La Voce del Popolo 2013 20

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Bisognerebbe trovare due o tre sindaci con un po’ di coraggio e di visione, e poi chiedere loro, se serve anche pregarli, di rimettersi a lavorare seriamente sull’idea di una ComunitĂ della Bassa bresciana. Si fa un gran parlare di tagli ai costi della politica che, tanto per essere chiari, non sono quelli della diaria dei parlamentari, ma di un Parlamento sovraffollato, Regioni sprecone, Province specializzate in paternalismo, ComunitĂ montane con strutture abnormi. PerchĂŠ dunque una ComunitĂ della Bassa bresciana? PerchĂŠ dell’abolizione delle Province ce ne faremmo presto una ragione (nella Bassa ricorderemo questo ente in maniera imperitura per gli effetti, tra il drammatico e il ridicolo, della “rotonditeâ€?, malattia degenerativa del campanilismo che assieme a qualche rotatoria stradale davvero necessaria, ha generato un orilegio di asfalto riducendo la viabilitĂ bassaiola ad un calvario) ma non potremo rinunciare a forme amministrative di programmazione e di gestione sovracomunale per grandi aree omogenee. Il progetto della ComunitĂ della Bassa bresciana naufragò piĂš o meno 10 anni fa a causa delle gelosie e delle convenienze di qualche ambizioso politico locale che non avendo avuto per primo l’idea riteneva inconcepibile che altri potessero azzardarsi a proporla. Le ferite causate da quella storica miopia sono oggi sotto gli occhi di tutti. Vogliamo parlare delle cosiddette “aree produttiveâ€? sorte come funghi senza alcuna programmazione, senza un’idea d’insieme, senza un sistema di riferimento? Ǥ ͙ͥ

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Â?…Š‡ ‹Â? ‡Â?ƒ–‘ „ƒ––‡ ‹Ž …—‘”‡ ƒŽ’‹Â?‘ Tra i 10mila bresciani presenti alla 86ÂŞ Adunata nazionale c’erano anche le Penne nere della sezione di Lograto e Maclodio. Tra loro Renato Albertini che ha postato le sue foto con gli amici su Facebook. Gli alpini sono noti per la loro generositĂ che li porta a essere una presenza signiďŹ cativa all’interno delle nostre comunitĂ .

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senterĂ con una lista denominata “Azione civicaâ€?, in cui sono conuiti alcuni degli attuali componenti della sua squadra di amministratori. Si rinnoverĂ la sďŹ da con Anna Falsina di “Futuro Adessoâ€? sullo sviluppo sostenibile del Paese e l’attenzione alla dimensione sociale; nell’agone politico anche Angelo Giacomelli (“Progetto Trenzano Cossiranoâ€?) e Michele Redigonda (“LibertĂ e sicurezzaâ€?). A Quinzano sďŹ da a due tra la Civica di Andrea Soregaroli, attuale vicesindaco, e la formazione di centrodestra guidata invece da Lorenzo Olivari. A Berlingo (al voto per la prematura scomparsa di Dario Ciapetti) sono in campo: Cristina Bellini (“Berlingo virtuosaâ€?), Dante Paolo BonďŹ glio (“Alleanza democraticaâ€?) e Carlo Gandossi (“Per un paese miglioreâ€?). Ǥ ͙ͥ


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Orzinuovi (inizialmente erano previste sette parrocchie per 17.308 abitanti). Anche Lograto e Maclodio, venendo incontro alle esigenze delle comunitĂ , dovrebbero lavorare insieme. Parroco unico, in un futuro vicino, per Ludriano e Roccafranca. Va ricordato che sul territorio sono giĂ operative alcune esperienze con il parroco unico (Corzano, Bargnano e Frontignano; Farfengo, Motella, Padernello). A queste si aggiunge anche la

parrocchia di Orzinuovi, guidata proprio da don Domenico, parroco anche di Coniolo, Ovanengo e prossimamente di Barco. Altre realtĂ , si veda Pompiano e Orzivecchi, non hanno un parroco unico ma collaborano giĂ da tempo. “Dove ci sono comunitĂ vivaci – spiega don Amidani – bisogna stare attenti: il rischio è che si sentano abbandonate. Non si devono togliere le iniziative, ma piuttosto puntare sulla formazione

comuneâ€?. L’esempio concreto arriva proprio da Coniolo dove l’anno scorso è stato scelto di fare un unico grest con Orzinuovi (con scarsi risultati: solo otto partecipanti), quindi la comunitĂ di Coniolo avrĂ il suo grest mentre la formazione sarĂ unica. Il vicario testimonia la buona volontĂ dei laici che quando manca la figura del parroco si sentono piĂš responsabilizzati: “La linea è quella giusta, vanno solo coordinatiâ€?. (l.z.)

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ll’interno della zona IX della beata Stefana Quinzani da piĂš di un anno è attiva l’esperienza dell’unitĂ pastorale che riunisce le parrocchie di San Paolo, Scarpizzolo e Cremezzano. Il territorio in realtĂ non è nuovo ad accorpamenti, perchĂŠ giĂ circa 50 anni fa la parrocchia di San Paolo fu il risultato dell’unione delle comunitĂ di Oriano e Pedergnaga, in una sorta di unitĂ pastorale “ante litteramâ€?. E se allora l’unificazione fu un processo che incontrò non poche difficoltĂ , oggi questa è un’esperienza che sta avendo buoni risultati. Da che l’unitĂ pastorale è stata eretta, infatti, il cammino verso un’integrazione dell’azione pastorale si è espresso in diversi ambiti e ha dato

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origine a molteplici esperienze che stanno segnando positivamente la vita dei fedeli delle comunitĂ . Secondo quanto racconta il parroco don Alfredo Savoldi il primo passo è consistito nell’armonizzazione degli orari delle Messe nelle diverse parrocchie, arrivando tra il sabato e la domenica a celebrarne otto: questo ha portato a un buon movimento di fedeli, che partecipano alle funzioni nelle diverse chiese dell’unitĂ pastorale a seconda delle proprie esigenze. Un ulteriore aspetto del cammino di integrazione è consistito nell’elezione di un unico consiglio pastorale dell’unitĂ , che vede eletti i propri rappresentanti in maniera proporzionale al numero di fedeli delle parrocchie di origine. Le parrocchie piĂš piccole, comunque, co-

me Scarpizzolo e Cremezzano, ricevono particolare attenzione con apposite commissioni che si occupano di organizzare gli eventi piĂš specifici come le feste patronali. Anche il cammino dell’iniziazione cristiana si svolge in comune e vede l’utilizzo di tutti gli oratori ognuno con un compito ben preciso: in quello di San Paolo, infatti, si tengono la maggior parte delle lezioni, tranne quelle dei bambini dei primi due anni del percorso che utilizzano gli ambienti piĂš raccolti di Cremezzano. A Scarpizzolo, invece, si tengono i ritiri che precedono i momenti piĂš importanti del percorso e dell’anno liturgico. In questo modo, sottolinea don Alfredo, strutture che avrebbero ospitato pochi ragazzi hanno invece una grande vivacitĂ

poichĂŠ ospitano i ragazzi di tutta l’unitĂ . Persino una particolaritĂ locale, come l’attenzione missionaria verso le chiese dell’est (è infatti attiva l’omonima associazione presieduta da mons. Antonio Rossi, oltre ad altri gruppi simili) coinvolge volontari delle diverse parrocchie. Un cammino quindi, quello dell’unitĂ pastorale, che ha interessato nel profondo il

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A Andare con il treno che porta la gente. Ascoltare i pensieri. Scoprire S il piacere di stare fermi e ugualmente di andare. Apprezzare il momento di quiete in questo modo di correA re. r Osservare il sole, la terra, le piante, le cose, l’acqua del fiume che passa sotto i ponti nuovi e quelli di mille anni fa. f Osservare le greggi intente a pascolare, le nuvole in cielo, le O strade. Apprezzare di vivere e al contempo scoprire che non s st conta gran che. Sentire che è meglio ammirare, imparare, c co diventare quello che siamo, senza volerlo, lasciando liberi i d div pensieri, osservando quanto assomigliano ad un volo di corvi p pens o ad un u branco di cavalli, che impazziscono per niente, o alzano appena la testa quando passa il treno. PiĂš avanti un uomo e una a donna, sul d su greto del fiume guardano l’acqua che passa. Sono felici, tristi, innamorati? Si conoscono appena? Che pensano? PerchĂŠ sono lĂŹ? tr innam Due l’acqua continua a passare. C’è una stazione deserta, Du presenze mentre m qualche treno in movimento; malinconia di un binario, due rotaie gemelle, piĂš loro in lontananza. C’è pure una locomotiva a carbone, sop vicine tra lo no decenni che non ne vedevo piĂš. Il fumo, piegato in due, sfida il vento.

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ÂŽ ˜‘Ž–‘ †‹ ”‡•…‹ƒ ° —Â? ƒŽ–”‘ Stiamo entrando nella fase ďŹ nale della campagna elettorale per le amministrative del 26 e 27 maggio. I bresciani eleggeranno il loro sindaco come altri 15 Comuni della provincia. Il clima in cittĂ si sta riscaldando: 10 candidati, tra storici e novitĂ , molte liste con un richiamo civico, centinaia i pretendenti al ruolo di consigliere comunale. Confronti a piĂš non posso, qualche schermaglia, alcuni autorevoli sondaggi e molte chiacchiere sotto i portici e inďŹ ne la discesa a Brescia di qualche big nazionale. Il tutto si presta a qualche considerazione. Anzitutto su cosa sta accadendo attorno ai candidati in vista del voto. Non c’è dubbio che ogni parte politica abbia l’esigenza di farsi conoscere

e pertanto sia in cerca di visibilitĂ , come è pure vero che la campagna elettorale serve a far emergere le istanze del territorio, dei gruppi, delle lobby e di ogni genere d’interesse di parte (si spera anche dei singoli cittadini). I candidati vengono interpellati su ogni cosa, tutto e il contrario di tutto. Funziona questo meccanismo? e soprattutto, serve? Positivamente esprime un’esigenza di partecipazione: porre questioni che stanno a cuore e interpellare la politica afďŹ nchĂŠ si faccia carico dei bisogni è saggio. Peccato che questo fervore preelettorale non riesca a generare nella cittĂ un meccanismo costante di corresponsabilitĂ , che signiďŹ chi anche il continuo monitoraggio dell’azione amministrativa di un territorio. Magari ci fosse una dialettica nel tempo tra i cittadini e la politica! Dall’altro lato la galleria degli incontri di questi giorni ha tanto il sapore di voler

solo intercettare il consenso di chi vota. Hanno senso tutti questi dibattiti? Non credo. L’hanno nella misura in cui si aprono a un dialogo vero. Invitare i candidati solo per porre proprie istanze o cercare adesione ai propri ideali rischia di essere sterile. Se sono persone di valore lo dovremmo vedere dalla loro storia e nel loro modo di essere. Fare i cattolici con i cattolici, i radicali con i radicali, i laici con i laici lascia un po’ il tempo che trova. Non è un’altra la sostanza? Quando si parla di un Comune, credo conti di piĂš come si affrontano i problemi e con quali risorse. Forse dovremmo impedire loro di farci troppo promesse vaghe e futili dichiarazioni di principio. In secondo luogo fa specie, in questa tornata, vedere come alcuni temi cosĂŹ “centraliâ€? negli anni passati si siano completamente eclissati. Non che mi dispiaccia non sentire piĂš che gli immigrati

sono un problema o proclami per alimentare la paura. Che oggi nei dibattiti si parli di piĂš di lavoro e di giovani, di sviluppo della cittĂ e di ambiente e di sobrietĂ della politica è un guadagno per tutti. A noi cittadini, però, questo dice che nulla di assoluto c’è in politica. Toni, temi e modi possono modiďŹ carsi a ogni cambio di luna e venire smentiti con facilitĂ . Forse il metodo basta a vincere le elezioni, ma per governare una cittĂ complessa serve una credibilitĂ che non s’improvvisa. Dulcis in fundo. Lasciatemi dire che se la discesa dei big a Brescia per il voto produce gli effetti della manifestazione di sabato scorso in piazza Paolo VI è meglio che i big restino a casa loro. No comment sulla scelta di piazza Duomo. No comment su ciò che è accaduto. Certo è che giornate cosĂŹ non fanno bene nĂŠ alla politica, nĂŠ alla cittĂ . Il volto di Brescia è un altro ed è giusto che l’Italia lo sappia.

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uesta storia sarebbe piaciuta a De Andrè... Dai diamanti non nasce niente, cantava in “Via del campoâ€?, ricordando come un bel fiore trovi la forza di spuntare anche in quelle situazioni, in quegli spazi che l’opinione pubblica, i benpensanti guardano con malcelato disagio. Anche Brescia ha tanti di questi spazi, a cui a volte si guarda con falsa benevolenza, con sorrisi di circostanza, spazi che è meglio tenere a debita distanza, accontentandosi di una conoscenza superficiale, fatta di luoghi comuni. Uno di questi è il carcere. Brescia e i bresciani non possono fare finta che non esista, collocato com’è in pieno centro storico, a pochi passi da piazzale Arnaldo, fulcro della movida cittadina e da quel gioiello d’arte e di storia che è il complesso museale di Santa Giulia. Una presenza fisica ingombrante che ha imposto la presa d’atto della sua esistenza. PerchĂŠ,

grazie alla presenza di tanti volontari che ogni giorno varcano le pesanti porte di ferro chiuse a doppia o a tripla mandata, c’è uno scambio costante tra diverse quotidianitĂ : quella frenetica che scorre lungo via Spalto San Marco e le strade che circondano il carcere e quella che muove, forse piĂš lentea, all’interno di Canton Mombel-

lo. La cittĂ , o almeno buona parte di essa, non sa esattamente cosa sia la casa circondariale. Crede, però, che sia un luogo da cui è meglio girare al largo. Spesso ci si accontenta del racconto che della casa circondariale (quella che ospita le persone in attesa di giudizio, che per la legge italiana sono ancora potenzialmente innocenti) fanno le statistiche. E allora Canton Mombello diventa una delle strutture carcerarie peggio messe in Italia, con un tasso di sovraffollamento che non ha pari, con i suoi 480 “ospitiâ€? stipati in spazi destinati ad accoglierne 230 o poco piĂš. Ma Canton Mombello non è solo questo! Accontentarsi dei numeri significa mettere in discussione il principio che la permanenza in carcere debba essere funzionale a percorsi di recupero, di reinserimento del detenuto nella societĂ . Ăˆ per questo che Francesca Gioieni, la giovane e determinata direttrice della casa circondariale, e con lei chi, agenti peni-

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tenziari, volontari e gli stessi detenuti, non perde occasione per dire, a volte per gridare, che Canton Mombello è qualcosa di piĂš, qualcosa di diverso rispetto a statistiche e numeri. Certo, quello ci sono, e spesso sono impietosi. Il sovraffollamento (480 ospiti a fronte di una capienza che non dovrebbe essere superare le 230 unitĂ ) e i limiti strutturali, però, non possono essere un limite, un alibi un passo indietro rispetto al principio della pena riparativa come punto fermo dell’ordinamento penitenziario italiano. E cosĂŹ, silenziosamente, giorno dopo giorno si lavora, tutti insieme, perchĂŠ anche in uno spazio che non è un diamante possa “spuntare un fioreâ€?. A ben guardare i risultati non mancano. Costano fatica, a volte non si riesce a farli conoscere perchĂŠ la corazza dei luoghi comuni è troppo spessa per essere scalfita, ma ci sono, a Brescia come in altre parti del Paese. Grazie alla collaborazione tra la stessa direzione, la polizia penitenziaria, volontari, associazioni e alcuni benefattori locali i detenuti che usufruiscono del

regime di detenzione aperta (hanno l’obbligo di rientrare in cella solo per la notte) hanno ristrutturato sei celle e altri spazi comuni del reparto che una volta ospitava gli “specialiâ€?. 22 i posti ricavati con questa iniziativa che ha avuto un duplice scopo: rendere attivi i detenuti, facendoli parte di un progetto condiviso, responsabilizzandoli e, nello stesso modo, ridando loro un po’ di quella autostima che spesso in carcere si perde. Grazie al loro lavoro lo Stato ha risparmiato risorse. PerchĂŠ a fronte di un preventivo di spesa di 100mila, i detenuti, grazie alla collaborazione della polizia penitenziaria, hanno ristrttutato le sei celle piĂš altri spazi comuni con poco piĂš di 700 euro a stanza... Gli stessi detenuti hanno prestato poi la loro opera per la sistemazione di due laboratori in cui, grazie alla cooperativa Camille, sono state sottoscritte commesse con aziende bresciane per un progetto lavorativo che, a pieno regime, arriverĂ ad occupare 16 persone. Un traguardo importante, determinante per ridare dignitĂ , speranza di futuro a chi deve

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ancora saldare i conti con la società per alcuni sbagli commessi. Piccoli, ma significativi esempi di come una giustizia non punitiva o vendicativa sia possibile anche in realtà come Canton Mombello e possa diventare terreno di confronto per far breccia in una cultura ancora diffusa che vede nel carcere l’unico modo con cui lo Stato presenta il conto a chi trasgredisce le sue leggi.

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no ormai maturi i tempi per iniziare ad interrogarsi sulla sopravvivenza dell’esperienza carceraria, cosĂŹ come è giunta sino a oggi? La domanda è andata facendosi sempre piĂš impellente, soprattutto dopo che l’Europa nei mesi scorsi ha “certificatoâ€? le evidenti lacune (sovraffollamento e deficit strutturali) del sistema italiano. Ciò che sorprende, in un Paese in cui l’esercizio di sottrarsi alle proprie responsabilità è largamente diffuso, è che al dibattito prendano parte anche alcuni dei massimi rappresentanti dell’amministrazione penitenziaria. Evidentemente il rapporto quotidiano con un mondo che non è fatto soltanto di “eccedenzeâ€? e di strutture obsolete, ma anche di buone prassi che pochi, però, conoscono, consente loro di intervenire con cognizione di causa, senza particolari timori per dire le cose come stanno e, perchĂŠ no, anche per indicare come potrebbero essere. Non si è sottratto ad osservazioni critiche Luigi Pagano (nella foto), vice capo del Dipartimento dell’amministrazione provinciale, l’organismo che si occupa della politica dell’ordine e della sicurezza negli istituti penitenziari italiani. Nel corso dell’iniziativa

ospitata nella casa circondariale di Canton Mombello e ricordata in queste pagine, ha posto senza mezzi ternini la domanda sulla sopravvivenza dell’esperienza carceraria, convinto com’è che non tutte le questioni che comportano un danno per la societĂ debbano diventare materia della giustizia penale e condurre necessariamente al carcere. Vivendo da dentro la realtĂ carceraria italiana, Pagano ha maturato la convinzione, supportata anche da elementi oggettivi, che si debba avviare un confronto senza pregiudizi sul tema delle pene alternative, per altro giĂ presenti nell’ordinamento. “Mettere in discussione a 300 anni dalla sua creazione l’istituto del carcere – sostiene ancora il vice capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – non significa certo sigillarlo sotto una pietra tombaleâ€?. Per Pagano il carcere continua ad avere una sua funzione. “Certo – afferma – potrebbe funzionare un po’ meglio se si riuscisse a dare piena applicazione a un ordinamento carcerario che se anche ha sulle spalle una storia di quasi 40 anni (fu approvato nel 1975) ha ancora una sua validitĂ â€?. Il riferimento di Pagano è per i tre criteri fondamentali elencati nell’art.27

del citato ordinamento. Criteri che, per la loro novitĂ , sono stati spesso al oggetto di studio, di dibattito ma che sono rimasti largamente inapplicati. Molto in Italia si è parlato di umanizzazione della pena (e dell’ambiente in cui deve essere scontata), di riguardo nei confronto di una persona che vive l’esperienza del carcere da imputato e, per ultimo, del condannato in via definitiva perchĂŠ possa, ai sensi dello stesso ordinamento, reinserirsi a pieno titolo nella societĂ al termine della pena... “Criteri – afferma Pagano – rimasti sulla carta, vittime dell’idea che fossero espressione di eccessiva accondiscendenza nei confronti di chi ha commesso un reatoâ€?. In realtĂ rappresentavano soltanto passaggi e principi capaci di garantire un risparmio allo Stato. “Applicare concretamente quei principi – afferma ancora il rappresentante dell’amminisatrazione penitenziaria – avrebbe rappresentato un investimento in sicurezza sociale, perchĂŠ ogni persona pienamente recuperata rappresenta un criminale in menoâ€?. E quindi meno costi per lo Stato... Ăˆ questa una delle ragioni per cui a Pagano piacerebbe che il tema carcerario potesse diventare materia economica (“con spazi anche su

Il sole24oreâ€?) e non solo sociale. Pagano è solo uno dei tanti, all’interno dell’amministrazione penitenziaria, ad essere convinto della necessitĂ di avviare un serio percorso di verifica, un approfondimento sul tema delle misure alternative alla carcerazione. Un percorso che trova, però, ancora ostacoli all’interno di una societĂ che teme un abbassamento della guardia, un rilassamento su un tema caldo come quello della certezza della pena. Forse conoscere un po’ di piĂš quello che si realizza all’interno delle carceri italiane (l’iniziativa bresciana dei giorni scorsi è solo uno degli sforzi per fare della detenzione una concreta opportunitĂ di recupero, ndr.) potrebbe contribuire a un confronto piĂš sereno su un campo che molti temono, anche solo per ignoranza.

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Mentre la comunitĂ internazionale incomincia a interrogarsi seriamente sulla guerra in corso in Siria, dal Paese dilaniato da un conflitto che dura ormai da due anni, arrivano anche notizie di straordinaria solidarietĂ . E cosĂŹ nelle stesse ore in cui alla Casa Bianca il presidente americano Obama e il premier britannico Cameron discutevano di un possibile intervento in Siria e della necessitĂ di “aumentare la pressioneâ€? per giungere alla

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deposizione di Bashar Assad, da Aleppo è giunta la notizia di un gesto di solidarietĂ che ha unito musulmani e cattolici. P. David Fernandez, missionario dell’Istituto del Verbo Incarnato di Aleppo ha raccontato all’agenzia Fides dell’emergenza di una novantina di disabili che, costretti a fuggire dal quartiere di Cheikh Maksoud di Aleppo dove abitavano, ora sono ospitati in una residenza per studenti messa a disposizione dal Vicariato

apostolico della cittĂ siriana. “Nella tragedia della guerra – ha affermato il religioso – i gesti della caritĂ appaiono come un dono ancora piĂš luminoso e commoventeâ€?. P. Fernandez ha raccontato anche dell’accoglienza che le suore di Madre Teresa di Calcutta hanno offerto ad altri anziani e infermi costretti ad abbandonare case e strutture colpite dalle azioni militari che tengono sotto assedio la seconda cittĂ del Paese.

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ono le 22 del 31 maggio 1993 quando l’agenzia Ansa batte la notizia che tre civili italiani sono stati uccisi (due giorni prima) nella Bosnia centrale da uomini che indossavano la divisa dell’esercito bosniaco. Altri due italiani, secondo fonti che fanno riferimenti alle Nazioni Unite, sono stati ritrovati a Grnica. Il lancio dell’Ansa non fa nessun nome. Solo poche ore dopo si conosce la veritĂ . Le vittime sono Guido Puletti, Fabio Moreni, Sergio Lana, tre volontari che, insieme ai due sopravvissuti, Agostino Zanotti e Cristian Penocchio, erano partiti da Brescia per la Bosnia il 28 maggio. Erano diretti alle due cittadine bosniache di Vitez e Zavidovici – nella prima per portare aiuti alla popolazione civile e nella seconda per prelevare una sessantina di donne e bambini, vedove ed orfani della guerra, e portarli in Italia. Brescia pagava cosĂŹ il primo, pesantissimo tributo alla guerra nella ex Jugoslavia che infuriava oramai da piĂš di un anno senza che nessuno riuscisse a vederne uno sbocco, una conclusione. Guido Puletti era giornalista, proveniente dall’Argentina dove aveva conosciuto la repressione feroce scatenata dai militari, al potere con il golpe nel 1976. Fabio Moreni e Sergio Lana animavano invece la “Caritas di Ghediâ€?. Cristian Penocchio era, ed è tuttora, fotografo, Agostino Zanotti faceva

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della mobilitazione che aveva visto tante realtĂ bresciane mettersi in moto per portare aiuto alle popolazioni vittime della peggior guerra combattuta in Europa dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Una guerra che ancora oggi, a quasi 20 di distanza, non può dirsi ancora definitavemente chiusa per le tensioni, i contrasti sottorranei, le tante ferite ancora aperte. Pesano, nonostante gli accordi sottoscritti dalle parti in causa e l’azione della diplomazia internazionale, gli oltre 250mila morti e i 2 milioni di profughi. Brescia, nonostante il tributo pagato, non ha mai smesso di dare

il proprio aiuto alle vittime di questa ennesima tragedia del XX secolo. La morte dei tre volontari è stata da stimolo alla nascita di gruppi e iniziative che hanno portato la solidarietĂ della terra bresciana. Per anni nelle zone dilaniate dalla guerra sono stati inviati aiuti materiali e sostegno a quelle iniziative che potessero servire al processo di pacificazione, di una rinnovata convivenza civile. E quando la guerra è stata dichiarata formalmente chiusa l’impegno e l’attenzione bresciana non sono venuti meno. Sono stati semplicemente dirottati su altri frontri di bisogno.

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3DVVL DYDQWL YHUVR O¡(XURSD Il fattore chiave è stato la prospettiva europea. A 14 anni dalla ďŹ ne della guerra nei Balcani e dall’intervento della Nato contro il regime serbo di Slobodan Milosevic, Belgrado e Pristina tornano a cooperare per un futuro condiviso, un futuro europeo. L’accordo siglato a Bruxelles nelle scorse settimane rappresenta, infatti, un momento storico importante per questi due Paesi, ma il cammino è ancora lungo. Soddisfazione da par-

te dell’Europa che però ora attende di passare dalla “teoriaâ€? alla “praticaâ€?. “L’Europa vuole il successo di Serbia e Kosovoâ€? ha sottolineato Van Rompuy, il quale ha però invitato i due Paesi ad “attuare l’accordo senza scorciatoieâ€? per arrivare a “risultati concretiâ€?. Risultati che però tardano ad arrivare, visto che l’incontro del 7 maggio a Belgrado, tra il Governo locale e i rappresentanti dei serbi del Kosovo sull’applicazione degli accordi ďŹ nora

raggiunti con le autoritĂ albanesi kosovare di Pristina, si è concluso con un nulla di fatto. Grandi anche le speranze per chi in questi luoghi ci vive e vorrebbe uscire dallo stallo politico, economico e sociale attuale, come ha racconta mons. Ladislav Nemet (nella foto), vescovo di Zrenjanin e segretario generale della Conferenza internazionale dei Ss. Cirillo e Metodio, che considera l’accordo raggiunto nei giorni scorsi “un passo in avanti per

la sicurezza all’interno della regione. Quando parlo di sicurezza, intendo pace tra Serbia e Kosovo e anche una maggiore serenitĂ in Serbia, che per giorni ha vissuto intensamente le trattative in corso a Bruxelles, soprattutto per il forte interesse sollevato dai mass mediaâ€?. Mons. Nemet è anche convinto che le trattative siano state usate anche per coprire la disastrosa situazione sociale, economica e morale del Paese.


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‡Â?‘˜ƒ Â?ƒ …‹––Â? ˆ‡”‹–ƒ Proprio nelle ore in cui viene congedato questo numero di “Voceâ€? si stanno svolgendo a Genova i funerali delle vittime della tragedia del porto di Genova del 7 maggio scorso. Una nave mercantile, nel corso della manovra per uscire dal porto, ha urtato pesatemente una torre di controllo dei piloti, causando la morte di otto, tra ufďŹ ciali e operatori portuali. I funerali sono presieduti dall’arcivescovo di Genova e presidente della

Cei, cardinale Angelo Bagnasco. Nel porto del capoluogo ligure continuano intanto le ricerche dell’ultimo disperso del crollo della Torre Piloti, abbattuta dalla nave Jolly Nero. Si tratta dello spezzino Gianni Jacoviello: nonostante il lavoro ininterrotto di sommozzatori e palombari, i familiari di Jacoviello hanno dato l’assenso afďŹ nchĂŠ i funerali si svolgano “anche con solo otto bareâ€?, quelle delle vittime che sono state

recuperate ed identiďŹ cate ďŹ no a questo momento. GiĂ nelle ore immediatamente successive all’incidente il card. Bagnasco aveva espresso profondo cordoglio, solidarietĂ e vicinanza ai familiari delle persone coinvolteâ€?. Anche papa Francesco, informato dall’incidente di Genova, ha fatto pervenire, tramite il segretario di Stato Tarcisio Bertone un messaggio di cordoglio alla cittĂ e alle famiglie delle vittime.

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arare “riforme strutturaliâ€? che diano piĂš “competitivitĂ â€? al nostro sistema produttivo, premiando il merito e operando “una sorta di grande riconciliazione tra mondo del lavoro e famigliaâ€?, e puntare di piĂš sui giovani e sulle donne, perchĂŠ il modello di famiglia considerato ideale dagli italiani – a differenza di quanto troppo spesso vogliono farci credere i media – è quello nel quale lavorano entrambi i coniugi e vengono messi al mondo almeno due figli. Sono due delle proposte concrete “per il lavoroâ€?, contenute nell’omonimo Rapporto-proposta sulla situazione italiana elaborato dal comitato della Cei per il Progetto culturale. Il Rapporto è stato presentato nei giorni scorsi a Roma, dal card. Camillo Ruini, giĂ presidente del citato Comitato, dal sociologo Sergio Belardinelli, dal presidente del Censis Giuseppe De Rita e da Michele Tiraboschi, docente di diritto del lavoro all’UniversitĂ di Modena-Reggio Emilia. Nell’introduzione il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, invita a rivoluzionare il modello del lavoro “grazie al supporto di un pensiero nuovo, fermamente convinti che il lavoro è decisivo per la definizione dell’umanoâ€?. â€œĂˆ necessario – è un altro passaggio dell’introduzione – creare un contesto sociale

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non lavoro, le condizioni lavorative non degne della persona, ogni forma d’asserimento dell’uomo al capitale e tutte le situazioni di sfruttamentoâ€?, o peggio di “schiavitĂšâ€?, di cui sono “vittimeâ€? troppe persone nel mondo. Una prospettiva importante che chiede però quello che il card. Bagnasco ha definito un profondo rinnovamento strutturale, che ponga l’uomo al centro del processo di sviluppoâ€? La disoccupazione, che ha raggiunto ormai livelli patologici soprattutto per le fasce giovanili, cosĂŹ come il sempre piĂš diffuso precariato, hanno enormi riflessi sulla vita delle persone, collocandole in un alveo di insicurezza e instabilitĂ che minano la progettualitĂ sul proprio futuroâ€?. La crisi del lavoro, insomma, emerge dal rapporto come “crisi profonda a livello etico, ancor prima che a livello economicoâ€?. Tra i limiti denunciati dal Rapporto quello delle troppe donne a casa e delle troppe culle vuote. In Italia si registra oggi un tasso di occupazione femminile tra i piĂš bassi d’Europa e quello di natalitĂ tra i piĂš bassi del mondo. Una grande svolta culturaleâ€? sul lavoro, in crisi per la “debolezza delle nostre istituzioni politicheâ€? e a causa di un mercato “spesso bloccato da troppe rigiditĂ legislative e corporativeâ€?. Questa la conclusione del Rapporto-proposta della Cei “Per il lavoroâ€?.

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La separazione dei genitori è un evento traumatico per i figli, che vengono all’improvviso a trovarsi, come degli equilibristi, in bilico su un filo sospeso nel vuoto. Mariella Bombardieri, pedagogista, formatrice e mediatrice familiare ed Ennio Pasinetti, che si occupa, di testi di narrativa e manuali per l’infanzia e la scuola primaria. hanno scelto di dedicare a questo tema il nuovo libro “In bilicoâ€? in cui viene data voce all’esperienza di sei persone, ora adulte, che hanno

L’Assessorato alla cultura e la parrocchia SS. Faustino e Giovita di Sarezzo hanno promosso lo spettacolo teatrale â€œâ€ŚMi piacerebbe, terminando, d’essere nella luceâ€? in programma per le 20.30 di sabato 18 maggio nella parrocchiale di piazza Cesare Battisti. Lo spettacolo, che ha debuttato nella recente edizione di Crucifixus, è liberamente tratto da “Il pensiero alla morteâ€? di Paolo VI. Protagonista della

vissuto da bambini la separazione. Gli autori si servono, per introdurre le testimonianze, di un espediente letterario: due giovani, Marco e Sara, figli di separati, vengono seguiti a mo’ di fiction nei giorni che precedono il loro matrimonio, indotti da questo momento cruciale a rileggere le proprie esperienze personali in una prospettiva positiva. Il libro sarà presentato il 22 maggio prossimo negli spazi delle Librerie Paoline, in via Gabriele Rosa, 57 con inizio alle 18.

messa in scena, di cui cura anche la regia, è Luciano Bertoli che interpreta il testamento spirituale di uomo che desidera guardare GesĂš come modello supremo di una vita e di una morte trasfigurate dall’amore. Il testo, nella sua forma originale, è suddiviso in quattro parti, che nella realizzazione scenica saranno contrappuntati da altrettanti interventi musicali. L’ingresso allo spettacolo è gratuito.

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Giro d’Italia... gioco delle illusioni Oramai da una settimana i quotidiani ed i periodici italiani, sportivi e non sportivi, stanno esaurendo le espressioni di disgusto verso i grandi nomi del nostro ciclismo, rei di aver tramutato nel finale uno stracco Giro d’Italia in un giro d’Italia vergognoso e nauseante. La massima corsa ciclistica italiana dell’anno era giunta alla tappa a cronometro Gardone-Riva del Garda senza molti lampi, a meno di considerare discreti bagliori i giorni iniziali, quando i piccoli e sconosciuti nomi della carovana avevano vinto clamorosamente alcune tappe, assicurandosi un vantaggio quasi incolmabile sugli assi. Allora si disse che i grandi favoriti stavano adottando la solita tattica, permettendo qualche guadagno ai loro compagni meno illustri per poi annullare il distacco ed anzi stabilirlo a loro vantaggio sui colli dolomitici e sul Bernina. Il vantaggio dell’elvetico Clerici sul Garda era però tale da far pensare assai problematica la richiesta e quasi scontata fase di recupero di Coppi e Koblet; pure la magnifica tappa a cronometro, disputata dai beniamini delle folle con il massimo dello sforzo e delle energie, convinse i piĂš a guardare

‘Â?‘ ‹Â? Â?‘Ž–‹ ƒ ”‹Â?’‹ƒÂ?‰‡”‡ ‹Ž …‹…Ž‹•Â?‘ †‹ —Â? –‡Â?’‘Ǥ Â‘Â•Â–ÂƒÂŽÂ‰Â‹Â‡ÇŤ ‘”•‡Ǥ ƒ ”‹’”‘˜ƒ ‹Â? “—‡•–‘ ƒ”–‹…‘Ž‘ ƒ’’ƒ”•‘ •— Dz ‘…‡dz ‹Ž ͙ͥ ‰‹—‰Â?‘ ͙ͥÍ?Íœ ‹Â? …—‹ ‹Â?‘ ƒ˜ƒ‰Â?‹Â?‹ •–‹‰Â?ƒ–‹œœƒ ‹ …ƒÂ?’‹‘Â?‹ Â†Â‡ÂŽÂŽÇŻÂ‡Â’Â‘Â…ÂƒǤǤǤ con ottimismo (e con sorrisi di compiacimento verso i carneadi che guidavano la classifica) ad attendere con fiducia la breve ma aspra frazione fra San Martino di Castrozza e Bolzano. Il gioco delle illusioni si palesò perfetto: Coppi passò trionfatore come per gli anni passati sul Pordoi e piĂš sul Gardena tagliando il traguardo fra gli applausi frenetici della folla rappacificata. Anche se il grande Fausto sul Bernina non avesse saputo colmare il grave distacco intercorrente tra sĂŠ ed il sicurissimo Clerici,

pure il prestigio del campione di Castellania era salvo. Si attendeva da lui soltanto di lottare sul Bernina, sul Tonale e sull’Aprica con lo stesso impegno che sulle Dolomiti. Il lettore sa quello che è successo. Sa dello sciopero instaurato nella lunga sonnolenta tappa da Bolzano a Saint Moritz, della indescrivibile e mortificante farsa offerta dai vecchi idoli ad una folla che aveva compiuto centinaia e centinaia di chilometri per assistere al loro passaggio, per lanciare loro lo entusiastico incitamento di

sempre. Sputi, ci sono stati, non applausi; persino qualche schiaffo è volato sui tornanti della Valtellina fra pubblico e corridori, impassibili nel mantenere quella minima velocitĂ indispensabile a non far loro perdere l’equilibrio. (...) Questi i fatti. Ma si conoscono anche le conseguenze (...). Forse è finito per sempre il tempo degli indegni guadagni con il minimo sforzo, forse è iniziata per tutto il nostro sport (non solo per il ciclismo) un’epoca di attesa intelligente. Difficile, forse impossibile,

stabilire le ragioni che hanno condotto i compatti partecipanti del XXXVII Giro d’Italia alla conclusione che sappiamo; (...) Si dice che i corridori giunti a Bolzano fuori tempo massimo (e pertanto giustamente tolti di gara) siano stati la scintilla, fatale e decisiva; si dice che, in vena di progressismo e di inusitato altruismo, i campioni abbiano voluto far guadagnare ad uno stanco levriero come Rossello nientemeno che il premio stabilito per chi varcasse per primo il passo del Tonale; si mormora di incompatibilitĂ insanabile tra organizzatori e corridori, mossi gli uni e gli altri semplicemente dal desiderio di guadagnare il piĂš possibile con ogni mezzo. La verità è forse che, inzuppati di milioni, i campioni cari al cuore delle folle, non se la sentono piĂš - poveretti - di grondare sudore. (...). Ma il pubblico, (...) ha detto basta alle intollerabili esagerazioni dei principi del pedale: resta da vedere, ora che i piatti dell’armonia non sono piĂš in equilibrio, quanto dovranno sgobbare i campioni in disgrazia per riconquistare le folle un giorno fedelissime. NĂŠ è detto che vi riescano.


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MercoledĂŹ 22 è la Festa di Santa Rita, patrona degli impossibili perchĂŠ sul letto di morte si fece portare una rosa ďŹ orita (era il mese di gennaio). A Brescia da poco è stata restaurata la chiesa di San Faustino in Riposo o chiesa di Santa Rita, situata in vicolo della Torre, a nord di piazza della Loggia, accanto a Porta Bruciata. Mons. Alfredo Scaratti presiede nella chiesa, meta di tanta devozione, le celebrazioni eucaristiche delle 8.30, delle 10.30 e delle 16.30 con la consegna delle

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rose. Ogni mezz’ora sarĂ possibile ricevere la benedizione delle rose. Dalla caratteristica forma esterna a cono, fu costruito nel XII secolo come santuario votivo sul luogo dove, per tradizione, avevano sostato le salme dei patroni Faustino e Giovita durante la loro traslazione. Il vicoletto sul fondo del quale è visibile l’esterno dell’ediďŹ cio rappresenta uno scorcio della Brescia medievale. Si rinnova la tradizione anche a Colombaro di Corte Franca. Gli orari delle

Messe nella chiesetta dedicata a Santa Rita sono i seguenti: alle 10 la concelebrazione è presieduta da don Paolo Paderno, alle 16 da mons. Gaetano Bonicelli (arcivescovo emerito di Siena) e alle 20.15 da mons. Gianfranco Mascher. Alla ďŹ ne di ogni celebrazione la benedizione delle rose, mentre dopo la Messa delle 10 e delle 16 verrĂ impartita una benedizione alle signore di nome Rita. Al termine della Messa serale seguirĂ uno spettacolo pirotecnico.

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a scelta pastorale della diocesi si muove anche nell’attenzione alle unitĂ pastorali. Sul territorio esistono alcune erigende unitĂ pastorali, dove alcuni sacerdoti seguono piĂš parrocchie con un unico parroco. Tra queste c’è anche la realtĂ del Comune di Pisogne. Don Turla, il Sinodo ha impegnato consacrati e laici ad aver uno sguardo piĂš attento riguardo le unitĂ pastorali, nelle sue parrocchie, che impulso dĂ un’attenzione simile? La situazione attuale di Pisogne favorisce la realizzazione di una futura unitĂ pastorale. Ciò che il Sinodo ci insegna è, innanzitutto, l’istituire un cammino di progettazione e di condivisione vissuto sia dai laici che dai consacrati di tutte le parrocchie. L’obiettivo è sempre e comunque la crescita comune di tutte le realtĂ , non solo di quelle piĂš grandi. Tutto il Comune poi ha giĂ un unico patrono, San Costanzo, celebrato il 12 maggio “San Costanzo ci presenta la linea da tenere nella pastorale, è la linea del coraggio e del testimone. Un martire come patrono è intrigante, coinvolgente e provocatorio: ci sprona a non fermarci di fronte alle difficoltĂ , ma a superarle nel segno della fede. Le parrocchie del Comune sono

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corre ancora educare, ma ci vorranno molti anni, all’incontro e al vivere gli eventi parrocchiali tutti insieme, senza perdere ovviamente le particolaritĂ di ogni singola parrocchia. Quali le problematiche per bambini e anziani? A questo proposito è necessaria una vicinanza alle realtĂ civili per consentire strumenti di trasporto comodi per poter partecipare agli appuntamenti di catechesi, di incontro e di festa. CosĂŹ facendo le parrocchie saranno meno isolate, in particolare dal punto di vista spirituale. Quanto è difficile accedere e

usufruire del laicato senza creare scompiglio o discussioni? Ăˆ necessario avere una mentalitĂ ecclesiale, e quindi di comunione, dove il tuo è anche degli altri, dove occorre grande impegno. Importante è il non aver “crestaâ€? sulle scelte e sui servizi. Quali sono i progetti futuri? Sicuramente all’inizio questo cammino sembrerĂ difficile. La condivisione di tutte le parrocchie dovrĂ essere la prossima regola di vita. Solo cosĂŹ queste comunitĂ avranno una marcia in piĂš nel cammino di fede condiviso.

/D SDOODPDQR SHU LO &HQWUR GRZQ Colori, sorrisi e solidarietĂ saranno il tema del prossimo weekend della pallamano bresciana. In collaborazione con il Centro bresciano down e con il patrocinio del Comune di Brescia, della Provincia e della Circoscrizione Ovest , la Pallamano Leonessa Centrale del Latte S. Filippo organizza la prima festa denominata “I sorrisi del Cuore – Sport e SolidarietĂ â€?. Una festa per poter aiutare concretamente l’associazione bre-

sciana e l’occasione per conoscere meglio i bambini affetti dalla sindrome di down. ConsisterĂ in una giornata piena di sorrisi dove gli atleti del settore giovanile delle societĂ di pallamano di Brescia, Cologne, Leno e Franciacorta, con la partecipazione attiva di ragazzi affetti dalla sindrome di down, si sfideranno in un torneo molto divertente e pieno di sorprese di pallamano. A coronare il sogno del campione ci sarĂ

un ospite d’onore d’eccellenza, il capitano del Brescia Calcio Marco Zambelli, esempio per tutti i piccoli campioni e testimonial di molte iniziative solidali. Per rendere piÚ colorata e viva la festa, non mancheranno truccabimbi e giocolieri che animeranno l’intera giornata. Il Centro bresciano down metterà a disposizione un servizio di ristoro il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza per l’associazione.

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‘Â?’‹ƒÂ?‘ Ž—‰Ž‹‘ ”‹ƒ’”‡ Žƒ ’‹•…‹Â?ƒ Gli abitanti di Mompiano torneranno presto ad avere la loro piscina. Nove anni dopo la dismissione dell’impianto esistente, sabato è stata inaugurata la nuova struttura, frutto di quattro anni di lavori e circa 8,5 milioni di euro di investimento. Situato all’incrocio tra via dello stadio e via Novagani, il nuovo impianto è dotato di sei vasche, tre all’interno e tre all’esterno. La vasca interna principale misura 25 metri di larghezza e 34,50 di lunghezza, con una profonditĂ variabile da 1,80

a 3,50 metri, ed è quindi idonea alle attivitĂ agonistiche sia di nuoto che di pallanuoto. “Appena sarĂ possibile – ha spiegato l’assessore allo sport Massimo Bianchini – la An Pallanuoto si trasferirĂ in questa sede, data anche la capienza della tribuna, che potrĂ ospitare fino a 800 personeâ€?. Le altre due all’interno, piĂš piccole e piĂš basse, sono pensate per l’apprendimento del nuoto e le attivitĂ ginniche. All’esterno è previsto a breve il completamento del lido estivo (ostacolato dalle con-

dizioni meteo non favorevoli degli ultimi giorni) che prevede la piscina “babyâ€? per i piĂš piccoli, la “mediaâ€? per le attivitĂ ludiche e ginniche e quella piĂš ampia per il nuoto libero. La piscina verrĂ aperta al pubblico il 1° luglio. “Per il momento – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici Mario Labolani – la gestione è stata affidata a San Filippo in collaborazione con la Federazione italiana nuoto, che provvederanno all’apertura e al mantenimento durante la stagione estiva, mentre nei prossimi

giorni verrĂ emesso il bando di assegnazioneâ€?. Il vincitore del bando gestirĂ la struttura a partire dalla stagione invernale e si dovrĂ occupare di concludere i lavori provvedendo agli arredi e alla creazione dell’area wellness situata al piano superiore, che per ora è stata solo predisposta, per un totale di circa 700mila euro di costi. Soddisfatto anche il sindaco Adriano Paroli, che ha definito la struttura “un arricchimento non solo per il quartiere di Mompiano, ma per tutta la cittĂ â€?. (a.g.)

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l fine settimana dal 10 al 12 maggio 2013 è stato caratterizzato dalla presenza delle Penne nere a Piacenza da tutto il mondo, per la loro 86ÂŞ Adunata nazionale. Tra esse hanno presenziato oltre 10mila alpini bresciani, con le loro Sezioni di Brescia, di Salò Montesuello e di Valle Camonica. L’Adunata inizia ufficialmente con l’arrivo della Bandiera di Guerra che viene portata da uno dei reggimenti impegnati nelle operazioni attive nel mondo. Quest’anno è toccato alla Bandiera di Guerra del primo Reggimento Artiglieri di montagna, con una rappresentanza dei Militari Alpini tornati dalla missione in Afghanistan. La Bandiera è stata accolta con tutti gli onori civili e militari nella piazza del Comune e qui custodita fino alla mattina di domenica 12 maggio quando ha sfilato per le vie della cittĂ lungo il percorso preparato per i 100mila alpini che sono poi sfilati dalle 9 alle 21.30. Nelle prime file del corteo anche uno striscione: “Gli Alpini salutano papa Francesco come uno di noiâ€?, in ricordo del fatto che un cugino del Papa, Giovanni Bergoglio, era sopravvissuto all’affondamento

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re, solidarietĂ , onestĂ , compattezza, rispetto delle regole e amor patrio. Il percorso della sfilata era di circa 4 chilometri. I reduci alpini, a bordo di automezzi storici, sono stati salutati a lungo dalla folla commossa. Tra i protagonisti dell’Adunata anche fanfare e cori bresciani, inseriti nel programma ufficiale nella serata di sabato 11 maggio, come il Coro Erica di Paitone, il Coro Ana Alte Cime di Brescia, la Fanfara alpina Tridentina e il Coro Valle Camonica che si è esibito in diretta con l’emittente televisiva bresciana Teletutto e che ha cantato la Messa domenicale a Farini d’Olmo, paese di emigranti in Francia e luogo storico della Resistenza piacentina. Ora gli alpini guardano a Pordenone per la 87ÂŞ adunata del maggio 2014: ma a luglio 2013 appuntamento con il 50° del pellegrinaggio in Adamello.

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6JXDUGR FKH UDYYLYD XQ WHVWR SHU OH HOH]LRQL La scadenza elettorale arriva in un momento di grave crisi culturale, sociale, economica ed imprenditoriale: si parla ormai di “crisi strutturaleâ€?. In vista delle amministrative, la Consulta diocesana delle aggregazioni laicali ha rivolto ai candidati un documento che esponesse le esigenze della cittĂ , basandosi sui documenti della diocesi che hanno evidenziato le problematiche piĂš urgenti sul territorio. Silvana Platto (nella foto), segretaria della Cdal, ha spiegato gli intenti di questa operazione a Radio Voce. “Prima di tutto, questa Consulta è nata per volontĂ dei vescovi nel 1984 e oggi è un organo che riunisce ben 43 aggregazioni laicali che operano nella diocesi di Brescia – esordisce la Platto –. Alcune di queste aggregazioni hanno migliaia di iscritti mentre altre solo pochi operatori, ma tutte sono espressione della spinta propositiva che serve ad animare la cittĂ â€?. Cosa è stato chiesto e fatto notare ai candidati con il vostro documento? “Si tratta di una sintesi di quanto si è avvertito sul territorio negli ultimi anni tramite l’azione delle nostre aggregazioni. Ai singoli candidati è stato anche chiesto quale fosse stata la ‘molla’ che li ha portati alla politica e quale sia la loro visione per il futuro della cittĂ â€?. Auspici per le elezioni? “La nostra Consulta si prefigge lo scopo di collaborare con qualsiasi amministrazione. Ci auguriamo un ritorno alla cultura del dialogo e alla capacitĂ d’ascolto. La concordia deve essere il vero motore di una comunitĂ civileâ€?. La diocesi ha stimolato l’impegno dei candidanti e di tutti i cit-

tadini al servizio della comunitĂ con riflessioni, sollecitazioni e proposte. Nel 2008 l’Ufficio di pastorale sociale, in vista delle elezioni amministrative, aveva presentato “La passione per il bene comune della cittĂ â€?. Queste indicazioni erano state un riferimento anche per il documento 2013 dal titolo “In cammino verso il futuroâ€?. Il documento integrale “Uno sguardo che ravvivaâ€? promosso dalla Consulta si può scaricare dal sito www.lavocedelpopolo.it. (Francesco Gavazzi)

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se, accecato dalla gelosia, uccise a colpi di pistola l’ex moglie, il nuovo compagno e la figlia di lei, Chiara: la fidanzata di Domenico, l’ultima vittima. Delle morti assurde la cui storia Benedetto ha deciso di raccontare attraverso il libro “Domenico e Chiara. Amore e dolore di padreâ€?. Ed è nella zona in cui è stata consumata la tragedia, presso la Casa delle associazioni di via Cimabue che, venerdĂŹ 17 maggio, alle ore 17 e 30, verrĂ presentato il libro. In ricordo delle vittime sono stati invi-

tati a partecipare gli abitanti di San Polo e San Polino, nella speranza che accolgano la domanda di vicinanza e di incontro che la narrazione propone alla comunitĂ . L’ obbiettivo degli organizzatori, un impegno comune per imparare a tessere relazioni “vitaliâ€? fra uomini e donne. La presentazione libraria fa parte di un piĂš ampio progetto di socializzazione denominato “Il quartiere come bene comuneâ€?. Partner del progetto: Auser, Acli, Anffas e Uisp, insieme alle associazioni della scuola

di quartiere, alle scuole dell’Istituto onnicomprensivo Est 1 ed Est 2, al Comitato genitori, con il patrocinio dell’Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Brescia e la collaborazione della casa delle donne, del Consultorio familiare Onlus e della Libreria Rinascita. All’interno della Casa delle associazioni sarà disponibile, per adulti e bambini, uno spazio dove poter socializzare e dove poter usufruire di un servizio di interpretariato per persone non udenti. (r.g.c.)

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’approdo, il viaggio, le insidie, i cambiamenti di rotta, la morte, la rinascita: sono molteplici i termini che possono essere associati a Itaca, la patria leggendaria di Ulisse. E non è un caso che l’iniziativa, nata dalla collaborazione fra l’Ail e l’Ospedale civile di Brescia, si chiami proprio “Progetto Itacaâ€?. Una metafora, quest’ultima, del percorso intrapreso da chi è affetto da una malattia oncoematologica. “In un momento in cui le certezze sono difficili da rintracciare − ha sottolineato Ermanna Derelli, direttore sanitario degli Spedali civili di Brescia − questo progetto rappresenta sicuramente una sicurezza, oltre che uno stimolo ad approcciarsi in modo differente alle malattie di tipo tumoraleâ€?. Nata sette anni fa, l’iniziativa prevede l’utilizzo di barche a vela come mezzo terapeutico, la navigazione quale valido contesto in cui il malato − fuori dalle mura ospedaliere − può mettersi in gioco, prendere decisioni autonome, confrontarsi con problemi e situazioni impreviste, ma non fuori dalla sua portata, dalla sua riacquisita volontĂ decisionale in un ambiente sconosciuto. Del resto, la vela è un modo diverso di vivere le situazioni. Come il percorso di guarigione anche la navigazione ha un suo obbiettivo, un suo approdo, per l’appunto. “In barca a vela come in ospedale – ha spiegato Giuseppe Na-

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segnato. I risultati sono straordinari, è una guarigione psicologica, importante quanto quella fisicaâ€?. Quest’anno sono circa 100 i pazienti che parteciperanno al “Progetto Itacaâ€?. Si parte mercoledĂŹ 22 maggio, con la serata di presentazione, fino ad arrivare al 15 settembre, sulle acque antistanti Desenzano, per un’uscita congiunta che vede coinvolti i pazienti dell’Ail di Brescia e quelli di Verona. Ogni equipaggio è composto da due-tre pazienti, un medico, un infermiere, un volontario ed ovviamente uno skipper. Sono invece 15 le imbarcazioni messe a disposizione dagli armatori e dai piĂš importanti circoli vela del Garda. Il progetto si articolerĂ in otto uscite a partire dai circoli di Desenzano, Salò, Gargnano, Portese, Peschiera, Bardolino e Acquafresca. Nelle passate edizioni i pazienti si erano potuti cimentare “soloâ€? sulle acque del lago di Garda. Quest’anno, invece, grazie al coinvolgimento degli amici dell’Ans, del Circolo velico Controvento e del Circolo La Fenice, i navigatori avranno la possibilitĂ di solcare le onde del lago d’Iseo, a partire da Sulzano. Se il supporto gratuito degli armatori e dei circoli vela è fondamentale per il progetto, non meno importante è l’aiuto delle decine di volontari dell’associazione “Nati per vivereâ€? e della onlus “Le Aliâ€? di Brescia. Tutti a bordo, quindi, per combattere le malattie oncoematologiche.

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L’associazione culturale Carmagnola, con il Patrocinio del Comune di Castenedolo è lieta di invitare all’iniziativa “Palazzi apertiâ€?. Sabato 25 e domenica 26 maggio palazzi, ville e dimore aprono le porte: villa Fanti, palazzo Prestini, palazzo Cavagnini, palazzo Peri, palazzo Cassa, Villa Alba (apre solo domenica). Gli orari sono i seguenti: sabato dalle 15 alle 19, domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.

Fondazione pianura bresciana propone, l’8 giugno, una cena per scoprire i segreti del cioccolato di altissima qualitĂ . “A cena con il cioccolatoâ€? è il primo di una serie di eccezionali eventi enogastronomici, appuntamenti a cene-degustazione con piĂš portate, dove l’abbinamento cibo-vino è ai massimi livelli, oppure monotematiche con prodotti proposti nelle stagionature o realizzati con ingredienti diversi. I protagonisti di queste cene a tema accompagneranno il pubblico di

Palazzo Cassa sarĂ visitabile con la guida solo dall’esterno. Sabato 25, inoltre, alle 14.30 presso Villa Fanti viene presentata la pubblicazione “Palazzi, ville e dimore di Castenedoloâ€?. A Villa Fanti, domenica 12 al mattino si può ammirare la dimora dall’esterno e la chiesetta Madonna del Patrocinio. Per informazioni, contattare il numero 3345339353 o visitare il sito associazionecarmagnola.it.

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commensali in un viaggio nella cultura del cibo, attraverso itinerari sensoriali alla scoperta delle materie prime, dei segreti della preparazione di un piatto e della magia nell’abbinare il vino adatto. Uno spettacolo di sapori, dove il piacere della scoperta e dell’uso dei sensi trasformerĂ una serata a tavola in un’esperienza unica. Se la cucina è un’arte, a Palazzo Cigola Martinoni è di scena il “Teatro del gustoâ€?. Info: 3355945331, 3332524681; eventi@ palazzocigolamartinoni.it.

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orgosotto si veste a festa e numerosi volontari sono pronti per rendere possibile al meglio i tanti eventi della “Settimana della fedeâ€?. Tra questi è di particolare significato la mostra dal titolo “Videro e credettero – la bellezza e la gioia di essere cristianiâ€?, esposizione itinerante “come strumento di catechesi e di missione per raggiungere tuttiâ€?, che farĂ tappa a Palazzo Monti in via XXV Aprile, 231 e rimarrĂ aperta, ad ingresso libero, dal 31 maggio al 9 giugno. “La proposta di una mostra itinerante per l’Anno della fede – ricorda il parroco padre Rinaldo Guarisco – nasce da precedenti esperienze che videro oltre 300 allestimenti per il Congresso eucaristico nazionale, i quali hanno messo in evidenza come tale strumento costituisca una modalitĂ molto efficace di una diffusa “alfabetizzazioneâ€? sui temi centrali della fede e della vita cristiana. L’obiettivo, in estrema sintesi, è far riscoprire la fede e testimoniarla agli altri. Ăˆ interessante notare, poi, che la mostra si avvarrĂ di guide quali catechisti, membri dei consigli pastorali, ma anche esponenti di associazioni e giovani i quali, dopo aver svolto un corso di formazione, diventano interpreti delle finalitĂ della stessa al

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il calendario di appuntamenti non si ferma qui: giovedĂŹ 30 maggio alle 21 nella chiesa parrocchiale (che proprio quest’anno celebra i 300 anni) sarĂ celebrato il santo rosario a cui seguirĂ la Messa presieduta dal vescovo di Loreto, mons. Giovanni Tonucci. Ăˆ previsto anche il rito di incoronazione della statua della Madonna di Loreto e del Bambino GesĂš con il mandato delle guide della mostra. VenerdĂŹ 31 maggio alle 20, in occasione della Festa della Visitazione della Vergine ad Elisabetta, Santa Messa con mons. Tonucci e benedizione delle giovani famiglie e delle gestanti. Per meglio approfondire

le tematiche dell’esposizione a Palazzo Monti, sabato 1° giugno alle 20.30, nella chiesa parrocchiale, il curatore dell’apparato iconografico dell’esposizione, Sandro Chierici, interverrĂ per illustrare le varie tappe della stessa e rendere noti finalitĂ e percorsi. La festivitĂ del Corpus Domini di domenica 2 giugno vedrĂ la celebrazione, alle ore 19, della Santa Messa, animata dai ragazzi cresimati dell’anno della mistagogia a cui seguirĂ la processione eucaristica per le vie del borgo. Un altro evento importante è in programma lunedĂŹ 3 alle 20.30, nella chiesa parrocchiale, con la presenza del vescovo di Palestrina, mons. Domenico Sigalini che presenzierĂ ad una “Serata di confronto sulla fedeâ€?. Gli ultimi appuntamenti della “Settimana della fedeâ€? a Borgosotto avranno luogo sabato 8 giugno alle 20,30 presso Villa Montanari, in via Arzaga, 17, con un concerto del Mka Trombone Quartet del Conservatorio di Amsterdam, mentre domenica 9 giugno grande chiusura con la solenne Santa Messa alle 10.30 e lo spiedo per tutti al campo sportivo a partire dalle ore 12. La giornata terminerĂ alle 20.30 nella chiesa parrocchiale con il concerto di musica gospel eseguito dal Joyful Gospel Choir diretto dal maestro Brunella Mazzola con proiezione in tempo reale di testi e traduzioni. Info: 030/961433.

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´&ROODERULDPRÂľ LQ IHVWD Al via anche quest’anno, come da tradizione, il 25 e il 26 maggio, “Collaboriamo‌ in festaâ€?, l’iniziativa solidale organizzata dalla Cooperativa Collaboriamo di Leno. Nell’area ex Ippodromo verrĂ allestito il palco sul quale, nella serata del 25, si esibirĂ Charlie Cinelli, mentre il 26 si festeggerĂ ballando con la musica dell’orchestra “FiladelďŹ aâ€?. Una festa all’insegna della musica e della solidarietĂ : il rica-

vato verrĂ destinato alla copertura dei costi di gestione della ComunitĂ socio-sanitaria per disabili Monica Cresciniâ€? e del Cdd (Centro diurno disabili) di via Calvisano che ospita 30 utenti del distretto Asl n° 9, comprendente 19 Comuni della Bassa. Domenica 26 maggio, alle ore 10.30, si svolgerĂ l’inaugurazione dell’ampliamento della ComunitĂ Alloggio. Verranno inoltre inaugurati i tre ap-

partamenti destinati all’abitare sociale temporaneo. Un’operazione che si è potuta realizzare, sempre in via Cotichetta, grazie al generoso contributo di 165mila euro che la Fondazione Cariplo ha assegnato a fondo perduto. Questi appartamenti saranno utilizzati a rotazione (per un periodo di 6-12 mesi massimo, per accontentare piĂš richieste possibile) da persone in grave stato di disagio sociale.


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inseparabili, indispensabili per organizzare il lavoro e per affrontare con sicurezza e coraggio l’oscuritĂ di un mondo ignoto e pieno di insidie. SarĂ possibile ammirare inoltre preziosi cristalli, minerali e gemme provenienti da tutto il mondo, fossili, libri antichi, vecchi e nuovi a tema minerario e mineralogico, perforatrici, martelli pneumatici ed attrezzature varie, vagoni, locomotori da miniera e tutto ciò che si può associare alla vita in miniera Lo spirito con cui è

stata organizzata la manifestazione è lo stesso con cui si pianifica da oltre 10 anni lo svolgimento dell’analoga convention denominata “Antiche Luciâ€? a Schilpario: non la creazione di un evento puramente commerciale, ma un momento conviviale in cui i collezionisti e gli appassionati provenienti da tutta Italia, possono incontrarsi e confrontarsi, scambiandosi oggetti, informazioni ed opinioni, degustando contestualmente qualche piatto tipico locale. Allo

stesso tempo, i semplici curiosi potranno arricchire le loro conoscenze attraverso antichi strumenti di lavoro dei minatori e i frutti della loro dura attività . Da non perdere le visite guidate all’interno dei cunicoli della Miniera Marzoli (sabato dalle 9 alle 20, domenica dalle 9 alle 18, a bordo del trenino minerario originale degli anni ’60. Sarà inoltre possibile degustare i piatti tipici della tradizione locale, grazie al servizio ristoro curato dal Comitato sagra del fungo.

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â€?bĂźliâ€? hanno sparato al parroco all’uscita della chiesa dei SS. Pietro e Paolo mentre sotto il baldacchino portava l’ostensorio eucaristico per la processione: è successo in una recente piovosa mattina di sabato a Marcheno. Una finzione scenica, va subito detto, con protagonisti anziani e giovani del paese in costumi secenteschi che Claudio Fausti, esperto teleoperatore, ha ideato e filmato in bianco e nero, scelta stilistica a ricordare la durezza dei tempi. Una operazione della memoria, dopo ricerche storiche precise, per una rievocazione corale di ambienti e usanze di vita intrisa di pietĂ ma anche di malattie devastanti e ribalderie, nelle quali maturò nel 1608 l’episodio motivo, poi, di una rappacificazione riparatrice con la costruzione del Santuario dell’Annunciazione della Madonnina benedetto l’11 giugno del 1613, quattro secoli fa. Il filmato è cen-

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trale al recital mariano “Oggi come ieriâ€? programmato sabato 18 e domenica 19 alle 20.30 nel Santuario all’interno della lunga serie di eventi religiosi e rievocativi ideati per celebrare il suo 400°. Una sto-

ria straordinaria: fu costruito non per apparizioni mariane ma su un luogo di devozione alla Madonna Annunciata anteriore di secoli con una sua cappella e un bell’affresco quattrocentesco. Era sorta dopo la battaglia del 24 ottobre 1233 sul posto tra guelfi (lo era tutta la valle) e ghibellini. Sull’unica strada da Brescia, divenne presto luogo di fede e di grazie invocate e ottenute. Introdotta da un narratore, la prima scena di “Oggi come ieriâ€? mima sul palco con un balletto la battaglia e con dei cubi la costruzione della cappella. Seguono cinque testimonianze su grazie ricevute attribuite alla “Madona dĂŠ la SantĂŠla dĂŠ la Crusâ€?( toponimo dell’attuale frazione Croce), il funerale di una bimba morta di peste. Evocato dal narratore a quel punto compare sul palco don Bartolomeo Freddi, arciprete a Marcheno dal 1743 al 1777, che racconta l’episodio “incriminatoâ€?.

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la Comunità montana dei Laghi bergamaschi, la Comunità montana del Sebino bresciano, il Parco regionale dell’Oglio Nord, il Parco regionale dell’Oglio Sud. Per decretare il vincitore era stata costituita presso la Comunità a Breno una commissione di valutazione composta da esperti in materia nominati dai cinque enti sottoscrittori e coordinata dal direttore del Parco dell’Adamello Dario Furlanetto. La giuria ha effettuato le sue valutazioni,

basandosi sugli indicatori presenti nel bando stesso, ovvero: capacitĂ di rappresentazione sintetica degli elementi inequivocabilmente rappresentativi dei territori attraversati; originalitĂ e innovativitĂ ; riconoscimento ed efďŹ cacia comunicativa; riproducibilitĂ nelle diverse applicazioni. La commissione ha vagliato attentamente 91 plichi pervenuti, assegnando loro un punteggio per ciascun criterio di valutazione indicato nel

regolamento del bando in oggetto. Ăˆ risultato vincitore il progetto eseguito da Silvia Alessandrini residente a Sant’Oreste (Roma). Il suo elaborato è stato premiato con la seguente motivazione: “Interpreta con semplicitĂ ed efďŹ cacia la ciclopista del ďŹ ume Oglio e le sue componenti ambientali, biologiche ed antropiche. Premio: 2.000 euro. Due cerchi, che poi sono le ruote d’una bicicletta, servono a mimare il movimento del logo che di per se stesso è un’icona di libertĂ . (e.g.)

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a comunitĂ di Corteno ha degnamente fatto memoria di mons. Lorenzo Bianchi (1899-1983) nel 30° anniversario della morte. Ad arricchire le celebrazioni in onore del grande missionario in terra di Cina è salito in Alta Valle il cardinale Jozef Tomko. Il prelato, ormai novantenne, è Prefetto emerito della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e, pur non avendo conosciuto personalmente mons. Bianchi, arrivò a Honk Kong proprio un anno dopo che il missionario camuno era rientrato in Italia; ha, quindi, potuto testimoniare che “fin dalla mia prima breve sosta a Hong-Kong nel 1970, quando visitai le fiorenti scuole cattoliche, il moderno ospedale ed alcune nostre opere sociali costruite nella cittĂ durante l’episcopato di mons. Bianchi, tutti parlavano ancora di questo grande vescovo missionarioâ€?. CosĂŹ, sabato 11 maggio in serata, nella chiesa parrocchiale di Corteno, il Cardinale ha avuto modo di delineare la figura e l’opera di un personaggio che, inviato nel 1923 come missionario del Pime nell’interno della Cina, a Hoifung, provò la durezza delle carceri comuniste prima di diventare vescovo di Honk Kong (1951). Si spese, quindi, per formare il cle-

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Honk Kong. Inoltre mons. Bianchi cercò con numerosi viaggi di far conoscere al mondo il dramma cinese. Partecipò attivamente anche al Concilio Vaticano II. â€œĂˆ stato un grande leader e un buon pastore – ha spiegato il card. Tomko –. In 20 anni, fidandosi dell’aiuto di Dio, ha fatto moltissimo. All’inizio del suo episcopato c’erano 40mila cattolici e quando lasciò Hong Kong i cattolici erano saliti a 250mila, senza parlare delle altre attivitĂ pastorali e sociali da lui promosse quali, ad esempio, le scuole e la Caritas

diocesanaâ€?. Il Cardinale ha presieduto anche la concelebrazione eucaristica di domenica 12 mattina, accompagnato da mons. Luciano Baronio, figlio di una sorella di mons. Bianchi. Soddisfatto il parroco don Alessandro Nana: “PiĂš il tempo passa piĂš ci si dimentica di questi personaggi che hanno testimoniato la loro fede con la dedizione della vita; è necessario che le nuove generazioni li conoscano come testimoni attuali e non relitti del passato. In questo Anno della fede speriamo che l’esempio di mons. Bianchi possa suscitare nuove vocazioni missionarieâ€?. Infine, una mostra fotografica, realizzata dalla Fondazione civiltĂ bresciana, ha ripercorso le tappe della vita di mons. Bianchi fino alla morte a Brescia il 13 febbraio 1983, capodanno cinese, giorno non casuale per uno che fece dire a Paolo VI, quando lo incontrò nel 1969, “dopo tanti anni di Cina mi hai anche preso l’aspetto di un cineseâ€?.

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, UDJD]]L LQ FXFLQD SHU L JHQLWRUL L’Istituto comprensivo Gerolamo Romanino di Bienno con la collaborazione dei Comuni di Berzo Inferiore, Bienno e Prestine e il Servizio igiene alimentare e nutrizione del Dipartimento di prevenzione medico dell’Asl Vallecamonica-Sebino si sono confrontati durante l’anno scolastico sul tema dei corretti stili di vita con particolare attenzione al tema della educazione alimentare. Hanno ascoltato il parere di esperti, quali il medico Bonifacio Walter Vangelisti (uno dei pionieri della proposta della riduzione del sale nella dieta alimentare, iniziando dal pane), hanno effettuato ricerche guidati dai loro insegnanti di scienze e sono giunti, tappa dopo tappa, a concludere un percorso interessante, intelligente e coinvolgente, dando vita a uno speciale “week-end di salute�. In pratica, i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado

che hanno preparato dei menĂš calibrati sul tema dei corretti stili di vita. L’azione formativa della scuola ha potuto trovare cosĂŹ una concretezza grazie all’azione dei tre Comuni interessati che hanno coinvolto sei ristoranti, due per Comune, disposti a preparare menĂš calibrati e gustosi, ideati dai ragazzi e proposti al pubblico nel ďŹ ne settimana di sabato 11 e domenica 12 maggio. I Comuni di Berzo Inferiore, Bienno e Prestine hanno fatto da collante tra l’iniziativa della Scuola, l’Asl e i ristoratori, mentre l’Asl ha visto con interesse l’iniziativa che va nella direzione auspicata anche dalla normativa vigente in materia di prevenzione, partendo dall’alimentazione, dalla prima etĂ e dalla scuola. Ma non si è trattato solo di un percorso di formazione teorica: i ragazzi della scuola hanno studiato menĂš di ottima qualitĂ , ascoltando anche i consigli

delle nonne e dei ristoratori dei loro paesi e ne è uscita una carta ristorante di tutto rispetto: coniglio ai profumi dell’orto con polenta, linguine ai capperi e melanzane, pollo e insalata, tortiglioni al prosciutto cotto, bresaola in salsa piccante sono stati quindi preparati e proposti dai ristoranti Al Mirto e C’era una volta di Berzo Inferiore; Vittoria e Vecchio mulino di Bienno; Oasi Verde e Al Videt di Prestine. Il costo speciale riservato ai piatti proposti nel weekend della salute è stato di 12 euro. L’iniziativa ha avuto un discreto successo: il sabato sono stati i ragazzi a invitare fuori a cena i loro genitori; mentre la domenica c’è stato un buon afusso di turisti che nei sei ristoranti della Valgrigna hanno mangiato bene, a base di cibi camuni. Mangiar sano, essere in forma, seguire un corretto stile di vita, in fondo, non ha prezzo.


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‹‘”Â?ƒ–ƒ †‡Ž Â?ƒ•‘ ”‘••‘ ‹Â? ’‹ƒœœƒ ƒ”‹„ƒŽ†‹ L’Associazione Vip Viviamo in positivo organizza domenica 19 maggio 2013 la 9ÂŞ Giornata del naso rosso in tutta Italia i volontari clown saranno presenti nelle piazze per promuovere la clownterapia e raccogliere fondi per i progetti della Federazione vip Italia onlus. Oggi sono 3000 i volontari clown di Vip Italia onlus che prestano settimanalmente servizio negli ospedali italiani – sia nei reparti infantili, sia in quelli per adulti –, nelle case di riposo e nei centri per portatori di han-

dicap. In piazza Garibaldi a Iseo dalle 9 alle 18 saranno presenti i clown Risvegliati Vip Brescia per attivitĂ di animazione: trucca bimbi, palloncini, balli, giochi e magie. Alle 18 è in programma lo spettacolo di Claunocchio in oratorio. Il messaggio della giornata è “Aiutaci a portare in tutta Italia il sorriso negli ospedaliâ€?. I volontari clown si riconoscono perchĂŠ indossano camici colorati, con le maniche a righe bianco/gialle e bianco/verdi e il colletto rosso. Insieme all’inseparabile naso rosso, i

volontari clown portano spensieratezza nei reparti ospedalieri, irrompendo nelle stanze, giocando con lo stupore e la meraviglia dei pazienti e coinvolgendo i parenti e il personale ospedaliero. In questo modo anche una stanza d’ospedale appare piÚ colorata e allegra, e l’atmosfera piÚ serena e rilassata contribuisce al recupero del benessere dei pazienti stessi. L’attività di Vip Italia non si limita alle strutture sociosanitarie: anche nelle scuole e nelle piazze italiane si possono incontra-

re i volontari clown Vip e non solo in Italia, ma anche in missioni in Paesi in via di sviluppo. Il linguaggio universale del clown e l’istintiva allegria che esso genera, sono il veicolo piĂš adatto a entrare in contatto con studenti e ragazzi per sensibilizzarli sui temi della solidarietĂ e del volontariato. Per informazioni sull’attivitĂ di Risvegliati Vip Brescia è possibile consultare il sito www.risvegliaticlown.org o visitare la pagina Facebook dell’associazione. (a.t.)

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ono 15 anni (1998-2013) di piante e fiori nel cuore della Franciacorta. Dal 17 al 19 maggio torna, nello scenario di Palazzo Bettoni-Cazzago e Palazzo Guarneri in localitĂ â€œTre Murâ€? a Cazzago San Martino, l’appuntamento con “Franciacorta in fioreâ€?, rassegna e mostra-mercato itinerante di fiori e piante, rare e classiche, fragranze e sapori del territorio organizzato dall’Amministrazione comunale del sindaco Antonio Mossini e dalla Pro loco. A dare il senso dell’importanza della manifestazione ci sono alcuni riconoscimenti ottenuti nel corso dei tre lustri; il titolo di manifestazione fieristica nazionale, tre medaglie del Quirinale e una lunga sfilza di patrocini. La rassegna, che attrae alcune decine di migliaia di visitatori ogni anno, tutti desiderosi di vedere i fiori e le piante di mezzo mondo, anche quest’anno sarĂ animata, come da tradizione, da molte iniziative collaterali: i concorsi “Filosofia e emozioni in giardinoâ€?, “Miglior stand espositivo dei florovivaistiâ€? e “La rosa piĂš bellaâ€?; le lezioni di decorazioni floreale; le dimostrazioni pratiche di giardinaggio. E ancora: se-

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od “Mille orti in Africaâ€?. Altro spazio dedicato alla conoscenza sarĂ quello per giovani agricoltori: “Un galletto in Franciacortaâ€?, presentato da Massimo Anelli, e “Seminare‌ è un gioco da ragazziâ€? a cura dell’orto biologico “Acchiappasogniâ€? dell’Istruzione superiore statale “Bonsignoriâ€? di Remedello. “Franciacorta in fioreâ€? apre i propri battenti venerdĂŹ 17 maggio, dalle ore 15 alle 19. Sabato 18 e domenica 19 maggio l’orario sarĂ piĂš esteso, coprendo la fascia dalle ore 9.30 alle 19. Il prezzo d’ingresso è di 6 euro; 4, invece, per i soci delle Pro loco Unpli, del Fai, del Touring club e del Centro culturale artistico di Franciacorta e Sebino. Ingresso libero per i residenti di Cazzago San Martino, disabili (con un accompagnatore) e i minori di 12 anni. Per le informazioni è attivo il sito www.franciacortainfiore.it e il numero 339/3598519.

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5LHYRFD]LRQH VWRULFD VXOO¡DQWLFD 9LD 9DOHULDQD VenerdĂŹ 17, sabato 18 e domenica 19 maggio a Sale Marasino rivive l’antica Via Valeriana, rievocazione storica allestita su un tratto dell’antica “Strada Valerianaâ€? che coinvolge i borghi di Maspiano e Gandizzano e riproduce la vita quotidiana, i riti, i mestieri antichi. Lungo il percorso sono presenti artigiani impegnati in attivitĂ medievali (ad alcune delle quali è possibile partecipare), cavalieri alle prese con tornei equini, armigeri, falconieri, arcieri, sbandieratori, contadini, pastori e cantori gregoriani in abito religioso, che animano il santuario di Gandizzano e la chiesa di S. Giacomo di Maspiano. La manifestazione offre spaccati di vita rurale: l’orto medievale, la lavorazione delle olive, la produzione di vino e grappa, l’allevamento, la falciatura. Ăˆ un salto indietro nel tempo anche a tavola: lungo il percorso si trovano aree di degustazione di prodotti medievali ed è anche possibile partecipare a cene storiche presso le corti delle abitazioni aperte per l’occasione, oltre che acquistare al mercato prodotti e manufatti dell’epoca. Tutto è realizzato per l’impegno del Gruppo scenografico di Sale Marasino coordinato da Daniela Ziletti che ha programmato le iniziative. VenerdĂŹ 17 maggio cena con le streghe (prenotazione al numero 3294313501 / 3383293378). Sabato 18 ore 19: Messa in latino nel santuario di Gandizzo; ore 20, nel borgo di Maspiano la Cena medioevale; ore 22 spettacolo di fuoco. Domenica 19 grande festa medievale con corteo storico e falconieri, cavalieri e locande medievali dalle

14.30. Durante la tre giorni è attivo il corso di falconeria. Il Gruppo scenografico è nato nel 2004 ed è composto da un centinaio di figuranti in costume e da altrettanti collaboratori. L’intento del Gruppo è quello di realizzare rievocazioni in costume basate su rigorose ricerche storiche, stupire e coinvolgere le tante persone che assistono agli eventi. Fonte principale di ispirazione è la storia millenaria del territorio e di Sale Marasino che si specchia nel lago. (Franco Piovani)

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la sanitĂ (con Decreto del 1955) ne riconobbe le virtĂš salutari come oligominerale naturale “Castelloâ€? delle Terme di Vallio. Le caratteristiche fisico-chimiche dell’Acqua Castello parlano di un’acqua oligominerale bicarbonato alcalina: l’esperienza clinica e termale di questi quasi 60 anni ha dimostrato un’eccezionale levitĂ , grazie alla quale sono proprio le vie urinarie a trarne il piĂš evidente beneficio. Il rapporto ottimale tra il calcio e il magnesio è uno dei motivi predominanti dell’attivitĂ speci-

fica dell’Acqua Castello, che si rileva con un incremento della diuresi giĂ accertabile dal soggetto dopo breve tempo. Alle Terme di Vallio si praticano due tipi di cure in convenzione con il Servizio sanitario nazionale: la terapia idropinica e la terapia inalatoria. In convenzione significa che è sufficiente presentare alle Terme la sola richiesta-ricetta del proprio medico di base per poter usufruire gratuitamente delle cure in alcuni casi pagando il solo ticket (persone con etĂ superiore ai

65 anni e bambini con etĂ inferiore ai sei anni pagano solo il costo della ricetta cioè 3,10 euro). La terapia idropinica è la metodica di somministrazione di acqua minerale per bibita a scopo sia preventivo sia terapeutico. La cura si pratica al mattino a digiuno, sorbendo lentamente acqua tiepida, in quantitĂ variabile a giudizio del medico. La terapia inalatoria invece, consiste nell’assunzione di acqua termale nebulizzata e micronizzata attraverso specifiche apparecchiature.

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n progetto che ha fatto sentire i nostri ragazzi vivi, che li ha aiutati a capire che non sono soli, che li ha motivati a crescere nella societĂ â€?. Nelle parole di Gianfranco Bertolotti, presidente Anffas di Desenzano, è racchiuso il senso del progetto “Apprendisti viticoltoriâ€? nato da un’idea del Centro socio-educativo gardesano e che ha trovato accoglienza e supporto da parte di Coldiretti Brescia, dell’azienda vinicola “La Perla del Gardaâ€? di Lonato e del ristorante “Desenzaninoâ€? di Desenzano, gestito dalla cooperativa sociale “La Cascinaâ€?. Una ventina di persone, i ragazzi ospitati nelle strutture del centro e i loro accompagnatori, è stata impegnata in tutto il percorso “dal vigneto alla bottigliaâ€? partito dalla vendemmia dello scorso anno nei vigneti dell’azienda lonatese, proseguito all’interno con la fase di spremitura e la conoscenza del ciclo di lavorazione del vino e concluso con l’imbottigliamento e l’etichettatura. Tutte queste fasi sono avvenute nella massima sicurezza grazie ad un protocollo studiato ad hoc, in contemporanea e in contiguitĂ con la normale attivitĂ dell’azienda, con i ragazzi immersi nell’atmosfera lavorativa e sociale del contesto vitivinicolo delle colline moreniche. Il progetto ha portato alla creazione di una piccola linea di vino, il Lugana “Rosa Bluâ€?, con una

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stimolato si sente partecipe e attivo, accrescendo la realizzazione personale e l’autostimaâ€?. Giovanna Prandini, titolare della cantina situata lungo la strada che collega Lonato al Santuario della Madonna della Scoperta, ha accolto con entusiasmo il progetto perchĂŠ “crediamo che queste iniziative siano in grado di rimuovere ostacoli culturali e favorire l’inclusione sociale e l’uguaglianza tra le persone. In questo senso l’attivitĂ vitivinicola si presta ad aumentare le autonomie relazionali con soddisfazione e felicitĂ dei ragazzi coinvoltiâ€?. Ettore Prandini, presidente Coldiretti, ha spiegato l’adesione convinta dell’associazione per una iniziativa che è rivolta al sociale e che guarda con lungimiranza al concetto di ‘filiera corta’. “Il vino nato da questo progetto – ha dichiarato Giuseppe Tosi, presidente della cooperativa La Cascina – sarĂ inserito nel menĂš del ristorante Desenzanino per far conoscere l’iniziativa al grande pubblico e contribuire a modificare la percezione e la cultura che la societĂ ha nei confronti della persona diversamente abileâ€?. Con questa nuova iniziativa prosegue l’opera dell’Anffas di Desenzano che, a partire dalla sua costituzione avvenuta nel 1980, ha sempre svolto un importante ruolo di stimolo e di impulso perchĂŠ la persona disabile abbia pari dignitĂ sociale. Il centro oggi accoglie una settantina di persone adulte.

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Un mare di capannoni inutilizzati. Vogliamo discutere dei centri commerciali che punteggiano la Bassa, figli di speculazioni finanziarie e immobiliari che hanno divorato il territorio tradendo anche le promesse occupazionali che li avevano quasi giustificati? Le conseguenze della stessa crisi avrebbero forse potuto essere affrontate diversamente da una Comunità di territorio. Cercasi pensieri controcorrente. (Guido Costa)

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vissuto delle parrocchie e che si è espresso recentemente in due iniziative: l’animazione missionaria si è infatti innestata sulle iniziative devozionali che si tengono nelle diverse chiese, come la lectio divina, l’adorazione eucaristica e il rosario. Inoltre all’inizio di questo mese si è tenuta la settimana mariana, che ha visto pellegrinare tra le diverse comunità la statua della “Madunìna de la rosa”, presente nel piccolo santuario di Scarpizzolo, alla quale è stata affidata l’unità pastorale. “Ormai ci si percepisce – conclude il parroco don Alfredo – come un’unica comunità e questo si vede anche dal movimento dei volontari o dei ministranti. Aiuta il fatto di avere un unico parroco, ma soprattutto l’esempio che noi sacerdoti, io e don Francesco, diamo ai fedeli: quando hanno visto che noi per primi ci siamo messi in gioco impegnandoci in questa nuova organizzazione, anche loro si sono comportati di conseguenza”.

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Legge dell’amore

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In quel tempo, GesĂš disse ai suoi discepoli: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darĂ un altro ParĂ clito perchĂŠ rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverĂ la mia parola e il Padre mio lo amerĂ e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il ParĂ clito, lo Spirito Santo che il Padre manderĂ nel mio nome, lui vi insegnerĂ ogni cosa e vi ricorderĂ tutto ciò che io vi ho dettoâ€?.

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imanere. Ăˆ questa la caratteristica del Paraclito: rimane per sempre accanto a chi crede. Ăˆ la forza di chi crede. Non è facile da definire perchĂŠ non si può descrivere una forza, un sostegno. Se ne sente la presenza o la mancanza, si sperimenta, non si descrive. Forse è per questo che il suo soffiare come il vento l’ha reso cosĂŹ impalpabile e, in certi momenti, quasi inutile. Della forza si sente la mancanza quando comincia a mancare, non quando si è nel pieno delle proprie capacitĂ . GesĂš lo dice proprio in un momento cosĂŹ: i discepoli devono sopportare la prova del distacco da lui e GesĂš sa che possono cadere; che, anzi, cadranno. Ma la promessa del Paraclito, di quello che rimane per sempre, dĂ senso e speranza per poter andare avanti, per non cedere. Ed è lo stesso per ciascuna delle vite che hanno tentato di andar dietro a Lui, di provare ad amarlo osservando i suoi comandamenti. La legge dell’amore è bella e travolgente; ma l’amore è cosĂŹ grande e molteplice

e, come tutto quello che coinvolge integralmente la persona, vive le ansie e i dubbi, soffre il logorio, sente il sospetto, la freddezza, l’inadeguatezza. Osservare i comandamenti secondo la legge dell’amore espone alla fame della tranquillitĂ che non si placa con la semplice accettazione del comandamento, ma ha bisogno che il comandamento diventi qualcosa di piĂš, che racchiuda in se stesso la vita. Altrimenti diventa freddezza, calcolo e soddisfazione delle proprie capacitĂ . La legge dell’amore impone l’insoddisfazione come criterio e l’impossibilitĂ di vedere compiuto un percorso. Per questo la promessa del Paraclito, un po’ consolatore, un po’ difensore, un po’ forza, un po’ fuoco, è la risposta a questo bisogno smisurato di tensione interiore che difficilmente, nelle cose di ogni giorno, riusciamo a mantenere. Ma è questa tensione che ci permette di accorgerci che qualcosa si muove dentro di noi e che il nostro vivere e agire come uomini e donne di Cristo non è un cedere e un accontentarsi di qualcosa, ma è costante ri-

cerca, costante bisogno di Lui e con questo, costante necessitĂ di avere qualcuno accanto, anzi dentro, diventando casa, dimora di Dio. PerchĂŠ a questo punto non contano piĂš le distanze e l’amore rende capace anche questo: cosĂŹ come succede nella vita, quando due si appartengono fino in fondo. CosĂŹ è per la presenza di Dio e del Paraclito. Solo che sembra cosĂŹ impossibile e alto questo sentire Dio dentro e averne bisogno nonostante le imperfezioni, gli errori e le incertezze. Solo che la nostra forza è limitata nella continuitĂ e nel tempo, e le prove e le tentazioni sembra possano prevalere su quello che vorrebbe il nostro amore, la nostra tensione verso quel fare secondo Dio che vediamo e non riusciamo a rendere perfettamente. Ma il Paraclito è sempre lĂŹ. Ăˆ lui la forza che prova l’incertezza. E rimane nonostante il nostro mancare di forza e di decisione perchĂŠ è promesso e mandato. E Dio sa di cosa abbiamo bisogno. Soprattutto per la nostra vita interiore. PerchĂŠ cresciamo. E impariamo ad accoglierlo. Senza paura.

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$UURVVLUH GDYDQWL DO &UHDWRUH “L’acqua a Cana davanti al suo Dio arrossisceâ€?. Stefano Jacomuzzi (1924-96) scrittore, accademico e commentatore della Divina Commedia dantesca, nel suggestivo volume “Cominciò in Galileaâ€?, raccontando l’episodio delle Nozze di Cana, pone sulla scena GesĂš, sua Madre e il Padre Celeste. Il disagio degli sposi per il vino terminato è accolto dalla Madre e presentato al Figlio, ma lei non osa guardarlo come una madre naturale guarda a suo figlio. Sa che quel Figlio non le appartiene completamente. Rimane in disparte, umile, ma ugualmente coraggiosa. Conosce il cuore del Figlio come una vera madre e sente che Lui non sa resistere all’infelicitĂ dell’uomo: moltiplicherĂ i pani, disseterĂ una donna, rialzerĂ

gli storpi, libererĂ i posseduti, amerĂ i peccatori‌ ma anche in queste nozze, annacquate, assopite, sterilizzate, ferite, saprĂ portare di nuovo la festa. Maria è audace, guarda da lontano il Figlio, e gli mostra l’acqua. Il Figlio si avvicina alle giare e l’acqua creatura, di fronte al suo Creatore “arrossisceâ€?, vergognandosi della sua semplicitĂ diventa vino. Bellissimo. La creatura davanti alla grandezza del Creatore si vergogna arrossisce e ciò le permette di diventare “di piĂšâ€?, segno della festa, della gioia, dell’alleanza. Cana narra ciò che succede a Maria all’Annunciazione: la creatura piĂš sublime, per desiderio di Chi l’ha voluta, si trova, improvvisamente, davanti all’Angelo, arrossisce e si ritrova grembo di Colui che nessuno

può contenere. Tutto ciò è possibile perchĂŠ Maria nella sua grandezza rimane l’umile per eccellenza. Ma Cana racconta anche ciò che succede all’uomo quando prega inginocchiato davanti al suo Dio. La creatura davanti al Creatore non può che arrossire, non piĂš di vergogna: anche gli sguardi d’amore ci fanno arrossire. Marta, Maria, Maddalena, e altre donne sono arrossite sentendosi amate da GesĂš, ma anche uomini: Pietro, Matteo, il giovane ricco. Sentirci addosso il suo sguardo ci obbliga alla debolezza, le ginocchia si piegano, arrossiamo. Ma tutto questo alla fine dice che non siamo piĂš solamente “acquaâ€?, ma siamo diventati “vinoâ€? e il piccolo mondo intorno a noi, può ritornare a fare festa.


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‘Â?ƒ ƒ Š‹‡•ƒ …”‡•…‡ǣ ‹Ž Í™Í&#x;ÇĄÍ?ÎŹ Â?‡Ž Â?‘Â?†‘ ° …ƒ––‘Ž‹…‘ Ăˆ stato presentato l’Annuario pontificio 2013. Contestualmente è stato presentato anche l’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2011. Dai dati emerge che nel 2012 e fino all’elezione di papa Francesco sono state erette 11 nuove sedi vescovili, due ordinariati personali, un vicariato apostolico e una prefettura apostolica; sono state elevate una prelatura territoriale a diocesi e due esarcati apostolici a eparchie. Per quanto riguarda i cattolici

sparsi nel pianeta, sono passati, dal 2010 al 2011, da 1.196 a 1.214 milioni, con un aumento dell’1,5% e poichĂŠ questa crescita risulta di poco superiore a quella della popolazione della Terra (1,23%), la presenza dei cattolici del mondo è risultata sostanzialmente invariata (17,5%). Nel 2011 il totale dei cattolici battezzati è cosĂŹ distribuito per continente: 16% in Africa, 48,8% in America, 10,9% in Asia, 23,5% in Europa e 0,8% in Oceania. Il numero dei

vescovi nel mondo è passato, dal 2010 al 2011, da 5.104 a 5.132, con un aumento relativo dello 0,55%. L’incremento ha interessato l’Oceania (+4,6%) e l’Africa (+1,0%), mentre l’Asia e l’Europa si collocano di poco al di sopra della media mondiale. L’America non ha fatto registrare variazioni. La presenza dei sacerdoti, diocesani e religiosi, nel mondo è aumentata passando nell’ultimo decennio dalle 405.067 unitĂ del 31 dicembre 2001 alle 413.418 del 31 dicembre

2011 (+2,1%). Tale evoluzione non è stata, tuttavia, omogenea nelle diverse aree geografiche. La dinamica del numero dei presbiteri in Africa e in Asia risulta confortante, con un +39,5% e un +32,0% rispettivamente (e con un incremento di oltre 3.000 unitĂ , per i due continenti, soltanto nel 2011), mentre l’America si mantiene stazionaria attorno ad una media di 122mila unitĂ . L’Europa ha conosciuto nel decennio una diminuzione di oltre il 9%.

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n questa settima Domenica del Tempo di Pasqua ci siamo radunati con gioia per celebrare una festa della santitĂ â€?. Lo ha detto papa Francesco, nella Messa a piazza San Pietro per la canonizzazione dei Martiri di Otranto, della colombiana madre Laura Montoya e della messicana madre MarĂ­a Guadalupe GarcĂ­a Zavala. “Oggi la Chiesa propone alla nostra venerazione una schiera di martiri, che furono chiamati insieme alla suprema testimonianza del Vangelo, nel 1480. Circa 800 persone, sopravvissute all’assedio e all’invasione di Otranto, furono decapitate nei pressi di quella cittĂ . Si rifiutarono di rinnegare la propria fede e morirono confessando Cristo risortoâ€?, ha ricordato il Pontefice parlando dei Martiri di Otranto, che trovarono la forza per rimanere fedeli “proprio nella fede, che fa vedere oltre i limiti del nostro sguardo umano, oltre il confine della vita terrenaâ€?. Di qui l’invito a conservare “la

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fede che abbiamo ricevuto e che è il nostro vero tesoroâ€?, ha detto a braccio, e rinnovare “la nostra fedeltĂ al Signore, anche in mezzo agli ostacoli e alle incomprensioni; Dio non ci farĂ mai mancare forza e serenitĂ â€?. Il San-

to Padre ha anche esortato a chiedere “a Dio che sostenga tanti cristiani che proprio in questi tempi e in tante parti del mondo adesso ancora soffrono violenze e dia loro il coraggio della fedeltĂ e di rispondere al male col beneâ€?. “Santa Laura Montoya è stata strumento di evangelizzazione prima come insegnante e poi come madre spirituale degli indigeni, ai quali infuse speranza, accogliendoli con l’amore appreso da Dio e portandoli a Lui con una efficacia pedagogica che rispettava la loro cultura e non si contrapponeva ad essaâ€?, ha ricordato Francesco. Nella sua opera di evangelizzazione “madre Laura si fece veramente tutta a tuttiâ€?. Santa MarĂ­a Guadalupe GarcĂ­a Zavala, “rinunciando a una vita comoda – quanto danno fa la vita comoda, il benessere e l’imborghesimento del cuore, ha osservato a braccio – per seguire la chiamata di GesĂš, insegnava ad amare la povertĂ , per poter amare di piĂš i poveri e gli infermiâ€?.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ VenerdĂŹ 17 maggio Ore 20.30 Lumezzane S. Sebastiano Santa Messa. Sabato 18 maggio Ore 9.30 - Brescia Istituzione dei ministri accoliti e lettori del Seminario presso la parrocchia di S. Bartolomeo. Ore 15.30 - Brescia Cresime in Cattedrale.

Ore 20.30 - Brescia Veglia di Pentecoste in Cattedrale. Domenica 19 maggio Ore 10 - Brescia Cresime in Cattedrale. Ore 11.30 - Brescia Saluto della comunità greco-cattolica di Ucraina presso il santuario di S. Angela Merici. Ore 18 - Niardo Santa Messa e inaugurazione dei restauri della chiesa parrocchiale. Dal 20 al 24 maggio il Vescovo partecipa all’Assemblea generale dei vescovi italiani a Roma.

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Dal sito della diocesi si può scaricare, nella sezione dell’UfďŹ cio per l’impegno sociale, la lettera di invito al cammino di discernimento verso la 47ÂŞ Settimana sociale (Torino, 12-15 settembre). In un anno importante e impegnativo per la vita della Chiesa e per vita del Paese è opportuno che si intensiďŹ chi la preparazione fatta di attento discernimento da parte di tutti sul tema speranza e futuro per la societĂ italiana.

La Cancelleria della curia diocesana annuncia i seguenti provvedimenti dell’ordinario: La nomina a parroco delle parrocchie di Ceto, Nadro e Ono San Pietro del rev.do sac. don Pierangelo Pedersoli.

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all’antica sede sopra la chiesa di S. Rocco, al palazzetto Secco d’Aragona di vicolo Medici, al palazzo di via Marsala, le Suore Dorotee da oltre 170 anni vivono nel cuore del quartiere Carmine. Il grande complesso, tra via Marsala e via Capriolo, voluto da don Luca Passi in collaborazione con la Chiesa locale e sostenuto da un laicato vivo e interessato all’affermarsi dell’Opera di S. Dorotea a favore delle giovani generazioni, accoglie ogni giorno centinaia di bambini e ragazzi per continuare l’intuizione

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don Luca Passi, fondatore dell’Opera e dell’Istituto delle Suore Maestre di S. Dorotea. “Bresciaâ€?, scrive il Dentella, primo biografo del nuovo Beato, “è una cittĂ che attirò la predilezione di don Luca. In Brescia egli parlava di porre il quartiere generale dell’Opera; per qui erigere una casa del suo Istituto scrisse un rilevante numero di lettere; qui veniva spesso a predicare missioni e esercizi, qui si recò con frequenza a visitare, ordinare, disporre quanto concerneva le sue opere‌ qui potĂŠ raggiungere il desiderato intento di piantarvi una delle dilette case dell’Istitutoâ€?. E in un post scriptum del 1846 scrive alle suore: “Vi raccomando di organizzare bene la parrocchia di S. Giovanni, proprio secondo la regola, perchĂŠ possa servir di modelloâ€?. A proposito di S. Faustino scrive: “Che bella cosa che le Dorotee siano dimandate a S. Faustino!â€?. La richiesta, presentata dal prevosto Lurani Cernuschi che desiderava

avere nella sua popolare parrocchia una casa di Dorotee, troverà compimento solo nel 1933, anche se le suore erano presenti in S. Faustino, pur senza risiedervi, fin dalle origini per l’animazione dell’Opera nella cui organizzazione confluivano le fanciulle sia di S. Giovanni, sia di S. Faustino. Per questi motivi storici e spirituali che legano le Dorotee al territorio, sabato 25 maggio, alle ore 18 nella chiesa di S. Maria del Carmine, si terrà una solenne concelebrazione di ringraziamento per il dono della beatificazione di don Luca Passi alla quale sono invitati i fedeli delle due parrocchie cittadine, i genitori dei ragazzi che hanno frequentato l’Istituto di via Marsala,

i Cooperatori dell’Opera, gli amici. La celebrazione sarà un grazie corale, ma anche la richiesta a Dio di continuare a essere una presenza viva nel quartiere a servizio delle nuove generazioni.

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guerre che hanno coinvolto‌ il mondo‌ ultimamente i 27 Paesi dell’Unione hanno promosso e mantenuto la pace al loro interno, e alcuni alunni hanno ricordato a tutti quali motivazioni hanno consentito all’Ue di guadagnarsi il prestigioso premio‌ Ăˆ solo vivendo in pace che si possono coniugare i verbi: rispettarsi, collaborare, confrontarsi, sostenersi, progredire, riconoscere i diritti

di tutti. Nel nostro cortile, allora, sono risuonati alcuni inni nazionali, hanno sventolato le 27 bandiere accanto a quella blu con le 12 stelle e poi largo alle lingue. Simpatiche canzoni in inglese, spagnolo, tedesco (le lingue studiate a scuola) hanno fatto cantare, ballare e divertire tutti i presenti. Conoscete ancora tante persone che ritengono il “diversoâ€? pericoloso? Da noi questa mentalitĂ fatica a scomparire. (Elena Palazzi)

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a scelta associativa di un meeting vissuto con uno stile autenticamente unitario attorno al tema dell’iniziativa di solidarietĂ â€˜Legami Aperti’ intende essere un segno piccolo, semplice ma significativo, della nostra disponibilitĂ a giocarci su questo terreno: è un’occasione per vivere insieme, in modo concreto e nella dimensione della festa, la possibilitĂ di costruire un cammino a partire dalla condivisione dell’esperienza tra persone di etĂ e culture diverse, nella consapevolezza che anche per l’Ac l’unitarietà è un patrimonio non scontato, che chiede continua cura e rinnovamentoâ€?. Con queste parole il presidente diocesano dell’Azione cattolica, Andrea Re, presenta il Meeting unitario in programma domenica 19 a Rovato. L’Azione cattolica ha a cuore la vita di ogni associato nella sua globalitĂ , lungo tutte le stagioni che la caratterizzano. Proprio per questo abbraccia tutti gli archi d’etĂ : dai bambini e ragazzi dell’Acr, passando da giovanissimi e giovani, attraverso tutte le fasi che comportano l’essere adulti. Ecco il “di piĂšâ€?, una delle ricchezze dell’associazione: la possibilitĂ dell’incontro e del confronto fra le diverse generazioni che hanno come denominatore comune l’esperienza di Chiesa offerta dall’adesione all’Ac; la possibilitĂ di condividere i talenti con gli altri, trovando le condizioni miglio-

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la luce della gioia dei piĂš piccoli, che offrono ai piĂš giovani testimonianze di vite piene e belle vissute seguendo le orme di GesĂš. Da esperienze dalle quali ognuno porta via un “di piĂšâ€?! Quest’anno il Meeting ha proprio questo obiettivo: vivere in modo particolare la dimensione dell’unitarietĂ . Ciò significa fare esperienza del nostro “essere famigliaâ€?, nella quale ognuno trova lo spazio per manifestare le proprie peculiaritĂ , dove trova accolti i propri limiti e valorizzate le proprie potenzialitĂ . Questo equilibrio di differenze a confronto è delicato e necessita di particolari attenzioni e cure. La sfida, che accogliamo e ci proponiamo di realizzare, è di portare questo calore che sa di “casaâ€?, che sa di “famigliaâ€?. Nel concreto, tutte le attivitĂ saranno proposte e vissute in modo trasversale ad ogni arco d’etĂ per poter stare davvero insieme e sperimentare l’occasione di crescita offerta dal confronto tra le diverse generazioni. Il ritrovo è alle 8.30 presso l’oratorio di Rovato. Dopo la preghiera e i saluti iniziali, ci sarĂ la testimonianza dello scrittore nonchĂŠ mediatore culturale Mohamed Ba. Attraverso alcune attivitĂ si progetterĂ e costruirĂ una cittĂ ideale all’interno della quale sia possibile sperimentare la bellezza del vivere insieme nel rispetto del prossimo e dell’ambiente circostante. Dopo i giochi, nel pomeriggio, il Meeting si concluderĂ alle 16 con la S. Messa.

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Žˆ‹ƒÂ?‡ŽŽ‘ ƒ ˆ‡•–ƒ †‡Ž ‡ƒ–‘ ‘†‘˜‹…‘ ƒ˜‘Â?‹ Come ogni anno, ritorna ad Alfianello la tre giorni di festa per celebrare e ricordare il Beato Lodovico Pavoni, che ad Alfianello trascorse molte estati durante la sua giovinezza. La manifestazione prenderĂ il via venerdĂŹ 24 maggio con l’intervento, alle ore 20.45, dell’autore Giorgio Tonini, ex allievo pavoniano, che presenterĂ il suo libro “Inediti racconti di Pasqua. Vicende di ordinaria conversioneâ€?. Alle ore 21.30, gara di briscola gastronomica con ricchi

premi in palio. Si proseguirà poi sabato 25 maggio, quando alle 21 i volontari animatori proporranno una grande tombola, allietata da canti della tradizione bresciana. Domenica 26 maggio, grande giorno di giochi e di riflessione. Alle ore 10, presso il Palazzo Comunale, ci sarà l’accoglienza del card. Elio Sgreccia (nella foto), presidente emerito della Pontificia accademia per la vita con il saluto dell’autorità civile che, a seguire, alle ore 10.30, presiederà la S.Messa in parrocchia

con gli amici Pavoniani. Ci si sposterĂ poi all’oratorio, dove alle ore 12.30 sarĂ possibile gustare lo spiedo, al quale è necessario iscriversi e prenotarsi al numero 3398530010. Dalle ore 15, il cortile dell’oratorio sarĂ animato con una rievocazione medievale della nobiltĂ della Bassa bresciana, cui seguiranno i giochi medievali aperti a tutti. Alle ore 17 lo spettacolo di sbandieratori del gruppo “Sbandieratori e musici dei Dovaraâ€? di Isola Dovarese. La sera, alle ore

20.30, lo spettacolo musicale “La Scorridaâ€?, condotta da Fabio Alan Delbono chiuderĂ la manifestazione alfianellese. Durante le serate di sabato e domenica sarĂ in funzione il servizio bar e cucina, che proporrĂ un menĂš classico e, a richiesta, un menĂš medievale. Inoltre sarĂ possibile ammirare una mostra di lavori artigianali e hobbistici; un piccolo giardino zoologico con gli animali dei nostri cortili e per i piĂš piccoli sarĂ possibile pescare alla pesca di beneficenza.

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ccoglienza e condivisione come stile di vita. Lo scorso 11 aprile i coniugi Enrica e Bruno Volpi, fondatori dell’associazione “Mondo di ComunitĂ e Famiglia, sono stati ospiti dell’incontro “Con una famiglia aperta al mondoâ€? svoltasi presso i Comboniani di Brescia. L’iniziativa rientrava nel ciclo di appuntamenti “Riaccendere la speranzaâ€? promosso dal Centro missionario diocesano in collaborazione con i Comboniani. Nel corso dell’incontro Enrica e Bruno hanno portato la loro testimonianza di vita raccontando le loro esperienze di condivisione, apertura ed accoglienza, a dimostrazione che ci può veramente essere un modo diverso di vivere la realtĂ del mondo partendo da una prospettiva piĂš vicina agli ultimi. “Mondo di ComunitĂ e Famigliaâ€? è un’associazione per l’autopromozione della famiglia e della persona e sostiene, da molti anni, esperienze di vita comunitaria tra famiglie e gruppi. Ha una struttura articolata che prevede, accanto alle comunitĂ familiari, gruppi di condivisione e gruppi di lavoro. Considerando le comunitĂ familiari, l’idea è stata elaborata da Bruno ed Enrica Volpi, a seguito di un’esperienza mis-

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partiti in due – ha ricordato Bruno – e siamo tornati in sette, abbiamo provato a ritornare nei ranghi, ma non eravamo felici, vivevamo uno divario tra la dimensione lavorativa, l’esperienza in Africa e i nostri valori e abbiamo preso la decisione di creare una comune affidandoci alla Provvidenzaâ€?. Si stanziarono a Villapizzone e con le prime famiglie incominciarono un’esperienza di condivisione anche economica, recuperando una vecchia cascina, accettando minori in affido e praticando l’accoglienza di chi ha bisogno. Oggi questa esperienza si è allargata in diverse regioni italiane realizzando numerose comunitĂ in tutta Italia con centinaia di persone coinvolte. Dietro a tutto questo un sogno: che sia possibile vivere in questa societĂ i valori dell’apertura, della condivisione, della fiducia e della solidarietĂ , “vivendo con la porta apertaâ€?.

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“Mondo di ComunitĂ â€? e Famiglia è aperta a tutti quelli che vogliono provarci, per questo offre: opportunitĂ , strumenti e momenti di formazione ed accompagnamento a coloro che vogliano avvicinarsi. Per maggiori informazioni sull’attivitĂ dell’associazione è possibile consultare il sito www.comunitaefamiglia.org. o procurarsi il libro “Un’alternativa possibile - Villapizzone: le radici delle comunitĂ familiariâ€?, editrice Monti.

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Il pellegrinaggio diocesano guidato dal vescovo Monari sarĂ l’occasione per incontrare papa Francesco e per festeggiare il 120° anniversario del settimanale diocesano e il 125° anniversario della rivista “Madreâ€?. Sono molte le analogie con quanto successe 50 anni fa: il pensiero corre al pellegrinaggio diocesano del 27-29 ottobre 1963 che vide la presenza di ben 5000 bresciani. Pellegrinaggio che fu preceduto da tre giorni di preparazione

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spirituale in tutta la diocesi. Era un “atto di ringraziamento alla Provvidenzaâ€? che aveva eletto al soglio pontificio il bresciano Giovanni Battista Montini. Nelle pagine ingiallite di “Voceâ€? del tempo si può leggere che il pellegrinaggio doveva “rispondere a due scopi e caratteristiche particolari: essere cioè un atto di fede nella Chiesa e piĂš particolarmente nel Primato Romanoâ€?. Per questo “la partecipazione non deve

circoscriversi ai soli partecipanti al pellegrinaggio, ma deve essere sentita e seguita da tutta la diocesi�. In quell’occasione la diocesi offrÏ anche dei doni al Santo Padre: il funzionamento con personale (sacerdoti, laici e suore) bresciani della chiesa intitolata a S. Giovanni Battista nella periferia di Roma, la costruzione di un complesso parrocchiale nella missione in Burundi, la costruzione della cappella centrale del Seminario e l’Eremo di Bienno.

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el 1963 la diocesi di Brescia si recò in massa (5000 persone) a Roma per incontrare il bresciano Paolo VI, che il 21 giugno dello stesso anno era stato eletto al soglio pontificio. Nel 1993, a 30 anni di distanza da quell’evento, i pellegrini bresciani furono ricevuti da Giovanni Paolo II: in quell’occasione si festeggiarono i 100 anni del settimanale diocesano e i 105 della rivista “Madreâ€?. E cosĂŹ a 20 anni di distanza, il Papa riceve i pellegrini bresciani che guidati dal vescovo Luciano saranno ricevuti in udienza nella mattinata di sabato 22 giugno 2013. La conferma è arrivata dalla lettera inviata da mons. Georg Gänswein, prefetto della Casa pontificia, a mons. Monari. In tale circostanza verranno ricordati i 50 anni dell’elezione di Paolo VI (21 giugno 1963), i 125 anni della rivista “Madreâ€? e i 120 anni del nostro settimanale diocesano. Fra le curiositĂ , va anche detto che il giovane Montini collaborò sia al settimanale diocesano sia alla rivista “Madreâ€?. Il pellegrinaggio bresciano si inserisce nell’Anno della fede voluto da Benedetto XVI per “aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere piĂš consapevole e a rinvigorire la loro adesione al Vangelo, soprattutto in un momento di pro-

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fondo cambiamento come quello che l’umanitĂ sta vivendoâ€?. Il pontificato di Benedetto XVI è legato a doppio filo a quello di Giovanni Battista Montini: era stato Paolo VI nel 1967, di fronte a un certo disagio e un’atmosfera di freddezza e

anche di delusione, a proclamare l’Anno della fede. Anche il Pontificato di Francesco è iniziato con un legame simbolico con Paolo VI, basti pensare alla scelta dell’anello del pescatore (fu donato proprio al Papa bresciano) e al pastorale. Nelle intenzioni del vescovo Monari il pellegrinaggio vuole riscoprire le origini della fede, toccando anche quelle mete poco conosciute ma significative della cittĂ eterna. Il 3 giugno toccherĂ alla diocesi di Bergamo e al vescovo Beschi essere accolti, a 50 anni dalla morte di Giovanni XXIII. Per la diocesi di

Brescia è stata fatta un’eccezione, visto e considerato che l’udienza privata è stata concessa addirittura nella giornata di sabato. L’udienza è aperta a tutti, anche se il pass va richiesto entro il 10 giugno. Come spieghiamo nel box a lato, la Brevivet offre una doppia proposta (uno e tre giorni) per andare incontro alle diverse esigenze. Chi vuole organizzarsi da solo può richiedere, comunque, in Curia presso l’Ufficio per i pellegrinaggi il pass (gratuito) per partecipare all’udienza privata con papa Francesco.

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a Chiesa, di per sĂŠ, è un “ponteâ€? tra Dio e il mondo, l’assoluto e il contingente. La sua funzione principale, quindi, è quella di conservare il rapporto tra le due dimensioni, con lo scopo di “salvareâ€? il tempo nell’eternitĂ . Il Concilio Vaticano II si pone il fine di rafforzare tale compito originario della dimensione ecclesiastica: esso vuole far sĂŹ che la Chiesa non guardi solo verso l’alto, ma abbia anche la capacitĂ di aprirsi al mondo, alle sue esigenze, ai suoi processi storici. A distanza di 50 anni, questo obiettivo è stato raggiunto? Giacomo Canobbio cerca di rispondere a tale domanda, con il suo libro “Il Concilio Vaticano II tra speranza e realtĂ â€?, Editrice La Scuola, 2013. Il testo è stato presentato nella sede della libreria Paoline di Brescia, in un incontro moderato da Ilario Bertoletti con gli interventi dell’autore e del vescovo, mons. Monari. Canobbio afferma che il fine prioritario del Vaticano II

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ve avere caritĂ verso di esso. La sua apertura alla storia, infatti, non significa perdita dell’identitĂ cristiana, della purezza della dottrina, ma implica una maggiore attenzione al processo storico, ai cambiamenti dei costumi, dei pensieri, delle esigenze degli uomini, che non intacca le radici dottrinarie. Nella sua analisi, mons. Monari individua due cifre centrali nel Concilio Vaticano II. La prima è il ritorno alle sorgenti originarie: la Chiesa, nella sua essenza, ha bisogno di richiamarsi costantemente alle sue origini, al significato vero del suo messaggio, che è la Parola di Dio donata agli uomini. Nello stesso tempo, però, essa deve dialogare con la storia, perchĂŠ l’uomo non è un essere giĂ compiuto, ma cresce e si forma nel tempo e nel corso storico. Infatti l’altra cifra, per mons. Monari, è l’aggiornamento, tema caro a Giovanni XXIII: la Chiesa deve sforzarsi di capire le novitĂ del mondo, i nuovi linguaggi, i nuovi modi di pensare, di fare filosofia. A tale

riguardo, l’epoca moderna, dal XVIII al XIX secolo, presenta delle tendenze culturali, che all’inizio sono ostili alla dottrina cristiana: l’illuminismo, l’evoluzionismo, il positivismo. Il Concilio vuole rispondere a tali sfide e pone le basi per un dialogo con la cultura contemporanea: esso vuole confrontarsi con queste nuove prospettive scientifiche e filosofiche. Certo, non è un processo facile, anzi, è irto di ostacoli e difficoltĂ : si rischia di errare, di essere interpretati male, di concedere troppo, di subire la loro forza teoretica. Per mons. Monari la strada da seguire è quella del “tirocinioâ€?: la Chiesa deve conquistare le sue mete gradualmente e umilmente, attraversando le varie esperienze della storia, nella logica del camminare insieme, nella tensione verso il suo compimento perfetto. Il Concilio Vaticano II, in ogni caso, è il faro principale della Chiesa cattolica, benchĂŠ permangano ancora delle paure, delle perplessitĂ , alcuni capitoli non

del tutto realizzati, come quello del coinvolgimento dei laici nella Chiesa. Bisogna tenere conto che il processo di attuazione degli esiti conciliari è ancora “in fieriâ€?: ogni credente è chiamato a completare le sue indicazioni, nell’orizzonte della speranza di compiere integralmente, nel futuro, il progetto conciliare. La sfida fondamentale è proprio quella di mantenere l’equilibrio tra la sfera dell’assoluto e quella del contingente: la Chiesa deve evitare di soffermarsi solo sul lato della trascendenza, perchĂŠ rischia di perdere il contatto con la storia; ma deve evitare anche di concentrarsi solo sul processo storico, poichĂŠ rischia di andare incontro ad un abbraccio mortale con le culture immanentistiche che, subdolamente, parlano di Dio per negarlo e ridurlo a frutto del pensiero umano. Se essa mantiene l’equilibrio, resta il “ponteâ€? indistruttibile, che rende possibile il cammino dell’uomo, nella sua traversata dal tempo all’eternitĂ .

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L’Associazione culturale gruppo vocale “Cantores Silentiiâ€?Âť, con il patrocinio della Provincia di Brescia e dei Comuni di Botticino, Bovegno, Bovezzo, Capriolo, Castenedolo, in collaborazione con il Comune di Gussago ha organizzato la 13ÂŞ edizione della rassegna “I paesaggi della musica polifonicaâ€?, quest’anno dedicata alla ďŹ gura del compositore bresciano Giovanni Contino (ca. 1513-1574) nel 5° centenario della nascita. Sei concerti previsti in un programma

Ăˆ l’oncologo Umberto Veronesi il vincitore della terza edizione del premio “Il Vittorialeâ€?. Il riconoscimento gli è stato assegnato per l’importante contributo dato alla ricerca scientiďŹ ca in campo medico. Il nome di Umberto Veronesi va ad afďŹ ancarsi a quelli di Ermanno Olmi e di Paolo Conte vincitori delle prime due edizioni del riconoscimento. Il premio sarĂ assegnato il prossimo 8 giugno, nella manifestazione “La vita, la scienza e l’allegriaâ€? in programma

diviso un due parti: una primaverile/ estiva e una invernale. Il primo concerto è in programma sabato 18 maggio alle 21 al Santuario della Madonna della Misericordia di Bovegno, il secondo di tiene nella chiesa di San Giorgio di Capriolo sabato 25 maggio, alle 21. Il terzo appuntamento di questa parte estiva è in calendario per sabato 15 giugno alle 21, nella chiesa di Sant’Apollonio di Bovezzo. La rassegna proseguirĂ poi nel prossimo mese di ottobre.

al Vittoriale di Gardone Riviera. Dopo la consegna del premio verrĂ presentato il nuovo “Quaderno dell’OfďŹ cinaâ€? che, attraverso un contributo di Cristina Dobner, carmelitana scalza, ripercorrerĂ la relazione tra Gabriele D’Annunzio e Alessandra di RudinĂŹ, poi monaca di clausura. Nella stessa occasione sarĂ inaugurato il nuovo Museo di bordo all’interno della nave Puglia. A seguire la proiezione di Cabiria con testi di D’Annunzio recitati da Edoardo Sylos Labini.

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e in cittĂ e tra i tanti estimatori bresciani è ancora viva l’eco del concerto della London Symphony Orchestra diretta da Antonio Pappano del 13 maggio scorso, la macchina organizzativa del Festival pianistico internazionale di Brescia e di Bergamo è giĂ al lavoro per la buona riuscita di un altro dei tanti fiori all’occhiello che l’edizione del 50° può vantare. Ăˆ in programma per il 23 maggio prossimo il concerto di Franco Battiato che si esibirĂ accompagnato dall’Orchestra del festival diretta dal pianista Carlo Guaitoli pianista e con la partecipazione di Angelo Privitera alle tastiere e la voce recitante di Giulio Brogi. Quello del musicista siciliano è un ritorno al Festival dopo 35 anni. Nel 1977 e nel 1978, nell’ambito della rassegna di musica contemporanea, vi furono due prime esecuzioni assolute di suoi brani per pianoforte. Nella prima circostanza (11 giugno al Teatro Donizetti di Bergamo), Antonio Ballista eseguĂŹ “Zââ€?. L’anno seguente (il 5 giugno al Grande di Brescia e il 6 al Donizetti) Massimiliano Damerini eseguĂŹ “L’Egitto

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“Prospettiva Nevskijâ€? chiuderanno l’attesa serata. Per il 28 maggio, come ormai consolidata tradizione del Festival pianistico internazionale, è in programma il concerto dedicato alla memoria delle vittime della stge di piazza della Loggia. Pier Carlo Orizio, direttore artistico della manifestazione, dirigerĂ la Glasperlenspiel Sinfonietta di Tallinn nella chiesa di San Francesco in un programma che prevede l’esecuzione della Sinfonia n.36 in do maggiore KV 425 “Linzâ€? di Mozart, la prima assoluta del “Prooemium per orchestra da cameraâ€? di Giancarlo Facchinetti, brano scritto nel 2012 in memoria di suo fratello Alberto, scomparso tragicamente poco tempo prima, dell’Adagio per archi di Samuel Barber e della Sinfonia n.1 in re maggiore op. 25 “Classicaâ€? di Sergej Prokof’ev.

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,O VHFRQGR WKULOOHU GL 1LFROD )LRULQ Nicola Fiorin, dopo il successo di “Lentamente muoreâ€? presenta il suo secondo legal thriller “Il migliore dei mondi possibiliâ€?. L’avvocato Angelo Della Morte stavolta è alle prese con un caso di rapina. Non è piĂš un giovane insicuro, ora è un avvocato rampante ma resta sempre l’anti-eroe, con quella profonda umanitĂ che ha conquistato i lettori. “Angelo è uno che si limiterebbe a costeggiare la vita – dice Fiorin – ma buttato sul ring è obbligato ad affrontare i suoi conflitti e riconoscere la propria stradaâ€?. Il titolo è polemico; “Il migliore dei mondi possibiliâ€? non può essere quello in cui chi è convenzionalmente buono nasconde ombre e chi è considerato cattivo, in realtĂ non lo è cosĂŹ tanto. Fiorin si mette a nudo svelando le affinitĂ con il protagonista: anche lui è un penalista, abita al Carmine e ha conosciuto gli attacchi di panico. Il libro è un alternarsi tra l’Angelo del 2013, l’avvocato che difende il suo ex professore di filosofia e l’Angelo del 1993, studente all’Arnaldo affascinato da quell’insegnante che credeva nelle utopieâ€?. Le figure femminili sono importanti. “Angelo è debole. Ăˆ Francesca a dirgli: ‘Avvocato, la felicitĂ ha un prezzo: è il proprio coraggio’. Nel romanzo che chiuderĂ la trilogia saranno due donne a imporgli la scelta tra il bene e il male, tra chi l’ha condannato e chi l’ha salvatoâ€?. Il libro commuove, diverte, scorre veloce per la voglia di scoprire il finale. Ambientato a Brescia, con alcuni dialoghi in dialetto e scorci della cittĂ , rende il lettore quasi una comparsa. Ma quanti

Angelo Della Morte ci sono nel foro di Brescia? Fiorin sorride: “Bisogna guardare dietro la toga. L’avvocato deve risolvere i problemi della gente, è stressante farlo nella situazione attuale. Ăˆ un lavoro che non devi fare se pensi al guadagno, ma io amo il mio lavoroâ€?. Il primo libro racconta un cambiamento, il secondo un ritorno, il terzo? “SarĂ una crescita, Angelo dovrĂ prendere delle decisioni. Ma – conclude Fiorin – sarĂ sempre dalla parte degli indiani!â€?. (l.o.)

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Ž‹ ‹Â?…‘Â?–”‹ †‹ Â?ƒ‰‰‹‘ †‡ŽŽƒ …†… Dopo l’incontro del 9 maggio ampiamente ricordato nelle pagine precedenti, proseguono gli incontri promossi dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura di Brescia. Il 16 maggio, alle 18 nella sala conferenze dell’Editrice La Scuola in via Gramsci 26, sarĂ presentato il libro “Don Milani. La parola agli ultimiâ€? della stessa editrice bresciana. Alla presentazione interverrĂ l’autore JosĂŠ Luis Corzo, fondatore a Salamanca di

una scuola ispirata a Barbiana, studioso di don Milani e docente nell’UniversitĂ di Salamanca. Per le 20.45 del 24 maggio è stato messa in calendario la presentazione dell’ultimo libro di p. Giulio Cittadini “Credere, perchĂŠ no?â€? edito dalla Morcelliana. Ăˆ prevista la partecipazione di Pietro Gibellini e di mons. Gabriele Filippini. Questo incontro è promosso in collaborazione con i padri Filippini della Pace e con la Morcelliana.

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ricca la serie degli “eventiâ€? che il Cipiesse ha messo a punto per l’estate bresciana. La parte del leone la fa, ovviamente, la musica “sotto le stelleâ€?. Saranno i Modena city ramblers, la band nata nel 1991 ed espressione del genere musicale combat folk, figlio del folk irlandese ad aprire la serie di concerti il 29 giugno alla cascina San Giacomo di Rezzato. Il 3 luglio, sempre a Rezzato, sarĂ la volta de “Le Ormeâ€?, la storica band che ha portato al successo brani come “Gioco di bimbaâ€?, “Canzone d’amoreâ€?. Nel cartellone del Cipiesse, il 4 luglio, una proposta interessante come “Valjean, il musicalâ€?, in scena sempre alla Cascina San Giacomo a Rezzato. 6 attori che sul palco interpretano 29 personaggi, accompagnati da un pianoforte per raccontare l’intramontabile storia dell’ex forzato Jean Valjean e della lotta all’ultimo respiro per cambiare il proprio destino. Lo spettacolo, una delle piĂš originali fra le recenti produzioni teatrali, ha anche un ulteriore aspetto di interesse. Rappresenta, infatti una sorta di progetto sociale, realizzato in collaborazione con il Provveditorato alle carceri lombarde, la CittĂ di Moncalieri, l’Istituzione Musicateatro di Monca-

lieri e l’associazione Carcere e territorio di Brescia, che affonda le radici nei valori e nella battaglia quotidiana dell’uomo con (e contro) il proprio destino. Lo spettacolo è stato pensato anche per una sua circuitazione negli istituti penitenziari, grazie alla preziosa collaborazione con i Provveditorati italiani alle carceri. Il 6 luglio, invece, al PalaBancodiBrescia, il Cipiesse propone il concerto de L’Orchestra di piazza Vittorio, un gruppo multietnico, composto di 18 musicisti che provengono da 10 Paesi e parlano nove lingue diverse. Insieme, hanno saputo trasformare le loro variegate radici e culture in una lingua singola, quella della musica. Non mancano nel programma del Cipiesse grandi concerti in piazza Loggia. Ad aprire questa sorte di stagione nella stagione, condensata però in pochi, giorni sarĂ l’8 luglio Marco Mengoni. Il giorno dopo sarĂ di scena Giovanni Allevi e la sua orchestra. Il 10 sarĂ a Brescia Raphael Gualazzi. Il 13 si esibirĂ in piazza Loggia Fabri Fibra con il sio “Guerra e pace tourâ€?. Per mercoledĂŹ 17 luglio è in programma un altro appuntamento di grande interesse con il concerto dei Crosby, Stills, Nash & Young, un “supergruppoâ€? musicale statunitense di musica pop/rock che

ha avuto un momento di particolare notorietĂ nei primi anni Settanta. Il concerto piĂš atteso nella proposta Cipiesse è quello di Zucchero che salirĂ sul palco di piazza Loggia con la sua “sesiòn cubanaâ€? giovedĂŹ 18 luglio. Il giorno successivi, all’oratorio di San Giovanni Bosco a Rezzato, il concerto dei Gemelli diversi. Nella programmazione messa a punto dall’organizzazione del patron Santo Bertocchi c’è però una gustosa anteprima dedicata al cabaret con il recital di Leonardo Manera, in programma venerdi 24 maggio, alle 21.30, presso il Ctm di Rezzato - teatro Ctm di Rezzato. Ulteriori informazioni sulla stagione decisamente allettante dei concerti estivi del Cipiesse si trovano, insieme alle modalitĂ di acquisto dei biglietti, sul sito www.cipiesse-bs.it o con una telefonata al Cipiesse (030/2791881).

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Da lunedì al venerdì, a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potrete seguire rassegne stampa locali e nazionali, ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

Dall’11 maggio la Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa della Natività di Maria in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Ricorre quest’anno il 50° anniversario dell’Enciclica di papa Giovanni XXIII, pubblicata all’indomani della crisi di Cuba. Si tratta di un documento profetico che esorta tutti gli uomini di buona volontĂ , non solo i cristiani, a impegnarsi per la pace. Sull’attualitĂ dell’enciclica interviene in Primo Piano (ore 9,20) il card. Peter Turkson, presidente del PontiďŹ cio consiglio Giustizia e Pace, intervistato da Luciano Zanardini. La rubrica Ecclesia (ore

La prossima puntata della rubrica “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio su “La Messa per le scuole cattolicheâ€? che si celebra giovedĂŹ 16 maggio in Cattedrale. A seguire: la raccolta ďŹ rme per la campagna europea “Uno di noiâ€? a tutela della vita; la presentazione presso la libreria Paoline del nuovo libro scritto da mons. Giacomo Canobbio “Il Concilio Vaticano II tra speranza e realtĂ â€?; i giovani in cammino verso Pentecoste e la veglia ecumenica. La rubrica

11) si occupa di Comunicazioni sociali. Mauro Toninelli , responsabile del Sas, interviene in merito all’attività delle sale della comunità (teatro e cinema). Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl. Le rubriche si possono riascoltare in podcast sul sito www.radiovoce.it

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“4 parole...â€? è con il diacono Giorgio Cotelli per il convegno delle Caritas parrocchiali di sabato 25 maggio. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia. tv che manderĂ in onda anche lo speciale “Il Corpo donatoâ€? della sezione “Terre di fedeâ€? dell’AgorĂ .

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fiction o una trasmissione di intrattenimento per avere l’attenzione degli spettatori e potervi quindi inserire spot pubblicitari. Il gioco ha funzionato agli albori della tv e funziona ancora adesso. La pubblicità è ormai entrata in ogni sua declinazione nel tessuto sociale. Spesso ci comportiamo come se vivessimo in uno spot pubblicitario: nella maggior parte delle azioni che compiamo, dall’indossare un paio di scarpe al guidare un’auto, dal guardare un programma tv allo scegliere cosa mangiare, siamo noi stessi un messaggio di consumo ai nostri occhi e agli occhi delle altre persone.

In quest’ottica non stupisce affatto la recente scelta commerciale della Daygum Protex: produrre una fiction nella quale i personaggi interagiscono con le gomme da masticare. Ăˆ cosĂŹ nato “Bye bye Cinderellaâ€?, una sitcom trasmessa da La5, che racconta in brevi episodi le avventure quotidiane di quattro donne. Durante la fiction potremo ammirare in numerose inquadrature montagne di pacchetti di chewingum, al supermercato, al bar, in ufficio, a tavola: colorati, luminosi, indispensabili. Fin qui, come giĂ detto, niente di speciale: si tratta di legale product placement, una modalitĂ di pubblicitĂ

che prevede la presenza di prodotti commerciali nelle fiction televisive; in Italia è regolamentata dal 2004. Basta che ogni tanto sullo schermo appaia la dicitura “programma con inserimento di prodotti a fini commercialiâ€? e come per magia il personaggio tv tanto amato è circondato da brand ben riconoscibili, in primo piano, i veri protagonisti. D’altronde è quello che in tv meglio sanno fare: la pubblicitĂ . “Bye bye Cinderellaâ€? incarna alla perfezione questa filosofia di marketing: la pubblicitĂ dev’essere ovunque. I marchi devono fare parte della nostra vita. E la nostra vita deve essere essa

stessa un marchio, uno spot pubblicitario. Non a caso le quattro protagoniste della sit-com incarnano alla perfezione uno stereotipo di consumo. Una è perfettina e pignola però frequenta uomini molto piĂš giovani; l’altra è vegetariana, perennemente al supermercato; poi c’è l’insicura che continua a cambiare partner; e infine la sexy pantera malata di social network. Esistenze precarie, volubili, fragili, presentate invece come donne alla moda, vincenti. PerchĂŠ non basta proporre un prodotto. Bisogna proporre uno stile di vita intorno a esso. Ăˆ necessario che la gente si convinca di averne bisogno.


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na seconda occasione. Di per sĂŠ, canovaccio usato, strausato e ancora usato, se possibile, quello in cui il protagonista muore e viene rimandato indietro; mescolando il tutto con la commedia degli equivoci, di quelle delle origini, ecco qui parte di quanto si può vedere in “Mi rifaccio vivoâ€? di Sergio Rubini. E il regista ha affermato di aver visto le piĂš riuscite declinazioni del genere, quelle che nel 1978 hanno toccato, secondo i piĂš, il loro apice con “Il paradiso può attendereâ€? di Warren Beatty e Buck Henry. Il lavoro di Rubini è ben lontano da questo riferimento illustre, ma ne esce, tutto sommato, una commedia, con variazione sul tema, divertente; un made in Italy con alcuni degli attori del nostro panorama italiano che se la cavano meglio: Emilio Solfrizzi, Lillo, Neri Marcorè, Margherita Buy, Vanessa Incontrada, Valentina Cervi, Gian Marco Tognazzi ed Ezio Greggio (in due ruoli poco piĂš che camei). Una storia che si rifĂ a film d’altri tempi, ma che Rubini non dimentica di attualizzare. Biagio Bianchetti (Lillo) è un imprenditore a un passo dalla rovina, causata in parte dalla rivalitĂ con l’antagonista di sempre Ottone (Marcorè). Anche lui impren-

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ditore, ma di successo. I soldi che mancano, l’insuccesso, la vergogna, il fallimento lo portano a suicidarsi. Per un gesto compiuto poco prima di morire e un’ipotesi di ripensamento, viene rispedito indietro. Gli è concessa ancora una settimana. L’intento è quello di valutare il suo operato per scegliere a che piano mandare la sua anima, mentre per l’imprenditore è l’occasione per mettere finalmente i bastoni fra le ruote al suo rivale. A Bianchetti è offerta anche la scelta di decidere in chi reincarnarsi. Chi se non Dennis Ruffino (Solfrizzi), importante manager, noto nel mondo per il suo importante aiuto umanitario nel mondo, i suoi libri e la sua vita senza vizi, il cui prossimo progetto sarĂ finanziato dal rivale Ottone, con cui si troverĂ a collaborare fianco a fianco? E in un viaggio di ritorno a bordo di un taxi guidato da un Ezio

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Iacchetti, moderno Caron dimonio traghettatore, comincia la settimana piĂš importante della vita di Bianchetti: quella dopo la sua morte. Sergio Rubini, regista ma anche attore nei panni di un barbone-angelo, propone una commedia che fa del cast la sua forza migliore, tanto da sopperire al ritmo del racconto che a tratti rallenta con la bravura e l’interpretazione dei personaggi. Emilio Solfrizzi si conferma davvero attore bravo e maturo; Margherita Buy è divertente nella parte della moglie sessualmente frustata e trascurata; bravo il comico Lilllo che qui si presta al film. Lascia qualche perplessitĂ invece l’interpretazione di Neri Marcorè che accentua talmente alcuni tratti del proprio personaggio da trasformarlo quasi in caricatura di se stesso. L’unica che interpreta un personaggio intimo e pacato è Vanessa Incontrada, moglie abbandonata dal suicida, che in tutto questo copione sopra le righe riesce a emozionare. Buona l’idea di porre la riflessione su temi che toccano l’attualitĂ , buono il desiderio di affrontare la seconda occasione, della possibilitĂ di osservare l’altro in modo diverso e profondo, per scoprirne gli aspetti positivi; il messaggio arriva, ma rimane schiacciato e poco approfondito.

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Una Provincia che pedala è lo slogan scelto dall’assessore provinciale al Turismo Silvia Razzi per l’ultima iniziativa pensata a sostegno di una delle piĂš importanti voci dell’economia bresciana. La Provincia si è fatta ente capoďŹ la, insieme a realtĂ del privato, del progettoBike hospitality in provincia di Bresciaâ€? che punta ad allargare i ussi turistici legati al cicloturismo. Con il contributo stanziato dalla Regione 14 strutture ricettive, tra hotel, villaggi e

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campeggi del Garda bresciano e del Sebino si sono attrezzate per rispondere alle esigenze dei biker. Spazi sicuri dedicati per il deposito e gli interventi di manutenzione delle bici, proposte di menÚ adatti a chi pratica il cicloturismo, sono il cuore del progetto che arriverà a pieno regime nel 2014. Obiettivo principale del progetto: allargare, grazie a cicloturisti e biker, la stagione turistica dei laghi bresciani oltre i mesi estivi all’autunno e alla primavera.

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e si continuasse a percorrere la strada imboccata, le previsioni dell’andamento del mercato lavorativo per l’anno in corso, e quello successivo, avvertono che il tasso di disoccupazione continuerà a crescere fino ad arrivare nel 2014 al 12,3%. Di fronte a una simile informazione si possono assumere atteggiamenti differenti: la passiva accettazione del fato oppure l’attiva capacità di incidere sulla storia per cambiare il proprio destino. Quando attraverso le loro previsioni gli studiosi descrivono alcuni probabili scenari, indicano cosa potrebbe accadere, non cosa accadrà . Non sono maghi, sono scienziati. Sta al Paese imprimere la direzione al presente, per rendere possibili scenari diversi da quelli prospettati. Possibilità di intervento ci sono, e alcune ipotesi si affacciano nel dibattito pubblico. Di recente il sociologo Luciano Gallino ha rilanciato una sua antica, ma ancora valida proposta: l’Italia ha bisogno di rilanciare e ammodernare le sue infrastrutture. Si tratta di rendere piÚ efficiente la rete degli acquedotti, di intervenire sui plessi scolastici e sugli edifici ospedalieri, di garantire la sicurezza delle abitazioni, degli argini dei fiumi e torrenti, come i fianchi delle

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montagne. Ci sono poi da completare le reti di fibra ottica per incentivare la navigazione internet e cosÏ via. Sono tutti lavori ad alta intensità , che richiedono investimenti, ma possono garantire nuova occupazione in grado di mettere il Paese al passo con i tempi, piÚ attraente per i turisti, piÚ appetibile per imprese estere. Per conseguire l’obiettivo sarebbe

necessario, poi, accompagnare la riqualificazione di una parte della manodopera nella trasformazione della sua professionalità , per formarsi e intraprendere un mestiere diverso da quello precedente. Trova spazio anche una seconda idea, che sembra circoli nel nuovo governo con il sostegno del nuovo ministro del Lavoro, Enrico Giovannini e del ministro dell’Economia

Fabrizio Saccomanni: la staffetta tra le generazioni. La proposta richiede un patto tra le generazioni: i piÚ anziani dovrebbero essere disponibili al part time fino a fine carriera, mentre l’azienda assumerebbe un giovane con contratto a tempo indeterminato. In questo modo si incentiverebbe l’occupazione giovanile e il lavoratore anziano potrebbe essere un tutor per il nuovo entrato. Intraprendere questa strada porterebbe in un anno circa 50mila posti stabili in piÚ per i giovani. Certo, sarebbe una proposta da applicare anche nei posti dirigenziali, quelli oggi veramente inaccessibili ai giovani. Se vogliamo cambiare il nostro futuro queste due ipotesi possono essere positive: da una parte creano nuovo lavoro, il reale bisogno nel nostro Paese che appare con un sistema produttivo sterile; dall’altra parte si avvierebbe un ricambio generazionale che potrebbe portare a vere innovazioni.

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/D QXRYD FDPSDJQD GHO &RQGLIHVD Sono due i pilastri che quest’anno caratterizzano l’azione di Condifesa Brescia, il Consorzio di difesa delle colture intensive che dal 1975 è partner di 2.600 imprese del settore primario: la nuova campagna assicurativa con proposte sempre piĂš allineate alle mutate esigenze dettate dai cambiamenti climatici e, sul fronte del servizio tecnico, la sďŹ da legata alla “minima lavorazioneâ€?, nuova tecnica di coltivazione che consente di ridurre

l’impatto ambientale razionalizzando anche i costi di gestione e produzione. “Vogliamo far sapere agli agricoltori – spiega il presidente Giacomo Lussignoli (nella foto) – che ci sono nuovi strumenti per difendere il proprio reddito. Nelle nuove polizze viene esaltato il concetto di risarcimento non solo di quantitĂ , ma soprattutto quello legato alla qualitĂ â€?. L’azione di Condifesa ha prodotto una sensibile riduzione dei costi delle polizze. “Ne-

gli ultimi cinque anni – precisa il direttore Fernando Galvan – abbiamo ottenuto un calo delle tariffe del 35% e in caso di danni l’agricoltore viene ripagato a luglio, mentre la polizza viene pagata ad aprile dell’anno successivoâ€?. Condifesa è anche diventata nel tempo un’organizzazione all’avanguardia sul fronte dell’assistenza tecnica. In questo ambito il Consorzio sta ora lavorando ad una nuova sďŹ da: quella della cosiddetta “minima lavo-

razioneâ€?. “L’utilizzo di questa tecnica – spiega il presidente – propone un graduale ripensamento delle tradizionali lavorazioni agricole che porta ad un contenimento dei costi produttivi e, in ultima analisi, ad un rafforzamento della marginalitĂ aziendale. Condifesa con il sostegno dei principali operatori del settore ha promosso incontri per passare dalla teoria alla pratica. Gli incontri sono presentati sul sito www.condifesabrescia.it.


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Col ďŹ ato sul collo della politica perchĂŠ si attuino interventi concreti a sostegno di lavoro, occupazione e imprese. â€œĂˆ fondamentale che si affrontino le emergenze, sbloccando i debiti che Stato ed Enti locali hanno nei confronti delle imprese. C’è poi necessitĂ immediata che le banche riaprano il rubinetto del ďŹ nanziamento alle imprese del territorio – sottolinea Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato di Brescia. L’impegno della politica tutta deve

avere come obiettivo primario la creazione di nuovi posti di lavoro, sostenendo la piccola impresa artigiana, mettendo in campo un nuovo welfare in aiuto del lavoro dando, al contempo, continuitĂ alla cassa integrazione. Per lo sviluppo vanno supportati processi di formazione e qualiďŹ cazione promuovendo l’istituto dell’apprendistato per favorire l’avviamento al lavoro dei giovaniâ€?. E i dati raccolti da Confartigianato confermano l’allarme: la crisi,

31 miliardi l’anno, dal prezzo del denaro, dalla carenza delle nostre infrastrutture e da un ďŹ sco oppressivo. Dobbiamo renderci conto che in Italia, se muoiono le aziende, muore l’intera nazioneâ€?. In pratica, i ‘capitani’ under 40 delle piccole imprese bresciane sono 9.684: il 57,3% dei giovani imprenditori bresciani. Una cifra che ha visto una brusca discesa, appunto, di 1.126 unitĂ tra il 2011 e il 2012, segnando una variazione percentuale negativa del 6,8%.

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e i Comuni italiani sono per l’Italia l’ossatura fondante delle istituzioni sul territorio, gli artigiani lo sono per l’economia e Confartigianato è al loro fianco, per il lavoro e per la crescitaâ€?. Anche attraverso il monitoraggio diretto dell’umore dei propri iscritti. Grazie al Sondaggio web: iniziativa messa a punto dall’Osservatorio di Confartigianato Lombardia che ha visto il coinvolgimento nel mese di aprile di circa 4.000 artigiani bresciani sul tema dei pagamenti da parte della Pa. “Siamo stati i primi a dotarci di un questo utile strumento che permetterĂ di vigilare sull’andamento dei pagamenti e di segnalare le singole istanze dei nostri artigiani, facendo in modo che la loro voce si possa sentire ancora piĂš forteâ€?. Nei primi mesi dell’anno i ritardi dei pagamenti in Italia si sono allungati a 193 giorni. Nei soli ultimi sei mesi di rilevazione l’attesa è cresciuta ulteriormente di 54 giorni, costando alle imprese una spesa extra da 2,5 miliardi di euro. Dei 293 rispondenti al questionario online, 68 imprese artigiane, pari al 23% del totale, indicano in media 125 giorni per ricevere pagamenti dalla Pa, dato superiore alla media regionale di 123 giorni. Nel territorio di Brescia gli imprenditori artigiani che hanno partecipato al sondaggio web e che lavorano con la Pa segnalano che i Comuni impiegano in media 131 giorni per effettuare un pagamento, seguiti dagli enti pubblici, esclusi Comuni e Asl, che impiegano in media 117

tra i suoi peggiori effetti, ha visto falcidiare l’imprenditoria giovanile bresciana. Tra il 2011 e il 2012 sono 1.226 i bresciani under 40 ad aver gettato la spugna. Un calo del -6,8% sui 16.896 imprenditori artigiani con meno di 40 anni. “La scomparsa di tanti giovani imprenditori è causata dalla crisi, ma anche da un sistema Paese che è ostile al fare impresa – aggiunge il presidente Massetti. Siamo penalizzati dai troppi oneri sul lavoro, dalla burocrazia che costa in Italia alle imprese

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per contrastare il continuo allungamento dei tempi di pagamento. La tendenza alla crescita del debito della Pa verso le imprese si combina, in un mix tossico per la liquiditĂ d’impresa, con credito bancario in rallentamento, tassi bancari ancora elevati e superiori alla media europea. Il settore maggiormente esposto nei confronti della Pa è ancora una volta quello giĂ pesantemente martoriato delle costruzioni. â€œĂˆ un dovere contribuire a raccogliere e divulgare le loro segnalazioni. Vigileremo e chiederemo con forza che i tempi di pagamento vengano finalmente rispettatiâ€? conclude il presidente di Confartigianato imprese unione di Brescia, Eugenio Massetti.

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A Fontaniva da molti anni, l’azienda F.lli Fabian, con la nuova sede appositamente ideata, ha saputo evolvere la propria organizzazione per soddisfare al megio la clientela operante nel mondo delle festivitĂ e delle manifestazioni che valorizzano il territorio e le tradizioni. Con una vastissima gamma di prodotti, prezzi imbattibili e un eccellente servizio pre e post vendita, il personale dinamico e qualiďŹ cato, saprĂ interpretare ogni richiesta con professionatĂ e spirito di innovazione.

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Domenica 26 maggio a Porzano di Leno si terrĂ per la prima volta un’iniziativa che riassume in sĂŠ l’amore per lo sport e per la natura, oltre all’attenzione alla dimesnione della beneficenza e della solidarietĂ . In quella data, infatti, nella localitĂ della Bassa, si terrĂ la prima edizione di “...dai cavalli al Maglioâ€?, una camminata e corsa campestre non competitiva la cui partecipazione è aperta a tutti. Il percorso prevede due opzioni:

un tragitto piĂš breve da 5 km e uno piĂš lungo da 10, che si snoderĂ dalla piazza della chiesa fino al mulino Maglio. Il ritrovo è fissato per le ore 8, la partenza avverrĂ invece un’ora piĂš tardi. Il costo dell’iscrizione è di 3 euro dai 12 anni in su e saranno premiati i primi tre classificati con un trofeo ricordo. Il ricavato sarĂ completamento devoluto in beneficenza. Per info contattare Giancarlo al 3803660138

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ome nel piĂš classico dei film. Solo che in questo caso si tratta di una partita vera. A dire il vero un po’ ce lo aspettavamo, ma ora ne abbiamo la conferma definitiva. La stagione del Brescia si deciderĂ all’ultima giornata di campionato. Dopo 42 giornate trascorse a flirtare con la zona playoff, senza mai riuscire ad accaparrarsela stabilmente, viene ora il momento del dentro o fuori. Arriva in effetti dopo una brutta sconfitta, il 3 a 0 rimediato in trasferta con il Livorno,vera e propria bestia nera delle Rondinelle nel cammino dei playoff, dopo l’eliminazione patita nel doppio confronto in finale nel 2009. Poteva essere l’occasione di mantenersi al sesto posto e allo stesso tempo di ridurre la distanza proprio tra il Livorno al terzo posto e l’Empoli al quarto, per avere la certezza che i playoff si sarebbero disputati. Nulla di tutto questo: con la vittoria sul Brescia il Livorno si è portato anche a piĂš 8 sull’Empoli e se il divario raggiungesse la doppia cifra tutti i discorsi sarebbero chiusi. Inoltre attualmente il Brescia è al settimo posto, staccato di una lunghezza dal Varese e quindi virtualmente fuori dalla zona playoff. Eppure è proprio con il Varese, che

cuno ha ritenuto che la rosa non fosse all’altezza e la campagna acquisti inadeguata. Tuttavia è vero anche che nel corso della stagione sono stati dati contributi importanti da diversi membri della rosa, che hanno permesso di arrivare fino a questo punto. Ora comunque tutto questo non conta, contano solamente i 90 minuti, che scatteranno a partire dalle 16.30 di sabato 18, tra le mura amiche del Rigamonti, in un ambiente caldo di fronte al pubblico di casa. Nonostante la sconfitta con il Livorno sono grandi l’entusiasmo e la determinazione nell’ambiente in attesa di quella che può essere definita la partita della vita, espressi dalle dichiarazioni nei giorni scorsi di diversi giocatori, tra i quali Luca Caldirola. Chi scenderĂ in campo sa che bisognerĂ puntare solamente a un risultato, la vittoria, per proseguire nel sogno.

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nella sfida contro il Crotone non è riuscito ad andare oltre l’1 a 1, che il Brescia si giocherĂ le proprie chanche di prolungare la stagione. Il calendario mette quindi di fronte all’ultima giornata le formazioni che si giocano la possibilitĂ di accedere ai playoff, in un confronto diretto che sa tanto di sentenza senza appello.

Bisogna a questo punto lasciarsi alle spalle una stagione contrassegnata da alti e bassi, che ha visto susseguirsi periodi nerissimi e improvvise rinascite, partite esaltanti i cui entusiasmi sono stati spesso raffreddati da sconfitte pesanti. Certo, forse la difesa ha faticato piÚ del dovuto e l’attacco ha stentato in qualche occasione a ingranare, qual-

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,Q DWWHVD VXO FLJOLR GHOOD VWUDGD Ricordo, quando da bambino sulle spalle di papĂ , cercavo di scorgere, dal ciglio della strada, i fari delle auto storiche apparire dietro la curva con l’emozione a rendere quei veicoli meravigliosi, o quando, accanto al nonno, appassionato di ciclismo, imparavo ad amare il Giro in un televisore d’altri tempi. Ricordo ancora poi l’emozione sullo stradone impolverato (citazione doverosa a Paolo Conte per “Bartaliâ€?), un po’ piĂš

grandicello, nel vedere ďŹ nalmente dal vivo quei corridori spingere sui pedali e sui sogni di bambino, che tante volte aveva sognato di vivere le imprese di quei campioni. E quanti bresciani potrebbero raccontare la propria vita costellata dalla passione della Mille Miglia o del Giro d’Italia. Aneddoti e volti, che appaiono nella mente e incisi nel cuore, vicini con cui si è condivisa la passione. E cosĂŹ Brescia si è riscoperta sul ciglio

della strada in attesa dell’auto storica, durante la Mille Miglia, o per la tappa conclusiva del Giro d’Italia il 26 maggio. Due appuntamenti che portano l’intera provincia di Brescia, l’intero Bel Paese e il mondo sulle nostre strade, in attesa. Gruppi di persone, papĂ con i ďŹ gli, famiglie osannanti uno a uno i corridori, sia delle quattro che delle due ruote. E Brescia sa amare lo sport e vuole, in questo maggio, riprendersi lo sport, al

di là delle polemiche. Brescia si riprende la Freccia rossa in tutto, dopo averla appaltata; Brescia si candida perchÊ l’arrivo del Giro d’Italia non sia solo un evento straordinario (politico, sussurra qualcuno), ma divenga la dimostrazione di essere all’altezza delle grandi città dello sport. I bresciani, tutti, da Pontevico a Ponte di Legno, amano lo sport e sognano che lo sport ami la propria terra. E intanto, in attesa!


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Va a Micheal Faglia la II StarteBike organizzata dal Csi CicloBrescia in collaborazione con la Palestra Starter, che ha fatto registrare a Iseo la presenza di 130 atleti. Carlo Manfredi Zaglio paga dazio alla sfortuna arrendendosi a una foratura a 2 km dall’arrivo. Faglia blocca il cronometro su 1h25’03 lasciando alle sue spalle Fabio Pasquali (Pata Raschiani) e Michele Bonacina (Valcavallina Superbike). Nella categoria allievi successo per Marco Mazzucchelli (Cycling Team

Montisola), tra le donne esulta Elena Turati (Novagli Team Bike). Prossimo appuntamento domenica a Sulzano per la Scalata di Santa Maria, prova di strada in salita di 6,7 km. Ritrovo a Sulzano alle 8.30 alla sede delle Associazioni in piazza Unità d’Italia. Partenza unica alle 9.30 e gara aperta a tutti gli enti della consulta ciclistica. Sabato 18 maggio, invece, giornata dedicata al ciclismo giovanile al parco Pescheto di via Corsica in città . Ritrovo alle 14.

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a scalata è compiuta. Due Effe Liquori e Bevande sale sulla vetta piĂš alta del calcio a 7 provinciale open e realizza quella che solamente due anni fa pareva pura utopia. Era l’estate del 2011, quando un gruppo di amici di Nave decisero di dare vita ad una squadra che nel giro di 24 mesi avrebbe vinto tutto: Campionato Open, Coppa Leonessa, Campionato di Élite e titolo provinciale. Merito di un gruppo compatto con individualitĂ di spicco, che ha saputo imporsi sulla Folgore, compagine che avrebbe fatto tremare le gambe a molte rivali. Basta scorrere i nomi della formazione in maglia rossa per accorgersi del potenziale di una squadra che fa di classe ed esperienza il suo fiore all’occhiello, con numerosi ex professionisti in campo, su tutti il numero 10 Piovani. Il settebello di Nave sfiora il gol in avvio e in chiusura di tempo con un missile di Stoychev che fa tremare la traversa e una fiammata di Fanelli che colpisce la base del palo. Poi i riflettori si spostano sul portiere Bettini (miglior giocatore della finale), che si traveste da superman negando il gol a Piovani, Preti e Inverardi con interventi prodigiosi. A rompere gli equilibri ci pensa Arici al 4’ della ripresa. La sua zampata vale il vantaggio. La Folgore pareggia i conti al 15’ dopo una bella triangolazione tra Preti e Cortesi finalizzata dal numero 9. Si va ai supplementari, e la conclusione da fuori di

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tagonista assoluto e man of the match capitan Bettelli, autore di quattro reti. Nel derby franciacortino tra B. Rock Torbiato e Borgonato sono i biancoverdi allenati da Bertelli a stappare la bottiglia della vittoria. 2-0 il finale. Lo scudetto della categoria allievi va in riva all’Oglio. A conquistarlo è il San Rocco Palazzolo, vittorioso 3-1 sull’Asco Vestone, che un anno fa lo eliminò dalla coppa Leonessa. Una vendetta sportiva imbastita nel primo tempo e certificata nella ripresa con il punteggio di 3-1. Nell’under 14 trionfa il Giaffa Clusane, che centra il secondo titolo provinciale consecutivo battendo di misura l’Augusta Lumezzane (2-1).

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La potenza della fede Egr. direttore, la fede! Sono solo quattro lettere! Era il 13 dicembre 2011, quel giorno è stato operato mio figlio, il violista. Un tumore nel cervello, il piĂš brutto che esiste. Operazione difficile nell’ospedale di Bellaria a Bologna. Il duro risveglio, il cammino per riprendersi, e sul collo la diagnosi sei mesi di vita. Impazzivo dal dolore, non sapevo cosa fare. Entrai nel chiostro di Santa Maria delle Grazie a Brescia, e vidi le braccia spalancate del nostro papa Paolo VI, non ho avuto dubbi. Su quelle braccia ho posato mio figlio, il dolce sorriso del Papa mi rincuorò. Conosco la santa vita del nostro papa Paolo VI, le sue preghiere alla Madonna delle Grazie. Il suo colloquio perenne con la Madre di GesĂš. Non ebbi dubbi, neanche ora ne ho, la mia Fede non mi ha tradito il mio violista si è ripreso molto bene, è ritornato a insegnare al Conservatorio e tutte le risonanze fatte hanno dato risultati ottimi, il resto del tumore che non hanno potuto togliere del tutto si è ristretto e siamo a maggio del 2013. Ăˆ ancora presto per fare un bilancio definitivo, ma io non ho fretta, la mia fede è dentro di me che mi sostiene e mi dĂ la forza di sorridere anche se delle volte il mio cuore è straziato dal dolore. Il Signore cammina vicino a mio figlio, ne sono sicura, come sono sicura che il colloquio di Paolo VI con la Madonna delle Grazie è sempre costante. Non posso dire che è un miracolo, ma il miracolo lo vedo nel sorriso di mio figlio, la voglia di camminare ancora nella vita, vedere crescere i suoi figli con la moglie accanto. Certo ci sono controlli costanti, la chemio, ma questo cosa impor-

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ta, è vivo! Quello che conta è vedere sorgere il sole che illumina il nuovo giorno insieme ai propri cari. La mia fede non è mai stata scalfita anche nei momenti piĂš duri. Credo nel Signore che mi ha sempre aiutato a portare i fardelli pesanti della vita, e, dico ai miei cari di non scoraggiarsi mai, c’è sempre un raggio di luce che illumina la strada buia. Alba Pioletti Ferri

Lettera aperta al ministro Kyenge Chiarissimo ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, tutte le volte che passo per le vie della mia cittĂ mi rendo conto quanta gente ci conduce all’interno del coraggio, nella passione, nell’amore e nel talento che contraddistingue gli italiani. Voglio raccontarle l’emozione che ogni mattina provo vedendo dalle vie del centro storico gruppetti di bambini con i loro zainetti pieni di cultura con sguardo fiero avviarsi verso la casa della scuola. Mentre li osservo noto che gli stranieri sono molto di piĂš e quello è il nostro futuro che è il simbolo dell’integrazione. Secondo le previsioni, nel 2050 gli scolari stranieri saranno la maggioranza, allora sono andato a guardare nel nostro presente per capire il nostro futuroâ€?. Ed effettivamente mi soffermo in questa scuola particolare, ascolto le voci dei bambini della scuola elementare (la stessa dove studiarono molti miei concittadini meridionali) oggi con la piĂš alta densitĂ di allievi extracomunitari della mia cittĂ . Una scuola che da sempre ha accolto le grandi ondate migratorie dal sud alle periferie del Cairo, passando dall’India, 16 nazionalitĂ differenti, insomma il mondo in una scuola, una vera

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babele. Invece questa scuola insegna a tutti coloro che temono la diversitĂ e il confronto, un modello di integrazione vera, dove i bambini si sentono italiani, con regole uguali per tutti, disciplinatissimi nei loro grembiulini senza fiocco ma con un senso molto alto del rispetto, dell’educazione. A guardare con quale entusiasmo questi piccoli vanno dentro questa scuola sembra tutto facile. Questa scuola ha regalato loro un’identitĂ . Un piccolo miracolo, una scuola con le capacitĂ di mettere insieme mondi diversi. Ma anche le piĂš belle favole cozzano contro l’attuale politica e quando le cose funzionano bene in Italia con la diffidenza e il pregiudizio che isolano le coraggiose maestre di frontiera, che ci mettono tutto il loro impegno è qui che si sente piĂš forte che altrove la voglia di resistere, di ritrovare un’idea di quartiere e di comunitĂ : attorno a una scuola che sembra Fort Alamo. Se pensiamo al 2050 ci sembra una data lontanissima, invece quel futuro è giĂ iniziato‌ e gli esempi di funzionalitĂ ci sono e allora perchĂŠ renderli vani? Il Santo Padre, ha detto il vescovo Monari, ha pronunciato parole forti, radicali e inequivocabili sul rispetto dei diritti “inalienabiliâ€? dei migranti, da rispettare “sempre e da tuttiâ€?. Ha parlato in particolare dei minori, del loro diritto alla scuola e all’inserimento nel mondo del lavoro. Di un’integrazione sociale che va “facilitataâ€? e non certo ostacolata per le cosiddette seconde generazioni. Ha parlato di GesĂš “migranteâ€? e del Vangelo della solidarietĂ . Difficilmente chi vuol dirsi cristiano potrĂ piĂš ignorare queste parole quando si troverĂ ad affrontare le questioni legate all’immigrazione. Per questo auspico che chiunque nasce in Italia abbia diritto alla cittadinanza. Celso Vassalini

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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