La Voce del Popolo 2013 16

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Ăˆ tempo di investire sulla capacitĂ di partecipazione dei cittadini t nelle scelte politiche ed economiche. Il ritardo partecipativo del dialogo che deve esistere tra chi esercita il t potere e la cosiddetta societĂ civile è fondamentale. Tutto p ciò c è, a mio avviso, una delle cause di fondo non solo della crisi economica attuale, ma anche della crisi ambientale, c che c per i suoi effetti progressivi è ancora peggiore di quella economica. Pensare che non sarebbe difficile dare piĂš spae ec zio z a questa partecipazione. Essa faciliterebbe le scelte di chi ha h il potere e il dovere di scegliere. Soprattutto renderebbe piĂš responsabili i cosiddetti amministrati, che poi sono i cittadini. r respo Questi, quando vengono chiamati a votare, sarebbero piĂš inforQ mati m e piĂš sereni nel giudizio, sarebbero piĂš contenti di esprimere il loro voto, perchĂŠ sia il passato come il futuro sarebbero parte del loro Allora, c’è da chiedersi, perchĂŠ questa partecipazione lo protagonismo. protagonis non viene, con ogni o mezzo, portata avanti? Sappiamo che partecipazione equivale inevita inevitabilmente a piĂš mediazione. Un lavoro che non finisce mai in una democrazia democra matura. SarĂ solo per questo?

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Adozioni a Brescia: un figlio, una famiglia

Manerbio. Il voto per superare il commissariamento

Monari in Germania. Essere Chiesa oltre i confini bresciani

Vangelo e costituzione. SocietĂ fondata sulla giustizia

Calcio. Brescia: tre punti e ora si può sognare

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‹•’‘Â?†‹ǥ ƒÂ?ƒ ‡ …‘•–”—‹•…‹ Vocazione non è una parola di moda. Ha il “vagoâ€? sapore di una roba che richiama i preti e le suore, eppure la vocazione è una dimensione che riguarda la vita di tutti, o meglio, di tutti quelli che credono che vivere in modo riuscito e pienamente umano la vita sia importante, che l’esistenza non sia casuale e che vivere per amore sia la strada che vale la pena percorrere.

Ogni anno la Chiesa universale ce lo ricorda invitando alla preghiera per tutte le vocazioni: perchĂŠ i preti, i consacrati, gli sposi, i missionari e tutti quelli che hanno fatto una scelta definitiva di vita riescano ad essere fedeli e a rendere evidente il mistero dell’Amore che li ha chiamati (vocati). Inoltre la Chiesa prega perchĂŠ molti giovani possano godere della stessa esperienza e lo farĂ , appunto, in una Giornata, che domenica prossima vedrĂ Brescia al centro delle celebrazioni nazionali, e che papa Paolo VI volle esattamente 50 anni fa. Proprio lui alla fine del Vaticano II consegnò ai giovani un messaggio che si apriva con

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queste parole: â€œĂˆ a voi, giovani uomini e donne del mondo intero, che il Concilio vuole rivolgere il suo ultimo messaggio. PerchĂŠ siete voi che raccoglierete la fiaccola dalle mani dei vostri padri e vivrete nel mondo nel momento delle piĂš gigantesche trasformazioni della sua storiaâ€?. E concludeva “Costruite nell’entusiasmo un mondo migliore di quello attuale!â€?. Vivere da chiamati è allora accettare di raccogliere la fiaccola della fede per essere nel mondo segni di una speranza nuova. Una speranza da costruire e che la chiamata rende efficace. Anzitutto perchĂŠ sentirci dei chiamati è la piĂš valida polizza di assicurazione

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sull’esito riuscito della nostra umanitĂ . Vivere rispondendo a una chiamata dell’Amore di Dio ci solleva dai pesi mondani e ci libera dalle ansie terrene elevando il nostro sguardo a ciò che è essenziale. Sentirci amati è veramente bello! Ciò colma il desiderio piĂš profondo di ogni cuore umano. L’amore abilita ad amare senza misura, ad aprire il cuore all’accoglienza e al dono senza riserve, alla disponibilitĂ e alla reciprocitĂ . CosĂŹ è per chi consacra la sua vita al Signore nel matrimonio, come per chi vive il sacramento dell’ordine o una vita consacrata al servizio dei fratelli nella comunitĂ cristiana e nel mondo. In secondo luogo

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vivere da chiamati significa vivere da obbedienti cioè da persone in perenne ascolto (ob audire) di Dio e dell’uomo, quel Dio che parla nel quotidiano e nel volto dei fratelli e delle sorelle che ci stanno vicino. L’obbedienza abilita alla sensibilitĂ verso il dolore piĂš intimo e apre alla gioiosa esperienza del prendersi cura di chi è nel bisogno. Chi sa ascoltare, sa pure affrontare le responsabilitĂ che gli sono affidate con leggerezza nella convinzione che nulla di ciò che ci è dato è nostro, ma che tutto è Grazia (aiuto efficace) di Dio. Allora la vocazione colma il cuore di gratitudine, il bene cresce e con esso la gioia e la speranza.


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Adozione: un figlio, una famiglia Â?…Š‡ •‡ Â?‘Â? •‡ Â?‡ ’ƒ”Žƒ Â?‘Ž–‘ ‹Ž ’”‘…‡••‘ ƒ†‘––‹˜‘ …‘Â?–‹Â?—ƒ Ġ ‹Â?–‡”‡••ƒ”‡ —Â? „—‘Â? Â?—Â?‡”‘ †‹ …‘’’‹‡ Â?‡Ž ”‡•…‹ƒÂ?‘Ǥ ”‹„—Â?ƒŽ‡ ‡ •Ž ŠƒÂ?Â?‘ •‘––‘•…”‹––‘ —Â? ’”‘–‘…‘ŽŽ‘ ’‡” ‘––‹Â?‹œœƒ”‡ ‹Ž ’‡”…‘”•‘ •‹ƒ •—Ž ˜‡”•ƒÂ?–‡ ˆ‘”Â?ƒ–‹˜‘ …Š‡ •— “—‡ŽŽ‘ „—”‘…”ƒ–‹…‘

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uò sembrare strano ma tra i primi libri a parlare, seppure indirettamente, di adozione c'è la Bibbia. Non è storia di adozione quella del piccolo Mosè, raccolto sulle rive del Nilo dalla figlia del Faraone? E non è una forma di adozione, seppure del tutto particolare, quella che GesĂš prima di morire in croce compie affidando il discepolo prediletto alla madre, perchĂŠ lo accolga come figlio? L’istituto dell’adozione è antico, anche se non ha mai trovato una particolare pubblicistica. Nata con la finalitĂ di offrire a chi non aveva una propria discendenza la possibilitĂ di tramandare il cognome e il patrimonio, consentendo all’adottato di mantenere i rapporti con la sua famiglia di origine, l’adozione conobbe una prima evoluzione nel 1967, quando il legislatore, accanto a quella ordinaria, previde la cosiddetta adozione speciale a favore dei

minori di etĂ , che perseguiva l’intento di recidere i legami del minore di otto anni con la sua famiglia di origine per ricomprenderlo, in qualitĂ di figlio, nella famiglia adottiva. Nonostante l’intento innovativo, l’adozione speciale non raggiunse mai lo scopo per il quale era stata disciplinata e, perciò, l’istituto, venne nuo-

vamente riformato con la legge 183 del 1984, che accanto all’adozione nazionale ha previsto quella internazionale. Si tratta di leggi che, pur in mezzo a tante difficoltĂ , hanno dato a tante coppie la possibilitĂ di diventare famiglia. Il canale piĂš usato è stato quello dell’adozione internazionale. Nel decennio 2000-2011, solo per restare ai dato piĂš recenti comunicati dalla Commissione nazionale adozioni, sono entrati in Italia oltre 34mila minori, assegnati a 27.547 coppie. A fare la parte del leone, sulla base dei dati relativi al secondo semestre 2011, le coppie lombarde che hanno chiesto l’autorizzazione all’ingresso a scopo adottivo di 388 minori; seguono le coppie laziali, che hanno adottato 213 minori stranieri, quelle della Toscana, con la richiesta di ingresso 184 minori stranieri, e quelle del Veneto, che hanno adottato 164 minori. Il maggior ricorso alle adozioni internazionali ha una duplice ragione.

Da una parte infatti c’è la legislazione italiana che prima di dichiarare l’adottabilitĂ di un minore tenta in tutti i modi di farlo accogliere dalla famiglia di origine. C’è poi un secondo aspetto, di carattere burocratico. La disponibilitĂ all’adozione nazionale di una coppia deve essere rinnovata ogni tre anni dalla stessa. Quella per l’adozione internazionale, invece, una volta che la coppia ha dato mandato ad un ente accreditato non ha alcuna scadenza. Per questi motivi negli anni la scelta dell’adozione internazionale è andata aumentando, complice anche la presenza sul territorio di associazioni e gruppi di volontariato che hanno fatto conoscere l’esistenza di tanti bambini abbandonati nei Paesi poveri del mondo che potevano diventare parte integrante anche di tante famiglie italiane. Negli ultimi tempi, però, anche a causa della crisi in atto e al giro di vite che molto Paesi hanno dato alle rispettive legislazioni in materia di adozione, anche il trend delle adozioni internazionali ha conosciuto una frena-

ta. Non certo a Brescia dove, come confermano in queste pagine Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni, e Adele Ferrari, responsabile del Centro adozioni e dei consultori familiari dell’Asl di Brescia, il loro numero si è mantenuto sostanzialmente invariato. Secondo i dati in possesso del Tribunale (che territorialmente copre anche Bergamo, Cremona e Mantova, sono state 212 le domande di adozione internazionale presentate nel 2012 a fronte delle 216 dell’anno precedente, 449 quelle nazionali contro le 418 del 2011. Brescia, dunque, tiene anche grazie a un sistema che vede finalmente dialogare efficacemente i suoi attori. Nelle scorse settimane, su iniziativa del presidente Gatto, il Tribunale per i minorenni ha sottoscritto un protocollo con le diverse Asl dei territori di riferimento, per ottimizzare il percorso della coppia verso l’adozione, sia sul versante formativo (la conferma arriva anche dall’Asl) che su quello burocratico. Passi in avanti importanti che non rendono,

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però, meno leggera l’attesa di chi ha scelto la strada dell’adozione. “Ci spiace dovere aspettare tanto – affermano Camillo e Stefania (i nomi sono di fantasia) in attesa di adozione internazionale – perchĂŠ abbiamo la percezione che questa attesa sottragga tempo prezioso che al progetto di famiglia che abbiamo ipotizzato giĂ da anni con la scelta della strada dell’adozioneâ€?.

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on cala la tensione bresciana all’adozione. La conferma arriva anche da Maria Carla Gatto (nella foto), dall’agosto 2009 alla guida del locale Tribunale per i minorenni. “Certo – afferma – il momento economico non certo favorevole ma anche la contrazione della natalitĂ sono fattori che incidono sul numero delle domande di adozione presentate al Tribunale, cosĂŹ come il fatto che molti Paesi stranieri diano ormai in adozione bambini che manifestano una serie di problemi. Tutti questi elementi fanno la differenza e ci costringono, se possibile, a una cura ancora maggiore nella valutazione delle coppie che scelgono l’adozioneâ€?. Una maggiore attenzione che, nelle intenzioni del presidente Maria Carla Gatto, ha trovato traduzione anche nella volontĂ di ottimizzare, ai fini di un migliore servizio alle famiglie e ai minori, i rapporti e le interazioni operative tra le diverse istituzioni coinvolte nel percorso verso l’adozione, come Tribunale e Asl. “La nostra attivitĂ in tema di adozione entra in contatto con fenomeni che attraversano la vita della coppie e delle famiglie – afferma la presidente del Tribunale per i mino-

renni – era necessario mettere mano a quelle prassi operative differenti che potevano generare fraintendimenti e distanze tra istituzioni e tra queste e le famiglie intenzionate a intraprendere il cammino dell’adozioneâ€?. Maria Carla Gatto ha cosĂŹ proposto un percorso formativo che ha coinvolto giudici del tribunale e operatori delle Asl di Brescia, Valle Camonica-Sebino, Mantova, Bergamo e Cremona e che ha riconsiderato le varie fasi del percorso adottivo, individuando criticitĂ ed esperienze virtuose dei diversi territori di competenza del distretto (il Tribunale di Brescia ha competenza anche per Bergamo, Cremona e Mantova, ndr.) divenute patrimonio comune. “Questo lavoro – prosegue ancora la Presidente del tribunale per i minorenni – ha consentito di mettere punti fermi nelle azioni delle diverse Asl a favore delle coppie del distretto ai fini del migliore risultato possibile: quello di procedere a una esatta individuazione delle caratteristiche della coppiaâ€?. I risultati raggiunti hanno trovato traduzione in un protocollo sottoscritto poche settimane fa, utile sia per le coppie che scelgono la strada dell’adozione nazionale che per quelle che optano, invece per quella inter-

nazionale. Il protocollo, sottoscritto solo poche settimane fa, sta giĂ producendo importanti risultati. “Questo perchĂŠ – afferma la presidente Gatto – le misure e le prassi adottate sono state certificate da un lungo cammino di preparazione che ha preceduto la stesura del documento stessoâ€?. La messa in rete di esperienze diverse e le nuove modalitĂ di interazione tra Asl e Tribunale ha permesso, per esempio, di accorciare notevolmente i tempi di risposta dell’autoritĂ giudiziaria, passati da piĂš di un anno a sette mesi per ottenere il decreto di idoneitĂ . Importanti risultati, per altro, poco valorizzati quando si parla di Tribunali per i minorenni. “Normalmente i media – è la considerazione di Maria Carla Gatto – tendono a presentare i tribunali per i minorenni come le autoritĂ che tolgono i bambini alle proprie famiglie. Evidentemente non interessa piĂš di tanto quella parte di attivitĂ svolta per risolvere i tanti problemi che il minore può incontrare nella sua quotidianitĂ . Fa notizia il caso eclatante, quando il genitore si vede sottratto il figlio o si verifica l’abbandono traumatico di bambini appena partoritiâ€?. Meglio sarebbe, per la Presidente, presentare tutte quelle

possibilitĂ che la legge italiana mette a disposizione di chi non intende affrontare il ruolo di genitore. Questo eviterebbe tante scelte irresponsabili da parte di chi partorisce. C’è, infine, un ultimo punto, una residua criticitĂ su cui sarebbe auspicabile intervenire per migliorare il sistema adozioni, un passaggio che la presidente Gatto, i sei giudici togati e i 28 onorari in servizio presso il Tribunale per i minorenni hanno ben presente, ed è quello dell’eccessiva lunghezza del percorso per l’accertamento della irreversibilitĂ dello stato di abbandono del minore. “Sono tempi troppo lunghi – è la sua convinzione – dettati dalla necessitĂ di tenere conto anche del diritto dei genitori ma che finiscono per essere poco compatibili con i tempi di crescita del bambino stessoâ€?.

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Una delle ragioni che frenano molte coppie dall’intraprendere il cammino dell’adozione internazionale è quello dei costi. Si parla di decine di migliaia di euro, cifra che varia a seconda del Paese scelto e dell’ente a cui la coppia affida il proprio mandato. Una ragione, però, che sembra crollare non appena si mette piede nella sede dell’associazione Progetto SĂŁo Josè di Rezzato, l’unico ente del Bresciano riconosciuto dal Consiglio dei ministri e dalla Commissione per le adozioni internazionali. Quello delle adozioni è un fronte apertosi “naturalmenteâ€?, dopo un impegno di anni di Angelo Giacomini e di chi, con lui, ha condiviso la passione per il Brasile, a sostegno dei Pavoniani e dei Comboniani che operano in quel Paese. “Dopo avere incontrato tante situazioni di povertĂ Č‚ racconta Angelo Giacomini Č‚ e avere lavorato al fianco dei missionari e dei volontari per cercare di prevenire l’abbandono del minore, abbiamo pensato anche alle adozioni internazionaliâ€?. Da oltre 20 anni l’associazione ha avviato un percorso per preparare le famiglie italiane (il bacino è quello del Nord Italia, escluso il Piemonte) all’accoglienza di un minore abbandonato, seguendole nel loro cammino adottivo. Un percorso, quello proposto dalla SĂŁo Josè che si propone, grazie ad una ĂŠquipe di esperti, di accompagnare la coppia sin quando nasce l’idea dell’adozione internazionale e che prosegue anche dopo che il bambino è giunto in famiglia. Non si parla di costi a Rezzato, molto al di sotto delle medie nazionali, ma di un cammino in cui l’esperienza vissuta da chi ha adottato diventa guida per chi si accinge a questo passo.


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I ragazzi che affollano gli istituti di pena minorili non sono soltanto stranieri: stanno aumentano massicciamente i reati commessi da italiani minorenni, “non si tratta solo degli affiliati alla criminalitĂ organizzata, ma sempre di piĂš di minori provenienti da famiglie normali, perchĂŠ stanno aumentando le baby gang, ma anche le violenze commesse attraverso i nuovi strumenti di comunicazione, come Facebookâ€?. L’allarme è stato

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lanciato dal direttore generale del Dipartimento di giustizia minorile Serenella Pesarin, nel corso della presentazione dei finalisti del premio letterario Goliarda Sapienza “Racconti dal carcereâ€?, che quest’anno vede per la prima volta anche una sezione dedicata a “minori e giovani adultiâ€?. Anche il garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, ha ricordato che negli istituti di pena ci sono moltissimi italiani, “che commettono reati piĂš gravi

dei non italianiâ€?, e che oltre al sovraffollamento uno dei fenomeni da contrastare è la “recidiva, molto diffusa soprattutto tra i minoriâ€?. “Nelle 14 carceri del Lazio ci sono 7.200 detenuti mentre la loro capienza regolamentare è di 4.5004.800. In un carcere cosĂŹ affollato i detenuti non conservano i loro diritti – afferma –. Il problema fondamentale è la cultura: non si può pensare che la sicurezza dei cittadini sia assicurata solo dal carcereâ€?.

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a crisi colpisce sempre piĂš duramente ampie fasce di popolazione, la povertĂ si trasforma e cambia aspetto, e la Chiesa è chiamata a moltiplicare gli sforziâ€?: questo l’invito del vescovo di Lodi Giuseppe Merisi, presidente di Caritas italiana, che ha aperto a Montesilvano (Pescara), il 36° Convegno nazionale alla presenza di oltre 600 rappresentanti delle 220 Caritas diocesane, sul tema “Educare alla fede per essere testimoni di umanitĂ â€?. Un convegno particolarmente significativo, che coincide con l’inizio del pontificato di papa Francesco e la sua opzione preferenziale per i poveri. A mons. Merisi sono state rivolte alcune domande. Sotto quali auspici si incontrano in questi giorni le Caritas di tutta Italia? Siamo nel decennio dell’educare promosso dalla Cei, per cui stiamo affrontando la prospettiva educativa, per aiutare le Caritas diocesane a sentirsi parte viva sul territorio. Ci stiamo anche soffermando su alcuni capitoli particolari: i terremoti, i profughi, i giovani, il servizio civile. La novitĂ di quest’anno sono i gruppi di confronto, per ascoltare i pareri e offrire prospettive. Cosa significa per la Caritas l’invito di papa Francesco ad andare nelle periferie?

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le povertĂ , che si stanno estendendo al ceto medio per la perdita del lavoro. Come affrontate la crisi? Insistendo molto sui luoghi di discernimento e sugli osservatori delle vecchie e nuove povertĂ . Le situazioni sono abbastanza diversificate, perciò prima di tutto bisogna conoscerle. Altrimenti si rischia di limitarsi a cogliere solo ciò che si vede immediatamente. Bisogna andare nella profonditĂ delle vicende. PerchĂŠ c’è gente che si vergogna di far vedere che soffre duramente per la povertĂ

Come aiutare tanta gente in difficoltĂ ? Prima di tutto conoscendo le situazioni per aiutare la gente a superare la tentazione di chiudersi in sĂŠ stessi, come vediamo purtroppo dalla cronaca di tutti i giorni. Conoscere, incontrare, incoraggiare, ascoltare. Allora bisogna trovare un modo per incontrare queste povertĂ . Nei centri di ascolto si fa lo sforzo di superare il livello dell’aiuto immediato, attraverso luoghi che aiutino a conoscere e approfondire le situazioni. Non è facile perchĂŠ i bisogni sono urgenti. Però è indispensabile.

$XPHQWD LO WUDIILFR GL HVVHUL XPDQL Sono 23.632 le vittime identiďŹ cate o presunte di tratta di esseri umani nell’Unione europea nel periodo 2008-2010, di cui ben 6426 (piĂš di un quarto) in italia, e il trafďŹ co di donne, uomini e bambini è in crescita costante. Lo rivela il primo rapporto della Commissione Ue sulla tratta di persone in Europa, che registra un aumento delle vittime di trafďŹ co di esseri umani e una diminuzione del 13% delle condanne per i trafďŹ can-

ti. E l’Italia è il Paese che, in valore assoluto, registra il maggior numero di casi con 1624 identiďŹ cazioni nel 2008, 242 nel 2009 e 2381 nel 2010. I dati pubblicati nei giorni scorsi da Eurostat e dalla direzione generale Affari interni della Commissione e ripresi da redattore sociale.it, sebbene risultino sotto certi aspetti ancora carenti e raccolti a macchia di leopardo, dunque difďŹ cilmente comparabili e probabilmente molto

conservativi, indicano delle tendenze chiare: nel 2008, il numero delle vittime da tratta presunte o identiďŹ cate era di 6.309, salito a 7.795 nel 2009 e a 9.528 nel 2010. A essere maggiormente fatte oggetto di tratta sono le donne, che rappresentano il 68% del totale. Gli uomini invece sono il 17%, e la differenza fra maschi e femmine si riscontra anche se si considerano i minori: il 12% del totale sono bambine, men-

tre i bambini rappresentano il 3%. Il 62% delle vittime di trafďŹ co di esseri umani è sfruttato per prestazioni sessuali, il 25% come manodopera forzata. Altri tipi di trafďŹ co, come ad esempio quello di organi, vengono indicati al 14%. La maggioranza della tratta avviene all’interno dell’Unione europea stessa (ben il 69%), con i cittadini di Romania e Bulgaria a guidare questa poco invidiabile classiďŹ ca.


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scelta del successore di Giorgio Napolitano. La convocazione in seduta comune del Parlamento e dei delegati regionali per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica è effettuata 30 giorni prima che scada il termine del suo mandato (quello di Napolitano scadrĂ il prossimo 15 maggio, ndr.). La convocazione è effettuata dal Presidente della Camera dei deputati. Se le Camere sono sciolte, o manca meno di tre mesi alla loro cessazione, l’elezione ha luogo

entro 15 giorni dalla riunione delle Camere nuove. Nel frattempo sono prorogati i poteri del Presidente in carica (art. 85, Cost.). L’elezione ha luogo per scrutinio segreto. Nei primi tre scrutini è richiesta la maggioranza di due terzi della assemblea (671 voti); dal quarto è sufďŹ ciente la maggioranza assoluta. Nessuna delle compagini parlamentari dispone, però, dei voti necessari per l’elezione “in solitariaâ€? del Presidente della Repubblica entro i primi tre scrutini.

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isto che le vie della politica, probabilmente piĂš di quelle del Signore, sono infinite, potrebbe anche capitare che al momento di sfogliare questa edizione di “Voceâ€? i lettori giĂ conoscano il nome del 12° Presidente della Repubblica italiana che succede a Giorgio Napolitano. Certo le premesse non inducono all’ottimismo. Pd e Pdl continuano a correre su binari paralleli. Berlusconi sostiene fortemente la necessitĂ di legare in un unico abbraccio la doppia partita Quirinale-Palazzo Chigi. Senza accordo su una carica salta anche quello sull’altro. Il Pd, da parte sua, insiste nel tenere distinte le due questioni. Prima di sceglie un presidente della Repubblica condiviso e poi si torna a parlare di governo anche se l’ipotesi di un esecutivo delle larghe intese continua a essere smentita. Entrambi gli schieramenti, poi, sono alle prese con “dinamicheâ€? interne: piĂš tranquille quelle del Pdl, disposto anche a prendere in considerazione un candidato a Quirinale piĂš vicino al centro-sinistra (Amato e D’Alema su tutti), in attesa di sparare, secondo alcuni “si diceâ€? sempre piĂš insistenti, la candidatura dello stesso Berlusconi. L’unico no certo è quello per Romano Prodi, l’unico negli ultimi 20 anni in grado di battere per due volte il fondatore di Forza Italia prima e del Pdl poi in una competizione elet-

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torale. Decisamente piÚ burrascosa la situazione in casa Pd. Ad agitare le acque, ancora una volta, è il sindaco di Firenze Matteo Renzi che dopo

avere invitato il segretario Bersani a non perdere tempo nella rincorsa a un esecutivo dal parto decisamente travagliato, non ha mancato di dire la sua anche in merito ad alcune candidature al Quirinale che sono circolate nel centro destra. Renzi non ha particolarmente apprezzato nomi come quelli di Anna Finocchiaro e di Franco Marini, giudicandoli improponibili. Scontate e non certo tenere le reazioni dei due interessati. Il Movimento 5 Stelle ha celebrato le sue “Quirinarieâ€?, indicando nella giornalista Milena Gabanelli la propria candidata. La giornalista di “Reportâ€? è stata scelta da un gruppo di nove personalitĂ fra cui figuravano anche Gino Strada, fondatore di Emergency, Dario Fo, Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale, Emma Bonino e Romano Prodi. Tra il primo e il secondo turno della consultazione è intervenuto però Casaleggio, deus ex machina del movimento insieme a Grillo, che ha tuonato che il candidato “stellatoâ€? non doveva avere un passato politico. Difficile sapere se l’ammonimento ha trovato terreno fertile e se la Gabanelli sia frutto di questo intervento. Ipotesi, si dice e chiacchiericci sono destinati però a cessare il 18 aprile con la convocazione dei 1007 grandi elettori per il primo degli scrutini per la scelta del presidente della Repubblica.

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La solidarietĂ diventa musica e cabaret: martedĂŹ 30 aprile, alle 20.30, presso l’Auditorium San Barnaba a Brescia, si terrĂ un evento di beneficenza promosso dal Lions Club Brescia Capitolium per i “Tre Angeli di Francescaâ€?. L’iniziativa ha lo scopo di raccogliere fondi in favore delle tre figlie di Francesca Alleruzzo, la maestrina di San Polo uccisa dall’ex marito un anno fa insieme ad altre tre persone. Protagonisti della serata, molti

Dieci padiglioni completamente dedicati al gioco e a loro completa disposizione, tra cui: laboratori creativi, attrazioni sportive, gonfiabili, cavalli, barchette, quattro spettacoli teatrali, biciclette e monopattini, una gigantesca sabbionaia, e ancora truccabimbi, il trenino di Seridò‌ tutto completamente gratuito e a misura di bambino. Tutto questo e molto altro è Seridò, che grazie all’AdasmFism, l’Organizzazione degli asili e delle scuole materne di Brescia, con

giovani artisti: Claudia Vergotti, Francesca Vignoni, Fabrizio Bolpagni, Martina Luise, e il vincitore del programma “Italia’s got talent� 2013, Daniel Adomako; si esibiranno con la fisarmonica due allievi dodicenni del Maestro Oscar Taboni. Saranno presenti anche il cabarettista bresciano Pierpaolo Fabbri e Giorgio Zanetti. La manifestazione ha ottenuto il patrocinio della Provincia, del Comune di Brescia e della Circoscrizione centro.

la sua formula no profit fa divertire i piccoli protagonisti e le loro famiglie da ben 17 anni. SĂŹ, perchĂŠ l’edizione 2013 è la numero 17, e dura dal 25 aprile al 5 maggio nei giorni 25, 26, 27, 28 – 30 aprile e 1 – 4, 5 maggio, aperto dalle 9.30 alle 19. La novitĂ del 2013: a Seridò è stata allestita l’area beach, gestita dal Centro sportivo italiano di Brescia, uno spazio di oltre 1000 mq dedicati agli sport da spiaggia, dal beach volley al tennis su sabbia, una vera e propria arena.

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Il cammino riprende Nominato il Presidente della Camera e del Senato, le due assemblee, secondo la Costituzione hanno eletto il Presidente della Repubblica Italiana: Luigi Einuadi. Non è stato facile: sopra i partiti e sopra le diverse ideologie i rappresentanti del popolo non hanno ancora saputo vedere solo gli interessi della Nazione, nĂŠ trovare unanimi l’uomo superiore ad ogni sospetto, per erigerlo come sentinella alla difesa della Costituzione stessa, di fronte alle possibili intemperanze o alle discordie delle due Camere o a qualche attimo di sbandamento del Paese. Come repubblica l’Italia è giovane; la popolazione non ha pur anco il senso pieno di quello che sia veramente un Capo dello Stato repubblicano, e gli uomini meritevoli e capaci di assumere, in piena autoritĂ e popolaritĂ , la grande carica hanno bisogno di una lunga preparazione ancora per presentarsi – vorrei dire quasi di diritto – a domandare la suprema designazione del Paese. Comunque, adesso il Capo è stato eletto: non si deve discutere piĂš. C’è naturalmente chi, eterno

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votarsi, in libera disciplina, a ricostruire davvero la Nazione nel suo spirito e ne’ suoi beni, giovandosi di quella situazione di favore che le hanno creata la stessa forma democratica del regime; il credito cui è salita dopo due anni di faticoso lavoro e di non poche sofferenze, per l’abilitĂ e l’onestĂ de’ suoi capi responsabili e per la saggezza dimostrata dal suo popolo medesimo contro tutte le lusinghe e le paure che avrebbero potuto condurlo a perdizione. Il Capo di un popolo,

liberamente scelto, lo si ama, lo si aiuta, lo si rispetta; si prega per lui, lo si difende. Il suo credito e il suo successo costituiscono il credito e il successo di tutto il suo Paese. Si deve esigere da lui, il piĂš grande rispetto alla libertĂ del suo popolo, la difesa, quasi il culto della Costituzione nel nome della quale ha assunto la sua carica, la forza per imporsi, la bontĂ di farsi amare, la saggezza per comporre le discordie, la intelligenza e la prontezza per suggerire.

Superiore ad ogni partito, ad ogni, riguardo, ad ogni interesse personale, distinto per virtĂš morali e intellettuali, egli è il rappresentante autentico della Nazione: non è piĂš libero: è servo di una causa, di un popolo, anche se tutto questo non è detto nella legge, anche se il suo mandato tassativo è unicamente quello di designare – interprete del volere delle due Camere – il Presidente del Consiglio, dal quale verrĂ poi formato il Governo. Al di lĂ della lettera è lo spirito, ed è secondo questo che bisogna guardare a lui, perchĂŠ tutti abbiano coscienza e sicurezza che il Paese ha un Capo, una forza, un credito, un’anima, e che il cammino perciò riprende, deve riprendere, in faccia al mondo, davanti a Dio, verso la nostra rissurezione. Ricevendo l’annuncio della sua nomina. Luigi Einaudi ha esclamato, nella commozione: “Sia fatta la volontĂ di Dio!â€?. Ăˆ bello riprendere il cammino – come popolo cristiano – con la fede di tessere, tutti insieme, quella storia ch’è nei disegni della divina volontĂ .


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Domenica 21 aprile Ghedi celebrerĂ la primavera e la passione per i ďŹ ori e il verde con la terza edizione di “Fuori come i balconiâ€?, manifestazione presentata in stretta collaborazione dall’Associazione culturale Iris e dall’Assessorato al commercio della locale amministrazione comunale. Una vera e propria festa, che si preďŹ gge innanzitutto di richiamare i ghedesi nelle vie del centro e che si protrarrĂ tra una sorpresa e l’altra dalle 9.30 sino alle 19.

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Punti di riferimento dell’iniziativa piazza Roma, piazza Trento e le vie del centro storico, che verranno trasformate per l’occasione in una grande vetrina all’aperto, dove saranno in esposizione per l’intera giornata ďŹ ori, piante e tanti altri oggetti dedicati al orovivaismo: “Possiamo sintetizzare – racconta l’assessore al commercio Diego Martinelli – dicendo che si tratta di una mostra orovivaistica arricchita dall’esposizione di quadri a tema e dalla presenza di bancarelle

(comprese quelle dedicate alle associazioni di volontariato del territorio). I negozi rimarranno aperti per tutto il giorno, ci saranno intrattenimenti per i bambini e dalle 11, in biblioteca ci sarĂ â€˜Ghedilegge’, iniziative e proposte per tutti i gusti, per lettori e nonâ€?. L’appuntamento per tutti è dunque per le vie del centro di Ghedi che si trasformeranno in una sorta di giardino ďŹ orito dai mille colori, uno spettacolo per una giornata all’aperto.

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l 26 e il 27 maggio i manerbiesi eleggeranno il proprio sindaco; il Comune ora è retto dal commissario prefettizio Gabriella Mucci. Liste, programmi e candidati, per legge, saranno ufficializzati il 30° giorno antecedente il voto – ossia il 27 aprile – ma il clima è giĂ caldo, tra riunioni di vecchi e nuovi movimenti e riflessioni sulle vere esigenze del paese. Il Pd locale ha giĂ deciso: sosterrĂ Samuele Alghisi, con la lista “Patto civico per la rinascita di Manerbioâ€?. Il giovane papĂ (classe 1971) originario di Cadignano, abita a Manerbio con la moglie e i due figli dal 2007. Ăˆ laureato in filosofia e diplomato al liceo scientifico di Manerbio. Nella sua visione, il sindaco non sarĂ â€œun uomo soloâ€? ma il regista di un gruppo di assessori e consiglieri uniti da una comune dichiarazione d’intenti. “Gli assessori – precisa – non saranno esperti di politica ma tecnici pragmatici che sappiano fare scelte concrete e gestire i contiâ€?. La prima cosa che farĂ se verrĂ eletto? “Studiare il bilancio e valutarne la capacitĂ di assorbimentoâ€?. La vecchia maggioranza, dopo le discordie che hanno portato allo scioglimento dell’amministrazione Meletti, si proporrĂ probabilmente con due liste separate. Indiscrezioni vorrebbero gli ex Fli, ex Udc ed un parte degli ex pidiellini dimissionari uniti in una lista ci-

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tale, darĂ spazio alle formazioni sociali e promuoverĂ idee strategiche per il risparmio energetico, come il progetto dei pannelli fotovoltaici sui tetti della scuola media. Dalla Lega Nord, per ora, nessuna dichiarazione ufficiale, a parte l’intenzione di non ammettere gli ex alleati dimissionari e il mantenimento nel programma dei temi caldi al partito: lavoro, residenti e territorio. Potrebbe dunque proporre un proprio candidato, magari insieme agli ex pidiellini vicini alle idee leghiste. Altro candidato di cui si parla da giorni è Luisa Lauro, con la civica “OnestĂ e sicurezza per

Manerbioâ€? sostenuta dal Partito popolare sicurezza e difesa. La 29enne di origine napoletana ma bresciana d’adozione, laureata in legge e collaboratrice in uno studio legale, ha dalla sua la grinta e la voglia di migliorare le cose, tipica dei giovani coraggiosi. Nel programma punto di forza è la creazione della figura del manager security, che dovrebbe affiancare il sindaco sui temi di sicurezza e salute dei cittadini. Il 22 aprile si aprirĂ la propaganda elettorale. Ăˆ ora che Manerbio, con i suoi 12.869 abitanti, inizi a riflettere sul futuro che desidera.

/¡$LGR HQWUD LQ FODVVH L’Aido Brescia, su invito della sezione di Pisogne e della direttrice dell’indirizzo turistico del Tassara Raffaella Zanardini, ha incontrato gli studenti delle quarte e quinte classi, illustrando il valore della donazione di un organo e portando testimonianze di giovani che grazie al trapianto hanno iniziato una nuova vita: quella di Nicla Bonardi di Brescia e Michela Zanardini di Gratacasolo. La cultura della vita

si impara sui banchi: ci crede la scuola e ci credono le associazioni che operano sul territorio con finalitĂ sociali e sanitarie, quali l’Aido. Partire dalla scuola, dicono all’Aido, è fondamentale per formare un nuovo cittadino piĂš responsabile e per avere ambasciatori credibili nella societĂ degli adulti distratti e chiusi in se stessi. La donazione è un atto d’amore, ma è responsabilitĂ civica e civile del mondo

contemporaneo: ecco perchĂŠ la scuola è il luogo dove parlarne. Gli studenti dell’indirizzo turistico dell’Istituto Tassara di Pisogne hanno ascoltato le relazioni scientifiche, hanno preso appunti sui dati statistici, epidemiologici e sanitari, hanno rivolto domande soprattutto ai tre testimoni presenti che, grazie a delicati trapianti di organi vitali, quali polmoni e fegato, hanno ricominciato a vivere.

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pensiero dell’etĂ moderna (tra cui Marx, Feuerbach, Nietzsche e Freud), venerdĂŹ 19 aprile sarĂ ancora don Raffaele Maiolini (nella foto) a proporre un ulteriore e successivo passo: dal cristianesimo sďŹ dato della modernitĂ la nostra attenzione si sposterĂ sul cristianesimo provocato della postmodernitĂ . Questo l’interrogativo di fondo: come essere credenti nel tempo della postmodernitĂ , cioè oggi? A partire dal celebre testo “La

condizione postmodernaâ€? (1979) di Jean-François Lyotard, don Maiolini svilupperĂ un percorso teso a considerare ed analizzare le piĂš interessanti provocazioni poste dalla postmodernitĂ al cristianesimo, nel pensiero e nelle proposte di alcuni tra i piĂš importanti pensatori italiani (tra gli altri Gianni Vattimo e Luigi Lombardi Vallauri) e in costante confronto con la riessione teologica piĂš attuale. Nel libro di Lyotard si legge

che una delle componenti del sapere postmoderno è data dalla narrazione, dalla forma narrativa, dal sapere narrativo che può raccogliere in sĂŠ una pluralitĂ di giochi linguistici; diverso è il discorso scientiďŹ co, il quale, per sussistere, deve obbedire a due regole di base: referente è ciò che può costituire oggetto di prova, supporto di convinzione nel dibattito; lo stesso referente non può fornire una pluralitĂ di prove contraddittorie o inconsistenti.

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isposte concrete nell’ambito della cultura. Le chiedono, ai candidati sindaco della cittĂ , gli operatori di 17 gruppi di teatro professionale non istituzionale cui sta a cuore “La cultura che verrĂ â€?. Nello Spazio Teatro Idra è andato in scena un secondo incontro pubblico volto ad approfondire che cosa e in che modo si intende fare per la cultura a Brescia. Il dibattito è stato preceduto dalla lettura di un comunicato diffuso da Laura Gamba (Movimento 5 stelle) che ha rimarcato il legame tra la cultura e il territorio, la necessitĂ di trasparenza nelle scelte effettuate e nei soggetti coinvolti, la visione della cultura non come fardello ma come strumento di crescita e il ruolo dell’ente pubblico portatore di interventi diffusi, di supporto alle iniziative. A Emilio del Bono (centrosinistra), a Francesco Onofri (Piattaforma Civica) e al sindaco uscente Adriano Paroli (centrodestra) è toccato confrontarsi sull’indirizzo generale di politica culturale, sul profilo del prossimo assessore alla cultura, sull’individuazione e la concretizzazione delle buone pratiche e sulle possibili strategie di reperimento fondi, pubblici e privati. Per Del Bono “Brescia è in grado di produrre cultura meglio e piĂš di altre cittĂ , ma occorre coinvolgere maggiormente il mondo associativo e piĂš in genera-

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porre anche l’evento promozionale, che ‘tira’, a patto che non fagogiti tutto il resto. Occorre recuperare risorse pubbliche, a livello europeo e private, stringendo partnership importanti. In questo modo la cultura potrĂ diventare punto nevralgico dello sviluppoâ€?. Secondo Onofri “dobbiamo avere piĂš ‘ardore’ e piĂš passione per proporre scelte culturali che siano riconoscibili. La scarsitĂ di risorse non può essere un alibi, anzi può essere motivo di orgoglio per essere riusciti ‘brescianamente a fare’, anche con poco. Si può fare ricerca, abbracciando le proposte che vengono dai giovani. Ma occorre

recuperare il concetto di ‘comunità ’ come elemento prezioso di una identitĂ peculiare, che a Brescia viene da una lunga storia e tradizione e che è fatta di solidarietĂ , laboriositĂ , tenacia, patrimonio culturale. Manca oggi l’affermazione sociale della nostra identitĂ : non facciamo valere ciò che abbiamo. Il nuovo assessore non deve essere un uomo di partito e non necessariamente un artista, ma deve possedere requisiti di libertĂ , tolleranza e curiositĂ , per essere un’anima critica, che porti sollecitazione. Dobbiamo avere la capacitĂ di creare relazioni verso l’esterno in vista di progetti di promozione culturaleâ€?. Per Paroli “il bilancio ‘culturale’ dell’ultimo quinquennio è positivo: sono arrivati il riconoscimento Unesco, la riapertura del Capitolium, il rilancio del Grande e del Ctb, la mostra d’arte contemporanea in Santa Giulia, il recupero del Santa Chiara. Abbiamo delle prioritĂ dettate dal ‘sociale’, ma queste non devono far dimenticare la cultura che al ‘sociale’ può essere utile. Dobbiamo guardare avanti per trovare risorse pubbliche e private, per stringere convergenze e collaborazioni. Per l’assessore ho in mente una donna che sia in grado di recepire con sensibilitĂ le sollecitazioni della cittĂ . E per Expo 2015 dobbiamo essere in grado di allestire un evento espositivo forteâ€?.

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'HO %RQR YLQFH OD VILGD “Sono contento della partecipazione, perchĂŠ quasi 5000 persone hanno partecipato alle primarie dimostrando che è stata una partecipazione di popolo e che erano primarie vere. Siamo una realtĂ democratica, non autoreferenziale e non facciamo liste personali. Siamo impegnati a vincere le elezioni in Loggia per restituire a Brescia un governo dopo quello pasticcione e non all’altezza di questi anniâ€?. Con queste parole Emilio Del Bono, capogruppo del Pd e candidato per il centrosinistra alle prossime elezioni, ha commentato il successo: ha ottenuto il 67,87% delle preferenze contro il 29,35% di Marco Fenaroli e il 2,79% di Maria Cipriano. I voti validi sono stati 4.883, otto le schede bianche, due le schede nulle. In totale hanno votato per Emilio Del Bono 3.314 elettori, 1.433 si sono espressi per Fenaroli, 136 per la Cipriano.

Nel frattempo prosegue il tour serale (ore 20.30) nei quartieri di Del Bono: 18 aprile, quartiere Mompiano, sala dei Lavatoi via Rampinelli 6; 19 aprile, quartieri via Cremona-Volta, in via Repubblica Argentina 120; 22 aprile, quartieri San Polo storico-SanpolinoCimabue, sala civica via Sabbioneta 14; 23 aprile, quartieri Primo Maggio-Fiumicello; 24 aprile, quartiere Chiesanuova, via Livorno 5; 30 aprile, Centro storico. “Questa settimana – spiega Del Bono – presenteremo la mia lista civica che sarĂ una sorpresa perchĂŠ ci sono tante personalitĂ rilevanti della societĂ civile bresciana che parlano a un mondo cattolico, riformista e liberaldemocratico. Siamo convinti che potremo parlare alla maggioranza dei bresciani al secondo turno: ci stiamo attrezzando per un governo rappresentativo. Le liste che mi sostengono sono giĂ setteâ€?. Ci sa-

rĂ ovviamente la lista di Fenaroli (“Al lavoro con Bresciaâ€?), una civica ma che rappresenta anche uno spicchio della sinistra bresciana, il Partito democratico (“il piĂš forte e il piĂš solido dell’alleanzaâ€?), una lista laica “Spirito liberoâ€?, “una lista civica del Sindaco che parla all’area cattolico-democratica della cittĂ â€? e si chiamerĂ â€œCivica con Del Bonoâ€?, e poi una civica di volontari (“Brescia con la genteâ€?) “una realtĂ molto vivace e per nulla impegnata nei partiti ma molto nell’attivitĂ di volontariato della cittĂ . Mi dispiace che altri soggetti non abbiano voluto partecipare alla costruzione dell’unica alternativa di governo possibile alla giunta in carica, hanno perso un’opportunitĂ anche perchĂŠ il voto utile è un voto serio nelle elezioni amministrative: non bisogna mai disperdere il consenso in piccole civiche che lasciano il tempo che trovanoâ€?.


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economico e socialeâ€?. Ha una consistenza patrimoniale iniziale di 1.500 euro e disporrĂ di un’ulteriore donazione di 25mila. “La donazione – spiega Manuel Morandi, che prosegue in seno all’Associazione l’esperienza del fratello Franco scomparso e impegnato insieme a don Piero Verzeletti in opere di solidarietà – è il frutto del ‘Comitato dei mille’ voluto per sostenere i nostri progetti, per rispondere concretamente ai bisogni, non

solo materiali, delle persone in difďŹ coltĂ â€?. Ne è un esempio l’iniziativa denominata “Emergenza freddoâ€?, condivisa con Comune di Brescia, parrocchie e altre associazioni, che da novembre ad aprile, grazie all’impegno di oltre 250 volontari, ha dato un posto letto, un pasto caldo e conforto a 200 persone senza ďŹ ssa dimora. “La crisi deve imporre la solidarietĂ . I soldi servono, ma non bastano. Occorrono anche persone che si mettano insieme e condividano le

proprie idee. PerchĂŠ da soli non si va da nessuna parteâ€?. Insieme nel “Comitato dei milleâ€? che punta a recuperare 1.000 cittadini solidali per trasformarli in volontari attivi. “Crediamo che portare dignitĂ , riconoscerla anche a chi vive ai margini sia un dovere di ciascuno, sia una responsabilitĂ diffusa che coinvolge tutti, sia un modo per riconoscersi cittadini e sostenere il diritto alla cittadinanza di tuttiâ€?. Le modalitĂ si trovano sul sito www. fondazionebresciana.org. (v.b.)

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assaggio storico per la Fondazione Ant che da sempre si occupa dell’assistenza degli ammalati. Ăˆ stata infatti resa ufďŹ ciale la ďŹ rma della convenzione tra Ant e l’Asl di Brescia che consegue all’accreditamento della Fondazione in Regione Lombardia per le cure palliative domiciliari. Concretamente, sulla scorta della lista degli enti accreditati stilata da Asl, ogni paziente affetto da tumore può giĂ dallo scorso mese di marzo scegliere Ant come erogatore di assistenza domiciliare. Da parte sua, Ant riceverĂ un contributo per la prestazione erogata, che gli permetterĂ di coprire i costi sostenuti. “Ant non diventa un ente pubblico – ci tiene a sottolineare il segretario della delegazione bresciana, Andrea Longo – ma al contrario per noi rimane fondamentale il valore del volontariato ed il peso

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delle donazioni singole, che ci permettono di portare avanti anche altri importanti progetti di prevenzione. Il sostegno istituzionale ci darĂ l’ossigeno necessario per mantenere le attivitĂ che giĂ svolgiamo tutti i giorni, permettendoci di migliorare la capacitĂ di soddisfare i bisogni delle famiglie e allargare il territorio di coperturaâ€?. L’accreditamento vale infatti per il distretto Asl numero 1, ossia Brescia e Collebeato, ma non si esclude un ampliamento futuro. Infatti, Ant è presente anche in Valtrompia e Lago di Garda, in particolare grazie ad una collaborazione con l’ospedale di Desenzano. In base alle richieste pervenute l’anno scorso, provenienti per metĂ dalla cittĂ , si stima che l’introito della convenzione sarĂ di circa 400mila euro, il 50% dei costi sostenuti nell’anno precedente. “L’ingresso di queste risorse – prosegue Longo – potrĂ permetterci di valutare altre forme di sostegno in base alle esigenze delle famiglie, come ad esempio assegni familia-

ri che in anni precedenti eravamo riusciti a consegnare ai piĂš bisognosiâ€?. Soddisfatti anche Maurizio Mineo, coordinatore nazionale degli ospedali domiciliari oncologici Ant, e il direttore dell’Asl, Carmelo Scarcella, che ha ricordato le difďŹ coltĂ aggirate grazie alla creazione di un apposito registro dedicato agli enti erogatori di cure palliative, e ha elogiato il lavoro dell’Ant, che dal 2001 a Brescia e provincia ha assistito gratuitamente a domicilio circa 2500 malati di tumore: “Ant è una grande risorsa per il sistema assistenziale e ha saputo negli anni fornire risposte di qualitĂ alla sofferenzaâ€?. Al coro dei plausi si sono uniti anche il sindaco Adriano Paroli, l’ex vicesindaco (ora consigliere regionale) Fabio Rolfi e l’assessore regionale al territorio Viviana Beccalossi, tutti concordi sull’idea che “questa convenzione sia un modello di integrazione tra pubblico e volontariato, che non sono in competizione ma anzi devono allearsi per assistere chi soffreâ€?.

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‡Â?–”‘ „”‡•…‹ƒÂ?‘ †‘™Â? Dz ƒ •‡––‹Â?ƒ ‘Â?†ƒdzǣ ͛͜ ”‹–”ƒ––‹ ‹Â? ’‹ƒœœƒ ‘‰‰‹ƒ Nell’ambito delle manifestazioni per i 20 anni del Centro bresciano down, con il patrocinio del Comune di Brescia, è stata organizzata una mostra fotografica dal titolo “La Settima Ondaâ€?. Dopo Erbusco, Capriolo, Carpenedolo e Pavone Mella, domenica 21 aprile la mostra arriva in piazza Loggia (dalle 9.30 alle 18). Un gruppo di appassionati fotografi si è dedicato a ritrarre alcuni ragazzi del Centro bresciano down in vari momenti della loro vita. Un percorso che rappresenta

la normale diversitĂ delle persone affette dalla Sindrome di Down. Il risultato è una collettiva di ritratti intensi e spensierati. Una leggenda narra che in un luogo lontano, piĂš vicino al paradiso di quello che possiamo immaginare, gli uomini attendano l’arrivo della settima onda. In silenzio, guardano arrivare le prime sei. Regolari, identiche. Sono tutte uguali ma bellissime. Si susseguono una dopo l’altra, quasi ipnotizzano. Si infrangono a riva e sembra quasi vogliano

attaccare chi le sta osservando ma poi si disperdono, spariscono. Ma è l’arrivo della settima che questi uomini stanno aspettando. Non segue il corso previsto delle precedenti, ma improvvisa, arriva piĂš alta e poi trascina via, verso il largo. Porta via tutto con sĂŠ e poi lo restituisce, trasformato. Dona agli uomini qualcosa che era giĂ loro ma in una forma diversa. “La Settima Ondaâ€? sono i ragazzi ritratti, che, con la loro quotidiana diversitĂ , arrivano a sconvolgere

e rimescolare la vita: 43 fotografie in grande formato raccontano la normale sconvolgente diversitĂ di 43 ragazzi visti dai fotografi Massimo Alfano, Enrico Beneduce, Elena Bertelli, Marco Bianchetti, Manuel Colombo, Ernesto Mezzera, Marco Pasinelli, Franca Perletti, Silvano Peroni, Laura Predolini e con la presentazione di Stefania Balotelli. Alle 43 fotografie si aggiungono quelle del progetto realizzato dalle cinque fotografe della Laba di Brescia.

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prile è il “mese della prevenzione alcologicaâ€?. L’iniziativa è finalizzata a sensibilizzare la popolazione sui pericoli legati all’abuso di bevande alcoliche, a ridurre l’impatto sociale del fenomeno e le ricadute sul sistema sanitario. “L’Asl di Brescia ha sempre ritenuto prioritari interventi mirati nell’ambito delle dipendenze da sostanzeâ€? afferma il direttore generale dell’Asl Carmelo Scarcella. “Per questo motivo è stata istituita una struttura dedicata ai problemi di alcol dipendenza, il servizio alcologia, e specifici servizi territoriali. L’utenza di questi Servizi è in continuo aumento fin dalla loro istituzione. Per il mese della prevenzione, le ĂŠquipe di operatori del Servizio alcologia saranno presenti con l’unitĂ mobile aziendale in zone di grande passaggio e negli stand dedicati messi a disposizione dai Centri Commerciali che hanno aderito all’iniziativa. Si svolgeranno interventi di counsel-

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ling, offerte di rilevazioni etilometriche, somministrazione di questionari di autovalutazione insieme alla consegna di materiale informativo specifico in forma di dĂŠpliant, locandine e opuscoli. Le UnitĂ operative territoriali, i

Nuclei operativi alcologia dell’Asl di Brescia, afferenti al Servizio alcologia sono quattro: Brescia, Leno, Sarezzo, Salò. Nel corso del 2012 questi Servizi hanno assistito 1852 persone (80,5% uomini, 19,5% donne), confermando il trend di crescita dell’utenza (nel 2011 sono stati assistite 1550 persone). In media la fascia d’etĂ maggiormente rappresentata, fra gli assistiti per patologie e problemi alcol-correlati, è quella 30-60 anni con netta prevalenza del sesso maschile. La fascia d’etĂ sotto i 19 anni rappresenta meno dell’1%. Ai servizi offerti è possibile accedere senza impegnativa del medico curante e beneficiando di prestazioni gratuite. Ecco gli appuntamenti di venerdĂŹ 19 aprile: dalle ore 9 alle ore 12 presso il Centro Commerciale Italmark di Villanuova e dalle ore 14 alle ore 17 presso il Centro commerciale “Il Leoneâ€? di Lonato; dalle 9.30 alle 12.30 presso il mercato di Orzinuovi e dalle 14 alle 17 presso il Centro commerciale “Le Arcateâ€? di Manerbio.

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—•‡‘ ‡…Š‹ ‡ ÂƒÂ•Â–Â‡ÂŽÂŽÂ‘ÇŁ —Â?ƒ ˜‹•‹–ƒ …Š‡ ˜ƒŽ‡ †‘’’‹‘ 850 visitatori da inizio 2013 e piĂš di 2000 complessivi dal giorno di apertura, il 29 settembre scorso: sono questi i numeri piĂš significativi del Museo Lechi, il “contenitoreâ€? di opere d’arte costituito a seguito della munifica donazione del 2005 dei fratelli Luigi e Piero Lechi al Comune di Montichiari. Visto il successo ottenuto, la direzione di Montichiari Musei ha cosĂŹ deciso di prorogare anche nei mesi di aprile, maggio e giugno le visite guidate a prezzo ridotto nelle

giornate di mercoledĂŹ, giovedĂŹ e venerdĂŹ alle ore 17: è necessaria la prenotazione chiamando la segreteria dell’ente museale allo 030/9650455 o inviando una mail all’indirizzo info@montichiarimusei. it e si potranno ammirare, oltre ai 54 quadri presenti al primo piano di Palazzo Tabarino (tra i quali ricordiamo Ceruti, Moretto, Pittoni, Campi, Procaccini), anche le altre opere in deposito tra olii su tela, disegni e stampe facenti parte della collezione. Le novitĂ , però, non

si fermano qui: per incentivare la fruizione dei principali poli culturali della cittĂ si è anche deciso di abbinare, al costo di 6 euro complessivi (equivalenti a due biglietti ridotti) la visita al Museo Lechi con quella a Castello Bonoris, lo splendido maniero di fine ‘800 che racchiude preziosi intarsi lignei e caratteristiche decorazioni del Rollini. E per maggio è in programma la prima “Notte bianca dei Museiâ€?: dalle 20.30 alle 24 del 12, giorno del patrono San Pancrazio,

si potranno visitare, oltre alle due strutture poc’anzi menzionate, anche la Pinacoteca Pasinetti, il Past (Palazzo dell’archeologia e della storia del territorio), il neo ristrutturato Museo risorgimentale e il Teatro Bonoris, un’interessante opportunità per fare il pieno di cultura. Nel frattempo proseguono con analogo successo il corso di giardinaggio nel maniero cittadino ed i laboratori didattici riservati alle scuole tenuti dal personale di Montichiari Musei. (f.m.)

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enitori protagonisti per i bambini. Grande successo per la seconda edizione di “Giocherellandoâ€?, pomeriggio di festa e gioco dedicato al riciclo e riutilizzo dei materiali oltre che alla sostenibilitĂ ambientale. L’iniziativa, promossa e sostenuta dal comitato genitori dell’Istituto comprensivo di Borgosatollo, si è tenuta sabato 13 all’interno del locale Palazzetto dello Sport e ha visto la partecipazione di circa 200 bambini, accompagnati dai loro genitori. A mettersi in gioco, gli stessi genitori, che hanno ideato e animato i vari laboratori ai quali i piĂš piccoli potevano accedere liberamente per una “giocherellataâ€? in allegria. Laboratori musicali o dedicati al travestimento e, ancora, altri laboratori, per la realizzazione di lavoretti con carta, cartone, plastica e materiali di riciclo, la lettura, il semplice gioco: circa 20

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gli angoli preparati per i bambini tra i tre e i sei anni che, una volta registrati al “punto fedeltĂ â€? hanno potuto sbizzarrirsi divertendosi in assoluta semplicitĂ . Presso il “punto fedeltĂ â€?, ad ogni bambino che desiderava prendere parte alla festa, veniva infatti consegnato un tagliando adesivo, da incollare sulla maglietta e sopra il quale, ogni animatore di laboratorio, segnava la presenza e la partecipazione dello stesso; una volta concluso il “percorsoâ€? ludico, ad ognuno dei bambini veniva quindi consegnato un sacchetto di caramelle. Gratuita la partecipazione ai laboratori, eccezion fatta per un paio di stand, dove la scelta di partecipare o meno spettava quindi ai genitori; accanto ai laboratori, inoltre, era stato allestito un ricchissimo punto merenda, al quale i bambini potevano accedere su libera offerta: i prodotti per la merenda, erano infatti stati donati dai generosi sponsor che hanno contribuito in larga misura alla realizzazione de-

gli aspetti tecnici/economici della festa. L’idea di realizzare a Borgosatollo una festa dedicata ai piĂš piccoli si deve a una delle mamme del comitato, Donatella Dus, che nel settembre 2011 la propose agli altri genitori, pensando lei stessa al nome “Giocherellandoâ€?; l’idea, accolta con entusiasmo, venne quindi realizzata una prima volta lo scorso anno e vide la partecipazione di oltre 150 bambini. In occasione di questa seconda edizione, è stato poi pubblicato il libro “C’era una volta Giocherellandiaâ€?, il cui testo, realizzato dai genitori, è stato arricchito dalle illustrazioni di Roberto Gafforini. Assieme al libro, l’audio cd della storia, con la voce recitante di Elena Giacomini e di alcuni bimbi e le musiche realizzate con l’uso del sintetizzatore, opera di Mirko Ferremi, laureando in composizione. Il ricavato della vendita dell’audiolibro verrĂ utilizzato a favore dell’Istituto comprensivo di Borgosatollo, per le esigenze primarie di scuola e studenti.

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”œ‹Â?—‘˜‹ Â?ƒ •‡”‹‡ †‹ ‹Â?…‘Â?–”‹ •—ŽŽƒ †‹•ƒ„‹Ž‹–Â? Affrontare le tematiche relative alla disabilitĂ nella loro molteplicitĂ e diversitĂ . Questo sembra essere il filo conduttore di una serie di incontri organizzati a Orzinuovi dall’associazione Dimau-diversi ma uguali, in collaborazione con diverse realtĂ tra le quali il Centro diurno anziani, la societĂ basket Sgangherati e Oino-osservatorio in opera. L’iniziativa è inoltre patrocinata dagli Assessorati alla cultura e ai servizi sociali del Comune di Orzinuovi. Gli incontri si concentreranno in

particolare sul tema dei diritti del disabile in quanto persona, diritti che spesso non è facile raggiungere. “Alla ricerca dei diritti negatiâ€?, infatti, è il titolo di questo ciclo d’incontri. Al proposito nella presentazione dell’iniziativa si legge questa domanda: “Dove finisce di essere persona un disabile? Dove finisce di essere normalmente portatore di diritti basilari, quali il diritto alla cittadinanza e alla felicitĂ ?â€?. Proprio per rispondere a questi interrogativi vengono proposte serate di ap-

profondimento: dopo quella iniziale tenutasi nei giorni scorsi insieme a Flavio Emer, autore del libro “Il corponautaâ€?, sul rapporto tra disabilitĂ e cittadinanza, sono in porgramma altri incontri. Il 4 maggio, presso la sala belvedere della Rocca di San Giorgio, sarĂ la volta di “DisabilitĂ e amore: omissis?â€?, in cui si discuterĂ di disabilitĂ , affettivitĂ e sessualitĂ con la dott.ssa Rosangela Pezzetta e il dott. Mario Biazzi dell’associazione “La leonessa per la zebraâ€?, con la proiezione del cortometraggio

“Cinquanta di questi giorniâ€?. Nella stessa serata verrĂ presentato il fumetto “Maratonaâ€? realizzato da Giannino Piazza. La serata conclusiva sarĂ invece sabato 18 maggio, intitolata “Far finta di essere saniâ€? e dedicata al rapporto con il mondo dello sport. Sempre presso la sala belvedere saranno presenti diverse realtĂ sportive tra le quali “Sgangherati Basketâ€? Orzinuovi, “Le Cinceâ€? Crema, “Magico Basketâ€? Soresina, “Chumbawamba Calcioâ€? Orzinuovi. (f.u.)

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vere in classe l’occasione di presentare una situazione diversa rispetto alla vita del figlio perfetto e coccolato da tutti, è un’opportunitĂ â€?. A dirlo, con il tono di chi ha alle spalle 20 anni di confronto con la disabilitĂ infantile, è stato il dottore Michele Tagliasacchi, responsabile della neuropsichiatria dell’ospedale Mellino Mellini in occasione dell’incontro organizzato dall’Assessorato ai servizi sociali di Chiari in collaborazione con il gruppo “Gli equilibristi, diversamente genitoriâ€?, venerdĂŹ 5 aprile presso la Sala Punto Incontro di via Rota. Una partecipazione di pubblico oltre ogni aspettativa per questa “prima uscita ufficialeâ€?, cosĂŹ l’ha definita l’assessore Annamaria Boifava nel discorso introduttivo di fronte a una platea la cui soglia di attenzione non ha mai vacillato. “La vita in classe dei nostri figliâ€? con sottotitolo “un alunno disabile può diventare una risorsaâ€?, è stato il tema scelto dal gruppo di genitori pronti ormai, dopo un anno di incontri mensili, ad affrontare il pubblico. “Abbiamo sentito l’esigenza di riunirci, incontrarci, confron-

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va che i genitori di figli disabili devono affrontare.â€?La vita in classe dei nostri figli è al centro dei nostri pensieriâ€?, ha detto un papĂ presente in sala, sottolineando il ruolo fondamentale della scolarizzazione. Anche su questo punto il dott. Tagliasacchi è stato risoluto nel tono rivolgendosi alla platea: non dovete temere il passaggio dalla materna alle elementari, dalle elementari alle medie e dalle medie alle superiori; sono fondamentali per la crescita dei vostri figli, troveranno nuovi stimoli, nuove curiositĂ , e non dovete pensare che gli altri bambini non capiscanoâ€?. A questo proposito è intervenuta un’insegnante presente in sala portando ad esempio la sua esperienza di educatrice ribadendo come spesso non serve spiegare nulla ai compagni di classe, se il gruppo funziona, solo e se si presenta il problema si intervieneâ€?.

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´8QD FDUUR]]LQD SHU 0DVVLPRÂľ “Una carrozzina per Massimoâ€?. Ăˆ questa l’iniziativa varata all’oratorio di Manerbio per dare solidarietĂ a Massimo Gritta che sarĂ seguita da altre iniziative analoghe organizzate dai suoi amici (come è giĂ accaduto a Pompiano nella sede degli alpini) anche per far conoscere il “Resistenza Momentaneaâ€?, raccolta di 64 poesie che l’autore, 34enne manerbiese, ha scritto negli ultimi 10 anni. La pubblicazione delle poesie è un modo in piĂš per raccogliere fondi da destinare alle cure ospedaliere di cui Massimo ha bisogno. C’è anche una pagina su Facebook dedicata a Massimo all’interno della quale si può trovare il codice Iban per eventuali donazioni. Massimo Gritta a 15 anni è stato coinvolto in un grave incidente automobilistico: gli è stata successivamente rilevata un’atassia spino-cerebellare (l’atassia di Friedreich), una malattia degenerativa molto rara e per la quale non esiste cura, che comporta nel tempo un danno progressivo al sistema nervoso. Per Massimo è iniziato un periodo di trasferimenti da una comunitĂ per disabili all’altra Ha conosciuto persone che lo hanno aiutato fra le quali Rossella, ora sua compagna, che per prendersi cura di lui ha lasciato il lavoro presso la struttura ospedaliera in cui si sono conosciuti durante uno dei ricoveri di Massimo. Per lui si pone il problema di una casa spaziosa in cui potersi comodamente muovere. Eppure proprio la carrozzina, uno strumento indispensabile per Massimo, è stata causa dell’ultimo problema che la coppia ha dovuto affrontare: sen-

za contributi statali cambiare quella vecchia per comprarne una nuova piĂš adatta alle esigenze di Massimo, una carrozzina verticalizzante. Ma ecco che irrompono nella vita della coppia tanti amici e tanta solidarietĂ : grazie a cene ed eventi, come lo spiedo svoltosi presso l’oratorio di Manerbio in cui, grazie alla partecipazione di molte persone, si sono raccolti piĂš di 9.000 euro interamente donati a Massimo: la carrozzina è stata ordinata e addirittura giĂ consegnata. (f.pio)

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ÂƒÂŽĂ– Â? ˜‹ƒ‰‰‹‘ …Š‹ƒÂ?ƒ–‘ …‘Â?‘•…‡Â?œƒ “Un viaggio chiamato conoscenzaâ€?. Il titolo riprende in parte una citazione dalla raccolta epistolare tra Dino Campana e Sibilla Aleramo. A volte si vorrebbe che la scuola innovasse sempre, e si rinnovasse in continuazione, come se lo studio e l’apprendimento, e la cultura, fossero una folle corsa destinata a schiantarsi chissĂ dove. L’istituto Enrico Medi di Salò ha preferito stabilire una tradizione: una serie di conferenze, destinate agli studenti dell’istituto, durante

le quali i loro professori, mettendo in campo personali preferenze, competenze ed attitudini, affrontano un argomento. Il programma di questa terza edizione del “Viaggio chiamato conoscenzaâ€? si presenta variegato. LunedĂŹ 22 aprile si inizia con i problemi che Michelangelo incontrò mentre dipingeva la Cappella Sistina (relatore Marcello Riccioni), passando poi a una panoramica del mondo “hispanohablanteâ€?, dove tante culture diverse condividono

la medesima lingua (relatori Nancy Marta, Flavia Bianchi e Lorena Acosta), per finire con le reazioni del nostro corpo di fronte ai diversi stimoli fisici (Giovanna Zane). MartedĂŹ 23 aprile apre il tema del consumatore e del consumo in un mondo che vorrebbe tanto fossero entrambi ecosostenibili (Silvia Musesti e Anna Lamberti), quindi i BarbapapĂ e la loro drammaturgia piuttosto wagneriana (prof. Emiliano Buggio), per chiudere con le dinamiche del gruppo

entro cui siamo sempre costretti a confrontarci (Mariangela Falchetti). MercoledĂŹ 24 aprile si apre con il sempiterno tema dell’amore, prima in una sorta di doppio Shakespeare (elisabettiano uno, cinematografico l’altro; Silvia Bonomini), quindi nell’infernale V canto della Commedia (Marcello Riccioni e Michela Pasini), per finire con uno sguardo al territorio, la Necropoli del Lugone a Salò (Renato Cobelli). Le conferenze sono aperte al pubblico, con ingresso gratuito.

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a “Fiera di Gavardo e Valle Sabbiaâ€? a “Festa di Maggioâ€?, tra tradizione e innovazione. La 57ÂŞ rassegna valsabbina, organizzata da Publiradio, cambia look, ma non pelle e si propone di stupire con novitĂ espositive, culturali ed enogastronomiche. Quattro giorni – sabato 27 e domenica 28 (dalle 10 alle 22), martedĂŹ 30 aprile (dalle 17 alle 22) e mercoledĂŹ 1 maggio (dalle 10 alle 21) – per riaffermare l’appartenenza a un territorio ricco di storia. La prima novitĂ riguarda l’apertura prolungata, fino al 5 maggio, dello stand gastronomico “I Sapori della Vallesabbiaâ€?. L’area dedicata alla ristorazione assume un nuovo sapore “valsabbinoâ€? mixando tradizione e “modernitĂ â€? grazie alla collaborazione con lo chef di fama internazionale Roberto Abbadati con ingredienti e prodotti “a Km 0â€?. Oltre ai “classiciâ€? della tradizione bresciana Abbadati proporrĂ quattro piatti appositamente ideati e sarĂ affiancato in cucina dagli studenti e dai docenti dell’Istituto Alberghiero “Perlascaâ€? di Idro. Nelle serate del 30 aprile, 3 e 4 maggio i gustosi piatti saranno accompagnati “in musicaâ€? con tre concerti proposti dal coro La Faita di Gavardo, da I Malghesetti e da Piergiorgio Cinel ÇŻ

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sono destinati alla ComunitĂ montana per presentare le diverse risorse artigianali, culturali e naturali del territorio con particolare attenzione al Parco Fotovoltaico di Gavardo, alla ristrutturazione della Rocca d’Anfo, alla Rocca di Sabbio Chiese e ai percorsi del Lago d’Idro. I Comuni e le associazioni valsabbine promuoveranno le eccellenze museali, Museo del Lavoro di Vestone, Ecomuseo di Bagolino, Museo di Gavardo, Museo dei reperti bellici di Capovalle e naturalistiche, Mountain Bike di Odolo e Ferrate di Casto. Confermata la presenza di numerosi artigiani dei gruppi “Antichi Mestieriâ€? di Preseglie, “Legno e IdentitĂ â€? di Bagolino e “Bottega di Sculturaâ€? di Pertica Bassa, che oltre ad esporre i propri manufatti, si cimenteranno in dimostrazioni pratiche di attivitĂ legate alla lavorazione del legno e della paglia e alla filatura della lana. In una grande area gestita da Coldiretti è possibile degustare ed acquistare prodotti Made in Italy. Infine nella “Galleria degli Sposiâ€? un nutrito gruppo di espositori propone un pacchetto per l’organizzazione del matrimonio. E per coinvolgere il maggior numero di visitatori alla grande “Festa di Maggioâ€? l’ingresso è gratuito. Le informazioni sul sito www. festadimaggio.it.

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ra storico-artistica della Valle Camonicaâ€?. Ad aprire la kermesse, lunedĂŹ 22 aprile, è stata chiamata Micol Flocchini, storica dell’arte al Dipartimento di arte impressionista e moderna presso la prestigiosa casa d’asta “Christie’sâ€? di Londra. Il secondo appuntamento sarĂ presieduto da Massimo Minini, gallerista che osserverĂ alcune coincidenze formali e sostanziali tra le espressioni artistiche della preistoria e alcune opere contemporanee. LunedĂŹ 6 maggio sarĂ la

volta di Nicola Ballarini. Il giovane artista autodidatta spazia dal disegno, alla pittura â€?su tela e muraleâ€?, alla scultura e alla video arte con la tecnica dello “stop-motionâ€? con grande forza comunicativa. Dialogo tra identitĂ del territorio e forme espressive, sarĂ , invece, il tema centrale del quarto incontro, lunedĂŹ 13 maggio, che Emilio Visconti proporrĂ ai presenti. Il 20 maggio Bice Galbiati Grillo si soffermerĂ sui dipinti di Luigi Lombardi che possono interessare an-

che sul versante di un raffronto con l’ambiente quale si presenta oggi. Con lo stesso sguardo rivolto al passato ed al presente, l’ultimo lunedĂŹ di maggio, Virtus Zallot, storica dell’arte, presenterĂ il ricco ed interessante repertorio di immagini mariane tardo medievali conservate nel territorio di Darfo Boario Terme. Gli incontri si terranno alle 20.30 presso la sede dell’Associazione Arte al Ponte in via Manifattura 57 a Darfo. L’ingresso è libero.

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opo quasi 110 anni di presenza le suore Canossiane lasciano Ponte di Legno. Continua, quindi, il graduale venir meno di religiose (si pensi recentemente alle Comboniane di Edolo) dalle parrocchie dell’Alta Valcamonica. La carenza di nuove vocazioni, la conseguente etĂ media delle suore che va salendo, e gli impegni sempre piĂš onerosi per tenere attive le diverse case, hanno creato questa situazione. A Ponte l’Istituto Canossiano aveva iniziato la propria attivitĂ nel luglio del 1904 e aveva rappresentato a lungo un luogo importante per l’educazione delle ragazze della zona, di Ponte di Legno, Precasaglio, Zoanno, Pezzo, Villa Dalegno, Pontagna. LĂŹ molte raggiunsero il quinto anno delle Elementari, lĂŹ si giocava, ci si divertiva, si pregava, si partecipava agli esercizi spirituali. LĂŹ si cantava e si faceva teatro. E tali attivitĂ in parte si mantennero anche quando, negli Anni ‘50, la sede delle suore venne trasformata in casa per ferie estive ed invernali. La destinazione turistica venne definitivamente imponendosi con l’ammodernamento dell’edificio nel 1978, ma il

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ormai da alcuni anni l’ampia sede è stata venduta definitivamente. â€œĂˆ veramente un vuoto per la nostra parrocchia – ribadisce il dalignese don Daniele Lazzarini, che sull’ultimo numero del periodico parrocchiale ha ricostruito la storia della presenza e dell’opera canossiana a Ponte di Legno – è un vuoto nel difficile compito di educare la gioventĂš e per la solerte partecipazione alle varie iniziative e attivitĂ pastoraliâ€?. Non va dimenticato nemmeno il fatto che la presenza in loco ha favorito la nascita e lo sviluppo di vocazioni religiose canossiane provenienti da quest’area e cioè le madri Marta Bormetti, Emilia Brichetti, Elena Bulferetti, Lucia Giudici, Adele Marchioni, Lucia Rizzi, Maria Rossi e Laura Zampatti. Oggi è il momento del rincrescimento per l’addio, ma pure di un commosso e riconoscente ringraziamento.

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8Q SURJHWWR YLQFHQWH GL DUWH SXEEOLFD “Aperto 2013â€? è una manifestazione di arte contemporanea che si svolge in Valle Camonica. Promossa dal Distretto culturale; è un progetto pluriennale di arte pubblica che assume come riferimento fondamentale le comunitĂ , l’ambiente e la storia, attivando esperienze artistiche capaci di radicarsi nel territorio e di stabilire un colloquio dialettico con i luoghi, l’uomo ed il suo statuto poetico. La rassegna è dedicata al “fare arte al confine e sul confineâ€?, operando nelle aree intermedie di confronto e sovrapposizione tra ambiti. Filo conduttore del progetto che durerĂ piĂš anni è la relazione uomo-natura entro cui l’arte agisce sia come ricerca espressiva che come ricerca culturale capace di tradurre significati e valori in forme ed azioni. Il programma prevede interventi in diversi Comuni della vallata dell’Oglio che, dialogando con il contesto, possano esprimere valori culturali, ambientali e sociali e mettere in opera attivitĂ di ricerca e sperimentazione artistica. “Apertoâ€? vuole cosĂŹ istituire luoghi d’incontro tra le radici profonde del territorio e la cultura contemporanea. Le opere realizzate avranno una valenza oltre che estetica, conoscitiva ed interpretativa del tema, della materia costitutiva, delle relazioni che determinano e del luogo in cui sono inserite. Direttore artistico dell’operazione è Giorgio Azzoni. Il piano di lavoro si propone, attraverso un processo paziente, forme ed aspetti primari della presenza dell’acqua in ambito montano: il

suo scorrere e mutare permetterĂ di rintracciare segni di natura e cultura nella dinamica del fluire perpetuo. Il progetto di ricerca artistica e scavo antropologico sarĂ condotto interpretando “le forme del fareâ€? nel paesaggio, inteso come il “presente remotoâ€? che contiene forme in grado di generare pensiero. L’acqua è una “materiaâ€? di riferimento da cui muoveranno tutti i progetti artistici che saranno collocati in differenti e determinati luoghi della Valle. (e.g.)

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‘˜‡”‡ ƒ –ƒ‰‹‘Â?‡ †‡‹ …‘Â?…‡”–‹ Da lunedĂŹ 15 aprile è iniziata la 86ÂŞ Stagione dei concerti dell’Accademia Tadini di Lovere (nella foto la sede), la storica fondazione culturale voluta dal conte Luigi Tadini nell’Ottocento che, da Crema, villeggiava sulle sponde del Sebino curando l’arte, la musica, il disegno, la raccolta di quadri e la scultura. Ma è stata soprattutto la musica ad avere casa all’Accademia, che ospita anche una bella pinacoteca e una sezione d’arte moderna. 86 anni

fa il direttore dell’Accademia, il violoncellista Enrico Scalzi, diede inizio ad un stagione concertistica che ha visto esibirsi nella sala dei con certi i piĂš bei nomi: da Arturo Benedetti Michelangeli a Natan Milstein, dal Quartetto italiano a Trio di Trieste, da Claudio Arrau a Misha Maisky, solo per citarne alcuni. La stagione dei concerti ha da sempre rappresentato un forte richiamo per molti appassionati. La sala della Tadini è stata giudicata da molti un trampolino di lancio

per entrare nel grande mondo concertistico. Vale per tutti il debutto a Lovere dei pianisti Louis Lortie e Andrea Lucchesini, vincitori del premio Chopin. Dal 15 aprile sei appuntamenti guideranno il pubblico degli appassionati fino al 22 maggio. Il concerto inaugurale ha visto la presenza prestigiosa del pianista Sergyei Milstein, che ha eseguito la “Sonata il si bemolle maggiore D. 960� di Franz Schubert e la “Sonata in si minore� di Franz Liszt. I prossimi appuntamenti

sono il 24 aprile (Somogyi Quartet con il pianista Enrico Stellini), il 29 aprile (Ensemble variabile), il 6 maggio (Francesco Manara al violino e Pietro Laera al pianoforte), l’11 maggio (Trio dell’Accademia Tadini, il 22 maggio (Maxence Larrieu al flauto e George Kiss al clavicembalo). Il nuovo direttore artistico, il chitarrista Claudio Piastra, ha saputo cogliere il meglio della tradizione della Tadini coniugandolo con le novità di questi giorni. (Davide Alessi)

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on l’arrivo della primavera riprende TrenoBlu, la serie di viaggi dedicati agli appassionati di treni e ferrovie organizzati dall’associazione Ferrovie turistiche iitaliane con sede a Palazzolo sull’Oglio. Da aprile a dicembre il sodalizio presieduto da Silvio Cinquini ha programmato gite ed escursioni con treni d’epoca (a vapore) e/o ordinari che consentiranno di ammirare, in tutta calma, paesaggi, paesi e cittĂ del Nord Italia e scorci pregevoli del lago d’Iseo. Si parte il 25 aprile alla scoperta di Palazzolo e di Paratico con un treno a vapore in partenza da Milano, per proseguire il 1° maggio con un doppio anniversario: il ventennale di Treno Blu e il 100° della locomotiva Fs Gr. 625-100 che per l’occasione potrĂ essere ammirata in tutto il suo splendore. Il 5 maggio si effettuerĂ il percorso da Treviglio a Cremona, tratta attiva dal 1863, mentre il 26 maggio spazio al Festival dei laghi italiani ad Iseo. In prossimitĂ dell’estate, il 16 giugno, gli amanti della buona cucina potranno godersi una giornata gastronomica a Montisola; dopo una breve pausa, il calendario di Treno Blu riprende l’8 settembre con “Sapori del lago d’Iseoâ€? e il 22 settembre con “Treno d’autunnoâ€? sempre sul Sebino. Il 10 novembre avrĂ luogo una gita in Franciacorta a cui farĂ seguito, il 16 novembre, una gita a Cremona per la Fiera del Torrone. Gli ultimi due appuntamenti si terranno il 24 novembre e il 1° dicembre con elettrotreni storici rispettivamente da Milano e da Bergamo che condurranno i parteci-

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ritorio porta, basti pensare che ogni euro investito nei nostri treni ne fa entrare piĂš di due sul territorio, ma il volontariato non basta perchĂŠ le spese sono tante. E dire che basterebbero poche migliaia di euro per garantire la sostenibilitĂ dell’iniziativa senza tanti patemi. A volte però molti enti non comprendono che la mancanza anche di piccoli contributi può portare, alla lunga, alla chiusura dell’iniziativa, facendo mancare al territorio una ricaduta economica quantificabile in circa 250mila euro all’annoâ€?. Nonostante ciò “continueremo anche nel futuro a garantire appuntamenti di rilievo a tutta la popolazioneâ€?. Per informazioni o prenotazioni si può consultare il sito internet www.ferrovieturistiche. it o chiamare il numero 338/8577210.

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ÂŽ ÍœÍ˜Í˜Îť †‡Ž ƒÂ?–—ƒ”‹‘ ‡Â?–”ƒ Â?‡Ž ˜‹˜‘ L’11 giugno, 400° di consacrazione (1613) del Santuario dell’Annunciazione alla Madonnina di Marcheno, non è lontano e il parroco don Maurizio Rinaldi ha annunciato una nuova serie di eventi che accompagnano l’intera comunitĂ alla ricorrenza. Ci sono quelli religiosi come le S.Messe serali, tradizionalmente programmate a maggio nelle famiglie, che saranno tutte celebrate nel Santuario. E quelli piĂš

strettamente celebrativi. VenerdĂŹ 19 aprile alle 20.45 il coro “Inzinoâ€?, proprio nel Santuario, che ha acustica perfetta, terrĂ il “Concerto di Primaveraâ€? canti di montagna e della tradizione. Finalmente poi si dĂ il via all’opera “regalo di compleannoâ€? dei marchenesi al Santuario per la quale sono stati giĂ raccolti i fondi necessari: il restauro dell’ingresso, “Porta Fideiâ€?. Si comincia dal portale ligneo per il quale sono arrivati tutti i

permessi necessari. Per la parte lapidea bisogna invece attendere. Da segnalare poi che un gruppo di adolescenti, bambini e adulti sta preparando lo straordinario spettacolo “Oggi come ieriâ€? che andrĂ in scena nel Santuario il 18 e 19 maggio: un recital mariano che cominciando dal XIII secolo rivive alcuni episodi della storia della comunitĂ , recuperando i motivi per i quali è chiamata a mantenere viva la devozione al santuario. Il Santuario della

Beata Vergine Annunziata è stato costruito nel ’600 in onore della Vergine Maria; all’inizio tale costruzione era isolata in aperta campagna. Nel ’400 gli abitanti hanno innalzato una piccola cappella, che era la costruzione precedente a quella attuale, dedicandolo alle persone colpite dalla peste e dalle varie battaglie dell’epoca, all’interno rimane un affresco del ’500 che rappresenta la Beata Vergine col Bambino e gli angeli. (e.b.)

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uando leggerete queste mie sarò giĂ entrato davanti a Dio, sperando che nel giudizio non vada troppo per il sottile. Il pensiero della morte mi è stato familiare anche se, per naturale timore, ho cercato di trovare le scappatoie per evitarlaâ€?. Anche in queste poche righe scritte alla comunitĂ di Lumezzane San Sebastiano si può rileggere l’animo del sacerdote che ha servito fino alla fine, nonostante la sofferenza, la Chiesa con amore, generositĂ e semplicitĂ . Don Giulio Gatteri (1938-2013) è tornato, giovedĂŹ 11 aprile, alla casa del Padre; le esequie sono state celebrate da mons. Mario Vigilio Olmi, che l’aveva accompagnato all’ordinazione sacerdotale. Ordinato a Brescia il 29 giugno del 1963 e originario della parrocchia di Borgo S. Giacomo, ha svolto l’incarico di curato a Poncarale (1963-1968), a Odolo (1968-1977), supplente a Clibbio (1980-1982), parroco a Gazzane (1968-1993) e a Binzago (1992-1993), dal 1993 era parroco di Lumezzane San Sebastiano. La sua salma ora riposa nel cimitero di Lumezzane. In una parrocchiale gremita don Giulio è stato ricordato tra le lacrime di quanti in questi anni l’hanno conosciuto e incontrato: i ragazzi che sono cresciuti e

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nitĂ , dimostrando un grande spirito di appartenenza, impegnandosi in prima linea e prendendosi la responsabilitĂ di tutte le decisioni. In tanti l’hanno apprezzato per le sue qualitĂ umane, tipiche di una persona dal grande cuore; per molti è stato un maestro ma soprattutto un compagno di vita. “Sono sacerdote – ha scritto don Giulio ai suoi fedeli – da tanti anni e ancora oggi contento di esserlo, anche se nella vita non è mancato qualche sbaglio, per cui devo affidarmi alla misericordia di Dio e inoltre chiedere scusa a quanti sono stato di cattivo

esempio. Ho esercitato il mio ministero come parroco in Valle Sabbia per tanti anni a Gazzane di Preseglie e in altre parrocchie, poi il Vescovo mi ha mandato a Lumezzane. Qui mi sono sforzato di inserirmi in questa nuova realtĂ facendomi lumezzanese tra lumezzanesi, e ritengo di esserci riuscitoâ€?. Nelle battute finali emerge anche l’umiltĂ di un pastore consapevole dei limiti insiti nell’uomo: “Ho fatto quel che ho potuto, avendo la comprensione di molti. Ora rientro fra i miei cari e i tanti fedeli che mi hanno preceduto con la fiducia che il Signore mi accolga e di poter ancora farmi portatore delle vostre richieste. Solo vi chiedo, andando al cimitero a trovare i vostri cari, un l’eterno riposo anche per don Giulio, che poteva fare di piĂš, ma che vi ha voluto beneâ€?. Adesso la sua immagine, distribuita in 5000 copie durante la celebrazione, trova posto nelle case dei lumezzanesi; nel loro cuore resterĂ in particolare il ricordo vivo di un sacerdote che ha offerto tutto se stesso per la buona causa del Vangelo. Il modo migliore per rendergli omaggio è proprio quello di affidarlo alla preghiera di Chi tutto può; il modo migliore per rendergli omaggio è quello di mettere in pratica nella quotidianitĂ la sua testimonianza cristiana.

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/¡DUWH GHOO¡LQFLVLRQH L’arte dell’incisione del metallo con martelletto, punta e bulino ha dato e continua a dare lavoro prestigioso ai migliori nella cittĂ di Gardone la sua capitale riconosciuta nel mondo, con fama e perfezione di esecuzione cresciuti nel dopoguerra per merito di tre generazioni ormai. Ne parliamo con Lionello Sabatti (nella foto), classe 1956, affermato esponente della seconda generazione, con “bottegaâ€? dal sofďŹ tto a volta in Gardone vecchia. Un paio di credenziali: ha inciso una coppia di fucili per il re di Spagna Juan Carlos che ha voluto l’“inglesinaâ€?, mentre sul sovrapposto di Bill Clinton ha rafďŹ gurato lince e volpe con rimesse in oro. Premette un salto indietro nel tempo: anche il sommo Benvenuto Cellini si era costruito e inciso un “scoppiettoâ€?; nel Settecento il Bresciano eccelleva nel traforo e cesello del metallo, mentre Francia

e Germania erano il tempio dell’incisione. Dopo la metĂ dell’Ottocento è indubbia la supremazia dell’Inghilterra. Nel XIX secolo è l’incisore inglese a sviluppare un motivo ornamentale arricciato all’estremitĂ ombreggiato con leggero scavo del bulino che raggiungerĂ risultati di vera arte, elegante e lieve, ma strabiliante: la classica “inglesinaâ€?, ricami sapientemente intrecciati sull’acciaio perfettamente levigato a mano, ancor oggi commuove chi per cultura e stile vede nel fucile l’accessorio bello e complementare in un ambiente naturale da rispettare, in quella atmosfera che si coglie in certe stampe inglesi. Nel dopoguerra , i grandi maestri stranieri e anche italiani (gli Zanotti) venivano a Gardone, luogo diventato principe nella produzione e qui hanno trovato allievi geniali, che imparavano tutto (dal disegno alla prospettiva) rubandolo a

bottega del maestro. Ăˆ la generazione di Medici, Iora, Fracassi, Timpini, Galeazzi, protagonisti di una rivoluzione: riproduce in millimetrici spazi scene di caccia o di battaglie, ritratti regali o di efďŹ meri “mitiâ€? moderni e comincia ad andare “oltreâ€? il fucile (Medici inciderĂ anche medaglie papali), nella ricerca di nuove possibilitĂ di lavoro per un’arte sempre piĂš di “nicchiaâ€?: al “tiratoreâ€? moderno interessa sempre meno l’incisione, vuole solo arma efďŹ cace e precisa. Ăˆ la seconda rivoluzione portata avanti dalla generazione di Sabatti: l’incisore diventa essibile e versatile capace di abbellire anche oggetti in metalli preziosi, avorio ecc. Ai bravi il lavoro non è mai mancato, ma per diventarlo occorre passione, costanza, serio studio: è ormai necessaria, per garantire il futuro di un’arte secolare, una scuola severa di disegno e conoscenza dei metalli.


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ÂŽ ”‡•–ƒ—”‘ †‡ŽŽ‡ …ƒÂ?’ƒÂ?‡ †‡ŽŽƒ ƒ––‡†”ƒŽ‡ Lo scorso mese di gennaio le campane della Cattedrale di Brescia e i loro apparati hanno subito un restyling operato dalla ditta Rubagotti Carlo srl “I Campanari di Chiariâ€? con sede a Cologne. L’esperienza di generazioni di maestranze, la cura nella scelta dei materiali utilizzati, la qualitĂ delle lavorazioni interamente eseguite in Italia dalla Rubagotti Carlo Srl, danno origine a prodotti esclusivi che sono e continuano

ad essere l’eccellenza del settore. Il prodotto piĂš innovativo della Rubagotti Carlo Srl ed accolto con grande entusiasmo anche dal Duomo di Brescia è senza dubbio il nuovo impianto di movimentazione delle campane Rctouchbell. Si tratta di un prodotto a marchio Rubagotti Carlo Srl, completamente prodotto dai “Campanari di Chiariâ€?, ormai scelto ed installato in numerosissime parrocchie del

Nord Italia, solo a Brescia e provincia per esempio, lo si trova nelle parrocchie dei Santi Faustino e Giovita di Chiari, nella parrocchia di S. Francesco d’Assisi a Nave, nella parrocchia di S. Stefano a Ome, nella parrocchia di S. Giovanni Battista a Pescarzo di Breno ed ancora in molte altre parrocchie anche a livello internazionale Rctouchbell è un programmatore touch screen che permette, grazie ad un semplice tocco, di

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tanno riapparendo nell’antico splendore, all’interno della bella ed elegante Cappella della Beata Paola, a Volta Mantovana, gli antichi e raffinati stucchi, le policromie e le dorature, nascosti da oltre un secolo sotto uno spesso strato di tinteggiatura bianca. La cappella della beata Paola Montaldi, infatti, è uno splendido esempio di architettura barocca, con stucchi e angeli di raffinata bellezza. Un lavoro che si prospetta lungo e delicato, in considerazione del pessimo stato di conservazione del manufatto, e delle notevoli dimensioni, oltre 200 metri quadrati, delle superfici. L’Êquipe incaricata del restauro parla bresciano, come pure il parroco, padre Agostino Panelli. Sui ponteggi sono impegnate cinque restauratrici dirette da Leonardo Gatti, bresciano doc, da oltre 35

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azionare le campane anche a distanza, attraverso un telefono di ultima generazione, di comandare l’accensione del riscaldamento, delle luci, l’apertura delle ďŹ nestre e qualsiasi cosa possa essere azionata con un radiocomando. Questo anche per facilitare il lavoro di tanti parroci che, seguendo numerose parrocchie, possono avere tutto sotto controllo attraverso un semplice smartphone.

spiega il prof. Gatti, richiederĂ almeno altri cinque mesi di paziente lavoro. “Dopo un’attenta analisi e una serie di riprese effettuate al microscopio elettronico, siamo riusciti a stabilire una corretta metodologia d’intervento, che ci permetterĂ di ripristinare le condizioni di conservazione oggi assai compromesse, e di riequilibrare anche cromaticamente, la ricchissima decorazione della cappella, riportandola allo splendore originaleâ€?. Il restauro è stato inserito nel “Progetto per le Terre dell’Alto Mantovanoâ€?, con l’intento di rilanciare turisticamente una zona ricca di bellezze sia artistiche sia ambientali. Considerato anche l’oneroso impegno economico, padre Agostino lancia un appello a sponsor privati e pubblici: chi volesse contribuire nel lasciare alle future generazioni questa splendida opera d’arte, può farlo prendendo contatto con l’ufficio parrocchiale (0376-83024).


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ÂŽ ”‡…—’‡”‘ †‹ —Â?ǯ‹Â?’‘”–ƒÂ?–‡ ’‘”œ‹‘Â?‡ †‹ ƒˆˆ”‡•…Š‹ Anche se non sono ipotizzati nĂŠ interventi di consolidamento di carattere strutturale, nĂŠ il restauro delle superfici pittoriche delle volte, che saranno oggetto di una semplice operazione di pulizia superficiale con la rimozione dei depositi incoerenti, nei lavori di restauro e risanamento conservativo della porzione di Palazzo Martinengo Colleoni delle Palle destinata ad accoglierne la nuova sede dell’Ordine degli architetti del

Bresciano, un discorso a parte va fatto per la decorazione pittorica del salone, che si presenta in cattivo stato di manutenzione, anche per le infiltrazioni di acqua piovana, risolte con il recente restauro delle coperture. Alle infiltrazioni sono imputabili i sollevamenti e le cadute di colore, nonchĂŠ gli affioramenti di sali. La struttura della volta risulta interessata da fessurazioni nei due angoli verso l’esterno. La superficie è coperta

da depositi di particellato e nerofumo che, assieme ad un probabile fissativo applicato al termine del vecchio restauro, hanno inscurito e uniformato le cromie, attenuando o annullando la profondità e gli effetti dei dipinti. All’interno del salone troverà posto una Sala, con una capienza di circa 90-95 persone, dedicata alla realizzazione di Corsi e alla riunione delle Commissioni dell’Ordine.

senza che venga apportata alcuna modifica sostanziale all’attuale impianto degli spazi, ad eccezione di alcuni interventi puntuali, volti a ripristinare l’originaria configurazione distributiva dei locali. Il progetto contempla sia il ripristino dell’originaria fruibilitĂ della scala sud, reso possibile attraverso la parziale demolizione della soletta in proiezione alla rampa di arrivo al piano, sia la rimozione della scala a chiocciola collocata nel locale a piano terra, un inserimento incongruo effettuato presumibilmente negli anni ’50. Ăˆ prevista infine la riapertura di due porte che ripristinano l’ori-

ginaria configurazione distributiva di tali spazi: i serramenti delle nuove aperture saranno realizzate con il medesimo disegno delle porte esistenti collocate nei locali di riferimento.

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’architetto che opera nell’ambito del restauro e della conservazione deve saper analizzare approfonditamente l’edificio o il manufatto cui sono rivolti gli interventi, conoscere precise metodologie e tecniche per effettuare i rilievi, affrontare procedure di analisi fisico-chimica e statico-strutturale ed utilizzare gli strumenti e i materiali piĂš adeguati per gli interventi. Il restauro di edifici monumentali è materia di esclusiva competenza dei professionisti architetti, i quali

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possiedono la necessaria capacità di analisi, l’autonomia decisionale, la creatività ed il senso estetico per gestire un cantiere, nel rispetto altresÏ della normativa di riferimento. L’Ordine degli architetti della Provincia di Brescia, che conta 2800 iscritti, si occupa direttamente dei lavori di restauro e risanamento conservativo della porzione di Palazzo Martinengo Colleoni delle Palle destinata ad accoglierne la nuova sede. Si tratta, complessivamente, di circa 600 mq collocati tra l’ala est e l’ala sud dell’edificio, appartenente al patrimonio immobiliare del Co-

mune di Brescia, che comprendono i locali precedentemente destinati agli Uffici di Procura e ai relativi spazi di servizio annessi. L’edificio presenta numerosi elementi di pregio storico e architettonico risalenti a diverse epoche e gli spazi, considerata anche la recente dismissione, si presentano in discreto stato di conservazione. L’intervento previsto, pertanto, è sostanzialmente riconducibile al risanamento conservativo finalizzato ad un recupero funzionale della porzione di edificio interessata, coerentemente con il nuovo utilizzo,


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tetto recante la data del 1575, anno durante il quale sarebbe avvenuta una prima sistemazione dell’immobile. Sulle pareti le scene di un ciclo di affreschi dedicato alla Passione di GesÚ, una sorta di Via Crucis compendiata: su una delle pareti laterali, di un’Ultima cena di maniera ancora giottesca rimane solamente un lembo, mentre sulla parete di fondo sono presenti le scene del tradimento di Giuda e del

cammino con la croce. Sull’altra parete laterale, poi doveva trovare spazio una crociďŹ ssione andata perduta. I lavori sono consistiti nella ripulitura e nel ďŹ ssaggio degli affreschi, che hanno rivelato anche una sorta di “quintaâ€? teatrale dipinta in verde, nel recupero della pavimentazione in cotto ad opera di Franco Benedetti e nella biaccatura del legno del tetto realizzata con il tradizionale impasto ad albume.

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al 2001 la Scuola di restauro Enaip di Botticino aveva sospeso la formazione dei restauratori attivata dal 1974, concentrando l’offerta formativa sui corsi triennali per tecnico del restauro di beni culturali. Il nuovo quadro legislativo, che ha colmato un vuoto durato quasi 10 anni, ha individuato nuove regole e requisiti per la formazione delle professionalità del comparto; la Scuola, forte della sua quarantennale esperienza, ha intrapreso e concluso con successo l’iter di accreditamento presso la Commissione tecnica interministeriale Miur-Mibac per le attività istruttorie finalizzate all’accreditamento delle istituzioni formative e per la vigilanza sull’insegnamento del restauro. Quindi,

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dipinti su supporto ligneo e tessile, manufatti scolpiti in legno, arredi e strutture lignee, manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti; manufatti lapidei e derivati, superfici decorate dell’architettura; materiali e manufatti tessili e pelle. Questo importante riconoscimento è frutto dell’esperienza e della tradizionale impostazione formativa, basata su un approccio didattico fondato sull’interdisciplinarietĂ tra le aree storico artistiche, scientifiche, tecniche e metodologiche e incentrato sul “compito realeâ€?, inteso come sintesi tra l’apprendimento disciplinare e l’intervento diretto sulle opere: oltre il 50% delle attivitĂ si svolge in laboratori e cantieri di restauro, operando su beni culturali tutelati.



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Ascolto, a fatica

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In quel tempo, GesĂš disse: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperĂ dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è piĂš grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa solaâ€?.

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scoltare. Si fa fatica ad ascoltare, e non solo perchĂŠ ci manca la capacitĂ di ascoltare, ma perchĂŠ sono molte le voci e molti i suoni che si sovrappongono nella nostra giornata. Rimpiangiamo il silenzio e accendiamo la radio, rincorriamo la concentrazione e teniamo la televisione in sottofondo. Non è una colpa e mi suona un po’ snob quando qualcuno mi dice che non guarda la televisione e può fare a meno di internet. CosĂŹ. Ăˆ un’impressione. Ma anche quella del silenzio e della concentrazione mi sembrano scuse, come quella di non aver tempo. Ăˆ la scusa per spingere avanti un’eventualitĂ . Siccome sappiamo che non ce la faremo mai a far silenzio, diciamo che sarebbe bello... Meglio una mia amica che mi confessava che quando si riprometteva di rinunciare a una cosa (come un fioretto in Quaresima) rompeva immediatamente il proposito per sentirsi libera di riuscirci senza la costrizione dell’impegno. Un po’ contorta... ma sincera. Ma

quando si tratta del silenzio non trovo nessuno che non sospiri e dica: “Come vorrei!â€? o “Come sarebbe bello!â€?. Ma poi niente. PiĂš che un tesoro è una chimera, un’aspirazione che non vale piĂš nemmeno la pena di rincorrere. Ebbene: non farò l’elogio del silenzio. Ma della scelta, della capacitĂ e della volontĂ di scegliere tra le diverse voci quella giusta. Non è facile per tutte quelle che si sovrappongono, ma non è nemmeno impossibile. E non c’è la scusa di voler aspirare a qualcosa di mistico o di assoluto. Ăˆ piuttosto un’abitudine: come il passo della persona che conosci che senti in mezzo a tutti gli altri, e come il viso conosciuto tra la folla, e la voce amata tra le altre voci. Non serve il silenzio per sentire il passo conosciuto e nemmeno la voce, e non serve il silenzio per riconoscere il viso amico. Serve l’abitudine. E questa viene col tempo e con la frequentazione; non si improvvisa, non è questione di un momento eccezionale, non ha i contorni del rapimento interiore. La voce del pastore che le pecore ascoltano si fa strada tra il

belato delle altre pecore, all’abbaiare dei cani e le voci della folla quando si attraversa la cittĂ . Il pastore non ha bisogno di parlare quando, attorno al fuoco di notte, nel silenzio profondo, il gregge riposa. Ma le pecore sentono la voce giusta in mezzo alle altre e non si confondono. PerchĂŠ sono abituate alla voce del pastore. CosĂŹ è per la voce di GesĂš: si perde tra le altre voci ma chi ne ha l’abitudine non si confonde, la riconosce e non si fa ingannare dal fracasso che circonda il gregge, dalle troppe parole dette anche sul pastore e sul gregge, dagli strattoni che sembrano allontanarlo dalla meta. L’abitudine alla voce giusta insegna ad ascoltare; quindi conoscere con profonditĂ quello che vuoi seguire insegna ad ascoltarlo. Non che il silenzio sia inutile, ma può essere una scusa per cercare l’eccezionale invece di scoprire la bellezza dell’andare dietro a Lui tutti i giorni imparando a distinguere tra le altre la Sua voce che non si dimentica se solo si ha avuto la fortuna di sentirla una volta. Anche una sola.

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, SRYHUL FL VDOYHUDQQR Con due frati sono stato a vedere un film girato nel nostro conventoEremo di San Romedio in Val di Non (Trentino). Si intitola “Un giorno devi andareâ€? e il regista Giorgio Diritti è allievo di Ermanno Olmi. Ha giĂ diretto due pellicole importanti e molto premiate: “Il vento fa il suo giroâ€? e “L’uomo che verrĂ â€?. In questo suo ultimo film molte situazioni si intrecciano e tutte ruotano intorno alla figura della protagonista, Augusta, che ha perso il bambino che portava nel grembo e di conseguenza è stata lasciata dal marito. La sequenza iniziale è molto suggestiva: un feto si sovrappone al cielo notturno illuminato dalla luna. Augusta per superare questo duplice lutto, segue una zia suora missionaria in Amazzonia. La sua fede rimane

faticosa: il film fa vedere la missione e le sue contraddizioni. La protagonista sceglie di vivere in una baraccopoli: un mondo molto solidale ma anche segnato da tradimenti e da faide. Anche questo tentativo va a vuoto. Delusa, Augusta si reca solitaria su di un’isola dove il conflitto non è piĂš sulle contraddizioni fuori di lei, ma su quelle che vivono dentro di lei. I poveri se ne prendono cura: le portano il pesce pescato‌ una famigliola, che ha capito l’origine del suo dolore, porta sull’isola un bambino che riesce con il gioco, con il sorriso a riconciliare Augusta con la vita. Nel film c’è molta domanda su Dio, c’è molta preghiera: una bellissima, umana dove una giovane brasiliana prega sul corpo di un’anziana defunta: “Bene-

dette le tue mani che hanno lavorato, le tue gambe che ti hanno portato ad incontrare le persone, i tuoi piedi che ti hanno sorretto lungo la vita, il tuo ventre che ha dato piacere e generato vita, la tua mente che ha pensato a come arrivare a fine giornataâ€?. Ci sono mani di una madre anziana e di una figlia che finalmente dopo anni, con delicatezza si sfiorano. Ci sono lacrime, sorrisi, bambini, poveri. Tanti poveri. La contraddizione è che noi partiamo convinti di salvare loro, ma sono loro a salvarci, a farci comprendere cosa valga veramente nella vita. Papa Francesco ci chiede di scendere tra la gente, di occuparci dei poveri; lo dice perchĂŠ è consapevole che dai poveri noi verremo convertiti, come Francesco dai lebbrosi.


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santi), che è “una festosa comunicazione di lode’’. La Messa ha visto la partecipazione di quasi 5000 persone. In don Luca c’era una ďŹ ducia tale che le avversitĂ della vita non erano riuscite a intaccare: “Bisogna mettersi nelle mani di Dio, che ci ama piĂš di una tenera madre, e ďŹ darci di Lui, che tutto può, facendo però dal canto nostro quello che possiamoâ€?. Era sua convinzione che a Dio è tutto possibile. Dio

aveva maturato nell’anima di don Luca una comprensione agile della vita religiosa. “Farsi tutto a tuttiâ€? è il programma di vita su cui non è permesso di transigere. Era un padre spirituale che conosceva profondamente i movimenti dell’animo umano e dello Spirito. Intraprendente e ottimista sapeva cogliere il bene in qualsiasi situazione e lo faceva circolare perchĂŠ tutti potessero gioire e ringraziare il Signore con lui. Le lettere di don

Luca, dettate da un cuore ricco di amore di Dio e del prossimo, parlano ancora oggi di quel fuoco che si desiderava si accendesse in ogni cuore. In ringraziamento per la beatiďŹ cazione, a Calcinate (Bg) è prevista una veglia di preghiera alle ore 20 di sabato 20 aprile e, il giorno successivo, domenica 21 aprile alle 10.30 la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi.

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ella Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che si celebra domenica 21 aprile 2013 cerchiamo prima di tutto di entrare nelle parole, di carpirne il significato piĂš vero e autentico. Vocazione significa semplicemente una voce che chiama, che invita, che si fa udire da coloro che sono in ascolto. La chiamata è rivolta naturalmente a chi c’è, a chi è vivo. Ăˆ per questo che la vocazione crea di per sĂŠ un collegamento tra chi chiama e chi ascolta. Di una cosa del genere abbiamo bisogno tutti. Ognuno di noi infatti avverte la necessitĂ di un rapporto; la solitudine, il deserto silenzioso e arido, l’anonimato indistinto sono come un annullamento del proprio essere, come una vera e propria morte. Sentire allora una voce che chiama è stabilire una relazione e dunque questo ci dĂ la possibilitĂ di renderci conto di esistere, di esserci. Una voce che chiama, che si indirizza a te e pronuncia il tuo nome, porta gioia perchĂŠ ti fa scoprire una conoscenza che può essere, nell’aspettativa sognata e presagita, addirittura amore, o almeno amicizia. Comprendi alla chiamata di essere giĂ conosciuto. La giornata rivela e fa intendere – “Progetta con Dio‌ Abita il futuroâ€? – che chi chiama ci conosce e lo fa perchĂŠ ci ama ed ha qualcosa da proporre: un

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sĂŠ indica l’aspetto affettivo di un rapporto che apre a dolcezze d’amore, a consolazione e a gioia. Chi ha sperimentato questa chiamata paterna ha provato tutto questo. La vocazione diventa un incontro che apre alla conoscenza profonda di se stessi e aiuta ad avvertire, anche se in forme da sviluppare e da approfondire, il senso del cammino che si ha davanti. Ăˆ la fede che ci dĂ la possibilitĂ di questa esperienza perchĂŠ la fede è incontro, è rapporto e quindi noi – se riusciamo a tener desta la fiammella del credere – arriviamo a udire la voce pater-

na che chiama e propone, nel rispetto della libertĂ di ognuno ma nello stesso tempo nel bene della persona, un progetto da esplorare. La testimonianza di chi ha fatto questo incontro, di chi ha udito la chiamata, è accompagnata dal sorriso perchĂŠ quando si sa dove andare e il perchĂŠ, allora il viaggio della vita diventa piĂš gioioso e ricco di valore. La fede che in questo anno abbiamo cercato e cerchiamo di guardare con un’attenzione tutta particolare per meglio comprendere, vivere e sperimentare è il terreno, lo spazio privilegiato nel quale risuona la vocazione, la chiamata. Nella straordinaria e ricchissima diversitĂ delle esperienze, dalla vita dono totale di sĂŠ, nella consacrazione o nella costruzione di un’avventura umana particolare e aperta alla vita, il dato ricorrente è comunque sempre e solo quello dell’amore. Si può dire allora che la vocazione è l’esperienza dell’amore nella vastitĂ immensa delle scelte; la vocazione da chiamata diviene alla fine il varco verso la realizzazione di un sogno che corrisponde al tessuto del nostro essere. Il significato di questa parola – vocazione – alla fine di un percorso interpreta un’aspirazione di fondo. Pregare per questo? Pregare per non lasciar perdere un’esperienza cosĂŹ ricca e fondamentale? Ricordarsi davanti al Padre soprattutto di coloro che sono all’alba della vita e che hanno un cammino forse molto faticoso e difficile da compiere? Certamente l’amore lo chiede.

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2JQL XRPR VHQWH OD GRPDQGD GL 'LR In preparazione alla Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, l’appuntamento del 4 aprile presso l’Istituto Paolo VI di Concesio ha visto la partecipazione di Enzo Bianchi, priore della comunitĂ monastica di Bose, che ha parlato al numeroso pubblico presente sul tema “La vocazione oggiâ€?. Bianchi ha invitato innanzitutto ad evitare un equivoco: quello di parlare troppo superďŹ cialmente di crisi vocazionale, a partire da un calo numerico di ordinazioni e di consacrazioni religiose. Le vocazioni, secondo il priore di Bose, non coincidono però con le ordinazioni presbiterali, nĂŠ con la vita religiosa. In realtĂ , la crisi, giĂ presente a partire dagli anni ’60, quando iniziava il processo di secolarizzazione, piĂš che crisi di vocazioni può essere meglio deďŹ nita come crisi di fede, sia rispetto a ciò in cui credere (ďŹ des quae), ma anche rispetto al-

la fede con cui crediamo (ďŹ des qua). La crisi piĂš profonda è legata all’atto umano del credere: viene a mancare la ďŹ ducia. Anche questa crisi di fede può trasformarsi in occasione di crescita, apertura di nuove strade. Non deve spaventare il calo del numero, semmai una diminuzione di qualitĂ spirituale: la mancanza di santitĂ e di caritĂ . Inoltre un interrogativo a cui non possiamo sottrarci è quello di chiederci se stanno scomparendo le vocazioni o sono in calo quelli che chiamano, o forse chiamano giĂ rassegnati e scettici? La risposta è che il Signore è fedele e provvede a chiamare continuamente, è diminuita la capacitĂ di rispondere alla chiamata e di perseverare, di vivere l’esperienza di San Paolo che, alla ďŹ ne, ha conservato la fede. Il priore di Bose ha proseguito scandendo alcune tappe verso l’amore eterno, perchĂŠ il compimento del-

la vocazione è ciò che umanizza pienamente l’uomo. “La prima esigenza dentro questo percorso sulla vocazione umana, è di esercitarsi a pensare e ascoltare la voce di Dio. Si tratta di cogliere che la propria vita è unica e non ce n’è un’altra; ma la vita deve poi avere un senso; la vocazione umana va fatta nascere, va custodita; il mestiere di vivere può essere duro ďŹ no ad intendere l’amore come la storia di tutta la vita e non di una stagione. All’interno di questo itinerario della vocazione umana la prima esigenza è che ci si eserciti a pensare (che è innanzitutto ascoltare); ogni uomo sente dentro di sĂŠ queste domande: dove sei, dove sei nel tuo cammino? E solo allora può dire: eccomi, eccomi! E quando dice eccomi è in attesa di una parola, di una chiamata, di un compito (quanti esempi nella Bibbia: Abramo, Maria, Saulo). La 2° tappa è

legata al discernimento: le vocazioni diventano vocazioni diverse. L’operazione del discernimento è la piĂš laboriosa nel percorso vocazionale e non la si può fare da soli (occorre che qualcuno, con molto rispetto e libertĂ , aiuti ed accompagni la vocazione, ma deve essere un altro e piĂš esperto in umanitĂ che pone domande, mette sospetti ma non comanda, non determina e neppure ispira; deve essere un insegnante, deve dare un orientamento, senza imporre, scevro da desideri, predisponendo l’incontro fra chi è sul cammino della chiamata e il suo Signore). E quando si avrĂ chiara la strada da percorrere per ricevere e dare amore nel modo piĂš autentico, reale e gioioso, allora si potrĂ aderire alla vocazione riconosciuta come propria. La 3° tappa è la scelta: va fatta con risolutezza, sapendo che occorre rinunciare ad altre vie.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ VenerdĂŹ 19 aprile ore 6.50 – Brescia – Santa Messa presso il Seminario minore. Sabato 20 aprile Ore 10.30 – Brescia – Cerimonia di consegna dei diplomi ai partecipanti alla scuola diocesana di formazione sociopolitica presso il Centro pastorale Paolo VI. Ore 15.30 – Brescia – Cresime in Cattedrale.

Ore 20.30 – Brescia – Veglia di preghiera per la Giornata mondiale delle vocazioni e ordinandi presbiteri presso la Basilica delle Grazie. Domenica 21 aprile Ore 11 – Brescia – Santa Messa in Cattedrale. Ore 16.30 – Brandico – Santa Messa. Da lunedÏ 22 a venerdÏ 26 aprile A Bienno partecipa alla Settimana teologico-pastorale presso l’Eremo.

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Â?˜‹–‘ ƒŽŽ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ La diocesi invita le parrocchie a supportare l’iniziativa europea “Uno di noiâ€?, raccogliendo ďŹ rme per chiedere la cessazione di ogni ďŹ nanziamento e attivitĂ che promuovono l’aborto ed effettuano ricerche distruttive di embrioni umani. Alle parrocchie che non avessero ancora raccolto le ďŹ rme, viene proposto il 12 maggio, data della Marcia nazionale per la vita, che coincide con la Festa della mamma.

“Famiglia: Chiesa domesticaâ€? è il tema del pellegrinaggio diocesano per le famiglie del 1° maggio al Santuario “Madonna della Pieveâ€? a Corticelle. Il programma prevede il ritrovo e partenze a piedi: alle 10 presso il cimitero di Azzano Mella, alle 10 presso la parrocchiale di Ofaga, alle 10 presso Dello. In bicicletta si parte alle 10 presso la parrocchia di Flero e sempre alle 10 da Bagnolo Mella. Per info, 030/3722232.

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o imparato la lezione sulla mia pelle: nessun bisturi può trasformare un uomo in una donnaâ€?. Con questa dolorosa testimonianza Walt Heyer, 72enne, ex transessuale statunitense, ha raccontato il dramma che ha sconvolto la sua vita al convegno “Dalla differenza alla in-differenza sessuale. Gli equivoci del genderâ€?. Dopo un’infanzia e un’adolescenza segnata da traumi e abusi, Heyer si sottopose 30 anni fa a un intervento di “cambiamento di sessoâ€?, per scoprire, dopo otto anni di vita in una identitĂ femminile, che la sua interioritĂ ferita aveva bisogno di ben altro che di un bisturi compiacente per soddisfare un desiderio nato da quello che oggi definisce senza mezzi termini “un autoingannoâ€?. Tornato alla sua originaria identitĂ maschile, Walt ha voluto approfondire ciò che ha imparato sulla propria pelle attraverso uno studio. Si è cosĂŹ reso conto che

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cono vite ai margini della societĂ . Heyer cita statistiche allarmanti, secondo le quali il 30% dei transgender degli Stati Uniti si toglie la vita! “Rinnovato e salvato dall’incontro con l’amore di Cristoâ€?, Heyer spende la sua vita per smascherare l’illusione di cui è stato vittima e offrire aiuto a coloro che grazie al suo libro (“Paper Genders. Il mito del cambiamento di sessoâ€?, ed. Sugarco) e attraverso il suo sito web (www. sexchangeregret.com) gli chiedono consiglio e sostegno per tornare al proprio sesso di nascita. Ad aprire i lavori è stata Dale O’Leary, che ha portato la sua esperienza alla Conferenza Onu di Pechino sulle donne nel 1995, durante la quale il termine gender comparve nei documenti preparatori predisposti dalle Commissioni. E senza essere accompagnato da una definizione esplicita. Ha potuto vedere come la decisione di obbligare le nazioni a promuovere quella che viene chiamata “Gender

Agendaâ€? sia stata imposta con l’inganno o con la forza ai rappresentanti delle nazioni da una piccola e potente ĂŠlite. E lo ha raccontato con passione e chiarezza nel suo libro “Maschi o femmine? La guerra del genereâ€? (ed. Rubettino). L’excursus storico è stato arricchito da Laura Palazzani, ordinario di Filosofia del diritto presso l’UniversitĂ Lumsa di Roma e componente del Comitato nazionale per la bioetica, che ha approfondito i presupposti filosofici e le ricadute nel diritto europeo delle teorie gender, finalizzate a cancellare la differenza fra uomini e donne. Ha evidenziato come, sul piano filosofico la diversitĂ sessuale naturale abbia un significato costitutivo per la formazione dell’identitĂ personale e per la socialitĂ . Negare la differenza sessuale significa ostacolare il processo di identificazione personale delle nuove generazioni. Il diritto – ha osservato – è chiamato in causa da queste teorie, e messo di fronte

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L’Ufficio per l’impegno sociale con la Rete custodi del creato organizza nel Bresciano la Giornata della terra 2013. L’appuntamento è per domenica 21 aprile alle 9.30 con il ritrovo al Monastero di S. Pietro in Lamosa, la preghiera di apertura e la visita alla Riserva naturale delle Torbiere del Sebino. Alle 11.30 la visita al Monastero di S. Pietro e la celebrazione della Santa Messa. La mattina prosegue con il pranzo al sacco. Nel pomeriggio, alle 14.30, la salita al Baloton e alla chiesa della Madonna del Corno con le osservazioni geologiche e naturalistiche. La giornata nella natura si conclude alle 16 con la preghiera finale di lode al Padre che dona ogni bene. Marco Fredi, Battista Simonini e Aldo Avogadri guideranno i pellegrini. Per informazioni

e prenotazioni, si può contattare don Gabriele Scalmana (0302006670) o Enza (3281964202). La Giornata della Terra è il nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Le Nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno il 22 aprile, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera. Il 22 aprile del 1970, 20 milioni di cittadini americani si mobilitarono in una storica manifestazione a difesa del pianeta. La Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo e informativo: un’occasione per valutare le problematiche del pianeta (l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili).

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”‡•…‹ƒ ƒ …Š‹‡•ƒ †‡‰Ž‹ ”–‹‰‹ƒÂ?‡ŽŽ‹ ° •ƒÂ?–—ƒ”‹‘ †‹‘…‡•ƒÂ?‘ Alle celebrazioni per il centenario della morte di padre Giovanni Battista Piamarta si unisce la gioia per la concessione alla chiesa della Congregazione della sacra famiglia di Nazareth presso l’istituto Artigianelli, da parte del vescovo Monari, del titolo di Santuario diocesano dedicato a S. Giovanni Battista Piamarta. La chiesa si appresta a divenire ancor piĂš un punto di riferimento spirituale per la devozione nei confronti del

nuovo Santo, padre dei giovani e aiuto dei genitori, nonchĂŠ luogo di pellegrinaggio per i numerosi fedeli che dalla diocesi e da altri luoghi della Chiesa universale si rivolgono alla sua intercessione, per ottenere da Dio grazie e benefici spirituali. Con il titolo di Santuario, il Vescovo intende dare una qualifica piĂš specifica a questa chiesa che custodisce le spoglie mortali del nuovo Santo, “cosĂŹ che possa essere evidenziato il carattere di luogo

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ÂƒÂ”Â–Â‡Â†Âż ͙͜ Â?ƒ‰‰‹‘ Â?‹‘Â?‡ •ƒ…”‹•–‹ di pellegrinaggio e punto di riferimento spiritualeâ€?. Passando alle celebrazioni, si inizia venerdĂŹ 19 aprile alle ore 20.30 nella parrocchia di Santa Maria della Vittoria con il monologo teatrale, tratto dal diario di padre Piamarta, recitato da Davide Pini Carenzi per la regia di Maria Rita Simone. Sabato 20 aprile alle ore 20.30 la chiesa dell’Istituto Artigianelli ospita il concerto di inaugurazione dell’organo restaurato, mentre domenica 21

aprile alle 10.30 mons. Domenico Sigalini presiede la Messa nella parrocchia di Remedello Sopra. LunedĂŹ 22 aprile, invece, doppio appuntamento al cinema con la doppia proiezione gratuita presso gli Artigianelli de “L’amore inattesoâ€?: al mattino alle 10.30 sono attesi i sacerdoti, alla sera alle 20.30 la visione è aperta a tutti. GiovedĂŹ 25 aprile, infine, il card. Angelo Amato presiede alle 10.30 nella chiesa degli Artigianelli la Messa.

Nell’Anno della fede l’Unione diocesana San Costanzo propone, martedĂŹ 14 maggio, una gita pellegrinaggio mariano e culturale aperta ai sacristi, familiari e amici e volontari delle parrocchie. Il programma prevede la visita e la Santa Messa alla Certosa di Pavia. Il costo del pellegrinaggio, comprensivo di pullman, è di 50 euro. Le iscrizioni si ricevono entro il 30 aprile. Per informazioni, contattare Giuseppe Giudici (0307267528).

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na sensazione di gioia. I Vescovi tedeschi, la gente comune, i missionari bresciani, i sacerdoti tedeschi e i laici con i quali collaborano in parrocchia. Ăˆ con questo sentimento che padre Mario Toffari ha fatto ritorno a Brescia dopo aver accompagnato il vescovo Monari in Germania a visitare i sacerdoti bresciani in missione fidei donum. I nostri sacerdoti lavorano con gli immigrati italiani in stretto dialogo con vescovi della Germania: da una parte si verifica il dono della Chiesa bresciana, dall’altra l’accoglienza della Chiesa teutonica. Dal 10 al 16 aprile Monari ha visitato Ulm (dove dal 1982 c’è don Giuseppe Gilberti), Berlino (don Giuseppe Chiudinelli dal 2009) e Hannover (don Giovanni Paganini dal 1982). C’è stato anche un fuori programma in Liechtenstein, a Vaduz. A Berlino, in particolare, il Vescovo ha celebrato anche il sacramento delle cresime in quella che, come è stata presentata da don Chiudinelli ai suoi fedeli, era proprio una visita pastorale e di sostegno alle missioni. Mentre ad Hannover c’è stato l’incontro con il vescovo Norbert Trelle (vicepresidente della Conferenza episcopale tedesca e presidente della Commissione nazionale tedesca per le migrazioni). Trelle ha ribadito l’importanza di consolidare le missioni cattoliche

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zione è in essere, ma il cammino esige una nuova evangelizzazione, oltre che l’attenzione agli anziani. Non c’è ancora una via predefinita di quello che sarĂ la pastorale per gli immigrati, basti pensare che l’anno scorso dall’Italia sono uscite 50mila persone a fronte dei 27mila che sono entrati per i ricongiungimenti familiari. LĂŹ si registra un saldo zero nel rapporto tra emigrati e immigrati: l’emigrazione fa capire anche ai tedeschi cosa significa vivere la fede in terra straniera. “La Germania con la sua indifferenza religiosa (solo il 10% è cristiano) – racconta il Vesco-

vo – è un terreno fertile per sperimentare la nuova evangelizzazione. Abbiamo veramente gioito dei doni del Signore, della stima con la quale sono accolti i nostri missionari. Ăˆ bello anche ascoltare un pastore protestante riconoscere che i cattolici hanno apportato alla loro fede la spiritualitĂ â€?. Padre Toffari, forte della sua esperienza come missionario a Colonia dal 1989 al 2000, confida che è matura la coscienza di rimanere in Germania e di far sĂŹ che questi sacerdoti possano costituire un modello: rimane un luogo interessante per l’esperienza dei fidei donum.

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�‹œ‹ƒ–‹˜‡ †‹ ’”‹�ƒ˜‡”ƒ ƒŽŽƒ ”•ƒ Proseguono le iniziative di animazione della Fondazione Pasotti Cottinelli Onlus. Complice il bel tempo tanto atteso, gli ospiti possono finalmente sfruttare anche lo spazio del grande gazebo da poco installato nell’ampio giardino della villa di via Grazzine. Sabato scorso l’Associazione Asiciao, in collaborazione con la Circoscrizione Nord, ha organizzato un pomeriggio di musica e poesia dal titolo “Che fai tu, luna, in ciel?�. Una mezzosoprano accompagnata al

pianoforte, un coro composto da nove elementi ed una voce recitante hanno alternato musica e poesia, in un connubio ben riuscito! Prossimi appuntamenti saranno sabato 20 aprile alle ore 15.45 con il coro “Di nota in nota‌ vivi la vitaâ€? che proporrĂ una selezione di canti popolari e di brani degli anni ‘50 e ’60. GiovedĂŹ 2 maggio si esibirĂ il coro degli alpini di San Polo, mentre sabato 4 maggio il pomeriggio sarĂ allietato dal gruppo “Amici della musicaâ€? con brani anni ’50 e ’60.

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el 2012 sono stati quasi 700 gli sfratti nel Comune di Brescia e 1.300 nell’intera provincia. La situazione è drammatica e non accenna a migliorare, figlia di una crisi che, nel corso degli anni, ha modificato radicalmente le cause delle intimazioni di sfratto. Oggi, infatti, per il 98% si tratta di morositĂ cosiddetta “incolpevoleâ€?, che racconta di persone costrette a lasciare la propria casa perchĂŠ non hanno piĂš un’occupazione e, dunque, non sono in grado di pagare l’affitto. La Congrega della CaritĂ Apostolica è da sempre attenta al contenimento e alla riduzione delle problematiche legate al disagio abitativo, attraverso le piĂš diverse pratiche di sostegno che assumono oggi il nome di politiche di housing sociale. PiĂš del 70% del patrimonio immobiliare dell’ente viene locato a fini sociali: 378 alloggi sono affittati a canoni inferiori a quelli di mercato a famiglie con problematiche abitati-

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condividere strategie d’intervento. All’appello hanno risposto la Fondazione della ComunitĂ Bresciana e la Fondazione Asm, insieme alla Fondazione Credito bergamasco, che a partire dal secondo semestre 2011 hanno affidato alla Congrega un fondo per l’emergenza abitativa per le famiglie bresciane in difficoltĂ . L’accompagnamento dei nuclei familiari si svolge secondo diverse modalitĂ : si tratta di prevenire la perdita dell’abitazione individuando le cause ed arginando la morositĂ , indirizzare le famiglie nella ricerca di un alloggio confacente alle risorse e alle necessitĂ e promuovere uno stile di vita sobrio mediante un’azione educativa rivolta alle persone. Tutto ciò si concretizza nell’erogazione di contributi economici diretti, nell’inserimento nelle liste per gli alloggi a canone moderato di proprietĂ dell’ente, nella ricerca di alloggi di emergenza presso altri enti e nell’accoglienza e l’ascolto delle persone per orientarle nel ricercare le

soluzioni piĂš adeguate e, dove possibile, elaborare un progetto strutturato per uscire dall’emergenza e ripensare il proprio futuro. Se le difficoltĂ abitative sono in continuo aumento, la capacitĂ di risposta però risente di una generalizzata contrazione delle risorse a disposizione: la sfida, ancora una volta, è quella di trovare nuove modalitĂ , non sempre finanziarie, per andare incontro ai bisogni. Oltre ai sacrifici, la crisi richiede innovazione e collaborazione.

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el periodo attuale molto tormentato e difficile, abbiamo bisogno di punti di riferimento certi, stabili, che siano in grado di orientarci nel nostro cammino. La nostra civiltĂ ci offre due perni fondamentali, che sono alla base della storia: la Costituzione, su cui si regge il nostro Stato, e il Vangelo, che, per il suo messaggio di salvezza, può valere in modo universale per tutti gli uomini. Per costruire una societĂ migliore, in che modo i due testi possono aiutarci? Quali sono i loro punti in comune? A queste domande hanno cercato di rispondere i due relatori dell’incontro, che si è svolto presso la Sala Piamarta di Brescia, dal titolo “Costituzione e Vangelo: una societĂ fondata sulla giustiziaâ€?. Sono intervenuti Francesca Parmigiani, avvocato costituzionalista, e don Flavio Dalla Vecchia, teologo.

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ria e prassi, che trova la sua sintesi nella difesa dell’essere umano, della sua dignitĂ , del suo valore assoluto. Infatti nei testi evangelici s’impone una speranza per il destino umano: non si tratta, però, di un progetto utopistico, astratto, teoretico, ma di una prospettiva concreta, legata alla crescita vera dell’uomo. Per Matteo sono beati i poveri di spirito, che vedono con occhi puri, sono disposti ad ascoltare Dio e i suoi comandamenti. Essi non sono gli ingenui, i deboli, ma sono le persone umili ma forti, miti ma solide, che costruiscono la loro vita sulla roccia della VeritĂ . In questo senso, anche la sofferenza acquisisce un senso: essa non è un dolore fine a se stesso, vano, ma è un passaggio necessario della vita, che è finita, imperfetta, verso l’eternitĂ . Allora gli uomini che seguono questo percorso, aperti a Dio, co-

scienti dei propri limiti, sono costruttori di una societĂ di pace, di amore, di civiltĂ vera, di giustizia, che ha al suo centro la persona e la sua dignitĂ . Parmigiani ha approfondito i principi basilari della Costituzione e del contesto storico, in cui essa è nata. La nostra carta, in un certo senso “sacraâ€? per il valore civile, storico che ha e per il processo tragico di liberazione dalla dittatura fascista, che costituisce il suo terreno di nascita, richiama i principi piĂš nobili del costituzionalismo occidentale. Infatti al suo interno troviamo i fulcri della sua struttura, che sono i principi di persona, libertĂ , uguaglianza, pace e tutti i diritti umani fondamentali. Questi principi sono il frutto di un lavorĂŹo, che ha visto come protagonisti le culture cattolica, liberale, laica, socialista e comunista, in un “compromesso elevatoâ€?, che ha trovato la sua sintesi nella Costi-

tuzione. Secondo la Parmigiani, il cuore pulsante della carta è il valore dell’essere umano, che è un “animale politicoâ€?, come dice Aristotele, e che ha bisogno di vivere in una comunitĂ , che rispecchi la sua natura vera, quindi la sua libertĂ , la sua dignitĂ , i suoi diritti innati. I cattolici hanno insistito molto sul concetto di persona, giĂ col Codice di Camaldoli del 1943. In questo modo, sono state poste le basi di una Costituzione, che mira alla salvaguardia di tutte le esigenze umane, come il lavoro, la vita comunitaria, la libertĂ . La nostra societĂ , allora, travagliata dalla crisi e spaventata dal futuro, per riprendere un cammino di crescita, deve ancorarsi ai valori perenni della persona, della libertĂ , del bene comune. La politica, come dice Platone, è come un “tessutoâ€? fatto di uomini, leggi, valori: esso va tenuto unito; se si sfalda, lo Stato rischia di crollare.

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Tornano il 21 aprile i concerti della domenica mattina con l’Ensemble del Teatro Grande di Brescia. Il progetto mira a portare sul territorio bresciano alcuni tra i piÚ prestigiosi musicisti del panorama italiano riuniti in una formazione da camera essibile che possa prevedere anche la partecipazione di giovani artisti emergenti. Ne sono musicisti stabili Sandro Laffranchini, coordinatore dell’Ensemble e primo violoncello dell’Orchestra e della Filarmonica del Teatro Alla Scala di Milano,

VenerdĂŹ 19 aprile alle 21, presso la Pieve di Urago Mella via della Chiesa 136 a Brescia, il Joyful Gospel Choir diretto da Brunella Mazzola si esibirĂ in un concerto beneďŹ co di brani gospel e spiritual. Il Joyful Gospel Choir è presente dal 2002 a livello locale e nazionale e ha partecipato a numerosi festival ricevendo importanti riconoscimenti. Il ricavato della serata sarĂ interamente devoluto a sostenere i progetti per l’infanzia che la

Andrea Rebaudengo (nella foto), pianista di Sentieri Selvaggi. Il concerto in programma per le 11 di domenica 21 aprile ha per titolo “Il solista: il contrabbasso�. In programma la “Sonata a quattro n.1 in Sol maggiore per due violini, violoncello e contrabbasso� di Rossini, il “Duo concertante su temi de “I Puritani� per violoncello e contrabbasso� di Bottesini e il “Quintetto in Sol maggiore per due violini, viola, violoncello e contrabbasso, op. 77 n. 2 di Dvorak.

Onlus bresciana Horizonte Italia Brasile, fondata il 30 agosto 2006 per dare assistenza sociale ai bambini bisognosi del Comune di Paripueira, nello Stato di Alagoas del Brasile. Attualmente sono 55 i bambini seguiti dalla onlus bresciana. Promotore della serata, insieme alla Circoscrizione Ovest del Comune di Brescia,è l’associazione culturale Canto studio. L’ingresso al concerto è libero.

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a PalaBrescia a PalaBancodiBrescia. Nei giorni scorsi è stata scritta una nuova pagina della vicenda di uno dei piĂš importanti spazi di aggregazione che Brescia abbia mai avuto. Intere generazioni di giovani sono cresciute a “pane e Teatro tendaâ€? prima e a “pane e PalaBrescia poiâ€?. Per anni la tensostruttura, prima in via Oberdan e poi negli attuali spazi di via Ziziola ha ospitato spettacoli, incontri e meeting che hanno finito con l’affermare un nuovo modo di intendere la pastorale giovanile e la catechesi. Generazioni di giovani si sono affacciate al tema del sacro, della propria spiritualitĂ , del bisogno di costruire insieme ad altri un progetto di vita o di trovare risposte alla domande della fede partecipando, in anni ormai gloriosi, ai tanti appuntamenti promossi sotto le volte di tela della tensostruttura, quando le comoditĂ erano veramente poche, la platea era fatta da una schiera di sedie in plastica da giardino e la galleria da vere e proprie panche in legno da circo. Eppure le migliaia di giovani che hanno permesso una serie impres-

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proposte, idee e di porsi come luogo di incontro intergenerazionale. Il PalaBrescia, anche grazie alla Matel, la societĂ chiamata alla sua gestione, composta da istituzioni attente ai temi della formazione e dell’educazione, è divenuto luogo privilegiato della pastorale giovanile nei suoi aspetti aggregativi. Il PalaBrescia ha portato una storia trentennale nel nuovo millennio, arricchendola di importanti collaborazioni, a partire da quelle con il Teatro Smeraldo di Milano, e di proposte attente alla formazione delle giovani generazioni. Nelle scorse settimane, infine, l’annuncio di una nuova denominazione: il PalaBrescia è diventato PalaBancodiBrescia, grazie all’intervento e al sostegno del Banco di Brescia che ha ritenuto importante investire in una struttura e in una storia importante nella vicenda della cittĂ .

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,O QR GL GRQ $QLHOOR DOOD FDPRUUD Don Aniello Manganiello (nella foto) parla ai giovani al di lĂ delle questioni morali, etiche o di salute: “Acquistare droga significa diventare complici delle mafie e alimentare la loro potenza economicaâ€?, tuona. Il messaggio, forte e chiaro, è stato ribadito piĂš volte durante l’incontro che ha visto il “prete anticamorraâ€? protagonista al Liceo Newton di Brescia, una delle tante tappe che ha percorso nei giorni scorsi tra la cittĂ , la Valsabbia e la Valtrompia per presentare il suo libro, “GesĂš è piĂš forte della camorraâ€? edito da Rizzoli. La ricetta di don Aniello per sconfiggere la camorra – “che non è un problema solo del sud, ma dell’Italia interaâ€?, sottolinea – parte dal superamento dell’individualismo e da una nuova legalitĂ , che non significa soltanto il rispetto delle leggi, ma il ritorno ad una coesione sociale finalizzata al benessere comune. “LegalitĂ significa legame tra le persone – spiega – non obbligo a rispettare delle imposizioniâ€?. Legame che don Aniello ha cercato di creare tra i piĂš giovani anche grazie all’Associazione sportiva dilettantistica don Guanella, che riuniva circa 300 ragazzi del rione, dai bambini fino alla Prima Categoria, insegnando loro i valori dell’amicizia e della correttezza attraverso il calcio. All’interno della parrocchia, inoltre, era attivo anche un convitto per minori a rischio, che ospitava i ragazzi dal ritorno da scuola fino alla sera. Don Aniello è stato trasferito a Roma, non senza polemiche, nel 2010,

ma oggi è tornato a Napoli, ospite della sorella. Ha fondato un’associazione, “Ultimiâ€?, che tra pochi mesi compirĂ un anno di vita, e avrĂ quindi la possibilitĂ di costituirsi parte civile nei processi di mafia e chiedere i beni confiscati per portare avanti i propri progetti. Intanto, don Aniello prosegue il suo “tourâ€? tra i giovani, per parlare loro di quella legalitĂ che si garantisce “recuperando le buone scelte quotidiane che permettono a ciascuno di combattere la mafiaâ€?.

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‡œœƒ–‘ ‡”ƒ–ƒ …‘Â?‹…ƒ ƒŽ –Â? “Serata comicaâ€? è il titolo dello spettacolo in scena alle 21 del 18 aprile al Teatro Ctm di Rezzato. La proposta è organizzata dal Cipiesse che ha chiamato a raccolta alcuni comici noti al grande pubblico per le loro partecipazioni ai piĂš importanti programmi televisivi dedicati al cabaret. Sul palco a Rezzato Stefano Chiodaroli, giĂ protagonista nel cast comico di Buldozer, Colorado Cafè e della sit-com “Belli dentroâ€?; il

duo Carlo e Simone, milanesi nati artisticamente nel 1987 dai corsi di recitazione del Centro teatro attivo di Milano; Carlo Bianchessi, comico cresciuto nella fucina del Derby di Milano e passato per alcune delle piĂš importanti produzioni televisive dedicate al cabaret, il mago Eta Beta, e il bresciano Giorgio Zanetti. La conduzione della serata è afďŹ data al bresciano Alex Rusconi. Per ulteriori informazioni contattare il Cipiesse, 030/27891881, www.cipiesse-bs.it.

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n questi tempi di crisi, economica e non solo, Aldo Cazzullo scrive un libro che si intitola “L’Italia s’è ridestaâ€?. Presentato nei giorni scorsi a Castenedolo in una serata organizzata dall’associazione culturale “Aldo Moroâ€?. Abbiamo incontrato il giornalista, autore del volume; è ben cosciente che “il titolo è in forte controtendenza. Oggi l’Italia è un Paese depresso e di cattivo umore. La crisi italiana non è solo una crisi di liquiditĂ e di lavoro che non si trova. Ăˆ, anche, una crisi di fiducia. Il denaro non gira perchĂŠ c’è paura, il lavoro non si trova perchĂŠ nessuno investe – continua Cazzullo – e nessuno assume. Ăˆ una questione di fiducia. Abbiamo l’idea che il futuro non dipenda da noi. Pensiamo dipenda dalle multinazionali, dai cinesi, dagli asiatici. In parte è vero, ma il grosso dipende da noiâ€?. Chiaro che nella sua analisi Cazzullo non dimentica che il lavoro esce dall’Italia e si sposta all’estero, non dimentica che in questo mondo globale da noi arrivano immigrati in cerca di un lavoro che non c’è “ma è anche vero – spiega ancora – che il mondo globale è un’opportunitĂ . L’Italia affascina, piace, c’è una grande domanda di Italia. Oggi ci sono mercati che le noste aziende

possono raggiungere con una mail; ci sono nuove borghesie che guardano all’Italia come la patria della fantasia, della creativitĂ , del buongusto e del design. Questa domanda spesso è soddisfatta da prodotti che suonano italiani ma che non lo sonoâ€?. A dimostrazione di questa affermazione il fatto che vanno bene le aziende che esportano e male quelle che si basano sui consumi interni e che “pagano la crisi di fiduciaâ€?. L’Italia è sempre stato il Paese piĂš bello del mondo e la bellezza nel mondo globale è il bene piĂš prezioso “e dobbiamo salvaguardare questa bellezza e metterla a frutto. Il sistema di sviluppo tradizionale non è piĂš adatto. C’è bisogno di un nuovo modello: tenerci la manifattura e integrarla con agroalimentare, artigianato di qualitĂ , cultura, arte, bellezzaâ€?. Cammino ben tracciato quello che prospetta Aldo Cazzullo: “il lavoro tradizionale non si troverĂ piĂš, ma si troverĂ lavoro dove serve una conoscenza. Dobbiamo studiare di piĂš, formarci. La soluzione di Grillo è consolatoria, 1000 euro a tutti e lavorare 30 ore settimanali. La decrescita felice può essere valida per una persona, una famiglia o una comunitĂ . Non vale per un grande Paese, come è l’Italiaâ€?. Nel libro anche un’analisi di

cittĂ e cittĂ , un’Italia di italiani di cui andare orgogliosi come i piccoli imprenditori “che ipotecano le case per salvare i posti di lavoroâ€?, gli operai, gli artigiani, i commercianti “che lavorano piĂš di ieri e guadagnano di meno, i servitori dello Stato come gli insegnanti. Ci sono motivi di fiducia, ma non voglio – precisa Cazzullo – che sia un libro consolatorio. C’è anche l’Italia di cui vergognarsi. Ma il concetto è che dalla crisi si uscirĂ solo insiemeâ€?. E su Brescia precisa che “è la quinta cittĂ italiana come numero di abitanti, compresa la provincia. Ăˆ un territorio con un grande peso economico. Dovrebbe avere un peso politico e culturale all’altezza. E poi bisogna fare lo sforzo di far rivivere piazze, teatri, sagrati e tutti i luoghi della socialitĂ . Qualche segnale c’è, come il complesso di Santa Giulia. Brescia dovrebbe far conoscere meglio le sue bellezzeâ€?.

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Da lunedì al venerdì, a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potrete seguire rassegne stampa locali e nazionali, ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa parrocchiale di Cristo Re in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Quest’anno la 50ÂŞ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni si celebra a livello nazionale nella nostra diocesi, in ricordo di Paolo VI che la istituĂŹ nel 1964. In programma un intenso ďŹ ne settimana di iniziative, tra riessione, testimonianze, preghiera, visite guidate, animazione predisposto dall’UfďŹ cio per le vocazioni. Alle 9,20 le testimonianze di suor Maria Simona Francesca clarissa cappuccina e di Luciano Ceribelli

La prossima puntata della rubrica “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio “In Seminario per le vocazioniâ€?, l’incontro dei sacerdoti in preparazione alla Giornata mondiale di preghiera. A seguire: le iniziative per celebrare il centenario della morte di San Giovanni Battista Piamarta; “Dalla differenza alla in-differenza sessuale. Gli equivoci del Genderâ€?, il convegno organizzato dagli ufďŹ ci diocesani Famiglia e Salute; il vespro domenicale ďŹ no al 12

sulla beata Chiara Luce Badano. I padri piamartini celebrano inoltre il centenario della morte di San Giovanni Battista Piamarta con una serie di iniziative: alle 9.40 interviene padre Igor Manzillo. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita e in diversi orari) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl.

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maggio in Santa Maria della CaritĂ . La rubrica “4 parole...â€? è con don Gabriele Scalmana sulla Giornata della Terra. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia. tv che manderĂ in onda anche lo speciale “Croce e sofferenzaâ€? con relatore padre Paolo Scarafoni.

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/D YHUD QRYLWj q VHPSUH OD SXEEOLFLWj Ogni anno a Cannes oltre al festival del cinema c’è anche il Miptv (MarchĂŠ International des Programmes de TĂŠlĂŠvision), una sorta di fiera campionaria dove scoprire le novitĂ in fatto di format televisivi, i programmi del futuro. Ecco le novitĂ piĂš gettonate per l’edizione del 2013. “The Noiseâ€?: i concorrenti devono superare delle prove come camminare sui carboni ardenti o aprire una lattina di coca cola senza però fare il minimo rumore. “Celebrity Cop Campâ€?: alcuni vip si cimentano nel lavoro di poliziotto. “Sure or Insureâ€?: una famiglia riceve 1 milione di euro che vedrĂ diminui-

re se sbaglia a rispondere alle domande del quiz. “Wall of Fameâ€?: una famiglia risponde a una serie di domande che dovranno pilotarla a scoprire l’identitĂ del vip che si nasconde dietro il muro. “Does Someone Have to Goâ€?: il dipendente di un’azienda si trasforma per un giorno nel boss e deve mandare avanti la baracca, con la licenza di licenziare chi non ritiene all’altezza della sua mansione. Se queste sono le novitĂ a questo punto sarebbe meglio mandare in onda gente che riscopre i vecchi giochi da tavolo. Sicuramente sarebbe meno dispendioso. Insomma è crisi anche per

le novitĂ in tv: si vuole continuare a intrattenere il pubblico sfruttando programmi semplici ed economici. Mai come in questi anni le idee a costo zero tornano utili ai produttori televisivi. Ma dietro a un prezzo popolare deve comunque esserci un’idea popolare. Abbassare i costi non significa abbassare il livello qualitativo dell’offerta. Investire soldi sulle novitĂ dovrebbe essere il primo punto nell’agenda di chi fa televisione. Invece si cerca di riesumare idee dal passato, sperando che negli anni la gente se ne sia dimenticata. Il risultato è che si fa peggio ciò che un tempo poteva aver un senso. La Rai non vuole essere se-

conda a nessuno nel ridar vita a trasmissioni morte e sepolte, e dal 6 maggio ripartirĂ il Carosello su Rai Uno, con il nome di “Carosello reloadedâ€?, ovvero “ricaricato, reinventatoâ€?. Lorenza Lei, ex direttore generale della Rai e ora amministratore delegato di Sipra (la concessionaria per pubblicitĂ della Rai) ha dichiarato: “Carosello reloaded vuole rappresentare per il mercato pubblicitario una nuova e piĂš evoluta forma di comunicazione nell’era del digitale multischermo, multipiattaformaâ€?. In parole povere, si tratta di uno spazio pubblicitario piĂš lungo, piĂš intenso, piĂš affascinante, piĂš dilagante (fra tv, internet e telefo-

nia mobile). Insomma, la cara vecchia pubblicitĂ rimessa a nuovo per diventare intrattenimento per il pubblico. Che la tv basi la sua esistenza esclusivamente sulla pubblicitĂ lo avevamo giĂ capito, non c’era bisogno di questa ulteriore conferma: alla diminuzione di qualitĂ nei programmi corrisponde l’aumento di pubblicitĂ . Ăˆ finita l’era in cui si producevano trasmissioni di successo per avere pubblico al quale far vedere pubblicitĂ : il telespettatore del 2013 è talmente esposto ai messaggi pubblicitari che ormai li ha scambiati per intrattenimento, l’importante è che il pinguino e l’orso di turno continuino a ballare.


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mente geniale di Roger Waters e compagni. L’evento, presentato da Dario Salvatori, uno dei piÚ preparati critici musicali italiani, vedrà la partecipazione di numerosi ospiti famosi, musicisti, scrittori e collezionisti. Una giornata indimenticabile, che si concluderà con il grande concerto dei Wit Matrix, una delle migliori tribute - band italiane, molto apprezzati anche all’estero. Una giornata da non perdere.

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Ăˆ indubbio che nel cinema contemporaneo siano le pellicole di fantascienza quelle che realizzano piĂš capolavori. Non soltanto per il successo, ma anche perchĂŠ sono le sole che si pongono (e fanno porre a noi spettatori) domande essenziali sulla condizione umana: come sarĂ il nostro futuro tecnologicamente avanzato? Cosa c’è oltre lo spazio? Quale potrĂ essere l’identitĂ dell’uomo a fronte di una tecnologia sempre piĂš invasiva? La fantascienza è il genere piĂš filo-

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’è crisiâ€?, come recitava Bugo giĂ nel 2008. Una crisi che investe l’economia e di conseguenza va a toccare un po’ tutto il tessuto sociale. Questo è senza dubbio il motivo principale per cui anche la dimensione artistica e culturale deve far fronte alla minor disponibilitĂ di fondi, con il rischio di dover rinunciare a manifestazioni molto ben ideate ed organizzate. Le ultime voci dicono che l’unico festival cittadino dedicato al jazz, “Jazz on the roadâ€?, è avviato alla conclusione, o quantomeno godrĂ di un anno sabbatico per questo 2013. La mancanza di disponibilitĂ economica sta costringendo gli organizzatori della rassegna ad accantonare il progetto, nonostante l’impatto del Festival sia stato considerato positivo all’unanimitĂ , avendo offerto nei 10 anni della sua storia grande qualitĂ e spettacoli entusiasmanti. Vale la pena ricordare alcuni dei nomi transitati da Brescia nelle 10 edizioni del “Jazz On The Roadâ€? Festival: Emanuele Cisi, Barbara Casini, Enrico Rava e Franco D’Andrea, il duo Girotto-Biondini, la grande Rita Marcotulli, Joe Lovano, oltre ai migliori interpreti del jazz bresciano, da Sandro Gibellini a Emanuela Ma-

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niscalco alla splendida Betty Vittori. Cancellare dal cartellone un festival di questo genere vuol dire privare la cittĂ di un’altra luce capace di accendere le serate estive bresciane, oltre che tarpare le ali ad una associazione competente e motivata per la crescita del movimento jazzistico di Brescia. Brescia è una cittĂ che vanta una tradizione vincente in questo ambito, con diversi collettivi

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con l’evidenziatore. Il dispiacere tra gli organizzatori e gli appassionati è elevato, soprattutto per la sensazione che, oltre alla copertura finanziaria sia stata carente la considerazione della portata di un avvenimento di questo tipo. Queste le parole dell’avvocato Francesco Schettino dell’Associazione Jazz On the Road: “Per ora il Festival è in stand by, come è in stand by la nostra associazione, stiamo navigando a vista in attesa di nuovi sviluppi. Dopo che sulla stampa sono uscite le notizie riguardanti l’idea di interrompere il Festival ho ricevuto diversi attestati di stima e qualche promessa di impegno, ma al momento è presto per prendere decisioni definitive. La cosa che dispiace di piĂš non è la mancanza di contributi economici, ma la sensazione che la politica non abbia compreso la portata culturale di un festival musicale, e l’impatto che lo stesso porta sulla cittĂ , anche a livello di indotto. 10 anni di storia ci hanno regalato tanto, il nostro impegno e la nostra passione ci hanno gratificati a livello personale e di gruppo, anche se forse il fatto di essere degli appassionati, pur competenti e preparati, e non degli “imprenditori musicaliâ€? ci ha paradossalmente penalizzatiâ€?.

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sofico della nostra cinematografica contemporanea. Certo la fantascienza è anche, al tempo stesso, il genere più popolare e d’intrattenimento, che utilizza sempre più sbalorditivi effetti speciali e sonori per rendere l’esperienza cinematografia unica e non bada a spese nella costruzione del film. “Oblivion”, interpretato da una star di prima grandezza come Tom Cruise, segue proprio questa tendenza e vuole essere uno spettacolo di facile visione, di grande divertimento, ma

anche un testo che lancia spunti di riflessione. Nella seconda metà degli anni 2000 la Terra è stata devastata da una guerra nucleare che gli umani hanno combattuto e vinto contro gli invasori alieni. La Luna è stata distrutta e ha causato terremoti, tsunami e sconvolgimenti che hanno reso il pianeta una landa. L’umanità è in esodo su Titano, mentre sul nostro mondo gli ultimi impiegati si assicurano che i grossi macchinari che prosciugano le risorse naturali (per generare energia

utile alla vita sul nuovo pianeta) non siano distrutti dai pochi alieni rimasti. Due di questi impiegati s’imbattono in alcuni astronauti lanciati nello spazio decenni prima ma ora atterrati rovinosamente, che il sistema inspiegabilmente riconosce come “minacce”. Il film, diretto da Tom Kosinski (“Tron Legacy”) è costruito con un meccanismo narrativo di tensione perfetto; solo nel finale lo spettatore comprende quello che la storia sta realmente raccontando e ci mette di fronte a

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questioni che riguardano lo sfruttamento tecnologico, l’ingegneria genetica, l’identità dell’individuo che viene messa in pericolo dalle tecniche sempre più avanzate, il confronto con il “mistero” fuori dalla Terra. Una storia avvincente, mai noiosa, con effetti speciali sempre curati e con un eroe che sembra appartenere al grande cinema del passato: un uomo coraggioso, che crede in valori (amore, patria, solidarietà), e non si ferma davanti alla morte pur di difenderli.

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Che quello dell’agroalimentare fosse uno dei pochi comparti a reggere la crisi era cosa risaputa. Le conferme, però, non fanno mai male. Per questo motivo Coldiretti Brescia ha accolto con favore la richiesta giunta dalla Finlandia di visitare, con una delegazione di imprenditori agricoli del Paese scandinavo, un mercato di Campagna Amica. La scelta è caduta su quello di Gussago. Il 18 aprile, alla presenza della presidente di Agrimercato Brescia Miriam Franzoni, il gruppo

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uò l’ottava potenza economica mondiale (in recessione da quasi sei anni) essere non-governata a lungo? Ăˆ vero o no che l’Italia “comunque ce la faâ€?, a prescindere da chi e come la governa? Si leggono e ascoltano sempre piĂš frequentemente discorsi di questo tipo: non c’è un esecutivo? Pazienza, l’Italia va comunque avanti e si evitano i danni collaterali di un cattivo governo. Insomma, non ci costa nulla a rimanere nel limbo, anzi‌ E si cita, a supporto di questa tesi, il recente esempio del Belgio, che è rimasto per piĂš di un anno nella fase in cui siamo noi ora, senza per questo sprofondare nel Terzo Mondo. Il Belgio, però, anche se spaccato in due, tra il Nord fiammingo e il Sud francofono, è un Paese piccolo, ricco di suo, ben governato a livello locale, comodamente stretto tra Francia e Olanda. Non è dunque un esempio probabente, perchĂŠ con l’Italia ha davvero poco da spartire. Quindi, torniamo al punto economico: cosa abbiamo da perdere da una transizione politica che non produce governo? Moltissimo, e giĂ il fatto che la situazione non produca un forte allarme sociale è assai preoccupante. In realtĂ gli allarmi particolari si susseguono, tante voci si alzano da piĂš parti a invocare la fine dello status quo. Quasi tutte dall’economia, dal mondo reale del lavoro e della produzione. Ci sono decreti da

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emanare, regolamenti da completare, sgravi fiscali da accordare o togliere, decisioni sull’Iva (a proposito: dal primo luglio cresce al 22%) o sulla tassa rifiuti. Si veda ad esempio la recente decisione del governo Monti di far pagare dalle pubbliche amministrazioni una quarantina di miliardi di euro di arretrati ai propri fornitori, una scelta che l’esecutivo ancora in carica può assumere perchĂŠ rientra

nella normale amministrazione. E il resto? Le famose “politiche per lo sviluppo economicoâ€?? I “tagli della spesaâ€?? Le da tutti condivise “riformeâ€? per riattivare un’Italia che non cresce economicamente dal 1992? L’inerzia – come ha recentemente denunciato Confindustria – non è indifferente per le vite degli italiani. Mentre a Roma si discute, nel Paese si chiudono importanti aziende (è or-

mai uno stillicidio); falliscono migliaia di piccole realtĂ , quelle che fanno il tessuto economico del Paese; si bruciano centinaia di migliaia di posti di lavoro senza crearne alcuno. E addirittura non si sanno dove trovare i soldi per la cassa integrazione, mancando un governo deputato a farlo. L’export italiano sta tirando, ma in assoluta solitudine; il sistema-Paese non sta accompagnando nessuno alla conquista del mondo. Non c’è un leader che giri il mondo a caccia di commesse per le imprese nazionali, dalle ferrovie ad alta velocitĂ cinesi alle joint venture automobilistiche, fino al supporto dei sistemi bancari nazionali. Ma c’è chi tranquillizza gli ansiosi sottolineando un dato di fatto: se a Roma non c’è un governo, ce n’è uno solidissimo a Berlino con addentellati a Francoforte, sede della Bce guidata dall’italiano Mario Draghi. Insomma possiamo sbandare quanto vogliamo, ma alla fine ci sono sponde alte di protezione che ci impediranno di uscire fuori di strada.

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/D JLXQWD $LE ´ODQFLDÂľ 0DUFR %RQRPHWWL Ăˆ stata ufficialmente avviata la marcia di avvicinamento dell’Associazione industriale bresciana all’assemblea del 27 maggio prossimo che comporterĂ anche il rinnovo delle cariche per il quadriennio 2013-2017. Da tempo in via Cefalonia si stava discutendo circa la scelta dell’imprenditore a cui afďŹ dare l’ereditĂ del presidente uscente Giancarlo Dallera. Molti i nomi che sono gi-

rati nel corso dei mesi. Nei giorni scorsi, però, un comunicato stampa emesso dalla stessa associazione ha messo, per ora, ďŹ ne ad ogni ipotesi. In poche, succinte righe, è stato annunciato, con una nuova prassi, che la giunta Aib ha designato Marco Bonetti, ingegnere e cavaliere del lavoro, come candidato alla presidenza da sottoporre al voto dell’assemblea prevista appunto per la ďŹ ne di maggio. Marco Bonometti è

il leader del gruppo Omr - OfďŹ cine Meccaniche Rezzatesi di Rezzato, che guida con il fratello Franco. Si tratta di un gruppo sempre piĂš internazionalizzato e presente in vari Paesi del mondo; 14 sono gli stabilimenti, 3000 dipendenti, di cui oltre 1.100 occupati solo in Italia. Marco Bonometti vanta giĂ dei trascorsi negli organi di Aib, di cui è membro della stessa giunta. in Aib. Dal 1985 al 1988 è stato presidente

del Gruppo giovani; dal 1991 al 1993 ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della stessa associazione. Ăˆ stato anche consigliere della Camera di commercio, di Isfor 2000, ProBrixia, In.Tec., Finlombarda e Csmt. Con l’indicazione dell’ing. Marco Bonometti è destinata cosĂŹ a proseguire la tradizione bresciana che vuole esponenti del settore meccanico alla guida dell’associazione di via Cefalonia.


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Foto di gruppo per la nuova giunta esecutiva di Confartigianato di Brescia, eletto nel corso dell’assemblea tenuta nella sede di via Oriznuovi il 14 aprile scorso. Nella squadra che afďŹ ancherĂ il confermato presidente Eugenio Massetti nella guida di Confartigianato per il prossimo quadriennio ci saranno i vicepresidenti Bruno Bettinsoli e Pierangelo Landi. I membri di Giunta Duilio De Toni,

Luciano Manelli, Giovanni Tosi e Gianpietro Zucchelli. Per il collegio dei revisori dei conti: Alberto Rizzi, Cristina Erbifogli, Aurelio Salvoni, Ivano Salvatti e Claudio Zani. Completano la squadra vincente i tre probiviri: Aldo Leonardi, Aurelio Gabana e Simone Quetti, e gli eletti tra i rappresentanti delle categorie: Cristian Beccalossi, Tiziano Frisoni, Guido Ghidini e Michele Pelizzari.

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er Confartigianato imprese unione di Brescia la piccola impresa è l’impresa del futuro. Ecco perchĂŠ ha continuato a percorrere a fianco dei suoi associati la strada della qualitĂ dei servizi e delle attivitĂ di rappresentanza di artigiani e imprese, con l’obiettivo di affrontare questo periodo di crisi economica sostenendo gli interventi di emergenza, assistendo gli imprenditori nel loro rischio d’impresa ed esprimendo un forte richiamo alla classe politica affinchĂŠ vengano ascoltate le proposte di intervento giĂ raccolte con il proprio “Manifesto per la Crescitaâ€?: un documento frutto del lavoro svolto negli ultimi anni e che ha raccolto le istanze principali utili a far ripartire il sistema Italia. Tra le battaglie intraprese Confartigianato ha ottenuto a livello europeo che fosse riconosciuto il Made in Italy – vera ricchezza artigianale e imprenditoriale del nostro Paese. Alla politica Confartigianato

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gli imprenditori, promuovere l’istituto della mediazione e rendere piĂš snella, e dunque veloce, la procedura civile. Ogni giorno Confartigianato imprese unione di Brescia, grazie ai suoi 15 uffici di mandamento sul territorio, coordinati dalla sede centrale di via Orzinuovi a Brescia, offre servizi per soddisfare al meglio le esigenze dei suoi 13.890 imprenditori associati e certificati. Affrontando le sfide e le problematiche che hanno colpito tutti i settori si è potenziato l’intera sezione categorie con uffici meglio strutturati ed organizzati e con un personale specializzato di 156 tra dipendenti e collaboratori. Nel corso dello scorso anno, adeguati alle nuove esigenze e normative, l’area fiscale ha offerto servizi ad oltre 6000 imprese. In particolare, le nuove normative di ordine energetico ed ecologico, hanno spinto Confartigianato a potenziare la propria area ambiente e sicurezza. Numerosi convegni, proposte verso i vari comparti, eventi in collaborazione con enti

e organizzazioni della societĂ civile, hanno visto in questi anni coinvolto a tempo pieno, l’intero vertice direttivo di Confartigianato. Il solo ufficio formazione ha organizzato nel corso dell’anno, numerosi seminari per favorire l’aggiornamento professionale e l’ingresso in nuovi mercati, raggiungendo la cifra record di 5.363 ore di formazione per un totale di 2.764 corsisti su 306 corsi. “Se i Comuni italiani sono per l’Italia l’ossatura fondante delle istituzioni sul territorio – ha affermato Massetti – gli artigiani lo sono per l’economiaâ€?.

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Si correrà domenica 28 aprile la quarta riedizione della XX miglia, un appuntamento podistico organizzato dalla sezione bresciana dell’Aics in collaborazione con la Fidal e il patrocinio dell’Assessorato allo sport del Comune di Brescia, della circoscrizione Centro e del Comune di Nave. Il percorso sarà duplice, poichÊ oltre alla classica distanza di 32 km, si potrà correre anche una XII miglia, vale a dire 19 km. La corsa si

snoderĂ a partire dal Castello in un lungo giro che prevede anche la salita del monte Maddalena, per poi tornare al punto di partenza. Per l’iscrizione, al costo di 15 euro, è possibile rivolgersi al negozio sportivo Alpi sport (tel. 030 47415 e fax 030 296595) fino al 27 Aprile 2013, oppure sarĂ possibile iscriversi direttamente, con un sovrapprezzo di 5 euro, fino a 15 minuti prima dell’inizio della gara alle 9. (f.g.)

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ittoria doveva essere e vittoria è stata. Quella contro il Grosseto era la gara da non sbagliare per continuare a coltivare il sogno playoff. Certo, davanti c’era l’ultima della classe, quasi condannata alla retrocessione in Lega Pro, che è diventata effettiva al termine della partita, e il campo era quello amico del Rigamonti, eppure il rischio di scivolare sulla classica buccia di banana era molto elevato. Invece quella del Brescia è stata un’ottima partita, che ha confermato come la squadra abbia acquisito una maturitĂ anche psicologica, che la mette in grado di affrontare tutte le partite con la giusta disposizione d’animo. Certo, inizialmente si è un po’ patita la dimostrazione d’orgoglio dei ragazzi di Moriero, decisi a posticipare il saluto alla serie cadetta o quantomeno ad uscire a testa alta, e le motivazioni degli ex Jadid e Mandorlini piazzati a metĂ campo a soffocare le iniziative di Budel e Rossi. Non ha nemmeno aiutato l’infortunio dopo circa un quarto d’ora di DaprelĂ , tuttavia alla lunga è uscito il maggiore tasso tecnico del Brescia, che ha fatto valere la superioritĂ soprattutto del proprio parco attaccanti, un lusso in questa categoria. GiĂ al 20’, infatti, un gran sinistro

po il Brescia, portandosi a quota 53 punti, ha raggiunto il sesto posto che vale la zona playoff. Già , perchÊ nel frattempo il Varese è stato sconfitto dalla Pro Vercelli penultima in classfica, consentendo quindi il sorpasso alle Rondinelle. Ora il Brescia ha in mano il proprio destino ed è chiamato a mettere a frutto quanto di buono fatto nelle ultime partite in modo da continuare la volata verso la post season. A quanto si è visto la squadra ha compiuto una maturazione importante, ma ora dovrà confermare il trend già dalla serata di lunedÏ, quando andrà ad affrontare il Verona al Bentegodi. La partita è molto significativa, quasi un derby vista la rivalità storica: gli avversari, attualmente al terzo posto, sono reduci dal pareggio interno a reti bianche contro il Cittadella e continuano a inseguire la promozione diretta. Non ci potrebbe essere esame migliore.

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di Scaglia aveva chiamato all’intervento Lanni, che tuttavia nulla ha potuto al 6’ della ripresa quando il giocatore di Trenzano ha messo un gran sinistro all’incrocio dei pali realizzando una rete spettacolare. Prima, sul finire del primo tempo, era toccato agli altri due attaccanti, Corvia e Caracciolo, dare un saggio dell’ormai raggiunta intesa, con

un triangolo chiuso in rete proprio dall’Airone. Airone che si è ripetuto anche al 10’ del secondo tempo, mettendo in porta un assist di Rossi e arrivando a 10 gol stagionali. Tutte note queste che consentono di guardare con grande fiducia al prosieguo della stagione. Certo, Calori predica calma e parla di obiettivo salvezza raggiunto, ma nel frattem-

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$ 0RQWLFKLDUL ´6JXDUGL ROWUH FRQILQHÂľ Un quadrangolare di solidarietĂ con il coinvolgimento di diverse realtĂ del territorio e la partecipazione di ospiti d’eccezione. CosĂŹ potrebbe essere descritta l’iniziativa “Sguardi oltre confineâ€?, che si svolgerĂ giovedĂŹ 25 aprile a Montichiari. In campo, presso il centro sportivo Montichiarello, a partire dalle 10, le rappresentative dall’associazione “Tutti in reteâ€?, i giovani dell’oratorio di Montichiari, i dirigenti dell’Fc

Atletico Montichiari e alcuni ex giocatori del Brescia calcio. Ad organizzare la manifestazione sportiva il Centro volontari della sofferenza di Brescia (Cvs), in collaborazione con i Silenziosi operai della Croce di Montichiari. “Sguardi oltre confine – spiega Elisabetta, dell’organizzazione – esprime il motto unanime degli appartenenti al Cvs, una realtĂ fondata per andare oltre il dolore fisico, spirituale e psicologico ed

elevasse il sofferente dalla sua condizione, grazie all’incessante aiuto della preghiera.â€? L’obiettivo è di raccogliere fondi per finanziare le attivitĂ organizzate alla beatificazione del fondatore, mons. Luigi Novarese (nella foto). In particolare, per finanziare il viaggio che ammalati e volontari compiranno verso Roma l’11 maggio. Ilario, del comitato organizzativo, spiega com’è nata l’iniziativa: “con

Luciano De Paola, ex giocatore del Brescia Calcio, che nel 2011 ha partecipato al pellegrinaggio a Lourdes, organizzato dalla nostra Associazione, abbiamo pensato di creare questo evento sportivo, nel quale sono stati coinvolti vari ex giocatori della squadra cittadina ed anche altre realtà �. Durante la giornata anche uno stand gastronomico. Biglietti d’ingresso: intero 10 euro, ridotto 5 euro e sconti per le famiglie.


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Gli arbitri del Csi ďŹ schiano nel nome della solidarietĂ in occasione della quarta edizione del Day Arbitro. Gli 8000 direttori di gara sparsi in tutta Italia rinunceranno alla diaria di una gara per devolverla alla missione che il Centro sportivo italiano sta svolgendo oltreoceano, sull’isola caraibica di Haiti, dove l’obiettivo dell’associazione arancioblĂš è regalare ai bambini del posto un vero e proprio campo su cui giocare. Per realizzarlo servono circa 20mila euro. All’inaugurazione del terreno

di gioco sarĂ installato un pannello contenente i nomi di tutti i comitati che hanno aderito all’iniziativa. Per aderire c’è tempo ďŹ no al 30 di aprile. La presidenza nazionale ha annunciato che i risultati della campagna di solidarietĂ verranno comunicati nel corso dell’assemblea dell’8 giugno. Anche Brescia, ovviamente, aderisce all’iniziativa che prenderĂ corpo su tutti i campi della provincia nel mese di maggio, quando al di lĂ delle prestazioni ogni arbitro meriterĂ solo applausi.

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vescovi italiani scendono in campo. Ăˆ quanto emerge dalla nota della Cei: “Lo sport in oratorio è un dono per tutti – scrive la Cei – a patto che si rispettino le caratteristiche proprie della natura educativa di questo ambienteâ€?. Nella nota viene conferito grande lustro all’attivitĂ del Csi “la presenza sul territorio nazionale di associazioni cattoliche che operano per la promozione e l’organizzazione dell’ambito sportivo – prima fra tutte per la sua storia e la sua presenza capillare il Centro sportivo italiano – è di grande aiuto per gli oratori. Ad esse viene richiesto non solo di collaborare nell’ambito delle attivitĂ sportive, ma di integrarsi pienamente nella vita dell’oratorio assumendone fino in fondo le finalitĂ educativeâ€?. Un invito che assume i contorni dell’investitura per il presidente nazionale Massimo Achini: “Da tempo siamo convinti che lo sport in oratorio non rappresenti qualcosa che appartiene al passato ma, al contrario, una realtĂ viva che deve essere valorizzata e rilanciata. Per questo abbiamo lanciato la campagna un “Un gruppo sportivo in ogni parrocchiaâ€?, abbiamo nominato ambasciatori dello sport in oratorio e portato i nostri ragazzi a giocare negli stadi prima delle partite di Serie A. La nota pastorale dei vescovi – prosegue Achini – regala entusiasmo, gioia, responsabilitĂ alle migliaia di allenatori, dirigenti e animatori impegnati quotidianamen-

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prezioso mezzo educativo da mettere a disposizione delle famiglie al fianco di istituzioni formative fondamentali come chiesa e scuolaâ€?. A tal proposito lo sport farĂ un ingresso trionfale nel cuore cattolico bresciano domenica. SarĂ una giornata tutta da vivere quella che attirerĂ in piazza Paolo VI migliaia di pellegrini in occasione della Giornata mondiale delle vocazioni. Si comincia all’alba, con la partenza di “Ora et camminaâ€? da Concesio (ore 6) e l’arrivo in Duomo alle 11 per la Santa Messa. La ciclopasseggiata, invece, avrĂ inizio alle 12.30 e avrĂ come meta Calcinate (Bergamo). Nel pomeriggio giochi per bambini e festa polisportiva con le squadre under 8, 10, 11 e 12.

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Si parla ancora di “Bigioâ€? Egr. direttore, tralasciamo ogni questione sull’opportunitĂ storica e politica di rimettere in piedi quest’imponente statua in marmo del Dazzi, che costò tanta fatica ed impegno a tecnici ed operai dell’italica e fascistissima era mussoliniana e che l’arch. Piacentini cosĂŹ descriveva ad A. Turati, nell’aprile del 1932: “Lo slancio in avanti la rende del tutto originale, e tale da non potersi equiparare a nessun’altra. Ăˆ tuttavia contenuta, sobria, larga, italianissimaâ€?: un simbolo evidente, quindi, di un’epoca che speriamo rimanga solo nei libri di storia per non comparire mai piĂš. Ci interessa, invece, mettere in evidenza un “piccoloâ€? dettaglio. Anzi non uno, ma 460mila “piccoli dettagliâ€?: tanti, infatti, sono gli euro che il Comune di Brescia spenderĂ , tra spese correnti e spese in conto capitale, per dare nuova vita al ‘Lelo’ (come, pare, lo chiamasse qualcuno ai suoi tempi) suddivisi tra restauro, trasporto e posa della statua (150mila euro) e lavori di adeguamento della piazza. 460mila euro! In effetti, a pensarci, non esiste modo migliore per spendere questi soldi: Brescia merita di mettere in mostra qualcosa che sa di salute, di forza, vitalitĂ , di statura dritta, di vigore. Quindi, non venga in mente a nessuno che tutti questi euro potevano essere impiegati in altri inutili, fastidiosi, tristi, poco eleganti ed antiquati scopi. Qualche esempio? 150mila euro corrispondono al costo di 6.000 ore di educatore professionale, o 7.000 ore di ausiliario socio-assistenziale, o ancora a 18 posti per un anno in un centro diurno

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per persone con disabilitĂ grave. Se poi vogliamo essere fiscali, 150mila euro corrispondono esattamente alla cifra necessaria per garantire i finanziamenti per il 2013 dei progetti a sostegno dei disabili non autosufficienti, per i quali, però, il Comune dice di non avere i fondi... E gli oltre 300mila euro spesi per adeguare la piazza, non potevano essere impiegati per includere nelle opere complementari delle stazioni del Metrobus gli interventi necessari a garantirne la reale fruibilitĂ alle persone disabili? Concetti vecchi, che riportano alla mente parole fastidiose come discriminazione o ingiustizia, cosĂŹ fuori moda per i nostri Amministratori, coerentemente fedeli al motto ‘non si può sempre pensare ai servizi sociali’ che tante volte ci siamo sentiti ripetere. Meglio qualcosa di moderno e simpatico, che, magari, passeggiando per piazza Vittoria, ci faccia un po’ sorridere pensando ai dibattiti di un tempo sulla legittimitĂ di togliere o lasciare la pudica foglia di fico che occulta le maschie virtĂš del ‘giovanottone’. Quindi bravo Bigio! E bravi i nostri Amministratori che hanno avuto questa bella pensata, tanto bella da invogliarci a proporre altre simili iniziative di... Alta Politica. Per esempio ricostruire il Casello del dazio (tassa piĂš, tassa meno... meglio essere lungimiranti e portarsi avanti) o riaprire la Fabbrica del Ghiaccio (vuoi mettere il retrogusto del Pirlo con aggiunta di ghiaccio comunale!) oppure accordarci con le forze armate alleate per ripristinare i voli di ricognizione dell’aereo Pippo (cosĂŹ potremmo alzare gli occhi al cielo non solo per disperazione...). Comitato “Cittadini come tuttiâ€?

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Un sentito grazie Egr. direttore, le scriviamo queste poche righe come ringraziamento all’Istituto Pro-Familia e a lei per avercelo fatto conoscere! Ăˆ successo un po’ di tempo fa (giĂ 10 anni), quando ci siamo rivolti a lei per i corsi fidanzati e ha proposto di seguirli presso l’Istituto. Ci hanno affascinato sin dall’inizio, partendo proprio dalla memoria del battesimo vissuto però come coppia e poi‌ siamo ancora lĂŹ (per fortuna non da ripetenti ai corsi fidanzati!) e ne siamo davvero entusiasti! Per chi non lo conoscesse l’Istituto Pro Familia venne fondato da Don G.B. Zuaboni, inizialmente come scuola di preparazione delle ragazze alla famiglia per “educare all’amore vero i giovani affinchĂŠ formassero famiglie sane, contributo indispensabile per una societĂ piĂš umana e cristianaâ€?. Ogni volta che partecipiamo ne usciamo piĂš “ricchiâ€?, piĂš carichi e fieri della scelta di esserci sposati in chiesa, grazie soprattutto a tutte le missionarie, gli amici, preti e coloro che preparano gli incontri con entusiasmo contagioso.. Ci si rende conto di quanto l’uomo oggi pensi di poter provvedere a se stesso da solo, mentre senza fede (e un aiutino) dove si può arrivare? Abbiamo giĂ ringraziato per questo, è vero, ma per noi è importante rifarlo oggi, perchĂŠ in questo periodo difficile e a tratti “incertoâ€? in cui la fede viene messa a dura prova, spesso posta in discussione dalla frenesia del mondo, possiamo sempre contare sulla testimonianza, il confronto, il sostegno del Pro Familia. Invitiamo le coppie giovani e meno giovani a conoscere il Pro Familia, nutrimento per l’anima. Paolo e Claudia

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Associato

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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