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La Voce della Valtrompia n.
MENSILE D'INFORMAZIONE
WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT
ANNO II - MAGGIO 2010
Concesio. Parla il 34enne ingegnere aeronautico in forze all’Esa in Germania
Il Cryosat-2, il progetto di Franco Marchese Partito dalla Valtrompia inseguendo il sogno di lavorare dalla Terra con lo sguardo rivolto allo spazio infinito, ora lavora nell’Agenzia spaziale europea: ha progettato il satellite che rileva i dati climatici
Il servizio a pag. 21
L’inchiesta sui disabili e mobilità
Eppur si muovono
Tre testimonianze raccontano le difficoltà quotidiane l. Le considerazioni sdi Guido Sandrini, fondatore di Happy Handy, del comune di Gardone e della scuola di Nave
Il servizio a pag. 2
Economia
Sport
Damiano Bugatti racconta la coesione di quattro aziende
Lumezzane: dal brindisi di coppa al dopo Menichini
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Editoriale
Diversamente di Adriano Bianchi
Handicap, disabilità, diversa abilità. Periodicamente assistiamo a una variazione dell’etimologia per descrivere le persone che hanno qualche difficoltà fisica o mentale. Nominalismi? Forse. A quanto pare chi convive con questi limiti denuncia però sempre gli stessi problemi. Diversamente dalle “persone normali”, la vita quotidiana dei disabili resta difficile nonostante l’impegno che istituzioni, servizi sociali, associazioni e scuole hanno messo in atto negli ultimi anni. Il problema principale pare essere ancora quello culturale, almeno questo emerge dalle testimonianze che abbiamo raccolto nell’inchiesta che presentiamo in questo numero de “La Voce della Valtrompia”. In Valle non è agevole muoversi e le famiglie vivono, in qualche modo, ancora una forma di “vergogna” verso i familiari in difficoltà. Le proposte anche aggregative non mancano (è in Valtrompia che si tiene l’Happy Handy Day, una sorta di olimpiade per i diversamente abili), ma molto resta da fare in un territorio come il nostro che, anche per le caratteristiche geografiche, ha limiti evidenti. La famiglia sembra essere ancora la risorsa più grande per chi ha bisogno. Sono i parenti che soprattutto si prendono cura di loro. Sul territorio valtrimplino non mancano i servizi, ma si percepisce che ancora molta resta la strada da fare per una piena integrazione e un reale superamento di ciò che “tiene in disparte” i portatori di handicap (e non è solo un tema di barriere architettoniche). Anche le comunità parrocchiali potrebbero fare qualcosa? Certo. Vale qui come in tutta la provincia. La diocesi, ad esempio, non è nuova a proporre percorsi, anche di catechesi, pensati per valorizzare i disabili nella comunità cristiana. Manca solo la voglia di fare qualcosa di più.
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La Voce della Valtrompia maggio 2010
Sito: www.lavocedelpopolo.it
Primo piano
Muoversi da disabili in Valle Il mondo della disabilità è un mondo vasto, ricco di problemi e di potenzialità. Abbiamo deciso di realizzare un’inchiesta sulla mobilità dei disabili in Val Trompia. Il punto di partenza, nella pagina a fianco, le testimonianza di tre disabili, che presentano forme diverse di problematicità (tetraplegico, non vedente e poliomelitico) legate alla mobilità. Le loro difficoltà possono essere estese all’intera Valle Trompia. In questa pagina tre tipi di risposte diverse: una testimonianza di forza di volontà quella di Guido; le parole dell’amministrazione comunale di Gardone, una su tutte; un istituto comprensivo, quello di Nave, immagine di una realtà scolastica valtrumplina più ampia.
Guido, spastico. Affetto da una forma grave della malattia, immobile fino a dieci anni, racconta il suo mondo
Guida un’ape e un’associazione sima edizione. Un’iniziativa che richiama circa 200 disabili dalla provincia, da Mantova e anche da Modena. Da allora si è trasformata in un’associazione che lavora una volta all’anno e devolve tutto ad opere di beneficienza che verifico io in prima persona. Che cosa possono offrire gli altri a una persona disabile? Ci sono tante persone che impegnano il proprio tempo per dare una mano a chi ha una disabilità. Allo stesso tempo vedo molti giovani che pensano soltanto a divertirsi e non li sfiora l’idea di vedere com’è la vita di un disabile. Per questo motivo ho messo in piedi un’associazione, per far capire che cosa vuol dire lavorare coi disabili e che cosa vuol dire essere disabili. Se una persona non ha la forza di reagire, deve potersi appoggiare a chi ce l’ha. Io lavoro a Lumezzane per la cooperativa Fontana e quest’anno ho voluto regalare a tutti i colleghi una tazza con un’iscrizione: “Gli esseri umani non hanno solo il potere di rendere felice la propria vita, ma anche quello di aiutare gli altri. Noi abbiamo una creatività naturale; è molto importante esserne consapevoli”. Abbiamo il diritto di giocare ad armi pari. L’unica nostra richiesta è quella di metterci nelle condizioni di farlo.
di Andrea Alesci
In Valtrompia tutti conoscono Guido Sandrini, quarantaquattrenne di Zanano affetto dalla nascita da una forma grave di spasticità e fino a dieci anni nemmeno in grado di muoversi. Poi, con l’assistenza di un centro specializzato, la costanza di mamma Maddalena e tanta forza di volontà è riuscito a camminare e a parlare. Guido, che cosa vuol dire essere disabile in Valtrompia? Le famiglie qui in Valle sembra abbiano un po’ paura o vergogna a portar fuori un disabile. Andare in giro per i nostri paesi non è agevole. Devi aspettare che qualcuno ti faccia un favore oppure usare con estrema difficoltà l’autobus. Io ho cercato di ritagliarmi una mia indipendenza, cominciando tanti anni fa a guidare una piccola Ape e da poco tempo un camioncino. Muoversi è riuscire a non cedere alla disabilità la propria vita. Questo ti ha portato a dar vita all’Happy Handy Day? L’idea mi è venuta nel 1999. Ho creato delle “Olimpiadi” per disabili (giochi da tavolo, biliardino, percorso in carrozzella) e si è appena tenuta l’undice-
Guido Sandrini
Gardone: interventi annui per la mobilità
Nave: la scuola è un ambiente protetto
Un dialogo con il Comune di Gardone. L’assessore ai Lavori pubblici Fausto Gamba garantisce l’attenzione da anni all’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici. Attenzione anche a marciapiedi e strade: “Esiste una normativa che prevede che una quota degli oneri di urbanizzazione venga utilizzata per l’abbattimento delle barriere”. Negli anni interventi porzionati alla disponibilità economica: marciapiedi, passaggi pedonali rialzati centrali, in cui i disabili possano transitare: “Abbiamo sperimentato anche un semaforo sonoro per non vedenti. Ci sono persone con difficoltà visive che ci hanno chiesto questo e l’anno scorso l’abbiamo messo sul semaforo più importante del nostro territorio, quello di Inzino”. Con orgoglio si parla anche del nuovo parco urbano che gode di accessi senza barriere architettoniche sui tre lati: “Spazio verde al centro del paese accessibile a tutti”.
L’istituto comprensivo di Nave racconta la propria realtà e la risposta al problema in un momento in cui l’Istat ha inviato ad ogni istituto un questionario sui livelli di accessibilità e mobilità nelle scuole riguardo alla disabilità. I nostri edifici, racconta la responsabile, sono ambienti protetti; se le strutture sono a due piani hanno gli ascensori; all’esterno ci sono le rampe. Nella scuola c’è una collaborazione per favorire la mobilità, anche nei casi di disabilità temporanea come una gamba ingessata. Flessibilità e disponibilità con postazioni e altre attenzioni. Anche il trasporto casa-scuola risulta essere un punto fondamentale: se la famiglia non è dotata di un mezzo proprio l’amministrazione comunale offre una risposta. Tutte le zone sono dotate di punti accesso adatti a chi si ritova ad avere delle difficoltà, anche i cortili. “Non si escludono
Conferma l’attenzione verso questo tema da parte dell’amministrazione anche l’assessore ai Servizi sociali Carla Sabatti: “Per quanto riguarda l’accesso ai servizi appositi (Sfa, Centri diurni) presenti in Valtrompia, sono gli stessi servizi ad occuparsi del trasporto. Essi ricevono un contributo economico da parte della Comunità Montana, per garantire il trasporto in forma gratuita”. Servizi di trasporto specialisti. L’amministrazione interviene con assistenti all’autonomia, a spese del Comune con progetti individuali. C’è una realtà che da dieci anni a Gardone si occupa di trasporto di anziani e malati, “Il Cireneo”: “Abbiamo una convenzione con l’associazione. Svolgono trasporti verso strutture socio-sanitarie. Nel caso in cui ci siano altre esigenze personali si costruisce il progetto insieme”. I numeri parlano da soli: 60 volontari, con 9.942 ore di servizi per 58.172 chilometri.
mai – aggiunge – gli alunni dalle attività, nemmeno dalle gite, genitori permettendo, In caso di uscite visitiamo i luoghi prima ed escludiamo quei posti che presentano situazioni non adatte”. In ogni scuola, previsto per legge, c’è un gruppo di lavoro handicap, chiamato Glh, che ad inizio anno prende in carico i bambini segnalati e analizza le problematiche, compresa quella della mobilità. Le valutazioni espresse dal gruppo Glh vengono rese note ai gruppi docenti e al personale ausiliario al fine di rendere effettival’integrazione degli alunni diversamente abili. Una su tutte: non assegnare ragazzi disabili in aule ai piani superiori. Il glh è una commissione istituzionale che deve esserci per legge. La scuola è l’ambiente più protetto; si attrezza prima che il bambino arrivi. Anche i piani di evacuazione son predisposti per permettere l’uscita in sicurezza dei disabili oltre che per tutti gli altri ragazzi.
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Marco, tetraplegico. Paralizzato, si muove su una carrozzina guidata con il collo
Prima percorsi sicuri e accessibili, poi il resto Alle istituzioni una richiesta: prima di tutto adattare i marciapiedi e punire coloro che, nelle poche zone accessibili, parcheggiano in modo scriteriato le loro automobili di Mauro Toninelli
Marco Ghidini soffre di tetraplegia post-traumatica dovuta a un incidente sul lavoro, in seguito alla quale si ritrova completamente paralizzato. “Attualmente la mia autonomia passa attraverso l’utilizzo di una carrozzina elettrica comandata con il movimento del collo – racconta –. Per il trasporto urbano dispongo di un mio furgone completamente attrezzato per il trasporto disabili”. Per muoversi in Valle a Marco basta la presenza di qualcuno, familiare, conoscente o assistente che guidi il furgone e “che sappia come caricarmi e ancorarmi allo stesso. So di essere un privilegiato e di non dover dipendere dai trasporti pubblici per disabili, che peraltro in valtrompia sono pressoché assenti”. Privilegiato, come dice lui, che si trova ad affrontare le problematiche di tutti gli automobilisti per le strade della Valle “con
Marco Ghidini
l’aggiunta della scarsità di parcheggi per disabili, o meglio, dell’ignoranza della gente che vi parcheggia pur non avendone il diritto”. Uno sguardo anche al trasporto pubblico: “Oltre all’inadeguatezza numerica dei mezzi adibiti al trasporto disabili, i pochi funzionanti non rispondono alle esigenze per un disabile in carrozzina. Mi riferisco alla carenza di personale addetto all’assistenza di un disabile che dovesse necessitare di trasporto presentandosi a una normale fermata dell’autobus”. Marco ha le idee chiare anche sull’aspetto territoriale della Val trompia, che non favorisce la salita e la discesa dai mezzi. Poi il pensiero va più in là. Guarda anche
alle altre disabilità e sottolinea che ognuna dovrebbe avere servizi pensati ad hoc, facile in alcuni casi, dove potrebbero bastare pazienza ed educazione, meno nei casi di carrozzine diverse basate sulle disabilità. Ma cosa vorrebbe dalle istituzioni: “Prima è necessario creare percorsi sicuri e accessibili per le carrozzine, adattare i marciapiedi e punire coloro che, nelle poche zone accessibili, parcheggiano in modo scriteriato le loro automobili. C’è molto da fare. A partire dalla necessità di rendere il territorio percorribile in carrozzina prima ancora che con i mezzi: bisogna insomma risolvere l’annoso problema dell’abbattimento delle barriere architettoniche”.
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Ines, non vedente: paesi sconosciuti Ines Bertoletti, non vedente, si definisce una nonna per l’età, anche se non è sposata. Ha lavorato per 22 anni come centralinista. “Quando lavoravo – racconta – avevo il cane guida. Con quello a fatica potevo attraversare la strada provinciale; oggi non sarebbe possibile. Anche con il cane guida farei fatica, non solo ad attraversare la strada, ma proprio a girare il paese che, in poco tempo, è in continua evoluzione con strade ed edifici”. Vive a Concesio poco prima della rotonda che collega la triumplina alla strada che va verso Gussago. Racconta che, nonostante la strada principale, riesce a muoversi bene grazie alle due sorelle non sposate con le quali vive: “Sono fortunata ad avere loro, rispetto a chi è solo. Mi aiutano nella deambulazione”. Un pensiero corre anche al servizio pubblico di pullman che attraversano la Valle. È soddisfatta per la frequenza delle corse ma “vorrei che gli autisti avessero maggiore attenzione verso coloro che sono disabili e notano in possesso del bastone bianco; vorrei che li aiutassero a salire e scendere”. Ma muoversi tra le vie di un paese va oltre al servizio di autobus. Sono utili, rileva ancora la signora Ines, per i non vedenti le linee sui marciapiedi nuovi prima della fine, che servono ad indicare al non vedente che è giunto al termine e può scendere oppure i semafori che suonano “anche se non ce ne sono ancora molti. Per attraversare si sente anche parlare di sottopassaggi, soprattutto nei pressi di strade molto trafficate. Molti sono stati promessi ma non ancora realizzati”. La realtà del non vedente è spesso poco considerata e quando si parla di disabilità si pensa ad altro, “penso non ci sia molta attenzione per noi, soprattutto nel campo dello sport. Forse è il carattere valtrumplino un po’ duro. Mi piacerebbe che si pensasse a settimane bianche, iniziative sportive, sci per non vedenti. Si sente poco la difficoltà dei non vedenti, perché noi vogliamo essere come gli altri e non pesare. Forse questo fa in modo che noi non facciamo presente le nostre difficoltà”.
Flavia, poliomelitica. Il grazie per la famiglia, ma un po’ di amarezza: se sei una persona sola è dura
Attenzione alle piccole cose Flavia Ferraglio, poliomielitica dall’età di tre anni, si sposta con le stampelle o con la carrozzina. È sposata con Rinaldo e ha due figli. “Mi piacerebbe potermi muovere in carrozzella la sera, andare a prendere il gelato – racconta Flavia –. Ovviamente la conformazione del paese non lo permette (Lumezzane, ndr). Anche a piedi faccio fatica. Sui marciapiedi non ci sono scivoli, è difficile”. Esperienze concrete per Flavia: “La fondazione Maugeri finalmente, parcheggi esclusi, è accessibile. Si entra con una passerella. Andarci sola è un problema, dovrei lasciare la macchina lontano. Per questo ho deciso di far venire a casa una ragazza per la fisioterapia. Tanto comunque paghi”. Flavia guida:
“I parcheggi sono una cosa utilissima. In passato la gente sembrava non sapesse cosa fossero, ora no”. Nella sua esperienza di vita anche difficoltà a cui non si dà peso: “Mi ritrovo a fare le scale e in cima una porta che non posso aprire perché è sullo scalino; servono le mani libere, ma ho le stampelle. Devo tornare indietro”. Lo sguardo sulla vita di Flavia è positivo, grazie alla sua famiglia, ma è cruda e negativa in alcuni passaggi: “Verso i disabili l’attenzione è un po’ scarsa. Il fatto che io abbia avuto due figli mi ha un po’ penalizzato, perché dicono ‘su da brava che sei forte’. Io ringrazio il Signore per la mia famiglia, ma cosa c’entra? Se sei una persona sola è dura, al di là del discorso economico”.
Flavia e Rinaldo
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Rotte letterarie
La parola ai lettori
Esplorare i confini di un tempo in cui l’uomo si sarà quasi dimenticato di se stesso solcando i mari di una fulgida rivelazione con “La peste scarlatta” di Jack London, e poi proseguire nel viaggio fra le avventure de “L’ultimo uomo” di Mary Shelley, attraversando i cavalloni dell’avvenire con “Io sono leggenda” di Richard Matheson. E schivare le allarmanti boe disegnate dall’evanescente umanità di Guido Morselli in “Dissipatio H.G.”, e gli scogli appuntiti nella prosa di George R. Stewart con “La terra sull’abisso”, scrutando l’orizzonte prima di avanzare ancora, solitari nella desolazione di un mondo che non c’è più, seguendo “La strada” di Cormac McCarthy.
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IL PEGGIO DELLA VALTROMPIA
Concesio, la "foresta" sullo spartitraffico
LETTERE
In quest’ultima appendice concesiana della provinciale 345 che sale in Valtrompia la zona di mezzeria pare diventata una striscia di foresta. L’erba ormai cresce selvaggiamente, così come accade per la vicina rotatoria. Tutti ricordano come ogni aiuola fosse curata quando il Papa visitò Brescia lo scorso novembre. Dunque, perché ci si prepara sempre al meglio per le cose straordinarie e invece si trascurano quelle ordinarie?
La piaga della droga e dell'alcol La diffusione di sostanze non riguarda “solo” adolescenti e giovani, ma anche i ragazzi più piccoli in terza media. Si registra una mancanza di strategia comunicativa verso i ragazzi, molti di essi non riescono a confrontarsi con nessuno. Gli atteggiamenti verso i consumatori sono prevalentemente d’indifferenza e questo può essere dovuto all’aria “respirata” in famiglia o a quella relativa agli ambienti frequentati. Il lavoro educativo non può, però, pensare solo di informare, ma deve coinvolgere i ragazzi, metterli al corrente dei rischi, ma anche delle possibili risposte ai problemi. Nei più grandi emerge il consumo di massa dell’alcol. L’abuso di alcol ha a che fare con la voglia di trasgredire, ma anche con il bisogno di relazioni significative: essere accettati e riconosciuti. Le nuove generazioni devono fronteggiare il problema del proprio ruolo all’interno della società, il futuro non sembra facile. Il mondo adulto si divide fra atteggiamenti di preoccupazione, di sottostima del problema e di fiducia perché il comportamento adolescenziale e giovanile è il frutto di bisogni naturali. Lettera firmata
La Valle come meta turistica Mi piacerebbe che si scoprisse la bellezza dei posti della nostra Valle Trompia, come meta di turismo. Si pensa sempre ad andare verso mete lontane ed esotiche, per cercare il contatto con la natura o scoprire paesaggi e situazioni da favola. Mi piacerebbe che si provasse sempre più a sponsorizzare il lato turistico della nostra Valle anche in periodi estivi e non solo durante l’inverno. Basti pensare ai Grassi sui monti di Lumezzane, oppure alla nota Valle di Inzino, oppure le vette del Maniva o i sentieri che, grazie al lavoro dei vari
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IL MEGLIO DELLA VALTROMPIA
Villa Carcina e i pannnelli solari intelligenti Nella crociata verde che ci coinvolge tutti, spesso s’ammassano ideologie intransigenti, ma talvolta capita d’incontrare progetti validi che schiudono nuove ed efficaci idee per preservare l’ambiente. Piccoli dettagli che possono fare la differenza. Come nel caso di questi mini pannelli solari che alimentano il lampeggiante sullo spartitraffico e risolvono tre problemi: la sicurezza di chi attraversa la strada di sera, il costo nullo per l’elettricità e l’impatto ambientale pari a zero. .
Cai, attraversano le nostre montagne offrendo paesaggi, ruscelli, situazioni e panorami da favola. Carla Tanghetti
La forza della natura Le polveri di un vulcano bloccano il traffico aereo di mezzo mondo. Vogliamo renderci conto che, nonostante tutte le scoperte, siamo infinitamente piccoli di fronte alla forza della natura? Vogliamo incominciare a difendere la natura fin dalle piccole cose? Mario Denti
Il mondo dell'occulto Talismani, amuleti, tarocchi, sedute spiritiche. Pratiche molto popolari – specie tra i giovani – resi oggetto di bombardamenti massicci attraverso fumetti, cartoons, riviste, cinema, radio, tv, internet e musica. In que-
sti ultimi anni si è assistito a un incremento dell’utilizzo di pratiche occulte, esoteriche e sataniche, e talora all’esplosione di episodi di inaudita violenza, a esse correlati. I partecipanti a culti distruttivi sono spesso sotto l’effetto di psicofarmaci, droghe, alcol e possono avere personalità amorali, asociali e disorganizzate. Troppo semplicistico, però, spiegare la diffusione del fenomeno con la relazione difficile personale o famigliare e conseguente caduta nel culti esoterici. Sono molti i figli di famiglie “normali” finiti nella rete del mistero nero. Fabrizio Toti
Il lavoro come luogo di morte Ogni giorno mediamente quattro lavoratori muoiono sul posto di lavoro, più di un milione di infortuni all’anno e 30mila di questi che subiscono invalidità permanenti. Bisogna parlarne non solo quando capitano le grandi tragedie, perché spesso passata l’oda emotiva tutto rimane co-
me prima. Il problema va affrontato tutti i giorni, cominciando a dire al datore di lavoro di applicare le leggi. Una delle cause, quindi, è il non rispetto delle leggi. Bisogna aumentare l’azione di contrasto. I controlli sono sporadici vista la carenza di personale delle Asl. I datori di lavoro devono capire che la prevenzione e la sicurezza non sono un costo aggiuntivo per l’azienda, ma un’opportunità per mettersi in regola e garantire la sicurezza e la dignità del lavoratore. Dall’altra parte il lavoratore deve applicare le norme che ci sono, ecco perché andiamo nel mondo della scuola: per cercare di innalzare questa cultura. Lettera firmata
Errata corrige Si precisa che nell’articolo “La pittura gestuale di NaturArte nel solco di Jackson Pollock” comparso sull’ultimo numero (aprile 2010, pag. 26) il nome dello psicologo non è Maurizio Bruognolo ma Marcello Bruognolo.
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La Voce della Valtrompia maggio 2010
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Lumezzane
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Il libro sul 50° anniversario dell'Avis L’Avis di Lumezzane compirà il prossimo mese di ottobre cinquant’anni di attività, ma già dal mese di marzo è possibile trovare presso la biblioteca civica “Felice Saleri” il volume intitolato “Avis 1960-2010. Mezzo secolo di solidarietà - I cinquant'anni dell'Avis di Lumezzane”. Un libro nel quale si trovano raccontate le numerosissime iniziative svolte sul territorio valgobbino dall’associazione e corredate da un corposo materiale fotografico. “La nostra associazione – dice il presidente Diego Danesi – può contare su ben 355 soci e il libro è una delle numerose iniziative che verranno messe in campo nel corso dell'anno per sensibilizzare la gente sulla donazione di sangue come momento che può offrire sollievo agli altri e un gesto che può salvare una vita".
San Sebastiano. Si concluderà questo mese il primo lotto dei lavori con attenzioni tecniche e all’ambiente
Caro oratorio all’avanguardia di Angelo Seneci
Per l’oratorio di San Sebastiano il mese in corso vedrà la fine del primo lotto di lavori, sui tre previsti, che alla fine porteranno a definire un nuovo volto per la struttura parrocchiale. Per ora i lavori hanno riguardato la ristrutturazione della aule di catechismo e i saloni per gli incontri, che ormai da anni era necessario rimettere a norma creando nuovi spazi per l’educazione cristiana, oltre che per tutte le attività priguardanti il mondo adolescenziale e giovanile. Il progetto di ristrutturazione, che prevede un investimento di 1.500.000 euro, risale al 2008 e prevede tre momenti per il suo completamento: oltre a quello in conclusione, dal costo di 600mila, per fine anno dovrebbe essere pronta la sala polifunzionale (costo 700mila euro) e entro un anno il campo di calcio in sintetico e i servizi, con una spesa di ulteriori 200mila euro. L’occasione dei lavori del primo lotto ha portato anche alla realizzazione di un impianto fotovoltai-
Lo stato attuale dei lavori alloratorio di San Sebastiano
Nuova sede per gli “Amici degli anziani” “La partecipazione numerosa all’inaugurazione della sede del gruppo degli 'Amici degli anziani' la dice lunga su cosa vuol dire volontariato a Lumezzane. L’associazione è sempre presente in ogni iniziativa sul territorio, tanto che li ho definiti l’associazione ‘prezzemolo’. Ma questo è motivo di soddisfazione per tutti e soprattutto lo deve essere per loro”. Così si è espresso il primo cittadino Silverio Vivenzi in occasione dell’inaugurazione della sede e del nuovo automezzo del gruppo valgobbino “Amici degli anziani”, presieduto da Ersilio Zavaglio,
che ha trovato la sua “casa” presso l’ex scuola elementare del Villaggio Gnutti. Soddisfazione per la consegna dell’immobile è stata espressa anche dall’assessore ai Servizi sociali Fausto Pasotti: “Un riconoscimento ai tanti anni di lavoro che avete fatto a favore del territorio. Ci auguriamo di avere dato la risposta alle vostre esigenze di spazio”. Tra i componenti del direttivo anche la dottoressa di geriatria Silvia Casella che ha ricordato come il gruppo “svolga un importante servizio di compagnia a favore degli anziani”. (a.s.)
co da 18,6 kW realizzato da Mauro Zani, per tutti “Kilowatt”. “L’impianto di tipo integrato – ci dice – ha i moduli di origine tedesca, prodotti totalmente in Germania da un’azienda operante nel settore da circa vent’anni. Si tratta del primo impianto ad avere i moduli completamente integrati in sostituzione delle tegole, fungendo da copertura e perfettamente impermeabili all’acqua”. Per l’oratorio della frazione centrale della Valgobbia, nell’ottica di non lasciare nulla al caso ma di utilizzare la massima tecnologia disponibile, c’è anche in corso la realizzazione di un impianto domotico con programmazioni ben precise, realizzate specificatamente per evitare sprechi di energia elettrica. In questo modo, si riduce notevolmente anche l’emissione di CO2. Un oratorio all’avanguardia, con ambienti opportunamente progettati e tecnologicamente attrezzati, dotato di apparecchiature e sistemi che sono in grado di svolgere funzioni parzialmente autonome o programmate dall’utente o, di recente, anche completamente autonome. Il tutto al servizio della comunità di San Sebastiano.
Punti Acqua. Due nuovi postazioni a getto continuo nel piazzale delle piscine e in piazza Paolo VI
L’assessore Salvinelli: acqua gratis per tutti entro l’estate Anche a Lumezzane si realizzeranno due Punti Acqua, precisamente nel piazzale Piscina a Piatucco e in piazza Paolo VI a Sant’Apollonio. Nel piazzale sorgerà accanto alla piadineria, mentre a Sant’Apollonio occuperà l’estremità est della piazza, dove si è eseguito uno sbancamento per creare l’area apposita. Entrambi i luoghi ospitano i mercati rionali del paese, perciò era necessario effettuare tali lavori in modo da non ostacolare rivenditori e passanti. L’opera è portata avanti da Asvt, ente gestore del servizio idrico integrato, alla quale l’Ammi-
nistrazione comunale erogherà un piccolo contributo. Al fine di promuovere l’iniziativa, tale contributo sarà coperto dalla Provincia di Brescia, che verserà circa 15mila euro per ogni Punto Acqua. Una volta operativi, i due Punti saranno periodicamente controllati, sia nell’aspetto igienico-sanitario sia per la manutenzione ordinaria. L’unica preoccupazione interesserà gli utenti del servizio: “Consigliamo di raccogliere solo qualche bottiglia. Non si può pensare di riempirne 30, 40 alla volta – evidenzia l’assessore Salvinelli – perché si crea un disagio alle altre
Un Punto acqua
persone che sono costrette ad aspettare anche per bere un solo bicchiere. Purtroppo, fisicamente non c’è modo di ostacolare lo sfruttamento intensivo, per il momento posizioneremo dei cartelli di divieto”. Per questo, le fontane non sono dotate di erogatori, che impediscano all’acqua di scorrere inutilmente e indurranno la gente a non raccoglierne più di un tot. Gli erogatori saranno tre: acqua naturale, acqua rinfrescata, acqua gassata. “L’acqua degli impianti è controllata e buona, contrariamente a chi si fida solo di quella acquistata. E in più è gratuita”. Conclude così l’assessore, informando che entro l’estate i lavori potrebbero già essere ultimati e i lumezzanesi potranno godere del servizio che già in altri paesi ha riscosso successo. (d.f.)
La Voce della Valtrompia maggio 2010
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Lumezzane. Enzo Saleri, coautore della raccolta dialettale “Oltela...Pirlela, Amò”
Amore per le parole e testimonianze antiche Sessantaquattro anni, con la passione per il dialetto e per le fotografie di una volta; hobby che hanno preso il soppravvento dopo la pensione di Angelo Seneci
Da qualche anno, passata l’epoca in cui del dialetto ci si vergognava e in cui una parte del nostro patrimonio linguistico è andata perduta, è in atto una convincente e necessaria rivalutazione della parlata locale. In Valgobbia c’è chi ha sempre cercato di preservare e di conservare la parlata tipica locale, per lo più scrivendo poesie. C’è stato, però, anche chi ha svolto una ricerca su proverbi e modi di dire, pubblicando una raccolta di aneddoti in collaborazione con Egidio Bonomi, di cui nel dicembre scorso è stata presentato il secondo volume dal titolo ”Oltela… Pirlela, Amò”. Coautore della raccolta è Enzo Saleri, 64 anni, dei “Pacì de Barlì”, ramo della famiglia dei “Fagiù”, una delle quattro con lo stesso cognome, non imparentate, tutte provenienti da Cimmo e giunte in Valgobbia a partire dal 1650. Dopo essere arrivato alla
Enzo Saleri e la copertina dell'ultimo lavoro fatto con Egidio Bonomi
pensione, si è “scatenato” negli amati hobby, precedentemente lasciati al tempo libero. Le realizzazioni di Saleri hanno richiesto un grande lavoro di ricerca, che l’ha portato anche ad avere un ampio e completo archivio sui soprannomi con cui ancora oggi le famiglie lumezzanesi sono riconosciute. Inoltre, è stato coordinatore del gruppo di lavoro che ha steso il dizionario dalla lettera A alla L del dialetto. Anche il secondo volume, quello fino alla lettera Z, è già pronto ma visto che il settore pubblico ha declinato l’invito per mancanza di fondi, la sua pubblicazione necessita di un supporto da privati. Staremo a vedere. Si dice che non c’è presente senza
passato. Una maggior consapevolezza delle proprie radici, della loro importanza e del loro valore, una più giusta valorizzazione di ciò che si è, una sensibilità diversa, nuova e più attenta anche alle cose importanti spesso messe in secondo piano, sono state le molle che fortunatamente, quasi provvidenzialmente, hanno portato Saleri a recuperare quello che altrimenti sarebbe stato condannato ad inesorabile dissoluzione. Tutto viene rimesso alla parola e alle immagini che alcune persone hanno conservato gelosamente. Non a caso tra gli hobby di Saleri c’è anche quello della raccolta di vecchie cartoline e fotografie che permettono di vedere com’era la Valgobbia.
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La bocciofila compie 30 anni Il presidente Amerigo Botti con il consiglio direttivo della Bocciofila, gli sponsor e gli atleti tesserati hanno voluto festeggiare il 30° anniversario con una gran festa. Per la parte sportiva, la società ha organizzato una gara serale provinciale individuale per le categorie A-B e a coppie per le categorie C-D. La manifestazione è stata intitolata alla memoria della signora Felicita Pintossi, sempre vicina alla bocciofila lumezzanese fin dai suoi albori, tanto che i figli Mauro e Luciano ne fanno parte sia come atleti che come sponsor. Alla gara hanno partecipato 700 giocatori provenienti da tutta la provincia: nella massima categoria ha vinto l’alfiere della R.A.U. Pini mentre nella categoria B Fisogni della S. Andrea. Nelle categoria C-D trionfo di Grandelli-Taroli della Gavardese. Le premiazioni hanno visto la presenza dell’assessore allo Sport Avv. Lucio Facchinetti e della presidente della società Albatros Sonia Peli con il direttivo provinciale dello sport bocce al completo. Tutti hanno illustrato l’encomiabile lavoro svolto dalla Bocciofila Lumezzanese, dalla nascita all’oratorio di San Sebastiano, agli anni in trasferta ospiti della bocciofila di Villa Carcina fino all’invidiabile nuova struttura presso il centro sportivo con quattro corsie sintetiche, sottolineando con quanto temperamento i propri atleti nelle categorie d’appartenenza affrontano i vari campionati, anche se in questa manifestazione nessuno è stato profeta in patria ma, si sa, vincere è difficile. Dopo premiazioni alla presenza di Angelo Pe, si è dato il via ai festeggiamenti. Tutti i numerosi presenti hanno così potuto gustare un favoloso buffet, ricco d’ogni prelibatezza e tale da essere ricordato in futuro. La festa si è protratta in allegria, concludendosi con l‘augurio di ritrovarsi tra vent‘anni a festeggiare un nuovo anniversario. (f.b.)
Gazzolo. Sono terminati i lavori in via Santello, senza protezioni per i passanti; ne partiranno altri al Villaggio
Unità tra viabilità e sicurezza Sono terminati i lavori su Via Santello a Gazzolo Lumezzane. Il tragitto risultava rischioso perchè piuttosto stretto, scarsamente illuminato, con uno strapiombo diretto su un lato della strada. Il pericolo derivava soprattutto dal fatto che si tratta di una via di normale traffico di veicoli e camion, sulla quale transitano anche biciclette e pedoni: ancora non esistevano protezioni che potessero assicurare i passanti. In particolare, di sera e di notte non era visibile lo strapiombo. Non è un allargamento, consiste anzi in una messa in sicurezza del lato che guarda verso la Valle. Si è collocato un guard-rail lungo la carreggiata, rimangono solo da posizionare dei catarifrangenti in corrispondenza del
Santello. Un altro lavoro che si conta di portare a termine a breve riguarda il collegamento tra via Madre Lucia Seneci (dove sorge l’attuale complesso della Croce Bianca) e via Ravinaglio Sud. Le strade del Villaggio Gnutti nacquero negli anni ’30 e non sono sufficientemente larghe per il transito odierno. Si valuta di renderle a senso unico, collegandole tramite la piccola rotonda già presente in fondo a via Ravinaglio, così da facilitare notevolmente il passaggio dell’ambulanza. Lasciando inalterata la situazione, sarebbe costretta a fermarsi ogni qualvolta incontrasse un veicolo, e sarebbe preclusa la comodità di una via breve verso il Villaggio o verso Piatucco.
Il tratto di via Santello in cui sono stati posizionati i guard-rail
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Lumezzane. Chiusa la prima festa delle associazioni di volontariato solidale operanti sul territorio valgobbino
Dalla gioia e dalla condivisione importanti passi verso il futuro La Consulta permanente sociale coordina le attività delle associazioni e ha promosso la festa. Così il presidente Flauzia Panada: sono la vera ricchezza del territoio di Daniela Fedrigo
Sabato 15 maggio si è svolta la prima festa delle associazioni di volontariato solidale operanti sul territorio lumezzanese, coordinata dalla Consulta permanente sociale e tenuta presso il Salone dell’oratorio di Sant’Apollonio. Il Presidente della Consulta Flauzia Panada spiega che l’obiettivo è promuovere un’interazione tra i membri, mirando anche a “coordinare, riunire, far conoscere tra di loro e all’esterno tutte queste associazioni e se possibile farle collaborare tra loro. Esse costituiscono la vera ricchezza del nostro paese, è incredibile quante persone volenterose lavorano in questa direzione: sarebbe davvero apprezzabile attribuire loro il giusto merito e la
La Consulta permanente nasce nel 1997 Nata nel 1997, la Consulta permanente sociale è un organo che permette di stabilire un legame di collaborazione tra l’Amministrazione comunale e le realtà associazionistiche solidali, incluse le cooperative presenti sul territorio valgobbino. Prefiggendosi
alcuni obiettivi fondamentali, la sua azione è intesa a favorire il confronto per condividere orientamenti e prospettive nella realizzazione di progetti attinenti alla qualità della vita, ottimizzando gli sforzi, le risorse per iniziative in sinergia.
giusta riconoscenza”. Recentemente si sono svolti alcuni incontri su modelli tematici inerenti al territorio, in cui le associazioni si sono confrontate con l’intenzione di lavorare insieme. I partecipanti hanno espresso la volontà di incontrarsi di nuovo. Essa è infatti servita a uno scambio di idee e di opinioni decisamente costruttivo, oltre all’essersi rivelata un momento piacevole condiviso dagli associati. L’anno prossimo sarà l’anno del volontariato e la Consulta si muove già per celebrare l’avvenimento. Per tutti coloro che vi hanno partecipato o contribuito, la festa del 15 potrebbe rappresentare un inizio, una spinta per continuare ad operare sempre con lo spirito gioviale e solidale dimostrato durante l’organizzazione e durante le attività portate avanti sul territorio. Si aspira in più a realizzare dei percorsi di formazione di base per i volontari delle realtà che si occupano del sociale, probabilmente peculiari al tipo di competenza richiesta. Per descrivere l’operato della Consulta con una metafora, Flauzia Panada si esprime così: “È interessante e piacevole lavorare insieme, ma non si deve togliere a nessuno il diletto dell’originalità. Ognuno di noi cura il proprio orticello, l’importante è imparare a vendere i frutti in maniera corretta e in collaborazione con gli altri”.
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Alta Valle
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Poesia e formaggio, un concorso letterario Nel mese di maggio è cominciato il quarto stralcio di lavori per la sistemazione di movimenti franosi in località Croci - Pezzeda Mattina. Un intervento cominciato ancora nel lontano 1999 e che ora dovrebbe giungere a compimento grazie al contributo dell’Aato (Autorità di ambito territoriale ottimale) di Brescia all’interno degli interventi di difesa e tutela dell’assetto idrogeologico del bacino del Mella. Con una spesa complessiva di poco superiore ai 300mila euro, le opere riguardano movimenti di terra, posa di gabbionate per ridurre la pendenza del canale di scarico e palificazioni naturali per facilitare il romboschimento. La fine dei lavori è prevista per il mese di ottobre.
Storie. La giovane, dal balcone della sala da pranzo della famiglia dove lavorava, vide appendere il Duce
Giulia Tira, dalla Val Trompia testimone della storia d’Italia Nel mese della festa del lavoro, un “omaggio” all’altra metà del cielo ricordando una di quelle centinaia di ragazze che a dodici anni migrarono dai loro monti nelle città, a servire in casa di signori di Edmondo Bertussi
Il suo nome è Giulia Tira di Marmentino. Era a Milano nel ’45, domestica in casa dell’industriale Elia Teruzzi con palazzo su Piazzale Loreto: dal balcone della sala da pranzo vide appendere al traliccio di ferro del distributore, a testa in giù, i corpi di Benito Mussolini e Clara Petacci, fucilati a Dongo il 28 aprile. Era là da quando, tredicenne e primogenita, aveva lasciato la casa natia a Caratù, al Dosso, poco dopo la morte (aveva otto anni) della mamma Zelante Fontana, togliendo così una bocca da sfamare dalla mensa di Pietro Tira, calzolaio, rimasto vedovo, con quattro figli piccoli. I Teruzzi erano signori nel censo, e nel cuore le si affezionarono: ne manterrà un bel ricordo e darà a una sua figlia il nome della padrona
Giulia Tira
di casa Erminia e all’ultimo suo nato quello di Giorgio, il loro figlio sacerdote, che saliva a Marmentino nel dopoguerra a trovarla coi suoi scout per mangiare la polenta col latte versato nel “stegnadì”, la pentola dove era appena stata cotta sul fuoco. Stava bene a Milano, anche se arrivarono le paure della guerra, i bombardamenti. “Il duce – raccontava Giulia – per farsi vedere passava in Piazzale Loreto, seduto in cabina accanto all’autista
di una camionetta con sul cassone in piedi “le modande negre”, i fascisti in pantaloncini...”. La riportò al Dosso sposa il compaesano Augusto Fontana, classe 1913: nascevano Maria Grazia, Erminia (come la signora Teruzzi), Irene, Giuseppe. Era il 1953 e Augusto, desideroso di indipendenza, accettò l’offerta dei Teruzzi: coltivare la “Stafèra”, un podere con cascina abbandonata da tempo a Bricco, un grumo di case, meno di
cento abitanti, nell’astigiano. Il padre Antonio ammonì: “Vai in un posto che non hai mai visto, non conosci nessuno, ti do una mucca e quattro galline, avrai almeno il latte (Giuseppe aveva 8 mesi)”. Una mattina caricarono sul camion del Tassi di Tavernole mobilia e materassi, mucca e galline in gabbia e loro stretti tutti in cabina. Pioveva quella notte a Bricco: il camion si bloccò impantanato in mezzo al bosco. Maria Grazia, la più grandicella, perse le sue scarpine bianche. La cascina in fondo al bosco era irraggiungibile col camion: tutto il paese li aiutò a portare laggiù mobili, mucca e galline e lo stesso accadde quando, una notte, più di due metri di neve la sommersero. Augusto resistette tre anni poi tornò a Marmentino. Trovò lavoro a Lumezzane: partiva il lunedì a piedi scarpinando sui monti verso la Valgobbia e tornava il sabato. A casa la Giulia pensava ai figli: erano arrivati ancora Eleonora e Giorgio a fare sei. Le più grandicelle emigrarono come la mamma, domestiche in giro. Giuseppe invece entrava nell’Ordine religioso dei Padri Maristi a Torino. Non si è più mossa da Marmentino. Rimasta vedova, ha passato gli ultimi anni a Ombriano con la figlia Maria Grazia che pure aveva perso il marito e si è tirata in casa lei e Giorgio. Se n’è andata serenamente, senza soffrire, nell’ottobre dello scorso anno.
Rotary Club Valtrompia: da Sarezzo moto e auto storiche per la Colombia Dopo il convitto per ragazze nel 2002 ad Hardemann in Bolivia, la scuola di Chisinau in Moldavia inaugurata a gennaio, ora Bogotà in Colombia: il Rotary Club Valtrompia dà così concretezza al motto del biennio 2010-2011 “Impegniamoci nelle Comunità, uniamo i Continenti”. Il 20 Giugno dalla piazza di Sarezzo partirà la loro quarta “Passeggiata” per auto e moto storiche: quest’anno è tutta dedicata alla raccolta fondi per il nuovo “service” destinato al recupero dei bambini soldato che, un conflitto infinito tra il governo, la guerriglia, formazioni paramilitari e trafficanti di
droga, recluta e addestra ad uccidere. L’hanno chiamata operazione “Caracolì” dal nome di un quartiere in periferia di Bogotà. Laggiù un gruppo di suore Missionarie della Società di Maria stanno faticosamente costruendo un centro per strappare i bambini a un terribile destino e reinserirli nella società civile, dando loro un alloggio, una formazione educativa, un aiuto concreto per il ritorno a una vita normale e ai luoghi da dove sono stati forzatamente sottratti. Un impegno economico rilevante: l’hanno cominciato, chiedono aiuto per terminarlo. L’appello è arrivato ai valtrumplini da Suor Catia Pintossi, sa-
retina di nascita e responsabile attuale della onlus “Fundacion Dejando huellas y dando vida“ costituita legalmente in Colombia per offrire formazione integrale ai bambini a rischio. Si propongono, attraverso il loro centro, di aiutare 900 ragazzi all’anno, “migranti forzati” a concludere il ciclo scolastico e resistere al reclutamento forzato illegale. Gli amici del Rotary Valtrompia hanno subito risposto positivamente. Chi parteciperà alla passeggiata storica darà così una mano concreta all’iniziativa: per informazioni e iscrizioni telefonare a 335.6244671 - fax 030.9823883.
Il quartiere "Caracoli" di Bogotà
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Tavernole. Superato a pieni voti l’esame per il Dop al nostrano della Val Trompia
Formaggio di qualità tra i monti triumplini Venerdì 14 maggio è arrivato l’imprimatur. Conclusa la fase italiana ora la pratica andrà a Bruxelles. Il prodotto valtrumplino si unisce agli altri 22 lombardi di Edmondo Bertussi
Venerdì 14 maggio rimarrà data storica per la Valle Trompia: al Forno di Tavernole con la “riunione di pubblico accertamento” si è posto il sigillo sulla pratica avviata dieci anni fa dalla Comunità montana attraverso il Comitato per il riconoscimento europeo Dop (Denominazione origine protetta) al “Formaggio Nostrano di Valle Trompia”. La fase italiana è terminata: la pratica andrà a Bruxelles, seguirà la pubblicazione ufficiale sulla Gazzetta europea per sei mesi. È la prima volta per un formaggio bresciano, che entrerà così nella famiglia degli altri 22 prodotti lombardi riconosciuti. La riunione era pubblica: una vera audizione con oggetto il “Disciplinare di produzione” del Nostrano di Valle Trompia, uditori e giudici i rappresentanti
Formaggi in stagionatura
del Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali Laura Madotto e Vincenzo Carrozzino, e Donatella Parma per la Lombardia, che già avevano esaminato e dato parere positivo dopo la Provincia. Hanno confermato a pieni voti il loro “imprimatur”. In sala, produttori, associazioni e autorità. Con loro i responsabili del Comitato promotore, presieduto da Silvio Zanini e il responsabile della Comunità mon-
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Dieci anni per Valtrompia Soccorso Il Valtrompia Soccorso, associazione di volontari nata nel 2000 con sede ufficiale a Brozzo, ha festeggiato il 9 maggio il suo decimo anniversario dalla nascita, nella cui ricorrenza i centotrenta volontari che ne costituiscono il nucleo, dopo la celebrazione della messa in onore della fondazione, si sono riuniti nella sede principale per inaugurare la nuova ambulanza. Dopo un solenne taglio del nastro il presidente Federico Scalvini ha premiato con la consegna di attestati di volontari nel soccorso sanitario ottanta persone, di cui quaranta hanno prestato il loro aiuto per cinque anni. Gli altri quaranta, i veterani, hanno ormai superato i dieci anni ed erano già attivi prima che il gruppo prendesse forma nel 2000. Attivi 24 ore su 24, dotati di un ambulanza infermierizzata, i volontari Valtrompia Soccorso sono uno dei centri certificati per il 118. Inoltre, offrono servizi di trasferimento degenti, ricoveri, servizi sociali in presenza di gare sportive e amatoriali quali quelle di pesca, e tanto altro. Il Presidente conferma che l’associazione è attiva in tutta la provincia, in Italia e in Europa e con fierezza afferma di essere orgoglioso del gruppo costituito da persone competenti e affidabili.
tana Roberto Mondinelli. Nel lavoro sulla qualità del prodotto e nella stesura del capitolato relativo, preziosa è stata la collaborazione con l’Istituto Sperimentale Lattiero Caseario di Lodi, al “top” in Italia e specificamente con il dr. Gennaro Mucchetti dell’Università di Parma. Presenti per la Comunità il presidente Bruno Bettinsoli, per il Comune il sindaco Andrea Porteri, per la Provincia Aristide Peli.
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Bovegno. Angelo e Valeria Omodei gestiscono un’azienda agricola che mostra originalità ed entusiamo
La riscoperta di vecchi mestieri e valori serviti dalla tecnologia Nella valletta di Sant'Andrea vive una famiglia che cerca l'unione e la fusione tra la modernità, la pastorizia, l'agricoltura e il rispetto dell'ambiente di Alberto Maffina
Non è semplice aprire un’azienda agricola in Alta Valtrompia. Nell’Alta Valle la pastorizia ha perso ormai da tempo la sua predominanza. Boschi e prati evidenziano chiaramente la nuova stagione di abbandono. Chi tuttora alleva bestiame lo fa come attività secondaria, non approfittando degli apporti che la nostra epoca può e sa dare. Non è il caso però della piccola azienda agricola di Angelo e Valeria Omodei che, incastonata nella valletta di Sant’Andrea a Bovegno, apre gli occhi di coloro che sono interessati alla riscoperta dell’attività pastorizia e non solo. La forza che anima queste due persone è sicuramente esemplare. Angelo afferma: “Non mi sembra opportuno descrivere la realtà che
L'azienda agricola di Angelo e Valeria Omodei
Una realtà che esce dalle fiabe dei Grimm Le stanze della cascina, i cui mobili in cedro costruiti dai due coniugi sembrano usciti da una fiaba dei fratelli Grimm, una stalla tecnologicamente avanzata in fase di costruzione, un impianto fotovoltaico per creare e sfruttare energie pulite, serre in cui
coltivare beni di sostentamento per la famiglia e da utilizzare per i prodotti caseari messi in vendita. Ogni angolo, racchiude l’ostinazione del sogno che vuole prendere forma reale e che, dicono i signori Omodei, deve essere accessibile anche per gli altri.
sto cercando di costruire per me e la mia famiglia in modo troppo idilliaco, perché ancora me ne sento lontano. Quel che mi ha sempre spinto è il desiderio di migliorare, di creare una realtà piacevole che si fonda con lo spazio circostante senza alterarne la bellezza. Io e mia moglie continuiamo a condividere la passione per quel che stiamo tentando di costruire. Mi auguro di poter essere da esempio ai giovani che hanno l’intenzione di intraprendere il nostro stesso cammino nel massimo rispetto degli altri e dell’ambiente, nonché della natura della quale cerco di utilizzare le energie in modo alternativo ma rispettoso”. Una grande carica spirituale in perenne ricerca di avanzare e migliorare quel che lo circonda. La moglie Valeria conferma: “Io non cambierei mai il mio modo di vivere anche se mi rendo conto che lontano dai servizi e da un centro sociale è spesso demoralizzante. Voglio continuare su questa strada”. Sogno in itinere. Piccoli imprenditori che, consapevoli di vivere e lavorare in un ambiente in cui la pastorizia e i vecchi mestieri sono sorpassati, affermano a gran voce che si deve migliorare a tutti i costi, si deve lottare per i propri sogni e che quel poco che ci è dato deve essere sfruttato e fatto al massimo delle possibilità.
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Media Valle
Villa Carcina, la mostra di Lorenzo Sardini La mostra “Il cosmo, le onde, la vita - L’arte di Lorenzo Sardini” dell’artista 83enne rimarrà aperta a Villa Glisenti sino al 2 giugno. Promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Villa Carcina con il patrocinio degli assessorati alla Cultura di Provincia di Brescia, Comunità Montana e Comune di Cazzago S. Martino, si articola in tre sezioni: “Cosmo”, (un’opera d’arte sulla dinamica dei pianeti celesti), “Corde” (composizioni fatte con spago per gli sfondi e plexiglas per gli intervalli) e “Grafica” (dipinti sul legame con la terra sull’uomo). L’esibizione sarà aperta venerdì (20/20.30), sabato, domenica e festivi (15/20) fino al 2 giugno. Ingresso libero.
Valtrompia. L’8 e il 9 maggio la mostra del Museo etnografico di Lodrino presente alla fiera Xylexpo di Milano
“La strada del bosco” incanta gli sguardi di tutto il mondo Orgoglio e soddisfazione per la presenza della realtà valtrumplina da parte di Mauro Sigurtà, assessore allo sviluppo economico, ambientale e agricolo in Comunità montana
spensabile fonte di sostentamento per le generazioni passate, è ora ambiente di interesse ecologico e paesaggistico. Accanto a vari attrezzi del lavoro del taglialegna provenienti dal Museo etnografico (taglio alberi, esbosco, produzione di assi per cantieri e falegnameria) alcuni pannelli raccontano attraverso testi e fotografie l’aspetto naturalistico e forestale, le tradizioni del lavoro nel bosco e la produzione del carbone di legna”.
di Lia Micale
Nel padiglione 14 di Xylexpo (Biennale mondiale delle tecnologie per la lavorazione del legno) si è tenuto sabato 8 e domenica 9 maggio “Bosco in fiera”, novità assoluta della rassegna: un ambiente naturale di oltre 3.000 mq realizzato in partnership fra Acimall (Associazione costruttori italiani macchine e accessori per la lavorazione del legno), Regione Lombardia e Fiera Milano e all’interno del quale è stata presente anche la Valtrompia con la mostra “La strada del bosco”. Un padiglione allestito per parlare di gestione sostenibile del bosco e della foresta, di carbon stock, politiche forestali, ma anche di artigianato del legno, ingegneria naturalistica, protezione e sorveglianza del territorio, formazione. “La nostra presenza a Xylexpo – dice
Un poiàt, catasta di legna che produce carbone
Mauro Sigurtà, assessore a Sviluppo economico, ambientale e agricolo in Comunità montana – è stata estremamente importante per la Valtrompia. Siamo davvero entusiasti che la Direzione generale dell’Agricoltura abbia scelto la nostra mostra fra i moltissimi progetti avanzati per la partecipazione a questo importante appuntamento fieristico internazionale”. Prodotta dalla Comunità Montana di Valle Trompia con il patrocinio del-
la Regione Lombardia e nell’ambito dei programmi di ricerca del Sistema museale, la mostra “La strada del bosco - Suggestioni e appunti di storia e botanica del bosco” è stata esposta la prima volta nel 2000 a Villa Glisenti, ha girato in diverse occasioni per la Valle e poi è diventata parte integrante del Museo etnografico di Lodrino, “La mostra – dice il curatore Mauro Abati – è una sorta di viaggio nel tempo per ricostruire la storia del bosco che, da indi-
Un’occasione per mettere in mostra la magia di un bosco che non vive in simbiosi con il paese come un tempo, ma è ancora vivo e tale potrà rimanere anche raccontando i lavori che vi si facevano. “Un posto di rilievo – spiega Fausto Pintossi, presidente del Consorzio forestale Nasego – è stato occupato dalla costruzione del poiàt, cioè quella catasta di legna per la produzione del carbone, struttura di grande fascino culturale ed estetico, che per certi versi rassomiglia ad alcune esperienze di arte ambientale contemporanea; e poi la possibilità di osservare lo spartidùr, che con un preciso movimento di braccia dall’alto in basso trasformava i tronchi già levigati in assi di legno. Una mostra che ha offerto alla Valtrompia una visibilità mondiale e anche nel futuro prossimo di ‘Paesaggio, racconta’ (l’ex ValtrompiaMusicArt, ndr) tornerà protagonista in Valle”.
Il Cai di Villa Carcina nomina percorsi in memoria di chi non c'è più La vitalità della sezione Cai (Club alpino italiano) di Villa Carcina si fortifica nella memoria di chi non c’è più. In questo senso muove l’iniziativa messa in campo da alcuni associati, che nelle scorse settimane hanno apposto sui tradizionali cartelli segnavia alcune particolari dediche a vecchi reggenti e soci benemeriti. “Ci è sembrato doveroso – dice il presidente Francesco Casu – segnare alcuni percorsi con il nome di persone che hanno fatto la storia del Cai di Villa Carcina e che in vita hanno sempre profuso un’immensa passione per le montagne che ci circondano”. Una posa curata direttamente da un
nutrito e volonteroso gruppo del Cai, che ha messo i nuovi pannelli proprio sotto quelli che già segnavano la direzione dei diversi tracciati escursionistici. “Parte del percorso n. 302 che va dal ‘Büs del Torcol’ alla località ‘Pernice’ è stato dedicato al primo reggente e co-fondatore dell’allora sottosezione Cai, Antonio Giubileo. – illustra il presidente onorario Tommaso Muscio – Il tratto del n. 302 che va dall’abitato di Villa sino al ‘Büs del Torcol’, invece, è stato segnato con il nome di Domenico Cancarini, reggente per diversi anni; infine, ad Alberto Antonelli (a lungo tesoriere dell’associazione) è stata
riservata la parte del tracciato n. 301 che dal ‘Büs del Torcol’ prosegue sino all’Uccellanda Magnoli”. “Inoltre – chiude Francesco Casu – è nostra intenzione convocare quanto prima i familiari di questi soci al ‘Büs del Torcol’ per celebrare una Santa Messa e ricordare anche l’amico Giuseppe Tanfoglio recentemente scomparso”. Info presso la sede Cai di Villa Carcina (via Bernocchi, 69) tutti i martedì dalle ore 20.30 alle 22.30. È possibile visitare il sito web www.caivillacarcina. bs.it, mandare un’e-mail a info@caivillacarcina.bs.it. o telefonare allo 030. 8980214.
I pannelli indicativi del Cai
La Voce della Valtrompia maggio 2010
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Ponte Zanano. Un piccolo comitato gestisce l’area verde per conto del Comune
Il “volontario” respiro del parco Arcobaleno Realizzato nel 1998 accanto alla palestra comunale, viene gestito da un gruppo con compiti di vigilanza, pulizia, apertura e chiusura di Andrea Alesci
Spesso nella riservatezza del volontariato stanno nascoste brillanti realtà come quella del parco Arcobaleno. Nato su una vecchia area abbandonata di Ponte Zanano, è gestito per conto del Comune da un volonteroso comitato. “Quando sono venuto ad abitare qui – dice il responsabile Adolfo Pirlo – ho pensato subito che l’area verde andasse valorizzata. C’era già un tiglio secolare, così abbiamo fatto piantare due ippocastani, un pino marittimo, un bagolaro (noto come spaccapietre), alcune robinie, una siepe che corre su due lati del parco”. Unica zona verde pubblica rimasta a Ponte Zanano, il parco Arcobaleno viene curato con costanza da un gruppo di cittadini che ha voluto migliorare una parte del territorio a beneficio di
Il Parco Arcobaleno di Ponte Zanano
tutta la comunità. “All’inizio eravamo una ventina – prosegue il prof. Pirlo – ora siamo nove collaboratori e, pur con fisiologiche difficoltà, abbiamo fatto crescere uniformemente il parco, installando anche dei giochi per i bambini”. Frutto di una convenzione col Comune rinnovata ogni cinque anni, il comitato è un gruppo di volontariato con finalità di tutela e salvaguardia dell’ambiente. “Il Comune ci dà
un contributo annuo (170 euro) per i compiti di vigilanza, pulizia, apertura e chiusura, segnalazioni (giochi pericolanti, lampioni rotti, interventi migliorativi), e noi continuiamo a operare perché il parco possa mantenersi vivo”. Un polmone verde sempre affollato, che nel suo nome declina la vivacità di chi lo cura e di quell’arcobaleno pronto a spuntare sulla montagna di fronte alla fine d’ogni temporale.
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Sarezzo, lo sport scende in piazza Domenica 30 maggio in piazza Cesare Battisti di Sarezzo si svolge la sesta edizione de “La piazza incontra lo sport”. Una manifestazione promossa dall’assessorato allo Sport del Comune di Sarezzo e dalla Consulta dello Sport con la collaborazione organizzativa dell’Unione delle società sportive saretine (Usscs), e supportata quest’anno da un piccolo contributo di Comunità montana di Valle Trompia e Regione Lombardia. “L’evento che organizziamo – dice il presidente Usscs Claudio Guerini – non è una kermesse sportiva qualsiasi: in questa giornata la piazza diventa il luogo in cui lo sport vuole incontrare la gente, trasformandosi in un polo d’attrazione per tutta la cittadinanza, che può così assistere e partecipare a esibizioni di sport vecchi e nuovi, cimentarsi in prima persona nelle attività più disparate e toccare con mano fino a che punto lo sport può colorare la vita di una comunità”. L’idea che ha ispirato gli organizzatori è quella di riuscire a coinvolgere la vita del paese, “costringendola” a incontrare lo sport nei luoghi della quotidianità. “Un modo per promuovere lo sport – prosegue Claudio Guerini – e per avvicinarlo ai cittadini, che così si riappropriano di spazi loro, vincendo la diffidenza a stare in gruppo; soprattutto un’opportunità per gli adulti, che avranno modo di lasciarsi coinvolgere nel gioco con i bambini”. L’intera piazza, colorata da settori, consentirà a tutti di seguire i momenti di dimostrazione e praticare gli sport: judo, karate, full contact, aikido, ginnastica, tiro con l’arco, atletica, rugby, pallavolo, basket, tennis, calcio, bocce, ballo latino, tennis tavolo. Le dimostrazioni cominceranno alle 14.30 e andranno avanti sino alle 19, prima di chiudere (ore 20) con la serata danzante a cura di Gino de Gonzales. Durante tutta la giornata sarà in funzione uno stand gastronomico e a tutti i bambini verrà dato panino, salamina e bibita, oltre a una maglietta-ricordo dell’evento.
Una costruzione rustica che mantiene inalterate le pietre antiche abbinandole al legno, Un luogo elegante che si presta a qualunque tipo di banchetto. Il ristorante Chaplin, circondato dai monti ma soltanto a trenta chilometri dalla città, dispone anche di un parco, scenografia ideale per il servizio fotografico. Al Ristorante Chaplin si può trovare la specializzazione. Vengono pensati, studiati, organizzati ricevimenti in grado di soddisfare qualsiasi esigenza: matrimoni, cerimonie, eventi, meeting e cene aziendali. Accoglienza, disponibilità sono caratteristiche fondamentali che si respirano in questo magico scenario per rendere speciali i vostri momenti più belli.
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Territorio. Il “Fondo Genesi per la Valle Trompia” nasce nel 2004 e funge da supporto alle esigenze locali
Un fondo per i progetti in Valle di Rosa Casari
È un'emanazione della Fondazione Cariplo ed è integrato da vari enti che nel corso del 2009 vi hanno versato 35mila euro; soldi che servono per bandi e progetti a servizio del territorio
Fino al 31/05/2010
Si apre nel mese di maggio il nuovo bando territoriale per la Valtrompia che annualmente predispone la Fondazione comunità bresciana. Emanazione della Fondazione Cariplo, è una delle undici presenti nelle altrettante province lombarde e lavora in totale autonomia. “Personalmente – dice Luigi Moretti, uno dei consiglieri – sono arrivato alla Fondazione comunità bresciana grazie a Cesare Giovanelli, che nel 2004 mi chiamò insieme ad altri imprenditori per donare una Tac all’ospedale di Gardone Val Trompia. Non volendo costituire una Onlus ad hoc, demmo vita al Fondo Genesi, finalizzato a realizzare opere di utilità sociale e nel quale convogliammo i soldi necessari all’acquisto del macchinario”. Ora, quel contenitore si è trasformato in “Fondo Genesi per la Valle Trompia”,
La sede della Comunità Montana
La Fondazione Comunità Bresciana La Fondazione comunità bresciana nasce nel 2001 con lo scopo sociale di erogare contributi, ossia fungere da intermediario etico per restituire risorse al territorio. Un’erogazione (tempo tecnico due mesi) che non ha limiti di sorta, andando a finanziare progetti che vanno dall’assistenza domiciliare ai beni culturali, la formazione, l’assistenza medica, i giovani, l’integrazione razziale, la salvaguardia della libera espressione artistica. Chi vuole realizzare un progetto s’impegna a finanziarne metà, mentre l’altra metà dei soldi viene messa dalla Fondazione, consentendo così di sfruttare un effetto moltiplicatore. In base al regolamento del bando stesso le organizzazioni preselezionate devo-
VENDITA PROMOZIONALE TUTTO SCONTATO DEL
30%
no procedere a una raccolta di donazioni, che andranno a incrementare il patrimonio del fondo, nel caso triumplino il “Fondo Genesi per la Valle Trompia”. “Il Fondo – dice il dottor Pierangelo Guizzi, primario di Ortopedia e traumatologia al presidio ospedaliero di Gardone – è nato come spunto per la donazione della Tac e potrebbe essere volano per dotare la struttura ospedaliera anche di un’apparecchiatura per la biopsia del tumore alla mammella e per creare una fattiva rete di contatti fra enti locali e ospedale. Soprattutto, però, è un’opportunità per imprenditori e amministratori di curarsi socialmente del territorio della Valle, finanziando progetti di alto valore”.
costituendo uno dei quaranta presenti all’interno della Fondazione comunità bresciana e uno dei tre fondi di tipo territoriale insieme a quelli per la Valcamonica e la Valsabbia. “La Fondazione – spiega il segretario generale Silvio Valtorta – non è altro che un vassoio dentro il quale mettere esigenze a costo zero. Noi non abbiamo progetti nostri, ma siamo presenti per sostenere quelli degli altri e sollecitare la generosità di soggetti privati. Negli otto anni di storia abbiamo avuto una raccolta di poco superiore ai 17 milioni di euro, riuscendo a finanziare 250 dei circa 500 progetti presentati, scelti per completezza e originalità tra le domande arrivate attraverso bandi liberi”. Il Fondo Genesi per la Valle Trompia è integrato da vari enti, che nel corso del 2009 vi hanno versato un totale di 35mila euro (Comunità montana e Asvt 10mila euro a testa, Comune di Lumezzane 5.000, Concesio e Sarezzo 3.500, Gardone 3.000), poi diventati 70mila grazie a un eguale stanziamento da parte della Fondazione. Nel bando a raccolta patrimonio per la Valle Trompia 2009 sono stati ben undici i progetti finanziati (costo complessivo di 217mila euro), mentre per il nuovo bando territoriale atteso per questo mese di maggio si prospetta un apporto al fondo intorno ai 50mila euro. Per maggior informazioni è possibile consultare il sito web www.fondazionebresciana.org.
UOMO DONNA
Via Petrarca,114 Te l 0 3 0 8 3 2 8 6 9 Ponte Zanano
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Bassa Valle
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A Bovezzo un corso per sommozzatori L’assessorato alla Cultura e allo Sport in collaborazione con Sommozzatori Bresciani Leonessa (www.sblsub.it) organizza un corso subacqueo di primo livello (Open Water Diver). Il corso si articola in 15 lezioni, cinque teoriche e dieci pratiche (metà piscina e metà lago). Il corso è riservato ai maggiorenni e ha un costo di 318 euro. Nel prezzo è compreso il kit Open Water formato da libro di testo, dvd, logbook (per registrare le immersioni), materiale informativo, noleggio attrezzatura, tessera associativa, assicurazione. Termine iscrizioni 31 maggio, inizio corso 8 giugno. Info presso l’Ufficio Sport del Comune di Bovezzo (tel. 030.21.11.207 / 208).
Concesio. Parla il 34enne ingegnere aeronautico che lavora al controllo satelliti per l’Esa in Germania
Franco Marchese e il Cryosat-2 di Andrea Alesci
C’è un giovane ingegnere che è partito dalla Valtrompia inseguendo un sogno: lavorare dalla Terra con lo sguardo rivolto allo spazio infinito. Il trentaquattrenne Franco Marchese ha agguantato quel sogno e l’ha trasformato nel mestiere della sua vita, assunto in pianta stabile dal 2007 all’Agenzia spaziale europea (Esa). Qual è stata la cosa che l’ha affascinata e poi portata a diventare un ingegnere spaziale? Non c’é stato un momento preciso. Sin da piccolo mi piaceva lo spazio e mi sono sempre promesso che da grande volevo osservarlo per mestiere. Così, ho semplicemente studiato e lavorato duro per poterlo fare. L’8 aprile è stato lanciato nello spazio Cryosat-2, il satellite che rileverà i dati climatici riguardanti i ghiacci del pianeta Terra: lei l’ha progettato e ora è responsabile del controllo di orbita e assetto. Che cosa l’ha spinta a studiare il clima del nostro pianeta? Io faccio parte di un gruppo che lavora per far operare Cryosat-2. I dati trasmessi dal satellite sono poi studiati da altre persone, però, sono molto
Il satellite Cryosat-2 e a destra Franco Marchese al lavoro (foto Esa/J. Mai)
Da Concesio a Darmstadt per l’Esoc Franco Marchese, 34 anni di Concesio, dopo gli studi superiori al liceo “A. Calini” di Brescia si è laureato in Ingegneria aerospaziale al Politecnico di Milano. Ha iniziato a collaborare per l’Asi (Agenzia spaziale italiana) sul satellite Agile. Nel 2004 l’occasione di lavorare per l’Esa nella cittadina tedesca di Darmstadt, dove si trovano le strutture dell’Esoc (Centro europeo per le operazioni spaziali) per il quale ha cominciato a sviluppare il progetto del satellite Cryosat. Il lancio avvenne nel 2005, ma il satellite andò distrutto dopo il malfunzionamento del
secondo stadio del vettore e si schiantò nel Mare di Lincoln. Lo scorso 8 aprile dalla base di Baikonur in Kazakhistan è avvenuto l’atteso lancio di Cryosat-2, che stazionerà a circa 720 chilometri di altitudine, compiendo un giro della Terra ogni 100 minuti e misurando le variazioni di forma e spessore del ghiaccio ai poli. Da settembre arriveranno i primi dati sulle calotte polari, per proseguire nei due anni successivi con la mappatura dell’Antartide: in quel momento sarà possibile capire realmente come stia cambiando lo spessore dei ghiacci.
contento di contribuire allo studio del clima con il mio lavoro. Cosa significa lavorare per lEsa? L’Esa è qualcosa di grandioso, perché qui vengono coordinati i progetti spaziali di 18 paesi europei. Più di tutto, significa venire a contatto con mentalità diverse, capire che le differenze sono un vantaggio e non una cosa da appiattire o eliminare. È un ambiente dove sono riconosciuti lavoro e professionalità di ciascuno, dove avere un ruolo gerarchico differente non significa avere maggiori diritti o privilegi, ma maggiori responsabilità e doveri. Che cosa consiglia a chi intraprende la carriera aeronautica? Consiglio a tutti, non solo a chi intraprende un percorso del genere, di fare un’esperienza all’estero di qualche mese, meglio almeno un anno, fosse anche solo per vendere panini. Ognuno di noi dà per scontato tantissime cose e ci radichiamo nelle nostre convinzioni senza nemmeno renderci conto se siano giuste o sbagliate. Un’esperienza in un altro paese offre la possibilità di conoscere diversi modi di fare le stesse cose e aprirsi a nuove idee, vedere il proprio Paese con occhi altrui. Quali sono i suoi progetti futuri? Continuare a vivere e lavorare qui a Darmstadt. Altri satelliti saranno lanciati e cercherò di fare la mia parte.
San Vigilio di Concesio. Entro settembre termineranno i lavori di riparazione seguiti al terremoto del 2004
Cantiere attorno alla chiesa per affrontare anche i sismi Dalla fine del mese di gennaio una grossa gru incombe sulla chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Vigilio e Gregorio Magno. Un braccio che si distende dal fondo dell’edificio e arriva sino alla torre campanaria per consentire le riparazioni al tetto, danneggiato dalla scossa di terremoto del 24 novembre 2004. Edificata al centro del borgo di S. Vigilio, la chiesa risale al 1632, anche se nel 1932 venne allungata di altre due campate e poi consacrata al culto dall’allora vescovo ausiliare mons. Giacinto Gaggia. “Il sisma – dice il parroco don Dome-
nico Castelli – non ha toccato parti vitali della struttura, però si erano aperte delle fessurazioni nelle pareti perimetrali (specie vicino all’abside e all’altare) che andavano adeguate a sopportare altre eventuali spinte tipiche di un terremoto”. C’è la completa agibilità della parrocchiale, come spiega l’ingegnere Claudia Rebuffoni, che fa da collante fra lo studio Rcs Project, la ditta Zanardelli e la Parrocchia: “Il terremoto non ha procurato danni alle strutture più importanti e non esiste alcuna possibilità di collasso dell’edificio. Certo,
I lavori alla Chiesa di San Vigilio
è indispensabile migliorare la tenuta sismica di tutto il corpo. Per risolvere il problema delle fessurazioni sono state applicate iniezioni di miscele leganti in calce idraulica, mentre sotto le falde del tetto è stata costruita una gabbia in acciaio che va a saldarsi ai bordi delle capriate; inoltre, sono state incatenate le pareti alla copertura tramite l’inserimento di spinotti, cioè barre di ferro infilate trasversalmente sul cornicione interno a metà altezza delle pareti perimetrali, e lo stesso tipo d’intervento è stato fatto anche per la sacrestia”. I lavori sono cominciati a fine gennaio (spesa stimata di 210mila euro) e dovrebbero terminare entro settembre, restituendo alla comunità la chiesa in tutta la sua sobria e maestosa bellezza.
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Bovezzo. Sabato 29 maggio l’inaugurazione ufficiale della struttura, che sarà gestita dall’associazione Gian
Una nuova “Casa della natura” per tornare a rivivere il bosco Nell'area verde di 7.500 mq anche un prezioso marroneto. Recuperata una pozza per le attività didattiche e presto verrà attrezzata una zona picnic di Andrea Alesci
Dopo mesi di intenso lavoro è vicina l’inaugurazione della “Casa della natura – Ovile Rampinelli”, che aprirà a partire da sabato 29 maggio. “La vecchia cascina – dice Mario Folli, assessore ai Lavori pubblici, ambiente ed ecologia – è stata interamente restaurata dall’amministrazione comunale ed è immersa in un’area verde di circa 7.500 mq. Si tratta di un edificio con una sala a pianterreno dotata di caminetto, cucina e spazio ricreativo, mentre al primo piano c’è una zona didattica o da destinare ad assemblee. Al momento i due piani non sono collegati fra di loro, perché la ristrutturazione andrà completata con un ampliamento che prevede una parte adiacente all’attuale edificio e un deposito per gli attrezzi interrato. Per ora abbiamo ristrutturato e adeguato alle norme la struttura esistente, grazie ai contributi di Parco delle Colline (70mila euro), Comunità montana di Valle Trompia (25mila euro) e di un privato (1.000 euro)”. Un’opera importante che verrà ora gestita dal Gian (Gruppo italiano amici
A Bovezzo sportello energia e fotovoltaico Da fine di aprile l’assessorato all’Ambiente del Comune di Bovezzo ha attivato lo “Sportello energia e fotovoltaico”, tenuto aperto dell’ingegner Palmisano. Creato per diffondere interesse verso il risparmio energetico, vi vengono effettuate valutazioni dei preventivi ricevuti dai clienti, delle soluzioni proposte da aziende installatrici e dei prodotti proposti (moduli fotovoltaici e inver-
ter), assistenza sui costi preventivati per la realizzazione chiavi in mano dell’opera, sull’idoneità delle superfici (tetti o terreni) e sulla selezione della tecnologia (silicio mono o policristallino, amorfo e altri film sottili). Prossime date di apertura martedì 1 giugno (10.30/13 e 14/18), sabato 12 giugno (10.15/14), martedì 15 giugno (10.30/13 e 14/18), martedì 22 giugno (10.30/13 e 14/18).
della natura), associazione nazionale di salvaguardia ambientale. “I responsabili del gruppo locale – precisa Mario Folli – hanno l’obbligo di aprire la struttura ogni due fine settimana, operando per il mantenimento del fondo prativo e del marroneto, che nel prossimo inverno subirà un drastico intervento per liberarlo dal cancro del castagno (intervento del Parco delle colline con finanziamento regionale)”. Sabato 29 maggio la “Casa della natura” sarà finalmente realtà, con la mattinata dedicata alle scuole: favole sul bosco raccontate da Claudio Bontempi, colazione offerta dal Gian ed esposizione di disegni fatti dai bambini sul tema “La casa della natura: com’era, com’è, come la vorrei”. Alle 16.30 l’inaugurazione ufficiale con sindaco e assessore all’Ambiente del Comune di Bovezzo e i presidenti di Comunità montana e Parco delle Colline, alle 18 aperitivo musicale in compagnia dei Malghesetti e alle 20 escursione podistica (info su www.trailrunningbrescia.it). Domenica 30 maggio, invece, dalle 10.30 dimostrazione di tiro con l’arco con gli arcieri della Leonessa, premiazione per i disegni dei bambini e alle 15 spettacolo con giochi di prestigio, musica e giocoleria a cura di Stephen Hogan. “Una due giorni con cui festeggiare la riscoperta di una preziosa area verde – dice l’assessore Mario Folli –, che abbiamo dotato anche di un barbecue, una fontana ricavata da un tronco, una cisterna per l’accumulo dell’acqua e una pozza che, alimentata da una vicina sorgente, torna utile per mostrare a bambini e ragazzi le fasi di riproduzione degli anfibi e presto predisporremo un’area picnic con panchine e tavoli e una piastra per l’osservazione astronomica”.
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Economia L'incontro
Damiano Bugatti Aignep, un primato mondiale nella raccorderia
La ferrea solidità dell'impresa La coesione di quattro aziende consolidatesi negli anni '90 Damiano Bugatti, amministratore delegato della Aignep
di Rosa Casari
Incontriamo il 69enne Damiano Bugatti nella moderna sede della Aignep sopra l’abitato di Bione S. Faustino, dove la ditta si è trasferita lo scorso settembre. Amministratore delegato dell’azienda dal 1992, l’imprenditore è sposato e ha quattro figli: Clemente, Paolo, Andrea e Gabriele. Quando nasce la Aignep e di che cosa si occupa? L’azienda è sorta nel 1976 su iniziativa di Gualtiero Ghidini, esordendo a livello nazionale con la produzione di particolari per conto terzi nell’ambito della raccorderia per impianti idrici e idrosanitari. Poi, nel 1992 l’abbiamo rilevata entrando a far parte del Gruppo Bugatti e aprendo al mercato con una serie di investimenti mirati allo sviluppo nel campo della raccorderia e degli accessori per aria compressa (giunzioni, regolatori flusso, filtri). Del Gruppo Bugatti fanno parte quattro aziende: oltre alla Aignep, la Ilcar (oggetti per la casa), la Landa (lampadari per esterni) e la Picchi (macchine transfer). Com’è organizzata l’impresa? Presidente è mio fratello Francesco, mentre io rivesto la carica di amministratore delegato insieme a mio nipote Graziano. Lo stabilimento nuovo risale a settembre 2009 e abbiamo cercato di avere tutto nello stesso luogo: qui in via Grazioli c’era già la produzione, così abbiamo deciso di ingrandire la struttura (circa
20.000 mq), portandovi anche uffici, magazzino e capannoni per il montaggio e tutti i 130 dipendenti. Quali mercati coprite? La Aignep è certificata dal 1992 ed esporta verso l’estero circa il 60%
della produzione, mentre il rimanente 40% viene distribuito uniformemente su tutto il territorio nazionale. Abbiamo anche tre filiali estere: a Nashville nello stato nordamericano del Tennessee,
La Aignep e il Gruppo Bugatti La Aignep (www.aignep.it) è l’ammiraglia del Gruppo Bugatti, presente con tre grosse filiali in Europa (Barcellona) e oltreoceano (a Nashville in Usa e a New Delhi in India). Una dislocazione necessaria per una delle più grosse produttrici di elementi di raccorderia, gruppi filtro, cilindri e pneumatici per aria compressa. Presieduta da Damiano Bugatti, fa parte a tutti gli effetti della società Bugatti (www.bugatti.it) nata a Lumezzane nel 1923 nel settore della posateria in alpacca e degli articoli d’arredamento, innestandosi nella più profonda tradizione metallurgica lumezzanese e studiando una nuova lega in ottone chiamata “Lega Bugatti”. Poi, con l’arrivo della nuova generazione nasce il Gruppo Bugatti, che oltre alla Aignep comprende altre tre aziende: la Ilcar (www.casa-
bugatti.it), prima nata in casa Bugatti e specializzata nella produzione di oggetti per la casa dal design raffinato, spaziando da caffettiere a posate, recipienti per vini e cibi, piatti, vassoi e con affermati partner come Apreamare e Record cucine. La Picchi (www. picchimachines.it) nasce nel 1958 e poi entra nel Gruppo Bugatti occupandosi di macchine transfer, centri di lavoro, diamantatrici e macchine speciali per i settori automobilistico, di oleodinamica, pneumatica, raccorderia, rubinetteria, particolari speciali. Infine, Landa (www.landa.it), presente sul mercato dal 1987 e nel tempo diventata esperta nella produzione delle più svariate lampade da esterno a livello europeo e mondiale, offrendo ai suoi clienti la possibilità di realizzazioni personalizzate.
in Spagna (Barcellona) e in India (New Delhi). Come avete vissuto l’ultimo anno e mezzo? Il 2009 è stato un anno difficile un po’ per tutti e i carichi sono diminuiti notevolmente, una flessione che è avvenuta su tutti i fronti. Con il 2010 comincia a intravedersi una piccola svolta in positivo, anche se il mercato è ancora instabile e per tornare ai volumi del 2007 e 2008 ci vorrà ancora qualche anno. Comunque, siamo fiduciosi che l’aumento di prodotti e la dedizione costante ci possano permettere una crescita. Il nome Bugatti è ormai legato indissolubilmente alla gara di Extreme. Da dove scaturisce l’idea di una competizione dedicata alle moto? Tutto ha origine dalla passione familiare per i motori, concretizzatasi nella mia nomina a presidente del Moto Club fondato nel 1963 da don Giacomo Mognetti. Per quanto riguarda la gara dell’Extreme possiamo dire che lo spunto nasce dalla Gilles Lalay Classic, la gara di enduro più massacrante al mondo, tenutasi in Francia dal 1993 al 2001 e poi non più disputata per problemi di permessi. Così, abbiamo preso la palla al balzo per mettere in piedi una manifestazione simile a Lumezzane. La prima volta l’abbiamo fatta nel 2002 e quest’anno ritorniamo dopo una pausa di quattro anni con la consueta due giorni: venerdì 30 luglio la notturna in Val de Put e sabato 31 la prova speciale in Valsabbia e l’attesa notturna dell’Extreme al Passo del Cavallo.
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Economia. La storica impresa di via Seradello si rilancia con l’intraprendenza dell’ingegner Nicola Dionisi
Europress F.A. fra perseveranza e novità con la rete d’imprese Fondata nel 1970 da Gerardo Bolognini, ha cambiato proprietà nell'aprile 2009 in seguito alla crisi finanziaria mondiale. Da poco avviata una partnership con la bergamasca Dymaco Group
di Andrea Alesci
Sulla strada che da Sarezzo sale verso Polaveno c’è un’industriosa realtà che opera in Valle ormai da quarant’anni: superato il periodo di flessione economica che ha investito la quasi totalità delle aziende italiane e straniere, la Europress è rinata sotto l’egida di Europress F.A. (Fonderia Alluminio). Fortemente radicata sul territorio valtrumplino, la ditta di via Seradello è nata nel 1970 su iniziativa di Gerardo Bolognini, che insieme ai figli l’ha condotta con passione sino al difficile momento dell’aprile 2009. Allora, per sopraggiunte difficoltà economiche e una serie di concause legate alla crisi finanziaria mondiale, la famiglia Bolognini decise a malincuore di mettere in liquidazione la società. La Europress, però, continuò ad esistere grazie all’intraprendenza dell’ingegnere Nicola Dionisi, che
La sede della Europress F.A. a Sarezzo
vi lavorava come direttore tecnico: insieme ad alcuni finanziatori, Dionisi investì nell’azienda, diventandone amministratore unico e azionista di riferimento con l’80% delle quote. Col piglio dell’imprenditore Nicola Dionisi si è dato subito da fare, impegnandosi con adeguate somme da investire nella rinnovata Europress F.A. (www.europressfa.
it) e salvaguardando il patrimonio dell’azienda, ossia professionalità, clienti e dipendenti. “Proprio per preservare l’occupazione di questi ultimi – spiega il dirigente Nicola Dionisi – nell’agosto 2009 è stato sottoscritto un accordo sindacale. L’azienda ha sempre significato molto per la Valtrompia, arrivando ad avere nel suo momento di massima espansione anche 135 dipen-
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denti, grazie alla determinazione e allo spirito d’iniziativa della famiglia Bolognini. Allo stato attuale delle cose abbiamo mantenuto tutti i dipendenti (80) e lo studio del signor Gerardo è tuttora vuoto, per il riguardo e il rispetto che continuiamo a portare verso di lui”. Nei 9.500 mq di via Seradello la Europress F.A. impiega le proprie energie nel settore metallurgico della pressocolata in leghe leggere, seguendo tutto il ciclo di produzione dalla progettazione dello stampo alla consegna del prodotto finito e puntando con forza sul ramo automobilistico (60% della produzione), nel quale sta perfezionando una specializzazione. “Certo – precisa Dionisi – nel 2007 il fatturato era di 27,5 milioni di euro, ma già il piano industriale del 2010 prevede di arrivare a 12 milioni e l’attuale indotto di terzisti è considerevole, con acquisti dall’esterno pari circa a un milione di euro all’anno”. Come molte altre realtà della Valle, l’azienda naviga in un mercato incerto ma si sta ritagliando uno spazio ben preciso, impiegando nuove risorse sia economiche sia a livello d’idee. Una voglia di affermarsi che guarda al futuro, interpretando al meglio la normativa della Legge 33/2009 sulla rete d’imprese. “Proprio in questo senso – spiega l’ingegnere Dionisi – è nata la partnership con Dymaco Group (www.dymacogroup.com), azienda bergamasca di Grassobbio con la quale mettiamo in condivisione le rispettive competenze per generare rinnovate risorse, e che ha già portato alla creazione di un nuovo brand (+ED+)”.
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Cultura
La mostra di NaturArte fino al 6 giugno Nel rinnovato Palazzo Avogadro è aperta fino a domenica 6 giugno l’evento “Mostrarsi ad arte”, esposizione di artigianato artistico e pittura gestuale a cura del gruppo NaturArte, costituito da dodici elementi coordinati dal maestro artigiano Fiorenzo Bellina. La mostra è composta da una settantina di opere che si inseriscono nel solco della scuola americana dell’Action Painting (Pollock, Rothko, De Kooning, Wols, Mathieu) e di esponenti italiani come Vedova e Scanavino. L’esposizione rimarrà aperta a Palazzo Avogadro sino al 6 giugno: il venerdì (ore 19.30/21.30), il sabato (ore 16.00/21.00) e la domenica (ore 10.00/12.00 e ore 16.00/21.00).
Biblioteche. Un progetto lungo un anno che coinvolge anziani, stranieri e abitanti delle zone montane
Viaggio nei luoghi della lettura con le iniziative “in-Biblioteca” Parte in questo mese di maggio il progetto del Sistema bibliotecario, finanziato al 60% da un bando congiunto di Fondazione Cariplo e Fondazione Vodafone Italia di Rosa Casari
Dentro una biblioteca c’è un libro che riposa sugli scaffali in attesa del suo lettore. Un libro per tutti è il senso del progetto “in-Biblioteca” promosso da Sibca (Sistema dei beni culturali e ambientali) e Comunità montana di Valle Trompia. Realizzato grazie a un bando congiunto di Fondazione Cariplo e Fondazione Vodafone Italia (finanziamento di 80mila euro su un totale di 142mila), il progetto durerà fino a maggio 2011 e si articola secondo tre azioni progettuali rivolte ad altrettante categorie: gli anziani, gli stranieri e la
La biblioteca comunale di Concesio
popolazione delle zone montane più isolate. “Con questo progetto – dice Mila Pagani, responsabile del Sistema bibliotecario di Valle Trompia – intendiamo promuovere il ruolo della biblioteca come occasione di incontro, luogo di sviluppo della cultura e istituzione che favorisca la coesione sociale, grazie alle tre azioni che partiranno a breve”. Un progetto che guarda alla biblioteca come al soggetto principe per la promozione della lettura. “Per
‘La biblioteca fuori di sé’– spiega Mila Pagani – conteremo sulle biblioteche di Villa Carcina, Marcheno, Concesio e Sarezzo e sull’associazione culturale Treatro. Si terranno letture intergenerazionali, confronti sulla memoria fra nonni, figli e nipoti e verrà attivato un percorso di formazione sugli strumenti a disposizione dei lettori, avviando (da ottobre) anche il prestito a domicilio fatto dagli stessi anziani a vantaggio di chi non può muoversi”. Biblioteca
come memoria storica della comunità ma che, allo stesso tempo, si configura come luogo di inclusione sociale con l’azione destinata agli stranieri. “Poi, ‘Un ponte di libri’ – illustra la responsabile del Sistema bibliotecario – si svolge a Gardone e Lumezzane con la cooperativa Il Mosaico per creare occasioni di incontro, scambio e reciproca conoscenza tra i servizi bibliotecari e gli immigrati. A settembre un corso di formazione, perché gli stessi immigrati diventino mediatori della biblioteca rispetto ai connazionali”. Ultima azione del progetto è “Piccola grande biblioteca”, per aumentare l’impatto della biblioteca di pubblica lettura anche nei comuni montani di piccole dimensioni che faticano ad accedervi. “Per quest’ultimo punto – chiude Mila Pagani – sono coinvolte le biblioteche di Brione, Collio, Marmentino, Irma, Bovegno, Caino, Lodrino, Pezzaze, Tavernole, dove Treatro e Il Mosaico faranno interventi di lettura e momenti promozionali, mentre noi cercheremo di potenziare i servizi e fare aperture serali e festive”. Il progetto “in-Bilbioteca” scalda i motori perchè la biblioteca sia luogo dove tutti possano trovare una risposta. Come quando si apre un libro.
Noboli. Il 28 maggio la presentazione del volume curato da Virginio Prandini e fino al 2 giugno una mostra
Le parole di mons. Balestrini e il forte legame con la terra Ora tocca a Sarezzo ospitare venerdì 28 maggio presso il circolo San Bernardino di Noboli il libro “La dolce terra della piccola Longobardia”. Un volume scritto dal compianto mons. Fausto Balestrini, che nella piccola frazione saretina fu cappellano dal 1988 al 2001. Il libro è una raccolta di articoli scritti nel periodo 1983-2006 per il Giornale di Brescia e curati dallo storico Virginio Prandini, proprio su mandato del sacerdote nativo di Sale Marasino (ma cresciuto a Calvisano), affinché diventassero patrimonio della cittadinanza bresciana. Una pubblicazione nata grazie alla sinergia
del Giornale di Brescia (alla presentazione sarà presente il direttore Giacomo Scanzi) e delle tre amministrazioni comunali di Calvisano, Concesio e Sarezzo per dare organicità ai temi cari a mons. Balestrini quali il legame con la terra, la scrittura, la spiritualità. “Le tre amministrazioni – dice l’assessore alla Cultura del Comune di Sarezzo, Valentina Pedrali – hanno voluto fare un omaggio a una persona che ha saputo dare tanto alla brescianità, come sacerdote, letterato e storico. Inoltre, il libro è corredato anche da illustrazioni realizzate dagli artisti Luciano Cottini, Gian Mario Mazzoli e Angelo Rossini”.
Mons. Fausto Balestrini
I tre pittori esporranno alcune tavole presenti nel volume (e non solo) in una mostra curata da Carmela Perucchetti che si aprirà la stessa sera del 28 maggio e sarà visitabile sino a mercoledì 2 giugno. “Le opere in mostra sono una quindicina – spiega Valentina Pedrali – e abbracciano diversi stili pittorici: Cottini utilizza soprattutto il carboncino, Rossini realizza tavole con grafite, Mazzoli invece usa il pennarellino, sfruttando la sua professionalità di grafico”. La mostra rimane aperta nei giorni feriali dalle ore 16.30 alle 19.30 e nei festivi dalle ore 10 alle 12 e dalle 16.30 alle 19.30.
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Gardone. Dal 29 maggio al 6 giugno la rassegna di pittori e scultori “Omaggio al poeta della brescianità”
Canossi e le forme del dialetto Le poesie raccontano i tratti della gente bresciana, delle storie e dfei luoghi; da questo panorama di suoni al panorama visivo che hanno ispirato. Coinvolti anchi “I Caicì de Inzì” di Lia Micale
Mentre l’Unità d’Italia andava compiendosi, fra le montagne della Valtrompia nasceva Angelo Maria Canossi, poeta che nella corrusca lingua dialettale incise i tratti della gente bresciana, le storie di chi se ne andava lontano, i luoghi di chi rimaneva, le leggende di una volta e quelle commedie quotidiane che rivivono per sempre nella sua “Melodia”. Tante poesie che prenderanno corpo in forma di sculture e dipinti nella mostra itinerante “Omaggio al poeta della brescianità” dal 29 maggio al 6 giugno a Gardone Val Trompia. “Siamo davvero contenti di poter ospitare questa mostra dedicata allo scrittore triumplino – dice l’assessore alla Cultura del comune gardonese, William Fantini – e dopo la presentazione delle 17.30 ci sarà un momento a cura della compagnia teatrale ‘I Caicì de Inzì’, che farà
“Cà de le Bàchere” di Ivo Compagnoni e “El cà del pitoc” di Lino Sanzeni
Una rassegna itinerante La mostra “Omaggio al poeta della brescianità” patrocinata da Provincia di Brescia, Comunità montana di Valle Trompia, Comuni di Bovegno, Gardone, Verolavecchia e “Fondazione Angelo Canossi - Centro culturale professor Aldo Cibaldi” di Bovegno, è promossa e coordinata da Anna Bietti e Maurizio Rottini dell’associazione culturale “Accademia del Gàmber” di Gambara. Una mostra itinerante in diversi comuni bresciani: dopo Bovegno, Verolavecchia e Gardone Val Trompia (29 maggio - 6 giugno) toccherà a Leno (9-11 luglio), Gambara (1-5 agosto), Ghedi (25 settembre - 3 ottobre), Sarezzo (16-31 ottobre), e Manerbio (4-18 dicembre). “L’idea – illustra Anna Bietti – è nata l’anno scorso
a Gambara durante la festa d’agosto dedicata alla Madonna della Neve, per la quale ormai da tre anni organizziamo come associazione culturale una mostra nel parco del castello. Di qui lo spunto per un’esibizione che girasse la provincia, facendo perno sul comune senso di appartenenza a una terra trasmesso dalla forza viva di quel dialetto con cui il Canossi dava voce alla brescianità”. Un ‘esibizione lunga otto mesi in ricordo di un poeta che nel 1867 nacque nel piccolo paese di Bovegno, morendovi ottantuno anni più tardi fra i ciclamini di quella Cà de le bàchere dove “gh’è l’aria dè montagna / e i fiu e j-usilì, / e ‘l cör quand chè ‘l scaragna / èl vé sö ché a guarì”.
alcune letture attoriali a partire dalle poesie di Canossi”. Nella Loggetta del Soncinelli saranno una trentina le opere esposte da altrettanti artisti bresciani per rendere omaggio al poeta della brescianità Angelo Maria Canossi. Terzo appuntamento di una rassegna che è stata inaugurata lo scorso 10 aprile a Bovegno, nel paese natale del poeta. Un’esibizione che annovera anche quattro pittori triumplini: i gardonesi William Fantini (La gloria) e Tiziano Calcari (La pöa) e i saretini William G. Vezzoli (Turna al tò paesèl) e Luana Resinelli (Esperienza e speranza). “Scopo dell'iniziativa – dice Anna Bietti, presidente dell’Accademia del Gàmber e organizzatrice dell’evento – è rendere un omaggio all’opera di Canossi e al contempo dare risalto al dialetto bresciano, lingua troppo spesso considerata ‘minore’ quando invece può essere una preziosa risorsa per travasare la memoria del passato alle giovani generazioni. Angelo Maria Canossi – continua Anna Bietti – è l’esponente più illustre nel campo della poesia bresciana dialettale, i suoi scritti sono rimasti come modelli per le regole di scrittura e la rassegna è un’occasione unica per approfondire la conoscenza del dialetto, come materia linguistica e sostrato di un vissuto storico”. La mostra rimarrà aperta durante i giorni feriali dalle ore 17 alle 19, mentre il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.
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Ambiente. Durante l'estate il via ai lavori di sistemazione per la pista ciclopedonale da Lodrino alla Valsabbia
In bicicletta su nuovi percorsi Un progetto da 355mila euro ďŹ nanziato in gran parte dalla Regione Lombardia nell'ambito della L.r. 37/2009 sulla mobilitĂ ciclistica
di Matilde Russo
Andare in bici è la passione di molti bresciani, cosĂŹ come mettersi in marcia per una passeggiata. Ecco il senso della pista ciclopedonale che il Consorzio Forestale Nasego comincerĂ a costruire tra Valtrompia e Valsabbia durante la prossima estate. â&#x20AC;&#x153;Il progetto â&#x20AC;&#x201C; spiega il presidente del consorzio Fausto Pintossi â&#x20AC;&#x201C; si propone di collegare in un sistema organico i tracciati agro-silvo-pastorali secondo un itinerario che parte nel parco del Lembrio e collega con percorsi ad anello le numerose localitĂ sparse sul territorio. I lavori interesseranno ventiquattro chilometri di pista (sedici in comune di Casto e otto a Lodrino), che si sommeranno ai dieci giĂ sistemati e consentiranno a escursionisti e abitanti locali di percorrere il territorio su percorsi protetti e dedicatiâ&#x20AC;?. Lâ&#x20AC;&#x2122;intervento rientra nel piano di pro-
Un tratto da sistemare nel comune di Casto
Il Consorzio Forestale Nasego Costituitosi diversi anni fa e riconosciuto dalla Regione Lombardia nel 2006, il Consorzio Forestale Nasego è una società di gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale. Del Consorzio fanno parte i comuni di Lodrino, Casto, Mura, la Comunità montana di Valle Trompia, la Comunità montana di Valle Sabbia e un soggetto privato. Da gennaio 2010 nuovo presidente è il 46enne Fausto Pintossi, direttore il dottore forestale Alessandro Barbacovi e consiglieri i rappresentanti dei vari enti locali: Sergio Pioltelli (Mura), Francesco Franzoni (Casto), Mauro Sigurtà (Comunità Montana di Valle Trompia), Tullio Freddi (Comunità montana di Valle Sabbia). Nato con lo scopo di eseguire interventi di salvaguar-
dia e manutenzione del patrimonio agrosilvo-pastorale e per promuovere il territorio, agisce a cavallo delle due Valli. â&#x20AC;&#x153;Si è scelto di chiamarlo Nasego â&#x20AC;&#x201C; spiega il presidente Fausto Pintossi â&#x20AC;&#x201C;, perchĂŠ è il nome della localitĂ presente sulla montagna che Valsabbia e Valtrompia condividono, allâ&#x20AC;&#x2122;ombra del monte Paloâ&#x20AC;?. Il Consorzio ha realizzato molte opere per migliorare le zone montane e fra i progetti passati ci sono stati degli interventi sui laghetti in localitĂ Fravango e in Valle Duppo, il recupero di sentieri, la sistemazione di frane, la boniďŹ ca e il miglioramento dei boschi, mentre in futuro sono previste opere idraulico-forestali, lavori su strade rurali, interventi di esbosco e forestazione.
mozione che la Regione Lombardia ha portato avanti in attuazione della L.r. 37/2009 sulla mobilitĂ ciclistica, coďŹ nanziando con 4,5 milioni di euro percorsi per superare la frammentarietĂ delle piste ciclabili esistenti. â&#x20AC;&#x153;Lâ&#x20AC;&#x2122;ambito dâ&#x20AC;&#x2122;intervento è prevalentemente extraurbano â&#x20AC;&#x201C; spiega Fausto Pintossi â&#x20AC;&#x201C; e intende valorizzare gli elementi caratteristici del paesaggio attraverso il turismo in bicicletta. La larghezza delle piste è compresa tra 2 e 2,50 metri con una pavimentazione a fondo naturale e cementata nei brevi tratti a forte pendenza. Inoltre, molte aree di sosta sono giĂ presenti nei parchi attrezzati (Lembrio, Fontana Fredda, Valle Duppo, Zana, Luina), mentre sarĂ necessario installare pannelli illustrativi e segnaletica. La spesa complessiva è di 355mila euro â&#x20AC;&#x201C; chiude Pintossi â&#x20AC;&#x201C;, ma abbiamo potuto usufruire del contributo regionale (209mila euro) grazie alla partecipazione di soggetti privati e associazioni (Raf Metal, Gruppo Alpini Casto, Valle Duppo Trap, Pol. Lodrino) con una quota pari a 36mila euro e quindi superiore al 10% dellâ&#x20AC;&#x2122;intera spesa, come richiesto dal bando; un sostegno che ha contenuto i costi per le amministrazioni comunali di Lodrino e Casto, le quali hanno impiegato complessivamente circa 110mila euroâ&#x20AC;?. Un progetto di grossa portata, che si completerĂ entro la primavera 2011, divenendo negli anni a venire parte integrante di quella pista ciclopedonale che dovrebbe percorrere lâ&#x20AC;&#x2122;intera Valtrompia.
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Cinema. Il film di Ridley Scott ha aperto il festival del cinema di Cannes, successo e alcune polemiche
VOCESAS
L’ex gladiatore Massimo si chiama “Robin Hood”
Per la quinta volta si realizza il connubio tra il regista inglese e Russell Crowe (46 anni), per bissare il successo della storia di Maximo. Nel cast anche Cate Blanchett di Mauro Toninelli
Sono arrivati i giorni di Robin Hood; i giorni del nuovo Robin Hood. A dirla tutta la vera giornata della storia dell’eroe di Sherwood è stata il 12 maggio, quando il festival di Cannes ha aperto i battenti proprio con la pellicola targata Ridley Scott con Russell Crowe e Cate Blanchett nei panni di Lady Marian. “Robin Hood” è la continuazione di un sodalizio tra il regista e l’attore che è iniziato dieci anni fa proprio con “Il Gladiatore” e che si è replicato sin qui per cinque volte. Quando lo vediamo per la prima volta, il nostro eroe si chiama Robin Longstride, è un arciere di Riccardo Cuor di Leone e sta tornando dalla terza crociata. Le vicende si svolgono attorno al 1200. L’Inghilterra non è quella che aveva lasciato: è in ginocchio. Prima di es-
Russell Crowe in una scena del film
sere Robin Hood finge di essere Robert Loxley, marito di Lady Marian. È l’unico modo per difenderla e evitare che le confischino la proprietà. Arriverà poi ad essere il personaggio mitico che tutti conoscono. Una versione che arriva vent’anni dopo le ultime prove cinematografiche sull’eroe inglese e che racconta molto di quello che c’è prima. Un racconto epico che svela forse poco di quanto già si sapeva
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della figura e dei suoi amici e colleghi di scorribande, aprendo però qualche spiraglio sull’approfondimento di figure solitamente lasciate un po’ in ombra, come il doppiogiochista Sir Godfrey (un superlativo Mark Strong), il Maresciallo Guglielmo (William Hurt) e Sir Walter Loxley (Max Von Sydow), suocero di Lady Marian. Sul fatto che si dica che la pellicola sia “Il gladiatore di Sherwood” Scott risponde: “Non mi
dispiace affatto. La struttura è la stessa, con una piccola differenza. Maximus era un personaggio di finzione, ma il resto era assolutamente storico. Robin Hood non si sa con certezza se sia mai esistito, anche se io propendo per il sì”. “Il gladiatore” fu un successo economico, dell’Academy (6 oscar e 12 nomination) e un tassello importante nella storia del cinema: un buon augurio.
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Salute. In una ricerca in Valtrompia solo il 5% dei casi di ipertesi presenta il disturbo isolato da altri fattori
Ipertensione: ictus ed eventi cardiaci si possono prevenire Più del 30% del campione soffre di pressione alta con ipercolesterolomia, diabete e obesità: un mix da rischio esponenziale. La prima medicina è curare lo stile di vita e poi terapia con farmaci
di Massimo Crippa Medico specialista in medicina interna
Le recenti Linee Guida Europee ESH/ESC 2007 stabiliscono come limite soglia per porre diagnosi di ipertensione arteriosa valori di P.A. sistolica> 140 mmHg o di P.A. diastolica> 90 mmHg. rilevati, a riposo, con metodica sfigmomanometrica dal medico curante. La rilevazione della pressione arteriosa può essere effettuata non necessariamente in ambiente clinico, ma anche a domicilio o con monitoraggio dinamico non invasivo delle 24 ore, più comunemente definito “pressurometro”. Queste metodiche andrebbero raccomandate in particolar modo ai quei pazienti che, a causa di un’iperreattività emotiva, presentano in ambulatorio medico, valori pressori abnormemente elevati. Sono molti infatti, nella pratica clinica, i pazienti affetti da ipertensione clinica isolata, definizione che ha sostituito la più nota e datata “ipertensione da camice bianco”. A proposito dell’automisurazione domiciliare della pressione arteriosa, va sottolineato che gli strumenti a polso non sono raccomandati e che devono essere preferiti strumenti semiautomatici, auscultatori od oscillometrici a braccio, purché validati secondo protocolli standardizzati (vedi sito web: www. dableducational.org). La gestione del paziente iperteso è radicalmente cambiata nell’ultimo decennio; la decisione di trattare farmacologicamente un paziente iperteso non dipende più solo dal mero valore di pressione arteriosa, ma dalla concomitante presenza di fattori di rischio che spesso si associano all’ipertensione. In un nostro studio eseguito su pazienti ipertesi della Val Trompia, ab-
biamo rilevato che l’ipertensione arteriosa si presentava solo in un 5% dei casi come fattore di rischio isolato e che nella grande maggioranza dei casi si associava ad altri disturbi metabolici quali l’ipercolesterolemia, il diabete e l’obesità. La presenza contemporanea di tre di questi fattori di rischio, configura in medicina un quadro di Sindrome Metabolica che pone il paziente ad un rischio esponenziale di sviluppare in futuro gravi malattie cardio e cerebrovascolari. Nella popolazione che abbiamo esaminato nel nostro studio, la prevalenza di Sindrome Metabolica è risultata del 30%, ossia più della media rilevata in altri studi nazionali. Questo dato è da attribuirsi verosimilmente ad un inadeguato stile di vita condotto da gran parte della popolazione valtrumplina, sempre più sedentaria, con cattive abitudini alimentari e tendente all’obesità. Non a caso le prime raccomandazioni da rivolgere ai pazienti ipertesi, riguardano proprio le correzioni dello stile di vita: dieta povera di acidi grassi saturi, limitato introito di sale, supple-
menti di calcio e potassio mediante assunzione di frutta e verdura, riduzione del peso corporeo, limitazione dell’assunzione di alcolici, abolizione del fumo di sigaretta ed incremento dell’attività fisica di tipo aerobico (jogging, cyclette o bicicletta, nuoto, ecc) da effettuarsi in 3-4 sedute settimanali di almeno 35-40 minuti l’una. Solo in un secondo momento, o fin da subito nei pazienti ad elevato rischio cardiovascolare, sarà consigliata una terapia farmacologica basata sull’assunzione di un singolo farmaco ad alto dosaggio o dall’associazione di due farmaci a dosaggi più bassi per ridurre la comparsa di possibili effetti collaterali. La scelta più appropriata del farmaco da utilizzare, può dipendere dal tipo di danno presente a carico degli organi bersaglio quali il cuore, il rene o i grossi vasi arteriosi. Da qui l’importanza di sottoporre il paziente iperteso ad una serie di esami strumentali, di facile esecuzione e a costi contenuti, quali l’elettrocardiogramma, l’ecocardiogramma per la valutazione della massa ventricolare sinistra, l’eco-doppler dei vasi
sovraortici per l’identificazione di un ispessimento miointimale o di placche aterosclerotiche a livello delle arterie carotidi e il dosaggio dell’albumina nelle urine, considerato un indice di iniziale danno renale, ma anche un importante marcatore prognostico di eventi cardiovascolari. L’obiettivo pressorio da raggiungere, anche per i pazienti anziani, è posto a valori al di sotto di 140/90 mmHg anche se nei diabetici sarebbe auspicabile raggiungere valori inferiori a 130/80 mmHg. Si può concludere che l’ipertensione arteriosa è fonte di sconforto e al tempo stesso di speranza. Sconforto, perché dal punto di vista quantitativo è il principale fattore di rischio di malattie cardiovascolari, è altamente prevalente nella popolazione italiana ed è spesso scarsamente controllata. Speranza, perché la prevenzione è possibile e perché con l’armamentario terapeutico oggi a disposizione, è possibile controllare l’ipertensione in quasi tutti i pazienti, con conseguenti marcate riduzioni di ictus e di eventi cardiaci fatali e non.
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Speciale caccia. Due gli obiettivi: la disciplina in deroga e la “questione” Mantova
Acl: un coordinamento per essere più presenti
Eugenio Casella, presidente dell'Associazione cacciatori lombardi
di Eugenio Casella
L’associazione cacciatori lombardi Acl ha recentemente fondato insieme a tutte le associazioni venatorie bresciane un coordinamento unitario con lo scopo di rapportarsi in maniera univoca con la provincia di Brescia e la Regione Lombardia. Il Coordinamento unitario ha sicuramente due obiettivi urgenti nella propria agenda: la disciplina del prelievo in deroga in Regione Lombardia e la “questione” Mantova. Ad oggi dalla Regione non si ha notizia di quali siano le intenzioni per autorizzare il prelievo in deroga durante la prossima stagione venatoria. Attendiamo i risultati della Commissione di esperti voluta dall’assessorato regionale Agricoltura e Caccia
per trovare una soluzione alla sospensiva della legge regionale chiesta dalla Corte di giustizia europea. Crediamo che sia giunto il momento per porre fine alla ciclicità annuale delle leggi sul prelievo in deroga per dare una volta per tutte alle decine di migliaia di appassionati lombardi la certezza dei propri diritti e non solo quella dei propri doveri. I sei Atc della Provincia di Mantova stanno per mettere in atto, con la complicità dell’Ammnistrazione provinciale di Mantova e il parere dell’Ufficio legale della regione Lombardia, un’epurazione senza precedenti dei soci cacciatori non residenti, soprattutto bresciani. Partendo dalla volontà di vietare l’ingresso ai cacciatori, seppur soci, non residenti in regione Lombardia gli Atc di Mantova, sapientemente coordinati dai funzionari dell’Amministrazio-
ne provinciale hanno poi avviato un meccanismo per privare tutti cacciatori non residenti, in larga parte bresciani, dell’iscrizione all’Ambito territoriale di Caccia di cui erano soci l’anno precedente. È questa l’assurdità di tutta la vicenda: la stragrande maggioranza dei nostri cacciatori sono soci da anni, non si sono macchiati di nessuna infrazione ed hanno sempre pagato quote di adesione entro i termini di legge. Colpevoli di questa situazione anche i legislatori regionali. Un ulteriore obiettivo del Coordinamento unitario è poi la modifica della legge regionale 26/93. Chiederemo di modificare la legge inserendo nella stessa per esempio il numero dei roccoli in provincia di Brescia, il numero delle giornate da appostamento fisso in ottobre e novembre e la preapertura al primo di settembre.
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Ucl regionale: il dopo elezioni L’assessore regionale di riferimento con delega alla caccia è Giulio De Capitoni di Varese della Lega Nord. Assessore all’Agricoltura ed ex presidente del consiglio regionale nella passata legislatura, dove era presente quando si è votata la legge 2009 che ha permesso di avere un anno storico per il mondo venatorio: oltre a fringuello e peppola si è potuto cacciare (dopo circa 30 anni) anche la pispola (sguiseta) e frosone. In questi giorni si stanno formando anche le commissioni, cioè degli organi che discutono e preparano la legge che andrà in aula per la votazione. La possibile nuova legge venatoria dipenderà anche da chi sarà il presidente della quarta commissione. Si vocifera che potrebbe essere un consigliere del Pdl (Scarpa di Milano). Seguiremo anche i consiglieri che andranno a formare questa commissione per poterli marcare stretti e se è possibile collaborare con loro, specie con i bresciani. Speriamo con l’aiuto dei consiglieri eletti nel Pdl di incontrare presto il nuovo presidente della commissione e con i consiglieri della Lega Nord il nuovo assessore all’Agricoltura e caccia, per illustrare le richieste e sentire la loro volontà di velocizzare i lavori perché i tempi stringono. Siamo in attesa, con un po’ di ansia, dei risultati della commissione istituita dalla Regione lombarda, formata da otto esperti in materia legislativa e venatoria dove è presente anche l’avvocato Franco Bonsanto di Bologna, che dirà con un documento conclusivo dei lavori come potremo muovere per avere una legge che ci permetta di andare a caccia evitando ricorsi da parte degli animalisti e degli eventuali richiami dei Commissari europei.
Carlo Bravo con Roberto Formigoni
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e vola in Siria dal 17 al 24 giugno
In occasione del
guidato dal vescovo Luciano Monari
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Sport
Lega Pro 1a Divisione - girone A
Dal brindisi di Coppa al dopo Menichini Stagione finita ma già si pensa al prossimo campionato di Prima Divisione. Il presidente Cavagna (nella foto in alto con la Coppa Italia nelle mani) ha annunciato una rivoluzione a causa della crisi economica. Il primo punto all’ordine del giorno sarà la scelta del nuovo allenatore. Mister Menichini ha ufficialmente salutato la società. Il lavoro svolto in questi due anni e mezzo gli ha fatto squillare oltremodo il cellulare ed è richiestissimo. Il mister toscano, di contro, punta a qualcosa di ambizioso e la piazza valgobbina comincia a diventargli stretta. Per il dopo Menichini è tornato in auge il nome di Luciano De Paola, ex rondinella che ha fatto bene a Darfo in serie D. Sul fronte giocatori, pronto a restare il centrocampista Emerson mentre tra i pali l’esperto Gazzoli ha deciso di avvicinarsi a casa. I due giovani bomber Galabinov e Bradaschia hanno richieste così come Daud, arrivato a gennaio nel mercato di riparazione.
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Lumezzane Calcio Si è conclusa con una sconfitta lo scorso 9 maggio (2-1 a Busto Arsizio contro la Pro Patria) la stagione comunque trionfale del Lumezzane. Play off sfiorati in campionato ma, quello che più conta, la conquista di un trofeo storico: la Coppa Italia di categoria vinta nella doppia sfida con il Cosenza. Oltre, ovviamente, alla valorizzazione di diversi giovani sui quali club di serie B hanno già messo gli occhi. Finita la stagione, ora si cerca di garantire la continuità con il patron Cavagna che ha annunciato ulteriori tagli per garantire la sopravvivenza. Per questo motivo, dopo due anni e mezzo, mister Menichini ha deciso di accasarsi altrove.
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Rally. Intervista a Matteo Romano, copilota triumplino di Luca Pedersoli nel prestigioso Trofeo Rally Asfalto
La prospettiva del navigatore di Andrea Alesci
Alla seconda stagione da professionista su una Ford Focus Wrc del team Vieffecorse. Dopo la terza prova di campionato la vetta della classifica generale è a soli due punti Capita che le passioni si accendano per caso, quando meno te l’aspetti. Com’è accaduto al 28 enne Matteo Romano un giorno di primavera del 1999. Tu e i rally: colpo di fulmine? Direi proprio di sì. Il mio amico Paolo mi aveva invitato a vedere il Rally Mille Miglia che transitava vicino casa sua. Non sapevo nemmeno dell’esistenza della gara e vedendo rombare le macchine ho capito che “da grande” avrei voluto guidarne una. Prima ho cominciato un po’ per gioco, poi la convinzione si è trasformata in professionalità. Quando è cominciata la tua carriera rallistica? Nel 2002 ho iniziato con il Maury Racing Team, condividendo la medesima passione con un ragazzo del mio paese. A 19 anni ho fatto la mia
Il team Vieffecorse con il navigatore Matteo Romano (nel riquadro)
I numeri di Matteo Romano Originario di Cailina, il 28enne Matteo Romano è a un esame dalla tesi in Ingegneria Meccanica all’Università degli Studi di Brescia. Appassionato di rally dal 1999, ha corso come navigatore per il Maury Racing Team di Sarezzo dal 2002 al 2006. Nelle due stagioni successive ha disputato Trofei monomarca Wrc (World Rally Car) tra Lombardia e Veneto, oltre a una serie di gare singole. L’anno 2009 è quello del salto di categoria nel Trofeo Rally Asfalto, uno dei tre campionati italiani (gli altri due si svolgono su terra e su misto terra/asfalto), in coppia con il 38enne di Desenzano Luca Pedersoli, vice campione europeo 2003 e 2004. Un equipaggio forte e affiatato che corre per il team
Vieffecorse (www.vieffecorse.com) e si affida per gli aspetti organizzativi alla Scuderia Mirabella Mille Miglia. Disputata la stagione 2009 con una Peugeot 2006 Wrc del 1999 e chiusa al terzo posto assoluto, quella nuova si è aperta positivamente: su una Ford Focus Wrc del 2007 i due bresciani hanno conquistato un 1° posto al Rally “Il Ciocco”, un 2° al Valle d’Aosta e un 3° (a un decimo dalla Citroëën Xsara di Felice Re) nella mitica Targa Florio in Sicilia, scavalcati in classifica generale dall’avversario per due sole lunghezze. Prossima tappa il 30 maggio al trevigiano Rally della Marca. Per informazioni maggiori sul team Pedersoli-Romano visitare il sito web www.pede.it.
25060 Villa Carcina (BS) - Via Bernocchi, 44 Tel. 030 800676 - 030 8901318 - Fax 030 802974 www.arredocasavaloti.it oltre 1000m di esposizione con lampadari di ogni tipo I TRE | MURANO 2 | VALENTI | VISTOSI | VENINI ECC.
prima gara da pilota nel Rally Colli Morenici, poi ho disputato il Rally di Franciacorta, d’accordo col mio compagno di guidare una volta ciascuno. In quel momento mi sono detto: “Voglio fare il navigatore”. Quando hai capito che il rally poteva diventare un mestiere? È accaduto l’anno scorso, quando ho avuto la grande occasione di correre il Trofeo Rally Asfalto insieme a Luca Pedersoli, col quale ho da poco iniziato la seconda stagione su una Ford Focus Wrc. Il navigatore, figura oscura ma determinante: perché ti affascina così tanto? Nel navigatore si coniugano tempismo e regolarità. Deve spiegare a parole al pilota la strada da fare, dopo aver preso nota di curve e velocità durante le ricognizioni. Poi, in ogni rally c’è anche la parte di trasferimento, nella quale bisogna rispettare una tabella di marcia per arrivare alla prova speciale. Ogni singolo rally è formato da 8-10 prove speciali (ciascuna ripetuta due o tre volte), per un totale di circa 130150 chilometri da percorrere. Bisogna riuscire a dare le informazioni giuste al momento giusto, trovando l’alchimia giusta col pilota. Certo, ci sono bravi copiloti come Bernacchini, D’Amore, Fappani, ma il navigatore perfetto è soltanto quello che riesce ad assecondare le esigenze del pilota. Il bravo navigatore è quello che non si vede mai.
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Speleologia. L’associazione di Marcheno e la partecipazione al Progetto Sebino
Nel regno delle grotte con Speleo Valtrompia di Lia Micale
Scendere nelle buie profondità delle caverne e tornare a respirare l’aria del cielo potendo descrivere sotterranee meraviglie. Ecco la speleologia, pratica sportiva e di ricerca che nella valle del Mella ha trovato terreno fertile in Speleo Valtrompia. “Nella nostra associazione – dice Livio Palamidese, coordinatore del gruppo –, nata nel 2006 e con sede a Marcheno, siamo una quindicina e domenica 9 maggio abbiamo cominciato a Iseo un corso di speleologia aperto a tutti, con quattro lezioni teoriche e cinque uscite in grotta”. Realtà unica in Valle, Speleo Valtrompia è uno dei quattro gruppi di ricerca speleologica presenti sul territorio bresciano (due in città e uno a Coccaglio). “La nostra attività – spiega Livio Palamidese – consiste nella continua ricerca di nuove grotte e relativo inserimento nel catasto speleologico della Provincia. In Valtrompia ne abbiamo trovate una cinquantina, specie nella zona del Guglielmo, a Caregno e Magno, ma le più profonde sono il ‘Fieraröl di Vesalla’ (200 metri di profondità e due chilometri di sviluppo) e il ‘Prefond di Punta de l’Ort’ (186 metri e 3,5 chilometri)”. Un’esplorazione che viene fatta di concerto con i gruppi
Un particolare della grotta di Fonteno (Bg)
Speleo Cai Lovere, Gs Valle Imagna e Gs Montorfano all’interno del Progetto Sebino. “Attualmente – illustra Palamidese – stiamo svolgendo un lavoro sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo in località Fonteno, dove abbiamo trovato una grotta profonda almeno 500 metri. La cosa strabiliante, però, è lo sviluppo di circa 17 chilometri con tre fondi diversi che finiscono su un sifone. Nelle scorse settimane abbiamo provato a scendere sott’acqua con l’aiuto di alcuni speleo-sub alla ricerca delle sorgenti e
prossimamente vorremmo effettuare delle colorazioni tramite fluoresceina per scoprire dove va a finire l’acqua, oltre ad approfondire lo studio di insetti e artropodi cresciuti isolati in quest’ambiente”. Una passione che si muove nell’oscurità e produce conoscenza, tanto che all’interno del progetto sono state avviate collaborazioni con l’Università di Parma, il museo di Lovere e il Centro Universitario “Alfredo Bini” di Milano. Informazioni dettagliate su www.progettosebino.com.
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Pallavolo Gardonese: un anno di successi Non poteva certo essere festeggiato in modo migliore il quarantesimo anno di vita della Pallavolo Gardonese, che dal 1970 promuove il volley nel bacino della media Valtrompia. La stagione 2009-2010 è stata colma di soddisfazioni e di risultati raggiunti grazie ad un lavoro di anni e che inizia a dare i frutti sperati. Ne parlano con soddisfazione il presidente, Ettore Carrara, e il vice-presidente, nonché deus ex machina della società, Sergio Pederetti. I risultati più eclatanti sono legati al successo delle due compagini capofila: la prima squadra, allenata da coach Franceschini, ha dominato il campionato di prima divisione, vincendo tutte le partite disputate ed ottenendo la tanto agognata, quanto meritata promozione in serie D. Stessa piacevole sorte per la seconda squadra della Gardonese, formata da ragazze con età inferiore ai diciotto anni: promozione dalla terza alla seconda divisione. Ma, assicurano i dirigenti, vi sono altri traguardi raggiunti, forse meno evidenti, ma altrettanto significativi: l’attenzione e la passione di quanti hanno a che fare con il settore giovanile, partendo dall’entusiasmo delle 150 ragazze iscritte nelle varie categorie, al coinvolgimento delle famiglie, dei dirigenti e degli sponsor, fino ad arrivare alla competenza tecnica di uno staff di allenatori preparati e ben coordinati dal direttore sportivo, Francesca Cò. Secondo Carrara e Pederetti, il circuito minivolley, in corso, rappresenta per le bambine un’occasione di festa e di aggregazione, fondamentali per poter concepire lo sport nella giusta visione. I campionati giovanili hanno lo scopo di formare le ragazze, dal punto di vista tecnico, umano e caratteriale: queste ragazze saranno poi il vivaio dal quale attingere atlete. Insomma, ogni età racchiude un piccolo grande obiettivo. Si chiude una stagione da incorniciare per la Pallavolo Gardonese, ma, si sa, al bello non ci si abitua mai. (a.c.)
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SERVIZI e NUMERI UTILI TAVERNOLE SUL MELLA
COMUNI
Piazza Martiri, 1 - 25060 Tavernole sul Mella - Tel. 030 920108 - Sito: www.valletrompia.it
BOVEGNO Piazza Zanardelli, 1 - 25061 Bovegno -
VILLA CARCINA
Tel. 030 9259641 - Sito: www.valletrompia.it
Via Marconi, 27 – 25069 Villa Carcina - Tel. 030 8984301 - Sito: www.comune.villacarcina.bs.it
BOVEZZO Via Vittorio Veneto, 28 – 25073 Bovezzo - Tel. 030 2111211 - Sito: www.comune.bovezzo.bs.it
FARMACIE
Via San Zenone, 1 - 25060 Brione - Tel. 030 84013
NUMERO VERDE PER LE FARMACIE DI TURNO: 800 296157
CAINO
BOVEGNO
Via Villa Mattina, 9 - 25070 Caino - Tel. 030 6830016 - Sito: www.comune.caino.bs.it
Farmacia Dalla Vecchia P. & C. Sas - via IV Novembre, 32 - Tel. 030 92615
COLLIO Piazza Zanardelli, 24 – 25060 Collio - Tel.
BOVEZZO
030 927213 - Sito: www.valletrompia.it
Farmacia De Michelis Eredi - via Dei Prati, 26 - Tel. 030 2092566
BRIONE
COMUNITA’ MONTANA Via Matteotti, 327 - 25063 Gardone Val Trompia Tel. 030 833741 - Sito: www.cm.valletrompia.it
CONCESIO P.zza Paolo VI, 1 – 25062 Concesio - Tel. 030 2184000 - Sito: www.comune.concesio.brescia.it
GARDONE VAL TROMPIA Via Mazzini, 2 - 25063 Gardone Val Trompia - Tel. 030 8911583 - Sito: www.comune.gardonevaltrompia.bs.it
IRMA Via Casa dell’Alpino - 25061 Irma - Tel. 030 9220157 – 030 9220974 - Sito: www.valletrompia.it
LODRINO Via Roma, 90 – 25060 Lodrino - Tel. 0308950160 - Sito: www.valletrompia.it
LUMEZZANE Via Monsuello, 114 – 25065 Lumezzane San Sebastiano - Tel. 030 8929268 - Sito: www.comune.lumezzane.bs.it
MARCHENO Via Zanardelli, 111 – 25060 Marcheno - Tel. 030 8966018 - Sito: www.valletrompia.it
MARMENTINO Via S. Faustino, 30 – 25060 Marmentino - Tel. 030 9228202 - 030 9229006 - Sito: www.valletrompia.it
NAVE Via Paolo VI, 17 – 25075 Nave - Tel. 030 2537411 - Sito: www.comune.nave.bs.it
BRIONE Farmacia Brione - via Gazzane, 23 - Tel. 030 84059
CAINO Farmacia Verzeni R. e Ciotti S. & C. Snc - via Brescia, 116 - Tel. 030 2530134
COLLIO Farmacia Gerola di Paola e Daniela Gerola Snc - P.zza Zanardelli, 80 - Tel. 030 92722
CONCESIO Farmacia Comunale Concesio - via Europa, 62 - Tel. 030 2007874 Farmacia Dr. Lazzari Gianfranco - via Europa, 154 - Tel. 030 2185219 Farmacia S. Vigilio dei Dottori Bontempi Alberto e Mauro S.n.c. - via Mazzini, 63 (località: San Vigilio) Tel. 030 2185012
GARDONE VAL TROMPIA Farmacia Comunale Gardone - via Matteotti, 300 - Tel. 030 8912510 Farmacia Comunale Inzino - via Matteotti, 75 (località: Inzino) - Tel. 030 8912600 Farmacia Gamburri Elisabetta - via Matteotti, 205/E Tel. 030 8912041
MARCHENO Farmacia Ghidini Sonia - p.zza Caduti Della Loggia, 2 - Tel. 030 861504
MARMENTINO Farmacia Spanò Angela - via Santellone, 18 - Tel. 030 9229024
NAVE Farmacia Comunale Nave - via Brescia, 175 - Tel. 030 2530346
PEZZAZE
LODRINO
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Farmacia Rampini Dr. Rosella - via Roma, 90 - Tel. 030 850231
POLAVENO Piazza Marconi, 4 - 25060 Polaveno - Tel. 030 8940955 - Sito: www.comune.polaveno.bs.it
SAREZZO Piazza Battisti, 4 - 25068 Sarezzo - Tel. 030 8936211 - Sito: www.comune.sarezzo.bs.it
ANNO II NUMERO 5 - Maggio 2010 Edizioni Opera Diocesana San Francesco di Sales Registrazione del Tribunale n. 22/2009 del 21 marzo 2009 Direttore responsabile: Adriano Bianchi Sede e redazione: Via Callegari, 6 Brescia tel.: 03044250 - fax: 0303757897 e-mail: valtrompiavocemedia.it Pubblicità: Voce Media Pubblicità - Via Callegari, 6 Brescia Tel.: 0302808966 - fax: 0302809371 - e-mail: vmpvocemedia.it Stampa: Centro Stampa Quotidiani Spa - Via dell'Industria, 52 25030 Erbusco (Bs) - Tel. 0307725511 - Fax 0307725566 Progetto grafico e impaginazione: Ernesto Olivetti
LUMEZZANE Farmacia Arrivabene Giovanna - Piazza Portegaia, 11 (località: Sant’Apollonio) - Tel. 030 828931 Farmacia De Natale Francesco - via Montini, 233 - Tel. 030 827788 Farmacia Fossati Mario - via Monsuello, 171/173 (località: San Sebastiano) - Tel. 030 826744
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POLAVENO Donati Dr. Luciano Farmacia - via Europa, 1 - Tel. 030 84079
SAREZZO Farmacia Centrale Dr. Appodia - via Repubblica, 102 Tel. 030 8901167 Farmacia Comunale Sarezzo - via Dante, 39 - Tel. 030 800759 Farmacia Fulgaro M. Antonietta - via Dante Alighieri, 183/B (località: Ponte Zanano) - Telefono: 030 8900550
TAVERNOLE SUL MELLA Farmacia Scarabello di Rubuano Benedetta - via Amadini, 8 - Tel. 030 92015
VILLA CARCINA Azienda Servizi Farmaceutici S.r.l. via Zanardelli, 22 - Tel. 030 8982791 Farmacia S. Antonio Dott. Matteo Preceruti e c. S.n.c. via Glisenti, 13 - Tel. 030 881313
OSPEDALE GARDONE VAL TROMPIA Via Giovanni XXIII, 4 - 25063 Gardone Val Trompia Tel. 030 8912661 - 030 8911517 - Sito: www.spedalicivili.brescia.it/Gardone/top_gardone.htm
GUARDIA MEDICA GARDONE VAL TROMPIA Pronto Soccorso c/o presidio ospedaliero - via Giovanni XXII, 4 – 25063 Gardone Val Trompia - Tel. 030 89331
BOVEZZO C/o Cosp di via Vittorio Veneto, 33 - Tel. 030 2711502 Orari: dalle 20.00 alle 8.00 di tutti i giorni della settimana. Dalle 8.00 alle 20.00 del sabato e dei giorni infrasettimanali prefestivi. Dalle 8.00 alle 20.00 di ogni giorno festivo. Per i Comuni di: Caino, Nave, Bovezzo, Concesio, Villa Carcina.
SAREZZO C/o presidio ASL di via IV Novembre, 19 - Tel. 030 8900567. Orari: dalle 20.00 alle 8.00 di tutti i giorni della settimana. Dalle 8.00 alle 20.00 del sabato e dei giorni infrasettimanali prefestivi. Dalle 8.00 alle 20.00 di ogni giorno festivo. Per i Comuni di: Gardone V.T., Polaveno, Brione, Sarezzo, Lumezzane.
TAVERNOLE SUL MELLA C/o presidio ASL di via Amadini, 49 - Telefono: 030 9220271. Orari: dalle 20.00 alle 8.00 di tutti i giorni della settimana. Dalle 8.00 alle 20.00 del sabato e dei giorni infrasettimanali prefestivi. Dalle 8.00 alle 20.00 di ogni giorno festivo. Per i Comuni di: Marcheno, Lodrino, Marmentino, Tavernole, Pezzaze, Irma, Bovegno, Collio.
INFORMAGIOVANI
EMERGENZA
CONCESIO
118 (Emergenza sanitaria) 112 (Carabinieri) 113 (Polizia) 115 (Vigili del Fuoco) 117 (Guardia di Finanza) 1515 (Corpo Forestale)
Piazza Paolo VI, 1 - Tel. 030 2184141
LUMEZZANE Via Umberto Gnutti, 2 - Tel. 030 8920519
NAVE Via Brescia, 29 c/o biblioteca - Tel. 030 2532753
SAREZZO Via Bailo, 47 c/o biblioteca - Tel. 030 8907539
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ORARI delle SANTE MESSE (Prefestive e Festive) BOVEGNO S. Giorgio: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.30 - 16.00 (Graticelle) - 18.30
BOVEZZO S. Apollonio: Prefestivo: 16.30 (chiesa vecchia) – 18.30 - Festivo: 8.00 (chiesa vecchia) – 9.30 – 11.00 – 18.30
BRIONE S. Zenone: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 10.30 – 17.00
CAINO S. Zenone: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.00 – 18.00
COLLIO Santi Nazaro e Celso: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 9.30 (chiesa di Memmo) – 11.00 – 18.00
S. Colombano - S. Colombano Abate: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 11.00 – 17.00 - Maniva: Festivo: 15.30 (giugno/settembre)
CONCESIO S. Andrea - S. Andrea Apostolo: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 13.00 Pieve - S. Antonino: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.30 Costorio - S. Giulia: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.00 – 11.00 – 18.00
S. Vigilio - Santi Vigilio e Gregorio Magno: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.00
Concesio - S. Giovanni Battista: Prefestivo: 18.00 - Festivo: ore 8.00 – 10.30
GARDONE VAL TROMPIA S. Marco: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.30
Inzino - S. Giorgio: Prefestivo: 17.30 (Santuario Madonna del Castello) – 19.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 19.00 Magno - S. Martino: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.00 – 11.15 – 18.30
IRMA SS. Trinità: Festivo: 8.30 LODRINO S. Vigilio: Prefestivo: 17.00 (Invico) – 18.00 - Festi-
no: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 19.00 Valle - S. Carlo Borromeo: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 Villaggio Gnutti - S. Giorgio: Prefestivo: 18.00 (Casa di Riposo) - Festivo: 11.00 – 18.00 Gazzolo - S. Antonio di Padova: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 18.00 Fontana - S. Rocco: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 19.00 Pieve - S. Giovanni Battista: Prefestivo: 18.30 Festivo: 7.30 – 10.00 – 11.00 – 18.30 S. Apollonio - S. Apollonio: Prefestivo: 19.00 Festivo: 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.15 – 19.00 MARCHENO Santi Pietro e Paolo: Prefestivo: 18.30 (Santuario della Madonnina) - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.30 Brozzo - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.00 – 18.30 Cesovo - S. Giacomo: Prefestivo: 19.30
MARMENTINO Santi Cosma e Damiano: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 11.15
Ville di Marmentino - Santi Faustino e Giovita: Prefestivo: 20.00 - Festivo: 10.00 NAVE S. Maria Immacolata: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 7.30 – 9.30 – 10.45 – 18.00
Muratello - S. Francesco d’Assisi: Prefestivo: 8.30 – 18.30 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 17.30
Cortine - S. Marco: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 10.30
PEZZAZE S. Apollonio: Prefestivo: 15.45 (Casa di Riposo) – 18.30 - Festivo: 8.00 – 11.00
Lavone - S. Maria Maddalena: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 18.00
POLAVENO S. Nicola Vescovo: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 11.00
vo: 8.30 (Invico) – 10.00 – 11.00 - 18.00
Gombio - S. Maria della Neve: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 10.00 – 18.00 - S. Maria del Giogo: Festivo: 16.00 (maggio/settembre)
LUMEZZANE S. Sebastiano - Santi Fabiano e Sebastia-
Prefestivo: 17.00 - Festivo: 8.00 – 10.30
S. Giovanni Polaveno - S. Giovanni Battista:
TM
Nave, la parrocchiale di Santa Maria Immacolata
SAREZZO Santi Faustino e Giovita: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 7.30 – 10.00 – 18.30
Zanano - Regina della Pace: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.30 (S. Bernardino di Noboli) – 10.30 – 18.30 Ponte Zanano - Cristo Re: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 (Maria Madre de Redentore) – 11.00 – 18.30
TAVERNOLE SUL MELLA Chiesa Parrocchiale - Santi Filippo e Giacomo: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.30 – 11.00 – 18.00 Cimmo - S. Calogero: Prefestivo: 20.00 - Festivo: 10.30 – 20.00
Pezzoro - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 9.30
VILLA CARCINA Santi Emiliano e Tirso: Prefestivo: 16.00 (Casa di Riposo) – 18.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.00 Cailina - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.00 Carcina - S. Giacomo: Prefestivo: 17.00 (Pregno) 18.00 - Festivo: 9.30 - 11.00 - 18.00 Cogozzo - S. Antonio: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.00
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