La Voce del Popolo 2013 32

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V Vorrei somigliare a chi cerca di realizzare ciò che ha promesso a se stesso, soprattutto se l’ha fatto in un momenm tto di quiete e di preghiera; a chi vuole ritrovare la strada maestra e prova a seguirla, adagio, senza correre; a chi è m cconvinto che Dio passa in silenzio; a chi pensa non solo ai ssuoi diritti, ma si cura di quelli degli altri, perchĂŠ li considera d il motore dello sviluppo di tutti; a chi pensa che essere r straniero non sia una colpa, a chi non giustifica il razzismo s con un po’ di patriottismo, a chi non considera l’altro un sm avversario; a avv a chi non si sottrae alla legge, neanche con una furbizia, per non perdere il diritto morale di farsi rispettare; a f furbi chi considera la parola di Dio luce per i suoi passi; a chi crede c con che c Dio ffa buone tutte le cose, che quando c’è il male è perchĂŠ Dio si fida di noi n e sa che lo possiamo superare; a chi crede che la speranza ra sia capace cap di fare l’impossibile, se abbinata alla costanza. A chi crede che amar amare è solo donare e che per amare occorre perdonare; a chi fa politica, magari mag per professione, perchĂŠ può perdere la bussola o l’anima, per il ruolo che ha e per le difficoltĂ che incontra nel rappresentare.

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Venti di guerra. In Siria, gli Usa verso l’attacco?

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͚͛ ……Ž‡•‹ƒ Nomine. I provvedimenti dell’estate

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͛͞ …‘�‘�‹ƒ Luigi Lucchini. L’addio al cavaliere del sogno bresciano

Í›Í&#x; ’‘”– Brescia calcio. Limiti e pregi del team di Giampaolo

‡•–‹Â?‘Â?‹ …”‡†‹„‹Ž‹ †‡Ž ƒÂ?‰‡Ž‘ Una Chiesa estroversa; una Chiesa che ama come ama GesĂš; una Chiesa che vive la comunione come prassi; una Chiesa che annuncia il vangelo piĂš con l’amore e l’unitĂ nella diversitĂ che con la rigiditĂ di una dogmatica preconcetta. Ăˆ la Chiesa in missione che il vescovo Luciano Monari presenta nella sua prossima lettera pastorale, che ha per titolo “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voiâ€? (Gv. 20,21) e che sarĂ diffusa nei prossimi giorni. Una lettera, la quarta del suo episcopato bresciano, che ribadisce e declina uno stile di evangelizzazione evangelico che abbiamo, ormai, imparato a conoscere e ad apprezzare. Ma oltre i

contenuti che avremo modo di approfondire, quali provocazioni possiamo raccogliere da questo atto magisteriale del Vescovo? Anzitutto il legame profondo che unisce la missione ecclesiale con la Parola di Dio, l’eucaristia e la vita della comunitĂ cristiana (le tre lettere precedenti). Non possiamo annunciare Cristo a compartimenti stagni. Siamo chiamati a un’unitĂ del nostro essere che ci fa al tempo stesso uditori, commensali, fratelli e testimoni. Per questo la parte teologica della lettera non è scontata, ci aiuta a sentire viva la chiamata di GesĂš a trasformare tutta la nostra vita sulla sua, in ascolto dello Spirito Santo per mostrare al mondo il volto del Padre. Per questo i discepoli sono mandati, per rendere vivo quello stesso amore che vive nella TrinitĂ . E se ci sentiamo amati, forse sapremo amare con lo stesso amore il mondo e gli uomini. In secondo luogo il Vescovo provoca la Chiesa bresciana ad avere grande cura

di come vivere l’amore e la comunione. Ăˆ un tema ricorrente per Monari che insiste su uno stile di relazioni che non sia solo frutto di un’alchimia psicologica, ma di un cammino virtuoso di conversione permanente. Che per il Vescovo il “gareggiare nello stimarci a vicendaâ€? sia piĂš pastoralmente efficace di tante iniziative pastorali? Forse. In ogni caso pare che abbiamo ancora molta strada da fare. Non mancano, poi, indicazioni concrete per la vita delle parrocchie e l’impegno per l’evangelizzazione: missioni popolari, itinerari catecumenali... Resta il dubbio, però, su cosa potrebbe significare rileggere tutta la nostra pastorale dal punto di vista di un criterio prioritario di evangelizzazione come l’amore di Dio e non solo la trasmissione dei contenuti della fede o la ripetizione di una prassi ecclesiale tradizionale e consolidata. In altri termini: cosa dice questa prospettiva al nostro modo di fare oratorio o iniziazione

cristiana, a i nostri modo di vivere la festa piuttosto che i sacramenti, al gestire le strutture o i soldi personali e quelli delle parrocchie? Una missione centrata sull’amore e la comunione, sbilanciata sulle “periferie esistenzialiâ€? e ritmata “dall’odore delle pecoreâ€? potrebbe innestare scelte ecclesiali e pastorali inedite. In questo senso, per la nostra diocesi, l’esperienza di tanti missionari ad gentes bresciani potrebbe divenire una risorsa e uno stimolo al confronto da non trascurare. Infine l’apertura alla societĂ e al mondo. Monari non entra nello specifico degli ambienti della vita, se di quello familiare, ma apre a una declinazione della missione dell’amore e della comunione secondo lo spirito delle beatitudini. Come dirlo nel lavoro, nella politica, nell’economia resta una sfida da giocare non tanto sul filo della difesa apodittica dei valori cristiani, ma piĂš sul versante della coerenza della vita dei testimoni del vangelo.


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a Chiesa bresciana è in attesa della nuova lettera pastorale del suo Vescovo, un documento che mons. Monari ha voluto dedicare al tema della missione. “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voiâ€? è il titolo scelto per la quarta lettera pastorale del suo episcopato bresciano. Ăˆ il vicario generale, mons. Gianfranco Mascher a dare le prime, significate indicazioni sulla nuova lettera, su quelli che sono i passaggi piĂš significativi del documento con cui il vescovo Monari, dopo la parentesi del Sinodo sulle unitĂ pastorali su cui la Chiesa bresciana si è concentrata lo scorso anno, torna a esercitare il suo ruolo di maestro, di guida per la diocesi. “I contenuti – afferma il Vicario generale – sono sinteticamente annunciati giĂ nel titolo scelto per la lettera pastoraleâ€?. Richiamando il Vangelo di Giovanni, “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voiâ€?, il Vescovo anticipa la ricchezza del

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po questa introduzione – proseguono le anticipazioni di mons. Mascher – la lettera del Vescovo prosegue e si sviluppa in tre capitoli: GesĂš è mandato dal Padre; la Chiesa è mandata da GesĂš; la missione della Chiesa bresciana in continuitĂ col ministero di GesĂšâ€?. Il Vescovo conclude la sua quarta lettera pastorale con il racconto, tratto dal Vangelo di Luca, del viaggio di Maria dalla cugina Elisabetta. “Un racconto in cui – sono ancora affermazioni del Vicario generale – mons. Monari ravvisa l’icona piĂš significativa della missione ecclesialeâ€?. Come ogni lettera pastorale anche “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voiâ€? è destinata a “segnareâ€? il cammino pastorale della Chiesa bresciana. “Dopo l’ampia trattazione biblico-teologica dei primi due capitoli – afferma al proposito mons. Mascher – il Vescovo offre precise indicazioni per il cammino della Chiesa bresciana perchĂŠ, in tutte le sue componenti, sappia rispondere al comando della missioneâ€?. La Chie-

sa bresciana può attingere da questo punto di vista da quell’importante tradizione costituita dall’impegno ampio e generoso che la diocesi da sempre dimostra nei confronti della missione. Non a caso il Vescovo ricorda nella lettera la dedizione di congregazioni religiose, di fidei donum, di associazioni, del volontariato nel campo della missione ad gentes, “un patrimonio – sottolinea il Vescovo – immenso di persone, iniziative e mezzi di cui occorre fare tesoro per rinvigorirlo e rilanciarloâ€?. Ma alla sua Chiesa mons. Monari chiede anche l’annuncio del Vangelo, a tutti, indistintamente. Una

richiesta supportata anche dalla riscoperta di alcune “buone praticheâ€? come le missioni popolari (nella foto quelle recentemente celebrate a Manerbio), capaci di far nascere piccole comunitĂ territoriali che alimentino la fede e sviluppino la vita cristiana, o itinerari di tipo catecumenale, da attuare nelle parrocchie nei tempi forti della Quaresima e della Pasqua come occasioni di risveglio della fede. “Proposte – conclude mons. Gianfranco Mascher – che non mettono in secondo piano l’imperativo dell’attuazione della missione anche attraverso la testimonianza della vitaâ€?.

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8Q SHUFRUVR FKH LQL]LD GDO EDVVR Alcune delle indicazioni date da mons. Monari alla Chiesa bresciana nella sua missione di annunciare al mondo il volto invisibile di Dio trovano già riscontri positivi. Esistono già “buone pratiche” che qualche comunità bresciana, anche sulla base di iniziative messe a punto in altre diocesi, sta già sperimentando, proprio perché nasca anche dal basso quella risposta al mandato che Gesù ha consegnato alla sua Chiesa. È il caso, per esempio, delle cellule parrocchiali di evangelizzazione, un’esperienza che in diocesi sta vivendo la parrocchia delle Sante Capitanio e Gerosa a San Polo, in città. Si tratta di un’iniziativa “adottata”, a partire dal 1986, dalla parrocchia di Sant’Eustorgio a Milano. Il parroco del tempo, don Piergiorgio Perini, aveva conosciuto negli Stati Uniti una singolare ma efficace esperienza di evangelizzazio-

ne. Un’esperienza che affondava le sue radici nella chiesa primitiva di si parla anche negli Atti degli Apostoli. Centrale, in questa nuova forma di evangelizzazione che sta prendendo sempre più piede in Italia, è la relazione personale, la predilezione per il piccolo gruppo, secondo quanto Gesù stesso fece scegliendo i “Dodici”. Piccoli gruppi di persone, legati da rapporti di prossimità, come la parentela, il vicinato, la comunanza di professione, che, nella preghiera e nel servizio all’altro, evangelizza e fa discepoli, dando vita per gemmazione a nuove cellule. Brescia guarda con attenzione anche ad altre esperienze “originali” di nuova evangelizzazione. Tra queste ci sono anche le “Sentinelle del mattino”, una proposta che ha nel sacerdote veronese don Andrea Brugnoli il suo animatore. Nel 1999, per dare nuovo vigore all’evangelizzazione del-

le giovani generazioni lancia la prima esperienza diocesana: apre una chiesa in centro a Verona nella notte tra il sabato e la domenica, per invitare, grazie alla collaborazione di un gruppo di giovani e di ragazze, tanti coetanei dicendo loro che Gesù li aspetta. L’iniziativa ha un certo successo e nel 2001 don Andrea organizza il primo “Corso di base” per gli animatori giovanili. Le serate denominate “Luce nella notte” si moltiplicano e nel 2004 l’esperienza incomincia a diffondersi in Italia e poi all’estero. Diventa un movimento diocesano che prende il nome de “Le sentinelle del mattino” e che è svolge una sorta di accompagnamento nella nascita e nel radicamento di cellule di evangelizzazione nelle parrocchie per aiutare i tanti giovani che vogliono tornare alla fede ma che non trovano ancora nelle loro parrocchie risposte adeguate.


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Ăˆ passato mezzo secolo da quel 28 agosto 1963 quando il reverendo Martin Luther King, davanti alle 250mila persone radunate davanti al Lincoln Memorial di Washington, presentava il suo sogno. Di vite dimezzate da leggi razziste parlava il reverendo ai partecipanti alla “marcia per il lavoro e la libertĂ â€?. E per loro chiedeva eguaglianza e giustiziaâ€?. Mezzo secolo dopo l’America ha per certi versi fatto piĂš passi avanti di quanti avrebbe potuto sperare.

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Per altri versi, però, “il suo sogno resta ancora molto lontanoâ€?. Lo scarto economico tra bianchi e neri “è rimasto praticamente lo stesso del 1963â€?. “In sostanza dalla marcia a oggi per i neri americani non è cambiato praticamente nullaâ€?. A spiegarlo èWilliam Darity, professore di Politiche pubbliche, economia e studi afroamericani alla Duke University: “Certo – afferma – la povertà è diminuita per tutti, ma il divario tra neri e bianchi è restato pressochĂŠ immutato nell’ultimo

mezzo secoloâ€?. Quel sogno universale, di fratellanza, basato sul tema dell’uguaglianza, della possibilitĂ che uomini diversi vivano insieme, i figli degli schiavi e quelli di coloro che hanno avuto schiavi è ancora da realizzare. Ăˆ qualche cosa che non riguarda solo la discriminazione tra neri e bianchi negli Stati Uniti nel 1963, ma tantissime situazioni della storia, del mondo e anche altre presenti, purtroppo, ancora oggi.

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uello che settimane era stato scritto su queste pagine. Quello che era stato paventato come un rischio sta purtroppo assumendo i contorni tragici della realtĂ . La guerra civile in corso da due anni in Siria si sta avvicinando al baratro di un conflitto di ben piĂš ampie proporzioni. La costante escalation di violenza delle scorse settimane, culminata con la conferma dell’utilizzo da parte del regime di Assad di armi chimiche per cercare di fiaccare la resistenza di chi vuole la sua fine politica non è passata inosservata (d’altra parte sarebbe stato sorprendente il contrario). La comunitĂ internazionale piĂš volte accusata di evidente indifferenza e di eccessivi tentennamenti nei confronti di quanto stava avvenendo in Siria, sembra essersi destata, tanto che Usa, Gran Bretagna e Francia sarebbero pronti ad una azione militare contro Damasco. Il cronometro verso l’ennesima guerra in un’area giĂ â€œsufficientemente calda (Iraq e Afghanistan sono situazioni tutt’altro che risolte, ndr) sembra avere avviato il suo conto alla rovescia, tanto che i principali media internazionali sostengono che giĂ nelle prossime ore potrebbero scattare le prime azioni. Raid o attacchi mirati che potrebbero anche avvenire senza la condivisione con Nato e Onu, che pure hanno indetto riunioni urgenti per decidere il da farsi. Insomma una

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con preoccupazione all’incalzare degli eventi. Fresco è ancora il ricordo di quanto avvenne nel 2011 con la Libia. Quelli che dovevano essere semplici raid aerei per frenare l’azione repressiva di Gheddafi nei confronti dei ribelli libici si trasformarono ben presto in azioni che aprirono di fatto a una guerra non ancora del tutto conclusa. Il governo italiano sta ripetendo da giorni che senza l’avvallo dell’Onu l’Italia non concederĂ neppure l’uso della sue basi da cui far decollare gli aerei che andranno a bombardare in Siria. Ancora piĂš drastico il parere del ministro della Difesa Mario Mau-

ro che in alcune interviste ha ribadito la necessitĂ di tenere il Paese fuori da qualsiasi azione, anche sotto l’egida Onu. L’Italia, secondo Mauro, sarebbe giĂ pesantemente esposta su altri fronti. Nonostante tutto c’è ancora chi spera che si possa giungere a una soluzione negoziale che ponga fine alla guerra in Siria. Si tratta di un’opzione che ha fra i suoi sostenitori anche il ministro degli Esteri Emma Bonino, oltre che molti rappresentanti religiosi che si sono progressivamente uniti a papa Francesco nel chiedere incessantemente, con la preghiera, che a Damasco possa tornare la pace.

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7URSSL L ULVFKL GHOO¡LQWHUYHQWR DUPDWR “Scegliere la scorciatoia delle armi senza aver ben deďŹ niti gli intenti ďŹ nali, sarebbe disastrosoâ€?. CosĂŹ Andrea Margelletti (nella foto), presidente del Cesi (Centro studi internazionali) e consigliere strategico del ministro della Difesa, commenta la delicata questione siriana alla luce delle posizioni di Usa, Regno Unito e Francia. L’intervento militare è veramente questione di poche ore?

Ăˆ prematuro pensare a un intervento immediato, anche se la pianiďŹ cazione militare per alcune nazioni è avviata. Credo che nell’arco di una settimana, o nei prossimi 10 giorni, potrebbe esserci l’inizio di un’operazione che, per come si sta preconďŹ gurando, farĂ uso di missili cruise, quelli a traiettoria guidata Palazzo Chigi continua ad auspicare “una soluzione in ambito multilateraleâ€?. Ăˆ immaginabile?

Il ministro della Difesa, Mauro, ha auspicato una posizione condivisibile. Ma, a differenza dello scenario libico, l’apertura di un fronte in Siria creerebbe indiscutibilmente delle criticitĂ a livello regionale con punti oscuri che in questo momento non sono neanche prevedibili. Non bisogna però dimenticare che, aldilĂ della geopolitica del momento, si sta giocando, attraverso la Siria, un ‘redde rationem’, tra sunniti e sciiti,

che, purtroppo, ha radici secolari. Il ministro degli Esteri Bonino chiede, invece, una soluzione paciďŹ ca... Sostengo da sempre che un’operazione militare sprovvista di una deďŹ nita e chiara strategia politica si tramuterebbe in un danno. La posizione italiana, tesa ad ampliare il piĂš possibile le voci di dialogo e la diplomazia degli attori, è determinante.


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all’Integrazione CĂŠcile Kyenge. Gli italiani (che per il 92% si dicono cattolici) si sono ormai dimenticati gli insegnamenti base della religione. Il sito www. redattoresociale.it riporta alcuni dati della ricerca. Per quanto in nove su 10 dicano di aver ricevuto un’educazione cattolica, per il 20,4 % degli intervistati GesĂš è l’autore della Bibbia, mentre Mosè lo è per il 26,4%. Strafalcioni legati anche a una scarsa frequentazione dei testi

sacri. Soprattutto la Bibbia: al di fuori della messa, dove per altro si reca con regolaritĂ un italiano su 10 ormai, solo il 29,3% degli italiani dice di leggerla. Meno di due italiani su 10 conoscono poi i comandamenti, il 41% ne sa nominare uno e il 17,2% o non ricorda nemmeno “non uccidereâ€?. Reminiscenze del catechismo, come le tre virtĂš teologali fede, speranza e caritĂ , sono rimaste impresse solo al 17,2% degli italiani.

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uò sembrare strano, eppure il sistema-Italia ha fatto un piccolo passo in avanti, che per decine di migliaia di lavoratori (120mila, amplifica il governo) appesi da anni a una condizione di precarietĂ per il proprio impiego con la pubblica amministrazione è, al contrario, un grande passo. I recenti provvedimenti governativi di stabilizzazione di molti dipendenti a termine (ma ormai con cronica precarizzazione), nonchĂŠ dell’immissione in ruolo di molti altri vincitori di concorso ma parcheggiati da tempo nel limbo dell’“oggi no, domani forseâ€?, sanano un’ingiustizia prorogata di anno in anno. Nel pubblico impiego da anni esiste il blocco delle assunzioni, ma si sopperisce alle esigenze operative facendo entrare dalla finestra della precarizzazione migliaia di lavoratori senza i quali molti servizi pubblici sarebbero paralizzati. A trarre i maggiori benefici dal “piccolo passoâ€? dovrebbe essere il sistema scolastico, anche se esso stesso non è ora preparato a immettere nei suoi ranghi i neo-assunti. Nell’era dell’informatica e di internet, molta pubblica amministrazione si muove ancora sul dorso dei muli. Niente di trascendentale dunque, ma un atto dovuto che è da leggersi positivamente in questa situazione di drammatica crisi occupazionale. E ne diamo merito a questo governo, finora bravo nelle piccole cose. Ci sarebbe

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in veritĂ da riformare radicalmente la pubblica amministrazione, decidendo cosa debba fare e cosa invece lasciare al privato; rifornendola di

risorse adeguate soprattutto a livello tecnologico; mettendola in rete tra le sue branchie e valutandone infine la qualitĂ del lavoro complessivo e dei suoi singoli addetti. Ma questa riforma, che è storica realtĂ in altri Paesi, da noi sembra ancora catalogata tra la fantascienza e l’astrologia. Rimane il fatto che possiamo e dobbiamo uscire da una logica che guarda solo alla quantitĂ , ai numeri di un settore pubblico (in oggettivo dimagrimento) che non può piĂš essere considerato la spina nel fianco del sistema-Italia, quanto un asset decisivo per dare competitivitĂ allo stesso, e per fornire ottimi servizi rispetto alle risorse (tasse) fornite dai cittadini. Quanto alle promesse di “inversione di rottaâ€?, di stop alla babele occupazionale... beh, sono promesse che troveranno fiducia quando vedremo comportamenti lineari anno dopo anno, governo dopo governo. Ma una cosa, questi provvedimenti hanno chiarito una volta in piĂš: questo Paese ha bisogno di essere governato. Bene, aggiungiamo noi. Ma certamente la mole di questioni da affrontare è tale, e l’urgenza si fa sempre piĂš acuta, che altri mesi di paralisi governativa questa volta potrebbero risultare letali: lo ha ribadito a chiare lettere il presidente Napolitano. E la logica dell’emergenza continua fa sĂŹ che si applichino cerotti alle nostre ferite, senza mai avere la capacitĂ e il tempo di affrontarle come si deve.

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di effettuare ardimentose salite in vetta la possibilitĂ di un sano “bird watchingâ€?. Nelle settimane agostane le prime pagine dei quotidiani e le scalette dei telegiornali hanno conosciuto l’occupazione di falchi e colombe. Solo per pudore si è parlato poco di gufi e di avvoltoi. Un’imprevista conversione naturalistica dei principali media italiani? No, semplicemente il tira molla politico scatenato dalla condanna definitiva di Silvio Berlusconi per evasione

fiscale. La sentenza della Corte di cassazione all’inizio del mese e da allora si è scatenata la polemica sull’eventuale decadenza del leader del Pdl dalla carica di senatore. Sulla sopravvivenza politica dell’ex premier hanno cominciato a fronteggiarsi i falchi e le colombe del Popolo della libertĂ . Uno scontro frontale tra i falchi che invocano soluzioni radicali (stop al governo delle larghe intese e ritorno al voto) e le colombe che propongono soluzioni piĂš soft. Tra

questo svolazzare di esemplari piĂš o meno pericolosi non è mancato, anche se in forma piĂš discreta, quello di altri “volatiliâ€?. Nei cieli della politica si notano anche tanti gufi, che non soffrirebbero piĂš di tanto per una caduta dell’esecutivo, ma anche tanti avvoltoi. Il problema è che di questa voliera gli italiani, quelli che faticano ad arrivare alla fine del mese, non sanno proprio che farsene e continuano a sognare di poter tornare alle aquile di alta montagna. (Massimo Venturelli)

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Dopo le vacanze arriva la crisi? Ferragosto 1964. La abitudinaria tradizione sulla psicologia depressiva. La vacanza della crisi, si pronosticava. Le ferie del dopo-boom. Ed invece anche il mezzo agosto di quest’anno non ha mancato il tutto esaurito. Semideserta la cittĂ . Affollati di ospiti i centri turistici della provincia. Insomma c’è stato il panorama abituale di questi ultimi anni. Sulle strade traffico caotico che ha messo a dura prova la pazienza delle 45 pattuglie della stradale dislocate nei punti nevralgici; incidenti in aumento; nei centri di villeggiatura si sono alternate le manifestazioni ferragostane: serate dell’ospite, passerella dei bimbi, elezione di miss, gare sportive. La diversitĂ rispetto agli scorsi anni è invece nelle sfumature, che si potranno cogliere intieramente solo a fine stagione. Sfumature di struttura e di contingenza... Caratteristica particolare di quest’anno viene dalle maggiori ferie concesse, per motivi congiunturali, da grosse e medie aziende che hanno prolungato il periodo di chiusura annuale. Il che ha favorito un aspetto

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strutturale del tutto nuovo. I bresciani hanno riscoperto gli itinerari di casa propria. Mai come quest’anno i concittadini hanno affollato le montagne, le valli, i centri meno noti di casa. Si sono rianimati piccoli paesi della valli Camonica e Sabbia, che prima languivano, s’è ritrovato il gusto delle gite fuori cittĂ . Qualcuno s’è meravigliato di non conoscere luoghi tanto

ameni a quattro passi dall’uscio di casa... Nonostante questi aspetti che avrebbero dovuto convincere ad una piĂš seria politica turistica, il ferragosto ‘64 ha lamentato le magagne di sempre, cui ha cercato di porre rimedio una severa repressione operata dalle autoritĂ provinciali di concerto con l’Ept. Ancora ci si deve lamentare che il prezzo fisso del menĂš salga

inusitatamente al momento del conto. Molti albergatori hanno confermato di avere la penna facile e la mano pesante. A tutto danno del proprio lavoro futuro che continuerĂ a peggiorare. Ancora ci si è dovuti lamentare per i rumori assordanti che violentano le spiagge dei laghi. Ancora s’è verificata una mancanza di serietĂ nella denuncia delle

presenze... La vera peculiare caratteristica del Ferragosto ‘64 sta però (ci si scusi il bisticcio) nel dopo ferragosto. Nelle polemiche (piĂš o meno benevole), nelle discussioni, nei commenti, nelle interpretazioni che dall’andamento stagionale stanno sortendo nei vari ambienti interessati. Si obietta il calo delle presenze non è paragonabile al calo complessivo delle entrate, dovute alla mancanza di liquiditĂ degli ospiti. Gli italiani non hanno avuto la gratifica. Gli stranieri lesinano sulla lira. In particolare gli olandesi sono di “una magraâ€? desolante, ci diceva un albergatore. I pochi tedeschi hanno lo spauracchio della recessione e della svalutazione, secondo puerili montature scandalistiche. La carenza di ospiti teutonici è il dato di piĂš contrastante interpretazione. Si danno decine di motivi, tutti validi dal loro punto di vista e tutti concomitanti. E che hanno scatenato, come succede da sempre, almeno da noi, accuse e controaccuse tra privati e enti pubblici, fra operatori e commentatori...


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Dei presunti 800mila euro di don Gatteri se ne sono occupati tutti. Certo il piatto era appetitoso per i media sempre piĂš sensibili e puriginosi quando possono scavare nella vita dei preti, soprattutto se si toccano particolari ďŹ nanziari o sessuali. CosĂŹ il povero don Giulio è ďŹ nito nei tritacarne di tv e giornali di tutta Italia ed è divenuto, suo malgrado post mortem, protagonista della caccia alla notizia farlocca di ferragosto da consumare in spiaggia. Nessuno scampo e rispetto: diritto

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di cronaca. ChissĂ come l’avrebbe raccontata lui, don Giulio, la storia dell’ereditĂ e soprattutto l’attenzione mediatica che ha suscitato. Probabilmente, dice chi l’ha conosciuto, con quel piglio e quell’ironia che sempre l’hanno contraddistinto. Ora la magistratura e il buon senso faranno il resto. Certo è che qualche riessione bisognerĂ che anche i sacerdoti la facciano sui beni personali, come pure chi, accanto a loro, amministra i beni della Chiesa. Niente di nuovo:

trasparenza, prudenza, legalitĂ sono da tempo le parole d’ordine di ogni onesta amministrazione dei beni ecclesiastici personali e comunitari. Come pure, però, va detto che il diritto alla riservatezza e alla libertĂ di disporre del proprio patrimonio, grande o piccolo, va salvaguardato anche per i preti che non sono cittadini di serie B. Semmai il criterio di coscienza resti la povertĂ e la sobrietĂ evangelica, il miglior antidoto per evitare pure le tempeste di ferragosto. (Adriano Bianchi)

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a cinque anni la diocesi ha stretto le maglie dei controlli con la definizione di una procedura inderogabile: la consegna dei bilanci deve essere affiancata dalla presentazione del patrimonio. La diocesi da due anni è, inoltre, all’avanguardia con un progetto pilota della Sicei: si tratta, infatti, del primo sistema entrato in funzione in Italia. Nel 2011 con la predisposizione di uno sportello online tutti avevano praticamente consegnato la situazione patrimoniale della parrocchia. Ad oggi il bilancio 2012 (consegnato a giugno 2013) è giĂ stato consegnato da 419 parrocchie, 25 sono in compilazione, 11 sono da ricompilare e una quindicina devono ancora muoversi. Bene ricordare che fino al 2008 non era obbligatorio presentare il bilancio corredato dallo stato patrimoniale. Va precisato che in quanto ente ecclesiastico civilmente riconosciuto, la parrocchia può svolgere direttamente non solo le attivitĂ di religione e di culto, ma anche attivitĂ diverse; queste ultime, però ovviamente restano soggette, nel rispetto della struttura e della finalitĂ dell’ente ecclesiastico, alle leggi dello Stato. Ovviamente ci sono parrocchie complesse nella gestione, anche per questo si deve precisare che l’ente di riferimento è sempre la parrocchia: non ci possono essere conti intestati a contrade, frazioni o altro‌ La ve-

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per gli affari economici (restano comunque organi consultivi) con l’inserimento di professionisti preparati ed esperti in grado di supportare il parroco. L’Osservatorio giuridico legislativo ha promosso prima nelle macrozone e poi lo scorso anno al Centro pastorale Paolo VI un corso intensivo al quale hanno preso parte circa 150 laici. Ma cosa è successo a Lumezzane San Sebastiano? Il bilancio 2012 della parrocchia di Lumezzane San Sebastiano non era ancora stato vidimato ed era in fase di definizione vista la malattia del parroco, don Giulio Gatteri. Quando un parroco termina

il suo servizio in una data parrocchia, deve compilare i libretti della vacanza del parroco dove si raccolgono i dati pastorali ma anche quelli patrimoniali. Diverso il discorso quando si verifica una morte improvvisa del parroco: viene nominato un amministratore parrocchiale per aiutare il vicario zonale a compilare i dati della parrocchia. Questo è quanto successo a Lumezzane San Sebastiano con la nomina, alla morte di don Gatteri, di don Roberto Ferazzoli come amministratore, e la successiva verifica che alcune recente operazioni non trovavavano un’apparente giustificazione.

´3DUzOH VSDUQHJjGHÂľ “Paròle sparnegĂ deâ€?, sottotitolato “vocaboli inservibili di una lingua abbandonata sulle rive dei fossiâ€?, edito da Clarense Edizioni, è un libro scritto dall’infaticabile Mino Facchetti (nella foto) che viene presentato al pubblico giovedĂŹ 29 agosto da Michele Metelli, presidente di Etnopolis, nella piccola frazione di S. Giovanni, alle 21, nell’ambito della sagra che chiude il mese. Una sorta di vocabolario di termini dialettali

clarensi che, si legge nella prefazione dell’autore, �al pari di quasi tutti i segni del passato e della sua storia, ha subito l’oltraggio del tempo e dell’incuria degli uomini�. E come ogni dizionario che si rispetti, il libro inizia con la prima lettera dell’alfabeto e con il proseguire della lettura, parole antiche catapultano in un passato che ancora oggi si fa sentire per le strade e i bar clarensi, per quanto non si sa. Impossibile ferma-

re il tempo e “lo sbriciolamento di una linguaâ€? scrive ancora Facchetti, precisando che il libro, “non è una botta di nostalgiaâ€?. Ogni capolettera è accompagnato da delicati acquarelli di Marco Facchetti, la quasi totalitĂ dei quali aventi per oggetto il mondo della natura in un rimando ad una dimensione quasi onirica che ben accoglie questa raccolta di vocaboli vittime di una globalizzazione che li sta poco a poco fagocitando.

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zio: “Percorriamo l’identitĂ di Brescia sulle tracce vantinianeâ€?, “Rivivi l’atmosfera dei chiostri brescianiâ€?, “Lungo le mura di Bresciaâ€?, “Brescia la leonessa d’Italia e il percorso delle X giornateâ€?, “Attraverso cortili, palazzi, portali. Brescia si raccontaâ€?. Nata dalla collaborazione fra il Cts di Brescia, che metterĂ a disposizione le biciclette, “Buonissimoâ€? che offrirĂ la colazione ai ciclisti e “Guida artisticaâ€?, l’iniziativa si svolge in concomitanza della “Settimana europea della mobilitĂ â€?. I diversi

itinerari permettono di soddisfare ogni tipo di curiositĂ , storica o artistica. Chi vuole conoscere piĂš da vicino le opere del celebre architetto Vantini, ad esempio, può prenotare l’escursione dell’1 settembre, mentre chi è in cerca di “un’oasi di pace e di silenzioâ€?, tipica dei chiostri, non dovrĂ fare altro che scegliere la tappa di domenica 8. Gli amanti della storia, domenica 22 settembre, potranno addentrarsi fra i meandri delle “dieci giornate di Bresciaâ€?, scoprendo, cosĂŹ, il perchĂŠ del glorio-

so appellativo, “Leonessa d’Italiaâ€?. Chi fosse in cerca delle vestigia di antichi casati, ha in quella di domenica 29 settembre la tappa ideale. “Attraverso cortili, palazzi e portaliâ€? consentirĂ di immergersi nel lusso dell’aristocrazia bresciana. E se piovesse? Nessun problema, “gli appuntamenti rimangono confermati: niente bici, Guida artistica ha in serbo sorprese speciali all’insegna dell’arte‌aspettando il sole!â€? Per informazioni: brescia@cts.it oppure 347/3735785 (r.g.c)

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ensibile riduzione dei tempi d’attesa per le visite specialistiche e per le prestazioni diagnostiche ambulatoriali: a fornire il dato, concernente l’arco temporale 2008-2012, è l’Asl di Brescia. â€?Nel tempo abbiamo registrato un costante miglioramento nel contenimento dei tempi d’attesa – riferisce il direttore generale, Carmelo Scarcella – grazie a un impegno collettivo degli operatori sanitari sul territorio con la regia dell’Aslâ€?. Se per una risonanza magnetica, nel 2008, il tempo d’attesa era in media di circa 21 giorni, considerando la data della prenotazione e il giorno in cui veniva eseguito l’esame, nel 2012 i giorni di attesa medi erano scesi a 6 e mezzo. Simile andamento si è registrato per le tac. Nel 2008 i tempi di attesa si assestavano sugli 11 giorni che nel 2012 sono diventati 5. In media, relativamente all’arco di tempo preso in esame, per una prima visita si è passati dai 19 giorni di attesa del

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2008 ai 14 e mezzo del 2012: “Una percentuale di sfioramento del 15,3% rispetto al tempo massimo individuato di 30 giorni, ridottasi l’anno scorso all’8,5%â€?. 44 le tipologie di visite ed esami ambulatoriali e nove le categorie di prestazioni di radioterapia monitorate su direttiva regionale. Il Pirellone, infatti, in applicazione del piano nazionale di contenimento dei tempi di attesa, chiede alle Asl di far rispettare i tempi massimi prestabiliti. “L’Azienda sanitaria ha messo in campo numerose azioni per colmare le criticitĂ nell’accesso alle prestazioni e nel diminuire i tempi di attesaâ€? riferisce il direttore del dipartimento Programmazione, acquisto e controllo, Fulvio Lonati. In tale ottica deve essere considerato il coinvolgimento di tutti gli interlocutori interessati: “Le strutture erogatrici, i medici di base e la popolazioneâ€?. Per ridurre ulteriormente i tempi, migliorando il servizio, la Regione ha destinato all’Asl di Brescia 2.793.531 euro. Si tratta di “un finanziamento mirato e vincolato, nell’ambito delle azioni per garantire l’accessibilitĂ alle

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e profonda di una esistenza radicata nella fede trasmessagli dai genitori che, con la grazia del Signore, divenne vocazione e scelta di vita. Padre Patrizio, al secolo Battista Ranponi, era nato a a Castelletto di Leno il 29 giugno 1926, dove abitò fino al 1938, quando per varie necessitĂ la mia famiglia si trasferĂŹ a Boldeniga. A Castelletto ha ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana, “le basi del catechismo e l’esempio toccante di don Nino Treccani, un vero pastore che ha

animato meravigliosamente l’oratorio della parrocchiaâ€?. Nel 1940 entrò nel seminario carmelitano di Adro e percorse regolarmente gli studi in preparazione al sacerdozio conclusi dall’ordinazione ricevuta a Venezia il 29 giugno 1952 dalle mani del patriarca Agostini. “A Castelletto di Leno ho celebrato la Prima Messa solenne il 17 agosto 1952, assistito da don Nino Treccani. Ho fatto le mie prime esperienze sacerdotali nel santuario di Adro e nei dintorni. Nel giugno del

1955 sono stato destinato al convento di Enna in Sicilia. La mia prima esperienza pastorale l’ho vissuta tra i giovani. Nel 1969 sono stato trasferito a Palermo dove, oltre all’apostolato tra i giovani, ho fatto anche l’esperienza parrocchiale per oltre 30 anni�. Nel settembre 2006, già ottantenne, una brutta caduta gli impedÏ di continuare la sua attività di parroco, per cui venne trasferito nel convento di Locomonaco-Monte Carmelo, vicino a Siracusa�.

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’estate sta finendo e... un’altra festa arriverĂ : e che festa! Ăˆ una festa lunga 10 giorni, adatta a tutte le etĂ e orientata a soddisfare gusti eterogenei, nell’accogliente cornice del centro giovanile Don Giovanni Bosco. I battenti apriranno domani (venerdĂŹ 30 agosto) con il via dei tornei di calcio saponato (nel campo di pallacanestro) quello di beach volley per tutti e di calcio aperto a otto paesi limitrofi (sempre alle 20.30), mentre alle 21 verrĂ presentato un suggestivo spettacolo grazie alla sinergica partecipazione di quattro grandi maghi dell’Associazione prestigiatori “La Corte dell’Illusioneâ€? che saliranno sul palco dell’Arena del Sole per proporre alcune performance davvero fantastiche nell’ambito del “Festival dell’illusionismo: divertirsi con stuporeâ€?. Durante la serata si terrĂ inoltre l’estrazione dei vincitori al concorso “Shopping d’Estate 2013â€? (iniziativa lanciata dai negozi pontogliesi e riguardante tutti gli acquirenti dei mesi estivi per un montepremi di 2000 euro), mentre dalle 23 “After Hours in Oratorioâ€? per adolescenti e giovani con giochi, animazione, karaoke e musica. Sabato 31 l’appuntamento è ancora in serata per la prosecuzione dei tornei e dalle 21 “Juke-box

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tero fine settimana sarĂ possibile usufruire del servizio cucina (pizza anche a mezzogiorno e mini-stand salamelle sempre attivo), pesca di beneficenza, mercatino di fumetti e libri usati, giochi gonfiabili per bambini, tombolata e ricca lotteria che regalerĂ al primo classificato un I Phone 5. Da lunedĂŹ 2 a giovedĂŹ 5, proseguiranno i tornei sportivi serali, intervallati nella serata del 4 dall’incontro di testimonianzaformazione curato dalla ComunitĂ Shalom di Palazzolo. VenerdĂŹ serata fitness con “Zumba in Arenaâ€? accompagnati da Fabrizio, mentre sabato 7 concerto in Arena con la Nomadi cover band “Atomikaâ€?. Il gran finale della festa è in programma però domenica 8 con l’appuntamento alle 10.30 della Santa Messa di chiusura nella chiesa dell’oratorio, seguita dal ritrovo, prima in piazza e poi nel centro giovanile, di tutti i motociclisti. Alle 13.30 scatterĂ invece l’ora dell’attesa Caccia al Tesoro che dall’Arena del Sol si snoderĂ per le vie del paese; alle 16 in scaletta le finali del torneo di calcio e alle 20.30 ancora musica in Arena insieme alla Beatles tribute band dei Revolver, che chiuderanno la dieci giorni festaiola, tra premiazioni dello Zecchino e estrazione finale della lotteria. Ognuno può sentirsi parte attiva della comunitĂ .

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‹‰‘Ž‡ …ƒ––ƒ Žƒ ͙͔ͥ ‡†‹œ‹‘Â?‡ †‹ Dz ‹‰‘Ž‡ ‹Â? ÂˆÂ‡Â•Â–ÂƒÇł “Cigole in festaâ€? a ingresso gratuito da sabato 31 agosto a domenica 9 settembre: si tratta di una serie di iniziative al debutto con lo show 2013 “Rhythm of the Nightâ€?, una cover band che spazia moltissimo tra le annate. Le serate hanno come robusto filo conduttore il programma dei “Circusâ€?: sono professionisti dell’intrattenimento rodati su un gran numero di palchi. La musica ancora protagonista domenica 1 e sabato 7 settembre con la grande

orchestra di Gianfranco e Cecilia e la formazione spettacolo di Ornella Nicolini. Nel programma di “Cigole in festaâ€? venerdĂŹ 6 settembre, per il 40° anniversario dall’uscita britannica dell’album di debutto dei Queen, la festa con la Merqueyband in tour estivo “Under the Crownâ€? spettacolo di grande impatto scenografico e musicale. La band si avvale di costumi, sceneggiature e numerose e importanti coreografie con l’obiettivo di trasmettere al

pubblico le emozioni che i Queen del grande Freddie Mercury hanno saputo suscitare con canzoni che hanno fatto la storia della musica. Domenica 9 settembre, ultimo appuntamento, quando il parco della festa ospiterĂ una serata in compagnia del pianobar di Silvia e Giuliano con il loro repertorio di successi nazionali ed internazionali. “Cigole in festaâ€?, alla 19ÂŞ edizione si avvale della collaborazione di tutti i gruppi di volontariato del paese,

è manifestazione patrocinata dal Comune di Cigole e fruisce di vari contributi. Il Parco di Palazzo Cigola-Martinoni (nella foto), sede delle iniziative, è attrezzato per ospitare molti servizi dal ristorante con piĂš di 500 posti al coperto alla “Libreriaâ€? fornita di libri di autori affermati e scrittori emergenti. Infine lo spazio per gli “spettacoliâ€?, 10mila metri quadrati di parco verde, pista per ballare, giochi per bambini e area convegni. (f. pio)

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’è proprio di tutto in questa 35ÂŞ edizione del Palio delle Quadre clarensi in calendario dal 2 al 7 settembre. Organizzata dall’assessorato allo Sport, dal Comitato Quadre cittadine e dal Comitato sportivo, l’attesa kermesse è un ventaglio sempre piĂš ricco di iniziative: sportive prima di tutto,ma anche culturali e ricreative. Appuntamenti fissi sono il salto con l’asta in piazza, competizione a livello internazionale giunta alla 27ÂŞ edizione e organizzata in collaborazione con l’Atletica Chiari 1964 Libertas, che si disputerĂ il 3 settembre alle 19.30 in Piazza Zanardelli. Ogni anno, centinaia di persone con il fiato sospeso e il naso all’insĂš, accompagnano l’atleta di turno con gli applausi. Riconfermata anche la Boxe sotto le stelle, venerdĂŹ alle 20.30. Sabato 7 alle 16, presso il centro sportivo di via SS. TrinitĂ , si disputerĂ il trofeo “CittĂ di Chiariâ€?, in memoria di Mario Morsia, triangolare di calcio per la categoria giovanissimi. Questi solo alcuni degli eventi che accompagneranno la ricca manifestazione. Lo scorso anno il Palio fu vinto dalla quadra verde di Marengo che si aggiudicò anche l’ambito gonfalone dipinto nel 2009 dalla clarense Claudia Cavalleri. Come vuole il regolamento, il vessillo diventa di proprietĂ della quadra vincitrice per tre volte, anche non

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dedicato a questa 35ÂŞ edizione del Palio con un folder di quattro cartoline raffiguranti i quattro varchi di accesso alla cittĂ addobbati nei primi anni Ottanta ,quando la manifestazione era ancora in embrione. Ma il vero appuntamento della settimana è la serata conclusiva, sabato 7, scandita dalla sfilata storica per le vie del centro, alla quale segue una performance teatrale in piazza Zanardelli, prima che la corsa podistica accenda le rivalitĂ tra le quattro quadre. La scelta del tema della rappresentazione voluta dalla giovane e talentuosa regista clarense Paola Apostoli è tratto dal libro â€?La terra è piatta ,o bestie!â€?, di Giovanni Paneroni (Rudiano,1871-1950), venditore sĂŹ di dolciumi, ma balzato alle cronache per le sue strampalate teorie: anticopernicano e detrattore di Galileo, con il quale, nel corso della rappresentazione avrĂ una disputa che non mancherĂ di strappare risate al pubblico presente. E poi, verificato da parte del direttore di gara che il percorso della staffetta (lo stesso della Via Crucis) sia sgombro, alle 22.15 il colpo di pistola darĂ il via alla corsa: 20 minuti circa di fiato sospeso, due maxi schermi in Piazza per seguire le varie tappe, urla e incitamenti, ed ecco che anche questa 35ÂŞ edizione avrĂ un nuovo vincitore. Sempre che i verdi di Marengo non vincano ancora a mani basse.

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‡†‹œœ‘Ž‡ ƒ ˆ‡•–ƒ †‡Ž ˜‘–‘ ͚͙͛͘ ƒŽ •ƒÂ?–—ƒ”‹‘ †‹ ƒ•…‹ƒ‰ƒ Settembre: l’inizio di un nuovo cammino pastorale per tutta la zona morenica del Garda e per la comunitĂ bedizzolese che, anche quest’anno, celebra con grande gioia la “Festa del Votoâ€?. Fatto dalla comunitĂ stessa alla Vergine Maria l’8 settembre 1917, la festa in memoria del “Votoâ€? si svolgerĂ nella splendida parrocchia di Santo Stefano dal 4 all’8 settembre: cinque giorni per rivivere questa storica promessa di fede e devozione fatta dai bedizzolesi alla Madon-

na del Lazzaretto della contrada di Masciaga. Si comincia mercoledÏ 4 settembre, alle ore 20, con il Santo Rosario e la Santa Messa per l’affidamento delle famiglie a Maria. GiovedÏ 5 settembre, sempre alle stessa ora, il Santo Rosario e la Santa Messa con l’affidamento a Maria dei malati e degli infermi. VenerdÏ 6 settembre, l’affidamento dei ragazzi, adolescenti e giovani. Santo Rosario eucaristico, invece, sabato 7 con il coinvolgimento di tutti i gruppi parrocchiali che ani-

meranno la vita della comunitĂ bedizzolese nel nuovo anno pastorale. Chiude le celebrazioni di domenica 8 settembre, alle ore 18.30, la Santa Messa solenne presieduta da mons. Vigilio Mario Olmi. Ăˆ una promessa storica quella che ogni anno si rinnova a Bedizzole: se la Madonna avesse salvato dalla guerra la popolazione, facendo ritornare a casa sani e salvi i soldati dal fronte, l’8 settembre sarebbe diventato giorno di festa e ringraziamento in suo onore. Una devozione sempre viva

quella dei bedizzolesi per l’amata effigie cinquecentesca della “Madonna con il bambinoâ€?, oggi incastonata nel presbiterio del Santuario ma proveniente dall’antico lazzaretto del XV secolo situato sulla strada che da Bettoletto portava a Pontenove. Ăˆ una fede vissuta in modo costante, confermata dalle centinaia di persone che si recano tutto l’anno nella contrada di Masciaga per ringraziare la Madonna della sua intercessione nella vita quotidiana dei suoi fedeli. (g.d.m.)

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uegnago del Garda presenta la 37ÂŞ edizione della sua Fiera: una kermesse consacrata al lago piĂš grande d’Italia e alle eccellenze che la sua terra produce. La qualificata vetrina va in scena per tre giorni, sabato 31 agosto, domenica 1 e lunedĂŹ 2 settembre, nella prestigiosa Villa Galnica, nel cuore del centro storico e tra le antiche e suggestive contrade all’ombra dell’alta torre simbolo del paese dell’entroterra del Garda bresciano. Proprio quando la stagione estiva lascia i ritmi frenetici del turismo di questi lidi la Fiera propone il meglio delle produzioni gardesane: l’olio Casaliva, tipica varietĂ di extravergine e il vino Groppello, rosso autoctono delle dolci colline della Valtènesi, e tutto quanto di piĂš allettante la gastronomia della zona riesce a plasmare, ma si estende anche a confini piĂš ampi, a quelli dell’intero Paese, con banchi d’assaggio di oli monocultivar, grappe e acquaviti. Le aziende vitivinicole della zona propongono in degustazione, in un rapporto diretto e piacevole con l’enonauta, i loro migliori frutti di Bacco (l’acquisto di un ticket da 5 euro dĂ diritto ad assaggiare i vini di 13 aziende) e una selezione di Groppello è disponibile nella Corte degli assaggi. Accanto ai vini, gli oli: oltre 60 etichette di oro verde di piĂš regioni italiane, sono

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il volto dell’olivicoltura di qualitĂ del Garda Brescianoâ€?, il Premio Internazionale “Olivo d’Oroâ€?, i Concorsi; “Groppelloâ€? “Alambicco del Gardaâ€? e la presentazione di prestigiosi volumi: “Il dono di Minervaâ€? e “I Congressi agrari dell’Istituto Bonsignori di Remedello Sopra. 1901 – 1965â€?. A due passi dal centro una “Hosteria dello Spiedoâ€?, al riparo di accoglienti tensostrutture, sfornerĂ oltre a sua maestĂ lo spiedo, i piatti tipici della cucina gardesana. E ancora: un concerto della banda, giochi e attivitĂ sportive per i piĂš piccoli, intrattenimenti musicali, la sfilata dei carri della tradizione e il Palio delle Botti, folcloristica gara del “rotolar le bottiâ€? che si corre tra le tortuose vie di Puegnago. E, tra contrade e luoghi suggestivi, una lunga fila di banchi di Campagna amica di Coldiretti esporrĂ prodotti gastronomici provenienti della Lombardia. In un insieme che dĂ lustro a due perle, olio e vino, che siglano la passione e l’alta qualitĂ raggiunta dai produttori del luogo, che con l’ambiente che li genera, completano un’offerta che trova nella qualitĂ il punto piĂš alto di un armonioso equilibrio. E questo, grazie a piccole e medie realtĂ che a Puegnago sono impegnate nel quotidiano, con fatiche e sacrifici, in un lavoro prevalentemente agricolo che preserva la tipicitĂ del paese. Per info: www.puegnagofiera.com.

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”‡Â?‘ ƒŽŽ‘ •…‹ƒÂ?ƒÂ?‘ ƒŽŽ‘ •Š‘™Â?ƒÂ? Il festival della canzone umoristica d’autore giunge alla sua 11ÂŞ edizione, mentre il Centro culturale teatro camuno di Nini Giacomelli e di Bibi Bertelli raggiunge i 25 anni. Gli spettacoli iniziano domenica 1 settembre, alle 21 in piazza sant’Antonio a Breno (in caso di maltempo all’interno della chiesa) con la “Banda Osirisâ€? in “Batto Quattroâ€?. Pionieri della contaminazione sonora, maestri dell’azzardo musicale, stregoni nell’arte di miscelare le partiture,

i fantastici quattro inventano l’originale proposta che fonde musica, teatro e comicitĂ . Sabato 7 settembre, ore 21.30 Castello (in caso di maltempo Palazzo della Cultura via Garibaldi): Miquel PujadĂł e Alberto Patrucco in “Omaggio a Georges Brassensâ€?. I brani del famoso chansonnier francese sono interpretati da PujadĂł, ďŹ lologo, autore di libri, giornalista, traduttore e dall’istrionico Patrucco autore di “Chi non la pensa come noiâ€?.

VenerdĂŹ 13 settembre a Malegno, in palestra, ore 21, “Showcaseâ€? di Gianmaria Testa; serata di parole e canzoni, con presentazione dei libri “Ninna nanna dei sogniâ€? e “Ventimila leghe in fondo al mareâ€?. Sabato 14 settembre, ore 21 a Boario Terme al Centro congressi di via Galassi 30, esibizione del primo gruppo di giovani de “Il Tenco ascoltaâ€?, presentati da Alessandro Mannarino. Domenica 15 settembre, stesso posto e stessa ora, esibizione del secondo gruppo

di giovani cantautori selezionati, presentati da Simone Cristicchi. Il sanremese club Tenco porta in Valle una delle sue creature piĂš interessanti ed innovative, “Il Tenco Ascoltaâ€?: un appuntamento nel quale si esibiscono dal vivo i nuovi cantautori o gruppi ritenuti piĂš interessanti tra le centinaia che ogni anno spediscono il proprio materiale al Club. Dal 3 al 10 ottobre “Innovartâ€?, performance didattiche per le scuole primarie e secondarie della Provincia. (e.g.)

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n occasione dell’inaugurazione dei lavori eseguiti alla settecentesca chiesa parrocchiale di San Gregorio Magno in CanĂŠ di Vione, per volontĂ del parroco don Ermanno Magnolini e per la penna e la mente dello storico dell’Alta Valle, il maestro Marino Tognali, è stato presentato il libro “CanĂŠ, Terra dell’Alta Vallecamonica. La chiesa parrocchiale di San Gregorio Magnoâ€?: è un’indagine nei documenti d’archivio e nei ricordi della tradizione popolare della comunitĂ di CanĂŠ (1500 mt), la seconda per altitudine della nostra diocesi e provincia dopo quella di Pezzo. Ăˆ difficile enumerare le opere del maestro Marino Tognali, fondatore del museo etnografico “LZufâ€? e vera memoria storica dell’Alta Valle. Quest’ultima fatica raccoglie le vicende legate alla dimensione parrocchiale ma anche all’intera comunitĂ canetese, strettamente legata a quella di Vione e a tutta l’Alta Valle: la vita rurale, la lunga storia del distacco dalla parrocchia madre, le feste e devozioni, le confraternite e i parroci, le vicende belliche, il legato Tomasi. Il tutto per non disperdere la memoria delle proprie radici e per rendere testimonianza del passato storico della comunitĂ canetese che ha pure fornito personaggi illustri, come padre Gregorio Brunelli, il vescovo italo/argentino Tomasi e tanti altri. Veramente dettagliata la descrizione dei fatti storici legati alla

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antica e piĂš recenti, alcuni di pregevole fattura, altri di rilevanza storica e documentale come: la pala dell’altar maggiore, il paliotto dell’altare della S. Croce dello scultore Zotti, il quadro del Cristo Portacroce con la sua storia aurea del rinvenimento; senza parlare dell’unico esempio di altare scolpito e intagliato su sfondo di specchietti da Antonio Fusi, della reliquia di un frammento della S. Croce. Lo storico camuno ha poi completato la cronotassi dei vari parroci succedutisi, fino al 1970 unici della parrocchia di CanĂŠ e dal 1970 un parroco unico per le tre parrocchie, evidentemente conseguenze della diaspora dei canetesi oltre che dalla carenza di sacerdoti; ha messo in fila gli eventi piĂš importanti e significativi che hanno visto al centro la chiesa parrocchiale di CanĂŠ, intesa come muri ma anche come anime, con le visite pastorali dei vescovi, compresa quella di San Carlo, e vicende annesse, i festeggiamenti dei 350 anni di fondazione. Il poderoso volume di 256 pagine, corredato da numerose illustrazioni e con un ricco apparato di note è edito da QCinque Sas dei fratelli Quetti Luca e Marco di Artogne; l’autore si è avvalso della collaborazione di giovani canetesi: Emanuela e Luisella Coatti, Edoardo Rossini, per i testi, del fotografo Mauro Coatti oltre che di Giancarlo Sembinelli e dell’economo parrocchiale Camillo Tomasi per le fonti d’archivio.

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‡”˜‡”ƒ ‘•‡’Š ‹Â? –ƒŽ‹ƒ ’‡” ”‹Â?‰”ƒœ‹ƒ”‡ …Š‹ Â•ÂƒÂŽÂ˜Ă– ‹Ž ’ƒ†”‡ Joseph Trevor Smalmann, inglese di Birmingham, è tornato a Fucine di Darfo, sui monti di Cervera, grazie alla festa degli Alpini, per ripercorrere le tracce del padre Joseph, fuggito dal campo di prigionia di Plemo dopo l’8 settembre 1943. In Cervera era stato nascosto in un fienile da Angela Savoldelli. Dopo qualche giorno, Angela “Banderaâ€? lo aveva portato a Fucine da dove, don Pino Mozzoni, parroco della Resistenza camuna, lo aveva aiutato ad attraversare a nuo-

to l’Oglio di notte. Arrivato sull’altra sponda, sfinito ed infreddolito, era stato rianimato da due donne. Quindi aveva ripreso la sua fuga verso la Valle di Scalve, il Vivione, il Torena, l’Aprica e la Svizzera da dove raggiungerĂ l’Inghilterra. Il fatto è documentato: a Plemo di Esine nell’area dove ora sorge un tiro al poligono, vi era un campo di prigionia inglese dove vivevano 50 prigionieri di guerra, tra cui Jospeh Smallmann di Birmingham. Con il “tutti a casaâ€? seguito all’ar-

mistizio di Badoglio, i prigionieri fuggirono sparpagliandosi: due di essi, tra cui Joseph Smallmann, salirono sui monti di Darfo fino alle cascine di Cervera, dove furono salvati nei fienili da Angela Savoldelli. Il resto è cronaca di un rientro a casa. Ma Joseph tiene un diario di quei giorni che il Figlio Trevor rintraccia. Nel 2009 viene da Birmingham a Fucine per incontrare Angela, quella ragazza, ormai anziana, voleva solo dirle “grazieâ€?, cosĂŹ come ha detto anche a Massi-

mo Vielmi di Plemo, oggi ottantenne, che da ragazzino frequentava il campo di prigionia di Plemo e che ha indicato a Trevor il luogo dove sorgeva il campo di prigionia. Oggi Joseph Trevor Smallmann vorrebbe ancora rintracciare le due donne che salvarono il padre quando approdò sulla sponda di Corna del fiume Oglio. Il Comune di Darfo gli ha consegnato le chiavi della città con una pergamena che rende omaggio al suo impegno. (Davide Alessi)

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onoscere e approfondire avvenimenti locali del passato approfittando del tempo che le ferie agostane mettono a disposizione di residenti e ospiti: dev’essere stato questo il pensiero che ha guidato le scelte della direzione del Museo della Resistenza di Valsaviore nel predisporre per il mese di agosto una mostra, un concerto e tre incontri con autori che si sono occupati di vicende di partigiani, repubblichini, preti e sovversivi di Valcamonica. In primo luogo la mostra bibliografica aperta in orario serale a Cevo dal 10 al 23 agosto: “Tu non sai le colline - Viaggio nella Resistenzaâ€?, il titolo dell’iniziativa realizzata in collaborazione con la Casa del Parco dell’Adamello, il Sistema bibliotecario di Valle Camonica e la Rete bibliotecaria bresciana, ed patrocinio di ComunitĂ montana di Valle Camonica, Bim, La Valle dei Segni, Comune di Cevo, Unione dei Comuni di Valsaviore. In questa occasione i visitatori hanno avuto la possibilitĂ di visionare libri e documenti relativi al contesto storico in cui è maturata la Resistenza e pure richiederli in prestito. Domenica 18 agosto alle 21 è stata la volta, invece, del concerto gratuito per voce e chitarra della cantautrice Valentina Facchini, “Resistenti incanti - Canzoni della Resistenzaâ€?. Il piatto for-

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Flinco - Storia di TunĂŹâ€? (Breno 2010). L’autrice è una nipote del brenese Antonio ‘TunÏ’ Salvetti, fucilato il 13 ottobre 1944 a Breno, dopo essere stato costretto a scavarsi la fossa. Le lettere vergate in tempo di guerra e dopo l’8 settembre, quando TunĂŹ, reduce dalla Russia, scelse di unirsi ai partigiani di Giacomo Cappellini, costituiscono l’ossatura emozionale del libro. Un sacerdote, invece, è stato al centro dell’incontro con Giacomino Ricci, mercoledĂŹ 14 agosto. “Versò il vino, spezzò il paneâ€? (Malonno 2004) è il libro, finora poco valorizzato, che cerca di ricostruire le circostanze che portarono alla morte di don Giovan Battista Picelli, trentenne cappellano di Zazza di Malonno, che venne trucidato nel pomeriggio del 20 maggio del 1944 sotto i colpi di una banda di matrice nazifascista, che si era spacciata per fiancheggiatrice dei partigiani. Infine mercoledĂŹ 21 agosto è stata di scena la “La cellula sovversiva di Saint Moritzâ€? (Brescia 2013), opera di Giancarlo Maculotti. Lo storico di Pezzo e sindaco di Cerveno, col supporto di Mimmo Franzinelli, noto storico del fascismo, residente a Cedegolo, ha analizzato documenti circa alcuni antifascisti camuni che in gran parte erano emigrati, a causa delle persecuzioni del regime, nella stazione turistica svizzera di St. Moritz.

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ƒ”Â?‡Â?–‹Â?‘ ƒ •–”ƒ‘”†‹Â?ƒ”‹ƒ ‡•–ƒ–‡ Â?—•‹…ƒŽ‡ †‡Ž ”‡•– Un Grest musicale, dopo quello con tema educativo, “Everybodyâ€?, comune a tutta la diocesi: un’idea originale realizzata a Marmentino e conclusasi venerdĂŹ scorso con un saggio nel teatro dell’oratorio che ha riscosso consensi ed entusiasmi. Grazie alla parrocchia, per i ragazzi è stata un’estate straordinaria, come straordinaria è stata la loro risposta. Il Grest è durato un mese e ha coinvolto una sessantina di persone, fra ragazzi e animatori. Di fatto, il Grest ha impegnato

tutta la popolazione giovanile di Marmentino e quella di Irma. Programmato per tre settimane, il Grest è stato a grande richiesta prolungato, a riprova di quanto il sia stato, per tanti, anche un efficiente “servizio socialeâ€?. Fra le iniziative intraprese bisogna ricordare la gita settimanale al parco Cavour. L’ultimo giorno, invece, c’è stata l’escursione in localitĂ Lazzaretto dove è stata celebrata la S. Messa. La comitiva si è poi spostata in zona Vaghezza, alla cascina del

Gino Beltrami. Il giorno successivo, nel teatro dell’Oratorio, i ragazzi si sono impegnati in uno spettacolo, frutto del lavoro prodotto durante i laboratori. Ăˆ seguita dal 23 al 27 luglio la suggestiva esperienza ad Assisi con il gruppo degli animatori: cinque giorni sulle orme di S. Francesco, conclusi con la partecipazione alla processione della Verna ed un momento di ritiro personale. A seguire il “Campus musicusâ€?. Il parroco don Luca Ferrari è un raffinato violinista e

compositore. Ha realizzato il Grest musicale rivolto agli alunni della scuola di musica dell’oratorio. Un successo che ha registrato presenze sia mattutine che pomeridiane dove gli studenti hanno potuto cimentarsi per la prima volta nella musica d’insieme (quartetti e sestetti di chitarre, flauti dolci, pianoforte, violino, percussioni e canto corale con musiche di Mozart, Rossini e Laudi filippine del XVI sec.) in un clima di gioia e amicizia, gioco, catechesi e preghiera. (e.b.)

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e in un dato territorio ciò che era considerata una consuetudine cessa di essere tale, o addirittura si perde nei meandri della memoria, significa che la popolazione ha perso parte della sua storia, della sua tradizione. Questo è ciò che era accaduto a Gardone, alla “tavolata di via Zanardelliâ€?: l’incontro conviviale che, una volta l’anno, permetteva alla cittadinanza di ritrovarsi, riallacciando vecchi amicizie e facendone delle nuove, fra una portata e l’altra. Tutto questo fino al 1998, anno dell’ultima edizione della “tavolataâ€?, per come era conosciuta. Per varie ragioni si decise di sospendere l’iniziativa, fino all’anno scorso, quando il Comitato Acqualunga decise di rilanciare la tradizione conviviale, ma nel segno della solidarietĂ . Quest’anno, con il ricavato delle quote partecipative dei commensali si andrĂ a finanziare la ristruttu-

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razione del palazzetto dello sport di Gardone, punto di riferimento di svariate generazioni valtriumpline. Il Comitato Acqualunga è noto per lo spirito solidale che lo contraddistingue. Negli ultimi 26 anni la

realtĂ gardonese ha devoluto contributi a diversi enti, del territorio e non: alla Caritas, al Cireneo, alla casa di riposo, ma anche al reparto di oncologia dell’ospedale Civile di Brescia. Altri fondi sono invece stati destinati al restauro del patrimonio artistico delle zone colpite dal sisma in Abruzzo, Umbria e Molise. Durante le passate edizioni il numero dei commensali ha raggiunto quota 350. “Ora i tempi sono cambiati, spiegano i responsabili del Comitato, e a causa di questioni organizzative e burocratiche è stato necessario ridimensionare il numero dei posti disponibili, fissando un tetto massimo di 180 personeâ€?. La “tavolataâ€? di quest’anno è stata fissata per il 1Âş settembre alle ore 12.30, mentre la quota di partecipazione è di 15 euro. Se le condizioni atmosferiche non dovessero essere benevole, la “tavolataâ€? verrĂ trasferita nel chiostro di S. Maria degli Angeli.

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ƒ•–‡‰Â?ƒ–‘ ƒ†”‡ Ž‹ƒ ‹ƒ’‡––‹ ˆ”ƒ Žƒ •—ƒ ‰‡Â?–‡ Era dall’agosto del 2011 che Padre Elia Ciapetti missionario comboniano, non tornava nel suo paese natale a Castegnato per un periodo di riposo e per le cure fisioterapiche alla mano destra, ferita durante un’imboscata dei guerrieri Toposa in Sud Sudan il 2 marzo del 2003. Il periodo di riposo è questa volta ancora piĂš necessario perchĂŠ l’ottantaduenne missionario, da 55 anni in terra di missione (29 anni nel Karamoja del nord Uganda, 17 anni fra i Toposa del Sud Sudan e gli ultimi 9

fra i Turkana del Kenia), lo scorse mese di febbraio ha avuto un infarto superato, come dice lui “â€?grazie alla decisione del Signore e all’occhio clinico dei confratelli all’ospedale di Nairobiâ€?. L’infarto ha lasciato il segno e ora padre Elia ha bisogno di nuove visite e accertamenti ed i medici non escludono l’esigenza che il suo cuore possa aver bisogno di pacemaker. Il suo soggiorno potrebbe essere prolungato oltre la prevista metĂ di settembre. I problemi di salute “tutti risolvibili e passeggeriâ€? di-

ce il missionario, non interrompono l’incessante ricerca di aiuti per i suoi progetti che ora lo vedono impegnato nel Turkana a nord del Kenya, al confine con la Somalia. “Il progetto che mi sta a cuore – dice padre Elia – è la costruzione di aule per togliere i ragazzi delle scuole dal sole cocente e dal forte vento continuo che soffia dal deserto: sono tanti quelli che ancora studiano sotto l’albero, con la lavagna appoggiata sul tronco...â€?. I progetti di padre Elia in questi anni sono stati molti, tutti resi

possibili dal grande cuore di piccoli e grandi donatori e benefattori che li hanno fatti propri. Ed è proprio a questi che padre Elia si rivolge ancora, ricordando che il costo di ogni aula completa di arredamento, è di settemila euro. “Abbiamo bisogno di aiutoâ€? è l’accorato appello di padre Elia, che per facilitare il contratto con i benefattori si è dotato di un telefonino (3382941875) ed ha confermato la base operativa nella casa di Castegnato in via Molino 73 con la sorella Marta (0302721860).

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mministratori richiamati sui banchi. Sono aperte le iscrizioni all’ambiziosa Scuola per amministratori comunali promossa dal Centro di iniziative di cultura politica Alcide De Gasperi di Castegnato che promuove un corso di formazione, dove la sensibilitĂ per il bene comune e le competenze per il buongoverno sono considerate aspetti di un unico processo di crescita dei singoli e della comunitĂ . La scuola è aperta a persone di ogni appartenenza politica e associativa. I relatori sono professori universitari, dirigenti comunali e di istituzioni pubbliche, esperti amministrativi e persone che hanno avute significative esperienze nella gestione di enti locali. Si intendono fornire testimonianze significative ma anche competenze tecniche: dalla conoscenza dell’ordinamento degli enti locali allo studio dei bilanci e delle forme associative e societĂ partecipate dai Comuni; dalle politiche per il territorio con approfondimenti su ciò che lasceremo alla future generazioni alla conoscenza della macchina burocratica comunale; dalla partecipazione dei cittadini alla co-

sa pubblica alla comunicazione della cultura del territorio. La qualitĂ degli amministratori non si improvvisa, perchĂŠ il governo della cosa pubblica richiede competenze e motivazioni non ordinarie. I cittadini diventano amministratori della loro comunitĂ sulla base di un mandato elettorale ma non sempre gli eletti sanno come fare e che cosa fare. Hanno idee, ma spesso non hanno strumenti; oppure dispongono di mezzi, ma non trovano idee. Ecco perchĂŠ il Centro De Gasperi di Castegnato, che giĂ nell’ottobre 2008 organizzò un corso di formazio-

ne per amministratori di enti locali, ha messo in piedi questa scuola in collaborazione con l’Associazione partecipazione & identitĂ Mino Martinazzoli. La scuola è stata pensata per chi vuole accrescere la propria cultura amministrativa e svolgere bene il proprio servizio alla comunitĂ . Ai partecipanti (massimo 25) verrĂ chiesta una quota di 25 euro. Le lezioni si terranno a Castegnato ogni lunedĂŹ dal 30 settembre con inizio alle 20.30, le iscrizioni scadono il 10 settembre. Per info, www.centrodegasperi.it e contattare i numeri 340.8346061 e 339.4389867. Fra i relatori: Paolo Sabbioni (docente di diritto pubblico all’UniversitĂ cattolica di Piacenza, giĂ Sindaco di Melzo), Guglielmo Quarantini (commercialista e revisore dei conti), Giosuè Nicoletti (commercialista e partner Pubblitecnica consulenza e formazione srl), Gianpiero Ribolla (responsabile settore urbanistica Comune di Brescia), Tino Bino, Giovanni Falsina (Direttore generale Fondazione Pio Ricovero inabili al lavoro onlus di Castenedolo) e Luigi Elisetti (giĂ Sindaco di Mazzano ed assessore provinciale e giĂ Presidente dell’Associazione comuni bresciani).

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LWLQHUDUL H XQ FRUVR SHU VFRSULUH LO 6HELQR Ci sono diversi modi per promuovere un territorio. Uno di questi è senza dubbio quello di appassionare le personare, soprattutto i suoi abitanti, alle bellezze artistiche, storiche e paesaggistiche. Sono ben 14 gli itinerari proposti nell’ambito del progetto “Sebino un’identitĂ ritrovataâ€?, messi a punto con l’intento di offrire a turisti e agli abitanti del territorio l’occasione per scoprire o riscoprire, nell’arco di una o due giornate, gli aspetti salienti – culturali, paesaggistici e enogastronomici – dei Comuni coinvolti nel progetto. Oltre agli itinerari giĂ definiti, che sono attualmente in fase di pubblicizzazione a livello nazionale e che si possono scoprire direttamente sulla pagina web del progetto (www. area3v.com/il-territorio/sebino-unidentita-ritrovata/itinerari-sebino/), il tour operator incaricato dal progetto (ToBe Globe) potrĂ realizzare anche percorsi personalizzati (maggiori informazioni e riferimenti sono sempre disponibili al sito internet giĂ indicato). Accanto a questa iniziativa, partirĂ il prossimo 7 ottobre un corso di formazione dedicato agli operatori turistici territoriali: comprenderĂ otto lezioni teoriche, di cui sei sulla storia dei beni culturali locali e due su quelli naturalistici, piĂš una serie di visite guidateâ€? annuncia il direttore della ComunitĂ montana del Sebino Bresciano, Gloria Rolfi. “Il filo conduttore sarĂ la via Valeriana e al termine del corso verrĂ anche pubblicato un estratto che fungerĂ

da guida. Il corso, per il quale è previsto un contributo minimo, per un massimo di 50 posti, consegnerĂ ad albergatori e non solo gli strumenti per fornire ai propri ospiti informazioni preziose sulla nostra ritrovata identitĂ â€?. Per maggiori informazioni e per le iscrizioni, aperte dal 2 al 30 settembre 2013, ci si può rivolgere alla ComunitĂ montana del Sebino Bresciano (scrivendo una email a anna.pezzotti@cmsebino.bs.it).

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ƒŽ Íš ƒŽ Í™Í Â•Â‡Â–Â–Â‡Â?„”‡ ‡‡–‹Â?‰ †‡Ž Ž‹„”‘ —•ƒ–‘ Dopo due anni di svolgimento all’oratorio Beato Palazzolo in cittĂ , quest’anno il Meeting del libro usato si svolgerĂ all’oratorio “Le due Sante Capitanio e Gerosaâ€?, in via Botticelli 5 (nei pressi della Questura di San Polo). Il Meeting del libro usato consiste nella compravendita di libri scolastici usati al 50% del prezzo di copertina: un ottimo modo per combattere il caro-libri, fornendo cosĂŹ agli studenti delle scuole secondarie inferiori e superiori un aiuto

consistente per far fronte alle spese scolastiche. Sono ormai undici anni che i giovani studenti del Centro culturale “Pier Giorgio Frassatiâ€? offrono questo servizio senza scopo di lucro a tutta la provincia bresciana. I volontari svolgono una funzione intermediaria tra chi acquista i libri usati e chi li vende, cosĂŹ che tutto il denaro ricavato dalla vendita al 50% viene restituito ai legittimi proprietari. La proposta culturale ruota sempre attorno ad una tematica scelta;

quest’anno si tratta della frase di una canzone di Claudio Chieffo: “Cammina l’uomo quando sa bene dove andareâ€?. La citazione sostiene che ognuno di noi si mette in cammino soltanto quando conosce la meta che lo aspetta. Ecco come sarĂ organizzato nello speciďŹ co il Meeting 2013: dal 2 al 4 settembre, solo raccolta libri, dal 5 al 13 settembre, continuazione della raccolta e inizio vendita dei libri, dal 16 al 18 settembre, solo restituzioni e rimborsi.

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ono stati anni molto intensi, in un periodo storico molto complesso: dal riordino degli istituti scolastici superiori, all’avvio delle nuove indicazioni per il nuovo ciclo, il tutto complicato dalla crisi economica, da qui la necessitĂ di razionalizzare l’utilizzo delle risorse. Nonostante ciò, questa fase è stata affrontata con grande serenitĂ e collaborazioneâ€?. CosĂŹ Maria Rosa Raimondi ha riassunto i suoi quattro anni di attivitĂ alla guida dell’Ufficio scolastico provinciale. Da poco passata alla direzione del liceo classico Arnaldo, l’ex dirigente di via Via S.Antonio, 14 è stata sostituita da Mario Carmelo Maviglia. Le risorse a disposizione delle scuole sono andate di anno in anno assottigliandosi e ciò ha implicato un maggiore sforzo dei docenti, come testimoniato da Maria Rosa Raimondi:“La vera differenza la fanno gli insegnati, credo che nel-

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guida dell’ex provveditorato agli studi: “Abbiamo un’altissima percentuale di stranieri nelle nostre classi, conferma Maria Rosa Raimondi, ma questo non ha mai costituito un problema a livello sociale. Certamente ci sono stati problemi a livello didattico perchĂŠ quando uno studente straniero arriva in Italia ha la necessitĂ di imparare la lingua, ma ciò non ha comunque influito sulla qualitĂ dell’integrazioneâ€?. Eppure l’inserimento non riguarda solo gli immigrati. La coesione fra gli studenti deve esserci anche con tutti quei ragazzi colpiti dalle diverse tipologie di disabilitĂ : “Negli anni il numero di studenti con problemi di disabilità è andato via via crescendo. Le risorse sono sempre state assegnate, anche se si potrebbe auspicare in misura maggiore. Andrebbe altresĂŹ favorito un progetto di inclusione di questi ragazzi con gli altri studenti, al di lĂ del rapporto fra alunno e

docente di sostegnoâ€?. Ciò che ha caratterizzato l’azione dell’attuale dirigente dell’Arnaldo, durante il suo periodo alla guida degli uffici di via S.Antonio, è stato l’equilibrio fra le diverse necessitĂ e responsabilitĂ che il suo ruolo comportava, sia in merito alla gestione amministrativa, come sul fronte dell’azione pedagogica. Se gli obiettivi che si era prefissato l’ufficio scolastico provinciale sono stati raggiunti, questo lo si deve al clima di serenitĂ e collaborazione instauratosi a tutti livelli: dall’amministrazione al corpo docenti, arrivando fino agli alunni e i genitori di questi. Ed è su questo aspetto che si è focalizzata l’azione di Maria Rosa Raimondi, sebbene dal punto di vista legislativo ciò sia stato talvolta ostacolato. “A paritĂ di risorse, ha chiosato l’ex guida dell’Ufficio scolastico provinciale, fa la differenza il clima che si instaura all’interno della scuola. Credo che in questo senso

ci sia molto da fare, a volte le norme non aiutano, sono spesso farraginose, talvolta anche contraddittorie e generatrici di contenzioso. Per questo, ha sottolineato l’ex dirigente di Via S. Antonio, ho sempre posto l’attenzione sulla ricerca di equilibrio, anche dal punto di vista pedagogico. Il tutto nonostante gli imprevisti, le novitĂ , che comportano le relazioni umaneâ€?. Stando a quanto dichiarato da Maria Rosa Raimondi, gli istituti scolastici bresciani sembrano godere di “buona saluteâ€?, nonostante la drammatica riduzione delle risorse finanziarie.

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Avvenne che un sabato GesĂš si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perchĂŠ non ci sia un altro invitato piĂš degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: ‘Cèdigli il posto!’. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perchĂŠ quando viene colui che ti ha invitato ti dica: ‘Amico, vieni piĂš avanti!’. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. PerchĂŠ chiunque si esalta sarĂ umiliato, e chi si umilia sarĂ esaltatoâ€?. Disse poi a colui che l’aveva invitato: “Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici nĂŠ i tuoi fratelli nĂŠ i tuoi parenti nĂŠ i ricchi vicini, perchĂŠ a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio (...)â€?.

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ontraccambio. Il brano di Vangelo di questa domenica va molto al di lĂ delle regole di buona educazione: arriva al cuore del nostro agire. PerchĂŠ scegliere i primi posti? PerchĂŠ invitare chi ci inviterĂ a sua volta? PerchĂŠ il meccanismo è quello del far parte di un mondo (piccolo o grande), di un sistema che in qualche modo chiede e dĂ potere. Importante è esserci; importante è che ci vedano. Ăˆ la logica delle sfilate sui red carpet degli eventi di tutto il mondo; è il bisogno di apparire in televisione; è la necessitĂ di fare qualcosa per essere notati. Disperazione. E mediocritĂ : perchĂŠ chi cerca a tutti i costi i primi posti – lo dice GesĂš – può correre il rischio di essere retrocesso, di essere preferito ad altri piĂš meritevoli. E cosĂŹ anche per gli inviti. Stare tra la gente che conta. Cercare di sfruttare l’occasione. Ăˆ una malattia del nostro tempo ma dev’esserci sempre stata se GesĂš

dice di stare in guardia. E, lo ripeto, non per un motivo di umiltĂ (come si legge spesso): per evitare di entrare in un ingranaggio – che è un misto di umiliazioni e di spietatezze – che svuota la persona da dentro, la fa diventare solo l’immagine esteriore di se stessa. Piuttosto, ricorda GesĂš, corri il rischio contrario: sta in fondo. Anche qui non è la massima antica del “vivi nascostoâ€?, ma la volontĂ di stare dalla parte di chi non conta; e allora, invita anche quelli che non ti possono ricambiare. Ăˆ il modo per essere notati da chi conta. E non solo da Dio. PotrĂ sembrare l’affermazione di un illuso, o ricordare le favole a lieto fine delle principesse povere. Non è cosĂŹ se non superficialmente: l’insegnamento punta, come ho detto, al cuore, al nostro cuore, alla parte piĂš profonda di noi stessi. Pone la domanda: fino a che punto saresti disposto a venderti pur di arrivare? Ăˆ questa la domanda che fa GesĂš. E il pericolo che indica. La logica

dalla quale dice di stare distanti. Chi deve vedere, vedrĂ . Chi deve notare, noterĂ . E non solo il Padre; e non solo alla fine della vita. C’è qualcosa dentro di noi che lo noterĂ prima. In fondo è la paura di non esistere, di non contare, che non ci permette di scappare da questo ingranaggio. La paura di non esistere se non cosĂŹ. Un po’ di celebritĂ placa il bisogno di essere, di contare. E nessuno è esente, nemmeno il piĂš piccolo. Solo chi non può contraccambiare è fuori da questo gioco. PerchĂŠ il contraccambio è la molla di questo ingranaggio: dare per avere. E non dare per dare. E quindi non riconoscere che si vale per quello che si è e non per quello che si ha. Per questo il discorso di GesĂš colpisce il profondo, il cuore della nostra vita interiore. Chiede, continua a chiedere: fino a che punto saresti capace di venderti per uno dei primi posti? Non è cambiato niente... proprio niente.

6L SXz SURYDUH O¡HVLVWHQ]D GL 'LR" Nel corso dei secoli, cristiani e non cristiani hanno tentato di “provareâ€? in qualche modo l’esistenza di Dio, cercare dei segni nel mondo e nell’uomo capaci di offrire una sufficiente garanzia di certezza al fatto che Dio esista. Si voleva, infatti, attraverso un ragionamento quasi “costringereâ€? a dire: “Vedi? Non puoi negare che Dio esista!â€?. Ragionamenti del genere ci possono anche stare e possono forse servire a qualcuno, e non è certo un male impegnarsi in piĂš o meno sofisticate ed elaborate riflessioni per “mostrareâ€?, “indicareâ€? Dio e la sua presenza. Ma tutto questo non porta a “credere in Dioâ€?. PerchĂŠ credere, è una questione di vita, e quindi di libertĂ e di volontĂ . Mi spiego. Il

ragionamento che dimostra una veritĂ vale solo in piccolissimi ambiti della vita, tipo la matematica: 2+2 fa 4 e tutti questi lo sanno, eppure non per questo uno ci “credeâ€? alla matematica, nel senso di fondare la sua vita sull’operazione 2+2=4. Ma le questioni essenziali della vita non si risolvono per dimostrazione matematica: ad esempio, non posso dimostrare matematicamente l’amore che mia madre ha per me e viceversa; eppure è una sacrosanta veritĂ che fa “stare in piediâ€? (come dice l’etimologia del verbo ebraico credere) la mia vita piĂš di tutte le operazioni matematiche messe insieme. Anche Dio, dunque, come tutte le piĂš grandi veritĂ della vita umana, non si provano per

dimostrazione matematica, nĂŠ per ragionamenti stringenti. Si provano, si verificano‌ proprio perchĂŠ vivendole, decidendo di viverle e di approfondirle, si vede, si sente, si verifica che è proprio giusto cosĂŹ, che cosĂŹ va bene, che cosĂŹ la vita procede bene! Dio, insomma, si può “provareâ€?, perchĂŠ si può vedere e verificare se una vita vissuta come Lui dice, come Lui vuole‌ è una vita che “sta in piediâ€? o no. GesĂš Cristo insiste: vivere la vita come Lui l’ha vissuta (nella sua relazione con Dio e con gli uomini) è il massimo della vita. CosĂŹ si può provare la fede cristiana: vedendo che vivere come GesĂš ha vissuto è proprio il massimo anche per la nostra vita.


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ƒÂ?–ƒ ƒ”‹ƒ †‡ŽŽƒ —’‡ ”‡ ‰‹‘”Â?‹ …‘Â? Žƒ ”‡‰‘Žƒ †‹ ƒÂ? ‡Â?‡†‡––‘ Tre giorni con Dio vivendo la regola di San Benedetto. Le monache benedettine di Cassino propongono, dal 19 al 22 settembre, un’esperienza monastica per ragazze dai 20 anni in su. Dove? Al monastero di Santa Maria della Rupe a Cassino. “La clausura, il silenzio, la solitudine e una gioiosa esperienza fraterna, come diceva Giovanni Paolo II, favoriscono un’immersione piĂš profonda nel cuore della Chiesa e dell’umanitĂ . Un monastero è

un’autentica centrale di energia spiritualeâ€?. Per informazioni, telefonare al numero 3337439508. In ogni periodo dell’anno le suore sono pronte a ospitare chiunque volesse passare un tempo di ritiro, preghiera o condivisione della loro vita monastica. La giornata tipo del convento monastico di Cassino è la seguente: sveglia alle 5, ufďŹ cio delle letture alle 5.20, lodi alle 6.20, eucarestia e ora terza alle 7.30, lavoro, sesta alle 12.45, pranzo alle 13, lectio divina

e preghiera personale, vespro alle 18.30, cena alle 19.30, compieta alle 21. Ogni sabato pomeriggio vivono la lectio comunitaria, il sabato alle 21 si recita l’ufďŹ cio delle letture e la domenica mattina le lodi sono alle 6.30. Il programma è sintetizzato dal motto “ora, labora et legeâ€? (prega, lavora e studia). In questo modo, secondo la regola di San Benedetto, partecipano alla vita di ogni uomo e di ogni donna attraverso la preghiera e la fatica del lavoro.

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’è stato il tempo dell’ammirazioneâ€?, “è venuto poi il tempo della commozioneâ€?, “adesso è il tempo della comunioneâ€?. Sono le tappe che il vicario generale dell’arcidiocesi di Milano, mons. Mario Delpini, ripercorre a un anno dalla morte del card. Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano dal 1979 al 1992, avvenuta il 31 agosto 2012 a Gallarate. La diocesi milanese celebrerĂ in modo solenne il primo anniversario della morte di Martini: il 31 agosto alle 17.30 in Duomo il cardinale Angelo Scola presiederĂ la Santa Messa (alla quale concelebrerĂ anche il vescovo Monari), mentre “in tutte le parrocchie si chiede di caratterizzare la celebrazione eucaristica vigiliare come momento di preghiera e di suffragio per il card. Carlo Maria Martini, cosĂŹ che anche chi non può essere presente in Duomo, possa sentirsi parte di una Chiesa grata e attenta ai doni che ha ricevuto dal magistero e dalla testimonianza del cardinale Martiniâ€?. “Durante il lungo ministero episcopale del card. Carlo Maria Martini sulla cattedra di Ambrogio – ricorda, a proposito del ‘tempo dell’ammirazine’, il vicario – il suo stile e il suo insegnamento, la sua personalitĂ e le sue visioni sul presente e sul futuro della Chiesa e della societĂ , hanno suscitato l’ammirazione di molti e la

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responsabilitĂ nelle sue parole e nei suoi gesti di prossimitĂ e di lungimiranzaâ€?. Poi è venuto il “tempo della commozioneâ€?, “gli anni della sua malattia e della sua pazienza, del suo confrontarsi con le cose ultime e con il limite, del suo continuare a pensare, ascoltare, scrivere, interrogarsi hanno tradotto l’ammirazione in una piĂš intensa partecipazione affettiva, in una commozione struggente che ha avuto la sua espressione clamorosa e toccante in occasione della celebrazione di funeraliâ€?. Per ultimo è arrivato “il tempo della comunioneâ€?. “La comunione –conclude Delpini – che i Santi misteri rendono effettiva

con tutti i Santi e con tutti i nostri cari defunti, è la grazia che rende fecondo l’essenziale: cosĂŹ la relazione affettuosa ed effettiva con il card. Martini può consentire a tutti noi di penetrare con libertĂ , intelligenza, spirito critico e docilitĂ spirituale l’ereditĂ che ci ha lasciato perchĂŠ ci consenta di continuare la missione in quel campo che è il mondo intero e verso il quale ci spinge una profonda simpatia e un’indeclinabile responsabilitĂ â€?. Nel suo ultimo libro “Credo la vita eternaâ€?, viene proposta una riflessione del Cardinale, ispirata all‘ultimo articolo del Simbolo degli Apostoli “Credo la vita eternaâ€?, sui fondamenti della fede e della speranza cristiana: la fine dell‘esistenza terrena, il giudizio, la risurrezione. Un testamento spirituale che, come scrive Giuliano Vigini curatore del volume uscito postumo nel settembre 2012, è “destinato a lasciare risonanze profondeâ€?. La riflessione di Martini prende le mosse dalla paura della morte, che è un istinto ineliminabile, ma che non deve trasformarsi in un’angoscia che paralizza il cuore e la mente. E spiega come ogni uomo, aggrappandosi totalmente a GesĂš dopo un sincero cammino di conversione, possa trovare il coraggio necessario per superare la paura e guardare con fiducia al destino che lo attende. Il volume, in collaborazione con le Edizioni San Paolo, sarĂ disponibile in edicola per un mese con “Il Sole 24 Oreâ€?.

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Una giornata esperienziale per entrare nel mistero della relazione “a tu per tuâ€? con Dio, a partire da alcuni mistici a noi piĂš vicini. La giornata dell’8 settembre, dalle 9 alle 18, sarĂ condotta da Giuseppe Morotti giĂ responsabile generale dei Piccoli fratelli del Vangelo e ora operatore alla pastorale sulla fede e la preghiera a Bolzano. L’incontro, non vincolato a una quota d’iscrizione, è proposto dall’associazione italiana Bibliodramma presso l’Eremo di

Suor Maria Teresa Scaroni, missionaria a Curitiba in Brasile, resta in Italia ďŹ no al 12 settembre 2013. Nata a Urago Mella l’8 dicembre del 1939, è partita per la missione il 7 gennaio del 1964. Resta in Italia ďŹ no al 15 settembre anche don Giuseppe Ghitti (3318850306), missionario ďŹ dei donum in Brasile, mentre si ferma ďŹ no al 17 settembre fratel Henry Danieli (036588564), salesiano missionario in Thailandia.

Sabato 31 agosto dalle 9.30 mattinata ricca di contenuti a Casa Foresti con la presentazione dell’itinerario oratoriano 2013/14 (“Mi hai seguito da vicino nei progettiâ€?) e della lettera dei Vescovi sull’oratorio (“Il laboratorio dei talentiâ€?). L’appuntamento è dedicato in particolare ai curati e ai responsabili di oratorio, ai soci del Centro oratori bresciani e agli educatori di adolescenti e giovani. Saranno disponibili i manifesti da esporre in oratorio.

Betania a Padenghe sul Garda. L’associazione Bibliodramma propone anche dal 2 al 6 settembre un corso di formazione per animatori biblici e catechisti, sulla metodologia espressiva ed esperienziale del Bibliodramma, sempre presso l’Eremo di Betania. Una modalità attiva e appassionante, utile anche per coinvolgere maggiormente gruppi come quelli della catechesi. Per info, Giovanni Brichetti (0306017042, 3339529206 o www.bibliodrama.it).

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’esperienza dell’accompagnamento spirituale tocca ognuno di noi e spesso è stata determinante per le nostre scelte di fede e di vita. Gli educatori, e in particolare i sacerdoti, sono strumento di questa storia di vicinanza alla vita dei nostri ragazzi e dei nostri giovani, cosĂŹ come indica lo statuto dell’associazione: “Nell’Azione cattolica i sacerdoti assistenti partecipano alla vita dell’Associazione e delle sue articolazioni, per contribuire ad alimentarne la vita spirituale e il senso apostolico e a promuoverne l’unitĂ â€?. L’Azione cattolica ha, dunque, nella presenza degli assistenti un elemento decisivo e insostituibile per la crescita spirituale dei propri aderenti: sacerdoti costruttori di laicitĂ . Ma non esiste una autentica laicitĂ cristiana se non radicata in Cristo (dal Progetto formativo, PerchĂŠ sia formato Cristo in voi) e non esiste un laico di Azione cattolica se non cammina in compagnia di GesĂš. Come educatori dobbiamo imparare sempre piĂš l’arte dell’incontro e la condivisione dei passi di ogni persona. Cosa significa oggi questo nella vita della nostra associazione? Come rendere occasione concreta questa affermazione? Al cuore della proposta associativa sono indicati “percorsi permanenti, organici e

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ne associativa anche, le mediazioni (percorsi, processi formativi...) pure. Questi strumenti cercano di intercettare le nuove istanze educative e le attuali condizioni antropologiche, soprattutto delle nuove generazioni. Nella cosiddetta societĂ liquida, frammentata, la molteplicitĂ dei mezzi e dei modi di comunicare relativizza il valore dei contenuti veicolati. Ma i giovani sono alla ricerca di relazioni strette e affidabili, dia-

logiche, autentiche rotte di navigazione di un’esistenza affascinante e inquieta al contempo. Inoltre, la difficoltĂ attuale per i giovani e i giovanissimi a vivere dimensioni di gruppo stabili e continuative rende ancora piĂš importante l’accompagnamento spirituale di ogni singola persona. Occorre fare rete, tessere legami buoni e in continuo scambio vicendevole per essere realmente al fianco di chi cerca la propria strada. Occorre sperimentare dentro la vita delle nostre associazioni nuove forme di prossimitĂ nel cammino. Dunque, un accompagnamenti che non è solo nuova modalitĂ ma fine ultimo della nostra azione formativa. Si tratta di stare a fianco di ogni persona sul modello di GesĂš nel cammino verso Emmaus: egli cammina, affianca, ascolta, condivide, spiega (con forza, se necessario!), si rivela e... sparisce lasciando la presenza del pane spezzato. CosĂŹ, ogni genitore, sacerdote, educatore lascerĂ alla libertĂ di ognuno la bellezza dell’incontro a cui lo ha accompagnato. L’accompagnamento spirituale si fonda sulla fiducia data a colui che si “mette accantoâ€?, perchĂŠ, avendo giĂ compiuto passi significativi nella fede, può essere di grande aiuto nel favorirne la personalizzazione, affinchĂŠ ciascuno possa, incontrando il Signore, comprendere la propria vocazione, la modalitĂ concreta e personale di rispondere, nella libertĂ , alla Grazia di Dio.

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1RPLQH H SURYYHGLPHQWL La Cancelleria della Curia diocesana annuncia i seguenti provvedimenti dell’Ordinario: La nomina a parroco anche della parrocchia di Clusane, del rev.do don Giuliano Baronio, parroco di Iseo. La nomina a vicario parrocchiale delle parrocchie di Clusane e di Iseo del rev.do don Giuseppe Magnolini, già vicario parrocchiale delle parrocchie di Pisogne, Grignaghe, Pontasio, Sonvico, Toline La nomina a vicario parrocchiale delle Parrocchie dell’Immacolata (Pavoniani) e di San Barnaba del rev. do sac. don Georgius Arman Houry (Maronita), già vicario parrocchiale della parrocchia di Clusane. La nomina a vicario parrocchiale delle parrocchie di Pisogne, Gri-

gnaghe, Pontasio, Sonvico, Toline del rev.do sac. don Riccardo Camplani, giĂ vicario parrocchiale di Cologne. La nomina a vicario parrocchiale della parrocchia di Cologne, del sac. don Marco Marella, giĂ vicario parrocchiale della parrocchia della Volta Bresciana, in cittĂ . La nomina ad amministratore parrocchiale delle parrocchie di Solato e Vissone del rev.do sac. don Fortunato Patroni, giĂ parroco della parrocchia di Trenzano. La nomina a vicario parrocchiale di Manerbio del sac. don Paolo Gregorini, giĂ vicario parrocchiale delle parrocchie di Palazzolo Sacro Cuore e Palazzolo S. Paolo in S. Rocco.

La nomina a vicario parrocchiale festivo delle parrocchie di S. Maria Assunta, Sacro Cuore e San Paolo in San Rocco di Palazzolo, del rev. do sac. don Alessandro Gennari, docente di Sacra Scrittura presso lo studio teologico Paolo VIâ€? del Seminario diocesano. La nomina ad amministratore parrocchiale delle parrocchie di Viadana e Malpaga di Calvisano del rev.do sac. don SeraďŹ no Chioda, giĂ cappellano dell’Ospedale Civile di Iseo. La nomina a presbitero collaboratore delle parrocchie di Clusane e Iseo e a cappellano dell’ospedale Civile di Iseo del rev.do sac. don Omar Borghetti, giĂ presbitero collaboratore della parrocchia di Manerbio e cappellano Ospedale civile di Leno e di Manerbio.

La nomina a parroco anche della parrocchia di San Giovanni Bosco in Rovato, del rev.do sac. don Gian Mario Chiari, parroco Rovato, Bargnana, Lodetto, S. Andrea e S. Giuseppe. La nomina a parroco della parrocchia di Cortine di Nave del sac. don Ezio Bosetti, giĂ parroco delle parrocchie di S. Maria Assunta (Chiesanuova) e S. Maria della Noce in cittĂ . La nomina a parroco della parrocchia del Beato Luigi Palazzolo del rev.do sac. don Armando Calda-

na, giĂ parroco delle parrocchie di Campoverde e Villa di Salò. La nomina a presbitero “Fidei Donumâ€? del rev.do sac. don Nicola Signorini, giĂ vicario parrocchiale della parrocchia di Ospitaletto. La nomina a vicario parrocchiale della parrocchia di S. Giovanni Battista alla Stocchetta in Brescia e Cappellano della “missio cum cura animarumâ€? dei fedeli migranti della diocesi di Brescia del rev.do sac. padre Pio Antonio Finizio (Scalabriniano).


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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ Sabato 31 agosto Ore 17.30 - Milano Concelebrazione nel 1° anniversario di morte del card. Carlo Maria Martini.

Domenica 1 settembre Ore 9 - Brescia Incontro con la comunitĂ delle Orsoline di Brescia. Il 2, 3 e 4 settembre il Vescovo presiede il Convegno del clero all’auditorium San Barnaba. GiovedĂŹ 5 settembre Ore 9 - Brescia S. Messa per i partecipanti al convegno Scholè presso il Centro Mater Divinae Gratiae.

‡––‡Â?„”‡ ‡ ‹Â?–‡Â?œ‹‘Â?‹ †‡ŽŽǯ †’ Il mese di settembre, insieme alla ripresa delle diverse attivitĂ pastorali, conduce a contemplare il mistero della Santa Croce, a cui è intimamente associata Maria. All’Apostolato della preghiera sono state affidate le seguenti intenzioni: Generale - PerchĂŠ gli uomini del nostro tempo, spesso sommersi dal rumore, riscoprano il valore del silenzio e sappiano ascoltare la voce di Dio e dei fratelli. Missionaria - PerchĂŠ i cristiani

che soffrono la persecuzione in numerose regioni del mondo possano essere, con la loro testimonianza, profeti dell’amore di Cristo. Dei Vescovi - PerchĂŠ i giovani che non riescono a inserirsi nel mondo del lavoro non si scoraggino e possano realizzare le loro giuste aspirazioni a un futuro dignitoso e sicuro. Del vescovo Luciano per l’anno 2012/13 - PerchĂŠ il cammino di fede personale e comunitario sia sostenuto dalla preghiera e dall’impegno per l’unitĂ . Chi volesse visitare il sito diocesano dell’Apostolato della preghiera, può digitare in Google: Apostolato della Preghiera Brescia.

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Incontro speciale con Francesco

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uest’anno l’Ufficio per la spiritualitĂ e le vocazioni, coordinato da Don Alessandro Tuccinardi, ha proposto di bissare l’esperienza di “Ora et...camminaâ€? con un nuovo itinerario. La scelta è ricaduta sul tratto della Via Francigena che si snoda tra Poggio Bustone e prosegue, attraverso la splendida cornice della valle reatina, fino a Roma. L’affascinante proposta è stata raccolta da una sessantina di giovani (e meno giovani) che hanno deciso di mettersi in gioco e intraprendere questo viaggio sulle orme di S. Francesco. E cosĂŹ si è formato un gruppo estremamente eterogeneo per etĂ e vocazioni: seminaristi, postulanti francescani ma anche laici, coppie sposate e fidanzati. In concomitanza con questa esperienza si desiderava inoltre commemorare la figura di Paolo VI nel 35° anniversario della morte. Nel nostro cammi-

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cane e con la Messa di commemorazione di Paolo VI nel 35° anniversario della morte (6 agosto) tenuta da mons. Beschi. Ma le emozioni che la Provvidenza aveva in serbo per noi non erano ancora terminate. Il Papa, venuto a conoscenza del nostro cammino e della nostra esperienza, ha espresso il desiderio di incontrarci. Questo incontro indimenticabile è avvenuto proprio a seguito della Messa per Paolo VI, davanti alla residenza di S. Marta. L’emozione dell’incontro con il Santo Padre è stato qualcosa di assolutamente incredibile e sensazionale, difficile da spiegare, ma riassumibile in un semplice concetto: unico. La sensazione piĂš bella è stata quella di ritrovarsi di fronte a una persona vera, autentica, che con grande spirito ed entusiasmo si è interessato alle nostre storie, rivolgendoci domande, donando conforto e incoraggiamenti. E chiedendo soprattutto preghiera. “Prega per meâ€?, l’esortazione che ha

rivolto a ciascuno di noi. E con un sorriso, una battuta, una stretta di mano, ha dimostrato una volta di piĂš anche a ciascuno di noi quell’umanitĂ che lo contraddistingue e che ha colpito e affascinato fin da subito il mondo intero. Ha poi anche benedetto la statuetta della Madonna di Loreto (che ci ha accompagnato durante il cammino) e il Crocifisso che accompagnerĂ il prossimo pellegrinaggio in Terra Santa. Ha accettato il nostro omaggio per lui: un salino, a testimonianza che abbiamo cercato di accogliere l’esortazione fatta dallo stesso Papa Francesco durante l’ultima Gmg: “Quando si prepara un buon piatto e vedi che manca il sale, allora tu ‘metti’ il sale [‌] CosĂŹ è anche nella nostra vita cari giovani: se vogliamo che essa abbia veramente senso e pienezza, come voi stessi desiderate e meritate, dico a ciascuno e a ciascuna di voi: ‘metti fede’ e la tua vita avrĂ un sapore nuovoâ€?.

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no dunque ci hanno accompagnato i testi e le riflessioni del “Gaudete in Dominoâ€? dello stesso papa Montini. Per un pellegrino, percorrere la via di S. Francesco, è un esperienza forte e significativa, tanto dal punto di vista fisico quanto (soprattutto) dal punto di vista spirituale. La strada ti porta a scoprire luoghi Santi, spesso arroccati sulle zone piĂš impervie della montagna, immersi nel verde e nel silenzio, difficili da raggiungere: luoghi che sanno regalare sensazioni uniche e bellissime e che conciliano la riflessione personale. Ognuno di noi nella sua vita ha provato almeno una volta il desiderio di andare verso qualcosa che gli era caro. E cosĂŹ, accompagnati da un turbinio di emozioni sempre diverse e incredibili, sconfiggendo il caldo e le salite, nel giro di sei giorni abbiamo coperto i circa 140 km di strada che ci separavano da Roma. Il pellegrinaggio si è concluso con la professione di fede recitata all’interno delle Grotte Vati-


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risiera di San Sabba (nella foto), alla foiba di Basovizza e alla comunitĂ degli italiani di Capodistria. MartedĂŹ 10 settembre, nel rientro verso la cittĂ , la comitiva bresciana farĂ sosta a Gorizia per incontrare un’associazione giovanile che ha realizzato un breve documentario sul tema dei passaggi di conďŹ ne. Il documentario “Allamhatar Passaggi di conďŹ neâ€? è un viaggio che tocca il cuore dell’Europa. Un viaggio che congiunge due cittĂ divise al loro interno dal conďŹ ne,

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iamo giunti al periodo post feriale, un tempo tradizionalmente indicato come quello della ripresa delle attivitĂ sociali. Facciamo in punto della situazione con il presidente del Csv Urbano Gerola. Cosa si prospetta per il volontariato? Vi sono novitĂ o nuove esigenze? Premesso che larga parte delle associazioni non hanno mai sospeso la loro attivitĂ di servizio alle persone o alla comunitĂ , certamente dal punto di vista organizzativo, tutte devono programmare per bene come affrontare il nuovo anno sociale. Ossia valutare se all’impegno profuso corrispondono efficienza ed efficacia e i risultati attesi nell’anno precedente sono stati raggiunti. Non è necessario scomodare uffici studi o statistici per capire se l’associazione ha risposto agli scopi per i quali è sorta. Basta fermarsi a riflettere insieme per capire cosa si fa, come, perchĂŠ e per chi lo si fa. Le organizzazioni piĂš strutturate potrebbero anche redigere un sintetico “bilancio socialeâ€? da utilizzare per far conoscere ai fruitori dei servizi svolti ma soprattutto ai sostenitori dell’associazione, come vengono impiegate le risorse economiche ed umane dell’organizzazione. Dal suo punto di vista qual è il bilancio sociale del volontariato bresciano? Osserviamo come il volontariato sia sempre piĂš coinvolto nel rispondere ai bisogni indotti dal progressivo impoverimento della popolazio-

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ne e dalla sempre maggiore difficoltà delle istituzioni a rispondere alle esigenze: dal sostegno al reddito, ai servizi alla persona piuttosto che alla sicurezza o al decoro ambientale. Rimane la generosità del volontariato, risorsa preziosa. Tuttavia non è lecito chiedere alle organizzazioni solo servizi senza

(Gorizia/Nova Gorica tra Italia e Slovenia e GĂśrlitz/Zgorzelec tra Germania e Polonia), attraverso un percorso che fotografa altre realtĂ separate, accomunate da questa scissione geograďŹ ca, culturale e sociale che ne ha modiďŹ cato la natura. La partenza è ďŹ ssata per domenica 8 settembre alle 6.30 e il rientro nella serata di martedĂŹ 10; la quota di partecipazione è di 220 euro; ci sono ancora posti disponibili: informazioni al CTS in via Tommaseo 2, tel 03041889.

coinvolgerle ed ascoltarle nella fase nella quale i Comuni stendono i programmi ed i bilanci preventivi. Il volontariato è la sentinella dei bisogni della popolazione e le sentinelle devono essere ascoltate attentamente. Abbiamo la sensazione che non sia sempre cosĂŹ. Forse perchĂŠ a volte possono dire cose che disturbano gli amministratori o mettono in discussione abitudini consolidate. D’altra parte una cosa è certa: un volontariato che voglia essere protagonista nelle scelte deve anche essere un volontariato preparato alla gestione della cosa pubblica. In futuro dedicheremo una parte della nostra formazione a questa tematica.

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‹–ƒ ƒ••‘…‹ƒ–‹˜ƒ Â?ƒ ‘Â?ˆ‡”‡Â?œƒ ‰‹‘˜ƒÂ?‡ Dopo molti mesi trascorsi tra difficoltĂ organizzative e logistiche, lo scorso maggio è nata in seno all’Associazione consiglio centrale di Brescia una Conferenza “atipicaâ€?. Si tratta di una Conferenza composta esclusivamente da giovani. Essa è formata da nove ragazzi tra studenti universitari e lavoratori, con un’etĂ compresa tra i venti e i trentacinque anni, che hanno scelto di riunirsi il lunedĂŹ, con frequenza quindicinale, in un locale messo a disposizione dai

Padri di Santa Maria della Pace di Brescia. Consigliere e guida spirituale è stato scelto padre Michele Pischedda. Durante i primi incontri è stata incoraggiata la conoscenza reciproca e si è cercato di promuovere tra i partecipanti un rapporto di dialogo e fiducia. Tra le iniziative in programma, un’escursione in montagna con lo scopo di offrire ai ragazzi un’ulteriore occasione di ritrovo per saldare i legami e far nascere nuove idee e progetti. In ambito

operativo, alcuni ragazzi della Conferenza hanno proposto di seguire una famiglia di sei persone in stato di disagio, provvedendo al pagamento del canone d’affitto dell’abitazione in cui vivono e sollecitando i servizi sociali del Comune e le cooperative sociali di tipo B affinchĂŠ il capofamiglia, attualmente disoccupato, possa trovare un lavoro stabile e continuativo. Parallelamente, si pensa di “sfruttareâ€? il quartiere di residenza di tale famiglia per

estendere la rete di solidarietĂ anche agli altri ragazzi della zona, organizzando un doposcuola aperto a tutti (dalle scuole elementari alle medie secondarie) in collaborazione con gli istituti scolastici e con le parrocchie locali. Dopo la pausa estiva nel mese di agosto, gli incontri della Conferenza riprenderanno regolarmente a settembre, in attesa che le intuizioni maturate durante le vacanze si incamminino sulla strada di una concreta realizzazione.

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in dalla loro istituzione, nell’aprile del 1833, su idea del Beato Federico Ozanam, le Conferenze di caritĂ si manifestano come il centro della spiritualitĂ , della formazione e dell’azione vincenziana. Ogni Conferenza nasce e si costituisce nell’ambito di una comunitĂ (la parrocchia, il nucleo abitativo, la scuola o il semplice gruppo di amici). L’incontro tra i soci, chiamati anche confratelli, favorisce la condivisione di esperienze, il confronto sulle decisioni da prendere e la nascita di un autentico percorso di crescita spirituale. All’interno della Conferenza, ogni socio è chiamato a compiere la propria attivitĂ in modo personale, continuativo, volontario e gratuito, in sintonia con lo spirito di solidarietĂ cristiana e umana. La promessa fatta è di servire i poveri come fratelli, calandosi in corpo e spirito nel loro ambiente di vita, rispettandoli nella loro unicitĂ , assecondandone le esigenze morali,

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ricevere. In conformitĂ all’insegnamento di San Vincenzo de Paoli, che invita a mettersi al servizio del prossimo e a guardare il suo volto come se fosse il volto di Cristo, i Confratelli devono avvicinarsi con devozione a chi è nel bisogno, sforzandosi di ascoltare e comprendere il suo dolore senza mai giudicare. Il povero, infatti, nonostante le privazioni e le mancanze materiali e spirituali, non perde mai la propria dignitĂ di essere umano e ha in sĂŠ la capacitĂ di riscattarsi e riprendere in mano la propria vita. Il Vincenziano deve quindi servirlo nella speranza di un avvenire di giustizia e caritĂ . La preoccupazione per il prossimo va quindi trasformata in azione concreta per il suo benessere, mentre la compassione per le sue sofferenze è da tradursi in amore di vicinanza, un’attenzione che abbia il coraggio di correre dei rischi ed esporsi in prima persona. La Conferenza non è tuttavia un organismo statico, im-

mobile nello spazio e nel tempo. Essa è una struttura viva e attiva che deve essere in grado di evolversi con il mutare dei fenomeni sociali e delle nuove forme di povertà , dando risposte rapide e puntuali di fronte ai repentini cambiamenti del mondo, proponendo nuove strade da percorrere, servendosi al tempo stesso di un occhio critico sulla realtà e di una buona dose di immaginazione. Questa capacità di lettura dei fenomeni sociali non sarebbe possibile senza un costante percorso di formazione e aggiornamento.

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–—†‹ƒ”‡ ƒ ”‡•…‹ƒ ’‡”–‹ ‹ „ƒÂ?†‹ ’‡” Ž‡ ”‡•‹†‡Â?œ‡ Ăˆ ancora possibile fare richiesta per un posto letto nelle residenze universitarie della Congrega di via Pusterla 4 e via Silvio Pellico 8. Gli appartamenti sono nuovi, indipendenti, ammobiliati, dotati di collegamento internet ad alta velocitĂ . I canoni di locazione, a seconda della tipologia di stanza, vanno dai 270 ai 370 euro mensili e sono comprensivi di tutte le spese. I posti sono riservati a studenti fuori sede delle facoltĂ di Brescia. Con una popolazione

universitaria che supera le 20mila unitĂ , Brescia ha da sempre un grande bisogno di alloggi per gli studenti fuori sede. Per rispondere, almeno in parte, alle complesse esigenze correlate a tale realtĂ , nel 2008 la Congrega ha individuato i due immobili per destinarli, dopo integrale ristrutturazione, a residenze universitarie. Su tratta di Casa “Alessandro Cottinelliâ€? in via Silvio Pellico, un villino in stile liberty oggi suddiviso in due monolocali, due bilocali, tre

trilocali e un quadrilocale, per un totale di 17 posti letto, e di Casa “Beato Bartolomeo Gualaâ€? che, in via Pusterla dispone di sei monolocali, tre bilocali, tre quadrilocali, per un totale di 24 posti letto. “La Congrega della CaritĂ Apostolica intende offrire ai giovani, attraverso le residenze universitarie, la possibilitĂ di dedicarsi agli studi intrapresi e favorire un equilibrato inserimento nella vita universitaria, per il conseguimento di una completa

maturazione personale, civile, educativa e culturaleâ€?. Nel 2012, l’85% dei posti è stato affittato a studenti regolarmente iscritti a corsi delle principali facoltĂ di Brescia: 10 ragazzi studiano all’UniversitĂ degli Studi di Brescia, 13 alla Libera Accademia di Belle Arti, tre alla UniversitĂ Cattolica del Sacro Cuore e nove presso l’Accademia Santa Giulia. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www. congrega.it

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pesso non è necessario allontanarsi troppo da casa per scoprire luoghi incantevoli e poco conosciuti. In occasione della “Giornata del paesaggio 2013â€?, la Fondazione Bonoris, insieme ad altri partner istituzionali, promuoverĂ una visita guidata in bicicletta attraverso le corti agrarie del conte Bonoris nella campagna mantovana, allo scopo di promuovere la conoscenza di questo paesaggio rurale alle porte della cittĂ dei Gonzaga, proprio sulle sponde del Lago Superiore. L’iniziativa si svolgerĂ domenica 15 settembre, con partenza alle 9 dalla sede del Parco del Mincio, in piazza Porta Giulia a Mantova. Le proprietĂ agrarie mantovane furono affidate alla Congrega della CaritĂ Apostolica dal conte Gaetano Bonoris (1861-1923). Egli, primo tra i benefattori del sodalizio di via Mazzini a Brescia, nel redigere il testamento all’inizio degli anni Venti, pensò alla costituzione di un autonomo

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grazie al prato stabile, consente – oltre all’allevamento e ai foraggi – la produzione del grana padano dop. Dal punto di vista turistico, le strade di collegamento ciclabili tra spazi coltivati, corsi d’acqua ed aree boschive offrono peraltro scorci affascinanti e quasi dimenticati. La Fondazione Bonoris ha cercato di condurre negli anni un’attenta opera di investimento e salvaguardia, d’intesa con le famiglie dei propri affittuari. Soprattutto in merito agli edifici, vi sono stati ricorrenti interventi di rimodulazione patrimoniale e riqualificazione funzionale, a seconda delle esigenze produttive e delle mutate forme dell’abitare. In particolare, l’accentuata meccanizzazione dell’attivitĂ agricola ha determinato una minore presenza di forza lavoro nelle campagne, trasformando cosĂŹ anche le dinamiche residenziali. Per tali ragioni, il 30 agosto 2012 è stato affidato al Dipartimento di scienza e tecnologie dell’ambiente costruito del Politecnico di Milano un

progetto di ricerca per il recupero e la valorizzazione fruitiva, ambientale e paesaggistica dei fondi. Obiettivi dell’iniziativa sono la promozione delle corti nel contesto territoriale del parco, l’elaborazione di indirizzi per la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni agro-alimentari, con sperimentazioni tecnologiche e di sostenibilitĂ ambientale. Appuntamento allora il 15 settembre, per andare alla scoperta dei tesori naturali che anche la pianura padana può offrire.

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‘Ž‹†ƒ”‹‡–Â? —•‹…ƒ ‡ ˆ‡•–ƒ ƒ ‘”–‹‘Ž‘ La parrocchia di Portiolo è una delle molte aree del mantovano colpite dal terremoto del 20 e 29 maggio 2012, ferita in particolare nella chiesa e negli ambienti oratoriali, completamente inagibili. Tramite la Caritas diocesana di Brescia, le zone pastorali III e IV della diocesi di Brescia sono state gemellate proprio con Portiolo e durante l’estate appena trascorsa sono state molteplici le iniziative realizzate nelle parrocchie di queste zone pastorali per

raccogliere fondi a sostegno delle aree terremotate. A Portiolo sono stati ormai ultimati i lavori di costruzione di due ambienti adiacenti la canonica, da utilizzare come aule di catechismo, gruppo di preghiera, sale riunioni, punto di ritrovo. Portiolo è una comunità ferita che lentamente prova a ripartire e lo fa anche con momenti di incontro in cui i volontari della parrocchia si mettono a disposizione per donare

momenti di serenità . CosÏ il 24 e 25 agosto si è svolta la Festa dei due Campanili, una festa giunta alla quinta edizione, un momento in cui la Comunità si riunisce condividendo momenti di preghiera e convivialità . Anche le parrocchie di Darfo e Corti sono state presenti alla festa, accompagnando con la musica i momenti serali, un piccolo ma sentito segno di vicinanza a chi porta i segni di una profonda ferita. (Stefano Savoldi)

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ono da poco trascorsi cinque anni da quando, su sollecitazione del vescovo Luciano, la Caritas diocesana di Brescia ha messo in pista una serie di iniziative che compongono, con una felice intuizione che ben rende lo spirito che le accumuna, “Mano Fraternaâ€?. Una di queste è il microcredito sociale che consiste nell’accompagnamento al credito responsabile e al recupero dell’autosufficienza economica di singoli o nuclei familiari la cui situazione rischia di essere definitivamente compromessa da fatti eccezionali, imprevisti e comunque temporanei, proponendo finanziamenti agevolati, fino a 3.000 euro rimborsabili in 36 mesi. Questa iniziativa ha potuto concretizzarsi grazie anche alla disponibilitĂ delle Banche di credito cooperativo presenti sul territorio della nostra diocesi, che hanno messo a disposizione un plafond quattro volte superiore a quanto raccolto dalle parrocchie e messo loro a garanzia. Il 26 luglio scorso presso il Centro pastorale Paolo VI, per una sorta di bilancio pluriennale, si è svolto un incontro con i 43 volontari referenti dei 18 sportelli di microcredito sociale presenti in Diocesi: al 31 dicembre 2012 erano 211 le parrocchie partner, 17 le zone pastorali coinvolte, 966.960 euro l’ammontare dei finanziamenti erogati, 375 le persone che ne hanno beneficiato. Oltre ai numeri, peraltro particolarmente significativi, l’attenzione è stata posta sulla ri-condivisione dello specifico distintivo dell’esperienza di microcredito sociale: “dare credi-

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economica e sociale, nonchĂŠ per presentare le iniziative della Caritas diocesana di Brescia relative al lavoro: il sostegno, attraverso una riduzione dei costi del lavoro, alle realtĂ del sistema economico produttivo interessate ad assumere; il supporto, attraverso lo strumento dei voucher - buoni lavoro accessorio, alle caritas che si attivano nella promozione di opportunitĂ lavorative (vedi: fondo “Il pane dĂ lavoroâ€?). L’incontro dello scorso 26 luglio dunque non è stata solo l’occasione per “tirare le sommeâ€? del microcredito sociale, ma anche per condividere opportunitĂ e modalitĂ per continuare a tendere una mano fraterna a chi si trova in difficoltĂ .


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ell’ambito della 34ÂŞ edizione del Meeting di Rimini, un posto di particolare rilievo, quest’anno, è stato riservato alla mostra itinerante “Fare bene il bene, San Giovanni Battista Piamarta (1841-1913)â€?. Esponente del “cattolicesimo socialeâ€?, il bresciano p. Piamarta è stato canonizzato da Benedetto XVI il 21 ottobre 2012 in San Pietro. Per parlare del fondatore dell’istituto Artigianelli, alla kermesse riminese è arrivato anche il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Nata grazie alla sinergia fra la congregazione della Sacra famiglia di Nazareth, l’UniversitĂ cattolica, il periodico “Brixia Sacraâ€? e alcune amministrazioni locali bresciane, la mostra è un omaggio a p. Piamarta, in occasione della canonizzazione e per celebrare il primo centenario dalla morte. Erano circa 190 i metri quadri, nello spazio del padiglione

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campagne, travalicando gli oceani: dal quartiere di San Faustino a Remedello, dal monte Maddalena all’Angola, fino ad arrivare in Brasile. Ai suoi giovani, che lo sentivano come un “padreâ€?, amava dire: “Si può pregare anche mentre lavoriamo. La zappa stia nella mano, ma il cuore stia in Dioâ€?. E ancora: â€œĂˆ facendo bene i propri compiti, grandi o piccoli che siano, che si raggiunge la santitĂ â€?. Da qui il motto di p. Piamarta, “Fare bene il beneâ€?, titolo della mostra curata da Gabriele Archetti. “Piamarta non è noto in tutti i cinque continenti – riferisce il curatore – anche se in tre di questi la sua opera è presente in maniera significativa. Il nostro obiettivo è catturare l’attenzione e la curiositĂ dei visitatori che non hanno mai sentito parlare di p. Piamarta, rappresentando la cittĂ di Brescia, articolandone i percorsi e le strade che hanno visto padre Piamarta protagonista attivo della

vita religiosa e socialeâ€?. L’ambito su cui Gabriele Archetti ha voluto porre l’attenzione ha riguardato il legame fra il volere di Dio, l’opera di Piamarta ed i bresciani:“Abbiamo voluto sottolineare come la provvidenza sia riuscita a collegare le nostre storie con la storia della santitĂ di padre Piamartaâ€?. La collocazione della mostra nel contenitore “uomini all’operaâ€? non è casuale, il Santo veniva infatti soprannominato “don argento vivoâ€?, tanta era la vitalitĂ che sprigionava. Una caratteristica che concettualizza e sottolinea ulteriormente l’attualitĂ del pensiero di Piamarta, legandosi, quasi in simbiosi, con il tema del Meeting: “Emergenza uomoâ€?. Nel periodo storico in cui visse il fondatore della comunitĂ piamartina “lo Stato, al pari di oggi, non era in grado di far fronte ai problemi sociali ed economici che affliggevano la popolazione. In tale contesto Piamarta, uscendo dagli schemi, diede una

risposta ai tanti giovani in cerca di un futuro migliore. Come fare? Insegnando loro un lavoro in modo da entrare nella societĂ civile, ma senza mai perdere di vista la visione cristiana dell’esistenzaâ€? ricorda Gabriele Archetti. La mostra è stata divisa in due sezioni: una composta da fotografie in bianco e nero che ritraggono i luoghi e le opere di Piamarta, ed una a colori che ne attualizza il pensiero, mostrandone l’importante lascito. Alla presentazione della mostra hanno partecipato, in qualitĂ di relatori, Gabriele Archetti, curatore dell’esposizione, il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, Enzo Turriceni, superiore generale della Congregazione Sacra Famiglia di Nazareth, Alberto Cova, professore di Storia economica dell’UniversitĂ cattolica del Sacro Cuore di Milano e il direttore letterario dell’Editrice Queriniana, il teologo Rosino Gibellini.

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Ăˆ stata ďŹ nalmente ďŹ ssata al 14 settembre la data dell’omaggio che il festival “Tener-a-menteâ€? del Vittoriale dedica a Gabriele D’Annunzio nell’anno che ricorda il 150° anniversario della nascita del Vate. Come da tempo annunciato sarĂ Filippo Timi (nella foto) a dare voce e corpo alla ďŹ gura di Gabriele d’Annunzio, reso traverso le pagine inedite dei testi messi a disposizione dagli Archivi della Fondazione, a chiudere l’edizione

Si chiuderanno l’1 ottobre prossimo le iscrizioni al concorso fotograďŹ co “Stile liberoâ€?, promosso da Ipsia onlus e dalle Acli provinciali di Brescia. Il concorso si propone di permettere ai partecipanti di raccontare attraverso una fotograďŹ a il tema dei nuovi stili di vita. Cioè delle scelte che le persone hanno nelle proprie mani per poter cambiare la vita di ogni giorno determinando cambiamenti anche strutturali. Possono partecipare al concorso giovani con etĂ non

2013 del Festival del Vittoriale tener-a-mente. Lo spettacolo, inizialmente annunciato in apertura di stagione, era stato rinviato per impegni cinematograďŹ ci dell’artista Ambientato nell’affascinante cornice del Parco monumentale della dimora dannunziana, l’allestimento sarĂ riservato a 250 spettatori. I biglietti disponibili sono in vendita sul sito www. anďŹ teatrodelvittoriale.it e nei tradizionali punti di prevendita.

superiore ai ai 32 anni. Ogni partecipante può concorrere con un massimo di tre fotograďŹ e. Termine massimo per la consegna delle fotograďŹ e è stato ďŹ ssato per il 1Âş ottobre prossimo. Le premiazioni si terranno il 6 ottobre 2013 all’interno di “Questione di Stileâ€?, il festival dei nuovi stili di vita che si terrĂ a Torbole Casaglia. Per ulteriori informazioni sul concorso e per conoscere le modalitĂ di partecipazione: www. aclibresciane.it

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in fase si messa a punto degli ultimi particolari l’organizzazione della prima edizione de “La Voce del Popolo in festaâ€?che si terrĂ all’oratorio di Lograto dal 5 all’8 settembre. La proposta, pensata per l’anno in cui il settimanale festeggia il 120° anniversario dell’uscita del primo numero, ha l’ambizione di diventare un punto fisso nel rapporto tra il giornale, i suoi lettori e la comunitĂ bresciana. Il tema scelto per la festa richiama il tema della fedeltĂ e di come i bresciani cercano di declinarla nel campo della fede e della giustizia. Un tema che sulla carta potrebbe suonare impegnativo ma che non è altro che la traduzione dell’impegno e dei punti di riferimento che hanno guidato il settimanale diocesano, nato nel 1893 per intuizione e iniziative di laici illuminati come il Beato Giuseppe Tovini e Giorgio Montini, nei suoi 120 di vita. Anche i “toniâ€? scelti per tradurre il tema in proposte concrete ricalcano quelli che con cui “Voceâ€? ha cercato di raccontare la complessa realtĂ bresciana. A momenti piĂš impegnati, pensati per favorire, com’è nello stile

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della festa è anche il tema scelto per il dibattito, in programma alle 21 di venerdĂŹ 6 settembre, tra mons. Giacomo Canobbio, delegato episcopale per la cultura, e Graziano Tarantini, presidente del comitato di gestione di A2A. La serata sarĂ allietata dagli interventi musicali della Chardonnay Dixie band. Per la giornata di sabato 7 settembre il programma della festa prevede, in mattinata, il tradizionale convengo riservato alle delegate di “Voceâ€?, e alle 20.30 una serata musicale con l’Orchestra Paolo Facci con il taglio della torta del 120°. Domenica 8, infine, chiusura della festa con la celebrazione, alle 10.30 nella parrocchiale di Lograto, della Santa Messa per i 120 anni di “Voceâ€?, presieduta da mons. Gianfranco Mascher. Per tutta la durata della festa sarĂ in funzione uno stand gastronomico.

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%XRQD WDYROD EXRQ YLQR H VROLGDULHWj Ăˆ giunta alla ottava edizione la cena itinerante a scopo benefico “Erbusco in tavolaâ€? in programma il 6 settembre, e tra le eleganti ville del centro storico della cittadina franciacortina. Protagonisti della serata sono infatti gli oltre 40 operatori del settore eno gastronomico locale e dei comuni limitrofi. L’iniziativa, promossa dal Comune, si svolge in collaborazione con l’associazione culturale “Cantori di Corteâ€? e con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Brescia (assessorato all’Agricoltura agriturismo e alimentazione), del Consorzio per la Tutela del Franciacorta, della Strada del Vino Franciacorta e dell’Associazione nazionale CittĂ del Vino. L’inizio della cena è previsto dalle 19.30 alle 20.30 davanti alla ex villa Cavalleri, sede del Municipio, in via Verdi n. 16, dove i partecipanti potranno ritirare la sacchetta con il calice per poi proseguire tra le antiche dimore villa Marchetti, villa Lechi, villa Secco d’Aragona e villa Longhi, per arrivare sino alla ex villa Cavalleri, sede del Municipio. Come ogni anno, la solidarietà è lo scopo principale della manifestazione. Quest’anno i fondi andranno a favore di due progetti: “La casa di Almaâ€? dell’ Associazione bambino emopatico (Abe) Onlus degli Spedali civili di Brescia che si occupa di garantire il maggior livello possibile di qualitĂ della vita per il bambino e la sua famiglia durante il lungo periodo di cura e il progetto “Animali e Natu-

raâ€? dell’associazione di volontariato Maestrale di Capriolo che si occupa della gestione del tempo libero delle persone con gravi disabilitĂ . Il costo del biglietto è di 30 euro. Prenotazione, entro il 3 settembre, agli indirizzi e-mail: info@erbuscointavola.net o cultura@comune.erbusco.bs.it. Per ulteriori informazioni: Ufficio cultura tel.0307767.315/.338, 335.6891908; www.erbuscointavola. net, info@erbuscointavola.net, cultura@comune.erbusco.bs.it

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ÂŽ –‡”œ‘ ƒ•–‡”„”ƒ•• †‡†‹…ƒ–‘ ƒ‰Ž‹ ‘––‘Â?‹ Prosegue sino al 1° settembre a Palazzolo sull’Oglio la terza edizione del Masterbrass, quest’anno dedicato agli ottoni, promosso dall’associazione culturale palazzolese “Terzarmonicaâ€? in collaborazione con il Mascoulisse quartetâ€?, con il patrocinio del locale assessorato alla Cultura. L’iniziativa, che ha preso il via il 28 agosto, prosegue il 29, con inizio alle 20, con il recital della pianista Hillary Bassi e dei tromboni Vincent Lepape, Matteo

De Luca, Devid Ceste e Diego Di Mario. Per le 21 del 30 agosto, nel palazzo comunale palazzolese è in programma l’esibizione “Jazz Brass Nightâ€?, con Andrea Andreoli, Humberto AmĂŠsquita (tromboni). Ăˆ l’auditorium S. Fedele ad ospitare, il 31 agosto alle 21, il concerto di gala con l’esibizione dell’Orchestra di ďŹ ati della Valcamonica diretta da Denis Salvini. Il giorno dopo la chiusura, alle 18 alla Fondazione Cicogna Rampana, con il concerto degli allievi e dei docenti del corso.

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i parla raramente delle fanciullezza di Giacomo Leopardi: il genio inarrivabile che ha regalato alla cultura mondiale poesie immortali quali “A Silviaâ€? o “Il sabato del villaggioâ€?. Del poeta di Recanati si preferisce studiare, invece, il periodo della sua maturitĂ , una stagione che ha proceduto la morte precoce, sopraggiunta a 39 anni. Fortunatamente c’è anche chi cerca di colmare, seppure in parte, questa evidente lacuna. Un piccolo, ma agile libretto realizzato da Vincenzo Guarracino (saggista, critico letterario, poeta e tra i massimi studiosi italiani di Leopardi) e pubblicato dalla Fondazione Zanetto di Montichiari svela alcune particolaritĂ dell’etĂ piĂš verde del poeta marchigiano. La pubblicazione si intitola “Un imbroglio di versiâ€? e contiene due preziosi inediti “pueriliâ€?, uno dei quali firmato: datati 1810, quando Giacomo Leopardi era solo dodicenne: Le due composizioni sono dedicate rispettivamente alla nonna paterna (la contessa Virginia Mosca Leopardi) e al precettore (don Sebastiano Sanchini). Dalla loro lettura emerge l’attento sguardo del poeta su due figure

importanti nella sua formazione, a cui offre deferenza e rispetto senza lesinare critiche (specie nel secondo caso) per...aver allungato l’orario dello studio di ulteriore tre ore giornaliere. Quanto all’origine degli stessi, come scrive lo stesso Guarracino, è probabile che essi provengano dalla collezione del sacerdote vicentino Giovanni Battista Della Vecchia che svolse le funzioni di istitutore e custode, intorno al 1880, nella biblioteca familiare leopardiana di Recanati, dunque legato a doppio filo all’importante famiglia marchigia-

na. Siamo di fronte ad opere “dalla grande vivacitĂ espressiva – scrive Guarracino nel testo a corredo del libro – con effetti che denotano capacitĂ tecniche e critiche acquisite dal giovanissimo autore, in grado non solo di giocare maneggiando materiali concettuali e retorici (‌) ma anche di avanzare di sĂŠ un’immagine abilmente protestataria precorrendo di molti anni le strategie della sua progressiva presa di distanza dal sistema di valoriâ€? dell’ambiente sociale recanatese. Pregevole anche la pagina di copertina che reca l’immagine dell“Ucelloâ€?, un curioso disegno autografo del giovane Giacomo Leopardi, sempre risalente al 1810. All’interno del volume trovano posto anche alcune immagini d’epoca della cittĂ natale del poeta, di Carlo e Paolina, i suoi due fratelli. L’opera di ricerca e di approfondimento che Guarracino ha condesato nella pubblicazione, permette di intravedere, seppure in in nuce, il futuro genio, un Leopardi giovinetto dalla cui penna sarebbero successivamente scaturiti alcuni dei versi piĂš sublimi della poesia italiana, capaci di raccogliere e condensare, “d’in su la vetta della torre anticaâ€?, sentimenti ed emozioni in maniera straordinariamente efficace.

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I Gr nazionali vanno in onda dalle 8 alle 18; i Gr di Radio Vaticana alle 8 e alle 19.30 (la domenica alle 14); i Gr locali vanno in onda ogni ora dalle 9.30 alle 13.30; la Rassegna stampa locale alle 8.30 la rassegna stampa nazionale alle 9.15; gli approfondimenti alle 8.45 e alle 9.45 in Zoom. Sono gli appuntamenti quotidiani dedicati all’informazione locale, nazionale e internazionale. Sul sito radiovoce.it si possono riascoltare tutte le interviste.

Dall’11 maggio la Messa del sabato alle 18.30, viene trasmessa in diretta dalla chiesa della Natività di Maria in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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“Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voiâ€? è il titolo della quarta Lettera pastorale del vescovo Luciano Monari che sarĂ consegnata ai sacerdoti al termine del Convegno del clero (in programma dal 2 al 4 settembre). In Primo Piano (ore 11.20) il vicario generale mons. Gianfranco Mascher illustra il tema e i contenuti della lettera dedicata alla missione ecclesiale (intervista di Massimo Venturelli). La Buona Novella, il programma

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prodotto da VoceMedia e a cura di Betty Cattaneo, in estate va in onda dalle 11 alle 12, dopo la S. Messa delle 10 trasmessa in diretta dalla Cattedrale. Da domenica 1° settembre riprende la trasmissione in differita della Buona Novella su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaÍl. Le rubriche della Buona Novella si possono riascoltare sul sito www. radiovoce.it nella sezione Podcast.

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/D IUHQHWLFD ULFHUFD GHOOD ODSLGD]LRQH PHGLDWLFD Rientro dalle vacanze, temperature piĂš basse, cantieri in cittĂ , rincari al supermercato, il Governo cade, ricomincia il campionato. Insomma tutto regolare. Argomenti per il “pour parlerâ€?, le conversazioni da bar, carte jolly sempre vincenti: se ce le giochiamo bene possiamo essere tutti d’accordo senza troppa fatica. Sono preziosi spunti offerti dalla tv che, anche se sulla carta risulta essere ancora in ferie continuando la sua programmazione estiva, non perde occasione per impostare un bel soffritto per i piatti forti della stagione 2013-2014. C’è anche chi per paura di perdere il

treno degli ascolti si è svegliato presto ed è giĂ al lavoro. Su Rete 4 è ricominciato “Quinta Colonna – Il Quotidianoâ€?, rotocalco quotidiano preserale di approfondimento condotto da Paolo Del Debbio. Nella scorsa stagione è stato l’ultimo ad andare in vacanza, proseguendo fino alla seconda metĂ di luglio, e il primo a ripartire, il 26 agosto con la prima puntata in cui politicanti annoiati, soprusi sociali e fermenti di riscossa popolare hanno convissuto pacificamente. L’indignazione pubblica, popolare, popolana, è una tematica molto cara a Mediaset. Da decenni è ad appannaggio di “Striscia la notiziaâ€?, che

ogni giorno, puntata dopo puntata, ha consolidato il suo ruolo di vendicatore-giullare contro le ingiustizie italiane. Trovare un problema, celebrarlo, estirparlo. Una liturgia perfetta in cui il cattivo viene smascherato, giudicato e punito. Al popolo serve vedere che il bene trionfa ogni tanto. Ăˆ un’esigenza di catarsi collettiva: ci si unisce insieme per superare un problema. Solo che in questo caso è la tv a risolvere tutto, il pubblico assiste roboante da casa. Ma va bene anche cosĂŹ. “Strisciaâ€? è il traghetto dalla fascia dei telegiornali, terribili e paurosi, al sonno della prima serata, avvolgente e rassicurante. Non c’è

anestetico migliore. Del Debbio, o chi per lui, ha capito bene questa dinamica socio-televisiva. Infatti la novitĂ della stagione 2013-2014 di “Quinta Colonnaâ€? sarĂ la presenza di politici in piazza in mezzo alla folla, in collegamento con lo studio. “Vogliamo che i politici si confrontino con i problemi reali della gente comune. Gente con cui non sono troppo abituati ad avere rapporti. Il rischio della gogna? SarĂ scongiurato solo dal politico stesso e da quello che dirĂ â€?. Una moderna piazza della lapidazione pagana, in cui la massa si scaglia contro un singolo per sfogare ed

esorcizzare il male, per assecondare l’insaziabile fame di violenza. Certo, ma con qualche modifica: nella versione di Del Debbio un burattino politico si dĂ in pasto metaforicamente al popolo sovrano che lo usa come sacco da boxe (interruzioni pubblicitarie permettendo). Finito lo sfogo, in piazza e davanti allo schermo tutto ritorna come prima: il burattino risale sulla sua autoblu, i pensionati e i precari rincasano a scaldarsi il caffelatte. Ormai non serve piĂš scendere in piazza: ci pensa la tv a ricreare una perfetta rappresentazione della protesta, finta ma comunque efficace. Ăˆ cosĂŹ che oggi si mantiene l’ordine.


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pace tra popoli di differenti provenienze, storie e fediâ€?, spiega Gianna Urizio, presidente dell‘Associazione protestante cinema “Roberto SbafďŹ â€?, tra le ideatrici del Premio. Anche quest‘anno la Fondazione Ente dello Spettacolo, l’associazione “Roberto SbafďŹ â€? e InterďŹ lm proporranno a margine della Mostra di Venezia un evento internazionale dal titolo: “Cinema: occasione di incontro tra culture e storie diverseâ€?, che si terrĂ il 3

settembre all‘Hotel Excelsior al Lido. Prevista la partecipazione di Haifaa Al Mansour, regista del ďŹ lm “La bicicletta verdeâ€?, premiato l‘anno scorso a Venezia dalla giuria InterďŹ lm. Lo stesso ďŹ lm sarĂ proiettato il giorno successivo alla Casa del Cinema a Venezia alle 16.45. L’evento è organizzato dal Consiglio delle Chiese cristiane di Venezia, dal Centro culturale Palazzo Cavagnis e dal Segretariato attivitĂ ecumeniche veneziano.

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l Festival del cinema di Venezia (ma la dicitura esatta è Mostra internazionale d’arte cinematografica) ha spento nei giorni scorsi le candeline per la sua 70° edizione. Una storia importante, messa però in discussione, come tante altre manifestazioni similari, da chi sostiene che queste kermesse non abbiano piĂš niente da dare alla causa della “settima arteâ€?, nonostante la grande attenzione con cui il pubblico le segue. Una critica che non è sfuggita ad Alberto Barbera (nella foto in basso), direttore della Mostra, che ha dedicato gran parte dell’intervento pronunciato in occasione dell’avvio del festival proprio a questo tema. “C’è una punta

di orgoglio – ha affermato - nel dire che questa edizione della Mostra, se non delle risposte, fornisce qualche indicazione sul perchĂŠ i festival siano ancora necessari e di come possano adeguarsi alla mutata situazione in cui si trovano ad operareâ€?. Nel compilare la playlist dei titoli proposti quest’anno, gli organizzatori hanno cercato di tener conto della crescente frammentazione e schizofrenia che sembra caratterizzare l’universo del cinema, “sempre piĂš contrapposto – ha continuato Barbera – per modalitĂ produttive, incoerenza dei modelli spettacolari di riferimento, esplorazioni delle nuove potenzialitĂ offerte dalle tecnologie digitali, aperte alla sperimentazione

delle inedite piattaforme distributive e promozionaliâ€?. Un mondo segnato, però, anche dalle complicazioni economiche, dalla riduzione di risorse finanziare che un tempo sembravano pressochĂŠ illimitate, dalle inedite strategie di promozione e dalle difficoltĂ di ‘bucare’ l’opaca resistenza del mondo della comunicazione. Le quattro sezioni in cui si articola il festival (Concorso, Fuori Concorso, Orizzonti e Venezia Classici) rispondono dunque all’esigenza di proporre un’istantanea della situazione del cinema contemporaneo, volutamente stratificata e non omogenea. Nel ricco programma di “Venezia 2013â€? figurano cosĂŹ autori affermati, che rappresentano la ragione della passione per il cinema e la certezza della sua continuitĂ . Accanto a questi gli esordienti e i registi in cerca di quella consacrazione, cui il festival può contribuire. Non mancano i cosiddetti film di genere, nei confronti dei quali non esiste alcuna forma di prevenzione, ma che non sempre è facile collocare all’interno del palinsesto di un grande festival. Spazio anche per i documentari, che acquistano progressivamente maggior peso nella programmazione veneziana, al punto che ben due figurano nel Concorso di Venezia 70. Ci sono i film restaurati e i documentari sul cinema che segnalano il peso crescente dell’investimento (in tutti i sensi: culturale, estetico, emotivo, distributivo) sul patrimonio immenso rappresentato dall’ereditĂ del cinema del passato. A Venezia 2013 spazio anche ai cortometraggi, palestra preziosa degli autori di domani, inseriti a pieno titoli nel programma della sezione Orizzonti. C’è poi il “Mercato del filmâ€?, che si presenta rafforzato e accresciuto nei servizi e negli spazi messi a disposizione degli operatori commerciali, dopo la lusinghiera accoglienza riservata alla sua prima edizione lo scorso anno. Fra le sottolineature del direttore Barbera anche quella per il progetto speciale “Final Cut in Veniceâ€?, che si propone di sostenere economicamente la post-produzione di quattro film africani appositamente selezionati. Presidente di giuria dell’edizione numero 70 è il regista italiano Bernardo Bertolucci.

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Il Consiglio di gestione di Ubi Banca ha approvato nei giorni scorsi i risultati consolidati della gestione del primo semestre del 2013, che hanno evidenziato un utile netto di 52,9 milioni, conseguito grazie alla buona performance sia del primo che del secondo trimestre dell’anno, chiusi con un utile netto di 26,5 milioni. Nel primo semestre dello scorso anno l’utile era stato di 159,5 milioni, grazie al un miglior andamento del margine d’interesse grazie a maggiori volumi medi di

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olti sanno cos’è l’ “american dreamâ€?, il sogno americano, la possibilitĂ che il Paese a stelle e strisce offre (cosĂŹ, almeno, era una volta) a ogni persona dotata di buona volontĂ e di voglia di mettersi in gioco di affermarsi socialmente ed economicamente. Molti, molti di meno, sanno che esiste, o meglio esisteva, anche un “sogno brescianoâ€?, una via tutta locale alla scalata sociale. La conferma è arrivata nei giorni scorsi, con la scomparsa di Luigi Lucchini, uno dei grandi capitani d’industria italiani. Accanto al cordoglio per la morte, all’etĂ di 94 anni, dell’industriale nato a Casto e capace, grazie alla forza di volontĂ e ad indubbie capacitĂ imprenditoriali, di risalire la scala sociale sino a diventare uno dei leader mondiali della siderurgia, ha trovato grande spazio l’analisi e la presentazione di un modo tutto bresciano di fare impresa, di aggredire e conquistare i mercati. Un modo che, probabilmente, ha avuto in Luigi Lucchini uno dei miglior interpreti. Decano della siderurgia italiana, è stato protagonista della ricostruzione di un Paese distrutto dalla guerra, portando il gruppo da lui guidato ai vertici economici europei e mondiali. Luigi Lucchini era nato il 21 gennaio 1919 a Casto, figlio di un artigiano che lavorava il ferro, nell’immediato dopoguerra ha iniziato la propria atti-

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vità nell’officina paterna in Val Sabbia. Nel secondo dopoguerra realizza già i primi ampliamenti dell’azienda di famiglia, installando un piccolo laminatoio per la produzione di tondo per cemento armato. La crescita del gruppo continua anche nei decenni successivi, passando dalla dimensione artigianale a quella industriale con nuovi laminatoi e i primi forni elettrici. Da allora Lucchini e le sue aziende han-

no conosciuto una crescita costante. L’imprenditore nato a Casto è stato tra i primi in Italia ha cogliere la sfida dell’internazionalizzazione con l’acquisto negli anni Ottanta del secolo scorso degli impianti di Nowa Huta in Polonia. Parallelamente cresce anche il suo peso “politicoâ€? in seno all’imprenditoria italiana. Dal 1984 al 1988 è presidente di Confindustria, carica a cui arriva dopo avere guidato l’Aib

dal 1978 al 1983. Poi, con l’arrivo della stagione della new economy e della finanza creativa anche per Luigi Lucchini e il suo gruppo inizia la stagione della discesa. I giorni del ricordo sono stati segnati da una schiettezza che lo stesso cavaliere del lavoro avrebbe sicuramente apprezzato. Il mondo del sindacato non ha mancato di sottolineare la spigolositĂ delle relazioni e i contrasti che hanno una stagione di rapporti sindacali non sempre facili. Di modello da seguire, di apripista hanno invece parlato i rappresentanti del mondo imprenditoriale. Marco Bonometti, attuale presidente Aib ha ricordato al figura di Luigi Lucchini come “un punto di riferimento in anni di relazioni industriali difficili e confuse, durante i quali ha contribuito, con rigore, a delineare regole e comportamenti che hanno valore ancor oggiâ€?. Oltre ogni giudizio di parte. è comune la considerazione che con la scomparsa di Luigi Lucchini si sia chiusa una pagina di storia bresciana che tanti sembrano rimpiangere.

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&DOD OD SURGX]LRQH GL ODWWH Crisi, l’Italia taglia la produzione di latte di oltre il 3% rispetto ai primi sei mesi del 2012. Dalla Lombardia al Veneto, dal Piemonte all’Emilia, dal Friuli al Lazio alle Marche – spiega la Coldiretti Lombardia su dati Agea – si registrano cali che vanno dal 2 al 10%. “Si tratta di una situazione signiďŹ cativa – ha affermato Ettore Prandini (nella foto), presidente di Coldiretti lombarda – anche perchĂŠ si è veriďŹ -

cata prima dell’estate, stagione durante la quale c’è un ulteriore calo produttivo legato all’inuenza delle alte temperature sulle condizioni ďŹ siologiche degli animaliâ€?. La disponibilitĂ di latte italiano è tornata ai livelli del 2011 – spiega la Coldiretti Lombardia –: si munge di meno a causa dell’aumento dei costi e della chiusura di diverse stalle, mentre i prezzi delle industrie non sempre riconoscono il valore reale

del prodotto: l’ultimo accordo siglato da altre associazioni agricole con Italatte ďŹ ssa una media di 41,3 centesimi al litro (42 centesimi da agosto 2012 a gennaio 2013) contro una quotazione del latte spot che sďŹ ora i 50 centesimi. In Lombardia, da gennaio a giugno, la produzione si è attestata a 2 milioni e 351mila tonnellate con un calo del 2,45% rispetto al 2012, piĂš contenuto rispetto a quello nazionale di

oltre il 3% con 5 milioni e 619mila tonnellate munte. Sempre in Lombardia – spiega ancora la Coldiretti regionale – non c’è una provincia con il segno piĂš. Il dato emerge dal semplice confronto tra i dati del primo quadrimestre 2013 con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente 2012. Per Brescia il calo si è attestato al –2,79%, con una produzione di 418.845 tonnellate


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La Montina, nota cantina di Monticelli Brusati, tra i marchi storici che hanno fatto grande la Franciacorta, ha chiuso l’accordo con il prestigioso Team di Lucio Cecchinello (ex pilota classe 125cc) Lcr Honda MotoGP per il Gran Premio d’Inghilterra, che si terrà a fine agosto sul tracciato di Silverstone. La Montina quindi vestirà la Honda RC213V del campione della Moto2 Stefan Bradl che, dopo aver conquistato pole position e secondo posto

sul tracciato di Laguna Seca, mantiene saldamente il sesto posto nella classifica della classe regina. “Il Team Lcr, che milita nel Campionato del Mondo dal 1996, è una squadra professionale, competitiva e spumeggiante appassionata delle ‘bollicine’ del nostro incantevole territorio, la Franciacortaâ€? racconta Michele Bozza, responsabile Marketing dell’azienda. Il Regno Unito è per i Franciacorta un mercato importante e in costante ascesa.

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er i malati di cuore l’inizio stagione del Brescia calcio può essere stato un vero problema. Le Rondinelle, che sabato 24 agosto hanno iniziato al Rigamonti il loro campionato 2013/2014 contro la Virtus Lanciano, hanno messo in mostra limiti e pregi del nuovo modo di giocare. Fatto salvo che alcuni giocatori erano out per problemi fisici (tra gli altri Zambelli, Corvia e Di Cesare) e che il calciomercato è ancora aperto (si chiude lunedĂŹ), con piste percorribili (la conferma è dello stesso mister Giampaolo), il 4-2-4 con cui è schierato il Brescia garantisce presenze massicce in attacco (a volte troppo disordinate) ma una copertura difficile in difesa che chiede sacrificio e abnegazione da parte degli esterni. Vale a dire: quando la squadra attacca dovrebbe anche trovare il modo di concretizzare i suoi sforzi, evitando di correre inutili rischi quando gli avversari scendono verso l’area delle rondinelle. Certo, i meccanismi sono ancora da oliare, ma vanno messi a punto prima possibile. E a chi chiede delucidazioni sul modulo, il mister risponde di sapere il fatto suo e di essere certo di giocare cosĂŹ. La seconda giornata di serie B porta Caracciolo (doppietta con il Lanciano) e compagni al San Nicola di Bari sabato 31 agosto alle 20.30. I galletti pugliesi hanno esordito con un pareggio (0

il piĂš possibile le gare noiose di fine stagione, quelle che non hanno nulla da dire, perchĂŠ l’accesso ai play-off sarĂ aperto a tutte le squadre con un distacco dalla terza non superiore ai 14 punti. In questo modo potrebbero verificarsi mini selezioni da due squadre (la terza e la quarta) fino ad un massimo di sei, cioè fino all’ottava in classifica. Per ogni caso è previsto, giĂ da regolamento, come procedere per gli spareggi di promozione in A. Una rivoluzione che apre le porte a piĂš squadre, ma che chiaramente suggerisce, non troppo velatamente, che bisogna stare il piĂš possibile in scia alla terza, se si vogliono disputare i play-off, sperando che questa resti bene in scia alla seconda. Insomma bisogna fare piĂš punti possibile. E le Rondinelle, dopo averne lasciati due per strada, ripartono da Bari. E se si vuole essere tra i primi, allora niente calcoli, basta solo fare punti, e farli prima possibile. a 0) con la Reggina. La gara è importante per entrambe le formazioni, per i baresi per recuperare la classifica (che dice -2 per il calcio scommesse) prima possibile, mentre per Giampaolo sarĂ l’occasione per poter schierare i recuperati, ammesso li voglia rischiare, e osservare a distanza di una settimana l’assimilazione del proprio gioco. Poco alla volta si torna nella routine, anche se non mancano i colpi

di scena. Nel regolamento approvato dalla Lega, poco prima dell’inizio della stagione ufficiale, cambiano le regole per i play-off. Non cambiano le modalità di accesso diretto alla massima serie: prime due classificate e la terza, nel caso il distacco con la quarta sia superiore ai nove punti. In caso contrario, ecco i play-off (escluse comunque le prime due della classe). La novità introdotta dovrebbe annullare

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&VL H $YLV VFHQGRQR LQ FDPSR VXOOD VDEELD Csi e Avis scendono in campo sulla sabbia di Cellatica. La festa – organizzata dal Gruppo Giovani Avis e della sezione Avis Cellatica – celebra la sinergia tra le due importanti realtà bresciane e si svolgerà domenica 1 settembre all’Arena Beach dove sarà possibile partecipare gratuitamente a tornei di beach volley, beach soccer e beach tennis a partire dalle 15. Per i bambini un’area interamente dedicata a giochi e animazione. L’ini-

ziativa si avvale del patrocinio della Provincia di Brescia e del Comune si Cellatica. In attesa di questo grande evento facciamo luce sugli intenti delle due associazioni con il presidente dell’Avis provinciale, Gianpietro Briola. Da quali presupposti nasce la convenzione tra Avis e Csi? Dalle caratteristiche e i principi che ci contraddistinguono. Una vocazione alla salute, all’attuazione di com-

portamenti e stili di vita sani, al rispetto interpersonale e alla capacitĂ di lavorare nel segno della solidarietĂ e dell’amicizia. Quali iniziative verranno promosse nel prossimo futuro? Svilupperemo progetti collegati allo sport: tornei, corsi di formazione e di avviamento allo sport, ma non solo. Punteremo su cultura e prevenzione. Cosa significa donare sangue? Donare sangue è ridare speranza,

ridare vita. Allo stesso tempo consente di fare del bene a se stessi. Lo stato di salute di ogni donatore, infatti, è costantemente sotto controllo. Come spronare la collettività a fare sport? Questa è la nostra scommessa, con un occhio di riguardo alle nuove generazioni. Dobbiamo educare al riconoscimento di una soddisfazione che si costruisca e cresca nel lavoro di gruppo e nello stare insieme.


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Promuovere un percorso di appartenenza associativa attraverso il coinvolgimento di bambini e ragazzi. Ăˆ questo l’obiettivo di “La mia squadra tifa Csiâ€?, concorso rivolto alle compagini Under 8 e Under 10 di tutte le discipline facenti parte del panorama sportivo arancio-blĂš. I gruppi dovranno realizzare un disegno ispirandosi al titolo del concorso e inventare uno slogan ad esso correlato su supporto cartaceo. La giuria stilerĂ il podio tra i lavori pervenuti in

segreteria. Il disegno vincente diventerà il manifesto della stagione 2014/2015 e la squadra che lo avrà realizzato otterrà l’iscrizione gratuita al campionato. La consegna dei lavori dovrà essere effettuata entro e non oltre il 31 gennaio 2014. Obbligatoria per il ritiro del premio la presenza della squadra. Per aderire al concorso basta inviare la propria adesione a segreteria@ csi.brescia.it, oppure compilare il modulo di adesione disponibile in segreteria provinciale.

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n casa Csi Brescia è tempo di presentare la stagione 2013/2014, con il suo carico di novitĂ sportive e non solo. Come ogni anno l’ultima settimana di agosto ha coinciso con il tradizionale tour dei distaccamenti della segreteria sparsi su tutto il territorio provinciale, che hanno di recente assunto la nuova veste di “Punto Csiâ€?. Ogni appuntamento è stato fissato alle 20.30, eccezion fatta per quello conclusivo di sabato 31 agosto a Dello (via Tito Speri 1), previsto per le 18. Il ciclo di incontri ha avuto inizio lunedĂŹ 26 agosto a Sabbio Chiese, in via Parrocchiale 59. MartedĂŹ 27 trasferimento in via XXV Aprile 1 a Gardone Valtrompia, mercoledĂŹ 28 tappa a Villa Pedergnano (via San Giorgio 15). La settimana proseguirĂ giovedĂŹ 29 a Bedizzole in via Montegrappa 7, poi ritorno in cittĂ nella serata di venerdĂŹ 30 alla Badia, in via Prima 81. Nel corso delle serate sono stati affrontati nel dettaglio tutti gli aspetti relativi alle nuove procedure di tesseramento online, che comporteranno importanti vantaggi gestionali ed economici alle societĂ . Importanti anche i focus sui moduli di iscrizione online ai campionati e sulle nuove polizze di assicurazione. Si è parlato anche di comunicazione, settore che intende accendere i riflettori sui protagonisti dei campionati arancioblĂš. La conclusione degli incontri coincide con la calendarizzazione delle scadenze di

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no aperti tutti i giovedĂŹ dalle 20.30 alle 22.30. Per i contatti telefonici è possibile consultare il Piano d’AttivitĂ o l’apposita sezione su csi.brescia.it. Intanto il nuovo progetto giovani entra nel vivo. MercoledĂŹ 4 settembre alle 20.30 la sede provinciale di via Chiusure 81 ospiterĂ la riunione preparatoria dedicata ai campionati under 8, 10 e 12. La chiusura iscrizioni per le categorie in questione è prevista per il 26 settembre, mentre l’esordio per il 6 ottobre. La stagione sarĂ suddivisa in due fasi: campionato invernale fino al 30 marzo e campionato primaverile dal 27 aprile all’8 giugno. Pronti a partire, quindi, per una nuova avvincente stagione.

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

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—‘˜‡ Â?‘†ƒŽ‹–Â? †‹ ’ƒ”–‡…‹’ƒœ‹‘Â?‡ Egr. direttore, i quotidiani locali, in questo mese di pausa estiva, hanno dato spazio alla presentazione da parte dell’assessore Fenaroli di un percorso politico/ amministrativo che possa portare al superamento delle Circoscrizioni attraverso nuovi Comitati di quartiere, indirizzo giĂ delineato in campagna elettorale dal neo sindaco Emilio Del Bono e coerentemente portato avanti dalla nuova giunta comunale. Ci permettiamo di inserirci in questo dibattito in quanto l’attivitĂ , quasi ventennale, del nostro gruppo ha sempre avuto le Circoscrizioni come interfaccia fondamentale, a nostro avviso dunque la loro cancellazione deve necessariamente vedere la nascita di nuovi strumenti che mettano in comunicazione cittadini e amministrazione. GiĂ nel 2011 con una lettera ai giornali auspicavamo la costituzione dei Comitati con alcune indicazioni per noi importanti. Appoggiavamo l’idea del passaggio elettivo tramite una lista unica di cittadini auto candidati al di fuori dei partiti, unico modo per dare loro reale rappresentativitĂ . Altre nostre indicazioni di allora trovano riscontro nelle parole dell’assessore Fenaroli, la sensibilitĂ rispetto alle realtĂ territoriali: scuola, associazioni, mondo del lavoro, ci permettiamo di aggiungere le parrocchie, oltre alla possibilitĂ di candidarsi e votare per i residenti regolari senza cittadinanza. Suggeriamo nuovamente l’importanza di abbassare l’etĂ minima per il voto ai 16 anni, in modo da produrre un iniziale avvicinamento dei ragazzi alla cittĂ e alle sue problematiche, oltre ad un primo approccio alla politica. Auspichiamo

però che con i nuovi Comitati venga corretto ciò che succedeva in passato. Nell’esperienza delle “vecchieâ€? Circoscrizioni spessissimo infatti avveniva che, sia nelle commissioni a carattere consuntivo, dove aderivano cittadini in modo volontario, sia nello stesso Consiglio Circoscrizionale, organo politico ed elettivo, venissero esaminati documenti e informazioni dopo che la Giunta giĂ aveva deliberato sui temi oggetto d’esame, rendendo di fatto inutili proposte e pareri. Continuare ad operare in questo modo era e sarĂ per tutti una inutile perdita di tempo. Riempire di strumenti operativi la “scatolaâ€? altrimenti vuota dei nuovi Comitati, rendendoli veramente in grado di aiutare il lavoro decisionale del Consiglio Comunale e della Giunta, facilitando le scelte e orientando l’impiego di risorse verso i reali bisogni della cittadinanza. Quali possibilitĂ di incidere sulla propria zona di riferimento? Quale livello propositivo e operativo? Su quali tematiche? SarĂ possibile attivare percorsi di progettazione partecipata? Con quali limiti per il Comitato e con quali vincoli per il Consiglio Comunale e la Giunta? Questi sono i temi e questa è la vera sfida che, se vinta, potrĂ migliorare il sentire comune verso la nostra cittĂ e favorire il realizzarsi del bene di tutti i cittadini. Avanti dunque con questo nuovo percorso che va coraggiosamente portato a termine. Da parte del nostro gruppo appoggiamo pienamente l’iniziativa e nel piccolo della nostra esperienza restiamo a disposizione per il bene del nostro quartiere e di tutta Brescia. Gruppo di riferimento parrocchiale quartiere Violino

‹”‹––‹ ‡ †‘˜‡”‹ †‡‹ …‹––ƒ†‹Â?‹ Egr. direttore, l’art. 3 della Costituzione italiana dice che tutti i cittadini hanno pari dignitĂ sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione pubblica, di condizioni personali e sociali. Ăˆ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertĂ e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese. I giudici, di cui in questi giorni giornali, radio e televisioni hanno parlato a lungo, hanno applicato la legge, senza distinzioni, confermando che tutti sono uguali davanti ad essa. Ora una parte politica del Paese pensa di chiedere la grazia al Capo dello stato, per questo. Io inviterei tutti a rispettare la decisione dei giudici e l’autonomia della magistratura. Chiederei piuttosto a tutta la nostra classe dirigente, ai tutti i politici, ai responsabili dell’informazione, di parlare e prendersi carico con piĂš impegno e responsabilitĂ , dei problemi del Paese, della gente, del bene comune. Qui ci sono tante grazie da fare, da lavorare, da chiedere, per i disoccupati, la grazia, creandogli un posto di lavoro, per i pensionati che non c’è la fanno piĂš ad arrivare a fine mese, la grazia, dando loro una pensione dignitosa, per i senza tetto, per chi non ha piĂš niente, per i disperati, per tutti i piĂš bisognosi, per tutti i piĂš deboli, la grazia di avere una dignitĂ umana. Questi con intelligenza, contributo e

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l’impegno di tutti, hanno bisogno velocemente di trovare delle soluzioni ai loro drammatici problemi, di questo bisogna interessarsi, parlare, fare. Cari politici, cara classe dirigente del nostro bel paese l’Italia, cari cittadini, qui c’è da lavorare, per costruire una societĂ piena di valori veri, piĂš giusta, per un futuro migliore, una societĂ dove diritti e doveri siano veramente eguali per tutti i cittadini. Francesco Lena

‘Â?•‹†‡”ƒœ‹‘Â?‹ ‡•–‹˜‡ Egr. direttore, vorrei approfittare di questo spazio per alcune semplici, e forse banali, considerazioni sul tempo delle ferie che ci siamo ormai lasciati alle spalle. Come è stato sottolineato da piĂš parti per molti non sono state ferie facili. Moltissimi hanno dovuto ridurre o rinunciare del tutto ai sospirati giorni di vacanza fuori casa. Le cittĂ , Brescia compresa, cosĂŹ come i paesi della provincia che sino a qualche anno fa conoscevano il fenomeno della desertificazione “agostanaâ€? sono rimaste popolate. Pochi, pochissimi i negozi che hanno abbassato le saracinesche ed esposto il cartello chiuso per ferie. C’è però qualcosa che non mi torna. Nelle scorse settimane avevo deciso di trascorre un paio di giorni lontano da casa, pensando che il tutto esaurito nelle localitĂ turistiche fosse ormai un ricordo del passato. Invece... Nulla da fare: una ventina di telefonate e 50 email dal Trentino all’Umbria, passando per la Liguria, non hanno sortito effetto. E cosĂŹ, senza troppa sofferenza, le mie ferie sono state casalinghe. Per l’economia e per il morale di tutti noi è meglio cosi Marta Raineri

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