La Voce del Popolo 2013 35

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E alla ďŹ ne sono le famiglie che pagano di piĂš. Pagano di piĂš le utenze energetiche, pagano di piĂš la benzina e pagano di piĂš tutto ciò che ha a che fare con il mondo scolastico (mense, trasporto pubblico‌). Del resto l’equazione è abbastanza semplice: se calano i contributi (in politichese si deďŹ niscono trasferimenti) dello Stato, calano anche i servizi. E ďŹ n qui nulla di strano nel momento in cui tutti, le famiglie in primis, sono stati costretti a fare sacriďŹ ci. Il problema si pone quando ad essere tagliati sono quei servizi che afferiscono all’ambito sociale: il sostegno ai bambini disabili alla materna o la mensa scolastica alle elementari. I casi da enumerare sono molteplici. In questa settimana abbiamo assistito, per esempio, alla protesta dei genitori di San Zeno: 7,10 euro per il pranzo scolastico dei loro ďŹ gli. Sul fronte del sostegno all’handicap, si veriďŹ ca invece una sorta di “lottaâ€? burocratica sulle ore da assegnare all’assistente ad personam... Urgono soluzioni diverse, urge la capacitĂ di comprendere quali possono essere le prioritĂ . Una comunitĂ matura (anche quella ecclesiale) deve dare il suo contributo in termini di idee per non appesantire ulteriormente il giĂ difďŹ cile compito delle famiglie e al tempo stesso non indebitare ulteriormente le casse comunali. A questo proposito, anche se la memoria non è una categoria elettorale, verrebbe anche da dire di guardarsi bene dagli amministratori (gli stessi magari che oggi si lamentano) che nella seconda metĂ degli anni Novanta e nella prima metĂ degli anni 2000 non hanno messo ďŹ eno in cascina, ma piuttosto hanno pensato a spendere senza progettualitĂ .

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L’appuntamento è stato la tappa conclusiva del progetto “ComunicAAreâ€?, che ha coinvolto 13 bambini diversamente abili della zona: durata due anni, l’iniziativa ha costituito un appuntamento rilevante per il sostegno e la tutela dei ragazzi con disabilitĂ . Un elemento signiďŹ cativo del convegno, a cui ha partecipato un folto pubblico, è stato l’intervento di diversi docenti delle scuole del territorio, a cui è stato dedicato il pomeriggio con un tavolo tecnico.

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presidente Paolo Arena di trattare e di chiudere la trattativa. In veritĂ sul tavolo c’è anche un’offerta di Sacbo, cioè Bergamo-Orio al Serio, che sarebbe interessata allo scalo di Montichiari. L’affare si potrebbe anche concludere, visto che Verona sembra intenzionata a lasciare l’aeroporto monteclarense D’Annunzio, che – secondo gli scaligeri – sarebbe solo un enorme peso economico. Qualcosa succederĂ , anche perchĂŠ cosĂŹ come è composta la compagine azionaria del Catullo non può reggere il confronto con il mercato, senza dimenticare che è formata da enti pubblici (Bolzano, Trento, Rovigo, ma anche la stessa Verona per non parlare di Brescia) che non vedono l’ora di lasciare il campo ad altri. Se ne parla da anni, ma adesso siamo al punto di svolta.


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altre due “zoneâ€?: quella di Calvisano e quella di Isorella. Calvisano dovrebbe collaborare con Viadana, Mezzane e Malpaga, ma al momento la situazione è in fase di stallo: gli stessi avvicendamenti dei sacerdoti (a Viadana e a Malpaga è arrivato un amministratore parrocchiale, mentre Calvisano e Mezzane hanno due parroci differenti) non permettono di capire bene l’evolversi del percorso.

Nella zona di Isorella, invece, dovrebbero confluire anche le parrocchie di Visano e di Remedello Sopra e Remedello Sotto con queste ultime che sono “facilitateâ€? dalla presenza di un unico parroco (don Adolfo). “Come zona XIII siamo fermi – dichiara don Piotto –. Ogni parrocchia ha le sue attivitĂ . A livello zonale abbiamo sperimentato la formazione dei catechisti, la spiritualitĂ giovanile,

l’attenzione vocazionale e quella missionaria... Non è sempre facile comunque lavorare insieme, del resto l’ho visto anche io a Remedelloâ€?. A don Adolfo manca solo Isorella per terminare la sua visita vicariale e per trarre le prime indicazioni. Nel frattempo anche la comunitĂ di Acquafredda (zona XIV) avrebbe manifestato il desiderio di inserirsi proprio nella zona XIII.

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a premessa doverosa è che Ghedi, in quanto cittadina, dal punto di vista pastorale è piĂš che autosufficiente. La parrocchia segue il cammino abituale, puntando molto sul coinvolgimento delle famiglie. Recentemente è stata celebrata con successo per l’appunto una giornata dedicata alla famiglia. Il parroco nel descrivere la situazione sottolinea come il tema della fede sia la “logica che orienta tutta la pastoraleâ€?. Don Gian Mario, classe 1943, tra il 1992 e il 2000 prima di arrivare a Ghedi è stato anche direttore del Seminario diocesano. Ăˆ inevitabile che un parroco di una cittĂ come Ghedi arrivi a conoscere i suoi parrocchiani solo nelle occasioni particolari: battesimi, matrimoni e funerali... “Il parroco ricorda

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tutti i parrocchiani, ma è il Signore che li conduce e li conosce: uno alla volta ce li fa incontrareâ€?. Il paese può comunque contare su una comunitĂ religiosa stabile nel tempo, basti pensare che il parroco (mons. Gian Mario Morandini) è presente dal 2000 e il curato (don Giovanni Pollini) dal 2002; a loro si affiancano anche don Renato Abeni, don Severino Beletti e don Pietro Rovati. In questi anni nella Bassa bresciana ha verificato da vicino l’evoluzione della parrocchia, che ha registrato una forte immigrazione (il 38% della popolazione non è di origine italiana). Nonostante alcune difficoltĂ , don Gian Mario confida che il cammino del nuovo percorso di iniziazione cristiana ha portato delle novitĂ : “Ai nostri tempi si poteva solo sognare la formazione di tali gruppi dei ge-

nitori. Ho incontrato anche i ragazzi prima della cresima (per il terzo anno consecutivo sabato 28 e domenica 29 la parrocchia vive la celebrazione unitaria dei sacramenti della cresima e della prima comunione) e li ho trovati motivatiâ€?. La comunitĂ ha da poco inaugurato la sistemazione della Sala della comunitĂ , Il Gabbiano, con un intervento oneroso (600mila euro) che garantirĂ la possibilitĂ di ospitare incontri, proiettare film (con l’importante passaggio al cinema digitale) e portare in scena spettacoli e commedie. Sul versante sociale, Ghedi non si discosta dalle altre realtĂ bresciane che devono fare i conti con le difficoltĂ economiche, su tutti si segnalano i problemi relativi all lavoro e all’agricoltura. “Data questa situazione drastica, il gruppo Caritas – spiega don

Morandini – fa quel che può. Il Centro di ascolto fa buoni passi in un contesto positivo di attenzione alle necessitĂ con parecchi gruppi di solidarietĂ e di volontariatoâ€?. Alcune associazioni corrono però il rischio di diventare autoreferenziali. “Ho ripetuto anche ai nostri collaboratori che se si cammina insieme, si fa di piĂš. Il discorso di avere un’unica fede è fondamentale. Dobbiamo ragio-

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Â? „Ž‘……‘ ‹Â?‰‹—•–‘ Circa il sequestro preventivo dei beni mobili e immobili riconducibili a Riva Acciaio, l’azione della magistratura di Taranto suscita interrogativi. Proviamo a fare ordine nel sovraccarico di informazioni e di sentimenti contrastanti che accompagnano questa vicenda giudiziaria. Del Gruppo Riva, decimo produttore mondiale di acciaio, fanno parte Riva Fire (da cui dipende Ilva), Riva Acciaio e Riva Forni. La proprietà è nell’occhio del ciclone da molti mesi per l’inchiesta della magistratura sull’Ilva di Taranto, la piĂš grande acciaieria d’Europa, con l’ipotesi di reato di associazione per delinquere ďŹ nalizzata al disastro ambientale.

In relazione a questa accusa il gip di Taranto ha disposto lo scorso mese di maggio il sequestro di beni per otto miliardi di euro, quelli che la famiglia Riva – secondo la Procura ionica – avrebbe risparmiato non adeguando gli impianti alle normative ambientali. Alla Riva Fire sono stati cosĂŹ posti sotto sequestro beni per circa un miliardo. Ne mancano dunque altri sette. Da qui la decisione del giudice tarantino Patrizia Todisco di allargare il provvedimento di sequestro preventivo a tutte le attivitĂ della famiglia Riva. Il 9 settembre è stato notiďŹ cato il relativo provvedimento e due giorni piĂš tardi la societĂ ha comunicato la messa in libertĂ di 1400 lavoratori di Riva Acciaio e Riva Forni perchĂŠ – ha spiegato – il sequestro “sottrae all’azienda la disponibilitĂ degli impianti e determina il blocco delle attivitĂ bancarie impedendo la normale

prosecuzione operativa della societĂ â€?. Il lavoro si è fermato anche nei tre stabilimenti bresciani di Riva Acciaio, quello di Sellero (232 lavoratori), Cerveno (137) e Malegno (65). Il sequestro ha operato cosĂŹ un collegamento tra segmenti industriali che hanno storie e realtĂ assolutamente diverse: nessuno degli stabilimenti bloccati ha infatti problemi di natura ambientale. Quasi tutti lavorano a pieno regime con ordinativi superiori al miliardo di euro; da soli i tre siti produttivi in Valle Camonica hanno 50mila tonnellate di commesse da soddisfare: â€œâ€Śe noi dobbiamo stare a casa!â€? hanno scritto su un cartello i lavoratori durante la manifestazione di lunedĂŹ a Breno. Una situazione complicatissima per la quale sono piovute da ogni parte al Governo richieste di intervento: c’è chi ha invocato la nazionalizzazione del gruppo industriale (dove certo retaggio

ideologico si mescola a un inappellabile giudizio morale sul comportamento dei Riva), chi il commissariamento (risposta a quello che è considerato un ricatto occupazionale messo in atto dalla proprietĂ ), e chi un decreto governativo per ridare agibilitĂ alla gestione operativa delle aziende (che suonerebbe però come l’ennesima “correzioneâ€? per legge all’operato dei giudici di Taranto). Se l’obiettivo è il riavvio degli impianti nelle prossime ore, non nelle prossime settimane, lo snodo torna ad essere la Procura pugliese. Serve un atto formale per chiarire che il sequestro di Riva Acciaio non pregiudica la facoltĂ d’uso dei beni, cosĂŹ come era stato indicato a maggio nel provvedimento di sequestro per Riva Fire. Ăˆ il solo modo per evitare l’ingiustizia che oggi i lavoratori sentono sulle loro spalle, quella di dover pagare le colpe imputate alla famiglia Riva.

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aese mio, ti lascio è vado via: cosĂŹ cantavano nel 1971 i “Ricchi e Poveriâ€?, parlando di una realtĂ senza prospettive, che costringeva le giovani generazioni a guardare altrove. Jimmy Fontana, scomparso nei giorni scorsi e autore del brano, cantava allora l’esperienza di tanti coetanei costretti ad emigrare, senza immaginare che quattro decenni dopo “Che sarĂ â€? (il titolo della canzone) avrebbe mantenuto intatta la sua attualitĂ , capace di raccontare non solo la “fuga di cervelliâ€? di chi, dopo eccellenti percorsi di studio in Italia, non trova nel Belpaese sbocchi professionali, ma anche la partenza di tanti altri giovani. Anche se non esistono studi ufficiali, una fotografia abbastanza chiara del fenomeno la fornisce il Rapporto Italiani nel mondo realizzato dalla Fondazione Migrantes nel 2009. Sarebbero mezzo milione le persone che, per ragioni professionali, si spostano annualmente fuori dal

Paese per un periodo fra tre e sei mesi. Pochi? Tanti? Difficile dirlo, quel che è certo, però, è che il fenomeno è in aumento. Una grossa mano l’ha data la maggiore diffusione anche in Italia dei periodi di studio all’estero. Con “Erasmusâ€? molti giovani universitari hanno avuto modo di vivere qualche mese lontano dall’Italia, di conoscere nuove realtĂ , di scoprire opportunitĂ che nel tempo si sono trasformate anche in scelte professio-

nali. Gli italiani, dunque, stanno diventando sempre piĂš europei, e questo è un bene. Arrivano a scoprire, con decenni di ritardo rispetto ai giovani di altri Paesi, che lavorare all’estero non è un dramma ma semplicemente il futuro. Il fenomeno sta diventando consistente anche a Brescia, tanto che l’Informagiovani del Comune ha attivato un apposito servizio. Ai numerosi giovani che chiedono lumi in merito a un’esperienza lavorativa all’estero non vengono solo indicati gli adempimenti burocratici. L’Informagiovani cittadino stampa un bollettino mensile con tutte le opportunitĂ lavorative nei Paesi Ue. Si tratta, ovviamente, di opportunitĂ â€œistituzionaliâ€? (enti internazionali, universitĂ , etc). Questo, però, è solo il lato piĂš attraente della medaglia, costituito da chi “sceglieâ€? di andare a lavorare all’estero. C’è, però, anche quello meno gradevole, rappresentato da chi lascia l’Italia perchĂŠ il Paese non offre sbocchi. Andare all’estero per tanti è

una scelta obbligata, anche solo per trovare un un posto da barista, da cameriere o da pizzaiolo. Certo, si tratta sempre di un’esperienza importante, magari limitata nel tempo, per acquisire particolari competenze linguistiche... Coinvolgere, però, tanti giovani costretti a fare le valigie perchĂŠ non vedono altre vie d’uscita alla crisi occupazionale e a tanti altri “limitiâ€? che sono tipicamente italiani. Poterli superare è un aspetto dell’esperienza lavorativa all’estero che affascina: la meritocrazia e la voglia di fare sono ancora elementi importanti, apprezzati all’estero. Lo confermano anche

le tre testimonianze di queste pagine. E cosĂŹ il fenomeno diventa massiccio, assume anche aspetti problematici, come racconta p. Renato Zilio, scalabriniano che vive a Londra e che è quotidianamente a contatto con giovani italiani che cercano un lavoro, spesso qualsiasi, all’estero. Ăˆ proprio questo “qualsiasiâ€? che tanti genitori non capiscono. PerchĂŠ i figli accettano di fare il cameriere, il pizzaiolo Londra o a Berlino, impieghi magari rifiutati nel Bresciano? La risposta, in queste pagine, è affidata alle riflessioni dello psicologo Luigi Domenighini.

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ǯ ° Due lavoratori su tre sono pronti ad andare a cercare fortuna all’estero. Lo confermano i dati di “Randstad Workmonitor”, l’indagine sul mondo del lavoro realizzata dall’omonima azienda specializzata nel mercato delle risorse umane, relativi al secondo trimestre 2013, raccolti attraverso un sondaggio sottoposto a lavoratori di 32 paesi nel mondo. Sfogliando i dati, si scopre come otto lavoratori su 10 in Italia credano che l’esperienza conti più dell’istruzione per trovare un lavoro

appropriato. L’89% dei lavoratori italiani ritiene che oggi per i giovani fino a 25 anni sia difficile trovare un lavoro adeguato alle loro capacità e competenze, mentre l'85% ritiene che gli stessi accettino lavori al di sotto del loro livello di istruzione. A livello globale, l’alta percentuale di sfiducia registrata in Italia fa il pari con quella di altre nazioni che fanno i conti con le difficoltà della perdurante crisi economica, Grecia e Spagna su tutte. Tanto che il 65% degli italiani si dice disposto

a trasferirsi in un altro Paese per trovare il lavoro giusto secondo le proprie aspettative. “Ai lavoratori italiani, e ai giovani in particolare, va spiegato che il lavoro giusto c’è anche in Italia, anche se spesso è difficile da trovare a causa della lotta tra tra domanda e offerta. – è la tesi di Randstad Italia – Inoltre l’struzione e la formazione continua sono fondamentali, insieme all'esperienza, per trovare un’occupazione adeguata e poi raggiungere alti livelli di carriera”.

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Sono varie ed eterogenee le ragioni che spingono un numero sempre più considerevole di giovani a vivere un’esperienza professionale all’estero, accettando anche lavori che qui da noi difficilmente prenderebbero in considerazione. A questo punto viene spontaneo chiedersi se tutto ciò è positivo, se contribuisce a far “maturare” questi giovani o se il risultato è un ulteriore impoverimento del nostro Paese. Partendo da quest’ultimo punto nessuno può negare che il vistosissimo decremento delle nascite e l’emigrazione di tanti lavoratori hanno ridotto al lumicino le comunità di montagna e di provincia, con grande perdita dal punto di vista culturale e sociale. Come nessuno può negare che la permanenza in famiglia dei giovani che non trovano lavoro sia autenticamente un problema di difficile soluzione dal punto di vista psico, pedagogico, sociale. Non va dimenticato infine che un ragazzo in Italia che stia dietro al bancone del bar non si sente affatto realizzato, ciò che magari avviene invece con lo stesso lavoro in un pub di Londra o in una birreria di Berlino, certo meglio pagato. Ma non mancano gli aspetti positivi: assecondare lo spirito di avventura non è affatto negativo; vedere com’è la vita all’estero è utile per ricredersi sulle reali condizioni dell’Italia; constatare che nessuno è perfetto, può portare a scoprire che le cose funzionano talora meglio da noi che in altri Paesi; formarsi una cultura aperta, grazie alla conoscenza di alcune lingue straniere è un arricchimento non indifferente; andare a cercare lavoro là dove c’è, è molto dignitoso; staccarsi dalla famiglia per divenire autonomi è il naturale passaggio dalla giovinezza all’età matura; sfruttare la propria formazione è assolutamente normale, se ciò non è possibile qui da noi; guadagnarsi, infine, da vivere lavorando onestamente qui in Italia o fuori dai confini nazionali contribuisce alla soddisfazione della persona e al benessere delle società. Quel che conta è svolgere bene il proprio lavoro, sapendo che in esso l’uomo realizza la sua vocazione.

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Sono quasi 100mila i bambini in Italia vittime di maltrattamenti e abusi, e piĂš della metĂ sono femmine: è quanto emerge dalla 1ÂŞ indagine nazionale qualiquantitativa sul maltrattamento dei bambini ad opera di Terre des hommes e Cismai (Coordinamento italiano dei servizi contro maltrattamento e abuso infanzia) presentata nei giorni scorsi. “Il maltrattamento è la prima causa che richiede l’intervento dei servizi socialiâ€? rivela l’indagine,

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aggiungendo che “un bambino su 100 è vittima di una qualche forma di abusoâ€?. La ricerca, avviata nella prima metĂ del 2012, si è rivolta ai servizi sociali di 31 Comuni italiani tramite un questionario che chiedeva loro di stilare la situazione relativa al 2011. L’indagine ha raggiunto circa 5 milioni di abitanti, di cui 758.932 minori, intercettando un bacino di quasi 50mila bambini assistiti dai servizi sociali. I dati rivelano che “un minore su sei fra quelli

in affido e uno su 100 fra tutta la popolazione minorile è vittima di maltrattamenti, e che sei bambini su 1000 subiscono violenze sessualiâ€?. Dai dati dello studio emerge che sono le bambine (52,51%) le piĂš esposte ai maltrattamenti. Lo studio testimonia come “il fenomeno sia largamente diffuso nel nostro Paese e richieda l’urgenza di procedure standard su cui attivare politiche di prevenzione adeguate.

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oraggio, avanti su questa strada con le famiglie! Ăˆ questo il saluto che papa Francesco, da piazza San Pietro, ha rivolto ai 1300 partecipanti alla 47ÂŞ Settimana Sociale dei cattolici italiani, tenuta a Torino dal 12 al 15 settembre. Il Papa si è unito idealmente alla platea rallegrandosi “per il grande impegno che c’è nella Chiesa in Italia con le famiglie e per le famiglie e che è un forte stimolo anche per le istituzioni e per tutto il Paeseâ€?. Famiglie e Paese: un binomio che a Torino, ancora prima delle parole di papa Francesco, è risuonato con forza piĂš volte. La famiglia non è un affare privato, ma speranza per il futuro della societĂ e del Paese. “La prospettiva – afferma don Mario Benedini, direttore dell’Ufficio diocesano per l’impegno sociale a Torino a capo della delegazione diocesana – era giĂ stata indicata nel 2010, a conclusione della Settimana tenuta a Reggio Calabria che aveva scritto una sorta di agenda politicosociale dei cattoliciâ€?. In cima alle prioritĂ elencate in terra di Calabria c’era proprio la necessitĂ di tornare a mettere la famiglia al centro della societĂ . “Cosa che è avvenuta puntualmente a Torino – ricorda il sacerdote – in un’ottica completamente rinnovataâ€?. Di famiglia, del suo ruolo nella societĂ , del suo rapporto con lo Stato si è parlato non solo in chiave

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ri per questo nuovo protagonismo sociale. “Un lavoro – sono ancora considerazioni di don Benedini – facilitato anche dal fatto che a Torino sono state portate molte esperienze concrete giĂ in atto che hanno reso giustizia al grande dinamismo della Chiesa italiana sul terreno del protagonismo familiareâ€?. Non piĂš, dunque “discussioni accademicheâ€?, ma indicazioni operative, confronti non piĂš viziati da pregiudizi ideologici che da Torino, ben piĂš di quanto i media che hanno seguito la “Settimanaâ€? abbiano raccontato, hanno messo in luce la vitalitĂ dell’associazionismo cat-

tolico, l’impegno di tanti laici. “Sono state giornate intense – è la conclusione del responsabile diocesano della pastorale sociale – da cui è emerso chiaro l’invito, per altro esplicitato dal presidente della Cei Bagnasco nel suo intervento di apertura e da Luca Diotallevi, vicepresidente del Comitato scientifico e organizzatore, a chiusura dei lavori, a camminare insieme, ad individuare insieme, nell’ottica di un rinnovato protagonismo e con coraggio, la strada e gli strumenti concreti per consentire alla famiglia di essere veramente speranza e futuro della societĂ italianaâ€?.

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/¡2QX VSDFFDWR H OD IRU]D GHOOD SUHJKLHUD All’Onu continua la spaccatura sull’uso della forza nella crisi siriana. Sarebbe una vera e propria battaglia diplomatica quella in corso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite. L’obiettivo è quello di arrivare ad una risoluzione che recepisca l’accordo sul disarmo chimico, raggiunto da Stati Uniti e Russia a Ginevra. A sďŹ darsi, a suon di articoli, prove, accuse, sono ancora una volta Stati Uniti, Gran Bretagna e Fran-

cia da una parte e Russia dall’altra. I primi, sostenuti dal segretario generale Ban Ki-moon, insistono sulla necessitĂ di inserire nel testo il “capitolo 7â€? della Carta delle Nazioni Unite, quello che prevede come ultima ratio l’uso della forza in caso di inadempienza. Sull’altro fronte c’è Mosca, che si dichiara completamente contraria a questa ipotesi, e che anzi rilancia, portando prove secondo cui se in Siria si è fatto ri-

corso ad armi chimiche, questo è avvenuto per mano dei ribelli. Per di piĂš, sempre su richiesta russa, gli ispettori torneranno forse giĂ la settimana prossima in Siria, dove si continua a combattere. Un nuovo invito a “battereâ€? la via della soluzione diplomatica alla situazione siriana è giunto anche dal patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, a Roma per l’incontro dei rappresentanti della Conferenza dei

vescovi latini delle regioni arabe. “Siamo contrari a questa guerra – ha affermato il Patriarca – Io mi chiedo se i politici hanno un’anima e se sentono la voce di questi 100mila morti, bambini e adulti. Siamo a favore di una soluzione paciďŹ ca. Per questo chiederemo al nostro ‘esercito’, quello dei fedeli che pregano, di continuare a pregare, perchĂŠ la preghiera è lo strumento piĂš efďŹ cace sulla via della paceâ€?.


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riconoscimento è stato consegnato a Jacopo Caccia e Nicola Bertasa, i due giovani bergamaschi di 18 e 20 anni che a Casnigo (Bg) hanno estratto dall’auto in ďŹ amme Giordano Lanfranchi e la ďŹ danzata Stefania, rimasti intrappolati e privi di sensi, salvando loro la vita. “Credo doveroso per una istituzione – ha affermato il presidente Cattaneo aprendo la cerimonia – riconoscere e promuovere gesti di altruismo e generositĂ cosĂŹ signiďŹ cativi, proponendoli all’intera

comunitĂ lombarda e nazionale come esempi di una societĂ ancora ricca di valori umani profondi che devono servire da stimolo per tutti noiâ€?. Il riconoscimento alla memoria attribuito ad Eleonora Cantamessa segue solo di pochi giorni la partecipata ďŹ accolata dalla clinica bresciana alla parrocchiale di Sant’Anna, al termine della quale era stata data lettura del messaggio inviato da papa Francesco che, commosso dalla vicenda, ha voluto far sentire la sua vicinanza.

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’ associazione “Cuore amico fraternitĂ onlusâ€? ha comunicato nei giorni scorsi i destinatari dell’omonimo premio, ormai noto come “Nobelâ€? dei missionari. Il riconoscimento viene annualmente assegnato a sacerdoti e religiosi, suore e laici che si sono distinti per la preziosa opera compiuta nel Paesi poveri del mondo. Per questo 2013 sono stati scelti Piera Tortore, missionaria in Congo; padre Giorgio Nonni, missionario in PerĂš; e suor Paola Battagliola, che presta la sua opera in Timor Est. Accanto ai nomi l’associazione “Cuore amicoâ€? ha diffuso anche un breve profilo dei premiati. Dopo una lunga riflessione, Piera Tortore prepara la valigia. Medico con tre specializzazioni, lascia il suo piccolo paesino in provincia di Cuneo alla volta della Repubblica democratica del Congo. Sa che andrĂ ad aiutare gente povera. Quello che ancora non sa è che in quel Paese martoriato finirĂ per rimanere la bellezza di 23 anni, tanto da arrivare a considerarlo patria di adozione. Vive l’orrore di tre lunghe guerre, si prodiga molto per i malati, costruendo un reparto per i pazienti terminali e ristrutturando il dispensario. Ma ancora di piĂš fa per i bambini: ne “adottaâ€? 20, ospitandoli nella casetta in cui vive, all’interno dell’ospedale.

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La storia “missionariaâ€? di p. Giorgio Nonni, classe 1953, originario di Faenza, nasce tra le fila dell’Operazione Mato Grosso, di cui conosce il fondatore, il salesiano Ugo De Censi. Dopo varie esperienze di volontariato, diventa sacerdote a Chacas e viene inviato dal vescovo locale a Lamellin, una sierra vasta e poverissima. Si occupa di questa missione e ne fa nascere altre. Nella parrocchia apre cinque scuole professionali gratuite per i giovani. Avvia, inoltre, un allevamento di mucche, un ambulatorio, due asili. Ma il suo progetto piĂš importante è l’“oratorio delle Andeâ€?: un lavoro, paziente e quotidiano, di catechesi rivolto a bambini e ragazzi. La terza premiata, suor Paola Battagliola, è bresciana, di Manerbio. Nata nel 1952, religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, viene inviata per la prima volta in missione nel 1988. L’anno dopo, colpita dalle condizioni della popolazione locale, apre un ambulatorio. Rivolge molta attenzione alle ragazze, poco considerate e relegate alle attivitĂ domestiche: per loro, apre le porte di una scuola professionale, di tre comunitĂ salesiane, del noviziato, di una scuola materna e di una scuola elementare. La consegna dei premi si terrĂ sabato 19 ottobre alle 9.30 a Brescia, all’auditorium “Mons. Capretti, via Piamarta.

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‘––‘˜‘…‡ ‰Â?—Â?‘ ˆƒ……‹ƒ Žƒ •—ƒ ’ƒ”–‡ Papa Francesco buca sĂŹ lo schermo ma raggiunge anche le coscienze. Nei suoi discorsi, in particolare durante la visita al Centro Astalli di Roma per il servizio ai rifugiati, non è mai scontato, anzi ha la capacità – nella semplicità – di aprire dei dibattiti e di stimolare delle riflessioni. Ancora una volta ha ribadito la necessitĂ della Chiesa di aprire gli occhi e di non relegare agli “specialistiâ€? “l’accoglienza del povero e la promozione della

giustiziaâ€?. Francesco esorta le comunitĂ a fare in modo che la capacitĂ di accogliere sia un’attenzione di tutta quanta la pastorale e che entri a pieno diritto anche nella formazione dei futuri sacerdoti. Il Papa ha invitato gli Istituti religiosi a leggere “con responsabilitĂ â€? i segni dei tempi e “a vivere con piĂš coraggio e generositĂ l’accoglienza nelle comunitĂ , nelle case, nei conventi vuoti: i conventi vuoti non servono alla Chiesa

per trasformarli in alberghi e guadagnare soldiâ€?. Beh, non si può dire che nelle sue affermazioni il Pontefice non sia chiaro, anzi. Sa bene (e lo dice) che non è un qualcosa di semplice: “Ci vogliono criterio, responsabilitĂ , ma ci vuole anche coraggioâ€?. Il sasso è stato lanciato nello stagno. Non è facile, comunque. Basti pensare a quanto è successo con l’emergenza profughi del Nord Africa dove la Caritas, anche nel Bresciano, di fatto è stata

lasciata sola dalle istituzioni. Ăˆ importante, quindi, che vengano stabiliti dei criteri con regole precise da parte dello Stato che, poi, però, deve dimostrare anche un po’ di elasticitĂ nelle richieste burocratiche. L’esortazione di Francesco si potrebbe, però, anche estendere a quelle strutture civili come le caserme che da anni giacciono vuote nelle nostre cittĂ . Ma qui la palla passa al mondo politico. Ognuno faccia la sua parte. (Luciano Zanardini)

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Kiremba cinque anni dopo Cinque anni fa veniva eletto al Sommo Pontificato il primo Papa bresciano, nella persona del cardinal Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano. Era, per noi bresciani, un motivo di legittimo orgoglio... Pensando a un omaggio che fosse segno di devozione al Papa e, nello stesso tempo, ringraziamento a Dio... tutti accolsero con entusiasmo l’idea di concretizzarlo in una missione in terra africana, dotandola di opere e di personale necessario. Fu cosĂŹ che si pensò a Kiremba‌ All’inizio si ebbe un grande interesse per l’iniziativa che risvegliava ... anche la fantasia portata sulle ali dei ricordi di infanzia sull’Africa e i suoi misteri. Ma in tutte le iniziative è molto piĂš facile partire con slancio che non condurre a termine con la dovuta ponderazione. Costruire vuol dire due cose: avere i mezzi finanziari, e il personale tecnico adatto. E i sacerdoti di Kiremba dissero subito in maniera molto chiara: “Noi desideriamo dedicarci alle anime e alla loro cura spirituale, perchĂŠ questa è la vera Chiesa. Quella dei muri va benissimo: ma rischia di trasformarci in muratori o capi-cantiere. Non ci

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l’evoluzione dell’ambiente sociale indigeno. Ancora all’inizio della sua esperienza, uno dei giovani cosĂŹ scriveva a nome degli amici: “La nostra grande idea ... è che il cantiere di Kiremba divenga una scuola attiva per gli indigeni. Mentre sorgono costruzioni, noi speriamo che si formino i muratori; mentre si fanno i banchi per le scuole, si formino i falegnami; mentre si saldano le

capriate vorremmo che i giovani di Kiremba imparino a diventare saldatori; che vedendo fare piantagioni razionali di caffè, di ananas, divengano agricoltori e, chissĂ , allevatori di bestiame e produttori di burro. Sognamo che l’ospedale divenga scuola per le infermiere; la scuola, fucina di studenti ben preparati e assetati di sapere. Se avessimo preso degli edifici prefabbricati... avremmo

tribolato di meno e forse, anche speso di meno, ma non avremmo raggiunto il vero scopo della nostra opera quaggiĂšâ€?. Era questo sogno irrealizzabile? Tutt’altro. Ora ci accorgiamo... che i giovani sono stati istintivi nello scorgere la via giusta e immediati nel seguirla... sicuri delle loro forze e dalla solidarietĂ operante della comunitĂ di cui facevano parte‌ Fu cosĂŹ soprattutto che nacque la solidarietĂ spicciola: quella anonima del “buon fedele cristianoâ€? che dĂ â€œper amore di Dioâ€?, chiedendo una preghiera e nessuna pubblicitĂ ... Salvo i dodici milioni offerti dall’Amministrazione provinciale per l’ospedale, non abbiamo mai avuto grosse offerte; nĂŠ si sono fatte mai giornate apposite per la missione di Kiremba nella parrocchie... Mentre c’è stata e c’è una schiera innumerevole di persone di tutti i ceti che ci seguono con la simpatia e il sacrificio personale‌ Si è cosĂŹ formata, attorno all’iniziativa di Kiremba, una grande famiglia, collegata da un giornalino mensile, “Kirembaâ€?, appunto che riunisce tutti gli amici e che rinnova periodicamente il miracolo della solidarietĂ .


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L’Asl di Brescia e i Comuni di Rovato, Ghedi e Sirmione promuovono l’assaggio di pane a ridotto contenuto di sale. I tre Comuni aderiscono al progetto “Salute in Comuneâ€?. Fino al 22 settembre nei mercati comunali di Rovato, Ghedi e Sirmione saranno allestiti stand in cui verrĂ offerto ai cittadini un sacchetto di pane a ridotto contenuto di sale. L’evento si colloca all’interno dell’iniziativa “Con meno sale nel pane c’è piĂš gusto e‌ guadagni in

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saluteâ€?, promossa dalla Regione e condotta dall’Asl di Brescia in collaborazione con i produttori di pane. Nel territorio dell’Asl di Brescia le associazioni di categoria di riferimento per tale progetto sono il Sindacato paniďŹ catori della Provincia di Brescia, Assoartigiani, Confartigianato, Cna Alimentare. SarĂ possibile assaggiare il pane con meno sale recandosi presso gli stand collocati all’interno dei mercati di Ghedi, giovedĂŹ 19 settembre, e Lugana di Sirmione,

venerdĂŹ 20 settembre. Nel corso dell’iniziativa nei tre mercati comunali verrĂ distribuito un opuscolo realizzato dall’Asl che contiene informazioni sui vantaggi per la salute di un consumo appropriato di sale e l’elenco dei nominativi e degli indirizzi di tutti i paniďŹ catori che aderiscono al progetto e che si sono impegnati a produrre pane con ridotto contenuto di sale, senza differenza di prezzo, rispettando gusto, fragranza e qualitĂ .

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ovato, 100 anni fa, 1913: un paese fulcro del commercio – agricolo, industriale ed enogastronomico –, punto d’incontro tra la Bassa, il lago d’Iseo e gli allevatori della Valle Camonica, chiamati in Franciacorta dal secolare mercato del lunedĂŹ. Rovato, un secolo dopo, 2013: l’associazione di commercianti “Le Vie di Rovatoâ€?, assieme al polo della cultura “Cesare CantĂšâ€? con il patrocinio dell’Amministrazione locale, organizza “Quando avevamo cent’anni di menoâ€?, 10 giorni di iniziative per riportare la capitale della Franciacorta alla sua belle epoque. L’occasione scelta dal sodalizio dal presidente, Gianluigi Piva, e dal suo braccio destro, Maddalena Corbetta, è il centenario dell’acquedotto comunale, uno dei monumenti simbolo di Rovato, situato nel centrale corso Bonomelli. L’inaugurazione dell’acquedotto su quella che all’epoca era chiamata la “Via Largaâ€? fu celebrata con molti festeggiamenti: il taglio del nastro fu il fiore all’occhiello della prima “Esposizione agricola industriale di Rovato e della Franciacortaâ€?, che richiamò migliaia di visitatori da tutta la Lombardia. Per riportare Rovato al proprio splendore, i rovatesi hanno trascorso l’estate preparando decine di iniziative tra cultura, rievocazioni storiche, richiami artistici allo stile liberty. E ancora: pranzi con menĂš d’epoca, film

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Mazzucchelli e una terza di giocattoli antichi, il raduno interregionale degli Autieri, ascensioni in mongolfiera in Piazza Cavour, concerti curati dalla “Scuola di Armonia Stricklerâ€? e dalla banda di Rovato, proiezioni di film, illustrazioni di cartoline d’epoca. Domenica 22 settembre ci sarĂ un’edizione speciale, in salsa liberty, de “Lo sbarazzoâ€?, il mercato degli sconti del centro storico, giunto alla sua 15ÂŞ edizione. E ancora: una mostra nei locali dell’acquedotto, che sarĂ illuminato artisticamente, e visite guidate per il centro storico. Tra le tante iniziative in cantiere (il programma sul profilo

Facebook “Quando avevamo cent’anni di menoâ€?) ne spiccano almeno due: la serata culturale di venerdĂŹ 20 settembre, con alle 19.30, l’inaugurazione della biblioteca del liceo “Lorenzo Gigliâ€? di via Europa, dedicata alla docente scomparsa da poco, Laura Gobbini, seguita alle 20.30 dalla presentazione del libro del bibliotecario Ivano Bianchini su “Rovato 1913-2013 - Quando avevamo 100 anni di menoâ€?. Per chi ama il buon cibo, dal 20 al 29 settembre ci sarĂ la riproposizione, nei ristoranti, del menĂš offerto 100 anni fa alle autoritĂ giunte a Rovato per l’inaugurazione dell’acquedotto.

/H RSHUH GL 0DOq D 9LOOD 3DFH Quest’anno l’Azione cattolica e l’African Art Gate organizzano presso Villa Pace dal 27 settembre al 13 ottobre la mostra “Distanze e differenze ma legate con arteâ€?, frutto di un incontro di due realtĂ con percorsi differenti, ma con intenti rispondenti. L’Azione cattolica chiude un percorso triennale dal titolo “LegĂ mi apertiâ€?, un percorso che ha portato i suoi associati a incontrare e a dialogare con culture differenti diventando l’una

ricchezza per l’altra. L’African Art Gate sostiene la realtĂ missionaria del Mozambico e la valorizzazione della cultura e dell’arte mozambicana, attraverso uno dei suoi artisti talentuosi Antonio Malendze, detto Malè. La mostra esporrĂ una trentina di tele di questo artista plastico in cui si raccontano i valori fondamentali per la cultura africana: l’acqua e la natura, la donna, la famiglia, la gioia della condivisione... tutti valo-

ri di cui la nostra cultura occidentale ha ancora bisogno e che invece sta dimenticando e accantonando e che l’Azione cattolica e l’African Art Gate desiderano riportare al centro come identitĂ focale dell’uomo. SarĂ affiancata da una serie di incontri che vogliono sviluppare alcuni temi dell’arte di Malè in dialogo con la nostra cultura, per un dialogo costruttivo in cui ogni polo diventa prezioso riferimento per l’altro.

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persone, sia delle merci, negli ambiti urbani ed extraurbaniâ€?. Oltre ai danni provocati all’ambiente, ha evidenziato l’assessore Manzoni, bisogna ricordare anche i decessi riconducibili agli incidenti stradali che si verificano nei centri delle cittĂ . Del resto la casistica parla chiaro: “Si muore molto di piĂš in auto, nelle strade urbane, che non in altre stradeâ€?. Da qui l’azione delle singole comunitĂ locali con interventi ad hoc come “l’istituzione delle zone trenta, delle Ztl, piuttosto che altre moda-

litĂ â€?. Interventi che vanno a difesa, oltre che degli automobilisti, anche degli utenti deboli della mobilitĂ : pedoni e ciclisti. Per ciò che concerne la sicurezza stradale, ammette l’assessore, “ci sono ampi margini di miglioramentoâ€?. Filo conduttore dell’edizione di quest’anno della “settimana europeaâ€? è l’educazione stradale, con particolare attenzione per i bambini. “Sensibilizzare, a partire dalle scuole, sul rispetto delle gerarchie che presiedono il codice della strada è per noi un fattore mol-

te importanteâ€? riferisce Manzoni. L’educazione, in sĂŠ, non basta. E infatti, sottolinea l’assessore, un ulteriore passo che verrĂ fatto dall’amministrazione per incentivare l’utilizzo di “mezzi alternativiâ€? è rappresentato dal le agevolazioni tariffarie, cosĂŹ da rendere la “mobilitĂ sostenibileâ€? piĂš appetibile rispetto al trasporto privato. La ramificazione delle piste ciclabili e l’aumento dell’offerta di “bike sharingâ€? sono le ulteriori iniziative che la Loggia intende mettere in campo. (r.g.c.)

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’amministrazione Del Bono ha aggiunto un altro importante tassello all’operazione “snellimentoâ€?. A cadere vittima della scure razionalizzatrice è Brescia MobilitĂ . Con l’ultima delibera di giunta l’amministrazione apre il delicato capitolo delle partecipate. Grazie ai tagli previsti, il risparmio – per le casse comunali – ammonterebbe a 337mila euro. Allo stato attuale il gruppo Brescia Mobilità è composto da: Brescia MobilitĂ , Brescia Trasporti, Sintesi (partecipata all’1,2% da Camera di Commercio e Aci Brescia), Omb International e Metro Brescia (partecipata al 49% da Ansaldo e Astaldi). Ogni societĂ ha un cda di cinque componenti e un collegio sindacale di tre, per un costo complessivo annuo di governance pari a 732mila euro. Cinque i punti chiave previsti per la riorganizzazione: la fusione per incorporazione di Sintesi in Brescia MobilitĂ , operativa dal 1° gennaio; l’alleggerimento della governance di Brescia Trasporti, con la sostituzione del Cda con un amministratore unico; l’istituzione di un tetto massimo

per i compensi degli amministratori e dei sindaci delle societĂ ( il riferimento per la valutazione saranno le indennitĂ del Comune di Brescia previste per sindaco,assessori e collegio dei revisori dei conti); la

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modifica dello statuto di Brescia MobilitĂ , formalizzando il “controllo analogoâ€? del Comune sulla societĂ , oltre al rafforzamento delle prerogative d’assemblea della societĂ stessa e infine l’adeguamento degli statuti di Brescia MobilitĂ e delle sue controllate alle norme in tema di paritĂ di genere. “In sostanza – afferma il primo cittadino – questa operazione taglierĂ di circa la metĂ i costi attuali di governance della societĂ â€?. Di particolare rilevanza è la riduzione delle nomine politiche nei Cda e nei collegi sindacali che da 15 passano a 2: “Siamo di fronte a una piccola rivoluzione – ha commentato Del Bono –. Vogliamo snellire, rendere efficiente il Gruppo e non caricarlo di una rappresentanza eccessiva, ormai obsoleta rispetto alle reali esigenzeâ€?. Un altro tema scottante riguarda invece la Centrale del latte di Brescia che nei giorni scorsi è stata protagonista di una querelle riguardante un paventato cambio di management. Niente di tutto questo. La giunta si prepara invece a portare in consiglio la proposta di alienazione riguardante le azioni societarie dell’azienda di via

Lamarmora. “Ci tengo a specificare – ha commentato l’assessore al bilancio, Paolo Panteghini – che siamo orientati a vendere la minoranza, quindi a tenere il controllo della societĂ per garantire la continuitĂ gestionale, confermando il management e assicurando la continuitĂ industriale che ha da sempre mostrato una spiccata sensibilitĂ per il territorioâ€?. Riguardo ai compratori, dalla Loggia non si sbilanciano ma, afferma Panteghini, “possiamo vendere ad azionisti di minoranza, non venderemo mai in blocco un

45%â€?. Al momento di certo c’è solo che dalla Loggia, relativamente al nuovo assetto azionario, guardano positivamente al mondo che gravita attorno alla Centrale, all’indotto.

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,O RWWREUH q OD IHVWD GHL QRQQL “Voceâ€? vuole festeggiare i suoi nonni con un inserto fotograďŹ co. Un omaggio a chi ci vuole bene Mandaci via e-mail (redazioneď˜łlavocedelpopolo.it) entro giovedĂŹ 26 settembre la foto dei tuoi nonni con breve dedica, nome, cognome e paese

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alla cittadinanza le porte del futuro “Parco delle caveâ€? per testimoniare che la vivibilitĂ ambientale e sociale è frutto del coinvolgimento attivo dei cittadini e delle pratiche con cui si curano i luoghi e le persone che li abitano. Sabato 21 e domenica 22 settembre dalle 9.30 alle 18 si terrĂ la festa del progetto e delle associazioni nel laghetto Fipsas, in via Serenissima. Si potrĂ accedere ai percorsi intorno ai laghetti a piedi, con passeggini, in bicicletta e si potranno visitare alcune aree naturalisti-

che del futuro parco, informarsi sulla storia delle cave, fruire di eventi culturali e musicali, ristorarsi e fare festa insieme. Sarà un modo per festeggiare le oltre 50 associazioni di volontariato e tutti coloro che sono attivi nel quartiere di San Polo e Sanpolino per la promozione dei beni comuni. Nella festa si segnalano alle 10 di sabato le installazioni artistiche realizzate dagli studenti dell’Olivieri e alle 11 una mostra fotografica sulla flora e sulla fauna del parco; nel pomeriggio dalle 14

alle 17 c’è la possibilitĂ di conoscere il parco attraverso visite guidate su prenotazione. Domenica, alle 9.30, 3000 passi per salute: gruppi di cammino attorno al laghetto con Uisp Brescia e Us Acli San Polo e alle 9.45 la biciclettata dal centro storico ai laghetti del Parco delle Cave, in compagnia di Legambiente e Amici della bici. Anche la domenica pomeriggio sono previste le visite guidate al parco, sempre dalle 14 alle 17. Durante la festa è attivo il Bar–Ristorante dell’Asd Serenissima.

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’appuntamento con le Fattorie didattiche della Lombardia torna domenica 29 settembre con tante proposte. Come ogni anno, l’evento offre l’opportunitĂ di entrare nel “cuoreâ€? delle aziende agricole che si dedicano, da anni, a trasmettere ai piĂš giovani i valori legati al lavoro della terra. La nona edizione di questa iniziativa, molto amata dal pubblico, coinvolge 89 delle 197 Fattorie didattiche che compongono la Rete regionale. Gli agricoltori aprono le porte per accogliere i visitatori e far loro vivere, in diretta, le attivitĂ che si svolgono quotidianamente in un’azienda agricola, scoprendo e sperimentando in prima persona l’agricoltura moderna: si possono visitare le stalle e avvicinare gli animali, fare un giro nei campi e negli orti, scoprire dove nascono e come si coltivano cereali, frutta, ortaggi ma anche fiori e piante ornamentali. Si possono vedere e sperimentare i processi di

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trasformazione per conoscere come i prodotti agricoli diventano il cibo che acquistiamo e mangiamo. Dalla montagna alla pianura, ogni Fattoria organizza laboratori, degustazioni, giochi, percorsi nella natura, visite ai musei agricoli e molto altro ancora, secondo le caratteristiche del proprio territorio e della propria produzione. I bambini sono i veri protagonisti di questa giornata che è un esempio del lavoro che le Fattorie didattiche svolgono con le scuole e con le famiglie del territorio, durante tutto l’anno. Molti sono gli agriturismi dove è possibile prenotare il pranzo o la cena o una stanza per passare la notte. L’iniziativa è promossa dalla Direzione generale Agricoltura di Regione Lombardia, in collaborazione con Ersaf e le Associazioni agrituristiche lombarde Agriturist, Terranostra, Turismo Verde, Agrivacanze. Il progetto “Fattorie didatticheâ€? è nato nel 2001 e si rivolge principalmente alla scuole con l’obiettivo di favorire il contatto delle giovani generazioni con il mondo agricolo, promuovere la conoscenza del territorio e dei

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– come riporta la delibera di giunta – si metteranno a disposizione del primo cittadino. La squadra è formata da Aldo Rebecchi, presidente della commissione consiliare per le societĂ controllate e partecipate, Antonio Massoletti, presidente del comitato “CittĂ di Bresciaâ€?, di Confesercenti e vice di “Brescia centroâ€?, Fabio Barca, componente del consiglio notarile di Brescia, Nicla Picchi, esperta di internazionalizzazione

delle imprese, Elisabetta Donati, docente di politiche sociali e sociologia della famiglia all’universitĂ di Torino e Sandro Belli, presidente dell’associazione “Brescia cittĂ grande. La collaborazione, fanno sapere dalla Loggia, non andrĂ oltre l’attuale mandato amministrativo. Viene inoltre evidenziata “l’assoluta ed esclusiva competenza degli organi e degli uffici comunali nell’assoluzione dei

provvedimenti che competono al Comune per le attribuzioni ad esso riconosciute da leggi e regolamentiâ€?. Al primo cittadino, l’incombenza di modificare o integrare la composizione dello staff. Nell’immediato, secondo le intenzioni dell’amministrazione, è in vista la creazione di un comitato antimafia atto a vigilare le gare d’appalto ad evidenza pubblica, in modo da contrastare le possibili infiltrazioni della criminalitĂ organizzata.

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noto. Il piĂš delle volte, la solidarietà è donna: ha il volto di un’amica, di una sorella o di una madre. Solo la sensibilitĂ femminile, infatti, riesce a cogliere tutte le sfaccettature di taluni drammi, soprattutto se le vittime sono donne o bambini. A Brescia, come in altre cittĂ italiane, il tribunale dei minori non era fornito di un’aula di ascolto, necessaria – se non fondamentale – per aiutare i piĂš piccoli a sentirsi a proprio agio in un contesto totalmente avulso dalla loro quotidianitĂ . Per tale motivo, in collaborazione con il Comune e il tribunale dei minorenni di Brescia, alcuni tra i piĂš importanti club Soroptimist della Lombardia hanno finanziato, seguendone passo passo, la realizzazione dell’aula di ascolto protetto del minore, ospitata al secondo piano del nuovo tribunale sito in via Vittorio Emanuele II, 96. Inaugurata oggi alla presenza del primo cittadino, di fronte a una “plateaâ€? tutta al femminile, “l’aula di ascolto – ha spiegato Maria Carla Gatto, presidente del tribunale dei minorenni di Brescia – non solo ci mette in linea con le normative nazionali e con le linee guida europee, ma va addirittura oltre perchĂŠ nella nostra aula, oltre allo specchio unidirezionale che consente di assistere a ciò che accade nell’aula

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zione, con riguardo non solo per ciò che viene detto, ma anche ai silenzi, ai gesti, alle posture, alle manifestazioni emotive, insomma a tutto ciò che compone il linguaggio dei minoriâ€?. L’ascolto dei minori, soprattutto se vittime di abusi, non può essere affidato semplicemente ad uno psichiatra infantile. Per tale ragione l’utilizzo dell’aula protetta, come sottolineato dal presidente del tribunale dei minorenni di Brescia, fornisce agli inquirenti una fotografia veritiera del vissuto della vittima. â€œĂˆ finito il tempo del linguaggio stereotipato dei verbali di una voltaâ€? ha chiosato Maria Carla Gatto. Fondamentale, per la riuscita del progetto, è stato l’apporto del club femminile Soroptimist international Italia la cui targa è stata posta proprio all’ingresso dell’aula d’ascolto appena inaugurata. “Questo è un ulteriore tassello che si aggiunge ai tanti tasselli di un progetto nazionale – riferisce Flavia Pozzolini, presidente nazionale Soroptimist –. Nel 2008, in Italia, le aule di ascolto erano solo sei. In due anni, durante il mio mandato, ne realizzeremo circa cinquantaâ€?. L’aula è giĂ attiva e il utilizzo è iniziato in questi giorni e prosegue con un calendario che segue le esigenze quotidiane del lavoro dei magistrati.

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domenica 22 settembre si vivrĂ la giornata della Caritas parrocchiale che sancirĂ la messa in funzione del nuovo organismo pastorale, istituito nell’ottica di aiutare tutti a vivere testimonianza e supporto non solo come fatto privato, ma come un’esperienza comunitaria allargata e di condivisione. “L’obiettivo principale – ha specificato il parroco don Angelo Mosca (nella foto) che presiede il gruppo – è partire da fatti concreti (bisogni, risorse, emergenze) e realizzare percorsi

educativi finalizzati al cambiamento concreto degli stili di vita ordinari dei singoli e delle comunità , in ambito ecclesiale e civile; per questo il gruppo di persone che mi affiancano nel servizio sono piÚ concentrare sul piano dell’animazione alla testimonianza della carità , ridimensionando le aspettative su quello operativo di aiuto ai poveri�. Durante le Messe saranno a disposizione due contenitori: uno per la raccolta di alimenti di prima necessità a lunga

conservazione, materiale scolastico, pannolini per bambini (non si raccolgono vestiti, medicinali o altro) e uno per la raccolta di offerte da destinare ai bisogni rilevati da inizio 2013. Alle 16 si terrĂ la presentazione del programma del gruppo nella chiesetta di Santa Maria a cui seguirĂ la visita della nuova sede. ChiuderĂ alle 21, nell’ambito degli “Itinerari organistici brescianiâ€?, il concerto d’organo del maestro Gianpietro Rosato. (a.s.)

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er sette anni, don Omar Borghetti è stato il cappellano dell’ospedale di Manerbio. Dal 1° ottobre don diventerĂ cappellano dell’ospedale di Iseo e presbitero collaboratore della parrocchia di Iseo e Clusane. Dopo un primo incarico negli ospedali cittadini al CittĂ di Brescia e al S. Camillo, don Omar è giunto nella Bassa per svolgere il suo apostolato nei presidi di Manerbio e di Leno. Sono stati sette anni di lavoro intenso, contraddistinti da iniziative particolari. Ăˆ sorta la cappellania, “un gruppo pastorale del servizio religioso, cosĂŹ spiega il sacerdote, all’interno della struttura sanitaria. Oltre al sacerdote, si compone di diaconi, religiosi e laiciâ€?: 15 in tutto sono state le persone coinvolte nelle strutture di Manerbio e di Leno. Particolare rilievo, anche grazie al sostegno della Direzione generale, è stato dato alla “Giornata del malatoâ€?, festeggiata nel giorno in cui si ricorda la Madonna di Lourdes, l’11 febbraio, ma preceduta da un’intensa settimana di preparazione e di celebrazioni, e l’introduzione di una Messa, in seguito alla vicinanza con mamme che avevano perso un figlio in grembo, celebrata l’8 novembre, per ricordare i bambini mai nati. Se le iniziative sono state promosse “per il prossimoâ€? nello spirito evangelico del servizio, non hanno mancato di portare frutto anche in don Omar. “Svolgere la propria missione all’interno dell’ospedale – spiega don Borghetti – è come servire una piccola

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come un luogo in cui si guarda con speranza alla vita. Nonostante ciò, il cappellano afferma di andarsene con la sensazione di lasciare il lavoro incompiuto. Un’impressione soltanto perchĂŠ il suo operato è stato intenso ed apprezzato, come dimostrano la stima e l’affetto che don Omar è riuscito a conquistarsi in questi anni: se è vero, come lui sostiene, che è importante creare relazioni globali, che abbracciano degenti e familiari, don Borghetti lo ha svolto, stabilendo contatti anche con il personale sanitario, amministrativo, con i tanti parrocchiani che fedelmente hanno frequentato la cappella dell’ospedale. E visto sotto questa ottica, il lavoro svolto non è incompleto e non è stato vano.

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/D FURFLHUD GHOOD VDOXWH FRQ O¡$GSE Spesso parlando di un’alimentazione equilibrata si è portati a pensare che sia il risultato di diete ferree e difďŹ cili, di abitudini quotidiane severe e impegnative che potrebbero scoraggiare quanti decidessero di intraprenderle. Un’alternativa è possibile: un’iniziativa che coniuga il divertimento e la bellezza di un viaggio in compagnia con un occhio di riguardo ai temi della salute e del benessere alimentare. Torna per la terza edizione la “crociera sa-

lutare�, organizzata dalle associazioni Aidap (Associazione italiana disturbi dell’alimentazione e del peso), nella sua sezione bresciana, e Adpb (Associazione diabetici provincia di Brescia). Si tratta di una crociera che si svolgerà dal 24 al 29 ottobre, con partenza da Savona e tappe a Barcellona, Palma di Maiorca, Ajaccio e Marsiglia e che prevede per i partecipanti un programma incentrato sulle tematiche della salute e dell’alimentazio-

ne, in un contesto di socializzazione. Ogni giorno si terranno conferenze di aggiornamento scientiďŹ co su alimentazione, esercizio ďŹ sico e diabete, alle quali si aggiungeranno escursioni salutistiche ed esercizio ďŹ sico di gruppo, in particolare il ballo. Durante la crociera i partecipanti, ospitati sulla nave “Costa Luminosaâ€?, apprenderanno a seguire una dieta personalizzata e a calcolare le calorie necessarie a una corretta alimentazione. “La par-

ticolaritĂ di questa esperienza – afferma Andrea Benedetto (nella foto), responsabile dell’Aidap bresciana, che ha uno dei propri studi a San Paolo – è che si tratta di una modalitĂ educativa alternativa alla visita in studio. Durante la vacanza ci si diverte, ma l’attenzione all’aspetto salutare non viene meno, anzi è stimolata. Oltre al dott. Benedetto, responsabile dell’iniziativa è il diabetologo Felice Mangeri dell’Adpb.


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loro famiglie. La ragione della scelta di queste famiglie sembrava risiedesse in motivi di ordine “razzialeâ€?: non intendevano far stare i lori figli in classe con degli “zingariâ€?. I motivi per cui le famiglie hanno ritirato i loro figli da quella classe sono collegati a pure contingenze di ordine organizzativo riferite alla comoditĂ di trasporto: le famiglie coinvolte, a quanto testimonia un insegnante della scuola, avrebbero trovato difficoltĂ di organizzazione familiare ad accompagnare i loro figli nel ples-

so di “Cortiâ€?. I bambini indicati come stranieri sono quasi tutti nati in Italia e parlano tranquillamente la nostra lingua; il paese di Costa Volpino pare che si distingua da anni come localitĂ bergamasca di pacifica integrazione. Ancora, va pure ricordato come la “Riforma Gelminiâ€? stabilisca che in ogni classe non ci possano stare piĂš del 30% di alunni di origine straniera. Per cui dall’Ufficio scolastico regionale è arrivata la soluzione al “problemaâ€?: i 14 bambini di origine straniera che avrebbero

dovuto formare la prima elementare di “Cortiâ€? sono stati suddivisi in due prime del plesso di “Piano-Volpinoâ€? della stessa dirigenza. Di fatto, sempre da quanto testimonia un’altra maestra della scuola, i bambini coinvolti in questo presunto caso di discriminazione hanno iniziato serenamente il loro anno. Probabilmente perchĂŠ i bambini, siano essi italiani o stranieri, non si pongono grandi problemi ideologici per decidere di entrare in un’aula scolastica piuttosto che in un’altra. (Luciano Pace)

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uonsenso ed equilibrio poco hanno a che fare con la vicenda che vede contrapposta da oltre un anno la Magistratura di Taranto e il Gruppo Riva. Il problema è che adesso ad farne le spese sono pure i 434 dipendenti camuni del Gruppo, improvvisamente “lasciati liberiâ€?. Con accenti a tratti molto duri gli ambienti sindacali (Fim-Cisl e Fiom-Cgil) attribuiscono la responsabilitĂ al Gip (“Decisione senza alcuna logicaâ€?) e ai Riva (“Drammatizzazione inaccettabileâ€?). Va rammentato che si tratta delle ultime conseguenze dell’inchiesta della Procura di Taranto per associazione a delinquere finalizzata a disastro ambientale che riguarda la famiglia Riva in relazione all’acciaieria della cittĂ pugliese; martedĂŹ 10 settembre scorso la Guardia di Finanza ha eseguito gli ultimi provvedimenti del Gip Patrizia Todisco, cioè l’estensione del sequestro preventivo dei beni (compresa la liquiditĂ per i pagamenti di materie prime e dipendenti) e impianti riconducibili al Gruppo Riva (Riva Fire, Riva Forni Elettrici, Ilva)

in 24 province per un ammontare di oltre 900 milioni di euro. Fra questi gli impianti dei tre stabilimenti Riva in Valcamonica per un valore di 25 milioni di euro. Due giorni dopo, giovedĂŹ 12 settembre, la famiglia Riva annuncia: “Cessiamo ogni attivitĂ â€?. I dipendenti sono “liberiâ€?, cioè a casa. La notte successiva la produzione si ferma in tutte le unitĂ produttive del Gruppo sparse in varie zone d’Italia. A Sellero si producevano barre a caldo impiegando 232 dipendenti; a Cerveno barre a caldo e billette laminate con 137

dipendenti; a Malegno barre trafilate con 65 dipendenti. A condurre ad una decisione cosĂŹ drastica può aver contribuito pure l’arresto di cinque consulenti dell’Ilva lo scorso 6 settembre, fra i quali il camuno Giovanni Rebaioli, 65 anni, di Berzo Inferiore, in passato dipendente della Sidercamuna. Da alcune parti si è parlato di “accanimento giudiziarioâ€?. Il fatto è che, come spiegano in sindacato, alla fine ad andarne di mezzo non sono i Riva, ma l’anello debole di questo braccio di ferro, cioè i lavoratori. Tanto piĂš che in Valcamonica si stavano riassorbendo i contratti di solidarietĂ , segnale che la crisi andava scemando, date le commesse per 50 mila tonnellate di acciaio, cosa mai accaduta negli ultimi anni. Subito a Breno lunedĂŹ è stato organizzato un presidio dei lavoratori e l’argomento è arrivato poi in Consiglio Regionale. Si chiede un intervento diretto del Governo per il commissariamento del Gruppo Riva, che permetta di proseguire l’attivitĂ ed evitare un “disastro socialeâ€?. Intanto il Ministero dello Sviluppo ha garantito la copertura finanziaria per la cassa integrazione.

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&RRSHUDWLYD ,O &DUGR DQQL GL UDGLFDPHQWR La Cooperativa sociale onlus “Il Cardoâ€? di Edolo ha festeggiato pochi giorni fa i suoi primi 25 anni. Si tratta di una realtĂ insostituibile in Alta Valle soprattutto nell’ambito della disabilitĂ . Sono circa sessanta le persone, di differenti etĂ , che fanno riferimento alle due strutture realizzate dalla Cooperativa: una, riservata ai servizi socio-sanitari, è costituita dal Centro diurno per persone con disabilitĂ e dalla ComunitĂ Alloggio; l’altra si occupa di servizi socio-assistenziali e dispone di un Centro socio educativo, del Servizio educativo territoriale e di appartamenti protetti. Nei primi mesi della tarda primavera del 1988 bastavano pochi locali presi in affitto, ma ben presto ci si rese conto che i bisogni erano tanti. CosĂŹ si arrivò al salto di qualitĂ (e quantitĂ ) con l’oneroso acquisto e successiva ristrutturazione di Villa Mara, in un’area tranquilla, ma comunque centrale, del paese. PiĂš recentemente si è aggiunta una seconda e moderna struttura distaccata. Se una sessantina sono oggi gli utenti disabili, va ricordato che 57 sono i dipendenti, supportati da una ventina di volontari. Proprio questo aspetto costituisce il termometro del radicamento sociale de “Il Cardoâ€?, che non è un semplice erogatore di servizi, ma coinvolge e incanala anche l’intimo e generoso slancio di molte persone per aiutare i piĂš deboli donando il proprio tempo e le proprie capacitĂ . Attualmente la Cooperativa è diretta da Marco Milzani, mentre il presidente dal 2008 è l’ex-medico del paese, Giuseppe Capitanio; ha ricevuto il

testimone da Elena Fanetti, uno dei dodici fondatori e primo presidente, Alessandro Fenaroli, Giampiero De Toni e Stefania Perlotti. “Il Cardoâ€? (www.ilcardo.it), ma propone anche un vasto spettro di iniziative nel campo dell’educazione; ecco allora gli interventi di prevenzione, assistenza o semplice consulenza presso le scuole, nonchĂŠ l’organizzazione di laboratori, spazi di aggregazione, oltre alla ludoteca per i bambini della Scuola elementare. (g.c.)

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gussaghese vuol dunque dire festa, vuol dire riscoprire il bello dello stare insieme in allegria e serenità , ma è un momento anche per riscoprire e far conoscere, soprattutto alle nuove generazioni, vecchie tradizioni che nel tempo hanno caratterizzato il territorio; è un momento per rilanciare il patrimonio artistico-culturale, per apprezzare le bellezze ambientali, per far conoscere e valorizzare le attività produttive, artigianali, commerciali e agricole, per dare

rilievo ai numerosi ed eccellenti prodotti tipici. E in questo programma che ha preso avvio il 7 settembre (e del quale abbiamo giĂ avuto occasione di scrivere per l’iniziativa “Lo spiedo scoppiettandoâ€?), “La festa dell’uvaâ€? rappresenta il gran finale, previsto per domenica 29 settembre. Questa la scaletta delle iniziative che si terranno in piazza Vittorio Veneto e che prenderanno il via alle 11 con la benedizione delle uve e vini delle

colline di Gussago per riprendere alle 14.30 con la sfilata dei carri allegorici e l’esibizione del gruppo folk “I Gnari de Lenâ€?. Alle 18.30 l’appuntamento sarĂ con lo spiedo con polenta (prenotazione presso il Ristoro Pro-Loco). Alle 21 spazio alle danze in piazza. Alle 22 l’estrazione di 30 biglietti della sottoscrizione a premi che si è tenuta nei giorni precedenti. A chiusura della Festa e della manifestazione, alle 22.30, lo spettacolo pirotecnico. (b.l.)

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n un’era come la nostra, spesso denominata come “etĂ delle perdita dei valoriâ€?, esiste ancora una definizione plausibile di virtĂš? O, per meglio dire e semplificare... Ăˆ ancora possibile oggi essere virtuosi? A questa profonda e tutt’altro che retorica domanda, tenterĂ di offrire un’esauriente risposta il percorso antropologico sull’arte di vivere 2013, presentato dai frati Servi di Maria, guidati dal priore fra Ermanno e da padre Sebastiano Borriero, con la partecipazione del Gruppo volontari Rustico Belfiore di Chiari, presso il convento della Santissima Annunciata sul Monteorfano. Gli incontri-convegno si svolgeranno il lunedĂŹ sera dalle 20.30 alle 22.30 secondo la modalitĂ conferenza, intervallo, dibattito e vedranno come ospiti relatori, alcuni esperti in materia che si addentreranno e sviscereranno alcune interessanti questioni. Si partirĂ lunedĂŹ 23, guidati da Salvatore Natoli, docente di Filosofia teoretica nell’UniversitĂ degli studi Milano Bicocca, parlando de “L’edificazione di sĂŠâ€?, per giungere al tema “La dittatura del moralismoâ€? su cui verterĂ l’appuntamento di lunedĂŹ 30, insieme alla teologa Lidia Maggi, pastora battista in servizio a Varese. In ottobre in programma invece ben quattro incontri: il 7 “Prima

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ticelli, proveniente dalla Scuola Normale e UniversitĂ di Pisa; per finire il 28 interrogandosi su “L’obbedienza non è piĂš una virtĂš?â€? con Vito Mancuso, dottore in teologia sistematica, laureatosi ala Pontificia universitĂ lateranense. Tanti dunque gli stimoli che usciranno da questo ciclo, ma anche alcuni punti fermi che i relatori presenteranno come quello anticipato da Salvatore Natoli nella sua definizione di virtĂš come “l’abilitĂ di massimizzare la nostra potenza e che, attraverso l’esplorazione delle nostre capacitĂ , diventa un bene stabileâ€?. â€œĂˆ qui – ha specificato ancora Natoli – che si coglie l’altra dimensione della felicitĂ : non come caso, ma come sensibilitĂ del bene. Se potenziamo le nostre capacitĂ , potenziamo le occasioni di entrare in sintonia con gli eventi, perchĂŠ si acutizza la nostra sensibilitĂ e accresce la disponibilitĂ a essere sollecitati da ciò che accade. In questo caso, persino il dolore può costituire un’occasione di crescita e non di ostacolo alla felicitĂ (infatti l’opposto della felicitĂ non è il dolore, ma la noia), e quindi per condurre una vita buona è chiaro che l’uomo deve essere virtuosoâ€?. Per informazioni: Frati servi di Maria - Convento dell’Annunciata - Rovato - Tel.: 0307721377 - www.servidimariarovato.191.it

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‡†‹œœ‘Ž‡ ͚͚͔ ‡†‹œ‹‘Â?‡ †‡Ž Dz ”‡Â?‹‘ ƒŽŽ‘ •–—†‹‘dz All’interno di una congiuntura economica come quella in cui si trova attanagliata l’Italia, iniziative di questo tipo rappresentano una boccata d’aria, oltre che di speranza, per i tanti giovani che, chiusi i libri, si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro. Stiamo parlando della 22ÂŞ edizione del “Premio allo studioâ€? organizzato dalla Bcc di Bedizzole Turano Valvestino. Da alcuni anni la serata di premiazione, che si svolge venerdĂŹ 20 alle 20.30

presso il teatro don Gorini di Bedizzole, è l’occasione per un momento di riflessione e confronto con autorevoli ospiti del mondo economico e della scuola. L’intenzione è quella di mantenere vivo l’interesse sul tema delle sfide e delle opportunitĂ per i giovani di un mondo che abbatte le frontiere fisiche e di relazione. A portare il proprio contributo su “Giovani senza Frontiere. Sfide e opportunitĂ nell’era della connessione globaleâ€? sono stati

invitati Adriana Cerretelli, editorialista per “IlSole24Oreâ€? a Bruxelles e Giuliano Noci, prorettore del Polo territoriale cinese del politecnico di Milano e presidente di Esplora, societĂ per la promozione internazionale di Expo Milano 2015. E grazie alle esperienze e alle storie degli studenti, ben 1.800, che in questi anni si sono succeduti sul palco per ricevere il riconoscimento il “Premio allo Studioâ€? che oggi parla sempre di piĂš

le lingue della globalizzazione. Attraverso il percorso scolastico e professionale oltre frontiera di molti di questi giovani, la banca di Bedizzole si arricchisce di storie ed esperienze di chi ha scelto di mettersi in gioco abbattendo il concetto di frontiera geografica. “La Bcc vuole incoraggiare l’impegno che questi ragazzi hanno dimostrato – sottolinea il Presidente della Banca Albino Zabbialini – premiando e dando risalto all’eccellenza scolastica�. (v.b.)

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ituata a pochi chilometri dal lago, Villa S. Maria è gestita dalle suore Ancelle della CaritĂ che per oltre ottant’anni si sono occupate dei convalescenti che si recavano da loro per ritrovare le forze perdute. Nel 1990, di fronte all’obbligo di dover decidere la “destinazione d’usoâ€?, le suore hanno deciso di dare vita all’albergo. “Qui le suore ancelle ci sono sempre state, fin dal 1934, da quando acquistarono la villa da un’importante famiglia del paese – racconta Paola Pacini –. In seguito, le suore decisero di ampliarla. Oggi l’albergo ospita religiosi e religiose, della diocesi e non che, dopo una degenza ospedaliera, decidono di recarsi alla villa: “Ospitiamo diversi sacerdoti che, una volta usciti dalla clinica, non riuscendo ancora ad assolvere alle proprie funzioni, passano la convalescenza da noiâ€?. La bellezza del luogo e la vicinanza a siti di rilevanza storica e turistica attira anche molti laici, magari in cerca di ristoro, in cerca di quella tranquillitĂ

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che solo un’ambiente come Villa S. Maria può dare. “Da noi vengono anche coppie e famiglieâ€? ricorda Paola. Non potendo ospitare persone non autosufficienti, la Villa – negli anni scorsi – ha perso un po’ della sua clientela, anche a causa delle voci di una paventata vendita della struttura da parte delle suore Ancelle della CaritĂ . La clientela, con il tempo, è tornata a bussare alle porte della villa, grazie anche al fatto che l’albergo rimane aperto tutto l’anno. Diversi ospiti, infatti,

colpiti dalla bellezza e dalla tranquillitĂ del luogo, decidono di fermarsi anche per lunghi periodi, approfittando degli effetti benefici che il clima lacustre offre. Una sala lettura e un grande parco dove poter passeggiare sono i luoghi preferiti dalle comitive di signore che, volendosi allontanare dal caos delle metropoli, passano le vacanze all’albergo delle suore ancelle, dividendosi fra una buona lettura e una partita a carte con le amiche. Tutti i giorni, inoltre, si può partecipare alla Santa Messa officiata a Villa Santa Maria, come anche a quella celebrata nel vicino convento dei frati cappuccini. Ulteriore attrattiva dell’albergo è la cucina che, con i suoi menĂš, richiama sapori antichi, sapori legati indissolubilmente alla tradizione culinaria del lago. Chi volesse passare un piacevole soggiorno presso le suore Ancelle della CaritĂ di Barbarano di Salò, non deve fare altro che contattare la segreteria della villa. Tel. 0365 20841 fax 0365 29 9511 mail villasmaria_2011@libero.it

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$ EUHYH OD FRQVHJQD GHOOH QXRYH VWUXWWXUH L’oratorio San Giovanni Bosco si presenta con un nuovo volto. Dopo le ristrutturazioni interne risalenti a cinque anni fa, adesso è la volta degli spazi esterni. 600mila euro per 7000 metri quadrati: questi i numeri dell’imponente lavoro che ha fatto sorgere, negli spazi adiacenti l’oratorio, un nuovo campo sportivo in erba sintetica, nuovi spogliatoi, due piastre polivalenti e un grande spazio attrezzato per i bambini. Un intervento necessario, dato che le strutture precedenti mostravano gli inevitabili segni del tempo, come ha raccontato don Paolo: “Fuori ci siamo trovati alle prese con una struttura vecchia di 30 anni e non piĂš a norma: l’impianto idraulico perdeva acqua ovunque, con bollette da mille euro, il campo sportivo era ridotto ad uno spazio polveroso, le recinzioni stavano cedendo. A metterci delle pezze non avremmo risolto i problemi strutturali e nemmeno limitato piĂš di tanto i rischiâ€?. I lavori sono quasi ultimati e a breve il nuovo complesso verrĂ consegnato alla comunitĂ , con conseguente festa d’inaugurazione. A supportare economicamente don Paolo e il parroco, don Dino, un mutuo concesso da Ubi Banca. La speranza, naturalmente, è che qualcuno si faccia avanti per dare una mano a estinguere il mutuo contratto. Qualcuno in grado di comprendere che i ragazzi del paese “meritano tutto questo e anche di piĂš. E’ una scommessa nel futuroâ€? riferisce don Paolo. Intan-

to i primi segnali positivi d’aiuto sono arrivati dalla gente comune e dalleassociazioni del territorio. Attualmente, a seguito degli interventi fatti negli anni scorsi, l’oratorio dispone di un bar, di una sala polivalente oltre che di aule per il catechismo e per le riunioni. Strutture che, grazie agli spazi esterni, fanno dell’oratorio San Giovanni Bosco il piÚ importante punto di riferimento per i ragazzi di Vestone e dei paesi limitrofi. (r.g.c.)

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comuni�. Questo proprio nei giorni in cui la Comunità montana di Valle Trompia, unica nella provincia di Brescia, ha avuto un contributo di 50mila euro da parte di Regione Lombardia per la realizzazione di un progetto da 113.500 euro per digitalizzazione e riorganizzazione dei processi amministrativi per i suoi 10 Comuni sotto i 3.000 abitanti. Uno dei tanti risultati premianti per la Comunità Montana che ha imboccato dal 2000, anticipando la legge, in accordo e su

deleghe dei comuni, la strada dei “servizi associatiâ€?. Una scelta strategica ribadita e condivisa all’unanimitĂ con delibera di consigli comunali e dall’assemblea nel dicembre scorso con la quale hanno recepito i primi tre servizi da gestire in convenzione con la ComunitĂ stessa: protezione civile, servizi sociali, catasto. A Tavernole le due minoranze non si sono presentate in consiglio. Ha spiegato Luigi Cioli: “Nel consiglio del 5 agosto, avevamo chiesto un momento di ri-

flessione. Il consiglio invece è stato riconvocato per il 10 agostoâ€?. A Marmentino la votazione ha visto un voto contrario ed un astenuto. Pure a Collio la delibera, dopo la “non approvazioneâ€? in una prima seduta per mancanza dei 2/3 di voti favorevoli come previsto dallo statuto, è stato approvata a maggioranza. La minoranza ha espresso il suo dissenso non ritenendo sufficiente il tempo di esame concesso su un tema tanto importante per il futuro. (e.b.)

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er ricordare Paolo VI. anche quest’anno ha preso il via la Settimana montiniana. Sette giorni particolarmente importanti, considerate le ricorrenze: il 35° anniversario dalla morte di Paolo VI e il 50° anniversario dall’elezione al Soglio petrino. GiĂ papa Francesco, durante il pellegrinaggio a Roma della diocesi di Brescia, aveva elogiato la figura di Montini, raccontando quanto fosse stato influente l’apostolato del Papa bresciano per la sua formazione. Ed è proprio con un passo dell’Evangelii Nuntiandi, l’esortazione apostolica di Paolo VI, datata 8 dicembre 1975, che il Comune di Concesio e le parrocchie hanno voluto caratterizzare la 14ÂŞ Settimana montiniana: “L’uomo contemporaneo ascolta piĂš volentieri i testimoni che i maestri. O se ascolta i maestri lo fa perchĂŠ sono dei testimoniâ€?. La settimana dedi-

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cata a Paolo VI si è aperta sabato 14 settembre con l’inaugurazione della mostra “Chi crede non è mai soloâ€?. Espongono Andreas Kuhnleine e Konrad Schimid, in collaborazione con l’associazione per l’arte “Le stelleâ€?. Inoltre sono visibili al pubblico alcuni oggetti appartenuti a Paolo VI, testimonianza della sua missione ecumenica. Le sedi che ospiteranno le mostre sono la biblioteca comunale di Concesio e la Piccola Galleria U.C.A.I. di Brescia, sita in vicolo S. Zenone 4. Ambedue le mostre resteranno aperte fino al 5 ottobre. Un altro appuntamento da non perdere è l’incontro – fissato per mercoledĂŹ 2 ottobre alle 20.45, a cura della Acli bresciane – con Paola Bignardi, presidente nazionale dell’Azione cattolica. La tavola rotonda si terrĂ presso il teatro parrocchiale di S.Vigilio. VenerdĂŹ 4 ottobre, alle 20.45, presso il teatro parrocchiale di Costorio, è previsto invece l’incontro con don Antonio Sciortino, direttore del settimanale “Famiglia cristianaâ€?. Un appuntamento molto

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–—‘‹ Â?‘„‹Ž‹ •— Â?‹•—”ƒ Con oltre 5000 cucine montate tra Brescia e provincia, Facchetti arredamenti ha il suo fiore all’occhiello nello sposalizio tra la filosofia della tecnica e l’esperienza tedesca: 6 anni di garanzia sulle parti mobili e 25 sulla meccanica, in questo campo. Due le tipologie di cucine proposte: Alno di cui è rivenditore autorizzato per Brescia e Bergamo, che rappresenta il top indiscusso, e KĂźchechic, il cui slogan, “cucina a prezzi di fabbricaâ€?, sta ad indicare prodotti

personalizzati di alta gamma a costi accessibili, grazie al collegamento diretto tra Facchetti e l’azienda produttrice. Ogni ambiente della Casa Facchetti ha una perfetta soluzione per voi: marche selezionatissime per soggiorni, camere da letto, bagni e complemento d’arredo, come tendaggi e tappeti. Tra le principali marche potrete trovare i lussuosi mobili etnici di Smania, quelli raffinati di Former, divani imbottiti targati Swan, gli splendidi

letti di Fimes e preziosi articoli in legno artigianale di Borghi, il sarto del legno che potrà realizzare il vostro mobile ideale su misura. Tutto vi sarà garantito chiavi in mano: infatti, dall’impiantistica alle rifiniture, Facchetti ha al suo interno squadre di montatori e operai diretti; un reparto di falegnameria per realizzare uffici e taverne e un ufficio di progettazione interna con software sofisticati per dare al cliente l’idea immediata della godibilità degli ambienti.

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n’esposizione completa dedicata al mondo della casa, all’arredamento, ai complementi d’arredo e all’edilizia che porta in fiera le aziende e le realtĂ commerciali del territorio. Ăˆ questo il biglietto da visita della 21ÂŞ edizione di “Progetto casaâ€?, in programma al Centro fiera di Montichiari il 14, 15, 16, 20, 21 e 22 settembre 2013. Oltre 150 espositori, 4 padiglioni e una superficie espositiva di 22.000 mq. coperti. Nei giorni della rassegna, sono migliaia i visitatori attesi, in un percorso studiato per offrire al pubblico

proposte in grado di soddisfare ogni aspettativa e i sogni di chi ama e vive la propria casa.“Progetto casaâ€? 2013 offre una panoramica a 360° sul mondo della casaâ€?, spiega Ezio Zorzi, direttore del Centro Fiera di Montichiari. Con “Progetto casaâ€? 2013 le aziende di Brescia e delle province limitrofe hanno l’opportunitĂ di proporsi sul mercato locale, sfruttando il contatto diretto con il pubblico di consumatori del territorio che, da oltre vent’anni, conoscono la fiera e ne apprezzano la formulaâ€?. Con “Progetto Casaâ€? 2013, dunque, il Centro fiera di Montichiari conferma la propria

vocazione al marketing territoriale, proponendo una fiera che, da un lato, incontra le esigenze del pubblico retail dei consumatori e, dall’altro, offre alle aziende del territorio l’opportunitĂ di presidiare in modo capillare il mercato abitativo. L’offerta espositiva di “Progetto casaâ€? propone una vasta gamma di arredi, complementi d’arredo e soluzioni per la casa studiate per migliorare la vivibilitĂ e la funzionalitĂ dell’ambiente domestico. Un’attenzione particolare viene riservata all’edilizia di ultima generazione finalizzata ad un maggior risparmio energetico.


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Ma come opera “Un sorriso di speranza”? L’associazione presieduta da Daniele Zanetti, nata nel 2009, è costituita da genitori di bambini diversamente abili, uniti dal confronto quotidiano con i problemi che questo stato comporta. Lo scopo principale è ricercare il benessere del bambino sia per quanto riguarda l’ambito fisico sia quello psicologico e, con il suo, quello della sua famiglia. Info sul sito www.unsorrisodisperanza.it.

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nare secondo la logica del pensare, dell’amare e del lavorare. A fianco dell’oratorio c’è proprio la Casa del giovane che, oggi, è diventata una casa intermedia tra l’oratorio (“lavora bene”) e la Chiesa. Alla Casa del giovane si ritrovano il consiglio pastorale e le associazioni, e si fanno ad esempio i corsi di preparazione al matrimonio e i battesimi. A Ghedi, fra le realtà operative, piace ricordare il Gruppo 29 maggio che proprio quest’anno ha ricordato i 20 anni dalla tragica morte di Fabio, Sergio e Guido: il 29 maggio del 1993 verso le 16, un convoglio di aiuti della Caritas Bresciana, proveniente da Spalato, stava percorrendo la strada da Gornjim Vakuf per portare aiuti umanitari agli abitanti della cittadina bosniaca di Zavidovici, da tempo assediati in un’area in cui era forte la tensione tra gruppi etnici. “Erano andati – afferma don Gian Mario – per la carità, sono stati riconosciuti come cristiani e sono morti pregando. Per me sono martiri della carità, perché è stata la fede a portarli lì”.

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Divano con penisola da cm 270 a destra e da cm 155 a sinistra (penisola) in vera pelle spessorata fiore categoria premier. Garanzia certificata di 10 anni sulla struttura portante del divano. DisponibilitĂ di altre misure. Pelle disponibile in otto diversi colori.

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In quel tempo, GesĂš diceva ai discepoli: “Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: ‘Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perchĂŠ non potrai piĂš amministrare’. L’amministratore disse tra sĂŠ: ‘Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perchĂŠ, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua’. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: ‘Tu quanto devi al mio padrone?’. Quello rispose: ‘Cento barili d’olio’. Gli disse: ‘Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta’. Poi disse a un altro: ‘Tu quanto devi?’. Rispose: ‘Cento misure di grano’. Gli disse: ‘Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta’. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perchĂŠ aveva agito con scaltrezza. I ďŹ gli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono piĂš scaltri dei ďŹ gli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perchĂŠ, quando questa verrĂ a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. (...)

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isurare. Se almeno ci dessimo da fare per la nostra vita interiore come una persona qualsiasi si da fare per salvarsi da una situazione imbarazzante... Questo, credo, sia l’insegnamento di questo brano di Vangelo insolito. Misurare la volontĂ , la tensione verso la salvezza sulla misura con la quale l’uomo normale misura le sue certezze e il suo bisogno. Che è poca cosa a fronte di quelli che sono i valori essenziali: i bisogni sembrano sempre cose secondarie rispetto ai principi, eppure i principi rimangono sulla carta e i bisogni diventano la guida dell’esistenza. Allora partiamo dalla concretezza, mi sembra dica GesĂš. Come ci comportiamo nella concretezza? I valori non sono un rifugio per lavorare solo a parole? Fin troppe volte i valori sono messi davanti per motivare solo grandi proclami. E il resto rimane nella disonesta ricchezza, rimane a livello di interessi personali. Ci si salva da soli; con un po’ di fegato. Ma, incalza GesĂš, un po’ di fegato

ce l’avresti? E saresti capace di essere disonesto per salvarti? Paradossale. E quasi beffardo. Piuttosto di stare senza far niente, aspettando la salvezza come se fosse la manna dal cielo, è meglio agire come i disonesti: almeno quelli hanno la scaltrezza di cascare in piedi. Leggiamo questo brano vedendo GesĂš con un sorriso amaro sulla bocca: i discepoli non possono essere gente senza midollo, non possono essere meno motivati di quelli che agiscono per mangiare. E non possono rifugiarsi dietro gli ideali per fingere di essere superiori. Se la fede non è un valore, meglio l’azione disonesta. Se la fede è una scusa per non fare, per non agire, per non lanciare la sfida della salvezza, allora è meglio l’azione degli scaltri che hanno come solo orizzonte quello di sfuggire alle maglie della giustizia, della povertĂ , della vergogna. Se credere non ha almeno le misure dell’agire di chi lo fa per salvarsi la pelle, non è fede autentica. PerchĂŠ a questa fede manca la coscienza di essere qualcosa di cosĂŹ prezioso che vale molto di piĂš dell’arrivare ad arraf-

fare qualcosa. Non è tiepidezza, non è equilibrio: la fede della quale parla GesĂš è senza mezzi termini e deve essere concepita come un tesoro. E tutto il resto diventa secondario, anche se esiste, anche se è bello, anche se si usa. Ecco la differenza: su cosa si gioca la vita. Ecco perchĂŠ non si possono servire due padroni: perchĂŠ sono entrambi assoluti. E servire Dio non è odiare le cose (o il denaro, o le ricchezze) ma vederle in prospettiva, vederle nella misura giusta, vederle per quello che valgono. Ma questo è possibile solo se si impara la misura giusta, se la fede importa tanto quanto ai figli delle tenebre importa l’altro padrone, il denaro. Ăˆ l’unica misura e l’unico modo per capire cosa significhi credere. Ăˆ il modo per gettare la maschera e smetterla solo di dire di credere: credere è agire perchĂŠ credere è fare in vista della salvezza. Altrimenti fede, credere e salvezza sono parole vuote delle quali un amministratore, onesto o disonesto, non sa cosa farsene. Non riempiono la pancia e, soprattutto, il cuore.

,O UDSSRUWR WUD IHGH H UDJLRQH Normalmente si afferma che la “ragioneâ€? e la “fedeâ€? sono due realtĂ originariamente distinte o separate: la prima, originaria, appartiene a tutti gli uomini; la seconda, invece, un “di piĂšâ€? che appartiene solo ad alcuni. E da qui ci s’ingegna per disegnare il rapporto tra le due realtĂ : chi esagera o esaspera la distinzione/separazione, chi, invece, afferma una continuitĂ , un’armonia, una non-contraddizione. Ma entrambe queste prospettive partono dal presupposto comune che il modo “normaleâ€? di conoscere il mondo, la vita, la realtĂ sia quello della ragione; anzi: il ragionamento, la dimostrazione “scientificaâ€? è la modalitĂ conoscitiva che permette di “sapereâ€? veramente come stanno le cose. La conseguenza (spesso neppure avvertita) di questo

modo di impostare la questione è che la fede/fiducia sia un modo quanto meno “imperfettoâ€? (o comunque poco “certoâ€?) di conoscere, perchĂŠ il “tribunaleâ€? cui si deve sottostare per avere qualche credito di certezza e di affidabilità è quello della “ragioneâ€?. Ma l’esperienza normale insegna che le conoscenze essenziali che permettono di vivere si imparano nella relazione fiduciale con papĂ e mamma, e non certo per ragionamento! E – finalmente – anche l’approfondimento critico del secolo scorso ha portato a riconoscere che, nell’esperienza dell’umano, la dimensione logico/razionale è sempre successiva a quella fiduciale/relazionale: sia perchĂŠ “fisiologicamenteâ€? l’esercizio del “ragionamentoâ€? è temporalmente succedaneo all’attivitĂ re-

lazionale-fiduciale, sia perchĂŠ “strutturalmenteâ€? la ragione può iniziare a pensare solo a partire dall’esperienza fiduciale/relazionale. Il neonato inizia a conoscere per relazione fiduciale (e solo molto piĂš tardi, attraverso il ragionamento) e il bambino (ma anche l’adulto, sempre) può “pensareâ€? solo e solamente perchĂŠ è esistita e continua a esistere una relazione fiduciale con il mondo. Ciò non toglie che la dimensione logico-razionale sia decisiva e importante; ma è intrinsecamente legata/dipendente dalla dimensione fiduciale e relazionale. Cosa che sfugge al dibattito anche attuale sul problema del rapporto fede-ragione, che piĂš che problema teologico (“fedeâ€?â€?ragioneâ€?) è problema antropologico (“fiduciaâ€?-â€?ragioneâ€?).


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Cracovia e la Polonia si rallegrano poichĂŠ diventeranno di nuovo una cittĂ e un Paese della giovinezzaâ€?: è il saluto che il card. Stanislaw Dziwisz rivolge dal sito web della Gmg in Polonia (www.krakow2016. com), dove sono contenute le principali informazioni riguardanti l’organizzazione e lo svolgimento dell’incontro del 2016 di Papa Francesco con i giovani. Il 10 settembre a Varsavia si sono riuniti i rappresentanti delle

Superato il traguardo del milione di ďŹ rme Avanti con il clic day. L’Italia mantiene il suo slancio avendo raggiunto i 360mila ďŹ rmatari, un primato europeo, seguita dalla Polonia che ha toccato quota 165milaâ€?. Il 31 ottobre termina la raccolta ďŹ rme, molti gli appuntamenti in programma: dal “clic dayâ€? europeo del 22 settembre all’impegno del Forum delle associazioni familiari il 28 e il 29 settembre per la raccolta di ďŹ rme nelle piazze.

Ăˆ fra Fabio Scarsato il nuovo direttore editoriale del Messaggero di Sant’Antonio. Fra Fabio succede a fra Ugo Sartorio. Fra Fabio, nato a Brescia nel 1964, è frate minore conventuale dal 1986. Ha prestato il suo servizio presso il Villaggio S. Antonio di Noventa Padovana, realtĂ che si occupa di disagio giovanile e sociale, dirigendo il “Messaggero dei ragazziâ€?. Dal 2005 anima il santuario di Sanzeno e l’eremo di S. Romedio in Val di Non.

diocesi polacche per iniziare a pianiďŹ care l’evento; ora il sito si propone di seguire passo passo l’organizzazione. Un gruppo di oltre 100 giovani polacchi il 13 aprile del 2014, Domenica delle Palme, prenderĂ in consegna in piazza San Pietro a Roma la Croce delle Gmg insieme all’icona della Madonna Salus Populi Romani. Il giorno successivo questi simboli inizieranno da Poznan il loro pellegrinaggio attraverso tutta la Polonia.

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reativitĂ coraggiosa, conversione pastorale, accoglienza nella veritĂ . Con la particolare attenzione alle “periferie esistenzialiâ€?, che sono anche quelle del “pensiero debole e poveroâ€?. Indicazioni che il vescovo di Roma lancia ai suoi sacerdoti (ma il messaggio è facilmente e chiaramente esportabile a tutte le diocesi) nel primo incontro con il clero romano, nella mattina di oggi. Davvero un incontro “di famigliaâ€?, come lo definisce il cardinale vicario, concluso dalla consegna di un dono al Papa, un’icona realizzata da don Massimo Tellan, parroco di San Giovanni Crisostomo. Un incontro confidenziale e diretto, nello stile cui Francesco ci ha abituati dall’inizio del pontificato, con i saluti personali a decine di sacerdoti prima di lasciare la basilica di San Giovanni in Laterano. A tutto campo, il vescovo di Roma risponde alle domande dei sacerdoti, guardando con luciditĂ ai “problemi gravissimi della Chiesaâ€?, ma senza pessimismi. “La Chiesa non crolla. Mai la Chiesa è stata tanto bene come oggi, è un momento bello della Chiesa, basta leggerne la storia. Ci sono santi riconosciuti anche dai non cattolici –pensiamo alla Beata Teresa – ma c’è una santitĂ quotidiana di tanti uomini e donne, e questo dĂ speranza. La santità è piĂš grande degli scandaliâ€?. Un incontro segnato dal racconto di esperienze di vita a Buenos Aires e dalla ri-

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nella riflessione che introduce l’incontro, scaturita dalla risposta alla lettera di un prete romano che condivideva con il vescovo la sua “fatica nel cuoreâ€?. Un’espressione che ha riportato alla mente e al cuore del Papa quanto scriveva Giovanni Paolo II sulla “peculiare fatica del cuoreâ€? di Maria nella “Redemptoris Materâ€?. La fatica, però, fa parte della missione sacerdotale. “Quando un prete è in contatto con il suo popolo, si faticaâ€?. Di fronte a questa fatica, chiarisce Francesco, c’è solo la risposta di GesĂš: andare con i poveri, annunciare il Vangelo e andare avanti. Anche se certamente sono di aiuto “la preghiera davanti al ta-

bernacolo, la vicinanza con gli altri preti e la vicinanza del vescovoâ€?. E la memoria di momenti come l’inizio della vocazione, l’ingresso in Seminario, l’ordinazione sacerdotale: “La memoria è il sangue nella vita della Chiesaâ€?. Numerosi i temi che emergono dalle cinque domande (a porle sono padre Carbonaro, don Mortigliengo, don Le Pera, don Sparapani, don Brienza) e che meritano risposte articolate. “Accoglienza cordialeâ€? è la parola su cui insiste il Papa. “I fedeli si sentano a casaâ€?, sottolinea. Un’accoglienza – il riferimento è in particolare alle coppie conviventi – da esercitare però nella veritĂ . “Dire sempre la veritĂ â€?, sapendo che “la veritĂ non si esaurisce nella definizione dogmaticaâ€?, ma si inserisce “nell’amore e nella pienezza di Dioâ€?. Il prete deve quindi “accompagnareâ€?. Basti pensare, afferma Francesco, ai discepoli di Emmaus, a come “il Signore li ha accompagnati e ha riscaldato loro il cuoreâ€?. L’invito di Francesco ai preti del clero romano è poi a intraprendere “strade coraggiosamente creativeâ€?. E cita esempi vissuti a Buenos Aires, come l’apertura di alcune chiese per tutta la giornata con la disponibilitĂ di un confessore o l’avvio di “corsi personaliâ€? per le coppie che intendono sposarsi ma non possono frequentare i corsi prematrimoniali perchĂŠ lavorano fino a tardi. Restano prioritarie le “periferie esistenzialiâ€?, che sono anche “quelle delle famiglieâ€?, di cui ha parlato piĂš volte Benedetto XVI, come il tema delle seconde nozze. Il nostro compito, dice, è “trovare un’altra strada, nella giustiziaâ€?.

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2GLIUHGGL H O¡XPLOWj GL DVFROWDUH Piergiorgio Odifreddi (nella foto) è un ottimo matematico, competente, che scrive cose interessanti sulla sua materia e che, come tutti, ha idee sulla vita e sul suo senso, sulla morale e sulle sue esigenze. Siccome Scalfari ha scritto una lettera al Papa per porgli alcuni interrogativi sulla fede, Odifreddi si è sentito di esprimere il suo parere che è il seguente: â€œĂˆ stato uno sbaglio, da parte di Eugenio Scalfari, rivolgersi a Bergoglio. Ăˆ la persona meno adatta a rispondere. Bergoglio è un parroco di campagna, lo abbiamo capito ormai. Non è come Ratzinger‌â€?. Naturalmente, non mi interessa il confronto tra papa Benedet-

to e papa Francesco; nemmeno mi sento di fare il difensore d’ufďŹ cio di papa Francesco che non ne ha bisogno. Mi sento in dovere, invece, di “difendereâ€? i parroci di campagna che Odifreddi squaliďŹ ca come incapaci di muoversi all’altezza di una discussione tra esperti. Naturalmente, se Odifreddi dice che i parroci di campagna non sanno parlare di matematica superiore o di ďŹ sica nucleare, non ho nulla da obiettare. Ma se la discussione riguarda “che cosa possiamo sperareâ€? e “che cosa dobbiamo fareâ€? forse proprio i parroci di campagna hanno una ottima competenza, almeno uguale a quella di Scalfari e Odifreddi, se non di

piĂš. Un parroco vive quotidianamente a contatto con le esperienze di gioia e di sofferenza della gente: nascita e matrimonio, successo e crisi, malattia e morte vedono spesso la ďŹ gura del parroco che ascolta, condivide, consola, incoraggia, celebra – che aiuta quindi le persone a non sentirsi sole e a dare senso a quello che vivono, a trasformare ogni esperienza in occasione di maturazione nei sentimenti e nella percezione della coscienza. Ed è su questo materiale che si ediďŹ ca l’esperienza di fede; chi vuole parlare con “competenzaâ€? della fede deve avere una buona esperienza della vita con i suoi momenti di

entusiasmo e le sue fasi di depressione, le sue oscuritĂ e le sue luci. Odifreddi sa che, se appena esce dal suo campo di specializzazione, egli deve sentirsi come un dilettante che può parlare, certo, ma deve anche ascoltare, e molto; nessuno sa tutto e giĂ il “Conosci te stessoâ€? di delďŹ ca memoria era un invito alla misura, alla consapevolezza del proprio limite. Nel campo della fede, Odifreddi può certamente esprimersi, ma dovrebbe avere anche l’umiltĂ di ascoltare; chissĂ , forse un parroco di campagna sa qualcosa sulla vita e sulla morte che le equazioni non sono ancora in grado di afferrare e di rivelare. Mi sembra.


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comprensione per chi respira solo l’aria di questo mondo. E gli è stato risposto: “D’ora in poi farai parte della nostra famiglia religiosa per dedicarti all’educazione dei giovani alla vita cristiana nel lavoro, nella famiglia e nella societĂ â€?, seguendo l’esempio, lo stile, gli insegnamenti di San Giovanni Battista Piamarta. Vivrai in comunitĂ con noi, per aiutarci a portare il peso e la gioia del servizio ai ragazzi piĂš bisognosiâ€?. Faceva il tifo per lui tanta gente e molti giovani di tante realtĂ : la

parrocchia d’origine Gambara che, con la famiglia, l’ha educato nella fede, le parrocchie dove ha prestato il suo servizio (Santa Gerosa e Capitanio, San Luigi Gonzaga), alunni, ex alunni, sacerdoti e religiose, familiari e amici. Si avvertiva di partecipare a un evento straordinario, dove si dimostrava la forza di seduzione del Vangelo, la potenza dello Spirito che sostiene la risposta impegnativa, la gioia di una comunitĂ che vede in questo “SĂŹâ€? a Dio, la realizzazione dei desideri

meno superďŹ ciali di cuori che sanno di essere amati e desiderano riamare. Quella di Davide è la prima “professione perpetuaâ€? dopo la canonizzazione di padre Piamarta. Gli auguriamo di poter dire: “Seguite il mio esempio, perchĂŠ non c’è a questo mondo nulla di piĂš affascinante che lasciarsi portare dall’Amoreâ€?. Quando si “prendono i votiâ€? per amore, ci si mette sulla strada di ricevere il piĂš bel voto in amore proprio dall’Amore. (Pier Giordano Cabra)

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orse è noto un po’ a tutti che 50 anni fa, in occasione dell’elezione al soglio pontificio di Paolo VI, la diocesi di Brescia scelse di regalare al Papa l’ospedale di Kiremva che oggi porta il nome di chi accompagnò e si adoperò per la realizzazione dell’opera: mons. Renato Monolo. La figura di Monolo è stata ricordata in un convegno, ospitato in Vanvitelliano, organizzato dal Comune di Brescia, dalla parrocchia dei Santi Faustino e Giovita, dall’Ufficio per le missioni e dallo Svi. Il titolo evocativo del convegno (“Aperti alla cittĂ e al mondo: mons. Renato Monolo a 15 anni dalla morte, la Missione di Kiremba a 50 anni dalla nascita interpellano la Chiesa e Bresciaâ€?) vuole essere un richiamo per Brescia da una parte a guardare il suo passato (e i suoi sforzi, nonchĂŠ alle intuizioni del passato) e dall’altra a guardare al futuro (quanto è cambiata la cooperazione, come può evolversi, cosa può fare oggi la cittĂ , la diocesi, per essere aperta al mondo?). All’appuntamento con la storia bresciana hanno portato il loro contributo mons. Giambattista Targhetti (direttore del Centro missionario dal 1970 al 1978), Giovanni Gregorini, Massimo Chiappa e il sindaco Emilio Del Bono. Mons. Targhetti ha tracciato un ricordo emozionato e sentito di don Renato Monolo. Don Monolo (amava farsi chiamare con

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(1946-1951), curato a Chiari (19511958); venne anche nominato assistente diocesano di Azione cattolica (1960-1961); nel contempo fu chiamato a dirigere l’Ufficio missionario (1958) che trasformò in un moderno Centro missionario diocesano, propulsore di una serie impressionante di iniziative che marcarono non poco l’intera diocesi. In questo incarico rimase fino al 1982 (entrando anche a far parte del Consiglio nazionale missionario di Roma) e diede prova di una spiccato senso missionario, che spaziava a 360° sui grandi temi dell’evangelizzazione e della promo-

zione umana circa le giovani Chiese del Terzo Mondo. Nel 1968 fu nominato prevosto della parrocchia dei Santi Faustino e Giovita, dove rimase fino a quando la malattia lo costrinse a ritirarsi. Don Monolo, in qualitĂ di Direttore del Cmd, faceva periodicamente visita ai sacerdoti della sua diocesi che lavoravano in missione; sapeva usare le parole di un padre che sa scegliere toni e modi giusti per incoraggiare, sostenere ed alimentare la speranza, che non doveva assolutamente venir meno, specialmente nei momenti piĂš tristi come con la detenzione di don Murgioni in Uruguay.

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‰‡Â?†ƒ †‡Ž ‡•…‘˜‘ VenerdĂŹ 20 settembre Ore 6.50 - Brescia - S. Messa presso il Seminario minore. Ore 9.30 - Brescia - Incontro con i predicatori dei ritiri presso il Centro pastorale Paolo VI. Ore 17 - Brescia - Saluto ai partecipanti al Congresso nazionale Siai presso l’auditorium S. Barnaba. Sabato 21 settembre Ore 16 - Brescia - Ordinazioni diaconali in Cattedrale.

Domenica 22 settembre Ore 9.30 - Verolanuova S. Messa in occasione del 70° dell’oratorio Giacinto Gaggia. Ore 16 - Concesio S. Messa in occasione del Convegno regionale dell’Ordo Virginum presso la chiesa di S. Rocco. LunedĂŹ 23 settembre Ore 7.30 - Brescia - S. Messa presso il Monastero della Visitazione. Il 23, 24 e 25 settembre A Bienno l’incontro con i vicari zonali presso l’Eremo. GiovedĂŹ 26 settembre Ore 10.30 - Mompiano S. Messa per la Scuola audiofonetica presso la chiesa parrocchiale.

giĂ vicario parrocchiale della parrocchia di Rudiano.

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La nomina a vicario parrocchiale della parrocchia di Rudiano del sac. don Michele Flocchini, sacerdote novello.

La Cancelleria della Curia diocesana annuncia i seguenti provvedimenti dell’Ordinario:

La nomina a parroco della parrocchia di Bagolino del sac. don Paolo Morbio, giĂ vicario parrocchiale delle parrocchie di Vestone, Lavenone e Nozza

La nomina a parroco anche della parrocchia di Barco di Orzinuovi del sac. don Domenico Amidani, parroco delle parrocchie di Orzinuovi, Coniolo e Ovanengo. La nomina a vicario parrocchiale della parrocchia della Volta Bresciana in cittĂ , del sac. don Sergio Merigo,

La nomina a Vicario parrocchiale delle parrocchie di Vestone, Lavenone e Nozza, del sac. don Mauro Merigo, sacerdote novello. La nomina a presbitero collaboratore della parrocchia di Cogno,

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Nelle zone pastorali e anche sul tablet ‹Â?Â?‘˜‹ƒÂ?‘ Žƒ ’”‘’‘•–ƒ ƒ‹ Â?‡Â?„”‹ †‡‹ …‘Â?•‹‰Ž‹ ’ƒ•–‘”ƒŽ‹ …Š‡ ‹Â? “—‡•–‹ Â?‡•‹ ŠƒÂ?Â?‘ ”‹…‡˜—–‘ ‰”ƒ–—‹–ƒÂ?‡Â?–‡ ‹Ž •‡––‹Â?ƒÂ?ƒŽ‡Ǥ Dz ‘…‡dz •„ƒ”…ƒ ƒÂ?…Š‡ •—Ž –ƒ„Ž‡– Č‹ÂŽÇŻÂƒÂ„Â„Â‘Â?ƒÂ?‡Â?–‘ ƒÂ?Â?—ƒŽ‡ …‘•–ƒ ͛͛ ‡—”‘ǥ …ƒ”–ƒ…‡‘ ’‹Î †‹‰‹–ƒŽ‡ ƒ Í&#x;͘ Â‡Â—Â”Â‘ČŒ

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’edizione zonale riprende con questo numero. E se questa settimana parleremo della Bassa Bresciana, la prossima settimana toccherĂ alle Valle Camonica. Nell’anno del 120° anniversario “La Voce del Popoloâ€? è diventata ancora di piĂš giornale del territorio entrando nelle case con una doppia operazione: l’abbonamento gratuito dei Consigli pastorali e la distribuzione nei mercati della provincia. L’invio dell’abbonamento ai membri per i consigli pastorali termina però con l’ultimo numero di settembre. In queste settimane i circa 3.200 abbonati dei Consigli hanno ricevuto una lettera nella quale venivano invitati a rinnovare la loro adesione con una promozione interessante: 10 euro per terminare il 2013 (da ottobre 2013 a dicembre 2013) o 45 euro per il periodo da ottobre 2013 a dicembre 2014. Nella speranza che il gesto di inviare in forma gratuita a

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tutti i membri dei Consigli pastorali parrocchiali il settimanale diocesano sia stato gradito, è importante ribadire l’esortazione del Vescovo a riflettere sull’importanza di tale strumento: “Il documento finale del Sinodo sulle unitĂ pastorali è riferimento preciso per il cammino delle nostre comunitĂ , un cammino fatto innanzitutto di preghiera perchĂŠ la comunione tra noi cresca anche in maniera visibile: se la Chiesa difettasse in comunione, infatti, difficilmente riuscirebbe ad essere missionaria! Ma la comunione cresce anche se agevolata da una comunicazione efficace, diffusa e fraternaâ€?. A tale proposito l’utilizzo rilevante degli strumenti di cui giĂ la diocesi bresciana dispone (il settimanale “La Voce del Popoloâ€? e il sito www. lavocedelpopolo.it) permette al percorso postsinodale una comunicazione piĂš agile e sinergica non solo dalla Diocesi ai lettori ma anche e soprattutto tra i lettori,tra le comu-

nità , tra le parrocchie, tra le unità pastorali, cosÏ che il cammino possa crescere sempre piÚ in una dimensione comunitaria. Il duplice sforzo affrontato si deve alla tenacia del vescovo Monari che ha a cuore le sorti del settimanale diocesano e la sua diffusione. Il giornale si presenta nuovamente con una sovraccoperta di quattro pagine staccabili dedicate a una zona specifica. In tutte le case arriva di fatto un giornale con una doppia copertina: la prima indica accanto alla testata abituale il territorio di riferimento della settimana, la seconda copertina è, invece, quella piÚ tradizionale. In queste quattro pagine raccontiamo, soprattutto ma non solo, quello che sta accadendo in diocesi con le unità pastorali, mettendo in luce risorse e problematicità di questo percorso. Ogni sette giorni continueremo a prendere in esame una zona pastorale. Se il Sinodo ha dettato le linee guida, ora le parrocchie si stanno organizzan-

do per camminare insieme. Il nostro vuole essere anche un tentativo per presentare delle possibili “ricetteâ€? pescando anche dalle esperienze giĂ maturate oltre il confine diocesano o da quelle realtĂ che nel Bresciano sono giĂ in cammino da anni. Accanto al settimanale cartaceo siamo anche in rete (www.lavocedelpopolo. it) dove ospitiamo proprio una sezione “ComunitĂ in camminoâ€? nella quale raccoglieremo i diversi contributi. Le unitĂ pastorali, come ricorda spesso Monari, non sono una mera questione organizzativa, ma sono un modo differente di essere Chiesa nel terzo millennio. Con il nostro contributo speriamo di poter facilitare il percorso che attende le parrocchie. “Voceâ€? sbarca anche sul tablet: ci si può abbonare un anno con 33 euro. Il settimanale si può quindi consultare da un computer, da due tablet e da uno smartphone. E con 70 euro si unisce l’abbonamento digitale a quello cartaceo.

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del sac. don Pietro Stefanini, giĂ parroco della parrocchia di Cogno

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La nomina a presbitero collaboratore anche della parrocchia di Cogno, del sac. don Fausto Gheza, presbitero collaboratore della parrocchia di Piamborno.

Dopo un triennio di approfondimenti su temi archivistici, l’Archivio storico diocesano offre un ciclo di incontri che svilupperanno questioni storiograďŹ che riguardanti la storia della Chiesa. Saranno trattate da docenti universitari che ne forniranno un quadro completo con un’attenzione particolare alle fonti documentarie. Il corso si svolgerĂ il sabato mattina dalle 9.15 alle 12.15, presso l’Archivio storico diocesano.

La nomina a presbitero collaboratore festivo della parrocchia di Roncadelle, del sac. don Mauro Cinquetti, insegnante in Seminario. La nomina per il ministero presso la parrocchia Buon Pastore in cittĂ , del diacono Mario Vigliani Boglioni, giĂ in servizio nella parrocchia di San Gottardo, in cittĂ .

Al termine del corso verrĂ rilasciato un attestato di partecipazione. Le iscrizioni devono pervenire entro il 30 settembre presso l’Archivio storico diocesano in via Gabriele Rosa 30 (lun-ven ore 9-13) o presso la portineria della Curia in via Trieste 13 (lun-ven 8.30-12.30, 14-17.30) oppure telefonando allo 0303722314 o inviando un fax allo 0303722265 o tramite e-mail: archiviostorico@diocesi.brescia.it. Ăˆ richiesto un contributo di 50 euro.

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o stile pastorale di Paolo VI non può essere ignorato se si vuole dare un’interpretazione adeguata dell’assise conciliare. Dal 27 al 29 settembre a Concesio, presso la sede dell’Istituto Paolo VI, è in programma il XII Colloquio internazionale di studio sul tema “Il Concilio e Paolo VI. A cinquant’anni dal Vaticano IIâ€?: l’Istituto Paolo VI promuove, con cadenza triennale, i Colloqui internazionali di studio la cui presidenza del Comitato scientifico è affidata al card. Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio consiglio per la cultura. Ad oggi si sono tenuti undici Colloqui che hanno approfondito gli aspetti fondamentali, la formazione e il servizio ecclesiale di Giovanni Battista Montini. Vi hanno preso parte studiosi di tutto il mondo, che hanno offerto il loro contributo alla conoscenza del pensiero, dell’insegnamento e dell’opera di Paolo VI e del contesto storico ed ecclesiale in cui si collocano la sua vita e il suo pontificato. Il Colloquio riprende il rapporto tra Paolo VI e il Vaticano II per contribuire alla riflessione sul significato del Concilio e sui criteri della sua interpretazione, proponendo un’analisi dei principali orientamenti della storiografia e dell’interpretazione teologica del Vaticano II e mettendo in luce anche lo stile pastorale di Paolo VI. Il Pontefice bresciano a chiusura del Vaticano II disse il 7 dicembre del 1965: “Questa secolare societĂ religiosa, che è la Chiesa, ha cercato di compiere un atto riflesso su se stessa, per conoscersi meglio, per meglio definirsi, e per disporre di conseguenza i suoi sentimenti ed i suoi precetti. (...) Ma questa introspezione non è stata fine a se stessa, non è stata atto di pura sapienza umana, di sola cultura terrena; la Chiesa si è raccolta nella sua intima coscienza spirituale, non per compiacersi di erudite analisi di psicologia religiosa o di storia delle sue esperienze, (...) ma per ritrovare in se stessa vivente ed operante, nello Spirito Santo, la paro-

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la di Cristo, e per scrutare piĂš a fondo il mistero, cioè il disegno e la presenza di Dio sopra e dentro di sĂŠ, e per ravvivare in sĂŠ quella fede, ch’è il segreto della sua sicurezza e della sapienza, e

quell’amore che la obbliga a cantare senza posa le lodi di Dio Con il Concilio la Chiesa assunse nuovi orientamenti, ma la recezione del Concilio incontrò diversi ostacoli: conflitti

tra le diverse interpretazioni oltre al 1968 e al sovvertimento dell’ethos tradizionale. Fra i relatori del Colloquio internazionale figura Gilles Routhier, teologo e presbitero canadese, noto per i suoi studi su parrocchia, educazione e fede e in particolare sull’ermeneutica e recezione del Vaticano II (autore de “Il Concilio Vaticano II: recezione ed ermeneutica�). A 50 anni dal Vaticano II si rischia non tanto la marginalizzazione della Chiesa quanto piuttosto la marginalizzazione dell’annuncio cristiano.

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Forum del Terzo settore di Brescia e Centro Servizi del Volontariato hanno organizzato dal 14 al 19 ottobre prossimi una serie di incontri tematici presso varie istituzioni cittadine, nel corso dei quali saranno indagate le risposte del variegato sistema non proďŹ t bresciano alla povertĂ , nelle sue piĂš svariate forme. Il 15 ottobre alle ore 11 presso la sede di via Mazzini 5, la Congrega e gli altri enti interessati si confronteranno sul tema “Emergenza abitativa a Bresciaâ€?.

Ancora un’occasione di festa alla Rsa Pasotti Cottinelli di via Grazzine 6. Sabato 21 settembre alle ore 15 il Prefetto di Brescia Narcisa Brassesco Pace farĂ visita alle anziane ospiti della struttura. La soprano Paola Moroni si esibirĂ in un concerto dal titolo “Novecento Romanticoâ€?, accompagnata al pianoforte da Paolo Martinelli. Un altro sabato da trascorrere in allegria nel bel giardino della villa, per salutare tutti insieme la ďŹ ne di un’altra bella estate.

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’8 ottobre si festeggerĂ il primo anniversario dell’opera di housing sociale per mamme con bimbi piccoli che ha sede a Guidizzolo in provincia di Mantova, nella Casa “San Vincenzo De’ Paoli – Conte Gaetano Bonorisâ€?. La struttura rappresenta uno dei sei progetti di solidarietĂ che nelle province di Brescia e Mantova sono stati intitolati alla memoria di Gaetano Bonoris. Attualmente la struttura, che si compone di due corpi di fabbrica, è destinata all’accoglienza di donne che sono riuscite a superare gravi situazioni di disagio e difficoltĂ , con la finalitĂ di favorirne il graduale ritorno ad una “vita normaleâ€?. Le problematiche alle quali si intende far fronte con il progetto sono, da un lato, la necessitĂ di un’abitazione a condizioni agevolate e, dall’altro, l’esigenza della cura dei figli durante il tempo del lavoro. Proprio per questa ragione l’edificio è destinato a due distinte funzioni. Un corpo di fabbrica – intitolato a “San Vincenzo de’ Paoliâ€? – ospita sei appartamenti di circa quaranta metri quadri ciascuno, mentre l’altro – intitolato a “Gaetano Bonorisâ€? – è diventato uno spazio di custodia, gioco e socializzazione per i piccoli figli delle ospiti, da zero a tre anni. La Casa di Guidizzolo – donata alla Caritas diocesana di Mantova da un anonimo benefattore che ha espresso come unico vincolo la menzione di San Vincenzo de’ Paoli – è gestita dall’associazione Abramo Onlus insieme alla Caritas stessa e alle par-

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importanti perchÊ servono a fare da seconda accoglienza alle donne pronte ad uscire da Casa della rosa, struttura che offre letteralmente rifugio alle mamme in difficoltà a causa di povertà o maltrattamenti famigliari.� Il prossimo 8 ottobre alle 17 sarà celebrata la Messa nelle chiesetta quattrocentesca dedicata a S. Lorenzo, in via Martiri della Libertà a Guidizzolo. Alle 18 presso la Casa San Vincenzo De’ Paoli – Conte Gaetano Bonoris si terrà una relazione sul primo anno di attività e a seguire il prof. Mario Taccolini, Presidente della Fondazione conte Gaetano Bonoris, interverrà sulle nuove forme di assistenza dei minori nell’attività della Fondazione.

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erchĂŠ dedicare un festival organistico a Brescia agli Antegnati? Per addetti ai lavori e appassionati di musica sacra e per organo la domanda potrebbe suonare banale. Per chi, invece, ha una conoscenza superficiale di questa realtà è sufficiente ricordare che la famiglia degli Antegnati rappresenta per Brescia e il Bresciano ciò che gli Stradivari, i liutai probabilmente piĂš noti al mondo, rappresentano per la cittĂ di Cremona; il paragone può continuare considerando le affinitĂ tra questi Maestri artigiani del passato circa le ineguagliate caratteristiche timbriche e costruttive degli strumenti da loro realizzati. CosĂŹ, la straordinaria dolcezza del registro di “Principaleâ€? degli organi Antegnati rende Brescia famosa nel mondo e non solo nel ristretto ambito degli organisti e organari. Il nome degli Antegnati appare la prima volta nel 1481 in occasione della gara di rifacimento dell’organo

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restauro è del 1955 ad opera dell’organaro bresciano Armando Maccarinelli. Un altro “Antegnatiâ€? è conservato nella chiesa di S. Carlo, all’interno di Casa di Dio a Brescia, ed è attribuito a Graziadio II. Venne realizzato nei primi anni del XVII secolo; rimaneggiato dai fratelli Bossi nel 1836 e da Frigerio nel 1929, conobbe l’ultimo restauro, sempre ad opera del Maccarinelli, nel 1958. Un terzo organo è conservato nella chiesa di S. Maria del Carmine. Costruito da Tommaso Meiarini nel 1629 fu eretto da Graziadio II degli Antegnati nel nel 1633. Tonoli intervenne sullo strumento nell’800, restaurato in seguito da Maccarinelli nel 1962 ed infine da Mascioni nel 1991, che eseguĂŹ nuovo un restauro storico ricostruendo in stile tastiera e pedaliera, ripristinando il corista (445 Hertz) e il temperamento (tono medio evoluto) originali. Dalla maestria degli Antegnati gemmarono poi altre famiglie organarie che, nei secoli, arricchirono il territorio bresciano di

un patrimonio notevolissimo di strumenti e contribuirono a creare una particolare sensibilità per gli organi e la loro tutela, nonchÊ per la musica organistica, la sua conoscenza e la sua diffusione. Una tradizione, dunque, che giustifica la scelta della dall’associazione Amici della scuola diocesana di musica Santa Cecilia, di dedicare agli Antegnati un festival. L’edizione, la 26ª, apertasi il 16 settembre con un concerto straordinario dell’organista Giancarlo Parodi nella basilica di S. Maria delle Grazie, in memoria di Giuseppe Scarpat, mette in calendario altri quattro appuntamenti sugli organi costruiti a Brescia dagli Antegnati: il 23 settembre in S. Maria del Carmine con Lorenzo Ghielmi, il 30 settembre in Duomo Vecchio con JosÊ Luis Gonzålez Uriol, il 7 ottobre in S. Carlo con Maria Cecilia Farina, dedicato al compositore bresciano Ferdinando Giuseppe Bertoni, e il 14 ottobre in S. Giuseppe con Liuwe Tamminga. Il Festival vanta esecutori di

rilievo internazionale, capaci di valorizzare i preziosi strumenti bresciani secondo le finalitĂ dell’associazione: la divulgazione della musica, specialmente organistica, e la conoscenza del patrimonio organario bresciano. La 26ÂŞ rassegna comprende anche gli “Itinerari organistici brescianiâ€?. Quest’anno saranno inaugurati i restauri degli organi di Provaglio d’Iseo (5 ottobre), e Botticino Mattina (27 ottobre). Infine, due concerti dell’organista Maria Cecilia Farina, il 30 novembre a Desenzano del Garda e l’8 dicembre a Salò San Bernardino, celebreranno il bicentenario della morte di Ferdinando Giuseppe Bertoni (Salò 1725 – Desenzano 1813), maestro di Cappella di S. Marco in Venezia. Completano la rassegna gli “Incontri con la Musicaâ€?, dedicati al repertorio cameristico: il 23 novembre, presso l’aula magna del Polo culturale di via Bollani 20 a Brescia, suoneranno i giovani pianisti Valentina Bergomi e David Battiato.

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Ăˆ stata inaugurata negli spazi espositivi del Castello di Bornato la mostra “Le forme del silenzioâ€?, curata dallo storico dell’arte, critico e docente universitario Paolo Bolpagni e organizzata col supporto del Centro culturale e artistico di Franciacorta e Sebino’, che presenta per la prima volta in Italia 12 opere fotograďŹ che dell’emblematica serie “Silence/Shapesâ€? di Filippo Minelli. Filippo Minelli è un artista trentenne che ha iniziato a creare arte in spazi pubblici ďŹ n dai primi anni della

Viene inaugurata alle 18 di sabato 21 settembre nel salone del Romanino della sede dell’Aab, in vicolo delle Stelle, 4 a Brescia la mostra “Horacio Garcia Rossiâ€?. La mostra, con cui l’Associazione artisti bresciani, fondata nel 1945, inaugura ufďŹ cialmente la nuova stagione, prosegue la serie di esposizioni dedicate al collezionismo d’arte contemporanea nel Bresciano. La mostra è curata da Paolo Bolpagni. Horacio Garcia Rossi,

formazione artistica, utilizzando la fotograďŹ a come mezzo per documentare gli interventi e le performance. La sua ricerca si concentra sull’utilizzo delle parole e del silenzio come sostituzione alla rappresentazione ďŹ gurativa. PiĂš conosciuto all’estero che in Italia, con “Le forme del silenzioâ€? Minelli presenta un percorso che lo lega al territorio bresciano. La mostra è visitabile sino al 28 settembre dalle 10.30 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.

scomparso lo scorso anno, è stato protagonista di primo piano dell’arte programmata e cinetica. Nato a Buenos Aires si trasferisce a Parigi nel 1959. L’anno successivo è tra i fondatori del Centre de recherche d’art visuel che qualche anno dopo si trasforma in Groupe. Garcia Rossi è stato uno dei protagonisti di questa corrente artistica. La mostra è visitabile tutti i giorni, ad eccezione del lunedĂŹ, dalle 16 alle 19.30.

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rende il via il 22 settembre l’11ÂŞ edizione delle “Settimane Barocche in Brescia e provinciaâ€?. La rassegna presenta un cartellone di concerti che rispondono alla tradizione della storica manifestazione e propone la seconda edizione del ControFestival, salutato da un successo inaspettato di pubblico dell’edizione scorsa, destinato a un pubblico giovane come quello degli studenti delle scuole medie superiori e delle universitĂ . Il nuovo progetto mantiene le caratteristiche di approfondimento e di ricerca che hanno dato, in tutti questi anni, attendibilitĂ non solo a livello nazionale ma anche in tutta Europa. L’approccio ai concerti sarĂ , infatti, diverso. I musicisti cercheranno, anche tramite l’uso di strumenti multimediali, di creare una particolare atmosfera per aiutare anche coloro che non hanno una preparazione specifica ad avvicinarsi al mondo della musica antica. Il ControFestival propone una programmazione ricca ed attenta alla diffusione della musica, per promuovere l’arte e la cultura sul territorio di Brescia e

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violino KV219 “Turkishâ€? di Mozart. Le “Settimane baroccheâ€? proporranno concerti il 26 ottobre (salone delle scenografie del Teatro Grande), il 10 novembre (ancora in Santa Giulia), il 20 novembre (chiesa di San Giorgio). Il concerto di chiusura è in calendario per sabato 30 novembre all’auditorium del museo di Santa Giulia, alle 21, con la “Missa Sancti Hieronymiâ€?, messa per coro e fiati di J.M. Haydn, con la partecipazione del soprano Caterina Iora, dell’alto Maria Chiara Gallo, del tenore Luca Cervoni, del basso Sergio Ladu, e la “Ghislieri Choir Ensemble Zefiroâ€? diretta da Alfredo Bernardini. Il concerto di apertura è a ingresso libero, per gli altri appuntamenti dell’11ÂŞ edizione delle “Settimane baroccheâ€? il costo del biglietto è di 10 euro. Per informazioni è possibile contattare lo 030/2691261

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7RUQD LO ´)HVWLYDO LQ FDWLQDÂľ La quarta edizione dell’atteso “Festival in Cantinaâ€? si svolgerĂ il 28 e il 29 settembre: un intero week-end di eventi e attivitĂ alla scoperta del Franciacorta e di questa parte del Bresciano per gli appassionati di vino, ma non solo. Nel corso delle due giornate sarĂ possibile apprezzare anche gli angoli piĂš affascinanti della Franciacorta, della sua storia e delle tradizioni piĂš antiche attraverso percorsi che non siano solamente enologici. Per un originale weekend fuori porta le cantine del territorio daranno vita ad un evento ricco di molteplici iniziative, pensate per soddisfare i gusti e i palati piĂš diversi. “Il Franciacorta e i saporiâ€? sarĂ il filo conduttore del Festival in Cantina 2013. Molte saranno le aziende che organizzeranno visite con degustazione delle differenti tipologie di Franciacorta prodotte, in abbinamento ai piatti e ai prodotti tipici del territorio, ma non solo, che meglio vi si accompagnano. Un’attenzione particolare sarĂ dedicata anche alla musica: saranno diverse, infatti le proposte per chi vorrĂ vivere una coinvolgente esperienza abbinando la degustazione di un calice di Franciacorta ad una piacevole esperienza che coinvolga tutti i sensi. Chi ama “sperimentareâ€? potrĂ trovare qualche spunto originale grazie ad alcune aziende che proporranno ai loro ospiti degustazioni insolite: un coinvolgimento multisensoriale, con spazi e divertimento dedicati anche ai piĂš

piccoli. Sono 55 le aziende vitivinicole della Francicorta che hanno aderito alla proposta del Consorzio Franciacorta. La prenotazione della visita è obbligatoria ed è da effettuarsi contattando direttamente le cantine che saranno aperte, salvo diverse indicazioni, dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. Tutti i recapiti e le informazioni sulle aziende partecipanti sono disponibili anche sul sito www.festivalfranciacorta.it

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ƒŽƒœœ‘Ž‘ •—ŽŽǯ ‰Ž‹‘ ‘”Â?ƒ ‹Ž ‹‰‹–ƒŽ ‡•–‹˜ƒŽ Dopo il successo della prima edizione, torna, dal 25 al 29 settembre il Palazzolo Digital Festival, il primo festival digitale della Franciacorta dedicato alle nuove tecnologie e alla cultura digitale. 28 eventi, cinque giorni e duelocation per la seconda edizione di un evento che si sta confermando un centro del dibattito e dell’innovazione digitale, quest’anno ancora piĂš ricco di contenuti e di partner, con esperti provenienti da tutta Italia. “PDF013â€? è una

kermesse di eventi per tutti i tipi di pubblici: dalle famiglie alle imprese, dai ragazzi ai professionisti, dagli analogici ai digitali. Il festival è promosso dalla locale Fondazione Galignani con il patrocinio dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Brescia, del Comune di Palazzolo sull’Oglio, dell’Aib, della Biblioteca Civica G. U. Lanfranchi, della Rete Bibliotecaria Bresciana e del Digital Experience Festival. Per maggiori informazioni è possibile consultare www.palazzolodigitalfestival.it

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in programma dal 20 al 22 settembre a Castel Goffredo (Mn) la 1ÂŞ edizione del “Gap Festival – giovani artisti in piazzaâ€?. Si tratta di tre giorni di musica, spettacoli, arte e incontri per le vie del centro storico della cittadina posta appena oltre i confini bresciani per giovani dai 18 ai 35 anni che hanno l’occasione di metter in mostra il proprio talento e i approfondire temi che li riguardano. Il progetto è della locale parrocchia intitolata a S. Erasmo che l’ha realizzato in collaborazione con l’associazione “Don Aldo Morattiâ€? – onlus, e con il patrocinio della locale amministrazione comunale, della Provincia di Mantova, di Regione Lombardia, del ministero dell’Integrazione, della diocesi di Mantova, della sede bresciana dell’UniversitĂ cattolica, dell’Agenzia nazionale dei giovani, del Forum nazionale dei giovani e dei Giovani artisti italiani. Alla sua prima edizione, Gap Festival propone spettacoli, concerti e incontri di approfondimento che focalizzano temi e contenuti che interessano e coinvolgono i giovani, al fine di aprire un dialogo e un confronto sulle loro potenzialitĂ e sui loro problemi. Obiettivo del festival è

di rimettere al centro una generazione che oggi si sente sempre piĂš spaesata, promuovendo l’incontro tra giovani diversi, la valorizzazione dei talenti creativi, l’ascolto di testimonianze di vita, la condivisione e la ricerca di un futuro migliore. Il “Gap Festivalâ€? rientra in un progetto culturale, finanziato da Fondazione Cariplo, dal titolo “Terre dell’Alto Mantovanoâ€?, che coinvolge altre sette Parrocchie, sei Comuni, un museo e due associazioni dell’Alto Mantovano, con lo scopo di salvaguardare e valorizzare il patrimonio storico,

artistico, religioso, paesaggistico e i prodotti d’eccellenza di tutto il territorio interessato. Con “Gap Festival - Giovani Artisti in Piazzaâ€? gli organizzatori hanno voluto pensare un evento capace di promuove il mondo giovanile, spesso solo fruitore di iniziative, quale punto di riferimento per la comunitĂ , protagonista attivo di azioni e movimentazioni culturali e sociali. Il bisogno sociale a cui risponde il progetto è infatti quello di attivare una partecipazione attiva dei giovani, non piĂš visti come problema ma come risorsa. Un obiettivop importante che vede, però, il coinvolgimento dell’intera comunitĂ locale fatta di 12mila abitanti e che vanta un associazionismo e un volontariato molto strutturati con piĂš di 50 associazioni e gruppi, occupati in vari ambiti: assistenza, sicurezza, attivitĂ ricreative, cultura, sviluppo economico, ambiente, sport, ecc. Per informazioni: Facebook GAP 2013, Twitter #GAPFestival email: gapfestival@gmail. com. Info point: Ufficio turistico Terre dell’Alto Mantovano, via Roma 7 - 46042 Castel Goffredo (Mn) Dal lunedĂŹ al sabato (escluso mercoledĂŹ) 8.30-12.30 / 15.30-19, domenica 10-12.30 Contatti: 0376/781218 – info@terrealtomantovano.it

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Dal lunedì al venerdì dalle 10.40 Marco Vignoletti vi aspetta con le più belle canzoni, tante rubriche e gli amici del mattino. Tra le novità l’arrivo del critico Simone Agnetti nella rubrica Cinema mon amour e il nuovo appuntamento settimanale “Quattro chiacchiere e un caffè”, dedicato ai volti e luoghi della Brescia storica, con Arturo Bettoni. Confermati, tra gli altri, il pedagogista Luigi Domenighini, la psicologa Anna Grasso Rossetti, e Gabriele della libreria Paoline.

Prosegue la trasmissione in diretta della Santa Messa del sabato alle 18.30, dalla chiesa della Natività di Maria in Brescia su TT 2 Teletutto (87) e Super Tv (92-115).

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Con l’avvio del palinsesto autunnale, da domenica 22 settembre la Buona Novella torna nell’edizione di due ore (dalle 9 alle 10 la prima parte e dalle 11 alle 12 la seconda); all’interno la S. Messa dalla Cattedrale. Tra le novitĂ , la collaborazione con l’UfďŹ cio catechistico (in Ecclesia alle ore 11) e la nuova rubrica “Le domande della fedeâ€? a cura di don Raffaele Maiolini (alle 11.20 circa). Ma in cantiere ci sono altri programmi. Fino alla

Dopo la pausa estiva torna la rubrica settimanale “La Buona Notiziaâ€?. La prima puntata apre con “La Voce del Popolo in festaâ€?, l’evento pensato per festeggiare i 120 anni della nascita del settimanale diocesano che si è svolto a Lograto nei primi giorni di settembre. A seguire: la nuova Lettera pastorale del vescovo Monari; “2012, un anno con Caritasâ€?, il bilancio sui segnali di povertĂ rilevati dalla Caritas diocesana e le sue azioni di

festa di Cristo Re, il commento al vangelo è a cura di don Diego Facchetti (ore 9.05). In Primo Piano (ore 9.20) Chiara Buizza illustra il rapporto “Un anno con Caritasâ€?. Il programma, prodotto da VoceMedia e a cura di Betty Cattaneo, è anche in differita su Radio Voce Camuna, Ecz, Radio Claronda, Radio Basilica Verolanuova, Radio Ponte di Manerbio e Radio RaphaĂŤl. Le rubriche sul sito www.radiovoce.it nella sezione podcast.

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sostegno; il convegno in Loggia per i 50 anni di fondazione di Kiremba. La rubrica “4 parole...â€? con don Mario Benedini, direttore dell’UfďŹ cio per l’impegno sociale, sulla 47ÂŞ Settimana sociale dei cattolici italiani. “La Buona Notiziaâ€? va in onda: la domenica alle 13.05 su Teletutto e alle 18.30 su Tt2 Teletutto; su Super TV la domenica e il martedĂŹ alle 20; su PiĂš Valli TV la domenica alle 8; su TeleBoario la domenica alle 8.15 e alle 10; e su www.vocemedia.tv.

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0LVV ,WDOLD LO SDVVDWR FKH SHVD VXO SUHVHQWH Sembra che la diretta televisiva di Miss Italia 2013 sarĂ prodotta da La7 che per la serata finale del 13 ottobre a Jesolo sta studiando una trasmissione meno mondana e piĂš “elevataâ€?, con alla conduzione Sergio Castellitto e Claudia Gerini. In bocca al lupo: non sarĂ facile applicare un’ulteriore mano di vernice “politically correctâ€? a un evento che giĂ da anni viene spacciato come un serio ma leggero passatempo per famiglie, pur non essendolo affatto. In questa impresa si rischiano un sacco di sbavature, utilizzando quella vernice. Soprattutto se prima di applicarla non si tolgono le stratificazioni giĂ presenti. Bi-

sognerebbe, fuor di metafora, reinventare tutto da zero. Ma per quanto ci si impegni a rileggere, ricostruire, rivisitare, è chiaro che, nel caso di trasmissioni televisive preistoriche come questa, non si potrà mai eliminare un presupposto fondamentale: cioè che un evento come Miss Italia può anche essere fatto di oro massiccio, ma continuerà sempre a emanare quello spiacevole odore di plastica vecchia, come quei rivestimenti laminati delle cucine tanto in voga negli anni Ottanta, che ormai sono solo pericolosi per la salute. Non è piÚ il tempo per una gara di bellezza. Non certo perchÊ in qualche

riunione del Cda di mamma Rai sia scoppiata una bomba di moralismo, o perchĂŠ la crisi economica richieda rigore anche in tv... Motivazioni plausibili, ma superficiali. La verità è che la gara di bellezza ormai non è piĂš in tv: è qui in mezzo a noi. Anche in questa declinazione, come in tutte le altre della vita quotidiana, la tv è uscita dallo schermo e si aggira per le strade delle nostre cittĂ . E siamo noi a trasmetterla, antenne umane che si contagiano a vicenda, portatrici di una febbre spettacolare. Le bellezze in tv? Non servono piĂš ormai, l’obiettivo di imbestialire il pubblico è giĂ stato raggiunto, il virus delle

sgangherate femminilitĂ e mascolinitĂ televisive, che non hanno altro da offrire che curve e sorrisi spenti, è giĂ da anni nel nostro codice genetico, ormai cresciamo i nostri figli con quelle direttive. La tv resta sempre il tempio piĂš importante dove sacrificare le proprie ambizioni, il centro addestramento reclute dal quale partono gli ordini; ma ormai ci siamo creati tanti piccoli tempietti personali, che ci servono per nutrire le nostre voglie di apparenza-appartenenza. L’atteggiamento da Miss – che potremmo tradurre con “vanitĂ â€?, ricordando e sottolineando in rosso che ciò va-

le tanto per le donne quanto per gli uomini – è all’ordine del giorno. E i social network hanno aiutato molto in questo: basta pubblicare qualche foto azzeccata su Facebook, magari scrivendoci sotto qualche citazione di chissĂ chi, per crearsi una vera e propria trasmissione televisiva personale, 24 ore su 24. Una vetrina di noi stessi, nella quale si vince tutti i giorni, senza dover arrivare secondi sul podio di una sfilata. Ăˆ chiaro che davanti a questa deriva ormai reale e quotidiana, qualsiasi trasmissione televisiva del genere sembrerebbe artefatta. Rischierebbe di risultare un plagio. GiĂ , un plagio.


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“Sacro Graâ€?, diretto da Gianfranco Rosi, vincitore a Venezia, è un documentario che parte dalla realtĂ per diventare poi racconto ďŹ nzionale, una “storiaâ€? vera e propria come fosse stata scritta e pensata da uno sceneggiatore. Rosi ha dimostrato come il genere del documentario sia ormai una realtĂ importante del panorama cinematograďŹ co, capace di grammatiche sempre piĂš soďŹ sticate. Intorno al Grande raccordo anulare di Roma (Gra)

si svolgono diverse esistenze. Un nobile piemontese decaduto che vive con la ďŹ glia in un appartamento in periferia (accanto a un dj indiano), un pescatore d’anguille, un paramedico con una madre affetta da demenza senile, e altro ancora... Il ďŹ lm è raccontato in maniera non lineare, incrociando le diverse storie che il regista ha scelto di seguire e appare come una sorta di road movie che documenta l’eterogeneitĂ delle esistenze. Intorno alla mastodontica struttura

che racchiude Roma, Rosi ha studiato l’elemento umano. In “Sacro Graâ€? sono gli uomini, un’umanitĂ assurda, paradossale e imprevedibile a deďŹ nire il luogo e non viceversa. Alcuni segmenti ricordano le commedie italiane anni ‘50, altri sono apertamente grotteschi e caricaturali. Si tratta di una pellicola, dunque, complessa, eterogenea, stimolante, che dimostra ancora come il cinema sia veramente una ďŹ nestra sul mondo. (Paola Dalla Torre)

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torie di ordinaria globalizzazione del terzo millennio. Questa potrebbe essere la chiave di lettura della vicenda di Angel Luis Galzerano, cantastorie uruguagio approdato sotto i cieli della Leonessa un paio di decenni fa e oggi tra i migliori songwriter della nostra provincia. Una strada lunga la sua, che l’ha portato ad emigrare in Italia per mantenere lo stesso mestiere che faceva in Uruguay, quello del cantautore. Dagli anni Novanta ad oggi Angel Luis Galzerano ha pubblicato diverse raccolte musicali con gruppi di musica popolare e d’autore. Dopo l’arrivo in Italia Galzerano, ha operato con successo anche nell’ambiente scolastico, proponendo progetti interculturali, concerti didattici, non disdegnando nemmeno l’insegnamento della chitarra. Nel 2010 viene pubblicato la sua prima raccolta di scritti “Oltremareâ€? Approdato cosĂŹ in Franciacorta, Angel ha ricominciato a fare ciò che sapeva fare: suonare; da solo, in vari gruppi, con gli allievi catturati dalla sua bravura e dalle sue maniere sempre gentili. Dopo l’esordio discografico nel 2010 con il cd “Angelâ€? è arrivato questa estate “Por vivirâ€?, secondo capitolo

della sua vicenda musicale. Lento e suadente è il clima delle canzoni cui Angel Luis ci ha abituati, ed è cosĂŹ anche in questo suo disco, arricchito però da saporite accelerazioni ritmiche, che rendono piĂš variegato e brillante il clima sonoro. Sono canzoni che, in “Por vivirâ€? piĂš che nel disco d’esordio, affrontano e assorbono la cangiante gamma di suoni di cui il Sud America è ricco e impregnato e che Angel non ha mai dimenticato. Dal flamenco al tango, transitando nel mare magnum della world music e sfiorando sorprendentemente anche i ritmi della tarantella tutta italiana. Una finestra che si affaccia cosĂŹ di nuovo sull’America del Sud, del quale Angel è figlio e straordinario testimone, e che anche in questo lavoro si alimenta dell’innata poesia e

delicatezza – vorremmo dire signorilità – che anima la sua vita, non solo musicale. Un poeta della canzone quindi, amante delle atmosfere calde e notturne, perchĂŠ è la notte che stabilisce il suo stato d’animo e si riversa come un fiume nelle sue canzoni, che spesso e volentieri contengono rimandi notturni. CosĂŹ è anche in “Por vivirâ€?, che comprende diverse tracce ambientate in un contesto notturno: “Noche de Abrilâ€?(“...tan sola y desconsolada...â€?), “Nella notteâ€?, una “notte di stelle cadenti che ora inseguono pensieri, notte di luna lontana che non ho raggiunto maiâ€?,â€?Danza de medianocheâ€?, splendida traccia strumentale in stile Madredeus, e la conclusiva “Sola en la nocheâ€?, “donde te lleva el viento adonde va el corazònâ€?. Un disco senza frontiere, per una musica senza tempo che mostra il tentativo di Angel Galzerano di ampliare la gamma dei colori della propria musica, smarcandosi da una certa malinconia di fondo. C’è infatti un calore nuovo in questi brani, grazie anche ad alcuni elementi musicali inseriti come una diversa spezia in queste canzoni, come il sax, che regalano a queste canzoni la capacitĂ di travalicare le mode cosĂŹ da non presentare alcuna data di scadenza..

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Confagricoltura Lombardia ha chiesto al ministero delle Politiche agricole e a Regione Lombardia il riconoscimento dello stato di calamitĂ per il settore agricolo dell’intero territorio regionale. In conseguenza dell’andamento meteorologico veriďŹ catosi nel corso degli scorsi mesi, la campagna di raccolta di alcune delle principali produzioni agricole della Lombardia sta infatti evidenziando notevoli difďŹ coltĂ Nel campo dell’ortofrutta vengono segnalate forti perdite

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produttive per tutte le produzioni in pieno campo. In particolare sofferenza la coltivazione dei pomodori con riduzione rispetto alla precedenti campagne produttive dell’ordine del 30 – 35 %. In sofferenza anche la produzione di mais (-25/40 %). Danni e cali della produzione che vanno ad aggiungersi a quelli già riscontrati su altre colture nei mesi precedenti, in particolare riguardo i cereali autunno vernini per i quali la perdita risulta del 35/50 % circa.

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a Provincia non ha specifiche competenze nel settore, ma in una stagione di grande difficoltĂ com’è quella attuale, non può lasciare intentata alcuna strada per aiutare un sistema economico che ancora soffre. Ăˆ con queste parole che Giorgio Bontempi, assessore provinciale al Lavoro, formazione professionale, attivitĂ produttive, economia e politiche negoziali, ha presentato la missione imprenditoriale bresciana in Etiopia in programma dal 12 al 17 ottobre. Palazzo Broletto, ha continuato Bontempi, seguito con particolare attenzione l’organizzazione di una missione che affonda le sue radici nella visita che lo scorso anno una delegazione etiope effettuò in Provincia, allacciando di fatto importanti rapporti che potrebbero, se ulteriormente consolidati, aprire importanti prospettive per l’economia bresciana. L’Etiopia, infatti, è tra i Paesi dell’Africa a conoscere i piĂš alti tassi di sviluppo, attestati negli ultimi anni intorno al 10% . Uscita agli inizi degli anni ‘90 del secolo scorso da una guerra che l’aveva prostrata, l’Etiopia non solo è riuscita a darsi stabilitĂ e sicurezza interna, ma in pochi anni è diventata punto di riferimento per lo sviluppo e la crescita del Corno d’Africa. Oggi l’Etiopia si presenta come l’Italia degli anni ‘70:

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un Paese desideroso di crescere che ma che non ha ancora la dotazione infrastrutturale necessaria. Un vuoto che viene colmato dai sistemi industriali stranieri. Per questo rappresenta un mercato particolarmente appetibile. Ne sanno qualcosa alcuni gruppi bresciani che hanno ottenuto importanti commesse (Atb per la realizzazione di condutture a servizio delle dighe in via di realiz-

zazione, Iveco) in una Paese che per assecondare la sua crescita ha praticamente bisogno di tutti. La missione in Etiopia è stata affidata alla Tecnoservice, una societĂ di trading che conosce a fondo la realtĂ etiope. Sono una quindicina le aziende che hanno accolto l’invito per questo primo, importante passo di avvicinamento tra il Paese africano e la realtĂ imprenditoria-

le bresciana. Un primo passo che prevede, però, incontri ai massimi livelli istituzionali. Nel corso delle giornate che trascorreranno nella capitale Addis Abeba gli imprenditori bresciani (che rappresentano il settore delle costruzioni e della sua filiera e del tessile) incontreranno i ministri dell’Industria, del Commervicio, delle Privatizzazioni e dello Sviluppo economico. In programma anche incontri con imprenditori e locali e la visita a complessi industriali realizzati in Etiopia. SarĂ il consigliere provinciale Giuseppe Donina, che su incarico dell’assessore Bontempi ha seguito passo per passo l’organizzazione della missione, a rappresentare la Provincia nel viaggio nel Corno d’Africa, alla scoperta di un Paese che in pochi decenni ha percorso la strada della democrazia e si è dato un assetto federalista. Un Paese che potrebbe rappresentare per l’economia bresciana un passaggio importante per uscire dalla crisi ancora in corso.

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8Q WHVWR FRQGLYLVR SHU SUHYHQLUH OH OXGRSDWLH Il 26 settembre prossimo la Commissione attivitĂ produttive della Regione esaminerĂ il testo congiunto sulla prevenzione delle ludopatie, elaborato dal gruppo di lavoro coordinato dal bresciano Fabio RolďŹ (nella foto). Il progetto di legge è frutto dell’integrazione di quattro proposte presentate dalla giunta, dal Pd, dalla Lega Nord e da Fratelli d’Italia, mirate a contenere il fenomeno delle forme patologiche del gioco

d’azzardo elettronico. “Si sta lavorando ad un criterio di premialitĂ per i commercianti che decidono di non introdurre le slot machine o di rinunciarviâ€? ha detto RolďŹ . “Si tratterĂ per esempio di prevedere dei punteggi di favore nei bandi e delle riduzioni di parte dell’Irap di competenza regionale. Importante anche rinforzare la dotazione ďŹ nanziaria della legge, con uno stanziamento annuale per la formazione della Po-

lizia locale e la sua sensibilizzazione al problemaâ€?. “Fra gli obiettivi che ci poniamo come gruppo di lavoro – ha continuato il relatore del testo congiunto – l’obbligo per i Comuni di disciplinare le distanze (minimo 500 metri) fra centri per il gioco elettronico e luoghi sensibili quali scuole e oratori, con la facoltĂ di inserire ulteriori ‘zone franche’ all’interno dei pgtâ€?. Sulla base del ‘decalogo’ di principi e obiettivi che ha ispira-

to il testo sarà necessario rafforzare alcuni aspetti di controllo del fenomeno, valutando con attenzione la possibilità legislativa di utilizzare la tessera sanitaria (carta regionale dei servizi) per permettere l’accesso alle slot ed eventualmente inibirlo in caso di conclamata dipendenza patologica dal gioco. Il testo disciplina gli aspetti istituzionali di governo del fenomeno e agisce meno sugli aspetti socio-sanitari dello stesso.


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caratteristiche storiche e sociali della norma stessa, le questioni estetiche ed etiche nonchĂŠ i risvolti pratici connessi alla sua utilizzazione, è scopo della Tavola Rotonda che si terrĂ a Brescia, Sabato 28 settembre 2013, alle ore 9, nell’aula magna della Laba (via don G. Vender, 66), dal titolo “Due per cento. Architettura e Arti visive per una cultura degli spazi urbaniâ€?, organizzata dall’Ordine degli Architetti e dalla Laba di Brescia, col patrocinio del Comune.

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ell’occasione saranno passate in rassegna, accanto alle caratteristiche storiche e sociali della norma stessa, le questioni estetiche ed etiche nonchÊ i risvolti pratici connessi alla sua utilizzazione. Sono attesi gli interventi di storici e critici dell’arte, artisti, architetti e amministratori. Tra i nomi illustri, Andrea Alberti, soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici di Brescia, Cremona e Mantova; l’architetto Marco Frusca, Pierre-Alain Croset del Politecnico di Torino, il gallerista Massimo Minini, gli studiosi

pubbliciâ€?, altrimenti detta ‘Legge del 2%’, emanata in Italia quasi 65 anni fa, nel periodo della ricostruzione e mai da allora abrogata. Far conoscere alla cittĂ questa “legge dimenticataâ€?, ma dalle straordinarie potenzialitĂ applicative (come dimostrato dagli esempi virtuosi di alcune Amministrazioni della regione Emilia), in termini di “produzioneâ€? di cultura e vivibilitĂ complessiva degli spazi pubblici, passando in rassegna, accanto alle

vivibilitĂ e potrebbero stimolare il senso di identitĂ e di appartenenza alla comunitĂ . Come ulteriore conseguenza, si potrebbe anche sviluppare nel tempo un maggiore richiamo sotto il profilo turistico. Non vanno dimenticate le positive ricadute che l’investimento in cultura può portare all’indotto economico. Con il convegno del 28 Settembre, l’Ordine degli Architetti di Brescia vuole proporre una riflessione sulla valenza sociale, culturale ed estetica della legge 717/1949, con l’auspicio che tutti i cittadini, ed in primo luogo progettisti, artisti, amministratori, possano dare il proprio contributo a favore di una piena ed efficace apertura in

chiave culturale di questa interessante risorsa legislativa. L’iniziativa potrebbe essere prodromo di altri eventi finalizzati ad analizzare temi quali la qualità architettonica, l’arte urbana, il dialogo tra arti visive e architettura e la riqualificazione degli spazi degradati.

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Franco Migliaccio e Valerio Terraroli. Porteranno il loro saluto istituzionale il sindaco Emilio Del Bono; il presidente dell’Ordine degli Architetti di Brescia, Paolo Ventura, e il direttore della Laba, Roberto Dolzanelli. IntrodurrĂ i lavori l’artista Giovanni Chinnici con una relazione sul tema “Dalla legge 717/49 al decreto Monti: alla ricerca dell’arte perdutaâ€?. La legge 717/1949, conosciuta solo dai piĂš attenti addetti ai lavori, prevede nello specifico che il 2% dell’impegno di spesa complessivo per la costruzione di un edificio pubblico (fatte salve alcune categorie di destinazione d’uso)

debba essere riservato all’acquisto o alla realizzazione di opere d’arte. Essa offre una possibilitĂ d’integrazione virtuosa tra arte e architettura, ma è stata raramente e poco correttamente applicata. Eppure, in considerazione del delicato momento che il nostro Paese sta vivendo sotto il profilo economico e sociale, assume una valenza di estrema attualitĂ e urgenza. Basta pensare al significativo contributo qualitativo che le opere d’arte potrebbero apportare alle numerose trasformazioni edilizie e urbanistiche del nostro Paese. Gli spazi urbani acquisterebbero una diversa


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”…Š‹–‡––—”ƒ ‡ •…‡Â?ƒ”‹ ˆ—–—”‹ “Scenari futuri. Economia territorio professioniâ€? è il titolo del Convegno, organizzato dalla commissione Pari opportunitĂ dell’Ordine degli architetti della provincia di Brescia, che si svolgerĂ giovedĂŹ 19 Settembre 2013, dalle 14.30, al Centro pastorale Paolo VI di via Gezio Calini, 30, a Brescia. A poco piĂš di due mesi dalla prima “Festa dell’Architettoâ€?, tenutasi a Roma ed in cui gli architetti hanno festeggiato i 90

anni di professione (il 24 giugno 1923 veniva infatti approvata la legge sulla “Tutela del titolo e dell’esercizio professionale degli architetti�, fondamentale per garantire ai cittadini italiani che l’architettura fosse esercitata da persone che ne avessero la cultura e la competenza tecnica), l’iniziativa degli architetti bresciani intende rendere partecipi gli iscritti e tutti gli interessati dello stato attuale

della disciplina del progetto architettonico-territoriale, con particolare attenzione alle sue implicazioni sulla presenza, il significato sociale e il ruolo dell’architetto nella contingenza ed in prospettiva futura. La tavola rotonda si svolgerĂ in due momenti entrambi concepiti nell’ottica di valorizzazione del patrimonio artistico, della bellezza del paesaggio, della salvaguardia del “know howâ€? e della conoscenza.

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a prima parte del convegno sarĂ articolata, tramite le sollecitazioni della giornalista del “Sole24Oreâ€? Paola Pierotti, in interviste inerenti agli scenari futuri delle professioni legate a moda, design e food. Interverranno protagonisti del calibro di Anty Pansera, critico e storico dell’arte e del design; Alberto Piantoni, amministratore Delegato di Missoni e Paola Farinetti, assessore alla Cultura e al turismo del Comune di Alba. La seconda parte sarĂ incentrata sulla presentazione di uno studio

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riguardante l’evoluzione futura del territorio, attraverso l’illustrazione di un’esperienza di co-housing di genere. Verranno affrontati i casi di Vienna e di Ferrara con le ricercatrici arch. Sara Bartolini e arch. Chiara Durante: due progetti socioterritoriali di forte innovazione per i contenuti sociali e per l’ottima riuscita progettuale, i quali dimostrano che sinergie positive tra amministrazioni illuminate e gestioni tecniche aperte e concilianti producono sempre validi risultati, oltre che ridurre sensibilmente le differenze e le discriminazioni sul territorio. Per

rilanciare il modello italiano di sviluppo a base culturale occorre mettere in atto delle strategie di sviluppo locale che restituiscano spazio e impulso a quei fattori che sono stati progressivamente trascurati e che, nella situazione attuale, in assenza di interventi specifici, contribuiscono a minare la capacità competitiva. Il dibattito promosso dall’Ordine degli architetti vuole sollecitare alcune proposte specifiche, che possono tradursi concretamente in azioni di politica territoriale, dove sia possibile utilizzare in modo innovativo ed intelligente il patrimonio storico-

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contattare l’Ordine degli architetti di Brescia: tel. 030-3751883; fax 030-3751874; e-mail: infobrescia@ archiworld.it.


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Nella classifica finale del sesto Campionato Provinciale 2013 per velisti diversamente abili, “Svelare senza barriere�, al primo posto la Squadra E di Desenzano con l’euipaggio composto da Giovanna Aldofredi, Davide Ruffoni, l’educatore Giorgio Calanna e l’osservatore Cesare Bresciani. “Siamo molto contenti di far parte del progetto Svelare senza barriere che ci ha permesso di portare il nome dell’artigianato versiliese e il nostro marchio

non solo sui campi di regata ma anche nel sociale� il commento di Marco Giannoni e Franco Ciccarelli, titolari della Veleria viareggina Be1 Eurosails che ha realizzato le vele utilizzate nelle regate e alcuni graditissimi gadget per i concorrenti. Archiviato il Campionato, gli incontri di Svelare senza barriere proseguiranno ancora, ogni settima, per tutto il mese di ottobre per poi dare l’arrivederci al prossimo anno. (f.pio)

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n solo obiettivo: fare meglio dello scorso anno. Il che significa promozione nella massima serie, da affrontare forse in un palazzetto nuovo, capace di contenere 5.000 spettatori. Ambizioni e progetti, sogno e realtĂ si mescolano alla vigilia della nuova stagione nel canestro della Centrale del latte Basket Brescia Leonessa. La passerella di presentazione di giocatori e staff è stata ospitata nel salone Vanvitelliano della Loggia, cuore dell’amministrazione bresciana, alla presenza del sindaco Emilio Del Bono. “Diamo merito alla societĂ di aver riacceso a Brescia la passione per il basket e ai bresciani di aver risposto subito con entusiasmoâ€?. Il primo cittadino si è soffermato sul progetto del futuro Pala Eib. “Ci stiamo adoperando per consegnare alla cittĂ , in tempi ragionevoli, la struttura che Brescia si meritaâ€?. Fantastico il colpo d’occhio del salone, gremito, quasi come il Centro San Filippo in occasione delle gare, dagli atleti delle squadre giovanili accompagnati da allenatori e genitori, a testimoniare che la prima squadra è la punta dell’iceberg di un progetto serio, che, sospinto da una perfetta armonia, sentimento positivo che trascina e che fa onore, cre-

dendo con loro programmi e iniziativeâ€?. Il coach Alberto Martelossi, buon profeta lo scorso anno con il suo “partiamo per ultimi, ma non arriveremo ultimiâ€?, suona la carica: “Go Leonessa go. Quest’anno è ancora piĂš difficile perchĂŠ partiamo dal secondo posto. Ma non molleremo un centimetro per raccogliere le soddisfazioni che la squadra, la societĂ , i tifosi e l’intera cittĂ si meritanoâ€?. Il ‘roster’ è pronto a vender cara la pelle, punto su punto. Dal veterano Fabio Di Bella parte un messaggio rivolto ai giovani: “Ponetevi degli obiettivi, non scoraggiatevi di fronte alle prime difficoltĂ , continuate a lavorare con impegno e passione e prima o poi i frutti del vostro lavoro arriverannoâ€?. E dalla stella J.R. Giddens arriva un sintetico, ma esplicito “winâ€?, vincere. Ci crediamo. Fino all’ultimo canestro.

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de, punta e investe sui giovani per crescere ulteriormente. “Merito di una società – ha affermato la presidente Graziella Bragaglio – che è come una grande famiglia, che con sacrificio, passione e impegno è in grado di affrontare le sfide e di superare le difficoltĂ â€?. Il lavoro avviato comincia a dare buoni frutti anche sotto l’aspetto economico. “Un canestro per Brescia – ha spie-

gato Michele Pelizzari, presidente del consorzio fondato lo scorso anno per sostenere il basket cittadino - sta crescendo grazie a tanti imprenditori uniti dalla stessa passione. L’obiettivo va oltre la semplice sponsorizzazione. Vogliamo allargare il nostro bacino d’utenza cercando di formare una famiglia vera e propria coinvolgendo nuovi soci, nuovi imprenditori, condivi-

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ISTITUTO VENDITE GIUDIZIARIE DEL TRIBUNALE DI BRESCIA Via Dalmazia, 135 25125 Brescia - Tel. 030.348410 - Fax 030.3542433 - Internet: www.ivbrescia.com www.tribunale.brescia.it - E-mail:ivgbresciaď˜łivgbrescia.com PROGRAMMA DELLE VENDITE IN SEDE DEL 21/09/13 ORE 16.00 E SEGUENTI LOTTO 557 BENI DISTRIBUTORE AUTOMATICO DI PRESERVATIVI, MARCA AMTEK CP8-ES CON 5 CHIAVI BASE ASTA EURO 4.800,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 512 BENI MOBILE SOGGIORNO A PARETE, COMPONIBILE BEIGE E MARRONE CON DUE ANTE LEGNO, ANTA VETRO A RIBALTA, DUE CASSETTI E VANO PORTA TV, TV COLOR SCHERMO PIATTO TOSHIBA 32 POLLICI BASE ASTA EURO 320,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 586 BENI MOBILE SOGGIORNO LEGNO MARRONE CON TRE ANTE LEGNO, TRE CASSETTI ALZATA CON TRE ANTE VETRO, TAVOLO RETTANGOLARE IN LEGNO MARRONE, 4 SEDIE IN LEGNO , TV MIVAR CON TELECOMANDO, DECODER AUDIOLA CON TELECOMANDO, LETTORE DVD SAMSUNG CON TELECOMANDO, TV COLOR SCHERMO PIATTO INNO-HIT CON TELECOMANDO, COMPUTER COMPOSTO DA UNITA’ CENTRALE AMD, MONITOR PIATTO LG, TASTIERA , MOUSE, DUE CASSE ACUSTICHE BASE ASTA EURO 376,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 159 BENI DIVANO ANGOLARE IN PELLE PANNA, TAVOLO RETTANGOLARE CON CRISTALLO OPACO E SOSTEGNO IN METALLO BASE ASTA EURO 960,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 542 BENI MOBILE CREDENZA IN LEGNO AZZURRO CON DUE ANTE DIPINTE, ALZATA CON DUE ANTE VETRO, MOBILE CREDENZA CON ALZATA STILE LIBERTY CON DUE ANTE LEGNO E DUE CASSETTI, ALZATA CON DUE ANTE VETRO BASE ASTA EURO 3.840,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE LOTTO 579 BENI TV 21â€? CREATZ CON TELECOMANDO, LETTORE VHS FUNAI CON TELECOMANDO, DIPINTO CON CORNICE RAFFIGURANTE GESU’, 4 PICCOLI QUADRI RAFFIGURANTI MADONNA CON BAMBINO, TIPO ICONE BASE ASTA EURO 760,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE PROGRAMMA DELLE VENDITE IN LUOGO DEL 23/09/13 ORE 8.30 E SEGUENTI LOTTO 633 BENI ALLE ORE 14.45 E SEGUENTI IN BRESCIA VIA SOLDO N°20 MACCHINA TIPOGRAFICA KOPAK BASE ASTA EURO 52.000,00 E PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE

PROGRAMMA DELLE VENDITE IN SEDE DEL 21/09/13 ORE 16.00 E SEGUENTI A PREZZO BASE LOTTO 569 BENI SOGGIORNO COMPOSTO DA DIVANO IN PELLE BEIGE, DUE DIVANI, MOBILE LEGNO CON VETRINA E CASSETTI, TAVOLINO IN CRISTALLO , TAPPETO, MOBILETTO CON DUE ANTE, TV COLOR SHARP 50 POLLICI BASE ASTA EURO 1.800,00. LOTTO 530 BENI DUE DIVANI A TRE E DUE POSTI IN STOFFA A FIORI, TAVOLINO CON 5 CASSETTI, MOBILE RIBALTA CON DUE CASSETTI, TAVOLINO RETTANGOLARE CON DUE CASSETTI, SCRIVANIA IN LEGNO CON CASSETTO, POLTRONCINA IN LEGNO CON BRACCIOLI, DIPINTO CON CORNICE IN LEGNO COLOR ORO, PITTORE ANONIMO, RAFFIGURANTE DONNE AL FIUME BASE ASTA EURO 10.000,00. LOTTO 528 BENI N°22 ANELLI IN ORO GIALLO E BIANCO CON BRILLANTINI E DIAMANTI, N° 11 FEDEI IN ARGENTO, N°5 COLLANE IN ORO CON CIONDOLI E BRILLANTINI, N° 5 COLLANE DI PERLE TUTTO NUOVO DA NEGOZIO BASE ASTA EURO 45.481,00. LOTTO 715 BENI MULETTO ELETTRICO TRE RUOTE MARCA CATERPILLAR CON CHIAVE E CARICA BATTERIE, PORTATA 15 Q.LI BASE ASTA EURO 6.000,00. LOTTO 673 BENI MOBILE BASSO LEGNO MARRONE CON 4 ANTE LEGNO, 4 CASSETTI, MOBILE PICCOLO CON DUE ANTE VETRO E 6 CASSETTI, DIVANO ANGOLARE IN VIMPELLE CON CUSCINI, POLTRONA LETTO, TAVOLINO PORTA TV IN LEGNO CON DUE CASSETTI E PIANO IN VETRO, TV COLOR LG LCD 25 POLLICI CON TELECOMANDO BASE ASTA EURO 1.200,00. LOTTO 573 BENI CREDENZA IN LEGNO SCURO CON ANTE, CASSETTI E ALZATA, TAVOLO RETTANGOLARE ALLUNGABILE IN LEGNO CHIARO CON 4 SEDIE IN LEGNO CON SEDUTA IN PAGLIA, MOBILE VETRINA CON ANTA IN ELGNO, RIBALTA E ALZATA CON DUE ANTE VETRO, DIVANO LETTO IN VIMPELLE MARRONE, MOBILE SOGGIORNO STILE MODERNO, LACCATTO ARANCIO CON ANTE E CASSETTI, DUE DIVANI IN PELLE NERA TRE POSTI BASE ASTA EURO 1.500,00. LOTTO 496 BENI VOLKSWAGEN MAGGIOLIO 13D1 1200, TG. TO/M19711 ANNO 1972, CILINDRATA 1192 CC, KW 25,00 CON CHIAVE, LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE E CERTIFICATO DI PROPRIETA’ BASE ASTA EURO 5.000,00. LOTTO 669 BENI AUTOVETTURA NISSAN TERRANO II 2.7 TDI TRE PORTE TG.

AM871EY ANNO 1996, CILINDRATA 2663 CC, KW 74, CON CHIAVE, LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE, MANCANTE DI CERTIFICATO DI PROPRIETA’ BASE ASTA EURO 4.500,00. COMPRESSORE ELECTRON MOTOR 100 LITRI, FRESA BCS COLORE AZZURRO 10 CAVALLI, N° 4 DIPINTI BASE ASTA EURO 1.500,00. EURO 6.000,00. LOTTO 651 BENI N°6 BOTTI DI VINO IN LEGNO CONTENENTI, CADAUNA, 225 LITRI DI VINO ROSSO BARRICATO, ANNATA 2010, CAPRIANO DEL COLLE RISERVA 2010 BASE ASTA EURO 5.000,00. LOTTO 653 BENI MOBILE CREDENZA IN LEGNO BIANCO, ANTICATO CON DUE ANTE LEGNO, DUE CASSETTI E ALZATA DUE ANTE VETRO, MOBILE VETRINA IN LEGNO MARRONE CON ANTA IN VETRO, DIVANO STOFFA MARRONE, MOBILE ARMADIO IN LEGNO MARRONE CON DUE ANTE LEGNO E UN CASSETTO, DUE CASSETTIERE A 5 CASSETTI, CASSETTONE TRE CASSETTI STILE IMPERO, DUE SEDIE MARCA KARTEL IN PLEXIGLAS TRASPARENTE, TV COLOR LOEWE CON TELCOMANDO, TV COLOR SAMSUNG LCD CON TELECOMANDO BASE ASTA EURO 4.180,00. LOTTO 568 BENI DUE PARABOLE PER TRASMISSIONI INTERNET, N°9 RADIORICEVENTI ,MARCA ESSENTIA, N° 6 PANNELLI ESSENTIA WFL PPA 56-16 E WFL PN25-2 BASE ASTA EURO 3.150,00. LOTTO 613 BENI CUCINA COMPONIBILE IN LEGNO COLOR NOCE NAZIONALE, FORMATA AD ANGOLO, CON PIANO IN MARMO, COMPLETA DI ELETTRODOMESTICI, FRIGO E FREEZER SMEG, PIANO COTTURA ARISTON 4 FUOCHI, FORNO REX, LAVELLO, CAPPA ASPIRANTE, TAVOLO RETTANGOLARE IN LEGNO MARRONE ALLUNGABILE CON 4 SEDIE IN LEGNO (TUTTO NUOVO DA NEGOZIO) BASE ASTA EURO 11.500,00. LOTTO 585 BENI VETRINETTA CON STRUTTURA IN LEGNO CON DUE ANTE VETRO, DIVANO LETTO ANGOLARE IN VIMPELLE NERA E TESSUTO ROSSO, MOBILE CASSETTONE IN LEGNO MARRONE CON 4 CASSETTI LATERALI E TRE CENTRALI, TV COLOR SONY CON TELECOMANDO, TV COLOR SAMSUNG LCD 22 POLLICI CON TELECOMANDO BASE ASTA EURO 800,00. LOTTO 553 BENI N°70 BOTTIGLIE DI FRANCIACORTA BRUT DOCG VIGNE DI CONFINE BASE ASTA EURO 700,00. LOTTO 524 BENI N°350 BOTTIGLIE DI FRANCIACORTA BRUT DOCG VIGNE DI CONFINE BASE ASTA EURO 3.500,00.


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Gemelli per sport. Ăˆ questo il nome del progetto che sta portando il Csi Brescia ad espandere i propri orizzonti oltre i conďŹ ni provinciali e nazionali. Il responsabile della comunicazione, Bruno Forza, è partito ieri per la Spagna insieme alla dottoressa Daniela Scaini del Settore Cultura e Turismo del Comune di Brescia. A LogroĂąo si terrĂ infatti un incontro al quale prenderanno parte le delegazioni dei “gemelliâ€?

della Leonessa e delle cittĂ giĂ legate da un vincolo di amicizia e collaborazione alla Rioja. L’obiettivo del Csi è quello di costituire una rete europea in grado di rendere operativo il progetto, che si articolerĂ in tre fasi. La prima locale, con un torneo di qualiďŹ cazione; la seconda di scambio culturale e sportivo tra i sodalizi vincitori e la terza destinata alla disputa di una competizione continentale.

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n altro gradino. Dopo il bronzo del 2012 di Castelnovo ne’ Monti l’Uso Motus Castegnato conquista l’argento ai nazionali di Belluno. Un successo straordinario per i franciacortini, che si sono confrontati con 1300 sfidanti e 500 societĂ provenienti da ogni angolo della Penisola. 31 i nuovi record messi a segno dagli atleti arancioblĂš. Un’esperienza memorabile per i giovani giallorossi, resa speciale dal ricordo del grande Pietro Mennea, al quale è stata dedicata la manifestazione. Il tutto fare dei “canguriâ€? Francesco Foletti, giĂ presidente, allenatore ed educatore si è presentato anche ai blocchi di partenza per rendere omaggio alla Freccia del Sud. Insieme a lui 22 atleti bresciani, di cui 14 under 14. Tra gli adulti Talia Foletti è tornata alle gare dopo un periodo di assenza dalle competizioni cedendo soltanto nel finale. Ăˆ andata meglio alla promettente Camilla Parisi, prima tra le cadette. Ottime prestazioni anche per Margherita Biondi e Giorgia Bregoli. Nella gara maschile vinta da Pietro Pivotto in 21â€?79 si è rivisto Paolo Turelli, tornato in pista dopo un infortunio, mentre tra i cadetti Simone Maffi ha corso in 26â€?39 dimostrando di avere ampi margini di miglioramento. Ottimo in curva, meno nel finale Luca Inverardi, in gara con una maglia della nazionale italiana degli anni 80. Il bottino del Motus am-

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stimonianza che l’atletica leggera non è solo uno sport per singoli, ma che può vincere anche chi resta ai margini della zona podio.Nel corso della serata associativa riconoscimento speciale a Jeminha Agbonlahor per il suo impegno straordinario capace di andare oltre lo sport, oltre agli interventi del vescovo di Belluno-Feltre monsignor Giuseppe Andrich, del campione paralimpico di tiro con l’arco Oscar De Pellegrin, e dei ragazzi dell’istituto Dolomieu di Longarone, coordinati dalla professoressa Serena Dal Borgo, che hanno realizzato uno spettacolo-memoria sul Vajont, in occasione dei 50 anni dalla tragedia che distrusse Longarone.

ISTITUTO VENDITE GIUDIZIARIE DEL TRIBUNALE DI BRESCIA Via Dalmazia, 135 25125 Brescia - Tel. 030.348410 - Fax 030.3542433 - Internet: www.ivbrescia.com www.tribunale.brescia.it - E-mail:ivgbresciaď˜łivgbrescia.com LOTTO 563 BENI N°150 BOTTIGLIE DI FRANCIACORTA BRUT DOCG VIGNE DI CONFINE BASE ASTA EURO 1.500,00. LOTTO 523 BENI TAPPETO AGRA INDIA FINE 800 DIMENSIONE CM 648 X 386, TAPPETO KIRMAN FINE 800 DIMENSIONI CM 648 X 422, CREDENZA MOGANO SECONDA META’ ‘800 CON DUE ANTE IN VETRO, MARMO SUPERIORE E UNA CHIAVI BASE ASTA EURO 60.000,00. LOTTO 490 BENI MULETTO OM A GASOLIO, 4 RUOTE, PORTATA 15 Q.LI MATRICOLA F15509SE, COLORE GRIGIO CON UNA CHIAVE BASE ASTA EURO 10.000,00. LOTTO 522 BENI DIVANO AD ANGOLO IN PELLE TESTA DI MORO MARCA SWAN MODELLO BOXER A TRE PEZZI, LAMPADA DA TERRA FLOS (TUTTO NUOVO DA NEGOZIO) BASE ASTA EURO 12.000,00. LOTTO 531 BENI DUE AFFETTATRICI IN ACCIAIO INOX RASSPE REGINA SIRMAN 400 W, DUE REGISTRATORI DI CASSA CON STAMPANTE E CASSETTO, MARCA KUBE, MANCANTI DI LIBRETTO FISCALE BASE ASTA EURO 2.500,00. SI DA ATTO CHE, IN CASO DI ASTA DESERTA, IL SECONDO ESPERIMENTO AL MAGGIOR OFFERENTE, DOPO LE PROGRESSIVE RIDUZIONI DI 1/5 DEL PREZZO BASE, AVRA’ LUOGO IL 28/9/13 ORE 16.00 E SEGUENTI PRESSO LA SEDE I.V.G. PROGRAMMA DELLE VENDITE IN LUOGO DEL 23/09/13 ORE 8.30 E SEGUENTI A PREZZO BASE LOTTO 642 BENI ALLE ORE 8.45 E SEGUENTI IN BRESCIA VIA ABBIATI N°29 PUNZONATRICE MARCA OMERA MULTIMATIC, TRAPANO A COLONNA SERRMAC V22, TRAPANO A COLONNA EMERSON DRILL 35, TRAPANO SERIALE MARCA EMA NOVARA ITALIA, PIEGATUBI CON SUPPORTO BASE ASTA EURO 6.500,00. LOTTO 598 BENI ALLE ORE 9.00 E SEGUENTI IN CAPRIANO DEL COLLE VIA SAN GIORGIO N°33 N°100 CAPPE IN ACCIAIO INOX MARCA FRANKE, ANCORA IMBALLATE BASE ASTA EURO 10.000,00. LOTTO 652 BENI ALLE ORE 9.15 E SEGUENTI IN BRESCIA VIALE VENEZIA N°284 DUE CELLE FRIGO MARCA MZ UNA CON TEMPERATURA FINO A MENO 17° E L’ALTRA CON TEMPERATURA FINO A ZERO GRADI BASE ASTA EURO 10.000,00. LOTTO 650 BENI ALLE ORE

9.30 E SEGUENTI IN BRESCIA VIA GARIBALDI N°20/F N°50 SCAFFALATURE IN METALLO A 5 RIPIANI PER ESPOSIZIONE BASE ASTA EURO 10.000,00. LOTTO 305 BENI ALLE ORE 9.45 E SEGUENTI IN BRESCIA VIA SAN FAUSTINO N°66 N°3 TAVOLI QUADRATI LEGNO BIANCO, TAVOLO RETTANGOLARE IN LEGNO, N° 16 SEDIE IN LEGNO VERDE E BIANCO, LAVASTOVIGLIE ARISTARCO, BANCONE IN ACCIAIO CON LAVABO E FRIGO, BANCO IN ACCIAIO CON ANTA SCORREVOLE, FRIGO IN ACCIAIO, BANCO IN ACCIAIO CON MOBILE DISPENSA A DUE ANTE, AFFETTATRICE, 4 TAVOLI TONDI, 16 SEDIE IN FERRO, SPECCHIO RETTANGOLARE, 6 SGABELLI BIANCHI E VERDI BASE ASTA EURO 8.850,00. LOTTO 535 BENI BANCO BAR CON PIANO IN MARMO, COMPLETO DI ACCESSORI E LAVABICCHIERI BASE ASTA EURO 5.000,00. LOTTO 520 BENI ALLE ORE 10.30 E SEGUENTI IN VILLA CARCINA VIA MONTE GUGLIELMO N°17 CENTRO DI LAVORO MATSURA BASE ASTA EURO 13.000,00. LOTTO 532 BENI ALLE ORE 11.00 E SEGUENTI IN SAREZZO VIA SERADELLO N° 163/B CENTRO DI LAVORO MAGNA MAT. 0163 BASE ASTA EURO 13.000,00. LOTTO 567 ALLE ORE 11.15 E SEGUENTI IN GARDONE VAL TROMPIA VIA MICHELANGELO N°64 DUE RETTIFICHE TANGENZIALI MARCA JUNG BASE ASTA EURO 8.000,00. LOTTO 518 BENI ALLE ORE 11.45 E SEGUENTI IN LUMEZZANE VIA BOSCA N°38/A SALDATRICE CEMONT 270T, TRAPANO A COLONNA, SALDATRICE CEA MAXI 400 BASE ASTA EURO 700,00. LOTTO 566 BENI ALLE ORE 12.00 E SEGUENTI IN LUMEZZANE VIA ZIMA N°43 TRE PONTI SOLLEVATORI PER AUTO DA 3000 KG CADAUNO, MACCHINA SMONTAGOMME G940 BASE ASTA EURO 9.500,00. LOTTO 13/F ALLE ORE 14.45 E SEGUENTI IN BRESCIA VIA ALLEGRI N°115 LOTTO DI MOBILI E ATTREZZATURA UFFICIO, SCRIVANIE, COMPUTER, FOTOCOPIATRICE, STAMPANTI, CALCOLATRICI, FRIGO INDESIT, STUFA ELETTRICA BASE ASTA EURO 1.325,00. N°22 SCANSIE IN METALLO ROSSO, H 5 METRI, 2 CASSONI IN ACCIAIO, 200 SCATOLE DI MATERIALE PER PRODUZIONE FILTRI, CALANDRA ELETTRICA, INCOLLATRICE, CARRELLO, BANCO LAVORO, SCANSIA, 8 BANCHI LAVORO, FOGLI IN ACCIAIO PER FILTRI, PIASTRA A CALDO, PRESSA

STAMPA FONDELLI, COMPRESSORE, CARRELLO CON MORSA, ARMADIO IN FERRO, BILANCERE DI GROSSE DIMENSIONI, SPAZZOLATRICE, PUNTATRICE ELETTRICA, MOLA COMPRESSORE, PRESSA IDRAULICA, DUE MOTORI, PIEGATRICE MANUALE, DUE CARRELLI IN ACCIAIO, 30 STAMPI VARI , TRAPANO A COLONNA, SEGATRICE, DUE TRANSPALLET, UN IMBALLATORE, TAGLIERINA A PEDALE, SCALA, DUE CARRELLI, 50 SCATOLE VARIE DIMENSIONI CONTENENTI UTENSILI VARI, 21 BANCALI DI CARTONE, SCALA, MOBILE AD ANGOLO, 16 ROTOLI FILTRANTI, 12 TANICHE CONTENENTI MATERIALE CHIMICO, 3 ARMADIETTI,CASSETTIERA E ARMADIO BASE ASTA EURO 11.885,00. SI DA ATTO CHE, IN CASO DI ASTA DESERTA AL PREZZO BASE DI STIMA SI PROCEDERA’ SUBITO AD UN NUOVO ESPERIMENTO CON PREZZO BASE RIDOTTO DEL 25% LOTTO 300 BENI ALLE ORE 15.15 E SEGUENTI IN CASTENEDOLO PRESSO AUTOPARCO BRESCIA EST SEMIRIMORCHIO TRE ASSI TG. CN019110 BASE ASTA EURO 5.000,00. LOTTO 300 BENI ALLE ORE 15.30 E SEGUENTI IN BRESCIA VIA VERZIANO 126/B TRATTORE STRADALE SCANIA R500 COLORE BIANCO TG. CZ538EA ANNO 2006 CON CHIAVE, MANCANTE DI LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE E CERTIFICATO DI PROPRIETA’ BASE ASTA EURO 25.000,00. SEMIRIMORCHIO A SPONDE, MARCA ZORZI, TRE ASSI, TG. AA92430, MANCANTE DI LIBRETTO DI CIRCOLAZIONE E CERTIFICATO DI PROPRIETA’ BASE ASTA EURO 5.000,00 EURO 30.000,00. LOTTO 543 BENI ALLE ORE 16.00 E SEGUENTI IN VEROLAVECCHIA VIA VITTORIO VENETO SNC COMPUTER PHILIPS, STAMPANTE HP LASERJET , FAX SAMSUNG SF5100, N°6 FRIGORIFERI DA PASTICCERIA, FORNO PER PANE, DUE FRIGO , FRIGO BASSO LUNGO CIRCA 3 METRI PER SURGELATI, FRIGO A COLONNA SCAIOLA, DUE FRIGO APERTI CON RIPIANI, MACCHINA IN ACCIAIO PER COTTURA POLLI ALLO SPIEDO, ESPOSITORE RISCALDA POLLI, FRIGO APERTO CON MENSOLE, 16 RIPIANI OBLIQUI IN LEGNO PORTA VERDURE, DUE FRIGO CON VETRO, DUE FRIGO RETTANGOLARI A VASCA, 10 METRI LINEARI DI SCAFFALI IN METALLO BASE ASTA EURO 39.800,00.


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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

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Egr. direttore, oltre a vedere e toccare con mano quanto realizzato, ho raccolto questa testimonianza dalle suore stesse, fatti che mi hanno segnato profondamente. Stiamo percorrendo a bordo di una jeep l’est della Repubblica democratica del Congo che ci porterĂ a Bukavo, sede della missione, avendo come guida suor Clara e suor Evelina presenti in questa zona da generazioni. Percorrendo la zona del Kivu, sicuramente qui ci sono due sono due realtĂ dure, di sofferenza, che molte volte restano nel silenzio o ignorate, soprattutto dai mass media. In molte famiglie la donna è maltrattata e tradita. Ci sono bambini e adolescenti che vengono utilizzati nelle miniere con manodopera a basso prezzo. Penetrano nella terra come cani, al di sotto dei 200-300 metri, senza nessuna protezione, per cercare l’oro per altri e questo per guadagnarsi la vita a rischio della loro stessa, e c’è infatti chi resta sepolto a cause di frane e cedimenti‌ In certi posti ci sono bambine che vengono sequestrate per essere sottoposte a violenze sessuali. La cosa piĂš grave è che sono le donne stesse a favorire questo tipo di mercato, per arricchirsi. Queste bambine sono regolarmente violentate e quindi offese nella loro dignitĂ ; umiliate, traumatizzate, rese uno strumento di piacere e di disgusto. Nella regione esistono i signori della guerra che regnano tranquillamente, indisturbati, causando terrore nella gente e questo con la complicitĂ di delle autoritĂ locali e nazionali. Nelle foreste ci sono dei criminali che ricevono onori e medaglie di riconoscimento, in cambio di massacri

che compiono a nome proprio o di altri. Ci sono dei Paesi esteri che vengono a rubare le risorse del suolo e del sottosuolo e si vantano di esserne i produttori. I cellulari che usano su grande scala, i computer e altri prodotti elettronici sono il frutto di violenze di ogni genere di massacri, umiliazioni, mutilazioni, corruzione, menzogna e morte. Ăˆ tanto il sangue che scorre. La violenza è sistematica e senza scrupoli, senza che questo desti indignazione alcuna. A organizzare e orientare le attività è sempre la violenza, che distribuisce potere e ricchezza. Qui la violenza è il sistema, ma nessuno interviene. In certe prigioni i carcerati vivono in condizioni inumane, per poter mangiare qualcosa devono negoziare o barattare con altri compagni di sventura le bucce di patate o le scorze di fagioli. La tortura è consuetudine quotidiana e c’è chi muore per malattie e piaghe non curate. Nei mercati la donna è usata come carretto. Per guadagnare qualcosa e dare da mangiare alla sua famiglia, una donna è costretta a fare attivitĂ portando pesi anche superiori ai 100kg sulla propria schiena e capita non raramente anche a donne incinte. In cittĂ come in periferia, la notte non si dorme, poichĂŠ famiglie, quartieri e parrocchie sono costantemente messe sotto attacco da uomini armati non identificati. Se qualcuno denuncia ciò che ha visto viene incriminato e messo in prigione. Tutto questo avviene apertamente sotto gli occhi delle autoritĂ locali, nazionali e internazionali‌ e nessuno reagisce di fronte a queste ingiustizie. Ăˆ una “Repubblica Democraticaâ€?, ma se un giornalista parla della realtĂ viene ucciso. L’analfabetismo aumenta per mancanza di mezzi economici

delle famiglie. Siamo tutti complici di questa realtĂ ? Ci si chiede se l’autore/i di questo dramma non sia lo stesso che interviene con progetti umanitari alimentari per riempire gli stomaci affamati e chiudere la bocca per sempre, umiliando le persone e facendole rimanere allo stato di mendicanti. In questa regione è in atto un genocidio silenzioso che continua da 15 anni e nessuno si preoccupa, c’è solo l’interesse affinchĂŠ resti nella sua instabilitĂ , insicurezza e miseria, cosicchĂŠ i potenti della storia possano fare i loro affari. La situazione è comoda per molte multinazionali che hanno i loro interessi in questo Paese per arricchirsi. Dove va tutta la ricchezza mondiale che dovrebbe assicurare un minimo di dignitĂ a ciascuno? Sembra che ci sia una chiara volontĂ di non far avanzare l’Africa perchĂŠ troppo ricca di risorse, con i potenti che non hanno ancora mangiato a sufficienza, mentre gli abitanti muoiono di fame e malattie. Questa situazione mette tutti in ginocchio, sia le vittime che gli oppressori. Per fortuna una cosa resta in tanti cuori: la Speranza. Nonostante tutto c’è il coraggio di stare in piedi. Qui la gente lotta, spera e non ha paura di morire. Qui la gente crede ancora di potercela fare. Diamo una mano anche noi! Se volete, contattatemi al numero telefonico 329 2251448. Giovanni Savelli

‹ˆŽ‡••‹‘Â?‹ ƒ Â?ƒ”‰‹Â?‡ †‡Ž †‹„ƒ––‹–‘ †‹ Dz ‘…‡dz Egr. direttore, nell’ambito della festa di “Voceâ€? del Popolo ho partecipato al confronto tra Graziano Tarantini e mons. Gia-

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como Canobbio riguardante la fedeltĂ dei bresciani alla fede e alla giustizia e vorrei esporre alcune note personali. Rispondendo alle domande da Lei poste Tarantini è stato molto lungo nelle sue esposizioni ma, a mio parere, non è riuscito a concretizzare nĂŠ giudizi nĂŠ proposte. Diversamente, il teologo Canobbio ha manifestato le sue preoccupazioni per la grande confusione attuale. Dopo aver evidenziato il significato storico della fedeltĂ alla fede cristiana ed alla giustizia sociale ha cosĂŹ continuato: “Oggi dobbiamo sforzarci di piĂš per leggere e capire la realtĂ , che è molto diversa rispetto al passatoâ€?. Le sue preoccupazioni nascono dal fatto che negli ultimi decenni si è prodotto uno scollamento anche sul piano civile e sociale, ed è venuto meno l’impegno politico in generale e dei cristiani in particolare, ma si è creato un sottofondo di politica senza fede. In merito alla sfida educativa, don Giacomo ha ricordato che le scuole cattoliche hanno reso un grande servizio educativo e formativo con modesti costi sociali; ma poichĂŠ da alcuni anni sono in crisi sarĂ pure un problema da affrontare con grande responsabilitĂ . La sfida educativa è generale e riguarda tutti i cittadini, quindi va giocata sul piano civile e non tanto su quello religioso. Mons. Canobbio ha espresso amarezza per il fatto che “negli ultimi decenni le comunitĂ cristiane non sono riuscite a far passare l’idea che non tutte le scelte politiche sono compatibili con la fede e l’amore che troviamo nel Vangeloâ€?. La fede è libera e critica nei confronti di esperienze totalizzanti sul piano politico. Occorre guardarsi in faccia e vedere che immagine di cittĂ vogliamo costruire. Giuseppe Delfrate

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