua della Prima lettera di Giovanni. Il colore liturgico di questo tempo è il bianco o l’oro.
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empo dell’attesa e della speranza, l’Avvento indica, da una parte, l’anniversario della prima venuta del Signore; dall’altra, designa la seconda venuta alla fine dei tempi. Abbiamo chiesto una riflessione a don Franco Magnani, direttore dell’Ufficio liturgico nazionale della Cei. Cosa dice il tempo d’Avvento agli uomini e alle donne di oggi? L’Avvento cristiano non è un qualcosa orientato genericamente all’umanitĂ : è l’Avvento del 2012, che si rivolge agli uomini e alle donne del 2012. Nel nostro tempo di crisi e di tensione, nella venuta del Signore ci è restituita una speranza, e ci viene annunciato che anche questo anno è tempo di grazia. L’Avvento è il tempo dell’attesa e della speranza. Ma che cosa aspettiamo ancora? Noi crediamo che con la morte e risurrezione di Cristo si è giĂ aperta una nuova era; gli “ultimi tempiâ€? sono giĂ arrivati, e ci riguardano. Ăˆ significativo che la liturgia dell’Avvento si apra con un riferimento alla venuta del Signore glorioso alla fine dei tempi. Ciò che attendiamo è di partecipare pienamente alla forza della risurrezione di Cristo; ciò che speriamo è di poter essere costanti fino in fondo, senza perdere la fede. Il pericolo di molti credenti è di perdere la fiducia nella forza del Regno di Dio. L’Avvento attesta il primato dell’agire di Dio, un primato che deve connotare ogni forma di nuova evangelizzazione. Come attendere? Mi pare sia importante l’atteggiamento della pazienza, anche se risulta inattuale, ma forse, proprio per questo, ne sentiamo estremo bisogno. Da un lato, viviamo in un mondo che chiede risultati immediati. Dall’altro, ci rendiamo conto che l’impazienza
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non dĂ vera soddisfazione, non dĂ vera gioia. La tensione verso il risultato, che peraltro viene immediatamente bruciato, non permette di gustare il sapore pieno dell’esistenza, in tutti i suoi momenti. Direi che il giusto atteggiamento è quello di una pazienza gioiosa, una pazienza che permette di vivere, momento per momento, tesi alla meta, ma riconoscenti per ogni passo. PerchĂŠ questo tempo è considerato “forteâ€?? Il tempo “forteâ€? dell’Avvento è un tempo che restituisce forza, che ridĂ pienezza alla vita. Il brano guida del sussidio online per l’Avvento-Natale
curato dalla Cei, assume la beatitudine che Elisabetta rivolge a Maria: “Beata colei che ha credutoâ€?. Benedetto XVI la ricorda a conclusione della lettera Porta fidei, con cui indice l’Anno della fede. La forza che deriva dall’Avvento, e che viene ripresa e coltivata nel tempo di Natale, ha molto a che fare con questa gioia, che Maria ed Elisabetta cominciano a sperimentare mesi prima del parto. Anche noi siamo chiamati a custodire il Regno che abita nelle nostre vite, con la stessa gioiosa speranza di una madre che custodisce il figlio nel suo grembo; solo cosĂŹ avremo la grazia di sperimentare che la gioia della nascita si riverbera anche sul tempo dell’attesa, e dĂ la forza di sopportare ogni sacrificio. Come custodire la dimensione del tempo d’Avvento con le preoccupazioni per la crisi economica e le distrazioni per le lusinghe pubblicitarie? La preoccupazione per la crisi economica è ingigantita dalla perdita delle dimensioni piĂš autentiche del tempo custodite dalla liturgia. Il mondo occidentale si è come abituato a vivere in un eterno presente, senza una vera storia, senza fare i conti con cambiamenti e trasformazioni che non fossero quelli, esaltanti e rassicuranti, del progresso tecnologico. Ma il tempo che passa non è accompagnato solo dai nuovi giocattoli della tecnologia: è anche invecchiamento, personale e sociale; è anche possibilitĂ di degrado delle relazioni, se lasciate incustodite; è anche possibilitĂ di corruzione della politica, se viene a mancare il senso di responsabilitĂ nei governanti e negli elettori. Ora, la storia sta mostrando un conto salato, ma forse proprio questa crisi è l’occasione per ritrovare una crescita piĂš umana, per convertirsi da strade sbagliate, per
ritrovare la dimensione della solidarietĂ . Questo è il miglior antidoto alle seduzioni pubblicitarie: chi vive la sua storia, con profonditĂ e veritĂ , ha meno tempo e meno desiderio di evadere nelle illusioni. Come viverlo anche nella prospettiva e nel contesto dell’Anno della fede? In parte si è detto: vivere l’Avvento è in un certo senso equivalente a vivere l’Anno della fede. Chi non riscopre la sua fede, non è capace di attendere, non può avere speranza. Forse però conviene ritornare a sottolineare la dimensione della gioia. Esiste una gioia profonda, che accompagna tutte le etĂ della vita, che abbraccia tutte le esperienze, compreso il dolore, la sofferenza, la morte. Ăˆ la gioia che coinvolge anche l’attesa: ma solo chi crede può sperimentarlaâ€?. La forma piĂš alta di comunicazione dell’Avvento e del Natale è il silenzio. Ci può essere la necessitĂ di un’educazione al silenzio come via per raggiungere il mistero del Natale? Mi pare evidente che il problema dell’uomo nel mondo occidentale è un problema di sensibilitĂ . Non solo siamo, per cosĂŹ dire, accecati da un eccesso di luci: assordati da un eccesso di musiche di sottofondo, comunichiamo a distanza, ma non c’incontriamo piĂš, rischiando di essere storditi dall’eccedenza d’informazioni che si ricevono. Condivido la necessitĂ di un’educazione al silenzio, ma quel silenzio che permette di far risorgere l’ascolto, l’attenzione, la pazienza di percepire il Signore che viene, il mondo, la vita, se stessi. Anche nelle nostre celebrazioni liturgiche, talora esposte a un eccessivo verbalismo e attivismo, dobbiamo recuperare il valore del silenzio in tutte le sue dimensioni.
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8Q VRUVR G¡$IULFD SHU GDUH VSHUDQ]D Cari bambini e care bambine, quest’anno Santa Lucia ha bisogno del vostro aiuto: vuole, infatti, costruire un pozzo per i bambini dell’Africa, ma da sola non può farcela. Qualche mese fa Santa Lucia è andata col suo asinello e alcuni missionari bresciani in un villaggio africano, AmotikĂ , nello Stato del Benin. Il viaggio è stato molto lungo e difďŹ cile perchĂŠ questo villaggio è isolato e lontano dalle cittĂ .
Marius, un volontario che periodicamente riesce ad inoltrarsi in questi angoli sperduti di Africa, ha permesso a Santa Lucia di instaurare un rapporto di ďŹ ducia e collaborazione con chi abita queste terre. LĂŹ molti bambini presentano i segni di una nutrizione inadeguata e il ventre gonďŹ o denuncia la mancanza di cure mediche e di acqua potabile. Il sogno di Santa Lucia è quello di costruire un pozzo di ac-
qua potabile a questo villaggio di circa 1.500 persone. Esistono tanti villaggi come Amotikà in Africa. Amotikà non ha energia elettrica, non esiste acqua potabile e le comunicazioni, oggi relativamente semplici, diventano impossibili in caso di pioggia; una malattia banale può trasformarsi rapidamente in tragedia. Con 20mila euro è possibile realizzare la perforazione e la costruzione di un pozzo per
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•—••‹†‹ ’‡” ‹ ”ƒ‰ƒœœ‹ ‡ ÂŽÇŻ ˜˜‡Â?–‘ †‹ …ƒ”‹–Â? Due le proposte elaborate dalla Caritas diocesana e dall’Ufficio per gli oratori e i giovani. Sono due proposte che permettono di evidenziare il valore dei segni e la forza evangelizzatrice dei gesti. La proposta dell’Ufficio per gli oratori e i giovani si rivolge in particolare ai bambini e ai ragazzi con l’offerta di un itinerario di preparazione al Natale, fatto di attenzioni. “Il cannocchiale dei Magiâ€? (il sussidio di Avvento per i bambini) e “Dalle stelle alla stallaâ€?
(il sussidio di Avvento per i ragazzi e gli adolescenti) accompagneranno i ragazzi. I magi, che hanno saputo scrutare i segni del cielo, aiutano a leggere i segni che accompagnano la nostra vita; il sussidio per ragazzi e adolescenti vuole offrire un aiuto quotidiano per orientare la conversione spirituale in vista del Natale. Il piccolo itinerario spirituale invita a scoprire la direzione di questo cambiamento, osservando e cercando di capire i segni sul cammino. Segni e gesti
che si possono rileggere anche nell’esperienza dell’Avvento di caritĂ 2012: la Caritas propone, a partire dalle mani, il percorso “Essere paneâ€? per gli altri nella comunitĂ . Si apre con la tradizionale proposta della Giornata del pane (domenica 2 dicembre), finalizzata a supportare una delle dita di Mano fraterna, cioè il sostegno all’occupazione. Ogni comunità è, quindi, chiamata, a farsi progetto per promuovere occasioni di occupazione per chi è senza lavoro.
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la riserva di acqua potabile. Ogni bambino e bambina è invitato a realizzare una busta per Santa Lucia con all’interno un disegno o un pensiero per i bambini di Amotikà , accompagnato da un’offerta. Questa rinuncia aiuterà la vita e la salute dei bambini del villaggio. Sul sito www.oratori.brescia.it si può scaricare la lettera completa di Santa Lucia. Le letterine e i disegni piÚ belli saranno pubblicati sul
sito e sul Gabbiano. I bambini di AmotikĂ avevano chiesto a Santa Lucia non una cosa per loro, ma una cosa utile a tutto il villaggio. Ma per fare un pozzo ci vogliono gli operai per trivellare il terreno, i muratori per costruire la struttura, i geologi per trovare il punto migliore e parecchi soldi, almeno 20mila euro, ma Santa Lucia non li può avere, perchĂŠ ha solo i giocattoli! “Bambini e bambine, mi
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aiutate voi? Scrivete – continua Santa Lucia – una lettera o fate un disegno da mandare ai bambini del villaggio di AmotikĂ con un pensiero, un saluto e un aiuto in denaro. Per voi è una piccola rinuncia, per i bambini di Amotikà è una grande cosa. Il mio asinello porterĂ nel vostro oratorio e nella vostra parrocchia la cassetta ‘Asino Express’ per raccogliere le vostre letterine, i vostri disegni e i vostri contribu-
ti, con quello che raccoglieremo potremo aiutare il Centro missionario di Brescia a costruire il pozzo e dare ai bambini di AmotikĂ e a tutto il villaggio la possibilitĂ di bere acqua fresca e pulitaâ€?. Uno sguardo ai numeri dell’iniziativa, al momento dell’uscita di “Voceâ€? sono state coinvolte 78 parrocchie; nel 2011, quando il progetto prevedeva la costruzione di un oratorio a Castanhal in Brasile, erano sta-
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te coinvolte 70 parrocchie ed erano stati raccolti 10mila euro. Nel 2010 il progetto aveva sostenuto l’oratorio di MacapĂ , mentre nel 2009 aveva interessato la ricostruzione post terremoto in Albania e un ospedale in Burkina Faso. Nel 2008, infine, “Un dono in donoâ€? aveva aiutato la scuola per sordomuti di Kaunas in Lituania dove operava come ďŹ dei donum don Renato Abeni.
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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ GiovedĂŹ 29 novembre Ore 9.30 - Mompiano - S. Messa presso Rsa Monsignor Pinzoni.
in occasione della festa patronale dei Vigili del fuoco presso la sede.
VenerdĂŹ 30 novembre Ore 6.50 - Brescia - Santa Messa presso il Seminario minore.
MercoledĂŹ 5 dicembre Ore 20.30 - Barbariga Incontro con i catechisti della parrocchia.
Sabato 1 e domenica 2 dicembre partecipa al Sinodo diocesano. MartedĂŹ 4 dicembre Ore 10.30 - Brescia - Santa Messa
La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’Ordinanza dell’Ordinario diocesano, comunica i provvedimenti della settimana: Il sac. don Angelo Mario Gozzini, già parroco delle parrocchie Sant’Andrea di Rovato e San Giuseppe di Rovato, è stato nominato parroco delle parrocchie di Tavernole sul Mella e di Lavone. Il sac. mons. Claudio Paganini, assistente spirituale Brescia Calcio, già consulente ecclesiastico
nazionale Csi, è stato nominato: parroco della parrocchia Buon Pastore in città ; delegato vescovile per la pastorale degli sportivi. Il sac. don Franco Bertanza, presbitero collaboratore delle parrocchie Sant’Anna e Sant’Antonio di Padova in città , è stato nominato cappellano anche dell’Istituto clinico Città di Brescia e responsabile della cappellania ospedaliera Sant’Anna/Città di Brescia.
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l dono della famiglia e le sfide che quotidianamente essa deve affrontare sono stati i temi principali di “Percorsi comuni per la famigliaâ€?, un importante incontro che ha visto riunirsi quasi duemila persone, di fede cristiana e di fede musulmana, per riflettere su alcuni aspetti della societĂ odierna, nel pieno rispetto reciproco. Il singolare incontro si è tenuto domenica 25 presso il PalaBrescia, in un clima sereno, propositivo e, al contempo, festoso. Uomini e donne di origini diverse e provenienti da 50 cittĂ del Nord Ita-
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ne diversa, cristiani e musulmani sono però accomunati da un’idea di famiglia come istituzione principe della societĂ e dalla fede in un Dio che assiste le sue creature: coloro che hanno preso parte all’incontro promosso dal Movimento dei focolari e da numerose istituzioni del mondo islamico hanno dimostrato che, al dĂŹ lĂ delle lotte religiose e delle incomprensioni, dialogare in pace è davvero possibile e tutti gli uomini, con le loro peculiaritĂ , possono sentirsi e scoprirsi fratelli. La giornata bresciana si è aperta con il saluto delle istituzioni; “l’incontro di oggi e il progetto di cui esso fa parte è davvero molto importanteâ€? ha detto il sindaco Adriano Paroli. “Tutti noi abbiamo infatti il compito di costruire la cittĂ e per assolvere a questo compito è necessario guardarsi dentro senza dimenticare di guardare a Colui che ci ha creati e ai valori che ci vengono trasmessiâ€?. Dopo il sindaco ha preso la parola
Amyn Hasmy, imam della comunitĂ musulmana di Brescia; accorto il suo intervento, piĂš volte interrotto da scroscianti applausi. “Incontri come quello di oggi ci danno la reale possibilitĂ di capirci reciprocamente e di meglio comprendere noi stessi; siamo consapevoli di trovarci qui per un confronto costruttivo e di essere parte di un’unica famigliaâ€?, ha affermato l’Imam. “Anche nel Corano troviamo ribadito questo concetto, nel versetto che recita “Uomini, temete il vostro Signore che vi ha creati da un solo essere, da un’unica anima, e da esso ha creato la sposa sua, e da loro ha tratto molti uomini e donneâ€?. La famiglia è insita nella natura umana e le religioni sono poi arrivate per insegnare all’uomo il modo corretto di formarla: una famiglia unita e forte, infatti, dona alla societĂ figli forti, capaci di trasmettere valori sani e di affrontare le sfide quotidianeâ€?, ha poi concluso Hasmy. Filo
conduttore dell’incontro è stata la tavola rotonda, che ha visto cristiani e musulmani riflettere sulla famiglia promotrice del bene comune, risorsa, e luogo privilegiato dove si intrecciano rapporti sociali, domande e risposte. Canti e preghiere hanno poi riempito la giornata, prima tappa di un lungo cammino che porterà a un incontro nazionale, a Castel Gandolfo, nel maggio 2013, nella certezza che la famiglia ancora oggi sia davvero uno scrigno d’amore, al dÏ là di ogni ostacolo.
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Nel primo venerdĂŹ del mese, 7 dicembre, si tiene l’adorazione eucaristica presso la Cappella del Santissimo all’interno della chiesa delle Sante Capitanio e Gerosa (via Botticelli, 5 – zona Questura, S. Polo) a partire dalla celebrazione eucaristica delle ore 20.30, ďŹ no alle ore 8.30 di sabato con la celebrazione eucaristica che chiude la notte di adorazione. La parrocchia cittadina dedica da da tempo lo spazio all’adorazione eucaristica.
La seconda domenica del mese, 9 dicembre, dalle 14 alle 19, si svolge il terzo appuntamento del percorso vocazionale “Nella fede, strade di luceâ€?, proposto al gruppo vocazionale diocesano “Sicharâ€?, nato per le giovani e i giovani dai 18 anni che sono aperti al discernimento di tutte le vocazioni. L’incontro si svolgerĂ presso le suore Ancelle della CaritĂ in via Moretto 33, a Brescia. Tema della giornata: “Per i pastoriâ€? (Lc 2,1-20).
Il mese di dicembre, con la guida di Maria Immacolata, ci fa contemplare il mistero dell’Avvento e del Natale del Signore. All’AdP sono state afďŹ date le seguenti intenzioni: Generale - PerchĂŠ in tutto il mondo i migranti siano accolti, specialmente dalle comunitĂ cristiane, con generositĂ ed autentica caritĂ . Missionaria - PerchĂŠ Cristo si riveli a tutta l’umanitĂ con la luce che emana da Betlemme e che si riette
Il libro “L’infanzia di GesĂšâ€? di Benedetto XVI viene presentato giovedĂŹ 6 dicembre alle 18 presso la Libreria Paoline in via Gabriele Rosa, 57 a Brescia. Dopo i primi due volumi dell’opera di Joseph Ratzinger “GesĂš di Nazaretâ€?,dedicati alla vita pubblica del Cristo, è uscito il testo sull’infanzia di GesĂš. “Finalmente posso consegnare nelle mani del lettore il piccolo libro da lungo tempo promesso sui racconti dell’infanzia di GesĂšâ€?. Interviene mons. Giacomo Canobbio.
sul volto della sua Chiesa. Dei Vescovi - I cristiani rispecchino la loro identitĂ di discepoli del Signore in ogni ambito della vita. Del Vescovo Luciano per l’anno 2012/13 - PerchĂŠ il cammino di fede personale e comunitario sia sostenuto dalla preghiera e dall’impegno per l’unitĂ . Al Centro diocesano, presso l’UfďŹ cio vocazioni, sono disponibili i blocchetti con i foglietti mensili e i manifesti dell’Apostolato della preghiera.
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er la Congregazione dei Pavoniani il 2012 è stato un anno significativo. Sta per avviarsi alla conclusione, nel ricordo dei 100 anni dal ritorno della Congregazione a Brescia. Documenta questo anniversario il libro scritto dal prof. Gianfranco Grasselli “Sulle orme di Lodovico Pavoni – Nel centenario del ritorno dei Pavoniani a Bresciaâ€?, che sarĂ presentato la sera del 1° dicembre, alle 20.30 nella sala polivalente dell’Opera Pavoniana di Via Pavoni 9. FarĂ da intermezzo alla serata il gruppo musicale Song Ensemble. La Congregazione sottolineerĂ questo anniversario con una Messa di rendimento di grazie, presieduta da mons. Bruno Foresti, domenica 2 dicembre, nella chiesa di S. Maria Immacolata, alle 11.30. La Messa di domenica 9 dicembre alle 11 su Rai Uno verrĂ trasmessa dalla chiesa dell’Immacolata. E l’8 dicembre, giorno della patrona della Congregazione e della parrocchia, alle 16 si terrĂ il concerto dell’Immacolata in onore del beato Lodovico Pavoni. Il primo anniversario era stato il decennio dalla beatificazione del padre fondatore, Lodovico Pavoni, avvenuta a Roma il 14 aprile del 2002. Altro anniversario è stato il bicentenario della fondazione dell’oratorio, promosso da Lodovico Pavoni nel 1812. Ăˆ stata la prima realizzazione educativa del Pavoni, seguita dalla fondazio-
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educativa pavonianaâ€?, accompagnato dallo slogan “Concepiamo sui giovani le piĂš belle speranzeâ€?. Due i segni concreti. Il primo è stato costituito dall’apertura in ottobre di una scuola per ragazzi sordi a Saaba di Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso in Africa. Il “Centro EffatĂ Lodovico Pavoniâ€? rappresenta la continuitĂ di un aspetto caratteristico del carisma pavoniano, quello dell’educazione dei ragazzi sordi, giĂ esteso dalla Congregazione in Brasile (a Brasilia e a Patos de Minas). Il secondo sarĂ la fondazione di una parrocchia nelle Filippine, nella diocesi di Antipolo, nell’estesa
periferia di Manila, l’8 dicembre. Sarà la prima parrocchia nel mondo dedicata al beato Lodovico Pavoni e avrà una popolazione di 100mila abitanti. Qui si darà vita anche ad alcuni laboratori professionali per avviare al lavoro gli adolescenti. Ai religiosi già presenti nelle Filippine si aggiungerà anche padre Raffaele Peroni, vicario parrocchiale in S. Maria Immacolata a Brescia. Molte altre iniziative sono state realizzate nelle nazioni dove la Congregazione ha esteso il suo carisma (oltre all’Italia, la Spagna, il Brasile, il Messico, la Colombia, l’Eritrea, il Burkina Faso e le Filippine).
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,Q 7HUUD 6DQWD FRQ O¡$GS Come dare un’impronta indelebile all’Anno della fede? Recandosi in Terra Santa sulle orme di GesĂš e Maria! Ăˆ questa la proposta che l’Apostolato della preghiera di Brescia propone agli aderenti, ai simpatizzanti e a chi volesse partecipare. Dopo le riuscite esperienze in Francia e a Betania e Oropa, per l’anno prossimo viene offerta una scelta decisamente impegnativa, ma senz’altro arricchente ed en-
tusiasmante. Un percorso di grande “spessoreâ€? spirituale, se vissuto nello spirito dell’Apostolato della preghiera. Dal 13 al 20 giugno 2013 potremo recarci in luoghi altamente simbolici e sempre presenti nei racconti evangelici: Nazaret, Cafarnao, Betlemme, Gerico, Gerusalemme... Non mancheranno visite a luoghi non sempre visitati: il kibbutz con la barca, probabilmente risalente al tempo di GesĂš; il mo-
nastero con le reliquie della mistica “Piccola arabaâ€?; il Memoriale dell’Olocausto; l’Emmaus di Abu Gosh... Senza dimenticare le celebrazioni nei luoghi (un breve “ritiroâ€? sul Tabor; l’Ora Santa al Getsemani...) e gli incontri con alcuni esponenti delle comunitĂ cristiane locali, in spirito di fraternitĂ e sostegno. L’organizzazione tecnica è assicurata dall’esperienza della Brevivet, che propone condizioni
eccezionali; l’assistenza spirituale dall’Adp. Come tutte le iniziative, il pellegrinaggio è aperto a tutti. Chi intende collaborare ed unirsi a noi, sarà bene accetto. Per informazioni e adesioni rivolgersi al piÚ presto presso l’Ufficio vocazioni della curia diocesana, l’assistente Adp don Diego o la presidente Adp Anna Maria Guarneri. Per informazioni, si può consultare il sito www.diocesi.brescia.it.
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”‡Â?‘ †‹ ‹‡Â?Â?‘ ‡ ’”‘’‘•–‡ †‡Ž Â?‡•‡ †‹ †‹…‡Â?„”‡ Le proposte dell’Eremo dei Santi Pietro e Paolo a Bienno per il mese di dicembre. Nel tempo di Avvento, dal lunedĂŹ al sabato, al Monastero alle ore 6.30: celebrazione della Messa e delle Lodi con il canto del “Rorate coeli desuperâ€? (conclusione entro le 7.20). Sabato 1 dicembre: ore 20.30 – al Monastero – Ufficio delle letture Domenica 2: ore 16.30, Messa. Sabato 8: Incontro per gli amici dell’Eremo: ore 15, Concerto
dell’Immacolata (Cielinterra: soprano, flauto, pianoforte); ore 16.30 Messa; ore 20.30 – al Monastero – Ufficio delle letture. MercoledĂŹ 12: ore 9, ritiro per le donne; ore 20, Incontro di spiritualitĂ per gli adulti. GiovedĂŹ 13: ore 9.15, ritiro per sacerdoti ore 20, gruppo “Galileaâ€?. VenerdĂŹ 14: cerimonia di consegna delle Borse di studio per studenti camuni meritevoli, offerte dalla SocietĂ finanziaria
di Valle Camonica. Sabato 15: ore 9, ritiro per religiose e consacrate; ore 10 Messa di San Siro, con la presenza dei Seminaristi; ore 11: presentazione del volume “Storia del cristianesimo in Valle Camonica�, edito dalla Fondazione Camunitas; ore 16.30, Messa per i “figli in cielo�; ore 20.30 – al Monastero – Ufficio delle letture. Domenica 16: ore 16.30 Messa con l’inizio Novena di Natale.
MercoledÏ 19: ore 10.15 Uac (incontro sacerdotale). Sabato 22: ore 20.30 – al Monastero – Ufficio delle letture. LunedÏ 24: ore 23 Ufficio delle letture al Monastero e Messa nella notte di Natale. MartedÏ 25: ore 8 Santa Messa al Monastero; ore 16.30 Messa all’Eremo. MercoledÏ 26: ore 8 Messa al Monastero. LunedÏ 31: ore 21 veglia di fine anno all’Eremo.
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el momento dolce e tremendo di vedere il tuo volto, o Signore, siimi buono e misericordioso perchÊ io possa cantare il mio eterno Amen�. Questo passaggio del testamento spirituale è indicativo della buona stoffa sacerdotale di don Cesare Peli, prete bresciano scomparso vicino agli 85 anni, dopo una vita intensa e laboriosa: ha svolto il suo ministero anche da quiescente fino a quando si è manifestato il terribile male del secolo che lo ha condotto alla morte in soli tre mesi. L’Amen è il sÏ della fede, è l’abbandono fiducioso alla volontà di Dio. Don Cesare Peli è stato uno di quei preti che hanno sempre risposto volentieri il loro sÏ. Uno di quei preti sereni e buoni che hanno privilegiato le virtÚ passive: mite, generoso, umile e modesto, riservato e schivo, ma non affatto chiuso. Anzi è stato capace di grande amicizia fraterna con i sacerdoti e i laici. La cordialità e l’accoglienza, la disponibilità all’incontro a ogni ora del giorno sono state le caratteristiche della sua presenza di curato a Gratacasolo e Lograto. Le stesse virtÚ che ha potenziato come parroco per 10 anni a Scarpizzolo e poi a Villa d’Erbusco, la comunità dove è rimasto piÚ anni, 25, instaurando con la gente un legame profondo di padre e pastore. A Villa hanno ap-
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prezzato il suo amore alla preghiera, l’assiduitĂ al confessionale, la gioiositĂ contenuta nelle sue relazioni con tutte le etĂ e i ceti sociali. I suoi parrocchiani lo hanno considerato un vero “uomo del Signoreâ€? piĂš preoccupato che i fedeli andassero incontro alla grazia che salva che non alla sua persona. Preparava molto bene le omelie seguite sempre con attenzione. Ancora i suoi parrocchiani di Villa hanno apprezzato in lui un gesto
di grande umiltà e bontà : ha accettato di vivere fianco a fianco col suo predecessore, don Noè Ghidoni, sacerdote dalla personalità spiccata e poliedrica. Questa scelta è stata una silenziosa ma efficace predica per tutta la comunità . Inoltre don Peli è stato un prete che ha sempre amato la sua chiesa: la chiesa tempio che ben teneva e nella quale trascorreva volentieri parte del suo tempo. Ma l’amore al tempio per lui era solo indicativo dell’amore smisurato che ha sempre nutrito per la Chiesa cattolica, nella sua dimensione universale e nel suo volto semplice e quotidiano che vedeva nella comunità parrocchiale. Nel 2004, superati i limiti di età , si ritirò a Castegnato, suo paese natale mai dimenticato. Nella vivace parrocchia giunse come presbitero collaboratore e quanto faceva era assai prezioso: dalle celebrazioni alle confessioni, dalla visita ad ammalati e anziani al ministero dell’ascolto. E poi la sua bella testimonianza di preghiera convinta, lieta, prolungata in diverse ore del giorno. Come è detto del servo buono e fedele del Vangelo, cosÏ si può dire di don Cesare Peli: il Signore lo ha colto pronto, col grembiule del servizio e con l’ultima offerta della sua sofferenza nella malattia. Di questi servi il Vangelo dice: beati loro! Il Signore li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
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a grandezza dell’arte la si comprende dalla storia insita in ogni opera. Nel 1990 Gunter Demnig era a Colonia, in Germania, per una performance pubblica sulla memoria dei deportati rom e Sinti della città nei lager. Fu contestato da una passante, un’anziana signora, che sosteneva che in quel quartiere non ne erano mai vissuti e lei, data l’età , se ne ricordava bene. Ne nacque una discussione accesa perchÊ l’artista aveva i documenti che testimoniavano il contrario. Demnig capÏ allora quanto fosse fondamentale riportare la memoria delle persone scomparse dai luoghi della morte, come Auschwitz, ai luoghi ove trascorsero la loro vita. Nacque l’idea delle pietre d’inciampo. Piccole e semplici pietre con un nome e una data incise nell’ottone, posate in tutta Europa sui marciapiedi, di fronte alle case, nelle piazze, per ricordare
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ivano attivamente e con sacrificio a mantenere viva la fiamma della pace, che Gunter Demnig, artista berlinese ideatore e posatore dal 1993 delle “stolpersteineâ€?, spiega ai molti, giovani e meno giovani, convenuti perchĂŠ ha creato le pietre d’inciampo. Sono un modo per riportare anche a Brescia e nei paesi limitrofi la memoria. La memoria di chi, invece, lo racconta il professor Gustavo Corni, tra i piĂš noti e prestigiosi storici del nazismo, specialista di storia della Germania nel XX secolo, docente di storia contemporanea all’UniversitĂ di Trento e autore di diversi volumi. Corni mette in guardia dal considerare il Terzo Reich come un episodio di drammatica unicitĂ facendone cosĂŹ un’eccezione alla storia. Se contestualizzato geograficamente, oltre che storicamente, il nazismo parla di “terre di sangueâ€? e diffusa violenza, che nella prima metĂ del No-
vecento si estendono dalle sponde del fiume Oder, in Germania, fino all’Ucraina. Un punto di analisi che riconsidera l’attuale pericolositĂ ad un evento che tanto sostegno ha avuto dalla popolazione civile. Anche i bresciani, per quanto doloroso sia oggi ammetterlo, hanno partecipato attivamente al percorso buio della storia del Novecento. Il professor Rolando Anni, docente di letteratura e cristianesimo all’UniversitĂ Cattolica e collaboratore dell’Archivio storico della Resistenza bresciana e dell’etĂ contemporanea, porta alcuni inquietanti dati numerici. Dal settembre del 1943 all’aprile del 1945 dalla nostra provincia furono deportate verso i lager 411 persone, molti rimasero senza nome. PiĂš della metĂ non tornarono a casa. Deportati non per particolari “colpeâ€?, ma per diffondere terrore e obbedienza tra la popolazione tanto cara al FĂźhrer per la preziosa
produzione bellica. Tra questi i 10 a cui Gunter Demnig ha dedicato, con la collaborazione di moltissime associazioni di reduci e culturali, le pietre del ricordo. A chiudere la serata Eraldo Affinati, scrittore romano, che riportando la sua esperienza di viaggio sulle orme della madre deportata e poi fuggita ai nazisti, dà un valore diverso alla responsabilità della parola, che non è piÚ quindi frutto di un dono letterario, ma deve essere legata all’esperienza per non diventare sterile. Un’esperienza di dolore che Gunter Demnig ha riportato nelle vie bresciane e che sarà d’ora in poi percorribile da ognuno grazie alle pietre d’inciampo e alla volontà di alcuni uomini di non perdere la memoria. Con la posa delle 10 pietre bresciane sale a 38mila il numero delle persone innocenti che, in tutta Europa, l’artista ha riportato a casa dai lager, dal buio e dall’oblio.
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VenerdĂŹ 30 novembre alle 20.45 Sara Poli e Laura Mantovi portano in scena al teatro Odeon di Lumezzane la “Maddalenaâ€? con cui hanno vinto per il secondo anno consecutivo (l’anno scorso con “Annabellaâ€?) il festival nazionale Le Voci dell’Anima, conquistando il primo premio assoluto, della critica e del pubblico. Vuol essere un’esperienza che supera la fruizione passiva per muoversi verso la consapevolezza e la condivisione emotiva. Un
A 30 anni dal grandioso successo di “Forza venite genteâ€?, tre dei suoi autori storici, Piero Castellacci, Giampaolo Belardinelli e Achille Oliva, ritornano sul tema francescano con un omaggio a quella che papa Wojtyla deďŹ nĂŹ la “leggenda divina di Chiara e Francescoâ€?, con nuovi episodi e nuovi contenuti, in un emozionante e trascinante musical. “Chiara e Francesco il musical - L’amore quello veroâ€? sbarca al PalaBrescia il 15 dicembre alle
tema “forteâ€? come quello della prostituzione è affrontato con tensione poetica anche nei suoi aspetti piĂš crudi, e offerto allo spettatore senza indulgere mai alla volgaritĂ e al patetismo. Finestre si spalancano sulle vite delle “maddaleneâ€? di ieri e di oggi. Ingresso 10 euro. Lo spettacolo è adatto solo a un pubblico adulto. Gli spettatori entrano in sala tutti insieme. Non si può entrare a spettacolo iniziato. Info e prenotazioni 348.6548666.
20.45, in cui Massimiliano Varrese, famoso cantante, ballerino e attore televisivo interpreta la vita di S. Francesco. Accanto a lui la soprano Marina Murari interpreta Chiara. 20 brani di grande impatto musicale ed emotivo, particolarmente curati nella realizzazione strumentale e vocale, in cui le parole libertĂ e povertĂ ricorrono spesso, sono la colonna portante di “L’amore quello veroâ€?. Biglietti da 25 e 18 euro. Per informazioni: faustinisrl.com o allo 0307376675.
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ome si fa a trasformare un romanzo e una storia come Heidi, che supera le generazioni, con questo peso culturale e popolare in un musical (al PalaBrescia domenica 2 dicembre alle16.30)? Questa è la cosa piĂš bella. Mi hai fatto una domanda bellissima perchĂŠ questa è la parte piĂš bella del mio lavoro. “Heidiâ€? è conosciuta in Italia per il cartone animato. Per l’immaginario collettivo italiano è un cartoon, non cosĂŹ in Germania o Svizzera. Per cui io dovevo fare uno spettacolo in stile cartoon o in stile commedia. Però Heidi è una commedia quasi drammatica: Clara sulla sedia a rotelle, lei che viene abbandonata dalla mamma, la zia la porta a Francoforte. Ăˆ una commedia di valori umani con i valori della famiglia, dell’amicizia, della solidarieta... Quello che ho fatto è stato renderlo musicale per vivacizzarlo. Le musiche che ha composto Giovanni Maria Lori sono secondo me le piĂš belle che ha composto in questi anni, perchĂŠ sono le cose che rimangono piĂš in mente a chi va a vedere lo spettacolo. Non è un musical, ma una commedia musicale: ci sono canzoni che vengono cantate dai personaggi, ci sono delle musiche che accompagnano, c’è la firma della mia regia che metto in ogni spettacolo musicale che faccio, cioè una tastiera dal vivo che funge sia da strumento unplugged sia da rumorista per ottenere quell’effetto cinematografico, cartoon se vuoi, che segnala il passo, il gesto. Tutto lo spettacolo è montato sui gesti.
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Nonostante questo la caratteristica è che resta comunque una commedia che piace tanto ai bambini quanto ai genitori. Poi Heidi, Peter, la zia Dete e la Rottermeier sono accompagnati dalla tastiera dando l’effetto cartoon, mentre gli altri personaggi sono piĂš veri: il nonno, interpretato da Rino Silveri mio maestro, o il papĂ di Clara o Clara, vero personaggio drammatico. Anche le coreografie, curate da Olga Nuralyiena, non sono pezzi ballati, ma movimenti di scena, sebbene ci siano attori ballerini veramente bravi: Titta Graziano che fa la Rottermeier è stata protagonista di “Aggiungi un posto a tavolaâ€?, Laura Caligani che ha fatto l’anno scorso suor Claretta in “Sister actâ€?, Francesca Epifani che fa Heidi che per me è un talento naturale in-
credibile e anche Cristiano Caldironi, che faceva parte delle tutine di Zelig, nel ruolo di Sebastian. C’è un cast veramente stranissimo. Nonostante la crisi e le difficoltĂ la gente corre a vedere i musical. Come mai? Questo è incredibile. Il teatro è in crisi, come tutta l’economia. Durante i periodi difficili, in guerra, il teatro risorgeva. Poi ci sono teatri con prezzi popolari e altri no. Ogni anno nascono compagnie produttive nuove. Io, come regista, sono richiestissimo. Quest’anno sto facendo “Vorrei la pelle neraâ€? con Luca Jurman, “La fantastica storia di Houdiniâ€? con Antonio Casanova a cui sto lavorando adesso prodotto dal Sistina, sto seguendo “Heidiâ€?, faccio il mio “Cavemanâ€?, “Peter Panâ€? ormai al sesto anno e “Io odio i talent showâ€? con Mario Luzzato Fegis. C’è un sacco di gente che produce. Tre compagnie su cinque oggi falliscono, malgrado ciò ce ne sono altre che continuano a uscire. “We will rock youâ€? ha vinto tutto, ma costa talmente tanto che a un certo punto la Barley Arts ha chiuso. Sono intelligenti prodotti come Heidi, perchè non sono enormi, non è una soluzione sovvenzionata; piĂš piccola ma efficacissima. A quale musical sei piĂš legato? Peter Pan è il mio fiore all’occhiello perchĂŠ mi ha fatto vincere tutto. Ha vinto sei Biglietti d’oro, il Riccio d’Argento, il Premio Gassman. Però devo dirti che sono innamorato adesso di “Heidiâ€?, perchĂŠ se fatto bene, con il supporto produttivo giusto è una chicca ed è ancora poco conosciuto. PerchĂŠ venire a vedere “Heidiâ€?? PerchĂŠ il periodo è giusto. Si avvicina Natale e tutti iniziamo a sentirci piĂš
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1RQ VHPSOLFL SURILOL PD SHUVRQH YHUH “I social media: provare per credereâ€? è il titolo della due giorni di confronto, studio e formazione per i direttori degli UfďŹ ci comunicazione della Lombardia e le persone, professionisti e non, impegnate nella comunicazione diocesana. Il 23 e il 24 novembre a Caravaggio al centro di tutti i pensieri dei due giorni sono stati i social network o “social mediaâ€? come l’ha deďŹ nito Andrea Salvati, attuale direttore ge-
nerale di Aleteia, network digitale mondiale cattolico, giĂ industry leader di Google Italia. Partendo dai dati: in Italia ci sono 26,8 milioni di utenti; la fascia d’etĂ predominante è quella tra i 16 e i 31 anni. Facebook è il social media piĂš cliccato, ma Google+ è quello con il “tasso di crescita piĂš altoâ€? e conferma questa presenza adulta anche Nicoletta Vittadini, docente all’UniversitĂ cattolica di Milano e si danno vita
a “una serie di relazioni virtuali e nello stesso tempo realissime che ci seguono ovunqueâ€?. Fabrizio Caligiuri, social media manager al 7° Incontro mondiale delle famiglie con il Papa, ha poi illustrato nella seconda giornata alcuni dei social media piĂš usati, spiegandone le potenzialitĂ , i segreti e le sfaccettature: Facebook, Twitter, Google+ e Instagram. La conclusione della due giorni ha
visto poi il racconto di due esperienze pastorali: Silvio Ottanelli e don Paolo Padrini. Ottanelli ha raccontato la nascita e lo sviluppo di cercoiltuovolto.it; don Padrini, inventore di Mediacath e di iBreviary e collaboratore del PontiďŹ cio consiglio per le comunicazioni sociali, ha ricordato che “dietro a ogni proďŹ lo c’è una persona e le relazioni, anche in questi ambienti, vanno coltivateâ€?.
buoni e Heidi è una commedia piena di buoni sentimenti. Non ha la magia di altre fiabe, ma contiene molte veritĂ . Quando uno vede “Heidiâ€? e Clara si alza e abbraccia il nonno di Heidi, quando il papĂ la abbraccia o quando Heidi si rivede in casa sua e abbraccia il nonno, si rende conto che non è magia ma è un momento di commedia teatrale che potrebbe essere scritta da De Benedetti o da Eduardo De Filippo. Ăˆ una commedia molto italiana dei buoni sentimenti. La gente si commuove. CosĂŹ i bambini esultano. Come si fa a fare la regia di alcuni attori mostri sacri del musical? In realtĂ non ci sono mostri sacri. O meglio, ci sono ma non si fanno dirigere. I mostri sacri ci sono quando sono messi nel ruolo giusto al momento giusto. In questo caso funzionano benissimo. Enrico Brignano in “Rugantinoâ€? era un disastro, la Hunzicker in “Cabaretâ€? era un disastro. Non perchĂŠ non siano bravi. Non si può dire che Brignano non sia bravo. Era nel posto sbagliato, probabilmente nel momento sbagliato. Ci sono comunque quelli bravi. Ed è piĂš facile dirigerli. Ad esempio: Manuel Frattini è bravo e non faccio certo fatica a dirigerlo.
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‡•–‹˜ƒŽ ‹Â?–‡”Â?ƒœ‹‘Â?ƒŽ‡ †‹ Â?—•‹…ƒ ƒÂ?–‹…ƒ ‹ …Š‹—†‡ …‘Â? ‹Ž „‘––‘ ƒŽ ”ƒÂ?†‡ Conto alla rovescia per il Festival internazionale di musica antica la cui 10 edizione volge al termine, proponendo due appuntamenti di raro valore. VenerdĂŹ 30 novembre sarĂ in scena, presso la Chiesa di San Giorgio, il duo viola da gambacembalo, formato da Cristiano Contandin e Michele Barchi. In programma un ulteriore omaggio al Maestro di Eisenach, a cui il Festival di quest’anno è dedicato, e al figlio Carl Philipp Emanuel.
Il costo del biglietto al concerto è di 10 euro. Domenica 2 dicembre, al Teatro Grande è invece in programma una grande festa barocca. Ne sarà protagonista l’Orchestra barocca dell’Unione europea, che già lo scorso anno proprio al Massimo cittadino fu accolta da un trionfale successo. Quest’anno, secondo un programma di collaborazione che lega le Settimane barocche alla Fondazione Teatro Grande di
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ƒŽƒ ”‡•…‹ƒ ‘Â?ÂƒÂ†Â‹ÇŁ Dz ‡”œ‘ –‡Â?’‘dz Brescia, nell’ambito del Circuito lombardo di musica antica, l’Eubo proporrĂ due scintillanti pagine tratte dal repertorio operistico d’epoca barocca: “The Fairy Queenâ€? di Purcell, ispirato al shakespeariano “Sogno di una notte di mezza estateâ€?, e “Pygmalionâ€? di Rameau, che affonda le proprie origini nel celebre mito raccontato da Ovidio nelle “Metamorfosiâ€?. Ingressi: 15 euro platea e palchi; 10 euro galleria.
I Nomadi tornano in terra bresciana. Sabato 1 dicembre alle 21.15 l’associazione “Augusto per la vitaâ€? ripropone una tappa per il concerto “Terzo tempoâ€? dei Nomadi. Brescia è da sempre una terra che apprezza la musica di uno dei gruppi piĂš significativi del panorama italiano. La tappa al PalaBrescia segue la pubblicazione dell’album omonimo con 10 brani inediti. Prezzi: 31 euro (a cui aggiungerne 4 di prevendita) per settore numerato, 22 (piĂš 3) per il settore libero.
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opo 10 anni è tornato al Teatro Grande il celebrato allestimento dell’“Italiana in Algeriâ€? di Rossini a cura di Pier Luigi Pizzi. Si conservava una buona impressione dello spettacolo del 2002, ma a distanza di tanto tempo non era facile ricordare con precisione i vari dettagli. CosĂŹ, la settimana scorsa, quando al termine dell’Ouverture si è aperto il sipario, siamo stati subito piacevolmente sorpresi dalla bellezza non comune delle scene, con i loro delicati equilibri geometrici e coloristici, con la loro suggestiva evocazione di un mondo orientale e favoloso. Una vera boccata d’ossigeno dopo il pugno nello stomaco sferrato la volta precedente dalla messa in scena dei “Capuletiâ€? di Bellini che rasentava in certi momenti lo stile “splatterâ€?. A fronte d’innovazioni controverse, la maggior parte degli abbonati della stagione d’opera sembra ancora preferire l’usato sicuro. Per fortuna vale la legge universale del teatro: ogni volta che uno spettacolo va in scena – a maggior ragione se variano gli interpreti e alcuni parametri – assume una luce sempre diversa. Nella fattispecie, il regista Paolo Panizza, che ha ripreso e reinterpretato le indicazioni di Pizzi, ha conferito alla pièce un ritmo perfetto, assecondando tutte le straordinarie qualitĂ teatrali della musica di Rossini. Molto positiva la prova dei cantanti, in particolare l’Isabella eroica del mezzosoprano Carmen Topciu, il Taddeo non solo macchiettistico
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La stagione del Grande riprenderĂ sabato 8 dicembre alle 20.30 (replica domenica 9, alle 15.30) con il balletto in due atti “Raymondaâ€? su musiche del compositore russo Aleksander Glazunov, degno successore di Cajkovkskij. Di scena il Balletto dell’Opera di Kiev che si avvarrĂ delle coreografie di Viktor Yaremenko, in parte ispirate a quelle originali di fine Ottocento di Marius Petipa. Titolo forse ancora poco noto al pubblico italiano, nonostante un recente allestimento alla Scala, “Raymondaâ€? è un autentico capolavoro del repertorio classico. Il soggetto è ambientato al tempo delle crociate e le musiche s’ispirano a diverse tradizioni del folclore europeo, dalla Provenza all’Ungheria.
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'HEXWWD LQ SULPD QD]LRQDOH ´0\WKRVÂľ Debutta a livello nazionale il 4 dicembre, (sarĂ in replica dal 5 al 16 dicembre e dal 21 al 13 dicembre), al teatro Sociale “Mythosâ€? seconda produzione del Ctb Teatro stabile di Brescia per la stagione di prosa 2012/13. Lo spettacolo nasce da un progetto che vede in scena 17 giovani attori bresciani sotto la guida registica di Elena Bucci e Marco Sgrosso, che ne hanno curato anche la drammaturgia partendo da testi di Eschilo, Sofocle
ed Euripide. Nello speciďŹ co i brani che compongono l’intera drammaturgia sono stati tratti da: “IďŹ genia in Aulideâ€?, “Troianeâ€?, “Elettraâ€?, “Oresteâ€?, “Elenaâ€?, di Euripide; “Agamennoneâ€?, “Coeforeâ€?, “Eumenidiâ€?, di Eschilo; “Elettraâ€? di Sofocle. In questi tempi di crisi che sembrano soffrire di una guerra non dichiarata, il teatro reagisce, si fa specchio del mondo, riflesso del futuro e sfera magica del passato. “Ci aiuta a ritro-
vare il senso di appartenenza – scrivono Elena Bucci e Marco Sgrosso nella presentazione dello spettacolo – ad un grande disegno della storia e a risentire il sapore dei riti collettivi che abbiamo perduto, dalle danze alle veglie funebri, dalla celebrazione dei passaggi delle stagioni al canto in coro e a tutta quella ragnatela di gesti e vicinanze che ha aiutato i nostri avi a passare attraverso i misteri della morte e della vita�.
Accostamento di tragedie diverse per storie e vicende, cosĂŹ come per profonditĂ , sentimenti e valori e continuano i registi: “riettere sul grande valore civile e umano dei temi affrontati dalle tragedie, su uno spessore del sentimento privo di pallori e di mezze tinte, su un concetto di etica mai assodata e da costruire insiemeâ€?. Info: ctbteatrostabile.it. Biglietti da 18 a 26 euro con possibilitĂ di formule diverse.
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Un’esposizione dedicata alla ricerca artistica di Gianni Bertini, protagonista di oltre mezzo secolo d’arte, sondando la natura ďŹ sica della tela con le ricerche astratte sulla linea e dopo aver aderito al Mac (Movimento Arte Concreta) negli anni ‘50. Opere che reinterpretano il futurismo meccanico di Balla, Depero e Prampolini con immagini che inneggiano al dinamismo, allo scatto dei motori con ingranaggi meccanici
Un’esposizione per ammirare capolavori espressionisti e pop che animarono la scena americana degli anni ‘60, a sottolineare lo spirito di entusiasmo e libertĂ . In mostra opere di Jim Dine, Sam Francis, Robert Indiana, Franz Kline, Robert Rauschenberg, Mark Tobey, Andy Warhol e Larry Rivers. “American Dreamâ€?, Galleria Agnellini Arte Moderna, via Soldini 6 – Brescia. Fino al 13 marzo, da martedĂŹ a sabato (10-12.30 e 15.30-19.30).
e con titoli delle opere che accennano alla mitologia (nella foto “Zeus e Letoâ€?) per cantare l’epica della modernitĂ tecnologica. Una panoramica della ricerca artistica, unica e indipendente, che riesce a rielaborare con stile personale e inconfondibile. “Gianni Bertini. Macchine del tempoâ€?, Galleria Colossi Arte Contemporanea, Corsia del Gambero 12/13 – Brescia. Fino al 20 gennaio, da martedĂŹ a sabato (10-12 e 15-19).
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resso la galleria Abarte un’esposizione dedicata alla pittura della realtĂ a Brescia del secolo scorso, per ripercorrere il vivace contesto spartiacque tra l’antica raffinata concezione estetica e idealizzante del periodo neoclassico e la nuova maniera di concepire l’arte in Italia, che vede nei macchiaioli un punto di riferimento; una pittura nella quale soggetto e colore si fondono in “unicumâ€?, sulla scia dell’impressionismo francese, che qualche decennio prima aveva gettato i prodromi di un nuovo istinto moderno, colto solamente attraverso la realtĂ sensibile. Volti di donne, vasi di fiori, cesti di frutta: una realtĂ indagata nella quotidianitĂ , come era accaduto due secoli prima con Giacomo Ceruti, il cui linguaggio pittorico aveva saputo conferire piena dignitĂ ai poveri e ai miserabili, riscuotendo ampio successo tra il pubblico amante del genere bambocciante. Un realismo lontano questa volta dalla denuncia sociale delle condizioni di vita delle classi subalterne, ma un naturalismo che si propone di rappresentare attentamente il vero sot-
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to diversi aspetti, dalle condizioni dei contadini, alla natura morta o ai ritratti, stabilendo con esso un senso d’intimità , indipendentemente dal soggetto rappresentato. Un linguaggio figurativo che trova conferme ad esempio nei lavori di Ermete Lancini, una delle personalità artistiche piÚ significative nella Brescia del dopoguerra, la cui sensibilità emerge non solo dall’eleganza cromatica dei suoi dipinti, ma anche dai diari nei quali lasciava diverse
annotazioni. Esponente del verismo italiano, Dino Decca concepisce la pittura come strumento di profonditĂ interiore, attraverso pennellate dal tono pastoso e pacato, che conferiscono armonia ai dipinti. “I pittori della realtĂ . Maestri bresciani del Novecentoâ€? sarĂ visibile fino al 22 dicembre il giovedĂŹ dalle 15.30 alle 19.30; venerdĂŹ e sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15,30 alle 19.30. Su appuntamento al di fuori dei giorni e dagli orari indicati.
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Una sorta di ricreata Wunderkammer caratterizzata da ambienti in stile anni ‘60, in cui vengono esposte 22 opere di artisti di fama internazionale per i quali, tra gli anni ‘50 e ‘60, il bianco è stato un punto di riferimento. Una visione post-informale improntata alla persuasione del potenziale trasformativo contenuto nella materia; il bianco come vettore di luci e ombre che determinano le opere di artisti quali Agostino
A pochi mesi dalla scomparsa, un’antologica dedicata a Federico Garolla, protagonista della storia della fotograďŹ a italiana, il quale ci lascia un archivio prezioso che spaziando dalla moda al reportage sociale restituisce lo scorcio di un’Italia che non c’è piĂš. PiĂš di 100 scatti in bianco e nero testimoniano la carriera consistente in un percorso da esperto freelance del reportage sociale che dal 1948 narra il fascino
Bonalumi, Enrico Castellani, Dadamaino, Lucio Fontana (sua l’opera nella foto), Hermann Goepfert, Walter Leblanc, Piero Manzoni (presente un inedito Achrome), Christian Megert, Henk Peeters, Turi Simeti, Ferdinad Spindel, Gunther Uecker, Gerhard Von Graevenitz. “Bianco assoluto/ whiteâ€?, Kanalidarte, via Alberto Mario 55 – Brescia. Fino al 21 dicembre, da martedĂŹ a sabato (15.30-19.30).
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del quotidiano e ne estrapola i simboli, le pieghe caratterizzanti e i momenti signiďŹ cativi. Osserva Cesare Colombo: “Garolla ha attraversato con la sua fotocamera la mutazione nella cultura e negli stili di vita del nostro Paeseâ€?. Mostra in collaborazione con la galleria Massimo Minini. “Federico Garollaâ€?, Wavephotogallery, via Trieste 32/a – Brescia. Fino al 7 gennaio, da martedi a venerdĂŹ (10-12; 15-19.30); sabato (15-19.30).
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a Cooperativa cattolicodemocratica di cultura, i Padri della Pace l’editrice Morcelliana hanno organizzato un incontro dedicato al libro “L’ospitalitĂ intellettualeâ€? (Morcelliana, 464 pagine) di Alessandro Spina. L’autore, nato in Libia nel 1927, risiede da anni nella nostra provincia in Franciacorta. Il libro si compone di testi differenti scritti tra il 1982 ed il 2009: oltre a profonde riflessioni sul rapporto tra Oriente ed Occidente, ritroviamo anche ritratti di autori in un insieme di suggestioni che conducono il lettore in un mondo lontano, forse sconosciuto, sicuramente affascinante. L’unica connessione tra gli scritti è l’autore stesso, la fonte, in una parabola esistenziale di cultura e di interessi. Oltre all’autore era presente Enzo Bianchi, priore di Bose, a cui Spina ha dedicato una meditazione sull’ospitalitĂ . “Con Spina – ha esordito Enzo Bianchi – ho sentito una convergenza e una sensibilitĂ comune sul tema dell’ospitalitĂ ; nel libro c’è una frase importante: tutto è di tutti e cioè che tutto è offerto a tuttiâ€?. Secondo il Priore, Spina è un letterato che sa offrire tutte le sue
cose ed offrirle a tutti; il libro mostra la sua qualità di ospite sia in senso attivo, sia in senso passivo tra le due sponde del Mar Mediterraneo. L’autore ha reso evidente un qualcosa che, per molti, è ancora difficile da accettare: l’ospitalità tra due mondi, culture, storie tanto diversi ma che sono destinati ad incontrarsi. Oggi l’accoglienza tra ebrei, cristiani e musulmani è qualcosa di molto difficile e, per certi aspetti, molto lontano. Il libro ci offre un salto nella memoria ricordandoci
le vittime del colonialismo italiano e presentando alcuni importanti personaggi: Cristina Campo, Thomas Mann, Lawrence d’Arabia, Vanni Scheiwiller, Sinesio da Cirene e Al-Ghazali. Questi scrittori ed intellettuali sono ospiti, ma è l’autore stesso ad essere ospite, in senso attivo e passivo, durante la sua esperienza umana e professionale: accogliere l’ospite vuol dire accogliere il suo pensiero, starlo ad ascoltare, cercare di capire, ma anche sentirsi accolto in un paese straniero.
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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.
La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).
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Sabato 1 dicembre Speciale Sinodo a partire dalle 8.45: alle 9 in diretta dalla Cattedrale la S. Messa, alle 11 la presentazione dell’Instrumentum laboris. Domenica alle 9.15 Speciale Primo Piano: il Vescovo illustra il senso dell’evento dedicato alle unitĂ pastorali, mentre il provicario generale mons. Cesare Polvara ne delinea temi e modalitĂ . In dicembre Ecclesia (ore 11) è in collaborazione con l’UfďŹ cio famiglia. Don Alberto
La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “Il Sinodo sulle unitĂ pastoraliâ€? che prende avvio sabato e impegnerĂ la diocesi per due ďŹ ne settimana. A seguire: il bilancio dell’iniziativa “I cristiani e la cittĂ â€?, organizzata con la collaborazione dell’UfďŹ cio diocesano per l’impegno sociale; “Mission Santa Luciaâ€?, con l’invito ai bambini ad aiutare un villaggio africano; “Cristiani e mussulmani per la famigliaâ€?, l’incontro
Donini in Musica per lo spirito (11.30) ci guida all’ascolto del repertorio sacro per il tempo d’Avvento e di Natale. Il commento al Vangelo è del vescovo Luciano (alle 9.05). Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl.
organizzato dal Movimento dei focolari. La rubrica “4 parole...â€? è con il diacono Giorgio Cotelli per la Giornata del pane. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia. tv che manderĂ in onda anche il documentario su “Il diritto alla vita – Politiche per la vitaâ€?.
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&KH HWj KD LO SXEEOLFR GL 9ROR LQ TXDVL GLUHWWD" Ăˆ il secondo anno di vita per lo show notturno di Rai Tre condotto da Fabio Volo. Dal martedĂŹ al giovedĂŹ, dalle 23.15 a mezzanotte, l’attore-scrittore intrattiene il pubblico televisivo delle ore “quasi-piccoleâ€? con il suo late-night show che, sulla falsa riga dei blasonati format americani (per citarne uno, il “David Letterman Showâ€?), commenta ironicamente l’attualitĂ planando con sarcasmo su politica, cultura e societĂ . “Volo in direttaâ€? propone un momento di televisione per i non-piĂš-giovani, ovvero chi ha superato i 30 ma non ha ancora raggiunto i 40, una fascia d’etĂ che spesso la tv snobba, troppo impegna-
ta con adolescenti da crescere, adulti da distrarre e anziani da cullare. L’idea sembra interessante, la pratica invece spesso lascia a desiderare: alcune battute sono divertenti e ben scritte, gli ospiti spesso sono interessanti sorprese, ma il clima generale che si respira guardando la trasmissione è artefatto, forzato, poco credibile. E lo stesso Fabio Volo è piÚ impegnato a presentare se stesso che il programma. Oltre a queste pecche stilistiche, il conduttore bresciano ha collezionato anche parecchi scivoloni per quanto riguarda la scelta dei contenuti, come l’intervista-sviolinata a Matteo Renzi il mese scorso
o, se vogliamo scadere nel trash piĂš inutile, la messinscena di un’intervista alla Madonna, per scherzare su Paolo Brosio, di cui abbiamo giĂ parlato mesi fa. Il pubblico di Rai Tre si aspetta molto di piĂš da un late-night show. La conseguenza di tutto questo? I dati di ascolto, giĂ bassi nella scorsa stagione, sono ulteriormente calati. Ma a dimostrare l’incapacitĂ di autori e conduttore di arginare la situazione c’è l’ultima caduta di stile in ordine cronologico, che risale allo scorso 21 novembre: Volo ha ospitato in studio il team di “Tv Talkâ€?, trasmissione settimanale che si occupa di televisione,
che durante la puntata non ha risparmiato le critiche al programma e al conduttore. Fin qui niente di nuovo, si trattava di una comparsata progettata per ottenere piĂš favore dal pubblico: lo spirito di autocritica piace ai telespettatori, è molto democratico, quindi perchĂŠ non farsi bacchettare da chi lo fa di lavoro‌ La vera notizia però è ciò che non è andato in onda. Alcune puntate di “Volo in direttaâ€? vengono registrate (altro che “il bello della direttaâ€?), cosĂŹ da poter apportare tagli qua e lĂ per evitare situazioni imbarazzanti: nella puntata incriminata, un intervento dell’analista di “Tv Talkâ€? Silvia
Motta, è stato tagliato per la messa in onda. Si trattava del momento in cui delineava, dati Auditel alla mano, l’etĂ media del pubblico di Volo: 56 anni, probabilmente un numero troppo scomodo per chi si rivolge ai 30-35enni. La Motta, vistasi censurata, ha pensato bene di rendere tutto pubblico. Il danno d’immagine della notizia sui dati d’ascolto non sarebbe stato nulla in confronto alla figuraccia di aver tentato di nascondere la realtĂ . Comunque niente paura. Si tratta, ancora una volta, della solita vecchia televisione: “Volo in direttaâ€? è in sostanza un’altra replica del passato.
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di questa nuova formazione. I loro programmi sono privi di restrizioni programmatiche: presentano composizioni di musica da camera del periodo classico, romantico e moderno, ma anche diversi adattamenti musicali. L’Ensemble Berlin si esibirà al Teatro Grande nella formazione a sette musicisti. Il programma si dividerà in due parti e proporrà al pubblico alcune delle pagine piÚ belle di Mozart, Hummel, Debussy, Waterson, Rossini.
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crivi il tuo nome su qualcosa che vale, mostra a te stesso che non sei un vegetale, e per provare che si può cambiare sposta il confine di ciò che è normale. Bella giornata è questa qua l’aria fresca ti esalta giĂ il momento migliore per cominciare un’altra vita un altro stileâ€?. Queste parole costituiscono parte del testo della canzone “Scrivi il tuo nomeâ€?, inserita nel disco “E giĂ â€? (1982), il 15° album di Lucio Battisti, l’unico ad essere stato scritto insieme a Velezia, acronimo di Grazia Letizia Veronese, moglie e compagna di Battisti. Recentemente la cantautrice milanese Patrizia Cirulli ha pubblicato il disco “Qualcosa che valeâ€?, che è una rilettura attraverso schemi musicali molto diversi di “E giĂ â€?, oltre che un sentito omaggio al Lucio Battisti meno noto e apprezzato nel 30° anniversario della pubblicazione del disco originale. L’album è giĂ stato presentato a Milano il 3 novembre (alla Palazzina Liberty) e a Roma il 27 novembre, nel prestigioso spazio dell’Auditorium Parco della Musica. Un progetto affascinante, ispirato per primo dal “collegaâ€? Franco Zanetti, giornalista di rango e direttore di Rockol, nato
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Simpatici, disponibili e allegri, Fabio De Luigi e Diego Abatantuono sono passati pochi giorni fa da Brescia, durante le proiezioni della Settimana del Cinema, per accompagnare – insieme al regista Alessandro Genovesi – l’esordio sugli schermi de “Il peggior Natale della mia vitaâ€?. Festeggiati dal pubblico (De Luigi applaudito piĂš di tutti), hanno replicato con professionalitĂ la garbata buffoneria del film, che impacchetta un Natale allegro
dal desiderio di rileggere con stile diverso “E giĂ â€?. Patrizia Cirulli ha rivisitato in chiave semi-acustica le 12 canzoni che compongono l’album, sicuramente il piĂš controverso e discusso della discografia battistiana, unico intermezzo tra la collaborazione con Mogol (il Battisti classico) e quella con il poeta Pasquale Panella (il Battisti sperimentale). Intorno a lei si sono riu-
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ha portato con la sua creativitĂ e il suo background (chitarra elettrica, acustica, 12 corde, classica, fingerpicking, blues, rock, country). 12 canzoni con il solo ausilio di una voce e una chitarra (due in un paio di brani) lasciando intatti i testi, le melodie, l’ordine delle canzoni ed utilizzando per ogni pezzo chitarristi diversi. Questi gli artisti che hanno partecipato al progetto: Fausto Mesolella, Mario Venuti, Pacifico, Fabrizio Consoli, Paolo Bonfanti, Carlo Marrale/Simone Chivilò, Giorgio Mastrocola, Giuseppe Scarpato, Carlo De Bei, Andrea Zuppini/Massimo Germini, Walter Lupi e Luigi Schiavone. “Qualcosa che valeâ€? non è perciò il classico tributo a Battisti, ma piuttosto il tentativo, decisamente riuscito, di entrare nelle atmosfere che generarono quei testi, colorandoli di suoni avvolgenti e cangianti e di una particolare intensitĂ emotiva. Le due “primeâ€? live hanno confermato la qualitĂ di questo delizioso progetto, che ci regala brani uguali ma visti da una prospettiva opposta rispetto agli originali; canzoni che dal vivo assumono una nuova luce grazie alla presenza di straordinari musicisti che affiancano alternativamente Patrizia Cirulli sul palco.
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senza pescare tra grossolanitĂ e battute volgari. Purtroppo, però, anche senza troppe risate: c’è ancora strada da fare per eguagliare nel ritmo e nei dialoghi i dichiarati modelli anglosassoni. Il film invece giĂ replica se stesso, cioè quella “Peggior settimana della mia vitaâ€? con cui l’anno scorso Genovesi ha esordito alla regia. Protagonista è ancora l’imbranato Paolo (De Luigi), sposato con Margherita (Cristiana Capotondi) in at-
tesa di un figlio e avviato a trascorrere il Natale in un lussuoso castello valdostano. A ospitare la coppia è Alberto Caccia (Abatantuono), il capo del suocero di Paolo, Giorgio (Antonio Catania), il quale spera che il regalo di Natale sia la promozione alla guida dell’azienda. Paolo mette naturalmente a rischio questo evento. Le scene iniziali allineano cose, persone e animali che il suo arrivo è destinato a sconquassare: dal tacchino farcito allo
stesso padrone di casa, coinvolto in un episodio giocato su un umorismo macabro piÚ imbarazzante che divertente, illuminato però da una strepitosa apparizione di Ale e Franz. In un crescendo di disastri giunge il giorno della festa, e tra una pioggia di canzoni natalizie il lieto fine si compie, anche se in modo non convenzionale. Nel cast di ottimi attori – non tutti al massimo: il suocero Catania e la moglie Anna Bonaiuto sembra-
no poco convinti – che comprende anche Laura Chiatti e Dino Abbrescia, sono De Luigi e Abatantuono a reggere il gioco. Il primo combina guai mantenendo l’espressione lunare di un Mr Bean italiano, il secondo è a suo agio nei panni del padrone di casa dalla serenità incrollabile. Il montaggio scolastico e le situazioni non sempre ben calibrate sono poco d’aiuto; la digestione post-natalizia comunque è garantita.
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Crollano le vendite nei negozi tradizionali (-3,3%) e volano quelle nei discount alimentari con un +3%, mentre tornano gli acquisti diretti dal contadino dove nell’ultimo anno hanno fatto la spesa 21 milioni di italiani per garantirsi prodotti sani del territorio con il miglior rapporto qualitĂ /prezzo, in controtendenza, quindi, rispetto all’andamento generale del commercio al dettaglioâ€?. Ăˆ quanto emerge da una analisi della Coldiretti, in occasione della divulgazione dei
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dati Istat sul commercio al dettaglio a settembre. “Sostanzialmente quasi un italiano adulto su due frequenta i cosiddetti farmers market, ma ben sette milioni sono quelli – sottolinea Coldiretti – che lo fanno regolarmente, mentre gli altri 14 milioni vi fanno i propri acquisti ogni tantoâ€?. A fare la spesa direttamente dal produttore nei mercati degli agricoltori sono per il 68% donne con una presenza maschile molto piĂš elevata rispetto alla media.
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addove non sono arrivate in passato raccolte di firme e ordini del giorno parlamentari, si tenta di arrivare con una proposta di legge di iniziativa popolare. Ăˆ questo l’obiettivo della campagna “Libera la domenicaâ€? lanciata nei giorni scorsi da Confesercenti con la “benedizioneâ€? della Cei. La legge di iniziativa popolare punta a rimettere in discussione quella parte del decreto “Salva Italiaâ€? con cui il governo Monti, nel gennaio di quest’anno, ha liberalizzato definitivamente, senza eccezioni e su tutto il territorio nazionale, il regime degli orati degli esercizi commerciali. Una disposizione che ha fatto dell’Italia l’unico Paese europeo (e forse al mondo) in cui gli esercizi commerciali potrebbero restare aperti sette giorni su sette, 24 ore su 24. Una liberalizzazione selvaggia, sin da subito osteggiata non solo dalle organizzazioni sindacali, ma anche da tante associazioni del commercio preoccupate che questa disposizione fosse un “regaloâ€? del governo alla grossa distribuzione. Un merito, però, questa parte del decreto “Salva l’Italiaâ€? l’ha avuto ed è stato quello di rimettere al centro del dibattito il tema del riposo domenicale, che da “bandieraâ€? della Chiesa e di movimenti di carattere ecclesiale è divenuto finalmente anche problema sindacale e sociale. La recente proposta di una legge di iniziativa popolare che
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rimettta in capo alle singole Regioni la competenza di disciplinare gli orari di apertura degli esercizi commerciali, segue di anni una battaglia che la Chiesa italiana ha spesso dovuto combattere in solitaria. Ben prima che il governo Monti intervenisse “a gamba tesa� sulla liberalizzazione degli orari, la Chiesa aveva fatto sentire in modo chiaro la sua voce contro il lavoro domenicale. L’aveva fatto nel 2004,
per iniziativa di alcune aggregazioni laicali che, capitanate da Mcl, avevano lanciato l’iniziativa “La domenica è festaâ€?, corredandola di 430mila firme poi consegnate al Presidente della Camera. Nel 2007, a margine dell’approvazione della normativa regionale che introduceva l’apertura festiva e domenicale degli esercizi commerciali in Lombardia, gli Uffici per la pastorale del lavoro delle diocesi lombarde
avevano messo mano a un documento congiunto in cui venivano messe in luce molte criticitĂ della normativa approvata. Oggi si arriva a questa proposta di legge a cui la Cei ha dato il suo sostegno. “Nei prossimi giorni – ha affermato Piergiorgio Piccioli, presidente di Confesercenti – partirĂ la raccolta di firme per una proposta di legge necessaria per salvaguardare la sopravvivenza di tanti piccoli esercizi e , di conseguenza, di tanti posti di lavoroâ€?. Senza una normativa che rimedi ai danni provocati da questa parte del decreto “Salva Italiaâ€?, nei prossimi anni, secondo le stime di Confesercenti potrebbero chiudere in Italia qualcosa come 80mila negozi. “Iniziativa lodevole – l’ha definitva Noè Ghidoni, presidente regionale di Mcl – ma che necessita anche di inteventi di carattere culturale, magari proposti dall’associazionismo di natura ecclesialeâ€?. Il tema della domenica lavorativa, è il suo pensiero, non deve essere, per la comunitĂ cattolica, solo un problema di natura sindacale.
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)UDQFHVL D OH]LRQH GL YLWLFROWXUD Otto studenti del Lycèe Agricole di Brie Comte Robert, Parigi Sud, accompagnati da due docenti (nella foto), sono stati ospiti nelle scorse settimane di alcune famiglie di Bagnolo Mella, grazie ad uno scambio culturale che vede i due centri gemellati tramite il locale istituto “Canossaâ€?. I giovani transalpini, che stanno frequentando un biennio di alta specializzazione, hanno voluto conoscere da vicino la realtĂ agricola bresciana, de-
dicandovi un apposito modulo di formazione, con particolare riferimento alla produzione vitivinicola. L’assessore provinciale all’Agricoltura Gianfranco Tomasoni li ha ricevuti al Centro vitivinicolo provinciale e ha risposto alle molte domande postegli dagli ospiti. Tomasoni ha rimarcato come “in Italia e soprattutto nel nostro territorio, si sta assistendo ad un’inversione di tendenza, che vede i giovani tornare all’agricoltura, uno dei pochi
settori meno toccati dai problemi economiciâ€?. L’interessamento dei giovani francesi ha spaziato in tutti i campi del settore, mostrando interesse e competenza, informandosi sugli aspetti legislativi ed autorizzativi della destinazione dei terreni, piuttosto che sulle singole speciďŹ citĂ tecniche, dalle aree viticole a quelle destinate all’allevamento di animali per la produzione di carne, latte e formaggi, dalla produzione e tutela del Grana padano a co-
me opera una cantina sperimentale, “come quella del Centro vitivinicolo – ha speciďŹ cato Mauro Tognoli, vice presidente dell’istituzione – dove si è potuto vedere come, con particolari tecniche, si può migliorare la qualitĂ dei prodotti vinicoli della nostra provinciaâ€?. Faustino Rossetti, giĂ professore del Canossa, ha anticipato lo scambio “che il prossimo anno vedrĂ i nostri ragazzi restituire la visita, portando con sĂŠ le proprie competenzeâ€?.
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Una domenica di impegno e solidarietĂ : è quella che si apprestano a vivere gli associati all’Unione paniďŹ catori artigiani di Confartigianato imprese unione di Brescia, che il 2 dicembre lavoreranno per fornire alle parrocchie la quantitĂ di pane necessaria alla realizzazione di un’iniziativa sostenuta dalla Caritas diocesana. La prima domenica d’Avvento sarĂ quindi la Giornata del pane, che verrĂ distribuito durante le funzioni religiose per
raccogliere offerte che saranno poi versate alla Caritas diocesana di Brescia a supporto dell’iniziativa “Il pane dĂ lavoroâ€? di Mano fraterna dedicata al sostegno all’occupazione. “In un momento di profonda crisi economica come quello attuale – sottolineano il presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti e il presidente della categoria paniďŹ catori Roberto Perotti – abbiamo tutti il dovere di dare, nei limiti delle nostre possibilitĂ , una
mano a chi si trova in difďŹ coltĂ . Per questo abbiamo deciso con convinzione di aderire anche stavolta alla meritoria iniziativa promossa dalla diocesiâ€?. Quest’anno, infatti, l’Avvento di caritĂ rendere protagoniste le comunitĂ nella promozione di occasioni di occupazione per chi è senza lavoro: utilizzando lo strumento dei voucher si sosterrĂ infatti la Caritas nell’apertura di piccoli cantieri di lavoro a favore delle persone in difďŹ coltĂ .
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’avvio di collaborazioni fruttuose e durature e la prospettiva di grandi opportunitĂ di sviluppo per le imprese bresciane: sono questi i risultati piĂš importanti raccolti dalla missione imprenditoriale in terra russa, promossa dalla Camera di commercio di Brescia, che ha visto la partecipazione al gran completo dei vertici direttivi di Confartigianato imprese unione di Brescia. “Alle nostre aziende – sottolinea il presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti – viene offerta una grande occasione, ma non bisogna perdere altro tempo prezioso. Gli imprenditori devono puntare decisamente sull’internazionalizzazione e sulle vendite nei Paesi in crescita, perchĂŠ è ormai chiaro che la sfida dei mercati si vince ampliando i propri orizzonti e slegandosi dagli ormai ristretti ambiti nazionali, regionali o provincialiâ€?. Le giornate passate a Mosca hanno permesso ai responsabili di Confartigianato di entrare in contatto con la realtĂ delle piccole e medie imprese russe e di confrontarsi sia con Opora, l’organizzazione artigiana locale che comprende quasi 400mila piccoli e medi imprenditori, che con Gim Unimpresa, la futura Confindustria russa, per pianificare una strategia basata sulla collaborazione e sull’incontro di domanda ed offerta. “Il 10% delle imprese iscritte a Confartigianato – puntualizza il segretario generale di Confartigianato Brescia Carlo Piccinato – si è giĂ internazionalizzata ed un altro 5-6% si sta incamminando su questa strada: noi vorremmo almeno raddoppiare queste cifre, possibilmen-
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te in tempi brevi, sfruttando appieno le potenzialità dello Sportello internazionalizzazione ideato da Confartigianato. Utilizzando al meglio questo strumento saremo cosÏ in grado di aiutare concretamente i nostri associati a relazionarsi in maniera efficace con i mercati esteri e le amministrazioni locali�. Le aziende artigiane, se vogliono conti-
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nuare a crescere, devono perciò dare il via ad una generale riorganizzazione per fare “sistemaâ€? e presentarsi unite sui mercati esteri. “Creare un rapporto di collaborazione stabile – conclude Massetti – tra la Russia, Paese che possiede materie prime importanti, e l’Italia, dove esistono grandi realtĂ manifatturiere, potrebbe essere il punto di svolta per uscire dalla crisi: le richieste russe riguardano soprattutto i settori del tessile, dell’arredamento, della meccanica di precisione e della chimica plastica, tutte eccellenze della nostra provincia in attesa delle giuste indicazioni per dare il via all’esportazione e, con essa, a quella crescita fondamentale per assicurare agli italiani benessere e lavoroâ€?.
3LFFROH LPSUHVH FUHVFRQR Dimostrare che anche le realtĂ imprenditoriali di minori dimensioni si sviluppano e hanno le potenzialitĂ per competere in maniera vincente sul mercato: attorno a queste tematiche si concentrerĂ il convegno “Piccole imprese cresconoâ€?, organizzato da Confartigianato imprese unione di Brescia per giovedĂŹ 6 dicembre presso l’azienda meccanica “Bellini & Medaâ€? di Pozzolengo. Ad aprire l’incontro, alle 18, sarĂ Eugenio Mas-
setti, presidente di Confartigianato Brescia, che passerà poi la parola ai relatori della serata, Francesco Bettoni (nella foto), presidente della Camera di commercio di Brescia, il consigliere regionale Mauro Parolini, Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Lombardia, il sindaco di Pozzolengo Davide Vezzoli ed i titolari dell’azienda Paolo Bellini ed Alfredo Meda, moderati dal segretario generale di Confartigianato
Brescia Carlo Piccinato. “Si è scelta questa ditta in particolare come sede del convegno – spiega il presidente Massetti – perchĂŠ raccoglie in sĂŠ tutte le migliori caratteristiche dell’imprenditoria bresciana: l’azienda, che quest’anno festeggia i 30 anni di attivitĂ , è stata fondata da Gianantonio Bellini, padre dell’attuale titolare che ne ha raccolto l’ereditĂ ; inoltre Paolo Bellini ed il socio Alfredo Meda hanno investito molto in nuove tecnolo-
gie, realizzando anche un ulteriore capannone per le proprie esigenze produttive. Infine hanno allargato da tempo e con lungimiranza i propri orizzonti, presentandosi in modo convincente sui mercati esteri. Tutti fattori che saranno il tema portante del dibattito, insieme alla forza ed alla determinazione dei nostri imprenditori ad andare avanti anche in questo periodo di crisi con una concreta speranza per il futuro�.
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La matricola Ferentino, anche se ferma a soli due punti in classifica, si è confermata domenica scorsa avversario ostico da affrontare, facendo soffrire moltissimo la Leonessa tra le mura amiche. In una serata segnata anche da un’iniziativa di solidarietĂ con i ragazzi disabili della polisportiva “No frontiereâ€?, è andata in scena infatti una partita tiratissima. All’intervallo lungo la formazione allenata da coach Gramenzi conduceva
di sei lunghezze e il quarto periodo terminava in parità a quota 64, per risolversi solo al supplementare. Sugli scudi i due americani Jenkins e Giddens, oltre a Barlos e soprattutto Brkic, autore di 20 punti. La prossima sfida prevede una lunga trasferta a Capo d’Orlando: l’obiettivo è di mantenersi in alto in classifica, battendo la squadra allenata da un indimenticato campione come GianMarco Pozzecco. (f.u.)
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l “suoâ€? Verona gli ha giocato un brutto scherzo eliminando nella sfida di Coppa Italia il Palermo, per il quale lavora come collaboratore tecnico del mister Gasperini. Ora i gialloblĂš si apprestano, sabato alle 15, ad affrontare al Rigamonti il Brescia, nel quale ha militato per metĂ della carriera. Stiamo parlando di Tullio Gritti, attaccante di Brescia e Verona a cavallo tra anni 80 e 90, 71 gol con la maglia delle Rondinelle, che legge la sfida con gli occhi del doppio ex. Brescia e Verona: due piazze molto diverse. I tifosi ti hanno perdonato il passaggio dall’una all’altra? Credo di essere stato uno dei pochi giocatori ad aver militato in due squadre che “non si amanoâ€? ad aver ricevuto buona accoglienza al mio ritorno da avversario. Fu l’anno della serie B, quand’eravamo allenati da Fascetti: la curva del Brescia mi dedicò uno striscione che diceva “70 e passa gol non si scordano maiâ€? e mi hanno applaudito. Per me è stata una giornata strepitosa, a prescindere dalla bravura nel gioco, perchĂŠ i tifosi premiano la persona. C’è qualche derby, disputato con il Verona o col Brescia che ti ha dato emozioni o, in negativo, dispiaceri? Forse quando giocavo io a Brescia il derby piĂš sentito era con l’Atalan-
squadra che può lottare per tornare in serie A. All’inizio era forse “poca robaâ€?, però poi sono arrivati innesti importanti. Per chi tiferai tra le due? Ho fatto metĂ della mia carriera a Brescia. Per la Leonessa provo sempre qualcosa in piĂš. E tecnicamente invece chi vedi meglio? Il rientro di Budel è importante, conosco bene il ragazzo dai tempi di Trieste, certo che le assenze di Corvia, Lasik, Stovini, Saba pesano. Anche il Verona ha qualche assenza, ma la squadra titolare può avere un leggero vantaggio. Quando però si gioca la partita, specie un derby, qualsiasi risultato può essere possibile. Queste le considerazione di Gritti in vista della partita, molto sentita dai tifosi, tanto che verrĂ eseguita, quali che siano le condizioni meteo, la coreografia per la nuova curva nord.
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ta: proprio in uno di questi si vinse la partita 1 a 0 con mio gol su assist di Beccalossi. Come vedi questa serie B? Il Sassuolo primo è un bluff oppure è il Verona quello piÚ accreditato alla serie A? Io ho visto giocare il Sassuolo e vedo che propone un buon calcio, a differenza dell’anno scorso. Ha
buoni valori in alcuni giocatori e cerca di arrivare ai risultati tramite il gioco. Ăˆ una realtĂ importante. Il Verona è strutturata per lottare per i primi due posti: l’anno scorso ha fatto bene ed ora ha aggiunto alcuni giocatori di caratura superiore. Sono molto fiducioso anche per quello che riguarda il Brescia perchĂŠ nel corso del mercato ha allestito una
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'DOOD 6HULH $ DOO¡RUDWRULR RELHWWLYR HGXFD]LRQH Prende il via un progetto a sostegno dello sport negli oratori promosso da Tim, Serie A e Centro sportivo italiano, che cerca di veicolare nel contempo l’educazione a comportamenti corretti sul campo e fuori. L’accordo prevede infatti che i proventi delle multe inflitte dal giudice sportivo a calciatori e società dellaSerie A contribuiranno a sostenere e finanziare l’attività sportiva negli oratori.
In questo contesto da gennaio 2013 prende il via la prima edizione della “Junior Tim Cup – Il calcio negli oratoriâ€?, manifestazione che vedrĂ coinvolti migliaia di ragazzi in tutta Italia. Il torneo di calcio a 7, riservato a giovani under 14, vedrĂ protagonisti, a partire da gennaio 2013, gli oratori delle 16 cittĂ le cui squadre militano nella Serie A 2012-2013. Nel corso della stagione ai ragazzi
sarà anche offerto un palcoscenico d’eccezione: alcune partite di questa competizione, infatti, si disputeranno negli stadi in cui giocano le squadre del massimo campionato, nel prepartita dei match di Serie A. Le fasi finali del torneo si svolgeranno poi allo Stadio Olimpico di Roma in occasione della finale della Coppa Italia 2013. Il torneo inoltre verrà pubblicizzato anche sui
principali social network, dove saranno raccontante le esperienze, le storie e la passione per il calcio dei giovani protagonisti della manifestazione sportiva e dei loro amici. La Junior Tim Cup 2013 rappresenta un’altra tappa del percorso all’insegna del progetto “Il calcio è di chi lo amaâ€? che proseguirĂ con progetti volti a premiare i comportamenti che mettono in campo i valori positivi del calcio.
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Il calcio è senza dubbio il maggior contenitore della passione sportiva provinciale, anche all’interno del Csi Brescia. La variante a 5 giocatori è quella piĂš accattivante e accessibile per arricchire la proposta indirizzata a giovani e open. Il comitato è al lavoro per organizzare tornei estivi all’aperto su erba sintetica e perďŹ no su sabbia, sbarcando nel mondo del beach soccer. In attesa di novitĂ a riguardo si punta, ancora una volta, sulla linea verde, stringendo
un’alleanza importante con la Figc per il futsal, frutto di una comunione di intenti progettuali. Il prossimo 20 gennaio, quindi, otto formazioni di 2000 e 2001 del Csi Brescia e altrettante della Figc prenderanno parte al Torneo dell’Amicizia di calcio a 5. La fase eliminatoria si svolgerĂ nella palestra di via Nullo e nel palazzetto dello sport di Nuvolera, mentre le ďŹ nali sono in programma per il 27 maggio a Bovezzo. Ăˆ solo l’inizio. Ci sarĂ da divertirsi.
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uarant’anni. Il Judo Calcinato festeggerĂ un traguardo storico sabato 1 dicembre aprendo la giornata alle 15 con un corso di aggiornamento dal titolo “Il judo, gioco e propedeuticitĂ â€?. Relatore di spicco il maestro Franco Capelletti, uno dei massimi esponenti del judo a livello internazionale. La societĂ calcinatese conferma dunque tra i suoi obiettivi principali la promozione del judo nel settore giovanile, formando istruttori capaci e motivati. Una filosofia in perfetta coesione con le linee programmatiche del Csi Brescia. L’appuntamento è al Palazzetto dello Sport di Calcinato, nella palestra delle arti marziali. Alla conclusione del corso verrĂ presentato un libretto celebrativo, con una raccolta fotografica. Poi largo alla festa al ristorante “Il posto gustoâ€? di Ponte S. Marco, un’occasione per ricordare storie di vita ed esperienze judoistiche sfogliando le fotografie sotto la guida del maestro Doriano Tomasi, uno dei soci fondatori. Nel 1972 divenne istruttore e vicepresidente della societĂ . La sua “fedeâ€? nel judo, la passione e la tenacia nel praticare ciò che annunciò il fondatore di questa arte marziale Jigoro Kano “Perfezionare se stessi, per essere utili nel mondo che ci circondaâ€?, hanno permesso a molti suoi allievi di seguirlo fino ad oggi, ricoprendo vari ruoli nell’organigramma calcinatese. Fondamentale l’apporto del presiden-
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si nell’organizzazione degli eventi del settore giovanile guidato dal maestro Ugo Piovanelli, che ha ampliato il bacino dei judoka alle sezioni di Nuvolento e Mazzano ottenendo risultati di rilievo e diffondendo il judo-gioco, capace di rendere il tatami accessibile a tutti. Tutto ciò che è stato fatto in questi quarant’anni ha avuto come finalitĂ primaria la crescita umana dei judoka che, sostenuti da maestri e genitori, hanno vissuto tutti i benefici di uno degli sport piĂš completi e formativi. La speranza per il futuro è che molti altri giovani seguano la “via della cedevolezzaâ€? per crescere insieme ad una societĂ che intende spegnere tante altre candeline.
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Storia di un miracolo a Lourdes
mini che ci ripaghi delle cattiverie subiteâ€?. Danila dice di aver provato, in quel momento, una gioia immensa, una vera “letiziaâ€?. Il cuore nuovo suo e del marito erano davvero un miracolo. Maria aveva riempito i loro poveri vasi, prima pieni di acqua marcia, putrida di dolore, di rabbia pur giusta, con vino zampillante di gioia e amore. Pian piano si accorge che anche la malattia fisica non c’è piĂš. Una guarigione inspiegata, secondo le attuali conoscenze scientifiche. Mi dice anche che la guarigione fisica è stata preceduta ed accompagnata da un cammino di fede costante, da un desiderio di amare GesĂš e fare, come Lui, la volontĂ del Padre. Danila, durante la malattia, aveva imparato a vivere la Croce, non come tormento, ma come strada di purificazione che dĂ vita. Alla fine aggiunge: “Quando ci si abbandona fiduciosi nelle braccia del Signore, anche l’impossibile può diventare possibileâ€?. Questa è l’esperienza di Danila Castelli e questo è il mistero che Lourdes racchiude in quella grotta e in quell’acqua, portatrici di speranze, certezze e conforto. Margherita Bettineschi
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Egr. direttore, desidero condividere con i lettori de “La Voce del Popoloâ€? la mia esperienza, vissuta a Lourdes, a ottobre, in occasione dell’ ultimo pellegrinaggio con l’Unitalsi di Brescia. Una sera mi trovavo in mensa all’albergo Salus; ad un certo punto di fronte a me si siede un’altra dama e mi chiede un po’ d’acqua della brocca. Alzo gli occhi e con mia sorpresa la riconosco..... SĂŹ, è proprio vero: è Danila Castelli, la persona di cui ultimamente la Chiesa ha riconosciuto la miracolosa guarigione, avvenuta a Lourdes nel 1989. Ci accordiamo di incontrarci il giorno successivo di fronte alla grotta di Massabielle ed, in quell’occasione, ella mi fa dono della sua testimonianza. Danila Castelli era stata colpita, a 35 anni, da una rara e complessa forma tumorale. Per otto anni subisce una serie di gravi interventi chirurgici e l’asportazione di un certo numero di organi; di tutto questo esiste una rigorosa documentazione medica. Constatata l’impotenza dei medici, con il marito decide il viaggio a Lourdes. Alle piscine, il 4 maggio 1989, succede lo straordinario avvenimento. Danila subito avverte un senso di benessere interiore, e il desiderio di perdonare tutto e tutti: la guarigione del cuore che chiedeva da tanto tempo. Nell’uscire dalle piscine, anche il marito le va incontro, dicendole: “Ho sentito una forza superiore che mi stappava di dosso la pelle (come il serpente che fa la muta) – cosĂŹ proprio ha spiegato lui – e mi rinnovava nello spirito. Ăˆ finito tutto, desidero perdonare. Non cercheremo piĂš la giustizia degli uo-
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PerchĂŠ ringraziare Egr. direttore, premesso che ringraziare Dio creatore è un atto dovuto per ogni essere umano, in particolare per i cristiani; vorrei esporre alcune considerazioni per evidenziare la necessitĂ di un aggiornamento di stile nel celebrare una Giornata che si ripete da oltre mezzo secolo, compreso la Preghiera dell’agricoltore. Va ricordato che fino agli inizi degli anni ‘60 le nostre comunitĂ trovavano sostegno, principalmente, attraverso il lavo-
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ro agricolo. Avevamo molti salariati, i mezzadri, i coltivatori diretti, e quindi i proprietari terrieri. Il lavoro svolto occupava tutta la giornata ed era molto faticoso, soprattutto nella stagione autunnale prima di arrivare alla semina del frumento. Con il trascorrere degli anni c’è stata molta innovazione tecnologica, ed il conseguente ridursi del lavoro faticoso di un tempo, ma abbiamo pure assistito alla continua diminuzione delle persone occupate nell’agricoltura e con “vocazioneâ€? agricola. Inoltre, tantissime cascine, che un tempo vedevano crescere e giocare numerosi bambini, sono letteralmente abbandonate ed in degrado. In buona sostanza, se andiamo a leggere i dati riguardanti i vari tipi di aziende ed alle persone occupate nei vari settori di lavoro troviamo che l’agricoltura è – nel Bresciano – sotto il 10%; Chiari, che era un grosso centro agricolo, sfiora il 5%, e neppure attrae i giovani locali. Di fronte a questo scenario, che comunque andrĂ , almeno parzialmente, modificato in positivo, è necessaria una riflessione ed un aggiornamento, evitando di continuare a presentare ai ragazzi una festa ed una preghiera che non può coinvolgerli. Credo sia il caso di unire tutte le forze del lavoro, della produzione e delle professioni per un Ringraziamento corale, ed una implorazione al Dio della vita affinchĂŠ con lo sforzo comune di tutti si arrivi in fretta a ridefinire il modello organizzativo, produttivo e sociale che possa assicurare la piena partecipazione all’attivitĂ lavorativa, attraverso la quale conseguire quanto necessario ad una vita dignitosa per ciascun essere umano. Giuseppe Delfrate
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