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M è rimasta impressa la storia dei due scalpellini intenti a Mi la lavorare il marmo vicino ad una chiesa in costruzione. La sstoria racconta: ai due scalpellini si avvicina un tale e chiede aal primo: “Cosa stai facendo?â€?. La risposta, con voce lamenttosa, è la seguente: “Faccio il piĂš brutto mestiere del mondo, da mattina a sera, per vivere, batto con il martello e lo scald pello sul marmo. 1 un mestiere monotono, faticoso, sempre p uguale. Un giorno probabilmente mi verrĂ la silicosiâ€?. Quel tale u ug ssi rrivolge poi al secondo scalpellino che sta facendo lo stesso lavoro e chiede: “E tu, cosa stai facendo?â€?. Quello, sorridendo ed la lavo indicando il cantiere, risponde “Vede, costruisco la cattedraleâ€?. i indica Due modi D mo opposti di vivere la quotidianitĂ , di affrontare lo stesso lavoro. Questa storiella si accompagna all’altra che, nella giungla, di la Qu prima mattina, p matti vede il leone sveglio a pensare “se oggi non corro piĂš forte morirò di fameâ€?. Anche la gazzella si sveglia e pensa “se fo della gazzella gazz del leone morirò sbranataâ€?. La morale è la seguente: non corro piĂš veloce v e si abbina a quella precedente che, trattandosi di “Importante è correreâ€? c prevede di correre (lavorare) almeno in “letiziaâ€?. persone, preved p
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Emergenza lavoro. Esodati alle porte delle nostre case
Í˜Í ÂƒÂ‡Â•Â‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Verso le elezioni. Francesco Onofri: guardare all’attacco
͚͞ ……Ž‡•‹ƒ Preadolescenti. Una spanna in piĂš, per stare con loro
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ÂŽ ’‘’‘Ž‘ †‹ „ƒÂ?ƒ Lungo la Pennsylvania Avenue la folla è di nuovo impazzita al passaggio di Obama e Joe Biden con le loro mogli. Quattro anni fa, quando Obama aveva sfilato per la prima volta tra quella folla commossa, il Paese era soffocato da una crisi economica pesantissima provocata da chi aveva voluto la deregulation del mercato finanziario, mentre sul piano internazionale gli Usa erano impantanati nelle campagne militari in Iraq e Afghanistan. Obama allora costruĂŹ il suo discorso inaugurale sull’uguaglianza di ogni persona, promise di regolare il mercato, di uscire dall’Iraq e di estendere i diritti in patria. L’iniziativa politica
che caratterizzò i primi mesi di presidenza accese speranza in tutto il mondo, rese Obama popolarissimo e gli fece vincere in modo piuttosto inatteso il premio Nobel per la pace. A quattro anni di distanza il mondo non è diventato un’isola rosa e felice, ma nel quadro in chiaroscuro è possibile riconoscere la realizzazione di alcune di quelle promesse. Ăˆ stato varato il Frank Dodd Act che reintroduce un sistema di regole nel mercato finanziario per riportare responsabilitĂ nel comportamento degli operatori. Sul piano economico sono stati attivati numerosi stimoli espansivi che hanno beneficato diversi settori, a cominciare da quello dell’auto. Il mercato finanziario si è effettivamente ripreso anche grazie alla nuova legge, ma ancora non è ripartito un ciclo che sia in grado di contenere il debito pubblico. Inoltre il sistema di protezione sociale degli Usa, leggerissimo,
non ha garantito una difesa della dignità della vita di chi ha subito la crisi come è accaduto invece in Europa. In questo, però, Obama non ha molto spazio. Un parlamento piÚ lungimirante autorizzerebbe aumenti di debito nel breve periodo e un aumento del carico fiscale sui redditi piÚ alti per finanziare stimoli espansivi e iniezioni di lavoro e reddito per i piÚ poveri e il ceto medio, generando cosÏ nel medio periodo le risorse per il pagamento del debito iniziale. Ma in parlamento le resistenze repubblicane sono durissime. Lo si è visto anche sulla riforma sanitaria, la Obamacare, il vero fiore all’occhiello di questa Amministrazione, che ha visto reazioni davvero vergognose di fronte alla scelta di rendere accessibili le cure ad un maggior numero di cittadini. Sul piano internazionale Obama ha ereditato due situazioni terribili in Iraq e Afghanistan. Ha rispettato i tempi, ma ha
dovuto farlo camminando lungo un percorso delicatissimo pieno non solo degli ostacoli interni ai due Paesi, ma anche delle insidie create dai mille giochi di potere autoreferenziale radicatisi nell’esercito durante l’Amministrazione precedente. Ne sono una testimonianza le numerose rotazioni necessarie in soli quattro anni nei ruoli piĂš delicati dei vertici militari e dei servizi, spesso a causa di scandali imbarazzanti. NĂŠ a bilanciare può essere ascritto fra i successi l’uccisione di un uomo, per quanto pericoloso potesse essere Osama Bin Laden. Che cosa caratterizzerĂ i quattro anni del secondo mandato? In politica estera rimarranno le emergenze Afghanistan e Iraq, naturalmente, cui si aggiunge la relazione con l’Iran. Nel 2009 Obama offrĂŹ una mano tesa, ma il regime iraniano la rifiutò altezzoso. Ǥ Í?
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Esodati alle porte delle nostre case —‡ŽŽƒ †‡ŽŽƒ …‡Â?–‹Â?ƒ‹ƒ †‹ Â?‹‰Ž‹ƒ‹ƒ †‹ Žƒ˜‘”ƒ–‘”‹ ”‹Â?ƒ•–‹ •‡Â?œƒ –—–‡Žƒ ’‡” Žƒ ”‹ˆ‘”Â?ƒ ˜ƒ”ƒ–ƒ †ƒŽ Â?‹Â?‹•–”‘ ‘”Â?‡”‘ ° —Â?ƒ ”‡ƒŽ–Â? …Š‡ ‡•‹•–‡ ƒÂ?…Š‡ Â?‡Ž ”‡•…‹ƒÂ?‘ ‡ …Š‡ †ƒ “—ƒŽ…Š‡ –‡Â?’‘ Šƒ •…‘’‡”–‘ …Š‡ ÂŽÇŻÂƒÂœÂ‹Â‘Â?‡ …‘Â?—Â?‡ ’—Ö ’”‘†—””‡ “—ƒŽ…Š‡ ”‹•—Ž–ƒ–‘
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hissà perchÊ per arricchirsi il vocabolario della lingua italiana ha bisogno di situazionie di crisi. Se in occasione dell’alluvione in Valtellina il Paese ha fatto, purtroppo, la conoscenza con il verbo tracimare, da un anno a questa parte gli italiani possono parlare di esodati con cognizione di causa. Gli esodati sono lavoratori over 50 espulsi dal mercato dal lavoro e non ancora ammessi in pensione in conseguenza dell’innalzamento dell’età o dei requisiti per accedere al trattamento pensionistico. PiÚ banalmente sono il primo prodotto di quella riforma del sistema pensionistico che nel dicembre 2011 il ministro Fornero presentò con tanto di lacrime agli occhi. Si parlò, allora, di riforma necessaria per adeguare l’Italia al resto dell’Europa e per ricalibrare il sistema sull’aumento dell’aspettativa di vita degli italiani. Nessuno pensava, commentando il pianto in diretta del Ministro del lavoro, che di lÏ a poche settimane si sarebbe rovesciato sui tavoli del governo, della politica e dei sindacati lo tsunami esodati. Un’onda di piena che è andata ingrossandosi mano a mano che il Paese ha preso coscienza che quello degli esodati non era un fenomeno che poteva interessare al massimo qualche migliaia di persone, ma era una vera e propria emergenza sociale se è vero che l’Inps, probabilmente la massima autorità in materia, ha stimato che oggi in Italia il popolo degli esodati possa essere di 390mila persone, anche se proprio nelle ultime ore quotidiani e televisoni hanno lanciato la notizia che ai numeri dell’Istituto nazionale della previdenza sociale potrebbero aggiungersene altri 150mila. Insomma, una bella gatta da pelare per il governo che dal mese di marzo dovrà prendere le redini del Paese. Sugli esodati si è comunque giocata l’ennesima partita all’italiana. PerchÊ gli esodati sono lavoratori, del pubblico e del privato, invitati (anche con la promessa di qualche aiuto economico) ad accettare l’uscita anzitempo dal ciclo lavorativo, con la promessa di un accompagnamento nel periodo di raggiungimento della sospirata pensione. Dalla sera alla mattina, per effetto della riforma Fornero, si
sono visti cambiare le carte in tavola da una legge che, probabilmente per la prima volta in Italia, aveva immediato effetto retroattivo. Quella che era un’attesa di pochi mesi, per altro da affrontare con aiuti delle rispettive aziende, si è trasformata in un vero e proprio salto nel buio. Un’operazione alla cieca che non uno delle centinaia di migliaia (8000 quelli appurati nel Bresciano) avrebbe affrontato se avesse saputo delle intenzioni del ministro Fornero. E, come spesso capita nel nostro Paese, la rivendicazione di un diritto e di una legittima tutela, è stata trasformata, anche da chi aveva causato il danno, nella richiesta di un privilegio che lo Stato, alle prese con una crisi economica che avrebbe potuto essergli fatale, non poteva certo garantire. Di qui un balletto di numeri, risorse e disponibilitĂ tra il governo e le parti sociali che solo in queste settimane pare destinato a soluzione. Nei giorni scorsi è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto che “pone in salvoâ€? la prima tranche di 65mila esodati (anche se per l’esecutivitĂ del decreto si dovranno aspettare altri 60 giorni, ndr.). Altri 55mila saranno salvaguardati con il
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decreto per la spending review. Altri ancora, poco piĂš di 10mila protranno approfittare della legge di stabilitĂ del 2013. I “salvaguardatiâ€?, definizione degna del titolo di un romanzo di Primo Levi, saranno cosĂŹ poco piĂš di 130mila, esattamente un terzo di quelli ufficialmente stimati dall’Inps. Non deve sorprendere che molti tra gli esodati che “son sospesiâ€?, visto che il ministro Fornero ha annunciato che solo nei prossimi giorni l’Inps inizierĂ ad inviare le comunicazioni agli interessati, si sentano involontari protagonisti di una vera e propria roulette russa, perchĂŠ una lettera di inserimento tra i salvaguardati giunta a un esodato significa giocoforza l’esclusione di altri due. Ăˆ vero che i 130mila sono stati individuati con particolari criteri (data dell’uscita dal lavoro, etc.), ma è altrettanto vero che tutti nutrono la speranza di rientrare nel numero. Ăˆ forse una delle poche speranze che al popolo degli esodati è rimasta, insieme a quella che il futuro governo si faccia carico di un problema creato da quei tecnici che molto meglio dei politici dovevano conoscere la materia. Si sentono abbandonati, non sanno (o non hanno ancora individuato) a quale santo appellarsi, forse anche perchĂŠ sino a pochi mesi fa erano una categoria sconosciuta. Solo da poco, anche a Brescia, si sono messi in rete, superando anche quella sorta di ingiustificata remora che li ha portati per lungo tempo a considerare la condizione di esodato un limite personale. Mettersi insieme, comprendere che quello subito è un vero e proprio torto e che quello che chiedono non è un diritto ma solo quanto garantito da una legge che, a loro insaputa, è stata cambiata dalla sera alla mattina, ha dato loro una nuova forza. Non hanno ancora scelto la strada di proteste eclatanti, di forti azioni dimostrative. Continuano a battere la strada del dialogo e del confronto, convinti come sono che l’errore commesso nei loro confronti è tanto evidente da richiedere una repentina correzione di rotta. Per ora, almeno a Brescia, hanno trovato la vicinanza del Vescovo e della Chiesa, che li hanno incoraggiati a proseguire nella loro legittima rivendicazione.
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cora – e tanti impegni nel campo del volontariato, mi sembrava la soluzione miglioreâ€?. Nove mesi dopo, con la riforma Monti-Fornero i termini per la pensione sono stati modificati, con valore retroattivo e per Mara, come per molti altri, si sono spalancate le porte di quel limbo degli “esodatiâ€?. Le prime settimane sono state di grande smarrimento. “Nessuno – ricorda ancora Mara – sapeva cosa fare e a chi rivolgersi. Poi, grazie anche all’intraprendenza di Beppe Zani (nella foto), è nata l’idea di un collegamento fra chi stava vivendo la stessa situazione, per superare una sorta di disagio avvertitoâ€?. Oggi Mara sta lottando insieme a tanti altri esodati bresciani animata dalla convinzione che debba essere messo riparo a una
situazione che non ha cercato. Storia analoga a quella di Mara, è quella di Adele, di Flero, una vita trascorsa alle dipendenze di Poste italiane. “Mi hanno chiamato - è il suo racconto - offrendomi di terminare il lavoro dopo 39 anni e quattro mesi, quindi otto mesi prima dei 40 anni lavorativi; avrei dovuto attendere anche un anno e un mese per l’aspettativa di vita. Avrei percepito la pensione a ottobre 2013â€?. Adele era soddisfatta: avrebbe avuto una vita tranquilla, da dedicare alla famiglia e al suo impegno in parrocchia... “Ho firmato – prosegue il suo racconto – come altri miei colleghi, un accordo con l’azienda e come garante l’Ufficio territoriale del lavoro di Bresciaâ€?. Poi, anche per lei è giunta la mazza-
ta della riforma Fornero e con questa l’avvio di quel calvario che accomuna tutti gli esodati. Un calvario che sta facendo soffrire, da un punto di vista psicologico, Andrea, 61 anni, esodato dell’Iveco. Andrea è un “professionalâ€?, un quadro dell’azienda automobilistica. Il 20 dicembre del 2011 viene gli viene formulata questa proposta: deve scegliere tra la messa in mobilitĂ per 36 mesi e l’accompagnamento di 12 sino al conseguimento della pensione, prevista per l’agosto 2015, o il licenziamento. “Una decisione – racconta – che avrei dovuto assumere in 48 oreâ€?. Due giorni che Andrea annovera tra i piĂš difficili della sua vita. Accetta, anche perchĂŠ non ha molte altre scelte. “ Mi vengono garantiti 36 mesi di mobilitĂ con uno stipendio di 900 euro e un altro anno con una decurtazione del 25% - afferma con amarezza -. Con il 2012 inizio la trafila dei lavori socialmente utili con la data dell’agosto 2015 quale consolazioneâ€?. Invece la riforma Fornero sposta il termine all’ottobre 2017. Due anni in piĂš e senza nessuna sicurezza economica. Anche per Andrea, una vita dedicato all’Iveco è un peso difficile da sopportare.
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Ăˆ bastata la semplice risposta “Ok! Don Lucianoâ€? per creare le premesse di un rapporto che per gli esodati bresciani è molto importante. Nelle scorse settimane, come una delle prime azioni comuni, gli esodati bresciani avevano inviato a tutte le istituzioni locali la richiesta di un incontro per illustrare ragioni e preoccupazioni degli esodati. Poche, solo due, le realtĂ che hanno risposto all’appello: il Pd... e la Curia. I ďŹ rmatari della richiesta hanno cosĂŹ incontrato don Mario Benedini, direttore dell’UfďŹ cio per l’impegno sociale, che li ha invitati a un primo incontro. “Oltre a presentarmi la loro situazione, vicende personali, preoccupazioni e attese – ricorda il sacerdote – hanno avuto modo di conoscersiâ€?. PerchĂŠ, ricorda ancora don Mario, a quel primo incontro hanno partecipato rappresentanti degli esodati organizzati da Beppe Zani, ma anche altri lavoratori contattati dallo stesso sacerdote. Nel corso dell’incontro si è rafforzata la convizione che un’azione comune, anche se non urlata, poteva essere la via piĂš efďŹ cace per far valere le proprie legittime ragioni. Il direttore dell’UfďŹ cio per l’impegno sociale si è anche reso disponibile per trovare uno spazio ďŹ sico in cui organizzare questa azione comune. Spazio ďŹ sico che è stato poi trovato presso la Cisl di via Altopiano d’Asiago. Nel corso dell’incontro gli esodati e don Mario Benedini hanno anche parlato della corrispondenza con il Vescovo e della disponibilitĂ manifestata dallo stesso ad un incontro. “Per i rappresentati degli esodati bresciani – ricorda don Benedini – è importante poter contare su questa disponibilitĂ all’ascolto dimostrata dal Vescovo, perchĂŠ li fa sentire meno soli nella loro battagliaâ€?. E cosĂŹ, nei prossimi giorni, gli esodati saliranno lo scalone della Curia per incontrare don Luciano...
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Bagno di folla a Washington per la cerimonia di inaugurazione del secondo mandato di Barack Obama. Circa 800mila persone hanno partecipato all’evento, il 21 gennaio, giorno in cui l’America festeggia Martin Luther King, ricordato dallo stesso presidente. Nel suo discorso inaugurale, durato poco meno di 20 minuti, Obama ha messo l’accento sui valori fondanti dell’America: libertà ed eguaglianza. Il presidente ha quindi dichiarato che è finito un decennio di guerre e che gli Stati
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Uniti sosterranno la democrazia in ogni luogo, dall’Africa al Medio Oriente. Con l’ancora nella Costituzione, il presidente Obama guarda avanti e apre il suo secondo mandato nel segno dell’uguaglianza. “L’America è il Paese delle opportunitĂ â€? e Obama ha chiesto al Paese di agire per trasportare nell’oggi i valori del passato. Le sfide per i prossimi quattro anni sono, dunque, tese a garantire uguali diritti per tutti. In primis l’economia: la ripresa c’è e deve
essere rispettosa delle classi meno abbienti. Giusto quindi occuparsi del bilancio, anche rivedendo la spesa sanitaria, ma senza smantellare l’impegno nei confronti dei cittadini. Nel discorso anche l’accoglienza degli immigrati e la nuova attenzione ai cambiamenti climatici. Infine, la politica estera: l’America sarà sempre il guardiano della democrazia del mondo ma l’epoca delle guerre è finita, una pace durevole non necessità di una guerra perenne.
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ontinua, nel nord del Mali, l’azione dell’esercito regolare maliano, supportato dal contingente francese e dai soldati dalla forza africana, contro i quattro gruppi jihadisti (Aqmi, Mujao, Ansar al Din e Mlna) che tentavano di raggiungere il sud del Paese. Lo scontro in atto sta creando i presupposti di una nuova, drammatica emergenza umanitaria. Secondo fonti non ufficiali sarebbero già oltre 400mila i profughi in fuga dalle zone interessate dai combattimenti. Un problema serio per un Paese povero è già pesantemente segnato dalla carestia del 2011. L’intervento francese, sulla scorta delle ultime notizie giunte dal Paese africano, starebbe provocando il ripiegamento verso nord dei gruppi fondamentalisti che minacciano azioni dimostrative (come quella messa in atto nell’impianto di In Amenas, in Algeria, costata la vita di 38 ostaggi e di 29 terroristi di diverse nazionalità : algerina, egiziana, tunisina, maliana, mauritana e canadese) anche fuori dai confini maliani. Una minaccia presa seriamente dall’Egitto. Il presidente Morsi ha infatti rotto il fronte internazionale che ha dato il suo assenso all’azione militare, schierandosi apertamente contro la guerra. La situazione in Mali continua, comunque, a essere drammatica, come confermato da don Enmmanuel Nestor
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te – nonostante l’intervento francese continua a essere pesante. I quattro gruppi fondamentalisti giunti in Mali dalla Libia hanno seminato morte e distruzione, costringendo centinaia di migliaia di persone alla fuga verso sudâ€?. Don Kone non sa spiegare le ragioni di quella che è stata una vera e propria invasione, uan violenza perpetrata ai danni di un Paese povero che, per risollevarsi aveva scelto la via del disarmo e dello sviluppo. “Ciò che ha spinto i fondamentalisti a invadere il MalĂŹ è la volontĂ di imporre al nostro Paese la sharia – è la convinzione del direttore della Caritas di San –. Anche
se nessuno lo afferma la loro azione nasconde anche interessi legati al traffico della drogaâ€?. L’invasione del nord ha creato grossi problemi non solo alla componente cristiana, per altro minoritaria, ma anche alla maggioranza musulmana che ha patito la distruzione di moschee e di centri culturali. “Anche se nessuno in Mali ama la guerra – è il commento finale di don Emmanuel Nestor Kone – siamo convinti che solo l’intervento della comunitĂ internazionale possa mettere alla guerra. La speranza di tutti è che duri il meno possibile per non ingrandire a dismisura i suoi effetti negativiâ€?.
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8Q ULHQWUR SUHFDX]LRQDOH Hanno dovuto in tutta fretta rimettere insieme le loro cose per fare rientro in Italia. I volontari dal gruppo Mali Gavardo sono stati cosĂŹ costretti a lasciare a metĂ i lavori per la costruzione di un orfanotroďŹ o a Segou, nel sud del Paese. “Il nostro rientro – afferma Giovanna Avanzi – è stato caldeggiato dal vescovo locale e dall’ambasciata italiana come misura precauzionaleâ€?. A Segou, dove i volontari bresciani sono impegnati
nella costruzione di una struttura per i piccoli orfani, non c’era alcun segnale della guerra in corso nel Nord del Paese e la situazione era tranquilla. Prevedendo per le settimane a venire un insparimento della situazione le autoritĂ civili e religiose locali hanno pensato di non esporre i volontari a rischi inutili. “Abbiamo accolto l’invito – continua Giovanna Avanzi – mettendo ďŹ ne anzitempo a una missione che doveva concludersi il 10 febbraio
prossimo�. Nonostante il rientro anticipato è ferma intenzione dei volontari del gruppo Mali Gavardo far ritorno nel Paese africano il prima possibile per concludere progetti necessari a dare futuro a una delle realtà piÚ povere dell’Africa. Un futuro che passa attraverso l’educazione e la salute, obiettivi che da Gavardo cercano di perseguire con la costruzione in Mali, da 25 anni a questa parte, di scuole e di strutture sanitarie.
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ÂŽ ’‘’‘Ž‘ †‹ „ƒÂ?ƒ Quell’offerta da un lato diede un riferimento ai movimenti di protesta iraniani del 2009 (che si stanno preparando alle imminenti nuove elezioni presidenziali del giugno 2013) ed evitò agli Usa l’isolamento in cui rischiavano di trovarsi sul dossier nucleare di Teheran tuttora aperto. Una partita delicatissima sarĂ l’evoluzione della ‘primavera araba’, un movimento di grande portata che richiederĂ un tempo di assestamento lun-
go e con equilibri non scontati, come dimostrano le vicende di questi giorni in Mali e in Algeria. Obama ha equilibrio e visione per continuare a costruire ponti diplomatici come è stato fatto in questi quattro anni anche grazie alla instancabile Hillary Rodham Clinton. Contemporaneamente proseguirà il dialogo con l’area latinoamericana e con i Paesi asiatici, gestendo con loro la relazione con una Cina sempre piÚ attiva sul piano interna-
zionale, ma con sempre maggiori difficoltà interne. Nel discorso inaugurale è comparso anche un riferimento deciso all’ambiente. Potrebbe rivelare una iniziativa nuova, senz’altro benvenuta, vista la storica rigidità Usa in questo ambito. La sfida piÚ difficile però appare quella in politica interna. Obama ha vinto le elezioni, ma non la maggioranza al Congresso. Un clima politico violentissimo, alimentato so-
prattutto da parte repubblicana, può dividere irresponsabilmente la nazione. Obama ha la determinazione, la coerenza e la legittimazione per provare in questi quattro anni a ricomporre il Paese, ricreando un clima di unitĂ nazionale. Il suo discorso inaugurale va in questa direzione. Ancora una volta lo ha fondato sui diritti, e ha insistito sull’esigenza del contributo di tutti. ‘Insieme’ è la parola piĂš usata nel discorso, con l’enfatico “We, the
peopleâ€?. Per ricomporre il Paese Obama ha a disposizione l’ereditĂ di Martin Luther King, sulla cui Bibbia ha giurato, a 45- anni dal suo assassinio. Ăˆ un’ereditĂ grande e difficile. Per la coerenza che ha mostrato in questi quattro anni oggi Obama è l’uomo che piĂš di altri può metterla a disposizione del Paese. Il milione di persone che lo applaudiva in Pennsylvania Avenue gli chiedeva esattamente questo. (Riccardo Moro)
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n primo punto fermo c’è: finalmente gli italiani possono conoscere i nomi dei potenziali componenti del futuro parlamento! La mancata modifica del “Porcellumâ€? rende di fatto la fatica di questi giorni poco piĂš che un semplice esercizio di stile. PerchĂŠ se è vero che tutte le forze politiche hanno dovuto sudare le sette camicie per mettere insieme le proprie liste, tra rospi ingoiati, passi indietro e ricerca della maggior trasparenza possibile, è altrattanto innegabile che con questo sforzo segreterie, commissioni o comitati elettorali hanno giĂ messo una seria ipoteca sulla composizione delle Camere. L’unico dubbio è legato all’esito delle urne. Agli italiani è rimasto almeno il potere di indicare da quale coalizione intendono farsi governare, non potendo, per un’altra volta ancora, scegliere i propri rappresentanti per nome e cognome... E cosĂŹ anche gli elettori bresciani hanno scoperto nei giorni scorsi che il 24 e 25 febbraio prossimo si troveranno per le mani schede elettorali piĂš vicine, per dimensioni, ad un lenzuolo che non a prezioso strumento di partecipazione democratica. Per la Camera (collegio Lombardia 2) sarĂ loro consegnata una scheda con la bellezza di 20 liste. A fianco di quelle piĂš o meno storiche come Pdl, Lega, Pd, Udc ne sono spuntate di nuove (nella livrea e
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zione delle primarie nel Pdl), la Destra di Storace e Mir di SamorĂŹ (uno dei candidati delle mai celebrate primarie). Con il Pd del candidato premier Bersani, corrono il Sel di Vendola e il Centrodemocratico di Tabacci e Donadi. La Scelta Civica di Monti ha trovato nell’Udc di Casini e in Futuro e LibertĂ di Fini i suoi alleati. Seguono, nel collegio Lombardia 2, le liste “storicheâ€? (perchè presenti sulla scheda elettorale da qualche consultazione) di Forza nuova, della Fiamma tricolore e dei Radicali (lista Aministia, giustizia e libertĂ ). C’è il debutto della lista del Movimento 5 stelle di Grillo e della Rivoluzione civica di Ingroia, e quello di altre formazioni, molte delle quali destinate, come da tradizione, a vivere il breve tempo di una consultazione elettorale: Io amo l’Italia di Magdi Cristiano Allam, Fare. Fermare il declino di Oscar Giannino e I pirati di Marco Marsili. Situazione piĂš o meno analoga anche per la scheda del Senato, con l’aggiunta nel centrodestra di Cantiere popolare, Pensionati e Basta tasse e la scomparsa di Grande Sud, nel centro-sinistra della lista “Moderatiâ€? e, in ordine sparso delle liste Partito comunista, Unione padana, Lega lombardo veneta e CiviltĂ rurale e sviluppo. Per la Camera sono 250 i bresciani in lista. Per il Senato 49. Molti di meno quelli che possono contare su un posto (quasi) sicuro in parlamento.
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Nei giorni scorsi il Gardaland Sea Life Aquarium ha accolto 43 bambini della onlus Baca Italy (Bikers against child abuse) per offrire loro la possibilità di trascorrere momenti di spensieratezza e, allo stesso tempo, di scoperta e di approfondimento degli oltre 5.000 esemplari acquatici appartenenti a ben 100 specie diverse presenti nell’Acquario. I piccoli ospiti, tra i tre e i 14 anni provenivano da Brescia, Mantova, Modena. L’associazione
Tornano sabato 26 gennaio le “Arance della saluteâ€?, l’iniziativa messa a punto dall’Airc, per raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro il cancro. Per un giorno i volontari di Airc, affiancati in molti casi dai ricercatori, a chiamare a raccolta i sostenitori della ricerca, offriranno oltre 365mila reticelle di arance di 2,5 kg ciascuna, per un contributo di 9 euro. L’obiettivo è portare alla ricerca oltre 3 milioni 200mila euro, anche grazie al generoso
Bikers against child abuse (Baca) “Motociclisti contro l’abuso sui bambini�, fondata nel 1995 negli Stati Uniti, si pone l’obiettivo di creare un ambiente sicuro per i bambini vittime di abuso e di collaborare con gli operatori dei servizi sociali, le istituzioni e le Forze dell’ordine. Si tratta di una vera e propria “famiglia� di motociclisti che aiuta, dona sicurezza e restituisce ai bambini il diritto ad avere fiducia in loro stessi e a non temere il mondo.
contributo della Regione Siciliana. Queste le piazze bresciane: Bedizzole, Borgo San Giacomo, Borno, Castel Mella, Cazzago S. Martino, Chiari, Cividate Camuno, Coccaglio, Colombare di Sirmione, Comezzano Cizzago, Desenzano, Edolo, Gottolengo, Gussago, Maderno, Manerbio, Montichiari, Nuvolento, Ospitaletto, Palazzolo sull’Oglio, Poncarale, Remedello sopra, Rezzato, Urago d’Oglio, Verolanuova, Verolavecchia, Vezza d’Oglio.
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La crisi delle industrie tessili Da qualche tempo e da varie parti ci giungono insistenti domande sopra la situazione attuale delle industrie tessili. Fatti recenti di opifici che si sono chiusi e di società fallite hanno preoccupato seriamente la classe operaia che teme non senza ragione di dover subire le terribili conseguenze di una qualche crisi. C’è o non c’è pericolo? Ecco la riposta: Realmente esiste in generale una profonda crisi nelle industrie tessili, eccezion fatta di quella della lana. Cotonifici di ditte che fino a pochi mesi fa si ritenevano sicurissimi, vengono chiusi, o ridotti di telai o di lavoro. Vi ha maestranza di parecchi opifici, a Nembro per esempio e a Torre Pordenone (Udine) che lavorano tre soli giorni per settimana; nel Milanese, nel Friuli, nel Torinese, solo quattro o cinque giorni al di piÚ. In mezzo a questo ribasso, vi sono però delle Ditte le quali o per contratti fatti già da anni, o perchÊ danno stocchi speciali sul mercato, possono anche ora smaltire le loro produzioni con relativa facilità e quindi
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sottostanno malvolentieri alla solidarietà che loro impone la Federazione Industriale di ridurre le giornate di lavoro. Le cause della crisi sono molte: Innanzi tutto vi è troppa abbondanza di produzione in confronto del consumo causata in gran parte dai nuovi grandiosi cotonifici aperti in
questi ultimi tempi da società nuove sorte nella lusinga di affari d’oro. In secondo luogo poi abbiamo le speculazioni, non sempre oneste (come si vide anche in recenti processi) di azionisti di ditte che per rifarsi con sballati giuochi di borsa delle perdite che già facevano nell’industria
hanno finito con l’influire in modi fatali anche sopra le sorti di questa. In terzo luogo non bisogna dimenticare questa, che anche noi dobbiamo sentire la ripercussione della crisi che travaglia gli altri stati all’estero dove, in Inghilterra specialmente, la disoccupazione
assume ancora proporzioni gravissime. Per ultimo non è a dimenticarsi il fortissimo trust di cotoni che esiste in America dove si lavora accanitamente a difendere il proprio monopolio facendo una spietata concorrenza alla produzione europea. Queste le cause principali della crisi cotoniera causa che in gran parte si assomigliano a quelle della crisi serica della quale abbiamo giĂ parlato alcune settimane or sono. Come si presenta l’avvenire? Ăˆ molto difficile prevederlo stante la complessitĂ delle cause che hanno determinata la triste situazione presente. Secondo il parere di persone addentro in queste cose è certo piĂš facile venga superata la crisi della seta dovuta in gran parte al mercato dei bozzoli dominato da alcuni speculatori che comprano tipi cinesi e giapponesi, che non quella del cotone sulla quale influisce non poco la spensieratezza di chi conoscendo la condizione dei mercati non avrebbe dovuto abbandonarsi ad una folle sopraproduzione.
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La ComunitĂ ellenica di Brescia e Cremona organizza due corsi: l’insegnamento della lingua greca e le danze della tradizione ellenica. Ambedue i corsi, che si terranno il giorno di sabato, dovrebbero partire ai primi di febbraio. Il corso di lingua greca, che si svolgerĂ in 10/12 lezioni, si terrĂ presso un’aula posta in piazzetta del Comune e messa a disposizione dall’Amministrazione di Pontevico. L’insegnante sarĂ
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Fryni Batali, residente a Milano, docente di madre lingua greca. Il costo è di 90 euro. Per quanto riguarda il corso di danze tradizionali, l’insegnante sarà ZacharÏas Akis Krypotòs, maestro di ballo della Comunità ellenica di Parma e Reggio Emilia, unico corpo di ballo riconosciuto ufficialmente dalla Federazione delle comunità elleniche d’Italia. Il corso, previsto in 10 lezioni, si terrà nei giorni di sabato a partire dal mese di febbraio. Dove? Al
teatro di Pontevico. Il maestro terrà una lezione gratuita dimostrativa. Il costo: 120 euro. Le date d’inizio dei corsi saranno comunicate prossimamente. Per le prenotazioni si può telefonare a: CrisÚla Laffranchi, addetto culturale della Comunità , al numero 3296487397, o al presidente Costantino Buzalis, (3336919689). Per altre informazioni, si può consultare il sito www.ellade.org e info@ ellade.org.
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na volta al mese per tutto l’anno scolastico le classi 4 D-E delle scuole elementari di Manerbio si trasferiscono alla casa di riposo e tra i banchi incontrano gli anziani del paese. Con questa esperienza i giovani alunni possono ascoltare la storia del paese, le tradizioni e la cultura locale da chi l’ha vissuta. Ogni bambino ha adottato un nonno, ospite del ricovero. Per lui si trasforma, di volta in volta, in un piccolo giornalista, intervistandolo sulla sua vita e sui personaggi di Manerbio, o in un artista, confezionandogli un ritratto a pastelli, per poi diventare un perfetto oratore esponendo il proprio album di fotografie e un reporter, con tanto di telecamera, per creare il video degli incontri. Anche gli anziani hanno un ruolo attivo: a loro tocca insegnare ai giovani le preghiere in dialetto, le canzoni e gli aneddoti di vita quotidiana. Il gemellaggio con la casa di riposo è parte di un progetto educativo innovativo, voluto dagli insegnanti Massimo Pè e Giovanna Carlotti: il service learning, l’impegno sociale per acquisire competenze professionali e sociali. Non si imparano le regole a memoria, ma le si sperimenta. “Questi bambini cresceranno, ma quando impareranno a essere cittadini responsabili? – si
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dalla scuola, visionando le norme stradali e scegliendo il mezzo di trasportoâ€?. Senza nemmeno accorgersi, alla fine, divertendosi, hanno acquisito importanti lezioni di italiano, storia, toponomastica, musica e arte. Gli studenti sono entusiasti: Francesca ha invitato la sua “nonna adottivaâ€? al proprio compleanno. Luca, rappresentante di classe, è orgoglioso della sua scelta di solidarietĂ , Martina e Chiara preferiscono decisamente la giornata alla casa di riposo rispetto ad una tradizionale lezione teorica in classe. A esprimere soddisfazione è anche
Simona, animatrice del ricovero, che si è impegnata sin dall’inizio per la realizzazione del progetto. Se ai giovani serve esperienza agli anziani serve compagnia e questo gemellaggio è un regalo grande per i nonni. Il giorno di carnevale a loro spetterĂ il ruolo di giurati e dovranno scegliere tra i loro nuovi “nipoti adottiviâ€? la maschera piĂš bella? Il progetto didattico si concluderĂ a maggio con un ultimo regalo degli alunni agli anziani: uno spettacolo con le canzoni e le poesie che proprio loro hanno insegnato ai ragazzini.
,O UXROR GHOOD 3URWH]LRQH FLYLOH La Protezione civile è stata l’argomento della mensile riunione della sezione Bassa bresciana dell’Ucid che ha riunito gli associati nell’aula Paolo VI dell’Oratorio San Filippo Neri. Affollata la sala con la presenza di invitati dal presidente Giuseppe Pozzi, dei comandanti dei carabinieri, Gianfranco Corsetti della compagnia di Verolanuova, e Daniele Trevisani della stazione locale, di amministratori comunali interessati a seguire gli interventi dei relatori, co-
ordinati dal dott. Pier Luigi Colombi, fra i quali l’assessore della Provincia Fabio Mandelli e il direttore della sanitĂ bresciana, Carmelo Scarcella, che nell’occasione ha presentato il libro curato per la Cooperazione bresciana per la Protezione civile onlus dal titolo “Le mitigazioni delle conseguenze dei disastri naturali – il ruolo attivo dei cittadiniâ€?. In 243 pagine Scarcella, che è presidente del sodalizio, dĂ un ampio quadro dell’organizzazione,
sviluppa argomenti sugli effetti dei disastri naturali sulla salute, sull’auto protezione, le norme di primo soccorso, i bisogni primari delle popolazioni colpite, le comunicazioni in situazioni di emergenza con i sistemi piÚ attuali, compresi i telefoni ai quali è attribuito comporti primario essendo ormai grandemente diffusi. La Protezione civile bresciana conta sull’apporto di un migliaio di volontari distribuiti nei 148 gruppi operativi.
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”‡•…‹ƒ ‡ ˆ”‘Â?–‹‡”‡ †‡ŽŽƒ •…—‘Žƒ …ƒ––‘Ž‹…ƒ Offrire una progettazione educativa e pedagogica a lungo termine per essere in grado di rispondere alle sďŹ de e alle domande che le vengono poste: il tutto nell’ottica cristiana dell’evangelizzazione. Questa la missione della scuola cattolica oggi, aperta ai segni dei tempi, attenta ai bisogni dei suoi studenti e capace di far tesoro delle esperienze passate per guardare con ďŹ ducia al futuro. Sono stati molti gli spunti di riessione emersi dal convegno “Scuola cattolica:
frontiereâ€?, promosso da Fidae, UfďŹ cio per la scuola, ComunitĂ e Scuola, Assessorato provinciale alla pubblica istruzione e Usr Lombardia, lunedĂŹ 21. Nella sala polifunzionale dell’UniversitĂ cattolica hanno preso la parola tre relatori di spessore, moderati da Davide Guarneri, preceduti dall’intervento di suor Alba Comolatti, che ha presentato la realtĂ delle scuole cattoliche bresciane, frequentate da 10.116 alunni. A turno quindi mons.
Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’educazione Cattolica della S. Sede, il prof. Piero Cattaneo e mons. Luciano Monari hanno offerto ai presenti la propria riessione sul ruolo della scuola cattolica locale, nazionale e internazionale, concordi nel ricordare come Brescia si connoti cittĂ dell’educazione, forte di un suo speciďŹ co carisma pedagogico. In una societĂ segnata da globalizzazione e crisi economica sono molte le sďŹ de degli educatori
cattolici, tra cui la capacità di rendere concreta la scuola a tutti e per tutti, ha ricordato mons. Zani. La scuola cattolica ha tanto da offrire ha detto il prof. Cattaneo mentre, chiudendo, mons. Monari ha ricordato ai presenti che non basta essere buoni insegnanti, ma che è necessario essere capaci di tradurre l’umanità in gesti concreti d’amore. A tutti quindi il compito di testimoniare il Vangelo nella certezza che solo GesÚ è l’unico Maestro. (l.d.p.)
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a un’idea di Associazione civica Brescia e di Officina della città è nata Piattaforma civica che ha individuato in Francesco Onofri il candidato sindaco. “La nostra presenza – spiega Onofri – non cavalca la protesta, ma è figlia di una crisi di rappresentativitĂ della politica: se ci fossero stati segni di rinnovamento, avremmo potuto aggregarci ad altri o continuare a svolgere quel servizio di informazione politica sperimentato con Officina della cittĂ â€?. In questi mesi sta incontrando la cittĂ (su www.piattaformacivica.it il calendario), ma cosa chiede la gente? “Bisogno di generositĂ , trasparenza e contatto diretto con il governo della cittĂ . Vedo che c’è il desiderio di riguadagnare un contatto diretto, oggi smarrito, con la politica. In questi incontri nei quartieri stiamo sperimentando questo bisogno: riteniamo che il nostro movimento sia in grado di rispondere bene e, forse, meglio degli altri a questa esigenzaâ€?. Onofri si ripresenta dopo l’esperienza di cinque anni fa con lo stesso entusiasmo. Il suo bilancio della giunta Paroli è a luci e ombre. “Chi affronta – afferma l’avvocato – con spirito civico l’esperienza politica in cittĂ deve necessariamente riconoscere i meriti e la fatica del lavoro oscuro che la giunta ha svolto nella gestione della cosa pub-
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sto contemporaneo ed europeoâ€?. Nel concreto Onofri punta il dito contro una “serie di operazioni che sono state per fortuna riposte nei cassettiâ€?: la sede unica e la cittadella dello sport “per le modalitĂ con cui erano state proposte queste operazioni, che in sĂŠ possono avere aspetti positivi, ma vanno coniugate con una metropolitana che deve partire e con la situazione del mercato immobiliareâ€?. C’è anche il nodo del parcheggio sotto il Castello. “Non è sbagliato parcheggiare sotto terra in una cittĂ come Brescia, ma è sbagliato in questo momento e per le modalitĂ con cui è stato attuato: senza
un bando internazionale e senza una finanza di progettoâ€?. Sul versante politico, Onofri sottolinea che la selezione degli assessori sulla base solo del consenso ottenuto nelle urne non va bene: “Un sindaco deve circondarsi di persone che non siano adattate forzatamenteâ€?, ma che devono “poter avere anche una contrapposizione dialettica con i loro funzionariâ€?. Fra le luci, spicca il ruolo del vicesindaco Fabio Rolfi, “che ha dato prova di essere appassionato ai problemi della genteâ€?. Nel novero delle prioritĂ inserisce la questione del trasporto: “I costi di gestione del metrò sono un punto interrogativo molto rilevante cosĂŹ come i dividendi di A2A. Un’altra emergenza è quella ambientale: ci sono criticitĂ che vanno affrontate. Mi riferisco al tema dell’ex cava Piccinelli e alla presenza di materiale radioattivo. E poi ci sono problemi piĂš strutturali: qualitĂ dell’aria, il sito della Caffaro, l’inquinamento del suolo e dell’acquaâ€?. Bisogna riscrivere il bilancio sapendo “quali sono le prioritĂ e le spese sociali irrinunciabili, ma guardando anche a uno sviluppo. Ci piacerebbe ospitare universitĂ straniere: questo aprirsi al mondo deve essere un compito primario di un sindaco che non guarda solo in difesa, ma anche in attacco. Ci sono stati troppi passaggi che nel decennio hanno segnato un declino piĂš che una crescitaâ€?.
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/¡RWWLPLVPR GL (PLOLR 'HO %RQR Ottimismo: è il sentimento che in questo avvio di 2013 sembra segnare il cammino di avvicinamento di Emilio Del Bono, della sua squadra e del Pd alle elezioni amministrative della primavera prossima. “Ottimismo perchĂŠ – afferma il candidato sindaco – nei nostri contatti con la cittĂ e i bresciani avvertiamo in modo sempre piĂš consistente il desiderio di una grande cambiamentoâ€?. Voglia che secondo Emilio Del Bono trova riscontro anche in una serie di indagini e di sondaggi condotti nelle scorse settimane. “Il 60% dei bresciani – sottolinea il candidato a Palazzo Loggia – hanno dichiarato di non riconoscersi piĂš nella giunta Paroliâ€?. Il candidato del Pd sa bene che questa disaffezione non si traduce in automatico in un voto al Pd e al progetto di cittĂ a cui il centro-sinistra sta lavorando. “Il progetto che stiamo costruendo – sono affer-
mazioni di Del Bono – è quello di una cittĂ piĂš unita, orgogliosa e ambiziosa, capace di riconquistare quel ruolo a cui è stata costretta a rinunciare per i troppi fallimenti di chi l’ha amministrata in questi anniâ€?. Fallimenti che, secondo il candidato sindaco del Pd, rispondono ai nomi di Brescia sviluppo, Artematica, Grandi mostre, solo per citare quelli che Del Bono considera i op piĂš eclatanti. “Puntiamo – sono ancora sue considerazioni – a un reale coinvolgimento del territorio; vogliamo ascoltare quello che hanno da dire i cittadini, frustrati da una stagione estremamente verticisticaâ€?. Un coinvolgimento necessario secondo Del Bono anche per far fronte alla riduzione del numero dei consiglieri che entreranno in Palazzo Loggia: dagli attuali 40 ai 32 della prossima legislatura. “Una riduzione – è il parere di Del Bono – che dovrĂ essere compen-
sato con l’istiruzione dei consigli di quartiereâ€?. Il candidato sindaco del Pd promette anche attenzione nei confronti di quegli stranieri che vivono regolarmente in cittĂ e che con il loro lavoro contribuiscono al benessere cittadino. “Non è piĂš ammissibile, come è stato nel corso dell’esperienza amministrativa che va a concludersi – sono parole di Del Bono – che dentro il perimetro di Brescia convivano due cittĂ separate: quella dei bresciani autoctoni e quella dei nuovi bresciani. Una reale integrazione tra queste due componenti è l’unica via per pensare una cittĂ piĂš unita, piĂš sicura e piĂš pulitaâ€?. Impegni ambiziosi che non si alimentano però solo di buoni propositi e di affermazioni di principio. Del Bono lo sa bene che una cittĂ come quella che sta progettando richiede anche risorse. Dove reperirle, stante la stagione di grande difďŹ coltĂ ? “Es-
senzialmente – è la risposta – da una riorganizzazione delle spese, perchè i conti del Comune presentano ampi margini di ottimizzazione, a partire da una riduzione del numero dei dirigenti dell’amministrazione comunale che oggi sono 42 per un costo individuale di 200mila euro e dalla riorganizzazione delle partecipazioni in tanti entiâ€?. Passaggi che Del Bono e la sua squadra considerano indispensabilil per non andare a intaccare le spese sociali. Nella sua particolare agenda occupano posti di primo piano l’impegno per una riduzione della pressione ďŹ scale che oggi grava sui bresciani (circa 700 euro per abitante), le azioni per far fronte alla crisi economica e la sďŹ da ambientale. Forte proprio di questa agenda Del Bono è anche al lavoro per delineare collaborazioni e alleanze. Anche su questo fronte c’è una sola parola d’ordine: ottimismo.
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‘Â?…ƒ†‡ŽŽ‡ ÇŻÂ‘Â”ÂƒÂ–Â‘Â”Â‹Â‘ ŽƒÂ?…‹ƒ ‹Ž Â?—‘˜‘ ’”‘‰‡––‘ ‡†—…ƒ–‹˜‘ L’oratorio S. Luigi di Roncadelle è in festa. E per celebrare come merita il suo 10° compleanno gli viene dedicata, ďŹ no a giovedĂŹ 31, una intera settimana educativa che sotto lo slogan “Progettare per costruire l’oratorioâ€? racchiude una ďŹ tta serie di appuntamenti. Si inizia venerdĂŹ 25 alle 20.30 presso il Teatro Aurora con la consegna del nuovo “Progetto educativo dell’oratorioâ€? alla presenza del vescovo Luciano Monari. “Lo abbiamo chiamato ‘Cammini di luce’ – spiegano i
curati don Pierluigi e don Giuseppe – uno strumento utile, pensato e condiviso. Al cuore del progetto c’è la dichiarazione di una alleanza educativa dentro l’oratorio, tra i suoi educatori e le sue diverse anime di servizio, con la comunità parrocchiale e la diocesi, con le famiglie e il territorio�. All’interno del Peo sono state individuate sei fasce – bambini, pre-adolescenti, adolescenti, giovani, adulti e famiglie ed educatori – e sono stati redatti degli schemi necessari
per evidenziare i bisogni emersi, i conseguenti obiettivi e le azioniproposte che si vorrebbero realizzare. Sabato 26 alle 15.30 è in programma la “Marcia della Paceâ€? con partenza e arrivo in oratorio. Ăˆ invitata l’intera comunitĂ roncadellese per riettere insieme sul messaggio di papa Benedetto XVI “Beati gli operatori di paceâ€?. Domenica 27 a partire dalle 15.30 spazio ai “Giochi della paceâ€? per tutti quelli che hanno ancora voglia di giocare. LunedĂŹ 28 alle 20.30 è di
scena il cineforum con la proiezione del ďŹ lm “E ora dove andremo?â€?, una commedia al femminile contro l’integralismo, con le donne al servizio della pace fra i popoli, segue il dibattito moderato dal critico Matteo Asti. La conclusione giovedĂŹ 31, giorno in cui si fa memoria di S. Giovanni Bosco, con la messa di ringraziamento alle 18.30 in parrocchia, un momento conviviale alle 19.30 in oratorio e lo spettacolo “Ricordi... per un futuro miglioreâ€? alle 20.30 in teatro. (v.b.)
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gni azione tesa a salvare anche una sola vita da un incidente stradale ha un’importanza inestimabile, cosĂŹ come la stessa vita salvata. Ăˆ il principio base della convenzione, rinnovata per il settimo anno consecutivo, fra Provincia e Comune di Brescia con l’associazione “CONdividere la strada della vitaâ€?, perchĂŠ questa possa organizzare incontri negli istituti scolastici superiori della provincia sul tema della sicurezza stradale. “Queste azioni vogliono essere un’opportunitĂ in piĂš offerta ai nostri ragazzi – ha detto l’assessore provinciale ai Lavori pubblici Mariateresa Vivaldini – in quanto le testimonianze dirette sono fondamentali e siamo confortati dai risultati ottenuti fino ad ora poichĂŠ, pur di fronte a cifre drammatiche, si rileva un aumento dell’etĂ nelle vittimeâ€?. Il 2012 ha fatto registrare sulle nostre strade
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to sulla coscienza dei giovani sia fondamentale per la prevenzione e forse mai come su queste tematiche il ‘sistema Brescia’ si è rivelato virtuosoâ€?. L’assessore provinciale alla Sicurezza e polizia Mario Maisetti ha ribadito come “sia determinante la cultura del rispetto delle regole, non sempre presente nei settori chiave della societĂ â€?. “Alla base di ogni nostro intervento nelle scuole vi è il principio che ogni paese raccoglie ciò che semina – ha detto il presidente dell’associazione “CONdividere la strada della vitaâ€?, Roberto Merli – e Brescia, pur di fronte all’enormitĂ di 96 vite spezzate nel 2012, non può non pensare che nel 1999 le stesse furono 260, scese a 159 nel 2006, anno di nascita di questa convenzione. In questi sei anni abbiamo incontrato piĂš di 38mila giovani, 8100 solo nello scorso anno in 113 visite nelle scuole – ha continuato Merli – e la nostra presenza di te-
stimoni diretti precede un dibattito ed una serie di riflessioni. In Italia assistiamo quasi inermi ad una forma di guerra civile – ha continuato Roberto Merli – perchĂŠ ogni giorno le nostre strade contano 12 morti e 54 disabili permanenti e noi cerchiamo di imprimere nelle coscienze dei ragazzi che non capita sempre ‘agli altri’, ma il telefono che suona per la comunicazione di una notizia drammatica può essere quello di ognuno di noiâ€?.
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“Tra le righeâ€? è un concerto-spettacolo scritto e prodotto da Francesco Sportelli e Alessia Tabacco per l’associazione culturale “Il volo del coleotteroâ€?. Canzoni, interventi, letture tratte dalle opere dei massimi esponenti della narrativa contemporanea, proiezioni cinematografiche e una scenografia che prende in prestito le opere dell’arte visiva e della fotografia moderna, rappresentano gli strumenti comunicativi di questo spettacolo semplice e completo che utilizza tutti i linguaggi dell’arte. La proposta è per i giovani e gli adolescenti: Francesco Sportelli porta in musica la sua esperienza di fede. L’appuntamento è all’oratorio di Santo Spirito via don Vender alle ore 20.30 di martedĂŹ 29 gennaio. Francesco è un musicista che ha
calcato piÚ volte i palchi delle Gmg portando con gioia e professionalità la fede in GesÚ davanti a migliaia di giovani. Le canzoni, tratte dal repertorio originale dell’artista Francesco Sportelli e da quello di altri cantautori noti al pubblico, sono eseguite in modalità elettro-acustica. La musica e la storia di Francesco Sportelli incrociano le opere di artisti della letteratura, del teatro, del cinema e della pittura che vengono lette, interpretate e fatte conoscere al pubblico. Da Eduardo De Filippo a Giorgio Gaber, da Marc Chagall ad Alessandro Baricco, passando per Fernando Pessoa, Giovanni XXIII, Albert Einstein, Lewis Carroll, Erri De Luca, immagini tratte dai film di Roberto Benigni, Charlie Chaplin, Massimo Troisi...
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ƒ†‡”Â?‡ŽŽ‘ ‹Â?‘ ƒŽ ÍšÍ ÂŽÂ—Â‰ÂŽÂ‹Â‘ —Â?ƒ Â?‘•–”ƒ •—Ž ‹‡’‘Ž‘ Tiepolo viene celebrato anche a Padernello ďŹ no al 28 luglio il Castello ospita una mostra, organizzata dalla Fondazione Nymphe, con le gigantograďŹ e di alcune delle immagini scattate da Gilberti, un’occasione straordinaria per ammirare, anche particolari nascosti che sfuggono all’occhio distante dell’osservatore. Le due grandi tele, conservate nella basilica San Lorenzo martire di Verolanuova, sono una
delle poche testimonianze della presenza dell’artista veneto in territorio bresciano: rappresentano i temi eucaristici della “Caduta della mannaâ€? e del “SacriďŹ cio di Melchisedecâ€?, si collocano nella piena maturitĂ del Tiepolo e ne documentano la grande libertĂ inventiva, la scioltezza esecutiva fatta di pennellate rapide e leggere, il festoso cromatismo con cui abbandonò i toni tenebrosi mettendo in campo una tavolozza
calda e luminosa. Il libro della Grafo “Il Tiepolo rivelato. I teleri in San Lorenzo di Verolanuova. Dettagli di due capolavoriâ€? contiene un breve saggio di Giovanna Capretti, che inquadra i due capolavori nel contesto artistico di metĂ Settecento in cui furono realizzati e i testi dedicati ai singoli teleri da Elena Bresciani, scritti in occasione della lettura scenica “Tiepolo, vita che trionfaâ€?. Si tratta di due indiscussi capolavori
commissionati dai confratelli del Santissimo Sacramento per tramite di mons. Francesco Gambara, la cui famiglia aveva buoni legami con l’ambiente artistico veneziano. Con la mostra delle gigantograďŹ e realizzata a Padernello, aperta ďŹ no al 20 luglio prossimo, la fondazione Nymphe ha certamente offerto un valido contributo per far conoscere e valorizzare cultura e arte presenti nella pianura bresciana. (f.pio)
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on l’inizio del nuovo anno il Centro per la famiglia di Orzinuovi ha pubblicato l’annuale rendiconto della sua attivitĂ , iniziata otto anni fa il primo gennaio del 2005. Costituito nella cittadina della Bassa e inaugurato dal vescovo mons. Sanguineti nel 2004, si tratta di uno dei quattro centri di ispirazione cristiana presenti in diocesi, al servizio delle parrocchie e del territorio. Nel concreto, anche quest’anno si è indirizzato sul doppio canale della consulenza per le problematiche della persona, della coppia e della famiglia, oltre che su quello della prevenzione e della formazione rivolta a parrocchie, enti, gruppi e associazioni. “Anche il 2012 – fanno sapere gli specialisti che lavorano presso il centro – ha segnato una affluenza di utenza importante per numero e tipologia di richiesta d’aiuto. La forte attenzione nei confronti della fascia preadolescenza e adolescenza da parte delle iniziative proposte ha consentito di incontrare e accogliere un numero sempre maggiore di ragazzi portatori di disagio, attivando relazioni e interventi con beneficio dei ragazzi stessi e delle loro famiglieâ€?. Un’azione, questa, che si sviluppa
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conferma il buon collegamento con il territorio sia della zona pastorale che extra zona pastorale�. Un dato significativo è pertanto quello della provenienza di quanti si rivolgono al Centro: se molti soggetti provengono dalla zona pastorale o dal territorio provinciale, non mancano nemmeno le richieste da fuori provincia. Il numero delle prese in carico e il numero dei colloqui effettuati sono il misuratore oggettivo del radicamento. Un ulteriore elemento di forza e di attrazione è costituito dalla pre-
senza di una squadra multidisciplinare di specialisti che riesce ad accogliere e valutare e sostenere l’utente con interventi concertati e coordinati con risultati complessivamente piĂš adeguati e definitivi. All’interno di questa squadra è da sottolineare il ruolo del cosiddetto “consulente eticoâ€?, ricoperto attualmente dal parroco di Orzinuovi don Domenico Amidani. Il suo intervento è spesso consigliato durante le prime sedute agli utenti anche per proporre un punto di vista morale sulle situazioni, aiutando ad acquisire un punto di vista piĂš complessivo. Un aiuto insomma a tutto tondo, che non viene meno neanche nella difficile situazione di crisi economica. I responsabili del centro anzi affermano: “Abbiamo continuato anche nel 2012 a prendere in carico chi ad esso si rivolge indipendentemente dalla possibilitĂ di partecipare anche minimamente alla spesa e questo rende sempre piĂš faticosa la quadratura dei conti, ma con l’aiuto delle parrocchie e di liberalitĂ da famiglie ed enti si spera con forza di poter continuare a rendere concreto questo ‘sogno’ a favore della persona, della coppia e della famigliaâ€?. Per la famiglia e con la famiglia: è questo il principio ispiratore.
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´(GXF DUWHÂľ OD VFXROD YD D WHDWUR Nuovo appuntamento della quarta edizione di “Educ-arte - la scuola a teatroâ€? evento organizzato dall’associazione teatrale “Cara‌ mellaâ€? e dalla parrocchia di Bagnolo Mella con il contributo della Fondazione Cariplo. Sabato 26 gennaio, per il terzo livello dell’iniziativa (quello riservato ad alunne e alunni di scuole medie e superiori), sul palco del cineteatro Pio XI dell’oratorio, la compagna Teatro “Cara‌ mellaâ€? presenta il proprio spettacolo “Pagina dopo paginaâ€? liberamente tratto dal “Diarioâ€? di Anna Frank, con Piero Forlani (che è anche il regista), Elisabetta Innocenti, Silvia Cornacchiari e Giorgio Forlani. Davanti alle parole scritte da una ragazza come tante, che poi diventerĂ un simbolo di questa immane tragedia, con i problemi e le speranze che tutti i ragazzi hanno
a quell’etĂ , si ritrova la speranza e una grande profonditĂ del messaggio umano: “Malgrado tutto io credo ancora nella bontĂ dell’uomoâ€?. Sono pagine famose di un diario che non pensava di diventare cosĂŹ importante per l’umanitĂ negli anni a venire. Si possono scorgere tra le righe il tempo che passa l’incredulitĂ del male che un uomo può fare ad un altro uomo, le giornate scandite dalla quotidianitĂ violata, non piĂš “normaleâ€?, ed è nella normalitĂ delle persone che a volte si nasconde la cecitĂ della violenza. Lo spettacolo è supportato da un gruppo di musicisti che eseguiranno brani della tradizione Klezmer: Stefano Frizza al clarinetto, Marino Fracassi alla chitarra e Alberto Pezzagno alle percussioni. Anche quest’anno l’Amministrazione comunale di Bagnolo Mella,
con una cerimonia semplice ma signiďŹ cativa per tutta la collettivitĂ , partecipa alle manifestazioni per la celebrazione del Giorno della memoria, la ricorrenza istituita in Italia con una Legge del 2000 in adesione alla proposta internazionale di dichiarare giornata per commemorare le vittime del nazionalsocialismo e dell’Olocausto il 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 le truppe sovietiche nel corso dell’avanzata verso Berlino arrivarono ad Auschwitz. La cerimonia ufďŹ ciale, in programma domenica 27 gennaio, sarĂ anticipata da due appuntamenti teatrali con la presentazione dello spettacolo “Una mattina d’agostoâ€?. La strage di Sant’Anna di Stazzemaâ€? in calendario per giovedĂŹ 24 e venerdĂŹ 25 (alle ore 21, (ingresso 7 euro, gratuito per studenti e
over 65) presso la Sala Filanda di Palazzo Bertazzoli. Due bambini ripercorrono gli eventi di quello che è stato un episodio tra i piĂš bui della storia italiana, un crimine contro l’umanitĂ commesso il 12 agosto 1944 dai soldati tedeschi. Il programma della celebrazione ufďŹ ciale prevede alle ore 10 la Messa presso la chiesa parrocchiale. Alle 11, al termine della celebrazione seguirĂ la partenza del corteo che, partendo da piazza IV Novembre (la piazza del Municipio) si snoderĂ nel centro del paese in via Cavour, piazza Garibaldi, via Matteotti, via Circonvallazione, via XXVI Aprile e arrivo al monumento agli internati in viale Europa dove ci sarĂ la deposizione della corona di ďŹ ori. In caso di pioggia dopo la messa la manifestazione proseguirĂ in sala consiliare.
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la platea che ha posto numerose domande; il Vescovo, che ha trattato il tema “Forti nella fede per una nuova evangelizzazioneâ€?, ha dato esaurienti risposte. Ha concluso dicendo che “la fede va ravvivata e trasmessa con amore nelle famiglie, con l’esempio e la preghieraâ€?. “Anno della fede. I Testimoni della fede nella Chiesaâ€? è il titolo delle iniziative sollecitate dall’associazione “San Lorenzoâ€? e recepite dalla parrocchia. VenerdĂŹ 25 gennaio, il prof. Angelo Baronio
interverrĂ su “I testimoni della fede nel Medioevoâ€?. SeguirĂ , l’1 febbraio, la relazione della prof.ssa Anna Elisa Dotta su “I testimoni della fede nella riforma cattolicaâ€?. “I testimoni negli ultimi due secoliâ€? sarĂ l’argomento affrontato da Elena Ungari venerdĂŹ 8 febbraio. ChiuderĂ questo ciclo il prof. Delfino Tinelli, che si soffermerĂ sui cattolici di Manerbio dai tempi dell’UnitĂ d’Italia ad oggi. Tutti gli incontri si svolgono all’ex convento delle Orsoline alle ore 20.30. (f.pio)
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ace, giustizia sociale, religione e politica nell’epoca della modernitĂ : sono le principali tematiche affrontate da “Vocabolari di paceâ€? in quattro incontri programmati al cinema teatro Gloria di Montichiari. Il primo appuntamento ha visto la proiezione, mercoledĂŹ 23 gennaio alle 20.30, del film, “Gli equilibristiâ€?: un crudo racconto delle difficoltĂ economiche di una famiglia moderna e sull’impoverimento umano delle persone. MercoledĂŹ 6 febbraio alle 20.30 sarĂ la volta di un dibattito sul tema “La crisi della religioneâ€? alla presenza del professor Marco Marzano, docente universitario, sociologo nonchĂŠ autore di diversi testi sull’argomento. Il ruolo di moderatore è affidato a don Adriano Bianchi, direttore de “La Voce del popoloâ€? e dell’Ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali. Il terzo appuntamento è in programma mercoledĂŹ 6 marzo sempre alle 20.30: Lucilla Giagnoni porta in scena uno spettacolo teatrale, da lei scritto e diretto, dal titolo “Vergine Madreâ€?, nell’ambito della tematica “Un percorso di speranzaâ€?. Gli spettatori potranno assistere e canti, commenti e racconti di un’anima in cerca di salvezza tratti dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. I “Vocabolari di paceâ€? si concluderanno giovedĂŹ 21 marzo sempre alle 20,30 con un dibattito dal titolo “La crisi della politicaâ€? con il prof. Leonardo Piasere (professore ordinario presso la FacoltĂ di Scienze della formazione dell’UniversitĂ di Verona) e Paolo Percassi nel ruolo di
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di Santa Maria Assunta di Montichiari – al cinema teatro Gloria abbiamo programmato una primavera ricca di spettacoli: dalle consuete proiezioni, anche in 3D, di film di ultima uscita sino a opere liriche in diretta dai principali e piÚ prestigiosi teatri ai musical: l’obiettivo è di far sÏ che questa Sala della comunità sia sempre piÚ aperta a momenti di dibattito, di incontro, di sano divertimento sia per i giovani sia per gli adulti: sino ad ora posso affermare che il pubblico, mediamente, ha risposto con interesse ai vari appuntamenti: speriamo si prosegua cosÏ�. Per maggiori informazioni sulle varie iniziative in corso si può consultare il sito www. cinemagloria.it oppure chiamare la segreteria al numero 030/9962166.
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,O 0XVHR 5DuV FKLDPD OH VFXROH Il museo multimediale etnologico RaĂŹs a Palazzo Cigola Martinoni, apre le iscrizioni per le visite. â€œĂˆ una richiesta ďŹ nalizzata a programmare la presenza del personale della Fondazione Dominato Leonense per accompagnare gli ospiti nella seconda e nella quarta domenica di ogni mese dalle 15 alle 18.30, quando è prevista l’apertura al pubblico della struttura per la didatticaâ€? informa Riccardo Geminati, presidente di Fondazione
pianura bresciana, impegnato a raccogliere le adesioni che pervengono dalle scuole. “Quest’anno – spiega Geminati – come novitĂ didattiche abbiamo avviato un percorso didattico in collaborazione con il Consorzio Grana Padano Dop prodotto tipico da un millennio della pianura del quale saranno illustrate la storia, il metodo di lavorazione e proprietĂ nutrizionaliâ€?. Il percorso didattico prevede l’accompagnamento alla visione di un ďŹ lmato
che introduce alla scoperta dei segreti sulla produzione nei caseiďŹ ci a partire dalle caldaie ďŹ no alla salamoia e alle scalere per la stagionatura. La collaborazione tra Fondazione pianura bresciana e Dominato Leonense ha consentito di avviare una collaborazione con i diversi attori del territorio legati all’enogastronomia. “Per questo – aggiunge Geminati – abbiamo lavorato alla costituzione di una comunitĂ del cibo, per dare risalto alla voca-
zione del territorio legata alla cultura rurale e promuovere la riscoperta di sapori veri e di educazione al gusto e alla buona tavolaâ€?. Altra novità è il percorso didattico realizzato con la condotta Slow food della Bassa Bresciana, denominato “Go Gardeningâ€?, percorso che passa attraverso un gruppo “Memoryâ€? che porta alla conoscenza delle operazioni di semina e di trapianto di verdure nell’orto. Per info, www.palazzocigolamartinoni.it.
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sione verso lo scorso giugno 2011, invece forse si dovrĂ aspettare sino a giugno 2013. Ma non è tutto: oltre al collegamento rapido non attivato, resta in loco il cantiere stradale, con i relativi rallentamenti. Il nodo viene dunque ad essere un passaggio problematico per il traffico. L’impresa che esegue i lavori, ancora prima delle festivitĂ natalizie 2012, aveva asfaltato lo svincolo e messi a dimora i “guard-railâ€?. Con un comunicato l’Anas si scusa, sottolineando che sono in cor-
so i collaudi e che i lavori sono stati completati all’80 %. Da indiscrezioni però parrebbe che per vedere in esercizio il manufatto occorrerĂ aspettare sino al prossimo giugno. Sul sito internet dell’Anas è segnato l’importo dei lavori principali: 1 milione e 264.410 euro e dell’importo totale un milione e 611.047 euro. La consegna all’impresa è avvenuta il 22 novembre 2010. L’avanzamento dei lavori è al 73,65 %. Per quanto concerne infine il termine dei lavori si legge: “in corso di ridefinizioneâ€?.
Sin dal lontano inizio dell’operazione è coinvolta in prima persona la ComunitĂ montana di Valcamonica e presso l’ente comprensoriale valligiano non sono in pochi a sospettare che ad arte si aspetti – per le elezioni – una data opportuna che magari accorpi l’inaugurazione della bretella esinese con il nuovo tratto Nadro-Berzo Demo della superstrada, ormai ultimato. Ăˆ opportuno ricordare che il progetto della bretella ospedaliera è stato finanziato dalla ComunitĂ sin dal 2004. (e.g.)
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a nuova unità di radioterapia presso l’ospedale di Esine, operativa a tutti gli effetti dal 2 gennaio, dà oggi un servizio a pieno regime ai pazienti che provengono dal territorio. Nella nuova struttura operano due medici radioterapisti, uno dei quali è il prof. Paolo Frata, radioterapista da oltre 30 anni e docente universitario a Brescia, che ha fortemente voluto questo centro e la dottoressa Stefania Berlighieri; con loro collabora la dottoressa Renata Luoni, responsabile del day-hospital oncologico della Medicina di Esine. Operano quattro tecnici di radiologia, che hanno acquisito esperienza specifica nella radioterapia. Il reparto funziona con la collaborazione di 3 infermiere professionali, mentre un fisico sanitario specializzato nel settore sovrintende al controllo di qualità delle apparecchiature e collabora con la elaborazione del piano di cura radioterapico dei pazienti. Il parere positivo all’apparecchiatura è partito due anni fa dell’ing. Romain Zaleski che ha attivato la Fondazione Zigmund Zaleski, con sede in Olanda, donando 1 milione di euro, somma che a sua
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casi la radioterapia viene applicata con successo anche in tumori ad andamento generalizzato, quali le leucemie. La Radioterapia è stata sostenuta anche dall’associazionismo sanitario del territorio: in primis dall’Andos, l’Associazione donne operate al seno, che ha sostenuto pazienti e famiglie nei lunghi viaggi a Brescia per i delicati trattamenti radioterapici e che vede cosÏ finalmente coronato un grande sogno. Il direttore dell’Asl Valle Camonica Sebino in occasione della conferenza stampa di presentazione della radioterapia ha anche annunciato che è stato pubblicato l’appalto per l’acquisto di una nuova risonanza magnetica che dovrebbe dare risposta a maggiori richieste specialistiche che oggi possono essere soddisfatte solo in strutture piÚ avanzate. Esine completa cosÏ la sua offerta al territorio camuno-sebino.
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8Q FDOHQGDULR H VSD]LR SHU OH PRVWUH “Il nome – si legge nel sito internet – vuole riferirsi non al senso comune della parola, che possiede una sfumatura di rimpianto del passato e di conservatorismo, ma piuttosto a quel sentimento positivo e romantico suscitato negli appassionati di questi gioielli [auto e moto d’epoca] d’altri tempi, un misto di amore e di ammirazione per vetture costruite quando il senso estetico e della ricerca stilistica erano nettamente piĂš importanti della aerodinamicaâ€?. “Nostalgia clubâ€? nasce a Breno nel 1992 dall’iniziativa di alcuni amici giĂ avviati al collezionismo con lo scopo di riunire gli appassionati del settore, di promuovere la conoscenza, la conservazione ed il restauro di moto ed autoveicoli di particolare interesse e di stabilire rapporti sociali con altri enti ed associazioni con analoghi scopi. Nella nuova sede del club, disposta su circa 1.000 mq, trovano spazio al 1° piano: un salone per esposizione auto, un’altra sala, accessori d’epoca, biblioteca; al 2° piano: esposizione di moto, la videoteca e un salone per riunioni e conferenze. Il museo viene inaugurato ufficialmente nell’aprile 1998. Il presidente Mauro Canevali e i suoi collaboratori hanno giudicato idoneo allo scopo un edificio di viale Tassara. La struttura, unica nel suo genere in provincia di Brescia, conta, nel prossimo futuro, di ospitare varie mostre tematiche di auto e moto, oltre che organizzare dibattiti e corsi di educazione stradale per ragazzi a testimonianza del fatto che
“Nostalgia clubâ€? vuole mantenere vivi i ricordi del passato, ma rendersi altresĂŹ disponibile per una “culturaâ€? motoristica dei giorni nostri. Dopo varie iniziative attuate con Pro loco e Comune di Breno, in questi ultimi giorni “Nostalgia clubâ€? ha pensato al calendario 2013, che è stato realizzato fotografando le auto del museo con le ragazze del concorso “Le Bèle de BrĂŠâ€? (le belle di Breno) in abiti d’epoca nei suggestivi angoli della cittadina. (e.g.)
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‡œœƒ †ǯ ‰Ž‹‘ Â?†”‡ƒ ”ƒ……‘Â?–ƒ ‹Ž †‹ƒ”‹‘ †‡Ž Â?‘Â?Â?‘ ƒ ‹Â?‘ŽƒŒ‡™Â?ƒ Qualche anno fa, riordinando in casa un vecchio armadio, è stato trovato qualche blocchetto con i diari di Martino Occhi, tenente (poi capitano) degli Alpini, nella 53ÂŞ compagnia Felina, del battaglione Vestone del sesto reggimento alpino, classe 1918. Martino Occhi era il nonno di Andrea, il protagonista di questa storia. Andrea, che abita a Vezza d’Oglio, condivide, giorno per giorno sul web, i pensieri del nonno sulla ritirata dalla Russia, durante l’inverno degli anni 1942-1943, e
sulla prigionia dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Il primo diario comincia il 16 dicembre 1942, a pochi giorni dalla decisione di ripiegare dal fronte del Don. I quaderni erano stati trascritti dalla zia Emilia e da Carla, la sorella. PerchĂŠ avventurarsi in un simile progetto? “Le motivazioni principali possono essere trovate – racconta Andrea sul blog www. diariodiguerra.it – nella scarsa conoscenza da parte dei giovani rispetto all’esperienza della Seconda
guerra mondiale che, nonostante la quantitĂ di libri pubblicati (partendo da “Il sergente nella neveâ€? di Mario Rigoni Stern), resta sconosciuta ai piĂšâ€?. Un giovane di oggi dĂ voce a un giovane di ieri, di 70 anni fa. Andrea non ha avuto il piacere di conoscere suo nonno. “Questo diario – spiega – è stato per me il modo di entrare in contatto una persona che non ho potuto conoscere; mi piace condividere questa conoscenza nella speranza che questo possa allungare la
memoria di quei fatti e di quelle personeâ€?. La curiosità è che ha scelto di pubblicare i pensieri del nonno sul web per raggiungere piĂš persone possibili: “La scelta del blog – continua – deriva dalla forma letteraria dell’originale, il diario. Sono pochi i giorni in cui non viene scritto nulla e questo aiuta a mantenere un certo ritmo narrativoâ€?. Andrea ha iniziato a pubblicare i pensieri giorno per giorno, a 70 anni esatti dalla loro scrittura.
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on Antonio Mazzi è tornato in Valle Camonica piĂš vispo e propositivo che mai, esattamente ad un anno di distanza dalla grande paura dell’operazione al cuore, cui si era dovuto urgentemente sottoporre ad inizio 2012. Ăˆ tornato per incontrare operatori e ospiti delle sede della ComunitĂ Exodus a Sonico, dalla quale dipendono altre realtĂ e iniziative di solidarietĂ . Il sacerdote veronese, che ha superato gli 80 anni, sta pianificando il passaggio di consegne e in Alta Valle ha inteso incontrare anche alcune delle persone cui probabilmente affiderĂ l’ereditĂ , onore e onere, di proseguire la sua opera. In primo luogo il direttore-educatore della “Casa di Enzinoâ€? a Sonico, Fortunato Pogna, originario di Sellero. Ăˆ lui uno dei componenti il manipolo di collaboratori piĂš vicini a don Mazzi, cui toccherĂ dirigere l’attivitĂ nella trentina di comunitĂ attualmente aperte. D’altra parte l’efficacia organizzativa e la passione che si respira oltre la siepe che circonda la sede Exodus di Sonico, si palesa in modo chiaro, a cominciare dalla nascita ed espansione della Cooperativa InExodus, finalizzata al dopo-comunitĂ , cioè a dare un’occasione di reinserimento nel mondo lavorativo per gli ex-tos-
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un rifugio in quota e via inventando). Don Mazzi non ha mancato di offrire la sua consueta ‘verve’ agli amici che molto volentieri lo accolgono ogni anno: “Spero che il Signore mi terrĂ ancora per molto quaggiĂš a rompereâ€? ha avuto modo di augurarsi col solito sorriso, aggiungendo un chiaro riferimento, data la lunga campagna elettorale in corso nel nostro Paese, al disinteresse dei governanti verso i bisogni degli ultimi, cosĂŹ che sono ancora necessari ‘preti dei disperati’ come lui. Il disagio, le problematiche e ancor piĂš le sofferenze dei tossicodipendenti sono passati di moda e non entrano nelle agende politiche, spesso anche in quelle degli amministratori locali. Quindi, bisogna arrangiarsi come capita a chi non ha ‘santi in paradiso’. D’altra parte è con forze proprie, come orgogliosamente spiega Fortunato Pogna, che InExodus da quando è sorta nel 2001 collabora con realtĂ economiche importanti, in campo tessile e metalmeccanico soprattutto, cosĂŹ da poter limitare i danni anche in questi anni di recessione e crisi. Ed è con la stessa logica che a Garda di Sonico l’ex-casa delle suore Canossiane è stata trasformata in una sorta di casa-albergo per l’accoglienza di famiglie e ragazzi. L’avventura di Exodus continua.
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ƒ”…Š‡Â?‘ Dz Â?ƒ ‰‹‘”Â?ƒ–ƒ …‘Â? ‡Â?‘dzǣ ‘”ƒ–‘”‹‘ ‡ •…—‘Ž‡ ‹Â?•‹‡Â?‡ Sabato 26 sarĂ speciale per genitori e ragazzi di Marcheno: presso le scuole medie “Francesco Bertussiâ€? e presso l’Oratorio è programmata “Una giornata con Nemoâ€? Prende il nome dal “Progetto Nemoâ€?, il leggendario capitano del Nautilus, avviato a ďŹ ne 2009 dall’Amministrazione comunale con la costituzione del “tavolo educativoâ€? con venti rappresentanti delle realtĂ impegnate nella comunitĂ : scuola, parrocchia, genitori. Scopo:
esplorare il mare dell’“educazione giovaniâ€? di fronte al quotidiano disorientamento di ragazzi e genitori. Alla base la convinzione che “Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggioâ€? (lo slogan del Progetto). Obiettivo: valorizzare la comunitĂ educante in tutte le sue componenti, promuovendo un linguaggio e un modo condiviso di gestire “regoleâ€? con bambini e ragazzi. Ha seguito il progetto ďŹ n dall’inizio come coordinatore Gabriele Fausti con
l’educatore Stefano Contardi di Lodi. Il tutto è sfociato a inizio 2012 nella ďŹ rma del “Patto educativo di comunitĂ â€?. Prevede incontri coi genitori, riunioni del “tavoloâ€?, una indagine conoscitiva sui “comportamenti disfunzionali da regolare ed educareâ€?: quella fatta, ha intercettato 940 persone. Sabato, dalle 9, nell’auditorium alle medie “F. Bertussiâ€?, a cura delle scuole di diverso grado, si susseguiranno incontri sulla collaborazione tra genitori e ďŹ gli,
drammatizzazioni speciďŹ che (Ragazzi in regola) realizzate dal Pec con l’associazione “Treatro Terre di ConďŹ neâ€?. In particolare dalle 15, all’oratorio, “Suoni e coloriâ€? laboratori musicali e artistici (Circolo delle Quinte e alunni liceo Artistico Arnaldo) seguito alle 19.30 da un momento conviviale aperto a tutti e proposto da Alpini, Polisportiva, Cag. Chiude alle 21, il videoâ€?Scherzo da bullo scherzo da citrullo. Balla bullo che ti passaâ€?. (e.b.)
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i chiama Vigilio Bettinsoli (Giglio), lodrinese figlio di Giovanni (GianĂŹ): è l’ultimo vivente in alta valle reduce di Russia. Il 22 gennaio del 1943 era col suo Valchiese, 255ÂŞ Compagnia, 6° Reggimento alpini della Tridentina, al comando del capitano Luciano Zani (che ritroverĂ in un lungo abbraccio nel 1986) all’attacco a Scheljakino per la conquista di un ponte strategico e il 26 a Nikolajewka. Aveva compiuto i suoi 20 anni in Russia, in marcia verso il Don, due giorni prima dell’inizio (17 luglio) della battaglia di Stalingrado. Abita ancora sopra il Dosso di Lodrino, nella sua cascina PiantĂš da dove lo sguardo indugia sulla vallata e sul GĂślem all’orizzonte. Avvertito dall’abbaiare della sua Lea, appare col sorriso incorniciato nella lunga barba e quegli occhi pungenti. Il capanno di caccia è lĂŹ vicino: ha rifatto la licenza a maggio. Si avvia verso la stalla per rabboccare il fieno nella mangiatoia alla sua Sperta, razza bruna alpina. In cucina sulla stufa bolle la minestra di verdura. Vicina sull’asse di legno inclinato sgocciola la formagella fresca stretta nella tonda “fasèraâ€?. Prepara il caffè, sparisce e torna col suo cappello alpino: una reliquia che ha 70 anni, con la targhetta del Valchiese, la Croce di guerra, il distintivo del fronte russo, la medaglia della Presidenza della Repubblica, la medaglia d’argento dell’Associazione
‹‰‹Ž‹‘ ‡––‹Â?•‘Ž‹ ƒ˜‡˜ƒ …‘Â?’‹—–‘ ‹ •—‘‹ ͚͘ ƒÂ?Â?‹ ‹Â? Â—Â•Â•Â‹ÂƒÇĄ ‹Â? Â?ƒ”…‹ƒ ˜‡”•‘ ‹Ž ‘Â?ÇĄ †—‡ ‰‹‘”Â?‹ ’”‹Â?ƒ †‡ŽŽƒ „ƒ––ƒ‰Ž‹ƒ †‹ –ƒŽ‹Â?‰”ƒ†‘ combattenti e reduci della quale è ancora presidente. “I miei 20 anni li ho compiuti a combattere sul Donâ€?. Racconta e descrive tutto come fosse ieri: la leva a 19 anni; i giorni a piedi per arrivare alla “fredda Russiaâ€?; la partenza della squadra verso il Don con gli ufficiali che dicevano “Andiamo
a Stalingrado!â€?. Arrivarono sul Don, per giorni picconavano per scavare trincee, costruire ripari sotto terra col rancio (quando arrivava) una volta al giorno, il termometro a -50°. “Il 17 gennaio alle 5 siamo partiti per la ritirataâ€?. Poi il sacrificio del suo Valchiese per sfondare l’accerchiamento russo, i quasi 800 km trascinandosi nella neve per 36 giorni fino a Gomel da dove partivano le tradotte verso l’Italia. Gli occhi si inumidiscono: “Avevo problemi alle gambe: per quasi 20 giorni sono andato avanti attaccato alla cintura del Tone dè la Nano di Invico (Antonio Bettinsoli), ci siamo salvati: pesavo 70 kg, erano diventati 47... Ci hanno lasciato a casa un mese: poi via al Colle Isarco per finire l’8 settembre prigionieri dei tedeschi e in un campo di concentramento ad Amburgo, trattati come bestie da lavoroâ€?. Gli americani lo liberarono il 3 maggio del 1945 e il 20 agosto era a Lodrino. Racconta ancora la sua vita: contadino in Svizzera quattro anni, 11 operaio alla O.M. a Milano, 15 alle Officine Valtrumpline, due alla Beretta, la pensione e il ritorno alla vita contadina. Nel 1952 si è sposato con Giuseppina Attilia Bettinsoli persa nel 1972: ha quattro figli e otto nipoti. Usa il telefonino, non perde un telegiornale: “Sò contèt qui sui monti, nella mia casa, con le “mè bestieâ€?, i miei che mi vengono a trovare, le feste con tanti amici. Mi alzo la mattina ed è subito sera...â€?.
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ƒ˜‡ —Ž –‡””‹–‘”‹‘ ƒ””‹˜ƒ Žƒ …ƒŽ‘––ƒ …‘Â? Žƒ …Š‹ƒ˜‡ ‡Ž‡––”‘Â?‹…ƒ A partire da febbraio 2013 il territorio navense sarĂ attraversato da importanti novitĂ sul tema della raccolta dei riďŹ uti. Non a caso sono stati fatti tre incontri sul territorio per informare la popolazione. La normativa nazionale impone obiettivi di raccolta differenziata sempre piĂš elevati: l’Amministrazione guidata da Tiziano Bertoli punta ad una quota del 65% entro il 31 dicembre 2013. Un obiettivo da cui il Comune
per il momento è ancora molto lontano: la percentuale di raccolta differenziata è attualmente al 40%. Per raggiungere l’obiettivo, l’Amministrazione ha valutato e individuato un sistema di raccolta innovativo che aiuta ad ottenere i risultati sperati, garantendo al tempo stesso alcune fondamentali condizioni: libertĂ di orari e comoditĂ nei conferimenti ai cassonetti; misura del riďŹ uto indifferenziato prodotto; applicazione di una tariffa
proporzionale ai conferimenti; impedisce il conferimento da parte di utenti non abilitati; prevede un nuovo speciďŹ co servizio per la raccolta del verde (greenservice). Da febbraio 2013 nelle mini-isole ecologiche giĂ presenti sul territorio e allestite con contenitori per la raccolta differenziata, ai cassonetti dell’indifferenziato (grigio) e a quelli per il riďŹ uto organico (marrone) saranno applicate delle calotte apribili solo con chiave
elettronica personale. Il modello è stato giĂ collaudato in realtĂ comunali del Trentino, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Friuli e in diversi Comuni della provincia (per fare un esempio, Borgosatollo), con risultati molto soddisfacenti. VenerdĂŹ 25 gennaio, dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 18, e sabato 26 gennaio, dalle 8.30 allle 12.30 ci si può recare presso la sala consigliare per la distribuzione dei kit di raccolta riďŹ uti.
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e lacrime della comunitĂ di Ponte San Marco alla notizia della nomina del parroco don Riccardo Bergamaschi alla guida delle parrocchie di Lumezzane Pieve e Lumezzane Fontana raccontano bene di come questo sacerdote, nei 10 anni di permanenza nella Bassa Orientale del Chiese, abbia saputo instaurare un rapporto profondo con le persone. Ha accettato “la sfida come volontĂ del Signoreâ€?. Don Riccardo sarĂ anche coordinatore dell’erigenda unitĂ pastorale delle parrocchie di Lumezzane. “Credo che in questo momento storico – spiega don Riccardo – sia importante far nascere il dialogo. Dobbiamo mettere insieme le energie per portare le comunitĂ a Cristo; voglio camminare insieme con tutti (sacerdoti, religiosi, laici) per ritrovare le vie del Vangelo per l’uomo d‘oggiâ€?. Molto probabilmente porterĂ avanti lo stile maturato a Ponte San Marco con una realtĂ che doveva essere incoraggiata a “essere comunitĂ in un territorio dalla forte immigrazione per motivi di lavoro (italiani e stranieri con percentuali molte alte di presenza scolastica) e aperto al saper vivere insiemeâ€?. In questi anni ha messo mano alla razionalizzazione delle strutture in oratorio e ha creato una zona abitativa per le suore, il parroco e l’ambito
il suo ministero a Ghedi dove, giovane curato, aveva messo in campo tutto l’entusiasmo nell’elaborazione del progetto educativo (risale a quel periodo il primo progetto elaborato dalla diocesi) con la formazione dei volontari e nella ristrutturazione degli ambienti. In 18 anni di permanenza ha cresciuto un’intera generazione di educatori. Contatto con i giovani che poi è proseguito anche a Ponte San Marco, in prima linea con i grest e i campi estivi. Se pur diverse, in entrambe le esperienze ha toccato con mano un tessuto vivo. In particolare a Ponte San Marco si è soffermato proprio sulla formazione e sul rinnovo degli organismi di comunione come sale e lievito della parrocchia. Nella sua prima esperienza da parroco ha fatto tesoro anche di quanto imparato a Ghedi con mons. Giacomo Pernigo. Dopo Pasqua don Riccardo salirà a Lumezzane, pronto a ricominciare con un bagaglio molto ricco di esperienze umane.
ricreativo. Il primo percorso, realizzato con le altre due parrocchie del Comune di Calcinato, del cammino di iniziazione cristiana è terminato. Oggi si può dire che è in atto un inserimento nella vita della comunità delle giovani coppie. Nel sociale, inoltre, ha speso le sue energie per l’attenzione al mondo del lavoro: il
primo maggio in fabbrica con una preparazione specifica, l’educazione all’ambiente e il corso socio-politico in coabitazione con le tre parrocchie. Vicario zonale, ha potuto beneficiare anche del valido aiuto di don Gian Franco Prati che dal 2007 segue alcuni ambiti della pastorale. Classe 1958, don Riccardo aveva iniziato
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'DOOD &LQD SHU IHGH GRQ +X Dalla Cina per fede. In poche parole la storia di don Giuseppe Hu, si potrebbe riassumere cosĂŹ, con un’aggiunta ďŹ nale alla vicenda: per tornare in Cina. Don Giuseppe Hu, 36 anni, è giunto a Roma per studiare e poi ritornare in patria alla ďŹ ne degli studi, prevista prima della prossima estate. Nella sua permanenza in Italia, il giovane sacerdote si è trovato a trascorrere le feste natalizie nella comunitĂ di Fontana, senza parroco dopo che don Italo Lombardi si è ritirato per limiti di etĂ dopo l’estate, offrendo il proprio servizio pastorale. “Questa è stata la prima volta – racconta don Giuseppe nel suo italiano non del tutto perfetto – in cui ho trascorso il tempo natalizio in una parrocchia italiana. Mi sono trovato in una grande famiglia. Sono cine-
se, ma qui mi sono trovato come a casa mia ed è stato un periodo feliceâ€?. La gioia di don Giuseppe si vede sul volto mentre è immerso nelle attivitĂ dell’oratorio con i ragazzi. Ma come si fa a scegliere di divenire sacerdote in Cina, dove non è proprio facile essere cristiani: “La Chiesa in Cina incontra ancora qualche difďŹ coltĂ . Ma dopo il 1980 le chiese riaprono e molti giovani decidono di entrare in Seminario. Io sono entrato un po’ in ritardo, ma quando lo sviluppo è stato piĂš facile per la Chiesa, ho sentito come una voce nel mio cuore e quindi sono entrato in Seminario. Ci sono ancora, anche oggi, molti giovani che vogliono diventare sacerdotiâ€?. Ma la situazione attuale della professione di fede è migliore rispetto al passato “Prima molti sacerdoti stavano in prigione, ora abbiamo
una libertĂ limitata, ma è meglio di prima. La Cina è sotto il governo comunista e con la Chiesa c’è sempre qualche scontro e difďŹ coltĂ . Ma noi abbiamo la fede in Cristo e nello Spirito Santo e continuiamo ad andare avantiâ€?. Ed è proprio questa fede a spingere don Giuseppe, alla ďŹ ne degli studi, a tornare in un Paese in cui dichiararsi cristiano è scomodo, per usare una deďŹ nizione leggera. “Devo tornare in Cina per la missione. La Chiesa in Cina ha piĂš bisogno di sacerdotiâ€? e poi ribadisce convinto “devo tornare in Cina perchĂŠ il mondo sta cambiando con l’arrivo del materialismo e del consumismo. La sďŹ da è per tutta la Chiesa e anche per la Chiesa in Cinaâ€?. L’Italia e il Paese dagli occhi a mandorla sono legati da molto e per molti motivi. Da un punto di vista
cristiano anche Brescia ha lasciato il suo segno con la presenza di Aleni che, insieme a Ricci, evangelizzò la Cina partendo dalle carte geograďŹ che. Ma la storia dei missionari è lunga. “Il primo vescovo della mia diocesi era italiano – racconta don Giuseppe –. Il rapporto tra l’Italia e la Cina è sempre piĂš signiďŹ cativo. Io ho visto la Chiesa in Italia, anche nelle parrocchie e ho imparato molte coseâ€?. Anche la comunitĂ di Lumezzane Fontana ha sicuramente imparato qualcosa di piĂš, forse umano e forse divino, assistendo alle celebrazioni di casa propria in un’italiano non perfetto, in un ipotetico ponte tra la Cina e Lumezzane. E scoprire che il colosso orientale non fa solo paura per la concorrenza commerciale a posate, rubinetti e manufatti made in Lumezzane.
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‘”Â?ƒ–‘ ”‘•‡‰—‘Â?‘ ‹ Žƒ˜‘”‹ ÂƒÂŽÂŽÇŻÂƒÂ?–‹…ƒ ‹‡˜‡ A circa 70 anni di distanza, l’antica Pieve di Bornato sarĂ ďŹ nalmente dotata di un tetto del tutto rinnovato. Procedono infatti serrati i lavori di riqualiďŹ cazione della storica chiesa franciacortina, su iniziativa e per volere della “Fondazione Antica Pieve di San Bartolomeoâ€? presieduta da Antonio Mossini (nella foto, attuale sindaco di Cazzago San Martino), ottenendo, ďŹ n dall’apertura del cantiere, tanti elogi e incoraggiamenti da parte
della comunitĂ , ma non solo. Di recente è giunto infatti anche un contributo di oltre 20mila euro in piĂš rispetto a quanto preventivato, derivante dallo sconto ottenuto durante la gara d’appalto e al ďŹ ne di completare quasi deďŹ nitivamente il tetto, a seguito dell’incontro svoltosi a Roma nei giorni scorsi del geometra Mazzoli coi dirigenti Arcus, proprio in relazione al recupero di tale agevolazione economica. Nelle ultime settimane, sono stati
posati gli impalcati lignei del tetto dell’aula e del presbiterio, mentre sono state mantenute le pendenze della copertura originaria seicentesca ed è stata valutata la proposta di realizzare anche un piccolo sporto di gronda di 40 cm in travetti in legno al ďŹ ne di proteggere meglio le murature perimetrali della struttura. Ora, date le rigide condizioni atmosferiche invernali, l’Impresa Vitali, incaricata per l’esecuzione dei lavori, ha deciso di procedere
ad una temporanea sospensione dei lavori che, a causa del freddo, del preannunciato rischio pioggia e neve e delle conseguenti difďŹ coltĂ nella lavorabilitĂ delle malte, non possono essere eseguiti, mentre l’intero impalcato è stato protetto con teli, nell’attesa di poter esser presto svelato per consentire la ripresa delle opere, probabilmente giĂ il prossimo febbraio e, sicuramente, con l’aprirsi della bella stagione a inizio primavera. (a.s.)
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na decina di lavoratori, tra cui insegnanti, personale tecnico e ausiliario, capitanati dal dirigente scolastico Gianluigi Cadei, a favore di una quindicina di bambini “poveriâ€?, impossibilitati, per questioni economiche, di prender parte alla mensa scolastica giornaliera. Lo scenario è quello dell’Istituto comprensivo “Gianfranco Miglioâ€? di Adro dove a non tutti gli alunni nell’ora di pranzo era garantita l’opportunitĂ di sedersi a tavola insieme ai propri amici piĂš fortunati, davanti a un piatto caldo, usufruendo del servizio mensa interno alla scuola. Da qui è nata l’idea da parte del personale scolastico di autotassarsi, versando ogni mese 30 euro a testa per pagare quel desiderato pasto giornaliero ai 15 bambini (non solo figli di stranieri, ma anche due italiani), oltre che a garantire loro il servizio di scuolabus, messo a disposizione per coloro che abitano lontano dal polo scolastico. La sottoscrizione di solidarietĂ aveva giĂ preso avvio lo scorso settembre, all’inizio dell’anno scolastico grazie all’interessamento in prima linea del gruppo Caritas, in sinergia con la Cgil, anche se ora l’iniziativa è divenuta ancor piĂš sentita e accorata, come testimoniato dal massiccio e diretto coinvolgimen ÇŻ Dz
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teressato il noto Istituto adrense, finito sotto i riflettori soprattutto per la scelta del Comune di dotarlo fin dal suo battesimo di un “arredamento stile leghistaâ€?, s’inserisce anche la vicenda che vide come protagonista-benefattore l’imprenditore locale Silvano Lancini che mesi addietro si sobbarcò personalmente le spese dei servizi per i bambini. “Si tratta di una spesa – ha sottolineato il segretario generale della Cgil Damiano Galletti –, che non oltrepassa i 2000 euro per tutti i bambini e va tenuto conto in questa situazione che anche molte famiglie adrensi, in questo particolare periodo, hanno pesantemente risentito della crisi edilizia e della perdita dei posti di lavoroâ€?. Dal fronte comunale emerge invece il commento del sindaco Oscar Lancini convinto che “la buona azione dei maestri e del dirigente scolastico di autotassarsi per sostenere costi di mensa e scuolabus sia una trovata pubblicitaria (come giĂ era successo per l’imprenditore Lancini), messa in atto non a caso in piena campagna elettoraleâ€? e che si interroga sul “perchĂŠ sia stato necessario sbandierare tutta questa solidarietĂ ai giornalisti, quando è possibile rivolgersi all’Assessorato ai servizi sociali, dove tecnici (e non i politici) prendono in esame i reali bisogni delle famiglieâ€?.
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ƒŽ•ƒ„„‹ƒ Â•ÂƒÇŁ Â?ƒÂ?…ƒÂ?‘ ‹ ’‘•–‹ Ž‡––‘ǥ Â?ƒ ƒÂ?…Š‡ ‹ ˜‘Ž‘Â?–ƒ”‹ In Valsabbia sono presenti nove Rsa, residenze sanitarie assistenziali, riconosciute dalla Regione, di cui otto fondazioni private, Bagolino, Vestone, Odolo, Vobarno, Roè Volciano, Villanuova sul Clisi e le due di Gavardo, e una sola comunale, quella di Sabbio Chiese. La richiesta di posti letto è in costante aumento e per soddisfare tutte le richieste bisognerebbe raddoppiare i posti disponibili, tutti occupati. Cresce la popolazione anziana
e crescono di conseguenza le problematiche relative alla vita quotidiana. Problematiche alle quali il personale ausiliario, infermieristico e medico, esauriti i compiti di assistenza essenziali, è in grado di rispondere con sempre maggiore difficoltĂ . Sempre piĂš spesso c’è bisogno dell’intervento di volontari che, “animati da quell’amore che si esprime in primo luogo nello stare con qualcuno che nel fare qualcosa per qualcunoâ€?, devono però
essere adeguatamente formati per potersi occupare con efficacia delle persone ospitate nelle Rsa. Per questo tre associazioni valsabbine, Avulss di Vestone, Amici della Fondazione Irene Rubini Falck e Avis di Vobarno, hanno pensato di proporre un corso con l’obiettivo di formare volontari che possano occuparsi di Rsa e cure palliative. Per illustrare finalità e modalita del corso di formazione che partirà a febbraio sono previste due serate. La
prima è in programma venerdÏ 25 alle 20 alla I.R. Falck di Vobarno per gli aspiranti volontari della bassa valle, la seconda si svolge giovedÏ 31 alle 20 alla Passerini di Nozza per quelli dell’alta valle. A condurre le serate sarà Mariella Bombardieri, psicopedagogista e formatrice, che parteciperà anche al successivo percorso articolato su 11 incontri: sei sul tema delle Rsa e cinque sulle cure palliative praticate negli hospice. Informazioni al 3207046590.
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l gusto a km zero in Valle Sabbiaâ€?. Ăˆ l’iniziativa che la ComunitĂ montana di Valle Sabbia in collaborazione con Coldiretti Brescia propone fino al 22 marzo in 17 ristoranti e in altrettante aziende agricole disseminate tra Gavardo e Bagolino. Una manifestazione i cui protagonisti sono i prodotti che dalla terra arrivano direttamente a tavola, rielaborati in ricette figlie della tradizione e della creativitĂ degli chef. Una novitĂ assoluta per il territorio valsabbino. “Con questa rassegna – spiega Ermano Pasini, presidente della ComunitĂ montana di Valle Sabbia – si intende valorizzare la cultura enogastronomica e promuovere gli scambi e la collaborazione tra ristoratori e piccoli produttori locali, incentivando cosĂŹ l’utilizzo delle materie prime e la creazione di menĂš a km zero. I menu della rassegna dovranno proporre i sapori della tradizione, prestando attenzione all’utilizzo dei prodotti locali ed esaltandone la qualitĂ e la specificitĂ â€?. Si tratta di un modo per sottolineare le eccellenze del territorio e per far conoscere ai consumatori che cercano prodotti autentici, il linguaggio della qualitĂ , l’origine certa e la tracciabilitĂ della filiera. Un metodo che sposa tradizione e innovazione. “L’intenzione è di recuperare e far conoscere il patrimonio agro-alimentare e gastronomico locale, promuovere negli esercizi di ristorazione la distribuzione dei prodotti locali e stagionali dalla garantita tracciabilitĂ e provenienza, far conoscere la cultura rurale e in particolare i piccoli produttori e le piccole produzioniâ€?. Un “gioco di
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che intende rilanciare una filiera tutta agricola e tutta italiana. “In un momento di crisi come quello che si sta vivendo – precisa il presidente Ettore Prandini – trova maggior forza la bontĂ del nostro progetto, perchĂŠ rappresenta un’idea di crescita e di sviluppo completamente diversa da quella dominante. Il sostegno dell’agroalimentare italiano si basa sul valore del cibo come bene comune e della produzione agricola come sua premessa. Ci auguriamo che attraverso manifestazioni come quella valsabbina si possa garantire uno sviluppo sostenibile della produzione alimentare fondato sui territori e coniugare i principi di sovranitĂ e sicurezza alimentare con quelli di equitĂ e accessibilitĂ per tuttiâ€?. Per info 03658777.
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8QD VFXROD SHU LO .HQ\D Una scuola primaria per il futuro del Kenya. Il progetto si è concretizzato grazie alla solidarietĂ bresciana. I soci di tre club Rotary, Valle Sabbia, Vittoria Alata e Brescia Est, hanno provveduto a garantire l’apertura della scuola e tutte le necessarie ďŹ niture e i bambini hanno potuto trovare banchi e materiale scolastico, divise e supporti didattici. La scuola, situata 70 chilometri nell’entroterra
dalla costa di Mambrui, si chiama “Cha Simbaâ€? che in lingua swahili signiďŹ ca “Il sentiero del leoneâ€?. Si tratta di una piccola struttura frequentata quotidianamente da oltre 250 bambini che arrivano anche da molto lontano poichĂŠ intorno non si vedono nĂŠ villaggi nĂŠ capanne. Ăˆ dotata di due aule in muratura, due aule realizzate sotto un pergolato e un’aula ricavata sotto la folta chioma di un albero di chinino,
ottima per le calde giornate della savana africana, ma poco pratica durante gli acquazzoni della stagione delle piogge. Condivide il progetto il Ministero dell’educazione del Kenya che ha contribuito realizzando i muri e pagando gli insegnanti, e non si tratta di poca cosa considerando il fatto che se alla data dell’indipendenza nel 1960 il Paese contava 6.000 scuole primarie oggi vanta ben 27.500
“istitutiâ€? avendo portato l’istruzione anche in zone remote del territorio. L’arredo, la manutenzione della scuola, le forniture di materiali scolastici e spesso anche di qualcosa da mangiare per i bambini che fanno anche 20 km a piedi per venire a scuola spetta ai genitori e alla comunitĂ locale. Ecco allora l’importanza dell’intervento del privato, rotariano in questo caso e bresciano.
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”‡•…‹ƒ Â? …‘Â?˜‡‰Â?‘ •—ŽŽǯ‘•–‡‘’‘”‘•‹ Si è tenuto il 19 gennaio presso la FacoltĂ di medicina e chirurgia dell’UniversitĂ degli studi di Brescia il convegno dal titolo “Osteoporosi nei pazienti con malattie reumaticheâ€? organizzato dalla Reumatologia e Immunologia Clinica degli Spedali civili e UniversitĂ degli studi di Brescia e rivolto ai medici di medicina Generale, agli Specialisti e agli altri operatori sanitari coinvolti nella gestione di questa delicata condizione.
L’osteopenia e qualche volta l’osteoporosi sono fenomeni parafisiologici legati all’invecchiamento dell’osso che si verificano in particolare nelle donne in età post menopausale. Tuttavia nei pazienti con patologie reumatiche, che, tra l’altro, sono piÚ frequenti nel sesso femminile, la osteoporosi si verifica piÚ spesso e piÚ precocemente rispetto alla popolazione generale generando spesso delle situazione di non facile gestione. Il convegno,
realizzato grazie alla collaborazione attiva di validissimi esperti di osteoporosi, ha permesso di approfondire le ragioni di questa frequente associazione che in effetti non è soltanto legata all’invecchiamento ma è imputabile agli stessi meccanismi patogenetici responsabili delle malattie reumatiche e ai trattamenti farmacologici necessari per curarle. L’argomento è stato affrontato in modo completo partendo dalla fisiopatologia dell’osso.
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i sa che la buona cucina, soprattutto quando è sana, aiuta a vivere meglio. Un principio che vale ancor di piĂš per chi ha problemi di salute. Quando si è affetti da una patologia cronica, come l’insufďŹ cienza renale, sapere di poter continuare a deliziare il palato può davvero contribuire a sentirsi meglio. Da qui è nata l’idea degli Spedali civili di Brescia e del presidio di Montichiari di realizzare un calendario per cosĂŹ dire ‘speciale’: “Cucina e sapori in dialisi peritonea-
le 2013â€?, è dedicato ai pazienti in dialisi e contiene diverse ricette della tradizione italiana rivisitata per essere “il piĂš sani possibile e attenti alle necessitĂ dei nostri pazientiâ€? e compatibili con le loro condizioni di salute Come spiega la dott.ssa Federica Fasciolo, responsabile dell’UnitĂ di dialisi peritoneale di Montichiari “il progetto è nato dalla stretta collaborazione con le dietiste dell’UnitĂ di nutrizione clinica che con entusiasmo hanno dato il loro contributo per aiutare questi pazienti, che eseguono
il trattamento terapeutico a casa, a vivere meglio anche attraverso la preparazione e la degustazione di pietanze gustose ma saneâ€?. “Sentirsi ripetere le raccomandazioni alimentari oltre al dover prendere medicine e modificare il proprio stile di vita per sempre, – aggiunge il dott. Claudio Macca, responsabile dell’UnitĂ dietetica e nutrizione clinica di Brescia – può creare un grande stato di ansia e di sofferenza in pazienti che giĂ devono affrontare una malattia grave e invalidanteâ€?. Grazie al supporto di Luca Barbieri, consulente
della ditta che gestisce il servizio ristorazione dell’azienda Spedali civili di Brescia, ogni pagina del mese propone una ricetta adatta alla stagione, con tabella calorica nutrizionale e alcune attenzioni e curiositĂ . “Il calendario – conclude la dott.ssa Fasciolo – è stato realizzato anche grazie al supporto di Baxter, che vorrei ringraziare per il sostegno per questa iniziativa, ma anche per i progetti e i servizi di assistenza che mette a disposizione dei nostri pazientiâ€?. Per informazioni: Ufficio relazioni con il pubblico 030/3995861.
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Â?ǯ‹Â?’‘Â?‡Â?–‡ ‘’‡”ƒ Â†ÇŻÂƒÂ”Â–Â‡ ƒ ’”‡†‹…ƒ †‡Ž ƒ––‹•–ƒ “La predica di San Giovanni Battistaâ€? è l’imponente dipinto che decora la controfacciata della chiesa parrocchiale di Carpenedolo (nella foto), posta al di sopra della bussola dell’ingresso principale. Inserito in un contesto naturalistico ben lontano dalle descrizioni evangeliche, Giovanni, vestito di peli di cammello, esorta le folle a convertirsi stando ritto su uno sperone roccioso, a sinistra della composizione.
Tutt’intorno donne, bambini, giovani e vecchi, chi assiso chi in piedi, tutti sono rivolti a lui che scuote gli animi col suo linguaggio infervorato. Il Giordano è simboleggiato da un vivace torrente che scorre in un bosco rigoglioso, a bilanciare una composizione rivolta in modo particolare a sinistra. La preparazione rossa rende il cromatismo caldo, che traspare specialmente nella base delle ďŹ gure in secondo piano; uno
splendido cielo con nuvole di bel tempo irradia la scena. Due simpatici putti giocano con un cane proprio in mezzo al dipinto: potrebbero alludere ai due cugini: il cane è simbolo di fedeltà e veniva spesso inserito nei dipinti in forma allegorica. Da alcuni mesi la grande tela è in restauro: una volta riportata a terra ci si è subito resi conto delle gravi condizioni conservative del colore. Un tessuto troppo sottile
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a alcuni mesi la grande tela che raffigura “La predica di San Giovanni Battistaâ€?, che decora la controfacciata della chiesa parrocchiale di Carpenedolo, è affidata alle cure di Emanuela Montagnoli. La prima fase di restauro, necessaria a fermare l’inesorabile degrado, è consistita nel consolidare colore, preparazione e supporto. Mediante la foderatura della tela si sono richiuse le numerose lacerazioni, con l’inserimento di innesti di tela in quelle in cui si era perso parte del tessuto. La tela rinforzata è stata montata su un telaio in alluminio, piĂš leggero e inalterabile, dotato di tensori lungo tutto il profilo, che consentiranno una regolare e costante tensione del supporto. L’impegnativa pulitura della superficie pittorica ha riportato in luce i colori che erano offuscati dalla
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spessa patina di polvere e sporco, vernice e ritocchi alterati, eseguiti grossolanamente in loco, senza stuccature, per celare le cadute di colore. Terminato il restauro conservativo si è passati alle operazioni di restauro estetico, consistenti nella stuccatura delle numerosissime cadute di pigmento e preparazione e successivamente alla lunga e paziente fase di reintegrazione cromatica ancora in corso. Nel frattempo si sta studiando l’opera, per cercare di dare un nome all’autore, mediante compara-
per supportare un dipinto di tali dimensioni, unito ad una preparazione particolarmente sensibile all’umiditĂ , avevano portato alla caduta di innumerevoli frammenti di colore, a volte sparsi sulla superďŹ cie, altre piĂš concentrati, con la conseguente perdita di importanti porzioni. Ad eseguire l’importante restauro è stata chiamata Emanuela Montagnoli e il suo laboratorio di Nave.
zioni stilistiche e ricerche storico-artistiche, dato che la pulitura, purtroppo, non ci ha riservato sorprese in questo senso. Il restauro è stato reso possibile grazie alla generosa offerta di un parrocchiano: in questi tempi di crisi non solo economica, ma culturale è un segno veramente esemplare. “Se noi ora possiamo godere delle splendide opere che decorano le chiese del nostro Paese – afferma la restauratrice – dobbiamo ringraziare i nostri padri, che con autentica fede le offrirono, con grandi sacrifici. La speranza della parrocchia di Carpenedolo è che il bel gesto che ha permesso il recupero dell’imponente opera d’arte possa servire da stimolo ad altri “mecenatiâ€?, parola stessa che ci fa ritornare al passato, quando gli artisti potevano esprimere le proprie qualitĂ anche in tempi, come questi, sicuramente non facili.
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particolarmente dedicato avviato, solo dopo un sopralluogo di Renata Casarin, con la sostituzione totale dei travi che sostenevano il coro in quanto solo a toccarli si “sbriciolavano� a causa di un ingente attacco xilofago. I travi “nuovi� messi a sostegno del coro hanno una dimensione di 25cm per 25 cm per 4m in legno di abete e provengono da un soffitto di un mulino di 150 anni fa. Tra di loro sono stati fissati con placche di ferro e viti autofilettanti e al di
sopra da un pannello di multistrato marino che ha fatto da supporto al pavimento. Gli stalli sono stati fissati al muro mantenendoli distaccati da quest’ultimo tramite dei travetti di legno di 5-8 cm in modo da favorire il ricircolo dell’aria. Le sedute sono state fatte rifunzionare (alzare ed abbassare) in quanto nei vari anni erano state eliminate le cerniere. Un’altra decisione molto importante è stata quella di eliminare tutta la struttura che poggiava sul coro
(creata negli anni 50) che deturpava l’intero abside. Per creare questa struttura era stato rotto il coro soprattutto la seduta centrale infatti l’inginocchiatoio era stato tolto e messo in soffitta, la parte della seduta era stata riutilizzata per fare una nuova sedia utilizzata davanti all’altare. Per questo motivo la ditta di restauro ha smontato la sedia recuperando i pezzi originali del coro che ha riutilizzato per riportare come in origine la seduta centrale.
antitarlo in quanto la presenza di insetti xilofagi era molto massiccia. La procedura è durata circa 40 giorni. Una volta finita la quarantena è avvenuta la pulitura delle superfici dai vari strati di oli e vernici ossidate in quanto non bisognava salvaguardare la patina che generalmente si forma negli anni in modo da poter vedere il vero stato di conservazione del coro. La pulitura ha evidenziato lacune molto ingenti in tutti i supporti lignei: nelle formelle, nelle cornici, nelle fasce orizzontali e in quelle verticali. Per questo Vincenzo Marini, in accordo con Renata Casarin, ha proseguito il restauro fissando tutte le parti disgiunte con della colla, mentre per le
lacune piÚ gravi si è proceduto al rifacimento delle stesse tramite tasselli. Una volta ristabilito l’assetto degli stalli è iniziata l’operazione di stuccatura per chiudere le ultime lacune rimaste; le piÚ gravi con araldite mentre le minori con gesso di Bologna, terre colorate e colla in perle.
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n concordanza con il parroco don Lorenzo Boldrini e il consenso degli enti preposti per la tutela per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico di Brescia, Mantova e Cremona e della curia vescovile la ditta “Marini Vincenzo restauro mobili antichiâ€? di Rovato ha eseguito il restauro del coro ligneo della parrocchia di San Benedetto Abate. Il coro situato dietro l’altare centrale dell’abside della parrocchiale è stato costruito nel 1763 (data trovata scritta nello stallo centrale) in legno di noce e intarsi d’ulivo ed è composto da 17 stalli che formano
un semi cerchio. Ogni stallo presenta due riquadri nel cui interno sono state collocate formelle composte da un pannello centrale in rilievo modanato a linee curve. Sulle suddette formelle interne sono state applicate delle cornici modanate. Le lesene, che dividono uno stallo d’altro, hanno, nella parte centrale, applicato al loro interno una formella in rilievo modanato a linee curve, mentre in prossimità del capitello troviamo dei fregi raffiguranti un ramo con foglie e fiori. La prima decisione presa dal restauratore e da Renata Casarin, della Soprintendenza, è stata quella di smontare il coro
in tutte le sue parti per trasportarle presso il laboratorio di restauro. Qui hanno preso il via i vari trattamenti in quanto il coro si presentava elevato in uno stato di degrado a causa di un ingente deposito organico e di polvere, soprattutto sulle cornici e negli intagli. Indubbiamente la mancanza di manutenzione ordinaria, la presenza di attacchi atmosferici, biologici e soprattutto d’insetti xilofagi ha compromesso in modo notevole tutta la struttura lignea evidenziando molteplici disgiunzioni di massello. Appena arrivato in laboratorio il coro è stato sottoposto a disinfestazione tramite
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dal Centro ďŹ era mpone agli espositori di presentare in mostra oggetti che abbiano un’etĂ non inferiore a 50 anni per quanto riguarda l’antiquariato e un’etĂ non inferiore a 30 anni per quanto riguarda il modernariato ed il vintage. Sono pertanto esclusi gli oggetti nuovi o di fabbricazione recente, anche artigianale, comprese imitazioni di antichitĂ o in stile. Proprio per garantire il livello di una
manifestazione che negli anni è andata conquistando l’interesse e il gradimento di tanti operatori del settore il Centro ďŹ era e la segreteria organizzativa da sempre si riservano il diritto di ammettere o escludere espositori e oggetti ritenuti non conformi alla manifestazione Samarcanda. Il presso del biglietto d’ingresso alla manifestazione è di 10 euro (7 il ridotto per gli ultra 65enni). I ragazzi sino a 14 anni entrano gratis.
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amarcanda, la mostra mercato d’antiquariato, collezionismo, modernariato, decorazione e oggettistica, in programmazione al Centro fiera di Montichiari dal 2 al 10 febbraio, propone nove giorni intensi, con opportunità , occasioni e pezzi unici che faranno la gioia di collezionisti ed appassionati. Tra gli stand di Samarcanda, i visitatori potranno trovare un’offerta che abbraccia una molteplicità di stili e tendenze, in una combinazione in grado di soddisfare appieno le aspettative tanto del collezionista quanto del semplice curioso. Samarcanda, infatti, è una fiera fruibile per la piÚ ampia gamma di pubblico, pur mantenendo uno stile e un’eleganza che sono l’elemento ormai distintivo in oltre 20anni di storia. Le parole d’ordine di Samarcanda so-
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antiquari e galleristi presenti in fiera offriranno, dunque, uno spaccato coinvolgente e completo di tutte le tendenze che rendono speciale oggi il mondo dell’antiquariato, in tutte le sue molteplici sfaccettature. “Samarcanda è una fiera sempre in equilibrio fra tradizione e novitĂ â€? spiega Silvia Dalcò, curatrice della mostra. “I visitatori potranno trovare proposte che rientrano nell’alveo della tradizione; abbiamo voluto anche dare voce a quegli stili che cercano nuove contaminazioni e nuovi linguaggi. Come ogni anno, inoltre, Samarcanda proporrĂ inserti a tema che guardano al vintage, al modernariato e, ad esempio, alla bigiotteria americana di valoreâ€?. L’edizione 2013, dunque, offrirĂ un percorso classico nell’antiquariato, dando spazio a contenuti innovativi per incuriosire il pubblico.
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Il povero e Dio
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PoichĂŠ molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari ďŹ n da principio e divennero ministri della Parola, cosĂŹ anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, ďŹ n dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre TeĂ˛ďŹ lo, in modo che tu possa renderti conto della soliditĂ degli insegnamenti che hai ricevuto. In quel tempo, GesĂš ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a NĂ zaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta IsaĂŹa; aprĂŹ il rotolo e trovò il passo dove era scritto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio (...)â€?.
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overi. Ăˆ la condizione per capire e credere che quello che sta accadendo è il compimento della profezia. Povero è chi non ha niente da perdere; non solo non ha nulla ma, soprattutto, non ha nulla da perdere. Non è nĂŠ buono nĂŠ cattivo, non è migliore o peggiore. Solo non ha nulla da perdere. E non ha nulla da guadagnare. Ăˆ uno stato non umano, è la condizione degli invisibili. Non avere nulla da perdere significa non aver nulla da sperare, non avere un futuro. Ăˆ essere in equilibrio solo sul presente. Allora prende piĂš significato (oltre a quello teologico) l’oggi con il quale GesĂš comincia a parlare: è l’unico orizzonte che il povero può capire, è l’unico momento che riesce a vivere e in quel presente si compie la promessa di Dio. Qui sta la differenza: chi conosce la profezia la studia; chi ha fede l’aspetta; chi non crede la ignora. Ma il povero sperimenta l’accadere della profezia. A lui è rivolto l’oggi che si compie e che parla di un messaggio lieto: apre al-
la novitĂ , al futuro, alla bellezza della grazia di Dio. Ăˆ concretezza perchĂŠ il povero questo solo comprende e i suoi orecchi e i suoi occhi sono pieni di prigionieri, di oppressi, di ciechi e di poveri. Questo vede e questo capisce e questo è il messaggio lieto, e questa è la grazia di Dio. Ăˆ l’ampiezza di un anno, come a dire che non c’è piĂš la prospettiva di un giorno solo, c’è il futuro e la speranza. Il povero questo riesce a capire; non capisce l’infinito ma la concretezza di un anno e non importa se gli studiosi della Scrittura sanno che quell’anno ha mille significati simbolici. Il povero non lo sa, ma sente. Ăˆ una meraviglia alla quale può credere; piĂš di quanto possono credere quelli che sanno e che si aspettano dall’uomo di Nazaret parole da ascoltare. GesĂš dice che quella promessa si compie proprio lĂŹ e che la possono capire solo i poveri perchĂŠ gli altri hanno le loro speranze e il loro futuro, mentre i poveri non hanno che quella speranza e quel futuro. Ăˆ l’occasione per il povero e la disillusione, la freddezza e
la contrapposizione per chi povero non è e crede di sapere quello che Dio dice e quello che Dio fa. Vivere quell’oggi è troppo poco e frammentario, è troppo povero e basso. Quel compiersi nella sinagoga di Nazaret della profezia e della promessa di Dio è il punto che distingue poveri e ricchi davanti a GesĂš e davanti alla Parola: può credere solo chi si accorge della sua povertĂ e rinuncia al suo futuro. La semplicitĂ di Dio talvolta scandalizza e lascia interdetti. Ăˆ cosĂŹ poca quella promessa che si compie, di fronte ai bisogni che crediamo di avere. Solo il povero ne vede la ricchezza e l’enormitĂ . E la concretezza, che è segno della veritĂ della promessa di Dio e che, nonostante i nostri sforzi, ancora, noi uomini da soli, non sappiamo mettere in atto. Poveri, ciechi, prigionieri, oppressi sono diversi agli occhi di Dio, sono il suo futuro. E il futuro di chi crede, di chi si accorge che la sua immensa povertà è l’unico modo per incontrarsi davvero con Dio, per accogliere il suo compimento.
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/D SRUWD HFXPHQLFD 18 gennaio 2000, Giovanni Paolo II apre la quarta porta santa del Giubileo, dopo San Pietro (24 dicembre 1999) aperta alla Messa di Mezzanotte, il giorno seguente si apre San Giovanni in Laterano. Il 1° gennaio tocca a Santa Maria Maggiore (Maria Regina della Pace), il 18 gennaio (giornata di apertura della Settimana di preghiera per l’unitĂ dei cristiani) si apre la porta santa alla Basilica di San Paolo fuori le Mura. Ăˆ la quarta porta. Il Papa ha voluto un forte segno ecumenico. Accanto ci sono 22 rappresentanti delle principali confessioni cristiane che hanno accettato l’invito e i membri del Concilio ecumenico delle Chiese, che rappresenta 337 denominazioni. Hanno aperto la porta simultaneamente il papa Giovanni Paolo II,
il metropolita Atanasios e George Carey, arcivescovo di Canterbury. Tutti e tre sono inginocchiati sulla soglia della Basilica, e rimangono in silenzio raccolti in preghiera. La liturgia comprendeva letture del pastore martire Dietrich Bonhoeffer e del teologo russo Georges Florovsky. Quell’immagine è una delle piĂš belle e piĂš forti del Giubileo. Una grande icona che si staglia nel cammino della Chiesa e che ogni tanto ci fa bene contemplare. Anche Benedetto XVI il prossimo 25 gennaio concluderĂ con una celebrazione ecumenica, la Settimana di preghiera per l’unitĂ dei cristiani nella Basilica che custodisce le spoglie dell’Apostolo delle genti. Uno dei suoi primi atti ufficiali da pontefice, il 31 maggio 2005, fu il motu proprio: “L’antica e
venerabile Basilicaâ€? in cui rinnovava il mandato ai monaci benedettini di San Paolo fuori le Mura, di promuovere e curare speciali eventi di carattere ecumenico. Oggi, la presenza accanto a noi di altri cristiani ci interpella, ci stimola, ci arricchisce e ci invita alla comune testimonianza di vita santa e giusta. Concludo ricordando le parole che il Papa ha rivolto ai giovani di Taizè, raccolti in piazza San Pietro il 29 dicembre scorso: “Cari giovani amici, Cristo vi manda lĂ dove la luce manca, perchĂŠ la portiate ad altri. (‌) Con l’impegno per la giustizia e per una nuova solidarietĂ umana, voi aiuterete quanti sono intorno a voi a comprendere meglio come il Vangelo ci conduca al tempo stesso verso Dio e verso gli altriâ€?.
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nostre comunitĂ ? “Noi siamo abituati a utilizzare il termine ‘presbiteri’, che ci fa sembrare piĂš vecchi di quello che in realtĂ siamo: aiutare gli altri a crescere nella fede esige una certa maturitĂ di fede, che a volte non coincide con una maturitĂ umana. Un adulto oggi è pieno d’impegni, e a noi sacerdoti riesce spesso difďŹ cile capire come si possa giostrare seriamente una proposta di fede, che non consiste nel venire a tutte le nostre riunioni. Non cogliamo pienamente quanto sia prezioso
il rapporto con un laico, che viva in armonia la propria esperienza di fede. Il laico può arricchire un sacerdote portando la ferialitĂ della fede che si dipana tra mille impegni quotidiani e, a sua volta, il sacerdote può aiutare il laico a dare profonditĂ alla propria fede, evitandogli di rimanere un ‘bambinone’. Si tratta di una convergenza di due maturitĂ : quella del prete e quella del laico, chiamati a un reciproco cammino e sostegno nella fede, che arricchisca vicendevolmente gli uni e gli altriâ€?.
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contesti che viviamo sono segnati spesso da problemi relazionali, solitudini, divisioni, lacerazioni, sul piano familiare e sociale; essi attendono presenze amorevoli, segni di fiducia nei rapporti umani, inviti concreti alla speranza che la comunione è possibileâ€?. Ăˆ l’invito che emerge dal messaggio della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata per la 17ÂŞ Giornata mondiale della vita consacrata (2 febbraio). Titolo del messaggio è “Testimoni e annunciatori della fedeâ€?: il documento afferma di volersi rivolgere non soltanto ai religiosi e religiose, ma di voler “raggiungere anche tutti i cristiani, nel desiderio di promuovere sempre piĂš, in tutti, la comprensione, l’apprezzamento e la riconoscenza a Dio per la vita consacrataâ€?. Il testo ricorda i principali ambiti d’impegno dei consacrati: catechesi e formazione cristiana; ambienti educativi a servizio delle famiglie, nella scuola, in centri giovanili, in centri di formazione professionale, a favore dell’integrazione degli emigrati, in luoghi di emarginazione; nel servizio della caritĂ ; “sul piano sociale e della cultura, con iniziative che promuovono la giustizia, la pace, l’integrazione degli immigrati, il senso della solidarietĂ e della ricerca di Dioâ€?. Una generosa “caritĂ apostolicaâ€?. A proposito della difficoltĂ
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cura dei processi relazionali e ha bisogno di appoggiarsi a segni di vera comunione. La vostra caritĂ apostolica sia animata da vero spirito di servizio dal desiderio di suscitare la fede. Il vostro apostolato ha una sua specificitĂ nella missione della Chiesa: sa partire dalla persona, dal malato, dal povero, dal piĂš debole, tante volte dal piĂš lontano dall’esperienza ecclesialeâ€?. Il testo afferma poi che i consacrati sono “chiamati a essere segno dell’amore e della grazia di Dio sin dal primo contatto con le persone che incontrate. Siete chiamati – soprattutto coloro che operano coi giovani e nell’educazione – a integra-
re profondamente e dinamicamente la preoccupazione evangelizzatrice e la preoccupazione educativa. Il servizio all’uomo ha sostegno e garanzia nella fedeltĂ a Dio e nel tener sempre vivo lo sguardo e il cuore sul Regno di Dioâ€?. Tra le esortazioni piĂš forti ai consacrati c’è la seguente: “Vivete le situazioni umane, sociali, culturali, nelle quali operate, facendovi segno dell’agire di Dio, e siate sempre presenza profetica di vera umanitĂ anche quando ciò esige di andare controcorrenteâ€?. Segno di un mondo futuro. Citando un passaggio del “Messaggio al popolo di Dioâ€? del Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione, nel documento per la Giornata sulla vita consacrata si legge: “Ovunque si sente il bisogno di ravvivare una fede che rischia di oscurarsi in contesti culturali che ne ostacolano il radicamento personale e la presenza sociale, la chiarezza dei contenuti e i frutti coerentiâ€?. In questo contesto ecclesiale e culturale e in questo tempo peculiare si inserisce la testimonianza dei consacrati. Il messaggio finale del Sinodo interpreta tale testimonianza “in rapporto al senso profondo della vita, ponendola in relazione, con felice intuizione, con la testimonianza della famiglia, come a dire: mentre la famiglia è custode della sacralitĂ della vita nella sua origine, la vita consacrata, in quanto chiamata alla conformazione a Cristo, è custode del senso ultimo, pieno e radicale della vitaâ€?.
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VenerdĂŹ 25 gennaio Ore 6.50 – Brescia − Santa Messa presso il Seminario minore. Ore 20.30 – Roncadelle − Incontro di presentazione di progetto educativo dell’oratorio. Sabato 26 gennaio Ore 11.30 – Brescia − Santa Messa e consegna del Direttorio della
Compagnia di Sant’Angela presso il santuario di S. Angela Merici. Ore 16.30 – Brescia − Santa Messa in occasione del 70° anniversario di Nikolajewka in Cattedrale. Ore 18 – Brescia − Visita al Museo diocesano. Domenica 27 gennaio Ore 10.30 – Zanano – Cresime e prime comunioni. Ore 16 – Brescia − Santa Messa nella solennitĂ di Sant’Angela Merici presso il santuario. LunedĂŹ 28 gennaio Ore 9.30 – Gavardo – Incontro con i sacerdoti sul Vangelo di Luca presso l’auditorium Santa Maria. Ore 17 – Brescia – Presentazione raccolta scritti di Paolo VI presso l’UniversitĂ cattolica.
MartedĂŹ 29 gennaio Ore 16 – Brescia – Benedizione della nuova sede dell’associazione Soldano presso la parrocchia di Santa Maria della Vittoria. Ore 20.30 – Brescia – Incontro con i cresimandi adulti presso la parrocchia di San Francesco da Paola. MercoledĂŹ 30 gennaio Ore 18 – Brescia – Incontro sul tema “Il Concilio Vaticano II e la riscoperta della scritturaâ€? presso la Libreria Paoline GiovedĂŹ 31 gennaio Ore 10 – Brescia – Santa Messa e inaugurazione dei restauri della chiesa di Santa Maria della CaritĂ .
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iĂ il fatto che li chiamiamo preadolescenti – cioè ragazzi che stanno per entrare in un’etĂ di cambiamento – dice tutta la difficoltĂ del mondo adulto nel trovare un’identitĂ e una progettazione adatta a questa fascia d’etĂ . La nuova iniziazione cristiana, con l’anticipo dei sacramenti, ha tolto l’ultimo puntello ad una presenza in qualche caso forzata al catechismo e all’oratorio dei ragazzi delle medie. E nonostante gli obiettivi indicati dal documento “Dal dono alla responsabilitĂ â€? e l’invito ad una riflessione elaborata su questa fascia d’etĂ in molti oratori, i problemi nel costruire un cammino interessante e non sporadico sono emersi in modo preoccupante. Da piĂš parti tra gli educatori e i catechisti sono state formulate domande e richieste di suggerimenti:
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domande ha provato a rispondere una piccola commissione, nata dal lavoro dell’Ufficio oratori, di alcuni sacerdoti ed educatori e coordinata da don Giovanni Milesi. Il risultato è stato uno sussidio molto pratico dal titolo “Una spanna piĂš in lĂ â€?, presentato martedĂŹ 22 gennaio a Casa Foresti, a Brescia nella parrocchia di Beato Palazzolo, di fronte ad una nutrita platea di catechisti, sacerdoti ed educatori. Un sussidio strutturato in sei moduli, che non vuole offrire un percorso giĂ predefinito ma permette un orientamento rispetto ai temi da trattare; che offre strumenti di lavoro adatti, che toccano le corde di accesso piĂš interessanti per questa fascia d’etĂ (il lavoro di gruppo, il confronto con musica e video, l’approccio alla Sacra Scrittura, la meditazione, la testimonianza e l’esperienza personale); che non vuole abbandonare l’idea
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scorbutica e strana di quella adolescenziale; ma noi non possiamo gettare la spugna, perchÊ vogliamo continuare a credere che in loro c’è qualcosa di piÚ e con la pazienza e la saggezza dei contadini cominciamo a dissodare la terra, a piantare semi, ad aspettare e, insieme, a curare, a sostenere i primi germogli e a difenderli da chi vuole rubare la vita. In fin dei conti, facciamo come Dio: i doni sacramentali e di appartenenza alla comunità che Lui ha donato a questi ragazzi sono piÚ grandi di quello che è nelle loro attuali facoltà , ma hanno la forza di andare piÚ in là , una spanna alla volta�.
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Mons. Vincenzo Zani ha celebrato, domenica 20 gennaio, una Santa Messa di ringraziamento in Cattedrale per il dono dell’ordinazione episcopale. “L’inizio del mio servizio episcopale – ha detto il Vescovo nell’omelia – coincide con il 50° anniversario del Concilio e a esso vorrei legare il mio ministero. In questa prospettiva, diventa luce e guida l’intuizione di Paolo VI che volle condurre il Concilio sul tema della Chiesa: sulla sua identitĂ ad intra e sulla missione ad extraâ€?. Paolo VI ritorna anche nei ricordi del vescovo Vincenzo, quando racconta dell’udienza come vicerettore dell’Istituto Cesare Arici con il Papa bresciano: “Mi invitò a lavorare con generositĂ e dedizione nel campo dell’educazione dei giovani,
della loro formazione culturale e spiritualeâ€?. Per questo nuovo incarico (segretario della Congregazione per l’educazione cattolica) mons. Zani ha invocato la protezione di Paolo VI. Nelle parole del Vescovo bresciano sono riecheggiate anche quelle dette nell’omelia di Benedetto XVI il 6 gennaio nell’ordinazione episcopale: il vescovo “dev’essere un uomo che è toccato dalle vicende degli uomini. Dev’essere un uomo per gli altri. Ma può esserlo veramente soltanto se è un uomo conquistato da Dio. Egli deve essere preso dall’inquietudine di Dio per gli uominiâ€?. Il pomeriggio di festa si è concluso con gli sbandieratori che in piazza Paolo VI hanno allietato i presenti con uno spettacolo.
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ƒÂ?…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘Â?‹Â?‡ La Cancelleria della Curia diocesana comunica i seguenti provvedimenti: Il sac. don Riccardo Bergamaschi, giĂ parroco a Ponte San Marco, è stato nominato parroco delle parrocchie di Lumezzane Pieve e Lumezzane Fontana e coordinatore dell’erigenda unitĂ pastorale delle parrocchie di Lumezzane. Il sac. don Dino Martinelli, parroco di Vestone e di Nozza,
è stato nominato parroco anche della parrocchia di Lavenone. La cancelleria della Curia diocesana comunica che Sua Em.za card. Angelo Scola, arcivescovo di Milano e gran cancelliere della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, ha nominato il prof. don Mario Zani direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose di Brescia.
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Il 17 gennaio è deceduto don Lucio Festa, nato a Gargnano nel 1932; ordinato a Brescia nel 1956, della parrocchia di Lumezzane S.S.; vicario parrocchiale a Berlingo 1956-1958; vicario parrocchiale a Provezze 1958-1965; vice parroco a Gussago 1965-1970; parroco a Bione 1971-1995; presbitero collaboratore a Bione dal 1995; deceduto all’Hospice di Nozza il 17 gennaio; il funerale è stato celebrato a Bione il 19 gennaio, è stato sepolto nel cimitero di Lumezzane.
“Non chiudete quella portaâ€? è il ritiro spirituale che l’Azione cattolica promuove, domenica 17 febbraio, per tutti i giovani della diocesi (anche non tesserati) che desiderano una occasione di approfondimento della fede. Il ritiro, la cui meditazione è guidata da don Raffaele Maiolini, è in programma dalle 15 alle 21; alle 18.30 si celebra la Messa. Il costo è di 3 euro, le iscrizioni si ricevono telefonando al numero 03040102.
Ultimo appuntamento con “I giorni del ventoâ€?, il ciclo di incontri sul Concilio Vaticano II. Quando? MercoledĂŹ 30 gennaio alle 17.30 presso la Libreria Paoline di via Gabriele Rosa, 57 a Brescia. Il tema è “O voi tutti assetati venite all’acqua: Il Concilio Vaticano II e la Sacra Scritturaâ€? e vedrĂ l’intervento di mons. Luciano Monari. Modera l’incontro don Livio Rota, docente al Seminario vescovile di Brescia. Informazioni, al numero 030.42281.
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’ultimo volume “Giovanni Battista Montini-Paolo VI. Carteggio (1914-1923)â€? è il frutto di un lungo periodo di raccolta dei materiali e di ricerca. L’edizione è curata dal prof. Xenio Toscani, segretario generale dell’Istituto Paolo VI. Il carteggio prende in esame gli anni della formazione e della scelta vocazionale di Giovanni Battista Montini, dal 1914 al 1920, e la fase degli studi teologici. â€œĂˆ materiale – spiega il presidente dell’Istituto Paolo VI don Angelo Maffeis – di grande rilievo per capire la sua decisione di vita. Sono i primi anni degli studi che continuano a Roma fino al breve periodo trascorso alla nunziatura di Varsavia. Il testo arriva alla vigilia dell’assunzione di responsabilitĂ al circolo romano della Fuci e come assistente della Fuci, che sarĂ oggetto del prossimo tomoâ€?. Sono soprattutto lettere familiari, una parte di queste giĂ pubblicate insieme agli epistolari particolari come quello con Andrea Trebeschi. “Il carteggio è personale, non c’è un ruolo ufficiale, anche se le lettere con il padre deputato lasciano intravedere le vicende italianeâ€?. Un paio di anni fa era giĂ uscito un volume, curato da Pazzaglia, con l’epistolario tra padre e figlio. “Il padre è stato l’anello di congiunzione con la storia del Movimento cattolico: l’ha introdotto ai dibattiti ecclesiali e alle questioni politico-socialiâ€?. L’atti-
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laborazione avviata con la diocesi di Bergamo è in programma a Bergamo, in collaborazione con la Fondazione Papa Giovanni XXIII, un convegno dedicato ai due Papi del Concilio: “Il tentativo è quello di leggere non solo il Concilio, ma anche di partire dalle origini dei due Papi. Nascono in un contesto dal punto di vista ecclesiale e sociale molto vicino, sono stati nel servizio diplomatico della Santa Sede e sono stati pastori negli anni Cinquanta in due diocesi come Milano e Venezia‌ Per il convegno abbiamo una nuova edizione del carteggio Roncalli-Montini che dimostra come
i contatti risalgano agli anni Venti: dimostra la profonditĂ dei rapporti tra i due uomini di Chiesaâ€?. Dal 27 al 29 settembre a Concesio va in scena la 12ÂŞ edizione del colloquio internazionale dedicato a “Il Concilio e Paolo VIâ€?. “In passato l’Istituto ha fatto studi analitici sul contributo che prima l’arcivescovo Montini e poi Paolo VI hanno dato alle diverse fasi del Concilio. Questa vuole essere una ripresa complessiva per capire il ruolo di Paolo VI nel Concilio e per trovare indicazioni sull’asse portante del Vaticano II e sui criteri della sua interpretazione. “L’Istituto è contento di questo passo avanti nel processo di beatificazione. Questo è un invito a studiare e ad approfondire la spiritualitĂ di Paolo VI per vedere lo spirito che l’ha ispirato, guidato e sostenutoâ€?. Può essere un’occasione per farsi conoscere di piĂš? “L’Istituto ha sempre scelto di dedicarsi a studi rigorosi sia dal punto di vista storico che teologico. Con gli strumenti che abbiamo possiamo aiutare a conoscere questa figura che non ha la capacitĂ immediata di farsi percepire come forse altre figure di Santi; bisogna aiutare a entrare nel segreto di questo cuore, di questa santitĂ , di questa spiritualitĂ â€?. Il Pontificato di Paolo VI si colloca tra Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II che hanno avuto una popolaritĂ piĂš immediata: “La profonditĂ e la complessitĂ della figura di Paolo VI hanno pagato questa difficoltĂ ; capire la ricchezza della sua figura richiede uno sforzo che bisogna avere il coraggio di compiereâ€?.
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´,O &RQFLOLR GDYDQWL D QRLÂľ LQ PRVWUD LQ 'XRPR “I Concili non sviluppano la loro azione che con il tempo. Ci vorranno 50 anni per poter cominciare ad apprezzare bene il Vaticano IIâ€?. Questa frase, che potremmo definire profetica, è di Yves Congar, compianto cardinale e teologo francese. Congar sintetizza bene la portata storia di un Concilio che ancora oggi fa fatica a essere veramente interiorizzato. Il 50° anniversario può essere una buona
occasione per rispolverare l’importanza di questo avvenimento cosĂŹ importante per la storia della Chiesa. “La generazione dei ragazzi del Concilio – spiega Luigi Alici, presidente nazionale dell’Azione cattolica – è oggi pienamente adulta; molti si sono sposati, hanno dei figli e sperimentano ogni giorno la difficoltĂ di comunicare loro quel crogiuolo di esperienze stra-
ordinarie, spirituali e formative, che hanno segnato il loro ingresso nell’etĂ adultaâ€?. L’Azione cattolica ha riassunto nel volume “Un Concilio per il mondoâ€? alcune tracce di un sentiero lungo il quale sia possibile darsi la mano e camminare insiemeâ€?. Il testo si affianca alla mostra sul Concilio Vaticano II intitolata “Il ‘grande dono’ dello Spirito alla Chiesa: 1965-2005 il Conci-
lio davanti a noi� che, realizzata dall’Azione cattolica nazionale, è stata portata dall’Azione cattolica diocesana anche a Brescia in collaborazione con la diocesi. L’esposizione, che è stata collocata proprio in Cattedrale simbolicamente accanto al monumento dedicato a Paolo VI, si inserisce nell’ampio calendario delle celebrazioni per le feste patronali dei Santi Faustino e Giovita.
La mostra si compone di 16 pannelli in legno che riprendono alcuni momenti, raccontano i protagonisti (i Papi e i padri conciliari, gli osservatori e i teologi del Novecento e gli uditori laici) e introducono ai Documenti e alle Costituzioni fondamentali. L’esposizione si può visitare in Cattedrale dal 28 gennaio al 19 febbraio secondo gli orari di apertura della chiesa.
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MercoledĂŹ 23 gennaio è ripartita al Mater Divinae Gratiae la Scuola di preghiera 2013 “Incontrare il Signore nella Liturgiaâ€?: un percorso personale e di gruppo in quattro serate, che introduce all’arte del pregare (adatto a giovani e adulti). La meditazione e l’animazione è affidata a don Marco Busca e a don Sergio Passeri (nella foto). La prima serata era su “La liturgia: preghiera del corpo di Cristoâ€?. MercoledĂŹ 30 gennaio.
Sabato 26 gennaio al Centro pastorale Paolo VI è in programma la Giornata formativa per gli animatori della pastorale familiare sul tema “Famiglia: chiesa domesticaâ€?. Alle 9 l’accoglienza e l’adorazione eucaristica, alle 10 l’intervento di don Giorgio Comini, alle 10.45 le testimonianze delle esperienze diocesane (parrocchia di Borgosatollo, delle Sante Capitanio e Gerosa, di Zanano), alle 11.30 il dialogo con l’assemblea e alle 12.15 la conclusione.
Domenica 27 gennaio, solennitĂ di Sant’Angela, le Messe sono in programma alle 7.30, alle 9 e alle 16; alle 8.30 le lodi. La celebrazione delle 10.30 è presieduta da mons. Vigilio Mario Olmi. Dalle 14.30 alle 15.30 i diaconi permanenti guidano l’adorazione eucaristica. Alle 16 la Messa, alla quale partecipa il Seminario, è presieduta da Monari. Alle 17.30 i vespri solenni, mentre alle 18.15 nella cripta del Santuario il concerto con il coro della scuola diocesana di musica “S. Ceciliaâ€?.
“La liturgia eucaristica: Come si prega la Messaâ€?. MercoledĂŹ 6 febbraio, “La celebrazione eucaristica e l’adorazione eucaristicaâ€?. LunedĂŹ 11 febbraio, “Pregare in famiglia: la liturgia della chiesa domesticaâ€?. L’orario della Scuola di preghiera è dalle 20.45 alle 22.15. Gli incontri si svolgono presso il Centro Mater Divinae Gratiae in via S. Emiliano 30 a Brescia.Info: www. materdivinaegratiae.it – telefono 030.3847212-273.
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omenica 3 febbraio si festeggia la Giornata nazionale per la vita. Il tema di quest’anno, scelto dalla Cei, è “Generare la vita vince la crisiâ€?. A livello diocesano sono stati pensati diversi appuntamenti. I Monasteri si ritrovano in preghiera per la vita: lunedĂŹ 28 gennaio alle 7 presso il Monastero delle clarisse di Lovere; martedĂŹ 29 gennaio, dalle ore 17.30 alle 19.15, presso il Monastero delle clarisse di Bienno; mercoledĂŹ 30 gennaio, dalle ore 7 alle 7.45, presso il Monastero della Visitazione di Salò; giovedĂŹ 31 gennaio, alle 17.15, presso il Monastero delle carmelitane scalze di Brescia, venerdĂŹ 1 febbraio, alle 7, presso il Monastero della visitazione di Brescia; sabato 2 febbraio, alle 17, presso il Monastero del Buon Pastore; domenica 3 febbraio, alle 17.45, presso il Monastero delle cappuccine di Brescia. Sabato 2 febbraio, invece, come ogni primo sabato del mese al Cimitero vantiniano alle 15.30 si prega per i bambini mai nati. Sempre sabato 2, dalle 21 alle 23, le comunitĂ di Borgosatollo, Chiari, Fasano del Garda, Novagli, Sellero, Vobarno e Zanano (venerdĂŹ 1 febbraio dalle 21 alle 23) preparano l’adorazione eucaristica per la vita. Monari presiede la Santa Messa di domenica 3 febbraio alle
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16 presso il Santuario della Madonna delle Grazie. L’esperienza segno di quest’anno è presso la parrocchia di Sant’Angela Merici a Brescia con tre momenti distinti: martedĂŹ 29 gennaio alle 20.30 l’adorazione e la preghiera per la vita animata dal Movimento per la vita e dal Centro aiuto alla vita e presieduta da mons. Cesare Polvara; sabato 2 febbraio alle 21 il recital “Pane e vino per la vitaâ€? e domenica 3 febbraio le Mes-
se sono animate dal Movimento per la vita e dal Centro aiuto alla vita, mentre nel pomeriggio si tiene la Festa della famiglia. Domenica 17 febbraio la Sala della comunitĂ del Villaggio Badia ospita alle 16.30 lo spettacolo “Madreâ€? con la raccolta fondi (l’ingresso costa 10 euro) per il “Progetto vita Ucrainaâ€? a Mukacheve. La Giornata per la vita è anche l’occasione per promuovere la campagna “Uno di noiâ€? che viene presentata nel Bresciano al Centro pastorale Paolo VI (giovedĂŹ 31 gennaio alle 20.30 con Carlo Casini), a Salò (venerdĂŹ 15 febbraio alle 20.30) e a Darfo Boario Terme (venerdĂŹ 22 febbraio alle 20.30). Entra nel vivo la campagna europea per il riconoscimento giuridico dell’embrione. Scatta la mobilitazione nei 27 Paesi della Ue per raccogliere il milione di firme necessario a far intervenire il legislatore europeo sulla questione della vita nascente. Alla base della sfida c’è l’idea di non rassegnarsi all’assunto che l’aborto sia un fatto ineluttabile e diffondere un chiaro messaggio a favore della tutela assoluta del concepito, tanto da definirlo “Uno di noiâ€?, come dichiara il titolo della campagna promossa dai Mpv d’Europa. Il sito www.oneofus.eu con un semplice clic permette di firmare la proposta.
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di affitto, spese condominiali, utenze domestiche), l’istruzione (rette scuola, mensa, trasporto), la salute risultano complessivamente 235. Nel merito, le domande saranno esaminate tenendo conto della completezza delle informazioni; dell’ammissibilitĂ delle spese, del tipo di accompagnamento realizzato dalle Caritas nel “farsi progettoâ€? e del coinvolgimento di altri soggetti nella costruzione di una rete di relazioni, di vicinanza
e di sostegno. Elementi questi ultimi non facili da mettere “nero su biancoâ€?, ma indicatori di una scelta pastorale delle relazioni da promuovere e valorizzare nella capillaritĂ . L’esito dell’esame delle domande permetterĂ di tracciare inoltre il bilancio di due anni di attivitĂ . La prossima scadenza per la partecipazione al Fondo Briciole lucenti è fissata il 10 luglio 2013 (per info: 030 357746; per scaricare i moduli: www.brescia.caritas.it).
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ssistiamo da qualche anno ad inverni che alternano giorni di freddo pungente a giornate dal sole tiepido. Ma c’è freddo e freddo: il freddo che sopporti di giorno è molto diverso se sai che la sera non avrai un appartamento riscaldato dove ricoverarti e dovrai attrezzarti per trovare un posto su un treno o in una fabbrica abbandonata. Hai freddo di giorno e di notte, dentro e fuori, ininterrottamente. Quella dei “senza tettoâ€? è una problematica presente anche nella nostra Brescia, un fenomeno del quale sfuggono, ahimè, i numeri, proprio perchĂŠ “non si può contare chi non si vedeâ€?. Diverse ma insufficienti sono le iniziative che la nostra cittĂ ha messo a punto per rispondere a questa emergenza che ogni inverno si ripropone. Per questo la Caritas diocesana di Brescia, la San Vincenzo ed Essere CaritĂ Bresciana si sono raccolti attorno alla parrocchia della Cattedrale e lo scorso 20 dicembre hanno attivato nei locali dell’ex Oratorio della Cattedrale (via Gabriele Rosa, 2 a Brescia) un progetto di accoglienza dei “senza tettoâ€? durante il periodo invernale, al fine di integrare con 20 posti letto quanto giĂ viene realizzato in cittĂ . Era quasi Natale e ci siamo lasciati guidare dalle parole di Lc 2,7 “Lo avvolse in fasceâ€?: ci è parso fosse il modo piĂš adatto per preparare un letto a GesĂš che arrivava; che desse il senso di una vicinanza, di una risposta concreta, ancorchĂŠ temporanea, ad un bisogno, quasi a dire “ci sono
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e sono qui per teâ€?. Ăˆ ormai trascorso un mese dall’inizio del progetto: i 60 volontari, che si stanno alternando per il servizio cena e per la presenza durante la notte, stanno mettendo tutte le loro energie per offrire oltre al momento di ristoro anche dei momenti “di letiziaâ€?: una partita a carte, la tombola, i canti, quattro chiacchie-
re. A loro va il nostro grazie perchÊ, con lo spazio di quella sera al mese che riescono a ritagliarsi, sanno dare quel sapore diverso di accoglienza, di calore, di umanità . Ci sono volontari dell’Azione cattolica, del Movimento dei Focolari, degli Scout, di Bimbo Chiama Bimbo, di alcune Caritas della provincia e di altri che, pur non appartenendo ad gruppi o Caritas, han sentito l’urgenza di mettersi a disposizione. L’esperienza durerà fino a marzo 2013: grazie sin d’ora a tutti coloro che nella carità continueranno a dare ragione della speranza che è in loro sostenendo questa operasegno. Per informazioni e adesioni: Caritas diocesana di Brescia tel. 030 3757746; www.brescia.caritas.it
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il corso di formazione iniziale ed una valutazione accurata della coppia, si potrĂ giungere alla realizzazione di esperienze di accoglienza di bambini e ragazzi. Gli incontri si terranno mercoledĂŹ 13 - 20 - 27 febbraio e 6 - 13 marzo alle 20.30 presso la sede del Coordinamento famiglie afďŹ datarie in via Aldo Moro 22, a Brescia. Per informazioni ed adesioni contattare Marco Mason al numero 3664763007. Presentato ufďŹ cialmente il giorno
11 giugno 2005, il Coordinamento famiglie afďŹ datarie di Brescia è un organismo provinciale che riunisce le associazioni che si occupano di afďŹ do. Spesso organizza corsi per valorizzare le competenze della famiglia afďŹ dataria attraverso l’approfondimento dei nodi critici dell’afďŹ do, nell’intento di offrire maggiori informazioni ed una conseguente capacitĂ di stare nei progetti di accoglienza in maniera attiva e partecipata.
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tiamo vivendo un periodo di inevitabili turbolenze preelettorali, dalla cittĂ al Paese intero, che persisterĂ ancora per un mese buono. Anche il volontariato, in diversa maniera, viene coinvolto nell’agone politico. A tal proposito – interviene il presidente del Csv Urbano Gerola – la 6ÂŞ Conferenza nazionale sul volontariato tenutasi a L’Aquila nell’ottobre 2012, ha prodotto un documento conclusivo di notevole importanza. GiĂ il primo capoverso recita: “Ci impegniamo ad abitare l’ordinarietĂ della vita di questo Paese e ad esserci nello straordinario, nelle situazioni difficili, dove i diritti sono negati, dove la precarietĂ rischia di soffocare ogni possibilitĂ di sogno per il futuroâ€?. Ăˆ un’affermazione che evidenzia come il Volontariato non attenda solo da altri un’azione tesa a creare le condizioni per una societĂ migliore ed inclusiva di tutti, ma continua nella propria tradizione di prendersi cura in prima persona dei problemi esistenti. Altri capoversi del documento chiariscono le modalitĂ dell’impegno. Ora ci basta sottolineare il “Ci impegniamoâ€?. Don Primo Mazzolari scriveva nel 1943: “Ci impegniamo noi [‌] senza disimpegnarci perchĂŠ altri non s’impegnaâ€?. Ăˆ il sano protagonismo del Volontariato e la generositĂ dello stesso. Non sempre capito e riconosciuto. Un impegno, per restare nella stretta attualitĂ , che coesiste, o, in alcuni casi, si sovrappone a
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quello politico? Se noi “Ci impegniamoâ€? non significa che altri non abbiano responsabilitĂ . Ed ecco il richiamo che la Conferenza fa a tutti coloro che sono deputati a fare scelte politiche ed amministrative. “Chiediamo a chi governa
di rimettere al centro delle scelte politiche, economiche, culturali ed amministrative la persona umana, criterio e senso di ogni politica. Chiediamo che la politica faccia piĂš attenzione alla crescente “voglia di comunitĂ â€?, che ha bisogno di virtĂš civiche, amicizia e beni relazionaliâ€?. Non vi è bisogno di molte parole per commentare queste affermazioni. La “persona umanaâ€? al centro di ogni scelta. “La personaâ€?, quindi tutte le persone senza esclusioni e ovviamente con un’attenzione maggiore a coloro che piĂš faticano a vivere. In tempi di crisi economica e sociale è necessario
che le scelte siano indirizzate al benessere delle persone, soprattutto delle piĂš fragili, anzichĂŠ ad opere di prestigio o rinviabili nel tempo. Siamo nel pieno di grandi campagne elettorali, non è difficile pensare a tante facili promesse. Il volontariato che “si impegnaâ€?, in piena autonomia, sa anche far sentire la voce di chi non ha possibilitĂ di fare opinione, di chi non ha voce. Lo fa e lo farĂ nei confronti di tutti coloro che si propongono e che amministreranno le istituzioni. Il volontariato deve proporre o appoggiare liste di candidati? A questo propo-
sito è bene essere molto chiari. Siamo del tutto a favore della libertĂ di iniziativa politica. Pertanto ogni cittadino singolarmente o in gruppo è legittimato a dar vita a formazioni politiche ed a partecipare alle competizioni elettorali. La presentazione di liste, ancorchĂŠ legittima, è pur sempre una espressione di parte, di una formazione che ambisce a governare, ponendosi in alternativa o in contrapposizione con competitori diversi. Il volontariato è per vocazione e storia movimento unificante e svolge la propria azione sociale e politica nel confronto aperto con tutti i gestori delle istituzioni democratiche. Il volontariato bresciano è un movimento ricco di tradizioni e di iniziative attivate a favore delle persone e delle comunitĂ , indipendentemente dal colore di chi le amministra. Ăˆ un patrimonio che appartiene a tutti, a quanti in esso operano, alle persone che beneficiano dei servizi offerti e alle nostre comunitĂ . Da queste semplici e scontate considerazioni, ne deriva che il volontario, individualmente, può partecipare alle competizioni elettorali anche come candidato oltre che sostenitore. Mentre le organizzazioni di volontariato come tali è inopportuno che siano esse stesse promotrici di liste o dirette sostenitrici di liste. I rischi che si corrono sono da un lato la spaccatura dentro le singole associazioni e del sistema volontariato nel suo complesso, dall’altro la facile strumentalizzazione dello stesso a fini di parte. Entrambe situazioni assolutamente deleterie.
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el tempo dei “nativi digitaliâ€? alzi la mano chi tra noi, in questi anni, non si è chiesto, almeno una volta, se Facebook, Twitter, Myspace o chi per loro, siano forme di comunicazione e condivisione che contribuiscono alla crescita umana delle persone o piuttosto un insidioso pericolo da evitare pena far aumentare la solitudine e lo spaesamento? Forse tutti: genitori, insegnanti, preti, giornalisti, educatori piĂš o meno navigatori o frequentatori delle reti sociali (spesso della generazione degli “immigrati digitaliâ€?) che alle prese con i giovani s’interrogano su come con naturalezza si possa considerare Internet un ambiente “altrettanto realeâ€?, rispetto alla realtĂ degli ambienti della vita quotidiana. Il punto, infatti, sta tutto qui e Benedetto XVI nel messaggio per la 47ÂŞ Giornata mondiale delle comunicazioni sociali sembra averlo centrato in pieno. Il testo dedicato al
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ne, conoscenza “porteâ€? piĂš che “mezziâ€?, “spaziâ€? e non un “mondo parallelo o puramente virtuale, ma parte delle realtĂ quotidiane di molte persone, specialmente dei piĂš giovaniâ€?. Fino a qui cosa sono e cosa accade. Ma sono un “buonâ€? ambiente? Vale la pena frequentarli? Il Papa non manca la risposta ed è realista. I social network ci sono, hanno potenzialitĂ enormi, “le persone che vi partecipano devono sforzarsi di essere autenticheâ€? (e qui sta il rischio). In altri termini sta alla persona integrare la presenza nell’ambiente digitale con la propria vita. Chi nella vita reale tende a isolarsi e a preferire relazioni poco coinvolgenti e significative, in cui ci si compromette poco, può trovare nei social network un luogo ideale di espressione del proprio narcisismo. Una persona che vive invece delle relazioni sostanzialmente sane, può trovare in essi una grande opportunitĂ per dare continuitĂ a rapporti che altrimenti sarebbero
eccessivamente frammentati. E la fede cosa c’entra? Le reti sociali possono aiutare gli uomini a incontrare Cristo? La questione non va posta sul piano dell’adeguamento tecnologico della pastorale o nel pensare la rete come un “mezzoâ€? di evangelizzazione. Invece è indispensabile poter presentare il Vangelo come risposta alle domande di senso e di fede, che anche dalla rete emergono e nella rete si fanno strada. “I credenti, infatti, – scrive Benedetto XVI – avvertono sempre piĂš che se la Buona Notizia non è fatta conoscere anche nell’ambiente digitale, potrebbe essere assente nell’esperienza di molti per i quali questo spazio esistenziale è importanteâ€?. Ai cristiani l’onere dell’autenticitĂ che “nei network sociali – aggiunge il Pontefice – è messa in evidenza dalla condivisione della sorgente profonda della loro speranza e della loro gioia: la fede nel Dio ricco di misericordia e di amore rivelato in Cristo GesĂšâ€?. Come evangeliz-
zare allora nella rete, come intrecciare la tensione dell’uomo alla veritĂ ? La sfida della testimonianza cristiana diventa tipicamente spirituale. Le reti sociali divengono “porte di veritĂ e di fede e nuovi spazi di evangelizzazioneâ€? se i credenti sapranno rinnovare il proprio entusiasmo nel “donare se stessi agli altri attraverso la disponibilitĂ a coinvolgersi pazientemente e con rispetto nelle loro domande e nei loro dubbi, nel cammino di ricerca della veritĂ e del senso dell’esistenza umanaâ€?. Insomma a credenti, ma anche a parrocchie, enti, organi d’informazione cattolica, universitĂ , gruppi e movimenti piĂš o meno strutturati il compito di esserci, non affrontando il web come se il problema sia quello di come usare bene la rete, ma di come vivere bene al tempo della rete contribuendo a farvi incontrare Cristo. Ce lo chiede anche la fedeltĂ a Cristo e alla storia. D’altro canto “i nativi digitali sono vivi, noi, invece, stiamo... invecchiandoâ€? (Philip K. Dick).
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Sabato 26 gennaio alle 21 al PalaBrescia arriva il comico Maurizio Battista in “Sempre piĂš convintoâ€?. Con la lente del suo tagliente sarcasmo il comico romano mette a fuoco i tanti paradossi dei nostri tempi e solletica l’ilaritĂ del pubblico che lo segue nelle spietate analisi socio-comiche, tra le quali l’eterna lotta tra uomini e donne. Il suo sguardo scanzonato e le sue domande taglienti, le gag e i monologhi sono gli ingredienti di
GiovedĂŹ 24 gennaio alle 20.30, il sipario della sala della comunitĂ San Giovanni Bosco riapre con un’artista ospitata per la prima volta a EdoloTeatro, Laura Curino che, prodotta dal Teatro Stabile di Torino e dall’Associazione culturale Muse, mette in scena un lavoro dall’altissimo valore sociale oltre che artistico. “Malapolvereâ€?, il titolo dello spettacolo, fa riferimento alla polvere d’amianto prodotta per quasi tutto il Novecento dallo stabilimento della Eternit di Casale
uno spettacolo esilarante all’insegna della schiettezza e del divertimento, dove la parola semplice e sincera raggiunge le pieghe dell’anima, e dove una certa vivace romanità gli permette di sbilanciarsi in una giungla di controsensi e incongruenze. I testi dello spettacolo sono dello stesso Battista e di Riccardo Graziosi, scene di Filippo Rocca. Biglietti da 29 euro a 17 euro con l’aumento di 4 euro per la prevendita.
Monferrato, una bella cittadina tra le colline e il Po, ricca di storia, d’arte e di operosità che è oggi città avvelenata. Casale Monferrato è oggi città d’amianto, città di dolore, di morte e di paura. Ma anche città di risveglio, città di coscienza, città di vita. I biglietti ancora disponibili (intero 20 euro - ridotto 18) si possono acquistare presso la Biblioteca civica di via Porro 27 (0364.770177) o presso la biglietteria del Teatro San Giovanni Bosco, via Roma 3 - Edolo.
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a debuttato mercoledĂŹ 23 gennaio al Teatro Sociale di Brescia, per la stagione di prosa del Ctb, lo spettacolo “Oscura immensitĂ â€?, tratta dal romanzo di Massimo Carlotto “L’oscura immensitĂ della morteâ€?. Si tratta di una produzione del Teatro Stabile del Veneto per la regia di Alessandro Gassman. Lo spettacolo, fatto di azione serrata, di dialoghi tanto incisivi quanto crudi, di riflessioni scarne e essenziali, porta sul palcoscenico una vicenda reale. Nel corso di una rapina un malvivente prende in ostaggio una donna e il figlio di otto anni e li uccide, l’uomo viene condannato all’ergastolo. Per Silvano Contin, al quale hanno ammazzato moglie e figlio, la sentenza non è sufficiente. Per colpa di una rapina ha perso tutto e, proprio come il malvivente finito dietro le sbarre, si trova a vivere una personale condanna, prigioniero com’è della solitudine e della memoria. Parecchi anni piĂš
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efficacia, dal Lele Martini della fiction “Un medico in famigliaâ€?, al don Di Liegro di un’altra produzione televisiva. “Quello in scena a Brescia – afferma Giulio Scarpati – è un testo particolarmente coinvolgente, che racconta di due infelicitĂ parallele e che invita il pubblico alla riflessioneâ€?. Rabbia, dolore, vendetta sono i sentimenti che accompagnano il pubblico nel corso dello spettacolo. “Credo che la traduzione teatrale del romanzo di Carlotto – continua il protagonista – sia un fulgido esempio della migliore drammaturgia contemporanea capace di interpellare chi assiste non passivamente alla rappresentazioneâ€?. “Oscura immensitĂ â€? apre anche a un tema impegnativo come quello del perdono che, probabilmente, non trova oggi grande accoglienza nell’opinione pubblica e nella cultura italiana. “Quello per perdono – afferma al proposito Scarpati – non è un percorso tanto semplice. A parole tutti siamo propensi alla pacificazione. Quando però ci troviamo
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davanti a qualche torto, non necessariamente drammatico come quello subito da Silvano Contin, tutto si fa piÚ difficile. Le vittime sono spesso lasciate sole, mentre i colpevoli trovano spazi, occasioni di rigenerazione, riuscendo cosÏ a dare nuovo senso alla loro vita. Tutto questo viene affrontato nello spettacolo (in scena sino a domenica 27, ndr.) che stiamo portando in scena a Brescia, senza la presunzione di dire chi siano i buoni e chi i cattivi�.
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$WWLYLWj GLGDWWLFKH SHU WXWWL La Scuola diocesana di musica Santa Cecilia intende promuovere alcune attivitĂ di sensibilizzazione musicale, nell’ambito del progetto giĂ in essere “Far musica CONsapevolMENTEâ€? avviato dall’anno scolastico 2012 – 2013 con il sostegno della Fondazione Asm A2A, della Fondazione della comunitĂ bresciana e della Fondazione Conte Gaetano Bonoris. Sabato 26 gennaio alle 17 “Incontro di presentazione degli strumenti musicali per bambini di etĂ scolare interessati a conoscere o intraprendere lo studio di uno strumento musicale. In forma di happening interverranno docenti e allievi di organo, pianoforte, chitarra, auto, tromba, violino e violoncello. Per l’accesso all’incontro, gratuito, occorre segnalare preventivamente la propria presenza alla Segreteria della Scuola (0303712233). Vengono proposte anche lezioni aper-
te di propedeutica musicale giovedÏ 24 e 31 gennaio. Ci sarà un intervento di educazione e formazione musicale per bambini dai sei ai 13 anni, con il quale si intende sviluppare la capacità ritmico-motoria,la capacità di lettura della musica, la vocalità , la pratica corale. Gli incontri prevedono un modulo di educazione ritmicomotoria, di lettura musicale e di teoria e un modulo di educazione vocale e pratica corale. Anche qui è bene segnalare preventivamente la presenza. Sabato 2 febbraio alle 17 è proposto un incontro per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni alla scoperta delle risorse sonore dell’organo; l’incontro è gratuito, ma è necessario segnalare la presenza. Ma la musica si lega in maniera indissolubile ad autori e periodi storici. Per questo motivo vendono proposti alcuni percorsi di formazione (tre incontri) storico-musicale tenuti dal
maestro Francesco Iuliano: dal 4 al 25 febbraio “Omaggio a Benjamin Britten Peter Grimesâ€?; “Omaggio a Giuseppe Verdiâ€? in due tronconi “Otelloâ€? dal 4 al 18 marzo e “Falstaffâ€? dal 3 al 27 maggio; doppio anche “Omaggio a Richard Wagnerâ€? con “Die Meinstersinger von NĂźrnbergâ€? dal 25 marzo lal 15 aprile e “Parsifalâ€? dal 22 aprile al 6 maggio. La Scuola diocesana di musica Santa Cecilia secondo il protocollo d’intesa con il Conservatorio Luca Marenzio attiva anche corsi preparatori agli esami di accesso alla formazione musicale pre-universitaria e accademica. SarĂ attivato anche il laboratorio di canto gregoriano tenuto da don Alberto Donini: 12 incontri dal 4 febbraio al 29 aprile. Le iscrizioni ai corsi sono aperte ďŹ no al 2 febbraio: Info: 0303712233 o didattica@santaceciliabrescia.it o santaceciliabrescia.it
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VenerdĂŹ 25 e sabato 26 gennaio si svolgerĂ all’Istituto Arici la 7ÂŞ edizione di Ariciana, attivitĂ autogestite dagli alunni di ginnasio e liceo. Accanto a laboratori e percorsi tematici, si svolgeranno due assemblee dalle 11.05 alle 13: venerdĂŹ 25 “La battaglia di Nikolajewka: quadro storico e testimonianzeâ€?; sabato 26 Roberto Donadoni e Tommaso Ghirardi, allenatore e presidente del Parma parleranno de “Il calcio dalla panchinaâ€?. Questi sono aperti a tutti.
A 30 anni di distanza dalla prima edizione, torna Deskomusic, la sďŹ da musicale tra istituti superiori che vide vincitori, tra gli altri, anche Omar Pedrini e Francesco Renga con i “Precious Timeâ€?, antesignani dei Timoria (nella foto). Nata da un’idea di Franco Zanetti, la manifestazione, che negli anni ‘80 era un appuntamento ďŹ sso e ambito per le band studentesche, che si sďŹ davano a partire dalle fasi eliminatorie nell’oratorio della Pace, verrĂ riproposta il 14 aprile al
PalaBrescia con la collaborazione dell’associazione Condividere le Strade della Vita. Una maratona musicale di 12 ore decreterĂ i tre primi classiďŹ cati, che riceveranno altrettante borse di studio del valore di 500, 300 e 200 euro, oltre ad un premio per il ďŹ nalista piĂš votato dal pubblico. Al concorso può partecipare una band o un solista per ogni istituto superiore; nel caso in cui ci fossero piĂš gruppi in gara per ciascuna scuola, verrĂ effettuata una scrematura prima del
concorso. Ognuno dovrĂ presentare un repertorio di almeno tre brani inediti (non sono ammesse cover) che suonerĂ nelle fasi eliminatorie, nelle semiďŹ nali e nella ďŹ nalissima, che si svolgeranno senza sosta nella giornata del 14 aprile. Il giudizio ďŹ nale spetterĂ ad una giuria presieduta da Franco Zanetti. Le iscrizioni sono aperte, è possibile scaricare il modulo dal sito www.deskomusic.it, dove sono indicate anche le modalitĂ di invio della candidatura. (a.g.)
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’inizio è con il botto. Uno di quelli che non può passare inosservato, ma allo stesso in continuitĂ . VenerdĂŹ 25 gennaio alle 21 al Teatro Grande Franco Battiato si esibirĂ in concerto; è l’anteprima invernale del “Festival Tener-a-menteâ€? legata al Vittoriale. Col botto perchĂŠ il nome è importante, di quelli che da soli sono in grado di calamitare attenzione mediatica e popolare; in continuitĂ perchĂŠ è l’ennesimo “tutto esauritoâ€?, leit motiv della stagione scorsa per gli organizzatori del festival. Ma questo è “un anno speciale − spiega Viola Costa, direttrice artistica del Festival − perchĂŠ siamo nel 150° anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzioâ€?. Ci saranno moltissimi eventi e celebrazioni in Italia e in tutto il mondo coordinati dalla Fondazione Il Vittoriale e anche “il Festival Tenera-mente si adegua all’importanza di questo anno e organizza una stagione che ha delle caratteristiche diverse e di impatto piĂš forte. Si parte raddoppiando le anteprime invernali in cittĂ : due appuntamenti venerdĂŹ 25 gennaio Franco Battiato apre il festival del 2013â€?. L’annuncio della presenza di Battiato al Grande in concerto ha subito scatenato la caccia al biglietto, tanto che in poco tempo si è registarto il tutto esaurito. Ma cosa ha a che fare il cantautore sicialiano con il Vate? “Dall’edizione del 2012 il festival ha aperto un contenitore dedicato alla grande musica d’autore italiana. Abbiamo ospitato Paolo Conte, Francesco De Gregori e Samuele Bersani.
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alla fine della stagioneâ€?. Per lo spettacolo dei Momix i biglietti sono ancora disponibili. La curiositĂ per cosa succederĂ poi è certamente molta. Sui nomi che comporranno la stagione Viola Costa è ancora muta come un pesce, ma svela che “si vuole espandere la stagione coprendo i mesi di giugno e di settembre, ampliando anche numero e tipologia degli appuntamenti con un potenziamento degli spalti. Stiamo aspettando le varie conferme, ma verosimilmente l’edizione 2013 avrĂ un ampliamento dei posti a sedere. Questo ci consentirà – spiega Viola Costa − di dare spazio a eventi unici e prime nazionali con generi un pochino di nicchia, ma richiesti come jazz o teatro anche nel parco del Vittorialeâ€?. Il parco nel 2012 ha ricevuto il premio come miglior parco. “In marzo per il 150° compleanno la Fondazione e il presidente Giordano Bruno Guerri apre la zona delle vallette e il laghetto delle danze, da sempre chiusa. Il laghetto è a forma di violino – spiega la direttrice artistica – con un palcoscenico naturale al centro su cui D’Annunzio ospitava spettacoli di danza. E questo si ripeterĂ anche durante il festivalâ€?. I festeggiamenti partiranno il 1° marzo 2013 e si concluderanno il 28 febbraio 2014. Il 2 marzo ci sarĂ una solenne celebrazione, con la presentazione di un documentario e una serie di attivitĂ editoriali, l’installazione di un’opera di Velasco e molte altre iniziative. Per la stagione: anfitetarodelvittoriale.it, mentre per le celebrazioni ci sarĂ un portale nuovo on line il 2 marzo.
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A cinque anni dalla morte, una monograďŹ a e un’antologica, dedicata a Luigi Corsini, segue i momenti piĂš signiďŹ cativi della sua vita artistica tra Urbino, Roma e Brescia, e consente di conoscere chi ebbe il merito di saper diffondere a partire dagli anni ’60 l’arte della calcograďŹ a a Brescia, le cui opere hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti e si trovano nelle raccolte di importanti collezionisti. Nelle sue acqueforti, osserva Andrea Barretta, si notano
A 60 anni dalla scomparsa, avvenuta il 22 dicembre 1952, una mostra in memoria del pittore Emilio Rizzi ospitata negli ambienti dello SpazioAref, dove il pittore visse. Un’esposizione che ripercorre l’intero iter artistico del maestro attraverso quaranta opere. In mostra anche alcune fotograďŹ e per lo piĂš inedite e materiale documentario. “Emilio Rizzi (18511952)â€?, Spazio Aref, Piazza Loggia 11/f- Brescia. Fino al 24 febbraio, da giovedĂŹ a domenica (16-19.30).
profonditĂ assunte nei toni e nelle vibrazioni dei passaggi al torchio, delle diverse impressioni, e il rigore non di virtuosismi tecnici ma se mai di invenzioni delle forme, richiamando in un certo modo la poetica dell’astrazione geometrica di Mondrian. “Geometrie e tagli di luce nelle incisioni di Luigi Corsiniâ€?, Abarte, vicolo San Nicola, 6 – Brescia. Fino al 9 febbraio, giovedĂŹ (15.30-19.30); venerdĂŹ e sabato (9.30-12.30 e 15.3019.30).
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n occasione del quarantesimo anniversario di fondazione, la Galleria dell’Incisione di via Bezzecca, 4 dedica un’antologica a Bruno Munari, attraverso opere e progetti realizzati con tecniche diverse fra gli anni ‘30 e gli anni ‘90; 50 lavori che ripercorrono i momenti piĂš significativi del suo iter artistico. Nato a Milano nel 1907, dove vive e lavora fino al 1998, anno della sua morte, la carriera di Munari prende avvio nelle file del movimento futurista, di cui è considerato uno degli esponenti piĂš emergenti, partecipando con personalitĂ quali Marinetti, Balla, Depèro, a varie mostre nazionali e internazionali. Negli anni Cinquanta è tra i fondatori del Movimento Arte Concreta, di cui diviene presto un punto di riferimento per una nuova generazione di artisti italiani. Grafico, designer, scultore, Munari si può definire un artista poliedrico, alquanto creativo ed estroso, le cui ricerche si concretizzano tramite sperimentazioni visive e tattili, giochi di forme e colore; una continua e profonda indagine dei
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meccanismi del linguaggio visivo e della sua declinazione nella quotidianitĂ , osserva Claudio Cerritelli. Tra le opere in esposizione due esempi di “Negativo-positivoâ€?, composizioni astratte risolte nell’ambiguitĂ percettiva tra figura e sfondo, un “Concavo-convessoâ€?, realizzato in rete metallica sospesa, flessibile, frutto di sintesi tra casualitĂ e progettazione ed una piccola Scultura da Viaggio in cartoncino, dalla quale emerge il fan-
tasioso aspetto ludico della sua filosofia. â€œĂˆ necessario che l’artista abbandoni ogni aspetto romantico e diventi uomo attivo tra gli uomini, informato sulle tecniche attuali, sui materiali, e sui metodi di lavoroâ€?, affermava il maestro. Accompagna la mostra un catalogo con testo critico di Claudio Cerritelli. “Bruno Munari. Pensare confonde le ideeâ€?. Fino al 30 gennaio, dalle 17 alle 20. Chiuso il lunedĂŹ.
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Una mostra dedicata alla collezione di bottoni di Franco Jacassi, ex gallerista che ha saputo rendere lavoro la sua passione per il collezionismo. Noto a livello internazionale, luogo favorito di stilisti e ricercatori, il suo atelier di Milano ha conosciuto personalitĂ rilevantissime, da Gianni Versace a Azzedine Alaia a Thierry Mugler. L’esposizione consta di oltre 10mila esemplari rappresentativi dei vari stili ed epoche, dal secolo XVIII ďŹ no agli anni Novanta del Novecento,
Un’antologica di Giorgio Lotti, protagonista del fotogiornalismo italiano e internazionale, con oltre 100 scatti tra diversi reportage: l’alluvione di Firenze, l’inquinamento a Venezia, i funerali di Padre Pio, ďŹ no al lavoro sul teatro alla Scala, passando attraverso le celebritĂ di tutto il mondo. “Giorgio Lottiâ€?, Wavephotogallery, via Trieste 32/a – Brescia. Fino al 28 febbraio, da martedi a venerdĂŹ (1012 e 15-19.30); sabato (15-19.30).
corredati da pannelli didattici sui materiali con cui sono stati prodotti. InďŹ ne, per dare una visione complessiva, una storia del bottoniďŹ cio italiano che mette in risalto il lavoro artigiani e dell’industria italiana del bottone. “Il Bottone. Arte e Modaâ€?, mostra a cura di Franco Jacassi, Musei Mazzucchelli, via G. Mazzucchelli, 2 – Ciliverghe di Mazzano – Brescia. Fino al 20 aprile, da lunedi a venerdĂŹ (9-18), sabato e domenica (10-18).
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rescia si appresta a vivere una intensa primavera culturale. Protagonisti l’arte, il Capitolium e il Museo di Santa Giulia, patrimoni dell’umanitĂ . Dall’8 marzo l’area di via Musei ospita tre eventi eccezionali: la riapertura del Tempio Capitolino dopo gli interventi archeologici e architettonici di restauro e recupero e il progetto “Novecento mai vistoâ€? che vede due importanti mostre confrontare una celebre collezione d’arte contemporanea europea, quella della Fondazione Daimler Mercedes, per il percorso “From Albers to Warhol to (now)â€?, con il meglio dei maestri del XX secolo nelle collezioni pubbliche e private di contemporanei della cittĂ , per “Da De Chirico a Cattelan e oltreâ€?. Il Capitolium verrĂ riaperto con un nuovo percorso museale, sia nell’allestimento delle grandi aule, sia nelle innovative modalitĂ di comunicazione, frutto delle piĂš moderne tecnologie, che consentiranno ai visitatori non solo di conoscere e ‘vedere’, ma di ‘vivere’ e di esplorare il sito cosĂŹ come doveva presentarsi in origine, valorizzando gli ambienti di uno degli
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to, di Nic Hess e di Luca Trevisani. Un evento che consente di chiudere il cerchio e di congiungere i reperti preistorici alle tendenze artistiche recenti e attuali. Una operazione che rilancia Brescia al contemporaneo e che, grazie alla sinergia pubblico-privato, consente di dare vita alla mostra collaterale “Da De Chirico a Cattelan e oltreâ€?, dedicata alle esperienze artistiche dell’arte italiana del Novecento. La mostra intende rievocare l’iniziativa che dal 1964 al 1972 aveva consentito di dare vita, negli spazi del museo, alla Galleria d’arte moderna e contemporanea con l’esposizione di oltre 70 tele provenienti dalla collezione di Guglielmo Achille Cavellini. Insieme ai prestiti concessi dai privati si delinea uno spaccato che dal primo Novecento giunge agli anni Settanta. Una sezione speciale è costituita da opere selezionate con l’intento di stimolare un dialogo fecondo con le architetture del monastero, con la sua storia. Un dialogo che possa superare il tempo, tra passato e presente, affinchĂŠ Brescia, partendo dal riconoscimento Unesco, possa interpretare il ruolo di cittĂ d’arte dal respiro internazionale.
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Dal lunedi al venerdi a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potete seguire rassegne stampa locali e nazionali ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.
La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa parrocchiale di Cristo Re in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).
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Sono una trentina i padri conciliari ancora in vita. Tra questi c’è Roberto Caceres, vescovo emerito di Melo in Uruguay, diocesi dove operano i nostri sacerdoti Fidei donum. In Primo Piano (ore 9.20) la testimonianza di mons Caceres, allora giovane vescovo 41enne, che partecipò a tutti i lavori delle quattro sessioni del Concilio Vaticano II. Nell’ultima puntata del mese di Ecclesia (ore 11) in gennaio dedicata al mondo della
La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “Una spanna piĂš in lĂ â€?, dal nome del sussidio predisposto da una commissione dell’UfďŹ cio oratori. A seguire: la “Messa degli universitariâ€? celebrata dal vescovo Monari in San Lorenzo; “LibertĂ religiosa in Italiaâ€? è il tema dell’incontro proposto in cittĂ dall’Accademia cattolica; l’incontro a Ghedi sul rapporto “Martini e il Concilioâ€?. La rubrica
scuola, interviene Davide Guarneri, presidente nazionale dell’A.Ge. e coordinatore di Comunità e scuola. Il commento al Vangelo è di mons. Gabriele Filippini. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl. Le rubriche sono disponibili in podcast sul sito www.radiovoce.it
“4 parole...â€? è con don Pierino Bonetta per la campagna “Uno di noiâ€?. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www. vocemedia.tv che manderĂ in onda anche lo speciale “Natura, ďŹ ni e limiti dello Stato modernoâ€?, con relatore Mario Falanga.
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manifestarsi di una crisi d’identità ben piÚ pericolosa della grande depressione del ’29. In gioco non c’è solo l’equilibrio economico di un Paese, ma la consapevolezza stessa della nostra esistenza: cosa facciamo, perchÊ e come lo facciamo, e soprattutto quanto potremmo fare di piÚ e cosa sarebbe meglio non fare. Non c’è dubbio che la creatività nasca dall’ansia, ma cosa nasce dalla noia e dalla rabbia? Spesso la televisione, misurandosi con la crisi odierna, punta proprio su queste due componenti, noia e rabbia. Un alternarsi fra superficialità da anestesia totale e tribunali dove far cadere la testa di
turno. Inoltre di racconti drammatici e casi irrisolti ne abbiamo sentiti troppi, frequentando i celebri salotti televisivi pomeridiani e serali: la tv è satura del pietismo (per di piÚ falso) di certi conduttori che con sguardo lacrimevole liquidano il caso umano di turno prima di lanciare la pubblicità . Contro una televisione che punta sulle divisioni (di ceto, di generazione, di sesso, di pensiero) per fortuna esiste anche una televisione che scandaglia il terreno delle opportunità , racconta i punti di unione, quei valori che nonostante tutto sono ancora condivisi e messi in pratica.
Il nome che fa notizia in questi giorni è quello di Arianna Ciampoli, volto di riferimento di Tv2000, che dalla scorsa settimana ha inaugurato su La7 il suo talk show, “Tutta la vita davantiâ€?, in onda il sabato alle 14. In tv c’è poco spazio per quelle storie che non cercano la compassione del pubblico, storie di grandi ostacoli superati con la forza d’animo e l’inventiva da persone che, dopo aver visto svanire le sicurezze in cui credevano, hanno deciso di riprendere in mano la loro vita e ricominciare daccapo. Perdere il lavoro e reinventarsi una carriera all’etĂ di 50 anni; trovare il modo di trasformare la propria pas-
sione in un’opportunitĂ lavorativa; far vivere la speranza anche dopo aver sopportato la tragedia di una calamitĂ naturale: sono alcune delle storie dei reportage di “Tutta la vita davantiâ€?. Raccontano un’Italia che ha ritrovato la strada giusta, e la percorre a testa alta, senza polemizzare o cercare visibilitĂ , persone qualunque che vivono una vita unica. Dar voce a queste storie non significa certo offrire soluzioni, ma piuttosto spunti di riflessione. Mai come oggi abbiamo bisogno di scintille di speranza. Ritornando ad Einstein: “L’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarlaâ€?.
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‡ƒ–”‘ —ŽŽ‡ •…‡Â?‡ ’‡” ‹Â?’ƒ”ƒ”‡ ƒ ‡†—…ƒ”‡ La cooperativa sociale Tornasole, presso la propria sede di via Padova a Brescia, organizza “Un teatro per crescere, un teatro per giocare... la realtĂ â€?, un percorso di formazione che si rivolge a quanti operano in ambito educativo e che intendono acquisire, rinnovare o afďŹ nare competenze di gestione di gruppo utilizzando la metodologia educativa e le tecniche ispirate al teatro di Augusto Boal (nella foto). Tra le competenze che verranno fornite
ci saranno anche informazioni sul pensiero dell’autore. Il corso si volgerĂ a cadenza bisettimanale da sabato 23 febbraio al 20 aprile e verrĂ attivato per un minimo di 15 e un massimo di 25 partecipanti. Per info e iscrizioni è possibile visitare il sito www.tornasoleonlus.org oppure telefonare al 3480597500 dal lunedĂŹ al venerdĂŹ dalle 13.30 alle 17.30. Le iscrizioni al corso, del costo di 200 euro, sono aperte ďŹ no al 20 febbraio 2013.
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Gli ultimi due lavori di Quentin Tarantino rappresentano le facce di un unico film, nel quale il regista spazza via a modo suo – a colpi di sarcasmo, pistola ed esplosivo – le grandi ingiustizie della storia. In “Bastardi senza gloriaâ€? erano i nazisti, Hitler compreso, a venire annientati in un falò liberatore. In “Django unchainedâ€? è preso di mira lo schiavismo, mostrato in tutta la sua crudezza, nel Sud degli Stati Uniti pochi anni prima della guer-
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n questo mese di gennaio, nel quale ampio spazio è dedicato al ricordo di chi proprio in gennaio ci ha lasciati alcuni anni fa, come all’amatissimo Fabrizio De Andrè, deceduto l’11 gennaio 1999, e a Giorgio Gaber, morto l’1 gennaio 2003, non mancano le uscite importanti. Tra questo è doveroso segnalare la pubblicazione del cd+dvd “Tutta n’ata storia - Vai mo’ - Live in Napoliâ€? del napoletanissimo Pino Daniele. Un album live che è la testimonianza del favoloso concerto dell’8 luglio 2008 a Napoli in Piazza del Plebiscito, con cui Pino Daniele festeggiò i 30 anni di carriera in compagnia di molti e illustri ospiti, suoi collaboratori durante la sua carriera. Pino Daniele è un musicista straordinario, capace di costruire ponti anzichĂŠ chiudersi nel suo alveo dorato, con una apertura a 360°, cosa piuttosto rara per la canzone italiana. Grazie ad artisti come lui, Zucchero, Pavarotti, Jovanotti sta cambiando l’idea della canzone italiana, ora valida anche per l’esportazione, non solo sul versante melodico (che schiera Laura Pausini come ottima e stimata interprete), ma anche in generi tipicamente anglofoni, specialmente black, come
il blues e il soul. Pino Daniele è riuscito a dare il via ad una forma particolare di Neapolis blues, innestando la sua caratteristica napoletanità latina nel grande river del jazz-blues, confrontandosi e lavorando con autentici miti del genere come Eric Clapton, Wayne Shorter, Pat Metheny e tanti altri. Il cofanetto celebra non solo un grande evento, ma storicizza in un certo senso
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importanti duetti con Giorgia, Irene Grandi e Avion Travel. Nel frattempo il tour di “Tutta n’ata storia – Live in Napoliâ€? ha chiuso da poco i battenti con le ultime tre date della serie. Una tournĂŠe che ha registrato ovunque il tutto esaurito, a dimostrazione dell’affetto e dell’entusiasmo che circondano non solo il musicista partenopeo ma tutto il gruppo di artisti napoletani con cui Pino è tornato a suonare dopo le collaborazioni del passato. Musicisti fenomenali come Enzo Gragnaniello, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso e lo stesso Rino Zurzolo, che con le rispettive band hanno animato questi recenti concerti, a stretto contatto di gomito con la nuova band di Pino Daniele, composta da Michael Baker (batteria), Gianluca Podio (piano), Elisabetta Serio (tastiere) e lo stesso Rino Zurzolo (basso e contrabbasso).“Tutta n’ata storia – Live in Napoliâ€? è cosĂŹ uno splendido regalo alla cittĂ di Napoli e al suo pubblico: uno spettacolo nuovo, che parte dalle radici della canzone napoletana per raccontare i vari percorsi artistici intrapresi dai grandi musicisti che hanno fatto la storia della musica moderna “Made In Napoliâ€? degli ultimi 40 anni.
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ra civile. Il messaggio antirazzista arriva forte e chiaro come in pochi film contemporanei, e appare ulteriore elemento di complessitĂ in un’opera che non tutti possono digerire – contiene scene cruente e una resa dei conti finale che non risparmia nei dettagli – ma che non va liquidata come un gioco cinematografico fine a se stesso. L’amichevole apparizione di Franco Nero, interprete nel 1966 di “Djangoâ€? di Sergio Corbucci, raf-
forza il tributo reso da Tarantino al western italiano che lui ammira e conosce alla perfezione. Ma la ricerca delle citazioni può trarre in inganno, perchĂŠ “Django unchainedâ€? è un film “di genereâ€? che non assomiglia a nessun altro: a cominciare dal geniale personaggio che sovrasta tutti, il dottor King Schultz di Christoph Waltz, un cacciatore di taglie tedesco che libera lo schiavo Django (Jamie Foxx) perchĂŠ è in grado di riconoscere
i tre criminali che sta cercando. Schultz prende a cuore la sorte di Django e il suo desiderio di ritrovare la moglie Broomhilda (Kerry Washington), separata da lui con la forza. La ricerca porta la strana coppia a Candyland, dove Calvin Candie (un luciferino Leonardo Di Caprio) domina con sadismo sulla sua vasta piantagione, sensibile solo ai consigli perfidi dello schiavo piĂš anziano (Samuel L. Jackson). Nel lento e compatto scorrere
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della narrazione (quasi tre ore) si dispiega il marchio di fabbrica tarantiniano, che prevede dialoghi lunghi e ben scritti conclusi, nei momenti fatali, da scoppi fulminei di violenza; la mescolanza di “alto� e “basso� che riesce ad adattare al western anche il mito di Sigfrido; e un divertimento nel quale non si annulla il pensiero, come dimostra l’irresistibile presa in giro dei fanatici incappucciati del Ku Klux Klan.
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Anche la sezione bresciana di Rete Imprese Italia, che a Brescia vede la partecipazione di Associazione artigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, partecipa, il prossimo 28 gennaio, alla Giornata di mobilitazione nazionale per denunciare la drammatica situazione che il sistema di imprese italiano da troppo tempo sta vivendo sulla propria pelle, a causa di una eccessiva pressione fiscale, di un crollo dei consumi e dei fatturati
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senza precedenti, di un difficile e costoso accesso al credito, di una burocrazia esasperante ed onerosa, per citare solo i punti di maggiore criticità . Con la giornata di mobilitazione Rete Imprese Italia, a Brescia come nel resto del Paese, vuole invitare la politica e, di conseguenza, anche il nuovo governo a un occhio di riguardo nei confronti delle imprese lasciate troppo sole ad affrontare la crisi che nel 2012 ha portato alla chiusura di un’azienda ogni minuto.
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emmeno l’oroscopo piÚ benevolo nei confronti dell’Italia presagiva un 2013 fatto di rose e fiori. Impossibile, ci sono ancora troppe spine per sperare in una rifioritura. E, anzi, forse questo è il momento peggiore della crisi: quello in cui nessuno paga qualcuno, quello in cui la macchina dell’economia rischia seriamente di fermarsi. Non ha destato, quindi, alcuna sorpresa la relazione del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che ha preannunciato un 2013 con pil ancora negativo; dopo un 2012 in cui si è passati da un pil preventivato (a metà 2011) a +1%, a uno conclusivo di segno negativo per ben due punti percentuali. Da una piccola crescita a una brusca frenata, che non accenna a finire. Per chi non mastica molto di percentuali, pil e quant’altro, il discorso si può riassumere cosÏ: gli italiani si stanno impoverendo. Casomai, delle parole di Visco vanno sottolineate quelle in cui fa intravvedere una seconda parte dell’anno migliore del primo semestre: la tenue alba di un nuovo giorno? Se non fosse che il Centro studi di Bankitalia è molto piÚ serio e documentato di un mago da oroscopi o di un produttore di speranze verbali, verrebbe da sospettare che tale previsione sia piÚ frutto di speranze e attese, appunto, che di come si stiano mettendo le cose. Quando lo stesso
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Governatore racconta di un crollo dei consumi che supera abbondantemente i quattro punti percentuali, chiarisce perfettamente la gravità della situazione: meno consumi, meno vendite, meno produzione, meno lavoro, meno reddito disponibile; quindi meno consumi... e via via in un avvitamento verso il basso. Cosa ha spinto la Banca d’Italia a delineare un orizzonte meno cupo? Anzitutto
la constatazione che la bufera non sta piÚ squassando i Btp nazionali: pagare il 4% d’interessi sul debito pubblico italiano è ben diverso che pagare il 6. C’è una differenza di 40 miliardi di euro all’anno! Le banche, poi, stanno uscendo dall’ictus che le ha semi-paralizzate in questi anni. L’allentamento delle condizioni imposte dal trattato Basilea 3 le fa respirare; devono dare piÚ soldi alle imprese, ma hanno pu-
re bisogno che l’economia stessa si rafforzi, produca fatturati e utili che consentano il rimborso del credito erogato. La spirale deve tornare positiva. Ci sono poi indicatori che arrivano dal resto del mondo. Il quadro politico americano si è stabilizzato; il costo dell’energia (la voce piÚ consistente fra le spese italiane) è destinato a calare; la Cina si sta rimettendo in marcia. Gli imprenditori, che faticano sul mercato italiano, stanno piazzando le loro merci in giro per il mondo con un attivismo da applausi, come testimoniano i numeri dell’export. In piÚ, tra poche settimane si vota e ci sarà un nuovo governo. E si muoverà sapendo che la politica del rigore sui conti pubblici dovrà essere mantenuta. PerchÊ, con il Pil stagnante e un debito pubblico che ha superato quota 2000 miliardi di euro, sarà impresa da giocolieri fare in modo che questo non continui a crescere. D’altra parte con 80-100 miliardi di euro d’interessi da pagare ogni anno, le strade da percorrere sono quasi obbligate.
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$SD DO ODYRUR SHU OD )D]L GL 0RQWLFKLDUL Si rinnova dal 15 al 17 febbraio 2013 il classico appuntamento con la Fiera agricola e zootenica italiana di Montichiari: una grande vetrina per le eccellenze della zootecnia bresciana che vede l’Associazione allevatori di Brescia mobilitata ai massimi livelli con il ritorno del Dairy Show e della mostra nazionale della Razza Bruna. Ridare slancio e ďŹ ducia al settore in un momento di difďŹ cile stallo economico come quello attuale. Questa,
nelle parole del presidente Germano Pè, (nella foto) la “missionâ€? per il 2013 dell’Apa di Brescia, che inaugura il nuovo anno annunciando il ritorno del Dairy Show dedicato alla Frisona, ma anche della Mostra nazionale della Razza Bruna, alla prossima edizione della Fiera agricola e zootenica italiana di Montichiarii. Giunta alla sua 85ÂŞ edizione, la rassegna bresciana rappresenta ormai una tradizione molto radicata sul territorio, ma anche una
autorevole vetrina promozionale che quest’anno vede l’associazione degli allevatori bresciani mobilitata ai massimi livelli nel tentativo di confermare, nonostante le incognite della crisi, la presenza sul territorio di due manifestazioni di indubbio prestigio per il comparto zootecnico. “Le nostre aziende stanno attraversando una fase di incertezza e difďŹ coltĂ a causa di una complessa congiuntura economica che continua a pesare sui bilanci
– afferma il presidente Pè –. Da qui la volontĂ di rilanciare con un’edizione della Fiera davvero in grande stile: una sďŹ da per ritrovare quello spirito di competitivitĂ fondamentale per affrontare i mercati del futuroâ€?. Il programma dell’edizione 2013 della Fazi si preannuncia quindi ďŹ n d’ora particolarmente intenso grazie al 12° Dairy Show- European Open Holstein Show, la competizione fra allevatori europei di Frisona.
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Il circolo scacchi Ghedi organizza un appuntamento di particolare rilievo come il Campionato provinciale 2013. La competizione occuperà i due fine settimana del 26 e del 27 gennaio e del 2 e del 3 febbraio e sarà valida anche quale ottavo di finale della 63ª edizione del Campionato italiano assoluto L’accogliente sala riunioni della casa di riposo in via X Giornate a Ghedi sarà la cornice dell’intensa competizione, che coinvolge
diverse categorie. Le iscrizioni, aperte a tutti i tesserati Fsi, rimarranno aperte sino alle 20 del 25 gennaio, anche se sarà possibile aderire al Campionato provinciale fino alle 14 del primo giorno di gara. Per informazioni piÚ precise è possibile consultare il sito www.scacchighedi.altervista. org, mandare una mail a scacchighedi@altervista.org oppure mettersi in contatto con il numero telefonico 329.0326413.
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ual è il suo stato d’animo dopo la nomina a direttore tecnico? Dal punto di vista pratico non cambierà molto rispetto ai miei impegni precedenti. Ho sempre allenato ginnaste che hanno fatto parte della selezione nazionale. Inoltre ho accompagnato le atlete anche ai giochi olimpici di Londra. Di nuovo ci sarà un impegno verso una piÚ ampia collettività , la volontà di riordinare una situazione pur in un contesto di tagli economici verso le federazioni. Quali sono quindi gli obiettivi concreti che si prefigge all’inizio di questo mandato? Prima di tutto bisogna riorganizzare il settore dal punto di vista del sistema di funzionamento. Va rivisto e sistemato con modifiche abbastanza importanti, con l’obiettivo di formare e produrre ginnaste di alto livello, che possano sostenere il confronto internazionale, che si fa sempre piÚ serrato. Sono cambiamenti pensati in un’ottica a lungo termine, che riguarderanno in massima parte il futuro. Poi c’è il discorso relativo alle Olimpiadi, verso le quali si orienta questo quadriennio. Abbiamo prima di tutto l’obiettivo della qualificazione, poi ulteriori discorsi dovranno essere sviluppati nel tempo: le probabili protagoniste a Rio ora hanno circa 13 anni, si tratta di sviluppare bene le lo-
ma a cui si cerca di sopperire appunto con la passione e l’impegno personali. Io vorrei togliere i punti di debolezza mantenendo quelli di forza: si tratta di trovare sinergie e fare investimenti mirati, a vantaggio di tutti. Sarà un lavoro lungo e i frutti si vedranno in massima parte nel prossimo quadriennio, quando le ginnaste che iniziano oggi la loro formazione saranno nel pieno della maturità tecnica. Lei ha portato Brescia ai vertici del movimento nazionale. Quale sarà l’apporto bresciano alla ginnastica italiana? A Brescia nascerà , presso la nostra sede della Brixia, una delle tre accademie nazionali per la formazione delle ginnaste, insieme a quelle di Roma e Milano. Sarà inoltre l’accademia deputata a tenere i contatti con l’estero, diventando cosÏ anche un punto di riferimento per tutta Italia. La situazione farà bene al movimento, alla città e ai bresciani.
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ro potenzialità in vista dell’Olimpiade. Poi non è escluso che anche qualche soggetto di grande, per esempio Vanessa Ferrari, possa arrivare a fare anche la sua terza Olimpiade, creando il giusto mix con la freschezza delle nuove leve. Sono discorsi ancora di là da venire, ma bisogna appunto cominciare a metterli in conto. Quali sono secondo lei i punti di
forza o di debolezza della ginnastica artistica italiana? Il punto di forza è rappresentato dalla volontà dei tecnici e delle società di andare avanti, di dare l’anima per tirare fuori il coniglio dal cilindro, confrontandosi con situazioni sfavorevoli. Questa è la difficoltà : se guardiamo anche solo agli altri Paesi europei scontiamo grandi mancanze nel siste-
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$ 0RQWLFKLDUL LO EDVNHW q SURWDJRQLVWD Ăˆ un tabellino da schiacciasassi quello del Contadi Castaldi Montichiari, che ha riportato il grande basket nella cittĂ della Bassa. Dall’inizio del campionato (e da neopromossa) in Divisione Nazionale C, la squadra di coach Alfredo Foschetti ha sinora vinto 12 partite su 14, perdendo solamente contro Crema (sia all’andata che al ritorno), bestia nera dei monteclarensi. Con 24 punti messi in cassaforte sui 28 disponibili ed una differenza
di 180 tra punti fatti e subiti, Contadi Castaldi mantiene a debita distanza le dirette inseguitrici, Orzinuovi e Piadena, appaiate a quota 20. Obiettivi? ‘Siamo la formazione piĂš quotata del girone B – afferma la presidente Sabrina Lombardi – per questo non nascondiamo le ambizioni di promozione in Dnb. É chiaro che il campionato è ancora lungo e guai a sottovalutare gli avversari, ma il nostro obiettivo è salire di categoria. L’arrivo, quest’an-
no, di uno sponsor importante come Contadi Castaldi ci consente di sognare in grande senza dimenticare lo staff di prim’ordine: peccato solo per l’infortunio di Minessi, saremmo ancora piÚ in alto se avesse potuto giocare. La Coppa Italia di marzo? Anche qui puntiamo a far bene e chissà , magari a tornare dalla Toscana con un podio di rilievo, non ci poniamo limiti�. Nel frattempo il campionato riserva, sabato 26 alle 20.30 in casa, lo scontro
con il quintetto milanese di Basiglio. Contadi Castaldi è l’erede del Dream Team Montichiari, nata nel 2007 per volontà della famiglia Foschetti che aveva rilevato le due squadre giovanili di basket del Montigarda. Dopo nove anni di assenza dal PalaGeorge ed una A2 maschile sfiorata, la pallacanestro è tornata a dire la sua in un palazzetto, quello di via Falcone, che da due anni ospita anche le pallavoliste della Systema di A2.
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New Team. Vittoria roboante anche per i City Wolves, che riďŹ lano un +24 a Dinamo Valverde. Black Panthers consolida il terzo posto imponendosi 85-69 sulla Mgm, mentre i Senior vincono con la Dellese e la lasciano a quota zero in classiďŹ ca. Tra i top player di giornata spiccano Saverio Barone dei City Wolves, con 36 punti messi a segno, mentre Quarenghi (New Team) e Solfrini (Virtus) ottengono punti importanti per confermarsi in vetta alla classiďŹ ca Mvp.
Nel big match dell’11Ć… giornata del girone A i campioni provinciali del Team 87 confermano il loro momento di difďŹ coltĂ perdendo con Monticelli Brusati, trascinata dalla coppia Gagliano – Gualandris. Anche Toscolano Maderno e Panthers Sarezzo accorciano le distanze battendo 76-44 Ome e 74-72 Jackals. Servono i supplementari, invece, alla Capriolese per vincere a Marcheno (65-58). Tutto tranquillo nel girone B, dove la capolista Virtus si sbarazza con un netto 77-36 del
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Cafè della Loggia batte di misura Oratorio Bonomelli (5-4). Chiudiamo con il girone D, dove si accende il testa a testa tra B.M. Servizi Ecologici e San Gervasio, appaiate a quota 28. Il sette di Flero resta fermo un giro per il turno di riposo, e i bassaioli ne approfittano vincendo 3-2 con il Ponte San Marco. A metà classifica successi sostanziosi per Verolavecchia e Castelnuovo, che non lasciano scampo a Gambara e Athena Immobiliare (5-1; 7-3). Buona la prima dell’anno anche per il San Zeno, che espugna il campo del Mezzane con un netto 5-2.
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“Peccati d’omissioneâ€? Egr. direttore, don Claudio Paganini, alla fine dell’articolo sul tifo calcistico pubblicato sullo scorso numero di “Voceâ€?, si chiede: “Qualcuno ha mai fatto corsi in oratorio per i genitori tifosi?â€?. Addirittura!? No, non serve tutto ciò. Da anni non frequento il “Rigamontiâ€?, posso però dire, senza dubbi, che i tifosi erano molto peggio 30 anni fa rispetto a oggi. Allora si ammettevano gli sfottò, si poteva urlare tutto, erano considerati sfoghi, irrazionali finchĂŠ si vuole, ma i problemi erano altri. C’erano tifosi che entravano in curva con le spranghe, le scazzottate nell’antistadio erano quasi “normaliâ€?, mi è capitato di vedere pietre che volavano sopra la mia testa con destinazione il pullman della Lazio, mentre ero in coda uscendo dal parcheggio... Le parole sugli spalti non venivano captate da microfoni sensibili e da giornalisti pettegoli. Probabilmente tutto è cambiato con l’arrivo di giocatori stranieri. Se durante Brescia Napoli o Brescia Atalanta erano considerati gogliardici anche i peggiori epiteti riguardanti l’“etniaâ€? dell’avversario, non appena sono iniziati i cori contro giocatori di colore è sorta la finta indignazione. Denunciare un tifoso che fa i versi contro Boateng? Questa è la societĂ del moralismo. Quando la morale viene messa da parte, iniziano a pullulare i moralisti. Meglio sarebbe ignorare le urla. Lo sfottò, anche il peggiore, sfu-
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ma nell’aria, se un giornalista lo riporta sulla sua pagina, rimarrĂ â€œin eternoâ€? su internet... Attilio Negrini
Quei morti di piazza Rovetta
Egr. direttore, ho letto su “Voceâ€? che domenica 27 gennaio verrĂ deposta una corona in piazza Rovetta. Vorrei aggiungere a quella corona un ricordo personale perchĂŠ quei morti io li ho visti. Avevo 12 anni, frequentavo la seconda media e stavo presso gli zii perchĂŠ la mia famiglia abitava in paese dove, a quei tempi, non c’era la scuola media. In quella triste notte un forte botto ci svegliò, ma la zia, che dormiva in camera con me, tutta assonnata mi disse che forse era caduto qualcosa giĂš in piazza. CosĂŹ tornammo a dormire. Un nostro prozio, che aveva la camera in fondo al corridoio, si era precipitato ad aprire la finestra, provocando l’ira dei fascisti che gli uintimarono di ritirarsi o avrebbero sparato anche a lui. Terrorizzato non ci disse nulla e al mattino se se andò prestissimo al lavoro. Verso le sette venne mia zia a svegliarmi e, aprendo gli scuri, disse: “Guarda quanta gente c’è giĂ ! Forse questa mattina al mercato distribuiscono qualcosaâ€?. Tutto era razionato e si sperava in qualche supplemento. Lei tornò in cucina e io, curiosa, corsi alla finestra. Eravamo al terzo piano dell’allora casa Lucini e da lassĂš si vedeva bene tutta la piazza. Fu allora che la gente spostandosi e aprendosi un poco mi permise di
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vedere, ai piedi di un lampione, in un lago di sangue, un uomo avvolto in un mantello, le ciabatte una qua e una là . Una cinquantina di metri piÚ avanti , in via San Faustino, c’era un altro cadavere e anche li gente ammutolita. Cosa provai è difficile dirlo, so che gridavo e piangevo e so che non ho mai dimenticato quei poveri morti lasciati li sulla pubblica piazza come monito per un giorno intero. Se ho buona memoria in quella notta furono complessivamente 11 i fucilati. Erano stati prelevati chi nelle loro case, chi nello stabilimento dove lavoravano nel turno di notte. Erano rei di non condividere le idee fasciste e quindi andavano bene per un’azione dimostrativa e senza alcun processo erano stati passati per le armi. Stessa notte e stessa sorte toccò, a Sarezzo, a un reduce della Russia: scampato alla tragica ritirata dal Don, era venuto a morire senza colpa nel suo paese. Sono passati 70 anni: per loro ho ancora un ricordo e una preghiera... Per noi la difficile speranza di un mondo migliore. Dolores Bordoli Grugni
Un grazie dal Brasile Egr. direttore, le scrivo dal Brasile e la ringrazio sentitamente per tutto quello che ha fatto per me durante l’anno, inviandomi “Voceâ€? che mi è sempre arrivata con grande puntualitĂ . Sono grata del vostro servizio, il Signore vi ricompensi centuplicando sempre piĂš il bene che fate. In contraccambio io prego per tutti. suor Orsolina Festa
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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA
FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI
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Russia Croazia e Anello e Bosnia d’oro Quota individuale
1.770
Quota individuale
€
930
Dal 24 al 31 agosto 2013
Dal 28 marzo al 3 aprile 2013
Viaggio in aereo
Viaggio in pullman
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Supplemento camera singola € 430. Visto consolare Russia € 75. Scheda informativa su: www.zerotrenta.eu/russia2013
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