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La Voce della Valtrompia n.
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MENSILE D'INFORMAZIONE
ANNO I - NOVEMBRE 2009
Editoriale
Primo piano. Intervista al neo presidente della Comunità Montana triumplina
Il Papa tra noi
Bruno Bettinsoli e una valle da sviluppare
di Adriano Bianchi
Un focus sull'utilità passata e presente dell'ente sovracomunitario. Il servizio Il Sistema integrato culturale, l'impegno nel campo dei servizi sociali a pag. 2 e i progetti futuri, tra Gal del Gölem, fiume Mella e sviluppo turistico.
Il Papa a Concesio Ratzinger in valle per inaugurare la nuova sede dell'Istituto Paolo VI. La visita alla casa natale di Montini e la fermata al fonte battesimale
azienda servizi valtrompia
Disegno di Amedeo Brogli
Domenica 8 novembre Benedetto XVI rende omaggio a Paolo VI
Ormai il Papa è tra noi. Lo accogliamo con gioia. “Benedetto colui che viene nel nome del Signore”. Papa Ratzinger viene a Concesio, in Valtrompia, per rendere omaggio a Giovanni Battista Montini che qui è nato. Molto si è detto e scritto di questa visita. Anche noi in questo numero di “Voce” abbiamo dedicato ampio spazio ai luoghi montiniani valtriumplini, alla memoria di chi Montini l’ha incontrato. Per questo, in queste pagine, c’è molto di Concesio, dell’affetto per il Monte Guglielmo, del rapporto tra Paolo VI e la Valle. C’è, pure, il ricordo della visita di Giovanni Paolo II nel 1982. C’è il passato e il presente soprattutto quello fatto di iniziative sempre più significative e importanti che mirano a tenere viva la personalità, il pensiero e lo spirito di Montini e ad alimentare la sua devozione. Penso in particolare all’opera dell’Istituto Paolo VI che da oggi trova sede accanto alla casa natale del Papa bresciano e che Benedetto XVI inaugurerà l’8 novembre. Il ruolo di questa istituzione nella memoria del Papa bresciano è imprescindibile e necessario, dobbiamo esserne riconoscenti. Come altrettanto lo siamo verso l’opera delle Settimane montiniane che nasce dall’affetto dei concesiani, la gente del Papa, e che mira a far sì che l’ammirazione per il personaggio si trasformi in devozione e preghiera. Per questo l’affetto di Concesio e della Valtrompia ora si indirizza verso Benedetto XVI. Il successore di Pietro torna tra noi e noi “vorremmo - come ci ricorda il vescovo Luciano - regalargli una giornata serena”. Avremmo tante cose da confidare al suo cuore di Pastore: le nostre sofferenze più intime, i problemi delle nostre comunità civili e cristiane, ma il tempo sarà breve; per tanti forse solo l’istante di uno sguardo. Ma quando i nostri occhi si incroceranno con i suoi, sono certo che ancora una volta potremo sentire su di noi lo sguardo amorevole di un Dio che non smette di avere cura del suo popolo.
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Primo piano
Chi è Bruno Bettinsoli Bruno Bettinsoli nasce a Lodrino l’11 ottobre 1952, dove risiede con la moglie e i due figli. Diplomato perito industriale, conduce una propria azienda a Gardone Val Trompia. Dal 1995 al 1999 ha ricoperto il ruolo di consigliere comunale ed è stato per due mandati (1999-2009) sindaco a Lodrino, dove ora è assessore ai Lavori pubblici e bilancio. Inoltre, è stato assessore alle Attività produttive e capogruppo del Polo presso la Comunità montana di Valle Trompia, della quale è attualmente il presidente. A livello nazionale è componente dell’Esecutivo di Anci Lombardia (Associazione nazionale comuni italiani), presidente di Associazione comuni bresciani servizi e da poco nel Consiglio nazionale di Anci.
Intervista. Bruno Bettinsoli traccia un nitido profilo dell'ente, definendone compiti e responsabilità
Comunità Montana, la cerniera alle esigenze di tutti i comuni di Andrea Alesci
Bruno Bettinsoli, già sindaco ed ora assessore del comune di Lodrino, dallo scorso 21 settembre è il nuovo presidente della Comunità montana di Valle Trompia. Qual è la sua prima impressione? Devo dire che l’aria che respiro in Comunità montana non è del tutto nuova, avendo già fatto parte in passato dell’assemblea. Comunque, sono qui per tenere le fila di un ente creato per raccordare i comuni e favorire le aree montane svantaggiate (legge 3 dicembre 1971, n. 1102 “Nuove norme per lo sviluppo della montagna”). Si è parlato tanto dell’utilità delle Comunità montana ed esiste un disegno di legge (ddl 14 maggio 2008 n. 532 “Soppressione delle Comunità montane”). Che cosa ne pensa? Questa proposta nasce per risolvere il problema di Comunità montane che andavano spuntando come funghi laddove non esistevano zone di montagna con reali problemi di sviluppo. Credo che cancellare tutte le Comunità montane non sia la soluzione. La cosa da fare è verificare che i soldi siano impiegati in maniera intelligente e che la Comunità montana possa funzionare dove, come nel caso della nostra valle, diviene un ente sovracomuale recettore dei segnali del territorio. La stessa forma di governo delle Comunità montane è stata modificata da una legge regionale (L.R. n. 19/2008 “Riordino delle Comunità montane della Lombardia”), proprio nell’ottica dell’efficienza e di uno snellimento burocratico. Tutto questo significa avere un consiglio formato dai 18 sindaci (o loro delegati) e una giunta esecutiva composta da quattro assessori più il presidente, con il compenso che è diminuito del 30% rispetto agli anni passati. Dunque, quali sono i compiti della Comunità montana? La Comunità montana deve portare ri-
Bruno Bettinsoli, presidente della Comunità Montana di Valle Trompia
sorse sul territorio e non disperderle. Deve fornire opportunità ai comuni, che spesso non possono partecipare come singoli a progetti regionali. Negli anni l’ente ha acquisito diverse mansioni, affidategli dai vari comuni, puntando a un continuo miglioramento dei servizi. Gli interventi sono soprattutto a favore dei territori agricoli e montani, con particolare riguardo a tutte quelle zone che appartengono alla fascia dell’Alta valle (da Brozzo fino a San Colombano). Inoltre, la Comunità montana emette dei bandi, ultimo quello che promuove interventi a favore del settore commerciale. Un ente che vuole essere presente sul territorio, anche dal punto di vista culturale. Nel tempo siamo riusciti a incrementare sensibilmente la collaborazione con le svariate associazioni, ma soprattutto a perfezionare il Sistema integrato dei servizi culturali (bibliotecario, archivistico e museale). Oltre alla gestione, organizzazione e promozione di eventi nelle biblioteche, alla ricerca e catalogazione dei vari archivi presenti in valle, è l’aspetto museale che curiamo con particolare dedizione, potendo contare su diverse realtà: Miniera S. Aloisio-Tassara di Collio, Miniera Marzoli e Museo Le Miniere di Pezzaze, Museo etnografico di Lodrino, Forno
fusorio di Tavernole, Museo delle Armi e della tradizione armiera di Gardone, Museo delle Costellazioni di Lumezzane, Museo I magli di Sarezzo, Museo Maglio Averoldi di Ome. E per quanto riguarda il campo civico, sociale e dei servizi? Abbiamo una partecipazione simbolica (1%) in Asvt (Azienda servizi Valtrompia), fungendo da coordinatrice dei vari Comuni per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico ed energetico effettuato dalla società. Inoltre, siamo molto soddisfatti dell’intervento fatto sotto il profilo socio-assistenziale, grazie alla delega assegnataci dai Comuni con la legge n. 328/2000 (“Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”), che ha consentito di formare Civitas, società che opera in campo culturale e dei servizi sociali, con particolare riguardo alla cura dei consultori familiari. Parlando sempre dei servizi abbiamo centralizzato tutti i documenti catastali della valle. Inoltre, proprio lo scorso 15 ottobre è entrato in vigore un regolamento regionale che offre incentivi a Comunità Montane e Unioni di Comuni per adeguare, migliorare e ampliare la capacità di erogare servizi sul territorio. Sia le Unioni di Comuni che le Comunità montane dovranno svolgere per tutti
i comuni aderenti almeno quattro servizi, uno dei quali obbligatoriamente di anagrafe, stato civile ed elettorale. In sostanza, la Comunità montana nasce dall’esigenza spontanea di un territorio che si estende per quaranta chilometri e comprende una popolazione di circa 110.000 abitanti. Un’esigenza di confronto che i comuni espressero già verso la fine degli anni Cinquanta, formando un’assemblea spontanea: una sintesi d’intenzioni formulata prima della grande urbanizzazione, quando ancora i confini di ciascun comune si distinguevano chiaramente. Com’è organizzato il lavoro e quali sono le sfide per il futuro? Il grosso viene espletato nella sede di via Matteotti 327 a Gardone Val Trompia, mentre gli uffici dell’area Cultura e Istruzione sono stati decentrati nel complesso conventuale di S. Maria degli Angeli sempre a Gardone; poi, abbiamo un’altra sede a Lavone, dove c’è l’ufficio tecnico per i comuni di Irma, Tavernole e Pezzaze e l’associazione Valtrompia Turismo. Inoltre, consci del fatto che l’informazione deve raggiungere nel modo più veloce e chiaro i destinatari, abbiamo un sito web (www.cm.valletrompia.it), che stiamo cercando di migliorare, aderendo al Sistema informatico provinciale. Anche da qui parte l’informazione sui progetti futuri. Uno dei tanti messi a punto è quello che riguarda il Gal del Gölem, realizzato con la Comunità montana del Sebino bresciano (ente capofila). Gal significa Gruppo di azione locale e riguarda l’attuazione di progetti per lo sviluppo agricolo. Presentato nel 2007, ha ricevuto nel luglio 2009 l’approvazione della Regione, con un contributo pubblico di tre milioni e mezzo di euro, aumentabili grazie al coinvolgimento di soggetti privati (galgolem.blogspot. com). Altri progetti importanti riguardano il risanamento del fiume Mella (percorso iniziato nel 2000) e il ‘Sistema verdi multifunzionali’, che comprende la creazione e manutenzione di aree boscate, inserite sempre nel processo di risanamento del bacino idrico del fiume Mella (www.fiumemella.org).
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Gli indirizzi della Comunità Montana La sede principale è in via Matteotti 327 a Gardone Val Trompia (dal lunedì al venerdì 8.00/12.00; lunedì, mercoledì e giovedì 14.00/17.00). Gli uffici dell’area Cultura e Istruzione sono stati decentrati nel complesso conventuale di S. Maria degli Angeli sempre a Gardone (lunedì, mercoledì e giovedì 8.30/12.30 e 14.00/17.00; martedì e venerdì 8.30/14.00). C’è poi una sede a Lavone in via don Piotti, dove è ospitato l’ufficio tecnico per i comuni di Irma, Tavernole e Pezzaze e l’associazione Valtrompia Turismo (www.valtrompiaturismo.it). Per informazioni di carattere generale e più dettagliato è possibile consultare il sito web www.cm.valletrompia.it.
Progetti. Sistemati gli argini, fitodepurazione in fase di studio, pista ciclabile da completare entro un anno
Il fiume Mella da trasformare in una risorsa per il paesaggio di Andrea Alesci
Orientata ai problemi del territorio, la Comunità montana di Valle Trompia ha da tempo rivolto la sua attenzione alla maggiore risorsa presente in valle, cioè quel fiume Mella che la percorre lungo tutto il suo sviluppo. Una riqualificazione del bacino fluviale che, anche in attuazione di un bando regionale (“10.000 ettari di nuovi boschi e sistemi verdi multifunzionali esercizio 2009”), vuole trasformare vaste aree del territorio lombardo in un nuovo sistema agroforestale multifunzionale. “Nella fattispecie – riferisce Gian Pietro Temponi, responsabile dell’Area agricoltura e ambiente –, la Comunità montana ha coordinato le candidature dei comuni aderenti al ‘Contratto di Fiume Mella’ e presentato un progetto riguardante dodici diverse aree appartenenti al medesimo bacino fluviale e localizzate nei comuni di Bovezzo, Nave, Villa Carcina, Sarezzo, Lumezzane e Gardone Val Trompia. La spesa per il progetto (270.000 euro) è stata sostenuta da Regione Lombardia (70%), Provincia di Brescia (15%) e Comunità Montana
di Valle Trompia (15%). Inoltre – continua Temponi – è arrivato l’appoggio dell’Aato (Autorità ambito territoriale ottimale) di Brescia, che ha fornito un contributo annuale di 209.521 euro per un totale di venticinque annualità, capitalizzabili in un investimento complessivo pari a tre milioni di euro”. I primi due interventi hanno riguardato la sistemazione di due versanti franosi nei comuni di Sarezzo (località Gelé) e Collio (località Dosso-Cavalli). Una seconda fase del programma riguarderà gli impianti di fitodepurazione per i nuclei urbani non collegati al collettore di valle, per i quali è in fase di studio la partecipazione al Bando Cariplo 2009. In un terzo momento si lavorerà per attivare un programma di manutenzione dei versanti montani (Manumont), secondo la metodologia elaborata dall’Autorità di Bacino Fiume Po. Un fiume Mella che può tornare a essere vissuto dalla gente fra passeggiate a piedi e in bicicletta; proprio per questo motivo la Comunità montana ha steso un progetto preliminare per l’estensione dell’attuale pista ciclabile che va da Brescia a Marcheno. “Per ora mancano i finanziamenti – precisa Gian Pietro Temponi –, comunque l’intenzione è quella di terminare alcuni
Uno scorcio del fiume Mella a Noboli
tratti mancanti (Concesio, Villa Carcina), migliorare quelli già esistenti e prolungare il percorso fino a raggiungere Bovegno”. Una salute del fiume che significa salute della popolazione: infatti, è stata avviata anche una collaborazione con la Direzione generale Reti della Regione e con Arpa Lombardia per una campagna di rilevazione e caratterizzazione degli scarichi nel fiume
Mella. Sarà realizzato un fotorilievo dell’alveo mediante elicottero e attrezzature speciali in grado di rintracciare il recapito di reflui, che verranno poi geo-referenziati anche mediante la collaborazione di restitutori a terra. Un intervento di monitoraggio satellitare messo in programma per la primavera del 2010 e che terrà costantemente d’occhio quel corso d’acqua tanto caro ai valtrumplini.
Servizi Sociali. La società è nata a dicembre 2005 e opera nell'assistenza, facendo perno sui consultori
Con Civitas per sostenere adolescenti, genitori e famiglie Costituita nel dicembre 2005, Civitas srl è una società partecipata da Comunità montana (60%) e Comuni triumplini (40%), nata in seguito alla dismissione da parte dell’Azienda sanitaria locale di alcuni suoi servizi, tra cui quello dei consultori. Tutte le attività sono così state mantenute in ambito pubblico, spaziando in varie aree: culturale (gestione del sistema museale, archivistico e bibliotecario), servizi sociali (tutela minori, equipe disagio, sportelli famiglia) e lavoro nei consultori familiari (consulenza socio-psicologica,
sostegno alla genitorialità, mediazione familiare, consulenze ginecologiche e ostetriche, assistenza alla gravidanza in ambulatorio e a domicilio, consulenza legale, sostegno alla famiglie con disabili). Oltre al consultorio per adolescenti a Sarezzo e ai progetti di tutela minorile è stata ampliata l’offerta relativa ai consultori familiari, ora con quattro sedi (Concesio, Sarezzo, Lumezzane e Tavernole sul Mella). Civitas è divenuto così un segnale del buon operare degli enti pubblici e un modello d’integrità
finanziaria. Forte di 34 dipendenti (13 per la cultura e 21 per i servizi), la maggior parte del personale è costituito da donne, con la presenza di quattro ginecologhe e cinque ostetriche che lavorano nei consultori familiari. “Una sfida vinta grazie alla felice risposta delle persone – dice il direttore Daniela Dalola –, con un picco nelle prestazioni (18mila) e nel numero di utenti (circa 5mila). Ha riscosso grande successo la figura del consulente educativo, introdotta nel 2008 per rinforzare il genitore nelle
sue competenze; la richiesta di visite ginecologiche cresce sempre e grande apprezzamento ha registrato il consultorio adolescenti, specie per l’educazione sessuale e aiuti di tipo psicologico. Tutto ciò significa che i cittadini della Valtrompia riconoscono nei consultori un prezioso spazio di aiuto”. La sede di Civitas è presso la Comunità Montana in via Matteotti, 327 a Gardone Val Trompia. Per informazioni più dettagliate è possibile visitare il sito web www.civitas.valletrompia.it.
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La parola ai lettori
Rotte letterarie Il piacere della scoperta è come un incantesimo al quale non si può resistere. E sulla Lettura, la più grande nave di ricerca mai mandata a solcare gli oceani umani, ci imbattiamo in un “Manoscritto trovato in un boccaporto” e ci vediamo nelle parole di Theodore Sturgeon mentre cerchiamo noi stessi, lì nel mare aperto, nel furibondo maroso dove afferriamo un “Manoscritto trovato nella bottiglia” e veniamo risucchiati nel vortice di Edgar Allan Poe. Uno scuro risucchio di onde nelle onde, l’una nell’altra come piani che ci riportano sulla terraferma, dove ci perdiamo nel “Manoscritto trovato a Saragozza”, immaginando nelle sue infinite scatole cinesi quel che c’era nella mente di Ian Potocki.
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VALTROMPIA DA BOCCIARE
Massi ciclopici Il cartello recita “Consolidamento scarpata esistente, mediante formazione di scogliera”. No, non siamo in riva al mare dove barriere frangiflutti smorzano la potenza dell’acqua e saldi muri proteggono le case dalla potenziale devastazione. Siamo nell’abitato di Concesio e percorriamo una strada dove non ci sono pericoli di tali calamità naturali né assalti di nemici da dover respingere. E l’unica cosa che, transitando, ci minaccia è un assurdo senso d’oppressione.
LETTERE
L'educazione assente Buongiorno, sono una mamma e ho letto l’editoriale dello scorso numero di Egidio Bonomi. Ebbene, si parlava di ragazzi e ragazze della Valtrompia che affrontano la scuola superiore con spirito d’ozio, come fosse una poltrona sulla quale adagiare per cinque (o più) anni le stanche membra, provate dalle continue scariche e dagli stimoli che propina il brilluccicante universo delle mode, del gioco, dello scherzo. Come non essere d’accordo con Egidio Bonomi, quando comportamenti deviati di giovani vite sono ogni giorno davanti ai nostri occhi, vicini e lontani. Le colpe dei ragazzi, ma prima dei genitori che non li educano con la forza dei consigli, non sapendo dire no di fronte alle proteste sempre più violente dei loro ego. Colpe di alcuni docenti che non “mettono l’anima”, come dice Bonomi, in quella che per loro dev’essere una missione. Non possiamo sicuramente imbrigliare la volontà dirompente degli adolescenti, perché quello è un periodo della vita in cui lo scontro è inevitabile. Soltanto, credo che da questo cozzare dobbiamo far nascere una forza rinnovata, una forza positiva. Dobbiamo fermarci e pensare. Riflettere e costruire qualcosa che stia a metà strada tra noi e loro, qualcosa che possa trasformare lo scontro in incontro. Dobbiamo riconoscere gli errori reciproci e guardarci negli occhi per capire che cosa fare. Dobbiamo incoraggiare chi riesce meglio a non farsi ingabbiare dal vizioso circuito degli stimoli d’onnipotenza che la società propone, e insieme a loro aiutare chi non ce la fa. Dobbiamo fare tutto questo, però, con ottimismo. Perché la scuola in Valtrompia non è così malandata come appare. Ci sono molti professori in gamba, che dedicano il loro tempo ai ragazzi, che lodevolmente propongono continuamente iniziative e mai si stancano di venire incontro ai ragazzi. Da genitori dobbiamo dare una mano, insegnando con autorevolezza, cioè indirizzando, ascoltando, accogliendo e sapendo dire no. Lettera firmata
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VALTROMPIA DA PROMUOVERE
Camminare in sicurezza Nel tratto che divide Tavernole da Lavone e per quasi tutta l’Alta valle i pedoni possono camminare senza preoccuparsi di essere investiti dalle macchine. Un marciapiede ben lastricato e curato scorta la gente lungo l’argine del fiume Mella, a destra la protezione della balaustra di ferro, a sinistra il riparo del continuo cordone di guardrail. Un’opera ben fatta che consente a uomini e veicoli a motore di sfilare tranquilli gli uni accanto agli altri.
Televisione delega “Fammi vedere quello che c’è”. Questa è spesso la frase che pronunciamo quando ci accomodiamo davanti ai piatti mondi a Lcd o al plasma delle nostre case. La nostra non è mai una scelta consapevole, accendiamo la tv per vedere se può esserci qualcosa che ci assorba, qualcosa che faccia scorrere il tempo. Deleghiamo alla tv la nostra facoltà di pensare e scolleghiamo il cervello. Non scegliamo pressoché mai qualcosa di nostra spontanea volontà, ma accettiamo una visione tele-imposta. Riusciremo qualche volta a spegnere e uscire, non rendendo vane le proposte culturali che le associazioni dei nostri paesi triumplini propongono? Lina Cortese
Difficile è conservare Con la visita del Papa alcune opere sono state messe a posto: le aiuole sono state abbellite, le strade asfaltate, gli spazi verdi curati, le buche ricoperte, le cartacce levate. Tutti interventi lodevoli, compiuti per accogliere con rispetto un ospite impor-
tante, come quando qualcuno è atteso nella nostra casa e noi la puliamo e la ordiniamo perché lui possa trovarla gradevole. Quando una città, un paese, un luogo è teatro di eventi di grossa portata fa di tutto per migliorarsi, ma spesso quest’opera di make-up è soltanto provvisoria. La cosa difficile è riuscire a mantenere la bellezza che si è preparata per l’occasione. La visita del Pontefice è un esempio, ma deve farci capire che l’aspetto più duro da curare è quello che riguarda il mantenimento di uno stato di cose, che l’impegno dev’essere costante e equilibrato. La cosa più difficile di tutte è l’ordinario. Vincenzo De Francesco
La bellezza della Valtrompia Sono un giovane valtrumplino, frequento la scuola superiore e vi scrivo perché mi sto accorgendo anche grazie a questo piccolo giornale scoperto qualche mese fa di come la Valtrompia abbia tante cose da offrire. Mi chiedo spesso perché tanta gente la denigri, bollandola solamente co-
me valle dell’industria, zeppa di fabbriche, piena di smog, trafficata, piovosa. È vero che l’aria può non essere delle più buone per via della macchine e degli stabilimenti, ma d’altra parte fanno parte del nostro modo di vivere, le fabbriche hanno dato lavoro a tanta gente, le case sono servite a dare loro un tetto. I rimproveri piuttosto vanno fatti a chi ha male amministrato, a chi s’è opposto ai cambiamenti con gli scudi dell’ideologia, a chi ha guardato ai propri interessi. Insomma, la Valtrompia può migliorare se la guardiamo con occhi scevri da pregiudizi. La Valtrompia, poi, è anche altro e in quest’autunno che avanza dentro il mese di novembre vorrei trovare ora uno spazio per la riflessione. Basta guardare in giro, vedere come dagli alberi nevicano gialli tappeti di foglie e come altri siano colorati di un rosso vivido come il fuoco. E poi esplorare le montagne dell’Alta valle e farsi sorprendere dal volo magnifico di due aironi color cenere e scoprire la bellezza di una valle ben più fortunata di molti altri posti nel mondo. Basta guardare. Luca Occhipinti
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Lumezzane
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Lavori all'oratorio di San Sebastiano La sistemazione dell’oratorio prosegue dallo scorso marzo e dovrebbe terminare entro tre anni al massimo. Gli interventi concernono la messa a norma del salone nell’ex bocciodromo e la sua riqualifica a sala multifunzionale da 400 posti; inoltre, verranno sistemate l’autorimessa sottostante, le aule al primo piano e i locali tecnici esterni (cabina Enel e vasca antincendio). L’aspetto più rilevante riguarda, però, la copertura di una parte del tetto (100 mq) con pannelli fotovoltaici. Una serie di interventi che costeranno un milione e mezzo di euro e sui quali la parrocchia ha ricevuto un finanziamento regionale di 700.000 euro restituibili entro un ventennio senza interessi.
Stagione culturale. Parla l'assessore Lucio Facchinetti: "Attorno all'Odeon un florilegio di proposte locali"
La qualità emerge dal territorio di Angelo Seneci
La stagione del teatro Odeon riapre all’insegna dell’eclettismo, con un cartellone di altissima qualità, degno di una città capoluogo. L’impegno dell’assessore alla cultura Lucio Facchinetti e della responsabile ai servizi culturali Laura Staffoni hanno permesso di avere anche per questa stagione una serie di spettacoli da tutto esaurito. Dopo l’apertura del 27 ottobre con le acrobazie linguistiche di Alessandro Bergonzoni, altri grandi nomi sono attesi in valle, fra cui Maria Paiato, Marco Paolini e Lella Costa, a confermare la politica che in questi anni ha offerto una programmazione di grande qualità. Lumezzane, però, non è solo Odeon. “Con il medesimo orgoglio con cui ho inaugurato la stagione teatrale 2009/2010 dell’Odeon – dice l’assessore alla cultura Lucio Facchinetti – sono contento di presentare la proposta lumezzanese di quello che il territorio è in grado di offrire dal punto di vista culturale. Lo sforzo che tutte le associazioni profondono e la disponibilità che offrono a partecipare sono motivo di grande gratificazione. Mai come in questo momento è importante per la cultura lumezzanese che la comunità non si pieghi su se stessa, ma al contrario guardi avanti. Oggi stiamo vivendo una crisi d’identità che ha le sue radici in un aspetto
L'assessore alla cultura del Comune di Lumezzane Lucio Facchinetti
culturale, e per superarla dobbiamo cambiare proprio culturalmente e il fervore delle attività messe in campo è garanzia che il periodo dell’assopimento sta tramontando, che ci si possa aggrappare a quel che di più caro c’è sul territorio. In questo senso, i concerti delle nostre bande, con la presenza di artisti locali assurti a fama nazionale come Anna Bugatti o Marina Marchetti, sono importanti testimoni dello sforzo fatto per creare qualcosa di nuovo”. Novità è anche l’assenza del consueto concorso
di poesia dialettale, che era stato la base di tutto fin dalla prima edizione. A riguardo, l’assessore puntualizza che, dopo la carenza di partecipazioni degli ultimi anni, era necessario pensare a qualcosa di nuovo. “Stiamo lavorando perché si uniscano i due concorsi, quello di poesia e quello di prosa, che lo scorso anno non si era disputato. Vorremmo che il concorso letterario presenti racconti specifici sulla nostra storia, con narrazioni storiche e archivistiche, lasciando all’interno un segmen-
to dedicato al dialetto di ogni genere e non solo locale. Punto fondamentale è che tutto quanto si racconta sia comunque legato alle nostre tradizioni”. Per questo, il simbolo specifico del “Rudù”, da sempre segno distintivo della rassegna “Vers e Us”, diventerà il logo della nuova rassegna, mentre alla copertina di “Vers e Us” è stata riservata l’immagine di un bell’acquerello tratto dal libro pubblicato in occasione della prima edizione 2000. Diversi sono i gruppi che aderiscono alla proposta per l’edizione 2009/2010: Quelli della Piazza, il Corpo musicale di S. Apollonio, la banda cittadina con majorettes di S. Sebastiano, il Gruppo teatrale Dedalo, la Residenza Le Rondini, la Compagnia teatrale Pentagramma, l’Associazione musicale All’Unisono, il Coro Voci In canto, il Gruppo artistico lumezzanese “Cesare Zanetti”, l’Associazione culturale ColChiDeA. Altro fiore all’occhiello dell’assessorato alla cultura è un’iniziativa realizzata con la collaborazione della Biblioteca civica Felice Saleri: “Percorsi superiori”, la scuola per il tempo libero che offre corsi articolati su sei discipline (filosofia, arte, innovazione dei pensieri, internet, storia delle religioni e fotografia digitale). Il primo corso inizia a novembre, mentre l’ultimo è previsto per marzo 2010, con gli incontri che si terranno nell’auditorium della residenza Le Rondini e presso l’Agenzia Formativa “Don Angelo Tedoldi”.
Nuovo laboratorio per la cooperativa sociale "La Fontana" Un piccolo grande locale è stato aperto fra le case della Valgobbia: si tratta del laboratorio che la cooperativa sociale “La Fontana” ha inaugurato da poco. “Quando abbiamo cominciato la nostra attività di laboratorio nel 1987 – dice il presidente Carlo Bossini – eravamo attivi nella produzione di sacchetti e nel confezionamento di prodotti industriali, consapevoli che potevamo fare da stimolo al recupero di giovani ex-tossicodipendenti in un periodo in cui droga e Aids mietevano vittime e quando l’inserimento nel mercato del lavoro era davvero faticoso. Le aziende di Lumezzane ci hanno
accordato fiducia e ci hanno aiutato a crescere, affidandoci commesse e permettendoci di diversificare le lavorazioni, con l’aggiunta del montaggio per particolari meccanici. La struttura che inauguriamo è il risultato del lavoro sinergico della cooperativa con il territorio e con le amministrazioni che si sono succedute negli anni”. Un nuovo laboratorio che occupa circa 850 metri quadrati (più del doppio rispetto ai 350 del precedente). “L’inaugurazione della nuova struttura diventa un punto di partenza per una rinnovata ‘navigazione’ – riferisce Giorgio Cotelli, da tre anni alla Caritas dioce-
sana e fondatore della cooperativa –. Abbiamo realizzato un sogno, ma non possiamo pensare di sederci, dobbiamo continuare a lavorare con le persone più vulnerabili attraverso il filo della relazione, che non vuol dire solo offrire lavoro”. Una cooperativa attraverso cui sono passati più di duecento giovani, perché “il recupero e l’inserimento di persone svantaggiate – ricorda l’assessore ai servizi sociali, Fausto Pasotti – è una questione annosa e difficile, per cui vanno ringraziati tutti coloro che hanno permesso la realizzazione della a.s. struttura”.
Il taglio del nastro del laboratorio
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La Voce della Valtrompia novembre 2009
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Alta Valle
L'intervento al ponte di Brozzo A Brozzo proseguono i lavori per la messa in sicurezza dello svincolo che dalla Sp 345 attraversa il fiume Mella e porta verso la Sp 3 Brozzo-Nozza (allargamento della sede stradale e addolcimento dell’angolo di curvatura della stessa). Un’opera che viene realizzata congiuntamente fra Comune di Marcheno e Provincia di Brescia: quest’ultima si occupa della parte strutturale, mentre all’ente comunale sono lasciati gli oneri di riqualifica dell’area (rifacimento pavimentazione, aggiunta illuminazione e arredo urbano), che comprende sia il sagrato della chiesa sia la piazzetta sull’altro lato della strada. Termine previsto per i lavori la primavera del 2010.
Sci in valle/1. Tanti gli investimenti: innevamento artificiale, nuova seggiovia, più parcheggi e Snow Park
Maniva, un continuo innovarsi in attesa della nuova stagione di Lia Micale
Dopo le 40.000 presenze registrate l’anno scorso con diversi turisti stranieri e molti provenienti dalle vicine province di Milano, Cremona e Mantova, il comprensorio del Maniva si prepara alla stagione invernale. “Da quando nel 2006 abbiamo rilevato la società – dice Alberto Lucchini, uno dei soci di Maniva Ski Srl – è stato messo in campo un serio piano di ammodernamento. La spesa per il progetto è di circa venti milioni di euro diluiti nel tempo. Nella primavera scorsa abbiamo realizzato il bacino artificiale per la captazione dell’acqua e il conseguente approvvigionamento all’impianto d’innevamento che, puntando sulla Fenili Barard e sulla nuova pista Persek, copre il 75% dell’intero comprensorio. Quest’anno abbiamo realizzato una nuova seggiovia quadriposto adiacente al laghetto e un nuovo tapis roulant per il campo scuola. Inoltre, sono stati ampliati i parcheggi per le auto, sia sul versante valtrumplino (600 posti) sia su quello valsabbino (300)”. La filosofia è quella
Si spera in abbondanti nevicate per la stagione invernale in Maniva
dell’ammodernamento, tanto che da quest’anno è possibile usufruire dello skipass magnetico. Forti di un demanio sciabile di 25-30 chilometri, i lavori da parte della famiglia Lucchini cercano di apportare continue migliorie. “Abbiamo operato il livellamento della pista Persek e ultimato quello sulla Zocchi. Da dicembre sarà in funzione anche lo Snow Park, che vogliamo sviluppare ulteriormente, pronti a ricevere i consigli degli snowboar-
ders. C’è anche un anello di fondo di tre chilometri a ingresso gratuito e ideale per chi si vuole avvicinare a questa pratica, mentre per le slitte e i bob stiamo cercando di trovare uno spazio idoneo”. Lo chalet è stato rinnovato l’inverno scorso, con una zona adibita a bar e una alla ristorazione divisa in settori: primi piatti, grigliate, dolci, angolo pizza e piadineria. “Allo chalet – continua Alberto Lucchini – c’è
la scuola di sci ‘Tre Valli’ gestita da Franco Tanghetti, insieme al quale stiamo approntando corsi per principianti, interloquendo anche con dirigenti scolastici e amministrazioni comunali per proporre giornate sulla neve. Sempre allo chalet si può noleggiare il materiale per sci ed escursionismo. Inoltre, abbiamo perfezionato dei pacchetti con abbinamento di skipass e pernottamento, in collaborazione con la locanda Bonardi (www.locandabonardi.it). Le tariffe, poi, sono rimaste pressoché invariate rispetto all’anno scorso, con l’aggiunta di un biglietto baby (bambini fino a otto anni) e una maggiore attenzione per le famiglie, grazie a una sottoscrizione con Viviparchi e Mondoparchi: ogni skipass giornaliero per gli adulti ne viene offerto uno gratis ai bambini sino a 13 anni”. Ora, non resta che attendere il prossimo 5 dicembre, quando la stagione verrà ufficialmente aperta dalla manifestazione “Maniva di Luna”, camminata non competitiva con le ciaspole. Per maggiori informazioni sul comprensorio del Maniva è possibile consultare il sito web www. manivaski.it.
Sci in valle/2. Il vicepresidente Siv, Fausto Tonassi: "L'apertura il 5 dicembre all'insegna delle promozioni"
Alpe Pezzeda, in pista anche con poca neve Dopo le numerose presenze estive registrate in primavera ed estate al Bike Park con la gemma dei campionati italiani di Downhill, l’Alpe Pezzeda si prepara alla stagione invernale con tutte le carte in regola per fare bene. A gestire gli impianti è la Siv Spa, società pubblica alla quale partecipano la Comunità montana, il Comune di Collio, la Provincia di Brescia e alcuni privati. “Le piste sono cinque: Canalone 1, Canalone 2, Larice, Pezzeda mattino, oltre al tratto riservato al campo scuola – dice il vicepresidente Siv Fausto Tonassi – e verranno tutte preparate per poter sciare anche in presenza di poca neve (per il Canalo-
ne c’è l’impianto d’innevamento artificiale rinnovato due anni fa). Ci sono due seggiovie biposto, uno skilift e un tapis roulant per il campo scuola; e da quest’anno, sulla seconda seggiovia, si potrà scendere all’intermedio con gli sci ai piedi. Abbiamo anche un’area dedicata allo Snow Park e un anello di fondo di 2,5 km”. La stagione comincia ufficialmente sabato 5 dicembre (giornaliero 20 euro, mattiniero e pomeridiano 14 euro). “In occasione dell’apertura e nel corso della stagione – dice Tonassi – contiamo di praticare degli sconti e abbiamo già predisposto delle promozioni per le famiglie: ad esempio, per il genito-
re che accompagnerà il figlio (sino a 9 anni) ci sarà il biglietto della seggiovia gratuito. Per l’anno in corso sono stati sistemati i tornelli con la possibilità di usufruire del biglietto elettronico, ma la Siv guarda anche al futuro: “Per la prossima stagione – riferisce Fausto Tonassi – è previsto un ampliamento del comprensorio, con la creazione di una nuova pista (Larice 2) che scenderà dal Monte Falcone, mentre la Pezzeda mattino verrà sistemata. Inoltre, continua la collaborazione con la scuola di sci ‘Tre Valli’ e il suo responsabile Franco Tanghetti (tel. 334 6753679)”. Info: Siv Spa, tel. 030 l.m. 9225216.
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Pezzaze. Sono cominciati gli interventi di recupero dello storico edificio addossato alla Torre medioevale
Lavori al “Broletto” di Mondaro, uno dei primi Municipi bresciani di Andrea Alesci
A partire dal secolo XI il termine ‘broletto’ indicò nelle città lombarde l’area recintata dove si tenevano solitamente le assemblee cittadine e l’amministrazione della giustizia. E anche ai 650 metri di Pezzaze esiste un particolare edificio un tempo adibito proprio a Broletto. Un complesso architettonico a ridosso della Torre medievale, nel centro storico della piccola frazione Mondaro. Risalente al periodo compreso fra XII e XIII secolo, il Broletto di Pezzaze è realizzato con murature portanti in pietra locale, sapientemente squadrate e accostate. Un edificio dove i capifamiglia della vicinia (almeno dodici più il sindaco) si riunivano per prendere importanti decisioni riguardanti la propria gente. La torre d’avvistamento svolgeva anche funzioni civiche, ma dati gli esigui spazi i consigli avvenivano sempre nella casa adiacente, costituita da più stanze e piani e per questo motivo con tutti i connotati tipici del Broletto. Secondo le ricerche di Carlo Sabatti il nucleo di Mondaro fu sede del primitivo Comune di Pezzaze,
Il Broletto di Pezzaze accanto alla Torre medioevale
di cui non si conosce la data di nascita, ma certamente tra le prime municipalità bresciane a dotarsi di statuti (1318). L’impianto della torre con i volumi annessi ricalca la tipologia strutturale e funzionale dei “broletti lombardi”: due o tre stanze in pietra viva e giustapposte per gli “officinali” (dal latino officina, laboratorio), una sala più ampia al piano superiore per le riunioni invernali della vicinia, la piazzetta in pendenza per quelle della comunità e la torre svettante sui tetti per
richiamare anche la popolazione più lontana. “L’acquisizione dei volumi della bella casa addossata alla torre medioevale di Mondaro – dice il sindaco di Pezzaze Sergio Richiedei – consente di completare un programma di recupero e riqualificazione avviato una decina d’anni fa con il restauro della torre civica. I lavori sono cominciati ufficialmente il 18 settembre scorso insieme allo Studio Volta Sas e riguardano la messa in sicurezza dell’edificio, mentre in un
secondo stralcio verrà ripristinato il collegamento fra torre e broletto, nell’intenzione di dare nuova vita al borgo che, come tanti paesi montani, soffre l’abbandono delle nuove generazioni. Le spese ammontano a 200.000 euro (125.000 per l’acquisto e 75.000 euro per la messa in sicurezza), per metà finanziate dalla Regione e metà affrontate con risorse proprie dell’amministrazione comunale”. Un importante segno da parte della comunità, che intende così salvaguardare storia e cultura locale, impegnandosi per dare ai giovani momenti di approfondimento legati al proprio territorio. “Il recupero del broletto vuole esaltare le connotazioni storico-tradizionali del sito – continua il primo cittadino pezzazese –, introducendo attività culturali in ambienti abbandonati da tempo e vivacizzando l’antica piazzetta che accoglie la medievale torre civica. Un edificio che, insieme alla torre, servirà a promuovere la storia del territorio attraverso l’esposizione di manufatti e l’utilizzo di strumenti multimediali: infatti, una volta ultimato l’intervento di restauro dei locali e ripristinato il collegamento fra antico broletto e torre, entrambi gli edifici saranno pronti a trasformarsi in un museo della comunità e del territorio dell’Alta valle”.
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Media Valle
A Villa Carcina farmaci a domicilio L’Assessorato ai Servizi sociali, in collaborazione con l’associazione Fratello per fratello e l’Azienda servizi farmaceutici, avvia in forma sperimentale sino al 31 dicembre 2009 il servizio di “consegna farmaci a domicilio”. Il servizio è rivolto ai cittadini residenti nel comune, privi di una rete familiare e di sostegno e con più di 65 anni, che vivono da soli, parzialmente o totalmente non autosufficienti, o che siano diversamente abili o affetti da patologia invalidante. Per usufruire del servizio è possibile rivolgersi all’associazione Fratello per fratello (338.9377300), al Servizio sociale comunale (030.8984324, 8984327) o all’Azienda servizi farmaceutici (030.8982791).
Villa Carcina. Don Oliviero Faustinoni fa il punto sull'opera in progetto, anche nell'ottica dell'unità pastorale
Nel futuro un nuovo oratorio Una struttura voluta dalla comunità parrocchiale. Le autorizzazioni a procedere attese entro febbraio 2010 di Rosa Casari
Don Oliviero Faustinoni, già parroco di Villa e da settembre ufficialmente pastore anche della comunità di Carcina, anticipa quali saranno le modalità per la realizzazione del nuovo oratorio, nei pensieri della comunità da diverso tempo. Un nuovo oratorio che verrà edificato ex-novo tra la canonica di via Roma 21 e gli impianti sportivi. “Il progetto – dice don Faustinoni – è stato definito ancora lo scorso anno e adesso siamo in attesa che l’iter burocratico vada per il meglio, concedendo il beneplacito per avviare i lavori: infatti, dopo essere stato approvato dal Collegio dei consultori a fine ottobre, il progetto dovrà ora passare al vaglio della Santa sede e contiamo di avere le autorizzazioni
Il progetto del nuovo oratorio di Villa
necessarie a costruire entro febbraio 2010”. Un’opera importante, per la quale la decisione definitiva deve essere presa dal Vaticano, chiamato a pronunciarsi per le spese superiori al milione di euro. “Nel nostro caso – precisa don Oliviero – l’entità della spesa è di grande portata, aggirandosi attorno ai due milioni e mezzo di euro; una volta ottenuto il placet da Roma potremo cominciare ad aprire il cantiere. La posa delle fondazioni dovrebbe avvenire nella prossima primavera e, se non incontreremo particolari intoppi, do-
vremmo concludere i lavori nel giro di un anno”. Un nuovo oratorio che nasce da un preciso bisogno della comunità, ormai cresciuta in modo considerevole. “La vecchia struttura – prosegue il parroco di Villa e Carcina – non è più adatta e la sola spesa di adeguamento e messa a norma sarebbe stata di circa 1,8 milioni di euro. Le nostre esigenze, però, sono quelle di poter contare su una struttura più grande. Ecco perché abbiamo pensato di costruirne una tutta nuova, su un terreno già di proprietà della parrocchia.
In questo modo riusciremo ad avere in un unico corpo comunicante l’oratorio, la canonica e l’abitazione dei sacerdoti (quest’ultima ricavata in una villetta già esistente), tenendo così in considerazione anche il cammino dell’unità pastorale, che la Diocesi sta portando avanti con le diverse parrocchie bresciane”. Il vecchio oratorio rimane tuttora in funzione e continuerà ad accogliere le attività di bambini, ragazzi, giovani e adulti sino alla realizzazione dei nuovi spazi. “La nostra intenzione – conclude don Oliviero Faustinoni – è di non vendere la vecchia struttura, che viene mantenuta proprio nell’ottica dell’unità pastorale e sarà destinata in futuro a un nuovo uso. Proprio per questo motivo ne abbiamo parlato con l’amministrazione comunale, che ha appoggiato con grande sensibilità il nostro progetto, trasformando l’area da zona di servizio in area edificabile. Il progetto del nuovo oratorio è per tutti noi un avvenimento straordinario, un impegno grande che ci assumiamo come comunità e una responsabilità verso le nuove generazioni, sempre sostenuta dalla forte passione educativa che anima ogni attività parrocchiale”.
Magno di Gardone. Tante iniziative nel borgo triumplino per celebrare il patrono che fu Vescovo di Tours
La sagra di san Martino fra bancarelle, preghiere e cultura Il culto di San Martino giunse a Magno d’Inzino nel secolo XI grazie alle monache di Santa Giulia in Brescia, che lì (come a Bovegno, Zanano e Polaveno) avevano delle proprietà. Una devozione popolare che dal 2001 si accompagna a una sagra dedicata al patrono e nata per coinvolgere tutta la gente del paese. Tutto all’insegna della semplicità, scandito da una serie di appuntamenti che ogni anno la rendono più ricca. La manifestazione d’apertura è stata la gara podistica del 25 ottobre scorso realizzata con la Promosport Valli Bresciane. L’appuntamento successivo domenica 8 novembre, con la piazza di Magno che ospita dalle 9 al-
le 18 i consueti mercatini, in una giornata arricchita da spettacoli di valzer (ore 14.30) e da un concerto di musica popolare (ore 17) ad opera di Mario Della Valle; e alle ore 16 la distribuzione gratuita del budino S. Martino, dolce dell’omonima casa mantovana. Poi, la celebrazione vera e propria del patrono, ricordato nella serata di mercoledì 11 (ore 20.45) con un concerto di giovani pianisti russi nella chiesa parrocchiale. La festa prosegue anche sabato 14 (ore 20.15) e domenica 15 novembre (ore 16) con la consueta commedia “Il fantasma del povero Piero” messa in scena dagli “Amici del teatro di Magno” e poi replicata il
21 e 22 novembre. Nella mattinata di domenica 15 novembre (ore 11) sfilata per le vie del paese della reliquia di San Martino, prima della messa solenne (ore 11.15). Una serie di appuntamenti chiusi il 18 novembre da Anselmo Palini, che alle 20.30 presenta due suoi libri: “Primo Mazzolari, un uomo libero” e “Don Primo Mazzolari, Brescia e i bresciani”. “Una sagra – dice Massimo Bertussi, presidente del comitato organizzatore – che vuole essere l’occasione per far incontrare la gente del posto e accogliere chi viene da più lontano, mostrando quanto sia bello il piccolo abitato di Magno”. r.c.
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Sarezzo. Il 10 ottobre l'incontro fra ragazzi e associazioni: una tappa nel triennale impegno del Comune
“Fuori Piazza”, un’occasione per imparare a usare il proprio paese di Andrea Alesci
Lo scorso 10 ottobre all’Istituto “Primo Levi” di Sarezzo è stato costruito un solido ponte: “Ponte Teen”, una mattinata di incontri fra studenti e associazioni presenti sul territorio saretino. Coordinata dal professor Gianluigi Vido, l’iniziativa è inserita all’interno del progetto “Fuori Piazza”, creato nel 2007 dall’amministrazione comunale in favore degli adolescenti che “vivono” Sarezzo. Un confronto diretto fra giovani e adulti, perché la reciproca conoscenza si trasformi in opportunità di crescita per i ragazzi all’interno della comunità. Un modo per questi ultimi di entrare in contatto con chi promuove lo sport (judo, danza, atletica, tennis, trekking, tiro con l’arco, ginnastica, calcio), la musica (banda), la cultura (biblioteca, centro giovanile, fotografia, teatro), l’impegno sociale (Aido, consultorio, Informagiovani, prevenzione tossicodipendenza). Affidato alla cooperativa “La Nuvola nel sacco”, risponde a un bisogno del territorio, cioè al fenomeno di aggregazione giovanile concentrato in particolare nella piazza di Sarezzo e nei locali circostanti. “Con questo progetto – dice la coordinatrice Alba
La piazza di Sarezzo, con la Parrocchiale dei santi Faustino e Giovita
Bonetti – promuoviamo il benessere individuale e sociale degli adolescenti, che vanno portati a conoscenza del ‘circuito di opportunità’ al quale possono liberamente accedere per ‘usare bene’ il proprio paese e se stessi”. “Fuori Piazza” è fatto di incontri con educatori che animano mensilmente le serate in piazza; è fatto di proposte segnalate tramite sms e con un bollettino quindicinale, affisso da ogni
associazione nella propria bacheca e distribuito a scuola e in biblioteca; è fatto di informazione non fine a se stessa, ma destinata a coinvolgere anche quei ragazzi non legati ad alcuna associazione. “Abbiamo trovato grosse risorse educative sul territorio – prosegue Alba Bonetti – e in questo senso il Cag (Centro di aggregazione giovanile) fa da ponte tra adolescenti e adulti. Prendiamo l’esempio
della musica come modus operandi: dalla conoscenza (mancanza di musica) si capisce che cosa interessa ai ragazzi, poi si passa al momento del protagonismo, che può diventare il suonare con una band al bar (come fatto in primavera ed estate); a questo punto nasce l’iniziativa (dò vita a un gruppo di interesse per sapere chi canta, suona, anima); quindi ‘ci metto la faccia’, incontrando l’amministrazione comunale per chiedere una sala prove. Lavoro con l’adulto, mi affido, mi confronto per raggiungere il mio obiettivo, così arrivo a usare tutte le risorse che mi dà Sarezzo. E lo sbocco potrebbe poi diventare la nascita di una consulta giovanile. In questo modo, dall’usare bene il proprio paese si passa a fare qualcosa di buono per esso. ‘Fuori Piazza’ non vuole essere un presidio degli spazi in un’ottica di controllo sociale – conclude Alba Bonetti –, ma un intento, un’idea, una volontà: far sì che tutte le realtà disposte a porsi a servizio dei ragazzi siano così attraenti da essere preferibili alle tante altre occasioni che dei ragazzi non si curano. E la cooperativa ‘La nuvola nel sacco’ non fa altro che mettere in comunicazione tutte queste realtà”. Per informazioni Dott.ssa Alba Bonetti, tel. 333 6930341, e-mail fuoripiazza@nuvolanelsacco.it.
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Concesio
Speciale visita papa Benedetto XVI
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Giovanni Paolo II a Concesio nel 1982 Il 26 settembre 1982 Giovanni Paolo II visita Brescia in occasione dell’ottantacinquesimo anniversario della nascita di Paolo VI. Prima tappa del Papa in terra bresciana è proprio Concesio, dove giunge di buon mattino accolto dal sindaco di allora, Vitale Zola, e dal parroco mons. Valerio Polotti. Giovanni Paolo II rende omaggio al fonte battesimale dove fu battezzato Montini, accende due ceri pasquali e prega con i fedeli. Il Pontefice si sposta poi sul palco posizionato tra il Municipio e la scuola media e qui pronuncia un discorso con ampie citazioni dagli insegnamenti di Paolo VI. Prima di partire alla volta della città, la visita alla casa natale di Montini e l'incontro con i familiari, tra cui il fratello Ludovico.
Il Papa in Valtrompia. Il programma della visita di Joseph Ratzinger nel paese natale del suo predecessore
Concesio accoglie Benedetto nel nome di papa Paolo VI di Fabio Larovere
Una visita nel nome e nel ricordo di Giovanni Battista Montini, bresciano e triumplino, nato e cresciuto nella nostra chiesa, dono per la Chiesa universale. Dopo Giovanni Paolo II, anche Benedetto XVI, che come Wojtyla da Paolo VI venne creato cardinale, arriva a Concesio domenica 8 novembre per rendere omaggio al suo venerato predecessore. Il Papa giungerà alle 9.30 all’aerobase di Ghedi. Da qui il corteo papale muoverà in direzione di Botticino Sera dove Benedetto XVI sosterà brevemente in preghiera davanti all’urna contenente il corpo di Sant’Arcangelo Tadini, il sacerdote bresciano fondatore delle Suore Operaie da lui canonizzato lo scorso aprile. Il Papa muoverà poi verso Brescia dove, alle 10.30, presiederà la solenne concelebrazione eucaristica in piazza Paolo VI a cui farà seguito la recita dell’Angelus. Alle 13 Benedetto XVI raggiungerà il Centro pastorale Paolo VI per il pranzo e un momento di riposo. Alle 16.45 la giornata proseguirà a Concesio con la visita alla casa natale di Montini e l’inaugurazione della nuova sede dell’Istituto Paolo VI. Qui il Papa presiederà la cerimonia di
consegna del Premio internazionale Paolo VI creato dall’omonima istituzione montiniana. Alle 18.15 Benedetto XVI si sposterà nella parrocchiale di Sant’Antonino per una visita al fonte battesimale dove Giovanni Battista Montini fu battezzato. La messa concelebrata in piazza Paolo VI sarà trasmessa in diretta televisiva da Rai Uno e da tutte le tv locali bresciane; queste ultime seguiranno pure in diretta la visita del Papa a Concesio. I fedeli triumplini potranno salutare il Pontefice lungo il percorso che da Brescia lo porterà nel paese di Montini: da via Triumplina la papamobile giungerà a Stocchetta, quindi nel territorio di Concesio, percorrendo via-
le Europa e via Rodolfo da Concesio sino alla casa natale di Paolo VI; per raggiungere la chiesa parrocchiale di Pieve, il Papa percorrerà poi le vie Marconi e Bonomini. I sentimenti della Chiesa bresciana che si appresta ad accogliere Benedetto XVI sono riassunti in una intervista che il vescovo Luciano Monari ha concesso per il magazine curato da “Voce del popolo” per l’occasione. Sono sentimenti di gratitudine, di attesa, di gioia e di speranza dettati dalla consapevolezza che il Papa giunge a Brescia per confermare il cammino che la Chiesa locale sta facendo, tra ricchezze, difficoltà e ostacoli. Un pensiero, mons. Monari, lo dedica
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a un ricordo personale che lo lega alla figura di Paolo VI e che risale agli anni di studio trascorsi a Roma. “Il giorno prima di entrare in Conclave – ricorda il Vescovo – l’allora card. Montini venne in visita al Lombardo. In quei giorni anche noi giovani studenti eravamo presi dalle discussioni su chi potesse essere il successore di Giovanni XXIII. Guardavamo con attenzione ai vari movimenti, alle strategie dei cardinali. Anche Montini, nel corso della sua visita, fece riferimento a queste discussioni in corso, ricordandoci però che la scelta del Papa, al di là degli accordi tra cardinali, era sempre opera dello Spirito Santo. Nostro dovere, ci ricordò in quella circostanza, era quello di far crescere in noi la capacità di cogliere, al di là di ogni considerazione umana, l’azione fondamentale del Signore. Sono convinto che quelle che ci disse non furono parole di circostanza, ma che quell’invito corrispondesse esattamente al suo vissuto. Quel che sorprendeva in Montini, infatti, era che, pur essendo un uomo di curia e come tale informato di tutti i movimenti ad essa connessi, riusciva sempre a custodire della Chiesa un’immagine di fede, non riducendola a semplice organizzazione umana”.
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Il Papa in Valtrompia. Benedetto XVI inaugura la struttura e consegna il premio intitolato a papa Montini
Nuova sede per l’Istituto Paolo VI da Brescia alla casa di Concesio Il Premio Internazionale viene assegnato quest'anno alla collana di libri francese "Sources Chrétiennes" di Fabio Larovere
È uno dei luoghi dove ancora batte il cuore di Giovanni Battista Montini. L’Istituto Paolo VI, la cui nuova sede Benedetto XVI inaugura a Concesio, è stato voluto all’indomani della morte di Montini per conservarne memoria e favorire gli studi sulla sua vita e i suoi insegnamenti. La nuova sede dell’Istituto presieduto da Giuseppe Camadini è stata edificata a Concesio presso la casa natale di Giovanni Battista Montini, lasciata all’Istituto in legato testamentario dall’ing. Vittorio Montini, cugino di Paolo VI. Qui si raccoglie il patrimonio dell’Istituto che sinora si trovava a Brescia, negli spazi del Centro Pastorale Paolo VI di via Gezio Calini. La costruzione si articola in tre diversi volumi, unificati e collegati dalla corte che si apre verso la casa natale del Papa. Esso comprende un archivio con varie migliaia di documenti (per lo più inediti) di o su Montini-Paolo VI in continuo accrescimento; una biblioteca specializzata di 33mila volumi, di cui 10mila già della biblioteca per-
La nuova sede dell'Istituto Paolo VI a Concesio
sonale del Papa; materiali audiovisivi e fotografici di rilevante interesse storico. Vi è poi la collezione “Arte e spiritualità” con distinti spazi espositivi e di deposito, in cui la via alla verità attraverso l’arte e la bellezza permette di sviluppare percorsi educativi promossi dall’Associazione omonima, cui l’Istituto ha demandato la valorizzazione di un patrimonio di arte reli-
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giosa contemporanea tra i più cospicui al mondo. L’approfondimento del pensiero montiniano si estrinseca, inoltre, nei Colloqui di studio internazionali. Finora se ne sono tenuti dieci. Inoltre si sono svolte Giornate di studio internazionali (diciannove in tutto) tra cultori e specialisti di tutto il mondo, dedicate di volta in volta a tematiche specifiche. Si ha quindi la pubblicazio-
ne degli Atti relativi, nonché del “Notiziario”, il periodico semestrale che dà conto della vita dell’Istituto, distribuito in oltre diecimila copie a istituzioni e personalità autorevoli: si tratta di uno strumento di promozione a livello internazionale. Vi è infine il “Premio internazionale Paolo VI” che è giunto alla sua sesta edizione e, finora, è stato attribuito ad Hans Urs von Balthasar per la teologia (1984), a Olivier Messiaen per la musica (1988), a Oscar Cullmann (1993) per l’ecumenismo, a Jean Vanier (1997) per i diritti umani e a Paul Ricoeur (2003) per la filosofia. Il premio – salvo il caso di Messiaen, conferito (per circostanze personali riguardanti il premiato) dal cardinale Jean-Marie Lustiger nella cattedrale di Notre Dame a Parigi – è sempre stato consegnato direttamente dal Santo Padre e, anche quest’anno, Benedetto XVI lo farà in occasione dell’inaugurazione della sede di Concesio. Il premio viene quest’anno assegnato alla collana francese “Sources Chrétiennes”, collana di scritti patristici che conta oggi più di 530 volumi. Si tratta di un’importante impresa editoriale avviata nel 1942 da Henri De Lubac e Jean Daniélou.
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Concesio
Speciale visita papa Benedetto XVI
Un sito web per Paolo VI Dalla fine del mese di ottobre la parrocchia di Sant’Antonino alla Pieve di Concesio ha un sito web rimesso completamente a nuovo. Un progetto curato con eleganza e costantemente aggiornato, che intende fare buon uso della tecnologia per far conoscere a tutti le attività e la storia legate alla parrocchia e alla figura di Paolo VI. Rivolto agli abitanti di Concesio, ma non solo: infatti, oltre alle iniziative contingenti ci sono diverse sezioni di approfondimento sull’oratorio, la chiesa parrocchiale, le chiese di S. Giuseppe e S. Rocco, il territorio e un ampio spazio dedicato a papa Paolo VI, finora assente dal web. Tutto questo all’indirizzo www.concesiopieve.it.
Il sindaco. Dalla Settimana montiniana all'imperterrito lavoro perché il Servo di Dio Paolo VI diventi beato
Stefano Retali: “Il Pontefice a Concesio è un evento storico” di Matilde Russo
Nel paese all’ingresso della Valtrompia c’è aria di ferventi preparativi, perché dopo papa Giovanni Paolo II nel 1982, il prossimo 8 novembre giungerà a Concesio il suo successore sul trono di Pietro, papa Benedetto XVI. “L’arrivo del Pontefice – dice il sindaco concesiano Stefano Retali – è un evento storico fondamentale per la nostra comunità, perché la sua visita, come per papa Wojtyla, avviene nel ricordo di un altro grande Papa, Paolo VI”. Una memoria, quella di Giovanni Battista Montini, continuamente rinvigorita. “Vogliamo che sia fatto tutto il necessario perché il nostro concittadino Paolo VI sia ricordato e possa essere beatificato – aggiunge Retali –. La visita di papa Ratzinger giunge proprio nel 50° da quella dell’allora
Il parroco di Pieve mons. Osio, il nunzio Farth e il sindaco di Concesio Retali
cardinale Montini al suo paese natale e a conclusione della X edizione della Settimana montiniana. Credo che in questi anni – continua il sindaco triumplino – abbiamo fatto tanto per comunicare il suo magistero,
grazie alla proficua collaborazione fra le cinque parrocchie di Concesio e l’amministrazione comunale, tutti impegnati e uniti nella fede in Paolo VI”. Un’unione manifestata anche nella prima decade di ottobre con la
Settimana mariana: una sette giorni di preghiera in preparazione alla visita di papa Benedetto XVI. “Una visita – precisa Stefano Retali – che avviene nel momento in cui l’Istituto Paolo VI si trasferisce a Concesio, portando avanti una comune intenzione: valorizzare la figura di Paolo VI. Non ci sono mai stati momenti di devozione popolare alla sua figura, così l’Istituto, la Settimana montiniana e quella mariana sono occasioni per una continua riscoperta. Paolo VI è stato un uomo del suo tempo e ancor oggi, forse, non abbiamo capito che cosa abbia significato concludere il Concilio, quali difficili e impopolari scelte abbia preso; perciò, vogliamo che le nuove generazioni facciano tesoro del magistero di questo grande uomo, arrivando a conoscere anche i documenti conciliari. Amministrazione comunale e parrocchie uniranno sempre le forze, perché Paolo VI è proprietà del mondo”.
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I parroci. Le cinque parrocchie unite e festanti per accogliere il Papa, pellegrino sulle orme di Paolo VI
Mons. Dino Osio: “Trepidazione per la visita del Vicario di Cristo” di Rosa Casari
“Per noi questa è la venuta del Vicario di Cristo, del ’dolce Cristo in terra’, come definì il Papa Santa Caterina da Siena. Quella S. Caterina che proprio Paolo VI nominò il 27 settembre 1979 Dottore della Chiesa, seconda donna a ricevere questo titolo dopo S. Teresa d’Avila e prima della recente nomina (1997) di S. Teresa di Lisieux”. Così si esprime mons. Dino Osio, parroco della Pieve, sulla visita di papa Benedetto XVI a Concesio. “Sono momenti di attesa intensa e proviamo una specie di tremore, perché l’arrivo del Pontefice è una visita di grazia. Tutta la comunità è in fermento e abbiamo cominciato a prepararci dal punto di vista spirituale già a inizio ottobre con le celebrazioni della Settimana mariana. Un modo, insieme alla Settimana montiniana (giunta alla X edizione), per togliere Paolo VI dall’ingiusto dimenticatoio nel quale si trovava sino a pochi anni fa”. Una visita nel nome di Paolo VI, di un uomo che s’è rivelato profetico, preparando i suoi tre successori. “D’altra parte – prosegue mons. Osio – la figura di Joseph Ratzinger è legata a quella del Papa di Concesio, che il 24
La chiesa parrocchiale di Concesio Pieve, dove Montini fu battezzato
marzo 1977 nominò l’allora studioso Joseph Ratzinger arcivescovo di Monaco e Frisinga, conferendogli il giugno successivo il titolo cardinalizio. Lo stesso aveva fatto con i due Papi precedenti: Giovanni Paolo I, che era vescovo di Vittorio Veneto e il 15 dicembre 1969 fu destinato a Venezia come patriarca, e Giovanni Paolo II, che venne nominato arcivescovo di Cracovia il 30 dicembre
1963. Questa è stata la prima volta nella Chiesa che un Papa si è letteralmente preparato tre successori. Paolo VI, che già da quando era cardinale a Roma ha sempre guardato avanti, intuendo che la Chiesa dovesse avere costantemente un occhio rivolto al futuro”. Mons. Dino Osio parla a nome anche degli altri quattro parroci di Concesio: Don Piero Minelli (S. Andrea
Apostolo), don Gianluca Gerbino (S. Giulia a Costorio), don Giuseppe Tassi (Ss. Vigilio e Gregorio Magno) e don Mario Toffari (S. Giovanni Battista alla Stocchetta). Un’unità delle cinque parrocchie che si manifesterà proprio nel momento dell’accoglienza al Santo Padre nella chiesa di S. Antonino. “Oltre alla Settimana mariana, ci sono state altre serate di preparazione, tra cui la fiaccolata del 23 ottobre nella parrocchia di S. Andrea. Tutti noi vogliamo accogliere il Papa con spirito aperto, come figli dinanzi a un padre che porta sulle spalle il peso di una grossa responsabilità. Questa è una visita epocale, un avvertimento da parte del Signore, che ci fa riscoprire il magistero del Servo di Dio Paolo VI e fa proseguire il cammino della Santa Chiesa”. Così, dopo la visita delle 16.45 all’Istituto, dove incontrerà anche i ragazzi di elementari e medie accompagnati dai propri insegnanti, alle 18.00 Benedetto XVI sfilerà in via Marconi sulla papamobile, prima di giungere nella piazzetta della chiesa, dove verrà accolto dai cinque parroci e accompagnato in chiesa: qui ci sarà un momento di adorazione, un breve saluto di mons. Dino Osio, quindi la benedizione e una fermata al battistero, lì dove diventò figlio di Dio Giovanni Battista Montini.
Impresa costruttrice del complesso immobiliare che ospita il Centro Studi dell’istituto Paolo VI di Concesio
da il benvenuto a Papa Benedetto XVI B r e s c i a v i a L a b i r i n t o , 1 5 1 Te l . 0 3 0 . 3 5 3 1 0 2 8 - F a x 0 3 0 . 3 5 4 2 0 5 8 w w w. e d i l b e t a . i t - i n f o @ e d i l b e t a . i t
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Concesio
speciale visita papa Benedetto XVI
Da Brescia a Concesio L’Associazione Arte e Spiritualità - Centro studi “Paolo VI” sull’arte moderna e contemporanea di Brescia nacque nel 1987 al fine di provvedere alla conservazione, comunicazione ed esposizione del cospicuo patrimonio di opere affidatole dall’Opera per l’Educazione Cristiana, ente proprietario della collezione d’arte del XX secolo raccolta da Montini negli anni del suo episcopato e papato, pervenuta tramite vari lasciti – disposti prevalentemente da monsignor Pasquale Macchi – e costantemente arricchita da donazioni di collezionisti, benefattori e artisti. Aperta al pubblico nel 1988, fino al luglio scorso era ospitata a Brescia in via Monti.
Arte. La nuova sede della Collezione Arte e Spiritualità, con un patrimonio di oltre settemila opere del '900
Il sapiente linguaggio dell’arte per dialogare con il mondo di Fabio Larovere
L’arte figurativa, da sempre nel cuore di Giovanni Battista Montini, trova ampio spazio nella nuova sede dell’Istituto Paolo VI a Concesio. La struttura ospita infatti il cospicuo patrimonio di opere appartenenti all’Associazione Arte e Spiritualità, quasi settemila tra dipinti, disegni, incisioni, stampe, sculture e medaglie, molti dei quali appartenuti a Montini e pervenuti a Brescia tramite vari lasciti. Si tratta di lavori di alcuni dei maggiori protagonisti dell’arte del Novecento, da Matisse a Chagall, da Rouault a Fontana, da Pomodoro a Morandi. Disposto su due piani, per un totale di quasi mille metri quadrati di superficie espositiva, l’inedito allestimento della Collezione è basato su un itinerario principale di visita e su sezioni specificamente dedicate alla grafica, alla
Il monumento a Paolo VI in Duomo nuovo, opera di Lello Scorzelli
scultura e alla medaglistica, con circa 275 opere visibili al pubblico. “La volontà – spiega il direttore artistico Paolo Bolpagni – è stata di testimoniare il grande impegno profuso da Paolo VI per la promozione dell’arte con-
temporanea nelle sue più varie manifestazioni, nella ricerca di un dialogo – talvolta anche tormentato, difficile, contrastato – e di una reciproca comprensione”. Tra gli obiettivi fondamentali di questo
museo figurano la ricerca e la promozione degli apporti offerti all’arricchimento spirituale della vita degli uomini del nostro tempo dalle più diverse forme ed espressioni della creatività individuale. “La nuova sede museale e l’allestimento della Collezione Paolo VI – dice Bolpagni – si propongono di rendere visibile e palpabile, nel contatto vivo con le opere, quell’ideale di apertura, quella volontà di vedere, di conoscere, di capire l’arte che furono proprie di Montini”. Nella nuova struttura è presente anche un attrezzato laboratorio didattico e sono previste un’area riservata a mostre o allestimenti temporanei e uno spazio destinato ad accogliere una biblioteca di oltre quindicimila titoli, soprattutto d’arte moderna e contemporanea, tra cui l’importante fondo di edizioni futuriste originali pervenuto per donazione da parte del professor Bruno Passamani. Info: www.collezionepaolovi.it.
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In valle. I luoghi triumplini frequentati dal Pontefice fra ricordi d'infanzia, visite ufficiali e ritorni segreti
Dal monte Guglielmo alle miniere la valle sta nel cuore di Paolo VI di Matilde Russo
Il Guglielmo è la montagna dei bresciani, una cima che gli abitanti della Valtrompia hanno particolarmente a cuore. Così era anche per il giovane Giovanni Battista Montini, che spesso portava la sua ombra di bambino venuto dalla bassa valle a passeggiare nei verdi prati del Gölem. Una scoperta che cominciò all’età di due anni, in quel 1899 in cui suo padre Giorgio fu incaricato di costruirvi un monumento a Cristo Redentore proprio sulla cima. Così, d’estate la famiglia Montini si trasferiva a Pezzoro, trascorrendo le vacanze all’albergo Dancelli. Ma già il viaggio di avvicinamento era un’avventura per il piccolo Giovanni Battista e il fratello Ludovico (di un anno più vecchio). Un inoltrarsi nella valle del Mella, scortati dal rumore del fiume, mentre il tram procedeva lungo la strada: così sfilava Concesio, lo stabilimento di Francesco Glisenti a Villa Carcina, il paese di Sarezzo dove si stabilirono i suoi avi provenienti dalla Valsabbia, Gardone Val Trompia con la fabbrica Beretta e poi su fino al forno fusorio di Tavernole dov’era la fermata. Lì la famiglia Montini doveva fare ancora sette chilometri di marcia su una ri-
Il card. Giambattista Montini, il vescovo di Brescia Giacinto Tredici e il parroco di Bovegno mons. Francesco Bertoli, in occasione della visita in valle nel 1959
pida mulattiera fra boschi e pascoli, prima di giungere al piccolo abitato di Pezzoro. Così, in quegli anni il futuro Paolo VI imparò a conoscere la vita dura e semplice della montagna, apprezzò la natura, osservò le albe e i tramonti, si stupì per i riflessi della luna piena e sperimentò la fatica nel salire al Guglielmo. Poi, gli anni trascorsero e il 21 maggio 1920 il giovane Montini era nella chiesa delle Grazie a Brescia per officiare la sua prima messa. Divenuto nel 1954 guida della diocesi di Milano, mons. Montini tornò diverse volte nei
luoghi della sua infanzia in visite non ufficiali, prima di tutto alla casa natale nella parrocchia della Pieve a Concesio: quel signorile edificio del XV secolo, eretto dai conti Lodrone di Trento, con la rimessa per le carrozze, il giardino interno, il portichetto che faceva affiorare i ricordi. Ricordi che tornano vivi nelle parole della signora Laura, cugina di papa Paolo VI: “Avevo ventiquattro anni in meno di don Battista, ero dagli zii nella casa di Concesio e cercavo di far marciare i miei due cugini (Battista e Francesco) sulle mattonelle rosse che
c’erano nel cortile. Francesco usciva dalla linea immaginaria e don Battista gli diceva: ‘Su Francesco, non fare arrabbiare la piccola Laura’”. Ricordi dell’amata chiesetta di San Rocco e del santuario della Madonna della Stella, presso cui mons. Montini sognava di stabilirsi al termine della sua carriera diplomatica. Prima che tutto cambiasse e lui diventasse Papa. La Valtrompia è sempre rimasta nel cuore di Paolo VI, che vi tornò anche da cardinale nell’agosto 1959, percorrendo le strade dell’Alta valle. Nel giorno dell’Assunta la comunità di Bovegno era in festa intorno al suo parroco, don Francesco Bertoli, che celebrava il 35° anno di missione sacerdotale e il 18° di attività parrocchiale. Il futuro papa Paolo VI tornò a rivedere i luoghi di lavoro nel sottosuolo e a ricordare quando da bambino, salendo verso Pezzoro, il padre gli indicava le bocche scure che portavano dentro la montagna. Una visita alle miniere Ferromin, Tassara, Prealpina (poi Torgola) e agli abitanti di Collio, che tanto si sacrificavano per estrarre la fluorite che la terra aveva donato loro. Poi, il 16 agosto l’abbraccio ai compaesani di Concesio, la benedizione alle Acli, la S. Messa in parrocchiale e il vivido raffiorare della sua infanzia triumplina. Come disse lui stesso, “il ritorno nell’umile paese dove sono nato”.
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Un restyling strutturale
Bassa Valle
Gli interventi di restauro hanno riguardato l’irrigidimento del sottotetto, il consolidamento e l’incatenamento delle murature fessurate, il rinforzo dei pilastri e l’introduzione di controventamenti per solidarizzare le murature e ridistribuire gi sforzi. Il costo totale dell’opera (compresi alcuni lavori aggiuntivi di pulizia, sostituzione delle vetrate e restauro dei portoni) è stato di circa un milione e mezzo di euro.
Nave. Il vescovo mons. Luciano Monari verrà a benedire i restauri della parrocchiale il prossimo 7 dicembre
L’Immacolata porta in regalo una chiesa rimessa a nuovo di Lia Micale
Sono quasi ultimati i lavori alla chiesa parrocchiale di Nave, rimasta seriamente danneggiata dalle scosse di terremoto che il 24 novembre 2004 si dipanarono dall’epicentro Salò in gran parte della provincia di Brescia. Allora la situazione della parrocchiale di S. Maria Immacolata e delle due discipline di S. Rocco e dell’Annunciata fu classificata con “priorità 2”, ovvero come edificio gravemente lesionato ma con parziale agibilità. A causa di lavori più urgenti, il procedimento per il riconoscimento dei danni si protrasse sino al maggio 2007, quando il progetto definitivo venne approvato e il cantiere poté essere aperto. Ora, dopo un anno e mezzo di ferventi opere di restauro la chiesa di S. Maria Immacolata può tornare allo splendore che la contraddistingue sin dal 1730, anno della sua dedicazione. “I lavori sono terminati all’inizio di settembre – riferisce il parroco don Gian Luigi Carminati –, con un ritardo di soli due mesi sulla tabella di marcia, per via delle avverse condizioni meteorologiche incontrate durante lo scorso inverno. Ormai rimangono solamente poche cose da portare a termine:
L'interno della chiesa parrocchiale di Nave
stiamo concludendo proprio in questi giorni i lavori di sostituzione delle finestre e gli ultimi ritocchi agli impianti di illuminazione e riscaldamento; inoltre, stiamo restaurando i portoni, sperando di completare almeno quello dell’ingresso principale, in vista dell’inaugurazione ufficiale del prossimo 7 dicembre”. Nel frattempo la chiesa viene regolarmente utilizzata per le funzioni liturgiche domenicali, per officiare i funerali e per la celebrazione dei matrimoni, mentre nei giorni feriali la S. Messa
viene detta nella chiesa laterale di S. Rocco (sino al XIX secolo adibita a sede dell’oratorio femminile e poi trasformata in disciplina). “Proprio perché dedicata a Maria Immacolata – riferisce don Carminati – l’inaugurazione avverrà nella serata che precede e prepara alla festa dell’Immacolata Concezione. Lunedì 7 dicembre la chiesa tornerà a disposizione dell’intera comunità parrocchiale nella S. Messa delle ore 18.30, celebrata dal vescovo mons. Luciano Monari. Inoltre – prosegue il parro-
co navense – per l’occasione stiamo preparando una mostra di presentazione degli interventi effettuati in questi quindici mesi e un allestimento di natura storico-artistica sempre sulla chiesa parrocchiale, un’esibizione che probabilmente verrà fatta nella sala per il sostentamento al clero di Nave (ex Acli)”. La chiesa di S. Maria Immacolata risale al 1730, sulle sue pareti spiccano affreschi degli anni Trenta del ‘900 ed è impreziosita dalla secentesca pala dell’altare maggiore: “L’Immacolata Concezione”, opera del bolognese Marcantonio Franceschini. Una chiesa ricca di tesori anche a firma di artisti bresciani, come Antonio Gandino, che nella tela posta sopra il secondo altare di sinistra ha impresso con intense pennellate la “Cena di Emmaus”. Arricchita da altre opere risalenti al XVIII secolo, la chiesa parrocchiale ospiterà anche un concerto di musica classica, organizzato nella settimana seguente l’inaugurazione. “Infine, sempre la sera del 7 dicembre – conclude don Gian Luigi Carminati – vorremmo ospitare al cinema teatro S. Costanzo la proiezione in anteprima nazionale del film Lourdes, pellicola girata dall’austriaca Jessica Hausner e presentata all’ultima edizione della Mostra cinematografica di Venezia”.
LA REALTÀ CHE VENDE AL DETTAGLIO CON I PREZZI ALL'INGROSSO San Vigilio di Concesio (Bs) Via della Stella, 87 - Tel. 030 2751858
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Economia L'incontro
Roberto Cigolini Un imprenditore che rivitalizza il proprio paese
Passione, coraggio e lungimiranza Quattro imprese riunite nel medesimo gruppo industriale L'imprenditore lumezzanese Roberto Cigolini
di Andrea Alesci
Stretto fra le abitazioni che danno su piazza Portegaia a Lumezzane S. Apollonio c’è lo stabile dove sono ospitate le aziende del Cigolini Group. Un gruppo guidato dal trentanovenne Roberto Cigolini, giovane imprenditore lumezzanese di poche ma chiare parole. Quando ha deciso di diventare imprenditore? Ho sempre lavorato con mio padre nella Cigolini Luigi, ditta che produce stampi per presse. Poi, nel 2006 ho pensato di mettermi in proprio con un mio progetto imprenditoriale. L’attività iniziale era quella delle Trancerie Cigolini, poi in luglio ho rilevato la produzione della Inoxbeck, il vecchio marchio della Becchetti Giacomo Spa: fondata nel 1919 con il nome di “Fonderia Becchetti Giacomo e Fratelli” e impegnata nella fusione in terra per la produzione di posate in ottone è passata poi (1953) all’utilizzo dell’acciaio inossidabile 18/10, divenendo una fra le più rinomate aziende nel settore. Una realtà che non si è modificata e con la quale abbiamo continuato a sviluppare quella nicchia di mercato locale da sempre legata all’aspetto familiare. Con Inoxbeck è stata premiata la scelta di linee tradizionali e la costante ricerca della qualità che hanno portato a diversificare la produzione
di posate (con rifiniture anche personalizzate), complementi per la tavola, pentole, gastronomia, articoli da bar, tutti prodotti pensati per un target medio-alto. Ancora più antico è il marchio della seconda impresa che ho rilevato lo scorso agosto: la Saf Sas di Angelo Seneci e figli, fondata nel lontano 1890 e poi divenuta Eredi Seneci. L’azienda oggi fa parte del nostro gruppo sotto il nome di Nuova Saf e può contare sul magazzino e su una produzione di quattordici differenti modelli di posate pensate appositamente per la fascia di mercato medio-basso. Oltre le due acquisizioni quali altri comparti fanno parte del Cigolini Group? Tutto è cominciato con la Trancerie Cigolini, specializzata nella produzione di articoli casalinghi e di accessori per i settori di automotive (veicoli a motore, ndr) e agricoltura (macchine agricole) e per la minuteria utilizzabile in arredo urbano e nel campo dell’illuminazione in generale. La continua volontà di crescita e l’instancabile dinamismo ci hanno permesso di immetterci in un mercato di produzione conto terzi che richiede sempre più flessibilità e prontezza nella risoluzione delle innumerevoli casistiche del settore meccanico: infatti, possiamo contare su un reparto specializzato nella progettazione e costruzione di stampi, formato da personale altamente qualificato che ha alle spalle un’esperienza trentennale. L’ultima creazione, invece, è stata la Cigolini Design, che si occupa di
complementi d’arredo e per la quale ci avvaliamo della collaborazione di vari designer (oltre a quello interno all’azienda che si occupa della linea dei prodotti e che cura la parte relativa agli allestimenti interni e alle fiere). I prodotti della nostra collezione sono in legno, acciaio e ceramica e sono pezzi unici realizzati artigianalmente. Un gruppo solido che continua a lavorare unito nel capannone di via Disciplina 14 a Lumezzane S. Apollonio. Tutte le aziende del gruppo sono riunite negli 8.000 metri quadrati di officina (dove lavorano 22 operai) e nei 300 dedicati agli uffici (con 10 persone impiegate), entrambi ospitati nello stabile a ridosso di piazza Portegaia. Un’unità strutturale realizzata nell’ottica di un polo lavorativo unico, che potesse consentire di mantenere in loco chi già era presente prima della nascita del nuovo gruppo industriale. Una solidità di sostanza e d’intenti: infatti, la nostra filosofia fa perno intorno a un aspetto inequivocabile e trasversale alle quattro aziende, ossia la forte valenza del Made in Italy, segno distintivo e motivo di orgoglio riconosciuto in tutto il mondo. Com’è stato vissuto il periodo di crisi economica e quali sono i cardini del gruppo? Il momento di flessione l’abbiamo sentito, però abbiamo potuto ammortizzare il colpo, in particolare grazie al lavoro nei particolari per auto e illuminazione. Al momento stiamo andando discretamente be-
ne e abbiamo solide garanzie lavorative, per cui nell’immediato futuro dovremo soltanto raccogliere i frutti di quello già fatto. Il nostro punto di forza risiede nel fatto che tocchiamo più settori, essendo riusciti a diversificare la produzione anche all’interno di ogni azienda del gruppo: la Trancerie Cigolini con particolari per sedie, automobili, e lavorazioni a freddo; la Cigolini Design con complementi d’arredo realizzati su richiesta; la Inoxbeck con liste nozze, vassoi e prodotti per l’industria alberghiera e la gastronomia; la Nuova Saf con la vasta gamma di posate. Il nostro segreto è quello di non aspettare mai, e la parola chiave del nostro operare è ‘ricerca’: infatti, una sezione precisa dell’impresa si dedica allo sviluppo di nuovi prodotti e al perfezionamento continuo di quelli esistenti. Ci muoviamo sia sul mercato nazionale sia su quello estero: siamo stati presenti a Host (Salone internazionale dell’ospitalità professionale, che si è tenuto a Milano dal 23 al 27 ottobre scorso), parteciperemo al Macef (Salone internazionale della casa dal 15 al 18 gennaio 2010) e abbiamo in calendario anche alcune fiere straniere (una a Dubai). La cosa importante è non fermarsi mai e proporsi continuamente ai clienti e alla gente. Ecco perché abbiamo investito molto anche sui siti web, con la presenza in rete di tre delle quattro aziende del Cigolini Group srl: www.tranceriecigolini.it, www.becchettigiacomo. it, www.cigolinidesign.it.
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I monumenti al Redentore
Cultura
e comunicazione
Come segno della fede in Dio all’inizio del XX secolo il mondo cattolico, su iniziativa di papa Leone XIII, decise di innalzare venti monumenti dedicati a Cristo Redentore su altrettante vette italiane. Il primo fu quello sul monte S. Giuliano a Caltanissetta. Per la Lombardia fu scelto il bresciano monte Guglielmo. Questi gli altri: Mombarone e Monviso (Piemonte), Saccarello (Liguria), Matat (Veneto), Cimone (Emilia Romagna), Corno della Scala e Amiata (Toscana), Vettore (Umbria e Marche), Cimino, Guadagnol e Capreo (Lazio), Gran Sasso e La Majella (Abruzzo), Altino e Acero (Campania), Martina Franca (Puglia), Aspromonte (Calabria), Ortobene (Sardegna).
Personaggi. L'incisore Cesare Giovanelli e il messaggio cristiano portato sulla montagna dei bresciani
Il Gölem e Cristo Redentore per sempre avvinti nella fede di Andrea Alesci
Tanti sono i sentieri che dipartono verso la vetta del Gölem, dove riposa placido il monumento a Cristo Redentore. Si sale da Pezzoro, dalla Pontogna, dai prati di Caregno, dalla val di Inzino. E lassù, ai 1949 metri di quel “culmine” che un improvvisato traduttore consegnò ai posteri come Guglielmo, ogni cosa vigila silente sulla Valtrompia. “Il Monte Guglielmo – dice Cesare Giovanelli, presidente dell’Associazione culturale Redentore – non è una montagna di confine, ma è come essere su un’isola, perché lo sguardo può spaziare da ogni parte”. E come su un’isola ci si può immaginare qualcosa che sta sempre più in là: a ovest il magico Sebino e le prealpi bergamasche, a nord compare il profilo inconfondibile della Presolana e quello maestoso dell’Adamello, a sud ecco la linea degli Appennini e la grande distesa della pianura padana; e se puntiamo verso est, gli azzurri spicchi del lago di Garda ci confortano mentre cerchiamo i contorni del Monte Baldo. “Questa non è una montagna come le altre – dice ancora Cesare Giovanelli –, ma ormai da più di un secolo è un luogo mistico. Precisamente da quel 24 agosto 1902, quando sulla sua sommità fu inaugurato il monumento a Cristo Redentore, con una messa del vescovo Corna Pellegrini e chierichetti i figli di Giorgio Montini, Ludovico e Giovanni Battista (futuro Paolo VI). Proprio il padre del Papa bresciano ricevette nel 1899 l’incarico di erigere uno dei venti monumenti che il mondo cattolico aveva deciso di costruire su altrettante vette d’Italia, in segno dei venti secoli di fede in Cristo. Il primo s’innalzò il 3 novembre 1900 sul Monte S. Giuliano a Caltanissetta, mentre i lavori per
Cesare Giovanelli con la moglie Tina
Il monumento al Redentore sulla cima del Guglielmo
quello della Lombardia si completarono l’anno successivo”. Il monumento attraversò due guerre e negli anni Sessanta era gravemente danneggiato, anche a causa dell’esposizione costante alle intemperie; fu lo stesso Paolo VI a farsi carico del suo recupero. Sei muratori tornati dai cantieri della Foresta Nera si offrirono di starsene lassù, dal lunedì al sabato, per ricostruirlo, aiutati dalla United States Army Southern European Task Force, che quasi ogni giorno, con due elicotteri, trasportava il materiale da Marcheno. Il 22 settembre 1966 il monumento era finito e il 26 dello stesso mese venne inaugurato, insieme alla croce a cinque punte postavi sopra a ventuno metri d’altezza. Poi, nel 1998 fu eretta accanto al monumento una statua bronzea di Paolo VI, ad opera dello scultore camuno Gianluigi Sandrini. Se nella statua c’era qualcosa anche di papa Giovanni Paolo II (che nella sua visita a Brescia la benedisse), dal 2006 pure il Pontefice polacco rimase legato con forza viva al monumento, grazie all’altorilievo di bronzo che lo raffigura e da allora adorna il portone. Quattro anni prima, nel 2002, si realizzò
l’idea di Cesare Giovanelli: decorare la facciata principale del monumento con un mosaico in vetro dedicato a Cristo Redentore. Cesare Giovanelli fece ciò che aveva fatto Giorgio Montini: portare sulla montagna un messaggio cristiano. Un messaggio che il 20 luglio 2008 ha risuonato ancora più forte, quando al mosaico della “Redenzione” realizzato da Giancarlo Gottardi si sono unite altre tre opere sulle restanti pareti: “La Creazione” (Enrico Schinetti), “L’Annunciazione” (Massimo Zuppelli) e “La Crocifissione” (William Fantini). “Il Guglielmo – ribadisce Cesare Giovanelli – è una delle montagne più frequentate d’Europa e come Associazione culturale Redentore, per la terza domenica di luglio vorremmo riunire anche l’anno prossimo quanta più gente possibile, per ricevere l’indulgenza plenaria e sostenere la beatificazione del Servo di Dio Paolo VI. Per i credenti questa è una montagna con la quale ci si può avvicinare al Signore; per tutti è una palestra naturale che si offre benigna in ogni stagione, in inverno ammantata di neve e pronta ad accogliere sciatori ed escursionisti con le ciaspole; rigogliosa in primavera e d’estate per i
camminatori che salgono fra abeti, ranuncoli, margherite e rose selvatiche. Una montagna per bambini, ragazzi, giovani, adulti e anziani, che vive dell’intenso e particolare legame con il Redentore”. Questa speciale dedizione al Guglielmo nasce dalla riscoperta di un sano amore per l’ambiente montano, per una natura da esplorare sempre. Questo è lo scopo che tiene sempre in mente l’Associazione culturale Redentore. “Vogliamo migliorare i sentieri che s’aggrappano alla pelle di questo meraviglioso gigante – riferisce il presidente Giovanelli –. Vogliamo inerbarli, renderli sempre più praticabili per chi vuole avvicinarsi alla maestosità del paesaggio che il Guglielmo offre a chi è disposto a salire lassù”. Là dove è possibile vivere l’incanto di una vista che anche nelle giornate di bruma, quando il Gölem si mette il cappello, concede momenti mistici, aprendo la vista dell’immaginazione. Si dice che dalla cima, nelle giornate limpide, si riesca a vedere il luccichio dorato della Madonnina sul Duomo di Milano, come se Maria e Cristo s’incontrassero nel cielo del Guglielmo.
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Tradizioni. Secondo la leggenda le anime dei defunti tornerebbero per un giorno a scaldarsi fra i loro cari
San Colombano e il falò dei morti di Lia Micale
Già al tempo dei celti il primo novembre era spartiacque naturale, il capodanno in cui aveva inizio il Samhain, momento in cui la calda stagione di luce sfumava nelle tinte sempre più fosche dell’incipiente inverno. E la Valtrompia, terra di passaggio delle popolazioni celtiche già nel IV secolo a.C., ha raccolto come grano in un campo quest’antica tradizione e l’ha tramandata nei secoli. Una tradizione che poi fu cristianizzata dall’episcopato franco nella festa d’Ognissanti, già diffusa in Oriente dal II secolo e resa obbligatoria come solennità da papa Sisto IV nel 1474. Il retaggio celtico non scomparve mai e anche nella valle del Mella si saldò come in altri luoghi della provincia alla Commemorazione dei defunti. Papa Gregorio IV la spostò dal 13 maggio al primo novembre proprio per detronizzare il culto celtico, poi ripreso dalla festa di Halloween. Una festa che nei paesi di lingua inglese divenne Hallowmas (messa di tutti i santi), preceduta da Halloween (vigilia di tutti i santi). Al 1745 risale l’abbreviazione del termine scozzese Allhallow-even in Eve of All Saints, ossia la “vigilia di tutti i Santi”, termine attestato intorno al 1556 come “l’ultima notte di ottobre”: infatti, nel vecchio calendario celtico questa era anche l’ultima notte dell’anno e all’inizio era pronunciato come Hallowe’en, dove e’en abbre-
Il "fuoco dei morti" a San Colombano (foto Edmondo Bertussi)
viava even, forma contratta di evening (sera). Quel periodo dell’anno che affonda le radici nelle tradizioni celtiche, notte durante la quale si credeva che il confine fra mondo dei vivi e regno dei morti divenisse più sottile, consentendo agli spiriti di tornare. Poi, dal XIV secolo la Chiesa romana dedicò il 2 novembre alla Commemorazione dei defunti, tradizionalmente giorno di mestizia ma in Irlanda ancora oggi vera e propria festa familiare. Irlandese la tradizione come San Colombano Abate, patrono dell’omonimo borgo valtrumplino. “Il fuoco dei morti – dice il parroco di San Colombano, don Marino Cotali – è una tradizione pre-cristiana molto diffusa nel bresciano e probabilmente
rimasta soltanto qui da noi. Il pomeriggio del primo novembre ci sono i canti dei Vespri, quindi la processione in direzione del cimitero, dove si accende un enorme falò. Il fuoco viene preparato da un gruppo di giovani e arde vivo sino alla sera del 2 novembre, dedicata alla Commemorazione dei defunti. Una volta giunti in prossimità del camposanto vengono spalancati i cancelli e lasciati aperti per tutta la notte. La leggenda narra che le anime dei defunti escano a scaldarsi e intrattenersi con i loro cari ancora pellegrini su questa terra. La gente rimane in preghiera e contemplazione per tanto tempo e chi può porta un po’ di legna da casa, alimentando ancor più il fuoco”.
Un grande falò cui si aggiungono migliaia di lumini rossi, così che tutto sembra ardere nel segno dei morti che tornano a farsi vivi fra i viventi. “Poi – continua don Marino – ci sono momenti di preghiera, celebrazioni eucaristiche e processioni. La messa delle 11 il primo novembre, i Vespri pomeridiani, e il 2 novembre, dopo la messa delle 17, la processione verso il cimitero, dove i cancelli vengono chiusi: allora le anime rientrano dopo essere tornate in contatto per un giorno con i propri cari. Tutti questi momenti sono modi intensi per accostarsi al sacramento della Confessione e della Comunione. Un vicendevole sentire che per due giornate anima spiritualmente la comunità di S. Colombano e non solo: anche gli oriundi del paese che, per necessità lavorative, non abitano più in Alta valle, per l’occasione tornano volentieri a casa”. La solennità di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti, come in molte altre parti d’Italia, sono eventi strettamente legati l’uno all’altro e nell’ultimo paese della Valtrompia sono grandi solennità, che la gente vive in maniera particolare e sente più della S. Pasqua e del S. Natale. “Col passare del tempo – conclude don Marino Cotali – la tradizione ha assunto una luce che sgorga dalla croce di Cristo e da Colui che ha vinto la morte. Qui si continua a vivere questi riti consapevoli che la morte è la penultima parola, perché l’ultima è riservata a Gesù, quando dice ‘Io sono la Resurrezione e la vita’”.
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Salute. Sono relativamente pochi gli alimenti responsabili della maggior parte delle intolleranze patite
Allergie alimentari, cause e rimedi per affrontare un problema diffuso di Giorgia Del Giudice Specialista in Allergologia
Gli alimenti contengono un elevato numero di molecole con potere di antigeni (in grado di indurre la produzione di anticorpi, ndr), ma fortunatamente solo in alcuni individui inducono una sensibilizzazione, ossia una modificazione del sistema immunitario. In condizioni normali il sistema immunitario associato alle mucose, l’acidità del succo gastrico, gli enzimi del pancreas e dell’intestino, la motilità intestinale e la flora batterica enterica evitano che molecole alimentari immunologicamente attive attraversino la parete intestinale, oltrepassino il fegato ed entrino in circolo. Quando esiste un’allergia alimentare succede che, per un mal funzionamento del meccanismo di esclusione, una quantità eccessiva di molecole alimentari, con potere di antigene, attraversi la barriera intestinale e determini, nei soggetti predisposti, una sensibilizzazione e una reazione. Tutti gli alimenti potrebbero essere immunogeni (in grado di stimolare le risposte immunitarie, ndr), ma fortunatamente le allergie sono in genere sostenute da un numero abbastanza ristretto di sostanze alimentari. Infatti, malgrado la diversità della dieta umana sia enorme, gli alimenti responsa-
bili della maggior parte delle allergie alimentari nel mondo sono relativamente pochi. Latte, uova e arachide sono responsabili della vasta maggioranza delle reazioni allergiche alimentari che colpiscono i bambini, mentre arachide, nocciola, pesce e molluschi sono responsabili di quelle che affliggono la popolazione adulta. Esistono anche reazioni incrociate tra alimenti e inalanti: per esempio, l’allergia alle piume e alle uova, al polline delle graminacee e alle arachidi o
ai pomodori. Le manifestazioni cliniche dell’allergia alimentare sono essenzialmente di tipo gastrointestinale (sindrome orale allergica, anafilassi intestinale), cutaneo (eczema, orticaria, rush, angioedema), respiratorio (broncospasmo, rinocongiuntivite) e sistemico (shock anafilattico). La diagnosi di allergia alimentare può essere molto difficoltosa, per cui è necessario seguire un iter molto rigoroso. In primo luogo bisogna condurre una dettagliata anamnesi sul paziente:
questa può fornire elementi di sospetto altamente indicativi, in modo particolare se l’episodio allergico si verifica a pochi minuti di distanza dall’assunzione dell’alimento. In secondo luogo vanno fatti degli accertamenti allergologici di primo livello con test cutanei (skin prick test, prick by prick) e test sierologici per la ricerca di specifiche IgE (Immunoglobuline E) tramite Rast (Radioallergosorbent test). Il terzo modo di procedere consiste nell’ottenere conferme diagnostiche con diete di eliminazione. Se con la dieta si sono conseguiti miglioramenti clinici significativi, allora si reintroducono nella dieta altri alimenti, uno alla volta, in modo da giungere alla precisa identificazione dell’alimento responsabile dell’allergia. La terapia si basa principalmente sull’eliminazione dell’alimento responsabile, una volta che sia stato individuato. Il trattamento dietetico deve essere condotto in maniera rigorosa, escludendo completamente l’alimento e quelli che s’incrociano con esso. La terapia desensibilizzante per gli alimenti, a differenza degli inalanti, non ha al momento dimostrato la sua efficacia. La terapia farmacologica, invece, prevede la somministrazione di farmaci ad azione preventiva (sodio cromoglicato) o sintomatica (antistaminici e cortisonici).
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Judo Sen Shin Sarezzo
Sport
Il Judo Sen Shin Sarezzo è un’associazione sportiva dilettantistica che opera sul territorio saretino da oltre trent’anni ed è affiliata alla Federazione Italiana Lotta Pesi Judo e Karate. Responsabile del settore tecnico è Rinaldo Pintossi (cintura nera IV dan), coadiuvato da Marco Guerini (cintura nera II dan) nell’allenamento dei bambini dal 5 agli 11 anni. Claudio Baldussi e Claudio Pasolini (entrambi cintura nera III dan) seguono gli amatori di tutte le età e dal primo ottobre scorso si tengono i corsi di autodifesa femminile. Per info mandare una mail a info@judosenshinsarezzo.it o visitare il sito web www.judosenshinsarezzo.it.
Softball. Il presidente e responsabile tecnico Dario Baresi: "Un progetto serio all'insegna dei più giovani"
Marcheno sogna con le Cadette, pronto a festeggiare i trent’anni di Rosa Casari
Torna anche in questo numero il softball. Torna con alcune precisazioni importanti rispetto all’articolo del mese scorso, perché il Softball Club Marcheno è vivo più che mai e continua a dir la sua nel campionato italiano della federazione. A fare da traino è la formazione delle Cadette, pronte a celebrare nel prossimo campionato il trentesimo anniversario della società, fondata nell’ottobre del 1980 e soprannominata Scorpions. “Servono caparbietà e professionalità per portare avanti un progetto del genere – dice il presidente Dario Baresi – con una prima squadra che nel 2003 è arrivata a conquistare campionato e Coppa Italia di A2. Un percorso partito trent’anni fa con un paio di stagioni di Juniores, la trafila dalla C2 alla B, poi nel 1991 la promozione in A, nel ‘92 il secondo posto in Coppa Italia e nel ’93 la medaglia di bronzo ottenuta in Coppa delle Coppe. E da quando (2006, ndr) non c’è più una prima squadra, abbiamo puntato tutto sul settore giovanile”. Una realtà viva, che può giocare su uno dei migliori terreni di gioco d’Italia. “Molte volte – continua
La selezione della Lombardia, di cui fanno parte alcune ragazze di Marcheno
Dario Baresi - le ragazze della nazionale italiana sono venute ad allenarsi qui a Marcheno, da sempre luogo riconosciuto per la sua capacità di lavorare con i giovani. Operiamo di concerto con le scuole elementari di Marcheno da sempre e dall’anno scorso abbiamo avviato anche una collaborazione con l’istituto di Lodrino”. Il Softball Club Marcheno può contare sulla categoria Ragazze (dai 6 ai 10 anni), così denominata anche se la squadra è mista. Una rappresentativa
il cui scopo è far avvicinare i bambini al gioco, disputando incontri amichevoli e partecipando ai corsi organizzati insieme all’Assessorato allo Sport del Comune di Marcheno. La categoria Cadette (dai 10 ai 15 anni, con deroga per un fuori quota di 16 anni) partecipa, invece, al campionato nazionale: un girone regionale, una fase interregionale (per la Lombardia con Liguria e Piemonte), quindi la fase finale con quattro squadre a contendersi il titolo di campione nazionale.
Presidente della società sin dalla sua fondazione, Dario Baresi è istruttore della federazione e responsabile tecnico per la provincia di Brescia, oltre che allenatore a Marcheno insieme a Tamara Fausti, Elena Guerini e Nicolò Sabatti. “Nel 2009 – riferisce Baresi – le Cadette sono arrivate quinte in campionato, conquistando però lo scorso 5 ottobre il secondo posto nella finale della Coppa Regioni (sconfitta col Caronno). Ma la cosa che ci fa più onore è che alcune di loro siano state scelte dalla selezione regionale per disputare un campionato italiano, vinto proprio dalla Lombardia; la stessa ha partecipato alla fase europea (vinta) ed è volata a Seattle per giocarsi le Junior Softball World Series, chiuse al nono posto”. Gli Scorpions di Marcheno non si fermano e guardano al futuro, continuando la fase di promozione sportiva nelle scuole. “Stiamo cercando di fare due squadre nella categoria Ragazze – conclude Dario Baresi – e la consueta compagine per le Cadette. Certo, il sogno è riuscire ad avere di nuovo una prima squadra che possa giocarsi almeno la serie B, ma noi siamo convinti che il lavoro serio fatto sul vivaio darà presto i suoi frutti”. Info: Dario Baresi, cell. 347 3320933.
Arrampicata. Uno sport in crescita nella valle del Mella, con diverse opportunità per gli appassionati
A Inzino e Cogozzo si arrampica d’inverno Se il termometro scende gli arrampicatori continuano a salire, grazie alle palestre. In Valtrompia sono due i luoghi indoor per l’arrampicata. Inzino. La palestra gestita dal Cai di Gardone Val Trompia esiste ormai da una quindicina d’anni e il responsabile è Claudio Nassini (istruttore di alpinismo del Cai), aiutato da dieci istruttori e aiuto-istruttori. “A ottobre – riferisce – abbiamo iniziato un corso per principianti che si svolge per sei giovedì consecutivi e termina con due uscite
in ambiente naturale nei fine settimana. Inoltre, il sabato facciamo fare delle prove ai ragazzi delle medie, mentre per chi non ha mai arrampicato partiamo con esercizi del metodo Caruso, sfruttando un percorso su piccoli legnetti alla ricerca dell’equilibrio”. Una palestra di esperienza consolidata, che può contare su circa venti calate (tre o quattro vie ciascuna) snodate su tre pareti alte sette metri e in grado di ospitare fino a cinquanta persone per serata. Apertura da ottobre a me-
tà aprile, il martedì e il giovedì (19.30 - 22.30). Info: Claudio Nassini, cell. 328 2619886, mail cla.nass@alice.it. Cogozzo. La palestra “Vertical One” al centro sportivo di Cogozzo è giunta al suo terzo anno di attività. Nata dalla volontà di dieci giovani appassionati, è legata alla sottosezione Cai di Villa Carcina. Le pareti hanno un’altezza variabile e sono presenti circa trenta calate, per un totale di novanta vie; inoltre, c’è un’area di circa 200 metri quadrati dedicata al bouldering, una
zona per gli esercizi a secco, comprensiva di attrezzatura per l’arrampicata, e una riservata alla pre-sciistica. “I corsi – dice il presidente della palestra Sandro Lombardi – sono tenuti dalla guida alpina Roberto Parolari, e alcuni collaboratori stanno seguendo il percorso di formazione del Cai per diventare istruttori”. La palestra è aperta da ottobre ad aprile, dal lunedì al giovedì (18.30 - 22.30). Info: Sandro Lombardi, cell. 339 8191172, mail verticalone@hotmail.it.
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BOVEZZO Via Vittorio Veneto, 28 – 25073 Bovezzo - Tel. 030 2111211 - Sito: www.comune.bovezzo.bs.it
NAVE Via Paolo VI, 17 – 25075 Nave - Tel. 030 2537411 - Sito: www.comune.nave.bs.it
CAINO Via Villa Mattina, 9 - 25070 Caino - Tel. 030 6830016 - Sito: www.comune.caino.bs.it
VILLA CARCINA Via Marconi, 27 – 25069 Villa Carcina - Tel. 030 8984301 - Sito: www.comune.villacarcina.bs.it
LUMEZZANE Via Monsuello, 114 – 25065 Lumezzane San Sebastiano - Tel. 030 8929268 - Sito: www.comune.lumezzane.bs.it
SAREZZO Piazza Battisti, 4 - 25068 Sarezzo - Tel. 030 8936211 - Sito: www.comune.sarezzo.bs.it
POLAVENO
030 927213 - Sito: www.valletrompia.it
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CONCESIO Farmacia Comunale Concesio - via Europa, 62 - Tel. 030 2007874 Farmacia Dr. Lazzari Gianfranco - via Europa, 154 Tel. 030 2185219 Farmacia S. Vigilio dei Dottori Bontempi Alberto e Mauro S.n.c. - via Mazzini, 63 (località: San Vigilio) Tel. 030 2185012
BOVEZZO Farmacia De Michelis Eredi - via Dei Prati, 26 - Tel. 030 2092566
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Farmacia Arrivabene Giovanna - Piazza Portegaia, 11 (località: Sant’Apollonio) - Tel. 030 828931 Farmacia De Natale Francesco - via Montini, 233 Tel. 030 827788 Farmacia Fossati Mario - via Monsuello, 161/A (località: San Sebastiano) - Tel. 030 826744 Farmacia Morandi Simone - via S. Filippo Neri, 162 Tel. 030 8921759 Farmacia Scaglioni Franco - via Giacomo Matteotti, 45 - Tel. 030 871313
Piazza Marconi, 4 - 25060 Polaveno - Tel. 030 8940955 - Sito: www.comune.polaveno.bs.it
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MARCHENO Via Zanardelli, 111 – 25060 Marcheno - Tel. 030 8966018 - Sito: www.valletrompia.it
LODRINO Via Roma, 90 – 25060 Lodrino - Tel. 0308950160 - Sito: www.valletrompia.it
TAVERNOLE SUL MELLA Piazza Martiri, 1 - 25060 Tavernole sul Mella - Tel. 030 920108 - Sito: www.valletrompia.it
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SAREZZO Farmacia Centrale Dr. Appodia - via Repubblica, 102 - Tel. 030 8901167 Farmacia Comunale Sarezzo - via Dante, 39 - Tel. 030 800759 Farmacia Fulgaro M. Antonietta - via Dante Alighieri, 183/B (località: Ponte Zanano) - Telefono: 030 8900550
POLAVENO Donati Dr. Luciano Farmacia - via Europa, 1 - Tel. 030 84079
BRIONE
IRMA
Farmacia Brione - via Gazzane, 23 - Tel. 030 84059
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ANNO I NUMERO 05 - novembre 2009 Edizioni Opera Diocesana San Francesco di Sales Registrazione del Tribunale n. 22/2009 del 21 marzo 2009 Direttore responsabile: Adriano Bianchi Sede e redazione: Via Callegari, 6 Brescia tel.: 03044250 - fax: 0303757897 e-mail: valtrompiavocemedia.it Pubblicità: Voce Media Pubblicità - Via Callegari, 6 Brescia Tel.: 0302808966 - fax: 0302802371 - e-mail: vmpvocemedia.it Stampa: Centro Stampa Quotidiani Spa - Via dell'Industria, 52 25030 Erbusco (Bs) - Tel. 0307725511 - Fax 0307725566 Progetto grafico e impaginazione: Ernesto Olivetti
GARDONE VAL TROMPIA
Farmacia Gamburri Elisabetta - via Matteotti, 205/E - Tel. 030 8912041
MARCHENO Farmacia Ghidini Sonia - p.zza Caduti Della Loggia, 2 - Tel. 030 861504
LODRINO Farmacia Rampini Dr. Rosella - via Roma, 90 - Tel. 030 850231
TAVERNOLE SUL MELLA Farmacia Scarabello di Rubuano Benedetta - via Amadini, 8 - Tel. 030 920151
MARMENTINO Farmacia Spanò Angela - via Santellone, 18 - Tel. 030 9229024
PEZZAZE Farmacia dei Dott. Grandi Daniele e Marchesi Annamaria S.n.c. - via Taverna, 45 - Tel: 030 920788
BOVEGNO Farmacia Dalla Vecchia P. & C. Sas - via IV Novembre, 32 - Tel. 030 926154
COLLIO Farmacia Gerola di Paola e Daniela Gerola Snc P.zza Zanardelli, 80 - Tel. 030 92722
OSPEDALE GARDONE VAL TROMPIA Via Giovanni XXIII, 4 - 25063 Gardone Val Trompia Tel. 030 8912661 - 030 8911517 - Sito: www.spedalicivili.brescia.it/Gardone/top_gardone.htm
GUARDIA MEDICA GARDONE VAL TROMPIA Pronto Soccorso c/o presidio ospedaliero - via Giovanni XXII, 4 – 25063 Gardone Val Trompia - Tel. 030 89331
BOVEZZO C/o Cosp di via Vittorio Veneto, 33 - Tel. 030 2711502 Orari: dalle 20.00 alle 8.00 di tutti i giorni della settimana. Dalle 8.00 alle 20.00 del sabato e dei giorni infrasettimanali prefestivi. Dalle 8.00 alle 20.00 di ogni giorno festivo. Per i Comuni di: Caino, Nave, Bovezzo, Concesio, Villa Carcina.
SAREZZO C/o presidio ASL di via IV Novembre, 19 - Tel. 030 8900567 Orari: dalle 20.00 alle 8.00 di tutti i giorni della settimana. Dalle 8.00 alle 20.00 del sabato e dei giorni infrasettimanali prefestivi. Dalle 8.00 alle 20.00 di ogni giorno festivo. Per i Comuni di: Gardone V.T., Polaveno, Brione, Sarezzo, Lumezzane.
TAVERNOLE SUL MELLA C/o presidio ASL di via Amadini, 49 Telefono: 030 9220271 Orari: dalle 20.00 alle 8.00 di tutti i giorni della settimana. Dalle 8.00 alle 20.00 del sabato e dei giorni infrasettimanali prefestivi. Dalle 8.00 alle 20.00 di ogni giorno festivo. Per i Comuni di: Marcheno, Lodrino, Marmentino, Tavernole, Pezzaze, Irma, Bovegno, Collio.
INFORMAGIOVANI
EMERGENZA
CONCESIO
118 (Emergenza sanitaria) 112 (Carabinieri) 113 (Polizia) 115 (Vigili del Fuoco) 117 (Guardia di Finanza) 1515 (Corpo Forestale)
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VILLA CARCINA Via Italia, 24 - Tel. 030 8988224
LUMEZZANE Via Umberto Gnutti, 2 - Tel. 030 8920519
SAREZZO Via Bailo, 47 c/o biblioteca - Tel. 030 8907539
SOCCORSO ALPINO Bovegno: Tel. 030 926775
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ORARI delle SANTE MESSE (Prefestive e Festive) CONCESIO S. Andrea - S. Andrea Apostolo: Prefestivo:
Fontana - S. Rocco: Prefestivo: 19.00 - Festivo:
8.00 – 18.00 - Festivo: 7.30 – 10.30 – 18.00 Pieve - S. Antonino: Prefestivo: 8.30 – 18.30 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.30 Costorio - S. Giulia: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.00 – 11.00 – 18.00
Pieve - S. Giovanni Battista: Prefestivo: 18.30 -
S. Vigilio - Santi Vigilio e Gregorio Magno: Prefestivo: 8.30 – 18.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.00 Concesio - S. Giovanni Battista: Prefestivo: 18.00 - Festivo: ore 8.00 – 10.30
BOVEZZO S. Apollonio: Prefestivo: 16.30 (chiesa vecchia) – 18.30 - Festivo: 8.00 (chiesa vecchia) – 9.30 – 11.00 – 18.30
NAVE S. Maria Immacolata: Prefestivo: 8.30 – 18.30 Festivo: 7.30 – 9.30 – 10.45 – 18.00
Muratello - S. Francesco d’Assisi: Prefestivo: 8.30 – 18.30 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 17.30
Cortine - S. Marco: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 10.30
CAINO S. Zenone: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.00 – 18.00
VILLA CARCINA Santi Emiliano e Tirso: Prefestivo: 8.30 – 16.00 (Casa di Riposo) – 18.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.00 Cailina - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.00 Carcina - S. Giacomo: Prefestivo: 17.00 (Pregno) 18.00 - Festivo: 9.30 - 11.00 - 18.00 Cogozzo - S. Antonio: Prefestivo: 8.30 - 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.00
LUMEZZANE S. Sebastiano - Santi Fabiano e Sebastiano: Prefestivo: 7.00 – 9.00 – 18.00 - Festivo: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 19.00 Valle - S. Carlo Borromeo: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 Villaggio Gnutti - S. Giorgio: Prefestivo: 18.00 (Casa di Riposo) - Festivo: 11.00 – 18.00 Gazzolo - S. Antonio di Padova: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 18.00
8.00 – 10.30 – 19.00 Festivo: 7.30 – 10.00 – 11.00 – 18.30 S. Apollonio - S. Apollonio: Prefestivo: 19.00 Festivo: 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.15 – 19.00
SAREZZO Santi Faustino e Giovita: Prefestivo: 8.30 – 18.30 - Festivo: 7.30 – 10.00 – 18.30
Zanano - Regina della Pace: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.30 (S. Bernardino di Noboli) – 10.30 – 18.30 Ponte Zanano - Cristo Re: Prefestivo: 8.30 (Maria Madre del Redentore) – 18.30 - Festivo: 8.00 (Maria Madre de Redentore) – 11.00 – 18.30 POLAVENO S. Nicola Vescovo: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 11.00
Gombio - S. Maria della Neve: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 10.00 – 18.00 - S. Maria del Giogo: Festivo: 16.00 (maggio/settembre) S. Giovanni Polaveno - S. Giovanni Battista: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 8.00 – 10.30
BRIONE S. Zenone: Prefestivo: 10.30 – 17.00 - Festivo: 10.30
Brione, la chiesa parrocchiale
mo: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.30 – 11.00 – 18.00 Cimmo - S. Calogero: Prefestivo: 20.00 - Festivo: 10.30 – 20.00
Pezzoro - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 9.30
MARMENTINO Santi Cosma e Damiano: Prefestivo: 18.30 - Fe-
– 17.00
stivo: 11.15
GARDONE VAL TROMPIA S. Marco: Prefestivo: 8.00 – 18.30 - Festivo: 8.00 –
Ville di Marmentino - Santi Faustino e Giovita: Prefestivo: 20.00 - Festivo: 10.00 PEZZAZE S. Apollonio: Prefestivo: 15.45 (Casa di Riposo) –
10.30 – 18.30
Inzino - S. Giorgio: Prefestivo: 17.30 (Santuario Madonna del Castello) – 19.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 19.00 Magno - S. Martino: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.00 – 11.15 – 18.30 MARCHENO Santi Pietro e Paolo: Prefestivo: 18.30 (Santuario della Madonnina) - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.30 Brozzo - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.00 – 18.30 Cesovo - S. Giacomo: Prefestivo: 19.30
LODRINO S. Vigilio: Prefestivo: 17.00 (Invico) – 18.00 - Festivo: 8.30 (Invico) – 10.00 – 11.00 - 18.00
TAVERNOLE SUL MELLA Chiesa Parrocchiale - Santi Filippo e Giaco-
18.30 - Festivo: 8.00 – 11.00
Lavone - S. Maria Maddalena: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 18.00
IRMA SS. Trinità: Festivo: 8.30 BOVEGNO S. Giorgio: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.30 - 16.00 (Graticelle) - 18.30
COLLIO Santi Nazaro e Celso: Prefestivo: 8.30 (chiesa di Tizio) - 18.00 - Festivo: 9.30 (chiesa di Memmo) – 11.00 – 18.00 S. Colombano - S. Colombano Abate: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 11.00 – 17.00 - Maniva: Festivo: 15.30 (giugno/settem (giugno/settembre)
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