La Voce del Popolo 2013 09

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“S faccia la riforma, purchĂŠ non mi coinvolgaâ€?. Ăˆ il grido “Si unanime u che sale dal Paese perchĂŠ nessuno vorrebbe farsi carico dei sacrifici e dei tagli. Il controsenso è evidente e c chi c deve fare le riforme, alla fine, ha sempre qualcuno che si s oppone e, purtroppo, mille volte purtroppo, chi strilla di d piĂš qualche volta la spunta di piĂš, al di lĂ degli obiettivi v che interessano tutti. Questo atteggiamento dĂ spazio a chi promette vantaggi a destra e a manca, solo per avere piĂš p voti, solo per tutelare i propri interessi. Nella logica che l’imbroglio politico (il peggiore) è sempre dietro l’angolo. I l’ l’imb cittadini devono convincersi che per essere correttamente goc cittad vernati non solo bisogna pretendere di ricevere, ma (anche se è v piĂš p difficile) diffici bisogna saper accettare responsabilmente anche dei sacrifici quando occorre, nell’interesse di tutti. Resta la regola prinsa qua cipale che dov dovrebbe prevedere quanto segue: chi ha di piĂš deve dare di ci piĂš. alla crisi, non sempre ciò avviene, soprattutto perp Oggi, di fronte fro chĂŠ, al di lĂ del delle imposte, l’aumento delle bollette e dei costi dei beni primari ricade su tutti, anche su chi è povero davvero. p

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͚͞ ……Ž‡•‹ƒ Giovane clero. Evangelizzare nel terzo millennio

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ÇŻ –ƒŽ‹ƒ Â?‘Â? …‹ •–ƒ Qualche titolo del giorno dopo: “Un voto stranoâ€?; “Un Paese ingovernabileâ€?. E ora un nuovo adagio: “Chi ci sta, ci staâ€?. Chiuse le urne si sprecano le analisi. Un modo forse piĂš per riettere ad alta voce che per commentare su un voto che ci ha consegnato un’Italia spaccata in tre forze di minoranza (Pd, Pdl e M5s) e sostanzialmente a rischio ingovernabilitĂ . Quella che doveva essere la favolosa cavalcata del Pd, è diventata la rimonta di un Pdl Silvio-dipendente in accoppiata con una Lega tutt’altro che defunta in Lombardia e che incorona Maroni presidente. E poi il botto del M5s con tutte le domande che ne seguono e che Grillo non ama (forse a ragione)

sentirsi fare dai giornalisti: chi siete? Da dove venite? Siete piĂš di destra o di sinistra? Con chi farete alleanza? Ora che siete nel Palazzo vi assumerete qualche responsabilitĂ ? InďŹ ne Monti i cui numeri non permettono nemmeno di giocare il ruolo di ago della bilancia. Il professore ha sbagliato la campagna elettorale inseguendo Berlusconi e Bersani, non è stato capito, ma potrĂ essere comunque una risorsa. Certo è che metĂ degli elettori ha detto al sistema politico italiano: “Io non ci sto!â€?. Il 25% non ha votato e un altro 25% votando Grillo ha coalizzato tutta la protesta italiana. Nel nuovo Parlamento, infatti, spariscono altre forme di protesta. Spariscono i Radicali, ma anche la protesta di destra, quella dipietrista, conuita in Rivoluzione civile che però non raggiunge il quorum, e consegna alla storia parlamentare personaggi come Fini, Marini,

Miccichè, Crosetto e Bocchino insieme agli autoesclusisi D’Alema, Veltroni e Turco. Parlamento piĂš giovane, con un terzo di donne. Nuovo in buona parte. E ora? Il tiro d’inizio spetta a Bersani, vincitore sconďŹ tto condannato a governare, con poche ipotesi tra le mani: un governo con Grillo che ribadisce che M5s è un movimento di idee e non protesta, un governissimo con Berlusconi, un governo Pd in solitaria o il ritorno al voto. Cosi pare, a meno di qualche creativitĂ istituzionale di Napolitano. Davanti a questo scenario, da credenti e da cittadini, cosa dire? Anzitutto riettere molto e accettare anche il fatto che un sistema politico ormai in tilt avrĂ bisogno di piĂš di un passaggio per uscire da questa stasi. La legislatura che si apre durerĂ ďŹ nchĂŠ durerĂ e comunque sarĂ probabilmente breve. Non si dovrebbe dire, ma l’avevamo detto

anche noi che senza una nuova legge elettorale, il dimezzamento dei parlamentari e l’eliminazione del ďŹ nanziamento pubblico dei partiti, una legge anticorruzione forte e, magari, quella sul conitto d’interessi, lo scollamento col Paese sarebbe stato irreparabile. Al nuovo governo quest’agenda s’impone. Forse potrĂ fare solo questo, oltre, si spera, a impedire il tracollo deďŹ nitivo dell’economia reale modello-Grecia, e poi tornare al voto. Una seconda nota è circa il voto dei cattolici. Nuovamente si è dimostrato che non sono i vescovi o i preti dal pulpito che spostano i voti, e nemmeno i giornalisti cattolici con buona pace di tutti, semmai ora per gli eletti cattolici di tutti gli schieramenti si apre una sďŹ da di responsabilitĂ in vista del bene possibile. Quindi darsi una calmata è d’obbligo. Ora tocca al voto di Brescia, ma di questo avremo modo di parlarne ancora.

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͙͜ ’‘”– Brescia calcio. Sconfitto anche dall’Empoli: è crisi


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ContinuerĂ a servire la Chiesa ͙͘͘Â?‹Žƒ Ž‡ ’‡”•‘Â?‡ …Š‡ •‹ •‘Â?‘ ”‹—Â?‹–‡ ‹Â? ’‹ƒœœƒ ƒÂ? ‹‡–”‘ ’‡” •ƒŽ—–ƒ”‡ ‹Ž ƒ’ƒ ‡ ˆƒ”‰Ž‹ •‡Â?–‹”‡ Žƒ ˜‹…‹Â?ƒÂ?œƒ ‡ Žƒ …‘Â?’”‡Â?•‹‘Â?‡ †‹ —Â?ƒ •…‡Ž–ƒ DzÂ•Â–Â‘Â”Â‹Â…ÂƒÇł

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ari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a “salire sul monteâ€?, a dedicarmi ancora di piĂš alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perchĂŠ io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo piĂš adatto alla mia etĂ e alle mie forze. Poche parole, a commento del Vangelo della Trasfigurazione del Signore, come “manifestoâ€? del nuovo modo in cui continuerĂ a servire la Chiesa. CosĂŹ Benedetto XVI ha preso commiato dalle decine di migliaia di persone che il 24 febbraio scorso si sono radunate in piazza San Pietro per il suo ultimo Angelus. Persone che sono giunte a Roma da ogni parte

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piazza, scritto in tutte le lingue sugli striscioni multicolori. Nel grazie che dalla piazza è piĂš volte risalito fino al terzo piano del Palazzo apostolico c’è stata la comprensione della gente verso un gesto straordinario, senza precedenti nella storia moderna del Papato, assunto da Benedetto XVI dopo aver misurato le proprie forze. Il Papa che ha scelto il culmine dell’anno liturgico – il tempo di Pasqua – per comunicare ai fedeli il suo modo nuovo di essere con loro. Sarò con voi, anche se “nascosto al mondoâ€?. PerchĂŠ la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come ha spiegato lui stesso recitando l’Angelus. Un padre non si dimentica mai dei suoi figli: ma ci sono stagioni in cui le modalitĂ della presenza, dell’accompagnamento, dell’accudimento possono, e a volte persino debbono, cambiare. “Salire sul monteâ€? non significa abbandonare la Chiesa, ha ricordato Benedetto XVI tra gli applausi del-

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la folla che ha dimostrato di essergli vicina in questo momento particolare per la sua vita. La gente, che si è presentata in piazza San Pietro per l’Angelus, cosĂŹ come i milioni di fedeli sparsi nel mondo, ha capito la scelta del Papa. PerchĂŠ la logica dei fedeli non è quella dei media. Bastava leggere le decine di striscioni che anche Benedetto XVI ha avuto modo di vedere affacciandosi sulla piazza. Uno per tutti, fatto di

nove parole soltanto, dimostrava il sentimento della gente. Riportava la scritta: “Abbiamo capito, continueremo ad amarti, grazie, i tuoi giovaniâ€?. Poche e semplici parole che dimostrano come la gente abbia compreso il suo gesto. Benedetto XVI ha ringraziato per questo calore, per la comprensione, ricordando come dal 28 febbraio in poi sarĂ la preghiera a mantenere viva questa vicinanza.

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Il 19 aprile 2005, a 17 giorni dalla morte di Giovanni Paolo II, i cardinali riuniti in conclave eleggevano al soglio pontiďŹ cio Joseph Ratzinger. Il nuovo papa prendeva il nome di Benedetto XVI. Presentandosi davanti alla folla riunita in piazza San Pietro parlava di sĂŠ (e della fatica della suo nuovo ruolo) come dell’umile servo della vigna. Iniziava un pontiďŹ cato che si sarebbe concluso il 28 febbraio 2013 con le dimissioni.

Tra i primi incontri ufďŹ ciali di Benedetto XVI, il 5 maggio 2005 quello con l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Un incontro teso a confermare i proďŹ cui rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica e i legami di stima e fraterna amicizia, rinnovati negli anni anche con il presidente Giorgio Napolitano, tra i massimi rappresentati della due istituzioni.

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ircondato da un grande affetto, palpabile e coloratissimo, Benedetto XVI ha parlato il 27 febbraio per l’ultima volta dal sagrato della basilica di S. Pietro di fronte a oltre 150mila persone e alle telecamere di decine di emittenti internazionali. Ăˆ stato questo lo “spettacoloâ€? offerto dal Vaticano, “centro del mondoâ€? per il sistema della comunicazione che guarda ormai con un interesse quasi spasmodico all’uscita di scena di Benedetto XVI e all’imminente conclave che sceglierĂ il suo successore. E il Papa non ha deluso i presenti e i milioni di persone collegate con radio e tv da tutto il mondo. Ha aperto il suo discorso collocando l’evento odierno nel 50° del Concilio, da lui proclamato “Anno della Fedeâ€?. “Siamo nell’Anno della fede – ha detto Č‚ che ho voluto per rafforzare proprio la nostra fede in Dio in un contesto che sembra metterlo sempre piĂš in secondo piano. Vorrei invitare tutti a rinnovare la ferma fiducia nel Signore, ad affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno anche nella faticaâ€?. L’ultima udienza di Benedetto XVI, l’atto conclusivo del suo pontificato, è stata segnata dalle parole “speranzaâ€?, “fiduciaâ€?, “gioiaâ€?,

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Signore sembrava dormireâ€?. Proprio per questo Benedetto XVI ha voluto ringraziare i suoi piĂš stretti collaboratori, spesso al centro di polemiche. “Il Signore mi ha messo accanto tante persone – ha affermato il Papa – che, con generositĂ e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicineâ€?. Nella parte centrale del suo messaggio, Benedetto XVI ha fatto riferimento ai “segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghieraâ€? ricevuti da “tantissime personeâ€? che gli hanno espresso “affetto che nasce dall’essere insieme con Cristo GesĂš, nella Chiesaâ€?. Un discorso, quest’ultimo del Papa, nel quale ha ribadito ripetutamente il suo amore per

la Chiesa che – ha ricordato – non è un’organizzazione, non un’associazione ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelleâ€?. - Il Papa non ha evitato gli aspetti piĂš “riservatiâ€? legati alla sua recente clamorosa decisione. A proposito dei motivi personali, ha affermato che “in questi ultimi mesi ho sentito come le mie forze erano diminuite e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi‌ per farmi prendere la decisione piĂš giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesaâ€?. CosĂŹ, dopo aver assunto la decisione, Benedetto XVI ha ricordato un elemento fondamentale che attiene alla persona del Papa: “Il ‘sempre’ è anche un ‘per sempre’ – non c’è piĂš un ritornare nel privatoâ€?. “Non ritorno alla vita privata – ha detto – non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifissoâ€?. In conclusione ha voluto ancora una volta rincuorare tutti i credenti: “Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondoâ€?. Le sue ultime parole sono state: “Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!â€?.

/¡XPDQLWj GL TXHOO¡XOWLPR VDOXWR In 100, da Brescia, hanno risposto all’invito per l’ultimo pellegrinaggio a Roma per salutare Benedetto XVI. E cosĂŹ tra le 150mila persone accorse in piazza San Pietro per l’ultima udienza del Papa, per l’atto conclusivo del suo pontificato iniziato il 19 aprile 2005, c’erano anche 100 bresciani. Per tutti è stata un’esperienza carica di commozione e ciascuno di loro ha avvertito le parole di commiato e di ringraziamento espresse da Benedetto XVI come indirizzate a ognuna delle persone strette nell’abbraccio del colonnato del Bernini. Sentimenti intimi e profondi che i bresciani hanno poi condiviso nel viaggio di ritorno verso le parrocchie da cui erano partiti. A dare voce ai sentimenti che hanno accomunato i bresciani scesi a Roma è don Angelo Gozio, parroco di Civine di Gussago che, ancora con lo sguardo puntato su quella piazza che

per l’ultima volta ha accolto Benedetto XVI, racconta: “Sentivo il dovere di essere presente a questo momento e le parole di grande umanitĂ che il Papa ha usato in questa sua ultima udienza mi hanno ripagato della fatica di questo viaggio a Romaâ€?. A condividere con il parroco il desiderio di quest’ultimo incontro anche un gruppo di una decina di persone che con lui si sono mosse da Civine. AfďŹ dano a don Angelo il racconto della grande commozione che hanno provato nel sentire Benedetto XVI pronunciare una sorta di testamento spirituale. “Il Papa – continua il sacerdote – ci ha aiutato una volta di piĂš a comprendere il senso del suo gesto e a capire che la grandezza della Chiesa, il suo riferimento ultimo, non è la ďŹ gura del successore di Pietro, ma GesĂš Cristoâ€?. In piazza San Pietro c’era anche un altro bresciano che il Papa lo conosce

bene per via del suo lungo servizio alla Segreteria di Stato vaticana: mons. Vittorio Formenti che, nonostante l’esperienza, non ha saputo nascondere la sua commozione. “Dopo avere servito Benedetto XVI negli anni del suo pontiďŹ cato – afferma mons. Formenti – mi ha molto commosso ascoltare le parole che per l’ultima volta ha voluto rivolgere alla Chiesa che cresceâ€?. D’altra parte la folla che si è riversata in piazza San Pietro (molto piĂš numerosa delle 150mila presenze ufďŹ ciali, secondo l’occhio esperto del sacerdote bresciano, ndr.) è la migliore testimonianza della riconoscenza che la Chiesa nutre nei confronti di un Papa “che – sono ancora considerazioni di mons. Vittorio Formenti – si è messo sulle spalle il peso di un pontiďŹ cato non semplice, caratterizzato, come ha ribadito anche nell’udienza

da momenti burrascosiâ€?. I cuori palpitanti, come li ha deďŹ niti il sacerdote bresciano a Roma dal 1980, di chi ha voluto essere in piazza San Pietro sono stati il migliore dei ringraziamenti che il Papa potesse ricevere per il servizio svolto per la Chiesa. “La gente – continua ancora mons. Formenti – si è stretta intorno al Papa in un clima di preghiera, quasi per fargli capire che anche nel nuovo modo che ha scelto per rimanere sulla croce continuerĂ a essergli vicinaâ€?. Scrutando la folla presente in piazza San Pietro per l’ultima udienza mons. Formenti ha potuto scorgere tante lacrime di sofferenza, di grande umanitĂ , per l’uscita di scena di un uomo, prima ancora che di un Papa, che giorno dopo giorno, con il suo ministero, la sua testimonianza e l’estremo gesto di amore della rinuncia ha saputo fare breccia nel cuore degli uomini.


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Pur con uno stile diverso rispetto a quello del suo predecessore Giovanni Paolo II, anche Benedetto XVI ha fatto delle Giornate mondiali della gioventÚ, già a partire da quella di Colonia del 2005, momento privilegiato del suo rapporto con i giovani. Quello con le giovani generazioni è stato un rapporto intenso, come hanno testimoniato le migliaia di giovani che nei giorni del saluto hanno affollato piazza San Pietro per esprimere a Benedetto XVI il loro grazie.

Nel corso del pontiďŹ cato di Benedetto XVI molto si è detto e scritto sullo stretto rapporto che che ha legato Joseph Raztinger a Giovanni Paolo II. Non a caso il primo viaggio apostolico di Benedetto XVI fuori dall’Italia è stato quello compiuto in Polonia dal 25 al 28 maggio 2006. Fu quello un vaggio importante compiuto attraverso i luoghi simbolo della formazione del suo predecessore che il 1° maggio 2011 ha elevato agli onori degli altari.

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a decisione di papa Benedetto XVI di deporre “le somme chiaviâ€? per ritirarsi e dedicarsi - come MosĂŠ sul monte - al ministero dell’intercessione presso Dio a favore della Chiesa e dell’umanitĂ , ha suscitato grande sorpresa. Ăˆ un gesto di portata storica, che merita apprezzamento per l’alto senso di responsabilitĂ che lo ha ispirato e per l’amore a Cristo e alla Chiesa che sta alla sua origine. Papa Benedetto ha infatti compiuto questo passo per amore: per permettere alla Chiesa di avere una nuova guida, piĂš giovane e con piĂš energie. Benedetto XVI merita ammirazione per il coraggio e la serenitĂ manifestati in una scelta cosĂŹ importante, come pure per la sinceritĂ con la quale ha dichiarato al mondo di non possedere piĂš le energie fisiche necessarie per sostenere il peso del servizio petrino. Gli otto anni del pontificato di Benedetto XVI resteranno nella storia per l’alto insegnamento

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che egli lascia con i suoi documenti e con i suoi discorsi. Egli si è rivelato un protagonista sul piano del pensiero e della coscienza, nello sforzo di aiutare tutti a dare spazio alla luce che viene da Dio e che dĂ senso all’umana esistenza. Tutto il suo pontificato è stato orientato a ravvivare e irrobustire nei cristiani la fede in Dio. In pari tempo, egli ha cercato di valorizzare la ragione e di ampliare il suo spazio, nella profonda convinzione che “il mondo della ragione e il mondo della fede hanno bisogno l’uno dell’altroâ€?. Sono molti i contributi teologici che egli ha offerto per chiare sempre meglio l’intimo legame tra la ragione e la fede. Un altro tema particolarmente caro a papa Benedetto è stata la riaffermazione dei valori morali e cristiani e la sua ferma opposizione alla “dittatura del relativismoâ€?. Sulle grandi questioni che agitano il mondo di oggi (il rapporto tra le religioni, i problemi economici, la pace, i valori e le tradizioni della nostra societĂ , etc.) ha detto cose importanti. Benedetto XVI è stato, da un lato, un uomo mite e, dall’altro, come teologo e intellet-

tuale di grande profonditĂ , ha rivelato una non comune fermezza nel precisare e difendere il ruolo della fede e la Chiesa nel nostro tempo. Ha cercato inoltre di capire fino in fondo il mondo odierno, nel quale la globalizzazione ha reso gli uomini piĂš vicini, ma non piĂš fratelli e piĂš solidali. Una caratteristica del suo magistero è stata sicuramente il grande impegno per la questione della veritĂ della fede cristiana, nell’attuale situazione storica e in rapporto alle forme di razionalitĂ oggi prevalenti. Il suo, inoltre, è stato un pontificato che ha insistentemente sviluppato la dimensione spirituale dell’esistenza, sottolineando come la vera guida della Chiesa siano Cristo e lo Spirito Santo. Sono certo di rendermi interprete dei bresciani nel dire un grazie cordiale a papa Benedetto per la visita a Brescia e per la simpatia che ha sempre manifestato alla terra natale di Paolo VI. Soprattutto, con grande intensitĂ di sentimento vorrei esprimergli gratitudine per quanto ha fatto per rafforzare la fede nel mondo e per aver dato voce alla nostra gioia di essere cristiani.

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Dal 7 al 9 febbraio 2007 Benedetto XVI incontra i vescovi lombardi per la visita ad limina. Mons. Giulio Sanguineti, allora vescovo di Brescia, e l’ausiliare mons. Francesco Beschi, dopo l’incontro in Vaticano, raccontarono della profonda conoscenza che il Papa aveva della Chiesa bresciana. Molti furono i pellegrini, oltre 1500, che in quell’occasione ebbero modo di incontrare Benedetto XVI in occasione dell’udienza del 9 febbraio che chiuse la visita.

8 novembre 2009: una data storica per la Chiesa di Brescia. In quella domenica piovosa la città si strinse in un caloroso abbraccio attorno a Benedetto XVI. La prima tappa fu la Basilica di Botticino per pregare sulle spoglie di don Tadini canonizzanto il 26 aprile precedente. La celebrazione in piazza Paolo VI, l’inagurazione della nuova sede dell’Istituto Paolo VI e l’incontro nella parrocchiale di Sant’Antonino, dove fu battezzato il Papa bresciano, chiusero la visita.

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ppena appresa la notizia dell’abdicazione di Benedetto XVI, mi è venuto spontaneo un confronto con la vicenda del suo predecessore. Giovanni Paolo II ha avuto il coraggio di resistere su un trono che era diventato una croce, fino all’annullamento di sĂŠ, con una straordinaria testimonianza (martirio) di fedeltĂ a Cristo e alla Chiesa; Benedetto XVI ha avuto il coraggio di abdicare, cercando un’altra strada per vivere la fedeltĂ al suo mandato: quella di ragionare in termini di realtĂ e di aprirsi alla fiducia nella Provvidenza e nel rinnovamento della Chiesa, al di lĂ della propria vicenda biografica. Ăˆ indubbio che il governo della Chiesa richiede oggi ritmi di lavoro superiori alle forze normali di una persona anziana. Questo pone anche il problema della organizzazione di questa multinazionale del sacro, che deve non solo annunciare il Vangelo in mol-

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ti modi, con una impegnativa vita liturgica, divenuta comunicazione, evangelizzazione e spettacolo, ma anche gestire una diplomazia a livello planetario, amministrare denaro e carriere, facendo in ultima analisi riferimento al vertice rappresentato da un solo uomo, che deve fare il “pescatore di uominiâ€? e “confermare i suoi fratelliâ€? in condizioni tanto diverse da quelle con cui Pietro ha ricevuto ed esercitato il suo mandato episcopale. Si è parlato delle tante sofferenze del Papa (pedofilia, affarismo, “sporciziaâ€? da lui denunciata piĂš volte, calo di vocazioni in occidente, crisi di valori e al ripiegamento, se non alla sconfitta, della Chiesa, sul piano delle idee forti che ha continuato a difendere talora con luciditĂ , coraggio, trasparenza, talora con strumenti meno apprezzati). Forse serviva questo shock per ripensare la struttura della Chiesa, il suo governo e gli obiettivi per i quali impegnarsi, con le rinunce che appariranno di conseguenza necessarie, o almeno opportune. Quest’abdi-

cazione non è tanto una “autorottamazioneâ€? dovuta a un’esperienza di sconfitta o di risentimento verso qualcuno, ma un atto sereno e responsabile con cui il Papa chiede a Dio e ai suoi fratelli (talora ostili o non collaborativi) di indicare una strada plausibile per salvare il mistero della Chiesa e la sua missione storica: mistero e missione che non s’identificano necessariamente con la testimonianza mistica di papa Wojtyla, divenuto progressivamente incapace di guidare la barca di Pietro con mezzi umani. Mi sembra infine che l’abdicazione di Benedetto possa essere letta anche come uno dei frutti della primavera conciliare (Guadium et spes), sulla quale ha saputo dire parole profonde di delusione e di speranza il suo confratello card. Martini, dopo aver lasciato la responsabilitĂ di gestione della sua grande diocesi di Milano. Abbiamo ancora bisogno del pensiero del Papa: di un pensiero che non arriverĂ con un’enciclica, ma con una riflessione piĂš libera, frutto di esperienza, di preghiera, di meditazione.

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Anche Benedetto XVI ha fatto dei viaggi apostolici un momento centrale del suo ministero petrino. 54 (30 in Italia e 24 all’estero) sono i viaggi compiuti in quasi otto anni di pontificato. A ricordare la determinazione e la tenacia con cui Benedetto XVI ha scelto di portare il Vangelo nel mondo un’immagine del viaggio in Benin nel 2011 per presentare l’esortazione apostolica post sinodale sulla Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace.

Tra i tanti motivi che hanno fatto crescere il senso di gratitudine che la Chiesa ha verso Benedetto XVI ci sono anche i due santi bresciani canonizzati dal Papa. Si tratta di don Arcangelo Tadini, canonizzato il 29 aprile 2009, e di padre Giovanni Battista Piamarta, canonizzato il 21 ottobre dello scorso anno. In entrambe le circostante moltissimi sono stati i bresciani che hanno affollato piazza San Pietro.

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uello che era stato definito da alcuni il “Papa teologoâ€?, quasi a voler sottolineare una distanza “dal mondo e tanto piĂš dalla vita concreta della genteâ€?, è invece un pontefice entrato nel cuore, nell’anima della genteâ€?. Ad affermarlo è stato nei giorni scorsi il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, arcivescovo di Genova, in una delle interviste rilasciate a commento della decisione del Papa di rinunciare al ministero petrino. Eminenza, molto si è detto e scritto, in tutto il mondo, di questa decisione inaspettata del Papa. Quale lezione si può trarre, alla fine del pontificato, del gesto di Benedetto XVI? Ăˆ come se il Papa in un certo senso, nell’Anno della fede, sottraendo la sua persona allo sguardo del mondo e della comunitĂ cristiana, invitasse i credenti a puntare lo

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sguardo di piĂš verso il Signore. Benedetto XVI ha sempre avuto questa attenzione. Lo si è percepito, se lo si guardava con attenzione e con affetto, nelle sue parole e anche nei suoi gesti. Ha sempre cercato di distogliere lo sguardo della gente da lui, dalla sua persona, per condurlo e indirizzarlo verso il Signore. In fondo, possiamo leggere questo suo tratto anche come un ulteriore ammaestramento, una ulteriore catechesi sulla fede. Potremmo dire si tratti di una nuova enciclica. Il Papa, nel dare al mondo il suo annuncio, ha parlato di etĂ che avanza inesorabile. L’etĂ dei “pastoriâ€? è davvero destinata a divenire una questione dirimente da qui in avanti? Per quanto riguarda la vivacitĂ spirituale e intellettuale del Santo Padre non c’è da meravigliarsi assolutamente, perchĂŠ la sua parola e il suo magistero sono sempre stati di una estrema luciditĂ e di grandissima profonditĂ . Quindi non mi meraviglia affatto che an-

che in questo incontro con il clero romano abbia espresso proprio tutta la sua intelligenza, il suo cuore, la sua fede fatta di veritĂ e di amore. Non c’è da meravigliarsi per questo. Sono le forze fisiche che vengono meno. Ăˆ questo l’elemento che lui ha denunciato nella sua comunicazione ai cardinali e al mondo; tanto da portarlo ad assumere una decisione storica. Per quanto riguarda l’etĂ dei pastori, credo che qui non ci sia una risposta adesso da parte mia, perchĂŠ - se vorranno - saranno i cardinali che affronteranno, quando sarĂ il momento, questa questione. Al presente, mi pare una domanda che riguarda il futuro. Il popolo di Dio che è in Italia come ha vissuto questo evento? Con grandissima sorpresa, un senso di sconcerto e un grande dolore. Si tratta di sentimenti che sono il segno di quanto Benedetto XVI sia entrato nel cuore della gente. Non solo in quello dei credenti, della comunitĂ cattolica, dei cristiani, ma anche del mondo intero.


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Da uomo di Chiesa e di cultura attento alla comunicazione e agli strumenti attraverso cui questa avviene Benedetto XVI, negli otto anni del suo pontiďŹ cato, ha sempre mostrato grande attenzione al mondo dei media. Nei messaggi per le giornate mondiali delle comunicazioni ha cercato di indicare la via per un uso di media sempre nuovi a servizio dell’uomo e della sua crescita. Storica resterĂ l’immagine del primo tweet lanciato nei mesi scorsi.

Il 16 febbraio scorso, a pochi giorni dall’annuncio della sua rinuncia, Benedetto XVI ha incontrato i vescovi lombardi per la visita ad limina. “Voceâ€? ha scelto l’immagine che lo ritrae con il vescovo Monari per chiudere la carrellata di immagini dedicate al suo pontiďŹ cato e per ribadire che i legami che negli anni ha saputo creare con la Chiesa bresciana non verranno meno anche in quest’ultima fase della vita che il Papa ha scelto di dedicare alla preghiera.

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poco piĂš di tre anni di distanza da quell’8 novembre 2009 la visita di Benedetto XVI a Brescia è ancora ricordata come un evento bello. Un ricordo che accomuna la Chiesa all’intera comunitĂ bresciana. Parte da questa considerazione il bilancio che mons. Gianfranco Mascher, vicario generale della diocesi, traccia dei frutti che la giornata bresciana di Benedetto XVI è stata in grado di produrre. “Credo che una analisi di ciò che quella visita ha prodotto nella nostra Chiesa e piĂš in generale nella comunitĂ bresciana – afferma mons. Mascher – trovi la sua sintesi piĂš efficace nell’incipit del saluto che il vescovo Monari rivolse al Papa in piazza Paolo VI (Ha fatto bene, SantitĂ , a venire a Brescia). Poche parole che riassumono la ricchezza dei frutti prodotti dalle poche ore che Benedetto XVI trascorse nel Brescianoâ€?. Per il vicario generale

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quella visita è stata in primo luogo una grande esperienza di Chiesa. “Anche nel corso della recente visita ad limina – afferma al proposito mons. Mascher – il Papa ha confermato a mons. Monari che la presenza a Brescia nel novembre del 2009 aveva il significato della conferma del cammino compiuto dalla nostra Chiesaâ€?. Un cammino che, anche grazie alle parole e alle riflessioni proposte da Benedetto XVI nei diversi appuntamenti di quell’8 novembre del 2011, si è consolidato, a partire dalla devozione e dalla conoscenza di Paolo VI “Non bisogna dimenticare - prosegue il vicario generale - che quella visita mise al centro la figura del Papa bresciano, indicato a piĂš riprese da Benedetto XVI come maestro di vitaâ€?. Ma nel corso della sua giornata bresciana il Papa toccò anche il tema del coraggio della fede, quello dell’emergenza educativa e quello dell’unitĂ della Chiesa. “Questioni – continua mons. Mascher – che sono diventate poi centrali nella vita, nell’azione e nella riflessione della nostra Chiesaâ€?. Se significativi sono

i frutti “intraecclesialiâ€? che la presenza del Papa a Brescia ha prodotto, non meno rilevanti sono le ricadute sull’intera comunitĂ locale che, incurante delle condizioni inclementi di quella giornata, si riversò nelle strade e nelle piazze per incontrare il Papa. “Per moltissime persone – è il ricordo del Vicario generale – anche la semplice vista di Benedetto XVI fu una rivelazione. Quello che vedevano sfilare davanti ai loro occhi non era il Pontefice freddo, dagli atteggiamenti distaccati dipinto dai media, ma era un uomo mite, capace di comunicare calore anche con il semplice sguardo. Era insomma un Papa capace di giungere al cuoreâ€?. Benedetto XVI ha percepito il calore dei bresciani, capaci di fare sentire il loro affetto a dispetto della tanta pioggia e del freddo di quell’8 novembre. â€œĂˆ stato lo stesso Papa – conferma ancora mons. Mascher – a sottolineare questo aspetto sia in occasione del pellegrinaggio di ringraziamento della diocesi del maggio 2010, sia in occasione della visita ad limina delle scorse settimaneâ€?.

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ul voto del 24 e 25 febbraio scorso è stato detto ormai tutto. Difficile dire qualcosa di originale su Grillo e il suo Movimento 5 stelle, autentici mattatori della consultazione elettorale, su Berlusconi, vincitore a metĂ , su Monti, sconfitto per non essere riuscito a sfondare con il suo centro, o su Bersani, il piĂš sconfitto di tutti per avere dissipato una vittoria che, sino all’apertura dei seggi, sembrava scontata. C’è un solo elemento su cui tutti concordano: l’Italia è ingovernabile. Per questo il dibattito si è concentrato su come imbastire l’avvio di questa nuova legislatura. Tutte le forze politiche, a eccezione del movimento di Grillo che si è limitato a una generica disponibilitĂ a valutare in Parlamento provvedimento per provvedimento, sono concordi sulla necessitĂ di trovare il bandolo della matassa e garantire al Paese un governo. C’è in questa posizione una buona dose di senso di responsabilitĂ e di presa di coscienza su errori commessi e problemi non piĂš eludibili. Ăˆ chiaro ormai a tutti quale sia stato il prezzo (solo i grillini possono chiamarsi fuori, perchĂŠ non c’erano ancora) del giochetto condotto per mesi della riforma della legge elettorale che tutti volevano ma che nessuno si è impegnato sino in fondo per ottenere. Ci sono poi la crisi economica, la stretta dei mercati finanziari che stanno mettendo sotto assedio il Paese e la pressione dell’Europa perchĂŠ l’Italia non torni a essere quella di sempre. Elementi che stanno inducendo le forze politiche a vagliare le possibilitĂ offerte dalla carta costituzionale per la composizione di un nuovo esecutivo che faccia poche cose prima di riportare il Paese alle urne. Quali? L’elenco l’ha fatto Bersani, commentando l’esito del voto: nuova legge elettorale, drastico taglio dei costi della politica, a partire da una cura dimagrante per Camera e Senato, legge sul conflitto d’interesse e misure in grado di affrontare quello che a oggi è il problema dei problemi: la crisi dell’occupazione. Proposte che dovrebbero essere condivise da chiunque abbia a cuore il bene del Paese, ha rimarcato il segretario del Pd. La politica, insomma, nelle prossi-

me settimane dovrĂ fare di necessitĂ virtĂš perchĂŠ anche chi non è troppo convinto dall’appello al senso di responsabilitĂ , dovrĂ impegnarsi per la formazione del nuovo governo. La Costituzione, infatti, non ammette altre soluzioni. Non è praticabile la via di un immediato ritorno alle urne perchĂŠ Napolitano, ormai in pieno “semestre biancoâ€? non può decretare lo scioglimento del Parlamento (o di un suo ramo). Per cui pur in presenza di un Senato che manca di una maggioranza autosufficiente, la politica dovrĂ sfoderare il meglio della sua fantasia per trovare un governo, eleggere i presidenti dei due rami del Parlamento e procedere all’individuazione del nuovo Presidente della Repubblica a cui toccherĂ , eventualmente, indire nuove elezioni. Insomma i passaggi sono tutto fuorchĂŠ semplici e rischiano di togliere spazio alle doverose riflessioni che ogni partito o movimento dovrĂ

operare dopo il voto dei giorni scorsi. Avranno molto da riflettere Bersani, il Pd e il resto del centro sinistra, incapaci ancora una volta di trasformare in consensi la disillusione di tanti elettori nei confronti del precedente governo Berlusconi. Lo stesso leader del Pdl, che pure in poche settimane di campagna elettorale è riuscito a rimettere in linea di galleggiamento la nave del centro-destra, dovrà prendere atto del vistoso calo di consensi rispetto al 2008, che gli ha consentito, come massimo risultato possibile, di impedire la piena vittoria del Pd. Anche Monti, ridimensionato dalle elezioni, dovrà pensare a come sia possibile in Italia organizzare il fronte dei moderati. Tutti, poi, dovranno fare ammenda della sottovalutazione complessiva del fenomeno Grillo (cosÏ come a suo tempo avvenne con la Lega di Bossi degli albori) e riconoscere che alcune delle battaglie

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portate avanti dal Movimento 5 stelle (tagli dei costi della politica, stop al malcostume e tanto altro ancora) sono essenziali per la credibilità della politica. Occasioni di riflessione non mancano nemmeno per il movimento di Grillo, perchÊ le dimensioni del successo e il numero dei rappresentanti portati in Parlamento inducono a un qualcosa di piÚ rispetto alla semplice valutazione dei singoli provvedimenti. Il passaggio dalla protesta alla proposta è, anche per Grillo e i suoi parlamentari, una strada senza ritorno.

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0DURQL GRSR )RUPLJRQL OD /RPEDUGLD QRQ FDPELD ͔͡ Ǥ ǡ ̹ Ǧ ° Chi ipotizzava che la fine anticipata (e per tanti versi ingloriosa) del quarto mandato di Roberto Formigoni alla presidenza della Regione Lombardia potesse essere il segnale indicatore del progressivo sgretolarsi di una supremazia politicoelettorale del centro-destra nella più importante tra le realtà regionali italiane, ha dovuto ricredersi. Il voto del 24 e 25 febbraio scorso ha riconfermato che quando si tratta di scegliere per la Regione i lombardi non sembrano particolarmente inclini al cambiamento. E così, nonostante l’avvicendarsi dei protagonisti, alla fine l’ha spuntata ancora il centro destra. Il leghista Roberto Maroni (nella foto) che, come ha più volte ricordato nel corso della campagna elettorale, in Lombardia si giocava il tutto per tutto, ha avuto la meglio su Umberto Ambrosoli, espressione della società civile a cui si era affidato il centro-sinistra per diventare protagonista del dopo Formigoni in Lombardia. La speranza era quella di ripetere su base regionale l’esperienza che a Milano aveva portato alla vittoria del sindaco Pisapia. Nonostante gli sforzi profusi il tentativo, però, è andato a vuoto e anche

se con margini meno evidenti rispetto agli anni di Formigoni, il centrodestra si è riconfermato alla guida della Regione. La vittoria di Maroni è maturata nei territori delle province lombarde dove il centro-destra ha vinto con margini significativi in termini percentuali. Roberto Maroni ha vinto la corsa al Pirellone grazie al consenso di 2 milioni, 456mila e 921 elettori pari al 42,81% dei voti espressi, contro il 38,24% di Umberto Ambrosoli (2.194.169 voti). Decisamente più staccati gli altri candidati: il Movimento 5 stelle, che con Silvana Carcano ha ottenuto 782.007 voti, pari al 13,62%, non ha

sfondato come in altre parti del Paese. 236.597 voti (4,12%) sono andati a Gabriele Albertini di Lombardia Civica, mentre Carlo Maria Pinardi (Fare per Fermare il Declino) ha conseguito l’1,18% con 68.133 voti. Il Partito Democratico con il 25,32% è il primo partito, seguito dal Popolo delle Libertà con il 16,73% e dal Movimento 5 stelle di Beppe Grillo con il 14,33%. La Lega Nord ottiene il 12,96% precedendo la lista Maroni Presidente che si attesta al 10,22%. Il Patto Civico di Ambrosoli ottiene il 7,03%. Tutte sotto il 3% le altre liste: 2,46% per Lombardia Civica di Albertini; 1,80% per Sinistra Ecologia e Libertà; 1,58% per l’Unione di Centro; 1,54% per Fratelli d’Italia; 1,26% per Fare per Fermare il Declino; 1,18% per il Centro Popolare Lombardo. Sotto l’1%, nell’ordine: Etico a Sinistra (0,96%), Pensionati (0,94%), Di Pietro Italia dei Valori (0,64%), Tremonti 3L (0,50%), Partito Socialista (0,30) e Alleanza Ecologica (0,15%). Nel nuovo consiglio regionale 49 seggi andranno alle forze che hanno sostenuto Maroni, 31 alle compagni di Ambrosoli e Carcano che sederanno tra i banchi dell’opposizione.

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Invitato dai parroci di Ciliverghe, Mazzano e Molinetto, venerdĂŹ 1 marzo, alle ore 20.30, presso la scuola “E. Flemingâ€? di Mazzano racconterĂ la storia della sua conversione Danilo Quinto, ex tesoriere del Partito Radicale, fuoriuscito dal partito e ora uomo profondamente nuovo e libero. La sua conversione è coincisa con l’incontro con la donna che nel frattempo è diventata su moglie: Lidia, cantante lirica e fervente cattolica. Danilo Quinto, che ora

Con l’arrivo della primavera il 17 marzo torna a Brescia l’appuntamento con Brixia Florum, la mostra mercato dedicata a piante e fiori che è organizzata da Associazione florovivaisti bresciani, Comune di Brescia, (Assessorato alle attivitĂ produttive, commercio e marketing territoriale). La manifestazione si terrĂ il 17 marzo in corso Garibaldi (con replica il 14 aprile in corso Zanardelli.). La manifestazione vedrĂ la partecipazione dei principali

collabora con la “Bussola quotidianaâ€? (giornale cattolico di opinione online), racconterĂ dall’interno tutto ciò che di anticristiano ha visto, e purtroppo anche contribuito a creare, in 20 anni di militanza attiva al fianco di Marco Pannella e di Emma Bonino; ma soprattutto, in quest’Anno della fede, racconterĂ del suo rapporto con GesĂš Cristo e della sua scoperta della veritĂ . Sabato 2 marzo alle 16 la stessa testimonianza sarĂ fatta presso l’istituto cattolico “V. Chizzoliniâ€? di Sarezzo.

produttori della provincia che proporranno al pubblico una selezione di piante e fiori, dalle piÚ classiche ad alcuni esemplari nuovi e rari, per un colorato benvenuto alla primavera. Tra le varietà proposte: orchidee, esemplari di piante grasse e cactacee, gerani, bulbi, piante stagionali. Con l’obiettivo di trasmettere una corretta cultura del verde l’Associazione florovivaisti bresciani ha in programma incontri gratuiti con alcuni specialisti del verde.

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L’ora è penosa Mentre scriviamo la radio annuncia, per questa sera 24 agosto, alle ore 19, un ultimo appello del Papa, al mondo, per la pace (“Nulla è perduto con la pace...â€?, ndr.). La voce è autorevole, l’ora è fatta propizia all’audizione, dalla paurosa prospettiva d’un immediato aprirsi d’un’altra guerra europea; dietro la voce del Pontefice vi è quella di milioni e milioni di morti dell’ultima grande guerra, scesi in campo nella convinzione di immolarsi perchĂŠ guerre non ne avvenissero piĂš, e noi non disperiamo ancora. Confessiamo che non dispereremo neanche dopo le prime cannonate, se questo tremendo segno d’inizio dovrĂ suonare, perchĂŠ sentiamo che nessun interesse può richiedere assolutamente una soluzione violenta, e pur con la trepidazione in cuore, aspettiamo. Se avete letto quello che è scritto, qui sopra, ne “La settimanaâ€? (rubrica che dava conto di scenari geo-politici, ndr.), capirete il perchĂŠ di questa nostra sensazione, come di una tragica agonia che incombe sul mondo. Se si vuole davvero la pace, le vie per raggiungerla non devono ancora essere chiuse del

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ma non è tutto. Si tratta d’un punto di partenza. Bisogna che le due nazioni compromesse su quel punto – Polonia e Germania – non solo trattino, ma si capiscano. C’è chi auspica, come soluzione, la fine della Polonia. Sarebbe tremendo: “Come cattolici, come italiani, come europei, noi dobbiamo augurarci che la Polonia viva. La vertiginosa crisi

che si attanaglia, scrive Raimondo Manzini nell’“Avvenire d’Italiaâ€? non deve offuscare i reali contorni obiettivi e vitali della realtĂ storica. La Polonia è un popolo di elette tradizioni cristiane. Baluardo alle aberrazioni asiatiche e al comunismo. Questa grande Nazione riemersa dalla guerra, vinta per merito dell’Italia, può e deve essere fattore fecondo per tutti i popoli occidentaliâ€?. L’accordo fulmineo della Germania con la Russia, l’accordo che ha disorientato d’un balzo le nazioni democratiche, che ha stupito la folla, inconsapevole delle segrete vie della politica, che ha capovolto d’un colpo la situazione, rende ancora piĂš necessaria la vita di questa Nazione, perchĂŠ anche il pensiero e la civiltĂ latina non si trovino, per un’altra fatale sorpresa, a dover tener testa ad un fronte non latino anche piĂš ampio. Bisogna dunque che una piĂš profonda comprensione tra Germania e Polonia, disponga le due Nazioni ai necessari sacrifici. Si incomincerebbe ad avere un punto di intesa, invece che un principio d’offesa. E da quel punto, si dovrebbe venire alla definizione di tutte le altre

questioni piĂš brucianti, alla riorganizzazione pacifica di quella Europa, che il Congresso di Versailles ha cosĂŹ arbitrariamente divisa e ricomposta, offrendo al mondo il saggio di quello che possono fare degli uomini i quali si vantano di essere intelligenti, ragionevoli, civili. Vi sono rivendicazioni legittime che vanno soddisfatte, c’è da rendere il mal tolto, da dare respiro a Paesi che soffocano, mentre altri vivono dei frutti di vecchie ingordigie, bisogna rassegnarsi anche a qualche disagio, ma finalmente bisogna intendersi. Siamo civili o siamo dei barbari? Possono valere ancora qualche cosa queste parole? Quando i lettori avranno tra mano questo foglio, non saranno giĂ fatte vane tutte queste speranze? Il messaggio del Papa non avrĂ potuto nulla su chi può decidere, attraverso quei milioni di anime, che l’appello ascolteranno? L’ora è tremenda. Noi non disperiamo. Iddio, anche quando gli uomini non lo vogliono, tiene in serbo forze ignote che possono salvarci anche dall’irreparabile. In questa Provvidenza di Dio noi speriamo.


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Una nuova iniziativa per l’aggiornamento e la formazione professionale è promossa dall’Ordine degli architetti della Provincia. Prende il via il nuovo “Corso di acusticaâ€?, organizzato dal Dipartimento professione dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia, con la collaborazione del prof. Edoardo Piana, dedicato all’approfondimento dei diversi aspetti connessi al tema dell’acustica ambientale. A partire

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dal 28 febbraio, nella sede di Riva Arredamenti (in via Labirinto 29 a Brescia), verranno illustrati a beneficio dei professionisti e dei giovani laureati temi quali la strumentazione, la propagazione del suono all’aperto ed in ambienti confinati, la valutazione d’impatto e di clima acustico, le norme di progettazione e i criteri di messa in opera per l’acustica edilizia. Il corso, che si svolgerà con cadenza settimanale, fino all’11 aprile, al giovedÏ dalle 15 alle

19), include anche una lezione di quattro ore (il 28 marzo), relativa alla “Valutazione del rischio da esposizione a rumoreâ€?, valida ai fini dell’aggiornamento in materia di Sicurezza nei cantieri temporanei e mobili, ed a cui è possibile iscriversi in alternativa al corso completo. I relatori delle lezioni saranno: Edoardo Piana, Lamberto Tronchin e Nicola Granzotto. Per informazioni e iscrizioni, 0303751883 o www. architettibrescia.net.

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na cinquantina di ragazzi del sesto anno dell’iniziazione cristiana (gruppo Antiochia) hanno partecipato sabato 23 febbraio a una raccolta alimentare, in collaborazione con tre supermercati della zona, per aiutare le famiglie in difficoltĂ dell’Oltremella. I ragazzi di tre parrocchie (Pendolina, S. Spirito e Urago Mella) accompagnati dai loro catechisti hanno trascorso una giornata fuori dai supermercati a raccogliere generi alimentari da distribuire, poi, alle persone piĂš bisognose. Si sono confrontati cosĂŹ anche con le reazioni della gente che hanno incontrato: c’è chi ha elogiato l’iniziativa, chi non l’ha presa in considerazione e chi ha, stizzito, rifiutato la proposta di dedicare una parte della spesa agli altri. I quantitativi raccolti sono stati consegnati direttamente dai piccoli protagonisti al Centro di ascolto di via don Vender, il braccio operativo delle nove Caritas parrocchiali dell’Oltremella. La consegna è diventata anche l’occasione per conoscere quindi da vicino la realtĂ della struttura e gli stessi operatori. Una quindicina di volontari in rappresentanza di tutte le parrocchie con il loro impegno e la loro presenza permettono, da 18 anni a questa parte, l’apertura del Centro

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martedÏ si distribuiscono i viveri, il mercoledÏ i vestiti e il venerdÏ si offre ascolto a chi ricerca lavoro. Ogni due mesi intercettano circa 700 famiglie (367 con minori e 255 senza minori). Anche in questa zona di Brescia le necessità sono tante. Il coordinatore Pierangelo Perini si trova ad affrontare vecchie e nuove emergenze, su tutte la piaga degli sfratti e la situazione di molte donne sole divorziate e con bambini a carico che perdono il lavoro e non riescono a pagare l’affitto. Una volta ogni due settimane vengono, inoltre, consegnati i pacchi alimen-

tari solo a determinate condizioni e dopo una verifica previa della situazione economica attraverso, se necessario, il controllo della busta paga. Si vagliano anche ipotesi di micro finanziamenti. Si può contattare il Centro, chiamando il numero 0303732404. Le famiglie della zona portano giĂ vestiti, giocattoli e generi alimentari: anche i piccoli gesti possono risultare quasi indispensabili. La struttura per il pieno funzionamento (magari con un ampliamento dell’apertura) è sempre alla ricerca di forze fresche da inserire come volontari.

0DQFD OD FRSHUWXUD SHU L FHOOXODUL Pare a Castelletto, frazione a sud di Leno, sulla strada per Gottolengo, siano ancora in pochi quelli che possono utilizzare il cellulare perchĂŠ manca la copertura. A denunciare la situazione sono gli stessi cittadini che lo scorso anno si erano lamentati perchĂŠ Castelletto non era ancora coperto da una cellula della telefonia mobile. â€œĂˆ una situazione che si trascina da anni – aveva riferito a suo tempo l’assessore Luigi Braga –. Abbiamo ben pre-

sente il problema e da tempo stiamo cercando di risolverloâ€?. La soluzione sembrava vicina. Dopo vari incontri fatti con uno degli operatori che gestiscono la telefonia mobile, il Comune era riuscito a trovare un accordo con la Vodafone. “Il gestore – aveva assicurato Braga –provvederĂ a installare un traliccio, con relativo ripetitore, nella zona industriale di Castelletto. Si tratta di un’area di proprietĂ del Comune, che abbiamo individuato.

Naturalmente è prevista la possibilitĂ che anche gli altri gestori possano utilizzare lo stesso traliccio per mettere le loro antenneâ€?. Detto, fatto. Vodafone ha mantenuto quanto promesso, tant’è vero che gli abbonati a questo gestore non hanno problemi. Li hanno ancora tutti gli altri, “perchĂŠ – riferisce Luigi Braga –, pur avendone la possibilitĂ , pur avendo il traliccio giĂ pronto, gli altri gestori non hanno ritenuto di montare una loro antennaâ€?.

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…Ž‹ ’”‘˜‹Â?…‹ƒŽ‹ Â?‘ •’‡––ƒ…‘Ž‘ ‡ —Â? …‘Â?˜‡‰Â?‘ •—ŽŽƒ †‘Â?Â?ƒ In occasione della Giornata internazionale della donna 2013, le Acli provinciali in collaborazione con la Commissione pari opportunitĂ del Comune di Brescia organizzano due giornate di approfondimento sulla donna. La giornata internazionale della donna (comunemente deďŹ nita festa della donna) ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui

esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. L’8 marzo alle 20.30 la parrocchia di Buffalora ospita nella Sala della comunitĂ di via Buffalora 89 lo spettacolo “Il governo delle donneâ€?: da “Le donne e il parlamentoâ€? e “Lisistrataâ€? di Aristofane. L’elaborazione drammaturgica e la regia sono di Roberto Savoldi, le improvvisazioni musicali di Nicola Ziliani: Il 9 marzo invece dalle 9.30 alle 12.30 nella Faini di via Spalto S. Marco 37 bis è in programma il convegno

“Donne e Madonne. Pretesti per un ritrattoâ€?. Durante l’incontro saranno presentati i risultati dell’indagine “Tra fede e ďŹ duciaâ€? condotta dal Coordinamento donne e verrĂ inaugurata la mostra “Con occhi femminiliâ€?. Alla mattinata intervengono Maria Laura Mino (teologa, nella foto), madre Eliana Zanoletti (canossiana docente di ďŹ losoďŹ a e storia), Claudia Piccinelli (insegnante di lettere) e Vera Lomazzi, responsabile del coordinamento Donne Acli Brescia.

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l giorno atteso è arrivato. Le autoritĂ inizieranno il loro viaggio alle 12 dalla Stazione “Fsâ€? fino ad arrivare in piazza Vittoria con il taglio del nastro ufficiale. A partire dalle 16 di sabato 2 marzo i treni assolveranno il loro funzionamento fino all’1.30 del mattino. Da domenica, invece, l’orario sarĂ dalle 6 alle 22.30 con il costo del biglietto a 1,20 euro. La storia della metropolitana di Brescia ha inizio nel 1986 quando, dopo una serie di modifiche strutturali apportate alla rete autobus, l’Azienda servizi municipalizzati (Asm) decise di sviluppare uno studio di fattibilitĂ per un sistema integrato di trasporto avente come obiettivi la salvaguardia dell’ambiente e del centro cittadino, la modifica della modalitĂ di trasporto a favore del mezzo pubblico, la riduzione dei tempi di viaggio, la buona accessibilitĂ per le zone della cittĂ , la piena integrazione strutturale tra diversi modi di trasporto e il contenimento

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in trincea, due a raso e due in viadotto sopraelevato. SarĂ garantita da subito una capacitĂ di trasporto di 8.500 passeggeri/ora per senso di marcia con un intervallo fra i treni di 180 secondi (e che in base alle necessitĂ potranno calare a 90). “Dopo 11 anni di fatiche – afferma il vicesindaco Rolfi –, lavori, sofferenze e, in alcuni casi, fastidi, avremo in uso un’opera che può cambiare in positivo la qualitĂ di vita dei bresciani. Certo è che se oggi possiamo contare sull’entusiasmo e la curiositĂ , il metrobus alla lunga dovrĂ entrare nella vita quotidiana dei cittadini come scelta costante di mobilitĂ . Dalla continuitĂ dell’utilizzo e dalla quantitĂ di utilizzatori, infatti, ne deriveranno la sostenibilitĂ finanziaria e la possibilitĂ di estensione che è il vero punto di domanda da tradurre in realtĂ per cambiare veramente in meglio la qualitĂ di vita dei cittadini e l’aria che respiriamo. Ecco perchĂŠ, pur avendo cercato di coinvolgere tutti i residenti, ci siamo concentrati

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La Lega Consumatori e la Federazione anziani e pensionati Acli hanno organizzato due incontri formativi sul tema della salute, della prevenzione e del benessere presso il salone delle Acli di Brescia in via Corsica 165 a Brescia. La Federazione anziani e pensionati Acli nasce con lo scopo di tutelare i diritti e promuovere la qualitĂ della vita degli anziani e dei pensionati. Opera su tutto il territorio nazionale tramite le sedi provinciali e ha facoltĂ di sottoscrivere deleghe per la riscossione delle quote sindacali su pensioni in convenzione con gli Enti previdenziali. Promuove attivitĂ culturali e sociali che favoriscono la presa di coscienza dei diritti di cittadinanza degli anziani e pensionati, il mantenimento di un loro ruolo attivo e protagonista nella vita della socie-

tà , anche attraverso lo sviluppo del volontariato sociale. Periodicamente la Fap Brescia organizza una serie di attività e iniziative per i propri soci (che hanno diritto tra l’altro, agli sconti previsti dalle Convenzioni per i soci Acli): corsi di pittura, informatica, viaggi e soggiorni (in collaborazione con il CtAcli), incontri vari, ecc. Dal 2009 sta portando avanti il progetto anziani risorsa sociale. LunedÏ 4 marzo, alle ore 16, Paolo Desenzani (dirigente medico dell’Ospedale di Montichiari� affronta il tema del diabete. LunedÏ 11 marzo, alle 16.15, tocca invece a Claudio Macca (responsabile dell’Unità di dietetica e nutrizione clinica degli Ospedali Civili di Brescia) affrontare gli argomenti relativi alla prevenzione corretta e all’alimentazione.

sui piĂš piccoli, coloro che saranno i bresciani del futuro e che vivranno veramente da protagonisti la metropolitanaâ€?. Il Comune ha deciso, inoltre, di spedire a 160mila residenti a Brescia sopra i 16 anni la nuova Omnibus card integrata con la possibilitĂ di accedere ad autobus, metro, Bicimia e parcheggi con un’unica carta. Lo scopo è mandare in soffitta i biglietti e contribuire a far conoscere il metrobus: sono giĂ incluse due corse da utilizzare liberamente.

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‘Â?’‹ƒÂ?‘ ƒ ’”‹Â?ƒ ˆ‡•–ƒ †‡†‹…ƒ–ƒ ƒŽ „‡ƒ–‘ ‹‘˜ƒÂ?Â?‹ ‘†‡‹ VenerdĂŹ 8 marzo alle 20.45 nella parrocchia di San Gaudenzio è in programma la prima festa mompianese dedicata al concittadino beato Giovanni Bodei. Alle 20.45 la parrocchiale ospita il concerto polifonico, mentre sabato 9 marzo alle 16.30 il vescovo Monari presiede la Santa Messa di ringraziamento per la beatificazione di fra Bodei. Per la beatificazione la comunitĂ di Mompiano ha fatto stampare anche un’apposita immaginetta

del Beato. Fra Giovanni Bodei, nato a Mompiano, si fece francescano. A Praga svolgeva il servizio di ortolano; aiutava, inoltre, il frate sacrestano nella cura della chiesa e nelle celebrazioni liturgiche. Il giorno 15 febbraio del 1611, verso le 11 del mattino, una grande turba formata da hussiti, calvinisti, luterani e da altri acattolici fece irruzione nel convento francescano di Praga, dedicato a Santa Maria della Neve. Dei 17

religiosi che formavano quella FraternitĂ francescana ne furono massacrati ben quattordici. I carnefici catturarono fra Giovanni mentre era intento al suo lavoro. Lo trascinarono presso la cappella di Santa Maria, lo coprirono di maledizioni e di atroci insulti. Insieme col martire padre Bartolomeo Dalmasoni, fu percosso orribilmente con flagelli e nerbi di bue. Giovanni e Bartolomeo esalarono lo spirito immersi nel proprio sangue.

Ăˆ stato beatificato (la prima beatificazione nell’Anno della fede) a Praga insieme ai suoi 13 confratelli il 13 ottobre 2012. “Nel mondo attuale, frammentato e diviso, è quanto mai importante – ha detto il card. Angelo Amato nel corso dell’omelia di beatificazione – che non venga a mancare la testimonianza di fratelli che, al di lĂ dei paesi di origine e della propria cultura, sappiano condividere vita e missioneâ€?.

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i può parlare di speranza nel mondo bancario? Con i tempi che corrono, sembra difficile rispondere affermativamente, eppure le parole del dott. Marco Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima, sembrano aprire davvero una strada. Il suo intervento è stato seguito con attenzione dal pubblico. Egli, con grande professionalitĂ , ha spiegato il significato del termine “speranzaâ€? all’interno della banca del terzo settore. In linguaggio economico essa è sinonimo di un progetto che deve essere collettivo e che deve tendere sempre piĂš al bene comune. La banca “Prossimaâ€? vuole essere vicina all’economia civile, quella del non profit, e si impegna, pertanto, ad assistere associazioni sia religiose che laiche che si dedicano alle piĂš svariate attivitĂ . Essa funziona grazie alla sua relazione diretta con il territorio; la sua forza risiede nei suoi stessi dipendenti che per lo piĂš provengono proprio dal mondo del volontariato, e nel fatto che il suo deposito è finalizzato al finanziamento del solo terzo settore. In questo senso, e in questa prospettiva, possiamo parlare di incentivo al bene comune. La parola è passata poi a un altro professionista, il prof. Massimo Gandolfini. Partendo dalla definizione di bioetica utilizzata da Van Rensselaer Potter, egli ha sottolineato che essa ha come scopo la sopravvivenza dell’uomo e lo sforzo di allungare la sua vita sulla base di principi fondamentali, attraverso i quali declinare scelte e strategie utili a dare speranza alle generazioni futu-

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ha invitato a riflettere, a questo punto, anche sulla famiglia, luogo dove si sostengono le difficoltĂ umane attraverso la solidarietĂ e la cooperazione. Il professore ha ricordato che molte volte il rapporto fra Scienza e Fede viene frainteso: si dice che esse sono incompatibili e inconciliabili. In realtĂ non è cosĂŹ. Paolo VI, nel 1965, rivolgendosi agli uomini di scienza ed esprimendo loro il suo giudizio sul progresso in campo medico, affermò che l’obiettivo perseguito ogni giorno da medici e scienziati è anche quello della Chiesa e li sprona a cercare sempre, per giungere alla completa veritĂ con la luce della fede, grande amica dell’intelligenza. “Noi siamo alleati delle vostre conquisteâ€?, disse il Papa, e questo significa avere speranza.

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6HUH GL 4XDUHVLPD LQ PXVLFD Il centro culturale “Il Chiostroâ€? della parrocchia di San Giovanni Evangelista propone nuovamente le “Sere di Quaresimaâ€?, letture poetiche accompagnate e commentate dall’esecuzione di brani musicali: una vera e propria meditazione artistica che ci porta ai piedi della Croce e ci invita a guardare verso la luce della Resurrezione. L’intento è quello di offrire, in tre sabati (2, 9 e 16 marzo alle 20.45) che ci conducono verso la settimana

di Passione, un’occasione di riessione e meditazione su alcuni temi caratterizzanti il periodo quaresimale: la grazia di ricominciare, l’avere una seconda possibilitĂ ; l’amore del Padre, porto sicuro a cui approdare dopo i nostri smarrimenti; il dono della risurrezione, orizzonte nuovo e “rivoluzionarioâ€? in cui pensare la nostra esistenza e i nostri affetti. Tutto questo attraverso le parole, i ritmi e i silenzi profondi ed efďŹ caci del lin-

guaggio poetico e di quello musicale. Le letture poetiche saranno afďŹ date a Valentina Pescara, Gabriella Tanfoglio e Luciano Bertoli. I commenti musicali vedranno protagonisti Antonio D’Alessandro (chitarra), Daniela Savoldi (violoncello), Enzo Santoro (auto), Fabio Saleri (organo) e Petru Culcea (oboe). S’inizia sabato 2 marzo, alle 20.45, con “Lascialo ancora quest’anno... la grazia di ricominciareâ€? con Valentina Pescara (voce

recitante) e Antonio D’Alessandro (alla chitarra). Il percorso dei Dialoghi in Chiostro, invece, in questa prima parte dell’anno dedicato “Alle origini del cristianesimoâ€?, subisce una variazione: il quinto e ultimo appuntamento guidato da don Livio Rota intitolato “Chiesa e Israele 50 anni dopo: percorsi e motivi di un’origine perdutaâ€?, programmato per il 26 febbraio, è stato rinviato a lunedĂŹ 4 marzo alle 20.45.



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ÂŽ †‡•–‹Â?‘ ‹Â?…‡”–‘ †‡ŽŽƒ –ƒÂ?‰‡Â?œ‹ƒŽ‡ Alla fine la perizia è arrivata. Dopo mesi durante i quali si sono trascinate udienze e rinvii in merito alla tangenziale di Orzivecchi, posta sotto sequestro due anni fa per indagini relative alla presenza di materiali non conformi collocati nel sottofondo stradale, si hanno ora dati certi sulla questione. La ditta Locatelli, coinvolta anche nello smaltimento di rifiuti e materiali lungo il tracciato della Brebemi con il coinvolgimento dell’ex

assessore regionale Franco Nicoli Cristiani, durante i lavori per la realizzazione della strada avrebbe collocato sul fondo moltissimo materiale non conforme agli accordi. Non solo per quanto riguarda dimensioni, trattamento e composizione del materiale inerte, ma anche l’impiego di veri e propri veleni, come il cromo esavalente ritrovato in piĂš di un terzo de campioni. Questo è quanto emerge dalla perizia depositata nei giorni scorsi di

fronte al Gip, passo fondamentale per il completamento delle indagini e della procedura giudiziaria. Quel che ci si chiede ora a Orzivecchi, è quale sarĂ il destino dell’opera ormai ferma da due anni, ad un passo dalla realizzazione. Dal Comune il sindaco Liliana Ferrari commenta in questo modo la situazione: “Abbiamo contattato un legale per valutare quale posizione debba assumere il Comune di Orzivecchi nella vicenda. Ora che

la perizia è depositata restiamo in attesa delle prossime richieste del Pubblico ministero e valuteremo l’evoluzione della situazioneâ€?. Allo stato attuale infatti non è ancora chiaro come la perizia influenzerĂ l’andamento del procedimento, e novitĂ non sono attese prima di venti giorni-un mese. “Il giudice potrebbe anche determinare lo sblocco dei cantieri – conclude il sindaco – oppure mantenere lo status quo. In ogni caso stiamo a vedereâ€?. (f.u.)

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on è solo una giornata ecologica come tante, con gruppi di persone che si ritrovano per ripulire le sponde di un fiume dalla sporcizia. La giornata dedicata all’ambiente che il Comune di Rudiano propone per il 2 marzo è la testimonianza di un rapporto vivo e sentito tra le persone e il territorio in cui vivono, un rapporto fatto di cura e impegno, nella convinzione che solo cosĂŹ si possono preservare la bellezza e i pregi del paesaggio che ci circonda. Non solo: non si tratta di un’iniziativa sporadica e isolata, ma si inserisce all’interno di un progetto e di un percorso che continuano da anni: “Si tratta – racconta il promotore Pietro Vavassori, assessore al turismo e parco dell’Oglio nord – di un progetto per la valorizzazione della valle dell’Oglio. Viene portato avanti con il coinvolgimento da una parte delle scuole e delle associazioni, dall’altra di singoli cittadini che abbiano a cuore la cura e la valorizzazione dell’ambienteâ€?. Un progetto che nel corso dell’annata prevede vari momenti e iniziative: “Non si tratta solo di operazioni di pulizia, ma anche di monitoraggio della zona del parco. In ogni caso, di solito facciamo due giornate ecologiche: la prima, in questo periodo, sfruttando la mancanza di fogliame che ci consente di pulire piĂš a fondo e rimuovere tutti i rifiuti purtroppo presenti nel parco; la seconda, invece, durante la bella stagione, durante la quale ci occupiamo anche della piantumazione di nuovi esemplari e del rinnovo della segnaletica lungo i percorsi all’interno

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voglio ricordare le giornate tematiche organizzate al fiume dalla scuola dell’infanzia, che noi sosteniamo predisponendo l’ambiente in modo che non vi siano rischi. Ăˆ la dimostrazione che il fiume è un ambiente sano, che va sĂŹ curato, ma anche vissuto e godutoâ€?. Tutti pronti per la giornata di sabato, appuntamento per le 8 in piazza Martiri della libertĂ , prima di dirigersi al fiume. E per il futuro sono in programma varie iniziative: “Per quest’estate – conclude Vavassori – stiamo ragionando su un calendario di eventi, mentre proprio sabato aprirĂ una mostra fotografica dedicata all’ambiente. Inoltre il 16 marzo aderiremo a un’ulteriore giornata ecologica promossa dal parco dell’Oglio nord, insieme ai 18enni di Rudianoâ€?.

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'DYLGH JLRYDQH GLVDELOH HVSRQH L VXRL TXDGUL La magia dei colori sulla tela e un pizzico di fantasia garantiscono sempre un ottimo risultato, specie se l’obiettivo è lottare contro la disabilitĂ . Un esempio riuscito è quello di Davide Pinardi, giovane studente autistico frequentante la classe quinta del Liceo Linguistico del “Don Milaniâ€?, il quale attende tutti gli estimatori della sua arte dall’8 al 10 marzo nella Galleria civica della Pro loco dove esporrĂ gli ultimi lavori realizzati, frutto

di attenzione, cura, passione e tanta volontĂ . “Quanto si potrĂ vedere in mostra – ricorda la prof.ssa Monica Tortella che ha seguito il giovane allievo assieme alla collega Maria Gioia Casagrande – presenta un tratto particolare e un altrettanto particolare rapporto con lo spazio, oltre all’autenticitĂ del “segno con le ditaâ€?, che s’inserisce nei dipinti e li rende un tutt’uno con l’autore. I “quadri d’autoreâ€? di Davide consentono di sti-

molare l’attenzione dell’osservatore verso la riscoperta e la rivalutazione di noti lavori artistici dei grandi del passato, di attivare una nuova forma di dialogo tra Davide e gli “altriâ€? e, in ultima analisi, di includere se stesso al meglio nella propria realtĂ scolastica ed extra scolasticaâ€?. Va precisato che Davide non è un neoďŹ ta nell’ambito della pittura visto che è giĂ stato protagonista di eventi espositivi, basti pensare alla mostra tenutasi

presso la Biblioteca civica di Rivoltella dal 29 marzo al 7 aprile 2012, all’esposizione delle opere al convegno organizzato dall’Istituto “Don Milaniâ€? a Montichiari “Conventio ad includendumâ€? il 20 aprile 2012 e ancora all’esposizione al “Don Milaniâ€? durante la festa patronale dello scorso anno. Se il buongiorno si vede dal mattino, dunque, per Davide e per coloro che lo seguono il successo, quello contro la disabilitĂ , è solo all’inizio.


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medicinali, vestiti e il vangelo, accompagnato da medici e da pediatri, e tra carcerati e comunitĂ di tossicodipendenti, dove una parola di conforto conta piĂš di gesti senza amore. Ma tutto questo non pesa, perchè la scelta della missione è nata spontaneamente subito dopo aver ricevuto l’ordinazione per imposizione delle mani di mons. Pietro Gazzoli. “Ringrazio il Signore per il dono della vita e del sacerdozio missionario che

realizzo da 40 anni – dice don Mottinelli con la luce negli occhi e la convinzione nel cuore – e invito i fedeli ad avere sempre nella preghiera quotidiana un pensiero per tutti i missionari nel mondo e che lavorano afďŹ nchè GesĂš sia amato e conosciuto da tuttiâ€?. Gli ultimi 10 anni il Padre missionario li ha trascorsi a Passos, dove viva ancora, nello stato di Minas Gerais, Comune di 102mila abitanti a 350 chilometri da Belo Horizonte. Qui, lavora

nella parrocchia occupandosi dell’educazione di 130 bambini e bambine di etĂ compresa tra i sei e i 16 anni per i quali, se non ci fosse la Congregazione, li aspetterebbe un sicuro e inevitabile destino di strada. Una vita spesa per gli altri, senza riserve, “ma con gioia e senza mai un ripensamentoâ€?, tiene a precisare. A Chiari si ferma un mese circa, tutti gli anni , ma lo si vede poco perchĂŠ in un continuo movimento tra i mille impegni ai quali è chiamato. (c.m.)

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nche se è slittata in avanti, la Fiera agricola di Calvisano e la sagra della beata Cristina non muta il calendario degli eventi. Confermata anche la sede della zona espositiva lungo le vie di Calvisano e la zona ludica e di divertimento nei pressi del chiostro domenicano. Cristina Semenzi è nata a Calvisano il 4 agosto 1435. Il padre Giovanni e la madre Margherita appartenevano a una famiglia di contadini poveri, detti i Giardini. Fin dai suoi primi anni di vita la fanciulla dimostrò una straordinaria pietĂ religiosa unita a un grande spirito di penitenza. A 14 anni seguĂŹ il richiamo divino e nella chiesa di S. Barnaba in Brescia prese i voti come terziaria agostiniana. Al suo rientro a Calvisano si prodigò per il bene dei poveri e, dopo la perdita dei genitori, per non subire la prepotenza del fratello Antonio, Cristina si ritirò a vita solitaria dapprima a Roma, poi ad Assisi, infine a Spoleto, dove si dedicò completamente all’assistenza dei poveri e dei malati. Cristina morĂŹ a soli 23 anni, il 14 febbraio 1458. Il suo corpo fu posto in un’urna preziosa sull’altare di S.Michele, nella chiesa di S.Nicola degli agostiniani in Spoleto. Alcuni miracoli attribuiti alla sua intercessione contribuiro-

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dienti della Fiera. S’inizia venerdÏ 1 marzo alle 20.30 il convegno sul mondo agricolo presso la sala delle tele-serafini. Sabato 2 marzo alle 9 apre l’area espositiva con il coinvolgimentoe delle associazioni del territorio. Alla stessa ora aprono anche le giostre, la mostra personale del pittore Remo Pasetto e la mostra collettiva dell’associazione Arte Amici di Calvisano presso la sede nel chiostro domenicano. La Fiera viene inaugurata alle 10.30, mentre alle 11 viene donato il materiale tecnologico/didattico all’Istituto comprensivo di Calvisano e

alla scuola dell’infanzia A. Bonaldi. Alle 16 il convegno “La nostra Langobardiaâ€? con la presentazione del libro “Langobardia: storia di Eoghan e Adelchiâ€? della prof.ssa Silvana Piva Viganò presso la sala delle tele-serafini. In serata, alle 20.30, al Polivalente la proiezione di un film per bambini. Domenica 3 marzo, dalle 8, il Mercato in fiera per tutta la giornata con l’apertura (alle 9) degli stand associativi. Sempre alle 9 l’apertura di “Fofy dayâ€?: la manifestazione non competitiva di veicoli 4X4. Alle 12 il pranzo in Fiera a cura dell’Avis con lo spiedo presso la scuola elementare; nel pomeriggio, alle 14.30, il truccabimbi nell’area “Giostre in fieraâ€? e alle 15 apertura straordinaria fino alle 18 della biblioteca comunale. LunedĂŹ, infine, alle 8 arriva il mercato settimanale, mentre alle 9 viene aperta la personale del pittore Remo Pasetto.

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lontano 1981 da don Piero Verzelletti. MartedĂŹ 5 marzo alle ore 20.30, presso il Centro sociale di Bedizzole in viale LibertĂ 36, il primo incontro: “Crescere oggi: adolescenza e adolescenti oggiâ€?. Relatore il dott. Angelo Mattei, pedagogista della cooperativa “Il Calabroneâ€?. MartedĂŹ 12 marzo, invece, sempre alle ore 20.30, “Adolescenze digitali e adolescenze reali. I social media oggiâ€?. Relatore Alessandro Augelli della cooperativa “Il Calabroneâ€?. Ăˆ proprio nell’etĂ che va dai 14 ai 18 anni che l’ado-

lescente vuole sentirsi autonomo e comandare, diventando un potenziale consumatore di prodotti della nostra società mediale, ma vive ancora la maggior parte del suo tempo con la famiglia, quest’ultima sempre al primo posto tra le agenzie educative della nostra società , seguita dalla scuola e dall’associazione sportiva. In calendario, altre tre serate di formazione dove sarà possibile approfondire i temi precedentemente trattati. Ogni incontro vuole essere strumento di confronto e discussio-

ne con l’obbiettivo di riconoscere il ruolo fondamentale dell’adulto nel processo di educazione del giovane, creando uno spazio di aggregazione a misura di adolescente. Le serate fissate per martedĂŹ 19 e 26 marzo e di martedĂŹ 2 aprile saranno condotte da Emiliano Piccagli e da Elena Lauro. L’ingresso è gratuito. Per informazioni: Ufficio servizi sociali (telefono 0306871700) oppure la mailinglist servizisociali@comunebedizzole. it per essere costantemente aggiornato. (g.d.m)

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Salò si va a scuola per coltivare l’olivo del Garda. Chi vuole apprendere le tecniche di lavorazione di questa pregiata pianta può partecipare a “Paesaggi rurali, paesaggi produttiviâ€?, innovativa iniziativa proposta dal Gruppo azione locale GardaValsabbia e dall’Assessorato all’ambiente del Comune. Una fullimmersion per apprendere le basi della coltura dell’olivo, preziosa risorsa ambientale e imprenditoriale del nostro lago. Il 7 marzo, alle 20.30, prende il via il corso teorico in aula presso la sala comunale sul lungolago Zanardelli, mentre sabato 9, con ritrovo alle 12 presso il parcheggio Pedrazzi, tutti in campo per partecipare alla parte operativa. La sfida dell’iniziativa, promossa nell’ambito del progetto di cooperazione “LandsAreâ€? è quella di coniugare tradizione e innovazione, con l’attenzione rivolta al rispetto dell’ambiente e a un posibile sbocco economico per avviare o sviluppare un’attivitĂ di lavorazione dell’olivo. “Il corso – spiega Laura Brugnolli, responsabile per il Gal del progetto – è una delle prime iniziative del piĂš articolato progetto “Architetture di paesaggio nelle aree rurali europee: un nuovo approccio al disegno dello sviluppo localeâ€? focalizzato in

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gal-gardavalsabbia.it. Il Comune di Salò è co-promotore dell’iniziativa. “Quella gardesana – afferma l’assessore Aurelio Nastuzzo – è la zona di produzione di olio alla latitudine piĂš a nord del mondo e la qualitĂ dell’olio è frutto di una passione secolare che va tutelata e tramandata con tenaciaâ€?. Il corso rappresenta una prima tappa, che non può essere ritenuta esaustiva, ma segna una precisa impostazione. “L’imprenditorialitĂ rurale sui nostri territori – spiega il direttore del Gal Nicola Gallinaro – non può essere improvvisata, ma necessita di risorse e saperi che come enti e istituzioni abbiamo il dovere di promuovereâ€?. Tra le finalitĂ del progetto “LandsAreâ€? vi è la costituzione di una piattaforma di scambio volta a sviluppare e a diffondere un modo di interpretare ‘paesaggio’ e ‘patrimonio culturale/ambientale rurale’ quale leva di crescita sociale ed economica del territorio di riferimento. In questo contesto il paesaggio rurale costituisce dunque una componente fondamentale della cultura di un luogo e, quindi, deve essere preservato dal punto di vista ambientale e valorizzato dal punto di vista economico, in modo tale da essere vissuto dalla popolazione locale e offerto al fruitore del territorio come elemento identitario.

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di Sant’Apollonio come catechista e animatore dell’oratorio. Fotografo e tipografo, negli anni Settanta conosce il Movimento per la Vita e ne diventa punto di riferimento per Lumezzane. Tra il 1976 e il 1977 dĂ origine al gruppo “Vita‌ perchĂŠ?â€?. Tanti sono i progetti: concorsi di poesie e di fotograďŹ e, diffusione della stampa cattolica, pesche di beneďŹ cenza, sempre ďŹ nalizzati al servizio come dono da offrire agli altri. Nel 1981 l’Onu proclama l’Anno internazionale delle persone

disabili cosĂŹ Virginio propone una nuova lezione di vita: nasce una cooperativa in cui le persone con disabilitĂ , che erano escluse dalla vita sociale, avrebbero potuto trovare un’occupazione lavorativa e inserirsi nella societĂ con dignitĂ . A 30 anni dalla morte, tre associazioni lumezzanesi (coop Cvl disabili, gruppo Scout Lumezzane 1 e Confartigianato mandamento di Lumezzane) hanno pensato a “Due passi avantiâ€?, iniziative per ricordare la ďŹ gura di Caldera:

sabato 9 marzo alle 17 all’Odeon la presentazione del libro; sabato 6 aprile alle 20.30 lo spettacolo “Due passi avantiâ€? messo in scena dalla compagnia dell’Araba fenice nel teatro Don Bosco di S. Sebastiano; venerdĂŹ 12 aprile alle 20.30 presso Le Rondini l’incontro “Un segno nel tempo: la Cooperativa sociale Cvlâ€? con la partecipazione di Felice Scalvini. Il 20 e il 21 aprile, inďŹ ne, l’esposizione dell’artigianato nel Palazzetto dello sport di via Cefalonia.

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lla fine il Comune di Bovegno ha il suo Pgt, firmato dagli architetti Marco Garau e Dario Grazioli: sostituisce il piano regolatore risalente al 1976. Era stato presentato e adottato in consiglio a fine agosto scorso. Era seguito il periodo di due mesi che la legge prevede per le osservazioni dei cittadini votate poi in consiglio una per una. C’è una grande novitĂ rispetto al progetto adottato questa estate: Re di Campo, la splendida zona sopra i Prati Magri verso Dosso Rotondo e Monte Campione rimarrĂ intatta nella sua bellezza. LassĂš oltre 1000 metri, nel 2009 con una variante su 300mila mq. di proprietĂ comunale, era stata approvata l’edificabilitĂ civile per 93mila metri cubi (un villaggio in quota) e per 33mila metri cubi la destinazione pubblica alberghiera, in previsione della operazione “collegamento sciistico con Monte Campioneâ€? rivelatasi poi nel

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ridotti interventi su abitazioni di proprietĂ esistenti o nuovi progetti (dove possibile). In particolare: quelli sopra i 300 metri quadri saranno autorizzati solo col permesso convenzionato o piani di attuazione del Comune. La “novitĂ â€? è stata approvata con apposita votazione che ha visto astenuta la minoranza ma anche il voto contrario di un assessore, Rinaldo Gatta (Brochèta) che preferiva addirittura maggior rigiditĂ , perchĂŠ a monte c’è un piccolo giallo: la variante del 2009 risulterebbe mai pubblicata sul Bur quindi di fatto inefficace. Gatta era per la soluzione radicale: via tutto. I colleghi hanno preferito seguire prudenzialmente la strada scelta che alla fine ha lo stesso risultato: la completa conservazione ambientale della zona. Poi il Pgt è stato approvato dalla maggioranza compatta, contraria la minoranza: sosteneva che i vincoli rigidi imposti dall’alto potevano essere e andavano forzati. Tornando ad alcune cifre il Consiglio ha esami-

nato 23 richieste dei cittadini di cui tre fuori termine di presentazione e comunque discusse, e quattro da enti pubblici. Ne sono state respinte nove perchè richieste di edificabilità dislocate fuori dalle zone urbanizzate o in quelle inibite nella cartografia dagli organismi superiori come la Regione. Le altre sono state integralmente o parzialmente ammesse. Bovegno può incrementare nel quinquennio i suoi abitanti di 750 persone: dai 2280 attuali a 3000.

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L’altra settimana 30 alunni dell’Istituto comprensivo “Antonino Ralloâ€? di Favignana in Sicilia sono arrivati al Maniva con i loro insegnanti Michele Maltese e Jonet Bertolini all’Hotel Bonardi: vi hanno alloggiato fino a venerdĂŹ; martedĂŹ sono arrivati i coetanei di Palermo. La prossima settimana toccherĂ agli alunni di una scuola di Cagliari: complessivamente 150 alunni sulle nevi dell’Alta Valle. Ăˆ un record per l’unica stazione sciistica valtrumplina: istituti scolastici cosĂŹ lontani non avevano mai scelto la Valtrompia per un soggiorno a seguito di un progetto scolastico nazionale. A riceverli infatti insieme al presidente della ManivaSki Imerio Lucchini con l’assessore all’istruzione della Provincia Aristide Peli e Alessandro Galeri (Ufficio scolastico provinciale) c’era

Ketty Volpe, referente responsabile nazionale del progetto “L’Italia Sottosopraâ€? del Ministero istruzione e universitĂ e ricerca con scopo “Educazione al mare e montagnaâ€?. Si propone di far sperimentare ai ragazzi le difficoltĂ della natura nel suo complesso, far loro apprendere e mettere in pratica norme di sicurezza elementari ed essenziali. Per la parte invernale “Sicurezza in montagna e sulla neveâ€? hanno tra l’altro collaborato la Protezione civile e il Soccorso alpino valtrumplini: i ragazzi hanno provato l’emozione di vedere un’esercitazione coi cani antivalanga. Il Maniva tra l’altro è il primo a ospitare l’attuazione del progetto. La montagna li ha accolti con il suo miglior biglietto di visita: una giornata piena di sole, neve splendida, panorami da cartolina.

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anni nella cura e nell’allestimento di accurate mostre ed esposizioni tematiche particolarmente estrose e singolari, proporrĂ per l’occasione una dettagliata e originale esposizione intitolata “La donna... casa, amore, maternitĂ , lavoro, tempo libero...â€?, dove potranno essere liberamente ammirate opere selezionate inerenti lo status della donna nel corso del tempo. La mostra sarĂ allestita nell’auditorium San Giovanni Battista in castello di Coccaglio e resterĂ aper-

ta e visitabile secondo gli orari: sabato dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18, mentre domenica solo la mattina dalle 9 alle 12. Parallelamente all’apertura della mostra e sempre nell’auditorium in castello, domenica pomeriggio a partire dalle 17, le scene si tingeranno ancor piĂš di rosa, grazie alla presenza delle coriste del locale coro femminile “Luca Marenzioâ€? che, in collaborazione col Circolo filatelico numismatico, presenteranno un coinvolgente spettacolo musicale in favore della

donna, ripercorrendo un vasto e variegato repertorio di canzoni e recitazione, in una suggestiva cornice fotografica-tematica, curata dal circolo stesso. L’ingresso, sia alla mostra che allo spettacolo, è libero e gratuito; per maggiori informazioni, è possibile rivolgersi direttamente al Circolo culturale in via Giovaninetti 24 a Coccaglio, telefonare al 3661944212, oppure scrivere un’email a cifilatelicomarenzio@libero.it. (a.s.)

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n Franciacorta esistono tesori che meritano di essere scoperti. Ad affermarlo è l’associazione iseana “Universitas Yseiâ€? che propone un percorso alla scoperta di 12 pievi e chiese facenti parte di quello che si potrebbe definire “un grande museo ambientale, dove il paesaggio costituisce un unicum indivisibile tra arte, storia, natura e lavoro dell’uomoâ€?. “La Franciacorta – specificano dal gruppo – vanta la presenza di numerose pievi, veri gioielli storicoarchitettonici testimonianza della ricchezza espressiva degli artisti e degli architetti che in questa zona particolare hanno lasciato il loro segno. Alcune di queste, poco conosciute in quanto non rientrano nei consueti percorsi turistici, verranno scoperte attraverso un itinerario che si snoda fra colline che si rincorrono come onde e si aprono su paesaggi di rara bellezzaâ€?. Da sempre, l’associazione iseana si è mostrata attenta alla conoscenza e divulgazione della cultura e della storia

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del territorio attraverso corsi specifici e ora prosegue la sua mission con un programma dedicato all’arte in Franciacorta, offrendo a tutti l’opportunitĂ di conoscere luoghi sacri, non sono sempre aperti al pubblico. L’itinerario, avviato mercoledĂŹ 27 febbraio con la visita alle chiese di Santa Maria Assunta e Santa Maria in Favento ad Adro, proseguirĂ fino al 19 aprile snodandosi lungo ben nove Comuni, attraverso: il Santuario Madonna della Rosa a Monticelli Brusati e quello della Madonna dell’Avello a Ome, la chiesa di San Bernardo a Provaglio d’Iseo e la Pieve di Santa Maria a Erbusco, a Rovato la chiesa di Santo Stefano e il Santuario dell’Annunciata, a Gussago la Pieve di Santa Maria, a Cellatica il Santuario della Madonna della Stella e, infine, le chiese di San Pietro e San Giovanni a Coccaglio. Il ritrovo è nelle chiese oggetto di visita; le visite guidate sono libere, ma è indispensabile prenotare (sette euro, cinque per i tesserati). Per informazioni: rivolgersi alla sede in via Repubblica 3 a Iseo, telefonare allo 030/980047 (10.30-12 martedĂŹ, giovedĂŹ, venerdĂŹ) o scrivere a info@universitasysei.it.

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mondo produttivo. Si tratta del progetto di “Formazione continuaâ€?, indicata come uno strumento per cercare di superare la crisi economica. I progetti formativi sono ďŹ nanziati dalla Regione e dalla Provincia, in base al “Patto per le politiche attiveâ€?, siglato lo scorso 28 gennaio, che ha riaperto la possibilitĂ di presentazione delle domande di partecipazione a corsi di riqualiďŹ cazione da parte di lavoratori che si trovano nelle condizioni sopra descritte Le

modalitĂ della Cassa integrazione vengono illustrate ai lavoratori dalle varie categorie sindacali ed il diritto/dovere di accedere a corsi riqualiďŹ canti si concretizza in attivitĂ formative che attualmente si concentrano nell’area informatica e nell’area tecnologica. Sono previsti anche corsi sulla qualitĂ aziendale, sull’ambiente, sul primo soccorso e antincendio e sui rischi produttivi. In questo momento, poi, esiste anche un progetto di inserimento lavorativo di 25 soggetti over 55

abitanti nel comprensorio camunosebino, ďŹ nanziato dalla provincia di Brescia, riservato a 25 tra uomini e donne, dai 55 anni in su, o che li compiranno entro il 28 giugno prossimo, che siano disoccupati e iscritti al Centro per l’Impiego territorialmente competente della Provincia di Brescia. Le risorse ďŹ nanziarie potranno essere prenotate entro le ore 12 del 28 giugno e tutte le azioni dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2013. (Davide Alessi)

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mesi prossimi a venire porteranno un ampliamento delle zone dell’Alta Valcamonica raggiunte da collegamenti internet veloci. Le strade informatiche sono oggi importanti quasi come quelle d’asfalto e operare sul Web a 24 o 48 Kb in analogico è ben diverso dal farlo con i 7MB di una Adsl. CosĂŹ gli Enti pubblici stanno operando per colmare il ritardo digitale, il cosiddetto “digital divideâ€?, che attualmente rende piĂš difficile il lavoro delle aziende e degli imprenditori, oltre che penalizzare la qualitĂ della vita della gente piĂš periferica della montagna, giĂ alle prese con svantaggi dovuti a carenza di altre infrastrutture e servizi. Ăˆ di pochi giorni fa la firma di un accordo fra Regione Lombardia e Ministero dello Sviluppo che attraverso Infratel Italia Spa permetterĂ di estendere la banda larga a 73 Comuni ancora esclusi, fra cui

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coinvolgendo una societĂ privata, la ‘Tecnologica’, ha creato qualche screzio, che potrebbe portare la Provincia in ottobre, alla scadenza dell’accordo, ad un cambio di strategia. Intanto, però, gli Enti comprensoriali camuni hanno raggiunto un accordo di collaborazione con Secoval, l’azienda che si occupa di banda larga per la ComunitĂ montana di Valle Sabbia. Dal Pirellone si apprende, inoltre, che TemĂš sarĂ l’unico dei Comuni dell’Alta Valle a beneficiare degli interventi disposti dall’Assessorato all’Agricoltura per diffondere la fibra ottica in aree rurali. Sempre la Regione nel corso dei prossimi mesi attende i risultati dell’appalto affidato a Telecom Italia per l’estensione dell’Adsl a zone non ancora raggiunte in 103 Comuni bresciani, compresi quelli altocamuni. Le locali aree turistiche usufruiranno poi di un ulteriore fondo regionale per la creazione

di aree wi-fi gratuitamente messe a disposizione degli ospiti. Il traguardo è quello di portare internet veloce in tutti i Comuni e raggiungere quel 3,5% di residenti lombardi, per la gran parte in montagna, ancora esclusi per motivi tecnicologistici. Per centrare il bersaglio il business è consistente: la Provincia ha messo sul piatto 2,5 milioni di euro, mentre circa 20, attraverso vari progetti, arrivano dalla Regione e una decina dal Ministero.

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Il circolo Acli di Darfo, in collaborazione con l’associazione “Tapiocaâ€?, l’Azione cattolica di Darfo, il Centro accoglienza e ascolto “Caritasâ€? di Darfo, il Gruppo “Emergencyâ€? di Valcamonica, il presidio di “Libera Valcamonicaâ€?, l’Osservatorio territoriale darfense, con il patrocinio del Comune di Darfo Boario Terme invitano tutti a partecipare ai “Dialoghi sul Donoâ€?. L’iniziativa si sviluppa in tre incontri: “Il dono dell’accoglienzaâ€?, giovedĂŹ 28 febbraio, con don Fabio Corazzina, parroco di Santa Maria in Silva a Brescia,presso il centro “Caritasâ€? in via Scura, 1 alle ore 20.30; “ Il dono della vitaâ€?, giovedĂŹ 21 marzo, con Egidia Beretta (mamma di Vittorio Arrigoni, attivista umanitario ucciso a Gaza) sempre nel luogo ed

all’ora citati (coordina Sergi Gabossi); “Il dono dell’economiaâ€? (“Popo Economyâ€?), ovvero “da dove allegramente viene la crisi e dove vaâ€?: uno spettacolo “di e conâ€? Alberto Pagliarino; una produzione di Banca popolare etica e Teatro popolare europero; segue presentazione della realtĂ di Vallecamonica Bio, Tapioca, Libera, Gruppo acquisto solidale, Banca etica (coordina Piero Confalonieri). Il tutto presso il teatro san Filippo, in via Cimavilla a Darfo. In replica, venerdĂŹ 5 aprile, alle ore 9, per le classi IV e V dell’Istituto “Olivelli-Putelliâ€?, sempre presso il teatro san Filippo. L’accoglienza è dono, crocevia di cammini. Accogliere per umanizzare la nostra umanitĂ . Il dono delle vita illustrato da una madre. (e.g.)

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In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a GesĂš il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacriďŹ ci. Prendendo la parola, GesĂš disse loro: “Credete che quei Galilei fossero piĂš peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di SĂŹloe e le uccise, credete che fossero piĂš colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modoâ€?. Diceva anche questa parabola: “Un tale aveva piantato un albero di ďŹ chi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: ‘Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. TĂ glialo dunque! PerchĂŠ deve sfruttare il terreno?’. Ma quello gli rispose: ‘Padrone, lascialo ancora quest’anno, ďŹ nchĂŠ gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterĂ frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai’â€?.

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upporre. Il fico è una pianta dalle foglie larghe che nasconde i suoi frutti e per trovarli è necessario cercare tra le foglie. Ăˆ difficile vedere un frutto. Il frutto è necessario cercarlo perchĂŠ è nascosto. La parabola di GesĂš parte da questo: il frutto è nascosto come per il fico e l’apparenza della pianta lussureggiante è un inganno se ci si fida dello spettacolo delle foglie. L’apparenza nasconde l’essenza; la foglia il frutto. E cosĂŹ è anche per chi suppone che la storia sia la sua pelle e sia solo quello che si vede; e che la sua interpretazione riguardi solo quello che si vede e non i frutti. Ăˆ un facile inganno che nasce per autodifesa ed è simile all’interiore certezza che “questo a me non succederĂ maiâ€?. Ăˆ un modo per allontanare i fatti della storia e sentirsene fuori. Quindi poterla giudicare. E giudicare anche quelli che nella storia si muovono e subiscono. Che sia un giudizio storico che stabilisce vincitori e vinti o, piĂš profondamente e irrazionalmente, un giudizio di valore su chi ha

torto e chi ha ragione, o ancora piĂš irrazionalmente un giudizio morale su chi era giusto e chi peccatore, il giudizio nasce dal supporre di non far parte della storia. Ăˆ il nostro personale punto di vista divino. E soprattutto nel caso del giudizio morale il nostro supporre diventa “presunzioneâ€? nel senso piĂš semplice e vigliacco dell’essere presuntuosi. Si crea il distacco presuntuoso tra noi e gli altri, tra noi e i peccatori, tra noi e gli stupidi, tra noi e la gente. Quest’ultima è l’etichetta peggiore che la nostra presunzione mette addosso agli altri e GesĂš stesso la usa (ci penso adesso) per toccare la presunzione dei suoi discepoli e poi interrogarli sulla piĂš essenziale delle domande: “per voi chi sono io?â€?. La gente non ragiona, non pensa, si lascia influenzare. E chi presume, invece, dice di ragionare, di pensare, di non lasciarsi influenzare. E giudica la gente; giudica il peccato di quelli ammazzati da Pilato o dalla torre di Siloe; giudica la stortura del drogato e del diverso; giudica le possibilitĂ dello straniero. PiĂš subdolo, oggi, il nostro supporre,

perchĂŠ non lo chiamiamo piĂš peccato ma situazione sociale o disagio. Ma è lo stesso: noi lo possiamo fare. PerchĂŠ siamo una pianta dalle lunghe fronde con bellissime foglie che possono nascondere frutti dolcissimi. E il padrone (perchĂŠ non siamo proprietĂ nostra) ci ha piantato per quei frutti, perchĂŠ non fossimo solo foglie e il nostro stare qui fosse frutto per qualcosa. Ma se il nostro supporre fosse per nascondere la mancanza di questi frutti: cosa potremo essere se non presunzione. La conversione che chiede GesĂš è radicale e non riguarda un cambiamento di particolari del vivere. Ăˆ la domanda all’interioritĂ , domanda che chiede se il nostro vivere è frutto o solo foglie, cambiamento e non solo parole. I frutti della penitenza, si diceva una volta: e sono diventati fioretti dei dolci... Ma chi potrĂ credere alle parole della nostra presunzione, se, cercando, non troverĂ frutti dolcissimi di amore che vengono dalla certezza di aver scoperto la dolcezza di Dio? Solo cosĂŹ si ama (e non si presume nulla) l’uomo.

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$WWUDYHUVDQGR OD SRUWD “Il primo uomoâ€?, bellissimo film di Gianni Amelio, è tratto dall’omonimo romanzo, postumo e incompiuto di Albert Camus di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita. Mentre riposa sul letto, il protagonista Jacques, (lo stesso Camus) ricorda la sua infanzia. Jacques bambino esce di casa e rivede i volti del passato: la nonna, le scarpe rubate, i cani randagi liberati‌ e poi di corsa sulle scale nel palazzo dove abita il maestro (Bernard nel film, Jean Grenier nella realtĂ ). Il bambino appoggia la mano sulla maniglia della porta e la apre, dall’interno dopo uno stacco, vediamo entrare Jacques adulto che sta cercando il maestro della sua infanzia. A lui, che aveva perso il padre quando aveva poco meno di un an-

no, questo maestro è stato di grande aiuto, come ci rivela un intenso monologo del libro: “Adesso non hai piĂš bisogno di meâ€?, gli disse, “avrai maestri piĂš sapienti. Ma, se ti servisse aiuto, vieni a trovarmi, sai dove stoâ€?. Se ne andò, e Jacques rimase solo, smarrito; poi si precipitò alla finestra per guardare il suo maestro che lo salutava ancora una volta e lo lasciava ormai solo, e anzichĂŠ la gioia del successo, sentĂŹ un immenso dolore infantile che gli stringeva il cuoreâ€?. La sequenza ha voluto suggerirci che ci sono persone nella nostra vita che ci hanno aiutato a diventare adulti. Si sono prese cura di noi, anche se non eravamo loro figli. Ci hanno trasmesso valori, ci hanno insegnato a stare nel mondo, ad assumerci responsa-

bilitĂ , infondendoci coraggio. Intuendo dentro di noi che un talento c’era e che andava messo in gioco con la vita, per il bene di altri. Penso sia importante fare memoria di questi “padri putativiâ€? che il Signore ha posto sul nostro cammino. Spesso hanno agito in modo gratuito, lasciandoci crescere lungo il cammino in piena fiducia. Penso al mio allenatore di nuoto Isacco, crudele e severo, che ha tirato fuori dal nascondiglio della paura l’uomo che era in me. Penso a padre Tito che mi ha accompagnato nei primi anni della vocazione. Allo stesso tempo è un compito che ciascuno di noi è chiamato ad assumersi verso le nuove generazioni, sbandate e piene di risorse allo stesso tempo: “come pecore senza pastoreâ€?‌


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cittĂ di Roma, i matrimoni “interconfessionaliâ€?, “interreligiosiâ€? e “altriâ€? si concentrano nelle cittĂ del Nord e del Centro, dove risiede un maggior numero di popolazione immigrata. Nel decennio preso in considerazione ad aumentare sono stati i matrimoni interconfessionali: se prendiamo il 1999 i matrimoni interconfessionali erano il 4%, nel 2008 sono aumentati al 7%. I matrimoni interreligiosi invece rimangono stabili. Aumentano moltissimo (+50%) i matrimoni

con coniugi non battezzati o che hanno abbandonato la fede. Il 50% dei matrimoni interconfessionali sono con partner ortodossi e appartenenti alle Chiese antiche orientali (3.210). Sono soprattutto le donne ortodosse a sposare uomini cattolici. Seguono poi i matrimoni con partner luterani (17%), con anglicani (11%) e con valdesi metodisti (5%). I matrimoni interreligiosi sono 839, pari all’8%. La maggior parte è con partner islamico (il 52%). Sono soprattutto

donne cattoliche che sposano uomini musulmani, sebbene nel decennio ci sia stata una crescita di donne musulmane che hanno sposato uomini cattolici. La prima nazione da cui provengono gli appartenenti alla religione islamica è l’Albania, seguita da Marocco, Tunisia e Algeria. Riguardo, infine, a matrimoni con “altriâ€?, la maggioranza è costituita da non battezzati (65%) e dai cattolici che hanno aderito ad altre religioni (35%).

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a Chiesa cattolica accoglie a braccia aperte i matrimoni misti perchĂŠ sono il segno di un’Italia multireligiosa e perchĂŠ “mostrano con la loro vita quello stesso unico Dio che ha dato origine al loro amore. Sono il segno che Dio ha fiducia nell’uomo e sta chiamando tanti cuori a incontrarsi. Don Paolo Gentili, direttore dell’ufficio famiglia e vita della Cei, delinea l’approccio con cui la Chiesa va incontro ai matrimoni misti. E aggiunge: “Il fatto che ci sia un aumento dei matrimoni misti rispetto ai matrimoni che stanno diminuendo in questi anni, ci interroga e sollecita la Chiesa a un’attenzione rinnovata verso queste situazioni, soprattutto in una societĂ che si sta diversificandoâ€?. Coppie dunque non da abbandonare a se stesse ma da seguire prima e dopo il matrimonio con percorsi non improvvisati ma studiati. Per questo, gli Uffici famiglia, ecumenismo e problemi giuridici della Cei hanno promosso

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un convegno sui matrimoni misti convocando operatori e responsabili delle pastorali diocesane. Per i matrimoni misti tra cattolici e ortodossi, il riferimento è il “Vademecum per la pastorale delle parrocchie cattoliche verso

gli orientali non cattoliciâ€?: un sussidio che “aiuta i parroci e gli operatori pastorali cattolici a fornire risposte corrette dal punto di vista pastorale e giuridicoâ€?. Intanto alcune diversitĂ : le Chiese ortodosse affermano simultaneamente la “sostanziale indissolubilitĂ del matrimonioâ€? e la possibilitĂ di ammissione della prassi del divorzio e di nuove nozze. Inoltre un fedele orientale non cattolico divorziato e risposato non può essere ammesso alla comunione eucaristica nella Chiesa cattolica, nonostante nella sua Chiesa ciò sia permesso. Ecco perchĂŠ è importante che, in preparazione alle nozze, venga esibita una “prova dello stato liberoâ€? del fedele orientale non cattolico, qualora abbia celebrato in precedenza un matrimonio e chieda di accostarsi a un secondo matrimonio con una parte cattolica. Occorre richiedere “una sentenza esecutivaâ€? a un Tribunale ecclesiastico cattolico perchĂŠ il precedente matrimonio sia dichiarato nullo.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ VenerdĂŹ 1 marzo Ore 6.50 - Brescia - Santa Messa presso il Seminario minore. Ore 18 - Brescia - Meditazione per il personale di Curia presso il Centro pastorale Paolo VI. Sabato 2 marzo Ore 10 - Brescia - Ritiro per i politici presso il Centro pastorale Paolo VI. Ore 16 - Palosco - Incontro con i cresimandi della zona VII. Domenica 3 marzo Ore 10.30 - Berzo Inferiore -

S. Messa in occasione della festa del Beato Innocenzo. LunedÏ 4 marzo Il Vescovo partecipa alla Commissione episcopale per la dottrina della fede a Roma. MartedÏ 5 marzo Ore 20.30 - Brescia - S. Messa per l’Unione farmacisti cattolici presso la cappella dell’Episcopio. MercoledÏ 6 marzo Ore 9.30 - Brescia - Consiglio presbiterale presso il Paolo VI. Ore 20.30 - Villa Carcina Catechesi per gli adulti presso l’Auditorium. GiovedÏ 7 marzo Ore 10 - Brescia - Visita agli ospiti di Casa Industria. Ore 20.30 - Brescia - Scuola di preghiera in Cattedrale.

del rev.do don Ettore Truzzi giĂ parroco di Fiesse.

ƒÂ?…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘Â?‹Â?‡ ‡ ’”‘˜˜‡†‹Â?‡Â?–‹ La Cancelleria della Curia Diocesana annuncia i seguenti provvedimenti dell’Ordinario: La nomina a parroco dalla parrocchia di Lumezzane Sant’Apollonio del rev.do don Francesco Zaniboni giĂ parroco di Ciliverghe. La nomina a presbitero collaboratore della parrocchia di Lumezzane Sant’Apollonio

La nomina a vicario zonale della Zona XXVI della Visitazione di Maria (Suburbana IV) del rev.do don Claudio Boldini. La nomina a membro del Collegio dei Consultori del rev.do don Alberto Cinghia, in sostituzione del defunto mons. Luigi Bracchi. La nomina a vicario parrocchiale della parrocchia di Rodengo del rev.do padre Fidel Domingo Zarate Zanotelli in sostituzione del rev.do padre Alfonso Maria SeraďŹ ni.

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ra i motivi che hanno spinto il papa Benedetto XVI ad indire l’Anno della fede certamente non era secondario il desiderio di rilanciare per la Chiesa quel programma di nuova evangelizzazione disegnato da Giovanni Paolo II. Sebbene il Sinodo generale dei vescovi si sia dedicato con cura a questa che viene indicata come la prioritĂ della Chiesa nel terzo millennio, questo aspetto dell’Anno della fede è stato in veritĂ scarsamente recepito dalle parrocchie. In questo solco, invece, il giovane clero ha progettato tutto

‡ŽŽƒ …‘Â?—Â?‹–Â? ’ƒ””‘……Š‹ƒŽ‡ †‹ ƒÂ?–ǯ —•–‘”‰‹‘ †ƒ ’ƒ”‡……Š‹ ƒÂ?Â?‹ •‘Â?‘ Â?ƒ–‡ Ž‡ …‡ŽŽ—Ž‡ ’ƒ””‘……Š‹ƒŽ‹ †‹ ‡˜ƒÂ?‰‡Ž‹œœƒœ‹‘Â?‡ il cammino di formazione dei giovani preti degli ultimi tre anni di ordinazione, cercando di capire cosa si muove in diocesi, in Italia e nel mondo sulla frontiera della nuova evangelizzazione. Dopo aver incontrato

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l’esperienza delle Sentinelle, nata dall’entusiasmo di don Andrea Brugnoli, presente anche in diocesi con “Una luce nella notteâ€? ogni mese nella chiesa di Sant’Afra in cittĂ , e dopo aver approfondito l’uso di diversi linguaggi – come quello teatrale – a servizio del Vangelo, i giovani preti sono andati a Milano per incontrare don Pigi e la comunitĂ parrocchiale di Sant’Eustorgio dove da parecchi anni sono nate le cellule parrocchiali di evangelizzazione e da lĂŹ sono state esportate ormai in tutto il mondo. Ciò che hanno incontrato è stata innanzitutto la testimonianza di un prete anziano, ma ancora entusiasta della sua missione che ha condiviso la sua conversione pastorale, avvenuta qualche anno fa durante un viaggio in America. La scoperta di don Pigi del grande mandato di GesĂš di andare a portare il suo Vangelo in tutto il mondo e a ogni creatura ha trasformato questo uomo da un prete, malcontento e sull’orlo della crisi perchĂŠ

adattato alla situazione e preoccupato di conservare quel poco che aveva, in un prete che vive solo per annunciare GesĂš e che struttura tutto il suo ministero, la sua vita e la sua comunitĂ per fare ciò che la Chiesa deve essere per sua natura: evangelizzatrice. L’entusiasmo di questo anziano sacerdote mostra che l’evangelizzazione, prima di essere nuova nei metodi e nelle ricette, è nuova nelle persone. L’entusiasmo di don Pigi ha presto contagiato tutta la sua parrocchia, grazie soprattutto alla preghiera e all’incontro personale con Cristo durante l’adorazione. CosĂŹ sono nate numerose cellule, piccole comunitĂ di fedeli che riscoprono il proprio battesimo e vivono per diffondere il Vangelo alle persone che condividono la loro stessa vita: missionari nel proprio contesto vitale. Questi evangelizzatori si trovano ogni settimana in piccoli gruppi per condividere ciò che GesĂš fa per loro e come loro evangelizzano, per pregare insieme e

per nutrirsi della Parola spezzata dal loro parroco. L’obiettivo primario di ogni cellula è quello di risvegliare la fede della parrocchia e attivarla dal di dentro. Anche i ragazzi e i giovani sono stati contagiati e desiderano essere pescatori dei loro coetanei e amici. L’esperienza delle cellule è squisitamente parrocchiale e in tutto riferita alla vita parrocchiale, ma è diversa dall’esperienza nota dei centri di ascolto per la sua natura fortemente evangelizzatrice. Un’opportunitĂ , come dicono a sant’Eustogio, per svegliare le nostre parrocchie, forse un poco addormentate...

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Ž‹ ƒ’’—Â?–ƒÂ?‡Â?–‹ †‡Ž Â?‡•‡ †‹ Â?ƒ”œ‘ Per laici (giovani e adulti) domenica 10, dalle 9 alle 17, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio della liturgia eucaristica del giorno. Donne martedĂŹ 12, dalle 10 alle 16.30, ritiro spirituale: lectio divina con la Parola di Dio che verrĂ ascoltata nella liturgia eucaristica della domenica successiva. Presbiteri e religiosi - mercoledĂŹ 13, all’Eremo di Montecastello, dalle 9.30 alle 14, ritiro spirituale mensile per il Presbiterio e le

ComunitĂ religiose maschili delle due Zone gardesane, XVI e XVII. Il servizio della Parola è offerto da don Giampietro Prandelli, parroco a San Polo, il ministero della Riconciliazione dai Padri Cappuccini di Barbarano. Esercizi spirituali per laici - Dalla serata di mercoledĂŹ 24 al pranzo della successiva domenica 28 aprile (ponte del 25 aprile), don Dino Capra con la comunitĂ delle Suore Dorotee di Cemmo dell’Eremo animerĂ le giornate

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Â?…‘Â?–”‘ ’‘Ž‹–‹…‹ di esercizio spirituale con la lectio divina sulla Lettera dell’apostolo Giacomo: “La fede senza le opere è mortaâ€?, splendida testimonianza di unitĂ offerta dalle profonde diversitĂ che animarono la prima comunitĂ ecclesiale. Per info, Eremo di Montecastello, telefono 0365760255, informazioni@ montecastello.org; www. montecastello.org Si ricorda inoltre che per presbiteri, religiosi e diaconi

sono previsti degli esercizi durante l’anno: 23-28 giugno, dom Paolo Maria Gionta, priore Abbazia benedettina di Novalesa su “Il discepolo perfetto del Regnoâ€? lectio divina con la lettera di Giacomo; 18-23 agosto, il vescovo Luciano su “La vita secondo lo Spiritoâ€?, lectio divina con la Lettera ai Romani; 3-8 novembre, don Franco Mosconi su “Dal tempo di GesĂš al tempo della chiesa: una lettura spirituale degli Atti degli Apostoliâ€?.

Sabato 2 marzo il Centro pastorale Paolo VI ospita l’incontro di preparazione alla Quaresima per le persone impegnate in politica e nel sociale. L’inizio è alle 9 con la Santa Messa, alle 10 la lectio biblica di mons. Monari su “Geremia, profeta scomodo nella cittĂ â€? e alle 11.45 l’intervento del prof. Fulvio De Giorgi su “Il laico cristiano: l’insegnamento del Concilio Vaticano IIâ€?. L’incontro termina alle 12 con la consegna del mandato.

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ellegrini a Roma nell’Anno della fede. Il vescovo Monari, dal 21 al 23 giugno 2013, guida il pellegrinaggio diocesano. SarĂ l’occasione per incontrare il successore di Benedetto XVI e per festeggiare il 120° anniversario del settimanale diocesano e il 125° anniversario della rivista Madre. Sono molte le analogie con quanto successe 50 anni fa: il pensiero corre al pellegrinaggio diocesano del 27-29 ottobre 1963 che vide la presenza di ben 5000 bresciani. Pellegrinaggio che fu preceduto da tre giorni di preparazione spirituale in tutta la diocesi. Era un “atto di ringraziamento alla Provvidenzaâ€? che aveva eletto al soglio pontificio il bresciano Giovanni Battista Montini. Nelle pagine ingiallite di “Voceâ€? del tempo si può leggere che il pellegrinaggio doveva “rispondere a due scopi e caratteristiche particolari: essere cioè un atto di fede nella Chiesa e piĂš particolarmente nel Primato Romanoâ€?. Per questo “la partecipazione non deve circoscriversi ai soli partecipanti al pellegrinaggio, ma deve essere sentita e seguita da tutta la Diocesiâ€?. In quell’occasione la Diocesi offrĂŹ anche dei doni al Santo Padre: il funzionamento con personale (sacerdoti, laici e suore) bresciani della chiesa intitolata a S. Giovanni Battista nella periferia di Roma, la costruzione di un complesso parrocchiale nella

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lungo il percorso per il pranzo libero. Nella giornata è prevista la visita alle catacombe di S. Callisto e al termine del percorso di visita la celebrazione della Santa Messa d’apertura del pellegrinaggio. Sabato 22 giugno (pensione completa) al mattino la celebrazione eucaristica presso la chiesa di S. Clemente Romano. Trasferimento in Vaticano per la visita con guida della Basilica di S. Pietro e un omaggio alle Tombe dei Papi nelle grotte vaticane. Trasferimento presso la basilica di S. Maria in Trastevere per il Rinnovo delle promesse battesimali. Ritorno in piazza S. Pietro per la partecipa-

zione al grande concerto in occasione dell’Anno della fede. Domenica 23 giugno a chiusura del pellegrinaggio viene celebrata una Messa presso la chiesa di S. Spirito in Sassia con la partecipazione, prima del rientro, alla preghiera dell’Angelus in piazza S. Pietro. La quota è di 280 euro (minimo 40 partecipanti) con la quota individuale di gestione della pratica di 30 euro. La quota comprende fra le altre cose il viaggio in pullman, l’alloggio, vitto (dalla cena del 1° giorno alla colazione del 3° giorno), visite come da programma e l’ingresso con guida alle catacombe di S. Callisto.

´3HUFHSLUH OD YLWD FRPH VHUYL]LRÂľ Sul tema “La preghiera e il ricordo nella fedeâ€?, giovedĂŹ 21 febbraio è iniziata la Scuola di preghiera in Cattedrale, il tradizionale incontro del giovedĂŹ sera del Vescovo con i giovani in preparazione alla Quaresima. La Scuola di preghiera si può seguire anche in diretta su Radio Voce (88.3 – 88.5). La riflessione di Monari è partita dal Vangelo di Luca (22,7-20) quando GesĂš rivolgendosi a Simone dice: “Ho pregato per te, perchĂŠ la tua fede non venga

menoâ€?. Questo passo del Vangelo è una sorta di discorso di addio da parte di GesĂš ai suoi discepoli: GesĂš lascia il mondo, ma la sovranitĂ di salvezza non scomparirĂ . Il messaggio di GesĂš diventa cosĂŹ un passaggio di testimone. Tocca ai discepoli introdurre nel mondo la forza dell’amore di Dio; il servizio di GesĂš consiste nel donare con generositĂ la sua vita agli altri. “Il traguardo della vita è la comunione con Dio. Come GesĂš anche i discepo-

li sono attesi dalla prova. Quando ci mettiamo davanti alla croce, facciamo però fatica a capire che il mondo sia davvero nelle mani di Dioâ€?. Come cristiani abbiamo un compito. “Ciascuno di noi ha una vocazione, però per tutti noi c’è un’unica vocazione – spiega Monari – di cui tutte le singole vocazioni sono espressione: rendere presente l’amore di Dioâ€?. Nella quotidianitĂ , quindi, “bisogna percepire la vita come servizio che cerca il bene degli

altri. E la realizzazione di questa vocazione comporta anche il superamento delle prove che ci sono e ci sarannoâ€?. A tutti i ragazzi è stato consegnato “Il credo del popolo di Dioâ€? pronunciato da Paolo VI al termine dell’Anno della fede nel 1968. Al termine della celebrazione è stato ricordato l’appuntamento di domenica 3 marzo alle 16 (ingresso gratuito) al PalaBrescia con il musical “Raggi di luceâ€? che racconta la vita di Chiara Luce Badano.

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—••ƒ‰‘ ‹ŽŽƒ ÂƒÂ…Â‡ÇĄ …ƒ•ƒ †‹ •’‹”‹–—ƒŽ‹–Â? ƒ’‡”–ƒ ƒ –—––‹ Villa Pace è una casa di spiritualitĂ animata dall’Azione cattolica di Brescia. Promuove ritiri ed esercizi spirituali, incontri biblici e di studio aperti a tutti. Cura proposte formative con un’attenzione privilegiata alla vocazione laicale. La storia di Villa Pace è legata alla figura di Maria Freschi: la struttura di origine settecentesca le fu donata dal cognato Carlo Viganò nel 1943. L’obiettivo era quello di farne un centro di attivitĂ formativa e di spiritualitĂ della GioventĂš

femminile. Maria Freschi (19011944) ancora studentessa si dedicò con passione alle attivitĂ della GioventĂš femminile dell’Azione cattolica, che da pochi anni era sorta anche a Brescia. Grazie a una profonda e radicata spiritualitĂ unita a una personalitĂ vivace e coinvolgente, ben presto Maria ne divenne una delle attiviste piĂš stimate. Nel 1935 venne nominata dal mons. Giacinto Tredici presidente diocesana della GioventĂš femminile. Nel corso

della sua breve esistenza diede impulso decisivo al diffondersi dell’Ac presso le giovani della diocesi di Brescia, dedicandosi anche a molte opere benefiche e caritative. Colpita da una grave malattia, trascorse gli ultimi mesi dando prova di virtĂš e di coraggio cristiano. Oggi la salma di Maria Freschi riposa nella cappella di Villa Pace. La casa offre accoglienza a gruppi parrocchiali e associativi, a comunitĂ e movimenti per appuntamenti formativi; è

una casa padronale immersa in un parco secolare: ha 30 camere con servizi privati; offre sette sale di varia capienza attrezzate per conferenze e congressi. Dispone di tre sale da pranzo con una cucina attrezzata che può servire anche banchetti privati. Villa Pace che si trova in via Cavalletto a Gussago è collegata a Brescia dalla linea 13 del trasporto pubblico urbano. Per info, si può contattare il numero 0302776093 o consultare il sito www.villapace.org.

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i origine milanese, in giovinezza si era trasferito nella parrocchia cittadina di S. Giovanni e aveva avuto modo di conoscere gli ambienti della Pace, entrando lui stesso nelle file dei padri oratoriani di San Filippo Neri. E nella Congregazione filippina rimase 21 anni, contribuendo a dare alla Pace un buon contributo nella formazione della gioventĂš e nella spiritualitĂ liturgica. Agli inizi degli anni Settanta chiese di essere incardinato in diocesi, come alcuni dei suoi confratelli. Il suo lungo ministero sacerdotale, sia come membro della Pace, sia come presbitero diocesano, si snoda attorno a tre elementi. Prima di tutto la pastorale. Il suo campo d’azione privilegiato fu la nuova parrocchia di S. Antonio alla periferia ovest, oltre il Mella. Durante i nove anni di curato ebbe come parroco anche il card. Giulio Bevilacqua. Con l’illustre uomo di chiesa don Tansini organizzò la parrocchia, allora segnata dalla povertĂ del dopoguerra, non lasciata del tutto alle spalle. Ma soprattutto imparò da padre Bevilacqua lo “stileâ€? conciliare di guida di una comunitĂ parrocchiale, basato sulla centralitĂ della Liturgia ben presieduta, bella anche dal punto di vista estetico; sulla catechesi a tutte le fasce di etĂ e sulla caritĂ che privilegia i poveri e gli ultimi. Nel 1969 divenne

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lui stesso parroco di S. Antonio. Guidò la comunitĂ per quasi 30 anni, attento ad applicare il Concilio e a non abbandonare lo stile che aveva imparato alla scuola del cardinale-parroco. Il secondo aspetto che ha segnato il ministero sacerdotale di padre Tansini consiste nel suo rapporto con l’arte. Infatti fu per anni assistente spirituale dell’Ucai, l’Unione degli artisti cattolici, che aveva fra l’altro sede presso ambienti della Pace. E in Seminario

insegnò storia dell’arte. Favorito dalla facilitĂ di parola, sapeva comunicare agli alunni il valore e il fascino di un’opera di pittura o scultura. E anche coi tanti artisti bresciani aveva un buon rapporto. Dell’arte aveva una visione tipicamente “cristianaâ€?: il bello conduce a Dio. E nella liturgia l’opera d’arte deve essere un costante richiamo al mistero pasquale. Infine il terzo aspetto che don Tansini ha curato nel suo ministero è stata la devozione allo Spirito Santo e la cura dei gruppi di preghiera, un particolare che riscoprĂŹ ormai avanti negli anni, quando a Brescia, sotto la guida sapiente e decisa di mons. Dino Foglio, prese piede il Rinnovamento nello Spirito. Don Tansini era fra il piccolo gruppo di preti che aderĂŹ con entusiasmo a questa forma di spiritualitĂ e vi spalancò le porte della sua parrocchia. Una volta lasciata S. Antonio, per raggiunti limiti di etĂ , continuò l’animazione dei gruppi, che con lui si ritrovavano presso il santuario delle Grazzine. Anche se, in alcune espressioni i gruppi di don Tansini hanno imitato talvolta quelli carismatici o pentecostali d’oltralpe, con la sua guida non si sono mai allontanati dalla fedeltĂ alla Chiesa cattolica. E anche questo è un segno che don Giorgio Tansini è stato un buon pastore, che ha lavorato tanto con passione, serenitĂ ed entusiasmo per il Regno di Cristo.

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delle persone; area adempimenti amministrativi, legali, gestionali; area inter-associativa; area promozionale e sviluppo dell’associazione; area promozione volontariato e area informatica. All’interno della programmazione del Centro bresciano la formazione ricopre un ruolo basilare, fondamenta su cui i Csv sono stati costituiti: accompagnare al meglio le organizzazioni di volontariato nel loro agire quotidiano. Un agire che cambia a seconda dell’utenza,

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n occasione della ricorrenza dell’8 marzo il Centro servizi intende valorizzare il rilevante ruolo e impegno delle donne nel volontariato. Nella nostra provincia circa il 50% dei volontari è costituito da donne di diversa etĂ che, spinte da varie ragioni, dedicano parte del loro tempo all’attivitĂ volontaria. La donna, per la sua particolare sensibilitĂ , è figura centrale nel volontariato. Questo costituisce per molte un’opportunitĂ per rendersi responsabilmente attive nel servizio alle persone e alla comunitĂ . Sono ormai diversi i settori di impegno ed è facile notarlo negli incontri tematici, nelle riunioni, negli appuntamenti che man mano si susseguono: al tradizionale impegno vicino alle famiglie e alle situazioni di disagio, si aggiungono l’ambiente, l’housing sociale, l’immigrazione, il carcerario, il primo soccorso e un po’ tutti i canali e i terreni dove attecchisce l’associazionismo bresciano. Il convegno “Donne e Volontariato Storie, valori, ruoliâ€? si terrĂ giovedĂŹ 7 marzo alle 17 presso la sala Piamarta in via San Faustino e vuole essere un’opportunitĂ per approfondire il ruolo delle donne nel volontariato e un’occasione di reciproco confronto tra le esperienze di donne giĂ impegnate nelle realtĂ associative e di sicuro stimolo per tutti coloro che intendono apportare il loro personale contributo in questo settore. AprirĂ i lavori Adriana Mostarda, vice Presidente del Csv saranno presenti Narcisa Brassesco Pace, prefetto di Brescia, Anna Maria Gandolfi, consigliera della Commissione pari oppor-

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tunitĂ della Provincia di Brescia, Anna Pastore Airoldi, presidente della stessa commissione. “Le donne nel volontariatoâ€? sarĂ anche il tema al centro dell’intervento di Elisabetta Donati, sociologa UniversitĂ di Torino che tratteggerĂ la figura e il ruolo della donna all’interno delle organizzazioni. SeguirĂ un intermezzo musicale cura-

delle problematiche affrontate, dell’ambiente circostante, delle persone con cui si “lavoraâ€?; e che cambia, come ogni mansione, con l’andare del tempo. Voci autorevoli, da piĂš parti, sottolineano come sia la formazione la chiave per vincere le sďŹ de future che si pongono al volontariato: l’invecchiamento, l’indipendenza dal mondo economico, l’integrazione, il mantenere la propria autenticitĂ . Il programma dei corsi è sul sito internet www.csvbs.it.

to dall’Auser di Botticino e alcune testimonianze femminili di impegno in associazioni di casa nostra: Anolf, Casa delle donne, Auser, Donne 8 marzo, Bimbo chiama bimbo, Avo. Testimonianze di un impegno civico che ha bisogno di essere comunicato e trasmesso per poter contagiare persone che ancora non fanno parte del volontariato, ma che potrebbero scoprirne la rilevanza e la bellezza, soprattutto se giovani e ancora a digiuno di esperienze associazionistiche; testimonianze di cui abbiamo un gran bisogno soprattutto per dire qualche parola positiva e “bella� in tempi in cui il futuro, anche prossimo, sembra troppo incerto e la sfiducia e lo sconforto potrebbero farla da padrone.

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Â?‹˜‡”•‹–Â? …ƒ––‘Ž‹…ƒ ‘Â?˜‡‰Â?‘ ’‡” ‹Ž „‹…‡Â?–‡Â?ƒ”‹‘ †‡Ž „‡ƒ–‘ œƒÂ?ƒÂ? Il 20 aprile si terrĂ a Milano, presso l’aula magna dell’UniversitĂ cattolica, il convegno commemorativo per il bicentenario della nascita del Beato Antonio Federico Ozanam, al quale sono invitati tutti i vincenziani, ma anche tutte le persone interessate ad approfondire la conoscenza di un personaggio che ha contribuito in modo signiďŹ cativo a fare la storia moderna. SarĂ un’ottima occasione per incontrasi e

affrontare, aiutati da autorevoli relatori, una tematica importante come quella che dĂ il titolo al convegno: “Federico Ozanam, uomo di pensiero e di azioneâ€?. Il Convegno vuole invitare alla riessione su alcuni aspetti della personalitĂ e del pensiero di Federico Ozanam, grande ďŹ gura del laicato cattolico del XIX secolo, studente e poi docente universitario, studioso e letterato che ha avuto una parte importante nel movimento delle idee del suo

tempo e che seppe anticipare con grande luciditĂ e spirito profetico le grandi linee portanti della Dottrina sociale della Chiesa con quasi un secolo di anticipo. Il Convegno si concluderĂ nel pomeriggio con la solenne Celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Dionigi Tettamanzi (nella foto). Chi fosse interessato a partecipare può chiedere informazioni e costi dell’iniziativa all’indirizzo mail info@sanvincenzobrescia.it

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l prossimo 23 aprile ricorreranno i 200 anni dalla nascita di Federico Ozanam, un vero “precursore della attuale teologia del laicatoâ€?, come è stato definito da padre Josè MarĂŹa RomĂ n, di cui di seguito si riportano alcuni passi tratti da un ritratto di un uomo straordinario semplicemente nel suo essere fedele: alla famiglia, al lavoro, all’essere cristiano e quindi testimone di un messaggio di gioia e di libertĂ , quello che GesĂš è il Signore. “Instaurare il Vangelo nel mondo temporaleâ€?. Questa fu la grande speranza di Ozanam. Questa è la missione del laico per il Vaticano II. PiĂš che la politica, dalla quale presto si ritirò un poco deluso, ciò che preoccupava Ozanam era l’azione sociale della Chiesa. Molto presto egli giunse alla convinzione che l’economia politica deve essere sociale, deve essere morale per sanare la societĂ dalla piaga che

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paterna ricevette l’educazione che fece di lui un cristiano impegnato. Dai suoi genitori imparò il valore apologetico e benefico della caritĂ cristiana. Però è la sua esperienza nel matrimonio e nella paternitĂ che lo convertĂŹ chiaramente nel modello di quella responsabilitĂ laicale dell’apostolato famigliare. Il suo ideale fu quello di rendere il suo matrimonio un esempio e una consacrazione di ciò che deve essere la societĂ umana, una societĂ il cui vincolo vero è l’amore. Condizione e frutto di tale società è per Ozanam l’unitĂ perfetta, che nasce dal fatto che nel matrimonio cristiano tutto è ripartito in perfetta uguaglianza di doveri. I coniugi devono apportare al legame che li unisce, per sempre, le stesse speranze e lo stesso cuore. I piĂš piccoli traguardi erano interpretati sempre in chiave di fede. Per non parlare dei grandi traguardi. La nascita di sua figlia, per esempio, fu

l’occasione di un’esplosione di gioia soprannaturale. Dal matrimonio e dalla paternitĂ trasse la forza per proseguire il suo infaticabile lavoro apostolico nei diversi settori in cui era impegnato. Vi trovò la forza soprattutto per affrontare il male fisico che lo colpĂŹ negli ultimi anni di vita. Dalla lettura giornaliera della Sacra Scrittura traeva ispirazione per abbozzare una specie di vademecum del moribondo nel quale

non manca niente: l’esortazione a utilizzare i mezzi naturali di cura, a non temere la morte, a pentirsi dei peccati e ricordarsi di Dio sul letto del dolore, ad abbandonarsi alla sua volontà e a prepararsi per ricevere i sacramenti e rassegnarsi anche a lasciare i propri figli nella povertà ... Era la carità di Ozanam che seppe fare della propria agonia un ultimo ed eroico esercizio di apostolato.

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Â?–‹…‹’ƒœ‹‘Â?‹ ‡”•‘ ‹Ž …‘Â?˜‡‰Â?‘ †‡ŽŽ‡ ƒ”‹–ƒ• ’ƒ””‘……Š‹ƒŽ‹ Nell’Anno della fede, occasione propizia per intensificare la testimonianza della caritĂ e rinnovare l’essere “Animatori Caritasâ€?, si rinnova l’appuntamento per continuare a sostare sulla scelta pastorale delle relazioni: è fissato sabato 25 maggio il Convegno delle Caritas parrocchiali 2013. In realtĂ , piĂš che un convegno, un incontro: un appuntamento di riflessione e di condivisione, che fa assaporare il “belloâ€? del

re-incontrasi, per avvalorare l’esperienza degli uomini e delle donne della caritĂ . CosĂŹ, il vescovo Luciano in apertura di “Artigiani di caritĂ â€? (2012): “Passare una giornata insieme è prezioso, prima ancora che per le parole che diciamo o le idee che possiamo condividere, per il fatto di essere insieme, di fare cioè un’esperienza di fraternitĂ , di riconoscimento reciproco; questo rientra nel cammino di edificazione della Chiesa che tutti

abbiamo come responsabilità (il Vescovo in primo piano e poi tutti, perchÊ tutti siamo chiamati ad edificare la Chiesa bresciana come Chiesa di Cristo) e lo facciamo creando e vivendo, in occasioni come questa, legami di fraternità e di fede. Che il Signore vi benedica, quindi, vi dia la gioia di vivere momenti cosÏ, renda fecondo il vostro servizio, il vostro impegno, il tempo che spendete e le energie che mettete per tutto questo�.

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on passati due anni da quando è iniziata la Primavera araba che ha coinvolto i Paesi dell’Africa mediterranea in un percorso di rinnovamento politico. Queste rivoluzioni ci hanno toccato piĂš da vicino perchĂŠ 28mila profughi si sono riversati dalla Libia sulle nostre coste in un esodo forzato. Data l’insufficienza dei posti disponibili nelle strutture degli Sprar, il Governo italiano ha lanciato un appello affinchĂŠ questa emergenza fosse condivisa da tutto il territorio nazionale tramite soggetti istituzionali e associazioni. Caritas italiana si è mossa da subito accogliendo sul territorio nazionale circa 3000 profughi, 52 dei quali seguiti dalla Caritas diocesana di Brescia. Nell’accoglienza si è dimostrato subito impossibile pretendere di “imporreâ€? i “nostri contenutiâ€? a persone di cultura e costumi diversi da noi e tra loro. Forse la parte piĂš difficile è stata quella del “mettersi nei panniâ€? dei profughi ospitati: trapiantati in una terra straniera senza averlo desiderato, parcheggiati in una struttura senza certezze sui tempi di attesa per essere riconosciuti o meno titolari di un diritto di permanenza sul nostro territorio‌ un’attesa estenuante. Basti pensare che a ottobre 2012, quanto stava ormai per scadere l’accoglienza, solo al 40% era stato riconosciuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari, sussidiari o l’asilo politico; il 60% ha dovuto attendere il decreto del novembre 2012 per ricevere un permesso di soggiorno di un

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anno per motivi umanitari. Mettersi nei panni per capire e condividere: per questo la Caritas diocesana ha realizzato in questi due anni corsi di italiano, un corso di alfabetizzazione informatica, un corso di panificazione, l’accompagnamento per l’iscrizione ai Centri per l’impiego, la consulenza giuridica, uno spazio

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cucina per “poter cucinare il proprio ciboâ€?, progetti di coinvolgimento dei ragazzi in piccole attivitĂ lavorative e di volontariato, l’attivazione di iniziative ricreative. I ragazzi sono stati soprattutto aiutati a superare una logica di assistenzialismo, per attivarsi nella ricerca di soluzioni individuali di autonomia alloggiativa presso conoscenti e l’avvio di percorsi lavorativi che consentissero loro di “riprendersi in manoâ€? e ricostruirsi, per una presenza in Italia fatta di doveri e diritti. Un po’ alla volta i nostri compagni di viaggio sono partiti per la loro strada e in questi giorni anche l’accoglienza a cura della Caritas di Nave, l’ultima ancora attiva, è terminata.

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i nominativi dei candidati alle prove scritte del concorso. Raizer, ha richiesto con forza che la Cisl scuola si impegni a tutti i livelli per tutelare il buon diritto di ottenere quanto faticosamente conquistato sul campo a vantaggio di coloro che hanno superato con merito, onestĂ , impegno le quattro prove del concorso. Soprattutto ha richiesto che si impedisca in modo assoluto la mobilitĂ interregionale che si proďŹ la all’orizzonte, in quanto vaniďŹ cherebbe la possibilitĂ di

ottenere i posti ora da assegnare e renderebbe inutile e beffarda una successiva validazione dell’attuale graduatoria. Emilio Raizer ha terminato il proprio intervento ringraziando in particolare il dottor Colombini perchĂŠ, pur senza esporsi esplicitamente ďŹ no a oggi, ha assicurato “sottotracciaâ€? il proprio appoggio e l’impegno suo e della Cisl scuola regionale in tutte le sedi ove potrĂ contribuire a risolvere positivamente la questione.

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l 22 febbraio la Cisl scuola di Brescia e della Valle Camonica ha celebrato il suo primo congresso unitario. Il congresso ha approvato una mozione articolata su significative linee d’azione. Particolare attenzione è stata data al processo di riorganizzazione in corso nel Sindacato, un processo che deve essere caratterizzato da una costante attenzione al territorio, per evitare di perdere le significative esperienze e competenze maturate nel corso degli anni. Spazio nella mozione anche per il capitolo formazione. “Riteniamo fondamentale investire nella formazione degli operatori, dei collaboratori, delle Rsu e dei terminali associativi – è il passaggio dedicato al tema – nell’intento di favorire lo scambio, il confronto, la circolazione di idee, la conoscenza reciproca, la liberazione di energie, la scoperta di nuovi collaboratori, la diffusione di informazioni, la presenza partecipata e la riscoperta dell’adesione alla nostra organizzazione sindacale per la condivisione di valori, idee, progettiâ€?. Un deciso impegno nella promozione dell’unitĂ sindacale è un altro dei passaggi chiave della mozione. “Riteniamo essere condizioni indispensabili per favorire l’unità – continua il testo approvato – il responsabile rispetto, la trasparente collaborazione, la dignitosa coerenzaâ€?. Dalla Cisl scuola un invito anche al Governo per la promozione di un reale cambiamento nelle relazioni sindacali, a tutti i livelli. “Ritenendo non piĂš rinviabile la ripresa del progetto di una buona scuola per rilanciare il Paese – è il passaggio della mozione –,

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vogliamo perseguire i seguenti obiettivi: contrastare la pura logica del risparmio e del taglio lineare; consentire l’esercizio di una autentica autonomia scolastica; favorire l’incontro tra istruzione, formazione, territorio e le rispettive politiche; riaprire il tavolo sul rinnovo del contratto nazionale, ripensandone alcuni istituti; rivede-

re in un’ottica intergenerazionale le questioni della formazione iniziale, del reclutamento e della previdenza�. La mozione approvata al termine del congresso indica anche l’assunzione di impegni precisi per il prossimo quadriennio: recupero dell’etica della responsabilità e della partecipazione, di tutti; promozione di una riorganizzazione finalizzata a rendere piÚ efficace l’azione nelle nuove condizioni politiche, economiche e sociali; indicazione di una centralità della contrattazione di secondo livello, per favorire la riscoperta della contrattazione d’istituto; sensibilizzazione sui valori, avvicinando i futuri potenziali lavoratori dell’istruzione e della formazione.

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’etica, dal greco ethos, costume, modo di vivere, riguarda la nostra azione nel mondo, quindi è una cifra essenziale del nostro essere. Come ci insegna Aristotele, essa è la scienza delle cose possibili, ha una sua “logicaâ€? dialettica, ci serve per trovare i mezzi giusti in vista del fine della nostra azione. Il nostro mondo attuale è connotato fortemente dalla presenza della tecnologia, che è uno dei mezzi centrali della nostra esistenza, di conseguenza non possiamo non interrogarci sul suo corretto uso, sulle sue implicazioni etiche per il nostro modo di vivere. Queste questioni cruciali sono state affrontate nell’incontro di presentazione del libro di Adriano Fabris “L’etica delle nuove tecnologieâ€?, La Scuola editrice, in cui l’autore è stato intervistato da Ilario Bertoletti. Secondo Fabris, la svolta epoca-

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to dell’azione umana, ma è di piĂš, è la tecnica con una “suaâ€? logica, che non è piĂš sotto il controllo assoluto dell’uomo, ma ha il potere di imporre la sua forza intrinseca, di cui noi non sappiamo piĂš prevedere gli effetti. Questo è il dramma dell’uomo contemporaneo, che si trova di fronte a una sua creatura, la tecnologia, che è in grado di imporgli leggi, logiche, modi di fare, quindi che può sminuirne la potenza, la stessa libertĂ . Infatti, per Fabris, noi siamo immersi nel mondo delle tecnologie, usiamo una varietĂ notevole di strumenti, ma spesso rischiamo di perdere la nostra autonomia, la nostra essenza di esseri pensanti e liberi. Questi aspetti si vedono anche nella dimensione del “virtualeâ€?, che, nelle sue varie forme, sta dominando la realtĂ tecnologica: esso è un mondo parallelo, che ci dĂ molte possibilitĂ di azione e interazione, di comunicazione; in questo senso

ci potenzia. Addirittura col mondo virtuale possiamo agire in diverse realtĂ , nello stesso tempo, in una logica di “multitaskingâ€?. Tuttavia qual è l’unico criterio “eticoâ€? seguito dalle nuove tecnologie? Quello del “basta che funzioniâ€?, quindi delle procedure corrette, dell’utile. Se noi ci adattiamo a tali riferimenti etici, rischiamo di diventare del tutto succubi dell’utilitarismo tecnologico e del suo “funzionalismoâ€? asettico e cinico. Infatti, in questo modo, l’uomo perde di vista la presenza di altri valori, che sono la persona in sĂŠ, il bene in sĂŠ, e considera solo ciò che funziona ed è utile, in una logica meccanicistica che non va oltre l’immediatezza del fare. Col criterio etico della tecnologia, noi rischiamo di diventare protesi delle macchine, esseri non piĂš liberi e pensanti, piccoli ingranaggi di un sistema che ci domina, ci mortifica, ci usa. Allora quali so-

no le prospettive che abbiamo di fronte a noi? Se accettiamo in modo passivo il dominio delle tecnologie, andiamo incontro a un mondo disumano, sostanzialmente nichilista, che non vede altro valore che quello dell’utile tecnologico. Se, invece, riprendiamo un discorso etico, nel senso profondo del termine, possiamo seguire la strada della responsabilitĂ , per cui dobbiamo capire che ogni nostra azione ha delle conseguenze sugli altri e sul futuro. In questo caso dobbiamo tornare a essere noi i protagonisti, a essere autonomi e liberi, a plasmare la nostra vita, a non essere “serviâ€? della tecnologia, ma “padroniâ€? dei nostri mezzi. L’ultima strada è quella che ci dĂ maggiori speranze per il futuro, perchĂŠ pone al centro non la macchina, ma l’uomo, che vale in sĂŠ, che è un valore assoluto, al di lĂ di ogni procedura tecnologica.

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Ăˆ in programma per le 21 di domenica 3 marzo presso il teatro Centro Lucia di Botticino lo spettacolo “Comics showâ€?, di e con Jango Edwards, uno dei piĂš importanti clown della scena internazionale. L’artista americano proporrĂ , nelle giornate dell’1, 2 e 3 marzo uno stage intensivo di teatro comico che si terrĂ presso Container12 in via Carducci,12/e sempre a Botticino. Nel corso dello stage la combinazione di

Tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Vecchini, lo spettacolo narra la vita di Maria dalla nascita ďŹ no alla fuga in Egitto, descrivendone il percorso di crescita umana e spirituale che la porterĂ a essere moglie di Yoseph e madre di Yeshua. Il ďŹ lo rosso che Miryam, la protagonista, usa per tessere la tenda del tempio è nello stesso tempo concreto e metaforico e l’ago viene usato dalla sensibilitĂ dell’autrice come una penna per legare insieme i vari volti

un’esperienza professionale ventennale, con profonda consapevolezza e semplice logica permetterĂ al maestro di rivelare le caratteristiche del clown. L’utilizzo di vari giochi, attivitĂ ďŹ siche, dimostrazioni socio-logiche, improvvisazioni e sperimentazioni permetteranno a ogni partecipante di riscoprire la propria comica semplicitĂ , innocenza e logica. Per informazioni: Laura 3391493930 o laura@lemaggic.com

nella trama di questa storia. La vicenda viene narrata a piĂš voci dai testimoni dei fatti che raccontano il mistero della nativitĂ . Lo spettacolo, a ingresso libero e gratuito, fa parte dell’iniziativa “Vola alta la Parola. Teatro, poesia, dialoghi in Fondazione 2012-13â€? sostenuta dalla Fondazione della ComunitĂ bresciana. Miryam è in programma per le 21 del 7 marzo presso l’auditorium S. Dorotea, in via Cocchetti, 5 a Cemmo di Capo di Ponte.

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iprendendo lo slogan di una trasmissione televisiva di successo degli anni passati, si parlerĂ di sfide che l’uomo affronta quotidianamente: “piccole caparbie sfide che cambiano una vita, ,sfide sociali che trasformano i popoli e le nazioni e sfide sportive che lasciano milioni di persone a bocca apertaâ€?, scrive Camilla Gritti, presidente del Sistema Bibliotecario. E le 27 serate che si susseguiranno toccheranno tutte le corde di questa infinita gamma. Si leggerĂ di sportivi che hanno sfidato la velocitĂ , l’altezza, la forza, la gravitĂ ; si parlerĂ di donne perdute, audaci, peccatrici, di Sante che hanno sfidato le regole e la storia. Si indagherĂ sul rapporto tra sfide e fede partendo dalla loro etimologia: “sfidare come provocare una battaglia e sfidare come diffidare, ovvero togliere la fedeâ€?. Le serate seguono il format ormai collaudato, ma “di anno in anno, da temi generici dell’inizio ci siamo sempre piĂš focalizzati su tematiche specificheâ€? come ha detto Fabio Bazoli, direttore della biblioteca clarense, ente capofila; le serate divideranno tra quelle dedicate a

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che ti amava tantoâ€?. L’apertura di questa edizione, sabato 2 marzo, presso il Salone Marchettiano di via Ospedale Vecchio alle 21, è stata affidata alla voce narrante di Luciano Bertoli, accompagnato dal giovane giocoliere clarense Marco Faustini, ed è intitolata “Posizioni bizzarre, storie di uomini che sfidano la gravitĂ â€?. Incisivo il ruolo dello sport in questa rassegna dedicata alle sfide, e determinante la collaborazione e il patrocinio del Csi. Una serata tutta da seguire sarĂ quella del 15 marzo a Cazzago San Martino: don Alessio Albertini, assistente spirituale del Csi, nel suo libro “PiĂš suâ€?, presenta con un parallelismo tra sfida sportiva e crescita spirituale, i vari volti dello sport. Da segnare anche la serata del 16 aprile a Passirano con Pietro Trabucchi, psicologo motivazionale che da anni segue le squadre di triathlon e di rugby.

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,O PRQGR GL (]UDORZ q ´2SHQÂľ LQ GDQ]D “Openâ€?. “Apertoâ€?. CosĂŹ si intitola il nuovo spettacolo del ballerino e coreografo, forse uno dei piĂš famosi attualmente, Daniel Ezralow. MercoledĂŹ 6 marzo alle 21 “Opernâ€? sarĂ sul palco del PalaBrescia per la stagione “Colpi di scena al PalaBresciaâ€? e chiuderĂ , gioco di parole, la tournèe dello spettacolo che raccoglie alcune delle sue innumerevoli coreografie che spaziano dalla televisione (San Remo e “Amici), allo spettacolo (Fiorello e Celentano), dal musical (Cats nella versione italiana), al cinema (“Across the universeâ€?), senza dimenticare la collaborazione con artisti musicali del calibro degli U2. “Il titolo − racconta Ezralow − fa riferimento all’apertura culturale, ma anche stilistica, perchĂŠ ho sempre il problema di definire il mio tipo di danza. Mi piace mescolare. La mia formazione non è classica, quindi ci sono poche punte. Non è neanche la break dance, quindi non roteo tanto sulla testa. Ma posso usare ognuno di questi elementi per comunicare il senso del momento. Il titolo − continua − è anche la parola in sĂŠ, con le sue quattro lettere molto bilanciate. Le vedo e nella mia testa succede qualcosaâ€?. Ma la spiegazione di quanto avverrĂ sul palcoscenico e la scelta de titolo non si esauriscono. E aggiunge ancora: “In un primo tempo avevo pensato a Recostruction, pensando a Calvino. Dobbiamo rimuovere, ricostruire. Ma il titolo non funzionava. Mia moglie mi ha suggerito Open: una parola bella in cui c’è tanta energia. Aperti possono essere il cuore, la mente, gli occhi, una

finestra. Bisogna guardare al presente senza remore, appunto con mente apertaâ€?. Sul palcoscenico 8 danzatori daranno corpo a un’originalissima selezione del repertorio di coreografie create nella sua lunga carriera e oggi reinterpretate per il palcoscenico, utilizzando come colonna sonora la musica classica: quadri che accrescono l’emozione. “Non è mia intenzione raccontare una storiaâ€? conclude. Biglietti da 22 a 36 euro (+ prevendita) Info: palabrescia.it . (m.t.)

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Il maestro Francesco de Angelis, Konzertmeister (primo violino di spalla) dell’orchestra del Teatro alla Scala di Milano, ha scelto la Scuola di musica del Garda come sede per il suo corso di Alta specializzazione in violino. Il primo semestre del corso di Alta specializzazione che inizierà il 25 marzo prossimo, sarà indirizzato ai diplomati che devono preparare la partecipazione ai concorsi d’orchestra per violino di spalla e di fila ma sarà anche aperto a giovani

di talento di ogni età che desiderano approfondire lo studio del violino con un interprete d’eccezione. Il corso inizierà il 25 marzo e le domande di ammissione dovranno essere presentate alla segreteria della scuola entro il prossimo 20 marzo mediante posta elettronica. I dettagli del corso sono disponibili sul sito web della scuola www. scuoladimusicadelgarda.it. Per informazioni: 340/5056811, o via e-mail all’indirizzo segreteria@ scuoladimusicadelgarda.it.

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na doppia personale per celebrare i 40 anni di attività artistica. È questa la scelta della Galleria Minini di Brescia che ospita le opere di Ettore Spalletti e Sol LeWitt. Il lavoro di Spalletti spazia tra pittura e scultura e consta di vasi e tavole dai colori seducenti quali l’azzurro del cielo, il marrone della terra, il verde dei prati, il rosa dell’incarnato, strutture primarie sulle quali costruire le opere, espressione di poesia e istinto creativo. Maestro dell’arte concettuale, l’opera di Sol LeWitt si esprime attraverso linee, forme geometriche e loro combinazioni, spostando l’equilibrio della creazione dalla realizzazione all’ideazione. Un artista che deve molto all’Italia, dove ha vissuto a lungo, traendo ispirazione per i colori, restituendo nel contempo i suoi tesori di semplici intuizioni combinatorie, osserva Massimo Minini. “Ettore Spalletti e Sol

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LeWitt”, Galleria Minini, via Apollonio 68, Brescia. Fino al 30 marzo, apertura dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 19.30, sabato dalle 15.30 alle 19.30. Un omaggio a due storici movimenti che hanno segnato la scena artistica degli anni Sessanta e Settanta e che continuano

a influenzare il presente: Fluxus, che ha recentemente festeggiato il 50° anniversario di fondazione, e il gruppo della Poesia visiva italiana, nato l’anno seguente, è la scelta della Fondazione Berardelli. A raccontare la storia del gruppo Fluxus più di 40 scatti originali, che ritraggono gli artisti nel corso di performance e happening. Per il movimento italiano vengono proposti collage insieme a una selezione di documenti, manifesti, inviti, volantini, fotografie e pubblicazioni dell’epoca. Un’occasione unica per ammirare una parte inedita della collezione della Fondazione che offre non solo testimonianze delle ricerche verbo-visuali, ma anche dei più significativi movimenti d’avanguardia del Secondo dopoguerra. “Poesia visiva vs Fluxus”, Fondazione Berardelli, via Milano 107, Brescia. Inaugurazione sabato 2 marzo ore 18, fino al 6 aprile, da martedì a sabato dalle 16 alle 19.

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Come ogni anno Radio Voce offre agli ascoltatori una serie di dirette speciali in occasione dei Quaresimali e della Scuola di preghiera. Giovedì 28 alle 20.30 in collegamento dalla Cattedrale è in programma la seconda serata della Scuola di preghiera con il vescovo Monari. Venerdì 1 marzo, sempre alle 20.30 in collegamento diretto dalla Cattedrale, la riflessione del prof. Brunetto Salvarani sul tema “Giobbe il giusto castigato” , all’interno dei Quaresimali 2013.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa parrocchiale di Cristo Re in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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La Casa del clero si è trasferita da via Lama a via Bollani 20, nella storica palazzina dei professori dell’ex seminario. Un ediďŹ cio donato alla Fondazione Carlo e Giulia Milani che ha provveduto a ristrutturarlo. L’immobile può ospitare 30 sacerdoti in 15 miniappartamenti, mentre quattro monolocali sono riservati a sacerdoti di passaggio. In Primo piano (alle 9.20) intervista a mons. Cesare Polvara, consigliere della Fondazione. In marzo la rubrica

La prossima puntata della rubrica “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “I bresciani da Benedettoâ€?, in occasione degli ultimi Angelus e udienza generale di papa Ratzinger. A seguire: “Giovani in preghieraâ€?, il tradizionale percorso di preparazione quaresimale dei giovani; “Il ritiro degli universitariâ€? con la riessione sull’episodio della samaritana al pozzo; “Il Vescovo e i cresimandi di Chiariâ€?. La rubrica “4 parole...â€?

Ecclesia è in collaborazione con l’UfďŹ cio per l’impegno sociale. Nelle prime puntate il punto sul progetto Spes at work (ore11). Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl. Le rubriche si possono riascoltare in podcast sul sito radiovoce.it.

è con suor Cati Pintossi sulla Casa di spiritualitĂ Mater Divinae Gratiae. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www. vocemedia.tv che manderĂ in onda anche lo speciale “I cristiani e l’impegno politicoâ€?, con relatore il vescovo Monari.

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0DVWHUFKHI WDOHQW VKRZ GL FXRFKL SHU FDVR Una delle piĂš importanti regole dello spettacolo televisivo è creare punti di contatto con il pubblico, gettare ponti che uniscano la vita di tutti i giorni con la sua rappresentazione sullo schermo. Il tentativo è quello di riportare nelle case dei telespettatori ciò che fa parte della loro quotidianitĂ , ma con qualche modifica che la renda piĂš spettacolare, e dunque meno reale. Mai come negli ultimi anni si è dato spazio al cibo e all’arte culinaria. Numerose trasmissioni sfruttano questo importante elemento della nostra vita. L’ultima frontiera televisiva su questa strada è stata raggiunta da

“Masterchefâ€?, un talent show inglese diffuso in tutto mondo. In Italia è prodotto da Sky e la 2ÂŞ edizione si è conclusa la scorsa settimana (andrĂ in replica fra un mese sul canale Cielo). Squadre di “cuochi per casoâ€?, accomunati dalla grande passione per la cucina, si sfidano nella preparazione del piatto migliore che verrĂ premiato da tre illustri giudici, celebri chef internazionali. Per la prima volta una sfida ai fornelli ottiene lo spazio delle grandi occasioni, con una produzione televisiva imponente e conseguente riscontro positivo di pubblico: le ultime puntate di Masterchef sono state viste da un

milione di abbonati Sky, e se si pensa che in totale sono circa 5 milioni, si può parlare di successo. Si, ma a che prezzo? L’obiettivo del programma è testare la capacitĂ organizzativa, l’inventiva e l’abilitĂ dei concorrenti. Le modalitĂ però lasciano a desiderare. I tre giudici sono taglienti e spietati, umiliano i sottoposti dall’alto della loro esperienza, insultano chi ha sbagliato, lanciano piatti e oggetti con disprezzo quando non sono soddisfatti e sottolineano gli errori con un sarcasmo da schiaffi (e questa sarebbe “esperienzaâ€??). I concorrenti a loro volta si guardano in cagnesco, fanno

di tutto per ostacolarsi e addirittura all’interno delle singole squadre ci sono arrivisti disposti a tutto pur di “far carrieraâ€?: non a caso la vincitrice di questa edizione si è fatta strada mettendo in difficoltĂ i propri compagni, eludendo regole ferree e ponendo in cattiva luce gli avversari. E grazie alle sue furbizie ha vinto il primo premio di 100mila euro. C’è veramente bisogno di incoraggiare e premiare questo stile maniacale e forsennato di affrontare una sfida? A cosa giova un clima cosĂŹ teso in una trasmissione televisiva? Sicuramente agli ascolti, considerato che i tre esimi giudici sono ora personaggi

nazionali, simbolo della professionalitĂ a tutti i costi: non importa come, ma solo cosa. Il pubblico si affolla sempre intorno alla zuffa per strada, prende parte per l’uno o per l’altro, si aspetta l’ennesimo sacrificio umano esibito in televisione, il Colosseo mediatico dove i cattivi sono la stirpe nobile che offende i perdenti. E l’aspetto piĂš deludente è che si sta parlando di un’arte, quella culinaria, che ha come suo presupposto fondamentale il servizio al prossimo. No grazie, piuttosto che mangiare una trasmissione cucinata con tanta angoscia, meglio andare a letto senza cena.


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‹‡”ƒ †‹ ”‡•…‹ƒ Â?”‹…‘ ”‹‰Â?ƒÂ?‘ ‹Â? Dz —––‘ •—‘ ’ƒ†”‡ǤǤǤdz Enrico Brignano sul palco a Brescia con “Tutto suo padre... e un po’ sua madreâ€?. Dopo le tappe della tournèe invernale 2011-12 e di quella estiva per un totale di oltre 400mila spettatori, Enrico Brignano torna in tour in Italia per la seconda parte dello show dedicato alla sua famiglia che si amplia diventando “Tutto suo padre‌e un po’ sua madre!â€?, un omaggio di Enrico alla sua famiglia, un pot-pourri di ricordi. Uno show con orchestra

dal vivo, canzoni originali, un corpo di ballo con 10 ballerine e con le coreograďŹ e di Bill Goodson. L’appuntamento è per venerdĂŹ 1 marzo alle 21 all’Eib; i biglietti sono disponibili in prevendita: 1° settore numerato 63 euro; 2°settore num./ tribuna centrale 48 euro; 3° settore non numerato 33 euro. Alla sera dello spettacolo: 1° settore num. 65 euro; 2° settore num./tribuna centrale 50 euro; 3° settore non num. 35 euro. Infoi allo 0302791881.

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Ci sono temi tabĂš, che si finge di non considerare, fino a quando una pellicola come “The sessions - Gli appuntamentiâ€? di Ben Lewin li porta davanti agli occhi. Il film, premiato al Sundance film festival 2012 dal pubblico e della giuria e che ha regalato a Helen Hunt la nomination come attrice non protagonista, non lascia spazio all’immaginazione. Tutto è lĂŹ, davanti agli occhi dello spettatore. E il racconto si incentra in un particolare momento della vita di Mark O’Brien (John

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assa le giornate a studiare e a pregare “senza timore di perdere tempoâ€?. Michele Gazich è un cantautore noto per la ricercatezza dei testi; in questi anni ha visto un progressivo allargarsi del pubblico e della sensibilitĂ dei suoi appassionati. Si descrive alla continua ricerca di una radice interiore; nel corso dell’intervista ritornano piĂš volte proprio le parole ricerca e preghiera. Da anni lavora a un progetto famigliare partendo dai racconti della trisnonna nata a Istambul: una storia ricca di cambiamenti senza confini territoriali. Ăˆ uscito da circa un mese il cofanetto “Verso Damascoâ€? realizzato da Michele Gazich. Tutto nasce da una serata in Duomo Vecchio in un concerto messo in scena lo scorso 18 maggio: â€œĂˆ stato emozionante – ricorda – suonare lĂŹ. Il mio concerto ha una dimensione spiritualeâ€?. Il cofanetto contiene il film-concerto della serata girato dal regista bresciano Enrico Fappani, un cd audio e un libro in italiano e in inglese con i testi e i saggi critici scritti da Gazich e vari approfondimenti; il tutto è arricchito da un documentario sul “fare musicaâ€? curato dal giornalista Luca Baracchetti. Si possono raccontare le sensazioni di quel concerto? “Il mio sforzo – spiega – è stato

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di unire pubblici diversi che volessero entrare in sintonia con la musica e con il messaggio dell’amore-caritĂ di San Paolo che nella prima Lettera ai Corinzi scrive: Possiamo parlare la lingua, ma se non abbiamo l’amore cosa facciamo? Mi sono sforzato di costruire un concerto che ha raggiunto dal mio cuore altri cuoriâ€?. Le parole hanno un ruolo rilevante nelle sue composizioni. “Il mio percorso musi-

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volare, FonoBisanzio 2010, Il giorno che la rosa fiorĂŹ, FonoBisanzio 2011) e un Ep (Collemaggio, FonoBisanzio 2010) con l’apporto della band La Nave dei Folli. Ad essi si aggiunge L’Imperdonabile (FonoBisanzio 2011), registrato da solo, sovraincidendo voce e strumenti. L’Imperdonabile ha dato origine al Concerto spirituale, proposto con un’accattivante formazione a tre di polistrumentisti: oltre al suo violino e alla sua viola, si possono ascoltare pianoforte, dulcimer, bouzouki, chitarra, violoncello seconde voci. Gazich, sempre nell’ambito del 2012, ha inoltre pubblicato, in collaborazione con Massimo Priviero, il progetto FolkRock, attraverso il quale i due artisti hanno proposto originali riproposizioni (“esercizi di ammirazioneâ€?) di grandi classici del genere. E adesso? Prosegue i suoi concerti spirituali (Sul sito michelegazich.it le date e i concerti) in giro per l’Europa (in Germania verrĂ stampato anche in vinile). Prosegue anche la collaborazione con altri cantautori come Erik Andersen o in Norvegia in aprile con l’americana Mary Gauthier. Il sogno nel cassetto? “Passare un anno a casa per raccogliere le ideeâ€? perchĂŠ Gazich non ha paura di prendersi del tempo: lo studio e la ricerca personale vengono prima di tutto.

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Hawkes), immobile dal collo in giĂš, che respira con l’aiuto di un polmone d’acciaio a causa della poliomelite che lo ha colpito a sei anni. Storia vera quella di Mark, poeta e scrittore, che gira per le strade spinto su una barella, che ha raccontato le sue lezioni con la terapista sessuale in un articolo, a cui il film si ispira. Al centro della vicenda il tema della disabilitĂ e della sessualitĂ , passando per quel corpo che “Dio ha pensato per teâ€?, dirĂ la terapista del sesso Cheryl Co-

hen Greene (Helen Hunt) in uno degli appuntamenti; non una prostituta ma una professionista che ha il compito di accompagnare il disabile Mark nella scoperta del proprio corpo e della possibilitĂ ad amare; cosĂŹ come è. E la scoperta di questo è presentata passo passo nei dettagli, nella sua nuditĂ e nella sua tecnicitĂ . Davanti agli occhi dello spettatore Levine mette a nudo tutto, non solo i corpi: l’imbarazzo, la difficoltĂ psicologica e fisica, l’ostacolo della disabilitĂ e della malattia,

la ricerca di un senso e di un’anima. Anche il linguaggio è esplicito, senza pudori, ma senza volgaritĂ , senza pietismo, senza falsi moralismi. Lo stile è quello di Mark, ilare, gioviale, a tratti comico e dissacrante, ma mai cinico. E nel dialogo continuo e costante con il sacerdote amico (William H. Macy) c’è tutto l’interrogativo posto nei confronti di Dio e del magistero davanti a questa situazione, nella ricerca di una comprensione con un prete che sa parlare con il cuore degli uomini,

fino a ricordare che Dio ha a che fare anche con questi temi, esclamando: “In fondo anche tra i non credenti, l’espressione piĂš usata per l’estasi sessuale è ‘Oh, Dio’â€?. “The sessionsâ€? può spiazzare e imbarazzare, e per la sua esplicitĂ renderlo adatto a un pubblico adulto, ma pone davanti a un viaggio da intraprendere pregando, come il protagonista, all’inizio di questa scoperta di sĂŠ. Poi si chiude con una poesia, scritta dal vero Mark. Parole che colpiscono piĂš delle immagini.

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L’Unione europea temporeggia sull’obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti che il 71% dei cittadini comunitari ritiene invece importante conoscere. Ăˆ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati di Eurobarometro in riferimento alla decisione della Commissione Ue che, su richiesta degli Stati membri, ha deciso solamente di anticipare ‘’all’estate o all’inizio dell’autunno’’ la presentazione del rapporto, previsto per ďŹ ne

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anno, sull’etichettatura della carne lavorata e dei prodotti che la contengono. Di fatto questo signiďŹ ca che – sottolinea la Coldiretti – ci vorranno ancora anni prima di una eventuale entrata in vigore delle nuove norme nonostante lo scandalo della carne di cavallo abbia dimostrato, concretamente, il forte ritardo della legislazione europea di fronte ai rischi di frodi commerciali causati dalla globalizzazione dei mercati.

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e conseguenze della crisi e le politiche di austeritĂ per risanare i bilanci statali continuano a gravare sull’economia europea. Dunque nessuna ripresa nel 2013; se ne riparlerĂ , forse, nel 2014. Ăˆ questo il quadro che emerge dalle “Previsioni economiche d’invernoâ€? della Commissione Ue, che tengono in considerazione i dati del 2012 e si proiettano fino a tutto il 2014. Il vice presidente dell’Esecutivo con delega per gli affari economici e monetari, Olli Rehn, nell’esporre le Previsioni – che saranno oggetto di valutazioni al Consiglio europeo del 14 e 15 marzo – ha segnalato luci e ombre: “Il riequilibrio dell’economia europea tuttora in corso grava sulla crescita a breve termine. Deludenti i dati oggettivi della fine dell’anno scorso, piĂš incoraggianti alcuni dati soggettivi del passato recente, in aumento la fiducia degli investitori per il futuro: questa, in sintesi, la situazione attualeâ€?. Per Rehn, “i recenti decisivi interventi a livello politico stanno spianando la strada verso la ripresa. Dobbiamo mantenere la rotta delle riformeâ€?. Nelle valutazioni previsionali della Commissione si evidenzia che l’economia reale non mostra fattori di crescita a breve, “nonostante il notevole miglioramento registrato nella situazione dei mercati finanziariâ€? a partire dalla scorsa estate. Quin-

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di, concretamente, qualche miglioramento percepibile per i cittadini si avrĂ solo dal prossimo anno. Rehn chiarisce che “la dissonanza fra il miglioramento della situazione dei mercati finanziari e le mutate prospettive macroeconomiche per il 2013 trova in gran parte origine nel processo di aggiustamento di bilancioâ€?, che continua a pesare sulla crescita. “Con l’avanzare di tale processo si conso-

liderĂ anche la base della crescita nel 2014, che, secondo le proiezioni, sarĂ dell’1,6% nell’Ue e dell’1,4% nella zona euroâ€?. Qualche elemento positivo arriva sul versante dei conti pubblici: “Le incisive misure di bilancio che gli Stati stanno attuando dovrebbero determinare nel 2013 un’ulteriore riduzione dei disavanzi nominali al 3,4% nell’Ue e al 2,8% nella zona euroâ€?. Per alcuni Paesi resta poi il grave proble-

ma del debito, che raggiunge livelli record, nel 2013, in Grecia (175,6% sul Prodotto interno lordo), Italia (128,1), Portogallo (123,9), Irlanda (122,2), Belgio (100,8). Le Previsioni segnalano una graduale diminuzione dell’inflazione, sotto il 2%, in relazione al fatto che la bolletta energetica dovrebbe pesare meno nei prossimi mesi. Le numerose tabelle che accompagnano le Previsioni della Commissione Ue, mettono in risalto una situazione molto differenziata fra i Paesi aderenti. Per esempio il dato del Pil segnala che nel 2012 per l’intera Ue27 è stato di segno negativo: -0,3% (-0,6 nei 17 Stati che adottano la moneta unica). Il Pil dovrebbe risalire, stando alle proiezioni su base annua, allo 0,1% nel 2013 (-0,3% nella zona euro) per poi arrivare a +1,6% nel 2014 (+1,4% nella zona euro). Ma i numeri per nazione indicano i casi di grave ritardo di Grecia (-4,4% nel 2013), Cipro (-3,5), Slovenia (-2,0), Portogallo (-1,9), Spagna (-1,4), Italia (-1,0).

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/HJJHUR UHFXSHUR GHOOD SURGX]LRQH LQGXVWULDOH Dopo la forte essione di dicembre, a gennaio le imprese manifatturiere bresciane hanno registrato un incremento dell’attivitĂ produttiva, trainato da un lato dal maggiore numero di giorni lavorativi, dall’altro da un modesto miglioramento delle condizioni operative. A certiďŹ carlo è l’indagine congiunturale mensile elaborata dal centro studi dell’Associazione industriale bresciana. La produzione è risultata in aumen-

to per 40 operatori su 100, con un saldo positivo del 19% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento o in diminuzione; il livello dell’attivitĂ produttiva è giudicato inferiore rispetto al potenziale dal 50% del campione. La dinamica provinciale si inserisce in un contesto nazionale particolarmente “provatoâ€?, sebbene in timido rafforzamento: l’indice Pmi manifatturiero, a gennaio ancora in area recessiva, è

infatti ai massimi delle ultime 10 rilevazioni. Con riferimento ai settori produttivi, la dinamica congiunturale è in aumento nei comparti carta e stampa, chimico, gomma e plastica, metallurgico e siderurgico, meccanica tradizionale e mezzi di trasporto, tessile. L’attivitĂ produttiva è rimasta sostanzialmente invariata per le imprese attive nella meccanica di precisione e costruzione di apparec-

chiature elettriche, mentre è diminuita nell’abbigliamento, nell’agroalimentare e caseario, nel calzaturiero, nel legno e mobili in legno, nelle maglie e calze, nei materiali da costruzione ed estrattivi. L’indagine congiunturale indica anche alcune previsioni. Le prospettive a breve termine propendono per una stabilizzazione dell’attivitĂ dell’industria manifatturiera bresciana sui livelli raggiunti a gennaio.


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Ăˆ iniziata lunedĂŹ 25 febbraio e si conclude l’1 marzo la 7ÂŞ edizione del Campionato europeo di calcio a 5 riservato a squadre composte da sacerdoti. L’edizione di quest’anno si tiene in Slovenia a Celje e vede tra le nazioni partecipanti le selezioni di diverse nazioni del vecchio continente: dall’Italia al Portogallo all’Austria, fino ai padroni di casa della Slovenia e altri paesi balcanici come Croazia, Bosnia e Montenegro.

Non mancano infine le rappresentanze dell’Europa dell’Est come Ungheria, Slovacchia, Polonia, Ucraina, Belorussia, Romania e Bulgaria. Gli incontri si susseguono a intervalli di mezz’ora. I sacerdoti italiani sono rappresentati dall’associazione “Seleçao Internazionale sacerdoti calcioâ€? nella quale militano anche i preti bresciani don Jordan Coraglia e don Sergio Contessi.

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i è consumata sotto gli occhi del pubblico di casa la gara peggiore della stagione del Brescia, in cui sono esplose diverse situazioni per le quali giĂ da tempo era suonato piĂš di un campanello d’allarme. Lo 0 a 3 con cui l’Empoli si impone al Rigamonti, chiudendo di fatto la gara al 15’ con il gol di Tavano (che raddoppierĂ a inizio ripresa), dopo che Saponara aveva giĂ colpito al 4’, mette a nudo tutte le difficoltĂ della squadra. Innanzitutto il modulo: l’interpretazione della difesa a tre è disastrosa e costringe Calori a correre presto ai ripari sostituendo Antonio Caracciolo, che fin lĂŹ ci aveva capito ben poco, con Sodinha, passando quindi a 4 dietro. Peccato che a quel punto la gara fosse ormai compromessa. Lasciando poi da parte le difficoltĂ di un centrocampo orfano di Budel, che il sostituto Fausto Rossi ha fatto rimpiangere, ciò che continua a impressionare in negativo è la situazione dell’attacco. Un dato su tutti: zero gol segnati nel 2013, un incredibile digiuno di squadra che dura da 5 partite. Caracciolo è l’ombra di se stesso e non segna addirittura dalla gara con il Grosseto del 24 novembre scorso, ma anche i suoi compagni di reparto

dalla parte di Calori e anche la SocietĂ . Deve comunque esserci una svolta e sono sicuro che ci sarĂ nel piĂš breve tempo possibile. Calori deve sentirsi tranquillo perchĂŠ ha l’appoggio della SocietĂ . Cambiare adesso non avrebbe sensoâ€?. La situazione di classifica nel frattempo si è parecchio modificata: se dopo la sconfitta con il Vicenza i playoff erano ancora lĂŹ a un punto, ora la forbice si è allargata a cinque, con tre squadre di mezzo, vale a dire Juve Stabia, Modena e Novara. L’unica decisione presa, per il momento, è il ritiro per tutta la squadra che da mercoledĂŹ pomeriggio si allena a Colli del Tronto, dove rimarrĂ fino a venerdĂŹ mattina e dove sosterrĂ gli allenamenti di questi giorni. VenerdĂŹ mattina ci sarĂ poi il trasferimento per Lanciano dove sabato alle 15 il Brescia affronterĂ la squadra di casa.

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non brillano: Corvia evanescente, i subentrati Mitrovic e Picci ci mettono voglia e poco altro. Una sconfitta, quindi, figlia di problemi generalizzati ed è quindi difficile non pensare che in questo momento la panchina di Calori sia quantomeno traballante. A fine gara, tuttavia, è arrivata anche la conferma e l’attestazione di fiducia del vicepre-

sidente Luca Saleri: “Il momento è difficile, ma i ragazzi vanno sostenuti, anche se hanno fatto alcuni errori soprattutto in fase difensiva, vanno incoraggiati – ha esordito il numero due di via Bazoli, per poi proseguire parlando dell’allenatore –; secondo me Calori ha ancora il polso della squadra. Noi dobbiamo continuare cosĂŹ, i ragazzi sono

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$ *DUPLVFK EUHVFLDQH D FDFFLD GL ULVXOWDWL Terminata la pausa dei Mondiali di Schladming, la Coppa del mondo di Sci alpino ha ripreso il suo calendario con gli appuntamenti prima di Meribel e ora di Garmisch. Nella stagione che ha visto il trionfo della slovena Tina Maze, che proprio a Meribel si è assicurata con ben nove gare d’anticipo la vittoria della Coppa, e il brutto infortunio di Lindasy Vonn, patito durante i Mondiali, non sono man-

cate le soddisfazioni anche per la truppa azzurra. In particolare i discesisti finora si sono confermati i piĂš forti in circolazione: sabato 23 febbraio a Garmisch, Christof Innerhofer ha ottenuto il terzo successo della stagione, dopo quelli di Beaver Creek e Wengen, e anche gli altri azzurri hanno ben figurato con il 6° posto di Heel e l’8° di Paris, che a Schladming aveva ottenuto la me-

daglia d’argento. Sulla pista tedesca cercano gloria anche le ragazze, che si presentano con Camilla Borsotti, Lisa Agerer, Elena Curtoni, Francesca Marsaglia, Verena Stuffer, oltre alle nostre atlete bresciane Daniela Merighetti, Elena e Nadia Fanchini. VenerdĂŹ si disputerĂ il recupero del super gigante non disputato in Val d’Isère a dicembre, mentre sabato e domenica si terranno ri-

spettivamente la discesa e il super gigante. Tre possibilitĂ quindi per Daniela Merighetti, che a Meribel nella discesa si è piazzata all’8ÂŞ posizione, Elena Fanchini e Nadia Fanchini (nella fotografia), che dopo l’ottimo argento ottenuto 20 giorni fa nella discesa mondiale di Schladming, preceduta solamente dalla francese Marion Rolland, è in cerca di conferme e prestazioni di livello.


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AttivitĂ giovanile: una scelta obbligata. Non servono giri di parole per riassumere quanto è emerso nell’ultima seduta del Consiglio nazionale del Csi, da cui è emersa una decisione di portata storica sull’attivitĂ giovanile, come afferma il presidente nazionale Achini: “Serve una grande mobilitazione popolare per portare l’associazione a essere leader nell’ambito dell’attivitĂ giovanile. Dobbiamo fare in modo che non esista piĂš nemmeno un comitato

che non svolge attivitĂ giovanile continuativa. Questa non è la sďŹ da del singolo comitato. Ăˆ di tutta l’associazione. CosterĂ fatica ed impegno. Ma nel 2016 saremo un’associazione con una presenza giovanile rilevante in tutta Italiaâ€?. Brescia ha risposto presente all’invito del comitato nazionale e nei giorni scorsi è iniziato il tour per presentare i progetti giovanili in vista della stagione 2013-2014. Prossima tappa alla Casa del giovane di Villa Pedergnano.

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Se i genitori entrano in gioco...

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enitori e figli. Un binomio che, spesso, crea discussioni e problematiche in ambito sportivo. La Polisportiva Castelmella ha superato l’ostacolo proponendo un’iniziativa educativa di spicco, finalizzata a costruire un ponte tra campo e tribune. Ideatore del progetto il tecnico Matteo Muccin, che ha istituito i premi Pinguina (under 12) e Tigre (under 13). La giuria che assegna il riconoscimento è composta proprio dai genitori, che al termine di ogni gara incoronano un’avversaria. Come è nata l’idea? Da allenatore sento una forte responsabilitĂ educativa e desidero condividerla il piĂš possibile coi genitori che, spesso, sono in difficoltĂ nel mettersi completamente in gioco con i figli. L’idea mi è stata suggerita dall’amico e collega Sergio Mastrota. Quali sono le finalitĂ dell’iniziativa? Coinvolgere i genitori e spingerli a guardare le ragazze avversarie come guarderebbero le proprie. Non come nemiche da battere, ma con serietĂ e passione. Questo spirito, poi, si riflette sulle giocatrici. Quali sono i criteri per l’assegnazione della nomination? Sono innanzitutto la continuitĂ nel mettersi in gioco intensamente,

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In che cosa consiste il premio? Consiste in un attestato firmato dai genitori della squadra avversaria e motivato. I genitori hanno apprezzato l’iniziativa? Molto, ed è stato lo stesso per le ragazze. Alla fine delle partite si respira un’atmosfera di festa e anche chi ha perso si sente valorizzato, guardato con amore e non giudicato dal risultato. Cosa è cambiato nelle ragazze? Hanno compreso pienamente il significato del rispetto dell’avversario, che alla fine non è altro che un compagno di gioco da sfidare con sano agonismo.

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Il filo conduttore è la persona di Cristo Egr. direttore, l’Anno della fede ci deve stimolare all’impegno e per la riscoperta e lo studio dei contenuti fondamentali della fede che trovano nel Catechismo della Chiesa cattolica la loro sintesi sistematica e organica. Giovanni Paolo II, il 7 dicembre 1992, alla presenza dei rappresentanti dell’episcopato di ogni parte del mondo, lo ha consegnato ufficialmente alla Chiesa. Questo catechismo può considerarsi frutto del Concilio: si propone di dare piena attualizzazione al Vaticano II. La struttura del Catechismo si ispira alla grande tradizione dei catechismi che articolano il loro contenuto attorno a quattro pilastri: ciò che la Chiesa crede (1ÂŞ parte incentrata sul Credo); ciò che la Chiesa celebra (2ÂŞ parte incentrata sui sacramenti); ciò che la Chiesa vive (3ÂŞ parte imperniata sui comandamenti); ciò che la Chiesa prega (4ÂŞ parte sul Padre nostro). Nel Catechismo c’è una logica: prima dell’agire è fondamentale la consapevolezza della dignitĂ del cristiano che proviene dalla fede e dalla vita di grazia donata nei sacramenti. Il cristiano quando percepisce la potenza soprannaturale proveniente dal suo essere in Cristo, si può impegnare con cuore fiducioso nella pratica del Decalogo, altrimenti questo sembra superare le forze dell’uomo. Il cristiano, dunque, crede in Dio-TrinitĂ che si è rivelato e comunicato agli uomini nella Persona di GesĂš Cristo e nella Chiesa. Celebra il mistero di Dio nella Liturgia e ne riceve la grazia dei sacramenti, vivendo da figlio di Dio in Cristo e

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nello Spirito Santo, osservando i comandamenti, e prega il Padre che è nei cieli. Tutto questo si realizza come un dittico: precede il mistero di Dio come dono fatto all’uomo nella Rivelazione e nei sacramenti e segue la risposta dell’uomo al dono di Dio che si esprime nella vita e nella preghiera. Al primato di Dio e della sua azione gratuita segue la risposta dell’uomo che dice sĂŹ all’opera di Dio. In questo Catechismo si rivela il carattere fortemente cristocentrico: è GesĂš che lega le varie parti come un filo conduttore. Infatti, Cristo è al centro della fede, in quanto è Lui che rivela il Padre e lo Spirito Santo, porta gli uomini alla salvezza e li raccoglie nel corpo della Chiesa, di cui è Capo e Signore. GesĂš è presente come mediatore nella Liturgia e agisce nei sacramenti, vive nel cristiano ed è il modello dell’agire dei figli di Dio. Il centro pulsante del Catechismo della Chiesa cattolica, non è una teoria, ma una persona, GesĂš Cristo Signore. Gianfranco Bertoglio

Questuanti di fiducia Egr. direttore, è dal 2007 che stiamo sempre piĂš scivolando in condizioni di progressivo “malessereâ€?, che è sempre piĂš grave perchĂŠ – dagli anni ‘60 del ‘900, pur tra molte contraddizioni – veniamo dall’aver vissuto decenni di “benessereâ€?. O, forse, almeno per molti, soltanto di “molto-avereâ€?. Ma il “poco-avereâ€? di oggi non è fatto soltanto di scarsitĂ di ricchezza (che si vede ed è diffusa); è costituito, soprattutto, di insicurezza per il futuro, di dispersione del proprio ruolo. Purtroppo, mentre sappiamo vedere

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sufficientemente i questuanti di cibo, difficilmente sappiamo vedere i questuanti di fiducia e di intelligenza di sĂŠ e del mondo. Anche le nostre splendide Caritas parrocchiali stanno facendo molto per dare qualche cibo ai molti affamati quotidiani, ma non paiono attrezzate per gli inavvertiti bisognosi di fiducia in sĂŠ e nel mondo che li circonda. Non potrebbe essere possibile che ci siano sacerdoti che si attivano per sostenere le persone “povere di spiritoâ€?, perchĂŠ le aiutino a manifestare i loro bisogni e le loro difficoltĂ ? Sacerdoti che, anche, aiutino le comunitĂ cristiane (soprattutto i Gruppi Caritas) a capire le spesso inavvertite (perchĂŠ espresse in modi non ordinari) richieste di aiuto che vengono dai sempre piĂš numerosi “poveri di spiritoâ€?. Sacerdoti che, magari, invitano le loro comunitĂ cristiane anche a pregare il Padre perchĂŠ assieme al pane, dia a tutti anche l’intelligenza di sĂŠ (come figlio) e del mondo (come insieme di fratelli)... Ma se i sacerdoti (soprattutto i parroci) non potessero (o non sapessero svolgere di persona una simile funzione: perchĂŠ saper dare un pane può essere semplice, ma può essere complicato saper indicare un piĂš coerente modo di pensare sĂŠ e il mondo), allora cosa vieterebbe che i Gruppi Caritas possano avvalersi di volontari dalle adeguate competenze psicologiche, che favoriscano, in questi nuovi poveri “di spiritoâ€?, la maturazione delle condizioni mentali necessarie a superare il proprio malessere per ritrovare sintonia con se stessi e con le realtĂ sociali e civili che convivono con ciascuna persona (soprattutto nelle molteplici realtĂ di ogni parrocchia)? Pietro Segala

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Associato

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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