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La Voce della Valtrompia n.
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MENSILE D'INFORMAZIONE
ANNO I - LUGLIO 2009
Tempo di vacanze. Numerose proposte culturali per residenti e turisti
ValtrompiaMusicArt e le storie del paesaggio Alla scoperta del territorio locale fra parole e immagini "scomode". Tutto ruota intorno alla mostra itinerante "Culture in movimento" che rimane aperta a Villa Glisenti dal 25 luglio al 30 agosto.
Il servizio a pag. 2
Il vescovo Monari scrive sull'Eucaristia
L'Agorà a Villa Carcina Il 20 luglio sul sagrato di Villa l'appuntamento valligiano di "Terre di fede". Il Moretto di Marmentino scelto come opera eucaristica per la Valtrompia. Il 5 ottobre il Vescovo sarà a Inzino
Lumezzane
Alta Valle
Intervista al nuovo sindaco Silverio Vivenzi
Con il Bike Park la Pezzeda vive anche d'estate
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Editoriale
E... state in Valle di Egidio Bonomi
J Estate in Valtrompia. Coi tempi tremebondi in corsa, viene un obbligato: e state in Valtrompia. Rimanere in valle, dunque, come un tempo e oggi, s’intuisce, come la maggior parte dei trumplini a causa di “euri” in smagrimento o per gli amabilmente malati di montagnite. Non so le proposte di svago da Caino al Maniva. Nella mia Lumezzane, per dire, non vi è nulla. Il costume di lasciare la valle è radicato. Per tutti, estate a ruota libera d’andare, andare, andare… magari anche solo a Concesio, a Villa Carcina, a Gardone, dove attira qualche sollecitazione in più. La Valtrompia del lavoro (primo “divertimento” di molti imprenditori) corre sul binario dell’impegno, molto meno su quello dello svago, pur indispensabile. Chi ha più anni e meno capelli, come me, va alla Valle delle fiorenti stazioni turistiche, Bovegno e Collio. Le estati degli Anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, quasi non potevano prescindere dall’alta valle, ristoro per gli accaldati bassaioli bresciani, cremonesi, mantovani e qualche disperso milanese; là pizzicavano il piede ballerino ed i sospiri d’amor improvviso orchestrine ammiccanti, di gente che sapeva di musica, suonava davvero e dal vero. I trumplini, non solo dantescamente “biondi e di gentile aspetto”, risalivano il Mella per liberare i passi delle insinuanti danze latine, rubare l’alito del Maniva, intrecciare rapide amicizie. Ora – e la nostalgia va - l’Alta Valle soffre di languore turistico, impossibilitata ad un qualche fasto di ritorno. Gira rigira, restano le montagne, per passi lenti o affrettati, panorami ristretti o più vasti, per la vicinanza al cielo, grazie ad un antico santuario, ad una “santella” o perché dentro qualcosa di misterioso spolvera lima l’anima e la rilustra. Comunque sia, estate intensa o languida: hic manebimus optime, qui stiamo ottimamente, amata Valtrompia.
LA REALTÀ CHE VENDE AL DETTAGLIO CON I PREZZI ALL'INGROSSO San Vigilio di Concesio (Bs) - Via della Stella, 87 - Tel. 030 2751858 8
ferie Chiusi per lio dal 13 lug al 20 luglio
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La Voce della Valtrompia luglio 2009
Sito: www.lavocedelpopolo.it
Primo piano
Estate a Gardone Valtrompia Dallo scorso giugno e per tutto luglio le associazioni culturali di Gardone Val Trompia animeranno “rEstate sotto le stelle 2009… e non solo a Gardone”. Una serie di serate vissute all’aria aperta: il concorso di barzellette, il concerto per l’Abruzzo, il prestigioso “Danzalparco” della Compagnia Lyria, lo spettacolo “Cenerella”, l’incontro “Il gusto nel parco” alla scoperta dell’enogastronomia bresciana, la visita all’Osservatorio “Serafino Zani” di Lumezzane, sino al torneo di scacchi del 30 agosto. Per informazioni dettagliate sul programma www. comunegardonevaltrompia.bs.it al link “Manifestazioni culturali, incontri e appuntamenti”.
ValtrompiaMusicArt. Dal 22 luglio al 2 agosto la quinta edizione del festival ideato da Omar Pedrini
Musica, cinema e letteratura sui sentieri della Valtrompia di Andrea Alesci
Quanto ha camminato “ValtrompiaMusicArt” da quell’agosto 2005 in cui Omar Pedrini la avviò come un piccolo giocattolo a molla su sentieri, strade e piazze della Valtrompia. Instancabilmente caricata dal cantante bresciano col supporto della Comunità Montana, ogni estate è tornata nei paesi valtrumplini e lo farà nuovamente dal 22 luglio al 2 agosto prossimo, con una direzione artistica arricchita dalle presenze dello scrittore e giornalista lombardo Davide Sapienza e dell’etnografo triumplino Franco Ghigini. Una carovana di artisti animerà per quindici giorni la Valle del Mella con gli spartiti della musica, le figure del teatro, i personaggi della letteratura, le immagini del cinema. “Paesaggio, racconta!” è il tema dell’edizione 2009, perché il paesaggio diventi erompere di storie ‘scomode’ che obblighino a porsi domande. Una terra che si farà linguaggio di uomini, a cominciare dall’esordio “cittadino” di mercoledì 22 luglio, quando il Cinema Nuovo Eden di Brescia omaggerà il regista Fabio Calvi (quarantatre anni passati alla Radiotelevisione svizzera italiana) con i suoi documentari “Un nido d’uomini” e “L’Anselmo da Leontica: una vita da Bastian Contrario”. Toccherà a Villa Carcina consacrare il festival fra i monti della Valtrompia: il parco di Villa Glisenti si accenderà il 24 luglio delle coraggiose parole di John Trudell, cantore degli indiani d’America insieme alle sonorità rock e ai vocalizzi indiani dei fedeli The Bad Dog. Villa Glisenti che dal 25 luglio all’1 agosto si trasformerà in teatro permanente di un evento dentro l’evento: “Culture in movimento”, una mostra curata dall’Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia (Aess). Un’esposizione itinerante nelle province lombarde, che a Brescia ha deciso di accamparsi nei luoghi della Val-
Il forno fusorio di Tavernole, tra i luoghi di ValtrompiaMusicArt
Omar Pedrini
trompia per raccontare storie, canti, rituali, saperi manuali, consuetudini sociali delle terre insubri. A Sarezzo e Villa Carcina, Notte bianca con Treatro, mentre il 26 luglio i rappresentanti dell’Aess saliranno sino alla miniera Marzoli di Pezzaze per presentare “Avanzamenti”, videoproduzione sulle trasformazioni novecentesche dei lavori in miniera, nelle fucine e nelle fabbriche lombarde. Sarà giornata di ricerca e scavi nell’animo umano anche il 28 luglio, pur nell’accogliente cortile della Biblioteca del Bailo a Sarezzo: lo scrittore Mario Cavatore parlerà del libro che a 56 anni l’ha trasformato in romanziere (“Il seminatore”), storia dannatamente vera che racconta la selezione eugenetica praticata contro gli zingari Jenisch nella Svizzera anni Quaranta: crude parole che faranno da prologo al documentario di Fabio Calvi, “Liberi dentro: zingari e svizzeri”. E il 29 luglio Villa Glisenti ospiterà le taglienti immagini del film di Giorgio Diritti, “Il vento fa il suo giro”, storia di una famiglia francese che trasloca in una valle occitana del Piemonte, dove sconterà il peso dell’incomprensione; a seguire la conversazione fra il regista Giorgio Diritti, lo scrittore Mario Cavatore e il camminatore bresciano Roberto Ghidoni. Il 30 luglio la piazza di Sarezzo risuo-
storico forno fusorio di Tavernole; a seguire l’acclamato spettacolo “Terre di confine” dell’associazione teatrale Treatro. Risalendo la Valle, sabato 1 agosto si camminerà in quel di Irma con lo scrittore Davide Sapienza in un immaginario “Ognidove”, prima del pranzo alla Malga Confine e della proiezione di “La sapienza di Davide. Parole in cammino” del regista Fabio Calvi. A Tavernole, invece, l’etnomusicologo Paolo Vinati terrà un incontro di apprendimento sui canti di tradizione orale, supportato da un gruppo spontaneo di cantori di Brione, prima di proporre il film “Le us per aria”, realizzato con Emiliano Migliorini. In serata, al forno fusorio di Tavernole bis per la presentazione attoriale del libro di Roberto Piumini, mentre all’agriturismo Catena Rossa di Sarezzo Giovanni Lindo Ferretti, accompagnato dal violinista Ezio Bonicelli, proporrà un intenso reading musicale sulla vita nell’Appennino emiliano. E il 2 agosto la chiusura all’insegna del buon cibo triumplino, lassù ai 1260 metri del “Rifugio Valtrompia” in Pontogna, riportati al temp dei noni dalle rallegranti voci dei cantori di Brione e dalle musiche tradizionali dei Malghesetti. Per il programma dettagliato: www. valletrompia.it.
Nella direzione artistica anche Davide Sapienza e Franco Ghigini. I documentari del regista Fabio Calvi come un filo rosso per interrogare il paesaggio. Fra gli ospiti John Trudell & The Bad Dog, Giorgio Diritti, Roberto Piumini e Mario Cavatore nerà della voce di Omar Pedrini, in originale duetto con il coro “Voci dalla Rocca” di Breno, mentre il 31 luglio sarà la volta di un doppio appuntamento serale al Borgo del Maglio di Ome: un gruppo di attori (Loredana Contin, Marta Bricco, Andrea Minessi, Luigi Paladin) darà vita al nuovo romanzo di Roberto Piumini, “L’aria della Gioconda, ovvero il segreto della fusione”, dove s’immagina la creazione del celebre dipinto durante un viaggio di Leonardo da Vinci allo
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Calcio con gli alpini a Sarezzo
Mostra in viaggio
Come ogni anno il torneo sezionale di calcio degli Alpini di Brescia approda in un punto diverso della provincia. Nel 90° anniversario dalla nascita dell’Associazione nazionale alpini è l’oratorio “Gesù Buon Pastore” di Sarezzo a ospitare la manifestazione, cominciata il 14 giugno e che proseguirà sino al 25 luglio prossimo. Un mese e mezzo durante il quale l’oratorio saretino rimane aperto ogni sera fino a tardi fra incontri calcistici sul campo tirato a nuovo e tavolate presso l’ampio stand gastronomico. Per maggiori informazioni su calendario e risultati degli incontri è possibile consultare i siti web www.anabrescia.it e www.oratoriodisarezzo.it.
“Culture in movimento” è stata inaugurata lo scorso 3 luglio a Biandronno (Va). Un itinerario lungo un anno che coinvolgerà via via spazi espositivi diversi: ville, musei etnografici, musei civici, parchi minerari ed ecomusei. L’appuntamento valtrumplino è a Villa Glisenti dal 25 luglio al 30 agosto prossimo.
Villa Carcina. Una mostra a cura dell'Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia
“Culture in movimento” nella cornice di Villa Glisenti di Andrea Alesci
Immaginiamo un baule che si apre, svelando alcuni oggetti che emergono dal passato. E immaginiamo di essere come piccoli archeologi di un tempo che ritorna, di toccare un oggetto e farlo rivivere nel suo antico uso, proiettato su uno schermo. È il baule della memoria, una delle postazioni multimediali che saranno presenti a Villa Carcina dal 25 luglio al 30 agosto prossimo. Nello scenario di Villa Glisenti prenderà il via “Culture in movimento. Alla scoperta delle eredità immateriali in Lombardia”, l’esposizione itinerante curata dall’Assessorato Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia e dall’Archivio di Etnografia e Storia Sociale (Aess). Una tappa del viaggio interattivo che dall’inizio di luglio sino a giugno 2010 toccherà le dodici province lombarde, compiendo la fermata bresciana in Valtrompia. Un lungo itinerario alla scoperta dei beni immateriali di tutte le realtà locali lombarde (Legge regionale 27/2008 sulla “Valorizzazione del patrimonio
culturale immateriale”). Territorio fruttifero quello valtrumplino, che ancora mantiene nel suo grembo saperi manuali, storie, canti, musiche, espressioni della lingua, cibi, abiti, credenze e pratiche tradizionali di un tempo che fu. Un patrimonio vivente delle comunità, ricevuto dagli antenati e da consegnare ai discendenti, che come un magma vivo interagisce con gli eventi storici, i cambiamenti ambientali e sociali, e continuamente rinnovato si fa ispiratore di nuova creatività collettiva e individuale. Villa Glisenti accoglierà la mostra “Culture in movimento” divisa in due sezioni: una riguardante le “eccellenze” immateriali di tutto il territorio lombardo, l’altra riservata alle tradizioni prettamente locali. Proprio per la parte dedicata a memorie, suggestioni, racconti e saperi del luogo la Comunità Montana di Valle Trompia ha scelto un tema rappresentativo: il licinsì (letteralmente licenzino), ovvero una casa privata autorizzata da una piccola licenza al pubblico servizio di bevande e cucina “fredda”. Sino ad alcuni anni fa molto diffusi nelle valli e nelle colline bresciane, i licinsì erano luoghi di viva socialità: poco fuori
Balli tradizionali in valle (foto d'archivio)
il paese, nei borghi rurali, in montagna, lungo le principali vie di passaggio o sui dossi panoramici si potevano incontrare cascine con una stanza trasformata in ritrovo popolare. Una dimensione appartata, quasi fuori dal tempo, dove consumare frugalmente merende e spuntini, giocare a carte e alla morra, celebrando ore rubate alle fatiche quotidiane fra conversazioni che si scioglievano in vivaci racconti, storie di bizzarri personaggi, canti e
balli in allegria al suono di fisarmoniche e mandolini. Tutto rivivrà dentro “Culture in movimento”, pronta ad usare la tecnologia di oggi (pannelli fotografici e videoproiezioni) per mostrare le memorie di ieri. L’appuntamento è a Villa Glisenti dal 25 luglio all’1 agosto tutti i giorni dalle ore 18 alle 22, in contemporanea con ValtrompiaMusicArt; mentre dal 2 al 30 agosto dal lunedì al venerdì, sempre dalle ore 18 alle 22.
Culture in movimento. Un progetto regionale di valorizzazione del patrimonio immateriale lombardo
Aess, viaggio nel territorio tra memoria e trasformazione “Culture in movimento” è stato lo spunto per il lavoro di ricerca fatto da Franco Ghigini e Davide Sapienza per strutturare il programma artistico del ValtrompiaMusicArt 2009. Come detto, nasce dalla legge 27/2008 voluta da Massimo Zanello, assessore alla Cultura della Regione Lombardia. Una legge frutto della “Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale” approvata dall’Unesco nel 2003, entrata in vigore nel 2006, ratificata in Italia nel 2007 e per ora fatta sua soltanto dalla Regione Lombardia. Obiettivo dell’Aess è quello di creare un ampio archivio
di immagini, registrazioni sonore e documenti scritti, ma soprattutto quello di operare perché le persone possano ottenere un riconoscimento delle proprie identità culturali. L’inventario deve avere come interlocutori le comunità locali, per questo in ogni tappa della mostra ci sarà uno spazio dove condurre interviste e registrare impressioni, racconti, storie personali della gente per costruire un progetto coeso e condiviso sulle realtà locali lombarde. Un progetto che non vuole parlare solo di memorie, ma anche di trasformazioni ed evoluzioni dell’immenso patrimonio
immateriale lombardo; esempio significativo è la presentazione in prima assoluta al pubblico all’interno di ValtrompiaMusicArt della videoballata “Avanzamenti”: racconto in immagini fotografiche partito dalla montagna (Valtrompia e Val di Scalve) e terminato a Sesto San Giovanni, secondo una trama scandita dai dialoghi dei lavoratori, divenuti così addetti culturali. Allo stesso tempo un modo con cui l’Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia restituisce tale patrimonio al territorio regionale, in previsione dell’aper-
tura della nuova sede di Regione Lombardia (2010) che ospiterà l’Archivio di Etnografia e Storia Sociale, nuovo museo regionale “vivente”, pronto a coinvolgere le istituzioni culturali e le comunità locali alla sua costituzione. Tutto a cominciare da “Culture in movimento”, partita da Biandronno (Va), per passare a Villa Carcina (Bs), San Benedetto Po (Mn), Lodi Vecchio (Lo), Cremona, Galbiate (Lc), Stradella (Va). Per informazioni più dettagliate sulla mostra e Aess consultare i siti web www.lombardiacultura.it, www.aess. regione.lombardia.it.
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Emergenza caldo
La parola ai lettori
Sino al 13 settembre, dalle ore 8 alle ore 22, è attivo il servizio "Anziani e caldo in Valle Trompia" con un numero da chiamare in caso di necessità: 030 2188329. Una volta inoltrata la chiamata verranno allertati dipendenti comunali, operatori delle Case di Riposo, operatori dell'Asl e volontari per l'intervento specifico. Per urgenza santaria contattare il 118.
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VALTROMPIA DA BOCCIARE
Asfalto pericoloso Quando le nostre strade vengono riasfaltate capita molto spesso che rimanga a margine del manto rifatto un bordo più chiaro corrispondente ai precedenti livelli. E come nel caso della fotografia i margini della SP345 si trasformano in veri e propri solchi. Siamo in un tratto di strada nel comune di Gardone Val Trompia, ma potremmo trovarci in molti altri punti della Valle e incontrare la medesima situazione. Un dislivello che per i ciclisti può diventare fatale. Basterebbe praticare la fresatura ogni volta che si asfalta e poi distendere lo strato nuovo. Basterebbe un po' di buonsenso.
LETTERE
Addio cara Patria Sono un trentaduenne valtrumplino e mi duole constatare quanto il senso d’appartenenza alla nazione stia rapidamente evaporando. Il 2 giugno (festa della Repubblica), così come il 25 aprile (festa delle Liberazione d’Italia) sono due date nelle quali dovremmo commemorare con partecipazione il nostro passato per ricordarci chi siamo e chi saremo. In realtà si trasformano per la maggioranza delle persone in giornate di cui profittare per un’uscita fuori porta, un giorno “da ponte” (paradigma di una società-scollata?), un giorno come tanti per il nostro vivere nel divertimento. Le piazze dovrebbero sbocciare come fiori in primavera, traboccare di gioia festante mentre la banda attraversa le vie suonando l’inno di Mameli, il nostro inno. Persone che si riversano nelle strade, gente che affolla i balconi per applaudire il corteo d’autorità fasciate in nastri biancorosso-verdi che sfilano su italico suolo. Bandiere che sventolano a ogni finestra, piazze ove ritrovarsi insieme a discutere. E invece: piazze desolate, un corteo striminzito, balconi semi-deserti e le poche bandiere mosse dal vento a segnalare la sporadica presenza di qualche italiano. Pochi, troppo pochi. Antonio Panelli
Amarcord Bruno Pizzul Nel paese dove conta dire più che fare, il dilagante qualunquismo dei telecronisti televisivi è ormai giunto a limiti insopportabili. Perché continuano a strepitare a ogni azione, a gridare e definire ‘pazzesca’ ogni cosa? Di questo passo anche il più normale dei passaggi diventa incredibile, pazzesco, fantastico. Quando saranno finiti gli aggettivi che cosa diranno i telecronisti? E qual è il senso del commentatore tecnico, in telecronache ormai divenute salotti, dove snocciolare dati e nei quali il giornalista cerca di imprimere la propria opinione? Che cosa dire degli uomini a bordo campo, che s’entusiasmano se l’allenatore fa qualche passo fuori dall’area tecnica, confabula con qualcuno o semplicemen-
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VALTROMPIA DA PROMUOVERE
La lungimiranza degli alberi In questo tratto di strada tra Sarezzo e Gardone Val Trompia gli automobilisti transitano, pacificamente scortati dalla verde presenza di alberi. Una schiera di creature ramificate che ci guarda ordinata mentre sfrecciamo con le nostre protesi a quattro ruote, che ci allieta il passaggio creando un virtuale arco. Un’opera cui dobbiamo rendere grazie alla lungimiranza delle amministrazioni che sul finire degli anni Ottanta ne decisero la piantumazione guardando al futuro del bello comune.
te si soffia il naso? Dove sono finite le vecchie sane telecronache a una voce, quelle che t’entusiasmavano se la squadra era in attacco, quelle che sapevano calibrare i commenti? Dove sei finito Bruno Pizzul! Oreste Della Casa
L'inciviltà traboccante Noi uomini siamo continue e imperterrite macchine da rifiuto. Produciamo senza sosta scarti, ma d’altra parte questo è necessario per continuare ad abitare la Terra. Se scartiamo, però, dobbiamo cercare di riciclare al massimo e non trasformare i punti di raccolta dei rifiuti in discariche all’aria aperta. Purtroppo spesso è così: diverse volte alla settimana mi capita di trovare sacchetti ammassati ai cassonetti, semplicemente perché “non c’era più spazio all’interno e costava fatica cercarne altri in giro per il paese”. È la logica dell’immondezzaio, di chi getta le carte per terra perché “tanto qualcuno si preoccuperà di raccoglierle”. È la logica di una civiltà rifiutata, di una responsabilità scansata. Luigi Bettoni
Educazione minata Sempre più assunzioni nel mondo della scuola vengono fatte non scegliendo in maniera appropriata le persone cui demandiamo l’educazione dei nostri figli. Scegliere chi sarà il maestro dei nostri figli è la cosa più importante di tutte, perché l’educazione è alla base di ogni società che voglia proclamarsi civile. Insegnare, specie ai più piccini, non è soltanto un mestiere, insegnare è una missione. Allora mi chiedo: dove sono le eccellenze da selezionare? Quali sono i criteri adottati per scegliere i migliori? Chi insegnerà a mio figlio? Lettera firmata
Tv cattiva maestra Si parla sempre più spesso di accoglienza degli immigrati, di integrazione degli extra-comunitari e adesioni ai valori e alla cultura del paese che li ospita. Un riconoscersi nel paese ospitante che si manifesta in primo luogo nell’apprendimento della lingua. E se per i ragazzi è facile imparare parlando con i loro coetanei a scuola e durante i momenti di gioco, molto più
difficile è per gli adulti. Per le persone adulte è meno facile stringere rapporti, perché le novità spiazzano, disorientano e solo i giovani riescono ad assimilarle. Ecco che spesso gli stranieri in età adulta si riuniscono e si ritrovano a parlare quasi esclusivamente con altri uomini e donne originari del loro paese, nella lingua del loro paese. Una volta la televisione pubblica si faceva carico con alcune trasmissioni dell’alfabetizzazione della gente. Trasmissioni che oggi resistono solamente sul satellitare e con un’offerta risibile. Ora, senza voler condurre un’analisi sulla composizione dei palinsesti, vorrei rilevare come il linguaggio della televisione generalista si sia corrotto. Come la lingua italiana venga bistrattata senza remore dalla maggior parte della gente che appare dentro la “scatola della lontananza”. E vorrei solo constatare come un mezzo potenzialmente capace di insegnare la lingua non faccia che far passare (nella maggior parte dei casi) parole ormai apolidi. E capisco come gli immigrati, che attraverso di esso potrebbero imparare l’italiano, decidano legittimamente di spegnere. Maria Loredana Buizza
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Lumezzane
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L'asteroide "Lumezzane" Nell’anno mondiale dell’astronomia l’Osservatorio “Serafino Zani” onora le indagini celesti di Galileo Galilei (1609) con un dono alla comunità valgobbina: un nuovo asteroide di nome “Lumezzane”. Scoperto il 5 agosto 2005 da Marco Micheli e Gianpaolo Pizzetti, l’asteroide ha un diametro di circa 3,3 km e dista dal sole tra 2,07 U.A. e 3,13 U.A. Monitorato per tre anni, la denominazione è giunta nel dicembre 2008 e l’intitolazione ufficiale è avvenuta lo scorso 17 maggio. Per informazioni sull’osservatorio “Serafino Zani” e il planetario di Lumezzane è possibile visitare il sito web www.astrofilibresciani.it.
Parola al primo cittadino. Intervista al neosindaco di Lumezzane, che traccia le linee del suo impegno
Vivenzi: “Nel futuro, lo sviluppo” di Angelo Seneci
Silverio Vivenzi è il nuovo sindaco di Lumezzane, con una maggioranza che sfiora il 57%. La coalizione Lega-Pdl è stata premiata fin dal primo turno. Esponente della Lega, il neosindaco per dieci anni è stato consigliere comunale di minoranza e presidente del consiglio durante l’amministrazione Facchinetti. Dopo due amministrazioni guidate da non imprenditori, l’avvocato Facchinetti e il professore e dirigente sanitario Corli, la vittoria di Vivenzi riporta in “pole position” un uomo d’industria. Una speranza per la Valgobbbia, attanagliata da una crisi che sembra più pesante che altrove. “Si è trattato di una vittoria che ci aspettavamo - dice il nuovo sindaco -. Abbiamo molti giovani su cui puntiamo e interessanti progetti che vorremmo realizzare a breve. Ci aspettiamo anche una collaborazione dalla minoranza”. Dal fronte del Pdl, il segretario valgobbino Michele Chiappa rimarca che, “dopo cinque anni di immobilismo, la gente di Lumezzane ha premiato un centro destra che sa come fare ad amministrare. L’alleanza con la Lega, che si è consolidata durante il periodo in cui siamo stati insieme all’opposizione, ha creato le basi per la vittoria. Il mascheramento della sinistra sotto le liste civiche non è passato in Valgobbia, la gente
Silverio Vivenzi, neosindaco di Lumezzane
non è cascata nel giochino”. Anche Lucio Facchinetti, sconfitto cinque anni fa da Corli, ritiene che “dopo una politica fondata sulle chiacchere ritorna la politica del fare”. Concetto che anche il primo cittadino ritiene alla base del rilancio di Lumezzane, il quale “sembra aver smarrito molte delle sue migliori qualità. La nostra città rischia di divenire ogni giorno sempre più spenta ed apatica. Molte piccole aziende chiudono o si trasferiscono, l’economia è in un periodo di congiuntura nega-
tiva e la città appare grigia, spesso sporca, poco piacevole ed incapace di reagire”. Il progetto politico-amministrativo che la nuova maggioranza intende portare avanti mira, invece, a recuperare quanto vi è di maggiormente nobile nella storia e nella tradizione lumezzanese, con l’obiettivo di attrezzarla ad affrontare sempre meglio “le sfide civili, culturali ed economiche con cui dovranno confrontarsi le nuove generazioni degli anni a venire. La nostra è una città che nel lontano passato
è stata capace di costruire grandi cose e porre le premesse per eventuali sviluppi. Oggi noi vogliamo che questo spirito torni a vivificare la vita cittadina e che nel domani di Lumezzane vi siano nuovamente spazi crescenti di autonomia e libera iniziativa. La nostra è una popolazione laboriosa, che sa affrontare con coraggio le difficoltà della vita e che chiede soprattutto di non essere ostacolata nel proprio sviluppo. Ma perché tutto questo possa avvenire era necessario che Lumezzane desse un chiaro segnale di voglia di cambiamento e di rinascita”. Messosi subito al lavoro, Vivenzi indica nel concreto quali debbano essere le prime mosse della sua amministrazione: in primo luogo proseguire con quello che la giunta precedente ha lasciato, perché “non c’è la possibilità di perdere un euro di quanto è stato speso. I progetti definiti, come il parco Avogadro e i parcheggi a Gazzolo, devono proseguire, anche se porremo molta attenzione alla possibilità di risparmiare”. Per i progetti lasciati a metà come il passaggio pedonale del Villaggio Gnutti che presenta barriere architettoniche, il neosindaco intende intervenire in modo da eliminarle al più presto. Andrà valutato molto attentamente il programma relativo alle conoscenze maturate dalle aziende valgobbine e che dovrebbe essere utlizzato per investire su nuovi settori.
Pieve: i settant'anni del coro parrocchiale "Lorenzo Perosi" Festeggiata nella frazione di Pieve la doppia ricorrenza per il 70° della fondazione del coro parrocchiale “Lorenzo Perosi” e i 50 anni di direzione dello stesso da parte di Damiano Scaroni. Erano i primi giorni di giugno del 1939 quando don Andrea Donneschi, appena arrivato a Pieve ricevette la visita di alcuni cantori nel suo studio per porgergli il benvenuto. Con sorpresa si trovarono d’innanzi un giovane con passione e conoscenza musicale, che propone di iniziare da subito le prove per imparare la messa “Te deum Laudamus” a due voci pari,
di Lorenzo Perosi. Nasce così la scuola di canto. Il gruppo dei cantori, solo uomini e bambini visto che le donne entreranno nel coro solo nel 1965 (con decisione del consiglio Vaticano II che ne autorizza la partecipazione) si completa nel tempo. Nel 1948 il coro diventa totalmente autonomo, grazie alla presenza dell’organista locale Narciso Zani (Tita), pronto a diventare una bandiera del coro, dopo quattro anni di frequenza passati alla scuola di organisti parrocchiali “P. L. Cottinelli”. Dalla prima festa patronale del 24 giugno 1939 ha preso quindi avvio
un lavorio che ha coinvolto centinaia di persone, che hanno assicurato la presenza del coro in tutte le festività liturgiche e in molteplici manifestazioni con concerti in chiesa e in teatro. Dopo la scomparsa del fondatore don Donneschi e un senso di incertezza e di sconforto, con il nuovo curato che "non sa di musica”, tocca ad una figura tra le più importanti per l’intera Valgobbia e non solo per Pieve riunire la scuola: Damiano Scaroni. Grazie al suo decisionismo ed entusiasmo, i cantori unanimemente decidono di continuare nell’attività.
Il coro della Pieve
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I Santi di Fontana
Lumezzane Fontana
Nella parrocchia di Lumezzane Fontana due i santi ricordati: San Rocco e Sant’Anna. San Rocco nasce a Montpellier attorno al 1295 e muore dopo il 1355 ed è protettore degli appestati. La sua festa cade il 16 agosto. Sant’Anna è la madre della Vergine Maria e la moglie di Gioacchino. La sua festa cade il 26 luglio.
Il patrono. La storia del santo che il 10 agosto "piange", ogni anno ricordato nel piccolo rione di Renzo
Il caritatevole San Lorenzo di Lia Micale
Il patrono della parrocchia è S. Rocco, santo taumaturgo e invocato contro le malattie contagiose. Ma nella contrada di Renzo che si dipana dalla parrocchiale, inerpicandosi su strette strade, si venera da tempo S. Lorenzo. Un santo al quale è stata dedicata una umile cappella, abbellita al suo interno da un dipinto che raffigura proprio il santo. Lorenzo nacque intorno al 220 nella comunità autonoma di Aragona in Spagna e da giovane venne mandato a studiare teologia presso la città di Saragozza. Lì ebbe come maestro il futuro Papa Sisto II che, una volta eletto Vescovo di Roma (257), conferì a Lorenzo il titolo di diacono. A quei tempi era imperatore di Roma Filippo detto l’Arabo, tollerante verso i cristiani; ma il suo capitano d’armi Valeriano lo scalzò dal trono e lo uccise sotto le mura di Verona. Divenuto il nuovo imperatore, Valeriano emanò un editto (agosto 258) secondo il quale tutti
La cappella di San Lorenzo
i vescovi, i presbiteri e i diaconi dovevano essere messi a morte. Cominciò così a falciare migliaia di martiri e si scagliò poi contro Sisto, credendo che nelle sue mani risiedesse il tesoro imperiale. Sembra che Sisto II stesse celebrando una Messa nel cimitero di S. Callisto, quando fu catturato e condannato a morte. Si racconta anche che incontrò Lorenzo e che prima di venire decapitato con una scure gli disse: “Lorenzo, non ti lascio solo figlio mio! A te sono
DAL SAPERE AL SAPER FARE, AL SAPER ESSERE.
riservate più grandi battaglie. Noi vecchi scegliamo la via più corta. Tu che sei giovane avrai più gloriosa vittoria: fra tre giorni mi seguirai”. A quel punto l’imperatore Valeriano chiese a Lorenzo dove fossero i tesori e, non ottenendo risposta, lo sbatté in prigione. Interrogato di nuovo sull’ubicazione delle ricchezze, Lorenzo rispose: “Signore, io ti chiedo tre giorni di tempo per adunarli: poi te li mostrerò”. Trascorsi tre giorni il palazzo imperiale brulicava di un’enorme ressa di pove-
ri, ciechi e storpi e con loro c’era Lorenzo, che disse: “Ecco i miei tesori, essi non scemano mai, sono i monili della Chiesa, le gemme di Cristo. Prendili, tu stesso diverrai ricco”. Al sentir quelle parole Valeriano s’infuriò e disse al diacono che sarebbe morto quella notte. Lorenzo allora rispose: “La mia notte non ha oscurità, ma tutte le cose sono chiare nella luce”. Quella stessa notte agostana, secondo il De officiis di S. Ambrogio, Lorenzo venne arso vivo sulla graticola e mentre bruciava sembra si sia rivolto al tiranno: “Assum est,… versa et manduca” (Sono cotto da questa parte,… girami e mangiami). Così, secondo la leggenda Lorenzo morì la notte del 10 agosto, mentre dal cielo discendeva una bionda pioggia di stelle. Ma soprattutto portò a termine il compito che aveva ricevuto: seguendo il suo vescovo nel martirio e, col dono delle risorse comunitarie ai poveri, manifestando come nella Chiesa ogni cosa abbia valore se è orientata alla carità, se diventa servizio alla carità, se può trasformarsi in carità.
IL PIACERE DELLE COSE
La Voce della Valtrompia luglio 2009
E-mail: valtrompiavocemedia.it
La sagra. Parla il parroco di Lumezzane Fontana don Italo Lombardi
Luglio di grande festa per la contrada di Renzo di Lia Micale
Da venerdì 10 a lunedì 13 luglio la piccola contrada di Renzo nella parrocchia di Lumezzane Fontana sarà pronta a festeggiare e celebrare la propria devozione a S. Lorenzo martire. In uno spazio messo a disposizione dalla Eme Posaterie di Egidio Mori sono ospitati una serie di tendoni che per quattro giorni riuniranno familiarmente tutti i contradaioli. Una festa all’insegna della semplicità, che da vent’anni anima la seconda settimana di luglio di questa comunità lumezzanese. “Io sono in questa parrocchia ormai da nove anni - dice il parroco di Lumezzane Fontana, don Italo Lombardi – e devo dire che tutti gli abitanti della contrada collaborano per la buona riuscita della festa, chi adoperandosi al bancone del bar, chi cucinando e gestendo lo spazio dello stand gastronomico fra spiedo, casoncelli nostrani, salamine e formaggio fuso”. La festa di S. Lorenzo vuole essere prima di tutto un momento di ritrovo e di condivisione, la riscoperta di qualche ora da trascorrere attorno a una tavola, lì dove il cibo diviene un’occasione per stare in compagnia e riunire la piccola comunità di Renzo. Renzo, ma non solo. “Per quattro gior-
Don Italo Lombardi amministra i battesimi a Fontana
ni – prosegue il parroco – l’intera parrocchia di Fontana si trasferisce nella sua piccola frazione, anche con la celebrazione delle Sante Messe: nella giornata di apertura l’Eucaristia è prevista per le ore 20, mentre sabato 11 luglio sarà un’ora prima (ore 19); la celebrazione domenicale si sposterà interamente a Renzo, sia per la S. Messa mattutina delle 10.30 sia per quella serale delle 19; infine, lunedì 13 luglio la S. Messa delle 19.30 sarà seguita da una processione. Momenti di ritrovo eucaristico che precederanno quelli segnati dal divertimento all’insegna della musica e del ballo, ogni giorno con un gruppo differente: venerdì ci saranno i Simca Drivers (saranno presenti anche i ragazzi dell’oratorio, che
chiuderanno il loro Grest con un’esibizione a sorpresa), sabato toccherà a Luca’s Band, domenica Daniela Tecnicolors e Oscar Di Stefano e lunedì chiusura con Gino de Gonzales. “La gente partecipa con spirito appassionato – conclude don Italo – sapendo che tutti i soldi raccolti per l’occasione verranno destinati ad opere per l’oratorio. E anche se S. Lorenzo cade il 10 agosto, i festeggiamenti sono anticipati alla prima settimana di luglio, trasformandosi in un momento corale di chiusura delle attività parrocchiali. Analogamente a quanto avviene per Fontana, che ricorda il patrono S. Rocco (16 agosto) durante la terza settimana di settembre, aprendo così il nuovo anno”.
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Una storia antica per il borgo di Fontana Posta sul piccolo torrente della val di Renzo, tributario del fiume Gobbia, Fontana sorge a 355 metri di altitudine sopra la località Piatucco e appena sotto la Fontana Nona che in questo luogo ha la sua sorgente. Etimologia facile per il piccolo centro abitato valgobbino, che proprio dalla fontana destinata a distribuire l’acqua sorgiva prende il nome. Un termine che compare per la prima volta in un documento del 14 febbraio 1574, il quale attesta come in “Contrada Villa di Fontana” venga all’epoca convocata la vicinia per approvare l’acquisto di una casa in “villa de Platucho” e renderla abitabile per un notaio. Un nome che dalla carta catastale del 1610 compare poi nella semplice forma di “Fontana”. Centro abitato un tempo molto ridotto, avvinghiato attorno all’antica chiesetta eretta nel 1676, e poi cresciuto sino a raggiungere il patrimonio sufficiente a staccarsi dalla Pieve di S. Giovanni (1939). Un decreto vescovile datato 16 aprile 1940 sancisce che la chiesa curiaziale di S. Rocco e la frazione di Fontana si stacchino dalla Pieve di Lumezzane, divenendo parrocchia sotto la denominazione di Lumezzane Fontana. È da allora che gli abitanti cominciano a manifestare la volontà di una nuova chiesa; così, scartata la proposta di costruirla nell’area della chiesetta preesistente, viene scelta l’attuale località Caselli. Nel 1961, su progetto dell’ingegner Domenico Gorlani e del professor Dino Bianchi di Brescia, vengono avviati i lavori per l’edificazione della nuova chiesa parrocchiale, poi inaugurata nel settembre del 1969 e della quale proprio quest’anno verrà celebrato il quarantesimo dalla fondazione.
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Alta Valle
Insieme a Pesei L’azienda agricola Pesei di Tavernole non va in vacanza e per tutte le domeniche pomeriggio da qui a ottobre propone una serie di attività per gruppi e famiglie. Un percorso di educazione ambientale e alimentare lungo il sentiero che dai Piani di Caregno porta in Pontogna e a Cimmo. Un’occasione per trascorrere una domenica pomeriggio in modo diverso, istruttivo e divertente, immersi nella natura e al tempo stesso in un territorio ricco di storia. Per informazioni dettagliate è possibile consultare il sito web www.pesei.it. Per prenotazioni telefonare al numero 335 6677729 oppure mandare una mail a didattica@pesei.it.
Collio. Il Bike Park rilancia la Pezzeda: il prossimo 19 luglio una prova del Campionato italiano di Downhill
Il brivido della discesa in bici Oltre alla spettacolare gara, circuiti e impianti di risalita aperti tutta l'estate per gli appassionati di mountain bike di Edmondo Bertussi
Dal 16 al 19 luglio il Bike Park dell’Alpe Pezzeda di Collio ospiterà la prova unica di campionato italiano di Downhill (DH): la specialità più divertente e spettacolare della mountain bike (salti su gobbe naturali e artificiali) . Si pratica su ripidi pendii in discesa con apposite biciclette bi - ammortizzate: il biker è obbligato ad idonea protezione (casco integrale, gomitiere, ginocchiere e guanti) per proteggersi da cadute. Poi c’è il “Freeride”, disciplina più libera, come il cross - country: bici più leggere tipo il “rampichino”, che consentono anche la risalita su percorsi adatti a tutti. La gara nazionale è il riconoscimento dell’eccellenza del Bike Park nato
Bici in corsa in Alta valle
dalla passione di alcuni amici che praticavano la specialità e ne intuirono le potenzialità come prolungamento, nella stagione senza neve, dell’utilizzo di funivie e piste da sci. Era il 2005. La Siv Spa, controllata dagli enti pubblici, aveva appena riaperto la stazione sciistica dopo anni di chiusura. Capì l’importanza del progetto: modificò i sedili della seggiovia, dotandoli di appositi ganci per trasportare in quota il passeggero e la sua bicicletta. Da lassù qualcuno aveva già azzardato
la discesa per circa 4 km fino al trampolino di Collio o con scorribande su sentieri e sterrate vicini. Si tracciarono le prime due piste permanenti di Downhill sfruttando la pendenza iniziale del mitico Canalone; due piste di Freeride e un anello di cross country che consentono di godersi, partendo dalla Pezzeda, boschi e panorami dell’Alta valle fino a Bovegno e Marmentino. Ora le piste sono quattro di DH (per circa 7 km) dalla cima della Pezze-
da, con un tracciato - scuola. Quattro quelle di Freeride (per quasi 25 km) per tutti i gusti: novità 2009 di grande successo quella che consente la discesa fino alla miniera Tassara sulla provinciale da dove si rientra in Collio alla seggiovia. Dal primo sabato di giugno ha ricominciato a girare la seggiovia. È stato un inizio di stagione col botto: centinaia di giornalieri staccati per i bikers, in gran parte provenienti da fuori provincia, e cifre da stagione invernale piena. Si è aggiunta una novità assoluta: la bici - terapia, nuova frontiera nella cura dei mali oscuri tanto diffusi al giorno d’oggi. Alla partenza della seggiovia in Collio è possibile infatti noleggiare tutta l’attrezzatura, ci sono a disposizione istruttori qualificati di livello nazionale e accompagnatori: tra loro due appassionati psicologi di Milano pronti a seguire l’atleta o amatore che lo richiede. La seggiovia rimarrà aperta fino a metà settembre ogni fine settimana e dall’8 al 23 agosto tutti i giorni. I prezzi per le risalite: 18 euro i giornalieri, 10 euro mattinieri e pomeridiani, 170 euro lo stagionale. Tra le manifestazioni collaterali il 4 luglio e l'8 agosto escursioni in notturna. Info: www.bikeparkpezzeda.com; cell. 339 8357174 (Gianni Mozzoni).
Marmentino. Entro settembre il completamento della rete e il progetto per l'impianto di cogenerazione
La lunga attesa per il teleriscaldamento a biomassa Dopo quattro anni dall’inizio dei lavori sembra la volta buona per Marmentino, pronto alla realizzazione del teleriscaldamento a biomassa (legna vergine): sta scritto in documenti ufficiali intercorsi e firmati tra Comune e Fravt (Fonti Rinnovabili Alta Valtrompia), la società prima a controllo pubblico ed ora a controllo privato francese, che ha realizzato e messo in funzione l’impianto di Collio. Una vicenda che dura da quattro anni, dopo un inizio a tambur battente (in parallelo alla realizzazione a Collio) con avvio a Dosso, poco dopo la deviazione verso la Vaghezza, dei lavori
per la centrale e la rete di tubature. Poi tutto si era di fatto bloccato, nonostante le rimostranze di Comune e cittadini. Ora le grosse novità. Alla base una nuova convenzione tra Comune e società firmata un anno fa (in data 23 giugno 2008) con scadenza 2040, e rilascio fideiussione assicurativa di 200mila euro dalla società al Comune a garanzia del suo rispetto. Contiene l’impegno a “ultimazione lavori relativi alle reti, agli impianti e attivazione dei servizi entro il 30 settembre 2009”. Insieme l’approvazione dei necessari permessi per la realizzazione di un impianto di “cogenerazione”
(produzione combinata di energia elettrica e calore) come a Collio, sempre alimentata a legna vergine e ritenuta l’unica strada per una gestione in attivo dell’impianto, in sostituzione del vecchio progetto di solo “riscaldamento dell’acqua”. L’impianto avrà una potenza di 1000 Kw in grado di soddisfare i consumi medi di circa 800 famiglie. La convenzione contiene poi una serie di clausole a tutela dei cittadini che già avevano sottoscritto i precontratti. Il tutto è stato reso pubblico con l’ultimo Notiziario Comunale. e.b.
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Media Valle
Una meridiana a S. Maria del Giogo Sabato 4 luglio è stata inaugurata al santuario di S. Maria del Giogo la nuova meridiana realizzata da studenti e insegnanti dell’istituto comprensivo “Oriana Fallaci” di Polaveno. Realizzata con la collaborazione dell’amministrazione comunale, la meridiana ha aperto la tre giorni di festa per la celebrazione del 70° del gruppo Alpini di Polaveno. Già l’anno passato ne era stata realizzata una in collaborazione con l’istituto di Sarezzo e il suo ex-preside Francesco Ceretti, però sfortunatamente staccatasi dalla sede e andata rotta. Ora una meridiana tutta nuova, costruita in terracotta e raffigurante tutti gli stemmi delle brigate alpine italiane.
Agorà della Diocesi. Il 20 luglio alle 21 l'elevazione spirituale per presentare la Lettera del vescovo Monari
“Terre di fede”, tappa in Valle alla chiesa di Villa Carcina di Fabio Larovere
Fa tappa a Villa Carcina, scelta come riferimento per la Valtrompia, “Agorà”, l’evento di presentazione alla Diocesi della Lettera Pastorale del vescovo. Si tratta di “Terre di fede”, il primo di tre momenti nei quali è articolato l’insieme delle iniziative che caratterizzano l’inizio del nuovo anno pastorale, per far sì che la Lettera del vescovo possa avere una risonanza maggiore per la Chiesa diocesana e per la società civile. L’appuntamento è per lunedì 20 luglio alle ore 21 sul sagrato della parrocchiale dei santi Emiliano e Tirso a Villa (via Roma). Qui si tiene un’elevazione spirituale che ha per tema l’eucarestia e verterà sulla presentazione meditata dell’opera scelta come riferimento per la macrozona della Valtrompia. Si tratta della stupenda pala di Moretto “Cristo eucaristico con i santi Cosma e Damiano”, conservata nella parrocchiale di Marmentino, che verrà presentata da don Giuseppe Fusari, direttore del Museo Diocesano di Brescia. Nell’ambito dell’elevazione spiritua-
La chiesa parrocchiale dedicata ai santi Emiliano e Tirso
le l’attore Luciano Bertoli leggerà poi alcuni passi dalla Lettera Pastorale del vescovo, alternandosi con il coro “La soldanella” di Villa Carcina che, diretto da Pasquino Zanotti, eseguirà brani sacri. All’evento sono invitati tutti i fedeli triumplini; esso viene replicato, oltre che in città, in altri cinque paesi della Diocesi, per coinvolgere al massimo la Chiesa
bresciana. “Agorà” richiama la piazza, il luogo dove la gente si trova, si incontra e discute. L’intento è proprio quello di far sì che il tema dell’anno pastorale tocchi gli aspetti principali della vita e diventi oggetto di confronto anche al di fuori del ristretto ambito ecclesiale. Per l’anno pastorale 2009-2010 il Vescovo ha scelto il tema dell’Eu-
caristia, secondo il motto paolino “un solo pane, un unico corpo”. La nuova impostazione dell’inizio dell’anno pastorale è stata così pensata in tre momenti essenziali, riguardanti rispettivamente il “prima”, il “durante” e il “dopo” la settimana d’inizio. Il primo momento, intitolato “Terre di fede”, si svolge in questo mese di luglio. Il secondo si intitola “Chiesa nella città” e comprende la settimana che va dall’1 al 5 settembre: è il momento centrale che, coinvolgendo anche la città, richiamerà attorno al vescovo, segno visibile della sua unità, l’intera Diocesi, attraverso una serie di iniziative che culmineranno nella solenne Concelebrazione eucaristica di sabato 5 settembre in Duomo nuovo. L’ultimo momento, “Popolo in cammino”, è previsto per il mese di ottobre: il vescovo si porterà nelle cinque macrozone e presenterà il tema della sua Lettera pastorale. Per la Valtrompia, l’appuntamento è lunedì 5 ottobre nella Sala della Comunità di Inzino di Gardone (via Volta). Tutte le informazioni su “Agorà” si possono anche trovare all’indirizzo internet www.diocesi. brescia.it/agora.
Arte. Il capolavoro conservato a Marmentino scelto come opera di riferimento per la Valtrompia
Il “Cristo eucaristico” di Moretto tra arte e teologia L’opera d’arte di riferimento per la Valtrompia nell’ambito della preparazione all’inizio dell’anno pastorale è uno dei capolavori di Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (1498 – 1554), “Cristo eucaristico con i santi Cosma e Damiano”, conservato nella chiesa parrocchiale di Marmentino. Secondo gli studiosi, la pala fu commissionata da Donato Savallo, arciprete del Duomo di Brescia e titolare del beneficio parrocchiale di Marmentino, che l'avrebbe fatta dipingere attorno al 1540. Al centro, sopra un basamento è posta l'Eucaristia,
mentre al di sopra, simbolicamente nascosto da un velo tenuto da due putti alati, sta il Cristo risorto che tiene gli strumenti della passione. In basso sono posti i due santi titolari della chiesa di Marmentino, Cosma e Damiano, veri e propri testimoni del mistero. C’è un diretto rapporto tra ciò che si vede e ciò che il velo nasconde. Moretto mette in scena questa allegoria attraverso l’immagine del velo tenuto dai due angioletti: è questo limite che segna ciò che si vede da ciò che si può credere. Qui si apre la dimensione del Corpo glorioso: quel pane issato sul basamento
"Cristo eucaristico" di Moretto
è il punto di attrazione che non solo simboleggia un dono, ma che lo rende presente nella sua misteriosa possibilità. E così si compie l’unificazione tra quanto realizzato nell’Eucaristia e quanto compiuto sulla croce: tutto è attirato in quel luogo che è per sua natura eucaristico. Perché in quel luogo ciò che è accaduto una volta è accaduto per sempre e rimane tale per l’eternità. Perciò Cristo è perennemente pane, crocifisso, e risorto e come tale è rappresentato nel mistero che attira e che realizza l’assicurazione della gloria nostra futura.
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Polaveno. L'originale competizione, nata nel 1986, è una delle prove in programma dal 19 al 26 luglio
Il Palio dell’Oca, un’occasione per celebrare la patrona S. Anna di Rosa Casari
C’è un paese incastonato tra Valtrompia e lago d’Iseo dove prende corpo quel “fà nà le oche” spesso rivolto al pigro camminatore. Siamo a Polaveno, dove ormai da ventitré anni si svolge con successo crescente il famoso Palio dell’Oca. Dal 19 al 26 luglio il borgo valtrumplino sarà inondato dei ridenti festoni delle cinque contrade. “Sin dal 1986 il Palio vuole essere una festa patronale – dice il parroco don Mario Laini - un modo di coinvolgere l’intera comunità polavenese nel ricordo di S. Anna (patrona insieme a S. Nicola Vescovo). Un modo di incontrarsi che non si esaurisce nella sola giornata di celebrazione patronale (26 luglio), ma parte da lontano con la lunga preparazione da parte dei contradaioli di una festa lunga una settimana”. Castello, Gorgo, Roma Nord, Roma Sud e Zoadello, questi i nomi delle contrade che si sfideranno nei sette intensi giorni di prove e giochi. Tutto avrà inizio con la solenne processione di domenica 19 luglio dal santuario di S. Maria del Giogo alla località Zoadello. “Un corteo di persone che s’incontrano – prosegue
La piazza di Polaveno, uno dei luoghi del palio
don Mario - perché l’incontro è la filigrana di tutta la manifestazione, un modo per lasciare da parte screzi e rancori e riannodare i legami fra gli uomini, come in una grande famiglia allargata”. Motore instancabile dell’organizzazione è il trio formato da Ezio Pintossi, Silvano Poli e Giancarlo Pintossi che, con il prezioso e indispensabile aiuto dei capi-contrada
e di tutti i contradaioli, si prodigano per realizzare quest’anno la XXIII edizione del Palio dell’Oca. Proprio Giancarlo Pintossi ci spiega perché la scelta è ricaduta sull’oca: “Quando si decise di avviare questa manifestazione l’intento era ricordare S. Anna e al contempo animare Polaveno con tutta una serie di giochi; fra questi, anche una corsa di animali e di qui l’oca, creatura buffa
che fa divertire grandi e piccini e non troppo costosa”. Una comunità che partecipa con passione all’evento dell’estate, sempre più mischiata a gente che da tutta la Valle accorre per assistere alla curiosa sfida “animalesca”: cinque oche gareggiano in una corsa dalla parrocchiale al campo sportivo, guidate ciascuna da un contradaiolo munito di bastoncino ma che non può in alcun modo toccarle. Oche che corrono per portare punti alle rispettive squadre, perché il Palio è un vero e proprio torneo di prove sportive: la partita di calcio, la gara sui trampoli, il tiro alla fune, la staffetta per bambini e adulti, il percorso ciclistico, il taglio della legna, la gara con le pinne, la briscolata e l’immancabile palo della cuccagna. E alla fine, la contrada che metterà in carniere il maggior numero di punti potrà portarsi a casa l’ambito Palio, quel drappo decorato a mano che potrà conservare sino all’edizione successiva e diverrà di sua proprietà se riuscirà a vincerlo per due edizioni, anche non consecutive. Tutto questo è il Palio dell’Oca, una festa che dal 19 al 26 luglio illuminerà Polaveno con migliaia di piccole bandiere colorate, come mani che salutano e rinsaldano i legami di un’intera comunità.
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Concesio. Due milioni di euro la spesa complessiva, ma i lavori saranno suddivisi in diversi lotti
Sant’Andrea, cantieri in vista per il nuovo oratorio di Lia Micale
Il progetto per la ristrutturazione del complesso oratoriale di S. Andrea, presentato l’11 giugno 2008, sembra possa tradursi a breve in realtà. Un oratorio concesiano che continua ad adempiere la funzione di aggregazione giovanile assegnatagli da don Giovanni Bosco, ma necessita di una struttura più funzionale e organica rispetto a quella attuale, i cui ultimi lavori risalgono a una trentina di anni fa. “Gli spazi sportivi e per la catechesi - dice don Piero Minelli, parroco di S. Andrea - sono limitati e si disturbano a vicenda, perché nati un poco per volta dai bisogni contingenti, ora ci vuole un radicale e urgente intervento”. Un progetto di grande portata i cui tempi di realizzazione saranno condizionati dal reperimento delle risorse finanziarie. “La spesa preventivata dai progettisti – prosegue don Piero – è di due milioni di euro, certamente troppo onerosa per la Parrocchia. Pertanto, avremmo pensato di realizzare il progetto a lotti, partendo dagli interventi più urgenti: prima di tutto la zona spogliatoi e delle attrezzature sportive,
Il progetto di nuovo oratorio a Concesio Sant'Andrea al computer
poi i lavori per aule, bar, segreteria, servizi, ascensore, sala polivalente e zona cucine”. L’oratorio, attraverso le attività che vi si svolgono, è un punto di riferimento educativo, una risorsa per l’oggi e per il domani, e molto dipende da come la comunità lo senta casa propria. “L’opera è importante – continua il parroco concesiano - ma non si vuole soffocare la parrocchia
gravandola di un impegno economico così rilevante. Più che di strutture l’oratorio è fatto di persone e qui a S. Andrea la realtà parrocchiale è molto bella e vivace, ricca di talenti, e in un oratorio vanno messi in condivisione i talenti di tutti, senza che nessuno si senta escluso. Compito del pastore è guardare alle cose essenziali: abbiamo tanto e non ce ne accorgiamo, perciò bisogna
aiutare la comunità a cogliere le priorità”. Gli oratori come l’espressione dell’amore del Signore che si manifesta, come l’ambiente di una grande famiglia. “Occorre solo un po’ di umiltà – continua don Piero – secondo lo stile di Gesù Nazareno, che è vissuto per trent’anni nel nascondimento. La ristrutturazione è importante, ma bisogna avere chiare queste idee prima di procedere, perché il rinnovamento dell’oratorio è il segno di un grande amore per la comunità, una scommessa per il futuro e una grande speranza”. A Concesio regna l’ottimismo per questa importante opera, ma i fondi non sono la preoccupazione principale. “Prima di iniziare i lavori - conclude don Piero Minelli - bisogna mettersi in regola con i documenti richiesti dallo Stato (Sovrintendenza per i Beni Culturali). La ristrutturazione dell’oratorio è soprattutto un atteggiamento di rispetto verso le persone, che devono poter vivere in un ambiente decoroso e rispettoso delle normative vigenti. Noi siamo ottimisti e sappiamo di poter lavorare con l’appoggio della Curia e dell’amministrazione di Concesio che, oltre all’aiuto nel reperimento di fondi, si è sempre dimostrata sensibile alle iniziative parrocchiali”.
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Economia L'incontro
Giancarlo Conti Giuseppe Mattei Dalla Cassa Rurale del 1897 all'odierna Bcc della Valtrompia
Sicurezza nel credito e utilità sociale Raccogliere il capitale e investirlo nel territorio della comunità Giuseppe Mattei, vicedirettore Bcc della Valtrompia
di Andrea Alesci
J Dirimpetto al municipio di Gardone sorge la Banca di Credito Cooperativo della Valtrompia. E lì, al secondo piano di una luminosa stanza con vista sul liceo scientifico, ci accolgono il direttore generale Giancarlo Conti e il vicedirettore Giuseppe Mattei. Come nasce la Banca di Credito Cooperativo della Valtrompia? La nostra è una banca profondamente inserita nel territorio, che affonda le radici a Bovegno, dove tuttora vi è la sede principale. La Bcc odierna si è sviluppata nel corso del tempo, partendo dalla “Cassa Rurale di Depositi e Prestiti di Bovegno - Società Cooperativa”, presieduta da don Giovanni Tanghetti nel 1897. Nel 1990 sorge a Bovegno la sede della “Cassa Rurale” e nel 1993 avviene la fusione con la “Cassa Rurale e Artigiana di Lodrino” (nata nel 1983), dando origine alla Bcc di Alta Valtrompia. Poi, nel 1998, ventilatasi l’ipotesi di un assorbimento alla Bcc di Brescia, il Consiglio di amministrazione vota per l’autonomia dell’istituto con la nomina di un nuovo Cda. Nel 2003 arriva la sede secondaria di Gardone, e con essa la denominazione attuale di Bcc della Valtrompia. Un istituto di credito che opera in tutta la Valle. Oltre alla sede storica di Bovegno siamo a Gardone Val Trompia,
Lodrino e dalla scorsa primavera anche a Sarezzo. Inoltre, abbiamo diversi uffici di tesoreria: a Pezzaze, Collio, S. Colombano, Marmentino e Irma. Qual è l’offerta che proponete alla vostra clientela? Nelle quattro sedi abbiamo ventotto dipendenti, sempre pronti a servire i clienti all’insegna della cortesia e della disponibilità. Il punto forte del nostro modo di agire è la capacità di ascolto. Sono le famiglie, gli artigiani e le piccole e medie industrie che decidono di affidarsi alla nostra banca. Come opera la Bcc della Valtrompia? Pur essendo una banca di piccole dimensioni, grazie al supporto del sistema cooperativo possiamo offrire ai clienti dei servizi pari a quelli delle altre banche. Applichiamo anche noi una forma di banking online, chiamato “Relax Banking” (che si trova sul nostro sito web www.bccvaltrompia.it) attraverso cui il cliente può accedere al proprio conto sia dal punto di vista informativo che operativo. Inoltre, diamo la possibilità ai nostri clienti di effettuare prelievi Bancomat gratuiti in tutti gli sportelli Bcc d’Italia. Dal punto di vista dell’immagine quali sono i riscontri? Per la percezione del nostro operato ci affidiamo ai sondaggi effettuati a livello del sistema bancario, e da questi dati possiamo dire che le Bcc in generale sono meglio apprezzate rispetto alla media degli altri istituti di credito. Nel nostro caso, poi, la distribuzione omoge-
nea sul territorio e la denominazione che si riferisce a tutta la Valle (Bcc della Valtrompia) hanno contribuito ad aumentare la sensazione positiva da parte della gente. A confermarlo anche le sponsorizzazioni a livello nazionale che le Bcc hanno consolidato nel corso del tempo. Che tipo di rapporto viene instaurato con il cliente? La nostra è una strategia di totale apertura ai bisogni del cliente, che può diventare socio della banca e partecipare attivamente alle attività. I soci sono circa 2.300, ma ci stiamo muovendo per ampliare la base sociale, numericamente e in relazione ai progetti personali, cercando di valorizzare le idee dotate di forte capacità realizzativa. Un’utilità sociale che direzioniamo verso il singolo (livelli interessanti di accesso a crediti e servizi), ma anche e soprattutto a favore della collettività: annualmente eroghiamo liberalità a favore di iniziative sociali e culturali (750mila euro negli ultimi cinque anni). D’altra parte, la differenza fra le banche popolari e le Bcc è la matrice: laica per le prime, cattolica per noi, tanto che anche la Bcc della Valtrompia si muove in tal senso, interpretando l’enciclica “Rerum Novarum” emanata da papa Leone XIII nel 1891, che esortava i cattolici a “intraprendere iniziative concrete in campo economico per stimolare lo sviluppo dei ceti rurali e del proletariato urbano”. In che modo il collasso economico scatenato dai grandi isti-
tuti di credito internazionali ha colpito la Bcc della Valtrompia? La grossa crisi economica diffusasi a macchia d’olio dal continente americano a quello europeo non ci ha toccato, anzi ha evidenziato gli aspetti virtuosi di Bcc, da sempre capace di raccogliere il capitale e investirlo nel proprio territorio, evitando speculazioni su mercati non domestici. Questo significa che la Bcc della Valtrompia è ancorata all’economia reale. Inoltre, il sistema di credito cooperativo risulta molto patrimonializzato: non possiamo pagare tanti utili e i nostri ratios patrimoniali sono al vertice del sistema. E come Bcc abbiamo un sistema riconosciuto di garanzie (Fondo di garanzia istituzionale) che offre ai clienti garanzie di solvibilità delle Bcc aderenti, tra cui la Bcc della Valtrompia. Guardando al futuro? Nel piano strategico di crescita è prevista la possibilità di aumentare la presenza fisica sul territorio, mentre per il futuro più immediato vogliamo continuare a dare sostegno all’economia locale, supportando i nostri soci/clienti. Siamo una banca e compriamo soldi, quindi abbiamo una grande responsabilità verso chi ce li affida. Per questo motivo abbiamo sottoscritto insieme alle Bcc bresciane, e di concerto con Confidi e Regione Lombardia, una convenzione denominata “Confiducia” che offra liquidità alle aziende in difficoltà; mentre con la Provincia di Brescia ci siamo mossi per anticipare gli importi di cassa integrazione.
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"Valtrompia storica" nel web
Cultura
e comunicazione
Nata nell’aprile del 2007 da un gruppo di appassionati alla storia locale, l’associazione culturale “Valtrompia Storica” si propone di raccogliere documenti che hanno caratterizzato la storia della Valtrompia dagli albori ai giorni nostri. Un progetto di ricerca che pubblica su internet tutto il materiale raccolto, con l’intento di predisporre un’enciclopedia on line della storia valtrumplina. Un sito web (www.valtrompiastorica.it) dove trovare informazioni sul territorio, gli avvenimenti storici, l’arte, la gente, gli antichi mestieri, le tradizioni popolari, la lingua dei paesi distribuiti lungo la valle del Mella.
Valtrompia. Pubblicato dal Comune dell'Alta Valle un corposo volume sulla storia e l'arte dell'antico borgo
“In terra di Marmentino” con lo storico Carlo Sabatti Un viaggio nella storia fra mestieri, opere d'arte e figure del passato, tra cui il marmentinese Nicolò Tartaglia di Lia Micale
Nelle cinquecentosessanta pagine che lo storico Carlo Sabatti, con la collaborazione di Elena Pala, ha curato per la Compagnia della Stampa è condensato con sapiente maestria e rara precisione il passato e il presente di Marmentino. “In terra di Marmentino. Viaggio nella storia e nell’arte”, questo il titolo dell’opera, voluta dal Comune triumplino, che racchiude la vita del piccolo paese e allo stesso tempo tratteggia il quadro di una Valtrompia che con Marmentino ha camminato attraverso il tempo. Un viaggio iniziato ben prima che l’uomo ponesse il proprio calcagno sul ferroso terreno triumplino, come ricordano le cinque paginette d’introduzione scritte da Luigi Mor: Dalla preistoria all’anno 1002, un excursus sulla presenza umana in Valle e sulla prima testimonianza scritta (un
Panorama di Marmentino
testamento del 12 luglio 1002 redatto dalle misteriose Donne di Fusio) con cui Marmentino entra ufficialmente nella storia e apre gli Annali della Comunità di Marmentino, registrati da Carlo Sabatti: il corpo centrale del libro, in movimento fra le pieghe di una storia paesana che poi abbraccia le vicende dell’intera Valtrompia e dove troviamo l’ipotesi (fondata) sull’origine marmentinese del famoso matematico bresciano Nicolò Tartaglia: al secolo Nicolò Fontana, sfregiato alla faccia da un attacco fran-
cese, egli poté parlare solo balbettando e come disse lui stesso “perché tal cognome me durò molto tempo, per bona memoria di tal mia disgrazie m’è apparso di volermi chiamare Nicolò Tartaglia”. Negli annali sono appuntati episodi di uomini, perché di essi è fatta la storia e del mondo e di Marmentino, fra dispute di confine, pievi che diventano parrocchie, testamenti da discutere, matrimoni, battezzi, feste e curiosità, e ancora mestieri, pagamenti, costruzioni, lasciti, visite e racconti. Storie di uo-
Don Mazzolari, Brescia e la Valtrompia Dopo “Primo Mazzolari. Un uomo libero”, (editrice Ave, Roma, 2009), è ora in libreria il nuovo libro di Anselmo Palini “Don Primo Mazzolari, Brescia e i bresciani”, pubblicato dall’Opera Diocesana San Francesco di Sales, con l’introduzione di mons. Luciano Monari. Il volume approfondisce i forti legami che don Mazzolari ha avuto con Brescia: don Primo è infatti intervenuto numerose volte nella nostra città e in vari paesi della provincia per esercizi, quarantore, predicazioni, conferenze. A Brescia don Mazzolari aveva alcuni dei suoi più cari amici e sicuramente molte persone che seguivano con interesse la
sua attività: da Stefano Bazoli, Andrea Trebeschi e Pietro Cenini ai padri filippini della Pace. A Brescia don Mazzolari ha potuto pubblicare le sue prime opere, grazie a Vittorio Gatti, un coraggioso libraio-editore indipendente. Il libro è arricchito da un’ampia appendice che riporta gli articoli che don Mazzolari scrisse per riviste bresciane, tra cui quelli pubblicati su “La Voce Cattolica” (così si chiamava allora “La Voce del Popolo”), tra gennaio e marzo del 1937. Nel libro si parla anche della vicenda che ebbe come protagonista il saretino Oliviero Ortodossi, che pagò con il carcere nel 1933, assieme a Ettore Bas-
sani, un suo operaio di Villa Carcina, l’opposizione al fascismo. Questo, per avere avuto il coraggio di stampare un manifesto antifascista diffuso in piazza San Pietro a Roma. Quanti vennero arrestati con Ortodossi e Bassani, come ad esempio Piero Malvestiti (futuro ministro con De Gasperi), erano cari amici di don Mazzolari. Nel libro di Anselmo Palini si ricordano anche le Missioni che, nel maggio 1947, don Mazzolari predicò a Gardone Valtrompia, invitato dal prevosto don Francesco Rossi. Questo energico e affascinante predicatore che molti anziani gardonesi ricordano ancora oggi.
mini annotate fino al XX secolo, in un procedere scandito dalla presenza rassicurante delle chiese di Marmentino, dalla parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano a quelle delle sue frazioni: S. Maria Assunta a Dosso, S. Rocco a Ombriano, Ss. Faustino e Giovita a Ville. Quattro eleganti case che nella sezione curata da Sandro Guerrini mostrano in fotografie cartacee le proprie architetture, i dipinti, gli affreschi e le storie personali degli artisti che ivi lasciarono un segno, da Moretto a Bagnatore a Montanino. Chiese scintillanti d’arte e non certo spoglie di arredi sacri: calici, ostensori, turiboli, croci, pianete e piviali che Ivo Panteghini ha documentato con dovizia in un’altra sezione del libro. E che cos’è una chiesa senza uno strumento che possa trasformarla in sublime cassa di risonanza delle preghiere levate al cielo, con quegli organi che ritroviamo nelle accurate descrizioni di Guido Galli. Chiese dove le voci della gente risuonano, chiamate alla Messa dal fedele suono delle campane, qui classificate con dovizia da Giambattista Morandini. Un volume che si conclude con l’apparato di documenti e regesti ad opera di Carlo Sabatti, che in 560 pagine ci accompagna con delicatezza in un viaggio alla scoperta di Marmentino, fertile terra di lavoratori e incantevole luogo di arte.
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Inzino. In un libro del 1616 la vicenda della divinità, la cui statua è conservata nei Musei Civici di Brescia
Il dio celtico Tullino, Marte della Valtrompia di Fabio Larovere
“Nella terra d’Inzino di Valtrompia fù la statua di quest’Idolo; e tutt’hora v’è il piedistallo, ritrovato in una Cappella antichissima. Era Tillino scolpito di ferro, tutto ignudo, ghirlandato di Lauro, col piede sinistro sopra ad un teschio d’huomo; dal quale uscivano rami d’oliva”. Comincia così il capitolo delle “Memorie bresciane” di Ottavio Rossi dedicato a “L’idolo Tillino”. Il volume, pubblicato per la prima volta nel 1616, rappresenta una delle opere più lette e apprezzate del Seicento bresciano. L’autore, vissuto tra il 1570 e il 1630, fu uno degli esponenti di spicco della rinnovata attenzione alla storia antica del territorio bresciano, in particolare per le origini romane della città. A pagina 129 ci s’imbatte nell’accurata ricostruzione, con tanto di immagine, della statua del dio triumplino, che il Rossi dice di riportare così come era stata registrata in un antico manoscritto appartenuto al sig. Alfonso Zaniboni. Nello stesso si riferiva dell’ordine impartito dal vescovo Ramperto nell’anno 840 di “spezzare” la statua, probabilmente perché segno della cultura pagana.
L’autore riferisce inoltre che la mano di bronzo posta in cima al bastone della statua gli è stata donata dal conte Pietro Avogadro. Secondo gli studiosi, Tullino o Tillino era una divinità celtica minore, la cui unica testimonianza è rappresentata proprio dal ritrovamento di un’ara murata nella parte esterna dell’abside della chiesa parrocchiale di Inzino, prospiciente l’orto della canonica, che probabilmente aveva inglobato i resti di mura preromane. Alta 1,05 metri e larga 0,60 cm, l’ara è in pietra di Botticino e si trova ora conservata presso i Civici Musei di Brescia. Tullino fu venerato in Valtrompia insieme al dio Bergimo e probabilmente fu equiparato a Germanico, figlio di Druso, che aveva accolto sotto la sua protezione triumplini e benacensi. Secondo il Falsina, sarebbe la sintesi di Marte e Vulcano della mitologia classica e potrebbe definirsi “il dio delle armi e del ferro, eloquente personificazione di questi antichissimi valligiani, come lui, mezzo fabbri e mezzo guerrieri”. Tale tesi appare condivisa dal Rossi che, riportando l’opinione del già citato Zaniboni, “letterato acutissimo”, scrive che Tullino non sarebbe altro che “la figura di Marte simbolicamente scolpita in questo modo da i Trium-
plini”. E i resti di antiche mura romane su cui furono eretti, secondo secon ndo il Cominassi, l’attuale parrocchiale occhiiale e canonica di Inzino, potrebbero rebbeero essere gli avanzi di un tempio pio p proroprio dedicato a Tullino. Primaa di lanciarsi in una dotta analisi lisi ssimimbolica della figura del Dio, il Ro Rossi ossi riporta un’altisonante e alquanto lquaanto o fantasiosa descrizione della divilla d ivii nità stessa: “Io direi che Tillino signficasse Iddio eterno fortisrtissimo, trionfator antichissimo, mo, concorde, pacifero, prencipe pe dell’allegrezze, vero apolliine; Dio che con ferma conntinuata stabilità, liberalissiimamente, fedelissimamente te opera, con eterna prudenza nza la perfettione; e per via della morte de gli huomini, facendo cend do conoscer la sua potenza, rende ende glii uomini immortali, con sempiterna mpiterrna quiete, adornando le loro più vere vere grandezze”. Tullino è ricavato dal latino “Tulno “T Tullinus” e il legame con Marte arte può può ò essere collegato anche al dio “Tri“T Tri ritullus”, di cui serba tracce un’iscrizione trovata a Saint-Laurent-deTrèves nel dipartimento francese della Lozère, dove viene invocato come Mars[ti] Tritullo. Inoltre, il nome Tritullus può essere interpretato anche risalendo
ai suoi elementi proto-Celtici: tris(tre volte) e tullo- (perforato). Di qui l’interpretazione come “dio che colpisce tre volte” (numero sacro per i celti), dotato di una lancia e assimilabile al culto dei Romani per Marte.
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Lumezzane Calcio, presentazione il 23 luglio
Sport
Fissata a giovedì 23 luglio la presentazione del Lumezzane Calcio che, per il secondo anno consecutivo, prenderà parte al campionato di Prima Divisione (Lega Pro, girone A). Alla tradizionale location di Polpenazze stavolta è stata preferita la soluzione a due passi da casa. Avverrà in serata nel piazzale della piscina, zona adiacente lo stadio Comunale. Nel frattempo il club valgobbino ha ufficializzato il nuovo sponsor tecnico. Si tratta della Acerbis, azienda bergamasca leader nel mondo del motociclismo e già al fianco dell’Albinoleffe in serie B. Il marchio comparirà sulle maglia della prima squadra e delle giovanili.
Twirling. La società valgobbina, fondata nel 1980, fa perno sull'impegno gratuito di tre giovani ragazze
Lumezzane, danzare col bastone nell’armonia musicale del corpo Una disciplina poco conosciuta ma spettacolare. Nel settore agonistico Chiara Salvatti campionessa italiana di Andrea Alesci
C’è un posto a Lumezzane dove la passione ha preso corpo in una parola strana quanto il dialetto valgobbino: “Twirling”. Non esiste corrispettivo italiano per questo ‘roteare rapidamente nell’aria’: un’azione fattasi sport nel volteggiare armonico di un corpo e un bastone al ritmo della musica. Nato nelle isole dell’oceano Pacifico come danza e diffusosi negli Stati Uniti d’America con bande che rallegravano le feste, non va confuso alle majorette, che di questa disciplina costituiscono solo una parte, esibendosi in spazi aperti e calzando scarpe da ginnastica. Per i praticanti del twirling solo scarpette da danza e un luogo chiuso: la palestra. È lì, nella palestra di via Ragazzi del ’99 a Lumezzane che incontriamo tre giovani allenatrici: Stefania Federici, Michela Mori e Monica Gobbi. Fondato nel 1980, il Twirling Lumezzane sopravvive grazie all’autofinanziamento e alla passione inossidabile di alcune persone. “Dedichiamo tutto il nostro tempo libero agli allenamen-
Il gruppo del Twirling Lumezzane
ti – dice Stefania Federici – e con Michela (Mori, ndr) alleniamo il settore agonistico, che conta dodici ragazze e un ragazzo (Michele Monea), mentre Monica Gobbi si occupa delle venti iscritte al gruppo di promozionale (pre-agonistico). Ancora poco diffuso in Italia (squadre sparse fra Lombardia Piemonte, Liguria, Veneto, Friuli, Marche e Sicilia) nella provincia di Brescia ci sono solo due società: il Twirling Lumezza-
ne e il Lume Fitness, che opera principalmente in Valsabbia. “Il lavoro che portiamo avanti è impegnativo – riferiscono le allenatrici –, gli allenamenti si svolgono tutto l’anno ad eccezione del mese di agosto, però le soddisfazioni non mancano e proprio lo scorso 4 e 5 aprile abbiamo disputato con quattro nostri atleti i nazionali individuali a Busto Arsizio e Chiara Salvatti si è laureata campionessa italiana nella categoria Senior C1; inoltre, abbia-
mo un’atleta, Sara Fogli, che gareggia in serie B, al di sopra della quale c’è solo la serie A (livello nazionale), con il passaggio di categoria che avviene dopo il superamento di alcuni esami”. La preparazione dei pezzi da proporre in gara è molto lunga e faticosa. “A settembre - dice Stefania Federici - cominceremo a impostare il lavoro per le tre gare individuali in programma da gennaio ad aprile; poi prepareremo le due prove di gruppo di maggio e giugno e le due del promozionale”. Mesi e mesi di impegno da parte delle atlete e di chi le segue per una prova che, sotto l’occhio vigile di una giuria, dura lo spazio di pochi minuti. Questo è il twirling, che non avrà il seguito del calcio, non richiamerà sponsor, ma declina lo spirito dello sport: passione, allenamento e divertimento. Per maggiori informazioni consultare www.twirlinglumezzane.it o passare alla palestra delle scuole elementari di S. Apollonio (Via Ragazzi del ’99 n° 19) tutti i giorni dalle 16 alle 19 o a quella delle medie (Via Ragazzi del ’99 n° 99) il mercoledì e il venerdì dalle 18.30 alle 22.
Basket. L'ambizioso traguardo raggiunto al termine di una stagione trionfale
Il Sarezzo festeggia la C Regionale Dopo un campionato di serie D condotto con autorevolezza e concluso al primo posto davanti a Borgosatollo, Soresina e Persico Nembro, la squadra allenata da Giovanni Marchina termina trionfalmente la stagione 2008/2009 centrando la promozione in serie C Regionale (l’ex C2). Sconfitta all’overtime la forte formazione di Robbiate, i saretini hanno vinto con merito la gara 3 della finale play-off (96-92) disputata il 6
giugno scorso e hanno così conquistato il diritto di giocare la prossima stagione nel sesto livello del campionato italiano di pallacanestro. Una società, quella guidata dal presidente Leonardo Cittadini, che era neopromossa e fa così un doppio salto di categoria in soli due anni. Ma soprattutto una società che comincia a vedere i frutti di un prezioso lavoro portato avanti nel tempo, grazie all’attenzione sempre maggiore rivolta al nutrito settore gio-
vanile e alla proficua collaborazione con il Basket Lumezzane nell’organizzare tutta una serie di attività nelle scuole della Valle, in modo da avviare i giovanissimi alla pratica della pallacanestro. Una stagione trionfale fatta di 29 vittorie su 36 partite, con una media di 87 punti realizzati per gara, tanto che tutti i sostenitori del Basket Sarezzo hanno potuto celebrarla lo scorso sabato 20 giugno con la festa di chiusura alla palestra delle
scuole medie “G. La Pira” di Sarezzo. Di seguito rosa e staff tecnico del Basket Sarezzo: Becchetti G. 4, Becchetti F. 5, Ardesi 6, Bernardi 8, Battaglia 9, Fornasari 10, Botti 12, Farenzena 13, Bona 14, Sanzogni 15, Rizzolo 16, Bertoli 18, Giovanni Marchina (coach), Stefano Vittoni (assistant coach). Per qualsiasi informazione riguardante la stagione della società valtrumplina è possibile consultare il sito web www.basketsarezzo.it.
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Lumezzane. Appuntamento sabato 25 e domenica 26 luglio sulla strada tra la Valgobbia e Sarezzo
Rivive il sogno delle auto d’epoca grazie alla Coppa Cpf Cavagna Terza edizione della sfilata motoristica che termina nella frazione di Sant'Apollonio di Rosa Casari
Dopo i successi di pubblico riscontrati nel 2007 e nel 2008, prosegue il sogno degli appassionati di motori Ezio e Gian Paolo Cavagna: veder sfilare le auto d’epoca nel tratto di strada che dal 1954 al 1967 accolse la gara in salita da Sarezzo a Lumezzane. La “3° Coppa Cpf Cavagna, memorial Ing. Fabio Becchetti. Riedizione Sarezzo-Lumezzane” ritorna così il 25 e 26 luglio prossimo nella fortunata formula di “mostra dinamica” (saranno ammesse rigorosamente marche e modelli di vetture che parteciparono a una delle tredici edizioni della storica “Sarezzo-Lumezzane, Coppa Cantoni”). Una sorta di museo viaggiante pronto a marciare lungo quei 5.500 metri che dal Termine (Sarezzo), snodandosi fra le chicane create dagli organizzatori, giunge in piazza Portegaia nella frazione di S. Apollonio. Un corteo motoristico che nella mattinata di domenica 26 luglio romberà per due volte lungo il breve percorso (sono previste due salite), marciando alla velocità media di 50 km/h per quella che sarà esclusivamente una
In corsa sulle strade di Lumezzane
sfilata, senza alcun tipo di rilevamento cronometrico né classifica. Corteo che sarà preceduto dall’incedere di venti moto d’epoca “Gran Prix”, a ricordo dell’originale gara datata 1951 e riservata alle due ruote. Le vetture partecipanti saranno presenti nel centro valgobbino già nel pomeriggio di sabato 25 luglio, quando il pubblico potrà ammirarle esposte in sfarzosa
mostra di sé in piazza Paolo VI a S. Apollonio; mentre in serata, presso la “Villa Fenaroli Palace Hotel” di Rezzato si terrà la cena di gala dei piloti e il briefing con Vittorio Galvani, direttore della manifestazione. Coordinata dall’imprenditore Mario Tomasoni, la macchina organizzativa si avvale della collaborazione di Eligio Butturini (Bresciarally) per la
parte sportiva e del “Moto Club Lumezzane” per quella logistica; l’evento, patrocinato dall’Assessorato allo Sport del Comune di Lumezzane, si svolgerà sotto il vigile occhio di cinquanta commissari di percorso dell’Automobile Club di Brescia, coadiuvati da una sessantina di volontari sparsi lungo il percorso. Inoltre, pur con la chiusura della strada dalle 8.30 alle 12.30 di domenica 26 luglio, la Polizia urbana e l’amministrazione comunale di Lumezzane hanno individuato un percorso alternativo per gli automobilisti diretti verso Brescia e la Val Sabbia. Per scelta consolidata dagli organizzatori la manifestazione non godrà di alcun contributo pubblico e il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza, anche sulla scorta delle due precedenti esperienze: infatti, dalle prime due riedizioni della Sarezzo-Lumezzane si sono raccolti circa 26.000 euro, poi destinati alla residenza per anziani “Le Rondini” di Lumezzane. Per qualsiasi altra informazione relativa alla manifestazione o per consultare il vasto archivio fotografico della corsa storica è possibile visitare il sito web www.sarezzolumezzane.it.
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GUARDIA MEDICA GARDONE VAL TROMPIA Pronto Soccorso c/o presidio ospedaliero - via Giovanni XXII, 4 – 25063 Gardone Val Trompia - Tel. 030 89331
BOVEZZO C/o Cosp di via Vittorio Veneto, 33 - Tel. 030 2711502 Orari: dalle 20.00 alle 8.00 di tutti i giorni della settimana. Dalle 8.00 alle 20.00 del sabato e dei giorni infrasettimanali prefestivi. Dalle 8.00 alle 20.00 di ogni giorno festivo. Per i Comuni di: Caino, Nave, Bovezzo, Concesio, Villa Carcina.
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TAVERNOLE SUL MELLA C/o presidio ASL di via Amadini, 49 Telefono: 030 9220271 Orari: dalle 20.00 alle 8.00 di tutti i giorni della settimana. Dalle 8.00 alle 20.00 del sabato e dei giorni infrasettimanali prefestivi. Dalle 8.00 alle 20.00 di ogni giorno festivo. Per i Comuni di: Marcheno, Lodrino, Marmentino, Tavernole, Pezzaze, Irma, Bovegno, Collio.
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ORARI delle SANTE MESSE (Prefestive e Festive) CONCESIO S. Andrea - S. Andrea Apostolo: Prefestivo:
Fontana - S. Rocco: Prefestivo: 19.00 - Festivo:
8.00 – 18.00 - Festivo: 7.30 – 10.30 – 18.00 Pieve - S. Antonino: Prefestivo: 8.30 – 18.30 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.30 Costorio - S. Giulia: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.00 – 11.00 – 18.00
Pieve - S. Giovanni Battista: Prefestivo: 18.30 -
S. Vigilio - Santi Vigilio e Gregorio Magno: Prefestivo: 8.30 – 18.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.00 Concesio - S. Giovanni Battista: Prefestivo: 18.00 - Festivo: ore 8.00 – 10.30
BOVEZZO S. Apollonio: Prefestivo: 16.30 (chiesa vecchia) – 18.30 - Festivo: 8.00 (chiesa vecchia) – 9.30 – 11.00 – 18.30
NAVE S. Maria Immacolata: Prefestivo: 8.30 – 18.30 Festivo: 7.30 – 9.30 – 10.45 – 18.00
Muratello - S. Francesco d’Assisi: Prefestivo: 8.30 – 18.30 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 17.30
Cortine - S. Marco: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 10.30
CAINO S. Zenone: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.00 – 18.00
VILLA CARCINA Santi Emiliano e Tirso: Prefestivo: 8.30 – 16.00 (Casa di Riposo) – 18.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.00 Cailina - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.00 Carcina - S. Giacomo: Prefestivo: 17.00 (Pregno) 18.00 - Festivo: 9.30 - 11.00 - 18.00 Cogozzo - S. Antonio: Prefestivo: 8.30 - 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.00
LUMEZZANE S. Sebastiano - Santi Fabiano e Sebastiano: Prefestivo: 7.00 – 9.00 – 18.00 - Festivo: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 19.00 Valle - S. Carlo Borromeo: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 Villaggio Gnutti - S. Giorgio: Prefestivo: 18.00 (Casa di Riposo) - Festivo: 11.00 – 18.00 Gazzolo - S. Antonio di Padova: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 18.00
8.00 – 10.30 – 19.00 Festivo: 7.30 – 10.00 – 11.00 – 18.30 S. Apollonio - S. Apollonio: Prefestivo: 19.00 Festivo: 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.15 – 19.00
SAREZZO Santi Faustino e Giovita: Prefestivo: 8.30 – 18.30 - Festivo: 7.30 – 10.00 – 18.30
Zanano - Regina della Pace: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.30 (S. Bernardino di Noboli) – 10.30 – 18.30 Ponte Zanano - Cristo Re: Prefestivo: 8.30 (Maria Madre del Redentore) – 18.30 - Festivo: 8.00 (Maria Madre de Redentore) – 11.00 – 18.30 POLAVENO S. Nicola Vescovo: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00
Lodrino: Parrocchiale di S. Vigilio
– 11.00
Gombio - S. Maria della Neve: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 10.00 – 18.00 - S. Maria del Giogo: Festivo: 16.00 (maggio/settembre) S. Giovanni Polaveno - S. Giovanni Battista: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 8.00 – 10.30
BRIONE S. Zenone: Prefestivo: 10.30 – 17.00 - Festivo: 10.30
mo: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.30 – 11.00 – 18.00 Cimmo - S. Calogero: Prefestivo: 20.00 - Festivo: 10.30 – 20.00
Pezzoro - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 9.30
MARMENTINO Santi Cosma e Damiano: Prefestivo: 18.30 - Fe-
– 17.00
stivo: 11.15
GARDONE VAL TROMPIA S. Marco: Prefestivo: 8.00 – 18.30 - Festivo: 8.00 –
Ville di Marmentino - Santi Faustino e Giovita: Prefestivo: 20.00 - Festivo: 10.00 PEZZAZE S. Apollonio: Prefestivo: 15.45 (Casa di Riposo) –
10.30 – 18.30
Inzino - S. Giorgio: Prefestivo: 17.30 (Santuario Madonna del Castello) – 19.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 19.00 Magno - S. Martino: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.00 – 11.15 – 18.30 MARCHENO Santi Pietro e Paolo: Prefestivo: 18.30 (Santuario della Madonnina) - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.30 Brozzo - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.00 – 18.30 Cesovo - S. Giacomo: Prefestivo: 19.30
LODRINO S. Vigilio: Prefestivo: 17.00 (Invico) – 18.00 - Festivo: 8.30 (Invico) – 10.00 – 11.00 - 18.00
TAVERNOLE SUL MELLA Chiesa Parrocchiale - Santi Filippo e Giaco-
18.30 - Festivo: 8.00 – 11.00
Lavone - S. Maria Maddalena: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 18.00
IRMA SS. Trinità: Festivo: 8.30 BOVEGNO S. Giorgio: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.30 - 16.00 (Graticelle) - 18.30
COLLIO Santi Nazaro e Celso: Prefestivo: 8.30 (chiesa di Tizio) - 18.00 - Festivo: 9.30 (chiesa di Memmo) – 11.00 – 18.00 S. Colombano - S. Colombano Abate: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 11.00 – 17.00 - Maniva: Festivo: 15.30 (giugno/settembre)