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La Voce della Valtrompia n.
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MENSILE D'INFORMAZIONE
Trofeo Aido. Domenica 26 settembre la 13ª edizione della gara di regolarità
Editoriale
Via alla sfida delle auto storiche per solidarietà
Città vuote
Il percorso toccherà Gardone, Polaveno, Lumezzane e Sarezzo ma attraverserà anche la Franciacorta, per arrivare in Valsabbia e sul Garda. Vuole sviluppare la sensibilità alla donazione degli organi Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/BS
ANNO II - SETTEMBRE 2010
Il servizio a pag. 26
Inchiesta: edificazioni selvagge
Case come funghi Anche in Valle tanti edifici vengono costruiti e poi non venduti. È quasi impossibile conoscerne il numero. Molte le cause del fenomeno: in gioco ci sono interessi privati e dei comuni
Il servizio a pag. 2
Gardone
Storie
Controlli e dialisi in Valle: donazioni e progetti ingrandiscono l’offerta
In ricordo di Vitto Piotti, l’aquila ferita all’ala e la scultura del ferro
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di Adriano Bianchi
Chiedersi quante case vuote, sfitte o in vendita ci sono in Valtrompia o in provincia di Brescia in tempo di crisi economica potrebbe sembrare retorico e sortire una risposta scontata. Se non ci sono soldi le gente non compra, le banche non fanno mutui perchè non ci sono garanzie, soprattutto a chiederli sono i giovani che sono spesso con un lavoro ancora precario. Liquidare, quindi, con la crisi un mercato immobilliare che pare fermo per le difficoltà economiche delle famiglie potrebbe essere insufficiente. La nostra piccola inchiesta cerca di fare anzitutto una stima numerica: quante case vuote ci sono? La risposta è perlomeno imprecisa perchè i dati risultano contrastanti, negati, vecchi e comunque approssimativi. Nessuno vuole dire che nei nostri paesi le case ci sono, ma non sono abitate. Interessi? Anche questi, tanti. Quelli dei costrutturi che vogliono continuare a costruire, quelli dei comuni che con le tasse di urbanizzazione fanno un po’ di cassa, quello delle agenzie immobiliari che tendono a non svalutare il mercato per poter tenere i prezzi a un certo livello. Il dato ossevabile da tutti è quello empirico: provate a contare i cartelli con scritte “vendesi” e “affittasi” in Valle e vi renderete conto. Suonano come un appello quasi disperato. In attesa di tempi migliori le famiglie che possono investono i risparmi nel mattone. I titoli di Stato, infatti, non danno grandi interessi e gli investimenti finanziari sono rischiosi. Nessuno, poi, è disponibile ad abbassare i prezzi e le case costano sempre troppo. Di mezzo ci va pure l’ambiente con una cementificazione selvaggia. In questo si giocano le responsabilità degli amministratori locali soprattutto quando mettono mano ai piani di governo del territorio (Pgt). C’è da sperare che abbiano a cuore il nostro vero bene.
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Primo piano
La saturazione del mercato Anche in Vatrompia, come nell’intera provincia bresciana, ci sono appartamenti e costruzioni edili ancora vuote, invendute, che la storia dell’edilizia recente (vedi l’articolo qui sotto) ha condizionato con un’edificazione selvaggia e quasi senza controllo. La situazione attuale fotografata a Brescia da Massimo Ziletti, direttore di Probrixia, l’azienda speciale della Camera di commercio per il mercato immobiliare e, nelle pagine a fianco, l’intervista a Mauro Rizzinelli, imprenditore edile, e i risultati in numeri riguardo alle case in vendita in Valle, secondo le telefonate alle agenzie immobiliari sul territorio. Ne sono escluse tutte quelle comunali e private.
Fenomeni. La storia del mercato edile, della costruzione selvaggia e gli immobili invenduti nella Provincia
Vendesi casa disperatamente. Ma non è la trasmissione Sky! Secondo un calcolo approssimativo per difetto sarebbero 5000 le abitazioni vuote e migliaia di metri quadri sul territorio provinciale a cura di Massimo Venturelli
Secondo un calcolo approsimativo (l’approssimazione è per difetto) sarebbero circa 5.000 le abitazioni vuote sul territorio provinciale. Quello delle case vuote è solo una parte di un più ampio processo di edificazione selvaggia che si è sviluppato nel corso dell’ultimo decennio. Alle abitazioni devono essere sommati le centinaia di migliaia (probabilmente milioni) di metri quadrati di spazi produttivi e commerciali inutilizzati distributi dall’Alta Valle Camonica alle più profonde propaggini della Bassa. Quello dell’edificazione
oltre ogni richiesta è un fenomeno che risale alle metà degli anni Novanta del secolo scorso. All’epoca fu la legge Tremonti (consentiva la detassazione degli utili reinvestiti) a scatenare la corsa al capannone. Venne poi la stagione del “mattone bene rifugio”, della casa come investimento impermeabile a qualsiasi svalutazione. Una stagione che vide la proliferazione di imprese edili attratte dal miraggio di guadagni abbastanza facili. Ma venne
anche la stagione dei primi tagli dei trasferimenti statali agli enti locali con comuni grandi e piccoli costretti a inventarsi nuovi modi per far quadrare i propri bilanci. Più di un sindaco si rese conto che quello degli oneri di urbanizzazione (una tassa a carico di chi realizzava nuove costruzioni) era un metodo facile e redditizio per far quadrare i conti comunali. Non ci fu comune che non si dotò di uno strumento di programmazione urbanisti-
ca segnato da una copiosa previsione di espansione edilizia. Si tratta di una partita ancora aperta, una sfida che molte amministrazioni locali giocano anche oggi. Qualcosa, però, nel meccanismo si è inceppato se è vero che tantissime amministrazioni locali hanno dovuto fare i conti con consuntivi che negli ultimi anni hanno registrato introiti da oneri più bassi di quelli previsti. Perché il mercato degli immobili a un certo punto si è fermato e chi doveva costruire ci ha pensato due volte prima di aprire cantieri per realizzare abitazioni e strutture destinate a rimanere invendute. C’è stata la crisi certo, ma c’è stato anche un mercato che ha raggiunto livelli di saturazione, perché se alta è la propensione alla casa di proprietà dei bresciani è anche vero che sono poche le famiglie che possono permettersi la seconda e la terza casa. E così sempre più numerosi i cartelli “vendesi” sono apparsi anche su complessi residenziali per restarvi mesi e mesi. Tante delle imprese nate sul miraggio di facili guadagni hanno dovuto chiudere. C’è un programma in onda su Sky in cui possessori di immobili chiedono aiuto a due esperti per vendere la loro casa. Nel Bresciano avrebbero di che lavorare!
Borsa immobiliare. Parla Massimo Ziletti, direttore di Probrixia, azienda speciale della Camera di commercio
Lievi miglioramenti in un paziente che è comunque critico La Borsa Immobiliare di Brescia è un servizio organizzato e promosso da Probrixia, l’azienda speciale della Camera di commercio di Brescia, con l’obiettivo di offrire consulenze professionali nel campo dell’intermediazione immobiliare a beneficio di cittadini, enti pubblici e soggetti privati. Interfacciandosi con i diversi attori della filiera immobiliare locale (costruttori, agenzie immobiliari) rappresenta un osservatorio privilegiato per leggere la crisi che ha colpito il settore e come l’eccesso di offerta immobiliare (civile, commerciale o produttiva) possa incidere sulla stagione di difficoltà.
A illustrare la situazione è Massimo Ziletti, direttore di Probrixia. I dati in possesso dell’azienda speciale (che si riferiscono al 2009) indicano che lo scorso anno la crisi ha conosciuto un rallentamento del suo andamento negativo. Pur soffrendo, il settore immobiliare bresciano non ha patito le pene conosciute nel 2008. “Non si può certo parlare di inversione di tendenza o di uscita dalla crisi – ha affermato il direttore di Probrixia –. Al massimo si può parlare di un leggero miglioramento in un quadro che è complessivamente ancora grave”. Logico che su tale situazione incida in modo considere-
Massimo Ziletti
vole anche il gran numero di immobili invenduti in tutta la provincia. Una considerevole quantità di invenduto incide anche sul prezzo degli immobili anche se “nominalmente – sono ancora considerazioni di Ziletti – dal 2008 i prezzi sono calati non più del 6%”. C’è per il direttore di Probrixia una quota di invenduto che rischia di restare tale per un lungo periodo, a meno di non essere venduto a prezzi bassi. Si tratta di quelle abitazioni costruite solo pochi anni fa ma senza l’utilizzo di tecnologie adeguate in tema di risparmio energetico che sono rese “obsolete “ da altre più recenti.
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I numeri del comune di Marcheno Le amministrazioni tacciono o quando rispondono dicono di non avere i dati per conoscere quante siano le case o le strutture produttive inutilizzate. Eppure anche un osservatore distratto potrebbe tranquillamente ipotizzare che si tratti di numeri alti, impressionanti. Tutti questi aspetti hanno portato, almeno sino a quattro anni fa, a una stagione di edificazione selvaggia caratterizzata non solo dallo straordinario numero di edifici realizzati, poco funzionali alla vita dei suoi abitanti. Solo il comune di Marcheno ha risposto con una ricerca datata 2001. Questi i numeri: edifici non utilizzati 75 (su 1003); abitazioni non occupate da persone residenti 225 (su 1753).
Intervista. Parla Mauro Rizzinelli, imprenditore valtrumplino, da 25 anni nel settore edile e immobiliare
Serve responsabilità e rispetto di Mauro Toninelli
Ci sono molte case costruite ma non ancora vendute; qual è la percezione di un costruttore e venditore in questo momento? Tutta questa offerta c’è perché si è sbagliato qualcosa. Il costruttore, il venditore, o comunque chi propone questo prodotto non ha tenuto conto delle vere esigenze della gente, del cliente. Non è facile tener conto delle esigenze del cliente ma è doveroso e assolutamente necessario. Si deve fare quello che fanno in altri settori industriali, cioè partire con ricerche di mercato, fare delle anilisi per individuare i veri bisogni. Nel nostro settore questo lo fanno in pochi. In passato non si è mai fatto perché si è sempre costruito e venduto senza bisogno di pensare al cliente. Il costruttore e il venditore non hanno tenuto conto di questo quindi oggi ho un bene che non è vendibile, nonostante le richieste, che ci sono ancora. Come si muove un’azienda come la sua in questo periodo di crisi? Si muove con attenzione e con prudenza visto il mercato in generale, ma con idee chiare per quanto riguarda il nostro settore. Nonostante tutto, oggi ci sono ancora richieste; sembra un paradosso ma tutti i giorni c’è gente che
Mauro Rizzinelli
chiede casa. Procediamo con attenzione, cercando di sviluppare bene le operazioni che abbiamo e cercando di evitare gli errori che in passano sono stati commessi da qualcuno. Non da sottovalutare analisi e considerazioni che aiutano a fare in modo che l’operazione immobiliare non abbia invenduto o ne abbia il meno possibile. Costruzione selvaggia: quanto viene tenuto in considerazione il bi-
sogno dell’ambiente in tutto ciò? Sicuramente molto poco, questa è un’altra motivazione sul perché non si vende. La persona è sensibile a queste cose. In passato se ne è tenuto conto poco. Anche qui sbisogna tenere sempre più conto di due ragioni: il rispetto dell’ambiente e la salute di tutti e per una questione commerciale; se non si rispetta un ambiente, la gente lo capisce e tu non vendi.
Si abbassano i prezzi risparmiando sui materiali di costruzione? Premetto che per me la crisi non c’è. Siamo in una situazione di grande cambiamento e profonda trasformazione, diciamo ancora più particolare e profonda di quello che la persona in genere può percepire. Il rischio ci può essere per chi non fa bene questo lavoro. Ci sono molti improvvisati: dove questa manca, sicuramente c’è questo problema, soprattutto quando uno si basa solo e quasi totalmente sul discorso finanziario. Un conto sono gli edifici immobli esistenti, quindi uno per far cassa fa un certo ragionamento; un conto sono gli edifici nuovi, può essere un rischio che si risolve cercando di capire da chi stai comprando. Ci sono molti operatori che sono nel mercato immobiliare per ragioni diverse dal voler soddisfare i bisogni della gente, per dare una casa. C’è un ruolo sociale di chi costruisce. Quanta passione c’è? Il 99,9%, non il 100 perchè non puoi farlo solo per passione. Tu sai che puoi condizionare la vita della persone negli anni a venire, i rapporti futuri che crei... é una grande responsabilità. Di chi sono le responsabilità della situazione? Equamente distribuite tra tutti gli addetti ai lavori. Dobbiamo costruire per dare risposta ai clienti, rispettando bisogni, esigenze, ambiente e aspetti fondamentali.
Agenzie immobiliari. Secondo una stima, difettosa, per le poche risposte, le case invendute sono circa 300
“Vendesi” per le strade della Valle: il numero è un mistero Vista la difficile ricerca e gli scarsi risultati ottenuti interrogando gli uffici comunali preposti, come quelli di urbanistica e dei lavori pubblici (vedi box in alto, ndr.) su quanti edifici e abitazioni vuote e invendute ci fossero sul proprio territorio, si è provato ad avere una minima idea della quantità, interrogando le agenzie immobiliari che in Valtrompia hanno sede. Questo, è ovvio, non consegna un dato definitivo e sicuro, ma una indicazione di massima che esclude sicuramente tutti i venditori che lavorano in Valle ma non vi risiedo-
no, tutti gli edifici di appartenenza comunale e di privati. Un dato dunque non esaustivo, se si considera inoltre il fatto che anche le agenzie, quanto i comuni, sono restie a comunicare il numero di case in vendita. Come per le amministrazioni comunali, che forse possono avere l’alibi del non avere a disposizione questo calcolo, anche le agenzie non hanno piacere a comunicarlo, per motivi probabilmente sia commerciali che di immagine rispetto al compratore e alla concorrenza. Unico alibi per i venditori è che la
richiesta sia stata fatta con una telefonata, dichiarando l’intenzione della ricerca e il nome della testata; procedura e modalità identiche alle richieste fatte agli uffici comunali. Qualcuno potrebbe non aver creduto a questa richiesta. Un numero basso e allo stesso tempo comunque importante: sono circa 300 le case in vendita in Valle, numero che si basa sulla risposta di solo quattro agenzie. Case invendute: la percezione ce la si può fare solo attraversando la Valle alla ricerca dei molti “Vendesi” appesi qua e là. Molti.
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La parola ai lettori
Rotte letterarie Sopra le profondità d’un Mediterraneo che fu teatro dell’antica vita si schiudono le vicende di un punico di Cartagine transitato per l’Iberia alla conquista di un'Italia che seppe amare, come emerge dai taccuini di Paolo Rumiz e del suo “Annibale. Un viaggio”. Andar per paesi conosciuti e vicini oppure inoltrarsi in terre lontane e smisurate come l’Australia col beffardo sorriso che Bill Bryson imprime “In un paese bruciato dal sole”. Un rollare vicino e lontano sul ponte di una goletta d’inchiostro, tornando nel vecchio continente per scoprire sulle tracce di “Pane nostro” quelle briciole che uniscono Oriente ed Occidente come ha saputo ricordare la penna di Predrag Matvejevic.
IL PEGGIO DELLA VALTROMPIA
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I nuovi siti web che nascono già vecchi
LETTERE
Ciò che è nuovo non significa per forza sia buono, come stanno a dimostrare molti dei siti web di enti locali della Valle. Quasi tutti i comuni sono ora online, ma quella che si professa essere la vetrina per una comunicazione dinamica, efficace e diretta tra amministratori e cittadini, spesso diventa un finestrino appannato oltre il quale si fatica a scorgere qualcosa. Lustrare le home page non basta se molti i link rimangono inattivi o i dati vengono male, poco o per nulla aggiornati.
Il saluto a don Pietro Prendiamo l’occasione per scrivere un saluto al nostro parroco, don Pietro Minelli, che ha concluso il ministero nella nostra parrocchia per andare come Fidei Donum in Mozambico. Caro don Pietro, sono passati solo quattro anni da quando sei arrivato e, con un po’ di emozione, ti sei presentato alla comunità di Sant’Andrea di Concesio, rispondendo alla chiamata del vescovo Giulio che ti destinava in mezzo a noi come nuovo parroco. Ti sei subito fatto conoscere con l’umiltà e la chiarezza che ti contraddistinguono citando “Non porto né oro né argento” ma come Pietro vi dico: “Vengo per portare Cristo” per condividere con voi una tappa del nostro cammino terreno. In un altro tratto del tuo saluto di presentazione dicevi “al centro di tutto il nostro agire mettiamo l’eucaristia”, e crediamo che questa sia stata la tua stella cometa che ha guidato e accompagnato ogni scelta e decisione. Ti abbiamo visto vicino agli anziani e agli ammalati e ci hai sempre esortato a porre attenzione agli altri, soprattutto ai più deboli e a chi stava vivendo un momento di difficoltà. Sei sempre stato presente in mezzo a noi durante le feste in oratorio, le gite parrocchiali, le feste delle Acli, le famose gite dei papà, che sono stati momenti di conoscenza e di crescita per tutti noi, occasioni per sperimentare cosa significhi camminare insieme in gioiosa armonia. La schiera di chierichetti che sempre ti circonda, gli adolescenti e i giovani hanno imparato a conoscerti e ad apprezzarti; ti hanno sentito vicino anche per l’impegno profuso nel progetto di ristrutturazione dell’oratorio di cui il primo lotto degli spogliatoi appena realizzato è la prova più visibile. Insieme la comunità ha potuto vivere momenti di preghiera e di forte spiritualità; rimangono nel cuore e nella mente di tutti noi la Settimana mariana, con la presenza della madonnina pellegrina di Fatima presso la nostra parrocchia, e la visita del Santo Padre Benedetto XVI sul fonte battesimale del nostro concittadino Paolo VI in una piovosa domenica dello scorso novembre. In
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IL MEGLIO DELLA VALTROMPIA
A Ponte Zanano una felice area ecologica Sul confine tra la frazione saretina di Ponte Zanano e il comune di Gardone Val Trompia spunta questa ordinata isola ecologica, dove i cassonetti stanno disposti entro mura in legno che ne definiscono bene la posizione e permettono di dare un decoro al luogo. Certo, l’armonia ambientale di cassonetti a scomparsa e strutture lignee che è possibile trovare in Trentino è un passo più avanti, ma l’intenzione di rendere gradevole la zona è da ammirare.
Bollettini parrocchiali
Radio Voce Con l’inizio della nuova stagione sportiva torna il contenitore della domenica “Diretta Sport” a partire dalle 14.35. Oltre al Brescia Calcio, segui l’intero campionato del Lumezzane (Lega Pro) con collegamenti dal Comunale e in trasferta. A fine gara le interviste e i commenti dagli spogliatoi anche di Rodengo Saiano, Montichiari e Feralpi Salò.
Questa è la copertina di “Crescere insieme”, l’ultimo numero del giornale della comunità di Lumezzane Fontana. Si apre con l’editoriale di don Italo Lombardi che fa una riflessione sul significato della comunità alla luce della Lettera pastorale “Tutti siano una cosa sola” del vescovo Luciano Monari.
fm 88.3 88.5 Brescia e Provincia
questo anno, che è anche l’Anno sacerdotale, hai voluto cogliere il vero senso dell’essere sacerdote e hai risposto con obbedienza e carità al richiamo della missione. Hai pronunciato il tuo “Eccomi” e ti sei messo nuovamente in gioco accettando questa nuova chiamata nella diocesi di Pemba in Mozambico. Ti aspetta una terra lontana e dove certamente le difficoltà non mancheranno, ma siamo certi che l’agire verso gli altri sempre nel nome di Dio non può che darti la speranza, la forza e la capacità di affrontare ogni situazione. Ora, è con senso di affettuosa amicizia che la comunità tutta ti vuole esprimere sincera gratitudine e ti augura ogni bene con le parole di mons. Tonino Bello “Cosa vuole da te il Signore? Egli vuole che dovunque tu vada, ovunque tu esprima fatica, ovunque metta in atto la tua esistenza, possa sentirsi il profumo di Cristo”. Continueremo a esserti vicino nella preghiera e nelle opere, ci stringiamo a te in un profondo e commosso abbraccio. La comunità di S. Andrea di Concesio
Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla responsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sintetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 1500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblicate lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce della Valtrompia”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a valtrompia@vocemedia.it.
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Lumezzane
Il progetto Cartabimbo Il progetto Cartabebè avviato dall’amministrazione comunale lo scorso novembre per favorire l’acquisto di prodotti destinati ai bambini ďŹ no a un anno si trasforma e diventa Cartabimbo. In pratica, viene esteso lo sconto (variabile tra 10% e 15%) per i genitori che hanno ďŹ gli ďŹ no a 6 anni, includendo i bambini nati dal 2004 (6° compleanno entro il 31 dicembre 2009) sino all’1 novembre 2009. Aderiscono all’iniziativa tre farmacie, alcuni negozi e due ambulanti del mercato. Per avere la Cartabimbo i genitori devono presentarsi all’UfďŹ cio relazioni col pubblico al piano terra del municipio, dalle ore 9 alle 13, dal lunedĂŹ al venerdĂŹ (tel. 030.8929268).
Personaggio. Maestro di musica alla “Schola Cantorum� saretina, da anni all’organo come fece il padre Luigi
L’abile organista Angelo Ghidini Un lumezzanese che ha condotto una vita nel segno della musica e ha scoperto una musica nel segno della vita di Angelo Seneci
Angelo Ghidini “La Rossaâ€?, lumezzanese doc, organista e da anni maestro della “Schola Cantorumâ€? di Sarezzo è un personaggio che ha lasciato e continua a lasciare un segno nel mondo della musica anche lumezzanese. Lumezzane e la musica, un binomio che ha prodotto un personaggio come Giacinto Prandelli, scomparso qualche mese fa. A lui e a un altro, meno conosciuto, bravo cantante classico, Almiro Sala, il nostro personaggio ha voluto fare un tributo, abbellendo le due funzioni funebri in un duo con AlďŹ ero Ghidini, tenore valgobbino e membro del circolo lirico bresciano. Un momento che ha visto la grande soddisfazione dei presenti, alcuni dei quali increduli della bravura dei due. “La passione per la musica – dice Angelo, ďŹ glio di Luigi “La Rossaâ€?,
Angelo Ghidini all'organo
organista a Sant’Apollonio negli anni Cinquanta – l’ho cresciuta in famiglia. Fin dall’età di 14 anni ho studiato pianoforte dagli organisti parrocchiali bresciani per quattro anni, sotto la guida del maestro Giulio Tonelli. Sono stato organista nella
frazione lumezzanese di Valle per un anno e mezzo, chiamato dall’allora parroco Don Roberto Guenzati e dal 1972 al 1974 sono stato organista a San Sebastiano con l’indimenticato Don Silvio Perini. Nel 1982, visto il rifacimento dell’organo a Sant’Apol-
lonio, sono stato nominato organista titolare e l’anno successivo ho fatto rinascere la corale S. Cecilia. Dal 1996 sono organista titolare a Sarezzo e maestro della scuola di cantoâ€?. Angelo Ghidini, si dimentica di dirci che è anche compositore e autore di arrangiamenti. “La comunitĂ lumezzanese – ha scritto l’assessore alla Cultura Lucio Facchinetti – sente la musica come espressione sociale, prima ancora che artistica. Lumezzane si può fregiare di un riconoscimento positivo (ma riduttivo) quando se ne ricorda l’operositĂ imprenditoriale. Quest’immagine è certo la piĂš conosciuta ma non la sola. Potremmo pensarla come la faccia di un prisma del quale musica e canto sono altre componentiâ€?. Ghidini è stato protagonista quasi dieci anni fa della direzione di un grande concerto al teatro Odeon, che riscosse grande successo. Sarebbe possibile ripensare a un evento di quel genere oggi?
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Lumezzane. In ottobre una settimana di iniziative per ospiti, operatori e amici
Le Rondini preparano la festa per la comunità Dal 16 al 22 del mese prossimo seminari, incontri e manifestazioni; non mancheranno la pesca e la mostra dei manufatti fatti in casa di Angelo Compagnoni
Avrà luogo in ottobre, esattamente dal 16 al 22, l’iniziativa “Le Rondini in festa”, settimana di incontri, seminari e manifestazioni per tutti coloro che, a vario titolo, sono coinvolti, più o meno direttamente, nella vita della residenza per anziani di Lumezzane. Una serie di iniziative destinate agli ospiti, anche a parenti, operatori, volontari e all’intera comunità valgobbina: lo scopo è quello di avvicinarsi sempre più al mondo degli anziani e delle loro famiglie, offrendo spunti e riflessioni, momenti di confronto e di verifica. A tal proposito, il programma si aprirà sabato 16 ottobre alle 9 con un seminario dal titolo “Il corpo familiare – la famiglia coinvolta nella Residenza Sanitaria Assistenziale”, tenuto dal dott. Silvano Corli. Nel pomeriggio
Un momento di animazione
la S. Messa e l’intervento delle autorità locali. Martedì 19 ottobre, dalle 14, il dott. Pietro Vigorelli, medico e psicoterapeuta, sarà relatore dell’incontro dal titolo “È possibile comunicare con il malato di Alzheimer?”, dove verranno proposte tecniche specifiche, terapie e modalità per interagire e per una migliore comunicazione con chi è colpito da tale malattia. “Le Rondini in festa” significa voglia di stare insieme,
serate danzanti, veri e propri spettacoli che vedranno protagonisti gli ospiti stessi della residenza: nello specifico, ricordiamo lo spettacolo “Il profumo dei sensi”, che si terrà lunedì 18 ottobre dalle ore 15. Non mancheranno la pesca, la mostra dei manufatti realizzati in casa e tanto altro. Una settimana, dunque, carica di significati per la Fondazione “Le Rondini”, patrimonio della laboriosa Lumezzane.
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Una nuova nomina per la caccia La nuova stagione venatoria, per quanto riguarda l’amministrazione valgobbina, ha un nuovo responsabile, nominato dal sindaco Silverio Vivenzi nella persona di Gianbattista Gnali. Geometra, residente a Lumezzane Fontana, consigliere comunale al terzo mandato, prima per Forza Italia e ora per il Pdl. L’amministrazione, che non ha più l’assessorato alla Caccia, istituisce parallelamente una figura equiparata. “La sera stessa della nomina – dice Gianbattista Gnali – ho richiesto alla giunta una delibera a sostegno dell’approvazione della legge sulla caccia in deroga e sull’apertura dei centri di cattura dei richiami vivi. Cosa che è stata fatta. Nel mese di agosto ho incontrato i presidenti delle associazioni venatorie presenti sul territorio di Lumezzane per cercare di farmi un’idea delle esigenze e di ciò che s’aspettano dal Comune. Mi ha fatto piacere aver ricevuto da tutti i presidenti la disponibilità a una collaborazione costruttiva. Le cose da fare sono molte e spero di avere sia il tempo sia le risorse finanziarie adeguate per poterle fare”. L’incarico in materia venatoria è stato delegato a Gnali in forza dell’esperienza in campo amministrativo e venatorio. Il neo incaricato dovrà approfondire e seguire per conto del primo cittadino le tematiche connesse alla valorizzazione e manutenzione dei sentieri e delle pozze di montagna, oltre che delle problematiche relative al ripopolamento della selvaggina sul territorio. “Mi attendo – sottolinea il sindaco – che mi riferisca su possibili iniziative da intraprendere e sono certo che non deluderà la mia fiducia”. La realtà venatoria valgobbina è formata da circa 1200 doppiette, che fino alla precedente amministrazione facevano riferimento a un assessore specifico (Alvise Zobbio prima e Carlo Seneci poi). Non potendo nominare un nuovo assessore, dal momento che in giunta sono già sette, il primo cittadino ha quindi deciso di affidare un incarico specifico. (a.s.)
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Sport. Il progetto tra Valtrompia e Valsabbia nelle parole di Claudio Zanchigiani
Con il rugby le scuole educano allo sport Quattromila gli studenti delle scuole che saranno coinvolti nel progetto dal titolo:”Educazione allo sport, al benessere, alla salute e alla legalità” di Angelo Seneci
Il nome è ambizioso: “Educazione allo sport, al benessere, alla salute e alla legalità”. Si rivolge ai ragazzi in età scolare di Valtrompia e Valsabbia. A lanciarlo, ormai otto anni fa, è stata l’associazione Rugby Lumezzane, mentre ora è affidato allo Junior Rugby Lumezzane. Da quest’anno anche l’appoggio del Ministero di Istruzione, università e ricerca e lo scorso maggio è stato firmato un protocollo d’intesa con l’ufficio scolastico provinciale. L’obiettivo principale è far conoscere il rugby ai giovani, ma nel tempo il progetto si è andato trasformando, connotandosi sotto l’aspetto sociale. “Il solo aspetto sportivo – ricorda Claudio Zanchigiani, presidente dello Junior Rugby Lumezzane – non è e non era più sufficiente per costruire e alimentare una società sportiva che fosse in grado di formare e mantenere
I ragazzi dello Junior Rugby Lumezzane in ritiro ad agosto
sul territorio la continuità negli anni a venire. Abbiamo ampliato il territorio su cui lavorare, poi abbiamo preparato il nostro personale a lavorare con i giovani di diverse età; infine, attraverso le strutture presenti sul territorio, abbiamo avviato un percorso di formazione anche per i nostri formatori”. Il progetto interessa il periodo 2010-2013 e si rivolge a 32 istituti scolastici. Istituto capofila è il lumezzanese “Vittorio Bachelet” di Sant’Apollonio. Il costo stimato è di 70mila euro annui. Nell’anno scolastico 2010/2011 sarà attuato nei tre istituti comprensivi di Lumezzane. In tutto saranno 4000 i giovani studenti coinvolti. Diversi i moduli studiati, in base all’età degli
alunni. Il primo approccio al progetto è già iniziato a fine agosto con un ritiro di sette giorni per i giovani atleti dello Junior Rugby, che hanno trascorso una settimana in una struttura messa a disposizione gratuitamente dal comune di Gardone Val Trompia e dalla cooperativa “Il Graffio”. Con loro anche quattro ragazzi napoletani, inviati dal Ministero dell’Istruzione: Ciro, Giosuè, Carmine e Giuseppe, accompagnati dalla professoressa Rosanna e dalla collaboratrice scolastica Tommasina. “Il prossimo anno – conclude Zanchigiani – toccherà ad altri giovani, provenienti dal depresso quartiere Scampia”. Anche questo rappresenta la Lumezzane di oggi.
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Il 30 settembre "Armonie e sapori" Spesso è dalla condivisione che può nascere qualcosa di solido, com’è stato nell’intento del Comitato del commercio formalmente costituito a Lumezzane lo scorso luglio. “Con questo comitato – dice Rosanna Saleri, assessore alle Attività produttive e pari opportunità in Comune – vogliamo riunire i commercianti del nostro paese, creando una rete che permetta a ciascuno di scambiare informazioni con gli altri e interloquire con l’amministrazione comunale”. Il comitato intende rivalutare il commercio di Lumezzane e per farlo ha organizzato per giovedì 30 settembre l’evento “Armonie e sapori” al quale saranno presenti 64 dei 400 esercenti valgobbini. L'iniziativa ha ricevuto il patrocinio di Provincia di Brescia e Comunità montana di Valle Trompia. “Durante quella serata – spiega Claudio Cola, presidente del Comitato commercianti – avremo pasticceri, ristoratori, alimentaristi ma anche parrucchieri ed estetiste. La manifestazione è un modo per farci conoscere a tutta la comunità e dare un segnale anche a chi per il momento ha deciso di non aderire al comitato, anche se negli ultimi giorni, già un’altra ventina di negozianti si è interessata alla cosa, manifestando l’intenzione di entrare a farne parte”. Giovedì 30 settembre dalle ore 19 alle 24 la strada che da via Matteotti passa per via Garibaldi, piazza Diaz e giunge sino alla Torre Avogadro sarà chiusa al traffico. “Un serpentone pedonale – prosegue Claudio Cola – lungo un percorso arricchito dalla presenza di associazioni sportive, musicali, culturali di Lumezzane e un itinerario gastronomico di cui godere acquistando a 15 euro il coupon della manifestazione presso gli esercenti che aderiscono oppure la serata stessa, anche se 600 dei 1.500 previsti sono già stati venduti”. Per informazioni www. comune.lumezzane.bs.it e cliccare su “Calendario eventi”.
Ambiente. In fase di risoluzione l’assestamento del movimento franoso che da diversi anni grava sulla frazione
Il punto sulla frana in Valle I lavori per arrivare alla soluzione della frana di Via Brescia in Valle sono continuati in agosto e le previsioni fanno pensare che entro fine settembre potrebbero essere finiti. Il condizionale è d’obbligo quando si deve intervenire per risolvere i problemi posti dalla natura, in particolare quelli di Valle, relativi all’annosa questione della nota frana, spesso oggetto di polemica in consiglio comunale. I lavori, cominciati a inizio agosto, dovevano concludersi lo stesso mese, ma le giornate di pioggia l’hanno impedito. Il periodo scelto è stato peraltro corretto, visto che il flusso del traffico veicolare è ridotto per la chiusura feriale delle attività lavorative. Allo stato attuale sono stati posizionati i micropali ed è
stata realizzata la soletta di cemento armato di ancoraggio poggiata proprio su di essi. In settimana verrà posizionata la trave dove, entro quindici giorni, verranno posti i tiranti verso nord. Tutto questo dovrebbe portare a impedire futuri cedimenti su tutto il fronte franoso precedente che li aveva causati. Il costo complessivo dell’intervento è di 180mila euro. In parallelo sono proseguiti i lavori di drenaggio e perforazione, con la posa in opera dei tubi drenanti l’acqua presente nel sottosuolo. Tutta l’operazione interessa la parte nord della collina, mentre la parte sottostante continuerà ad essere trattata con tecniche di ingegneria naturalistica descritte dal progetto risalente al biennio 2004-2005. (a.s.)
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Alta Valle
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Marcheno e i pannelli solari Anche a Marcheno il fotovoltaico entra nei piani di adeguamento di alcuni edifici pubblici, che entro la fine dell’anno saranno attivati. Gli immobili interessati: municipio, elementari “Tito Speri” e medie “Francesco Bertussi”, scuola dell’infanzia “Padre Luigi Fausti” e palestra di Brozzo. Con una spesa totale di circa 160mila euro e mutuo ventennale, gli interventi avverranno simultaneamente. Sull’edificio comunale 104 pannelli, mentre 22 i moduli previsti per le scuole, 14 per la materna e 42 alla palestra di Brozzo. Un progetto che renderà sotto l’aspetto ambientale ed economico: tra incentivi, contributo del gestore e ricavi per l’energia ceduta la spesa avrà costo zero.
Storie. Ricordare a dieci anni dalla sua scomparsa l’alpino, scultore e poeta del ferro che amava Lavone
Vitto Piotti, l’aquila ferita all’ala dopo una discesa in parapendio L‘amore per l’Alta Valle l’ha sempre accompagnato condizionandone le scelte, come l’amore per la montagna, il volo e la scultura poetica del ferro di Edmondo Bertussi
Era una sera grigia e triste quel fine settembre 2000 a Lavone, piena di alpini coi loro gagliardetti venuti per l’ultimo alzabandiera al loro consigliere provinciale Vitto Piotti, scultore del ferro. L’ aquila trafitta in volo che precipita con l’ala spezzata del suo monumento ai caduti è lì, vicina alla chiesa: lui, caduto e ferito a fine agosto all’arrivo di una dolce discesa dalla Maddalena coll’amato parapendio, era nella bara coperta dal tricolore e sopra il suo cappello con la penna e il fregio dorato di maggiore. Dopo dieci anni guardi le sue opere e cresce la malinconia. A Lavone era nato nel ’35 figlio di Mario, bancario a Brescia e Mercedes Smalis, austriaca di Bressanone, secondogenito e con tre sorelle, Cecilia,
Vitto Piotti col suo paracadute
Maria e Pucci. A Lavone si è sempre sentito a casa: vi tornava sempre dopo essere stato in giro per il mondo. Lì si sentiva immerso nei secoli della sua gente, riannusava nell’aria l’odore del ferro delle miniere fuso a Rebecco nel forno del 1600. Diplomato ragioniere, dopo naia e accademia con gli alpini il corso a Pisa di paracadutismo e il brevetto civile di pilota si era impiegato in una ditta di Brescia. Resiste due anni: gli mancano i boschi, gli spazi
delle vette. Si rifugia a Lavone, dove la sorella Cecilia era sposa: di là dal fiume fa il contadino, alleva animali, scappa sulla Corna Blacca per giorni intieri a sentire il canto dei galli, a scrivere poesie… Un amico fabbro gli fa conoscere la lavorazione del ferro: è una folgorazione. Nella casa paterna allestisce il suo primo laboratorio, a piano terra. I ragazzi dopo la scuola vanno a spiare meravigliati Vitto che racchiude spazio a me-
moria, in forma chiara nella sua mente, saldando chiodo su chiodo, guardando fiamma ossidrica e ferro nella stretta fessura della maschera, come un guerriero con la celata abbassata: bisonti, alpini, fiori. La ricca borghesia lo scopre. Espone in gallerie famose in Italia e all’estero. Fa grandi monumenti a Lumezzane come a Ausburg. Diventa pure Accademico del Gruppo Italiano Scrittori. Spirito inquieto allarga gli orizzonti, conosce l’associazione Mato Grosso, vola sulle crode andine coi condor, va in Perù a insegnare la sua arte ai ragazzi di una missione... Ma se chiedevi uno sconto scopriva i denti in sorriso da scoiattolo di montagna allargando gli occhi come quelli del gufo, civetta o barbagianni, attirati dai lumi incrociati di due pile nell’oscurità del bosco, che faceva osservare, come nelle fiabe, ai suoi bambini Paola e Andrea. Poi “per la bella mamma dai lunghi capelli neri…” regalava un ferrigno fiore di croco. A Lavone, in fregio alla provinciale, poco davanti alla chiesa, veglia nella sera una sua maternità, puledrina e cavalla. L’ombra del tramonto fa severo e inquieto lo sguardo abbassato verso la piccola che solleva in alto la testa, quasi una preghiera. Vi cogli il tremore di tutte le madri della terra: pura arte e poesia, un concetto universale fermato nell’attimo di un gesto.
Collio e Bovegno: la Val Grigna al centro di un progetto di rivalutazione e "sotto i riflettori" Anche i comuni di Collio e Bovegno continuano a collaborare al Progetto di valorizzazione della vasta area della Val Grigna (compresa appunto nei territori dei suddetti comuni della Valtrompia e in quelli di Artogne, Gianico, Esine, Berzo Inferiore, Bienno e Prestine in Val Camonica) predisposto dall’Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) a partire dal 17 settembre 2007, data in cui si è raggiunto un Accordo di Programma per la realizzazione del progetto in argomento, che coinvolge la Regione Lombardia, la Provincia di Brescia, le Comunità montane di Valle Trompia e Valle Camonica e i comuni interessati. La
nascita di questo consorzio si pone come scopo di promuovere e valorizzare a più livelli il territorio della Valle del torrente Grigna, sia dal punto di vista materiale che immateriale, favorendo e tutelando lo sviluppo del settore agricolo e forestale del territorio in questione. È in questo contesto che nel mese di settembre si è lavorato presso il comune di Collio alla realizzazione di un documentario riguardante la vita e il lavoro del più tenace alpeggiatore, il signor Paolo Zanardini, alla malga Croce. Il reportage sarà presentato al pubblico tra circa due mesi (ed è stato realizzato da Andrea Richini e Biagio Piccardi dell’Ersaf di Breno,
dalla studentessa universitaria Alessandra Bonomini, che ha scattato le foto, e da Alessandro Romele e Lara Angoli, che hanno girato le immagini) ed è finalizzano alla promozione nonché all’esaltazione e al riconoscimento di coloro che, pur consapevoli delle innumerevoli difficoltà della vita in montagna, continuano a credere nella loro attività. Ma i comuni di Collio e Bovegno saranno presenti anche nella "Leggenda di San Glisente", primo libro della collana "I Quaderni della Val Grigna", che si prepone di divulgare quel che è il patrimonio territoriale della Val Grigna, sia quello turistico e produttivo, sia quello artistico e religioso. (a.m.)
La troupe con Paolo e Rita Zanardini alla malga Croce
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A Marcheno un corso di Storia
Sagra della polenta
Il Dipartimento di studio del Territorio della Valle Trompia in collaborazione con Comunità montana, Provincia di Brescia, Comune di Marcheno e Sibca promuove un percorso di Storia in cinque incontri gratuiti, con relatori Lionello Anelli, Massimo Galeri e Carlo Rizzini. Gli incontri si terranno alle 20.30 nella Sala consiliare del Comune di Marcheno da venerdì 1 ottobre (introduzione alla storia, sua percezione e costruzione); l'8 lezione sulle fonti fotografiche, il 15 focus sulle fonti archivistiche e il 22 su quelle diaristiche. Chiusura il 29 ottobre con una panoramica sugli strumenti della ricerca. Info alla biblioteca di Marcheno (030.8960174, biblioteca@comune.marcheno.bs.it).
Domenica 17 ottobre in piazza S. Barbara a San Colombano si terrà la “1ª Sagra della Polenta” col patrocinio di Regione Lombardia, Pro Loco Collio, Provincia di Brescia, Comunità motana e Comune di Collio. Dalle 10 l’antico piatto dell’Alta Valle cucinato dai ristoratori locali in vari modi: taragna, cusa, rustìda, fritta, polenta e làt.
Collio. La vetta tra Valtrompia e Valsabbia ha ritrovato il suo splendore e sancito il gemellaggio col Cai Vestone
Il ritorno ad antico splendore della Croce sulla Corna Blacca di Edmondo Bertussi
Anche la malconcia croce sulla cima della Corna Blacca (mt. 2005) è ora restaurata e ritta sulla vetta che domina Valtrompia e Valsabbia, come era nel 1964 quando vi fu collocata. L’aveva realizzata il Gruppo Escursionisti Valsabbino, dedicandola al cappellano alpino mons. Giuseppe Bonomini, scomparso l’anno prima, il 28 luglio 1963, mentre era in “servizio”: stava salendo in una bella mattina con un chierichetto da Pinzolo alla chiesetta alpina del Rifugio XII Apostoli nel Gruppo del Brenta per celebrarvi una messa di suffragio ai caduti della montagna. Era di Collio, cofondatore nel 1960 della locale sottosezione del Cai. Questa, nel 50° anniversario, emblematicamente lascia tra i “segni” duraturi nel tempo della “memoria” storica e alpinistica dell’Alta Valle anche questo restauro, aggiungendolo alla ristampa anastatica del volumetto “Pregare è salire” di mons. Giuseppe Bonomini, al recupero del “Sentiero dei Minatori”, allo splendido volume (oltre 400 pagine con più di 500 fotografie) di Fabio
La croce della Corna Blacca (mt. 2005) prima e dopo il restauro
Lazzari e Loris Zanirato “Quassù le nuvole sono come pensieri che volano” in vendita nelle cartolibrerie di Collio e San Colombano. Si ritrovarono sulla cima allora le “colonne” salite da Forno d’Ono, Bagolino, Anfo, Baremone, Pezzeda, Maniva. In vetta il parroco di Vestone don Angelo Pozzi celebrò la Messa e benedisse la croce cha ha ai suoi piedi una apposita custodia metallica, custodia da sempre del libretto delle firme. Era malconcia e piegata, con la base semicrollata. Emblematicamente col restauro, il Cai Collio ha ricambiato il gesto dei valsabbini di allora in onore di mons. Bonomini: le due delegazioni del Cai Collio e Vestone (erede del vecchio Gruppo Escursionisti) guidate dai reggenti Oreste Mozzoni ed Edoardo Zanolini, in collegamento radio con la parrocchiale di Collio hanno seguito la S. Messa, ricevuto la benedizione di don Fabrizio Bregoli e sancito il gemellaggio a rinsaldare antichi rapporti di amicizia. Subito hanno messo in campo un impegno comune: il recupero del Sentiero dei Minatori nel tratto valsabbino sul quale, partiti dalla S. Aloisio di Collio e scavallato il passo sotto l’Ario, muli e minatori portavano il minerale al Forno d’Ono.
Lavone. Intervento di adeguamento per la scuola che serve i comuni di Irma, Marmentino, Pezzaze e Tavernole
Progetto di controllo completo alla scuola media consortile Ha preso il via un’opera di adeguamento completo alle normative della scuola media consortile di Lavone. Sorse per iniziativa della Comunità montana e comuni di Irma, Marmentino, Pezzaze e Tavernole negli anni Novanta. Lo spopolamento aveva reso ingestibili in Alta Valle tanti edifici scolastici: si scelse l’area in Lavone, baricentrica al bacino d’utenza. Da allora oltre 100 studenti la frequentano e i comuni contribuiscono al funzionamento. Dopo l’edificio scolastico, in due lotti (2003 e 2007), è stata realizzata la palestra: 800 mq al coperto, impianto sportivo da 1,5 milioni a ser-
vizio di tutta la zona. La scuola dopo vent’anni aveva bisogno di una “revisione generale”. Il progetto, redatto dall'ufficio tecnico della Comunità coordinato dall’arch. Fabrizio Veronesi, è finanziato interamente da un contributo Inail di 251mila euro ottenuto dalla Comunità montana, proprietaria: per apposita convenzione alla fine avrà in carico la manutenzione straordinaria, i comuni pro quota quella ordinaria. Ha vinto l’appalto la ditta Cargnoni Impianti srl di Marcheno. Asvt curerà la razionalizzazione della centrale di riscaldamento. In particolare, i lavori interessano le facciate (ripristi-
La media consortile di Lavone
no e protezione mattoncini a vista), pluviali, danni di infiltrazioni. Saranno completati i corrimano sulle scale, cambiati porte e infissi interni e le vetrate con quelle antisfondamento, revisionati gli impianti antincendio. Verrà sostituita tutta la linea generale degli impianti elettrici, integrata la rete di terra e protezione contro i fulmini esistente, riqualificato tutto l’esterno. Inoltre, si aggiunge un servizio igienico a norma per disabili. Si prevede la fine dei lavori entro il 30 novembre: sono state adottate le misure necessarie per l’attività scolastica in piena sicurezza. (e.bert.)
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Marmentino. In Alta Valle recuperate e risistemate tornano a vivere in una nuova concezione di benessere
Oltre 208 mila euro per fare risplendere malghe e alpeggi La sistemazione e il recupero nell’ambito dello Sviluppo Rurale e Regionale è patrocinata dalla Regione Lombardia e dalla Comunità montana della Valle di Alberto Maffina
Nell’ambito dello Sviluppo Rurale e Regionale del 2007-2010, patrocinato dalla Regione Lombardia e dalla Comunità montana di Valle Trompia, si pongono i finanziamenti richiesti e solo in parte ottenuti dal Comune di Marmentino per il recupero e la rivalutazione di alcuni fabbricati rurali presenti sul territorio. Grazie a un contributo totale di 208.500 euro di cui 164.304 provenienti dalla Regione, è ormai in fase avanzata la realizzazione di nuovi locali per la lavorazione, la conservazione e la vendita di prodotti caseari in località Croce che risulta anche essere il toponimo della malga in questione ai piedi del monte Ario. La malga è oggetto di recupero perché ritenuta sostanzialmente poco funzionale, e inoltre i locali esistenti di lavorazione e conservazione dei prodotti caseari risultano da tempo oggetto di prescrizioni da parte del locale servizio veterinario dell’Asl, in particolare per il locale di lavorazione che presenta un
annoso problema in ordine al focolare di cottura unitamente alla promiscuità con i locali abitativi del mandriano e la stalla. Il progetto intende prevedere la soluzione di tali problemi, intendendo realizzare un nuovo corpo di fabbrica, situato in adiacenza al porticato, nel quale saranno inseriti tutti i locali e i servizi idonei a una corretta lavorazione casearia, al fine di permettere una giusta gestione dell’intero ciclo di
produzione casearia: dalla mungitura, conservazione (stagionatura e pulizia) e anche alla vendita diretta dei prodotti ai viandanti e ai frequentatori della suddetta zona montana. Questa nuova struttura sarà sul lato nord-est del porticato al fine di una adeguata esposizione, che garantisca il minor riscaldamento e quindi il mantenimento di condizioni di temperature idonee alla conservazione dei prodotti. Il tutto in
conformità con le nuove leggi igienicosanitarie. Per di più il nuovo edificio sarà dotato di un impianto elettrico e di forza motrice prodotto da pannelli fotovoltaici e di un impianto di smaltimento acque bianche e nere, con fossa chiarificatrice e successivo pozzo assorbente. Un ottimo progetto al passo con i tempi, nel pieno rispetto dell’ambiente e della natura che trasuda di correttezza gestionale e mostra un entusiastico interesse per attività millenarie che vengono salvate dall’estinzione e riproposte come valide e sfruttabili anche per il futuro, per il benessere e la valorizzazione di aree rurali e montuose che sembravano destinate a essere dimenticate. Il progettista, il geometra Romeo Sosta, afferma di sentirsi fautore di questo tentativo di rivalutazione e promozione di nuove realtà agricole che possono incrementare l’economia del territorio e che cercano di inserire i comuni della Valtrompia in un circuito produttivoturistico dal quale era esclusa. Molti altri sono gli interventi che il comune di Marmentino ha in programma, in conformità alla frase che sta scritta all’interno dell’edificio comunale: ‘concordia res parvae crescunt’. Tentando appunto di ottenere questo spirito di armonia, non solo tra i concittadini ma anche tra uomini territorio e natura, si richiedono ulteriori finanziamenti per il recupero della malga Pian del Bene, del complesso rurale in località Molino (dove si auspicano una restaurazione dei locali esistenti e la creazione di un agriturismo efficiente e aggiornato alle vigenti normative) e la sistemazione della malga Barettino, proprietà del Comune, situata in prossimità con la località Vaghezza quasi al confine con Pertica Alta.
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Media Valle
Sarezzo, la cronoscoalata a Sant'Emiliano Domenica 17 ottobre ci sarà la 19ª edizione della cronoscalata (5,8 chilometri) dai 250 metri di Sarezzo ai 1.102 del santuario di Sant’Emiliano. Patrocinata dal Comune di Sarezzo e organizzata da Unione Atletica Valtrompia e Gam (Gruppo autonomo montano), che gestisce santuario e annesso punto di ristoro, la gara prevede due percorsi: per i ragazzi fino a 14 anni partenza di massa dalla chiesetta in Valle di Sarezzo; per tutti gli altri ogni 30 secondi dalla piazza Cesare Battisti. Iscrizioni entro il 14 ottobre presso Domenico Quaresmini (tel. 030.801398, cell. 338.3889487) o mandando un’e-mail a gam.santemiliano@gmail.com.
Impresa. Nelle parole dell’imprenditore saretino la storia di una curiosa e vincente idea avuta nel gennaio 2010
Massimo Cinelli e l’avventura delle cerniere pari a gioielli L’idea del quarantenne di Sarezzo è aver creato un nuovo marchio: “Secret Jewels” con cui trasforma in collane e braccialetti le “zip”; costi dai 25 ai 70 euro di Andrea Alesci
Spesso dal disordine e dall’intuizione possono nascere curiose idee che si trasformano imprevedibilmente in qualcosa di concreto e collaudato. È il caso di Massimo Cinelli, giovane imprenditore 40enne che, nell’ufficio all’interno della piccola azienda di famiglia avviata nel 1968 dal padre Franco, ha creato un nuovo marchio (Secret Jewels), trasformando semplici cerniere in braccialetti e collane. Nata come produttrice di stampi per casalinghi, la Cinelli Franco & C. snc, a partire dal 1993 ha aggiunto alla sua attività il lavoro di incisione su armi e dal 2008 la nuova esperienza nel campo delle cerniere. “Con le lavorazioni su fucili e pistole – dice Massimo Cinelli – abbiamo iniziato un’importante attività di decorazione e siamo ormai
Massimo Cinelli e una delle cerniere-braccialetto
in contatto con tutti gli armieri della Valle; due anni fa l’idea delle cerniere di concerto con la Lanfranchi di Palazzolo, inserendo pietre preziose nelle zip da fornire a importanti griffe di moda. Poi, a gennaio di quest’anno, mentre me ne stavo nel piccolo caos del mio ufficio l’idea: trasformare le cerniere in un oggetto di gioielleria a sé stante. Tutte le cerniere vengono solitamente prodotte già con l’inserto di stoffa incorporato, la novità è con-
sistita nel levarlo e lavorare sull’abbellimento dell’oggetto”. L’impegno è cominciato a farsi gravoso e nella piccola officina di via Galilei adesso gli addetti sono 12 (otto alle macchine e quattro per il lavoro gestionale). “Ora siamo a pieno regime – prosegue Cinelli – e abbiamo già prodotto tre linee differenti visibili sul sito web www.secrejewels.it: la ‘Rainbow’ che è più colorata e cerca di intercettare i gusti dei più giovani;
‘Prestige’ e ‘7 vizi capitali’ che puntano al mercato di media-alta gioielleria, con prezzi che vanno dai 25 euro sino a un massimo di 70 euro per i prodotti più raffinati. Devo dire che siamo molto soddisfatti di come sta andando il nuovo ramo della nostra attività e anche al recente salone del Macef di Milano abbiamo riscontrato un successo incredibile. Nei prossimi mesi – continua l’imprenditore saretino – saremo letteralmente in giro per il mondo, avendo già chiuso contratti con clienti in Francia, Spagna, Svezia e Stati Uniti d’America, dove voleremo giusto alla fine del mese di settembre per una fiera a New York City. Pensiamo all’estero ma già in Italia possiamo contare su circa duecento clienti, dai negozi fashion alle gioiellerie, con due rivenditori in provincia di Brescia, ossia Granati (in città) e Tranquilli (a Salò). Speriamo di riuscire a rispettare i piani finanziari che abbiamo predisposto, con una previsione di fatturato 2011 nell’ordine del milione di euro”. Pensa in grande Massimo Cinelli e sinora la formula vincente di Secret Jewels sembra dargli ragione, anche puntando sulla giocosa confezione dei prodotti, del tutto simile a una provetta ospedaliera. Una realtà che nel difficile momento economico è riuscita a ritagliarsi uno spazio tutto nuovo con la forza dell’intuizione.
Sarezzo: a ottobre l’inaugurazione di una nuova parte della Rsa La lunghezza media della vita si allunga, i ritmi cambiano e le cure che bisogna prestare a chi invecchia si fanno più intense. Così, in tutta la Valle, aumentano le richieste per ospitare gli anziani in strutture come le Rsa, che sappiano accoglierli e trattarli. “La nostra realtà – dice il sindaco Massimo Ottelli – è una delle più consolidate nel tempo e da oggi può disporre a tutti gli effetti di una nuova ala, che inaugureremo ufficialmente all’inizio del mese di ottobre”. Una nuova ala entro la quale sono stati ricavati una sala da pranzo, un bagno assistito, servizi per il personale, cucinetta, bagno per gli ospiti, un soggiorno e
cinque nuove camere con due letti ciascuna, portando il numero totale degli ospiti a 75, di cui 48 accreditati (graduatoria Asl), 10 al centro diurno e 17 di sollievo (soggiorno temporaneo). “L’ultima grande ristrutturazione della Rsa “Madre Teresa di Calcutta” – prosegue Ottelli – avvenne tra il 1993 e il 1995 e l’intervento attuale ha concluso in modo definitivo il prospetto sud della struttura. L’ampliamento è servito a creare nuovi posti di sollievo che sopperissero alla significativa richiesta del territorio e costituisce il primo passo di un ragionamento più ampio che andrà fatto sulla Rsa, con l’intenzione di usufruire del terreno che
arriva sino alla vicina Villa Usignolo”. Un intervento che ha comportato per l’amministrazione una spesa di circa 250mila euro, ma con il ribasso (32%) avuto dalla ditta appaltatrice, di poco inferiore ai 200mila euro, contando che degli arredi si è fatta carico la Timken di Villa Carcina (multinazionale impegnata nelle attività di rilevanza sociale) con un finanziamento di 53mila euro. “Una volontà di migliorare costantemente la casa di riposo – chiude il primo cittadino di Sarezzo – che è sempre stata espressione dal vicesindaco Giuseppe Paonessa, il quale da più di vent’anni se ne occupa, portandola a livelli qualitativi importanti”.
La Rsa “Madre Teresa di Calcutta”
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Inzino. Nel 50° dell’Associazione Madonna del Castello eventi sino a dicembre
Il Settembre Inzinese lungo un anno intero Le origini risalgono al curato don Nicola Bragadina e ora gode del patrocinio di Provincia, ComunitĂ Montana e Comune di Gardone di Lia Micale
Mezzo secolo è trascorso da quando il curato don Nicola Bragadina diede slancio alla frazione di Inzino, fondando con intraprendenza e tenacia tutta valtrumplina la “Associazione Madonna del Castelloâ€?. Era il 1960 e nello statuto stavano scritte come allora la ďŹ nalitĂ : “Obiettivo dell’associazione è sempre stato di condecorare con manifestazioni esterne (culturali, folcloristiche, ricreative, sportive) le tradizionali festivitĂ della Madonna del Castello della Valle di Inzino, a completamento e in armonia con le iniziative di carattere spirituale promosse dall’autoritĂ religiosaâ€?. CosĂŹ, è arrivato anche quest’anno l’appuntamento con il “Settembre Inzineseâ€?, patrocinato da Provincia di Brescia, ComunitĂ montana di Valle Trom-
Il santuario della Madonna del Castello a Inzino
pia e Comune di Gardone. Consueto ma speciale e parte di un percorso di eventi promossi sin dalla primavera e che proseguirĂ sino a ďŹ ne 2010. “Nell’anno del 50° – spiega il presidente dell’Associazione Ladislao Mattiuzzo –, oltre a condecorare la lunga festa del ‘Settembre inzinese’ (quest’anno dal 4 settembre al 9 ottobre), abbiamo voluto che ogni mese tutti potessero ricordare l’importante cammino
compiuto sin qui, con l’ultimo evento previsto a dicembre e dedicato alla mostra personale del pittore Massimo Zuppelli�. Un Settembre Inzinese animato dal volontariato puro, che ogni anno cerca di rendere piÚ ricca la festa dedicata alla Vergine Maria e, col piccolo surplus economico, intende raccogliere somme per la manutenzione del santuario. Info programma www. comune.gardonevaltrompia.bs.it.
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Gardone punta sul fotovoltaico Anche Gardone Val Trompia punta sull’energia del sole, avviando un piano di ďŹ nanziamento di 275mila euro per la posa di pannelli fotovoltaici: interessati dall’iniziativa l’immobile che fa da caserma dei Carabinieri (previa rimozione della copertura in amianto), le scuole di Magno e quelle di Inzino (via Monte Guglielmo), con un risparmio sui costi energetici per l’amministrazione di circa 23mila euro. “L’incentivo derivante dalla gestione degli impianti fotovoltaici – dice il sindaco Michele Gussago – coprirĂ l’investimento iniziale privato. L’amministrazione comunale interverrĂ con 5mila euro per dieci anni, il restante sarĂ a carico dell’azienda privata vincitrice del bando, che cosĂŹ beneďŹ cerĂ dell’energia prodotta. Un intervento con il quale intendiamo impegnarci per migliorare la qualitĂ ambientale e che va a sommarsi all’adesione ratiďŹ cata quest’estate al Patto dei sindaci per andare oltre gli impegni ďŹ ssati dalla ComunitĂ Europea per il 2020 di riduzione delle emissioni di CO2 attraverso l’attuazione di un Piano di Azione per l’Energia Sostenibileâ€?. Da anni uno degli obiettivi del Comune di Gardone è la caserma di via Bellini, costituita da tre corpi realizzati in tempi diversi (anni Sessanta, Ottanta e Novanta). “Una volta sostituita la copertura in eternit con materiale isolante del tipo a sandwich – prosegue il primo cittadino –, veriďŹ cheremo le condizioni della struttura portante; poi, realizzeremo le canalizzazioni di distribuzione degli impianti esistenti, una copertura con adeguata impermeabilizzazione e barriera a vapore, quindi poseremo lungo i 680 metri quadrati di tetto il campo fotovoltaico, andando inďŹ ne a sostituire la lattoneria, raccordando i pluviali nuovi e realizzando una linea vita per l’accesso alle antenne utilizzate dal Comando dei Carabinieriâ€?. Un intervento da tempo nell’agenda degli amministratori gardonesi. L’inizio dei lavori all’approssimarsi del 2011.
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Bassa Valle
Il 45° del discorso di Paolo VI all'Onu Nel corso della XI Settimana montiniana, martedì 28 settembre al teatro parrocchiale di S. Vigilio si terrà una tavola rotonda curata dalle Acli bresciane dal titolo “Il magistero sociale di Paolo VI: l’uomo, i diritti, il lavoro, l’economia”, con Roberto Rossini a moderare le relazioni di Anna Chiara Valle (direttrice della rivista Madre) e Laura Valgiovio (segretaria provinciale Fim-Cisl). Un percorso di riflessione che verrà completato con la serata di venerdì 1 ottobre in biblioteca: “Storie di diritti umani negati: il genocidio armeno”, con l’intervento del professor Baykar Sivazliyan, docente dell’Università di Milano e presidente dell’Unione armeni d’Italia.
Concesio. Al via la XI Settimana Montiniana con la mostra “Oltre l’attesa” e il 45° del discorso all’Onu
Ricordare le profezie di Paolo VI di Andrea Alesci
Era il 4 ottobre 1965 quando Paolo VI pronunciava il suo discorso nel palazzo di vetro dell’Onu a New York. E la XI Settimana montiniana, proprio nel 45° anniversario di quell’evento, intende ricordarne la viva presenza e le intense parole in alcuni appuntamenti (vedi box sopra) all’interno del suo ricco programma. “Ricordare le profezie di quel Giovanni Battista Montini che fu papa Paolo VI – dice il presidente della Settimana montiniana, Claudio Fiorini – è la missione che Comune e parrocchie di Concesio portano avanti da undici anni, quest’anno nello spazio di cinque settimane fino a domenica 17 ottobre”. Una Settimana montiniana che si è aperta l’11 settembre con una mostra d’arte promossa dall’associazione per l’arte “Le Stelle”: visitabile sino al 3 ottobre (ore 16/19, escluso il lunedì) e allestita nella chiesa di S. Andrea a Concesio e nella galleria Ucai in vicolo S. Zenone a Brescia, la mostra “Oltre l’attesa” è stata realizzata dallo scultore altoatesino Hermann Josef Runggaldier, capace di levigare nelle sue opere in legno, bronzo, terracotta e vetroresina corpi di donne e uomini bloccati nell’istante del pensiero, in
Un’immagine di Paolo VI all’Onu nell'ottobre del 1965
XI Colloquio Internazionale di Studi Si svolgerà a Concesio nel nuovo Centro studi dell’Istituto Paolo VI con la partecipazione di studiosi provenienti da tutto il mondo, l’XI Colloquio internazionale di Studio dell’Istituto Paolo VI, dedicato a un tema di grande attualità: “Verso la civiltà dell’amore. Paolo VI e la costruzione della comunità umana”. È la prima volta che i lavori di un Colloquio si svolgono nella moderna cornice delle strutture erette accanto alla Casa natale di papa Montini, dove storia e memoria si incontrano. Storici, teologi e filosofi, sotto la direzione dI S. E.za il Card.
Paul Poupard, affronteranno questo affascinante problema nel colloquio di Concesio dal 24 al 26 settembre, cercando di mostrare come la societas christiana medievale si sia andata articolando e poi sviluppando nella “civiltà cristiana” del Novecento. Il significato del concetto di “civiltà dell’amore” nel pensiero di Montini verrà indagato in tutte le sue implicazioni sociali, civili e religiose, fino al suo recepimento nella società. In un contesto sempre più globalizzato come quello attuale, per riprendere un concetto della Caritas in veritate.
una ricerca sull’uomo che fa tornare alla mente le parole di papa Paolo VI, quando si riferiva all’opera d’arte come “potenziale veicolo di un messaggio religioso, [che quando si fa] cristiano parla di un Dio che si è incarnato prendendo forma umana e vivendo e morendo da uomo”. Sabato 25 settembre il “Premio della Bontà Paolo VI”, quest’anno assegnato a mons. Giancarlo Maria Bragantini, già vescovo di Locri e ora arcivescovo di Campobasso-Boiano per la sua lotta contro la malavita organizzata; mentre domenica 26 sarà una giornata particolare: alle 9 presso la chiesa della Pieve S. Messa presieduta dal cardinale Paul Poupard, alle 16 pellegrinaggio al santuario della Madonna delle Grazie a Brescia con la celebrazione del vescovo Luciano Monari e chiusura alle 21 col concerto in onore di Giuditta Alghisi (madre di Paolo VI) nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Verolaveccchia. “Crediamo in Paolo VI – riferisce don Dino Osio, parroco della Pieve –, crediamo nel suo magistero, nella sua santità e vogliamo renderne viva l’esemplarità, specie nel saper cogliere il valore rivelatore dell’arte, che celebreremo il 17 ottobre nella giornata di chiusura con le visite guidate alla Collezione Paolo VI e alla casa natale del Papa”.
Bovezzo. Il Comune investe un milione di euro per porre pannelli solari a scuole, Centro diurno e bocciodromo
Nuove energie rinnovabili con le celle fotovoltaiche Il paese alle porte della Valtrompia si prepara a trasformare alcune superfici dei suoi edifici pubblici in tavole dove accogliere i raggi del sole e trasformarli in energia rinnovabile. Un progetto di grossa portata che impegnerà l’amministrazione con un investimento di poco superiore al milione di euro e i cui lavori sono già stati appaltati alla ditta bresciana Energeco, vincitrice del bando che prevedeva il vincolo di collegarsi al Gestore servizi elettrici entro il 15 dicembre. “Il progetto – spiegano l’assessore ai Lavori pubblici Mario Folli e il tecnico
comunale Maurizio Ventura – è stato fatto dall’ingegnere Giovanni Palmisano e riguarda il bocciodromo al ‘Parco 2 Aprile’, il Centro diurno per anziani (via Paolo VI), la scuola media e la palestra (via Canossi) ed elementari, materne e nido (via Veneto). Una superficie totale di circa 3.000 metri quadrati grazie alla quale saremo in grado di produrre una potenza massima di 283 kW, sufficiente a garantire l’autonomia energetica degli edifici”. La spesa per la realizzazione degli impianti sarà interamente sostenuta dalla società “Patrimonio Bovezzo Srl”,
Elaborazione grafica degli impianti fotovoltaici sul bocciodromo
società partecipata al 100% dal Comune di Bovezzo e guidata dall’amministratore delegato Paolo Di Pasqua. Un intervento che verrà realizzato in tempi abbastanza brevi e che abbraccia gli edifici scolastici nell’ottica di un educazione al risparmio energetico a partire dai più giovani. “L’investimento fatto è oneroso – dice il sindaco Antonio Bazzani –, ma abbiamo intrapreso volentieri questa sfida, perché la tecnologia del fotovoltaico ci permette di utilizzare energia rinnovabile nel tempo abbattendo contemporaneamente i costi di gestione (un risparmio nell’ordine dei 150mila euro annui). I pannelli sono già arrivati dalla Germania, nel corso di questo mese verranno posizionati e per la fine dell’anno 2010 contiamo di attivare la connessione”.
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Nave, il concorso letterario "Parlano i sensi"
Un bando per il bar
L'Assessorato alla Cultura del Comune di Nave tramite la Biblioteca comunale propone la 4ª edizione del concorso letterario “Parlano i sensi”, diviso in due sezioni: la prima riservata ai racconti e intitolata “Il gusto dei sapori - Il gusto della vita” prevede la categoria giovani (medie e superiori) e adulti; la seconda, invece, è dedicata a tutti coloro che abbiano compiuti i 18 anni d’età e vogliano cimentarsi nella poesia in dialetto bresciano. Termine ultimo per l’invio del materiale sabato 16 ottobre 2010. Info presso la biblioteca di Nave (e-mail biblionave@comune.nave.bs.it, tel. 030.2537486) o consultare il regolamento sul sito web www.comune.nave.bs.it.
C’è tempo fino al 30 settembre per depositare in Comune la domanda di partecipazione che consente di gestire dal’1 gennaio 2010 il nuovo bar e piccolo ristorante del parco “2 Aprile”. Info all’Ufficio segreteria (030.2111.215/236) dal lunedì al venerdì ore 9.00/12.30 oppure sito web www.comune.bovezzo.bs.it.
Concesio Sant’Andrea. Il nuovo parroco arriva il 3 ottobre nella comunità; lascia Muscoline e Castrezzone
Don Antonio Franceschini: si parte dal contatto umano di Luciano Zanardini
Don Antonio Franceschini è il nuovo parroco di Concesio Sant’Andrea. Succede a don Piero Minelli, che ha fatto ritorno in Mozambico. Don Antonio lascia alle spalle una bella esperienza vissuta a Muscoline (nove anni) e Castrezzone (cinque anni). Un servizio ai “confini” della diocesi: non bisogna dimenticare che le parrocchie limitrofe appartengono alla diocesi di Verona. Immersi nel paesaggio delle colline moreniche, siamo in una realtà semituristica, che ha sofferto e soffre un po’ un complesso di inferiorità, ma – come sottolinea il parroco – piangersi addosso è più facile che lavorare”. In presenza di un campanilismo marcato, don Franceschini ha cercato di unire due realtà divise: “Nell’ottica delle unità pastorali, tutto può sembrare così scontato, ma non è così: serve pazienza e tempo per raggiungere gli obiettivi prefissati”. Ha ereditato un lungo parrocchiato: il suo primo obiettivo, quindi, è stato quello di superare una fase tradizio-
La Parrocchiale di Concesio Sant’Andrea e don Antonio Franceschini
nalista. “Abbiamo cercato – spiega don Antonio – di coinvolgere sempre di più le famiglie” grazie anche all’ausilio dei centri di ascolto e del percorso di catechesi. La mission pastorale è proprio quella di aiutare la comunità a essere matura e autonoma e non incentrata necessariamente sulla figura del presbitero. Don Franceschini, forte della sua esperienza, farà il suo ingresso nella comunità valtrumplina domenica 3 ottobre alle 15.30. La parrocchia di Sant’Andrea Apostolo venne istituita nel 1961 e ufficialmente riconosciuta con apposito decreto nel 1962. Il distaccarsi della rettoria di Sant’Andrea dalla parrocchia della Pieve si rese necessario in conseguenza dello sviluppo edilizio degli anni del dopoguerra e dell’espandersi della popolazione. Nel 1988 si iniziava così la costruzione della nuova chiesa che veniva consacrata nel 1990 da mons. Bruno Foresti, vescovo di Brescia. Il lavoro sulle unità pastorali portato avanti a Muscoline e Castrezzone sarà un buon biglietto da visita per incentivare la collaborazione delle parrocchie del Comune di Concesio.
Valle del Garza. Dal 30 settembre al 4 ottobre iniziative per festeggiare la ricorrenza del patrono
A Muratello di Nave l’oratorio è dedicato a San Francesco Il 4 ottobre viene celebrata la memoria liturgica di colui che fu proclamato nel 1939 patrono principale d’Italia da Papa Pio XII: San Francesco d’Assisi. Anche l’oratorio di Muratello non perde occasione per festeggiare la ricorrenza e organizza così una festa patronale. Ricordiamo infatti che l’edificio è intitolato al santo, per celebrarne la memoria. Il 30 settembre alle 20 aprirà così le danze uno spettacolo allestito dai ragazzi del Cag (Centro di aggregazione giovanile), seguito alle 21 da momenti di esibizione musicale offerti dalla rinomata scuola di
ballo Spazio Danza. Venerdì 1 ottobre, a partire dalle 21 avrà luogo una serata animata da Paolo Facci, che farà ballare i presenti sulle note della scatenata musica anni Sessanta, Settanta e Ottanta. Il giorno seguente sarà la volta del pescarese Alex Morselli, che farà danzare gli appassionati del ballo liscio a partire dalle 21. Per i più golosi immancabile l’appuntamento, domenica 3 ottobre alle 12, con lo spiedo d’asporto, seguito alle 17 dalla corsa delle botti. Per chiudere in bellezza la serata, ancora canti e balli con il liscio di Emanuela e Bicchio, sempre alle
L’affresco dedicato a San Francesco
21. La serata di chiusura inizierà alle 20.30 sulle note del ballo liscio di Gino de Gonzales, proseguirà sino alle 22.30 con l’estrazione della lotteria e culminerà alle 23 con uno spettacolare lancio delle lanterne volanti. Per tutta la durata della festa sarà presente in loco uno stand gastronomico pronto a sfornare trippa, stinco arrosto, polenta taragna, pizzoccheri e tanto altro, nonché, per i più piccini, uno scivolo gonfiabile e bouldering. E ancora, per il divertimento di tutti, sarà presente uno spazio per la pesca, per il superbingo e uno stand dei fiori. (b.f.)
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Economia Iniziative
I giovani di AIB Spettacoli per celebrare il cinquantennale di fondazione
La cultura del lavoro va in scena in fabbrica Coinvolte Aso Forge, Greiner, Medtronic e Space Work Francesco Uberto, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di AIB
La cultura del lavoro va in scena in “Fabbrica – Il cantiere delle Arti”. Si chiama così l’originale progetto voluto dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Associazione Industriale Bresciana, per celebrare il cinquantennale di fondazione. Tra il 18 settembre e il 4 ottobre, quattro aziende bresciane - Aso Forge, Greiner, Medtronic Invatec CardioVascular, Space Work - diventeranno lo straordinario palcoscenico per performance artistiche di vario genere, tutte però legate da un unico filo conduttore, la cultura del lavoro, tratto caratteristico del territorio bresciano. “Una cultura del lavoro – commenta il presidente del Gruppo Giovani di Aib Francesco Uberto – che a Brescia ha generato ricchezza, benessere e posti di lavoro e che continuerà a farlo. Congiuntamente con il Consiglio direttivo del Gruppo Giovani, abbiamo prima immaginato, e quindi lavorato con passione e intensità, alla preparazione di questa serie di appuntamenti in cui proporremo un’innovativa rassegna di arti performative che verrà ospitata appunto nei luoghi deputati alla produzione. Pensiamo che questo sia un evento di comunicazione d’impresa che a Brescia non è mai stato proposto. L’idea – auspica Uberto – è che questa edizione possa essere un numero “zero” di una lunga serie, se, come crediamo, l’apprezzamento del pubblico sarà elevato. L’impegno è stato ciclopico, e siamo soddisfatti del risultato unico che abbiamo realizzato con il Festival, che verrà completato, lunedì 4 ot-
tobre, da un convegno in AIB dal titolo “Fabbrica. Passaporto per il Lavoro”. Una proposta, quella degli imprenditori under 40, accolta con “vivo interesse” da AIB, come conferma
il direttore Piero Costa: “Anche in un periodo di crisi e di difficoltà come quello che stiamo vivendo, il territorio bresciano resta un testimone importantissimo di cultura del lavoro. Questa iniziativa,
La storia e la realtà di AIB L'Associazione Industriale Bresciana, nata il 14 aprile 1897, con il suo secolo di storia, è la più antica associazione industriale d’Italia. Era il 20 novembre 1892 quando fu presentata la prima proposta di uno Statuto per la costituzione di un Circolo Commerciale che si facesse “interprete dei vitali interessi del commercio e dell’industria bresciani”. Il 29 gennaio del 1893 fu poi approvato il primo Statuto sociale e nel 1897 fu modificato per ribadire l’impegno del Circolo a favorire “l'incremento e la tutela del commercio e dell'industria bresciana”. I soci, protagonisti del decollo industriale della provincia, sono distinti in effettivi (293), aggregati e viaggiatori (111) e frequentatori (15) per un totale di 419. Nel 1907 cambia ragione sociale e diventa Associazione Commerciale Industriale Bresciana e dopo aver affrontato il periodo fa-
La sede di Aib
scista e la seconda guerra mondiale, si impegna con coraggio a guidare la difficile riconversione industriale del dopoguerra. Nel 1978 l’AIB lascia la vecchia sede di via della Posta per trasferirsi nella nuova area direzionale di Brescia Due. Nei primi anni Novanta emergono temi nuovi, come quello della sicurezza ambientale, al quale l’AIB risponde creando Eco 90. Sono anche gli anni della riorganizzazione interna dell’Associazione per adeguare la struttura alla nuova domanda di servizi delle imprese. Oggi AIB associa circa 1300 imprese con circa 70mila dipendenti e, accanto ai compiti di rappresentanza nei confronti delle parti politiche e sociali, l’Aib svolge funzioni di assistenza alle imprese attraverso una vasta gamma di servizi mirati a rendere agevole la gestione e a costruire una vera e propria cultura imprenditoriale.
attraverso il linguaggio dell’arte, mira a far comprendere ciò che il mondo produttivo rappresenta per questo territorio”. Carla Bino, ideatrice dell’iniziativa insieme con Piergiorgio Vittorini, spiega: “Il festival, per la prima volta, cerca di coniugare la produzione economica con la produzione artistica. L’idea alla base del progetto è quella di far diventare la fabbrica un luogo drammaturgico, parte integrante e attiva della performance”. Il ciclo di spettacoli si aprirà il 18 settembre (replica il 19) negli stabilimenti di Aso Forge a Castegnato con il concerto “Canto del Fuoco”. Protagonisti Michel Moglia con il suo organo di fuoco (uno spettacolare strumento suonato col fuoco), il sassofonista Javier Girotto e il videomaker Enrico Ranzanici. Il 22 e il 23 settembre nella sede di Space Work a Brescia andrà in scena “L’uomo al centro” di Gabriele Picco, con Enrico Ranzanici, Alessandro Mor e Carlo Dall’Asta. Il 25 e 26 settembre alla Greiner di Villa Carcina, sarà la volta di “Ergon – Opera sintetica per suono, luce, umanità” ideato da Stefano Mazzanti ed “Equilibri Avanzati”, mentre il 26, 27 e 28 settembre nello stabilimento di Medtronic Invatec CardioVascular a Roncadelle andrà in scena C.U.O.R.E. della compagnia teatrale “I Sacchi di Sabbia”. I biglietti (interi: 20 euro, ridotti per under 25 e over 65: 15 euro) sono in vendita nelle singole aziende. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza. Infofestival: 030.3759792.
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Speciale caccia. Le riflessioni d el presidente dell’Associazione cacciatori lombardi Eugenio Casella
Regione Lombardia: no deroga Sconcerto, delusione e rabbia ma soprattutto determinazione nel trovare al più presto una soluzione condivisa sulle cacce in deroga. Questi sono gli intendimenti emersi dalla base dei cacciatori dell’Associazione Cacciatori Lombardi, che si sono riuniti in assemblea straordinaria, a seguito della mancata approvazione in regione della legge sul prelievo in deroga. La caccia alle specie in deroga è per la nostra provincia come il Palio per la città di Siena”, dichiara il presidente Eugenio Casella. “Senza alcun dubbio un tipo di caccia molto sentito, non solo da chi pratica la caccia da appostamento, ma anche da chi pratica la forma di caccia vagante. Una vera e propria passione, esercitata da persone perbene, in gran parte operai, agricoltori e pensionati, che rinunciano a tante cose comprese le vacanze estive, che non chiedono mai nulla se non di poter cacciare alcune specie di selvaggina migratoria minuta, per altro tutte specie dichiaratamente in aumento, quindi senza nessun pericolo neanche remoto di estinzione”. Una doccia gelata quindi quella che ha colpito i cacciatori martedì 14 settembre”. Acl non accetta di subire passivamente quanto è accaduto in regione e non può accettare scusanti quali sentenze o richiami della comunità europea, o multe a seguito di infrazioni. Non ci spieghiamo perché la regione Lombardia si preoccupi solo delle infrazioni che riguardano la caccia (per altro non ancora acclarate), mentre faccia passare in secondo piano infrazioni vere riguardanti la sanità i trasporti o i problemi che riguardano le cave o i rifiuti, con il silenzio imbarazzante del mondo animal-ambientalista.
Eugenio Casella
Una decisione, quella del consiglio regionale, che qualora non venisse rivista in tempi brevissimi, segnerà un’inevitabile rottura da parte della maggioranza con l’intero mondo venatorio, visto che molti consiglieri regionali hanno chiesto e ottenuto consensi elettorali solo pochi mesi fa. Acl non promuove richieste improponibili, chiede solo scelte di buonsenso e supportate da dati scientifici reali e non artefatti per commuovere l’opinione pubblica. Il prelievo di pochissimi esemplari di avifauna, oltre a non comportare nessun danno ambientale darebbe la possibilità a tanta brava gente di poter esercitare la propria passione in maniera, quantomeno
accettabile nel rispetto delle tradizioni radicate nel nostro territorio; purtroppo in Italia la brava gente e il buonsenso non hanno nessun diritto. Ho assistito alla discussione in aula della legge sulle specie in deroga, e quando il consigliere dell’Italia dei Valori relazionava la malaugurata pregiudiziale, ha più volte dichiarato che non si possono ignorare le regole, e ad esempio dichiarava testualmente: “se in autostrada esiste un limite di 130 Kmh non si può viaggiare a 180” e su questo posso concordare, perché il limite imposto può essere ragionevole. Ma vorrei chiedere all’illuminato consigliere, cosa ne penserebbe se il limite di un’autostrada a quattro corsie e poco trafficata
senza nessun motivo supportato scientificamente fosse di 30 Km/h? Accetterebbe lo stesso questo limite? Dopo aver subito svariati controlli e magari qualche procedimento penale, cosa farebbe? Andrebbe a piedi o lotterebbe per cambiare il limite? Di una cosa sono sicuro, i cacciatori di Acl non andrebbero mai a piedi. Infatti anche quest’anno saremo supercontrollati, oltre alle guardie provinciali ai forestali locali, alle guardie volontarie alle guardie ecologiche alle guardie zoofile alle guardie delle associazioni venatorie, alle guardie delle associazioni ambientaliste, arriveranno come sempre, nonostante la crisi e le promesse, i noti corpi speciali da Roma, e tutti insieme con la scusa di combattere il bracconaggio non faranno altro che da deterrente all’attività venatoria. Tutto questo per poi dichiarare sui siti di appartenenza che i bresciani sono dei barbari e vanno a caccia senza nessun tipo di controllo. Dove sono i politici che dovrebbero difendere le nostre tradizioni e la nostre identità? Non serve fare grandi convegni per capire il motivo della disaffezione che i cittadini normali hanno verso la politica, basta aprire gli occhi e voler vedere, non governare con i sondaggi e non essere succubi dei pregiudizi. Oltre a fare gli auguri a tutti i cacciatori per l’apertura di domenica, uniche note positive in questo frangente sono l’impegno preso in commissione per alcune modifiche alla Legge regionale 26, quali la “questione della permanenza associativa agli ambiti”, i due giorni integrativi per la caccia alla migratoria nei mesi di ottobre e novembre e qualche chiarimento per la caccia con terreno coperto.
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Cultura
Comunità Montana,"Fai il pieno di cultura" In coincidenza delle Giornate europee del patrimonio istituite nel 1988, la Comunità montana e Sibca (Sistema dei beni culturali e ambientali) aderiscono all’iniziativa messa in opera il 24, 25 e 26 settembre dalla Regione Lombardia in tutte le sue province. Si tratta di “Fai il pieno di cultura”, giunta alla 3ª edizione e ricca di iniziative in tutte le biblioteche della Valle: la pièce teatrale “Annabela Wharton” al teatro di Lumezzane, l’attività “I tesori sotto i piedi” a Pezzaze e Bovegno, la conferenza sullo scultore Aligi Sassu al Maglio di Ome, la presentazione dell’Archivio Bevilacqua a Villa Glisenti e tanto altro. Info su http://cultura.valletrompia.it. .
Lettura. Il progetto “InBiblioteca” cerca di portare i libri a chi è svantaggiato fisicamente e linguisticamente
La riscoperta della biblioteca come tesoro di storie narrate “Il fulcro dell’iniziativa – dice Mila Pagani, responsabile del Sistema bibliotecario di Valtrompia – è il prestito a domicilio di libri, audiolibri e anche dvd” di Rosa Casari
Sugli scaffali delle biblioteche valtrumpline i libri riposano in attesa di chi dia loro vita nella penombra di un angolo, di chi li prenda a prestito per leggerli prima di coricarsi, di chi li ascolti nel cammino delle parole dette ad alta voce. Questi i propositi del progetto “In-biblioteca” che, partito la scorsa primavera per concludersi nel maggio 2011 è stato realizzato da Sibca (Sistema dei beni culturali e ambientali) e Comunità montana di Valle Trompia grazie a un bando congiunto di Fondazione Cariplo e
L'esterno della biblioteca di Gardone Val Trompia
Fondazione Vodafone Italia (finanziamento di 80mila euro su un totale di 142mila). “La biblioteca fuori di sé” è il titolo dell’iniziativa portata avanti da Concesio, Marcheno, Sarezzo e Villa Carcina per rendere fruibile la biblioteca e i suoi servizi anche a quelle persone che sono impossibilitate ad accedervi, come anziani, invalidi, donne in gravidanza, malati, bambini in età prescolare. “Il fulcro dell’iniziativa –
spiega Mila Pagani, responsabile del Sistema bibliotecario di Valle Trompia – è il prestito a domicilio di libri, audiolibri e dvd realizzato da alcuni volontari. Nelle quattro biblioteche abbiamo realizzato letture teatralizzate e sono tutt’ora in corso o in fase di avvio dei laboratori di lettura espressiva curati dall’associazione culturale Treatro, oltre ad alcuni incontri intergenerazionali volti al recupero della memoria storica, il cui lavoro verrà
esposto nelle aperture straordinarie future. L’attività di prestito a domicilio vera e propria comincerà, invece, con il mese di ottobre”. La seconda iniziativa “Un ponte di libri” coinvolge le biblioteche di Gardone e Lumezzane e la cooperativa Il Mosaico ed è in fase di conclusione. “Nei laboratori interculturali rivolti ai giovani – continua Mila Pagani – sono state realizzate interviste a migranti italiani e stranieri, raccolte e scambiate testimonianze e a ottobre i ragazzi che hanno partecipato ai laboratori e le donne che hanno svolto i corsi di alfabetizzazione o quelle interessate a collaborare con la biblioteca, potranno fare un breve corso di formazione sulla biblioteca mentre da novembre le biblioteche coinvolte con la collaborazione delle persone che avranno frequentato il corso attiveranno un servizio di ‘mediazione alla biblioteca’ con allestimenti dedicati (scaffali, bibliografie, spazi,realizzazione di una guida multilingue)”. Dunque, due delle tre iniziative di “InBiblioteca” (la terza, “Piccola grande biblioteca” riguarda eventi e aperture straordinarie di biblioteche nei paesi montani) sono ormai a pieno regime.
Concesio. Il servizio realizzato in collaborazione con i Centri anziani entrerà in funzione a partire da ottobre
Il prestito si fa a domicilio con “La biblioteca fuori di sé” Se i lettori non vanno alla biblioteca sarà la biblioteca ad andare dai lettori. Questo il senso del prestito a domicilio che nel solco de “La biblioteca fuori di sé” cominceranno a mettere in atto a ottobre le biblioteche di Marcheno, Sarezzo, Villa Carcina e Concesio per chi fatica a raggiungere gli spazi bibliotecari. Proprio la realtà concesiana è riuscita a coinvolgere attivamente i tre Centri anziani presenti sul territorio che fanno riferimento al Comune (Costorio, Campagnola, S. Vigilio) più il Centro Caritas affiliato alla parrocchia della Pieve. “Un giorno alla settimana – illustra l’assessore alla Cultura
Enrica Rizzini – una decina di volontari dei tre centri e due giovani universitarie si incaricheranno di fare il giro presso gli anziani, cercando di avvicinarli al mondo della biblioteca”. Le persone svantaggiate fisicamente e la popolazione anziana sopra i settant’anni hanno bisogno di proposte arricchenti, e i Centri anziani con il presidente Angelo Contessi hanno recepito con grande entusiasmo l’iniziativa. “I tre centri – sottolinea l’assessore ai Servizi Sociali Domenica Troncatti – hanno accettato di buon grado questo esperimento e, oltre al servizio a domicilio, la biblioteca ha predispo-
La biblioteca comunale di Concesio
sto anche un percorso cinematografico pensato per gli anziani: un film al mese sino a gennaio 2011, preceduto da un’introduzione dell’assessore alla Cultura Enrica Rizzini e di don Dino Osio, esperto di cinematografia”. Iniziative collaterali al prestito a domicilio, ma sempre rientranti in quell’avvicinamento della biblioteca ai cittadini. “Con il prestito a domicilio – dice il bibliotecario Marco Ardesi – ci muoviamo su coordinamento dei Centri anziani, su richieste personali o con un ventaglio di proposte da parte. L’iniziativa è un volano per risvegliare e rendere saldo l’aspetto della socialità”.
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Sarezzo. Dal 16 al 31 ottobre la rassegna di pittori e scultori “Omaggio al poeta della brescianità”
Canossi e le forme del dialetto Sesto appuntamento di una rassegna che è stata inaugurata l’aprile scorso a Bovegno. Apertura nel segno del teatro con una lettura teatrale dell’associazione “Sare Arte” di Andrea Alesci
Mentre l’Unità d’Italia andava compiendosi, in Valtrompia nasceva Angelo Maria Canossi, poeta che nella corrusca lingua dialettale incise i tratti della gente bresciana, le storie di chi se ne andava lontano, i luoghi di chi rimaneva, le leggende di una volta e quelle commedie quotidiane che rivivono per sempre nella sua “Melodia”. Tante poesie che prenderanno corpo in forma di dipinti e sculture nella mostra itinerante “Omaggio al poeta della brescianità” dal 16 al 31 ottobre a Sarezzo. “Siamo molto contenti di poter ospitare questa mostra dedicata allo scrittore triumplino – dice l’assessore alla Cultura del comune saretino, Valentina Pedrali –, che con le sue parole è riuscito a dare dignità letteraria al criptico dialetto bresciano, portando spesso sul palco tutta la durezza di una vita bresciana quasi dimenticata”. Sa-
“Èl presepio dè Giacumì” di Tiziana Cherubini e “Èl grisantemo” di Pieraldo Tellaroli
Una rassegna itinerante La mostra “Omaggio al poeta della brescianità” patrocinata da Provincia di Brescia, Comunità montana di Valle Trompia, Comuni di Bovegno, Gardone, Verolavecchia e “Fondazione Angelo Canossi - Centro culturale professor Aldo Cibaldi” di Bovegno, è promossa e coordinata da Anna Bietti e Maurizio Rottini dell’associazione culturale “Accademia del Gàmber” di Gambara. Una mostra itinerante che fa il giro di diversi comuni bresciani: dopo Bovegno, Verolavecchia e Gardone Val Trompia, Leno, Gambara, toccherà ai territori di Ghedi (25 settembre - 3 ottobre), Sarezzo (16-31 ottobre) e Manerbio (4-18 dicembre) fare da cornice all'evento. “L’idea – illustra Anna Bietti – è nata
l’anno scorso a Gambara durante la festa d’agosto dedicata alla Madonna della Neve, per la quale ormai da tre anni organizziamo come associazione culturale una mostra nel parco del castello. Di qui lo spunto per un’esibizione che girasse la provincia, facendo perno sul comune senso di appartenenza a una terra trasmesso dalla forza viva di quel dialetto con cui il Canossi dava voce alla brescianità”. Un ‘esibizione lunga otto mesi in ricordo di un poeta che nel 1867 nacque nel piccolo paese di Bovegno, morendovi ottantuno anni più tardi fra i ciclamini di quella Cà de le bàchere dove “gh’è l’aria dè montagna / e i fiu e j-usilì, / e ‘l cör quand chè ‘l scaragna / èl vé sö ché a guarì”.
bato 16 ottobre alle 18 presso la rinnovata sede di Palazzo Avogadro (Piazza Caduti a Zanano) l’inaugurazione ufficiale sarà aperta da una lettura teatrale a cura dell’associazione “SareArte”, prima di poter ammirare le trenta opere realizzate da altrettanti artisti bresciani (pittori e scultori) e pronte a rendere omaggio al poeta della brescianità Angelo Maria Canossi. Sesto appuntamento di una rassegna che è stata inaugurata l’aprile scorso a Bovegno, nel paese natale del poeta, l’esibizione annovera anche quattro pittori triumplini: i gardonesi William Fantini (La gloria) e Tiziano Calcari (La pöa) e i saretini William G. Vezzoli (Turna al tò paesèl) e Luana Resinelli (Esperienza e speranza). “Scopo dell’iniziativa – dice Anna Bietti, presidente dell’Accademia del Gàmber e organizzatrice dell’evento – è rendere omaggio all’opera di Canossi e al contempo dare risalto al dialetto bresciano, lingua troppo spesso considerata ‘minore’ quando invece può essere una preziosa risorsa per travasare la memoria del passato alle giovani generazioni. Angelo Maria Canossi – continua Anna Bietti – è l’esponente più illustre nel campo della poesia bresciana dialettale, i suoi scritti sono rimasti come modelli per le regole di scrittura e la rassegna è un’occasione unica per approfondire la conoscenza del dialetto, come materia e sostrato di un vissuto storico”. Per informazioni sulla mostra visitare il sito web www. comune.sarezzo.brescia.it.
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Trofeo Aido. Domenica 26 settembre la 13ª edizione della gara di regolarità lunga 190 chilometri
La sfida delle vetture storiche tra Valtrompia, pianura e lago La gara delle auto toccherà Gardone, Polaveno, Lumezzane e Sarezzo ma attraverserà anche la Franciacorta, per arrivare sul Garda e Valsabbia di Lia Micale
Sfileranno gli industriosi centri triumplini di Gardone, Polaveno, Lumezzane e Sarezzo le vetture che il prossimo 26 settembre gareggeranno nella 13ª edizione del “Trofeo Aido”. Una disfida di regolarità lungo 190 chilometri di asfalto, attraversando nella mattinata di domenica le ubertose colline che cingono la Franciacorta, correndo nella pianura sino all’altezza di Palazzolo e poi risalendo verso Monticelli Brusati. Un momento di gara al quale farà seguito la seconda manche pomeridiana: dal paesaggio fatto di verdi vitigni agli argini del Mella attraverso Castelmella, Azzano, Urago, poi il passaggio nella cittadina di Montichiari, la risalita a fianco del Benaco con Soiano e Roè Volciano fin verso la Valsabbia e l’arrivo nella piazza Cesare Battisti di Sarezzo. Inserito nel programma del “Settembre inzinese”, il trofeo è una gara di regolarità per auto storiche costruite fino al 1961, pronte a sfidarsi in 25 prove cronometrate, con
Un’immagine dell'edizione 2009
Orari ed eventi Sabato 25 settembre dalle ore 15 alle ore 18 si terranno le verifiche tecniche e sportive presso l’oratorio S. Giovanni Bosco di Gardone Val Trompia (solo su prenotazione e solo per equipaggi con licenza Csai, Commissione sportiva automobilistica italiana). Domenica 26 settembre verifiche sportive e tecniche sempre all’oratorio gardonese e alle 10.15 la partenza della prima vettura. Alle 12.30 sosta pran-
zo presso il ristorante “Lo sparviere” ospiti della famiglia Gussalli Beretta a Monticelli Brusati, sede d’arrivo del primo settore. Alle ore 14 partenza prima vettura per il percorso pomeridiano e alle ore 18 l’arrivo previsto a Sarezzo. Alle ore 19.15 pranzo con spiedo presso il Teatro tenda allestito nel campo dell’oratorio di Inzino e a seguire classifiche e premiazioni per gli equipaggi più meritevoli.
tre controlli orari e quattro controlli timbro. “Da quest’anno – dice il presidente Aido Luigi Bernardelli – il Comitato organizzatore ha deciso di proporre ogni volta un ‘tema competitivo’ diverso per la gara: la corrente edizione è stata riservata alle vetture ‘Tipo Sport’. Una gara che reca nel nome (‘Trofeo Aido Monica Giovanelli e Gran Premio Annalisa Gnutti’) il ricordo di due giovani vite e con l’Aido si fa carico di salvarne altre, radicando nella gente la cultura della solidarietà legata alla donazione di organi a scopo di trapianto terapeutico”. Aperte per tutta l’estate, le iscrizioni si sono chiuse venerdì 17 settembre senza comportare alcun costo per gli equipaggi. Comunque, date le finalità benefiche della manifestazione, è data facoltà agli equipaggi, al momento delle verifiche, di elargire una somma a discrezione per le iniziative del Trofeo Aido. Realizzata con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Brescia,Comunità montana di Valle Trompia, Comuni di Gardone Val Trompia, Sarezzo, Palazzolo, Lumezzane e Rotary Club Valtrompia, la gara ha effettuato anche quest’anno una sorta di gemellaggio con il “Gran Premio Nuvolari” disputato dal 17 al 19 settembre scorso a Mantova. Dunque, gli equipaggi che prenderanno parte a entrambe le manifestazioni concorreranno per la classifica finale del “Gran Premio Annalisa Gnutti”, grazie alla somma dei punteggi assegnati ai primi dieci di ciascuna gara (rispettivamente 25, 20, 15, 12, 10, 6, 4, 3, 2, 1). Informazioni sui siti web www.trofeoaido.org e www.gpnuvolari.it.
Trofeo Aido. Un evento e due iniziative di solidarietà con gli Ospedali di Brescia e Gardone Val Trompia
Una corsa tra passione sportiva e ideali dell’altruismo La competizione agonistica nasce nel 1997 da un’idea del Gruppo Aido di Gardone Val Trompia e intitolato a “Monica Giovanelli”, morta in un incidente nel gennaio del 1995 e poi donatrice di organi. Cresciuta per promuovere e diffondere gli ideali della donazione degli organi, grazie al prezioso contributo della Scuderia Brescia Corse, la gara è diventata una manifestazione che diverte i partecipanti e stupisce coloro che hanno avuto la fortuna di assistervi. La corsa è diventata sempre più ricca, lunga e impegnativa e gli sponsor sem-
pre più interessati a essere presenti in una manifestazione che consente di realizzare progetti di carattere sociale. “Grazie al Trofeo Aido e alla generosità della gente – dice Cesare Giovanelli, vice presidente dell’Associazione Solidarietà Sport Cultura ‘Monica Giovanelli’ – abbiamo potuto avviare due iniziative oltremodo importanti: ossia una borsa di studio di 10mila euro che permetta a un medico di essere presente tutta la settimana presso il reparto di Emodialisi diretto dal prof. Cancarini all’ospedale di Gardone Val Trompia; in secondo luogo, in collaborazione
La partenza 2009 a Bovegno
con gli Spedali Civili di Brescia, finanziamo iniziative che favoriscano la donazione del cordone ombelicale da parte delle puerpere all’atto del parto, al fine di ottenere, dal sangue cordonale estratto, il materiale contenente cellule staminali emopoietiche”. Un trofeo che rappresenta una delle iniziative più lodevoli della sezione Aido di Gardone Val Trompia per raccogliere fondi e sensibilizzare la gente, unendo la passione sportiva per auto storiche agli ideali dell’altruismo e alla possibilità offerta dalla donazione degli organi: far rinascere una vita.
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Sale della Comunità. Ultimo capitolo per la saga targata Dremworks, per la regia di Mike Mitchell
VOCESAS
Le fatiche dell’orco Shrek contro il perfido Tremotino
Nove anni, un Oscar e 3 milioni di dollari sono solo alcuni dei numeri del successo delle storie ambientate nel paese di Molto, molto lontano di Mauro Toninelli
È difficile credere che le vicende di un branco di personaggi disegnati al computer, che portano al cinema frotte di bambini e ragazzi, possano svelare la grandezza della propria vita, soprattutto di coppia, senza rimpiangere il proprio passato, fatto di libertà e di non responsabilità. Eppure è così. Con tutta la verve, recuperata rispetto al precedente capitolo, e la rivisitazione dei personaggi classici delle fiabe che ha contraddistinto questa “saga”. Torna al cinema Shrek con il quarto capitolo della sua storia targata Dreamworks e con la regia di Mike Mitchell. Nel mezzo di una crisi dovuta alla sua vita di padre e marito, tra pappe e pannolini, Shrek incontra il malefico Tremotino che gli offre la possibilità di rivivere per un giorno la vita da orco che ora si trova a rimpiangere. Contratto magico che cela un inganno. Shrek si ritrova in una realtà parallela in cui Tremotino (in originale Rumpelstiltskin, così si
Fiona in versione guerriera
spiega la R delle sue insegne) è il re del regno di Molto Molto Lontano, lui non esiste, i suoi amici non lo conoscono; Ciuchino lavora per le streghe, il Gatto (doppiato anche nella versione italiana da Antonio Banderas) non indossa più gli stivali ed è vistosamente sovrappeso; Fiona aspetta ancora il vero amore, non nella torre, ma alla testa del movimento rivoluzionario orchesco. Tutto ciò che aveva è andato perduto. “Shrek e vissero felici e contenti” è la degna conclusione di un percorso che in nove anni ha saputo vincere un Oscar, guadagnare 3 mi-
Programmazione Su queste pagine le programmazione delle Sale della Comunità della Valtrompia. La programmazione potrebbe subire talvolta delle variazioni. Informazioni aggiornate e notizie sul sito www.lavocedelpopolo. it oppure www.vocesas.it. Poco alla volta tutte riapriranno i battenti. NAVE - SAN COSTANZO: The Blind Side: giovedì 7 ottobre ore 20.30; Shrek e vissero felici e contenti: domenica 10 ottobre ore 14.30, 17.00, 20.30.
liardi di dollari e mutare completamente il modo di guardare alle favole classiche. Fuochi d’artificio per quest’ultimo capitolo che riprende tutte le caratteristiche del primo, rigiocando ulteriormente anche con personaggi ormai assodati nel corso degli anni, come succede per la stessa Fiona, che in “Shrek e vissero felici e contenti” nei panni di una guerriera risulta essere convincente, credibile e affascinante (per quanto un orco femmina possa esserlo) tanto quanto lo era nei capitoli precedenti. Eccezionale, come sempre, il Gatto anche in questa versione large.
Festival del cinema di Venezia. La giuria guidata da Tarantino premia con il Leone d’oro il film “Somewhere”
La vita inceppata: padre e figlia nel film di Sofia Coppola I primi quattro minuti del film di Sofia Coppola “Somewhere”, Leone d’oro a Venezia, riprendono, con la camera fissa e i soli rumori d’ambiente, una Ferrari che gira in tondo su una strada sterrata sperduta chissà dove. L’ultima immagine, invece, di quest’interessante pellicola, che ricalca il bellissimo “Lost in Translation”, vede la stessa Ferrari fermarsi e il guidatore, il protagonista del film, scendere e proseguire a piedi il suo tragitto con il sorriso sulle labbra. Ecco, l’inizio e la fine di “Somewhere” racchiudono perfettamente tutto il senso dell’ope-
ra di questa giovane figlia d’arte, ormai completamente matura nella sua poetica cinematografica. E il senso del film è quello di raccontare la storia di un loop esistenziale, un girare su se stesso del protagonista, un giovane attore hollywoodiano che vive in hotel, tra feste e divertimenti, completamente spaesato, fino al momento in cui qualcosa interrompe questa spirale autodistruttiva. Più che qualcosa, qualcuno, cioè Cleo, la figlia dodicenne. Sofia Coppola è la regista che meglio ha saputo raccontare, negli ultimi anni, il disagio delle giovani generazioni, il
Sofia Coppola sul set di “Somewhere”
sentirsi completamente fuori posto, fino ad ora soprattutto di giovani donne (Scarlett Johansson di “Lost in Translation”, Maria Antonietta dell’omonimo film, le giovani sorelle de “Il giardino delle vergini suicide”), in un mondo troppo desocializzato e dominato da false comunicazioni, la solitudine di persone che non si conoscono e non si riconoscono nei modelli imposti dalla società esterna. La regista ha uno stile inconfondibile che si basa sul silenzio, il non detto, il creare atmosfere visive e sonore dominate dalla lentezza e dal realismo. (p.d.t.)
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L'offerta delle scuole superiori in Valle
Servizio civile
Per i ragazzi che decidono di proseguire gli studi superiori in Valtrompia esistono varie realtà. A Lumezzane l’Istituto “F. Moretti” (rbs.provincia.brescia. it/iismoretti/) con liceo scientifico, istituto tecnico (economico e tecnologico), istituto professionale. A Gardone c’è l’Istituto “C. Beretta” (www.iiscberetta. it) con Liceo (scientifico, linguistico, tecnologico, scienze umane), Itis (meccanica, elettronica, informatica, chimica e biotecnologie) e Ipsia (meccanica, manutenzione e assistenza tecnica). Infine, l’Istituto “Primo Levi” di Sarezzo (www.primolevi-bs.it), che offre corsi di geometri, ragioneria, periti aziendali, professionale commerciale e sociale, liceo artistico.
Sono diverse le opportunità per chi volesse svolgere un anno di servizio civile volontario presso qualche ente locale: comuni di Sarezzo, Villa Carcina, Bovezzo, Lumezzane, Gardone Val Trompia, Lodrino e il settore cultura della Comunità montana di Valle Trompia. Scadenza dei bandi il 4 ottobre. Info sui rispettivi siti web.
Provincia. Presente e futuro della scuola bresciana; parla l’Assessore alla pubblica istruzione Aristide Peli
Grande attesa per l’anno zero delle superiori con la riforma l’assessorato affidato all’assessorato di Aristide Peli, deve prendersi cura. “In tema di offerta formativa – afferma Peli – di concerto con la Regione abbiamo deciso di mantenere tutti gli indirizzi stabiliti lo scorso mese di marzo, anche se più di uno non ha riscontrato particolare gradimento presso gli studenti. L’anno scolastico servirà anche per far conoscere l’offerta formativa superiore soprattutto in campo tecnico”. Per l’assessore Peli Brescia, realtà a forte vocazione produttiva, deve riscoprire la formazione tecnica. Si tratta di una preoccupazione che nel Bresciano avvertono da più parti. Da anni le realtà imprenditoriali chiedono un maggior raccordo con il mondo della scuola che, a sua volta, va invocando la possibilità di far compiere ai propri studenti esperienze formative in azienda. Nelle intenzioni dell’assessore Peli c’è il desiderio di giungere a una sintesi delle richieste: “La scuola moderna deve formare i suoi studenti all’elasticità, deve fornire loro, oltre alle conoscenze, anche la capacità di misurarsi con un mondo del lavoro che da anni non è più caratterizzato dal posto fisso per tutta la vita”. Anche su questo fronte la Provincia sta lavorando alacremente.
a cura di VoceMedia Pubblicità
Alle attese di studenti, insegnanti e famiglie si aggingono quest’anno anche quelle della Provincia. “Quello che si è aperto il 13 settembre – afferma Aristide Peli, assessore provinciale all’Istruzione – è anche per noi un anno zero perché si vede l’avvio della riforma della scuola secondaria voluta dal ministro Gelmini”. La Provincia, infatti, ha avuto una parte attiva nella riorganizzazione sostanziale e formale delle superiori ridisegnate dal Ministro bresciano. Legittimo, quindi, che il titolare delle deleghe in materia di istruzione di Palazzo Broletto guardi con un minimo di apprensione a questo nuovo “start up”. Gran parte degli sforzi dell’amministrazione provinciale sono stati assorbiti dagli interventi di manutenzione e di messa a norma degli edifici scolastici. La Provincia è infatti proprietaria delle strutture che ospitano gli istituti superiori. Dalla Valle Camonica alla Bassa e da est a ovest, passando ovviamente per la città, sono qualcosa come cinquanta gli edifici di cui Palazzo Broletto, tramite
L'assessore all'Istruzione Aristide Peli
Scuola. I nuovi percorsi di studio attivati all’Istituto “Carlo Beretta” nelle parole del preside Luciano Tonidandel
La riforma scolastica e i nuovi corsi degli istituti gardonesi La riforma scolastica muove nell’ottica delle semplificazione degli indirizzi e di un più saldo rapporto col mondo del lavoro. In Valtrompia l’Istituto d’istruzione superiore “Carlo Beretta” fa da paradigma ai cambiamenti applicati, contando su liceo, istituto tecnico e istituto professionale. “Nel nostro istituto – dice il preside Luciano Tonidandel – seguiamo il metodo galileiano: sperimentare ed elaborare. La riforma punta all’uso degli strumenti e noi abbiamo la responsabilità nel fornire ai ragazzi più competenze che mirino all’applicazione del sapere. Il docente deve mettere ordine
nelle conoscenze, creare dei collegamenti, far scoprire ai ragazzi quali sono le proposte di applicazione di queste conoscenze, sviluppando i diversi talenti e schiudendo loro un nuovo panorama”. Un adeguamento del modo di insegnare che si adatta anche alla modifica degli indirizzi di studio. “Al liceo scientifico “F. Moretti” – prosegue Tonidandel – abbiamo deciso di inserire il liceo linguistico, che partirà con l’insegnamento di spagnolo, inglese e tedesco; il tradizionale avrà più ore di matematica e fisica e ci sarà il corso di Scienze applicate, l’alter ego del vecchio liceo tecnologico che c’era
Il liceo “F. Moretti” di Gardone
all’Itis. Per quanto riguarda il liceo di scienze umane abbiamo aumentato il numero di materie a carattere economico. Per l’Itis confermiamo i corsi di meccanica, elettronica e informatica, ma la grossa novità è rappresentata dalle biotecnologie a indirizzo sanitario per dare competenze che consentano di affrontare corsi universitari di farmacia, chimica e tecnico di laboratorio. L’Ipsia verrà gestita dalla Regione come tutti gli istituti professionali: gli studi saranno di cinque anni, però, abbiamo introdotto anche l’operatore meccanico triennale; continua con successo il corso Tima per armaioli”.
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Salute. Nella ricostruzione mammaria la scelta è fra chirurgia conservativa o intervento di mastectomia
Curare il cancro alla mammella di Claudio Codignola Specialista in chirurgia
Il cancro della mammella può essere trattato con tecniche chirurgiche: chirurgia conservativa (2/3 dei casi) e mastectomia (1/3). La scelta dell’intervento più demolitivo (mastectomia) deriva dalla paura della recidiva, mentre chi opta per la chirurgia conservativa pensa all’aspetto cosmetico finale. Attualmente, però, anche per le pazienti sottoposte a intervento di mastectomia esistono opzioni di ricostruzione mammaria che garantiscono un risultato estetico valido. Scopo della ricostruzione è ristabilire un adeguato volume mammario e mantenere una buona qualità di vita, senza alterare la prognosi o la possibilità di diagnosticare recidive in sede di ricostruzione; infatti, la maggiore conseguenza della mastectomia è l’effetto psicosociale della menomazione fisica ed estetica, che può comportare ansietà, depressione, effetti negativi sull’immagine corporea e nella vita sessuale della paziente. La ricostruzione della mammella ristabilisce l’immagine corporea, migliora la vitalità, la femminilità, la sessualità delle pazienti, concorrendo a migliorare il senso di benessere e la qualità di vita. La decisione di scegliere o rifiutare la ricostruzione mammaria va dalla paziente dopo aver valutato e considerato le possibili opzioni. È stato
dimostrato che la soddisfazione della paziente per la decisione presa è più elevata quando è stata adeguatamente informata e quando il suo livello di coinvolgimento nella scelta è in linea con aspettative e desideri. La ricostruzione mammaria consiste di due fasi: ristabilimento del volume mammario e ricostruzione del complesso areola-capezzolo. La ricostruzione del volume mammario avviene mediante l’uso di impianti, cioè tessuto della paziente. La scelta della tecnica è dettata da numerosi fattori: la forma e la grandezza della mammella nativa, la localizzazione e il tipo di cancro, la disponibilità di tessuti intorno alla mammella e in altre sedi l’età della paziente, i fattori di rischio medici della paziente e il tipo di terapia cui la paziente dovrà essere sottoposta dopo l’intervento. La ricostruzione del complesso areola-capezzolo è solitamente realizzata una volta completate sia la ricostruzione del volume mammario sia la terapia adiuvante. Nelle pazienti sottoposte a ricostruzione monolaterale è possibile, in questa fase, intervenire chirurgicamente sulla mammella controlaterale per migliorare la simmetria delle mammelle (riduzione, aumento o lifting mammario). La ricostruzione della mammella può essere fatta in concomitanza con l’intervento di mastectomia, oppure in due tempi. La ricostruzione immediata con impianto è appropriata per quelle rare pazienti che hanno un seno piccolo, non ptosico e una
porzione adeguata di cute e muscolo in buono stato, in modo da permettere il posizionamento dell’impianto. Lo svantaggio maggiore è che il risultato cosmetico solitamente non è mai buono come quello nelle ricostruzioni in due tempi e in molti casi si rende necessaria l’esecuzione di una procedura chirurgica di revisione a distanza. Per le ricostruzioni in due tempi si posiziona un espansore tissutale in posizione sottomuscolare (solitamente sotto il muscolo grande pettorale) al termine della mastectomia. Nel successivo periodo postoperatorio si procede a una serie di riempimenti sino al completamento dell’espansione (di solito dopo 68 settimane); in tal modo si ottiene un rilassamento e un modellamento della porzione muscolare del torace, pronto per l’inserimento dell’impian-
to definitivo mediante successivo intervento chirurgico. Il volume mammario può essere ripristinato anche con i tessuti della paziente (addome, dorso, gluteo, anche). In tutti i casi, si traspone un lembo di tessuto al torace per ricostruire volumetricamente la mammella. In seguito al grande interesse destato dalle ricerche sulle cellule staminali si è reso disponibile un ulteriore metodo ricostruttivo che utilizza tessuto autogeno. In particolare, sono state scoperte cellule staminali del tessuto adiposo, nelle zone corporee dove questo è più presente. Queste cellule sarebbero in grado, una volta “trasposte” in altre parti del corpo, di generare tessuto adiposo, che nel caso della mammella permette di raggiungere un volume mammario adeguato.
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Gardone. Parla il professor Cancarini, direttore dell’Unità operativa di nefrologia del presidio di Brescia
Controlli e dialisi anche in Valle Grazie a una donazione dell’Aido della cittadina valtrumplina da ottobre sarà disponibile un medico tutti i giorni; questo si aggiunge all’ingrandimento del centro dialisi finanziato dalla Regione che porterà la capienza a 64 pazienti di Mauro Toninelli
Anche a Brescia e in Valtrompia ci sono malati che necessitano di dialisi e cure specifiche di nefrologia. Una storia che parte da lontano. Nel 1970 il professor Maiorca da Parma è arrivato a Brescia e ha fondato al Civile la divisione di nefrologia e dialisi. Nonostante la presenza in città la richiesta era molta e in crescita e in più “c’era anche la necessità di dare una risposta territoriale ai pazienti” dice il professor Giovanni Cancarini, direttore dell’Unità operativa di nefrologia degli Spedali Civili di Brescia. È così che nascono spontaneamete Darfo e Esine o sotto lo stimolo del professor Maiorca i centri di Desenzano (da qui è nato anche Gavardo),
Il Centro di assistenza dell'Ospedale di Gardone
Leno (poi Leno-Manerbio) e Chiari; a Brescia nasce il Ronchettino per i bambini, poi trasferito, e ora è la nefrologia del presidio di Montichiari. “Ognuno dei reparti ha poi aperto delle succursali – dice il direttore – chiamati Centri assistenza limitata; c’è l’infermiera e non è necessaria la presenza del medico il quale però va regolarmente a visitare i pazienti. Noi abbiamo aperto Gardone per rispondere all’esigenza dei malati della Valle”. I pazienti dializzati sono circa 900 per ogni milione di abitanti “A Brescia c’è un ingresso annuale di circa 150 pazienti nuovi. Il lavoro che dobbiamo fare – sottolinea ancora il professor Cancarini – è aiutare chi ha bisogno ma, soprattutto, lavorare sulla prevenzione. Un anno fa è partito un progetto promosso dalla Regione che si chiama ‘Rete nefrologica lombarda’, che mi hanno incaricato di dirigere. Faccia-
mo incontri per condividere risultati con i medici di medicina generale per scoprire il più precocemente possibile i sintomi, trattarli e evitare la dialisi. Questa terapia garantisce una soppravvivenza lunga ma con una qualità di vita non brillantissima.”. Comprensibile la sottolineatura del medico se si pensa che la dialisi va fatta tre volte alla settimana. Per pazienti anziani la dialisi è l’unica soluzione, invece per i giovani esiste la possibilità di trapianti che “facciamo a Brescia dal 1979 e fino ad ora più di 1.300 con ottimi risultati. La parte chirurgica è stata eseguita prima dall’equipe del professor Lo Iacono e poi negli ultimi vent’anni dall’equipe del professor Stefano Maria Giulini. I trapianti necessitano di un ottimo lavoro da parte nostra e anche di altri laboratori, microbiologia, radiologia, anatomia patologica: è un lavoro di equipe ospedaliera e non di
un solo reparto”, chiosa Cancarini. A Gardone esiste un centro nato, all’inizio, grazie alla donazione di macchinari da parte del Lions Valtrompia. Input che ha permesso la realizzazione di un centro che raccoglie 40 pazienti “ma è saturo – dice il dottor Cancarini –. La Regione Lombardia ha stanziato soldi per potenziare l’ospedale di Gardone, tra cui un progetto per aumentare la capienza a 16 posti letto”. Ogni letto tratta 4 pazienti nelle ore della giornata, arrivando così a una disponibilità di 64 pazienti trattabili. “Appena arrivano i soldi, si parte attivando anche un ambulatorio di nefrologia. Ora il medico va a Gardone ma non tutti i giorni. Noi facciamo almeno un controllo settimanale a paziente. Il centro dialisi è senza medico, in teoria, ma facciamo in modo che ci sia 6 mezze giornate”. Efficienza e passione per rispondere ai bisogni di un territorio. A questo progetto approvato dalla Regione si affianca la donazione dell’Aido di Gardone Valtrompia che ha chiesto di potenziare l’assistenza. “Da metà ottobre un pomeriggio alla settimana ci sarà un medico a fare visite nefrologiche per i pazienti valtrumplini. I medici che salgono a Gardone sono gli stessi di Brescia, che arrivano al presidio valtrumplino fuori dal loro orario lavorativo. Se la cosa funzionasse dovrebbe essere formalizzata. Tutto questo in attesa che venga allargato il centro. In quel caso il medico sarà sempre lì” dice il professor Cancarini. Unione tra istituzione ospedaliera, volontà e generosità della gente valtrumplina.
CENTRALINO 03089331 Via Giovanni, XXIII Gardone Val Trompia (BS) ORARIO VISITA PARENTI nei giorni feriali ore 13.00 - 14.00 e 18.45 - 20.00 nei giorni festivi ore 10.00 - 11.00, 14.30 - 16.00 e 18.45 - 20.00
ORARI VISITA PARENTI NEI REPARTI DI OSTETRICIA nei giorni feriali ore 13.15 - 14.15 e 19.00 - 20.00 nei giorni festivi ore 10.00 - 11.00, 14.30 - 15.30 e 19.00 - 20.00
PRENOTAZIONI ATTIVITA’ AMBULATORIALE - telefoniche 0308933500 da lunedi a venerdi ore 8,30 – 12,30 e 13,00 - 15,00 - allo sportello da lunedi a giovedi ore 7,30 – 17,00 e venerdi ore 7,30 – 16,00 - numero verde regionale 800.638.638 dalle 8 alle 20 dal lunedì al sabato Per disdire numero verde 800.620.760 (24 ore su 24)
SERVIZIO PRELIEVI I prelievi ematici vengono effettuati senza prenotazione dal Lunedì al Sabato dalle ore 7.00 alle ore 10.00 (escluso i festivi)
RICHIESTA CARTELLE CLINICHE Ufficio Accettazione – 2° piano – ingresso Ospedale dal lunedì al venerdi dalle ore 7,30 alle ore 16,00 tel. 030.8933.344
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Salute. Le badanti, le infermiere e le baby sitter sono delle figure professionali sempre più preziose
Personale diplomato e qualificato per la cura di malati e di anziani L’associazione Mano nella Mano si occupa anche dell’assistenza legale, contatta le famiglie e stipula i contratti. Fra le novità, il Pronto Soccorso per servizi piccoli ma utili di Maria Teresa Marchioni
Elena Toma è nata in Romania. Arriva a Ghedi una decina di anni fa, in visita ai genitori, che per motivi di lavoro si erano trasferiti in Italia e decide di fermarsi qua. In Romania Elena frequentava l’università di Bucarest per diventare giornalista. “Qui mi sono iscritta all’Università cattolica – racconta – al corso di Scienze linguistiche per la comunicazione e l’impresa. Nel 2007 mi sono laureata. Conosco quattro lingue: romeno, inglese, spagnolo e italiano. Attualmente lavoro al tribunale di Brescia come traduttrice. Di solito vengo chiamata quando ci sono imputati stranieri o interrogatori che devono essere sostenuti in lingua straniera”. Elena, però, fa dell’altro: a Ghedi, infatti, ha creato la fondazione di Mano nella Mano, che si occupa di recluta-
Una badante al lavoro
Un impegno a 360° Il fenomeno delle badanti è molto diffuso. La famiglia tipo che richiede questo servizio di assistenza lo fa per la persona anziana o anche per la persona invalida. La badante lavora tutti i giorni della settimana, e, a volte, anche di notte. Difficilmente le donne italiane facevano questo tipo di scelta. Oggi il fenomeno della badante sta interessando anche molte donne italiane. L’assicura la fondatrice dell’associazione Mano nella Mano, Elena Toma, originaria della Romania. “Questa asso-
ciazione – riferisce la signora Toma – è stata creata appositamente per accompagnare il cammino delle persone che cercano lavoro e delle famiglie che hanno dei bisogni. Noi assistiamo gli uni e gli altri offrendo servizio di assistenza. Persone, italiane o straniere, senza alcuna differenza”. Elena Toma si occupa anche dell’assistenza legale, contatta le famiglie e stipula i contratti. Mano nella Mano si trova a Ghedi in via Garibaldi 18, telefono 339.-7138683. Informazioni anche a tomatranslation@alice.it.
associazione
re badanti, infermiere, collaboratrici domestiche e baby sitter. Il tutto in piena regola. Se straniere, infatti, le aspiranti lavoratrici devono avere le carte a posto, a cominciare dal permesso di soggiorno. Chi le assume, infatti, lo deve fare seguendo tutte le regole: assicurare, versare contributi e previdenza. “Queste sono le condizioni di chi vuole rivolgersi a noi – garantisce Elena Toma –. Noi facciamo i colloqui per verificare se le persone hanno le competenze, poi seguiamo la parte burocratica, facciamo le buste paga e via dicendo. Offriamo un servizio completo”. “Ho deciso di fondare questa associazione – continua Elena Toma – perché conosco bene la realtà delle donne che cercano un impiego come badanti. È un settore del quale le nostre agenzie del lavoro non si occupano. Conoscendo sia le lingue straniere che la realtà, mi sono attivata per fondare questo sodalizio, che non ha scopo di lucro e persegue la finalità di promozione sociale”. Attualmente l’associazione ha cinque soci e ha all’attivo circa 200 contatti: 200 figure professionali pronte ad essere inserite nel mondo del lavoro. “Mi occupo personalmente di selezionare le persone – precisa la signora Toma –. Chi è interessato a un lavoro sostiene un colloquio; alla fine della chiacchierata decido se è idoneo al tipo di lavoro”.
L’associazione
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Per il Lume 3 punti di penalità
Sport
Dopo un inizio di campionato scoppiettante in Lega Pro, il giudice sportivo ha deciso, in seguito al ricorso fatto dall’Alessandria, di non omologare il risultato della sfida del 5 settembre vinta dai valgobbini per 1-0 contro i grigi piemontesi. L’Alessandria ha quindi ottenuto la vittoria a tavolino per 0-3 a causa di un errore della dirigenza rossoblù: nonostante l’attaccante lumezzanese Ferrari avesse avvisato la propria dirigenza di dover scontare un turno di squalifica, dovuto a un’ammonizione ricevuta con la maglia del Montichiari nell’ultima finale scudetto di Serie D, la società ha deciso di farlo scendere in campo. Il caso non è ancora chiuso; la Procura Federale ha aperto un’ inchiesta che potrebbe portare altri due punti di penalizzazione e una squalifica per il bomber Ferrari
Lumezzane. L’intervista al ventunenne esterno destro della squadra valgobbina e di origini lumezzanesi
Andrea Lo Iacono: quando nelle vene scorre il sangue rossoblù Da piccolo il pallone era il suo migliore amico e ora è il suo strumento di lavoro. Dopo un anno di esperienza a Melfi è tornato a giocare nella squadra di casa e del cuore di Alessio Andreoli
Da piccolo il pallone era il suo migliore amico, ora è diventato il suo attrezzo da lavoro. Con i piedi fa magie e a soli 21 anni fa infiammare i tifosi del Lumezzane con le sue cavalcate sulla fascia destra. Stiamo parlando di Andrea Lo Iacono, l’unico lumezzanese che veste la maglia rossoblù. Nonostante la giovane età Lo Iacono è un giocatore d’esperienza con grandi aspettative, come ha potuto dimostrare sul campo nella scorsa stagione, disputata in Seconda Divisione con la casacca del Melfi. Nato e cresciuto a Lumezzane sei il simbolo di questa squadra. È una dura responsabilità rappresentare
Andrea Lo Iacono mentre sfoglia “La Voce della Valtrompia”
i colori della tua città? Da lumezzanese sono veramente orgoglioso di vestire la maglia rossoblù. Il fatto di giocare nella squadra della mia città è per me una grande responsabilità che mi dona forza e stimoli per continuare a crescere e dare il meglio di me. Ogni volta che entri in campo i tifosi ti osannano. Sono molto felice e li ringrazio dell’appoggio che mi danno. Li conosco da
molto tempo e posso dire che sono tutti dei bravi ragazzi! Con loro ho un ottimo rapporto! La scorsa stagione l’hai trascorsa giocando nel Melfi a più di 800 chilometri da Lumezzane. È stato difficile partire? Andare a Melfi è stata una scelta di vita che mi ha ripagato sia sul piano dell’esperienza come uomo sia sul campo. Lasciare Lumezzane è stata una decisione veramente ardua, che
A Concesio campionesse di palladolcevolo Sono in pochi ad essere al corrente che in Valtrompia ci sono le campionesse mondiali di Palladolcevolo. Sono un gruppo di signore, quasi tutte nonne e in età da pensione, che da parecchi anni si dilettano a Palladolcevolo. Giocano con una palla leggera anche per salvaguardare dita, occhiali e dentiere; la rete è più bassa; si può lasciar fare un rimbalzo; non c’è panchina ma tutte giocano, facendo i turni; non c’è un arbitro e in casi dubbi si rigioca il punto; sono rarissimi gli infortuni. Il gioco è così amichevole che al termine non ci si ricorda neppure chi ha vinto. E anche se un po’ stanche, dopo un’ora e mezza di palestra, appena giunte a
casa cercano di celare la fugace forma cucinando. L’attività, oltre che piacevole, ritempra anche il corpo e lo spirito. In questi anni il livello del loro gioco è cresciuto tanto che le campionesse olimpiche della Nico (Nazionale italiana calciatori olimpici) hanno espresso il desiderio di incontrarle. Per ora la cosa non si è ancora concretizzata. E per dimostrare che il loro è uno “Sport con tutti i crismi” l’istruttore ha organizzato un incontro con gli alunni della scuola media comunale. Per dimostrare che chiunque può giocare a questa pallavolo addolcita si è lanciata la sfida sia alla giunta comunale di Concesio che di Villa Carcina. (g.b.)
La squadra di palladolcevolo
ho dovuto prendere in soli due giorni. Inizialmente ho parlato con i miei genitori che, smaltito lo stupore e la sorpresa per la proposta, mi hanno sempre sostenuto. A Melfi hai disputato una grande stagione: 34 presenze e 5 gol. È stata una bellissima annata. Ringrazio il mister che mi ha dato tanta fiducia e sono stato contento di ripagarlo sul campo. Adesso sei di nuovo a casa Lumezzane è la mia casa e sono contentissimo di essere qua con la mia famiglia e di giocare in una grande società. Il rientro in squadra è stato molto gradevole, grazie al fatto che il mister, Davide Nicola, è stato un mio ex compagno di squadra e questo mi ha aiutato molto. Il Lumezzane riparte dopo una grandissima stagione: il trionfo nella Coppa Italia di categoria e un ottimo piazzamento in campionato. Hai qualche proposito per i tifosi? Noi partiamo con l’obiettivo di raggiungere una salvezza tranquilla. Siamo un gruppo giovane con molta voglia di fare e il clima che respiro nello spogliatoio mi dà la consapevolezza che il bellissimo gruppo che abbiamo creato ci potrà portare grandi soddisfazioni.
La Voce della Valtrompia settembre 2010
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Climbing. Cinque i siti in Valtrompia dove salire in sicurezza sulle pareti di falesia
Arrampicata su roccia per esplorare se stessi
La falesia per l'arrampicata in Val d'Inzino
di Andrea Alesci
Mentre la stagione del caldo scivola verso il pendio dell’autunno, gli arrampicatori salgono ancora le pareti di roccia che, nell’ombra o riscaldate dal sole, rimangono discoste nei luoghi silenti dei nostri paesi. “In Valtrompia – dice Claudio Nassini, istruttore, guida alpina e responsabile della palestra di Inzino – esistono molte vie per chi vuole avvicinarsi a questa pratica sportiva. A cominciare proprio da Gardone, risalendo la val d’Inzino, dove troviamo un’ampia falesia con oltre cinquanta itinerari e, pur non prendendo sole il mattino, è ricca di diedri, placche, fessure e qualche corto strapiombo. E sempre nel comune di Gardone, andando verso i piani di Caregno s’incontra nel tranquillo pa-
esaggio alpestre una serie di placche, raggiungibili calandosi dalle soste attrezzate in cima alla parete; oppure in cima alla Valtrompia, sulla Cima Caldoline, proprio a fianco della Capanna Tita Secchi, ecco presentarsi una splendida falesia in quota, suddivisa in quattro settori e con una roccia a tratti dolomitica”. Vie che stanno in un vero e proprio ambiente montano o appena fuori i centri abitati, così come capita per altri due luoghi prediletti dagli arrampicatori. “Anche a Lumezzane – spiega Roberto Parolari, guida alpina e istruttore alla palestra Vertical One di Cogozzo – sul limitare tra Valtrompia e Valsabbia si può abbandonare la strada e salire lungo una strada cementata per circa un chilometro sino a un cancello verde che chiude la strada: qui, sulla parete del Monte Ladino esposta a sud-ovest, il Cai di Villa Carcina ha
esclusiv a
attrezzato una piccola e piacevole falesia con calcare a tacche e buchi quasi sempre di ottima qualità. Inoltre – continua Roberto Parolari – anche nella valle del Garza, appena fuori dall’abitato di Nave c’è una bella falesia, fiancheggiata da un ruscello e circondata da molta vegetazione. Chiodata negli anni Novanta e risistemata interamente nel 2005, è a un quarto d’ora di cammino dalla strada statale 237 del Caffaro in direzione Idro, sul sentiero 436 che va verso il monte Conche”. Rocce che ci preesistono e sulle quali poter intraprendere (insieme a un istruttore) l’arrampicata o anche soltanto luoghi dove osservare le salite dei climber esperti nella tranquillità dell’ambiente montano. Per informazioni su corsi indoor ci sono le palestre di Inzino (Claudio Nassini, cell. 328.2619886) e Cogozzo (Sandro Lombardi, cell. 339.8191172).
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Rugby Lumezzane: si riparte dalla B È sul territorio da 46 anni: era il 1964 quando il Rugby Lumezzane ha preso vita e da allora ad oggi la politica è rimasta sempre la stessa. Quella di lavorare prevalentemente con i giovani promuovendo la disciplina del “terzo tempo” nelle scuole della zona. Questo il biglietto da visita del club, la cui prima squadra ripartirà dalla serie B il 3 ottobre al Rossaghe contro l’Asd Milano. Inseriti nel girone 1, i valtrumplini hanno cambiato coach: è Daniele De Martis coadiuvato da Ivan Zanchigiani. Ma non è l’unica novità rispetto alla passata stagione. La squadra è stata rifondata a causa di partenze e atleti a fine carriera. “Abbiamo cambiato dieci giocatori – spiega il direttore sportivo Marco Ghidini – cinque dei quali provenienti dal settore giovanile e ne andiamo orgogliosi. È un gruppo prevalentemente classe ’85-’90 e siamo andati a pescare nel bacino della Valtrompia”. Oltre alla prima squadra che affronterà per l’ottava stagione la serie B, ne è stata costituita una di C al campo Redaelli di Gardone. “È una sorta di Under21 – aggiunge Ghidini – con giocatori tornati dai vari prestiti in società bresciane e qualche elemento d’esperienza”. Ma il fiore all’occhiello del Rugby Lumezzane rimane la promozione sul territorio. “Stiamo lavorando con le scuole di Valtrompia, Valsabbia e Valgobbia – conclude Marco Ghidini – in più abbiamo una società dedicata al settore giovanile. Si chiama Rugby Junior e racchiude bambini dal settore Propaganda all’Under18”. In bocca al lupo, dunque, al Lumezzane che dà appuntamento a tifosi e appassionati per la presentazione ufficiale sabato 25 presso il Centro Commerciale Arcadia. (ma.ric.)
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VILLA CARCINA L'Erbavoglio di Lana Patrizia in via Roncaglie a Concesio
ANNO II NUMERO 9 - Settembre 2010 Edizioni Opera Diocesana San Francesco di Sales Registrazione del Tribunale n. 22/2009 del 21 marzo 2009 Direttore responsabile: Adriano Bianchi Sede e redazione: Via Callegari, 6 Brescia tel.: 03044250 - fax: 0303757897 e-mail: valtrompiavocemedia.it Pubblicità: Voce Media Pubblicità - Via Callegari, 6 Brescia Tel.: 0302808966 - fax: 0302809371 - e-mail: vmpvocemedia.it Stampa: Centro Stampa Quotidiani Spa - Via dell'Industria, 52 25030 Erbusco (Bs) - Tel. 0307725511 - Fax 0307725566 Progetto grafico e impaginazione: Ernesto Olivetti
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ORARI delle SANTE MESSE (Prefestive e Festive) BOVEGNO S. Giorgio: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.30 - 16.00 (Graticelle) - 18.30
BOVEZZO S. Apollonio: Prefestivo: 16.30 (chiesa vecchia) – 18.30 - Festivo: 8.00 (chiesa vecchia) – 9.30 – 11.00 – 18.30
BRIONE S. Zenone: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 10.30 – 17.00
CAINO S. Zenone: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.00 – 18.00
COLLIO Santi Nazaro e Celso: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 9.30 (chiesa di Memmo) – 11.00 – 18.00
S. Colombano - S. Colombano Abate: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 11.00 – 17.00 - Maniva: Festivo: 15.30 (giugno/settembre)
CONCESIO S. Andrea - S. Andrea Apostolo: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 13.00 Pieve - S. Antonino: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.30 Costorio - S. Giulia: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.00 – 11.00 – 18.00
S. Vigilio - Santi Vigilio e Gregorio Magno: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.00
Concesio - S. Giovanni Battista: Prefestivo:
no: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 19.00 Valle - S. Carlo Borromeo: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 Villaggio Gnutti - S. Giorgio: Prefestivo: 18.00 (Casa di Riposo) - Festivo: 11.00 – 18.00 Gazzolo - S. Antonio di Padova: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 9.30 – 11.00 – 18.00 Fontana - S. Rocco: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 19.00 Pieve - S. Giovanni Battista: Prefestivo: 18.30 Festivo: 7.30 – 10.00 – 11.00 – 18.30 S. Apollonio - S. Apollonio: Prefestivo: 19.00 Festivo: 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.15 – 19.00 MARCHENO Santi Pietro e Paolo: Prefestivo: 18.30 (Santuario della Madonnina) - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.30 Brozzo - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.00 – 18.30 Cesovo - S. Giacomo: Prefestivo: 19.30
MARMENTINO Santi Cosma e Damiano: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 11.15
Ville di Marmentino - Santi Faustino e Giovita: Prefestivo: 20.00 - Festivo: 10.00 NAVE S. Maria Immacolata: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 7.30 – 9.30 – 10.45 – 18.00
Muratello - S. Francesco d’Assisi: Prefestivo:
18.00 - Festivo: ore 8.00 – 10.30
8.30 – 18.30 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 17.30
GARDONE VAL TROMPIA S. Marco: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 8.00 – 10.30
Cortine - S. Marco: Prefestivo: 19.00 - Festivo:
– 18.30
PEZZAZE S. Apollonio: Prefestivo: 15.45 (Casa di Riposo) –
Inzino - S. Giorgio: Prefestivo: 17.30 (Santuario Madonna del Castello) – 19.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 19.00 Magno - S. Martino: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 10.00 – 11.15 – 18.30
IRMA SS. Trinità: Festivo: 8.30 LODRINO S. Vigilio: Prefestivo: 17.00 (Invico) – 18.00 - Festivo: 8.30 (Invico) – 10.00 – 11.00 - 18.00
LUMEZZANE S. Sebastiano - Santi Fabiano e Sebastia-
8.00 – 10.30
18.30 - Festivo: 8.00 – 11.00
Lavone - S. Maria Maddalena: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 18.00
POLAVENO S. Nicola Vescovo: Prefestivo: 19.00 - Festivo: 8.00 – 11.00
Gombio - S. Maria della Neve: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 10.00 – 18.00 - S. Maria del Giogo: Festivo: 16.00 (maggio/settembre) S. Giovanni Polaveno - S. Giovanni Battista: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 8.00 – 10.30
La parrocchiale di Marcheno
SAREZZO Santi Faustino e Giovita: Prefestivo: 18.30 - Festivo: 7.30 – 10.00 – 18.30
Zanano - Regina della Pace: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.30 (S. Bernardino di Noboli) – 10.30 – 18.30 Ponte Zanano - Cristo Re: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 (Maria Madre de Redentore) – 11.00 – 18.30
TAVERNOLE SUL MELLA Chiesa Parrocchiale - Santi Filippo e Giacomo: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.30 – 11.00 – 18.00 Cimmo - S. Calogero: Prefestivo: 20.00 - Festivo: 10.30 – 20.00
Pezzoro - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 17.00 - Festivo: 9.30
VILLA CARCINA Santi Emiliano e Tirso: Prefestivo: 16.00 (Casa di Riposo) – 18.00 - Festivo: 8.30 – 10.30 – 18.00 Cailina - S. Michele Arcangelo: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.00 Carcina - S. Giacomo: Prefestivo: 17.00 (Pregno) 18.00 - Festivo: 9.30 - 11.00 - 18.00 Cogozzo - S. Antonio: Prefestivo: 18.00 - Festivo: 8.00 – 10.30 – 18.00
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