La Voce del Popolo 2013 17

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S Signore, Ti chiedo un favore: fammi vivere la caritĂ con l’l’atteggiamento del mendicante, fammi scoprire la neccessitĂ del mio prossimo nel presente. Aiutami a non pretendere. Fammi capire che dare è restituire ciò che p mi è stato prestato. Fammi scoprire che la giustizia è m aamore e che l’amore è solo donato. Fammi distribuire l speranza affinchĂŠ tutti la possano capire e fammi la aandare oltre la memoria delle cose vissute per attingean r alla tua luce. Dammi l’umiltĂ di ascoltare chi è muto, re di parlare con chi è sordo, di camminare con chi è cieco, d p di con chi è storpio, non importa se nell’anima o d correre co nel corpo. Fammi pensare in ogni momento che sono qui di n cor passaggio. Fammi ricordare che al mio fianco c’è sempre un p passaggi angelo. Fammi pensare alla tua voce se c’è un sacrificio da sopa Fam Fammi aspettare il tuo Regno e, nell’attesa, fammelo alportare. Famm po Sostienimi nell’andare perchĂŠ ogni momento può meno immaginare. immagin fammi capire che la mia salvezza può essere solo la tua essere sera, fa vveritĂ e non la mia, ma la tua caritĂ . Dammi la capacitĂ di amare.

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Ludopatia. Storie ordinarie d’azzardo

Brandico. Gli 80 anni della scuola materna Luigi Ferrante

50ÂŞ Gmpv. La speranza diventa vocazione

Armenia. Il popolo fiero del paese di Noè

Brescia calcio. La “fatal Verona� ferma la corsa

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‘‰Ž‹ƒÂ?‘…‹ “—ƒŽ…Š‡ •ƒ••‘Ž‹Â?‘ Veniamo da giorni intensi. Una serie di eventi hanno caratterizzato la vita politica del nostro Paese. Li abbiamo visti in diretta tv, ascoltati in radio e letti sui giornali. Ci hanno raggiunto attraverso la rete e i social media. Una fibrillazione continua fino al rischio corso dello sfascio della piĂš alta delle istituzioni democratiche come la Presidenza della Repubblica. Solo la dedizione e il senso dello Stato,

da tutti riconosciuto, di Giorgio Napolitano ha evitato un esito disastroso. Il vezzo italiano di fare della politica l’arte del proprio tornaconto e dell’interesse di parte rispetto al bene comune e allo sguardo lungimirante sul futuro, ha ancora una volta presentato il conto ai partiti. Peccato che nonostante le dichiarazioni altisonanti e preoccupate per la situazione economica di imprese e famiglie l’andazzo non sia cambiato. Stavolta però il prezzo è stato salato anche per il sistema democratico. Il Partito democratico è imploso per le sue divisioni. Un ulteriore picco verso il basso della sua credibilitĂ . I suoi doppiogiochisti

hanno sfaldato i principi base del concetto di rappresentanza in nome di ambizioni personali. Sono saltate le regole elementari della discussione e la capacitĂ politica di giungere a una sintesi attraverso una mediazione equilibrata. Che ne sarĂ del Pd? I furbi del quartierino del Pdl hanno approfittato della debolezza dell’avversario per far dimenticare la loro catastrofica gestione del Paese degli ultimi anni mascherandola con una presunta innocenza. Peccato che gli italiani abbiano la memoria cosĂŹ corta e che ogni volta che Berlusconi si presenta alle elezioni scordino quello che è sotto gli occhi di tutti. Il terzo polo che conta poi, quello dei grillini, ha magistralmente

inscenato la pantomima del “golpeâ€? e della marcia su Roma sostenendo di essere ormai l’unico interlocutore dei cittadini. Aizzare la piazza al grido: “RodotĂ presidenteâ€?, in nome di un sondaggio web secondo cui l’ex presidente dell’autority della privacy avrebbe preso poco piĂš di 4600 preferenze è veramente inconcepibile. Speriamo che la batosta elettorale del Friuli dove il M5s ha perso otto punti rispetto alle politiche di febbraio serva a farli riflettere. Lega e Sel non sono da meno. Li abbiamo sentiti fare patti di fedeltĂ fino alla morte con i loro alleati durante la campagna elettorale. Alla prima occasione decisiva eccoli prendere

le distanze. Direi una manica di personaggi affidabili! Di Monti e dei suoi, infine, non possiamo che denunciare la tiepidezza. Sembra quasi che vista l’irrilevanza della loro posizione parlamentare non siano interessati a esercitare un ruolo decisivo, non nei numeri, ma nella proposta politica. Monti pare un po’ come quei candidati sindaco battaglieri che, perse le elezioni, si ritirano a vita privata. Dopo la sferzata di Napolitano, si profila all’orizzonte il governo di Enrico Letta. Ora ci aspettiamo un balzo d’orgoglio della politica italiana per il bene del Paese. E scusate, ma per stare sereni, questa volta, abbiamo dovuto proprio toglierci qualche sassolino.


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esistenza non piĂš attraversata da preoccupazioni economiche. E che dire del numero sempre maggiore di sale giochi spuntate come funghi in ogni angolo della pronvicia. Il fenomeno delle sale bingo sino a qualche tempo fa portato come esemplare per dimostrare il legame sempre piĂš stretto tra i bresciani e il gioco è nulla al confronto. Ăˆ la legge della domanda e dell’offerta: se il mercato offre tanto è perchĂŠ anche nel Bresciano sono tante e di ogni etĂ le persone che vogliono giocare.

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arebbe stato piĂš facile raccontare di storie di disagio esemplare, di “predestinatiâ€?. Sarebbe stato meno provocante certificare che quello del gioco d’azzardo patologico è un fenomeno che colpisce soggetti a rischio. Invece, no. Almeno non oggi. Raccontare oggi il fenomeno del gioco d’azzardo in costante crescita e che sconfina sempre piĂš spesso sul versante della patologia è raccontare storie di persone normali, o apparentemente tali, che magari riescono per qualche tempo a far convivere la loro “normalitĂ â€? con un fenomeno che viaggia pericolosamente sul confine con la devianza. D’altra parte è difficile immaginare che il mercato del gioco d’azzardo, che oggi in Italia vale poco meno di 60 miliardi di euro all’anno, sia abitato solo da persone problematiche. PerchÊè 60 miliardi sono l’ammontare di una finanziaria, sono una buona percentuale del pil

italiano e uno Stato non può affidare una voce tanto importante della sua economia alla “patologiaâ€?. Il mercato italiano del gioco d’azzardo è diventato il primo in Europa per volume di affari, la terza voce tra le economie del Belpaese. A farla da padrone sono le slot machine che hanno totalizzato un giro d’affari di poco superiore ai 24 miliardi di euro. Seguono le lotterie (circa 12 miliardi), Lotto (11 miliardi), piĂš staccati i giochi numerici a quota 8 miliardi, chiudono infine Bingo, scommesse sportive, ooker e scommesse ippiche, che generano fatturati tra il miliardo e il mezzo miliardo. Numeri e fatturati impressionati, che si prestano a diverse chiavi di lettura, a partire dall’appetito che possono generare tra le organizzazioni criminali sempre piĂš attente nel differenziare le proprie attivitĂ . Numeri che trovano riscontro anche nel Bresciano, dove, secondo le piĂš recenti statistiche, si giocano oltre 1200 eu-

ro all’anno “pro capiteâ€?. Basta una semplice moltiplicazione per conoscere quando anche a livello locale si “immolaâ€? sull’altare delle slot machine e degli altri giochi d’azzardo. C’è poi tutto il versante dell’aspetto sociale e sanitario della questione. Se in Italia, infatti, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanitĂ sarebbero quasi 2 milioni i soggetti a rischio “ludopatiaâ€? (termine elegante per indicare la dipendenza dal gioco d’azzardo), a livello bresciano la loro consistenza numerica di aggirerebbe intorno alle 30mila unitĂ . Numeri che non possono non fare pensare ai costi immediati e futuri sul versante socio sanitario, dal momento che solo da poco la ludopatia è stata riconosciuta come patologia dal sistema sanitario nazionale, che non ha caso sta mettendo in campo un numero sempre maggiore di servizi. Il vero problema, come confermano in questa pagi-

na anche alcuni “addetti ai lavoriâ€? è che, nonostante tutto, si tratta di un fenomeno ancora nuovo che sta mostrando aspetti sempre nuovi che stravolgono azioni e convincimenti che parevano acquisiti. Il fatto che non esista il “giocatore tipoâ€?, che il fenomeno sia trasversale per etĂ e per appartenenza sociale rende tutto piĂš difficili. Ăˆ un mondo, come conferma chi cerca di arginare la deriva, in costante evoluzioni che non ha grandi certezze, un mondo popolato, come si diceva in apertura, non tanto di soggetti “borderlineâ€? naturalmente portati al disagio, ma di tanti in-

sospettabili, persone normali che giocano non tanto per arricchirsi, ma per noia, per togliersi qualche sfizio, salvo accorgersi troppo tardi che quella che poteva essere una semplice, innocente evasione, è diventata una deviazione che non lascia scampo. â€œĂˆ come buttarsi da uno scivolo – affermano ancora gli addetti ai lavori – e a metĂ della discesa pensare di fermarsi e di risalire. Ăˆ un’impresa titanicaâ€?. E se i dati diramati alla fine dello scorso anno sono attendibili sembra una discesa che ancora in molti amano percorrere se è vero che lo scorso anno in Lombardia, sono stati 14,4

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SarĂ , come sostiene chi si sta occupando di questa nuova dipendenza, che il giocatore d’azzardo non è ancora guardato con diffidenza dalla societĂ (come invece avveniva qualche tempo fa per i tossicodipendenti). Il fatto è che è estremamente difficile tracciare un ritratto del giocatore ideale. Operatori dei Sert e chi si occupa di ludopatie confermano che è un fenomeno che attraversa le generazione e le classi sociali. Basta avere un po’ di soldi da

giocare e il piĂš è fatto. Quello che evidenziano, invece, è che si tratta di un fenomeno che potrebbe presentare il conto nel lungo periodo perchĂŠ sarebbero sempre di piĂš, soprattutto tra artigiani, imprenditori e liberi professionisti, quelli che si giocano risorse destinate al pagamento delle tasse, provocando un danno a sĂŠ stessi, alla comunitĂ e all’intero Paese. Un nuovo aspetto del fenomeno gioco d’azzardo su cui sarĂ bene iniziare a riflettere.

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i miliardi di euro andati “in giocoâ€? equamente distribuiti sull’intero arco dei singoli mesi, con un evidente picco a dicembre, mese in cui sono stati giocati circa 200 milioni in piĂš in media rispetto ai mesi precedenti. In questo grande valzer dei numeri c’è un dato che, presto, molto presto, obbligherĂ a una nuova e piĂš attenta rilettura del fenomeno: quello del poker on line. Una forma di gioco d’azzzardo passato dai 32 milioni di gennaio ai 160 di fine anno, con un trend ascendente iniziato a luglio, in corrispondenza del beneplacito dei Monopoli di Stato al gioco virtuale.

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Prima ha scritto a tutti i suoi concittadini, ha indirizzato loro una lettera aperta per spiegare perchĂŠ da primo cittadino era cosĂŹ preoccupato dall’imperversare del gioco d’azzardo. Sono le stesse ragioni che Ermanno Comincioli (nella foto), sindaco di Villanuova sul Clisi spiega anche a “Voceâ€?. “Con cadenza quotidiana – racconta –vengo a contatto con il dramma di famiglie alle prese con gli effetti devastanti del gioco d’azzardo, come debiti che si accumulano, difficoltĂ di tenuta degli stessi nuclei familiari. Non posso non pensare che tutto questo possa diventare un problema sociale per la mia comunitĂ â€?. D’altra parte gli esempi (tristi) non mancano e il primo cittadino di Villanuova sul Clisi fa bene a preoccuparsi anche perchĂŠ sa bene quanto sia difficile arginare quella che ormai va configurandosi come una delle piĂš subdole piaghe sociali che possano affliggere una comunitĂ . “Credo che come sindaco – continua Ermanno Comincioli – sia mio dovere fare tutto il possibile per prevenire il fenomeno prima che diventi ingestibileâ€?. Per il pri-

mo cittadino di Villanuova sul Clisi non era piĂš il tempo di limitarsi alle belle parole di principio, occorreva invece passare ai fatti, dare qualche segnale concreto per sensibilizzare la cittadinanza. “Basta un semplice colloquio con chi nel Comune si occupa di servizi sociali e con quelle realtĂ del pubblico e del privato che si occupano di questa nuova forma di dipendenza – continua il primo cittadino – per comprendere che anche tra le vie di Villanuova sul Clisi si nascondono ormai molte storie drammatiche che possono essere ancora recuperateâ€?. Di qui, come si diceva, l’idea della lettera e di un passaggio ulteriore: incentivare i titolari di esercizi pubblici del paese a “rottamareâ€? slot machine in cambio di sgravi su quelle che sono le imposte comunali, tarsu in testa. Una iniziativa lodevole che fa il paio con la scelta di sottoscrivere il “Manifesto dei sindaci per la legalitĂ contro il gioco d’azzardoâ€?, ma che si scontra contro quelli che ad oggi sono ostacoli impervi. “In primo luogo – afferma al proposito Ermanno Comincioli – non bisogna dimenticare che il tema di con-

trasto del gioco d’azzardo i poteri dei sindaci sono pressocchĂŠ nulli. Possiamo limitarci a una sorta di dissuasione morale e poco piĂš. Per questo mi auguro che si possa presto mettere mano a una proposta di legge di iniziativa popolare per dare nello specifico maggiore potere ai sindaciâ€?. C’è poi un secondo limite. “Per quanto sgravi fiscali io possa promettere – afferma –- non saranno mai pari a quanto gli esercizi introitano con le slot machineâ€?. Ermanno Comincioli, però, non si è scoraggiato. Prosegue nella sua battaglia sperando in un patto sociale tra le diverse agenzie del territorio contro il gioco d’azzardo.

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Mario Sberna è alla prima esperienza parlamentare. Come altri 1006 grandi elettori ha presenziato alla cerimonia con cui Napolitano ha dato avvio al suo secondo mandato. A differenza di tanti altri, però, ha avuto il “privilegioâ€? di non sentirsi chiamato in causa dal Presidente in quella sorta di requisitoria contro le mancanze remote e recenti della politica che è stato il suo discorso al Parlamento riunito in seduta comune. “Ho ascoltato con attenzione quello

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che considero come un messaggio d’amore all’Italia di una figura che deve essere indicato come i padri nobili del nostro Paese – è il primo commento di Mario Sberna – . Nonostante l’etĂ si è fatto ancora carico delle sorti di tutti noiâ€?. Rispetto al pressante invito che Napolitano ha rivolto alle forze politiche perchĂŠ trovino la via per la formazione del governo il deputato di Scelta Civica, forza che sin da subito è andata sostenendo l’idea delle larghe intese, conferma

che sia l’unica via praticabile a fronte della situazione emersa dalle urne. “Se vogliamo dare una risposta alle tante domande poste da Napolitano – afferma Sberna – è ormai necessario che tutte le forze mettano da parte interessi particolari e guardino al bene del Paese. Spero che comprendano questa necessitĂ anche i tanti parlamentari protagonisti della stagione bocciata da Napolitano che pure hanno applaudito il suo discorsoâ€?.

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aranno serviti i passaggi piĂš spigolosi del discorso di insediamento del Napolitano bis a trarre l’intera classe politica nazionale da quella sorta di vicolo cieco in cui si è infilata? Difficile a questo momento dirlo, e per vari motivi, nonostante le consultazioni e il mandato per la formazione del governo affidato ad Enrico Letta. Difficile perchĂŠ c’è la sensazione, amara, che la classe politica italiana (vecchia e nuova) continui a essere refrattaria a qualsiasi sollecitazione, a critiche leggere e pesanti. Non c’è stato politico, dopo il duro discorso che Napolitano ha rivolto al Parlamento sottolineando responsabilitĂ pregresse e di oggi che stanno paralizzando il Paese, che si sia detto colpito da rimproveri, dalla violenta “tirata d’orecchieâ€? del Presidente. Da tutti parole di apprezzamento per il discorso di Napolitano, per l’alto senso dello Stato dimostrato dal Presidente nell’accettare il secondo mandato, e

la generica sottolineatura che, probabilmente, gli strali presidenziali erano rivolti a qualcun altro. Eppure Napolitano è stato chiaro: ha messo sul banco degli imputati chi ha scritto prima e impedito la modifica del “Porcellumâ€? poi (centro-destra?), chi dalle elezioni del 24 e 25 febbraio ha considerato un orrore anche la sola ipotesi di ragionare intorno all’ipotesi delle larghe intese (Pd e centro-sinistra) e chi considera il Parlamento una mera appendice della Rete e della piazza, luoghi deputati all’esercizio della democrazia (Movimento 5 Stelle). Ha messo sotto accusa chi l’ha pratica-

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mente costretto ad accettare un altro mandato in una fase della vita in cui si potrebbe ambire anche a una serena pensione. Nessuno dei diretti interessati ha preso di petto la questione, anche solo per replicare alle accuse di Napolitano. Ma il Presidente non si è limitato all’accusa, ha anche ributtato addosso all’intera classe politica una responsabilitĂ che pesa come un macigno: quella di trovare la via per dare un governo al Paese di mettere nero su bianco quelle misure necessarie a rimettere in carreggiata l’Italia, a partire da quelle riforme ormai indifferibili (legge elettorale, bicameralismo, etc.). Il Capo dello Stato, forte del consenso a cui ha voluto vincolare la sua rielezione, ha dettato al Parlamento e al futuro esecutivo l’agenda degli impegni, mettendo anche un’ultima pesante condizione: o si batte questa strada o si apre la via alla ricerca di un nuovo inquilino del Quirinale. Una forzatura rispetto alle prerogative assegnategli dalla Costituzione? Forse,

d’altra parte la carta costituizionale prevede un sistema di partiti in grado di garantire la governabilitĂ del Paese... Partiti e forze politiche sono alla ricerca della quadra. Al Pdl che ha accolto con soddisfazione l’indicazione di Napolitano alle “larghe inteseâ€?, condizionate all’accettazione del programma in otto punti elaborato da Berlusconi, si contrappone il Pd dilaniato, nonostante le rassicurazioni date a Napolitano, dall’ipotesi di un governo con il centro-destra. Ci sono poi i grillini, messi all’angolo dalla rielezione di Napolitano, dopo aver sperato di fare il botto con RodotĂ . Anche per loro è giunto il tempo, non facile, delle scelte. Al presidente della

Repubblica hanno garantito che valuteranno di volta in volta le proposte del Governo. Assenso convinto a un governo delle larghe intese è giunto dall’area montiana. Tutto questo, però, è ancora sulla carta. Non sempre le buone intenzioni si traducono poi in azioni concrete e convinte...

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,QYLWL FKLDUL FKH QHVVXQR SXz GLPHQWLFDUH Quali sono stati i commenti dei bresciani alle parole di Giorgio Napolitano che, a dispetto dei suoi 87 anni, ha dimostrato un vigore poche volte messo in mostra, con uguale intensitĂ , nel corso del suo primo settennato al Quirinale, quali le loro considerazioni rispetto agli scenari che le parole del Capo dello Stato vanno preďŹ gurando e, per ultimo, quali gli stati d’animo rispetto alle inequivocabili tirate d’orecchio per gli errori, le omissioni e le chiusure del passato che Napolitano ha certiďŹ cato con il suo intervento. Dare risposte a questi interrogativi “Voceâ€? ha sentito i parlamentari bresciani riconfermati dal voto del 24 e 25 febbraio scorso. Non si sono sottratti all’analisi Giuseppe Romele, del Pdl alla quarta legislatura, e Guido Galperti, Pd alla seconda. Per Romele quello di Napolitano è stato un discorso di alto proďŹ lo istituzionale,

da uomo di Stato che sente forte il peso della responsabilitĂ che gli è stata nuovamente afďŹ data. Non ha dubbi, il deputato di Pisogne, nello “sposareâ€? la causa di un confronto a tutto campo tra le forze che siedono in Parlamento per il varo di un governo che dia quelle risposte che il Paese attende. â€œĂˆ un impegno – ha affermato al proposito Romele – che ci è chiesto non solo dal Presidente, ma anche dal Paese interno che non può piĂš aspettareâ€?. Romele è anche uno di quei parlamentari che hanno vissuto quella stagione di mancate riforme, di immobilismo stigmatizzata da Napolitano. Una critica da cui non rifugge, convinto che ormai non ci siano piĂš scappatoie per evitare di mettere mano a quelle riforme chieste da Napolitano, “senza che nessuno – conclude Romele – ricorra ancora al termine inciucio. Il Presidente ha indicato un

percorso. Sta ormai al nostro senso di responsabilitĂ seguirlo o menoâ€?. Di discorso inequivocabile rispetto alle prospettive e ai contenuti parla invece Guido Galperti, deputato Pd, “anche perchĂŠ la stessa ricandidatuta di Napolitano si basa sulla premessa di larghe convergenzeâ€?. Per Galperti, che si dice convinto che entro la ďŹ ne di questa settimana il nuovo governo si presenterĂ alla Camere per la ďŹ ducia, il vero nodo non sarĂ tanto quello di mettere in ďŹ la le riforme da realizzare, quanto concretizzare quelle che almeno 20 anni tutti dicono necessarie per permettere al Paese di progredire. “D’altra parte nessuno – continua il parlamentare originario di Pralboino – può oggi chiamarsi fuori dall’appello di Napolitano, pronto dimettersi qualora le forze politiche dovessero disattendere l’invito alla convergenzaâ€?. C’è però una parte di Pd che non sembra

intenzionato a larghe intese se queste signiďŹ cato mettere mano a un esecutivo che preveda anche la partecipazione del Pdl di Berlusconi. “Credo che la partita sia saldamente nelle mani di Napolitano che è piĂš avanti di tutti i partiti – afferma al proposito Galperti – . Ha assegnato il mandato per la formazione del governo a Letta e poco gli importa delle denominazione del nuovo esecutivo; per il Presidente è prioritario che ogni forza si assuma le proprie responsabilitĂ . D’altra parte essendo nota dal giorno successivo alle elezioni la preclusione del Movimento 5 Stelle a qualsiasi dialogo parlamentare, non mi pare esistano molte altre vie per la formazione dell’esecutivoâ€?. Quindi quella della convergenza con il Pdl per la nascita del nuovo governo è per il Pd una via obbligataâ€?. “Mi pare evidenteâ€? è la risposta di Guido Galperti.


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ÂŽ ˜‹„”ƒÂ?–‡ ƒ’’‡ŽŽ‘ †‹ Â’Ǥ ‹œœƒ„ƒŽŽƒ Si fa sempre piĂš caotica e drammatica la situazione in Siria. A farne le spese la comunitĂ cristiana con il rapimento di due vescovi di Aleppo, liberati dopo pochi giorni. Il rapimento “lampoâ€? sarebbe stata una risposta al massacro di Damasco. Yohanna Ibrahim e Bulos Yazigi, il primo siriaco-ortodosso e il secondo greco-ortodosso, erano stati bloccati da uomini armati mentre viaggiavano dal conďŹ ne siriano-turco verso Aleppo. Gli

uomini avevano ucciso l’autista sul posto – secondo fonti locali – mentre i due vescovi erano stati portati in un luogo sconosciuto. Un grido d’allarme perchĂŠ il mondo prenda coscienza di quanto sta avvenendo in Siria è giunto nei giorni scorsi anche da p. Pierbattista Pizzaballa (nella foto), custode della Terra Santa. Il francescano, con un appello diramato nei giorni scorsi, ha chiesto attenzione per la drammatica situazione che sta

vivendo la comunitĂ cristiana siriana. “In un momento di totale confusione e smarrimento, molte aziende, soprattutto d’importexport, hanno chiuso i battenti – scrive p. Pizzaballa –. Delle migliaia di turisti, che alimentavano una moderna e orida industria, con un indotto di centinaia di posti di lavoro nel settore dei trasporti, alberghiero, servizi, non rimane alcuna traccia. produttori agricoli sono in grave difďŹ coltĂ . L’embargo internazionale impedisce ogni

possibilitĂ di esportazione e i prezzi sono crollati. Le fasce piĂš deboli sono colpite in modo ineludibile e subiscono la mancanza di approvvigionamento energetico e di acquaâ€?. La Custodia è presente in diverse zone della Siria: Damasco, Aleppo, Lattakiah, Oronte. I dispensari medici dei conventi francescani diventano luogo di accoglienza per tutti, senza differenze fra etnie di alawiti, sunniti, cristiani o ribelli e governativi.

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stato presentato nei giorni scorsi in Palazzo Loggia il progetto integrato di sviluppo multisettoriale a Mocodoene e Mongue, nella provincia di Inhambane, in Mozambico, parte del programma “Brescia per il Mozambicoâ€?. Si tratta di un insieme di azioni di cooperazione decentrata in ambito di sviluppo agricolo, educativo e sanitario nella provincia di Inhambane, realizzato in rete dalle ong bresciane Medicus mundi Italia, Scaip e Svi guidate dalla Fondazione Tovini. Il progetto viene realizzato nella provincia nel sud del Paese africano, un contesto rurale in cui vive circa 1,2 milioni di persone. La zona è fra le piĂš povere e arretrare del Mozambico: il 33% dei bambini tra zero e cinque anni soffre di malnutrizione cronica, il 12,8% è sottopeso, il 64,9% delle popolazione non ha accesso all’acqua potabile, il 34% è esclusa da qualsiasi servizio sanitario. L’11,7% della popolazione tra i 15 e i 49 è affetta da Hiv; supera il 46% il tasso di analfabetismo. Si tratta di situazione di evidente insicurezza che ha spinto le ong bresciane a mettere in campo l’operazione che ha preso il nome di “Brescia per il Mozambicoâ€? con l’obiettivo di aumentare le conoscenze e le competenze tecnico-professionali atte

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a migliorare le condizioni di salute, economiche e di accesso all’energia elettrica delle popolazioni della zona rurale di Mongue e Mocodoene, in cui sono presenti da anni missionari e volontari bresciani. â€œĂˆ la prima volta che le cinque Ong bresciane congiungono le proprie forze in

un unico progetto – afferma Giulio Maternini, della Fondazione Tovini --. Grazie anche agli aiuti forniti dal Comune di Brescia e dalla Cei ogni ong è intervenuta offrendo aiuto nel campo specifico di propria competenzaâ€?. Il progetto “Brescia per il Mozambicoâ€? prevede attivitĂ nel campo della formazione professionale, delle fonti energetiche alternative, dell’animazione rurale e della salute comunitaria realizzati anche grazie alla collaborazione con la diocesi di Inhambane, alla missione “Santa Maria di Mocodoene, alla missione “San Giuseppeâ€? di Mongue e la Servizio distrettuale di salute e di azione sociale di Morrumbene.

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Si conclude il 5 maggio prossimo, con il quarto e ultimo appuntamento, il ciclo “Sul filo della memoriaâ€?, organizzato dalla Fondazione Cocchetti. Tappa dell’ultima proposta sarĂ Bienno. I partecipanti alla manifestazione andranno alla scoperta della Fucina Museo, con una visita dall’interno e la conoscenza dei fabbri che quotidianamente sono a stretto contatto con il fuoco, l’acqua, l’aria e la terra.

Il corpo bandistico “A. Raineriâ€? e il Gruppo canto moderno dell’“Accademia dei suoniâ€? di Rodengo Saiano organizzano il 27 aprile prossimo il “Concerto al Musil“. L’appuntamento è fissato alle ore 20.45 presso i locali del Musil (Museo dell’industria e del lavoro) di Rodengo Saiano in via del Commercio 18, proprio di fronte all’Outlet Franciacorta. Nel corso della serata verranno eseguiti vari brani dai generi piĂš diversi. Il programma prevede

Si proseguirĂ con la visita alla Chiesa di S. Maria Annunciata costruita dalla vicinia e voluta dalla gente, accanto troveremo anche i segni dei monti di pietĂ . Una passeggiata nel borgo concluderĂ il pomeriggio. La visita a Bienno, realizzata in collaborazione con la locale amministrazione comunale, sarĂ guidata da Giacomo Scalvini. L’appuntamento è per le 15.30 presso l’ingresso della Fucina museo in via Artigiani a Bienno.

l’esecuzione di pezzi tratti dal musical “Jesus Christ Superstarâ€?, alcuni evergreen dei Beatles, dei Queen. Saranno eseguite anche musica di Gatto Panceri. Una dimostrazione della grande versatilitĂ offerta dal corpo bandistico diretto dal maestro Giorgio Tonelli e dai cantanti dell’Accademia. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Rodengo Saiano. L’ingresso è libero.

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1° Maggio la mia festa Mentre m’accingo a stendere questo articolo una sofferenza intima gorgoglia in me. Primo Maggio: Festa del Lavoro. Non c’è persona al mondo piĂš comprensiva, piĂš amante, piĂš aperta all’ideale e alla profonda umanitĂ del lavoro quanto il cristiano. Eppure si deve in questo mondo d’oggi amaramente constatare che proprio i cristiani non pare si rendano conto di tale ricchezza spirituale. (...) Altri dal lato organizzativo, propagandistico e chiassoso si presentano in questa societĂ come i monopolizzatori di tale ricchezza umana. Essi, che del lavoro hanno una concezione schiavistica e sostanzialmente, si dipingono con ipocrita orchestrazione assordante come i soli difensori. Come i soli redentori. Di qui la ragione della mia sofferenza. (...). La settimana scorsa veramente si sono avuti segni di una umana e democratica comprensione eccezionalmente insolita. (...) Il piĂš grande avvenimento nel mondo squisitamente lavoratore è dato dalla nuova creazione della Confederazione Italiana Sindacati Liberi. La Libera Confederazione Italiana del Lavoro - L.C.G.I. L - la

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cultura a Venezia, per quanto promosso, a quanto si è appreso, dalla falce e martello - strumenti sacri del lavoro, e simbolicamente assunti per disegnare quel mondo marxista che piĂš di ogni altro ne calpesta ed umilia l’umanitĂ , la dignitĂ e la grandezza - c’è stata una fondamentale unitĂ di vedute fra i colti intervenuti. E la conclusione non è stato certo quella prefissatasi semmai dagli organizzatori. La cultura a Venezia ha detto che la libertà è il piĂš grande dei beni che l’uomo possa possedere e non

c’è partito o altro con volto dittatoriale che riuscirĂ a sedurla e a conquistarla. (...) C’è qui il Primo Maggio, la Festa del Lavoro. Penso che debba essere un’altra occasione, anzi la piĂš solenne e ricca d’idealitĂ , per progredire su questa strada di concordia e di formazione della coscienza sociale. Non posso non augurarmelo con il Divin Maestro che non condanna le ricchezze giustamente acquisite. Egli loda o rimprovera la condotta retta o iniqua dell’uomo verso di esse. Guai a chi si fa loro

schiavo, perchĂŠ non si può servire a due padroni. Guai a chi da esse illuso, soffoca nel suo cuore il seme della parola divina. Guai a chi in esse confida senza curarsi del conto che deve renderne a Dio (...) SĂŹ, guai a tutto questo, ma lode e ricompensa al servo buono e fedele che ha fatto fruttare i talenti ricevuti e biasimo invece e castigo al servo infingardo che ha nascosto il denaro del suo signore sottoterra invece che affidarlo ai banchieri e di ottenere un congruo interesse. Ma soprattutto chi crede in Cristo e sente tutto il fascino del suo insegnamento non deve essere secondo a nessuno nell’organizzare, partecipare, interessarsi e vivere la Festa del Lavoro. Dice Pio XII, parlando ai dipendenti della Banca d’Italia: “Nel santo Vangelo il detto ‘La giornata di lavoro di un vero cristiano - esteriormente non diversa da quella degli altri uomini e dedita anch’essa alle cose di quaggiĂš - è tuttavia fin d’ora immersa nell’eternitĂ . Il lavoratore cristiano sta e opera con tutti i suoi migliori poteri e doveri in questo mondo, ma vive dell’aldilĂ fin all’ora in cui piacerĂ al Signore di chiamare il suo servo fedele nell’eterna paceâ€?.


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Due ore di discussione all’AbbaBallini sul tema “Non facciamo ďŹ nta di nullaâ€?, incontro per riettere sulle tematiche di bullismo, ciberbullismo, rispetto di persone e regole. Nel dibattito, moderato dal prof. Rocco Resta, sono intervenuti: Emilio Quaranta (garante dei detenuti di Brescia), suor Rosalina Ravasio (responsabile della ComunitĂ Shalom), il dirigente scolastico Mazzarella e la prof.ssa Longinotti (referente cittadinanza e Costituzione). Quaranta ha invitato

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i giovani a non pubblicare sulla rete parole, sms e immagini offensive di loro coetanei poichĂŠ passibili di sanzioni penali e carcerarie. Lo stesso ha raccomandato di “ribellarsi ai bulli, denunciandoli alle autoritĂ di sicurezzaâ€? e a conoscere la Costituzione italiana. Il preside Mazzarella e la prof. ssa Longinotti hanno insistito sull’importanza della scuola come agenzia di prevenzione nelle forme di devianza mentre suor Rosalina ha sottolineato quanto sia importante

“parlare al cuore dei giovaniâ€? aggiungendo che il ruolo della famiglia nei processi educativi è insostituibile. La responsabile della ComunitĂ Shalom, oltre a ripetere che è doveroso “sgonďŹ are i bulli poichĂŠ palloni gonďŹ ati forti con i deboliâ€?, ha denunciato gli alti tassi di suicidio e dell’uso di stupefacenti tra i giovani. A conclusione il prof. Resta ha segnalato che tutte le tematiche affrontate nell’incontro sono dettagliate nel documento dei vescovi “Educare alla legalitĂ â€?.

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al 2000 ad oggi il Comune di Brandico è passato da 800 a circa 1700 abitanti. Il compito, quindi, della guida spirituale della comunitĂ , don Giulio Moneta, è sicuramente impegnativo perchĂŠ in questi anni sta cercando di ricostruire parte del tessuto comunitario, cercando anche di amalgamare storia e tradizioni differenti. Ecco allora che ad alcuni momenti ordinari si affiancano delle opportunitĂ importanti per rinsaldare i legami. L’ultima in ordine di tempo è stata la festa per gli 80 anni della scuola materna Luigi Ferrante. Nel pomeriggio di domenica 21 aprile il paese ha gremito la parrocchiale per accogliere il vescovo Monari, che durante l’omelia partendo dalla figura di amore e guida del buon pastore ha illustrato i compiti educativi: il volere bene e il volere la vita degli altri. La visita di Monari è anche un incoraggiamento per le scuole paritarie che devono fare i conti con le ristrettezze economiche. La Santa Messa era stata introdotta dagli interventi del presidente della scuola, Giuseppe Bonassi, e dal saluto e dal ringraziamento di Pietro Reghenzi, vicepresidente dell’Adasm Fism di Brescia, che ha presentato la funzione delle scuole iscritte all’Associazione. An-

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L’attivitĂ ordinaria di formazione grava sull’oratorio, che attraverso il percorso dell’iniziazione cristiana sta cercando di coinvolgere i genitori, lo stesso si può dire per l’attivitĂ sportiva che riunisce diverse famiglie. In particolare don Giulio, che dal 2005 segue sia la parrocchia sia l’oratorio, punta molto sulla formazione dei collaboratori: “Non è sufficiente fare, ma bisogna dare delle motivazioni a fareâ€?. Ăˆ altrettanto chiaro che anche Brandico si inserisce nella realtĂ piĂš grande del cammino verso le unitĂ pastorali. Se attual-

mente collabora fattivamente con Longhena e Mairano con un unico Grest estivo, in futuro dovrĂ fare i conti (anche se le perplessitĂ sul territorio sono molte) con un’unitĂ pastorale ancora piĂš ampia: Lograto, Maclodio, Mairano, Pievedizio, Longhena e Brandico. Sono in molti quelli che intravedono delle difficoltĂ logistiche nella collaborazione di parrocchie differenti e nemmeno cosĂŹ troppo vicine. Ma si sa il cammino è ancora tutto da affrontare e sarĂ da costruire grazie anche ai contributi che arriveranno dal territorio.

'HVWLQD]LRQH 3DUDGLVR Conoscere il proprio destino, aprire uno spiraglio su quanto avviene dopo la morte è una curiositĂ comune a tutti gli uomini, una domanda che, pur in una cultura appiattita sul presente, assume spesso carattere di urgenza, diventa bisogno. Ricerche di senso ultimo che a volte sconfinano nell’affidarsi alla magia, agli oroscopi, a certi racconti di risvegli dal coma esprimono l’inestirpabile desiderio umano di vedere ol-

tre l’incertezza del proprio futuro. Per dare risposte a questo bisogno umano, giovedĂŹ 9 maggio, alle ore 20.45 presso il Teatro dell’Oratorio, la Fondazione Dominato Leonense e la Biblioteca Richeriana del Dominato Leonense propongono la serata “Destinazione Paradisoâ€?, nella quale mons. Giacomo Canobbio (nella foto) presenterĂ il suo libro “Destinati alla beatitudine. Breve trattato sui novissimiâ€?. Ripercorrendo quanto

propone la teologia cristiana, mons. Giacomo Canobbio si confronta con i risultati della ricerca scientifica cosĂŹ come con la riflessione filosofica, analizzando modelli di visione della morte e obiezioni anche autorevoli a una vita ultraterrena, senza sottrarsi alle provocazioni della cultura attuale. Ne derivano spunti di riflessione sui ‘novissimi’, su destino e libertĂ , sull’anima umana, sulla necessitĂ di un cammino di purificazione.

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‡ƒ–”‘ ƒÂ?–ƒ Š‹ƒ”ƒ ‹Â?‡••‘ ƒ Â?—‘˜‘ ‡ ’”‘Â?–‘ ’‡” Ž‡ ƒ––‹˜‹–Â? †‡Ž –„ Il Teatro Santa Chiara torna al suo splendore grazie ai lavori di ristrutturazione. LunedĂŹ 22 è stato inaugurato il “nuovoâ€? teatro cittadino, che rimarrĂ in gestione al Centro teatrale bresciano. I lavori, proseguiti per circa 200 giorni, hanno riguardato sia la facciata esterna, sia le parti interne, partendo dall’impiantistica ďŹ no alla sostituzione delle poltroncine. Oggi si presenta con 135 sedute in velluto blu ignifugo, una nuova pavimentazione in legno di rovere

incorniciata con del gres effetto pietra e un nuovo palco, rinnovato sin dal sottopalco, e realizzato in legno di abete, anch’esso rigorosamente ignifugo. Le pareti, inizialmente di un rosso acceso, sono state trattate e ridipinte con una tinta tenue, accordata con la Soprintendenza ai beni culturali. Anche la volta decorata, danneggiata dalle inďŹ ltrazioni d’acqua, è stata ripulita dai depositi superďŹ ciali; “successivamente – hanno spiegato le restauratrici

della Gerso Restauro Opere d’Arte di Ravenna – i dipinti sono stati consolidati e ritoccati ad acquerello, cosĂŹ come sono state risistemate le superďŹ ci in oro, con l’obiettivo di ricreare un equilibrio cromaticoâ€?. Importanti sono stati i lavori di messa a norma dell’impianto antincendio, che hanno previsto la realizzazione di una cisterna della portata di 20 metri cubi nella zona non accessibile al pubblico, e gli interventi di adeguamento degli impianti meccanici ed elettrici, con

la realizzazione dell’impianto luci afďŹ dato a Flos. I lavori sono costati in totale 600mila euro, di cui 450 provenienti da un ďŹ nanziamento ministeriale. Molto soddisfatta l’amministrazione comunale. Sabato 27 aprile proprio al Santa Chiara andrĂ in scena il “Don Chisciotteâ€? di Franco Branciaroli. Il teatro sarĂ intitolato alla regista bresciana Mina Mezzadri, scomparsa nel 2008, tra i fondatori della Compagnia della Loggetta, poi divenuta l’attuale Ctb. (a.g.)

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olitiche sociali, inquinamento e cultura, ma non solo. Un centinaio di ragazzi hanno ascoltato gli amministratori della Brescia di domani invitati all’oratorio di Santa Giovanna Antida dalla consulta di pastorale giovanile “Giovanni Paolo IIâ€?. Alla serata, organizzata dalla consulta in collaborazione con il gruppo giovani e le Acli di Urago Mella, hanno partecipato alcuni candidati alla carica di primo cittadino: Emilio Del Bono per il centrosinistra, Stefano Delledonne (ventiduenne consigliere del Movimento cinque stelle che ha come candidato sindaco Laura Gamba), Francesco Onofri per “Piattaforma Civicaâ€?, Gianfranco Paroli per la civica “Gianfranco Paroli Sindacoâ€?, Adriano Paroli per il centrodestra e Pierantonio Penocchio per Forza Nuova. Su un aspetto si sono dimostrati tutti in sintonia: i tagli alla macchina amministrativa che, secondo Del Bono, permetterebbero al Comune di risparmiare tra i sei e i sette milioni di euro. Delledonne ha invocato l’ipotesi del bilancio partecipato, mentre Onofri ha chiesto di far partecipare i cittadini come “volontari civiciâ€?. A proposito di bilanci, Paroli ha rivendicato “il buon governoâ€? sottolineando il fatto che non è mai stato sforato il patto di

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hanno riconosciuto i risultati ottenuti dal Museo di Santa Giulia come Patrimonio dell’Unesco. E se Paroli ha evidenziato tra i successi la riapertura del Capitolium e la Fondazione Teatro Grande, Delledonne ha chiesto di valorizzare il Castello, mentre Del Bono ha puntato il dito sulla riorganizzazione del sistema museale; per Gianfranco Paroli è necessario anche presentare alla cittĂ delle proposte culturali gratuite per favorire il coinvolgimento di piĂš persone. Non sono mancate le polemiche soprattutto tra Emilio Del Bono e il sindaco Paroli, anche perchĂŠ

nel corso del dibattito si sono confrontati su numeri e situazioni reali: entrambi partono dall’esperienza amministrativa di questi cinque anni, uno come capogruppo del Pd e l’altro come sindaco. Le distanze maggiori, i temi caldi potremmo dire, si sono registrate sull’ambiente. L’esponente del Pdl ha voluto precisare di avere ereditato una situazione figlia degli anni Ottanta. Del Bono ha, invece, accusato Paroli di sottovalutare il fenomeno dell’inquinamento e, soprattutto, di aver sviluppato un Piano di governo del territorio che “ha mangiato le aree agricoleâ€?. Novanta. Correlato al tema dell’ambiente c’è l’inquinamento con il Movimento cinque stelle che insiste con la campagna “rifiuti zeroâ€? e con la bonifica del territorio. Da dove partire? Del Bono ha suggerito di partire dalle aree pubbliche. L’incontro si è concluso con l’enunciazione delle prioritĂ nei primi 100 giorni. Penocchio ha ribadito i punti cardine di Forza Nuova (lotta ai clandestini e alle moschee e aiuti alle famiglie), Gianfranco Paroli, Del Bono e Delledonne ritengono urgente l’approvazione del bilancio e gli aiuti nel sociale; per Onofri si deve partire dalle bonifiche da Pcb, Cesio 137 e Parco delle cave. Come? La ricetta di Onofri e di Del Bono è di attingere ai fondi europei.

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ƒŽ Íœ Â?ƒ‰‰‹‘ Â? …‘”•‘ ’‡” †‹˜‡Â?–ƒ”‡ ƒ……‘Â?’ƒ‰Â?ƒ–‘”‡ †‹ ’‡ŽŽ‡‰”‹Â?ƒ‰‰‹ L’Ufficio diocesano per il turismo e pellegrinaggi insieme al Cipp (Centro italiano promozione pellegrinaggi) e con l’organizzazione tecnica di Brevivet promuove un corso di formazione per accompagnatori di pellegrinaggi. La figura dell’accompagnatore, infatti, è molto importante per un buon svolgimento del pellegrinaggio: il corso vuole offrire una prima formazione di base teoricopratica. Si articola in tre sabati

(4, 18 e 25 maggio) dalle ore 14.30 alle 18 e si terrĂ presso il Centro pastorale Paolo VI. Nella prima giornata intervengono, dopo l’introduzione di Mauro Salvatore, don Claudio Zanardini (direttore dell’Ufficio per il turismo e i pellegrinaggi e asssitente Cipp) che spiega che cos’è il turismo religioso e le caratteristiche dei pellegrinaggi, ma anche l’attenzione agli aspetti religiosi negli itinerari del turismo e la presentazione di alcune mete

caratteristiche dei pellegrinaggi. PorterĂ la sua testimonianza don Flavio Dalla Vecchia. Il 18 maggio tocca, invece, al prof. Giuseppe Scaratti (nella foto) dell’UniversitĂ cattolica porterĂ il suo contributo su “L’approccio al viaggiatore ‘pellegrino’â€?; don Claudio si soffermerĂ su “Dall’organizzazione allo svolgimento del viaggioâ€?, mentre Michele Peli di Brevivet approfondirĂ alcuni programmi del catalogo di Brevivet. Il 25

maggio, infine, Luciano Ceretti di Brevivet illustrerĂ la lettura delle pratiche di viaggio e alcuni consigli fondamentali con esempi pratici, mentre don Zanardini analizzerĂ la preparazione al viaggio studio; chiude gli interventi la testimonianza di suor Cati Pintossi. Per ogni informazione o per l’iscrizione, si può contattare Brevivet, telefonando allo 0302895372 o inviando l’e-mail all’indirizzo g.piasere@brevivet.it.

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n vista delle ormai prossime elezioni comunali i politici prendono posizione. Lo fanno anche gli assessori uscenti che puntualizzano il loro operato di cinque anni all’interno della giunta. L’occasione per tracciare bilanci e indicare progetti futuri è venuta su iniziativa del Circolo culturale “Il Caminettoâ€? che ha promosso una serie di faccia a faccia con gli assessori uscenti. Intervistati dal giornalista di “Liberoâ€? Matteo Pandini hanno raccontato l’esperienza di questi cinque anni Maurizio Margaroli, commercio e attivitĂ produttive, Giorgio Maione, servizi sociali e politiche per la famiglia, Paola Vilardi, urbanistica e ambiente e Mario Labolani, lavori pubblici. Sono emerse le difficoltĂ , accresciute dall’aggravarsi della crisi, a dare risposte alle istanze e alle necessitĂ del vivere quotidiano, ma anche “la consapevolezza di aver svolto bene il proprio incarico e la volontĂ , se rieletti, di proseguire nell’impegno per dare una linea di continuitĂ ai lavori avviatiâ€?. Margaroli rivendica come suo miglior progetto la creazione del Duc, Distretto urbano del commercio. “Il progetto di sviluppo economico e sociale che si localizza nel centro storico trova la sua massima espressione nel-

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la crisi e i lavori per la costruzione della metropolitana non hanno di certo dato una manoâ€?. Maione interviene sul tema ‘caldo’ dei servizi sociali. “Le difficoltĂ economiche hanno cresciuto le esigenze delle fasce piĂš deboli e insieme abbiamo scontato una serie di problemi legati al minor gettito di fondi proveniente dallo Stato. Ma siamo riusciti a non tagliare i servizi essenzialiâ€?. La Vilardi ha affrontato il gravoso impegno per redigere il Pgt, Piano di governo del territorio. “Una vera impresa, raggiunta con

il contributo di tante persone che hanno lavorato seriamente per dotare la cittĂ di uno strumento che la salvaguardiâ€?. A tener banco il caso Pcb della Caffaro. “Mi rammarico di non essermi incatenata davanti al Ministero, perchĂŠ la vera colpa è di Roma. Auspico che nella prossima giunta le deleghe che riguardano l’ambiente siano scorporate e sia messa in campo una squadra specializzata sui problemi legati all’inquinamentoâ€?. Labolani fornisce un numero: 288. â€œĂˆ il numero delle opere che in cinque anni di mandato il mio assessorato ha portato a termine. Dalle piĂš grandi, penso ai 20 milioni di euro impegnati nelle strutture complementari della metropolitana, a quelle minori, ma non meno importanti, come il ‘piano neve’ e i recuperi in ambito culturale. Mi rammarico invece per l’asfaltatura insufficiente e per le lungaggini dei lavori alla piscina di Mompiano e all’Arici Segaâ€?. Ancora pochi giorni e il responso delle urne deciderĂ il prossimo governo comunale che sarĂ piĂš leggero, con nove assessori e 32 consiglieri, ma che di certo dovrĂ lavorare concretamente al servizio della cittĂ . Ăˆ l’unica ricetta per dare risposte ai bisogni della comunitĂ e alla crisi pressante.

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imprescindibile governare il numero degli accessi all’università sulla base delle esigenze professionali e conseguentemente anche la libera circolazione europea. Tale considerazione si basa sulla piÚ che evidente realtà di numeri insostenibili nell’odontoiatria e nella preoccupante convinzione che l’iperbole che si genera nel rapporto fra la domanda e l’offerta, all’aumentare della seconda, sino ad un certo punto si determinano riduzione dei prezzi, oltre il punto di

pareggio, si instaurano pericolose soluzioni, fatte di contrazione della qualità e offerta di prestazioni inutili. Abbiamo già la percezione del mercimonio al quale si sta portando la professione e dietro il prendi tre, paghi due si offrono prestazioni inutili ed inutili, quanto dannose, esposizioni a radiazioni ionizzanti i cittadini, arrivando, vedi Group on, a vendere prestazioni terapeutiche sulla carta prima di una diagnosi medica. L’odontoiatria non comprende tali realtà e non

contempla queste metodologie, care alle societĂ di capitali, per risolvere la questione economica sempre piĂš difficile per la categoria. Gli odontoiatri sono medici, l’odontoiatria è specialitĂ medica e i medici non hanno come scopo precipuo la quadratura dei bilanci, ma la salute dei pazienti e lo sviluppo della scienzaâ€?. L’assemblea si è chiusa con il giuramento dei nuovi iscritti, un rituale carico di promesse per i 169 giovani medici che si affacciano alla professione.

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’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari nazionali per il Ministero della salute, ha recentemente presentato sul proprio sito “Il Piano nazionale esitiâ€?: la valutazione degli esiti degli interventi sanitari delle diverse strutture sanitarie italiane. Gli Spedali civili di Brescia attestano l’eccellenza della loro struttura cardiologica non solo a livello regionale, ma anche a livello nazionale. Soddisfazione per gli Spedali Civili di Brescia dove nel presidio Spedali Civili vi è “bassa mortalitĂ nei 30 giorni successivi a ricoveri dovuti a scompenso cardiaco e bassa mortalitĂ dei ricoverati dopo infarto acutoâ€?. Questi sono i punti di forza per gli Spedali civili, afferma il prof. Marco Metra, che dall’1 novembre 2012 è subentrato alla direzione della Cardiologia al posto del prof. Livio Dei Cas. Gli indicatori di risultato per lo scompenso cardia-

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co e il ridotto rischio re-ricovero per l’infarto miocardico rappresentano un’eccellenza, addirittura rispetto alla media delle strutture ospedaliere italiane. Marco Metra che prosegue poi nella descrizione

del reparto precisa che: “Abbiamo 51 posti letto di degenza e 12 per la terapia intensiva, 1 day hospital e due per le Mac (macroattivitĂ complesse) due sale per l’emodinamica, due sale per l’elettrofisiologia (cioè l’ambito che si occupa dell’installazione dei pacemaker), due sale per l’applicazione di cateteri e tre sale per effettuare ecografieâ€?. Lo scorso anno il reparto ha curato circa 3200 pazienti. “Vengono seguite prevalentemente persone anziane. Si stima che il 10-15% della popolazione over 75 sia a rischio di patologie cardiache. Va considerato che, seppur grazie ai continui miglioramenti nelle tecnologie sanitarie si riescono a salvare sempre piĂš vite, è altrettanto vero che un apparato cardiaco che subisce traumi e operazioni necessita di molti controlli e cautela in seguito agli interventiâ€?. Per questo l’attenzione della Cardiologia per i pazienti continua anche nei controlli successivi.

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Ž‹ Ž’‹Â?‹ ƒ •–”‡––‘ …‘Â?–ƒ––‘ …‘Â? ‹Ž –‡””‹–‘”‹‘ Ricordare, capire e motivare gli avvenimenti storici che hanno caratterizzato il passato per vivere meglio e in modo piĂš consapevole la societĂ odierna. Ăˆ questo il principio ispiratore dell’approccio col quale il Gruppo alpini di Pontoglio intende avvicinarsi ai ragazzi, accompagnandoli in un percorso che si svilupperĂ anche negli anni scolastici a venire, finalizzato a comprendere meglio certi fatti della storia, sia attraverso il materiale documentale, sia con esperien-

ze dirette. “Ricordiamoci – hanno puntualizzato dalla sezione – che la memoria storica serve prima a capire il perchĂŠ di certi accadimenti e poi a riflettere sui valori fondamentali della nostra democrazia e del vivere in una societĂ sempre piĂš complessa e con valori che vanno affievolendosi: la guerra non è mai una cosa giusta, al di lĂ delle motivazioni che possono essere addotte e la pace non è un bene perpetuo se non la si persegueâ€?. Per l’anno in corso con dirigente sco-

lastico e corpo docenti è stato predisposto un piano di iniziative intese a riflettere insieme ai giovani la storia sia del passato lontano, che di quello piĂš recente, attraverso tre inviti. Il primo riguarda l’interessante allestimento di una mostra di documenti storici in possesso della sezione Ana di Brescia aperta nel complesso delle scuole medie (nella foto) da sabato 20 aprile e a ingresso libero a tutti. Il secondo interessa un ciclo di incontri in agenda venerdĂŹ 26 e sabato 27 apri-

le, coordinati dagli insegnanti e affiancati da esperti storici, nonchĂŠ da alcuni preziosi reduci pontogliesi della Seconda guerra mondiale che si sono manifestati disponibili nel portare il loro contributo, raccontando ciò che in prima persona hanno vissuto. E per concludere, il 3 maggio, è in programma invece una visita guidata al museo di Trento dove i ragazzi delle medie avranno l’onore di essere ospiti a pranzo del circolo Ufficiali della caserma degli Alpini. (a.s.)

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Travagliato, il sindaco uscente si ricandida. L’avvocato Dante Buizza sarĂ espressione della lista civica “Democratici per Travagliatoâ€? che, con lo stesso simbolo, aveva ottenuto la maggioranza per il governo della cittadina nel 2008. In alternativa, l’elettorato travagliatese potrĂ scegliere fra i candidati del centrodestra: Giuseppe Bertozzi della lista “Civica per Travagliatoâ€? e Renato Pasinetti, candidato sindaco della Lega Nord e del Pdl, appoggiato dalla lista civica “Il paese che vorreiâ€?. Nelle recenti elezioni regionali la somma delle percentuali espresse dagli elettori di Travagliato a favore del centrodestra ha superato il 53%. Un dato questo particolarmente sottolineato dal Pdl travagliatese. Il centrodestra si presenta di fatto con due candidati, mentre il centrosinistra ha trovato il proprio mentore nella persona stessa del sindaco in carica. “Mi ricandido perchĂŠ ritengo sia dovuto raccogliere il giudizio dei cittadiniâ€?, afferma Buizza, spiegando di aver “amministrato avendo come stella polare il bene comune, difendendo gli interessi del territorio a fronte degli interessi sul territorio, raggiungendo risultati che, nell’arco di un mandato, quantitativamente e qualitativamente nessuna amministrazione aveva raggiunto prima a Travagliato, dimostrando con i fatti di aver lavorato per

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della Flaei per la Lombardia (Federazione lavoratori aziende elettriche italiane), illustra la propria proposta spiegando che la “Lista civica per Travagliatoâ€? è espressione di un gruppo “staccato dai partitiâ€?, costituitosi come laboratorio di idee per intervenire sulla comunitĂ che “ha perso l’amalgama di un tempo e dove serve mettere a fattore comune le energie per recuperare un senso di appartenenza e di partecipazione, anche attraverso alcune linee guida, fra l’altro, ispirate alla trasparenza dell’azione amministrativa e al coinvolgimento della cittadinanza secondo il motto di aggregare per comprendere. Nel dna della lista c’è un legame con il mondo cattolico e con i valori civili della solidarietĂ e della sussidiarietĂ â€?. Renato Pasinetti, consulente finanziario, mette anch’egli l’accento sul valore della partecipazione, rappresentandolo pure sul piano elettorale, con il coinvolgimento della lista civica “Il paese che vorreiâ€? come concreta “apertura alla societĂ civileâ€?. Se certe strutture pubbliche ci sono, vanno però gestite diversamenteâ€?. Tra queste il centro sportivo, mentre, nella riflessione circa i servizi delle utenze, “l’Azienda speciale travagliatese è una scatola vuota gonfiata dai debiti di questa amministrazioneâ€?, cosĂŹ come piazza LibertĂ â€œva rivisitata e arredata in modo da non ridursi ad essere prevalentemente un parcheggioâ€?.

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ƒÂ?‡”„‹‘ Â?ƒ Â?—‘˜ƒ •‡†‡ ’‡” Ž‡ …Ž‹ Nuova sede per il circolo Acli (l’Associazione cristiana lavoratori italiani) presente a Manerbio da oltre 40 anni. Con la guida del presidente Angelo Bertelli e dei componenti del consiglio direttivo, fra i quali attivissimo è Angelo Fredi, l’edifico di vicolo Coro, 14, un tempo abitazione dei curati della parrocchia, è stato recuperato e bonificato. La struttura accoglierĂ la serie di servizi attualmente ancora per poco aperti in via San Martino, sede storica del sodali-

zio di fronte all’oratorio San Filippo Neri. Determinante il contributo delle Acli provinciali che hanno consentito di affrontare l’impegnativa realizzazione favorita dal parroco mons. Tino Clementi che a nome della parrocchia San Lorenzo ha firmato l’accordo con le Acli provinciali. La nuova struttura sarĂ inaugurata il 1° maggio con il programma che prevede la Santa Messa alle 9.30 in parrocchia; alle 10.30 il taglio del nastro ai locali recuperati

con l’installazione di scambiatori di calore per rendere confortevole il soggiorno degli ospiti e del personale addetto. Gli aclisti manerbiesi accoglieranno nell’occasione varie autoritĂ fra le quali il presidente provinciale Roberto Rossini e il segretario provinciale giovani aclisti. Attesi anche l’on. Marina Berlinghieri e Fabio Scozzesi, presidente di Lega Consumatori che avrĂ una rappresentanza nella nuova struttura nella quale c’è posto per l’uffico di circolo, il Centro

aperto, il gruppo Gas Gastom per gli acquisti collettivi, la sezione di turismo responsabile realizzata in collaborazione con l’associazione Chirone; sono tutte attività che il circolo Acli di Manerbio realizza con l’impegno dei numerosi volontari aclisti che sono punto di riferimento per la comunità nel centro urbano di Manerbio i quali tentano di arginare, con sacrifici personali ed infinita buona volontà , il progressivo degrado del centro storico e della periferia. (f.pio)

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e 20 candeline sono un traguardo importante per una manifestazione culturale, tanto piĂš da festeggiare se essa riesce nell’intento di avvicinare il pubblico al lavoro artistico, di creare un legame sincero e informale con gli artisti. Queste infatti sono le caratteristiche di “artisti in piazzaâ€?, l’iniziativa che da 20 anni a questa parte viene riproposta a San Paolo l’ultima domenica di aprile. L’appuntamento è quindi per domenica 28, grazie all’organizzazione curata dal circolo culturale “Don Emilio Verzelettiâ€?. In piazza Aldo Moro, quindi, dalla prima mattinata fino alle 18 saranno presenti circa un’ottantina di artisti che si cimenteranno in diverse espressioni artistiche: dalla pittura alla decorazione, dall’incisione alla scultura fino alla fotografia e al decoupage. La particolaritĂ della manifestazione sta nel fatto che la realizzazione si svolgerĂ davanti al pubblico: chi gira per la piazza potrĂ vedere dal vivo come nasce un’opera d’arte, interagendo con l’artista, facendo domande, guardando come lavora e appassionarsi quindi al mondo dell’arte. Un ulteriore aspetto “socialeâ€? della manifestazione sarĂ costituito dal pranzo che verrĂ offerto agli artisti: si tratta di un momen-

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cesco Robba. Molti anche i pittori come Ernesto Roversi e Tommaso Maggini, Franco Soresina e Claudio Ponzanelli, per citare alcuni nomi ai quali si aggiungono Claudio, Adriano Loda e Sergio Loda, Riccardo Maffioli e Ciro Veneruso. Inoltre partecipano ogni anno con i loro artisti due associazioni artistiche locali, all’insegna della collaborazione tra realtĂ consimili: il Gruppo “La Stanzaâ€? di Pavone del Mella e il Gruppo Hobbisti di Flero. Oltre a questi artisti piĂš affermati saranno presenti in piazza anche gli allievi delle scuole d’arte del Circolo (scuola di incisione e scuola di disegno e pittura), con i loro maestri Giacomo Gandellini e Claudio Loda. Infine ci sarĂ una sezione dedicata agli scatti realizzati dal gruppo fotoamatori del Circolo. Una manifestazione partecipata e sentita, quindi, che è diventata nel tempo un appuntamento consolidato: “Siamo probabilmente i primi in zona – fanno sapere dal Circolo – ad aver creato una manifestazione con gli artisti in piazza. Inizialmente era una manifestazione in piccolo, con una ventina di artisti; poi l’evento ha acquisito una certa visibilitĂ e molti artisti (anche non bresciani) ci chiedevano di partecipare, per cui ci siamo allargati fino a ospitarne qualche volta anche un centinaioâ€?.

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montana. Oltre all’interessante contributo su fasi lunari e agricoltura, la pubblicazione si occupa delle fonti della resistenza contro la ticchiolatura. Il melo coltivato è considerato suscettibile a questa sorta di fungo patogeno per la pianta. Esistono specie di “Malusâ€? selvatici che si dimostrano spesso resistenti. Questo meccanismo è chiamato “ipersensibilitĂ â€?. Un secondo apporto è costituito da “Le cause di deperimento e moria delle apiâ€?. Negli ultimi anni le

perdite invernali di famiglie di api da miele sono state pari al 30% circa all’anno. Queste sono esposte a pesticidi, tra i quali risultano essere maggiormente dannosi i “neonicotinoidiâ€?. L’esposizione a questi veleni ha un effetto nocivo che contribuisce al collasso della colonia: essi deprimono il sistema immunitario e interferiscono con lo sviluppo normale della covata. Come proďŹ lassi si consiglia, quando si effettuano trattamenti insetticidi, di sfalciare il prato sotto

il frutteto in modo da eliminare i ďŹ ori che sono attrattivi per le api, diventando nel contempo una fonte di contaminazione. Per quanto concerne invece la coltivazione della fragola, la preparazione primaverile esige che si completi l’eliminazione delle vecchie foglie, anche per rimuovere potenziali fonti di parassiti fogliari. Utili consigli anche per la coltivazione della zucca da zucchini. Informazioni su www. saporidivallecamonica.it. (e.g.)

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i parla tanto di nuove tecnologie, di internet, Facebook e Twitter, ma i vecchi “bollettiniâ€? parrocchiali, oggi giornali della comunitĂ , resistono ancora, anzi rilanciano il loro impegno. Adesso li chiamano “giornali della comunitĂ â€? e non sono piĂš soltanto il megafono del parroco. In Alta Valle Camonica basta dare un’occhiata ai quattro periodici delle parrocchie di Edolo, Malonno, Corteno e Ponte di Legno per rendersi conto che sono comunque al passo coi tempi. Prima di tutto si presentano bene. Le copertine sono curate, anche quella del “bollettinoâ€? di Corteno, che, pur essendo stampato in proprio, non sfigura. Alcuni, è il caso di Malonno e di Edolo, propongono anche una sorta di sommario che permette al lettore di farsi un’idea veloce di ciò che troverĂ dentro. Dei contenuti si occupano piccoli gruppi redazionali guidati dai rispettivi parroci, attingendo in misura piĂš o meno ampia fra parrocchiani che possono mettere mano alla penna, o andando a prestito di materiali “esterniâ€?. Nessuna delle quattro testate ha “bucatoâ€? lo scoop per il numero di Pasqua, cioè l’elezione del nuovo Papa, anche se solo a Edolo sono riusciti a metterlo

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la questione delle unitĂ pastorali. Ăˆ ovviamente ciò che fa Chiesa in loco, quel che interessa. CosĂŹ “la parola del donâ€?, una sorta di editoriale, non manca mai, perchĂŠ serve a fare sintesi e a indicare la via alla ComunitĂ , a seconda del momento dell’anno liturgico in cui ci si ritrova. Molto vari gli altri articoli: si va dall’attivitĂ dell’oratorio, alla preparazione ai sacramenti, alle iniziative missionarie o di solidarietĂ ; c’è spazio per esperienze di giovani, adolescenti e ragazzi, che non di rado firmano di persona i

pezzi oppure vengono intervistati. E poi non mancano cronache e verbali dei consigli parrocchiali e, piĂš a singhiozzo, rendiconti economici all’insegna della trasparenza e opere parrocchiali. In qualche caso ci sono pure le “brevi di cronacaâ€?, che permettono di spaziare qualche rara volta anche in ambito civile. Scarso lo spazio per sport, lettere, dibattiti; qualcosa di piĂš per la storia o memoria locale. Tante pagine, invece, per la formazione religiosa o spirituale, spesso attingendo a grandi firme, e naturalmente per programmi, orari e iniziative. Molte e belle le foto a colori, talora anche per l’anagrafe. Un po’ meno curata, salvo eccezioni, la grafica e la scelta dei titoli. Aprendo questi bollettini, bimestrali o trimestrali, ci si fa l’idea, nonostante qualche abbellimento, che rispecchino con una certa fedeltĂ il fatto che siano ancora molti quelli che si sentono parte attiva di queste comunitĂ cristiane locali.

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&RPXQLFD]LRQH WUD UHDOH H YLUWXDOH La nuova sala polifunzionale di Artogne, nella sede della ex-boccioďŹ la, ha ospitato il secondo Convegno del Museo della stampa “Lodovico Pavoniâ€? (nella foto) sul tema della comunicazione tra mondo reale e mondo virtuale, dove i pavoniani hanno trattato il tema delle sďŹ de per l’educazione nell’epoca della comunicazione virtuale. Da Gutenberg ai social network, dalle incisioni rupestri al computer, dai caratteri mobili ai sistemi satellitari. Eugenio Fontana che ha sviluppato una suggestiva relazione sul tema della ďŹ ne di un’epoca e l’immediato inizio di un’altra, come da un tramonto nasca sempre un’alba. Ăˆ stato cosĂŹ con la scrittura ed è cosĂŹ oggi dove l’era ipertecnologica conosce un’accelerazione di tramonti e albe che hanno aperto spazi impensabili anche solo cinque anni fa. Ma c’è un ma, anzi: piĂš di uno. Ed è rappre-

sentato dalla nuova comunicazione multimediale che, per molti ragazzi, sostituisce l’avventura umana, sociale e culturale del linguaggio, della lettura, della scrittura, crea muri di silenzio e solitudine virtuale, induce bisogni di continuo collegamento e pulsione all’uso costante di dare e ricevere comunicazioni. Per questi giovani (In Italia nel 2012 erano il 95% degli utenti dei social network) l’alternativa non è certo la lettura di Dante. Oggi formare signiďŹ ca educare, cioè essere presenti e testimoniare, come ha sottolineato il superiore generale dei pavoniani padre Lorenzo Agosti nella sua circostanziata e appassionata relazione svolta in 11 punti e conclusa da “Sette regoleâ€? per un uso sapiente dei nuovi mezzi tecnologici. In sintesi le regole suggerite sono: prendersi cura della propria salute; essere coscienti del valore del proprio tempo

che non deve essere sprecato; la vita reale è piĂš importante della vita online; imparare a proteggere la propria privacy; mantenere il rispetto degli altri anche in una piazza aperta quale internet; ricordare che ogni atto di internet ha delle conseguenze; non dimenticare che il computer è un mezzo, non un ďŹ ne. Oltre a quella di padre Agosti, il secondo convegno del Museo tipograďŹ co Lodovico Pavoni ha raccolto le relazioni dello storico Eugenio Fontana, dell’esperto di graďŹ ca creativa Vittorio Janna e del Sindaco di Artogne, tecnico informatico. A lui è stata lanciata l’idea di organizzare ad Artogne un incontro speciale di ampio respiro dedicato alla comunicazione, una sorta di “Stati generali della comunicazioneâ€? da tenersi nel paese dove si onora un Beato che ha dedicato la vita a formare tecnici della comunicazione.


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con utili gadget per tutti e un ereader in regalo a un fortunato sorteggiato tra i presenti. SarĂ inoltre anticipato il funzionamento dello streaming live dei consigli comunali. Fra le novitĂ , sono stati pensati dall’amministrazione guidata da Tiziano Bertoli (nella foto), due nuove spazi (attivi dalle 16 alle 19) dedicati al tema del lavoro nella sua declinazione online: l’obiettivo è quello di supportare cittadini e imprese in questa

difficile congiuntura economica. Un primo spazio dedicato ai cittadini (“Aaa lavoro cercasi�) nel quale si daranno indicazioni su come si crea un curriculum vitae accattivante e aggiornato e quali siano contatti e link indispensabili per cercare lavoro nella rete e non solo. Nel secondo spazio dedicato alle imprese (“Impresa e Web�) nel quale si offriranno indicazioni e assistenza alle imprese per entrare nel mercato elettronico

della pubblica amministrazione, che ormai costituisce per legge l’unico modo per erogare servizi e forniture alla pubblica amministrazione. Infine, ci sarĂ anche lo spazio “Reporter x un giornoâ€? ideato in modo specifico per i giovani: i migliori video, individuali o di gruppo girati (anche con il cellulare) durante la festa, saranno premiati con la pubblicazione nel sito del Comune.

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a tradizionale adunata sezionale dell’Ana Brescia del 2 giugno, festa della Repubblica, programmata a rotazione nelle varie sedi dei gruppi della Provincia, quest’anno sarĂ a Marcheno. I tre gruppi costituiti in paese (Marcheno, Brozzo e Cesovo) si sono assunti l’onore e l’onere di organizzarla con grande impegno e subito hanno coinvolto tutti i cittadini e soprattutto gli alunni delle scuole in una serie di eventi preparatori. Da una parte per raccogliere i fondi necessari, dall’altra per far conoscere l’epopea alpina e i suoi grandi valori civili di amor patrio e generositĂ . A dicembre ben 140 alunni delle ultime tre classi elementari sono stati accompagnati nella sede Nikolajewka di Brescia, mentre i piccoli di prima e seconda hanno visitato la sede del gruppo di Marcheno. Per i ragazzi della media è

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stato organizzato un incontro a tema nell’auditorium scolastico. Ăˆ seguita a febbraio la messa in scena dello spettacolo “Dov’è Nikolajewkaâ€?, storia di un reduce di Russia. Recente è la dimostrazione, a beneficio della comunitĂ intera, dei volontari della Protezio-

L’Associazione Valtrompiacuore è lieta di invitarVi all’inaugurazione della mostra che si terrĂ sabato 27 aprile 2013 alle ore 17.00, presso VILLA GLISENTI - Villa Carcina

Associazione informativa per la prevenzione delle malattie cardiovascolari

Dal 27 aprile al 19 maggio 2013 - Tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.00 LunedĂŹ e martedĂŹ chiuso - venerdĂŹ ďŹ no alle ore 21.00 - Ingresso libero - Catalogo in mostra Per informazioni: tel. 030.8912382 - www.valtrompiacuore.it Per la devoluzione del [PLOOH indicare il codice ďŹ scale dell’Associazione 02945430987

Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia Ospedale di Gardone V.T.

Agricoltura Comune di Villa Carcina

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Ministero Istruzione UniversitĂ e Ricerca

Associazione MARTINO DOLCI Associazione Amici Istituto del Radio “O. Alberti�

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ne civile dell’Ana Brescia, con pulizia e ripristino ambientale di tre aree degradate a Cesovo, Brozzo e Marcheno. Avvicinandosi la data del 2 giugno crescono entusiasmo e eventi resi ancora piĂš significativi da motivazioni particolari. MartedĂŹ scorso ha compiuto 100 anni l’alpino del Battaglione Vestone Giacomo Vivenzi (CumilĂŹ), il piĂš “vècioâ€?, uomo d’un pezzo ma mite e gentile, un vanto per il paese. La sua è una storia semplice fatta di lavoro e fatica in proprio. Richiamato nel ‘43, pur avendo tre fratelli al fronte, fu fatto prigioniero e deportato dopo l’8 settembre dai tedeschi: aveva insieme padre Ottorino Marcolini di cui ricorda sempre il coraggio e la fede. Nel giorno del suo compleanno, in Municipio durante un consiglio comunale aperto, il prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace gli ha consegnato la medaglia d’onore della Repubblica per i deportati e inter-

nati in Germania. Ha raggiunto il traguardo in condizioni invidiabili circondato dall’affetto dei suoi: i quattro figli Albertina, Dorina, Giuseppina, Federico, sei nipoti, sette pronipoti. La domenica non perde l’appuntamento con la Messa, partecipa di persona ai dolori e ai lutti degli amici, col bel sole esce nei prati attorno alla sua bella casa in Prevesto. MercoledĂŹ 24 invece tutti, amministratori comunali ed alpini col presidente sezionale Davide Forlani, erano all’auditorium della scuola “Francesco Bertussiâ€? a fare festa ai 140 alunni che con i loro insegnanti hanno partecipato al concorso con tema “Gli Alpini nel passato e del presenteâ€?. I lavori erano suddivisi per classe e la commissione, coi responsabili cultura dell’Ana Brescia, ha faticato non poco nella scelta tra lavori ricchi e interessanti, supportati anche da prodotti multimediali. A tutti gli alunni è andato un attestato ricordo per la partecipazione. Il primo premio, una lavagna multimediale, è toccato alla classe 1ÂŞ B col lavoro “Noi e gli alpiniâ€? per la sua coerenza con le finalitĂ del concorso, l’utilizzo delle moderne tecnologie, l’originale costruzione di giochi al computer a tema alpino. Ăˆ stato infine definito il dettaglio del programma finale: dal 24 maggio al 2 giugno si susseguiranno in tutto il paese ben 16 eventi.

robe di caccia Dipinti di Eugenio Busi e oggettistica dalle collezioni di

Roberto Baggio e Angelo Piceni


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ƒ••‹‘Â?‡ ’‡” Žƒ ’‘Ž‹–‹…ƒ ‡ ’‡” Žƒ …‘Â?—Â?‹–Â? Il cuore di ogni buon governo sta in buoni amministratori, ma la qualitĂ degli amministratori non si improvvisa, perchĂŠ il governo della cosa pubblica richiede competenze e motivazioni non ordinarie. Nasce da questa constatazione l’incontro con il sindaco di Cremona Oreste Perri (nella foto) dal titolo: “Passione per la politica/Passione per la comunitĂ . L’esperienza, i timori e le speranze del primo cittadino di una cittĂ del Nordâ€? che il Centro De Gasperi

di Castegnato organizza lunedÏ 29 aprile alle 20.45 nella saletta del Centro civico di Castegnato a chiusura del ciclo degli incontri del primo semestre 2013. Introdotto da Franco Franzoni, Oreste Perri, già conosciuto al pubblico per i suoi trascorsi sportivi (piÚ volte campione mondiale di canoa e direttore tecnico nazionale), è stato eletto sindaco di Cremona nel 2009 e parlerà della sua esperienza personale a cominciare dalle origini familiari e dei

principi ispiratori dell’impegno politico a snodi fondamentali quali l’autogoverno da garantire ai territori nonchÊ delle difficoltà che i Comuni incontrano, nella difficile situazione economica e del quadro politico, a poter contare su strumenti e risorse adeguate per dare risposte e sostegno a quei cittadini che versano in condizioni di grave disagio. Non potrà non mancare una riflessione piÚ ampia alla passione per la politica, scelta non come professione, ma che

richiede professionalitĂ per dare risposte adeguate ai bisogni della gente. Ăˆ sindaco di Cremona dal giugno 2009. Diplomato all’Isef nel 1977, è stato docente di educazione fisica dal 1973 al 1984 nelle scuole medie inferiori e dal 2004 ad oggi è professore a progetto presso l’UniversitĂ degli studi di Ferrara. Ăˆ stato atleta della squadra nazionale di canoa olimpica dal 1968 al 1980; dal 1985 è direttore tecnico della squadra nazionale di canoa olimpica.

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a passione e l’interesse di Gianfranco Zucchi per le macchine disegnate da Leonardo sono iniziate per caso dopo essere andato in pensione (ha lavorato fino ai 60 anni per una multinazionale americana operante nel settore sanitario, per la quale ha anche progettato uno stabilimento in Ucraina e uno in Vietnam). Con Leonardo da Vinci (che era pittore, architetto, fisico, matematico, botanico, anatomista, astronomo, ecc.) condivide in particolare la passione per la pittura (quando ha un attimo libero prende tele, cavalletto e colori ad olio e stende abbondanti e colorate pennellate cercando di fissare l’armonia della natura) e per le macchine. 15 anni fa, eletto nel consiglio comunale, si fa dare la delega per il Maglio Averoldi, con l’intento di riportarlo al suo vecchio splendore. Frequenta allora anche gli altri siti museali della Val Trompia, legati al sentiero del ferro. Si rende subito conto che i visitatori,

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pur dopo un’esauriente spiegazione e documentazione, non riescono a cogliere appieno la laboriosità e la complessità della produzione di un utensile di ferro. Si inventa di costruire, lui che da giovane aveva praticato l’aeromodellismo, dei modelli perfettamente funzionanti e che si potessero

non solo vedere ma anche toccare e che fossero ben evidenti anche ai non vedenti. I primi modelli costruiti furono alcune parti del Forno Fusorio di Tavernole seguiti dal Maglio Averoldi di Ome. E poi un libro su Leonardo, di cui è sempre stato un appassionato, ha stimolato il desiderio di provare a costruire anche i modelli di alcune delle macchine progettate da Leonardo stesso (molte delle quali furono solo disegnate ma mai realizzate, anche perchĂŠ nel XV secolo non c’erano le leghe leggere e le uniche fonti di energia erano l’aria, l’acqua, il vento e la forza muscolare; mancava soprattutto un motore perchĂŠ alcune delle sue macchine potessero muoversi o volare). In questi anni Zucchi ha costruito 36 modelli (non solo di Leonardo ma anche di Diderot), fra cui la vite aerea, il carro armato, i carri falcianti, le catapulte, la segheria, il mulino mosso dall’uomo, il girarrosto a vento. Il lavoro piĂš interessante ed impegnativo – durato piĂš di sei mesi – è stato quello sul volo umano: ha dovuto fare diverse modifiche, anche alle misure e alla posizione del manichino di legno,

perchĂŠ potesse muovere carrucole, fili ed ali; secondo Gianfranco con gli attuali materiali leggeri, oggi, un uomo potrebbe volarci ma solo planando. Dopo aver studiato il disegno, in particolare le proporzioni, compreso che uso voleva farne Leonardo e dopo aver scoperti quei particolari nascosti volutamente e quegli errori messi opportunamente dallo scienziato toscano (per tutelare le sue invenzioni), inizia la costruzione usando legno, tela e ingranaggi; spesso deve anche aggiungere alcuni suoi originali particolari. Ora sta completando la nave mossa dagli uomini e migliorando “il volo umanoâ€? per ricreare nel manichino anche i piĂš piccoli movimenti. La difficoltà è avere accesso ai disegni leonardiani che sono sparsi in molti libri in tutto il mondo (non c’è un libro sulle sole macchine), molti poi sono andati perduti. In occasione del 40Âş anniversario della Biblioteca di storia delle scienze “Carlo Viganòâ€?, sabato 26 aprile sei modellini di Zucchi verranno esposti a partire dalle 10 nell’atrio della sala polifunzionale dell’UniversitĂ cattolica in via Tieste 17 a Brescia insieme all’opera di Galilei sulle macchie solari. Nel pomeriggio alle 16 verrĂ illustrata anche l’edizione della trascrizione effettuata da Nando de Toni del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. E in ottobre il Club 33 di Rodengo Saiano allestirĂ una mostra sulle macchine costruite da Zucchi presso il Museo dell’industria e del lavoro.


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ƒ˜ƒ”†‘ —ƒ––”‘ ‰‹‘”Â?‹ ‹Â? ‹‡”ƒ A Gavardo puntualmente ritorna l’evento annuale piĂš atteso per riscoprire il piacere dell’incontro e l’orgoglio di appartenenza ad un territorio ricco di storia, tradizione, eccellenze, qualitĂ produttive agricole, artigianali e industriali. La “Fiera di Gavardo e Vallesabbiaâ€? aprirĂ i battenti sabato 27 aprile alle ore 10 con una cerimonia ufficiale e l’area espositiva sarĂ accessibile alle decine di migliaia di visitatori normalmente presenti, con ingresso gratuito, nelle giornate del 27, 28 aprile,

1 maggio (dalle ore 10 alle 22) e il 30 aprile dalle 17 alle 22. Questa 57ÂŞ edizione fieristica è però la prosecuzione di una sagra paesana medievale legata alla festa religiosa dei santi patroni Filippo e Giacomo. Soltanto negli ultimi decenni si è qualificata come esposizione di prodotti e come vetrina di tutta la Valle Sabbia. Per evidenziare questa apertura ad un’intera area geografica quest’anno è stato allestito uno spazio espositivo interamente dedicato alla ComunitĂ montana di Vallesabbia in

cui saranno presentate le risorse e le eccellenze dei vari paesi compresi tra Bagolino e Serle. Il legame al territorio è ribadito dallo stand gastronomico (aperto anche il 3-4-5 maggio dalle ore 18.30 alle 24) “I sapori della Vallesabbiaâ€?, organizzato dallo chef di fama internazionale Roberto Abbadati, con la collaborazione dell’Istituto alberghiero Perlasca di Idro che, utilizzando prodotti a Km zero, proporrĂ piatti della cucina tradizionale bresciana, con un pizzico di modernitĂ . La territorialitĂ

sarĂ promossa anche da eventi collaterali come: “Le serate in musicaâ€? organizzate (dalle ore 21) nei giorni 30 aprile, 3 e 4 maggio, con la partecipazione di noti artisti,attenti alle nostre tradizioni dialettali: il coro “La Faita “ di Gavardo, i Malghesetti e Piergiorgio Cinelli. A scopi benefici, a favore dell’Associazione Rio de Oro, il 27 aprile (ore 21), nella piazza De Medici si terrĂ inoltre il concerto “La storia del Rochâ€?. La fiera di Gavardo è tutto questo e molto di piĂš. (e.n.)

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ella cornice di una delle localitĂ storiche del turismo gardesano, Gardone Riviera, il nuovo assessore al Turismo e commercio della Regione Lombardia, Alberto Cavalli, ha incontrato i rappresentanti del Consorzio Lago di Garda-Lombardia, gli amministratori locali e gli operatori economici del territorio. Franceschino Risatti, presidente del nuovo ente costituito di recente dall’unione del Consorzio Riviera dei Limoni e dei Castelli e di quello della Riviera del Garda-Colline Moreniche ne ha presentato i numeri e gli obiettivi. “Attualmente comprende 16 amministrazioni comunali, la cittĂ di Mantova, 13 associazioni di albergatori con circa 500 strutture ricettive, oltre a decine di aziende private legate al settore turistico. Ăˆ il simbolo della capacitĂ e dell’operositĂ delle persone che abitano questi meravigliosi luoghi, capaci di far crescere autentiche eccellenze. Ora si può arrivare ad un progetto interregionale che promuova in modo unitario il Garda e che dia un impulso positivo allo sviluppo del settore turisticoâ€?. Cavalli ha ribadito il ruolo

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6 milioni e 300mila euro, ma anche per tutto l’indotto che ne deriva e ha ricordato uno degli ultimi progetti intrapresi, il “Bike Hospitalityâ€?, volto a supportare l’imprenditoria ricettiva. Anche il saluto dell’on. Mariastella Gelmini è stato improntato sul decisivo gioco di squadra. “Superare i campanilismi, valorizzandoli in positivo è un esempio di buona politica che consente di recuperare fiducia in noi stessi e nelle nostre capacitĂ e di promuovere le tante eccellenze che il nostro territorio offreâ€?. Non mancano le criticità – speculazione edilizia, viabilitĂ , collettore – che vanno affrontate per evitare che si trasformino in boomerang e colpiscano gli sforzi che si stanno facendo. Ma la strada unitaria imboccata dal Consorzio va nella direzione giusta per dare un nuovo slancio all’attivitĂ di promozione del Garda e all’economia turistica.

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´$JUL&XOWXUD )HVWLYDOÂľ VFHQGH LQ FDPSR Desenzano ospita da venerdĂŹ 26 a domenica 28 la seconda edizione di “AgriCultura Festivalâ€?. Una serie di mostre, mercati, incontri, convegni e laboratori raccolti sotto lo slogan “coltiviamo l’agricoltura per raccogliere il futuroâ€?. Il Festival mantiene l’impostazione multidisciplinare della prima edizione, portando l’attenzione sul tema della lotta allo spreco, proponendo una riflessione su cosa voglia dire “sprecareâ€? e presentando esempi virtuosi, partendo proprio dall’agricoltura e dai suoi prodotti, di nuova economia volta a “ridurre gli sprechiâ€?. Tre gli ambiti attorno ai quali vertono gli appuntamenti in programma: la cultura biologica applicata all’alimentazione e alla salute, lo stato della politica agricola comunitaria e la sfera dell’agricoltura legata al paesaggio, all’energia, all’ambiente e la sua sostenibilitĂ . Del fitto calendario ricordiamo: l’incontro con Cristina Bertazzoni per la presentazione del suo libro “Fare scuola in fattoria: educare a km 0â€?, il convegno con Gianni Scudo e Stefano Bocchi sullo sviluppo del Parco Sud di Milano e quello con Maurizio Gritta e Debora Lucchetti sul tema dell’economia solidale. Tra le curiositĂ segnaliamo: la partecipazione dei pescatori di Desenzano che dopo una notte di lavoro “al sorgere del soleâ€? attraccheranno al porto per presentare l’antica tradizione lacustre; la mostra “27 bicicletteâ€? con l’esposizione delle opere pittoriche di Eugenio Levi; il percorso enogastronomico “la disfida della polpettaâ€?, un aperitivo itinerante alla scoperta dei sapori locali reinter-

pretati dalla creatività dei ristoratori gardesani e la presentazione di progetti concreti legati alla salvaguardia del patrimonio agricolo. Piazza Malvezzi si trasforma in un mercato dedicato ai semi, ai frutti dimenticati, ai manufatti e all’editoria. In Piazza Matteotti si presentano le produzioni agroalimentari nazionali che meglio attestano la tradizione locale e viene allestito il mercato dei contadini del territorio. Info: tel. 0303531950, www. agriculturafestival.it. (v.b.)

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Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], GesĂš disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato gloriďŹ cato, e Dio è stato gloriďŹ cato in lui. Se Dio è stato gloriďŹ cato in lui, anche Dio lo gloriďŹ cherĂ da parte sua e lo gloriďŹ cherĂ subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, cosĂŹ amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altriâ€?.

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isurare. Lo rileggo ancora una volta: è disarmante il criterio per il quale dovrebbero riconoscerci. Nei secoli ci siamo costruiti un’identitĂ cristiana, una tradizione cristiana, un pensiero cristiano; poi – con paradosso verbale – ci siamo ristretti a un’identitĂ cattolica, una tradizione cattolica, un pensiero cattolico, una dottrina cattolica. Restringere per definire meglio, per essere piĂš precisi, per distinguerci dagli altri. Poi è stata la volta di distinguerci dai non credenti, dagli atei, dagli agnostici; contrapporci a quello che non era religioso. Fare battaglie (ideali) per difendere i valori. E sentirci pian piano minoranza rispetto agli altri che cristiani, cattolici e religiosi non si professano piĂš. Ci siamo sentiti disarmati davanti a un mondo nuovo che metteva in crisi le basi della fede e abbiamo voluto essere presenti, tentare un dialogo, metterci sullo stesso piano. Ma sempre distinti, sempre con la certezza che il nostro modo di fare e soprattutto il

nostro “fareâ€? era il migliore. Poi abbiamo visto che gli altri, organizzandosi, riescono a fare le stesse cose che facciamo noi e allora abbiamo aggiunto che noi facciamo con una consapevolezza piĂš alta, non facciamo per filantropia, ma perchĂŠ vediamo Dio nell’altro. Poi la foga di esserci ci ha inghiottiti nell’essere uguali, nel cadere nelle stesse trappole e negli stessi inganni. E il fare per Dio è stato solo un’etichetta, ancora una volta cristiana, ancora una volta cattolica, ancora una volta religiosa. Eppure eravamo cosĂŹ vicini a quello che GesĂš chiedeva: bastava ancora un piccolo passo. Non dovevamo fare per Dio, ma solo amarci gli uni gli altri. CosĂŹ potevano riconoscerci. E cosĂŹ hanno riconosciuto quelli che nella storia sono stati davvero suoi. E non hanno etichette perchĂŠ li si riconosce. Sono cosĂŹ trasversali quelli che ci sono riusciti che potrebbero essere di sponde opposte e di idee e programmi diversi, che sono Francesco e Domenico, per parlar di santi, ma che sono, nella minuteria di tutti i posti e di tutti i tempi, uomini

e donne che non pianificano il fare e riescono ad amare l’altro senza un’etichetta. Che è la cosa migliore, quanto è pessima l’etichetta che dovrebbe salvare il fare per Dio e il fare per fare. Ce n’è un cumulo di buone intenzioni nel fare che si tramutano nella follia del costringere e che generano odio invece di stima, fastidio invece che condivisione. E passa cosĂŹ in sordina quel dire di GesĂš “vi riconoscerannoâ€? invece che “vi chiamerannoâ€?: sapeva che le etichette sono barriere e divisione e costruiscono certezze difficili da piegare al vero dialogo. Cercare il filo rosso di quelli che sono stati riconosciuti è abbattere il muro del fare per tentare la strada dell’amare: che è piĂš in lĂ del minimo, piĂš in lĂ dell’accoglienza, piĂš in lĂ della tolleranza. Ăˆ la vera misura, l’unica dice GesĂš, per essere suoi. Utopico e destabilizzante per i nostri piani. VeritĂ se crediamo che le sue parole sono spirito e vita. Ăˆ la via che ci può salvare, non quella che ci renderĂ graditi agli altri. Ma anche cosĂŹ saranno costretti a riconoscerci. Amare.

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1RQQD (OLGH Da tanti anni un giovanotto aveva smesso di credere e di andare in chiesa. Nessun motivo particolare, semplicemente aveva pensato che la sua fede non c’era, che Dio non esisteva e che la Messa non era cosĂŹ affascinante da meritare tempo e attenzione. Una vita normale: laurea, sposo (con matrimonio civile), genitore. Nessuno sbandamento pericoloso perchĂŠ l’educazione ricevuta in famiglia è stata buona. Qualche settimana fa si è recato in casa di riposo a trovare l’anziana nonna Elide, sulle ginocchia della quale aveva giocato fin da quando era piccolo. Elide gli aveva insegnato le preghiere prima di addormentarsi e spesso gli raccontava di GesĂš: di come era nato, di alcuni miracoli e di come era risorto.

Ma tutto questo sembrava finito con l’infanzia. Crescendo tutto aveva perso di interesse. Ebbene, dialogando con nonna Elide il discorso va a finire sulla fede: “Vai a Messa?â€?, “Dici le preghiere?â€?, “Ti fai il segno della Croce?â€? a ogni domanda la risposta era sempre la stessa: “Noâ€?. Elide si spazientisce e aggiunge: “Ma non ti avevo insegnato cosĂŹ!â€?. Il giovanotto china il capo, sente di essere tornato bambino. Poi rialza lo sguardo e dice con un po’ di coraggio: “Ma Dio non esiste!â€?. La nonna Elide lascia cadere le braccia e risponde: “Ma come non esiste?! C’è sempre stato! Non sei tu a decidere se esiste o no‌â€?. Il tutto finisce con il ragazzo che tronca il discorso per non litigare, abbraccia la nonna e con una scusa torna verso

casa. La notte non riesce a dormire. Le parole della nonna vagano per la testa: “Come non esiste!? C’è sempre stato!â€?. Tanta semplicitĂ lo disarma. Tutti i suoi ragionamenti cascano uno dietro l’altro. Alla fine comincia a sentirsi uno sciocco: “Chi sono io per dire che Dio non esiste?â€?. Il giorno seguente, dopo il lavoro, torna dalla nonna e gli dice tutto d’un fiato: “Ma sei sicura che esiste?â€? ed Elide, con la sicurezza della sua fede sorridendo dice: “Ma se ti dico che c’è sempre stato. Prova a pregareâ€?. Basta. Il giovanotto è vinto. Torna a casa, si fa un timido segno della Croce, poi abbozza il Padre Nostro e si sente tranquillo, sicuro, rappacificato. “Dio esiste: la prova è che posso pregarloâ€?.


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gennaio il postulatore della causa, mons. Slawomir Oder, ha presentato per un parere preliminare una presunta guarigione miracolosa alla Congregazione vaticana per i santi. Com’è noto, dopo l’approvazione di un miracolo per la proclamazione a beato, le procedure canoniche prevedono il riconoscimento di un secondo miracolo, che deve essere avvenuto dopo la cerimonia di beatiďŹ cazione. Due medici della consulta vaticana hanno esaminato previamente questo

nuovo caso, dando entrambi parere favorevole. Il dossier con le cartelle cliniche e le testimonianze è stato quindi presentato ufďŹ cialmente al dicastero, che ha subito messo in agenda l’esame. Nei giorni scorsi è stato discusso da una commissione di sette medici, la consulta presieduta dal dottor Patrizio Polisca, cardiologo di Giovanni Paolo II, medico personale di Benedetto XVI e ora di papa Francesco. Anche la consulta medica ha dato parere favorevole,

il primo via libera ufďŹ ciale da parte del Vaticano, e ha deďŹ nito dunque inspiegabile la guarigione attribuita all’intercessione del beato Karol Wojtyla. La canonizzazione porterĂ Giovanni Paolo II ad essere il secondo papa proclamato santo nell’ultimo secolo, dopo Pio X. Ăˆ ancora prematuro parlare di date, ma potrebbe essere celebrata domenica 20 ottobre, a ridosso della festa liturgica stabilita per il beato Wojtyla, ďŹ ssata il 22 ottobre. (Andrea Tornielli, Vatican Insider)

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o sguardo che desidero condividere con voi è quello di un pastore che cerca di andare a fondo nella sua esperienza di credente, di uomo che crede che Dio vive nella sua cittĂ â€?. Sono le parole di un importante discorso pronunciato nell’agosto 2011 dall’allora arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio, come saluto iniziale al primo congresso di pastorale urbana della regione di Buenos Aires (“Dio nella cittĂ â€?, San Paolo 2013). Un discorso importante perchĂŠ aiuta a capire lo stile e l’insegnamento del primo mese di pontificato di papa Francesco. “Le immagini del Vangelo che piĂš mi piacciono – diceva il Cardinale – sono quelle che mostrano ciò che GesĂš suscita nella gente che incontra per la stradaâ€?. L’immagine di Zaccheo: il quale, accorgendosi che GesĂš è entrato nella sua cittĂ , sente risvegliarsi il desiderio di vederlo e si affretta a salire sull’albero. La fede farĂ sĂŹ che Zaccheo cessi di essere un traditore al servizio proprio e dell’Impero, e divenga un cittadino di Gerico, che stabilisce relazioni di giustizia e solidarietĂ con i suoi concittadini. L’immagine di Bartimeo: il quale, quando il Signore gli concede la grazia che desidera, lo segue nel cammino. Per fede, Bartimeo cessa di essere un uomo ai margini, trascinato al bordo della

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tocca il suo mantello attirando il suo sguardo, rispettoso e pieno di affetto. Grazie alla fede, la donna si trova inclusa in una societĂ che discrimina la gente a causa di alcune malattie considerate impure. Sono immagini d’incontri fecondi: il Signore passa e fa del bene, perchĂŠ vede! Al contrario, il non-sguardo crea moltissimi “non cittadiniâ€?, “cittadini a metĂ â€? e “di troppoâ€?: o perchĂŠ non godono di pieni diritti o perchĂŠ non assolvono ai propri doveri. I cristiani devono guardare perchĂŠ Dio sta giĂ vivendo nella cittĂ ed è vitalmente mischia-

to con tutti e con tutto. “Dio giĂ vive nella nostra cittĂ e ci costringe – diceva Bergoglio – a uscire e andargli incontro per scoprirlo, per costruire relazioni di vicinanza, per accompagnarlo nella sua crescita e incarnare il fermento della sua Parola in opere concreteâ€?. La presenza operosa di Dio nella cittĂ origina un preciso stile pastorale, che potrebbe essere denominato di “prossimitĂ â€?. Ora, il pastore supera la tentazione del “nonsguardoâ€?, del “non-vedereâ€?. Si può dire che lo sguardo di fede conduce pastori e fedeli a uscire ogni giorno, e sempre piĂš, incontro al prossimo che abita nella cittĂ . Spinge a uscire verso l’incontro perchĂŠ questo sguardo si alimenta nella vicinanza. La Chiesa, nutrita dello sguardo di fede avuto da GesĂš, insegna e vive rapporti di prossimitĂ . Le parrocchie sono centri di prossimitĂ ; qui viene annunciata la Parola che propone lo sguardo vero sulle persone e sulla realtĂ , qui si celebra l’Eucaristia, presenza reale del Risorto e nutrimento per il cammino da intraprendere, qui si pensano e si attuano le forme di cura dell’altro, da qui si parte per farsi prossimi. Le parrocchie, ma anche le associazioni e i movimenti – nella misura in cui non si chiudono in sĂŠ, non aspettano nuovi membri – costituiscono il superamento dell’individualismo, che indebolisce il tessuto sociale e comunitario. Sono l’antidoto contro l’indifferenza e sono scuole di cura e di custodia, dove si insegna la tenerezza.

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/H VHL 3RYHUHOOH YHUVR OD EHDWLILFD]LRQH Una vita donata per amore. Nella cattedrale di Kikwit in Congo domenica 28 aprile il vescovo Eduard Mununu apre la causa di beatiďŹ cazione delle sei Suore delle Poverelle morte durante l’epidemia di Ebola nel 1995. Era l’aprile di 18 anni fa quando le religiose (Dinarosa Belleri, Clarangela Ghilardi, Annelvira Ossoli, Floralba Rondi, Danielangela Sorti e Vitarosa Zorza) donarono la loro vita per amore: morirono tutte in poco piĂš di un mese dopo aver contratto il virus Ebola nei reparti dell’ospedale di Kikwit. Tre di queste religiose erano bresciane. Suor Dinarosa Belleri era nata in Valtrompia e da bambina aveva conosciuto la povertĂ della guerra e la paura dei bombardamenti. Quando trova lavoro in una fabbrica di bulloni, fa chilometri a piedi e risparmia

i soldi della corriera “per portarli un giorno in missioneâ€?. Tutto è guidato dalla Provvidenza che la prepara ďŹ n da allora alla dura vita missionaria che suor Dina vivrĂ in Congo per ben 29 anni, tra ammalati di tubercolosi e di Aids e tra continue crisi politiche, disordini e saccheggi. Il virus Ebola se lo piglia tra i tubercolosi di Kikwit e la diagnosi se la fa ad occhi aperti. A una persona che le chiede se non ha paura, risponde: “Cosa ha fatto il mio fondatore? Io sono qui per seguire le sue orme, sono qui per servire i poveri. Il Padre Eterno mi aiuterĂ â€?. CosĂŹ è sempre stata suor Dina: parca di parole, ricca di fatti concreti, coerente alla sua chiamata ďŹ no alla ďŹ ne, con estrema naturalezza. Il virus la distrugge in pochi giorni e muore il 15 maggio. Suor Vitarosa Zorza si riassume

tutta nell’immagine di quel sorriso largo e perenne che non abbandonava mai la sua bocca. Era originaria di Palosco ed era cresciuta in una famiglia numerosa, laboriosa ed onesta. Per guadagnare qualcosa va a lavorare nell’ospedale psichiatrico di Varese, conosce da vicino il carisma delle suore delle Poverelle, si interroga e a 21 anni decide che â€œĂˆ l’ora di dare la mia risposta a Dioâ€?. Suor Annelvira Ossoli era nata a Orzivecchi e da ragazza aveva imparato a fare la magliaia, oltre che aiutare il papĂ al mercato della verdura e d’estate in una piccola gelateria. Erano donne normali che avevano risposto sĂŹ alla vocazione missionaria nel campo della salute e tra i diseredati. Non avevano abbandonato il terreno della caritĂ nemmeno di fronte alla guerra, alle violenze e

ai saccheggi, si arresero solo alla malattia. Gli scritti aiutano a comprendere bene la forza d’animo di queste testimoni del Vangelo. Il loro ricordo è ancora vivo nella martoriata popolazione congolese, la loro storia è stata raccontata anche nel libro edito dalla Queriniana “L’ultimo donoâ€?. Oggi la Congregazione di Bergamo riunisce circa 800 sorelle che, nelle periferie del mondo, accolgono i bambini e gli anziani partendo dal carisma del fondatore, il beato Luigi Palazzolo (1827-1886). Ăˆ celebre la frase con la quale don Luigi motiva il suo impegno fra i poveri: “Io cerco e raccolgo il riďŹ uto di tutti gli altri, perchĂŠ dove altri provvede lo fa assai meglio di quello che io potrei fare, ma dove altri non può giungere cerco di fare qualcosa io cosĂŹ come possoâ€?.


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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ VenerdĂŹ 26 aprile nel pomeriggio incontro con i cresimandi a Roma. Sabato 27 aprile Ore 15.30 - Brescia - Cresime in Cattedrale. LunedĂŹ 29 aprile Ore 16.45 - Brescia - Partecipa alla presentazione del libro di Massimo Cacciari presso Palazzo ‘900. Domenica 28 aprile Ore 10.30 - AlďŹ anello - Cresime e

prime comunioni. Ore 18 - Borgonato - Santa Messa in occasione della festa patronale. MercoledÏ 1° maggio Ore 11.30 - Corticelle - Saluto alle famiglie in pellegrinaggio presso la Madonna della Formigola. Ore 16 - Bedizzole - Santa Messa in occasione della Festa del lavoro. GiovedÏ 2 maggio Ore 10 - Brescia - Saluto agli ospiti di Casa industria. Ore 17 - Brescia - S. Messa presso la Comunità Nuova Genesi. Ore 20.30 - Mompiano - Incontro con i rappresentanti del Pro Familia.

ƒÂ?…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘Â?‹Â?‡ La cancelleria della Curia diocesana annuncia i seguenti provvedimenti dell’Ordinario: La nomina a parroco della parrocchia di Ponte San Marco del sac. don Michele Tognazzi, giĂ â€œďŹ dei donumâ€? in Burundi. La costituzione del nuovo UfďŹ cio per l’educazione, la scuola e l’universitĂ , che sostituisce e accorpa l’attuale UfďŹ cio per la scuola e il servizio per la pastorale universitaria; il nuovo UfďŹ cio avrĂ sede presso i locali della diocesi

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di via Bollani, 20, a partire dall’1 settembre 2013. La nomina dei membri di tale ufďŹ cio: direttore: don Raffaele Maiolini; responsabile per la pastorale scolastica: Davide Guarneri; responsabile per l’insegnamento della religione cattolica: Luciano Pace; responsabile per la pastorale universitaria: don Giovanni Milesi. La nomina a responsabile del Centro universitario diocesano “Vittorino Chizzoliniâ€? e ad assistente ecclesiastico del Gruppo diocesano Fuci del sac. don Giovanni Milesi.

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ue anni di corso per prepararsi a un impegno attivo nel campo sociale e politico. Lezioni di docenti, testimonianze di addetti ai lavori, esperienze dirette sul campo. La Sfisp, ossia la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico della diocesi, ha chiuso il suo secondo ciclo di attività . Dopo la prima esperienza in città (nel biennio 2008/09-2009/10, cui aveva fatto seguito anche un terzo anno di approfondimento), sono giunti al termine anche i tre percorsi proposti in altrettante zone della provincia: a

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ti la politica, lo Stato, la democrazia e la dottrina sociale della Chiesa. Il secondo anno ha approfondito alcune tematiche specifiche della dottrina sociale: legalitĂ , diritto al lavoro, famiglia. Sono stati 37 i corsisti che hanno frequentato la scuola a Bienno, 31 a Gavardo e 19 a Rovato. In Val Camonica il biennio era cominciato in anticipo rispetto alle altre due zone, pertanto quest’anno è stato proposto un percorso di approfondimento dedicato all’amministrazione degli enti locali: un corso itinerante in vari Comuni della Valle che è stato frequentato da 34 corsisti. Tirando le somme sono stati quindi 121 gli attestati di partecipazione consegnati sabato scorso al Centro pastorale Paolo VI in cittĂ . Alla cerimonia erano presenti don Mario Benedini, responsabile dell’Ufficio diocesano per l’impegno sociale, Michele Busi, direttore uscente della Scuola, e Silvano Corli, nuovo direttore della Sfisp. La consegna degli attestati è stata effettuata dal ve-

scovo Luciano Monari, che ha anche affidato ai presenti una riflessione sull’impegno del cristiano in politica. Riprendendo uno scritto del teologo Bernard Lonergan, mons. Monari ha osservato: “Il progresso proviene dal valore originante da soggetti attenti, ragionevoli e responsabili. Una persona quindi riesce a realizzarsi e a fare del bene per la societĂ se presenta tre caratteristiche: l’attenzione, l’intelligenza e la responsabilitĂ â€?. Secondo il Vescovo l’attenzione deriva principalmente dalla curiositĂ . “Si devono leggere i dati e riuscire a identificare quali siano i fenomeni alla base di essi. Per esempio se nel nostro Paese ci sono meno nascite rispetto a 30 anni fa un buon politico deve capire questo fenomeno e interrogarsi su quali siano le conseguenze sul piano socialeâ€?. Intelligenza significa invece “cogliere le strade nuove, attraverso cui le cose possono essere migliorateâ€?. Infine si

è responsabili quando “si valutano in maniera corretta e puntuale non solo i vantaggi ma anche i costi delle proprie scelte. Tutte le medicine proposte per curare una malattia hanno infatti sia effetti benefici sia controindicazioni. L’aspetto fondamentale è valutare questi effetti nel lungo periodo e non a breve raggioâ€?. Il politico infatti “deve essere orientato non al risultato immediato, ma verso un orizzonte di piĂš ampio respiroâ€?.

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Â? ͙͘͘͞ ƒŽŽƒ Dz ‡•–ƒ †‡ŽŽƒ ÂˆÂ‡Â†Â‡Çł 1600 ragazzi in pullman da Brescia a Roma per partecipare alla “Festa della fedeâ€?, quella che un tempo era l’esperienza nota con il nome di “Roma Expressâ€? si amplia. Tra i ragazzi c’è anche un quattordicenne di Orzinuovi, Paolo Almeoni (nella foto con il curato di Orzinuovi don Luciano Ghidoni, con don Marco Mori e con don Adriano Bianchi), che avrĂ la fortuna di ricevere la cresima dal Santo Padre in Piazza San Pietro. Visibilmente emozionato, Paolo è consapevole

del privilegio ed è entusiasta di vedere da vicino il papa Francesco. Oltre a Paolo e al padrino, anche alcuni suoi familiari potranno salire sul sagrato della Basilica di San Pietro per assistere alla Santa Messa. Sono 50 i ragazzi che da tutto il mondo (cinque italiani) riceveranno domenica 28 aprile il dono dello Spirito Santo. I bresciani arriveranno a Roma nel tardo pomeriggio presso il santuario del Divino Amore dove incontreranno il vescovo Monari

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rescia ha ospitato la 50ÂŞ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, nata per volontĂ di papa Paolo VI, per dare rilievo al valore della preghiera nella risposta vocazionale. Papa Montini pensò alla Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni per favorire la riscoperta della preghiera come esperienza che aiuta a “mettere in giocoâ€? la vita. La vocazione ha il pregio di far conoscere un’esperienza che molti hanno fatto: quella di sentirsi chiamati e quindi di esserci e di prendere coscienza della propria identitĂ . Ancor di piĂš la giornata rivela e fa intendere – “Progetta con Dio‌ Abita il futuroâ€? – che chi chiama ci conosce e lo fa perchĂŠ ci ama e ha qualcosa da proporre: un progetto e un futuro. Un Padre che chiama per nome giĂ di per sĂŠ indica l’aspetto affettivo di un rapporto che apre a dolcezze d’amore, a consolazione e a gioia. Chi ha sperimentato questa chiamata paterna ha provato tutto questo. La vocazione diventa un incontro che apre alla co-

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figlia, scomparsa all’etĂ di 14 anni. La mattinata di domenica 21 aprile è iniziata presto, alle 6, con la camminata vocazionale promossa dal Csi dalla parrocchia di Concesio Pieve alla Cattedrale di Brescia dove alle 11 il vescovo Monari ha celebrato la Santa Messa per la Giornata mondiale delle vocazioni. Dio ci ha donato GesĂš: ci ha donato il suo amore in un volto umano di cui potessimo innamorarci; ci ha messo davanti una forma concreta di vita che apparisse bella, affascinante. GesĂš promette la vita eterna come fosse un dono immenso, desiderabile; ma sembra, ha detto il Vescovo nell’omelia, che per noi il vero valore desiderabile sia solo la vita presente con le sue tante opportunitĂ : ricchezza e piacere, potere e successo. “Potrebbe sembrare una scelta tra valori diversi: i valori immediati della vita materiale contro i valori piĂš elevati, spirituali, della vita etica. Ma il Vangelo – spiega Monari – non dice cosĂŹ; parla invece di un rapporto personale, affettuoso, amicale con GesĂš: le pecore che gli apparten-

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che consegnerĂ loro il mandato della mistagogia: “Cari ragazzi, la vostra vita nasca dalla sicurezza di essere amati dal Signore; sia un cammino e una corsa dietro al Signore; non abbiate troppa paura di niente, nĂŠ del mondo, nĂŠ della vita, nĂŠ di voi stessiâ€?. Nella giornata di sabato parteciperanno al pellegrinaggio verso la Basilica di San Pietro e visiteranno, con la regia tecnica di Brevivet, la cittĂ . Domenica mattina, infine, in piazza la Giornata dei cresimandi e dei

cresimati con i curati bresciani che concelebreranno con il Papa. Al termine della celebrazione, Paolo e gli altri 49 ragazzi parteciperanno a un momento di fraternitĂ con papa Francesco al quale il ragazzo di Orzinuovi consegnerĂ , a nome di tutti i ragazzi bresciani, un assegno per le opere di caritĂ del Santo Padre: i soldi verranno raccolti tra i partecipanti. L’intento, ha spiegato don Marco Mori, è quello della diocesi che si fa dono in uno sguardo di umanitĂ e di universalitĂ .

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Nelle foto pubblicate a destra vengono proposti alcuni scatti della due giorni bresciana per la Giornata mondiale delle vocazioni. A destra un’immagine della veglia degli ordinandi celebrata sabato 20 alla Basilica delle Grazie, la camminata dalla parrocchia di Concesio Pieve alla Cattedrale, la Messa, i giochi in piazza e il convegno ospitato all’Istituto Paolo VI con don Angelo Maffeis, mons. Carlo Bresciani, mons. Domenico Sigalini e mons. Domenico Dal Molin.

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gono, dice, ascoltano la sua voce, si fidano di lui e lo seguono. La fiducia in GesĂš sembra indispensabile perchĂŠ gli uomini possano liberarsi dalle paure e dalle seduzioni per vivere all’altezza della loro vocazione: chiamati a vivere per la veritĂ rifiutando ogni forma di menzogna; chiamati a donarsi secondo una logica di amore e di feconditĂ invece di chiudersi nella sterilitĂ del narcisismoâ€?. Nel pomeriggio piazza Paolo VI ha ospitato, nonostante il tempo incerto, tre ore di giochi all’aperto organizzati dal Csi per i ragazzi dai nove ai 13 anni. La testimonianza di chi ha fatto questo incontro, di chi ha udito la chiamata, è accompagnata dal sorriso perchĂŠ quando si sa dove andare e il perchĂŠ, allora il viaggio della vita diventa piĂš gioioso e ricco di valore. Nella straordinaria e ricchissima diversitĂ delle esperienze, dalla vita dono totale di sĂŠ, nella consacrazione o nella costruzione di un’avventura umana particolare e aperta alla vita, il dato ricorrente è comunque sempre e solo quello dell’amore. Si può dire allora che la vocazione è l’esperienza dell’amore nella vastitĂ immensa delle scelte; la vocazione da chiamata diviene alla fine il varco verso la realizzazione di un sogno che corrisponde al tessuto del nostro essere.

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Â?…‘Â?–”‘ …‘Â? Žƒ …‘Â?—Â?‹–Â? †‹ ‘Â?†‡Â?‘ A un anno di distanza dalle scosse del terremoto che ha ferito la terra del nord Italia, domenica 5 maggio la parrocchia di Costorio di Concesio incontrerĂ la comunitĂ terremotata di Bondeno (Mn) nell’ambito dei gemellaggi coordinati dalle Caritas diocesane di Brescia e di Mantova. Queste giornate di gemellaggio hanno lo scopo di favorire l’incontro tra comunitĂ nel segno della “prossimitĂ â€?, per dimostrare in concreto il desiderio che la

parrocchia colpita da una calamitĂ naturale possa riprendere al piĂš presto un cammino piĂš sereno, anche nella consapevolezza della vicinanza di altre comunitĂ â€œpiĂš fortunateâ€?. Nella giornata del 5 maggio, l’esperienza di gemellaggio inizierĂ con la visita ad un caseificio del Parmigiano Reggiano colpito dal terremoto e ormai ripartito nella propria attivitĂ , seguirĂ la celebrazione della Santa Messa e il pranzo offerto dalla comunitĂ

di Bondeno. Nel pomeriggio, è prevista la visita alle ferite ancora aperte provocate dal terribile terremoto del 20 e 29 maggio 2012. A conclusione della giornata, dopo una partita di pallavolo tra i giovani delle due comunità , la compagnia teatrale Santa Giulia di Costorio offrirà alla comunità di Bondeno una commedia teatrale. Una domenica di comunità , che dà continuità ad un percorso di vicinanza durato un anno.

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ducare alla fede per essere testimoni di umanitĂ . La fede che si rende operosa per mezzo della caritĂ (Gal 5,6)â€?, questo il titolo del 36° Convegno nazionale delle Caritas diocesane svoltosi a Montesilvano dal 15 al 18 aprile scorso. Centrale la relazione teologico-pastorale di Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, che ha delineato l’itinerario dell’educazione alla fede attraverso l’icona biblica dei Magi che dal lontano Oriente vanno a Betlemme, guidati da una stella (Mt 2,1-12). Sei le tappe costitutive dell’itinerario dei “cercatori di Dioâ€?: la domanda originaria (vennero da Oriente); il bisogno di essere guidati (abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti per adorarlo); l’ascolto umile, perseverante, fiducioso della Parola di Dio (perchĂŠ cosĂŹ è scritto per mezzo del profeta); lo spazio tragico della tentazione (allora Erode..), la vera gioia dell’incontro con Dio (ed ecco la stella‌ entrati nella casa‌), il dono di sĂŠ (gli offrirono oro, incenso, mirra). Ăˆ proprio ai doni dei Magi che mons. Forte fa riferimento per dar conto del necessario sfociare della fede nei pensieri e nei gesti della caritĂ : l’oro sta a dire che nell’amore non va dato il superfluo ma quanto di piĂš prezioso si possiede; l’incenso sta a significare che nel compiere questo dono si vive inseparabilmente un atto di lode e di adorazione a Dio; la mirra, infine, usata nel mondo antico come profumo e unguento per i corpi dei defunti amati, sta a dire che l’amore vero comporta anche il dono della propria vita, il sacrificio

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sponsabilitĂ a cui si è stati chiamati. Il ritorno dei Magi al loro paese dice precisamente questo, escludendo ogni concezione consolatoria della fede, che ne faccia un rifugio per sottrarsi ai propri doveri e alla rete di amore, in cui ciascuno è postoâ€?. Ancora: “il ritorno alla vita ordinaria dopo l’incontro con il Signore avviene per un’altra strada. Si è gli stessi, eppure non piĂš gli stessi, se si è vissuto l’incontro col Dio vivente.â€? Nell’intreccio fede - caritĂ , fatto dall’impastare Parola e vita (Madeleine DelbrĂŠl), si inserisce anche “Rimanete in me‌â€?, il Convegno delle Caritas parrocchiali della diocesi di Brescia, del 25 maggio prossimo presso il Teatro S.Giulia del Villaggio Prealpino.

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A Fontaniva da molti anni, l’azienda F.lli Fabian, con la nuova sede appositamente ideata, ha saputo evolvere la propria organizzazione per soddisfare al megio la clientela operante nel mondo delle festivitĂ e delle manifestazioni che valorizzano il territorio e le tradizioni. Con una vastissima gamma di prodotti, prezzi imbattibili e un eccellente servizio pre e post vendita, il personale dinamico e qualiďŹ cato, saprĂ interpretare ogni richiesta con professionatĂ e spirito di innovazione.

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Â?ÇŻÂƒÂ?–‡’”‹Â?ƒ ƒ ”‡•…‹ƒ ‹–”ƒ––‹ ’‡” ”‹Â?ƒ•…‡”‡ L’8 marzo scorso “Casa Ozanamâ€? di Brescia ha ospitato nella sede di via Gabriele Rosa l’anteprima dell’esposizione “Self Portraitsâ€?. Guidate da due artiste-terapiste dell’Accademia di Belle Arti di Brera, sei donne accolte all’interno della struttura hanno lavorato per piĂš di un mese alla realizzazione manuale di autoritratti in forma cartacea, variopinte opere d’arte che raccontano la propria storia, un passato complesso, un presente alla ricerca di equilibrio, un futuro

da riprogettare giorno dopo giorno. Tale iniziativa si basa su un’idea di arte come terapia e strumento creativo per elaborare e comunicare emozioni: non mira nĂŠ a curare nĂŠ a intrattenere, come se si trattasse di una medicina da somministrare o di un passatempo mattutino, ma a valorizzare la libera espressivitĂ della persona. Si fa quindi leva sull’immaginazione e sulla fantasia per far emergere e superare ricordi dolorosi che impediscono il ďŹ orire di una nuova esistenza, per ritornare

ad avere ďŹ ducia in sĂŠ stesse e nel mondo esterno. Attraverso percorsi fortemente personalizzati, le ospiti sono riuscite a ricostruire la trama di senso che sorregge le proprie vite, rispecchiandosi in una concreta parte di sĂŠ che ha ďŹ nalmente intravisto la luce, che è sbocciata bucando il velo di silenzio che la avvolgeva. Nel mese di giugno, le opere verranno esposte nei locali del Museo di Santa Giulia e potranno essere apprezzate gratuitamente dal grande pubblico.

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ederico Ozanam nasce a Milano il 23 aprile 1813. La sua opera di fede e caritĂ al servizio degli ultimi rappresenta tutt’oggi un modello di vita esemplare per gli oltre 800mila vincenziani attivi in tutto il mondo. Fondamentali per la sua crescita e la sua educazione sono il profondo insegnamento di rettitudine e di fede autentica trasmessogli dai genitori. Il padre Jean Antoine esercita la professione medica e non esita a curare gratuitamente ammalati indigenti, mentre la madre, Marie Nantas, fonda a Lione una “compagniaâ€? di donne impegnate a sostegno di operaie, vedove, anziane. Durante l’adolescenza, Federico vive una sconvolgente crisi interiore, uno scontro tra una coscienza desiderosa di trovare la fede e la veritĂ , e la cultura dominante che non concede ai laici un ruolo attivo all’interno della Chiesa. Decisivi per la propria maturazione umana e spirituale sono gli anni universitari

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dalle file degli anticlericali: “Voi che vi vantate di essere cattolici, che cosa fate? Dove sono le opere che dimostrano la vostra fede e che possono farla rispettare ed amare?â€? La soluzione è semplice ma estremamente rivoluzionaria: andare dai poveri. Il 23 aprile 1833, giorno del 20° compleanno di Federico, presso la sede del giornale “La Tribune Catholiqueâ€?, nasce la prima Conferenza di CaritĂ : guidato dal Vangelo, questo gruppo di amici rifiuta la tentazione del potere e si riunisce in fratellanza e convivialitĂ per prepararsi ad accogliere e amare i bisognosi. Ozanam sperimenta la forza del messaggio di San Vincenzo avvicinandosi al popolo di diseredati che vive nella denutrizione, nella malattia e nella totale mancanza di prospettive future. Le visite porta a porta e strada per strada sono il tratto distintivo dell’operare delle prime Conferenze e rappresentano una forma di aiuto che non può prescindere dalla conoscenza diretta dell’altro. Gli incontri

fraterni introdotti da Ozanam si costituiscono come un percorso di apprendistato per “salire alle soffitte del povero, nel sedersi al suo capezzale, nel soffrire il freddo che egli soffreâ€? e si definiscono come “via preparatoriaâ€? spirituale per poter affrontare in piena consapevolezza le necessarie riforme sociali votate alla giustizia. Alla base di ogni riflessione e di ogni azione sta il principio della caritĂ , come solidarietĂ a servizio degli ultimi, da

non confondere con un atteggiamento pietistico e assistenzialista, poichÊ al centro di ogni progetto deve esserci la dignità umana e la speranza di rinascita a partire da una visione contemporanea del messaggio cristiano. Per Ozanam, la parola e l’esempio di GesÚ non possono limitarsi a un approccio devozionale e dogmatico, ma vanno fatti rivivere quotidianamente nel tempo storico in cui l’uomo vive e agisce.


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”œ‹Â?—‘˜‹ ‘Ž‘Â?–ƒ”‹ ’‡” ’ƒ••‹‘Â?‡ǣ –”‡ ‹Â?…‘Â?–”‹ Il Centro diurno anziani di Orzinuovi in collaborazione con l’Associazione Mafalda, il Centro servizi per il volontariato e la Fondazione comunitĂ della pianura bresciana ha organizzato tre incontri rivolti alla cittadinanza dal titolo “Volontari per passioneâ€?. L’iniziativa rientra nel progetto “Associazione di volontariato in reteâ€? attivato con il contributo della Regione Lombardia. Con questi appuntamenti si intende favorire il lavoro di

rete e collaborazione tra le organizzazioni cercando di valorizzare l’importante ruolo svolto dalle associazioni a favore della collettivitĂ . Il 19 aprile scorso si è tenuto l’incontro inaugurale sull’essere volontari oggi, con Felice Scalvini. Il secondo appuntamento è in calendario per il prossimo 17 maggio alle 20.30 “Movimentazione manuale delle personeâ€? introducono il dott. Pezzali e la dott.ssa Roncali presso la Sala Guarneri del Centro

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ltime settimane di campagna elettorale in cittĂ da vivere in un clima politico nazionale sempre piĂš ingarbugliato e poco decifrabile. In questo contesto, nel quadro degli interlocutori di riferimento, spesso viene chiamato quale buon esempio e parte virtuosa della societĂ il volontariato, quella squadra di persone – indefinibile, fluida, difficilmente tracciabile – che si impegna all’interno di organizzazioni o realtĂ che hanno finalitĂ di utilitĂ diffusa. Un volontariato che però, ribadisce il presidente del Csv Urbano Gerola, “non può essere strumentalizzato per scopi di parte. Ciò non vuol dire che i volontari desiderosi di partecipare alla competizione elettorale per portare dentro la politica amministrativa i valori di fondo del volontariato, non possano farlo, anzi è buona cosa che lo facciano, evitando essi stessi o altri la strumentalizzazioneâ€?. Il documento guida su questa tematica, anche perchĂŠ redatto dagli stessi volontari, è il documento finale della 6ÂŞ Conferenza nazionale del volontariato. Una sintesi che raccoglie le istanze e gli impegni che le organizzazioni riunite non hanno mancato di assumere: “Ci impegniamo ad essere piĂš incisivi sia sul piano politico che su quello sociale, rafforzando ad ogni livello dal locale, al regionale al nazionale forme di rappresentanza autorevoli e unitarie. Chiediamo a chi governa di rimettere al centro delle scelte politiche, economiche, culturali ed amministrative la persona umana, criterio e senso di ogni politica. Chiediamo

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diurno di San Paolo, mentre il 19 maggio alle 9 va in scena il tour del volontariato “I volontari del trasporto scendono in piazzaâ€?: il percorso partirĂ da Orzinuovi per poi attraversare Villachiara, Borgo San Giacomo, Quinzano d’Oglio, San Paolo, Barbariga, Dello, Longhena, Mairano, Lograto, Maclodio, Corzano, Pompiano, Orzivecchi ed Orzinuovi. Per maggiori informazioni contattare Centro diurno anziani di Orzinuovi tel. 030/9941820.

di benessere della popolazione, ma per molte fasce anche una dignitosa sopravvivenza. Ăˆ il tempo, piĂš che in altri momenti, di scelte di valore prima ancora che economiche e amministrative. Ăˆ il tempo di immaginare e proporre un tipo di comunitĂ : aperta o chiusa, inclusiva o emarginante, solidale od ostile. Una comunitĂ che privilegi opere prestigiose o il servizio alle categorie piĂš deboli e fragili della popolazione, gli interessi dei pochi privilegiati o delle molte persone “comuniâ€?. Una realtĂ amministrativa che veda la costante partecipazione della popolazione e delle sue rappresentanze, nei momenti decisivi delle scelte o che le coinvolge solo nel tempo delle decisioni impopolari.

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o scorso 19 aprile, presso la Sala Bevilacqua di via Pace, in cittĂ , si è tenuto l’ultimo incontro del Ciclo “Lezioni di filosofiaâ€?, promosso dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura in collaborazione con i Padri della Pace. Scopo dei tre incontri delle “Lezioni di filosofiaâ€?, avviati venerdĂŹ 5 aprile, è stato quello di analizzare “il problema di Dio nel pensiero del Novecentoâ€?, soffermandosi sulle opere e sul pensiero di tre importanti filosofi come Jean-Paul Sartre, Karl Jaspers e, infine, Edith Stein. Proprio alla Stein è stato dedicato l’incontro conclusivo, che ha visto un interessantissimo approfondimento della professoressa Angela Ales Bello, sulla santa polacca. La professoressa Ales Bello è professore emerito di storia della filosofia contemporanea presso l’UniversitĂ lateranense di Roma.

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Attenta studiosa della fenomenologia di Husserl si è quindi dedicata all’approfondimento delle opere di Edith Stein, allieva di Husserl, curandone l’edizione italiana. Attualmente ricopre la carica di presidente del Centro italiano di ricerche fenomenologiche e dell’Associazione italiana Edith Stein, entrambe con sede a Roma. Edith Stein, nata nel 1891 da una famiglia ebraica, si laureò in filosofia nel 1916 e fu allieva di Husserl a Gottinga, in Germania. Allontanatasi dalla fede a tal punto da definirsi atea, fu in questo

periodo tedesco che, l’incontro con alcune persone interessate a filosofia e religione, la indusse a riprendere la propria esperienza religiosa avvicinandosi però al cristianesimo e facendosi battezzare nel 1922. La scelta di divenire cristiana fu dettata da diverse ragioni tra cui il fatto che le chiese fossero sempre aperte e che tra i fedeli cristiani ci fosse apertura ed accoglienza ma anche l’attenta lettura e conseguente analisi delle opere di Santa Teresa d’Avila. All’interno dei suoi scritti Santa Teresa affrontava il tema dell’interioritĂ e asseriva che ogni essere umano dovesse guardarsi dentro per meglio comprendersi. Colpita da simili affermazioni Edith Stein le fece proprie; nella sua analisi dell’essere umano la Stein capĂŹ che lo stesso era formato da corporeitĂ , psiche e capacitĂ di valutare e decidere. L’identitĂ

dell’essere umano è quindi un nucleo di esso che non può tuttavia essere confuso con nessun altro. Riavvicinandosi alla fede Edith Stein comprese fino in fondo l’importanza di tale nucleo: riflettendo quindi sulla versetto evangelico “se non ritornerete come bambini‌â€? capĂŹ che nel nucleo di una persona c’è la presenza del divino, la traccia profonda, la fonte dell’esperienza religiosa. Nei bambini il nucleo è ancora come in origine e per ritornare come loro sarebbe importante avere ingenuitĂ e innocenza tipici dei piĂš piccoli. La traccia di Dio presente nel nostro nucleo, tuttavia, per divenire fede deve essere accettata da tutte le altre parti dell’essere umano, lavorando di pari passo con la libertĂ che ci permette di scegliere se fare il bene o no. Accettare la presenza di Dio in noi significa quindi riconoscerla, amarla e afferrarsi a

lei. Nel corso della storia, alcuni uomini, i profeti, hanno avuto il privilegio di essere ispirati da Dio che a loro si è rivelato salvo poi rivelarsi, una seconda volta, nel mistero dell’Incarnazione. Prendendo ad esempio Santa Teresa e la sua opera “Il castello interioreâ€? la Stein comprese che solo entrando nel castello della nostra vita interiore sarebbe stata possibile una vera conversione e la sperimentazione di dolcezze dell’anima fino a giungere alla sesta dimora del nostro io, l’esperienza dell’estasi, spesso vissuta da Santa Teresa e preceduta dal misticismo. Edith Stein morĂŹ ad Auschwitz, nel 1942, e fu proclamata santa da Giovanni Paolo II, nel 1998, con il nome di Santa Teresa Benedetta della Croce che la donna aveva assunto in seguito al suo ingresso nel Carmelo di Colonia. L’anno successivo, la decisione di dichiararla compatrona d’Europa.

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Chisciotteâ€?, che arriva a Brescia nel progetto e con la regia curata dallo stesso Branciaroli, è un enorme trattato sull’imitazione: cosĂŹ come lui imita i cavalieri, Branciaroli imita i cavalieri della scena nel doppio ruolo di Don Chisciotte e Sancho Pancia, cui darĂ , imitandole, le voci di Vittorio Gassman e Carmelo Bene. Il vagabondare verbale, divertente e commovente insieme, dei due mattatori ripercorrerĂ alcune delle scene piĂš celebri

del grande romanzo picaresco del siglo de oro spagnolo. “Immagino Gassman e Bene nell’aldilà – spiega Branciaroli – mentre confessano che avrebbero sempre voluto mettere in scena il libro piĂš d’avanguardia che ci sia, il ‘Don Chisciotte’. Li faccio parlare e cosĂŹ, accanto ai personaggi dell’Hidalgo e di Sancho, riprenderanno vita anche i loro dialoghi, i loro battibecchi, il loro immaginarioâ€?. Ecco che le “maschere verbaliâ€?

dei due grandi protagonisti della scena teatrale italiana, daranno anche occasione di ritrovare atmosfere di un Gran teatro che non c’è piĂš. E divertimento con un pizzico di nostalgia sarĂ infatti la temperatura emotiva dello spettacolo, impreziosito dalle scene disegnate da Margherita Palli e dalle luci di Gigi Saccomandi. I biglietti sono in vendita presso il Teatro Sociale in via Cavallotti 20, a Brescia. Info www.ctbteatrostabile.it

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ntiche vie che collegano Europa e Asia passano dall’Armenia. Ăˆ una terra misteriosa che cattura immediatamente l’immaginazione, evoca il passato e risveglia i sensi nel presente. Dai tempi dell’approdo di Noè sul monte Ararat, ai viaggi di Marco Polo lungo la Via della seta, dalla conversione per opera di San Gregorio l’Illuminatore, al genocidio di un milione e mezzo di persone ad opera dei Turchi all’inizio del secolo XX fino alla non risolta questione del Nagorno Karabakh, gli armeni sono un popolo fiero, con un forte senso d’identitĂ culturale e religiosa. L’Armenia è una terra affascinante. Le tracce della sua storia sono visibili nei monasteri e negli ancestrali villaggi situati in strette e affascinanti gole di montagna o circondati da immensi campi di grano appena mietuto. L’Armenia è un piccolo Paese caucasico stretto tra popoli spesso

ostili e che mantiene i segni del suo passato glorioso malgrado sia stata terra di invasioni e massacri. I piĂš emblematici sono il tempio ellenistico di Garni, le chiese intagliate nella roccia di Geghard, le caverne rupestri, i complessi monastici di montagna, le fortezze e le migliaia di khatchkar (le croci di pietra) uniche nel loro genere insieme a paesaggi mutevoli che incantano la vista del visitatore alternando innumerevoli corsi d’acqua a steppe erbose, campi coltivati a tratti boschivi. L’Armenia è un Paese dall’atmosfera strana; la gente non è abituata al turismo. Tutti sono gentili e disponibili, ma nessuno fa la prima mossa, osservano da lontano cercando di non farsi notare e sperando che nessuno domandi loro qualcosa. Non hanno timore dello straniero a causa di ciò che hanno subito in passato, ma piuttosto hanno paura di non riuscire a comunicare, a farsi capire. Pochi di loro co-

noscono una lingua diversa, ma, superato il sospetto iniziale, si concedono all’interlocutore dimostrando tutta la loro generositĂ . In Armenia tutto parla di cristianesimo ed è interessante, visitando i numerosi monasteri, ammirarne l’architettura essenziale ed osservare le persone che offrono a Dio la loro fede incondizionata accendendo candele votive. I khatchkar ne sono la nota piĂš evidente: lastre di tufo scolpite che raffigurano la croce dalla base fiorita, simbolo di continuitĂ della vita. Tra i monasteri piĂš significativi c’è il Monastero di Khor Virap. Situato su di una collinetta a 30 km a sud della capitale Yerevan, gode dello sfondo delle cime dell’Ararat e domina pascoli, nidi di cicogne e vigneti. Fu il luogo della prigionia di San Gregorio l’Illuminatore che per 12 anni fu imprigionato in un pozzo dal re Tiridate III che poi si convertĂŹ al cristianesimo e San Gregorio divenne il primo katho-

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licos dell’Armenia diffondendo la fede cristiana. Oggi il 94% degli armeni è cristiano appartenente alla Chiesa apostolica armena e riconosce nel katholicos la sua guida spirituale. Echmiazin ne è il centro religioso piĂš importante. Qui si trova, infatti, la Santa Sede della Chiesa armena. Noravank, poi, è un altro tra i complessi monastici piĂš importanti opera dell’architetto Momik vissuto nel XIII sec., è un capolavoro sia dal punto di vista architettonico sia per la posizione suggestiva in

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fondo ad una gola rocciosa. Yerevan, la capitale, al contrario, è un simbolo del degrado e del disfacimento imperante nei Paesi facenti parte dell’ex Unione Sovietica: le periferie sono dominate da palazzoni enormi decrepiti ed in pessimo stato di manutenzione, mentre un po’ meglio si presenta la zona immediatamente attorno al centro dove spiccano molti giardini popolati di chioschi, bar e ritrovi. Sembra appartenere ad un altro pianeta, infatti, il centro: l’ordinata Piazza della Repubblica con i giochi notturni di luci e suoni delle fontane, le boutique nelle animate vie limitrofe. Un forte contrasto che si percepisce per chi ha, magari, appena visitato i paesini distanti solo pochi chilometri, dove in questi anni si è tornati a riscaldare le case con lo sterco di vacca essiccato. La crisi economica non ha risparmiato il Paese e certo non hanno aiutato questo popolo a intraprendere la strada di un maggior sviluppo il forte

terremoto del 1988, la guerra per dispute territoriali con i vicini dell’Azerbaijan ed i contrasti mai sopiti con la Turchia per via del genocidio dei primi del Novecento. Proprio alla tragedia del genocidio è dedicato il Memoriale che con l’alto ed aguzzo obelisco domina la cittĂ dalla Collina delle Rondini. Un luogo commovente che, per alcuni versi, richiama nell’emozione altri luoghi della memoria come lo Yad Vashem di Gerusalemme. Qui pre-

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scorrono su tre linee parallele: si rincorrono, si afferrano, si sovrappongono, si lasciano, si riprendono. Accade che una voce viene fuori dalla luna, viene fuori dall’ombra e dal silenzio, dallo spazio, dall’immagine di uno sguardo, arriva. Arriva e il tempo si ferma e la luna fa nascere un inizio. Imparando a camminare si comincia a imparare il tango, e ogni passo di Luciana Savignano è ogni volta il primo. Sotto le

gò anche papa Giovanni Paolo II nella sua memorabile visita del 2001 dal 25 al 27 settembre in occasione delle celebrazioni per il 1700° anniversario della conversione dell’Armenia al cristianesimo. A Yerevan altri poi sono i luoghi del grande patrimonio identitario della nazione. Tra questi il Matenadaran, la biblioteca che raccoglie i 17mila manoscritti armeni. Un edificio moderno, anch’esso in stile un po’ russo, che sta in fondo all’Avenue Mashtots, dove ovviamente domina la statua di Mesrop Mashtots che inventò nel 400 d.C. l’alfabeto (39 caratteri, nessun numero) e la lingua armena con lo scopo di far conoscere la Bibbia al suo popolo. Sembra, che la prima frase scritta in armeno, direttamente dall’inventore, sia stata un testo del Libro dei Proverbi: “Per conoscere la sapienza e la disciplina, per capire i detti profondi, per acquistare un’istruzione illuminataâ€?. Una visita completa non può prescindere da un’uscita al nord dove, immersi in un ambiente ricco di boschi e foreste, colpiscono sicuramente Haghpat e Sanahin, entrambi Patrimonio dell’UmanitĂ dell’Unesco, piuttosto che Goshavank. Come pure ad est imperdibili sono i paesaggi del suggestivo Lago Sevan. L’Armenia è un Paese insolito che è riuscito a mantenere nei secoli la sua storia e la sua unicitĂ e, anche per questo, merita di essere visitato. Il Monte Ararat veglia protettivo sul Paese, anche se da tempo è in terra turca, e chissĂ se lassĂš, come giĂ ipotizzò Marco Polo ne “Il Milioneâ€?, è ancora conservata l’Arca di Noè. La vista della sua cima innevata e illuminata dal sole è lo spettacolo con cui la grande montagna ha voluto salutarci il giorno della partenza per regalarci un ultimo emozionante ricordo da portare a casa.

luci al neon di una milonga abbandonata vive un mondo a parte, fatto di ombre e di tracce, di scarpe consumate e di gesti meccanici, ripetitivi, di nostalgia e di regole rigide e acquisite. Un cameriere continua a svolgere i suoi riti quotidiani a passo di tango, come se il luogo fosse pieno di gente. Ăˆ una figura, ambigua, rigida, fredda. Dipende totalmente dallo spazio e dalla situazione in cui si trova, tanto da

assorbirne ogni volta i climi e da mettersi sempre al servizio di ciò che accade. Un uomo, seduto per terra con lo sguardo fisso, lucida ossessivamente le sue scarpe da tango. In scena con la nota ĂŠtoile italiana l’argentino Alejandro Angelica, insegnante, ballerino e coreografo di tango argentino, che ha fondato a Milano una delle maggiore scuole di tango in Italia. Per informazioni: www.danzarte. info.

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Da lunedì al venerdì, a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potrete seguire rassegne stampa locali e nazionali, ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

La Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa parrocchiale di Cristo Re in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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L’UfďŹ cio diocesano turismo e pellegrinaggi promuove un corso di formazione per accompagnatori di pellegrinaggi. Il pellegrinaggio non è infatti un viaggio come gli altri e all’accompagnatore si richiedono competenze speciďŹ che che vanno ben oltre quelle di una semplice guida turistica. Il corso si terrĂ il 4, 18 e 25 maggio con l’organizzazione tecnica di Brevivet. Lo illustra in primo Piano (ore 9.20) don Claudio Zanardini. Alle 11 in Ecclesia, che in aprile si occupa

La prossima puntata della rubrica “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio sulla “50ÂŞ Giornata mondiale di preghiera per le vocazioniâ€?, quest’anno sul tema “Progetta con Dio... Abita il futuroâ€?. A seguire: il convegno “A tu per tu con la santitĂ â€? sempre in occasione della Giornata; “Gli 80 anni della materna di Brandicoâ€?; il ďŹ lm “L’amore inattesoâ€?, una delle iniziative pensate per celebrare il centenario della morte di San Giovanni Battista Piamarta. La

di pastorale giovanile, don Marco Mori commenta il documento della Cei “Il laboratorio dei talentiâ€?, nota pastorale della Cei sul valore e la missione degli oratori. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl. Le rubriche sono disponibili in podcast su www.radiovoce.it

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rubrica “4 parole...â€? è con Chiara Pedraccini per il Pellegrinaggio diocesano delle famiglie. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www. vocemedia.tv che manderĂ in onda anche lo speciale “Croce e vita dell’uomoâ€? con relatore l’abate dom Michael John Zielinsky.

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&RVWUHWWL GDYDQWL DOOR VFKHUPR GDOOD FULVL" I dati parlano chiaro: negli ultimi cinque anni il pubblico televisivo in Italia è aumentato, e di parecchio. Nonostante le proiezioni dessero per spacciata la tv tradizionale, oscurata dai nuovi mezzi di comunicazione – primo fra tutti internet –, e pur essendo decaduta in una ridondante autoreferenzialitĂ , dal 2008 a oggi i telespettatori acquisiti dalla tv italiana sono 1 milione 600mila. Sicuramente il tamtam del digitale terrestre è servito: con centinaia di canali a disposizione sembra piĂš semplice ritagliarsi una tv su misura, saltando da un canale all’altro col telecomando in una mano e la guida tv

nell’altra. C’è però un altro fattore di “successoâ€? per la tv generalista: quella crisi economica e quindi culturale che ha rinchiuso la gente in casa piĂš del passato. Ăˆ chiaro che se non ci sono i soldi per uscire la sera, ci si compra le pizze surgelate e si resta a casa. E una serata in casa in qualche modo coincide sempre con la tv accesa, prima o poi. Insomma, responsabili dell’aumento di pubblico sono la “neo-tv espansaâ€? e la crisi. Di certo non la qualitĂ dei programmi. Soprattutto perchĂŠ è anche lo stesso comparto televisivo a subire tagli ai costi e al personale. Si calcola che gli investimenti pubbli-

citari nel mercato audiovisivo siano diminuiti del 14,3%, il dato peggiore degli ultimi 20 anni. Per esempio fra il 2011 e il 2012 il settore della fiction ha subito un calo di introiti dell’8,8%, equivalente a circa 15 milioni di euro. Quindi ci troviamo davanti a una situazione paradossale, ma tuttavia reale: con la crisi aumentano gli utenti e le ore pro capite davanti alla tv (253 minuti al giorno, record europeo), e allo stesso tempo diminuisce il budget per produrre tv di qualitĂ . C’è però una soluzione, che parte da un presupposto fondamentale: chi prima spendeva male i tanti soldi ottenuti per fare un programma, ora

spenderĂ male i pochi soldi ottenuti. Ovvero: la brutta televisione c’era prima della crisi, e ci sarĂ anche dopo la crisi. E lo stesso discorso vale anche per la bella televisione, che spesso funziona anche senza finanziamenti faraonici. Un esempio piĂš che mai attuale che dimostra come la tv possa vivere anche senza soldi è “Il Testimoneâ€?, trasmissione in onda ogni lunedĂŹ alle 22.50 su Mtv. Una serie di brevi documentari realizzati da un giornalista sui generis, Pif (al secolo Pierfrancesco Diliberto), che armato di telecamera portatile e di sana e ingenua curiositĂ racconta l’Italia e non solo incontrando personaggi pubbli-

ci e gente comune. I costi di questa trasmissione, realizzata interamente dallo stesso giornalista, sono pari a zero, se confrontati con i budget medi delle altre trasmissioni. Certo, Pif ha una marcia in piÚ rispetto a gran parte delle produzioni televisive. Racconta con estrema semplicità storie e situazioni di sicuro interesse, spesso anche controverse, e lo fa in un modo creativo e mai banale. Fare tv a costo (quasi) zero si può, ovvio che se non ci sono i costosi effetti speciali bisogna basarsi su contenuti e idee. Chissà se, dopo decenni di deserto in pompa magna, ci si ricorda ancora come si fa.


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–Â? ‡œœƒ–‘ ”‘Â? ƒ…Š –‘ ‹Ž‡• ƒÂ?† ”ƒÂ?‡ Ăˆ in programma per il 10 maggio prossimo al teatro Ctm di Rezzato il concerto “Franco Ambrosetti, Uri Caine, Darryl Hall “From Bach to Miles and Traneâ€?. I tre musicisti, tra i piĂš apprezzati del panorama jazzistico internazionale, proporranno alcune composizioni di Bach, di Miles Davis e di Coltrane, in un programma variato e sďŹ zioso tendente a dimostrare l’assoluta attualitĂ della musica barocca per quanto attiene alle

sequenze armoniche. Il trio si esibirĂ in improvvisazioni in stile jazzistico attuale tenendo conto di tutte le tendenze post Be Bop ďŹ no ad oggi (Hard bop, Free, Fusion, New Age, Minimal ecc) su composizioni barocche e di oggi purchĂŠ in sintonia con lo spirito di Bach, Miles e Coltrane che sono inďŹ nitamente piĂš vicini di quanto i secoli vogliano far apparire. in un programma variato e sďŹ zioso. Info: www.cipiesse-bs.it

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Si strizza l’occhio, nemmeno troppo velatamente, al concetto della canzone di Gaber “Destra-Sinistraâ€? che accompagna i titoli di testa (nella versione cantata da Marco Mengoni) con “Passione sinistraâ€? di Marco Ponti. Nina (Valentina Lodovini) è una giovane donna cresciuta a pane e politica, di sinistra, vive con Bernardo (Vinicio Marchioni), giovane scrittore destinato al successo. Poi c’è Giulio (Alessandro Preziosi), ricco, arrogante, sicuro di sĂŠ. Di de-

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a chiesa di Santa Maria della CaritĂ e il suo restauroâ€? è il nome del filmato commissionato da Fondazione Cab e realizzato da AlbatrosFilm, che verrĂ utilizzato come supporto alle visite guidate all’interno del piccolo gioiello di recente riapertura, e che diventerĂ â€œun mezzo per promuovere la conoscenza della chiesa fuori dalla chiesa stessaâ€?, come ha spiegato il segretario della Fondazione Cab, Agostino Mantovani. In occasione della presentazione del video la Fondazione Cab ha annunciato la prossima pubblicazione dell’ormai celebre “Libro d’Oroâ€?. Si tratta di un volume che raccoglierĂ infatti tutte le firme dei cittadini che generosamente hanno contribuito al restauro della chiesa attraverso le loro donazioni; inoltre, all’interno saranno contenuti anche i saggi degli studiosi che hanno contribuito alla ricostruzione storica: Fiorella Frisoni, Renata Massa, Giuseppe Fusari e Fiorenzo Fisogni, che si sono concentrati su aspetti differenti. Tornando al filmato, suggestive riprese aeree della cittĂ , realizzate con un drone telecomandato, si alternano alle immagini dell’interno della

chiesa nella sua versione “primaâ€? e “dopoâ€? il restauro, mentre una voce narrante ne descrive la storia, le opere principali e gli artisti che negli anni hanno portato il loro contributo in questo scrigno di tesori appartenenti ad epoche differenti. La seconda parte del video, che dura in totale circa una ventina di minuti circa, è invece dedicata alla descrizione dei lavori di restauro, proseguiti per circa due

anni, che hanno interessato il consolidamento strutturale, le decorazioni pittoriche, i pavimenti e gli arredi, nonchĂŠ la facciata, restituita alla sua cromia originale. Il preciso lavoro dei restauratori - professionisti e studenti delle accademie - è documentato con immagini emblematiche che ben permettono di cogliere la complessitĂ del lavoro svolto sugli affreschi, sulle decorazioni auree realizzate a foglia d’oro e sui pavimenti marmorei. Inoltre, in una delle due cappelle laterali è custodito il prezioso polittico del Maestro Paroto, riacquistato recentemente dalla Fondazione Cab durante un’asta della londinese Sotheby’s. La chiesa resta aperta al pubblico dal martedĂŹ al venerdĂŹ dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18, con orario continuato il sabato e la domenica. Per le visite guidate è obbligatoria la prenotazione contattando Federica Martinelli (guida.artistica@gmail. com, 3473735785 o 3473028031, costo 5 euro a persona). Per contribuire ad ulteriori restauri, è inoltre possibile versare il 5xmille all’Associazione Amici della Chiesa di Santa Maria della CaritĂ . Per informazioni www.amicidellachiesasmc.it.

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stra. E, secondo copione, la fidanzata di lui Simonetta (Eva Riccobono): bionda, bellissima ma stupida. E giĂ l’inizio del film e della storia (che si rifĂ al romanzo “Una passione sinistraâ€? di Chiara Gamberale) mettono in luce tutta la reale difficoltĂ di trattare l’argomento politico italiano, seppur in modo leggero e in commedia, come si confĂ a questo tipo di film, al di lĂ e oltre preconcetti e luoghi comuni. E la cosa vale tanto di qua, quanto di lĂ .

L’incontro-scontro tra questi due mondi avviene proprio perchĂŠ Nina eredita dal padre una meravigliosa villa sul mare. Non ci mette molto a metterla in vendita. E l’acquirente non può che essere Giulio. All’inizio è odio, ma poi, come saggezza popolare insegna, chi disprezza compra. Scoppia la passione e la morale: “Siamo diversi, ma ci possiamo amareâ€?. E il canovaccio delle ovvietĂ non risparmia nemmeno i due partner ufficiali che, guarda caso, proprio

mentre Nina e Giulio sono a svuotare la villa per ultimarne il passaggio, si incontrano. Canovaccio delle ovvietĂ ., purtroppo, rispettato per un film che pare piacevole dai trailer, che pare divertente e pare persino promettere il tentativo di superare le ovvietĂ e i luoghi comuni. Purtroppo, pare. Il film italiano ricade in un guardarsi l’ombelico, senza però cercare di vederlo oltre il bordo. Nonostante tutto esistono momen-

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ti riusciti e divertenti che strappano allo spettatore il sorriso, facendogli sperare che il film riprenda vita: questo quando al centro della scena sono i comprimari: Geppi Cucciari, Eva Riccobono e Glen Blackall, che interpreta il futuro sindaco di Roma. Vera unica caricatura politica nel film. A chi somiglia? Agli spettatori l’ardua sentenza. Per il resto... niente di nuovo. Il che non può che essere in linea con il panorama politico nostrano.

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La “Meglio Bio in Piazzaâ€?, la manifestazione itinerante organizzata a Brescia dall’associazione di produttori biologici La Buona Terra torna in scena domenica 28 aprile nella cornice del Parco dell’AcquaAmbiente Parco di Largo Torrelunga. La manifestazione è ideata dall’associazione di produttori biologici La Buona Terra con il patrocinio dell’Assessorato al commercio del Comune di Brescia nell’ambito del progetto Duc

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(Distretto urbano del commercio), oltre che con il contributo della Regione Lombardia e del Fears (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). Dalle 9.30 alle 19, saranno presenti una ventina di stand di produttori agricoli, che consentiranno ai consumatori della cittĂ di far la spesa di tipicitĂ rigorosamente certiďŹ cate bresciane e non. Ad arricchire la giornata, un laboratorio didattico dedicato a “Le Api e il Mieleâ€?: curato da “Catena Rossa di Sarezzoâ€?, alle 15.30.

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na situazione paradossale, che rischia di aggravare ulteriormente l’attuale stato di crisi. Ăˆ quanto emerge dalla relazione di Daniele Molgora, presidente della Provincia di Brescia, in margine al rendiconto 2012 dell’Ente. “Abbiamo pagato quasi 14 milioni di euro alle imprese sanando tutte le situazioni aperte, abbiamo una disponibilitĂ di cassa pari a 177 milioni, ma per il Patto di stabilitĂ imposto dal governo Monti non possiamo usare questi soldiâ€?. Dal 2009, da quando Molgora guida il Broletto, per riequilibrare i conti, sono state operate sensibili riduzioni alla voce costi. Le spese di rappresentanza sono passate da poco meno di 79,2 milioni a 5,7, il costo del personale da 36 a 29,5, le spese di missione dei dipendenti da 108,6 a 33,6, gli incarichi esterni da 1.242,4 a 486,5, le spese per l’utilizzo automezzi, al netto del sensibile aumento del carburante, da 1.478,9 a 1.194,1 e la spesa corrente da 167,3 a 127,6. “Ma i pesantissimi tagli, 19 milioni nel 2012 e 31 quest’anno, dovuti ai decreti Salva Italia, Iva sul trasporto pubblico e Spending review quasi annullano i benefici ottenuti e mettono a rischio per il futuro la tenuta del tessuto socialeâ€?. Si guarda con preoccupazione alla voce riguardante l’assistenza ai disabili che costa circa 15 milioni

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e alla necessitĂ di onorare i pagamenti alle imprese per non creare un circolo vizioso che si chiude sulla cassa integrazione, cioè sul ‘non lavoro’. “Siamo arrivati al paradosso che lo Stato non paga le imprese che lavorano e che sono costrette a chiudere, mentre paga la gente in cassa integrazione, che resta a casa e non produceâ€?. Questa situazione si ripercuote sull’imposizione fiscale

che deve essere tenuta necessariamente alta, anche se i cittadini bresciani ‘pro capite’ hanno pagato di meno. “Auspichiamo un intervento piĂš deciso dello Stato sul Decreto ‘sblocca pagamenti’ cosĂŹ da poter disporre quest’anno di altre risorse per le imprese fornitrici oltre i 10 milioni attualmente concessi dal Patto di stabilitĂ . Occorre un netto cambio di direzione perchĂŠ gli in-

terventi lineari attuati finora hanno consentito ad alcuni di continuare ad ingrassare e ad altri di continuare a tirare la cinghiaâ€?. Basta pensare che nella sola Lombardia, regione comunque ‘virtuosa’, i pagamenti in conto capitale effettuati dal 1 gennaio al 7 aprile hanno giĂ superato, 148,33 milioni contro i 143,9 concessi, quanto stabilito dal Decreto Legge n.35 che consente di utilizzare il 13% del fondo di cassa. Alla soddisfazione per i risultati del rendiconto, declinata nel pagamento delle imprese, nel contenimento delle spese e delle imposte e nella diminuzione del debito (sceso sotto i 450 milioni) che testimoniano e premiano un impegno concreto, fa dunque da contraltare la preoccupazione per una situazione che presenta tante criticitĂ . “Stiamo giocando una partita difficile – conclude Molgora – per la quale il banco, cioè lo Stato, cambia in continuazione le regole del gioco. Ăˆ il momento che le regole diventino certe e soprattutto uguali per tuttiâ€?.

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1RYLWj QHO FGD H QHO FRPLWDWR HVHFXWLYR Nuove nomine nel consiglio di amministrazione e nel comitato esecutivo della Fondazione della comunità bresciana. Nel corso dell’ultimo consiglio di amministrazione la Fondazione, oltre ad approvare il bilancio di esercizio 2012, ha provveduto all’attuazione di quella norma statutaria che impone il rinnovo a rotazione dei componenti del cda per garantire la continuità dell’organo ammini-

strativo. Dopo aver riconfermato per il prossimo quadriennio il consigliere Marco Bonometti (nella foto), il consiglio ha provveduto alla nomina di quattro nuovi consiglieri, in sostituzione di Sergio Bertoni, Severo Bocchio, Giacomo Ferrau e Patrizia Vastapane, non piĂš rinnovabili. Sono entrati cosĂŹ a far pare del cda della Fondazione Elena Balduzzi, che dal 2008 opera presso la Tassara srl, Claudio Ceni, indicato

dal presidente della Provincia di Brescia, Massimo Ghetti, referente del fondo territoriale per la Valle Camonica, costituito presso la stessa Fondazione, e Dario Meini, libero professionista. Sempre per effetto di una norma statutaria che prevede una rotazione delle cariche, i membri del nuovo esecutivo della Fondazione della comunitĂ bresciana sono Mario Mistretta e Luigi Moretti. Il

cda della Fondazione di via Gramsci ha avviato le procedure per la sostituzione di Luigi Bresciani che ha lasciato l’organo di controllo per favorire il giĂ ricordato meccanismo di rotazione. Ai consiglieri che hanno lasciato il cda è andato il ringraziamento della Fondazione per la collaborazione prestata in oltre un decennio di permanenza all’interno del consiglio di amministrazione.


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Nei giorni scorsi è stata ufficializzata la nomina di Graziella Bragaglio (nella foto) a presidente della nuova Lega nazionale pallacanestro con mandato fino a ottobre, quando le squadre iscritte ai vari campionati si riuniranno e si esprimeranno con una votazione per le cariche del presidente e del direttivo. La lega nascente sarĂ suddivisa in Legadue Gold e Silver, Divisione nazionale B e Divisione nazionale C, per un totale di 208 squadre. â€œĂˆ un compito importante

e arduo – commenta la nuova presidente Bragaglio – perchĂŠ dovremo rappresentare ben 208 societĂ . Cercheremo e spero riusciremo a ripagare la grande fiducia che è stata riposta in noiâ€?. A comporre il direttivo insieme a Graziella Bragaglio ci saranno il neo vice-presidente Marco Tajana (consigliere di Dnb), Ario Costa (ds di ForlĂŹ), Julio Trovato (consigliere di Dna), Giulio Iozzelli (ds di Pistoia) e Davide Bruttini (attuale presidente della Lnp).

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l posticipo della 38ÂŞ giornata del campionato cadetto, che ha visto il Brescia sconfitto sul campo del Verona, ha riservato una partita vibrante, perfettamente in linea con le attese di un derby sentito come quello tra le Rondinelle e gli Scaligeri. Una girandola di emozioni e di cambi di risultato, e non è nemmeno mancata la tensione, che si è espressa nelle espulsioni da una parte di Mandorlini e del suo vice a fine primo tempo, dall’altra di Budel verso la fine del secondo tempo per una gomitata a Cacia (e che gli costerĂ ben quattro turni di squalifica, fino a fine campionato): tutto questo è stato Verona-Brescia. O almeno, agli occhi di uno spettatore neutrale, di un appassionato imparziale di calcio, se mai vi siano ancora esemplari appartenenti a questa specie. GiĂ , perchĂŠ negli occhi dei giocatori e dei tifosi del Brescia resta solamente un risultato che fa molto male, una fin troppo chiara sconfitta per quattro a due. Il patatrac per il Brescia si concretizza nella ripresa, trasformando in un incubo quella che nel primo tempo era partita come un’ottima prestazione: l’Airone aveva giganteggiato nell’area avversaria, confezionando due gol (che vanno ad aggiungersi al suo bottino personale, arrivato ora a 10 reti) nel giro di sette minuti, tra

veronesi al 23’ del secondo tempo a spaccare la partita: nemmeno due minuti dopo, lasciato solo in area, insacca sugli sviluppi di una punizione e si ripete a due minuti dalla fine dopo un incredibile errore tra Antonio Caracciolo e Caldirola. Al di lĂ della bravura dell’attaccante ex Piacenza, non si può non sottolineare la prestazione sotto tono della retroguardia della Leonessa, che ha rappresentato purtroppo un dilemma non completamente risolto nemmeno nelle ultime positive prestazioni. ServirĂ quindi crescere di livello, soprattutto nello sprint finale, ormai ridotto a sole quattro partite: non c’è piĂš spazio per sbagliare, sempre che i playoff vengano disputati, tanto piĂš che il Varese si è nuovamente portato al sesto posto in classifica. Si guarda quindi giĂ alla prossima gara, l’insidiosa trasferta di sabato a Reggio Calabria.

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il 4’ e l’11’ del primo tempo. Certo, in mezzo c’era stato il momentaneo pareggio di Jorginho, che aveva sfruttato un’incertezza di Arcari e Caldirola, ma il Brescia aveva comunque concluso il primo tempo in vantaggio di una rete. Poi però Zambelli rimane negli spogliatoi per un affaticamento ed è il suo sostituto Lasik a commettere

un errore che porta al pareggio di Gomez. Di lĂŹ in avanti la partita si complica e il Brescia pare non ritrovare piĂš il bandolo della matassa, ritrovandosi senza fortuna anche in alcuni episodi singoli, come quando al 21’ la punizione di Scaglia scheggia la traversa. Ma è l’ingresso di Cacia nelle file dei

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$ 2U]LQXRYL OH GXH UXRWH SHU L SL SLFFROL Una giornata dedicata alla promozione delle due ruote, in particolare tra i piĂš giovani. Si terrĂ nella giornata di mercoledĂŹ 1 maggio a Orzinuovi la “Giornata del ciclismo giovanileâ€?, un’iniziativa organizzata dall’associazione Pedale Orceano con il patrocinio comunale. Si tratta in sostanza di un’attivitĂ ludica e non competitiva, gratuita, aperta ai bambini e ragazzi,

maschi e femmine, dai quattro ai 12 anni. Il ritrovo è fissato per le 9 presso la pista “Vittorio Sartorelliâ€? di viale Europa, nello spazio verde appositamente attrezzato per dare la possibilitĂ ai piĂš piccoli di diventare protagonisti. Successivamente si svolgeranno quattro prove non competitive, suddivise per fascia d’etĂ : alle 9.45 il via alla categoria 4/5 anni, quindi a seguire gli altri gruppi.

Ovviamente niente agonismo, a quanto si apprende dall’organizzazione, ma solo gare promozionali per far provare l’emozione di una pedalata in bicicletta, sempre nella massima sicurezza. Pertanto è richiesto l’uso del casco protettivo, che sarĂ fornito dall’organizzazione a chi ne è sprovvisto. Anche il circuito è semplice, privo di pericoli e garantisce un sicuro divertimento. I piĂš piccoli, poi (dai

quattro ai cinque anni) possono essere accompagnati dai genitori. Accanto all’atmosfera di festa, che troverà espressione nel rinfresco offerto a fine gara e nella consegna dei premi ai partecipanti, la giornata continuerà poi all’insegna delle due ruote con il campionato provinciale Fci velocità minisprint per le categorie giovanissimi (dai 7 ai 12 anni), riservato solo ai corridori bresciani.


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Prende il via al Centro ďŹ era del Garda di Montichiari la piĂš grande festa dedicata ai bambini e alle loro famiglie: Seridò 2013. Un mondo di giochi, laboratori e spettacoli dedicato ai piĂš piccoli che attirerĂ migliaia di visitatori ďŹ no al prossimo 5 maggio. Nei 51mila metri quadrati del polo ďŹ eristico ci saranno piĂš di 100 spazi gioco e 300 animatori al servizio dei bambini. Anche il Csi Brescia sarĂ presente con una vasta area interamente dedicata agli sport su

sabbia: beach volley, beach soccer e beach tennis, ma anche giochi a tema in un’atmosfera estiva. Gli addetti ai lavori del comitato arancioblĂš, inoltre, saranno a disposizione delle famiglie al ďŹ ne di proporre il nuovo progetto giovani riguardante calcio, pallavolo e basket, oltre alle proposte connesse alle scuole di ciclismo. Seridò sarĂ aperto tutti i giorni dalle 9.30 alle 19. Ingresso gratuito per gli under 12, 10 euro il costo del biglietto per gli adulti.

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o sport, nei sani elementi formativi che esso avvalora, può essere un utilissimo strumento per l’elevazione spirituale della persona umana, condizione prima e indispensabile di una societĂ ordinata, serena e costruttivaâ€?. Le parole pronunciate da Paolo VI il 20 marzo 1965 di fronte ai membri del Centro sportivo italiano sono parse piĂš attuali che mai domenica, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che ha fatto di Brescia il cuore pulsante della Chiesa. I primi battiti si sono uditi all’alba a Concesio, quando un centinaio di pellegrini si sono dati appuntamento alla casa natale di papa Montini per dare il via alla camminata verso il duomo cittadino, dove alle 11 ha avuto inizio la Santa Messa celebrata dal vescovo, mons. Luciano Monari, il quale ha ricordato ai fedeli l’importanza della meta da perseguire: “La vita eterna, un dono che deve plasmare la nostra vita e il nostro comportamento facendosi testimonianza concreta della presenza di Dioâ€?. Un traguardo comune, da raggiungere facendo fruttare i talenti di ciascuno e percorrendo percorsi virtuosi, come quello sportivo. A tal proposito il Csi ha popolato piazza Paolo VI dando li-

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di orienteering – una sorta di caccia al tesoro – per le vie del centro storico. Dopo l’Ora et cammina mattutina, è stata la volta dell’Ora et pedala pomeridiana, con una cinquantina di ciclisti arancioblĂš che sono montati in sella per una ciclopasseggiata verso Calcinate (Bergamo), dove la carovana ciessina è giunta dopo un’ora e mezza, accolta dal vescovo orobico mons. Beschi e dalle suore dorotee locali per un incontro da ricordare prima del rientro trionfale in piazza Paolo VI, dove i numerosi bambini presenti non hanno lesinato applausi e grida di festa.

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Chiari: lettera aperta degli educatori del Cag Egr. direttore, il Centro di aggregazione giovanile, offre un’opportunitĂ di ritrovo e incontro per il tempo libero, favorendo in un contesto educativo la socializzazione, la relazione, la creativitĂ in dialogo con le famiglie e le altre realtĂ educative del territorio. La Fondazione Istituto Morcelliano ha segnato un passaggio importante per la comunitĂ di Chiari, nell’ambito dei servizi rivolti ai minori, riunendo i due Cag presenti in un unico servizio. Ha attivato nel 2008, in collaborazione con l’amministrazione comunale e la parrocchia, un servizio pubblico a carattere educativo, aggregativo, e territoriale fruibile in modo gratuito. Un nuovo Cag gestito da un’Êquipe composta da educatori professionali e da un coordinatore, sette operatori in tutto. Nel progetto educativo iniziale, il Cag si rivolgeva a tre distinte fasce d’etĂ : infanzia, preadolescenza e adolescenza, svolgendo le attivitĂ all’interno del Cg2000 e negli ambienti della Fondazione. Negli anni numerosi gli iscritti al servizio, in particolare quest’anno: 120 bambini delle elementari, 110 ragazzi delle medie, 50 adolescenti. Per poter rispondere a questo bisogno il servizio funzionava anche grazie al volontariato (figure adulte, adolescenti, servizio civile, volontari europei). L’Êquipe, in continua formazione, è riuscita a leggere i diversi bisogni e le esigenze delle famiglie e dei ragazzi, individuando metodologie e strumenti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi del Cag. L’Êquipe ha promosso diversi progetti sul territo-

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rio tra cui: progetti nella scuola su varie tematiche (educazione alla pace, gestione delle emozioni e intercultura) progetto intercultura, progetto educazione stradale, sostegno scolastico e per ultimo, ma non per importanza, il progetto Pedibus, attraverso il quale i bambini vengono accompagnati dalla scuola direttamente ai servizi, aiutando sopratutto i genitori lavoratori. Oggi, aprile 2013, questo progetto subirĂ un notevole ridimensionamento, alla luce dei quattro licenziamenti, avvenuti in seguito alle scelte della Fondazione, e seguiti dalle dimissioni di un quinto educatore, che non si riconosce nella riorganizzazione del Cag. Con il ridimensionamento del servizio, rimangono operativi solo due educatori professionali. SarĂ possibile, a partire dal mese di maggio, garantire il servizio per le elementari e una presenza saltuaria per le medie. CosĂŹ come, rispetto agli anni precedenti, nessuno degli educatori del Cag. coordinerĂ i grest estivi, gestiranno solo la ludoteca estiva al mattino. Ad oggi la preoccupazione principale dell’Êquipe non sono i licenziamenti degli operatori, ma sottolineare il possibile vuoto educativo che si creerĂ all’interno del Cag, chiudendo alcune fasce del servizio (medie e adolescenti) e offrendo uno solo spazio, anzichĂŠ due, per le elementari. L’intento non è quello di alimentare polemiche e discussioni (che per altro hanno tutto il diritto di esistere) ma quello di porre interrogativi rispetto alle scelte in campo educativo. Chi si farĂ carico di questa emergenza educativa? Quali possibili luoghi aggregativi vivranno i ragazzi delle medie e degli adolescenti nel loro tempo libero? Quali

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figure educative potranno incontrare? In che modo verranno aiutate le famiglie che trovano sostegno nelle attivitĂ e negli educatori del Cag? Rimandiamo le nostre riflessioni e i nostri interrogativi alle istituzioni, alla parrocchia e a tutta la comunitĂ : finchĂŠ ci sono i finanziamenti si progettano e promuovono servizi a favore delle famiglie e dei ragazzi, con i “tagliâ€? chi ne avrĂ cura? Come non dissipare il patrimonio di relazione e di fiducia costruito con le famiglie e i ragazzi in questi anni? Come riusciamo a farci carico delle nuove generazioni che sono il presente e il futuro della nostra comunitĂ ? I nostri ragazzi hanno bisogno di luoghi educativi positivi, non lasciamoli soli‌ Gli educatori del Cag: Alberto Zini, Elena Iore, Elisa Mombelli Serina, Emanuele Bellani, Enrico Antonelli, Roberta Zani

Un grazie preoccupato Egr. direttore, vorrei rubare solo poche righe di questo spazio per esprimere il grazie a Giorgio Napolitano, costretto a rimettersi sulle spalle in peso di un Paese alle prese con una stagione di grave difficoltĂ . Nello stesso tempo, però, non posso tacere la preoccupazione nel constatare il fallimento dell’intera classe politica vecchia e nuova, un fallimento che ha trovato la sua certificazione nell’incapacitĂ (o nella mancanza di volontĂ ) di trovare un presidente della Repubblica “nuovoâ€?. Spero che l’esempio di Napolitano possa indurre tutti a un salutare bagno di umiltĂ . Il Paese lo pretende. Bruna Rota

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