La Voce del Popolo 2013 13

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Il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del d sole. Esse dicevano tra loro: “Chi ci rotolerĂ via il masso s all’ingresso del sepolcro?â€?. Ma, guardando, videro che il masso era giĂ stato rotolato via, benchĂŠ fosse molto granm de. d (Mc 16, 2-4). Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che c ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni g rotolati. Ăˆ la festa del terremoto. La mattina di Pasqua le l donne, giunte nell’orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro. Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme p pol messa all’imboccatura dell’anima che non lascia filtrare l’ossim mes geno, che opprime in una morsa di gelo; che blocca ogni lama di g luce, che l ch impedisce la comunicazione con l’altro. Ăˆ il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione so solitudine del de peccato. Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte. Pasqua Pa allora, ssia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererĂ per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterĂ finalm finalmente il miracolo che caratterizzò la resurrezione di Cristo.

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Corno d’Africa. Ecco cosa ha fatto Brescia

͙͚ ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Mons. Treccani. Settantacinque anni con la gioia di servire

͚͜ ……Ž‡•‹ƒ Settimana Santa. Il sudario senza tasche di Francesco

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͚͛ —Ž–—”ƒ ‡ …‘�—�‹…ƒœ‹‘�‡ Brescia. I 50 anni di storia del Festival pianistico

͛ͥ …‘Â?‘Â?‹ƒ Giorgio Bontempi. Cassa in deroga: fine della copertura

͙͜ ’‘”– Marco Berni. Un trionfo sulle orme di Balto

ÂŽ …‡Â?–”‘ †‡ŽŽƒ ˆ‡†‡ Pasqua, Ascensione e Pentecoste costituiscono insieme l’unico ‘mistero pasquale’. La Pasqua dice che il crocifisso, GesĂš, non è rimasto in potere della morte, ma Dio lo ha risuscitato e lo ha fatto partecipe della sua stessa vita; vivo della vita del Padre, GesĂš non è un uomo del passato, ma rimane contemporaneo per ogni generazione, fino alla fine dei tempi. L’Ascensione dice che GesĂš risorto è il Signore perchĂŠ Dio gli ha dato ogni potere in cielo e sulla terra (s’intende: gli ha dato il potere di salvare ogni uomo). La Pentecoste dice che GesĂš esercita il potere di salvare che ha ricevuto dal Padre attraverso il dono dello Spirito Santo, cioè dell’amore eterno

che unisce il Padre e il Figlio. Di conseguenza, chi riceve e accoglie il dono dello Spirito vive un’esistenza nuova che ha la sua origine e la sua forma nella TrinitĂ stessa. Si capisce allora perchĂŠ la religione cristiana riconosca nella Pasqua il centro della fede. Dalla Pasqua, infatti, dipende la convinzione che GesĂš è nostro contemporaneo; che l’efficacia della sua vita e della sua azione non era limitata al tempo del suo ministero in Galilea e in Giudea, ma rimane costante e piena attraverso il tempo. Anzi, la presenza di GesĂš al mondo non è piĂš sottomessa ai limiti di spazio e di tempo che accompagnavano la sua vita terrena: il Risorto, proprio perchĂŠ vive in Dio, è presente a ogni uomo, in ogni situazione della vita. Per questo, quando parliamo di ‘amicizia’ con GesĂš non stiamo usando semplicemente un’immagine attraente per ragionare della fede, ma facciamo riferimento

a un vero rapporto attuale, personale, umano del discepolo con GesĂš: la continuazione di quello che GesĂš aveva detto durante l’ultima cena: “Non vi chiamo piĂš servi‌ ma vi ho chiamato amici‌â€? (Gv 15,15). Un rapporto nel quale si inseriscono tutte le dimensioni delle relazioni umane: sentimento, desiderio, attenzione, affetto, parola, intelligenza, sensibilitĂ , dedizione‌ Insomma, è una vera relazione interpersonale quella che, nella fede, si sviluppa tra il credente e il suo Signore. Come tutte le relazioni interpersonali, anche la relazione con GesĂš arricchisce la coscienza che abbiamo di noi stessi. Quando sono attento all’amico e mi confronto con lui, cresce la consapevolezza di me stesso, si affinano i miei sentimenti, si sviluppa un’empatia maggiore, la speranza si proietta verso obiettivi piĂš grandi e cosĂŹ via.

Ebbene, lo stesso avviene quando si sviluppa l’amicizia per GesĂš. Poco alla volta, le sue parole e i suoi gesti mi diventano familiari e acquistano una forza sempre piĂš grande; cresce la loro eco dentro di me. Quando sento parlare di mitezza, il significato che do a questa parola è arricchito dal ricordo della mitezza di GesĂš; e quando parlo di amore, il significato di questa misteriosa parola è fissato nel modo in cui GesĂš ha amato e ha donato se stesso per me; e cosĂŹ via. Nell’amicizia, gli obiettivi personali si intrecciano per formare obiettivi comuni di vita; non mi basta piĂš ‘realizzare me stesso’; desidero che anche il mio amico possa vivere in pienezza; e questo m’interessa tanto che sono disposto a rinunciare a una parte dei miei progetti perchĂŠ insieme possiamo portare a compimento progetti comuni. Ǥ Íš


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Nella fede, accade che i desideri di GesĂš diventano importanti anche per il credente: che il nome di Dio sia santificato, che la sovranitĂ dell’amore di Dio si renda evidente nella storia, che gli uomini camminino verso una comunione crescente, che siano liberati dalla schiavitĂš del peccato e siano resi liberi per amare, tutto questo diventa anche il desiderio di chi è amico del Signore. Lo strumento indispensabile

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ƒ •‹–—ƒœ‹‘Â?‡ Â? …ƒÂ?Â?‹Â?‘ ‰‹Â? ƒ˜˜‹ƒ–‘ perchĂŠ tutto ciò avvenga è naturalmente la parola: la parola di GesĂš rivolta al credente, che è la parola del vangelo e quella dei gesti sacramentali; la parola del credente rivolta a GesĂš che è la parola della preghiera. Questa parola racconta la storia di GesĂš (dentro alla storia del popolo di Dio); e racconta la storia di ciascun credente (nel popolo di Dio) in risposta alla storia di GesĂš. (+Luciano Monari)

Quello verso le unitĂ pastorali, lo ricorda anche il Vescovo in queste pagine non è un cammino nuovo per la Chiesa bresciana. GiĂ da prima del Sinodo due erano le unitĂ pastorali ufficialmente erette: quella delle parrocchie del centro storico della cittĂ e quella di Botticino. Altre 10, come conferma il provicario Cesare Polvara sono invece le unitĂ pastorali “erigendeâ€?, che hanno giĂ intrapreso il cammino, in attesa della costituzione ufficiale.

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a Messa crismale è da sempre l’occasione in cui mons. Luciano Monari comunica alla diocesi le notizie e le scelte piĂš importanti per la Chiesa bresciana, forse anche perchĂŠ è uno dei pochi momenti di incontro tra il Vescovo e gran parte dei suoi preti. Nella Messa crismale il vescovo Monari ha dato alla diocesi l’annuncio della visita di Benedetto XVI, ha comunicato l’indizione del Sinodo diocesano e, lo scorso anno, ha consegnato la sua lettera ai sacerdoti. Quest’anno ha scelto la stessa celebrazione per consegnare alla diocesi il documento finale del Sinodo, che apre una nuova fase nel cammino della riorganizzazione della diocesi nella prospettiva delle unitĂ pastorali, come conferma lo stesso mons. Luciano Monari in questa intervista concessa a “Voceâ€?. Con la consegna ai sacerdoti del documento finale del Sinodo si è compiuto un altro passo nel cammino verso la prospettiva delle unitĂ pastorali. Dopo il discernimento della fase preparatoria e il confronto che ha caratterizzato le giornate del Sinodo, quale passo sono chiamate a compiere da oggi le comunitĂ parrocchiali della diocesi? Con la consegna del documento finale si apre il cammino di attuazione delle unitĂ pastorali. Un cammino che, per altro, era giĂ stato intrapre-

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so perchÊ alcune esperienze erano già in essere. Quella delle unità pastorali è una scelta antica, perchÊ già nel corso del Sinodo del 1978

presieduto da mons. Morstabilini il tema era stato affrontato. Adesso si tratta di animare le comunitĂ cristiane, le parrocchie, dalla base perchĂŠ crescano i legami di collaborazione. Proprio grazie alla crescita dei legami di collaborazione tra le parrocchie è possibile costruire un unico progetto pastorale che accolga insieme tutte le comunitĂ dell’unitĂ pastorale. Si tratta di un lavoro che deve essere fatto dalla base proprio perchĂŠ le zone della diocesi di Brescia sono molte, diverse, come diverse sono le persone e le situazioni e le storie e dunque difficili da ricomprendere in un unico modello, imposto dall’alto, pena il mortificare qualche aspetto. Se invece questo aspetto nasce e si sviluppa dalla base, nel riconoscimento reciproco tra parrocchie, nella collaborazione in alcuni aspetti particolari come, per esempio, la pastorale giovanile, nell’iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi è piĂš agevole arrivare ad avere un progetto che raccolga insieme tutte le diverse attivitĂ ministeriali che ci sono nelle singole parrocchie dell’unitĂ pastorale in modo da farle diventare qualcosa di coerente e piĂš efficace. L’obiettivo della fase che si è aperta con la consegna ai sacerdoti del documento finale del sinodo è fondamentalmente questo. Un cammino di attuazione che nasce dalla base può andare incontro, almeno nella fase di avvio, a qualche difficoltĂ . Ha pen-

sato a qualche struttura che possa essere di supporto a questa partenza? SĂŹ, giĂ il Sinodo ha previsto e richiesto la formazione di una commissione diocesana che segua la formazione delle unitĂ pastorali. SarĂ presto composta e avrĂ come scopo di tracciare un panorama complessivo della diocesi per indicare esattamente dove e in che modo possono nascere le diverse unitĂ pastorali. Voglio però ribadire che il cammino di strutturazione delle unitĂ deve però partire dalla base. Dal centro deve giungere un aiuto alle nascenti unitĂ pastorali perchĂŠ abbiano il dono dell’esperienza delle altre parrocchie e delle unitĂ pastorali giĂ esistenti e abbiano una supervisione che le possa aiutare a fare meno errori possibili nella ricerca della migliore direzione. La commissione sarĂ dunque costituita a breve con un mandato specifico che non è quello di sostituirsi alle parrocchie, ai sacerdoti che sono al loro servizio, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose presenti sul territorio e ai laici che collaborano all’interno delle comunitĂ nella maturazione del desiderio e nella definizione di un progetto globale di ministero e di servizio all’unitĂ pastorale. Proprio nell’ottica di un centro che svolge un’azione di supporto a un progetto che nasce della base, potrebbe essere di grande aiuto, come segno di incoraggiamento, una sua visita pastorale

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alle unitĂ giĂ operanti e a quelle che andranno a nascere? SĂŹ, si tratta di una possibilitĂ che mi sta molto a cuore, di un impegno che ho messo in conto. Quando ogni singola unitĂ pastorala avrĂ raggiunto una certa soliditĂ sarĂ mia prioritĂ essere presente per dare ufficialmente il via al suo cammino, con una visita pastorale con cui mi tratterrò per una intera settimana nell’unitĂ per incontrare, conoscere, riflet-

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$WWHVD SHU XQ FDPPLQR SURJUHVVLYR H JUDGXDOH Mons. Cesare Polvara (nella foto) è stato, ed è tuttora, uno dei piĂš stretti collaboratori del vescovo Monari nella progettazione, prima, e nell’indizione del cammino, poi, della diocesi verso le unitĂ pastorali. Come provicario della diocesi incontra, quasi quotidianamente, i sacerdoti bresciani, raccogliendone sfoghi, preoccupazioni e attese. Di qui un interrogativo che potrebbe suonare quasi scontato: nei tre mesi intercorsi dalla celebrazione

del Sinodo alla pubblicazione del documento ďŹ nale qual è stato l’atteggiamento dei sacerdoti verso la prospettiva delle unitĂ pastorali? “L’attesa per l’esperienza del Sinodo diocesano era stata grande e segnata da diverse riessioni – è la sua risposta –. Ăˆ stato veramente un momento ecclesiale che ha segnato il cammino nelle zone pastorali. In questi mesi, prima del testo ufďŹ ciale, c’è stato sicuramente un atteggiamento di attesa per vedere come questo potrĂ aiutare la dio-

cesi a realizzare gradualmente le unitĂ pastorali. Ora la promulgazione del testo ďŹ nale ci stimola ad accompagnare le unitĂ pastorali in cammino e quelle in formazioneâ€?. L’opera di accompagnamento chiede, come afferma il Vescovo, la creazione di una commissione diocesana. Come sarĂ composta come svolgerĂ il suo compito? “Quella a cui fa riferimento il Vescovo – continua il Provicario – non è una commissione in piĂš, ma un organismo nuovo, formata da

alcuni sacerdoti, dal vicario e dal provicario generale, dai laici delle zone, dai religiosi e diaconi permanenti, chiamata a raccogliere il cammino fatto per la preparazione al Sinodo. AvrĂ un compito pratico: dovrĂ pensare a un piccolo programma, poi incontrare in loco le unitĂ pastorali in camminoâ€?. Non sarĂ dunque una commissione che osserva tutto dal centro, ma, sull’esempio di quanto avviene a Trento, incontrerĂ i vicari zonali e le comunitĂ interessate e sarĂ


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Tra gli strumenti di cui il vescovo Monari intende servirsi nel cammino verso le unitĂ pastorali c’è anche internet, che ha dimostrato a sua efficacia proprio nei giorni del Sinodo. Fu lavocedelpopolo. it a seguire passo per passo i lavori dell’assemblea sinodale. Uno sforzo premiato dagli oltre 300mila accessi, da piĂš di 3000 visite e da 13mila pagine consultate. Successo anche la pagina Facebook sinodobrescia, spazio di confronto sulle istanze emerse nel corso del Sinodo.

“ComunitĂ in camminoâ€? è il titolo della pubblicazione con i documenti sinodali che il Vescovo ha consegnato ai preti bresciani in occasione della Messa crismale. La pubblicazione è aperta da una introduzione dello stesso mons. Monari che ricorda come il Sinodo celebrato sul finire dello scorso anno possa rappresentare un modello del modo di procedere della comunitĂ cristiana. Segue il decreto, firmato dal Vescovo il 7 marzo scorso, con cui

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mons. Monari approva in forma definitiva il documento finale del 29° Sinodo diocesano e approva contestualmente il testo delle linee guida per un Regolamento delle unità pastorali. La seconda parte della pubblicazione è dedicata al documento finale composto da una premessa e da cinque capitoli: Fisionomia e struttura delle unità pastorali; compiti e funzione delle unità pastorali; soggetti; organismi di comunione e, per ultimo, verso le unità pastorali.

29° SINODO DIOCESANO SULLE UNITĂ€ PASTORALI

COMUNITĂ€ IN CAMMINO

DOCUMENTI SINODALI

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tere, per dare, per quanto mi sarĂ possibile, indicazioni in modo che la stessa unitĂ pastorale si senta incoraggiata, conosciuta e possa incominciare il suo cammino sentendosi in perfetta comunione con tutta la Chiesa bresciana attraverso il suo vescovo. SĂŹ, mi piacerebbe proprio fare una visita pastorale alle unitĂ pastorali, anche se su questo tema devo comunque consultarmi con il consiglio presbiterale e con quello

pastorale diocesano. Per favorire e rendere meno difficoltoso possibile questo cammino di progettazione che deve nascere dalla base c’è anche l’esperienza di quelle unitĂ pastorali che giĂ sono costituite e di quelle che si stanno muovendo in questa direzione. Come mettere a disposizione dell’intera Chiesa bresciana questa ricchezza?

Il tema è attuale anche se non è stato pensato un organo, un momento di collegamento ufficiale, a parte la commissione diocesana prima ricordata. Si avverte, invece la necessitĂ assoluta di una rete di comunicazione molto intensa tra le diverse unitĂ pastorali della diocesi, proprio per fare in modo che le esperienze giĂ in atto possano diventare ricchezza e opportunitĂ per l’intera Chiesa bresciana in questo impegnativo cammino verso le unitĂ pastorali. Sarebbe un grave errore non mettere in circolo le esperienze vissute da parrocchie, zone e macrozone nella prospettiva delle unitĂ pastorali in modo che chiunque svolge un ministero possa arricchire le scelte che si andranno a compiere. Ci sono nel nostro territorio tantissime sperimentazioni, prove e intuizioni che se messe in circolo potrebbero essere di grande aiuto. Come fare tutto questo? Sicuramente tramite gli strumenti di comunicazione che abbiamo a disposizione. L’utilizzo di internet è sicuramente uno dei canali considerati. Ma potrebbe essere di valido aiuto anche un impegno di “Voceâ€? proprio per una comunicazione che sia il piĂš efficace possibile e in grado di supportare il cammino delle unitĂ pastorali e del tessuto comunionale della Chiesa bresciana, perchĂŠ la comunione, realtĂ prettamente spirituale, ha bisogno della comunicazione. Eccellenza, un’ultima domanda. Un cammino come quello che lei ha indicato non può essere compiuto sotto la pressione del calendario, ma nel suo cuore non c’è un termine ideale entro il quale le piacerebbe vedere concluso il percorso verso le unitĂ pastorali? No, non c’è, non l’ho pensato e non mi sento in grado di abbozzarlo in questo momento. Il mio desiderio è che il cammino prenda avvio, che le unitĂ pastorali nascano e crescano bene. Forse tra qualche tempo, quando il cammino si sarĂ strutturato, si potrĂ pensare a qualche scadenza temporale. Oggi è un discorso improponibile oltre che prematuro.

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trovato risposta in questi tre mesi e una sintesi nel documento ďŹ nale? “Il Vescovo – è la risposta di mons. Cesare Polvara - ha ribadito che quello verso le unitĂ pastorali non è un cammino imposto e uguale per tutti. SarĂ invece segnato dalla gradualitĂ in base alle nomine dei sacerdoti e tenendo conto dei cammini ďŹ nora fatti: sono infatti giĂ piĂš di 20 le unitĂ pastorali erigende, alcune di esse camminano verso questo obiettivo da piĂš di 10 anni. Pian piano si porterĂ a com-

pimento e realizzazione quanto è emerso dal Sinodo. Rimangono è vero ancora dei dubbi, ma saranno la bontĂ e lo spirito con cui si vive quest’esperienza, uno spirito di comunione, di corresponsabilitĂ e di missionarietĂ , uno spirito di una Chiesa non piĂš chiusa su se stessa, ma che mette in comune con le parrocchie vicine i doni, le capacitĂ e le persone che giĂ vivono il servizio, a favorire un cammino piĂš bello di comunione e di unitĂ pastoraleâ€?.

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Aiutare Cipro “a ricostruire la sua economia su basi nuoveâ€?. Il commissario Ue agli affari monetari, Olli Rehn, non ha fatto mistero dei “tempi difficiliâ€? che attendono il popolo cipriota. L’accordo fra troika (Ue, Bce, Fmi) e governo di Nicosia per salvare il Paese dalla bancarotta ed evitare l’uscita dall’euro, costerĂ caro ai ciprioti. Ma, come ha riconosciuto il ministro delle Finanze Michael Sarris, “andiamo incontro a tempi duri, eppure è il miglior

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accordo che potessimo fare�. Il piano di salvataggio messo nero su bianco tra il 24 e il 25 marzo, prevede uno stanziamento di fondi internazionali per 10 miliardi a fronte di un contributo proveniente dall’isola di circa 7 miliardi. Questi ultimi arriveranno da un’ampia manovra di ridefinizione del settore bancario, a partire dalla chiusura della Laiki Bank (le perdite maggiori graveranno su detentori di azioni e obbligazioni, quindi sui proprietari dei depositi oltre

i 100mila euro), secondo istituto di credito dell’isola, i cui asset saranno ripartiti tra una “good bankâ€? e una “bad bankâ€?; a sua volta il primo istituto, la Bank of Cyprus, verrĂ coinvolta nell’operazione: assorbimento della “good bankâ€? e tassazione dei depositi sopra i 100mila euro (sotto quella cifra sono garantiti dalla norma Ue), che potrebbe raggiungere anche il 30%. Ora nelle cittĂ cipriote la gente scende in piazza, le code agli sportelli bancomat si allungano.

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a grave siccitĂ che ha attraversato, a partire dall’autunno 2010, la zona del Corno d’Africa, ha determinato problemi ingenti per gli abitanti di questi Paesi che giĂ soffrivano situazioni di instabilitĂ politica, guerra, fame e ingiustizia sociale. L’agenzia delle Nazioni Unite per la sicurezza alimentare, riferiva che, nel corso dell’estate 2011, il numero di persone bisognose di assistenza alimentare a causa della siccitĂ nel Corno d’Africa era salito a 13,3 milioni. Le aree piĂš colpite, da quella che può essere definita una vera e propria “catastrofe umanitariaâ€?, sono state il centro-sud della Somalia, il Kenya, soprattutto nelle regioni del nord e dell’est, la parte meridionale e orientale dell’Etiopia, l’Eritrea e il Gibuti. In risposta anche agli accorati inviti del Papa, la Cei invitava a pregare per le comunitĂ colpite, mettendo a disposizione un milione di euro e, consapevole della eccezionale gravitĂ della carestia, indicendo per il 18 settembre 2011 in tutte le chiese d’Italia l’iniziativa “Fame di pane e di futuroâ€?, una raccolta straordinaria a sostegno delle iniziative di solidarietĂ promosse da Caritas italiana. Alla mobilitazione per il Corno d’Africa ha partecipato anche la Caritas diocesana Brescia che, in raccordo con l’intera rete di Caritas italiana, si è posta come punto

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vo di Bassano Bresciano, vescovo di Awasa, in Etiopia per far fronte ai bisogni di quella diocesi. L’attenzione di piazza Martiri di Belfiore è andata oltre e, con lo stile che connota la Caritas diocesana, sono stati elaborati tre diversi progetti per un importo complessivo di 253mila euro. Tre progetti che Caritas ha seguito collaborando con alcune realtĂ conosciute nel Bresciano come “Amare onlusâ€? l’associazione genitori e figli adottivi, con cui ha realizzato nella regione di Jijiga un progetto per assicurare rifornimento di acqua e cibo ai migranti interni

e profughi della regione e per garantire l’accesso all’istruzione primaria per i bambini/e della comunitĂ e dei villaggi della zona. Altro partner di Caritas è stato il gruppo Scout Brescia 11 per un progetto nella parte meridionale della regione Wollayata finalizzato a garantire la sussistenza alimentare, attraverso l’acquisto di animali da reddito, la sussistenza alimentare ed economica a famiglie indigenti. Con i Salesiani Caritas ha, infine, collaborato nel villaggio di Matar, per garantire l’acqua potabile, cappella e oratorio e un progetto agricolo.

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0DUz ROWUH LO SUHVWLJLR GHO 3DHVH La vicenda di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò al centro della crisi diplomatica tra India e Italia sta avendo ripercussioni anche sul governo Monti. Nei giorni scorsi, infatti, il ministro degli esteri Giuliano Terzi (nella foto), al termine della sua comunicazione al Parlamento, ha annunciato le sue dimissioni dall’esecutivo. “Mi dimetto – ha affermato l’ex titolare della Farnesina – perchĂŠ in disaccordo con la decisione di ri-

mandare i nostri due marò in Indiaâ€?. Una comunicazione che ha colto di sorpresa il Parlamento e che, secondo fonti non ufďŹ ciali, ha infastidito il Capo dello Stato e lo stesso premier Monti. Le dimissioni di Terzi spostano l’attenzione della vicenda dei due militari italiani, accusati di avere ucciso, nel loro servizio di scorta a una petroliera italiana, due pescatori del Kerala scambiati per pirati, alla ďŹ gura non certo ediďŹ cante dell’Italia sul

piano internazionale. Molte le voci critiche per la condotta tenuta sin dall’inizio dal governo. L’esecutivo Monti non sarebbe stato in grado di fare accettare alle autoritĂ indiane elementari norme di diritto internazionale. Non ha giovato all’immagine italiana nemmeno il tira e molla delle ultime settimane con la decisione di non far rientrare i due marò al termine della licenza elettorale, nonostante precisi accordi con le autoritĂ india-

ne, e la scelta successiva (con l’ambasciatore italiano in India divenuto un ostaggio) di rimandarli in India. Un atteggiamento confuso e per tanti versi balbettante che ha trovato epilogo nelle dimissioni di Terzi che di fatto confermano la spaccatura esistente all’interno del governo Monti. Una polemica violenta giocata sulle spalle di chi, i familiari dei due pescatori e gli stessi marò, attende di conoscere la veritĂ e di avere giustizia.


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“vittime vulnerabiliâ€?, ossia di pedoni, anziani, motociclisti e altre categorie afďŹ ni. Questo dato è tanto piĂš importante se confrontato con i dati del 2011, in cui, a fronte di una diminuzione della mortalitĂ sulle strade era invece aumentato il livello delle vittime vulnerabili. E l’Italia? Nonostante i risultati incoraggianti, tra i vari Stati membri permangono comunque ampie differenze: il nostro Paese, per esempio, mostra di avere un

tasso di mortalitĂ per incidenti su strada doppio (circa 62 decessi per milione di abitanti) rispetto a quello di Danimarca, Regno Unito o Svezia (30 decessi per milione di abitanti). Ogni giorno, però, sulle strade europee perdono la vita 75 persone. Obiettivo dell’Unione europea è dimezzare questo numero entro il 2020. Per raggiungere questo obiettivo, giĂ dal 20 luglio 2010 la Commissione aveva adottato un programma d’azione per la sicurezza

sulle strade incentrato sul miglioramento dei controlli, sul potenziamento della formazione e dell’istruzione degli utenti stradali e sulla diminuzione del tasso di feriti da incidenti. In merito a quest’ultimo punto, un grande passo avanti è stato compiuto nel corso del 2012 con l’istituzione di un accordo tra Commissione e Stati membri, sull’uso della scala dei traumi e sulla deďŹ nizione comune di lesioni gravi causate dagli incidenti stradali.

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e non ora, quando? Questa è la domanda che ogni italiano si pone, dinanzi alle responsabilitĂ che gravano sulle spalle di quanti possono e devono trovare uno sbocco alla crisi politica in cui versa il Paese. Se non ora, quando i leader politici saranno chiamati a cercare tutte le strade percorribili per garantire il bene comune, ovvero di tutti e di ciascuno? Se non ora, quando tutti i parlamentari si riprenderanno la libertĂ intellettuale e di coscienza per dare al Paese un dibattito pubblico privo di falsitĂ ideologiche, di interessate ricostruzioni di parte, di false interpretazioni del reale? Se non ora, quando sposeranno l’amore per la veritĂ dell’uomo e sull’uomo? Se non ora, quando eserciteranno il dovere di rappresentarci sino in fondo e, quindi, dichiarare la volontĂ di collaborare per il bene del Paese? Se non ora, quando i mezzi di comunicazione la smetteranno di parteggiare e di seminare divisione, preparando il terreno allo scontro sociale senza curarsi dell’assoluta necessitĂ di costruire ponti fra i gruppi sociali perchĂŠ la coesione è un bene supremo? Dispiace dirlo, ma ancora in questi difficili frangenti, non si vede nulla di tutto questo. Sembra quasi che il germe della divisione, anche la piĂš subdola, insinuante e violenta, debba prendere il sopravvento da un momento all’al-

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poi resiste al tentativo di farsi risucchiare nella rissa di tutti contro tutti e soprattutto conserva la mente fredda. Che lo spinge a dire, da vecchio saggio qual è, che “abbiamo bisogno di unitĂ , ma anche di pensare adesso all’interesse generale del Paese e di dare continuitĂ alle nostre istituzioni democraticheâ€?. Quel vecchio signore si chiama Giorgio Napolitano, abita al Quirinale ancora per pochi giorni, e a lui tocca conservare la luciditĂ necessaria a garantirci tutti. Noi possiamo solo augurarci che la serie interminabile di “noâ€? urlati nelle piazze e sibilati nei microfoni, a uso e consumo delle avverse tifoserie, lascino presto il posto a qualche piccolo ma infinitamente significativo “sĂŹâ€?. Che consenta a tutte le parti in causa di dare il meglio di sĂŠ. Ăˆ preoccupante, infine, che il capo dello Stato debba evocare la necessitĂ di “dare continuitĂ alle nostre istituzioni democraticheâ€?. Forse lui avverte dei pericoli che noi non stiamo percependo a dovere? Forse che l’espandersi a macchia d’olio della povertĂ e il conseguente malessere che erode la coesione sociale stanno minando alla base la nostra democrazia? Tante volte ci siamo detti che la nostra democrazia è giovane e le sue basi deboli. La ricerca del potere a ogni costo e l’effimero successo di pochi non possono, e non devono, determinare la rovina di tutti. Non procurateci uno choc democratico.

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:MMHKGH :EE: I:LJN: Cosa pensavano Maria Maddalena, Pietro, il buon ladrone, Giuda, i centurioni e le altre figure citate nel racconto evangelico della morte di Cristo?

Un volume per riscoprire la morte e la resurrezione di GesĂš

Padre Pier Giordano Cabra reinterpreta le loro riflessioni per celebrare in modo nuovo l’evento centrale della Pasqua. Illustrazioni di Mario Gilberti

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L’Istituto Pro Familia di Brescia promuove una serie di incontri sul tema le “EtĂ della vita di coppiaâ€?, affidati a docenti esperti dell’UniversitĂ cattolica nel campo dell’educazione familiare. Nel corso degli incontri verrĂ affrontata la riflessione su alcuni aspetti del processo di cambiamento che attraversa l’educazione familiare. Gli incontri si terranno presso la sede dell’Istituto a Brescia in va Lama, 61 dalle ore 16 alle ore 18 con il seguente calendario: 13

Con la mostra d’arte contemporanea “Novecento mai vistoâ€? inaugurata l’8 marzo presso il Museo di Santa Giulia, hanno preso il via anche le iniziative collaterali per favorire l’avvicinamento all’arte contemporanea, dentro e fuori le pareti del museo. Con “Brescia Contemporanea. Incontri che sorprendonoâ€?, il Museo di Santa Giulia diventa ogni mercoledĂŹ sera il luogo vitale di incontro, di approfondimento, di

aprile “L’entusiasmo dell’amore all’inizio della vita di coppiaâ€? con Monica Amadini; 20 aprile “La nascita del figlio e le trasformazioni della vita di coppiaâ€? con Domenico Simeone; 4 maggio “La coppia con figli adolescentiâ€? con Livia Cadei; 11 maggio “Il dialogo della coppia nell’etĂ maturaâ€? con Luigi Pati. Quanti fossero interessati a partecipare sono invitati a iscriversi entro il 30 marzo 2013 telefonando alla sede dell’Istituto al numero 030.46358 – 030.292286.

frequentazione dell’arte in maniera informale. Il prossimo incontro in calendario è quello programmato per il 3 aprile alle 18.45 con Elisa Giardina Papa, videographer e artista multimediale che lavora tra New York e Milano e si occupa di progetti tra arte, media e social networks. In occasione della sua personale presentata presso il Link Art Center a Brescia, racconterĂ ai bresciani il confine estremo dell’arte contemporanea: internet e i social network.

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La Pasqua del contadino La Pasqua è la nostra festa. Il Natale fu il nostro riposo. Fuori c’era freddo, gelo, neve: i campi quasi estranei e ostili. Sotto la nostra mano, essi, cosĂŹ benigni e pazienti, s’irritavano. Volevano riposare: avevano diritto di riposare. Una stalla, un Bambino, una greppia, un bue e un asino, qualche pastore, un cielo pieno di stelle e d’angeli, ecco il Natale: tempo di raccoglimento, di piccole gioie, di riposi. E abbiamo riposato, Ma sul granaio il cumulo diminuiva, le riserve s’assottigliavano, la noia del non fare ci tediava. Finalmente usciamo incontro alla primavera, alla fatica che è pane, incontro alla Vita che è Cristo. Non ci sono piĂš nebbie: l’aria ha trasparenze delicate, il cielo schiarite seducenti, qualche tepido bacio il sole. Bassi e rapidi lungo le siepi svolano i merli e le “gardeneâ€?: il fringuello sulla cima dell’ontano guarda passar le nubi; in alto trilla l’allodola. Tempo di marzo, tempo di Pasqua. Per noi la primavera è Pasqua e la Pasqua è primavera, poichĂŠ non abbiamo che una sola

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memoria, un solo sentimento, una sola fede. La Primavera è per noi sospesa sull’alleluia pasquale come sopra una fronda d’eternitĂ : il suo breve sorriso di luce, di verde, di fiori, di canti, di vita si apre sul cielo del Risorto. Tempo di marzo, tempo d’innamoramento tra noi e la

terra; sposalizio di speranza che le campane di Pasqua salutano giubilando. Cristo balza dal sepolcro chiuso ci spalanca il cuore con la sua pace, viene a stare con noi con la sua Pasqua. Pasqua del Signore, Pasqua nostra! Domani non avremo l’occhio chiaro come oggi; domani

avremo paura del cielo, della brina, della tempesta, dell’acqua, del sole, paura di tutto, mentre oggi tutto è promessa, e tutto è benigno. Il germoglio che cresce e diviene pianta si porta via ogni giorno un po’ di speranza e di promessa. La spiga è bella, non piĂš però

di questo campo di frumento marzolino che il vento dondola e scapiglia e su cui le campane di Pasqua cantano la ninna nanna. Vi sono dentro piÚ granelli adesso che a giugno, poichÊ le speranze sono tante quando è Pasqua. Pasqua è la festa della nostra speranza.


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L’associazione “Amici per l’Happeningâ€? organizza, lunedĂŹ 8 aprile alle 21, “La vita: esigenza di felicitĂ â€?. Interviene la dott.ssa Elvira Parravicini, neonatologa e assistente di clinica pediatrica presso la Columbia University di New York. Ăˆ la fondatrice del primo neonatal hospice, un reparto ospedaliero nato con lo scopo di curare i bambini che nascono terminali, in quanto affetti da sindromi non compatibili con la sopravvivenza

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e in cui viene praticato il comfort care, un’attivitĂ medica che dĂ dignitĂ alla vita di un bambino appena nato, che permette che sia curato e amato in tutti gli istanti della sua vita, anche se pochi. Afferma la Parravicini “L’esistenza ha un inizio e una ďŹ ne. E non la stabiliamo noi. Ma nel mezzo facciamo tutto quello che è possibile perchĂŠ la loro vita sia bellaâ€?. Al termine dell’incontro verrĂ presentata l’iniziativa popolare europea

“Uno di Noiâ€?. La campagna è stata attivata dai Movimenti per la vita di 20 Paesi dell’Unione Europea per chiedere alle istituzioni, attraverso la sottoscrizione di almeno un milione di cittadini, d’introdurre il divieto di ďŹ nanziare con fondi comunitari qualsiasi attivitĂ che presupponga la distruzione degli embrioni umani a ďŹ ni di ricerca. L’incontro si tiene presso l’auditorium Capretti all’Istituto Artigianelli.

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ue realtĂ unite da un unico obiettivo: quello di favorire l’integrazione sociale. Si sta facendo sempre piĂš stretto il legame tra la comunitĂ di Ghedi e le cooperative sociali che si dedicano in modo particolare alle persone disabili. Un impegno davvero speciale, che racconta ogni giorno una coinvolgente storia fatta di amore e di sostegno agli utenti e alle loro famiglie per porre al centro dell’attenzione il dirittodovere di essere considerati e di parlare innanzitutto di persone piuttosto che di “diversitĂ â€?, “disabilitĂ â€? o “handicapâ€?. Ci sono due associazioni significative che si occupano di portare avanti questo progetto: le cooperative sociali “Sergio Lanaâ€? e “Il Quadrifoglio Fioritoâ€?. Entrambe si occupano di un vasto territorio che corrisponde sostanzialmente a un’ampia fascia della Bassa e si rivolgono con il loro impegno quotidiano non solo ai singoli utenti, ma offrono sostegno e aiuto anche alle famiglie (che vengono informate anche sulle modalitĂ con le quali rivolgersi all’Asl per usufruire dei servizi offerti dalle due onlus). La prima ha sede nella centrale via Marconi 8, mentre la seconda si trova nella frazione di Ponterosso e, per il complesso “giocoâ€? dei confini e degli spazi dei vari edifici, ha la sua sede legale nella vicina Calvisano. Al di lĂ di questioni burocratico-territoriali, che

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obiettivo di favorire un’adeguata promozione umana e l’integrazione sociale dei cittadini socialmente deboli e svantaggiati. Proprio in questo senso proseguirà anche quest’anno la bella consuetudine che negli ultimi due anni nel periodo natalizio ha portato i lavori realizzati dagli ospiti delle due cooperative in bella mostra nella sala del consiglio del Comune di Ghedi e nel centro della cittadina. Negli ultimi due anni, ad esempio, grazie anche al capace sostegno degli educatori e di artisti locali che generosamente hanno messo a disposizione il loro tempo, gli utenti delle due cooperative hanno

realizzato opere come il presepio interattivo e la riproduzione dell’antico castello di Ghedi che sono state poste in bella mostra nella centrale piazza Roma e nella sala consigliare per essere ammirate da tutta la popolazione. In questi giorni è cosĂŹ iniziato il lavoro per dare vita all’appuntamento che a dicembre richiamerĂ ancora una volta l’attenzione dell’intera comunitĂ ghedese e, attraverso i lavori eseguiti con tanta passione da questi ragazzi (di diverse etĂ ), permetterĂ a tante persone di scoprire il capolavoro piĂš coinvolgente che l’amore riesce a realizzare.

,QWHUYHQWL SHU EDPELQL IUDJLOL All’Ospedale civile è stato attivato da piĂš di un mese un nuovo ambulatorio pediatrico di importanza fondamentale per la salute dei piĂš piccoli, struttura che per caratteristiche e funzionalità è unica in Regione. Si tratta dell’ambulatorio odontostomatologico per bambini fragili aperto dall’unitĂ pediatrica di chirurgia maxillo-facciale. La chirurgia odontostomatologica si occupa dell’estrazione di denti molto malati o distrutti che non è possibile

salvare con altra terapia. Purtroppo i minori diversamente abili o con gravi patologie devono affrontare questo tipo di intervento in stato di anestesia totale, al fine di non andare incontro a stati di shock, di alterazione psicofisica o pericolosi movimenti incontrollati del corpo. “Il nuovo ambulatorio odontostomatologico – spiega Dante Burlini, dirigente medico responsabile Uds chirurgia maxillo-facciale pediatrica e principale ideatore

di questo progetto – è per soggetti tra zero e 17 anni d’etĂ con patologie croniche di tipo neurologico, che per questo tipo di operazione vanno necessariamente trattati in anestesia generale. Questo vale non solo per bambini diversamente abili, ma anche per soggetti cardiopatici scoagulati o diabetici scompensatiâ€?. Il servizio è operativo nella giornata di giovedĂŹ dalle 11.30 alle 12.30. Per prenotare la visita, contattare lo 030224466.

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”‡•…‹ƒ ’‡” ’ƒ••‹‘Â?‡ ƒ—”ƒ ƒ•–‡ŽŽ‡––‹ …‘””‡ Dz†ƒ Â•Â‘ÂŽÂƒÇł Laura Castelletti (Brescia per passione) ha ufďŹ cializzato, come avevamo giĂ anticipato, la sua candidatura come sindaco alle elezioni amministrative. “I bresciani negli ultimi cinque anni hanno potuto veriďŹ care come io sia slegata dai partiti e dai loro interessiâ€? ha spiegato la Castelletti. “Ultimi cinque anni nei quali la visione di cittĂ che vogliamo proporre agli elettori si è rafforzata ed articolataâ€? ha poi proseguito, affermando a proposito del programma:

“L’obiettivo base è quello di rendere piĂš facile la vita dei bresciani. Il nostro programma non è stato partorito dal niente secondo esigenze elettorali, ma è nato e si è sviluppato con costanza negli ultimi cinque anniâ€?. Il programma è il frutto di diverse esperienze: “I viaggi del gruppo di Brescia per Passione in giro per le varie municipalitĂ europee sono stati ad esempio utili per capire come fare un’opposizione intelligente e costruttiva guardando a modelli internazionali, cosĂŹ

come sono stati altrettanto utili altri incontri di carattere molto piĂš informale come ‘i panini del giovedÏ’ o quelli nati grazie alle attivitĂ del mio blog, attivo ormai da quattro anniâ€?. Laura Castelletti insiste molto sulle proposte che il suo gruppo è riuscito a far approvare (o attorno alle quali ha fatto crescere interesse) per il bene di tutta la cittĂ : “Il wi-ďŹ nelle piazze e nei luoghi pubblici c’è grazie ad una mia mozione, cosĂŹ come l’idea per l’Urban Center è partita

da noi, cosĂŹ anche le proposte per la conversione dell’ex tribunale in un grande spazio dedicato alla creativitĂ , l’istituzione di un voucher per babysitter o la possibilitĂ di destinare il 5xmille ad un fondo in aiuto alle donne che hanno subito violenzeâ€?. Laura Castelletti è molto convinta e, a conferma dello spirito che anima “Brescia per passioneâ€?, conclude cosĂŹ: “Se siamo riusciti a fare molte cose importanti stando all’opposizione, ďŹ guriamoci cosa faremmo se governassimo!â€?. (f.g.)

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erchĂŠ la scelta di candidarsi? La mia scelta è stata forse anche un po’ naturale, dopo parecchio tempo di attivismo all’interno del Meetup Amici di Beppe Grillo. La decisione di impegnarmi ancora piĂš profondamente è maturata dopo la nascita delle mie due bambine, alle quali credo di dovere il mio impegno per il loro futuro, non solo dando loro l’amore di una mamma ma anche dando la speranza di poter crescere in un ambiente sano e in una societĂ dove non regna la paura dell’altro, ma il senso di appartenenza a una comunitĂ , appunto, ove l’uno per l’altro è una risorsa preziosa. Lei è candidato portavoce, giĂ nella forma questo presuppone un coinvolgimento diretto del Movimento... Il ruolo del candidato portavoce è meraviglioso, ma anche complesso. L’attivitĂ del portavoce deve essere finalizzata alla comunicazione verso l’esterno della filosofia e dei principi del Movimento e non di personalismi o di ambizioni del singolo, votata all’umiltĂ e al continuo confronto con tutti. Quali sono le novitĂ nei contenuti rispetto alle altre coalizioni? La novitĂ principale è il modo in cui vengono prese le decisioni. Le scelte importanti per la cittĂ andranno sempre condivise, con la massima infor-

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le dell’inceneritore; nel sociale proponiamo la creazione dell’albo delle associazioni dei migranti per favorirli nel reperimento di aiuto immediato, l’istituzione di un’apposita consulta per lavorare sull’integrazione, proposte per l’emergenza abitativa e degli sfratti, il bilancio partecipativo per citarne solo alcune. Credo, però, che sia fondamentale sottolineare la credibilitĂ della nostra lista civica. Ci impegniamo a dedicarci alla vita pubblica delle istituzioni solo per due mandati. Ci muoviamo e ci muoveremo a mani libere, alla ricerca del consenso finalizzato al cambiamento

del modo di gestire la cosa pubblica, finora votato all’interesse di pochi ai danni dei molti. Ci saranno da fare scelte ponderate che tengano in considerazione le possibilitĂ economiche del Comune, quali sono, quindi, le prioritĂ per la Brescia di oggi e di domani? Dopo la sciagurata scelta della fusione Asm/Aem e la gestione tutt’altro che oculata del denaro pubblico della Giunta Paroli, Brescia sarĂ costretta a fare i conti con bilanci sempre piĂš “magriâ€?. In un momento di forte crisi occupazionale che sta creando anche una vera emergenza sociale il tema del reperimento delle risorse sarĂ centrale per chiunque si trovi ad amministrare la cittĂ . Le prioritĂ sono quella sociale e quella lavorativa dove il Comune deve fare uno sforzo enorme a favore delle famiglie in difficoltĂ ; a questa si aggiunge quella ambientale, che incide sulla salute e sul benessere dei cittadini e che, se affrontata con forza, potrĂ anche avere positivi risvolti occupazionali. Mi sta a cuore anche il problema della trasparenza: i cittadini hanno il diritto di conoscere la veritĂ su questioni importanti come la loro salute, in una cittĂ che, clamorosamente, non ha mai fatto uno studio epidemiologico serio sull’incidenza dell’inquinamento sulla salute dei suoi abitanti.

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/H WDQWH IHULWH GD VDQDUH Sono tante le ferite che, quotidianamente, osserviamo nella cittĂ . Le situazioni di criticitĂ hanno a che fare con il welfare, la cultura, l’ambiente, la famiglia e la scuola. L’ultima serata (lunedĂŹ 25 marzo) della felice iniziativa “I cristiani e la cittĂ â€? ha cercato di rispondere alla domanda “Brescia fedele: a quale vocazione?â€?. Laici e sacerdoti hanno messo a punto un percorso che vuole essere un modello di lavoro per quanti, appassionati alla cosa pubblica, vogliono impegnarsi per la crescita della cittĂ . Individuare la vocazione signiďŹ ca ripercorrere e riprendere quelle attivitĂ e quei valori che hanno formato e costituito l’intera comunitĂ cittadina. Se la Brescia di ieri è stata forgiata dalla Chiesa bresciana grazie anche alla feconda testimonianza di alcuni interpreti importanti (Vittorino Chizzolini, padre Bevilacqua e Michele Capra, solo per

citarne alcuni), quella di oggi vuole, in un contesto diversiďŹ cato, mantenere vivo il legame con le pietre cittadine; non a caso l’ultimo Sinodo bresciano ha mandato un messaggio chiaro alla cittĂ per esprimere pubblica gratitudine per gli esempi di civiltĂ , umanitĂ , dedizione professionale e onestĂ che si trovano al di fuori delle esperienze ecclesiali e vicinanza nella crisi per ribadire la disponibilitĂ a intavolare una conversazione. La cultura, la sostenibilitĂ (territorio, ambiente, sviluppo), il welfare (la Brescia fraterna) e Brescia cittĂ educativa (famiglia, giovani, istruzione) sono stati sviscerati nel corso degli incontri; nell’ultima serata è stata presentata una sintesi dei quattro laboratori tematici, sintesi che successivamente verrĂ messa all’attenzione dei candidati sindaci per la Loggia. Il risultato è quello di

poter offrire, grazie al coinvolgimento di laici e sacerdoti con le rispettive parrocchie, proposte concrete. Se guardiamo al patrimonio di umanitĂ , si evince la necessitĂ di lavorare sul concetto di organismo territoriale attraverso la tessitura di “retiâ€? sempre piĂš ďŹ tte, sperimentando circoli virtuosi di collaborazione nel sistema museale e teatrale; urgente anche la formazione di nuove professionalitĂ e l’intensiďŹ cazione della concertazione tra enti pubblici e privati. Il frutto dei laboratori verrĂ , ora, messo a disposizione dei candidati alla carica di sindaco per la Loggia 2013. All’interno vi si possono leggere molte proposte e idee, ma soprattutto anche un tentativo di recupero della storia positiva (la lungimiranza e i valori) che ha permesso alla Brescia di oggi di avere spalle solide. Per info, www.icristianielacitta.it.


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riassumere in una esterna e una interna. “La prima – dichiara Stefano Bazzana (nella foto), presidente Ipasvi provinciale e membro del Consiglio nazionale – è la tutela del cittadino che ha il diritto, sancito dalla Costituzione, di ricevere prestazioni sanitarie da personale qualificato, senza pendenze penali, in possesso di uno specifico titolo che abilita alla professioneâ€?. Rappresentanti dell’Ipasvi sono presenti in commissione di Laurea per infermieri: verificano

la preparazione dei laureandi e conferiscono l’abilitazione all’esercizio professionale. A partire dal 2013 la legge prevede che gli Ordini svolgano la certificazione triennale della formazione continua effettuata dai propri iscritti. Non solo una verifica dei requisiti, ma anche un monitoraggio nel corso della vita professionale. “Il cittadino può e deve segnalare eventuali disservizi attribuibili ai nostri iscritti – afferma Ermellina Zanetti, vicepresidente –. Auspichiamo

che ciò non accada, ma siamo a disposizioneâ€?. Secondo i dati dei Nas la professione infermieristica è la piĂš colpita da abusivismo, piĂš di dentisti e fisioterapisti. Chiunque può verificare se un infermiere è iscritto all’Albo, collegandosi al sito www.ipasvibs.it. Il Consiglio direttivo ha in programma una serie di corsi e progetti per consolidare i rapporti con le altre professioni, con le istituzioni e le associazioni. A Brescia l’Ipasvi è presente fin dal 1955 e conta quasi 8000 iscritti.

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uando le nuove tecnologie trovano applicazione all’ambito della sanitĂ , la sinergia che ne viene generata produce vantaggi a valenza esponenziale. Ăˆ quanto si può desumere dal primo anno di attivitĂ del progetto “Medicina per un sorrisoâ€?, realizzato dalla collaborazione fra l’UnitĂ dipartimentale di chirurgia maxillo-facciale pediatrica dell’Ospedale dei Bambini, afferente agli Spedali civili e l’Associazione MeltLab, referente dell’attivitĂ di cooperazione transnazionale con il “Centro hospitalar de Lisboaâ€?, la struttura ospedaliera piĂš grande del Portogallo e che giĂ opera in rete con Brasile, Angola, Mozambico e Capo Verde. Ne sono sostegni fondamentali la Fondazione Asm, il cui contributo di 35mila euro ne ha resa possibile la realizzazione e la E-health consulting, struttura che ha applicato alla sanitĂ le nuove tecnologie e che ha curato la creazione del network transnazionale. “Si tratta di continuare la strada intrapresa dal mio predecessore, il compianto Cornelio Coppini – ha detto il direttore generale degli Spedali civili Ermanna Derelli – attraverso interventi concreti tesi a incrementare sia le potenzialitĂ interne all’azienda, grazie anche al contributo tecnico internazionale, sia il loro trasferimento ai Paesi piĂš poveri, che, senza le applicazioni informatiche, non ne potrebbero disporreâ€?. “Il progetto ha creato il network transnazionale di specialisti di chirurgia maxillo-facciale pediatrica – ha spiegato la presidente della Fondazione Asm Alberta Marniga – e un

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comporta e permette alla comunitĂ scientifica di rapportarsi in tempo reale con la tematica di riferimento. Da non trascurare – ha chiosato Burlini – l’esportabilitĂ verso altre specializzazioni del progetto, con la possibilitĂ di aprire nuove vie alla medicinaâ€?. Il portale www.medicinaperunsorriso.it si rivolge alle famiglie e ai professionisti, con un database aggiornato sulle moderne tecniche chirurgiche di settoreâ€?. “La collaborazione pubblicoprivato, le competenze informatiche e il tema della sanità – ha aggiunto il direttore sanitario dell’Ospedale dei Bambini Raffaele Spiazzi – sono un mix esplosivo per il futuro di una realtĂ come la nostra e questo progetto è la dimostrazione di cosa significhi lavorare in rete nel nostro ambitoâ€?.

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/D UDFFROWD IRQGL GH ´/¡$OEHUR GHJOL $PLFLÂľ Per il secondo anno e con la prospettiva di proseguire anche in futuro la benefica iniziativa con continuitĂ , sabato 23 marzo si è svolta presso il Conad cittadino di via Triumplina nella sede Centro Futura la consegna dei fondi raccolti attraverso l’iniziativa “L’Albero degli Amiciâ€?, a favore degli Spedali Civili e, in particolare, del reparto di Oncoematologia pediatrica. Il progetto, realizzato dal Conad di via Triumplina, con il sup-

porto della Circoscrizione Nord presieduta da Marco Rossi (nella foto) e dell’Abe (Associazione bambino emopatico) presieduta da Luciana Corapi, ha insistito su due meccanismi distinti per la raccolta fondi. Il primo metodo, ormai classico e già sperimentato con successo nel 2011, ha previsto una donazione di 5 euro da parte di Conad per ogni disegno portato al punto vendita da un bambino, con un tetto massimo di dona-

zione di 5000 euro. Il secondo, nuovo per l’iniziativa, ha riguardato il coinvolgimento diretto dei clienti: ad ogni acquirente è stata donata dal punto vendita una somma qualora fosse acquistato un determinato prodotto in una settimana prestabilita; ogni prodotto target acquistato prevedeva la donazione della stessa somma prestabilita. Attraverso questa seconda combinazione di attivitĂ , è stato cosĂŹ possibile andare oltre il budget rigi-

do dei 5 mila euro messo a disposizione. Durante l’incontro di sabato, alla presenza dei referenti Giampietro Contratti (Conad), Marco Rossi e Luciana Corapi è stato manifestato il successo dell’iniziativa di solidarietĂ , oltre che comunicato l’esito della raccolta di fondi e soprattutto l’intenzione nel voler proseguire anche in avvenire nella direzione avviata attraverso l’instaurazione di questa importante partnership solidale.


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”œ‹Â?—‘˜‹ —‡ ‹Â?…‘Â?–”‹ •—Ž „—ŽŽ‹•Â?‘ Nell’ambito del “Patto per l’educazioneâ€?, il manifesto educativo che coinvolge le scuole, le famiglie, le associazioni e gli enti territoriali, si tengono a Orzinuovi in questo periodo alcuni percorsi di formazione dedicati a tematiche specifiche aperti e genitori, formatori e insegnanti. Il primo di essi è dedicato al bullismo e dopo un incontro iniziale di presentazione tenutosi il 15 marzo, vedrĂ altri due appuntamenti il 19

aprile e il 3 maggio, dedicati nello specifico al contrasto del fenomeno, presso l’aula magna della scuola primaria alle 20.30. La relatrice sarĂ la psicologa Roberta Carbone, ricercatrice presso l’UniversitĂ degli studi di Parma. Un altro argomento che viene approfondito è quello delle dinamiche di crescita: con “Aiutiamoli a crescereâ€?, infatti, si riflette sull’importanza dei legami affettivi e sentimentali che influenzano ogni individuo, sin

dalla nascita, per la costruzione della personalitĂ e dello stile di vita, nella convinzione che è necessario cercare quelle regole che permettono di crescere con responsabilitĂ in famiglia, con gli amici, a scuola. Dopo l’incontro del 22 marzo, lo psicoterapeuta Domenico BarillĂ interverrĂ sull’importanza delle regole nel processo di crescita il 9 aprile alle 20.30 presso l’aula magna della scuola primaria. Nella stessa location e alla stessa ora,

il 15 aprile l’ultimo ambito di approfondimento sarà dedicato alla salute, con l’analisi della celiachia, una patologia che presenta una diffusione sempre crescente. Il relatore sarà il dottor Domenico Colombo, direttore medico del laboratorio Synlab di Brescia. A tutti i partecipanti verrà offerta la possibilità di partecipare a un check-up gratuito sulla celiachia, presso il punto prelievo di Orzinuovi. (f.u.)

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l mondo delle associazioni e della cultura di Pontevico si è unito in un progetto che ha coinvolto l’intera comunitĂ . L’idea è stata quella di promuovere una serie di iniziative per raccogliere fondi da devolvere al Comune di Gonzaga, in provincia di Mantova, per la ricostruzione della scuola di musica danneggiata dal terremoto dello scorso anno. Prendendo spunto da questa proposta è cosĂŹ iniziata a Pontevico una vera e propria gara di solidarietĂ , che, partendo dalle associazioni culturali e di volontariato promotrici, ha finito per coinvolgere non solo tantissimi cittadini, ma anche istituzioni come il Comune e realtĂ come l’oratorio di Torchiera. Manifestazioni che sono cominciate a gennaio e si sono susseguite in questo mese di marzo, fino a raccogliere complessivamente una somma di poco inferiore ai 10mila euro. Si è creato cosĂŹ una sorta di gemellaggio costruito dalla solidarietĂ e dalla comune passione per la cultura e, piĂš in particolare, per la musica, che ha avuto un momento di particolare rilievo sabato 2 marzo in occasione del concerto tenuto dalle bande musicali dei due paesi, ma che si è poi protratto attraverso altri appuntamenti che hanno raggiunto l’obiettivo di raccogliere fondi per questa bene

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chesi, generositĂ che in seguito ha potuto distinguersi anche grazie alla serata della “Torta frittaâ€? organizzata dall’oratorio di Torchiera e dell’asta mercato alla quale hanno partecipato generosamente con i loro lavori gli artisti e gli hobbysti di Pontevico. Se a tutto questo aggiungiamo le offerte raccolte a gennaio in occasione della Giornata della memoria e quelle accumulate dalle varie associazioni pontevichesi con iniziative spontanee (in questo elenco meritano di essere inseriti anche i fondi che ha deciso di devolvere la famiglia di Angelo Botta, uno tra i promotori di questo gemellaggio di solidarietĂ , scomparso a gennaio e nella cui memoria sono state inviate offerte sempre in favore della cittadina mantovana), possiamo comprendere non solo il significativo contributo che tutta Pontevico ha saputo trasmettere alla realizzazione di un obiettivo di grande importanza, sia dal punto di vista culturale che educativo, per Gonzaga come quello del rifacimento della sua scuola di musica, ma si può leggere in questo cammino che ha coinvolto tutta una comunitĂ il volto piĂš bello della cultura e della solidarietĂ , un insegnamento e una “melodiaâ€? che rimarranno a lungo nel cuore di molte persone.

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consistente nell’apertura dell’ambulatorio per due pomeriggi la settimana “ma a nostro giudizio – afferma Davide Baccinelli, in rappresentanza del Comitato – non è soddisfacente questa soluzione. Sino ad oggi tale servizio, che opera cinque giorni su sette, vede una la lista di attesa di circa sei mesi, non osiamo pensare cosa possa succedere con una riduzione cosĂŹ drastica come quella prospettata dai vertici ospedalieri. Respingiamo con forza il concetto della suddivisione

territoriale dei pazienti in quanto ogni malato ha il sacrosanto diritto di farsi curare dove si sente piĂš tranquillo e dove instaura un proďŹ cuo rapporto di ďŹ ducia con il medicoâ€?. “Se il problema è di natura economica – prosegue il Comitato – allora si dimostrino in modo trasparente i costi. Un ambulatorio con oltre 4500 pazienti rappresenta un introito notevole per un presidio come quello di Montichiari. Ăˆ bene, dunque, che si trovi il coraggio di dire chiaramente quali sono le vere

motivazioni di tale assurda scelta�. Il gruppo di cittadini ha scritto anche al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “dal quale speriamo di ricevere presto una risposta�. Nei giorni scorsi, appresa la notizia della chiusura, si erano fatti parte attiva della questione sia il sindaco di Montichiari Elena Zanola (nella foto), sia diversi politici (da Viviana Beccalossi a Luigi Lacquaniti) oltre alla sezione monteclarense del Movimento 5 Stelle. (f.m.)

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o devo incontrare presso la casa di riposo di Orzinuovi, dove risiede ormai da qualche tempo, e quando chiedo di lui mi dicono che è in cappella a pregare. Comincia cosĂŹ il mio incontro con mons. Giuseppe Treccani, parroco emerito di Orzinuovi, colto nella sua dimensione piĂš intima di presbitero, in raccoglimento davanti al tabernacolo. Quando termina la preghiera acconsente a fare una chiacchierata e comincia a raccontare di sĂŠ. Classe 1914, compirĂ 99 anni ad ottobre, è sacerdote da ben 75 anni, da quando cioè nel 1938 fu consacrato dal vescovo Giacinto Tredici. Si sposta su una sedia a rotelle, ma la sua voce è ferma e la presenza lucidissima. “Dopo 75 anni di sacerdozio – esordisce – posso dire che è una gran gioia. Quando ero giovane mi dicevano che basta celebrare una Messa per andare in Paradiso e in questi anni ne ho dette moltissime. E pensare che subito dopo la celebrazione i superiori mi mandarono per qualche tempo a casa perchĂŠ ero molto fragile di salute. Per lo stesso motivo mi facilitarono il cammino durante gli anni della formazione, perchĂŠ potessi realizzare la mia vocazioneâ€?. In molti anni di sacerdozio diversi sono i ricordi che affiorano, specialmente

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re. Ricordo che negli anni avevo invitato qui diverse personalitĂ come il famoso fisico Enrico Medi. Fece molta fatica ad arrivare a causa della nebbia, ma ad ascoltarlo c’erano ben 1300 giovani! Inoltre a Natale e Pasqua veniva ad Orzinuovi a confessare il cardinale Turkson, che ha mantenuto un legame di affetto ed è venuto a trovarmi lo scorso annoâ€?. Soprattutto però porta nel cuore tutti coloro che durante il suo ministero sono divenuti sacerdoti: “In 14 hanno preso la via del sacerdozio, sono ancora tutti viventi e fanno molto bene. Sono cose queste

che non si dimenticano facilmente, è bello vedere come siano cresciuti e stiano camminando al meglio come sacerdoti. Anche adesso a Orzinuovi ci sono due seminaristi. Dal canto mio io sono innamorato del mio sacerdozio e cerco di viverlo al meglio, di celebrare e di predicare bene e di dare il buon esempio. CosĂŹ si può veramente incidere nei cuoriâ€?. Un esempio questo perfezionato in una lunga esperienza di vita e di sacerdozio. Mi saluta con una visione che guarda al futuro, accompagnata da un messaggio ai sacerdoti che in questi anni devono operare: “Il futuro è sempre una cosa che preoccupa un po’ tutti. Tuttavia i preti che vengono ora, se hanno criterio, non devono pensare di riuscire a cambiare tutto in poco tempo, perchĂŠ la pastorale che il sacerdote deve mettere in atto è qualcosa che esige una dedizione costanteâ€?.

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completamento “Il Burato�, che nell’insieme costituiscono un elegante manuale del ricamo del Cinquecento. Grande ricchezza di immagini, disegni raffinati, foglie e vitigni, figure geometriche, animali, putti e mascheroni, con le indicazioni di come riprodurli sulle stoffe. Da questo nasce l’idea di abbinare in una mostra mercato, l’arte del ricamo alla cultura del cibo, della tavola, del buongusto, del mangiar sano. Sabato 6 e domenica 7 aprile con

orario: 10/12 – 14/19, sarà possibile ammirare, e acquistare, preziose composizioni di ricami italiani (centrini, tovaglioli, tovaglie grandi e piccole, copriletti, ecc‌) nelle sale affrescate del Palazzo. E non solo‌ su queste tavole impreziosite si potranno osservare delle ceramiche d’autore decorate, provenienti da collezionisti inglesi, anche queste a disposizione per chi volesse acquistarle a prezzi interessanti. Domenica, dalle 17 nel Salone dei banchetti al piano

terra la degustazione di una ricercata selezione di tè ed infusi a cura di “Camellia Tea Roomâ€?, accompagnati da una variegata pasticceria, oppure classici o ricercati aperitivi con gustosi stuzzichini. Nel frattempo eleganti modelle sfileranno fra i tavoli, indossando le ultime collezioni dell’Atelier Chez Moi by Jasmine. Ingresso gratuito. Il ricavato delle vendite andrĂ a favore delle attivitĂ culturali della Fondazione pianura bresciana. (f.pio)

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al 16 al 18 ottobre 1953 furono convocati a Versailles gli Stati generali dei Comuni d’Europa per fondare “un Istituto di credito internazionale dei comuni d’Europaâ€? che doveva assicurare un’abitazione ai cittadini europei usciti dalla disastrosa esperienza bellica, raccogliendo fondi mediante l’emissione di obbligazioni garantite dagli Stati e dai Comuni. Nasceva cosĂŹ il primo coraggioso tentativo di istituire un ente finanziario a livello europeo che, se concretizzato, avrebbe anticipato e integrato le funzioni di alcune delle attuali istituzioni comunitarie. Lo ricorda Fausto Parola, classe 1922, che a 30 anni era sindaco di Pavone Mella eletto alla conclusione del periodo bellico di cinque anni dopo aver militato nel Comitato di liberazione nel quale era entrato come rappresentante della pianura costituito nella clandestinitĂ come in tante comunitĂ del Settentrione d’Italia occupato dai belligeranti nazisti. Parola accettò la proposta di padre Vincenzo Zasio dei Filippini della Pace di Brescia, personalitĂ di spicco a Pralboino dove aveva fondato la scuola media. Padre Zasio appoggiava il movimento Fiamme Verdi; fu arrestato nel periodo della Resistenza e soltanto la pressione dei pralboinesi su un ufficiale tedesco lo salvò dalla deportazione in un campo di concentramento. Dopo la Liberazione si adoperò intensamente in aiuto ai profughi e ai reduci. Sono ricordi di Fausto Parola che nella sua azione politica, da sindaco del dopoguerra del suo paese, assimilò

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degli interventi. Di quell’evento Parola conserva nello studio una fotografia della rappresentanza italiana nella quale erano solo quattro i sindaci bresciani presenti: con lui i colleghi di Rovato, Collio e Gardone Valtrompia. “Furono tre giornate di dibattito intenso aperto nell’Hotel de la Ville di Parigi e proseguite nel fasto di Versailles tra relazioni e ricevimenti, il tutto finalizzato all’idea di un’Europa dei popoli che andava maturando. Questa è storia che non va dimenticata, raccomanda Parola, a 90 anni senza enfasi ma in tutta umiltĂ consapevole d’aver dato il suo pur modesto contributo, da sindaco di paese, a vicende da ricordare in particolare per i giovani “perchĂŠ si rendano conto di come l’Europa sia una realtĂ da sostenereâ€?.

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‘˜ƒ–‘ ƒ ”‹–”‘˜ƒ–ƒ …Š‹‡•ƒ †‹ ƒÂ? ‘……‘ La chiesa di San Rocco a Rovato è tornata a risplendere. Dopo il saccheggio subito ad opera di ladri cinque anni fa, nel marzo del 2008, lo scorso 22 marzo è stato posto ufficialmente l’ultimo tassello dell’opera di riqualificazione: il restauro del settecentesco organo, che sormonta la parte centrale della chiesa. Da oltre 50 anni le canne dello strumento non suonavano piĂš, rovinate dagli agenti atmosferici, dai topi e da altre avversitĂ . Il lavoro certosino, fatto dagli organari della

ditta “Pietro Cornaâ€? di Casnigo (nella bergamasca), ha riportato alla vita l’organo rovatese. “Un gioielloâ€?, secondo i parrocchiani e gli stessi operatori: si tratta di un “Carlo Peroliniâ€? del 1793, restaurato secondo criteri strettamente filologici, con la storica fonica settecentesca restituita in tutta la sua chiarezza e limpidezza per la gioia dei fedeli che, ogni mercoledĂŹ e sabato, partecipano numerosi alle celebrazioni della Messa. La chiesa rovatese ha mantenuto nel corso dei

secoli un rapporto molto stretto con il proprio quartiere, il rione popolare che copre la zona tra il centro storico e il Cimitero vantiniano. I racconti, tramandati ancora oggi dai parrocchiani, ricordano come la chiesa oggi dedicata a San Rocco era originariamente intitolata a San Martino (vescovo di Tours e padre del monachesimo occidentale prebenedettino), che godeva di notevole popolarità grazie anche all’influenza benedettina sulla zona. Al finire del XVII secolo

risale invece la costituzione della “Confraternita di San Roccoâ€? con il compito di gestire la chiesa e celebrare le consuete feste, tra cui spicca ancora oggi quella del 16 agosto, data in cui si ricorda il santo, a Rovato ma non solo. Per festeggiare la riapertura della chiesa, la chiesa di San Rocco (nell’omonima via) ha quindi ospitato un’emozionante serata di musica e spiritualitĂ cristiana con le “Elevazioni spiritualiâ€? dirette dal maestro Giuseppe Pagani. (d.p.)

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er la 39ÂŞ volta, la solidarietĂ si mette in marcia e questa volta torna a far tappa ancora in Italia (la scorsa estate i 44 atleti erano approdati in Sardegna), dopo aver attraversato: Francia, Spagna, Lussemburgo, Andorra, Principato di Monaco, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera, Austria, Polonia, Bielorussia, Russia, Ucraina, Croazia, Slovenia, Ungheria, CittĂ del Vaticano, San Marino, Grecia, Canada e Stati Uniti d’America... Questo grazie alla volontĂ e sportivitĂ del gruppo “Vita per la Vitaâ€? di Coccaglio capitanato dal coccagliese Lino Lovo, da sempre attento e attivo nel promuovere e sensibilizzare verso la cultura della donazione di sangue, organi, cellule e tessuti. Al fine di delineare gli ultimi dettagli dell’articolata marcia dal calibro internazionale, nei prossimi giorni, si ritroveranno i responsabili dell’Avis e dell’Aido dell’Umbria, dove, appunto, dal 5 al 14 agosto, si snoderĂ l’importante corsa-fiaccolata benefica. L’incontro servirĂ per definire con precisione il tragitto dei podisti che si preannuncia quest’anno, oltre che suggestivo, anche carico di suggestione e significato, transitando in luoghi e percorrendo alcune delle strade tanto care al venerato San Francesco d’Assisi. Quel che è certo, per il momento, è il periodo della manifestazione (da lunedĂŹ 5 a mercoledĂŹ 14 agosto), la localitĂ di partenza, fissata a Perugia, e quella dell’arrivo previsto appunto ad Assisi. Il calendario tappe potrebbe essere cosĂŹ strutturato: Perugia-

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cercano: marciatori, camminatori, ciclisti, autisti, addetti ai servizi logistici e alla distribuzione del materiale informativo, mentre l’organizzazione metterĂ a disposizione per ogni sportivo cinque magliette e due paia di calzoncini e garantirĂ colazione, pranzo al sacco e cena, oltre che la disposizione di palestre o impianti sportivi per il riposo notturno. A ogni partecipante sarĂ richiesto di portarsi un lettino da campo o sacco a pelo per la notte, mentre il contributo da versare è fissato a 300 euro (ridotto a 50 per i giovani studenti marciatori). Per iscriversi: contattare la segreteria del Gruppo sportivo ai numeri 3397390192 – 3355477413, oppure scaricare il modulo dal sito www.vitaperlavita.it (50 i posti).

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7HQQLVWL GLVDELOL DOO¡$FFDGHPLD 9DYDVVRUL La Federazione italiana tennis ha assegnato, per il 3° anno consecutivo, i Campionati italiani indoor di tennis in carrozzina (terminano il 30 marzo) per atleti diversamente abili all’Accademia Tennis Vavassori. La scelta è stata dettata per una serie di motivi: la struttura logistica che permette di avere tre campi a disposizione con tutti gli altri spazi tecnici che servono per un adeguato sviluppo organizzativo del torneo; lo storico impegno

dell’Accademia che, da quando è stata istituita (1992) 20 anni fa, ha sempre creduto e investito sul settore del tennis in carrozzina; vanta la presenza di una scuola tennis permanente con programmi specifici per atleti diversamente abili e l’organizzazione di giornate dell’integrazione durante le quali i ragazzi normalmente dotati giocano con i ragazzi in carrozzina; la collaudata esperienza nell’organizzazione di tornei di questo proďŹ lo che

negli anni passati ha visto l’Accademia protagonista nell’ospitare anche il Campionato del mondo di doppio. La manifestazione è patrocinata dal Comune di Palazzolo e dall’Assessorato allo sport guidato da Marco Ghidotti. Il Rotary Club Brescia Franciacorta Oglio del presidente in carica Andrea Bonetti; con i suoi soci del Rotary ha contribuito in maniera decisiva a sostenere i costi della manifestazione. Il testimonial della manifestazione è

il dott. Alberto Betti, socio del Rotary, grazie alla sua ďŹ gura professionale e alla sua sensibilitĂ si è riusciti ad assicurare all’evento un’attenzione particolare da parte dell’importante tessuto sociale e imprenditoriale della zona. Il giudice arbitro della manifestazione è il palazzolese Aldo Barbò; durante l’evento sarĂ presente Gianluca Vignali, direttore tecnico della Federazione italiana tennis settore tennis in carrozzina.



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“Sagra del Formaggio e delle Tradizioni Valtrumplinaâ€? e la ComunitĂ montana di Valle Trompia, per il prossimo lunedĂŹ 1 aprile. L’insolita iniziativa, denominata “Pasquetta in minieraâ€?, offrirĂ una valida occasione per poter addentrarsi e visitare gratuitamente la storica Miniera Marzoli di Pezzaze. Il visitatore potrĂ cosĂŹ scegliere di compiere un affascinante viaggio all’interno della

miniera, abbandonata dal 1972, oppure di visitare in forma piĂš tradizionale il museo dedicato alla civiltĂ dell’Alta Valle Trompia e all’arte del ferro. Il percorso in sotterraneo ha infatti trovato il suo ampliamento e completamento nel nuovo spazio museale reso disponibile dalla ristrutturazione dell’ediďŹ cio un tempo riservato a funzioni di servizio all’attivitĂ produttiva e ai lavoratori della stessa miniera. Per agevolare gli ingressi

liberi a tutti, sono stati ďŹ ssati degli orari d’apertura: dalle 9.30 alle 12 e dalle 14 alle 17, anche se è opportuno e gradito procedere con la prenotazione telefonica ai numeri 030/8337495 347/8163286. Un ultimo consiglio? Ăˆ opportuno vestirsi in modo adeguato alla temperatura del sottosuolo (circa 10° e 90% di umiditĂ ), muniti di giacca impermeabile e soprattutto di calzature comode e sportive. (a.s.)

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n un partecipato incontro è stato presentato alla comunitĂ il Progetto educativo dell’oratorio e insieme il nuovo logo dello stesso. L’evento si inserisce nel cammino di preparazione alla festa del 400° del Santuario (11 giugno) che unisce preghiera, incontri e il restauro del portale di entrata (Porta Fidei) nell’Anno della fede. Don Marco Mori, direttore dell’Ufficio per gli oratori, ha parlato davanti a una sessantina di educatori, catechisti, animatori. Il “progettoâ€? è il traguardo di un percorso iniziato una trentina di anni fa; 16 anni fa, invece, il parroco don Roberto Zanini aveva avviato il Cag. GiĂ abbozzato col curato don Giuseppe Albini, ripreso due anni fa dalla Commissione oratorio, ora il progetto è stato stampato in un agevole libretto; il parroco don Maurizio Rinaldi lo definisce come una “riflessione condivisa sulla identitĂ e missione dell’oratorio in continuitĂ con la tradizione oratoriana mar-

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re morale si fondono insieme per fare del giovane il vigore un cristiano forte e coscienteâ€?. Il progetto è dedicato a Giovanni Paolo II con una targa marmorea da collocare con la scritta “L’uomo è la via della Chiesa e Cristo la via dell’uomoâ€?. Concetti vigorosamente ripresi da don Mori dopo la presentazione del nuovo logo dell’oratorio fatta da Giuseppe Conoscitore, presidente della Polisportiva. Il logo è il risultato sorprendente di un concorso tra i ragazzi che ha visto 50 partecipanti: esprimendo nel disegno il loro pensiero e desiderio hanno rappresentato esattamente quello che deve essere l’istituzione. Ăˆ la sintesi dei tre disegni di Jessica, Elisa, Anita: un sole che racchiudeva due bambini, un loro girotondo mano nella mano con GesĂš, due grandi porte spalancate. Don Mori richiama la “custodia di tutto il creato e di se stessiâ€? del primo intervento di papa Francesco, in fraterna comunione di intenti, degli educatori nelle attivitĂ dei ragazzi

unita all’ascolto e capacitĂ di estrarre proposte nella condivisione dei loro problemi, ha sottolineato che nel logo ci sono tre concetti: l’oratorio è dei ragazzi (GesĂš coi bambini) e quando diventa degli adulti vanno fatti passi indietro; le porte spalancate esprimono l’accoglienza col sole dell’amicizia con GesĂš; “l’oratorio è laboratorio della fede non luogo di mera promozione aggregativa: nell’emergenza educativa l’oratorio è sollecitazione e promozione della libertĂ , nella fedeâ€?.

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L’assessorato alla Cultura supporta il “Corso di formazione per baby-sitterâ€? che inizierĂ il 10 aprile e si terrĂ nella sede di palazzo Avogadro in via Germone. I motivi per i quali si è voluto avviare questa serie di incontri sono molteplici. Innanzitutto l’intenzione di offrire un’opportunitĂ formativa qualificante a tutti coloro che desidererebbero lavorare con i bambini, al fine di formare figure affidabili e competenti in un ambito molto importante per tutte le famiglie, dato che l’argomento dell’affidamento anche solo estemporaneo di minori a soggetti esterni ai nuclei famigliari è sempre stato fonte di una certa preoccupazione anche per genitori non particolarmente apprensivi. Gli incontri si svolgeranno dalle ore 20.30 alle ore 22.30, mentre le date e

i temi guida degli incontri saranno i seguenti: 10 aprile, “Famiglie e baby sitterâ€?; 17 aprile, “Elementi di psicologia e pedagogia dell’infanzia e della famigliaâ€?(I parte); 24 aprile, “Elementi di psicologia e pedagogia dell’infanzia e della famigliaâ€?(II parte); 29 aprile, “Il giocoâ€?; 8 maggio, “La figura professionale del/della baby sitterâ€?. Il corso sarĂ condotto dalla dott.ssa Laura Pederzani pedagogista, educatrice e consulente pedagogica. Al termine del ciclo di appuntamenti verrĂ rilasciato un attestato di frequenza. Il costo per l’iscrizione è di 50 euro e sarĂ attivato solo raggiungendo un minimo di 8 iscritti. Per maggiori informazioni, contattare il numero di telefono 333.683919 o consultare il sito web di Laura Pederzani (www. laurapederzani.com). (f.g.)

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ƒ”‰Â?ƒÂ?‘ ǯ‡……‡ŽŽ‡Â?œƒ …‡”–‹ˆ‹…ƒ–ƒ †‡Ž –—”‹•Â?‘ “Un ulteriore importante strumento per promuovere le eccellenze del territorio, incrementare il business e tutelare il consumatoreâ€?. Ăˆ il commento rilasciato da Silvia Razzi, assessore alla Cultura e al Turismo della Provincia, in occasione del riconoscimento della classiďŹ cazione “lussoâ€? attribuita al 5 stelle “Lefay Resort&Spa Lago di Gardaâ€? di Gargnano. La splendida struttura ricettiva che si affaccia dall’alto sulle acque gardesane, vero e proprio simbolo dell’eccellenza

dell’ospitalitĂ bresciana, è stata la prima ad ottenere il prestigioso conferimento previsto da un’apposita delibera della Giunta regionale della Lombardia. “La meritata classiďŹ cazione costituisce testimonianza dell’elevata vocazione turistica del nostro territorio e al contempo ne valorizza ed ampliďŹ ca le potenzialitĂ â€?. I requisiti previsti dalle linee guida regionali per la denominazione aggiuntiva “lussoâ€? agli alberghi di categoria 5 stelle

sono molto restrittivi. Tra questi rientrano la presenza di servizi accessori come palestre, piscine, sale ďŹ tness e negozi e l’esistenza di un numero superiore di sale di ritrovo, arredate con eleganza e signorilitĂ anche nei dettagli. L’auspicio è che la struttura di Gargnano faccia da apripista. “Sono sicura che l’eccellenza sia la leva fondamentale per l’incremento del business legato al turismo nel nostro meraviglioso territorio e auspico che si possa presto

attribuire il riconoscimento ‘lusso’ anche a tutte le altre prestigiose strutture 5 stelle della ricettivitĂ bresciana, giĂ in possesso della maggior parte dei requisiti necessariâ€?. In pole position ci sono ben 11 alberghi ubicati nei Comuni di Brescia, Calvagese della Riviera, Erbusco, Gargnano, Limone sul Garda e Sirmione e la provincia di Brescia è proprio ad un passo dal divenire una delle piĂš importanti per peculiaritĂ ed eccellenza della sua offerta turistica. (v.b.)

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nsieme all’azzurro delle sue acque il Garda è rinomato per il verde dei giardini e dei parchi di cui è costellato. Il verde è la leva che ancor oggi cattura un turismo piĂš riflessivo e ‘naturale’ che vede nella primavera la stagione migliore per passeggiare tra giardini e parchi, godendo, in completo relax, di colori, profumi ed emozioni. Accanto alla bellezza del paesaggio lacustre la sponda bresciana possiede alcuni fra i piĂš bei giardini e parchi che, insieme alle coltivazioni tradizionali, delineano il profilo dei paesi rivieraschi. Il viaggio ‘nel verde’ inizia nel basso lago a Lonato, la cui Rocca ospita una mostra-mercato di piante e fiori rari. “Fiori nella Roccaâ€?, in programma il 13 e 14 aprile, coniuga l’evento con il patrimonio storico, artistico e culturale custodito all’interno del complesso museale. Si prosegue per Manerba raggiungendo il “Parco della Roccaâ€? e il “Sassoâ€? caratterizzati da diversi sentieri, percorribili a piedi o in bici-

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esaltano il palazzo in stile neogotico veneziano. PiĂš oltre, Gardone Riviera, considerata la “cittĂ -giardinoâ€? del Garda, offre tre splendidi smeraldi: il “Parco del Vittoriale degli Italianiâ€?, risultato il migliore tra i “Parchi piĂš belli d’Italiaâ€?, (www.vittoriale.it) il giardino botanico “Fondazione Andrè Hellerâ€?, una raccolta floreale a carattere continentale, in cui trovano degna collocazione sculture e opere d’arte (www. hellergarden.com) e il “Giardino dei Sensi Bolsoneâ€?, dedicato alla bellezza e all’umiltĂ dei fiori di campo (www. giardinodeisensi.it). La piccola oasi verde dell’orto “Ghirardiâ€? a Toscolano Maderno è riservata prevalentemente a piante medicinali (tel. 0365641246), mentre a Valvestino il museo intitolato al botanico “Don Pietro Portaâ€? ospita specie autoctone (www.cmparcoaltogarda.bs.it). A Bogliaco, lo spettacolare giardino di Villa Bettoni, cinto dalle limonaie e dal parco, viene aperto, il 27 e 28 aprile, in occasione della mostra “Il giardino di deliziaâ€?.

L’alto Garda è caratterizzato dai pilastri e dalle muraglie su piĂš terrazzamenti delle limonaie, testimonianze del lavoro dell’uomo e di una economia un tempo florida. A Tignale, il “Pra’ de la Famâ€?, primo esempio di struttura museale (tel. 036571449) e a Limone il “Castelâ€?, situata nel centro storico e vero tripudio di agrumi (www.visitlimonesulgarda.com). Il verde, declinato in tutte le tonalitĂ , come chiave di lettura che suggerisce un Garda diverso.

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Giovane, generoso, amico di tutti, Cristiano Pozzi se n’è andato in un caldo giorno di luglio, in una cisterna vuota sulle montagne di Treviso Bresciano, tradito dalle esalazioni di vernice. Gli amici ogni anno si stringono alla famiglia e lo ricordano con una gara venatoria, la sua passione. L’appuntamento con la ricorrenza numero sei è per il 6 e il 7 aprile a Treviso Bresciano. Sia il sabato, sia la domenica, i partecipanti si ritroveranno alle 6 del mattino nel piazzale della locanda Vittoria a Treviso Bresciano. Al sabato le prove di lavoro per cani da seguita su lepre verranno svolte da coppie di fidi amici dell’uomo. Domenica verranno invece impegnate le mute di cani. La manife-

stazione viene organizzata tutti gli anni dalla locale sezione della Federcaccia, che si avvale della competenza della Pro Segugio “Luigi Zacchettiâ€? di Brescia e del sostegno del Comprensorio di Caccia C7, oltre che del patrocinio di Provincia, ComunitĂ montana e dello stesso Comune di Treviso Bresciano. La manifestazione è resa possibile soprattutto grazie all’impegno e alla generositĂ di una nutrita cordata di sponsor, alcuni anche anonimi, nonchĂŠ ai proprietari dei fondi utilizzati per le gare, su tutto il territorio non innevato del Comune di Treviso. Le premiazioni sono attese per tutti alle 16 di domenica presso la Locanda Perlonc. (Ubaldo Vallini)

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in questa Fiera della sostenibilitĂ l’acqua sarĂ argomento di dibattito economico e politico, visto lo sfruttamento intensivo e non remunerativo dell’acqua a scopo idroelettrico. Argomento sul quale il presidente della ComunitĂ montana e Bim di Vallecamonica, Corrado Tomasi (nella foto), neo-eletto consigliere regionale nelle ďŹ le del Pd, sviluppa un’analisi impietosa. “La Valle Camonica ha un reddito pro-capite analogo all’Albania – dice Tomasi – e inferiore alla

Calabria. Le nostre risorse vere, il nostro oro blu, cioè l’acqua, vanno altrove. Chi ne ricava vantaggio è il grande gestore nazionale dell’Energia elettrica. Dunque – continua Tomasi – bisogna riportare la gestione dell’acqua in Valle Camonica. Il vantaggio economico che ne deriverebbe è sufďŹ ciente a mantenere autonoma la valle senza altre provvidenze governative o regionaliâ€?. Ipotesi affascinante, ma ricca di ostacoli. L’acqua, nella Fiera delle sostenibilitĂ , sarĂ il

tema centrale: culturale, scientiďŹ co, naturalistico, economico e anche politico. La Fiera della sostenibilitĂ nella natura alpina inizia giovedĂŹ 27 giugno al Museo archeologico di Capo di Ponte, quindi toccherĂ Cevo, Breno. Cedegolo, le Terme di Boario, Sonico e ancora Cevo per la conclusione. Incontri, convegni, seminari, musica, gastronomia, natura, ambiente, cultura ed escursioni saranno i temi delle quattro intense giornate. (Davide Alessi)

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el 2014 varcherĂ il traguardo dei 40 anni di attivitĂ la sezione intercomunale Avis Alta Valle Camonica, che ha sede a Edolo. Da poche settimane è stato rinnovato il consiglio direttivo e nominato il nuovo presidente ad opera dei circa 600 iscritti. Dopo due mandati Martindomenico Rossini in base allo statuto non poteva essere rieletto e, quindi, ha passato la mano a Romeo Comensoli, edolese in pensione con oltre 15 anni di donazioni alle spalle. Al suo fianco altri 12 consiglieri, fra cui i vicepresidenti Fabio Moles e la cortenese Monica Radici. Tesoriere è Cesare Rizzi e segretario Silvio Comensoli. Il Gruppo raccoglie i donatori di sangue di 18 Comuni, principalmente nell’area da Cedegolo in su. Attualmente i donatori attivi sono 535 (circa il 20% del totale camuno), in grado di garantire oltre un migliaio di

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– e lo dimostra il fatto che i nostri nuovi donatori sono per la gran parte giovani, anzi alcuni sono giovanissimi, cioè poco oltre i 18 anni, l’etĂ minima ammessa. C’è da essere soddisfattiâ€?. In effetti sembra dare risultati l’opera di sensibilizzazione presso gli studenti in atto da vari anni. Attualmente gli incontri nelle scuole, l’ultimo a Vezza d’Oglio, vengono effettuati col supporto di alcuni docenti dell’UniversitĂ cattolica. Altri momenti importanti sono iniziative come le feste annuali che si tengono a rotazione nei diversi paesi; lo scorso anno è toccato a Corteno Golgi, quest’anno, il prossimo 22 settembre, sarĂ la volta di TemĂš. L’ampliarsi dell’attivitĂ del Gruppo è dimostrato anche dalla necessitĂ di una nuova sede piĂš ampia, messa a disposizione, accollandosene le spese, dall’amministrazione comunale di Edolo: sarĂ operativa a giorni nei pressi dell’Ospedale

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di Edolo in Via A.Gelpi, 81 (tel. 0364.73056 - e-mail avisedolo@ gmail.com). “Le incombenze sanitarie e burocratiche – spiega il segretario Silvio Comensoli – sono sempre maggiori. PerchĂŠ tutto funzioni bene, l’attivitĂ di ogni singolo donatore deve essere costantemente assistita e controllata. Perciò c’è grande soddisfazione in tutti noi per il consolidarsi della cultura della donazione sul nostro territorioâ€?.

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Pronta al via la nuova manifestazione dedicata all’oggettistica di altri tempi programmata dall’Assessorato al commercio di Darfo Boario Terme che impegnerĂ le prossime domeniche. “Abbiamo voluto riservare uno spazio particolare a questa esposizione nell’ambito delle manifestazioni che stiamo programmando per animare e sostenere la proposta commerciale e turistica della cittadina – afferma Osvaldo Benedetti, assessore al Commercio – la passione per il collezionismo e l’antichità è fortemente radicata nella nostra cittĂ , come del resto in tutta Italia. Siamo felici di aver potuto organizzare questa iniziativa con un investimento minimo dal quale pare stiano arrivando segnali di grande interesseâ€?. Sono oltre una quarantina gli espositori che,

a partire dagli stessi darfensi sino a tutto il Nord Italia, hanno accolto la proposta di mettere in bella mostra i loro oggetti da collezionismo: oggettistica, libri antichi, suppellettili, mobili d’epoca, ma anche auto storiche e pezzi di ricambio. “Grazie alla collaborazione con il club Novecento abbiamo dedicato una sezione a questa parte di collezionismo che raccoglie l’interesse di appassionati d’auto e moto d’epoca – continua Benedetti – cosĂŹ da far trovare pezzi di ricambio di auto e moto storiche. Certamente una parte curiosa e gradita non solo agli appassionati del settoreâ€?. Sempre a proposito di originali oggetti d’arte, saranno presenti anche alcuni collezionisti di bigiotteria del passato, a testimonianza che la bellezza e la cura di sĂŠ affascinano senza tempo. (e.g.)

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Mistero compiuto

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Il primo giorno della settimana, Maria di MĂ gdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che GesĂš amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!â€?. Pietro allora uscĂŹ insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse piĂš veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati lĂ , ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati lĂ , e il sudario che era stato sul suo capo non posato lĂ con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

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edere. Ho ripreso in mano dopo tanti anni il mio vecchio Merk con le sue pagine finissime e il testo del Nuovo Testamento in greco e in latino. Gli studiosi mi dicevano che è un testo sorpassato, ma per quello che mi serviva basta e avanza. L’ho ripreso in mano per capire – meglio – per tentare di capire cos’era quel “vedereâ€? del discepolo che GesĂš amava, quel “vedereâ€? che lo costringe a credere. PerchĂŠ Maria di Magdala “vedeâ€? la pietra rotolata dal sepolcro; il discepolo che GesĂš amava ‘vede’ le bende prima di entrare nel sepolcro; Pietro “vedeâ€? (o meglio “osservaâ€?) le stesse bende e il sudario. Ma in nessuno di questi casi Giovanni usa il verbo che utilizza per quel momento, per il momento, cioè, nel quale il discepolo entra nel sepolcro, vede e crede. Per il poco greco che ricordo questo non è un particolare di poco conto perchĂŠ lĂŹ Giovanni usa il verbo “vedereâ€? con la sfumatura che è comune anche al verbo “sapereâ€?. So che non è una scoperta e che gli

studiosi lo sanno e l’hanno giĂ scritto chissĂ quante volte. Ma per me è stata una conferma: il discepolo finchĂŠ non “entraâ€? nel sepolcro vede soltanto quello che c’è; quando “entraâ€? nel sepolcro, si lascia sconvolgere dal mistero che si è compiuto, non può piĂš solo “vedereâ€? ma riesce a ‘sapere’ e quindi a credere. Non è solo una questione di sfumature o di verbi: è – suggerito dalla discrezione timida di chi era lĂŹ – il cammino di chi si trova a credere, di chi prima vedeva soltanto e poi si accorge che il suo vedere è sapere. Come, non lo sa; come, non sta a lui saperlo. Ma quello che prima era solo una constatazione, adesso è la certezza della fede. In quel povero verbo, scelto in mezzo agli altri sinonimi, si nasconde l’intera esperienza di quel mattino di Pasqua dove tutti corrono e tutti parlano e dove lo stupore e la paura si mescolano perchĂŠ tutti stanno fuori dal sepolcro e vedono soltanto e se entrano, come Pietro, riescono al massimo a osservare. Non è un passaggio facile quello che va dal vedere al sapere e poi a un sapere che

è fatto di cosĂŹ poco, di qualche benda e di un sudario. E da lĂŹ arrivare a credere. Ăˆ ancora piĂš difficile. Ma non è piĂš soltanto vedere, non è piĂš soltanto constatare. Ăˆ sapere attraverso gli occhi che vedono finalmente chiaro in mezzo a tutto quel buio e il residuo di quello che è il passato di GesĂš, le bende e il sudario, serve solo a sapere che davvero quello non è l’ultimo luogo. Ma le bende e il sudario sono anche la garanzia di quel vedere-sapere: non è solo qualcosa che succede dentro, una convinzione del discepolo, un desiderio che prende forma di fede. Sono la testimonianza della veritĂ di quel sapere, cosĂŹ come il vederle è la certezza che quel corpo che le stringeva non c’è piĂš. E che non è lĂŹ non perchĂŠ è stato rubato ma per quella follia che in quel momento i discepoli ancora non ricordano, che non distinguono tra le tante parole dette da GesĂš, che è la risurrezione. Non hanno ancora compreso. Ma le bende e il sudario sono lĂŹ. E li si può osservare. Ma anche vedere. Ed è questo che lasciano vedere. Sapere.

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5HVXUUH]LRQH C’è un capolavoro di Fedor Dostoevskij che si intitola “Delitto e Castigoâ€? (1866). La storia richiama alla lunga un altro romanzo russo: “Resurrezioneâ€? (1899) di Lev Tolstoj. Due romanzi dalla medesima struttura: colpa, castigo, redenzione. Il romanzo di Tolstoj parte da una storia vera, raccontata allo scrittore russo dall’amico A. F. Koni: una ragazza di 16 anni, orfana, viene accolta in casa di parenti dove un giovanotto la seduce e la lascia incinta. Allontanata diviene prostituta e ladra. Giudicata dalla corte dove tra i giudici siede lo stesso giovane Nechljudov è condannata alla deportazione in Siberia. L’uomo decide di sposarla e di seguirla nel suo destino. La resurrezione è la sua, sa di essere stato l’origine del male. La prima edi-

zione del romanzo si chiude con il discorso della montagna di Matteo. Nel romanzo dostoevskjano c’è ancora un Vangelo è quello che Sonja, prostituta per fame ma pura nel cuore, porta al capezzale di Rashkol’nikov dopo avergli letto il brano della resurrezione di Lazzaro. Rashkol’nikov è uno studente che ha ucciso volontariamente una vecchia usuraia e la sorella di questa capitata per caso sulla scena del delitto. Il castigo del titolo è il tormento a cui la coscienza e la paura sottomettono il protagonista. Sonja lo accompagnerĂ in Siberia, condividendo con lui la pena da scontare e la possibilitĂ di una vita nuova. Due romanzi, due capolavori, una medesima struttura. La colpa e la condanna. In entrambi i lavori due persone (un

uomo, una giovane) sentono di voler aiutare e condividere la vita dei condannati. Il primo perchĂŠ all’origine del male. La seconda perchĂŠ si sente solidale con il peccatore. In entrambi l’importanza del Vangelo di GesĂš Cristo. Questo mi hanno ispirato le parole di papa Francesco pronunciate nel settembre del 2012 quando ancora era il card. Bergoglio: “GesĂš non fece proselitismo, lui accompagnò. E le conversioni che provocava avvenivano precisamente per questa sua sollecitudine ad accompagnare che ci rende fratelliâ€?. In fondo Sonja è figura della Chiesa (e di Cristo) che si fa compagna di strada dell’uomo (peccatore) e condividendo (prendendo su di sĂŠ) la sua pena (condanna) lo guida alla risurrezione, alla salvezza.


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”‹–‹ †‡Ž ”‹†—‘ ‡ Žƒ „‡Â?‡†‹œ‹‘Â?‡ ”„‹ ‡– ”„‹ I riti in preparazione alla Pasqua cominciano, per papa Francesco, il 28 marzo, GiovedĂŹ Santo, con la Messa del Crisma, alle ore 9.30, nella basilica di San Pietro. Nel pomeriggio del 28 marzo, alle ore 17.30, è prevista la Messa nella Cena del Signore all’Istituto penale per minori di Casal del Marmo. Doppio appuntamento anche per il 29 marzo, VenerdĂŹ Santo: alle ore 17, nella basilica di San Pietro, la celebrazione della Passione del Signore, cui parteciperanno

anche i prelati e i cappellani di Sua Santità , gli abati e tutti i membri della Cappella Pontificia. Il Santo Padre presiederà la Liturgia della Parola, l’Adorazione della Croce e il Rito della comunione. Alle 21.15, papa Francesco presiederà la Via Crucis al Colosseo, al termine della quale rivolgerà la parola ai fedeli e impartirà la benedizione apostolica. Nella notte tra il 30 e il 31 marzo, si svolgeranno i riti veri e propri della Pasqua. La veglia pasquale si terrà nella basilica di San Pietro alle ore

20.30 di sabato 30 marzo. All’inizio della celebrazione, papa Francesco benedirĂ il fuoco nuovo nell’atrio della basilica; dopo l’ingressi in processione con il cero pasquale e il canto dell’“Exsultetâ€?, presiederĂ la Liturgia della Parola, la Liturgia battesimale e la Liturgia eucaristica. La mattina del 31 marzo, la solenne Messa di Pasqua, che il Papa celebrerĂ alle 10.15 sul sagrato della basilica di San Pietro. Al termine della celebrazione, la benedizione Urbi et Orbi.

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ioia, croce, giovani. Sono le tre parole che papa Francesco consegna in questa domenica delle Palme, inizio della Settimana Santa. Suggestiva cerimonia con quel procedere dall’obelisco al sagrato della basilica di San Pietro a ricordare l’ingresso di GesĂš acclamato dalle folle mentre entrava a Gerusalemme. Le stesse folle che, pochi giorni piĂš tardi, lo avrebbero condannato preferendogli Barabba. Lui ha risvegliato nel cuore delle persone “tanta speranza, soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondoâ€?. Sette giorni dalla domenica delle Palme a Pasqua. Come per la creazione del mondo, sette giorni per consegnare ai popoli un mondo nuovo, una gioia nuova: la certezza che Dio “è nostro amico e nostro fratelloâ€?. Francesco accompagna il nostro cammino in questa settimana indicandoci subito una parola che abbiamo piĂš volte ascoltato dalla voce del suo predecessore: gioia. Quasi a sottolineare una continuitĂ fatta di impegni, una gioia che non nasce “dal possedere tante cose, ma dall’aver incontrato

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gine che richiama, in un certo senso, le parole pronunciate da papa Francesco a proposito del perdono: Dio non si stanca di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. E quel prendere in braccio della poesia, quel caricarsi il peso delle nostre mancanze e delle nostre difficoltà è un invito a non lasciarsi prendere dallo scoraggiamento: “per favore, non lasciatevi rubare la speranza! Non lasciate rubare la speranza! Quella che ci dĂ GesĂšâ€?. La seconda parola che propone Francesco è la croce. Cristo entra a Gerusalemme non come un re potente, in senso umano, attorniato da una corte e da un esercito. Ma è un re che entra a Gerusalemme “ per ricevere una corona di spine, un bastone, un mantello di porpora, la sua regalitĂ sarĂ oggetto di derisione; entra per salire il Calvario carico di un legnoâ€?. GesĂš prende su di sĂŠ “il male, la sporcizia, il peccato del mondo, anche il nostro peccato, di tutti noi, e lo lava con il suo sangue, con la misericordia, con l’amore di Dioâ€?. Quante ferite il male infligge all’umanitĂ . Le guerre, le violenze, i conflitti economici “che colpiscono chi è piĂš deboleâ€?. E poi la sete di potere, di denaro, come

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se queste cose fossero davvero essenziali nella nostra vita. Anche qui quanta consonanza con Benedetto XVI che diceva ai cardinali: voi siete principi di un re crocifisso. E con le sue parole che proprio nel tempo di Pasqua ha sempre invitato ad avere uno stile di vita sobrio, azzimo. Bella l’immagine che propone della nonna, che “diceva a noi bambini: il sudario non ha tascheâ€?. La Pasqua, il tempo che stiamo vivendo e che ci porterĂ a ripercorrere i fondamenti della fede cristiana dall’istituzione dell’eucaristia al VenerdĂŹ Santo, alla domenica in cui la pietra rotolata ci dice che un nuovo inizio è cominciato, e che proprio su quella croce i nostri peccati e le nostre mancanze sono stati sconfitti dall’amore che non porta mai alla

tristezza, come ci ha ricordato Francesco. Infine la terza parola: giovani. Papa Wojtyla parlava dei giovani come “futuro del mondo, la speranza della Chiesa, la mia speranzaâ€?. Papa Francesco dice loro: “Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giovane, anche a 70, 80 anniâ€?. Di qui l’invito a guardare a Rio, alla prossima Giornata mondiale della gioventĂš, 23-28 luglio. Un incontro, afferma il Papa, un segno della fede dei giovani che devono dire al mondo: â€œĂˆ buono seguire GesĂš; è buono andare con GesĂš; è buono il messaggio di GesĂš; è buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per portare GesĂšâ€?.

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Segreteria di Stato, per costruire la pace ed edificare ponti di amicizia e di fraternitĂ â€?. Ad oggi, sono 180 gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede, a cui vanno aggiunti l’Unione europea, il Sovrano militare ordine di Malta e una missione a carattere speciale: l’Ufficio dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). “Lottare contro la povertĂ sia materiale, sia spirituale; edificare la pace e costruire pontiâ€?. Con questi tre imperativi il Papa ha concluso il

suo discorso al Corpo diplomatico. Tre imperativi, ha spiegato, che “sono come i punti di riferimento di un cammino al quale desidero invitare a prendere parte ciascuno dei Paesi che rappresentateâ€?. “Un cammino difficile però, se non impariamo sempre piĂš ad amare questa nostra Terraâ€?, ha ammesso il Papa. “Anche in questo caso – ha confessato – mi è di aiuto pensare al nome di Francesco, che insegna un profondo rispetto per tutto il creatoâ€?.

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1p FRQWUDSSRVL]LRQH Qp URWWXUD Si è svolto a Castelgandolfo l’incontro tanto atteso tra Benedetto XVI, papa emerito e Francesco. Tutto si è volto nella riservatezza e secondo la volontĂ manifestata al momento delle dimissioni: nascondersi agli occhi del mondo per continuare a vivere accanto alla Croce di Cristo. Solo qualche immagine o il racconto del portavoce a testimoniare il clima di fraternità – quasi di tenerezza – tra papa Francesco e il suo predecessore. In molti si sono domandati come la Chiesa avrebbe vissuto questa pagina inedita della sua storia. Se si guardano le cose solo da un punto di vista umano, in questo caso dal punto di vista politico, ci si aspetterebbero tensioni: chi assume un incarico nuovo, facilmente, al ďŹ ne di affermarsi, ďŹ nisce con il prendere le distanze da chi lo ha preceduto; chi ha lasciato, frequentemente, mantiene ancora contatti

cosĂŹ da inuenzare l’andamento delle cose e mostrare che ancora conta. Questo non è avvenuto nella delicata successione del Papa, perchĂŠ nessuno ha considerato il governo pastorale come un esercizio di potere, ma Benedetto XVI e Francesco si sono dichiarati al servizio di un Altro che guida la Chiesa. Con questa considerazione si entra in un ambito delicato, che è quello della dimensione soprannaturale della Chiesa; esso non è accessibile solo a chi ha fede, ma a chiunque – con onestà – sia pronto a riconoscere che gli uomini possano rendere conto non solo a se stessi, ma anche a Dio e che questo riferimento ultimo sia per loro piĂš importante di ogni altro. Se ci si mette nella prospettiva giusta, si comprende che parole e gesti non sono nĂŠ formali nĂŠ di circostanza, ma esprimono la propria intima convinzione. Si può cosĂŹ

provare ad entrare nel pensiero di papa Francesco che, all’indomani della sua elezione, ricordava ai confratelli cardinali, quanto aveva imparato dal suo predecessore. “Come ci ha ricordato tante volte nei suoi insegnamenti e, da ultimo, con quel gesto coraggioso e umile, il papa Benedetto XVI, è Cristo che guida la Chiesa per mezzo del suo Spiritoâ€?. Il Pastore dei pastori dunque non è il Papa, ma Cristo, che afďŹ da il suo gregge a chi sceglie per questo compito; è lui, mediante lo Spirito Santo, a creare quella comunione o armonia tra personalitĂ che sono diverse. Qui c’è un altro punto importante: nessun ponteďŹ ce è uguale ad un altro. E non c’è da meravigliarsi dal momento che Dio, chiamando gli uomini a collaborare con sĂŠ, non sopprime la loro personalitĂ , ma li lascia liberi di esprimere con tutto se stessi il ministero loro afďŹ dato.

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della fede e sul rapporto con la Chiesa. â€œĂˆ un dono che viene da Dio – ha risposto mons. Monari – ma che richiede la libertĂ dell’uomo nell’accettarlo. Serve per maturare come persone, nello stare vicino agli altri manifestando l’amore di Dioâ€?. E ancora sulla Chiesa ha speso parole come queste: “La Chiesa siamo noi, con le nostre difficoltĂ e debolezze, mentre cerchiamo di vivere la

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‘Â?‡Â?‹…ƒ Í&#x; ƒ’”‹Ž‡ ‹˜‹Â?ƒ ‹•‡”‹…‘”†‹ƒ nostra fede. La Chiesa insegna la gioia del vivere da cristianiâ€?. Inevitabile risentire in queste parole l’eco dei primi discorsi di papa Francesco, del quale il Vescovo ha sottolineato l’umiltĂ a partire dalla scelta del nome: “Il nuovo Papa – ha detto – si scosta da privilegi e formalitĂ , ha uno stile proprio, molto spontaneo. Anche in questo modo si manifesta l’amore e la misericordia di Dio, di cui l’uomo ha

bisognoâ€?. Il Vescovo ha inoltre raccontato ai ragazzi qualcosa di sĂŠ, di come sia maturata la sua vocazione, e di ciò che pensava sulla fede quando era ragazzo: ecco quindi il racconto dei primi passi durante il liceo, vissuti in famiglia e in oratorio, passi che poi lo hanno portato alla scelta di diventare sacerdote. Il dialogo tra il Vescovo e i maturandi è durato oltre un’ora, al termine c’è stato uno scambio di auguri.

“Oggi mando te a tutta l’umanitĂ con la mia Misericordiaâ€? scriveva suor Faustina Kowalska. Domenica 7 aprile la parrocchia Maria Madre della Chiesa e la parrocchia di S. Bartolomeo invitano alla celebrazione della festa della Divina Misericordia, voluta da Giovanni Paolo II, la prima domenica dopo Pasqua. La preghiera inizierĂ alle 14.30 con il rosario della Divina Misericordia e l’adorazione eucaristica nella chiesa di San Bartolomeo in via Gabbiane 8.

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ella biografia di Mazzolari, “La Via crucis del poveroâ€? – apparsa proprio a Brescia presso l’amico editore Vittorio Gatti nel 1939 – rappresenta un vero e proprio punto di svolta. Si conclude con questo scritto un intenso ciclo di pubblicazioni apertosi oltre 20 anni prima con la collaborazione della rivista “L’Azioneâ€? dei giovani democratici cristiani di Eligio Cacciaguerra e continuato con una serie di scritti di notevole rilievo, in particolare “La bella avventuraâ€? e la “Lettera sulla parrocchiaâ€? entrambe degli anni Trenta, e si apre per certi aspetti una nuova stagione, quella caratterizzata dalla riflessione sul dramma della guerra, dall’analisi critica del fascismo, dal forte sostegno dato all’impegno politico dei cattolici. Non si tratta di una sorta di banale transizione dallo “spiritualeâ€? al “politicoâ€? ma certo di una piĂš penetrante attenzione ai problemi della societĂ , sollecitata dal corso stesso degli avvenimenti. PiĂš che il passaggio da una riflessione tra lo spirituale e il pastorale a una pubblicistica fortemente orientata all’impegno politico, si è di fronte a una sorta di diversa lettura della storia a partire dalla consapevolezza – che si fa sempre piĂš lucida dopo il 1939, appunto dopo “La Via Crucis del poveroâ€? – della necessitĂ per la Chiesa di misurarsi sino in fondo con il movimento del-

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ne esistenziale di ogni cristiano, nella misura in cui intenda avvicinarsi all’ineguagliabile modello del Cristo povero); la seconda lettura può essere fatta, invece, in una prospettiva piĂš propriamente sociale, come denuncia della povertĂ e come sollecitazione, a chi ha responsabilitĂ nella societĂ , a combatterla con tutte le sue forze. Da questa duplice lettura del cammino di Cristo verso il calvario, Mazzolari prende le mosse per cercare di illuminare il persistente paradosso della vita cristiana: da una parte operare una decisa scelta di campo per la povertĂ (sull’esempio di Cristo), dall’altra im-

pegnarsi coraggiosamente per la lotta alla povertĂ e per il suo possibile superamento, anche in questo caso lungo la via tracciata dal Cristo sofferente: la via dell’implicita denuncia di una povertĂ non liberamente scelta ma imposta da un sistema di potere ingiusto, che vuole che “il povero non siaâ€? ma in realtĂ occulta la povertĂ invece di combatterla. Ritorna ancora una volta l’ambivalenza del messaggio cristiano sulla povertĂ : da una parte ricercarla, sull’esempio di Cristo povero; ma dall’altra parte combatterla attraverso un coraggioso impegno nella storia.

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3HOOHJULQDJJLR GLRFHVDQR FRQ LO 9HVFRYR “Famiglia: chiesa domesticaâ€? è il tema del pellegrinaggio diocesano per le famiglie in programma il 1° maggio al Santuario “ Madonna della Pieveâ€? (Madonna della Formigula) a Corticelle. Il programma prevede il ritrovo e partenze a piedi: alle ore 10 presso il parcheggio del Cimitero di Azzano Mella, alle 10 presso la parrocchiale di Offlaga, alle 10 presso la Piazza di Dello. In bicicletta si parte: alle 10 presso la parrocchia di Flero e sempre alle 10

da Bagnolo Mella. L’arrivo è alle 11.30 presso il Santuario “Madonna della Pieveâ€? a Corticelle con il saluto del vescovo Luciano e la preghiera con tutti i gruppi e le persone presenti. Alle 12.30 il pranzo al sacco e il tempo di relax in amicizia. Nel pomeriggio, alle 14, l’incontro per sposi e genitori sul tema “Costruire la propria casa sulla roccia di Cristoâ€?. In contemporanea all’incontro per gli adulti la parrocchia di Corticelle propone un momento lu-

dico con merenda per i bambini e i ragazzi. Alle 16, invece, la S. Messa per le famiglie, concelebrata con i sacerdoti che hanno accompagnato i pellegrini. Alle 17 il saluto e la consegna del mandato a tutti i partecipanti. Per i gruppi parrocchiali è meglio segnalare l’adesione all’Ufficio per la famiglia diocesano, telefonando al numero 030/3722232, email famiglia@diocesi. brescia.it. Sono aperte, inoltre, ancora le iscrizioni alla tre giorni (dal 26

al 28 aprile) guidata da don Giorgio Comini per giovani coppie di sposi al Passo del Maniva (Collio Valtrompia). Tenendo conto dei tempi familiari, le giornate prevedono: preghiera, formazione, condivisione, momenti di fraternitĂ . Durante i lavori dei genitori, i figli avranno a disposizione tempi e luoghi per vivere una bella esperienza di gioco e di attivitĂ educative, accompagnati da personale qualificato. Per informazioni, 030/3722232.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ VenerdĂŹ 29 marzo Ore 8.30 - Brescia UfďŹ cio di letture e lodi in Cattedrale. Ore 15 - Brescia Preghiera presso la sede dell’Editrice La Scuola. Ore 20.30 - Brescia Liturgia della Passione in Cattedrale.

Sabato 30 marzo Ore 8.30 - Brescia - UfďŹ cio di letture e lodi in Cattedrale. Ore 21 - Brescia - Veglia pasquale in Cattedrale. Domenica 24 marzo Ore 8.30 - Brescia - S. Messa presso il carcere di Verziano. Ore 10 - Brescia - Santa Messa in Cattedrale. Ore 17.45 - Brescia - Vespri in Cattedrale.

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“Mi abbandono alla fedeltĂ di Dio, ora e per sempreâ€?. La comunitĂ monastica delle Clarisse Cappuccine e la famiglia Pedrali con gioia invitano, sabato 6 aprile alle ore 16 al monastero dell’Immacolata di via Arimanno 17 a Brescia, alla professione perpetua di suor Maria Simona Francesca. La celebrazione eucaristica sarĂ presieduta da mons. Luciano Monari.

LunedĂŹ 8 aprile viene presentato il Grest 2013 presso Casa Foresti alle ore 10 e alle ore 20.30. L’ambientazione della storia è la Firenze rinascimentale: la Firenze di Leonardo da Vinci è uno spaziotempo nel quale l’uomo iniziava a sďŹ dare alcuni limiti conosciuti per migliorarsi. Le grandi tavole del Codice atlantico potranno essere uno spunto per disegnare le scenograďŹ e e immaginare l’ambientazione della storia.

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ndate e fate discepoli tutti i popoliâ€?, il tema della 27ÂŞ Giornata mondiale della gioventĂš, ha guidato sabato 23 marzo gli adolescenti e i giovani bresciani nella tradizionale Veglia delle Palme dal Castello alla Cattedrale. Durante il cammino i ragazzi hanno potuto riflettere sulle testimonianze di alcuni missionari che hanno dato la vita per la fede: Oscar Romero, Madre Teresa di Calcutta, padre Giovanni Fausti, Santa Teresina di Lisieux e don Pierluigi Murgioni. Nell’omelia il vescovo Monari ha suggerito ai giovani quale meta inseguire e, soprattutto, come raggiungerla per vivere una vita in pienezza. “Qual è la meta che possiamo ragionevolmente proporci? Potrei dirlo cosĂŹ: si tratta – spiega il Vescovo – di nutrire in noi dei sentimenti umani e sradicare i sentimenti disumani; di avere desideri grandi,

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imparare a collaborare rinunciando al successo personale ad ogni costoâ€?. Queste parole pronunciate da Monari in una Cattedrale gremita all’inverosimile dai partecipanti alla Veglia delle Palme dal Castello in Cattedrale sono molto significative. “Camminare insieme permette di superare meglio gli ostacoli che s’incontrano; faticare in quattro è tutt’altra cosa dal faticare da soli su una salita ripida; gioire in quattro è tutt’altra cosa dal fruire isolatamente di una soddisfazione personaleâ€?. Monari ha ricordato le ultime parole del Vangelo di Matteo, quando GesĂš dice: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoâ€?. “Gli esegeti spiegano – ha aggiunto Monari – che non si tratta di una presenza statica, come se GesĂš promettesse solo di essere al nostro fianco, per consolarci; si tratta anche di una presenza dinamica perchĂŠ GesĂš promette di parlare a noi, decidere con noi, ope-

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un modo per annunciare senza vergogna il Vangelo, parafrasando il motto dello stemma episcopale di Monari. A proposito del messaggio della Gmg, è giusto ricordare che i giovani che non andranno a Rio potranno vivere la Veglia regionale al Santuario di Caravaggio il 27 e il 28 luglio. Al termine della celebrazione, invece, i giovani bresciani iscritti alla Gmg hanno ricevuto un barattolo con la terra bresciana: al ritorno dall’esperienza avranno il compito e la responsabilitĂ di comunicare (riempiendo fisicamente il contenitore con la terra brasiliana) il resoconto di questa esperienza di Chiesa universale.

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Si svolge a Brescia presso il Centro pastorale Paolo VI dal 2 al 5 aprile 2013 il 28° Seminario sulla direzione spirituale a servizio dell’orientamento vocazionale dal titolo “Gioia della fede e arte dell’accompagnamento spirituale. Alla scuola del venerabile Paolo VIâ€?. Due esperienze saranno aperte a tutti, in preparazione alla 50ÂŞ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni: mercoledĂŹ 3 aprile, alle ore 21, la veglia di preghiera per le vocazioni presieduta dal vicario generale, mons. Gianfranco Mascher; giovedĂŹ 4 aprile alle ore 20.30, presso l’Istituto Paolo VI di Concesio, Enzo Bianchi, priore della ComunitĂ di Bose presenta “La vocazione oggiâ€?. Sabato 20 e domenica 21 aprile la 50ÂŞ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni avrĂ sede a Brescia in omaggio a papa

Paolo VI che istituĂŹ questa iniziativa. I diversi appuntamenti previsti sono consultabili sul sito della diocesi. Tra essi, si segnalano in modo particolare, per sabato 20 aprile: “A tu per tu con la SantitĂ . Paolo VI: la speranza diventa vocazioneâ€?, presso l’aula magna della FacoltĂ di Medicina, dalle ore 16 alle 19; Veglia di preghiera per la 50ÂŞ Gmpv presieduta dal Vescovo, ricordando in modo particolare i cinquantesimi anniversari di tutte le vocazioni e gli ordinandi presbiteri, presso la Basilica di S. Maria delle Grazie a Brescia, alle ore 20.30. Oltre a diversi appuntamenti in collaborazione con il Csi e di spiritualitĂ in collaborazione con RnS, per domenica 21 aprile, si ricordano: celebrazione eucaristica in Cattedrale presieduta dal vescovo Luciano, alle 11 (diretta su Rai 1).

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Â?–‹…‹’ƒœ‹‘Â?‹ ‡”•‘ Žƒ Dz ÂƒÂ”Â–ÂƒÇł Â†Â‡ÂŽÂŽÇŻÂƒÂ•Â…Â‘ÂŽÂ–Â‘ Sono stati 60 i partecipanti in rappresentanza dei 43 centri di ascolto aderenti al Collegamento, quattro i facilitatori dei lavori di gruppo, tre gli incontri finora svolti (“Con le personeâ€?, “Tra noi: soli – insiemeâ€?, “Ricomporre l’ascoltoâ€?), altrettanti i momenti di “Illuminazione della Parolaâ€?. Questi i “numeriâ€? della proposta di formazione rivolta ai referenti dei centri di ascolto partecipanti al Collegamento dei centri di ascolto della Caritas diocesana

di Brescia, che ha preso avvio il 15 dicembre scorso. Il titolo della proposta, La “cartaâ€? dell’ascolto, racchiude in sĂŠ l’obiettivo del percorso: realizzare una carta dei principi e delle buone prassi che qualificano l’ascolto (non tanto delle necessitĂ delle persone, ma delle persone con necessitĂ ). L’ascolto, infatti insieme all’osservazione e al discernimento, è uno dei capisaldi del “metodo pastorale

Caritas�, un metodo costruito sull’incontro, il confronto, la relazione, a servizio dell’animazione caritativa dentro le comunità e i territori. In questa prospettiva si spiega anche l’approccio formativo scelto per la definizione dei principi: partire dal confronto delle esperienze di ascolto per rileggere insieme fatti, fatiche, frutti, frontiere e muovere verso nuove consapevolezze. Il quarto incontro: sabato 20 aprile 2013.

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ono in ritardo con l’affitto; ho ricevuto l’avviso di sfratto; non posso piĂš pagare il mutuo della casa; non ho soldi per pagare le bollette e mi hanno chiuso il riscaldamento; sono in ritardo con il pagamento della mensa scolastica dei miei figli; devo iscrivere mio figlio all’ultimo anno delle superiori ma non ho i soldi per pagare l’iscrizione e il contributo di laboratorio? Ho perso il lavoro e anche la liquidazione; sono in cassa integrazione; sono in mobilitĂ ; lavoro solo quando mi chiamano; lavoro solo poche ore alla settimana‌â€? Sono queste le “nuove beatitudiniâ€? che quotidianamente vengono proclamate nei Centri di ascolto delle parrocchie, che interpellano le coscienze e le costringono a prendere posizione. La crisi economica che opprime le famiglie è sentita anche dalle Caritas parrocchiali che incontrano sempre maggiori difficoltĂ nel trovare risorse per dare un minimo di risposta alle crescenti richieste di aiuto. Allora come nel bisogno le persone si danno una mano, allo stesso modo Caritas diocesana da due anni cerca di “farsi prossimoâ€? delle Caritas sorelle che operano nelle parrocchie, mettendo a loro disposizione qualche risorsa (il Fondo Briciole lucenti) per sostenerle finanziariamente nel loro quotidiano impegno di vicinanza, di accompagnamento e di sostegno economico alle famiglie che piĂš soffrono questa crisi, perchĂŠ è importante mantenere viva in lo-

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uomo, ricco o povero, è tale per chi gli sta accanto e che cammina con lui. Nel corso del 2012, il Fondo Briciole lucenti, nella forma della compartecipazione, ha sostenuto 41 Caritas (parrocchiali, zonali, di unitĂ pastorale), che a loro volta hanno potuto alleviare, almeno in parte, la sofferenza finanziaria di 445 famiglie e complessivamente di 1.820 persone, per un totale di euro 109mila Anche per il 2013 il progetto continua: le Caritas potranno presentare le domande di compartecipazione relative alle spese del 1° semestre 2013 entro l’8 luglio. Per scaricare il modulo di domanda: www.brescia.caritas. it; per info: 030 3757746.

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Í?šÂ?‹ŽŽ‡ ƒÂ?–‘ –—‘Â?Ă– …Š‡ǤǤǤ ’‹‘˜˜‡Ǩ Tanto tuonò.. che piovve! Dopo settimane di agitazione da parte delle associazioni in attesa delle indicazioni, è arrivata la circolare 6/E del 21 marzo 2013, con la quale l’Agenzia delle entrate ha pubblicato le modalitĂ di iscrizione al riparto del 5xmille per l’anno ďŹ nanziario 2013. Come ogni anno, la domanda deve essere presentata all’Agenzia delle entrate esclusivamente in via telematica

direttamente dai soggetti interessati abilitati ai servizi telematici e in possesso di pin code, ovvero tramite gli intermediari abilitati alla trasmissione telematica. Il Centro servizi sta strutturando il solito servizio di supporto alle associazioni che sarĂ attivo a partire dalla prossima settimana. Il termine per l’iscrizione è stato ďŹ ssato dall’Agenzia al 7 maggio 2013. Ricordiamo inoltre che entro il 30 giugno 2013 (il

termine slitta al 1° luglio, perchĂŠ il 30 giugno è festivo), occorre presentare la dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietĂ per attestare il possesso dei requisiti necessari per usufruire del beneďŹ cio. Si tratta di un adempimento formale che nelle scorse edizioni non ha mancato di invalidare parecchie richieste. Da quest’anno vi è la possibilitĂ , a questo scopo, di usare come canale di trasmissione la casella di posta elettronica certiďŹ cata.

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i impegniamo a condividere con i giovani percorsi comuni, perchĂŠ possano sperimentare la gratuitĂ , allenarsi ad essere cittadini attivi e nello stesso tempo acquisire abilitĂ e competenze sia sociali che professionaliâ€? (dal documento finale della VI Conferenza nazionale sul volontariato). Molte sono le attivitĂ che svolge il volontariato ed i servizi che rende alle persone e alle comunitĂ . La richiesta è sempre in aumento e con questa la fatica dell’essere e fare volontariato. Vi è un tipo di azione ancora poco conosciuta e che richiede un di piĂš di responsabilitĂ sia alle associazioni di volontariato che all’insieme del terzo settore. Nella nostra societĂ in generale, ma anche nelle nostre comunitĂ , vi sono persone che per i motivi piĂš vari, non sta a noi giudicare, si

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trovano in situazioni di rischio di devianza o hanno commesso errori sanzionati con provvedimenti amministrativi gravi o penali. Ricordiamo i detenuti che possono usufruire di pene alternative al carcere, coloro che sono stati trovati alla guida in stato di ebbrezza, minori caduti in piccoli reati e messi alla prova prima del processo, giovani che vivono situazioni a rischio di disagio, studenti sanzionati con la sospensione scolastica. Tutte queste persone possono piĂš facilmente uscire dalla situazione di disagio nella quale si trovano, e

reinserirsi dignitosamente nel contesto sociale se vengono impiegate in servizi utili alla comunitĂ . L’attivitĂ di volontariato è una delle opportunitĂ offerte dal nostro ordinamento. Alcune benemerite realtĂ associative giĂ si sono messe a disposizione e stanno sperimentando percorsi di collaborazione con buoni risultati. Inutile sottolineare che il metodo della “giustizia riparativa risponde in modo piĂš efficace agli interessi della societĂ oltre che delle persone implicate. Ăˆ una strada che va perseguita a vantaggio di tutti. Se il Principio è largamente approvato, non sempre gli stessi che lo condividono sono disponibili a mettersi in gioco. E si può capire, le incombenze sono sempre tante e, a volte, le forze non sono sufficienti. Tuttavia il volontariato deve operare perchĂŠ siano superate le si-

tuazioni che creano il bisogno di assistenza. CosÏ come si impegna a dare opportunità di crescita responsabile ai giovani. E dunque è necessario che aumenti il numero delle associazioni disponibili a farsi carico anche di questi problemi. Che alcune figure tra i dirigenti, i volontari o gli operatori, facciano da tutor alle persone affidate e le accompagnino nel servizio prestato. Non bisogna spaventarsi, le associazioni non sono lasciate sole. Vi è costantemente la presenza anche dei servizi sociali di riferimento, che in ogni caso sono i responsabili delle persone affidate. Vogliamo sperare che dentro le organizzazioni si valuti questa proposta e che si moltiplichino le disponibilità . Il Csv è a disposizione per informare e soprattutto sostenere coloro che accolgono questa nuova sfida.


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ome hanno piĂš volte sottolineato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, la vera emergenza della nostra epoca non è quella economico-finanziaria, ma quella educativo-culturale. Infatti l’uomo contemporaneo ha smarrito il senso della veritĂ , dei valori oggettivi, dell’orizzonte della trascendenza: esso si sente solo, abbandonato, disorientato. Venendo a mancare, sul piano culturale e filosofico, una prospettiva di riferimenti certi, anche sul terreno dell’educazione è venuto meno il principio dell’autoritĂ , che è verticale, e la stessa attivitĂ educativa, che implica il rapporto dialettico tra maestro e discepolo, docente e discente, padre e figlio, è andata in crisi. Per certi versi si è creato un cortocircuito tra i poli della dialettica pedagogica, perchĂŠ i ruoli sono stati confusi, nell’illusione di fondare l’educazione su di un piano orizzontale, dove tutto

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qualitĂ migliori, facendogli “partorireâ€? le sue migliori tensioni, i suoi progetti, la sua brama di realizzarsi come uomo. L’immagine piĂš appropriata di questo significato è quella dell’arciere, che scocca la freccia e la lascia libera: il genitore deve formare il figlio, ma poi deve lasciarlo libero di seguire la propria strada. Come si vede, il rapporto educativo implica due ruoli precisi: quello del genitore-educatore, che deve avere una sua autoritĂ e deve saper imporre anche delle regole, e quella del figlio-discente, che deve godere di una sua libertĂ , ma deve anche saper accettare con umiltĂ gli insegnamenti degli adulti. Se viene meno tale quadro, si rischia di cadere nel vuoto di un rapporto sterile tra un genitore impotente, debole, silente, e un figlio smarrito, vuoto, autarchico. In questo senso, autoritĂ non significa autoritarismo o dispotismo, ma autorevolezza dolce, atteggiamento forte, deciso, ma

nello stesso tempo umile, disposto al dialogo, comprensivo: Bonetti porta l’esempio della sua esperienza di padre, che gli ha fatto capire che nel rapporto coi figli anche il genitore impara e cresce; l’educazione è biunivoca. La crisi del processo educativo si nota anche in altri fenomeni attuali. Ad esempio, come ricordano Polito e Albertini, la questione del lavoro: molti giovani in Italia, nella percentuale del 20%, non studiano e non lavorano. Spesso tra i ragazzi domina la rassegnazione, la passivitĂ , la mancanza di speranza nel futuro. Polito, a tale riguardo, individua delle colpe dei genitori nati negli anni Cinquanta, che essendo cresciuti nel benessere economico e sociale, hanno trasmesso ai figli l’idea che tutto è lecito, che è facile raggiungere tutti gli obiettivi senza impegno e sacrifici. In questo modo, essi hanno indebolito il principio di responsabilitĂ , che è fondamen-

tale in ogni processo formativo. La stessa questione dell’universitĂ si lega a questo ragionamento: molti giovani si arenano e non riescono a completare gli studi, spesso il livello delle facoltà è mediocre. La causa è sempre la concezione di rendere tutto facile, di non dare rilevanza alla qualitĂ degli studi, che non è mai disgiunta da un percorso arduo, impegnativo, difficile. L’incontro sul libro di Polito, allora, è stata un’occasione di riflessione sul nostro futuro. La nostra civiltĂ ha bisogno di recuperare l’autentico significato dell’educazione, della formazione, della “paideiaâ€? greca: l’uomo, per crescere, necessita di maestri, di guide, di padri; solo nella dialettica pedagogica può sbocciare il fiore della libertĂ , dell’intelligenza, della cultura. Se perdiamo questa attivitĂ fondamentale del nostro essere, rischiamo di cadere nell’autismo spirituale, che può diventare il cancro dei nostri tempi.

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In occasione del 35° anniversario della nascita del proprio gruppo volontari, la sezione della Croce rossa italiana di Brescia ha organizzato la rassegna cinematograďŹ ca dal titolo “Persone in prima personaâ€?. Obiettico della manifestazione è la diffusione della conoscenza delle attivitĂ sociali svolte dalla Croce Rossa locale a favore di anziani, disabili e migranti. L’iniziativa, a ingresso libero, si terrĂ presso l’auditorium del Museo di scienze naturali di via Ozanam, 12

Dopo la pausa pasquale il sipario del Sociale di Brescia tornerĂ ad alzarsi il prossimo 9 aprile per ospitare una nuova produzione del Ctb, lo stabile bresciano. Sino al 21 resterĂ in cartellone lo spettacolo “Macelleria messicanaâ€?, di Enrico Groppali, con Elisabetta Pozzi, Paolo Bessegato, Fausto Cabra e Chiara Pizzatti. La regia è di Daniela Salvo. Lo spettacolo, il cui titolo è mutuato da un’espressione della lingua italiana che indica un episodio di violenza smisurata e ingiustiďŹ cabile,

a Brescia ed è articolata in quattro serate a partire da giovedĂŹ 4 aprile. I film messi in rassegna sono in gran parte inediti per Brescia, selezionati con l’obiettivo di unire il messaggio sociale con la qualitĂ artistica delle pellicole. Questi i film in programma: 4 apirle “Hanna e Violjkaâ€?, di Rossella Piccinno; 8 aprile: “Pauline & Paulineâ€?, di Lieven Debrauwer; 15 aprile: “Oasisâ€?, di Lee Chang Dong; 22 aprile: “Tempo veroâ€? di Daniele Segre. Le proiezioni inizieranno alle 20.30, ad eccezione di quella del 15, alle 20.

solitamente perpetrato in un teatro di guerra, è ambientato in una stanza buia, dimenticata, chiusa da anni, preclusa ad ogni sguardo. “In questa sofďŹ tta dell’immaginario – spiega il regista Salvo – in cui si celano oggetti e storie del passato, trascinano la loro stanca quotidianitĂ due attori, prigionieri dei loro stessi gesti e dei loro ruoli. In questa stanza non ci sono ďŹ nestre e da lĂŹ non si può uscire: la luce annienterebbe quei poveri simulacri umaniâ€?.

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a Cooperativa cattolicodemocratica di cultura, in collaborazione con i Padri filippini della Pace, propone un nuovo ciclo delle “Lezioni di filosofiaâ€?, un’iniziativa culturale giunta alla sua 12ÂŞ edizione, che intende contribuire a diffondere sempre di piĂš all’interno della nostra societĂ il ruolo educativo e la funzione sociale del pensiero filosofico. Anche quest’anno le lezioni saranno dedicate al problema di Dio nel pensiero del Novecento, nella consapevolezza che per un’adeguata comprensione del presente è opportuno anche confrontarsi con i pensatori a noi piĂš vicini e nella certezza che l’uomo non può non parlare di Dio se vuole intendere veramente se stesso. Intendiamo infatti continuare a chiederci se Dio sia solo un prodotto idolatrico della mente dell’uomo o se invece non costituisca l’orizzonte ultimo e decisivo solo alla luce del quale le aspirazioni di veritĂ , giustizia, bellezza e libertĂ insite nell’uomo acquisiscono il loro senso definitivo. Il nuovo ciclo di lezioni intende approfondire le tema-

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Bello, docente emerito di filosofia contemporanea alla Lateranense di Roma) di fama nazionale e internazionale che hanno dedicato ampio spazio della loro ricerca agli autori oggetto degli incontri di questo nuovo ciclo di lezioni. L’organizzazione scientifica delle lezioni anche di questo ciclo è stata curata da Luca Ghisleri, docente di ermeneutica presso il Corso di filosofia e comunicazione dell’UniversitĂ del Piemonte orientale. Per i contenuti e le finalitĂ gli incontri potrebbero risultare molto interessanti sia per i giovani in formazione, sia per gli insegnanti e per tutte le persone interessate ad approfondire le ragioni dell’esistere. Le lezioni, a ingresso libero, si terranno presso la sala Bevilacqua in via Pace, 10 il 5, il 9 e il 19 aprile con inizio alle 18.

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$O YLD OD SULPD GL ´*UDQGH DO FXERÂľ La Fondazione del Teatro Grande di Brescia, nel cammino di apertura al territorio, ha sceglie il Teatro Centro Lucia di Botticino per avviare una collaborazione sulla scena coreografica italiana. Prende il via quest’anno “Grande al cuboâ€?, la prima edizione della rassegna della danza italiana. Dal 5 al 7 aprile verranno cosĂŹ proposto a Botticino i primi tre lavori del progetto “Ric.ciâ€? (Reconstruction italian contemporary choreography anni Ottanta-Novantaâ€?, ideato dal critico Marinella Guatterini, che punta a dare risalto e dunque a (ri) mettere in moto la memoria della danza contemporanea italiana dall’inizio degli anni ultimi 20 anni del secolo scorso. Ad aprire questa prima edizione di “Grande al cuboâ€?, venerdĂŹ 5 aprile, sarĂ la Compagnia Enzo Cosimi con lo spettacolo “Caloreâ€?. 30 anni fa la compagnia rappresentava un’autentica rivoluzione tra picchi di danza pura e negazione di ogni codice, ora la sua temperatura bollente è affidata a un quartetto di giovani che portano in scena un viaggio interiore alla ricerca della soggettivitĂ . Il secondo spettacolo in cartellone è una produzione della Fattoria Vittadini. In “Duettoâ€?, in scena sabato 6 aprile, i due danzatori, in abiti sfarzosi, suggeriscono la lotta di due improbabili guerrieri del BhagavadgĂŽtâ. Con intelligenza ed eleganza la danza pura si lega a quella narrativa e al folklore. Chiude il cartellone di questa prima edizione della rassegna della danza italiana promossa dalla Fon-

dazione Teatro Grande lo spettacolo “La boule de neigeâ€?, in programma domenica 7 aprile e proposto da Balletto di Toscana Junior. Tratto da “Les Enfants terriblesâ€? di Jean Cocteau lo spettacolo tratta con tragico rigore e impalpabile leggiadria un’etĂ atrocemente felice e tortuosa come l’adolescenza. I biglietti d’ingresso agli spettacoli si possono acquistare presso la biglietteria del Teatro Grande un corso Zanardelli a Brescia. Per ulteriori informazioni www.teatrogrande.it

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L’associazione “Liberamentecorpo” e la Fondazione Dominato Leonense organizzano a Leno, presso Villa Badia, “Ri-Creativa-Mente”, un laboratorio creativo esperienziale rivolto agli adulti. Durante gli otto incontri i partecipanti potranno prendere contatto con le proprie emozioni ed esprimerle attraverso la creatività. Gli incontri si terranno il martedì, dal 16 aprile al 4 giugno dalle ore 20.30 alle ore 22.30 presso Villa Badia, sede della Fondazione Dominato Leonense. Durante gli

incontri, l’uso di materiali artistici sarà utile a promuovere e veicolare l’espressione e la comunicazione: ogni oggetto artistico creato, condurrà i partecipanti a condividere una potenziale esperienza, il cui fine è ampliare la conoscenza di sé e del mondo che ci circonda. Per iulteriori nformazioni: Fondazione Dominato Leonense tel.: 0309038463; mail: info@ fondazionedominatoleonense.it; www.fondazionedominatoleonense.it.

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a Colossi Arte Contemporanea (corsia del Gambero, 13 a Brescia) dedica una personale al grande scultore e scenografo abruzzese Mario Ceroli. Protagonista di primo piano dell’arte italiana del dopoguerra, Ceroli è di quella generazione di artisti che a partire dai primi anni Sessanta ha avviato una vivace ed irripetibile stagione di rinnovamento negli indirizzi del linguaggio artistico, conquistando una posizione di assoluta individualità in Italia e all’estero. Attivo da mezzo secolo, lo scultore abruzzese è tra i principali esponenti della pop art italiana, movimento nato in contrapposizione alla pop art americana e che si propone come antesignano dell’arte povera, attraverso l’utilizzo di materiali di origine naturale, tra questi il legno, a lungo sperimentato nella realizzazione e nell’arredo di ambienti interni ed esterni, e plasmato al fine di ricavarne for-

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me stilizzate plasmate dalla realtà della figurazione classica. Dal 1964 Mario Ceroli si impone così sulla scena artistica con delle opere in legno grezzo, in particolare il pino di Russia, che assembla con ogni sorta di materiale, dal legno bruciato alla paglia, dal vetro al piom-

bo, coerentemente con la poetica e l’uso dei materiali tipici dell’arte povera. Un singolare modo di intendere la pratica scultorea, che evidenzia la straordinaria pratica artigianale di Ceroli nel lavorare i più svariati materiali, quali legno, sabbia, terre colorate, stoffa, cenere, l’enorme creatività e originalità dei suoi lavori, nonché la possibilità di comprenderne il suo linguaggio, dedito allo studio delle infinite sovrapposizioni e rielaborazioni di forme. Nelle opere dalle cornici di legno in mostra, il maestro inscena un evento irripetibile, sperimentando anche l’applicazione di materiali come la foglia oro e il vetro: l’introduzione di “retrorealtà” insospettabili dietro o all’interno di forme esemplari che vengono così amplificate al limite tra l’astratto e il figurativo. La mostra sarà visitabile fino al 31 maggio con i seguenti orari: da martedì a sabato ore 10-12 e dalle 15-19.

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Dalla Messa crismale del Giovedì Santo al pontificale della domenica di Pasqua, Radio Voce trasmette in diretta dalla Cattedrale tutte le solenni celebrazioni presiedute dal vescovo Luciano Monari. Giovedi Santo la prima diretta dalle 9.15 e poi alle 20.30 l’apertura del Triduo pasquale con la Messa In Coena Domini e il rito della lavanda dei piedi. Venerdi Santo alle 20.30 la celebrazione In Passione et Morte Domini e Sabato Santo alle 21 la Veglia pasquale.

La Messa del sabato questa settimana viene sospesa. Riprenderà dal 6 aprile, sempre alle 18.30, in diretta su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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La ricchezza del confronto delle assemblee sinodali di dicembre, ha trovato sintesi nel documento ďŹ nale del Sinodo sulle unitĂ pastorali (la consegna ai sacerdoti da parte del vescovo nel corso della S. Messa crismale del GiovedĂŹ Santo). In Primo Piano (9.30 circa) le interviste a mons. Luciano Monari sui contenuti del documento e a mons. Cesare Polvara sulle prossime tappe del cammino sulle unitĂ pastorali. Il commento al Vangelo di Pasqua

La prossima puntata della rubrica “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “I documenti sinodaliâ€?. A seguire: la “Veglia delle Palmeâ€? dal Castello in Cattedrale sul tema della 27ÂŞ Giornata mondiale della gioventĂš “Andate e fate discepoli tutti i popoliâ€?; la “Passione a Cologneâ€? una rappresentazione che oltre a mettere in scena i fatti della Settimana Santa ha proposto in due serate una vera e propria meditazione visiva; gli auguri di buona Pasqua del vescovo Monari.

è a cura del vescovo Luciano e a seguire il suo messaggio d’auguri. In Ecclesia (ore 11) l’intervento di don Mario Benedini sull’esperienza dei laboratori “I cristiani e la cittĂ â€?. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl. Le rubriche sono sul sito radiovoce.it

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La rubrica “4 parole...â€? è con il diacono Giorgio Cotelli in merito all’emergenza in Corno d’Africa. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www. vocemedia.tv che manderĂ in onda anche lo speciale “Croce e giustiďŹ cazioneâ€? con relatore mons. Luciano Monari.

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%UHVFLD VRWWR O¡RFFKLR GL ´3UHVD GLUHWWDÂľ Se si parla di Rai non si può non parlare di televisione del servizio pubblico, ovvero di un’azienda che ha l’obbligo di lavorare per i cittadini. L’utente paga un canone che va a finanziare progetti e produzioni televisive volti a migliorare l’offerta della rete. Spesso purtroppo si tratta di soldi amministrati in base a interessi che nulla hanno a che vedere con la qualitĂ dei programmi: scambi di favori, nepotismi, accordi sottobanco, ingerenze politiche. Fortunatamente esistono trasmissioni che vanno controcorrente, che mantengono un rapporto virtuoso fra istituzione e cittadino.

Ăˆ ormai l’8ÂŞ stagione di programmazione per “Presa direttaâ€?, il settimanale di approfondimento giornalistico di Rai Tre, curato e condotto da Riccardo Iacona. “Presa direttaâ€? ci racconta l’Italia che in tv non riusciamo a vedere, mostrando realtĂ che spesso sfuggono alla veloce livella dei telegiornali e che sono bandite dai talk-show di distrazione pomeridiana, che delle notizie trattengono e amplificano solo i contorni. Sotto l’obiettivo di “Presa direttaâ€? viene messa una nazione che non funziona come potrebbe, bistrattata dai potenti e presa d’assalto dal cri-

mine organizzato, abbandonata alla sua sorte nel disinteresse generale del quieto vivere: i paradossi politico-economici, le conseguenze della privatizzazione della sanitĂ e dei tagli all’istruzione, la crisi occupazionale che ha investito il Paese, i Comuni indebitati sull’orlo del fallimento, le storie di quotidiana violenza domestica, gli scandali delle scommesse sportive e le dinamiche degli investimenti miliardari nell’industria bellica. Attivo nell’ambiente televisivo dagli anni Ottanta, Riccardo Iacona è un veterano dell’informazione: per realizzare questo progetto si è circondato da reporter professionisti che

non si fermano alla loro scrivania ma che si addentrano nelle notizie realizzando veri e propri documentari di strada. La puntata di domenica 31 marzo sarĂ dedicata a Brescia e al disastro ambientale della Caffaro, l’azienda che per decenni inquinò il nostro territorio con i famigerati Pcb. La nostra cittĂ diventa un caso nazionale: la speranza è che anche questa lente d’ingrandimento sia utile ad affrontare il grave problema con il quale conviviamo tutti i giorni. I dati auditel dimostrano che il pubblico cerca e premia questo tipo di trasmissioni: da quando è in onda,

lo share di “Presa direttaâ€? è sempre stato stabile intorno ai 2,5 milioni di telespettatori per puntata. Il dato è ancor piĂš significativo se si considera che il pubblico televisivo italiano dimostra quotidianamente di prediligere un intrattenimento leggero, fra fiction e varietĂ . La buona televisione c’è e può crescere. Tutto sta alle scelte editoriali e agli obiettivi che una rete vuole raggiungere, ma anche alla coscienza civile di ogni singolo cittadino, che ogni sera può decidere se lasciarsi cullare dall’intrattenimento fine a se stesso o se sfruttare i mezzi di comunicazione per restare con i piedi per terra.


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“Erix Logan the illusionist magic show con Sara Mayaâ€? è lo spettacolo che va in scena sabato 13 aprile alle ore 21 al PalaBrescia. l’ingresso, prevendita compresa, ha i seguenti costi: 1° settore numerato intero 33 euro, ridotto ragazzi ďŹ no a 13 anni 23 euro, 2° settore non numerato intero 23 euro, ridotto ragazzi ďŹ no a 13 anni 11,50 euro. L’illusionista bresciano Erix Logan ha portato il proprio spettacolo magico in 30 Paesi in giro per il mondo.

LunedĂŹ 1 aprile prende il via CruciďŹ xus Festival di Primavera, il principale festival di teatro sacro in Italia che, giunto alla sua 16ÂŞ edizione, quest’anno ruota attorno al concetto cardine di rinascita. Una rinascita che parte dal credo di ogni singolo individuo e che si realizza grazie alla forza delle relazioni umane e della comunitĂ . Ad aprire il festival, lunedĂŹ 1 aprile alle 20.45 nella chiesa parrocchiale di Pisogne, è stato chiamato Alessio Boni (nella foto), protagonista del

panorama culturale italiano. L’attore originario di Villongo darĂ voce ai disciplini del territorio bergamasco raccontando, attraverso la loro antica lingua, la Passione di Cristo. In scena anche Michele Rabbia che, con le percussioni, accompagna lo scandirsi del testo, cogliendo le suggestioni del passato e traducendo le parole in suono e gesto. Lo spettacolo “Or te prego, dolze Christoâ€?, apre un lungo calendario di proposte che prosegue sino a sabato 20 aprile lungo l’intera

Valle Camonica, come è possibile leggere in questa stessa pagina. Prosegue, nel frattempo, il concorso di disegno “E quindi uscimmo a riveder le stelleâ€?, per gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Altra iniziativa inserita nel percorso di CruciďŹ xus 2013 è l’esposizione “Anno della fedeâ€?, di Carlo Alberto Gobbetti, che viene inaugurata domenica 7 aprile all’Eremo di Bienno. L’artista risveglia la consapevolezza che l’uomo ha un’anima immortale.

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iparte alla grande dopo la Pasqua la stagione dei concerti bresciani, con un doppio appuntamento. Due concerti diversi per stile ma entrambi molto accattivanti: il primo venerdĂŹ 12 aprile al Palabrescia (inizio ore 21) con Cristiano De Andrè, figlio del mitico Fabrizio; il secondo previsto invece per sabato 13 aprile al Ctm di Rezzato (inizio ore 21) con i Marlene Kuntz, band di Cuneo dalla matrice alternativa che ultimamente pare indirizzata verso un rock italiano meno intransigente. I Kuntz hanno allargato i loro orizzonti, partecipando tra l’altro al Festival di Sanremo del 2011 ed entrando quest’anno nella squadra di Piero PelĂš nel Talent Show “The Voice of Italyâ€?, nel ruolo di vocal coach e consulenti tecnici. Due partecipazioni che solo alcuni anni fa avrebbero fatto gridare allo scandalo lo zoccolo duro dei fans, abituati a considerare i Marlene Kuntz impermeabili alle sirene del mercato a favore di un percorso piĂš indipendente e alternativo. Oggi la situazione è però di grave crisi per il settore musicale ed è difficile, anche per i piĂš duri e puri, poter rifiutare palcoscenici che se non danno automaticamente fama danno però sicuramente visibilitĂ . Al Festival i Marlene Kuntz presentarono “Canzoni per un figlioâ€?, un brano (che dĂ titolo anche al loro ultimo cd) in linea con il loro spleen musicale, oggettivamente di-

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leader carismatico dalla presenza magnetica, inizialmente entrato nella band come chitarrista e poi trasformatosi anche in cantante e front man. La band nasce musicalmente all’inizio degli anni ‘90 e pubblica il primo disco, “Catarticaâ€?, nel 1994, imponendosi subito per la poetica e la musicalitĂ decisamente innovative. Una vita quindi abbastanza lunga quella dei Marlene Kuntz, che transiteranno dal Ctm di Rezzato per una tappa del loro tour “unpluggedâ€?, rigorosamente acustico. Cristiano De Andrè rappresenta invece un mondo musicale diverso, quello dei cantautori, anche se il percorso di Cristiano è stato molto altalenante, complice anche il peso di un cognome molto ingombrante. Gli alti e bassi del figlio di Fabrizio De Andrè sono dovuti anche al carattere mutevole di un musicista dal notevole talento, penalizzato da un cognome molto ingombrante. La storia musicale di Cristiano è però contrassegnata da alcuni album di notevole livello, con un capolavoro autentico, “Scaramanteâ€? del 2001, prodotto dal bresciano Mauro Pagani. Dopo una lunga pausa Cristiano è tornato nel 2009 con un tour denominato “De Andrè canta De Andrèâ€?, dedicato all’interpretazione dei brani di papĂ Fabrizio. Il tour è stato un successo per Cristiano, che ha poi pubblicato il resoconto del live in un cd-dvd. De Andrè fa tappa a Brescia durante la tournĂŠe di presentazione del nuovo album “Come in cielo cosĂŹ in guerraâ€?.

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li uomini della pietra in tv e al cinema sono sempre stati, per molte generazioni, i Flinstones. Per i piĂš giovani parlare di etĂ della pietra al cinema significa anche confrontarsi con le varie “Ere glacialiâ€?. Ora, grazie alla Dreamworks, ci sono “I Croodsâ€?. E il termine di confronto non può che alzarsi, cosĂŹ come l’asticella della qualitĂ . La famiglia di cavernicoli protagonista del film diretto da Chris Sanders e Kirk De Micco (che giĂ avevano fatto bene con “Dragon Trainerâ€? nel 2010, segnando il nuovo passo verso cui Dreamworks stava camminando nel confronto con Pixar), è circondata da animali preistorici che hanno ucciso tutti i loro vicini, lasciandoli come unici sopravvissuti. E la vita della famiglia è scandita da regole ben precise che il padre Grug si prodiga di far rispettare; tutte le sere racconta una storia che dipinge sulle rocce, ma la conclusione è sempre quella in cui il protagonista non rispetta una delle sue imposizioni e quindi muore. Non un padre cattivo, ma un uomo che cerca di proteggere la propria famiglia composta dalla moglie Ugga, dalla piccola Sandy, dal poco sveglio Thunk, dall’adolescente Eep e dalla suocera Gran.

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conosciuto fino ad ora e ha un progetto ben chiaro per camminare verso il domani, che esclude la paura. Parola che invece per Grug è fondamentale. Il problema arriva quando la caverna, luogo sicuro, viene distrutta dai primi terremoti. Il viaggio comincia e l’unica cosa da fare per i Croods è fidarsi dell’unico che pare avere delle idee. Se il viaggio in un mondo che cambia, che sta cercando dei nuovi equilibri, pare scontato non è cosĂŹ per il suo tema profondo. Al di lĂ dei rapporti stigmatizzati della famiglia, “I Croodsâ€? parlano all’uomo di oggi di un futuro possibile, che può nascere dalle macerie di un mondo conosciuto che si sfalda; parlano all’adulto di uno scontro tra chi ha paura di affrontare tutto quello che è nuovo, etichettando il cambiamento come negativo a priori, e chi invece sogna che il meglio sia ancora solo avanti, nel domani, forse con una visione utopistica. E la cosa interessante è che, nonostante i mutamenti, gli sguardi al passato e al futuro, la famiglia, con i suoi conflitti e le sue liti, pare essere la realtĂ con i legami necessari a permettere l’andare avanti. E “I Croodsâ€?, vanno avanti, alzando l’asticella dei cartoon, della tecnica e dell’emozione. Anche i papĂ piĂš rigidi si troveranno un pochino commossi.

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Tutti sono piÚ o meno obbedienti alle regole di Grug, tranne la figlia adolescente Eep che è innamorata della luce, della libertà , del nuovo, insomma una cavernicola che prova a guardare al futuro. E il futuro compare nella caverna in cui sono rifugiati i Croods, dalle fessure del masso messo a chiusura, come riflessi della luce di un fuoco. Ed Eep trasgredisce a una legge del papà : esce di notte e insegue quello che per lei è un riflesso del sole, comparso in piena notte. Questo la porterà a incontrare Guy, ragazzo affascinante che appartiene però a una specie evoluta, che ha delle idee che gli vengono, come lo chiama lui, dal cervello e che conosce cose nuove come appunto il fuoco e, soprattutto, aperto verso il nuovo. Tutto questo non fa che renderlo agli occhi di Eep affascinante. Guy preannuncia la fine del mondo

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Uno straniero su 10 intende andarsene dalla Lombardia. Il 6,4% vorrebbe tornare nel Paese d’origine, il 4,9% trasferirsi in un altro Stato. Ăˆ quanto emerge dal 12° rapporto dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicitĂ (Orim), presentato nei giorni scorsi a Milano, secondo il quale per la prima volta da 10 anni il numero degli immigrati è diminuito, del 2,6%: al 1° luglio 2012 erano 1 milione e 237mila, 33mila in meno rispetto al 2011. A motivare

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a notizia è di quelle che nessuno, ovviamente, vorrebbe dare. Ma per senso di responsabilitĂ deve essere comunicata, soprattutto a chi guarda alla cassa integrazione in deroga come all’ultima spiaggia. E cosĂŹ Giorgio Bontempi, assessore provinciale al Lavoro, formazione professionale, attivitĂ produttive ed economia, pur non avendo alcuna competenza specifica in questa materia, si è assunto lo scomodo e sicuramente impopolare compito di dire le cose come stanno. La copertura di questa particolare forma di cassa integrazione applicabile ai lavoratori di aziende di piccole o piccolissime dimensioni (sotto i 15 dipendenti, praticamente il 98% dell’intero panorama produttivo locale, ndr.) è terminata prima del previsto. La crescita esponenziale delle domande ha fatto finire anzitempo una copertura che doveva durare invece sino al mese di giugno. Giorgio Bontempi non si è limitato a lanciare il grido d’allarme. Ha anche convocato i colleghi delle altre amministrazioni provinciali lombarde per la realizzazione di un documento da indirizzare al nuovo governatore Maroni e all’assessore Aprea per invitare la Regione a prendere atto della gravitĂ della situazione e muoversi di conseguenza per trovare le risorse necessarie.

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A spingere l’assessore Bontempi è stato il vertiginoso aumento delle richieste di cassa in deroga registrato nel Bresciano in questi primi tre mesi dell’anno. A fronte delle 418.542 ore autorizzate (e coperte) al 27 febbraio se ne sono aggiunte altre 785.127 sino al 21 marzo, che sono ancora in attesa di validazione, e un numero imprecisato ancora in istruttoria. “I ritardi nelle risposte

alle domande presentate dall’inizio di marzo in poi – denuncia l’assessore Bontempi – non sono frutto di lungaggini burocratiche. Sono finite le risorse ma nessuno ha il coraggio di dirloâ€?. Che fare allora? Per l’Assessore è necessario che il Governo (quello ancora in carica, in attesa del nuovo) e la Regione facciano la loro parte. Nel frattempo l’assessore Bontempi ha convocato per il 28

marzo la commissione lavoro, di cui fanno parte tutte le parti sociali, per uno studio piĂš approfondito della situazione. “So che con queste affermazioni – è stata la sua conclusione – rischio di essere impopolare. Ma dire le cose come stanno è un atto di onestĂ verso chi vive situazioni di disagio e vede minacciato il diritto al lavoroâ€?. Il riferimento di Giorgio Bontempi è per quelle migliaia di lavoratori bresciani che nei primi mesi di questo 2013 hanno guardato alla cassa integrazione guadagni in deroga probabilmente come all’ultimo sostegno al reddito familiare. L’esaurimento con tre mesi di anticipo rispetto al previsto della copertura finanziaria di questo particolare tipo di ammortizzatore sociale getta un ulteriore ombra di preoccupazione sul Bresciano. Per questo, è stato il reiterato appello dell’assessore Bontempi, è necessario per la Regione si attivi, chiamando a precise risposte anche il governo nazionale, per rimediare a una situazione potenzialmente esplosiva.

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1RYLWj EUHVFLDQH DO 9LQLWDO\ Il consorzio Garda Classico diventa consorzio Valtènesi e sbarca a Vinitaly per ufďŹ cializzare la novitĂ : un deďŹ nitivo cambio di “ragione socialeâ€? che arriva dopo l’entrata in vigore ufďŹ ciale della nuova Doc della riviera bresciana del Garda, scandita dalla vendemmia 2011. Ad un anno dal debutto sul mercato con il primo prodotto, la nuova denominazione ha ormai deďŹ nitivamente preso il largo e sarĂ grande protagonista del

progetto promozionale che dal 7 al 10 aprile animerĂ la partecipazione alla 46ÂŞ edizione dell’expo veronese. “Per il nostro territorio siamo ad un passaggio epocale – afferma il presidente del Consorzio Sante Bonomo –. Abbiamo dato ai nostri vini il nome del terroir, adottando procedimenti produttivi ancor piĂš rigorosi per garantire un profilo qualitativamente ineccepibile ed in linea con le esigenze di modernitĂ

del mercato. Vinitaly 2013 sarĂ per noi non solo un importante banco di prova, ma anche un trampolino di lancio dal quale far decollare in via deďŹ nitiva la nostra nuova ďŹ losoďŹ aâ€?. Grandi protagonisti della spedizione veronese saranno soprattutto i nuovi Valtènesi Chiaretto Doc dell’annata 2012. Al Vinitaty sarĂ presente anche il consorzio Vini Montenetto. La Doc Capriano del Colle e l’Igt Monte-

netto di Brescia sono i prodotti che terranno banco nella “spedizioneâ€? del Montenetto all’expo veronese, con in primo piano il nuovo Marzemino Doc, che dalla vendemmia 2011 ha ottenuto la Denominazione di origine controllata: un riconoscimento doveroso per un vino che su questo territorio si produce ďŹ n dal ‘500, come documentato dall’agronomo rinascimentale bresciano Agostino Gallo.


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quei dirigenti e delegati camuni che hanno costruito la Cisl nel territorio in Valle Camonica e nel Sebino bresciano e che dopo 33 anni, con grande spirito di servizio e profondo senso di appartenenza, hanno accompagnato con umiltĂ questo processo di accorpamento. Non siamo qui oggi a chiudere una stagione, ma ad aprirne una nuova ancora piĂš esaltante, che grazie all’apporto di tutti darĂ ancora piĂš ruolo e rappresentanza al nuovo territorioâ€?. “Niente

andrĂ perso dell’esperienza Cisl in Valle Camonica – ha detto dal canto suo nella relazione Enzo Torri – perchĂŠ ci uniamo per essere maggiormente presenti nei luoghi di lavoro, per allargare gli spazi di incontro e di servizio per lavoratori, giovani, anziani e nuovi cittadiniâ€?. SigniďŹ cativa la presenza al Congresso dei tre ex segretari generali che avevano ricoperto l’incarico prima di Diomaiuta: Luigi Mastaglia, Roberto Ravelli Damioli e Gianbettino Polonioli.

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nzo Torri è stato rieletto alla guida della Cisl bresciana. Anzi, eletto, non rieletto, perchĂŠ quello che si è celebrato a Villa Fenaroli di Rezzato il 21 e 22 marzo è stato per la Cisl un Congresso un po’ speciale. “Direi molto speciale – precisa Torri – perchĂŠ è stato, dopo 33 anni, il primo Congresso a carattere provinciale con l’unificazione dei due territori sindacali esistenti fino a ieri, quello della Cisl Valle Camonica-Sebino con quello della Cisl di Bresciaâ€?. PerchĂŠ questa decisione? Per semplificare la nostra organizzazione, per evitare duplicazioni di ruoli e funzioni sia nei confronti delle controparti imprenditoriali che di quelle istituzionali. E poi per mettere tutte le risorse disponibili, umane prima ancora che economiche, a disposizione di un grande progetto: essere in tutti i luoghi di lavoro, ampliare la presenza sul territorio di

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tivi di soddisfazione o di preoccupazione? Molto piĂš semplicemente direi che siamo consapevoli di una grande responsabilitĂ . Sono 102.308 lavoratori, giovani, famiglie, anziani, immigrati che fanno affidamento sulla Cisl. Penso che sarĂ possibile uscire dalla crisi anche se sapremo alimentare fiducia, condividere percorsi, aggregare attorno all’idea della cooperazione e non a quella dello scontro. Questo è un tema emerso piĂš volte nel corso del dibattito congressuale... Abbiamo ribadito con forza la natura partecipativa della Cisl bresciana e il ruolo che si è assunta in questi anni di crisi durissima. Le culture sindacali in campo sono andate chiaramente delineandosi: c’è quella antagonista e conflittuale e c’è quella della partecipazione e del confronto. La Cisl incarna da sempre quest’ultima, con l’obiettivo di salvare il lavoro che c’è, allargare le forme di solidarietĂ tra

i lavoratori, garantire loro forme di tutela anche nelle situazioni piĂš difficili di chiusura delle attivitĂ . I diritti dei lavoratori si salvaguardano difendendo il lavoro perchĂŠ fare le barricate sui diritti senza curarsi della sorte delle aziende è una operazione puramente di facciata. Lei ha parlato al Congresso della necessitĂ di relazioni piĂš strette e piĂš positive tra lavoro e impresa... Ho grande rispetto per la straordinaria tradizione imprenditoriale che Brescia ha saputo esprimere e continua ad esprimere. Gli accordi che firmiamo con le aziende hanno come primo obiettivo quello di salvaguardare, di non disperdere il capitale umano. Partendo da questi dati di fatto abbiamo bisogno, io credo, di scrivere insieme un accordo che ridefinisca nell’ottica della partecipazione le relazioni industriali a Brescia. Sarebbe un segnale di svolta molto importante e noi siamo disposti a lavorarci da subito.


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Una nuova stagione esaltante: è ciò che si augurano i dirigenti del Team Loda Millennium di Brescia in occasione della presentazione ufficiale del terzo anno di vita. E, se il buon giorno si vede dal mattino, il gruppo presieduto da Nicola Loda (ha smesso di correre da sette anni dopo 14 da professionista) è giĂ a buon punto avendo ottenuto otto vittorie in poco piĂš di un mese dall’inizio dell’annata 2013. L’obiettivo è confermare e migliorare il bottino di 60 vittorie

centrate nell’annata precedente (ben quattro le maglie di campione italiano). Soddisfazione anche per la crescita del movimento: dai 130 iscritti dello scorso anno si è passati a 150 con un etĂ compresa tra i 21 e i 55 anni. Sette le categorie rappresentate, di cui una tutta al femminile e composta da 35 atlete. “Abbiamo creato un bel gruppo di amici ed agonisti con la passione della bicicletta – spiega Loda – il nostro obiettivo non è solo la vittoria ma lo stare assiemeâ€?.

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arco Berni ce l’ha fatta: alle 18 del 24 marzo (le 4 del 25 marzo in Italia) ha tagliato il traguardo dell’ Iditaroad Trail Invitational 2013, a Nome, in Alaska, classificandosi secondo assoluto nella categoria dei ‘runner’. L’atleta bresciano ha percorso a piedi i 1.800 km del ‘percorso lungo’ in soli 28 giorni e 4 ore, al suo fianco c’era l’amico Beat Jegerlehner; davanti a loro, con un distacco di quasi 80 ore, Tim Hewitt, che ha vinto scegliendo di non fermarsi ai check-point lungo il percorso e di portare con sĂŠ tutte le provviste e l’equipaggio, dalla partenza di Knik Lake fino alla meta finale di Nome. L’Iditarod Trail Invitational è una competizione nata per onorare il ricordo del valoroso cane Balto che nel 1925 salvò la popolazione locale da un’epidemia di difterite portando il vaccino su una slitta per 1.800 km. I partecipanti possono scegliere il tragitto breve di 560 km, con traguardo a McGrath, oppure quello lungo, che prosegue per altri 1.240 km fino a Nome, decidendo se percorrerli tutti a piedi, in mountain bike o con gli sci: Marco Berni, 46enne di Monticelli Brusati, è stato l’unico italiano ad aver partecipato nella categoria ‘runner’ puntando solo sulla forza delle proprie gambe. Gli altri due italiani presenti quest’anno, Ausilia Vistarini e Sebastiano Favaro, hanno invece

Berni ha dovuto cambiare una prima volta gli scarponi, ormai rotti e divenuti inutilizzabili, le vesciche e il dolore l’hanno poi obbligato ad iniziare una cura antibiotica ed a cambiare nuovamente le scarpe a Unalakleet. Il tratto piĂš difficile è stato quello tra Takotna e Shageluk, dove per le temperature troppo alte, la neve sciolta ha trasformato il fondo in poltiglia fangosa rendendo pesante trascinare la slitta e le gambe. Gli ultimi giorni sono sembrati ancora peggiori, colpiti da pioggia ininterrotta e forti raffiche di vento gelido, ma la resistenza è stata premiata dal calore con cui il runner bresciano e i compagni sono stati accolti dal pubblico di Nome. Ora, dopo tanta fatica, Berni torna a casa, nella sua Monticelli Brusati per godersi il meritato riposo, anche se, potremmo scommetterci, questo amante dell’escursionismo estremo non se ne starĂ per molto tempo lontano dalla montagna e dai rifugi in alta quota.

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partecipato come biker. Loro hanno raggiunto la meta, a Nome in 22 giorni e 7 ore. Erano 49 gli sportivi partiti da Knik Lake il 24 febbraio, in direzione di McGrath. Al traguardo del percorso breve, il vincitore, David Johnston, ha segnato il tempo record di soli 4 giorni e 19 ore, arrivando addirittura prima di alcuni “bikerâ€?; l’atleta però,

assieme a molti altri, ha deciso di fermarsi e non proseguire verso Nome. Ad affrontare il percorso lungo, ne sono rimasti solo 12 rimasti, tra cui i tre bresciani, i due biker e il runner Marco Berni che, come già nel 2006 e nel 2009, ha resistito alle difficoltà , macinando, passo dopo passo, tutti i 1.800 km. La sfida in realtà si è rivelata piÚ dura del previsto: a McGrath,

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%UHVFLD QRQ VL VSH]]D LO WDE GHO 5LJDPRQWL Niente da fare. Nemmeno la pazza partita interna contro il Cittadella, terminata con un 2 a 2 maturato nei secondi finali dopo il vantaggio ottenuto da Picci e l’immediata risposta di Di Nardo, è servita a spezzare il sortilegio che da qualche tempo sembra gravare sullo stadio Rigamonti. Dal rotondo 5 a 0 ottenuto il 30 dicembre con il Crotone, infatti, su sei partite disputate tra le mura amiche i risultati parlano chiaro: lo

score è di quattro pareggi e due sconfitte. Per dirla in altri termini, quattro punti conquistati su 18 disponibili. Risultati troppo magri per una squadra che possa puntare ai playoff: allo stato attuale il Brescia occupa ancora la sesta posizione a 46 punti, ma una vittoria avrebbe consentito di agguantare il Varese al quinto posto a 46, mentre ora ci si deve guardare alle spalle dal Novara, che tallona a una sola incollatura.

Certo, che i playoff effettivamente verranno disputati è tutto da stabilire: allo stato attuale, infatti, la distanza tra la terza, il Livorno, e la quarta, l’Empoli è proprio di 10 punti, 63 a 53, perciò si profila la medesima situazione che si ebbe nel 2006-2007 quando vennero direttamente promosse la Juventus, il Napoli e il Genoa, che all’ultima giornata raggiunse il vantaggio in doppia cifra sul Piacenza necessario alla promozione diretta.

Anche allora il Brescia, sesto, vide sfumare la possibilità di partecipare agli spareggi per la massima serie. Tuttavia, ad oggi, il campionato è ancora lungo, mancano ancora nove giornate ed è perciò troppo presto per lanciarsi in questi calcoli. Una cosa però è certa: da parte sua il Brescia, per mantenere questa speranza, ha davanti a sÊ una sola strada: tornare a fare punti in casa. La volata finale riparte da qui.


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Sport come mezzo educativo, ma non solo. L’impegno del Csi sull’ostico terreno della disabilitĂ prosegue, con passione, perseveranza e quella speranza che fa sembrare gigantesco ogni piccolo passo. Ci sono sďŹ de dove il risultato non arriva dal campo, ma dall’esperienza e dal suo ricordo, che può diventare la molla per giocare una partita quotidiana e trovare le motivazioni per poterla vincere. Sempre. Ecco perchĂŠ lo scorso weekend a Trenzano è

stato tagliato un altro traguardo per il progetto “Cinque modi per crescereâ€?. Gli atleti diversamente abili di Brescia e Cremona si sono incontrati al palazzetto dello sport, dove il Csi Brescia ha organizzato un triangolare di calcio a 5. Tutti hanno potuto mettersi alla prova, relazionarsi, esultare o rammaricarsi, vincere o perdere. Le prossime tappe saranno dedicate a pallavolo e basket prima del ďŹ nale polisportivo con l’atletica. Saranno altri piccoli, grandissimi passi.

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itorno all’inverno. La tappa di Braone doveva essere l’esordio primaverile del calendario ciclistico, ma ci hanno pensato pioggia e temperature rigide a complicare la giornata degli appassionati delle due ruote, che al di lĂ delle condizioni climatiche sono balzati in sella diventando protagonisti di una gara da incorniciare. Un centinaio i biker sulla linea di partenza a caccia del II Memorial Riccardo Prandini. Dopo il giro di lancio di 1,2 km su un tratto asfaltato il gruppo è passato compatto sotto il gonfiabile, ma appena usciti dal paese la testa del serpentone è stata conquistata da Nicola Bazzani (Mata Team) seguito da Enzo Gnani (Gnani Bike) e Carlo Zaglio del Team Bike Gussago, pluricampione italiano ed europeo e vincitore della precedente edizione. Nel corso della gara le carte si mescolano al comando, e dopo 5 giri è Carlo Manfredi Zaglio a conquistare la vittoria in solitaria centrando la sua personale doppietta nella manifestazione. 1h12’21â€? il suo tempo. Secondo posto per l’ottimo Nicola Bazzani (Mata Team), che ha avuto la meglio su Enzo Gnani. Ai piedi del podio Francesco Capretti (Mata Team) e Michael Bertasi (Gsc

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del I Cross del Mella. Gli stradisti torneranno a sfidarsi lunedĂŹ 1 aprile a Provaglio d’Iseo, dove si svolgerĂ il 9° Memorial Vezzoli. Questa la classifica assoluta di Braone: 1) Zaglio Manfredi (Team Bike Gussago) 1h12:21; 2) Bazzani Nicola (Mata Team); 3) Gnani Enzo (Gnani Bike Team); 4) Capretti Francesco (Mata Team); 5) Bertasi Michael (Gsc Bertasi); 6) Rizza Stefano (A.S. Boario); 7) Bettineschi Natale (A.S. Boario); 8) Zanardelli Enrico (Sprint Bike Lumezzane); 9) Battaglia Mauro (Brescia Bike); 10) De Maron Daniele (Gnani Bike Team).

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Ancora considerazioni sul non voto

valori non negoziabili? Maurizio Bestagno

Egr. direttore, ho letto con attenzione la lunga e complessa lettera di Francesca Paganuzzi; “PerchĂŠ non ho votatoâ€?, pubblicata su “La Voce del Popoloâ€? del 14 marzo. Penso di non sbagliare interpretandola come lo sfogo appassionato di una persona (e di una cara amica), civilmente impegnata, che ha deciso di non votare perchĂŠ delusa e indignata dalla mancanza di risposte della politica politicante ai bisogni e alle attese. Ed io, da parte mia, non posso non pensare, a proposito del recente e spiazzante successo elettorale del Movimento 5 Stelle, alla risposta di GesĂš ai farisei che gli chiedevano di far tacere i suoi discepoli: “Vi dico che se taceranno costoro, grideranno le pietreâ€? (Luca, 19,40). La lettera è lunga e articolata, e meriterebbe di essere approfondita punto per punto. Ma la lettera si chiude con un riferimento alla “sinistraâ€? che mi pare meriti una precisazione. I due principi fondamentali su cui fanno perno tutti i documenti della dottrina sociale della Chiesa sono il primato della persona umana e la destinazione universale dei beni (cito per tutti la Gaudium et spes nn .25-27 e, rispettivamente, 26 e 69). La loro realizzazione sconta le difficoltĂ delle singole e mutevoli situazioni storiche e socio-politiche, oltre che le deficienze e le colpe degli uomini chiamati a realizzarle. Ma quale, delle due divisioni politiche tradizionali, tra destra e sinistra, pur tra incertezze ed errori, è loro piĂš vicina? E questi due principi, non sono anch’essi, (se non soprattutto)

Una lettera aperta

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Egr. direttore, abbiamo letto con interesse l’editoriale in cui riassumeva con comprovata capacitĂ di sintesi l’esito del voto che ha interessato la nostra collettivitĂ nazionale. Molti hanno lamentato incomprensione da parte dell’elettorato delle buone ragioni del proprio partito o movimento. Pochi si sono chiesti: siamo stati credibili? I nodi fondamentali rimangono irrisolti e la dimensione dei problemi di fondo ha ormai superato il livello di guardia. L’attenzione al bene comune è spesso disconosciuta e prevale soprattutto l’interesse personale o di gruppo/lobby nella sua accezione piĂš negativa. GiĂ , che dire da cittadini e poi credenti ? Come riflettere ad alta voce? Oggi piĂš che mai il ‘cerchiobottismo’ non paga, come non dovrebbero pagare d’altra parte logiche faziose ma ci permettiamo di definire con chiarezza alcuni punti fermi. Se non ricordiamo male nell’omelia dell’ 8 dicembre 2010, nella basilica delle Grazie, il nostro vescovo Luciano, tra altro, in sintesi affermava: â€?‌ Noi non siamo nĂŠ berlusconiani, nĂŠ bersaniani...â€?, opportuna e corretta considerazione che avremmo completato con: cercheremo di stare dalla parte del Vangelo, su questo tracceremo la strada poi ci guarderemo attorno e vedremo con chi stiamo camminando. E proprio nella logica del Vangelo, logica della misericordia, logica della solidarietĂ , logica dell’accoglienza, ci sarebbe piaciuto leggere nella sua analisi che in Lombardia il candidato Ambrosoli, senza

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diretta appartenenza partitica, ben rappresentava quei valori. Sono le linee comuni a molti di noi che sperano in un Chiesa ‘altra’ che ha preso le mosse dal Concilio Vaticano II e dalla testimonianza di molti laici e pastori che hanno saputo incarnare la speranza che si era manifestata in larga parte del popolo di Dio. Non si può rimanere silenti di fronte a movimenti che hanno fatto della logica dell’esclusione e della discriminazione la loro bandiera e che ancora oggi raccolgono vasto consenso, purtroppo, tra la nostra gente. Desta scandalo rivolgersi ai maggiorenti di tali partiti per chiedere sostegno per la riduzione dell’Imu agli oratori. Schiena dritta e percorsi trasparenti nel rapporto con la politica. Certo, i vescovi e i preti non spostano i voti‌ e non devono sponsorizzare apertamente alcuno ma prendere parte per i piĂš deboli, gli esclusi, ecc. e sollecitare pratiche di buona politica che ‘anche’ di loro deve prendersi cura. E qui veniamo al punto. Nella Brescia (soprattutto la provincia) una volta ‘bianca’, Brescia cattolica, come si concilia la consistenza elettorale di movimenti populisti, xenofobi, isolazionisti con la pastorale dei nostri preti ? I casi sono due: nella migliore delle ipotesi non sono ascoltati, nella peggiore essi non parlano, non denunciano e i risultati sono sotto gli occhi di tutti (i nostri occhi naturalmente). Bene, don Adriano, grazie per la benevola accoglienza, per l’attenzione e il lavoro svolto dal giornale molto spesso schierato per i valori che condividiamo e, nel contempo, auspichiamo sempre piĂš coraggio evangelico! Teresa Benedini, Michelangelo Ventura (Anche noi siamo Chiesa)

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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