La Voce del Popolo 2013 19

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ƒ ƒ”ˆ‘ ’ƒ”–‡ ‹Ž –‘—” †‹ ‘…‡ Non vi spaventate. Tra le mani non avete un nuovo giornale, e nemmeno un giornale riservato ai camuni. Voce è sempre la stessa. Girate con calma la prima pagina e troverete il settimanale di sempre. Questa “aperturaâ€? dedicata alla Valle Camonica è l’inizio di un tour in cui vorremmo dedicare ancora piĂš attenzione a ciò che accade nei paesi e nelle parrocchie della nostra terra. Il 120° di Voce ci stimola a starvi ancora piĂš vicini e a farvi conoscere ciò che vale la pena di sapere. Da Ponte di Legno a Pontevico, da Ponte Caffaro a Pontoglio ďŹ no a Ponte San Marco vi accompagneremo con un’edizione zonale settimanale da staccare e leggere a parte. La diocesi di Brescia si sta muovendo sul fronte delle unitĂ pastorali. Il Sinodo è ďŹ nito e ora parte l’attuazione del progetto. Un’iniziativa che potrete seguire anche sul sito lavocedelpopolo.it, sulla pagina www.facebook.it/sinodobrescia e in twitter. com/vocemedia. Cosa si farĂ nella mia parrocchia? E nella mia zona? Quali attivitĂ , passi, eventi e ipotesi sono in campo? E poi i commenti, anche i vostri che potrete farci pervenire al giornale. Il cammino verso le unitĂ pastorali è appena cominciato. Far sapere ciò che di bello cresce, e magari anche qualche errore da non ripetere, sarĂ certamente utile. Fin da questa settimana raggiungeremo circa 2500 membri dei consigli pastorali di 260 parrocchie. A loro chiediamo la pazienza di conoscerci e magari di sceglierci per mantenere viva la dimensione diocesana. InďŹ ne a ogni uscita 1000 copie gratis nei mercati della provincia. Sabato tocca a Darfo,

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Prende forma un centro di livello europeo per la terapia del Parkinson grazie all’intuizione e alla caparbietĂ di Alex Reed, che vive da anni in Valle Camonica e che deve fare i conti proprio con la patologia del Parkinson. All’interno delle Terme ha creato un centro di eccellenza che garantisce terapie e consulenze attraverso l’attuazione di un protocollo chiamato “ReGenEuPaThâ€?. Per promuovere questo nuovo servizio, il Comune di Darfo ha promosso una serata il cui ricavato verrĂ de-

voluto proprio al progetto di Reed. VenerdĂŹ 10 maggio alle 20.30 sul palco del Terme sale Gene Gnocchi con un suo show: il biglietto d’ingresso costa 10 euro. Sabato, invece, a partire dalle 8.30 viene promosso il convegno “Parkinson update: nuovi approcci diagnostici e terapeuticiâ€?. Tra i partecipanti, si segnala la presenza del ricercatore mondiale Jay Alberts. Per la cittĂ di Darfo è un’altra occasione per essere all’avanguardia a livello mondiale su un terreno come quello della salute.

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istituzioni civili giĂ raggruppano i Comuni della Valsavioreâ€?. Non ci sono erigende unitĂ pastorali, ma da anni si fa un lavoro che può essere accomunato o associato alle unitĂ pastorali. “Se pensiamo all’Alta Valle, mi viene in mente la collaborazione tra le parrocchie di Ponte di Legno, Pezzo, Precasaglio, Pontagna, Villa Dalegno, Vione, Stadolina e Canè: si trovano a fare, con una buona partecipazione, esperienze di incontri con i ragazzi, con i

catechisti e con i genitori dell’Icfr. La stessa cosa potrei dirla di Edolo, Cortenedolo e Monno che hanno un parroco unico e due curati; per quanto riguarda la formazione dei catechisti e degli adolescenti (gli incontri sono itineranti) Edolo, Cortenedolo e Monno si allargano a Corteno Golgi e Santicoloâ€?. Le unitĂ pastorali non sono un’imposizione dall’oggi al domani. “Si tratta di fare un cammino che qui è giĂ iniziato con la sensibilizzazione e

con l’individuazione geografica. Da dove partiamo? Nelle parrocchie rimangono i preti e i parroci nelle parrocchie dell’unità pastorale, ma si tratta di individuare un coordinatore. Dopo un percorso di discernimento, se si riterrà opportuno, il Vescovo farà il suo decreto dove erige l’unità pastorale. Noi, intanto, ci formiamo, ci sensibilizziamo, ci preghiamo sopra‌ quando il cammino sarà maturo, diremo sÏ, siamo pronti a partire�. (l.z.)

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embrerĂ strano, ma nella Zona pastorale I dell’Alta Valle Camonica le unitĂ pastorali non saranno una novitĂ . Anzi, probabilmente, almeno presso i laici, non susciteranno soverchie reazioni di sorpresa o tanto meno di ostilitĂ . Il terreno, infatti, in cui si collocano le future strade dell’evangelizzazione, è stato in questi paesi vangato da tempo. La sensibile diminuzione del numero di sacerdoti (oggi 25 di cui 12 ultrasettantenni) e religiose, si è fatta sentire per prima proprio in periferia, a partire dalle comunitĂ numericamente piĂš contenute e lontane dal centro. Stanno in Alta Valle alcune esperienze pionieristiche nella direzione e nella logica delle unitĂ pastorali. Un primo esempio

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è costituito dal numero stesso e dall’estensione delle unitĂ . In effetti, sulla carta poteva sembrare naturale pensare ad una suddivisione in tre aree, centrate rispettivamente attorno a Ponte di Legno, Edolo e Malonno. L’esperienza di questi anni ha, invece, consigliato di orientarsi su una quadruplice articolazione: per le comunitĂ della Valsaviore e dei dintorni sarebbe stato poco agevole orbitare su Malonno. Ecco, di conseguenza, l’idea di una quarta unitĂ per la parte piĂš meridionale della Zona. Un’altra questione per la gran parte superata, grazie alla serietĂ e concretezza del laicato è il fatto che due o tre comunitĂ vicine e tradizionalmente ben distinte se non contrapposte, abbiano accettato di condividere la figura del parroco.

Salvo eccezioni, la maturità della gente ha superato inveterate voglie di campanilismo, optando per la massima valorizzazione delle iniziative e delle forze disponibili. Modelli-pilota da queste parti si sprecano e molti sono gli esempi di pluri-parrocchie, da MalonnoPaisco (2001), Cedegolo-Grevo (2007), Monno-Edolo-Cortenedolo (2008) e Vezza d’Oglio-Incudine (2008) a quelle piÚ recenti di Demo-Berzo-Monte (2012). In buona sostanza sono già molti i fedeli che nelle parrocchie dell’Alta Valle in questi anni hanno fatto l’esperienza di concreta unità circa molteplici proposte di carattere pastorale. Laddove i numeri lo hanno consigliato, sono state messe in cantiere iniziative infra-parrocchiali per gli adolescenti e per i giova-

ni; lo stesso vale per i catechisti, i ministranti e cosĂŹ via. In questa direzione si collocano anche le collaborazioni fra comunitĂ con parroci distinti, ma con differenti “specializzazioniâ€?: il campo scuola lanciato da un parroco “giovanileâ€? (di curati in Alta Valle ne è rimasto solo uno, a Edolo) viene “sfruttatoâ€? anche dai ragazzi delle parrocchie circonvicine. Non ha destato

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è, infatti, un mondo in continua evoluzione e non è piĂš ignorabile. E anche se ancora oggi da un lato esclude una fetta, non piccola, di popolazione non ‘digitalmente’ alfabetizzata, dall’altro trasforma tutto e fa sentire la sua inuenza sullo sviluppo delle idee e sulla costruzione delle relazioni umane. Ciò vale nella societĂ umana come nella Chiesa. Cosa signiďŹ ca questo cambiamento? Come affrontare la sďŹ da? Molto si potrebbe dire dei rischi e delle possibilitĂ . Ce ne sono, come in tutte le cose. Preferisco concentrarmi su due parole: abitanti e testimoni. Anzitutto della rete noi siamo ormai abitanti. Per un numero sempre maggiore di persone la navigazione in internet non è giĂ piĂš un tempo che occupa un momento della giornata bensĂŹ è una condizione di vita. Mi spiego: quando un ragazzo ha in tasca uno dei telefonini di nuova generazione

(smartphone) o gli viene regalato il tablet per la cresima inizia a vivere digitalmente 24 ore su 24. Da ogni luogo e in ogni istante è connesso e se solo qualche tempo fa si decideva di passare del tempo davanti al computer, oggi la rete è nelle tasche delle persone. Ne è prova il fatto che le vendite dei computer ďŹ ssi per la casa sono drasticamente calati e che la fruizione della rete sia ormai sostanzialmente mobile da cellulari e tablet. Internet non è uno strumento è un ambiente, una piazza dice il Papa, dentro cui si possono condividere idee, pensieri e relazioni. Siamo sempre meno utenti, e sempre piĂš abitanti. Se poi la rete si abita come tener conto delle regole che impone? La rete è un ambiente adolescente e contiene in sĂŠ molte contraddizioni. Serve un po’ di maturitĂ e senso critico per abitarla consapevolmente. Come abitarla allora? La Chiesa ci invita

a stare nel mondo da testimoni. Vale anche per la dimensione digitale. La comunicazione è oggi sostantanzialmente testimonianza e il criterio di efďŹ cacia è quello dell’autenticitĂ . Se andate su Facebook, ad esempio, trovate almeno un centinaio di preti bresciani. Ăˆ interessante vedere come molti lo abitano esattamente nei termini di una caritĂ pastorale digitalmente espressa. Scambiano idee, proposte, iniziative; commentano fatti della vita, della Chiesa e della societĂ ; intercettano persone vicine o lontane e lasciano messaggi di speranza e di vicinanza evangelica. Con la rete integrano la relazione che con molte persone hanno nella vita reale. Ăˆ bello e utile e dovrebbe valere anche per molti laici cristiani. I giovani dei nostri oratori, dei gruppi e delle associazioni, ma pure molti adulti, cristiani testimoni nella rete, ma non schiavi della rete.

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‘Â? •‘Ž‘ ƒ—–‘ ƒ ‹ŽŽ‡ ‹‰Ž‹ƒ ° ƒÂ?…Š‡ ƒ”–‡ Sabato 11 maggio alle 17, presso il Best Western Hotel Master di via Apollonio 72 a Brescia, si inaugura la Mostra “L’Arte nella Mille Migliaâ€?: un’affascinante esposizione di 47 opere di pittura, scultura e fotografia dedicata alla “corsa piĂš bella del mondoâ€?. La Mostra ideata da Publisher, è patrocinata dal Comune di Brescia ed è organizzata con la collaborazione dell’Associazione Culturale La Parada. “L’Arte nella Mille Migliaâ€? presenta in un accurato progetto

espositivo i lavori di 33 artisti chiamati a interpretare il tema prescelto attraverso i diversi generi della pittura, la concretezza della scultura e la delicatezza della fotografia. La “Mille Migliaâ€? è una corsa mitica e parte integrante della ricerca di quella cultura del bello e della velocitĂ che tanto ha affascinato sin dalle origini i movimenti artistici del ‘900, dal Futurismo in poi. La mostra è visitabile, dal 12 al 19 maggio dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 20.

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al rosso al rosa‌ Passaggio cronomatico niente male per una cittĂ come Brescia che, come il resto del Paese, non sta vivendo un momento particolarmente “coloratoâ€?. Grazie alla freccia rossa della Mille Miglia e, due settimane piĂš tardi, alla carovana rosa del Giro d’Italia, la cittĂ e i bresciani avranno modo di distrarsi dalle preoccupazioni di tutti i giorni (non ultima quella della scelta del nuovo sindaco a cui saranno chiamati proprio il giorno dell’arrivo a Brescia del giro) grazie allo sport ai massimi livelli. Mille Miglia, prima e Giro d’Italia poi si apprestano a portare il nome di Brescia in giro per il mondo e la cittĂ nonostante la giĂ ricordata stagione non eccezionale si sta preparando all’evento. Ăˆ una preparazione che viaggia su un duplice binario: quello della comunicazione, della sensibilizzazione e del coinvolgimento della popolazione e quello piĂš complesso, sotterraneo

ma altrettanto prezioso, dell’organizzazione. Un lavoro meticoloso che sta coinvolgendo un gran numero di persone e il Comune perchĂŠ sia in occasione della gara automobilistica che Enzo Ferrari ebbe a definire come il piĂš bello, il piĂš prezioso fra i musei dei mondo, sia con la tappa conclusiva della 96ÂŞ edizione del Giro d’Italia, in programma per domenica 26 maggio, tutto possa girare al meglio. I dubbi al proposito sono pochi, perchĂŠ quella che Brescia vanta con le due e la quattro ruote è una tradizione solida. Quella della Mille Miglia, infatti è una macchina collaudata, che ha passato l’esame di edizioni competitive (quelle realizzate tra il 1927 e il 1957, anno dello stop dopo l’incidente di De Portago a Guidizzolo) e di 30 rievocative che si sono succedute che, come o forse piĂš della competizione sportiva, hanno contribuito a creare il mito Mille Miglia. Anche il Giro d’Italia non è nuovo alla frequentazione con la cittĂ . Brescia ha giĂ accolto la

carovana in rosa e dunque sa bene cosa voglia dire, in termini organizzativi, “aprirsiâ€? ad un evento tanto importante. Il Giro, che transita con regolaritĂ nel Bresciano ha fatto tappa per la prima volta in città è del 1930, 21 anni dopo la sua nascita. La cittĂ della leonessa ospitò l’arrivo della penultima tappa di quell’edizione. Si dovette però attendere 16 anni per la replica dell’evento. Il 13 giugno 1947, si conclude a Brescia la terzultima tappa di un’edizione vissuta sull’eterno duello tra Fausto Coppi e Gino Bartali. Da quell’anno Brescia e provincia divengono protagoniste stabili del Giro, grazie all’attenzione che un nuovo e giovane direttore della corsa. Vincenzo Torriani, il patron per antonomasia della corsa, è affascinato dalla terra bresciana e dai suoi percorsi. Nella sua gestione la corsa passa a piĂš riprese nel Bresciano. E proprio sulle montagne di casa nostra si disputano duelli epici, spesso decisivi per la classifica finale. Nel rapporto

tra Brescia e il Giro c’è anche spazio per un record, anche se non sportivo. Nel 1983 Vincenzo Torriani aveva scelto piazza Loggia come cornice ideale per far partire il Giro con una cronometro a squadre. L’Italia, anche in quegli anni, era attraversata da pressanti problemi sociali. Nel Bresciano era particolarmente avvertito il tema occupazionale. Gruppi di operai metalmeccanici approfittarono della ribalta mediatica offerta dalla corsa a tappe per manifestare il loro disagio. Le strade della cittĂ vennero bloccate da sit-in di protesta contro i tagli occupazionali. Le trattative si trascinarono per le lunghe, finchĂŠ, quasi per

tacita intesa, i ciclisti se ne tornarono in albergo con un gesto interpretabile come solidarietĂ con chi stava lottando per il lavoro. Polemiche e tensioni ben piĂš gravi di quelli che hanno segnato anche la scelta di Brescia per l’edizione 2013. Al centro del dibattito e della polemica politica i costi eccessivi dell’operazione in un momento in cui la città è costretta a una drastica riduzione delle sue spese‌ Questioni che fanno discutere la politica ma che non riescono a intaccare l’attesa della cittĂ che, vuole vivere il suo sogno in technicolor, prima rosso e poi rosa. PerchĂŠ sognare, per il momento, non costa ancora nulla‌

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la cornice dell’ingresso in cittĂ . In via San Faustino incomincia invece un circuito che i ciclisti dovranno percorrere prima dello sprint finale in piazzale Garibaldi. Largo Formentone, piazza Loggia, via X Giornate, corso Zanardelli, via S. Martino della Battaglia, via Vittorio Emanuele II, piazza della Repubblica, via F.lli Ugoni, piazzale Garibaldi,via Tartaglia e via Leonardo da Vinci: questi gli angoli migliori di Brescia messi a disposizione del “Grande arrivoâ€?.

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aglieranno il traguardo di Brescia, posto in piazzale Garibaldi, dopo aver percorso i 3454,8 km dell’edizione 2013 del Giro d’Italia. Per il vincitore della gara a tappe sarĂ il momento della consacrazione, per la cittĂ di Brescia e per i bresciani l’ultimo atto di una bella festa, “di un evento straordinario, chissĂ quando ripetibileâ€? come ha affermato da Marco Velo, ex professionista, del comitato organizzatore dell’arrivo di tappa a Brescia in una intervista concessa al magazine “La Voce dello Sportâ€? in distribuzione nei prossimi giorni. Che per Brescia la conclusione del Giro d’Italia sia una vera e propria festa lo si capisce anche soltanto guardando le “macchieâ€? di rosa che in questi giorni stanno invadendo la cittĂ . Non c’è angolo o incrocio in cui non sia stato posizionato un cartellone che annuncia l’evento sportivo e il suo ricco corollario di manifestazioni pensate dal comitato di “Brescia in rosaâ€?. L’aria di festa ha contagiato anche la provincia grazie alla manifestazione “Tutti in Giroâ€? che nelle scorse settimane ha toccato diverse localitĂ del Bresciano per creare la giusta attesa in vista dell’appuntamento clou del 26 maggio. In questi giorni, invece è tempo di “Notte rosaâ€?, articolata in due momenti nel Bresciano, a Desenzano sabato 11, a Salò il 18, prima di quello che

il 25 maggio porterĂ all’invasione del centro storico di Brescia con una nutrita serie di appuntamenti a partire dal concerto di Malika Ayane in piazza Loggia. Ma la festa vera e propria, soprattutto per le migliaia di bresciani che seguono con passione il ciclismo, sarĂ la giornata di domenica 26 maggio con il “grande arrivoâ€? di piazzale Garibaldi a cui i “superstitiâ€? delle 20 tappe precedenti giungeranno dopo aver compiuto sette giri di un percorso che si snoda attraverso gli angoli piĂš suggestivi di Brescia, Castello compreso. I superstiti del gruppo di 207 ciclisti che il 4 maggio scorso sono partiti da Napoli e hanno giorno dopo giorno risalito l’Italia arriveranno in cittĂ dopo essere partiti da Riese Pio X, in

provincia di Treviso, e aver percorso gli ultimi 199 km della pedalata lungo lo stivale. Per tanti di loro sarĂ una passerella dopo tante fatiche e forse questo aspetto toglie un po’ di sapore a quello che, comunque, resta un evento sportivo di grande prestigio. Alla causa del “Grande arrivoâ€? sono state per quest’anno sacrificate le grandi montagne bresciane che in quasi un secolo hanno contribuito a scrivere piĂš di una pagina nella storia della corsa in Rosa. Gavia, Mortirolo, Aprica, Passo del Tonale, Montecampione sono nomi scolpiti nella mente di centinaia di migliaia di appassionati di ciclismo. PiĂš e meglio di tante lezioni di geografia, di ore passate sui banchi di scuola, hanno potuto le gesta di Pan-

tani & co. per far conoscere localitĂ e orografia di questa parte d’Italia. Miracoli di una passione per uno sport che, nonostante i tanti scandali che l’hanno investito, continua a essere esaltazione dell’uomo e della fatica fisica, di uno sport su cui nel 1964 Paolo VI, in occasione proprio di un’udienza concessa ai partecipanti al Giro, si pronunciava in questi termini “Lo sport è un simbolo d’una realtĂ spirituale che costituisce la trama nascosta, ma essenziale, della nostra vita; la vita è uno sforzo, la vita è una gara, la vita è un rischio, la vita è una corsa, la vita è una speranza verso un traguardo che trascende la scena dell’esperienza comune, che l’anima intravede e la religione ci presentaâ€?.

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La criminalitĂ organizzata è un reato transnazionale ed è una minaccia per i cittadini e l’economia europea, per le sue imprese e le istituzioni statali. Per questo motivo va contrastata creando una positiva cooperazione a livello europeo e con i Paesi terzi, compresi i paradisi fiscaliâ€?: Salvatore Iacolino, eurodeputato italiano, è relatore permanente della commissione speciale contro la criminalitĂ organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro, istituita

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dall’Assemblea Ue. La commissione ha approvato nei giorni scorsi un rapporto di medio termine sulla diffusione e il radicamento delle mafie in tutto il continente, le loro attivitĂ illecite, suggerendo quindi una serie di misure di contrasto, che partono da una maggiore cooperazione in campo legislativo, politico e delle forze dell’ordine. “Nessuno stato membro dell’Ue è ormai immune dalla presenza delle mafie e dalle loro attivitĂ sul proprio territorio – chiarisce Iacolino

–. Questa è diventata una sfida europea che dobbiamo affrontare insiemeâ€?. Il rapporto segnala i nuovi settori in cui si infiltrano le attivitĂ della criminalitĂ organizzata, che si sta orientando verso il controllo del gioco d’azzardo (anche on line) o le manipolazioni dei risultati sportivi. “Occorre rafforzare, sempre a livello europeo – specifica Iacolino – una legislazione che permetta la confisca dei beni della criminalitĂ permettendone il riutilizzo a fini socialiâ€?.

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l duplice attacco missilistico condotto nei giorni scorsi da Israele nei pressi di Damasco ha aperto un nuovo capitolo della complicata guerra civile siriana, prefigurando una sua possibile internazionalizzazione. Nei giorni scorsi però qualcosa è cambiato. L’Iran fornisce armi ad Hezbollah, il partito-milizia sciita libanese, affinchĂŠ questo sostenga il regime di Assad contro gli insorti. Finora, però, Hezbollah non si era ancora impegnato a fondo nel sostegno ad Assad. Il governo israeliano, invece, teme un rafforzamento militare di Hezbollah, che diede giĂ del filo da torcere al proprio esercito nel 2006. Israele non vuole che gli sciiti libanesi si dotino di missili terra-terra iraniani con i quali potrebbero minacciare seriamente tutto il nord del Paese, e infatti proprio questi missili sono stati l’obiettivo degli attacchi in territorio siriano dei giorni scorsi. Con la sua azione, inoltre, Israele ha lanciato anche due messaggi importanti. Uno all’Iran, per chiarire che non tollererĂ mosse di Teheran che possano mettere in pericolo la propria sicurezza. Il secondo invece è stato per gli Stati Uniti, che finora si sono tenuti fuori dal conflitto siriano e hanno recentemente ribadito di non volervi inviare soldati, nonostante la notizia sull’uso di armi chimiche. Israele sta mettendo pressione alla presidenza Obama

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dell’aviazione. Il quadro, infatti, non è cosĂŹ chiaro: da molte parti si invoca un intervento della comunitĂ internazionale che ponga fine agli scontri e alle sofferenze dei civili. Finora ogni iniziativa in questa direzione è stata impedita dal veto dichiarato di Cina e Russia al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Anche se il veto venisse meno, però, la situazione è talmente complessa da rendere molto difficoltoso qualsiasi intervento. Le posizioni delle parti che si combattono, infatti, non fanno prefigurare nessuna volontĂ di accordarsi e l’opposizione è frammentata. In queste condizioni,

porre velocemente fine al conflitto appare difficile. L’altra via sarebbe un intervento di tipo “peacekeepingâ€? neutrale. Questo però implicherebbe un grosso impegno delle truppe di terra, che dovrebbero presidiare in forze ogni angolo del territorio siriano. Se anche si andasse verso una divisione del Paese, che per ora le parti non vogliono, la missione dovrebbe rimanere in Siria per lunghi anni e i governi occidentali al momento non sembrano pronti ad accettare un simile carico. Se però il conflitto dovesse davvero allargarsi a Libano e Israele, potrebbero non esserci alternative.

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,O IURQWH q VHPSUH FDOGR L’alzarsi della tensione in Medio Oriente con il rischio sempre piĂš incombente di una internazionalizazione del conitto siriano, ha fatto passare in secondo piano un altro focolaio di tensione che da tempo tiene la comunitĂ internazionale con il ďŹ ato sospeso. Nonostante se ne parli poco resta alto lo stato d’allerta tra la Corea del Nord e quella del Sud che tiene da settimane sotto scacco l’intero

sud est asiatico. A sofďŹ are sul fuoco del contrasto tra le due Coree la ripartenza della zona industriale di Kaesong, il complesso industriale gestito dai due Paesi e laboratorio di convivenza nella penisola. Seul ha rigettato infatti una serie di richieste del regime di Pyongyang, prima fra tutte interrompere la sospensione della politica ostile e delle esercitazioni militari provocatorie con gli Stati Uniti. La Corea del

Nord, inoltre, aveva inserito fra le condizioni la gestione “totaleâ€? di alcuni fondi forniti dalla comunitĂ internazionale al complesso e “l’immediata interruzione delle attivitĂ sovversive nei confronti del governo del Nord, fra cui l’invio di volantini anti-Pyongyang che gli attivisti sudcoreani mandano attraverso palloni aerostatici. Il complesso industriale di Kaesong, che si trova in territorio nord-

coreano, è attualmente in uno stato di fermo. Al momento Seul fornisce “un minimoâ€? di elettricitĂ allo stabile, e nessuno dei due governi ha confermato in maniera ufďŹ ciale la chiusura della zona. Il Sud ha dovuto però versare al Nord 13 milioni di dollari per “tasse e stipendi non pagatiâ€? dopo che il regime aveva bloccato nell’area sette dirigenti sudcoreani per “accertamenti ďŹ scaliâ€?.


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ƒ ˜‹–ƒ ”‘–ƒ‰‘Â?‹•–ƒ †‡ŽŽƒ ”‹Â?ƒ ‡’—„„Ž‹…ƒ Giulio Andreotti era nato a Roma, il 14 gennaio 1919. Ăˆ stato uno dei principali esponenti della Democrazia cristiana, protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metĂ del XX secolo. Senatore a vita dal 1991, è stato per sette volte Presidente del Consiglio dei ministri (compresa la presidenza del governo di solidarietĂ nazionale varato il 16 marzo del 1978 a poche ore dal rapimento di Aldo Moro) e ha ricoperto a piĂš riprese numerosi

incarichi di governo. Ha guidato anche il governo della “nonsďŹ duciaâ€? (1976-1977), quello che ha visto la prima donna-ministro, Tina Anselmi (al dicastero del Lavoro). Ăˆ sempre stato presente dal 1946 in poi nelle assemblee legislative italiane: dalla Consulta nazionale all’Assemblea costituente, e poi nel Parlamento italiano dal 1948, come deputato ďŹ no al 1991 e successivamente come senatore a vita. Il 2 maggio 2003 è stato giudicato per concorso esterno in

associazione maďŹ osa dalla Corte d’Appello di Palermo, che lo ha assolto per i fatti successivi al 1980 e ha dichiarato il non luogo a procedere per i fatti anteriori. Nell’ultimo grado di giudizio, la II sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di appello. Il reato “ravvisabileâ€? non era però piĂš perseguibile per sopravvenuta prescrizione e quindi si è dichiarato il “non luogo a procedereâ€? nei suoi confronti.

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ndreotti è stato un uomo di intelligenza superiore, di grande intuito politico, pragmatico all’eccesso. Questo lo ha indotto a fare errori, anche gravi che gli sono stati non a torto attribuitiâ€?. CosĂŹ, senza mezzi termini, il senatore Fabiano De Zan, rappresentante di primo piano della Dc bresciana e di quella nazionale, ha ricordato la figura del senatore a vita scomparso nei giorni scorsi. Nelle parole del politico bresciano non c’è falsa retorica. Quello che De Zan ha dato del piĂš discusso tra i protagonisti della Prima Repubblica è un ritratto lucido, senza sconti, in cui luci e ombre trovano il giusto spazio. Dell’Andreotti politico De Zan ricorda la capacitĂ tattica, finalizzata ad ottenere sempre il massimo da ogni situazione. Una connotazione che riguarda, però, solo l’uomo politico, non certo la vita privata che lo stesso De Zan ricorda essere stata “irreprensibileâ€?. Nonostante ciò, secondo De Zan, Andreotti sarebbe allora “colpevoleâ€? di un dualismo ambiguo: essere e apparire, profilo privato e profilo pubblico in Andreotti non coincidevano, offuscando, cosĂŹ, la figura dello statista. Questo avrebbe influito anche nel confronto con l’altro gigante della Democrazia Cristiana: Aldo Moro. Lui si limitava ad essere un tattico – riferisce De Zan parlando del senatore a via scompar-

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meriti che De Zan attribuisce però ad Andreotti, a partire dal rapporto diretto con i propri elettori, alla capacitĂ di tenere sempre la barra dritta del rispetto delle istituzioni democratiche del Paese. Fabiano De Zan, accanto a queste luci, non nasconde però alcune ombre, mai completamente dissolte che hanno caratterizzato la vicenda politica di Giulio Andreotti. Il rapporto mai del tutto chiarito con la mafia, con alcuni personaggi scomodi, il via libera, formalmente dato dal governo presieduto negli anni Ottanta, alla crescita impazzita e fuori controllo del debito pubblico, sono per De Zan macchie che hanno segnato, insieme all’eccessivo machiavellismo, la lunga vicenda politica di Andreotti, vissuta all’insegna della massima “Meglio tirare a campare, che tirare le cuoiaâ€?. Solo un uomo straordinariamente intelligente e, probabilmente anche molto cinico, riesce ad attraversare una stagione politica lunga quasi un sessantennio, come ha fatto Giulio Andreotti, e il senatore Fabiano De Zan, protagonista di quella Democrazia Cristiana giĂ lacerata da correnti interne ma che, a differenza dell’oggi, sapeva trovare sintesi nel bene del Paese, non ha dubbi nel riconoscere al “Divo Giulioâ€? queste doti. Maggiore perplessitĂ dimostra invece rispetto all’idea di un Andreotti “archetipoâ€? del politico adatto alla stagione che l’Italia sta vivendo.

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Dopo l’omaggio a Ray Bradbury dell’anno scorso, realizzato a poca distanza della sua morte, anche quest’anno il Teatro Telaio ha dedicato il laboratorio teatrale realizzato presso la Piastra Pendolina ad un altro protagonista della letteratura mondiale: C. S. Lewis, noto ai piĂš come autore delle “Cronache di Narniaâ€?. L’esito, dal titolo “La macchina del mondoâ€?, sarĂ aperto al pubblico l’11 maggio alle ore 21.15 presso la Piastra Pendolina in via Ragazzi del

Prende il via il 14 maggio una nuova tappa del festival “I volti del Romanino. Rabbia e fedeâ€? promosso dall’associazione Cieli Vibranti. Si tratta di “Romanino expressâ€?, tre visite guidate a localitĂ fuori dalla provincia bresciana in cui si trovano tracce dell’arte del grande artista. La prima visita è in programma per martedĂŹ 14 maggio con partenza alle 14.45 da Largo Torre Lunga a Brescia, destinazione Cremona dove i partecipanti prenderanno parte alla conferenza

’99, a Brescia. Dopo l’esperienza dello scorso anno il laboratorio ha voluto tentare una crescita di livello, cimentandosi con argomenti e obiettivi un po’ piÚ ampi. Quindi non piÚ una semplice esercitazioneintroduzione a tecniche teatrali, ma uno studio vero e proprio che permettesse una sperimentazione piÚ complessa e approfondita sul piano dell’analisi dei testi e sulla conseguente drammaturgia. Per informazioni 03046535 oppure www.teatrotelaio.it

di Francesco Frangi, storico dell’arte, sugli affreschi realizzati dal Romanino a Cremona. Alle 21, poi, il concerto “La musica dei maestri all’epoca del Romaninoâ€?, proposto dal coro della FacoltĂ di musicologia diretto da Ingrid Pustijanac. Alle 23 la ripartenza per Brescia. Altre visite sono in programma il 19 maggio (Trento) e il 9 giugno (Asola). Per informazioni su quote di partecipazione e alti particolari: 030/395803 o info@ cielivibranti.it

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La televisione strumento di civiltĂ ... Rev. Fra Ginepro, La Televisione (TV) va facendo passi da gigante e presto busserĂ alle porte anche del ceto semplicemente agiato. Che atteggiamento dobbiamo assumere di fronte ad essa noi cattolici?... Ritirarci, condannare, proibire, interdire o ... scendere in campo, abbracciarne la causa, o propagandarla addirittura?... Con distinti doveri. M.A. Io penso che per risolvere il problema sia utilissima l’esperienza da noi fatta negli ultimi cinquant’anni nei riguardi del cinema. Quando esso è apparso, i cattolici hanno gridato allo scandalo e si son tirati in parte. E il cinema intanto ha fatto la sua strada senza di noi, contro di noi. Ora si sta rimontando la strada. Ma con quanta fatica e compromessi! L’esperienza ci dice che una nostra presenza immediata ed attiva è sempre la via preferibile. Io son del parere sia la via da battere nei riguardi della Televisione. Essa è lo spettacolo del domani. (...)Qui sta l’urgenza del nostro intervento come cattolici. La TV viene a toccare l’intimitĂ della famiglia, il punto nevralgico della vita morale, quello attorno a quale gravita tutto

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sale delle attivitĂ ricreative si istalla un televisore. Gli uomini e le donne di A.C. hanno la possibilitĂ di frequentare la sala e di discutere sui Programmi che di volta in volta vengono trasmessi. (...) Dopo ogni spettacolo, ed eventuale discussione, si distribuisce un foglio, o stampato o ciclostilato, da riempire con il giudizio estetico e morale, assieme ad indicazioni sulla ricezione piĂš o meno buona della trasmissione (...). Questi stampati, poi, debitamente riempiti e contrassegnati o

timbrati, si fanno pervenire alle sezioni direttive dei programmi TV. Ognuno rileverĂ quale azione efficace se ne possa avere, e quale carta in mano, che mostra il nostro interesse sia tecnico che artistico (e vicino ad ogni campanile, è stato giĂ detto, c’è ben modo di trovare persone che sappiano cattolicamente e intelligentemente sentire!) interesse cui naturalmente aggiungiamo quello morale, per noi fondamentale, e che certamente dai Dirigenti TV non può essere sottovalutato. Se

potessimo contare su parecchi di questi Tele-Club diventerebbe la nostra una voce non trascurabile ed un’arma con la quale difendere i principi morali. (...). Rimane, però il “busillisâ€? della difficoltĂ finanziaria per attrezzare una sala, un locale, ma piĂš che tutto l’acquisto del televisore (...). Comunque, certo, la cosa non è facile e semplice; ma con un po’ di buona volontĂ , e la collaborazione di qualche Ente o anche tramite piĂš persone, la cosa non sarebbe poi tanto disperata. Interessante la notizia di un paesino dove il colloquio con i “lontaniâ€? è stato ripreso in occasione di un televisore messo in una delle sale dell’Oratorio (...). Parecchie altre questioni dovrebbero venir poste in discussione come quella di utilizzare anche domani, per i propri cinema, le trasmissioni TV su grande schermo (...). Sta a noi seguire questa realtĂ , esserle vicino, aiutarla ad essere buona, (...) certi che ogni invenzione umana è pur sempre frutto (...) di una Superiore intelligenza che noi sentiamo sempre piĂš viva ed operante nel mondo, (...), ma altresĂŹ attraverso queste meraviglie sempre crescenti della scienza.


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L’associazione culturale “Il Maestrale� sceglie annualmente un artista del territorio bresciano nell’intento di valorizzarne le opere e le competenze e, per il 2013, ha organizzato una Mostra del pittore colognese Mario Cucchi, inaugurata il 4 maggio, presso il salone espositivo della Biblioteca civica di Palazzolo. Cucchi nasce a Chiari nel 1943, risiede a Cologne dove apre un proprio studio artistico. Per molti anni disegna e

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dipinge da autodidatta quindi si iscrive alla scuola del pittore palazzolese Giuseppe Belotti che gli trasmette il suo amore per l’arte e dove ďŹ nalmente apprende i rudimenti del disegno e della pittura. Attraverso un assiduo studio dell’arte antica e moderna raggiunge un buon livello applicando le tecniche delle varie correnti pittoriche al suo personale sentire. Frequenta la scuola del pittor professor Rik Soardi di Lovere, validissimo paesaggista

e la scuola del professor John Piking di Cortefranca. Le opere piĂš recenti evidenziano una maturazione artistica che lo vuole sensibile traduttore della natura, in particolare delle ďŹ gure degli animali “da salvareâ€?, che sviluppa in un turbinare di linee e di colori. La mostra sarĂ visitabile dal pubblico nelle giornate di sabato e domenica ďŹ no al 19 maggio (compreso il 14 maggio, festa di S. Fedele, patrono di Palazzolo) dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.

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icco il calendario di appuntamenti per la festa patronale di San Fedele martire. Con il patrocinio dell’Assessorato alla cultura, sabato 11 maggio alle ore 20.30 presso l’Auditorium San Fedele il coro “La Rocchettaâ€?, offrirĂ una fiorita di canti popolari e folkloristici. Domenica 19 maggio, ore 16, sarĂ la volta del Corpo musicale cittadino che, in collaborazione con il Centro di formazione musicale Riccardo Mosca, eseguirĂ un concerto in piazza Roma (in caso di maltempo presso l’Auditorium San Fedele) con musiche sinfoniche seguite da solisti pop e rock. Il giorno del patrono, il 14 maggio alle ore 11, presso la Fondazione-Cicogna Rampana verrĂ inaugurata la mostra sul bicentenario della Torre civica con visita guidata delle sale. Alle ore 16 presso l’Auditorium San Fedele, la cerimonia per l’assegnazione di premi e riconoscimenti civici. Ancora presso la Fondazione Cicogna-Rampana, lunedĂŹ 20 maggio, ore 20.30 incontro con il prof. Giovanni Zanni: “Personaggi che si muovono intorno alla torreâ€?. LunedĂŹ 27 maggio alle 20.30 l’arch. Stefano Barbò su “Gli stilisti della Torreâ€?. LunedĂŹ 3 giugno, ore 20.30, lo storico locale Francesco Ghidotti parlerĂ sul tema: “Noi e la torreâ€?. Gli orari di apertura della mostra sono i seguenti: lunedĂŹ 20.30-22, martedĂŹ e giovedĂŹ 14.30-17; festivi 10-12, 16-19.

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sezione di Palazzolo del Club alpino italiano; alla memoria di Omobono Carrara, primo cittadino dal 1975 al 1980, particolarmente distintosi per aver saputo interpretare le istanze e i bisogni della popolazione; a Mario Pedrali per il sostegno e la generosità dimostrata nei confronti della Comunità Shalom, per l’attività imprenditoriale svolta con caparbietà e successo, che ha consentito di conoscere il nome della Città di Palazzolo al di là dei confini nazionali; a Emanuele Sabadini e Giorgio Gambirasio per aver compiuto un gesto coraggioso, salvando la vita a due bambini in dif-

ficoltĂ nelle acque del fiume Oglio. Il riconoscimento civico “CittĂ di Palazzolo sull’Oglioâ€? va a Enrico Bertoli, ordinario di biochimica medica presso la facoltĂ di medicina dell’UniversitĂ di Ancona e direttore della scuola di specializzazione in scienze dell’alimentazione della medesima facoltĂ . Il premio “Ing. Gianpietro Metelliâ€? a Enrica Demasi, per aver presentato e discusso la tesi di laurea “Stigma in Psichiatria: Follie in musica e poesiaâ€? presso la facoltĂ di medicina e chirurgia dell’UniversitĂ di Brescia, evidenziando l’opera svolta dagli educatori del Centro diurno di Palazzolo.

,O GRQR GL HVVHUH SUHWH Sulla figura del sacerdote, Benedetto XVI ebbe a dire: “Siate consapevoli del grande dono che i sacerdoti sono per la Chiesa e per il mondo; attraverso il loro ministero, il Signore continua a salvare gli uomini, a rendersi presente, a santificare. Sappiate ringraziare Dio e soprattutto siate vicini ai vostri sacerdoti con la preghiera e con il sostegno, specialmente nelle difficoltĂ , affinchĂŠ siano sempre piĂš pastori secondo il cuore di Dioâ€?. Pa-

lazzolo si stringe attorno ai suoi sacerdoti che celebrano un particolare anniversario di ordinazione: il 50° di don Giuseppe Pozzi (coadiutore a Palazzolo rettoria di S. Giovanni), i 45 anni di don Ernesto Pozzi (guanelliano a Roma) e don Pierangelo Sanzogni (ex cappellano militare coadiutore a S. Giuseppe), il 25° di don Claudio Cittadini (nella foto) e il 25° di don Luigi Massetti (coadiutore a S. Maria Assunta di Palazzolo). Sabato 30 giu-

gno in loro onore ci sarĂ un concerto del coro La Rocchetta presso l’Auditorium San Fedele. In particolare la comunitĂ di San Giuseppe si unisce al suo parroco don Claudio Cittadini (nella foto) nella lieta ricorrenza del suo 25° di sacerdozio: fu consacrato il 2 giugno del 1988. La comunitĂ approfitta di questo anniversario per manifestare a don Claudio sentimenti di riconoscenza e stima per il prezioso servizio pastorale che svolge.

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Â?ˆ‡”Â?‹‡”‹ǣ ‡–‹…ƒ †‡Ž “—‘–‹†‹ƒÂ?‘ ‡ †‹”‹––‘ ƒŽŽƒ •ƒŽ—–‡ Dopo l’ultimo aggiornamento del Codice deontologico degli infermieri italiani, l’Ipasvi di Brescia – l’ordine provinciale degli infermieri e degli assistenti sanitari – ha deciso di porre l’attenzione sui dilemmi etici che vivono gli operatori non solo in situazioni cosiddette “estremeâ€? (l’inizio o la ďŹ ne della vita), ma nella quotidianitĂ del rapporto con le persone assistite. Il convegno di sabato 11 sarĂ l’occasione per dare avvio a un percorso di riessione e approfondimento etico sul

quotidiano lavoro di cura, che si concretizzerĂ con la realizzazione di altri quattro seminari, in diverse sedi della provincia. â€?Il messaggio che vorremmo far scaturire – dichiara Stefano Bazzana (nella foto), presidente Ipasvi della Provincia di Brescia –, è quello di sottolineare il dovere e la necessitĂ di confrontarsi apertamente, ricercare soluzioni in modo da garantire che l’autonomia, la dignitĂ e l’interesse della persona siano rispettatiâ€?. Anche quest’anno l’Icn (che riunisce oltre

13 milioni di infermieri nel mondo) dedica la giornata internazionale dell’infermiere al tema “colmare il divario� che impedisce a molti uomini, donne, anziani e bambini l’accesso alle cure. “Anche nel nostro lavoro di cura – aggiunge Ermellina Zanetti, vicepresidente Ipasvi – ogni giorno, ciascuno di noi contribuisce nel “qui ed ora� di una decisione presa o non presa, di un intervento attuato o meno, ad aumentare oppure a colmare questo divario�. Nella presa di decisioni

etiche è inoltre fondamentale che le scelte non vengano prese unilateralmente, ma attraverso la discussione e il confronto, anche e soprattutto con la persona assistita. “Gli infermieri – conclude Bazzana – possono far diventare il confronto e il dialogo il loro principale oggetto di intervento, non perchĂŠ hanno un’etica o una deontologia diversa da quella degli altri professionisti, ma – per la posizione in cui si trovano – possono meglio conoscere i bisogni dell’assistitoâ€?.

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andidati sindaco a confronto sui temi di lavoro, ambiente, decentramento e servizi sociali. Nella sala parrocchiale del quartiere Violino, venerdĂŹ 3 maggio quattro dei pretendenti alla carica di primo cittadino (Laura Castelletti, Emilio Del Bono, Francesco Onofri e Adriano Paroli) hanno esposto la loro idea per Brescia. Una cittĂ che ha bisogno di una ricetta per superare la crisi del lavoro. Molti gli ingredienti sul piatto: per Onofri è necessario creare dei luoghi fisici di confronto per le imprese, investendo su studenti, formazione e puntando sull’industria della bonifica, per la quale sarĂ necessario “reperire fondi in Europa e creare tecnologie per l’ambienteâ€?. Castelletti vede la necessitĂ di “ripartire dalle infrastrutture soprattutto digitali ed investire sul turismoâ€?. Emilio Del Bono ha ricordato quelle che secondo lui sono state le occasioni perse negli ultimi anni: piccola velocitĂ , banda larga, cessione dell’aeroporto di Montichiari, ruolo della cittĂ nell’Expo 2015. Altrettanto puntuale la replica di Adriano Paroli, che ha ricordato la recentissima firma del protocollo d’intesa tra le associazioni bresciane, in prima linea in vista proprio dell’appuntamento del 2015, la creazione dell’ufficio per

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necessita sempre piĂš di quei servizi sociali cui l’amministrazione Paroli ha destinato 42 milioni di euro “nonostante il taglio, rispetto al 2008, di 25 milioni di fondi statali e di 72 milioni derivanti dai dividendi di A2Aâ€?, risorse che potranno essere rese ancora piĂš efficienti “investendo sulle tante realtĂ che giĂ si impegnano sul territorioâ€?. In disaccordo Emilio del Bono che, oltre a lamentare un calo della spesa sociale, ha sottolineato la necessitĂ di riconvertire e di razionalizzare la spesa rafforzando l’assistenza domiciliare e l’housing sociale. Residenze

semiprotette, albo delle badanti e responsabilizzazione degli anziani attivi sono i punti su cui si è soffermato Francesco Onofri, mentre Laura Castelletti ha invocato “nuovi modelli per nuovi bisogni, come la badante condominiale o uno sportello geriatrico aperto sette giorni su setteâ€?. Una cittĂ che sarĂ inoltre orfana delle circoscrizioni, abolite per le cittĂ sotto i 250mila abitanti, ma che, a detta di tutti i candidati presenti, potrĂ contare sul potenziamento dei comitati di quartiere, necessariamente eletti per Castelletti e Del Bono, di nomina comunale per Paroli, mentre Onofri sottolinea il bisogno che “i dipendenti comunali escano dai propri uffici ed ascoltino i bisogni delle personeâ€?. Finale di serata dedicato all’emergenza Pcb. Per tutti, le bonifiche sono necessarie e “programmabili in molti anniâ€? (Paroli), “partendo da scuole e parchi pubbliciâ€? (Del Bono), “individuando una sentinella per l’ambiente che raccolga risorse a Roma e in Europaâ€? (Castelletti), “ricorrendo al Tar per nominare un commissario e agire contro il ritardo nell’interventoâ€? (Onofri). Accenno anche sul tema del futuro della mobilitĂ nella zona ovest, sul quale i quattro candidati si sono detti pressochĂŠ concordi nell’individuare soluzioni a breve termine.

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ÂŽ …ƒ”…‡”‡ ƒ’”‡ Ž‡ •—‡ ’‘”–‡ ƒŽŽƒ …‹––ƒ†‹Â?ƒÂ?œƒ “Danzo e scompaio dalla quotidianitĂ della vita con un sorriso che mi fa sognare e viaggiareâ€?. Questi i pensieri di un detenuto del carcere di Verziano affidati al direttore artistico della Compagnia Lyria, Giulia Gussago. GiĂ sperimentato con successo a partire dal 2011, il Progetto Verziano è approdato alla sua seconda edizione. Laboratori creativi, stage di cucina e rappresentazioni teatrali costituiscono il programma di quest’anno. Partita a ottobre del 2012, l’iniziativa prevede la rea-

lizzazione di un’ampia e articolata azione di sensibilizzazione sul tema dell’integrazione tra realtĂ carceraria e societĂ civile, con particolare attenzione per i giovani. Spesso si pensa al carcere come una realtĂ a sĂŠ stante, isolata dalla cittadinanza. Proprio per sfatare ciò che la casa di reclusione rappresenta nell’immaginario collettivo è nato il Progetto Verziano che infatti, oltre a vedere impegnati i detenuti, coinvolge diversi ragazzi della Piastra Pendolina, come ha ricordato il Presiden-

te della circoscrizione nord, Marco Rossi. Inclusione e partecipazione: queste le parole d’ordine del Progetto che si concluderĂ venerdĂŹ 21 giugno con lo spettacolo – aperto al pubblico, presso la casa circondariale – “Invisibili respiriâ€?, a coronamento di questi mesi di preparazione, sotto la direzione artistica di Giulia Gussago e con la collaborazione di Alessandro Siani per la sezione dedicata alla musica. In attesa della serata finale – nei prossimi due mercoledĂŹ, alle ore 9.30, rispet-

tivamente, presso l’Accademia di belle arti di Santa Giulia e presso il Centro formativo provinciale “Giuseppe Zanardelli – si terranno gli incontri di LiberArte: due occasioni per confrontarsi con i responsabili del Progetto Verziano, compresa Francesca Lucrezi, direttrice della casa di reclusione. Oggetto delle “conversazioni�, la sensibilizzazione alle problematiche carcerarie e l’importanza dell’arte all’interno del percorso riabilitativo. (Romano Guatta Caldini)

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l “mondo piccoloâ€?di Giovannino Guareschi era molto piĂš di una piazza dove prendevano vita le furibonde discussioni politiche fra Don Camillo e Peppone. Quello di Guareschi era un regno in cui si celavano scrigni preziosi contenenti salami, prosciutti, tondeggianti forme di Parmigiano e bottiglie di Fortana. Non è un caso che il giornalista Enrico Sisti, narrando la passione dell’oste di Roncole per la cucina, abbia cosĂŹ descritto quella terra di mezzo fra la via Emilia e il Po: “Una terra inafferrabile come un paesaggio nella nebbia; concreta quanto può esserlo pane e culatelloâ€?. Una semplicitĂ che il mondo, con le sue frenesie urbane, sembra aver dimenticato. Eppure quella realtĂ agricola cara a Guareschi esiste ancora e grazie all’iniziativa “Per corti e cascineâ€? torna a risplendere nei casolari della pianura lombarda. Arrivata alla sua 16ÂŞ edizione, da domenica 19 maggio, la rassegna culinaria apre le porte di 96 aziende, distribuite lungo 14 itinerari. A questi se ne aggiungeranno altri. Di particolare interesse è l’itinerario previsto nella zona orientale della Lombardia che andrĂ a percorrere la strada del vino e dell’olio nelle colline moreniche del Garda. Adulti e bambini avranno l’occasione di riscoprire gesti e sapori antichi. I padroni di casa, gli agricoltori, accompagneranno i visitatori in un percorso multisen-

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senti tra le attivitĂ che ogni azienda organizzerĂ per la giornata, secondo le proprie peculiaritĂ produttive. Non mancheranno i percorsi nella natura, i giochi, i laboratori e molte altre proposte divertenti per grandi e piccoli. Fra Brescia e Mantova sono diciotto le aziende pronte ad accogliere le famiglie per passare una domenica diversa, una domenica salutare fra i sapori genuini e l’aria frizzantina delle colline moreniche. Nell’azienda agricola Fiorella Mellini, ad esempio, dalle 11 alle 19, ci saranno le degustazioni guidate in abbinamento con i mieli e le confetture di produzione propria. Dalle 10 alle 17, invece, all’Agrigelateria sull’aia sarĂ possibile visitare il laboratorio del gelato, il caseificio e la stalla. Spostandosi nel mantovano, all’Azienda agricola Vojon, dalle 10 alle 19, si potrĂ passeggiare tra i vigneti, gli ulivi e gli alberi da frutto. Sul versante bresciano, alla Cascina Balcarino di Orzinuovi, gli acquisti potranno essere effettuati cogliendo con mano i prodotti della terra. Per gli amanti dei cani, alla Nuova Scardua di Cavriana, verrĂ illustrato il funzionamento e la regolamentazione dell’addestramento destinato agli amici a quattro zampe impegnati nelle battute di caccia. Infine, per i palati che prediligono i sapori antichi, la cucina della Nuova Scardua propone i caponsèi, le trippe, sughi di selvaggina e lo stracotto di cavallo con polenta e altre specialitĂ .

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genere, persone che non vogliono crescere oltre ad un’isola che non c’è verso la quale volare per non diventare mai grandi. Sappiamo che è impossibile restare per sempre bambini, ma questo rimane un desiderio che in fondo tutti noi proviamo almeno una volta nella vita, non è cosĂŹ?â€?. Ed in tempi particolarmente duri come gli attuali cosa c’è di meglio che rifugiarsi in una bella storia e farsi attrarre, almeno per un poco, nel rimanere bambini, cullati dalla fantasia e coccolati dai so-

gni? Lo stesso Boldini ricorda come “non sia stato facile mettere in scena una commedia musicale cosĂŹ impegnativa, basti considerare solamente l’elevato numero di protagonisti: abbiamo passato tante sere a provare e riprovare, ma in tutti c’è stata molta voglia di divertirsi tra una canzone e un balletto, tra una recitazione ed una scenografia ed alla fine ciò che conta è aver lavorato con piacere e divertimento. La costanza di due anni di lavoro è stata accompagnata dall’idea di

fondo di tenere uniti questi ragazzi, facendo loro riscoprire la bellezza dell’aggregazione al Centro giovanile. In chiusura, sono d’obbligo due ringraziamenti particolari: “A don Michele Bodei e a don Italo Uberti che, come sempre generosamente, ci mette a disposizione il Cinema Gloria per una serata che mi auguro di successo come le precedentiâ€?. Quanto ai biglietti d’ingresso, il costo è fissato in 6 euro, con 1 euro di prevendita: informazioni allo 030/9961897. (f.m.)

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a solidarietĂ scende in campo sabato 18 maggio a Chiari. La Caritas parrocchiale ha lanciato un sos prontamente intercettato dall’amministrazione comunale, dai Servizi sociali, dalle associazioni di volontariato e dal terzo settore. L’emergenza è legata alla continua crescita di richiesta di aiuto da parte di quelle persone che vengono ormai definite “i nuovi poveriâ€?. Si tratta principalmente di famiglie che prima della crisi conducevano una vita piĂš che dignitosa e che ora, a causa della perdita del lavoro, esaurita la cassa integrazione e venuti meno gli ammortizzatori sociali, faticano ad arrivare a fine mese. E sul bilancio famigliare è la spesa per la casa a incidere maggiormente. Preoccupanti anche i risvolti sociali legati al sorgere di insicurezze, malesseri psicologici che si traducono in difficoltĂ relazionali miste a un senso di vergogna per una situazione sino ad ora sconosciuta e inaspettata. Situazione ancor piĂš drammatica se la famiglia è monoreddito. â€?Sono molto soddisfatta per questo gesto che è prova

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ri dall’inizio anno: un 25% in piĂš di richieste tra pasti che distribuiamo quotidianamente e pacchi alimentari di generi di prima necessitĂ â€?. Solo questi ultimi sono circa 480 ogni 15 giorni. Numeri che non possono lasciar indifferenti e dietro ai quali si cela una situazione di emergenza straordinaria nella quale, chi chiede aiuto non è piĂš solo l’extracomunitario spiazzato da una societĂ che non è stata in grado di accoglierlo dignitosamente, ma famiglie locali costrette ad affrontare una povertĂ inaspettata e per la quale l’uscita dal tunnel è ancora lontana. Il territorio clarense negli ultimi tempi è stato particolarmente colpito dalla crisi e la chiusura di alcune grosse realtĂ imprenditoriali, ultima la Piceni serramenti, ha inferto un ulteriore colpo alla giĂ drammatica situazione.

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´,QYHQWDUL VXSHULRULÂľ LQ VFHQD JOL VWXGHQWL La Sala della comunitĂ â€œGabbianoâ€? di via Lapapasini 42 a Ghedi accoglie l’8ÂŞ edizione di “Inventari superioriâ€? fino al 12 maggio: una rassegna di spettacoli degli istituti superiori e dell’immaginario giovanile. “Inventari superioriâ€? è un progetto di Viandanze culture e pratiche teatrali, realizzato con il patrocinio del Comune di Ghedi, della Provincia con il liceo scientifico “V. Capirolaâ€?. La manifestazione è stata aperta, mercoledĂŹ 8 maggio (la replica è in programma domenica 12), dal liceo scientifico Capirola di Ghedi che ha portato in scena “Pinocchioâ€? per la regia di Fausto Ghirardini (nella foto), direttore artistico della rassegna. Pinocchio è un classico cosĂŹ denso che si presta a tante possibili letture. “Abbiamo privilegiato – spiega il regista – quella del percorso di formazione e del complesso dell’opera abbiamo voluto utilizzare solo alcune delle ‘avventure’ del burattino di legno che voleva diventare un bravo bambino. Quelle che piĂš si avvicinavano all’esperienza dei giovani allievi liceali con i quali abbiamo lavorato. Quelle che piĂš si prestavano ad un percorso legato alla ricerca di una identitĂ â€?. GiovedĂŹ 9, invece, la compagnia “Il quadrifoglio fioritoâ€? porta sul palco “Western townâ€?: attraverso un lavoro di improvvisazione seguito dalla regista Loredana De Luca è stato messo a punto un testo completamente originale appartenente al genere comico. La tranquillitĂ di un paesino sperduto in qualche parte dell’Ovest, viene turbato dalle angherie di quattro Gringos fuorilegge che

mettono a dura prova la pazienza dei suoi abitanti e delle autoritĂ . VenerdĂŹ 10 maggio tocca all’Istituto don Milani di Montichiari (regia di Arrigoni) con “Le allegre comari di Windsorâ€?: Sir John Falstaff, a corto di denaro, decide di corteggiare due ricche donne sposate. Sabato 11 si esibisce il Calini con “Un piccolo paese sotto le stelleâ€?. Gli “Inventari superioriâ€? di Brescia saranno invece ospitati al Prealpino dal 15 al 23 maggio. L’ingresso (inizio alle 21) è gratuito.

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ƒ Â…ÂƒÂ–Â‡Â…ÂŠÂ‡Â•Â‹ÇŤ ‹ ˆƒ ƒÂ?…Š‡ ‹Â? ‹Â?‰Ž‡•‡ Sulle orme e sull’esempio degli apostoli, inviati da Cristo, l’annuncio della Buona novella continua ancora oggi attraverso i nuovi discepoli. Ăˆ una risposta al mandato di GesĂš, ma anche una risposta alle esigenze di evangelizzazione della societĂ odierna, multietnica e multi religiosa, che ha indotto la comunitĂ delle Suore Betlemite di Manerbio ad organizzare la catechesi in lingua inglese, che si tiene per tutte le domeniche del mese di maggio alle ore 16 nel

convento di via Santa di Rosa a Manerbio. La catechista è suor Lina, indiana di Madras, che si trova a Manerbio da quattro mesi dopo aver svolto il proprio ministero in India per otto anni e dopo aver ricevuto una preparazione scolastico-religiosa divisa fra il Paese d’origine e quello di adozione. Suor Lina è giĂ integrata nella societĂ manerbiese: è catechista, oltre ad essere impegnata al Cag ogni pomeriggio. Aiuta i bambini a fare i compiti: sono tanti, sono

stranieri, europei ed extraeuropei, ed hanno bisogno di una mano. Ăˆ dall’incontro con questa realtĂ e dalla constatazione della presenza di tanti stranieri a Manerbio che è sorta l’idea della catechesi. Non ci sono indiani cristiani a Manerbio, afferma suor Lina; anche gli africani sono principalmente musulmani ed i cristiani sono evangelici e frequentano la chiesa cittadina. Ci sono però alcune famiglie cristiane, africane. Queste sono state contattate ed invitate

a prendere parte alla catechesi che, programmata per un mese, prende avvio in modo sperimentale. Eppure l’impegno di suor Lina va ben oltre: l’intenzione è di far visita alle famiglie insieme a don Antonio, africano, anch’egli “missionarioâ€? a Manerbio. Insieme andranno di casa in casa e parleranno con i cristiani stranieri per convincerli a prendere parte alla catechesi. Un impegno importante per offrire il pane spirituale e continuare la missione apostolica indicata da Cristo. (e.u.)

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no spazio per accogliere, informare e dialogare con i cittadini; uno spazio per rispondere ancora di piĂš al mandato originario dell’Associazione. Il circolo Acli, associazione di laici cristiani, attraverso una rete di servizi contribuisce a tessere legami nella societĂ favorendo forme di partecipazione e di democrazia. A Manerbio, fin dal momento della costituzione oltre 40 anni fa, le Acli si sono caratterizzate per un gran numero di iniziative, la piĂš recente fra le quali è il recupero in pieno centro storico di un edificio in degrado nel quale si sono creati spazi che hanno consentito di ampliare le attivitĂ del circolo. All’insegna del volontariato è stato realizzato un concreto esempio di rivitalizzazione del costruito che è stato inaugurato nella giornata del Primo Maggio, festa di San

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Giuseppe Lavoratore, con la presenza di Roberto Rossini (presidente provinciale Acli), di Davide Bellini (segretario giovani aclisti) e della neoparlamentare bresciana Marina Berlinghieri. Il parroco mons. Tino Clementi ha benedetto i rinnovati locali, Angelo Bertelli presidente del circolo, in collaborazione con il vice Angelo Fredi, ha accolto gli ospiti. All’interno della vecchia casa che fu residenza dei curati, in vicolo Coro 14, ha cosĂŹ stabilito il nuovo “Punto famigliaâ€? nel quale il circolo apre ogni giorno dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 per dare libero accesso a quanti sono interessati a leggere quotidiani, sfogliare pubblicazioni periodiche, consultare libri, scambiarsi idee sulla quotidianitĂ . Il martedĂŹ dalle 15 alle 18 è presente il delegato della Lega consumatori per la difesa e il sostegno al potere di acquisto delle famiglie, raccogliere istanze e reclami, risolvere extragiudizialmente controversie legate ad affitti e con-

tratti, raccogliere problematiche proposte relativamente ai servizi pubblici. Il lunedĂŹ, inoltre, dalle 20.30 alle 22.30 si svolgono le riunioni del Gas per la raccolta di ordini in consegna il venerdĂŹ dalle 18 alle 19. Dalle ore 15 alle 17 si riuniscono gli esponenti del Chirone, gruppo di turismo responsabile. Nella vecchia sede in via San Martino, 7, di fronte all’oratorio San Filippo Neri, restano attivi i servizi del circolo aperti ogni martedĂŹ dalle 9 alle 12, il giovedĂŹ e venerdĂŹ dalle 8.30 alle 12.30. L’assistenza fiscale è erogata su appuntamento (telefono 0302409883). Negli altri giorni svolgono attivitĂ il Patronato, gratuito per le pratiche di pensione del comparto pubblico e privato; gli sportelli immigrati e colf-badanti per dare informazioni sul contratto di lavoro, svolgere pratiche di assunzione e cessazione del rapporto di lavoro, compilazione buste paga e bollettini Inps e il versamento di contributi.

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Ha inizio cosÏ il suo cammino di vocazione sacerdotale che lo porterà attraverso diverse tappe all’ordinazione sacerdotale del 21 marzo 1970. La sua passione per i giovani gli fa incontrare il gruppo missionario Operazione Mato Grosso: i poveri dell’America Latina entrano nel suo cuore e nelle sue scelte. Ma nel 1981 l’Ispettore della sua congregazione gli chiede di partire per la missione in Africa, una nuova missione da aprire in Etiopia a Dilla; inizia una nuova

parte della sua vita al servizio dei poveri e dei giovani. Ăˆ proprio a questi ultimi che si rivolge per chiedere sostegno e aiuto nella nuova scelta. Nasce il gruppo missionario Amici del Sidamo (dal nome della regione della prima missione) aperto a tutti coloro che vogliono prepararsi alla missione, che tengono in cuore il desiderio di spendere un po’ di tempo, di vita per gli altri. Iniziano i campi di lavoro per sostenere i progetti e iniziano le spedizioni estive di

un mese durante le quali i ragazzi vanno in Etiopia e seguiti da abba Elio si misurano sul “campoâ€?. Da queste brevi esperienze nascono vocazioni di volontari che ancora oggi sono in missione, con i loro figli, a portare avanti i progetti iniziati da abba Elio. Domenica 12 maggio una Messa in Etiopia lo ricorderĂ , mentre venerdĂŹ 17 alle 20 ci sarĂ una Messa nella parrocchiale di Sarezzo con la presentazione del libro sulle lettere e sui discorsi di abba Elio.

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a crisi non rallenta, colpisce duramente. Ăˆ netta la valutazione dei responsabili della Caritas zonale: “Quando citiamo le 210 famiglie che settimanalmente si rivolgono alla nostra dispensa (3360 persone al mese) o rendiamo noti i dati, qualcuno si preoccupa per l’immagine non positiva che esce della comunitĂ lumezzanese... Il problema non si risolve, nascondendolo sotto il tappetoâ€?. Loro lo affrontano con una montagna di generositĂ solidale. I 110 volontari sono preziosi nel loro impegno calcolato in 10mila ore annue: 2600 ore i dispensatori, 2400 ore i selezionatori, 200 ore nell’emporio, 600 ore nel centro di ascolto, 150 ore per accoglienza e animazione in sede. Si aggiungono la sensibilizzazione, la formazione, la ricerca fondi e il recupero alimenti. Al riguardo è recente (febbraio) un accordo tra Comune, Sarca Catering e “Spalla

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a Spallaâ€? perchĂŠ i pasti in eccesso non consumati dagli studenti nelle mense delle tre scuole elementari vengano consegnati alla Caritas valgobbina. Il risultato è una rete di “solidarietĂ â€? che vede insieme

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altre associazioni, Comune e in particolare la Cooperativa il Mosaico che da 21 anni è vicina alle povertĂ del territorio. Ci sono anche nonni che portano le primizie del loro orto. “Nulla viene lasciato al caso – ribadiscono –.Ăˆ un mito da sfatare che tutti possano accedere alla dispensa Caritas attiva dal 2007. Tutti possono accedere al centro di ascolto: lĂŹ si cerca di dare una risposta complessiva al disagio, la borsa spesa è un supporto a chi non ce la fa, per un periodo definito, con verifica periodica fisica dei volontari nelle abitazioni delle famiglie che ne usufruiscono. I numeri sono importanti ma “non sono l’essenza – si legge nella relazione – della nostra azione. Nell’ultima cena, GesĂš chiede ai suoi di amarsi gli uni gli altri. Per gli operatori Caritas significa un volto della Chiesa piĂš fraterna, significa un volontariato di prossimitĂ e non di sola prestazioneâ€?.

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a VILLA GLISENTI - Villa Carcina, ďŹ no al 19 maggio 2013

Prosegue con successo la mostra inaugurata sabato 27 aprile organizzata da Valtrompiacuore, che vede esposti dipinti di Eugenio Busi e oggettistica, appartenenti alle collezioni di Roberto Baggio e Angelo Piceni. Valtrompiacuore è un’associazione informativa per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, nata a supporto dei reparti di cardiologia e radiologia del P. O. di Gardone Valtrompia. L’associazione è impegnata nell’organizzazione di eventi per promuovere sul territorio i propri valori.

Associazione MARTINO DOLCI

Agricoltura Comune di Villa Carcina

Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia Ospedale di Gardone V.T.

Ministero Istruzione UniversitĂ e Ricerca

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Associazione Amici Istituto del Radio “O. Alberti�

Tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.00 LunedĂŹ e martedĂŹ chiuso - venerdĂŹ ďŹ no alle ore 21.00 Ingresso libero - Catalogo in mostra Per la devoluzione del [PLOOH indicare il codice ďŹ scale dell’Associazione 02945430987 www.valtrompiacuore.it 678',2 7(&1,&2 '( *$63(5, &$5,1,


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obiettivo la formazione di nuove ďŹ gure operative sul territorio come quella degli assistenti familiari: l’assistente familiare deve possedere caratteristiche pratico-operative poichĂŠ la sua attivitĂ garantisce assistenza a persone nelle loro necessitĂ primarie, favorendone l’autonomia quotidiana e il benessere nel proprio clima domestico-familiare. Tra le principali capacitĂ richieste vi sono il relazionarsi con l’assistito e con la famiglia; il sapersi

orientare nel contesto sociale e istituzionale del territorio senza dimenticare la capacitĂ di fornire cura e assistenza nel rispetto dei bisogni e della condizione psico-ďŹ sica dell’individuo. Agli incontri parteciperanno in qualitĂ di relatori ed esperti del settore il responsabile Uoi anziani e cure domiciliari Gianpiero Montagnoli; il dott. Giovanni Superti; l’infermiera Roberta Leali; la psicologa Mariarosa Lombardi; la ďŹ sioterapista Daniela Lusic;

l’assistente sociale del Comune di Bedizzole Barbara Almici e l’assistente sociale dell’Asl Paola Mangiagli. L’incontro conclusivo di giovedĂŹ 30 maggio, sempre alle 20.15, con titolo “Il prendersi cura di sĂŠ e degli altriâ€? vede il coinvolgimento della psicologa dell’Asl Lombardi. La partecipazione è gratuita. Per informazioni contattare i servizi sociali telefonando al numero 030/6871700 o scrivere a servisociali@ comunebedizzole.it. (g.d.m.)

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a comunitĂ di Ciliverghe è pronta ad accogliere il nuovo parroco don Roberto Rovaris, che saluta Porzano di Leno dopo 13 anni di permanenza come parroco. Don Roberto, originario della parrocchia di Palazzolo Sacro Cuore, in precedenza era stato curato a Zanano (dal 1982 al 1986), Palosco (1986-1994) e Pontevico (19942000). In questi anni ha sempre cercato di mettere al centro del suo apostolato l’attenzione alle famiglie, ai giovani e agli anziani. La famiglia, come suggerisce don Roberto, è la cartina di tornasole della comunitĂ : “Ho sempre posto l’attenzione alla famiglia come Chiesa tra le caseâ€?; la preghiera in famiglia è l’esempio per tutta la comunitĂ . Guida una piccola comunitĂ vivace dove le famiglie sono protagoniste consapevoli della vita ecclesiale e civile della frazione di Leno: non si può dire che manchino iniziative culturali e proposte, soprattutto all’interno dell’oratorio. Sono gli stessi genitori che scelgono di condividere prima delle celebrazioni eucaristiche la recita delle lodi e dei vespri. Una comunitĂ rinnovata anche nelle strutture con la rimessa a nuovo dell’oratorio (teatro, sala polivalente e aule di catechismo).

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pastorali cioè la collaborazione con le parrocchie di Molinetto e Mazzano. Non è certo un’esperienza nuova per don Rovaris che a Leno aveva giĂ contribuito ad allestire giornate di preghiera e di gioco con le famiglie o i momenti estivi (Grest e campi scuola). Anche se va detto che, storicamente, la frazione di Porzano ha sempre gravitato di piĂš sul territorio di Bagnolo Mella: questo oggi si può ritrovare nelle comuni feste quinquennali ma anche nel fatto che gli abitanti di Porzano accedono ai servizi

(pensiamo a quello postale) nel vicino Comune di Bagnolo; bisogna anche aggiungere che fino a 25 anni fa Porzano faceva parte proprio della vicaria di Bagnolo. Ecco allora che, staccata geograficamente dal Comune di appartenenza (Leno), la frazione si affida al parroco come punto di riferimento. “Porto negli occhi i volti dei bambini, degli anziani e degli ammalati che hanno tanto da insegnare. Il mio ricordo e ringraziamento va a tutte le persone che mi hanno aiutato a crescere, dai sacristi con il loro prezioso servizio al consiglio pastorale e atutti quelli che ho incontrato lungo questo camminoâ€?. Il suo unico desiderio è quello di “aiutare le persone a incontrare Cristo: mi sono fatto debole per i deboli. La comunitĂ cristiana è una famiglia dove tutti cercando di testimoniare GesĂš. Sono tre le realtĂ fondamentali in una comunitĂ parrocchiale: la preghiera, le persone e la partecipazioneâ€?.

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,O VDQWXDULR QHO VXR VSOHQGRUH Con l’arrivo della primavera si scoglie la neve, si riaprono quelle stradine che i mesi invernali avevano reso impervie. CosĂŹ avviene anche per la stradina che conduce al santuario della Beata Vergine di Rio Secco. Ora la bella stagione invoglia ad aprire gli antichi portali della chiesetta arroccata sulla roccia, favorendo un movimento di idee e possibili iniziative, volte a mantenere viva la devozione mariana che da decenni connota la vallata. La peculiare posizione della chiesa immersa in un faggeto, distante dai rumori della quotidianitĂ e l’atmosfera carica di spiritualitĂ , offrono l’occasione per una proďŹ cua meditazione sul proprio cammino verso una maggiore consapevolezza di sĂŠ e della propria dimensione religiosa. GiĂ dalla scorsa estate, al ďŹ ne di poter cogliere la bellezza artistica dell’ediďŹ cio è stato predisposto un foglietto riassuntivo (per

ora in italiano e tedesco) che, oltre alla tradizione legata alla nascita del santuario e le radici della devozione mariana, ne descrive gli elementi architettonici. In seguito all’esperienza positiva dello scorso anno, dal mese di maggio ďŹ no alla ďŹ ne del mese di settembre, il santuario rimarrĂ aperto tutte le domeniche dalle 14 alle 17.30. Le celebrazioni, iniziate mercoledĂŹ 1 maggio, continueranno per tutto il mese con la Messa domenicale che verrĂ celebrata alle 17. A conclusione del mese mariano è previsto un pellegrinaggio per tutte le parrocchie dell’unitĂ pastorale che vedrĂ conuire al santuario i partecipanti delle diverse comunitĂ . Rimangono, come di consueto, l’appuntamento infrasettimanale con la celebrazione eucaristica del martedĂŹ mattina alle ore 8.30 e alle 17 per la seconda domenica dei mesi di giu-

gno, la prima domenica di luglio, agosto e settembre. Gli orari relativi alla festivitĂ dell’Assunzione della Beata Vergine Maria (15 agosto) verranno comunicati in seguito. Le proposte presentate sono possibili grazie alla generositĂ di diverse persone che, a vario titolo, mettono a disposizione i loro carismi e il loro tempo per il bene di tutti. Per informazioni o richiesta di visite in orari diversi è possibile contattare il numero 0365/750026 oppure inviare una e-mail all’indirizzo parrocchia.capovalle@gmail.com. La leggenda narra che nella prima metĂ del XVII secolo (non si sa di preciso l’anno), alcuni montanari carbonai e custodi d’armamenti, videro fra il buio della notte, un vivo e arcano splendore circondare la roccia di Rio Secco: videro tra gli abeti e sopra un muretto, mai osservato prima, un grazioso dipinto rafďŹ gurante la Vergine.


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comunale, nell’intento di soccorrere situazioni di emergenza o di alleviare difficoltĂ che potrebbero ostacolare un’adeguata tutela della salute, si impegna a riconoscere un rimborso delle spese sanitarie a tutti i residenti sostenute nel 2012, con un massimo di 250 euro per nucleo familiare. Esclusivamente per gli anziani ultrasessantacinquenni è possibile presentare anche ricevute fiscali per spese dentistiche e oculistiche. Il contributo riscaldamento ha la finalitĂ di contribuire parzial-

mente alle spese di riscaldamento ed è erogato a favore di nuclei familiari composti da uno o piĂš membri. L’agevolazione, è puntualizzato nel bando, fino ad un massimo del 30%, vale solo per il gas metano distribuito a rete, il teleriscaldamento (e non per il gas in bombola o per il gpl), per i consumi nell’abitazione di residenza. L’amministrazione comunale si impegna a rimborsare la Tarsu anno 2012 ai cittadini ultrasessantacinquenni che abitano da soli o con il coniuge in abitazioni

con superficie inferiore a 100 metri quadrati. Il bando approvato dalla giunta di Castegnato, puntualizza i redditi e le condizioni per l’accesso alle diverse proposte di contributo e rimborso e prevedere rigidi controlli sia a campione, sia in tutti i casi di dubbio sulla veridicità delle dichiarazioni presentate. Qualora infatti si riscontrassero delle incongruità o non venisse prodotta l’eventuale documentazione aggiuntiva richiesta, il contributo non sarà erogato.

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e celebrazioni per il patrono di Castegnato, San Vitale martire, che si terranno dal 9 al 13 maggio, sono l’occasione per far conoscere questo paese della Franciacorta, la sua storia, le sue tradizioni religiose e anche la sua gente. Le notizie certe su San Vitale risalgono al 1685 quando, in coincidenza con la costruzione della nuova chiesa di Castegnato il cappuccino fra Giocondo da Padenghe donò le reliquie al nobile Girolamo Clera, marito di sua sorella Orsola Clera Zadei. L’autenticitĂ della reliquia è attestata da un atto del 15 ottobre 1685 del notaio della Curia vescovile nel quale si attesta che il sacro corpo giunse per varie vie fino a padre Giocondo, dopo che “venne estratto dal Cimitero di San Callisto in Roma per ordine del Papa. Le reliquie di questo martire subirono non poche traversie per lo piĂš dovute a chi ne vantava tempo per tempo la proprietĂ ; divenne della comunitĂ di Castegnato solo dopo la morte della signora Zadei, anche se a riguardo non esiste alcun atto legale di donazione. Solo ogni 25 anni, in occasione del Giubileo, le spoglie di San Vitale sono porta-

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scenza della bici e di educazione alla mobilitĂ sostenibileâ€?curata da Bici di Pace e classi Quarte della scuola primaria. Alle 17 la consegna dei premi ai vincitori del concorso estemporaneo di pittura “Dino Deccaâ€?. La cerimonia religiosa con l’esposizione dell’urna di San Vitale è nella chiesa parrocchiale alle 20.30. SeguirĂ , in oratorio, l’apertura della “Pesca di san Vitaleâ€?. Domenica 12 maggio, alle 17.30, la processione. Il tutto si conclude lunedĂŹ 13 maggio con la chiusura delle mostre e dei mercatini alle ore 18 e la cerimonia religiosa alle 20.30 per la reposizione dell’urna del Santo patrono. Viene riproposta anche nel 2013 l’iniziativa avviata dal Comune di coinvolgere cinque tra agriturismo, ristoranti e trattorie locali che propongono menĂš al prezzo fisso nei giorni della festa del patrono. Tutti i dettagli sul sito www.comunecastegnato.org.

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,Q GLULWWXUD G¡DUULYR )UDQFLDFRUWD LQ ILRUH Torna il nuovo appuntamento, il 15° per “Franciacorta in fioreâ€?, rassegna e mostra-mercato itinerante di fiori e piante, rare e classiche, fragranze e sapori di Franciacorta. Dal 17 al 19 maggio 2013, e per il quinto anno, la fiera itinerante è ospite presso Palazzo Bettoni-Cazzago e Palazzo Guarneri a Cazzago San Martino ed è organizzata dal Comune di Cazzago San Martino e dalla Pro Loco comunale. La sede della manifestazione offre uno dei parterre piĂš ambiti che i visitatori possano desiderare. Il piccolo borgo medioevale che funge da ingresso principale si apre in un amplissimo spazio verde, incorniciato da pittoreschi parchi e vigneti, in prossimitĂ dei due palazzi signorili: Palazzo Bettoni-Cazzago e Palazzo Guarneri, visitabili con la collaborazione del Fai, e che conferiscono alla manifestazione la loro nobiltĂ e bellezza senza tempo. La rassegna, che attrae alcune decine di migliaia di visitatori ogni anno, è animata, come da tradizione, da molte iniziative collaterali: i Concorsi: Il primo si intitola “Filosofia e emozioni in giardinoâ€?, il secondo “Miglior stand espositivo dei florovivaistiâ€?, il terzo “La rosa piĂš bellaâ€?. Sono previste anche lezioni di decorazioni floreale, dimostrazioni pratiche di giardinaggio, seminari, presentazione di libri, mostre d’arte, l’annullo filatelico e infine la “Franciacorta Sullalberoâ€?. Sulla scia del successo della scorsa edizione si ripropongono le degustazioni guidate del Franciacorta a cura di Ais (Associazione italiana sommelier) presso la Vineria e le visite guidate in cantina, il

“Campo dei Saporiâ€? dove le Condotte Slow Food Oglio Franciacorta Lago d’Iseo e Bassa Bresciana propongono “Il Mercato di Slow Foodâ€? a cura di produttori rispettosi dell’ambiente e della biodiversitĂ che consigliano un cibo sano, buono ed equilibrato con alcuni momenti conviviali ed educativi per ragazzi ed adulti. Il ricavato servirĂ a finanziare un orto, nell’ambito del progetto di Slow Food “Mille orti in Africaâ€?.

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Dz ƒ‰‰‹‘ „”‡Â?‡•‡dz ”‹……‘ †‹ ‹Â?‹œ‹ƒ–‹˜‡ Il mese delle rose ha avuto la sua inaugurazione con l’8ÂŞ edizione del concorso internazionale di esecuzione musicale per clarinetto “Giacomo Mensiâ€?. Da sabato 11 maggio al 2 giugno premio d’arte “CittĂ di Brenoâ€?, un concorso di pittura estemporanea a tema libero, ceramica, ecc. inventato dall’artista brenese Carlo Alberto Gobbetti piĂš di 30 anni fa. Le opere partecipanti verranno esposte all’interno della quattrocentesca chiesa di Sant’Antonio abate

nella piazza omonima. VenerdĂŹ 17 maggio alle ore 20.30, presso il ristorante “Giardinoâ€? sfilata di moda, organizzata dall’associazione “Commercianti brenesiâ€?. Domenica 19 maggio, in Castello, “Giochiamo insiemeâ€?, laboratori e mercatini. Dal 19 maggio al 10 giugno, in piazza Mercato “Mostra di bonsai e di artigianato localeâ€?. Da venerdĂŹ 24 a domenica 26, dalle 19 in poi, presso la contrada di Mezzarro festa della patrona Santissima Maria Ausiliatrice.

Accanto a manifestazioni artistiche non poteva mancare l’aspetto culturale del “Maggioâ€?: presso il “Palazzo della Culturaâ€? (via Garibaldi), a cura di Gabriella Giovanardi, il 25, con inizio alle ore 17 apertura della mostra “PĂŹ e PĂŹneâ€? (bambini e bambine). Sempre il 25 alle 20.30, in piazza Sant’Antonio, presso l’abitazione del Capitano di Valle “Mostra e vendita di abiti vintageâ€?. Il mercatino si protrarrĂ sino al 2 giugno. Domenica 26 maggio, dalle 11 in poi, in Castello

animazione e attivitĂ ludiche. Sabato 1 giugno, alle 20.45, in piazza Mercato, concerto della civica banda musicale di Breno. Ovviamente Breno è sempre sede di tre capolavori che non vanno dimenticati in ogni occasione: il Castello (nella foto), carico di storia: al suo interno il “Centro d’informazione e di divulgazione archeologicaâ€?; il santuario di Minerva, in localitĂ â€œSpineraâ€?: uno dei siti archeologici piĂš suggestivi; il Museo camuno. (e.g.)

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e strategie della Azienda sanitaria camuna circa l’Ospedale dell’Alta Valcamonica sono chiare: la sede di Edolo verrà mantenuta, ma a condizione di una riorganizzazione delle sue funzioni. Ecco i fatti: la dirigenza della Asl ha finalmente deciso di affidare a un’unica figura la responsabilità sul nosocomio edolese; si tratta del dott. Giambattista Bulferetti. Toccherà a lui gestire la delicata fase di trasformazione strutturale che farà di due sedi, quella di Esine e quella di Edolo, un’unica entità ospedaliera. Si parla di flusso bidirezionale fra Esine e Edolo, il che, tradotto in altri termini, significa che certe attività che prima venivano gestite a Esine o, peggio, in ospedali esterni all’Asl, ora verranno dirottati in Alta Valle. Se ne sono accorti, ad esempio, i pazienti di ortopedia provenienti da Darfo o dintorni, che negli ultimi mesi si sono ritrovati ricoverati per le cure e la

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rieducazione a Edolo. Lo stesso vale per esami, visite specialistiche e quant’altro. In buona sostanza l’ospedale edolese è a rischio se vengono a mancare i numeri, cioè se resta sotto certi parametri di ‘produttività ’ a cui la sanitĂ lombarda deve adeguarsi. Il direttore sanitario Fabio Besozzi, in un recente summit con politici e amministratori, lo ha spiegato con chiarezza a proposito delle prospettive per il reparto di Chirurgia: “Le due strutture devono lavorare come un ospedale unico, dove gli interventi piĂš delicati si eseguono a Esine e i meno impegnativi a Edoloâ€?. Anzi, per non lasciare adito a inutili illusioni, ha affermato che il reparto chirurgico edolese, dove non sono mancati investimenti significativi negli ultimi anni, è destinato a “spegnersi progressivamenteâ€?. Quindi, non due ospedali, ma un ospedale unico con una succursale. A maggior ragione lo stesso discorso vale per ortopedia. La vocazione turistica locale ed in particolare la vicinanza delle stazioni sciistiche del comprensorio Ponte di Legno-Tonale cui si aggiunge

Aprica, avevano messo sulla bocca di alcuni amministratori la proposta di promuovere addirittura in loco un centro di eccellenza nel settore traumatologico. La direzione Asl non ha espresso un diniego esplicito, che avrebbe portato ad un’alzata di scudi, ma ha chiarito che il percorso dovrĂ essere “a tappeâ€?, senza il superamento delle quali non avrebbe senso un investimento consistente per questo scopo. Ora, la prima tappa fondamentale è recuperare i numeri, cioè l’utenza: se non ci sono i malati da curare normalmente, inutile pensare alle eccellenze. Come dire: giusto pensare in grande, ma prima recuperiamo quel 50% di camuni che vanno a curarsi fuori Valle. Nel frattempo fra le cose concrete spicca a Edolo il raddoppio dei posti letto per la riabilitazione geriatrica, che arriveranno a 26, con la promozione da posti ‘autorizzati’ a posti ‘accreditati’. La Conferenza dei sindaci, che ha voce in capitolo sull’operato dell’Asl, sembra divisa fra insistere sui desiderata e lo “stare coi piedi per terraâ€?, accontentandosi.

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I contributi che raccoglieremo settimana dopo settimana in queste pagine saranno consultabili anche sul sito www.lavocedelpopolo.it dove ospitiamo proprio una sezione “Comunità in cammino” nella quale inseriremo i diversi interventi. Aspettiamo anche segnalazioni e idee; prenderemo come esempio anche quelle realtà che già da anni (sia in diocesi che fuori dai confini diocesani) lavorano con le unità pastorali.

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significative obiezioni nemmeno la scelta di taluni bi- o tri-parroci di stabilire un unico cammino di preparazione verso i sacramenti, con incontri comuni alle differenti comunità. Certo, le distanze geografiche talora si fanno sentire, ma spesso si è visto che non risultano decisive, quando le iniziative sono condivise. Talora si è addirittura sperimentato con successo la rotazione delle sedi d’incontro, vedi il caso degli incontri per adolescenti delle parrocchie che gravitano su Edolo. La bontà del lavoro svolto dai parroci per responsabilizzare i laici, attraverso l’assunzione di incarichi, che vanno dai consigli pastorali alla catechesi, dalla distribuzione dell’eucaristia alla visita agli ammalati, dalla liturgia agli affari economici, dalla tutela del patrimonio artistico alla gestione dell’oratorio, potrà godere di una controprova nei prossimi anni, proprio grazie al proseguimento di un percorso oggi nelle terre alte camune già avviato.

di Magnolini Giovanni

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In quel tempo, GesĂš disse ai suoi discepoli: “CosĂŹ sta scritto: il Cristo patirĂ e risorgerĂ dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in cittĂ , ďŹ nchĂŠ non siate rivestiti di potenza dall’altoâ€?. Poi li condusse fuori verso BetĂ nia e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

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estimoniare. Non si può ridurre il destino del Cristo. Era giĂ scritto. Paradossale. Sia per i Giudei che per i Greci, come dice Paolo. Ma era giĂ scritto e non capirlo, ridurlo, renderlo meno difficile è tradirlo, è darne una lettura parziale che distrugge il paradosso e la veritĂ . Tradire invece di testimoniare. Ăˆ il pericolo di ogni tempo e di ogni lettura che si tenta di fare di GesĂš. Ogni epoca ha cercato di capirlo e ogni epoca ha cercato di farlo entrare nel suo sistema di idee e di comprensione. Ma ogni epoca ha rischiato di eliminare un pezzo di questo tutto che è il Cristo cosĂŹ com’è, senza compromessi. E ogni epoca, anche la nostra, l’ha visto e raccontato per quella parte che non gli sfuggiva. Non devo fare una rassegna dei modi nei quali è stato letto GesĂš durante i secoli. Leggerlo; appunto. Accontentarsi di leggerlo e quindi di ridurlo a quello che possiamo. Come per un libro del quale comprendiamo a seconda della cultura e della padronanza della lingua.

Ma GesĂš non ha detto di leggerlo ma di testimoniarlo e ha aggiunto la forza dello Spirito come modo per superare il nostro personale e limitato modo di comprenderlo. Pensiamo cosa significa testimoniare in tribunale: è rispondere a domande che costringono a ricordare particolari e momenti che la visione sintetica delle cose sembra aver inghiottito. Emergono particolari che si credevano dimenticati, frammenti di veritĂ che si erano persi nelle pieghe dell’emozione, anche elementi traumatici che si preferirebbe aver cancellato. Testimoniare è uno sforzo perchĂŠ non permette di accontentarsi di ricordare superficialmente; testimoniare è una faccenda vitale, che distingue la veritĂ dalla menzogna e dall’errore. Testimoniare è rischio di far condannare o di far rilasciare ingiustamente. Ăˆ faccenda seria che chiede di entrare nel profondo di se stessi perchĂŠ si attacca alla vita propria e degli altri. E testimoniare è l’unico modo possibile per tramandare quel paradosso che è GesĂš. Leggere e raccontare GesĂš significa sezionarlo

secondo i criteri delle scienze umane e teologiche, collocarlo da una parte o dall’altra. Significa fermarsi a una parte, quella visibile. Che serve a conoscerlo dall’esterno. A sapere cosa è scritto. Ma non ancora a trovare, nel labirinto della propria storia personale, quell’incontro che avviene solo attraverso la testimonianza e che, con facce diverse e figure diverse, lascia trasparire quell’unico volto. Ai discepoli GesĂš consegna questo compito fondamentale perchĂŠ non vada perduto l’essenziale della sua storia, perchĂŠ la forza dell’esperienza di Lui superi la freddezza delle pagine e delle narrazioni. Chiede paradossalmente di non essere mai a sufficienza consci di questa esperienza e di lasciare aperto sempre lo spiraglio che rende la testimonianza l’unico modo per balbettare quel di piĂš che non si potrĂ mai scrivere. CosĂŹ è per ogni testimone che vede le sue parole rotolare dietro a quello che ha visto e ha sperimentato. E che gli rimane dentro nonostante mille domande e mille risposte. Incomunicabile.

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*LRFKL GD EDPELQL Intorno agli otto anni, con il mio amico Marco, dopo aver fatto da chierichetti, ci siamo recati nella conigliera, una specie di garage con tanti conigli nelle gabbie e con un forte senso del mistero abbiamo preparato su di una gabbia il necessario per la messa: tovaglia bianca, un piattino con qualche scarto di particola regalataci dal sacrestano e un bicchiere come calice ma senza vino, solo acqua. Abbiamo fatto una concelebrazione e i conigli erano l’assemblea. Il tutto in segreto perchÊ avevamo paura di venire scoperti. Come Vangelo ci siamo raccontati, integrandoci a vicenda, una parabola di GesÚ. Giunti al momento della consacrazione ci siamo fermati, guardati negli occhi: tutti e due eravamo giunti alla stessa conclusione: oltre

non ci era concesso di andare: da lĂŹ in poi la cosa si faceva troppo seria e troppo grande per noi. Sapevamo e ne eravamo consapevoli che quel momento spettava solo al sacerdote e che il gioco, anche se per noi, molto serio, doveva fermarsi. Poi siamo andati a parlarne con il curato, ci aspettavamo una sgridata, invece don Carlo ci disse che forse quel gioco esprimeva un nostro desiderio, un barlume di vocazione‌ Un’altra volta, non riesco bene a collocarla nel tempo, ma penso piĂš o meno intorno alla stessa etĂ , con mia sorella Simona ci siamo consultati e decisi che era bene “battezzareâ€? i nostri animali per mandarli in Paradiso. CosĂŹ, con molta meticolositĂ abbiamo raccolto la nostra “Arca di Noèâ€?: due capre, alcune galline, due

cani e i gatti. Siccome in casa i genitori ci avevano raccontato le trame delle opere liriche invece delle fiabe, i gatti si chiamavano Leonora (Trovatore), LiÚ (Turandot) e MimÏ (BohÊme). C’era anche un’intrusa: Zemira; aveva ereditato il nome da una cugina della mamma dalla voce stridula. Anche la gattina, mezza selvatica, aveva un miagolio selvaggio. In processione davanti al lavabo abbiamo battezzato gli animali uno per uno, con segno di croce e acqua del rubinetto. In alcuni casi, battesimo per immersione (poveri gattini!). Gioco? No. Lo facevamo convinti come spesso i bambini vivono i loro giochi. Certo questi momenti dicevano tutto un sottofondo di cultura cristiana che nelle strade, nelle famiglie si respirava.


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‘Â?ƒ ƒ „‡ƒ–‹ˆ‹…ƒœ‹‘Â?‡ †‹ Â?‘Â?•Ǥ —‹‰‹ ‘˜ƒ”‡•‡ Mons. Luigi Novarese (1914 – 1984), fondatore dei Silenziosi operai della croce e del Centro volontari della sofferenza viene beatificato l’11 maggio a Roma nella basilica di San Paolo fuori le Mura alle 10.30. Il nuovo libro “Luigi Novarese. Lo spirito che cura il corpoâ€? di Mauro Anselmo (Edizioni Cvs, 8 euro) racconta la biografia del sacerdote che dedicò la vita agli ammalati, insegnando loro a pensare e a vivere in modo nuovo il proprio ruolo e la malattia. Novarese nasce

a Casale Monferrato il 29 luglio 1914. Papa Giovanni Paolo II lo definisce “l’apostolo degli malatiâ€?. Impegnò tutto se stesso nella lotta contro l’emarginazione dei disabili, dialogò senza complessi con la medicina, dimostrando l’efficacia terapeutica della motivazione spirituale nella cura del malato. Fondò case di cura, centri di assistenza, corsi professionali per disabili e infermi, insegnando loro a pensare e a vivere in modo nuovo la malattia. Nel 1943

diede vita alla Lega sacerdotale mariana per venire in aiuto ai preti infermi, feriti o in gravi condizioni economiche a causa della guerra; quattro anni dopo avviò il Centro volontari della sofferenza. Nel 1950 tenne a battesimo la fondazione dei Silenziosi operai della croce, “un’associazione di anime consacrate impegnate a illuminare gli ammalati sul senso cristiano del dolore e a sostenerli attraverso opere assistenziali e di recupero professionaleâ€?. Nel 1952

inizia la costruzione della Casa Cuore Immacolato di Maria a Re (Verbania) che dal 1960 ospita ogni anno migliaia di ammalati per i corsi di esercizi spirituali. Sempre nel 1952, allo scopo di rendere piĂš efficace l’accompagnamento degli infermi, Novarese creò la quarta associazione, i Fratelli e Sorelle degli ammalati, persone sane che si inseriscono nell’apostolato del malato condividendo lo stesso programma spirituale e sostenendolo nelle sue necessitĂ .

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eti sociali: porte di veritĂ e di fede; nuovi spazi di evangelizzazioneâ€?. Ăˆ questo il tema per la 47ÂŞ Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Non si tratta piĂš di utilizzare internet come un mezzo di evangelizzazione ma di evangelizzare considerando che la vita dell’uomo di oggi si esprime anche nell’ambiente digitale. Molti ritengono che i social network siano forme di condivisione, altri invece che siano un pericolo. Può la tecnologia della comunicazione aiutare gli uomini a incontrare Cristo nella fede? Su Twitter hanno superato quota sei milioni i follower (i seguaci) del Papa se si sommano gli account nelle nove lingue. Quello principale, in inglese, ne conta 2.474.133; è seguito dallo spagnolo con circa 2.256.837. Poi vengono l’italiano (704.911), il portoghese (299.301), il francese (133.319), il tedesco (102.160), il polacco (84.046) e l’arabo (57.387); ma prima di questi ul-

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timi due ci sono i “seguaciâ€? del latino: 92.813. “Bisogna capire cosa significa e quali bisogni e domande porta con sĂŠ l’esplosione delle Reti sociali. Sta cambiando non solo il nostro modo di pensare e lavorare, ma anche – spiega

mons. Domenico Pompili, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali – il nostro modo di stabilire relazioni e alimentarle nel tempo. Ecco perchĂŠ è opportuna una riflessione su questo territorio cosĂŹ centrale per la vita di tanti, soprattutto dei piĂš giovani. Dal messaggio, poi, emerge anche l’invito a vivere il nuovo ambiente non in maniera impaurita o acritica, ma in modo consapevole: la tecnica non si sostituisce alla persona, non la determina nĂŠ la impoverisce; a fare la differenza, anche in questi nuovi ambienti, è sempre la qualitĂ umanaâ€?. Le Reti sociali non sono semplicemente un luogo “altroâ€? dove attingere informazioni o da sfruttare a fini economici. “Esse rappresentano un ambiente vitale; sono vissute dalle persone come occasione di sviluppo delle relazioni; ‘sono parte del tessuto stesso della società ’. E questo spiega perchĂŠ la Chiesa non può non avere a cuore anche questo ambitoâ€?.

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al diaconato e al presbiterato presso la chiesa di S. Bartolomeo. Ore 15.30 - Brescia Cresime in Cattedrale.

VenerdĂŹ 10 maggio Ore 6.50 - Brescia Santa Messa presso il Seminario minore. Ore 20.30 - Pontevico Incontro di preghiera per i giovani presso la chiesa parrocchiale.

Domenica 12 maggio Ore 10.30 - Villanuova sul Clisi Cresime e prime comunioni. Ore 17 - Brescia Incontro con i collaboratori e Santa Messa presso la Volta Bresciana.

Sabato 11 maggio Ore 9.30 - Brescia Rito di ammissione tra i candidati

MartedĂŹ 14 maggio Ore 18.30 - Brescia S. Messa con il giovane clero presso il Centro pastorale Paolo VI.

MercoledĂŹ 15 maggio Ore 9.30 - Brescia Consiglio presbiterale. Ore 20.30 - Pisogne S. Messa per il centenario della morte di mons. Corna Pellegrini. GiovedĂŹ 16 maggio Ore 10.30 - Brescia S. Messa per le scuole cattoliche in Cattedrale. Ore 20 - Cossirano Liturgia della Parola presso la chiesa parrocchiale.

ƒ�…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘�‹�ƒ La Cancelleria della curia diocesana annuncia i seguenti provvedimenti dell’ordinario: La nomina a vicario zonale della Zona XIV – Bassa Orientale del Chiese – del rev.do sac. don Bernardo Chiodaroli.

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Missionari Saveriani di Brescia presentano il convegno annuale, organizzato dal mensile “Missione Oggiâ€?, in collaborazione con “Cem MondialitĂ â€?. L’evento è in programma sabato 18 maggio presso la chiesa di San Cristo a Brescia, con inizio alle ore 9. Dopo i temi dell’immigrazione e della povertĂ , il convegno affronterĂ la crisi di civiltĂ , che sta drammaticamente attraversando anche il nostro Paese e che ci fa sentire come “sulla soglia di un nuovo mondoâ€?. SarĂ il filosofo dell’UniversitĂ di Bergamo, Mauro Ceruti, a tracciare un’analisi della

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no soffrendo una metamorfosi inedita, a tal punto che un grande teologo, Jean Marie Tillard, è giunto a chiedersi se non “siamo gli ultimi cristianiâ€?. Per rispondere alla questione, “Missione Oggiâ€? ha interpellato il teologo spagnolo AndrĂŠs Torres Queiruga dell’UniversitĂ di Santiago de Compostela; il saveriano Francesco Marini (missionario saveriano e teologo), da anni in Indonesia; il domenicano Carlos Mendoza-Ă lvarez (teologo domenicano, docente alla FacoltĂ di teologia di CittĂ del Messico e di Friburgo/Svizzera); l’insegnante di Roma Antonella Fucecchi. Il confronto sarĂ facilitato da Paolo Boschini, parroco e filosofo della FacoltĂ teologica di Bologna; le conclusioni saranno affidate a Cristina Simonelli, teologa, presidente del Coordinamento delle teologhe italiane. In occasione del convegno, è stato pensato anche un seminario di studio, dal titolo: “Dio in tutte le religioni. Ripensare la rivelazione in tempo di pluralismo religio-

soâ€?, che avrĂ luogo il 16 e 17 maggio. Il seminario sarĂ a numero chiuso, fino a un massimo di 30 persone; è possibile iscriversi fino al 10 maggio presso la segreteria di Missione Oggi (0303772780). Il Seminario si articola in due momenti: il primo, di carattere introduttivo e fondativo, con la relazione di don Flavio Dalla Vecchia che farĂ il punto sul tema della rivelazione in prospettiva conciliare, e con quella di AndrĂŠs torres Queiruga (filosofo e teologo, professore emerito dell’UniversitĂ di Santiago de Compostela e professore invitato in Messico e in Brasile) che ci presenterĂ il suo punto di vista, giĂ sviluppato soprattutto nell’opera “La rivelazione di Dio nella realizzazione dell’uomoâ€? (Borla, Roma 1991), in prospettiva postmoderna e pluralista, ripensare la rivelazione in tempo di pluralismo religioso. Il secondo momento di approfondimento avrĂ lo scopo di precisare il rapporto

della rivelazione biblica giudaico-cristiana con le prospettive religiose altre. Al Seminario portano il loro contributo due dei relatori del Convegno del 19 maggio: padre Francesco Marini che parte dall’esperienza e riflessione maturata nel contesto asiatico, soprattutto nel Paese con piÚ musulmani al mondo come l’Indonesia; Carlos Mendoza à lvarez, che si sofferma sulla teologia della liberazione; di don Paolo Boschini che prende in analisi il contesto italiano ed europeo.

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“Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo GesĂšâ€? (Fil 2, 5). Sabato 11 maggio, alle 9.30, il vescovo Monari celebra il rito di ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato: Federico Corsini (SS. TrinitĂ - Irma) e Manuel Valetti (S. Stefano - Sale di Gussago). I due candidati hanno scelto come icona l’immagine “Il ritorno del ďŹ gliol prodigoâ€? di Rembrandt ospitata all’Ermitage di San Pietroburgo.

Sabato 11 maggio alle ore 18 nella sala Piamarta di via San Faustino a Brescia è in programma un incontro dal titolo “Ecco io faccio nuove tutte le coseâ€?: un viaggio in compagnia dei seminaristi della FraternitĂ San Carlo alla scoperta della passione di Dio per l’uomo, raccontando il libro dell’Apocalisse. La presentazione è curata da Luca Montini, seminarista bresciano della San Carlo. I seminaristi stanno presentando in diverse diocesi le ďŹ gure bibliche di San Paolo, Ezechiele...

“Vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signoreâ€?. La parrocchiale di S. Bartolomeo, sabato 18 maggio, ospita alle 9.30 il rito di istituzione dei ministri lettori e accoliti. I ministri lettori sono: Stefano Ambrosini (S. Bartolomeo, Bornato), Luca Biondi (S. Carlo, Rezzato); Marco Cavazzoni 8S. Lorenzo, Manerbio), Gianmaria Frusca (SS. Tirso ed Emiliano, Monticelli Brusati), Francesco Gussago (S. Maria Assunta,

All’interno delle iniziative riguardanti la riessione sul Concilio Vaticano II a 50 anni dalla sua apertura, il Movimento ecclesiale di impegno culturale di Brescia promuove per lunedĂŹ 13 maggio alle 20.45 presso l’oratorio della Pace (via Pace, 10) un incontro-confronto dal titolo “Per una Chiesa aperta e convivialeâ€?, a partire dalla testimonianza di mons. Piero Gabella, giĂ direttore dell’UfďŹ cio nazionale della Cei per la pastorale dei rom e dei sinti.

Orzinuovi), Davide PodestĂ (S. Lorenzo, Manerbio), Andrea Regonaschi (S. Maria Annunciata, Isorella), Luca Sabatti (Regina della Pace, Zanano); Alessandro Savio (S. Lorenzo Manerbio). Quattro, invece, i ministri accoliti: Marco Forti (SS. Zeno e Rocco, Mazzano), Marco Mondinini (S. Michele Arcangelo, Gianico), Massimo Pucci (S. Maria Assunta, Orzinuovi), Giorgio Tonolini (S. Pietro, Serle).

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a giornata del 1° maggio è stata un occasione di grazia, a partire dal tempo che ha permesso a piĂš di 400 persone di raggiungere a piedi con passeggini e carrozzine e in bici il bellissimo Santuario della Madonna della Pieve a Corticelle, in una campagna accogliente per i grandi spazi e per l’organizzazione della parrocchia. Scavi recenti visitabili hanno rivelato che le fondamenta del santuario poggiano su una villa romana di convertiti al cristianesimo che aveva anche un fonte battesimale, essendo probabilmente una Domus Ecclesiae. Famiglie non solo della zona, ma anche di altre molto distanti, hanno potuto godere di una pausa in fraternitĂ , riflessione e preghiera, con uno tempo dedicato agli adulti mentre i bambini erano con gli animatori ma con uno spazio anche per ritrovarsi tutti insieme come famiglia insieme ad altre famiglie. Salutando i pellegrini arrivati alla meta il vescovo Luciano ha offerto una riflessione a partire dal testo di Matteo della casa costruita sulla roccia, lasciando come consegna l’importanza della Parola di Dio che accolta e vissuta orienta la nostra vita come una bussola e permette di fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi. La Parola che umanizza sempre piĂš le nostre relazioni a partire da quel-

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in Luca 2: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?â€?. Dall’icona la riflessione si è spostata sulla vita concreta per dire come è possibile vivere la famiglia “stando nelle cose del Padreâ€? nostro – anche quando ci sono ferite non sanabili – e quanto questo faccia bene alla nostre vite come figli, genitori, nonni, zii‌ Abbiamo concluso la giornata con la Messa ritornando poi alla spicciolata, sperimentando cosa significhi celebrare la festa insieme, quanto sia prezioso concedersi uno spazio per guardare l’altro negli occhi e per guardarsi in

Dio e ai nostri figli abbiamo regalato un’esperienza di fede e di gioco insieme alla bellezza di essere con altri. Ăˆ un dono che nessuno potrĂ togliere loro. Un ultimo appuntamento aperto a tutti per quest’anno pastorale: il Simposio di pastorale familiare della mattina del 15 giugno con mons. Carlo Rocchetta sul tema “Famiglia: pietra viva della comunitĂ cristianaâ€?. Lo stesso relatore il 14 giugno alle ore 16.30 presenterĂ il suo testo “Teologia della famigliaâ€?. Entrambi gli appuntamenti sono a Brescia al Centro pastorale Paolo VI.

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Forniture per pesche di beneďŹ cenza

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A Fontaniva da molti anni, l’azienda F.lli Fabian, con la nuova sede appositamente ideata, ha saputo evolvere la propria organizzazione per soddisfare al megio la clientela operante nel mondo delle festivitĂ e delle manifestazioni che valorizzano il territorio e le tradizioni. Con una vastissima gamma di prodotti, prezzi imbattibili e un eccellente servizio pre e post vendita, il personale dinamico e qualiďŹ cato, saprĂ interpretare ogni richiesta con professionatĂ e spirito di innovazione.

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Ž‹ ‡•‡”…‹œ‹ •’‹”‹–—ƒŽ‹ †‡Ž ͚͙͛͘ L’Eremo di Bienno organizza gli esercizi spirituali per sacerdoti, religiosi e laici. Per i sacerdoti (a richiesta aperti anche ad altri): dal 16 al 21 giugno 2013 con mons. Ettore Malnati, della diocesi di Trieste, docente di teologia e studioso del ponteďŹ ce bresciano: “L’amore di Dio si manifesta in noi dapprima con la vocazione alla fedeâ€? (Paolo VI, 21 giugno 1967); dal 7 al 12 luglio 2013 “Il Cantico

dei Cantici� con mons. Marco Frisina della diocesi di Roma, musicista e biblista; dal 25 al 30 agosto 2013 “La Porta della fede� con mons. Francesco Cattadori, della diocesi di Piacenza; dal 10 al 15 novembre 2013 (anche per i laici) “La fede nel catechismo della Chiesa cattolica� con mons. Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati. Per laici, ma aperti a tutti: dal 5 al 10 agosto 2013 “Chi

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‹‘˜ƒÂ?‹ ‹Â? ’‹ƒœœƒ ha il Figlio, ha la vita (1Gv 5,12): Come vivere secondo l’uomo nuovoâ€? con don Marco Busca, don Sergio Passeri e collaboratori; dall’1 al 5 luglio “L’intimitĂ della fedeâ€? con padre Giuseppe Barzaghi, ďŹ losofo e domenicano. Per le religiose è previsto dal 7 al 15 giugno un corso di otto giorni con padre Fiorenzo Reati (Ofm): “Cerchiamo il tuo volto: una riessione sulla vita religiosa nell’Anno della fedeâ€?.

I giovani per un mondo unito del Movimento dei focolari si ritrovano in Piazza Loggia sabato 11 maggio dalle 16 alle 18 per costruire insieme ponti di unitĂ : stand di musica e danza per promuovere il “United World Projectâ€?(www. unitedworldproject.org) che, con una raccolta ďŹ rme, punta al riconoscimento di un Osservatorio internazionale permanente per promuovere e veriďŹ care quanto la fraternitĂ universale sia messa in atto da singoli, gruppi e nazioni.

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a comunitĂ parrocchiale di Manerbio ha reso un commosso saluto a don Michele Portesani nel giorno del suo funerale officiato nella chiesa di San Lorenzo martire dove il sacerdote aveva celebrato la sua prima Messa all’indomani dell’ordinazione sacerdotale nel Duomo della diocesi, il 14 giugno 1953. Ăˆ stato un sacerdote generoso. A testimoniare la sua solerte dedizione alla missione che aveva abbracciato in gioventĂš si sono alternati i vescovi emeriti, mons. Mario Vigilio Olmi (intervenuto alla veglia di preghiera) e mons. Giacomo Capuzzi (che lo ebbe grande amico) il quale ha presieduto la concelebrazione per le esequie con sacerdoti coi quali aveva condiviso gli anni del Seminario (i parroci emeriti mons. Osvaldo Mingotti e mons. Luigi Corrini) e altri in servizio a Manerbio e nella zona che ne hanno conosciuto la disponibilitĂ . Don Portesani ha concluso la sua vita terrena il 2 maggio. Era nato a Manerbio l’11 agosto 1925. Dopo l’ordinazione era stato designato vicario cooperatore a Barbariga (1953-1957) e Urago Mella (19571973) per diventare parroco di Porzano fino al 2000. In seguito era tornato a Manerbio come presbitero collaboratore, ma l’aggravarsi di una infermitĂ l’aveva costretto a trasferirsi nella Casa del Clero di Mompiano. Nell’elogio funebre il parroco mons. Tino Clementi ne ha tracciato la figura partendo dal-

la “sua infanzia caratterizzata dalla presenza di una comunitĂ cristiana vivace che con la sua famiglia lo ha educato alla fedeâ€?. Amava la montagna, con attenzione ai piccoli fiori che non trascurava di coltivare nel suo giardino dove ce n’erano sempre in abbondanza. “Questo amore – il commento di mons. Clementi – verso le vette, verso orizzonti lontani lo avvicinava al Creatore ed era indice di una sua specifica attenzione al belloâ€?. Ancora: “Don Michele aveva una vena artistica e nelle case ha lasciato in dono qualche suo lavoretto, ritratti e paesaggi descrivendo le sue sensazioni nel mondo che lo circondavaâ€?. Il sacerdote generoso

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ammirazione per don Michele. Riconoscenza ed apprezzamento anche da don Roberto Ravasi che ne ha raccolto il testimone alla guida della parrocchia di Porzano. Nel saluto finale l’auspicio di mons. Clementi a don Michele: “Non dimenticare il posto vuoto che lasci qui, nell’aldilĂ uno sguardo particolare rivolgilo al nostro Seminario che possa conoscere tante vocazioni, anche manerbiesi, vocazioni generose capaci di dire il proprio ‘si’ al Signore per tutta la vita perchĂŠ le comunitĂ cristiane possano avere come te altri ministri che annunciano la Pasqua vivendola giorno per giorno nel nome del Cristo Risortoâ€?.

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’’—Â?–ƒÂ?‡Â?–‹ ‡”•‘ Žƒ ÍœÍ&#x;Ć… ‡––‹Â?ƒÂ?ƒ •‘…‹ƒŽ‡ “Famiglia, speranza e futuro per la societĂ italianaâ€? è il tema della 47ÂŞ Settimana sociale che si terrĂ a Torino dal 12 al 15 settembre. Nella consapevolezza che passa proprio dalla famiglia la nostra possibilitĂ di rinascita, Mcl intende prepararsi con tre distinti seminari nazionali, ciascuno su un aspetto speciďŹ co: a Torino il 25 maggio sulla famiglia quale soggetto sociale, a Milano dal 19 al 22 giugno prendendo in esame la famiglia quale risorsa

per la societĂ nel suo complesso, a Senigallia dal 5 al 7 settembre sulla difďŹ cile armonizzazione tra famiglia e lavoro. Il primo evento sarĂ , appunto, a Torino sabato 25 maggio alle ore 15 presso il teatro Spazio+Incontri di via Saccarelli 18 per aiutare a considerare la famiglia nella sua dimensione di “soggettoâ€? sociale protagonista nella societĂ : in ciò richiamando quanto espressamente indicato nella Familiaris Consortio. Interverranno Luca Antonini,

presidente della commissione paritetica sul federalismo della Presidenza del Consiglio, Simona Beretta dell’UniversitĂ cattolica e componente del Comitato scientiďŹ co/organizzatore delle Settimane sociali, don Flavio Luciano, membro della commissione Pastorale sociale e lavoro della Conferenza episcopale piemontese. Con questi appuntamenti Mcl intende porsi in continuitĂ con la precedente settimana di Reggio Calabria.

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I pilastri della pace di Giovanni XXIII

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ssistere agli innumerevoli conflitti del nostro tempoâ€? nella “presunzione che una guerra mondiale sia ormai un rischio lontano nel tempoâ€? mentre “della pace non possiamo mai presumere nulla, perchĂŠ è un dono di Dio, ma anche un’opera quotidiana degli uominiâ€?. CosĂŹ il vescovo di Bergamo Francesco Beschi ha introdotto il convegno organizzato dal Mcl e dall’Ufficio di pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo in occasione del 50° dell’enciclica di Giovanni XXIII, la Pacem in terris, celebrato sabato 27 aprile al Teatro delle Grazie della cittĂ orobica. Il compito di diffondere l’attualitĂ del pensiero giovanneo è affidato al card. Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, che ha ricordato il ruolo internazionale del “Papa buonoâ€? nel dirimere nel 1962 la crisi di Cuba: l’influenza del Papa ha contribuito alla distensione. L’enciclica è indirizzata prima ai popoli, alle genti, poi alle nazioni, perchĂŠ queste, perseguendo prima il loro interesse, sono in contrapposizione tra loro. Ăˆ la prima enciclica rivolta a tutti, non solo ai cattolici. Ciò che è diritto deriva dalla dignitĂ dell’uomo, dalla sua natura, cioè dall’ordine voluto da Dio. Tra i diritti intrinseci spicca quello all’esistenza e a un tenore di vita dignitoso, dai quali derivano i diritti sociali, i diritti di libera iniziativa e il diritto al lavoro. Spiega il cardinale: “La storia ha prodotto nuove forme di guerra come la guerra sociale, la guerra finanziaria, la guerra sui beni, la guerra sulla mobilitĂ e

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sacrificio dei diritti socialiâ€? che “sempre piĂš spesso non vengono rivendicati come diritti e il dogma del mercato appare dominante e inattaccabileâ€?. L’economista Simona Beretta afferma come rispetto a 50 anni fa “si sono accorciate le distanze tra i Paesi poveri e quelli ricchi, ma dentro tutti i Paesi sono cresciute le divergenze sociali. L’accentuazione degli squilibri era giĂ messa a tema dall’enciclicaâ€?. Per don Francesco Poli, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, la costruzione della pace “ha un valore dinamico perchĂŠ interpella la libertĂ â€?. In un messaggio l’arcivescovo Loris Capovilla, giĂ segretario di papa Giovanni XXIII dichiara “ ogni credente dev’essere scintilla di luce e fermento vivificatore della paceâ€?.

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‹ˆŽ‡••‹‘Â?‹ ‘‘’‡”ƒœ‹‘Â?‡ ‡† ‡†—…ƒœ‹‘Â?‡ Il card. Bagnasco in un recente convegno su scuola ed educazione ha detto: “La nostra è una societĂ che stenta a educare perchĂŠ per molto tempo si è sentita paga del benessere raggiunto e dello sviluppo conseguito; perchĂŠ si è pensata autonoma dalle sue radici e dai suoi valori piĂš alti. Ăˆ necessario quindi che la societĂ nel suo insieme, tanto piĂš in un contesto in cui l’educazione è sempre piĂš concepita come

trasmissione di saperi volti a uno sviluppo esclusivamente tecnico, impari a concepirsi come una comunitĂ che educa, che forma persone e le accompagna nella vita. Si può far questo solo se l’educazione è trasmissione dell’immenso patrimonio valoriale e culturale della tradizioneâ€?. Anche il mondo delle imprese cooperative – il 50° della S. Giuseppe ne è una storica testimonianza –, per i suoi valori e

per il suo modello organizzativo, ha una dimensione educativa intrinseca: al primo posto la persona, che deve interagire con altre persone in una logica di corresponsabilità condivisa; mai paga dei risultati raggiunti; non si esaurisce nell’aspetto tecnico e trasmette il patrimonio culturale e valoriale della tradizione. Per questo il messaggio rivolto ai giovani: la cooperazione per voi ha le porte spalancate! (Angelo Chiappa)

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el 1963 si costituisce a Roè Volciano la prima cooperativa sociale italiana. Si tratta della S.Giuseppe, sorta sotto la guida forte e discreta di Giuseppe Filippini. Grazie ad un artificio legale la S.Giuseppe per prima riuscĂŹ ad aggirare il vincolo della ‘mutualitĂ interna’. Questa venne sostanzialmente dilatata oltre la tradizionale cerchia dei soci, prevedendo nel proprio statuto come scopo della cooperativa “l’elevazione morale dei soci, dei loro figli nati o nascituri, loro parenti fino al 4° grado mediante lo svolgimento di ogni attivitĂ formativa, educativa, ricreativa, assistenziale e caritativa (art.3)â€?. Ancor di piĂš faceva l’art.4, consentendo l’ammissione quali soci di “tutte le persone che intendono concorrere al raggiungimento degli scopi socialiâ€?. Inoltre, recitava ancora l’art.4 della S.Giuseppe, “a giudizio esclusivo del consiglio di amministrazione potranno essere ammessi a beneficiare comunque dell’attivitĂ sociale anche i non soci e non parenti dei soci, purchĂŠ provenienti ed operanti in zone da cui provengono, in cui risiedono o dove operano i soci e i loro parenti indicati nell’art.3â€?. Ăˆ evidente lo slalom: far apparire come mutualistica – cioè diretta a soddisfare un interesse dei soci – un’attivitĂ che successivamente si allarga al mondo intero. Ed è cosĂŹ che, in seguito, grazie all’appoggio dell’Unione provinciale delle cooperative, oggi Confcooperative Brescia, e poi di Confcooperative Lombardia e nazionale e al sostegno di parlamentari bresciani come Franco Salvi, un’idea

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fanzia “Paola di Rosaâ€? sempre a Salò, del campeggio estivo e di varie attivitĂ culturali ed educative. Il 1° maggio scorso presso la sede della cooperativa a Roè Volciano si è tenuta la celebrazione del 50° anno di fondazione. L’incontro è stato un’occasione di festa con quanti hanno vissuto questi anni nella cooperativa e nelle scuole e con quanti hanno consentito alla cooperativa e alle scuole di radicarsi nel tessuto sociale del territorio. Il programma ha previsto alle ore 10.30 la S. Messa e poi i saluti delle AutoritĂ . Sono tra gli altri intervenuti Valeria Negrini, presidente settore solidarietĂ sociale di Confcooperative Brescia e Felice Scalvini co-presidente di Coop Eu e vice presidente Ica.

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unto primo: sensibilizzare le singole coscienze e l’opinione pubblica. Punto secondo: organizzarsi e agire per coinvolgere attivamente almeno un milione di cittadini. Punto terzo: seguire gli sviluppi della proposta in sede istituzionale. Sono le tre fasi che deve attraversare ciascuna “Iniziativa dei cittadini europeiâ€? (Ice), nuovo istituto di partecipazione democratica predisposto dal Trattato di Lisbona ed entrato in vigore un anno fa, il 1° aprile 2012. Attualmente sono una quindicina le Ice attivate, la piĂš nota è “Uno di noiâ€? (che domenica 12 maggio celebra la sua giornata italiana) per la difesa dell’embrione umano, sostenuta da una vasta gamma di soggetti pro-life diffusi in tutto il continente. Va rilevato come questa modalitĂ predisposta per far risuonare la voce dei cittadini nelle sedi istituzionali di Bruxelles e Strasburgo

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per condurre fino in fondo l’impegno a tutela dell’embrione. E ciò per vari motivi. Anzitutto bisogna ricordare che gli stessi promotori dell’iniziativa fanno riferimento – come è necessario – alle esclusive materie comunitarie: “Uno di noiâ€? è intesa “a estendere la protezione giuridica della dignitĂ , del diritto alla vita e dell’integritĂ di ogni essere umano fin dal concepimento in tutte le aree di competenza dell’Ueâ€?. Essa domanda in particolare all’Ue di “porre fine al finanziamento di attivitĂ che presuppongono la distruzione di embrioni umani nei settori della ricerca, nei programmi di riduzione delle nascite e nella pratiche di sanitĂ pubblica che presuppongono la violazione del diritto alla vitaâ€? (è fra l’altro il campo della cooperazione internazionale). Non ci si può dunque attendere, per fare un esempio, che l’Ue intervenga sulle legislazioni riguardanti le interruzioni di gravidanza in vigo-

re nei singoli Paesi, che sono di esclusiva competenza giuridica nazionale. In secondo luogo, occorre prestare attenzione alle procedure. Infatti non è sufficiente raccogliere indistintamente un milione di firme (entro il 1° novembre 2013), ma occorre farlo mediante criteri predefiniti per quanto riguarda la validitĂ delle dichiarazioni di sostegno: quindi le firme passeranno al vaglio delle autoritĂ nazionali prima di essere trasmesse a Bruxelles. Ancora: le firme devono provenire da almeno sette Paesi, rispettando quorum minimi a secondo delle dimensioni demografiche: in Germania la quota è 74.500 firme, in Francia 55.500, in Italia e Regno Unito 54.750, per scendere a 38.250 in Polonia, 15milain Svezia, 13.500 in Bulgaria, 4.500 a Malta‌ Quando si giungerĂ al milione di firme “certificateâ€?, “Uno di noiâ€? arriverĂ finalmente alla Commissione, la quale incontrerĂ il Comitato promotore per consentire di

esporre nel dettaglio le tematiche sollevate dall’Ice, che saranno presentate anche nel corso di un’audizione pubblica al Parlamento europeo. L’Esecutivo Ue avrĂ tre mesi di tempo per decidere e far sapere (mediante una “comunicazioneâ€? pubblica) se intende formulare un’iniziativa legislativa oppure motivare un’eventuale risposta contraria. Se poi si dovesse effettivamente giungere a un’iniziativa legislativa della Commissione, la palla passerĂ nel campo del Parlamento europeo e del Consiglio Ue, che sono le due autoritĂ legislative dell’Unione europea, le quali a loro volta potranno stabilire di legiferare secondo la richiesta dei cittadini oppure non legiferare o, anche, paradossalmente, legiferare discostandosi dalle attese dei promotori dell’Ice. Il percorso, come si vede, è lungo, ma la posta in gioco è la vita: ecco perchĂŠ occorre procedere con assoluta determinazione.

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Due poeti bresciani si sono affermati al 7° concorso nazionale “La Caricaâ€? di Pastrengo nel Veronese, promosso dal Comune nell’ambito delle annuali celebrazioni della storica carica dei Carabinieri, con la partecipazione di centinaia di concorrenti di quasi tutte le regioni italiane. La commissione giudicatrice formata da cattedratici e docenti dell’UniversitĂ di Verona ha assegnato nella sezione lingua italiana il secondo premio a Eros

Il liceo statale “Gambaraâ€? di Brescia, su iniziativa dei docenti della Commissione “Stageâ€? e del Dipartimento di scienze umane dello stesso liceo, in collaborazione con il Ctrh (Centro territoriale risorse per l’handicap) provinciale in via dei Mille 4/b, ha inaugurato il 6 maggio scorso, nell’aula magna della scuola in via Gambara 3, una mostra documentaria dal titolo: “Un passo dopo l’altro‌ il cammino dell’integrazione dalla separazione all’inclusione nelle

Nava di Calcinato per la lirica “La beccacciaâ€?. Il secondo bresciano premiato al concorso di Pastrengo è Lazzaro Mutti di Montichiari, a cui è stato assegnata la medaglia del PonteďŹ ce. I due poeti bresciani hanno ricevuto l’ambito premio domenica entrambi dalle mani del Procuratore capo della Repubblica Mario Giulio Schinaia nel corso della cerimonia conclusiva della manifestazione alla presenza delle massime autoritĂ istituzionali della provincia di Verona.

istituzioni scolastiche brescianeâ€?. L’iniziativa, visitabile sino all’11 maggio, è particolarmente signiďŹ cativa per la realtĂ bresciana, in quanto ripercorre con testimonianze documentarie e fotograďŹ che le principali tappe del processo di integrazione didattica e culturale della scuola bresciana a partire dalla seconda metĂ del ‘700 ai primi anni Settanta del ‘900 con il passaggio dalle scuole “speciali e differenzialiâ€? alla “scuola statale pubblicaâ€?.

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stato il vescovo di Brescia, Luciano Monari, con un sintetico quanto efficace intervento sul significato della cattedrale a aprire la presentazione del dvd “La chiesa cattedrale di Bresciaâ€? ultimo arrivato dell’iniziativa editoriale che la sottocommissione per la catechesi attraverso l’arte e il Centro diocesano per le comunicazioni sociali avevano lanciato qualche anno fa per la valorizzazione dell’immenso patrimonio storico, artistico e culturale rappresentato dalle chiese della diocesi. Un patrimonio che, se adeguatamente documentato e valorizzato, poteva diventare uno strumento importante per la catechesi e l’annuncio. Il dvd dedicato alla Cattedrale di Brescia presenta in realtĂ un triplice percorso. Il suo racconto, infatti, è diviso tra il Duomo Vecchio, probabilmente edificato sul modello del Sacro sepolcro di Gerusalemme o della Cappella palatina di Aquisgrana, come ha sottolineato Fabio Larovere, curatore del progetto nel corso della presentazione, e il Duomo Nuovo sotto le cui volte sono conservate singificative opere d’arte connotate da importanti caratteristi-

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drale è diventata nel tempo la piĂš importante, anche da un punto di vista storico e culturale, di tutte le chiese di una diocesi. Il dvd “La chiesa cattedrale di Bresciaâ€?, risponde dunque anche a questo intento che ha saldi fondamenti teologici. Questo non significa che dall’opera, affidata alla regia di Claudio Uberti, non risalti la meraviglia delle due chiese madri del Bresciano, con il loro apparato artisticoarchitettonico che lascia senza parole chi si trovi a varcare per la prima volta la porta d’ingresso della Cattedrale o della Rotonda. Il dvd sulle cattedrali, realizzato anche con il sostegno della Fondazione Asm, è, dunque, l’ultimo capitolo di un progetto che ha giĂ portato alla realizzazione di opere analoghe sulle parrocchiali di Montichiari, Flero, Bedizzole, Verolanuova, Gardone Valtrompia, Ghedi e dell’unitĂ pastorale di Botticino.

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´0XVLFD GD EHUHÂľ FRQ 9DQ 'H 6IURRV Torna “Musica da bereâ€? concorso musicale che si svolge in terra bresciana, giunto alla 4ÂŞ edizione. Le date delle finali sono il 17, il 18 e il 19 maggio, rispettivamente al Ctm di Rezzato, al Teatro Corallo di Villanuova sul Clisi e al Centro sportivo di Vobarno. A contendersi la vittoria sei gruppi, selezionati tra 130 iscritti provenienti da tutta Italia: Arcane of Souls, Alberto GesĂš, FadĂ , La Metralli, Laula Lalla Domeneghini e Tablo. A presiedere la giuria Enrico De Angelis, responsabile artistico del Club Tenco di Sanremo, affiancato dal giornalista Massimo Pirotta, dall’organizzatore Enrico Faccio e dai musicisti Giorgia Poli (nota bassista degli Scisma) e Cesare Basile, bravo cantautore siciliano. Le tre serate finali saranno arricchite dalla presenza di tre nomi importanti della canzone italiana. Al Ctm di Rezzato, assieme ai finalisti, si esibirĂ Cristina DonĂ , cantautrice tra le piĂš intelligenti e all’avanguardia della canzone italiana; l’ultimo album di Cristina è “Torno a casa a piediâ€? del 2011. Sabato 18 a Villanuova si esibirĂ invece Shel Shapiro, nato a Londra e indimenticabile leader dei Rockes negli anni ’70, straordinario testimone di una mondo (non solo musicale) che pare non tramontare mai. La conclusione della rassegna vedrĂ come ospite un cantautore particolare come Davide Van De Sfroos (nella foto), nato come songwriter dialettale ma capace di competere in quanto a notorietĂ con i migliori rappresentanti italiani. Onore al merito quindi per gli organizzatori di questo importante Festival, che con

coraggio e caparbietĂ continuano a investire tempo, energie e idee per far crescere la musica di qualitĂ . L’anima di questo concorso è Davide Vedovelli, artefice anche del blog Spaccadischi, che mantiene alta l’attenzione sulle vicende musicali italiane. Un ringraziamento ai Comuni che hanno sostenuto questa iniziativa (Rezzato, Villanuova, Vobarno) oltre alla Provincia e alla ComunitĂ montana di Vallesabbia. Info Davide Vedovelli 377/4578845, www.musicadabere.it.

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”‡•…‹ƒ ÇŻ —”‘’‡ƒÂ? ‘’‡”ƒ †ƒ› ƒŽ ”ƒÂ?†‡ Anche Brescia, con il Grande, partecipa all’“European opera daysâ€?, l’iniziativa che da sei anni coinvolge in due giornate piĂš di 80 compagnie d’opera e teatri, europei e non solo, organizzando eventi gratuiti aperti al pubblico per far scoprire l’arte dell’opera in tutte le sue diverse sfaccettature. La Fondazione del Teatro Grande ha coinvolto il Conservatorio Luca Marenzio, dedicando al tema dell’opera il secondo appuntamento della rassegna dei “Concerti del

Conservatorio al Teatro Grande� in programma per domenica 12 maggio alle 11 presso il Ridotto del Teatro Grande. Nel concerto Omaggio all’Opera i giovani cantanti del Conservatorio delle classi di canto delle prof.sse Cristina Pastorello, Silvia Dalla Benetta, Donatella Lombardi e Vittoria Licari, accompagnati al pianoforte dal prof. Damiano Carissoni ed eseguiranno alcune delle arie piÚ celebri della storia del melodramma.

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a tempo tanti amici mi chiedevano di raccogliere in un libro di tutte le mie canzoni. Ma per un motivo o per l’altro continuavo a rinviare. Poi, grazie anche all’aiuto dell’amico scout Battista Cavagna, una vita di musica ha trovato spazio in un volume di oltre 220 pagineâ€?. CosĂŹ Francesco Braghini, il cantautore bresciano per eccellenza, parla di “Le sue 80 canzoni popolari e dialettaliâ€? un volume che raccoglie gran parte della sua produzione dedicata a cantare la brescianitĂ . Braghini, a 82 anni, non ha ancora smesso di divertire e di divertirsi con il dialetto che considera una vera e propria lingua che se oggi non gode di grande salute (“sempre in meno lo parlano e quei pochi tendono a italianizzarloâ€? è la constatazione del cantautore) ma che è uno straordinario veicolo per trasmettere sentimenti ed emozioni. E cosĂŹ Francesco Braghini non dice mai di no a chi lo invita. D’altra parte mettere a sordina alla musica sarebbe come rinunciare a una parte importante della sua vita. Una parte messa nero su bianco nelle pagine dell’opera fresca di stampa. Sfogliare il volume, soffermarsi a leggere le brevi note che raccontano la ge-

nesi di ogni singola canzone è come entrare in punta di piedi nella vita di Francesco Braghini e, tramite la sua musica, nella storia di Brescia e della brescianitĂ . Una storia che si apre con “Bressa, me bela cittĂ â€?, composta nel 1960 in un impeto di orgoglio tutto bresciano. Se Milano aveva la sua “Bela Maduninaâ€?, è la riflessione di Braghini, perchĂŠ Brescia non poteva avere una canzone che ne esaltasse la capacitĂ di mantenere la barra dritta su sentimenti e valori che nemmeno la “modernitĂ del tempoâ€? poteva scalfire? E dopo l’ode all’amata cittĂ molte altre sono state le canzoni che Braghini ha dedicato a un mondo sempre in bilico tra propensione al futuro e una sguardo al passato qualche volta velato di nostalgia. E come capita nella migliore tradizione cantautorale i testi finiscono spesso col diventare poesia. Si schernisce, Braghini, se qualcuno gli fa notare che le sue non sono semplici ballate popolari, ma testi che hanno la dignitĂ della migliore poesia popolare. Non ne vuole sapere, si considera soltanto il primo cantautore dialettale del Bresciano che con le sue canzoni ha voluto raccontare momenti belli e meno belli della sua cittĂ , della sua vita, consegnando alle generazioni future un importante pa-

trimonio artistico e culturale. Charlie Cinelli, Piergiorgio Zanetti e Daniele Gozzetti considerino Francesco Braghini il loro maestro, il capostipite della scuola della canzone dialettale bresciana. Per questo era importante che prima o poi Braghini accettasse l’idea di mettere mano a una raccolta di tutte le sue canzoni, corredandola, come ha fatto, di una parte dedicata a chi ha cantato il dialetto prima di lui. L’opera ora è compiuta, ma non è il canto del cigno di Braghini che continua a cantare e che a dispetto di tutto e di tutti considera ancora “Bressaâ€? una bella cittĂ . “Certo – afferma – i tempi sono cambiati. Il centro storico è stato per troppo tempo abbandonato a se stessoâ€?. Cosa canterebbe, allora, se dovesse riscrivere oggi la canzone che l’ha lanciato nel panorama della musica dialettale. Braghini non ha dubbi: la metropolitana.

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Da lunedì al venerdì, a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potrete seguire rassegne stampa locali e nazionali, ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

Dall’11 maggio la Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa della Natività di Maria in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Si celebra questa domenica la 47ª Giornata mondiale per le comunicazioni sociali. Il messaggio di papa Benedetto XVI (annunciato come tradizione il 24 gennaio scorso, festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti) riguarda dunque i social network da considerare, nel contesto dell’Anno della fede, porte di verità e di fede, nuovi spazi di evangelizzazione e fattore di sviluppo umano. Ne parliamo in Primo Piano (ore 9.20) con il nostro

La prossima puntata della rubrica “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio su “La Giornata per le comunicazioni socialiâ€? che si festeggia domenica. A seguire: “Gli esercizi spirituali per giovaniâ€? guidati dal Vescovo all’Eremo di Bienno; il “Convegno delle Ancelle della caritĂ â€? per il bicentenario della nascita della fondatrice; “Grestivalâ€?, l’incontro degli animatori del Grest al PalaBanco di Brescia. La rubrica “4 parole...â€? è con don Adriano

direttore don Adriano Bianchi. Ecclesia (ore 11) si occupa ancora di Pastorale universitaria con don Raffaele Maiolini. Il commento al Vangelo è di don Marco Busca. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl. Le rubriche si possono riascoltare in podcast sul sito www.radiovoce.it

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Bianchi per presentare la nuova sovra-copertina del settimanale diocesano “La Voce del Popoloâ€?. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www. vocemedia.tv che manderĂ in onda anche lo speciale “Il Corpo ecclesialeâ€? della sezione “Terre di Fedeâ€? dell’AgorĂ .

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,O EUXWWR GHOOD GLUHWWD YD DQFKH LQ UHSOLFD La scorsa domenica Rai Uno ha proprio toccato il fondo, e speriamo che piĂš in basso non si possa andare. Una bestemmia urlata davanti al portone della Basilica di Santa Maria in Aracoeli, a Roma, alle ore 17, in diretta nazionale, isole comprese. Una scivolone inaccettabile trasmesso durante la trasmissione “Domenica in – CosĂŹ è la vitaâ€?, che seguiva minuto per minuto il matrimonio dell’ex soubrette Valeria Marini, evento mondano e pesantemente pubblicizzato, migliaia di persone, centinaia di vip. Insomma, ancora una volta il circo in tv. Dallo studio le gentildonne di turno

commentano qualsiasi cosa si muova, ma ovviamente il protagonista della frittura mista è il vestito della sposa: il pizzo pregiato, il velo lungo ben otto metri, i diamanti un po’ ovunque... le mancano solo i petardi nei capelli. Nulla di tutto ciò può salvare questo evento dal qualunquismo di una grottesca farsa televisiva, che risulta volgare ancor prima del fatto della bestemmia. Una sposa che sfila nascosta da numerosi grandi ombrelli bianchi, per non fare vedere il vestito al transennato pubblico delirante e alle telecamere, perchĂŠ ovviamente qualche agenzia ha pagato profumatamente per avere l’esclusiva. Una sce-

na che ricorda gli arresti dei latitanti mafiosi: scortati dalla polizia, a testa bassa, con il volto coperto dai vestiti. E questa sarebbe la bellezza di una sposa il giorno del suo matrimonio? Povera Valeria, schiava della sua immagine ancor piĂš dei suoi fan, prigioniera dello spettacolo che sempre deve offrire al pubblico affamato. SarĂ certo vantaggioso per la sua notorietĂ sposarsi in pubblico in stile festa da scudetto, ma che tristezza vedere una donna schiacciata, spintonata, braccata dalla folla e dai giornalisti. Ăˆ proprio durante questa calca primordiale che i bodyguard della Marini spintonano i cameraman e i paparazzi, e

nella tensione generale arriva, nitida e scandita, la bestemmia in questione. Bando ai moralismi e ai contro-moralismi: di bestemmie purtroppo ne sentiamo spesso un po’ ovunque. Ma ascoltarle in diretta nazionale è troppo. Si è trattato di una miopia televisiva a livello di produzione, di ideazione: è ovvio che se si decide di seguire in diretta un evento di tale bassezza culturale il rischio di incappare in scene o frasi offensive o sconvenienti è alto. Chi cerca trova. Ma se errare è umano, perseverare è diabolico. E infatti su una pagina del sito internet ufficiale della Rai, (nello specifico Rai Replay, dove si trovano

le repliche delle trasmissioni della settimana precedente) nessuno si è preso la briga di censurare la bestemmia: si può riascoltare a piacimento, come se niente fosse. Colpa della tv. E colpa del pubblico. Chi affida il suo tempo libero a una televisione di pessima qualità deve aspettarsi il peggio. Lasciamo da sola questa televisione. Lasciamoli soli nei loro studi sgargianti a ridersi e piangersi addosso. Basterebbero poche ore di scelta critica, di boicottaggio mediatico, per cancellare per sempre questa brutta tv: se non dai palinsesti, almeno da casa nostra.


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utto pronto, o quasi, per la 66ÂŞ edizione del Festival di Cannes che apre mercoledĂŹ 15 maggio e chiude domenica 26 maggio. Nell’immaginario collettivo, e non solo, il festival francese se la gioca quasi alla pari per importanza mondiale con la Mostra del cinema di Venezia; ma forse piĂš di questa, proprio per la sua collocazione oltralpe, racchiude anche un po’ di quell’aria naĂŻf, di bellezza quasi d’altri tempi, di eleganza e glamour. E l’apertura è nel rispetto della sua immagine piĂš classica con “Il Grande Gatsbyâ€? (fuori concorso) del regista Baz Luhrman e un fenomenale Leonardo Di Caprio che dovrebbe calpestare (condizionale d’obbligo fino all’ultimo momento) il red carpet. E c’è anche un po’ di Italia a Cannes. Torna per la quinta volta Paolo Sorrentino con “La grande bellezzaâ€? (in concorso) suo ultimo lavoro che annovera nel cast Toni Servillo, protagonista, e fra gli altri Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Pamela Villoresi, Isabella Ferrari, Giorgio Pasotti e Roberto Hertlizka. il film è un viaggio nel fascino eterno di Roma fra un’umanitĂ decadente. La guida di questo viaggio è un giornalista e scrittore, Servillo, amaro e disilluso. L’Italia c’è anche con

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il primo lavoro alla regia di Valeria Golino “Mieleâ€?, con Jasmine Trinca nei panni di Irene, una ragazza che per guadagnarsi da vivere favorisce la dolce morte a malati terminali che non ce la fanno piĂš a sopportare i dolori. “Mieleâ€? non è in concorso, ma è in “Un certain regardâ€?, sezione parallela al concorso ufficiale. Un pezzo di cinema nostrano anche nella “Semaine de la Critiqueâ€? con il lungometraggio “Salvoâ€? di Fabio Gassandonia e Antonio Piazza. Fra le proiezioni speciali c’è poi Roberto Minervini con “Stop the pounding heartâ€?. Italia a parte, scorrendo i film si nota come gli Stati Uniti sembrano un po’ farla da padroni. Emma Watson, ormai molto ex maghetta di Harry Potter, è la protagonista del film diretto da Sofia Coppola “The Bling ringâ€? che aprirĂ â€œUn certain regardâ€?. Il film, tratto da una storia vera, racconta di alcu-

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ni adolescenti che si introducono nelle case dei vip per rapinarli. Non mancano, in gara, i fratelli Coen “Inside Llewyn Davisâ€? con una storia ispirata a Dave Van Ronk. Dopo “Driveâ€? continua la collaborazione tra il regista Nicolas Winding Refn e Ryan Gosling in “Only God forgiveâ€?. In concorso anche Steven Soderbergh con “Behind the candelabraâ€? con la biografia del pianista Liberace; interpreti Michael Douglas e Matt Damon. Chiusura del festival con “Zuluâ€? di JĂŠrĂ´me Salle con Orlando Bloom e Forest Whitaker. Da ricordare ancora in concorso “The immigrantâ€? di James Gray con Marion Cotillard e Joaquin Phoenix, “La VènusĂ la fourrureâ€? di Roman Polanski con Emanuelle Seigner, “La vie d’Adèleâ€? di Abdellatif Kechiche e “Le passèâ€? di Asghar Farhadi, giĂ premio Oscar per “Una separazioneâ€?. Assaggi di nomi e titoli noti, ma lo spazio è anche per quelli che il grande pubblico conosce meno o non conosce affatto, tra cui potrebbe nascondersi il vincitore della Palma d’oro. A giudicare, la giuria presieduta da Steven Spielberg, tra cui spiccano Nicole Kidman, Ang Lee e Christoph Waltz. La madrina della 66ÂŞ edizione è Audrey Tatou, diventata celebre grazie al ruolo ne “Il favoloso mondo di AmĂŠlieâ€?.

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L’Assocazione industriale bresciana ha dato avvio alla road map delle assemblee che porteranno a quella di ďŹ ne maggio in cui la maggiore organizzazione imprenditoriale locale eleggerĂ i suoi nuovi vertici. Il 6 maggio scorso è toccato al Comitato piccola industria che, nel corso della sua assemblea ha individuato in Giancarlo Turati, amministratore delegato di Fasternet, il nuovo presidente che succede nella carica a Francesco Franceschetti, non piĂš rieleggibile

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secondo il regolamento associativo. Paolo Franceschetti (Camuna Idroelettrica) e Maddalena Nocivelli (S 4 Win) sono i nuovi vice presidenti, in carica come il presidente per il quadriennio 2013/2017. I Componenti il consiglio direttivo sono: Paolo Franceschetti (Camuna Idroelettrica), Piermatteo Ghitti (Barone Pizzini), Maddalena Nocivelli (S 4 Win), Luca Roda (Luca Roda), Mauro Tininini (Thre), Elisa Torchiani (Torchiani) e Giancarlo Turati (Fasternet).

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u come spendere i denari pubblici, la lista che ha di fronte il nuovo governo Letta è lunga, continuamente aggiornata da piĂš parti e incessantemente promossa da chi intende beneficiarne. Incentivi alle aziende, all’export, all’occupazione, agli esodati e a chi ha perso il lavoro; alle energie pulite e alle spese degli enti locali. E poi i pagamenti arretrati della pubblica amministrazione, le opere pubbliche da finanziare, le famiglie da sostenere‌ Se aggiungiamo pure la voce: “togli quelle tasseâ€?, la lista si fa fitta fitta. Questo non vuol dire che queste richieste siano ingiuste, immotivate, assurde. Anzi. Solo che a tale lista si contrappone quella in cui sono elencati i modi per reperire tali risorse: ad oggi assai striminzita. Posti due limiti estremi (da una parte aumentare ancora la giĂ esorbitante pressione fiscale; dall’altra affidarsi a ciò che c’è nel cilindro del prestigiatore), dentro questo spazio il governo per forza di cose dovrĂ muoversi. GiĂ da subito qualcosa si può fare, a costo zero o penalizzando pochi a vantaggio di tutti. A cominciare dall’abolizione di certe imposte o normative che hanno fatto piĂš danni che vantaggi. La necessaria fretta con cui ha agito, soprattutto all’inizio, il governo Monti, ha prodotto anche alcune storture dannose ma facilmente rimediabili. Con lo scopo di raggranel-

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lare subito qualche decina di milioni di euro, si è fortemente penalizzato il settore automobilistico: il taglio dei costi deducibili ha fatto risparmiare qualcosina alle casse dello Stato, ma ha letteralmente messo in ginocchio un comparto giĂ in difficoltĂ . Le immatricolazioni sono scese a livelli da anni Sessanta e decine di migliaia i posti di lavoro nella filiera dell’automobile sono andati in fumo. Abbiamo

risparmiato10, abbiamo perso 10mila. Va da sĂŠ che cambiare sinfonia farĂ la fortuna di tutti, Stato compreso. Prendendo spunto dall’agenda Giavazzi – lo studio fatto dall’omonimo economista per vedere come e dove tagliare la spesa pubblica – si può adottare in un amen il proposito di limare gli incentivi troppo generosamente accordati alle fonti energetiche alternative. Un salasso da diversi miliardi di euro

all’anno che tutti pagano in bolletta ai pochi che ne hanno approfittato. Non si dice di togliere, ma di limare sĂŹ. E un’altra cosuccia che, con una legge di poche righe, ridarebbe fiato all’intera societĂ italiana, è la riformulazione della riforma previdenziale Fornero in senso piĂš elastico. Enrico Letta l’ha giĂ preannunciata: una norma che permette piĂš flessibilitĂ nell’etĂ pensionabile, in cambio di una penalizzazione del trattamento pensionistico. Andare in pensione prima, percependo meno, non altererebbe i conti previdenziali, risolverebbe il dramma degli esodati, libererebbe posti di lavoro a favore delle giovani generazioni. Si tratta solo di alcuni suggerimenti che si possono fare subito e senza grandi costi. La vendita di beni dello Stato abbisogna di tempi lunghi e di favorevoli circostanze di mercato; il recupero dell’evasione fiscale non è pianificabile per decreto; le grandi riforme (a cominciare dalla giustizia civile) necessitano di grandi risposte della politica.

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7UH JLRUQL SHU O¡HFRQRPLD GL FDVD Valorizzare il territorio a 360 gradi: dalla ristorazione all’agricoltura, dal turismo alla cultura, portando all’interno di sedi prestigiose le opportunitĂ , le tradizioni, i colori e i sapori del nostro territorio. Ăˆ la ‘mission’ che si propone “Made in Provincia di Brescia – Territorio da Vivereâ€?, evento promosso dalla Provincia, in collaborazione con il Centro vitivinicolo provinciale e il Comune di Rodengo Saiano. Tre giorni, dal 31 maggio al 2

giugno, nella cornice dell’abbazia olivetana di San Nicola, dedicati all’economia locale, per far incontrare il produttore con il consumatore. Una occasione per promuovere il marchio d’impresa “Made in Provincia di Bresciaâ€?, “uno strumento – spiega Daniele Molgora (nella foto), presidente dell’ente – che consentisse alle nostre imprese radicate sul territorio di farsi conoscere. La nostra provincia è un territorio ricco di cultura, di storia e di

attrazioni, ma conta anche su un mercato fatto da 1milioni e 300mila residenti e su un indotto di oltre 9 milioni di presenze turisticheâ€?. L’evento di Rodengo propone a partire dalle 18 di venerdĂŹ una serie di laboratori del gusto, assaggi e degustazioni di prodotti tipici, aperitivi ‘locali’. “Mettiamo in rete le attivitĂ produttive – precisa Mauro Tognoli, del Centro vitivinicolo – per mostrare le eccellenze e la qualitĂ che la nostra provincia può offrireâ€?.

Nelle serate di sabato e di domenica nella zona ristorazione saranno servite le prelibatezze locali per una cena “Made in Provincia di Bresciaâ€? con menu bio e di territorio. Durante la ‘tre giorni’ i visitatori troveranno uno spazio libri, con le produzioni di case editrici bresciane dedicate all’enogastronomia, itinerari artistici, intrattenimenti musicali, zona animazione e giochi per i piĂš piccoli e momenti dedicati alla solidarietĂ e al volontariato.


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Un’opera prima dedicata alla grande passione per la squadra della nostra cittĂ , una passione che non indietreggia nemmeno di fronte al purgatorio della serie cadetta. VerrĂ presentato sabato 11 maggio alle 18 presso il centro culturale “Aldo Moroâ€? di Orzinuovi il libro di Giannino Palumbo intitolato “Una vita in B. Brescia calcio nel cuore (e calci al cuore)â€?. Il libro racconta della vita di un uomo e di quella di un tifoso: 40 anni di passione per una squadra

di calcio, il Brescia, con la “B� nel suo destino. Squarci di luce, ma soprattutto ombre; speranze, ma soprattutto illusioni. Nei numerosi viaggi e nei mille incontri per l’Italia (e non solo). Partendo da un piccolo paese della Bassa, dove sempre ritornare. Alla presentazione del libro interverranno anche il curatore Tarcisio Muratore e l’assessore allo Sport del Comune orceano Alessandro Battaglia.

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lla fine ci voleva lui. L’Airone che per buona parte della stagione ha stentato nel suo volo e che per un certo periodo è sembrato piĂš simile a un anatroccolo, troppo brutto per essere vero, finalmente è tornato alle altezze che gli competono. L’ha fatto dopo i segnali di risveglio delle scorse giornate, prendendosi la squadra sulle spalle, anzi sulle ali, imprimendo il suo marchio su una gara appassionante e segnata da continui cambi di risultato. Il match di sabato contro l’Ascoli, infatti, ha visto il Brescia andare per due volte in vantaggio proprio con Caracciolo, salvo poi essere raggiunto in entrambi i casi da un’autorete di De Maio e da un rigore realizzato dall’ex di giornata Robert Feczesin. Il Brescia arriva anche a temere nel finale la beffa dei marchigiani, ma ancora una volta è il suo cannoniere a rimettere a posto le cose, trafiggendo di testa Gomis su punizione di Scaglia, sul finire del secondo tempo. Andrea Caracciolo sale cosĂŹ a 15 gol in stagione, superando anche quota 100 con la maglia del Brescia, arrivando quindi con 101 reti ad una sola lunghezza dal record di sempre di De Paoli.

che si giocherĂ in trasferta proprio contro il Livorno. La sfida è difficile, contro una delle migliori formazioni del campionato, che giĂ fece piangere il Brescia nel 2009, soffiandogli la promozione in serie A proprio in una finale playoff. In vista di una sfida che si preannuncia altrettanto importante per la stagione del Brescia, il capitano Marco Zambelli afferma in proposito: “Sappiamo di affrontare una gara difficile, sotto tanti punti di vista, ma andremo a giocarcela serenamente e consapevoli delle nostre capacitĂ . La cosa piĂš bella però è che arriviamo a questa partita con la possibilitĂ di giocarci ancora il raggiungimento di un traguardo importanteâ€?. Il sogno continua, insomma, e sarĂ piĂš facile da raggiungere se l’Airone continuerĂ a volare ad ali spiegate

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L’augurio è ovviamente quello che possa superarlo giĂ in questa stagione, continuando a contribuire alla causa delle Rondinelle che nella giornata appena trascorsa ha avuto risvolti positivi: il pareggio del Varese ha consentito ai ragazzi di Calori l’aggancio al 6° posto a quota 59 e la contemporanea sconfitta del Novara contro il Bari

lascia la 5ÂŞ posizione, occupata dai piemontesi a un solo punto. Anche la distanza tra Empoli e Livorno, rispettivamente in 4ÂŞ e 3ÂŞ posizione è ridotta a 8 punti, lasciando quindi aperta la possibilitĂ di disputare i playoff. Brescia quindi ancora padrone del proprio destino, soprattutto tenendo conto dell’anticipo di venerdĂŹ,

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1RQRVWDQWH &RQWH L FRQWL QRQ WRUQDQR La festa è archiviata. Le bandiere bianconere in tutta Italia stanno lĂŹ a ricordare il nuovo successo in campionato della Juventus di Antonio Conte. Il secondo in due anni. Non è un caso se persino Zeman, nemico giurato della Vecchia Signora, l’abbia definito il miglior allenatore d’Italia. La stagione 2012/2013 non ha piĂš molti verdetti ancora da sancire, tra retrocessioni e accessi alle coppe. Resta invece da dire sul fatto che i conti, nonostante

Conte, non tornino. Il calcio nostrano rimane indietro, relegato ancora all’idea che il campione (top player) sia colui al quale la squadra debba mettersi a servizio, colui che deve primeggiare, immagine della squadra. Non cosÏ la Juve di Conte, che ha chiesto piÚ di un top player per rimanere; ha anche spiegato che il suo riferimento resta il Bayer in cui i top player sono al servizio del gruppo e, di contro, il gruppo esalta le doti del

top player. Credo predicato in Italia in passato da Arrigo Sacchi che fece grande il Milan pieno di campioni che giocavano per la squadra. Ma la strada tracciata dal Bayern va al di lĂ del gioco in campo, guarda a strutture e societĂ all’avanguardia che mirano al futuro. E se Conte se ne andrĂ dalla Juve non sarĂ solo una questione di calciomercato ma anche perchĂŠ il calcio in Italia è ancora fermo a un concetto di gioco e di strutture antiche.

E perchĂŠ le squadre italiane possano riprendere a dire qualcosa in Europa non servono necessariamente i soldi (la Juve con Conte ha speso 156 milioni contro i 115 del Bayern) ma una mentalitĂ . Quella che in Italia una volta funzionava: investire sulle persone e sulle idee. Basti pensare al citato Milan di Sacchi o alla Juve in cui giocava Conte. Non sempre si compravano campioni, li si cresceva. Allora i conti tornavano, cosĂŹ come i successi.


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Il Csi partecipa al cordoglio per la scomparsa del senatore a vita Giulio Andreotti, ricordando in lui un sincero amico, oltre che un politico attento ai problemi dello sport. Negli anni del dopoguerra i suoi interventi furono essenziali per la rifondazione del sistema sportivo nazionale secondo criteri di pluralismo, di democrazia interna e di piena autonomia, nella convinzione che Coni, Federazioni ed Enti di promozione dovessero

operare in “stretta intesa e unitĂ collaborativaâ€?, essendo “omogenei e complementariâ€?. La vicinanza e l’amicizia tra Giulio Andreotti e il Csi, anche dopo la presidenza di Luigi Gedda, è testimoniata dai tanti preziosi interventi ai congressi, dai messaggi di stima, dalla presenza alla storica inaugurazione della sede in via della Conciliazione. Il Csi ne celebra la memoria con un minuto di silenzio sui propri campi per tutta la settimana.

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arĂ la partita dell’anno. In certi casi perfino la partita della vita, perchĂŠ arrivare a giocarsi una finale provinciale non capita tutti i giorni. GiovedĂŹ 9 maggio l’inizio del “pellegrinaggioâ€? sportivo a San Zeno, dove le squadre del calcio targato Csi sperano di ricevere come grazia uno scudetto. L’antipasto, però, viene servito nella vicina Folzano, al palazzetto Vittorio Mero. Alle 20.30 Calcinato e Orzinuovi si affrontano per il bronzo. Alle 21.30 riflettori puntati su Bcc Caffè Danesi e Real Futsal, pronte a contendersi il titolo. VenerdĂŹ si passa al calcio a 11 (ore 19 al Comunale di via Moro). Da una parte il Fuorimisura, dall’altra una tra Young Boys Chiari e Sporting Montichiari. Sabato trasferimento all’oratorio sanzenese di via Roma. Alle 17 il faccia a faccia dell’under 14 tra Giaffa Clusane e Augusta A, mentre alle 18.30 sarĂ la volta di Asco Vestone e San Rocco A, le big della categoria allievi. Chiusura di giornata dedicata al calcio femminile, con la sfida tra Sale Gussago e Lions (ore 20). Piatto ricchissimo anche quello domenicale. Alle 17 in campo gli juniores di B. Rock e Borgonato, alle 18.30 in palio il titolo top junior tra Nave e Gussago. Alle 20.30 chiusura con la finalissima open di Élite. Due Effe Liquori e Bevande l’ha giĂ conquistata a spese del Ponte Zanano, Duomo Rovato e Folgore se la contenderanno dopo il 3-3 dell’andata. Anche

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faccia a faccia tra S. Angela Merici e Paolo VI Concesio alle 18 (juniores) e tra Pezzaze e Fionda alle 18.30 (under 14). L’under 14 mini, invece, scenderà in campo alle 17.30 con Bassa Bresciana - Castel Mella. Domenica mattina largo alle top junior. Alle 10 Abcf Comero – S. Giacinto per il titolo, Paolo VI Mura – Rs Volley per il podio. Nel pomeriggio l’open misto. Alle 15 la finalina, alle 17 la finalissima. In gara Olimpia Paitone, All Star, Camignone e Cortefranca. Basket di scena sabato sera alle 21. Prima della sfida per il titolo Team 75 Lograto e i ragazzi di San Zeno giocheranno nel ricordo dell’amico Daniele Tira.

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Contro la Rai per una blasfema esibizione Egr. direttore, in merito alla scandalosa e blasfema esibizione avvenuta durante il concerto del 1 Maggio trasmesso da Rai 3 ho ritenuto di inviare alla Rai la lettera di protesta in cui ho espresso la mia indignazione per gli atti blasfemi avvenuti e tollerati nel concerto del 1 maggio di Piazza San Giovanni a Roma, promosso da Cgil, Cisl e Uil, e trasmesso da Rai3. Ancora una volta la Rai si rende strumento massmediatico di inqualificabili esibizioni che ledono e offendono gravemente la dignitĂ e la fede religiosa di milioni di cittadini italiani che oltretutto devono pagare il canone. Ăˆ una beffa, pagare una tassa per subire un servizio pubblico che irride i valori religiosi fondamentali della nostra nazione. Nella lettera di protesta ho chiesto pertanto che la Rai prenda dei provvedimenti esemplari nella gestione dei rapporti con la suddetta manifestazione e nei confronti dei responsabili della diffusione delle immagini. Ho chiesto, altresĂŹ, che tali provvedimenti siano resi pubblici. Ho auspicato infine vivamente che tali atti inqualificabili non vengano piĂš diffusi dalla Rai nel modo piĂš assoluto. Chiudo questa lettera ricordando che tutti possiamo farci sentire scrivendo alla Rai collegandosi al seguente link: http://www.scriverai.rai.it/eService_ ita/&SWEHo=www.scriverai.rai.it Giorgio Marusi

Pellegrini della gioia

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Egr. direttore, le proposte dell’Anno della fede hanno arricchito di novità il tradizionale

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pellegrinaggio “Roma expressâ€? e lo “Start-upâ€? o “Festa della fedeâ€? rivolto ai ragazzi che stanno completando l’Icfr con l’anno della mistagogia. Il Papa ha fissato per i giorni 26-28 aprile il Pellegrinaggio dei cresimandi e dei cresimati a Roma. Ăˆ stata la buona occasione per unire le due iniziative promosse dall’Ufficio per gli oratori e i giovani e dall’Ufficio per la catechesi, con l’apporto prezioso di un’Êquipe di animazione coordinata dalle Suore Operaie. Indimenticabile il momento dell’arrivo dei pullman con a bordo piĂš di 1500 preadolescenti sullo spiazzo del santuario della Madonna del Divino Amore a Roma, per il primo momento del pellegrinaggio. Ad attenderli le Suore Operaie con canti, danze e un’animazione dinamica e festosa. Dopo un primo momento di timidezza, i ragazzi si sono lasciati coinvolgere con l’entusiasmo, l’immediatezza e la semplicitĂ che li caratterizza. La festa della fede, che aveva come tema conduttore lo slogan “Rimanete nel mio amore xkè la vs gioia sia piena!â€?, è continuata in santuario, con un momento di preghiera viva e dinamica, animata fra l’altro dalla “scuola di danza moderna cristiana Holy Danceâ€?. Un modo inedito di pregare che con semplici scenografie ed eleganti passi di danza ha saputo evocare, tra lo stupore dei ragazzi, la bellezza e il fascino della fede. L’ascolto della Parola non poteva che avere al centro il Vangelo da cui è stato tratto lo slogan della festa: “Io sono la vite voi i tralci, rimanere nel mio amore perchĂŠ la vostra gioia sia pienaâ€?. Il vescovo Luciano ha invitato i ragazzi ad essere persone capaci di portare frutti buoni e ha indicato alcune caratteristiche che qualificano le persone autentiche,

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come la responsabilitĂ e la capacitĂ di amare. La professione di fede e la preghiera del mandato hanno concluso la celebrazione. Durante il viaggio di andata i ragazzi sono stati invitati a fare una piccola offerta per sostenere papa Francesco nel suo servizio ai poveri, e, nella stessa occasione, sono state consegnate loro delle cartoline speciali, appositamente realizzate per l’occasione, con le quali avrebbero potuto raggiungere persone care e donare loro la gioia di un ricordo da Roma. L’assegno ricavato dalle offerte è stato poi consegnato personalmente al papa da Paolo, il ragazzo bresciano che ha ricevuto la Cresima dallo stesso Pontefice. Il momento piĂš desiderato è intenso è stato l’incontro con papa Francesco, durante la celebrazione eucaristica di domenica. GiĂ dalle prime ore del mattino decine di migliaia di ragazzi hanno riempito Piazza San Pietro. In mezzo ad essi i bresciani, riconoscibili dal cappellino bianco e dal pass con lo slogan: “Xkè la vs gioia sia pienaâ€?. Papa Francesco ha ricordato ai cresimandi che il Signore non ci sceglie per “cosine piccoleâ€?, ma affinchĂŠ giochiamo la nostra vita su grandi ideali. Emozionante il rito della crismazione presieduto dal papa, con una cinquantina di cresimandi provenienti da tutti i continenti. A concludere la celebrazione, l’atteso e ormai consueto giro della piazza del Papa, con le toccanti fermate per salutare ammalati e bambini. Subito dopo la ripartenza per Brescia. Nelle aree di servizio in autostrada, poche battute con i nostri ragazzi sono state sufficienti per cogliere la gioia che si portavano dentro per quei tre giorni indimenticabili di festa della fede. suor Stefania Nadai

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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