La Voce del Popolo 2012 46

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Signore, ti voglio ringraziare: per il tempo che ho vissuto, per la pazienza che hai avuto, per le giornate che mi hai dato. Giornate di sole quando sono riuscito a pregarti. Che bello è averti vicino. Immensamente bello, dolce, lieto e tutto ho ricevuto. Del resto tu sei il depositario infinito della quiete, della giustizia, dell’amore. Sono grazie meravigliose che tu dispensi. Se qualche volta non le ho raccolte, è perchĂŠ non ti ho saputo pregare. Quant’è stata povera la mia fede, quanto misera la mia testimonianza, quanto fragile la mia presenza, debole la mia speranza. E tu, nonostante tutto, mi hai amato; con una dimensione inimmaginabile, come solo la tua natura divina può fare, in maniera assoluta, totale. Hai perdonato le mie debolezze come si fa con un bambino. Ti è bastato quando ho accantonato la mia presunzione, l’orgoglio che di solito mi acceca, l’egoismo delle mie giornate. Quante volte non ci sono riuscito. Perdonami, perchĂŠ tu raccogli dove non hai seminato e tutto il mondo è tuo. PerchĂŠ l’unico di cui ci si può fidare sei tu. PerchĂŠ solo a poterti pregare il mondo diventa vivibile. PerchĂŠ con Te non solo piĂš solo.

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Politica italiana. Pdl: si cerca la soluzione migliore

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͚͞ ……Ž‡•‹ƒ L’ordinazione a Roma di mons. Vincenzo Zani

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‹ ‰‹‘…ƒÂ?‘ Žƒ …”‡†‹„‹Ž‹–Â? Sulla riforma elettorale è di nuovo stallo. O meglio una nuova legge elettorale per le politiche non la vuole nessuno! Il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, ha spiegato nei giorni scorsi: “Siamo in una situazione di stallo e per questo non ci siamo aggiornati con la commissioneâ€?. “In questo momento – ha detto il relatore pidiellino, Lucio Malan – le difďŹ coltĂ non sono tecniche, ma politicheâ€?. Secondo Malan “la trattativa non può durare all’inďŹ nito. I tempi sono tali che bisogna arrivare al dunqueâ€? e in ogni caso “il risultato non è garantitoâ€?. Appunto, a meno di colpi di buon senso da parte della classe politica le elezioni politiche di primavera (Election day o no) le faremo col

“porcellumâ€? che in fondo in fondo, pare convenga di piĂš ai partiti in campo. Conviene, forse, al Pd che in questo momento è, nei sondaggi, il primo partito (36,1%) dopo l’area del non voto che si attesta al 39,2%. Con la legge usata nel 2008, se vince in coalizione altri, vola al 55% dei seggi in Parlamento e, a meno di correttivi, i suoi dirigenti potranno godere (come per gli altri partiti del resto) delle liste bloccate di coloro che saranno eletti nel prossimo Parlamento, visto che il “porcellumâ€? non prevede le preferenze. Se la riforma, poi, non ci sarĂ Bersani potrĂ in piĂš scaricare la colpa sulla ex-maggioranza a cui compete l’onere della proposta. Il Pdl, a cui forse non conviene cosĂŹ tanto la vecchia legge, si agita tra proposte contraddittorie in attesa di un “colpo di scenaâ€? di Berlusconi. Ieri Enrico Mentana del Tg7 su Twitter scriveva: “Tenetevi pronti perchĂŠ, secondo me, dall’angolo sta preparando un colpo a sorpresa per il suo ultimo

round...â€?. Se lo dice lui! Intanto il padre del “porcellumâ€?, il leghista Calderoli, se la cava con una battuta: “La mia legge non solo vedrĂ il Natale ma pure le uova di Pasqua...â€?. Gli altri, inďŹ ne, che nelle intenzioni di voto sono al 18,5% M5s; Sel 6%; Udc 5,2% e Lega 4,9% (Ipsos), fanno le “proveâ€? e studiano le tattiche per non restare tagliati fuori cercando di sbilanciare il gioco su una legge che sia a loro piĂš conveniente. Il governo per ora tace ancora in attesa di una proposta parlamentare, mentre sempre piĂš forte si eleva la richiesta di un atto formale da parte del Presidente della Repubblica con una lettera alle Camere che obblighi tutti a un gesto di responsabilitĂ . Insomma in scena il solito teatrino del Palazzo davanti al quale non c’è da stare molto allegri. Se le cose non cambieranno i partiti si giocheranno una credibilitĂ che è ai minimi storici e le conseguenze saranno facilmente prevedibili. Anzitutto perchĂŠ mancherĂ al Paese

un segnale forte di rottura da parte di una classe politica con ciò che è avvenuto in passato. Niente tagli ai vitalizi, niente tagli del numero di deputati e senatori e un Parlamento (il prossimo) che pur cambiando maggioranza, magari, sarĂ costruito con le stesse logiche di sempre. In secondo luogo, senza il segnale della riforma, c’è il rischio che l’area del non voto aumenti ancora di piĂš, stabilendo il brutto risultato di un governo della minoranza. La non decisione, poi, va a vantaggio delle forze piĂš demagogiche e populiste che cresceranno. Da ultimo un po’ di fantapolitica... Che ne sarebbe dell’Italia se vincesse, magari in coalizione con qualche lista, il Movimento 5 stelle? Con il “porcellumâ€? avrebbe minimo 340 seggi su 635 alla Camera e noi il comico Beppe Grillo, al posto di Monti, come presidente del Consiglio. In Europa e nel mondo, di questo, si farebbero quattro risate, ma noi... non so.

͛͜ —Ž–—”ƒ ‡ …‘Â?—Â?‹…ƒœ‹‘Â?‡ Ruini sarĂ a Brescia. Intervista: “Dio è il senso della vitaâ€?

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͙͜ ’‘”– Brescia Calcio. Capitan Zambelli rinnova a vita


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Pdl: si cerca la soluzione migliore

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asta una semplice occhiata agli spazi di discussione che i social media del Pdl e dei suoi esponenti di spicco per comprendere quanto la stagione di travaglio e di confronto interno alla principale forza politica del centrodestra interessi i suoi elettori. “Per carità – ha scritto il 1° dicembre scorso Mariagrazia sulla bacheca delò blog del segretario Angelino Alfano – non abbandonate le primarie. Sono un ottimo messaggio per il partitoâ€?. Ma nello stesso spazio di confronto c’è anche chi contesta duramente la scelta, alimentata dagli ex An di “scimmiottareâ€? il centrosinistra. “Gli ex An – è il messaggio postato da Renzo nelle scorse settimane – è ora che la smettano di porre ricatti personali. Nel nuovo Pdl c’è bisogno assoluto di lavorare in squadra senza personalismiâ€?. Due punti di vista diametralmente opposti che testimoniano lo stato del dibattito interno, non privo spigolositĂ . Una situazione a cui non sembra giovare nemmeno l’atteggiamento incerto di Silvio Berlusconi. CosĂŹ come il suo chiamarsi fuori ha di fatto dato il lĂ a un dibattito interno mai concluso nonostante l’investitura data ad Angelino Alfano, anche il suo possibile ritorno in campo ha finito col pesare come un macigno sul confronto interno e sull’eventuale coinvolgimento della base (primarie) per la scelta del candidato premier alle politiche della primavera prossima. Lo stato di difficoltĂ , quasi di involuzione è evidente, cosĂŹ come la contrapposizione tra chi, all’interno del Pdl vuole le primarie e chi resta in attesa della decisione dell’ex premier che potrebbe incidere sullo stesso futuro del Pdl. “Ritengo che primarie realizzate come erano state concepite nei mesi scorsi (sequenziali e all’americana con eventi regione per regione e una grande convention finale, ndr.) – afferma Alessandro Mattinzoli, coordinatore provinciale del Pdl – erano una strada da percorrere anche se non molto vicine al dna del Pdl e potevano rappresentare una riposta credibile alle richiesta dei tempi che chiedono un coinvolgimento

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di legittimaziome dell’attuale classe dirigente del Pdl che dimostrebbe di non essere dipendente in tutto e per tutto dal fondatore. Quelli di Alessandro Mattinzoli sono ragionamenti interessanti, riflessioni di chi, evidentemente, conosce bene quale sia lo stato attuale di un Pdl che, visto da fuori, sembra essersi invece infilato in un vicolo cieco. “La sensazione che diamo – afferma al proposito – è proprio questa e il dato delle recenti elezioni siciliane lo dimostraâ€?. Per il coordinatore del Pdl bresciano, infatti, tra il 52% dei siciliani che non sono andati alle urne vi sono anche tantissimi elettori del partito che si sono sentiti orfani, privi di una adeguata rappresentanza politica. “Proprio da questi - sono ancora considerazioni di Alessandro Mattinzoli - dobbiamo ripartire per togliere il Pdl dalle secche in cui sembra essersi arenatoâ€?. Come? “Dobbiamo mettere mano a un soggetto politico credibile – è la sua ricetta – che faccia seguire a dichiarazioni verbali interventi concreti su pochi punti ma importanti per il partitoâ€?. Quali? “In primo luogo – è il primo dei punti fermi – dobbiamo di mettere da parte l’individualismo che ha segnato un po’ troppo la storia recente del Pdl. Dobbiamo anteporre le ragioni del partito a quelle delle sue diverse animeâ€?. Altra parte della ricetta di Mattinzoli è quella dello stop ai doppi incarichi. “Proprio in considerazione della delicatezza della stagione che stiamo attraversando – è il suo pensiero – non devono piĂš esistere i doppi incarichi.Una scelta che non è dettata solo da ragioni di risparmio rispetto ai costi della politica, ma dalla necessitĂ di avere figure che in una stagione di estrema difficoltĂ si dedichino con impegno a un solo incaricoâ€?. Altro tasto su cui battere per uscire dal vicolo cieco è, per il coordinatore del Pdl provinciale, quello della trasparenza. “Dobbiamo far comprendere ai cittadini – afferma – che la trasparenza all’interno del partito non è solo una virtĂš declamata, ma anche prassi concreta senza generalizzare e peccare di giustizialismoâ€?. Solo mettendo in campo candidature e proposte che sappiano realizzare

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questi pochi punti il Pdl sarĂ in grado, secondo Mattinzoli, di riallacciare quel dialogo con i suoi elettori e con la parte moderata del Paese che non sta trovando particolarmente edificante l’attuale livello di dibattito interno al partito. C’è anche un altro punto che potrebbe portare in questo momento giovamento al Pdl: il maggiore coinvolgimento di esperienze di amministrazione locale anche in una chiave politica. Sono riflessioni, quelle di Alessandro Mattinzoli, che potrebbero necessitare di tempi piĂš lunghi rispetto a quelli scanditi dalle prossime tornate elettorali. Anche questo, però, per il coordinatore provinciale del Pdl non sembra essere un problema. “Quando si mettono in campo idee e progetti nuovi – afferma al riguardo – non bisogna aver paura del risultato delle urne e anche una eventuale sconfitta può essere vista come un’opportunitĂ per

far passare messaggi precisiâ€?. Quello che resta da valutare è lo spazio che l’agenda attuale del Pdl intende dedicare a ragionamenti di questa portata. “Credo che lo spazio per queste riflessioni – conclude Alessandro Mattinzoli – ci sia all’interno del partito, anche se in larga parte l’accoglienza di queste istante dipende dal grado di generositĂ di chi ha avuto tanto dal partito e dalla sua disponibilitĂ a passi indietro personali per la crescita e l’affermazione complessiva del Pdlâ€?.

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Allarme povertà dall’Unione europea. Nel 2011 sono quasi 120 milioni le persone, pari al 24,2% della popolazione, a rischio povertà o esclusione sociale. Lo rileva l’Eurostat che segnala un peggioramento rispetto al 23,4% del 2010 e il 23,5 del 2008. Le proporzioni piÚ importanti di disagio sono state registrate nell’Europa dell’est e in Grecia, le piÚ deboli in Repubblica Ceca, nei Paesi Bassi e in Svezia. Per l’Italia gli ultimi dati sono dell’Istat

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e parlano di 3.415 mila in povertĂ assoluta. prezzo piĂš basso. Tra io parametri utilizzati da Eurostat per la sua ricerca c’è il livello di reddito familiare. Sono dunque a rischio povertĂ tutte quelle persone che vivono in una famiglia che ha un reddito complessivo che si colloca al di sotto di quello indicato come soglia di povertĂ , ossia inferiore al 60% della media nazionale. Altro elemento che ha inciso pesantemente nelle rilevazioni di Eurostat è l’aumento

della disoccupazione in molti Paesi dell’eurozona. Dal 2008 al giugno scorso, a causa della crisi economica ancora in atto, il tasso di disoccupazione in Europa è passato dal 7% al 10,4%: la crisi ha prodotto in tutta Europa circa 25 milioni di disoccupati, 18 milioni dei quali nell’eurozona. C’è poi la piaga della precarietĂ . Circa il 94% dei posti di lavoro creati nel 2011 è part-time, una situazione che riguarda persone dai 15 ai 64 anni di etĂ .

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edio Oriente: un ottovolante caratterizzato da salite impervie e da picchiate che tolgono il respiro. Il mondo ormai è abituato a questi segnali contrastanti che arrivano da quella che, probabilmente, è l’area piĂš tormentata del pianeta. Una regione difficile da comprendere, con i suoi repentini cambi di prospettiva. Dopo che per giorni il mondo interno ha guardato con preoccupazione alla ripresa degli scontri tra Hamas e il governo israeliano nella Striscia di Gaza e alla debole tregua che ancora regge, con una guerra in Siria che ormai si è sclerotizzata, e con il rinfocolare delle proteste in Egitto, l’assemblea delle Nazioni Unite ha riconosciuto, il 29 novembre scorso, la Palestina come Stato non-membro ed osservatore, scrivendo di fatto una pagina importante della sua storia. Il Palazzo di vetro, nonostante la ferma opposizione di Israele e Stati Uniti, ha tirato dritto nei confronti di questo primo risconoscimento per lo Stato plaestinese. Nonostante la ferma opposizione israeliana e le perplessitĂ degli Usa, l’Onu ha fatto la sua scelta. Tel Aviv, non ha aspettato molto per fare la sua contromossa e, nei giorni scorsi ha rilanciato la politica di costruzione di nuove abitazioni (3000 questa volta) per i coloni nella zona di Gerusalemme est e della West Bank, che tanto

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‡”—•ƒŽ‡Â?Â?‡ ‡•– fa arrabbiare l’autoritĂ palestinese e ha suscitato al ferma reazione dell’Europa. Secondo rivelazioni riportate da media israeliani, alcuni degli insediamenti sorgeranno fra Gerusalemme e la colonia di Maaleh Adumim. I

palestinesi si oppongono con forza ai piani per la costruzione di colonie in quest’area, conosciuta come la E1. Il loro sviluppo, infatti, taglierĂ la West Bank in due, rendendo molto difficile la creazione di uno Stato palestinese omogeneo, con Gerusalemme est quale capitale. Hanan Ashrawi, statista palestinese, ha bollato la decisione “un atto di aggressione di Israele verso un altro Statoâ€?. Benjamin Netanyahu, premier israeliano, ha detto che presentandosi all’Onu, i palestinesi hanno “violatoâ€? accordi presi in precedenza e che perciò il suo Paese agisce di conseguenza.

In realtĂ , le colonie illegali fioriscono da decenni nella West Bank e attorno a Gerusalemme est. Almeno 500mila coloni israeliani vivono in piĂš di 100 insediamenti costruiti dopo l’occupazione del 1967. Mahmoud Abbas, presidente dell’AutoritĂ palestinese, ha ribadito che la Palestina vuole aprire i dialoghi con Israele, senza alcuna condizione. Per il Segretario generale dell’Onu Ban Kimoon, però, Il progetto di costruire nuovi insediamenti israeliani vicino a Gerusalemme est, se trasfromato in realtĂ , rappresenterebbe, di fatto un “colpo fataleâ€? alle speranze di pace.

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8Q DWODQWH SHU O¡LQIDQ]LD D ULVFKLR Save the Children in collaborazione con il Garante nazionale per l’infanzia ha realizzato il terzo “Atlante dell’infanzia (a rischio)â€?, sulla condizione attuale e i futuri scenari dell’infanzia in Italia. La pubblicazione della Ong contiene anche 80 mappe con i principali indicatori demograďŹ ci, sociali, economici e culturali sui bambini e adolescenti in Italia oggi e con proiezioni nel 2030. Il quadro che emerge dal terzo “Atlante dell’infanzia (a ri-

schio)â€? di Save the Children è drammatico ed estremamente preoccupante. A delinearlo è l’analisi e la traduzione in circa 80 mappe dei principali indicatori della condizione dell’infanzia in Italia: dai dati sulla disoccupazione in base anche al livello d’istruzione, ai trend demograďŹ ci di qui al 2030, dai servizi per l’infanzia, alla spesa sociale per famiglie e minori, dalla crescente dispersione scolastica, alla crescente povertĂ delle famiglie con

ďŹ gli, al sempre piĂš squilibrato rapporto fra la popolazione anziana e quella neonata, al livello di “connessioneâ€? o “disconnessioneâ€? sociale e culturale dei nostri teen ager. L’evento di presentazione e dibattito a partire dalla nuova pubblicazione si inserisce nell’ambito della Campagna di Save the Children “Ricordiamoci dell’Infanziaâ€?, lanciata dall’organizzazione il 15 maggio scorso, a sostegno dei minori a rischio in Italia.


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Come previsto, sarĂ un Natale sottotono. Lo prevede un sondaggio di Confesercenti-Swg, secondo il quale a dicembre gli italiani spenderanno 36,8 miliardi: il 3% in meno rispetto al 2011, quando spesero 38 miliardi. Il dato – secondo la ricerca – è frutto di uno stato emotivo che vede salire la speranza nel Paese, ma allo stesso vede crescere anche il numero di coloro che temono sia il peggior Natale del triennio.

Nel gennaio 2013 si terrĂ la 9ÂŞ rilevazione semestrale dell’indagine “L’andamento delle raccolte fondi nel terzo settore: stime 2012 e proiezioni 2013â€? realizzata dall’Osservatorio di sostegno al non proďŹ t sociale dell’Istituto italiano della donazione. Le previsioni sono sono rosee. Nel primo semestre 2012 le organizzazioni non proďŹ t che hanno stimato di aver raccolto di piĂš sono solo il 14%, contro un 39% che dichiara di stimare un peggioramento delle stesse.

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l gioco d’azzardo è vietato dal codice penale, ma la progressiva legislazione in deroga da metĂ degli anni ’90 ad oggi ha portato a situazioni paradossali. Potrebbe essere infatti punita una scommessa tra amici, mentre risultano legali gli oltre 79 miliardi di fatturato ricavati da lotterie, slot machines, poker, scommesse e giochi d’azzardo di natura sempre piĂš varia che in questi ultimi anni, a ritmi sempre piĂš frenetici, sono stati immessi sul mercato. La platea dei giocatori si è allargata enormemente e ormai anche giovani, casalinghe e pensionati costituiscono nuove fasce d’utenza da catturare e fidelizzareâ€?. Parte da queste considerazioni la campagna nazionale contro i rischi del gioco d’azzardo “Mettiamoci in giocoâ€?, promossa da diverse associazioni (Acli, Adusbef, Alea, Anci, Anteas, Arci, Auser, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl, Cnca, Conagga, Federconsumatori, Federserd, Fict, Fitel, Fondazione Pime, Gruppo Abele, Intercear, Libera, Uisp). Secondo il Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo nel 2011 il mercato mondiale dei giochi d’azzardo ha raccolto, al netto dei premi erogati,

417 miliardi di euro (+5,6% sul 2010). Il 29% di questi sono in Europa. L’Italia, con 18,4 miliardi di euro, rappresenta oltre il 15% del mercato europeo del gioco e oltre il 4,4% del mercato mondiale (con l’1% della popolazione mondiale). In generale, cresce in Italia la spesa sul gioco d’azzardo. Il fatturato è passato dai 14,3 miliardi del 2000 ai quasi 80 (79,9) del 2011 (erano 61,4 miliardi nel 2010). La spesa procapite per ogni italiano maggiorenne è di 1703 euro (elaborazione su dati dei Monopoli di Stato, relativi ai primi otto mesi del 2012). A fronte di un’evidente contrazione dei consumi familiari negli ultimi anni, cresce la voglia di giocare nella speranza del colpo di fortuna. Nel 2011 sono crollati i risparmi delle famiglie. In compenso l’Italia è il primo mercato al mondo

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nei Gratta e Vinci: nel 2010 sono stati comprati nel nostro Paese il 19% dei biglietti venduti nel mondo. A livello pro-capite l’Italia ha il triplo delle video lottery degli Stati Uniti. Non solo: l’Italia, pur rappresentando solo l’1% della popolazione mondiale, ha il 23% del mercato mondiale di gioco on line. Secondo una recente elaborazione del Cnr sui dati della ricerca Ipsad Italia 2010-2011, emerge che: n Italia il 42% delle persone fra i 15 e i 64 anni ha giocato almeno una volta nell’ultimo anno, equivalenti a 17 milioni di italiani; che la maggior parte dei giocatori non è a rischio; che 1,7 milioni di italiani sono a rischio; che poco piĂš di 500mila persone rispondono ai criteri diagnostici certificati come giocatori d’azzardo patologici. Notevoli sono i costi sociali della dipendenza da gioco d’azzardo. Per far fronte ai danni diretti e indiretti causati da questa nuova forma patologica ogni anno l’Italia spende tra i 5,5 e i 6,6 miliardi di euro. Sul sito www. redattoresociale.it è disponibile un interessante (quanto preoccupante) dossier sulla diffusione del gioco d’azzardo in Italia e sui problemi a questo connessi.

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—‘Â?‡ Â?‘–‹œ‹‡ Â—ÂƒÂ”Â–Â‹Â‡Â”Â‡ÇĄ „‡Â?‡ …‘Â?—Â?‡ Nell’ambito del progetto “Il quartiere come bene comune Legami comunitari, cura sociale e vivibilitĂ ambientale a San Polo e Sanpolinoâ€?, progetto finanziato con il contributo della Fondazione Cariplo, e del quale sono partner Auser, Acli S. Polo, Uisp e Anffas, il circolo Acli S. Polo ha organizzato un percorso di riflessione sul tema della legalitĂ . Nei due incontri realizzati si è cercato di analizzare dove e come si annida e si esprime l’illegalitĂ in Italia. Nel terzo

Ž‡˜ƒœ‹‘Â?‡ Â?ƒ”‹ƒÂ?ƒ ƒ ƒŽ‹Â?‘ incontro, in programma venerdĂŹ 7 dicembre alle 20.45 presso il salone della parrocchia di S. Angela Merici in via Cimabue 271, verrĂ lanciato un messaggio di speranza in un riscatto collettivo del Paese a partire dal basso. Interverranno Roberto Rossini, presidente provinciale Acli, Dario Ciapetti, sindaco di Berlingo e membro dell’associazione “Comuni virtuosiâ€?, Fernando Scarlata, Comitato antimafia “Peppino Impastatoâ€? di Brescia e Giuseppe Giuffrida, di Libera.

In occasione dell’avvio del nuovo Anno pastorale e di quello della fede, sabato 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione di Maria, alle 15,30 presso la chiesa parrocchiale di San Michele arcangelo in Calino, le parrocchie di Calino Cazzago S.M., Bornato e Pedrocca offrono un concerto di polifonia classica antica e moderna “Elevazione marianaâ€?. Protagonista del momento musicale è il coro “La Rocchettaâ€? di Palazzolo

sull’Oglio, diretto dal maestro Renzo Pagani. La corale polifonica, nata a Palazzolo sull’Oglio nel 1954 e da allora ha cercato di valorizzare un vasto patrimonio musicale che va dalla musica popolare a quella sacra, presenterà un programma con musiche di Frisina, Magri, P.G. Palestrina, Bruckner, Archinger, Haydn, De Antiquis Venetus, Luzzaschi, de Victoria, Mozart, Bortniansky e Rachmaninov.

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@Pontifex: un pensiero nella rete Il Papa su Twitter. Come dire: le nuove tecnologie a servizio del Vangelo, la “buona novellaâ€?, appunto. Storia antica e radici solide. E c’è un “fil rougeâ€? che lega l’ingresso del Papa in uno dei social network piĂš utilizzati al mondo, con un suo predecessore che piĂš di 80 anni fa lanciava il suo primo messaggio via radio: era il 12 febbraio 1931. Nei locali della Radio Vaticana, all’interno del piccolo Stato, c’era Guglielmo Marconi, che aveva realizzato la stazione per il Papa, e Pio XI che parlava di tecnologia messa a servizio delle relazioni tra gli uomini. Oggi i nuovi strumenti della comunicazione sono anche i social network e, pertanto, non deve stupire se un Papa ha un “accountâ€? (sono piĂš di 500mila i “followersâ€?, ndr.) che faccia riferimento a lui, consentendogli di essere “collegatoâ€? con quanti “naviganoâ€? alla ricerca di messaggi, e, direi, messaggi di senso anche religiosi, che, proprio perchĂŠ tali, devono essere condivisi. In Matteo leggiamo le parole di GesĂš: “Quello che vi dico nelle tenebre

ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio predicatelo sui tettiâ€?. Nel mondo di oggi, i tetti sono un susseguirsi di antenne, di ripetitori satellitari; e sono anche quell’incredibile diffusione che hanno le parole, grazie a internet, ai telefonini e alle nuove tecnologie. Ma non leggiamo questa novitĂ mediatica come un adeguarsi alle mode del momento. Dopo il “Pop2youâ€? lanciato dal Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali per

avvicinare i giovani attraverso Facebook e Youtube, ecco dunque Twitter. L’evoluzione dell’attenzione della Chiesa alla comunicazione ha una tappa precisa nel Concilio Vaticano II e nel decreto Inter mirifica che mette la Chiesa di fronte al grande tema di come comunicare le veritĂ della fede in un mondo in cui altre sono le “veritĂ â€? diffuse. Proprio da questo decreto prende vita la Pontificia commissione, oggi Pontificio consiglio

delle comunicazione sociali. Paolo VI, parlando al neonato dicastero il 28 settembre 1964, ancora a Concilio non concluso, ne sottolineava il ruolo e i compiti: “Siamo anche pensosi, e quasi spaventati, circa il lavoro cui questa Commissione si accinge. Ăˆ immenso il campo, in cui tale lavoro dovrĂ svolgersi. Ăˆ enorme la somma di problemi che esso presenta. Sono incalcolabili le difficoltĂ che si dovranno incontrare. Sono terribilmente

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sproporzionati i mezzi, di cui si dispone, rispetto a quelli giganteschi posti dal mondo a servizio delle comunicazioni socialiâ€?. Ăˆ con Giovanni Paolo II che il mondo dei media ha iniziato a fare davvero i conti con una Chiesa capace d’imporsi nel mondo della comunicazione con i suoi avvenimenti e con le sue parole: il suo è stato un pontificato, si potrebbe dire, in diretta tv. Benedetto XVI lo abbiamo giĂ visto davanti a un “tabletâ€?; lo abbiamo ascoltato mentre si rivolgeva alla “generazione digitaleâ€? per indicare la strada di un corretto dialogo che è fatto soprattutto d’incontro personale non mediato da uno schermo di computer. La rete è sempre piĂš il luogo delle domande e delle risposte. Ma può un testo di soli 140 caratteri esprimere un’idea o una riflessione spirituale? Lasciamo parlare proprio Benedetto XVI: “Nella essenzialitĂ di brevi messaggi, spesso non piĂš lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi se ciascuno non trascura di coltivare la propria interioritĂ â€?.


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Prosegue per il mese di dicembre il progetto “Strada facendoâ€? con cui l’Asl di Brescia si mette in moto per le persone meno informate e meno consapevoli dei rischi sanitari a cui sono esposte e per le varie realtĂ di emarginazione ed esclusione sociale. Il viaggio dell’unitĂ mobile dell’Asl ha preso il via il 25 settembre, con tappe in diversi punti della cittĂ di Brescia; sull’unitĂ mobile è presente un operatore che svolge attivitĂ di

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prevenzione sanitaria e prestazioni infermieristiche di primo livello. Grazie alla recente stipula di un protocollo di intesa tra l’Asl di Brescia e l’Associazione Casa Betel 2000 onlus che gestisce la Mensa Menni, ogni martedÏ l’Unità mobile sosterà nel cortile della mensa stessa per fornire agli ospiti assistenza, prestazioni infermieristiche di primo livello (misurazione parametri, piccole medicazioni), e informazioni rispetto ai servizi attivi. I prossimi

appuntamenti del progetto “Strada facendoâ€? con l’unitĂ mobile dell’Asl sono: giovedĂŹ 6 dicembre dalle ore 8.15 alle ore 12.30 in piazzale Miro Bonetti, presso il Centro commerciale Freccia Rossa; martedĂŹ 11 dicembre dalle ore 8.15 alle 10.20 in via San Faustino (Piazzetta antistante Sala Piamarta) e dalle ore 10.30 alle ore 12.30 alla Mensa Menni; giovedĂŹ 13 dicembre dalle 8.15 alle 12.30 in pIazzale Miro Bonetti, presso il Freccia Rossa.

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ltre 600 giovani delle scuole dell’obbligo, assieme a docenti, amministratori ed esponenti della comunitĂ parrocchiale e associativa erbuschese hanno ricevuto la “Carta educativaâ€?, una sorta di patto fra le generazioni per vivere e prendersi cura, assieme, del proprio paese. L’iniziativa ha visto una serie di tavoli di confronto fra l’Amministrazione comunale, l’Istituto comprensivo di Erbusco, le scuole dell’infanzia, gli oratori, le parrocchie, l’associazione “Family Network-Genitori in reteâ€?, il Corpo musicale “Zocco Bandâ€? di Zocco e Spina e il Corpo musicale Dino Magri di Erbusco e la societĂ sportiva. “Durante gli incontri – dice il vicesindaco e assessore competente, Rosa Milini – ogni associazione e realtĂ educativa ha avuto l’opportunitĂ di esprimere i propri vissuti ed esperienze, confrontarsi con gli altri educatori ed esprimere le proprie aspettative. Sono stati analizzati gli stili di comportamento osservati nei giovani nei momenti in cui dovevano assumere e portare avanti un impegno e nei momenti di attivitĂ ludiche e di svago, tenuti sia a livello individuale che di gruppo, oltre che la capacitĂ di instaurare relazioni con i coetanei, con gli adulti e con l’ambiente e le coseâ€?. Al termine del percorso, coordinato dallo psicologo Renato

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alcune frasi: “Comprendo che ciascuno è prezioso e diverso; riconosco il valore dell’ambiente in cui vivo; mi impegno a portare a termine le attivitĂ che svolgo; vivo in una comunitĂ ; riconosco l’importanza del ruolo degli educatori; sono attento ai bisogni degli altri; affronto le situazioni che incontro; esprimo i miei pensieri perchĂŠ è un diritto per tutti; ricevo ogni giorno tanto dagli altri; cerco di costruire, assieme agli altri, una societĂ serena e solidaleâ€?. La carta è stata cosĂŹ consegnata a ogni singolo ragazzo delle scuole dell’infanzia, ai ragazzi delle scuole primarie e della

scuola secondaria di primo grado, alle realtĂ istituzionali, agli oratori, alle parrocchie e alle associazioni che hanno partecipato al tavolo di lavoro e che poi provvederanno ad esporla negli ambienti frequentati dai ragazzi stessi. In chiusura, la proclamazione del nuovo Consiglio comunale dei ragazzi, che lavorerĂ sulla carta educativa da qui al 2 giugno 2013. Le votazioni hanno premiato Faye Seynabou, giovane di seconda generazione, originaria del Senegal. Faye, 12 anni, frequenta la seconda media all’istituto comprensivo locale “Ignazio Siloneâ€?.

*LRUJLR 5DLQHUL QXRYR FDYDOLHUH Nella celebrazione di S. Andrea, titolare della parrocchia di Iseo, il provicario mons. Cesare Polvara ha consegnato l’onorificenza pontificia dell’Ordine di San Silvestro all’ex sacrestano Giorgio Raineri (nella foto di Sbardolini-Iseo). L’Ordine pontificio di San Silvestro papa e martire, talvolta indicato come Ordine silvestrino, è un ordine cavalleresco detenuto dalla Santa Sede e si distingue come uno degli ordini piĂš antichi della

Santa Sede, anche se la sua data precisa di inizio di conferimento rimane incerta. Venne unito con l’Ordine dello Speron d’Oro. Papa Pio X, nel suo motu proprio del 7 febbraio 1905, dal titolo Multum ad excitandos, divise l’Ordine in due classi di cavalieri, una che mantenne il nome di San Silvestro e l’altra che recuperò quello antico di Milizia Aurata o Speron d’Oro. Ăˆ sembrato doveroso al parroco, don Giuliano Baronio, richiedere tramite il Ve-

scovo, tale onorificenza per Giorgio Raineri, sacrestano per piĂš di 40 anni, di cui sei finali da volontario, perchĂŠ, ha svolto con passione e con grande spirito di servizio il compito di custode della Pieve e delle sue suppellettili e di incaricato per la preparazione dei riti e dei servizi religiosi. A Giorgio, abbonato a “La Voce del Popoloâ€? da lunghissimo tempo, vanno le nostre congratulazioni insieme a quelle di tutta la comunitĂ iseana.

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scolastico 2012-13 alle scuole elementari e medie bresciane per l’educazione alla cittadinanza attiva e all’intercultura. Le parole chiave che hanno ispirato questo progetto sono ascolto, socializzazione, riconoscimento reciproco, apprendimento di tecniche attive, valorizzazione e partecipazione. Alunni, insegnanti e genitori useranno linguaggi diversi durante le esperienze e parteciperanno a ogni tappa del percorso ciascuno con la propria identitĂ . Questa proposta educativa è attiva

nei poli scolastici di Castelcovati, Urago d’Oglio, Roncadelle, Flero e nel centro storico di Brescia, con la partecipazione di 500 bambini, i loro genitori e insegnanti. In classe e negli altri luoghi di sperimentazione le fasi saranno molteplici e verranno “messe in giocoâ€? le capacitĂ di comprendere se stessi e gli altri, la propria e l’altrui cultura. Gli animatori didattici del Gruppo Scuola dello Svi useranno tecniche attive con introduzione di giochi didattici in classe che attiveranno le capacitĂ di co-

operazione e daranno piĂš informazioni sulle culture di appartenenza. Ai genitori degli alunni iscritti verrĂ proposta l’esperienza di laboratori come luoghi aperti alla pluralitĂ delle relazioni, alla conoscenza di sĂŠ e delle culture presenti sul territorio. Corsi per l’educazione interculturale si svolgeranno allo Svi e nei plessi di Roncadelle e Urago d’Oglio e saranno proposti agli insegnanti. Per informazioni, ci si può rivolgere a Francesca Albasini Pereira, 3404718913.

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na Tenda per tutti. Nella piazzetta San Faustino, a fianco dell’omonima chiesa, verrĂ eretta, come accade da piĂš di 20 anni e per rimanervi da sabato 8 a domenica 16 dicembre, la “Tenda della solidarietĂ fra i popoliâ€?, un’iniziativa promossa dal Comune di Brescia e dalla Consulta per la cooperazione e la pace, la solidarietĂ internazionale e i diritti umani. Don Piero Lanzi, coordinatore del gruppo di lavoro per la Tenda, ha ricordato come “la stessa voglia rappresentare il senso della solidarietĂ e del volontariato, perchĂŠ vi danno vita piĂš di 40 associazioni che li rappresentano, senza alcuna distinzione di razza, religione, storia o cultura, ma accomunate dalla volontĂ di agire per un mondo piĂš giusto e piĂš fraternoâ€?. Il tema su cui la città è chiamata a riflettere, attraverso quanto avverrĂ sia sotto la tenda sia in ambiti esterni alla stessa, è “Giustizia e povertĂ â€?, lĂ dove la seconda è spesso conseguenza di una distorta visione della prima. Fra i molti momenti, attrazioni,

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tiche giovanili e associazionismo Diego Ambrosi – fanno della cittĂ una tenda unica, in quanto il tema proposto è un pensiero che è rivolto a chi si spende per gli altri e nel contempo un invito ai giovani a riflettere sul diventare ‘cittadini attivi’ contro una povertĂ che è sempre piĂš dilaganteâ€?. “La Tenda, in un momento di crisi economica e quale vetrina del mondo della cooperazione e della solidarietà – ha aggiunto per l’ufficio di presidenza della Consulta Giovanna Mantelli – dĂ voce al volontariato rafforzandone i principi, anche attraverso il concorso, per gli studenti delle scuole secondarie, che vuole dare un logo ed uno slogan alla Consulta, a che debba venire dai giovani e che verrĂ premiato alle 9.30 di sabato 15 nella Sala Piamartaâ€?.

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,O YROWR GHO YRORQWDULDWR q PROWR JLRYDQH In occasione della Giornata internazionale del volontariato il Centro servizi per il volontariato di Brescia ha organizzato, l’1 dicembre, la Festa del volontariato, un momento ludico di coinvolgimento per volontari, bambini e ragazzi bresciani. Presso l’auditorium di Confartigianato erano presenti le classi vincitrici del concorso “La SolidarietĂ che abita a scuola edizione 2012â€? e una rappresentanza dei volontari bresciani. Durante la manifestazione è stato proposto lo spettacolo “Energia che magiaâ€? curato dalla compagnia “La Nuvola nel saccoâ€?, una miscela di racconto e fantasia, che ha entusiasmato e coinvolto sui temi dell’energia e del volontariato. Al termine dello spettacolo le premiazioni. Otto buoni del valore di 500 euro, spendibili in cancelleria, sono stati consegnati alle: classi prime della Scuola primaria Andersen di Gardone Valtrompia, le seconde della Scuola primaria Rovato, sezione Alghisi, le terze della Scuola primaria Don Milani di Nave, la quarta A della Scuola primaria Ungaretti di Brescia, la quinta della Scuola primaria di Malonno, la Scuola media Carlo Dossi di Leno con le classi 1A – 1B, la seconda D della Scuola secondaria Falsina di Castegnato e la terza C della Scuola secondaria di Piamborno. Sono stati piĂš di 60 i lavori presentati, spesso frutto di un percorso di discussione su temi sociali. Agli studenti era infatti stato chiesto di rappresentare il volontariato che viene vissuto nella scuola o nel territorio. Nell’elaborazione dell’opera, le classi avevano

la possibilità di narrare, descrivere o anche solo prendere spunto dalle esperienze eventualmente svolte dai singoli alunni, dal gruppo classe o dall’istituto, oppure ispirandosi a iniziative che hanno coinvolto le organizzazioni di volontariato e le associazioni. Sono pervenuti gli elaborati piÚ diversi e creativi: disegni, temi, opere grafiche, pittoriche, fotografiche, informatiche o digitali, brani musicali, favole, racconti, ricerche, video clip, articoli e lettere. (a.t.)

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piĂš vissuto e condiviso: lo sviluppo sociale della comunitĂ si basa sulla piena inclusione delle persone con disabilitĂ . Per questo confrontandomi con i rappresentanti di alcune realtĂ che seguono queste tematiche mi ero preso l’impegno di costruire uno strumento capace di aprire la cittĂ alle esigenze delle persone con disabilitĂ con l’obiettivo di abbattere le barriere, ďŹ siche e culturali, che ancora esistono. Abbiamo lavorato

afďŹ nchĂŠ quest’opportunitĂ , nata dalla volontĂ di valorizzare la disposizione dell’Onu, che sancisce i diritti delle persone con disabilitĂ , potesse concretizzarsiâ€?. Nelle prossime settimane la proposta articolata dalla Consulta sarĂ afďŹ data alla commissione Consiliare revisione degli statuti e dei regolamenti, afďŹ nchĂŠ possa elaborare una proposta circa la composizione e la regolamentazione dell’Osservatorio.

Favorevole al progetto anche Gloria Gobetto, referente per la Consulta: “Saremo il primo Comune italiano a dotarsi di tale strumento. Un progetto che è tutto da costruire ma se le premesse sono queste ci sono le condizioni perchĂŠ questa esperienza possa essere utile esempio e punto di riferimento anche a livello nazionale. Insomma ci fa piacere essere i primi, ora cercheremo di costruire l’Osservatorio insieme al Comune e alla cittĂ â€?.

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tranieri come ricchezza. In un clima di festa, solidarietĂ e collaborazione si è conclusa la prima parte del progetto Brescia aperta e solidale. Domenica 2 dicembre, presso l’oratorio della Stocchetta, si è tenuto il Convegno conclusivo dei primi tre anni di progetto, durante il quale sono stati presentati alla cittadinanza i risultati finora raggiunti. Brescia aperta e solidale è un progetto nato nel 2007 dal lavoro sinergico dell’associazione Centro migranti della diocesi, del Movimento cristiano lavoratori e delle Acli provinciali di Brescia; finanziato dal Comune di Brescia, il progetto rientra nel Piano sociale di zona dello stesso e del Comune di Collebeato ed è nato alla scopo di favorire il piĂš possibile l’integrazione tra italiani e immigrati stranieri, creando occasioni d’incontro e arricchimento reciproco. “Grazie a questa giornata di riflessione e festa, potremo capire l’importanza e la bontĂ di un simile progettoâ€? ha detto Giorgio Maione, assessore comunale ai Servizi sociali e alle politiche per la famiglia, introducendo il convegno. “Il Comune di Brescia, infatti, ha creduto in Brescia aperta e solidale, in quanto pienamente convinto

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ENERGIE A RESPONSABILITĂ€ ILLIMITATA.

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ISTITUTO SANTA MARIA DI NAZARETH Scuola dell’infanzia Scuola primaria S c u o l a s e c o n d a r i a d i p r i m o g ra d o

Relazioni esterne e comunicazione LGH

L’associazione “CittĂ dell’umo Bresciaâ€? propone, martedĂŹ 11 dicembre, un nuovo incontro. Interviene il prof. Guido Formigoni sul tema “Lombardia, Italia. Dove va la politica nel nostro Paese?â€?. La serata si svolge alle 18 a Palazzo San Paolo in via Tosio. Formigoni è docente di storia contemporanea presso l’UniversitĂ Iulm di Milano e condirettore della rivista “Ricerche di storia politicaâ€?. L’incontro è aperto a tutti. Ăˆ, inoltre, attivo il sito dell’associazione: www.cittadelluomobrescia. it. L’Associazione si propone di “elaborare, promuovere e diffondere una cultura politica che, animata dalla concezione cristiana dell’uomo e del mondo, contribuisca a sviluppare l’adesione ai valori della democrazia espressi nei principi fondamentali della Costituzione, ponendo una particolare attenzione alla formazione della coscienza civile dei cittadiniâ€?.

stessa comunitĂ , a prescindere da origini e culture diverse e si possa passare da una cittĂ immaginaria a una immaginataâ€? ha poi concluso l’Assessore. Anche Giovanni Boccacci, direttore del progetto, si è detto soddisfatto di quanto raggiunto ad oggi e ha ribadito con forza come, per lo Stato italiano, i cittadini stranieri non siano solo un onere ulteriore bensĂŹ una vera e propria ricchezza, anche in termini monetari. “L’obiettivo iniziale del nostro progetto era quello di creare gruppi d’azione nei quartieri che abbia-

mo però potuto realizzare solo in ambito circoscrizionale; non posso che ringraziare le molte persone che operano all’interno di questi gruppi, il cui compito, non semplice, è quello di far comprendere alla gente che abita i quartieri, che il fenomeno dell’immigrazione, non è un “fenomeno da baracconeâ€? bensĂŹ una ricchezza da vivere. L’immigrazione, infatti, interessa il nostro Paese da oltre un trentennio ed è fondamentale capirne la complessitĂ guidandola al raggiungimento di determinati obiettivi. Solo insieme si costruisce realmente il futuroâ€?. Durante il convegno si sono quindi succeduti rappresentanti dei cinque gruppi d’azione, attivi nelle zone di Brescia nord, centro, sud, est e ovest; ognuno di essi, supportato da un video appositamente creato da studenti del corso universitario Stars di Brescia, ha dunque presentato il proprio operato, con azioni legate tra l’altro, a doposcuola, corsi di alfabetizzazione, fornitura di vitto e alloggio a studenti universitari stranieri, feste multiculturali per creare legami tra genitori italiani e immigrati. A corollario della festa, il pranzo etnico, il torneo di calcio, i cori natalizi e la Santa Messa che ha concluso la giornata.

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”‡•…‹ƒ ͙͛Í? Â?‡œœ‹ ‡ ͛͘͘ ’‡”•‘Â?‡ ’‡” ‹Ž ’‹ƒÂ?‘ Â?‡˜‡ Scatta in cittĂ il “piano neveâ€? per garantire la mobilitĂ delle persone e dei veicoli e la fruibilitĂ dei servizi in caso di precipitazioni nevose e presenza di ghiaccio. Gli interventi sono coordinati da Aprica Spa in collaborazione con il settore strade del Comune. “Una macchina organizzativa complessa – spiega l’ing. Alessandro Baronchelli responsabile del settore – ma ben rodata, che può contare su 135 mezzi e circa 300 persone reperibili tutti i giorni, 24 ore su 24,

ďŹ no al 10 marzoâ€?. Per ottimizzare l’organizzazione predisposte tre tipologie di intervento attivate in base alle caratteristiche dell’evento meteorologico avverso: interventi preventivi, ďŹ nalizzati a scongiurare la formazione di ghiaccio, con spargimento di soluzione salina antigelo in 25 punti sensibili della cittĂ come cavalcavia e sottopassi, presidio di 36 punti critici da parte di autocarri carichi di fondenti e muniti di lama sgombraneve, pronti a intervenire immediatamente

all’inizio delle precipitazioni nevose e lamatura della neve sulla viabilitĂ e interventi su marciapiedi e altre aree pedonali, con relativo spargimento di fondenti. Il tutto su 600 km di strade e 1.200 di marciapiedi, con una spesa che comporta per il Comune un esborso di 500mila euro. “Le priorità – puntualizza Mario Labolani, assessore ai Lavori pubblici – sono rivolte agli ospedali, alle scuole e ai servizi pubblici. E da quest’anno dobbiamo aggiungere anche la

pulizia dei parcheggi, delle piazze e degli accessi alla metropolitana. Nei momenti piĂš critici il lavoro da svolgere è complesso. Chiediamo la comprensione e la collaborazione di tutti afďŹ nchĂŠ, in caso di neve, utilizzino il piĂš possibile i mezzi pubblici, non lascino le auto in sosta nelle strade piĂš strette per non intralciare il passaggio e le operazioni dei mezzi e cerchino di tenere puliti gli accessi alle abitazioni e alle attivitĂ commercialiâ€?. (v.b.)

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l 14 dicembre presso l’IrccsCentro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli verrĂ inaugurata una nuova struttura che ospiterĂ una ComunitĂ psichiatrica protetta ad alta assistenza (Cpa) di 20 posti letto giĂ operante presso il Centro e una nuova ComunitĂ psichiatrica protetta a media assistenza (Cpm) di 20 posti letto. Una storia che parte da lontano. Giusto ricordare che l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) è dedicato al Sacro Cuore di GesĂš da cui prende il nome, inizia la sua attivitĂ nel 1882 come ospedale psichiatrico per una donazione ai Padri Fatebenefratelli destinata alla cura dei malati alienati. Funziona come tale per quasi un secolo sino al 1978, anno della riforma psichiatrica. La Cpa che verrĂ trasferita è una struttura residenziale per il trattamento socio-riabilitativo accreditata con il Servizio sanitario regionale. Accoglie persone affette da schizofrenia e sindromi correlate, da sindromi affettive (disturbo depressivo maggiore ricorrente, disturbo bipolare) e da disturbi gravi della personalitĂ , dai 18 ai 65 anni, inviati dai Centri psico-sociali (Cps) della Regione. Garantisce un’offerta assistenziale di alto grado sulle 24 ore. I programmi residenziali sono di media intensitĂ , hanno una durata massima di 36 mesi e vengono indicati nel Progetto terapeutico riabilitativo (Ptr) di ciascun soggetto. Il

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territorio di competenza del paziente. La Cpm che occuperĂ l’altra metĂ della struttura ospiterĂ persone con un maggior grado di stabilizzazione clinica e con un miglior funzionamento personale e sociale; l’offerta assistenziale sarĂ di medio grado ed è garantita sulle 12 ore diurne. Durante l’inserimento nelle ComunitĂ i le persone vengono coinvolte in attivitĂ individuali e di gruppo a finalitĂ risocializzante e di sviluppo e mantenimento della abilitĂ di base, fruendo di spazi interni alle singole comunitĂ e di laboratori di attivitĂ fruibili anche da altre realtĂ del Centro. Negli ampi e luminosi spazi della nuova struttura sarĂ ubicato il Laboratorio Lucena, dove vengono praticate alcune attivitĂ (decoupage, maglia, cucito) e la palestra di fisioterapia e di attivitĂ corporee. I pazienti potranno usufruire anche delle attivitĂ della cooperativa “Il melogranoâ€?, ove vengono attuati interventi di inserimento lavorativo e della Bottega dell’arte, dove vengono svolte attivitĂ artistiche ed espressive. Si sottolinea il ruolo fondamentale della Bottega nell’organizzazione delle mostre delle opere realizzate, in collaborazione con le istituzioni cittadine (Comune, Fondazione Bresciamusei, associazione “Il sasso nello stagnoâ€?). Attualmente sono in atto altri rapporti collaborativi che hanno lo scopo di favorire l’integrazione e lo sviluppo di abilitĂ sociali.

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le un’altra serata memorabile. “Si tratta di un musical – afferma Matteo Boldini, uno degli educatori –che racconta una storia di fantasia che si svolge in un paese di montagna. Ci sono un sindaco, un professore, il farmacista, le donne del luogo e un personaggio un po’ strano che si aggira nel paese. All’improvviso accade qualcosa di strano: un concittadino che ha vinto il Premio Nobel ritornerĂ proprio al suo paese natale e da qui si snoderĂ tutta una serie di curiosi eventi.

Il lavoro è in corso alla grande – afferma ancora Boldini – ma la gioia e la soddisfazione piĂš grandi per noi educatori consistono nel vedere il sorriso dei ragazzi per i quali ciò che conta è vivere tutti insieme i momenti della realizzazione dello spettacolo, al di lĂ delle dimenticanze di una battuta o di un passo di danza: l’importante è che si formi un bel gruppo di amici e questo è ciò che è successo. Credo che ognuno di noi abbia preso e dato qualcosa in piena armonia,

vicendevolmenteâ€?. Da sottolineare che “Black-outâ€? rappresenta solo uno dei tanti eventi organizzati dal Centro giovanile: è giĂ in programma, infatti, anche “Peter Panâ€?, un altro spettacolo che verrĂ presentato nel mese di maggio. “Ringraziamo don Michele e le famiglie che ci hanno fornito un aiuto fondamentale oltre a don Italo Uberti per la concessione del “Gloriaâ€?. Per informazioni o prenotazioni basta chiamare la segreteria allo 030/9961897. (f.m.)

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e sponde rialzate ora biancheggiano per le gabbie piene di ciottoli con le quali sono state rinforzate, mentre un ponticello di legno scavalca il piccolo corso d’acqua. Sulla curva della pista ciclabile svetta un albero centenario, un autentico monumento verde, che fra qualche mese, nelle calde giornate d’estate, offrirĂ ombra e refrigerio, mentre una scaletta ricavata lungo la riva consentirĂ di scendere ad abbeverarsi all’acqua che zampilla pulita direttamente dalla falda. Bisogna guardare con questi occhi a un fontanile per capirne l’importanza e la suggestione in un territorio come quello della Bassa, altrimenti è difficile comprendere il motivo per cui compagnie di giovani e meno giovani vi si ritrovino per concedersi qualche momento di svago e di incontro. CosĂŹ infatti si spiega la decisione del Comune di Pompiano di recuperare due degli storici fontanili del Comune, la Probaina, detta anche Boibò, e il Fiumicello. Proprio quest’ultimo è stato inaugurato nei giorni scorsi, nonostante un tempo davvero inclemente, con una cerimonia che ha visto la partecipazione, oltre che delle autoritĂ comunali e provinciali, anche di molta gente, alla quale sono stai offerti

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gato dalla Provincia, in particolare dell’assessorato all’Ambiente. “Il vaso Fiumicello era quasi scomparso – afferma in proposito l’assessore Comincini – i meno giovani non ne conoscevano l’esistenza. Ora, con il rifacimento delle sponde e la realizzazione dei nuovi fontanili nasce una piccola oasi per i numerosi frequentatori della pista ciclabile. DiventerĂ luogo di incontro e refrigerio per gli abitanti di Zurlengoâ€?. La localitĂ inoltre è stata ulteriormente ingentilita da due sculture in ferro donate dall’artista Silvano Venturini, collocate l’una dirimpetto all’altra sulle sponde. Lo stesso Venturini ne spiega il significato: “Rappresentano rispettivamente l’albero della vita e un germoglio, entrambi quindi legati all’acqua e alla sua capacitĂ di donare la vita. Da parte mia ho sempre lavorato con ferro proveniente da materiale di recupero secondo il principio che l’opera d’arte può uscire dal rottameâ€?. E che al luogo venga riconosciuto anche una dimensione espositiva è dimostrato anche dalla decisione di collocarvi, in vista delle feste natalizie anche un presepe in legno, realizzato dallo stesso Venturini. “Il presepe verrĂ collocato esattamente sotto il grande albero – afferma in proposito il sindaco Serafino Bertuletti – e lĂŹ rimarrĂ per tutto il periodo delle festivitĂ â€?.

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‘”œƒÂ?‘ †‹ ‡Â?‘ Â?–”‘ ‹Ž ͚͙͘͜ ƒ””‹˜ƒ Žƒ ˆƒ”Â?ƒ…‹ƒ Entro la primavera del 2014, cioè fra un anno e mezzo circa, Porzano, una delle frazioni di Leno, avrĂ una farmacia tutta sua. Sul territorio lenese, questa frazione è l’unica a non avere un centro che distribuisce farmaci; ma la situazione, per i cittadini di Porzano, è destinata a cambiare. Il progetto ha cominciato a prendere forma quando si è saputo che la Regione Lombardia aveva deliberato l’istituzione sul territorio comunale di una

nuova farmacia. A quel punto il sindaco Piero Bisinella e la sua giunta hanno proposto al consiglio comunale di collocarla a Porzano. L’amministrazione comunale ha pure stabilito che la futura farmacia non sarĂ privata, come le tre giĂ presenti sul territorio, ma comunale. “Dietro questa decisione – spiega il primo cittadino – c’è un progetto articolato, che dovrebbe consentirci di prendere non i classici due, ma, addirittura tre

piccioni con una favaâ€?. Ecco qual è il piano delle opere che si andrĂ a realizzare. “In un’area pubblica che si trova a Porzano, vicino all’acquedotto, costruiremo un fabbricato di due piani. Al piano terra troverĂ posto la farmacia; al piano superiore, invece, i nuovi ambulatori per anziani, che ora sono nei locali annessi alla scuola. CosĂŹ facendo si otterranno tre risultati – prosegue il sindaco Bisinella –. Primo: doteremo la frazione di un servizio che

attualmente non ha. Secondo: farmacia e ambulatori saranno nello stesso ediďŹ cio, cosĂŹ che, usciti dagli ambulatori, nel caso avessero bisogno di farmaci gli anziani li avranno a portata di mano e terzo, gli spazi liberati, quelli dove ora si trovano gli ambulatori, verranno utilizzati per realizzare una sala civica, a disposizione sia della scuola, sia dei cittadiniâ€?. Per realizzare il progetto ci vorrĂ circa mezzo milione di euro. (mtm)

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oppio impegno per il “Gruppo fotografico bagnoleseâ€? che organizza la propria “Mostra collettivaâ€? e, nella giornata di inaugurazione della stessa, anche la serata conclusiva, comprensiva di premiazioni, della 7ÂŞ edizione del digitalgiro. La mostra collettiva prosegue fino a domenica 15 dicembre, presso la Galleria di Palazzo Bertazzoli. Il Gruppo fotografico bagnolese si è costituito a Bagnolo Mella nel 1977, è un’associazione di fotoamatori con lo scopo di diffondere la cultura fotografica ed esaltare lo spirito artistico dei soci. L’associazione ha subito iniziato a raccogliere materiale fotografico che documentasse i cambiamenti urbani di Bagnolo Mella e gli aspetti della vita sociale dei bagnolesi, creando un archivio di un migliaio di foto d’epoca in continua espansione, che periodicamente scaturisce in una mostra fotografica. Un’altra attivitĂ che ha visto impegnati i membri del gruppo per molto tempo è stata la ripresa fotografica di tutte le cascine (oltre un centinaio) e i palazzi storici di Bagnolo. Altri lavori, come “Il viaggio del latteâ€?, “L’uccisione del maialeâ€?, “I segni del culto sui muri di Bagnoloâ€?, “Fiere e mercatiâ€? i

“Bombardamenti a Bresciaâ€? hanno consentito di creare un vasto archivio fotografico che documentasse il passato e il presente del paese. Il Gruppo ha inoltre allestito nel corso degli anni varie mostre di fotografi quali Berengo Gardin, Pepi Merisio, Gian Butturini, Fausto Schena e tanti altri; ha altresĂŹ organizzato numerose proiezioni di diapositive di fotografi professionisti e non, oltre che dei soci. â€œĂˆ un’esposizione di 160 fotografie, a tema libero, scattate dai membri

del nostro gruppo durante l’anno di attività – spiega Ivan Giuliani, anima e presidente del sodalizio –. Come consuetudine con questa esposizione collettiva diamo la possibilità alla cittadinanza bagnolese di vedere il nostro lavoro�. La mostra, inaugurata sabato 1 dicembre, si potrà visitare (ingresso libero) fino a domenica 16 dicembre il martedÏ e giovedÏ dalle 20 alle 22, il sabato dalle 15 alle 20, la domenica e i giorni festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.

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´7XWWL SHU XQRÂľ FRQ O¡$JH Si va dalle domeniche trascorse imparando i trucchi di clown e giocolieri alle lezioni pomeridiane che riguardano il mondo dell’informatica e soprattutto dei social network. Sono queste solo alcune delle iniziative realizzate in questo periodo dall’Associazione genitori di Roccafranca, realtĂ da anni attiva sul territorio. Grazie a un ďŹ nanziamento legato a una legge regionale, è stato possibile mettere in campo tutta una serie di proposte legate ai temi dell’educazione e della crescita dei ragazzi, oltre che all’insegna del divertimento e dello stare insieme. Ecco quindi che, in collaborazione con l’amministrazione comunale e l’istituto comprensivo di Rudiano, dal quale le scuole di Roccafranca dipendono, è partito il progetto “Tutti per uno, uno per tuttiâ€?, contenitore di proposte dedicate ai ragazzi tra gli otto e i 13 aanni. In esso trova spazio

il giĂ citato corso relativo ai social network, tenuto da Donata Barbieri, che si articola in 10 lezioni pomeridiane nei locali della scuola secondaria e si rivolge ai ragazzi delle scuole medie, mentre i pomeriggi circensi con la compagnia Ambaradan vedono i ragazzi suddivisi per fasce d’etĂ , comprendendo quindi anche i bambini delle elementari. Senza dimenticare poi i corsi di musica e di pittura murale condotti rispettivamente da Umberto Battistotti e dalla prof.ssa Pasolini. Accanto all’attenzione per i piĂš giovani, però, non manca la consapevolezza di come sia fondamentale anche il ruolo dei genitori e la conseguente necessitĂ della loro formazione. Attualmente (da ottobre ad aprile) è attivo lo spazio di ascolto gratuito per genitori “Aiutiamoli a crescereâ€?, mentre nel prossimo periodo, in collaborazione con il Centro per la fami-

glia di Orzinuovi verranno organizzati alcuni incontri appositamente pensati per mamme e papĂ . In questa molteplicitĂ di azioni bisogna sottolineare, inoltre, la collaborazione realizzata dall’Age con le altre istituzioni e agenzie educative: oltre alla sinergia con l’Istituto comprensivo, c’è da registrare il coinvolgimento con l’oratorio in vista di occasioni particolari, ultima i la recente giornata alla scoperta della norcineria tenutasi nei locali del centro ricreativo dedicato a Paolo VI. E per Natale spazio alla partecipazione ai mercatini organizzati dal Comune: domenica 9 dicembre ragazzi e genitori addobberanno l’albero di Natale in piazza Europa. Sempre in quella giornata, grande spazio alla solidarietĂ : nell’occasione verrĂ proposta una raccolta di giocattoli che verranno consegnati alla Caritas di Orzinuovi. PerchĂŠ Santa Lucia arrivi per tutti.


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ƒ”’‡Â?‡†‘Ž‘ ‹Â?‡ •‡––‹Â?ƒÂ?ƒ …‘Â? Žƒ ‹‡”ƒ †‡Ž –‘””‘Â?‡ Prende il via sabato 8 dicembre la tradizionale Fiera del torrone, che giĂ dal Settecento, colora la cittadina di Carpenedolo in occasione dell’Immacolata. Anche quest’anno sotto la guida della Pro loco, in collaborazione con la parrocchia e l’amministrazione comunale, sono numerose le iniziative. A partire dalle 10 di sabato 8 ďŹ no alle 20 di domenica 9 dicembre le vie del centro si vestono a festa per ospitare le esposizioni di torrone, dolciumi

e prodotti artigianali. Il torrone la farĂ da padrone: numerosi gli stand che, provenienti da Cremona, Sardegna, Veneto e Abruzzo, proporranno diverse lavorazioni della delizia natalizia per eccellenza. Coprotagonista la musica. Due sono gli appuntamenti da non perdere: Piazza Grande, mercatino musicale che si terrĂ durante l’intero ďŹ ne settimana in piazza Matteotti, e l’anteprima del concerto di Natale della corale polifonica Ars Nova, la quale si

esibirĂ nella cornice del Santuario dedicato all’Immacolata domenica 9 dicembre alle 17. Mercanti Principianti è lo spazio dedicato ai piĂš piccoli che, a partire dalle 14.30 di sabato, potranno scambiare o vendere giocattoli e fumetti, proprio come fanno gli ambulanti “veriâ€? in via Zanardelli. Nella giornata di sabato sarĂ possibile, inoltre, raggiungere le vie del centro storico grazie ad un bus navetta che trasporterĂ i visitatori dal piazzale Italmark

in piazza Europa. La domenica assolverĂ questo compito un trenino che, dalle 16 alle 19 darĂ la possibilitĂ di fare un giro turistico sino al Santuario aperto al pubblico. Il Santuario vuole essere il fulcro della festa perchĂŠ non dimentichiamo che la Fiera del torrone è inscindibilmente legata all’Immacolata. E cosa meglio del Santuario della Madonna del Castello può rappresentare quest’unione? (Valentina Novazzi)

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tagione ancora positiva per i risultati conseguiti quella che sta per concludersi per l’Asd Water Ski San Gervasio Bresciano, che dispone del bacino delle Casacce, e per l’Asd Jolly Ski School di Brescia che opera nelle acque dei laghetti di via Fusera a San Polo di Brescia. Sono sodalizi entrambi presenti in gare nazionali e internazionali affiliati al Coni provinciale del quale, per il settore specifico, è presidente Giampaolo Mantelli che nella riunione conclusiva dell’annata 2012 ha elogiato dirigenti, atle-

ti ed associati per l’impegno profugo nella divulgazione nel Bresciano dello sci nautico. Gli atleti delle due realtà della provincia nel 2012 hanno partecipato a gare nazionali e internazionali e il palmare delle due società registra: una medaglia d’oro e una di bronzo ai mondiali disputati in aprile in Sudafrica; otto medaglie d’oro, tre d’argento e tre di bronzo agli Europei; due ori, un argento ed un bronzo negli assoluti italiani; un oro nella classica di club; 10 ori, tre argenti e due bronzi in quelli di categoria. Sono risultati eccellenti che per i due sodalizi

che annoverano nelle loro file atleti di prestigio quali Maria Luisa Pajni sul podio in tutte le discipline e per la combinata in Sudafrica, premiata dal presidente Fedele Luzzeri come atleta dell’anno dichiarando “Mai una ragazza italiana under 21 aveva vinto tante medaglieâ€? mentre i flash immortalavano il momento con la giovane atleta al centro affiancata da Giampaolo Mantelli, dallo stesso Luzzeri e dal tecnico Claudio Benatti. La stagione di sci nautico per i bresciani è stata dunque colma di altri risultati. Nicolas Benatti ha iscritto il proprio

nome nella storia dello sci nautico conquistando il record italiano in figure tra gli under 21, primato per lungo tempo appartenuto a Chicco Buzzotta. Nicolas con due passaggi straordinari s’è pure piazzato al quinto posto nei campionati europei assoluti. Giammarco Pajni ha ottenuto il miglior risultato italiano tra gli junior e nella stessa categoria ha migliorato il record italiano di salto da 20 anni nelle mani di Bubu Alessi. Pajni sta ancora sciando, preparandosi per i mondiali Junior in calendario in febbraio in Australia. C’è poi da citare

Matteo Luzzeri che prosegue la sua ascesa nel circuito professionistico mondiale; nel maggio scorso ha mancato la qualificazione agli Us Master per una boa mentre in agosto ha ottenuto il quinto posto alla tappa del Calgary centrando la prima finale in carriera. Altri risultati di rilievo sono di Alessandro Paci, under 17, bronzo nel salto, e di Alberto La Malfa, giovane di Alfianello che in gara tra gli under 14 ha conquisto l’oro nel salto, argento nel triks e il bronzo in slalom. Infine l’oro conquistato dal senior Fedele Luzzeri nelle gare di slalom.


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ƒ’‘ †‹ ‘Â?–‡ ‘Â?…‘”•‘ •— —Â? ’”‡•‡’‹‘ •‘•–‡Â?‹„‹Ž‡ L’associazione “Energia Ambienteâ€? organizza presso il Parco energia ambiente di Capo di Ponte, in via Santo Stefano, il primo concorso su un presepio sostenibile. Lo sviluppo sostenibile è un processo ďŹ nalizzato al raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale, economico, sociale e istituzionale, sia a livello locale che globale. Tale processo lega in un rapporto di interdipendenza la tutela e la valorizzazione delle risorse locali. Oggetto della gara

è la realizzazione di un manufatto che rappresenti la tradizione della nativitĂ , interpretata attraverso una forma d’arte a scelta, seguendo il tema della sostenibilitĂ ambientale. I presepi potranno essere costruiti impiegando ogni tipo di materiale, tranne quelli ritenuti pericolosi per l’incolumitĂ delle persone. Possono partecipare al concorso soggetti pubblici e privati, titolari di esercizi commerciali, associazioni, istituti scolastici, parrocchie. Quanti intendono

concorrere devono iscriversi telefonando al 338/5373999. La partecipazione è gratuita. Il presepe potrĂ essere installato, o preparato all’interno del Parco. Le opere saranno giudicate da un’apposita commissione che valuterĂ : originalitĂ , ambientazione, lavorazione artigianale, qualitĂ artistica, difďŹ coltĂ tecnica di realizzazione. Al primo classiďŹ cato sarĂ assegnato un premio del valore di euro 250; al secondo uno di euro 150; al terzo uno di

euro 100. I premi consisteranno in cesti di prodotti locali. La visita dall’8 dicembre ďŹ no al 6 gennaio. Sempre “Energia Ambienteâ€?, nell’incantevole Parco ai piedi della Concarena, durante ogni ďŹ ne settimana, rende possibile vivere un momento di allegria, spensieratezza, scambio di opinioni; il tutto nel fantastico contesto degli splendidi colori autunnali. L’invito è per un “Aperitivo sostenibile a base di prodotti a Km zeroâ€?, ogni venerdĂŹ e sabato dalle ore 17. (e.g.)

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’amministrazione del Comune di Lozio ha deciso di conferire all’ex capo della polizia del Fronte Polisario, il 44enne Moustafa Salma Ould Sidi Mouloud, la cittadinanza onoraria per le sue battaglie in favore dei diritti umani, e in particolare dei saharawi che vivono all’interno del campo profughi di Tinduf, nel sud dell’Algeria, senza poter ricongiungersi con i propri familiari presenti nelle regioni meridionali del Marocco. Il Consiglio comunale, presieduto dal sindaco Antonio Giorgi, nella seduta di lunedÏ 27 novembre, ha approvato a maggioranza la mozione: sette voti a favore con quattro consiglieri di opposizione astenuti perchÊ, hanno dichiarato, non sono stati informati per tempo e soprattutto non sarebbe stata informata la popolazione circa un avvenimento di portata cosÏ vasta e politicamente rilevante. La sala riunioni della scuola di Villa ha ospitato la seduta del Consiglio comunale che ha visto la presenza della delegazione del Marocco, capeggiata dal Vice console di Milano, con l’Associazione affluenti di Brescia che cura i rapporti ItaliaMarocco, guidati da Maria Cipriano, segretaria del Partito socialista bresciano che ha creato il collegamento per conferire la cittadinanza onoraria a Mustapha Salma Ould Sidi Mou-

novembre, il Consiglio a maggioranza ha deliberato il gemellaggio con Boujdour in Marocco. Si tratta di una cittĂ nata durante la fase di decolonizzazione e cresciuta nella fase della occupazione marocchina. La città è praticamente emersa dal deserto, ed è cresciuta intorno al nuovo porto, diventando una cittĂ particolarmente importante per la pesca effettuata in autonomia, fuori dal grande circuito legato alle flotte di pescherecci internazionali. Il gemellaggio con Lozio offrirĂ l’opportunitĂ di mettere a punto una serie di attivitĂ culturali e interscambi sociali, turistici, sportivi ed economici che favoriranno la reciproca conoscenza dei due paesi in rappresentanza dei Paesi di appartenenza, coinvolgendo realtĂ associative e imprenditoriali. Nelle prossime settimane sarĂ la rappresentanza di Lozio ad effettuare un viaggio a Boujdour per suggellare definitivamente l’accordo di gemellaggio.

loud. La Federazione provinciale bresciana del Partito socialista italiano, infatti, da tempo segue la vicenda di quest’uomo per il suo impegno nel Fronte Polisario, a causa del quale ha subito l´arresto e la tortura, oltre che l’uccisione e l’arresto di alcuni familiari. La cittadinanza onoraria di Lozio vuole essere un promo

passo per far conoscere all’opinione pubblica la situazione di alcuni perseguitati politici nel mondo, tra cui gli emigranti socialisti del Marocco, alcuni dei quali vivono a Brescia ed hanno trovato nella struttura della Federazione bresciana un punto di riferimento. Sempre nella seduta del Consiglio comunale di lunedÏ 27

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6WDJLRQH VFLLVWLFD DO YLD Col favore delle condizioni meteo ha preso il via ufďŹ cialmente sabato 1° dicembre la nuova stagione sciistica nelle stazioni del comprensorio Ponte di Legno-Tonale e Aprica-Corteno S. Pietro. Dopo la pioggia in alta quota di qualche settimana fa si era temuto il peggio, ma dapprima l’abbassamento delle temperature, che aveva permesso l’attivazione degli impianti per l’innevamento artiďŹ ciale, e poi un’ottima nevicata che ha regalato circa 70 centimetri di manto bianco al Passo Tonale e oltre un metro in Presena, hanno permesso una partenza alla grande. Gli operatori sperano che si tratti dell’aperitivo prima dell’abbuffata del lungo ponte di S. Ambrogio-Immacolata. Lo sci resta, però, uno sport non per tutte le tasche: i giornalieri fra bassa e alta stagione oscillano sia

in Tonale come in Aprica fra i 31 e 38 euro, a fronte di prezzi anche dimezzati in altre localitĂ sciistiche della media e bassa Valle. Al di lĂ delle convenzioni e promozioni che “gemellanoâ€? Tonale e Aprica, la vera novitĂ di questa stagione è la possibilitĂ per le famiglie di usufruire del biglietto gratuito, anche solo giornaliero, per i bambini ďŹ no a otto anni. Oltre alle due piste sul ghiacciaio Presena, a cui va aggiunto l’anello per lo sci nordico, sono aperte per ora al Tonale le piste Valena, Tonalina, Tre Larici, Scoiattolo, Contrabbandieri, Valbiolo e Tonale Occidentale, quindi nove su 41 totali. In Aprica, invece, aperta la pista Piana dei Galli a 2000 metri di quota, servita dalla seggiovia Magnolta. Ovviamente per le quote piĂš basse, come per Ponte di Legno

bisogna aspettare. Nei mesi estivi le tre società che gestiscono gli impianti Sit, Carosello e Sinval non sono rimaste con le mani in mano, ma si sono date da fare per migliorare i servizi. Anzi, Sinval srl, guidata oggi dai soci Alessandro Mottinelli e Giuseppe Patti, ha tagliato il traguardo dei 50 anni di attività ricordando i fondatori Cesare Mottinelli ed Ernesto Patti, ma soprattutto inaugurando la prima seggiovia a sei posti del comprensorio. Si tratta di un impianto a fune lungo 800 metri percorribile in due minuti e venti secondi, con una portata di 2400 persone l’ora. Costo dell’opera, realizzata dall’elvetica Bmf Bartholet: sei milioni di euro, il 25% dei quali partecipati dalla Sit, presieduta dal sindaco dalignese Mario Bezzi. Questi, per altro, ha annunciato che verranno

deďŹ nitivamente risolti alcuni nodi che proprio a Ponte di Legno stonano con la promozione del “grande sognoâ€?. Sfumato, almeno per il momento, il progetto di unire Ponte con TemĂš, dato l’esito referendario sfavorevole, gli amministratori intendono risolvere grane come le incomprensioni con la Provincia per la prolungata chiusura dell’ufďŹ cio Iat, ma soprattutto dopo l’inverno chiudere la telenovela del parcheggio multipiano di Piazzale Europa la cui costruzione avviata nel 2007 con sei milioni di euro d’investimento, è poi naufragata a causa delle inopinate conseguenze dovute alla presenza, non avvertita in sede progettuale, di un’importante falda acquifera con danni agli ediďŹ ci circostanti e lievitazione dei costi di realizzazione.


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di riportare le persone a vivere il paese e il clima delle feste ci dĂ un’ottima opportunitĂ : divertimento e shopping trovano il loro contesto ideale nel tessuto urbano che è anche tessuto di relazioni umane. La sfida è di riappropriarci della nostra identitĂ territoriale valorizzando le strutture e favorendo le piccole attivitĂ produttiveâ€?. Due i trenini in corsa continua e due i percorsi che si snoderanno dal centro alla periferia (dalle 14 alle 18), mentre per chi scegliesse di scendere alle

stazioni dislocate nelle diverse zone di Ospitaletto, saranno proposti momenti di svago e intrattenimento con giocolieri, mangia-fuoco, spettacoli di burattini, giochi gonfiabili, trucca bimbo, prestigiatori e poi crepes, cioccolata, zucchero filato e leccornie. “Il Natale a Ospitaletto – ha precisato il sindaco Giovanni Battista Sarnico (nella foto) – è un momento importantissimo che mette al centro un clima famigliare-comunitario e il nostro

obiettivo è quello di offrire una serie di appuntamenti culturali e di svago, di cui stiamo definendo il programma in questi giorniâ€?. Tra le novitĂ , sempre orientate a favorire una maggiore accessibilitĂ , ma anche ricadute positive sul tessuto economico locale: “A partire da metĂ di dicembre – ha anticipato Bignotti –, i primi 15 minuti di sosta negli stalli a parcometro saranno gratuitiâ€?. Un “piccoloâ€? regalo questo destinato a durare anche dopo le feste. (Anna Salvioni)

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fine novembre sono iniziati a Bornato di Cazzago i lavori, che dovranno mettere in completa sicurezza e fruibilitĂ la struttura. L’intervento è coordinato dalla fondazione “Antica Pieve di San Bartolomeoâ€? che, senza troppi clamori, ha chiamato a sostegno dell’iniziativa un nutrito gruppo di realtĂ : la Provincia, la Fondazione Pianura Bresciana e la Arcus spa, la societĂ per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo costituita dal ministero per i Beni e le attivitĂ culturali. Prorpio tramite la Arcus sono arrivati i finanziamenti necessari: 100mila euro, consegnati nell’ambito del piĂš ampio progetto “Langobardia Fertilisâ€?. Anche Cogeme, la multiutilities della Franciacorta, sarĂ della partita: la societĂ rovatese si è impegnata a reperire i 30mila euro mancanti. L’obiettivo degli interventi, autorizzato dalla Soprintendenza, è quello di restaurare la chiesa seicentesca. Fra le principali opere in cantiere figura la messa in sicurezza definitiva delle murature e la realizzazione di una nuova copertura. La posa della copertura sarĂ possibile per la presenza, nei paramenti murari, dei fori di alloggiamento delle antiche travature. La copertura avrĂ una struttura tradizionale con capriate e impalcati lignei, mentre la ricostruzione delle murature, effettuata in mattoni pieni, sarĂ ben visibile per un trattamento diverso dell’intonaco delle superfici. Particolare attenzione verrĂ poi dedicata al delicato inserimento nelle murature di tiranti d’acciaio, al ripristino

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ciacortino e numero uno, per diritto, della Fondazione, sottolinea: “Grazie a questo finanziamento, la pieve avrĂ finalmente un tetto stabile e si avvia quindi a un possibile riuso di quella che è stata negli anni, prima villa romana, poi insediamento longobardo e, infine, la chiesa di riferimento di un vasto territorioâ€?. I lavori in corso d’opera non vogliono infatti fermarsi al semplice mantenimento, ma puntano alla promozione di tutto il territorio cazzaghese. Una volta chiuso il cantiere, attraverso il lungo e accurato lavoro compiuto negli anni da complesse indagini archeologiche e storiche, si darĂ corpo a un progetto complessivo di sistemazione e fruizione dell´area che sarĂ inserita nella rete dei siti longobardi della provincia.

, DQQL GL PRQV %HUWD]]L I coscritti del 1942 di Erbusco e delle frazioni di Zocco e Villa stanno vivendo queste ultime settimane all’insegna del dinamismo. Nell’anno del loro 70° compleanno non solo si sono ritrovati per sottolineare in modo adeguato l’importante ricorrenza, ma hanno anche espresso il desiderio di festeggiare in modo particolare un coetaneo che con loro ha percorso un tratto di vita. E cosĂŹ, dopo la festa del

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7 novembre scorso, con una celebrazione presieduta nella chiesa dello Zocco dal parroco don Dario Pedretti e con un partecipato momento conviviale, i settantenni del centro franciacortino si apprestano a un nuovo momento di festa. Nella Santa Messa delle 18 di domenica 9 dicembre festeggeranno il coscritto mons. Antonio Bertazzi, nativo della vicina Coccaglio, ma che dal 1969 al 1977, servĂŹ,

come curato festivo, la comunitĂ dello Zocco. Furono anni intensi, vissuti da tanti dei settantenni di oggi che non hanno dimenticato la ďŹ gura e l’impegno di quel giovane prete, fresco di ordinazione sacerdotale, oggi parroco di Boldeniga. E cosĂŹ la storia sacerdotale è un crocevia di incontri e di testimonianze che, con l’aiuto della Parola di Dio, diventano occasioni per crescere nella fede.

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‘Â?…‡•‹‘ ƒ Â?‘˜‹–Â? Â†Â‡ÂŽÂŽÇŻÂƒÂ—Â–Â‘Â’Â”Â‡Â•Â–Â‹Â–Â‘ ‹Â? „‹„Ž‹‘–‡…ƒ Dicembre è arrivato a Concesio con un regalo pre-natalizio che si chiama autoprestito. “Si tratta di un innovativo servizio – spiega il bibliotecario Marco Ardesi – con cui i lettori di Concesio potranno autonomamente restituire e prendere a prestito libri e dvd della nostra biblioteca. Il procedimento è molto semplice: tramite uno schermo touchscreen il lettore sarĂ guidato nelle operazioni di prestito e restituzione. Il lettore verrĂ identificato

con la propria tessera (la Carta regionale dei servizi o la tessera della biblioteca per i bambini) e dovrĂ solamente appoggiare i documenti (libri o dvd) sull’antenna di lettura (contrassegnata con un cerchio arancio). Una ricevuta verrĂ stampata e potrĂ essere conservata come utile promemoria di scadenza dei prestiti. Chiunque può utilizzare l’autoprestito – prosegue il bibliotecario Marco –, non serve essere degli informatici, tant’è

vero che anche i bambini potranno prendere a prestito i libri con l’aiuto del brucomela, la seconda stazione di autoprestito dedicata proprio ai lettori piĂš piccoliâ€?. La tecnologia utilizzata è quella a radiofrequenza Rfid (Radio Frequency Identification) grazie alla quale l’utente non deve fare operazioni complesse, ma soltanto appoggiare i libri, anche tre o quattro contemporaneamente, nell’apposito spazio sulla stazione Self-check. “Per garantire que-

sta semplicitĂ di utilizzo – sottolinea Marco Ardesi –, il lavoro di preparazione è stato lungo e articolato: ad ogni libro della biblioteca è stato applicato un microchip (tag Rfid) che, oltre all’antitaccheggio, racchiude le informazioni essenziali per poter identificare il documento, ossia il numero di inventario. E sulla porta di ingresso sono stati installati dei varchi antitaccheggio per evitare sgradevoli ‘prestiti non autorizzati’â€?. (a.a.)

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a colpito la gente quel prete che arrivava solo sul sagrato senza banda per fare il suo ingresso nella antica Pieve oltremillenaria di S. Giorgio di Inzino che il Vescovo gli ha affidato. Sorride, con gli occhi penetranti dietro gli occhiali, don Gabriele Banderini seduto alla sua “nuovaâ€? scrivania alla domanda sul “prima e dopoâ€?, sulla sua esperienza pastorale maturata in Valsabbia e che ricomincia ora in Valtrompia. Della Valsabbia, che ha lasciato, parla con affetto e anche una certa nostalgia. LĂ , racconta, quando è arrivato nel 2002 dopo sette anni a Gavardo, si è trovato a fare il parroco in due realtĂ diverse: Degagna (Comune a sĂŠ fino al 1928 unito a Vobarno dalla riforma fascista) impregnata di storia e orgoglio di comunitĂ antica con la sua valle verde, via nei secoli importante e piĂš breve verso Idro; Collio di Vobarno, parrocchia giovane, fondata nel 1972. Ancora oggi Degagna è un’area sparsa con otto gruppi di case di antica formazione, e proprio nome. “Avevo lĂŹ nove chiese, tre cimiteri, un patrimonio storico incommensurabile per la gente da preservare e valo-

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Socchiude gli occhi pensoso: â€œĂˆ comprensibile il mio rincrescimento, ma ho un voto di obbedienza e sono serenoâ€?. E Inzino ? “So che mi ritrovo in un contesto storico simile a quello di Degagna, in una comunitĂ che ha forte il senso storico di appartenenza con un tessuto di associazionismo forte: ho cominciato subito con l’ascoltoâ€?. Don Gabriele dĂ l’impressione che sia difficile strappargli un giudizio, invece si sbilancia: “Ho incontrato giĂ quasi tutti: un’impressione buona, vedo un impegno sincero per la comunitĂ . Ăˆ vero anche che per la prima volta sono solo. La scelta di arrivare da solo col bastone di pellegrino ha una duplice valenza: personale perchĂŠ comincio un nuovo cammino; comunitaria nel senso che sono solo uno indicato come pastore. Con Sant’Agostino dico ‘Cristiano con voi, pastore per voi’, insieme arriveremo alla metaâ€?.

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/D VWDJLRQH VFLLVWLFD DSUH OH SRUWH Sabato 8 dicembre al Maniva la stazione apre le piste piĂš belle e spettacolari, quelle sul Dasdana servite dalla seggiovia che parte da Persole a 1700 m e porta ai 2100 del Dasdanino, con panorama mozzafiato su valli e cerchia delle Alpi. Per questo la biglietteria è stata spostata temporaneamente alla Locanda Bonardi: da qui la Maniva Ski garantisce il trasporto sul vicino crinale per scendere a Persole. Tutto era pronto per il via al 1° dicembre: le temperature non hanno consentito di integrare con gli impianti artificiali la neve caduta nella parte bassa della stazione. Ora la colonnina del termometro è scesa vorticosamente, ha compattata la neve in alto dove era piĂš copiosa, è cominciato il lavoro dei battipista, i cannoni sono in funzione. Numerose le novitĂ giĂ pronte l’anno scorso e non inaugurate per mancanza di neve: snow-park, la manovia di collegamento fra l’arrivo della seggiovia Barard alla cima Maniva con Persole da dove una moderna seggiovia sale al Dasdanino, il nuovo chalet Dasdana all’arrivo. Sabato verrĂ inaugurato coi nuovi tracciati verso Persole. Le tariffe, ferme da due anni, degli ski pass: il giornaliero adulti in alta stagione (festivi e prefestivi e dal 24 dicembre all’8 gennaio) costa 26 euro. Gli under 16 pagano 20 euro, i bambini fino a otto anni 12 euro. In bassa stagione diventano rispettivamente 22 euro,15, 10 e

18 per gli over 65. Per lo stagionale pieno costa 380 euro , ridotti a 240 fino a 16 anni, 170 fino a 10 anni, e 270, per gli over 65. Con mattinieri e pomeridiani, c’è l’offerta week-end a 45 euro e un ticket per due ore a 15 euro. Sabato 15 allo Chalet Maniva al Passo grande festa d’apertura con la scialpinistica non competitiva “SgranSkiscitiâ€?, il 22 la passeggiata notturna Maniva di Luna. Tutte le informazioni sul sito www.manivaski.it. (e.b.)

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il lavoro che da anni svolgiamo in Valle, ma soprattutto segnale di interesse della popolazione verso la gestione di alcune situazioni di emergenza nelle quali la conoscenza di poche ma decisive tecniche può salvare una vita umanaâ€?. Un corso gratuito e senza obbligo di ingresso in associazione che tratterĂ teoricamente e praticamente vari aspetti del primo soccorso, istruendo i partecipanti sulla rianimazione di un adulto o di un bambino, su come intervenire

in caso di fratture e medicazioni urgenti, come comportarsi se si deve soccorrere qualcuno incappato in una ustione e quali metodologie mettere in pratica per la disostruzione delle vie aeree. Le lezioni prenderanno il via lunedĂŹ 21 gennaio 2013 alle ore 20 presso la sede di via Madre Lucia Seneci 34 a Lumezzane, ripetendosi poi ogni lunedĂŹ e mercoledĂŹ alle ore 20.30. “Inoltre – aggiunge l’istruttore 118 Mattia Martinotti –, chi svolgerĂ questo corso e deciderĂ di entrare a

far parte della nostra Croce Bianca di Lumezzane potrĂ ďŹ n da subito fare trasporti in ambulanza e vari servizi similari. Inoltre, per chi vorrĂ uscire nelle situazioni di emergenza è previsto un apposito corso che prenderĂ il via al termine di quello di primo soccorso: si tratta di una serie di lezioni di livello avanzato ďŹ no a luglio, che consentirĂ ai partecipanti di diventare a tutti gli effetti un ‘soccorritore certiďŹ cato’ entro il mese di agosto del prossimo annoâ€?. (a.a.)

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ono molti i progetti che nell’ultima riunione qualche settimana fa la giunta comunale di Lumezzane ha messo sul tavolo come obiettivi del nuovo Piano triennale 2013/2015. Un piano certamente vincolato alle magre risorse a disposizione della municipalitĂ valgobbina, e che prevede investimenti annui secondo una precisa e determinata scansione: 1.247.000 euro (2013), 5.480.200 euro (2014), 8.335.200 euro (2015). Cifre predisposte anche per opere di grossa portata come quelle che riguardano la creazione di un nuovo piano di insediamento produttivo, la nuova biblioteca da realizzare in piazza Giovanni Paolo II (per ora ancora ferme al palo) e la predisposizione del campo di rugby in Val de Put, per il quale qualcosa pare si stia giĂ muovendo. “Proprio per la zona in Val de Put – riferisce l’assessore ai Lavori pubblici, Mario Salvinelli – abbiamo giĂ definito l’acquisto di una grossa porzione di terreno nella

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parte piĂš alta, mentre per quella a sud le cose sono un po’ piĂš complicate, perchĂŠ ci stiamo scontrando con le resistenze di un privatoâ€?. Tre grandi opere che andrebbero a ridisegnare il tessuto urbano con ricadute sociali positive in tre differenti macroaree (economia, cultura e sport), ma che da sole coprirebbero circa l’80% delle risorse stanziate nell’ambito del Piano triennale. Di piĂš immediata e facile realizzazione sono gli interventi che Lumezzane ha intenzione di finalizzare in campo energetico e per la sicurezza negli istituti scolastici: pannelli fotovoltaici sulla “Caduti della Patriaâ€? (428mila euro) e abbattimento delle barriere architettoniche alla “Maria Seneciâ€? (225mila euro). “Le cose da fare sono molte – continua l’assessore Salvinelli –, specie sul fronte della viabilitĂ : nella prossima primavera procederemo anche alla creazione di una rotatoria all’incrocio della frazione di Mezzaluna e alla contemporanea sistemazione di piazza Cadorna a Fontana con un intervento che riguarderĂ in particolare la rampa di scale lĂŹ presenteâ€?.

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ƒŽŽ‡ †‡Ž Š‹‡•‡ Dz ‡”…ƒ–‹Â?‹ †‹ ÂƒÂ–ÂƒÂŽÂ‡Çł Ăˆ ampio il programma natalizio predisposto a Cimego, nel cuore di quella Valle del Chiese che da Ponte Caffaro saluta il territorio bresciano e spalanca le porte a quello trentino. Nei quattro ďŹ ne settimana che dall’Immacolata conducono alla ďŹ ne dell’anno, il medievale Borgo di Quartinago diventa palcoscenico di suggestivi “Mercatini di Nataleâ€? che prendono forma in angoli, androni e sottopassi, cortili e cantine. Tra corti trecentesche, mura in pietra e strutture lignee, in un insieme

addobbato a festa e animato dalle “stregheâ€? del luogo, dalle 11 alle 20, è possibile fare acquisti tra i prodotti dell’artigianato forgiati dagli artisti locali e degustare le prelibate specialitĂ enogastronomiche della zona. Nell’area ristorazione, un’osteria trentina allestita nel centro del Borgo, propone a pranzo “sua maestĂ â€? la polenta della Valle del Chiese, cucinata con la farina gialla di Storo e declinata nelle tre specialitĂ carbonera, macafana

e di patate o servita classica ed accompagnata a piatti a base di carne. Per i piĂš piccoli, in una struttura riscaldata, laboratori, giochi e spettacoli nella magica attesa di S. Lucia e Babbo Natale. Da Brescia e dal Garda, gli organizzatori hanno predisposto un servizio transfer che propone una giornata intera ad un prezzo convenzionato. Info e prenotazioni: 345.0208056 e 0465.901217. Programma su www.mercatinicimego.it. (v.b.)

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ra mercatini, pattinaggio su ghiaccio e presepi. Tre modi diversi sul Garda per trascorrere qualche ora spensierata in questo mese ricco di feste, di segni e di riti sacri. Di tradizione nord-europea, i mercatini natalizi trovano spazio, da qualche anno, anche in tanti Comuni gardesani. Partiamo da Sirmione: le bancarelle sono allestite a Lugana, in piazza Casagrande, nelle domeniche fino al 6 gennaio, ma la ‘prima’ è in programma sabato 8. Raggiungiamo Gardone Riviera dove la sala delle feste di Villa Alba ospita, dal 7 al 9, il mercato del Vintage, una carrellata di prodotti tra design e fashion. Chiudiamo con Toscolano Maderno che, sabato 15 e domenica 16 in piazza S. Marco, mette in campo il tradizionale Mercatino delle Associazioni, improntato alla solidarietĂ . Per chi vuole provare l’ebbrezza di compiere spericolate acrobazie su ghiaccio ‘fronte lago’, il Garda offre due siti: piazza Vittoria a Salò e piazza Mercato a Colombare di Sirmione. Presepi, infine, tradizionali, meccanici e viventi, allestiti un po’ ovunque, con grande cura dei particolari. A Desenzano si possono ammirare quello “galleggianteâ€? del Porto Vecchio, da domenica 16 e quello “artistico poliscenicoâ€?, posizionato all’Istituto Antoniano dei Padri Rogazionisti e aperto dalla Vigilia. A

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collezioni artigianali. A Manerba e a Muscoline il presepe è meccanico. Il primo, animato da originali meccanismi artigianali ed elettronici che permettono una straordinaria varietĂ di movimenti, è collocato nella chiesa di San Giovanni in piazza Garibaldi a Solarolo. Il secondo, a piĂš movimenti, con statue giganti, staziona presso il sagrato della parrocchiale di Castrezzone e viene inaugurato dopo la Messa di Mezzanotte con accompagnamento musicale e offerta di tè e vin brulĂŠ. A Salò, in piazza Duomo, è allestito il “presepio storicoâ€? con statue a grandezza naturale. Vale la visita il Museo del Divino Infante di Gardone Riviera per apprezzare l’esposizione permanente di sculture lignee raffiguranti il Bambin GesĂš, la mostra collaterale “Il restauroâ€? e il “presepio napoletanoâ€?, con la felice convivenza dell’elemento profano accanto a quello sacro. A Limone, sabato 22 presso il porticciolo del lungolago Marconi viene inaugurato, con la benedizione e la posa in acqua della statua del Bambin GesĂš, il presepe subacqueo con la suggestiva illuminazione serale. Altre due rappresentazioni sono allestite fino all’Epifania, in piazza Garibaldi e presso la Limonaia del Castel. Infine sull’Alto Garda a Tremosine, da domenica 16, allestimento di presepi “Tra arte e tradizioneâ€? nelle varie frazioni.

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ƒŽ†‹‰”ƒÂ?‘ —––‘ ‹Ž ‰—•–‘ †‹ —Â?ƒ …‘””‡––ƒ ƒŽ‹Â?‡Â?–ƒœ‹‘Â?‡ Da un progetto integrato di ďŹ liera dall’Azienda Valdigrano nasce “La Pasta di Franciacortaâ€?: passione, tradizione familiare ed esperienza come garanzia di qualitĂ per una vera e propria “pasta d’autoreâ€?. “La Pasta di Franciacortaâ€? è prodotta con semola di grano duro KronosÂŽ al 100%. Questa varietĂ di grano è una delle migliori selezioni a livello mondiale per caratteristiche molitorie e pastiďŹ cazione, in particolare per il suo contenuto proteico (14,5%) che, determinando

la formazione di glutine (circa il 80%), ne assicura un’ottima tenuta in cottura. Amido e glutine, infatti sono i principali componenti della pasta, responsabili delle trasformazioni che avvengono in cottura, determinando quindi il risultato ďŹ nale e perciò la qualitĂ stessa della pasta. Se la pasta è di qualitĂ scadente tende a perdere amido, che si scioglie nell’acqua. Il risultato è una pasta collosa e senza “carattereâ€?. Al contrario nella pasta di qualitĂ il glutine,

trasformandosi, impedisce all’amido di assorbire acqua, proteggendo la sostanza interna e quindi non soltanto il sapore stesso della pasta, ma anche la sua consistenza. Dal punto di vista nutrizionale i componenti essenziali della pasta, carboidrati complessi come l’amido, ďŹ bre, alcune proteine e minerali come ferro e zinco, la rendono un alimento a bassissimo contenuto di grassi, ideale per chi svolge un’attivitĂ ďŹ sica e mentale e necessita di un grande apporto

energetico. La pasta è sinonimo di salute e prevenzione, soprattutto grazie al contenuto di vitamine del gruppo B, di ferro, fosforo e ďŹ bra, indispensabili nella prevenzione di alcuni disturbi tumorali e disturbi cardiaci. Con il suo carattere deciso, piacevole al gusto, “La Pasta di Franciacortaâ€? esalta tutte le caratteristiche del grano Kronos: perchĂŠ la pasta non deve essere un semplice supporto al condimento, ma vero e proprio ingrediente per il corretto equilibrio dei sapori.

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na fiera specializzata e completa per gli operatori del settore Ho.Re.Ca., che si rivolge al circuito dei bar, ristoranti, catering, food service. Questo il profilo della 26ÂŞ edizione di Aliment&Attrezzature, rassegna del settore alimentare, delle attrezzature professionali per la ristorazione, hospitality e servizi alberghieri, promossa dal Centro fiera di Montichiari dal 24 al 27 febbraio 2013. Aliment&Attrezzature è il punto d’incontro per gli operatori del settore alimentare, attivi nel settore commercio, distribuzione e somministrazione che costituisco l’ultimo anello della filiera. Un evento con le caratteristiche di Aliment&Attrezzature è un’occasione concreta di business per aziende di dimensioni piccole e medie e, al tempo stesso, per le realtĂ produttive di dimensioni maggiori che hanno l’opportunitĂ di rafforzare in modo capillare la propria presenza nel mercato domestico. Una

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fiera, dunque, in grado di rispondere a 360 gradi alle esigenze del territorio di Brescia e delle provincie limitrofe, un’area strategica in cui l’eccellenza produttiva si abbina ad una forte vocazione turistica. A fare da filo conduttore del programma di Aliment&Attrezzature saranno le esigenze concrete degli operatori Ho.Re.Ca.. L’edizione 2013 proporrà , infatti, un ricco programma di eventi enograstronomici, sessioni di live cooking per operatori professionali e seminari formativi che svilupperanno temi di attualità (accesso al credito, qualità e redditività dell’investimento, de-

sign, normativa igienico-sanitaria, risparmio energetico). In occasione di Aliment&Attrezzature 2013, inoltre, ritorna il Gran trofeo d’oro della ristorazione italiana, concorso internazionale promosso dall’Assessorato all’agricoltura della Provincia di Brescia. La gara spettacolo, giunta alla 7ÂŞ edizione, coinvolge il “futuroâ€? della ristorazione italiana, con la partecipazione di 30 squadre in rappresentanza di Istituti di formazione professionale turistica ed enogastronomica, selezionati tra piĂš di 250 scuole, provenienti dalle regioni italiane e dai Paesi europei quali Norvegia, Cipro, Malta, Polonia, Spagna, Albania, Olanda. Aliment&Attrezzature 2013, inoltre, ospiterĂ come da tradizione il Trismoka Challenge, finale BresciaBergamo del Campionato italiano baristi e caffetterie che, oltre a selezionare il campione provinciale, offrirĂ come sempre l’occasione per divulgare la cultura del caffè di qualitĂ e formare sul campo le nuove generazioni di barman. Come ogni

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anno, infine, spazio anche a Commercial Market Expò, il primo salone nazionale interamente dedicato al veicoli e attrezzature per il commercio ambulante e al settore automarket. L’appuntamento per tutti gli operatori Ho.Re.Ca, dunque, è al Centro fiera di Montichiari dal 24 al 27 febbraio 2013, per un’edizione di Aliment&Attrezzature ancora piĂš ricca di novitĂ , contenuti e opportunitĂ di business.

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Â?ǯ‹Â?†ƒ‰‹Â?‡ ƒ–ƒŽ‡ ƒ –ƒ˜‘Žƒ ÂƒÂŽÂŽÇŻÂ‹Â?•‡‰Â?ƒ †‡Ž Â?ƒ†‡ ‹Â? –ƒŽ› Sulle tavole degli italiani saranno stappate il 24% in meno di bottiglie di champagne; calano anche caviale e succedanei del 12% mentre tende a scomparire anche la frutta esotica con ananas, manghi, avocado e datteri in calo del 12%. Ăˆ quanto emerge da una analisi Coldiretti, in occasione del sondaggio di Confesercenti, sulle base dei dati Istat relativi ai primi sette mesi dell’anno, che evidenzia il crollo delle mode esteroďŹ le del passato pagate a caro prezzo come

champagne, caviale, ostriche, salmone o ciliegie e pesche fuori stagione a favore dell’aumento dei prodotti made in Italy magari a km zero. Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – spenderanno 197 euro per famiglia per imbandire le tavole della feste di ďŹ ne anno 2012 con gli alimentari e le bevande che sono l’unica voce di spesa che sostanzialmente tiene (+2,1%) sulla base dell’indagine “Xmas Survey 2012â€? di Deloitte dalla quale si evidenzia che gli alimentari e

le bevande rappresentano il 36% delle spese di Natale. L’attenzione al cibo locale è favorita dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti tipici locali durante le feste con sagre e mercatini che si moltiplicano nelle cittĂ e nei luoghi turistici. Vanno in questo senso i mercati del contadino cosiddetti farmer’s market, ai quali dichiarano di partecipare in modo regolare oltre 7,2 milioni di italiani, secondo Censis/Coldiretti.

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nche se analisi e sondaggi indicano in quello ormai prossimo un Natale all’insegna della sobrietĂ , è certo che gli italiani non mancheranno di incontrarsi intorno a una tavola imbandita per trascorrere qualche ora serena e dimenticare problemi e preoccupazioni. Anche se con un occhio un po’ piĂš attento al portafogli, cercheranno di mettere mano a un menĂš degno del Natale, per rispettare una tradizione a cui ancora in tanti di dedicano con cura e attenzione. Cosa preparare, dunque, per il pranzo di Natale. Si tratta infatti di una di quelle prove in cui cuochi piò o meno provetti vogliono dare il meglio di sĂŠ. Ma la voglia di sbizzarrirsi, di fare bella figura può comportare il rischio di perdere la bussola degli ingredienti e delle cose da fare. Si avvicina il periodo piĂš gustoso dell’anno: le festivitĂ , oltre agli addobbi e ai regali, portano con sĂŠ le tavole imbandite e le ricette tipiche del pe-

riodo invernale. Con l’aiuto di Riccardo Cominardi, apprezzato chef di “Casa Rocca�, “Voce� ha pensato a una proposta semplice e raffinata. Si tratta della catalana di aragostelle. Questa la preparazione. Ingredienti: 4 code di aragostelle; 1 zucchina, 1 carota; 1/2 finocchio; 1

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coda. Incidere la coda ed eliminare il cordone. Tagliare le verdure a bastoncino, avendo cura di tagliare la belga solo poco prima di servire altrimenti si ossida e comporre come una misticanza nel centro del piatto. Scottare le aragostelle in acqua bollente per 3 minuto circa o meglio ancora a vapore per 6 minuti. Tagliare a medaglioni. Tritare tutti gli ingredienti della salsa ed amalgamare all’olio e aceto. Salare e pepare.Nappare le verdure con un po’ di salsa. Adagiare sopra i medaglioni di aragostelle e condire ancora con la salsa rimasta. Decorare a piacere il piatto. E, infine, non poteva mancare il dolce tipico del Natale: lo sformato di panettone e pasta di pistacchio con macedonia di frutta esotica. I vostri ospiti saranno sazi e voi avrete fatto bella figura. Rispettando la tradizione e con un po’ di originalitĂ abbiamo creato un menĂš equilibrato per il palato, il vero giudice delle pietanze che prepariamo. E con i suggerimenti dello chef Riccardo la buona riuscita è assicurata.

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La storia è adesso

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Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrĂ rca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrĂ rca dell’Iturèa e della TraconĂŹtide, e LisĂ nia tetrĂ rca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e CĂ ifa, la parola di Dio venne su Giovanni, ďŹ glio di ZaccarĂŹa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta IsaĂŹa: “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarĂ riempito, ogni monte e ogni colle sarĂ abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrĂ la salvezza di Dio!â€?.

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toria. Luca non pensa solo di fornirci le coordinate storiche, l’epoca nella quale Giovanni Battista comincia la sua predicazione; e nemmeno vuole solo sottolineare che la storia che va raccontando è accaduta davvero, in quel preciso momento storico. Il senso è piĂš profondo e si lega indissolubilmente con la predicazione di Giovanni: non è un tempo qualsiasi, è il momento opportuno. Giovanni predica che è ‘quel’ momento e non un altro e segna l’inizio di qualcosa di nuovo. Giovanni cambia il senso alla storia perchĂŠ lui, sconosciuto, riprende il discorso antico di Isaia. Solo su Giovanni viene la parola di Dio e non sugli altri; solo attraverso di lui la voce di Dio diventa la voce di un uomo che grida nel deserto. Solo attraverso di lui si articola in parole il bisogno di preparare; solo attraverso di lui i libri degli oracoli non sono piĂš solo parole ma diventano una voce che grida. Giovanni trasforma in nuovo l’antico e il remoto libro di Isaia diventa il presente, si sostituisce al pre-

sente di quella storia che sembra aver dimenticato la promessa di Dio. Preparare è ricordare, è tornare a quelle parole antiche che si compiono. CosĂŹ la promessa diventa realtĂ , proprio in quel punto, in quel momento e non prima, e non dopo. La necessitĂ di preparare viene da qui: dall’accorgersi che sta accadendo quello che era stato detto, quello che era stato promesso. Cioè l’enormitĂ della salvezza di Dio che si compie. Prepararsi è accorgersi. Fare penitenza è accorgersi. Il rischio è di non sentire la voce e di non fare in tempo. PerchĂŠ si compie ciò che è stato promesso. Da quel momento e fino a quando sarĂ il ritorno di Cristo, quella promessa si compie e la voce continua a gridare e la necessitĂ di prepararsi è un’esigenza della fede. Non è ammessa la stanchezza e l’abitudine, non lo scontato: ecco che l’antico diventa nuovo perchĂŠ non è mai stato antico. Aspetta che lo comprendiamo. Da quel momento non c’è piĂš il passato ma solo il futuro di Dio e quello che è passato lo è solo per la storia, non per Dio. Le sue parole, le

sue promesse sono tali e sono antiche perchĂŠ noi uomini e donne viviamo nel tempo, ma lui, Dio, vive nel presente, o meglio nella presenza. La nostra attesa è giĂ il suo compimento. Ma se pensassimo che Dio è il presente, ci accorgeremmo che il vero bisogno della nostra storia è di scoprirlo e di sentirlo presente. Cerchiamo di vedere un tempo lontano, un tempo futuro per noi, ma il futuro di Dio è il modo attraverso il quale il nostro presente si può trasfigurare. Non sentiamo la voce di Giovanni? Grida ancora e chiama ancora; come nel passato c’era solo bisogno di ascoltarla. Da quel momento la storia di Dio come presenza è qualcosa al quale non possiamo sfuggire: potremo fingere di credere, potremo non credere, potremo dire di sapere. La voce chiede di preparare, di convertire il cuore, cioè di cominciare a capire che Dio è presente. Ăˆ storia e parla non solo con quella voce, ma con la Parola, con GesĂš. Ma come faremo a capire e ad ascoltare la Parola, se non avremo preparato l’orecchio alla voce?

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3RUWH DSHUWH Sabato 1 dicembre si è aperto il 29° Sinodo diocesano. L’inizio nella Cattedrale con la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo. Prima porta aperta: partecipavano alcuni rappresentanti delle altre confessioni cristiane presenti sul territorio. Ci siamo recati al Centro Paolo VI per dare avvio alla discussione. Seconda porta aperta: quanti laici! Erano la maggioranza. In molti hanno preso la parola presentando la loro esperienza, i loro sogni, la loro disponibilitĂ , la loro preparazione. Il vescovo Luciano Monari li ha invitati piĂš volte a mettersi in gioco, li ha ringraziati per il loro lavoro, ha espresso il desiderio di un sempre maggior coinvolgimento nella collaborazione alle unitĂ pastorali. I sacerdoti avevano

il cuore aperto al cambiamento (terza porta aperta), erano contenti, non ho sentito resistenze, intravedevano i tempi nuovi. Tra i laici molte donne (quarta porta aperta) hanno esposto il loro parere, si è sentita la loro voce, la loro presenza. Quinta porta aperta: i giovani. Hanno portato entusiasmo, progettualitĂ , futuro ed aria fresca. Sesta porta aperta la presenza di un extracomunitario cattolico che da alcuni anni “fa uno dei re magi nel presepio viventeâ€?, ma ha anche altre collaborazioni all’interno della comunitĂ parrocchiale. Una presenza simpatica, accolta con gioia. C’era la vita consacrata con la sua storia gloriosa ma anche con i timori del futuro. Siamo invitati dal presente a riaprire la porta (la settima) del nostro carisma,

di ripensarlo nell’oggi, nella fedeltĂ al Vangelo; verificando se davvero la nostra vita esprime ancora il primato di Dio proprio della consacrazione, se ancora siamo “lievitoâ€?. Le porte aperte sono infinite: il Concilio Vaticano II che spalanca la capacitĂ del respiro ecclesiale. La porta della comunione (forse la parola piĂš pronunciata). La porta del tempo, non di quello che è passato ma di quello che ci sta davanti. La porta verso il territorio: per conoscere problematiche e segni di speranza. La porta verso l’altro: dalle famiglie anomale, alle altre presenze religiose, fino ai non credenti. La porta della fede che infonde il coraggio alle scelte. Grazie Vescovo per averci ampliato gli orizzonti non solo dello sguardo, ma anche del cuore.


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ÂŽ ‹Â?‘†‘ –”ƒ ‹Ž Dz‰‹Â?Çł ‡ ‹Ž DzÂ?‘Â? ƒÂ?Â…Â‘Â”ÂƒÇł Il Sinodo sulle Up in corso ha i tratti di un momento di forte valore ecclesiale. Tempo di grazia e fede. Occasione unica per sentirsi Chiesa. Tempo di veritĂ , discernimento, decisione. In questi giorni di “frattempoâ€?, mentre la commissione preposta tira le somme in vista del “rush finaleâ€?, un paio di sottolineature mi paiono doverose. Anzitutto circa lo strumento Up. Al Sinodo ho colto una certa pretesa di esclusivitĂ sulle Up come strumento di presenza della Chiesa

nel territorio, con una vittima: la parrocchia. Canobbio, a inizio lavori, ha ricordato che “le Up non sono un fine, ma un mezzoâ€?. E se “il fine – dice Monari alla Messa di apertura – è la legge della comunioneâ€?, penso che una certa complementaritĂ di strumenti pastorali sia indispensabile in un territorio diversificato come il nostro. L’evidente debolezza giuridica e organizzativa delle Up, nonostante il Sinodo, se mira a relativizzare troppo la parrocchia sarĂ controproducente. In concreto

la diocesi potrebbe trovare vantaggio dalla rivisitazione in Up per non piÚ del 30-40% del suo territorio, possibilmente in corrispondenza con i confini comunali (a Brescia i comuni sono 206) e con un numero congruo di abitanti. Per il resto funzionino le parrocchie e i loro organismi, e semmai si abbia il coraggio di sopprimerne alcune semplificando il tutto senza complicarsi troppo la vita (a naso circa il 10%). Un secondo aspetto tocca l’articolazione degli

organismi di comunione nelle Up. La discussione sinodale vi ha dedicato molto tempo e, per ora, resta confusa: Cpp, Cpup, Cpae, Caeup, Cpz, Cpd, Congreghe e Cpr e Gruppo ministeriale. Un delirio e non solo per i preti di cui s’invoca la liberazione degli aspetti amministrativi. A che gioverĂ questa burocrazia? In twitter ha girato una domanda: “Quando il Signore tornerĂ troverĂ ancora la fede sulla terra o ci troverĂ riuniti in qualche consiglio di Up?â€?. (don Adriano Bianchi)

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on un voto all’unanimitĂ (309 voti su 309 sinodali presenti in aula al momento della ripresa dei lavori) è stato approvato lo schema dell’Instrumentum laboris che sarĂ consegnato al vescovo Luciano Monari. Bocciata, come ricordato da mons. Giacomo Canobbio, la richiesta di introdurre nel documento l’omelia pronunciata dal Vescovo nella celebrazione che, in Cattedrale, aveva aperto il Sinodo. Lo schema dell’Instrumentum laboris approvato è lo stesso presentato sabato da mons. Canobbio. Gli interventi delle prime due giornate non hanno infatti messo in discussione alcuna parte del documento. Nel corso della settimana la commissione di coordinamento procederĂ all’analisi degli interventi per un loro inserimento nel documento conclusivo. La votazione dello schema dell’Instrumentum laboris doveva essere l’ultimo atto, ma prima della recita dei Vespri che ha sancito la chiusura della seconda sessione sinodale c’è stato un fuori programma, peraltro anticipato nel corso del pomeriggio. Il Vescovo ha preso la parola e ha cercato di chiarire alcune questioni critiche come il consiglio pastorale dell’unitĂ pastorale e riguardo al gruppo ministeriale e al coordinatore dell’unitĂ pastorale. Ha ascoltato con attenzione i numerosi interventi che hanno fatto seguito e ha preso nota delle osservazioni critiche, dei suggerimenti, delle esperienze in atto e ha ringraziato della ricchezza dei contributi. “A me interessa che l’assemblea espri-

ma un consenso pieno sul gruppo ministeriale – ha affermato mons. Monari, replicando ad alcune perplessitĂ sollevate su questa realtà –. Se i dubbi e le perplessitĂ prevalgono, meglio soprassedereâ€?. Il 29° Sinodo diocesano si era aperto con l’invito rivolto ai sinodali di mons. Monari, durante l’omelia in Cattedrale, di avere “nel cuore un desiderio profondo, appassionato di quella comunione che Dio desidera per tutta la famiglia umana e per la quale GesĂš ha consacrato se stesso. Abbiate un desiderio e un amore cosĂŹ grande che vi permetta di superare le abitudini mentali, gli interessi particolari, le resistenze istintive al cambiamento. Solo entro questo contesto di desiderio le unitĂ pastorali potranno vivere e servire alla Chiesaâ€?. Le unitĂ pastorali, come è stato ricordato piĂš volte nel corso del dibattito assem-

bleare, devono essere un mezzo non un fine. Un mezzo per essere Chiesa nel terzo millennio. “Se faremo le unitĂ pastorali, le faremo – ha detto Monari – per riuscire a vivere piĂš pienamente la comunione come il Signore ce la chiede e come il nostro cuore, mosso dalla sua parola, ha imparato a desiderare. Non ci interessano le ricette pastorali in se stesse; c’interessano le comunitĂ cristiane nella loro bellezza; e la loro bellezza sta nella capacitĂ di aprirsi le une alle altre; di aprirsi tutte insieme al mondoâ€?. Nel presentare l’instrumentum laboris mons. Giacomo Canobbio era stato molto chiaro: “Il documento è solo uno strumento di lavoro. Va tenuto presente che è giĂ frutto di un lungo percorso. Accoglierlo con empatia, coglierne lo spirito, offrire suggerimenti per migliorarlo, oltre i personalismi, è giĂ segno della comunione della quale vorremmo fare esperienza in questi giorniâ€?. Le unitĂ pastorali non cancellano le parrocchie, che restano sia dal punto di vista teologico sia dal versante giuridico l’articolazione territoriale fondamentale della Chiesa diocesana. “Per questo – continua mons. Canobbio – in ogni parroc-

chia si dovrĂ mantenere almeno una celebrazione eucaristica domenicale: una comunitĂ parrocchiale senza celebrazione eucaristica domenicale mancherebbe della fonte della sua vita. Tutti gli ambiti della pastorale tipici della tradizione bresciana o messi in luce dal Convegno ecclesiale di Verona (2006) dovranno trovare attenzione articolando azioni comuni dell’unitĂ pastorale e proprie delle parrocchie, con uno spirito di corresponsabilitĂ â€?. Le due giornate di lavoro sono state sicuramente un elemento di stimolo per tutta la Chiesa bresciana, ma soprattutto uno spazio di ascolto. C’è chi ha posto l’attenzione sulla formazione dei sacerdoti nell’ottica delle unitĂ pastorali, chi ha chiesto ai laici di essere protagonisti, chi giustamente ha sottolineato come l’Assemblea non avesse preso in considerazione il tema cruciale della nuova evangelizzazione e della pastorale ad gentes. C’è anche chi con molta concretezza ha evidenziato come la non comunione dei beni tra le parrocchie di una unitĂ pastorale possa essere paragonata a un matrimonio con la separazione dei beni.

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Anche il prossimo fine settimana (sabato 8 e domenica 9) sul sito www.lavocedelpopolo.it si potranno vedere in diretta video gli interventi dell’assemblea e la Santa Messa di chiusura del Sinodo di domenica alle 18.30 in Cattedrale (trasmessa anche su Radio Voce). Attiva la pagina Facebook (www. facebook.com/sinodobrescia) che continuerà a tenervi aggiornati, mentre @diocesiBs su Twitter (#sinodobrescia) proporrà la sintesi degli interventi dei sinodali.

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VenerdĂŹ 7 dicembre Ore 18.30 – Brescia − Ordinazioni diaconi permanenti in Cattedrale. Sabato 8 e domenica 9 dicembre il Vescovo presiede il Sinodo diocesano. Sabato 8 dicembre Ore 17 – Brescia – Santa Messa e rito dei ceri e delle rose alla chiesa di San Francesco.

LunedĂŹ 10 dicembre Ore 17 – Brescia – Bilancio annuale presso la Poliambulanza. MartedĂŹ 11 dicembre Ore 16 – Rodengo Saiano – Visita alla comunitĂ Pinocchio. Ore 18.30 – Brescia – Santa Messa per il giovane clero al Centro pastorale Paolo VI. MercoledĂŹ 12 dicembre Ore 15 – Brescia – Consulta regionale per la catechesi presso l’oratorio della Volta bresciana. Ore 20.30 – Brescia – Saluto alla presentazione del libro “Intervista su Dioâ€? del card. Ruini presso il Centro pastorale Paolo VI.

ƒÂ?…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘Â?‹Â?‡ La Cancelleria della Curia diocesana comunica i seguenti provvedimenti: Il sac. don Gualtiero Pasini è stato nominato vicario zonale della Zona XIX Bassa Valle Sabbia. Il sac. don Francesco Baronchelli è stato nominato prefetto della Biblioteca presso il Pontificio istituto di studi arabi e d’islamistica - Pisai. Padre Carlo Bianchini della Congregazione dell’Oratorio di Brescia, è stato nominato cappellano della Cappellania ospedaliera Sant’Anna/CittĂ di Brescia.

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a diocesi di Brescia con il vescovo Monari è pronta ad accompagnare un suo figlio, mons. Vincenzo Zani, all’ordinazione piscopale. Concretamente con la regia tecnica di Brevivet (per informazioni, contattare il numero 0302895311) un pullman, con a bordo il Vescovo, partirĂ per Roma il 5 gennaio e farĂ ritorno a Brescia il 6 sera dopo la celebrazione. Il 20 gennaio alle 16, invece, sarĂ la Cattedrale di Brescia a ospitare la solenne concelebrazione. In questa intervista il neosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica, racconta le sfide che si trova ad affrontare. Quali sono gli impegni che si trova ad affrontare come segretario della Congregazione per l’educazione cattolica? Nell’accingermi ad affrontare il compito affidatomi di segretario, con la responsabilitĂ che es-

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specifiche della Congregazione, e cioè far sĂŹ che i principi fondamentali dell’educazione cattolica, cosĂŹ come sono proposti dal magistero della Chiesa, siano sempre piĂš approfonditi, affermati e conosciuti dal Popolo di Dio, e in questo assistere i Vescovi; inoltre vigilare sulle UniversitĂ ecclesiastiche e cattoliche e gli altri Istituti di studi superiori perchĂŠ siano promossi gli studi umanistici e scientifici e le discipline sacre, fondati sulla veritĂ cristiana. Quali sono i suoi sentimenti nell’assumere un incarico che di fatto la conferma come stretto collaboratore di Benedetto XVI, che pure ha giĂ conosciuto come sottosegretario della stessa Congregazione? Questa esperienza mi accompagna sempre quando capita di trattare certe problematiche complesse e difficili, che ci vengono affidate. Un secondo sentimento è susci-

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ci un’anima e l’amore vero per la Chiesa. L’Anno della fede in corso, da una parte mi riporta alla memoria quello che aveva indetto Paolo VI nel 1967 e mi fa ricordare la straordinaria figura di papa Montini che ha servito a lungo la Santa Sede, influendo in modo efficace su di essa con la grande riforma della Curia da lui avviata attraverso la costituzione apostolica Regimini Ecclesiae universae; dall’altra l’impegno di fare del corrente Anno della fede un’occasione di rilancio dello spirito e dei contenuti del Concilio Vaticano II, cosÏ come fu l’Anno della fede voluto da Paolo VI subito dopo il Concilio.

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Le Ancelle della CaritĂ con la Casa madre di via Moretto 33 vivono un triduo di preghiera in preparazione alla festa di Santa Maria Crocifissa di Rosa, al secolo Paola Di Rosa. Nasce a Brescia il 6 novembre 1813 e muore il 15 dicembre 1855: una vita breve, ma intessuta di dedizione e di gratuitĂ . L’ereditĂ di Santa Maria Crocifissa è carica di doni. Ricorda una delle piĂš belle pagine del Vangelo, lĂ dove si legge che saremo veramente benedetti se sapremo amare Cristo nei poveri e nei sofferenti. Oltre a essere esempio di fede, è convinta che la vita, a imitazione di Cristo, deve essere spesa per gli altri. Il suo amore per Dio si manifesta anche verso il prossimo: in essi vede Dio. La sua è un’assistenza premurosa e discreta; è una caritĂ di carattere missionario

che non pone confini e si esprime anche in una carità spirituale fatta di consigli, suggerimenti e richiami ai valori dello spirito. Il triduo inizia mercoledÏ 12 dicembre con la celebrazione eucaristica delle 6.30 presieduta da don Faustino Guerini e quella delle 18.30 da don Francesco Mattanza; giovedÏ 13 alle 6.30 presiede don Faustino e alle 18.30 mons. Gabriele Filippini, mentre il 14 alle 6.30 la Messa con don Faustino Guerini, mentre la Messa delle 18.30 è celebrata da don Antonio Bodini. Sabato 15 dicembre, festa liturgica, don Faustino presiede la Messa delle 6.30, mons. Mario Vigilio Olmi quella delle 10 e mons. Enrico Tosi alle 16. La giornata si conclude, alle 19, con la concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Luciano Monari.

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Brumana), le visite pastorali (prof. Xenio Toscani), il Protocollo ottocentesco (don Livio Rota) e la serie religiosi (prof. Giovanni Gregorini). In tale circostanza, dopo la consegna dei diplomi ai frequentanti il corso, avrĂ luogo una cerimonia volta a ricordare, davanti ai suoi familiari la ďŹ gura e l’opera del ragionier Carlo Albini, fondatore della Cisl bresciana, fondatore e presidente per lunghi anni del Cedoc, presidente del Collegio sindacale dell’Editoriale

Bresciana, protagonista del cattolicesimo sociale bresciano, la cui ricca e qualiďŹ cata biblioteca è stata donata dai ďŹ gli all’Archivio storico diocesano. Albini, per la sua levatura intellettuale, morale e sociale aveva interessi di carattere religioso e teologico. La sua era una spiritualitĂ consapevole e critica che l’ha portato a farsi interprete dell’impegno sociale e politico. Un’alta coscienza politica che lo rese sindacalista sensibile, anche tra i promotori convinti dell’Eulo.

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itorna il Concorso presepi Mcl che esprime una tradizione e una devozione vecchia di secoli: “vecchiumeâ€? o “anticagliaâ€?? Ăˆ meglio non confondere chi non conosce il presepio e che potrebbe pensare che sia un qualcosa che appartenga solo al passato. Non bisogna neppure confonderlo con altre prioritĂ culturali che però non escludono il presepio: ricordo con sgomento – ma con rispetto – gli allestimenti “impegnatiâ€? anni ’70 con denunce sociali, mentre lo sguardo del bambino cercava l’incanto del presepio come calore della comunitĂ . Ăˆ invece al passo con i tempi questo lavoro che ogni anno vede migliaia di famiglie dedicargli un luogo in casa; si registra anche un pullulare di presepi e concorsi in parrocchie e gruppi. Senza contare la tradizione napoletana che ogni anno si arricchisce con nuovi personaggi (quest’anno tra gli altri ci saranno i “Supermarioâ€? Monti e Balotelli). Anche il Concorso presepi Mcl riflette l’attualitĂ di questo movimento. Tra gli oltre 200 iscritti nell’edizione 2011 le famiglie sono state 78, mentre le parrocchie e gli oratori 36; tra le varie comunitĂ (aziende, istituzioni pubbliche, gruppi, rassegne e concorsi, ecc.) spiccano gli ospedali e centri per gli anziani con 17 iscritti. Un’altra categoria consistente è quella delle scuole, 51 classi. E proprio questo dato fa pensare

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del primo premio assoluto dell’edizione 2009 alla scuola “Anna Frankâ€? di Nave e che ha contagiato con un brivido di commozione tutti i presenti nel vedere i bambini festanti circondare il Vescovo nel raccogliere il risultato del proprio lavoro. Quest’anno il tema della 39° edizione è stato scelto dal Vangelo di Giovanni (1,14) “Abbiamo contemplato la Sua gloriaâ€?, non a caso, ma, di concerto l’Ufficio per gli oratori e la pastorale giovanile diocesano, segue la proposta dell’anno pastorale della diocesi. Nella manifestazione terrena di Dio si invita a cercare l’attualitĂ , a cercare col Presepio la costruzione di una comunitĂ attuale, al passo con i tempi, come è espresso dall’immagine creata per il concorso dall’artista Mario Gilberti: una folla che guarda la Gloria del Dio che si fa uomo, sullo sfondo una cittĂ con una chiesa e una fabbrica (il lavoro) posti nel creato (come fa capire il tondo del sole); ai piedi del Bambino un re magio offre la corona (gli amministratori in comunione con Dio al servizio della comunitĂ ). Ci si può iscrivere on-line al 39° Concorso sul sito www.concorsopresepi.it, oppure inviando una mail a presepi@mclbrescia.it o telefonare allo 030.2807812. La manifestazione prevede anche “Presepi in mostraâ€? tra cui la Mostra presepi in Duomo Vecchio e “Art’è Nataleâ€?, le mostre di arte contemporanea sul tema.

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–‹Â?‡”ƒ”‹‘ „‹„Ž‹…‘Ȁ‡•’‡”‹‡Â?œ‹ƒŽ‡ Uno spazio e tempo d’incontro con Dio, con gli altri e con se stessi. “Al centro del cuore lĂ dove, risvegliandosi a sĂŠ, l’uomo si risveglia a Dioâ€? è un itinerario biblico/esperienziale, con momenti di meditazione e bibliodramma, per ritrovare un senso al proprio essere cristiani. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. “La meditazione

è il lavoro che facciamo, il gioco che giochiamo per ricevere il dono della contemplazioneâ€? (L. Freeman). L’itinerario biblico è in programma dal 14 (sera) al 16 dicembre 2012 all’Eremo di Betania in via Pralongo, 60 a Padenghe sul Garda (Brescia), telefonando al numero 0309900674. Per informazioni: 348 5204514 o foffano@libero.it. L’Eremo di Betania, durante l’anno. propone corsi e momenti di riflessione per una

crescita personale e spirituale, ricordando che l’Eremo è innanzitutto uno spazio di incontro con Dio. Questa attenzione è rivolta a chiunque sia in ricerca: singoli o piccoli gruppi. per chi è affaticato, sfiduciato e vive situazioni di abbandono, di emarginazione, di sofferenza e disagio. Può essere l’ideale per chi ha bisogno di riposo, di una sosta per ritrovare il suo soffio vitale e poter riprendere la sua strada

con fiducia e decisione serena. La giornata tipo all’Eremo di Betania è la seguente: alle 7.30 il “Respiro del mattinoâ€? con la lettura del salmo e del Vangelo, alle 8.30 la semplicitĂ lavorativa e alle 12.30 il pranzo. Alle 15 il silenzio orante con la possibilitĂ dell’adorazione in cappella, alle 18.30 la Santa Messa o la condivisione e alle 19.30 la cena; il giovedĂŹ alle 18 la lectio divina, il venerdĂŹ l’ora di silenzio; la domenica alle 11 la liturgia.

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o scrittore francese Georges Bernanos, a sigillo di un suo romanzo sulla vita esemplare di un prete, prima curato poi parroco, mette in bocca al protagonista questa preghiera: “Ogni vita bella, Signore, testimonia per te; ma la testimonianza del santo è come strappata con il ferroâ€?. Sono parole che ben si addicono alla vita di don Giuseppe Olivetti, morto a 81 anni nel cuore dell’estate. Infatti se per ferro non si intende solo la prova della tentazione o quella della persecuzione ma anche quella della sofferenza, don Olivetti ha dato prova di fedeltĂ al suo ministero nonostante una lunga stagione di depressione, angoscia e solitudine, lenita solo dalla compagnia premurosa della sorella Carla. Il peso che ha dovuto portare ha reso ancor piĂš preziosa la sua dedizione e la sua vita tesa alla perfezione della santitĂ . Originario della Bassa, entrò in Seminario in giovinezza, dopo aver conseguito il diploma di ragioniere. Timido, riservato, scrupoloso, buono e di grande pietĂ unita ad una generositĂ sconfinata è stato l’ultimo curato di Mairano dove era ben voluto, apprezzato proprio per la sua discrezione per la quale era diventato confidente di grandi e piccoli. I ragazzi, in anni ancora poveri, avevano fatto della sua cucina l’oratorio: vi andavano a giocare, a leggere Il Vittorioso,

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a consultare libri per i compiti. E don Giuseppe accoglieva tutti con disponibilitĂ e dedizione, pronto a rimetterci del suo per comprare un pallone nuovo o quanto serviva per i ragazzi e la parrocchia. E tutto faceva con la massima umiltĂ e semplicitĂ . In paese lo chiamavano amabilmente San Luigi e lo apprezzavano per le sue prediche domenicali, per la sua disponibilitĂ al confessionale. Giovani e ragazzi lo amavano per la sua presenza accan-

to a loro in ogni momento. Purtroppo dopo solo quattro anni don Giuseppe comincia ad essere colpito dall’esaurimento. Viene destinato, allora, al suo paese di Milzano come vicario parrocchiale. Fa poi un anno di esperienza a Chiari come cappellano della Casa di Riposo dove con toni affabili e capacitĂ di dire una parola buona visitava quotidianamente ammalati e anziani, categorie che gli erano care anche nelle varie parrocchie dove è stato. Poi è seguito il trentennio come parroco di Comella, la singolare parrocchia nel Comune di Seniga, fatta solo di cascinali che hanno il loro centro nell’antico e stupendo santuario romanico sperduto nei campi, dedicato a Maria, meta di tanti pellegrini della Bassa, soprattutto coppie di sposi che davanti alla venerata immagine della Madonna promettono di vivere insieme per tutta la vita. La disponibilitĂ e l’accoglienza di don Giuseppe erano note. La salute cagionevole, il senso di inadeguatezza della sua missione, i suoi scrupoli interiori coniugati però con un alto senso della giustizia e della caritĂ pastorale e con un vivo amore per la chiesa di Comella, hanno portato don Giuseppe Olivetti ad essere un uomo tormentato ma anche un prete affascinante capace di accogliere il prossimo, angosciato, provato, timoroso, ammalato e di indicare la via della grazia che salva.

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Celebrare questa giornata a Sotto il Monte non è stata una scelta casuale, ma un ricordare a tutti l’importanza del messaggio del Concilio Vaticano II (indetto proprio da papa Giovanni XXIII) che ha saputo valorizzare il laicato dandogli una responsabilitĂ e un ruolo nuovo all’interno della Chiesa e nel mondo. Durante la giornata (a cui hanno partecipato anche una sessantina di bresciani, in rappresentanza dei 70 circoli presenti in provincia di Brescia) si sono alternati

momenti formativi con la visita ai luoghi di Giovanni XXIII. Molto toccante anche la testimonianza di mons. Capovilla (segretario del Papa) che, impossibilitato a partecipare direttamente a causa di un’inuenza, ha mandato un messaggio video nel quale dava mandato agli aclisti di portare avanti le novità del Concilio, che ha saputo anche stimolare il volontariato come testimonianza dei cristiani nel mondo. (Roberto Toninelli)

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ne al partito. Per ora questi picchi umorali negativi non hanno ancora toccato la soglia della depressione. Si parlava anche di manie, immancabili in questa accesa fase politica. “Dico e contraddicoâ€? è una delle piĂš diffuse. Per giorni si discute di un argomento, si trova finalmente un compromesso tra i mugugni generali, ma basta che si verifichi un fatto piĂš o meno imprevedibile che i mugugni vincono sul compromesso e tutto viene rimesso in discussione o, peggio, smentito. Due esempi bipartisan: le regole per il voto alle primarie del centrosinistra, franate rovinosamente sul ballottaggio, fatto non cosĂŹ inaspettato; la nuova configurazione del PdL, resettata dalla promessa minacciosa della discesa in campo di Berlusconi, altro fatto che sorprendente non è. Che i politici siano un po’ miopi? Può essere, ma non è un sintomo della sindrome

bipolare. Ăˆ un altro disturbo, facilmente correggibile con un paio di occhiali. E poi ci sono le degenerazioni, i mutamenti quasi sempre in senso peggiorativo, dei caratteri essenziali della patologia. Tali cambiamenti sono difficilmente riconducibili alla malattia principale, perchĂŠ spesso riportano sintomi molto diversi. In politica troviamo un esempio nell’ambito del Movimento 5 Stelle. La democrazia, necessaria per una buona qualitĂ della vita dentro e fuori i partiti, viene qui interpretata in modo estremo: primarie via web, della durata di sette ore al giorno per quattro giorni, a cui partecipano tutti coloro che si riconoscono negli ideali del Movimento e che sono iscritti al forum. Beppe Grillo imporrĂ democraticamente il suo placet. “Da vicino nessuno è normaleâ€?, come si recitava in un film.

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talia bipolare. Non nel senso del bipolarismo politico, anche se di politica si sta parlando, ma nel senso di disturbo bipolare, cioè il disordine mentale caratterizzato da continui cambiamenti dell’umore, ripetuti episodi di depressione e talvolta manie. Dopo le elezioni regionali in Sicilia la fase depressiva prende il sopravvento. Il 53% degli astenuti fa cadere a picco l’umore di tutti, senza distinzione di sesso, etĂ , provenienza e appartenenza politica. Tutti gridano al non voto come forma definitiva di protesta contro una classe dirigente deludente e assente. Sembra la fine di tutto: dei partiti, dei politici, della speranza. Poi arrivano le primarie del centro-sinistra. Sfide televisive, programmi-non programmi su cui discutere ma senza litigare, videochat e social network per parlare


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Nel mondo 61 milioni di bambini non vanno a scuola. Ăˆ il dato che emerge dal nuovo rapporto “Nati ugualiâ€? dell’associazione Save the Children diffuso in occasione della Giornata mondiale per l’infanzia, secondo cui se tutti i bambini dei Paesi a basso reddito avessero accesso all’istruzione, 171 milioni di persone non vivrebbero piĂš in povertĂ . Ad esempio, in Brasile i bambini bianchi hanno il 32% di possibilitĂ in meno rispetto ai coetanei di colore, meticci o

indigeni, di avere gravi lacune scolastiche. In Nigeria, la fascia di giovani che ha attualmente tra i 17 e i 22 anni, ha meno di cinque anni scolarizzazione se fa parte della porzione piĂš povera della popolazione, contro i 10 anni dei piĂš ricchi. Per molti bambini, essere femmine, disabili o membri di minoranze etniche, vivere in zone rurali ecc. sono elementi che limitano ulteriormente le proprie opportunitĂ di frequentare una

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scuola. In termini di genere, al mondo se tutte le femmine avessero lo stesso accesso dei maschi alla scuola primaria, almeno 3,6 milioni di bambine in piÚ la frequenterebbero: in Indonesia, ad esempio, le donne analfabete sono il doppio degli uomini e le ragazze mai iscritte a scuola sono il triplo dei ragazzi. Negli ultimi quattro decenni, l’aumento delle donne con un’istruzione di base ha prevenuto la morte di 4 milioni di bambini.

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a scuola dell’infanzia “Luigi Mantovaâ€? di Villachiara si è fatta promotrice otto anni fa, in collaborazione con il locale oratorio dedicato a S. Luigi, del concorso “Villachiara il paese dei presepiâ€? per continuare e incentivare una tradizione molto sentita e praticata tra la popolazione che si tramanda da tempo immemore. Nel corso degli anni questa iniziativa si è imposta come appuntamento natalizio irrinunciabile che riscalda i cuori di tutti i villaclarensi ed ora contagia anche gli abitanti dei paesi del circondario: ne è conferma il fatto che vi partecipano sia i villaclarensi trasferitisi in altri Comuni sia vari appassionati che intendono far conoscere le loro realizzazioni di pregevole fattura. In pochi anni la voglia di presepe ha contagiato a macchia d’olio molte famiglie, tanto che ora sono in bella mostra circa 100 realizzazioni (che in un Comune di 1450 persone sono davvero tante). Le regole del concorso sono molto semplici. Per primo il partecipante si impegna a costruire il proprio presepio domestico e a renderlo visitabile da parte dei concittadini. Tutti i presepi vengono poi attentamente visitati e valutati, fotografati o filmati e divulgati sul web all’indirizzo http://villlachiarapaesedeipresepi.wordpress. com/ e sulla pagina Facebook http://www.facebook.com/pages/ villachiara-il-paese-dei-prese-

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pi/142222995879596. Viene inoltre realizzato un dvd che raccoglie le immagini e i video del concorso, per la distribuzione ai partecipanti e a chi ne fa richiesta. Le tre migliori realizzazioni sono premiate il 6 gennaio durante la Festa dei doni (Re Magi) nella chiesa parrocchiale. Nel corso del-

le edizioni il concorso lanciato a Villachiara è andato costantemente crescendo non solo in quantitĂ , ma anche in qualitĂ , con presepi sempre piĂš curati, innovativi e dalle particolari soluzioni artistiche. Ăˆ sorprendente riscontrare come anche alcune famiglie di extracomunitari si cimentino nell’impresa, a testimonianza del linguaggio universale del presepe, il cui messaggio di pace e di fratellanza raggiunge tutti i cuori. Dunque la sfida è lanciata anche per questo 2012! Gli organizzatori, come è avvenuto per le precedenti edizioni, si aspettano un numero considerevole di iscrizioni.

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l centro pastorale Paolo VI si sono incontrati, per una lezione straordinaria della scuola di sussidiarietĂ della Fondazione San Benedetto, docenti, studenti e importanti ospiti sul tema “Dal welfare pubblico locale alla welfare society: non lasciamoli soliâ€?. Una serata voluta dalla stessa Fondazione , che in un vivace clima culturale, punteggiato da molte facce giovani, ha favorito il confronto tra nuove generazioni e chi di welfare si occupa da tutta una vita. Moderati da Marco Nicolai, vice presidente della San Benedetto, sono intervenuti da prima gli studenti stessi che, con un intenso lavoro di squadra, hanno prodotto e divulgato un’intervista, realizzata a Londra, a Julian LeGrand, docente di politiche sociali alla London School of Economics and Political Science. Entusiasta dell’energia degli studenti il professore ha

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Con il successivo intervento di Felice Scalvini, leader della cooperazione sociale, si fa invece un excursus storico partendo dai cambiamenti relativi alle definizioni. Non si parla piĂš di welfare state, questa seconda parte di definizione è andata, infatti, perdendosi e non è un dettaglio. Oggi non è piĂš solo lo Stato, in profonda crisi economica, ad occuparsi di welfare, ma sono soprattutto enti privati e cooperative che forniscono interventi capillari, sul bisogno e sul territorio, e chiedono allo Stato di essere completamento del loro lavoro. Il problema, secondo Scalvini, è che le grandi burocrazie pubbliche non sono in grado di ripensarsi e ridurre i costi unitari del prodotto sociale, anche perchĂŠ la burocratizzazione, opulenta ed enorme macchina del controllo, porta lontano dall’innovazione rallentando cosĂŹ ogni forma di sviluppo e conseguente risparmio economico. Punto di vista questo sul quale con-

corda anche Alberto Mingardi, giovane direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni, giornalista internazionale, scrittore e studioso libertario, secondo cui lo Stato sociale parte da un’idea illuminista nella quale le persone non sanno di cosa hanno bisogno ecco perchĂŠ c’è uno Stato che risponde. L’innovazione della assistenza medica e sociale arriva attraverso l’associazionismo composto da persone che si uniscono con l’obiettivo di portare la solidarietĂ . La societĂ italiana, secondo Mingardi, è ad un bivio, chiamata a decidere che cosa deve fare lo Stato e che cosa i cittadini. Lo Stato sociale non sarĂ sempre lĂŹ, è necessario discutere quali sono i modelli possibili di cambiamento. Spetta a Marco Maiello, direttore Area innovazione e sviluppo, Welfare Italia, chiudere la serata. Spezza una lancia a favore dello Stato sociale che è insostituibile di fronte ai grandi bisogni e che è tra i miglio-

ri al mondo, ma è anche convinto della necessitĂ di un cambiamento a fronte della diversitĂ dei bisogni. Non ci sono piĂš, fortunatamente, grandi epidemie, come il vaiolo, da debellare, ma singoli e differenziati bisogni ai quali la standardizzazione del sistema non è in grado di rispondere. Nuove malattie, nuove forme di povertĂ e disagio sociale hanno bisogno di risposte veloci e specifiche. Esistono giĂ associazioni no profit formate e capaci di rispondere, importante ora è che lo Stato si faccia completamento e supporto risparmiando ai cittadini il costo dell’organizzazione e creazione di un ente uguale, ma statale. Oggi la parola standard non serve ad affrontare le tematiche complesse del Paese, ma è indispensabile un coordinamento e una capacitĂ informativa funzionale ai bisogni del cittadino che vada ad alleggerire i sistemi di pronto intervento ospedaliero.

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rendergli omaggio e sono felice che, nonostante le difďŹ coltĂ economiche, anche Brescia abbia deciso di ricordarloâ€? ha poi concluso, lasciando la parola al maestro Filippo Lama, direttore artistico dell’Associazione Orchestra da Camera di Brescia, organizzatrice dell’evento. Lama ha presentato i quattro appuntamenti del Festival, che si apre giovedĂŹ 6 dicembre alle 21 nel Teatro Sancarlino (Corso Matteotti), in cittĂ . Al duo italoamericano composto dai fratelli

Guarino il compito di dare il via alla manifestazione, con una serata dedicata alla “canzone americana a Broadway e al cinemaâ€?. MercoledĂŹ 19 dicembre, alle 21, nella chiesa di San Cristo l’Orchestra da Camera di Brescia si esibirĂ nella serata “Da Bach al Novecentoâ€?. Terzo appuntamento sabato 22 dicembre, al teatro Sancarlino, con “Spazio Giovaniâ€? e l’esibizione del giovanissimo duo Bortolotto-Andri (nella foto) in sonate di Beethoven, Ravel e Shostakovich. InďŹ ne il

28 dicembre, alle 21, nella chiesa delle Grazie per una serata con l’Orchestra da Camera, dedicata al ricordo di Franco Margola e Giulio Tonelli. L’ultimo appuntamento, in collaborazione con l’Usci, sarĂ l’occasione di sentire per la prima volta in esecuzione orchestrale la cantata di Margola “La Nuova Betlemâ€?. L’ingresso al Festival sarĂ gratuito, grazie al contributo di Fondazione Asm, Tonoli e Cavalli strumenti musicali e il patrocinio di Comune e Provincia. (l.d.p.)

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na Cinquecento azzurra, pronta per accompagnare Stefano e il nonno ottantenne in un viaggio che è fisico ma anche un percorso di fede. Ăˆ questo “Parabole di un clownâ€?, lo spettacolo che Bruno Nataloni (“attore nato col teatro comico ma che, a un certo punto, ha sentito il bisogno di unire allo spirito con la esse minuscola, quello con la esse maiuscolaâ€? come ama ripetere in una sorta di autopresentazione) porta in scena l’11 dicembre prossimo alle 20.30 al teatro Colonna di via Chiusure a Brescia (ingresso 5 euro), in una serata promossa dagli Uffici per le comunicazioni sociali e la catechesi della diocesi, da Voce Sas, dall’Acec, dall’unitĂ pastorale del centro storico e dalla zona pastorale di Brescia ovest. Con “Parabole di un clownâ€?, vincitore dell’ultima edizione de “I teatri del sacroâ€? la Chiesa bresciana prosegue il cammino di studio e di analisi degli strumenti piĂš adatti

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corso del quale Bruno Nataloni dĂ voce sia al nonno che al giovane Stefano, racconta il percorso di un viaggio che è materiale, ma che propone anche il cammino all’interno della vita spirituale e di fede dell’anziano che vuole “passare il testimoneâ€? al giovane nipote. “Parabole di un clownâ€? commuove, diverte, aiuta a riflettere. Qualcuno, dopo averlo visto, è arrivato addirittura a definirlo una efficace forma di catechesi sull’iniziazione cristiana. “Con Zanoletti – afferma al proposito Nataloni – ho voluto inquadrare un testo che dicesse in modo molto chiaro di come un’esistenza può trovare senso nella relazione con GesĂš. Il nonno parla di una relazione personale con GesĂš che chiama spesso suo amico, perchĂŠ gli è stato compagno nel corso della vita. Una relazione che ha conosciuto difficoltĂ , ma che è caratterizzata da una profonda capacitĂ di rigenerazioneâ€?. Lo spettacolo cerca di dimostrare che quella con GesĂš è una relazione personale e vera, corrobora-

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ta da un’appartenenza ecclesiale, da un percorso sacramentale serio, e da un rapporto stretto con la Parola che nel caso del nonno è il Vangelo di Luca che gli autori hanno scelto per la sua forza narrativa. Di questo e altro ancora dialogheranno, dopo lo spettacolo, lo stesso Nataloni che è anche insegnante di religione, don Adriano Bianchi, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali, e don Francesco Pedrazzi, direttore dell’Ufficio per la catechesi.

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3HWHU 3DQ H :HQG\ LQ 7RUUH Il Peter Pan di Emanuele Luzzati torna alla Torre delle favole. La manifestazione ideata e curata da Sonia Mangoni e Laura Staffoni compie 10 anni e festeggia con una speciale edizione del Peter Pan ideato dal grande illustratore nel 2004 in un nuovo allestimento curato dallo scenografo Gabriele Carlini, assistente di Luzzati (nella foto di Umberto Favretto una delle stanze). Aperta ďŹ no al 3 marzo 2013. Visite teatralizzate per le scuole (dal lunedĂŹ al sabato) e per tutti i visitatori (la domenica). Per l’occasione torna anche il Tappeto magico, gioco multimediale interattivo di Tpo Teatro di Piazza o d’Occasione di Prato, su immagini create allo scopo da Emanuele Luzzati. Uno spazio riservato ha la mostra bibliograďŹ ca “La biblioteca delle favoleâ€?.

Ci sono anche appuntamenti collaterali: la presentazione del libro “La favola: storia antologicaâ€? di Carla Boroni e Marta Mai (Vannini Editrice) e “Le favole del cieloâ€? al Planetario. Pubblicazione “Peter Pan e Wendyâ€?, illustrazioni di Emanuele Luzzati, Edizioni Nuages, Milano. L’iniziativa “Torre delle favoleâ€? (in Torre Avogadro a Lumezzane) è promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Lumezzane in collaborazione con il Museo internazionale Luzzati con il sostegno di Fondazione Asm Gruppo A2A e Fondazione della comunitĂ bresciana Onlus. Quasi 4.800 le prenotazioni da parte delle scuole alla vigilia dell’apertura. Un ritorno per Luzzati nel suo ricordo, visto che nel 2004, in occasione dei 100 anni di Peter Pan, si cimentò con l’amatissimo perso-

naggio nato dalla penna di James M. Barrie per una pubblicazione di Nuages che diede cosĂŹ vita alla “Torre delle favoleâ€? di quell’anno. Le avventure di Peter insieme alla truppa dei bambini smarriti, i giardini di Kensington, L’Isola-che-nonc’è e i galeoni dei pirati guidati dal terribile Capitan Uncino divennero il tema della seconda edizione della Torre delle Favole. In Torre Avogadro prese forma un percorso tra esposizione, scenograďŹ a, installazione e teatro con l’apporto del grande maestro dell’illustrazione, giĂ ospite a Lumezzane in anni precedenti con il suo “Decameronâ€? con l’aiuto prezioso di Cristina Taverna, anima della galleria milanese e casa editrice Nuages. Per informazioni: UfďŹ cio cultura 030.8929251 o www.latorredellefavole.it.


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“Che cos’è l’uomo perchĂŠ te ne ricordi? Genetica e natura umana nello sguardo di JĂŠrĂ´me Lejeuneâ€? il titolo della mostra che si apre l’8 dicembre e si chiude il 22 alla Fondazione Poliambulanza. L’esposizione è stata realizzata e organizzata per la 23ÂŞ edizione del Meeting di Rimini per l’amicizia fra i popoli. Tutti i giorni dalle 8 alle 20. Prenotazioni di visite guidate: Luca 3493535303 e Daniela 3271662364

Due date nel Bresciano, ma è giĂ tutto esaurito per “Studio per una Ballata di uomini e caniâ€?, l’ultimo work in progress di Marco Paolini, spettacolo che andrĂ in scena all’Odeon di Lumezzane giovedĂŹ 6 dicembre alle 20.45 e al teatro Politeama di Manerbio venerdĂŹ 7 dicembre alle ore 21. Un titolo che vuol essere un tributo a Jack London. London non è uno scrittore per ragazzi, la deďŹ nizione gli sta stretta, è un testimone di parte, che si

schiera, si compromette; quello che fa entra in contraddittorio con quello che pensa. Lui parte da alcuni periodi della sua vita per creare storie credibili dove l’invenzione si intreccia con l’esperienza. Ăˆ facile usarlo per sostenere un punto di vista, ma anche il suo contrario: “Zanna Biancaâ€? e “Il richiamo della forestaâ€? sono, infatti, antitetici. La sua produzione letteraria è enorme, ancor piĂš pensando a quanto poco sia durata la sua

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vita. “Studio per una Ballata di uomini e caniâ€? è nato da alcuni racconti del grande Nord, tra cui Uomini e cani, Macchia, Bastardo e Preparare un fuoco (nella traduzione di Davide Sapienza), in cui gli uomini e i loro animali sono sempre al centro dell’azione. Lo spettacolo ha la forma di un canzoniere teatrale, con musiche e brani ispirati al lavoro di London, accompagnati da alcune ballate ed un inserto sulla vita dello scrittore.

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abato 12 gennaio prenderĂ il via la stagione gennaio-giugno 2013, promossa dal Teatro Grande di Brescia, primo semestre di una proposta annuale che il sovrintendente Umberto Angelini definisce trasversale, per gusti ed etĂ d’interesse. Grandi nomi della scena musicale contemporanea, artisti bresciani e maestri della danza internazionale popolano un calendario ricco, in cui non mancano collaborazioni con il conservatorio, le tradizionali “conversazioniâ€? e gli spettacoli dedicati ai piĂš piccoli e per le scuole. Sabato 12 gennaio sarĂ il balletto “Romeo e Giuliettaâ€? ad aprire la stagione: con le coreografie di Joelle Bouvier, regina indiscussa della nouvelle danse francese, il Ballet du Grand Theatre de Geneve porterĂ in scena una leggenda senza tempo. MartedĂŹ 18 gennaio, invece, la stella della scuola pianistica russa Andrei Gavrilov, assente dai palcoscenici bresciani da 25 anni, si esibirĂ in un concerto sulle musiche di Chopin e Prokofiev. Il 23 febbraio si torna alla danza, con l’organizzazione della serata di consegna dei premi Danza&Danza, evento che porterĂ a Brescia l’eccellenza della danza internazionale. Marzo vedrĂ invece sul palco il gruppo indie-rock dei Baustelle (data che verrĂ comunicata). Il 17 dello stesso mese tocca al maestro Pappano, star della musica internazionale, per la prima volta nella nostra cittĂ , dirigere l’orchestra dell’Accadema nazionale Santa Cecilia. Due giorni dopo, il 19 marzo, ci sarĂ l’anteprima

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(6 febbraio), il secondo all’americano Philip Glass (14 aprile). In aprile per la prima volta il Teatro Grande uscirĂ dai propri confini e approderĂ al Teatro Centro Lucia di Botticino, dove si svolgerĂ il progetto “Grande al Cuboâ€?, una tre giorni (dal 5 al 7 aprile) dedicata ad alcune delle piĂš interessanti proposte della scena coreografica e performativa italiana. Per quanto riguarda gli spettacoli per i piĂš piccoli, la Fondazione si è impegnata in una nuova produzione realizzata in collaborazione con l’associazione Mus-e Brescia Onlus, che coinvolge circa 100 bambini delle scuole elementari del territorio, “Brimboriumâ€?, una favola per musica scritta dal compositore bresciano Mauro Montalbetti, che sarĂ in scena il 18, 19 e 20 aprile. Inoltre, continua il Progetto Infanzia, con la proposta dello spettacolo “La Repubblica dei Bambiniâ€?, un gioco sull’Abc della democrazia. Proseguono anche le Conversazioni al Grande, sul tema del futuro, la collaborazione con il Festival pianistico internazionale e il progetto giovani di Uto Ughi. NovitĂ un laboratorio di scrittura organizzato dalla Scuola Holden di Torino (1, 2, 3 febbraio). “Il Teatro Grande è tornato ad essere un punto di riferimento per la vita culturale della cittĂ - ha sottolineato il sindaco Paroli. Prezzi da 10 a 28 euro, biglietti in vendita da martedĂŹ 11 dicembre. Non sono previsti abbonamenti, ma rimane in vigore la Teatro Grande Card (prelazione il 6, 7 e 8 dicembre). Info su www.teatrogrande.it

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‘nostra’ civiltà – ha sostenuto Gertrude Duby Blom, fotografa e giornalista svizzera (1901-1993), che per 50 anni ha vissuto con i Lacandoni – ha conquistato gli ultimi gruppi di quegli indios, che ormai si stanno integrando nella cultura occidentale. Oggi, con i moderni mezzi di comunicazione, l’isolamento è finito. CosĂŹ, il mondo maya scompare per la seconda voltaâ€?. La sua tenacia, nel divulgare il loro essere, li ha salvati dall’estinzione e i moderni

Lacandoni, che chiamano se stessi “hach uinĂŹkâ€?, i veri uomini, restano gli unici custodi della piĂš pura cultura maya. Verso la metĂ del secolo scorso, la nostra civiltĂ iniziò a sventrare la foresta, la loro casa. In loro soccorso giunse Gertrude Duby, che si stabilĂŹ in Messico e cominciò a lavorare come giornalista, imparando a fotografare per documentare i suoi articoli. Nel 1940, i Lacandoni erano circa 400, ma nel 1948 ne sopravvivevano solo 156. Trudi

scatenò una campagna per fare loro arrivare aiuti medici: oggi superano i 500. Interrogata sulla vicenda Trudi rispose: “La Selva? Non c’è speranza. Ăˆ finita. Del resto, un giorno o l’altro anche il mondo dovrĂ finireâ€?. Il 21 dicembre del 2012 è la data della fine del ciclo, ma Trudi non lo saprĂ mai, perchĂŠ è morta il 23 dicembre 1993. Di lei, come di altri, restano le immagini, a testimonianza di un popolo che ha rischiato l’estinzione. (fr.a.)

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XVI all’Incontro mondiale delle famiglie, soffre con noi e per noi e cosÏ ha reso gli uomini e le donne capaci di condividere la sofferenza dell’altro e di trasformarla in amore. Il mistero di Dio affascina fin dall’inizio del mondo l’uomo. Con Dio o senza Dio

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ivere con e per Lui. Fare esperienza di Dio è proprio una bella sfida che fin dall’inizio del mondo, in maniera piĂš o meno manifesta, interessa il cuore dell’uomo. L’amore di Cristo ci accoglie, ci sostiene e costringe ciascuno, parafrasando Benedetto XVI, a “non vivere piĂš per se stessoâ€?. Camillo Ruini 60 anni fa scelse la strada della vocazione sacerdotale. GiĂ presidente della Cei, il cardinale Camillo Ruini è nato a Sassuolo, in provincia di Modena e diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, il 19 febbraio 1931. Originario di Sassuolo come Monari: durante l’ordinazione episcopale presieduta proprio da Ruini il vescovo Luciano ricordò il profondo legame e l’ammirazione che provava nei confronti del cardinale. Si conoscono fin dall’infanzia, quando Luciano era un 13enne e don Camillo, giovane curato d’oratorio, andava a celebrare la Messa in S.

Giorgio a Sassuolo e si ritirava a fare il ringraziamento nella cantoria vicina. Il card. Ruini è stato ordinato sacerdote nel 1954 e creato cardinale il 28 giugno del 1991. La questione di Dio, le domande sulla sua esistenza e sulle vie per incontrarlo sono tornate al centro del dibattito filosofico, teologico e culturale nella societĂ secolarizzata di oggi. “Scopo di questo libro è presentare le motivazioni razionali della fede in Dioâ€? scrive Ruini nell’introduzione a “Intervista su Dioâ€?. Il cardinale ha dedicato al tema due anni di studio intenso e in queste pagine edite da Mondadori ne parla con il giornalista Andrea Galli. Partendo dalla situazione della fede, in cui molti filosofi e intellettuali segnalano una “eclissi del sacroâ€?, Ruini ripercorre la domanda su Dio nella storia e nella filosofia. Spiega che la questione di Dio coinvolge inevitabilmente la persona. In questa intervista, che in realtà è un libro organico, accompagna il lettore

sulle tracce di Dio, tra storia, scienza e cultura, e propone una serie di percorsi per avvicinarsi al suo mistero partendo dalla realtĂ di cui abbiamo esperienza: dallo stupore di fronte al fatto che esistiamo, all’anelito di libertĂ insopprimibile in ogni uomo, alla sua capacitĂ di riconoscere quel grande segno di Dio piantato nella storia che è GesĂš Cristo. Un testo che si propone come un itinerario per aiutare chi crede a essere piĂš consapevole delle ragioni della propria fede. Cosa significa Dio nella vita del card. Camillo Ruini? Significa il Dio di GesĂš Cristo e della fede della Chiesa, che nella sua libertĂ e misericordia è venuto a cercarmi fin da ragazzo e mi ha sostenuto in tutto il cammino, non permettendo mai che perdessi la fede in Lui. Adesso Dio è la mia speranza di vita eterna, alla quale vorrei consacrarmi con cuore indiviso. Dio, come ha detto Benedetto

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quanto cambia la nostra vita? Cambia nella misura in cui crediamo in Lui e ci convertiamo a Lui. Si può infatti credere nel senso di pensare che Dio ci sia ma lasciando, sebbene poco coerentemente, questo pensiero alla periferia del nostro spazio vitale. Si può invece portarlo sempre piĂš al centro, riconoscendo che Dio, se esiste, è l’origine, il senso e il destino dell’intera creazione e in concreto di ciascuno di noi. Nei Vangeli e in tutta la Bibbia ci viene detto che Dio ci ha amato per primo e vuol essere quel tesoro nel quale trova la sua gioia il nostro cuore. Allora veramente tutto nella nostra esistenza prende una direzione nuova e nasce la “nuova creaturaâ€? di cui parla l’apostolo Paolo. Il Santo Padre ha indetto l’Anno della fede per infondere speranza e al tempo stesso per dare coraggio ai cristiani. San Gregorio Magno diceva: “I fedeli ci lasciano e ci abbandonano e noi rimaniamo in silenzioâ€?. Il dicastero per la promozione della nuova evangelizzazione è il segnale che non rimaniamo in silenzio? Ăˆ uno di questi segnali. Ogni diocesi, parrocchia, comunitĂ , famiglia cristiana, ogni credente che non ha timore di testimoniare la sua fede può essere uno di questi segni, quantitativamente piĂš piccolo ma non per questo meno significativo. La sua presidenza della Cei (dal 1991 al 2007) ha abbracciato un arco temporale segnato da molte trasformazioni, soprattutto in campo politico. Quali sono le sue valutazioni in merito? La prima considerazione è che le cose in ambito politico, come un po’ in ogni dimensione della vita, oggi cambiano molto rapidamente, come dice la Gaudium et spes. La seconda è che non cambiano per caso:

esistono certo le grandi dinamiche scientifiche, tecnologiche, economiche, demografiche. Esistono però anche le scelte e le responsabilitĂ , anzitutto delle persone e – per conseguenza – dei corpi sociali. Esiste soprattutto la libertĂ di Dio e in concreto la sua libera volontĂ di salvezza, che per noi rimane misteriosa ma ha la prima e l’ultima parola su tutto. Perciò il futuro è sempre aperto e chi crede nel Dio di GesĂš Cristo non può mai smettere di fare tutto quello che può per orientare le cose nella direzione giusta, sotto il profilo cristiano e umano. Non le sembra che la Chiesa in quegli anni abbia perso di vista la formazione socio-politica? Di formazione sociale e politica parliamo molto, fin da prima della grande crisi degli inizi degli anni ‘90. Personalmente la ritengo indispensabile ma penso che non si possa realizzarla, principalmente, attraverso delle scuole intese come corsi di studio. Le vere scuole di formazione sociale e politica sono i luoghi e ambienti di vita dove si opera insieme per degli scopi di bene comune. In questo senso le esperienze associative possono svolgere un ruolo significativo, ma possono essere molto utili anche le esperienze dirette in ambito politico fatte da persone che abbiano un’autentica formazione cristiana di base e rimangano inserite nelle comunitĂ parrocchiali, o di altro genere. Le comunitĂ stesse, e in primo luogo noi sacerdoti, non dobbiamo trattare con sospetto chi cerca di impegnarsi da cristiano in ambito politico, ma al contrario dobbiamo cercare di essergli vicino, di capire i suoi problemi e di sostenerlo, non politicamente ma umanamente e spiritualmente, aiutandolo ad essere coerente con le radici cristiane del suo impegno.

il posizionamento dei portali, che chiuderanno le tre celle, riportandole alle sembianze originarieâ€?. Due porte in bronzo saranno poste nelle celle di destra e sinistra, mentre in quella centrale “si è deciso per un compromesso: il portale in bronzo avrĂ una parte centrale in cristallo, cosĂŹ da permettere la trasparenza e lasciare la possibilitĂ di intravedere qualcosa all’internoâ€?. Il nodo centrale della

rivalorizzazione del Capitolium riguarda il modo in cui si è deciso di raccontare la sua storia. “L’idea – prosegue – è stata quella di utilizzare la cella di destra, con la pavimentazione meno integra, per sviluppare all’interno un racconto di suggestione, che permetta di muovere l’immaginazione degli spettatori e portarli a ricreare l’idea di come fosse il tempio in origineâ€?. SarĂ possibile soffermarsi davanti a schermi

interattivi per soddisfare ogni curiosità . All’interno della cella centrale sarà ricreata attraverso una suggestione la presenza di una statua in pietra alta 4,70 metri, come era in origine. Il lavoro di ripristino dell’area del Capitolium proseguirà con la presentazione del Santuario repubblicano, con almeno tre anni di operazioni. Il traguardo finale sarà la sistemazione dell’area del Teatro romano. (a.g.)

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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Sabato 8 dicembre Speciale Sinodo per seguire i lavori della terza giornata a partire dalle 8.45 (presentazione della bozza del documento ďŹ nale e interventi dell’assemblea). Domenica 9 dicembre in Primo Piano (9.20) le voci di alcuni delegati dell’assemblea sinodale. In diretta dalla Cattedrale S.Messa delle 18.30 sabato 8 e domenica 9 (conclusione del Sinodo e apertura dell’Anno della fede). Tutto il Sinodo è

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? presenta in avvio uno speciale sul Sinodo diocesano sulle unitĂ pastorali che, suddiviso in due ďŹ ne settimana, domenica giungerĂ a conclusione. L’apertura, con il discorso inaugurale del vescovo Monari, e il racconto delle prime due giornate di lavori, il tutto arricchito da interviste ai sinodali. A seguire: le presentazione della “Cena del poveroâ€? e una riessione sulla catechesi

in diretta streaming sul sito www.lavocedelpopolo.it. Don Alberto Donini in Musica per lo spirito (domenica alle 11.30) ci guida all’ascolto del repertorio sacro per il tempo d’Avvento. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl.

nell’arte. La rubrica “4 parole...â€? è con padre Ermenegildo Bandolini, per il centenario dei Pavoniani. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderĂ in onda anche lo speciale sull’incontro biblico con relatore mons. Luciano Monari.

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(FFR OD WY O¡RVSLWH G¡RQRUH DOOH QRVWUH QR]]H Ăˆ come assistere a uno di quei concorsi di bellezza che vengono organizzati nei centri commerciali il sabato pomeriggio, dove la mammona di turno porta la sua figliola promettente, e in cerca di facili fortune, a sfilare davanti a sconosciuti. Le ha insegnato tutto, come comportarsi, cosa dire, come muoversi. Dopo tanta fatica è giunto il momento del riscatto, finalmente la figlia potrĂ diventare ciò che ha sempre sognato, farĂ felice sua madre, le dimostrerĂ che ha fatto fruttare i suoi insegnamenti, che non la deluderĂ mai. In questa societĂ schiava dell’immagine, che si rifugia in facili idolatrie,

vige una regola fondamentale che abbiamo sentito ripetere per anni: piÚ sacralità diamo alla nostra immagine, piÚ ci sentiamo forti, piÚ abbiamo successo. Politica, lavoro, sport, moda, tempo libero, benessere, amicizie, sfera sessuale, arredamento, cibo, hobby: a quante fabbriche di immagini commissioniamo pezzetti della nostra vita? Quale era la nostra immagine originaria prima che venisse istruita, plasmata, formata? Siamo un po’ come quella ragazzina che, salendo sulla passerella, cerca con lo sguardo fra il pubblico la sua mamma alla ricerca di un’ultima dose di coraggio.

E il mondo diventa un palcoscenico. La televisione è la piĂš amata delle fabbriche di immagini, perchĂŠ le contiene tutte. Propone interi stili di vita formato famiglia, sogni per bimbi che diventano per adulti, passato alle spalle e futuri rosei, mille soluzioni versatili al problema esistenziale. Non è una scuola dell’obbligo, ma se si vuole partecipare alla grande festa bisogna imparare almeno qualche lezione. Ăˆ la nostra mamma speranzosa che assiste alla nostra sfilata. E non si tratta della scatola che c’è in soggiorno, ma della sua proiezione che ormai abbiamo fatto crescere nella nostra testa. Ăˆ quell’idea che

vorrebbe vederci tutti in passerella a esibire ciò che ci ha insegnato. Noi, figli riconoscenti, le dimostriamo ogni giorno che ha fatto un buon lavoro. La vorremmo sempre con noi a osservarci, nella gioia e nel dolore. PerchĂŠ non coronare questo amore invitandola alla cerimonia del nostro matrimonio? E cosĂŹ il giorno delle nozze arriva una troupe televisiva che ci organizza la giornata, realizza ore di immagini sul giorno piĂš bello della nostra vita. E c’è anche lui, Davide Mengacci. RenderĂ questa giornata indimenticabile. Tutto ciò è reale, si tratta di “Nuove scene da un matrimonioâ€?, in onda

ogni sabato alle 20 su Rete 4. Niente di piÚ facile: la televisione che esamina i propri studenti. Per molti il giorno del matrimonio è il momento in cui convivono insieme il maggior numero di immagini fabbricate. Attenti a qualsiasi dettaglio: vestito, manicure, abbronzatura, parrucchiere, auto, fiori, ombrello, ballare, mangiare, amici, foto, filmato. La tv raccoglie con facilità i frutti: perchÊ, che ci siano le telecamere o che non ci siano, sta comunque andando in scena uno spettacolo televisivo. Sempre piÚ spesso la nostra vita è come tv comanda, corre su binari che portano tutti nella stessa direzione.


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‡ƒ–”‘ ”ƒÂ?†‡ ‡” Žƒ ’”‹Â?ƒ ˜‘Ž–ƒ Dz ƒ›Â?‘Â?Â†ÂƒÇł Sabato 8 e domenica 9 dicembre è previsto, nell’ambito della Stagione d’Opera e Balletto 2012, l’appuntamento con il balletto classico. Per la prima volta nella programmazione del Massimo cittadino verrĂ rappresentata “Raymondaâ€?, celebre balletto in due atti su musiche di Aleksander Glazunov. Le coreograďŹ e di Viktor Yaremenko, con frammenti coreograďŹ ci di Marius Petipa,

verranno interpretate dal Balletto dell’Opera di Kiev, una delle piĂš grandi Compagnie europee che dal 1950 ha intrapreso tournĂŠe a livello internazionale, ottenendo grande successo in Bulgaria, Jugoslavia, Ungheria e Francia. I biglietti, a patrire da 20 euro ďŹ no a 60, sono in vendita on line sui siti teatrogrande.it e vivaticket.it e alla Biglietteria del Teatro Grande.

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Leone, il protagonista della commedia di Paolo Genovese “Una famiglia perfettaâ€?, assomiglia a un “Enrico IVâ€? pirandelliano in minore: in una grande villa di Todi ha allestito un palcoscenico sul quale tutti gli ospiti sono chiamati a mettere in scena una vita fasulla. Sergio Castellitto lo interpreta con divertimento discreto, lasciando forse un po’ troppo in ombra la componente di solitudine e tristezza che il personaggio porta con sĂŠ.

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oi de contala?â€?, musiche, parole e ritratti della tradizione bresciana giunge alla 12ÂŞ edizione e prosegue il suo percorso senza curarsi della crisi che taglia fondi, ma soprattutto slancio e speranza, elementi fondamentali per proporre sempre qualcosa di nuovo ed efficace a livello artistico. La forza di Palcogiovani, l’Associazione che sta dietro questa e molte altre proposte bresciane, non è di certo quella economica, ma risiede soprattutto in quel muscolo che pulsa e che ci fa vivere. CosĂŹ, attraverso le difficoltĂ di questo momento contingente, si è sviluppato un altro capitolo di questa saga, alimentato da 14 artisti locali che sorprendono per l’ennesima volta per idee e freschezza. Apre il disco il “veteranoâ€? Daniele Gozzetti, sempre presente in tutte le edizioni di “...Goi de contala?â€?, anche lui dotato di uno straordinario muscolo cardiaco. Daniele cala il suo brano nell’attualitĂ , cantando con ironia e un po’ di tristezza del velenoso “Pcbâ€?, uno dei − purtroppo non l’unico − veleni che stanno infestando la nostra cittĂ . Sulla sua scia altri due grandi protagonisti di questa serie di dischi, i triumplini Selvaggi e il “nonnoâ€? Francesco

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Braghini, il capostipite della canzone dialettale bresciana moderna. I Selvaggi, sempre alla ricerca del brano perfetto, regalano alla raccolta una canzone come “Rabiaâ€?, combat folk-rock di ottima fattura. Francesco Braghini riporta il disco su binari piĂš legati alla tradizione popolare di cui è maestro, con un’altra perla delle sue come “El Bresa Foot-Ball Clubâ€?, che racconta i pri-

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e adeguato ai tempi, che racconta di anni che passano e di giovinezza perenne. Solo voce, chitarra, piano e poesia è la nuova canzone di Sergio Minelli per â€œâ€ŚGoi de contala?â€?, “SchĂŹdeâ€?. Poesia anche per il pirotecnico Fulvio Anelli, che ci regala “Nina nana de paĂŠsâ€?, ballad gonfia di ricordi e di emozioni. Nell’album trova spazio anche il sound celtico intrigante de La Cantina di Ermete, con la canzone “Canto di questuaâ€? affidata alla bella voce di Annalisa Alborghetti. Dalla Valsabbia Mauro Bacchetti ci porta “Parolòtoâ€?, canzone popolare che unisce la canzone italiana di protesta con il folk bresciano. Bella la canzone conclusiva del cd, “Riä NedĂ lâ€?, nel quale il clima natalizio è stemperato dal funk in salsa bresciana di Lorenzo Decca & Funk Up Hill Funky. A completare la raccolta le canzoni dei Valtriumplini, dell’esordiente Nino Paolone, dei Macc de le Ure e dei Caio de Ro. Il cd, che è stato presentato con successo al Teatro S.Giulia del Villaggio Prealpino sabato scorso, è come sempre disponibile nelle edicole di cittĂ e provincia dal 7 dicembre. Il ricavato va ad alimentare le risorse che Palcogiovani investe da sempre a favore di iniziative umane e sociali.

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L’uomo ha infatti assoldato una compagnia di attori teatrali perchĂŠ, il giorno della vigilia di Natale, festeggino con lui fingendo di essere la sua famiglia. Soltanto alla fine scopriremo la ragione della trovata, dopo non pochi momenti di sbandamento: perchĂŠ, accolti nella dimora i “parentiâ€? con i quali ha concordato un rigido copione, Leone si diverte a stravolgerlo, a mescolare le carte costringendo i comprimari a improvvisare, se non

vogliono perdere il ricco compenso che riscatterebbe un periodo di crisi. A fare ogni sforzo per tenerli uniti è il capocomico Fortunato (Marco Giallini, bravissimo) che deve interpretare il fratello del padrone di casa. Vessato in mille modi, costretto a guardare la propria moglie Carmen (Claudia Gerini) mentre veste i panni – fin troppo realistici – della moglie di Leone, Fortunato cerca di arginare le tensioni e condurre il gruppo

al successo, facendo appello alla superiore nobiltĂ dell’arte della recitazione. Una sceneggiatura finalmente ben scritta – dal regista con Luca Miniero, ispirandosi al film spagnolo “Familiaâ€? di Fernando Leon de Aranoa – dĂ modo a un gruppo di attori molto accordati tra loro di svolgere una variazione agrodolce sul tema dei rapporti tra arte e vita. Ogni personaggio ha il suo spazio per caratterizzarsi in modo

ben definito, dalla “nonnaâ€? di Ilaria Occhini, primattrice in disarmo che reclama per sĂŠ un solitario momento di gloria, ai “figliâ€? piĂš giovani: Daniele (Giacomo Nasta), in lotta per conservare un ruolo che Leone gli contesta dall’inizio, e il “professionistaâ€? (Lorenzo Zurzolo), divo ragazzino con tanto di elicottero. Procedendo il brodo si allunga, con qualche episodio non indispensabile, ma il lieto fine porta conferma: è buona la prima.

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Ăˆ stata presentata nei giorni scorsi a Brescia la 17ÂŞ edizione del Rapporto sull’economia globale e l’Italia, curato dall’economista Mario Deaglio e realizzato con il contributo di Ubi Banca. Lo studio segnala l’andamento dell’economia caratterizzata, in questo autunno 2012, da tratti contraddittori: alla ripresa incerta degli Stati Uniti si contrappone il rallentamento dei Paesi emergenti e la recessione in larga parte dell’eurozona. In questi scenari il rapporto indica

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come il baricentro dell’economia globale continui a spostarsi da Occidente a Oriente, dai Paesi sviluppati a quelli emergenti, dall’Europa al resto del mondo. Cominciano anche a intravedersi i nodi irrisolti (sul piano globale, le regole dei mercati finanziari; sul piano europeo, l’adeguamento istituzionale; sul piano italiano, le debolezze della base produttiva e l’immobilismo anche culturale) affrontare i quali potrebbe produrre una svolta.

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asa: piĂš croce che delizia! Non c’è dubbio che quello che per intere generazioni di italiani è stato il bene rifugio, è andato trasformandosi in incubo. Tassazioni sempre piĂš pesanti (l’Imu è solo l’ultima tegola caduta, o meglio, scagliata sulla testa dei proprietari), politiche locali che hanno incentivato a dismisura l’edificazione per fare cassa, drogando il mercato immobiliare e, per ultima, la crisi economica sono gli elementi che hanno fatto sĂŹ che per molti la casa (mantenimento o acquisto poco importa) sia diventata palla al piede. Il proprietario, oggi, fatica a mantenerla e, se intenzionato a venderla, non sa come liberarsene. Si tratta di una situazione che riguarda solo l’Italia o che accomuna altri Paesi in Europa? Dal 2010 la Banca centrale europea compila, con cadenza trimestrale, un indicatore dei prezzi (nominali) degli immobili residenziali nell’area dell’euro. Nei primi sei mesi del 2012 i prezzi degli immobili sono scesi in media dell’1,2% in termini nominali, se a questa cifra aggiungiamo il valore medio dell’inflazione dell’area pari al 2,5%. Di seguito in ordine di percentuale si indicano i cali dei seguenti paesi: Irlanda (-16,3%), Spagna (-13,5%), Grecia (-9,7%), Slovenia (-6,4%), Cipro (-5,4%), Paesi Bassi (-4,4%), Slovacchia (-2,3%). Esisto-

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no poi Paesi dove i prezzi salgono come l’Estonia (+10,2%), il Belgio (+3,2%), la Germania (+3%). Interessante è conoscere gli elementi che influiscono sul mercato immobiliare. In primo luogo ci sono la demografia e la composizione per fasce d’etĂ della popolazione. In questo momento la popolazione in Europa aumenta grazie all’immigrazione che però ha redditi inferiori alla

media e necessitĂ di minori metri quadri pro-capite per persona rispetto agli europei. Importante per la determinazione dei prezzi delle abitazioni è il livello di retribuzione e della crescita economica, piĂš crescono le retribuzioni e piĂš è facile l’acquisto della casa. In Germania l’aumento delle retribuzioni reali facilita l’acquisto, mentre in Italia la diminuzione dei salari reali allonta-

na l’acquisto. Un’altra discriminante è costituita dal livello dei tassi di interesse reale sui mutui, piĂš è basso il costo del denaro considerando anche l’inflazione, piĂš è facile indebitarsi per acquistare casa. A ciò si aggiungono i criteri per la concessione dei mutui da parte degli intermediari finanziari che in tempi di crisi tendono ad essere ristretti. C’è poi un ulteriore elemento rappresentato dalla differenza di rendimento tra gli affitti e gli interessi ottenuti dai principali investimenti alternativi come titoli di stato e azioni. Oggi in Italia, a paritĂ di capitale investito, il rendimento dei titoli di Stato è maggiore di quanto si riesce ad ottenere con gli affitti. L’inasprimento fiscale degli ultimi anni in Italia ha comportato un capovolgimento delle aspettative degli investitori nei confronti delle abitazioni. Questi e altri sono gli elementi che hanno contribuito a trasformare la proprietĂ della casa da sogno a incubo.

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$JULWXULVPR DQWLGRWR DOOD FULVL Nonostante la crisi, gli agriturismi in Lombardia continuano a crescere: nel 2011, infatti – spiega la Coldiretti regionale –, c’è stato un incremento del 2,5% del numero di strutture rispetto all’anno precedente, confermando un trend che giĂ nel 2009 e nel 2010 aveva fatto registrare aumenti rispettivamente del 9 e del 6,5%. Lo ha confermato anche Marina Ragni, che segue il settore per la Direzione generale agricoltura del Pirellone, che

ha partecipato all’assemblea di Terranostra Lombardia (l’associazione che raggruppa gli agriturismi di Coldiretti) dove, insieme al consiglio, è stata eletta per un secondo mandato la presidente Alessandra Morandi di Brescia (nella foto). Con 1.361 agriturismi attivi nel 2011, la Lombardia si conferma la terza regione per numero di strutture, dopo Toscana e Trentino-Alto Adige. “Gli agriturismi – spiega Ettore Prandini, presiden-

te di Coldiretti Lombardia – da una parte nascono dall’esigenza degli imprenditori agricoli di diversiďŹ care le proprie attivitĂ e dall’altra rispondono alla richiesta dei consumatori di prodotti di qualitĂ del territorio e di una vacanza legata a una vera dimensione agricola e ruraleâ€?. Il settore, inoltre, si tinge sempre piĂš di rosa: piĂš di un terzo delle strutture è gestito da donne. Il record spetta alla provincia di Bre-

scia dove il dato è del 70%. Gli agriturismi lombardi – afferma la Coldiretti – possono offrire ogni giorno oltre 56mila pasti e circa 10mila posti letto. Le province lombarde dove l’agriturismo è piĂš diffuso sono: Brescia (290), Mantova (214), Pavia (213) e Bergamo (128). A seguire ci sono Como (96), Milano (93), Sondrio (87), Varese (72), Cremona (68), Lecco (61), Lodi (27) e Monza Brianza (11).


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Certe partite nascono storte, per un milione di ragioni, e raddrizzarle, nonostante tutti gli sforzi, diventa impossibile. Capita per esempio che la squadra avversaria, finora relegata al fondo della classifica con una sola vittoria, sfoderi una prestazione da 97 punti, 69 dei quali realizzati dal suo trio di americani. Ăˆ quanto, purtroppo, è accaduto domenica alla Leonessa, schiacciata a Capo d’Orlando da una squadra

rivitalizzata dall’arrivo di GianMarco Pozzecco come coach. Sempre a inseguire Brescia, con la squadra che non gira di fronte a un’avversario in serata di grazia. Antipasto amaro, quindi per la festa di Natale della società , giovedÏ 6 dicembre alle 20.30 al Verrocchio. Il miglior modo comunque per superare la sconfitta sarà cercare il pronto riscatto a Imola, anch’essa ferma a quota 2, per non perdere il passo delle prime posizioni.(f.u.)

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llora ce l’hai fatta, per te sarĂ Brescia a vita? Diciamo di sĂŹ, anche se facendo due conti nel 2017 avrò 32 anni e spero di giocare ancora per qualche tempo, non mi sentirò cosĂŹ vecchio. Il rinnovo è stato a volte una battaglia, perchĂŠ con il presidente è anche cosĂŹ, ma penso che alla fine abbiamo trovato tutti quello che volevamo. Devo ringraziare le persone che con me hanno fatto un discorso non solo economico e di risultati, ma hanno guardato all’uomo e questo per me è il riconoscimento piĂš grande. Voglio fare tanto in questi anni, dentro e fuori dal campo. Ăˆ stato bello vedere gente che mi abbracciava per strada e mi chiedeva di rinnovare, oppure a dirmi che sono il capitano della gente: mi fa capire che ho fatto la scelta giusta. La discussione contrattuale riguardava l’aspetto economico o solo la lunghezza del contratto e la questione dell’incedibilitĂ ? Il lato economico è importante, però ci siamo venuti incontro. Quanto alla lunghezza del contratto, sono cinque anni e non 10, speriamo di rivederci tra altri cinque per un ulteriore rinnovo: vorrebbe dire che sto ancora bene Hai pensato in qualche momento di andare via? Mi sono chiesto ancora all’ultimo se facessi bene o male, ma alla fine ha scelto il cuore e l’istinto. Non mi

squadra perchĂŠ sentono di far parte di una societĂ che guarda anche al lato umano. Lo spogliatoio quest’anno è molto unito, c’è voglia di far gruppo, e questo non solo grazie a me. Certo, ci possono essere anche delle liti, ma c’è grande unitĂ d’intenti. In questo periodo poi credo che molto merito vada anche al mister che ha valorizzato e recuperato molti giocatori e ha trovato soluzioni tattiche. Queste vittorie sono prima di tutto sue. Nel futuro ti vedi anche come allenatore o dirigente del Brescia? Finora non ci ho mai pensato, forse perchĂŠ voglio giocare ancora molti anni. Se in futuro ci sarĂ questa opportunitĂ spero che sarĂ a Brescia. Che aria vedi quest’anno dentro e intorno alla squadra? Indipendentemente dalla vittoria contro Verona c’è affetto, vicinanza e la voglia di tornare grandi insieme. La cosa piĂš bella è quando senti che i tifosi hanno fiducia in te e nella squadra

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pento di nulla di quello che ho fatto, anche se qualche momento di dĂŠfaillance c’è stato. Come ti comporterai se ci saranno offerte importanti in futuro? C’è sempre stato un accordo verbale con la societĂ che se in caso di cifre importanti la mia cessione potesse essere d’aiuto sarei andato, e questo rimane anche per il futuro. Credo pe-

rò che sarà difficile che si parli di cifre folli per un 27enne come me. In ogni caso è piÚ la voglia di riportare il Brescia in alto insieme alle altre persone che lavorano per questo Pensi che questo sia un segnale importante per la squadra? I ragazzi sono contenti perchÊ dovrò offrir loro una cena! In ogni caso penso che sia un segnale positivo per la

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$PEURVLR FL YXROH SDVVLRQH H YRJOLD GL ODYRUDUH Prende il via con questo numero una rubrica dedicata ai personaggi bresciani che si sono distinti nel mondo dello sport. Questa settimana tocca al lumezzanese Marco Ambrosio, che da portiere arrivò a giocare per il Chelsea nella stagione 2003-2004 disputando anche i quarti di finale e la semifinale di Champions League persa con il Monaco. Che ricordi hai dell’annata trascorsa al Chelsea?

Ho ricordi molto belli, perchĂŠ mi si sono aperte le porte di un grande club, una delle societĂ piĂš importanti d’Europa. Mi ero comunque adattato bene anche perchĂŠ non c’è la pressione che si respira in Italia, si tratta di un ambiente familiare. E poi Londra è stupenda. L’unico rammarico è stata la sconfitta nella semifinale contro il Monaco: quell’anno le grandi avevano tutte steccato e forse, se fossimo passati, avremmo potuto vincere.

Come vedi l’attuale situazione del Chelsea? Hai mantenuto contatti con giocatori e societĂ ? Mi sento di tanto in tanto con il team manager e con Cudicini. Penso che ora Abramovich stia pagando, anche a causa del Fair Play finanziario, una minore disponibilitĂ di spesa. Ha comunque raggiunto l’obiettivo prefissato, cioè la Champions, e ora la squadra è in ricostruzione, momento in cui si sa che è difficile vincere.

Che cosa fa ora Marco Ambrosio? Che cosa ti ha dato l’esperienza da giocatore e che cosa ti senti di trasmettere? Ora gioco in prima categoria nel Valgobbia Zanano e alleno i portieri delle giovanili del Lumezzane. A questi ragazzi vorrei far capire che per arrivare sono necessarie, oltre alle doti naturali, la passione e la voglia di lavorare. Per me è stato cosĂŹ, se si ha questo atteggiamento non ci sono limiti.


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“Amici dello sport in oratorioâ€?. C’è un’autentica missione nazionale dietro alla pubblicazione della pagina di Facebook creata dal comitato sul celebre social network. Il Csi, dunque, cavalca l’onda dei nuovi media per raccogliere in tutto il Paese testimonianze, racconti e i semplici “mi piaceâ€? di tutti coloro che hanno a cuore lo sport in oratorio, ma non solo. L’intento dell’associazione è quello di far conoscere la neonata pagina a tutti i dirigenti e allenatori

delle societĂ sportive, raccogliendo amicizie e adesioni anche dai campioni e dai personaggi famosi di ieri e di oggi, che condividono gli ideali del Csi e sono pronti farne testimonianza. “Oggi piĂš che mai bisogna dare forza e visibilitĂ allo sport in oratorio e questa azione semplice ma concreta rappresenta un’ottima occasione di sviluppo in questa direzioneâ€? ha affermato a riguardo il presidente nazionale Massimo Achini.

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a nuova stagione dell’atletica targata Csi Brescia è alle porte, e l’Atletica Motus Castegnato si appresta a salutare un 2012 da incorniciare, che fa guardare con fiducia al prossimo futuro. L’anno che volge al termine è stato quello del salto di qualitĂ , con due bronzi nel campionato regionale e in quello nazionale. I giovani atleti sono seguiti dal presidente Foletti e dal professor Biondi. Tra i protagonisti Margherita Biondi, campionessa italiana nel salto in alto, Tiziana Bregoli (argento nazionale tra i cadetti e tra le migliori anche nelle liste Fidal regionali), Simone Maffi e le ragazze della 4x100: Ilaria Del Bono, Camilla Parisi, Margherita Biondi e Ilaria Baga, primatiste provinciali Fidal. Tra i master ha esultato la lanciatrice Anna Silvia Toselli, cosĂŹ come i saltatori e velocisti Giuseppe Fioretti (Master35) ed Andrea Cremona (Amatori TM), in lizza per un premio nella classifica del Trofeo Felter. Da sottolineare l’apporto dei piĂš giovani della categoria esordienti, decisivo per la conquista del podio nazionale. A Castelnovo ne’ Monti piazzamenti per Anna Silvia Toselli, terza nel peso e quarta nel disco e per Alessandro Valenti, argento nel giavellotto. Per Camilla Parisi quinto posto nel salto in lungo ragazze, cosĂŹ come Aurora Reboldi nel peso, mentre Andrea Biondi è rimasto ai piedi del podio nel vortex. Nella velocitĂ ben due finali-

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oltre alla vittoria delle ragazze del 25 aprile, l’argento dei ragazzi ai provinciali e la splendida performance del quartetto Csi Biondi-Fioretti-BalassoMombelli a Lodi, al pari dei quattrocentisti Paolo Turelli e Talia Foletti. Infine bisogna ricordare la serata a Rodengo Saiano, organizzata da Csi e Fidal, dove hanno brillato Andrea Federici dell’Atletica Brescia (9�28 nella finale degli 80 metri), Francesco Baiguera dell’Atletica Virtus Castenedolo (oro provinciale master 50 di salto in alto), Walter Comper (9�36 negli 80 metri master45) e Andrea Benatti, vincitore degli 80 metri in 9�18 (record di categoria). Un Meeting di valore, che merita una seconda edizione.

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Voler bene all’Italia: un decalogo Egr. direttore, mi permetto di proporre in questo spazio una sorta di decalogo per chi dice di voler bene all’Italia. Voler bene al nostro Paese significa impegnarsi per dare un posto di lavoro a tutti i cittadini. I Comuni mettano in atto piccoli e grandi lavori di manutenzione, le aziende investano in Italia, le Regioni elaborino progetti per favorire lo sviluppo economico, il governo faccia progetti in tutti i settori per favorire l’occupazione. Voler bene all’Italia e ai suoi cittadini vuol dire anche moralità : che tutti i cittadini paghino le tasse e rispetto delle regole, lotta seria ed efficace alla mafia, che tutti investano i propri soldi qui in Italia e non portare i soldi all’estero. Voler bene al proprio Paese vuol dire difesa del Servizio sanitario nazionale, i suoi principi universalistici,di uguaglianza trattamento, di decentramento, obiettivi di prevenzione, cura e riabilitazione, se mai lotta agli sprechi, direttori generali meno pagati, medici con doppi tripli lavori, meno convenzioni e piÚ controllate, appalti clientelari. Voler bene all’Italia, vuol dire, investire di piÚ e meglio nella cultura, difendere la scuola pubblica, riconoscere meglio i suoi dipendenti, rimodernare e ristrutturare gli ambienti scolastici. Voler bene all’Italia vuol dire garantire una pensione dignitosa e avere servizi sul territorio efficienti, per anziani, diversamente abili, bambini, difendere e migliorare la previdenza e assistenza. Voler bene all’Italia vuol dire difendere l’ambiente, mettere in sicurezza il territorio. Voler bene all’Italia e ai suoi cittadini vuol dire prevenire furti, rapine, sciacallaggi,

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dare sicurezza a tutti i cittadini. Voler bene all’Italia, vuol dire semplificare la vita ai propri cittadini, semplificare le regole e diminuire la burocrazia. Voler bene all’Italia vuol dire difendere la Costituzione e lavorare tutti al meglio per il bene comune. Voler bene all’Italia, infine, vuol dire, dare meno potere alla finanza, alle banche, al denaro, all’egoismo, ma dare piÚ importanza ai valori veri, al grande valore della vita, alla giustizia sociale, all’uguaglianza e alla solidarietà Francesco Lena

Reflui e biogas Egr. direttore, ho letto su un numero recente di “Voceâ€? la posizione del presidente della Coldiretti bresciana riguardo alla vigente legislazione europea sullo smaltimento dei reflui provenienti dagli allevamenti zootecnici. la posizione di Coldiretti mi sembra poco rispettosa dell’ambiente, della legislazione europea e delle attuali conoscenze tecnologiche in materia di recupero energetico dei reflui zootecnici proveniente da allevamenti bovini e avicoli. Sei anni fa ho accompagnato alcuni agricoltori bresciani in Alto Adige per visitare impianti di biogas dai reflui zootecnici. Non sarebbe male se anche le associazioni degli agricoltori bresciani favorissero lo svilupo di tali impianti. Soluzioni alternative a questo utilizzo come lo smaltimento nei terreni potrebbe essere indice oltre che di una scarsa lungimiranza anche di qualcosa di molto piĂš grave. PoichĂŠ a pensare male si fa peccato, ma spesso si scopre la veritĂ , non vorrei che dietro a questa ritrosia si nasconda qualcos’altro. Sappiamo che il nemico mortale degli impianti di biogas so-

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no i farmaci. Forse negli allevamenti bresciani se ne fa un uso eccessivo? Francesco Zanatta

Lettera aperta a Paroli e alla sua giunta Egr. direttore, mi servo di questo spazio di confronto per indirizzare al sindaco di Brescia Adriano Paroli e alla sua giunta questa lettera aperta, al fine di dedicare una via o una piazza al compianto mons. Antonio Masetti Zannini di Brescia, nobile di stirpe e di animo, una delle figure piĂš significative ed esemplari del clero cattolico. Nato a Brescia il 12 novembre 1930, ordinato nel 1953, e morto improvvisamente a Brescia il 4 agosto 2006. Ăˆ stato un uomo di grande cultura, che ha valorizzato l’Archivio vescovile e quello del Capitolo della Cattedrale; con estrema generositĂ e disponibilitĂ ha promosso gli studi storico-artistici, confluiti in gran parte nella rivista diocesana intitolata “Brixia Sacraâ€? e in innumerevoli pubblicazioni curate da lui e dai suoi allievi; una cinquantina le tesi di laurea favorite da lui. Mons. Masetti Zannini è stato anche uno dei fondatori della Fondazione civiltĂ bresciana, presieduta da mons. Antonio Fappani. L’illustre scomparso è ritenuto unanimemente uno dei sacerdoti piĂš conosciuti e stimati di Brescia. Credo che la cittĂ debba esprimere un segno di doverosa riconoscenza ad una persona che sempre ha dato con grandissima generositĂ a tutti, soprattutto i piĂš poveri, nel massimo riserbo. Con viva cordialitĂ e gli auguri di ogni bene. Carlo Sabatti

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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