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Natale è in arrivo. Un anno è passato, tra gioia ed affanno. Si può migliorare? Per l’anno nuovo, Signore, ti prego, mi devi aiutare ad amare di piÚ. Aiutami a ricordare che hai mandato tuo Figlio a parlare di te, e che il resto verrà per suo conto. Verrà la giustizia, verrà l’amore e tanti problemi, in apparenza enormi, scompariranno, come neve al sole. Signore, ti prego, adesso che viene Natale, perdona i torti compiuti e i movimenti inventati per giustificarli, i discorsi fasulli, a volte persino i cortei, le umane miserie con cui si è cercato di offuscare il tuo ordine, di seminare del male, di prevaricare. Perdona l’abbandono di chi è nel dolore, la guerra, la fame. Perdona, Signore. Perdona chi bara su tutto e su tutti, chi è sempre pronto al compromesso, anche al piÚ odioso purchÊ sia un affare, chi usa a sproposito della ragione sociale, chi non combatte nessuna battaglia, purchÊ lo lascino stare. Perdona se ad alta voce oso pregare. Perdona l’orgoglio, che è il male peggiore. C’è bisogno d’amore. Se guardo ai miei torti, al male commesso, dovrei disperare? Col Natale tu mi hai già risposto. Allora prometto di amare di piÚ, di amare davvero.
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͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Verso il Natale. Una carrellata sui presepi
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͚͞ ……Ž‡•‹ƒ Sinodo diocesano. Per la Chiesa di domani
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ÂŽ ‘„‡Ž ƒŽ ˆ—–—”‘ †‡ŽŽǯ —”‘’ƒ Si è corso il rischio, al Nobel per la pace, che la giornata si trasformasse in una rievocazione del processo di integrazione, con la prevalenza della nostalgia rispetto alla riessione sul futuro dell’Ue. Ma, a ben guardare, alcune chiavi per interpretare questa fase di transizione del cammino comunitario sono emerse. Quando il presidente del comitato del Nobel, Thornbjorn Jagland, si è soffermato sulla rilevanza della paciďŹ cazione franco-tedesca del secondo dopoguerra, pietra miliare della costruzione europea, Angela Merkel e François Hollande si sono alzati, stringendosi le mani e sollevandole in un gesto semplice di amicizia. C’è da immaginare che piĂš di un pensiero sia corso alla vera o presunta diarchia Berlino-Parigi che
reggerebbe le sorti dell’attuale Ue, come in passato per la ComunitĂ economica europea. Del resto è innegabile che i primi passi della comunitĂ siano stati concepiti e realizzati proprio con l’intento di ricostruire la ďŹ ducia reciproca, e poi una intesa duratura, tra le due sponde del Reno. Dunque il Nobel della pace si spiega nella misura in cui il processo politico e diplomatico che ha portato all’Ue con il Trattato di Maastricht e ora con quello di Lisbona era stato concepito e perseguito con determinazione per superare le rivalitĂ tra Francia e Germania mediante la costruzione di interessi comuni e di una solidarietĂ concreta che non a caso sono i concetti cardine della Dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, momento fondativo della Ceca (ComunitĂ europea del carbone e dell’acciaio), poi della Cee e in ultimo dell’Ue. Il testo – riletto ai nostri giorni – ha una capacitĂ prospettica fuori dal
comune: “La pace mondiale non potrĂ essere salvaguardata se non con sforzi creativi proporzionali ai pericoli che la minaccianoâ€?. E piĂš avanti: “L’Europa non potrĂ farsi in una sola volta, nĂŠ sarĂ costruita tutta insieme; essa sorgerĂ da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietĂ di fatto. L’unione delle nazioni esige l’eliminazione del contrasto secolare tra la Francia e la Germaniaâ€?. L’Europa delle dodici stelle parte da qui e va riconosciuto che, nel bene e nel male, sono state spesso Germania e Francia il “motoreâ€? dell’Unione. Ma il Nobel “non è un premio al passato, riguarda piuttosto il nostro domaniâ€?, hanno affermato molti leader nazionali, i responsabili delle istituzioni di Bruxelles e Strasburgo e le anime della societĂ civile – fra cui la Chiesa cattolica – che non cedono ai richiami populisti e nazionalisti alimentati dalla crisi. Infatti sono risuonate parole di un’Europa
che accetta i moderni “campi di battagliaâ€? globali (economia, demograďŹ a, migrazioni, ambiente, energia, internet, multicultura‌): con un vocabolario che comprende termini quali diritti, sviluppo, libertĂ , democrazia, ďŹ ducia, giustizia, euro, solidarietĂ , competitivitĂ , dialogo, apertura al resto del mondo. Senza trascurare la parola “compromessoâ€?, inteso come accordo al piĂš alto livello possibile per procedere verso una sintesi ambiziosa, non scontata, tra interessi nazionali e comunitari. Sintesi che qualcuno non rinuncia a chiamare “bene comune europeoâ€?. L’Europa, cantiere aperto, ha piĂš di una ruga, sente il peso di questa stagione, fa i conti con recessione, disoccupazione e instabilitĂ dei conti pubblici; ma, ugualmente, guarda avanti. Di Europa c’è bisogno: è una “comunitĂ di valoriâ€? e allo stesso tempo uno strumento per produrre quei risultati e beneďŹ ci che i suoi 500 milioni di cittadini piĂš o meno consapevolmente si attendono.
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ovremo abituarci ad andare dal medico o in ospedale portandoci appresso oltre alla tessera sanitaria, la carta di credito e la polizza assicurativa, secondo un modello “ammiratoâ€? piĂš volte in tante serie televisive ambientate negli ospedali Usa? Il presidente del Consiglio nei giorni scorsi ha messo in dubbio la tenuta futura del Sistema sanitario nazionale senza qualche forma di partecipazione alle spese. Come? Semplicemente ricorrendo a polizze assicurative con cui coprire quella parte di spesa che lo Stato non è piĂš in grado di assicurare. Le dichiarazioni del premier hanno creato allarme anche perchĂŠ per molti è stata la prefigurazione di un modello di sanitĂ per “ricchiâ€? e che destina ai meno abbienti solo le briciole. In sostanza si tratta del modello americano precedente alla riforma imposta dal presidente Obama, che in Italia sarebbe addirittura contrario a quanto previsto dall’art.32 della Costituzione che sancisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivitĂ , e garantisce cure gratuite agli indigentiâ€?.Le dichiarazioni di Monti, per altro subito rettificate, hanno creato un certo allarmismo, anche perchĂŠ hanno seguito solo di poche settimane quella spending review che ha imposto un drastico taglio sul numero dei posti letto e delle strutture ospedaliere nazionali (il cui numero è riassunto nell'infografica pubblicata nella pagina a fianco) e altri consistenti interventi sul capitolo salute. Dalla presidenza del Consiglio si sono precipitati a specificare che le dichiarazioni del premier avevano solo lo scopo di attirare l’attenzione del Paese “sulle sfide – si legge in una nota ufficiale diffusa dal governo – cui devono fare fronte i sistemi sanitari per contrastare l’impatto della crisiâ€?. Anche il presidente Napolitano, qualche giorno piĂš tardi, è tornato sulla questione ricordando che non è un’eresia chiedere ai cittadini che sono in condizione di farlo di dare un contributo per il finanziamento del Sistema sanitario pubblico. Parole che avevano l’intenzione di essere rassicuranti ma che qualche dubbio hanno finito col
provocarlo. Tocca a Margherita Peroni (nella foto) che con le questioni sanitarie ha una “lunga frequentazioneâ€?, chiarire al questione. “Credo che le affermazioni del premier Monti – è la sua prima affermazione – non siano altro che il venire al pettine di alcuni
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cronicizzazione di alcune patologie. Quelle Regioni che, a differenza della Lombardia (che, per altro, destina alla cronicitĂ il 60% del suo bilancio sanitario), non si sono strutturate per tempo rischiano di mandare in tilt il Sistema sanitario. La Lombardia, al di lĂ di polemiche strumentali, è riuscita infatti a tenere sotto controllo il proprio bilancio sanitario (il 74% del totale), che dal 2002 è sempre in pareggio. Per questo Margherita Peroni è convinta che le affermazioni di Monti che hanno messo in forse la sostenibilitĂ del Servizio sanitario nazionale cosĂŹ come è oggi concepito debbano essere lette come una sorta di monito a quelle regioni (troppe in Italia) che non sono particolarmente virtuoso nella gestione della spesa sanitaria. La dimestichezza con i dati sulla sanitĂ lombarda e con i suoi costi induce Margherita Peroni a scongiurare per la sanitĂ lombarda un futuro all’americana. “Grazie alle politiche adottate e alla programmazione – afferma – la sanitĂ lombarda è al riparo dai pericoli che corrono altre regioniâ€?. Prendendo atto per tempo del giĂ citato progressivo invecchiamento della popolazione e dei costi collegati la Regione ha provveduto per tempo a mettere in campo azioni e correttivi adeguati. “Abbiamo ridotto la spesa ospedaliera – afferma – e ampliato quella territoriale necessaria per far fronte alla cronicitĂ â€?. Una ristrutturazione che dalla spesa si è estesa anche alle strutture. “Tra il 2012 e il 2013 – indica il consigliere regionale – andrĂ a compimento la riconversione di 2000 posti letto da acuti in subacuti, per l’assistenza della cronicitĂ , proprio per fare fronte ai nuovi bisogni di una popolazione sempre piĂš anzianaâ€?. Una programmazione che ha reso piĂš semplici trasformazioni complesse, pesanti da realizzare, ma che dovrebbe salvaguardare i cittadini lombardi e il loro sistema sanitario da quei rischi evocati da Monti. Quello del Premier è stato un messaggio lanciato alle cicale della sanitĂ , per invitarle, come ha fatto la Lombardia, a prendere coscienza della gravitĂ della situazione anche in vista dei tagli al comparto della sanitĂ che tra il 2011 e il 2013 saranno di 8 miliardi di euro.
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“Il momento è delicato ma la Poliambulanza non va in crisiâ€?. Sintetico e deciso, Enrico Broli (nella foto), presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione, presenta i principali dati d’attivitĂ 2012 ed i progetti 2013 dell’Istituto di via Bissolati. “Nonostante i minori ricavi derivanti dai tagli dei finanziamenti (5 milioni di euro per il 2012 e 6 milioni per il 2013) la reazione è stata immediata e sono stati messi in campo interventi di riduzione dei costi grazie ai quali il bilancio 2012 dovrebbe chiudersi con una perdita inferiore al milione di euro e il 2013 è previsto in sostanziale pareggioâ€?. E indica due ‘must’: occupazione e investimenti. “Non ci sarĂ alcun licenziamento e la qualitĂ delle prestazioni e dei servizi ai malati resterĂ inalterata. Senza investimenti le aziende non hanno futuro e noi siamo pronti ad investire ancoraâ€?. Investimenti in mezzi tecnici, strutture e uomini, con una particolare attenzione ai giovani. “Facciamo crescere i giovani che lo meritano. Ăˆ l’investimento migliore per il rinnovamen-
to e per il futuro della Poliambulanza, per renderla ‘permanente’â€?. Sono seguiti interventi e riflessioni da parte delle autoritĂ . Il vescovo Luciano Monari ha ricordato che “negli ospedali sono presenti i segni che accompagnano i credenti a seguire Cristo. Di fronte alle malattie l’uomo è in grado di capire, di studiare, di inventare i rimedi e ha la capacitĂ di curare. Ăˆ la traccia della presenza e dell’amore di Dioâ€?. Madre Gabriella Tettamanzi, superiora generale delle Ancelle della CaritĂ , ha ribadito che il miglior investimento è rappresentato dalle risorse umane. “La passione, la professionalitĂ e l’umanitĂ esplicate nei confronti dei malati e dei familiari sono i valori che guidano la nostra missione, nel solco del ‘carisma della carità ’ voluto dalla fondatrice Santa Maria Crocifissa di Rosa che riconosceva nella persona malata la presenza di Dioâ€?. Il prof. Mario Taccolini dell’UniversitĂ Cattolica ha esortato a “tener viva la speranza, essenziale alla qualitĂ umana stessa dell’esistenzaâ€?. Fratel Mario Bonora dell’Opera Don Ca-
labria ha citato l’enciclica di papa Benedetto Caritas in veritate per rileggere la crisi come “occasione di discernimento e di nuova progettualitĂ e in questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata, conviene affrontare le difficoltĂ del momento presenteâ€?. Il Ministro per i beni e le attivitĂ culturali Lorenzo Ornaghi ha messo l’accento sulla “qualitĂ del personale, che è il risultato di un sentimento di appartenenza fondato su una realtĂ forte, perchĂŠ legata al territorio e sull’importanza della ricerca orientata al servizio dell’uomoâ€?. Al direttore generale Enrico Zampedri è toccata infine la ‘lettura’ della gestione. “Nell’anno trascorso la Fondazione ha completato il processo di integrazione dell’Ospedale S. Orsola in Poliambulanza, mantenendo nel centro cittĂ l’attivitĂ ambulatoriale e realizzando il trasferimento di tutte le attivitĂ di ricovero con la messa in esercizio della nuova torre degenze e dei 190 posti letto previsti. I ricavi ammonteranno a 155 milioni. I pazienti ricoverati saranno 32mila. Gli interventi chirurgici eseguiti saran-
no oltre 18mila. Gli accessi al Pronto Soccorso arriveranno a 65mila e quelli per l’attivitĂ ambulatoriale a 375mila. Entro la fine dell’anno saranno 2.700 i bambini nati in Poliambulanzaâ€?. Si chiude il bilancio e lo sguardo va all’immediato futuro, al capitolo investimenti. “Nell’ultimo triennio sono stati realizzati investimenti per un importo complessivo di oltre 60 milioni, il 30% dei quali attraverso la legge degli enti ‘no profit’ della Regione Lombardia a dimostrazione del fatto che il mix pubblico-privato, se ben gestito, porta buoni frutti e fino al 2015 abbiamo previsto di investire altri 22 milioni per completare le opere intrapreseâ€?. (Vittorio Bertoni)
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In un’accezione allargata di servizio sanitario rientrano anche le farmacie, diventate veri e propri presidi sanitari sul territorio. Una strada impegnativa che è stata ribadita anche nel corso dell'incontro di fine anno tra Federfarma Brescia e la stampa locale. La presidente Clara Mottinelli (nella foto) e il segretario Stefano Belloni hanno fatto il punto dei tanti progetti realizzati nel corso del 2012. Ăˆ stata ricordata l’attivazione della piattaforma per il servizio di assistenza infermieristica a domicilio, grazie al quale l’utente può andare in farmacia anche per prenotare un servizio infermieristico a domicilio. Il 15 novembre scorso, poi, ha preso avvio, seppure in fase sperimentale, il servizio di consegna del farmaco a domicilio, offerto da tutte le farmacie private della Lombardia (333 quelle bresciane). Chiamando lo 02/7012880 è possibile richiedere la consegna del farmaco al proprio domicilio, un servizio innovativo che inserisce le farmacie nella prospettiva piĂš ampia del Servizio sanitario nazionale. Una “presenzaâ€? che dĂ a Clara Mottinelli l’autorevolezza per commentare le recenti dichiarazioni (poi rettificate) del premier Monti sulla tenuta futura del sistema. “Non è pensabile di addossare nuovi carichi sui cittadini" ha affermato la presidente di Federfarma. PerchĂŠ? La risposta della presidente Clara Mottinelli è sorprendente: “Sono giĂ molte le persone che oggi sospendono la terapia a cui dovrebbero sottoporsi perchĂŠ non hanno i mezzi per pagare il ticket previstoâ€?. Pensare a un sistema in cui per curarsi è necessario avere un’assicurazione diventa allora una prospettiva non molto allettante.
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Sono 7800 le domande di protezione umanitaria presentate finora dai profughi dal Nord Africa che vivono ancora nelle strutture d’accoglienza. Il dato, aggiornato a venerdÏ 7 dicembre, è stato reso noto dal prefetto Angela Pria, capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, durante la presentazione del rapporto del Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Il 31 dicembre si
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chiuderĂ la stato di emergenza proclamato durante gli sbarchi a seguito della guerra civile in Libia. “Abbiamo scelto di dare la possibilitĂ a questi profughi di presentare la domanda di protezione umanitaria, che quasi sicuramente verrĂ accolta. – ha ricordato Angela Pria –. In questo modo nessuno cosĂŹ rimarrĂ senza una protezione giuridicaâ€?. Il vantaggio è che il permesso umanitario può essere trasformato in permesso di
lavoro. “Certo la situazione economica non è facile. Penso che molti chiederanno il rimpatrioâ€?, ha concluso il prefetto. A distanza di un anno e mezzo dalla primavera araba, sono ancora 18mila i profughi accolti in strutture “d’emergenzaâ€?, come per esempio gli hotel. “La preoccupazione è altaâ€? ha affermato Flavio Zanonato, sindaco di Padova e delegato Anci per l’immigrazione, a commento dei dati del rapporto Sprar.
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n Siria la situazione si è fatta gravissima. Ad Aleppo il quartiere abitato dai cristiani è piĂš o meno tranquillo. Il centro di Damasco, quello dentro le mura dove sono anche le chiese, non corre un pericolo diretto. Si sentono tuttavia spari, bombe provenire dalla periferia della capitale. Intorno alla cittĂ almeno tre villaggi abitati un tempo da cristiani sono ormai disabitati. I nostri fedeli sono ormai tutti andati via, le parrocchie si sono svuotate. Questa è la situazione dalla quale non vediamo via di uscita e soluzioneâ€?. Dal Libano, dove si trova per aver partecipato alla seconda Assemblea dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Medio Oriente che si è conclusa il 5 dicembre, a parlare al è il patriarca greco-melchita di Antiochia, Gregorios III Laham. Il leader religioso, di origine siriana, ricorda l’appello che i patriarchi e vescovi cattolici hanno lanciato al mondo, al termine del loro incontro in Libano, affinchĂŠ si ponga “fine ai conflitti e alle violenze nella regione, in primis in Siria, ponendo in atto cammini di riconciliazione e di paceâ€?. E “riconciliazioneâ€? è per Gregorios III, la chiave di volta che permetterebbe alla Siria di ricomporsi e ricostruirsi dal suo interno, a patto che “tutte le bande armate composte da stranieri, non da siriani, vicine ai terroristi, lascino il Paese al piĂš presto. Non servono batterie di
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solvere da soli la loro crisi, con il dialogo e la riconciliazione? “Certamente, ma è necessario che le bande armate straniere, presenti oggi sul territorio siriano, lascino il Paese. Ăˆ di questi giorni l’accusa lanciata da Francia e Usa a gruppi radicali terroristici attivi nel conflitto siriano. Si tratta di una presa di coscienza importante che denota un cambiamento nella politica di questi due Paesi. Sono molte le bande armate terroristiche che combattono in Siria, gente piene di odio. Non ce l’ho con l’Islam e nemmeno con il fondamentalismo islamico, ma con
questi gruppi animati solo da violenza e odio. Sono loro che fanno del male alla Siria e ne impediscono la riconciliazione. La mia Lettera per il prossimo Natale è tutta sulla riconciliazione. Ricordo le parole di Benedetto XVI sulla Siria che invocano la riconciliazione ed il dialogoâ€?. Una eventuale richiesta di asilo politico all’estero potrebbe favorire questa riconciliazione? “Non saprei dire. Certamente è un tema che riguarda maggiormente la politica. Europa ed Usa facciano sentire la loro voce, unica, a favore della pace.
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3HU L PLJUDQWL QRQ q SL %HOSDHVH L’Italia non è piĂš una meta ambita per i migranti. Dal 2010 al 2011 il loro numero è cresciuto nel Belpaese solo dello 0,5%, pari a 27mila persone. Gli stranieri erano 5milioni e 403 mila al 1 gennaio 2010 ed erano 5milioni e 430mila un anno dopo. “Le cause della battuta d’arresto vanno cercate nel perdurare della crisi economica che ha investito l’Italia e l’Europaâ€?, si legge nel 18° rapporto Ismu, presentato a Milano. In compenso sono in
forte aumento gli italiani che emigrano all’estero: nel 2011 sono stati 50 mila, il 9% in piĂš rispetto al 2010. Attualmente vivono fuori dall’Italia circa 4,2 milioni di connazionali, “non molto meno degli stranieri in Italiaâ€?, fanno notare i ricercatori Ismu. Cambia però anche il volto dell’immigrazione in Italia. I ďŹ gli di immigrati extracomunitari nati nel nostro Paese sono 500mila, tanto che ora rappresentano il 23,9% di tutti gli immigrati con un in-
cremento del 2,4%. Anche tra i banchi si registra una presenza sempre in crescita: nell’anno scolastico 2011-2012 gli alunni stranieri sono stati 755.939, pari all’8,4% della popolazione studentesca, in crescita del 6,45%. Per ora è ancora la scuola primaria a raccogliere la maggioranza degli iscritti (9,5% sul totale dei piccoli alunni), anche se l’aumento annuo piĂš signiďŹ cativo ha riguardato le scuole secondarie di secondo grado.
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Il centro-sinistra lombardo celebra sabato 15 dicembre le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione. Si tratta di una corsa a tre tra Umberto Ambrosoli, Alessandra Kustermann e Andrea Di Stefano che nei giorni scorsi sono passati anche da Brescia per illustrare le rispettive proposte. Maggiori informazioni sulle modalitĂ di voto fissate per il 15 dicembre si possono trovare sul sito www.primarielombardia.it
Ăˆ stato presentato nei giorni scorsi al Centro pastorale Paolo VI il “Dossier immigrazione 2012â€? di Caritas-Migrantes. Molti i dati presentati, tra i piĂš interessanti quelli relativi a Brescia. Tra la cittĂ e la provincia sarebbero oltre 180mila gli immigrati residenti, praticamente l’intera popolazione della cittĂ capoluogo. Una presenza, è stato evidenziato, che deve essere letta ďŹ nalmente per quella che è: una risorsa e non piĂš un problema da gestire.
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’Italia è ormai avviata alle elezioni anticipate. Anche se solo poche settimane prima rispetto a quella che sarebbe stata la scadenza naturale della legislatura, gli italiani saranno chiamati alle urne per dare (questa almeno è la speranza) al Paese un governo politico. In un fine settimana di febbraio (non è ancora ben chiaro quale) si terrà l’election day. La fine anticipata della legislatura è stata decretata di fatto dal Pdl che, per bocca del suo segretario Angelino Alfano, ha tolto la fiducia al governo Monti, accusandolo, nel corso di un intervento alla Camera, di aver portato il Paese in una situazione drammatica, anche per colpa di una eccessiva accondiscendenza nei confronti del Pd e della Cgil. Politologi ed esperti conoscitori delle dinamiche politiche nazionali hanno letto nell’uscita di Alfano non tanto come l’azione di un segretario di un partito che dal novembre 2011 ha sostenuto tutte le iniziative del governo tecnico, ma come quella di un portavoce del candidato premier Silvio Berlusconi che, solo poche ore prima, aveva sciolto gli indugi ed era nuovamente disceso
in campo. Un ritorno che, non senza malumori soffocati con difficoltà anche all’interno del Pdl, ha rappresentato la pietra tombale sulle istanze di consultazione della base per la scelta del candidato per Palazzo Chigi. Nel breve volgere di poche ore, dunque, il Paese ha spostato indietro di un anno le lancette della sua faticosa storia recente. La notizia del ritorno in campo del Cavaliere ha fatto schizzare verso l’alto lo spread, in questi mesi diventato il termometro piÚ efficace per misurare la credibilità internazionale del Paese. Lo stesso Berlusconi, in una delle sue prime dichiarazioni dopo il ritorno ha rimesso in discussione la prospettiva europeista che, non senza sacrifici degli italiani, Monti ha dato alla sua azione di governo. La notizia del nuovo ritorno in campo (con
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quella del 2013 sarebbe la sesta candidatura a premier dal 1994), seguito a ruota dall’annunciata sfiducia al governo, ha indotto il premier Monti a porre fine anticipatamente alla sua esperienza di governo. Approvata la legge di stabilitĂ salirĂ al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni e a Napolitano non resterĂ che sciogliere le Camere. Una fine precipitosa della legislatura che ha sollevato piĂš di una preoccupazione non tanto per il ritorno anticipato alle urne, ma per le prospettive che si aprono davanti al Paese. Non a caso il piĂš preoccupato dei commenti è stato quello del presidente della Cei, il card. Angelo Bagnasco, in una lunga intervista al Corriere della sera il 10 dicembre scorso. “La preoccupazione piĂš grande – ha affermato al quotidiano milanese – è la tenuta del nostro Paese e quindi la coesione sociale. Ciò che lascia sbigottiti è l’irresponsabilitĂ di quanti pensano a sistemarsi mentre la casa sta ancora bruciandoâ€?. Parole pesanti che la politica, accusata dallo stesso card. Bagnasco di non avere saputo trovare risposte adeguate ai bisogni del Paese, dovrĂ cercare di smentire con scelte responsabili.
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Ăˆ prevista per la giornata di sabato 15 dicembre l’inaugurazione della nuova sede della Scuola Bottega, realizzata in via Ragazzi del ‘99, nel quartiere della Pendolina, a Brescia. La giornata “inauguraleâ€? prende il via alle 10 con la cerimonia di consegna delle borse di studio agli studenti meritevoli che si sono distinti nell’anno formativo 2011/2012. A seguire è prevista la presentazione del nuovo piano dell’offerta formativa, comprensivo delle
In occasione delle festivitĂ natalizie l’associazione “Punto missione onlusâ€?, nata a Brescia nel 1999 per contribuire a tutelare nel mondo il valore assoluto della vita umana e il diritto di ogni uomo a un’esistenza libera e dignitosa, propone un progetto di sostegno a distanza di bambini e famiglie in difficoltĂ della Romania, della Colombia, della Lettonia e del Libano. Con 80 centesimi al giorno sarĂ possibile aiutare
nuove iniziative nel settore lattiero caseario e dell’allevamento del bestiame. Nel corso della mattinata è previsto anche l’intervento degli ospiti francesi che per 20 giorni sono stati ospiti della Scuola Bottega nell’ambito dello scambio culturale “Leonardoâ€?. Nel corso della giornata le famiglie avranno modo di visitare la nuove sede dotata dei laboratori e delle attrezzature e delle metodologie didattiche “Generazione web Lombardiaâ€?.
i bambini accolti nel “Villaggio dei ragazzi Fabio-Sergio-Guidoâ€? realizzato in Romania. I proventi dell’iniziativa serviranno per sostenere anche i giovani ospiti della “CittĂ di Dioâ€?, creata a Barbacoas, in Colombia, da p. Arcesio Escobar. L’iniziativa di solidarietĂ di “Punto Missioneâ€? si propone anche di sostenere i costi per la frequenza di alcuni studenti presso scuole cattoliche in Libano e Lettonia. Info: www. puntomissioneonlus.org
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PiĂš social che mai... Il Censis ha pubblicato nelle scorse settimane il “Rapporto sulla situazione sociale del Paeseâ€?, giunto ormai alla sua 46ÂŞ edizione. Si tratta di un interessante ritratto (fra gli altri analizzati) del rapporto tra gli italiani, la comunicazione e i media. La tendenza dei consumi mediatici degli italiani è chiara e ampiamente risaputa: la televisione inizia a perdere importanza a favore dei nuovi media digitali. La carta stampata, invece, continua a restare ai margini delle preferenze del Belpaese. Il 98,3% degli italiani guarda la televisione, una percentuale in aumento dello 0,9% rispetto al 2011 soprattutto grazie al progressivo completamento della sostituzione del digitale terrestre e al successo delle piattaforme alternative: alla tv satellitare, che conferma il suo successo ormai consolidato (+1,6%), si affiancano anche la web tv (+1,2%) e la mobile tv (+1,6%). Il potenziale pubblico televisivo è aumentato, ma non i telespettatori.
Oggi gli italiani guardano i programmi televisivi in modo nuovo grazie a internet. Il 24,2% degli italiani che ha una connessione alla Rete (quasi uno su quattro) ha l’abitudine di seguire i programmi dai siti web delle emittenti televisive e il 42,4% li cerca su YouTube per costruirsi i propri palinsesti d’informazione o d’intrattenimento su misura. Un fenomeno ancora piÚ importante fra gli internauti
tra i 14 e i 29 anni, che arrivano a percentuali rispettivamente del 35,3% e del 56,6%. Anche la radio ha beneficiato della Rete: i radioascoltatori sono aumenti del 3,7% rispetto al 2011 (raggiungendo quota 83,9% della popolazione), grazie all’aumento degli ascolti della radio via web tramite il pc (+2,3%) e per mezzo dei telefoni cellulari (+1,4%). Internet è il vero protagonista del 2012. Il 62,1% degli italiani
ha una connessione alla Rete (+9% in un anno), dato che sale nettamente nel caso dei giovani (90,8%), delle persone piÚ istruite, diplomate o laureate (84,1%), e dei residenti nelle grandi città , con piÚ di 500mila abitanti (74,4%). Internet per gli italiani è sinonimo di social. Anche grazie alla diffusione sempre piÚ capillare degli smartphone (nelle mani del 27,7% della popolazione complessiva e del 54,8% di
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quella compresa tra 14 e 29 anni) e dei tablet (utilizzati dal 13,1% dei giovani nostrani) il 2012 ha visto l’esplosione dei social network: il 41,3% dell’intera popolazione e ben il 79,7% di quella giovane è iscritta a Facebook, mentre YouTube è visto dal 38,3% degli italiani. I nuovi dispositivi mobili hanno anche avviato una nuova economia, l’app economy. Negli ultimi 12 mesi il 37,5% di possessori di smartphone e tablet ha scaricato applicazioni gratuite o a pagamento (il 16,4% frequentemente, il 21% qualche volta). L’esplosione dei social media ha avuto come effetto la moltiplicazione delle informazioni personali in Rete, con gli italiani divisi tra la voglia di raccontarsi (il 51,2% degli utenti dei social network pubblica informazioni personali e il 7,1% pubblica informazioni e fotografie di altri) e la paura per la propria privacy (il 75,4% di chi accede a internet ritiene che esista il rischio che la propria privacy possa essere violata sul web).
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Con il coro La Rocchetta ritorna l’appuntamento con il tradizionale concerto di Natale. Dove? A Palazzolo presso l’auditorium San Fedele, quando? Sabato 22 dicembre alle ore 20.30. Si tratta della 28ÂŞ edizione della serata natalizia che prevede l’esibizione dei due cori palazzolesi “Voci biancheâ€? e “La Rocchettaâ€?: tutti insieme per cantare il Natale. Questo il programma. Il Coro Voce Bianche esegue: Dolci campane, di I. Manfredotti;
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Il Primo Natale, di anonimo; Fanciulli accorrete, di Johann A.P. Schßlz; Tutti e quattro in ginocchio, di Enzo Ceragioli; Nell’apparir, di padre Francesco Soto; Tutti insieme cantiamo, di Renzo Pagani. Il Coro La Rocchetta si esibisce con: Rorando Coeli di Jan Campanus Voduasky; Veni, veni Emmanuel di Zoltan Kodaly; Puer natus in Bethlem di G. Malatesta Pueri concinite di Johann Ritter Von Herbuck; Joy to the world
di J.F. Handel; OrsĂš, pastori di anonimo; Canto do berce di Rogerio Groba; Jingle Bells di J. Pierfront; The little drummer boy di Harry Simeone; Stille Nacht di Franz Gruber. E, infine, i cori riuniti e il pubblico cantano: Bianco Natale di Irvin Berlin; Ăˆ Natale di gioia di A. Cedrone; Fiocca la neve di Renzo Pagani; Soffia il vento sopra il colle di Renzo Pagani; Auguriamo un felice Natale di Renzo Pagani; O albero!... di anonimo.
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a parte di quelle tradizioni ormai consolidate che costituiscono un gradito e atteso appuntamento per tutti. Quella che si terrĂ domenica 16 dicembre, infatti, sarĂ la 9ÂŞ edizione di “Natale in piazza sotto l’alberoâ€?, manifestazione che dal 2004 anima il periodo delle festivitĂ a Comezzano-Cizzago. Nato inizialmente su impulso della Commissione commercio del paese, l’evento ha finito negli anni per allargare i propri orizzonti e comprendere realtĂ diverse. Si tiene infatti in piazza Europa un mercatino natalizio “cui gli espositori – precisa il sindaco di ComezzanoCizzago Mauro Maffioli – possono partecipare liberamente, senza alcuna forma di pagamentoâ€?. Ad esso però si aggiungono anche iniziative diverse, che vanno a comporre un interessante puzzle per una domenica pre-natalizia. Ăˆ stato infatti coinvolto tutto il mondo dell’associazionismo locale e diverse saranno anche le manifestazioni di carattere culturale e artistico: oltre alla bancarella del libro, infatti, si terrĂ un’esposizione di quadri di pittori locali, che andrĂ ad aggiungersi alla mostra di sculture lignee di Bortolo Zanaglio (di cui diamo conto nell’articolo di spalla). Altro importante appuntamento sa-
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ne all’insegna della solidarietà e del volontariato. In collaborazione con tutte le scuole del plesso, infatti, la manifestazione fornirà anche l’occasione di una raccolta di giocattoli usati: i bambini verranno invitati a portare i giochi in piazza e quanto raccolto sarà poi devoluto ai meno fortunati. Nel concreto l’iniziativa è portata avanti in collaborazione con il centro Caritas di Orzinuovi, presso il quale saranno poi consegnati i doni raccolti. Di lÏ questi ultimi verranno poi ridistribuiti ad associazioni collegate,
in particolare a quelle che tengono rapporti con orfanotrofi e parrocchie dei Paesi dell’Est, tra i quali “Est portiamoâ€? di Brescia, “Chiese dell’Estâ€? di don Antonio Rossi di Cremezzano e il Volontariato canossiano di Brescia. In questo modo il pensiero e l’aiuto potranno arrivare lontano accendendo una luce di speranza in vista della festa del Natale, cosĂŹ come faranno le lanterne cinesi che verranno lanciate in conclusione della giornata, ad illuminare il cielo come una miriade di piccole fiaccole portate dal vento.
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$O YLD OD ´*UHHQ /LQHÂľ SHU LO ULODQFLR Per il Garda il turismo rappresenta uno strategico elemento di sviluppo territoriale, sociale ed economico. Va inquadrato in un’ottica di sostenibilitĂ e di “green economyâ€?. Ne sono consapevoli i soggetti coinvolti nel progetto di cooperazione “Green Lineâ€?, che mira a integrare turismo, risorse naturali e produzioni locali. A Salò si è tenuta la conferenza di avvio organizzata dal Gal GardaValsabbia per mettere a punto obiettivi e collaborazioni. I rela-
tori hanno posto l’accento sui progetti e sulle idee al centro dello sviluppo rurale, hanno portato esempi di esperienze già attuate, si sono concentrati sulle opportunità di lavoro nell’economia verde e hanno discusso su come costruire lo sviluppo nei territori. Lo scopo è di supportare l’integrazione tra l’offerta rurale e il turismo costiero per la valorizzazione dell’entroterra attivando una promozione coordinata delle risorse ambientali, cul-
turali ed enogastronomiche. “Grazie a questo progetto – ha sottolineato Dante Freddi, presidente del Gal – i territori dialogano tra loro in un momento di particolare crisi, apportando le proprie esperienze e il proprio valore per definire le linee guida che consentano di meglio valorizzare le risorseâ€?. Ora partirĂ la seconda fase che si concentrerĂ sull’impostazione e sulla promozione di una immagine verde coordinata.
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la civiltĂ dell’amore, auspicata dal tuo grande ďŹ glio Paolo VIâ€?. La ricchezza piĂš vera della nostra cittĂ da sempre è stata la solidarietĂ che sotto varie forme ha sempre assistito e aiutato chi è in difďŹ coltĂ . Oggi evidentemente questo non basta piĂš, ma non vorremmo che tutto questo senso si trasformasse in un senso di impotenza, di rinuncia preventiva. Il dramma della povertĂ e dell’emarginazione ha visto come protagonista in
negativo un giovane indiano di 36 anni, Nirmal Singh, residente in via Milano, che è stato trovato morto assiderato in una fabbrica dismessa in via Tempini, dietro l’AC Hotel. Accanto a lui una bottiglia di alcol, unica compagna a difesa del gelo. Brescia non può e non deve restare inerme di fronte a queste notizie e se possibile deve chiedere uno sforzo alle istituzioni preposte perchÊ questi fatti non si possano piÚ ripetere. Accanto a questo va
coltivato un maggiore senso di solidarietĂ e di incontro. Come? Sapendo anche indirizzare e aiutare le persone in difďŹ coltĂ , segnalando le situazioni piĂš a rischio, magari prestando anche il proprio contributo come volontari alle realtĂ che operano anche a Brescia. Si pensi a Camper emergenza o alle associazioni che ruotano attorno al progetto “Emergenza freddoâ€? (telefonando al numero 030/2000035 o al 338/1635063).
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e la metafora calcistica sintetizza bene la sua vita, anche sacerdotale, si potrebbe dire che per mons. Claudio Paganini sta per iniziare il secondo tempo. La prima frazione di gioco l’ha visto protagonista prima come curato a Urago Mella (il “primo amoreâ€?), all’Ufficio oratori (1999-2006) e come consulente ecclesiastico del Csi, adesso è arrivato il momento di passare, rigorosamente con gli scarpini, in un’altra squadra: la parrocchia del Buon Pastore in cittĂ , precisamente in viale Venezia. Accanto a questo incarico, la prima volta da parroco, don Claudio è stato indicato dal Vescovo anche come delegato vescovile per la pastorale degli sportivi. In questi anni, forte del suo carattere socievole, ha saputo tessere “una rete di rapportiâ€?. Al Csi è stato “giovane in mezzo a 960mila tesseratiâ€? in un settore nel quale, una volta di piĂš, la Chiesa (soprattutto quella bresciana) dimostra la sua ricchezza: “La Chiesa di Brescia ha grandi carismi – spiega don Paganini – ma forse siamo portati a criticare piuttosto che a valorizzare la nostra esperienza nell’ambito oratoriano/giovanile e sportivo. Il mondo sportivo – continua – non è solo gioco, ma parla il linguag-
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gio della fede, dei rapporti umani e dell’educazioneâ€?. Questa estate si è laureato in Scienze dell’educazione con una tesi su come “educare
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attraverso lo sportâ€?. “Mi piacerebbe – afferma – aiutare, attraverso lo sport, anche i sacerdoti a essere piĂš gioiosi e a fare piĂš squadra, piĂš spogliatoio, cioè a essere in armonia all’interno del gruppoâ€?. Secondo don Claudio, proprio per questo motivo, se oggi GesĂš dovesse scegliere un ruolo, non sarebbe il buon pastore, ma il mister in mezzo agli uomini. Don Paganini insegue un po’ questa vocazione da mister, che forse è proprio insita nel dna del territorio in cui è
cresciuto: basti pensare che nella sua Orzinuovi faceva il chierichetto con un certo Cesare Prandelli. Scherzi a parte, si appresta a entrare in parrocchia “con lo stupore di un bambino. L’inizio di ogni esperienza umana è sempre colma di stupore e di meraviglia. Volti nuovi, persone nuove, esperienze nuoveâ€?. Alla domanda, inevitabile, sulle preoccupazioni per la vita da parroco, don Claudio risponde di portare in dote “una ricca esperienza in campo oratoriano, edu-
cativo e sportivoâ€?, ma che è anche totalmente “impreparato in ambito parrocchialeâ€?. Da questo punto di vista si appoggerĂ all’esperienza e alla saggezza di don Pierino e di don Samuele, “preziosi collaboratoriâ€? per conoscere la vita stessa della parrocchia. Il mister Paganini è pronto a dettare i suoi schemi. Per non perdere la vocazione sportiva, molto probabilmente l’ingresso in parrocchia (il 19 gennaio alle 16) sarĂ proprio in sella a una bicicletta con la partenza fissata al Centro pastorale Paolo VI e all’arrivo al Buon Pastore. Curiosamente, secondo gli strani casi dell’esistenza, il Buon Pastore è anche l’immagine scelta dalla Cei per il lavoro pastorale nazionale. Anche se in forme diverse, significa continuitĂ .
$PLDQWR" /D VDOXWH GL FKL ERQLILFD L’amianto è una sostanza pericolosa che può causare tumori. Usato in passato nell’edilizia e nelle costruzioni, che hanno assorbito circa il 75% della sua disponibilitĂ , dal 1992 ne è vietato l’uso in Italia e da allora ne è stata suggerita la boniďŹ ca. Non esiste una normativa che ne imponga l’eliminazione e la boniďŹ ca è lasciata all’azione dei singoli, quando non, su speciďŹ ca denuncia di un particolare degrado, a ordinanze dei sindaci. Gli interventi di boniďŹ ca avvengono con cantieri sopra le costruzioni o gli ediďŹ ci e questo provoca due tipi di incidenti: le cadute da elevate altezze e i tumori per la respirazione delle ďŹ bre di amianto. Questo ha spinto l’Asl di Brescia ad adottare una serie di iniziative tese a tutelare la sicurezza e la salute di chi esegue le operazioni di boniďŹ ca. “Quello della boniďŹ ca dell’amianto è un campo talmente vasto e privo di
dati certi che ci troviamo di fronte a un problema piĂš che serio – ha detto il direttore generale dell’Asl di Brescia Carmelo Scarcella – e questo ci sprona a intensiďŹ care i nostri sforzi a che le boniďŹ che avvengano secondo precisi protocolli di sicurezza, che sono monitorati. Dal 2009 al 2011 i metri quadri di amianto smaltito con procedure sicure sono passati da 393mila a 895mila – ha aggiunto Scarcella – e nel settore edile vengono effettuati circa 1.800 controlli annui, il 40% dei quali in cantieri di smaltimento amianto, dove le sanzioni amministrative hanno raggiunto la ragguardevole percentuale del 90 %. Solo questo dato indica quanto sia importante agire con tempestivitĂ e competenza. Abbiamo ritenuto di incontrare le circa 140 aziende censite che si occupano della materia, al ďŹ ne di indicare loro la corretta serie di comportamenti che
portano all’azzeramento delle cadute degli operatori, unitamente ad un piano di formazione destinato a chi opera direttamente nei detti cantieri, tenendo conto – ha chiosato Scarcella – che l’80% degli operatori è di origine straniera, con tutti i problemi di comunicazioneâ€?. “Siamo preoccupati perchĂŠ l’imminente emanazione del piano nazionale sullo smaltimento dell’amianto incrementerĂ le azioni di boniďŹ ca – ha detto il direttore del Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Asl cittadina Gino Pietro Barbieri – e queste devono avvenire nella maniera piĂš sicura. Alle aziende di smaltimento forniremo orientamenti tecnici stringenti e la formazione degli operatori sarĂ resa obbligatoria e sarĂ curata da quattro enti formatori certiďŹ cati, cui saranno afďŹ ancate prove pratiche grazie ad accordi con la Scuola edile brescianaâ€?.
la voce del popolo 13 dicembre 2012
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Fondazione Poliambulanza Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi? “Che cos’è l’uomo perché te ne ricordi? Genetica e natura umana nello sguardo di Jerome Lejeune” è il titolo della mostra alla Fondazione Poliambulanza fino al 22 dicembre. L’11 aprile 2012 si è chiuso a Parigi il processo diocesano per la dichiarazione delle virtù eroiche di Lejeune. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 8 alle 20. Il 15 dicembre alle 9.30 nella sala congressi interviene Pierluigi Strippoli, docente di biologia applicata. Jerome Lejeune nacque
in Francia nel 1926 e si laureò in medicina nel 1951, a Parigi. Nel 1958. a soli 32 anni, quando ancora la genetica non era una branca autonoma della medicina, scopre l’anomalia cromosomica che provoca la sindrome di Down: trisomia 21. Il suo nome si afferma a livello scientifico internazionale, tanto che nel 1962 viene nominato esperto di genetica umana presso l’Organizzazione mondiale della sanità e nel 1964 l’Università di Parigi istituisce per lui la prima
cattedra di genetica fondamentale. La bufera si abbatte su Lejeune nel 1970, quando la proposta di legge Peyret prevede la soppressione dei nascituri portatori di una embriopatia inguaribile. Lejeune, che prima di ogni altro, con la scoperta della trisomia 21 aveva aperto una concreta porta di speranza per i suoi piccoli malati, deve constatare con dolore che proprio dalla diagnostica prenatale si prende motivo per sopprimere la vita. Decide, quindi, di far
sentire alta la sua voce in difesa dei piccoli malati, procurandosi minacce, accuse e umiliazioni. A Parigi apparvero scritte ingiuriose: “Bisogna uccidere Lejeune e i suoi mostriciattoli”. In quegli anni si reca all’Onu, ove è in corso una Conferenza sulla salute, che pone all’ordine del giorno il tema del “diritto di aborto”. Prende la parola e pronuncia la storica frase: “Ecco una gloriosa Istituzione per la salute che si trasforma in una istituzione di morte”.
Brevi
Sabato 15 dicembre Scuola aperta al Calini Sabato 15 dicembre, dalle 14.30 alle 17.30, il liceo scientifico Calini di via Monte Suello 2 si apre alla città per presentare i nuovi indirizzi che saranno attivati dall’anno scolastico 2013/2014. Il Calini è il Liceo Scientifico di più lunga tradizione a Brescia e, in linea con il carattere di questa città operosa e produttiva, si distingue per la serietà ed il rigore negli studi. Dall’a.s. 2010/2011 è entrato in vigore a livello nazionale il nuovo sistema dei Licei, rispetto al quale il nostro Istituto ha adottato, in forza della sua esperienza decennale, il piano di studi del “Liceo Scientifico”. Accanto a questa opzione, per le classi prime del 2013/2014, utilizzando le quote di autonomia, senza cioè incremento orario aggiuntivo, il liceo “Calini” propone quattro nuovi indirizzi che, preservando nella sostanza l’impianto di liceo scientifico, fondato sul nesso fra cultura scientifica e tradizione umanistica, orientano il piano di studi verso distinti percorsi allo scopo di offrire la possibilità agli studenti di diversificare la propria preparazione, assecondando inclinazioni e interessi personali, senza perdere di vista l’importanza di una solida preparazione liceale di tipo tradizionale. Le articolazioni del piano di studi del liceo Calini per il prossimo anno scolastico 2013/2014 sono cinque.
Acli provinciali Concorso di scrittura “Il settimo giorno” Le Acli provinciali di Brescia promuovono “Il settimo giorno”, un concorso di racconti brevi sul tema del lavoro e delle professioni nell’età postmoderna. I racconti dovranno pervenire entro il 31 gennaio 2013. Ogni racconto dovrà avere una lunghezza compresa tra le 3000 e le 6500 battute (spazi inclusi). Le opere dovranno essere inviate all’indirizzo concorso@ilsettimogiorno.it. Saranno premiati tre racconti prescelti dalla giuria; inoltre i lavori scelti dalla giuria saranno pubblicati. Saranno premiati tre racconti prescelti dalla giuria, il cui giudizio è inappellabile. I premi sono i seguenti: 330 euro al primo classificato, 220 euro al secondo e 110 euro al terzo. La commissione giudicatrice è composta da Claudio Baroni (presidente), Carla Boroni, Daniela Mena, Nadia Busato, Magda Biglia, Massimo Venturelli, Roberto Rossini. Il coordinamento organizzativo è curato da Roberto Toninelli. I lavori scelti dalla giuria saranno pubblicati. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi alla Segreteria Acli (0302294012) o consultare il sito www.ilsettimogiorno.it.
Circoscrizione Ovest Aspettando il Natale “Natale 2012 nella Ovest” racchiude una serie di iniziative rese possibili grazie all’apporto delle associazioni, delle parrocchie e delle scuole della Circoscrizione Ovest. Senza il contributo di queste importanti realtà non avremmo potuto realizzare un’offerta culturale natalizia ben strutturata. Venerdì 14 dicembre, alle 20.45, l’associazione culturale San Benedetto propone “Natale in musica” al Teatro Arcobaleno di Fiumicello in via Manara 26. Sabato 16, il gruppo dell’oratorio Sant’Anna presenta, in oratorio alle 20.30, il “Presepio Greccio”. Sempre sabato 15, alle 20.45, la corale San Carlo si esibisce nel “Concerto natalizio” presso la parrocchia del Sacro Cuore di via Milano 32. Mentre domenica 16, alle 16.30, la comunità cattolica dello Sri Lanka propone “Spettacolo auguri natalizi e canti tipici” al Teatro Arcobaleno di Fiumicello.
Brescia Un progetto del Conservatorio con la Congrega
“Concertiamo”: la musica rende Dal 2 marzo e fino al 12 maggio 2013 in programma sei concerti ai quali avranno accesso privilegiato gli utenti delle case Aler e della Congrega della carità apostolica di ALICE GUSSONI
I
n tempi in cui la crisi economica stringe sempre più, avvicinare un pubblico inusuale al mondo della musica e, in generale, della cultura, pare un’impresa piuttosto difficile. Ma proprio le forme di svago devono, in un momento come quello che stiamo vivendo, alleggerire il peso e la tensione che bilanci familiari in molti casi possono creare. In questa direzione ha lavorato il Conservatorio di musica Luca Marenzio, aderendo e vincendo un bando Cariplo che ha permesso di avviare nel 2013 il progetto “Concertiamo. La musica che rende”. Dal 2 marzo e fino al 12 maggio 2013 sono in programma sei concerti ai quali avranno accesso privilegiato gli utenti delle case Aler e della Congrega della carità apostolica, previo l’acquisto di un abbonamento, al costo di 35 euro. Le serate sono organizzate in due cicli composti dai medesimi appuntamenti, che avranno luogo all’auditorium San Barnaba per gli utenti di Brescia e al Teatro San Filippo di Darfo Boario Terme per quelli della Valle Camonica. Partecipando a tutte e sei le serate in programma in uno o nell’altro ciclo, per le quali sarà messo a disposizione un servizio di trasporto gratuito, ogni sottoscrittore dell’abbonamento otterrà in cambio benefit culturali di valore doppio rispetto a quanto speso. Quindi, per ogni par-
IL CONSERVATORIO
Il Conservatorio Luca Marenzio ha vinto un bando Cariplo che ha permesso di avviare nel 2013 il progetto
tecipante saranno garantiti e consegnati 70 euro suddivisi in ingressi a spettacoli teatrali, di danza, parchi e musei, buoni sconto per l’ingresso al cinema e un buono acquisto per beni di consumo. “L’idea – spiega il maestro Massimo Cotroneo, ideatore del progetto – è quella di fidelizzare un
pubblico non abituato ad assistere a concerti e manifestazioni culturali. Perciò, il programma delle serate varia in un percorso di qualità che attraversa la musica classica, il jazz, l’improvvisazione, il repertorio sacro. Ogni concerto è espressione del Conservatorio e sarà introdotto da una divertente performance teatrale, curata della compagnia teatrale Luna e Gnac”. Gli abbonamenti a disposizione sono circa 400 per Brescia e 364 per Darfo Boario Terme. Per gli utenti Aler e Congrega della Carità Apostolica le sottoscrizioni sono acquistabili dal 15 dicembre al 14 gennaio, a Brescia presso il Ctb e a Darfo Boario presso la Biblioteca Comunale; dal 16 gennaio al 7 febbraio saranno invece accessibili a tutti, salvo esaurimento, negli stessi punti vendita. “L’augurio – sottolinea Gianpiero Falconi, responsabile dell’ufficio beneficienza della Congrega – è che gli utenti per i quali è stato pensato questo progetto usufruiscano di questa opportunità, soprattutto i giovani, per i quali è necessario dare una speranza per il futuro in un momento che si prospetta molto buio”. Sono 2000 circa le abitazioni messe a disposizione dalla Congrega della Carità Apostolica, mentre altre 7000 sono quelle dell’Aler, che ha raccolto con entusiasmo l’invito a partecipare all’iniziativa. Per info, conservatorio. brescia.it/concertiamo.
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1928) ed è arricchita da spezzoni del film “Guido Maria Confortiâ€?, prodotto dalla Rolfilm di Torino negli anni ’60. In prima assoluta la lettura sarĂ rappresentata nella chiesa di San Cristo a Brescia, sabato 15 dicembre, alle 20.45 (ingresso libero). Guidati dalla regia di Giuseppe Marchetti e padre Fiorenzo Raffaini, direttore di “Videomissionâ€?, saranno protagonisti gli attori bresciani Ermes Scaramelli e Sara Venosta. Le musiche sono a cura
di Andrea Bonomini. Giuseppe Marchetti ha collaborato con il Cud (Centro universitario diocesano) nell’allestimento degli spettacoli “Lettera ai Galatiâ€? e “Lettera ai Corinziâ€? con Franca Nuti e Virginio Gazzolo. Con don Roberto Lombardi ha curato il cortometraggio “Tra Terra e il Mondo. Paolo VI e il Monte Guglielmoâ€? ed è autore del libro in tre episodi “Il popolo della croce. Vita di Matteo Ricciâ€?. Ermes Scaramelli è un noto
attore bresciano, fondatore della “Loggettaâ€? (poi diventato Centro teatrale bresciano) insieme a Mina Mezzadri e Renato Borsoni, ha realizzato recital-concerti sui grandi letterati e poeti italiani e stranieri, oltre che ritratti di alcuni personaggi cardine della Chiesa (Matteo Ricci, Paolo VI). Sara Venosta è un’attrice bresciana, precisamente lumezzanese, che ha al suo attivo fra gli altri un lungo curriculum in cui figurano lavori a Milano, con Scena Prima e a Brescia con il Ctb.
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attinare sul ghiacco in piazza Paolo VI sta diventando quasi una tradizione durante le festivitĂ natalizie. “Christmas on ice in Bresciaâ€? è un progetto ricreativo che prevede, fino al 6 gennaio, l’allestimento di una pista di ghiaccio in sinergia con il PalaGhiaccio di via Ziziola. Il programma è il seguente: dalle 14 alle 19 nei giorni feriali con l’assistenza ai pattinatori fornita dagli istruttori dell’Asd Diamond Ice School; nei giorni festivi (dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19 e dalle 20 alle 23) sempre con la collaborazione degli istruttori della Diamons Ice School cè la possibilitĂ di pattinare con una musica di sottofondo e con le animazioni. Il giorno di Natale tocca a Babbo Natale cimentarsi sui pattini. Si può vivere anche il capodanno sul ghiaccio cosĂŹ come il 1° gennaio assistere allo spettacolo musicale con la presenza di un’ani-
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mazione per i bambini. Il progetto si rivolge a tutte le fasce d’età , per informazioni si può contattare la struttura di via Ziziola al numero 00348888. L’attività sulla pista può prevedere anche dei corsi di formazione con istruttori qualificati e una serie di esibizioni di pattinaggio artistico di buon livello. Durante il periodo delle festività natalizie, l’orario di apertura della struttura sarà lo stesso previsto per la domenica e i giorni festivi Va ricordato, inoltre, che gli studenti del territorio possono accedere alla struttura, durante le ore di educazione fisica, per frequentare lezioni di avviamento al pattinaggio. Partner dell’iniziativa è la Matel Spa, che gestisce il PalaBrescia. L’iniziativa rappresenta un momento di aggregazione dove il pubblico, oltre a cimentarsi in una disciplina insolita per molti ma che ha dato molte soddisfazioni agli atleti italiani, ha la possibilità di assistere anche alle evoluzioni di atleti esperti che si esibiranno accompagnati dalle note musicali.
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I libri di Padre Pier Giordano Cabra sono rivolti a tutti i grandi che vogliono riscoprire il mistero del Presepe e del Santo Natale con occhi puri da bambini‌
,/ &$00(//2 '(/ 0,2 35(6(3(
68/ 35(6(3( “Non dimenticare che l’amore si chiama GesĂš. Portalo a tutti e Lui saprĂ come portare tutti a Dio.â€?
“Caro cammello, tu vedi le cose davvero importanti. Che fortuna averti vicino!� Illustrazioni di Mario Gilberti
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testo. La complessitĂ delle parole ed il loro modo di svilupparsi provocano emozioni ad un livello diverso da quello che siamo comunemente abituati a vedere in palcoscenico. Nel teatro di oggi non è sufďŹ ciente illustrare e spiegare il signiďŹ cato del testo al pubblico. Attori e registi devono vedere, udire e provare quello che è presente all’interno dell’involucro di ogni parola. Ciò signiďŹ ca che è necessario aprire l’energia che ha dato
vita alla parola, e l’energia di comunicazione tra le parole. Solo in quell’istante, grazie a tale lavoro il testo si svelerĂ all’attore e allo spettatore. La parola scritta e la parola recitata sono due parole diverse, due vite diverse. Durante questo seminario, attraverso una tecnica di lavoro a tavolino e numerosi esercizi pratici in scena, si comprenderĂ come è possibile svelare due o tre signiďŹ cati della parola;
come manipolarli e crearne giochi; come dividere una parola in differenti signiďŹ cati; come uccidere un senso per svelarne uno nuovo. Il prof. Alshitz parlerĂ di una nuova tecnica per la costruzione sferica delle parole; si compareranno la tradizionale connessione lineare delle parole – quando una segue l’altra – con le connessioni sferiche. Il testo preso in esame sarĂ â€œLe tre sorelleâ€? di A. Cechov.
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al giorno dell’Immacolata è aperto a San Gervasio Bresciano il presepio costruito in via Parco da Federico Ambrosio che ha coinvolto i residenti dello stesso quartiere e un gruppo di volontari. L’installazione resterĂ fino al 13 gennaio, senza limiti d’orario. Statuine, casette, dettagli, tutti costruiti artigianalmente con tecnologia e creativitĂ a fianco della chiesetta dedicata ai Caduti di tutte le guerre. L’idea di rappresentare la NativitĂ si deve ad Angelo Canini, scomparso da quattro anni, cui va attribuito il merito di aver diffuso in paese la cultura del presepio. Federico Ambrosio è uno dei tanti volontari che hanno collaborato con Angelo Canini, sostenuto da altri amici che si sono resi disponibili come: Angelo, Giovanni C., Nando, Fulvio, Luca, Giovanni B. â€œĂˆ soprattutto il ricordo che abbiamo di Angelo, il fondatore che ha dato il via a questa iniziativa, che siamo stati stimolati ad accoglierne l’ereditaâ€? dicono i giovani che hanno inserito nel presepio decorazioni ed accompagnato con la musica i momenti salienti della rappresentazione. Il presepio di Cignano, allestito nel palazzo di via 24 maggio, sarĂ aperto la notte di Natale e rimarrĂ allestito fino a domenica 13 gennaio. Numerose le iniziative fra le quali: domenica 30 dicembre il concerto de “I CantĂšrâ€? di
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13 gennaio 2013. La rappresentazione della NativitĂ di Cignano si estende su 180 mq ed è caratterizzato da 50 personaggi in movimento e da un centinaio di statuine fisse che ricreano lo scenario dell’antica Palestina. Nella scenografia sono inseriti: barcaioli, casari, ricerca della locanda, la mungitura delle cammelle, l’affila coltelli, boscaioli, spaccalegna e falegnami, la riproduzione di un’aia con una donna che prepara il becchime per le galline. Tutto è in movimento e le statue sono realizzate a mano, con legno e materiali di recupero come il polistirolo. Completano la scenografia effetti gestiti da un computer e numerosi marchingegni elettronici che occupano una stanza intera e suscitano l’interesse di molti appassionati del settore. Per il presepio artistico, la filosofia che ha guidato i progettisti è stata quella del “messaggioâ€? al centro della scenografia: “La NativitĂ â€?. Osservano i promotori: “Secondo noi nella rappresentazione la cosa piĂš importante è la Sacra Famiglia, l’essenza piĂš significativa. L’insieme genera profonde emozioni all’osservatore attento. La cura dei dettagli. Non ci siamo indirizzati verso faraonici scenari, dove lo scorrere di freddi meccanici personaggi sono l’attrazione principale, ma lo spirito che ci ha guidato è stato di realizzare un tutt’uno piacevole e dal profondo significatoâ€?. Il ricavato sarĂ destinato a opere di solidarietĂ â€?.
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1972-2012 anni di moda a Brescia
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Corso Cavour, 16 Brescia - Tel.030 3751488 - Fax 030 2638560
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‘Â?–‹…Š‹ƒ”‹ ‡’’‹Â?‘ —”ƒ ‹Ž ’”‡Â?‹‘ ƒŽŽƒ …ƒ””‹‡”ƒ Il Teatro Bonoris di Montichiari ha ospitato uno spettacolo dedicato ad Angelo Canossi, poeta e ideatore del vocabolario del vernacolo bresciano, in occasione dei 150 anni dalla nascita avvenuta nel 1862. Un ruolo di primo piano nell’allestimento e nella realizzazione dell’evento lo ha svolto il CafĂŠ di PiĂścc, storica compagnia dialettale monteclarense, il cui presidente Peppino Mura è stato insignito di un riconoscimento da parte
dell’amministrazione comunale. “Si tratta di un premio alla carriera – ha dichiarato il sindaco Elena Zanola durante la consegna – visto che parliamo di un personaggio che, nel lontano 1970 assieme ai compianti Gusto Desenzani e Beppe Boschetti, fondò il CafĂŠ di PiĂścc contribuendo allo sviluppo, alla diffusione ed alla promozione del nostro bel dialetto. Il premio CittĂ di Montichiari, istituito quest’anno per la prima edizione, verrĂ assegnato a personalitĂ che
hanno illustrato la cittĂ dei sei colli nei piĂš disparati campi con l’obiettivo di tributare loro il giusto meritoâ€?. Mura, classe 1929, è una colonna della compagnia dialettale monteclarense: oltre ad esserne fondatore, infatti, ha apportato in essa esperienza e ironia sempre con un grande savoir faire e la signorilitĂ che gli sono propri. “Il dialetto bresciano, anche grazie alle commedie, alle canzoni ed agli sketch che continuamente inventiamo e realizziamo può
continuare a vivere – ha dichiarato lo stesso Mura – ecco perchÊ, per noi, è fondamentale il rapporto con gli studenti, specie i piÚ giovani: solo se essi impareranno a conoscerlo e ad amarlo potremo garantire al vernacolo bresciano il futuro che merita e che tutti vogliamo. Un grazie lo rivolgo al Comune per il riconoscimento datomi, a tutti i miei collaboratori del CafÊ ed a Desenzani e Boschetti che, seppur non piÚ presenti fisicamente, sono sempre vivi nel mio cuore�. (f.m.)
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osa si prova a volare? “Impossibile descriverloâ€? per il comandante Claudio Grigoletto: una libertĂ totale, senza vincoliâ€?. “Volare per un disabile è bellissimo – gli fa eco Marco Cherubini – perchĂŠ in cielo non ci sono barriere architettonicheâ€?. Due testimonianze per raccontare agli studenti delle Medie di Montichiari il sogno del volo, un sogno accessibile a tutti. La conferenza è stata organizzata il 10 dicembre in Municipio da Alfonso Turchetti, presidente del Club frecce tricolore 124 “Le ali per la vitaâ€?. La curiositĂ dei ragazzi è stata attirata soprattutto da Marco che assieme ad Alessandro Paleri ed Erich Kustatsche compone il team Wefly, l’unica pattuglia al mondo di volo acrobatico formata da disabili. Cherubini abita a Seniga, aveva 22 anni quando perse l’uso delle gambe in un terribile incidente: troppo giovane per lasciare che la vita lo mettesse in disparte, ha sempre sfidato la sua disabilitĂ per guadagnarsi le grandi emozioni che oggi, a 39 anni, racconta ai giovani con un entusiasmo contagioso, spiegando come si può volare e fare sport anche senza l’uso delle gambe. Marco è istruttore di sci alla sporting Spirit di Livigno e nel 2007 ha preso l’attestato di volo per ultraleggeri. I tre piloti del Wefly team volteggiano in cielo a 2 m di distanza uno dall’altro, a una velocitĂ di 180 km/h, fanno da cornice alle esibizioni delle Frecce tricolore in acrobazie spettacolari e poi, quando scendono a terra, salgono sulla sedia a rotelle, davanti agli occhi increduli
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Marco, nonostante le sue oltre 1000 ore di volo, è stato giudicato ‘inidoneo per disabilitĂ motoria agli arti inferiori’. PerchĂŠ in Italia è posto questo limite? La risposta arriverĂ assieme all’esito del ricorso che ha presentato al Ministero della sanitĂ . In occasione della conferenza di Montichiari la onlus “Un sorriso di speranzaâ€?, che riunisce genitori con figli disabili, ha presentato il calendario 2013 dell’Associazione, quello della Wefly verrĂ presentato il 17 dicembre, assieme alla mostra fotografica in aeroporto. Sarebbe bello, in quell’occasione festeggiare con Marco l’abbattimento di una grande “barriera amministrativaâ€?. Dovesse vincere questa sfida, Marco Cherubini sarebbe il primo disabile a ottenere il brevetto in Italia.
,Q VFHQD ´/¡LVRODÂľ VenerdĂŹ 14 e sabato 15 dicembre alle ore 21 al Castello di Padernello la piece teatrale “L’isolaâ€? di Athol Fugard. In scena: Andrea Anselmini e Marcello Bergoli autori anche della scenograďŹ a. Lo spettacolo è prodotto dalla Libera accademia di belle arti, per la regia di Gabriele Rosa con patrocinio del Comune di Brescia. L’Isola è Robben Island, un tempo carcere di massima sicurezza nel Sudafrica dell’apartheid, un luogo brullo e spazzato dal
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vento dove Nelson Mandela trascorse gran parte della sua lunga prigionia. “L’isolaâ€? è anche un testo teatrale del 1972 che fu creato attraverso una serie di improvvisazioni dai due attori che lo interpretarono e dallo scrittore e drammaturgo Athol Fugard. Un vero atto sovversivo, perchĂŠ Nthsona e Kani, i due attori neri, ďŹ gurano come co-autori del testo eppure, nei paradossi dell’apartheid, si dovettero registrare come domestici di Fugard
per aggirare le leggi che impedivano a bianchi e neri di lavorare insieme. Mentre a Brescia si discute molto di carcere, forse “L’isolaâ€? è anche qualcosa d’altro: luogo per eccellenza di isolamento, appunto, dal resto della comunitĂ umana, è anche il luogo dell’immaginazione e della fantasia, come celebrò Shakespeare nella “Tempestaâ€?. Ingresso: 10 euro. Prenotazioni al numero 0309408766. Info: www.castellodipadernello.it.
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della NativitĂ , dipinte dai piĂš grandi artisti nel corso dei secoli passati. Le opere sono frutto dell’impegno e del lavoro di mesi da parte degli adolescenti e dei giovani dell’oratorio e della “Combricola teatrale Treviso Brescianoâ€?. Si tratta di riproduzioni a grandezza naturale di Tintoretto, Caravaggio, Savoldo e molti altri. Le immagini a grandezza naturale sono disegnate su compensato, ritagliate e dipinte rispettando i colori originali e sono inserite in uno scenario
appositamente creato per loro. La novitĂ di quest’anno è l’aggiunta di effetti sonori e visivi allo scenario che portano a rendere “vivoâ€? il quadro, coinvolgendo il visitatore nella suggestiva atmosfera del Natale, suscitando emozioni e sentimenti di altri tempi. La rassegna, intitolata â€œĂˆ nato per Noi - Presepi di quadri famosi ispirati alla NativitĂ â€?, giunta alla sua 18ÂŞ edizione, viene inaugurata la notte di Natale e può essere ammirata sino al 6 gennaio 2013.
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pane e formaggi della valle, salumi e frutta, generi di prima necessità anche per la casa, fa credito alla gente con il libretto della spesa come molti anni fa. Insomma: è il riferimento per la piccola popolazione, oggi un centinaio di abitanti, tra cui una trentina di anziani residenti, ma anche qualche famiglia nelle cascine sparse della montagna. Con il suo negozio chiude un pezzo di questa storia, fatta di pane fresco sfornato ogni giorno di buonora, di viveri di
prima necessitĂ , di spesa fatta dal vicino della porta accanto o della piazzetta con la fontana, vicino alla chiesa di S. Lorenzo martire. Ma la vita è cambiata anche qui: la maggior parte ha trovato lavoro nel fondovalle, come il figlio di Rosa. Un tempo il pane si sfornava e si vendeva a chili: ora c’è solo qualche sacchetto con pochi panini, segno evidente di una popolazione attiva che si è trasferita altrove. Se d’estate le vie si animano ancora – “ma solo per 15 giorniâ€?, dice
Rosa che misura la popolazione dal pane venduto – con l’autunno e l’inverno anche Fraine diventa la culla della neve e del gelo. Parlando del suo negozio Rosa si commuove e ricorda i tanti giovani, gli oratori, le tende degli scout, le nonne con i bambini che passavano l’estate lontano dal caldo delle cittĂ . Nemmeno la legge le ha consentito di aprire “stagionalmenteâ€?: e con Rosa se ne vanno 50 anni di profumo di pane fresco. (Franco Garattini)
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n Alta Valle Camonica non esiste una qualche realtĂ , ecclesiale o no, che si occupi di ‘organizzare’ la caritĂ , cioè di coordinare in maniera stabile a livello sovralocale aiuti di carattere materiale o morale a favore di quanti si trovano in situazione di grave disagio. Agiscono, tuttavia, differenti gruppi a livello di paese, come è il caso della San Vincenzo che fa capo alla parrocchia di Edolo, uno dei piĂš longevi data la pluridecennale attivitĂ . Si tratta, per altro, di un termometro affidabile per monitorare la situazione, soprattutto in questo periodo di crisi. Situazione che sta acuendo le criticitĂ . “In questo periodo – spiega Caterina Piloni, presidente della San Vincenzo edolese – solo nella nostra comunitĂ stiamo aiutando una sessantina di persone, metĂ italiani, metĂ stranieri. Tenga conto che negli ultimi due anni le persone che si sono rivolte a noi per un aiuto sono piĂš che raddoppiateâ€?. Il sostegno si concretizza in modi svariati, dal pacco mensile di alimenti indispensabili ogni mese, tramite il Banco Alimentare di Brescia, al pagamento dell’affitto o delle rette dell’asilo, medicine, visite specialistiche, bollette della luce e del gas, fino ad arrivare agli abbonamenti del pullman, del treno o a oggetti di cartoleria per la scuola. Vengono pure raccolti e distribuiti abiti smessi in buono stato. Il livello di percezione sociale di questa emergenza, tuttavia, non sembra adeguato, come osserva la presidente Piloni: “Se uno pensa solo a se stesso e alla propria famiglia non se ne rende conto. Bisogna
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dare un futuro migliore ai figli. Per gli italiani il quadro cambia, in quanto sono persone con situazioni familiari e individuali difficili: se uno perde il lavoro, spesso perde anche gli affetti e la famiglia si logora. “Le esigenze sono tante e diverse – osserva la presidente Piloni – e occorrerebbero molte piĂš energie e piĂš possibilitĂ economicheâ€?. In effetti, un po’ da tutti i paesi vicini a Edolo giungono richieste di sostegno per situazioni particolari, ma non è materialmente possibile prenderli in carico. Servirebbe un’organizzazione piĂš articolata e complessa, come è il caso della Caritas che fa base a Darfo Boario. Ecco il motivo per cui restano insostituibili piccole, ma provvidenziali realtĂ locali come la San Vincenzo edolese.
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6LOWHU VL DYYLFLQD LO ULFRQRVFLPHQWR 'RS Silter: continua l’iter per il riconoscimento della Dop. Dopo un’attenta veriďŹ ca dei requisiti, la Direzione generale dell’agricoltura della Regione Lombardia ha espresso parere positivo in ordine alla richiesta di riconoscimento di Denominazione d’origine protetta del formaggio, attraverso il decreto n. 10785 del 26 novembre 2012. Il Consorzio per la tutela del formaggio Silter camuno Sebino, con sede a Breno è costitu-
ito da 36 soci, di cui 28 produttori, cinque stagionatori e tre sovventori; presieduto da Andrea Bezzi ed ha presentato con la richiesta un dossier a supporto delle motivazioni del riconoscimento, cosĂŹ come previsto dalle norme comunitarie e nazionali, con il supporto tecnico del Servizio agricoltura della ComunitĂ montana di Valcamonica e del centro Miglioramento latte. Il dossier, che comprende il disciplinare di produ-
zione, una relazione tecnica, un resoconto storico, socio-economico del prodotto e la cartograďŹ a della zona di produzione, è stato esaminato dagli ufďŹ ci competenti regionali che hanno inoltre veriďŹ cato i requisiti speciďŹ ci della produzione, per confermare il legame tra le qualitĂ del formaggio e l’ambiente di produzione (Valle Camonica e Sebino bresciano), compresi i fattori naturali, umani e storico-culturali. La
Dga ha espresso parere favorevole al riconoscimento del formaggio Silter come Dop, con particolare attenzione alla legittimitĂ del soggetto richiedente, dando cosĂŹ avvio al processo di riconoscimento e di protezione del prodotto. La stessa documentazione, insieme al parere della Regione, passerĂ al vaglio del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali e successivamente della Commissione europea.
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Ž‹ Í Í˜ ƒÂ?Â?‹ †‹ Â?‘Â?•Ǥ ‹Â?‘ ‘Ž‹ Originario di Inzino, ordinato sacerdote nel 1957, don Gino Zoli viene assegnato come curato a San Vigilio, dove rimane per nove anni: qui percorre, come il don Matteo televisivo, le strade del paese a cavallo della nera bicicletta (a volte entrava con le due ruote anche in cucina) prima di dotarsi di una vespa e piĂš avanti di una 500 topolino con tetto apribile dal quale sporgevano i ragazzi dell’oratorio, con i quali condivide sia i momenti ludico-sportivi (tirava volentieri
due calci al pallone) che scolasticomilitari (li accompagna alla visita di leva). Recatosi in Curia per formalizzare l’acquisto di un terreno per l’oratorio viene apprezzato per le sue capacitĂ e gli viene chiesto di collaborare con l’UfďŹ cio amministrativo per diventarne, poi, dal 1971 al 2008, il direttore. Nel 1966 durante la festa di S. Luigi consegna ad Augusto, uno dei suoi ragazzi, la lettera in cui annuncia la sua partenza, ma da aprirsi un’ora dopo. E ďŹ no al 1975 rimarrĂ li
vicino, nella parrocchia di Costorio, come aiuto. Per 33 anni, dopo la Messa delle 7 a Sarezzo, si reca ogni mattina in Curia per, poi, tornare alla casa paterna di Inzino a sera. Ma serberĂ sempre nel cuore la sua prima parrocchia nella quale ogni tanto ritorna in incognito a salutare in particolare l’amico Amerio, il barbiere, sia per sapere della sua gente che per “rimettere la testa a postoâ€?. Per il suo 80° compleanno i parrocchiani di S.Vigilio, per i quali rimane sempre don Gino, gli hanno
portato un originale biglietto e un video con vari auguri (la maestra, l’ostetrica, il sindaco, il barbiere, la scrittrice, il presidente delle Acli, il catechista, ecc.). Ora, salutata la comunità di Sarezzo, ogni mattina raggiunge a piedi la parrocchiale di Inzino per la Messa delle 8.30 e durante la giornata riceve le visite di molti laici con i quali ha instaurato un rapporto di amicizia. Nel cassetto ha ancora un sogno: un viaggio in Terra Santa. (Giuseppe Belleri)
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on Angelo Mario Gozzini apre un nuovo capitolo della sua vita dopo 15 anni da parroco a Sant’Andrea e San Giuseppe di Rovato. Ora che è in procinto di cominciare una nuova fase del suo ministero, come descriverebbe questa sua lunga esperienza? Per me è stata un’esperienza molto arricchente. Quando sono arrivato non c’era la situazione che lascio ora: le due parrocchie erano divise e ognuna di esse portava avanti il proprio percorso, non si faceva nulla insieme. Pian piano però negli anni si è iniziato un percorso di unione, con il risultato che ora i sacramenti vengono fatti insieme, cosÏ come il catechismo con classi miste di entrambe le parrocchie e gli incontri per i genitori. Anche per quanto riguarda la celebrazione delle Messe, i fedeli non hanno problemi a parteciparvi in una parrocchia o in un’al-
ˆ‹Â?‡ ‰‡Â?Â?ÂƒÂ‹Â‘ÇĄ †‘Â? Â?‰‡Ž‘ ƒ”‹‘ ‘œœ‹Â?‹ ˆƒ”Â? ‹Ž •—‘ ‹Â?‰”‡••‘ …‘Â?‡ ’ƒ””‘…‘ Â?‡ŽŽ‡ …‘Â?—Â?‹–Â? †‹ ƒ˜‡”Â?‘Ž‡ •—Ž ‡ŽŽƒ ‡ ƒ˜‘Â?‡ tra. C’è un grande aiuto reciproco. Quando nel 2009 ci fu il mio 25° di sacerdozio, i consigli pastorali delle due parrocchie si ritrovarono insieme a prepararlo e questa fu la cosa che mi fece piĂš piacere. Ora incomincerĂ il suo servizio di parroco a Tavernole sul Mella e Lavone. Che cosa si aspetta da questo nuovo cammino? Non ho voluto sapere prima che tipo di situazione vi sia, anche se qualche notizia l’ho ricevuta. Spero di riuscire a costruire anche lĂ un’unica comunitĂ , rispettando l’individualitĂ di ogni parrocchia. Mi piace usare
in questo senso l’immagine di due polmoni che respirano insieme, due parrocchie da seguire e amare allo stesso modo. Certo, sarà un cammino che richiederà pazienza e devozione ma spero che andrà cosÏ. Io credo che, a questo proposito, l’unità pastorale debba essere innanzitutto comunità di vita delle parrocchie che la compongono. Ha già avuto modo di conoscere il presbiterio della sua nuova zona pastorale? Ho incontrato il vicario zonale don Alberto Cinghia, parroco di Bovegno, che già avevo conosciuto ai tempi del Seminario. La prima impressione è molto buona e spero di trovarmi bene anche con il resto del presbiterio, cosÏ com’è accaduto ovunque sono stato in precedenza. Come si descriverebbe ai suoi nuovi parrocchiani? Io vorrei lasciare loro la sorpresa di scoprirmi, non fare proclami che magari poi potrebbero deludere.
Quando mi è stata comunicata questa nuova destinazione ci ho pensato e pregato sopra e, consultandomi anche con alcuni sacerdoti miei amici, mi hanno confermato che con il mio carattere posso trovarmi bene anche là . A me piace stare tra la gente, soprattutto lavorare insieme a loro per trovare le soluzioni migliori per tutti, non imponendo ma condividendo. Un augurio e una speranza? La speranza è di essere veramente prete anche nelle nuove parrocchie
e che questo mio essere sacerdote in mezzo a loro li aiuti ad aver fiducia e a collaborare insieme a me per il bene delle due comunitĂ .
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Strenne natalizie
L’Enciclopedia bresciana in regalo In occasione delle feste natalizie offriamo la possibilitĂ di un regalo utile e culturalmente prezioso: i 22 volumi della Enciclopedia bresciana, realizzati da “La Voce del Popoloâ€? e curati da mons. Antonio Fappani. Sono disponibili a 400 euro (anzichĂŠ a 1100, come da listino). Ăˆ piĂš un regalo che uno sconto.
Per informazioni e acquisti rivolgersi a: Fondazione diocesana San Francesco di Sales, via Callegari, 6 25121 Brescia – Tel. 03044250
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ƒÂ?ƒÂ?‘ ”–‡ ‡ …ƒ”‹–Â?ÇŁ Â?‘•–”ƒ †‹ ƒ””‡†‹ †ƒŽŽ‡ Â?†‡ Quando l’acquisto premia la qualitĂ e il lavoro dell’artigianato. Palazzo Avogadro di Zanano in via Gremone 2 ha inaugurato la mostra di arredi dalle Ande “Arte e caritĂ â€?. L’organizzazione, con il patrocinio del Comune, è curata dall’associazione Don Bosco 3A e dall’Operazione Mato Grosso. Si tratta di un’esposizione e vendita di mobili e arredi andini costruiti dai ragazzi che si sono diplomati nelle scuole di intaglio e falegnameria
create dall’Operazione Mato Grosso in PerĂš. Queste opere rappresentano il lavoro svolto fin dal 1979 da padre Ugo De Censi e dai giovani in PerĂš, dove per dare una risposta concreta ai bisogni della povera gente, nasce la scuola d’arte “Taller Don Boscoâ€?. I giovani che la frequentano sono scelti in base alla povertĂ delle loro famiglie e nei cinque anni della durata del corso vengono ospitati gratuitamente ricevendo
istruzione e formazione professionale. Alla fine del corso, riconosciuto ufficialmente dal governo, ogni ragazzo riceve in regalo gli attrezzi per continuare a lavorare e può scegliere se iniziare un’attività in un altro luogo o entrare a far parte della Familia de Artesanos Don Bosco, che attualmente dà lavoro a 650 giovani. La Famiglia de Artesanos Don Bosco è formata da tutti i giovani che si fermano sulla sierra e che hanno deciso
di condividere l’insegnamento di padre Ugo di non pensare solo a se stessi, ma di aiutare la gente piĂš povera, sostenendo i bisogni dei loro “caseriosâ€? (villaggi). L’esposizione prosegue fino al 6 gennaio 2013. Gli orari sono i seguenti: da mercoledĂŹ a venerdĂŹ dalle 18 alle 20, il sabato e i festivi dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 21; il 26 dicembre e l’1 gennaio è aperta dalle 15 alle 21, mentre il giorno di Natale resta chiusa.
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na mostra fotografica insieme ai presepi costruiti negli ultimi anni dai bambini: è l’evento che all’Asilo infantile S.Apollonio di Pezzaze chiude alla vigilia delle feste natalizie l’anno del suo centenario di fondazione. Si inaugura sabato 22 alle 15 e poi rimarrĂ aperta domenica 23 dalle 9 alle 10.45 e dalle 15 alle 18. La mostra segue la giornata della “memoriaâ€? organizzata il mese scorso: all’Asilo uno spettacolo di magia per i piĂš piccoli, benedizione della targa commemorativa e spettacolo degli alunni; poi la S.Messa nella parrocchiale e la serata all’oratorio all’insegna della convivialitĂ , con spettacolo di burattini e karaoke. La festa ha visto una grande partecipazione nonostante il tempo inclemente: associazioni, genitori, bambini, autoritĂ , benefattori presenti e passati. Segno che l’Asilo infantile S. Apollonio è rimasta istituzione viva nel paese an-
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che se, hanno sottolineato nei loro interventi ufficiali il presidente don Giancarlo Pasotti col sindaco Sergio Richiedei e Pietro Reghenzi, direttore dell’Adasm (Associazione scuole materne), meriterebbe ora maggiore attenzione da parte di tutti. Una realtà tanto importante continuerà a
vivere se vi credono i genitori : stride il fatto che su 43 possibili alunni del paese lo frequentano solo in 19 pur essendo struttura efficiente, confortevole, curata che presto avrĂ anche sul tetto un impianto fotovoltaico. Bisogna ritrovare motivazioni e spirito di solidarietĂ collettiva delle famiglie dei fondatori, testimoniata con “100 anni di scuolaâ€?, un piccolo elegante libretto stampato in proprio, che ne riassume la storia in breve ma in modo efficace, impreziosito da alcune fotografie di “ieri e di oggiâ€? e messo a disposizione di tutti. “Crederciâ€? con l’iscrizione è il modo vero di onorare memoria ed intenti dei 43 capifamiglia che il 19 gennaio del 1912, con l’arciprete don Umberto Sigolini, formarono il Comitato Pro-Asilo convinti della necessitĂ di una scuola infantile, firmando l’impegno in apposito verbale (riprodotto nel libretto). Scorrendo i loro nomi si vedono presenti tutte le stirpi storiche del paese. In quell’anno poi don Giovan Battista Maffina dona 10mila lire unite a 2.000 versate dai soci privati. Condi-
zione del lascito è la conservazione del principio religioso cattolico e la presidenza al Parroco pro-tempore. La scuola inizia la sua attivitĂ nella casa parrocchiale giusto cento anni fa in data 1 dicembre 1912: accoglie e custodisce gratuitamente i bambini poveri dai tre ai sei anni. Nel 1914 un decreto regio lo erige “ente moraleâ€? con personalitĂ giuridica di diritto pubblico. Dal 1925 al 1968 trova sede fissa nella ex casa comunale ora scuola elementare. Poi fino al 1972 è gratuitamente nella casa delle Ancelle della CaritĂ a Stravignino. In quegli anni la decisione definitiva: il Comune si impegna a costruire la sede attuale ed il consiglio dell’Asilo S.Apollonio cede allo stesso l’area necessaria ricevendo l’edificio in uso perpetuo. Nel 2003 la scuola ottiene lo status di scuola paritaria e siamo ai giorni nostri. “Il vero libro non è fatto di pagine, ma dei tanti sorrisi dei bambini e degli adulti che hanno scoperto la bellezza della collaborazione e si impegnano a coltivarla ogni giorno.â€?CosĂŹ, significativamente, conclude la pubblicazione.
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‡†‹œœ‘Ž‡ ‡ –ƒÂ?–‡ …‡Ž‡„”ƒœ‹‘Â?‹ ’‡” ‹Ž ƒ–ƒŽ‡ Nonostante il clima nazionale sia colpito dalla persistente crisi per molti fonte di preoccupazione e smarrimento, la comunitĂ bedizzolese si prepara a vivere il Santo Natale nel segno della fede e della condivisione. Quest’anno piĂš che mai il signiďŹ cato profondo del Natale è accogliere GesĂš e il suo messaggio di speranza. Numerosi sono gli incontri in calendario per l’Avvento. Il primo appuntamento è ďŹ ssato per sabato 22 dicembre con il “Natale dello sportivoâ€?. La sera, alle
ore 20.30, il concerto in parrocchiale della corale “S. Stefano� accompagnata dall’orchestra S. Cecilia di Gambara: dirige il maestro Francesco Andreoli; ospite il tenore Paolo Antognetti. Domenica 23 dicembre Messa di Natale per tutti gli ospiti e parenti della Fondazione “Casa di soggiorno per anziani� in via Sonvigo. Domenica 23 dicembre, alle 10, presepio vivente in oratorio senza dimenticare il concorso presepi in parrocchia che coinvolge ogni anno tanti ragazzi e le loro
famiglie. In occasione della festivitĂ di Santo Stefano protomartire, a cui è dedicata la chiesa parrocchiale, mercoledĂŹ 26 dicembre la concelebrazione delle 18.30 presieduta dal nunzio apostolico in Francia, mons. Luigi Ventura. Dal 3 al 5 gennaio, appuntamento con il campo invernale per adolescenti a Trento. Si concludono le feste natalizie domenica 6 gennaio: concerto al Santuario di Masciaga con il coro gospel bedizzolese “Amodonostroâ€? alle 20.45. (g.d.m.)
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artiamo da Gavardo, che, in occasione del “Buon Natale Gavardeseâ€? sarĂ animato da eventi e spettacoli sino a metĂ gennaio. Domenica 16 presso la Sala Bruni Conter del Museo archeologico apre la mostra “A scuola con il presepeâ€?, concorso rivolto agli studenti. VenerdĂŹ 21 alle 19.30 a Sopraponte è in programma la “Fiaccolata nataliziaâ€?, con partenza dal piazzale della parrocchia e rinfresco offerto nei locali dell’oratorio. Ricordiamo i “Concerti di Nataleâ€?: sabato 22 alle 20.30, offerto dal Coro “La Faitaâ€? presso la chiesa di S. Maria, domenica 23 alle 20.30, eseguito dal Corpo Musicale “Viribus Unitisâ€? presso il Salone Pio XI, mercoledĂŹ 26 alle 20.30 presso la chiesa di S. Maria con il Free Voices Gospel Choir di Torino, al termine è previsto un riconoscimento ai cittadini gavardesi che si sono contraddistinti come volontari, sabato 29, dalle 16 e domenica 30 dalle 15 presso la Fondazione Ricovero “La Memoriaâ€? con i cori “La Memoriaâ€? e “La Faitaâ€?. E veniamo ai tradizionali presepi. Dopo la Messa di mezzanotte in via Gosa inaugurazione del “Presepe de Santa Mariaâ€?. Il giorno di Natale apertura del Presepio del Borgo del Quadrel. Dalle 17 alle 19 presso il Mulino di Gavardo rappresentazione del Presepio Vivente, con replica a S. Stefano dalle 16.30 alle 19. Saliamo a Vallio Terme
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e di fotografie. I visitatori potranno riscaldarsi con caldarroste e gustare il “menĂš del viandanteâ€? a prezzo fisso a base di trippa, funghi in umido e polenta. Ad Agnosine è in programma la sera di S. Stefano alle 20 nel Teatro parrocchiale il “Concerto di Nataleâ€? eseguito dal Coro di Verona e da una orchestra d’archi (335.5325984). A Odolo, il 22 a partire dalle 14, “Pensieri di Nataleâ€? con mercatini, giochi, aperitivi e auguri in musica, Messa e cena (0365.860657). A Vobarno va in scena, il 15 alle 20.15 nella chiesa dell’Immacolata, “MaranathĂ â€?, rassegna di canti e musiche natalizie a cura dei cori vobarnesi e valsabbini e a Carpeneda vengono allestiti, il 16, il 23 e il 24 i “Mercatini di Natale in piazzaâ€?, il cui ricavato è destinato alle opere dell’oratorio. “Mercatiniâ€? anche a Livemmo di Pertica Alta, il 16 a partire dalle 14 con bancarelle e concorso di torte, intrattenimento musicale, esposizioni di prodotti locali, degustazione di panettoni e castagne. A Crone di Idro, il 15 a partire dalle 17 tornano i “Cortili in festaâ€?, incontro con arte, tradizione, gastronomia e musica. Una serie di mostre e di eventi nelle case e nelle strade del borgo. Chiudiamo il tour tra le contrade valsabbine a Bagolino per visitare la mostra “L’identitĂ riflessa, la Valsabbia e il lago d’Idro nelle immagini dell’Archivio Negriâ€? esposta fino al 6 gennaio nelle sale dell’Ecomuseo Valle del Caffaro.
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promotori dell’Iniziativa benefico solidale “Arriva Santa Luciaâ€?, resa possibile anche in collaborazione con il gruppo Caritas parrocchiale e con l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Franco Claretti. L’arrivo dalla Santa è previsto nella centralissima piazza Luca Marenzio dove l’amata santa approderĂ per rendere omaggio a grandi e piccini, accompagnata dal suo inseparabile asinello al termine della celebrazione eucaristica dedicata ai bambini delle 10.30 nella parroc-
chiale. A cornice della festa: musica, animazione, intrattenimento e un carretto carico di doni e dolciumi per tutti, mentre durante l’occasione e come nelle passate edizioni, tutti i bambini presenti saranno invitati a farsi donatori di un proprio giocattolo (magari inutilizzato) o di un piccolo presente da destinare con generosità ed altruismo ai loro coetanei meno fortunati. Tutte le famiglie saranno infatti direttamente coinvolte nello scambio di doni, mentre parallelamente
procederĂ anche la raccolta di beni, prodotti e generi alimentari non deperibili o a lunga conservazione a sostegno dell’articolato servizio “Dispensa sociale alimentareâ€?, che ormai da diverso tempo prosegue nel suo progetto di sostegno e aiuto per alleviare quei nuclei famigliari precipitati in situazioni di difficoltĂ e di grave disagio a causa di gravose incombenze derivanti prevalentemente dalla precarietĂ e dalla miseria dettate dalla crisi economica in corso. (a.s.)
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usica, addobbi, luci, presepi e perfino una rappresentazione vivente. Bando a tagli e a tempi non proprio floridi per le casse comunali, l’atmosfera natalizia a Coccaglio non si lascerĂ comunque desiderare, grazie soprattutto alla vera e resistente linfa vitale che da sempre anima e sostiene il borgo franciacortino: la generositĂ e forza delle associazioni. L’energia collaborativa dei volontari si percepirĂ giĂ questa domenica mattina 16 dicembre in occasione dell’iniziativa “Arriva Santa Luciaâ€? che movimenterĂ la centrale piazza Luca Marenzio, in vista del passaggio di un carretto carico di doni, ma anche della proposta benefica di offrire propri giocattoli ai bimbi poveri e raccogliere viveri da distribuire ai nuclei famigliari in difficoltĂ economica. Sabato 22 dicembre, spetterĂ invece alle liete note del Civico corpo bandistico scandire il ritmo di festa, in vista del tradizionale appuntamento con il grande Concerto di Natale in programma alle 20 nel Palazzetto dello Sport di via Paolo VI e che vedrĂ coinvolta l’intera banda degli allievi diretti dal maestro Ennio Pedercini e l’associazione Arte e Danza, che si esibirĂ sulle note dei brani in scaletta. Per gli amanti della buona musica e me-
ƒœœƒ‰‘ ƒÂ? ƒ”–‹Â?‘ ’‡––ƒ…‘Ž‘ Â?ƒ–ƒŽ‹œ‹‘ La compagnia teatrale Rapoceldone di Carpenedolo presenta lo spettacolo natalizio intitolato “Una nascita a New Yorkâ€? di don Rinaldo Rodella (New York 1981), che andrĂ in scena presso il teatro Rizzini di Cazzago San Martino domenica 16 dicembre alle 20.30. L’evento è patrocinato dall’Assessorato alla cultura del Comune di Cazzago San Martino e dalla biblioteca comunale “Don Lorenzo Milaniâ€?. A proposito dei valori veicolati dallo spettacolo – che rilegge in chiave moderna la storia della Natività – si legge, nella locandina di presentazione, di un mondo che “accoglie, sempre, per cui don Rinaldo Rodella ha donato la propria esistenza, afďŹ nchĂŠ tutti noi si possa scoprire le nostre debolezze e quanto sia meravigliosa, come in una notte di Natale, il valore dell’accoglienzaâ€?.
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sul palco di esibiranno infatti in un susseguirsi di canti natalizi i piccoli cantori del “Piccolo Coro Primaveraâ€? diretto dalla maestra Emanuela Massetti. Come invece detta l’ormai consolidata tradizione, in vista della solennitĂ della NativitĂ , l’Amministrazione comunale di Coccaglio organizza anche per quest’anno l’annuale presepe vivente itinerante con personaggi in costume che, dall’antica chiesetta di San Pietro raggiungeranno in corteo la Parrocchiale Santa Maria Nascente. Per tutti coloro che intendessero assistere alla rappresentazione o prendervi parte, la
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partenza in corteo è fissata alle 9.30 nei pressi nel Quartiere di San Pietro; da qui si proseguirĂ attraverso le vie interne del paese per raggiungere la parrocchiale, dove alle 10.30 si svolgerĂ la solenne celebrazione eucaristica. Il presepio vivente farĂ il bis, ma in maniera piĂš articolata, anche domenica 6 gennaio per l’Epifania. Alle 14.15 è stata pianificata la partenza diversificata di ogni Re Magio da tre punti di snodo del paese e in particolare dal Parco degli Alpini, dalla chiesetta di San Pietro e dal Centro giovanile-oratorio “Il Focolareâ€?. Dopo la preghiera comunitaria tra le mura della parrocchiale, si riprenderĂ infine il percorso in corteo verso la chiesetta di San Pietro dove ci si potrĂ piacevolmente intrattenere in compagnia di vin brulè e zampognari.
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Â? •…‡Â?ƒ ÂŽÇŻÂ‘Â’Â‡Â”Âƒ …‘Â? Žƒ Dz ‘Š°Â?‡dz Ultimi giorni di preparativi per il Corpo musicale “CittĂ di Palazzolo sull’Oglioâ€? in vista della messa in scena di “Bohèmeâ€?, l’opera pucciniana scelta per gli auguri, domenica 16 dicembre, alla cittĂ . Per il Natale 2012 il maestro Giuseppe Orizio (nella foto) ha scelto un altro titolo popolare, di sicura presa sul pubblico. Le gesta dei quattro bohèmines Rodolfo, Marcello, Colline e Schaunard, della sfortunata MimĂŹ e dell’insolente (ma dal
cuore buono) Musetta da sempre appassionano e commuovo le platee. Ăˆ dunque facile immaginare che il palazzetto dello sport del centro scolastico polivalente di via Levadello sarĂ , come negli anni scorsi, preso d’assalto dai tanti palazzolesi amanti dell’opera lirica. L’affetto con cui Palazzolo partecipa da sempre ai concerti di Natale del locale Corpo musicale è anche un attestato di stima nei confronti di una realtĂ culturale molto radicata
nel tessuto cittadino. Una realtĂ che, per quello che da anni è il suo appuntamento piĂš imporante, appunto il concerto di Natale, ha scelto ancora una volta la collaborazione con altre associazioni culturali palazzolesi. Ha rinnovato, dopo il riuscito esperimento di “Toscaâ€?, la collaborazione con l’associazione “La Maschera San Sebastianoâ€? che cura la regia (con Massimo Venturelli) e il supporto tecnico (Mario Ruggeri e Giuseppe
Viprati) di “Bohèmeâ€?. Diretti dal maestro Orizio daranno voce, a partire dalle 16, ai personaggi pucciniani Manami Hana (MimĂŹ), Francesco Paccorini (Rodolfo), Valentino Whang (Marcello), Carlo Cantoni (Schaunard), Alberto Rota (Colline), Clara Bertella (Musetta), Maurizio Pozzati (Benoit/ Alcindoro), Alessandro Viola (Parpignol), Giuseppe Allegretta (un sergente), Dario del Barba (doganiere). Il maestro del coro è Davide Bottarelli.
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’Assessorato ai servizi sociali, guidato da Nadia Valli che è anche vice-sindaco, assieme alle consigliere Ombretta Pedercini, con delega alle pari opportunitĂ e Alessandra Piantoni con delega per l’operazione di recupero generi alimentari dalla gestione delle mense scolastiche, hanno supportato e assicurato il loro sostegno ad alcune iniziative. L’associazione il Club di Palazzolo che ha sede in Via Dogane, 6 ma con sportello operativo presso Informagiovani e Biblioteca Lanfranchi di via Cesare Battisti, apre un’agenzia bancaria: la Banca del tempo, dove chiunque può aprire un conto corrente a costo zero, con assegni e versamenti, ma non di soldi contanti bensĂŹ di tempo. Il progetto, presentato da Lara Beretta, Monica Viola e dallo psicoterapeuta Paolo Longhi del Dsm dell’Azienda ospedaliera Mellini di Chiari, consiste nel mettere a contatto persone, di qualsiasi etĂ , che intendono offrire le loro specifiche competenze, ricevendo in cambio non un compenso in denaro bensĂŹ altrettanti servizi. I “correntistiâ€? di questa banca scambiano ore della loro attivitĂ con ore di servizi di cui hanno bisogno; e, valorizzando le competenze personali, allargano la sfera dei rapporti sociali. L’iniziativa presenta risvolti sociali e culturali di notevole interesse se si pensa che possono diventare soci anche le varie
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Viola e Lorella Masini che raccoglieranno domande e offerte, con riunioni mensile dei soci per incrociare le richieste tra di loro. Aprire un conto corrente non costa, il tempo messo a disposizione si traduce in assegni per incassare prestazioni di ogni tipo: ripetizioni, lavori di sartoria, custodia di bambini e anziani, cura di animali e giardinaggio. GiĂ una ventina sono i “correntistiâ€?. Per informazioni: 3478305198, 3478763857, 0307405593, info@ilclubpalazzolo.info; sito Internet: www.ilclubpalazzolo.info. La commissione Pari OpportunitĂ lancia invece, da fine dicembre a fine febbraio, l’operazione “Il mercatino delle donne di marzoâ€? con raccolta di materiale usato in buono stato per bambini e bambine: giocattoli, abbigliamento, attrezzatura prima infanzia, che verrĂ messo in vendita nei mercatini di marzo e il cui ricavato raccolto verrĂ versato nel fondo speciale istituito dall’Assessorato ai servizi sociali per far fronte alle nuove fragilitĂ . Luogo di raccolta: via Garibaldi, di fianco alla Posta, il mercoledĂŹ (esclusi festivi) dalle 16.30 alle 18.30. Info: tel. 0307405533, email: pariopportunita@comune.palazzolosulloglio.bs. La consigliera Alessandra Piantoni ha invece presentato il progetto che prevede il recupero, la raccolta e l’utilizzo dei generi alimentari non utilizzati nelle mense scolastiche, a favore delle famiglie bisognose.
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Agire con misura
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In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?â€?. Rispondeva loro: “Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettantoâ€?. Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: “Maestro, che cosa dobbiamo fare?â€?. Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di piĂš di quanto vi è stato ďŹ ssatoâ€?. Lo interrogavano anche alcuni soldati: “E noi, che cosa dobbiamo fare?Âť. Rispose loro: ÂŤNon maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre pagheâ€?. PoichĂŠ il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è piĂš forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerĂ in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerĂ la paglia con un fuoco inestinguibileâ€?. Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
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isura. Paradossalmente il messaggio di conversione di Giovanni è molto semplice: agire con misura, non chiedere e non pretendere di piĂš, accontentarsi del giusto. Questa misura di giustizia è l’elemento necessario per cominciare a camminare, la base comune di chi cerca Dio. Ăˆ l’annuncio del bisogno di giustizia che sta nel profondo dell’uomo ed è percepito come necessitĂ , anche se è molto difficile metterlo in pratica perchĂŠ richiede un equilibrio che vince il fondo di egoismo e di bisogno di avere che si annida nel cuore dell’uomo e lo rende incapace di farlo diventare cosa sua. Giovanni richiama a questa giustizia, a questa base per agire, per preparare la strada. Ăˆ una conversione che parte dal ridare senso a quello che si è attraverso quello che si ha; è il modo per ridare equilibrio al nostro bisogno di possesso che spesso dilaga e invade il campo dell’altro e diventa ingiustizia, diseguaglianza, furto. Giovanni prepara a quello che
verrà dicendo chiaramente che la conversione del cuore è faccenda che riguarda (che diventa) cosa esteriore, che diventa pratica, modo di agire, risanamento sociale. E la gente che lo ascolta riconosce che sta parlando all’aspirazione alla giustizia che l’uomo sente in sÊ e si chiede se quello sia il Messia, e se quel messaggio sia il punto di arrivo. Ma Giovanni è chiaro: l’aspirazione alla giustizia è il punto di partenza; la strada di Dio conduce piÚ avanti. A quel battesimo di Spirito Santo e fuoco, cioè a quel cambio di prospettiva che viene solo dal dono di Dio e che brucia dentro piÚ di una aspirazione, piÚ di un desiderio. La strada non porta all’uguaglianza ma alla sottomissione, al paradosso di Dio che non solo si incarna ma arriva all’annullamento di sÊ. La promozione umana è la base per rintracciare la forza di Dio che trasforma e innalza nell’abbassamento di Cristo. E quella strada non è possibile percorrerla da soli e con le sole forze delle nostre aspirazioni. Giovanni sa che predica il bisogno di giustizia, che risveglia
la misura della dignitĂ umana. A un altro spetta l’altra misura, quella del divino e che mette in campo altre regole, o forse una regola sola: quella dell’amore bruciante, del fuoco che segna con lo Spirito di Dio la debolezza dello spirito umano. Giovanni avverte che la strada da preparare è insieme desiderio e bisogno e che solo soddisfacendo a entrambi si può capire e accogliere il dono che viene dall’alto. Ma avverte che la strada, il cammino che lui indica non è tutto, anzi è solo la misura del giusto, l’aspirazione dell’umanitĂ . Che a scavalcarla e a trasformarla verrĂ uno dopo di lui e i lacci dei sandali sono troppo anche per lui, per il battezzatore, e che quel fuoco lui solo lo intende e non lo possiede. Giovanni avverte che l’aspirazione alla giustizia dell’uomo è solo l’inizio e la base per far fiorire il dono di Dio, è la necessaria preparazione all’incommensurabile. Errore uguale è non riconoscerla o farla diventare “il Messiaâ€?, frustrazione e idolo insieme per chi si accontenta del desiderio.
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9DUFDUH OD VRJOLD La vetrina del negozio in cui lavoravo. Vi stavo davanti guardando verso quel cancello che mi faceva un po’ paura. Chiamavano quel luogo “le sceme de Gromel�. Per mesi ho guardato quel cancello aperto: qualche volta una delle ospiti, usciva accompagnata da un parente o da un volontario per andare a passeggiare. Io rimanevo davanti alla vetrina a guardare. Poi un sabato pomeriggio andai oltre quel cancello per proiettare una videocassetta alle “ragazze� ospiti. Mentre spiegavo il film un grappolo di creature mi si faceva vicino, mi volevano baciare, accarezzare. Ero imbarazzato. Mi rannicchiai sul mio sedile a vedere il cartone animato con loro che gridavano di gioia e sottolineavano ogni fotogramma del filmato con risatine, applausi e com-
menti. Io le guardavo nel buio della sala, con paura e con le lacrime agli occhi. Venni conquistato. Ogni sabato andavo a proiettare il film e finivo sulla mia poltrona a guardare nel buio. Poi le “ragazzeâ€? mi convinsero ad andare nel “Gruppo Magicâ€?. Parlai con una suora e iniziai il mio volontariato la quarta domenica del mese. Ci andavo quasi tutte le domeniche. Non andavo in chiesa, mi fermavo sulla porta della Cappella accompagnando le carrozzelle. Non entravo per vergogna della gente. Ci andavo di nascosto con la “Giulia Pesentiâ€?. Stavo seduto in silenzio nella chiesetta deserta guardando il Tabernacolo. Lei mi ha guardato e poi con la voce sottile di chi dice cose importanti disse: “LĂ c’è GesĂšâ€?. Come? Una ragazza ritardata, malata di men-
te mi insegna la fede? SĂŹ, proprio cosĂŹ. Lei fu la prima a dirmi che lĂ c’era GesĂš. Lo sapevo da bambino, ma 16 anni lontano dai sacramenti fanno dimenticare tante cose. L’estate andai con le “ragazzeâ€? dell’Istituto in vacanza in montagna. Mai riso cosĂŹ tanto! Mai divertito cosĂŹ, eppure ero stato a Barcellona, in Costa Azzurra‌ dopo 10 splendidi giorni tornai al mio negozio. Stavo davanti alla vetrina guardando il cancello e dicendo a me stesso che un giorno sarei andato per sempre di lĂ , oltre quel cancello a lavorare. Le cose sono andate diversamente (come ha voluto Dio?) ho varcato la porta della fede e subito dopo quella della vocazione religiosa. Benedetto quel giorno che ho preso la decisione di oltrepassare quel cancello.
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ÂŽ •‡Â?•‘ †‡ŽŽƒ ˆ‡†‡ Â?‘Â? ° Žǯ‘’‹Â?‹‘Â?‡ ’—„„Ž‹…ƒ La teologia cattolica possiede alcuni criteri di fondo, che permettono di riconoscerla e distinguerla rispetto a qualunque altra riflessione di natura religiosa. Li ha recentemente ricordati la Commissione teologica internazionale nel suo documento “La Teologia oggi: principi e prospettiveâ€? (CittĂ del Vaticano 2012). Nel merito, la teologia cattolica: riconosce il primato della Parola di Dio; ha come fonte, contesto e norma la fede della Chiesa, tenendo unite “fides
quaâ€? e “fides quaeâ€?; possiede una dimensione razionale in quanto scienza; attinge alla testimonianza della Scrittura, secondo la dottrina e la pratica della Chiesa; è fedele alla Tradizione Apostolica testimoniata dai Padri, dai Dottori della Chiesa, dal Magistero ecclesiastico; tiene in considerazione il “sensus fideliumâ€?; è responsabilmente attenta al Magistero nelle sue diverse gradazioni; spinge ogni teologo alla collaborazione professionale nella preghiera e
nella carità con l’intera comunità dei teologi cattolici; mantiene un dialogo costante con il mondo; è alla ricerca di una presentazione delle verità della fede cristiana, che sia argomentata scientificamente e razionalmente; si sforza di integrare una pluralità di indagini e metodi di conoscenza nel progetto unificato dell’�intellectus fidei�, in quanto unica è la verità ; si radica nella grande tradizione sapienziale della Bibbia, del cristianesimo di Oriente e di Occidente per cercare un ponte
verso tutte le tradizioni sapienziali. A questi importanti criteri ha fatto riferimento Benedetto XVI. In particolare, egli ha richiamato l’attenzione al cosiddetto “sensus fideliumâ€? ritenuto “di particolare importanza per la riflessione sulla fede e per la vita della Chiesaâ€?. GiĂ il Concilio Vaticano II, ribadendo il ruolo specifico ed insostituibile che spetta al Magistero, ha sottolineato che l’insieme del Popolo di Dio partecipa dell’ufficio profetico di Cristo.
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l contributo specifico dei cattolici alla mondializzazione è quello che affonda le radici nell’identitĂ cristiana nella sua essenza piĂš profonda. Un’identitĂ che –precisa mons. Piero Coda –, muovendo dalla parola e dall’evento di GesĂš si propone come un’identitĂ relazionale e ospitale, un’identitĂ cioè che dĂ testimonianza di sĂŠ nell’accoglienza dell’alteritĂ e nella crescita insieme con essa, nella responsabilitĂ condivisa della veritĂ e della giustiziaâ€?. “La responsabilitĂ della verità – spiega mons. Coda – comporta il camminare insieme nell’attingere a quei valori esistenziali, etici e spirituali che rivelano l’uomo all’uomo, e la responsabilitĂ della giustizia esige la costruzione di una convivenza a livello locale, ma anche nazionale e universale, che faccia spazio e promuova l’identitĂ di ciascuno, nel rispetto delle differenze e nella dinamica positiva della loro reciproca comunicazioneâ€?.
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Per il card. Ruini, il cattolicesimo è il “miglior interpreteâ€? della globalizzazione: in che senso? “La tradizione cattolica ha sperimentato, lungo i secoli, che l’identitĂ cristiana implica, da un lato, la
relazione convinta e autentica con il vangelo di GesĂš nella sua originalitĂ e creativitĂ e, dall’altro, la capacitĂ inclusiva dell’inculturazione e dell’incontro nei diversi ambiti e situazioni, non escludendo nessuno. Ciò non significa – come ha puntualizzato il card. Ruini evocando la necessitĂ di non rinunciare alla ‘sinfonia ecumenica’ – che il cattolicesimo non abbia anche da imparare da altre tradizioni culturali, e in primo luogo dalle altre confessioni cristiane. In un contesto di mondializzazione, il rapporto tra fede e cultura, o meglio tra fede e culture, è uno dei nodi di fondo... C’è una malattia mortale che attraversa la societĂ : l’aver smarrito il senso integrale e convergente dei saperi nella prospettiva di veritĂ che alimenta l’esperienza umana. Far rinascere questa tensione, come raccomandava giĂ Giovanni Paolo II nella Fides et Ratio, è compito culturale ineludibile del nostro tempo.
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GiovedĂŹ 13 dicembre Ore 9.30 – Brescia − Visita ai bambini ricoverati presso gli Spedali civili. Ore 18 – Brescia − Santa Messa e auguri a mons. Enrico Tosi presso il Centro pastorale Paolo VI.
VenerdĂŹ 14 dicembre Ore 6.50 – Brescia − Santa Messa presso il Seminario minore. Ore 18 – Brescia – Visita al Museo diocesano. Ore 21 – Brescia – Incontro di preghiera presso la Basilica delle Grazie. Sabato 15 dicembre Ore 19 – Brescia – Santa Messa in occasione della festa patronale presso le Ancelle della CaritĂ . Domenica 16 dicembre Ore 10.30 – Brescia – Santa Messa di inaugurazione dei restauri presso la parrocchia di Buffalora.
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Ore 16 – Palazzolo – Santa Messa presso la Comunità Shalom. MartedÏ 18 dicembre Ore 18 – Brescia – Santa Messa per i giuristi cattolici presso il Santuario di S. Angela Merici. MercoledÏ 19 dicembre Ore 11 – Brescia – Santa Messa e scambio di auguri con il Prefetto presso il Duomo Vecchio. Ore 19.30 – Darfo – Inaugurazione del Dormitorio del Centro Caritas.
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iamo meno ricchi di qualche anno fa e questo fatto ci costringe a rinunciare a qualcosa che ci sembrava di avere conquistato in modo permanente. Siamo anche meno sicuri di noi stessi di quanto lo fossimo in passato e questo, inevitabilmente crea incertezze e paure. “Se la diminuzione di benessere significasse solo una diminuzione in percentuale del benessere di ciascuno, il fatto sarebbe – afferma il Vescovo nell’omelia – abbastanza sopportabile. Ma le cose non procedono in questo modo: ci sono delle soglie al di sotto delle quali la vita delle persone è sconvoltaâ€?. C’è chi perde, continua Monari, il lavoro e questo fatto mette in crisi tutta l’economia della sua famiglia; c’è chi non riesce a pagare le utenze o l’affitto o il mutuo con una conseguente rivoluzione nel tenore di vita. “Naturalmente le scelte economiche e politiche necessarie per uscire
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sciarci prendere dalla disperazione e dalla violenzaâ€?. Abbiamo bisogno della fede dalla quale “la speranza e l’amore fiorisconoâ€?. La nostra societĂ â€œha bisogno che ci siano persone, societĂ , relazioni nelle quali la volontĂ di Dio s’incarna per diffondere nel mondo una solidarietĂ piĂš solida e profondaâ€?. Se il mondo ha bisogno di credere, serve anche poter vedere una Chiesa credibile, nella quale si incontrano persone “cambiateâ€?. E la Chiesa bresciana? Non desidera altro che riuscire a pronunciare e a vivere con fedeltĂ il sĂŹ di Maria: “Dovremo rinnovare abitudini consolidate, rinunciare a possessi rassicuranti, disprezzare gli onori mondani, combattere contro noi stessi e il nostro egoismo ricorrente, imparare l’umiltĂ e il dialogo, considerare gli altri superiori a noi stessi senza cercare unicamente il nostro interesse ma anche quello degli altri. Insomma dovremo manifestare con chiarezza la santitĂ
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forza dello Spirito Santo. E la via la conosciamo bene: il Vangelo che leggiamo e meditiamo, i sacramenti che celebriamo, l’eucaristia che assimiliamo nella fede, il prossimo che onoriamo nella caritĂ sono altrettante vie per le quali noi aderiamo a Cristo e il mistero di Cristo prende forma in noiâ€?. E il disegno di Dio su di noi è chiaro, basta sapersi mettere in ascolto della sua Parola: “Il disegno di Dio è un disegno di fraternitĂ e di pace, di giustizia e di progresso umano. Tutte le volte che ascoltiamo la Parola di Dio, si rinnova in noi questa convinzione e si fa strada il desiderio di contribuire, nel nostro piccolo, al bene comuneâ€?.
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Lionello Tabaglio di Calcinatello, Mauro Polotti di Lumezzane Pieve, Gabriele Moretti di Castegnato ed Enrico Cabra di Gambara: sono questi i quattro nuovi diaconi permanenti ordinati dal vescovo Monari lo scorso 7 dicembre in Cattedrale. E cosÏ il numero dei diaconi permanenti raggiunge quota 53 in 30 anni nella diocesi di Brescia. Proprio quest’anno la comunità bresciana ha festeggiato 30 anni di storia. Tutti, diaconi permanenti e candidati, seguono una formazione permanente che consiste in un incontro settimanale nella Casa di via Benacense (il lunedÏ dalle ore 19 alle ore 21.30) da ottobre a giugno; mensilmente si tiene un ritiro spirituale e una volta all’anno una settimana di esercizi spirituali. Il diaconato non è sosti-
tutivo del presbiterato, bensĂŹ come “angeloâ€? dell’evangelizzazione. La parola diacono richiama il ruolo del servizio, elemento fondamentale che riprende l’esperienza di GesĂš, primo servo per amore. Dal punto di vista meramente umano, affinchĂŠ il diacono sia uno strumento in cui risuoni la Parola di Dio è necessario che egli riceva formazione sia umana che spirituale, sia teologica che pratica: l’arte di parlare in pubblico, di predicare e di insegnare. Come catechista deve conoscere la Bibbia, non a misura di professore ma per poterla vivere e mettere in pratica nelle varie occasioni della vita dei fedeli. Certamente il ministero della Parola porta in sĂŠ l’implicito obbligo di conoscere il Vangelo, di proclamarlo, viverlo e diffonderlo.
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”ƒœ‹‡ ’‡” ‹Ž †‘Â?‘ †‡Ž ‹Â?‘†‘ Ho avuto la possibilitĂ di partecipare ai quattro giorni che hanno concluso ufficialmente il Sinodo, e la prima parola che mi viene spontaneo dire è “Grazieâ€?. Grazie per la bellezza di questo evento. Può sembrare strano che usi questo termine, invece è proprio la bellezza che io ho respirato dall’inizio alla fine di questi giorni. Innanzitutto la bellezza delle celebrazioni liturgiche: solenni, curate nei minimi particolari, accompagnate da canti e musiche che favorivano
la preghiera, il raccoglimento, la lode e‌ la commozione. La bellezza della parola: quella di Dio innanzitutto, ma anche quella del nostro Vescovo, profonda e chiara, calda e coinvolgente. Si direbbe che il nostro Vescovo punti sempre e solo sulla sostanza del Vangelo, eppure ha il dono di non ripetersi mai e di ridire con parole nuove e forti l’amore di Dio per noi e l’amore che noi dobbiamo a Lui nei fratelli. Ogni volta che lo ascolto, oltre a gustare il suo messaggio, mi
domando dove trovi le forze fisiche per arrivare dappertutto. Certo Dio lo sostiene! Anche per questo sono stata felice di ogni apprezzamento per il nostro Vescovo. E sono stati tanti! La bellezza dell’assemblea sinodale: varia, ma ordinata; dai pareri talvolta discordanti, ma sempre rispettosa dell’altro. Mi ha colpito la quantitĂ degli interventi e la diversitĂ dei contenuti, ma il tutto senza animositĂ o spirito polemico. Sembrava davvero che fossimo tutti “un cuore e un’anima solaâ€? come la primitiva comunitĂ cristiana. Mentre seguivo le diverse osservazioni sull’Instrumentum laboris mi chiedevo se saremmo mai arrivati
ad un’intesa proficua; per questo mi ha dilatato il cuore quella levata di mani in massa, quando è stato chiesto all’assemblea di votare se era favorevole o no all’impostazione del documento di base. Il consenso è stato pieno, segno che la varietà dei pareri riconosceva il valore e le fatiche di tutto il lavoro della Commissione che l’ha preparato. La bellezza della fraternità piÚ spicciola: si è vista soprattutto nel momento dei pasti, ma anche durante i brevi intervalli. Molti non si conoscevano, ma tutti fraternizzavano proprio come in una grande famiglia dove l’uno può contare sull’altro e si sente accettato per quello che è. La
bellezza dei volontari: tanti, sempre disponibili, davvero laboriosi e solleciti nel raccogliere i testi degli interventi, ma anche nell’aiutare chi era semplicemente alla ricerca di un ombrello o di un’agenda smarrita. Assaliti da mille richieste in contemporanea, hanno dato prova di nervi ben saldi, non hanno mai perso la calma e hanno soddisfatto le esigenze di tutti. Rinnovo un grazie di cuore a questo generoso esercito che ha lavorato nelle retrovie. Se le unità pastorali si attueranno con lo stesso spirito con cui hanno preso l’avvio, direi che siamo partiti molto bene. Di tutto rendo grazie a Dio. (suor Maria Cecilia Serina)
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l Sinodo si è concluso con la risoluzione di alcuni dubbi (vedi ad esempio il gruppo ministeriale) che avevano animato la prima sessione. Nella quarta e ultima giornata è stato stilato un testo che prende in considerazione le diverse istanze e anche i preziosi suggerimenti che sono arrivati dall’Assemblea sinodale. A riprova che tutto non era predefinito come qualcuno aveva ipotizzato durante la preparazione al 29° Sinodo della Chiesa bresciana. Il testo ha cercato di accogliere le varie osservazioni emerse dall’Assemblea e ha regalato uno stile nuovo che sarebbe opportuno vivere nei vari Organismi. Specificate anche le funzioni del coordinatore: presiedere il Consiglio dell’unità pastorale, coordinare il gruppo di coloro che esercitano un ministero, presiedere la commissione economica, guidare la progettazione della pastorale dell’unità pastorale e verificarne l’attuazione; promuovere la comunione e forme di vita fraterna tra i presbiteri dell’unità pastorale; cura i rapporti dell’unità pastorale con la comunità civile. L’unità pastorale è una particolare unione di piÚ parrocchie affidate dal Vescovo a una cura pastorale unitaria e chiamate a vivere un cammino condiviso e coordinato di autentica comunione, attraverso la realizzazione di un unico progetto pastorale missionario pluriennale aperto non solo al territorio, ma pure al mondo intero, in sintonia con le indicazioni pastorali diocesane. Vista la vastità ed eterogeneità della diocesi, viene confermato che non è opportuno
adottare e applicare sempre e ovunque un modello esclusivo di unità pastorali. Bisognerà fare spazio ai criteri della opportunità , gradualità e flessibilità cosÏ che nei tempi e nei modi di attuazione vengano rispettate le istanze delle diverse realtà pastorali della diocesi. Nel testo c’è anche di piÚ, c’è anche l’intenzione di andare oltre il mero strumento delle unità pastorali, ribadendo l’impegno alla missionarietà e all’essere Chiesa nel terzo millennio. Adesso, però, in attesa del decreto ufficiale del Vescovo, resta il compito piÚ difficile ovvero quello di comunicare alla società bresciana, a chi era fuori dalla chiesa del Centro pastorale Paolo VI, che la diocesi di Brescia si è ritrovata per rinnovare il suo cammino. Solo cosÏ la testimonianza può essere feconda e dare frutti, diversamente rischia di diventare qualcosa di
sterile. Il Vescovo nella Santa Messa di chiusura del Sinodo e di apertura dell’Anno della fede ha ricordato qual è la bussola da seguire: “Dobbiamo curare le strutture parrocchiali, promuovere i ministeri, impostare le unitĂ pastorali e le ComunitĂ di base. Ma sappiamo bene che a dare senso a tutte queste cose, a mantenere vivo il tessuto ecclesiale è solo l’incontro col Dio vivente, e perciò la fedeâ€?. SĂŹ, è forse il compito piĂš difficile, non a caso i sinodali hanno approvato un documento che vuole parlare a tutta la societĂ bresciana. Si tratta di un pensiero “carico di affetto, simpatia e fraterna amicizia verso tutte le donne e gli uomini che vivono e operano in questa terra brescianaâ€?. Lo sguardo dei sinodali è rivolto anche a quanti “si sentono lontani dalla vita ecclesiale, ma che hanno a cuore il bene comune, il sereno domani delle generazioni piĂš giovani, orizzonti di pace, giustizia, progresso e lavoro per tutti. Cogliamo questa occasione per esprimere pubblica gratitudine per gli esempi di civiltĂ , umanitĂ , dedizione professionale e onestĂ che troviamo al di fuori delle esperienze ecclesialiâ€?. Nel messaggio si ribadisce come i cattolici,
praticanti e impegnati nelle parrocchie e nelle aggregazioni o istituzioni ecclesiali, si sentano “vicini e partecipi alla vita e alle quotidiane vicende di tutti i nostri concittadini, particolarmente in questo tempo di grave crisi economica, sociale e culturaleâ€?. Si afferma, inoltre, che l’appartenenza ecclesiale “non rallenta ma rafforza la coscienza della nostra responsabilitĂ civile. Fedeli alla Dottrina sociale, vogliamo essere cittadini onesti e liberi, leali e rispettosi della legalitĂ , dediti con passione al bene comune della nostra cittĂ e dei nostri paesiâ€?. I sinodali guardano anche alle famiglie di stranieri per “sentirci tutti piĂš uniti e in un rapporto di dialogo costante e costruttivo, arricchendoci gli uni gli altri dei nostri specifici contributi, nel percorrere in particolare tre sentieri che possono portarci a migliori previsioni e situazioniâ€?. Non viene taciuto nemmeno il “valore dell’educazione in un momento di emergenza che preoccupa per il futuro: “Nella terra bresciana che ha donato all’Italia e all’Europa, un patrimonio di idee e strumenti per l’educazione delle giovani generazioni, questa dimensione rimane una prioritĂ per tuttiâ€?.
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Il sito www.lavocedelpopolo. it con la diretta dei lavori, la pagina Facebook (www.facebook. com/sinodobrescia) e il profilo Twitter (#sinodobrescia) e Radio Voce hanno raccontato il 29° Sinodo diocesano con una buona interazione fra gli utenti dei social network e la nostra redazione. Anche questa è stata una modalità per andare oltre i confini dei partecipanti e per raggiungere anche chi forse non sapeva dell’esistenza del Sinodo diocesano.
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Ăˆ un grande dono di Dio per il presbitero poter annoverare i genitori tra i suoi primi e piĂš stretti collaboratori. Il familiare è colui che non solo provvede alle esigenze materiali del sacerdote, ma ne condivide le attivitĂ pastorali, le preoccupazioni, le ansie e le aspirazioni; attento a ciò che lo turba e fiducioso che, con l’aiuto di Dio, si troverĂ il modo per risolvere i tanti problemi che lo assillano. I familiari del
MercoledÏ 19 dicembre, dalle 17 alle 18, presso la Cappella del Santissimo Sacramento delle Suore Ancelle della Carità di Brescia in via Moretto 35, l’Apostolato della preghiera propone un’ora di adorazione per le vocazioni. Il tempo per adorare è diventato essenziale, per interiorizzare la Parola di Dio, per rinfrancarsi alla presenza del Signore, rivedere ogni persona e situazione con la sua luce.
clero si ritroveranno martedÏ 18 dicembre al Centro pastorale Paolo VI per l’incontro spirituale in preparazione al Santo Natale dalle 9 alle 15, sarà un incontro di preghiera, di riflessione, di condivisione, di amicizia, chedendo l’aiuto a Maria, nostra madre, nell’ascolto della Parola di Dio perchÊ diventi feconda per noi e ci faccia comprendere che nulla è impossibile a Dio se ci abbandoniamo alla sua volontà . Il ritiro lo tiene don Gianni Pierani.
Pregare per la pace. VenerdÏ 14 dicembre è in programma il terzo incontro in preparazione alla Marcia della pace 2013: i Beati i costruttori di pace organizzano, infatti, una preghiera partendo dal messaggio del papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale per la pace 2013. L’incontro è fissato per venerdÏ 14 dicembre, alle ore 20.45 presso la chiesa di San Filippo Neri in via XI, 34 al Villaggio Sereno.
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on Agostino Schivalocchi si è spento serenamente a Gavardo nella casa delle Umili Serve, dopo una lunga vita durata 95 anni. Il suo fecondo ministero sacerdotale è stato caratterizzato da un lato da una costante presenza nelle parrocchie dove fu inviato, dall’altro da un singolare servizio specifico, tipico di una moderna pastorale del dopoguerra: il servizio alle sale cinematografiche delle parrocchie. Un servizio fatto di disponibilità nella distribuzione delle pellicole, di consulenza e di consiglio. Don Schivalocchi è stato, infatti, il primo direttore in senso pieno dell’Ufficio diocesano cinema, divenuto poi S.a.s. (Servizio assistenza sale), nel complesso di via Galilei. Cominciò questa sua attività in un momento d’oro, quando le sale cinematografiche in diocesi erano 120 e a livello nazionale mons. Pignatiello, col quale don Agostino collaborò, lanciava l’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema). Dalla fine degli anni Quaranta e negli anni Cinquanta, infatti, il cinema divenne un grande fenomeno di massa che non si poteva ignorare; parrocchie e oratori dovevano fare i conti con questo potente media. E lo fecero lodevolmente. Per anni don Schivalocchi propose in Brescia, nella sala Ambra di via Trieste collegata con
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l’Istituto Arici, serie di cineforum per sacerdoti e per laici, rassegne di film di qualitĂ e pellicole particolarmente significative per comprendere nuovi stili di vita che provocavano l’azione pastorale. Operò anche scelte coraggiose quale quella di proiettare agli inizi degli anni Sessanta l’opera di Federico Fellini “La dolce vitaâ€? che era nell’occhio del ciclone in seguito ad una polemica avviata da “La civiltĂ cattolicaâ€?. Poi verso la fine degli
anni Settanta assistette a un certo declino delle Sale parrocchiali, cedendo poi il testimone nel 1984 a don Francesco Togno che già collaborava con lui. A questo ambito specifico pastorale don Schivalocchi giunse forte di una bella esperienza: quella di curato a Fiumicello, per quasi 20 anni, dopo la breve permanenza a Caino. A Fiumicello il giovane curato si distinse proprio per aver voluto e utilizzato con sapienza la bella sala teatrale e cinematografica, a supporto della sua intensa azione catechistica e formativa. E il legame con una parrocchia lo ha sempre mantenuto. Infatti mentre dirigeva il Sas. Don Schivalocchi è stato collaboratore a San Faustino, poi alla Badia e a S. Maria Crocifissa di Rosa, comunità nella quale continuò a celebrare anche quando, nel 1980, si trasferÏ con la sua abitazione a Mompiano. Sacerdote dalla forte personalità , riservato, ma franco e determinato don Agostino è stato uno di quei preti che ha sempre svolto bene il suo dovere. Era sicuro delle sue idee, ma nel contempo era rispettoso e corretto verso chi non le condivideva. Amante della musica e appassionato suonatore di organo ha retto nella sua attività fino in tarda vecchiaia, quando ha dovuto rassegnarsi al ricovero nella casa di Gavardo, attendendo sorella morte. Riposa a Bagolino, suo paese natale.
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Â? ’‹ƒœœƒ ƒÂ? ‹‡–”‘ ’‡” ”‹…‘”†ƒ”‡ ͘͜ ƒÂ?Â?‹ †‹ ˜‹–ƒ Il giorno dell’Immacolata Concezione del 1972 fu fondato il Movimento cristiano lavoratori; dopo 40 anni ci siamo ritrovati in piazza San Pietro a Roma ad ascoltare il Papa. Ăˆ stato l’atto conclusivo di un anno di commemorazioni. Ricordiamo la festa Mcl dello scorso giugno, ma soprattutto l’impegno con il patriarca di Gerusalemme mons. Twal “Una casa per le giovani coppie di Gerusalemmeâ€?: con il contributo di Mcl sono
stati costruiti una settantina di appartamenti. Tale impegno al patriarca gerosolimitano è stato rinnovato con l’adesione al sostegno del progetto per la costruzione dell’università di Madaba. Lo scorso 7 e 8 dicembre Mcl si è ritrovato a Roma per commemorare non solo il suo anniversario, ma anche la concomitante fondazione del patronato Sias. Nella tavola rotonda del 7 dicembre
hanno parlato della storia del Movimento, moderati dal direttore di “Avvenireâ€? Marco Tarquinio, il ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi e i saggisti del libro edito da Vita&Pensiero “Nel mondo perchĂŠ cristiani. I quarant’anni del Movimento Cristiano Lavoratoriâ€?: Evandro Botto (curatore), Daniele Bardelli, Vittorio Emanuele Parsi, Giancarlo Rovati e Michele Tiraboschi.
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er una volta i capi delle nazioni hanno avuto il coraggio di non farsi condizionare dalle pressioni e di decidere in coscienza. Sono grato e felice per questa libertĂ . Sono queste le parole con cui il patriarca di Gerusalemme Twal ha espresso la sua gioia per il passo dell’Assemblea generale Onu che ha approvato il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro. â€œĂˆ una gioia che condivido con tutti i palestinesi, cristiani e musulmaniâ€? ha aggiunto Twal sottolineando l’ampiezza dello schieramento che ha appoggiato la richiesta. Secondo lui il tempo renderĂ evidente che il passo compiuto comporta vantaggi per Israele: “Si apre la possibilitĂ di tornare a trattare con un governo moderato e legittimato. Conosco questa gente, non c’è persona piĂš ragionevole di Abu Mazen per riprendere la via di una soluzione del conflitto. Negli ultimi anni, con una scelta sconsiderata, si è fatto di tutto per indebolire la sua autoritĂ . Ora può parlare come un vero presidente, il presidente di uno Statoâ€?. Mons. Twal sottolinea la piena consonanza tra il voto e la posizione della Santa Sede: “Ricordo i tanti discorsi del Papa in cui è stata riproposta la formula di due popoli e due Stati.â€? Anche Mcl esprime soddisfazione per un passo significativo che dĂ speranza ai cristiani palestinesi che soffrono un isolamento e “confinoâ€? conti-
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nui. Tale posizione non è certo atto di ostilità verso Israele che deve avere tutto il diritto di esistere e vivere in pace e lo stesso vale per il popolo palestinese: piuttosto è lo strumento per bandire estremismi e violenze. Per questo stupisce l’atteggiamento di parti politiche italiane che hanno contestato il governo
per la scelta effettuata, facendone pretesto per il ritiro del sostegno. Mcl intende continuare il suo legame per la Terra Santa dopo il progetto per la costruzione di case destinate a giovani coppie e per il 2013 l’impegno è rivolto alla nuova università cattolica di Madaba, in Giordania. Si tratta di un impegno enorme, fortemente sostenuto dal Papa che ha posato la prima pietra nel corso della visita del 2009. L’università , la cui costruzione sta procedendo per lotti, ha iniziato le lezioni a fine 2011 ed a regime potrà ospitare (anche nel campus annesso) circa 8000 ragazzi di diverse religioni e nazionalità che imparano a stare insieme, a lavorare in sinergia, a vivere in pace.
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Il coraggio della coscienza
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Â? ’”‘‰‡––‘ ƒ ’”‡•‘ ƒ˜˜‹‘ Dz ”ƒÂ?‡dz Ha preso avvio il progetto “Trameâ€? ďŹ nanziato dalla Fondazione Cariplo e dal Fondo Regionale L.R.8/2005 di Regione Lombardia. Nella realizzazione di tale progetto biennale partecipano il Consorzio Tenda (capoďŹ la), Sol.Co Brescia, Cooperativa Sociale di Bessimo, le cooperative sociali Gaia e Il Calabrone, le associazioni di volontariato che operano sul carcere. Gli obiettivi del progetto sono: intervenire a monte sui percorsi detentivi intercettando
le persone in esecuzione penale prima che varchino le porte degli Istituti penitenziari e/o in prossimitĂ della dimissione, attraverso la costruzione di una rete di comunicazione tra la cooperazione sociale e i diversi UfďŹ ci di esecuzione penale, il Tribunale di sorveglianza e gli Avvocati penalisti, sensibilizzando gli operatori sociali e l’opinione pubblica all’utilizzo della rete, dando opportunitĂ di sperimentare il lavoro all’esterno del carcere. Il progetto si
rivolgerĂ a persone beneďŹ ciarie (o potenzialmente beneďŹ ciarie) di misure alternative con particolare attenzione a soggetti in prima detenzione, dimissione, appellanti e/o ricorrenti. La collaborazione avviata abbraccia interventi/servizi che spaziano dalle attivitĂ socio-educative alle attivitĂ di accompagnamento al lavoro a quelle di supporto famigliare/ abitativo coprendo buona parte della ďŹ liera del bisogno.
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el silenzio dell’ennesimo trasferimento per sovraffollamento si è suicidata un’altra persona in carcere. Con il silenzio che chiama alla responsabilitĂ di tutti, si aggiunge un +1 all’elenco nella statistica dei suicidi. Nel 2011 sono state 66 le persone che si sono suicidate in carcere. Guardando attentamente la lista che conta 730 persone dal 2000 a oggi, notiamo che l’etĂ media è di 37,8 anni. Le statistiche ci dicono anche che il periodo di maggior rischio suicidario è all’ingresso in carcere e in prossimitĂ della dimissione. Che, nella popolazione detenuta, i piĂš a rischio sono coloro che hanno ucciso il coniuge, l’amico o il parente, sono rari i suicidi di persone responsabili di delitti maturati nell’ambito della criminalitĂ organizzata. Circa un terzo dei suicidi aveva un’etĂ compresa tra i 20 e i 30 anni e, piĂš di un quarto, un’etĂ compresa tra i 30 e i 40. La decisione di “farla finitaâ€? spesso è provocata da eventi come il trasferimento da un carcere all’altro, verso situazioni sconosciute che spesso rendono impossibile mantenere i legami familiari, amicali, affettivi, interrompendo irrimediabilmente percorsi di reinserimento faticosamente costruiti con operatori penitenziari e volontari, un puzzle che all’improvviso è mandato all’aria, tutto da ricostruire..tutto da rifare daccapo. La cooperazione sociale con Confcooperative-FedersolidarietĂ si è mossa cercando di rendere possibile ciò che appariva impossi-
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bile, dando prospettiva e valore alla ricostruzione di percorsi di vita. Fatti, cose concrete, come il lavoro lo studio, la possibilità di svolgere permessi all’esterno, l’accoglienza in appartamenti per sperimentare gradualmente, accompagnati da persone qualificate, la vita dentro e fuori le mura di un carcere, il sup-
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porto ai famigliari. Nello specifico della nostra provincia e in virtÚ della normativa regionale L.8/2005 si sono ripetuti negli anni progetti orientati a proposte che vedono nelle misure alternative al carcere una delle soluzioni piÚ civili per ricostruire il tessuto connettivo di una società intimamente fragile. L’efficacia di questi percorsi è stata affermata dallo stesso Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che riportando i dati sulla recidiva (reiterazione del reato) dichiara che solo il 19% delle persone che intraprendono percorsi riabilitativi dentro e fuori il carcere (Misure alternative) compiono un nuovo reato entro i cinque anni, contro il 60% di chi non è inserito in tali percorsi.
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l 13 dicembre è la data dell’uscita in Italia de “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettatoâ€? di Peter Jackson, primo capitolo della trilogia cinematografica tratta dal romanzo per ragazzi “Lo hobbitâ€? di John Ronald Reuel Tolkien, il professore inglese che diede vita a questa storia, pubblicata nel 1937. Il successo ottenuto dalle avventure di Bilbo spinge l’editore a chiedere a Tolkien un seguito. NascerĂ cosĂŹ “Il Signore degli anelliâ€?, qualcosa di molto diverso dal racconto per bambini che era “Lo hobbitâ€? in cui trova spazio molto del materiale, epico e non, che da anni Tolkien sta elaborando. Gran parte de “La compagnia dell’anelloâ€? traghetta il lettore dalla favola al romanzo, dando idealmente un nuovo inizio a “Il signore degli anelliâ€? da Gran Burrone. Tolkien e le sue opere sono state interpretate in molti modi: dal divenire paladino della destra estrema fino ad essere l’esatto opposto, eroe del ritorno
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nel mio mondo immaginario. PerchĂŠ l’elemento religioso è radicato nella storia e nel simbolismoâ€?‌ “Io consciamente ho programmato molto poco; e dovrei essere sommamente grato per essere stato allevato (da quando avevo otto anni) in una fede che mi ha nutrito e mi ha insegnato tutto quel poco che so; e questo lo debbo a mia madre, che ha tenuto duro dopo essersi convertita ed è morta giovaneâ€? e piĂš avanti “Ho rivelato il mio cuore perchĂŠ lo prendessero a fucilateâ€?. Sono queste affermazioni di Tolkien a dare la giusta linea da seguire nell’accostarsi alle avventure da lui immaginate e portate al cinema da Peter Jackson, che nonostante la bravura del regista, restano sulla carta irraggiungibili. Lette queste allora il pericolo del lettore/spettatore è quello di ragionare per allegorie, cioè questo significa quello. Non c’è altro errore piĂš grande. Nelle opere di Tolkien non esiste allegoria, ma solo analogia; lo scrive nella prefazione alla seconda
edizione. Non si deve leggere questo indica quello, ma che ciascuno partecipa con il proprio essere di qualcosa di piĂš grande. Gandalf che ritorna alla vita, non è immagine di Cristo. Gandalf è Gandalf. Ăˆ uno degli Istari (Angeli) presenti sulla terra per stare accanto all’uomo un passo dopo l’altro. Muore, ma secondo le parole evangeliche “Se il seme di grano muore, porta molto frutto‌â€? ecco che il sacrificio dello stregone che sacrifica la propria vita lo fa partecipare di qualcosa piĂš grande di lui. E Gandalf riceve indietro la propria esistenza, ma con un qualcosa in piĂš: ora è lo stregone bianco. Molti però sono gli stimoli e i segnali che il professore di Oxford ha disseminato qua e lĂ : l’amore, il sacrificio, l’amicizia‌ ma solo con questi l’impresa non riesce. Frodo fallisce. Ma tutto il percorso ha permesso di arrivare fin lĂŹ e scoprire l’intervento della PietĂ , quella che ha frenato la mano di Bilbo nei confronti di Gollum in “Lo
Hobbitâ€?, quella che Frodo proverĂ sempre per Gollum durante il cammino verso Monte Fato. Quella pietĂ che Tolkien fa divenire partecipazione di un atto divino, ma prevede necessariamente che noi facciamo la nostra parte al meglio. Se solo qualcuno rinuncia a scegliere in base all’amore e al sacrificio allora la PietĂ può non essere sufficiente. Tolkien, riguardo al capitolo in cui scrive e racconta la salita a Monte Fato, dirĂ che questo è il suo commento narrativo al “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitoriâ€? del Padre nostro. Ma qui ci arriva con l’introduzione nel mondo dell’eroismo di Maria, quello che lascia all’uomo la libertĂ di aderire a un progetto piĂš grande. Maria dice “SĂŹ, ma non conosco uomoâ€? e Frodo davanti alla decisione di portare l’anello a Monte Fato dice “SĂŹ, ma non conosco la stradaâ€?. E il viaggio per l’umanitĂ , quella di sempre, anche quella di oggi, ha inizio in modo speranzoso e libero. Ancora.
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†‘Ž‘–‡ƒ–”‘ ÇŻÂƒÂ?Â?‘ •‹ …Š‹—†‡ …‘Â? Žǯ‘Â?ƒ‰‰‹‘ ƒ ƒ„‡” †‡‰Ž‹ „Ž‹˜‹‘Â? Edoloteatro termina l’anno giovedĂŹ 13 dicembre alle 20.30 con gli Oblivion che, nella formazione composta da Davide Calabrese e Lorenzo Scuda, saranno i mattatori di “Far ďŹ nte di essere G... Omaggio a Giorgio Gaber e Sandro Luporiniâ€?, una passeggiata affettuosa nel repertorio gaberiano. Tutto il repertorio, anche quelle prime vecchie canzonette che poco sembrano aver a che fare con l’impegno e il teatro-canzone, ma senza le quali la comprensione del
percorso artistico di Gaber sarebbe parziale. Un omaggio, a ridosso del 10° anniversario della morte, fatto col cuore. Un tributo alla perfezione scenico-musicale delle sue opere piÚ belle, ma anche sfruttando le corde artistiche degli Oblivion facendo risaltare quel lato giocoso e giullaresco presente un po’ ovunque nei testi e nelle musiche dove si contaminano intelligenza, sarcasmo, passione e una sana dose di follia. Un omaggio a chi fu capace di mettere in ridicolo le miserie del
nostro vivere quotidiano, sgretolare le ipocrisie della nostra epoca, e, un attimo dopo, interpretare con grande generositĂ una semplice canzone d’amore. Un’ora e mezzo di divertimento e riessione, con quell’equilibrio fra dolce e amaro tipico della condizione dell’uomo moderno che nessuno ha mai saputo esprimere con tanta efďŹ cacia come Giorgio Gaber. Biglietti ancora disponibili (intero 20 euro ridotto 18).
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30 anni dal grandioso successo di “Forza venite genteâ€? tre dei suoi autori storici, Piero Castellacci, Giampaolo Belardinelli e Achille Oliva, ritornano sul tema francescano con un omaggio a quella che papa Wojtyla definĂŹ la “leggenda divina di Chiara e Francescoâ€?, con nuovi episodi e nuovi contenuti, in un emozionante e trascinante musical. Sabato 15 dicembre alle 20.45 “Chiara e Francesco il musical - L’amore è quello veroâ€? farĂ tappa al PalaBrescia. Prodotto da Faustini production. “Sono due giovani in ricerca che vanno fino in fondo nelle loro scelte radicali. Abbiamo cercato – scrive il regista Oreste Castagna – la veritĂ emotiva dei personaggi, oltre l’iconografia piĂš tradizionale. Ci siamo chiesti persino come cammina Francesco... Non mettiamo in scena ‘la fede’ ma un raccon-
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l’appello accorato alla salvaguardia della natura sono alcuni dei temi forti di questo nuovo spettacolo, che si trasformano in un importante messaggio di salvaguardia del mondo dall’egoismo e dal materialismo che lo tormentano. 20 brani di grande impatto musicale ed emotivo, particolarmente curati nella realizzazione strumentale e vocale, in cui le parole libertĂ e povertĂ ricorrono spesso, sono la colonna portante di “L’Amore quello veroâ€?. Da una riflessione di semplicitĂ e gioia, caratteristica dell’intero musical, deriva la scelta di una scenografia composta da strutture e oggetti in materiali poveri ma dalle qualitĂ dinamiche. L’intera scena si completa con maxi proiezioni di dettagli pittorici giotteschi e videoclip sul fondale. Tale scelta, nella ricerca di dialogo fra la tradizione e la contemporaneitĂ , fra la vicenda storica dei santi e il conti-
nuo rinnovarsi del loro messaggio, trova ideazione in un parallelismo con l’indagine artistica di Giotto. Ne emerge una scena aperta, dinamica, ricca di riflessioni e specularitĂ che introducono, richiamano, amplificano i concetti sviluppati nel testo del musical. â€œĂˆ una sorta di musical al quadrato una messa in scena – spiega ancora il regista – che recupera in maniera esplicita le laude, ovvero la matrice francescana e giullaresca del musical mo-
derno. Ma è anche un antimusical, volutamente spoglio in cui tutto è significativo e simbolicoâ€?. A sottolineare il carisma di Francesco il cantante, ballerino e attore Massimiliano Varrese conosciuto al grande pubblico grazie a “Carramba che fortunaâ€?, “Il bello delle donneâ€?, “Grandi Domaniâ€?, “Carabinieriâ€?. Accanto a lui la soprano Marina Murari che interpreta magistralmente Chiara.
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VerrĂ proiettato a Rezzato presso “Bottega Altaâ€? di via Perlasca il ďŹ lm documentario “Waste landâ€? di Lucy Walker, premiato agli Oscar 2011 come miglior documentario. Ăˆ il sogno di un artista, Vik Muniz, che ha visto la bellezza tra i cumuli di cose che ogni giorno buttiamo via e che ha svelato al mondo l’esistenza di quei fantasmi che sottraggono tutto quello che può avere un’altra vita. L’appuntamento è per venerdĂŹ 14 alle ore 21.
Un omaggio a tutti gli artigiani che hanno lavorato per contribuire alla riuscita del 7° Incontro mondiale delle famiglie: è questo il significato principale della mostra itinerante “Oggetti artigianali d’arte sacraâ€? che verrĂ inaugurata nelle sale del Museo diocesano di Brescia venerdĂŹ 14 dicembre. In occasione della visita di papa Benedetto XVI a Milano, infatti, 60 maestri artigiani associati a Confartigianato si sono impegnati nella realizzazione della cattedra e della seduta papale
(nella foto), delle quattro sedute cardinalizie, di alcuni dei 200 calici e delle 2000 pissidi utilizzate per la distribuzione dell’eucaristia. Tutte queste realizzazioni verranno ora presentate in un’esposizione allestita nel Museo diocesano che sarĂ aperta, alle 18, dal vescovo Luciano Monari, dal presidente di Confartigianato Brescia Eugenio Massetti, dal prefetto Livia Narcisa Brassesco Pace e dal presidente della Camera di commercio Francesco Bettoni. “Gli artigiani
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– sottolinea il presidente Massetti – si sono trovati a reinterpretare in maniera originale ed innovativa oggetti classici della Chiesa dando prova di grande creatività artistica e maestria. E proprio per questo vogliamo dedicare la mostra a loro che hanno dato un grande contributo a questo evento di fede�. L’esposizione rimarrà aperta nel Museo diocesano di via Gasparo da Salò fino al 22 dicembre, dal lunedÏ a martedÏ e da giovedÏ a domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
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l Santo Natale è la festa dello stare insieme e condividere la gioia della Nascita, ma sa anche essere occasione di riflessione e silenzio. Per questo, l’ottava edizione della fortunata rassegna “Natale nelle Pieviâ€?, diretta da Pietro Arrigoni, si reinventa: dopo sette anni dedicati alla parola, alla consueta sezione provinciale dedicata al dialetto bresciano, si affianca una rassegna cittadina totalmente concentrata sul “linguaggio del silenzioâ€?, inteso come ascolto interiore, riflessione, ma anche ascolto reciproco, in relazione con gli altri, e presentato nella forma concreta della lingua dei segni, grazie alla collaborazione con l’Associazione nazionale sordi. Saranno tanti gli appuntamenti che si concentreranno in una tre giorni bresciana, dal 21 al 23 dicembre, molto intensa, che avrĂ come punti cardinali la chiesa del Carmine, quella di San Pietro in Oliveto con il convento dei Carmelitani Scalzi, il Museo diocesano, la Fondazione civiltĂ bresciana e la galleria d’arte Lac Lagorio arte contemporanea. Gli appuntamenti in programma spaziano nelle diverse forme dei linguaggi artistici: tra i tanti, venerdĂŹ 21 alle 20.30 al Museo diocesano, due giovani protagonisti, sordi, raccontano con i gesti “La notte di Nataleâ€?. Dopo di loro, la voce recitante di Beatrice Faedi legge le poesie di Turoldo dedicate al “mistero del silenzioâ€?, accompagnata dalla musica dell’ensemble Soledad Sonora. Sabato sa-
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nome della Madreâ€? di Erri De Luca. Non mancano le presentazioni di libri, mentre la conclusione è affidata domenica 23 alla galleria Lac di via Soldini, dove avverranno le performance sonore di Carlo Giordani, impegnato a registrare “Il canto del silenzioâ€? e la danza butoh di Pietro La Motta, un particolare tipo di forma coreografica ispirata ad una filosofia orientale. Il sipario cala alle ore 12, assaporando “il gusto del silenzioâ€?, in un percorso polisensoriale dedicato al cibo. Come detto, però, la consueta rassegna provinciale dialettale non viene abbandonata, ma si estende dal 22 dicembre al 15 gennaio. Tra i protagonisti, la compagnia teatrale “Caffè correttoâ€? con lo spettacolo “Sèt stòrie che scalda el corâ€?, in scena il 22 e 23 dicembre a Marone e Provaglio d’Iseo; sempre il 23 dicembre Giorgio Zanetti porta a Trenzano “Natale è amore‌ senza confiniâ€?. Gli immancabili Piergiorgio Cinelli e Daniele Gozzetti presenteranno invece “Cantom crismasâ€?, concerto acustico di canzoni natalizie in versione bresciana, a Verolanuova e Travagliato (4-5 gennaio), mentre è in programma anche uno spettacolo sulla figura di padre Ottorino Marcolini dal titolo “Chel Mòtom che el va gnè a inciòdalâ€?, a Cogozzo di Villa Carcina. Tutti gli spettacoli, sia a Brescia che in provincia, sono ad ingresso libero. Per il programma completo, www.natalenellepievi.com.
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saggista e giornalista del Corriere della Sera e massimo conoscitore italiano di Buzzati, il quale ne ha illustrato i tratti distintivi: la fantasia, la sopraffina capacitĂ di descrivere luoghi e personaggi, la rassegnazione di fronte al tempo che passa, la nostalgia che pervade spesso la sua vita, la visione fanciullesca. Ăˆ un florilegio di emozioni quelle che scaturiscono dai racconti dedicati al Natale inseriti nella raccolta “Il panettone non bastòâ€?,
curata dallo stesso Viganò: “Un Natale di contrasti dove vita e morte sono inevitabilmente legati, perchĂŠ entrambe si reggono vicendevolmenteâ€?. Paradossalmente, poi, lo scrittore bellunese, “che mai aveva festeggiato il Nataleâ€?, ce lo fa vivere e lo rende piĂš vero sottolineandone gli aspetti eccessivi (la follia delle montagne di biglietti d’auguri, la tredicesima che da “elefanteâ€? diventa un misero “topolinoâ€? al termine degli
infiniti acquisti) sino a proporci originali idee per non disperderne l’atmosfera (perchĂŠ non diluire la consegna dei regali anche nei mesi successivi alla festa?). Ăˆ un Buzzati ironico e disincantato, caustico e dolce, fantastico e realista, quello che Viganò ci regala ne “Il panettone non bastòâ€?, un libro che si legge tutto d’un fiato. Nel gennaio 1972 la morte lo colse ancora attivo e vigile, sebbene ormai fiaccato dalla malattia. (fr.a.)
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dita secca, per cui è un modello economico perdente. Il ruolo che hanno le sale di città e le Sale di comunità è fondamentale dal punto di vista sociale. Sono un luogo di aggregazione, di crescita, di confronto‌ sono luogo di socialità in cui vedere un film, discuterne, parlarne, un film che non è
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osa significa essere amministratore-proprietario di una società indipendente, ma che si ritaglia uno spazio tutto suo? Essendo quest’anno il 25° anniversario e avendo fatto un bilancio di quanto fatto, c’è molta soddisfazione. Abbiamo portato in Italia spesso film di registi che sono diventati grandi autori sulla scena europea e internazionale; film che in qualche modo per molti hanno rappresentato qualcosa da ricordare, qualcosa che è rimasto nella loro memoria, qualcosa che li ha commossi, emozionati, fatti ridere‌ questa è la soddisfazione piÚ bella. Quando incontro qualcuno che mi dice che il marchio Lucky red è associato alla qualità e viene identificato come un marchio di film di qualità , ciò mi inorgoglisce molto. Come decide cosa produrre? Dopo un po’ uno ha l’esperienza. C’è
uno staff di persone molto preparate e competenti con cui condivido le decisioni e scegliamo insieme. Ma poi c’è una regola che per me è fondamentale: se quello che leggo o il film che vedo mi trasmette un’emozione o mi tocca una corda, in una direzione o nell’altra, penso che questo possa avvenire con il pubblico italiano o con una parte di pubblico, piÚ o meno grande. Questo determina la scelta di produrre o distribuire quel film. Come vede il futuro del cinema? Il futuro del cinema lo vedo bene. Il cinema fa parte della vita delle persone. I film rimangono, segnano e marcano la crescita e l’esperienza di ognuno di noi. Quello che cambia, cambierà e sta cambiando è la fruizione. Per noi che siamo cresciuti con una televisione a due canali era centralissimo il ruolo della sala. L’evasione era il cinema, non c’era altro; non c’erano i videogame o internet. Quando si parlava di evasione era principalmente il
cinema. Oggi ci sono molte piÚ cose che distraggono e c’è una modalità diversa di fruizione dei film. Oggi i film non si vedono solo in sala, si vedono sui dvd, in televisione, sui tablet, attraverso internet‌ Il cinema rimane e per me l’esperienza del cinema è soprattutto in una sala, condivisa con gli altri quando ridi insieme agli altri, quando hai paura insieme agli altri, quando sei emozionato in silenzio insieme agli altri... LÏ c’è un valore aggiunto e dunque il cinema continuerà ad avere buona salute. La fruizione sarà diversa, cambierà sempre. Sono ancora importanti le monosale e le sale della comunità ? Diciamo che sono importanti. Il problema è che il modello economico di una monosala è perdente, perchÊ piÚ schermi hai a disposizione, piÚ ammortizzi il rischio: se un film va male, ne hai uno che va bene e uno che va neutro, ti puoi salvare. Se hai uno schermo, se il film va male è una per-
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solo, nei migliore dei casi, di intrattenimento ma che magari viene da un Paese diverso dal nostro, che parla di problematiche attuali. Ăˆ un’esperienza importante e questo è fondamentale perchĂŠ conosciamo Paesi, storie attraverso i film, oppure si affrontano tematiche importanti grazie ai film. Cosa pensa quando la critica loda un suo film, ma la gente non va a vederlo e, al contrario, quando film brutti incassano di piĂš? Ăˆ sempre stato cosĂŹ. Ăˆ cosĂŹ anche per i libri. I film piĂš di successo sono quelli piĂš popolari, che normalmente sono piĂš facili. Quelli piĂš squisiti o impegnati hanno un pubblico limitato. Il punto è un altro: per l’educazione all’immagine ritengo che il cinema debba diventare materia di studio, perchĂŠ attraverso il cinema si racconta la storia della nostra civiltĂ . Ăˆ importante educare il pubblico alle immagini. Se ci fosse un’educazione al cinema, il pubblico sarebbe piĂš in grado di scegliere i film. Vale anche per la televisione. La televisione pubblica ha un ruolo per quello che programma. Da noi, negli ultimi 30 anni, l’offerta televisiva ha peggiorato i gusti cinematografici del pubblico italiano. Se certe commediacce hanno piĂš successo di film bellissimi è anche per questo. Ma non c’è niente di nuovo. Noi con la Lucky red abbiamo sdoganato alcuni film e allargato il pubblico; abbiamo avvicinato ad alcuni film piĂš persone possibili. Due registi e un loro film che è orgoglioso di aver portato in Italia o prodotto. Sicuramente Amenabar, che ho scoperto in Spagna di cui abbiamo distribuito e coprodotto tutti i film, uno in particolare “Mare dentroâ€? che vinse l’Oscar come film straniero e Javier Bardem premiato a Venezia. Altri film importanti sono quelli di Sorrentino come “Il divoâ€?, film bellissimo e com-
plicato da fare, e “This must be the placeâ€? un film internazionale complesso con una star come Sean Penn. Sono belle avventure. Andrea Occhipinti attore: a quale personaggio è piĂš legato? Ăˆ difficile slegare il personaggio dal film. Il film a cui sono piĂš legato e affezionato, forse il piĂš bello che ho fatto è “La famigliaâ€? di Ettore Scola, in cui facevo il protagonista Carlo, che da vecchio era interpretato da Vittorio Gassman. Il regista con cui ha lavorato meglio? Coincide abbastanza. Mi sono trovato molto bene anche con Dino Risi, con cui ho fatto tre film. L’attore/attrice con cui ha lavorato meglio? Tanti. Da Stefania Sandrelli ne “La famigliaâ€? a Mariangela Melato. Adesso mi vengono in mente loro. Il film che ha rifiutato di produrre e di cui poi si è pentito? Ce ne sono alcuni che non ho distribuito e di cui poi mi sono pentito: per esempio “The artistâ€?, non l’ho afferrato quando l’ho visto. Ero dubbioso. Il futuro della Lucky red. Continuiamo a fare quanto abbiamo fatto. Continueremo il nostro percorso, ampliando l’offerta. Lucky red è un marchio legato alla qualitĂ , ma siccome i tempi cambiano, ma è importante rimanere solidi sul mercato abbiamo aperto a film piĂš commerciali che distribuiamo con un altro logo: Key films. L’idea è fare il meglio del cinema di qualitĂ e il meglio del cinema d’evasione, rimanendo una realtĂ indipendente, fuori dal giro delle major americane. Ăˆ piĂš attore o produttore? Definitivamente piĂš produttore e distributore, anche se fare l’attore è stato importante per quello che faccio oggi perchĂŠ alcune cose le ho imparate mentre facevo l’attore.
Bienno, Breno e Pisogne, i Comuni di Montichiari, Concesio, Padova, Trento, Cremona, Asola e Tavernola Bergamasca, dove avranno luogo concerti, spettacoli, progetti artistici volti a rievocare le atmosfere del Cinquecento, ma anche ad attualizzare l’opera di Girolamo Romani in chiave piÚ contemporanea, oltre a convegni, conferenze e tavole rotonde. Riferimento sarà Brescia, dove venerdÏ
1 febbraio, nella chiesa di San Giovanni Evangelista, si svolgerĂ un’originale “disputaâ€? tra i fautori del Romanino, capeggiati dal critico d’arte Fausto Lorenzi, e quelli del Moretto, rappresentati da don Giuseppe Fusari. Proprio nella cappella del Santissimo Sacramento a San Giovanni i due artisti bresciani raggiunsero il picco massimo della rivalitĂ : sul lato destro, Moretto dipinse le scene dell’Antico Testamento,
mentre Romanino sulla sinistra si dedicò a quelle del Nuovo Testamento. Il 2 febbraio e il 2 marzo si svolgeranno le passeggiate letterarie, mentre l’8 febbraio, alle 20, in replica alle 21, in S. Salvatore sarĂ messo in scena lo spettacolo musicale “Contemporaneamente Romaninoâ€?. Tutto a ingresso libero; per i due spettacoli dell’8 febbraio è richiesta la prenotazione (info@cielivibranti. it, 030395803). (a.g.)
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Dal lunedì al venerdì a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore, e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.
La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).
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Ăˆ il tema della 39ÂŞ edizione del Concorso presepi, l’iniziativa promossa da Mcl che, accanto al tradizionale concorso aperto a tutti, invita a sostare davanti ai numerosi piccoli e grandi allestimenti sparsi in cittĂ . Alle 9.30 interviene il presidente di Mcl Luca Pezzoli. Un altro servizio si occupa nuovamente del Sinodo diocesano, che si è concluso il 9 dicembre: in Primo Piano le voci di alcuni delegati raccolte al termine dei lavori. In
La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? presenta in avvio uno speciale sui quattro nuovi diaconi permanenti che sono stati ordinati venerdĂŹ 7 dicembre in Duomo Nuovo. A seguire: la sessione conclusiva del Sinodo diocesano sulle unitĂ pastorali; l’intervista al card. Ruini “Intervista su Dioâ€?; lo spettacolo “Parole di un clownâ€? al Teatro Colonna di Brescia. La rubrica “4 parole...â€? è con Luca Pezzoli sul Concorso presepi del
Ecclesia (ore 11) padre Michele De Salvia del Centro migranti delinea la realtĂ delle famiglie immigrate presenti in diocesi e la pastorale a loro dedicata. Commenta il Vangelo il vescovo Luciano. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl.
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Movimento cristiano lavoratori. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderĂ in onda anche lo speciale “SussidiarietĂ e solidarietĂ , il principio di solidarietĂ come regola dell’agire politicoâ€? con relatore Philippo Pizzolato.
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$OOHJULD R UDEELD PD VHPSUH VXO GLYDQR GL FDVD Fuori freddo, freddissimo. Dentro caldo e comodo. Era la tv di fine millennio, quel mobile ingombrante che continuava imperterrito a ripetere alla gente “Non preoccupatevi, va tutto bene, state pure a casaâ€?. Durante le fredde domeniche di dicembre si passava il pomeriggio in casa, scegliendo fra qualche film o seguendo un varietĂ . Era il momento del benessere e la tv seguiva l’onda, come ha sempre saputo fare con maestria. Ăˆ la sua eccellenza: rincorre e ripropone ciò che ha contribuito a creare, proponendo stili di vita insostenibili, imponendo desideri pressochĂŠ inutili, convincendo la gente a vivere con la sua stes-
sa superficialitĂ . Insomma, creare la moda per poi far finta di inseguirla. Ăˆ passato qualche anno, le fredde domeniche di dicembre persistono, e la tv persiste nel riempirsi la bocca di ciò di cui tutti giĂ parlano, un po’ per legittimare le voci della piazza. Del resto ormai solo quando una cosa accade in tv si può considerare reale. E cosa dev’essere pesantemente reale in questo periodo? La crisi ovviamente. Ma non la crisi economica che, vera o falsa che sia, ha inciso realmente, drammaticamente sulla nostra vita; la crisi sulla quale la tv fa leva è quella della societĂ , è la crisi dell’umanitĂ . I due contenitori pomeridiani della
domenica, “CosĂŹ è la vitaâ€? su Rai Uno e “Domenica Liveâ€? su Canale 5, incarnano perfettamente questo trend: le drammatiche storie di vita, le inchieste sulle caste politiche, le tragedie private che sfociano nel sangue‌ Tutto d’un tratto le barocche coreografie da circo che fino a qualche anno fa ammorbavano il dĂŹ di festa in tv, lasciano lo spazio a tavoli di discussione sui problemi dell’Italia. E che problemi. E che discussioni. Un po’ come dire: “Preoccupatevi, va tutto male, state pure a casa.â€? Lungi dal rimpiangere gli show inutili con balletti e giochini, anzi. Ben vengano momenti di riflessione su ciò
che sta accadendo nel nostro Paese. Ma un conto è raccontare la realtà , un conto è riscriverla secondo i canoni dello spettacolo televisivo, mettendo in scena un teatrino dei sentimenti e dei risentimenti collettivi. Quanto è utile per esempio urlare a casaccio contro il mondo della politica? O scandalizzarsi per le fasce piÚ deboli che sono cadute in povertà ? Da che pulpito arrivano queste lamentele? Quello che conta in queste rappresentazioni è il momento della catarsi collettiva, in cui tutti insieme ci si scaglia contro questo o quel nemico, senza un fine preciso se non quello di sfogare la tensione, dare un senso
all’insensato, unirsi per una causa. In questo la tv è esemplare. Organizzare un’arena in cui persone comuni possono gridare ai quattro venti la propria rabbia. E magari c’è in studio qualcuno da attaccare. Ăˆ la dinamica della folla, che si scalda, esplode e infine si acquieta. E chi sta a casa si sente in qualche modo appagato, vendicato. Ăˆ la rivoluzione confortevole: indignarsi, sbottare, e infine alzarsi dal divano per guardare nel frigorifero. Ecco la tv dei sentimenti a corto raggio: che proponga un baccanale o un processo non importa, sa organizzare benissimo entrambe le scene.
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Laffranchi per regia, scene e costumi. Nella produzione della Stagione 2012, i ruoli principali saranno afďŹ dati ad un cast di voci in carriera: Ernani sarĂ interpretato dal tenore Rudy Park, mentre Don Carlo dal baritono Alessandro Luongo e Elvira dal soprano Maria Billeri. La regia vedrĂ la ďŹ rma di Andrea Cigni, una ďŹ gura artistica che il Circuito lirico sta da diversi anni coltivando e facendo crescere.
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Entrando nella casa della famiglia Bishop, all’inizio di “Moonrise Kingdom�, si precipita nel cuore del cinema di Wes Anderson: antirealistico, formalmente elaborato, citazionista, composto da una successione di quadri viventi dai colori vividi, con movimenti di macchina che rivelano scenari non prevedibili. Un assemblaggio accurato ed esibito, come quello degli strumenti musicali descritto in “The Young Person’s Guide to the Orchestra�,
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l Natale è la grande festa cristiana che aiuta anche a recuperare gli affetti, i ricordi e tutto quanto ha a che fare con la tradizione: cosa di meglio di un cd natalizio nel quale convogliare la ricchezza della brescianitĂ antica e contemporanea? Ecco cosĂŹ pronto “Cantom Crismasâ€?, raccolta bresciana doc realizzata dal duo Daniele Gozzetti-Piergiorgio Cinelli, che potrĂ allietare le feste dei bresciani durante il periodo natalizio. Daniele Gozzetti e Piergiorgio Cinelli sono tra le punte di diamante della Brescia musicale, avendo bene appreso l’arte da Charlie Cinelli, di cui Piergiorgio è fratello. Questo cd riprende le canzoni dello spettacolo legato alla manifestazione “Natale nelle pieviâ€?, giĂ proposto dal duo nel passato e che verrĂ presentato anche quest’anno. Nel disco prevale la matrice dialettale (11 pezzi), cui si aggiungono tre brani cantati in italiano: “Un Natale cosĂŹâ€? e la intensa “Lettera di Nataleâ€? a opera di Daniele Gozzetti e la sempre attuale - purtroppo - “Non sparate alla stella cometaâ€? di Piergiorgio Cinelli, dedicata alla Terra Santa. Il fascino del cd sta nel sapere attraversare la tradizione con molta ironia e con slanci di attualitĂ , affrontando talvolta temi non facili. Molto bella è “Lettera di Nataleâ€?, ispi
rata da una lettera scritta da un carcerato alla madre, mentre stupisce il fatto che Piergiorgio Cinelli, specialista dell’ironia dialettale, si cimenti su temi “caldi� cantando in italiano, con la sua “Non sparate alla stella cometa�. Divertimento e sorprese per un disco ben realizzato, che evidenzia l’affiatamento tra i due, consolidato da anni di collaborazione, ma anche le diverse propensioni artistiche.
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mente positivo, è importante sottolineare il desiderio di recuperare attraverso questo album alcuni aspetti della brescianitĂ che meritano di essere raccontati. Voltiamo pagina per dare spazio ad un’altra iniziativa che ha a che fare, anche se in maniera piĂš estesa, con la NativitĂ . Si tratta del cd â€œâ€Ś Ninna Musical-mente Nanna‌â€?, edito dall’Associazione Musical-mente di Paderno, con la produzione artistica di Paola Ceretta, autrice anche del brano di apertura, “Treccia treccinaâ€?. Il disco comprende 14 canzoni di diversa estrazione, da “Casta divaâ€? a “Summertimeâ€? a “4 Marzo 1943â€?, passando per il tema di “Forrest Gumpâ€? ed è stato pensato particolarmente per l’ascolto dei bimbi da zero a tre anni. I brani, adatti per favorire il riposo ma allo stesso tempo stimolanti per la strutturazione del senso estetico musicale, vengono presentati in un concept che inizia con il risveglio del bimbo fino all’addormentamento serale. Un progetto dedicato alla nascita e alla prima crescita dei bimbi, stampato in 1000 copie con l’alto patrocinio dell’Unicef, cui sarĂ devoluta una parte delle vendite. Il disco sarĂ in vendita in concomitanza con le attivitĂ dell’associazione oppure su richiesta a : info@musical-mente o sul sito www.musical-mente.it.
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l’opera di Benjamin Britten che i personaggi ascoltano nelle scene iniziali. In questa composizione legni, corde, ottoni e percussioni di un’orchestra eseguono da soli le variazioni musicali del medesimo tema. Tra gli “strumentiâ€? del film c’è un gruppo di attori d’eccezione, che si adattano con grazia a ruoli per lo piĂš insoliti. Edward Norton è il legnoso capo scout di un campeggio per dodicenni nell’immaginaria
isola di New Penzance, in New England. Tra i frequentatori del campo c’è Sam, isolato dai compagni per il suo carattere difficile. Sam – Jared Gilman, un esordiente di risoluta tenerezza – ha concepito un piano: abbandona di nascosto il campeggio per riunirsi con Suzy, la giovane figlia dei Bishop (Bill Murray e Frances McDormand), incontrata a una recita scolastica e subito riconosciuta come sua simile nel disadattamento al mondo.
Mentre i fuggiaschi scoprono i primi sussulti dell’amore, un gruppo di adulti non meno problematici si mette alla loro ricerca. A guidarli è il comandante Sharp (Bruce Willis), poliziotto solitario e mesto che prenderà a cuore la sorte di Sam. Al punto da cercare di salvarlo a tutti i costi da una tremenda assistente sociale (Tilda Swinton) intenzionata a rinchiuderlo in un istituto. Nella manieristica costruzione formale del film irrompe cosÏ il disor-
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dine dell’amore. Ambientato nel 1965, “Moonrise Kingdom� fa dei suoi fuggitivi due “figli dei fiori� in miniatura, in rivolta contro un mondo di adulti distratti e immaturi che sembrano aver poco da insegnare. Anderson accompagna Sam e Suzy in una fiaba stralunata, che diverte e a tratti sorprende: curata nel dettaglio in scene e costumi – splendidi quelli della recita scolastica – e felicemente affidata all’irruenza del sentimento.
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La crisi morde ancora e la conclusione sembra lontana. Per analizzare uno dei periodi piĂš difficili della nostra economia è stata compiuta, per conto del Banco di Brescia, una ricerca “Le imprese bresciane e la crisi globaleâ€? da parte di un gruppo di docenti dell’UniversitĂ di Brescia coordinati da Antonio Porteri in collaborazione con il Centro studi dell’Associazione industriale bresciana. Ne è scaturito un volume frutto dell’analisi di oltre 4.500
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bilanci per il quinquennio 2007-2011 e di alcuni approfondimenti relativi alle conseguenze prodotte dalla crisi sui fondamentali dell’economia bresciana e sulle dinamiche del commercio internazionale. I risultati della ricerca mettono in rilievo come la crisi abbia influito negativamente sui livelli della produzione e dell’occupazione industriale e sulla redditività delle imprese, ma testimoniano anche di un’economia aperta che non si è limitata a difendersi.
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ilancio di fine anno per una volta svincolato dai numeri e legato, invece, allo stato di malessere con cui vive l’attuale stagione che sta attraversando il Paese. Per il suo ultimo incontro di fine anno con la stampa da presidente dell’Aib Giancarlo Dallera non ha voluto puntare su numeri e dati (“che per altro ho presentato piĂš volte nel corso di convegni e di incontri pubblici, denunciando sempre lo stato di crisi che sta attraversando anche Bresciaâ€? ha specificato), ma sullo stato di complessivo malessere con cui la piĂš importante associazione imprenditoriale bresciana guarda al presente e al futuro imminente. Un malessere, quello dichiarato da Dallera, causato dal mondo della politica che non riesce piĂš a supportare il Paese nel processo di rilancio. “Nell’incontro del 2010 – sono state le parole di Dallera – avevo espresso quella che all’epoca era una semplice sensazione che il mondo imprenditoriale avvertiva nei confronti della politica. A due anni di distanza la sensazione è diventata dato di fatto e ha un nome: disgustoâ€?. La politica, almeno quella che sta facendo in queste ore del populismo piĂš sfrenato la sua bandiera non riesce a dare al Paese quella scossa necessaria per una ricostruzione morale in cui etica e senso civico non siano semplici parole prive di senso. “Senza tutto questo
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– ha continuato Dallera – la crisi che sta affossando l’Italia (Brescia compresa) non si risolve�. Gli imprenditori, e in generale, il Paese hanno bisogno di una classe politica che sappia individuare pochi, chiari obiettivi condivisi per la crescita e realizzarli. Ma gli ultimi scenari non inducono Dallera & co. all’ottimismo... “Sarebbe importante – sono ancora considerazioni del presidente Aib – che il
prossimo governo del Paese proseguisse sulla strada del risanamento e del riscatto morale avviato da Montiâ€?. In attesa che la politica torni a essere quella indicata dall’Aib, al presidente Giancarlo Dallera è toccato elencare numeri e situazioni che una situazione meno “disgustosaâ€? avrebbe forse potuto mitigare. Disoccupazione a livelli record (con la prospettiva di toccare quota 6,5%, il doppio dei livelli a
cui Brescia era abituata), un numero crescente di aziende in crisi e di lavoratori in cassa integrazione, mobilitĂ o comunque espulsi dal ciclo produttivo, 13mila posti di lavoro persi nel giro di un anno (dai 530mila del 2010 ai 517 del 2011), una capacitĂ produttiva caduta dal 65% dei livelli “precrisiâ€? del 2007, la vocazione bresciana all’export colpita dalla previsione di crescita zero nell’eurozona. Questo il quadro non edificante a cui si aggiunge, sul fronte delle relazioni sindacali, l’ormai cronica assenza di dialogo con la Cgil che, se non impedisce la sottoscrizione di contratti e accordi, di fatto ne limita in modo consistente la portata. Dinanzi a tutto questo la ricetta indicata da Dallera è una sola: “ritrovare – è il suo pensiero – quello spirito che nel secondo dopoguerra consentĂŹ all’Italia di risollevarsi da quella tragedia e di affermarsi, nel breve volgere di pochi decenni come una delle principali potenze economiche del mondoâ€?. Ricetta ambiziosa ma tutt’altro che facile da realizzare.
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,O PDUFKLR SHU $VWD QHW Consorzi, reti, ďŹ liere, distretti, sinergia tra pubblico e privato. Termini e concetti che sono diventati, in questi anni, percorsi da seguire per uscire dai marosi della crisi. Un esempio viene dal consorzio “Asta.netâ€?, rappresentativo di 20 realtĂ dell’alluminio con 48 milioni di fatturato totali e oltre 300 addetti che ha deciso di aderire al marchio “Made in Provincia di Bresciaâ€? creato dalla Provincia. “La partecipazione di un consorzio
– ha affermato il presidente Daniele Molgora – rappresenta una svolta per far crescere la nostra iniziativa per la quale abbiamo stanziato 500mila euroâ€?. Cinque i settori di riferimento: agricoltura, artigianato, commercio, industria, servizi e turismo. La licenza del marchio ha una durata triennale e prevede una quota ďŹ ssa di adesione in base al volume d’affari della societĂ richiedente nell’anno solare precedente alla presentazione della domanda.
Giorgio Bontempi (nella foto), assessore provinciale al Lavoro, lancia un appello perchĂŠ altri consorzi e reti di imprese si aggreghino. “La costituzione del marchio è un ulteriore passo nella costruzione di una casa comune per il rilancio dell’economia, è un progetto che ‘attacca’ la crisi, che guarda avanti, con nuove opportunitĂ da cogliere e realizzare nei mercati locali, nazionali e internazionaliâ€?. A questi obiettivi mira il polo bresciano dell’al-
luminio raccolto sotto l’ombrello di Asta.net, per coordinare le iniziative del comparto che resta una delle realtĂ piĂš importanti e ben posizionate al mondo. “Il nostro settore – ha affermato Antonio Perini, coordinatore del consorzio – non sta risentendo della crisi e sta lavorando, ma non ci siamo messi ad ‘aspettare gli eventi’, abbiamo ripensato il nostro metodo organizzativo per affrontare uniti le sďŹ de futureâ€?.
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Ăˆ stato presentato nella sede della Provincia di Brescia, il “Torneo di Santa Luciaâ€?, la prima competizione in Italia dedicata alla categoria esordienti femminile. La manifestazione, organizzata con il patrocinio dell’Assessorato provinciale allo sport, vedrĂ impegnate tre squadre: Acf Brescia, Fiammamonza e Mozzanica. Domenica 16 dicembre al Club Azzurri di Mompiano dalle 9.30 scenderanno dunque in campo circa 60 piccole
atlete che daranno vita ad uno spettacolo senza precedenti. Alle 14.45 si giocherà la finalissima. Proprio perchÊ si tratta di calcio giovanile, l’Acf Brescia ha deciso di svolgere questo torneo nei giorni immediatamente successivi la festività di Santa Lucia, che per i bambini e le bambine vuol dire doni e festeggiamenti. L’organizzazione oltre ad assegnare il trofeo al club vincitore, premierà tutte le squadre partecipanti.
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a votazione per il Consiglio federale che si terrà l’11 e 12 gennaio 2013 e che riporterà Gianni Petrucci alla guida della Federazione italiana pallacanestro, vedrà anche una presenza bresciana. Tra i grandi elettori del Presidente e del Consiglio federale è stata infatti scelta, all’interno dei quattro posti concessi alla Legadue, Graziella Bragaglio, presidente del Basket Brescia Leonessa. Quale importanza attribuisce a questa nomina? Certamente è stata una bella soddisfazione: come Legadue avevamo a disposizione quattro delegati per votare un Consiglio che rimarrà in carica per il prossimo quadriennio. Quindi, guardando ai numeri, far parte di questa quaterna di persone è motivo di grande soddisfazione. Quali sono le strade d’intervento attualmente in discussione per il basket nostrano? Finora abbiamo vissuto delle regole tracciate negli anni precedenti, ora, prima della votazione in gennaio 2013, mi piacerebbe capire quali siano gli obiettivi e la panoramica di Petrucci. A livello di lega si sta discutendo della possibilità di una fusione con la Lega nazionale pallacanestro (che si occupa dei campionati dilettantistici) in un’unico organismo con una suddivisione interna. In ogni caso prima è necessario ca-
dare contributo e supporto con le mie idee, ma sono anche convinta che prima ci debbano essere alcuni passaggi necessari, bisogna procedere a piccoli passi. Quali pensa che possano essere le ricadute positive per la società Basket Brescia da questa sua nomina? Per la Leonessa è sicuramente un ritorno di immagine importante. Il fatto poi di rappresentare la Legadue implica anche responsabilità nei confronti di altri. Per Brescia e per il movimento c’è una maggiore possibilità di farsi sentire e vedere. Da donna come vive questo impegno? Da un certo punto di vista è piÚ facile perchÊ una donna rispetto a un uomo su certe cose è piÚ pratica. Sono l’unica donna che rappresenta un club, non è facile, ma se si hanno le idee chiare alla fine non cambia nulla.
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pire bene gli obiettivi e gli sviluppi. E quali sono le sue idee circa le priorità da mettere in atto? Credo sia importante una maggiore tutela delle società rispetto a giocatori, federazioni o soggetti terzi. Chi ama questo sport deve fare investimenti per forza di cose mirati, vista anche la difficile situazione economica in particolare per ciò che ri-
guarda gli sponsor. Mi piacerebbe che sotto questo aspetto il nostro sport avesse regole ben precise, situazioni standardizzate. Lei ora è stata nominata grande elettrice, non fa un pensiero anche all’elezione in Consiglio? Credo sia davvero molto difficile perchÊ sono appena arrivata in questo contesto. Certo mi piacerebbe
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/H 5RQGLQHOOH WUD O¡$VFROL H LO PHUFDWR Dopo la mezza delusione del pareggio per 2 a 2 con la Reggina dopo essere stati avanti di due lunghezze grazie alla doppietta di Corvia, i ragazzi di mister Calori (che festeggia un anno sulla panchina del Brescia) affronteranno in traferta l’Ascoli lunedÏ 17 alle 21, un’avversaria che storicamente ha sempre dato del filo da torcere alle Rondinelle. Tre punti sarebbero necessari per mantenere il passo con le prime della classe, soprattutto te-
nendo conto del fatto che in caso di un distacco superiore ai 10 punti tra la terza e la quarta classificata i playoff non verrebbero nemmeno disputati. Ora l’Hellas Verona, dopo la sconfitta nel recupero contro il Cittadella del 17, si trova a piĂš 6 dal Varese quarto e a piĂš 8 dal Brescia quinto. Diverranno quindi fondamentali le prossime gare, per le quali la societĂ ha lanciato la promozione “Buon Nataleâ€? sul prezzo dei biglietti: i tifosi che acquisteran-
no contemporaneamente il biglietto per le due partite casalinghe contro Livorno e Crotone avranno scontato sul prezzo del tagliando il costo della prevendita, pari ad un risparmio di 10 euro sul prezzo pre-gara. Con il mese di dicembre, inoltre, cominciano anche ad aprirsi anche i discorsi-mercato: il passaggio a Brescia di Morrone sembra davvero difficile, nonostante i buoni rapporti che intercorrono tra la societĂ di Corioni (nella foto) e quella
del bresciano Ghirardi, per l’elevato stipendio del centrocampista, pari a 400mila euro. Anche la trattativa per il ritorno di El-Kaddouri dal Napoli si scontra con la volontà del giocatore, non disposto a scendere di categoria e in cattivi rapporti con la società dopo la telenovela mercato di quest’estate. Se non dovesse trovare spazio al Napoli, nonostante la recente buona prestazione in Europa Leaugue, potrebbe trovare sistemazione al Pescara.
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C’è molto di piĂš dietro all’onore di una premiazione e alla soddisfazione per una borsa di studio se si riceve l’investitura ad essere ambasciatori dei valori piĂš autentici dello sport tra i propri coetanei. Ăˆ accaduto questo a Emanuele Guarnera dell’Oratorio Calcinato e Mariarosa Ferrari della Ginnastica Sebina, premiati alla Banca Popolare di Milano con l’assegnazione del premio Sport e Scuola indetto dal Csi Lombardia. I due ragazzi bresciani
si sono aggiudicati una borsa di studio del valore di 250 euro per meriti scolastici e sportivi ed hanno incontrato all’ombra della Madonnina i loro “colleghiâ€? degli altri comitati lombardi. Il presidente nazionale Achini ha colto l’occasione per mostrare ai ragazzi un ďŹ lmato realizzato ad Haiti, dove la bandiera arancioblĂš sventola nel nome dello sport. “A voi – ha affermato – il compito di diffondere tra i vostri amici quei valori per i quali il Csi lavora ogni giornoâ€?.
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ome ogni anno la festa dell’Immacolata coincide per il Csi con un momento di raccoglimento e riflessione: tre giorni per tirare le somme e pensare ai progetti del futuro nell’atmosfera unica di Assisi. Non una consuetudine ma un’esigenza, un necessario “faccia a facciaâ€? per capire dove andare e quale strada percorrere. Un mix di volti noti dello sport italiano e di rappresentanti della Presidenza nazionale ha portato all’attenzione dei presenti una serie di tematiche, guidate da un unico filo conduttore: lo sport come mezzo di educazione e coesione sociale, con l’oratorio come centro in cui portare avanti questa missione. Naturale base di questo obiettivo è il progetto “una societĂ sportiva in ogni oratorioâ€?, la meta indicata dal presidente nazionale Massimo Achini. Ăˆ stato un meeting ispirato alla figura di San Francesco, citato anche dal nuovo consulente ecclesiastico nazionale don Alessio Albertini: “Non amate voi stessi, ma amate tutti i volti che incontrateâ€?. Parole che hanno guidato anche gli interventi dei protagonisti della campagna Csi dedicata agli ambasciatori dello sport in oratorio. Tutti con qualcosa di importante da offrire al pubblico. Ăˆ stato un Emiliano Mondonico divertito e divertente quello che ha raccontato di una sua avventura, qualche anno fa, alla guida di una squadra di bambini, nei cui allenamenti ha deciso di
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vani insieme alla gioia di inseguire il futuro�. Insomma, ad Assisi lo sport è stato visto a 360 gradi, anche come fonte di valori da cui attingere per far ripartire economia e società . Non sono infine mancati momenti di grande emozione, come la presentazione della Nazionale italiana amputati, sviluppo tanto inatteso quanto lieto della storia di Francesco Messori, che solo pochi mesi fa era riuscito a giocare la sua prima partita grazie ad una modifica nel regolamento. Grandi sorrisi anche per la presentazione della Junior Tim Cup organizzata con la Lega di Serie A e per la firma del protocollo d’intesa con il governo di Haiti per il riconoscimento dell’impegno del Csi.
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UnitĂ pastorale: esperienza difficile Egr. direttore, si è da poco concluso il Sinodo diocesano sulle unitĂ pastorali: io, da semplice e comune “ragazzo di oratorioâ€? volevo condividere la mia esperienza e alcune mie umili riflessioni. Innanzitutto premetto che mi è ben chiaro il motivo vero e originario della nascita di queste nuove entitĂ sovraparrocchiali: la carenza di sacerdoti. Ăˆ questa la concreta necessitĂ (oserei dire “logisticaâ€?) che è alla base di queste istituzioni pastorali. Dunque, sono ben cosciente che il processo innescatosi di formazione delle Up è irreversibile e sostanzialmente volto ad un accorpamento e ad una razionalizzazione, in un futuro piĂš o meno lontano, delle parrocchie. Tutto ciò premesso, scrivo per raccontare di un’esperienza personale di unitĂ pastorale caratterizzata molto piĂš da ombre che da luci. Nella mia parrocchia (non grandissima, ma vitale e vivace) il “fatale monstrumâ€? dell’Upg. (unitĂ pastorale giovanile) si affacciò nell’ormai lontano 2002, accolto certamente con un po’ di freddezza, percepito molto di piĂš come una limitazione imposta che come un’opportunitĂ . Tuttavia, nonostante l’iniziale diffidenza, sono stati (e sono tuttora) molti gli sforzi da parte dei parrocchiani per superare le difficoltĂ . La gestazione dell’Upg è stata tutt’altro che semplice: in nove anni tre curati si sono succeduti, con alterne vicende, in un compito (doveroso riconoscerlo) realmente gravoso. Nove anni nei quali ho visto alimentarsi nella mia parrocchia, nei miei amici e dentro di me un’insofferenza crescente nei confronti di questa nuova
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istituzione. PerchĂŠ? PerchĂŠ l’unitĂ pastorale è stata (ed è, purtroppo) sinonimo, in particolare: 1- di un infinito numero di riunioni serali per la programmazione di ogni aspetto della vita parrocchiale, in particolare oratoriale, con lo strisciante sospetto che fossero indirizzate piĂš all’annullamento delle singole individualitĂ parrocchiali che alla collaborazione; 2- di soppressione (o significativa alterazione) di attivitĂ ormai “tradizionaliâ€? di ogni singola comunitĂ , di modelli che si sono sempre dimostrati efficaci, oserei dire vincenti, nel creare partecipazione e spirito “familiareâ€? all’interno della comunitĂ stessa; 3- (almeno per un lungo periodo) di un “monocentrismoâ€? ingiustificato di una parrocchia rispetto alle altre. Il problema è che le perplessitĂ sul funzionamento dell’Upg non sono esclusive di una sola parrocchia, ma si riscontrano anche nelle altre (tralasciamo, poi, insulti di bassa lega rivolti a miei parrocchiani bollati come sobillatori, reazionari e sovversivi). Può essere, certamente, che io sia affetto da uno spirito “municipalista e campanilistaâ€?, tipico della societĂ italiana e del suo modo di pensare, ma il riscontro, condiviso da moltissimi amici delle parrocchie “consociateâ€?, è che si voglia operare un livellamento al ribasso. Ossia: una parrocchia funziona bene ed è in continuo sviluppo, un’altra si sta lentamente spegnendo? Benissimo, facciamo in modo che divengano entrambe mediocri. Oppure: questa parrocchia conduce da tanto una determinata attivitĂ che funziona? Ottimo, adesso è l’unitĂ pastorale che la gestisce, la parrocchia in sĂŠ non ha piĂš voce in capitolo. E il risultato qual è? Il progetto viene snaturato e diviene di fatto fallimentare. Per
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essere chiaro, questa non è mai stata un’intenzione espressa (anche perchĂŠ le resistenze sarebbero state insormontabili), però è la percezione diffusa, che tocca anche i ragazzi piĂš giovani che da sempre partecipano con entusiasmo alle attivitĂ dell’oratorio. Tengo inoltre a precisare che il problema non riguarda la collaborazione fra le persone. L’Upg è composta da quattro parrocchie, “sottoinsiemiâ€? di un unico quartiere medio-grande, quindi molte persone si conoscono, ci sono moltissime relazioni di stima e di amicizia. Io stesso ho gran parte dei miei amici di infanzia e di scuola che frequentano l’oratorio vicino e non il mio. Questo per sottolineare con forza che il problema non è nelle persone o nella loro buona volontĂ , ma è nella gestione. Una gestione che deve essere impostata sull’equilibrio (cosa piĂš facile a dirsi che a farsi, ma non certo impossibile) fra identitĂ parrocchiale e collaborazione unitaria. Una gestione che, a mio modesto avviso, dovrebbe certamente favorire l’attivitĂ individuale delle parrocchie, non ostacolarla o guardarla con sospetto, come se fosse una provocazione o un tentativo reazionario. Da ultimo, la gestione “clericaleâ€? dovrebbe accettare una forma di sussidiarietĂ , preferire una presenza magari piĂš discontinua, ma di qualitĂ , piuttosto che un controllo costante nel tempo, ma fugace ed inefficace. Io, ovviamente, non offro ricette, ma ci tenevo ugualmente a esprimere delle riflessioni non di chissĂ quale spessore, ma che nascono molto banalmente dall’esperienza e, soprattutto, dall’affetto e dalla riconoscenza per la mia comunitĂ parrocchiale. Alessandro Lauro
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