La Voce del Popolo 2013 06

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“M “Meglio essere ateo e pensante che credere in un Dio sbagliatoâ€?. g Questa frase di padre Turoldo, grande pensatore, uomo di Chiesa e poeta potrebbe essere fuorviante se non u contenesse una grande veritĂ : l’ateo preso a riferimento è c sicuramente in una posizione sbagliata (come si fa a non s credere, visceralmente, cosĂŹ, a priori), ma se ha la fortuna, c il i coraggio, la dote di pensare, ha la possibilitĂ di mutare la sua s condizione, di recuperare la sua fede per riempire il vuosu to t della sua anima. Chi invece ha scelto ed è giĂ convinto di essere a posto con un Dio sbagliato (può essere il potere pere esse sonale, il denaro, la dittatura di turno, la collocazione sociale) è s sonal piĂš difficile che si recuperi perchĂŠ ha giĂ riempito il suo spazio inp diff teriore. La scelta di quest’ultima posizione, quella di un Dio sbagliate to, to spiega gli orrori di ogni guerra, le ingiustizie di cui è pieno il mondo e gli g eccessi di ogni tirannia. Stessa convinzione di Turoldo la troviamo nell’ereditĂ illum illuminata che ci ha lasciato il card. Martini. Egli volle, infatti, la “cattedra dei non credentiâ€? non per dare voce a chi crede in un Dio sbagliato, ma a chi, invece, non credendo, pensa sia doveroso approfondire.

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Lombardia 2013. Un welfare piĂš giusto e sostenibile

͘͜ ‘’‘Ž‹ ‡ …‘Â?–‹Â?‡Â?–‹ Arci e circoli. Quando l’Imu non è solo cosa di Chiesa

͚͛ ……Ž‡•‹ƒ Giornata del malato. Sull’esempio del Buon Samaritano

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͛͞ …‘Â?‘Â?‹ƒ Dalla societĂ un manifesto per l’economia sociale

Í›Í&#x; ’‘”– Sci. Ritorna il circo bianco con speranze d’azzurro

‹‘‹ƒ †ǯ‡••‡” •‡…‘Â?†‹ Nasciamo uomo o donna ma dobbiamo diventare persone, crescere per dispiegare quanto ricevuto, comprendere i nostri talenti e afferrare, procedendo nella storia personale, familiare e di tutta l’umanitĂ , quale tonalitĂ debba assumere nel grande mosaico della storia la nostra personale tessera. Papa Benedetto in questa Quaresima che si sta aprendo, ci offre la chiave preziosa, ci indica quel “comeâ€? che tanto travaglia i nostri desideri, cui troppo spesso, per carenza d’illuminazione, di principi saldi, non riusciamo a dare forma: l’armonioso rapporto fra “fede e caritĂ â€?. Eppure a questo, soprattutto, è chiamata la persona; se percorriamo il

messaggio papale nei suoi quattro passaggi essenziali. Anzitutto “la fede come risposta all’amore di Dioâ€?: non costruzione umana, neppure teologica e tanto meno filosofica o etica, ma “personale adesione – che include tutte le nostre facoltà – alla rivelazione dell’amore gratuito e ‘appassionato’ che Dio ha per noi e che si manifesta pienamente in GesĂš Cristoâ€?. Tutta la persona ne viene coinvolta e magnetizzata, diventa ardente nelle due direzioni che plasmano il quotidiano: verso Dio e verso i fratelli. Dinamiche che s’intrecciano e diventano feconde e sfociano nella “coscienza di essere amati, perdonati, addirittura serviti dal Signore, che si china a lavare i piedi degli Apostoli e offre Se stesso sulla croce per attirare l’umanitĂ nell’amore di Dioâ€?. Non è una risposta data una volta per tutte, una sorta di etichetta incollata per qualificare un prodotto, è un’urgenza mobile, sempre

vivace e attiva che sollecita alla donazione di sĂŠ, unica strada percorribile per la costruzione autentica e vera della persona. Poi “la caritĂ come vita nella fedeâ€?: l’urgenza è variegata “di stupore e gratitudine di un’inaudita iniziativa divina che ci precede e ci sollecitaâ€?. Ăˆ il varco che, oltrepassato, fa conoscere l’amicizia con Dio. Indubbiamente punto di arrivo ma non traguardo, photofinish, statico, sĂŹ trampolino di lancio che qualifica l’esistenza e le fa comprendere che, “quando noi lasciamo spazio all’amore di Dio, siamo resi simili a Lui, partecipi della sua stessa caritĂ â€?. Il tempo della nostra storia si trasfigura nel tempo in cui, in sinergia lieta e sicura, l’amore di Dio e l’amore della persona si compenetrano, s’illuminano e la trasformazione della struttura umana di peccato si ritrova a essere colmata di grazia, cioè di amicizia, che non tarpa la persona e non la depaupera,

ma le spalanca davanti un orizzonte vastissimo in cui “la fede ci fa riconoscere i doni che il Dio buono e generoso ci affida; la caritĂ li fa fruttificareâ€?. In terzo luogo “l’indissolubile intreccio tra fede e caritĂ â€?: il nostro Pastore traccia la mappa della trappola, e fin qui si tratta solo di un rilievo, passando poi al cammino da percorrere nella mappa per non rimanere impantanati: “Per una sana vita spirituale è necessario rifuggire sia dal fideismo che dall’attivismo moralistaâ€?. Riprendendo l’antico, ma pur sempre attuale simbolo, tipico di ogni antropologia, papa Benedetto a quell’imprinting umano, con un colpo di pollice, segna il percorso cristiano: “L’esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio per poi ridiscendere, portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dioâ€?. Ǥ ÍšÍ?


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Regione e welfare: idee a confronto

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ervizi sociali, socio-sanitari, socio-educativi, a favore degli anziani, della disabilitĂ , delle famiglie con figli a carico, del disagio. Ăˆ vasto il campo di quella parte di welfare qualificato dall’aggettivo sociale. Per questo sono guardate con attenzione le idee, le proposte e i progetti che al settore dedicano forze politiche e candidati che in queste settimane si stanno sfidando per la “conquistaâ€? della Lombardia. Regione particolare, per molti aspetti “pilotaâ€? per il resto del Paese, grazie alla presenza di un terzo settore ricco (in termini di proposte, di capacitĂ di leggere i bisogni e di risposte agli stessi) che ha saputo meglio di altre realtĂ italiane garantire politiche spesso innovative in tema di welfare sociale. Anche in Lombardia, però, la scure della crisi si è fatta sentire. Tagli, riduzioni di trasferimenti, oneri fiscali anche a carico del non profit hanno finito col mettere in forse il sistema, con il rischio di addossare alle spalle delle famiglie gran parte del sostegno, dell’assistenza e della cura di tante forme di disagio. Normale, dunque, che il mondo del terzo settore, del non profit guardi con attenzione alla futura azione della Regione in questo campo. Sanno bene le realtĂ del settore presenti in Lombardia (sono 5000 quelle accreditate) che il loro futuro, quello delle persone a cui danno lavoro e, a maggior ragione, quello dei loro utenti, è direttamente legato al tipo di impegno che la Regione vorrĂ assumersi in tema di welfare sociale. Se questo sarĂ nella lista delle prioritĂ il futuro potrĂ essere roseo (non solo in termini di disponibilitĂ economiche, ma di inventiva nelle risposte, di capacitĂ progettuale). In caso contrario‌ Questi e altri ragionamenti hanno fatto da sfondo al confronto tra i candidati alla presidenza della Regione Lombardia, organizzato nei giorni scorsi a Milano da Lombardiasociale. it, che analizza gli indirizzi delle politiche sociali regionali, dal Forum terzo settore e da altre 13 tra associazioni ed enti non profit. Gabriele Albertini, Umberto Ambrosoli, Silvana Carcano e Matteo Salvini (delegato da Maroni) hanno dato vita ad un confronto serrato, capace di passare da ampie ve-

dute progettuali a piccole sfumature. Davanti a una platea di addetti ai lavori (i rappresentanti del terzo settore e del non profit lombardo), lo scontro vero, il fondamentale elemento che ha differenziato in modo netto le diverse posizioni in tema di welfare sociale, c’è stato solo sul tema dei voucher, istituiti dalla Regione Lombardia per le persone che hanno bisogno di assistenza sociale, da “spendereâ€? presso enti o cooperative accreditate dal Pirellone. Per Umberto Ambrosoli (centro sinistra) “i voucher sono una finta libertĂ , è il modo dell’amministrazione di liberarsi dell’assistenza. Le persone sono state lasciate sole con un assegno in mano, senza alcuna informazione su come scegliere i serviziâ€?. Per Matteo Salvini, (Lega Nord) invece “è necessario tenerli, anche se dobbiamo puntare a mettere le persone in grado di scegliere con informazioni adeguateâ€?. Gabriele Albertini (Udc-Monti) è convinto che “la libertĂ di scelta sia fondamentale e i voucher permettano una maggiore competitivitĂ tra gli enti che erogano serviziâ€?. Per Silvana Carcano (Movimento 5 stelle) “sono stati pensati in un’ottica di privatizzazione dei servizi che rifiutiamo, anche se in alcuni

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ambiti, come i servizi per l’infanzia, vanno mantenutiâ€?. Il dibattito ha toccato i problemi principali del welfare lombardo: dal suo futuro, al suo finanziamento e della spesa, dai servizi e interventi a favore per anziani non autosufficienti, disabili, minori e famiglia alla governance (il ruolo, cioè che avrĂ il terzo settore nella progettazione del welfare sociale), per finire al contrasto della povertĂ . Molti i punti condivisi, a partire da una revisione di un sistema impostato sulla separazione netta tra assistenza sanitaria e sociale, che si traduce in una divisione di compiti tra Asl e Comuni, con i cittadini che non sempre riescono a destreggiarsi tra un ente e l’altro. Sulla carenza di risorse per il welfare, Ambrosoli ha proposto “una riorganizzazione su base territoriale dei serviziâ€?. Silvana Carcano ha sostenuto che “il terzo settore non deve essere piĂš considerato una stampella del mercato e dello Stato, ma anzi deve diventare un modello di riferimentoâ€?. Salvini è stato piĂš netto: “Se il 75% dei 108 miliardi di euro che i lombardi pagano di tasse rimarrĂ in Regione avremo i fondi necessari. E poi bisogna unificare i due assessorati, alla sanitĂ e alla famigliaâ€?. Per Albertini solo una maggiore efficienza, la migliore forma di solidarietĂ , potrĂ liberare nuove risorse. Tutti hanno proposto l’abolizione dell’Imu per il terzo settore e sgravi sui contributi dei dipendenti. Centrale anche il tema del lavoro, indicato da i candidati presenti come lo strumento principale per combattere la povertĂ . Ambrosoli ha proposto la creazione del “reddito minimo di autonomia per i disoccupatiâ€? e l’accesso al lavoro delle donne e dei giovani. Anche la Carcano ha parlato di reddito di cittadinanza, ma ha proposto anche la creazione di last minute market e accordi tra proprietari, sindacati degli inquilini e banche per utilizzare gli appartamenti che ora sono vuoti. Per Salvini “voceâ€? di Maroni: “Gli interventi da fare sono tanti, qui accenno solo al fatto che bisogna istituire un contributo per quei coniugi separati che rischiano di cadere nella povertĂ â€?. Per Albertini, la creazione di posti di lavoro può avvenire grazie ad incentivi alle imprese.

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“Quello che Confcooperative chiede a coloro che si candidano a governare la Regione – afferma Valeria Negrini, vice presidente di Confcooperative Brescia e presidente settore solidarietĂ sociale – è che le loro azioni siano ispirate dalla convinzione che l’economia sociale e la coesione sono i veri motori di sviluppo e le chiavi utili per la crescita e per uscire dalla crisiâ€?. Una richiesa, prosegue Valeria Negrini, che vale ancora di piĂš quando si parla di politiche di welfare che sono trasversali alle questioni legate all’assistenza, alla salute, alla casa, al lavoro, all’ambiente per tutti i cittadini, i giovani, le donne, le famiglie, gli italiani e gli stranieri. “Di questa visione, che è un modo diverso di interpretare la societĂ e di agire la politica economica,

finanziaria, sociale – afferma ancora – vediamo alcune tracce nei documenti che illustrano il programma delle varie coalizioniâ€?. La vice presidente di Confcooperative Brescia chiede un nuovo rapporto con il territorio e i suoi attori. “Se è vero che al centro sta la persona e la famiglia – afferma al proposito – i bisogni e le risorse di questi soggetti e di conseguenza le risposte da dare ai primi e le modalitĂ per attivare le seconde, non possono essere definite e codificate dai soggetti piĂš lontani ma da chi il territorio lo abita, lo conosce, lo ascolta e si assume la responsabilitĂ di renderlo un luogo sempre migliore nel quale vivere e far crescere le generazioni futureâ€?. Per questo, per Valeria Negrini, è prioritaria la modifica delle modalitĂ con le quali la Regione dialoga con Asl, con Aziende ospedaliere e soprattutto con i Comuni. “Altrettanto importante – prosegue – è il ruolo e lo spazio che la Regione intende riconoscere a realtĂ quali, ad esempio, la cooperazione, che da sempre opera per cercare di mantenere coesione sociale nelle comunitĂ e produrre inclusione e benessere per le personeâ€?.

Adriana Mostarda, presidente dell’Auser di Brescia, sino a poco tempo fa presidente del Forum del terzo settore provinciale, conosce bene il tema del welfare sociale e quello del rapporto tra terzo settore e Regione. Una conoscenza che la porta a dire che c’è molto da fare. “Abbiamo un sistema di welfare avanzato – afferma – che ha difetti strutturaliâ€?. La presidente dell’Auser ha le idee chiare su come superare questi limiti. “Bisogna pensare a una sanitĂ che modifichi le sue modalitĂ di risposta – è la ricetta – per ridurre la spesa e liberare risorse da destinare al welfare socialeâ€?. Spese sanitarie aumentate a dismisura negli anni anche per effetto di una falsa competizione tra pubblico e privato devono, per Adriana Mostarda, essere riviste perchĂŠ sono altre le risposte di cui i cittadini

hanno bisogno. “Contesti sociali mutati rispetto al passato – è la sua idea – confermano che piĂš delle risposte sanitarie, servono azioni sociali per rispondere a bisogni sempre piĂš diffusiâ€?. Per la presidente Auser sono cresciute esponenzialmente, rispetto alle risorse a disposizione, le urgenze, le emergenze in campo sociale. Altro tema è quello di rivedere i rapporti tra enti locali e terzo settore. “Occorre ripartire dall’idea – afferma Adriana Mostarda – che la spesa sociale è costituita da una parte pubblica e da una privata che non viene mai considerata, costituita da ciò che le famiglie pagano per badanti e altre forme di assistenzaâ€?. Il terzo settore, infine, deve essere investito di nuove e importanti responsabilitĂ per una nuova compartecipazione alla programmazione e alla progettazione. “Chi governerĂ la Regione – conclude la presidente dell’Auser Brescia – dovrĂ porsi il tema della dignitĂ del terzo settore che non può piĂš essere considerato come la realtĂ chiamata a dare le risposte piĂš efficaci al minor costo possibile. Ai candidati chiede una svolta culturale piĂš che un elenco di cose da fare.

C’è un aspetto piĂš volte toccato nel corso del dibattito milanese che, presentato nel pezzo di apertura di queste pagine, dovrebbe interessare piĂš di altri chi, a Brescia come nel resto della Lombardia, opera nell’ampio campo del welfare sociale: la politica (almeno quella che ha partecipato al confronto promosso da Lombardiasociale.it e dal Forum lombardo del terzo settore) ha intenzione, piĂš e meglio che in passato, di avvalersi della stretta collaborazione di chi il mondo del sociale lo frequenta ogni giorno, per la stesura di progetti e programmi per il welfare sociale della Lombardia del futuro. Gabriele Albertini, Umberto Ambrosoli, Silvana Carcano e Roberto Maroni, attraverso la “voceâ€? di Matteo Salvini, pur con accenti diversi, hanno confermato la necessitĂ di un cammino comune sul terreno della progettazione e della definizione delle linee delle politiche sociali regionali. Politiche che, come è emerso nel corso del confronto, dovrebbero poter contare (anche questo è un altro elemento condiviso) su risorse disponibili non per una maggiore ricchezza della Lombardia (il solo Salvini con la teoria del 75% delle imposte pagate dai lombardi che non devono varcare il Po, si è posto in parte fuori dal coro, ndr.) ma per un serio esame del capitolo di spesa della sanitĂ . Una voce di bilancio che sino a oggi ha “cannibalizzatoâ€? le risorse disponibili (l’ultimo bilancio regionale approvato ha destinato alla sanitĂ 17,5 dei 22,5 miliardi di euro complessivi). Una razionalizzazione delle realtĂ esistenti, una riconversione in strutture sociali di realtĂ della sanitĂ lombarda dovrebbero consentire, è il parere condiviso da tutti i candidati, di non considerare piĂš il welfare sociale il “figlio di un dio minoreâ€? nella spesa lombarda.


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“Il richiamo ai Patti Lateranensi ci consente di misurare la lunga strada percorsa – anche negli ultimi anni e per convergente impegno – verso una serena e fiduciosa cooperazione tra Stato e Chiesa al servizio del bene comune, ‘nel pieno rispetto’ sono sue parole (di Benedetto XVI, ndr) – ‘della distinzione tra la sfera politica e la sfera religiosa’�. Lo ha rilevato in Vaticano il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, prima del concerto che il Maggio musicale fiorentino

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ha offerto nell’anniversario della sottoscrizione dei Patti Lateranensi, rivolgendosi pubblicamente a Benedetto XVI. Esprimendo in tale circostanza “una forma di simbolico pubblico commiatoâ€? per il termine del settennato presidenziale, Napolitano ha fatto memoria degli “incontri e colloquiâ€? avuti con il Papa “in molteplici occasioni, nel corso di questi sette difficili anni, difficili non solo per il mio Paese in un mondo sempre piĂš interdipendenteâ€?. “Molto mi dice

– ha aggiunto il Capo dello Stato – la memoria del nostro reciproco ascoltarci. Molto mi ha arricchito il dialogo che abbiamo potuto intrattenere: sull’Italia, sull’Europa, sulla pace e sulla stessa politica intesa come dimensione essenziale dell’agire umano, sulle radici ideali e morali dell’impegno politicoâ€?. E ha concluso: “Continueremo, SantitĂ , come italiani, in qualunque posizione, a prestare attenzione ai suoi messaggi, a trarne motivo di riflessione e di fiduciaâ€?.

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er mesi la questione è stata raccontata, seppure a fasi alterne, da giornali e televisioni come la crociata della Chiesa che chiedeva favori allo Stato. La discussione in merito al pagamento dell’Imu da parte di parrocchie e oratori (di cui si è occupata anche “Voceâ€? a piĂš riprese, l’ultima solo poche settimane fa, ndr.) è stata inquadrata, soprattutto dai grandi network critici “a prescindereâ€? nei confronti della realtĂ ecclesiale italiana (chi non ricorda la polemica montata qualche anno fa sull’8xmille dato alla Chiesa cattolica?), come una richiesta di trattamento di favore, una prebenda che Roma avrebbe dovuto concedere alla Chiesa anche in una stagione di sacrifici generalizzati per la societĂ italiana. Da queste pagine si è dato conto di quanto le parrocchie e gli oratori bresciani abbiano pagato, non senza difficoltĂ , ma nella consapevolezza che anche a loro toccava dare “a Cesareâ€? ciò che era di Cesare. Nei giorni scorsi, però, una polemica esplosa nella rossa Toscana ha fatto definitivamente capire che le osservizioni e le critiche avanzate da tanti parroci, curati e amministratori parrocchiali nei confronti di una normativa che di fatto equiparava tante delle loro attivitĂ a quelle svolte da realtĂ del commercio, non era una crociata. Nei giorni scorsi, davanti alla sede della Regione Toscana, del-

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la Provincia di Firenze e della locale prefettura, questi i fatti raccontati con dovizia di particolatri da televisioni e giornali, si sono radunati rappresentanti di Case del popolo e di Circoli Arci per consegnare alle autoritĂ le

chiavi delle loro sedi come forma di protesta estrema nei confronti di una legge, quelle che ha istituito l’Imu, che li ha messi in ginocchio. 280, in totale, le realtĂ associative della “rossaâ€? Toscana che si sono mobilitate per denunciare gli effetti di una imposta che mette una seria ipoteca sulle attivitĂ sociali, ricreative e culturali svolte nei circoli, considerati, proprio come le sale delle comunitĂ e i bar di tanti oratori e centri giovanili, come vere e proprie attivitĂ commerciali. E cosĂŹ quella dell’Imu ha finito di essere una battaglia del non profit cattolico per diventare, finalmente, una questio-

ne che interessa tutto quel variegato mondo delle attivitĂ sociali senza fine di lucro, che non è solo cattolico, che con la sua presenza opera spesso e volentieri anche in soccorso di uno Stato che fa sempre piĂš fatica a garantire i suoi servizi. Marco Tarquinio, in una nota pubblicata su “Avvenireâ€? nei giorni scorsi, ha ricordatoche per lungo tempo il non profit cattolico ha combattuto una battaglia di democrazia per dimostrare “che non c’era una norma confezionata ad ecclesiam e che tutto ciò che si stava dicendo contro le attivitĂ sociali della Chiesa... era contro l’intero mondo del non profitâ€?.

7DQWL JOL VWUDQLHUL FKH ODVFLDQR O¡,WDOLD Sempre piĂš stranieri rifanno le valigie e abbandonano l’Italia per cercare fortuna altrove o per tornare nel Paese d’origine. Secondo la Fondazione Leone Moressa di Mestre, istituto di studi e ricerche nato nel 2002 da un’iniziativa dell’Associazione Artigiani e piccole imprese di Mestre Cgia, con lo scopo statutario di valorizzare la cultura, il ruolo sociale ed economico dell’artigianato e della piccola impresa, le cancellazioni dall’anagrafe tra

il 2010 e il 2011 sono aumentate del 15,9%. La fuga dall’Italia riguarda tutte le nazionalitĂ , ma soprattutto quelle asiatiche (17,7%) e africane (12,2%). Tra le regioni asiatiche fa eccezione il Bangladesh che registra un calo e non un aumento delle cancellazioni. Dei 32.404 stranieri cancellati nel 2011, quasi 20mila sono cittadini europei (oltre un terzo romeni). Tra gli asiatici in partenza il 30,2% è costituito da cinesi e il 19,1% da indiani. “In gene-

rale – commentano i ricercatori della Moressa – sembrano lasciare l’Italia quelle popolazioni provenienti da Paesi in via di sviluppo, per cui si può ipotizzare una propensione al rientro nel Paese di origine oltre che allo spostamento verso altri Paesi terziâ€?. La crisi sarebbe alla base della maggior parte delle partenze: tra il 2008 e il 2011 il numero di disoccupati stranieri è quasi raddoppiato, con un incremento di oltre 148mila unitĂ , men-

tre quello degli italiani è aumentato di 267mila unitĂ . Nello stesso periodo il tasso di disoccupazione degli stranieri è cresciuto di 3,6 punti percentuali (dall’8,5 al 12,1%), mentre quello degli italiani è passato dal 6,6 all’8,0%. I dati della Fondazione Moressa sembrano confermare che in periodo di crisi, a causa della maggiore debolezza delle reti di supporto, gli stranieri hanno minori probabilitĂ rispetto agli italiani di resistere alle difďŹ coltĂ .


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massacri, ha chiesto un incontro con il vice-presidente siriano al-Shaara, considerato dal leader della Snc “come l’unico membro del regime a non avere le mani grondanti di sangueâ€?. Insieme ad altri funzionari, questi si sarebbe opposto piĂš di una volta alla linea sanguinaria di Assad. Intanto, il regime continua la sua propaganda e attraverso Fahed al- Freij, ministro della Difesa, annuncia che l’esercito non ha paura nĂŠ degli attacchi di Israele

nĂŠ delle minacce internazionali. Nonostante il silenzio del regime, i suoi piĂš grandi sostenitori Russia e Iran giudicano “incoraggianteâ€? l’offerta di Khatib. Intanto, la guerra continua a devastare tutte le regioni della Siria. Secondo dati Onu, le vittime sono ormai oltre 60mila. Le battaglie piĂš cruente sono in corso soprattutto ad Aleppo divenuta negli ultimi sei mesi il principale fronte di scontro fra ribelli ed esercito.

Testimoni locali raccontano che la storica cittĂ , patrimonio dell’Unesco, è quasi completamente distrutta. Lo scorso 3 febbraio l’esercito ha raso al suolo uno dei principali ediďŹ ci storici del quartiere di Ansari, in mano ai ribelli, uccidendo almeno nove persone. Continuano anche le esecuzioni sommarie da parte delle milizie islamiche, che uccidono tutti coloro che sono sospettati di avere legami con il regime.

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n anno fa erano partiti, dopo un’apposita formazione, carichi di speranza e con grande entusiasmo. Oggi sono tornati con maggiore determinazione e con l’intenzione di raccontare la loro esperienza. Certo non sono mancate le difficoltĂ , anche per questo motivo il 30 e il 31 gennaio in tutta Italia si sono svolti dei corsi di fine attivitĂ per i volontari al rientro dal servizio civile: nel Bresciano si sono incontrati al convento dei francescani di Rezzato per rielaborare la loro esperienza. Hanno scelto, per motivi diversi e con curriculum differenti (chi alla fine del tradizionale percorso di studi superiori, chi ha interrotto l’universitĂ o chi ha deciso di prendersi un anno di aspettativa dal lavoro) di dedicare un po’ di tempo agli altri. Scaip (Servizio di collaborazione assistenza internazionale piamartino) ha inviato in Mozambico Marcello Filippini e in Brasile Andrea Corti e Alice Paleari; Maria Laura Ghini e Gabriella Cavalli sono state con lo Svi in Brasile, mentre Manuela Buratti con Medicus Mundi è andata in Burkina Faso; la Fondazione Tovini, invece, ha mandato Cristina Scuderi e Davide Cattaneo in Mozambico e Serena Nicoli e Jessica Panigada in Ecuador. I compiti erano molto diversi fra loro. C’è chi come Manuela Buratti ha prestato

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sanitari che si occupano di malnutrizione dei bambini a causa di un povertĂ materiale e culturale (nella dieta compaiono solo i carboidrati). Nei ricordi di Manuela riaffiorano le tante immagini di un popolo che, nonostante la povertĂ , ha una grande dignitĂ . Tra i volontari c’è anche chi come Jessica, che è stata a Salinas in Ecuador a 4.200 metri d’altezza, ha scoperto durante il servizio una nuova vocazione. Jessica, 27 anni mamma eritrea e papĂ italiano, si è presentata alla Tovini per sviluppare la tesi di laurea e poi insieme all’amica Serena si è ritrovata in Ecuador a lavorare – dopo un iniziale corso di fiosterapia per bambini disabili – nel commercio della lana per due diverse microimprese comunitarie, girando il Paese e partecipando anche alle Fiere per promuovere la produzione della lana di alpaca di Salinas; ha favorito anche il commercio equo e solidale e soprattutto responsabilizzato le persone del posto. E adesso lei e Serena sono pronte a ripartire. SĂŹ, l’anno di volontariato può servire anche a capire quale strada percorrere. Nel loro futuro lavorativo c’è ancora l’Ecuador e, in particolare, l’impiego nella filanda dove potranno mettere ulteriormente a frutto quanto imparato in questi mesi. “Non avrei mai pensato – confida Jessica – ma credo che questa esperienza sia stata voluta dal Cieloâ€?.

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Il Comune di Padenghe sul Garda, tramite l’Assessorato ai servizi sociali, ha raggiunto con il gruppo Sma, che nel centro gardesano ha un supermercato, un accordo per la raccolta delle derrate in scadenza. Periodicamente i servizi sociali, con la collaborazione dei lavoratori socialmente utili, prelevano dal supermercato i prodotti alimentari che sono prossimi alla scadenza o che hanno confezioni danneggiate che nessuno comprerebbe. I generi raccolti successivamente

GiovedĂŹ 7 febbraio, alle 20.45 presso l’auditorium S. Fedele di Palazzolo sull’Oglio, Paolo De Benedetti, teologo e biblista (e uno dei massimi esperti contemporanei dell’ebraismo), proporrĂ la lezione:“Il futuro di Dioâ€?. La serata fa parte del programma del festival di filosofia “Fare memoria... perchĂŠ?â€? Paolo De Benedetti dirige, tra le altre, la prestigiosa collana “Pellicano rossoâ€? della Morcelliana ed è tra i curatori del Dizionario Bompiani

vengono preparati in pacchi alimentari misti che vengono poi distribuiti a famiglie, anziani e persone in temporanea difficoltĂ economica. L’iniziativa consente di raggiungere un duplice obiettivo: si aiutano le famiglie che, anche solo temporaneamente. sono in difficoltĂ e al contempo si evita lo spreco di derrate ancora non scadute. Grazie alla collaborazione pubblicoprivato è stato messo in campo un pregevole esempio di solidarietĂ sociale e di attenzione agli sprechi.

delle Opere e dei Personaggi di tutti i tempi e di tutte le letterature, voll. XII. Nel giugno del 2011 ha ricevuto, nell’ambito del Festival Internazionale della Cultura ebraica di Casale Monferrato, il Premio OyOyOy!, prima di lui assegnato a Emanuele Luzzati, David Grossman, Abraham Yehoshua e Amos Oz. L’ingresso alla serata è libero. Per informazioni: Ufficio cultura tel. 030.7405525 oppure cultura@ comune.palazzolosulloglio.bs.it

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Non ci son piĂš fanciulli Tolgo dall’Avanti! questa piccola nota sopra uno spettacolo teatrale: “Si presenta alla ribalta la piccola Clely, la minuscola divette che il cattivo gusto dominante ha portato agli onori della notorietĂ . Ăˆ una bimba di otto-dieci anni, bionda, capelli d’oro, occhietti impertinenti, visino di donna fatta. Canta – cioè no, non canta, dice – con una voce che stride le solite canzoni e le non meno note scipitaggini. E dice sculettando, saltellando, ridendo, giuocando, ballando, smorfeggiando e facendo la ‘mossa’ alla Maria Campi. Una seconda Titina, dunque, Una seconda Titina che ripete pappagallescamente intonazioni e gesti imparati come una lezione, sĂŹ che il contrasto fra l’esteriore serenitĂ della sua innocenza e la caricatura della malata femminilitĂ che esibisce fa soffrire. Ma chi l’avverte? Il pubblico – quanti papĂ , quante mamme in platea! – va in goga e magoga, e non comprende, non può comprendere che il numero della dolce Clely è una mostruositĂ . PerchĂŠ, o la bimba non sa quel che fa e la sua arte non è quindi che arte

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scimmiesca, o lo sa, e allora il prodigio è una turpitudine. Ăˆ chiaro. Ma la folla in sagra non ha scrupoli e non ha tempo nĂŠ voglia di interrogarsi. Vuol divertirsi: grassamenteâ€?. Questo ha scritto il giornale socialista. Un altro giornale, “Il Secoloâ€? mi offre questo secondo appunto: “Cologni Luigi è un

ragazzetto che frequenta le scuole di Porta Romana. I suoi genitori tengono in via Verziere una di quelle ‘note’ case che, quando mancano certi requisiti, si chiamano, chi sa perchĂŠ, malgrado siano conosciutissime, ‘clandestine’. Il padre, Ambrogio Cologni, si trova al Cellulare perchĂŠ implicato in una

rapina‌ La posizione del padre, l’ambiente nel quale il ragazzetto viveva, il continuo timore delle frequenti visite che nella sua casa faceva la P.S. avevano reso il ragazzetto Luigi spaurito, facile ad impressionarsi. MercoledĂŹ nella sua vita avvenne una piccola tragedia. Il maestro, come punizione di non si sa quale fallo, lo cacciò fuori di scuola per un giorno. Angosciato il ragazzo fuggĂŹ di casa, non avendo coraggio di presentarsi a sua madre, e maturando, nel piccolo cuore un oscuro proposito. Prima di fuggire cercò in un vecchio canterano una rivoltella, con la quale evidentemente pensava por fine ai suoi giorni. Se non che la rivoltella, al momento tragico, non funziona. Allora il ragazzo si procura una forte dose di tintura di iodio, e, la sera, lungo le scale della sua casa – alla quale forse era tornato attratto da una ultima nostalgia, al buio, ingoia il veleno. Poco dopo lungo le scale si ode un tonfo: si accorre e viene trovato il fanciullo che si contorce fra gli spasimi del fuoco che gli brucia le viscere‌ Quante riflessioni amare, se l’animo si sofferma sull’episodio! Vi sono

creature che vivono nell’ombra, e per questo non sono piĂš fanciulli, chĂŠ possono soffrire come uomini!... E poi, le armi, che non fanno piĂš terrore a nessuno; e poi lo stoicismo di una creatura di 13 anni! Chi ha cancellato i fanciulli dalla faccia della terra?â€? Hai letto bene? Adesso tu che leggi bene, domandati cos’hai fatto, perchĂŠ si abbiano ancora dei fanciulli e cioè delle anime innocenti, semplici, generose, buone, biricchine ma candide. Se ti pare di non aver fatto niente mai, di non aver mai accarezzato un bimbo, di non averlo mai regalato d’un giocattolo, di non aver evitato un gesto che lo potesse maliziare, corrompere, turbare, di non esserti astenuto dal teatro quando una piccola creatura vi veniva prostituita, di non aver protestato quando al cinematografo la scena violenta e truce o vergognosa veniva a raggrinzare le piccole fronti o a turbare il sereno degli occhi di un innocente, se non hai fatto nulla di tutto questo, uomo o giovane che tu sia, riconosci d’aver tu pure, la tua responsabilitĂ , nel radiare dalla faccia della terra l’esistenza dei fanciulli.


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“Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai piĂš una virtĂš, ma la piĂš subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo nĂŠ davanti agli uomini nĂŠ a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tuttoâ€?. Questo scritto di don Lorenzo Milani è ripreso dalla sua “Lettera ai giudiciâ€? e fa da sfondo alla serata in programma a Lumezzane venerdĂŹ

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8 febbraio. Il titolo dell’incontro è “L’obbedienza non è piĂš una virtĂšâ€? con una riflessione a piĂš voci a partire dall’esperienza di don Milani (Firenze, 27 maggio 1923 – Firenze, 26 giugno 1967), sacerdote, insegnante, scrittore ed educatore italiano. L’appuntamento è per venerdĂŹ 8 febbraio alle ore 20.45 nella “Sala convegniâ€? presso l’oratorio di Sant’Apollonio. Interverranno: Francesco Gesualdi, allievo di don Milani, responsabile

del Centro nuovo modello di sviluppo, cofondatore Rete Lilliput e presidente della Fondazione Don Milani Firenze, e Luciano Pendoli, vicepresidente provinciale Acli di Brescia e consulente del Centro servizi volontariato. La serata è organizzata dagli oratori di Piatucco, S. Apollonio e San Sebastiano insieme all’associazione “Il mondo in casaâ€? e dalla cooperativa “Il Mosaicoâ€?.

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ome ogni anno arriva il carnevale ad allietare con maschere, frittelle e colori la fredda stagione invernale. E puntuale è anche l’impegno della Provincia nel raccogliere e divulgare sul sito i principali carnevali organizzati da Comuni, oratori, pro loco e associazioni. Si può scegliere fra carnevali antichi e di grande valore antropologico come quello di Bagolino che ripropone, fra i piĂš longevi, danze e canti di “Mascher e BalarĂŹâ€? o quello di Carpenedolo dove siamo arrivati alla 55ÂŞ edizione (sabato 9 alle 14 la sfilata dei carri e alle 15 giochi e scalata della cuccagna). Dalle montagne alla pianura c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il carnevale bagosso trasforma il paese: lunedĂŹ 11 febbraio alle 6.30 la Messa per i balarĂŹ (ballerini) presso la parrocchiale di S. Giorgio, alle 7.30 l’inizio delle danze che proseguono nella parte alta (localitĂ Cavril) fino alle 12, per essere poi ripresi dalle 14. MartedĂŹ 12 i balarĂŹ arrivano alle 8 nelle strade della parte bassa del paese. Il carnevale prosegue con la presenza dei mascher e dei carri fino alle 20 con il ballo finale dei balarĂŹ in piazza. Se ci spostiamo in Valle Camonica, tra Gianico, Artogne e Pian Camuno va in scena la 12ÂŞ edizione del Carnevalando: domenica 10 febbraio la sfilata dei carri e dei gruppi mascherati partendo alle ore 13.30 da Gianico, passando da Artogne (ore

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carri allegorici per le vie del paese; partenza da ex via Valli, arrivo in piazza Costantino (Piazza del Mercato), alle 16 la festa animata con l’intrattenimento musicale in compagnia di Luigi Del Panno. Sabato 9 febbraio sotto il tendone riscaldato dell’oratorio di Erbusco alle ore 16 lo spettacolo di Burattini “Il principe ranocchio� con la Compagnia Degan, presenta Gianduia e Testa Fina, intrattenimento con gonfiabili, truccatrici, pop corn e zucchero filato; alle 21 tocca alla musica dal vivo con “Nautiblues Band�, concorso marchere adulte in movimento, mentre alle 23 viene servito il

risotto al franciacorta. Domenica 10 il corpo musicale “Dino Magriâ€? di Erbusco accompagnerĂ le maschere in oratorio. La lunga giornata si conclude alle 21 con lo spettacolo “Carnevalandoâ€? degli oratori. Per chiudere in cittĂ , sabato 9 febbraio alle 18 tocca a “Carmen-Valeâ€?: il carnevale del Carmine allestito tra via Bandiera, via Battaglie e via Bixio. Carri, maschere, trampolieri e truccatori per una festa aperta a tutti. Anche il martedĂŹ grasso spazio alle maschere con il Gran Ballo di Carnevale alle ore 16 (quota di partecipazione 5 euro) all’oratorio della Pace.

&RUVR GL LFRQRJUDILD Il Gruppo di animazione culturale Nexus della parrocchia di Ghedi propone un cammino di fede attraverso un Corso di iconografia che svilupperĂ il tema “Una porta ecumenica sull’Infinitoâ€?. Il corso inizia il 20 febbraio, per concludersi il 12 giugno e si terrĂ all’oratorio di Ghedi, di mercoledĂŹ, dalle 20.20 alle 22.30. Durante le lezioni, sia teoriche che pratiche, si vivrĂ l’esperienza della scrittura di un’icona bizantina: l’icona verrĂ rea-

lizzata da ogni singolo partecipante sotto la guida del maestro iconografo su una tavola in legno di tiglio giĂ gessata e levigata. L’intento di questo percorso è dare indicazioni teoriche e pratiche, con esercitazioni propedeutiche alla messa in opera dell’icona, che vengono viste come via di preghiera, prospettiva della misericordia del Padre che attraverso l’incarnazione del Figlio, grazie allo Spirito Santo, ha generato la Chiesa. Gli interessati

possono già iscriversi (le iscrizioni sono aperte fino al 16 febbraio) e chiedere informazioni alla biblioteca nelle giornate di giovedÏ e sabato mattina dalle 10 alle 12; il martedÏ e venerdÏ dalle 17 alle 19. Altre informazioni, al numero 030901062 (ore pomeridiane/ serali) o sul sito nexusghedi@gmail. com. Il corso, che si ricorda, è a numero chiuso (è previsto un massimo di 15 partecipanti) verrà attivato al raggiungimento di minimo otto iscrizioni.

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‘�—�‡ †‹ ”‡•…‹ƒ � ’‘”–ƒŽ‡ ™‡„ ’‡” Ž‡ ˆƒ�‹‰Ž‹‡ Il Comune di Brescia ha presentato il progetto, che ha coinvolto diversi assessorati, relativo al nuovo portale web dedicato ai servizi alla famiglia. Si tratta di uno spazio informatico (http:// famiglia.comune.brescia.it) in cui si potranno reperire informazioni, dati e comunicazioni utili alla famiglie nelle diverse fasi della vita. Come ha ricordato l’assessore Giorgio Maione (nella foto), ospite della rubrica Zoom di Radio Voce, il portale vuole contribuire

a rendere piÚ facile la vita delle famiglie, fornendo in modo rapido una serie di informazioni per le quali si perde tempo prezioso. Un servizio on line, ha continuato Maione, che non vuole sminuire l’importanza del rapporto diretto tra le persone che, anzi, va promosso e tutelato. Il nuovo portale vuole essere l’espressione della centralità della famiglia, della unitarietà dei bisogni che esprime, della solidarietà nei confronti della famiglia stessa

per sostenerla nei suoi compiti di cura e di assistenza solidale e della necessità di promuoverne e ancora piÚ sostenerne l’autonomia e l’autoderminazione nel senso di creare le condizioni, affinchÊ la famiglia torni a essere il primo osservatorio dei bisogni e dei disagi personali, assumendo un ruolo centrale nei processi decisionali delle politiche comunitarie, affinchÊ nella programmazione dei servizi si vadano ad attivare risorse e

strumenti adeguati che tengano conto delle reali esigenze. Nelle intenzioni il portale è destinato a costituire non solo un nuovo strumento di comunicazione e di informazione per le famiglie, ma in prospettiva anche un canale diretto e semplificato di accesso ai servizi con la possibilità di collegamenti online in aree dedicate. Dovrà diventare uno strumento attraverso il quale amministrazione e famiglie possano aprire un dialogo.

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’associazione di guide turistiche abilitate Il Mosaico da oltre 20 anni propone percorsi di approfondimento storico-artistico sulla realtĂ bresciana. Quest’anno l’associazione propone quattro percorsi nel centro storico cittadino, sulle orme di chi, tra il 1943 e il 1945, attraversò quelle strade cercando rifugio dalle SS, portando viveri e notizie ai partigiani nascosti o di coloro che, per primi, si riunirono per dar vita alla Resistenza. Attraverso i percorsi si potranno rivedere i luoghi della Resistenza, ascoltare le memorie e conoscere i protagonisti del biennio repubblichino; saranno ricordati i deportati bresciani e sarĂ reso omaggio ai resistenti caduti agli angoli delle strade. Sono stati pensati quattro percorsi sui luoghi dell’oppressione, della Resistenza cattolica, della Resistenza laica e della memoria. Per quanto riguarda l’oppressione, la partenza è dalla Vineria Dolcevite in

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TV2000 PiĂš di quello che vedi

Digitale terrestre canale 28

piazza Paolo VI 21. Per sottolineare l’opera della Resistenza di sacerdoti e religiosi si incomincia dall’Osteria dei Mercanti. Con la rinascita delle formazioni politiche si prendono in rassegna i luoghi della Resistenza

partendo da Caffè Magenta. Per la memoria si ricordano, dall’Infopoint turistico, gli ebrei bresciani deportati e gli eccidi cittadini. Non è obbligatoria la prenotazione, la durata della visita è di circa un’ora e mezza. Il costo a persona è di 4 euro (gratuito per i minori di 18 anni) con la possibilitĂ di un biglietto per la partecipazione a tutti e quattro gli itinerari al costo di 12 euro. Per le scuole è stato pensato un unico percorso, che unisce i diversi argomenti,. Viene proposto a pagamento, in orario scolastico, su prenotazione. Ecco le date: domenica 17 febbraio (ore 10.30 - Vineria Dolcevite, ore 15.30 - Caffè Magenta di Corso Magenta, 42), sabato 2 marzo (ore 15.30 - Infopoint turistico di via Trieste 1), domenica 3 marzo (ore 10.30 - Osteria dei Mercanti di via delle Battaglie 2/A, ore 15.30 - Vineria Dolcevite), sabato 9 marzo (ore 15.30 - Infopoint turistico), domenica 10 marzo (ore 10.30 - Osteria dei Mercanti, ore 15.30 - Caffè Magenta).

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proponendo una completa ‘cultura’ enogastronomicaâ€?. “Golositaliaâ€?, in programma da venerdĂŹ 8 a lunedĂŹ 11 nei padiglioni della Fiera di Brescia, è divisa in settori dedicati a food, ristorazione e prodotti di qualitĂ , settore enologico, birra artigianale e attrezzature professionali. Uno spazio è destinato al turismo enogastronomico, uno degli elementi piĂš importanti per il rilancio dell’economia. Il visitatore avrĂ modo di conoscere i prodotti facendoseli raccontare da chi li

produce, assaggiarli e acquistarli, potendo scegliere tra le migliori produzioni provenienti dal territorio bresciano, nazionale ed europeo. “Golositaliaâ€? è studiata per promuovere una vera ‘cultura’ enogastronomica attraverso iniziative di approfondimento, degustazioni, assaggi, dimostrazioni, lezioni di galateo, corsi di decorazione e cucina senza glutine, percorsi sensoriali. Attenzione anche alla salute. Domenica, dalle 13 alle 18, verranno

esposti i principi di uno stile di vita corretto, le cause dell’obesitĂ e i passi da percorrere per affrontare con successo la perdita di peso. C’è spazio anche per il concorso del “Divin Mattarelloâ€?, destinato alle massaie, ma aperto anche agli uomini e per la sfida dei “Cuochi d’autoreâ€? tra i ristoratori bresciani, nell’intento di dare maggiore visibilitĂ alla creativitĂ ed all’abilitĂ dei professionisti presenti sul territorio. Le informazioni sul sito www.golositalia.it. (v.b.)

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uando l’alfabetizzazione non è solo imparare a leggere, ma è anche imparare a conoscere il proprio corpo. Sono iniziate il 21 gennaio le attivitĂ di alfabetizzazione motoria promosse per il terzo anno a livello nazionale da Miur, Coni e Ufficio scolastico orovinciale nelle scuole primarie della nostra provincia. A beneficiare delle due ore settimanali di attivitĂ , programmate fino alla fine di maggio, saranno nell’anno scolastico in corso oltre 8000 bambini, appartenenti a 40 istituti diffusi in maniera omogenea sul territorio, da Edolo a Montichiari, da Palazzolo a Lonato. “L’adesione all’offerta ministeriale di alfabetizzazione motoria –spiega la dirigente dell’Ufficio scolastico Maria Rosa Raimondi – è andata progressivamente aumentando in questi tre anni, coinvolgendo un numero sempre piĂš maggiore di scuole ed alunniâ€?. Il progetto prevede che un esperto, laureato in scienze motorie, affianchi il docente, normalmente titolare dell’insegnamento, nella proposta di giochi e momenti educativi, non competitivi e non discriminatori, semplici ed accessibili a tutti i bambini, compresi gli alunni disabili. Le lezioni offerte hanno l’obiettivo di condurre i piĂš piccoli alla scoperta del proprio corpo, del movimento e della relazione con l’altro, facendosi portavoce di uno stile di vita sano sin dai primi anni di etĂ . Inoltre, ogni scuola aderente all’iniziativa riceve un kit di attrezzi che, alla fine delle ore di lezione, rimane in dotazione all’istituto. “L’attività – prosegue la dott.ssa Raimondi – viene costante-

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di coordinare l’attivitĂ a livello piĂš generale e di gestire il rapporto tra docente ed esperto. “L’attivitĂ sportiva fa bene alla salute e all’apprendimento – ha sottolineato il presidente del Coni provinciale Ugo Ranzetti – perchĂŠ è stato dimostrato che, imparando gli schemi di gioco, i bambini stimolano la memoria e ottengono risultati migliori anche nello studioâ€?. A livello nazionale, il progetto ha preso il via nel 2009-2010 con una fase di sperimentazione in 31 province italiane, che dall’anno successivo sono diventate 103, dato confermato anche nel 2013. Quasi 3000 i plessi coinvolti per un dato che fa segnare un impegno economico di 12 milioni e mezzo di euro, per un totale di piĂš di 500mila bambini iscritti al programma.

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´, WUH YROWLÂľ GHOO¡DFFRJOLHQ]D Accogliere al Carmine. Prosegue il progetto di ospitalitĂ e promozione alla crescita promosso dalla comunitĂ parrocchiale San Giovanni evangelista. La struttura della casa di accoglienza “I tre voltiâ€? è essibile, aperto e attento alle esigenze dei minori stranieri e italiani. Da novembre 2009 a oggi il servizio ha accolto complessivamente 21 ragazzi: 19 minori migranti non accompagnati, un minore allontanato

dalla famiglia e un minore italiano. Il progetto ha in essere un accordo per la gestione del servizio con l’amministrazione comunale; è sostenuto, inoltre, dalla Fondazione Conte Gaetano Bonoris, dall’UfďŹ cio oratori e dalla onlus SS. Desiderio ed Elisabetta. La struttura è stata ricavata all’interno del chiostro di San Giovanni, al secondo piano: è un appartamento costituito da un ampio salone e da tre

camere. Le ďŹ nalitĂ speciďŹ che sono tre: l’ospitalitĂ , la formazione e l’aggregazione. Gli adolescenti, quindi, che non hanno un luogo dove abitare e in attesa di una sistemazione protetta (famiglie afďŹ datarie, rete amicale o parentale) vengono ospitati temporaneamente. All’interno e all’esterno della struttura vengono offerte anche delle opportunitĂ formative personalizzate con l’attenzione a un

inserimento graduale e positivo all’interno della comunità e del territorio. Nella gestione della quotidianità sono previsti momenti di condivisione in gruppo e di inserimento scolastico, orientamento lavorativo e attività ludico-sportive unite ad attività di volontariato (ritiro e consegna mobili usati, ritiro frutta per il banco alimentare, raccolta carta da riciclare e animazione dei grest estivi).


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e costante, soprattutto rispetto all’affidamento di minori a famiglie o singole persone. L’affido familiare è un atto di grande solidarietĂ , che può migliorare la vita di un bambino. L’affido è rivolto alle famiglie, ma anche alle persone single che intendono rendersi disponibili ad accogliere un minore. L’affidamento è un provvedimento temporaneo, che viene disposto per una durata breve, che può divenire media o molto spesso lunga quando i servizi territoriali competenti lo

reputano essere la risposta piÚ appropriata ai bisogni del minore: in questo caso viene preparato un progetto educativo personalizzato, individuando le caratteristiche di famiglia o persona a cui affidarlo, affinchÊ sia seguito e fatto crescere in un ambiente sereno fino a quando la famiglia naturale non abbia superato i problemi che ne hanno determinato l’allontanamento. Durante il periodo di permanenza nel nuovo nucleo familiare, essi continuano a mantenere vivi i

rapporti con la famiglia d’origine. I due incontri di sensibilizzazione si svolgeranno: martedÏ 12 febbraio a Rezzato presso le Suore Dorotee in via Scalabrini 19 (dietro Villa Fenaroli) alle 20.30 e martedÏ 19 febbraio a Botticino Sera presso l’oratorio. Interverranno Fabrizia Quecchia, presidente del Coordinamento e Marco Mason, esperto di affido familiare, con la testimonianza di una famiglia affidataria. Per informazioni, 3664763007.

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’Istituto salesiano Don Bosco di Brescia ha festeggiato San Giovanni Bosco, santo ed educatore, fondatore dei Salesiani e delle Suore figlie di Maria Ausiliatrice, definito dal beato Giovanni Paolo II “Padre e maestro della gioventĂšâ€?. Mentre la parrocchia e l’oratorio hanno festeggiato sabato 26 e domenica 27, l’Opera scolastica ha vissuto in modo speciale il giorno della memoria liturgica, giovedĂŹ 31 gennaio: La Scuola dell’Infanzia e la Primaria delle Suore con una Messa alle 9 presieduta da don Massimo Setti, incaricato dell’Oratorio e una giornata intera di giochi; la Scuola media con una mattinata di giochi, conclusa con la celebrazione eucaristica presieduta dal direttore dell’Opera salesiana di Brescia; l’Istituto tecnico, il Liceo scientifico e il Centro di formazione professionale con il pomeriggio di giochi e attivitĂ ricreative ed educative. Fra queste, l’Educational Lab per

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le superiori, con le testimonianze di Giacomo Scanzi, direttore del Giornale di Brescia, Christian Presciutti, pallanuotista della An Brescia e della Nazionale, Rodolfo Rombaldoni, cestista del Monticelli basket ed ex

Nazionale e il dj del Circus, Brio. Un altro momento particolarmente sentito è stata la consegna delle borse di studio intitolate alla memoria della prof.ssa Barbara Ferrari, insegnante di inglese del Liceo, mancata nel 2011, a tre allievi delle classi quinte dello scorso anno scolastico. La giornata si è conclusa con la celebrazione dell’eucaristia presieduta da mons. Carlo Ghidelli, arcivescovo emerito di Lanciano-Ortona, alla presenza degli allievi, genitori, insegnanti, exallievi e amici di don Bosco e dell’Opera salesiana di Brescia. Tutti i giovani, le loro famiglie, gli insegnanti, gli ex-allievi, gli educatori e gli animatori sono stati affidati a don Bosco perchĂŠ possano sentirsi coinvolti nell’avventura bella e profonda dell’educazione, secondo quello che il rettor maggiore dei Salesiani, don Pascual ChĂ vez, ha proposto per il 2013: “Come don Bosco educatore, offriamo ai giovani il Vangelo della gioia attraverso la pedagogia della bontĂ â€?.

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prima che capitasse qualcosa. A breve, dunque, Il Gabbiano sarĂ non solo tirato a nuovo, ma anche e soprattutto rigorosamente a norma. L’intervento, infatti, non è stato fatto per modificare la struttura della grande sala (non era questa la prioritĂ ), che è rimasta pressochĂŠ la stessa, ma per mettere a norma questa grande struttura che, di fatto, è l’unica del suo genere presente nel Comune di Ghedi. Infatti, se si esclude la sala consiliare, spesso utilizzata anche

per piccole manifestazioni canore e teatrali, giusto perchĂŠ non c’è di meglio; se si considera che il datato Cinema Moderno è oramai in disuso da alcuni decenni; e se si considera che l’annunciato (dalla precedente amministrazione) Teatro Arcioni non vedrĂ la luce perchĂŠ l’attuale amministrazione comunale non crede nel progetto, a Ghedi quando si parla di cinema e/o di teatro si fa riferimento a questa bella struttura parrocchiale, dove vengono ospitati, oltre che le

programmazioni cinematografiche, molte manifestazioni culturali, canore e teatrali. I lavori, cosĂŹ assicura don Giovanni, il curato dell’oratorio, “dovrebbero concludersi entro la fine di marzoâ€?. La spesa dell’intervento, come si diceva, è di circa mezzo milione di euro: “Soldi che al momento non abbiamo – ha riferito mons. Gian Mario Morandini –, almeno non tuttiâ€?. Qualche gesto di generositĂ da parte dei ghedesi non guasterebbe‌ (mtm).

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ai come quest’anno l’assegnazione dei riconoscimenti civici che il Comune di Chiari consegna il 15 febbraio nell’ambito dei festeggiamenti dei patroni Faustino e Giovita, a persone o associazioni che si sono distinte in campo culturale, professionale, sportivo e sociale, hanno soddisfatto i requisiti previsti. I loro nomi, segnalati dai cittadini e scelti da una commissione presieduta dal presidente del consiglio comunale Fabiano Navoni, sono quelli del prof. Pietro Capitanio, per l’impegno professionale, di Enio Molinari, fotografo creativo, e di Davide Gozzini, campione di Supermoto. La consegna dei riconoscimenti avverrĂ alle ore 17.30 nel salone marchettiano di via Ospedale Vecchio alla presenza delle autoritĂ . Per l’occasione la Civica scuola di musica, la CittĂ di Chiari Symphony Orchestra e il Coro Polifonico “CittĂ di Chiariâ€?, proporranno la nuova edizione sinfonica de “La brezza e il sangueâ€? del maestro Emiliano Facchinetti. In merito ai beneficiari del premio, il prof. Pietro Capitanio, laureato in chimica industriale all’universitĂ di Bologna, ha speso la sua vita dedicandosi in maniera quasi esclusiva alla comunitĂ che ha sempre servito con dedizione. Ha ricoperto innumerevoli ruoli: inizialmente insegnante e poi anche preside, passando alla politica, come consigliere indipendente prima, assessore alle politiche sanitarie e ambientali poi, consigliere di amministrazione, difensore civico dal 2006 al 2010. Dal 2011 ad oggi è presidente

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ricordi personaliâ€?. I soggetti dei suoi scatti spaziano da scorci della campagna clarense, alle colline moreniche della Franciacorta, alle architetture di Brasilia o Bilbao. Le opere di Molinari sono state esposte nelle piĂš prestigiose gallerie italiane e mondiali. Su Davide Gozzini, Gozzo per gli amici, si potrebbero versare fiumi di inchiostro. Classe 1981, è attualmente il pilota che vanta il maggior numero di vittorie nel campionato del mondo Supermoto ed è considerato uno dei piloti piĂš spettacolari e aggressivi del circuito. Il suo palmarès è lunghissimo: piĂš volte campione italiano S2, campione del mondo al Supermoto delle Nazioni (Team Italia), campione d’Australia Supermoto S1, campione di Nuova Zelanda Supermoto.

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'XH LQFRQWUL FRQ O¡$JH Febbraio è tempo di Age. Il locale gruppo, formato e animato dai genitori di Pontoglio, è pronto infatti a entrare in azione con almeno due appuntamenti da segnarsi in agenda. La prima iniziativa è organizzata in collaborazione con la Biblioteca comunale dove, sabato 9 febbraio alle 17, andrĂ in scena l’originale spettacolo delle ombre dal titolo “Le avventure del boscoâ€? di Mau-

ra Paletti (ingresso libero), aperto ai bambini del nido e della scuola dell’infanzia e a cui faranno seguito piacevoli momenti d’interazione curati da un gruppo di animatori. La seconda proposta riguarda invece la Giornata di formazione rivolta questa volta a tutti i genitori dei bimbi di nido e materna, promossa in collaborazione con la scuola. La serata, intitolata “La gestione dei capricciâ€?, offrirĂ inte-

ressanti spunti e riessioni proprio sul come migliorare in modo semplice ed efďŹ cace la delicata fase di comunicazione tra genitori e ďŹ gli, ma saranno affrontati e discussi anche tempi e modi per attuare mirate strategie atte ad imparare a gestire i conitti. L’appuntamento, curato dalla relatrice Katia Cadei, è ďŹ ssato per martedĂŹ 19 alle 20.30 presso la scuola primaria. Nel frattempo,

proseguono a ritmo serrato anche i preparativi in vista del Carnevale, organizzato in sinergia con l’oratorio San Giovanni Bosco, e in particolare della sďŹ lata di lunedĂŹ 11 febbraio: il ritrovo è previsto nel piazzale del cimitero in via Santa Marta da dove partirĂ la sďŹ lata di carri e maschere che, snodandosi per il paese, approderĂ al Palabosco in cui si svolgerĂ la festa per i bambini e allargata alle famiglie.



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e ai tagli imposti agli enti locali. “Per questo – spiega l’assessore alla Pubblica istruzione Gianluca Imperadori (nella foto) – anche a seguito di incontri avuti con la dirigente scolastica Angela Bozzi, che da agosto segue tutti i plessi che vanno dall’infanzia alla secondaria di primo grado, ed in attuazione di una legge del 2011, la giunta comunale ha deliberato di voltare pagina al fine di offrire una migliore offerta formativa nell’ottica di una continuitĂ di-

dattica e per una maggiore integrazione tra le professionalità dei docenti dei diversi gradi. Tale modifica comporterà una migliore efficienza nell’impiego delle risorse umane, finanziarie e strutturali oltre a permettere una perfetta organizzazione in relazione al trasporto scolastico e al servizio di refezione�. Il nuovo Istituto comprensivo andrà ad accorpare tre gradi di scuole: l’infanzia statale, la primaria e la secondaria di primo grado che ad oggi sono costi-

tuite rispettivamente da 225 alunni (dislocati su due plessi), 1300 (in sei plessi) e 700 per una popolazione scolastica di oltre 2200 studenti, circa la metĂ del corpo studentesco che gravita su Montichiari. Rimarranno escluse dal sistema sia le scuole paritarie sia la secondaria di secondo grado. La sede dirigenziale unica coinciderĂ con l’attuale Direzione didattica, ubicata in via Battisti 52, con una “filialeâ€? presso la scuola secondaria Alberti. (f.m.)

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ssere vicini. Il mondo del volontariato rappresenta un patrimonio inestinguibile di impegno, passione e valori che, in barba alla crisi imperante, muove giovani e adulti nei piĂš vari campi. Quando poi esso viene declinato nella forma del sostegno ai soggetti piĂš deboli della societĂ , non può che infondere speranza nel futuro. Numerose realtĂ nella cittĂ di Montichiari si occupano, per esempio, di disabilitĂ , con riferimento in particolare all’ambito dei minori: sono “La sorgenteâ€?, “Un sorriso di speranzaâ€? e “Tandemâ€?. Nell’autonomia che è loro propria, ciascuna di queste associazioni ha saputo promuovere nel tempo iniziative ed eventi tesi a sensibilizzare la popolazione sul difficile percorso che sovente bambini e famiglie sono costretti a vivere e, con la collaborazione ottenuta da enti pubblici e privati, sponsor ed aziende del territorio, hanno assunto ormai un ruolo di veri e propri punti di riferimento nel settore. Per “La sorgenteâ€?, storica cooperativa nata nel 1984 e presieduta da Mauro Bettenzoli, parallelamente alla gestione di due centri diurni per disabili, l’attivitĂ consta nell’offrire spazi di consulenza e di aiuto a insegnanti e genitori, ma soprattutto nel supportare

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zio onlus diretto da Daniele Zanetti e costituito da genitori di bambini diversamente abili, spastici, cerebrolesi, sordociechi, affetti da disturbi genetici o nati gravemente prematuri, uniti dal confronto quotidiano con i problemi che questo stato comporta. “Il nostro scopo principale – ricorda il presidente - è il benessere del minore in tutte le sue forme, sia fisico sia psicologico e, con il suo, quello della relativa famiglia. Per questo svolgiamo un ruolo di supporto morale, informativo ed economico. Ăˆ nostra intenzione favorire gli incontri tra nuclei familiari di bambini diversamente abili ed agevolare gli scambi di informazioni utili collaborando inoltre con le scuole per sostenere al meglio l’inserimento dei figli disabiliâ€?. Numerose iniziative sono promosse anche da “Tandemâ€?, associazione che punta ad offrire uno spazio ludico e ricreativo ai ragazzi con handicap creando situazioni attraverso le quali possano fare attivitĂ sportiva, essere seguiti a scuola, avere occasioni di socializzazione al di fuori del contesto familiare. “Le famiglie – afferma la presidente dell’associazione, Paola Invernali – sanno di poter contare su di noi nei tanti aspetti della cura e del sostegno al proprio figlio in difficoltĂ â€?.

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eucaristica il suo centro, può esserci Chiesa in senso stretto solo dopo Pasqua e dopo Pentecoste. Riannodando la Chiesa all’Antico Testamento si attribuiscono ad essa, aggiornandoli i valori appartenenti alla nozione biblica di popolo di Dio. Questa continuitĂ ripropone l’elezione e la chiamata; riattualizza il popolo dell’alleanza; identifica la Chiesa; apre lo spazio al sacerdozio comune. C’è poi una felice consuetudine: quella di vari excursus, brevi disquisizioni

di carattere informativo, inserite a completamento di uno o piĂš punti di una trattazione. CosĂŹ tra i quattro capitoli della prima parte ed i due della seconda inserisce ben 16 digressioni pertinenti ed interessanti. Qualche titolo Nomen Christianum, “I Cristiani e lo Stato nell’era dei martiriâ€?, “L’Anafora eucaristicaâ€?, “Segni allegorici e segni figuraliâ€?, “Le diaconie romaneâ€?, ecc. Nel secondo e terzo capitolo l’autore si occupa della provenienza dei convertiti ecclesia

ex circumcisione ed ecclesia ex gentibus. Segue il quarto capitolo Ecclesia Martyrum. Sull’esempio di Pietro e di Paolo una schiera di martiri sigillerĂ con il sangue la fedeltĂ alla chiamata; segnerĂ la differenza con ogni altra religione. Il primo capitolo della seconda parte è dedicato al Dies Domini: anche il tempo vissuto è ripensato e progettato dalla comunitĂ delle origini sull’evento della morte e della resurrezione che fa di Cristo il centro della storia. (e.g.)

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l piccolo borgo di Bienno si presta bene per la conformazione delle sue vie alla sfilata, lunedĂŹ 11 febbraio alle 14, in maschera con partenza da piazza Liberazione. Per informazioni, si può contattare Bienno Eventi al numero 3275598513. A Borno la vetrina nella giornata di domenica 10 febbraio è tutta per il carnevale bornese: alle 14 la sfilata per le vie del centro storico con partenza dalla piazza ex mercato. L’Alta Valle si segnala per l’appuntamento caratteristico di Edolo: domenica 10 vanno in scena “I colori del carnevale edoleseâ€? con il raduno, alle 14, presso piazzale Battaglione Orobica e la partenza della sfilata carri e maschere; alle 15.30 è in programma uno spettacolo con l’animazione musicale, mentre alle 17 vengono premiati i migliori tre carri in piazza Martiri della LibertĂ . Anche a Malonno non mancano le maschere con il ritrovo alle 14 presso la parrocchia e partenza della sfilata dei

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carri e maschere. Stesso programma anche a Paspardo per “La giornata del carnevale in maschera�: alle 15 di domenica 10 la partenza dei carri da piazzale Marcolini e sfilata per le vie del paese; premiazioni e de-

gustazione di frittelle presso la Sala polivalente. In quel di Monno si incomincia sabato 9 febbraio alle 14 il ritrovo presso piazza Municipio e la partenza della sfilata carri e maschere. A Piamborno la festa ha come tema il mondo incantato “Cappuccetto Rosso: la psicofavola dei fantagenitori per grandi e piccoliâ€?: alle 14.30 il ritrovo in piazza del Mercato e la sfilata per alcune vie del paese poi nel teatro dell’Oratorio; in caso di pioggia favola e merenda in oratorio. A Ponte di Legno, sabato 9 febbraio alle 14.30, la sfilata di carnevale e delle maschere per le vie del paese di Pezzo; alle 20.30 la serata danzante presso il centro sociale di Pezzo; domenica 10 all’oratorio di Ponte alle 15 la sfilata dei carri e delle maschere di carnevale con partenza/arrivo all’oratorio. LunedĂŹ 11 alle 21 la fiaccolata dei maestri di sci, musica, vin brulĂŠ con gli alpini e animazione per bambini presso la partenza della cabinovia Ponte-Tonale.

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Â?–‡”˜‡Â?–‹ ’‹……‘Ž‹ǥ Â?ƒ †‹ ‰”ƒÂ?†‡ —–‹Ž‹–Â? Una piccola manna è piovuta in Valle grazie all’attenta politica di programmazione territoriale dell’Assessorato foreste e bonifica montana della ComunitĂ montana, per nove interventi che vanno da Monno (nella foto) a Gratacasolo in altrettante zone critiche dal punto di vista idrogeologico. I nove interventi riguardano la bonifica della frana Picen a Monno, la messa in sicurezza della Val Dovala a Corteno, la realizzazione delle barriere paramassi a Monte

di Berzo Demo, la sistemazione della valle del BlĂŠ a Ono S. Pietro e la regimazione del torrente Re a Gianico e del Re a Gratacasolo. Tutti i lavori sono progettati dalla ComunitĂ montana tramite i propri tecnici e vengono appaltati alle ditte secondo il criterio del miglior ribasso d’asta. Un caso esemplare è quello del torrente Palobbia a Braone che interessa il conoide su cui è posto l’abitato, ma anche la strada intercomunale Ceto-Braone, la nuova e la vecchia statale 42, la

ferrovia. La porzione del torrente in alta montagna è giĂ stata oggetto di intervento nel passato e rimaneva da mettere in sicurezza la parte del torrente a ridosso dell’abitato di Braone dove nel 1987 c’era stata una terribile alluvione che aveva causato anche due vittime. La messa in sicurezza della parte terminale dell’asta del Palobbia prevedeva una base d’asta di 209.209 euro: tra le 13 ditte invitate a partecipare ha vinto la ditta Filippi di Costa Volpino che ha proposto un ribasso d’asta fino a

94.994 euro, con un risparmio di ben oltre il 50%. Anche questo intervento è stato progettato dalla ComunitĂ montana, affidato all’esperienza del geometra Marco Bazzana, con risparmio sui costi generali. I lavori sull’asta del Palobbia procedono alacremente e, nonostante le difficoltĂ dovute al maltempo di dicembre e gennaio, verranno terminati entro il 10 aprile come da cronoprogramma. Soddisfatto il sindaco di Braone Gabriele Prandini. (Davide Alessi)

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olere è potere, si direbbe. A Edolo la scelta degli amministratori di investire nella raccolta differenziata sta dando frutti. I dati ufficiali della Provincia relativi al 2010 relegavano il principale Comune dell’Alta Valle al 25% di rifiuti raccolti in maniera differenziata. Oggi le cifre ufficiose parlano del raggiungimento di quota 50%, con la forte probabilitĂ di sfondare nel 2013 la barriera del 60%. Risultati cosĂŹ consistenti dimostrano che con un’adeguata pianificazione ed opera di informazione la popolazione è molto disponibile. Ăˆ un peccato che in altre zone dell’Alta Valle da quest’orecchio non si voglia sentire, in particolare a Ponte di Legno dove la differenziata raggiunge a malapena il 20% e ancor peggio vanno le cose nel limitrofo TemĂš, nonchĂŠ a Vione. Per non dire di Corteno Golgi, che differenzia poco piĂš del 15% dei propri scarti. Se poi si pensa che i traguardi per fine 2012 a livello di programmazione territoriale provinciale favoleggiavano di un 65% ci si può rendere conto che solo in pochi casi la questione è stata presa sul serio. Tornando a Edolo i dati della raccolta porta a porta parlano chiaro: oltre 420 tonnellate di rifiuti hanno evitato di essere smaltiti in modo indifferenziato; le 150 tonnellate di carta raccolte nel 2010 sono diventate lo scorso anno 300 e per quanto riguarda il verde si è passati da un misero 32 tonnellate a 260. Quanto ai rifiuti organici, al di lĂ di quelli recuperati attraverso i composter dai singoli cittadini, si viaggia su una media di circa 130 tonnellate

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attende possa favorire i cittadini dei Comuni piĂš virtuosi. Per i meriti di cui si è detto, ma anche a suggellare una ventina d’anni di impegno sul fronte delle energie rinnovabili anche da parte delle amministrazioni De Toni e Branella, il Comune di Edolo è stato insignito a metĂ gennaio del premio internazionale “Un bosco per Kyoto 2013â€?, consegnato a Roma all’attuale sindaco, Vittorio Marniga. D’altra parte è dello scorso novembre l’unanime approvazione in consiglio comunale del “Piano d’Azione per l’energia sostenibileâ€? (Paes), finanziato da Fondazione Cariplo e ci si attende anche dall’Unione europea, con lo scopo di abbattere del 20% le emissioni di anidride carbonica sul territorio entro il 2020.

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$VSHWWDQGR LO 6LPSRVLR GL VHWWHPEUH Il Centro camuno di studi preistorici sta giĂ pensando al Simposio che avrĂ luogo dal 20 al 26 settembre prossimi. Emmanuel Anati ha comunicato il titolo: “L’Arte come sorgente di storiaâ€? ed ha invitato colleghi ed amici alla collaborazione. Verso gli anni Sessanta del Novecento nasce il progetto del “Valcamonica Symposiumâ€? che giunge felicemente quest’anno alla 25ÂŞ sessione. Ma tornando alla mis-

siva di Anati, in apertura ci imbattiamo in un “incipitâ€? invitante: “Il 25° Simposio di Valcamonica, che avrĂ luogo nel cuore della maggiore concentrazione d’arte rupestre d’Europa, è aperto a tutti coloro che sono interessati, cioè studiosi, ricercatori, studenti, appassionati, sia partecipanti attivi, sia uditoriâ€?. Ovviamente coloro che intendono presentare una comunicazione sono invitati a farlo, accompagnando

l’intervento con un breve sunto, entro il 16 febbraio 2013. Gli abstracts ad oggi pervenuti spaziano su varie discipline delle scienze umane e sociali dall’antropologia alla storia dell’arte, alla semiotica, alla psicologia, dalla preistoria alla storia. “Ed è proprio l’incontro – prosegue Anati – tra discipline diverse che caratterizza questo evento: un dialogo senza frontiereâ€?. Mancano ancora otto mesi e ďŹ nora gli iscritti

a presentare comunicazioni sono oltre 100 da 32 Paesi: studiosi, professori, studenti, appassionati sono potenziali ambasciatori della Valcamonica nel mondo. A conclusione del suo messaggio, Anati scrive: “Il Simposio potrebbe essere l’occasione per riunire gli enti pubblici e privati nell’impegno comune di promuovere l’immagine di questa Valle e nel favorire la cultura, la ricerca scientiďŹ ca e l’educazioneâ€?.



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‘˜ƒ–‘ ƒ•–‡ŽŽ‘ —‹•–‹�‹ —� …‘”•‘ †‹ ’‘–ƒ–—”ƒ Una giornata per imparare l’arte della potatura. L’inverno segna l’inizio delle operazioni di taglio e sfoltimento per favorire il corretto sviluppo di una vegetazione compatta e aiutare la crescita della pianta nel migliore dei modi. Per sapere come preparare il giardino e ottenere un’ottima ripresa primaverile e per conoscere, le tecniche corrette di potatura di rose, piante da frutto, siepi e cespugli ornamentali, l’Officina

botanica di Castello Quistini organizza per domenica 17 febbraio un corso teoricopratico con forbici in mano dedicato all’approfondimento degli interventi corretti sulle piante con prove pratiche sul campo: tecniche e regole per non sbagliare e ottenere il massimo dalle vostre piante. Il corso, rivolto ad appassionati e curiosi, sarà tenuto da Silvano Torri, vero esperto del settore e titolare dell’omonima azienda agricola

con sede a Botticino, e si svolgerà in un unico pomeriggio dalle 14 alle 18 tra i giardini e le oltre 1500 varietà di rose di una location unica: Castello Quistini, dimora storica con giardino botanico di Rovato, che per un pomeriggio offrirà ai partecipanti la possibilità di sperimentare direttamente sulle piante presenti in giardino le tecniche apprese. La potatura delle piante è un processo complesso per chi non è del mestiere. Nel corso del

pomeriggio verranno introdotti anche cenni di botanica e alcune nozioni riguardanti le concimazioni e i trattamenti fitosanitari. Per i dettagli relativi al corso e per iscriversi si può viistare il sito web di Castello Quistini www.castelloquistini. com/officinabotanica/. Castello Quistini è presente e molto attivo anche all’interno della pagina Facebook che puoi trovare a questo indirizzo: www.facebook. com/officinabotanica.brescia.

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nche quest’anno i Comuni serviti da Cogeme Gestioni si confermano un’eccellenza nel campo della raccolta differenziata. Va anche detto, però, che il resto della provincia si segnala per percentuali molto basse di raccolta differenziata. La recente pubblicazione del Quaderno 2012 dell’Osservatorio provinciale rifiuti ha confermato ancora una volta come il sistema di raccolta porta a porta adottato in diversi Comuni della Franciacorta e dell’Ovest bresciano si collochi oramai costantemente a livelli di assoluta eccellenza in termini di percentuali di raccolta differenziata. Basti pensare che il 1° Comune in provincia di Brescia in termini di percentuale di raccolta differenziata è Cazzago San Martino, con il 78,76%. Per queste ragioni, Cogeme Gestioni ha voluto sottolineare il costante impegno a favore dell’ambiente con un piccolo ma significativo gesto: la consegna di un Attestato a quei Comuni serviti da Cogeme Gestioni collocatisi nei primi dieci posti della classifica della Provincia di Brescia. L’evento, tenutosi presso la sede di Cogeme in via XXV aprile a Rovato, ha visto la presenza dei sindaci dei Comuni serviti da Cogeme Gestioni che si sono collocati nelle prime 10 posizioni della classifica stilata dall’Osservatorio provinciale Rifiuti. Questi i Comuni: Cazzago San Martino al 1° posto con il 78, 76%, seguono Passirano con il

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lo provinciale nel servizi di Igiene urbana. I dati di questi ultimi anni confermano come sovente i comuni che piÚ effettuano la raccolta differenziata siano serviti da Cogeme Gestioni. Il merito va anzitutto ai cittadini, che con il loro impegno effettuano quotidianamente un piccolo ma fondamentale gesto a favore dell’ ambiente�. L’assessore all’Ambiente della Provincia di Brescia, Stefano Dotti, ha sottolineato i positivi risultati raggiunti dai Comuni premiati e ha voluto rimarcare la necessità anche per il resto del territorio bresciano di proseguire lungo un cammino di una sempre miglior efficienza della raccolta differenziata, andando oltre la media provinciale del 44,95%.

8Q GRSSLR ERQXV VRFLDOH Doppio bonus sociale dal Comune di Pisogne che, con l’avvio dell’anno nuovo, ha anche aperto le domande per la partecipazione a due bandi sociali. Il primo bando è rivolto alle famiglie con almeno quattro ďŹ gli (di cui almeno un minore), residenti nei Comuni compresi nel Distretto Valle Camonica-Sebino, e prevede un beneďŹ cio annuo di 1.200 euro. Il secondo bando è indetto per l’assegnazione di un contributo diretto

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a favore le famiglie presso cui operano assistenti familiari regolarizzate: addette all’assistenza di soggetti affetti da particolari patologie o handicap che ne limitano l’autosufďŹ cienza. Il valore del buono qui ammonta a 200 euro mensili e verrĂ erogato per il periodo 1 gennaio-31 dicembre 2012, con riferimento però al solo periodo in cui l’assistente familiare ha prestato servizio. Tra i requisiti richiesti in questo secondo

bando, è contemplato inoltre avere un reddito familiare Isee (riferito al 2011) inferiore o uguale a 25mila euro. Per tutti gli interessati, c’è tempo ďŹ no alle ore 12 del 15 febbraio per depositare le domande, che dovranno essere compilate su appositi moduli, disponibili nell’ufďŹ cio Servizi sociali del Comune di Pisogne, dove è possibile rivolgersi anche per ricevere maggiori delucidazioni sui requisiti richiesti.

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ÂŽ •ƒ”‡–‹Â?‘ ƒ•‹Â?‹ ‹Â? ˆ‹Â?ƒŽ‡ ƒ Dz ƒ ’”‘˜ƒ †‡Ž …—‘…‘dz Lo scorso 11 gennaio il saretino Augusto Pasini è stato in gara nella trasmissione di Antonella Clerici “La prova del cuocoâ€? e venerdĂŹ 1 febbraio si è ripetuto. Un doppio passaggio televisivo per il 28enne di Sarezzo all’interno della gara “Caccia al cuocoâ€?, vera e propria sďŹ da tra giovani cuochi alla conquista di un posto nella cucina del programma. Una sďŹ da ai fornelli che Augusto ha giĂ superato vincendo il quarto di ďŹ nale e aggiudicandosi in

quest’inizio di febbraio anche la semiďŹ nale contro il cesenate Marco Marcino. Un rotondo 3-0, segno dell’apprezzamento unanime da parte dei tre giudici per il suo “Hamburger Bresciaâ€?, delicato panino con taragnette e cetriolini. Sous chef presso la “Dispensa Pani e Viniâ€? di Torbiato di Adro, Augusto Pasini predilige una “cucina tradizionale in evoluzioneâ€? perchĂŠ – come dice lui stesso – “il compito delle nuove generazioni è quello di preservare e allo stesso tempo

dare nuova linfa alla tradizione stessaâ€?. Un modo di cucinare e di presentarsi che ha conquistato il voto dei tre esperti gastronomici della trasmissione diretta da Antonella Clerici e che gli ha cosĂŹ consentito di andare a giocarsi le proprie chance nella ďŹ nalissima di venerdĂŹ prossimo. Per il 28enne di Sarezzo la sospirata ďŹ nale per entrare in pianta stabile nel cast della “Prova del cuocoâ€? arriverĂ venerdĂŹ 8 febbraio alle 12 in punto, orario d’inizio della trasmissione

culinaria di Rai1. L’avversario sarĂ il 36enne di Bassano del Grappa Riccardo Antoniolo: il migliore entrerĂ all’interno del parco di cuochi che ogni giorno accompagna concorrenti da tutta Italia nella preparazione di gustosi piatti in diretta tv. “Poter essere in televisione – dice Augusto Pasini – e presentare piatti della tradizione gastronomica bresciana e valtrumplina è per me un privilegio. Una grande possibilitĂ che spero di trasformare in opportunitĂ â€?. (a.a.)

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’assemblea della ComunitĂ montana ha approvato il bilancio preventivo presentato dal presidente Bruno Bettinsoli. La minoranza del Pd si è astenuta dopo i no “politiciâ€? alla maggioranza Pdl-Lega, che hanno caratterizzato il 2012. “ Lo facciamo – ha detto il capogruppo sindaco di Sarezzo Massimo Ottelli – dopo aver preso atto in commissione delle difficoltĂ oggettive nello stendere il bilancio per la continua diminuzione o venir meno di fondi regionali e statali, nella speranza anche che presto si chiarisca a livello nazionale e locale il rapporto Pdl-Legaâ€?. Lo stesso presidente Bettinsoli aveva appena definito il 2013 “... anno della veritĂ per il futuro di un ente senza entrate proprie che attraverso i tanti servizi associati ha un suo ruolo, è giĂ di fatto una Unione di Comuni e intende proseguire su questa stradaâ€?. Tutto evidente spulciando le entrate. Il contributo dello Stato si è ridotto a

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140mila a 75mila euro azzerando la possibilitĂ di nuovi interventi. Il bilancio pareggia ancora nella bella cifra di 8,6 milioni: quasi quattro riguardano trasferimenti per servizi associati, in continuo incremento, con capofila la ComunitĂ montana: si va dai servizi sociali a quelli culturali; dalla gestione del territorio e dell’ambiente ai servizi e funzioni comunali di catasto. Al riguardo spicca l’ampliamento del ruolo di Civitas Srl: oltre all’intero settore socio-assistenziale, gestirĂ di fatto tutto il sistema culturale (bibliotecario, archivistico e museale) che ha risorse in bilancio per 854mila euro. Fiore all’occhiello è il sistema bibliotecario da 10 anni sempre in crescita: 23.501 iscritti attivi quasi il 20% su 122mila abitanti; 260mila prestiti. Vi si affianca positivamente il sistema archivistico. Sotto la lente il sistema museale coi suoi 10 siti sulla Via del Ferro: dal Forno Fusorio di Tavernole e miniere (con investimenti milionari dell’Agenzia Parco Minerario ora

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Ăˆ stata una domenica speciale nella ricorrenza di S. Dorotea quella vissuta a Marcheno, dove opera una piccola comunitĂ di tre religiose: la superiora suor Veronica con suor Iole e suor Ester. I marchenesi vogliono loro bene ed attorno è cresciuto un gruppo di una quarantina di cooperatrici con le quali svolgono intensa attivitĂ nel paese in assistenza agli anziani, con la Caritas, in tutte le iniziative parrocchiali. Il 13 aprile saranno in S. Marco a Venezia per la canonizzazione del loro fondatore don Luca Passi: hanno voluto condividere la loro gioia con tutti. Hanno addobbato la parrocchiale in modo particolare nel nome del loro futuro santo ricordando il suo motto “Ardere per accendereâ€?. Poi durante l’affollata Messa domenicale, dove

erano al posto d’onore circondate dalle Cooperatrici, il parroco don Maurizio Rinaldi ha diretto, al posto dell’omelia, un derby speciale tra due squadre di ragazzi, alunni delle elementari e medie,â€?Don Passiâ€? e “Doroteeâ€?, che si sono sfidati, due a due, in chiesa per rispondere a domande sui tempi e l’azione del religioso. Erano stati preparati dalle suore stesse durante le ore di catechismo con l’ausilio di un video sulla vita del sacerdote della antica famiglia dei conti Passi. Anche la Superiora si è cimentata sportivamente nella corsa al campanello con un adulto per rispondere al quiz. Infine hanno distribuito a tutti i presenti un piccolo libretto sulla storia del loro fondatore. Poi la foto ricordo insieme alle cooperatrici.

in sofferenza) al presepio Paolo VI di Concesio. Le presenze sono calate del 42% tra il 2010 (27.785) e il 2011 (16.060). Senza dimenticare, operativi nella sede di Gardone, il Polo catastale, il Geoportale, lo Sportello unico attivitĂ produttive (Suap). Questo ha siglato con la ComunitĂ del Sebino un rilevante accordo: la sua tecnologia verrĂ usata in modo standardizzato, creando un vero e proprio polo di servizi in un bacino di quasi 200mila abitanti suddivisi in 32 Comuni.

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ƒÂ? ƒ—•–‹Â?‘ †‹ ‹‘Â?‡ ƒ –‡Žƒ ”‡•–ƒ—”ƒ–ƒ †‡Ž ‹–‘……Š‡––‘ VenerdĂŹ 15 febbraio, in occasione della festa patronale dei Santi Faustino e Giovita, la parrocchia di San Faustino in Bione presenta alla comunitĂ l’importante tela “L’Eterno Padre e lo Spirito Santo con i santi Francesco Regis, Fermo, Filippo Neri e Albertoâ€? del 1729 di Giacomo Ceruti detto “Il Pitocchettoâ€? che è stata restaurata da Romeo Seccamani. Il programma è il seguente: alle 19 la Messa nella parrocchiale con la presenza della Schola Cantorum parrocchiale,

alle 20 il saluto delle autorità e descrizione dell’intervento di restauro con Romeo Seccamani, alle 20.30 il rinfresco presso l’oratorio. La tela, che troverà posto nella parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita, costituiva la pala dell’altare maggiore del Santuario della Madonna della Rupe, una chiesetta a pianta ottagonale che domina la Conca d’Oro. L’olio su tela rischiava di essere compromesso irreparabilmente. Grazie al sostegno della Provincia

e della Fondazione della comunitĂ bresciana onlus che hanno elargito rispettivamente un contributo di 6.000 euro e di 15mila euro, all’inizio del 2012 sono iniziati i lavori di restauro che hanno interessato la tela del Pitocchetto e la soasa in legno intagliata dallo scultore Marchiondo Bonomini. SarĂ necessario reperire ancora 40mila euro per completare la sistemazione della chiesetta; per questo è stata costituita l’associazione “Amici Madonna della Rupeâ€?.

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un anno dal suo insediamento a presidente della ComunitĂ del Garda, Giorgio Passionelli ha tracciato un bilancio delle principali azioni intraprese. “Dal punto di vista istituzionale abbiamo puntato all’allargamento della base associativa e alla approvazione dell’accordo quadro interregionale che riconosce alla ComunitĂ il ruolo di soggetto coordinatore in diversi settori strategiciâ€?. Tra gli altri: tutela dell’ambiente e del paesaggio, qualitĂ delle acque, sicurezza idraulica e regolazione dei livelli, mobilitĂ , sicurezza della navigazione, tutela e valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e culturale e predisposizione di un disegno sulla pianificazione territoriale dell’area gardesana. Attiva la partecipazione a progetti europei e nazionali, in sinergia con enti pubblici e privati. “Ricordo i progetti “Eulakesâ€? che mira a promuovere un nuovo approccio integrato per migliorare la gestione sostenibile dei laghi europei, “Life +â€? sulla tutela e la valorizzazione delle aree lacustri destinate a canneto, “Sumâ€? sulla mobilitĂ sostenibile e il coordinamento dei lavori rivolti allo sviluppo del turismo enogastronomico, culturale, sportivo ed escursionisticoâ€?. Particolare attenzione ai temi legati all’ambiente. “Per quanto riguarda i livelli del lago, in accordo

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problematiche riguardanti la depurazione ed il collettamentoâ€?. Altri temi riguardano la navigazione, intesa come integrazione e alternativa alla mobilitĂ su gomma (a tal proposito è stato proposto di costituire una societĂ che gestisca, in modo autonomo e disgiunto dagli altri laghi, la navigazione pubblica) e la sicurezza, con il rinnovo e il finanziamento del servizio di Guardia Costiera e l’ottenimento del divieto di transito, per tutto l’anno, dei mezzi pesanti sulla Gardesana orientale. La ComunitĂ del Garda ha fornito collaborazioni organizzative e patrocini per la promozione di importanti eventi culturali, che fanno da volano al comparto turistico. “Abbiamo contribuito alla riuscita di importanti manifestazioni come la Fiera di Polpenazze e quella di Puegnago, il campionato delle bisse “Bandiera del lagoâ€?, le Rassegne di Danza di Salò e il Gran GalĂ del Garda di Gardone Riviera. Stiamo lavorando alle celebrazioni del 150° anniversario della nascita di D’Annunzio che prenderanno il via a marzo e alla realizzazione del festival “I suoni del Gardaâ€? che inizierĂ a maggio e che, coinvolgendo il maggior numero di Comuni gardesani, mira a diventare un festival d’area di rilevanza nazionale ed internazionaleâ€?. Iniziative e azioni che ribadiscono il ruolo di confronto, di sintesi e di unitĂ d’intenti che l’ente gardesano gioca all’interno di un’area disomogenea.

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Colti di sorpresa

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In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, GesĂš, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. SalĂŹ in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe ďŹ nito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pescaâ€?. Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le retiâ€?. Fecero cosĂŹ e presero una quantitĂ enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche ďŹ no a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di GesĂš, dicendo: “Signore, allontĂ nati da me, perchĂŠ sono un peccatoreâ€?. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; cosĂŹ pure Giacomo e Giovanni, ďŹ gli di Zebedèo, che erano soci di Simone. GesĂš disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uominiâ€?. E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto (...).

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mprovviso. Scommetto che Pietro e gli altri pescatori non avevano ascoltato una sola parola di quello che GesĂš aveva detto. Erano indaffarati nelle loro cose, presi dal pensiero di non aver pescato niente. Cose concrete rispetto alle parole del profeta di Galilea. CosĂŹ come incomprensibile doveva essere per loro quell’accalcarsi di gente solo per ascoltarlo. Improvviso l’invito: non a scostare le barche perchĂŠ potesse predicare, ma a gettare le reti, di nuovo, e fuori orario per la pesca. Ăˆ un azzardo che Pietro accetta, forse giĂ affascinato da GesĂš, o forse solo orgoglioso per averlo ospitato, lui, un pescatore qualunque che prende sulla sua barca un personaggio cosĂŹ famoso. Non ha ancora ascoltato niente di quello che GesĂš ha detto, ma accetta. Si fida. Ecco l’altra faccia dell’improvviso di Dio: la fiducia dell’uomo. E il modo di Dio per farsi capire è parlare la lingua dell’uomo. Non in generale, ma di ciascuno a suo modo. Quei pescatori non stavano ascoltando, ma

il fatto concreto di una pesca fuori misura li tocca, come loro toccano i pesci e trascinano le reti che quasi si spezzano. Non serve aver ascoltato per accorgersi che qualcosa succede. L’improvviso di Dio ha un’altra faccia ancora per gli uomini: lo stupore. E ci si può fermare qui. Si può constatare che qualcosa succede e che è fuori dalla nostra portata. Lo stupore è solo la soglia ma non è ancora il passaggio per arrivare all’improvviso di Dio. Anzi non si deve attraversare nessun passaggio: perchĂŠ è Dio che passa, è Lui che attraversa quella soglia: per primo si abbassa al nostro linguaggio di cose e poi si lascia accettare. Pietro lo capisce e quella concretezza del profeta di Galilea (che lui credeva di non aver bisogno di ascoltare) capisce da dove viene, capisce che non è solo pesce; che invece è il modo che ha usato Dio per parlargli. Per questo dice ‘sono peccatore’, che non ha senso davanti a una pesca eccezionale: la pesca per Pietro è il discorso, è la parola, è l’annuncio. Pietro sente quello che non ha ascoltato. Quello per cui si

è fidato all’inizio è il modo con il quale Dio gli ha parlato, l’unico modo che era disponibile ad ascoltare. Questa è l’altra faccia ancora, l’ultima dell’uomo rispetto all’improvviso di Dio: è l’improvviso dell’uomo, la folgorazione, il coraggio di fare quello che non si farebbe in una vita. Ăˆ subito. Non un momento dopo, non una considerazione dopo. Ăˆ subito. Come fa Pietro e gli altri. E non per il pesce pescato ma per l’improvviso aprirsi davanti a loro del futuro di Dio che chiama pescatori i pescatori anche se ne cambia in profonditĂ il senso. Sono ancora loro e non sono piĂš loro. CosĂŹ come una pesca non è piĂš una pesca ma il modo con il quale Dio è diventato improvviso e futuro per quei pescatori. Sono loro e non lo sono piĂš, cosĂŹ come le cose che accadono fin dall’inizio, come una nuova creazione, come nel momento d’inizio nel quale Dio dava il nome alle cose. E cosĂŹ è sempre: quando l’improvviso di Dio cambia il senso di quello che accade e con esso cambia l’esistenza di chi lo vede. Cosa che diventa Parola.

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,O SDVVDJJLR Storiella popolare: un fiume di persone si dirige verso un monte portando una pesante croce. Ciascuno la sua. Alcuni si fermano per riposare, poi riprendono il cammino. Tutti vanno verso la Terra Promessa, ma intanto il cammino per arrivarci è faticoso. Per ritrovare le forze si incoraggiano a vicenda, cantano e pregano. I piĂš forti aiutano i piĂš deboli, ma tutti, grandi e piccoli, giovani e vecchi, uomini e donne avanzano insieme, ognuno con la sua croce. Solo alcuni si fermano, parlano tra loro e ad un certo punto esplodono in una risata “Eureka!â€?. Hanno escogitato uno stratagemma per poter avanzare fino alla cima senza faticare piĂš di tanto, anzi senza faticare per niente. Prendono la croce piĂš grande e pesante

e la dividono in tante parti in modo che ciascuno di loro ne porti un pezzetto. Poi quasi danzando riprendono il cammino sbeffeggiando gli altri. Giungono tutti alla cima. Si trovano davanti ad uno stretto e profondo precipizio. Non si può scavalcare saltando perchĂŠ non è abbastanza stretto e nemmeno possono attraversarlo col loro moncherino di legno in mano. Gli altri invece, seppur sfiniti dalla fatica, appoggiano la loro croce tra una sponda e l’altra del precipizio e vi camminano sopra come se la croce fosse un ponte, un passaggio. La storia ci è stata raccontata da alcuni amici che ospitavamo a pranzo. L’hanno raccontata alludendo al fatto che la loro giovinezza non è stata facile, l’umile origine della famiglia,

la guerra, il dopoguerra, gli studi, gli anni di lavoro, i lutti, ma oggi hanno anche tante soddisfazioni: i figli, i nipoti, la casa‌ ognuno comunque con la sua croce fatta di tante piccole croci. La fede li ha aiutati a portarla e a capire che il senso della vita sta tutto in questa fatica e che senza fatica non si costruisce nulla. Non penso che la storiella voglia dirci che la nostra croce è la garanzia per il passaggio all’AldilĂ , per questo basta la Croce di Cristo. Certo quella Terra Promessa vuole simboleggiare l’etĂ adulta, la maturitĂ , chi non vuole fare la fatica di crescere ne rimane al di qua, pensa di divertirsi ma si taglia fuori dalla vita, quella vera. Questa è stata l’esperienza dei miei genitori e l’educazione che ho ricevuto.


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Oltre 400mila pellegrini sono attesi quest’anno a Sotto il Monte (nella foto), paese natale di Giovanni XXIII, in occasione dei 50 anni della morte del pontefice bergamasco avvenuta il 3 giugno 1963. Saranno numerose le iniziative organizzate nel corso dell’anno. Per esempio, il 12 e 13 aprile, un convegno internazionale su Giovanni XXIII e Paolo VI. Ci saranno poi un percorso mariano, un nuovo sito internet e un video, mentre sono in corso di completamento la nuova

Casa del pellegrino e il giardino della pace. Mons. Alberto Carrara, delegato vescovile per la cultura e le comunicazioni sociali della diocesi di Bergamo, ha parlato di Giovanni XXIII come di “un testimone credibile del Novecento, un uomo di Chiesa�. Ha sottolineato la caratteristica “autenticamente popolare� dei pellegrini di Sotto il Monte, un “paese santuario, dove incontrare Giovanni XXIII nel suo ambiente natale�. Sono circa 4000 ogni domenica i pellegrini che si

recano in visita a Sotto il Monte: circa 100mila l’anno. La diocesi di Bergamo e l’associazione “Papa Giovanni Sotto il Monte Giovanni XXIIIâ€? ha pensato alla costruzione di una “Casa del pellegrinoâ€?, una struttura di accoglienza, gestita da volontari dell’Associazione. “Il nostro obiettivo – ha spiegato don Claudio Dolcini, parroco di Sotto il Monte – è di favorire non un semplice turismo religioso, ma una vera e propria esperienza di pellegrinaggioâ€?.

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l “dono delle indulgenzeâ€? a quanti, “veramente pentiti e stimolati dalla caritĂ , sull’esempio del Buon Samaritano, con spirito di fede e con animo misericordioso, pongano se stessi a servizio dei fratelli sofferenti e, se a loro volta malati, sopportino i dolori e le avversitĂ della vita, innalzando con umile fiducia l’anima a Dio e offrendo aperta testimonianza di fede attraverso la via del Vangelo della sofferenzaâ€?. A concederlo è il Papa, in occasione della Giornata mondiale del malato sul tema: “Va’ e anche tu fa’ lo stessoâ€? (Lc 10,37). L’esempio additato da Benedetto XVI è quello del Buon Samaritano, che insegna a “fare del bene a chi soffre e fare del bene con la propria sofferenzaâ€?, come si legge nella Salvifici doloris. Benedetto XVI concede l’indulgenza plenaria a quei fedeli che, “con animo veramente pentito e contritoâ€?, dal 7 all’11 febbraio parteciperanno “devotamente a una cerimonia celebrata per impetrare da Dio i propositi della Giornata mondiale del malato e reciteranno il Padre Nostro, il Credo e una pia invocazione alla Beata Vergine Mariaâ€?. Indulgenza plenaria anche ai fedeli che “negli ospedali pubblici o in qualsiasi casa privata assistono caritatevolmente, come il Buon Samaritano, gli ammalati e, a motivo del loro servizio, non pos-

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tra simile ragione, sono impediti dal prendere parte alla cerimoniaâ€?, otterranno l’indulgenza plenaria purchĂŠ, “avendo l’animo distaccato da qualsiasi peccato e proponendosi di adempiere non appena possibile le solite condizioni, partecipino spiritualmente alle sacre funzioniâ€?, attraverso la tv e la radio, offrendo a Dio “le loro sofferenze fisiche e spiritualiâ€?. Indulgenza “parzialeâ€?, invece, “a tutti i fedeli ogniqualvolta rivolgeranno a Dio misericordioso, con cuore contritoâ€?, nei giorni della Giornata, “devote preghiere in aiuto degli infermi nello spirito del cor-

rente Anno della fedeâ€?. “La salute è il bene piĂš prezioso che l’uomo possa avere ed in questo giorno non può essere disatteso il pensiero anche nei riguardi di coloro che portano nel loro corpo i segni di una grande sofferenza psico-fisicaâ€?. Lo scrive in una nota Franco Previte, presidente dell’associazione “Cristiani per Servireâ€?, richiamando l’“intuizioneâ€? del beato Giovanni Paolo II, che ha istituito questa Giornata, il presidente cita figure quali San Camillo de Lellis, San Vincenzo de’ Paoli, San Giovanni di Dio, che dettero vita a famiglie religiose dedite agli infermi.

´/D %LEELD GHOO¡RUJDQRÂľ La Bibbia è sempre stato il soggetto di molte opere e progetti d’arte. Un’iniziativa unica in questo senso è in fase di preparazione nella Repubblica ceca su proposta dell’organista della chiesa di San Maurizio a Olomouc, Karel MartĂ­nek, che ha composto una serie di improvvisazioni musicali ispirate ad alcuni capitoli del testo biblico. Ha iniziato il lavoro all’inizio dell’Avvento 2012 e i primi brani sono giĂ stati

pubblicati sul sito www.karelmartinek.sk. Ogni giorno l’organista compone un brano strumentale improvvisato e attualmente sta lavorando al libro della Genesi. “A poco a poco mi piacerebbe mettere in musica tutti i 1.189 capitoli della Bibbia, un progetto che dovrebbe durare circa tre anni�, dice il compositore. “A volte l’ispirazione arriva facilmente, ma alcuni testi mistici richiedono un approccio e

un’attenzione particolari. Il lungo elenco dei nomi nell’albero genealogico della famiglia di Abramo, ho cercato di immaginarlo come un motivo del tempo che passaâ€?, precisa MartĂ­nek. Il titolo del progetto originale di Karel MartĂ­nek è “La Bibbia dell’organoâ€? e l’autore spera nella possibilitĂ di presentare le sue opere anche nelle chiese del suo Paese nativo e all’estero.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ VenerdĂŹ 8 febbraio Ore 21 - Brescia Incontro di preghiera per i giovani presso la Basilica delle Grazie. Sabato 9 febbraio Pellegrinaggio per le parrocchie presso il santuario di Nostra Signora di Lourdes a Verona. Ore 17 - Mompiano Visita alla sede dell’associazione Bimbo chima Bimbo. Domenica 10 febbraio Ore 16 - Brescia - Santa Messa in

occasione della Giornata del malato presso la Basilica delle Grazie. LunedÏ 11 febbraio Ore 9.30 - Bienno - Incontro con i sacerdoti sul Vangelo di Luca presso l’Eremo. MartedÏ 12 febbraio Ore 17 - Brescia - Intervento sul tema della responsabilità presso la sede dell’Università Statale a S. Faustino. MercoledÏ 13 febbraio Ore 18.30 - Brescia - Santa Messa delle Ceneri in Cattedrale. Il 14, 15 e 16 febbraio il Vescovo partecipa alla visita ad limina apostolorum a Roma.

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Il Centro di spiritualitĂ Mater Divinae Gratiae di via S. Emiliano 30 organizza percorsi di vita attraverso la morte. Il 23 e il 24 febbraio (dalle ore 9 del sabato alle 18 della domenica) si tiene il percorso “Il cammino nel lutto: rielaborare per tornare a vivereâ€?. Per partecipare a questo seminario devono essere trascorsi almeno sei mesi dalla morte di un familiare. L’esperienza è guidata da padre Peter Gruber, francescano cappuccino.

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el dicembre 2009 entrava ufficialmente in vigore il Trattato di Lisbona. Circa due anni piĂš tardi divenne operativo l’articolo 11 dello stesso che prevede la nascita dell’Iniziativa europea, un nuovo strumento di democrazia diretta attraverso il quale si riconosce ai cittadini europei la possibilitĂ di unirsi per chiedere che si legiferi su una specifica materia ritenuta di grande importanza. Un atto, dunque, che dĂ ai cittadini la possibilitĂ di far sentire la propria voce e farsi a loro modo protagonisti delle azioni portate avanti dall’Unione europea in un contesto decisamente piĂš democratico rispetto al passato. Tenendo dunque conto di questa nuova e importante possibilitĂ , i movimenti Pro-Life europei hanno promosso l’iniziativa “Uno di noi – One of Usâ€? attraverso la quale desiderano chiedere all’Ue di riconoscere il diritto alla vita anche al bimbo concepito

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re la parola, l’onorevole Carlo Casini, presidente nazionale del Mpv, introdotto dal prof. Massimo Gandolfini, vicepresidente di Scienza & Vita a cui è andato il compito di riassumere quanto accaduto alla Legge 40 dal 2005 a oggi. Nel giugno 2005, infatti, si votò per un referendum abrogativo della stessa Legge, che era stata promulgata nel febbraio dell’anno precedente e che fin dalla sua nascita venne messa al centro di numerose polemiche in quanto poneva in sĂŠ una serie di limiti alla procreazione assistita e alla ricerca sperimentale su embrioni. I referendum non raggiunsero il quorum, ma il primo aprile 2009, la Corte costituzionale italiana, con la sentenza n° 151 dichiarò parzialmente illegittimi i commi 2 e 3 dell’articolo 14 della legge 40, togliendo di fatto il limite dei tre embrioni fecondabili; dal 2009 a oggi, in seguito alla 151, il numero di embrioni congelato si è piĂš che raddoppiato, passando da

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7337 a oltre 16280. “Con Uno di noi, vorremmo costringere l’Europa allo sguardo, perseguire la salvezza di ogni bambino, invertire l’attuale tendenza e creare maggiore unitĂ â€? ha affermato Casini durante il suo intervento per spiegare il progetto. “Non vi spaventi la difficoltĂ del compito, non vi freni l’essere minoranza... L’Europa di domani è nelle vostre mani. Lavorate per restituirle la sua vera dignitĂ : essere luogo dove la persona, ogni persona, è affermata nella sua incomparabile dignitĂ â€? disse il beato Giovanni Pao-

lo II. Il tutto nella certezza che ogni bambino, sin dal suo concepimento, è veramente “Uno di noiâ€?.

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‹‘‹ƒ †ǯ‡••‡” •‡…‘Â?†‹ Ăˆ ben chiaro, allora, che nessuno di noi umani può dirsi “Martaâ€? senza essere “Mariaâ€?, se cosĂŹ fosse cadremmo in due estremi l’uno da robot multiuso, l’altro da meccanismo fuori uso per il non uso! In noi vivono e convivono le due dimensioni che “devono coesistere e integrarsiâ€?. Ricordandoci sempre che noi siamo “secondiâ€?, anche se vorremmo sempre e comunque essere “primiâ€?, l’errore di prospettiva può dimostrarsi

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Â? —‘Â?‘ †ƒŽ ͙͛ —ƒ”‡•‹Â?ƒŽ‹ ͚͙͛͘ una tentazione continua, una sfida che logora, da cui bisogna uscire come dal risucchio di una sabbia mobile con un colpo deciso di tallone: “La prioritĂ spetta sempre al rapporto con Dio e la vera condivisione evangelica deve radicarsi nella fedeâ€?. Allora saremo veramente “secondiâ€? perchĂŠ le nostre opere di caritĂ , pur essendo nostre, le percepiremo non come “frutto principalmente dello sforzo umanoâ€?, in cui il

nostro ego si troverebbe solo lusingato ma ancora chiuso in se stesso, “ma nascono dalla stessa fede, sgorgano dalla Grazia che Dio offre in abbondanzaâ€?. Egli “primoâ€?, noi “secondiâ€?. “PrioritĂ della fede, primato della caritĂ â€?: abbiamo salito il Monte e lo abbiamo ridisceso, i passi sono i nostri passi, contati sul sentiero ma il cuore dov’è? Dov’è tutta l’adesione della persona? Si concentra in un grido che accogliamo

come dono: “AbbĂ ! Padreâ€?, cui rispondiamo, offrendo il nostro (secondo!) dono: “Maranatha!â€?. “Infondendo in noi la caritĂ , lo Spirito Santo ci rende partecipi della dedizione propria di GesĂš: filiale verso Dio e fraterna verso ogni uomoâ€?. Ancora una volta non è architettura pensata e studiata in proprio dalla persona, dalla societĂ , è ben altro: è sigillo del battesimo, è ardore dell’eucaristia. (Cristiana Dobner)

“Le ďŹ gure veterotestamentarie del Cristoâ€? è il tema delle meditazioni scelto dalla Compagnia dei custodi delle Sante Croci per i Quaresimali 2013 in Duomo. Si inizia mercoledĂŹ 13 alle 18.30 con la meditazione di Monari su “Mi alzerò e andrò da mio padreâ€?. Il secondo incontro, sempre con Monari, è il 22 febbraio alle 20.30 su “Geremia, il profeta osteggiatoâ€?. Le altre serate vedono la presenza di Brunetto Salvarani, padre Giovanni Cavalcoli, don Flavio Dalla Vecchia e Andrea Tornielli.

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tto progetti di fraternitĂ per la Quaresima missionaria. Il primo parte da lontano, dall’iniziativa della diocesi che nel lontano 1964 scelse di costruire l’ospedale di Kiremba in Burundi come dono per l’elezione al soglio pontificio di Paolo VI. Oggi l’ospedale offre servizi primari e vitali a migliaia di persone del nord del Paese. Il secondo progetto che prevede l’invio del settimanale diocesano e di “Kirembaâ€? ai missionari sparsi per il mondo. Spesso ricevere e tenersi aggiornati sulle notizie lontane diventa un modo per rafforzare la comunione con la Chiesa di origine. Il terzo progetto vuole sostenere i missionari laici, che con la loro vita esprimono una vocazione: vi sono famiglie intere che prestano servizio in missione. Gli ambiti di interesse sono molti: sanitario, educativo, formativo in campo agricolo e professionale. Attualmente sono 11 i missionari laici che operano in Brasile, Burundi, Uganda, Tanzania, Venezuela, Togo e Burkina Faso. La diocesi di Palmares in Brasile è la destinataria del quarto progetto: l’Ufficio per le missioni sostiene un seminarista della diocesi in ricordo di don Luigino Plebani: il vescovo di Palmares, mons. Genival Saraiva de França, ha avuto l’idea di istituire una borsa di studio per un seminarista maggiore o un sacerdote in formazione. L’interessato è padre

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hicon in Benin per il Centro culturale e di formazione. Il Centro è giĂ stato messo in funzione con segreteria, aula informatica, aula audiovisivi, biblioteca, ristorante e accoglienza; da ottobre a maggio organizza la scuola di formazione per laici e religiosi. Servono 10mila euro per lanciare il centro a pieno ritmo. Dal Togo (Africa occidentale) arriva la richiesta di Federica, Patrizia e Maristella che hanno formato una nuova comunitĂ missionaria chiamata “Cuori Grandiâ€?. Il loro sogno è quello di creare una cittĂ dei ragazzi con oratorio, scuole, famiglia e ospedale per i malati. Il primo obiet-

tivo è quello di costruire una scuola che raccolga i piccoli per la materna e un primo gruppo per le elementari. Il gruppo Est-portiamo nei suoi viaggi frequenti in Ucraina è stato coinvolto dal Vescovo della diocesi latino-cattolica di Mukachevo per un’iniziativa importante: fondare un gruppo che che possa sensibilizzare le donne sul tema dell’aborto (Il 90% delle donne ha abortito). Padre Alessandro Facchini e padre Marco Ferrucci si sono, invece, impegnati per la costruzione di una casa di accoglienza intitolata a Madre Teresa con una mensa per i piĂš poveri sulle Ande peruviane.

/¡HVHPSLR GHOOD IHGH GL 6LPHRQH “Quando ero giovane e ho deciso di diventare prete, avevo il desiderio di tutti i giovani: fare qualcosa di bello, vivere per ciò che c’è di piĂš grande e santo – per Dio – spendere la vita perchĂŠ altri potessero credere all’amore di Dio e potessero sentire la sicurezza che ne proviene. Sembrava la primavera della Chiesa e del mondo, tempo di entusiasmi e di slanci, di speranze infinite e di inizi sempre nuoviâ€?. Il vescovo Monari nell’omelia per la Gior-

nata della vita consacrata ha aperto il suo cuore. Monari ha sottolineato che guarda Simeone con invidia, perchĂŠ lui ha potuto vedere il compimento di ciò per cui era vissuto, il Messia di Dio, mentre noi invece “abbiamo talvolta l’impressione di vedere il tramonto e non l’alba, di sentire la stanchezza e non l’energia giovanile. Le vocazioni che diminuiscono ci danno un senso di malinconia, come se l’ideale che abbiamo accarezzato, che sap-

piamo essere un ideale potente, fosse però diventato fuori moda, incapace di parlare agli orecchi del mondoâ€?. Ma che cosa ha visto Simeone? Un bambino, un bambino di poche settimane con i suoi genitori religiosi e poveri. Nient’altro. “Il resto, la salvezza, tutto rimaneva per lui collocato nel futuro. Ebbene, noi abbiamo visto di piĂš: abbiamo visto quel bambino crescere nella pratica umile di un mestiere, nel contesto semplice di una famiglia,

lo abbiamo ascoltato annunciare con convinzione la vicinanza del Regno di Dio, abbiamo gustato le sue parole come un cibo nutriente, abbiamo ammirato i suoi miracoli come lampi di bene, abbiamo ricevuto da lui il pane della vita e il sangue dell’alleanza. Potremmo desiderare qualcos’altro? In fondo, nella dimensione misteriosa del sacramento, abbiamo ricevuto tutta la grazia di Dio, senza diminuzione, Cristo�.

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Domenica 17 febbraio 2013, prima domenica di Quaresima, si tiene presso il Centro Paolo VI la Giornata di spiritualità diocesana deicatecumeni adulti (dalle ore 15.30 alle ore 17.30) e in Cattedrale il Rito della elezione dei candidati a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana (ore 18.30). La giornata di domenica 17 febbraio si svolgerà nel seguente modo: 15.30–17.30: preghiera, riflessione e confronto per

LunedĂŹ 25 febbraio parte il pellegrinaggio diocesano (tre giorni in pullman), presieduto da mons. Monari, per sacerdoti, religiosi e diaconi nelle Marche con le mete di Loreto, Fonte Avellana e Tolentino. Fra gli incontri previsti, c’è la visita all’abbazia cistercense di Chiaravalle di Fiastra, fondata nel 1142 da un piccolo gruppo di monaci provenienti dall’abbazia di Milano. La quota di partecipazione è di 390 euro. Informazioni allo 0302895311.

Sul sito della diocesi (www. diocesi.brescia.it) è consultabile il documento dell’Ufficio diocesno per l’impegno sociale in vista delle elezioni. Il documento ha come titolo “In cammino verso il futuro tra riflessioni e proposteâ€?. Può essere uno strumento utile per l’approfondimento all’interno delle comunitĂ parrocchiali. Ci attendono vari appuntamenti elettorali, ciascuno dei quali, di per sĂŠ, si carica di aspettative e speranze di rinnovamento.

tutti i catecumeni; ore 17.30: si fermano solo i catecumeni ammessi al Rito della Elezione; ore 18.30, rito della elezione in Cattedrale col vescovo Luciano. Per il Rito della Elezione è necessaria la presenza del padrino/madrina. Chi desidera concelebrare al Rito è pregato di comunicarlo al numero 0303722 245. Le prossime Giornate di spiritualità dei catecumeni saranno: domenica 24 marzo e domenica 5 maggio.

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50 anni di distanza il Concilio Vaticano II è ancora oggetto di molte interpretazioni e riflessioni. Si è conclusa il 19 gennaio scorso la scuola di Concilio di Villa Pace. L’iniziativa, giunta al secondo anno, è stata promossa dall’Azione cattolica bresciana e dall’Ufficio diocesano per gli organismi di comunione, in collaborazione con la Scuola di teologia per laici e l’Ufficio diocesano scuola. Il percorso di approfondimento sui documenti conciliari si articola in un biennio e quest’anno è terminato il secondo anno. Mentre nel primo è stata offerta una conoscenza di base delle quattro costituzioni conciliari, ai partecipanti del secondo anno, quasi una sessantina, è stata data la possibilitĂ di affrontare altri documenti, forse meno conosciuti, ma non per questo meno significativi come le dichiarazioni Nostra Aetate e Dignitatis Humanae oppure i decreti Ad Gentes, Apostolicam Actuositatem e Unitatis Redintegratio. Il calendario prevedeva otto incontri su altrettanti documenti, con la presentazione di un documento in un primo momento e con la riflessione sulla recezione a 50 anni in un secondo momento. Se il primo incontro era dunque

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finalizzato ad una conoscenza almeno embrionale dei testi – che va pur detto non si presentano di facile lettura – il secondo incontro ha invece permesso di vedere come la lezione del Concilio sia passata nella vita della Chiesa. Questo momento di verifica ha consentito anche di valutare come a volte il cammino da fare per attuare il Concilio sia ancora ben lungo. L’avvio della scuola nell’ottobre 2012 ha

visto un incontro con un testimone diretto del Concilio, mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea e a suo tempo giovane padre conciliare a fianco del card. Lercaro. La sua testimonianza appassionata e lucida ha fatto veramente percepire come il Vaticano II sia stato un momento di grazia per la vita della Chiesa, consentendole di compiere quel “balzo in avantiâ€? auspicato da papa Giovanni. Un momento di verifica condotto tra i partecipanti alla scuola alla fine del cammino, specialmente tra quanti hanno seguito l’intero biennio, ha permesso di mettere a fuoco i numerosi aspetti positivi dell’iniziativa insieme a qualche correttivo in vista del cammino futuro. Vista poi la volontĂ dei partecipanti di proseguire anche per il prossimo anno, si è pensato di attivare anche un terzo momento di carattere “monograficoâ€? dedicato ad un documento conciliare con un particolare approfondimento del testo e con l’accostamento delle tematiche che toccano l’attualitĂ ecclesiale, un’attualitĂ che ha senz’altro le sue radici profonde nel Concilio Vaticano II. Solo con lo studio approfondito dei testi si riesce a percepire l’importanza e l’attualitĂ di un evento che ha cambiato la storia della Chiesa.

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patrimonio delle Acli bresciane. La mattinata è stata anche l’occasione per una riessione sull’attuale situazione politica, in vista delle imminenti elezioni regionali e politiche. L’intervento centrale (introdotto dalla relazione del presidente provinciale Roberto Rossini, nella foto) è stato afďŹ dato a Filippo Pizzolato, che ha invitato tutti a leggere queste elezioni in un quadro piĂš ampio, cioè quello europeo. Purtroppo la nostra classe politica fatica

ancora molto a concepirsi in un contesto europeo, e le elezioni per il parlamento europeo vengono considerate una sorta di veriďŹ ca di “metĂ mandatoâ€?. Oltre a Pizzolato anche il presidente Rossini e i delegati intervenuti hanno evidenziato come in questa campagna elettorale siano assenti alcuni temi fondamentali, che sappiano dare una prospettiva piĂš ampia rispetto alle sole questioni ďŹ scali o di possibili alleanze tra partiti.(Roberto Toninelli)

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no d e i t e m i f o r t i dell’attuale campagna elettorale è la disoccupazione giovanile: nei programmi di partiti e liste (e dei singoli candidati) compare spesso questa voce, cosĂŹ come le relative misure per contrastarla. Se a ciò si aggiunge la forte presenza di candidati trentenni c’è da ben sperare che le future camere nazionali e regionali affronteranno presto e con coraggio questo problema (solo la disoccupazione giovanile però, perchĂŠ di quella femminile non si parla quasi mai). In realtĂ , anche il modo con cui si cerca di metter mano a tale problema è indice del fatto che non lo sĂŹ è compreso fino in fondo, in Italia non c’è un problema specifico di “disoccupazione giovanileâ€?, ma ce n’è uno molto piĂš complesso che interpella la dimensione intergenerazionale e di cui la disoccupazione è solo l’aspetto piĂš emblematico. Tralasciando

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si rileva da parte delle istituzioni la difficoltĂ di approcciarsi ai giovani e di ascoltare ciò che hanno da dire. Ciò si riflette, per contro, nella tendenza a isolarsi, facendo gruppo a sĂŠ. Sbaglia chi dipinge i giovani come egoisti e dinteressati verso ciò che li circonda; provate a scoprire quante realtĂ giovanili di carattere sociale e culturale esistono a Brescia e provincia: una miriade, la maggior parte a carattere informale (senza statuto). I giovani che s’impegnano ci sono, ma sempre meno in partiti, sindacati e grandi associazioni, luoghi di scambio per natura, dove si dialoga e spesso ci si scontra anche con la generazione adulta. Ma soprattutto luoghi storicamente e costituzionalmente deputati all’esercizio della rappresentanza democratica. PiĂš i giovani “fuggonoâ€? dalle grandi istituzioni (partiti/sindacati/grandi associazioni) piĂš va in crisi la rappresentanza politica sia dell’intero

Paese che delle singole comunitĂ ; piĂš le grandi istituzioni ritardano nel trattare il problema del dialogo intergenerazionale, piĂš i giovani le percepiscono come vecchie. Ăˆ un gatto che si morde la coda o, a maglie larghe, una riproposizione del dilemma del prigioniero. Ecco quindi che, appena terminate le elezioni, sarĂ utile (almeno nella nostra cittĂ ) aprire dei tavoli dove giovani e adulti possano, prima ancora che risolvere assieme i problemi che li riguardano, conoscersi e imparare ad ascoltarsi.

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Negli ultimi decenni le scuole dell’infanzia aderenti alla Fism hanno risposto a un bisogno educativo e sociale molto sentito dalle famiglie italiane, realizzando servizi per la prima infanzia (zerotre anni), offrendo cosÏ percorsi di continuità educativa dalla primissima infanzia ai sei anni di età . Ogni Regione prevede tipologie di servizio diverse tra loro per caratteristiche e denominazione (asili nido, nidi integrati, spazi gioco) ma di fatto simili per

organizzazione, dimensioni e qualitĂ dell’offerta. Inoltre, dal 2007 sono stati istituiti servizi “sperimentaliâ€? per la fascia 24-36 mesi denominati “Sezioni Primaveraâ€?, a cui le scuole-Fism hanno subito aderito in massa. In un quadro pur non del tutto deďŹ nito, il governo ha continuato a garantire il servizio delle “Sezioni Primaveraâ€?, deďŹ nendo un contributo che consentisse continuitĂ e stabilitĂ a questa importante iniziativa educativa. Nel corso degli anni, però, il contributo

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ha subito tagli e riduzioni, passando dai quasi 30 milioni di euro del 2007 ai 23 milioni e mezzo del 2010, per arrivare ai 17 milioni del 2011. Alcune sezioni, data la perenne insicurezza in merito ai ďŹ nanziamenti, sono state costrette a chiudere e molte altre attendono di conoscere il loro destino. Un mancato riďŹ nanziamento comporterĂ l’inevitabile chiusura di un servizio fortemente richiesto soprattutto da tante famiglie giovani.

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hi sono i bambini multitasking? Sono i bambini contemporanei, quelli che vivono in una dimensione di ‘multi processualità ’, ossia che fanno piĂš cose contemporaneamente (ascoltano musica, parlano al telefono, usano il computer); sono i bambini che imparano in modo diverso rispetto al passato. Parlano senza saper ascoltare, raramente aspettano il loro turno di parola e non percepiscono il silenzio e la concentrazione come mezzi imprescindibili dell’apprendimento. Anzi, la concentrazione diventa sempre piĂš spesso obiettivo da rincorrere giĂ alla scuola dell’infanzia. LĂŹ ci sono bambini reali, non quelli visti sul computer o in tv; la televisione non c’è e le abilitĂ cognitive e sociali da mettere in campo sono diverse. Ăˆ richiesto di ascoltare, di parlare, di rispettare i propri compagni. Ed è qui che i bambini ‘multitasking’, a volte, entrano in crisi. Ascoltare la lettura di una storia in silenzio richiede molta concentrazione e attendere il proprio turno per intervenire mette a dura prova la pazienza di un bambino ‘contemporaneo’; anche prestare attenzione a ciò che dicono i compagni riguardo all’argomento affrontato richiede di saper isolare tutti gli stimoli provenienti dall’esterno. Queste sono competenze adeguate al livello di sviluppo dei bambini di tre/sei anni, quindi è importante richiederle, educarle e coltivarle, a scuola ma anche in famiglia. Il linguaggio, poi, è fondamentale per la

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so unico che precludono l’apertura all’altro (come invece dovrebbe permettere una corretta conversazione). Inoltre, parlare molto non significa necessariamente parlare in modo corretto. La scuola dell’infanzia deve isolare quella miriade di stimoli che bombardano la vita di un bambino, proponendone pochi alla volta. Ecco allora che l’iper eccitazione lascia il posto all’ordine, ai pensieri fluidi, alle parole ricercate, pensate, riflettute. Non si vuole, nella scuola, lottare contro la cultura moderna, ma si desidera fare in modo che il bambino si riappropri di una dimensione a sua misura, meno veloce, meno frenetica, ma piĂš profonda e “umanaâ€?.

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icordare le vittime della pulizia etnica posta in essere dal maresciallo Tito nella Venezia Giulia, in Istria, a Fiume e in Dalmazia, come affermato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che provocò l’esodo di 350mila cittadini italiani, significa dare un orizzonte piĂš ampio e maturo per un esame storiografico obiettivo di un tema che si impone dopo oltre 60 anni di silenzio. Questo il senso del Giorno del ricordo, che il 10 febbraio si celebra in tutto il Paese, nelle parole del presidente del Centro mondiale per la cultura giuliano-dalmata Luciano Rubessa. Quella che si celebra nei prossimi giorni è la 9ÂŞ edizione del “Giornoâ€? istituito con la legge 92 del 2004 per fare memoria della tragedia delle foibe e dell’esodo della popolazione autoctona residente lungo il confine orientale dell’Italia. Quella che la giornata del 10 febbraio prossimo intende celebrare è una

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strascico drammatico, che il Paese pagò alla Seconda guerra mondiale. Cosa fu la tragedia delle foibe? Una risposta a questa domanda non può essere ridotta alla pur tragica conta delle migliaia di persone gettate, giĂ uccise in vario modo o ancora vive, nelle cavitĂ carsiche diffuse tra Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, secondo lo stretto significato del termine nel lessico geologico o speleologico. Si tratta, invece, di tutte quelle esecuzioni e sparizioni di persone avvenute dal settembre 1943 fino al maggiogiugno 1945, a opera delle formazioni partigiane jugoslave o della polizia segreta (Ozna), che accompagnava e controllava l’intero movimento di liberazione jugoslavo (Avnoj), nel passaggio dalla lotta armata contro gli invasori stranieri e i nemici interni, che con essi avevano collaborato, alla costruzione del nuovo stato comunista a partito unico che alla fine della Seconda guerra mondiale sostituĂŹ il defunto regno di Jugosla-

via. Una pagina triste della storia italiabna su cui deve necessariamente essere scritto anche il nome delle migliaia di deportati civili di nazionalitĂ italiana dai territori considerati e dei militari italiani appartenenti a reparti della Repubblica sociale italiana qui dislocati, ma anche dei reparti partigiani italiani o al Corpo di liberazione nazionale del Sud, catturati negli stessi territori alla fine delle ostilitĂ (aprile-maggio 1945), che risultarono ufficialmente scomparsi dopo la cattura. Di essi infatti non è dato conoscere se siano stati trucidati e gettati nelle foibe, nelle cave o miniere abbandonate o nelle fosse comuni sparse un po’ ovunque sul territorio, o siano morti per le privazioni e le sevizie nei campi di concentramento iugoslavi o durante i trasferimenti a marce forzate da un campo all’altro, negli anni successivi. Eccidi, tragedie individuali e collettive, che nel Giorno del ricordo trovano doverosa memoria, che iscrivono il Paese nel tutt’altro

che ambito circolo di quelle realtĂ che hanno consciuto il dramma dei “desaparecidosâ€?. Un fenomeno che, come la vicenda delle foibe incomincia a insegnare, non è solo delle dittature del Sudamerica o di qualche improbabile democrazia africana. Una pagina nera che è stata scritta ai confini orientali del Paese. Solo per una minima parte dei “desaparecidosâ€? italiani dalle cittĂ e dalle campagne della Venezia Giulia, Istria e Dalmazia, è stato possibile, seppure dopo gravi traversie, conoscere la cuasa della morte e il luogo di “infoibamentoâ€? del cadavere. Ăˆ rimasta invece ignota la sorte finale di decine di migliaia di militari, partigiani o semplici cittadini. Sono stati “liquidatiâ€? con la semplice certificazione di “morte presuntaâ€?. Quella del ricordo, dunque, non è solo la scelta di un Paese che voglia finalmente guardare con responsabilitĂ a tutta la sua storia, ma anche un passaggio obbligato per togliere tanti, troppi italiani da una sorta di colpevole oblio.

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Dopo la solenne inaugurazione del 31 gennaio scorso del complesso processo di restauro che ha interessato la chiesa di Santa Maria della CaritĂ , ha preso il via anche un’iniziativa ďŹ nalizzata a far conoscere quella che è una delle piĂš belle chiese della cittĂ di Brescia e uno dei piĂš signiďŹ cativi esempi del barocco lombardo. Su iniziativa di Federica Martinelli è stato messo a punto un calendario di visite guidate. La particolaritĂ della chiesa di via dei Musei ha

PrenderĂ il via il 22 febbraio, presso la sede della Fondazione Cocchetti di Cemmo, il corso di storia “La Valle Camonica nella contemporaneitĂ â€?. La prima lezione del corso, dedicata al tema “Tra due culture: la macroregione alpina nell’Otto-Novecento europeoâ€?, è afďŹ data a Giovanni Gregorini, dell’UniversitĂ cattolica e coordinatore del corso. Sempre Gregorini terrĂ anche la seconda lezione, prevista per il 1° marzo, sul tema “Agricoltura, industria e servizi

suggerito di pensare a piccoli gruppi. Per questo motivo le visite guidate sono solo su prenotazione. Questo il calendario (che si apre il 9 febbraio con due visite già complete): 16 febbraio (ore 10 e 11); 23 febbraio (15 e 16); 24 febbraio (15 e 16); 2 marzo (15 e 16). Il costo della visita è di 5 euro (i ragazzi sino a 18, se accompagnati, entrano gratis). Per informazioni e prenotazioni: Federica Martinelli, 347/3028031; guida.artistica@gmail.com

nel lungo Ottocento camunoâ€?. Le altre lezioni sono in programma l’8 marzo (“Attori sociali e dinamiche istituzionali tra XIX e XX secoloâ€?, docente Sergio Onger), il 15 marzo (“Politica, economia, societĂ fra guerre e dopoguerraâ€?, docente Mimmo Franzinelli) e il 22 marzo (“Il volto trasformativo della Valle nel secondo Novecentoâ€?, docente Gianfranco Tosini). Altre informazioni sul corso (iscrizione 40 euro) su www. fondazionecocchetti. bs.it

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n scena al Sociale, sino a domenica 10 febbraio, la “Scuola delle mogliâ€? di Molière nell’edizione che il regista Marco Sciaccaluga ha realizzato per il Teatro Stabile di Genova. La nuova proposta della stagione di prosa del Ctb vede il ritorno a Brescia di Eros Pagni, protagonista di una commedia che si delineò fin dal suo primo apparire, nel 1662, come uno dei maggiori successi della carriera di Molière. Per la veritĂ il debutto della commedia non fu particolarmente fortunato per l’autore. Lo spettacolo suscitò infatti lo scandalo della corte e Molière, il quale fu accusato di essere volgare, osceno, immorale. Venato molto probabilmente di autobiografismo (proprio in quell’anno il quarantenne Molière aveva sposato la ventenne Armande BĂŠjart), “La scuola delle mogliâ€? è in realtĂ un capolavoro di analisi psicologica e comportamentale, sotteso da una travolgente “vis comicaâ€? nella quale la societĂ francese di allora (ma anche tutti gli spettatori dei tre secoli e mezzo seguenti) hanno avuto modo di rispecchiarsi con paura e con orrore. Da qui,

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dello scorso anno, una sorta di manifesto ante litteram della libertĂ e della dignitĂ della donna. La traduzione operata da Raboni, infatti, mette infatti in risalto, debitamente assecondata dalla regia, il problema capitale dell’amore che una deviata educazione dei tempi di Molière (per altro sopravvissuta per tante generazioni ancora, ndr.) snaturava in diritto dell’uomo e in dovere per la donna. “La scuola delle mogliâ€? resta di scena al Teatro sociale sino al 10 febbraio. I biglietti sono in vendita alla biglietteria del Teatro sociale, via Felice Cavallotti, 20 con il seguente orario: (feriali dalle 16 alle 20 (domenica dalle 15 alle 18). Per altre informazioni sullo spettacolo e sulla continuazione della stagione di prosa è possibile consultare il sito www.ctbteatrostabile.it.

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*OL RUWRGRVVL LQ ,WDOLD SUREOHPL H SURVSHWWLYH Riprendono il 7 febbraio, gli appuntamenti promossi dalla Ccdc, con una serata dedicata all’ecumenismo tema a cui la coopertiva ha dedicato negli anni diversi momenti di approfondimento. “Gli ortodossi in Italia: Problemi e prospettive ecumnenicheâ€? è il tema scelto per l’incontro che vede l’intervento, presso la sala Bevilacqua di via Pace a Brescia (inzio 20.45) di Siluan Span (nella foto), vescovo della diocesi ortodossa rumena in Italia. La serata, oltre che dalla Ccdc, è promossa anche dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e dalla parrocchia ortodossa rumena dei Santi Costantino ed Elena. Il 22 febbraio, alle 18, presso la libreria dell’UniversitĂ cattolica di via Trieste, Ilario Bertoletti intervisterĂ il filosofo Adriano Fabris che ha da poco dato alle stampe il libro, edito dall’editrice La Scuola, “Etica delle nuove tecnologieâ€?. Altro appuntamento della Ccdc, è quello in calendario per il 28 febbraio, questa volta presso le librerie Paoline di via Gabriele Rosa. Alle 18 verrĂ presentata la raccolta di poesie di Arnoldo Mosca Mondadori “La lenta agonia delle beatitudiniâ€? alla presenza dello stesso autore, di Pietro Gibelli e Franca Frisoni. L’attrice Giuseppina Turra intepreterĂ alcune poesie della raccolta. Il 7 marzo la Ccdc tornerĂ nella sala Bevilacqua di via Pace per “Tu ci hai fatti per te. Inquietudine e desiderio di Dio in Agostinoâ€?, commento che Luigi Alici, docente di filosofia morale all’UniversitĂ di Macerata proporrĂ , alle 20.45, ad alcuni brani della “Confessioniâ€? di Sant’Agostino,

letti da Luciano Bertoli. Nel pomeriggio, alle 18, Alici presenterĂ nella sala conferenze dell’editrice La Scuola, in via Gramsci, 26, il libro “I cattolici e il Paese. Provocazioni per la politicaâ€?. Il 14 marzo, presso le Paoline, Saverio Xeres e Giorgio Campanini, presenteranno, alle 17.30, due libri dedicati a don Primo Mazzolari. Ăˆ fissata, invece, per le 18.30 di venerdĂŹ 8 febbraio, nella chiesa della Pace, la Santa Messa in ricordo di Matteo Perrini, fondatore della Ccdc.

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formale e giustizia sostanziale e tra diritto e moralità , la questione della responsabilità , della colpa e del perdono, il tema della narrazione come resistenza all’ingiustizia e forma essa stessa di giustizia trovano illuminazione grazie alla ricerca di una giustizia che, superando formalismi giuridici e istintualità vendicative, sappia aprirsi a percorsi di riconciliazione. Intervengono: Benedetta Tobagi, Gabrio Forti, Gherardo Colombo e Renzo Nardin.

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er Brescia e per tutti i bresciani amanti della lirica e, piĂš in generale, della buona musica il “Concerto di San Valentinoâ€? è diventato un appuntamento da non mancare, una di quelle occasioni in cui il gusto del bello riesce a fondersi anche con quello del buono. Promosso dall’associazione “Amici Istituto del Radio Olindo Albertiâ€?, il concerto dedicato alla festa degli innamorati consente di raccogliere ogni anno i frutti della solidarietĂ bresciana per destinarli poi all’acquisto di apparecchiature sempre piĂš aggiornate e tecnologicamente avanzate per la Radioterapia degli Spedali Civili di Brescia. Per anni il “Concerto di San Valentinoâ€?, che in questo 2013 raggiunge il traguardo delle 28 edizioni, ha avuto in Adriano Marenda, profondamente innamorato della musica lirica e dei suoi interpreti, il suo instancabile animatore. Dalla sua scomparsa, nel 2004, il timone della manifestazione è passato nelle mani della moglie Claudia Marenda che, con il cipiglio e la tenacia che era del marito, ha continuato a portare avanti l’iniziativa, fornendo un importante contributo alla sanitĂ bresciana e, nello specifico, nella lotta al cancro e a tutte le patologie che possono essere

curate con le apparecchiature messe a disposizione della Radioterapia. Ăˆ stata proprio Claudia Marenda, affiancata da Stefano Magrini, direttore dell’Istituto del Radio del Civile e da Cornelio Coppini, direttore generale dell’Azienda ospedaliera “Spedali civiliâ€? di Brescia, ad illustrare la nuova edizione del “Concerto di San Valentinoâ€? che si terrĂ il 3 marzo prossimo al Teatro Grande. Protagonista dell’edizione 2013 del concerto non poteva essere che Giuseppe Verdi, di cui ricorre quest’anno il bicentenario della nascita. L’omaggio al “cigno di Bussetoâ€? sarĂ affidato alla bacchetta del maestro Giovanni Andreoli, giĂ direttore artistico del massimo cittadino e dal gennaio 2010 maestro del Coro presso la Fondazione Arena di Verona, che con il Coro e l’Orchestra filarmonica italiana, sulla scena italiana e internazionale da oltre un ventennio con vasto repertorio che spazia dalla musica lirica a quella sinfonica, con importanti “incursioniâ€? nella musica cameristica e coreutica, proporrĂ al pubblico bresciano il programma ricompreso nel titolo “Ricordando Verdiâ€?. Sul palco del Grande anche importanti voci della lirica nazionale e internazionale, molte della quali legate alla

famiglia Marenda da profondi legami di amicizia. Due nom per tutti: quello del soprano Daniela DessĂŹ che da sempre risponde con entusiasmo agli inviti bresciani a sostegno dell’Istituto del Radio e quello del baritono bresciano Ivan Inverardi. La 28ÂŞ edizione del “Concerto di San Valentinoâ€? è stata presentata nella sala consigliare degli Spedali civili con largo anticipo rispetto all’appuntamento del 3 marzo. Una scelta, è stato ricordato nel corso della presentazione, per fare in modo che i bresciani possano acquistare per tempo i biglietti per il concerto del Grande e garantire, cosĂŹ, per un anno ancora il sostegno alla Radioterapia del Civile, per altro sostenuta dall’associazione “Amici Istituto del Radio Olindo Albertiâ€? con numerose altre iniziative nel corso dell’anno. Per ulteriori informazioni: 030/2306100; 030/2306044.

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Mercoledì 13 febbraio alle ore 18.30 Radio Voce si collegherà in diretta con la Cattedrale per la Santa Messa con imposizione delle Ceneri. La celebrazione sarà presieduta da mons. Luciano Monari. Il tema della meditazione del Vescovo è “Mi alzerò e andrò da mio padre”. Come ogni anno Radio Voce offre agli ascoltatori una serie di dirette speciali in occasione dei Quaresimali e della Scuola di preghiera, quest’ultima sul tema: “La preghiera e il ricordo nella fede”.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa parrocchiale di Cristo Re in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Attorno al tema della responsabilitĂ ruota il festival di iniziative religiose, culturali e artistiche in onore dei patroni Faustino e Giovita, promosso dalla Confraternita S. Faustino e dal Comune con la collaborazione di numerose associazioni e realtĂ del territorio. In Primo Piano (alle 9.20) ne parlano don Armando Nolli e Carmela Perucchetti. Ecclesia (ore 11) nel mese dedicato alla Pastorale della salute si occupa di sclerosi multipla in occasione

La prossima puntata della rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “La festa dei consacratiâ€?, che hanno rinnovato il loro impegno di fedeltĂ a Dio e alla Chiesa. A seguire: “Il sacramento della penitenzaâ€?, tema di riessione nella settimana teologicopastorale; per il Giorno della memoria “Nave celebra la memoriaâ€?; “Capriolo per la vitaâ€? con le iniziative del Comune in occasione della giornata del 3

della visita del vescovo il 20 febbraio nella sede della sezione provinciale dell’Aism. Dalla scorsa settimana padre G. Carlo Paris cura un nuovo ciclo di Cinema per lo spirito (11.20). Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl. Le rubriche sono sul sito radiovoce.it

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febbraio. La rubrica “4 parole...â€? è con don Carlo Tartari per la Quaresima missionaria. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv che manderĂ in onda anche lo speciale “L’evoluzione dello Statoâ€?, con relatore Silvio Troilo.

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,O ´SROLWLFDOO\ FRUUHFWÂľ GL 'DULD %LJQDUGL Lei ha giĂ annunciato che questa sarĂ l’ultima stagione del programma ma non c’è da crederci: il suo raffinato salotto su misura le piace troppo e, a quanto pare, piace anche al pubblico televisivo nostrano, se è vero che nel generale calo di ascolti di La7, “Le invasioni barbaricheâ€? (mercoledĂŹ 21.10) mantiene il suo zoccolo duro di fedelissimi. Almeno, questo è il responso delle prime puntate dell’edizione 2013. La protagonista di cui si parla è naturalmente Daria Bignardi, ideatrice e conduttrice dal 2004 della trasmissione andata in onda fino al 2008, poi interrotta per il passaggio della gior-

nalista a Rai 2 (“L’era glacialeâ€?) e ripresa nel 2010 con il piĂš classico dei ritorni a casa televisivi. Il filo rosso del talk show è costituito dalle interviste barbariche in cui la Bignardi siede a un tavolo faccia a faccia con l’ospite di turno, a cui non vengono risparmiate domande di alcun genere. Dalla politica allo spettacolo, pochi sono i vip dello “show systemâ€? che non si sono ancora fatti intervistare da Daria. La quale, con quell’aria sempre un po’ snob, riesce nell’intento di mettere a nudo anche i risvolti piĂš nascosti dell’animo di molti dei suoi ospiti, complice una squadra di redattori molto preparata

e capace di aiutarla nel documentarsi per bene sulle biografie di chi viene invitato. La struttura del programma è ampiamente rodata, per questo nel corso degli anni gli autori e la conduttrice hanno pensato bene di non stravolgerla piĂš di tanto, limitandosi a qualche intervento sulla scenografia e al ricambio dell’ospite piĂš o meno fisso. Se in passato Morgan si esibiva in ogni puntata con una canzone, quest’anno la presenza stabile è quella di Geppi Cucciari, attrice comica dall’accento marcatamente sardo, chiamata a curare la copertina di apertura. La prima puntata di quest’anno ha

preso avvio con l’intervista a Matteo Renzi, il sindaco di Firenze tornato in tv alla sua prima apparizione dopo le primarie del centrosinistra, per proseguire con il trio di spietati giudici di Masterchef e chiudersi con un colloquio a 360° con Tiziano Ferro. PiĂš impegnato il tono della seconda puntata, con il giornalista Beppe Severgnini, l’ex campione di marcia Alex Schwazer, Belen Rodriguez, Arisa. La cifra stilistica che connota la trasmissione resta il tono improntato al “politically correctâ€?, anche se le domande che la Bignardi rivolge ai propri ospiti non di rado sono quasi im-

pertinenti. Ha dalla sua la capacitĂ di non alzare mai la voce, di non incalzare (quasi) mai chi le siede di fronte e d’intrufolarsi con la giusta discrezione anche negli aspetti piĂš intimi delle biografie altrui. Il suo obiettivo non sembra quello di ottenere picchi di audience, piuttosto quello di creare un’atmosfera piacevole e rilassata per un dialogo che può anche avere momenti drammatici ma che raramente va sopra le righe. Ăˆ vero, il suo atteggiamento salottiero e perbenista non è propriamente “nazionalpopolareâ€?, ma è molto meglio di quello di chi grida o fa gridare pur di colpire a tutti i costi l’attenzione degli spettatori.


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ƒŽƒ ”‡•…‹ƒ ‹‰Ž‹‡––‡”‹ƒ ƒ’‡”–ƒ ’‡” ”‹•–‹ƒÂ?‘ ‡ Â?†”° Il 12 aprile alle 21 sale sul palco del PalaBrescia di via San Zeno un grande nome della musica italiana: Cristiano De AndrĂŠ, che farĂ tappa in cittĂ con il tour di presentazione del nuovo album di inediti “Come in cielo cosĂŹ in guerraâ€?, prodotto da Nuvole e distribuito da Universal, in uscita nel mese di marzo 2013. Il nuovo disco “Come in cielo cosĂŹ in guerraâ€? segna il ritorno di un grande artista, a 12 anni dall’ultimo album di inediti (“Scaramanteâ€?), e dopo il

successo della sua rivisitazione del repertorio del padre con “De AndrĂŠ canta De AndrĂŠ vol. 1â€? (2009) e “De AndrĂŠ canta De AndrĂŠ vol. 2â€? (2010), a seguito dell’omonima fortunata tournĂŠe. I biglietti sono in vendita alla biglietteria del PalaBrescia (via San Zeno 168, Brescia, tel 030.348888, info@palabrescia. it, aperta dal lunedĂŹ al sabato ore 16-19), al Centro oratori bresciani, nelle prevendite abituali del circuito TicketOne e su www.ticketone.it.

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In un futuro, non molto lontano, le associazioni criminali, che hanno inventato il viaggio nel tempo, assoldano killer per eliminare nel presente chi farĂ loro uno sgarbo nel futuro. Questi specialisti si chiamano “looperâ€?. E sono vincolati da una sorta di contratto. Ma un loop si può anche chiudere. Ăˆ facile. Basta eliminare nel presente il proprio io invecchiato di 30 anni che viene spedito indietro nel tempo. In questo caso il looper scioglie

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nche se gli albergatori si lamentano delle scarse presenze in realtĂ Sanremo è giĂ popolata dai primi protagonisti, che stanno prendendo confidenza con il Teatro Ariston. Molte le novitĂ di questa edizione. La prima è senza dubbio il ritorno di Fabio Fazio, a distanza di 13 anni dalla sua ultima partecipazione sanremese (presentò nel 1999 e nel 2000). Fazio sarĂ affiancato da Luciana Littizzetto, mina vagante dotata di innata simpatia. Una coppia affiatata, che farĂ leva sull’intelligenza e sull’arguzia, per offrire una conduzione diversa dai canoni generalmente richiesti dal Festival. Una coppia che sa di poter osare, perchĂŠ da piĂš parti è chiesto un segnale di discontinuitĂ che dia nuova linfa alla kermesse. E cambiamento sia, seppur senza stravolgere alcuni capisaldi, come ad esempio la presenza delle due vallette, che assicurano bella presenza e audience: quest’anno sarĂ il turno delle modelle Bianca Balti e Bar Refaeli. L’altra grossa novitĂ sono gli artisti, il cui elenco è stato depurato dalla presenza tra i concorrenti di alcuni nomi storici, quali Albano, Ricchi e i Poveri, Toto Cotugno –

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tutti e tre presenti però in qualitĂ di ospiti “vintageâ€? – per dare spazio ad artisti, emergenti o giĂ affermati, provenienti da settori musicali piĂš innovativi. Contrariamente a quanto preannunciato da Fazio saranno presenti anche un paio dei protagonisti degli ultimi format tv: Chiara Galiazzo, reduce da X Factor e Annalisa (Scarrone) proveniente da Amici. Ecco l’elenco completo dei

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di un vincitore tra gli otto giovani partecipanti. Il favorito tra questi pare essere Il Cile, che presenterĂ il brano “Le parole non servono piĂšâ€?. Tra i big invece appare molto quotata Malika Ayane, con la canzone “E se poiâ€?. Anche questa edizione del Festival, inevitabilmente, genera come sempre polemiche e discussioni. Critiche alle scelte artistiche sono infatti piovute da alcuni addetti ai lavori, tra cui Pino Daniele, Francesco Bianconi dei Baustelle, che ha composto con i Tiromancino il brano di Chiara Galiazzo ma che dichiara che “il Festival è come la morteâ€? e Mogol. Cominciano a filtrare anche le prime indiscrezioni circa la qualitĂ delle canzoni. Dall’ascolto segreto delle 28 canzoni di Sanremo (ogni “campioneâ€? presenterĂ inizialmente due brani, dei quali uno verrĂ poi scartato) sono emersi giudizi favorevoli verso Elio e le Storie Tese, mentre deludenti paiono essere i brani di Mengoni, Scarrone, Galiazzo e ModĂ . Molti anche i nomi, non tutti confermati, degli ospiti del Festival, tra i quali pare certa la presenza dei Muse, probabile quella di Carla Bruni, sorprendente quella del musicista israeliano Asaf Avidan, artefice di un paio di recenti successi.

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il suo contratto e può godersi i 30 anni di vita restanti, con l’oro trovato sul corpo del malcapitato “te stessoâ€? invecchiato. In “Looperâ€? di Rian Johnson, regista scoperto qualche anno fa a Venezia, la trama si innesta e si costruisce su uno dei canovacci classici del genere fantascienza: quello dei viaggi nel tempo e dei paradossi che si possono generare. Ne esce un film che gioca, proprio come piace fare al bravo Johnson,

con questo e altri generi. E il tutto riesce anche grazie all’ottima interpretazione del protagonista Joseph Gordon-Levitt che si ritrova a percorrere strade e campi all’inseguimento del “proprio ioâ€? di 30 anni piĂš vecchio Bruce Willis. Non c’è errore piĂš grosso per un looper che farsi scappare il proprio premio di buona uscita, soprattutto perchĂŠ chi paga non è disposto a rinunciare facilmente all’uscita del soggetto in questione.

Johnson costruisce un impianto quasi perfetto. Sin dall’inizio delle vicende la storia accompagna lo spettatore dandogli le coordinate necessarie a capire i meccanismi successivi. E l’operazione riesce, ed è importante, con una voce fuori campo, quella del protagonista, che spiega in poche battute; voce che in uno strano loop torna poco prima del finale, a sorpresa. La tensione e la narrazione reggono, lo spettatore si sente coinvolto in una storia

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nel tempo e senza tempo che piace anche ai non amanti del genere. E per gli amanti c’è invece il gioco della ricerca delle citazioni: James Cameron, Terry Gilliam e Cronenberg, solo per dirne alcuni. Un film che piace, puro intrattenimento, su cui ci si perde in ragionamenti, piacevolmente, sia durante la visione che dopo. PerchĂŠ non c’è nulla di piĂš incerto in un film sul tempo, che quale possa essere il futuro. Giusto per chiudere con il tempo.

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In occasione delle festivitĂ dei Santi Faustino e Giovita, la Camera di commercio di Brescia, nel quadro del calendario di iniziative predisposto dalla Confraternita dei Santi Faustino e Giovita, organizza un evento specificamente dedicato al tema: “Giovani, lavoro e imprenditorialitĂ â€?, che si terrĂ lunedĂŹ 11 febbraio, dalle 15 presso la Sala consiliare della Camera di commercio di via Brescia. L’evento ha l’obiettivo di illustrare alcune specifiche e concrete

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forme di sostegno ai giovani che progettano di avviare attivitĂ imprenditoriali, offrendo esempi pratici portati da parte di giovani che hanno avviato con successo nuove iniziative imprenditoriali. La partecipazione è gratuita, previa registrazione tramite scheda di adesione, disponibile sul sito www.bs.camcom.it, da inviare entro l’8 febbraio alla segreteria organizzativa: Ufficio affari generali e relazioni esterne (fax 030.3725364, e-mail: convegni@bs.camcom.it).

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on un manifesto politico tradizionale. Non un programma di partito. E neppure una nuova lista elettorale. “Piuttosto una messa a fuoco chiara di una prospettiva di cambiamento – basata su esperienze e pratiche concrete – finalizzata a smuovere l’agenda politica e a trovare soluzioni sostenibili ai gravi problemi che attanagliano l’Italiaâ€?. Ăˆ questo il senso del manifesto “Per un’economia socialeâ€?, presentato nei giorni scorsi, con cui i firmatari chiedono che partiti e movimenti in corsa per le prossime elezioni politiche e regionali ne considerino i contenuti in vista della definizione dei propri programmi e della propria azione. Tra coloro che lo hanno promosso un ampio spettro della societĂ civile italiana: figure storiche della cooperazione sociale, dirigenti del commercio equo e solidale, promotori della finanza etica, fianco a fianco con riconosciuti esponenti dell’ambientalismo, del consumo critico, del volontariato d’ispirazione cristiana, delle organizzazioni non governative. Tra questi don Virgilio Colmegna, presidente della Casa della CaritĂ di Milano ed Edoardo Patriarca, attuale presidente del Centro nazionale volontariato e dell’Istituto italiano della donazione. Cuore del Manifesto è la proposta di un’economia sociale incardinata nel territorio come orizzonte di riferimen-

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to per la lotta alla disoccupazione e all’esclusione sociale, ma anche per la transizione verso modelli di produzione ecologicamente sostenibili. Punti cardine del documento (consultabile su http://peruneconomiasociale.wordpress.com) sono la riscoperta del mutualismo e della cooperazione, la valorizzazione del capitale sociale, beni comuni, welfare territoriale, nuovo regionalismo europeo, nuove

partnership tra enti pubblici, soggetti non profit e aziende socialmente responsabili in funzione della creazione di lavoro e della valorizzazione dell’ambiente. “In una fase del dibattito politico in cui pare fondamentale ridisegnare nuove prospettive per il Paese – si legge sul sito che lo ospita – il presente manifesto offre ai movimenti e alle forze politiche impegnati nel rinnovamento nazionale un con-

tributo dalla societĂ civileâ€?. Suggerimenti e idee che giungono da persone attive da tempo nei mondi dell’economia sociale, della cittadinanza attiva e del volontariato. “Dall’esperienza maturata in questi ambiti – proseguono ancora i firmatari del manifesto – abbiamo tratto le proposte e le linee d’indirizzo che esponiamo, nella convinzione che esse contengano elementi di pratica vissuta utili al rilancio del Paeseâ€?. Dalla loro parte c’è l’impengo sul campo che, in un piĂš di un’occasione, ha prodotto esperienze innovative nel campo della sostenibilitĂ sociale ed ambientale. “Da esse e dalla nostra relazione quotidiana con i territori e le comunitĂ locali - contuniano - prendiamo spunto per suggerire alla politica italiana idee e persone in grado di ridare fiducia e guardare a nuovi orizzontiâ€?. Cinque le parti di cui si compone il manifesto: “Una crisi della societĂ â€?, “Le risorse della societĂ civileâ€?, “Economia sociale di territorioâ€?, “Nuova governance internazionaleâ€?e “La conversione ecologicaâ€?.

,QVLHPH SHU XQD PDJJLRUH WXWHOD La prima ha 93 anni, l’altra sta per compierne 70. Non si tratta, però, di due arzille vecchiette, ma rispettivamente di Uici e Anmil. Uici opera per tutelare gli interessi morali e materiali di tutti i ciechi ed ipovedenti italiani, Anmil per coloro che sono rimasti vittime di incidenti sul lavoro o contratto malattie professionali. L’etĂ anagraďŹ ca, per alcuni, non conterĂ molto, ma per altri, invece, è il segno tangibile di una

presenza costante nel tempo, la dedizione quotidiana di coloro che hanno potuto scorgere i cambiamenti sociali e culturali di un intero secolo. Dopo anni di rivendicazioni, ognuno impegnato nella tutela della propria categoria, Anmil e Uici vogliono andare oltre le convenevoli apparenze di chi vuole tenere distinto un “invalido del lavoro� da un “non vedente� e hanno capito che senza la salvaguardia di entrambi, non esiste un

futuro all’interno di un welfare che necessita di soggetti attivi e sempre piĂš competenti, capaci di farsi portavoce di un’unica categoria: i cittadini disabili. Con questo presupposto, lo scorso 16 gennaio ha preso vita nasce la convenzione fra Uici, patronato Anmil e Caf Anmil: per consulenza e assistenza ďŹ scale gratuita per i soci e familiari, pratiche pensionistiche, invaliditĂ civile, indennitĂ di accompagnamento, legge

104, disoccupazione, legge 68 e molto altro ancora. Il medesimo servizio, inoltre, è aperto anche ad amici, parenti e conoscenti, con delle tariffe leggermente piĂš alte, ma comunque concorrenziali rispetto a quanto offerto da altri Caf e patronati. Per ulteriori informazioni è possibile contattare la sede provinciale dell’Anmil in via Colonnello R.Psaro, 41 a Brescia, tel 030/39349, brescia@ anmil.it o www.anmil.it


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Festa dello sport al San Filippo sabato 13 febbraio. In quella serata la Nazionale italiana di calcio a 5 (Futsal) incontrerà in un’amichevole di preparazione alle prossime qualificazioni per l’Europeo la Nazionale del Portogallo. L’Italia del Futsal, terza ai Mondiali in Thailandia 2012, incontrerà la forte selezione portoghese per la rivincita dei quarti di finale degli stessi mondiali, dove la compagine italiana guidata da coach

Menichelli superò i lusitani per 4 a 3 dopo un’incredibile rimonta partita dal punteggio sfavorevole di 3 a 0 del primo tempo. Alla partita si potrĂ assistere gratuitamente e saranno organizzate anche varie manifestazioni e spettacoli che faranno da contorno all’evento grazie all’impegno della delegazione provinciale della Figc guidata da Alberto Pasquali e dall’Assessorato provinciale allo sport guidato da Fabio Mandelli.

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i è aperto nei giorni scorsi con una girandola di contrastanti emozioni il Mondiale di sci 2013 , che si disputa sulle nevi della pista austriaca di Schladming. La gara che ha aperto la manifestazione, vale a dire il supergigante femminile, è cominciato come peggio non si sarebbe potuto pensare: la fitta nebbia ha fatto ritardare di oltre tre ore l’inizio della gara, inoltre la forte nevicata e le avverse condizioni climatiche, con il nevischio che ha coperto gran parte della pista, hanno di fatto reso difficilmente praticabile il tracciato, che poi ha purtroppo visto ben due infortuni. Dopo che erano scese le prime atlete, infatti, un guardiaporte che stava ripulendo un tratto della pista si è sentito male cadendo a terra mentre sciava, venendo soccorso con l’elicottero. Successivamente il crac coinvolge una delle protagoniste del circo bianco: la statunitense Lindsey Vonn, infatti, sbatte violentemente sulla neve procurandosi lo rottura della tibia e dei legamenti del ginocchio destro. Per la campionessa americana questo significa come minimo stagione finita e mette in forse anche la sua partecipazioni alle prossime olimpiadi invernali del prossimo anno a Soci in Russia.

da contraltare invece c’è la rabbia e la delusione di Nadia Fanchini, che ancora non riesce a tornare sui suoi standard: è arrivata al traguardo 21ÂŞ e lontana quasi due secondi e mezzo dalla vetta. In ogni caso la pista austriaca offrirĂ nei prossimi giorni occasioni di riscatto a partire dalla discesa libera femminile in programma per domenica 10. Per quanto riguarda il settore maschile, invece, occhi puntati su Christof Innerhofer e Dominik Paris, oltre che su Werner Heel e Peter Fill per la supercombinata di lunedĂŹ 11. Per le discipline piĂš tecniche, come gigante e slalom (che chiuderĂ la manifestazione), si punta tra gli altri su Max Blardone, Manfred Moelgg e Giuliano Razzoli. PerchĂŠ anche sulle nevi di Schladming, il circo bianco possa sempre piĂš colorarsi d’azzurro.

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Dopo l’uscita di scena della Vonn, il gradino piĂš alto del podio è andato alla slovena Tina Maze, seguita da Lara Gut e Julia Mancuso. Si colora invece d’azzurro la quarta posizione, con la bellissima prestazione all’esordio della ventenne bergamasca Sofia Goggia, che si allena in Valcamonica. Ma c’è molta Brescia anche in altri due volti

della spedizione azzurra in gara nel supergigante, volti che riflettono, come si è detto in apertura, sentimenti contrapposti: da una parte infatti troviamo Dada Merighetti soddisfatta del suo settimo posto ottenuto in condizioni fisiche non ottimali e su un fondo non adatto alle sue caratteristiche (oltre che compromesso in generale). A far

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0RQWLFKLDUL LO YHORGURPR RVSLWD OD ´7UH VHUH´ Tra gare di livello nazionale, allenamenti e prove su pista il Velodromo Fassa Bortolo di Montichiari (nella foto) mantiene alto il livello del ciclismo nella nostra Provincia. Nei giorni scorsi si è concluso con successo il Trofeo Erminia Zambelli, manifestazione che ha visto la presenza di un nutrito parterre di campioni impegnati nelle varie categorie della corsa a punti esordienti e allievi, omnium donne

esordienti, donne allieve, uomini e donne open. Ed ora, nell’impianto di via Falcone, è giĂ tempo di organizzare il Trofeo Agrifood Abruzzo, altra gara di livello nazionale in programma sabato 23 febbraio, anche se sarĂ la “Tre Sere del Gardaâ€? (Trofeo Fulvio Schivardi), che si disputerĂ venerdĂŹ 1, sabato 2 e domenica 3 marzo a tenere desta l’attenzione degli appassionati di ciclismo. Si tratta, infatti, di un

appuntamento irrinunciabile per ammirare dal vivo i tanti campioni sfreccianti sulla pista che hanno garantito la loro presenza. A chiudere la stagione invernale del Velodromo Fassa Bortolo è stato programmato il Trofeo Rosa (riservato alle donne) Memorial Martino previsto per venerdÏ 8 marzo. Il Velodromo rimane sempre aperto per le gare degli Amatori oltre ad offrire a giovani e meno giovani

lezioni della Scuola ciclismo, tenuta da esperti del settore, in grado di avvicinare le persone al mondo delle due ruote. Per maggiori informazioni e per prendere visione dei costi per l’utilizzo della struttura si può consultare il sito internet www. velodromofassabortolo.com oppure chiamare la segreteria al numero 030/9651362; è attivo anche un gruppo su Facebook.


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La campanella del Csi Brescia suonerĂ martedĂŹ 12 febbraio nell’aula Cavalli della sede provinciale, dove prenderĂ il via il corso dedicato agli allenatori di calcio e pallavolo. Il responsabile della formazione Marco Baiguera presenterĂ la programmazione del percorso formativo, che accompagnerĂ gli aspiranti tecnici ďŹ no all’appuntamento del 30 aprile, serata della consegna degli attestati impreziosita dalla presenza di Antonio Filippini. Dopo aver

illustrato le tematiche che verranno affrontate nei 12 incontri del corso Baiguera lascerà la parola al dottor Carmine Di Filippo, che terrà una lezione su traumatologia e pronto soccorso. Seguiranno cinque serate educative (dal ruolo del genitore all’attività ricreativa passando per alimentazione, polisportività e regolamento), una sulla teoria dell’allenamento e quattro di pratica sul campo. Per informazioni e iscrizioni 030.312328, segreteria@ csi.brescia.it.

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Cinque modi per crescere

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a vita è sempre degna di essere vissuta e lo sport dĂ possibilitĂ incredibili per migliorare il proprio quotidiano e ritrovare motivazioniâ€?. Le parole di Alex Zanardi – eletto dal Csi campione modello per i giovani nel 2011 – calzano a pennello come introduzione al progetto “Cinque modi per crescereâ€? sviluppato dalla commissione sport e handicap del Csi Brescia. L’obiettivo è quello di organizzare eventi che consentano la pratica sportiva ad atleti che convivono quotidianamente con disabilitĂ di qualsiasi genere. Il comitato arancioblĂš ha messo in programma sette appuntamenti ed ha spalancato le porte a tutte le associazioni e le cooperative che operano nel campo della disabilitĂ su tutto il territorio provinciale. L’esordio stagionale si è svolto sabato 26 gennaio all’oratorio San Giuseppe di Rovato, dove i partecipanti si sono sfidati in una gara di bocce a coppie all’interno delle strutture gestite dalla Bocciofila Rovatese. Prima girone all’italiana, poi il faccia a faccia della finale. â€œĂˆ stata una giornata all’insegna del divertimento e della voglia di stare insieme – ha affermato il responsabile Claudio Liloni –, e questo è il nostro intento primario. Da sempre il Csi vuole proporre un modello di sport che sia davvero per tutti. Siamo qui per questo e siamo pronti ad accogliere chiunque per conoscere nuove realtĂ e collaborare con loro

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domenica 24 febbraio a Montichiari. Le tappe successive saranno a cadenza mensile, eccezion fatta per il mese di marzo, quando oltre al torneo di pallacanestro (domenica 17) ci sarĂ la “Camminata Santaâ€? della domenica successiva. Ad aprile (28) largo al volley, a maggio (19) sarĂ la volta del calcio a 5. GiovedĂŹ 30 giugno gran finale, con la festa dello sport in cui verranno riproposte tutte le attivitĂ svolte durante il percorso stagionale, arricchite da gare di atletica leggera e premiazioni. Per ulteriori informazioni sul progetto, per la partecipazione agli eventi o per collaborare è possibile contattare la sede provinciale del Csi Brescia allo 030.312328.

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Chiarezza, non fraintendimenti Egr. direttore, viviamo in un’epoca nella quale da piĂš parti si tenta di stravolgere i principi fondamentali sui quali si basa la natura e che quindi, a prescindere dalle nostre personali opinioni al riguardo, devono stare a fondamento del nostro vivere sociale. E ciò deve valere sia per i credenti sia per i non credenti, sia per i credenti in Cristo sia per coloro che professano altri credi religiosi. Sembra purtroppo invece prevalere, ma alla fine non sarĂ cosĂŹ, il relativismo di coloro che dicendosi laici, ma essendo invece laicisti, vogliono imporre il loro pensiero. E quanto gli “ismiâ€? nella storia abbiano causato danni all’umanità è sotto gli occhi di tutti. Ma nella difesa dei valori fondanti il nostro essere uomini devono distinguersi coloro che si dicono seguaci di Cristo: ma è sempre cosĂŹ? Desidero a questo proposito rendere partecipi gli amici lettori del suo giornale di una riflessione che mi è venuta durante la liturgia della Parola di domenica 3 febbraio. Mi rifaccio alla prima lettura tratta dal profeta Geremia. Abbiamo sentito leggere quanto segue: “Prima di formarti nel grembo materno ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioniâ€?. Queste parole sono di una chiarezza che non ammette fraintendimenti, ma ciò che mi ha ulteriormente colpito è che esse siano state proclamate Parola di Dio nel giorno in cui la Chiesa ci ha invitato a celebrare la giornata della vita. Come può Dio aver conosciuto e consacrato pro-

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feta delle nazioni se non colui che Lui giĂ considerava persona umana. E come possono allora alcuni pseudo-scienziati affermare che ciò che si sta formando nel grembo di una donna possa essere definito un grumo di cellule. E se, come appare evidente, si tratta invece di una persona come può l’uomo permettersi di toglierla di mezzo. Chi porta avanti un pensiero cosĂŹ perverso dovrebbe essere coerente ed affermare che allora la vita umana può essere eliminata in qualsiasi momento della sua esistenza. Ed è ciò che si sta cercando di fare, e in alcune parti della cristiana Europa giĂ si fa, con l’eutanasia. E proseguendo nelle domande che si affacciano alla mia mente come può un cristiano, un seguace di Cristo, pensare che simili pensieri possano andare d’accordo con la fede che dice di avere? E se il Signore gliene ha fatto dono, dovrebbe anche sforzarsi di viverla quella fede e di rendere testimonianza ad essa in ogni circostanza della sua esistenza. Ăˆ proprio per aiutarci a riscoprirla che il Santo Padre ha provvidenzialmente proclamato questo Anno della fede. Per concludere: la Parola di Dio al riguardo della vita è chiara e non può essere equivocata. Affidiamoci a questa Parola e saremo sicuri sempre di operare per il bene dell’uomo singolo e dell’umanitĂ intera. Gualtiero Comini

“Rissaioli�... che non capiscono il momento Egr. direttore, ho letto con attenzione l’articolo a firma Guido Costa apparso recentemente su “Voce�. Credo di poter-

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lo condividere per intero anche se sul finale rilevo uno scivolone: (“... una chiara differenziazione delle culture sindacali in campo, quella antagonista e quella partecipativa, quella che fa perno sul conflitto e quella che punta sulla cooperazioneâ€?) dove l’autore tenta di allargare il discorso (condivisibile) sul populismo di Grillo (esecrabile) ad altri “rompiscatoleâ€? (Cgil, non c’è dubbio, e forse anche Vendola) facendo intendere che anche i loro atteggiamenti peccano di populismo inconcludente. Ma io, che non sono diffidente di carattere e perciò devo essere un po’ prudente, mi domando fino a che punto, nei contrasti inevitabili che contrappongono l’homo homini lupus è possibile assumere una cultura partecipativa e puntare sulla cooperazione? Per essere piĂš esplicito, da bassaiolo che ha genitori cresciuti nelle stalle, mi chiedo e chiedo a Costa: “Quando tentano di fregarmi, sei antagonista o partecipativo? fai perno sulla cooperazione o ti impunti nel conflitto?â€? E non mi si dica che non viviamo in un’epoca di lupi, di conflitto di classe (oggi forse si dice di censo, di reddito?), di contrasto di culture, di generazioni, di integralismi, ... Insomma: mi infastidisce Grillo, mi mette nella piĂš cupa desolazione Berlusconi, trovo inconcepibile che l’Italia che ha avuto Salvemini e Gobetti, Gramsci e De Gasperi, Berlinguer e Pertini, continui a scegliere Brunetta e Gasparri... Ma quello che piĂš mi fa rabbia, dopo la totale assenza di “intelligentiaâ€? degli elettori dei suddetti, è l’atteggiamento rissaiolo – da capponi portati al macello – di chi non capisce il “momentoâ€?... Omero Sala

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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