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M Molte sono le ragioni per le quali non si realizza un autentico t governo europeo, ma la ragione maggiore, quella piĂš subdola, quella che di solito non si dice, la peggiore, è la s “paura di perdere il postoâ€?. PoichĂŠ la politica è un mestie“ re r e molti di coloro che lo fanno ci tengono a farlo anche per p interessi personali (l’interesse degli altri, al limite, viene n dopo) ecco che l’idea di un parlamento e di un governo europeo con pieni poteri, uno solo invece degli attuali 27, e eu non n va avanti. Lo stesso discorso e lo stesso risultato valgono per molte altre istituzioni nazionali, regionali, provinciali. n p Significherebbe rinunciare al posto occupato, con i vantaggi S Signif annessi, anche collaterali per sĂŠ, amici, parenti e, a volte, gruppi a anness e/o e/ mafie di sostegno. Tutti attenti a non perdere, anzi a rafforzare il potere, non no certo a sacrificarlo per l’interesse comune. Ci sono delle eccezioni, senz’altro, a questo comportamento, ci sono persone che fanec senz no politica in vario va modo e a vari livelli, non per sĂŠ ma per il bene di tutti. Purtroppo queste ques persone spesso vengono tagliate fuori dai posti di potere. Andrebbero Andrebber invece individuate, aiutate, portate avanti. Ci compete.
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Calcinato. Una comunitĂ viva in tutti gli ambiti
ÍšÍ&#x; ……Ž‡•‹ƒ L’Icfr non è un capriccio della Chiesa bresciana
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ÂƒÂ”Â…Â‡Â”Â‹ÇĄ …‘Â?—Â?‹–Â? †‘Ž‡Â?–‹ L’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani per lo stato delle proprie strutture carcerarie. I giudici di Strasburgo hanno stabilito, che sette detenuti – tre di Piacenza e quattro di Busto Arsizio – costretti in celle troppo anguste e in una generale situazione di sovraffollamento, dovranno essere risarciti per danni morali, per un ammontare di 100mila euro, perchĂŠ vittime di trattamento inumano e degradante. Il caso non è isolato. Strasburgo, infatti, pur stimmatizzando una fattispecie, in sostanza, riconosce che nei nostri istituti di pena c’è ormai un problema strutturale di sovraffollamento e per questo chiede alle autoritĂ italiane di mettere in campo entro un anno soluzioni
adeguate per invertire la tendenza e garantire che le violazioni non si ripetano. Anche l’istituto carcerario bresciano di Canton Mombello non fa eccezione. L’istituto ha 205 posti legali e 270 tollerabili. I detenuti vanno, invece, da 531 a 590. Una situazione insostenibile. Al richiamo europeo non sono mancate le reazioni del presidente Napolitano e del ministro della Giustizia Paola Severino che si è detta “avvilita, ma non stupitaâ€? dalla decisione della Corte. E se c’è la soddisfazione per i risultati raggiunti con il decreto salva-carceri, varato a inizio mandato, che ha fatto scendere la popolazione carceraria dalle oltre 68mila unitĂ del 2011 alle attuali 65.725, c’è l’amarezza per l’iter del ddl sulle misure alternative al carcere, stoppato al Senato quando ormai la legislatura era agli sgoccioli dopo l’ampia maggioranza ottenuta alla Camera. La vicenda si presta ad alcune considerazioni. Anzitutto che il problema delle
carceri sia endemico in Italia l’hanno capito tutti. Che a ogni “crisi del sistema-carceriâ€? la politica abbia dovuto poi rivolgersi a strumenti “scorciatoiaâ€? come l’amnistia e l’indulto è altrettanto evidente (e forse il prossimo Parlamento non potrĂ fare altrimenti). Che però serva dare corso a percorsi creativi di civiltĂ perchĂŠ, pur garantita la giusta continuitĂ tra reato, condanna e pena, il tempo della detenzione possa sviluppare occasioni di recupero della dignitĂ personale (e non di abbruttimento assoluto), di ricostruzione di valori e riferimenti umani e sociali, un tempo speso nell’acquisizione di competenze professionali utili al reinserimento, resta una scommessa aperta. La via di percorsi detentivi alternativi resta, a detta di molti, la piĂš sostenibile economicamente (quanto costerebbe la costruzione di nuove strutture carcerarie per i circa 20mila detenuti oggi in esubero, molti dei quali in attesa di giudizio deďŹ nitivo?)
e la piĂš socialmente rilevante. Ăˆ oggi una sďŹ da che i dati dicono in parte perduta. La mancanza di strumenti giuridici adeguati è un fatto. Per questo le carceri sono sempre piĂš delle comunitĂ dolenti. La speranza è tenuta viva dalla generositĂ della societĂ civile e da chi opera comunque con impegno anche se nell’emergenza totale. C’è, infatti, nel carcere un mondo di dirigenti e professionisti e un volontariato sociale ed ecclesiale, che non smette di lavorare su questo. A Brescia realtĂ come Carcere e territorio, Volca, Caritas e tanti altri sono un esempio virtuoso da tenere in alta considerazione e non solo per l’impegno quotidiano, ma in quanto soggetti da cui potrebbero venire quelle soluzioni possibili che le istituzioni e la politica potrebbero adottare in vista di un miglioramento. La condanna all’Italia ha oggi un valore piĂš che simbolico a cui serve una reazione degna della maturitĂ civile del nostro Paese.
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Le istituzioni e i “millennialsâ€? ÂŠÂ‹Â‡Â•ÂƒÇĄ Â•Â…Â—Â‘ÂŽÂƒÇĄ ˆ‘”œ‡ †‡ŽŽǯ‘”†‹Â?‡ ‡ •‹Â?†ƒ…ƒ–‹ •‘Â?‘ ƒŽ …‡Â?–”‘ †‡ŽŽƒ Â?—‘˜ƒ ’ƒ”–‡ Žǯ‹Â?†ƒ‰‹Â?‡ …‘Â?‘•…‹–‹˜ƒ ƒ˜˜‹ƒ–ƒ Â†ÂƒÂŽÂŽÇŻ •–‹–—–‘ ‘Â?‹‘Ž‘Ǥ ÍĄÍ˜Í˜Í˜ ‹Â?Â–Â‡Â”Â˜Â‹Â•Â–ÂƒÂ–Â‹ÇĄ –”ƒ ‹ Í™Í Â‡ ‹ ͚ͥ ƒÂ?Â?‹ǥ …‡”–‹ˆ‹…ƒÂ?‘ …Š‡ ˜‹…‹Â?ƒÂ?ÂœÂƒÇĄ –‡•–‹Â?‘Â?‹ƒÂ?œƒ ‡† ‡•‡Â?’‹ Ç˛Â’ÂƒÂ‰ÂƒÂ?‘dz ƒÂ?…‘”ƒǤ …‘Â?Â?‡Â?–‹ „”‡•…‹ƒÂ?‹Ǥ
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amboccioni o choosy? Non sono stati teneri negli anni i ministri che si sono avventurati nel giudicare le giovani generazioni. Giovani che oggi piĂš che mai, loro malgrado, sono nell’occhio del ciclone per le difficoltĂ che incontrano nella costruzione del loro futuro, tra lavoro che manca e occupazione che magari non è quella che risponde alle aspettative di chi ha dedicato anni allo studio e alla preparazione. Giovani che comunque hanno idee precise, giudizi e pareri netti sul mondo che li circonda. La conferma arriva dal “Rapporto giovaniâ€?, un progetto avviato nel 2011 dall’Istituto Toniolo di studi superiori che, in collaborazione con l’UniversitĂ cattolica e con il contributo della Fondazione Cariplo, ha affidato all’Ipsos una ricerca che l’obiettivo di indagare con adeguati strumenti scientifici le attese e i riferimenti valoriali delle nuove generazioni. Il “Rapporto giovaniâ€?, che si affianca alle altre attivitĂ che l’Istituto, ente fondatore dell’UniversitĂ cattolica, svolge da tempo nel campo del sostegno formativo e della proposta culturale, è delineare un articolato ritratto della generazione dei “millennialsâ€?, cioè di coloro che hanno raggiunto i 18 anni nel nuovo millennio, una fascia di popolazione giovanile cruciale per comprendere l’evoluzione della societĂ italiana nel breve/medio periodo. L’indagine, della durata quinquennale, sta coinvolgendo 9000 persone tra i 18 e i 29 anni, un target di etĂ universalmente ritenuto “di difficile accessoâ€? dalle agenzie di rilevazione demoscopica. Nella sua fase piĂš recente la ricerca ha sondato il rapporto non sempre facile tra i giovani e le istituzioni. In un panorama di sfiducia radicale e generalizzata nei confronti delle istituzioni, i giovani coinvolti dal Rapporto finiscono col salvare la scuola e le forze dell’ordine, respingono invece il sindacato, bocciano senza appello i partiti politici e le istituzioni (governo, parlamento, Regioni e Comuni). Ambivalente il voto che i giovani interpellati hanno dato alla Chiesa: cinque credenti su 10 la promuovono, la bocciano, invece, sette non credenti su 10. La maggioranza
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credenti o non credenti, meno teneri nei confrontri della Chiesa. Particolarmente importanti sono i fattori della geografia (nell’ambito dei credenti il valore dei consensi supera il 50% in tutte le aree geografiche tranne che nel Centro, dove scende al 45%); dell’istruzione (la percentuale dei voti favorevoli alla Chiesa aumenta con il titolo di studio (51,5% tra i laureati); e del genere, con una maggiore fiducia registrata tra le donne (50,3%) rispetto agli uomini (48,9%). Come per tutte le istituzioni, i giovani tendono a premiare maggiormente le figure piĂš vicine, con le quali interagiscono quotidianamente e concretamente. Altre ricerche condotte sul territorio evidenziano, ad esempio, come la percentuale di consensi tenda a salire, rispetto alla voce generica di Chiesa, quando si chiede il grado di fiducia nei missionari, nei sacerdoti, negli insegnanti di religione. Maggior apprezzamento inoltre viene espresso per le parrocchie e, in particolare, per la funzione degli oratori che vengono considerati luoghi non solo di formazione, ma di svago e di amicizia. Se la politica viene bocciata “senza se e senza maâ€?, non va molto meglio al mondo del sindacato. Le organizzazioni ottengono, in media, il 27% dei consensi, meno di 3 su 10, dati che secondo i parametri utilizzati dagli estensori del rapporto sono indicativi di un sostanziale flop. Leggermente meno critiche con il sindacato sono le donne, il Sud e le isole. Decisamente negativa la valutazione data dai giovani del Nord. Dati e giudizi che non possono non interpellare chi rappresenta o vive in queste istituazioni, come si intuisce dalle considerazioni di Enzo Torri, segretario generale della Cisl di Brescia, don Raffaele Maiolini, teologo del Seminario diocesano e responsabile della pastorale universitaria, e Carla Bisleri, docente di sociologia dell’organizzazione all’UniversitĂ di Verona, collaboratrice dell’UniversitĂ cattolica di Brescia nel campo della didattica e della ricerca e attivamente impegnata in politica (attualmente è consigliere a Palazzo Loggia per il Pd, dopo essere stata assessore alla Pubblica istruzione e alle politiche giovanili nella giunta Corsini).
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Proseguono senza sosta le ricerche del bimotore scomparso il 4 gennaio scorso al largo dell’arcipelago di Los Roques, in Venezuela. A bordo, quattro cittadini italiani, tra cui Vittorio Missoni, figlio del noto stilista, la moglie e i bresciani Guido Foresti e la moglie Elda Scalvenzi di Pralboino. Il Ministero dell’interno venezuelano ha confermato che l’ultimo contatto si è avuto poco dopo il decollo, a 10 miglia dalle
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isole e che l’aereo era diretto a Maiquetia, vicino Caracas. La Farnesina dal canto suo ha chiesto e ottenuto il massimo impegno dalle autorità e ha attivato un canale diretto con la locale Protezione civile. Alle ricerche partecipano aerei, elicotteri, motovedette e una nave speciale. Quella in cui si è verificata la tragedia aerea è una zona tristemente nota per avvenimenti di questo tipo. Cinque anni fa,
il 4 gennaio 2008, scomparve in circostanze analoghe un altro aereo da turismo con otto italiani tra i 18 passeggeri. Il relitto non fu mai recuperato e l’unico corpo ritrovato fu quello del copilota. Si ipotizzò allora il dirottamento da parte dei narcos. Un altro caso simile avvenne nel 1997. La triste vicenda è seguita con grande apprensione nel centro della Bassa bresciana in cui vivono l’imprenditore Guido Foresti e la moglie.
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l 12 gennaio 2010 un terribile terremoto colpiva Haiti, provocando la morte di 230mila persone, oltre 300mila feriti e un milione e mezzo di senza tetto. A tre anni da quell’evento il Rapporto “Haiti: un cammino condivisoâ€? illustra l’impegno complessivo di Caritas italiana (compresa quella bresciana che nel Paese caraibico ha sostenuto tre progetti: sostegno a una scuola primaria nella periferia della capitale Port au prince, costruzione di case famiglia per orfani a Dajabon, nella vicina Repubblica dominicana, e ricostruzione di alcune scuole rurali a LĂŠogane, cittadina 30 km dalla capitale, per un totale di 640mila euro) a sostegno della Chiesa locale e delle persone piĂš vulnerabili. Il Report ha anticipato la visita nel Paese caraibico, che si conclude il 15, di una delegazione ufficiale guidata dal direttore di Caritas italiana, don Francesco Soddu. Complessivamente ad oggi sono stati approvati e avviati 125 progetti di solidarietĂ , per un importo di oltre 17 milioni di euro, pari al 69,26% dei quasi 25 milioni raccolti grazie alla colletta straordinaria promossa dalla Conferenza episcopale italiana il 24 gennaio 2010. “A tre anni dal sisma – ha affermato don Francesco Soddu prima della partenza per Haiti –, il Paese è ancora posto di fronte a una crisi umanitaria di dimensioni enormi che
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locale, con l’accompagnamento delle attività di Caritas Haiti; sostegno allo sviluppo socio-economico; rafforzamento della struttura organizzativa dei partner locali, per migliorarne le capacità di pianificazione e di gestione; sostegno all’educazione; attenzione continua alle urgenze. Caritas italiana ha operato e continua a operare per promuovere una progressiva autonomia delle comunità coinvolte nei progetti, attraverso la progettazione dal basso, stimolata e condivisa con le stesse comunità destinatarie. Una delle priorità è il supporto alla creazione e alla diver-
sificazione delle economie locali, in un’ottica di sostenibilità nel mediolungo periodo sul piano sociale, economico e ambientale, andando oltre la logica dell’immediato e investendo sullo sviluppo per innescare un cambiamento sociale dal basso. Gli strumenti a servizio di tale approccio sono progetti che prevedono una componente anche semplice di microcredito ed economia solidale; tali progetti tendono al sostegno o al ripristino delle attività produttive agricole e di allevamento. Il Rapporto completo è consultabile su www. caritasitaliana.it.
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%DPELQL D ULVFKLR GHQXWUL]LRQH Ogni giorno in tutto il mondo muoiono 19mila bambini, e un terzo di queste morti sono collegate alla denutrizione. Ci sono Paesi dove il problema della fame è particolarmente grave. Tra questi, quello piĂš giovane del mondo, il Sud Sudan, dove 200mila piccoli sono a rischio. A darne notizia è l’agenzia Fides, organo di informazione delle PontiďŹ cie opere missionarie. Nell’ospedale della capitale, Juba, ogni giorno
arrivano bambini affetti da denutrizione acuta, sottopeso per la loro età . Si tratta dell’unico ospedale pediatrico del Paese. Ogni anno le organizzazioni umanitarie cercano di assistere 70 mila bambini, ma in Sud Sudan sono a rischio oltre 200 mila. La situazione è ancora piÚ grave nelle zone rurali, dove i bambini continuano a morire a causa di febbri alte che sfociano in malaria. Nel Paese ci sono 9 milioni di abitanti, la
metà minorenni. Prima di ottenere l’indipendenza nel 2011, in seguito a vari anni di conitti con il Sudan, sono andate distrutte la maggior parte delle infrastrutture e una intera generazione è rimasta orfana. Il governo, sostenuto dalle organizzazioni internazionali, è riuscito a ridurre gli indici di povertà , ma ha ancora tanto da fare, a partire dalla fascia piÚ penalizzata che è quella dell’infanzia.
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—”‘’ƒ ƒ”…‡”‹ ‡ Â?—ǣ †—‡ „‘……‹ƒ–—”‡ ’‡” ÂŽÇŻ –ƒŽ‹ƒ Che fra le tante emergenze italiane ci sia anche quella di carceri ormai inadeguate è stato certiďŹ cato anche dall’Europa. Nei giorni scorsi, infatti, la Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia, colpevole di violare i diritti dei carcerati, tenuti in celle di circa tre metri quadrati. La sentenza è giunta sulla scorta di una segnalazione inviata da sette detenuti che hanno scontato la propria pena nelle carceri
di Busto Arsizio e Piacenza e che hanno denunciato di aver occupato celle di nove metri quadrati ognuno insieme ad altre due persone. La Corte ha constatato che il problema del sovraffollamento carcerario in Italia non riguarda soltanto i casi dei richiedenti. Ha cosĂŹ rilevato che il carattere strutturale e sistematico del sovraffollamento nelle carceri italiane risulta chiaramente dai termini della dichiarazione dello
stato d’emergenza proclamato dall’allora presidente del Consiglio nel 2010. La Corte ha condannato l’Italia per il trattamento deďŹ nito inumano e degradante dei detenuti ed anche al pagamento agli stessi di 99.600 euro in totale per danni morali, oltre a 6000 euro per le spese. Una seconda bocciatura europea all’Italia è giunta sul fronte Imu. Un rapporto della Commissione europea sulle politiche sociali afferma infatti che l’imposta in
questione argomento caldissimo al centro delle polemiche elettorali in questo momento, “non è equaâ€? e dovrebbe essere modiďŹ cata: per essere giusta, dice l’Ue, dovrebbe essere piĂš progressiva. La Commissione non è entrata nel merito della questione Imu sĂŹ, Imu no. Si è soltanto limitata a considerare che cosĂŹ come è impostata quella tassa non è giusta e, implicitamente, ha invitato l’Italia a modiďŹ carla.
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on la conferma della “salita in politicaâ€? di Mario Monti e la ritrovata alleanza tra Berlusconi e la Lega vanno delinandosi gli scenari (e le liste) per le elezioni politiche che si terranno tra poco piĂš di un mese e mezzo. Quattro a oggi (all’appello manca ancora il Movimento di Grillo che ancora deve pronunciarsi) le proposte in campo: quella di Bersani che guida la coalizione Pd, Sel, Socialisti, Centro democratico (la nuova formazione di Tabacci e dell’ex Idv Donadi), l’asse rinnovato Berlusconi-Lega con una serie di satelliti come Fratelli d’Italia (gli ex An usciti dal Pdl dopo il tira e molla interno al Pdl sulle primarie), quella Rivoluzione civile che schiera l’ex magistrato Antonio Ingroia (una compagine che tiene insieme il Movimento arancione creato dal sindaco di Napoli De Magistris, l’Idv di Di Pietro e i segmenti piĂš estremi della sinistra) e, per ultima la “Scelta civicaâ€? di Mario Monti (che mette insieme l’Udc di Casini, il Fli di Fini e il movimento che fa capo all’ex presidente di Confindustria Montezemolo, mentre quello del giornalista Oscar Giannino è stato escluso). Il fronte dei competitori, dunque, si prefigura sufficientemente variegato: un panorama che agli occhi di politologi e attenti osservatori della politica italiana non dovrebbe portare sostanziali novitĂ per un Paese come l’Italia abi-
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tuata all’instabilitĂ politica. Il rischio concreto è che, nonostante i vantaggi garantiti dal “Porcellumâ€?, dalle urne non esca una maggioranza chiara in
entrambi i rami del Parlamento. Tutti i candidati in campo vanno sfoggio in queste settimane di grande ottimismo e si dicono certi della rispettiva vittoria, con un margine tale da garantire all’Italia un governo stabile tanto forte da affrontare la sfida immane della crescita. I numeri in possesso dei sondaggisti (per altro da prendere con le pinze e con beneficio d’inventario) delineano, al contrario, una situazione di incertezza acuitasi dopo la scelta di Monti di passare da un ruolo tecnico a un vero e proprio protagonismo politico. Una situazione che ha ben presente il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, non a caso, si affanna, in quest’ultima stagione del suo settennato a lanciare appelli alla responsabilità a tutte le forze in campo. Motivi di riflessione non mancano: dalla riedizione di un’alleanza (quella tra Pdl e Lega) che soprattutto la base del Carroccio dava per morta e sepolta, ma che è stata riesumata in nome di una realpolitik in salsa padana, alla scelta di Monti che, nelle sue uscite da leader politico, ha dimostrato di non distinguersi piÚ di tanto dai politici di professione, da Bersani che vede manifestarsi lo spauracchio di un pareggio al Senato, a Ingroia e alla cordata di ex Pm che hanno dismesso la toga per dedicarsi alla politica e che si dicono disponibili ad accogliere i primi delusi (con un record degno di Bolt) da Grillo.
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Ha superato il tetto delle 2000 firme sul territorio provinciale la campagna di raccolta lanciata da Confesercenti con Federstrade e il sostegno della Ceiper “Libera la domenicaâ€?, volta alla promozione di una legge di iniziativa popolare che riconduca alle Regioni la potestĂ di disciplinare le aperture domenicali degli esercizi commerciali, limitando gli eccessi introdotti dalla liberalizzazione e garantendo la giusta concorrenza. I risultati di questa prima parte della
Cem MondialitĂ e Bes (Bibbia e Scuola) organizzano un seminario di tre incontri sul tema “A scuola con la Bibbiaâ€? in programma presso i Missionari Saveriani, via Piamarta, 9 a Brescia. Il primo incontro è in programma il 4 febbraio con l’intervento di Piero Stefani, docente presso la FacoltĂ teologica dell’Italia settentrionale di Milano, sul tema “L’amore per la sapienza tra Bibbia e filosofiaâ€?. Per lunedĂŹ 18 febbraio è in programma l’incontro “Bibbia
raccolta firme sono stati illustrati da Confesercenti nei giorni scorsi. nella stessa occasione sono state rese note anche le altre iniziative messe in campo a sostegno dell’iniziativa. Tra le proposte un fitto programma di gazebo nel Bresciano per il mese di gennaio e il rilancio della campagna a livello nazionale, anche alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale che ha respinto il ricorso di otto Regioni contro la liberalizzazione degli orari di apertura e chiusura dei negozi.
tra storia e storieâ€? con Luciano Zappella, docente di materie letterarie al Liceo linguistico “Giovanni Falconeâ€? di Bergamo. L’ultimo incontro è previsto per il 4 marzo con Giangabriele Vertova, giĂ docente di lettere nei licei, del Comitato paritetico Miur– Biblia che interviene su “Bibbia e letteratura italiana: percorsiâ€?. Per informazioni e iscrizioni: Cem MondialitĂ 030 3772780 – fax 030 3772781 - cemsegreteria@ saveriani.bs.it.
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Il signor Arciprete Il mio signor Arciprete ha fatto domenica una bella dottrina nella quale ha detto, cosa succede a quelli che si dimostrano clericali senza vergona; succede come a S. Stefano che era un clericale, il quale dopo aver fatto e detto per far bene alle anime ed alle bocche della gente, in compenso fu lapidato, cioè sotterrato prima che morto sotto le pietre. Ci sono sempre stati i balandroni, che fanno come l’asino fa dopochÊ ha mangiato la grepia, che si volge a ringraziarla colle gambe di dietro. Povero signor Arciprete! Mentre parlava degli altri io vedeva lui figurato in S. Stefano. Si rompe lo stomaco a predicare, si consuma a confessare, va giorno e notte per malati, istruisce i fanciulli, non si dà bene, e per compenso, ecco che gli si gettano da alcuni le pietre, e se potessero sotrarlo vivo non ci metterebbero nè olio nè pedersem. Pazienza che non fossero che i balandroni che lo perseguitano! Il peggio è che si mettono nel numero dei suoi lapidatori, anche alcuni di quelli che vanno in chiesa, i quali hanno la bocca
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storta o non possono parlare, se non criticano il signor Arciprete. Se fà perchÊ fà , se non fà perchÊ dovrebbe fare, e che se avesse giudizio dovrebbe operare cosÏ, o se avesse testa dovrebbe accordarsi con quelli là , o troncar la relazione con quelli lÏ. Se io fossi nel signor Arciprete adoprerei con questo l’asperges
della garnera, ma lui no, che è troppo buono, prega per i suoi persecutori, come ha fatto S. Stefano, e tira diritto a fare come crede meglio. Ed è questa la punizione che dà senza che pensi di volerla dare: non li ascolta come se parlasse il due di coppe, fa come la luna che non bada ai cani che baiano.
Se si diportasse altrimenti farebbe mai niente, e dovrebbe starsene a dormire per essere ancor piÚ criticato e da tutti. Il signor Ariciprete ha l’aiuto che domenedio ha promesso ai suoi ministri nel governare le sue pecore senza bisogno che le pecore abbiamo a governare il pastore.
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Associato
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Dal 15 al 31 gennaio l’oratorio GesĂš Buon Pastore di Sarezzo ospita la 2ÂŞ Settimana educativa dell’oratorio. L’inizio è affidato a don Antonio Mazzi che, martedĂŹ 15 gennaio alle 20.30 presso il Teatro San Faustino, incontra genitori ed educatori per una riflessione sul tema “Per educare oggi: come scoprire le chiavi del cuore dell’uomo?â€?. Domenica 20 gennaio a mezzogiorno in oratorio spazio allo spiedo. LunedĂŹ 21 gennaio alle 20.15, sempre in oratorio, il film “Genitori
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& Figli: agitare bene prima dell’usoâ€?. Suor Rosalina Ravasio, fondatrice e responsabile della comunitĂ Shalom di Palazzolo, si sofferma su “Educare oggi: formare un uomo con il coraggio di decidere!â€?. Quando? GiovedĂŹ 24 alle 20.30 in Teatro. Sabato 26 gennaio sempre alle 20.30, invece, i ragazzi degli oratori cittadini della Pendolina, di Santo Spirito, Torricella e Urago Mella portano in scena al teatro San Faustino “Pinocchio: il nostro musicalâ€?. Domenica 27 gennaio
alle 10 c’è la Messa della famiglia, mentre nel pomeriggio in oratorio intrattenimento con, a partire dalle 15, la “DonBoscoCup2013â€?: tornei di ping pong, carambola e calcetto. LunedĂŹ 28 alle 20.30 nel salone dell’oratorio la comunitĂ Shalom presenta lo spettacolo per gli adolescenti “Tra cielo e terra: per una vita pienaâ€?. GiovedĂŹ 31, memoria liturgica di San Giovanni Bosco, la Messa alle 20.30 nella cappella dell’oratorio per ricordare i giovani defunti.
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arrocchia vivace e attiva, Calcinato con le sue 6000 anime guidate dal pastore don Ruggero Zani ha in essere una molteplicitĂ di iniziative sia sotto l’aspetto piĂš prettamente ecclesiale-religioso sia per quanto riguarda gli aspetti sociali che afferiscono alla comunitĂ . Tre, in particolare, sono le tematiche all’attenzione del parroco: la catechesi con l’iniziazione cristiana dei giovani, il sostegno alle persone piĂš bisognose e la vita ordinaria della parrocchia. Nel primo ambito don Zani sottolinea “il lavoro che viene svolto per gli adulti con iniziative a piĂš livelli riguardanti non solo i centri di ascolto, ma anche altri ambiti proprio per approfondire la fede e renderla piĂš vera e vissuta. Quanto all’iniziazione cristiana, numerosi sono i progetti messi in campo assieme al curato don Paolo Corsetti sia per i preadolescenti sia per gli adolescenti ed i giovani con un’affluenza decisamente buonaâ€?. Di fondamentale importanza, come dicevamo, è anche il settore dell’assistenza ai piĂš deboli con il ruolo decisivo ricoperto dal Centro Mano Fraterna, in collaborazione con le parrocchie di Calcinatello e Ponte San Marco e d’intesa con l’Ufficio servizio sociali del Comune, tramite il quale, da quattro anni, si fornisce un’attivitĂ di consulenza, ascolto ed intervento
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delle soluzioni adeguate alle domande. L’utenza? Per il 60% si tratta di famiglie di origine straniera, ma sta aumentando il numero di nuclei familiari locali, colpiti dalla forte crisi e dalla chiusura di aziende del territorioâ€?. Sempre in ambito sociale è da menzionare l’attivitĂ di un gruppo di parrocchiani “che – puntualizza don Zani – si presta a seguire gli anziani con iniziative ricreative e di volontariato senza dimenticare il compito del Microcredito, una sorta di piccola banca che ha visto un ritorno in termini di prestiti restituiti e che la comunitĂ apprezza e condi-
videâ€?. In chiusura è d’uopo un cenno alla vita ordinaria della parrocchia, “nella quale si respira una laicitĂ diffusa con alcune punte di laicismo che richiedono interventi pazienti e continui. Per questo è mio intento continuare a dar vita a iniziative di approfondimento della fede: vietato fermarsi, oserei direâ€?. Un cenno, infine, alla scuola di formazione sociale-politica (nata dalla collaborazione delle tre parrocchie del Comune), il cui secondo incontro avrĂ luogo il 24 gennaio alle 20.30 nella parrocchia di Calcinatello ed avrĂ come tema “La gestione dei rifiuti a livello localeâ€?.
/¡DQWHQQD FKH ID GLVFXWHUH Nella frazione di Fontana, da circa un mese, è stata installata una nuova antenna per telefonia mobile e navigazione via rete. Il fatto ha colto di sorpresa molti: a poche decine di metri era già attiva un’altra antenna. Ne è nato un piccolo ma combattivo comitato, che si è rivolto a piÚ enti, non tanto per lo smantellamento dell’antenna, quanto piuttosto per avere garanzie sulla tutela della salute, considerando il fatto che la zona è residenziale. Secondo
quanto emerso, mancano ancora risposte certe e certificate. Sono stati interpellati il Comune, l’Arpa di Brescia, il Ministero della salute e il Corpo forestale. La documentazione tecnica in mano al comitato, debitamente consegnata dal Comune di Lumezzane, chiarifica che l’antenna rispetta i valori per legge, ma, si legge, attraverso analisi teoriche e autocertificazioni. Da qui i dubbi, che sorgono sia per l’elevata potenza della nuova antenna (circa
20W), sia e soprattutto per quelle zone ove le onde andranno a incrociare quelle emesse dall’altra antenna giĂ in funzione; il gruppo di famiglie non ritiene sufficiente l’autocertificazione da parte della societĂ che ha installato il secondo apparecchio. Ăˆ stato ricordato al Comune che il Pgt non prevede l’installazione di antenne in zone residenziali; il Comune ha replicato che ultime sentenze del Tar Sicilia hanno abrogato tale limitazione.
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ƒ””‘……Š‹ƒ ƒ’‹–ƒÂ?‹‘ ‡ ‡”‘•ƒ ‹–”‘˜ƒ” ‹ ÎŽ •’‘ ÇŁ —Â?ƒ Â?‘˜‹–Â? ’‡” Ž‡ …‘’’‹‡ Da piĂš parti il matrimonio è sotto attacco. Ma come ha ricordato Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace, l’istituto del matrimonio va difeso e promosso. In Italia, secondo l’Istat, il matrimonio sembra essere sempre meno affascinante: c’è chi decide di restare piĂš a lungo con i propri genitori e chi opta per la convivenza prematrimoniale. In una tale contesto sociale la Fondazione “Famiglia dono grandeâ€? ha introdotto e proposto, anche nel
Bel Paese, “The marriage courseâ€?: “RitrovarSI + spoSIâ€?. Ăˆ la versione italiana del percorso ideato da Nicky e Sila Lee e realizzato in collaborazione con il Relationship Central di Londra; si tratta di un corso per coppie di sposi o conviventi ďŹ nalizzato ad aiutare in modo pratico e divertente le coppie a cogliere le potenzialitĂ e la bellezza del loro rapporto ďŹ no a scoprirne l’originalitĂ divina. Ogni incontro, questa la particolaritĂ , incomincia con una
cena in famiglia e prosegue con la visione di un video nel quale sono previsti momenti di confronto e di condivisione. Il The Marriage Course è partito ufďŹ cialmente in Italia in autunno in 70 corsi suddivisi in 15 regioni ed è arrivato anche nella parrocchia cittadina delle Sante Capitanio e Gerosa. Dall’esperienza inglese, quindi, la possibilitĂ di sperimentare un nuovo approccio, di accompagnamento e di sostegno alla pastorale familiare. Otto serate in cui le coppie aprono
le loro case e ospitano altre coppie. La coppia ospitante prepara l’ambiente, la cena, la musica di sottofondo e la proiezione del video; la coppia ospitante, però, non fa discorsi, ma semplicemente partecipa con gli altri alla serata: ogni coppia può, infatti, diventare coppia ospitante. Il segreto? Essere famiglia che accoglie nella gioia. Le case iniziali sono quelle delle 70 coppie che a giugno avevano preso parte al primo weekend di formazione a Bovolone.
difesa salute e ambiente (Codisa) che da anni si battono per ottenere azioni e risposte. Il sogno di molti sarebbe la realizzazione effettiva del progetto “Parco delle Caveâ€?, enorme area verde che dovrebbe sorgere sui territori a lungo sfruttati dalle cave di ghiaia, ma per questo, si dovrĂ attendere ancora. Per ora, lo scorso 10 dicembre è partito un primo intervento di bonifica dell’ex cava Piccinelli a Buffalora, dov’era stato trovato del materiale radioattivo.
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a cittĂ di Brescia vanta da sempre una lunga tradizione industriale; l’economia bresciana, infatti, è basata in buona parte sull’industria, in particolar modo siderurgica. Con il trascorrere degli anni dunque, il forte impatto ambientale derivato dalla crescente industrializzazione ha generato specifiche situazioni, che hanno contribuito all’inquinamento progressivo di cittĂ e provincia. Ad oggi Brescia risulta essere, suo malgrado, una delle cittĂ maggiormente inquinate del Nord Italia. All’interno della cittĂ ci sono poi alcune zone al centro dell’attenzione proprio perchĂŠ nel loro territorio sussistono situazioni “preoccupantiâ€?: una di queste, è l’area di San Polo-Buffalora, che si estende a sudest della cittĂ . Sul territorio della Circoscrizione Est le aree verdi non mancano: c’è il Parco Ducos 2, il parco del Lapida-
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presenza riscontrata di cesio 137 in alcune aree specifiche; tangenziale e autostrada a ridosso del territorio sono solo alcune delle criticità . Tempo fa, a seguito di una richiesta dell’amministrazione cittadina in relazione alle reali preoccupazioni espresse dai residenti della zona, è emersa la necessità di effettuare indagini epidemiologiche sulla popolazione del quartiere. L’Asl di Brescia ha dunque effettuato due analisi relative a mortalità e ricoveri ospedalieri per alcune malattie, che hanno riscontrato, tra i residenti a San Polo, un eccesso di morti per malattie respiratorie non tumorali, oltre che un significativo esubero di ricoveri ospedalieri per patologie croniche delle vie aeree superiori. Le manifestazioni di protesta contro l’inquinamento nella Circoscrizione Est sono quasi all’ordine del giorno: numerosi i gruppi di attivisti presenti sul territorio, tra cui il Comitato di
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una giornata di visita didattica, organizzata a cura dell’Associazione Arnaldo da Brescia; è previsto anche un focus sui viaggi della memoria di “Un treno per Auschwitzâ€? e “Un treno per Europaâ€?, che la prossima primavera avrĂ come meta la cittĂ di Berlino. Gli incontri si tengono presso il Centro servizi per il volontariato, in via Salgari n.43/b. Il Codice mondiale di etica del turismo afferma il diritto al turismo e alla libertĂ di spostamento per motivi
turistici e si pone come obiettivo la promozione di un sistema turistico mondiale, equo, responsabile e sostenibile, i cui benefici siano condivisi da tutti i settori della società , nel contesto di un’economia internazionale aperta e liberalizzata. Il turismo, attraverso i contatti diretti, spontanei e non mediati tra uomini e donne di culture e stili di vita differenti, rappresenta, sempre piÚ, una forza vitale al servizio della pace ed un fattore di amicizia e comprensione fra i popoli del
mondo. Per questo motivo, il corso di formazione “su regole e valori del viaggiatore evolutoâ€? (della durata di 30 ore e curato da docenti ed esperti) si pone l’obiettivo di far ragionare su queste tematiche, allo scopo di formare un “viaggiatore evolutoâ€?, capace di utilizzare in modo consapevole uno strumento cosĂŹ potente, qual è il viaggio. Per informazioni, contattare il Forum del turismo sociale al numero 030.41889 o via e-mail a info@ iluoghidelsociale.it.
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ue Ong bresciane, Svi e Scaip, e la onlus Operazione Lieta sono impegnate da anni in Brasile per lo sviluppo delle aree rurali attraverso proposte multisettoriali in ambito agroalimentare. Nei primi giorni di novembre ha preso il via un progetto specifico per la valorizzazione delle filiere agroalimentari delle aree di Santa Luzia do Parå, Limoeiro do Norte e Itaitinga, volto a migliorare la produzione e la commercializzazione dei prodotti e ai tre enti bresciani ottenerne la certificazione legale, anche attraverso la formazione dei produttori locali, l’adeguamento della coltivazione e delle infrastrutture alle normative igienico-sanitarie di standard internazionale. Dai derivati del latte agli insaccati, dal miele alla frutta, tanti sono i prodotti locali che saranno coinvolti in una rete di produzione piÚ efficace e di scambio commerciale piÚ ampio. In totale il progetto della durata di 24 mesi mette sul campo risorse pari a 378.600 euro, di cui 227.153,57 finanziati da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo. Il progetto risulta di particolare pregio se si considera che è l’unico sostenuto in Brasile da questo bando. Una nutrita serie di soggetti (del mondo del volontariato, della ricerca e dell’impresa) bresciani e italiani partecipano al progetto, ognuno per una fase relativa alla competenza della propria attivi-
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il gruppo migranti Brescia/Brazil si occuperà di alcune azioni di sensibilizzazione a Brescia. Coinvolti in loco come controparti locali sono l’Obras Sociais da Diocese de Bragança e il Centro Educacional da Juventude P. J. Piamarta di Limoeiro do Norte, che si occuperanno del personale e della logistica e saranno presenti in tutte le fasi decisionali del progetto. I piccoli agricoltori e produttori brasiliani – alcune centinaia – saranno aiutati a organizzarsi in associazioni e cooperative per commercializzare i prodotti agro-alimentari nei mercati istituzionali. Accanto al rafforzamento delle competenze attraverso laboratori, i produttori riceveranno un aiuto per l’acquisto di attrezzature e materiali. Alcuni di essi potranno beneficiare di stage a Brescia per fare pratica in alcune eccellenze in campo agroalimentare. Il tutto verrà sviluppato attraverso progetti sostenibili non solo dal punto di vista sociale, ma anche con particolare riguardo alla salute e all’ecologia. L’utilizzo di imballaggi non tossici, l’introduzione di diete bilanciate e corrette e un approccio piÚ consapevole dei benefici connessi a un’alimentazione sana sono alcuni degli aspetti sotto attenta valutazione del programma. L’affinamento di buone pratiche contribuirà al miglioramento della qualità della vita, creando benefici per circa 35mila persone residenti nelle aree di intervento.
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sue divisioni alpine “Juliaâ€? e “Cuneenseâ€?. Solo la “Tridentinaâ€?, anch’essa provata e penosamente ridotta, rimase operativa sul campo. E 70 anni fa, all’alba del 26 gennaio, ormai stremata giungeva in vista del piccolo paese di Nikolajewka presidiato da ingenti forze sovietiche e alle 9.30 con i suoi battaglioni sďŹ niti e decimati, appoggiata dai pochi superstiti delle divisioni alpine “Juliaâ€? e “Cuneenseâ€? e dai resti di un reparto corazzato
germanico sferrò, con alla testa il suo comandante generale Luigi Reverberi, un disperato e furibondo attacco contro le unitissime difese avversarie, infrangendole. E dietro ai reparti combattenti una sterminata colonna di sbandati si rovesciò anch’essa, in marea urlante, sulle posizioni sovietiche. Gli italiani avevano vinto, l’accerchiamento spezzato, il varco verso la patria aperto. La storica battaglia di Nikolajewka, passata ormai alla leggenda,
segnò per le truppe italiane la ďŹ ne della sfortunata campagna di Russia, sfortunata e sanguinosa che ci costò oltre 85mila morti e dispersi. E questo 70° anniversario viene solennemente ricordato a Brescia con diverse manifestazioni organizzate dalla sezione cittadina dell’Ana e che culmineranno con una grande sďŹ lata di alpini provenienti da tutta Italia e che avrĂ luogo domenica 27 gennaio con partenza da piazzale Arnaldo alle ore 10. (Franco Panzerini)
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rescia ricorda ogni anno, in gennaio, con mestizia e con orgoglio, la tragedia della campagna di Russia e, in particolare, la battaglia di Nikolajewka, svoltasi il 26 gennaio del 1943, alla fine di un sanguinoso calvario, iniziato sul Don una decina di giorni prima, e 300 chilometri prima, fra i 20 e i 40 gradi sotto zero. “La memoria non si è affievolita, perchĂŠ dopo 70 anni celebriamo – racconta il presidente della sezione Ana di Brescia, Davide Forlani – questo drammatico avvenimento che ha coinvolto gli Alpini italiani e in particolare bresciani: buona parte dei componenti della Tridentina erano bresciani. Nonostante l’oblio degli anni, gli Alpini vogliono ricordare con una serie di manifestazioni e avvenimentiâ€?. Brescia alpina si divide in tre sezioni: quella cittadina che copre anche la Valtrompia, la Bassa, la Franciacorta e la zona verso il Lago di Garda, quella di Vallecamonica (da Pisogne a Ponte di Legno) e la Montesuello (copre la gardesana e la Valsabbia). In totale sono circa 24mila gli Alpini bresciani, di cui 13.800 della sezione cittadina. Il tentativo degli Alpini è proprio quello di passare il testimone della memoria: “Vogliamo passare alle giovani generazioni gli insegnamenti, e di conseguenza il patrimonio morale ed etico, appreso dalle generazioni precedenti, perchĂŠ siamo convinti
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gli alpini sappiano mettere in pratica i loro ideali (solo la Residenza sanitaria per persone con disabilitĂ accoglie fino a 58 persone con disabilitĂ motoria grave nei posti letto convenzionati con la Regione, nda). L’hanno chiamata monumento vivente, un monumento in perfetto stile alpino dedicato ai fratelli piĂš sfortunati. Gli Alpini continuano anche il loro impegno nelle situazioni di crisi come le calamitĂ naturali o le guerreâ€?. Una volta sono le popolazioni della Bosnia, una volta del Libano e dell’Afghanistan dove “abbiamo aperto un laboratorio dove le donne imparano confezionare abiti. Nelle situazioni di guerre trasportiamo anche medicinali che vengono poi distribuiti alla popolazione dai soldati. Ma cosa significa essere Alpini nel 2013? “Significa continuare a vivere con le radici ben piantate nel passato da cui abbiamo appreso valori importanti (solidarietĂ , spirito di dovere e senso di sacrificio) per applicarli nel presente e nel fortuna. Ăˆ una delle pochissime realtĂ in cui la gente ripone ancora una fiducia totale: con il nostro comportamento ci siamo guadagnati la loro stima. L’abbiamo dimostrato a Bolzano dove il Comune aveva a disposizione ancora 200mila euro, ma gli Alpini hanno risposto che il bilancio dell’adunata era in pareggio e quindi i soldi potevano essere destinati a qualcun altro che poteva averne bisognoâ€?.
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far rispettare le fasce protette a fronte dell’aumento vertiginoso del numero dei giocatori anche minoriâ€?. Una campagna diffusa soprattutto attraverso i social media, i blog e ospitata in molte scuole. “Il Cgd – afferma il presidente nazionale Angela Nava Mambretti – è impegnato da anni sul fronte della tutela dei minori rispetto ai media. La nostra presenza nelle commissioni di revisione cinematografica, nel Comitato media e minori, nel Consiglio
nazionale degli utenti, il nostro lavoro di formazione dei genitori ci ha reso negli anni interlocutori autorevoli: sempre dalla parte del diritto dei minori a una fruizione serena, mai inutilmente a favore della censura tout courtâ€?. Un invito che non vuole proibire il gioco, bensĂŹ vuole intervenire su diversi ambiti: etico, informativo, sociale-sanitario, economico. “Quel che vogliamo fare – prosegue il presidente Nava Mambretti – è far comprendere come il guadagno
sia connesso al lavoro e non al gioco; aiutiamo i ragazzi a essere correttamente informati sulle reali possibilità statistiche di vincita, curiamo le forme di ludopatia, ci impegniamo nell’aiutare famiglie ridotte in povertà nell’illusoria speranza di cambiare vita tentando la fortuna�. Per info, redazione@ genitoridemocratici.it. Per la Valle si può contattare l’Associazione di Villa Carcina, telefonando allo 328.7215147 (Giorgio Mostarda). (a.a.)
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’11 giugno compie 400 anni il Santuario dell’Annunciazione, la Madonnina di Marcheno. E come si deve in tali circostanze avrĂ il suo regalo. Lo ha annunciato il parroco don Maurizio Rinaldi scegliendo l’occasione dell’avvio dell’Anno della fede, prendendo lo spunto dall’inizio della lettera apostolica Porta Fidei: verrĂ restaurato il portale d’ingresso attraverso il quale da quattro secoli i marchenesi entrano nell’edificio. Una devozione forte: basta ricordare che nel 1946 appena usciti dalla tragedia della guerra col parroco don Severino Cardoni i marchenesi “ex voto populiâ€? (per voto del popolo) ne vollero il restauro per la pace tornata. Infatti anche la sua storia inizia per un episodio di rappacificazione. Si legge nel volume “Marcheno nella storia e nell’arteâ€?, che lo stesso era nato per volontĂ della pietĂ popolare: â€œâ€Ś come segno di pacificazione fra le frazioni del paese e a riparazione dei gravi oltraggi commessi nel 1608 da una masnada di ‘buli’ contro il parroco don Alessandro Baldiniâ€?. Questi aveva accorciato la processione del Corpus Domini per un violento temporale in arrivo, e quelli della frazione Parte l’avevano presa come un’offesa. Seguirono disordini, minacce al Parroco: il fatto indusse il Vescovo a sostituirlo con don Giovan Maria Butturini che per placare gli animi lanciò l’idea subito accettata di edificare il nuovo santuario. In soli cinque anni la struttura era quasi completata: venne benedetto l’11 giugno 1613: lo ricorda la lapide
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la somma necessaria al restauro del portale in legno di noce con formelle intagliate attribuite a Faustino Bonomi. Un intervento diviso in due parti affidate a due ditte diverse. La ditta Ziliani Massimo si occuperĂ della parte lignea. La ditta Teknelitos interverrĂ sui manufatti lapidei: lavaggio, eliminazione rappezzi cementizi esistenti, opportuno consolidamento e ricostruzioni in vetroresina o malte specifiche dove necessario di fessure e lacune. Inoltre è stata lanciata la ricerca di documenti fotografici antichi e recenti sulla Madonnina per una mostra sulla sua storia. Insieme una serie di iniziative religiose e devozionali tra le quali spiccano i “lunedĂŹ del Santuarioâ€?: testimonianze di vita di fede di singole persone.
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5RVL OD FHQWHQDULD VLJQRUD GHO URVDULR Nel pomeriggio della festa dell’Epifania l’amministrazione comunale del Comune di Concesio, presente il sindaco Stefano Retali e l’assessore alle politiche sociali Domenica Troncatti, ha voluto festeggiare alla grande i 100 anni compiuti il 1° gennaio dalla concittadina Rosi Bolognini che abita assieme al fratello Mario, di 92 anni, in via Bonomini all’ombra del campanile della chiesa parrocchiale della pieve di Concesio. Per anni ha
presenziato alla Messa delle 5.30 prima di recarsi a lavorare alla ďŹ landa Rossi dove ha prestato la sua opera per 31 anni, oltre che aiutare in casa la sua numerosa famiglia (era la terza di otto fratelli e con loro abitava anche uno zio non vedente); era lei che intonava il rosario in attesa dei sacerdoti: li ricorda ancora tutti iniziando da don Bonomini. Per altri anni non è mai mancata alla Messa delle 8.30, mentre ora avendo pro-
blemi di deambulazione solo nelle festività si fa accompagnare alle celebrazioni. Per festeggiarla la comunità si è dato appuntamento alla Casa di riposo comunale dove è ospitata da alcuni anni anche la sorella Lucia di 87 anni. Qui ha tagliato la torta-traguardo dei 100 anni che è stata distribuita a tutti i familiari e amici anche come augurio di trascorrere come lei in salute e serenità gli anni che il Signore ancora le concederà .
Gli abbiamo chiesto il segreto della sua longevitĂ : “Ho sempre lavorato volentieri, ho creduto nella Provvidenza, nella preghiera costante, ogni giorno recito il rosario e sono ancora tesserata all’Azione cattolicaâ€?. Ci ha conďŹ dato un suo pensiero sulla Madonna: “Quando ho una preghiera mi rivolgo a Lei che poi la presenta a GesĂš, che ricordandosi del quarto comandamento, onora il padre e la madre, non può dire di noâ€?.
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è molto cresciuto negli anni, ma non è fruibile al pubblico se non in maniera indiretta, poichĂŠ è collocato in ufďŹ ci o ambienti comunali. In tempi di ristrettezze economiche si è voluto concentrare le risorse su un progetto che poi resti, quale è appunto riunire e mettere a disposizione per il pubblico queste opere nella Pinacoteca. Ăˆ un patrimonio da valorizzareâ€?. La valorizzazione passa anche dal reperimento di fondi, per il quale è stata organizzata
anche un’asta di una cinquantina di opere portata avanti in sinergia con i Lions, di recente costituzione a Orzinuovi. “Grazie anche a un gruppo che riunisce persone di esperienza e giovani neolaureati – prosegue l’Assessore – abbiamo catalogato e selezionato queste opere, delle quali ne sono state collocate circa 25, per un totale dei ricavi di 8000 euro. L’asta si valeva anche di un sito, sul quale sarĂ possibile continuare a fare offerteâ€?. L’inaugurazione si dovrebbe tenere
in agosto, in occasione della Fiera, o al piĂš tardi nel mese di dicembre: allo scopo verranno allestite alcune sale al secondo piano nella Rocca di San Giorgio (nella foto), mentre al piano ammezzato sarĂ realizzata un’interessante pinacoteca “virtualeâ€?. LĂŹ verranno ospitate le riproduzioni delle opere di pregio, come i dipinti dei pittori Cossali, Moretto e Bagnadore, presenti sul territorio comunale, che non verranno spostate dalle loro collocazioni originali. (f.u.)
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a crisi economica fa sĂŹ che un po’ ovunque nascano iniziative al fine di combattere o almeno cercare di ridurre i disagi di singoli e famiglie. Un esempio confortante e significativo giunge da Montichiari dove la parrocchia di Santa Maria Assunta, guidata dall’abate mons. Gaetano Fontana, ha deciso bene di predisporre un Fondo di solidarietĂ da destinare a quelle famiglie piĂš direttamente colpite dalle difficoltĂ economiche. “GiĂ da tempo pensavo a una soluzione per riuscire a dare un segnale in questo senso – ricorda mons. Fontana – del resto giĂ con la Caritas interparrocchiale stiamo facendo molto. C’era però bisogno di uno stimolo forte che mi auguro possa essere ben accolto ed è cosĂŹ che si è deciso di istituire questo Fondo che verrĂ incrementato di mese in mese in base ai contributi erogati da privati ed enti generosi. Durante il periodo delle festivitĂ natalizie, inoltre, presso il presepio allestito nel nostro Duomo molte persone hanno deciso di lasciare pacchi di pasta e altri generi alimentari che sono stati poi consegnati alle famiglie con problemi economiciâ€?. “Stiamo vivendo un tempo che ci spaventa e ci impedisce di pensare ad un futuro positivo – prosegue l’Abate monteclarense – ma è proprio per
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Dio. Pertanto rivolgo un accorato appello a tutti i monteclarensi ad aiutare, ognuno per ciò che vuole e può, le famiglie bisognose di cose e di “paneâ€?. A tal fine la parrocchia di Santa Maria Assunta ha istituito un conto corrente specifico sul quale erogare i fondi: IT 54 I 08676 54780 000000013227 (Bcc del Garda) intestato a Parrocchia di Santa Maria Assunta, causale: pro famiglie bisognose. Ăˆ possibile, inoltre, effettuare un bonifico bancario o recarsi presso gli sportelli della Bcc del Garda. Sempre a Montichiari, presso l’ex oratorio femminile ora Oasi dello spirito, è attiva dal 2005 la Caritas interparrocchiale guidata dal diacono Mario Piazza. Essa costituisce l’espressione delle quattro parrocchie del centro, di Vighizzolo, Novagli e Borgosotto e dei gruppi ed associazioni ecclesiali presenti sul territorio cittadino. Nata dalle ceneri della Caritas zonale, uno degli obiettivi che si propone è quello di cercare di essere in rete con le varie realtĂ , comprese le cooperative sociali, per facilitare una reciproca conoscenza e, quando occorre, trovare risposte comuni ai bisogni che emergono dalla comunitĂ . Dal 2009, sempre nei medesimi locali, è in funzione anche la Dispensa alimentare che consente, in collaborazione con il Comune, di sostenere famiglie e singoli in difficoltĂ .
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ƒÂ?‡”„‹‘ —‘˜‘ –”ƒ‰—ƒ”†‘ …‡Â?–‡Â?ƒ”‹‘ ƒŽŽƒ ƒ•ƒ †‹ ”‹’‘•‘ A Manerbio si respira aria di longevitĂ : alla Casa di riposo il 2013 ha portato un nuovo traguardo centenario. Dopo Palmira Cerati di 101 anni ed Ester Buccelli che quest’anno ne compie 105, il secolo se l’è guadagnato anche Faustina Brunetti (nella foto). Nata a Manerbio il 9 gennaio 1913, terza figlia dopo il promogenito Martino e la sorella Maria, che quest’anno spegne 103 candeline, Faustina ha lavorato tutta la vita, come molti altri manerbiesi, alla Marzotto.
Racconta con orgoglio del quarantennio trascorso al lanificio, precisando di aver interrotto l’attività solo per alcuni anni quando è nata la figlia, Ester, che ha cresciuto da sola. Faustina è ospite della casa di riposo da novembre, con il suo carattere indipendente ma tanto dolce e gentile ha già conquistato la simpatia di tutte le animatrici, che assieme ai famigliari le hanno organizzato una festa di compleanno a sorpresa, con torta di pasticceria a forma di 100, mu-
sica dal vivo e canzoni al Karaoke rigorosamente anni ’50-’60. Faustina si commuove, un po’ di timidezza all’inizio, ma dopo pochi minuti si scioglie e racconta, spigliata, in dialetto bresciano la sua lunga vita. “A me non piaceva studiare – dice –. I miei fratelli hanno la V elementare, io invece solo la IIIâ€?. Ma a lavorare nei campi con la madre ci andava giĂ all’etĂ di nove anni. Cresciuta alla cascina Campostrini, ha conosciuto presto la campagna, il lavoro a giornata e
poi la tintoria. “Non sta mai ferma – racconta l’infermiera Simona Albini – ha la passione dell’ucinetto, legge il giornale tutti i giorni ed è bravissima a giocare a briscola.’ I nipoti le sono incredibilmente affezionati, dalla figlia del fratello, Maria Rosa, che la chiama seconda mamma, alla piccola pronipote Matilde per la quale è la nonna bis. Ma il regalo piĂš bello per i suoi 100 anni, dice, è poter vedere la nuova arrivata in famiglia, la piccola Paola, di soli 10 mesi. (l.o.)
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onoscenza storica e preghiera aiutano la fede, poichĂŠ la prima permette di collocare nello spazio e nel tempo questo dono, mentre la preghiera restituisce alla fede la sua dimensione spirituale e atemporale. Nell’Anno della fede non potevano mancare iniziative dedicate a un tema cosĂŹ penetrante nella vicenda umana individuale e collettiva. “Anno della fede. I Testimoni della fede nella Chiesaâ€? è il titolo della serie di iniziative sollecitate dalla associazione “San Lorenzoâ€?, responsabile della promozione di eventi culturali che trovano ispirazione nella fede cristiana, e recepite dalla parrocchia di Manerbio. Sei incontri “domesticiâ€? che, come li definisce il parroco, mons. Tino Clementi, “rappresentano una cavalcata per scoprire come in 20 secoli la fede, come dono di Dio, si sia concretizzata nella storia ed in essa abbia trovato degli autentici testimoniâ€?. VenerdĂŹ 11 gennaio, don Massimo Favalli, curato di Manerbio, ritornerĂ alle origini della testimonianza di fede con l’intervento dal titolo: “I primi testimoni della fede nel martirioâ€?; seguirĂ , una settimana piĂš tardi la relazione del prof. Emilio Giazzi dedicata ai testimoni della fede della patristica. VenerdĂŹ 25 gennaio, il prof. Angelo Baronio interverrĂ su “I testimoni della fede nel Medioevoâ€?. SeguirĂ ,
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si soffermerĂ sui cattolici di Manerbio dai tempi dell’UnitĂ d’Italia ad oggi. Tutti gli incontri si svolgeranno all’ex convento delle Orsoline alle ore 20.30. A questi si aggiunge un appuntamento straordinario mercoledĂŹ 16 gennaio quando al Teatro Politeama alle 20.45, sarĂ presente mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, che relazionerĂ su “Forti nella fede per una nuova evangelizzazioneâ€?: il tema offrirĂ un approfondimento spirituale al contenuto storico degli altri incontri. A questi incontri si affianca “La scuola di preghieraâ€? proprio perchĂŠ la fede, per essere matura, ha bisogno di momenti di meditazione. Negli incontri, programmati fino a giugno, si affronteranno le diverse espressioni della preghiera: la preghiera mariana, la preghiera vissuta all’interno della Chiesa e la preghiera come esperienza d’amore. Anche in questo caso, ci sarĂ un supplemento con la presenza, il 6 marzo, del prof. Alessandro Meluzzi, che svilupperĂ il tema della fede come antidoto alla crisi educativa. Si tratta di iniziative importanti, che risultano una concretizzazione della richiesta evangelica “Signore, insegnaci a pregareâ€? e un mezzo per fare apprezzare la preghiera non solo come invocazione d’aiuto, ma anche come rendimento di grazie.
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“Nel complesso i numeri in nostro possesso documentano rispetto al 2011 un incremento superiore al 3% per quanto riguarda gli arrivi (da 738.189 a 765.715) e una crescita superiore al 2% relativamente alle presenze (da 3.256.962 a 3.324.928)â€?. I dati relativi alle singole localitĂ incoronano ancora una volta Sirmione quale ‘perla’ del turismo gardesano grazie all’aumento degli arrivi (+5%) che hanno portato al superamento della fatidica quota di 1 milione di
presenze. Sulla stessa linea Desenzano, Gardone Riviera, Limone, Salò e Toscolano. “Il nostro assessorato sta lavorando su piĂš fronti per venire incontro alle esigenze dei turisti. Abbiamo iniziato a riorganizzare, in chiave moderna, gli uffici di informazione che sempre piĂš devono diventare una ‘vetrina’ accogliente nella quale trovare risposte adeguate. Abbiamo dato notevole impulso all’utilizzo della bicicletta mettendo a disposizione materiale informativo, car-
taceo e multimediale, per andare alla scoperta di luoghi meravigliosi e di prodotti pregiati fruendo in tutta sicurezza della fitta rete di piste ciclabili che il Garda può vantare. Stiamo portando avanti sinergie con associazioni, enti e province per intraprendere azioni comuni che possano dare una piÚ vasta eco a tutto il territorio�. Il che significa vedere nel turismo una opportunità concreta di occupazione, di crescita e di rilancio dell’economia. (v.b.)
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ra conferme e novitĂ , tradizione e modernitĂ , apre la “Fiera regionale agricola, artigianale e commerciale di Lonato del Gardaâ€? che si tiene dal 18 al 20 gennaio per la 55ÂŞ volta. Ricca l’anteprima di giovedĂŹ 17 nella ricorrenza di Sant’Antonio abate con la celebrazione della Messa alle 10 nella chiesa dedicata, la consueta benedizione degli animali alle 14.30 sul sagrato e l’apertura ufficiale alle 21 con lo spettacolo di cabaret del “Gran GalĂ Showâ€? al Teatro Italia. “Le prime novità – precisa Valentino Leonardi, assessore al Commercio e presidente del comitato organizzatore – riguardano l’utilizzo del nuovo palazzetto sportivo dove gli standisti, gli espositori e i visitatori possono disporre di maggiore visibilitĂ e migliore accoglienza e la concessione gratuita di un terreno vicino alla scuola materna ad associazioni sportive e ricreative che possono avere spazi adeguati durante l’evento per far conoscere le proprie attivitĂ â€?. Tante le conferme che si aggiungono al ricco menĂš fieristico. Il “Palio delle frazioniâ€? che vede confrontarsi diverse squadre in giochi e costumi dei tempi lontani sotto la
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concluso il percorso verso la denominazione comunale d’origine e i raperonzoli. E in attesa della kermesse è iniziato il circuito enogastronomico “TĂśt porsèlâ€?, con un carnet di menu a base di carne nei ristoranti lonatesi, specializzati nella tradizione locale. Il divertimento è assicurato da vari spettacoli, anche itineranti, che danno spazio a danze folkloristiche, artisti di strada e karaoke. “Attraverso la riscoperta delle tradizioni e le proposte innovative vogliamo – continua Leonardi – che la Fiera sia sempre di piĂš un evento corale, di successo e di promozione delle associazioni e delle attivitĂ economiche operanti sul territorio, che rappresenti al meglio l’intera comunitĂ lonatese. Aspettiamo, come sempre, centinaia di persone nelle vie e piazze. E siamo attrezzati anche per la neveâ€?. Informazioni allo 0309131456.
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1XRYH SURIHVVLRQL FKH ODYRUDQR VXO GLVDJLR “Il disagio. E nuove professioni che non sentono la crisiâ€? è il titolo di una conferenza, a ingresso libero, che si svolge venerdĂŹ 11 alle 20.45 presso la Sala dei Provveditori del Municipio di Salò. Relatore dell’incontro Andrea Cirelli, psicologo e psicoterapeuta, che illustrerĂ le figure del “life coachâ€? e del “formatore emozionaleâ€?, professioni delle quali c’è molta richiesta in un mercato che cerca sempre di piĂš il benessere emotivo. Il ‘coach’ costruisce una relazione attraverso la quale permette all’utente di identificare gli obiettivi che vuole raggiungere e di mettere a punto la strategia per raggiungerli. Mette in grado l’individuo di aprire nuovi orizzonti, di darsi prospettive non immaginate, affidandosi alle proprie intuizioni e alle proprie risorse personali. Di fronte ad una problematica si focalizza sulle possibilitĂ , è orientato all’azione e si apre di piĂš verso l’esterno, favorendo sempre una maggiore responsabilizzazione ed autonomia. Il ‘formatore’, basandosi sul canale ‘emotivo’ della comunicazione, uno dei piĂš importanti strumenti che la natura ci fornisce per vivere la nostra vita, intuisce che l’uomo è governato dalle sue emozioni e che fonti e canali emotivi rappresentano una miniera di informazioni per la conoscenza dei dinamismi della mente. Dalla conoscenza si giunge alla interpretazione e da quest’ultima alla proposta di strategie d’intervento, che si esplicano in diversi ambiti quali: aziende, scuole, enti,
associazioni e strutture sanitarie. Cirelli è direttore del Mepai, istituto di metodologie psico-analogiche integrate e docente di formazione in innovative metodologie di comunicazione efficace, motivazione e problem solving. L’incontro si rivolge a quanti si trovano a vivere per diversi motivi, anche contingenti all’attuale stato di crisi, situazioni di disagio affinchÊ possano trovare uno stimolo a reagire e cogliere nuovi spunti di crescita e di affermazione personali.
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costo zero – il tratto di svincolo dismesso che un tempo costituiva il vecchio accesso alla statale 42 (“Del Tonale e della Mendolaâ€?). Lo spazio (circa 5.000 metri quadrati, situati all’ingresso di Onera) è rimasto inutilizzato per anni, costituendo solo una fonte di degrado per la zona fino al 2012, quando con il nuovo Piano di governo del territorio (Pgt) – vigente da marzo – si mette mano alla sistemazione complessiva dell’area, che diviene un ambito di trasformazione. Il
Comune e due privati (Federico Foppoli e Beppe Fasanini) sono i soggetti attuatori dell’operazione. L’ambito prevede che l’attuale strada comunale d’accesso alla zona industriale divenga area edificabile; il tratto è stato venduto dal Municipio ai due imprenditori per ampliare la loro attivitĂ , ricavando 306mila euro. La nuova via d’accesso ad Onera verrĂ costruita invece nel tratto dell’ex svincolo della statale 42 ad opera dei due privati. Ăˆ stata cosĂŹ attuata la
procedura del permesso di costruire convenzionato, che consente ai due soggetti di edificare nuovi immobili in convenzione col Comune ed al contempo li obbliga a realizzare una serie di opere di urbanizzazione a beneficio di tutta la comunità . I due imprenditori, nell’ampliare la loro proprietà , costruiranno a proprie spese la nuova strada d’accesso alla zona industriale, adeguando l’ex svincolo acquisito dal Comune, i marciapiedi, alcuni parcheggi, l’illuminazione pubblica.
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er farsi un’idea di come è andato il periodo fra Natale e l’Epifania per il movimento turistico legato alle piste di sci di Tonale-Presena-Ponte-TemÚ bastano alcuni flash: record di sciatori (non di passaggi, che sono stati ben di piÚ) domenica 30 gennaio con la cifra di 16.700; decine e decine di appartamenti e seconde case spesso chiuse in questo periodo, tornati ad animarsi; alberghi zeppi fino all’inverosimile fra il 28 e il 31 e con pochi buchi nelle altre giornate; negozi e supermercati presi d’assalto a S. Silvestro e rimasti senza scorte; intenso via vai di turisti pendolari costretti ad attendere ore per parcheggiare a Ponte di Legno o al Tonale; code di vari chilometri provocate dalle due principali strozzature rimaste lungo la Statale 42, a Cedegolo, ma soprattutto nel centro di Edolo. Insomma la crisi che minacciava di deludere le attese degli operatori locali, in Alta Valle non si è vista. Anzi, molti ritengono che proprio l’attuale congiuntura economica abbia indotto molti a scelte made in Italy, rinunciando a mete esotiche. CosÏ gli investimenti, l’organizzazione, la qualità del servizio offerto sono stati premiati da migliaia di ospiti. Il trend forse piÚ significativo e promettente riguarda famiglie e giovani: nel primo caso accorte promozioni di tariffe e pacchetti su misura hanno portato molti gruppi familiari in montagna; nel secondo caso pare che l’immagine di una montagna moderna e nuova nelle sue proposte abbia fatto breccia fra molti ragazzi. Le avvisaglie di quanto capitato si
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piste piÚ basse ci ha rimesso, ma ormai i giochi sul fronte del movimento turistico erano fatti. Il beneficio di un cosÏ alto numero di presenze non ha riguardato solo TemÚ, Ponte e il Passo Tonale. Tutta la zona da Edolo in su è rimasta coinvolta, in alcuni casi in maniera massiccia, come a Vezza d’Oglio. Albergatori, ristoratori, proprietari degli impianti e operatori sulle piste attraverso i loro rappresentati istituzionali hanno espresso soddisfazione unanime. Adesso è tempo di settimane bianche, ma anche di riflessioni su come rafforzare le infrastrutture e i servizi di supporto. Infatti, se l’assistenza sanitaria ha funzionato appoggiandosi sugli ospedali di Edolo e di Cles, viabilità e parcheggi restano nodi da sciogliere.
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9DORUL]]DUH OD ´9DOJULJQD ELVÂľ Si è tenuta, presso la sede della ComunitĂ montana di Valle Camonica una riunione dei partner interessati alla riedizione dell’Accordo di programma per la valorizzazione dell’Area vasta Valgrigna, ovvero il “Valgrigna bisâ€?. Il nuovo accordo, oltre ai componenti originari, dovrebbe vedere l’ingresso dei Comuni di Breno, Bagolino, Darfo Boario Terme, nonchĂŠ la partecipazione delle sezioni e sottosezioni del Cai (Club alpino italiano) di Valcamonica
e Valtrompia. In questi ultimi mesi, la bozza di protocollo, approntata dal sindaco di Prestine Franco Monchieri e dai rappresentati del Cai, è stata vista e corretta e a questo punto gli intenti sono condivisi. “Ora la fase che ci aspetta non è piĂš tecnica o di progettazione, ma politica – ha spiegato Dario Furlanetto, direttore del Parco dell’Adamello – in quanto si tratta di formalizzare la volontĂ delle parti, facendo approvare questo docu-
mento ai rispettivi organi con atti di deliberazione ufďŹ cialiâ€?. Se è vero che per iniziare con rinnovato spirito un nuovo progetto è necessario concludere adeguatamente quello precedente, è anche vero che qualsiasi nuovo percorso che ne continui uno appena concluso, necessita di un impegno ancora maggiore, afďŹ nchĂŠ obiettivi e ďŹ nalitĂ vengano non solo raggiunti, ma anche mantenuti al piĂš alto livello possibile. Per poter “partire col piede
giustoâ€? sarebbe necessario, per i presenti, sciogliere alcune problematiche che da tempo interessano l’Area vasta, tra cui la questione relativa alla gestione della Scuola faunistica di Rosello, tuttora vincolata alla Provincia, ma che potrebbe essere invece afďŹ data ad un soggetto esterno per farne una struttura aperta tutto l’anno, da adibire – come propone il sindaco di Esine, Fiorino Fenini – anche ad impieghi turistici.
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‘Â?–‹…‡ŽŽ‹ ”—•ƒ–‹ ‹–‘”Â?ƒ Žƒ ͔͜ ‡––‹Â?ƒÂ?ƒ ‡†—…ƒ–‹˜ƒ Con lo slogan “La fede dĂ calore alla nostra vitaâ€?, da lunedĂŹ 21 gennaio a domenica 3 febbraio l’oratorio San Giovanni Bosco di Monticelli Brusati vive la 4ÂŞ Settimana educativa. L’inizio è fissato per mercoledĂŹ 23 gennaio quando gli adolescenti della zona del Sebino si incontrano a Monticelli alle 20.45 per “Il volto della saggezzaâ€?. GiovedĂŹ 24, sempre alle 20.45, Elisa Veronesi (psicologa e psicoterapeuta) propone una serata di formazione
per la comunitĂ educativa su “La fede, ma a che serve? Le relazioni familiari nella dinamica dell’amoreâ€?. I ragazzi della Compagnia Pronta Consegna dell’oratorio di Saiano porta in scena, sabato sera alle 20.45, “La sacrestia di don Crispinoâ€? per ragazzi e famiglie. Domenica 27 gennaio don Silvio Mantelli, sacerdote salesiano, presiede la celebrazione eucaristica delle 11, mentre dopo il pranzo in oratorio, ci sarĂ alle 15 lo
spettacolo del Mago Sales “Una magia per la vitaâ€? per grandi e piccoli. I genitori e i ragazzi dell’associazione “Amici di San Patrignanoâ€? intervengono, lunedĂŹ 28 alle 20.30, su “Uscire dalla tossicodipendenza con l’aiuto della fede. Si può?â€?. MercoledĂŹ 30 tocca a Lucia Pelamatti (psicologa e psicoterapeuta responsabile del Consultorio familiare di Breno) parlare di “Amore... fede: linguaggi dell’infinitoâ€?. VenerdĂŹ1 febbraio
alle 20.45 la testimonianza, in collaborazione con il Centro volontari della sofferenza, di una coppia su “Il volto della sofferenza trasformato dalla fedeâ€? e domenica 3 febbraio, infine, la Messa delle 18 con don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, scrittore e giornalista di “Avvenireâ€?. Tutti gli incontri e gli spettacoli sono ospitati dalla Sala della comunitĂ dell’oratorio San Giovanni Bosco.
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a 35 anni al servizio degli anziani, ma non solo. L’Associazione anziani di Cologne è molto di piĂš: bilanci, iscritti, attivitĂ e nuovi progetti lo testimoniano. Fondato nel 1978, il sodalizio supera oggi i 380 associati (di cui 44 nuovi iscritti nel 2012 e giĂ 23 nel 2013) e prosegue le sue attivitĂ di buon passo grazie alla caparbia coordinazione del presidente Guglielmo Torri, al suo secondo mandato, ma anche alla generosa collaborazione dei volontari, linfa vitale del gruppo. “Ciò che piĂš ci caratterizza – ha evidenziato Torri – è sicuramente lo spirito collaborativo: i volontari si adoperano senza riserve, con impegno, sacrificio e grande passione, offrendo con amore e generositĂ sia il loro tempo, che la loro professionalitĂ â€?. Tanti i servizi attuati nel corso dell’anno appena concluso, sia nell’ambito della solidarietĂ sociale come l’accompagnamento di persone per cure fisiche, analisi e visite presso ospedali e centri di cura, ma anche nel campo del tempo libero, come le varie attivitĂ ludiche (bocce, carte, tombolate...), gite e partecipate feste sociali. Per il 2013 è giĂ stata stilata la scaletta delle nuove attivitĂ del gruppo che, in aprile, sarĂ pure chiamato al rinnovo del suo Direttivo. In agenda non mancano le consuete gite pomeridiane primaverili di marzo e autunnale di settembre, quella di una giornata in giugno, le attivitĂ ricreative estive di luglio e agosto, ma anche la tradizionale Festa dei nonni di ottobre in oratorio coi bambini, i tornei di bocce e briscola di novembre e la tanto
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—‰Ž‹‡Ž�‘ ‘””‹ attesa Festa sociale di fine anno, lieta e sempre emozionante occasione per premiare solennemente gli ottantenni del paese. Appuntamento molto sentito sarà anche quello del Convegno medico scientifico organizzato annualmente a maggio, mentre proseguirà su turnazione il soddisfacimento delle sempre numerose richieste di trasporto di anziani o impossibilitati a visite e controlli medici (circa 400
servizi l’anno, di cui 30-40% in supporto alla Casa di Riposo) e quello di nuova attivazione per la consegna a domicilio dei farmaci. Tra le altre attivitĂ sostenute con gioia, impegno, precisione e puntualitĂ rientrano anche la gestione del bar della sede in via Martinelli 11 e quella amministrativo-burocratica dell’associazione (di controllo entrate-uscite, mediante sistema informatico). “I risultati sono buoni, l’organizzazione è esemplare e la passione fa da collante – ha concluso soddisfatto Torri –, ma ciò che piĂš conta è rendersi conto di non sentirsi vecchi perchĂŠ il nostro vero bisogno e la nostra forza sta nel disporre di gente volenterosa e affabile, consapevole di offrire agli altri una delle cose piĂš importanti: una parte di sĂŠâ€?.
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,QVLHPH 3URWH]LRQH FLYLOH H 3ROL]LD PXQLFLSDOH L’unione fa la forza. Anche per questo motivo i Consigli comunali di Castegnato e Paderno Franciacorta sono arrivati a una delibera condivisa: i due Comuni dall’inizio del 2013 gestiscono in forma associata le attivitĂ in ambito comunale di pianiďŹ cazione di protezione civile e coordinamento dei primi soccorsi nonchĂŠ la polizia municipale e amministrativa. La decisione concordata dai due
sindaci, Giuseppe Orizio e Antonio Vivenzi (nella foto), deriva dall’obbligo che l’articolo 19 del dl 95 del 6 luglio 2012 impone ai comuni sotto i 5000 abitanti di gestire in forma associata dal gennaio 2013 almeno tre delle funzioni fondamentali. Dal 2014 l’obbligo è esteso a tutte le funzioni. L’obbligo riguarda quindi solo il Comune di Paderno che ha già associato con Rovato la gestione del
catasto ed ora assolve l’obbligo con Castegnato che si è reso disponibile condividendo le ďŹ nalitĂ che la legge si preďŹ gge: migliorare la qualitĂ dei servizi, contenere la spesa, avviare e rafforzare le modalitĂ di concertazione territoriale. Per la realizzazione di questi obiettivi, la convenzione approvata dai due consigli comunali ha individuato nella Conferenza dei sindaci l’organo di indirizzo e di
governo. “La convenzione – puntualizzano i due primi cittadini – ha durata triennale ed è aperta a successive adesioni di altri Comuni e a modiďŹ che ed integrazioni secondo le esigenze che concretamente potranno presentarsi nel tempo. La Conferenza dei sindaci verificherĂ periodicamente l’andamento della gestione associata, anche per avanzare proposte per il suo miglioramentoâ€?.
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e dell’Oglio, vuol dire promuovere la qualità della vita dei residenti, essere piÚ incisivi nel valorizzare le risorse presenti: economiche, con le aziende, il vino e l’agriturismo, artistico/culturali con i luoghi e le opere d’arte e il turismo per rendere tutta la Franciacorta piÚ attrattiva e competitiva. A questo mira l’accordo di collaborazione che 18 Comuni: Adro, Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo,
Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano e Rovato, hanno sottoscritto lo scorso giugno. Ora anche Palazzolo, dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale, sottoscriverĂ quell’accordo di programma che vedrĂ aderire la cittadina a cavallo dell’Oglio, da sempre considerata la “Porta della Franciacortaâ€? per chi proviene da ovest, al progetto di sviluppo sostenibile dell’area denominata “Terre di Franciacortaâ€?.
D’altra parte Palazzolo è capoluogo di un territorio che comprende quello di San Pancrazio, sempre considerato franciacortino. Tra le iniziative che verranno messe in campo c’è la presentazione alla Provincia di un documento contenente osservazioni per la revisione del “Piano territoriale di coordinamento provincialeâ€?, con il quale la Franciacorta si presenta per la prima volta come un’unica realtĂ con istanze condivise, come lo era sotto la Repubblica veneta.
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omenica 13 gennaio gli alpini palazzolesi, il gruppo piĂš consistente della Sezione di Brescia, si ritroveranno numerosi per la loro assemblea annuale; l’occasione servirĂ per un bilancio dell’anno e per illustrare gli appuntamenti del 2013. Il Coro alpino palazzolese accompagnerĂ con il canto il ricordo di chi â€œĂ¨ andato avantiâ€?: Natale Gualandris, classe 1941, Giovanni Battista Ambrosini, classe 1921, Giovanni Rondi (John), classe 1913, Carlo Raccagni, classe 1937, Giovanni Festa, classe 1939, gen. Elio Carrara, classe 1936, Nelson Cenci, il capogruppo Mario Simoni, assistito dal segretario Ferruccio Casali, dal tesoriere Mario Marella, dal responsabile del Gruppo di Protezione civile Arturo Facchi e dal presidente del Coro alpino palazzolese Paolo Mazzotti, esporrĂ le varie iniziative di cui sono stati artefici e protagonisti gli alpini palazzolesi sia sul territorio che altrove e quelle in programma per l’anno nuovo. Anche il 2012 è stato un anno molto impegnativo e lo dimostrano le numerose attivitĂ che hanno occupato la vita associativa collaborando a tutte le richieste fatte da altri enti o associazioni, compresa la nuova amministrazione comunale. L’11-12-13 maggio si è svolta a Bolzano la 85ÂŞ adunata nazionale; buona è stata la partecipazione palazzolese, assieme al gruppo di S. Pancrazio.
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pini in occasione delle varie esercitazioni e per le eventuali emergenze. Il 2012 ha visto le operazioni richieste dal terremoto della bassa Lombardia e dell’Emilia Romagna; subito allertato, il nucleo di Protezione civile degli alpini palazzolesi, ha operato un suo primo intervento a Moglia e un secondo a Finale Emilia, dove al capogruppo Mario Simoni è stata affidata la responsabilità del campo operativo. Per quanto riguarda il 2013, l’amministrazione comunale ha confermato alla Sezione di Brescia l’impegno di ospitare l’esercitazione della protezione civile del 2° Raggruppamento il 27, 28, 29 settembre 2013 e alla quale hanno aderito anche i comuni di Rudiano, Urago d’Oglio, Pontoglio, Cividate al Piano e Castelli Calepio. Il Gruppo Alpini di Palazzolo deve rinnovare per altri tre anni le sue cariche direttive. Continuerà il sostegno alla Missione in Tanzania dell’alpino padre Riccardo Caffi da parte del gruppo Amici di padre Riccardo che è impegnato al trasferimento e montaggio di alcune sale operatorie rigenerate, provenienti dal vecchio ospedale di Bergamo. I prossimi appuntamenti sono quelli della commemorazione della Battaglia di Nikolajewka con una S. Messa venerdÏ 25 gennaio alle ore 19 presso la chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta e della cena sociale sabato 2 febbraio, ore 19.30, presso l’Osteria Cantina Bellini di Cividino.
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delle scuole. Questo il pensiero che Davide Guarneri (nella foto), coordinatore dell’associazione “ComunitĂ e scuolaâ€? affronta in questa pagine, mettendo in risalto la necessitĂ di compiere qualche passo avanti, soprattutto alla luce di due acquisizioni normative e culturali importanti, avvenute alla fine degli anni ’90: in Italia parliamo di “sistema pubblico dell’istruzioneâ€?, formato dalla scuola statale, paritaria e degli enti locali (L. 62/2000). In questo
sistema pubblico, ogni scuola è caratterizzata da autonomia giuridica, organizzativa, didattica (L. 59/1997). Nuove domande, dunque, si pongono, anche per la scuola paritaria. Fra queste: quale il contributo che il sistema pubblico dell’istruzione offre alla crescita del Paese, nell’insieme? Quale lavoro per la crescita della qualità della proposta formativa? E in che misura l’autonomia delle scuole si caratterizza per l’elaborazione di piani dell’offerta formativa originali?
il ruolo pubblico che svolge, e se lo Stato, doverosamente, svolgesse anche la funzione di controllo, istituendo un autentico sistema di valutazione delle scuole e dell’insegnamento (aspetto carente, anche in riferimento alla scuola statale). Forse il problema non sta nel riconoscere qualche centinaio di milioni di euro in piÚ alla scuola paritaria. Sta nel fatto che l’Italia (gli italiani) sceglie continuamente di ridurre l’investimento globale nell’istruzione: siamo al 31esimo posto nei Paesi Ocse, preceduti da Paesi un tempo appartenenti al Terzo Mondo. Mentre l’Europa, i Paesi avanzati e quelli in crescita
sostengono la scuola tutta, l’Università e la ricerca, il nostro arroccamento ideologico lascia che le scuole, statali e paritarie, lentamente si impoveriscano, in quantità e qualità . Chissà se la campagna elettorale vorrà dire qualche parola in proposito.
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n dibattito sulla contrapposizione fra scuola statale e scuola non statale è, in una prospettiva moderna ed europea, un discorso superato e, soprattutto, non produttivo. Meglio affrontarlo mettendo sul terreno alcune questioni che interpellano la scuola paritaria, a partire dal contributo che il sistema pubblico dell’istruzione offre alla crescita del Paese, nell’insieme. Altra questione è quella relativa al lavoro necessario per la crescita della qualità della proposta formativa. E poi ancora: in che misura l’autonomia
delle scuole si caratterizza per l’elaborazione di piani dell’offerta formativa originali, innovativi, attenti non solo al contenuto dell’insegnamento, ma alla realizzazione di ambienti significativi per le relazioni fra i soggetti, che promuovano percorsi di apprendimento da parte degli studenti, maturando competenze per la vita? Quale la significatività dell’esperienza scolastica di fronte a sfide educative generate da una profonda crisi di sistema, epocale, che ha scardinato schemi di riferimento secolari? Di certo servono scuole che non temano la presenza dei genitori, la partecipazione del
privato sociale e dell’ente pubblico Sullo sfondo resta uno snodo, difficile da affrontare perchÊ appesantito da un retaggio ideologico e storico quasi esclusivamente italiano: quando una scuola risponda ai requisiti previsti dalle grandi leggi di indirizzo citate, quando si collochi nel pieno rispetto della Costituzione, delle norme generali e specifiche per l’istruzione, quando abbia insegnanti regolarmente abilitati da concorsi pubblici (da tempo assenti dalla scuola italiana) ha diritto al riconoscimento anche finanziario da parte dello Stato? Parrebbe proprio di sÏ, se fosse chiaro
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informatica di facile accesso per poter effettuare con modalitĂ on line le iscrizioni degli alunniâ€?. Le scuole dovranno sostenere chi non ha un computer a casa offrendo, spiega ancora la circolare, “un servizio di supportoâ€?. Possono “usufruire della procedura on line anche le famiglie che intendano iscrivere i ďŹ gli alle scuole paritarie che abbiano svolto tutti gli adempimenti successivamente descrittiâ€?. Ma per le scuole paritarie “la partecipazione
al progetto iscrizioni on line è facoltativaâ€?. Del resto una indagine di viale Trastevere ha evidenziato di recente che le scuole private non sono particolarmente all’avanguardia nella comunicazione via web con le famiglie. Solo una su due, per fare un esempio, ha un proprio sito internet. In tutti gli altri casi le famiglie, attraverso il portale ministeriale ‘Scuola in chiaro’, potranno accedere al modulo per iscrivere i ďŹ gli.
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anche se il Natale è passato e un nuovo anno è appena iniziato, è ancora tempo di auguri e uno speciale lo vorremmo fare anche alla scuola cattolica bresciana perchÊ possa affrontare questo 2013 con serenità , nonostante le incertezze che ancora restano a proposito dell’Imu e le tante preoccupazioni per i vari cambiamenti repentini a livello sociale e legislativo che spesso impongono delle fatiche. Auguriamo innanzitutto che la scuola paritaria cattolica sia di qualità , cioè impegnata sul fronte
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me persone che sanno apprezzare e vivere l’onestĂ , l’attenzione all’altro, il rispetto della giustizia e di tutti quei valori che sono necessari per costruire una societĂ che sia per il bene comune e non per l’interesse personale e basta. Ăˆ solo puntando sul terreno della qualitĂ formativa ed educativa che la scuola cattolica potrĂ avere ancora un suo futuro, una buona ragione per esserci e per entrare con competenza all’interno dell’unico sistema scolastico. Essere scuola di qualitĂ significa avere una comunitĂ educante preparata, attenta al servizio della persona, ca-
pace di ascoltare e di comunicare, di proporre e di testimoniare. Auguriamo che la scuola cattolica non sia chiusa nella sua piccola cerchia, ma sia aperta al territorio e sappia condividere anche con le altre realtà educative progetti e proposte, attenta a curare costantemente la formazione dei propri docenti sia dal punto di vista didattico che pedagogico e spirituale. Vorremmo anche augurare un cammino verso la piena parità . Questo è un impegno che invita tutti, innanzitutto alla convinzione che la scuola paritaria cattolica svolge un servizio pubblico e proprio
per questo deve essere la scuola di tutti e per tutti coloro che la desiderano e poi a unire tutte le forze che credono in questo grande servizio perchÊ insieme si possa giungere ad una parità piena. Ci auguriamo che la presenza della scuola cattolica sul territorio bresciano sia tale da essere condivisa e sostenuta dalla comunità cristiana e da quella civile. Nella storia delle nostre scuole cattoliche è racchiuso un patrimonio antico e sempre nuovo per il quale vale la pena di spendersi, di dedicare il meglio delle nostre forze, perchÊ questo patrimonio è per la crescita dell’uomo.
LICEO CLASSICO CESARE ARICI cultura classica
E POTENZIAMENTO NELLE LINGUE MODERNE Insegnamento di una seconda lingua straniera basato sul sistema comunicativo Maggiori possibilità di usufruire di progetti di studio all’estero Utilizzo di nuove tecnologie secondo il progetto:
GENERAZIONE WEB 2.0 Via Trieste, 17 - BRESCIA - tel. 030.42432 / cell. 380.4385309 E-mail: segreteria@istitutoarici.it
* www.istitutoarici.it
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”‡•…‹ƒ ƒ ’”‘’‘•–ƒ †‡Ž Ž‹…‡‘ …Žƒ••‹…‘ ”‹…‹ All’atto della scelta di una scuola superiore emerge spesso, sia nei genitori che nei ragazzi, la domanda sul senso degli studi classici oggi. Il liceo classico Arici (nella foto) ha recentemente offerto un confronto tra esponenti del mondo economico-finanziario e medico-scientifico, genitori e studenti. Nell’incontro sono stati posti in rilievo alcuni punti di forza che la preparazione umanistica garantisce: assoluta padronanza di ogni linguaggio specifico,
capacità di rigore nell’analisi delle diverse situazioni, stile e modalità di lavoro basati sulla capacità di concentrazione e su procedure organizzate in forma logica e coerente; ricchezza di umanità nel gestire le relazioni e nell’interagire con persone e fatti. L’offerta formativa dell’Arici presenta anche aspetti innovativi come lo studio di una seconda lingua straniera (spagnolo, tedesco o francese) affrontato con metodologie basate soprattutto
sul sistema comunicativo che garantiscono certificazioni spendibili all’università e l’opportunità di partecipare a progetti di studio all’estero, allargando gli orizzonti degli studenti a livello internazionale. C’è poi l’utilizzo ragionato di nuove tecnologie (tablet, lavagne multimediali) che aiutano a servirsi di ogni strumento in modo corretto per il potenziamento delle proprie capacità intellettuali e logiche, reso possibile dal progetto
Digitaleclassico finanziato dalla Regione Lombardia all’interno del circuito Generazione Web. Infine, sono attivati corsi di preparazione ai test universitari. Tutto ciò all’interno di una scuola paritaria il cui progetto educativo, ispirato al Vangelo, pone al centro l’attenzione alla persona e alla sua crescita completa. Per le iscrizioni all’a.s. 2013/2014 l’Arici adotta le procedure on line indicate dal Ministero e offrendo un servizio di consulenza e supporto tecnico.
segnante coordinatore e dall’autore/i se maggiorenne/i, contenente: l’indicazione precisa della classe/classi autori del video, e i nomi degli studenti; la denominazione esatta, completa di indirizzo, mail e telefono della scuola; il nome e cognome dell’insegnante/i coordinatore dei lavori, in caso di partecipazione collettiva; la liberatoria all’utilizzo del lavoro da parte del Corecom Lombardia; la liberatoria collegata all’eventuale utilizzo di musiche a corredo dei video. Ogni dvd dovrà contenere un unico filmato, salvo che non si tratti di video collegati, che rappresentano un unico prodotto. Un’apposita Commissione, costituita da non piÚ di sette esperti (film ma-
ker, autori tv, giornalisti, comunicatori, psicologi), esaminerà e valuterà i filmati, ed assegnerà sei premi consistenti in un buono per l’acquisto di materiale audiovisivo e/o libri di 700 euro. Per informazioni: elena.mase@ consiglio.regione.lombardia.it; oppure: tel. 02/6748.2812 - 02/6748.2508
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l Corecom Lombardia, al fine di indirizzare i giovani ad un corretto uso della Rete e dei nuovi media, affinchĂŠ il loro utilizzo sia una significativa opportunitĂ sociale e culturale piuttosto che veicolo per comportamenti scorretti e poco rispettosi della dignitĂ e dell’integritĂ della persona, ha indetto il concorso “Doma il bulloâ€? per premiare i migliori filmati che sviluppino il tema della lotta al bullismo e ad ogni comportamento di prevaricazione e offesa che si realizza utilizzando la Rete. La partecipazione al concorso è aperta a tutte le classi degli istituti scola-
stici secondari di primo e secondo grado della Lombardia che si saranno iscritte a partecipare entro il 15 gennaio. Possono essere presentati lavori di classe o interclasse. In questo caso, l’eventuale premio verrĂ assegnato alla scuola e non alla singola classe. Sono ammessi al concorso video originali, che propongano un tema in una delle seguenti aree: “La Rete per difendere chi è vittima di violenza fisica o psicologicaâ€?; “La Rete per aggiungere una corretta modalitĂ di socialitĂ , non per escludereâ€?; “La Rete per promuovere l’integrazioneâ€?; “La Rete per conoscere meglio chi ti
piace, non per esibirsi�. La durata del filmato non deve superare 1’ e 30’’. I filmati dovranno essere realizzati esclusivamente con il telefono cellulare, smart phone e affini. La realizzazione del video dovrà essere frutto di un lavoro collettivo realizzato in ambito scolastico, escludendo l’appalto del filmato a terzi estranei al percorso didattico. I filmati, prodotti in formato Mov, Avi o Wmv, dovranno pervenire entro e non oltre le ore 12.30 del 28 febbraio, su supporto dvd video all’indirizzo: Corecom Lombardia, via Fabio Filzi 22, 20124 Milano, corredati da una scheda, sottoscritta dall’in-
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‡Â?‹ …‘Â?‰”‡••—ƒŽ‹ †‹ˆ‡•ƒ †‹ …Š‹ Žƒ˜‘”ƒ Â?‡ŽŽƒ •…—‘Žƒ In vista dell’appuntamento congressuale che attende la Cisl Scuola, insieme ai propri iscritti, per l’anno 2013, ai diversi livelli, territoriale, regionale, nazionale, di categoria e confederale, uno dei temi che sarĂ , sicuramente, approfondito nelle varie sedi è il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Il contratto collettivo nazionale di lavoro ha subito, purtroppo, rinvii che vedono le retribuzioni di tutto il personale scolastico ferme al
2009, con la marcata denuncia dell’aumento dell’imposizione ďŹ scale. Prosegue, pertanto, l’azione pressante della Cisl e della Cisl Scuola per ridurre la pressione ďŹ scale sui dipendenti e pensionati, sui quali grava una elevata tassazione alla fonte. In attesa di affrontare la piattaforma di rinnovo del contratto, sono giĂ iniziati confronti ed approfondimenti su contenuti che non possono essere
trascurati: l’orario di lavoro, la formazione, la professionalitĂ , il merito, temi da affrontare con la dovuta attenzione e delicatezza, dal momento che il personale della scuola ricopre un ruolo fondamentale nella formazione delle persone. â€œĂˆ impensabile – sostengono alla Cisl Scuola – ridurre questioni tanto rilevanti al semplice gradimento da parte dell’utenza, come la storia recente del merito alla Brunetta ha tentato di fareâ€?.
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uello del rinnovo del contratto nazionale sarà uno de temi prioritari del prossimo appuntamento congressale che attende la Cisl Scuola. Un tema su cui il sindacato, grazie all’azione congiunta con Uil, Gilda e Snals, ha gità fatto sentire la sua voce arrivando a bloccare il tentativo di introdurre le cosiddette fasce di merito, che nulla avevano a che fare con la professionalità del mondo della scuola. In attesa di affrontare le piattaforme contrattuali con il prossimo governo, le sopracitate organizzazioni sindacali
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hanno concluso positivamente la vicenda del blocco degli scatti di anzianità . Grazie all’unitaria dichiarata mobilitazione, che ha teso a salvaguardare la retribuzione di tutti senza intaccare in modo significativo le risorse
per il salario accessorio, si è riusciti a chiudere la partita per il secondo anno, nonostante il veto europeo contro gli automatismi stipendiali. Per quanto riguarda i contratti delle scuole non statali, sono state elaborate dalle cinque organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti scaduti, le piattaforme per il rinnovo dei contratti Agidae, Fism e Aninsei per il triennio 2012-2015. L’obiettivo prioritario è quello di garantire tutele occupazionali e reddituali, con l’ottica di giungere in tempi brevi ad un unico contratto collettivo nazionale, che disciplini in maniera
omogenea l’intero settore, oggi regolamentato da tre diversi contratti nazionaliAlla contrattazione decentrata di II livello, va riconosciuto il compito di valorizzare il lavoro, le professionalità e di rendere effettivamente esigibili diritti e tutele, anche attraverso l’implementazione delle attività assegnate alle Commissioni paritetiche regionali. Va, inoltre, rafforzato il ruolo degli Organi collegiali e il valore dell’autonomia scolastica sotto il profilo dell’ampliamento dell’offerta formativa, dentro un quadro di norme contrattuali certe ed esigibili. Nell’impegno costante per avviare la
piattaforma del contratto anche della scuola statale, si dimostra la necessità di affiancare alla protesta la proposta, alla contestazione il dialogo, forze contrattuali ed alternative alla sola protesta fine a se stessa. La Cisl Scuola, in accordo con le altre organizzazioni sindacali, ritiene doveroso contrastare forme precarie di rapporti di lavoro, rivendicando la centralità del rapporto di lavoro dipendente e a tempo indeterminato, garanzia per un ottimale funzionamento organizzativo e didattico dell’attività scolastica, educativa e formativa.
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Una voce dal cielo
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In quel tempo, poichĂŠ il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è piĂš forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerĂ in Spirito Santo e fuocoâ€?. Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e GesĂš, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprĂŹ e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimentoâ€?.
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ttesa. Noi, come il popolo, sperimentiamo l’attesa quando vogliamo avere una certezza: il popolo vuole sapere se Giovanni è il Messia; non gli importa ancora di conoscere i contenuti della sua missione. Giovanni non risponde a questa attesa del popolo ma dà indicazioni su chi sarà e cosa farà il Messia. La sua riposta è piÚ ampia e piÚ alta: non riguarda la persona ma il motivo per il quale è mandata. L’attesa di GesÚ è diversa in modo radicale: non aspetta ma sta in preghiera. La sua attesa è di un tipo che noi difficilmente proviamo: la preghiera rivela la differenza perchÊ solo pregando GesÚ può sentire quella voce che lo indica come l’amato. E, si badi, qui la voce non dà testimonianza per il popolo, ma per GesÚ; è il modo attraverso il quale si esteriorizza la risposta alla preghiera di GesÚ. In qualche modo l’evangelista ha spostato l’obiettivo della sua macchina da presa dall’esterno all’interno, ha fatto un’inquadratura in soggettiva. Ma per indicare, credo, come
quella voce fosse la vera risposta alla sua attesa piena di preghiera. La voce dal cielo risponde alla richiesta di GesÚ, non a quella del popolo: il popolo aspetta di sapere chi è il Messia, di designare il personaggio. Le parole di Giovanni sono già dimenticate, sono troppo difficili, non sono la risposta che si aspettano. La voce dal cielo, allo stesso modo, è troppo alta per essere compresa e troppo labile per chi aspetta e non prega, il desiderio del popolo non è risonanza di un’attesa ma richiesta di curiosità . La parola che si aspetta il popolo è una parola rassicurante su chi deve venire; un’azione rassicurante che riguarda un battesimo di acqua, un rito che può rimanere esteriore. Per questo Giovanni dice che l’altro è piÚ forte di lui e che il suo battesimo sarà di Spirito Santo e fuoco: sarà un battesimo che brucia nell’interiorità , che assorbe lo spirito umano in quello di Dio. Non rimane esterno. CosÏ il battesimo di GesÚ amministrato da Giovanni, proprio per quell’attesa piena di preghiera, si trasforma nel batte-
simo nuovo: non a caso lo Spirito si manifesta in maniera corporea, come una colomba. Ăˆ il completamento del battesimo di acqua e il primo battesimo nello Spirito; è interiore ed è la voce che lo conferma. Non è piĂš attesa ma manifestazione; non è piĂš simbolo ma realtĂ . E ogni volta che si compie questo nuovo battesimo, chi crede sa che anche per lui valgono le parole della voce dal cielo: figlio come il Figlio, amato perchĂŠ redento. Il nuovo battesimo è l’inizio della vera salvezza e del cambiamento interiore che si realizza quando la voce dal cielo diventa voce interiore che scuote e richiama alla dignitĂ perduta; non è piĂš solo battesimo per la conversione ma inizio della salvezza che è messa in atto da GesĂš. Ma è anche consapevolezza che si acquista rendendo interiore il dono ricevuto e lasciando che la voce continui a parlare, a ricordare chi siamo: amati, prima di tutto. E come tali possiamo entrare in un mistero piĂš grande di noi che ci fa alzare gli occhi, che ci svela il senso della salvezza.
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/¡DSHUWXUD D VRUSUHVD In questi giorni ci sono tante notizie sui cristiani uccisi in vari Paesi del mondo. Sono notizie che fanno rabbrividire e che rischiano di riempirci d’odio non necessario e non cristiano. Mi ritorna alla mente con insistenza un episodio accaduto poche settimane fa. Con i postulanti (i giovani che fanno discernimento vocazionale vivendo in convento) siamo stati in un oratorio fuori cittĂ ad incontrare alcuni ragazzi che stanno lavorando su San Francesco. Alla testimonianza di alcuni postulanti seguiva un momento di Adorazione eucaristica nella chiesa parrocchiale. Mentre dall’oratorio ci spostiamo verso la chiesa, lungo la strada, si avvicina un ragazzo di colore con un borsone. Nella mia malizia ho pensato: “Questo
vorrĂ vendermi qualcosa e di sicuro mi chiederĂ dei soldiâ€?. Il giovanotto si avvicina, guarda l’abito religioso e poi mi dice: “Prega per me!â€? e se ne va. Lo richiamo. Gli chiedo il nome per sapere almeno per chi pregare e mi risponde: “Mi chiamo Mohammed‌ Io credo nella tua preghieraâ€? e di nuovo si allontana. Allungo il passo, lo fermo e usando il suo stesso tono deciso gli dico: “Io mi chiamo Giancarlo, anch’io credo nella tua preghiera, prega per me!â€?. Segue una stretta di mano solida e Mohammed va per la sua strada e io per la mia. Questo incontro casuale mi ha colpito molto e pensavo all’incontro di Francesco con il sultano Melek Al Kamil: due uomini di fede, decisi, fermi ma capaci di ascoltarsi e rispettarsi. Ho pen-
sato anche alle parole di Cristian de ChergĂŠ, il priore dei monaci trappisti del monastero di Tiberine, uccisi in Algeria nel 1996: “Siamo persone che pregano che vivono in mezzo a gente che pregaâ€?. Dovremmo ricordarci anche il vescovo di Orano, mons. Pierre Claverie, venne ucciso insieme ad un suo amico di nome Mohammed musulmano, e il sangue dei due era sparso sulla parete e nessuno poteva riconoscere quale era quello dell’uno e quale dell’altro. Due uomini di religione diversa uccisi, il loro sangue diviene il segno della loro amicizia. Come disse San Massimiliano Kolbe: “Solo l’amore creaâ€?. Il nostro compito è pregare perchĂŠ pregare è amare e amare significa accogliere e generare amicizia.
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Ăˆ, come sempre, un bilancio in chiaroscuro, quello che il Papa traccia al Corpo diplomatico, ricordando le sďŹ de e i problemi delle relazioni internazionali all’inizio del nuovo anno. Ma è sempre un messaggio ďŹ ducioso come a proposito di quello che resta uno dei nodi cruciali del sistema degli equilibri mondiali: “Gerusalemme, diventa ciò che il Tuo nome signiďŹ ca! CittĂ della pace e non della divisione; profezia del Regno di Dio e non messaggio
“Non siete nĂŠ abbandonati, nĂŠ inutili: voi siete chiamati da Cristo, voi siete la sua trasparente immagineâ€?. A ripeterlo ai malati, usando le parole dei Padri del Concilio, è il Papa, nel Messaggio per la Giornata a loro dedicata, che si celebra l’11 febbraio, sul tema: “Va’ e anche tu fa’ lo stessoâ€? (Lc 10,37). “Mi sento particolarmente vicino a ciascuno di voi – esordisce Benedetto XVI – che, nei luoghi di assistenza e di cura o anche a casa, vivete un difďŹ cile momento di prova a causa
d’instabilitĂ e di contrapposizione!â€?. Gerusalemme simboleggia qui tutti i problemi dell’area medio-orientale, ma anche dell’Africa, che Benedetto XVI passa puntualmente in rassegna: “In un mondo dai conďŹ ni sempre piĂš aperti, costruire la pace mediante il dialogo non è una scelta, ma una necessitĂ â€?. Nello stesso tempo il riferimento è al Nordafrica e alle tendenze islamizzanti. La libertĂ religiosa – lo ribadisce costantemente il Papa – è la base delle libertĂ e della pace.
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dell’infermitĂ e della sofferenzaâ€?. Si sofferma sulla ďŹ gura del Buon Samaritano, che “indica qual è l’atteggiamento che deve avereâ€? ogni discepolo di Cristo “verso gli altri, particolarmente se bisognosi di curaâ€?. “Attingere dall’amore inďŹ nito di Dio attraverso un’intensa relazione con Lui nella preghiera, la forza di vivere quotidianamente un’attenzione concreta nei confronti di chi è ferito nel corpo e nello spirito, di chi chiede aiuto, anche se sconosciuto o privo di risorseâ€?.
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l bresciano mons. Vincenzo Zani è stato ordinato vescovo domenica 6 gennaio a Roma nella basilica di San Pietro davanti ai bresciani accorsi a festeggiare il sacerdote e l’uomo Vincenzo Zani. Originario di Pralboino, è il nuovo segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. Nell’omelia dell’ordinazione Benedetto XVI ha sottolineato che “il vescovo deve soprattutto essere un uomo il cui interesse è rivolto verso Dio, perchĂŠ solo allora si interessa veramente anche degli uomini. Un vescovo dev’essere un uomo a cui gli uomini stanno a cuore, che è toccato dalle vicende degli uomini. Dev’essere un uomo per gli altri. Ma può esserlo veramente soltanto se è un uomo conquistato da Dio. Se per lui l’inquietudine verso Dio è diventata un’inquietudine per la sua creatura, l’uomo. Come i Magi d’Oriente, anche un vescovo non dev’essere uno che esercita solamente il suo mestiere e non vuole altro. No, egli dev’essere preso dall’inquietudine di Dio per gli uomini. Deve, per cosĂŹ dire, pensare e sentire insieme con Dioâ€?. Domenica 20 gennaio, in Cattedrale a Brescia alle ore 16, il vescovo Vincenzo presiederĂ una solenne concelebrazione di ringraziamento. “Nella solennitĂ dell’Epifania, il Santo Padre ha ordinato vescovo S.E. mons. Vincenzo Zani. La Chiesa bresciana
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per partecipare al solenne rito di ordinazione e per manifestare al neo Vescovo tutto l’affetto dei bresciani. Domenica 20 gennaio, nella nostra chiesa cattedrale, alle ore 16, il vescovo Vincenzo presiederà una solenne concelebrazione, alla quale sono invitati i ministri ordinati, i religiosi, le religiose e i laici. Insieme ringrazieremo il Signore. Dopo la concelebrazione, per chi lo desidera, sarà possibile salutare mons. Vincenzo Zani presso il Centro pastorale Paolo VI�. Mons. Zani è nato a Pralboino il 24 marzo 1950. Dal 1981 al 1995 ha prestato servizio presso
la Curia diocesana. Dal 1995 al 2002 è stato chiamato a dirigere l’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei. Dal 2002 era sottosegretario della Congregazione per l’educazione cattolica.
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/¡,WDOLD VRQR DQFKH ORUR Nel Messaggio della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato di quest’anno, Benedetto XVI ricorda “la sofferenzaâ€?, “la povertĂ â€?, “la disperazioneâ€? che mette in cammino molte persone oggi. Da Bari e dalla terra di Puglia, non poco segnata da fenomeni di caporalato che hanno generato nella Capitanata, da Foggia a Nardò ďŹ no a Otranto esperienze di tutela dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie, la Chiesa italiana condivide an-
zitutto il dramma di chi, migrante, è sfruttato e abbandonato. Nel Dossier 2012, curato dalla Caritas e dalla Migrantes, si segnala come le migrazioni nascono in un mondo di 1 miliardo e 200 milioni di persone che vivono nella povertĂ . Sono persone e famiglie, uomini e donne, giovani e adulti che provengono dai tanti focolai di guerra, da 1,2 miliardi di persone che vivono in regimi dispotici (34) o in Stati fragili (43) alle prese con degrado, povertĂ
ed emergenze ambientali o umanitarie. Nel 2011 l’Italia ha vissuto l’incontro con 62mila di queste persone che sono arrivate sulle nostre coste. Un incontro che si è trasformato per oltre 25mila persone in accoglienza, all’interno di molte strutture dei Comuni e delle parrocchie, anche se purtroppo in una emergenza non programmata e accompagnata, con il rischio di scadere in una nuova forma di assistenzialismo.
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rimase illesa, unica, la bella statua dell’Immacolata. Per la ricostruzione del santuario fu scelto un fortilizio austriaco del 1838 sulla collina che domina Verona, un luogo di tristissima memoria per essere stato durante la Seconda guerra mondiale carcere e prigione politica. La fortezza di guerra e di morte nel 1958 fu trasformata in luogo di pace, di preghiera e di riconciliazione. Trasferimento in città per il pranzo in ristorante. Visita guidata alla basilica di San
Zeno, splendido esemplare di stile romanico veronese che prende la forma attuale nel 1398. La quota di partecipazione è di 60 euro. I pellegrinaggi diocesani 2013 attraversano la Grecia di Paolo (8/15 luglio), sulle vie di Santi spagnoli (dall’1 all’8 aprile) con Santa Teresa d’Avila, San Giovanni della Croce e Sant’Ignazio di Loyola e a Parigi (dal 9 al 14 settembre) con la Medaglia Miracolosa - Lisieux - Digione. Anche per il 2013 c’è la proposta
di un pellegrinaggio per i preti, nelle Marche (25-27 febbraio) con Loreto, Fonte Avellana e Tolentino: tre giornate di spiritualità itineranti all’inizio della Quaresima. Rimane sempre la proposta per tutti di un pellegrinaggio di un giorno: dopo l’appuntamento di Verona del 9 febbraio, il 30 novembre ci sarà la possibilità di andare a Monte Berico per vivere insieme la celebrazione penitenziale e l’Eucaristia. Per informazioni e iscrizioni, contattare Brevivet allo 0302895311.
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niti‌ per sempre!?â€? Con questo titolo, volutamente provocatorio, il Movimento Pro Sanctitate propone una riflessione sulla spiritualitĂ familiare che tenga conto di desideri e delusioni, speranze e fallimenti, che attraversano le famiglie di questo nostro tempo. “Per sempreâ€?: è una sfida, non solo di oggi, sulla quale si interrogano i giovani che si apprestano a scegliere il matrimonio; ma anche gli adulti, di ogni etĂ , si chiedono se sia veramente tramontato il tempo in cui era possibile, o per lo meno piĂš facile, mantenere quell’impegno pronunciato davanti all’altare. Il primo incontro, martedĂŹ 15 gennaio, sarĂ tenuto dal prof. Simeone e da Marco e Diane Lombardi (coniugi dell’Istituto Pro Familia): con la loro competenza e attraverso la loro esperienza aiuteranno ad approfondire come una famiglia può, oggi, custodire e alimentare il dono ricevuto. Ci interroghiamo come comunitĂ cristiana anche perchĂŠ non sono questioni che riguardano solo la coppia, ma c’è bisogno di una “reteâ€? di solidarietĂ , di una comunitĂ che, con discrezione e delicatezza, sia luogo di amicizia vera, di sostegno fraterno, di confronto. Il
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secondo incontro, venerdÏ 18 gennaio, tenuto da mons. Marco Alba e da don Paolo Salvadori, affronterà una questione molto delicata, ma sulla quale spesso ci sono idee confuse nelle comunità cristiane: la situazione dei separati, divorziati, risposati, conviventi all’interno della Chiesa. Come ben sappiamo, questi casi sono in aumento ed è sempre piÚ frequente che ci siano tra i nostri parenti o conoscenti dei
casi di separazione, ma ci troviamo in difficoltĂ quando veniamo interpellati come credenti: qual è il pensiero della Chiesa? Come valuta queste situazioni di sofferenza e fragilitĂ ? E i sacramenti si possono ricevere? PerchĂŠ sĂŹ e perchĂŠ no? Potremmo continuare ancora con le mille domande che forse ci siamo giĂ sentiti rivolgere e alle quali, forse, non abbiamo saputo rispondere con serenitĂ e sicurezza. L’auspicio è che questi incontri possano essere un’occasione per riflettere insieme su queste problematiche che ci coinvolgono, in maniera piĂš o meno diretta, e soprattutto ci interpellano come comunitĂ di credenti, chiamati a dare speranza, a farci carico delle fatiche dei fratelli, ad essere il volto della Chiesa, coma ha ricordato il Papa a Milano in risposta a una famiglia brasiliana: “Quanto a queste persone, dobbiamo dire che la Chiesa le ama, ma esse devono vedere e sentire questo amore. Mi sembra un grande compito di una parrocchia, di una comunitĂ cattolica, di fare realmente il possibile perchĂŠ esse sentano di essere amate, accettate, che non sono ‘fuori’ anche se non possono ricevere l’assoluzione e l’Eucaristia: devono vedere che anche cosĂŹ vivono pienamente nella Chiesaâ€?.
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Sabato 26 gennaio, a partire dalle 9 al Centro pastorale Paolo VI, è in programma la Giornata formativa per gli animatori della pastorale familiare. Il tema è “Famiglia: chiesa domesticaâ€?. La riessione sarĂ accompagnata dalla testimonianza di tre esperienze diocesane (Borgosatollo, Sante Capitanio e Gerosa, Zanano) nella convinzione che la vita familiare è il primo luogo in cui il Vangelo si incontra con la vita.
Proseguono gli incontri di formazione per i sacerdoti sul vangelo di Luca con il vescovo Monari. Un’opportunità per approfondire la propria preparazione. GiovedÏ 17 gennaio il vescovo Monari incontra i sacerdoti presso il Centro pastorale Paolo VI, dalle ore 9.30 alle ore 12.30. Mentre lunedÏ 21 gennaio Monari incontra i sacerdoti presso l’auditorium S. Maria di Gavardo, dalle ore 9.30 alle ore 12.30.
A seguito della pubblicazione del libro su don Pierluigi Murgioni. “Dalla mia cella posso vedere il mareâ€? è stato costituito un “Fondo Murgioniâ€? presso l’UfďŹ cio missionario diocesano di via Tosio 1/e a Brescia. Si chiede a chi fosse in possesso di lettere di don Pierluigi o di altro materiale riferibile alla sua vicenda (articoli, fotograďŹ e‌) di farne avere copia all’UfďŹ cio missionario di modo da depositarlo nel “Fondo Murgioniâ€? e metterlo cosĂŹ a disposizione di tutti
MercoledÏ 16 gennaio alle ore 18 nel santuario del beato Giuseppe Tovini (via San Martino della Battaglia, 4 a Brescia) mons. Renato Tononi, parroco di S. Alessandro e S. Lorenzo e vicario episcopale per i laici e la pastorale della diocesi di Brescia, presiede la celebrazione eucaristica in memoria dell’apostolo dell’educazione cristiana. Nei suoi 55 anni di vita (nacque a Cividate Camuno nel 1841 e morÏ a Brescia nel 1897) fu un apostolo nei campi piÚ diversi del sociale.
gli interessati. Per la consegna del materiale all’UfďŹ cio Missionario si può fare riferimento a Maurizio Tregambe. Il libro, pubbblicato dall’Editrice Ave, è stato scritto da Anselmo Palini: è una ricca biograďŹ a del prete, missionario ďŹ dei donum in Uruguay, vittima di un regime dittatoriale, incarcerato per cinque anni e torturato con la sola accusa di aver annunciato il Vangelo ed essersi speso per la gente di quel Paese sudamericano.
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’Icfr nelle parole di Monari è una “scelta esemplareâ€?, “perchĂŠ ha impostato il cammino di iniziazione dei ragazzi facendo perno sull’impegno responsabile dei genitoriâ€?, da cui passa in modo decisivo la trasmissione della fede alle nuove generazioni (Lettera pastorale “Tutti siano una cosa solaâ€?, n. 32). “Si tratta quindi anzitutto di una scelta di evangelizzazione degli adulti, in un contesto culturale in cui la fede cristiana non può essere presupposta e appare sempre piĂš marginale rispetto alla vita. All’interno di questa prospettiva di fondo, è da comprendere anche un’altra scelta fondamentale: il passaggio, cioè, da una catechesi di preparazione ai sacramenti per i ragazzi a un itinerario di tipo catecumenaleâ€?. Deve essere chiaro che tale scelta non è un “capriccioâ€? della Chiesa bresciana, ma risponde alle determinazioni del Rica e del Direttorio generale per la catechesi (quindi della Chiesa universale), oltre che alle sollecitazioni dei vescovi italiani. “Quando, perciò, mons. Sanguineti ha promulgato I’Icfr lo ha fatto in piena sintonia col resto della Chiesa italiana, cercando di rispondere a esigenze che piĂš volte sono state richiamate nelle assemblee dei vescoviâ€?. Di fatto, esperimenti di-
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l’Ufficio catechistico nazionale sta raccogliendo la documentazione per una riflessione completa e piĂš ampia sul tema. “La differenza tra il cammino catechistico tradizionale e un cammino catecumenale è profonda. Il cammino catechistico intende trasmettere al meglio i contenuti della fede cristiana secondo l’etĂ e la capacitĂ di comprensione delle persone; al termine di un cammino di catechesi, se il cammino è stato fatto bene, si raggiunge il livello di conoscenza previsto (‘che cosa sai della fede cristiana?’). Un cammino catecu-
menale consiste in un insieme di incontri, celebrazioni ed esperienze di servizio e di carità allo scopo di introdurre a un’esperienza globale della vita cristiana, in modo da fare comprendere non solo intellettualmente ma in modo vitale che cosa significhi essere cristiano e, in concreto, appartenere a una comunità cristiana. Proprio per questo un cammino catecumenale è scandito in tappe, ciascuna delle quali ha un obiettivo particolare: non solo di conoscenza, ma di vita. Al termine del cammino si ha una decisione di fede�.
/D IHVWD GHOO¡LPSHJQR YRFD]LRQDOH Il 13 gennaio 2013 l’Istituto Pro Familia di Brescia vive il suo giorno piÚ importante: la Festa dell’impegno vocazionale. In questo giorno infatti, durante la celebrazione eucaristica, le Missionarie della Famiglia, le coppie di sposi Apostoli della Famiglia insieme alle persone vedove rinnovano davanti al Signore e al Vescovo la loro promessa d’amore e di servizio alla famiglia, all’interno dell’Istituto e della Chie-
sa secondo il carisma del fondatore, il Servo di Dio don Giovanni Battista Zuaboni. Domenica 13 gennaio 2013, alle ore 15.15 presso la chiesa di San Gaudenzio in via Lama 11 a Brescia, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo mons. Luciano Monari; seguirà presso la sede dell’Istituto un momento di fraternità e convivialità . Le principali attività programmate per il 2013 dall’Istituto Pro Familia sono:
le Scuole di vita familiare, organizzate in collaborazione con le parrocchie, per aiutare gli adolescenti a dare un senso alla vita per educare la capacità di amare e per orientare ad un progetto di coppia e di famiglia chi è chiamato al matrimonio; per stimolare la creatività e sviluppare attitudini personali, mediante attività di vita pratica; la formazione per educatori degli adolescenti; gli itinerari di fede e di formazione alla
vita di coppia e di famiglia, specifici per coppie di fidanzati; gli incontri per giovani sposi; gli incontri per famiglie; i ritiri spirituali; gli incontri di formazione permanente per membri, collaboratori e amici; gli incontri per persone in stato vedovile. Tutti sono invitati a partecipare alla Santa Messa, mentre per le attività dell’Istituto quanti fossero interessati possono chiedere informazioni allo 03046358 – 030292286.
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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ VenerdĂŹ 11 gennaio Ore 21 – Brescia – Incontro di preghiera per i giovani presso la Basilica delle Grazie. Sabato 12 gennaio Ore 15 – Brescia – Premiazione concorso presepi Mcl presso l’auditorium Capretti degli Artigianelli.
Domenica 13 gennaio Ore 10 – Brescia – Incontro con i gruppi vocazionali presso l’Istituto Artigianelli. Ore 15.30 – Mompiano – S. Messa per il Pro Familia presso la chiesa di S. Gaudenzio. MartedÏ 15 gennaio Ore 16 – Brescia – Incontro e S. Messa presso il Seminario.
MercoledÏ 16 gennaio Ore 9.30 Consiglio presbiterale. Ore 20.30 – Iseo – Incontro zonale per gli operatori pastorali presso l’oratorio. GiovedÏ 17 gennaio Ore 9.30 – Brescia – Incontro con i sacerdotoi sul Vangelo di Luca presso il Centro pastorale Paolo VI. Ore 14.30 – Brescia – Visita al reparto infettivi degli Spedali civili.
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ggi, con la vostra presenza, fratelli e sorelle provenienti da varie parti del mondo, anche noi contempliamo il volto della Chiesa cattolica, universaleâ€?. Con queste parole mons. Cesare Polvara ha accolto i fedeli, di ogni lingua e provenienza, che hanno partecipato alla Messa delle genti in Cattedrale. La Chiesa bresciana ha offerto uno spaccato significativo della varietĂ di culture unite dalla fede nell’unico Dio. Vengono dal Ghana, dalla Nigeria, dal Senegal, dall’Ucraina, dalle Filippine, dallo Sri Lanka, dall’Etiopia, dall’Albania, dall’America Latina, dalla Polonia, dalla Romania, da tutto il mondo, insomma: sono qui per condividere la costruzione del nostro Paese e la crescita della loro fede nella Chiesa. “Le nostre culture – ha spiegato il provicario della diocesi – sono altrettanti doni, da conoscere, accogliere, condividere. Anche da questa eucaristia ritorniamo alla vita quotidiana per manifestare l’amore universale di Dioâ€?. Alle parole di mons. Polvara hanno fatto eco quelle di padre Mario Toffari, direttore dell’Ufficio per i migranti: “Siamo qui a far vedere in concreto che è proprio vero quanto Paolo scrive nella lettera agli Efesini: ‘Le genti sono chiamate, in Cristo GesĂš, a condividere la stessa
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migrati insieme al Centro migranti e alla cooperativa Scalabrini-Bonomelli ritorna la questione della cittadinanza. “Questi emigrati stanno vivendo da spettatori – continua padre Mario – quanto succede in questi giorni nel nostro Paese: noi, gli italiani, e solo noi, con il nostro voto decideremo anche il loro futuro, mentre loro si limitano a sperare e pregare, perchĂŠ il nostro Stato riconosca la loro dignitĂ che proviene al fatto che lavorano fra di noi, per noi, per le nostre famiglie e soprattutto per i nostri anziani. Non sono un politico, nĂŠ ho soluzioni a buon mercato. Sono un uomo di Chiesa, convinto che tutte queste genti sono mie sorelle e miei fratelli, per cui mi sia lecito auspicare per il futuro un giorno in cui anche loro possano con noi essere arbitri del loro e del nostro destino e per l’immediato presente che nessuno ne sfrutti la debolezza per collocarli dopo noi, senza alcuna parte nella condi-
visione dei doni di Dioâ€?. Alla Chiesa spetta il compito di saper accogliere le genti, i Magi, gli stranieri, per superare l’egoismo. “La Chiesa, voce che proclama l’amore del prossimo come manifestazione dell’amore di Dio, scongiuri per quanto può, che la nostra civiltĂ di oggi – conclude padre Toffari – passi alla storia come civiltĂ in grado di difendere i nostri egoismi: la storia cammina verso l’unitĂ dei popoli, di tutti gli uomini redenti da GesĂšâ€?.
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alle 17 l’incontro ‘unitario’ per i gruppi che frequentano i percorsi Sichar ed Emmaus e per tutti i gruppi giovanili vocazionali e missionari di Brescia. La sede sarĂ l’Istituto Artigianelli in via Piamarta, a Brescia, e il tema: “Per il cieco di Gericoâ€? (Lc 18,3543). Il programma prevede nel suo svolgimento al mattino la meditazione del Vescovo, che presiederĂ poi la celebrazione eucaristica alle ore 12. Nel pomeriggio le diverse attivitĂ
saranno animate da vari gruppi missionari e vocazionali di Istituti religiosi/e e dall’Ufficio per le missioni. Nella settimana concordata con ogni Zona pastorale, la proposta dell’anno “Padre nella fedeâ€?. Abramo credette saldo nella speranza contro ogni speranza, e cosĂŹ divenne padre di molti popoli (Rm 4,18), sarĂ vissuta a livello parrocchiale, attraverso l’adorazione eucaristica con l’alternanza di tutte le vocazioni
e a livello zonale, con possibilità di incontri e testimonianze vocazionali, valorizzando in modo particolare i diaconi permanenti, che ricordano i 30 anni della comunità diocesana. In questo mese: dal 7 al 13 gennaio: zone Alto Sebino; dal 14 al 20 gennaio: zona Sub Urbana 3 - Travagliato; dal 21 al 27 gennaio: zona Sub Urbana 5 – Rezzato; dal 28 gennaio al 3 febbraio: zona Bassa Centrale Ovest e Bassa Centrale.
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el giorno del 50° anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II se ne è andato uno di quei preti bresciani che al Concilio hanno creduto veramente, accogliendone lo spirito e obbedendo alla esigenza di trovare nuove strade di evangelizzazione e formazione cristiana. Ăˆ quanto ha fatto don Giuseppe Bettoni che trovò nel Cammino neocatecumenale la risposta alle esigenze conciliari e vi si dedicò con tutto se stesso, accettando anche incomprensioni, critiche, solitudine. Uomo di Dio, sensibile di animo, con una buona preparazione musicale e culturale, era entrato in Seminario nel 1951. Arrivò al sacerdozio nel 1961, con ben altri 34 condiscepoli presbiteri. Fu subito mandato come curato a Gottolengo, a fianco del parroco don Merigo, che viveva povero come un monaco. Da lui don Bettoni imparò un lodevole stile di vita francescano: esigente con se stesso e, quindi, piĂš autorevole nell’esserlo con gli altri. Dopo la morte di don Merigo, nel 1963, arrivò a Gottolengo un parroco giovane e dinamico, giĂ docente in Seminario: don Francesco Vergine. La sensibilitĂ pastorale di entrambi si incontrò nel desiderio di un rinnovamento della vita cristiana. E fu proprio don Bettoni a segnalare al parroco che a Roma nella parroc-
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chia Martiri Canadesi aveva mosso i primi passi una Comunità neocatecumenale che perseguiva la maturità e serietà della vita cristiana basata sulla riscoperta del proprio battesimo. Anche don Vergine rimase affascinato dall’esperienza, che volle avviare, non senza difficoltà , a Gottolengo. Don Giuseppe vi si buttò a capofitto, entusiasta nel seguire le tappe di chi aveva aderito alla comunità neocatecumenale, preparato nella predi-
cazione, grande lettore di autori spirituali e mistici. Nel 1988, dopo ben 27 anni a Gottolengo, che gli è sempre rimasto nel cuore, fu nominato parroco di Prevalle San Michele dove rimase 12 anni e che lasciò anzitempo per motivi di salute, col cruccio di non essere riuscito a consolidare la nuova comunitĂ . A Prevalle curò in modo particolare l’annuncio della Parola, l’amministrazione dei sacramenti e la preghiera. Ha sofferto per i suoi parrocchiani che andavano in altri paesi in cerca di una “Messa a buon prezzoâ€?, ma non è venuto meno in una sua caratteristica: preferire la veritĂ â€œscomodaâ€? di Cristo alla gratifica della propria persona. Lasciato Prevalle, don Bettoni ha svolto il compito di cappellano ospedaliero alla clinica “CittĂ di Bresciaâ€?, conoscendo piĂš da vicino il soffrire dell’uomo. E a questo impegno unĂŹ quello di presbitero della seconda comunitĂ neocatecumenale alla SS. TrinitĂ . Don Giuseppe Bettoni è stato un prete che ha vissuto per gli altri. Libero e generoso al punto di subire anche danni economici. Sempre disponibile all’ascolto e all’aiuto spirituale, aveva preso in affitto fra i boschi delle Pertiche una baita di montagna per incontri spirituali. Vi si rifugiava volentieri, con il suo unico libro preferito: la Bibbia, la Parola viva che lo aveva trasformato e che lo ha sempre sorretto.
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in Duomo chiese e piazze il lavoro del Nataleâ€?: 11 installazioni di presepe visitatissime offerte agli occhi sorpresi si passanti, e cittadini di Brescia, sotto la Loggia, al Capitolium, all’Ospedale Civile a Fiumicello e in altri punti della cittĂ . Strepitoso successo ha raccolto la Mostra presepi in Duomo Vecchio (per il terzo anno nella cattedrale cittadina) con i 31mila visitatori ďŹ no alla domenica dell’Epifania. La mostra presenta non solo presepi di
maestri nazionali e giovani artisti, ma anche lavori di presepisti che hanno partecipato al concorso, la cui bellezza e perizia compositiva è stata offerta anche ai visitatori del Duomo Vecchio, come Anna Maria Boniotti di Ome, giĂ vincitrice del Concorso. La mostra in Duomo Vecchio sarĂ aperta ďŹ no a domenica 20 gennaio con i seguenti orari: dal martedĂŹ al venerdĂŹ (9-12 e 15-18,30); sabato (9-12 e 15-19); domenica (9-10,45 e 15-19).
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Premi per i migliori presepi in concorso
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’Epifania tutte le feste porta via! Non è cosĂŹ, fortunatamente, per il Concorso presepi Mcl. I Re Magi prima di andarsene hanno lasciato qualcosa ai partecipanti per la loro festa: la soddisfazione di condividere una passione nella comunitĂ , l’emozione di presentare la propria opera; la sorpresa di ricevere un riconoscimento, e qualche premio. La cerimonia di premiazione del concorso sancirĂ il vincitore assoluto della 39° edizione sabato 12 gennaio, ma anche il Premio per la miglior interpretazione del tema e i premi “Buona notiziaâ€? dedicato a Fulvio Manzoni e don Eridano Torri. L’appuntamento è alle 15 nell’Auditorium Capretti dell’Istituto Artigianelli in via Piamarta 6 a Brescia. Per chi arriva in auto può accedere da via Brigida Avogadro (salita al castello da piazza Arnaldo) e usufruire di un comodo parcheggio. Gli iscritti al concorso saranno accolti anche quest’anno dalle parole di mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia, che illuminerĂ il presepe non con luci artificiali, ma con la chiarezza delle sue parole, propagandone il valore per l’anno a venire. Bambini, giovani, nonni, famiglie, amici, colleghi condivideranno l’empatia di una gioia di gruppo, nell’attesa dei risultati e negli applausi che scrosciano nel momento del conferimento del premio. Premi che saranno distribuiti a tutte le categorie che il concorso prevede: non solo fami-
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inoltre una formella progettata dal giovane artista bresciano Giorgio Guidi che raffigura un Bambin GesĂš che appare con le braccia aperte. Ăˆ l’interpretazione del tema scelto quest’anno per la manifestazione: “Abbiamo contemplato la Sua gloriaâ€? dal Vangelo di San Giovanni, capitolo 1, versetto 14. Infatti la gloria è la manifestazione di Dio nel mondo. Ed è quello che si è potuto ammirare in tutti i presepi in concorso: la rappresentazione concreta della nascita di GesĂš, il momento in cui è entrato nella storia. I presepi in gara sono stati filmati e saranno trasmessi integralmente su Teletutto 2 in due trasmissioni; la programmazione sarĂ resa nota sabato.
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iconsiderare il significato della medicina riconsiderando il modo di trattare la malattia e soprattutto i malati. Questo il messaggio di fondo del convegno tenuto nella sala conferenza della Fondazione Poliambulanza per inaugurare la mostra sulla strabiliante figura di JÊrôme Lejeune, padre della genetica che scopri nel 1958 la trisomia 21, fattore che causa la sindrome di Down. Nella sala molte persone, medici, genitori, semplici visitatori hanno partecipato al racconto e alla celebrazione dell’uomo che difese i suoi malati. Introdotti dal professor Massimo Gandolfini, neurochirurgo responsabile di dipartimento, dal dottor Carmelo Scarcella, direttore generale dell’Asl di Brescia e dal dottor Luca Luzzani, chirurgo e organizzatore dell’incontro, i convenuti hanno potuto dapprima
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esse porta il suo nome. La cosiddetta trisomia 21, cioè l’anomalia genetica che determina la sindrome di Down cambia il modo di vedere i malati. Sino alla sua scoperta si credeva che il “mongolismoâ€? fosse una tara razziale, oppure che fosse determinato da genitori alcolisti o sifilitici. Lejeune dimostra che non vi è nulla di disdicevole nei genitori di quei bambini soprattutto nessuna contagiositĂ , in quelle creature in cui è avvenuta la triplicazione di un cromosoma. Lejeune per questa scoperta, e per altre che la seguirono, ottenne innumerevoli riconoscimenti internazionali, premi ed onorificenze. Divenne un uomo famoso e per lui fu creata la prima cattedra di Genetica fondamentale presso l’UniversitĂ di medicina di Parigi. Ma Lejeune non era un semplice ricercatore, era prima di tutto un medico che amava incontrare i suoi pazienti. Li conosceva tutti
per nome e non negava mai ad un genitore la possibilitĂ di una visita. Si oppose sin da subito all’idea che, una volta identificata in gravidanza la trisomia 21, si procedesse per legge all’aborto. L’unica malattia riconosciuta prima della nascita, nel 1958, era infatti la trisomia 21. Lejeune arriverĂ ad affermare davanti all’assemblea dell’Onu “Ecco una istituzione per la salute che si trasforma in istituzione di morteâ€?. Per questa sua posizione venne fortemente osteggiato, attaccato ed escluso dal panorama internazionale della scienza. A riconoscerne la grandezza sarĂ papa Giovanni Paolo II che sarĂ al suo fianco nella battaglia per la vita. Riprendendo la parola il dottor Strippoli ricorda come, dal 1958 ad oggi, in tutto il mondo gli investimenti della ricerca siano stati indirizzati a trovare un metodo di diagnosi sempre piĂš precoce, quasi nulla è stato investito per studiare
la malattia e una sua possibile cura. Curare i malati down, comprendere e interrompere il meccanismo alla base della trisomia 21 non è oggetto di ricerca. Questo era il lavoro, mai abbandonato, di JĂŠrĂ´me Lejeune. Il dottor Strippoli, che ne ha raccolto l’ereditĂ , ha imparato ad “uscireâ€? dal laboratorio e incontrare i malati, fonte di molta ispirazione di ricerca. Un bimbo in particolare ha colpito l’attenzione del ricercatore, un bimbo con trisomia 21, ma normodotato. Una strada decisamente aperta e inesplorata per la ricerca. Infatti giĂ nel 1959 Lejeune affermava che siamo tutti potenzialmente aneuploidi, ovvero nel 0,36% dei nati è presente la perdita o l’acquisto di piĂš cromosomi. Il dato non è rilevabile semplicemente relazionandosi alle persone, dunque se il discrimine fosse la scoperta di Lejeune, molte persone “normaliâ€? oggi non sarebbero nate.
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chi lo desidera alle 16 di sabato 22 gennaio, presso l’edificio della comunità (via Raspina, 3 a Palazzolo s/O), per partire con una fiaccolata verso il palatenda di piazzale Kennedy (area mercato). Verso le ore 18 nel palatenda sarà celebrata la S. Messa da mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo e animata con canti gioiosi dai ragazzi e dalle ragazze della comunità . Alle 20.30 i presentatori Mario Mazzoleni e Sandra Liutkeviciute guideranno la serata che prevede un’ampio
susseguirsi di artisti di vario genere che doneranno gioia e serenità ai cuori di tutti i presenti. Tra le star Roberto Bignoli popolare Christian Rockers (cinque Grammy della musica cristiana contemporanea internazionale in Usa), Sara e Luisa Corna, Giacomo Celentano (figlio di Adriano) la moglie Katia, Vito Cifarelli, i New Trolls, Francesco Dal Poz, la giovane cantante lirica Marina Murari e i ballerini dell’Etoile. Info: comunitashalom.it
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partire da giovedĂŹ 10 gennaio e fino al 20 di febbraio, la delegazione bresciana del Fai organizza 10 incontri formativi per scoprire le dimore urbane e le ville di delizia dei grandi casati bresciani costruite tra il Cinquecento ed il Settecento. “Le conferenze – spiega Maria Gallarotti Ratti, capodelegazione di Brescia – sono gratuite ed aperte a tutta la cittadinanza, ma sono per noi soprattutto occasione di approfondimento finalizzato alla formazione delle guide volontarie, che accompagneranno il pubblico durante le visite guidate che avranno luogo durante la tradizionale Giornata di primaveraâ€?. Giornata che, programmata per il 23 e 24 marzo, avrĂ come tema proprio la scoperta dei tesori nascosti nelle dimore nobiliari, nei palazzi e nei castelli della cittĂ e della provincia. Il programma delle conferenze nasce in collaborazione con l’UniversitĂ degli studi di Brescia e prevede, oltre alla presenza di personalitĂ di spicco della cultura bresciana, l’intervento di docenti e ricercatori afferenti al dipartimento di ingegneria civile, architettura, territorio, ambiente e di matematica, coordinati da Ivana Passamani. “Il tema delle dimore presenti sul territorio è stato affrontato dall’UniversitĂ sia dal punto di vista didattico, sia da quello scientifico – spiega la docente – soprattutto focalizzando l’attenzione sugli assi e sui rapporti prospettici che si creano tra spazio pubblico e privato. La nostra visione cercherĂ di interpretare la cittĂ come se fosse una rappresentazione, in cui la prospetti-
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resco dell’Aquilone, Cigola-Fenaroli, Gambara e delle dimore Avogadro, che saranno solo alcuni dei luoghi aperti e visitabili nella Giornata di primavera di marzo. Gli incontri sono programmati alle 20.30 e si svolgeranno nello Studio Tortelli-Frassoni, situato all’interno di Palazzo BettoniCazzago, in via Marsala 17 a Brescia. Ăˆ necessaria la prenotazione, che può essere effettuata direttamente presso la sede del Fai in via Musei 34 (martedĂŹ 9.30-12.30 e giovedĂŹ 9.30-12.30, 13-18), telefonicamente o via fax al numero 0303755030, oppure inviando un’email a delegazionefai.brescia@ fondoambiente.it. Per i giovani tra i 18 e i 40 anni che, invece, volessero diventare volontari Fai, è possibile contattare Federica Martinelli all’in-
dirizzo faigiovani.brescia@fondoambiente.it. Il Fai, inoltre, organizza le “primarie della culturaâ€?, con cui sottoporrĂ alcuni temi cruciali ai candidati a guidare il Paese nella prossima legislatura: www.primariedellacultura.it.
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,O %UROHWWR UHLQWHJUD L IRQGL SHU LO &WE Un grosso sospiro di sollievo. Ăˆ quello che può tirare il Ctb, Centro teatrale bresciano, che si vede reintegrati i fondi, 200mila euro in tutto, che la Provincia aveva deciso di non stanziare per l’ente. “I teatri stabili – afferma la presidente del Ctb Carla Boroni (nella foto) ai microfoni di “Zoomâ€? su Radio Voce − hanno bisogno del sostegno di tre enti fondatori: Comune, Provincia e Regione e se uno solo di questi viene a mancare tutto decadeâ€?.
Era successo infatti che il Broletto, in vista del decreto sul riordino delle province aveva deciso di non mettere nel bilancio preventivo alcun contributo. “Parlando con l’assessore Silvia Razzi – prosegue la Boroni – avevo osservato che forse si trattava di un provvedimento un po’ prematuro, anche perchĂŠ nessun altro teatro in Italia si era posto il problemaâ€?. Ora che il decreto sulle province è rimasto lettera morta, i 200mila euro sono sta-
ti reintegrati. Perciò l’attivitĂ del Ctb va avanti, come spiega ancora Carla Boroni “Noi abbiamo obiettivi a medio, breve e lungo termine. Stiamo lavorando molto sul doppio binario di produzione attraverso Franco Branciaroli, responsabile artistico, e il direttore Angelo Pastore, con un lavoro che si occupa della cittĂ , ma che si pone anche su scala nazionaleâ€?. Nello speciďŹ co, tra i progetti il piĂš importante è quello della “Trilogia dell’atto-
reâ€?, iniziata da Branciaroli con “Don Chisciotteâ€?, “Servo di scenaâ€? e “Il teatranteâ€?, cui si aggiungerĂ â€œEnrico IVâ€? di Pirandello. Inoltre spazio ai giovani con “Mythosâ€?, anche a quelli locali. Ciò che rimane da osservare, però, è come la cultura sia sempre sul ďŹ lo, un bene di lusso subito pronto a essere ritirato. “Nella vita però – conclude con una battuta la Boroni – ciò che è bello è sul ďŹ lo, quello che è scontato interessa un po’ di menoâ€?.
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Al PalaBrescia mercoledĂŹ 16 gennaio alle 21 don Andrea Gallo sarĂ il protagonista dello spettacolo “Io non taccio. Le prediche di Girolamo Savonarolaâ€?. Da sempre impegnato nella difesa dei piĂš deboli e degli emarginati, presta corpo e voce alla figura considerata archetipo dell’impegno civile dei cristiani: Girolamo Savonarola, eretico, condannato al rogo per le feroci invettive contro la societĂ corrotta di fine Quattrocento.
Una catechesi sul Vangelo di Marco in dvd. Il vescovo Luciano Monari commenta e intende guidare lo spettatore, con una riessione organica e dettagliata, nella conoscenza del progetto del Vangelo di Marco. Ăˆ questa l’ultima produzione di Lucere ďŹ lm realizzata da don Italo Uberti. Composto in due parti, il video sa coinvolgere lo spettatore anche grazie al suo linguaggio visivo, ricco di elementi graďŹ ci e d’animazione digitale, al servizio
Il reading “Io non taccioâ€? offre l’occasione di scoprire la straordinaria modernitĂ delle riflessioni del predicatore ferrarese, scritte cinque secoli fa, che ancora oggi appaiono sorprendentemente attuali. L’adattamento dei testi e dello spettacolo è a cura di Stefano Massini. La lettura sarĂ accompagnata da brani musicali. Biglietti in vendita a partire da 16 fino a 26 euro (a ciascuno si deve poi aggiungere la prevendita). Info: palabrescia.it
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della comprensione della parola di Dio in un tempo che ha fatto dell’immagine uno dei capisaldi del comunicare. Parole e immagini ben si completano a servizio della nuova evangelizzazione. Il video può essere un utile strumento per sacerdoti, consacrati e laici impegnati nella pastorale. Ma anche per uso privato, può divenire un valido aiuto alla riessione. Il costo è di 9,90 euro e reperibile presso la libreria Paoline a Brescia. Info don Italo Uberti: 3356121053.
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anza. Quella classica. Quella che fa della grazia dei movimenti una delle sue doti migliori. Al PalaBrescia torna domenica 13 gennaio alle 16.30 “Il lago dei cigniâ€?, l’opera piĂš famosa e affascinante tra i capolavori del balletto classico. L’allestimento proposto dal Russian Classical Ballet e portato al PalaBrescia da Show Bees all’interno della stagione “Colpi di scenaâ€? mantiene viva la forza della coreografia originale di Petipa-Ivanov, accompagnata dalla maestosa musica di Tchaikovskij. In scena, suggestivi pas de deux (passo a due), pas de trois (passo a tre) e danze di gruppo raccontano la romantica storia del principe Siegfried, uomo spaesato dai sentimenti che si trova di fronte al non facile dilemma dell’amore eterno e angelico per il cigno bianco Odette e la sensualitĂ emblematica del cigno nero Odile, che lo seduce con l’inganno. Il Russian classic ballet è una compagnia di balletto fondata a Mosca nel 2004. Il corpo di ballo, composto da piĂš di 50 artisti diplomati nelle grandi scuole di danza di Mosca, Leningrado, Perm, Alma-Ata e Kiev, risponde alla necessitĂ di una prospettiva giovane con un grande potenziale artistico, uniti dall’esigenza di preservare la tradizione e il patrimonio artistico dei grandi maestri di balletto russi. Molti di loro hanno ballato per i piĂš prestigiosi teatri nazionali: Teatro Mariinskij-Kirov, Cremlino Ballet Theatre, Rimsky-Korsakov di San Pietroburgo Conservatorio, Novosibirsk Opera & Ballet Theatre, Perm Opera
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di ballo. Promuove le tradizioni del balletto russo. Eugenyia partecipa regolarmente ai Gala di danza presentati al Teatro Bolshoi, condividendo il palco con star internazionali come Nina Kaptcova (Bolshoi), Natalia Somova (Stanislavskij), Anna Nikulina (Bolshoi), Kristina Kretova (Bolshoi) e Viacheslav Lopatin (Bolshoi). Durante la sua carriera, che può contare piÚ di 2500 prestazioni professionali nei piÚ importanti teatri del mondo, la Bespalova ha deciso di usare la propria esperienza e il proprio prestigio per creare il Russian Classical Ballet. Un’occasione da non perdere. Prezzi del biglietto a partire da 17 fino a 28,50 euro (a cui aggiungere la prevendita). Informazioni al sito: palabrescia.it
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$O *UDQGH GDQ]DQR ´5RPHR H *LXOLHWWDÂľ Viene inaugurata sabato 12 gennaio la Stagione 2013 della Fondazione del Teatro Grande. Il primo appuntamento sarĂ in Sala Grande 21 con la danza del Ballet du Grand ThÊâtre de Genève che porterĂ in scena “Romeo e Giuliettaâ€?. Dall’anno del suo debutto, nel 1938 a Brno, “Romeo e Giuliettaâ€? di Sergej ProkoďŹ ev non ha mai cessato di interessare i coreograďŹ dei piĂš diversi linguaggi. Le coreograďŹ e dello spettacolo portano la ďŹ rma di JoĂŤlle
Bouvier – regina indiscussa della “nouvelle danseâ€? francese – che ha ideato una rivisitazione dello spettacolo classico scegliendo di collocare la storia in una dimensione atemporale per trasmettere il messaggio della leggenda senza tempo dei due celebri amanti. Lo spettacolo si struttura su una scena minimalista e la partitura musicale è incentrata sulle tre Suite per orchestra estratte dal balletto nel 1936 e nel 1944 dallo stesso ProkoďŹ ev.
Coadiuvata dall’elegante scenograďŹ a di RĂŠmi Nicolas e Jacqueline Bosson – un altipiano/scivolo che permette due livelli di azione e che all’occorrenza si trasforma in balcone – e dall’interpretazione puntuale dei 20 danzatori del Balletto di Ginevra, JoĂŤlle Bouvier costruisce una danza che parla allo spettatore e va diritta al cuore. Il Ballet du Grand ThÊâtre de Genève ha esplorato sin dai suoi esordi la pluralitĂ stilistica e l’eclettismo tecnico
della danza del XX secolo. Il grande George Balanchine ne è stato consulente artistico dal 1970 al 1978. Il complesso, oggi guidato da Philippe Cohen è costituito da una ventina di danzatori di formazione classica. Nei ruoli principali il giovane talento italiano Damiano Artale che interpreterà Romeo e la delicata Madeline Wong che sarà Giulietta. Biglietti da 17 a 28 euro con possibili riduzioni. Per info: teatrogrande.it o 0302979333.
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non si è fermato a un’analisi superficiale, ma con la sua proverbiale cura dei particolari ha preso in mano i libri per cercare di decifrare l’attualità sociale ed ecclesiale del tempo. Scelse di seguire un corso pluriennale di studi sociali, poi la Pontificia università lateranense per la licenza in teologia e la facoltà di sociologia di Trento. Affamato di sapere e incuriosito dalle aperture del Concilio, ha unito gli studi agli incarichi diocesani:
nel 1977 approdò a Santa Maria in Silva con il compito di guidare l’erigenda parrocchia. In questo volume di 355 pagine è racchiuso il don Tomasini pensiero: le sue riflessioni, i suoi interventi e le sue lettere in questi 50 anni di storia. Il testo mette in risalto i suoi studi e i suoi approfondimenti sul pensiero sociale dell’allora card. Montini, sull’ateismo marxista e sulla secolarizzazione, sul problema della conoscenza di Dio, sulla psicologia e la religione.
Un intero capitolo (il sesto) è dedicato alle riflessioni (“Morire è un dovere o un dirittoâ€??), uno alla vita della parrocchia, uno alle escursioni/pellegrinaggi e uno alle lettere scritte. Merita una menzione la sezione dei profili, dove tratteggia la figura di alcune persone significative (fra questi, mons. Pietro Piazza) incontrate lungo il cammino. Sabato 12 gennaio mons. Gabriele Filippini presenterĂ il libro alla Messa delle 18 nella chiesa di Sant’Afra.
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distanza di anni quando parla del Concilio gli occhi di mons. Roberto Caceres si illuminano ancora. Sono una trentina i padri conciliari ancora in vita (2500 quelli che presero parte all’assise conciliare), fra questi c’è mons. Roberto Caceres, vescovo emerito di Melo (Uruguay), diocesi nella quale hanno operato e operano i nostri sacerdoti Fidei donum fra i quali il compianto don Pierluigi Murgioni. Il vescovo Caceres è stato invitato da Benedetto XVI, lo scorso 11 ottobre, alle celebrazioni per ricordare i 50 anni dall’apertura del Concilio (11 ottobre 1962-7 dicembre 1965). Dall’Uruguay a Roma per un’esperienza unica di Chiesa. Quale fu la sua reazione? La prima impressione fu molto positiva perchÊ papa Giovanni, se pur in pochi mesi, ci aveva abituato a manifestarsi in forma paterna. PiÚ passava
il tempo e piÚ ci si accorgeva dell’importanza di questo avvenimento, del fatto straordinario di avere convocato tutti i Vescovi del mondo in Vaticano. Si sentiva il bisogno di questo incontro universale? Il motivo era chiaro. Papa Giovanni parlava del desiderio di aggiornamento: aggiornare non la Parola di Dio che è vita eterna, ma la sua esposizione: noi dobbiamo adeguare il nostro linguaggio, la nostra liturgia, la nostra predicazione per il bene integrale dei popoli che cambiano nel tempo insieme alle loro culture. Nella costituzione dogmatica Lumen Gentium come padri conciliari abbiamo deciso di inserire il sacerdozio del popolo prima della gerarchia per ribadire che era al centro del Concilio. GesÚ è venuto per servire, non per essere servito. E quindi la Chiesa (tutti i battezzati) che si identifica con GesÚ è al servizio della popolazione. Sant’Agostino diceva con voi sono battezzato, per voi sono vescovo. Si
parla spesso della mancanza di vocazioni, ma ci si sofferma poco sul sacerdozio del popolo (grazie al battesimo e alla confermazione) cosÏ come descritto dal Vaticano II. Un altro documento fondamentale è la Costituzione Gaudium et Spes che riassume bene lo sguardo della Chiesa sul mondo contemporaneo Tutti i Documenti sono diversi, ma sono influenzati dai due cambiamenti importanti nella stesura riportati nella Lumen Gentium e nella Gaudium et Spes. Gaudium et spes: gioia e speranza. I padri conciliari hanno scelto di iniziare in maniera positiva il documento conciliare (al termine furono promulgati quattro Costituzioni, tre Dichiarazioni e nove Decreti, nda) senza cedere alle lamentazioni e alle osservazioni negative. La gioia per il dono della vita, dove anche la malattia passa in secondo piano se crediamo nella vita eterna. Oggi sia-
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mo nell’Anno della fede, ma potremmo anche chiamarlo Anno della speranza, perchÊ la fede porta speranza e amore. Bisogna saper comunicare ai nostri vicini la gioia di vivere e la gratitudine al Signore senza cedere alle negatività . Il male si può vincere con il bene cosÏ come la tristezza con la gioia. E il popolo a distanza di anni si è accorto di essere al centro del Concilio? La gente è attenta. Alla gente piace sentir parlare di Dio. Come preti, forse, abbiamo l’impressione che la gente possa vivere senza Dio, ma sba-
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mo finiti, mentre Dio è l’infinito. Siamo noi sacerdoti, in questo anniversario cosÏ importante, che dobbiamo trasmettere l’importanza di comunicare la bellezza di questo appuntamento arricchito dall’esperienza di tutti i Vescovi del mondo. Qualcuno, di tanto in tanto, ipotizza la necessità di un Concilio Vaticano III. Cosa ne pensa lei che ha fatto il Vaticano II? Non so cosa si potrebbe dire di nuovo. Non è passato il tempo sufficiente. Sono ancora attuali, dalla prima all’ultima parola, i documenti del Vaticano II. Con un po’ di coraggio bisogna far
notare alcune cose come il sacerdozio del popolo perchĂŠ altrimenti le persone si sentono solo spettatori o tifosi. Non si sentono compromessi, non sanno che quando parliamo di Chiesa parliamo di tutti noi. Quando diciamo “Signore, prega per la tua Chiesaâ€?, diciamo “prega per tutti noiâ€?. Vedo il bisogno di interessarsi, di leggere e di applicare lo spirito di ognuno dei 16 Documenti. Come si sposa il Concilio con la teologia della liberazione maturata in America Latina? Ăˆ passato quel momento un po’ duro nel quale si pensava che con certi metodi si poteva arrivare al benessere e alla giustizia. Oggi c’è la convinzione che, se pur a distanza, i problemi siano universali e non locali. Manca quello che sta facendo questo anniversario: rinnovare la forza del Concilio e metterlo in pratica. Bisogna mettere in pratica il Vangelo, la persona di GesĂš. Molti vanno in chiesa per abitudine, ma dovrebbero sapere che si va in chiesa per identificare GesĂš con questa Parola e poi per nutrire il nostro spirito con il suo sangue e il suo corpo. Da pastore è preoccupato della deriva laicista del suo Paese d’origine? A 91 anni posso dire di avere vissuto diverse tappe della vita ecclesiale uruguayana. Prima era una cosa strana essere e mostrarsi cattolici, oggi c’è rispetto nei confronti dei sacerdoti. Comunichiamo di piĂš con la nostra testimonianza piuttosto che con le parole. La gente in Uruguay osserva quello che si fa, non quello che si dice. Ho molto fiducia. La Chiesa non parla molto, ma ha molta credibilitĂ . Nei mesi scorsi è stata approvata la legge sull’aborto, ma la Chiesa è restata in silenzio: il silenzio non è accettazione, non è rassegnazione. La gente sa cosa pensa la Chiesa.
e all’estero. Le sue opere, che hanno raccolto la stima e l’interesse di molti critici, figurano in molte collezioni private, pubbliche e musei. “Si può dipingere la poesia? – si domanda Carmela Perrucchetti nell’introduzione al catalogo della mostra –. Per farlo occorre un sentire interiore predisposto, pronto a cimentarsi con la misteriosa alchimia di parole, filtrate e dense, che solo il poeta sa
scegliere ed accorpare per dar forma alla propria visione del mondo. Giuseppe Monguzzi, con l’impeto di una pittura che affida al gesto tutta la forza del colore, sperimenta questa strada, facendosi cassa di risonanza per i testi piĂš amati, eletti a far parte del suo personale sentire. Leopardi, GarcĂa Lorca: poeti diversissimi – continua – per espressivitĂ e cultura determinano, nelle due serie ad essi dedicate da
Monguzzi, mondi pittorici a se stanti, in cui l’inconfondibile stile dell’artista va a risvegliare l’eco di celebri versi diventati patrimonio condiviso della nostra culturaâ€?. Una particolare esposizione che mette davanti agli occhi immagini ispirate dalle poesie dei due poeti cosĂŹ come le loro parole le hanno ispirate a Monguzzi. E scoprire, leggendo l’“Infinitoâ€? di Leopardi, se l’avevamo immaginato proprio cosĂŹ!
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Dal lunedi al venerdi a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.
La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla Chiesa di San Giacomo apostolo di Ospitaletto su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).
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Domenica 6 gennaio il Papa ha ordinato vescovo il bresciano mons. Vincenzo Zani, originario di Pralboino, quale nuovo segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. Un delicato incarico al quale mons. Zani è stato chiamato, forte della lunga e intensa esperienza nel mondo dell’educazione, prima nella nostra diocesi, poi a livello nazionale a Roma dal 1995. In Primo Piano in onda alle 9.30 mons. Zani ripercorre le tappe
La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “Il vescovo Vincenzoâ€?, sull’ordinazione episcopale di mons. Vincenzo Zani (nella foto), nuovo segretario della Congregazione per l’educazione cattolica. A seguire: “Il Natale degli operatori del turismoâ€?; “Arrivano i magiâ€?; “120 anni di Voceâ€?. La rubrica “4 parole...â€? è con Adriana Pozzi per la prossima Settimana di preghiera
del suo impegno nel mondo della scuola, testimone dei cambiamenti delle diverse generazioni che ha contribuito a formare. Il commento al Vangelo festivo è a cura di mons. Gabriele Filippini. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl.
per l’unitĂ dei cristiani. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderĂ in onda anche lo speciale “Partecipazione e rappresentanzaâ€?, sui sistemi elettorali e l’esercizio del diritto di voto, con relatore Paolo Costa.
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3LFFKL GL DVFROWL UHFRUG QHOO¡DQQXV KRUULELOLV Ăˆ dal 2008 che si sente parlare di crisi. Meno soldi, meno lavoro, meno pensioni, meno certezze, ecc. ecc‌ una situazione paradossale, se si pensa a quanta falsa ricchezza ostentata vediamo per le strade. Del resto da qualche parte ci sarĂ pur qualcuno che in questo caos è riuscito ad accaparrarsi la parte buona della coperta, quella coperta troppo stretta per tutti e, quindi, comoda solo per pochi. Se dietro alle grosse speculazioni finanziarie, spesso ci sono le grandi banche a riempirsi le tasche, ecco che dietro alla speculazione socio-culturale c’è il mondo della televisione, non da intendersi però come contenitore di
emittenti – quelle sÏ che sono in crisi, prese una a una – ma come presenza universale, un personaggio chiave nella storia dell’uomo. E, infatti, nonostante in tv si sia gareggiato negli ultimi mesi per offrire un livello qualitativo sempre piÚ mediocre, la crisi ha premiato il piccolo schermo facendogli guadagnare un picco di ascoltatori che non si raggiungeva da anni. Il 2012 ha infatti segnato un’impennata di ascolti che non si registrava dal 1984. Secondo i dati auditel, nel 2012 la fascia oraria del prime time, ovvero della prima serata, ha ottenuto picchi di ascolti per un totale di 26 milioni di
telespettatori, se si sommano i dati di tutte le emittenti. Un boom cosÏ sensibile di contatti non si aveva appunto dal 1984, l’epoca d’oro della nascita della tv commerciale. Tirando le somme del 2012, invece, ogni emittente nazionale festeggia un incremento di pubblico. PiÚ persone sul divano: merito della disoccupazione? Merito della debolezza economica delle famiglie, che a Capodanno scelgono di stare a casa a guardare il veglione in tv? Merito di internet, che sembrava dovesse rivoluzionare chissà cosa e che invece non è altro che un ulteriore boomerang di propaganda televisiva?
La risposta è affermativa in tutti i casi. La gente se ne sta a casa, e standosene a casa non può fare altro che parlare di ciò che accade in televisione. Chi avesse soldi e tempo per girare il mondo non sprecherebbe nemmeno un minuto sul famoso divano di cui sopra. O no? Come se non bastasse il computer in casa è ormai diventato il televisorebis: com’è che ormai i divi della tv diventano i divi di internet e viceversa i divi di internet diventano i divi della tv? Non sarebbero dovuti essere due universi mediatici separati e autonomi? Ma in effetti i soldi hanno un solo colore, non due.
Ăˆ un controsenso: proprio quando è il momento di tirarsi su le maniche per investire al meglio il tempo e le energie, si registra il maggior consumo di quel vizietto che al contrario ci vorrebbe scamiciati e sbottonati, distesi a scegliere fra 1000 canali 24 ore su 24. Il consumo di tv non è piĂš da considerarsi una “fuga dalla realtĂ â€?, ma piuttosto una “scampagnata nei dintorni della realtĂ â€?, visto che il mondo in cui viviamo è esso stesso televisivo. Di quale crisi stiamo parlando? Davvero crediamo ancora che si tratti di soldi? Siamo davvero convinti che nella societĂ del 2013 sia solo il sistema economico a essere sbagliato?
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‘‹ —•‹…ƒ Â—Â•Â‹Â…ÂƒÂŽÇĄ …‘Â?…‘”•‹ …ƒÂ?‘”‹ ‡ Â?‘Ž–‘ ƒŽ–”‘ Il musical “FiorĂŹ una rosa biancaâ€? ispirato alla vita della beata sirmionese Benedetta Bianchi Porro sarĂ portato in scena dalla compagnia teatrale dei “Venti e le mentiâ€? della parrocchia di Rivoltella, con la collaborazione di Noi Musica, il 12 gennaio alle ore 21 al Teatro comunale di Pralboino e il 13 gennaio alle 16 al Teatro parrocchiale di San Martino della Battaglia (Desenzano). Quest’ultimo evento è promosso insieme
all’Allegra Brigata di San Martino e agli Amici di RaphaĂŤl di Rivoltella. Proseguono le iscrizioni al 3° Concorso canoro “Voci biancheâ€? Noi Musica 2013 con ragazzi da varie parti del Nord Italia. Scadenza iscrizioni 1° febbraio. Ăˆ organizzato da Noi Musica e si svolgerĂ sabato 9 febbraio dalle 20.45, presso il Teatro parrocchiale di San Martino della Battaglia. L’ingresso è libero. Per le informazioni su queste iniziative e altre: noimusica.org
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Appare in crescita qualitativa il cinema di Paul Thomas Anderson, pur non essendo facile per tutti da metabolizzare. Come accadeva ai film di Stanley Kubrick (un evidente punto di riferimento del 42enne regista californiano), “The Masterâ€? può lasciare spiazzati o richiedere una digestione lenta per essere apprezzato; anche a causa del rigore stilistico che non lascia spazio a facili ammiccamenti drammatici. La precisione della messa in scena ha
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icola Tabellini, in arte Tablo, è un cantautore bresciano emergente, nativo di Bagolino, che conferma come la musica bresciana sia molto attiva anche nei luoghi piĂš estremi della nostra provincia. Tablo sul finire dello scorso anno ha pubblicato il suo terzo disco, “Il circolo viziosoâ€?, lavoro che giunge dopo “Il giorno del metronomoâ€? e “Non mi sentiâ€?. L’album conferma l’attitudine di Nicola Tabellini a riflettere la propria anima nelle sue canzoni, intingendole in un’atmosfera autunnale e vagamente malinconica. Il disco risente in maniera pregnante della registrazione (artigianale in senso buono, e per questo molto curata) effettuata nello “La Miopismo Studioâ€? di Idro, affacciato sull’omonimo lago, immerso in un clima pedemontano che induce naturalmente all’introspezione e al lento ciondolare. Ne è nato cosĂŹ un disco acustico, ma anche un po’ acquatico, umido in quanto ad umori, che scivola leggero come una foglia autunnale che cade e che abbisogna di ripetuti ascolti per entrare sottopelle e scaldare lentamente, ma irreversibilmente l’animo. Il “Prologoâ€? iniziale in-
troduce nella maniera migliore “Il circolo viziosoâ€?, con un gioco cangiante di suoni ricamati, tra piano, chitarra, violoncello e il battere di una batteria che alimenta il ritmo. Un ritmo che nel disco è tenuto sotto controllo, ma che rimane sempre presente e prezioso nelle canzoni, pur lasciando che siano i suoni acustici a condurre le danze. Tablo mostra in questo album una
—––‡ Ž‡ …ƒÂ?œ‘Â?‹ •‘Â?‘ ”‹—•…‹–‡Ǥ ’’ƒ”‡ ’ƒ”–‹…‘Žƒ”Â?‡Â?–‡ ƒœœ‡……ƒ–ƒ Dz ƒ •…ƒŽƒ Â?Â‘Â”ÂƒÂŽÂ‡ÇłÇ¤ ‹ •‡Â?–‘Â?‘ Ž‡ ‹Â?ˆŽ—‡Â?œ‡ †‹ ‹…Â? ”ƒÂ?‡ certa maturazione, il cd acquista rispetto ai precedenti una struttura piĂš lineare ed omogenea, e presenta un filo conduttore che caratterizza stilisticamente il suo percorso musicale. I suoni risentono dell’influsso di un cantautore straordinario seppur amato da un minoranza di cultori come l’inglese Nick Drake, morto suicida alcuni decenni fa e che ultimamente pare “rivivereâ€? una nuova primavera
nei cuori degli appassionati e dei suoi seguaci. Questa influenza si avverte a livello di habitat musicale, non certo nelle singole canzoni, costruite attorno ad un clima agreste e facilmente riconoscibili, mostrando la buona personalitĂ musicale di Tablo. Una volta superato l’impasse iniziale, dovuto al “filtroâ€? imposto dalle scelte musicali sobrie, ma di qualitĂ ricercata e lontane anni luce dalla banalitĂ , l’album diventa molto piacevole, con una poetica semplice, ma molto profonda, attraverso la quale le storie d’amore delle quali è ricco il disco si allontanano dalla retorica e assumono le sembianze di piccoli dipinti delicati e avvolgenti. Un progetto sicuramente riuscito, grazie anche all’affiatamento con i musicisti, indispensabile per la buona riuscita di un lavoro cosĂŹ raffinato. Le canzoni sono tutte riuscite, particolarmente azzeccata “La scala moraleâ€?, con il ritornello vincente che recita “...la vita è una scala morale, che scende, che sale, la vita è una cosa speciale, va bene, va maleâ€?. Un disco e un personaggio da scoprire, per chi ancora non lo conoscesse, per di piĂš umile e desideroso di imparare, cosa alquanto rara oggi.
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l’effetto di enfatizzare la prova di due attori superlativi, Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman, entrambi premiati per la migliore interpretazione maschile a Venezia 2012, dove il film ha vinto anche il Nastro d’argento per la regia. A primeggiare è Phoenix, teso, inquietante e imprevedibile nel ruolo di Freddie Quell, un reduce della Seconda guerra mondiale che all’inizio degli anni ’50 cerca senza successo di rifarsi un’esi-
stenza normale. La successione di sequenze iniziali ne descrive con nitidezza lo spaesamento: specialista in cocktail alcolici poco consigliabili, in difficoltĂ con le donne, è un asociale percorso da impulsi violenti che gli impediscono di trovare un lavoro stabile. Su un piroscafo incontra Lancaster Dodd, il leader carismatico di un gruppo chiamato “la Causaâ€?, ideatore di un metodo che mira all’elevazione spirituale degli esseri umani attra-
verso pratiche introspettive in bilico tra lo psicanalitico e il cialtronesco. Tra i due nasce un morboso rapporto di dipendenza reciproca, con il quale ognuno cerca sostegno nell’altro contro la solitudine. Il personaggio di Dodd è ispirato a Ron Hubbard, il discusso fondatore di Dianetics, ma il film non esprime giudizi. Penetra piuttosto nei meccanismi della relazione tra i protagonisti immergendola negli anni inquieti
del dopoguerra, aperti al futuro ma segnati dalle violenze del conflitto, evocati con attenzione maniacale nella tonalità delle immagini e nelle ambientazioni. Anche la pulsante colonna sonora di Jonny Greenwood contribuisce a definire il tortuoso itinerario psicologico di Freddie, nel corso del quale il passaggio da una donna di sabbia a una reale suscita la speranza (o è nostalgia?) di una composizione piÚ pietosa del dolore.
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Sante Bonomo (nella foto) è il nuovo presidente dell’Ente vini bresciani, storica istituzione del panorama vitivinicolo provinciale. Bonomi succede a Cesare Materossi e guiderà l’organismo per il prossimo triennio. Rinnovate anche le altre cariche del consiglio di amministrazione: il ruolo di vicepresidenti è stato assunto da Maria Grazia Marinelli, in rappresentanza del Consorzio Montenetto, e da Michelangelo Scarpari per il Consorzio Botticino.
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I nuovi consiglieri sono Paolo Pasini (Consorzio Valtènesi Garda Classico), Giovanni Avanzi (Provveditoria vini Novelli Bresciani), Mario Chiappini (Consorzio Valcamonica), Elisabetta Bontempi (Consorzio Cellatica), Luca Formentini (San Martino della Battaglia) e Marisa Mauri in rappresentanza della Camera di commercio di Brescia. Il presidente uscente Materossi assume la carica di revisore dei conti insieme a Claudio Franzoni e Mario Danesi.
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a faretra di “Spes at workâ€?, l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, lanciata nei mesi scorsi su iniziativa del vescovo Luciano Monari, dell’Ufficio per l’impegno sociale e della Caritas, si arricchisce di una nuova freccia. Grazie alla collaborazione tra Centro oratori e Confartigiano di Brescia è stata messa a punto la proposta dei tirocini aziendali. Con il sostegno del Credito Bergamasco 20 giovani bresciani avranno modo di vivere un’esperienza formativa e di orientamento presso alcune imprese artigiane individuate grazie alla sigla di via Orzinuovi. La proposta ha lo scopo di permettere a giovani tra i 18 e i 35 anni disoccupati, compresi quelli iscritti nelle liste di mobilitĂ , di trascorrere sei mesi in una realtĂ aziendale per apprendere competenze professionali direttamente dagli artigiani che si sono resi disponibili. Durante il tirocinio i giovani prescelti non potranno contare su alcuna forma di retribuzione ma potranno apprendere tutti i segreti di mestieri in grado di fornire loro concrete speranze per un futuro professionale. 20 sono ad oggi i tirocini messi a disposizione, ma in caso di particolare gradimento i promotori dell’iniziativa si sono detti disponibili anche a pensare a nuove opportunitĂ . L’esperienza formativa è promossa appunto da
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Confartigianato attraverso Elfi, il suo ente formativo accreditato. La sigla retta da Eugenio Massetti ha provveduto alla selezione, fra i 14mila associati bresciani di Confartigianato, delle aziende presso cui avviare i giovani. Saranno gli stessi candidati al tirocinio ad indicare nella scheda di partecipazione in quale settore artigianale intendono vivere l’esperienza del tirocinio. Il Centro oratori si farĂ
carico del coinvolgimento degli oratori per dare visibilità alla proposta e raccogliere le adesioni dei giovani. Già sei oratori, queli di Breno, Chiari, Chiesanuova a Brescia, Gavardo, Lumezzane S. Sebastiano e Orzinuovi, realtà in cui è presente con proprie strutture anche Confartigianato, hanno già dato la loro adesione e nelle settimane a venire, oltre ad ospitare i punti di raccolta delle domande di
partecipazione, accoglieranno anche i promotori di questa nuova parte di “Spes at workâ€? per la presentazione della stessa. Saranno lo stesso Centro oratori e Confartigianato, sulla base di criteri precisi (non ultimo quello della presenza nella famiglia del giovane di figli minorenni), i primi 20 tirocinanti. Il modulo di adesione, disponibile presso i sei oratori citati o al Centro di via Trieste, dovrĂ essere compilato in tutte le sue parti entro il prossimo 15 marzo. “Quella che del tirocinio aziendale – ha affermato don Marco Mori, direttore del Centro oratori – è una proposta che punta non solo sull’aspetto occupazionale, ma che mette in risalto anche la dimensione educativa che caratterizza ogni azione del Centroâ€?. Grande soddisfazione è stata espressa anche da Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato, non solo per la collaborazione e per l’opportunitĂ data al mondo dell’artigianato bresciano di trasmettere il suo patrimonio di sapere e di professionalitĂ .
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,O VLQGDFDWR VL WUDVIRUPD H WLHQH Nonostante la crisi del mercato del lavoro la Cisl tiene. La conferma arriva dalla presentazione dei dati sul tesseramento 2012 del sindacato di via Altopiano d’Asiago. La Cisl ha chiuso lo scorso anno con 91542 iscritti contro i 92249 dell’anno precedente. “Si tratta di dati estremamente confortanti – ha affermato il segretario generale Enzo Torri (nella foto) – rispetto alla evidente difďŹ coltĂ che sta attraversando il mondo del lavoro segnato
da calo occupazionale e blocco delle assunzioni nel pubblico impiego�. Tra settori che crescono e altri che scendono la Cisl, dunque, manda in archivio una campagna di tesseramento positiva all’avvio di una stagione di grandi cambiamenti. La riorganizzazione messa in campo dal sindacato a livello nazionale ha fatto sentire i suoi effetti anche in Lombardia (con una riduzione dei territori da 14 a 8), con la conseguente fusione tra la Ci-
sl di Brescia e quella di Valle Camonica. Una novitĂ che troverĂ la sua ufďŹ cializzazione nella stagione congressuale che andrĂ ad aprirsi nelle prossime settimane e che culminerĂ con l’assise provinciale in calendario il 21 e 22 marzo prossimi. “Momenti, quelli della riorganizzazione e degli appuntamenti congressuali che – ha ricordato ancora Torri – daranno alla Cisl quella forza necessaria per affrontare le grandi sďŹ de dei pros-
simi anniâ€?. Nonostante la stagione impegnativa la Cisl bresciana ha anche tempo per guardare al di fuori dell’organizzazione, a partire dagli appuntamenti elettorali. “Il nostro sindacato – ha affermato Torri al proposito – non esprime preferenze. Semmai guarda con preoccupazione quelle proposte politiche che invece di affrontare con responsabiliĂ i problemi del Paese, indicato soluzioni populisticheâ€?.
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C’è spazio anche per un pezzetto di Valtrompia tra la sabbia e le piste dell’edizione 2013 della Dakar. Dopo la lunghissima e complicata tappa tra Nazca e Arequipa, con 289 km di prova speciale, vinta dallo spagnolo Joan Barreda, il lumezzanese Alessandro Botturi, in sella alla sua Husqvarna, è 9° nella classifica generale con poco piÚ di 11 minuti di ritardo dall’attuale leader della corsa, il francese Olivier Pain su Yamaha,
giunto secondo alle spalle di Barreda. Arrivato 12° nella tappa in questione, il valtriumplino si è espresso in questi termini sulla sua prestazione: “Tappa davvero difficile, in alcuni punti la visibilitĂ era pari a zero. Ho viaggiato praticamente tutta la tappa con Goncalves, ma abbiamo perso diverso tempo per un errore di navigazione. Comunque tutto ok, ora sono 9° nella generale e domani si potrĂ tirare un po’ il fiato.â€?
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iorni movimentati in casa Brescia: per quanto riguarda il mercato, dimenticato senza rimpianti Lorenzo Stovini, che dopo aver rescisso con il Brescia sembra sul punto, dopo un po’ di tira e molla, di accettare l’offerta del Novara, il mercato in uscita ha visto partire alcuni giovani come Magli e Martina-Rini, rispettivamente alla Feralpi Salò e alla Cremonese. Continuano poi a tenere banco alcune situazioni che giĂ si erano delineate nei giorni scorsi: in attacco Caracciolo, con il suo ingaggio pesante e l’importante prezzo di cartellino, è sempre un nome sempre “caldoâ€? per la cessione, tenendo conto anche che si vuole lanciare Mitrovic, mentre in difesa per il ritorno di Caldirola sembrano essere state impostate buone premesse, anche se il suo cartellino è sempre a metĂ tra Cesena e Inter, che forse sta valutando per il giocatore anche alcune destinazioni in serie A. Infine il colpo grosso: per Salamon si è registrata l’offerta di sette milioni da parte del Borussia Dortmund, che verserebbe la cifra intera per avere il polacco a Gennaio, un anticipo invece di cinque se restasse fino a giugno, quando la societĂ tedesca salderebbe l’importo. Per come si sta delineando la trattativa pare piĂš probabile un accordo che pre-
rebbero la costruzione dello stadio vero e proprio. Inoltre dobbiamo tenere conto delle potenzialità della nuova metro, che ha cinque fermate proprio a Mompiano. Sull’area dell’attuale stadio si può ricostruire, anche perchÊ si tratta comunque di un’area da riqualificare. LÏ si possono costruire tutte quelle infrastrutture che permetterebbero di avere lo stadio nuovo gratis, poi la proprietà potrebbe essere del Comune o meglio ancora del Brescia�. Utopia il progetto, soprattutto in paragone alla situazione torinese? Forse, però nel frattempo le idee del vulcanico numero uno del Brescia non si fermano qui: ha fatto inoltre sapere che per il futuro ha in progetto di riportare in società a Brescia Roberto Baggio. Il Divin codino, forse il piÚ grande ex nella storia del Brescia, avrebbe porte aperte, secondo quanto dichiara Corioni, per qualsiasi ruolo dall’allenatore al presidente.
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veda la permanenza di Salamon tra le Rondinelle fino al termine della stagione. Altro fronte sul quale si registrano alcune novità è la questione relativa allo stadio: in questi giorni il presidente Gino Corioni è tornato sull’argomento, prendendo l’occasione del prossimo avvio della campagna elettorale per la poltrona piÚ importante di palazzo Loggia:
“Sono convinto – ha affermato – che l’anno prossimo chiunque diventi sindaco ci darĂ il permesso di fare lo stadio. Questo vuol dire che il Comune non spende un euro, ma deve dare la possibilitĂ di costruire come è avvenuto con lo Juventus Stadium, che ha copiato l’idea del Brescia di affiancare quelle infrastrutture di contorno che ripaghe-
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/D IRU]D GL XQ JHVWR FKH VHUYH SHU HGXFDUH Un gesto clamoroso e tante reazioni che fanno riflettere. Il gesto è quello del Milan, che si è rifiutato di continuare una partita con la Pro Patria, una squadra di Lega Pro, a Busto Arsizio, dopo che da un gruppo di sostenitori locali si sono levati diversi cori di tipo razzista che hanno preso di mira in particolare Emanuelson, Muntari, Niang e Boateng (nella foto). Molti plausi al gesto del Milan, che sottolinea la volontà di non arrendersi
all’inciviltĂ spesso presente negli stadi. Richiama un po’ tutti a fare la propria parte, per isolare quelli che sono normalmente una piccolissima parte delle tifoserie. Tifoserie che, in altre occasioni – è giĂ successo – sono state anche in grado di zittire “in tempo realeâ€?, con forti reazioni dagli spalti, quanti si lanciavano proprio in insulti razzisti e violenti. Le molte reazioni positive al gesto del Milan mettono in evidenza la necessitĂ di cambiare
registro. “Siamo tutti stanchi, siamo tutti stufi. L’Italia deve crescere, e questo è il primo passoâ€?, ha commentato il ct della nazionale, Cesare Prandelli. E Michel Platini, ha spiegato che contro simili episodi di razzismo – “che continuano a verificarsi di tanto in tanto negli stadi europeiâ€? – si continuerĂ â€œa lottare senza treguaâ€?. Come lottare? SeveritĂ negli stadi, “tolleranza zeroâ€? . Ma anche – e ieri lo ricordava con semplicitĂ un giocatore del
Varese, Giulio Ebagua, – con una seria opera educativa: “Il razzismo c’è sempre stato e temo che ci sarĂ sempre. Bisogna incidere sulla mentalitĂ di certa gente, bisogna cominciare a scuola, educando i bambiniâ€?. Anche i campioni dello sport possono e devono fare la loro parte, perchĂŠ i loro gesti e atteggiamenti, le loro parole hanno spesso un grande peso, valore di esempio. Questa volta, a Busto Arsizio, in positivo.
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Il 2013 del Csi Brescia inizia nel segno del settore giovanile, e non potrebbe essere diversamente dopo la missione lanciata a chiare lettere dalla presidente Amelia Morgano nel corso del Consiglio provinciale di ďŹ ne anno, dove è stata annunciata la missione del prossimo futuro: scommettere sulla linea verde e investire con forza sull’attivitĂ sportiva giovanile. Si ricomincia dal polisportivo, dunque, con la festa che domenica 13 gennaio consentirĂ ai bambini
provenienti dai campionati di calcio e pallavolo di mettersi alla prova in una giornata dedicata interamente alla pallamano. Le formazioni under 8, 10, 11 e 12 scenderanno in campo al palazzetto dello sport Vittorio Mero di Folzano a partire dalle 14 per conquistare punti da aggiungere alla classiďŹ ca dei rispettivi gironi. Ăˆ importante iscriversi entro le 19 di venerdĂŹ inviando una mail a polisportivocsibs@bresciaonline. it. Per info su orari consultare il volantino su www.csi.brescia.it.
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iclismo e beneficenza sono stati gli assoluti protagonisti dell’Epifania del Csi Brescia, con la IX edizione della Befana Bike, un evento di sano agonismo arricchito da una preziosa raccolta fondi da indirizzare in favore delle associazioni di volontariato impegnate sul territorio di Scarpizzolo di San Paolo e dintorni. Alle griglie di partenza si sono presentati 130 bikers, trascinati al traguardo da Bonetti (Team RC Erre). Argento per Botticini (Infotre Lecougan) e bronzo per Lombardi dell’Emporio Sport Team, squadra dominatrice del podio femminile, con Moretta e Agosta sui gradini piÚ alti. Subito dietro Baronio (Ciclistica Montenetto). Dopo il tradizionale appuntamento del 6 gennaio è già tempo di tornare ad allenarsi in vista della Cross Country Cup Csi, che prenderà il via domenica 20 gennaio a Clusane sul Lago con il IV Cross delle Torbiere, prima delle 20 prove in programma, alle quali andrà aggiunta la Gran Fondo RampigÜlem. La novità del Circuito 4C 2013 è rappresentata dalla costituzione di due sottocircuiti di 10 prove ciascuno: quello della pianura e quello della montagna. Alcune gare sono ormai delle classiche nel calendario Csi, altre costituiscono appuntamenti nuovi di zecca, nati dalla
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ti Costruzioni (Barco di Orzinuovi); 24/3 II Memorial Riccardo Prandini (Braone); 1/5 I Cross del Mella (Azzano Mella); 12/5 II Starterbike (Iseo); 26/5 II Cross Parco Oglio (Rudiano); 15/6 Cronomella (Castel Mella); 16/6 Scalata alle Poffe (Lumezzane); 7/7 La nĂśa RampigĂślem (Zone); 14/7 III Xc delle Risorgive Padane (Trenzano); 21/7 II 2H del Forest (Iseo); 27/7 Grimpeur Csi (Gavardo); 3/8 III Iseo CulmĂŹ (Iseo); 9/8 VII Rampicando Riviera degli Ulivi (Sulzano); 18/8 III Cross di Corte Franca (Corte Franca); 24/8 Memorial Ivan Nember (Lumezzane); 8/9 XC sul Monte Netto (Capriano del Colle).
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Anno della fede e 50° del Concilio Egr. direttore, a tutti sarĂ capitato in questi mesi di sentir parlare o di parlare di Anno della fede e di 50° del Concilio Vaticano II. In una parrocchia della cittĂ , una volta al mese, prima della S. Messa prefestiva, si tiene per una mezz’ora una riflessione ed è frequentata. Poi ci sono altre iniziative. Quando incontro religiosi/e, domando immediatamente: “che cosa fate per il 50° del Concilio Vaticano II?â€?, la loro risposta è: “Aspettiamo che i superiori ci dicano di leggere i documenti. Per quanto riguarda l’Anno della fede ancora non ci sono dati suggerimenti specificiâ€?. Le persone con le quali ho piĂš confidenza mi chiedono qualche suggerimento. Cominciamo a meditare la fede che è una virtĂš teologale, per la quale dobbiamo, quotidianamente, chiedere al Signore che ce la conservi. Ringraziamolo di averci fatto questo dono, che ce la conservi, anzi che la rinforzi e chiediamo che ci faccia comprendere, che anche noi dobbiamo fare la nostra parte con la preghiera e la conoscenza. Qualcuno potrebbe sorridere a queste mie parole o suggerimenti e vorrei che ci fossero commenti. Vi dico: “Fare bene il segno della croce, pensando e meditando sul mistero della SS. TrinitĂ . Non solo in chiesa, ma anche in casa, con il padre della famiglia, che fa sentire di essere il responsabile di questo impegno. Inoltre suggerisco di preparare tante fotocopie a seconda del numero dei componenti della famiglia, su ciò per cui riflettere. La sera, ogni tanto, senza stressare, il padre, dopo cena, potrebbe introdurre la rifles-
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sione da fare, dicendo: “adesso che abbiamo nutrito il corpo con il pane materiale, nutriamo anche la nostra anima con il pane spirituale della vita eternaâ€?. Dopo queste parole legge un brano della Bibbia, che in quest’anno, in tutte le famiglie, deve prendere un posto particolare e di privilegio in casa, a prenderla va il padre o il figlio piĂš giovane. Mentre tutti stanno in silenzio, leggere il brano da lui scelto del Vangelo per meditareâ€?. Qualche amico, inoltre, mi dice: “Prete, tu sai che in chiesa io vado solo a Pasqua e Natale, ai matrimoni ed ai funerali, però faccio sempre il segno della croce quando passo davanti alla chiesa, al cimitero, o incontro qualche prete, non ti basta questo per dirti che anche io ho fede?â€? Rispondo: “Se vuoi essere un buon papĂ di famiglia almeno in queste circostanze dovresti parlare del messaggio del Signore. Se tu papĂ farai questo, darai una buona testimonianza di fede. Puoi farlo tutte le volte che tu hai elencato. Pensa ai funerali in un anno, anche di giovani, parlare della morte e del messaggio del sacerdote.â€? Cari confratelli, per favore, anche voi diteci cosa fate per queste importanti circostanze. Ăˆ un modo di risvegliare la fede e di prepararci agli indirizzi dei nostri vescovi. L’ho fatto io, colpito da un grave ictus e ore emiplegico. Saluto tutti, compresi i confratelli all’estero ed auguro un buon anno 2013. “Pace e bene.â€? don Giovanni Marchina
Il Pd e la componente cattolica Egr. direttore, non credevo ai miei occhi quando ho letto, a pag. 5 della Voce del 3 gennaio,
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la seguente frase relativa alle primarie del Pd: “In molti hanno sottolineato come la tornata del 29 dicembre abbia (almeno a Brescia e in Lombardia) inferto un duro colpo alla componente cattolica del Pd. Un colpo testimoniato a Brescia dal flop di Guido Galperti, ultimo classificato nella corsa a sette...â€? Mi sembra che tale giudizio, oltre a non essere vero, almeno per Brescia e provincia, possa fuorviare il lettore. La “componente cattolicaâ€? del Pd invece si è ulteriormente rafforzata: infatti tra i primi quattro preferenziati, ben tre, pari al 75%, sono cattolici praticanti (Paolo Corsini, Alfredo Bazoli e Marina Berlinghieri), ben inseriti nel mondo cattolico bresciano. La Berlinghieri è addirittura insegnante di religione cattolica! La presenza rilevante dei cattolici nel Pd bresciano era giĂ comunque ben nota: si pensi ad esempio che la grande maggioranza degli attuali consiglieri di Circoscrizione del Pd proviene dalle parrocchie. La cosa non mi stupisce: il programma del Pd mi sembra il piĂš vicino ai valori della giustizia sociale, dell’ambiente e del lavoro indicati dalla dottrina sociale della Chiesa. Non va dimenticato inoltre che il Pd è l’unico, tra i partiti tradizionali, a lasciar scegliere i propri parlamentari agli elettori tramite le primarie, mentre quelli degli altri partiti sono scelti dalle segreterie o dai leader degli stessi. Maurilio Lovatti
In ricordo di don Garatti Egr. direttore, ho conosciuto don Giuseppe Garatti nel 1960, poco prima del suo ingresso da parroco a Castelfranco di Rogno. Eravamo sul treno che da Brescia porta in Valcamonica: è iniziato un cordiale e simpatico dialogo, che è continuato sino alla sua morte. Il lavoro prima e il servizio militare poi mi hanno tenuto lontano dal mio paese fino al settembre del 1963; anche in questo periodo non sono mancati frequenti scambi di scritti tra di noi. Le belle parole e i consigli di don Giuseppe mi sono stati di aiuto a superare le difficoltà incontrate lontano da casa. Don Giuseppe trovava la forza di essere prete mandato dal Signore a portare la buona novella e a tenere unita la sua comunità . Ho sempre apprezzato le sue doti di persona saggia e di grande fede, capace di valorizzare i rapporti di amicizia. Don Giuseppe lasciò la parrocchia di Castelfranco nel 1972 per quella di Pilzone. Anchese un po’ lontani, io e la mia famiglia, abbiamo sempre mantenuto una bella relazione con don Giuseppe, di vera amicizia, di stima e di affetto. Durante l’ultima fase della malattia, don Giuseppe, pur nella sofferenza, ha avuto la forza di essere sereno e di intessere un dialogo confortante con Dio e con le persone amiche che lo visitavano. Il Papa Paolo VI era il suo modello. Don Giuseppe è stat prete e un amico che è vissuto nell’attesa dell’incontro con il Padre e che ora certamente vede realizzato il suo desiderio. Zeno Rinaldi