La Voce del Popolo 2013 30

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S Signore, ti voglio ringraziare per il tempo che ho vissuto, per p la pazienza che hai avuto, per le giornate che mi hai dato. Sono state giornate di sole quando sono riuscito a d pregarti. Che bello è averti vicino. Immensamente bello, p d dolce, lieto, e tutto ho ricevuto. Del resto tu sei il deposittario infinito della quiete, della giustizia, dell’amore. Sono grazie meravigliose che tu dispensi comunque. Se qualche g volta non le ho raccolte è perchĂŠ non ti ho saputo pregare. v vo Quant’è povera la mia fede, quant’è misera la mia testimoQ Qu nianza, n nian quanto fragile la mia presenza, debole la mia speranza. z E tu, nonostante tutto, mi hai amato con una dimensione inimmaginabile, come solo la natura divina può fare, in maniera i inimm assoluta e totale. Hai perdonato le mie debolezze come si fa con a un bambin bambino. Ti è bastato quando ho accantonato la mia presunzione, ne l’egoismo l’egoismo, l’orgoglio che mi acceca. Quante volte non ci sono riuscito. Perdonam Perdonami, Signore, tu raccogli dove non hai seminato e tutto il mondo è tuo e d della tua grazia. Sei l’unico di cui ci si possa fidare e solo a poterti pregare prega il mondo diventa vivibile. Con Te non sono piĂš solo.

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Rapporto Istat. Ma la povertĂ ha volti e storie

͘Í&#x; ƒ‡•‹ ‡ ’ƒ””‘……Š‹‡ Brescia e provincia. Gli stranieri arrivano, ma si inseriscono?

͚͜ ……Ž‡•‹ƒ Convegno del clero. La fede si apre per natura al noi

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͛͞ …‘�‘�‹ƒ Botticino. Combattere la crisi... a colpi di calza

Í›Í&#x; ’‘”– Motociclismo. Andrea Antonelli e la passione per la moto

‘Ž‘ —Â? „ƒ‰ƒ‰Ž‹‘ ƒ Â?ƒÂ?‘ La Gmg, quest’anno, parte con il bagaglio a mano. Il Papa ha scelto ogni gesto che ha compiuto in questi mesi con molta cura dei particolari unita a tanta immediatezza. Cosa ci vuole dire? Forse in quel bagaglio a mano ci sono alcune carte che preoccupano papa Francesco. Ăˆ bello che le porti con sĂŠ. Dai suoi giovani. PerchĂŠ si parte sempre carichi della responsabilitĂ che ci si porta sulle spalle ed è inutile nasconderla. Ma tanti problemi, anche e soprattutto della Chiesa, non li si risolve mai da soli. Nemmeno il Papa. Di certo il Papa, come ha giĂ detto in Brasile, come Pietro al Tempio, “non porta con sĂŠ nĂŠ oro nĂŠ argentoâ€?. Qualcosa di piĂš prezioso, però, sĂŹ: il nome

di GesĂš, le sue parole di salvezza destinate agli estremi confini del mondo e del tempo. Nel bagaglio a mano, oltre alle preoccupazioni, ci sono queste parole: che si possono portare solo con sĂŠ, ciascuno nella propria persona, perchĂŠ GesĂš non si trasferisce per conoscenza, ma per contatto di vita. Poco importa quanto sia pericoloso o sicuro viaggiare dentro le folle dei giovani e farsi toccare. L’ombra di Pietro guariva nel nome di GesĂš e ha bisogno di un incontro concreto, felice e deciso. Ma nel bagaglio a mano c’è anche uno spazio disponibile, ancora da riempire. Anche su questo il Papa è stato chiaro: la Gmg non è solo dei giovani o per i giovani, non si riduce a puro muscoloso giovanilismo per dimostrare la presunta forza della Chiesa che mantiene i suoi punti di forza. La Gmg è anche condivisione con i giovani, dialogo profondo e trasmissione tra generazioni, perchĂŠ nessuno cresce ricominciando da capo,

ma solo facendo proprio (con la sua originalitĂ ) un patrimonio piĂš grande di sĂŠ. Ăˆ lo scambio che genera la vita, la corrente che fa reagire, la proposta che chiede di prendere posizione. Questi tre aspetti, insieme, definiscono lo stile delle nuove Gmg di papa Francesco. A ben pensare le ricette che in questi giorni si declinano sui giovani tengono a volte presente uno di questi aspetti (ridefiniamo, ad esempio, le condizioni per dare maggiore lavoro ai giovani, ma senza lasciarci raggiungere dal loro bisogno di ridare un senso al lavoro stesso); raramente si intravvedono proposte e iniziative che calibrino tutti questi atteggiamenti educativi. Come ogni viaggio qualcosa è scritto e qualcosa d’altro no. PerchĂŠ la libertà è un presupposto necessario e ineludibile di ogni cammino. Quando, però, la libertà è ben sollecitata, allora ciò che può nascere è ben al di lĂ di ogni aspettativa. Lo auguriamo

ai giovani, al Papa e anche a noi stessi. PerchÊ, come al solito, la Gmg deve essere la celebrazione dei cammini ordinari che nelle nostre comunità si devono lasciar interrogare su questo stile che il Papa ci indica per stare, oggi, con i giovani. Anche noi, quindi, con il bagaglio a mano. I nostri ragazzi che in questi giorni sono in Brasile ci stanno raccontando un’esperienza di accoglienza e di condivisione reale su tutti i problemi piÚ grandi che le giovani generazioni devono già affrontare e dovranno farlo ancora di piÚ: un linguaggio nuovo per capirsi, una politica differente per abbattere nuove e vecchie povertà , una spinta di senso che ridoni speranza profonda e futuro possibile, un Vangelo riaccolto e ridetto perchÊ l’essere Chiesa ritrovi la freschezza di GesÚ. Mai come in questa Gmg il futuro dei ragazzi e il futuro del Vangelo si stanno intrecciando. Il Papa lo sente e con lo stile che lo caratterizza va dai suoi giovani. Solo con un bagaglio a mano.


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Ma la povertĂ ha volti e storie ‹Î †‡Ž ͚ͥΏ †‹ …‘Ž‘”‘ …Š‡ •‹ ”‹˜‘Ž‰‘Â?‘ ƒ‹ ‡Â?–”‹ †‹ ƒ•…‘Ž–‘ ƒ”‹–ƒ• ŠƒÂ?Â?‘ Â?‡Â?‘ †‹ Í›Í? ƒÂ?Â?‹ǥ Â?‡Â?–”‡ ‹Ž ͞ǥÍ&#x;ÎŹ •‘Â?‘ ƒÂ?œ‹ƒÂ?‹Ǥ Â?‡”‰‡ –”ƒ ‰Ž‹ ‹–ƒŽ‹ƒÂ?‹ ‹Ž †ƒ–‘ †‡‹ ’ƒ†”‹ •‡’ƒ”ƒ–‹ ‘ Â†Â‹Â˜Â‘Â”ÂœÂ‹ÂƒÂ–Â‹ÇĄ …‘Â? —Â?ƒ ‹Â?…‹†‡Â?œƒ †‡Ž ͚͚ǥ͞ΏǤ ƒ –‡Â?—–ƒ •‘…‹ƒŽ‡ †‡Ž ƒ‡•‡ ° ƒ ”‹•…Š‹‘

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i chiamano “nuovi poveriâ€?, anche se ormai questo fenomeno non ha piĂš i caratteri della novitĂ ma, purtroppo, si perpetua nel tempo. Padri e madri separate, persone che perdono il posto di lavoro, famiglie (si veda nella pagina accanto l’esempio della storia di Rovato della famiglia Singh) che alle prese con malattie croniche sono costrette a cedere i loro beni... I “nuovi poveriâ€?, alla fine per comoditĂ teniamo buona questa definizione, si ritrovano a non poter pagare le utenze domestiche, le mense scolastiche e nelle situazioni piĂš estreme a non poter sopportare il peso dell’affitto o del mutuo o a non poter pagare lo stipendio agli operai, entrando cosĂŹ in una spirale negativa: chi chiede in prestito soldi a banche o a usurai, chi si rinchiude in uno stato depressivo e chi arriva (basta scorrere le pagine di cronaca) a togliersi la vita. A questo si aggiungono anche le conseguenze sulle famiglie piĂš fragili con l’acuirsi di tensioni tra genitori o tra genitori e figli. A onor del vero, ci sono anche modelli interessanti di chi, imprenditore, ha scelto di dividere parte degli utili coi dipendenti per aiutarli a fronteggiare il carovita e chi ha fatto il possibile per non licenziare nonostante la situazione richiedesse tagli sostanziosi alla spesa. I dati provenienti dalle Caritas diocesane confermano che la situazione è allarmante. PiĂš del 29% di coloro che si rivolgono ai Centri di ascolto Caritas hanno meno di 35 anni, mentre il 6,7% sono anziani. Emerge tra gli italiani il dato dei padri separati o divorziati, con una incidenza del 22,6%. Quasi la metĂ di loro, il 44,2%, ha richiesto beni primari per la sopravvivenza, mentre il 10,2% ha gravi problemi abitativi. A questa situazione Caritas Italiana e le Caritas diocesane rispondono con una rete di 1.760 servizi promossi e/o collegati alle realtĂ diocesane, dove operano 29.429 volontari laici. Complessivamente sono 14.246 i servizi socio-assistenziali e sanitari collegati con la Chiesa italiana, dove sono attivi 279.471 volontari laici. I Centri di ascolto Caritas sono 2.832

con 28mila volontari laici. Una generale tendenza all’impoverimento delle famiglie è quanto attesta in cifre l’ultimo Rapporto sulla povertĂ in Italia diffuso dall’Istat (17 luglio 2013): il 12,7% delle famiglie è relativamente povero per un totale di 3 milioni e 232mila, mentre il 6,8% lo è in termini assoluti pari a un milione e 725mila. Tra il 2011 e il 2012 è aumentata sia l'incidenza di povertĂ relativa (dall’11,1% al 12,7%) che quella di povertĂ assoluta (dal 5,2% al 6,8%), in tutte e tre le ripartizioni geografiche. Anche l’esito del monitoraggio del Fondo Briciole Lucenti della Caritas diocesana, relativo al primo semestre del 2013, documenta l’ombra della sofferenza finanziaria che incombe su un numero sempre maggiore di famiglie. Le famiglie sostenute nel primo semestre 2013 sono 430 (1726 le persone complessivamente interessate). Le Caritas che hanno presentato domanda di compartecipazione sono 49; la Fon-

dazione Opera Caritas S. Martino ha dato come contributo 81.200 euro (pari al 50% delle spese sostenute). Un piccolo grande gesto per aiutare chi è in difficoltĂ . Non mancano sul territorio le iniziative di piĂš Comuni, che, oltre all’opera e alla presenza costante dei servizi sociali, si attivano per cercare di dare risposte. Per molti valga l’esempio (l’ultimo in ordine di tempo la cui notizia è arrivata in redazione) dell’Unione dei Comuni della Valsaviore, per far fronte al difficile momento attraversato da numerose famiglie dei nostri Comuni, organizza il 10 agosto, in collaborazione con gli assessorati

ai servizi sociali e all’assistente sociale, la spesa solidale, una colletta alimentare (mutuando l’iniziativa del Banco alimentare) per la creazione di pacchi alimentari per la distribuzione nelle famiglie in difficoltĂ . “A causa del difficile momento storico in cui ci troviamo, c'è stato – raccontano –un forte aumento di famiglie in difficoltĂ all'interno del nostro Comune e dell'Intera Unione: circa il 60% delle famiglie richiedenti integrazioni alimentari (pacco alimentare) sono costituite dalle cosiddette ‘nuove povertà ’â€?. Ovviamente però i Comuni, date le ristrettezze finanziarie in cui versano, sono costretti a fare anche delle scelte. Ben venga quindi una compartecipazione dei cittadini alla cosa pubblica. Cosa significa? Che, forse, è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche senza guardare necessariamente indietro ai possibili (sĂŹ, ci sono stati) sperperi del passato. Ecco perchĂŠ non è poi cosĂŹ assurdo assistere a piĂš cittadini che, magari in unico quartiere, si dividono i compiti per tagliare l’aiuola nello spazio verde davanti a casa o a genitori che, come sta accadendo in molti paesi, prendono in mano il pennello e pitturano la scuola materna dei figli. Non è il momento di trincerarsi in posizioni che non portano da nessuna parte, anche perchĂŠ come sottolineano spesso molti amministratori è a rischio la tenuta sociale di un Paese che negli ultimi 30 anni ha veleggiato in mare aperto senza particolari correnti contrarie. L’obiettivo di queste pagine è anche quello di dare voce alla solidarietĂ concreta, alle risposte possibili in tempo di crisi.

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di chiudere (con inevitabili e pesanti ripercussioni economiche) la loro fiorente attivitĂ di kebab, troppo impegnativa per permettere un’assidua presenza accanto alla loro piccola. Ma l’amore, si sa, è contagioso e, non sono tardati ad arrivare aiuti e sostegni da piĂš parti, come per esempio dai volontari di varie realtĂ , tra cui quelli del gruppo Vip (Associazione viviamo in positivo), ma anche dalla Caritas rovatese capitanata da Fabio Econimo (insieme a moglie e figlia), Asl, Assessorato ai servizi sociali, patronato, oltre che dalla parrocchia guidata da mons. Gianmario Chiari, particolarmente vicino alla famiglia, dalla scuo-

la dell’infanzia IV Novembre di Rovato e dall’oratorio di Lodetto. Aiuti che, tuttavia, paiono oggi tutt’altro che arrestarsi: in tanti infatti si sono movimentati per permettere ai provati coniugi Singh di affrontare debiti e spese accantonati in questo triste periodo e riappropriarsi della loro vita (quella fuori dall’ospedale), partendo dalla ricerca di un nuovo lavoro, dato che le attrezzature del negozio di kebab sono state messe in vendita per reperire nuovi fondi. Un intento questo su cui trova ispirazione anche il desiderio di organizzare, appena dopo le ferie, in sinergia con oratorio e Comune di Rovato, un’iniziativa in cui sensibilizzazione e solidarietĂ s’incontreranno. “L’idea – ha specificato il colognese Alessandro Lecchi (info al 3338456945) – è di aiutare e insieme far conoscere non solo la storia di Libe e dei suoi genitori, ma anche quella di tanti altri bimbi che vivono l’ospedalizzazione prolungata per malattie rare e che, grazie allo speciale aiuto di volontari e clown e alla fraterna compartecipazione famigliare, diviene meno sofferta e piĂš umana, arricchendosi di quei sorrisi degni di fare la differenza!â€?. (Anna Salvioni)

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Kazakistan nuovamente in primo piano, ma non per la polemica che ha rischiato di compromettere la tenuta del governo Letta. Nei giorni scorsi l’Opal, l’osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia, ha diramato una nota stampa con cui chiede chiarezza su una esportazione di armi tra Brescia e l’ex repubblica sovietica. Nel comunicato si annuncia l’invio di una richiesta urgente di chiarimento a Questore e Prefetto di Brescia (le autorità preposte

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al controllo e all’autorizzazione di questo genere di scambi commerciali) per conoscere tipologia e destinatari delle armi recentemente esportate verso il Kazakistan. “Il nostro osservatorio – afferma nella nota Piergiulio Biatta, presidente di Opal – da tempo sta monitorando le esportazioni di armi dalla provincia di Brescia, in relazione alla situazione dei diritti umani nei Paesi destinatari. Siamo sorpresi nel vedere che, nonostante le

ripetute denunce di violazioni delle libertà democratiche e civili da parte delle forze dell’ordine kazake, continuano le esportazioni di armi verso quel Paese dall’Italia e soprattutto da Brescia�. L’Opal ricorda anche l’aumento delle esportazioni di armi civili da Brescia al Kazakistan, per un valore che che nel 2007 raggiungeva a fatica i 47mila euro e che nel 2011 era salito sino a 611mila euro, un trend confermato anche nei mesi successivi.

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uova “puntataâ€? del Rapporto giovani, la ricerca promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo e realizzata da Ipsos con l’intento di fornire uno strumento che consenta di restituire una conoscenza solida delle giovani generazioni, dei cambiamenti in corso. GiĂ nei mesi scorsi era stato dato conto dei primi esiti di questa ricerca, un vero e proprio work in progress. I primi risultati ufficializzati all’inizio di questo 2013 presentavano giovani con una scarsa fiducia nelle istituzioni e nella politica. Una delle poche realtĂ a “salvarsiâ€?, insieme a figire istituzionali come il Presidente della Repuublca, era la Chiesa, soprattutto nelle sue articolazioni piĂš vicine ai giovani (parrocchia e oratorio). Nei giorni scorsi l’Istituto Toniolo ha aggiornato i dati del Rapporto sulla base delle risposte fornite dai giovani sulla figura di papa Francesco e della Gmg in svolgimento in queste ore a Rio de Janeiro. Per oltre il 70% degli intervistati (un campione rappresentativo fra i 18 e i 29 anni), papa Francesco è una persona di cui fidarsi, per l’85 % è vicino alla gente e per il 91% ispira simpatia. Il Rapporto evidenzia come oltre l’80% dei giovani sia convinto che con papa Francesco possa crescere la coerenza morale tra i comportamenti e i valori affermati. Riguardo ai temi sui quali i giovani percepiscono una maggiore atten-

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“In un clima di generalizzata sfiducia verso tutte le istituzioni e la mancanza di figure credibili di riferimento per i giovani – sono considerazioni di Alessandro Rosina, docente di Demografia sociale alla Cattolica e tra i curatori dell’indagine – papa Francesco sembra aver fatto breccia nel cuore delle nuove generazioniâ€?. I giovani intervistati apprezzano in particolare il suo essere piĂš vicino alla gente che alle gerarchie, l’attenzione ai meno fortunati e il richiamo continuo oltre che ai valori, alla concretezza dei problemi sociali. Tutti aspetti che lo mettono direttamente in sintonia con

i giovani, sia nel merito dei temi toccati che nel modo di trattarli e comunicarli. Papa Francesco per circa l’83% dei giovani è capace sia di incarnare con autenticitĂ i valori cattolici sia di cogliere le novitĂ che arrivano dalla societĂ . Cifre che sono ancor piĂš interessanti se lette alla luce di quanto invece emerge dal rapporto fra i giovani e l’appartenenza religiosa. I dati su “Giovani e fedeâ€? confermano il trend di progressiva erosione del senso di appartenenza dei giovani verso il credo cattolico. I giovani che si dichiarano credenti nella religione cattolica sono il 55,9%.

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'URJD FRQVXPL LQ FDOR PD OHJDWL DO JLRFR Calano i consumi di sostanze stupefacenti in Italia, ma piĂš stretto è il legame tra gioco d’azzardo patologico, soprattutto tra gli adolescenti, e l’uso di cannabis e droghe sintetiche. Ăˆ quanto emerge dalla relazione 2013 al Parlamento presentata nei giorni scorsi dal Dipartimento politiche antidroga (Dpa) della Presidenza del Consiglio dei ministri. L’analisi dell’andamento dei consumatori negli ultimi 12 mesi è riferita alla popo-

lazione generale 15-64 anni e conferma la tendenza alla diminuzione dei consumatori di eroina, cocaina, allucinogeni, stimolanti e cannabis. I dati evidenziano che il 95,04 % della popolazione non ha assunto alcuna sostanza stupefacente negli ultimi 12 mesi. Una indagine sulla popolazione studentesca (su un campione di 34.385 soggetti di etĂ compresa tra i 15-19 anni) ha rilevato queste percentuali di consumo: cannabis

21.43%, (19,4% nel 2012), cocaina 2,01% (1,86% nel 2012), eroina 0,33% (0,32% nel 2012), stimolanti metamfetamine e/o ecstasy 1,33% (1,12% nel 2012) e allucinogeni 2,08% (1,72% nel 2012). Vi è quindi un incremento di 2,29 punti percentuale del consumo di cannabis rispetto al 2012. PiÚ numerosi sono anche i siti internet dedicati alla cannabis: circa 800mila (erano 200mila nel 2008). In espansione è invece il mercato (gestito via

internet) delle nuove droghe sintetiche, sotto controllo attraverso il Sistema nazionale di allerta precoce del Dpa che ha identiďŹ cato oltre 250 nuove molecole in entrata sul territorio italiano ed europeo. Droghe rese illecite e di conseguenza sequestrabili. Preoccupa, invece, il legame tra gioco d’azzardo e droghe tra gli adolescenti. Il 35,2% degli studenti che gioca ogni giorno o quasi, fa anche uso di sostanze stupefacenti.


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esperti e operatori internazionali, quindi fatta propria dal Parlamento europeo con la risoluzione adottata a Strasburgo il 19 gennaio dello scorso anno. Si tratta di un documentocon cui l’Europarlamento riprendeva anche l’obiettivo di dimezzare gli sprechi nei Paesi membri entro il 2025. Secondo una stima della Direzione generale per l’ambiente della Commissione europea, il 42% del totale degli

sprechi (76 kg pro capite per anno) si produce tra le mura domestiche (il 25% della spesa alimentare in peso) e almeno il 60% di questo spreco potrebbe essere evitato. In Italia, secondo dati elaborati da Last Minute Market e Waste Watcher, lo spreco alimentare ammonterebbe all’1,19% del Pil ovvero circa 18,5 miliardi di euro nel 2011, di cui solo lo lo 0,23% si colloca nella ďŹ liera produttiva, il resto sarebbe domestico.

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al 22 luglio scorso è pronto il testo completo per una legge di iniziativa popolare sul gioco d’azzardo. La notizia è stata lanciata dal sito www.redattoresociale.it che ha riportato l’annuncio dato da Angela Fioroni della Lega autonomie, tra le protagoniste – insieme alla Scuola delle Buone pratiche di terre di mezzo – della campagna condotta da 217 Comuni (fra cui i bresciani Paderno Franciaciorta, Malegno, Prevalle, Rezzato, Visano, Roncadelle, Palazzolo sull’Oglio, Villanuova sul Clisi, Bagnolo Mella, Capriano del Colle e Padenghe del Garda) per contrastare il diffondersi delle slot machines. “I nostri 13 articoli sono tutti compresi nelle proposte che gli animatori della campagna ‘Mettiamoci in gioco’ hanno fatto ai parlamentariâ€?, è il commento di Angela Fioroni riportato dall’agenzia stampa. “Questo fa ben sperare per un consenso ampio di tutto l’arco parlamentare alla nostra legge d’iniziativa popolareâ€?. Tra gli ultimi acquisti della squadra di amministratori e cittadini che sta lavorando al testo è entrato a fare parte anche Mario Turla, esperto e consulente per le banche sul tema del riciclaggio. “Ha lavorato agli articoli sulle infiltrazioni mafiose, la tracciabilitĂ dei flussi finanziari, la

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mila per portare il testo all’attenzione del Parlamento. Un obiettivo che i promotori della proposta di legge di iniziativa popolare intendono raggiungere nel minor tempo possibile per un’azione efficace contro il problema del gioco d’azzardo, in attesa che anche alle singole amministrazioni locali siano garantiti gli strumenti per fronteggiare un fenomeno che ha costi sociali sempre piĂš pesanti “Al momento i Comuni non hanno poteri perchĂŠ solo lo Stato può legiferare in materia di gioco d’azzardo. Ma le ultime sentenze di Tar e Consigli di Stato iniziano a dare ragione alle amministrazioni localiâ€?, ha spiegato ancora Angela Fioroni. Un esempio confortante in tal senso arriva dal Comune di Milano che recentemente ha ottenuto il parere favorevole del Consiglio di Stato sul regolamento degli orari di apertura e chiusura delle sale gioco. Un pronunciamento destinato a costituire un importante precedente in attesa delle sentenze, attese per le prossime settimane, dei Tribunali amministrativi regionali per ricorsi analoghi a Genova e a Rivoli. “I tribunali iniziano a riconoscere nella presenza di sale da gioco un problema per il benessere dei cittadini e quindi iniziano a riconoscere ai Comuni margini di manovraâ€?, ha commentato ancora Angela Fioroni.

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tra Ottocento e Novecento. E cosÏ a un anno dalla morte del notaio Giuseppe Camadini, degno successore di quei padri fondatori, la città si sente orfana di una figura autorevole e al tempo stesso integerrima. Siamo orfani di una persona che aveva a cuore, nelle tante realizzazioni sviluppate, il bene dell’uomo e della società . Come non pensare all’Opera per l’educazione cristiana e alla Fondazione Tovini; a lui si deve anche l’intuizione dell’Istituto Paolo VI, ma anche il

sostegno all’UniversitĂ cattolica e all’editoria cattolica attraverso “Avvenireâ€? e La Scuola Editrice. “L’elenco delle cose che ha fatto è impressionante, ma non è ciò che piĂš contaâ€?, sottolineò Monari durante le esequie; “conta il cuore di credente che egli è stato: conta il suo amore senza riserve verso la Chiesa, la sua devozione al Papa e al vescovo; soprattutto conta la sua fedeltĂ umile ai gesti semplici della vita cristiana: la preghiera del mattino e della sera, il catechismo, la

Messa insieme a tutti, la comunione, i sacramentiâ€?. Il Vescovo lo definĂŹ “un laico cristianoâ€? che si dedicò “interamente al bene della Chiesa e della societĂ â€?. Si può dire lo stesso di alcuni suoi epigoni che pare, almeno all’esterno, preferiscano curare piĂš i loro interessi, muovendosi all’ombra della Chiesa, per guadagnare prestigio giorno dopo giorno? Non guasterebbe un maggiore controllo su alcuni che, in quanto a stile, non sono certo da prendere ad esempio. (Luciano Zanardini)

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Combattere l’ideologia comunista Bisogna che ce lo confessiamo apertamente. Di disorientamento ce n’è molto anche a Brescia basta leggere alcuni articoli di nostri “professoriâ€? ed ascoltare certi discorsi da bar o da salotto. Ripetiamo perciò quanto abbiamo giĂ scritto. Il pericolo non sta in questa o quella formula politica ma in un frammento ideologico, nella rinuncia ai propri principi e ideali sociali cristiani per far propri quegli degli altri. Si guardi per esempio al corso della politica internazionale di questi ultimi due mesi. Dinanzi alle nuove prospettive di distensione tra russi ed americani, lodevolmente impegnati a sospendere gli esperimenti nucleari, il nostro cuore si rallegra perchĂŠ sollevato dal grande incubo di una guerra atomica. Questo però non deve addormentare la nostra vigilianza di fronte al comunismo, il quale, in quanto ideologia resta immutato. Tuttora valide sono pertanto le parole pronunciate dalla Radio Vaticana nel maggio scorso e tuttora utile è ricordarle. Il miracolo economico − affermava la Radio Vaticana e quanto ha ripetuto pochi giorni fa in un’intervista ad “Epocaâ€? il direttore dell’Osservatore romano

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significa diffondere, almeno indirrettamente, l’idea della validitĂ della sua concezione materialistica dell’uomo e del suo destino. Affidare le sorti di una lotta contro il comunismo alla semplice comunicazione sul piano della produzione e della distribuzione dei beni materiali, ingenera l’equivoco che il valore delle ideologie si misuri esclusivamente dalla quantitĂ

dei beni terreni che riescono a distribuire. (...) Il comunismo va affrontato soprattutto sul piano ideologico. Il comunismo avanza dovunque vien meno la battaglia ideologica. Ăˆ necessario dire, ripetere, convincere che il comunismo non è quello che ama far credere: il paladino degli oppressi, l’assertore della giustizia e della libertĂ , il cavaliere della indipendenza dei popoli, il

difensore della pace. Ăˆ necessario dire, ripetere, convincere, che la ideologia comunista è assurda nei principi, falsa come dottrina, antiumana nelle sue applicazioni pratiche. Ăˆ necessario esaltare nell’uomo la coscienza della realtĂ del suo spirito e della dignitĂ della sua persona, depositaria di una libertĂ e di un destino che trascendono la terra. Occorre esprimere nella concretezza di una giustizia sociale coraggiosamente perseguita e quotidianamente attuata la fede nella concezione cristiana della realtĂ , la convinzione della grandezza della persona umana, la nobiltĂ dei suoi diritti e dei suoi doveri affinchĂŠ a tutti competa l’esercizio effettivo di tutte le llibertĂ compatibil in una comunitĂ pluralistica. Occorre impegnarsi nel progresso economico per assicurargli una condizione di vita dignitosa e serena, affinchĂŠ possa piĂš facilmente e piĂš liberamente rispondere all’invito del Cristianesimo, e fissare lo sguardo nel Regno dei Cieli. Occorre una fede profonda, convinta nella dottrina sociale cristiana. Ha in sĂŠ tutta la forza travolgente della veritĂ : basta tradurla fedelmente in termini di vita (...)


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Se non fosse che stiamo parlando di inquinamento atmosferico si potrebbe dire “era nell’ariaâ€?. Brescia rimane nella top ten italiana delle cittĂ con piĂš superamenti delle Pm10, nonostante le abbondanti precipitazioni dei primi tre mesi del 2013 abbiano fatto diminuire i superamenti dei livelli. La situazione, quindi, migliora ma la sensazione è che ci sia ancora molto da fare. Del resto anche la lotta all’inquinamento era stato

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uno dei temi forti in campagna elettorale. Questa volta a dirlo è il rapporto Istat sui dati ambientali nelle cittĂ che deďŹ nisce la qualitĂ dell’ambiente urbano. Nel 2012 i giorni di superamento sono stati 106, senza sostanziali differenze nelle due centraline cittadine di rilevazione (Villaggio Sereno e Broletto). Rispetto al 2011 migliora la situazione di massimo allarme per la qualitĂ dell’aria. Le uniche cittĂ dove i superamenti del Pm10 rimangono inferiori alle 35 giornate

annue sono Genova, Bari, Messina e Catania. Per quanto il riguarda l’inquinamento automobilistico, Brescia ha applicato blocchi programmati estesi al territorio ma tutti destinati ai veicoli fortemente inquinanti. Tra i dati che destano maggiori preoccupazioni fra quelli che emergono dallo studio vi è quello sull’inquinamento acustico. Brescia fa parte del 60% dei capoluoghi che alla ďŹ ne del 2012 hanno approvato la Zonizzazione acustica del territorio comunale.

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ei giorni scorsi è stato presentato a Roma il 9° rapporto del Cnel (Consiglio nazionale economia e lavoro) sui dati riguardanti l’inserimento sociale e occupazionale di cittadini immigrati nelle varie province italiane. Da questo rapporto, basato su rilevazioni del 2010, Brescia emerge come una realtĂ a due facce. Infatti se in tutta Italia il nostro territorio è quello che in assoluto attira piĂš cittadini migranti di origine straniera, al contempo ci sono anche dati stridenti che mettono la nostra Provincia solo al 32° posto per capacitĂ di inserimento di stranieri nel mondo del lavoro e addirittura ultima per il loro inserimento sociale. Brescia è quindi davanti a tutti come attrattiva lavorativa. A Radio Voce è stato interpellato don Mario Toffari, direttore dell’Ufficio per i migranti della diocesi di Brescia, che commenta questo quadro, facendo però delle precisazioni necessarie. “Il Cnel ha fatto tre grandi ‘contenitori’ riguardanti residenza, lavoro e inserimento sociale, ognuno dei quali tiene conto di diversi parametri, alcuni abbastanza discutibili – esordisce don Toffari, che poi spiega –. Hanno sbagliato qualcosa! Ad esempio un fattore che il Cnel prende in considerazione come aspetto di inserimento sociale, a mio parere erroneamente, è quello degli stranieri iscritti nei licei, discriminando cosĂŹ

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potrebbero concorrere per posti di lavoro maggiormente qualificati, contribuendo cosĂŹ a promuovere la mobilitĂ sociale degli immigrati. Ăˆ naturale, però, che in aree tradizionalmente in grado di offrire piĂš ampie chance di occupazione, agli stranieri come agli italiani, e dove anche per questo si è radicata una cultura del lavoro “efficientistaâ€? (si pensi al Nord Italia in generale), anche i figli degli immigrati si orientino verso quelle scuole che preparano a un immediato avviamento al lavoro. Un altro aspetto che però deve far riflettere è che solo il 39% degli stranieri nel Bresciano ottiene

la certificazione che attesta la conoscenza della lingua italiana, altro fattore che fa sprofondare la provincia nelle graduatorie. Infine padre Toffari si sofferma sull’aumento della disoccupazione che, contestualizzata con l’attuale crisi economica, non ha certo risparmiato la categoria dei lavoratori di origine straniera: “Sono 45mila gli immigrati che hanno perso il lavoro nella nostra Provincia. Purtroppo sappiamo tutti la spirale che la mancanza di lavoro rischia di innescare. E per fortuna si dice che dalle nostre parti le cose vanno meno peggio che altrove!�.

,Q HOLFRWWHUR LQ &RQFKH Una domenica diversa dal solito, un modo differente per pregare insieme in mezzo alla natura e per dare la possibilitĂ di vivere la montagna e la natura a tutti. Ăˆ ormai una tradizione consolidata il pellegrinaggio degli anziani non autosufficienti a Conche di Nave. Con cadenza quinquennale e sempre durante una domenica di luglio, un elicottero atterra nel campo sportivo del paese per tra-

sportare gli anziani al santuario, incastonato fra la Valle del Garza e la Val Gobbia, a circa 1.157 metri di altitudine. CosĂŹ è avvenuto anche domenica 21, quando, in prima mattinata, circa 140 anziani con gravi problemi di mobilitĂ hanno atteso il loro turno, per salire sull’elicottero che li ha poi portati in Conche. Una volta raggiunti dai parenti e dalle autoritĂ , alle 11 gli anziani hanno potuto parte-

cipare alla Santa Messa celebrata da mons. Renzo Ceresoli. Questa quarta edizione si è conclusa con un pranzo conviviale, all’aperto, nelle adiacenze del santuario. L’appuntamento atteso, a questo punto, è per il 2018. Nella festa in Conche non c’è solo un gesto di altruismo, ma c’è anche il disegno di una comunitĂ che vuole avere un’attenzione a 360° su tutte le fasce d’etĂ .

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scia ha dovuto fronteggiare l’emergenza sfratti. Negli ultimi i Comuni hanno investito poco nell’edilizia popolare diversamente da quanto era stato fatto, con lungimiranza, negli anni Sessanta in pieno sviluppo economico e demografico. Mamai come oggi si sente forte l’esigenza di un alloggio popolare. Dall’inizio del 2009, le domande per un alloggio statale o comunale sono tornate a crescere. Nel comune di Brescia quest’anno le domande pendenti sfiorano le 3000, di cui 840

pervenute solo in occasione dell’ultimo bando Erp, aperto dall’Aler il 1° agosto 2012 e chiuso il 31 gennaio appena trascorso. Le graduatorie aggiornate al 19 giugno parlano di 2.622 bresciani in attesa di un tetto a canone sociale a cui si aggiungono 228 che ne richiedono uno a canone moderato. Solo quattro anni fa le domande erano complessivamente 1.913, circa mille in meno. C’è anche da dire che, a fronte di una maggiore domanda, nel 2013 sono aumentati gli alloggi messi a

disposizione dal Comune: sono stati costruite o acquisite circa 200 abitazioni che si vanno ad aggiungere oltre ai circa 200 alloggi popolari del comune o dell’Aler che si liberano annualmente. Fra queste, piace sottolineare le 72 dimore di legno erette dal Comune in zona S. Polino, i 30 appartamenti recuperati dall’ex residence Prealpino, e la cinquantina di appartamenti recuperati alle ex Case del Sole in via Milano. Ma oggi tutto questo evidentemente, viste le richieste, non basta.

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ra pochi mesi la parrocchia cittadina delle Sante Capitanio e Gerosa avrĂ un nuovo parroco: don Giacomo Franceschini, attuale parroco di Villanuova sul Clisi e di Prandaglio, comunitĂ che guida rispettivamente da 16 e 14 anni. Don Giacomo, nato a Travagliato nel 1952 e ordinato nel 1978, ha iniziato il suo cammino sacerdotale come curato del Villaggio Sereno I e, successivamente, della parrocchia di Orzinuovi. Nel 1987 la prima decennale esperienza come parroco di Fenili Belasi e, ancora, quella attuale, a Villanuova sul Clisi. “La mia lunga esperienza qui a Villanuova è stata sicuramente buona e non posso negare che lasciare la parrocchia mi dispiaccia: dopo tanti anni si erano create con i parrocchiani relazioni di stima e affetto e non sarĂ certo possibile cancellare dal cuore i volti di coloro con i quali ho condiviso un pezzo di stradaâ€? mi ha detto don Giacomo. “Da parte mia ho sempre cercato di essere aperto e accogliente verso tutti; grazie alla collaborazione con gli altri sacerdoti, in questi anni, ci siamo dedicati all’annuncio della Parola, attraverso la predicazione,

gli incontri e le catechesi per adulti. Abbiamo voluto accogliere e mettere in pratica il nuovo modello di iniziazione cristiana, puntando molto sulla catechesi rivolta ai genitori, alcuni dei quali ci hanno ringraziato per averli aiutati a riscoprire la bellezza della Parola di Dio. In parrocchia è molto importante anche l’azione del gruppo Caritas, attivo in particolar modo il giovedĂŹ, con la distribuzione di viveri ai bisognosi, e la collaborazione con le Acli locali, di cui fanno parte oltre 200 persone. Un terzo degli abitanti di Villanuova sono anziani o pensionati;

di recente abbiamo instaurato legami con le nuove famiglie che qui si sono trasferite e si è creato un bel rapporto con alcune coppie che chiedevano il battesimo per i propri figli e dalle quali mi sono recato personalmente. Anche la collaborazione con l’attuale amministrazione comunale è stata proficua: grazie all’aiuto del Comune, la parrocchia e l’oratorio hanno potuto dedicarsi alla realizzazione di un servizio di doposcuola per bambini e ragazzi, attivo dal lunedĂŹ al venerdĂŹ e molto frequentatoâ€? ha proseguito don Franceschini. “Quando il Vescovo mi ha chiesto disponibilitĂ , ho accettato volentieri, nonostante l’inevitabile dolore del commiato dalla mia attuale parrocchia; vado a Brescia con un spirito di attenzione e ascolto; ringrazio don Tino, per la gentilezza e da parte mia assicuro una disponibilitĂ grande a capire alcune dinamiche di nuova evangelizzazione portate avanti nella mia futura parrocchia che mi sembrano interessanti. Ai miei nuovi futuri parrocchiani vorrei dire che sono una persona semplice e alla mano e che vengo con trepidazione, fiducia e grande voglia di aiutarli ad amare il Signore ogni giorno di piĂšâ€?.

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0RYLGD VDUDFLQHVFKH DEEDVVDWH SULPD Movida in centro storico; dopo mesi di lamentele, proteste, programmi elettorali e dibattiti, nella mattinata di mercoledĂŹ 24 luglio è stata presentata in Loggia la prima vera ordinanza con cui la nuova amministrazione cercherĂ di intervenire concretamente sulla questione. All’incontro con la stampa hanno preso parte il sindaco Emilio Del Bono, il vicesindaco Laura Castelletti e l’assessore alla Rigenerazione urbana Valter Muchetti. In sostanza, il contenuto dell’ordinanza impone la chiusura dei locali del centro a mezzanotte e mezza da domenica a giovedĂŹ, mentre all’una il venerdĂŹ e il sabato. Inoltre, secondo quanto disposto dall’amministrazione, l’arrivo sul posto di addetti alla nettezza urbana e Forze dell’ordine in prossimitĂ degli orari di chiusura favorirĂ lo sfoltirsi degli assembramenti di persone intorno ai locali. “La movida deve continuare, non sono diventato un bacchettone come qualcuno sostiene – afferma Del Bono –. Queste non sono misure repressive, dato che il vero problema non è il consumo di alcolici, ma bensĂŹ l’occupazione in massa di strade in zone residenziali dove, giustamente, dopo una certa ora la gente ha diritto di poter riposare tranquillamenteâ€?. Altri provvedimenti contestuali a questa ordinanza? “Il ‘tavolo di discussione’ sulla movida istituito da Paroli va ridefinito e focalizzato, affinchĂŠ diventi un utile strumento di discussione. Inoltre va assolutamente contrastata l’abitudine di tanti avventori di locali a parcheggiare le auto in sosta vietata, complicando ulterior-

mente il contesto di intasamento che si forma in centro nel finesettimanaâ€?. Il sindaco Del Bono infine sottolinea ancora come non ci si voglia opporre alla vita notturna, ma si voglia valorizzarla nel rispetto di tutti e conclude dicendo: “Anch’io continuerò ad andare a bermi un pirlo in zona centro storico, non rinuncerò a queste occasioni di aggregazione che oltre ad animare la cittĂ possono renderla anche piĂš sicura e piacevoleâ€?. (f.g.)

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di Brescia, Marco Fenaroli, ha commentato l’esperienza rappresentata dal progetto “Brescia per il Mozambicoâ€?. Frutto della sinergia fra le principali ong bresciane – la Fondazione Tovini, la Fondazione Sipec, Medicus mundi, Scaip e Svi – l’iniziativa è ďŹ nalizzata allo sviluppo multisettoriale delle localitĂ di Mocodone e Mongue. Facenti parte della diocesi di Inhambane, le zone in cui hanno operato le ong sono sotto la responsabilitĂ

operativa della Missione S. Maria de Mocodoene, costruita dalla Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth dei Padri piamartini di Brescia. Alle popolazioni sono state impartite le nozioni base per il raggiungimento di una maggiore autonomia alimentare, tramite il miglioramento della produzione agricola e dell’allevamento familiare nei villaggi. L’offerta formativa si è soffermata su alcune aree speciďŹ che: l’agrozootecnia, la falegnameria, la carpenteria,

la lavorazione del metallo e l’informatica. Ăˆ stato poi migliorato l’aspetto sanitario, soprattutto in merito ai servizi di base di salute famigliare. Il progetto è stato ďŹ nanziato dal Comune di Brescia, dalla Conferenza episcopale italiana, dalle ong e da alcuni enti del luogo, per un totale di 523.123 euro. Da questa esperienza in terra d’Africa è nato un cortometraggio che verrĂ proiettato sul colle Cidneo, in Castello, venerdĂŹ 26 alle ore 20. (r.g.c.)

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ome annunciato nei giorni scorsi, durante le visite a Brescia della Commissione ambiente della Camera e della Commissione ambiente e protezione civile del consiglio lombardo, da lunedĂŹ prossimo prenderĂ il via un ciclo di studi sull’esposizione della popolazione bresciana al pcb. Negli ultimi mesi l’attenzione pubblica locale e nazionale si è focalizzata, in maniera preponderante, sulla “questione Caffaroâ€?, come se nulla fosse stato fatto in passato. Per tale ragione, il direttore generale dell’Asl, Carmelo Scarcella, ha tenuto a far sapere che l’ente da lui presieduto è da oltre 12 anni che svolge costantemente un’attivitĂ di indagine e monitoraggio. Nel corso del 2001, dalle indagini svolte dall’Arpa, come dall’Asl, sulle produzioni agricole e zootecniche, comparvero livelli di contaminazione superiori ai limiti di riferimento. Inoltre, l’esito del controllo analitico del sangue di 16 residenti nella zona a sud della Caffaro, che avevano consumato alimenti di origine animale e vegetale prodotti nei terreni inquinati da pcb, rese necessario un approfondimento dell’impatto della sostanza sulla popolazione. Il nuovo ciclo di studi, improntato sulle analisi svolte nell’arco di tempo che va dal 2001 al 2012, comprende quattro progetti: lo studio per la valutazione dell’esposizione al pcb

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co su linfoma non Hodgkin, leucemia linfatica, melanoma e pcb e lo studio trasversale sull’esposizione a pcb nelle puerpere del Comune di Brescia. Il numero di persone che l’Asl intende sottoporre ai suddetti studi si aggira attorno agli 800 individui, di tutte le etĂ , al fine di verificare i livelli di pcb nel sangue dei residenti in aree a diverso livello di inquinamento, tenendo conto delle abitudini alimentari e delle esposizioni lavorative. I primi prelievi sono iniziati il 22 luglio, a seguito dell’invio postale di 100 inviti. Medesima modalitĂ d’adesione verrĂ portata avanti fino al raggiungimento degli 800 campioni di sangue. “Sono indagini che impegneranno l’Asl di Brescia fino al termine del 2015â€?, ha ricordato Scarcella. Un’operazione che per la sua complessitĂ richiede notevoli sforzi, sia finanziari, sia per quanto concerne le risorse umane. A supporto del progetto è intervenuta la Regione, come anche l’Istituto superiore della sanitĂ . Dai primi esami effettuati sono passati 12 anni, ciò potrebbe implicare una modifica significativa, relativamente alla concentrazione di pcb nel suolo, rispetto ai dati oggi in possesso dell’Asl. Una modifica che, gioco forza, avrebbe ricadute anche sulla salute della popolazione. Ed in effetti, una diminuzione della pcbemia è stata riscontrata in alcune persone che sono sotto osservazione da oltre 10 anni.

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desideravano, secondo lo statuto successivamente approvato, “promuovere e favorire lo sviluppo delle attivitĂ turistiche e culturali relative alla Pieve e valorizzare tale monumento nei suoi aspetti storico e artistici attraverso interventi di manutenzione ordinaria e straordinariaâ€?. Solo nel 2006 giunge il riconoscimento ufďŹ ciale e l’associazione assume una veste concreta potendo cosĂŹ operare con maggiore seguito e attenzione sul territorio. Nel corso

degli anni gli “Amici della Pieve� hanno contribuito in maniera decisiva a offrire un importante aiuto alle amministrazioni comunali e alla parrocchia di Santa Maria Assunta nel garantire un servizio informativo sempre esaustivo ai turisti e ai residenti. Oggi il gruppo, presieduto da Pino Policarpo e formato da una quindicina di volontari, opera in sinergia con Montichiari Musei e consente di usufruire di visite guidate gratuite, nei pomeriggi di

domenica e dei giorni festivi da marzo ad ottobre; negli altri giorni è necessaria la prenotazione. Ăˆ lo stesso Policarpo a ricordare “il signiďŹ cativo lavoro svolto, riconosciutoci dai numerosi visitatori che abbiamo ospitato nel corso del tempo, sia italiani sia stranieriâ€?. La meraviglia di questo luogo di culto risalente al XII secolo e dedicato alla memoria del patrono di Montichiari può cosĂŹ continuare a stupire e affascinare. (f.m.)

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on Sergio Fappani è il nuovo parroco di Roccafranca. Dopo essere stato per quasi 12 anni parroco di Visano, il 68enne sacerdote originario di Orzivecchi succede a don Giuseppe Verzeletti che, dopo un’esperienza ultraventennale nella parrocchia della Bassa è stato nominato collaboratore di Chiari. L’avvicendamento avverrĂ ufficialmente dopo la mezzanotte del 31 agosto, ma giĂ da ora abbiamo raccolto le impressioni del sacerdote su questa nuova tappa del suo ministero sacerdotale. “Lascio a Visano – esordisce ricordando i momenti piĂš belli della sua precedente esperienza –, una parrocchia nella quale ho avuto la gioia di inserire profondamente la devozione alla Madonna nel cammino ecclesiale. Nel 2004 abbiamo celebrato l’incoronazione della Madonna con processioni e grandi manifestazioni, alla quale è seguita qualche anno dopo anche quella di GesĂš bambino. L’ultima tappa di questo percorso è stata la ‘peregrinatio Mariae’ che da un anno porta la statua della Madonna di Fatima per pregare in vista delle missioni. Questa devozione comunque si innesta su un paese giĂ profondamente mariano, grazie all’opera del mio predecessore don Sega: pensate che nel mese di maggio si radunano per pregare il rosario fino a 200 persone! In questi

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non so molto di Roccafranca, anche se a questo paese sono legati alcuni dei miei ricordi giovanili, essendo io originario di quelle parti, di Orzivecchi. Arrivo con una grande gioia ed entusiasmo. Come sacerdote voglio mostrare il volto di un Signore che ascolta la preghiera dei suoi fedeli, perchĂŠ la preghiera arriva a cambiare persino la volontĂ di Dioâ€?. A questo proposito don Sergio accenna ad alcune linee portanti del suo ministero: “Vorrei riuscire a fare della vita parrocchiale una grande scuola di preghiera. Noi parroci facciamo tante cose, ma dobbiamo sempre ricordarci che è fondamentale insegnare ai nostri parrocchiani a pregare, a non dimenticare mai l’importanza della preghiera. Grande importanza ha l’adorazione eucaristica, ma anche l’esperienza del pellegrinaggio, nel quale si può toccare con mano come il Signore operaâ€?. Un ultimo appunto è dedicato ai ragazzi, all’importanza che ha la comunicazione con loro: “A causa della rivoluzione tecnologica a cui assistiamo con i social network – afferma – facciamo fatica a entrare in contatto con le nuove generazioni, eppure è un passo fondamentale. Nei miei 12 anni a Visano ho cercato modi sempre nuovi di intercettare il mondo giovanile, pur essendo io su di etĂ , e sebbene questo non sia sempre facile, cercherò di ripetermi anche a Roccafrancaâ€?.

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scorso, sono 21 i Comuni che avevano firmato la richiesta di stato di calamitĂ . Ma a quanto sembra e come annunciato dal sottosegretario alle Politiche agricole mancano i fondi. LunedĂŹ 22, a Dello, è stato quindi fatto il punto della situazione durante un confronto tra gli agricoltori, l’assessore regionale Giovanni Fava e i rappresentanti locali e provinciali delle istituzioni. Il quadro emerso è desolante per l’intera agricoltura bresciana: oltre 12mila ettari di territorio devastato e 22 milioni di eu-

ro di danni. A fare le spese maggiori del nubifragio sono state le coltivazioni di mais, tutte praticamente distrutte, ma anche di sorgo, soia e erba medica. Perdite che variano in percentuale dal 20 al 100%. Gli agricoltori hanno 40 giorni di tempo dal nubifragio per denunciare gli eventuali danni subiti. La Regione farĂ la conta dei danni e avanzerĂ le richieste di risarcimento al Ministero. “La competenza in materia di calamitĂ naturale è dello Stato – ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltu-

ra Gianni Fava –: questa mattina, il sottosegretario alle Politiche agricole Maurizio Martina, ci ha fatto sapere che non ci sono risorse. Anzi, ipotizza l’utilizzo di parte dei fondi Pac delle Regioni per destinarli alle imprese danneggiate. Non ci sto: i fondi Pac servono per la produzione. Lo Stato faccia lo Stato. Regione Lombardia, da parte sua, ha anticipato alle imprese i fondi della Politica agricola comune, offrendo ossigeno alle aziende che stanno vivendo serie difficoltà �.

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er chi è appassionato di musica per banda la parola Kerkrade equivale al sogno di una vita perchĂŠ è il nome della cittadina olandese dove ogni quattro anni si svolge il World Music Contest, concorso mondiale di orchestre di fiati. A coronare questo sogno è riuscito, unico bresciano, il corpo bandistico di Borgosatollo che, nei giorni scorsi, ha rappresentato l’Italia insieme ad altri soli sette gruppi: Mezzocorona (Tn), Ciminna (Pa), Rovereto (Tn), Samassi (Cagliari), Mirandola (Mo), Nus (Ao), Ferentino (Fr). La banda di Borgosatollo è la piĂš antica associazione culturale del paese. Dagli anni Ottanta, sotto la direzione del maestro Giuseppe Sottini, vistoso è stato il rinnovamento nell’organico e nei programmi. Dal 2007 la direzione è stata affidata al maestro Franco Puliafito che ha preparato gli strumentisti all’ambizioso traguardo di Kerkrade. Il 21 luglio l’esibizione davanti alla giuria sul palco del Parkstad Limburg Theaters degli ottanta strumentisti che hanno eseguito, come da regolamento, tre brani. Il primo brano “di riscaldamentoâ€? del maestro Giuliano Moser dal titolo “Tubesâ€?. Il secondo brano, quello d’obbligo scelto dagli organizzatori “Escenas de los Aztecasâ€? di James Barnes e il terzo brano “Al Cervinoâ€? commissionato dal corpo bandisti-

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anche una metafora della vita, un impegno per raggiungere quei livelli e quei traguardi che ogni uomo deve in qualche maniera sfidare e cercare di raggiungereâ€?. Palpabile la tensione che si poteva registrare nella sala prove prima della salita sul palco, ma tanto grande è stata la soddisfazione nel momento della proclamazione del punteggio: 85,50 (la posizione nella classifica generale si conoscerĂ solo nei prossimi giorni) e una medaglia d’oro che dĂ la possibilitĂ al gruppo di accedere, nel caso in cui volessero ripresentarsi a Kerkrade tra quattro anni, alla prima categoria. All’uscita del teatro un bagno di folla ha salutato e abbracciato il maestro Puliafito e il presidente Giuseppe Sottini, per 50 anni direttore della banda. Al seguito del corpo bandistico un gruppo di una cinquantina di amici, familiari e simpatizzanti per sostenere la banda per fare il tifo in questi “mondialiâ€?. Un vero e proprio spettacolo quello che si è visto sul palco del Parkstad sia dal punto di vista musicale, ma non solo. Varie generazioni unite dalla stessa passione per la musica: ricambio generazionale che, nella banda di Borgosatollo, è continuamente possibile grazie al grande lavoro che la scuola di musica, diretta dal maestro Davide Sottini, fa ogni anno con decine di ragazzi di tutte le etĂ .

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zione di una rete integrata di servizi e la prevenzione. “Siamo ben consapevoli – raccontano i responsabili del Centro – che nella “reteâ€? assume un ruolo importante un servizio di ricovero come il nostro che tuttavia può essere realmente efficace se prima e dopo il nostro intervento vi sia una reale presa in carico dei servizi territorialiâ€?. A oggi, pur con tutte le difficoltĂ insite in una sperimentazione, il contesto si è dimostrato molto attento e con tutta probabilitĂ , i buoni risultati dipendono

proprio da questa stretta collaborazione. Sono pertanto questi i motivi che ci hanno spinto a organizzare questa prima festa “Stop alcolâ€? che si terrĂ a Palazzolo domenica 28 luglio a partire dalle 18.30 al Parco Metelli di via XX settembre. Un’occasione per ritrovarsi tutti insieme: i pazienti che sono stati accolti nella struttura, agli operatori del reparto e del centro medico, dei servizi delle province che afferiscono alla struttura (Brescia, Bergamo, Milano, Monza Brianza, Lecco, Cremona...)

e ai cittadini che intendono cogliere questa occasione di sensibilizzazione. La festa ha anche un altro scopo: secondo gli organizzatori la Regione finanzia il reparto in modo inadeguato determinando una squilibrio economico che mette a repentaglio la sussistenza del servizio; verrĂ presentato alle 20.30 il cortometraggio “Lo stran’amore del dottoreâ€?, realizzato dagli operatori del reparto e alle 21 il concerto “Omaggio a Benny Goodmanâ€? con un quartetto jazz di fama internazionale.

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ons. Osvaldo Mingotti ha curato la pubblicazione “Francesco (Gino) Medici – Dalla pietra all’oro – Ho fatto del ferro di lavoro la mia pennaâ€?. Gino Medici è un artista-scultore insignito nel 1982 del titolo di “Maestro del lavoroâ€?. La pubblicazione è realizzata dalla “Com&Printâ€?, 120 pagine con prefazione di mons. Mingotti che definisce l’artista “decano degli incisori brescianiâ€?; l’artista mette in chiaro il suo motto: “Io sono uno di quelli che del ferro di lavoro ha fatto la sua pennaâ€?. Mons. Mingotti ricorda come Medici ha realizzato il pastorale del cardinale Giulio Bevilacqua, conservato nel Museo diocesano di Brescia. L’artista dotato di serenitĂ , di bontĂ , è forte nelle proprie convinzioni e conserva un leale rapporto di cordialitĂ e di amicizia con tutti. Ăˆ stato fonte di ispirazione per diverse considerazioni da parte di critici d’arte, come “Mario Abbatico, nel libro Modern Firearm Engravings pubblicato nel 1981 per le Edizioni artistiche italiane, nel quale si afferma che Medici è il “padre morale della moderna incisione italianaâ€?. Maurizio Bernardelli Curuz, giornalista esperto d’arte, di Medici ha scritto, tra l’altro che il suo “classicismo vive nella forte dimensione dell’atemporalitĂ â€?. Il libro riporta pure alcuni contributi

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In avorio sono menzionate “Annunciazioneâ€? e “Il Risortoâ€?. Il cammino artistico di Medici è ripercorso nella localitĂ Carezzata di Ome, il suo paese d’origine, dove il maglio “Averoldiâ€?, sede della “Fondazione Casa Museo Pietro Molossiâ€? conserva le tracce di un’avvenuta collaborazione con la fucina per la realizzazione di alcuni suoi lavori, quali medaglione, calice, patena, con la scritta in oro a ricordo della prima enciclica di Giovanni Paolo II, la Redemptor Hominis. Durante la Seconda guerra mondiale Medici ha vissuto la prigionia in mano prima tedesca e poi sovietica, dal 1943 al 1945 in terra polacca nei cantieri navali di Danzica. Fra molte difficoltĂ riusciva a mettere insieme l’occorrente per piccoli lavori eseguiti la sera, al rientro in baracca. CostruĂŹ piccoli oggetti, anelli in acciaio, medagliette, stemmi, iniziali di nomi. Il materiale lo recuperava dai pezzi di ricambio dei sommergibili, smontando i telemetri utilizzati per l’immersione. Realizzò la miniatura del duomo di Colonia che il suo “Meisterâ€? di prigionia gli aveva commissionato in legno, opera significativa della sua capacitĂ di lavorare anche con materiale diverso che non fosse il metallo. Aveva acquisito la manualitĂ all’arte in famiglia, dal padre di professione lapicida e, tra l’altro, autore del monumento agli Alpini.

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‡•…ƒ”œ‘ †‹ ‡Â?Â?‘ Dz Â?Â?ƒ‰‹Â? ”–‹dz ‹Â?ƒ—‰—”ƒ Ž‡ Â?‘•–”‡ Â?‡”…ƒ–‘ †‡ŽŽƒ ƒŽŽ‡ “Immagin Artiâ€? di Pescarzo di Cemmo, per questa tornata dal 27 luglio al 4 agosto, inaugura la serie delle mostre mercato in Valcamonica. Quest’anno la rassegna è giunta felicemente alla 14ÂŞ edizione. Si tratta di una manifestazione che raccoglie oltre 70 maestri artigiani, provenienti dalla vallata dell’Oglio e dal Centro e Nord Italia: per nove giorni espongono le proprie opere nel centro storico della frazione. Cortili e cantine si trasformano in

altrettanti laboratori e botteghe che diventano esposizioni aperte ai visitatori. Le strade, illuminate col fuoco di mille ceri, ogni sera si popolano di ospiti, musici, saltimbanchi in una grande festa che si protrae ďŹ no a notte fonda. Il borgo medievale di Pescarzo è il luogo che sa far riconoscere l’identitĂ camuna, Camminando tra i vicoli, qualcosa di straordinario pervade l’anima del visitatore: un’armonia tra luogo ed esposizione nei semplici gesti degli artigiani, tra

i sorrisi dei bimbi e gli sguardi pieni di storia degli anziani. Pescarzo è rimasto a testimoniare per secoli il senso della storia e continua ad offrire la possibilitĂ di immergerci in tutta purezza. I maestri artigiani espongono prodotti che sono il frutto della propria abilitĂ creativa e fantasia, spaziando dalle attivitĂ di artigianato alle sperimentazioni polimateriche e alle applicazioni artistiche. I generi presenti ad “Immagin Artiâ€? sono soprattutto la pittura, la scultura, l’intaglio del

legno, la lavorazione della pietra, la tessitura tradizionale, l’oreďŹ ceria e l’argento, il rame ed i metalli, la lavorazione della ceramica, il ricamo, la sartoria, l’intreccio, il restauro, la fotograďŹ a, l’affresco e l’acquarello. Eccezionalmente sono presenti lungo il percorso espositivo allestimenti di associazioni no proďŹ t e degustazioni e vendita di prodotti locali. Da segnalare a Cividate anche la mostra sulla casa alpina (etĂ del ferro) scoperta a Pescarzo. (e.g.)

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rima di lasciare definitivamente l’incarico attivo come presidente della ComunitĂ montana di Vallecamonica, avendo optato per la carica di consigliere regionale del Pd, Corrado Tomasi ha voluto che i dirigenti dei quattro settori, ambiente, agricoltura, Parco dell’Adamello e cultura, preparassero un documento di indirizzo da sottoporre a un’UniversitĂ per uno studio di fattibilitĂ che preveda interventi concreti su boschi, foreste e strade agro-silvo-pastorali camune, sull’agricoltura della Valle, sulla cultura che punta molto sul patrimonio Unesco rappresentato dalle incisioni rupestri di tutta la Valle e principalmente di Capo di Ponte; e infine sul settore manifatturiero che ancora oggi è in grado di esprimere grande dignitĂ di mercato con alcune nicchie importanti. Il cronoprogramma del maxi-intervento strategico prevede un bando dell’importo di 50mila euro, giĂ stanziati dalla ComunitĂ montana, per assegnare a un’UniversitĂ lo studio di settore per avere da subito progetti concreti e idee precise a breve, medio e lungo termine da mettere in atto in ognuno dei quattro grandi pilastri del futuro dell’economia camuna. La Valle Camonica ha la sua cassaforte che deve essere utilizzata al meglio, poi-

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sfruttamento idroelettrico. Corrado Tomasi ha contattato i gruppi politici del parlamentino della ComunitĂ montana di Vallecamonica che a loro volta hanno informati i sindaci aderenti; ma a questo punto, perchĂŠ la Regione ascolti il territorio e promulghi una legge che consente ai territori di montagna di essere titolari delle misure compensative ambientali derivanti dallo sfruttamento delle risorse idroelettriche, cioè di denaro contante e costante, è necessaria una forza d’urto politica e territoriale unanime. Le condizioni oggi ci sarebbero tutte, afferma an-

cora Tomasi: sta ai camuni e ai loro rappresentanti a tutti i livelli non far cadere questa enorme opportunitĂ . Il primo livello di condivisione, secondo Corrado Tomasi, parte dalle Amministrazioni comunali camune: i sindaci devono esprimere un livello di condivisione trasversale rispetto agli schieramenti ed alle logiche di appartenenza politica, puntando al risultato di fare economia per almeno 30 anni. Da qui il secondo livello guarda la Provincia, con il coinvolgimento degli amministratori camuni. Infine c’è la Regione che oggi vede ben tre consiglieri espressi dalla Valle. Due di essi, Donatella Martinazzoli (Lega Nord) e Fabio Fanetti (Lista Maroni Presidente) in maggioranza, e un terzo, lo stesso Corrado Tomasi, nelle file del Pd all’opposizione. Ma poco importa, afferma Tomasi: l’obbiettivo sono i prossimi 30-40 anni, cioè il futuro di almeno due generazioni camune.

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‘Â?Â?‘ Dz ‘•–”ƒ •—ŽŽƒ ˆ‡†‡ Â’Â‘Â’Â‘ÂŽÂƒÂ”Â‡Çł Sta riscuotendo un incoraggiante plauso da parte dei visitatori l’idea di proporre una rassegna di oggetti che incarnino la fede dei decenni ormai trascorsi e per molti versi dimenticati e travolti dalla ‘modernità ’. Fino a tutto agosto, infatti, a Monno è aperta la “Mostra sulla fede popolareâ€?, promossa dalla locale parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, retta da don Giacomo Zani, nell’ambito delle iniziative per l’Anno della fede. L’esposizione vuole anche ricordare a 20 anni dalla morte l’indi-

menticato don Giovanni Antonioli, cui è dedicata un’apposita sezione. I visitatori possono venire a contatto con molteplici oggetti legati alla fede e devozione popolare. A questo scopo nei mesi scorsi sono stati raccolti presso la gente del paese foto di eventi religiosi comunitari del passato, immagini sacre, messalini, corredi delle congregazioni ed altro materiale riconducibile al tema. La risposta è stata molto positiva e nei locali dell’ex-asilo delle Madri Canossiane in via Imavilla (messi a di-

sposizione dall’Amministrazione Comunale) sono giĂ molti coloro che hanno passato in rassegna queste molteplici espressioni della religiositĂ della gente piĂš semplice, alcune delle quali anche curiose. L’apertura è limitata ai giorni festivi e prefestivi, ma per gruppi di almeno 10 persone è possibile prenotare una visita anche in altri orari (Lidia Minelli tel. 0364 .779723 o Anna Mossini 3348125824). “Si tratta di un’iniziativa lodevole – spiega don Zani – che ho condiviso con il Consiglio

pastorale parrocchiale. La gente ha risposto in maniera sorprendente, forse anche con l’orgoglio di chi sa che la proprio fede cristiana è un tesoro trasmessosi nei secoli. Ringrazio i volontari che l’hanno realizzata e i molti che hanno contribuitoâ€?. Per tanti, con i capelli grigi, è occasione per immergersi nei ricordi vedendo in mostra, ad esempio, la veste bianca della prima comunione; per i piĂš giovani può essere un modo per interrogarsi sui modi attuali con cui si vivono fede e devozioni. (g.c.)

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on pochi mezzi l’Ecom u s e o d e l l ’ A l t a Vi a dell’Oglio, che fa capo ai Comuni da Incudine a Ponte di Legno, sta dimostrando che è possibile ugualmente promuovere la cultura recuperando le radici del proprio passato. L’Ecomuseo, che è un cosiddetto museo ‘diffuso’, lo scorso anno aveva voluto raccogliere le memorie della costruzione delle dighe in Val d’Avio e oggi ne è scaturito un libro con testimonianze dirette e foto d’epoca dal titolo “Il tempo si è fermatoâ€?, la cui presentazione è fissata per il 25 luglio a TemĂš. Questa volta le iniziative sono molteplici, anche se ruotano soprattutto attorno alla riscoperta delle chiesette campestri, sorte nel corso dei secoli ai margini dei paesi o in quota e, quindi, spesso oggi dimenticate. Generalmente la proposta riguarda un’escursione fin sul posto, la visita guidata e un concerto vocale o strumentale; a contorno una serata di approfondimento. CosĂŹ è stato per la chiesa dei Santi Anna e Vito sopra Incudine il 14 luglio scorso, dopo l’incontro dedicato ai restauri di alcune di queste chiesette con l’architetto Lucia Morandini. CosĂŹ anche a Monno per la chiesetta dei Santi Fabiano e Sebastiano il 17 luglio e il giorno dopo l’incontro con l’artista Edoardo Nonelli sulla scultura lignea in Valcamonica. E anco-

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dente è fissato un intervento di Federico Troletti (UniversitĂ di Trento) su confraternite, religiositĂ popolare e immagini in Alta Valle. Pienissimo il carnet ad agosto: Madonna del Cortaiolo a Vione (7 agosto), Longobardi e ‘paganesimo’ (8 agosto, con Marco Sannazzaro dell’UniversitĂ cattolica di Brescia) e, sempre a Vione, relazione sui nuovi scavi alla ‘Torre dei Pagani’ (9 agosto); poi tocca alla romanica chiesetta di S. Apollonio verso Pezzo (12 agosto), allo spettacolo del Silence Theatre di Lovere “Arrivano le Stregheâ€? al Castello di Poia a Ponte di Legno, con conferenza di Luca Giarelli sulla stregoneria (16 agosto alle 18 e 21). Poi riflettori su S. Apollonia in Valle delle Messi (21 agosto) e S. Alessandro sopra TemĂš (14 settembre). Infine “Brunz, sampogn e trititĂŹâ€?, a Vezza sui suoni del mondo agropastorale (27-29 settembre). Ivana Govi, una delle principali responsabili del gruppo di volontari dell’Ecomuseo, spiega: “Le iniziative promosse rappresentano il modo prioritario con cui l’Unione dei Comuni intende promuovere la cultura valorizzando ciò che il territorio offre. Siamo contenti che pochi giorni fa la Regione Lombardia ci abbia concesso il proprio riconoscimento ufficiale. Forse avremo qualche risorsa in piĂš per il futuroâ€?. Info su www.ecomuseoaltaviaoglio.org.

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‹ŽŽƒ ƒ”…‹Â?ƒ —ƒ•‹ …‘Â?‡ ‹ŽŽ› ŽŽ‹‘– Sedici anni e una passione innata per la danza. Si tratta di Simone DalĂŠ, il giovane ballerino di Villa Carcina che ha mosso i primi passi alla scuola Dance World di Sarezzo. Ammesso lo scorso settembre all’accademia dell’OpĂŠra di Parigi, Simone ha superato brillantemente tutti gli esami anche quest’anno, cosĂŹ da garantirsi la permanenza nella scuola della capitale. “La mattina frequento le normali lezioni scolastiche fino alle 12

– racconta il ballerino – mentre il pomeriggio è dedicato a tutto quanto ruota attorno alla danza: dalle lezioni di classico a quelle di carattere, passando per lo studio dell’anatomia, della musica, del solfeggio e della storia della danzaâ€?. Eppure lo studio non lo spaventa, anzi. Infatti, oltre alle ore di studio presso l’accademia, Simone ha dovuto seguire le normali lezioni scolastiche. Un passaggio doveroso, considerato che senza il diploma superiore

il ballerino di Villa Carcina non può entrare a far parte del corpo di ballo dell’OpĂŠra. La danza è studio e sudore versato, sui libri, come sul palco. Un’attivitĂ che non conosce tregua. Per riposarsi Simone avrĂ a disposizione solo qualche giornata estiva, giusto il tempo di abbracciare i familiari e gli amici. Una visita fuggevole a casa giustificata da un appuntamento importante. Ăˆ infatti atteso a Londra dove, per due settimane, avrĂ l’occasione

di cimentarsi nel Royal Ballet della Summer School. Qui verrĂ raggiunto da Alessia Luzardi, la ballerina bresciana cresciuta nella stessa scuola di danza dove ha mosso i suoi primi passi Simone: la Dance World di Sarezzo guidata da Roberta Botti. Un duplice successo, quindi, per l’insegnante saretina, considerato anche che Alessia è stata da poco ammessa alla prestigiosa Staatliche Ballettschule di Berlino. (r.g.c.)

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entre a Brescia continua il dibattito circa il futuro della “zona Caffaroâ€?, in Valle si cerca di evitare la costruzione di una “trappola ambientaleâ€?, come è giĂ stata definita la centrale a biomasse che dovrebbe sorgere nei capannoni in localitĂ Cornelle, a Gardone. Voce della protesta cittadina è il Comitato spontaneo natura e ambiente della Valtrompia che nei giorni scorsi ha organizzato a Sarezzo un incontro per esporre le problematiche tipiche degli impianti a biomasse. Presenti studiosi del calibro di Marino Ruzzenenti, esperto di storia ambientale nonchĂŠ noto conoscitore della “vicenda Caffaroâ€?. Fra i relatori era presente anche Michele Corti, docente di zootecnica della montagna all’UniversitĂ di Milano e presidente del coordinamento nazionale “Terre nostreâ€?. “La legna inquina piĂš del gas , ha ricordato Corti, perchĂŠ ven-

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gono prodotte polveri sottili come le pm10 e le altreâ€?. Dal canto loro i Comitati denunciano la poca trasparenza con cui sarebbe stato gestito il progetto “Naturaenergiaâ€?: “C’è poca chiarezza da parte dell’amministra-

zione, che non ha partecipato alla serata, siamo insoddisfatti delle risposte ricevute e preoccupati per la nostra saluteâ€?. Il medesimo dissenso è stato espresso dal sindaco di Sarezzo, Massimo Ottelli che ha sottolineato come la popolazione della Valle sia giĂ soggetta a malattie derivanti dall’ambiente circostante. PiĂš pratico Marino Ruzzenenti che ha tentato di indirizzare la scelta energetica verso l’utilizzo del teleriscaldamento solare, senza combustione, quindi. “Il teleriscaldamento collegato a una centrale a biomassa è una trappola, una tecnologia superata. Inoltre deve funzionare tutto l’anno e questo porta un aumento della temperatura della zona interessata di 2-3 gradi in estateâ€?. D’altro canto, a Gardone, c’è chi è d’accordo con l’amministrazione e parla di sicuri benefici derivanti dal termoriscaldamento a biomasse. Al momento, però, i conti sembrano dare ragione alla schiera dei contrari.

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‘†”‹Â?‘ ÂŽ ”‹ˆ—‰‹‘ †‹ ƒ•‡‰‘ …‘Â? ‹Ž Â?ƒ•‘ ÂƒÂŽÂŽÇŻÂ‹Â?•Î Anche quest’anno torna l’appuntamento, proposto dall’Avis di Lodrino, con “Nasego sotto le stelleâ€?. L’iniziativa è frutto della collaborazione fra la giĂ citata sezione locale dell’Avis, la Commissione cultura del Comune di Lodrino e il Gruppo amici della montagna Rifugio di Nasego. Grazie agli organizzatori gli amanti della volta celeste potranno osservare gli astri, accompagnati dalle scene dello spettacolo teatrale per famiglie

“Le forbici di Andersenâ€?, che andrĂ in scena nella piana di Nasego. Due le zone di ritrovo: la Pineta di Lodrino e la localitĂ Baracca da dove, alle ore 18.30 di sabato 27, la compagnia partirĂ per raggiungere il rifugio. Dopo lo spettacolo la serata si tingerĂ del rosso delle lanterne di carta che verranno lanciate verso il cielo, ma non prima di aver saziato lo stomaco con la “pastasciuttataâ€? all’aperto. Il giorno seguente, dopo la

celebrazione della Santa Messa, seguirĂ l’escursione sul monte Palo per la ricorrenza dei 25 anni dalla costruzione della croce. Dopo la passeggiata è prevista la “mangiatonaâ€? finale di polenta taragna per riprendere le forze perse lungo il cammino. Gli organizzatori ricordano di indossare un abbigliamento da trekking e di munirsi di una torcia per la serata di sabato. Per i meno sportivi, si ricorda che per tutta la giornata di domenica

sarà attivo un punto di ristoro in cui verrà servito pollo ai ferri, salsicce, bibite, vino e formaggi locali e molto altro. Chi vorrà godere della bellezza degli astri e della montagna valtriumplina, avendo l’occasione di degustare i prodotti tipici della Valle, non deve fare altro che scrivere ad avislodrino@libero.it, oppure, ulteriori informazioni si possono richiedere telefonando a Francesco al 366.5379554 o a Daniele al 347.1496872.

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i può dire che il sogno del Gruppo missionario parrocchiale di Inzino si è realizzato: lo dimostra l’ultima foto arrivata dal Camerun del Centro di salute “CilĂŹ e Nini Tanfoglioâ€? avviato nel 2010 a Zoetele. Quando in autunno don Giorgio Melobo, sacerdote camerunese a Roma, tornerĂ a Inzino, prima del suo deďŹ nitivo rientro in patria, sarĂ grande festa: nel 2009 aveva passato le vacanze estive nella antica parrocchia pievana ed a Natale aveva avuto in dono quasi 6.000 euro, per un pozzo nella sua terra assetata. Nel 2010, a Natale, il Gruppo missionario dava il via all’operazione “Zoeteleâ€?. Veniva cosĂŹ lanciata la campagna di sottoscrizione “Bussate e vi sarĂ apertoâ€? a sostegno di un progetto ambizioso, sotto l’egida dell’Onu e ideato da operatori africani. Il progetto era della Fondazione “Speranze africaneâ€?, sostenuto dal Ministero della salute pubblica camerunese e dalla diocesi di Sang-

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mĂŠlima. Occorrevano 100mila euro per un’opera inserita in un progetto complesso: la struttura multiambulatoriale per visite e cure mediche quotidiane ed attorno iniziative collaterali (deposito d’acqua) e sociali (educazione sanitaria). Ci si sobbarcava il ďŹ nanziamento della struttura costituita su un piano con ingresso, sala accoglienza, consultorio, laboratorio, sala terapie, farmacia, sala d’osservazione, bagni e spazi abitabili per il medico. Il Gruppo missionario unĂŹ subito all’entusiasmo per la nuova opera il ricordo delle sorelle NinĂŹ e CilĂŹ Tanfoglio, animatrici del gruppo giĂ nel 1947, quando si ricostruiva a casa, ma nel cuore erano presenti i tanti missionari e suore valtrumplini sparsi in India, Sud Africa, Brasile: si raccoglievano carta e stracci e poi si inviava loro quanto si poteva, un ďŹ lo rosso di affetto e generositĂ che dura da 66 anni. Si costituĂŹ un gruppo di lavoro. Ad ogni famiglia venne recapitata la lettera che illustrava l’iniziativa a ďŹ rma dell’allora parroco don Eugenio Panelli, di don Giorgio, del Gruppo missionario. Si aprĂŹ

il conto c/c n°501388 Gruppo Missionario di Inzino presso la Bcc, Banca della Valtrompia Agenzia di Gardone VT con causale “Progetto Camerunâ€?Iban IT61k08396545400000001388. Il Gruppo missionario, quasi con pudore in un periodo difďŹ cile, ha raccolto e inviato in Africa ďŹ n’ora 90mila euro, offerti da singole persone, dalle associazioni del paese e da “esterniâ€? come Cuore Amico, Caritas , Centro missionario diocesano, Comitato di SolidarietĂ S.Vigilio. Il Gruppo missionario vi impegnava tutto il frutto di bancarelle, opere d’arte in lotteria,vendita mele solidarietĂ . “Abbiamo operato a costo zero, senza oneri, con gratuitĂ â€? scrive il gruppo nell’ultimo bollettino, ringraziando proprio Cuore Amico per la collaborazione nel far giungere in sicurezza e puntualitĂ a destinazione quanto raccolto. Entro ďŹ ne anno ci saranno nuovamente bancarelle, vendita delle mele ecc. E il Gruppo misssionario sta giĂ pensando, a come sostenere dopo “il saldoâ€?, l’avvio della attivitĂ del Centro e la sua continuazione nel tempo.

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«Sorprendente è il fatto che i conoscitori della Sacra Scrittura non si sentano spinti a decisioni concrete. Si deve forse scorgere in questo l’immagine di una teologia che si esaurisce nella disputa accademica?»

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20.30. A seguire la storica processione e, poi, tutti a vedere “El San GioĂ n ch’èl pirlaâ€? con la posa della statua del Santo nelle acque del fiume Chiese. VenerdĂŹ 2 agosto, alle ore 21.30, serata danzante con l’orchestra Blue Marine. Sabato 3 agosto, alle 21, musica con l’orchestra “Beppe e gli amiciâ€?. Chiude domenica 4 agosto, la Messa delle 10. Nell’estate bedizzolese è particolarmente attivo anche il gruppo di San Rocco che, puntualmente, propone la Sagra dè

San Ròc. Precede la sagra, la festa dei Santi Fermo e Rustico di venerdĂŹ 9 agosto con la benedizione del pane, del sale e di piccoli animali. MercoledĂŹ 14 agosto, invece, la Messa per la terza etĂ delle ore 11. GiovedĂŹ 15 agosto, recita per tutti del rosario alle 20.30 presso la cappella dell’Assunta in contrada. VenerdĂŹ 16 agosto ecco la festa in onore di San Rocco, il santo protettore degli animali. Dopo la Messa del mattino alle 10, giochi gonfiabili per i piĂš piccoli a partire

alle 15.30; poi Messa in onore al santo nella frazione di San Rocco alle 18. Sono gli ultimi giorni di festa quelli sabato 17 e di domenica 18 agosto: dopo la consueta apertura delle 19, a fine serata l’estrazione della lotteria. Come di consueto, il ricavato verrĂ utilizzato per la manutenzione della collina, dove è situata la chiesa di San Rocco, e del sottostante parco, dove ogni Ferragosto viene allestita la sagra con i migliori prodotti e vini tipici della tradizione bresciana. (g.d.m.)

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on Ruggero Chesini è il nuovo parroco di Tremosine Pieve, Sermerio, Vesio e Voltino, succedendo a don Vigilio Zanelli (nominato parroco di Lumezzane San Sebastiano). Un nuovo incarico che rappresenta anche una nuova responsabilitĂ per il sacerdote quarantenne, dato che dal 2003 ad oggi ha ricoperto il ruolo di curato nella parrocchia di Nuvolera. Ed è proprio dai ricordi di questa esperienza lunga 10 anni che don Ruggero inizia il suo colloquio. “Si è trattato di un periodo intenso e positivo, esordisce don Chesini . Non nascondo il fatto che a Nuvolera la mia esperienza fosse partita con alcune difficoltĂ , dovute prevalentemente al fatto che venivo da una realtĂ molto diversa come Gargnano, dove avevo svolto il servizio di curato dal 1997 (anno della sua ordinazione, n.d.r.) al 2003. Gli animatori e i catechisti mi sono stati di grande aiuto in quel periodo per capire quel contesto e insieme siamo riusciti a fare cose davvero importantiâ€?. Le esperienze piĂš significative di questi ultimi 10 anni? “A Nuvolera siamo riusciti a creare un ambiente coinvolgente che, animazione a parte, si fonda sul rispetto di regole e valori precisi ed il progetto di iniziazione cristiana dell’oratorio ne costituisce senza dubbio la parte fondante. CosĂŹ come è stato importante istituire in quell’oratorio il corso triennale per diventare catechista e portare avanti gli incontri per le giovani coppieâ€?. Don Chesini si sofferma anche sull’esperienza del campo-

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to con l’ambiente di Tremosine? Questa settimana parlerò con don Vigilio e inizierò cosĂŹ a conoscere meglio gli aspetti principali della nuova parrocchia dove opereròâ€?. Don Ruggero tiene però a precisare di non essere del tutto nuovo al territorio valvestino e ricorda: “10 anni fa per alcuni mesi insegnai religione nella scuola media di Tremosine, giusto poco prima dell’arrivo di don Vigilio Zanelli. Inoltre, durante il giorno della settimana in cui mi ci recavo per le lezioni, ero poi solito andare in paese e nelle frazioni a celebrare le Messeâ€?. Don Ruggero conclude con un augurio a proposito di questo nuovo cammino: “Mi aspetto di trovare una comunitĂ vitale e accogliente, come del resto mi è sempre capitato in questi anniâ€?.

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$OOD UVD DUULYD OD QXRYD VSHULPHQWD]LRQH A partire dall’autunno prossimo, il secondo piano della rsa “Soggiorno Sereno Emilia ed Egidio Pasiniâ€? potrĂ ospiterĂ 22 nuovi pazienti nella nascente ComunitĂ residenziale per anziani. La differenza fra l’offerta della giĂ esistente rsa consiste nella tipologia proposta. Se i 44 anziani giĂ residenti usufruiscono di un servizio socio-sanitario, i nuovi 22 ospiti autosufďŹ cienti verranno trattati attraverso

un approccio socio-assistenziale. Si tratta di una nuova sperimentazione, fanno sapere dalla struttura, con nuove modalitĂ di vita per gli anziani. L’accordo di programma ďŹ rmato lunedĂŹ 22 ne regolamenterĂ formalmente l’applicazione. Il progetto nasce dalla necessitĂ di creare per gli ospiti della struttura un ambiente piĂš familiare che favorisca le relazioni fra gli utenti. “In 10 si può mangiare attor-

no allo stesso tavolo, mantenere con piĂš facilitĂ delle relazioni sociali. L’abbinamento ai nuclei rsa permetterĂ economie di scalaâ€?, ha dichiarato il direttore generale dell’Asl di Brescia, Carmelo Scarcella. Il progetto, per come è stato strutturato, permetterĂ , infatti, un contenimento dei costi, soprattutto se paragonati a quelli sostenuti dalle famiglie con anziani a carico che hanno avuto la

necessitĂ di assumere una badante. L’impegno economico previsto per la realizzazione del progetto si aggira attorno ai 900mila euro, di cui 400mila potrebbero arrivare dalla Fondazione Cariplo. Per la copertura dei restanti fondi si è giĂ impegnata la ComunitĂ montana, l’amministrazione odolese ed il mondo imprenditoriale che, negli anni, non ha mai fatto mancare il suo contributo alla rsa.


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GesĂš si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe ďŹ nito, uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoliâ€?. Ed egli disse loro: “Quando pregate, dite: “Padre, sia santiďŹ cato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione’â€?. Poi disse loro: “Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: ‘Amico, prestami tre pani, perchĂŠ è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli’; e se quello dall’interno gli risponde: ‘Non m’importunare, la porta è giĂ chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i paniâ€?, vi dico che, anche se non si alzerĂ a darglieli perchĂŠ è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerĂ a dargliene quanti gliene occorrono. (...)

&

hiedere. Pregare significa chiedere. CosĂŹ almeno guardando alla preghiera che GesĂš insegna ai suoi discepoli. Non esiste altro tipo di preghiera che la richiesta. Non possiamo nemmeno ringraziare senza chiedere. PerchĂŠ vorrebbe dire che possiamo dare qualcosa a Dio, che possiamo vantare crediti. Ăˆ molto sottile: tutto è richiesta, anche quello che crediamo di dare noi a Dio, come la lode o il ringraziamento. Anche queste sono cose da chiedere: la forza di lodare e di ringraziare; che il Suo nome sia santificato e che il Regno si compia. Non abbiamo crediti con Dio, non possiamo vantare nulla se non la richiesta. Per questo la preghiera di GesĂš conserva un candore e una trasparenza che altre preghiere non possiedono. La preghiera di GesĂš è di totale affidamento, perfino nelle cose che starebbe a noi compiere. Ăˆ la preghiera che ci fa scoprire cosĂŹ amati che perfino i doveri sono richiesta, diventano dono. E questa trasparenza la si può cogliere nella riduzione all’es-

senza delle cose necessarie: credere, vivere, amare. Vista cosĂŹ la richiesta come dimensione totale della preghiera non è pesante, non è contro la dignitĂ e la libertĂ dell’uomo, contro il suo sviluppo. Al Dio tiranno si fanno richieste che dicono sudditanza; al Dio di GesĂš si chiede tutto perchĂŠ si vive in Lui e di Lui. Ăˆ davvero la dimensione del bambino che non perde la sua dignitĂ perchĂŠ alle sue spalle c’è il genitore e cresce proprio perchĂŠ sa chiedere al genitore e sa accettare. Non sono forse la cosa piĂš antipatica che ci siano bambini saccenti che credono di saperne di piĂš dei genitori? E non sono forse la cosa piĂš antipatica che ci siano adulti che credono di non aver bisogno di nessuno? Ăˆ un po’ la stessa cosa: manca l’umiltĂ di sentirsi di qualcuno. Di riconoscere che siamo richiesta e che chiedere serve a costruire tutti i rapporti tra gli uomini e chiedere al grado massimo significa entrare in rapporto con Dio in senso reale e non solo come aspirazione. Un Dio a cui non si chiede è un’entitĂ inutile, un parto della nostra mente, una

proiezione di un bisogno di sicurezza non risolto. Ăˆ una parola vuota che, alla fine, segna una schiavitĂš e non un rapporto. “Dov’era Dio?â€? Ăˆ una domanda molto frequente nel mondo senza Dio. PerchĂŠ si è eliminato il bisogno di chiedere e si è innescata la pretesa di avere. In fondo ci si mette al posto di Dio per non accettare gli errori (e gli orrori) umani quando si è allontanato Dio. Per dare a Lui le colpe del nostro non voler chiedere, del nostro agire male. Bambini saccenti. Antipatici. Che non sappiamo piĂš cos’è chiedere poco per avere molto; che non vediamo il molto perchĂŠ pretendiamo il poco. Eppure quello che si può chiedere è davvero il poco di Dio, quelle tre cose che ci mancano piĂš delle tante delle quali pensiamo di non poter fare a meno: credere, vivere, amare. Nel profondo. PerchĂŠ per avere queste tre cose bisogna chiedere e bisogna pregare, cioè accorgersi che esiste qualcuno, accanto e sopra di noi, e che non è la pretesa ma la domanda che ci avvicina a quello che siamo nel profondo. A Lui.

&RVD VL LQWHQGH FRQ ´FUHGHUH"Âľ In italiano, “credereâ€? è uno strano verbo, perchĂŠ contiene sia l’idea di sicurezza e sia quella di insicurezza. Si può dire “credo che domani faccia belloâ€?, per dire che penso cosĂŹ, ma non ne sono ben sicuro. Si può dire “credo al medico che mi propone una certa curaâ€?, per dire che mi fido del medico e perciò accetto come valido per guarire qualcosa che per me non è verificabile. Si può dire “quello è uno che crede a ciò che faâ€?, per dire che è un tipo assolutamente sicuro di ciò che fa e che si butta con convinzione, entusiasmo e rischio in ciò che fa. In italiano, dunque, “credereâ€? è un verbo che va dall’idea di una realtĂ poco sicura, ad una, invece, molto sicura. In ebraico, che è la lingua in cui è stato scritto gran parte del Primo Testa-

mento, il significato è piĂš interessante: “credereâ€? significa letteralmente “stare in piediâ€?. Tra i verbi con cui il Primo Testamento parla del credere, infatti, il verbo “amanâ€? (da cui deriva “amenâ€?) significa essere saldo, sicuro, fedele: credere è trovare una realtĂ che è stabile e per questo affidabile. Per la Bibbia, dunque, il credente è l’uomo che nella vita “sta in piediâ€?, l’uomo che ha trovato il fondamento su cui appoggiare la sua esistenza; e viceversa, il non credente, è l’uomo che semplicemente “non sta in piediâ€?, chi o non ha ancora trovato un fondamento, o che si sta appoggiando su realtĂ /persone che non sono poi cosĂŹ affidabili. Perciò, secondo il linguaggio biblico, domandarsi “credere o non credere?â€? è sciocco, per-

chĂŠ sarebbe come domandarsi “nella vita, stare in piedi o no?â€?. La Bibbia, in altri termini, sa bene che non è possibile essere uomini e vivere una vita umana senza “credereâ€?, senza cioè trovare qualcuno/qualcosa di cui ci si può fidare e affidare. La vera questione, allora, sarĂ : “in chi credere?â€?; cioè: “chi o cosa fa stare davvero in piedi la vita?â€?. Per usare un’immagine di GesĂš: chi è l’uomo saggio che costruisce la sua casa sulla roccia e chi è l’uomo stolto che la costruisce sulla sabbia? Visto che in qualcosa/ qualcuno è indispensabile e normale “credereâ€?, è possibile sapere qual è la roccia che fa stare in piedi una vita, qual è il legame che assicura stabilitĂ e affidabilitĂ e che sa resistere alle intemperie delle vicende dell’esistenza?


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‹••‹‘Â?ƒ”‹‡ Žƒ‹…Š‡ ƒ ”‡•…‹ƒ —Â? ‰”ƒÂ?†‡ †‘Â?‘ ’‡” ‹Ž ”ƒ•‹Ž‡ Le Mil, Missionarie laiche, sanno sempre donare. Nonostante il venir meno delle forze numeriche, prosegue l’opera missionaria, anzi nella donazione sono insiti tutti i loro principi ispiratori: l’animazione missionaria e vocazionale e il servizio apostolico in terra di missione nei settori educativo, assistenziale e sanitario. Le consacrate della SocietĂ delle missionarie laiche, a Brescia conosciute come Mil, hanno scelto di donare la loro casa parrocchiale

a Pedra Azul alla diocesi brasiliana dello Stato del Minas Gerais. Giusto ricordare che le Missionarie laiche nacquero nel 1948 da un’intuizione di don Giovanni Battista Saleri. Oggi sono rimaste in sette (sei sono nella Casa di via Razziche che ospita il Seminario diocesano e una si è fermata in Togo) e sono seguite dall’assistente spirituale don Alberto Maranesi. La scelta del consiglio di amministrazione (c’è un doppio statuto, religioso e civile, con un presidente, don

Giancarlo Scalvini) di donare la casa brasiliana alla diocesi guidata da mons. Pietro Romano ha un alto valore simbolico in concomitanza con la Giornata mondiale della gioventĂš e in un forte periodo di crisi economica: in quella casa, ora, opereranno le “Figlie di Nostra Signora della risurrezioneâ€?, una congregazione giovane attiva, fra l’altro, nella pastorale carceraria e nell’orfanotroďŹ o. Solo lo scorso anno le missionarie laiche avevano preso una decisione

analoga, donando la casa costruita ad Afagnan in Togo: una casa sacerdotale, la scuola “Don Saleriâ€?, un ediďŹ cio su due livelli in cui trovano posto 12 camere piĂš una per il Vescovo, cappella, sala da pranzo, ufďŹ ci e altri due ediďŹ ci costruiti su un’area di un ettaro. Ad oggi le Mil sono ancora proprietarie di una colonia da 400 posti a Pinarella di Cervia, una colonia in montagna in Val Venosta e un convitto universitario nel centro di Padova.

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ieci discorsi, di cui uno con saluto, tre omelie, visite, incontri, liturgie e feste con i giovani. In attesa di ascoltare le parole del Pontefice, da una lettura del Messale del viaggio apostolico, in lingua portoghese, è possibile trarre qualche piccola indicazione su questa visita. La preghiera dei fedeli. “Per la Chiesa, affinchĂŠ sia sempre piĂš compromessa con la vita del nostro popolo, specialmente i piĂš deboli, i piĂš piccoli e i piĂš poveriâ€?: recita cosĂŹ la prima intenzione della preghiera dei fedeli, tutta in portoghese, letta nel corso della Messa che Francesco ha celebrato nel santuario mariano di Aparecida il 24 luglio. Il tema dell’impegno sociale della Chiesa risuona in modo chiaro a ribadire l’opzione preferenziale per i poveri che deve animare, si legge nella terza intenzione, “vescovi, presbiteri e diaconi, religiosi e religioseâ€? chiamati a essere “sensibili e solidali con le necessitĂ del nostro popoloâ€?. Di tono piĂš ecclesiale sono le preghiere della celebrazione del 25 luglio, giorno dell’accoglienza di papa Francesco nella spiaggia di Copacabana. In piĂš lingue i giovani pregheranno per il Papa, per la Gmg, “perchĂŠ sia per tutti i giovani del mondo un momento di profondo incontro con Cristoâ€? e soprattutto “per coloro che “non conoscono Cristo, che hanno

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ti, i religiosi e i seminaristi nella cattedrale di San Sebastiano, il 27 luglio, le intenzioni di preghiera saranno rivolte ai Vescovi, “perchĂŠ vivano intensamente l’amore verso Cristo e la Chiesaâ€?, ai sacerdoti, “perchĂŠ uniti nello Spirito Santo siano una comunitĂ di fede ad immagine del Buon Pastoreâ€?, per i giovani, “affinchĂŠ siano il rinnovamento del mondoâ€? e per la societĂ , “perchĂŠ le sue strutture sociali siano improntate alla luce dei valori cristianiâ€?. Alla Messa finale, il 28 luglio, al Campus Fidei di Guaratiba le preghiere parleranno l’arabo, il francese,

l’italiano, il giapponese, il polacco, il tedesco, il portoghese. Tutte ricorderanno il Papa e la Chiesa, i Paesi del mondo “perchĂŠ insegnino alla gente e ai popoli a vivere nella fratellanzaâ€?, la Gmg, i giovani “vittime della violenza e della guerraâ€?, i prigionieri, i rifugiati e gli sfollati. La Via Crucis, la Veglia e la Messa sono tre appuntamenti tra i piĂš attesi. La prima si terrĂ il 26 luglio, nella spiaggia di Copacabana. papa Francesco seguirĂ le stazioni, si legge nel Messale, da un palco eretto dal Forte di Copacabana e ascolterĂ le meditazioni preparate dai giovani del gruppo di due sacerdoti dehoniani, padre Zezinho e padre JoĂŁzinho, noti per il loro impegno verso le nuove generazioni. La Veglia di sabato 27 luglio a Campus Fidei dove verranno allestite numerose cappelle per l’adorazione eucaristica notturna, prevede cinque testimonianze di giovani alternate da momenti artistici. Ogni giovane porterĂ un mattone, che unito agli altri, formerĂ una Chiesa. La stessa Chiesa verrĂ smontata da altri giovani che simbolicamente andranno a evangelizzare le nazioni, come recita il tema. Per la Messa del 28 luglio, quella del mandato, il messale spiega che la corale è composta dai cantori religiosi di tutto il Brasile. I canti sono stati scelti dopo un concorso cui hanno partecipato giovani di tutto il Paese. Prima della benedizione, Francesco consegnerĂ a 10 giovani una piccola immagine del Cristo del Corcovado, segno del mandato missionario.

$ FRQWDWWR FRQ OD &KLHVD H OD JHQWH EUDVLOLDQD Si è conclusa domenica 22 luglio con la festa “julinaâ€? la settimana missionaria dei giovani bresciani nella Parrocchia di Nostra Signora Aparecida ad ArapuĂĄ, una cittĂ di 60mila abitanti nella megalopoli di San Paolo (che ne ha 11 milioni). A organizzare l´affettuosa e calorosa accoglienza è stato padre Ricardo Pinto, il parroco di ArapuĂĄ. La settimana, intensa e ricca di iniziative, ha permesso ai 24 giovani rappresentati della diocesi di Brescia di incontrare una Chiesa molto diversa dalla nostra. Una Chiesa certamente meno strutturata, con meno risorse e pochi luoghi a disposizione, ma viva e fatta di persone giovani e molto intraprendenti. Oltre alla parrocchia centrale, padre Ricardo opera presso la comunitĂ di Madre Teresa di Calcutta, una realtĂ che si introduce nel “CondomĂ­nio Imperialâ€? un complesso di grattacieli recintati da

ďŹ lo spinato in cui si rinchiude il ceto medio del quartiere e nel quale vivono 3000 persone. In questo agglomerato urbano non si trova una povertĂ materiale, ma una povertĂ di relazioni e spesso solitudine e depressione. Solo la parrocchia sopperisce a questo organizzando la Messa mensile e gli incontri di preghiera, oltre alle visite ai vecchi e agli ammalati. Anche i bresciani sono stati in visita in alcuni appartamenti a portare una preghiera e un saluto dall’Italia. Diversa è la chiesa di Vila Cristalia, non si parla di una vera e propria comunitĂ , quanto di una chiesa con un salone in fase costruzione che ha permesso di dare identitĂ di quartiere a una popolosa e povera zona di ArapuĂ e di togliere bambini dalla strada. In questi quartieri spesso si sono incontrati ďŹ gli e nipoti di immigrati dall’Italia, che rappresentano una parte considerevole

dell’autentica azione di caritĂ cristiana di questa parrocchia. I momenti di festa si sono susseguiti dal primo all’ultimo giorno, spesso inseriti in momenti di preghiera o durante la Messa. La musica accompagna ogni momento della vita di comunitĂ , senza differenze di genere. CosĂŹ giovedĂŹ sera si è tenuta la Notte dei Talenti in cui i giovani che frequentano la parrocchia hanno organizzato un varietĂ e una sďŹ da di canto tra italiani e brasiliani, su brani musicali noti ai nostri emigrati. VenerdĂŹ presso il Collegio arcidiocesano di Ipiranga i bresciani sono stati protagonisti anche della grande festa che raccoglieva tutti gli 11mila giovani ospitati dalla diocesi paulista. Deise Leoncini, giovane di Manerbio ma nativa di San Paolo, ha recitato il rosario in rappresentanza dell’Europa, con l’arcivescovo di San Paolo, card. OdĂ­lio Pedro Scherer e

con il vicario generale della diocesi di Milano, mons. Mario Delpini. La foto di Deise e di altri quattro giovani rappresentanti dei cinque continenti è stata messa sulla prima pagina del settimanale diocesano di San Paolo. A conclusione della settimana missionaria, vissuta nelle famiglie e nella parrocchia di ArapuĂ , la gente del luogo ha organizzato la festa “julinaâ€?, ricordo delle antiche feste agricole di giugno della vecchia campagna paulista, oggi scomparsa, e uno scambio di doni. I bresciani hanno donato alle famiglie e ai giovani una immagine della Madonna della Stella di Cellatica dipinta dal Romanino ricevendo l’immagine della Madonna Aparecida. Molto commossi per tutta la gratuita generositĂ ricevuta in questa settimana di vita i giovani bresciani si sono poi diretti a Rio de Janeiro per iniziare la settimana della Gmg.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ MercoledĂŹ 31 luglio Ore 9.30 - Mompiano - S. Messa presso Rsa mons. Pinzoni.

ƒÂ?…‡ŽŽ‡”‹ƒ ‘Â?‹Â?‡ La Cancelleria della Curia diocesana annuncia i seguenti provvedimenti dell’Ordinario: La nomina a parroco della parrocchie Sante B. Capitanio e V. Gerosa in Brescia, del rev.do sac. don Giacomo Franceschini, giĂ parroco delle parrocchie di Villanuova e Prandaglio. La nomina a parroco delle parrocchie di Villanuova e Prandaglio, del rev.mo mons. Mario Rebuffoni, giĂ â€œFidei

Donum� in Brasile. La nomina a parroco della parrocchia S. Giovanni Bosco di Rovato del rev.mo mons. Gian Mario Chiari, anche parroco di Rovato S. Maria Assunta, Bargnana, Lodetto, S. Andrea e S. Giuseppe. La nomina a vicario parrocchiale delle parrocchie di Rovato (S. Maria Assunta, Bargnana, Lodetto, S. Andrea, S. Giuseppe e San Giovanni Bosco) di don Giovanni Zini, già vicario parrocchiale delle parrocchie di Botticino Sera, Botticino Mattina e San Gallo. La nomina a vicario parrocchiale

della parrocchia di Nuvolera del rev.do sac. don Marco Bosetti, giĂ vicario parrocchiale della parrocchia di Fiumicello in Brescia. La nomina a vicario parrocchiale festivo di Sarezzo del rev.do don Diego Facchetti, insegnante del Seminario. La nomina a delegato vescovile per il culto mariano in localitĂ Fontanelle del rev.mo mons. Marco Alba. La nomina a presbitero moderatore del culto mariano e amministratore presso la localitĂ Fontanelle del rev.do don Giancarlo Scalvini.

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La fede si apre per natura al noi ÇŻÂƒÂ—Â†Â‹Â–Â‘Â”Â‹Â—Â? ƒÂ? ƒ”Â?ƒ„ƒ ‘•’‹–ƒ Žƒ †—‡ ‰‹‘”Â?‹ †‡Ž –”ƒ†‹œ‹‘Â?ƒŽ‡ ƒ’’—Â?–ƒÂ?‡Â?–‘ †‡Ž ’”‡•„‹–‡”‹‘ „”‡•…‹ƒÂ?‘ …‘Â? ‹Ž ˜‡•…‘˜‘ ‘Â?ƒ”‹Ǣ Â?‡ŽŽƒ –‡”œƒ ‰‹‘”Â?ƒ–ƒ …‹ •‹ •’‘•–ƒ ‹Â? ƒ––‡†”ƒŽ‡ ’‡” Žƒ …‡Ž‡„”ƒœ‹‘Â?‡ †‡ŽŽƒ ƒ”‘Žƒ ‡ ’‡” Žƒ •‘Ž‡Â?Â?‡ ’”‘ˆ‡••‹‘Â?‡ †‹ ˆ‡†‡

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impossibile credere da soli. La fede non è solo un’opzione individuale che avviene nell’interioritĂ del credente, non è rapporto isolato tra l’io del fedele e il “Tuâ€? del divino, tra il soggetto autonomo e Dio. Essa si apre, per sua natura, al noi, avviene sempre all’interno della comunione della Chiesa. La forma dialogata del Credo, usata nel linguaggio battesimale, ce lo ricorda. Il credere si esprime come risposta a un invito, a una parola che deve essere ascoltata e non procede da me, e per questo si inserisce all’interno di un dialogo, non può essere una mera confessione che nasce dal singolo. Ăˆ possibile rispondere in prima persona, “credoâ€?, solo perchĂŠ si appartiene a una comunione grande, solo perchĂŠ si dice anche “crediamoâ€?. Nel suo invito per il tradizionale Convegno sacerdotale (2-4 settembre) il vescovo Monari parte

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dall’enciclica Lumen fidei di Francesco. Oltre alla Messa crismale, il convegno del clero rappresenta l’occasione per i sacerdoti di ritrovarsi tutti “in comunione anche visibile quale unico presbiterio della santa Chiesa brescianaâ€?. Il filo conduttore della tre giorni sarĂ l’ultimo capitolo della prima lettera ai Corinzi con il versetto “A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevutoâ€?. Paolo conclude la frase introduttiva (“Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l’ho annunziatoâ€?) sottolineando che egli ha trasmesso ai corinzi tutto e solo ciò che lui stesso aveva ricevuto: si presenta semplicemente come un trasmettitore della tradizione della Chiesa. Nelle parole dell’apostolo si nota la consape-

volezza di richiamare cose note, da tutti accettate, e al tempo stesso la preoccupazione che i corinzi, dopo aver aderito al Vangelo, lo interpretino in un modo non corretto, svuotandolo cosĂŹ del suo significato; e dal seguito della sezione risulta che questa eventualitĂ non era poi cosĂŹ remota. Ăˆ dunque probabile che egli veda, alla radice dell’errore riguardante la risurrezione dei morti, anche un malinteso circa il nucleo centrale della fede cristiana. Nell’ultimo capitolo della prima lettera ai Corinzi, Paolo affronta il problema del destino finale riservato a coloro che hanno abbracciato la fede in Cristo. Precedentemente egli aveva rivolto la sua attenzione a situazioni specifiche riguardanti la vita personale o comunitaria; ora invece si pone al cuore stesso del “vangeloâ€?, mostrando come in esso sia contenuta una salvezza che va oltre i limiti della vita fisica dell’uomo. Nella

prima giornata all’auditorium San Barnaba, alle 9.30 si tiene l’ora media seguita dalla meditazione di padre Antonio Maria Sicari; alle 10.15 mons. Gabriele Filippini e il prof. Giuseppe Mari presentano la storia educativa e l’inventiva educativa della tradizione bresciana; segue un momento di dibattito. MartedĂŹ 3 settembre, dopo l’ora media alle 9.30 e la meditazione di padre Sicari, interviene Paola Bignardi (giĂ presidente dell’Azione cattolica nazionale) che illustra il tema “Il prete: educatore alla fedeâ€?. MercoledĂŹ 4, infine, ci si sposta in Cattedrale dove alle 9.30 si tiene la celebrazione della Parola con la meditazione di mons. Luciano Monari; ci sarĂ spazio anche per le confessioni e per l’adorazione eucaristica prima della solenne professione di fede di tutto il presbiterio bresciano. Alle 12.30, infine, è previsto un buffet presso il Centro pastorale Paolo VI.

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Situata a circa 3 km da Montichiari, la localitĂ di Fontanelle, nome derivato dalle sorgenti che scaturiscono in quel luogo, si trova in aperta campagna. La località è assurta all’onore delle cronache grazie alle presunte apparizioni della Madonna. La prima sarebbe avvenuta il 17 aprile del 1966, davanti agli occhi di Pierina Gilli. In passato, la donna, secondo alcune testimonianze, era giĂ stata protagonista di altre apparizioni. Quell’anno Pierina aveva 54 anni

L’Associazione Rosa MisticaFontanelle è sorta nel febbraio 2001 dalla fusione delle associazioni “Rosa Misticaâ€? e “Le Fontanelleâ€? che da tempo curavano il luogo. Nel 2008 per attuare le disposizioni contenute nel nuovo Direttorio il Vescovo costituĂŹ un Comitato, presieduto da mons. Olmi, con la presenza del presidente e del vicepresidente dell’associazione “Rosa MisticaFontanelleâ€?.

Venezuela, el Salvador, Vietnam, Panama, Brasile, Uganda, Uruguay, Benin e Camerun sono i Paesi in cui si è diffuso il culto della Rosa Mistica. L’Associazione cura l’Archivio che documenta i fatti devozionali che hanno reso la localitĂ Fontanelle un luogo di culto. In particolare custodisce gli originali che riguardano le Apparizioni di Rosa Mistica a Pierina Gilli e la corrispondenza proveniente da ogni parte del mondo.

e viveva a Brescia, ospite delle Suore francescane del Giglio. Qui la donna poteva usufruire di una stanza personale, la stessa nella quale, secondo la “veggenteâ€?, la Madonna sarebbe apparsa piĂš volte, a partire dall’8 dicembre 1960. Fontanelle, secondo la tradizione tramandata negli anni, fu il luogo prescelto dalla Santa Vergine per apparire, quattro volte di seguito, agli occhi di Pierina. Alle Fontanelle c’era una grotta e una fonte d’acqua.

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essuna apparizione, ma luogo di preghiera e di devozione mariana. Il vescovo Monari ha emesso un decreto e un direttorio per legiferare sulla situazione delle Fontanelle, da alcuni anni (precisamente dal 1966) luogo di preghiera mariana nel territorio della parrocchia di Montichiari lĂ dove ci sarebbero state le cosiddette apparizioni a Pierina Gilli. Il vescovo Monari con il direttorio intende regolare in modo definitivo il culto in localitĂ Fontanelle e dare adeguata assistenza ai pellegrini che in questo luogo giungono da diverse parti d’Italia e dall’estero. Monari constatata la non ottemperanza in piĂš punti delle norme giĂ contenute nei precedenti direttori (2001 e 2008), chiede ora all’Associazione Rosa Mistica-Fontanelle e a tutti i fedeli di accogliere con docilitĂ , obbedienza, e spirito di fede le norme vincolanti proposte nel direttorio. Monari ha nominato per sei mesi (fino al 31 dicembre 2013) mons. Marco Alba, delegato vescovile per il culto mariano in localitĂ Fontanelle e don Giancarlo Scalvini, presbitero moderatore del culto e amministratore in loco. Ma perchĂŠ si è sentita l’esigenza di puntualizzare la vicenda? “Questo è un nuovo

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l’esigenza, perchĂŠ la Congregazione per il culto divino e i sacramenti e la Congregazione per la dottrina della fede hanno sollecitato, per via delle numerose segnalazioni, di arrivare a un chiarimento. Le indicazioni erano che il Vescovo diocesano si prendesse cura direttamente della disciplina in questo luogoâ€?, che ha una presenza di pellegrini da ogni parte del mondo. In sostanza il direttorio dice che non siamo in presenza di apparizioni. “Per quanto riguarda la veridicitĂ o il carattere di soprannaturalitĂ di

apparizioni o messaggi particolari, le indicazioni della Santa Sede sono in perfetta sintonia con quanto fin qui detto e ribadito non solo dalla Santa Sede, ma anche dai Vescovi precedenti e dai direttori precedentiâ€?. L’aspetto se vogliamo di novità è che proprio il Vescovo diocesano si prende cura di “animare, educare e custodire il culto mariano ormai innegabilmente presente in modo considerevoleâ€?. Monari ha sĂŹ nominato un suo delegato vescovile, mons. Marco Alba, per chiarire gli aspetti civilistici e gli aspetti legati al culto, ma ha nominato anche un collaboratore sul posto che avrĂ il compito di moderare il culto: don Giancarlo Scalvini. Moderazione del culto che prima era affidata alla parrocchia di Montichiari; la diocesi comunque si prende carico delle Fontanelle sempre in stretta collaborazione e in armonia con la parrocchia, soprattutto per il coordinamento delle funzioni religiose. Si registra una presenza considerevole di pellegrini per un fenomeno, iniziato in diocesi, ma diventato di portata internazionale. Il direttorio, come si diceva, è l’ultimo in ordine di tempo (nel box a fianco riportiamo le dichiarazioni precedenti fin dal comunicato della Curia del 30 giugno 1968): “Il tentativo è sempre stato quello di far collaborare la parrocchia con l’associazione Rosa Misticaâ€?.

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0RQDUL GLVFLSOLQD LO FXOWR Il vescovo Monari, preso atto degli interventi compiuti dai suoi predecessori e delle istruzioni date dalla Santa Sede circa le apparizioni della Madonna in Montichiari, nonchĂŠ della recente Lettera della Congregazione per la dottrina della fede del 13 novembre 2012, con il direttorio intende regolare in modo deďŹ nitivo il culto in localitĂ Fontanelle e dare adeguata assistenza ai pellegrini che in questo luogo giungono da diverse parti d’Italia e dall’estero. La norma, al numero due, ricorda con chiarezza di valorizzare e custodire presso la localitĂ Fontanelle “un culto unicamente mariano e battesimale: pertanto deve essere escluso qualsiasi riferimento ad apparizioni, messaggi, o altri fenomeni di presunta natura soprannaturale, che possano anche solo indirettamente indurre i fedeli a ritenere che il giudizio della Chiesa circa le co-

siddette apparizioni o altri fenomeni straordinari in localitĂ Fontanelle, nel tempo, sia stato modiďŹ cato in senso positivo da parte della Santa Sede. La ricchezza simbolica e storica dell’antico titolo mariano di Rosa Mystica non può ovviamente essere messo in discussione e può essere pertanto mantenutoâ€?. L’esercizio del culto in localitĂ Fontanelle di Montichiari viene sottoposto unicamente all’autoritĂ del Vescovo diocesano. Allo scopo di rendere piĂš efďŹ cace la custodia e la vigilanza sul culto secondo quanto stabilito nel presente direttorio, il Vescovo nomina un proprio delegato vescovile (mons. Marco Alba), il quale potrĂ avvalersi della collaborazione in loco di un presbitero (don Giancarlo Scalvini) con speciali compiti di moderatore del culto e di amministratore. Il Delegato vescovile ogni sei mesi presenterĂ al Vescovo una relazione

scritta sulla situazione del culto mariano in localitĂ Fontanelle, dal punto di vista pastorale e patrimoniale, in base alle norme del direttorio. In modo particolare il Delegato vescovile, avvalendosi dell’eventuale collaborazione del Presbitero moderatore e amministratore in loco, avrĂ i seguenti compiti: moderare il culto mariano, mantenendo la ricchezza simbolica e storica dell’antico titolo “Rosa Mysticaâ€?, e promuovendo una spiritualitĂ battesimale e mariana che escluda riferimenti ad apparizioni o altri fenomeni soprannaturali; curare l’osservanza delle norme canoniche circa la celebrazione e la custodia dell’eucaristia; predisporre la ďŹ ssazione di orari e calendari delle celebrazioni eucaristiche e degli altri atti di culto o pii esercizi; garantire la possibilitĂ di accedere al sacramento della riconciliazione, secondo le mo-

dalità e orari piÚ opportuni; moderare la raccolta e la registrazione delle intenzioni dei fedeli per la celebrazione delle Messe, secondo le modalità concordate; moderare la raccolta e la registrazione delle eventuali offerte da parte dei fedeli; regolare i risvolti patrimoniali e civilistici legati ai luoghi di culto nel modo piÚ opportuno, in funzione di garantire l’osservanza delle presenti disposizioni circa il culto; curare il ritiro dalla diffusione

con qualunque mezzo (anche informatico) di pubblicazioni o riviste che diffondano un culto mariano non pienamente in sintonia con il presente Direttorio; correggere accuratamente ogni errore dottrinale dai testi di preghiera ivi diffusi, soprattutto quelli che valorizzano o conferiscono autorevolezza alle dichiarazioni di Pierina Gilli. Il direttorio si può consultare in maniera integrale sul sito www.diocesi.brescia.it.


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GiovedĂŹ 5 settembre si alza il sipario sulla prima edizione de “La Voce del Popolo in festaâ€?. Dopo l’inaugurazione della mostra fotografica “Voce in primaâ€?, la serata propone, alle 20.45, un appuntamento con il “BibbiĂšâ€? di Achille Platto, una reinvenzione in chiave comico-grottesca (a cui per altro non mancano accenni tragici) di alcuni dei passi piĂš popolari del Vecchio e del Nuovo Testamento. Il testo sacro rielaborato da Achille Platto, uno dei piĂš apprezzati

Momento centrale della seconda giornata della festa di “Voceâ€? è il dibattito “Brixia infedele. La fedeltĂ dei bresciani alla fede e alla giustiziaâ€? in programma alle 21. A scandire i tempi del confronto tra mons. Giacomo Canobbio e Graziano Tarantini la Chardonnay Dixie band di Nave, una formazione musicale nata nel 1999 e che con le sue performance riproduce l’atmosfera musicale dei locali della New Orleans degli anni Venti.

rappresentanti della cultuta popolare bresciana, viene riportato entro quell’esperienza rustica e paesana a cui guardava anche il Beato Giuseppe Tovini quando pensò a “La Voce del Popoloâ€?. Le vicende narrate da Platto si snodano negli scenari della campagna bresciana, cosĂŹ come i personaggi evocati non sono altro che contadini e figure popolari. Al termine del “BibbiĂšâ€? breve confronto tra l’autore e mons. Gabriele Filippini, giĂ direttore di “Voceâ€?.

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arafrasando l’editoriale che apriva il primo numero del settimanale, dato alle stampe l’8 luglio del 1893 (“Che Voce sarĂ ?â€?), ci si portebbe domandare: che festa sarĂ ? La domanda è legittima, dal momento che la proposta “La Voce del Popolo in festaâ€? nasce proprio in questo 2013, anno del 120° del settimanale. Si tratta di quattro giorni, dal 5 all’8 settembre prossimo, presso l’oratorio di Lograto, nel corso dei quali si cercherĂ di declinare in un contesto di festa molti delle linee guida che il settimanale si è dato sin dal 1893 e che erano state perfettamente esplicitare nell’editoriale dell’esordio. “SarĂ (Voce) un umile e modesto foglio del popolo e si sforzerĂ di parlare in forma semplice e breve... in modo da farsi capire...â€?. La prima edizione della “festaâ€? di “Voceâ€?, pensata per diventare negli anni a venire l’appuntamento di apertura di ogni nuova annata, riassume in sĂŠ i caratteri indicati 120 anni fa. Saranno giornate essenzialmente popolari, alla portata di tutti, in cui intrattenimento e approfondimento, divertimento e riflessione troveranno il loro giusto equilibrio. “Brixia infedele? La fedeltĂ dei bresciani alla fede e alla giustiziaâ€? è il tema scelto per la “quattro giorni di Logratoâ€?. Il filo conduttore delle giornate sarĂ declinato con linguaggi diversi, a partire dalla mostra “Voce in prima. 120 anni in 50 copertineâ€?, una

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ra. Un modo per dare conto di come “Voceâ€? ha cercato nella sua storia di “leggere e presentareâ€? il mondo in cui era ed è inserita cercando la coerenza con quelle tre parole che da sempre campeggiano sotto la sua testata “fede, lealtĂ e coraggioâ€?. La mostra aprirĂ , alle 20 del 5 settembre la festa di Lograto. Allo stesso obiettivo puntano, pur con modalitĂ diverse, la proposta, sempre giovedĂŹ 5, del “BibbiĂšâ€? di Achille Platto, il confronto tra

mons. Giacomo Canobbio e Graziano Tarantini di venerdĂŹ 6, la serata di sabato 7 e la celebrazione conclusiva, presieduta da mons. Gianfranco Mascher, in programma alla 10.30 di domenica 8 settembre nella parrocchiale di Lograto. In questo contesto di festa si inserisce, nella mattinata di sabato 7, il tradizionale convegno dei delegati e delle delegate di “Voceâ€?, forze preziose per la diffusione del settimanale in diocesi.

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’‘•–‘Žƒ–‘ †‡ŽŽƒ ’”‡‰Š‹‡”ƒ ‡ ‹Â?–‡Â?œ‹‘Â?‹ †‡Ž Â?‡•‡ †‹ ƒ‰‘•–‘ Il mese di agosto (illuminato dalla festa della Trasfigurazione del Signore e dalla solennitĂ dell’Assunzione di Maria), grazie al maggior riposo concesso a molti, può offrire migliori occasioni di riflessione e preghiera personale e comunitaria. All’Apostolato della preghiera sono state affidate le seguenti intenzioni: Generale – PerchĂŠ genitori ed educatori aiutino le nuove generazioni a crescere con

una coscienza retta e una vita coerente. Missionaria – PerchÊ le Chiese particolari del Continente africano, fedeli all’annuncio evangelico, promuovano la costruzione della pace e della giustizia. Dei Vescovi – PerchÊ coloro che sono in ricerca di Dio riconoscano i segni della sua bontà e, stimolati dalla testimonianza dei credenti, aprano il cuore al dono della fede.

ƒŽ ͛͘ Ž—‰Ž‹‘ ƒŽ Í&#x; ƒ‰‘•–‘ ÍžÍ? ’‡ŽŽ‡‰”‹Â?‹ ‹Â? …ƒÂ?Â?‹Â?‘ ˜‡”•‘ ‘Â?ƒ Del vescovo Luciano per l’anno 2012/13 – PerchĂŠ il cammino di fede personale e comunitario sia sostenuto dalla preghiera e dall’impegno per l’unitĂ . Invitiamo a visitare il sito Adp per informazioni e adesioni al 19° Convegno unitario Adp, sul tema: “Investire sulla famiglia. Tempo di crisi o di opportunitĂ ?â€?, che si svolgerĂ a Roma dal 30 settembre al 3 ottobre. Per trovare il sito Adp basta digitare in google: Apostolato della preghiera - Brescia.

Dal 30 luglio al 7 agosto si tiene “Ora et‌ ‘cammina’â€?, l’ormai tradizionale pellegrinaggio a piedi per i giovani bresciani organizzato dall’Ufficio spiritualitĂ e vocazioni. Il gruppo è composto da 65 pellegrini: molti di questi giovani sono in cammino di discernimento vocazionale (per il Seminario e la vita consacrata), alcuni di essi sono seminaristi, altri postulanti francescani. Il cammino inizierĂ a Poggio Bustone, nei pressi di Rieti; prevede soste di preghiera e spunti di riflessione

tratti dall’esortazione apostolica Gaudete in Domino scritta dal papa bresciano nel 1975. Nell’Anno della fede, i pellegrini giungeranno sulla tomba dell’apostolo Pietro per rinnovare la professione di fede. L’arrivo è previsto a Roma il 6 di agosto a 35 anni dalla morte di papa Paolo VI. Il gruppo sarĂ raggiunto da mons. Francesco Beschi, che presiederĂ una S. Messa in Basilica alle 17. SarĂ una nuova occasione per sperimentare che la gioia della fede aiuta a crescere.

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riginario di Gavardo, don Innocente Baresi a Gavardo, nella casa paterna, ha voluto trascorrere i suoi ultimi anni, attendendo in umile silenzio la chiamata alla vita eterna. Con lui si è spento un prete bresciano che si poteva definire con buone ragioni un grande lavoratore della vigna del Signore. Ha speso in modo ammirevole i 60 anni del suo ministero sacerdotale, molti dei quali vissuti in Valsabbia, terra che tanto amava. Sia come curato che come parroco è stato un prete semplice, dai modi sbrigativi ed essenziali, abituato a sobrietĂ di vita e tutto proteso all’aiuto del prossimo. Aperto all’accoglienza e al sorriso, non rinunciava tuttavia a posizioni decise in senso evange-

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lico, cercando di raggiungere ogni suo parrocchiano come pastore e soffrendo molto per ogni allontanamento. Ăˆ nella parrocchia di Sabbio Chiese che ha dato il meglio di sĂŠ, nell’arco di ben 25 anni di permanenza e presenza attiva e sapiente. Si può dire che don Innocente si era quasi identificato con la sua comunitĂ di Sabbio per la quale non si è risparmiato. Vi giunse nel 1980, succedendo a don Franco Pizzoni, anziano prete ammirevole e generoso, che guidava la parrocchia in

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uno stile preconciliare. La prima preziosa opera pastorale di don Baresi fu quella di impostare la comunità secondo i dettami del Concilio Vaticano II. Dopo poco conosceva tutte le famiglie. Affabile coi bambini, attivo coi giovani, vicinissimo agli anziani, che visitava quotidianamente presso la casa di riposo. Aveva una visione di pastorale aperta: il messaggio cristiano doveva toccare tutti gli uomini di buona volontà e nell’organizzazione della parrocchia trovava qualcosa da fare per ciascuno, secondo la sua inclinazione. E

proprio per raggiungere tutti, fu tra i primi parroci in diocesi ad allestire una radio parrocchiale. Dopo alcuni anni di dedizione agli oratori femminile e maschile, volle un oratorio unico, bello, funzionale, luogo di catechesi ma anche di svago e promozione umana, a cominciare dall’attivitĂ sportiva. Ripristinò il cinema-teatro secondo le nuove normative. RinverdĂŹ la devozione mariana, abbellendo e rilanciando il noto santuario della Madonna della Rocca, riproponendo pure in una prospettiva formativa e me-

no folcloristica le feste decennali. Oltre a questo rinomato luogo mariano, restaurò le altre chiese delle frazioni di Sabbio, S. Martino e S. Giovanni. SeguĂŹ inoltre con passione la schola cantorum parrocchiale per una liturgia piĂš dignitosa e partecipata. La preoccupazione di sistemare e rinnovare tante strutture non fu un alibi per disattendere una formazione intensa e capillare, per tutto l’anno. Non si contano le iniziative messe in atto con la fattiva collaborazione delle suore e di tanti laici. Dei suoi parrocchiani è stato confessore amorevole, padre capace di consiglio, guida spirituale ferma nella fede, teso all’aiuto silenzioso verso i bisognosi. Esemplare anche il legame di collaborazione e interazione disinteressata con la comunitĂ civile. Dopo il terremoto del 2004 che danneggiò municipio e scuole elementari, il parroco non esitò a mettere gratuitamente a disposizione del Comune le strutture parrocchiali: a don Innocente, autentico buon pastore, stava a cuore il bene della sua gente.


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ÂŽ ’ƒÂ?‡ †Â? Žƒ˜‘”‘ La proposta della Giornata del Pane e dell’Avvento di caritĂ 2012 ha posto al centro una delle iniziative di Mano Fraterna: il sostegno all’occupazione. Quanto raccolto durante la Giornata del pane (al 30 giugno scorso 50.170 euro) ha dato infatti avvio alla costituzione del fondo “Il pane dĂ lavoroâ€? a cui sono titolate ad accedere le Caritas che si fanno progetto per promuovere opportunitĂ per chi è senza lavoro. Attraverso lo

strumento dei voucher (buoni lavoro accessorio), si intendono sostenere le Caritas che si attivano nella promozione di opportunità lavorative (sistemazione locali, gestione e pulizia ambienti, interventi di manutenzione‌) a favore di persone senza lavoro: grazie a questo strumento sono garantite infatti la copertura previdenziale presso l’Inps e quella assicurativa presso l’Inail. Previa valutazione delle opportunità lavorative individuate

e l’espletamento dell’iter relativo, la procedura telematica per l’assegnazione dei voucher è assicurata da Fondazione Opera Caritas San Martino fino a 2000 euro per Caritas parrocchiale. Nei primi sei mesi di attivitĂ del Fondo, 16 risultano le Caritas che si sono impegnate nella promozione di opportunitĂ lavorative e 39 le persone senza lavoro che ne hanno beneficiato, per un totale di 20.850 euro. Per info: 030 3757746

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on perdete il tesoro di una Parola che rimane in voi e che continua a modellare ed orientare, con il desiderio del dono, la vostra vitaâ€?, questo l’invito di padre Giacomo Costa a conclusione della rilettura spirituale delle 20 esperienze di contemplazione guidata del brano “Il paralitico guaritoâ€?, nel corso di “Rimanete in me...â€? (Convegno delle Caritas parrocchiali, 25 maggio 2013). Una rilettura spirituale “in presa direttaâ€? che, nell’evidenziare la gioia, lo stupore, il desiderio come sentimenti ricorrenti, ha sottolineato come “nell’impastare la vita con la Parola di Dio si scopre che la Parola è, da una parte, al fondo della nostra esperienza e ci apre possibilitĂ , dall’altra che anche l’esperienza ci permette di capire meglio la Parola. [‌] Questo dialogo tra Parola ed esperienza è importantissimo, perchĂŠ è qui che s’impasta tutto ed è qui che gli eventi prendono sensoâ€?. La sottolineatura che “il segreto della Caritas è la Parola di vitaâ€?, si è accompagnata alla indicazione di almeno tre elementi per impastare Parola e vita. Il primo, l’importanza di saper chiudere gli occhi, di prendere tempo per il silenzio: “Il silenzio, l’interioritĂ vi permettono, in un certo senso, di togliervi i sandali e di scoprire la presenza di Dio, la sua bellezza lĂŹ, sulla terra che calpestate, uno stare con i piedi per terra per cogliere umilmente la presenza di Dio, non in astratto, ma nei volti che incontrate, nelle situazioni concrete in cui siete, nei compagni con cui collaborate, nelle riunioni a cui partecipate, nella parrocchia in cui vi-

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re una gioia, c’è una profonditĂ in cui entrare perchĂŠ la promessa di Dio va sempre piĂš a fondo di quanto possiamo immaginareâ€?. Il terzo, la capacitĂ di porsi domande: “Abbiate il coraggio di porvi domande, di lasciarvi interrogare dalla Parola di Dio, dalle persone che incontrate, perchĂŠ altrimenti il rischio è quello di avere soluzioni precostituite, di sapere giĂ che cosa dire e che cosa fare; invece, lasciarsi interrogare e mettere in discussione dalla Parola e dal volto dell’altro, penso sia una porta d’accesso importante per il vostro servizio e per il vostro lavoroâ€?. Tre suggerimenti affinchĂŠ il “rimanere diventi un elemento caratteristico dello stile della Caritas, di un animatore della CaritĂ â€?.

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piÚ diverse manifestazioni: espressione di solidarietà , di dono e gratuità ; espressione di rispetto per l’altro e di cittadinanza attiva; atteggiamento di accoglienza dell’altro e di promozione dei diritti di tutte le persone; testimonianza di non-discriminazione e di nonviolenza; affermazione di uno sviluppo sostenibile e di democrazia partecipativa. Nell’elaborazione dell’opera, le classi potranno narrare, descrivere o anche solo prendere spunto dalle esperienze di

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l mondo del non profit cresce e si diversifica, la pubblica amministrazione si snellisce, il settore delle imprese subisce trasformazioni nel contesto della crisi e della globalizzazione. A confermarlo sono i risultati del 9° censimento Istat su industria e servizi, istituzioni pubbliche e non profit. Alla rilevazione hanno partecipato oltre 300mila organizzazioni non profit, 13mila istituzioni pubbliche e un campione di 260mila imprese. Le dinamiche del sistema produttivo italiano si evincono dal raffronto tra i risultati del 9° Censimento e quelli della precedente edizione; la vivacitĂ del sistema ha subito un rallentamento negli ultimi anni a causa della crisi strutturale che ha investito gran parte dell’Europa. Il dinamismo interno al sistema è rappresentato anche da un fenomeno peculiare che emerge dall’indagine: l’effetto “sostituzioneâ€? tra un settore e l’altro in termini di occupazione e unitĂ economiche. Se, da una parte, diminuisce l’occupazione dipendente nell’istruzione e nella sanitĂ e assistenza sociale pubblica (rispettivamente meno 10,3 per cento e meno 8,6 per cento), dall’altra aumenta contestualmente nelle stesse attivitĂ economiche il numero degli addetti nel non profit (+78mila nell’istruzione, +123mila nella sanitĂ e assistenza sociale) e nelle imprese (rispettivamente +13mila e +148mila). Per quel che ci riguarda piĂš da vicino, al 31 dicembre 2011 le organizzazioni non profit attive in Italia sono 301.191, con un incremento del 28% rispetto al 2001, anno dell’ultima rilevazione censuaria sul settore. Il non profit cresce

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volontariato, eventualmente svolte personalmente dai singoli alunni, dal gruppo classe o dall’intero istituto scolastico. Le opere vincitrici del concorso (ne verranno premiate otto) saranno esposte durante la festa per la Giornata internazionale del volontariato, giovedÏ 5 dicembre 2013, presso la sede di Confartigianato in via Orzinuovi, 28 a Brescia. Per maggiori informazioni contattare Paola Sottile o Patrizia Sbaraini presso il Csv, allo 0302284900.

occupa una posizione significativa: il 6,4 per cento delle unitĂ economiche attive. Il settore della cultura e dello sport assorbe il 65 per cento del totale delle istituzioni non profit, seguito dai settori dell’assistenza sociale (con 25mila istituzioni), delle relazioni sindacali e di rappresentanza (16mila realtĂ ), dell’istruzione e ricerca (15mila istituzioni). Il peso della componente non profit nell’assistenza sociale è significativo anche in termini di occupazione con 544 addetti ogni 100 nelle imprese. Quasi la metĂ dei dipendenti impiegati nelle istituzioni non profit (46,9 per cento) è concentrata in nel Lazio, in Emilia Romagna e nella nostra Lombardia.

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breve tornerĂ in discussione alla Camera una proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia, che sta suscitando una vivace discussione, dal titolo “Norme in materia di discriminazione motivate dall’orientamento sessuale o l’identitĂ di genereâ€?. Ma che cosa si intende con “orientamento sessuale e identitĂ di genereâ€?? Domanda legittima per chi non conosce la sterminata letteratura del dibattito sull’argomento, soprattutto in ambito anglosassone, che introduce la categoria “genderâ€? come distinta da ‘sex’. Nella lingua italiana non risulta immediatamente chiaro, in quanto tendiamo, nel linguaggio abituale, a confondere ‘identitĂ sessuale’ e ‘identitĂ di genere’, pensando che entrambe le espressioni si riferiscano alla distinzione uomini/donne. Non è cosĂŹ nella normativa e nel dibattito filosofi-

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ro, omo, bi-sessualitĂ . Ma, prima domanda: perchĂŠ questa complicazione del linguaggio? Non sarebbe stato piĂš semplice parlare, come del resto esplicitamente dice il titolo della legge, di transfobia e di omofobia o anche, piĂš semplicemente, odio nei contronti di transessuali e omosessuali? Per quanto le espressioni siano precisate, non si comprende la ragione di inserire nel nostro ordinamento giuridico linguaggi ambigui che possono anche veicolare teorie altrettanto ambigue e oltretutto poco comprensibili per i cittadini, veri destinatari delle norme. La proposta di legge intende estendere la punizione di discriminazione, richiamandosi a normative europee, oltre alla discriminazione etnica e religiosa, anche alla discriminazione, appunto, a causa della “identitĂ di genere e orientamento sessualeâ€?. Non è certo in discussione il fatto che persone transes-

suali, transgender omo-bi sessuale siano degne di rispetto e che ogni discriminazione a loro carico vada punita. Il punto è un altro: tali atti, in particolare di violenza, vanno puniti come qualsiasi altra forma di discriminazione e qualsiasi altra forma di violenza (punizione peraltro giĂ prevista nel nostro ordinamento giuridico), in nome del principio di uguaglianza e pari dignitĂ , nucleo dei diritti umani fondamentali. Ci si domanda: in un’epoca di iper-giuridificazione, ha davvero senso una legge che esplicita la punizione di una forma specifica di discriminazione? E allora perchĂŠ non anche una legge che estende la punizione – sempre richiamandosi a normative europee – alla discriminazione di disabili, anziani, bambini? Ciò che è importante è che il diritto protegga in particolare chi è in una condizione di vulnerabilitĂ , in ragione delle sue condizioni esisten-

ziali, fisico-psichiche. Ma bisogna anche evitare che la norma possa, vietando la discriminazione genericamente della ‘identitĂ di genere’ e dell’‘orientamento sessuale’, portare alla intolleranza nei confronti di chi (su basi etiche o religiose) ritiene doveroso difendere la rilevanza della natura per il diritto, della differenza sessuale uomo/ donna quale condizione rilevante della identitĂ antropologica e della socialitĂ .

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semplice e geniale e gli viene servita nella stessa palestra. Coinvolgendo due amici e palestrati interpretati da Dwayne Johnson, meglio noto come The rock, e Anthony Mackie decidono di rapire un facoltoso cliente e spingerlo a ďŹ rmare la cessazione dei suoi beni ai tre. La cosa riesce, ma una serie di combinazioni porteranno i tre a tentare ancora, mentre la polizia gli sta alle calcagna. Dietro a questo realmente c’è il sogno americano, quel desiderio di successo garantito

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ta crescendo, e non solo fra gli amanti del tango, l’attesa per lo spettacolo “Concierto de tangoâ€? che il 2 agosto prossimo vedrĂ il tanguero Miguel Angel Zotto in scena al Vittoriale. L’artista argetino, infatti, sta al tango come Rudolf Nureyev al balletto. Stella indiscussa e carismatico interprete del pensiero triste che si balla, considerato dai cultori della materia “uno dei tre massimi ballerini di tango del secoloâ€?, il grande danzatore argentino anima le diverse sfumature di questo ballo sensuale e poetico, conquistando il primato di miglior tanguero. Miguel Angel Zotto è considerato tra i piĂš importanti divulgatori teatrali del tango; tra le qualitĂ che gli si riconoscono vi sono il rigore, la virilitĂ del tratto, la versatilitĂ nel presentare le diverse variabili stilistiche e le piĂš colorite intonazioni di questo ballo sensuale e misterioso. Sul palco dell’anfiteatro del Vittoriale degli Italiani Miguel Angel Zotto con i suoi ballerini sarĂ afffiancato dal Sexteto Tipico Viento de Tango, il quale, pur rispettando nella composizione la formazione canonica per l’esecuzione della musica di tango (salvo sostituire il secondo violino con il violoncello), è composto tutto da

a tutti, ma che può diventare incubo per chi non riesce a raggiungerlo. Le reazioni a catena che si scateneranno poerteranno alla ďŹ ne, ma tra una sequenza e l’altra, una piĂš grottesca dell’altra. E Bay ricorda ancora che si tratta di una storia vera. Storia vera che la regia di Bay racconta in modo leggero, ironico e scorretto; eleva la muscolositĂ dei protagonistri sopra il loro cervello, mostrandone il limite mentale, accanto alla deriva del famoso sogno americano. (m.t.)

musicisti italiani completamente dediti all’esecuzione e divulgazione delle appassionate melodie tanguere. Lo spettacolo si propone di ideare un percorso musicale e coreografico attraverso le varie facce del tango: dai vals criolli alle milonghe fino ai tanghi eseguiti nelle orchestrazioni storiche e arrangiamenti originali dal Sexteto accompagnato dalla voce di Monica Marziota, lo spettacolo si dipana nelle figurazioni delle coppie di ballerini guidati da Zotto e, insieme alle volute terse e sensuali del tango si snoda la storia delle relazioni tra maschile e femminile in una società , come quella argentina, crogiuolo vivace di culture, gusti e passioni, che si sono magnificamente fusi in una danza. 22 i tango messi in scaletta da Miguel Angel Zotto, con musiche che proporranno anche in riva al Garda il meglio del tango: Piazzolla, Troi-

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lo, Villoldo, Herrero e molti altri che hanno fatto la storia del tango. E dopo Zotto e le sue coreografie il programma di “Tener-a-menteâ€? proporrĂ , il 3 agosto, il concerto di Stefano Bollani, uno dei piĂš apprezzati interpreti della scena jazz italiana. Il musicista toscano si presenta al pubblico del Vittoriale con il concerto “Piano Soloâ€?, un viaggio nella sua “musica interioreâ€? nelle sue emozioni “passando dal Brasile alla canzone degli anni ‘40, fino ad arrivare al bis a richiesta in cui mescola 10 brani come se fosse un djâ€?. Da grande intrattenitore, Bollani giocherĂ col pubblico per assistere a un concerto che prenderĂ forma nel dipanarsi della stessa serata. E tre giorni dopo, il 6 agosto, sarĂ il turno di Vinicio Capossela e il suo “Rebetiko Gymnastasâ€?. Con lui suoneranno i grandi musicisti della tradizione rebete che l’hanno accompagnato nel disco e dal vivo: Vassilis Massalas alla chitarra e baglamas, Ntino Chatziiordanou alla fisarmonica e all’organo Farfisa, Dimitri Emmanouil alle percussioni e soprattutto l’insigne solista del bouzouki Manolis Pappos. Completeranno l’organico due pilastri della band di Capossela quali Alessandro Asso Stefana alla chitarra e Glauco Zuppiroli al contrabbasso.

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ǯ ǯ Dz dz Prosegue l’intensa attività estiva dell’associazione “Amici della musica” di Palazzolo sull’Oglio. Momento centrale della programmazione estiva dell’associazione palazzolese è la partecipazione agli spettacoli del Festival lirico dell’Arena di Verona. La prossima “trasferta” areniana è in programma per il 21 agosto per assistere alla rappresentazione del “Nabucco” di Giuseppe Verdi. L’associazione mette a disposizione dei

partecipanti il viaggio in pulman e il biglietto d’ingresso all’Arena. per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il presidente Battista Pozzi al 3387957900. L’associazione “Amici della musica” sta anche organizzando, per i soci e simpatizzanti una gita a Pavia (con visita alla città ed alla Certosa) e Vigevano come momento di chiusura della programmazione estiva e occasione di presentazione della stagione invernale.

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’ombra di Antigone”, è lo spettacolo scelto quest’anno dalla Fondazione istituto dramma popolare di San Miniato come manifesto della 67ª Festa del teatro dello spirito, l’iniziativa che vede anche la collaborazione con Federgat e “I teatri del sacro”. Lo spettacolo, andato in scena in anteprima assoluta lo scorso 18 luglio nella piazza del duomo del borgo pisano, per la regia di Roberto Guicciardini, è tratto da “La tomba di Antigone”, unico testo teatrale della filosofa spagnola Marìa Zambrano scomparsa nel 1991. Nella messa in scena l’eroina sofoclea diventata paladina delle leggi non scritte del sangue, torna a parlare dal sepolcro nel quale è stata rinchiusa, per annunciare la legge nuova, la legge del cuore. La tragedia proposta al pubblico de “la Festa del teatro” di San Miniato prende le mosse laddove termina il capolavoro di Sofocle. Antigone che non si rassegna alla legge degli uomini che vuole

lasciare insepolto il fratello Polinice, colpevole di avere mosso guerra contro Tebe, la sua città, viene condannata ad essere sepolta viva. Il testo della Zambrano inizia proprio quando le porte del sepolcro nel quale Antigone viene rinchiusa per offesa allo Stato, si chiudono alle sue spal-

le. Antigone si fa nell’opera della filosofa spagnola la portatrice dei valori legati al sangue: la famiglia, l’amore, la solidarietà, la fraternità. Diviene così il centro verso cui convergere, confessore di tutti i personaggi della tragedia che, come in una veglia funebre, scendono nel sepolcro per incontrarla. Lo fanno per trovare una risposta, quella redenzione che tutti cercano. Le azioni dei diversi personaggi vengono così riviste alla luce di una legge nuova, come la chiama Antigone. La legge dell’amore, la legge del cuore che è di questa terra. Un cuore che bisogna “andare a cercare, perché si perde”. A mettere in scena un’opera fedele nelle tematiche e nell’atmosfera alla tragedia di Sofocle è stato il regista fiorentino Roberto Guicciardini che ha realizzato uno spettacolo in cui Antigone parla senza sosta, alla ricerca delle zone di luce, come “chiari del bosco”, dove si annida la speranza di una rinascita dall’orrore, supportato da un cast in cui spiccano i nomi di Fiorenza Brogi e Bob Marchese.

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Dall’inizio della settimana le redazioni di inBlu stanno seguendo l’evento nei Gr e nelle rubriche di approfondimento. Collegamenti in diretta giovedi 25 luglio dalle 22.30 per la radiocronaca della festa di accoglienza, sabato dalle 23.30 per la Veglia di preghiera dal Campus fidei di Guaratiba e domenica dalle 14.30 per la S. Messa conclusiva della 28ª edizione della Giornata mondiale della gioventù con papa Francesco.

Dall’11 maggio la Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa della Natività di Maria in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Guidato da mons Sanguineti è in programma dal 6 al 12 agosto il tradizionale pellegrinaggio diocesano dell’Oftal (Opera federativa trasporto ammalati Lourdes), una realtĂ nata in Piemonte, diffusasi in tutta Italia e presente anche a Brescia. Al pellegrinaggio prenderanno parte 140 volontari, 25 sacerdoti e diaconi, un centinaio di ammalati e 200 pellegrini autonomi. Le iscrizioni sono ancora aperte. Se ne parla in Primo Piano (ore

Vuoi seguire tutte le vicende da Rio? Sul sito www.lavocedelpopolo.it notizie, foto e informazioni in tempo reale dalla Giornata mondiale della gioventĂš in Brasile. Spazio anche ai commenti dai social network piĂš famosi come Facebook, Twitter e Youtube. La prima Gmg per papa Francesco che ha per titolo: “Andate e fate discepoli tutti i popoliâ€?. Informazioni anche da Caravaggio, dove i giovani lombardi vivranno insieme la Gmg.

11.20) con il delegato vescovile dell’Oftal don Piero Bonetta. Il programma domenicale prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, in estate va in onda in edizione ridotta di un’ora dalle 11 alle 12 e trasmesso in differita anche su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl. Le rubriche della Buona Novella si possono riascoltare in podcast sul sito radiovoce.it.

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/D PDJLFD HVWDWH GHO FLUFR L’estate del piccolo schermo nostrano presenta appuntamenti ciclici consolidati, complici gli spazi del palinsesto lasciati vuoti – con poche eccezioni – dai programmi di maggior richiamo e la necessitĂ di proporre contenuti leggeri secondo stagione. “Circo estate 2013â€? (Rai3, martedĂŹ ore 21.05) dietro il titolo attualizzato con il riferimento all’anno in corso è una (ri)proposta che il pubblico delle famiglie italiane mostra di gradire. La soubrette Andrea Lehotska, il “clown dei clownâ€? David Larible e la modella Ainett Stephens vanno in pista per presentare i migliori spettacoli circensi degli ultimi anni, da Calgary

a Pechino, con un particolare occhio di riguardo per il Circo di Montecarlo. Di puntata in puntata, non mancano riferimenti alla storia del circo. A proposito: le prime prove circensi sarebbero state trovate addirittura nei geroglifici egizi, mentre nella Roma antica il circo era un luogo adibito a corse dei cavalli, esibizioni di animali, spettacoli di acrobati e giocolieri. Il termine rimanda alla forma circolare dello spazio utilizzato, dovuta al fatto che le prime acrobazie fossero eseguite dai cavalli che avevano bisogno di uno spazio recintato per correre. I moderni circhi itineranti con tendone sono nati in Inghilterra e si sono

poi affermati in Europa e nel mondo. Le discipline tradizionali nascondono dietro al nome non soltanto un insieme di tecniche ma anche una vera e propria scienza: la “clownerieâ€? rappresenta l’emblema del circo stesso, portando in pista pagliacci, mimi e maschere teatrali capaci di strappare la risata a grandi e piccini. La “giocoleriaâ€? è l’arte della manipolazione e impegna gli artisti in esercizi di destrezza, equilibrio e abilitĂ con attrezzi vari e, spesso, oggetti di uso quotidiano. La “acrobaticaâ€? si fonda sulle capacitĂ psico-fisiche, spesso atleti che hanno praticato ginnastica a livello agonistico e che dopo

la “pensioneâ€? intraprendono questa seconda carriera. Le “discipline aereeâ€? impegnano quelli generalmente chiamati trapezisti, dal nome di uno degli attrezzi usati per compiere piroette, volteggi e salti mortali in aria. I numeri con gli animali mettono in campo abili addestratori ed esemplari di fauna piĂš o meno feroce piegati alla causa. A portare le telecamere dentro il circo è stato piĂš di altri Federico Fellini. Sul piccolo schermo la rappresentazione è spezzata e discontinua, ma non per questo meno spettacolare. La varietĂ dei punti di vista, i primissimi piani sugli artisti e le frequenti carrel-

late sul pubblico sorpreso aumentano l’effetto di presenza, anche se le emozioni dal vivo mantengono una loro peculiaritĂ . I numeri da tendone catturano l’attenzione. Con l’eccezione degli animali addestrati (l’impressione è quella di una triste ripetitivitĂ dei loro gesti innaturali senza scelta), le prove di ginnasti, acrobati, equilibristi e pagliacci strappano il sorriso e l’ammirazione di chi apprezza la loro dedizione e la loro professionalitĂ , frutto di anni e anni di allenamento. E se di tanto in tanto ci scappa un errore, meglio ancora: ci ricorda che niente è facile nĂŠ scontato come sembra nelle esibizioni di questi soggetti.


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Semplificare e “sburocratizzareâ€?. Sono questi gli obiettivi principali ai quali punta il 58° Congresso nazionale dell’Ordine degli ingegneri, in corso a Brescia al Centro fiera di via Caprera sino a venerdĂŹ 26 luglio. Al congresso, che Brescia ospita per la prima volta, partecipano piĂš di mille delegati da tutta Italia. L’evento è trasmesso in streaming su internet, per raggiungere anche chi non ha potuto raggiungere fisicamente la cittĂ . I lavori del

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congresso si stanno articolando in una serie di ‘tavole rotonde’ dedicate ai temi piĂš rilevanti del settore. Gli ingegneri stanno dedicando particolare attenzione al tema dello snellimento della burocrazia che scoraggia potenziali investitori stranieri. Nel corso della mattinata del 26 luglio verrĂ consegnato il premio intitolato alla memoria dell’ing. Sandro Mossi, scomparso nei mesi scorsi e a lungo presidente del collegio bresciano.

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n questo spazio piĂš volte, nel corso degli ultimi anni, si è parlato degli effetti negativi della crisi economica e dell’azione paralizzante, causata dalla stessa, su tante aziende. Ogni tanto, però, dal mondo produttivo arrivano segnali che inducono a pensare che ci sia spazio ancora per la speranza in una ripresa complessiva del Paese. Grande risalto ha avuto nelle scorse settimane un servizio televisivo mandato in onda dalla Rai in cui si dava conto di un’esperienza di autogestione aziendale attuata in un piastrellificio di Sassuolo. Dinanzi alla prospettiva della chiusura proprietari e dipendenti si sono costituiti in cooperativa consentendo all’azienda di riprendere l’attivitĂ e di tornare a produrre fatturato. Un esempio confortante. Anche a Brescia, fortunatamente, ci sono esempi che inducono alla speranza. Un’esperienza positiva arriva da uno dei settori maggiormente penalizzati dalla crisi, quello delleproduzione della calze. Per anni le indagini congiunturali delle principali associazioni imprenditoriali indicavano la costante decrescita di questo settore, non piĂš in grado di reggere la concorrenza dei Paesi emergenti. Da Botticino, nelle ultime settimane, è giunto invece un segnale in controten-

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denza. L’azienda Coccoli, calzificio storico, ha deciso di portare avanti un’importante investimento e di lanciare una nuova linea di calze dedicata alle donne. Dal 1965 il calzificio di Botticino (comunità che ha legato molte delle sue fortune economiche proprio a questo tipo di produzione, ndr.) produce calze come terzista per le aziende italiane piÚ importanti nel

settore. Nel corso degli anni, poi, grazie a una costante collaborazione con i nomi piĂš importanti del settore, l’azienda si è evoluta fino a creare un proprio marchio di distribuzione. Nonostante la difficile congiuntura economica, l’azienda di Botticino ha deciso di operare importanti investimenti per essere al passo con i tempi da un punto di vista tecnologico in modo da ga-

rantire quella competitivitĂ e quella qualitĂ necessarie per reggere la concorrenza estera. GiĂ in possesso di un parco macchine all’avanguardia, che permette di creare modelli sempre piĂš sofisticati ed innovativi, entro la fine del 2013 il calzificio Coccolo acquisterĂ altri macchinari Lonati (altra importante azienda bresciana) di ultima generazione che saranno messi a disposizione del proprio gruppo di lavoro con l’obiettivo di soddisfare qualsiasi esigenza richiesta dal cliente, anche realizzando campionari in esclusiva. Da Botticino, da quella che sino a qualche anno fa è stata la capitale della produzione della calze (non a caso fra i doni offerti a Benedetto XVI in occasione della visita del 2009 c’erano anche alcune paia di calze), giunge finalmente una storia aziendale in positivo, un segnale importante per guardare, in tempi ancora oggettivamente difficili, con un minimo di speranza in piĂš al futuro.

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,QL]LDWL L SULPL WLURFLQL “Tramite gli oratori – ha ricordato Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia – è stato chiesto ai ragazzi: Cosa ti piacerebbe fare? Che lavoro ti piacerebbe imparare? In base alle risposte dei giovani, noi abbiamo cercato gli artigiani disposti a soddisfare le loro richiesteâ€?. CosĂŹ Eugenio Massetti ha presentato il secondo step di “Spes at Workâ€?. Dai primi di luglio hanno preso il via i primi 10 tirocini presso le aziende.

Promosso dalla diocesi di Brescia e dall’UfďŹ cio per l’impegno sociale, il progetto ha avuto quali coordinatori la Confartigianato e il Centro oratori bresciani. “Avevamo una ďŹ nalitĂ ben precisa – ha ricordato don Mario Benedini – non volevamo tanto intervenire sulle emergenze di povertĂ , ma volevamo creare per i giovani la possibilitĂ di intraprendere un cammino professionaleâ€?. Intermediario fra i 74 nominativi forniti dagli oratori e le

aziende è stata Confartigianato che ha selezionato, attraverso 50 colloqui di orientamento, 13 ragazzi. Attualmente i tirocinanti operativi sono 10, tre inizieranno il percorso a partire da settembre. Una riessione particolarmente profonda, sullo stato in cui versa l’occupazione giovanile, l’ha fornita don Marco Mori, ricordando le recenti dichiarazioni di papa Francesco:â€?Rischiamo una generazione senza lavoroâ€?.


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Il volto, fino ad ora, è quello di Tania Cagnotto (nella foto) che ha giĂ conquistato due medaglie (al momento dell’andare in stampa) un argento nel trampolino tre metri sincro con Francesca Dallapè e si ripete, da solo, dal trampolino da un metro. Per la giovane bolzanina, figlia d’arte, si tratta del terzo argento iridato (sincro trampolino 2009 e 2013), che si aggiunge a quattro bronzi (trampolino 3m 2005, 2007, 2009, trampolino 1m 2011). Mai un atleta della Federnuoto

aveva vinto medaglie in cinque edizioni mondiali consecutive. Davanti a lei solo le cinesi ma, anche qui come giĂ successo a Londra, di molto poco: in questo caso solo 10 centesimi. Una vera inezia. Ăˆ solo l’inizio dei Mondiali di nuoto che si stanno svolgendo in Spagna a Barcellona e che si chiuderanno il 4 agosto. Il nuoto in vasca comincerĂ da domenica 28 luglio. E lĂŹ si attendono i nostri atleti piĂš famosi, dopo il flop a Londra: Pellegrini su tutti.

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la convinzione che Andrea stesse rincorrendo il suo sogno. Resta la convinzione che Andrea stesse vivendo la sua passione. E forse nella sfortuna di un episodio simile, la sua grande fortuna e forza è stata quella di dedicare la vita alla sua passione. Può sembrare una magra consolazione, ma, senza fare di Andrea un santo, un eroe, un martire o strumentalizzarlo, si ricordi che ad Andrea brillavano gli occhi come un bambino vedendo una moto e guidandola, sfrecciando nel vento. Anche prima di dare il via all’ultima accelerata avrĂ gioito di questa passione che gli riempiva il cuore e l’anima e gli occhi avranno brillato. PerchĂŠ la passione, citando il vocabolario, è quel sentimento, impressione, sensazione che agisce sull’animo, a cui l’animo soggiace e che può turbare la capacitĂ di discernimento e di controllo. Si può dire anche guardando Andrea sulla moto, conscio dei pericoli, ma follemente innamorato della “sgasataâ€? sulla moto. E allora, come un’ultima “sgasataâ€?, ciao Andrea.

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ualcuno sussurra “Ancoraâ€?; altri, con sgomento, “Di nuovoâ€?; altri ancora osservano le immagini e non dicono nulla. E forse non c’è nulla da dire davanti all’ennesima tragedia di un circo che continua a correre, nonostante tutto. Sull’altare del business, dello show-business, si sacrificano vite. Come sull’ara di qualche dio pagano il sangue serve a tenerlo buono. Le necessitĂ di sponsor e di un sistema con giri miliardari, non ha fermato una gara che si preannunciava in condizioni di non sicurezza. Ora la vita sacrificata è quella di Andrea Antonelli, 25 anni che nella gara in Russia di motociclismo del Mondiale Supersport 600, scivola a causa dell’acqua sull’asfalto e viene travolto da Lorenzo Zanetti, bresciano, in arrivo dietro di lui. Dall’altro lato c’è chi dice che coloro che fanno questo “mestiereâ€? mettono in conto il pericolo a cui vanno incontro. Vero, ma se il pericolo è giĂ alto quando si sfreccia a velocitĂ elevate in condizioni di controllo, figuriamoci con uno strato di acqua sull’asfalto che rende la stabilitĂ di questi bolidi piĂš simile a quella che uno ha su una lastra di ghiaccio. Ma al di lĂ di tutte le ricostruzioni che si

possono fare, cercare di affrontare fotogramma per fotogramma l’ineluttabilità della scena, il dito puntato su chi quella corsa poteva fermarla e la rabbia e il senso d’impotenza che tutto questo suscita resta il fatto che un giovane di 25 anni ha perso la vita e con i

se e i ma non si può cambiare la storia. Resta il vuoto. Resta il dolore. Resta lo sconcerto. Resta la rabbia. Restano le lacrime. Ma resta anche la convinzione che Andrea amava questo sport. Resta la convinzione che Andrea si sentisse vivo su quella moto. Resta

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, VRUWHJJL GL &RSSD ,WDOLD SHU OH EUHVFLDQH Mentre continuano le notizie legate al mercato e alla preparazione delle squadre, sono stati sorteggiati gli impegni di Coppa Italia. Feralpi Salò e Lumezzane partiranno dal primo turno, il 4 agosto. Per la compagine gardesana la sďŹ da, fuori casa, è con il Vicenza. “Andiamo a giocare contro una retrocessa dalla B, in uno stadio di tutto rispetto – il commento di mister Scienza – e ci teniamo molto e come sempre andremo per fare bene, a

testa altaâ€?. Il precampionato ha messo in luce le grandi potenzialitĂ del gruppo. Passando il turno la Feralpi Salò si troverebbe a giocare con il Varese. Parte in casa, invece, la stagione rossoblĂš. La sďŹ da per i Valtrumplini, guidati quest’anno dal neo mister Michele Marcolin, con orario ancora da deďŹ nire, è contro la Massese (Serie D). In caso di passaggio del turno il Lumezzane si troverĂ davanti il Bari. Ingresso invece dal secondo turno

per il Brescia di Giampaolo. Domenica 11 agosto le Rondinelle sďŹ deranno la vincente tra Salernitana e Teramo. PrenderĂ cosĂŹ il via ufďŹ cialmente al Rigamonti la nuova stagione del Brescia che, in caso di vittoria si confronterĂ il 17 agosto con il Bologna allo stadio Dall’Ara nel terzo turno di qualiďŹ cazione, quando entreranno in gioco anche i primi 12 club di Serie A. I restanti otto (primi classiďŹ cati nella scorsa stagione) cominceranno la

corsa da gennaio 2014. Il Brescia calcio intanto continua la sua preparazione tra amichevoli e nuovi ingaggi. L’ultimo in ordine di tempo giunto a rinfoltire il gruppo è il difensore Gianluca Freddi (nella foto), lo scorso anno alla Reggina. Ha siglato un annuale con opzione per il secondo. VenerdĂŹ 27 luglio amichevole, spostata alle 17.30, con il Gaziantepspor sul campo di TemĂš. In attesa del primo vero ďŹ schio d’inizio l’11 agosto.

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Il Csi torna ad Haiti per allenare ai fondamentali dello sport e della vita. SarĂ la terza volta in due anni. La delegazione arancioblĂš sarĂ composta da 23 volontari, che dal 27 luglio al 18 agosto lavoreranno ad una serie di grandi iniziative. In programma animazione sportiva e corsi per allenatori. A Ferragosto la giornata clou, con il Csi che porterĂ allo stadio di Port au Prince oltre mille bambini. A settembre 2013, inoltre, due aspiranti allenatori haitiani verranno in Italia per fare

uno stage di 15 giorni presso alcune societĂ sportive di oratorio del comitato milanese. Nel frattempo nei container pro Haiti viaggeranno anche pacchi di materiale sportivo raccolti dalle societĂ sportive ciessine. Intanto sono moltissime le iniziative organizzate nell’hinterland milanese in favore del Csi Haiti, da sommare all’immenso contributo giunto dagli arbitri di tutta Italia in occasione della campagna “Day Arbitroâ€?, che ha fruttato complessivamente 24mila euro.

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uando la regular season finisce si accendono i riflettori dei tornei notturni, che tengono banco a tutto giugno e luglio convogliando un gran numero di spettatori in ogni angolo della provincia.Tra i tornei disputati sotto il marchio del Csi Brescia il piĂš prestigioso è senza dubbio quello di San Giovanni Polaveno, giunto alla 33ÂŞ edizione. VenerdĂŹ scorso ad alzare al cielo la coppa sono stati i calciatori della Trattoria Il Caricatore Concessionaria Automia, vittoriosi 2-0 nella finalissima con Arici Dario Scavi Queen Hair Style. Nella sfida per il bronzo successo dal dischetto per Msg Marmi e Graniti, dopo il totale equilibrio dei tempi regolamentari (2-2) e dei supplementari (3-3). Per quanto riguarda i premi individuali Paolo Trilli, Angelo Bettinsoli e Mocinos Perluzzo si sono aggiudicati rispettivamente i riconoscimenti riservati a miglior portiere, miglior giocatore e capocannoniere. Il Torneo di Lumezzane Fontana si è chiuso con il successo della Gnali Bocia sul Centro Revisioni Valtrompia. Bronzo alla Eme, che ha fatto sua la finalina con Logitech, premiata con la Coppa Disciplina. Per la Eme sono arrivati anche gli “Oscarâ€? del miglior bomber e del miglior portiere, assegnati a Guerra e Pellegrini. Sporting Montichiari corsaro in quel di Sirmione, con il primato al torneo Over

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del “miglior combattenteâ€?: Baccinelli degli Amici del Maury. Piazza (miglior giocatore), Bertoni (capocannoniere), Lucca e Bellini gli altri premiati. Al Torneo degli Alpini brilla la penna nera del Gussago, che conquista la 22ÂŞ edizione della manifestazione con merito dopo il 2-0 al Travagliato nella finalissima di sabato. Dopo il ko i bassaioli si sono riscattati nella finalina per il bronzo, imponendosi 4-2 sullo Zanano. Ancora in corso il Torneo di Tremosine: in vetta Pregasio e Pieve, candidate alla vittoria.

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Associato

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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Egr. direttore, le vergognose reazioni e i commenti di alcuni esponenti di Pdl e Lega a seguito del viaggio di papa Francesco a Lampedusa ci inducono ad esprimere ferme considerazioni. Rivolgiamo un appello alla Chiesa bresciana, significativamente nella persona del nostro vescovo Luciano, perchĂŠ si faccia carico di una prerogativa importante: la correzione fraterna. In una nostra lettera, pubblicata da “Voceâ€? nel marzo scorso dopo le elezioni, scrivevamo: “Certo, i Vescovi e i preti non spostano i voti e non devono sponsorizzare apertamente alcuno ma prendere parte per i piĂš deboli, gli esclusi, ecc. e sollecitare pratiche di buona politica che ‘anche‘ di loro deve prendersi cura. Nella Brescia (soprattutto la provincia) una volta ‘bianca’, Brescia cattolica, come si concilia la consistenza elettorale di movimenti populisti, xenofobi, isolazionisti con la pastorale dei nostri preti? I casi sono due: nella migliore delle ipotesi non sono ascoltati, nella peggiore essi non parlano, non denunciano e i risultati sono sotto gli occhi di tutti (i nostri occhi naturalmente)â€?. Bene, noi pensiamo che, soprattutto in questo momento quantomeno complesso, si debba testimoniare il nostro amore per questa Chiesa, cosĂŹ com’è, perchĂŠ si presenti con un volto piĂš consono all’immagine di GesĂš. Ecco perchĂŠ ci rivolgiamo al nostro vescovo Luciano affinchĂŠ riprenda con forza profetica (nel senso della denuncia) quanto ha opportunamente e mirabilmente sintetizzato nel febbraio 2011 con la lettera denominata ‘Stra-

nieri ospiti concittadini’ – lettera alle comunitĂ cristiane della diocesi di Brescia sulla pastorale per gli immigrati. PerchĂŠ parliamo di correzione fraterna? PerchĂŠ pensiamo sia il momento opportuno per una esplicita conferma di quanto espresso nella citata lettera, perchĂŠ è il momento del coraggio, della denuncia profetica e papa Francesco ne è chiaro interprete. Nessuno vuole o deve impossessarsi in modo strumentale dei gesti posti in essere dal Papa, ma auspichiamo che ai nostri presbiteri venga indicato d’essere sempre piĂš vicini al quotidiano, alle difficoltĂ , forse alcune volte meno impegnati nei confronti con le ĂŠlite e piĂš ‘confusi’ con una realtĂ laica che è proprio uno specifico cristiano. Siamo vicini a don Sciortino che ha fortemente stigmatizzato su “Famiglia Cristianaâ€? il “vergognoso silenzio sulle critiche al Papaâ€?. E come non commentare le sconvolgenti parole del leghista Boso: “Se un barcone affonda sono contento‌â€?. No, caro direttore, non è un caso isolato, ma la concreta manifestazione di un’ arrogante intolleranza condivisa, coltivata e che va fronteggiata con piĂš formazione, cultura, testimonianza, ma anche l’aperta denuncia senza timidezze o peggio connivenze per ottenere favori al momento opportuno. Vescovo Luciano, ci aspettiamo che la Chiesa italiana tutta levi alta la sua voce per far capire, senza equivoci, da che parte i cattolici tutti devono stare e cioè dalla parte del Vangelo portato a tutti, ma con privilegio agli ultimi. Teresa Benedini e Michelangelo Ventura Noi siamo Chiesa – Brescia

Â? ”‹Â?‰”ƒœ‹ƒÂ?‡Â?–‘ Egr. direttore, sono abbonata da diversi anni a “La Voce del Popoloâ€? e non ho mai partecipato a concorsi promossi dal giornale, ma la settimana scorsa, attratta dal visino simpatico di Giovanni Allevi, mi sono detta: “PerchĂŠ non provare?â€?. Ho spedito la busta con il tagliando del concorso per il concerto l’ultimo giorno disponibile (non posso quindi lamentarmi dell’inefficienza delle poste) e quando ho ricevuto la telefonata che mi comunicava di aver vinto l’estrazione ho risposto: “E adesso cosa faccio?â€?. Ho avvisato mia figlia che quella sera stessa avremmo avuto due biglietti omaggio per ascoltare la musica sempre gradita di Allevi in piazza Loggia. Una serata estiva diversa dal solito, inoltre, dopo tanto tempo, è stata una bella occasione per me e mia figlia di uscire insieme da sole. Grazie mille ancora e complimenti per il giornale: è sempre di mio gradimento anche quando cambia impaginazione, colore e servizi vari. Anna Maria Vaccari

Â? ‰”ƒœ‹‡ ƒ Dz ‘…‡dz Egr. direttore, vorrei approfittare di questo spazio per farle giungere, anche a nome di tanti altri, un ringraziamento per il servizio svolto dal settimanale, per la puntualitĂ e la professionalitĂ con cui viene proposto ogni avvenimento. In spirito di comunione fraterna vorrei esprimere anche la mia personale riconoscenza per il sostegno

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e la vicinanza che sempre manifesta. don Pierluigi Plata

ƒ ‰”ƒÂ?†‡ ‡•–ƒ–‡ †‹ ƒŽ‹Â?‘ Egr. direttore, vorrei raccontare in questo spazio l’esperienza del grest vissuta a Calino. Tre settimane nella “terra di Ozâ€?, per scoprire quello che giĂ c’è, come ha recitato il tema scelto. 16 sono stati gli educatori che, prima del grest, hanno frequentato un corso di formazione. 130 i bambini e ragazzi che hanno vissuto con entusiasmo l’esperienza. Per 30 di loro c’è anche stata la piacevole appendice del pranzo in oratorio. Nel corso delle tre settimane i partecipanti al grest (bambini della scuola dell’infanzia, alunni delle scuole elementari e medie) hanno avuto modo di vivere molte esperienze: dalla gita a Venezia a quella a San Zeno, sopra Desenzano, insieme ai grest di Cazzago, Bornato e Pedrocca). Meta dell’ultima uscita è stato il monte Polieto, in Valseriana. La maggior parte del tempo, però, è stato vissuto all’interno del parco secolare dell’oratorio che fa parte dell’antico Palazzo del Cedro, dimora dei nobili Calini. Nella serata del 14 luglio, infine, la festa di chiusura del grest con la massiccia partecipazione di genitori che hanno applaudito lo spettacolo musicale realizzato dagli animatori coordinati da Virna Turriceni e dal parroco don Paolo Salvadori. L’intensa attivitĂ degli oratori dell’unitĂ pastorale non si è esaurita col grest. Nei giorni successivi hanno preso il via i campi scuola tra mare e montagna. A metĂ agosto, infine, il pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Celeste Ferrari

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