La Voce del Popolo 2013 21

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‡•ƒ ‘ Â?‡–‡ ‹Â?‡†‹–‡ Si condensano per Brescia in questi giorni snodi che possono aprirci a inedite mete o consegnarci ancora all’ennesima resa. La Brescia politica gioca la sďŹ da amministrativa con dei protagonisti che sono noti: Paroli, Del Bono, Castelletti e Onofri e altre sei “new entryâ€?. Cosa accadrĂ ? Il sindaco è il volto di una cittĂ , è la storia e il domani; è l’ispirazione e il senso della realtĂ ; è la risposta ai bisogni e il riconoscimento collettivo aldilĂ di ogni appartenenza e colore. CosĂŹ lo chiediamo e lo vorremo. La Brescia che crede è piena di domande. Riconosce nel vescovo Monari un appoggio sicuro, ma nel concreto si dibatte tra ciò che è tiepido e ciò che è essenziale. UnitĂ pastorali e parrocchie, nuova evangelizzazione e attenzione ai bisogni sociali s’incrociano troppo spesso senza incontrarsi. Ăˆ lo sforzo di una tradizione gloriosa che cerca di tradursi in una nuova realtĂ plurale che è sempre piĂš indifferente anche se non ancora ostile. La Brescia che lavora soffre, forse piĂš di quanto appare o sia capace di esternare. Brescianamente parlando non smette di darsi da fare, di tirarsi su le maniche, ma c’è nello sguardo di lavoratori e imprese qualcosa di vacuo e stenta a prendere i toni della speranza. La Brescia culturale è ricca di intelligenze, di idee e di talenti, ma anche di protagonismi solitari. Una stagione di sinergie ci aiuterebbe a porci in modo originale nel panorama nazionale. La Brescia sportiva sogna e aiuta a sognare. Troppo spesso, però, ci ha lasciato a bocca asciutta. E cosĂŹ ciò che è nuovo non è sempre migliore e ciò che è vecchio spesso non lascia spazio al futuro. Anche la festa rosa serva ad unirci, per lottare ancora e non arrenderci.

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Un anno dal sisma. Il silenzioso lavoro degli eroi quotidiani

Zone. La devozione mariana di una comunitĂ viva

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“Questa festa vuole essere un incontro di popoli, di colori, di tradizioni. Ogni comunità è invitata a manifestare la proprie tradizioni, le proprie musiche e i propri piatti tipiciâ€?. In questi termini padre Michele De Salvia ha presentato la 4ÂŞ edizione bresciana della “Festa dei popoliâ€?. Spesso la difďŹ denza e la paura possono nascere dalla non conoscenza, ma alcune barriere si possono superare. L’associazione Centro migranti e l’UfďŹ cio per i migranti della diocesi promuovono la “Festa dei popoli 2013: giriamo il mondoâ€? che si svolgerĂ presso il Pala Banco di Brescia in via S. Zeno 168 a Brescia nella giornata di domenica 26 maggio. L’iniziativa, nata in seno al carisma scalabriniano, è stata realizzata a Brescia per la prima volta nel 2010. Ǥ ͚͙

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pastorale d’insieme. Questo chiederĂ un’ulteriore capacitĂ di comunicazione, conversione e comunione. Sta prendendo sempre piĂš corpo che alcune scelte/linee vanno condivise come unitĂ perchĂŠ diverrĂ una forza maggiore: nel portare avanti alcune iniziative bisogna saper fare i conti con la fatica di darsi tempi e ritmi adeguatiâ€?. Il cammino è, quindi, in crescita, ma deve trovare delle continue conferme. Le prossime stagioni,

inoltre, segneranno anche dei cambiamenti con alcuni sacerdoti prossimi al meritato riposo e con una collaborazione sempre piĂš diretta fra le parrocchie. Lavorare all’individuazione di linee comuni, alla condivisione di scelte pastorali e, soprattutto, a una nuova via per la comunione sacerdotale sono gli aspetti che spingono il coordinatore a esprimere un giudizio positivo sui primi anni dell’unitĂ pastorale del centro storico di Brescia. “Un

cammino – sottolinea ancora mons. Scaratti – che in parte è stato facilitato da tanti elementi comuni tra le nove parrocchie coinvolteâ€?. La presenza di tanti stranieri (6.397 su 24.771 abitanti) ha portato ad esempio le comunitĂ a interrogarsi sul modo di fare caritĂ . Un altro terreno fertile per l’unitĂ pastorale è il grande patrimonio storico e artistico: si va dalla Notte del Sacro alle iniziative culturali nel tempo del Natale.

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lara, Fernanda, Anna, Roberto, Marco, Massimo e Fabio. Sono solo alcune delle persone che con storie e professionalitĂ diverse (chi nel campo sanitario, chi in quello sindacale, chi in quello imprenditoriale‌) dedicano una parte importante del loro tempo per aiutare gli altri. Ăˆ quasi impossibile quantificare il numero dei volontari che ruotano attorno alle Caritas parrocchiali del centro storico. Qui, ancora prima che fosse istituita l’unitĂ pastorale, le nove parrocchie avevano pensato a una struttura di coordinamento, una Caritas zonale coordinata da don Piero Lanzi. E se nel cuore della cittĂ l’incidenza degli stranieri è notevole (72 etnie per poco piĂš di 6.000 persone a fronte di un numero di abitanti che supera i 24mila), gli sportelli del-

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la Caritas certificano una situazione sociale aggravata dalla crisi nella quale da tempo non sono piÚ solo gli immigrati a chiedere aiuto. Il pagamento del mutuo, dell’affitto, delle utenze o della retta per la frequenza alla mensa scolastica diventano ostacoli insormontabili con risvolti psicologici e sociali non indifferenti. La Caritas zonale non a caso ha indirizzato proprio una lettera ai candidati sindaco nella quale individua la difficoltà dell’esistente: si va dalla richiesta sempre maggiore di pacchi viveri (nella sola parrocchia di San Faustino ogni settimana viene consegnata una borsa alimentare a 180 famiglie compresi 30 studenti universitari stranieri) con l’auspicio che le istituzioni possano intavolare degli accordi con la grande distribuzione per un utilizzo proficuo delle derrate alimentari

prossime alla scadenza, alla preoccupazione che, a fronte di meno risorse per gli enti locali, non si verifichi una delega al volontariato di funzioni che questi non è in grado di espletare. Gli utenti, molto spesso senza particolari qualifiche e impiegati in lavori di assistenza o nelle pulizie domestiche, lamentano la mancanza del lavoro come causa di disagio; sarebbero disponibili ma non sanno dove e come rivolgersi visto e considerato che anche le agenzie sono orfane di proposte. La perdita del posto determina anche il rientro nei Paesi d’origine bruciando di conseguenza le risorse investite nei decenni per l’inserimento economico e sociale, mettendo a dura prova anche i minori, l’anello piĂš debole della catena. Negli ultimi mesi si sta verificando anche un altro fenomeno sociale: i padri di famiglia

ritornano nella loro nazione per lavorare e lasciano qui moglie e figli che diventano i nuovi poveri, persone che non hanno la possibilitĂ di vivere in maniera dignitosa. La Caritas zonale in questi sette anni si è attivata per un impegno a 360° che comprende accoglienza, assistenza ed educazione nello spirito caro a Paolo VI di una Chiesa attenta ai bisogni dell’uomo. E dove la Chiesa incontra l’uomo, lĂŹ

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‡”•‘ ‹Ž Dz’‘”…‡ŽŽ‹Â?‘dz Che il governo Letta sia un esecutivo di compromesso è chiaro. Che certe riforme che stanno a cuore alle singole parti siano agitate solo per alzare la posta in gioco: le intercettazioni a destra e lo ius soli o i matrimoni gay a sinistra, è altrettanto risaputo. Che però un paio di cose il governo Alfano - Letta le debba fare con serietĂ assoluta, poichĂŠ sono la causa e il ďŹ ne della sua esistenza, è altresĂŹ lapalissiano. I temi sono il lavoro e le riforme. Sul lavoro, staremo a vedere. Sulle riforme è noto che il peccato originale sia la legge elettorale con cui abbiamo votato lo scorso febbraio. Mai cambiato per biechi interessi di opportunitĂ partitica, il “porcellumâ€? regna indisturbato. Il

giorno dopo il voto i proclami per il cambiamento furono unanimi. Oggi scopriamo che esiste un via libera per una sua “correzioneâ€? entro l’estate in parallelo all’avvio del percorso costituzionale per le riforme. Secondo quanto emerge dal vertice governo - maggioranza la sola modiďŹ ca che si prevederebbe riguarda il premio di maggioranza alla Camera. Niente preferenze, nessuna rideďŹ nizione dei collegi: la riforma che la maggioranza sta mettendo a punto prevede l’assegnazione del premio alla coalizione che raggiunge o supera il 40% dei voti. Premio che scatterebbe sia alla Camera che al Senato. Ma il premier Letta non riteneva il percorso della riforma costituzionale una prioritĂ nell’azione del governo, e anche del Parlamento, tanto che sulle riforme, disse, si giocava la vita dell’esecutivo e della legislatura? E questo obbrobrio che sarebbe? Il “porcellinoâ€??

Dentro il percorso delle riforme “ci sarà – ha spiegato il ministro ai Rapporti con il parlamento Dario Franceschini – una norma di salvaguardia che consenta, in ogni caso, se si dovesse andare a votare prima della scadenza naturale, di non andare con questa legge elettorale. Ci sarĂ comunque – spiega il ministro – un referendum confermativo, perchĂŠ la materia interessa tutto il Paese, a prescindere dal quorumâ€?. Insomma oggi una riforma minimalista che ricostituzionalizzi il porcellum e possa essere utilizzata se, Dio non voglia, si debba andare alle elezioni in tempi brevi, domani, forse, una riforma elettorale piĂš organica dentro le riforme istituzionali. Scusate, ma non ci credo. Questa messa in sicurezza della legge elettorale non mi convince proprio. Ancora una volta sento l’odore dell’ennesimo tentativo di fregatura per gli

italiani. L’impressione che il “porcellumâ€?, che signiďŹ ca avere una maggioranza assoluta facile scegliendo nelle segreterie i parlamentari, faccia ancora gola a Pd e Pdl non mi abbandona. Semmai la mossa, mascherata da riforma, tende solo ad armonizzare la situazione del Senato che, come è noto, è oggi ingestibile per tutti. Inoltre, appena qualche sondaggio darĂ l’una o l’altra parte vicina alla soglia del 40% per il premio di maggioranza o che per qualcuno sarĂ conveniente andare ad elezioni, c’è il rischio che tutto il disegno di riforma istituzionale complessiva salti (e con esso anche le riforme economiche). Non approvare subito una riforma coerente e che se serve, si potrĂ comunque cambiare successivamente, è un errore. Per questa strada il governo Letta potrebbe aver attivato il timer per una sua ďŹ ne precoce.

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͘͜ ’‘”– Giro d’Italia. Piazzale Garibaldi in festa per l’arrivo


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onto alla rovescia! Ancora poche ore e gli elettori di Brescia e di altri 15 Comuni della provincia potranno scegliere, con il loro voto, a chi affidare per il prossimo quinquennio (a meno di incidenti di percorso che costringano al ritorno anzitempo alle urne, come è avvenuto per i Comuni di Barghe, Berlingo e San Zeno che votato prima della naturale scadenza per la morte del sindaco, e Manerbio per le dimissioni della giunta) la guida delle proprie comunitĂ . Mancano solo pochi giorni all’apertura dei seggi elettorali, fissata in tutta Italia alle 8 di domenica 26 maggio. Saranno poco meno di sette milioni gli italiani chiamati al voto, in una tornata elettorale che segue di tre mesi esatti le politiche del febbraio scorso che, dopo l’esperienza del governo tecnico avrebbero dovuto dare al Paese un nuovo e forte esecutivo in grado di trascinare l’Italia fuori dalle

secche della crisi... Tutti sanno com’è andata a finire. E tutti, anche se nessuno lo confessa apertamente, temono o sperano che gli effetti del voto del 24 e 25 febbraio scorso possano farsi sentire anche sulle amministrative ormai prossime. Ovviamente è la cittĂ di Brescia a catalizzare l’interesse dei media. Per le sue dimensioni e

per il fatto che in passato ha spesso rappresentato una sorta di “incubatoreâ€? di scenari politici poi sviluppatisi a livello nazionale (uno per tutti, la coalizione che nel 1994 consentĂŹ la vittoria di Mino Martinazzoli è stata considerata da molti la progenitrice di quell’Ulivo che due anni piĂš tardi avrebbe portato Prodi a vincere le politiche), Brescia è una sorta di sorvegliata speciale. I motivi di interesse non mancano e la parata di big nazionali delle ultime ore ne sono la prova. Da una parte il centro-sinistra che schiera Emilio Del Bono deve dimostrare di avere assorbito lo shock delle politiche e cercare di portare a casa quella vittoria che in tanti sino a pochi mesi fa davano per scontata. Specularmente, il centro-destra che ha ritrovato la quadra intorno al sindaco uscente Adriano Paroli, guarda al voto di Brescia per verificare quanto slancio abbia ancora la ricorsa conclusa sul filo di lana alle politiche del

febbraio scorso. C’è poi l’attesa di chi vuole vedere come si conclude una volata iniziata piĂš di un anno fa con l’annuncio di Del Bono candidato sindaco del Pd. Proprio quella della riproposta sembra essere la chiave di lettura delle amministrative a Brescia. Quattro dei dieci candidati in corsa (l’elenco completo, insieme a quello dei candidati degli altri Comuni bresciani al voto è nella tabella a fianco, ndr.), e che probabilmente alla fine si contenderanno il grosso dei voti, sono gli stessi che si “giocarono la Loggiaâ€? nel 2008. Allora fu Adriano Paroli a sbaragliare il campo, vicendo al primo turno la concorrenza di Emilio Del Bono, di Laura Castelletti, di Francesco Onofri e di una serie di altri comprimari. I “fantastici quattroâ€? sono ancora in campo insieme ad altri sei candidati su cui spicca, anche solo per il consenso che ha avuto alle recenti politiche, Laura Gamba, candidata (o portavoce) del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Nel corso delle ultime settimane, dopo aver percorso in lungo e il largo la cittĂ per costruire

con questa un progetto per la Brescia di domani, i candidati (o buona parte di questi) si sono ripetutamente confrontati in una serie di incontri in cui sono stati sollecitati a pronunciarsi su tutto: dall’ambiente al lavoro, dai trasporti alla cultura, dai servizi alla persona ai costi della politica, dalle partecipante alle scuola... Domande e questioni che già delineano la difficolta di fare il sindaco in un tempo come quello attuale, segnato dalla crisi. Una stagione che indurrà molti, anche solo per il bisogno di avere risposte ai propri bisogni, a tenere costantemente sulla graticola sindaco, assessori e consiglieri comunali, sia in città che nei 15 Comuni bresciani che andranno al voto (in ordine alfabetico: Agnosine, Barghe, Berlingo, Berzo Inferiore, Borno, Castelcovati, Manerbio, Milzano, Offlaga, Ponte di Legno, Quinzano d’Oglio, San Zeno Naviglio, Toscolano Maderno, Travagliato e Trenzano) e da cui sembrano essere scomparsi i partiti politici. Dalle valli alla Bassa imperversano le liste civiche e solo in pochi casi Pd, Pdl

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Lega, ma anche lo stesso Movimento 5 Stelle, presente solo a Toscolano Maderno, hanno presentato nome e simbolo. Strategie, valutazioni politiche? Solo l’apertura delle urne, subito dopo il 15 di lunedì 27, dirà della bonta delle scelte. I Comuni della provincia conosceranno nel giro di poche ore il nome del loro sindaco. Per Brescia è facile immaginare il ricorso al ballottaggio che si terrà il 9 e 10 giugno prossimo tra i due candidati più votati, a meno che, come accade nel 2008, qualcuno non riesca già a conquistare il 50,01 dei voti già al primo turno.

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SĂŹ alle modalitĂ applicative individuate dalla Giunta regionale per la realizzazione del Patto di stabilitĂ territoriale che sblocca per quest’anno i primi 133 milioni, 100 per i Comuni e 33 per le amministrazioni provinciali. La decisione è stata assunta nei giorni scorsi dalla Commissione bilancio della Regione. I membri della commissione hanno dato parere favorevole alla delibera di Giunta che individua le modalitĂ di distribuzione e la

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cui presentazione è stata fatta direttamente dall’assessore all’Economia Massimo Garavaglia. Il Patto di stabilitĂ territoriale prevede erogazioni finalizzate ad alleggerire il patto degli enti locali, mediante il quale i medesimi enti possono effettuare pagamenti per opere pubbliche. Per il 2013 l’87% dei 33 milioni di euro assegnati alle Provincie servirĂ per pagare le opere pubbliche realizzate, il 10% andrĂ alle zone coinvolte dal terremoto del 2012 e per gli

interventi legati all’Expo. Per quel che concerne invece i Comuni il 75,5% dei fondi liberati dal patto di stabilitĂ regionale andrĂ per le opere pubbliche; il 12% è destinato a premiare i Comuni in proporzione alla virtuositĂ . “La tempistica di erogazione dei fondi – ha sottolineato l’assessore Massimo Garavaglia – sarĂ molto rapida. La Giunta però sta lavorando per aumentare i fondi e portare il plafond disponibile ai 210 milioni erogati lo scorso annoâ€?.

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passato esattamente un anno dal terremoto che il 20 maggio 2012 sconvolse la vita di tantissime comunitĂ dell’Emilia e del basso Mantovano. Sono trascorsi 12 mesi e su quel sisma è sceso il silenzio. Le comunitĂ colpite vivono ancora pesanti disagi, anche se la laboriositĂ di questa parte d’Italia, non ha aspettato molto a rialzare la testa. La gente ha saputo sin da subito rimboccarsi le maniche per intervenire laddove possibile. Le scosse del 20 e 29 maggio 2012 si accanirono in modo particolare su chiese, monumenti e aziende. Il tessuto imprenditoriale locale, pur duramente colpito, non ha sprecato molto tempo a piangersi addosso. Tanti imprenditori hanno messo spontaneamente a disposizione capannoni e altre strutture, senza curarsi nel momento del bisogno di concorrenza e quote di mercato, per dare modo a molte imprese di riavviare in tempi sufficientemente brevi le loro attivitĂ . Dei 40mila lavoratori messi in cassa integrazione subito dopo il sisma per l’inagibilitĂ degli impianti, pochissimi sono ancora quelli che attendono di rientrare al lavoro. 35 aziende emiliane particolarmente colpite dal terremoto, pur lavorando in condizioni di estrema difficoltĂ , hanno dato vita alla rete “Terre mosseâ€?, che fra i suoi obiettivi ha anche la facilitazione dell’accesso ad agevo-

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è stato fattoâ€? con “un grande lavoro di comunitĂ â€?, anche se che “molto resta da fareâ€?. Il giudizio espresso dal presidente della Regione Emilia Romagna in occasione dell’anniversario del sisma riassume perfettamente lo spirito con cui le comunitĂ colpite hanno affrontato le difficoltĂ . I problemi non mancano: nella sola Emilia migliaia di persone vivono ancora fuori dalle proprie abitazioni e in tanti casi alla messa in sicurezza degli edifici non ha fatto seguito l’inizio dei lavori di ripristino. Sono oltre 10mila le famiglie che negli ultimi mesi hanno beneficiato del Contributo di autonoma sistema-

zione, mentre 2.900 persone vivono in un migliaio di moduli prefabbricati abitativi. Nonostante tutto, la vita in Emilia e nel basso Mantovano è ripresa. Certo, il timore di una riproposta di “spettacoli giĂ vistiâ€? in occasione di altri terremoti è concreta. Non è però un timore che blocca, che fa tremare le gambe. Semmai è una preoccupazione che spinge la gente colpita dal sisma a darsi da fare, a conquistarsi quell’appellativo di “eroi del quotidianoâ€? utilizzato dal presidente della Camera Laura Boldrini nel corso della commemorazione ufficiale tenuta a Ferrara.

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)RUWL ULFKLDPL DOOD SROLWLFD Ha suscitato grande attenzione la parte della prolusione dell’assemblea della Cei che il card. Angelo Bagnasco ha dedicato all’attualitĂ italiana. Sono state parole particolarmente impegnative, quasi di “rimproveroâ€?, quelle che il Presidente dei vescovi ha avuto per il mondo politico. Ha parlato di “situazioni intricate e personalismi, che hanno assorbito energie e tempo, degni di ben altro impiego, vista la mole e la complessitĂ dei pro-

blemi che assillano famiglie, giovani e anzianiâ€?. Secondo il Cardinale, “dopo il responso delle urne, i cittadini hanno il diritto che quanti sono stati investiti di responsabilitĂ e onore per servire il Paese, pensino al Paese senza distrazioni, tattiche o strategie che sianoâ€?. Un evidente riferimento alle lungaggini estenuanti che hanno preceduto la nascita del governo Letta, questa sorta di “grande coalizioneâ€? auspicata dal presidente Na-

politano che, senza il suo autorevole intervento, forse non avrebbe visto la luce. Nella prolusione hanno avuto spazio anche il tema complesso e dibattuto della vita, dell’etica, della bioetica. Si tratta di un coacervo di problemi deagranti, alcuni dei quali deďŹ niti addirittura “disumani e spietatiâ€? (dove è in gioco, come nel caso della tutela dell’embrione, la sopravvivenza di un essere umano a tutti gli effetti). Il Cardinale ha fatto

riferimento – ad esempio – anche alle richieste di riconoscimento delle unione gay, sulle quali ha affermato che si tratterebbe di “rappresentazioni similariâ€? alla famiglia, che in “modo felpatoâ€? andrebbero a costituire un vulnus progressivo alla speciďŹ ca identitĂ della famigliaâ€?. In aggiunta, ha affermato che queste unioni “non sono necessarie per tutelare diritti individuali in larga misura giĂ garantiti dall’ordinamentoâ€?.


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all’impervesare di cicloni e tornado, ma quello che si è abbattuto sul sobborgo di Moore (20 chilometri dal centro di Oklahoma City) in cui abitano 55mila persone è stato di violenza mai vista. Il presidente Barack Obama, che ha dichiarato lo stato di calamitĂ naturale in cinque contee dell’Oklahoma, ha detto che il tornado è stato “uno dei piĂš distruttivi nella storiaâ€? e che “l’Oklahoma ha bisogno di risposte immediateâ€?. “Per tutti coloro che sono stati colpiti, ci rendiamo conto

che la strada da percorrere è lungaâ€?, ha detto Obama. “C’è un enorme dolore che deve essere assorbito, ma resteremo al vostro ďŹ anco in questo percorsoâ€?. Vicinanza è stata espressa anche dalla Chiesa locale. L’arcivescovo Coakley ha espresso la sua vicinanza alla sua combattiva comunitĂ , non nuova a catastroďŹ di questo tipo e ha ricordato come una serie di organizzazioni cattoliche, le Catholic Charities Okc, stanno giĂ lavorando d’intesa con l’arcidiocesi di Oklahoma City per garantire

una risposta mirata ed efďŹ cace non solo per i bisogni immediati delle persone colpite dal violentissimo tornado, ma anche per le loro esigenze future. Il tornado di tre chilometri di diametro con venti di oltre 300 chilometri l’ora che ha distrutto un’area di 35 chilometri, è stato peggiore di quello giĂ violentissimo del 3 maggio 1999 in cui persero la vita 36 persone, i feriti furono 700 e 8000 case vennero distrutte o gravemente danneggiate.

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primi passi per il governo Letta, che deve districarsi anche fra le difficoltĂ di rapporto tra i partiti della sua maggioranza “allargataâ€? sono indirizzati sul fronte economico: c’è da allentare la presa fiscale su famiglie ed imprese, da incentivare l’economia e soprattutto le assunzioni. Anzitutto l’Imu, dalla forte valenza simbolica e politica, anche se poi quest’imposta sugli immobili “pesaâ€? per poco piĂš di 5 miliardi di euro. Un decreto ha “congelatoâ€? l’acconto di giugno per le prime case non di pregio (secondo la categoria catastale), per i terreni e i fabbricati agricoli. Si pagherĂ invece per seconde case, negozi e capannoni, ma la stessa Imu è sotto la lente governativa per opportune correzioni: appare ingiusto tassare beni strumentali come capannoni e negozi che giĂ sono sottoposti a tassazione, e si pensa di aggravare l’imposta per chi possiede piĂš di una “seconda casaâ€?. Nel frattempo sono state trovate le risorse (circa un mi-

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liardo di euro) per finanziare la cassa integrazione in deroga, che pesa sulle casse dello Stato a differenza della cassa integrazione ordinaria che è alimentata da contributi di imprese e lavoratori. Queste mini-manovre hanno anche un altro obiettivo: quello di cancellare il punto di Iva in piĂš che la legge farĂ scattare dal primo luglio. Vale qualcosa come 2 miliardi di euro: se si trovano risorse da altre parti, si può evitare che l’Iva salga dal 21 al 22%, e, conseguentemente l’ennesima mazzata ai giĂ deboli consumi interni. Si andrĂ a pescare tra le pieghe di un bilancio dello Stato che supera gli

800 miliardi di euro annui, altrimenti le tasse abbassate da una parte, torneranno subito dalla finestra.Ma tutto questo non crea nemmeno un posto di lavoro. C’è quindi bisogno di stimolare l’occupazione, perchĂŠ la situazione è giĂ ora insostenibile. Si ragiona su alcuni provvedimenti legislativi in merito a contratti a termine e apprendistato, in controtendenza con la stretta applicata dalla riforma Fornero che aveva come obiettivo la lotta alla “precarietĂ cattivaâ€?. La partita piĂš importante è quella sull’etĂ pensionabile, drasticamente alzata dalla Fornero, provocando alcuni effetti collaterali assai sgradevoli: i cosiddetti “esodatiâ€? e il blocco di un turn over tra giovani e vecchi, con i primi fuori dalla porta e i secondi obbligati a lavorare fino a 66-68 anni. Da una maggiore flessibilitĂ delle regole si potranno estrarre decine di migliaia di posti di lavoro: i senior si potranno pensionare prima, con una lieve penalizzazione sull’assegno previdenziale (quindi addio

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Ăˆ in programma per sabato 25 maggio presso l’aula magna del liceo Calini di Brescia il convegno “Ricongiungimento familiare e genitorialitĂ a distanzaâ€?, promosso dall’associazione “Psicologi per i popoli nel mondoâ€? che a Brescia trova la sua declinazione nel progetto “Professionisti solidAliâ€?, una rete di psicologi, psicoterapeuti, psichiatri e altre professionaliltĂ di questo delicato settore che si è resa disponibile per accompagnare tutte quelle forme di disagio psicologico che oggi, per mille ragioni, non trovano risposta nei servizi pubblici e privati che il territorio mette a disposione. Sono una quarantina i professionisti bresciani che hanno deciso di dedicare gratuitamente parte del loro tempo per aiutare quelle persone (molti

stranieri ma anche tanti italiani) che vivono situazioni di disagio ma che non possono, soprattutto per motivi di carattere economico, accedere a servizi che pure esistono ma che richiedono un minimo di contributo economico. “Molto spesso i pazienti che seguiamo con il progetto Professionisti solidali – afferma Daniela Quaresmini, responsabile scientifico del convegno del 25 maggio e una dei professionisti del progetto – sono gli stessi che hanno frequentato i nostri studi, ma che non hanno piĂš le risorse necessarie per proseguire il percorsoâ€?. Vengono cosĂŹ indirizzati al progetto che ha la sua sede in via Gorizia 13 a Brescia. Agli utenti viene chiesta semplicemente una quota di iscrizione di 5 euro per la copertura delle spese di segreteria.

esodati e maggior turn over). In piĂš si sta studiando un meccanismo che porti a creare una staffetta tra dipendenti pubblici, in modo da “liberarsiâ€? dei piĂš maturi per far entrare forze fresche. Il governo Letta deve però risolvere il problema di sempre: dove trovare soldi per la cassa integrazione, per la previdenza, per gli sgravi, per l’Iva? Prima o poi, lo Stato dovrĂ rivolgere uno sguardo d’insieme piĂš lungimirante sia alle proprie entrate che alle spese.

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Promossa dal gruppo “Conviviumâ€? è in programma alle 18.30 di giovedĂŹ 23 maggio, presso il Centro pastorale Paolo VI di Brescia una serata a ricordo di Giuseppe (Beppe) Mattei, figura di primo piano del laicato bresciano, scomparso il 14 dicembre dello scorso anno. Saranno Giovanni Falsina, Giulio Maternini e Michele Bonetti a ricordare l’impegno di Beppe Mattei nell’Azione Cattolica, nel volontariato internazionale

La sezione bresciana dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti si trova nella necessità di attivare nuove forme di autofinanziamento per il sostegno delle proprie attività istituzionali, in considerazione del fatto che, sia lo Stato che gli enti pubblici, hanno praticamente azzerato i loro contributi. Il convenzionamento con il circuito di promozione commerciale CartAiuta, persegue lo scopo di incrementare e fidelizzare la clientela nei

con la Fondazione Tovini e nel campo educativo con la Famiglia universitaria Rinaldini/ Bevilacqua. A seguire una cena conviviale. Lo stesso gruppo organizza per il 14 giugno prossimo, sempre al Centro pastorale Paolo VI con inizio alle 18, un incontro con il card. Giovan Battista Re che è stato invitato a trattare il tema “Lo stile di papa Francesco e le nuove prospettive della Chiesa universaleâ€?.

confronti dei negozianti mediante uno sconto solidale da essi liberamente definito all’atto della sottoscrizione della convenzione, da riconoscere al cliente su presentazione di una apposita card e contestualmente di sostenere le associazioni aderenti mediante il versamento ad esse di una piccola quota di questo sconto. Nei prossimi giorni partirà il progetto per promuovere l’adesione degli esercizi commerciali di Brescia e provincia a questa iniziativa.

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Che facciamo ora, signori Sindaci? Signor Sindaco, signori assessori, egregi consiglieri, degnatevi, ora che siete stati eletti, degnatevi d’ascoltare la voce di un cittadino qualsiasi. Sono certo che, mentre io scrivo, in ogni comune bresciano i nuovi consiglieri comunali, con tutte le emozioni, le attese, i segreti e le intenzioni piĂš o meno palesi, si sono raccolti nelle prime sedute per eleggere dal proprio seno il primo cittadino – il signor Sindaco – (...) Voi da oggi siete posti come sopra un altare e tutti vi guardano. Tutti vi giudicano. Come il novello sacerdote nel dĂŹ della sua prima messa. (...) E nella grande costruzione democratica voi siete il primo piano. Lontano, al vertice, sta il Capo dello Stato o presidente della Repubblica. Poi viene il Ministro degli interni. In sede provinciale, al terzo posto, siede il Prefetto. Ma tutti questi “signoriâ€? sono lontani(...). Ma con lei, signor Sindaco, con voi signori consiglieri e assessori, il discorso cambia. L’elettore guarda a voi, perchĂŠ nell’urna ha scelto voi, ha pensato bene sul conto vostro, ha dato in mano a voi la sua cambiale in bianco firmata. (...) Voi siete al primo piano quindi. E il cittadino giudica

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responsabilità e con inalterata fermezza. Ecco\ quanto ogni cittadino attende da voi. (...) Guardate ai comuni che hanno bene operato nei cinque anni precedenti. Non ci sono stati tentennamenti di sorta sulla vittoria. Alla luce dei fatti (...) l’elettore ha rinnovato la fiducia volentieri ai precedenti amministratori. Senza tanti raginamenti. I fatti. Ai fatti la parola. Ai fatti pensate subito e i fatti parleranno da sÊ il linguaggio piÚ bello e piÚ suadente. Chi vincerà la prossima

campagna politica da cui tanto la Patria s’aspetta per le sue glorie future? Sarete voi, convincetevi. Da voi tutti, o neoeletti, piÚ che da ogni piano macchinoso escogitato nel segreto delle direzioni politiche, dalla dimostrazione delle vostre capacità di saper portare, vivere e operare come esigono i sacri doveri della pubblica responsabilità , gli elettori tutti, giovani e vecchi, amici e avversari (onesti s’intende) sapranno come votare per bene alle prossime elezioni. (...) Con questo non aspettatevi

d’aver sempre la riconoscenza. Sbagliereste. Vorrebbe dire che non conoscete la natura dell’uomo. (...). C’è un’altra cosa che mi preme di dirvi(...): non chiudete l’orecchio alle critiche, che spontaneamente andranno sorgendo sul vostro operato in tutti i ceti del comune. Dirò di piĂš: cercatele queste critiche, fatevele ripetere come si può chiedere un atto di squisita caritĂ , a quanti, specie in veste qualificata, possono o sono tenuti a farle, al di fuori della sede comunale, al di fuori della sedute private di giunta e delle pubbliche sedute consigliari. (...) Sentite le associazioni locali, dalle Acli ai coltivatori diretti alle varie organizzazioni. Sentendo gli altri capirete meglio voi stessi e la vostra azione. (...). Assentarsi, ammantarsi di sussiego o, peggio, rivestire il manto aureo (ma stupido, illogico e piccino) “dell’indipendenzaâ€? vuol dire “sicumeraâ€? sterile e nient’altro. Vuol dire “isolarsiâ€?, dividere, allontanarsi, con l’aria magari di rendersi piĂš preziosi, mentre in realtĂ ci si fa compatire e nulla piĂš. (...) Buon lavoro, quindi e arrivederci alla prossima competizione elettorale.


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Sabato 25 e domenica 26 maggio due manifestazioni animeranno la Valle di Lozio, espressione la prima delle realtĂ associative che la animano, la seconda delle due scuole locali e dei bambini che rappresentano il futuro di questa piccola comunitĂ montana della media Camonica. Sabato 25 si svolgerĂ presso la chiesa parrocchiale dei SS. Nazzaro e Celso (localitĂ San Nazzaro), la rassegna di canti popolari e di montagna “Fior di Noteâ€?. La serata (a partire

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dalle 20.30) è stata organizzata dalla corale “L’Eco della Concarenaâ€? di Lozio in collaborazione con la Pro Loco. Il gruppo loziese, attivo dal 1996 e diretto dal maestro Bettino Pedersoli, si compone di una ventina di elementi (uomini e donne), rappresentanti non solo delle quattro contrade della valle di Lozio, ma anche provenienti da altri paesi (soprattutto da Ossimo ed Erbanno). Domenica 26 invece si svolgerĂ la festa di ďŹ ne anno scolastico dei bambini della scuola

materna, cui si uniranno anche i colleghi poco piĂš grandi della scuola elementare. Dopo la Messa celebrata nella parrocchiale di Villa e dedicata ai bambini delle due scuole, è previsto un pranzo aperto a tutti presso l’asilo. Alle 14 poi, a conclusione di un progetto annuale, avrĂ luogo lo spettacolo teatrale “Io sono Io. La storia di Pezzetinoâ€?, animazione sulla ricerca della propria identitĂ da parte dei piĂš piccoli realizzata dalla Cooperativa teatro laboratorio di Brescia.

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on Lorenzo Pedersoli, parroco di Zone dal 2003, racconta l’attesa della comunitĂ montana che sta vivendo una settimana dedicata alla devozione mariana. La comunitĂ si appresta a vivere per la prima volta le feste quinquennali in onore della Madonna di San Cassiano. Quanto è importante ricordare la figura di Maria? La comunità è sempre stata legata alla devozione alla Madonna e in particolare a questa statua che era nella chiesa succursale antica detta di San Cassiano. La statua ha anche una storia particolare: venne rubata e ritrovata due volte nel 1967 e nel 1972. I fedeli di Zone sono particolarmente devoti: se oggi vengono in chiesa ad affidarsi alla Madonna, un tempo chiedevano la protezione a Maria per i periodi di siccitĂ o per quando andavano all’estero a lavorare. Ăˆ la prima festa quinquennale per la comunitĂ . Come si racconta GesĂš Cristo nella quotidianitĂ ? Ci sono incontri formativi per i genitori, per le coppie e per i ragazzi. A questo si aggiungono i centri di ascolto. Credo che non ci siano cose particolarmente diverse dalle altre parrocchie. Ăˆ un paese di montagna e quindi vanno valorizzate anche le sue tradizioni. C’è un bel gruppo che frequenta i sacramenti. Si fa un po’ fatica con i giovani e con i giovani sposi

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Gli studenti, a partire dai ragazzi delle medie, devono spostarsi e fare 30/40 km per andare a studiare. Per fortuna abbiamo uno stabilimento in paese dove sono impegnati uomini e donne. Ăˆ difficile, comunque, far incontrare le persone: l’unico giorno in cui si riesce a fare un po’ di pastorale per adulti e genitori è la domenica. Durante la settimana c’è il catechismo, ma bisogna fare di tutto per salvaguardare la domenica per la fede, per la comunitĂ e per la famiglia stessa. Anche l’iniziazione cristiana con i genitori è concentrata nella giornata della domenica: l’incontro tra genitori e ragazzi è

significativo anche a livello sociale. Bisogna considerare anche l’afflusso turistico... D’estate il paese si raddoppia. La comunitĂ nei tre mesi estivi si sfalda un po’ perchĂŠ molte persone hanno le cascine sui monti; c’è un’attivitĂ specifica per i turisti. E per quanto riguarda il cammino delle unitĂ pastorali? Siamo all’inizio. Il paese di Zone è isolato con una distanza non indifferente. Evidentemente sarĂ importante una collaborazione tra parroci sulle attivitĂ . Deve essere un cammino graduale.

,QDXJXUDWR LO UHVWDXUR GHOOD FKLHVD Domenica 19 maggio, solennitĂ di Pentecoste, mons. Luciano Monari ha inaugurato i lavori di restauro della chiesa parrocchiale di Niardo. La S. Messa è stata concelebrata dal parroco don Angelo Corti, l’ex parroco don Fausto Murachelli e mons. Mario Rebuffoni. All’interno della chiesa era ancora presente l’urna contenente le spoglie del Beato Innocenzo da Berzo, nativo di Niardo, momentaneamente traslata

dal Santuario di Berzo Inferiore alla parrocchiale. I moltissimi fedeli che hanno riempito la grande chiesa, hanno potuto osservare i risultati del lungo lavoro di restauro, iniziato anni orsono da don Fausto, e completati con grande spirito d’iniziativa da don Angelo. Il restauro, affidato all’Êquipe del bresciano Leonardo Gatti, ha messo in luce gli equilibri cromatici andati perduti, rivalutando l’aspetto architettonico

dell’imponente chiesa. All’intervento sulle murature, ha fatto seguito il restauro dei vari altari, delle edicole, quello di un imponente e splendido crocifisso, e di altre cinque statue. Sempre da Gatti è stata poi restaurata la grande tela del pittore Giovanni Battista Nodari (18811930), raffigurante S. Obizio, collocata nel maestoso omonimo altare, nel quale sono racchiuse le spoglie del santo.

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ƒ’‹–ƒÂ?‹‘ ‡ ‡”‘•ƒ Â?ƒ Â?‘•–”ƒ •—ŽŽƒ ˆ‹‰—”ƒ †‡Ž ’ƒ†”‡ “La figura del padre. La paternitĂ . Com’è e come può essereâ€?. Ăˆ questo il titolo del percorso proposto nella parrocchia Sante Capitanio e Gerosa di Brescia. Per la veritĂ , dietro c’è un gruppo di mamme che da tempo si fa chiamare “Mamme del lunedĂŹâ€?. Quelle mamme che, quasi per caso, incontrandosi, hanno cominciato a condividere necessitĂ , problemi per scoprirsi poi in cammino. Insieme. Sulle questioni della vita: si può essere felici? Che ne sarĂ

dei figli? Come affrontare le fatiche dei rapporti o della scuola? L’inizio per essere poi un gruppo che continua a ingrandirsi e ad aprirsi a nuovi stimoli; si affronta tutto e tutto alla luce della fede. E dal cammino del gruppo nascono anche proposte aperte a tutti. Ecco quindi prendere vita la proposta “La figura del padre. La paternitĂ . Com’è e come può essereâ€? che si declina in tre proposte. “Nessuno genera se non è generato, alla scoperta di Omero,

Dante, Tolkienâ€?, un percorso attraverso i classici della letteratura per raccontare l’esperienza della paternitĂ . La mostra è stata realizzata dalla FraternitĂ sacerdotale San Carlo Borromeo e aperta sabato e domenica dalle 14.30 alle 18 fino al 3 giugno. Inaugurazione venerdĂŹ 24 maggio alle 21. Negli altri giorni visite su prenotazione 3357167675 (mamma Monica). Il secondo appuntamento in programma è domenica 26 maggio alle 16 con Ferdinando Zullo,

incontro provocazione dal titolo “Mi avete dato il necessario e anche il superfluo. Mi è mancato l’indispensabileâ€?. Il terzo appuntamento che chiude la proposta del gruppo “Mamme del lunedĂŹâ€? è lunedĂŹ 3 giugno alle 21 con Mauro Toninelli, autore del libro “Io, papĂ ? 9 mesi coi baffiâ€?, il diario di un papĂ alla prima gravidanza. Tutti gli appuntamenti si svolgono presso la sala della comunitĂ della parrocchia Sante Capitanio e Gerosa (via Botticelli, 5).

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l primo momento della manifestazione del 28 maggio – spiega Manlio Milani, presidente della Casa della memoria – sarĂ caratterizzato dai ragazzi delle scuole, dalle elementari in su, che riempiranno ancora una volta i covoni, gli otto covoni, con fiori, messaggi. Il secondo momento, molto importante, sarĂ invece di riflessione. In San Barnaba (alle 11.30) sarĂ presente Vladimiro Zagrebelsky che terrĂ una lezione su ‘Europa e la giustizia come diritto umano’, dandoci quindi un momento di riflessione ampio riproponendo il tema dell’impunitĂ della strage ma anche il tema del diritto di avere giustiziaâ€?. Brescia lo scorso anno ha pensato a un Memoriale a ricordo delle vittime. “Quest’anno inaugureremo un secondo step: sono mattonelle che riportano i nomi delle vittime di tutto il terrorismo italiano. Alla fine saranno oltre 400â€?. Nei prossimi mesi verranno collocate 135 formelle con le vittime sul tracciato ideato da piazza Loggia a salire in Castello. Gli studenti di scenografia dell’Accademia Laba provano a trasmettere la loro emozione con l’installazione luminosa “Nessun dormaâ€?: viene inaugurata

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della Resistenza; gli sportivi sono attesi alle 8.30 presso Campomarte da dove partirĂ un serpentone che raggiungerĂ piazza Loggia. Il programma dettagliato si può leggere sul sito www.28maggio74.brescia.it. Le celebrazioni si sono aperte mercoledĂŹ 22 con la proiezione del film “Sfiorando il muroâ€? di Silvia Giralucci, che racconta la storia del padre Graziano, militante del Msi e una delle prime vittime delle Br. Il tempo è maturo per superare gli opposti estremismi? “Credo di sĂŹ, fra l’altro è un film splendido ed è una riflessione che fa la figlia partendo dalla vicenda di suo padre ma allargando enormemente gli orizzonti; cercando di far emergere la violenza, le modalitĂ della violenza. Come diciamo nel Memoriale, le vittime sono uguali, è la storia che le divide. Ma è la storia – conclude Milani – che dobbiamo comprendereâ€?.

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7HVWLPRQLDQ]H H VFULWWL GL 0DUWD 5HDOL LunedĂŹ 20 maggio, il salone Faini di via Spalto San Marco ha ospitato la presentazione del libro “Marta Reali – Testimonianze e scrittiâ€?. L’incontro, organizzato dalle Acli Provinciali di Brescia, in collaborazione con il Centro di documentazione ha visto la partecipazione di Luca Ghisleri, direttore del Centro, Angela Mantovani, giĂ presidente di Azione cattolica e Vera Lomazzi, responsabile del Coordinamento donne Acli, introdotti e moderati da Gianbattista Lanzani, presidente del Centro di documentazione. Marta Reali, classe 1911, fu un’importante figura del movimento cattolico bresciano nello scorso secolo; per anni si occupò dell’ufficio parrocchiale di Sant’Alessandro, in cittĂ , e del Centro per anziani Balestrieri; attiva nella Resistenza, fu protagonista della nascita e dello sviluppo delle Acli bresciane, segretaria del Consiglio diocesano dell’Azione cattolica e collaboratrice de “La Voce del Popoloâ€?. “Il volume che viene presentatoâ€?, scrive Roberto Rossini, presidente delle Acli bresciane, “è il racconto di una vita dedicata al lavoro nella Chiesa e nella democrazia: si vive infatti ciò che si afferma e sono i testimoni come Marta a coinvolgere e creare fiduciaâ€?. “Conobbi Marta Reali in Azione cattolica, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70; mi colpĂŹ molto la sua semplicitĂ e il suo modo di ridimensionare i problemi senza banalizzarli. Marta fu sempre sostenuta da una grande spiritualitĂ , e fondò la sua vita su una corresponsabile appartenenza attiva alla Chiesaâ€? ha ricordato

Angela Mantovani durante la presentazione del libro. Il volume, edito da Morcelliana nel 2012, si compone di due parti: la prima che racchiude numerose testimonianze di chi conobbe la Reali e la seconda, dov’è possibile leggere alcuni degli scritti della stessa su svariati temi. “Marta Reali vide nella cultura uno strumento di crescita e agĂŹ sempre con grande accuratezza nel fare, dire, operare e presenziare, profondamente innamorata di ciò che facevaâ€? ha concluso Lanzani. (l.d.p.)

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tori del progetto – attraverso l’analisi del linguaggio mediatico al fine di stimolare una visione critica da parte dei ragazziâ€?. Agli studenti sono stati forniti diversi questionari dalle cui risposte i tutor hanno potuto analizzare il livello di consapevolezza dei ragazzi in merito alle varie tipologie discriminatorie presenti nella societĂ : dal sessismo al razzismo. Particolare attenzione è stata posta alla discriminazione femminile e a ciò che essa rappresenta, sia dal punto di vista maschile che da quel-

lo femminile. “Le problematiche esistono – ha dichiarato l’assessore alla Pubblica istruzione, Aristide Peli (nella foto) – soprattutto per la donna in televisione, la donna oggettoâ€?. Dai dati sono emerse tre tipologie di approccio al problema. Un primo gruppo si è soffermato sull’analisi delle differenze e delle analogie fra i due sessi; un secondo gruppo ha denunciato l’uso improprio dell’utilizzo del corpo femminile da parte della societĂ dello spettacolo. Sono stati presi in considerazione filmati

e brani musicali noti al pubblico, soprattutto quello adolescenziale, sottolineandone i messaggi discriminatori. Il terzo e ultimo gruppo si è interrogato sulle diverse opportunitĂ che vengono offerte alle donne, rispetto agli uomini, nell’inserimento del mondo del lavoro. Dal progetto è scaturita una nuova sensibilitĂ degli studenti rispetto alle disparitĂ tipiche della societĂ . Un nuovo modo di vedere il mondo che ha portato i ragazzi ad elaborare diversi prodotti multimediali. (r.g.c.)

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ervire, interessarsi dell’azione supportata e portare a termine l’intervento. Anche a Brescia la presenza concreta dei Lions (l’acronimo inglese indica che con la libertĂ e con la comprensione tra i popoli si crea la sicurezza della propria nazione) è sotto gli occhi di tutti. La sensibilitĂ dei Lions è orientata al sociale. Si ricorda il sostegno al progetto “Nati per vivereâ€? per i bambini prematuri con l’accreditamento regionale, ma anche la sistemazione dei letti da ospedale nelle case degli ammalati cronici o la sollecitazione per l’assistenza day hospital ai sieropositivi. Hanno contribuito al restauro di beni artistici e architettonici come la chiesa di Santa Maria della caritĂ o della chiesa dei miracoli, al recupero di fontane storiche e al percorso botanico didattico al Parco Odorici, ma anche a progetti di formazione: dal “Progetto Martinaâ€? di educazione a una vita sana per gli studenti delle superiori con un medico volontario che entra in classe, alla sicurezza stradale, dalla lotta alla violenza sulle donne alle iniziative a favore dei carcerati. Solo nel 2012 tutti i Club di Brescia hanno raccolto 35mila euro per la comunitĂ Mamre fondata da don Pierino Ferrari. Come? Attraverso iniziative ed eventi (concerti) ma anche a raccolte come la vendita del panettone nel periodo natalizio realizzate dal club

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nel 1952 è approdato in Italia (a Brescia nel 1956). Il Lions Club a livello mondiale, presieduto da un americano (quello precedente era un cinese) riunisce 46mila club suddivisi in 207 nazioni con un milione e 350mila soci; Brescia, Bergamo e Mantova fanno parte di un unico distretto con 55 club e 1900 soci; 25 di questi circoli sono localizzati nel Bresciano. Grazie al volontariato, ai Lions costa mediamente solo sei dollari riabilitare la vista o prevenire la cecitĂ : ridĂ e mantiene la vista a 20mila persone ogni settimana (due al minuto) e ad oggi ne sono state assistite 120 milioni. Lo stesso raffronto si può fare con la malaria (in Africa sono stati vaccinati 41 milioni di bambini) o con il morbillo. Negli anni si sono distinti anche per la raccolta degli occhiali usati: un centro in Piemonte li sterilizza, li smonta, li ricicla e li cataloga prima di imbustarli e spedirli nei Paesi poveri. Volontari Lions leggono e registrano audiolibri per i ciechi. A Brescia, in particolare, sta prendendo forma un progetto interessante di sviluppo di un software che permetta una mappatura della cittĂ per i disabili. Il gruppo piĂš storico, Brescia Host, ha la sua sede al centro anziani della parrocchia di San Lorenzo. A giugno verranno premiati anche i giovani musicisti studenti del Conservatorio che si sono distinti nel concorso “Gasparo da Salòâ€? indetto proprio dal club bresciano.

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picata sportiva su parete artificiale, partecipare alle visite guidate al borgo per adulti e bambini e tanto altro. Le serate, dopo l’aperitivo musicale e cena sull’aia, saranno dedicate alla musica, sulla grande corte di Monticelli d’Oglio. Sabato appuntamento con alcuni gruppi locali, domenica alle 21 invece spazio alle note del chitarrista di Fabrizio De Andrè, Giorgio Cordini con Gaspare Bonafede e Alessandro Adami con il concerto: “Un mondo a due vociâ€? un ricco repertorio di canzoni di Fabri-

zio De Andrè e di Ivano Fossati. L’ingresso al concerto è libero. Il ricavato dell’iniziativa andrĂ ai progetti di Emergency e in particolare al mantenimento della corsia pediatrica dell’ospedale di Kabul, in Afghanistan. Una grande festa nello splendido borgo di Monticelli d’Oglio. L’antico villaggio di origine quattrocentesca è rimasto intatto, impreziosito dai porticati delle case coloniche perfettamente disposte a chiudere la grande corte, dove si affacciano la chiesa e il palazzo gentilizio. Il ca-

stello sulla destra del borgo, sorge sopra un’altra collina. I due giorni sul fiume sono organizzati dall’associazione “Avventura dietro l’angoloâ€?. “Avventura dietro l’angoloâ€? nasce dall’idea di un gruppo di amici con la vocazione di condividere con tante persone la passione per lo sport, la natura e le emozioni intense. Quell’avventura che comincia dalla porta di casa per scoprire un territorio a noi tutti cosĂŹ vicino, ma troppo spesso ancora inesplorato. Per info, www.avventuradietrolangolo.it

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uella che si celebrerĂ domenica 26 maggio a livello nazionale è la 12ÂŞ edizione di un importante evento volto a sensibilizzare sul tema della terapia del dolore e delle cure palliative. Torna anche quest’anno, infatti, la “Giornata del sollievoâ€?, promossa dal Ministero della salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dalla Fondazione nazionale “Gigi Ghirottiâ€?, il giornalista de “La Stampaâ€? morto nel 1974 per un linfoma di Hogkind. La Giornata nazionale del sollievo vuole essere un passo avanti nella consapevolezza e nell’affermazione del diritto al sollievo, del diritto a non soffrire di dolore inutile, insopportabile e insensato, ad allentare la morsa della sofferenza. La cura globale della sofferenza dovrebbe includere anche la fase del sollievo, soprattutto al termine della vita. La giornata trova particolare ricezione a Orzinuovi dove da anni è attivo l’Hospice, l’unitĂ di cure palliative dell’ospedale “Mellino Melliniâ€? di Chiari. Diretta dal dott. Emanuele Borra, nel tempo si è costituita come punto di riferimento sul territo-

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nella giornata di venerdĂŹ 24 maggio, nelle vicinanze del mercato, allestirĂ uno stand nel quale incontrare, dalle 9 alle 12, i cittadini di Orzinuovi cosĂŹ da diffondere, attraverso i propri esperti medici di cure palliative e terapia del dolore, in collaborazione con alcune Associazioni di volontariato, il messaggio propositivo della Giornata: medici e volontari, infatti, spiegheranno alle persone l’importanza della cultura del sollievo e di come essa venga declinata in particolare a livello locale. Il messaggio che si vuole diffondere, fanno sapere dall’ospedale, è che “il sollievo è raggiungibile anche quando non è piĂš possibile la guarigione e, se si punta sul sollievo, si vince sempre: vince la dignitĂ della persona sofferenteâ€?. Nella convinzione che quando non c’è piĂš niente da fare c’è ancora tanto da fare.

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´&RQVXPDUH LQ SDHVHÂľ XQ¡LGHD LQQRYDWLYD Incentivi diretti al commercio locale e concreto sostegno alle famiglie trovano comune campo d’azione in “Consumare in paeseâ€?, neo-progetto di promozione e sensibilizzazione orientato verso una spesa sempre piĂš razionale e responsabile da parte dei cittadini. L’iniziativa, pensata dall’Associazione genitori di Pontoglio, ha coinvolto l’adesione e l’entusiasmo di numerosi commercianti del paese. “In un periodo di cosĂŹ grande sofferenza economica – hanno sottolineato gli ideatori dell’Age – abbiamo riflettuto su come unire le forze e dar vita ad una convenzione che permetta al commerciante che vi aderisce di applicare uno sconto alle nostre famiglie associate (circa 150 nuclei): in questo modo si è pensato di incentivare le famiglie aderenti all’Age di dirottare i propri consumi entro i confini pontogliesi e, al contempo, di permettere ai commercianti di mantenere o attirare nuovi clienti, praticando sconti ed agevolazioni, secondo loro libera e completa discrezioneâ€?. Famiglie quindi soddisfatte, ma i commercianti? “Fino ad ora la stragrande maggioranza dei commercianti contattati nel comune bassaiolo ha aderito con grinta ed entusiasmo, ritenendo il progetto un valido e innovativo metodo per favorire e incentivare l’incontro tra le nuove ed emergenti esigenze delle famiglie e quelle piĂš dirette che caratterizzano il mondo della vendita e del mercatoâ€?. Un’altra novitĂ che allarga il raggio d’azione degli interessati all’inizia-

tiva riguarda invece l’estensione d’invito all’adesione non solo a negozianti e commercianti, ma anche a molte altre categorie come per esempio quelle degli artigiani o dei liberi professionisti, ma anche coltivatori, ristoratori o imprenditori. Per qualsiasi delucidazione sulle categorie coinvolte, sugli sconti e su come prendere parte al progetto, è possibile rivolgersi direttamente all’Age scrivendo via e-mail a: pontoglio@ age.it. (a.s.)

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realizzato dall’artista bresciano Giuseppe Ponzanelli e l’intitolazione della Sala dialisi dell’ospedale di Montichiari a Davide Rodella. Il nosocomio ha potuto beneficiare, tra l’altro, di una nuova piattaforma ecografica portatile multidisciplinare acquistata grazie ai fondi dell’associazione e che consente un esame diretto sul paziente direttamente sul letto di degenza. Il 2013 costituisce, per la realtà presieduta da Giuseppe Baronchelli, una tappa

fondamentale per la ricorrenza di due anniversari: il 25° dalla morte di Davide Rodella, giovane che tanto bene ha prodotto in vita, e il 15° della nascita dell’associazione che ha erogato complessivamente oltre 1 milione 600mila euro al mondo del volontariato. Molta attenzione è stata e verrĂ garantita alla ricerca scientifica con la borsa di studio Francesco Rodella, organizzata in collaborazione con le sezioni di Aido e Avis, in programma ogni anno nel mese di dicembre: in

questa occasione viene assegnato un premio del valore di 10mila euro al miglior progetto di ricerca. Anche lo sport non è esente da aiuti, come è accaduto per la Contadi Castaldi di basket maschile e piĂš in generale per tutto il mondo agonistico e amatoriale per il quale la “Davide Rodellaâ€? ha da sempre un occhio di riguardo. Tra le scuole un contributo importante è stato fornito alla paritaria ToviniKolbe per la messa in sicurezza dell’immobile. (f.m.)

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iulio Aleni, gesuita bresciano, nel XVII secolo fece conoscere la cultura europea ai cinesi, integrandosi a tal punto da essere considerato il Confucio dell’Occidente. Dopo secoli, imprenditori bresciani sono ripartiti verso l’Oriente, seguendo le orme dell’audace gesuita con un viaggio organizzato da Cassa Padana che fra Brescia e la Cina ha dato occasione di un nuovo impulso. L’iniziativa si deve alla Fondazione dominato leonense di Leno che ha presentato il reportage di un’esperienza recente con una spedizione in quella terra della quale hanno riferito professionisti bresciani che hanno partecipato al viaggio finalizzato a internazionalizzare la loro attività . In una volume curato da Antonio Fappani e Giuseppe Marchetti, sono raccolte le testimonianze di Marco Bonometti (Omr), Ettore Lonati (Gruppo Lonati), Attilio Camozzi (Gruppo Camozzi), Luigi Pettinati

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(Cassa Padana), Carlo e Filippo Maffioli (Promos), Andrea Croci (Ubi Banca), Riccardo Paderno (Antis Infortunistica) e Sante Pasotti (Omp). L’iniziativa non si è limitata all’aspetto economico, ma ha aperto un ponte per scambi culturali, fra i quali bisogna annoverare il contributo: del maestro Pier Carlo Orizio che ha permesso di approfondire la conoscenza della musica europea e cinese; di Alessandra Giappi che, con la Laba, ha aperto corsi di design e glamour in due diverse universitĂ cinesi; di Alberto Rovetta, professore di robotica spaziale nell’UniversitĂ di Pechino; di Antonio Gardoni che, sempre a Pechino, ha aperto uno studio di architettura assumendo giovani architetti cinesi. SerietĂ , attaccamento al lavoro e al dovere, acutezza e prudenza di giudizio, lungimiranza nelle scelte, sono le qualitĂ che gli imprenditori bresciani rivelano nel loro contatto con il mondo cinese. Messa al bando ogni improvvisazione, l’imprenditore di casa nostra dimostra di saper instaurare una proficua rete di rapporti umani e di entrare in un circuito eco-

nomico in cui, a differenza di quanto accade nel mondo occidentale, il valore non sta nell’individuo, ma nel sistema delle sue relazioni interpersonali. Tutti fanno emergere una Brescia tenace e combattiva, capace di reagire, pronta ad accettare le sfide del presente nel momento di generale sgomento di fronte all’incalzare di una crisi economica senza precedenti. Dalla Cina giunge di rimando in Occidente una ventata di entusiasmo, di desiderio di valorizzazione delle capacità creative e innovative dei giovani. La convinzione che la Cina sia solo un serbatoio umano di manodopera a basso prezzo viene corretta nelle interviste dalla visione di una Cina che ha sete di conoscenza, di tecnologia e, nello stesso tempo, capace di offrire ottimi sbocchi di mercato per prodotti della nostra terra. La moda, il fashion, il design, il cibo italiano attraggono l’interesse di un pubblico cinese sempre piÚ vasto ed esigente, che, proprio perchÊ orgoglioso della sua civiltà millenaria, sa ammirare lo stile di vita, il gusto, l’arte e la cultura italiane.

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Farisoglio pubblicamente risponde: “O il segretario Salvetti e i suoi compagni di partito non conoscono il Pgt oppure semplicemente vogliono cavalcare le voci infondate per montare una polemica. L’amministrazione comunale è contraria alla trasformazione dell’albergo in un centro di accoglienza, o residenze protette per gli immigrati, non solo perchĂŠ la cittadina si vedrebbe privata dell’unico albergo in cambio di una ‘struttura ghetto’, ma anche per gli stessi stranieri. Riteniamo che l’in-

serimento di rifugiati in grossi numeri e concentrati in un’unica struttura non favorisca l’integrazione, bensĂŹ crei solo disagi. Siamo invece per un’accoglienza diffusa, come giĂ sperimentata per l’emergenza Nord Africa, che prevede l’integrazione di un numero ristretto di stranieri per territorio comunaleâ€?. Terzo comunicato, questa volta della cooperativa sociale “K-Paxâ€? onlus che si dice stupita per le insinuazioni. “L’associazione è operativa da cinque anni e oggi è animata e gestita da 12 gio-

vani camuni. Siamo conosciuti per aver progettato e per aver agito con enti locali e del terzo settore nella risoluzione delle problematiche connesse all’emergenza Nord Africa in provincia e in Valle attraverso lo strumento della micro accoglienza diffusa e quindi riteniamo persino grottesca l’insinuazione di voler cambiare destinazione del Giardino in centro di accoglienza�. Esiste un progetto della cooperativa: una struttura ricettiva bed and breakfast anche in vista di “Expo 2015�. (e.g.)

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enerdĂŹ 7 giugno viene inaugurata ufficialmente la stagione dei Rifugi bresciani al Passo del Vivione. L’iniziativa si è concretizzata grazie alla collaborazione di Assorifugi Lombardia, di cui è presidente il bresciano Gino Baccanelli, gestore del Rifugio Tita Secchi e Guida Alpina, d’intesa con la Federazione volontari per la libertĂ e l’associazione Fiamme Verdi. Come giĂ accadde due anni orsono al Rifugio Antonioli al Mortirolo, dove ai rifugisti venne consegnata la bandiera d’Italia da esporre come simbolo e richiamo per tutti gli escursionisti, quest’anno viene consegnato un altro simbolo dell’unitĂ e della democrazia: una copia del libro “Nina e la Costituzioneâ€? che dovrĂ essere esposto all’interno di ogni singolo rifugio per chi vorrĂ leggerlo, magari nelle sere davanti al fuoco. L’iniziativa è stata ribattezzata con il nome di “Festa della Repubblica ad alta quotaâ€?. Nina e la Costituzione, di cui è autrice Paola Trotti, è stato sperimentato con successo come traccia per approfondire i temi legati alla Costituzione presso alcune classi della Scuola primaria e secondaria.

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della quale verrà distribuita la copia del libro sulla Costituzione italiana. I Rifugi bresciani partecipanti all’iniziativa, iscritti ad Assorifugi Lombardia, sono in totale 18: Rifugio alla Cascata a Vezza d’Oglio; Baita AdamÊ e Lissone nella valle AdamÊ; Baita Iseo sulla Concarena; Baitone, Premassone, Val Malga, Gnutti e Tonolini in Val Malga di Sonico; Rifugio Bozzi al Montozzo e Corno d’Aola nell’omonima località a Ponte di Legno; De Marie al Volano di Cimbergo; Garibaldi nella conca del Venerocolo; Roccolo Ventura a TemÚ; Malga Stain a Edolo; Stella Alpina a Fabrezza, Valmalza nella Valle delle Messi, Tita Secchi al Lago della Vacca e Valtrompia in Pontogna di Pezzoro. A questi si aggiungono i Rifugi Vivione, Cimon de la Bagozza, Tagliaferri e Albani in Valle di Scalve. La giornata del Vivione dà l’avvio alla loro stagione.

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$PELHQWH LQYHVWLPHQWL SHU OD VDOYDJXDUGLD Nonostante la sua vocazione turistica, non mancano le emergenze ambientali in Alta Valle, ma si contano anche iniziative che vanno nella direzione di un maggiore rispetto della natura. Mentre i cittadini stanno da piĂš di 20 anni aspettando che si ponga mano al depuratore delle acque reflue almeno sull’asse Edolo-Sonico-Malonno, gli amministratori si impegnano in altri ambiti. A Malonno partirĂ a giorni il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti col sistema porta a porta; si spera in questo modo non solo di raggiungere la quota del 65% stabilitĂ dai canoni europei per il 2015, ma anche di abbattere i costi. Parallelamente è stato ampliato a tre mattinate l’orario di apertura dell’isola ecologica fra Sonico e Malonno. A Paisco-Loveno, invece, è stato riaperto il Giardino botanico alpino (nella foto) creato dal Consorzio forestale dell’Allione: ospita 400 diverse specie di fiori delle Alpi centrali. Fra scolaresche e altri ospiti lo scorso anno si era arrivati a 600 visitatori. Ora si spera che la disponibilitĂ di una nuova foresteria da 26 posti letto, inaugurata un anno fa e costata 450mila euro tra fondi europei e regionali, possa far lievitare quel numero. Intanto a Forno Allione il Comune di Berzo Demo ha risolto il contenzioso con la Graftech per la bonifica di un’area utilizzata come discarica prima da Union Carbide e poi Ucar. Anche l’inquinamento elettricopaesaggistico in questa stessa area è destinato a diminuire grazie alla ripresa dei lavori Terna per l’interramento di alcune linee elettriche aeree. A Sel-

lero è stata bonificata un’ampia discarica abusiva in localitĂ Creda presso la frazione di Novelle: sorprende il fatto che avesse potuto sopravvivere finora questa pattumiera lungo l’antica Valeriana. L’area non è lontana dalla localitĂ Ruk oggetto in questo periodo di un altro importante intervento (400mila euro): la riqualificazione dell’area di 8000 mq comprensiva della vasca di accumulo della centrale idroelettrica di Cedegolo, ora trasformata in museo. (g.c.)

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col patrocinio del Comune durante l’ultima domenica di maggio. Ăˆ cosĂŹ che, dalle 9 e fino alle 18, nella centrale piazza Luca Marenzio di Coccaglio ci si potrĂ quindi accostare allo stand dell’associazione presieduta da Lino Lovo (nella foto) e contribuire con la propria offerta ai suoi progetti. Buoni propositi tuttavia che non si esauriranno nella semplice giornata di domenica, ma che proseguiranno anche nella successiva: domenica 2 giugno è in programma infatti uno spiedo a so-

stegno del progetto “Aiutiamo suor Martinaâ€?: missionaria coccagliese che da anni opera in Kenya e dove, tramite l’associazione “Acoma onlusâ€?, è impegnata nella realizzazione di un dispensario. Nella Casa della solidarietĂ di Coccaglio alle 11.30 verrĂ aperto lo “Spiedo da asportoâ€? (spiedo, polenta e patatine) a 10 euro, mentre alle 12.30 presso il salone delle feste verrĂ imbandito un mega pranzo sempre a base di spiedo, polenta, patatine, dolce, acqua e vino inclusi (contributo di 15 euro).

La sera alle 20.30 la festa proseguirĂ poi con “Cori in concertoâ€? con l’esibizione del Piccolo Coro Primavera, di quello femminile Luca Marenzio e maschile Montorfano, insieme al Duo AntĂŹtes, composto da Stefano Rosa e Marina Betti. Durante la serata il sindaco Franco Claretti consegnerĂ anche ai diciottenni la Costituzione, mentre al termine si terrĂ un’estrazione della sottoscrizione a premi. Per info e prenotazioni è possibile telefonare ai numeri: 3397390192 – 3392830815. (a.s.)

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n principio furono i monaci benedettini che, insediatisi nei territori limitrofi al lago d’Iseo, in virtĂš dell’esenzione dal pagamento dei dazi, potevano far circolare liberamente in quelle “curtes francaeâ€? i loro prodotti – compreso il prezioso liquido frutto della fermentazione del’uva – da qui il nome che da secoli contraddistingue la piĂš rinomata “strada del vinoâ€? a Brescia: la Franciacorta. Una lunga tradizione vitivinicola arrivata fino ai nostri giorni. Per festeggiare e per far conoscere le eccellenze franciacortine, l’Associazione strade del vino ha dato il via a Franciacortando, un’esperienza “on the roadâ€?, della durata di tre giorni, che dal 31 maggio al 2 giugno terrĂ impegnati i visitatori in un ricchissimo calendario di appuntamenti. Al pubblico verrĂ offerto un percorso da sperimentare attraverso esperienze dirette che si svilupperĂ attraverso questo territorio straordinariamente vocato alla viticoltura, con cui si identifica il suo prodotto piĂš pregiato: il Franciacorta. Varie realtĂ , legate all’associazione promotrice, organizzeranno visite guidate, degustazioni e microeventi nelle cantine e nei laboratori di prodotti tipici, stuzzicanti menu a tema in ristoranti e agriturismi, passeggiate guidate a piedi, in bicicletta e a cavallo. Per l’occasione saranno realizzati speciali pacchetti weekend in hotel, agritu-

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all’Abbazia di San Pietro in Lamosa a Provaglio d’Iseo. Per gli amanti della cucina e della buona compagnia lo chef Andrea Sposini ha organizzato il “Ma’ hidden kitchen supper clubâ€?. Per chi si trovasse a passare da Erbusco e da Rovato, fra una sosta e l’altra, potrĂ assistere alle sessioni di acquarello all’aperto con il maestro Angelo Gorlini. A Rodengo Saiano è stata invece allestita una mostra fotografica di Pierpaolo Metelli che con il suo obiettivo ha saputo immortalare i momenti magici che accompagnano il processo di vinificazione. Alcuni cineasti sono stati, invece, coinvolti nel concorso FranciaCorti, un contest che ha lo scopo di presentare e promuovere produzioni audiovisive di cortometraggi di giovani cineasti che avranno come tema la strada. Un’occasione unica per gli amanti della cinepresa che, grazie a Franciacortando, avranno la possibilitĂ di approdare al Milano film festival. Questi sono solo alcuni dei principali eventi in programma. Degustazioni e percorsi guidati aspettano infatti i visitatori nelle maggiori cantine della Franciacorta. Particolarmente interessante è la manifestazione “Iseo Gourmand, dalle vigne al lago. Viaggio attraverso i sapori di Sebino e Franciacortaâ€?: una cena itinerante per le vie ed il lungolago d’Iseo, prevista alle ore 19, del 31 maggio. Per informazioni, 0307760870.

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è quasi possibile accarezzare le opere d’arteâ€? scrive don Gabriele Banderini. Tra le testimonianze artistiche su cui l’autore si è maggiormente soffermato ricordiamo l’insieme della cappella medioevale del Corpus Domini in cui primeggia la pala di Ottavio Amigoni, raffigurante “L’istituzione dell’Eucaristiaâ€?, risalente al XVII secolo. Significativa è la cappella maggiore dedicata a S. Giorgio, sull’arcone del presbiterio è infatti individuabile una grande cartella

barocca in stucco raffigurante due eleganti rami laterali e la testa di un cherubino in basso, al centro, ovale, si nota invece la dedica a San Giorgio: “Divo Georgio dicatum�. Notevoli gli interventi di restauro che si sono susseguiti negli anni, a partire dagli affreschi. Sulla parete di testa della navata sinistra un tempo si poteva ammirare una tela raffigurante San Lorenzo, racchiusa in una pesante cornice. Nel 1982 il dipinto venne rimosso per essere sottoposto a restauro

ma, negli spazi nuovamente illuminati si scoprĂŹ che la tela nascondeva un affresco di grande interesse databile intorno alla metĂ del XV secolo. L’intervento di recupero restituĂŹ allo sguardo un “San Giorgio a cavalloâ€?, avvolto in un’atmosfera quasi fiabesca. Il volume del Sabatti, in virtĂš della molteplicitĂ delle opere prese in analisi, è una rara testimonianza della fede nell’alta valle, un libro che ogni buon inzinese dovrebbe avere nella propria libreria. (r.g.c.)

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a zootecnia dell’alta Valle Trompia diventa sempre piĂš occasione di lavoro diverso alla quale guardano le giovani leve. Il “Nostrano Valtrompiaâ€? dop, dopo il riconoscimento europeo a luglio 2012, conclusione di una pratica ultradecennale portata avanti con tenacia dal Comitato promotore e ComunitĂ montana, cammina: si attendono le ultime istruzioni ministeriali per la formazione del “Consorzio di produzioneâ€? obbligatorio ma il dado è tratto. La razza vaccina Bruna valtrumplina che ne deve fornire la materia prima (il latte) è di qualitĂ e in salute. Sono queste le buone notizie emerse durante la 2ÂŞ Rassegna della Bruna valtrumplina a S. Colombano. A monte vanno ricordati gli investimenti ormai milionari dei Comuni nell’adeguamento delle malghe degli alpeggi, dalle pendici del GĂślem a quelle di Maniva e Ario, ma anche di privati per ottenere il “bollino bluâ€? di legge per la lavorazione del latte sia di origine vaccina che caprina. Nei mesi trascorsi da luglio − spiega il presidente del Comitato Silvio Zanini − si sono poste le basi concrete per l’avvio della filiera: dopo il periodo “transitorioâ€? comincia quello ufficiale regolato dal capitolato europeo vincolante. Attualmente in valle ci sono circa 1200 capi di qualitĂ . Lo hanno dimostrato i 62 presenti alla rassegna di S. Colombano provenienti da 16 allevamenti, esaminati dai giudici Alcide Patelli dell’associazione nazio-

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ce (Csqa) autorizzata dal Ministero dell’agricoltura, ha giĂ monitorato tutto il processo produttivo, dalla mungitura alla stagionatura, di sei stalle dei soci che andranno a costituire il Consorzio. Solo loro potranno dotare le “fasĂŠreâ€?, che stringono il caglio per la stagionatura, della guaina interna col logo e marchio approvato “Nostrano Valtrompiaâ€?, a testimoniare il prodotto. Dopo un anno ci sarĂ la marchiatura a fuoco certificazione finale dop. Si parte con una produzione di “nicchiaâ€? tra le 2.500/3000 forme da 8 a 18 kg. Una partenza “softâ€? gradita perchĂŠ (si sottolinea) ha il vantaggio di rigoroso controllo a tutelare l’immagine del prodotto, base per ottenere un adeguato risultato economico.

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,O SDHVH VL PRELOLWD SHU XQ WUHGLFHQQH PDODWR La Valgobbia non è solo terra di pentole, tondini e laboriositĂ . La Valgobbia è ben altro: è fratellanza, soccorso reciproco, solidarietĂ . 1 infatti da Lumezzane che proviene l’ultima toccante storia che ha visto per protagonista lo spirito solidale che contraddistingue la gente della valle. Sapere di avere un tumore spaventa, atterrisce, a qualsiasi etĂ , sia che di anni tu ne abbia 50 o 13, proprio come il ragazzino di Lumezzane che sta lottan-

do strenuamente contro un tumore alla tiroide. Un male terribile che lo costringe a sottoporsi a continue ed estenuanti cure in ospedale. Tutto ciò ha un costo e non solo per quanto riguarda la salute del ragazzo, ma anche per le ďŹ nanze della famiglia che, data la crisi, non è piĂš in grado di sostenere le spese mediche. Per andare in aiuto dei familiari del ragazzo, la Virtus Lumezzane ha deciso di devolvere il ricavato della prima gara

play-off in programma domenica 19 maggio, proprio alla famiglia del tredicenne. Un messaggio di solidarietĂ , quello lanciato dalla squadra di basket valgobbina, che si spera arrivi al maggior numero di “realtĂ â€? possibili e disponibili a replicare il gesto. Identica vicinanza al ragazzino e ai suoi familiari è stata espressa dal Comitato genitori della scuola Dante Alighieri di Lumezzane. Una volta saputo della malattia, i componenti del Comitato

genitori si sono dati immediatamente da fare dando il via ad una raccolta fondi destinata alla copertura delle spese mediche. 1 stato quindi attivato un conto corrente afďŹ nchĂŠ il 13enne possa continuare a curarsi, potendo cosĂŹ, in futuro, coltivare la sua passione di sempre: il canto. Per maggiori informazioni in merito è possibile contattare il presidente del Comitato genitori, Claudia Cani, telefonando al numero 3296239791.


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ƒŽ•ƒ„„‹ƒ Â? ˜‹ƒ‰‰‹‘ –”ƒ ‹ DzÂ?‘†‹ †ƒ •…‹‘‰Ž‹‡”‡dz Il disagio giovanile e le modalitĂ per affrontarlo: questi i temi trattati nell’opuscolo “Nodi da sciogliereâ€?, il frutto di otto incontri-dibattito svoltisi nei mesi scorsi nei Comuni valsabbini. Particolare attenzione è stata riservata ai casi borderline; i casi di quei giovani che si trovano in situazioni al limite della legalitĂ , spesso provenienti da famiglie caratterizzate da gravi problematiche interne. “I giovani sono la pietra del nostro futuro; a noi adulti il compito di levigare queste preziose gemme e

farle splendere nella societĂ che sapremo costruire per loroâ€?. In questi termini, il presidente dell’associazione “Nodi da sciogliereâ€?, Massimiliano Basile, ha dato il via alla presentazione dell’opuscolo. Numerosi gli enti istituzionali coinvolti nel progetto: la Procura ordinaria e dei minori di Brescia, la questura, il comando provinciale dei carabinieri, l’Associazione industriale e l’Associazione artigiani, l’Ufficio scolastico regionale e provinciale, la Provincia di Brescia, l’Accademia di belle

arti Santa Giulia, l’ordine dei consulenti del lavoro, il Centro oratori bresciani oltre a vari esponenti dello sport e dello spettacoli tra i quali Marco Zambelli e Omar Pedrini (nella foto). Apprezzamento da parte degli organizzatori è stato espresso per l’interesse dei giovani coinvolti nell’iniziativa, soprattutto quelli di sesso maschile, di solito i piĂš restii a partecipare a progetti di questo tipo. Un ruolo centrale all’interno del progetto è stato svolto dai questionari sottoposti ai partecipanti i qua-

li hanno fornito i dati e le proposte che hanno reso possibile la stesura dell’opuscolo. L’augurio degli organizzatori è che l’iniziativa intrapresa abbia un seguito, uno sviluppo, anche e soprattutto nel mondo del lavoro. Tra le aziende che hanno avuto un ruolo attivo nel progetto si segnala la Feralpi spa che ha dato la possibilitĂ a 60 ragazzi di poter accedere a stage qualificanti dai quali sono scaturite 48 assunzioni. Un approccio diverso e innovativo al cosiddetto “disagio giovanileâ€?. (r.g.c.)

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olpenazze del Garda si appresta a celebrare la 64ÂŞ edizione della “Fiera del Vino Valtènesi-Garda classico Docâ€?, storica manifestazione enogastronomica, in programma dal 24 al 27 maggio: quattro giorni dedicati alla scoperta e alla conoscenza dei vini della Valtènesi e ai sapori del territorio. Uno degli appuntamenti enogastronomici in assoluto piĂš amati e popolari dell’intero bacino gardesano: vetrina di antichissime tradizioni, nata nel 1947 ed ancor oggi appuntamento molto gettonato non solo dagli appassionati del luogo, ma dai gourmet di tutta Italia. Ăˆ la rassegna piĂš completa ed esaustiva per chi voglia approfondire la conoscenza della produzione enoica raccolta sotto la Doc Garda Classico, alla quale dalla vendemmia del 2011 si è affiancata la nuova denominazione di origine controllata “Valtènesiâ€?, che punta in maniera ancor piĂš netta ad identificare i vini prodotti in zona con il terroir di produzione attraverso specifici disciplinari di produzione. “La Fiera è un appuntamento radicato nella storia – afferma il sindaco di Polpenazze e presidente

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del Valtènesi: le tipologie Valtènesi Doc 2011 nell’espressione del rosso e Valtènesi Doc Chiaretto 2012 che avranno ottenuto il punteggio piĂš alto riceveranno un premio speciale da parte dell’amministrazione comunale. In Fiera saranno presenti gli stand di 18 cantine: i visitatori potranno degustare i vini proposti munendosi di sacca e bicchiere e pagando le singole degustazioni, in un percorso nel quale si potranno assaggiare diversi prodotti tipici. Nel Borgo Bio spazio ai sempre piĂš numerosi produttori che hanno scelto l’agricoltura biologica, mentre nella “Corte degli assaggiâ€? verranno proposte degustazioni guidate e comparate di tutti i vini premiati al concorso abbinati ai migliori formaggi del territorio. Il cartellone è completato da numerosi momenti culturali, musicali e artistici.

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:RUN VKRS VXOOD TXDOLWj GHOOH DFTXH GHO /DJR Nell’ambito del progetto “Eulakesâ€?, volto a individuare un punto di incontro tra le piĂš recenti conoscenze scientifiche sul tema della qualitĂ e quantitĂ delle acque lacustri e la gestione locale, si svolge giovedĂŹ 30 nella sede della ComunitĂ del Garda a Villa Mirabella di Gardone Riviera un work shop dal titolo “QualitĂ e utilizzo sostenibile della risorsa acqua nel Lago di Garda e nei grandi laghi europeiâ€?. L’evento, ricco di interventi di elevato valore scientifico, è organizzato dalla Fondazione “E. Machâ€? di San Michele all’Adige in collaborazione con la ComunitĂ del Garda, capofila del progetto finanziato dall’Unione europea ed è rivolto a quanti sono impegnati nelle attivitĂ di fruizione, governo, tutela e valorizzazione del Garda. “Le esperienze e ricerche effettuate e rese disponibili dai rappresentanti dei laghi Balaton, Charzikowskie e Neusiedl coinvolti nel progetto – afferma Giorgio Passionelli, presidente della Comunità – aiuteranno a comprendere meglio l’utilitĂ di progetti transnazionali, come quello che stiamo portando avantiâ€?. I grandi laghi dell’areale padano rappresentano una delle risorse naturali ed economiche strategiche a livello italiano ed europeo. Ăˆ dunque di fondamentale importanza studiare e analizzare i principali fattori di stress ambientale che controllano la qualitĂ ecologica delle acque di questi grandi ecosistemi, i potenziali impatti sull’ecosistema lacustre e sull’utilizzo delle acque per scopi di balneazione e potabili. I cambiamenti osservati rappresentano segnali di allarme che ri-

chiedono di essere affrontati con opportune misure di contenimento e mitigazione. “La sfida è stata raccolta a livello europeo nell’ambito del progetto Eulakes al quale partecipano enti governativi, istituti di ricerca e universitĂ . Scopo principale è di promuovere, attraverso la definizione di singole azioni pilota, un nuovo approccio integrato finalizzato allo studio delle principali vulnerabilitĂ dei grandi ecosistemi lacustriâ€?. Per la partecipazione telefonare allo 0365290411. (v.b.)

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…‘”•‹ †‹ ˆ‘”Â?ƒœ‹‘Â?‡ ÍšÍ˜Í™Í›Č€ÍšÍ˜Í™Íœ La Scuola bottega artigiani San Polo che giĂ propone agli studenti che stanno per lasciare la scuola media alcune interessanti proposte formative che fanno capo all’area meccanica, a quella elettrico-elettronica e quella dell’abbigliamento-sartoria, lancia per il prossimo anno scolastico anche una serie di percorsi nell’ambito della filiera lattiero-casearia e dell’allevamento del bestiame.

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interazione tra la scuola, gli studenti e le loro famiglie. La Scuola bottega artigiani San Polo dispone di tre sedi operative. Due sono a Brescia, in via Ragazzi del ‘99, 11 e in via Carducci, 88 e una a Mezzane di Calvisano, in via Berardo Maggi, 6. Maggiori informazioni sui corsi ormai collaudati e sulle proposte formative di recente attivazione sono disponibili anche sul sito www.scuolabottega.org o al 030/8374454-030/8374010.

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iventate capaci di generare il bene nel mondo, di trasmettere gioia agli altriâ€?. Ăˆ questo l’invito che il vescovo Luciano Monari ha rivolto agli studenti delle scuole cattoliche bresciane della Fidae riuniti nei giorni scorsi in Cattedrale per la celebrazione eucaristica di fine anno scolastico. L’incontro, ormai tradizionale, tra il Vescovo e il variegato mondo dell’istruzione che fa capo alla Fidae per la fine dell’anno scolastico ha avuto quest’anno un significato in piĂš oltre a quello evidenziato in apertura da don Alessandro

Anche i nuovi percorsi formativi usufruiranno dei punti di forza delle proposte che la Scuola bottega artigiani segue già da tempo: nuove metodologie didattiche che prevedono l’utilizzo delle piÚ moderne strumentazioni come l’Ipad per un rapporto piÚ stretto e proficuo tra alunni e docenti, nuovi laboratori attrezzati con macchinari di ultima generazione, il registro elettronico per una piÚ veloce

– ci sono ancora tanti giovani, espressione della Chiesa bresciana, che ci manifestano nel concreto la loro vicinanza è per noi motivo di speranzaâ€?. Quella speranza che sembra fare capolino nonostante le difficoltĂ di una ricostruzione condizionata dai tempi della burocrazia. “Nonostante tutto – è la conclusione di mons. Cavina – stiamo per riaprire alcune chiese, in altre i lavori sono ormai al via, cosĂŹ come stanno per aprire i cantieri per la costruzione di chiese nuove in quelle comunitĂ in cui il terremoto è stato particolarmente violentoâ€?. Forse la raccolta dei 13mila euro che potranno alleviare, almeno in parte, le sofferenze e i disagi dei coetanei di

Carpi, è una prima risposta all’appello lanciato dal vescovo Monari agli studenti delle scuole cattoliche bresciane perchĂŠ portino la gioia agli altri, facendo risaltare quella bellezza di Dio che, ha ricordato ancora il Vescovo, “è in ogni uomo ma chiede impegno e dedizioneâ€?.

Camadini. “Nelle nostre scuole – sono state le parole del sacerdote – c’è una competenza all’ascolto. Oggi, con lei, ci mettiamo in ascolto della parolaâ€?. La celebrazione accolta sotto le volte della Cattedrale è servita anche per cementare i rapporti di solidarietĂ tra le scuole della Fidae bresciana e l’Istituto Sacro Cuore, una scuola cattolica della diocesi di Carpi, adottata dagli studenti bresciani. Giusto un anno fa la scossa di terremoto che ha sconvolto l’Emilia si era accanita anche sulle strutture della scuola che era (e continua a essere) un punto di riferimento, oltre la dimensione educativa, per

l’intera Chiesa di Carpi. Gli studenti delle scuole cattoliche bresciane hanno raccolto13mila euro che, nel corso della celebrazione, sono stati consegnati a mons. Francesco Cavina, vescovo della cittadina emiliana. Il presule, prima dell’inizio della celebrazione, ha voluto sottolineare la grandezza di un gesto che, al di lĂ della cifra raccolta, testimonia la vicinanza, la solidarietĂ di tante Chiese sorelle a quella di Carpi pesantemente colpita nelle sue strutture. “Toccare con mano che a un anno di distanza dal terremoto del maggio 2012 – sono le considerazioni del vescovo Cavina

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vita buona del Vangeloâ€?. Ăˆ chiara la consapevolezza che, in questo decennio dedicato all’educare, la scuola tutta intera costituisce un punto di riferimento ineludibile. Una scuola non idealizzata, ma quella concreta, di cui ben si conoscono i limiti strutturali, le carenze di risorse, i conitti che resta un ambiente prezioso per la crescita delle persone. “Per questo la Chiesa – come ha spiegato il card. Angelo Bagnasco, introducendo i lavori del laboratorio nazionale – è

per la scuola, perchĂŠ interessata a una formazione integrale e armonica dell’individuoâ€?. La Chiesa si mette in gioco, misurandosi anche con la scuola. Lo fa con realismo, denunciando le carenze e i rischi che la scuola corre, proposta talvolta come “supermarket delle conoscenzeâ€?, in difďŹ coltĂ con l’elaborazione del mondo dei valori, ďŹ nendo per operare una riduzione della persona umana e della sua complessitĂ . Lo fa, anche, rivendicando investimenti, riforme

e azioni strutturali che possano dare al mondo scolastico piÚ possibilità d’incidere in chiave educativa. CosÏ, ad esempio, ecco la questione del sistema scolastico integrato, con le scuole paritarie da riconoscere pienamente nell’ottica della libertà di educazione delle famiglie e della proposta formativa di qualità . Temi ricorrenti, ma non scontati, dal momento che in Italia, pur essendoci precise leggi a riguardo, la questione della parità scolastica resta incompiuta.

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uante volte si sente dire che quella cattolica, chiamata, impropriamente “privataâ€?, è scuola solo per “ricchiâ€?. Una affermazione che, in parte, corriponde a veritĂ perchĂŠ in Italia non è ancora stato riconosciuto alle famiglie il diritto di scelta libera in ambito scolastico. Chi vuole mandare i propri figli in una scuola paritaria è costretto a pagare una retta, non perchĂŠ i gestori di quella scuola vogliono arricchirsi, ma per il semplice fatto che il personale che vi lavora non percepisce alcun stipendio dallo Stato e quindi bisogna chiedere una retta alle famiglie. Chi opera in questo ambito e crede nel valore della scuola cattolica non vorrebbe certo che questo accadesse perchĂŠ è un disagio per tutti e toglie, almeno in parte, quell’originalitĂ iniziale e spe-

Scuola media Blaise Pascal

LA LASCUOLA SCUOLACHE CHE TITIAIUTA AIUTAAACRESCERE CRESCERE Ogni Ogni studente studente èè seguito seguito da da vicino vicino alal fine fine di: di: apprendere apprendere inin modo modo efficace efficace lele conoscenze; conoscenze; partecipare partecipare con con interesse interesse ee attivamente; attivamente; mantenere mantenere lala motivazione motivazione allo allo studio; studio; usare usare con con competenza competenza strumenti strumenti didi lavoro lavoro differenti differenti con con particolare particolare attenzione attenzione alle alle nuove nuove tecnologie; tecnologie; sviluppare sviluppare capacità capacità didi ascolto, ascolto, osservazione osservazione ee critica. analisi analisi critica. Con Con DOTE DOTE SCUOLA SCUOLA della della Regione Regione Lombardia Lombardia rimborso rimborso parziale parziale delle delle spese spese

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di chi opera in questo ambito è quello di far sĂŹ che i battenti della propria scuola possano essere aperti per tutti nell’attenzione alla persona vista quale creatura di Dio. La scuola cattolica è luogo del sapere, dove ci si impegna per offrire una visione alta della vita, proponendo obiettivi che aiutino gli studenti a superare il caos che proviene dalle molteplici offerte proposte dalla societĂ . Per questo, prima ancora dei mezzi economici, serve la convinzione che la scuola cattolica permette di realizzare relazioni in cui l’adulto può dare valore alla vita quotidiana di tanti giovani, aiutandoli a saper scommettere su se stessi, a costruire percorsi significativi all’interno di questa nostra societĂ . Partendo da qui possiamo fare della scuola cattolica un bene che sia per tutti e di tipo inclusivo.

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Si tratta di un’occasione preziosa per conoscere, condividere e apprezzare le diversitĂ di espressioni culturali, linguistiche ed etniche. Si può vivere l’uno accanto all’altro, nonostante la diversitĂ di colori e provenienze, anzi piĂš ci si conosce e piĂš si riesce ad apprezzare l’altro. La giornata di domenica 26 maggio è cosĂŹ suddivisa: alle 9 l’accoglienza, alle 11.30 la celebrazione della Messa presieduta da Monari e alle 13 il pranzo multietnico.

Potranno degustare i piatti dei piĂš rinomati chef. Nelle stazioni della metropolitana (Lamarmora, Bresciadue, Stazione FS, Vittoria, San Faustino e Ospedale) è stata allestita una mostra fotografica sul Giro. Dalle 20.30 alle 24 musica e visite guidate: S. Faustino e Giovita, S. Afra, Santi Nazaro e Celso, Duomo Vecchio, S. Giuseppe e San Giovanni aprono le porte. Alle 21.15, in piazza del Foro, lo spettacolo “Dinamismo di un ciclistaâ€?.

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porta anche Dio. Questa è la sfida alla quale è chiamata anche la comunitĂ diocesana: perchĂŠ non valorizzare (ministeri istituiti?) uomini e le donne, segno forte di una corresponsabilitĂ laicale, che si impegnano a fianco di preti e suore a testimoniare l’urgenza della caritĂ ? In ogni Caritas parrocchiale c’è un centro di ascolto che fa una sorta di screening dei bisogni, poi grazie all’aiuto dei singoli, delle associazioni o delle Fondazioni come la Folonari o la Congrega della caritĂ apostolica si cerca di programmare un intervento strutturato. Insegnanti in pensione ed ex infermieri tengono corsi annuali molto partecipati di lingua italiana e di assistenza familiare che terminano con la consegna di un attestato, anche se forse si potrebbe arrivare – con il coinvolgimento dell’Ufficio scolastico - a una certificazione ufficiale per garantire un piĂš veloce inserimento lavorativo. Per le madri straniere, spesso confinate nelle mura domestiche, l’apprendimento della lingua italiana rappresenta una tappa fondamentale nel processo di integrazione con ricadute positive sui

figli. L’oratorio è il luogo privilegiato delle esperienze di scambio e di confronto reciproco con gli immigrati di seconda generazione (bambini nati e cresciuti in Italia). Interessante anche l’esperimento del microcredito nonostante le reticenze degli istituti bancari: ad oggi sono state seguite 35 persone, ma di queste solo una non ha restituito il prestito. Ovviamente per finanziare gli interventi a favore dei poveri servono anche idee curiose come quella, ad esempio, messa in campo da San Faustino che in fondo alla chiesa ha predisposto un carrello di generi alimentari con la scritta prendi uno e paghi due, chiedendo uno sforzo di solidarietĂ ai suoi parrocchiani. C’è da aggiungere che le persone hanno compreso fino in fondo lo stato di necessitĂ , anche per questo motivo non mancano gli aiuti generosi. La Caritas zonale fa un incontro mensile di coordinamento e di progettazione con corsi per i volontari perchĂŠ siano in grado di muoversi nella macchina istituzionale. L’attenzione della Caritas all’uomo si esplica anche nella Casa per gli anziani (a San Lorenzo e a San Faustino e prossimamente anche a S. Alessandro) e nelle iniziative per i ragazzi (Cag e Grest) perchĂŠ la caritĂ non fa distinzioni. Piace ricordare anche la felice intuizione della settimana della caritĂ vissuta dalle nove parrocchie ogni anno a novembre: tutte le comunitĂ sono coinvolte in una riflessione teorica, in un’esperienza diretta e in una Messa finale unitaria.

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In quel tempo, disse GesĂš ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrĂ lui, lo Spirito della veritĂ , vi guiderĂ a tutta la veritĂ , perchĂŠ non parlerĂ da se stesso, ma dirĂ tutto ciò che avrĂ udito e vi annuncerĂ le cose future. Egli mi gloriďŹ cherĂ , perchĂŠ prenderĂ da quel che è mio e ve lo annuncerĂ . Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderĂ da quel che è mio e ve lo annuncerĂ â€?.

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rendere. Ăˆ la prima azione che descrive lo Spirito: prendere. Ma non per tenere, perchĂŠ quel che prende è giĂ suo: lo prende per annunciarlo. E quel che annuncia è suo perchĂŠ è ciò che è e dice il Padre, cioè l’essenza stessa di Cristo. Sembra un discorso complicato (e in fondo lo è) ma se lo trasportassimo in un orizzonte piĂš umano, nell’ambiente familiare, potremmo comprenderne meglio l’essenza. Nella famiglia esiste il mio e il tuo, ma è sempre a disposizione del “nostroâ€? e i confini sono labili e si muovono a seconda del bisogno. Nella famiglia c’è chi parla e chi agisce, chi educa e chi indulge; è una polifonia di azioni che si costruiscono in equilibrio ed esprimono le capacitĂ di amore della famiglia stessa. E quando il peso non è ben distribuito nascono le incomprensioni, le difficoltĂ e gli squilibri che si manifestano nei figli. Spesso questi squilibri non sono voluti e le tensioni non nascono dal ragionamento. Spesso si sbagliano i tempi e

i modi e la traduzione dell’amore ne esce deformata. Ma alla base della famiglia sta questa volontĂ (e il desiderio) di armonia che si esprime non solo con le parole ma con gli atti e l’ambiente che si genera. Visto cosĂŹ il discorso di GesĂš sembra piĂš chiaro e illumina un po’ quel mistero che non capiremo mai nella sua profonditĂ . Vien fuori prepotente la preoccupazione educativa: ‘non potete ancora sopportare il peso di quel che vi dovrei dire’ e la necessitĂ che la crescita sia equilibrata. Occorre che sia lo Spirito ad annunciare le veritĂ e quindi ad accompagnare la crescita. Non si diventa adulti in un istante. CosĂŹ le parole dette da GesĂš, i suoi gesti, devono essere accompagnati dal gesto educativo dello Spirito che prende e annuncia, che – cioè – con forza e dolcezza aiuta a comprendere a seconda delle forze e delle capacitĂ . La tensione è verso la veritĂ tutta intera. Che è la veritĂ del Padre che si rende visibile nel Figlio. Ma il peso è ancora troppo grande e la tentazione di ridurre il Cristo a solo spunto

umano è sempre dietro l’angolo. Come succede guardando da fuori una famiglia: si coglie spesso l’azione e non lo spirito. Si vede con il limite del non far parte, del non essere dentro. Ma lo Spirito permette di comprendere perchĂŠ annuncia quello che da fuori non si potrebbe capire. Ăˆ il peso del visibile, della tentazione di accontentarsi di quel che si vede, anche di GesĂš. Peso che non si può togliere se non con l’annuncio che lo Spirito porta con sĂŠ, perchĂŠ è lui a prendere il necessario e a farlo conoscere. Come in famiglia quando si riesce a comunicare non solo l’atto ma l’amore che circola dentro, e solo per via di immagini e di intuizioni. E solo quando dall’altra pare c’è la capacitĂ e la possibilitĂ di incontrare. CosĂŹ è nella famiglia quando l’estraneo diventa familiare ed è un po’ di mio e tuo che, senza dividersi, diventa un “nostroâ€? in modo nuovo. Lo Spirito è la possibilitĂ di non fermarsi davanti al nostro modo di vedere Dio. Ăˆ la possibilitĂ di conoscerlo nella sua misura. Eterna.

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/D ILQHVWUD VXO FDPSRVDQWR Siamo nella provincia di Bergamo negli anni ’50. La guerra è finita da poco. Molti non sono tornati. Ognuna delle nostre famiglie ha un morto o un disperso. Io stesso ne ho due, uno sul Caucaso da parte di mia madre, e l’altro, da parte di mio padre, finĂŹ disperso in Russia, era un ufficiale. Ricordo la “Nona Cescaâ€? seduta col volto triste al tavolino guardare la foto di quel figlio senza tomba su cui versare una lacrima, posare un fiore. La vita del paese, riprende senza troppa fatica: c’è voglia di vivere, c’è la libertĂ , c’è il lavoro. Lei, “Vâ€? è giovane, non bella, piccolina, magrina, esilina, tutto in “inaâ€?. Con le sue amiche hanno adocchiato “Gâ€?, uno dei piĂš bei giovanotti del paese. Alto, bello, con un buon lavoro, serio. A

lei piace ma non ha speranze: le altre hanno le curve giuste, un po’ piĂš di carne dove serve, l’altezza giusta. Le piĂš “moderneâ€? si tingono i capelli alla Jean Harlow con l’acqua ossigenata. “Vâ€? con il tempo si rassegna a rimanere zitella. Ma una domenica a Messa, si accorge che dall’altro lato della chiesa, dove siedono gli uomini, “Gâ€? la guarda. La stessa cosa si ripete per alcune domeniche. Poi un giorno alla fine della Messa lui l’aspetta sul sagrato. La avvicina e chiede se possono “parlarsiâ€?. Cominciano a frequentarsi. “Vâ€? non crede ai suoi occhi, ma non è stupida. Le amiche si complimentano, la incoraggiano; altre invece le dicono che “Gâ€? la sta solo prendendo in giro. Dopo pochi mesi, “Gâ€? le chiede di

sposarlo. Lei risponde di sĂŹ, ma vuole sapere, perchĂŠ lei, cosĂŹ piccina, bruttina, magrina, timidina‌ e non le sue amiche piĂš belle. Lui la guarda e le dice: “TĂś mia dech che tĂ spĂšse perchĂŠ tĂ sĂŠ bèla, ma perchĂŠ go capĂŹt che tĂ pĂś es òna brĂ a mader per i me scechâ€? (Non ti ho detto che ti sposo perchĂŠ sei bella, ma perchĂŠ ho capito che puoi essere una brava madre per i miei figli). Due mesi dopo, le nozze. Nascono due figli. 54 anni di matrimonio, due nipoti, il lavoro del nonno “Gâ€? ora lo portano avanti loro. Lui è morto da pochi mesi, abitando vicino al cimitero “Vâ€? diverse volte al giorno apre la finestra, guarda verso il camposanto e parla con il marito e un figlio morto giovane che l’aspettano “di lĂ â€?.


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Le situazioni che sono state evocate nel corso del seminario riguardano specificamente gli ultimi avvenimenti in Nigeria, Siria, India ma richiamano anche i nostri Paesi europei dove il secolarismo porta a un’interpretazione molto restrittiva della libertĂ religiosa. Si è rilevato un po’ dappertutto che c’è una discriminazione diffusa soprattutto nei confronti dei cristiani. Si è infatti visto che la comunitĂ cristiana è quella tra le piĂš discriminate nel mondo. Ma ciò avviene non solo

nei Paesi dove ci sono movimenti fondamentalisti come nel mondo islamico o indiano, ma anche nelle nostre avanzate democrazie occidentali. Sta facendo riferimento al caso francese, in cui governo e Parlamento hanno approvato una legge sui matrimoni gay? “Nel caso francese, il governo e il presidente della Repubblica hanno ritenuto di non prendere sul serio le manifestazioni di milioni di persone e l’opinione, quindi, di chi ha

espresso chiaramente e con ragioni la loro contrarietĂ nei confronti della legge. Non hanno nemmeno ritenuto necessario impostare con quella parte della societĂ civile un dialogo per conoscerne la posizione. Quello che però piĂš preoccupa è la pretesa o il pretesto di garantire ed estendere una libertĂ per tutti, ma chiudendosi poi e, quindi, discriminando una visione dell’uomo e del genere che non è di tutti. Ăˆ un paradossoâ€?. (Maria Chiara Biagioni)

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onverte papa Francesco, attira le folle e pungola, spinge tutta la Chiesa, ma piĂš in generale tutti verso Cristo. C’è una parola, una parolina, l’unica pronunciata nella sua lingua madre, per chiarire la prospettiva del Papa, che assicura: “Il Signore sempre ci primereaâ€?. Questa parola ci spiega che ci sono due cammini che s’incontrano, il nostro che cerca Cristo e Cristo, che ci cercava da prima, è giĂ lĂŹ ad aspettarci. â€œĂˆ il primo che ci viene incontroâ€?, in qualche modo ci anticipa, anche se presuppone il nostro cammino. C’è poi una seconda immagine, quella della porta, che il Papa ha riproposto con convinzione. “Il Signore sta alla portaâ€?, constata. “Allora dobbiamo aprirle le porte, quelle del nostro cuore come quelle delle nostre Chieseâ€?, ripete papa Francesco. “Il Signore sempre ci primereaâ€?, ha detto parlando con passione a braccio a una folla immensa alla veglia di Pentecoste. Ăˆ il terzo

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grande raduno dei movimenti e delle associazioni, 15 anni dopo la convocazione di Giovanni Paolo II del 1998, riproposta da Benedetto XVI nel 2006. 150 sigle, segno di una vitalitĂ sempre nuova, che deve sempre es-

sere meglio articolata. Per questo ha indicato, nell’omelia di Pentecoste, tre parole-chiave: novitĂ , armonia, missione. Indicazioni aperte e stringenti, che sono esortazione, esame di coscienza, programma. A proposito di associazioni e movimenti sembra lontano il tempo di conflitti, che restano una tentazione. Oggi con tutta evidenza è il tempo dell’evangelizzazione, per cui la varietĂ diventa una risorsa, vissuta nella comunione: “Se ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietĂ , la diversitĂ non diventano mai conflitto, perchĂŠ Egli ci spinge a vivere la varietĂ nella comunione della Chiesaâ€?. CosĂŹ si può essere capaci di novitĂ e nello stesso tempo efficaci nella testimonianza, anche se il Papa è ben consapevole che molto c’è da fare per evitare tanti riflessi di chiusura. Anche a Pentecoste il Papa ha avuto parole chiare e forti sulle ingiustizie e la povertĂ . Ed ha insistito sulla grande questione che sta sotto la crisi.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ Sabato 25 maggio Ore 9.15 – Brescia – Convegno gruppi Caritas presso la Sala della comunitĂ Santa Giulia al Villaggio Prealpino. Ore 15.30 – Brescia – Cresime in Cattedrale. Ore 18 – Brescia – S. Messa di ringraziamento per la beatiďŹ cazione di don Luca Passi presso la chiesa del Carmine.

Domenica 26 maggio Ore 9.30 – Duomo di Rovato – S. Messa per il centenario di presenza delle suore adoratrici. Ore 11.30 – Brescia – S. Messa in occasione della festa dei popoli presso il Pala Banco di Brescia. Ore 18 – Cogno – S. Messa. LunedÏ 27 maggio Ore 17 – Brescia – Incontro con la commissione oratori presso Casa Foresti.

MartedĂŹ 28 maggio Ore 20 – Ghedi – S. Messa con l’Associazione 29 maggio. MercoledĂŹ 29 maggio Ore 15 – Brescia – Convegno “Carcere e prevenzioneâ€? presso il Centro pastorale Paolo VI. GiovedĂŹ 30 maggio Ore 19 – Brescia – S. Messa e processione cittadina a partire dalla Basilica delle Grazie.

GiovedĂŹ 30 maggio il vescovo Luciano presiede la processione cittadina del Corpus Domini. Alle 18 celebra la Santa Messa nel santuario delle Grazie, alle 19 l’adorazione eucaristica e alle 20 il vespro solenne prima della processione verso la Cattedrale. La solennitĂ del Corpus Domini (espressione latina che signiďŹ ca Corpo del Signore) è chiamata anche SolennitĂ del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.

bio di opinioni con i rappresentanti delle Acli di Basilea e di Friburgo, nonchĂŠ per una passeggiata lungo le vie di Colmar e una escursione in battello sul fiume Ill che bagna Strasburgo) è stata l’occasione per avvicinarsi al mondo delle istituzioni europee. Oltre ad assistere alla sessione plenaria, i corsisti e i tutor della Sfisp (18 provenienti dalla Scuola della Valcamonica, 10 da Rovato, 13 da Gavardo, quattro da Brescia, tra i quali anche don Mario Benedini, responsabile dell’Ufficio per l’impegno sociale, e Michele Busi, giĂ direttore della Sfisp) hanno incontrato Patrizia Toia, parlamentare europeo del Partito democratico, e un funzionario della direzione comunicazione della sede di Strasburgo. La discussione

è spaziata dalle attuali problematiche dell’Ue (disoccupazione giovanile, immigrazione, scarso europeismo) alle sfide future: sviluppo sostenibile, integrazione politica, cessione di competenze.

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e 27 bandiere degli Stati membri e quella a dodici stelle dell’Europa garriscono infuriate al vento freddo di Strasburgo, mentre l’edificio circolare del Parlamento europeo è battuto da una pioggia fastidiosa. Dentro il palazzo i visitatori si affrettano a raggiungere il salone delle fotografie per essere immortalati dinanzi ai vessilli dei Paesi dell’Unione europea. La foto ricordo precede l’ingresso in Aula, dove dalla tribuna si assiste a una discussione – poco animata visto il ridotto numero di parlamentari presenti – sulle politiche energetiche comunitarie. Il commissario tedesco Guenther Oettinger risponde a una interrogazione sulle fonti rinnovabili, mentre dai banchi ci si prenota per intervenire sul successivo punto all’ordine del giorno. Il presidente di turno parla in inglese, il parlamentare pone il quesito nella propria lingua, il commissario

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scussione. Basta schiacciare un tasto sulla piccola consolle a disposizione di ciascun ospite per passare dall’inglese al francese, dallo spagnolo al tedesco, dall’olandese al portoghese. E naturalmente all’italiano, la lingua scelta dai 45 bresciani che lunedĂŹ scorso hanno visitato la sede del Parlamento europeo. Non un pubblico qualsiasi, ma una platea di futuri politici, aspiranti a tuffarsi nell’agone sociale e politico dopo aver frequentato due anni di lezioni. Sono i corsisti della Scuola di formazione all’impegno sociale e politico (Sfisp) della diocesi, che hanno appena ultimato uno dei tre percorsi proposti in altrettante zone della provincia: a Bienno, Rovato e Gavardo. Dopo aver appreso sui banchi i concetti fondamentali riguardanti lo Stato, la democrazia e la dottrina sociale della Chiesa, il viaggio d’istruzione (durante il quale c’è stato il tempo anche per uno scam-

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Sono molte le parrocchie e i singoli bresciani che si stanno muovendo per partecipare all’udienza privata da papa Francesco sabato 22 giugno. Si ricorda che è possibile richiedere il pass gratuito (basta comunicare i numeri) dell’udienza direttamente presso la Curia. Anche la Brevivet ha ricalibrato la sua proposta con due opzioni: una di tre giorni e una di due. Nella proposta piĂš lunga (la quota di partecipazione è di 280 euro piĂš 30 per la gestione della pratica) si parte al mattino presto di venerdĂŹ 21 in pullman (sosta lungo il percorso per il pranzo libero); arrivo e visita alle catacombe di S. Callisto e celebrazione della Santa Messa d’apertura del pellegrinaggio; sistemazione in istituto con la cena e il pernottamento. Sabato 22 (pensione completa) il trasferimento

in Vaticano: celebrazione eucaristica e rinnovo della professione di fede in S. Pietro, omaggio alle tombe dei Papi e partecipazione all’udienza privata. Nel pomeriggio visita guidata alla Roma barocca. Domenica 23 la celebrazione di chiusura del pellegrinaggio presso la chiesa di S. Spirito in Sassia, tempo libero e partecipazione all’ Angelus in Piazza S. Pietro; poi si riparte per il rientro in serata con la sosta per il pranzo libero. Brevivet ha predisposto anche una proposta (125 euro) in vista dell’udienza. La partenza è fissata alle 12 del 21 giugno con l’arrivo in serata. Sabato il trasferimento in Vaticano: celebrazione eucaristica e rinnovo della professione di fede in S. Pietro, omaggio alle Tombe dei Papi e partecipazione all’udienza privata. Al termine si rientra a Brescia.

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anniversario dell’Editto di Milano, meglio conosciuto come Editto di Costantino dell’anno 313, con cui si pose ďŹ ne alle persecuzioni religiose. Bartolomeo I era accompagnato dal metropolita d’Italia e Malta Gennadios. Ospiti il console generale di Grecia George Papadopoulos e, tra gli altri, Costantino Buzalis e Angelo Locatelli (cattolico, madre greca originaria di Cefalonia), presidente e vicepresidente della ComunitĂ ellenica di Brescia e Cremona.

Apprezzamenti e ringraziamenti reciproci sono stati fatti dal Cardinale e dal Patriarca che ha invitato Scola a Costantinopoli nel mese di gennaio 2014. Bartolomeo I ha affermato di sentirsi in sintonia con papa Francesco con il quale ha aperto un dialogo di amicizia in Cristo. Il 15, presso il Palazzo Reale, il card. Scola e Bartolomeo I hanno tenuto una lectio magistralis a due voci partendo dal versetto del vangelo di Giovanni “Conoscerete la veritĂ e la veritĂ vi farĂ liberiâ€?

con richiami alla libertĂ di religione e alla paciďŹ cazione tra islam e cristianesimo per far sĂŹ che anche la situazione dei cristiani in alcuni Paesi musulmani possa migliorare e avere possibilitĂ analoghe “a quelle che i musulmani godono nei Paesi cristianiâ€?. La visita si è conclusa con una preghiera ecumenica in Sant’Ambrogio e il dono a Bartolomeo I di una capsella con le reliquie del santo riconosciuto anche dalla Chiesa d’Oriente.

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a diocesi di Brescia ha il suo polo culturale lĂ , nell’ex Seminario di via Bollani 20, dove per anni sono state formate generazioni di giovani. Sta per arrivare a compimento un’operazione studiata nei minimi particolari che crea cosĂŹ un contenitore ideale per la cultura diocesana e non solo. Di fatto nella parte della struttura “abitataâ€? dalla biblioteca diocesana e dalla scuola diocesana di musica della Fondazione S. Cecilia e dall’incubatore dell’iniziativa Spes at Work, a breve si inseriranno alcune realtĂ curiali e associative anche per colmare il vuoto lasciato dal trasferimento del Seminario. Anche in questo caso è stata scelta la modalitĂ di una commissione di coordinamento (mons. Canobbio, mons. Bertazzi, Mauro Salvatore e Davide Guarneri) che ha preso in mano la situazione e ha cercato, pur nella diversitĂ delle sigle, di attribuire coerenza all’operazione. ComunitĂ e Scuola e la pastorale scolastica e quella universitaria (i due servizi di curia che fanno riferimento alla figura di don Raffaele Maiolini) saranno le prime realtĂ a spostarsi a settembre: ComunitĂ e Scuola lascerĂ la sede di via Della Rocca, mentre l’Ufficio per la scuola lascerĂ il posto in Curia al Centro missionario guidato da don Carlo

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Sopra la biblioteca diocesana (a questo proposito va sottolineata l’intenzione del Vescovo di farne un luogo a disposizione delle parrocchie sempre piÚ ricco di libri e di testi per lo studio e le ricerche) dovrebbe essere collocato l’Istituto di storia del prete (oggi a San Giuseppe) che tra le altre attività ricopre un ruolo importante nella catalogazione delle vite dei sacerdoti. Tutto lascia presupporre che a breve possa arrivare anche il via libera dalla Fondazione civiltà bresciana, cuore della storia bresciana, che lascerebbe i locali

del centro storico e sarebbe ospitata gratuitamente dalla diocesi. Giusto ricordare che lo scorso 28 dicembre è stato siglato il rogito con il quale il Seminario ha donato alla diocesi una porzione dello stabile di via Bollani. Non mancheranno aule dedicate all’archivio musicale del Seminario, all’archivio storico del Seminario, a Brixia Sacra e al Museo Zammarchi. Le associazioni o le realtĂ coinvolte dall’operazione polo culturale non pagheranno l’affitto, ma contribuiranno in parte alle spese di ristrutturazione dell’immobile, eccezion fatta per due realtĂ scolastiche non strettamente collegate alle diocesi che invece lo pagheranno. L’idea è quella di arrivare a regime entro il 2014. La presenza di una aula magna permetterĂ di ospitare anche iniziative di carattere formativo e culturale. Inutile ribadire che l’intervento, molto oneroso per le casse diocesane, permette di attrezzare una struttura che altrimenti sarebbe sotto utilizzata; non dimentichiamoci che nell’area un tempo teatro del Seminario oggi ci sono il Lunardi e la Casa del clero. E un domani, forse, ci sarĂ anche la Cattolica 2. La concentrazione di piĂš aggregazioni culturali facilita anche un lavoro di squadra e diminuisce le possibilitĂ di dispersione di energie e risorse; la diocesi vuole continuare a essere protagonista della societĂ e, quando possibile, essere di supporto anche alle singole iniziative.

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3LDQR TXDGULHQQDOH SHU OD GLRFHVL" All’ultimo consiglio presbiterale il vicario per la pastorale e i laici, don Renato Tononi, ha annunciato l’ipotesi di un piano pastorale quadriennale per “identiďŹ care e mettere a fuoco uno o piĂš aspetti della vita ecclesialeâ€?, che si ritengono prioritari in un dato momento con l’intento di farli diventare elementi unificanti e convergenti della pastorale diocesana. Dalle tre lettere pastorali del Vescovo, emerge un certo piano pastorale incentrato sullo schema dei tre ufďŹ ci: profetico (Parola), sacerdotale (liturgia e sacramenti) e regale (comunione e servizio). La proposta prende in esame il quadriennio 2013-2017 afďŹ nchĂŠ questo periodo possa essere un valido spunto per un cammino unitario e condiviso nella direzione delle unitĂ pastorali. Per il biennio 2013/2014 e 2014/2015 si può pen-

sare un piano diocesano attorno al tema della nuova evangelizzazione caro a Benedetto XVI, facendo riferimento esplicito alla nuova lettera pastorale del Vescovo sulla missione e riprendendo la lettera di Monari sulla Parola. Nelle intenzioni il biennio si potrebbe concludere con un Sinodo diocesano sulla nuova evangelizzazione. Per il biennio 2015/2016 e 2016/2017 è stato ipotizzato un piano diocesano attorno al tema “nuova evangelizzazione e sacramentiâ€? con un’attenzione speciale ai sacramenti dell’iniziazione cristiana. Secondo Tononi sarebbe utile e provvidenziale riprendere la lettera del Vescovo sull’eucaristia e prendere in considerazione le indicazioni della Cei sull’iniziazione cristiana, conďŹ dando che nel frattempo esca proprio un documento speciďŹ co dei Vescovi. Anche in questo

caso il biennio si potrebbe concludere con un Sinodo sull’iniziazione cristiana nella diocesi di Brescia per veriďŹ care la tenuta e la diffusione dell’Icr per una sua eventuale correzione e per un rilancio maggiormente condiviso. Sta prendendo corpo l’idea che la modalitĂ sinodale sperimentata con le unitĂ pastorali possa essere davvero riproposta nello spirito piĂš volte annunciato da Monari di discernimento comunitario e di coinvolgimento delle persone. L’esperienza del Sinodo vuole essere uno stile speciďŹ co di fare Chiesa. La proposta del piano giungerĂ attraverso i vicari zonali alle congreghe dei sacerdoti che si esprimeranno nei prossimi giorni sul percorso. Il Consiglio pastorale diocesano, invece, si incontrerĂ il prossimo sabato 1 giugno al Centro pastorale Paolo VI.



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ma anche del lavoro di ascolto e accompagnamento realizzato nella capillarità dalla rete Caritas: 710 le famiglie sostenute, delle quali per tre su quattro si registrano problemi di lavoro, 45 le caritas che hanno presentato domanda di compartecipazione, 177.530 l’ammontare in euro del contributo elargito da Fondazione Opera Caritas San Martino, pari al 50% delle spese sostenute dalle caritas. I soggetti titolati ad accedere al Fondo Briciole lucenti

sono infatti le Caritas che si sono attivate nell’accompagnare la risposta al bisogno e chiedono una compartecipazione (fino al 50%) a copertura delle erogazioni concesse per piccole spese inerenti la casa (canoni di affitto, spese condominiali, utenze domestiche), l’istruzione (rette scuola, mensa, trasporto), la salute. Per scaricare il modulo di domanda: www.brescia.caritas.it; per info: 030 3757746.

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ndare, andare ‌ rimanere, rimanere... Forse sarebbe meglio: rimanere per andare. Rimanere ovvero “stare accantoâ€? ad un amico, GesĂš, che ci ha accompagnato in tutti i convegni Caritas con il dono della sua Parola. Era il 19 aprile 2008, un giorno radioso dopo il temporale, ecco che alle 9 un fazzoletto di azzurro squarcia il cielo plumbeo, carico della minaccia di pioggia: da quell’anno, quell’amico non ci ha piĂš lasciati, come il sole non ha lasciato i nostri convegni. In tutti questi anni la Parola ci ha visitati e ha reso lo spazio del convegno uno spazio gravido e generativo. Averlo accanto ed avere accanto la sua Parola ci ha permesso di “vedereâ€?, donandoci occhi nuovi: ci ha dato di poterlo riconoscere negli uomini e nelle donne di caritĂ ; la possibilitĂ di riconoscerlo nelle parole del vescovo Luciano, che non ci ha mai fatto mancare il suo affetto e il suo sostegno; di riconoscerlo nei fragili, ai quali Lui ci riconsegna ogni giorno quando, sin dal mattino, ci precede in ogni opera di caritĂ . GesĂš addestra le nostre mani per impastare la nostra vita con la sua Parola. Egli si immerge per primo in ognuno di noi, facendo fiorire il deserto che a volte ci abita. Quest’anno non solo ci verrĂ chiesto di riconoscerlo mentre ci cammina accanto, ma proveremo a rimanere in Lui, mettendo nelle sue mani la nostra fragile vita. Gli apparteniamo e con noi tutti i fratelli piĂš feriti di questo mondo smemorato di Dio. Devo confessarvi che non è facile resistere alla tentazione di fuggire dal

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rimanere, ma, in questo Anno della fede, accogliamo l’invito a diventare insieme piccoli segni discreti di fedeltĂ , aprendoci ad un’amicizia discreta e priva di ogni ambiguitĂ , con GesĂš che è l’amico compassionevole. Vi aspetto tutti al convegno delle Caritas parrocchiali al Villaggio Prealpino sabato 25 maggio (dalle 9 alle 16). Anticipata-

mente ringrazio la comunitĂ che ha come patrona Santa Giulia che accoglie il nostro farci convegno. Un pensiero particolare va a don Luciano, a don Pietro che sta accompagnando i bambini e i giovani a riscoprire la caritĂ â€œa portata di manoâ€?. L’augurio che faccio a tutti, soprattutto a chi non potrĂ essere presente, è che possiamo aprirci all’ascolto di Lui che ci invita: “Rimanete in meâ€? per aprire il cuore a servirlo prontamente nei fratelli. Solo impastando la nostra vita con GesĂš troveremo il coraggio di spingerci nelle “periferie esistenzialiâ€? indicate da papa Francesco nella Veglia di Pentecoste. Con voi, nell’affidare allo sguardo materno di Maria, il nostro “rimanere per andareâ€?

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ÂŽ ƒŽƒ ƒÂ?…‘ †‹ ”‡•…‹ƒ Â?ƒ ÂˆÂ‡Â•Â–ÂƒÇĄ –ƒÂ?–‹ …‘Ž‘”‹ Domenica 26 maggio ritorna al Pala Banco di Brescia di via Ziziola, in cittĂ , la Festa dei popoli promossa dall’Associazione centro migranti in collaborazione con la Cooperativa Scalabrini Bonomelli e le diverse comunitĂ etniche. Il titolo dato alla manifestazione è “Giriamo il mondo - Vieni a scoprire i mille volti della tua cittĂ â€?. Una cittĂ , com’è Brescia, che piĂš di altre racchiude in

sĂŠ, nel proprio tessuto sociale, il tema dell’immigrazione, con le sue potenzialitĂ e difďŹ coltĂ che in questo periodo vanno a comporre un quadro sociale mutato profondamente rispetto al passato e in continuo divenire; ecco allora i mille volti da scoprire, da conoscere per poter convivere in una societĂ piĂš aperta ed inclusiva, che sostituisca al timore e alla difďŹ denza l’integrazione e la collaborazione.

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l Centro servizi volontariato di Brescia con PerPiĂš Forum delle associazioni giovanili bresciane, in occasione dell’Anno europeo dei cittadini, promuove l’iniziativa “Giovani e partecipazioneâ€?. Il 28 maggio alle 17 presso la Sala Piamarta con la professoressa Adriana Apostoli, docente di diritto costituzionale all’ UniversitĂ degli studi Brescia, si parlerĂ di Europa “patria dei dirittiâ€?; Francesco Temporin di PerPiĂš racconterĂ invece del ruolo dei giovani nell’Ue e delle aspettative per il prossimo futturo. In un periodo storico in cui l’Unione europea è vista a volte come un bene, altre come un vincolo impositivo, soprattutto in materia economica, è bene fermarsi un attimo a riflettere sul percorso intrapreso. Ăˆ ormai assodato – come si legge nel manifesto dell’European Year of Citizens 2013 Alliance – che l’Europa fa parte della vita quotidiana dei suoi cittadini, ma i diritti e i benefici che derivano da questa “cittadinanza del mercato unicoâ€? sono al momento essenzialmente limitati alla mobilitĂ e che quindi diventano effettivi solo “all’esteroâ€?; ci accorgiamo insomma di essere cittadini europei quando passiamo le Alpi e non dobbiamo mostrare il passaporto. E che ne facciamo di chi non viaggia, nĂŠ studia o lavora all’estero – si chiede il manifesto – che ne facciamo invece dei residenti che lavorano, pagano le tasse, sono impegnati in attivitĂ sociali o nella comunitĂ , ma non hanno un passaporto di uno stato membro dell’Ue? Ecco allora che emerge il bisogno di costruire l’Unione europea

Il programma della giornata si aprirĂ , dopo l’arrivo dei partecipanti, con la celebrazione della Santa Messa alle 11.30, a cui faranno seguito la degustazione di piatti tipici e uno spettacolo animato dalle comunitĂ etniche con la partecipazione di Scalamusic. La Festa è a ingresso libero e sarĂ corredata dalla presenza di stand culturali gestiti da diverse realtĂ ; anche il Csv sarĂ presente con un proprio spazio.

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tivo generale dell’Anno europeo dei cittadini è di rafforzare la consapevolezza e la conoscenza dei diritti e delle responsabilitĂ connessi alla cittadinanza dell’Unione per permettere alle persone di esercitare pienamente i propri diritti. Cittadinanza attiva significa in primo luogo coinvolgimento attivo dei cittadini come partecipazione alla vita delle loro comunitĂ , e quindi alla democrazia. Partecipazione attraverso l’impegno profuso nei territori che abitiamo, territori non solo bresciani, non solo italiani, ma anche europei. Il 28 maggio alla Sala Piamarta in via San Faustino si parlerĂ di questo; a seguire aperitivo e animazione a cura del Forum associazioni giovanili bresciane “PerPiĂšâ€?.

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grandi pittori sono grandi catechisti che interpretano programmi di catechesi fatti da chi gli ha commissionato l’operaâ€? suggerisce don Luigi Salvetti nella chiacchierata sulla conclusione del ciclo di pitture nella chiesa del Villaggio Violino. Classe 1939, ordinato sacerdote nel 1963, ha sempre affiancato l’essere sacerdote con l’essere artista. “Di chiese ne ho dipinte una valanga − spiega don Salvetti − ma non ho tradito la mia missione; parlavo continuamente di GesĂš. Ho vissuto nella catechesi in maniera ininterrotta, anche come insegnante di Storia dell’arteâ€?. Il ciclo della chiesa del Villaggio Violino copre il perimetro interno della chiesa e la parte absidale. In questi dipinti si vede “la storia della salvezza, come argomento fondamentale del ripensamento cristiano − spiega − della vita. Sono partito da un dipinto, il primo entrando a destra, che presenta la situazione umana di sempre citando la frase

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con San Giovanni e il suo martirio e sulla destra i martiri del Natale, segni dell’accoglienza di Cristo. Nella seconda apertura si trova la Pasqua con al centro morte e risurrezione. Sulla sinistra le Palme e l’ultima cena, a destra gli episodi di Tommaso e dei discepoli di Emmaus. Nell’ultima apertura c’è la Pentecoste, al centro, e ai lati due immagini dello Spirito: acqua e fuoco con la raffigurazione del buon samaritano e del Padre misericordiosoâ€?. I dipinti di don Luigi Salvetti raccontano una storia. Sono al servizio di un racconto e ricordano molto quanto si faceva nel Medioevo in cui le raffigurazioni servivano a far conoscere al popolo la storia di Cristo, dei Santi. “Ritengo sia ancora necessario − afferma senza alcun dubbio − perchĂŠ oggi si parla di analfabetismo di ritorno anche per la fede. L’annuncio del Vangelo è annuncio di fatti, di episodi. Ho scelto come cifra di questo una frase di Cassiano ‘Narrare le gesta del Signore significa

lodarlo’. Ritengo che il racconto, cosĂŹ disprezzato da tanta arte moderna, è essenziale per la fede, perchĂŠ la si tramette attraverso la storia di GesĂš. Non pretendo, ovviamente, di essere quello che fa il racconto migliore − si schermisce − ma io sono convinto della possibilitĂ di fare arte decorosa e decente anche con il figurativoâ€?. Certo la storia dell’arte mondiale non può non tenere presente la relazione forte che c’è con la Chiesa e il cristianesimo. Non ci sarebbero alcune grandi opere se non ci fosse stata questa collaborazione e il desiderio di raccontare il messaggio cristiano all’uomo contemporaneo all’artista. La storia della Chiesa “è un documento di come l’arte sia parallela al magistero, all’annuncio e alla catechesi. Le Chiese sono piene di opere d’arte di cui gode l’umanitĂ , anche chi non crede, perchĂŠ la Chiesa ha voluto abbellire i templi e farne segni di annuncio. Poi è chiaro che l’artista esprime il suo gusto e le sue scelte, non solo

pittoriche e artistiche, ma anche spiritualiâ€? commenta don Luigi. Sono molte le opere che don Salvetti negli anni ha dipinto, chiedendogli quale sia l’artista a cui è piĂš legato, un po’ sorprende, confermando l’attenzione al classicismo reinterpretato, ma i suoi amori sono “nell’arte tedesca, come gusto e capacitĂ di rappresentare con grande emozione le storie cristiane. I grandi pittori nordici, con le loro fantasie di mostri epici e leggende, che ci tramandano una pittura di grande passionalitĂ . Penso a GrĂźnewaldâ€?. Se gli si chiede quale dipinto del ciclo gli sia piĂš chiaro risponde “GesĂš Cristoâ€?. e poi citando Pasternak come colui a cui arrivano i secoli come le chiatte sul fiume verso la foce. Cioè GesĂš che abbraccia, citando De Andre senza irriverenza, i suicidi o i martiri dell’Algeria. In qualche misura ho voluto renderlo presente nella storia drammatica, triste, ma sempre gloriosa della fede cristianaâ€?. Un’interpretazione diversa dal solito. Decisamente.

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”‡•…‹ƒ ”‡†‡”‡ǣ ’‡”…Š¹ Â?‘Ǎ Ăˆ in programma per venerdĂŹ 24 maggio, alle ore 20.45, nella Sala Bevilacqua, via Pace 10 a Brescia la presentazione del il nuovo libro di p. Giulio Cittadini. “Credere: perchĂŠ no?â€?, edito dalla Morcelliana 2013. Alla serata intervengono il prof. Pietro Gibellini e mons. Gabriele Filippini, parroco dei Santi Nazaro e Celso. L’incontro è promosso da Padri ďŹ lippini della Pace, in collaborazione con la casa editrice Morcelliana e la

”‡•…‹ƒ ƒ Â?‘•–”ƒ Â—Â”Â‘Â’ÂƒÇŁ —Â? Ž‹„”‘ Ccdc. L’ultima opera di p. Giulio Cittadini rappresenta, nell’anno della fede voluto da Benedetto XVI, un’occasione per chi si dice cristiano a riesaminarsi sul signiďŹ cato del questo grande dono spirituale, che è la fede. La presentazione del 24 maggio rientra nella programmazione degli incontri mensili promossa dalla Ccdc in collaborazione con gli stessi padri della Pace e altre realtĂ del panorama culturale bresciano.

Viene presentato alle 18 di lunedĂŹ 27 maggio, alla libreria dell’UniversitĂ cattolica in via Trieste, il libro di Edgar Morin, ďŹ losofo e sociologo francese, e Mauro Ceruti, professore ordinario di ďŹ losoďŹ a della scienza all’UniversitĂ di Bergamo, “La nostra Europa. Cosa possiamo sperare? Cosa dobbiamo fare?â€? I due autori delineano un appassionato ritratto dell’Europa, della sua storia ambivalente intrecciata di civiltĂ e barbarie, e si chiedono come sia possibile

scongiurare il rischio di paralisi e di disgregazione, mostrando che le ragioni della speranza si annidano paradossalmente nelle ragioni della disperazione. Il libro si pone come un vero e proprio manifesto per una rinascita della cultura e della politica europee. Coordinati da Marco Roncalli, intervengono alla presentazione Agostino Mantovani, segretario della Fondazione Cab e il sen. Paolo Corsini. L’intervento conclusivo della presentazione è dello stesso Marco Ceruti.

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a promessa, con la creazione della Fondazione, era di fare del Teatro Grande un contenitore di aperto 365 giorni all’anno. L’obiettivo è ambizioso, ma non pare impossibile da raggiungere. E cosĂŹ, dopo aver proposto nelle scorse settimane “Brimboriusâ€?, un’opera lirica che ha visto il coinvolgimento di oltre 150 giovani studenti bresciani, il Grande ha presentato il cartellone della stagione d’opera e balletto 2013. Una stagione che ha nei bicentenari verdiani e wagneriani il suo punto di forza, con le rappresentazioni di “Otelloâ€? (il 25 e 27 ottobre) e de “L’olandese volanteâ€? (29 novembre, 1 dicembre). L’attenzione ai bicentenari che ha guidato le scelte di Umberto Fanni, direttore artistico della stagione, ha portato a mettere in cartellone anche il “Tancrediâ€? di Giochino Rossini a 200 anni dalla sua prima rappresentazione. Il sipario si alzerĂ ufficialmente l’11 ottobre, con replica il 13, con la rappresentazione de “L’esilir d’amoreâ€? di Gaetano Donizetti, che ritorna a Brescia a nove anni dalla sua ultima rappresentazione, in una nuovo allestimento prodotto dai teatri del Cir-

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gonista e Alberto Gazale, uno dei piĂš apprezzati baritoni della scena internazionale. La direzione è affidata a Giampaolo Bisanti giĂ applaudito al Grande. Regia della messa in scena è Stefano De Luca, giĂ assistente di Giorgio Strehler. “Giselleâ€? è il balletto in programma il 23 e 24 novembre, nella proposta del Balletto Yacobson di San Pietroburgo. debutterĂ al Grande il 29 novembre, con replica il 1° dicembre, “L’olandese volanteâ€? di Richard Wagner, frutto della giĂ citata collaborazione tra i teatri lombardi. ChiuderĂ la stagione 2013, il 13 e 15 dicembre, il “Tancrediâ€? di Rossini in un nuovo allestimento con i cantanti usciti dall’Aslico. A precedere il tutto, come lo scorso anno, la Festa dell’opera, in calendario per il 21 settembre. Tra le novitĂ gradite: i prezzi invariati e la possibilitĂ di pagare gli abbonamenti in due rate.

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´'XH FRPH QRL FKH Âľ 3DROL H 5HD LQ FRQFHUWR Il prossimo 31 maggio, alle 21.30, presso la Cantina Contadi Castaldi di Adro, Gino Paoli (nella foto) e Danilo Rea, reduci dai successi ottenuti sui palcoscenici piĂš prestigiosi in Italia e all’estero per la prima volta si esibiscono insieme nel cuore della Franciacorta. In occasione del decennale dell’Associazione culturale Claudio Moretti di Erbusco, I due grandi artisti, che giĂ avevano collaborato nel 2010 con l’associazione per la realizzazione di un cd a scopo benefico a favore dei bambini ricoverati negli ospedali italiani, tornano a esibirsi per la “Claudio Morettiâ€?, in occasione del suo decennale. I due protagonisti della scena musicale nazionale si esibiranno nel concerto “Due come noi che‌â€? in cui la voce e il carisma di Gino Paoli si fonderĂ con l’arte di uno dei piĂš lirici e creativi pianisti riconosciuti a livello internazionale come Danilo Rea. I due artisti si cimenteranno con un repertorio che annovera alcune delle piĂš belle canzoni italiane, molte delle quali scritte dallo stesso Paoli, come “Averti addossoâ€?, “Il cielo in una stanzaâ€?, “Vivere ancoraâ€?, “Perdutiâ€?, “La gattaâ€? e “Come si faâ€?, “Canzone dell’amore perdutoâ€? e ancora “Bocca di rosaâ€? (strumentale) di De AndrĂŠ, “Il nostro concertoâ€? di Umberto Bindi, “Vedrai vedraiâ€? di Tenco e “Se tu sapessiâ€? di Bruno Lauzi. Il concerto è stato pensato per valorizzare quanto realizzato dall’Associazione culturale Claudio Moretti nei suoi primi 10 anni di vita.

Il costo dell’ingresso al concerto è di 45 euro (30 + 15 come quota associativa per i non soci). I biglietti si possono acquistare presso la sede dell’Associazione culturale Claudio Moretti in via Enrico Fermi n. 9 a Erbusco, tel. e fax 030 7267203, cell338 2228245 - claudio@claudiomoretti.it www.claud10moretti. it www.claudiomoretti.it o presso “The Musical Boxâ€? in via Costa n. 5 a Erbusco - tel. 030 7268421 - info@ themusicalbox.it

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Il gruppo culturale Naviter invita all’inaugurazione della mostra fotografica “Il mio sguardo libero, volti per la legalità” di Fiorenza Stefani. L’evento è in programma per domenica 26 maggio alle 17 nella chiesetta laterale della parrocchiale di Nave, in via Brescia a Nave. La mostra è inserita nella manifestazione “Trame per la legalità” e prevede un altro evento in data 1 giugno presso Villa Zanardelli a Cortine di Nave. A partire dalle 15 sarà possibile

confrontarsi con il tema della legalità: per i ragazzi con il concorso di murales, per i bambini con laboratori sulla legalità, per gli adulti con testimonianze di legalità. La giornata si chiuderà con una “Cena della legalità” Con una parte del ricavato verrà sostenuto l’impegno che Maddalena Rostagno sta portando avanti per ottenere giustiza per suo padre Mauro Rostagno (ucciso dalla mafia nel 1988) nel processo che è stato riaperto a fine 2011.

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a Galleria Agnellini Arte Moderna ospita “Gli angeli, la pittura e il Novecento italiano”, esposizione di capolavori di grandi maestri del ‘900 italiano, tra i quali Osvaldo Licini, Mario Sironi, Giorgio Morandi, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio e Lucio Fontana. Punto di partenza sono gli Angeli di Licini, pure e semplici forme che si librano nell’aria, figure sospese tra cielo e terra vibranti di un’emozionante incertezza, incentrate su una fantastica spazialità ed una vena di sincero lirismo, motivo di riflessione sul ‘900 italiano, la cui diversità e ricchezza consentono di affermare la sua importanza, spesso minimizzata, nel confronto con i movimenti che si svilupparono contemporaneamente in Francia e Germania. Atmosfere silenti e sospese, metafisiche, nelle quali il dipinto si pone come tramite tra l’esterno e l’animo degli artisti, mondi figurativi inquietanti

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e fantastici compaiono nei lavori di Savinio, che, sulla scia del fratello De Chirico, inserisce nei dipinti elementi dell’antichità e creature dalle sembianze primordiali. Una pittura che rimane dunque in disparte dalle polemiche estetiche per perorare la causa di un sentire profondo, in

favore di un’arte eterna, che rende anche conto della complessità dello spirito umano. Sensibile al dramma della condizione dell’uomo moderno, Mario Sironi adotta un linguaggio arcaicizzante per dar vita a forme sintetiche ma nello stesso tempo monumentali, concentrate sulla solidità delle masse e sulla densità dei volumi, attraverso cui la pittura diviene il più significativo mezzo di espressione artistica del periodo delle avanguardie. Completano l’esposizione le celebri Nature Morte di Morandi ed alcuni Concetti Spaziali di Fontana, suddivisi tra idropitture di colore rosso, bianco e argento. L’esposizione “Gli angeli, la pittura, il Novecento” è visitabile presso la galleria realizzata una porzione dell’ex cotonificio Ferrari, in via Soldini 6/a a Brescia, sino al 20 luglio, dal martedì al sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Chiuso domenica e lunedì.

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Da lunedì al venerdì, a partire dalle 7, Radio Voce vi informa sui principali fatti da Brescia, dall’Italia e dal mondo. Nell’arco di oltre due ore in diretta, potrete seguire rassegne stampa locali e nazionali, ed approfondimenti sulle notizie principali. Per cominciare la giornata col piede giusto, ascoltando la musica migliore e costantemente informati, l’appuntamento è con Brescia in diretta. Seguite il nostro consiglio e buon ascolto.

Dall’11 maggio la Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa della Natività di Maria in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Giustizia punitiva o giustizia riparativa ? Se ne parla da tempo anche a Brescia senza giungere a soluzioni condivise da mettere in opera, per contrastare il drammatico e ormai cronico sovraffollamento di Canton Mombello. Al tema viene dedicato il 29 maggio un convegno promosso dalla diocesi (Caritas, UfďŹ cio per l’impegno sociale, Commissione giustizia e pace, Pax Christi). In Primo Piano (ore 9.20) intervengono don Mario Benedini

La prossima puntata della rubrica “La Buona Notiziaâ€? apre con il servizio su “Il meeting dell’Azione cattolicaâ€? diocesana che si è svolto a Rovato sul tema “Legami apertiâ€?. A seguire: il rito di istituzione presieduto dal vescovo Monari di nove nuovi ministri, “I nuovi lettori e accolitiâ€? che si è svolto nella parrocchiale di San Bartolomeo; “‘Missione Oggi’ a convegnoâ€? sul tema “Sulla soglia di un nuovo mondoâ€?; i “Giovani pellegrini a Valverdeâ€? che si è

e Luciano Eusebi, docente di diritto penale all’UniversitĂ cattolica. Da questa domenica il commento al Vangelo è a cura di don Diego Facchetti. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda (in differita) anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl. Le rubriche si possono riascoltare in podcast sul sito www. radiovoce.it

svolto il 19 maggio. La rubrica “4 parole...â€? è con don Mario Benedini per il convegno “Carcere o prevenzioneâ€?. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia. tv che manderĂ in onda anche lo speciale “Il Corpo mostratoâ€? della sezione “Terre di fedeâ€? dell’AgorĂ .

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%DPELQL H WY D ULVFKLR QRQ VROR OD VDOXWH “Guardare la televisione può frenare lo sviluppo dei bambini minori di tre anni, causare ritardi psicomotori, incoraggiare la passivitĂ , causare sovreccitazione e turbe del sonnoâ€?. In Francia questo è l’avviso obbligatorio da mandare in onda sulle reti televisive tematiche dedicate al pubblico dei piccolissimi, le cosiddette Babytv. Lo ha deciso qualche anno fa l’AutoritĂ per le comunicazioni francese, in risposta alla preoccupazione delle associazioni dei consumatori riguardo alla nascita di canali tv dedicati ai bambini da zero a 36 mesi. In Italia è presente nella piattaforma satellitare Sky il canale “Baby tvâ€?, ov-

viamente senza alcun “ammonimento autoritarioâ€? di cui sopra. Sul sito della rete appare questa dicitura: “24 ore di programmazione priva di pubblicitĂ (troppo buoni, ndr) creata per favorire nel bambino l’apprendimento e la consapevolezza di sĂŠâ€?. Grazie Sky, chissĂ come si faceva a crescere i figli prima che arrivassi tu‌ Il palinsesto di “Baby tvâ€? inizia alle 6 del mattino con “Dolce risveglio con gli amici di Baby tvâ€?, prosegue ininterrottamente tutto il giorno fra cartoni animati e cantastorie fino alla programmazione notturna, dalle 21 con trasmissioni come “Relax e distensioneâ€?, “Notti da sognoâ€?,

“Dolci suoniâ€?, e si conclude alle 5 del mattino con “Dalla notte verso un buon mattinoâ€?. Ăˆ un pacchetto all-inclusive. La ciliegina sulla torta? Alle 7 del mattino va in onda “Esercizi mattutiniâ€?, cosĂŹ descritto: “Un po’ di movimento per i piccoli, dopo la colazioneâ€?. Stupisce che il logo della rete sia una farfalla sorridente e non una flebo per endovena, forse piĂš realistica. A oggi, fra digitale terrestre e tv satellitare, i canali televisivi tematici interamente dedicati ai bambini e agli adolescenti sono ben 22. Non si tratta dello spazio per i ragazzi di cui si occupavano, per qualche

ora al giorno, le reti nazionali fino a qualche anno fa. Siamo di fronte a un flusso continuo di input progettati esclusivamente per i piĂš piccoli. Dai cartoni animati alle soap-opera per teenager, dai programmi sull’abbigliamento/arredamento fino ai talent-show adattati per i piĂš piccoli, il rischio è quello di passare gran parte dell’infanzia davanti alla tv, quando non si sta giocando ai videogame. Ăˆ bene ripetere che l’accumulo delle radiazioni luminose dello schermo televisivo (e ovviamente anche quelle del computer) modifica nel corpo umano il livello di melatonina, l’ormone che regola il ritmo di veglia e

di sonno. Ciò vale a qualsiasi etĂ , ma nei primi anni di vita lo scompenso di melatonina può causare seri problemi. Gli studi sull’apprendimento dell’etĂ evolutiva dimostrano che, oltre a non favorire le interazioni sociali e l’espressivitĂ linguistica e corporea, il consumo massiccio di “realtĂ bidimensionaleâ€? dello schermo addirittura rallenta l’acquisizione della stabilitĂ nelle tre dimensioni dello spazio. La bambinaia elettronica non funziona, nonostante molti genitori si sentano a posto con la coscienza sedando e sacrificando l’infanzia dei propri figli davanti alla tv.



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ensare di mettere mano a un classico della letteratura americana prima e della storia del cinema poi come “Il Grande Gatsbyâ€? non è impresa che molti registi probabilmente accetterebbero. Non cosĂŹ per il visionario Baz Luhrmann che, accantonata l’esperienza di “Australiaâ€? probabilmente fuori dalle sue corde, mette mano a questa vicenda nella linea dei suoi precedenti, riusciti, “Romeo+Giuliettaâ€? e “Moulin Rougeâ€?. Si potrebbe dire che, in qualche maniera, questo nuovo lavoro, che ha inaugurato il Festival di Cannes, componga con i precedenti una sorta di trilogia. E la cifra con cui il regista australiano rilegge il classico di Francis Scott Fitzgerald è proprio quella visiva, spettacolare, di lustrini e paiette, di luci, di musica con lunghi tratti di film che potrebbero sostituirsi a video musicali pop moderni e ostentanti lo sfarzo e la bellezza. Lo stile è il suo. Talmente preponderante da sacrificare a tratti la storia e la profonditĂ del libro. Fin dall’inizio il ritmo è vorticoso, emozionale e stimola i sensi dell’udito e della vista, quasi bombardandoli. Dalla prima luce verde, quella desiderata da Gatsby alle altre luci è un continuo di ritmo, di corse, di balli,

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di ostentata ricchezza. Con la presenza incombente, ma quasi assente per mezz’ora, del vero protagonista, Gatsby (Leonardo Di Caprio), le parole pronunciate fuori campo da Nick Cassaway (Tobey Maguire), aspirante scrittore in analisi, utilizzato da Fitzgerald per raccontare le vicende, accompagnano questo roboante tripudio, quasi indigesto, di colori, luci e suoni. Poi il ritmo rallenta, la macchina da presa si muove piĂš delicatamente, l’abbuffata di emozioni lascia spazio all’assaggio di sentimenti piĂš profondi. E si scopre che tutto questo è stato fatto per amore. Che ogni cosa che ha guidato Gatsby è stato il desiderio di raggiungere l’amata Daisy (Carey Mulligan). E il roboante racconto si fa poco a poco piĂš silenzioso, con le sole parole e i sospiri a accompagnare la profonditĂ dietro le maschere. I sentimenti si toccano,

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ma forse non si condividono. Troppo bravo Di Caprio il cui Gatsby esce mastodontico, la cui solitudine nel caos si tocca, la speranza di raggiungere la luce verde e il meglio si condivide. Ma tutto è sopra le righe e per uscire la personalitĂ di Gatsby necessita di una grande interpretazione, cosĂŹ come quella degli altri personaggi. Tobey Maguire è sulla strada giusta. Piace e, finalmente, si toglie di dosso la tuta da Spiderman che ne aveva segnato la fama. Non è cosĂŹ per la giovane Mulligan che non convince. Non che non sia brava, ma il tripudio di sapori generato da Luhrmann necessita di qualcosa di piĂš perchĂŠ anche Daisy trovi il posto che le spetta. PerchĂŠ poi il finale accelera di nuovo; tanto sui sentimenti, quanto sui movimenti intervallati da pause fino all’inevitabile fine. E in questa New York degli anni ‘20, del jazz, dell’epoca che poi sfociò nella grande depressione restano le parole di Fitzgerald: “CosĂŹ continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passatoâ€?. E Gatsby rimane, con i suoi difetti, l’unico la cui vita “deve puntare in alto, deve andare avantiâ€?; l’unico che continuava ad avere un grande sogno; l’unico che non perdeva la speranza; l’unico, forse, vero. E questo è di Fitgerald e un po’ di Di Caprio.

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In aprile l’attivitĂ economica delle imprese manifatturiere bresciane ha registrato una nuova contrazione, giustiďŹ cata dal minore numero di giorni lavorativi rispetto a marzo, nonchĂŠ dal perdurante clima recessivo che continua a caratterizzare l’industria nazionale e locale. La conferma arriva dall’analisi congiunturale mensile elaborata dal Centro studi Aib. Nel dettaglio, la produzione è risultata in diminuzione per 39 operatori su

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100, con un saldo negativo del 24% tra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione; il livello dell’attività è giudicato inferiore rispetto al potenziale dal 56% del campione. La debolezza dell’attuale quadro congiunturale viene confermata dall’indice pmi manifatturiero italiano, attestatosi in aprile poco al di sotto della media relativa al primo trimestre del 2013 e stabilmente in area recessiva da 21 mesi consecutivi.

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onostante il titolo scelto per l’incontro (“Un nuovo inizio. Dalla resistenza al cambiamentoâ€?) i dati presentati certificano, una volta di piĂš, la situazione di pesante difficoltĂ che il comparto dell’artigianato lombardo sta attraversando. In un momento economico ancora difficile, è stato il monito di Eugenio Massetti, da pochi mesi alla guida di Confartigianato imprese Lombardia, sono pochi i segnali incoraggianti. La presentazione del Rapporto 2013 su artigianato e piccole imprese, tenuta a Milano nei giorni scorsi, ha fornito l’occasione per una riflessione su come quello che prima era definito un “momento di crisiâ€?, possa essere visto d’ora in avanti come una fase economica piĂš ampia, di fronte alla quale serve porsi in un modo nuovo per affrontarla con gli strumenti giusti. “Ci sarebbe piaciuto – è stato l’esordio di Massetti – arrivare al quarto anno con dei dati positivi. Ma forse la crisi non passerĂ piĂš e all’interno di questa dimensione dobbiamo governare il cambiamentoâ€?. Compito delle associazioni di categoria, come Confartigianato, diventa quello di essere al fianco degli imprenditori, supportandoli concretamente nelle loro esigenze, per affiancarli nel loro percorso di sviluppo, combattendo perchĂŠ possano ottenere migliori condizioni in cui operare e aiutandoli

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a trovare strumenti efficaci per rinnovare ogni giorno quel “saper fareâ€? che ci ha resi una realtĂ unica al mondo. L’artigianato lombardo, rappresentato da 260.063 imprese, al primo trimestre 2013 conta 5.626 imprese in meno rispetto al primo trimestre del 2012, registrando una flessione pari al 2,1%. Si tratta del peggiore primo trimestre degli ultimi quattro anni. La Lombardia nonostante la crisi rimane

una realtĂ unica dove le imprese con meno di 20 addetti sono 872.864, pari al 97,4% del totale delle imprese non agricole. Tra queste, le imprese artigiane sono 265.690, pari al 27,9% del totale. 362.615 imprenditori artigiani di cui 328.985 titolari e 33.630 collaboratori. E se in Italia la dinamica del pil previsto per quest’anno è ancora in discesa del 1,3% e con il calo del 2,4% del 2012 si delinea un altro pesante bien-

nio recessivo dopo quello del 2008 – ‘09, la Lombardia rimane protagonista nell’economia mondiale. Il Rapporto rappresenta una vera e propria radiografia dello stato di salute delle imprese artigiane lombarde. L’economia lombarda – testimoniano i dati – produce un pil di 333.475 milioni di euro, pari a circa un quarto (21,1%) di quello nazionale. Per esportazioni, la Lombardia rappresenta la 31° economia nel mondo e il territorio europeo con il piĂš alto numero di imprenditori e lavoratori autonomi: 918.600, secondo il censimento di Eurostat. A preoccupare Confartigianato è la stagnazione, nel contesto dell’economia globale: sulla base delle previsioni contenute negli scenari di sviluppo, la Lombardia registrerĂ , infatti, per l’anno in corso, un calo del pil dello 0,7%. Molti i problemi che attanagliano le imprese lombarde: dal credito, all’eccessiva e crescente pressione fiscale, all’Imu che ha aggravato ulteriormente l’attuale stato di salute delle imprese.

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$LE LQ DVVHPEOHD VXO ´VHFROR DVLDWLFRÂľ Ăˆ in programma per il 27 maggio, presso l’auditorium della Camera di commercio di Brescia, l’assemblea generale dell’Associazione industriale bresciana. Si tratta del momento ďŹ nale di una stagione assembleare avviata dall’associazione di via Cefalonia nelle scorse settimane con gli incontri delle sue diverse sezioni. “L’Europa e l’Italia nel secolo asiaticoâ€?, è il tema scelto da Aib per l’assemblea 2013, mutuato, per altro, da una ri-

cente ricerca del Centro studi di ConďŹ ndustria. Uno studio che ha messo in evidenza l’improrogabilitĂ di riforme strutturali all’interno dell’Unione europea, da realizzarsi anche con il contributo italiano, perchĂŠ vengano individuati obiettivi comuni e strategia per superare quella che gli esperti chiamano “eurosclerosiâ€? e rimettere il “Vecchio continenteâ€? nelle condizioni di reggere la competizione con i mercati asiatici. Si tratta di un percorso

non facile nĂŠ breve a cui anche l’Aib intende dare il proprio contributo a partire dalle riessioni che verranno proposte nel corso dell’assemblea del 27 maggio prossimo. Dopo un primo momento “privatoâ€?, riservato alle aziende associate, l’assemblea entrerĂ nel vivo a partire dalle 16.30 con la seduta pubblica. SarĂ il presidente uscente Giancarlo Dallera (nella foto) a proporre la relazione annuale sullo “stato dell’arteâ€? dell’associazio-

ne e del complesso contesto economico attuale. Luca Paolazzi, direttore del Centro ricerca di ConďŹ ndustria, e Giacomo Vaciago, presidente di Ref ricerche si confronteranno sul giĂ ricordato tema scelto per l’assemblea. Il programma prevede poi la proclamazione del nuovo presidente Aib (che dovrebbe essere Marco Bonometti, indicato dalla stessa giunta). ChiuderĂ l’intervento di Giorgio Squinzi, presidente di ConďŹ ndustria.


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ƒŽŽ‹‘ ’‡”–ƒ Žƒ •–ƒ‰‹‘Â?‡ –‡”Â?ƒŽ‡ ͚͙͛͘ Il 20 maggio ha preso il via a Vallio la stagione termale 2013, in un complesso moderno (nella foto), appena ristrutturato, accreditato dal Servizio sanitario nazionale al primo livello super per cure idropiniche ed inalatorie. Alle Terme di Vallio si praticano due tipi di cure in convenzione con il Servizio sanitario nazionale: la terapia idropinica e la terapia inalatoria. In convenzione signiďŹ ca che è sufďŹ ciente presentare alle Terme la sola richiesta-ricetta del

proprio medico di base per poter usufruire gratuitamente delle cure con oneri a carico del Servizio sanitario e pagando il solo tickets in alcuni casi (persone con età superiore ai 65 anni e bambini con età inferiore ai sei anni pagano solo il costo della ricetta - 3,10 euro). La terapia idropinica è la metodica di somministrazione di acqua minerale per bibita a scopo sia preventivo sia terapeutico. La cura presso le Terme si pratica al mattino a digiuno, sorbendo

lentamente acqua tiepida, in quantitĂ variabile a giudizio del medico. La terapia inalatoria invece, consiste nell’assunzione di acqua termale nebulizzata e micronizzata attraverso speciďŹ che apparecchiature. L’acqua Castello è indicata per i disturbi renali, per le inďŹ ammazioni croniche delle vie urinarie e biliari, per i disturbi dell’apparato gastroenterico, per quelli del fegato; per quelli dell’apparato respiratorio.

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e ne parla con maggior frequenza con l’approssimarsi della bella stagione come di una possibile conseguenza di una errata esposizione al sole, Ma il melanoma è qualcosa in piĂš di una banale patologia di stagione. La conferma arriva da Ausilia Maria Manganoni, responsabille Dermatologia oncologica e melanoma della clinica dermatologica degli Spedali Civili Brescia Brescia. “ Il melanoma – afferma la Ausilia Maria Manganoni – è un tumore considerato fino a pochi anni fa una neoplasia rara, oggi, però mostra

un’incidenza in crescita costante soprattutto in chi ha la pelle chiaraâ€?. Chi è a maggior rischio di sviluppare il melanoma? I soggetti a maggior rischio sono adulti con fototipo caratterizzato da capelli biondi o rossi, occhi chiari, carnagione chiara, presenza di efelidi, difficoltĂ ad abbronzarsi e facilitĂ alle scottature solari. Elementi che possono essere indicatori di melanomi sono: presenza di numerosi nei o di piĂš nei irregolari, precedenti episodi di scottature solari specie in etĂ infantile, presenza di nei di grandi dimensioni e presenza

di melanoma nei familiari. Cosa si può fare per prevenire? Bisogna evitare le esposizioni nelle ore centrali della giornata (tra le 11 e le 16) per non arrossarsi. Quando, poi, ci si espone al sole è importante utilizzare sempre la protezione solare contro i raggi Uva e Uvb con fattore di protezione solare alto e su tutta la pelle prima di esporsi. Ăˆ anche importante evitare l’esposizione a fonti artificiali di raggi ultravioletti (lampade/lettini/docce abbronzanti). Il sole fa anche bene? SĂŹ, sono da ricordare anche gli effet-

ti favorevoli di una corretta esposizione al sole, come, per esempio, la produzione di vitamina D per la prevenzione dell’osteoporosi e il miglioramento di alcune patologie dermatologiche, come psoriasi. Cosa valuta il dermatologo per fare diagnosi iniziale di melanoma? Valuta in particolare, e soprattutto nei soggetti adulti, modificazioni di nei o la comparsa di nuovi che tendono a crescere o a modificarsi. Si valuta in particolare la presenza di lesioni piĂš scure, che hanno forma irregolare o si modificano, cioè cre-

scono o cambiano d’aspetto. Nel caso si osservassero delle lesioni sospette, cosa bisogna fare? BisognerĂ contattare il proprio medico curante, che se confermerĂ il sospetto suggerirĂ una visita dermatologica. Di melanoma si può guarire grazie a una diagnosi precoce e a un’escissione chirurgica completa. La diagnosi definitiva è posta grazie all’esame istologico elaborato dall’anatomopatologo. In caso di conferma di melanoma, si procederĂ con l’iter previsto in conformitĂ alle linee guida sul melanoma, costantemente aggiornate.


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Si è conclusa con la vittoria dell’argentino Juan Tonconogy insieme a Guillermo Berisso la Mille Miglia 2013. La coppia è rimasta al comando dalla 14ÂŞ all’ultima prova. Scorrendo i primi posti della classifica si può notare che il sudamericano, al volante di una Bugatti T40 del 1927 ha preceduto Giordano Mozzi e Mark Gessler su Alfa Romeo 6C 15che del 1933. Terzo gradino del podio per Giovanni

Moceri e Tiberio Cavalleri che replicano il podio della passata edizione a bordo di una Aston Martin Le Mans del 1933. Quarto classificata Gianmario Fontanella su Ford B, quinto Bruno Ferrari sulla Bugatti T37 del 1927. Cala cosÏ il sipario sull’edizione 2013 caratterizzata anche da iniziative di solidarietà verso i territori emiliani colpiti dal terremoto proprio durante l’edizione dello scorso anno della Freccia rossa.

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rmai quasi ci siamo. La corsa rosa, che ha iniziato a snodarsi lungo le strade d’Italia a partire da Napoli il 4 maggio scorso, si sta sempre piĂš avvicinando al traguardo finale che la porterĂ in piazzale Garibaldi. Dopo l’antipasto di mercoledĂŹ 22, con la tappa Caravaggio-Vicenza ad attraversare la Bassa bresciana passando per Orzinuovi, il Giro d’Italia arriverĂ in Veneto e di lĂŹ, passando per le montagne, ritornerĂ in Lombardia e in terra bresciana con la lunga tappa finale che da Riese Pio X arriverĂ nella cittĂ della Leonessa. Finora la corsa ha riservato alcune sorprese, per esempio con il ritiro di Wiggins, vincitore del Tour de France, ed Hesjedal, maglia rosa finale lo scorso anno, condizionati dal maltempo che ha caratterizzato le prime fasi del Giro. I loro forfait, uniti a quello di Ivan Basso prima ancora della partenza a causa di una cisti, hanno spianato finora la strada a Vincenzo Nibali, ma i verdetti della corsa non sono ancora scritti, con Cadel Evans al secondo posto che promette battaglia al corridore dell’Astana, cosĂŹ come Michele Scarponi della Lampre. In attesa delle ultime cinque tappe, però, vale la pena di ricordare anche momenti di grande commozio-

ne, come lo sconfinamento in terra francese e la salita al Col du Galibier proprio all’altezza del monumento dedicato all’indimenticato Marco Pantani. Ed è proprio la memoria del Pirata a riportare alla memoria le grandi tappe di montagna, come quelle che attendono i corridori, passando per lo Stelvio e le Tre Cime di Lavaredo, tappe in grado di accendere

la passione e di regalare un afflato epico alla corsa. SarĂ quindi carica di queste suggestioni la carovana che arriverĂ infine domenica 26 maggio nella nostra cittĂ al termine di una tappa lunga 199 km: prima si lambirĂ la sponda meridionale del lago di Garda, attraversando Sirmione e Desenzano, per poi addentrarsi in provincia fino ad arrivare in cittĂ .

Il passaggio da piazzale Arnaldo, la salita al Castello e poi il circuito nel centro cittadino, 4 km da ripetere per sette volte. Una vetrina importante per Brescia, che si prepara ad accogliere al meglio l’evento, facendolo precedere dalla “Notte Rosaâ€?, tra spettacoli, concerti, gastronomia e l’elezione di Miss Brescia in Rosa. Soprattutto però sarĂ un momento magico di sport per tutti gli appassionati bresciani e non solo, che rinnoverĂ il ricordo di altri grandi arrivi di tappa e di imprese sulle due ruote alle quali la nostra cittĂ fece da sfondo, come la vittoria di Merckx nel ‘68. Non solo, sarĂ soprattutto il coronamento di un movimento fortemente radicato nel nostro territorio, fatto di grandi campioni (Bertoglio o Dancelli, per citare solo alcuni nomi), ma anche e soprattutto di semplici appassionati, che ogni fine settimana si mettono in sella, attratti irresistibilmente dalla poesia e dall’armonia di due ruote che filano veloci sull’asfalto. Il Giro a Brescia è anche per loro.

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&DOFLR EDVNHW SDOODQXRWR %UHVFLD Il mese di maggio, si sa, è tempo di bilanci al termine dei campionati di diverse discipline sportive. Quest’anno gli sport di squadra della nostra cittĂ hanno riservato, a diversi livelli, delle buone soddisfazioni dal punto di vista dei risultati. Si è fermata solamente in finale, infatti, la cavalcata della Systema Brescia, che si è arresa solamente nel doppio confronto in finale contro la Pro Recco.

Resta invece in corsa nella palla a spicchi la Centrale del Latte, che ha superato ForlÏ con un secco 3 a 0 nel primo turno dei playoff ed ora si troverà ad affrontare la grande sorpresa Bitumcalor Trento che ha inaspettatamente eliminato con lo stesso risultato la prima della classe Sigma Barcellona. Un’avversaria quindi da prendere con le molle, ma la solidità dei ragazzi di coach Martelossi, di-

mostrata durante tutta la stagione, potrebbe rivelarsi la chiave di volta per proseguire un cammino in grado di coronare un’ottima annata. Il discorso porta inevitabilmente, parlando di calcio, al Brescia, che ha acciuffato la qualificazione ai playoff all’ultimo respiro. L’emozionante partita al Rigamonti contro il Varese ha infatti messo di fronte le due pretendenti al se-

sto posto: l’ha spuntata il Brescia con i gol del capitano Zambelli e di Andrea Caracciolo. Il confronto adesso si fa proibitivo nella doppia sfida contro il Livorno, ma si può dire giĂ da ora che la stagione è andata ben oltre le aspettative, anche grazie alla valorizzazione di alcuni elementi della rosa e delle soluzioni impostate da Calori. Ora l’attenzione si concentra sul prossimo anno.


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ma pensato anche per le famiglie. “Potranno partecipare giocatori di tutte le età – afferma il dt Emiliano ScalďŹ â€“ ma abbiamo deciso di aprire le porte alle famiglie degli atleti garantendo loro l’ingresso gratuito. Gli animatori offriranno ai bambini la possibilitĂ di cimentarsi in giochi sulla sabbia. SarĂ una bella giornata per tuttiâ€?. C’è tempo ďŹ no a venerdĂŹ per iscriversi. 40 euro a squadra per il beach soccer, 30 euro a squadra per il beach volley. Per info www. csi.brescia.it (030.312328).

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iserano è un paesino in provincia di Bergamo di circa 6.000 anime. Qualcuno lo ricorda per la festa di San Giuliano. Gli atleti del Judo Monterotondo lo ricorderanno per avervi vissuto un’esperienza da incorniciare. L’11ÂŞ edizione del campionato nazionale di judo targato Csi, infatti, ha offerto ottime indicazioni ai maestri del sodalizio bresciano. Gli atleti hanno dimostrato di essere in ottima forma regalando alla squadra risultati di spicco. Scudetto sul judogi per Marino Fiorentino (esordienti B 45 kg), che ha avuto la meglio sull’avversario aggiudicandosi un’interminabile finale. Oro e gioia immensa anche per Filippo Arcari nella categoria cadetti 46 kg e per Sabrina Mazzola categoria 48 kg master. Il bottino di medaglie franciacortine non finisce qui. Due i bronzi, messi al collo da Nicole Ferrari (da poco tornata alle competizioni) nella categoria cadette 57 kg e Alessia Loda, esordiente A 44 kg neo agonista. Entrambe hanno sfoderato tutta la loro determinazione per ottenere un podio che vale tantissimo. Note di merito anche per Lorenzo Tognoli, esordiente B 40 kg e Simone Scanu, esordiente A 60 kg, che pur non riuscendo a salire sul podio hanno messo in mostra ottime qualitĂ . Sorrisi, abbracci e medaglie anche alla scuola d’infanzia Giovanni Pascoli di Montichiari, dove 45 bambini tra i tre e i sei anni hanno

‘Â?’‹–‘ †‹ ‘‰Â?‹ ƒ–Ž‡–ƒ ° †‹ Â?‹•—”ƒ”•‹ …‘Â? ‹ ’”‘’”‹ Ž‹Â?‹–‹Ǥ ‰Â?—Â?‘ Ž‹ ’—Ö •—’‡”ƒ”‡ conosciuto il judo sottoforma di gioco grazie al progetto messo in atto dal Judo Calcinato. Il percorso è iniziato a marzo, e parallelamente agli incontri di judomotricitĂ per bambini normodotati ha avuto inizio l’attivitĂ per bambini disabili. Un’esperienza che rappresenta la conseguenza dell’attivitĂ formativa del Csi Lombardia, con il recente corso di Lecco che ha

costituito l’ispirazione per la societĂ bassaiola. Fondamentale la stretta collaborazione con dirigenti scolastici e insegnanti. Grande spazio all’apprendimento e alla “seminaâ€? della passione per le arti marziali, ma senza dimenticare la sana competizione. I piĂš grandi si sono sfidati in un torneo che ha incoronato come “primi della classeâ€? Alice, Vanessa, Diego e Ikram. Anche Aurelio, Giovanni, Diana, Daniel e Lupita hanno potuto esultare dimostrando di essere diversamente abili e straordinariamente sportivi. Hanno insegnato a tutti che il primo compito di ogni atleta è misurarsi con se stesso e vincere i propri limiti. Ognuno di noi ne ha. Ognuno di noi li può superare.

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LEALE FEDELE CORAGGIOSA

LA VOCE è quella giusta ‡‰—‹…‹ǥ Ž‡‰‰‹ǥ Â˜Â‡Â†Â‹ÇĄ ÂƒÂ•Â…Â‘ÂŽÂ–ÂƒÇĄ Â‰Â—ÂƒÂ”Â†ÂƒÇĄ …‘Â?Â?‡Â?–ƒ ‰Â?‹ ‰‹‘”Â?‘ Žƒ˜‘…‡†‡Ž’‘’‘Ž‘Ǥ‹– ”ƒ……‘Â?–ƒ Â”Â‡Â•Â…Â‹ÂƒÇĄ Žƒ •—ƒ ‰‡Â?–‡ǥ Žƒ •—ƒ Š‹‡•ƒ •‡Â?œƒ †‹Â?‡Â?–‹…ƒ”‡ ‹Ž Â?‘Â?†‘ ”‘˜ƒ…‹ ‹Â? –™‹––‡” ‡ …Ž‹……ƒ ‹Ž –—‘ Dz ‹ Â’Â‹ÂƒÂ…Â‡Çł ‹Â? ˆƒ…‡„‘‘Â? •—ŽŽƒ Â?‘•–”ƒ ’ƒ‰‹Â?ƒ

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Tutti da papa Francesco Egr. direttore, qui a Chiari abbiamo accolto con gioia il tuo invito di partecipare all’Udienza particolare con papa Francesco del 22 giugno! Siamo già una cinquantina di persone e ci siamo organizzati tutti autonomamente acquistando online il biglietto aereo per andare e tornare in giornata partendo dall’aeroporto di Orio al Serio. Ora stiamo pensando di prenotare anche un pullman che da Ciampino ci porti direttamente a Piazza S.Pietro! San Bernardino invece sta organizzando il viaggio per andare e tornare da Roma in pulmann. In ogni caso W il papa Francesco. Mauro Iore

Grazie per l’invio di “Voceâ€? Egr. direttore, voglio ringraziare i responsabili de “La Voce del Popoloâ€? per la bella iniziativa di omaggiare i componenti dei consigli pastorali di alcune copie del nostro giornale. Mi auguro che l’iniziativa stimoli la curiositĂ dei lettori perchĂŠ il nostro giornale lo merita. Ringrazio e porgo i migliori saluti, Marco Pedersoli

Confronti e timori Egr. direttore, tra poco saranno cinque secoli della Riforma che provocò una frattura religiosa, sociale ed economica tra il sud e il nord d’Europa. Stante alle attuali tensioni esistenti all’interno dell’Unione europea è ipotizzabile una nuova e tragica frattura, dalle conseguenze inimmaginabili, tra il Sud e il Nord dell’ Europa? Il confron-

to tra la realtĂ italiana, la Germania e i paesi del Nord Europa è impietoso. Di seguito alcuni esempi. L’ Italia è uscita dal nucleare civile nel 1987; la Germania uscirĂ , forse, nel 2020. Nel frattempo l’Italia ha prodotto milioni di tonnellate di anidride carbonica e si è dissanguata spendendo miliardi per importare: gas, petrolio ed elettricitĂ . La Germania invece, nello stesso periodo, non ha speso per importare combustibili fossili e ciò gli ha permesso di effettuare profonde e radicali riconversioni industriali e investimenti nelle sue industrie e, quello che è piĂš interessante, non ha prodotto anidride carbonica. La Germania ha recentemente inaugurato una centrale termoelettrica alimentata a carbone, mentre da noi il Sindaco di Brindisi vuol chiudere definitivamente la centrale termoelettrica esistente nella sua cittĂ e alimentata con il carbone proveniente dall’Indonesia, nonostante che A2A abbia presentato un progetto di riconversione che prevede la drastica riduzione delle importazioni di carbone e l’utilizzo dei rifiuti urbani della cittĂ e localitĂ limitrofe. I Paesi scandinavi e non solo quelli sono alla ricerca di rifiuti urbani per alimentare le loro centrali termoelettriche, mentre noi discutiamo intorno al termoutilizzatore di Parma. Recentemente in Bulgaria si è svolto un referendum per proseguire il completamento di una centrale o due elettronucleari. Il leader socialista bulgaro Sergey ha impostato la sua campagna con questo slogan: “ Vogliamo essere una nazioni di ingegneri o di pastori?â€?. La scelta l’Italia l’ha giĂ fatta optando per la professione di Abele. Alla luce di questo risultato è molto probabile che l’Ansaldo Nucleare sia venduta e che i suoi migliori tecnici

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di questa prestigiosa società vadano all’estero. La Germania e i tedeschi hanno nel loro dna il ricordo della Repubblica di Weimar con le conseguenza tragiche che da esse sono derivate e per questo vedono con grande preoccupazione l’inflazione e guardano con sospetto e diffidenza a tutte le spese non produttive e non finalizzate allo sviluppo. In conclusione si tratta di guardare con realismo alla situazione e interrogarci se siamo di fronte ad una nuova e tragica frattura fra l’ Europa mediterranea e quella continentale. Francesco Zanatta

La piattaforma di “Valori in azioneâ€? Egr. direttore, alla scadenza della campagna elettorale per la futura amministrazione della nostra cittĂ ci permetta esprimere attraverso lo spazio concesso alle lettere dei lettori, il pensiero del Forum provinciale delle associazioni familiari che rilancia la piattaforma dei “Valori in azioneâ€?. Riteniamo che l’ideale di un’amministrazione pubblica debba fondarsi sul criterio della responsabilitĂ : ognuno di noi è cittadino, e le regole servono per aiutarci ad essere cittadini. Prima delle regole e delle leggi, però, c’è il compito di essere, ciascuno nel proprio posto, costruttori e testimoni di bene, di progetto, di futuro, di relazioni. La parola responsabilitĂ pertanto si traduce in una chiamata alla legalitĂ nei comportamenti personali e in quelli pubblici. PoichĂŠ abbiamo colto in queste settimane di campagna elettorale una equiparazione di varie forme di convivenze al matrimonio tra un uomo e una donna, accompa-

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gnata dall’auspicio e dall’impegno di istituire appositi “registriâ€?, chiediamo ai futuri amministratori della cittĂ di “investireâ€? sulla famiglia socialmente responsabile che è quella dell’art. 29 della Costituzione “fondata sul matrimonioâ€?, perchĂŠ è luogo di generativitĂ e libertĂ . “Investireâ€? su un nuovo sistema di welfare, che sia comunitario, sussidiario, plurale, promozionale, a misura di famiglia. Chiediamo di promuovere una societĂ dell’accoglienza, dove sia sostenuta anche economicamente la libertĂ di educazione, una societĂ dell’integrazione equilibrata nella societĂ interculturale. Invitiamo i nostri associati e i cittadini tutti a sostenere e votare le forze e i movimenti politici nonchĂŠ i candidati che ispirandosi ai predetti “valoriâ€? ne garantiscono la concreta applicazione nella loro azione politica. Ringraziando per la cortese ospitalitĂ , porgiamo cordiali saluti. Fabrizia Quecchia Presidente Forum provinciale delle associazioni familiari

L’amore e la fede cancellano il dolore Egr. direttore, nei giorni scorsi con il Centro volontari sofferenza siono stato a Roma in occasione della beatificazione del nostro fondatore mons. Luigi Novarese. Ho avuto la gioia di rivedere fratelli e sorelle lontani che conosco per vari motivi. L’unica che è mancata a tutti è stata quella di potere incontrare papa Francesco. Sabato 11 maggio si è svolta la cerimonia della beatificazione presieduta dal card. Bertone. Una cerimonia molto bella dove erano presenti decine tra cardinali, vescovi e sacerdoti. Finita la Santa Messa ho avuto la prima e la piĂš

grande gioia della circostanza. Ho potuto vedere Emma, una signorina di Cesenatico colpita da varie sfortune nella sua vita. L’avevo conosciuta a Re qualche anno fa. Aveva un dolcissimo sorriso sul volto. Mi raccontò che da ragazza cadde da un ciliegio e si ruppe la spina dorsale. Poi piĂš avanti negli anni un male ad un rene le tolse una parte della vista. Poi mi scrisse in una lettera che una fistola alla gamba la costringeva a stare a letto. Eppure nei suoi scritti c’era e c’è quell’effusione d’amore verso GesĂš crocifisso che donò la sua vita per la nostra salvezza. CosĂŹ è divenuta la mia maestra e punto d’appoggio per divenire migliore, nel saper accettare le mie malattie per amore di quei fratelli che soffrono, ma non sanno accettare il loro dolore perchĂŠ non hanno la fede e l’amore che Dio dona a tutti i suoi figli, lasciando però anche la libertĂ di accettare il suo dono. Ed io ho letto come tanti peccatori siano tornati all’ovile del Buon Pastore negli ultimi anni di vita grazie alle preghiere di persone care e al dono della sofferenza di tanti infermi. Sappiamo sempre pregare e donare e saremo piĂš felici quando sapremo che il nostro dono ha dato il suo frutto. CosĂŹ, quando andremo in paradiso, potremo tenere per mano una persona che era nelle tenebre dell’errore Allora noi saremo doppiamente felici una per aver salvato la nostra anima, l’altra per aver portato tra le braccia del Salvatore un fratello che non è mai stato amato da nessuno. Altre gioie ho provato nella capitale della cristianitĂ , ma non le metto nel novero, dico solo che son tornato a casa felice, con amici nuovi che mi hanno donato una gioia nella gioia, una gioia di piĂš. Domenico Marchesi

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