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EDITORIALE di Sonia Maritan
MODULARITÀ E MODERNITÀ
I temi guida per il settore edile sono la riqualificazione energetica, l’impiantistica e i servizi, l’energia e il clima, come emerge anche dall’ANACIday di inizio anno e dell’interessante intervista fatta a Claudio Bianchini da Pietro Zara su “il Quotidiano Immobiliare”, gli stessi temi che spronano le innovazioni di prodotto che raccontiamo sulla rubrica Exhibition anche in questo numero, passando dal Saie al Batimat per tornare in Italia con Colfert, ma anche attraverso le tre Convention di Edilegno, Anfit e Swisspacer Fenestra, incontri densi di informazioni da cui trapelano alcune direttrici, che affiorano come le vie luminose di una città notturna osservata dall’alto. Tendenze del mercato e insieme preoccupazioni denunciate dal settore che noi raccogliamo, anche attraverso la voce di esperti come accade in Outlook: puntualmente firmata da Samuele Broglio. Il 2016 si è aperto per le città italiane con gravi problemi di inquinamento di cui i condomini rappresentano una delle fonti principali. E allora, a me sembra impossibile che ancora non siano state create delle “linee guida” per agire: così come si potrebbe sviluppare la diffusione di auto elettriche nelle città, nel contempo si dovrebbe dare origine a una “rinascita degli edifici” e sommare i benefici “mobili” a quelli “immobili”. La sostituzione degli impianti di riscaldamento e dei serramenti insieme alla coibentazione dell’involucro edilizio porterebbero a una reale riqualificazione energetica e svecchierebbero il nostro parco immobiliare decadente, “certo le operazioni vanno coordinate, magari promuovendo la riduzione fiscale sui guadagni delle imprese che fanno efficientamento energetico, per ridurre i costi su questi interventi. Norme chiare, trasparenti, semplici e programmate su più annualità e non anno per anno. Questo darebbe la certezza di poter pianificare gli interventi ottenendone il beneficio fiscale su tutta la durata dei pagamenti, magari poliennali, cosa che oggi non si ha” – afferma Claudio Bianchini parlando di “Deep Renovation”, intesa come intervento massiccio sui palazzi esistenti, per ottenere un miglioramento del sistema edifici-impianti, così da ridurre l’elevatissimo consumo energetico degli immobili, che costa sia in termini economici che ambientali. Naturalmente per dare corso a interventi straordinari in condominio bisogna effettuare una diagnosi mirata e realizzare un piano di interventi, programmarli, sottoporli a delibera assembleare, chiedere preventivi, far fare i lavori e pagarli e quindi l’incentivo dovrebbe divenire permanente invece che essere ottusamente prorogato di anno in anno. La sensibilità del privato verso il comfort indoor e outdoor è cresciuta moltissimo come dimostra l’impennata delle certificazioni volontarie, cioè quei protocolli studiati da enti e organizzazioni nazionali e internazionali che stanno collaborando al raggiungimento di un patrimonio edilizio energeticamente più efficiente. Quindi “abbiamo un mercato della riqualificazione, della ristrutturazione e della sostituzione del serramento forte e robusto nelle piccole dimensioni, ma manca una leva finanziaria importante e innovativa, capace di mettere le mani sul parco edilizio dei grandi condomini: lì, tutto è ancora da fare…” come afferma Stefano Mora fra queste pagine. I concetti messi in risalto sin qui mi fanno pensare al disegno di una maglia fatta di moduli e, in effetti, trattiamo, in un’intervista realizzata a Bologna, di una finestra concepita in modo modulare “quindi attraverso la suddivisione in moduli, elementi o componenti che interagiscono attraverso interfacce definite rendendo più agevole rispondere ai requisiti richiesti oggi: sempre più sofisticati, garantendo nel contempo un costo paragonabile all’infisso standard e con una qualità tale da garantire una lunga durata utile, oltre a consentire di sostituire agevolmente i moduli difettosi, oppure consentire di aggiornare il serramento e arricchirlo di nuovi elementi” come ci racconta Vasco Nazzi parlando del “Sistema Camaleante”. Concetto trasponibile anche alla filiera delle tecnologie sempre più vicina anche al mondo del cliente finale come evidenzia Pierantonio Santini. Io aggiungo che l’immagine si confà ed è applicabile a un’intera città, perché la modularità prevede che tutto sia ben coordinato, che sostituire un pezzo non produca una distonia all’insieme. Penso che per certi aspetti sia necessario pensare anche a un “Sistema” per riqualificare con criterio i nostri “immobili” energivori. Ancora, dovremmo come in una rete, mettere tutto questo in relazione, proprio come accade fra i relatori nei numerosi convegni a cui assistiamo, anzi è in omaggio ai dialoghi costruttivi e agli incontri spesso piacevoli che questi sottendono che scelgo, per questo editoriale, una foto con Francesco Mangione, “interprete d’azione” del settore.
Nella foto Sonia Maritan con Francesco Mangione, titolare di Spi.
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COLOPHON EDITORIALE di Sonia Maritan
OUTLOOK NON SI PUÒ FARE di Samuele Broglio
CONVENTION Swisspacer Fenestra Vision Symposium di Pietro Ferrari
CONVENTION EDILEGNO
di Sonia Maritan
42 PONZI 43 BUSSI 44 STRAUDI 46 RED OKNO 47 METRO INFISSI 48 SERRAMETAL 50 SAN MICHELE ARCANGELO COSTRUZIONI
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LA DISTRIBUZIONE MULTICANALE
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LA TUTELA DEL MADE IN ITALY PASSA DA QUI…
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di Sonia Maritan
INNOVATION
LO SCORREVOLE ROVESCIATO
EXHIBITION BATIMAT di Sonia Maritan
53 SCRIGNO 55 DOTT. GALLINA 57 JANSEN 58 ECLISSE 60 DE CARLO
di Sonia Maritan
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63 EXHIBITION COLFERT
LA FIERA DEL SERRAMENTISTA di Sonia Maritan
32 ITAL-PLASTICK 34 CONSORZIO LEGNO LEGNO 36 VIDALI FINISHING
39
IL CORRETTO SISTEMA DI CERNIERE PER OGNI PORTA di Beatrice Guidi
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PROJECT FINSTRAL
UN INVOLUCRO LUMINOSO di Monica Zani
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PROJECT AGB
UN’INCRESPATURA DEL TERRENO DIVENTA CASA di Roberta Bocca
72 NOTES SIMONSWERK
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TECHNOLOGY CMS Wood Technology
L'EVOLUZIONE CREATRICE di Pietro Ferrari
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IDENTIKIT CELEGON
QUARANT’ANNI AL SERVIZIO DELLE PERSONE di Beatrice Guidi
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IDENTIKIT REKORD
NUOVA VITA AL LAVORO DEI SERRAMENTISTI REKORD di Beatrice Guidi
L’INNOVAZIONE CHE ARRIVA DA PARIGI
di Sonia Maritan
CONVENTION ANFIT
EXHIBITION SAIE SAIETRE
LA SMART HOUSE DI SAIE
MODULARITÀ E MODERNITÀ
UNO SGUARDO AL FUTURO DELLE FINESTRE E DELLE FACCIATE
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PROJECT AGOSTINI GROUP SOLO VETRO, SOLO LUCE di Valeria Bonatti
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NOSTRA SQUADRA Due parole su di noi
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CONTATTI di Franco Riccardi
OUTLOOK di Samuele Broglio
NON SI PUÒ FARE
Le proposte da mettere in atto contro l’invasione di serramenti low cost “made in East”, che arrivano davvero numerose in Confartigianato, spesso risultano impraticabili perché contravvengono alle regole interne della Comunità Europea di cui l’Italia è parte. Purtroppo, anche guardando alla Francia dove apparentemente troviamo “quello che si può fare”, poi si rimane con il classico “uovo di Colombo” in mano. Vista la massiccia invasione di serramenti low cost “made in East”, mi accade sempre più spesso che dirigenti locali e associati di Confartigianato si rivolgano a me, nel mio ruolo di presidente della Federazione Legno-Arredo, ipotizzando tattiche di contrasto da proporre alla Pubblica Amministrazione al fine di difendere i produttori nazionali. Purtroppo queste proposte spesso si rivelano impraticabili in quanto contravvengono in toto alle regole interne della Comunità Europea alla quale l'Italia appartiene, cosa questa che, qualora le stesse venissero messe in atto, porterebbe a immediate reazioni da parte delle autorità comunitarie che potrebbero addirittura sfociare nella procedura di infrazione. In considerazione del fatto che le proposte, che mi pervengono sono in buona sostanza sempre le stesse ne darò una rapida analisi, spiegando le ragioni della loro impraticabilità. 1) Premialità sullo sgravio IRPEF (ossia maggiori percentuali di sgravio) in caso il cliente finale scelga prodotti “Made in Italy”: tale ipotesi confliggerebbe con le regole
comunitarie in materia di libera circolazione delle merci, in base alle quali non si devono porre restrizioni a merci comunitarie e non si devono creare differenze tra i produttori nazionali e quelli provenienti dal resto della Comunità, e addirittura potrebbe anche essere letta in Europa come aiuto di Stato al sistema produttivo nazionale; queste cose sono del tutto vietate e portano inevitabilmente alla richiesta di una loro eliminazione pena l'apertura della già citata procedura di infrazione (con costi e sanzioni connesse). 2) Subordinazione dell'accesso allo sgravio IRPEF all'acquisto di prodotti “Made in Italy”: se la proposta precedente non risulta praticabile, figuriamoci questa! Gli Stati membri della Comunità Europea non possono in alcun modo porre restrizioni legate al luogo di provenienza a merci che provengano dall'interno dell'area comunitaria, quindi se tale proposta venisse messa in atto le reazioni di Bruxelles sarebbero certamente immediate e violente. 3) Richiesta alle ditte che operano nel campo dell'edilizia di documentazioni
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particolari (per esempio DURC o iscrizione CCIAA) e blocco dei lavori in caso le imprese coinvolte non possano presentarli: naturalmente questo tipo di richieste dovrebbe essere fatto da Enti quali i Comuni che operano sul territorio e ciò eviterebbe leggi nazionali. Purtroppo gli Stati membri debbono non solo evitare di emanare leggi che limitino la libera circolazione delle merci, ma debbono pure vigilare al fine di evitare che Enti pubblici operanti al loro interno (i Comuni lo sono) limitino tale libera circolazione, e quindi il finale sarebbe lo stesso. Certamente si potrebbero pretendere documentazioni che comprovino la regolarità delle aziende operanti, ma in tal caso la rispondenza alle leggi nazionali del Paese di provenienza per ditte estere ma comunitarie dovrebbe essere equiparata alla rispondenza a quelle nazionali per le ditte italiane (e se nel Paese estero comunitario non vi sono regole in materia? Non potendo richiedere ciò che in tale Paese non c'è ci si troverebbe con più obblighi alle ditte italiane e con nessun obbligo per le ditte estere, quindi “cornuti e mazziati”), cosa questa che annullerebbe l'efficacia di tali provvedimenti. 4) Controlli sulla corretta Marcatura CE dei prodotti: questo sì sarebbe possibile, e anche encomiabile a livello comunitario, ma temo che per svariate ragioni l'impatto su ciò che più ci interessa, ossia la difesa del sistema produttivo nazionale e quindi delle nostre aziende, sarebbe
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minimo se non nullo. Infatti, dato il miserevole stato delle finanze nazionali, un controllo fisico sui prodotti per verificare la reale corrispondenza tra le prestazioni dichiarate e quelle effettivamente espresse dal prodotto è da escludere dati i suoi costi, cosa questa che farebbe sì che i controlli sarebbero solamente di tipo documentale (presenza della DoP e del label di marcatura e loro corretta compilazione) e non materiale. Detto ciò, e tenuto conto del fatto che le aziende est europee, che invadono il nostro mercato sono solitamente abbastanza grosse e strutturate e inoltre tarate sul mercato tedesco (nel quale senza documentazioni, magari “discutibili” come per esempio si sono rivelate essere le dichiarazioni delle emissioni di molti modelli di auto Volkswagen ma formalmente ineccepibili, non si vende), viene logica la domanda; ma veramente pensiamo che un semplice controllo documentale possa fungere da filtro? 5) Controlli in cantiere sulla regolarità e sul rispetto delle norme di sicurezza in caso di installatori esteri: anche questo possibile ed encomiabile, ma anche questo temo con scarso impatto sull'aspetto che più ci interessa. Infatti, il predetto miserevole stato delle finanze pubbliche statali rende impraticabile la via di controlli costosi che non abbiano maniera di portare ritorno nelle casse dello Stato (ammettiamolo, i controlli servono in parte ad assicurare il rispetto delle leggi ma in parte pure a elevare sanzio-
ni che rimpingueranno le casse degli Enti pubblici). Essendo le ditte da controllare non residenti sul territorio nazionale l'opera di riscossione di eventuali sanzioni si rivelerebbe quantomeno ostica, dato oltretutto il relativamente ridotto importo delle stesse (in caso di riscossione internazionale le complessità sono tali e tante che poche migliaia di euro non valgono la pena), e quindi l'azione diverrebbe poco efficace e sicuramente non sostenibile sul lungo periodo.
chi si sia qualificato direttamente (decisamente male).
Nulla da fare quindi? Non del tutto, in quanto un'opzione ci sarebbe, ossia copiare, quanto hanno fatto i francesi; in pratica in Francia per accedere a certi tipi di sgravio legati alle opere di riqualificazione energetica, deve essere presente un soggetto che abbia seguito specifici corsi nazionali e che sia iscritto a specifici albi, corsi e albi che però, per evitare procedure di infrazione legate ai predetti ostacoli alla libera circolazione, sono aperti a tutti i cittadini della comunità e non solo a soggetti di nazionalità francese. Bene, verrebbe da dire, cosa aspettiamo? Facciamolo anche noi e cominciamo così a difendere il nostro mercato. C'è però un aspetto che non può sfuggire a chi come me opera da anni in certi campi e che fa sì che io sia sostanzialmente restio a proporre una soluzione che di primo acchito potrebbe sembrare il classico “uovo di Colombo”. Poniamo la seguente concatenazione di eventi, di per sé per nulla impossibile in Italia data la “stranezza” del nostro Paese: 1. Lo Stato per legge obbliga le ditte a seguire specifici corsi e ad avere una specifica autorizzazione ministeriale la quale inizialmente è gratuita a esclusione dei costi legati al corso e alla preparazione della documentazione; ciò in un’ottica aziendale crea una difesa delle ditte nazionali con un costo modesto (bene).
A seguito di tale concatenazione di eventi, ripeto non impossibile, le aziende nazionali che seriamente si fossero qualificate direttamente, diverrebbero ancor più costose rispetto ai produttori low cost e quindi si ritroverebbero di nuovo nella non invidiabile condizione dei “cornuti e mazziati” precedentemente citata, mentre il soggetto che avesse proposto inizialmente la qualificazione delle aziende si ritroverebbe relegato nello scomodo ruolo di esimio imbecille, privo della seppur minima capacità di immaginare il futuro. Ripeto, quindi, nulla da fare? Odio dare brutte notizie, ma temo di no, tanto che il nostro stesso problema è vissuto, senza trovare soluzioni valide, anche dai produttori di serramenti tedeschi che hanno continuato a produrre in Germania e non hanno delocalizzato a Est. Le strane regole comunitarie di un'Unione nata abbastanza male, in questo momento stanno favorendo i produttori provenienti da quei Paesi che stanno giovandosi di pesanti contributi da parte della Comunità e che stanno incentivando le loro imprese, in parte mantenendo bassi costo del lavoro e pressione fiscale, in parte finanziandole in maniera più o meno diretta e in altra parte rimanendo “mezzi dentro e mezzi fuori” dall'Europa (in pratica non avendo l'Euro) e quindi potendo da una parte giovarsi dei vantaggi del libero mercato e dall'altra potendo avvantaggiarsi della leva del cambio. L'unica cosa da fare è resistere, ricordando che certi tipi di politiche nazionali di sostegno alle imprese e alle esportazioni alla lunga non reggono (Giappone prima e Cina ora, insegnano) e che quindi dopo un certo periodo devono essere abbandonate dato il loro elevato costo che si paga solo all'inizio dello sviluppo ma che non può essere sostenuto alla lunga a fronte di un'economia matura, cosa questa che inevitabilmente porterà al momento (speriamo non troppo lontano) nel quale un serramento prodotto in Italia presenterà un differenziale di prezzo rispetto a uno “Made in Est” così ridotto da non giustificarne più i costi di trasporto.
2. Uno dei governi successivi, nella solita disperata ricerca di nuove fonti di entrata per rimpinguare le già citate devastate finanze nazionali, fissa una serie di tariffe da corrispondere per l'emissione del certificato di autorizzazione e per il suo rinnovo (non bene). 3. Immediatamente si forma una nuova categoria di “soggetti di servizio” i quali acquisiscono la necessaria abilitazione e poi la rendono disponibile a tutti coloro che ne abbiano necessità, nazionali o esteri che siano, divenendo così garanti dal punto di vista della legge; tali soggetti facendolo per molti, riducono i costi per i fruitori di detto servizio rispetto a quelli sostenuti da
4. Nel durante, inoltre, in parte per evitare complicazioni con gli altri Stati membri in parte per lassismo, nel mercato continuano ad essere accettati come prodotti conformi anche quelli provenienti da ditte prive di qualificazione nazionale purchè aventi sede in Paesi esteri (ancora peggio).
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CONVENTION
Swisspacer Fenestra Vision Symposium di Pietro Ferrari
www.swisspacer.com
Un meeting di alto livello al secondo Swisspacer Fenestra Vision Symposium.
UNO SGUARDO AL FUTURO DELLE FINESTRE E DELLE FACCIATE tori di sistemi e progettisti, così come noti esperti del mondo della scienza. La competenza tecnica e l'entusiasmo del moderatore Ulrich Sieberath, direttore di ift Rosenheim Institute ha assicurato la costante attenzione al panel di esperti che ha prefigurato dove il mercato delle finestre e delle facciate si stia dirigendo. Il relatore Winfried Heusler, Senior Vice President di Schüco, ha sottolineato nella sua presentazione che l'efficienza non deve essere l'unico driver dell'innovazione. Nella sua relazione ha posto l'accento sullo sviluppo della popolazione mondiale e sulle sfide ad esso connesse. Sulla base di un aumento della popolazione di 2,5 miliardi di persone entro il 2050, circa 1.700
Andreas Geith, Ceo Swisspacer.
Le finestre e le facciate degli edifici in Germania e in tutta l'Europa si trovano ad affrontare grandi sfide. Gli sviluppi del mercato dinamici e i requisiti richiesti per gli edifici del futuro sono i driver che alimentano la necessità di nuove soluzioni. Questa è stata la conclusione tratta dai maggiori esperti di settore al simposio Swisspacer Fenestra Vision, tenutosi l’11 settembre a Potsdam, in Germania. Una cosa è chiara: il futuro è già cominciato. L'elenco dei partecipanti a questo forum di esperti rappresenta il Gotha del settore europeo delle finestre e delle facciate continue. Il simposio ha accolto costruttori di alto livello di finestre, forni-
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Prof. Dr. Winfried Heusler, Schüco International.
Panel of Experts: J. Oberrauch (Finstral), M. Prösler (Proesler Kommunikation), H. Noichl (Optiwin), M. Langen (B+L Marktdaten).
nuove città delle dimensioni di Monaco sarebbero necessarie per creare lo spazio sufficiente per garantire un tetto a tutta la popolazione. Detto questo, i paesi industrializzati dovranno sviluppare nuovi sistemi, che riducono la quantità di risorse necessarie in tutto il mondo e contribuiscano ad ammorbidire l'impatto delle attività in corso. Per gli edifici del futuro si vede la necessità di una catena digitale chiusa che si estende dalla progettazione dell'edificio fino alla sua gestione e manutenzione. Tuttavia, ciò richiederebbe interfacce uniformi, che sono idealmente specificate da tutti i partner coinvolti nelle attività del settore. Heusler ha esplicitamente messo in guardia contro il rischio di permettere ai giganti del software come Google & Co. di prendere il controllo dell'intero processo. In futuro, potrebbe essere possibile controllare la costruzione e la tecnologia di una facciata che è in grado di apprendere e monitorare e gestire i componenti da remoto. Tuttavia, ci sarebbe ancora bisogno di approfondire le impostazioni tecniche di base.
LA SCOPERTA DI SVILUPPI INNOVATIVI
Thomas Winterstetter, amministratore delegato di Werner Sobek, Stuttgart, ha presentato gli ultimi progetti realizzati dalla sua azienda, come
ad esempio il Museo Nazionale del Qatar, progetti che vanno ben al di là di ciò che era possibile in precedenza in termini di involucro edilizio. Tali cantieri di grandi dimensioni indicano almeno una sfida per l'industria facciate: la globalizzazione ha fatto sì che questi progetti multinazionali richiedono interfacce standardizzate, standard uniformi, le linee guida di qualità e il Building Information Modeling (BIM). Andreas Bittis di Saint-Gobain Glass ha evidenziato come le interazioni tra i proprietari di edifici, architetti, industrie e tutti gli attori tecnici coinvolti in progetti di costruzione cambieranno in futuro. A suo avviso, si parla innanzitutto di Building Information Modeling (BIM) che garantirà sempre più stretti rapporti tra i soggetti coinvolti. Tutte le informazioni rilevanti, come ad esempio i disegni, i materiali, le dichiarazioni ambientali, i costi, le caratteristiche dei prodotti, e via dicendo sono accentrate e le informazioni più aggiornate sono disponibili in ogni momento per tutte le parti coinvolte in un modello 3D. Questo facilita la progettazione simultanea (simulaneous engineering) così come l'energia e il processo di analisi fin dalla fase di progettazione. In alcuni paesi in Europa, la procedura BIM è già obbligatoria per i progetti di edilizia pubblica.
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Panel of Experts: S. Sepp (Raico), Prof. U. Sieberath (ift Rosenheim), H. Pahlsmeyer (Schüco International), J. Palethorpe (Sapa Building Systems).
L'Unione Europea stava definendo obiettivi chiari e ambiziosi in termini di energia e clima, che avrebbero reso possibili innovazione precedentemente inimmaginabili: e cosa stava facendo il settore delle costruzioni al fine di realizzare questo obiettivo? Invece di cogliere questa occasione sprecava il suo tempo e si batteva contro Bruxelles.
TEMA CHIAVE: COSTRUZIONE DI FACCIATE
Panel of Experts: Prof. Dr. W. Heusler (Schüco International), R. Schild (Compagnie de Saint-Gobain), Prof. U. Sieberath (ift Rosenheim), Dr. T. Winterstetter (Werner Sobek Stuttgart), A. Bittis (Saint-Gobain Glass Deutschland).
Robert Schild, Direttore Marketing settore Habitat di Saint-Gobain, ha evidenziato nella sua presentazione sia il ruolo del comfort domestico che deve essere garantito sempre in buon rapporto qualità-prezzo. Le emozioni giocano un ruolo chiave in diverse decisioni di acquisto, come ad esempio quando si acquista un'automobile. Spesso, viene speso molto più denaro di quanto sia in realtà sia comportato dal valore di utilità di ciò che viene acquistato. Al contrario, quando si tratta di un fattore di pulizia ambientale, che potrebbe essere raggiunto attraverso un investimento in edifici più efficienti, si ragiona solo in termini di ritorno finanziario. Questo ha rappresentato un’occasione mancata da parte dell'industria.
Sul tema della "costruzione di involucri edilizi ad alte prestazioni”, Hendrik Pahlsmeyer, responsabile del Product Management di Schüco, ha presentato il sistema parametrico proposto dalla sua azienda. Questo sistema rende possibile progettare le facciate con un design generativo, cioè di utilizzare disegni generati tramite algoritmi di programmi per computer. Questa è stata la risposta di Schüco alla tendenza verso forme sempre più complesse di facciata. Jon Palethorpe, Responsabile Wicona Brand, ha presentato un nuovo sistema di profilo in alluminio con una pellicola termoriflettente integrata. A seconda del valore Uf richiesto, l'isolamento termico può essere montato all'interno del telaio in diverse varianti utilizzando un sistema a scatto. Questo sistema è certificato (PHB) e raggiunge un valore Uf di 0,8 W / mK. Un sistema di profilo per facciate in acciaio termico ottimizzato completamente nuovo della Raico è stato presentato dal responsabile ricerca e svi-
010 SistemaSerramento CONVENTION_Swisspacer Fenestra Vision Symposium
Panel of Experts: I. Riewenherm (Pural), H. Over (Hilzinger), Dr. B. Krick (Passivhaus Institut), F. Freundorfer (pro Passivhausfenster).
luppo Stefan Sepp. Questo sistema raggiunge valori Uf fino a 0,75 W / mK e può sopportare carichi di vento fino a 1.000 kg. Un altro highlight ha visto Stefan Sepp offrire una panoramica del progetto "Visioneum Energy + Augusta": un profilo composito di alluminio-carbonio viene utilizzato come struttura portante. Nonostante una larghezza visibile del profilo di soli 56 mm, questo sistema può raggiungere una valore di 0.47 W/m2K. Oltre ai componenti provati e testati, come il fotovoltaico, ai dispositivi di accumulo in batteria e alle pompe di calore, la protezione solare in tessuto deve essere inclusa, assieme a un dispositivo solare di stoccaggio di ghiaccio per il raffreddamento e a una facciata a base di alghe per produrre energia.
TEMA CHIAVE: VETRO ISOLANTE
Franz Feldmeier, dell'Università di Rosenheim, ha presentato gli ultimi sviluppi nel settore del vetro isolante. Dal suo punto di vista, anche se il vetro con camera vuota è tecnicamente fattibile e disponibile sul mercato, il bordo della vetratura pone ancora un problema significativo: la connessione vetro-vetro saldato è troppo rigida e può portare a tensioni e a danni se sottoposta a importanti differenze di temperatura. Per questo motivo, le dimensioni delle lastre sono ancora molto limitate. Sebbene Feldmeier ammetta che il collegamento vetro-metallo saldato sia più flessibile e porti a risultati di minore tensione, ha anche portato ad altri problemi. I bordi del vetro vuoto potrebbe generare un "corto circuito termico" e contribuire a una prestazione complessiva peggiore in termini di energia. Tuttavia, questo pro-
blema potrebbe essere risolto attraverso una combinazione di doppi vetri a vuoto con distanziatori a bordo caldo. Secondo Feldmeier, un valore Ug di 0,35 W / mK può essere raggiunto utilizzando il quadruplo vetro isolante come una soluzione a bassa tecnologia ma i carichi climatici addizionali in caso di differenze di temperatura e pressione atmosferica aumentano il rischio di rottura del vetro. I parametri chiave, come la trasmissione della luce e i guadagni solari nel caso di quadruplo vetro isolante, sono anch'essi in calo, mentre le temperature più elevate in estate nei riquadri centrali richiedono l'uso di costoso vetro temperato. Secondo Feldmeier ci sono solo pochi sistemi adatti per il peso del vetro e per lo spessore totale di circa 76 millimetri. Il progetto di svilupppo europeo MEM4WIN è attualmente alla ricerca di soluzioni che utilizzino un vetro estremamente sottile. Feldmeier ha dato una valutazione molto positiva dei risultati del progetto di ricerca ift "Vetrocamera a pressione rilasciata". Egli vede alcune buone opportunità per un'implementazione nella pratica. Con capillari o valvole attraverso lo spigolo della vetratura nella cavità tra le lastre, che è fino a venti millimetri di larghezza, l'equalizzazione della pressione permanente fornirebbe una soluzione al problema dei carichi climatici. Allo stesso tempo, valori Ug ragionevoli potrebbero essere raggiunti.
FINESTRE CON STRUTTURE IN DETTAGLIO
All'interno del tema della "Costruzione di finestre innovative con caratteristiche di elevata efficienza energetica", Benjamin Krick dell'Istituto Passivhaus ha presentato
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Le dinamiche di sviluppo del settore in Europa.
alcuni importanti principi guida: una cornice profilo più sottile garantisce guadagni solari ottimali. Per evitare aree di perdita di calore, ci deve essere uno strato continuo di isolamento dal vetro isolante al telaio, lacune in termini di flusso di calore devono essere minimizzate e ci deve essere una grande profondità della vetratura, un bordo isolante all'interno e vetro di alta qualità con un bordo distanziatore caldo. Questa esposizione è stata seguita da uno sguardo dettagliato a questi principi guida e alla loro implementazione negli edifici presentati. I principali fornitori di finestre Passivhaus - tutti i vincitori dei rinomati Premi Passivhaus componenti hanno poi presentato i più recenti risultati delle loro ricerche. Helmut Over, responsabile della ricerca alla Hilzinger FBS, ha presentato con passione il suo profilo in PVC di nuova concezione, che produce un valore Uf di 0,50 W / mK. In Il National Museum in Qatar.
CONVENTION Swisspacer Fenestra Vision Symposium
combinazione con due lastre di vetro vuoto e un bordo caldo distanziale, UW-valori più bassi 0,29 W / mK erano possibili. Ingo Riewenherm, responsabile vendite e marketing di Pural, ha evidenziato con il suo intervento che anche un profilo in alluminio che in linea di principio è difficile da ottimizzare in termini di valori termici, può raggiungere un valore Uf fino a 0,70 W / mK. Franz Freundorfer, amministratore delegato di pro Passivhausfenster, ha spiegato la sua concezione di sviluppo finestra: una significativa innovazione è il pezzo d'angolo, che esercita non solo la funzione turn-tilt, ma allo stesso tempo rappresenta il punto di connessione per le parti del telaio e quindi sopporta l'intero peso del telaio statico. Ha anche presentato la prima porta scorrevole certificata Passivhause una soluzione di design speciale per il suo sigillo.
UNO SGUARDO OTTIMISTICO AL FUTURO
Un tema di particolare interesse è stato lo studio di mercato "innovazioni della finestra in Europa 2020 - cosa prevarrà?" presentato da Martin Langen, Managing Director di B + Dati di mercato L. In base ai dati attuali, il futuro è luminoso per i costruttori di finestre e facciate che si concentrano su prodotti energeticamente ottimizzati. Lo studio prevede una crescita delle quote di mercato di finestre con lo standard Passivhaus in Europa, vale a dire una crescita fino al 13 per cento in Polonia, al 10 per cento in Svezia, all'8 per cento in Francia, al 7 per cento nel Regno Unito e un ulteriore 6 per cento in Germania. Secondo lo studio, le quote di mercato detenute dalle finestre con valori U 0,8 W / mK aumenteranno del 25 per cento in Germania, del 30 per cento in Austria e fino al 35 per cento in Svizzera entro il 2020. Sulla base di queste previsioni, le strategie per lo sviluppo del mercato sono state al centro di un giro di discussione molto interessante tra Gabriel Grelte, vice presidente della R & S Inwido, Joachim Oberrauch, membro del consiglio di sorveglianza di Finstral AG e Herbert Noichl, amministratore delegato di Optiwin. Considerando che la società per azioni basata a Malmo Inwido punta sull'acquisto di produttori di finestre idonei sui mercati chiave europei, l'azienda a conduzione familiare Finstral sta cercando di sviluppare ulteriormente la propria struttura e la propria strategia: le funzioni chiave, come lo sviluppo dei sistemi, la consulenza, la progettazione e la produzione, sono organizzate e gestite centralmente. Installatori qualificati, che lavorano secondo standard di qualità certificati e frequentano regolarmente i corsi di ift Rosenheim, lavorano sul posto con i clienti. Optiwin, a sua volta, sta seguendo un percorso alternativo con la sua strategia, che ha già un
orientamento internazionale. Il concetto di rete di piccoli produttori di finestre qualificati, indipendenti e regionalmente ben consolidati è al centro della strategia. L'ultima generazione di finestre viene sviluppata e commercializzata da questa rete in costante crescita. Optiwin ha appena ricevuto il primo premio al Passivhaus Award per il secondo anno di fila. Tutte e tre le aziende sul palco erano d'accordo che gli attuali sviluppi sul mercato europeo devono essere affrontati con una strategia chiara. Questo è l'unico modo per generare vere opportunità dalle tendenze illustrate. "Al nostro convegno, vogliamo guardare l'industria nel suo complesso ma anche nei minimi dettagli: dai requisiti globali posti sulla città del futuro, attraverso gli involucri edilizi richiesti fino ai dettagli di costruzione della finestra", ha annunciato Andreas Geith, Managing Director di Swisspacer nel suo discorso di benvenuto. E non si tratta di una promessa troppo ambizionsa. Con il suo secondo simposio, Swisspacer è riuscito a creare un modello dettagliato dei possibili sviluppi, degli scambi di stimoli e delle discussioni al di là di settori e confini nazionali.
Il Visioneum di Sahner Architekten.
National Museum of Qatar. Copyright: Werner Sobek Stuttgart Forecast for Passivhaus windows in Europe Copyright: B + L Marktdaten Visioneum Energie+ in Königsbrunn. Cooperation between the City of Königsbrunn, Lechwerke AG and University Augsburg Copyright: G.A.S. Sahner Architekten Copyright for following photos: SWISSPACER
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CONVENTION EDILEGNO di Sonia Maritan
www.economia.unipr.it www.federlegnoarredo.it
LA DISTRIBUZIONE MULTICANALE A L’Albereta, a Erbusco in provincia di Brescia, si è tenuta l’Assemblea generale di EdilegnoArredo il 18 settembre scorso, un’occasione per presentare i principali risultati della ricerca “I nuovi ruoli della distribuzione: integrazione, multicanalità e web” condotta da Edoardo Sabbadin e Francesca Negri: Docenti dell’Università di Parma – Dipartimento di Economia. Ne nasce un’acuta sintesi delle tendenze in termini di proposizione dei marchi sul mercato, di come questi si “confezionino” oggi in molteplici format e in modalità multicanale.
Due momenti dell’Assemblea generale di EdilegnoArredo, tenutasi il 18 settembre scorso a L’Albereta di Erbusco in provincia di Brescia: la platea e il tavolo di relatori con Francesca Negri, Edoardo Sabbadin e Massimo Buccilli (a destra), Presidente di EdilegnoArredo.
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Permangono in Italia elevate differenze territoriali e certamente le logiche competitive sono condizionate dalla dimensione locale dei mercati. I prodotti oggetto della ricerca sono eterogenei e la componente di servizio: rilievo, posa, certificazione, etc, è molto importante. Alcuni sono vicini alle logiche emozionali dei complementi d’arredo, altri sono prodotti prettamente tecnologici. Queste le premesse da cui parte la ricerca del Dipartimento di Economia dell’Università di Parma: “I nuovi ruoli della distribuzione: integrazione, multicanalità e web” di Edoardo Sabbadin e Francesca Negri. Emerge come, per prevedere il futuro di un settore, sia necessario studiare i trend del mercato e interpretarli, per esempio nella distribuzione, spiegando la recente rinascita del servizio di vicinato per capire se si tratti di fattori strutturali validi anche per i prossimi anni; ma anche come gli imprenditori possano contribuire a costruire il futuro (Ford – Steve Jobs). L’obiettivo che si pone la ricerca è quello di capire quali
saranno gli scenari distributivi di porte, finestre e pavimenti in legno e come gestire i cambiamenti nei canali di distribuzione. Per gestire i canali distributivi vengono suggerite tre fasi: strategie di trade marketing, iniziative di miglioramento gestionale dei distributori partner, CO-MARKETING e SELL-OUT. I canali distributivi sono aumentati e la tendenza continuerà: negozi/showroom monomarca - canali ibridi (progetti e contract; artigiani posatori e imprese edili; agenti che vendono direttamente); GSS/GDO; rivendite idrotermosanitari ITS con showroom e rivendite edili con showroom; E-commerce; distributori specializzati; ferramenta. L’affermazione del canale diretto monomarca è crescente e contribuisce a creare/affermare un marchio. È una strategia seguita anche per entrare nei mercati esteri. Nel commercio oggi continua la tendenza dei produttori di marca ad aprire negozi e/o showroom di proprietà monomarca, anche con soluzioni temporanee. Il trend prosegue anche dopo la crisi iniziata nel 2008, ma con maggiore attenzione ai costi. È una tendenza iniziata nell’altagamma ma che si va estendendo (Flag ship marketing). Questo crea un canale più diretto con il cliente ma è necessario porre attenzione alle competenze. Riguardo le categorie di professionisti, va considerato innanzitutto che in Italia operano più di 140.000 architetti iscritti all’albo, tutti potenziali promoter di porte, finestre e pavimenti e che l’evoluzione della normativa sulle certificazioni ha rafforzato il ruolo dei professionisti nella filiera dell’edilizia, perché in genere riescono a creare un rapporto di fiducia con il cliente finale privato e influenzano le scelte:
anche perché possono far vedere realizzazioni recenti e il cantiere nella fase finale diventa showroom. Gli architetti, infatti, sempre più dedicano una parte del loro studio alla presentazione di prodotti, in varie modalità: reale, digitale o con cataloghi. Alcuni sviluppano anche partnership con distributori tradizionali. Le modalità di pagamento dei professionisti del settore andrebbero riviste: di fatto non funzionano più. Fortunatamente, andiamo verso un sistema via via sempre più controllabile e questo dovrebbe anche stimolare dei procedimenti più diretti, immediati e codificati.
LA GRANDE DISTRIBUZIONE DI BRICOLAGE
I relatori poi trattano di GSS specializzate nel bricolage, settore che in Italia ha un ritardo di almeno una decina d’anni rispetto a Inghilterra, Germania e Francia; ma il bricolage italiano ha ancora notevoli differenze Nord/Sud, mentre i più grandi Paesi europei hanno consumi di bricolage decisamente superiori rispetto all’Italia e anche un sistema distributivo solido e capillare. Ad esempio, il mercato francese del DIY vale quasi 29 miliardi di euro, nel 2014 e cresciuto dell’0,8%, e Adeo e Kingfisher hanno insieme una quota di mercato del 71%, dimostrando che nei mercati maturi come quello francese si registra una tendenza alla concentrazione delle imprese. Adeo è diventato leader di mercato e controlla il 38% del mercato con Leroy Merlin e Bricoman. Kingfisher, il secondo, ha una quota di mercato pari al 33% con le insegne Castorama, Brico Depot e Mr Bricolage. Per il DIY (“fai da te”) In Italia si stima un aumento del +2%. Il nostro Paese si colloca a metà di una classifica che vede in testa la Russia (+ 14%, ma con un tasso di inflazione del 17%) e all’ultimo posto la Svizzera (- 8% ). Quello italiano è un mercato che si stima pari a 19 miliardi. Riguardo le tendenze della GDO Bricolage in Italia, le superfici espositive totali sono ferme a quota 2,1 milioni di metri quadri dal 2011 e per il secondo anno consecutivo sono in leggero calo (-1,5%). I centri Bricolage perdono il 2% dei punti vendita e lo 0,9% della superficie espositiva e nei Garden Center e da segnalare la chiusura di Botanic (catena di Garden Center) nel corso del 2014. Nel 2014 continua comunque la riconversione del settore del Bricolage in Italia, infatti, nell’ultimo quinquennio molte insegne del Fai da te hanno ridefinito gli investimenti e riqualificato la presenza sul territorio. Gli anni di crisi per la Grande distribuzione di Bricolage sono stati in particolare il 2012 e il 2013. Il processo di riconversione ha richiesto in alcuni casi la chiusura di punti vendita considerati poco strategici o redditizi. Recentemente, alcune insegne hanno investito nell’ecommerce. Nel 2014 hanno lavorato in questa direzione: Abc/Dew Brico, Agristore, Brico Io, Bricofer, Bricolarge, Bricoman,
Cfadda, Fdt Group, Self e Utility. L’esempio di Adeo riguarda una strategia di gruppo interessante. Il Gruppo Adeo nel maggio del 2015 apre il primo punto vendita Zodio in Italia; anche nel nostro Paese, come in Francia, Adeo ha inserito nei Parchi Commerciali a fianco di Leroy Merlin il nuovo format Zodio focalizzato sulla donna e sulla decorazione della casa. I due format di Leroy Merlin e Zodio si rivolgono a due diversi segmenti di clientela e rispondono a due esigenze differenti: il primo la ristrutturazione, il secondo l’abbellimento.
LE ESIGENZE DEI CLIENTI FINALI PRIVATI
Molto interessante anche l’indagine condotta, con 17.000 interviste realizzate nei principali Paesi europei, per stabilire quali siano le esigenze dei clienti finali privati in tema di miglioramento della propria abitazione. I principali risultati della ricerca sui clienti privati evidenziano che la crisi economica persiste ancora, ma si intravedono segnali positivi e la spesa per la ristrutturazione della casa è in leggero aumento in Europa e cresce la quota investita in misure di risparmio energetico. L’attitudine degli europei verso il "fai da te" e la loro capacità di lavoro varia enormemente da Paese a Paese e l’Italia e nelle ultime posizioni. Mentre, per esempio, i tedeschi sono i più propensi a intraprendere importanti lavori strutturali, in Turchia ci sono i bricoleur meno esperti. Gli inglesi continuano a essere “i giardinieri d'Europa”. Le famiglie stanno cambiando, ed evolvono parallelamente le esigenze abitative: il 77% degli intervistati vuole adattare la propria casa per mutate esigenze familiari (come l’arrivo di un figlio) o per tendenze moderne, come il lavorare da casa o il trascorrere sempre più il proprio tempo libero in casa. Oggi, quasi la metà (47%) delle persone ha, o vorrebbe, un ufficio in casa, e più di un quarto (27%) ha, o vorrebbe, una sala giochi. Gli interventi di miglioramento più desiderati (ma non sempre attuabili nella realtà…) sono: piscine 28%; camini 26%; verande 23%; vasche idromassaggio 22%. Più di due terzi degli europei (68%) sta facendo modifiche in casa per aumentarne il valore. Si tratta di
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un grande cambiamento, in un’analoga ricerca effettuata nel 2012 la percentuale era decisamente inferiore pari al 17%.
L’EVOLUZIONE DELLE RIVENDITE EDILI IN ITALIA
Le rivendite edili in Italia sono imprese di distribuzione meno concentrate e in media più piccole dei distributori di idrotermosanitaria (articoli idrosanitari, pavimenti, rivestimenti, arredo bagno e climatizzatori), che rappresenta un comparto distributivo concentrato con imprese di grandi dimensioni (fra le aziende: Cambielli Edilfriuli, Idrocentro, Ceramiche Appia Nuova e Ceramiche Selit). FEDERCOMATED ha 4.300 imprese associate in Italia e i Gruppi di acquisto si stanno consolidando, non senza difficoltà: i due principali sono Big Mat e Made. Made, per esempio, ha 170 punti vendita, di cui 90 con showroom e 15 con serramenti in esposizione. Altro tema cruciale è costituito dall’evoluzione della rivendita. In particolare nei Gruppi d’acquisto sono in continuo aumento le rivendite con showroom in cui e possibile creare “mondi” specializzati e focalizzati, hanno il vantaggio dello spazio espositivo, del “piazzale”/parcheggio (dove sono esposti prodotti a basso valore aggiunto che potrebbero essere sostituiti da prodotti per arredo urbano e per schermature solari). Le più evolute hanno creato uno showroom e inserito in una prima fase i pavimenti, poi le porte e ancora più di recente i serramenti. Permangono difficoltà nel gestire il cambio del target: dal “muratore” al cliente privato. In ogni caso le rivendite edili più dinamiche si stanno rilocalizzando sul target produttori prodotti per l’edilizia e progettisti. E certo la rivendita del passato costituita da magazzino, grande piazzale, senza sala mostra, ed essenzialmente focalizzata sulla logistica e diretta al canale BtoB non ha più senso di esistere. IL DIGITAL SHOPPING È UN’OPPORTUNITÀ Oggi poi, non si può prescindere dal Digital Shopping, ma cosa cercano online gli italiani in questo settore? Le ricerche di Edoardo Sabbadin e Francesca Negri hanno evidenziato che internet è la fonte principale per cercare informazioni su prodotti e servizi: informazioni di tipo concreto (si ha paura dell’asimmetria informativa e del dettaglio troppo frammentato), si cerca la certezza del prezzo, si guardano le foto, analizzano le esperienze di consumo, le promozioni e le autoaffermazioni. È indubbiamente uno strumento di preacquisto, perché attraverso internet vengono confrontati i prezzi di prodotti/servizi che si decide di acquistare e in quali punti vendita andare a fare i propri acquisti. Ed è anche uno strumento utilizzato nel post-acquisto con il quale condividere la propria esperienza di delusione o soddisfa-
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zione per il prodotto acquistato. Il Digital Shopping è utile quindi anche a un’azienda per farsi trovare nel percorso di ricerca delle informazioni, per sollecitare feedback (anche visual) che servano all’azienda e agli altri potenziali acquirenti, ed essere consapevoli del ruolo dei device (mobile) e dei formati (video e immagini) e sfruttare l’opportunità dell’internazionalizzazione.
LA DISTRIBUZIONE TRADIZIONALE TRAMONTA
Anche nel 2014 continua la crisi della distribuzione tradizionale e si registra la maggiore riduzione di punti vendita al dettaglio (in sede fissa) dall’inizio della crisi (nel 2008), pari complessivamente all’1%. E per la prima volta nel 2014 si riduce anche la superficie di vendita complessiva del commercio al dettaglio italiano. La riduzione investe in particolare il non alimentare (7.500 negozi) e i comparti più tradizionali (tessile, arredo e ferramenta fai da te: ferramenta e casalinghi -1,9%, arredamento -2,0% e tessili -3,0%). Al contrario, crescono i negozi alimentari specializzati e i punti vendita ambulanti. Nel 2015 però arrivano i primi segni positivi e l’anno scorso ha segnalato un’inversione di tendenza, complessivamente le vendite al dettaglio in Italia sono cresciute dello 0,8%. Segnali positivi anche per il dettaglio tradizionale non alimentare e le GSS. In conclusione gli showroom dei distributori odierni sono sempre più efficaci nel comunicare: il valore dei marchi aziendali e il posizionamento; i servizi offerti (rilievo misure, preventivazione, imballo, trasporto, consegna, posa, assistenza post vendita, manutenzione e credito . . .); le prestazioni di prodotti e materiali; la complessità dei prodotti; le possibilità di personalizzazione; la sicurezza; le possibilità di risparmio energetico; la professionalità del produttore; la sua organizzazione; gli agenti/rappresentanti dell’azienda danno quindi una grande mano in questa direzione. Però nei settori oggetto della ricerca, i marchi affermati sono ancora pochi. I clienti privati in particolare non hanno un ricordo spontaneo di marchi leader settoriali, mentre quello sollecitato evidenzia la memorizzazione solo di pochi marchi specializzati. Il potenziale di sviluppo di politiche di marca è invece elevato. Questo naturalmente richiama la sfida del valore della marca: in un periodo di crisi c’è il rischio di privilegiare una gestione a breve (promozionale) che penalizza il valore del marchio. Il valore del marchio si crea invece con una gestione a medio/lungo termine che crea valore, ma che e più difficile da realizzare. Riguardo il lay out e personale dei punti vendita, il cliente finale privato in genere è poco informato, non ha in mente una marca, è disponibile a farsi
guidare anche all’interno della superficie espositiva e questa situazione deve essere sfruttata sia dalle soluzioni di visual (vendita visiva) sia nella relazione personale (contatto con il cliente e tecniche di vendita). I limiti delle soluzioni espositive prevalenti possono essere molto penalizzanti perché la maggior parte dei punti vendita specializzati hanno problemi legati al limitato spazio espositivo, al contrario, un’ampia superficie espositiva rappresenta un punto di forza, consente una maggiore libertà d’azione, ma chiaramente aumentano i costi. È importante inoltre, rinforzare l’ambientazione per marca nelle sale mostra dei rivenditori: rendere il marchio del fornitore più pervasivo e targettizzato all’interno degli showroom. In parallelo alla proposta di nuovi criteri espositivi (per esempio stile e materiali) si dovrebbero studiare corner in cui presentare le soluzioni più avanzate rispetto a temi mirati: sicurezza, acustica e risparmio energetico. Con ambientazioni finalizzate a fare cultura e a dare informazioni su nuovi argomenti di vendita e vantaggi ricercati dai clienti/target (agganciandosi alla comunicazione media). Un esempio importante per le finestre sono le performance che il prodotto richiede: l’allestimento e le soluzioni di visual merchandising dovrebbero sensibilizzare il cliente sull’importanza dell’isolamento termico, acustico o sulla sicurezza. Potrebbero essere impiegati soluzioni e strumenti in grado di dimostrare/evidenziare nello showroom le performance dei prodotti. Un altro consiglio che arriva dai relatori riguarda la creazione di un’area Progetti/Contract dedicata alla clientela professionale e business, dove potrebbero essere espo-
sti i progetti e i lavori realizzati che possono contribuire a rassicurare la clientela professionale sulle capacità organizzative e di risposta a esigenze specifiche. Le vetrine sono uno spazio espositivo dove la creatività può trovare la massima espressione e dovrebbero essere utilizzate in collaborazione con i fornitori per operazioni di co-marketing. Potrebbero essere reclamizzati eventi, nuovi servizi e presentate anche soluzioni sinergiche rispetto alle fiere. La vetrina è un mezzo di comunicazione che va coordinato con gli altri media e rinnovato di frequente per destare interesse. Alternare vetrine chiuse a vetrine aperte consente una visione dell’interno dall’esterno dello showroom: la soluzione più adottata nella progettazione dei nuovi punti vendita. In definitiva, la multicanalità è una nuova strategia per seguire consumatori sempre più digitali attraverso un percorso articolato tra diversi device. Nella definizione stessa della multicanalità è insita l’integrazione tra dimensione online e offline: quello che manca, oggi, è un’esperienza seamless per il cliente. I canali digitali (dal Sito ai Social Media) non sono canali di vendita, ma possono diventare canali di comunicazione (awareness) e conversione. Se l’utente non vede la presenza dell’azienda online, troverà solo quella dei concorrenti o i contenuti creati da altre persone. Sono le persone a fare la differenza, e come queste usano i canali. Conoscere i toni e le meccaniche del digitale e del mobile, per sfruttarne le opportunità e minimizzarne le minacce è il consiglio con il quale si chiude la ricerca “I nuovi ruoli della distribuzione: integrazione, multicanalità e web” di Edoardo Sabbadin e Francesca Negri.
CONVENTION ANFIT
di Sonia Maritan www.anfit.it
LA TUTELA DEL MADE IN ITALY PASSA DA QUI…
L’11 novembre 2015 a Bologna, in occasione dell’Assemblea straordinaria di Anfit, davanti a una sala colma di operatori del settore serramenti, esponenti di enti, associazioni e giornalisti viene siglata l’intesa tra Adiconsum, la maggiore Associazione dei Consumatori e Anfit, un passo importante per fare in modo che i consumatori italiani siano più protetti nei loro diritti. A tutela dei consumatori Anfit ha sorpreso anche con la duplice polizza assicurativa RC Prodotto e Rimpiazzo studiata assieme alla Reale Mutua. LA TUTELA DEI CONSUMATORI
Anfit, l’associazione per la tutela della finestra made in Italy stringe un importante accordo con Adiconsum, ‘blinda’ la filiera della qualità dei serramenti e chiama a raccolta politica le Istituzioni per meglio difendere i buoni produttori nazionali e contemporaneamente gli interessi di Stato e collettività.
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“Grazie all’accordo oggi i soci Anfit offrono ai consumatori italiani più libertà di scelta e maggiori tutele” ha sottolineato Laura Michelini, presidente dell’Associazione nazionale per la tutela della finestra made in Italy, firmando l’intesa ed evidenziando: “Oggi abbiamo creato un’alternativa ai prodotti low cost fatta di maggiori informazioni ai consumatori, di tutele assicurative senza
pari sul mercato e di una filiera dei serramenti tracciabile e trasparente”. È la prima volta che un’Associazione di produttori di serramenti e infissi stringe un’intesa vincolante per i propri associati con un’Associazione di consumatori, e lo fa alla presenza di Renato Calì, segretario nazionale di Adiconsum. L’accordo ha diversi obiettivi: • informare consumatori e imprese in merito alle normative; • valorizzare la produzione e la distribuzione dei prodotti made in Italy; • creare un Ente paritetico di contrasto alle illegalità nel settore; • implementare una White List di produttori certificati. In più, nel quadro dell’accordo, Adiconsum e Anfit vareranno un Codice di attenzione al Consumatore, un Codice etico e un Protocollo per la conciliazione paritetica extragiudiziale delle controversie. Grazie a questi strumenti sarà più semplice gestire i reclami in quanto una Commissione di conciliazione si farà garante verso il consumatore e il serramentista di una soluzione “equa” che terrà conto dei bisogni e degli interessi di entrambi. Ma Anfit ha sorpreso operatori ed esponenti di enti e associazioni con un altro accordo sempre a tutela dei consumatori. Si tratta della duplice polizza assicurativa RC Prodotto e Rimpiazzo studiata assieme alla Reale Mutua che tutela da “danni a persone e cose” e garantisce la sostituzione del serramento rivelatosi difettoso.
Presentata da Enrico Pambianchi, la polizza posta in capo ad Anfit protegge attualmente il cliente finale per tre anni, anche al di là delle sorti del produttore dei serramenti. “Intesa con i consumatori e polizza assicurativa” – ha evidenziato il Direttore di Anfit, Piero Mariotto – “sono anelli essenziali di una catena della qualità che si compone anche di ulteriori elementi come il Marchio di Qualità associativo, l’Etichetta energetica numerata e il Label di posa che presto dovrebbe trovare compimento.” A lui, sul finire dell’Assemblea straordinaria chiediamo un commento, rilevando un’entusiasta partecipazione da parte sua al tema, di cui ci incuriosisce conoscere l’origine. “Io ho fatto per vent’anni l’appaltatore nel mondo dell’edilizia e mi sono stati affidati innumerevoli lavori da portare a compimento nel settore dei serramenti, ma non li conoscevo. Poi un giorno qualcuno mi ha proposto di entrare in questo mondo, e da li ho cominciato a studiarne il mercato, rendendomi conto del disastro che si stava prospettando e il cui risultato ci ha portato a oggi. Per questo abbiamo ‘messo un palo’ e scelto di ricominciare, creando una nuova strada che prevede di andare verso le richieste del consumatore finale: siamo tutti fruitori di questo bene”. Anfit ha colto l’occasione dell’Assemblea straordinaria di Bologna per chiamare a raccolta politici ed esponenti delle Istituzioni che hanno partecipato a una Tavola rotonda, moderata dal giornalista Ennio Braicovich, direttore di “Nuova Finestra”. Il tema è quello del futuro della manifattura in Italia prendendo ad esempio il caso del settore serramenti oggi sotto attacco selvaggio da parte di prodotti low cost in buona parte pro-
A sinistra la platea, sotto Ennio Braicovich mentre modera il convegno e in basso: Laura Michelin, presidente di Anfit, mentre firma l'accordo con Renato Calì, segretario nazionale di Adiconsum.
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Da sinistra a destra il titolare di Spi Francesco Mangione, il direttore di Anfit Piero Mariotto e l'editore di Web and Magazine Pietro Ferrari. Ancora, alcuni momenti della tavola rotonda con i politici.
venienti dall’Europa dell’Est. Che il tema sia caldo lo dimostra il fatto che in merito sono state presentate ben tre interpellanze parlamentari negli ultimi mesi.
LA PRESENZA DEI POLITICI
Al dibattito hanno preso parte i parlamentari Gianni Girotto del Movimento 5 Stelle, Guido Guidesi di Lega Nord, Filippo Piccone di NCD, il direttore generale di Finco Angelo Artale, il vicepresidente di UNI Sergio Fabio Brivio e Maria Anna Segreto di Enea. Sono emerse subito evidenti le gravi lacune del
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nostro ordinamento giuridico - fiscale. Manca, ad esempio, l’Autorità di vigilanza prevista obbligatoriamente dal Regolamento Prodotti da Costruzione. L’attuale regolamentazione sull’IVA sui prodotti esteri, regolata da un decreto ‘provvisorio’ del 1993, svantaggia i produttori nazionali e favorisce gli acquisti all’estero. Le detrazioni fiscali del 65% per le opere di risparmio energetico, così come concepite oggi, si traducono in una preoccupante fuga di denaro pubblico verso l’estero a scapito della produzione nazionale. Soldi che se ne vanno senza alcuna certezza per il consumatore e la collettività che le opere ese-
guite siano conformi alla legislazione e alle normative in vigore, vista la totale assenza di controlli tecnici e la richiesta di una reale qualificazione dei produttori e degli installatori, obbligatoria, ad esempio, nel sistema francese RGE. Enea potrebbe essere l’ente deputato a esercitare questi controlli ma le disposizioni attuali e la mancanza di fondi glielo impediscono. Su questi punti: politici, esponenti delle Istituzioni e Anfit hanno manifestato una totale concordanza di opinioni. Si sono visti invocare a gran voce un sistema simile al francese RGE che protegge consumatori, collettività e Stato dalle incursioni sull’ecobonus. E la governance dell’Associazione ha promesso battaglia in merito con l‘aiuto dei produttori di serramenti in tutti i materiali perché, ha sottolineato la Presidente Michelini, “la situazione di sofferenza riguarda tutti i produttori. Non hanno più senso le battaglie del passato tra i produttori dei diversi materiali. Occorre un’ampia collaborazione tra tutti gli attori del settore”.
LA VOCE DEL PRODUTTORE
La voce del produttore che si leva dalla platea è quella di Francesco Mangione, titolare della Spi, una delle aziende nel settore serramento metallico più rappresentative nel nostro Paese. “Volevo sapere, poiché giustamente si parla di un’associazione, come l’Anfit, che vuole riunire tutti i produttori di serramenti multi materiali, senza distinguo, cosa ne pensano i politici del cambio delle regole in ‘corso di partita’, quando si anticipano di cinque anni le norme sull’efficienza energetica in edilizia, come ha fatto la Regione Lombardia, imponendo i requisiti minimi che l’in-
dustria del mondo dei serramenti aspettava per il settore pubblico nel 2019 e per il settore privato nel 2021? Lo dico pur non essendo toccato direttamente dalla cosa, perché purtroppo indica che in questo Paese si possano scardinare le regole base da un giorno all’altro, senza un criterio e sicuramente senza alcun buon senso. Questo mi rende difficile gioire delle iniziative, seppur lodevoli, che sono qui ad ascoltare. Sarebbe come dire che domani a Roma, un particolare assessore legato al settore possa decidere che nel centro storico della città le finestre si possono fare solo in legno. L’esultanza dei produttori di serramenti in legno sarebbe immotivata. Oppure che domani mattina un altro assessore decida che nella Regione Piemonte le finestre debbano avere una superficie opaca che non superi il 25% della superficie della finestra: legno e pvc sarebbero tagliati fuori. Voglio dire, le regole sono scritte e l’industria fa i
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suoi investimenti che normalmente non sono a tre mesi, ma tra i tre e cinque anni, e su quelli programma le attività di ricerca e sviluppo e le trasformazioni che vorrà apportare nel tempo... Vorrei sapere cosa ne pensa l’Anfit della decisione della Regione Lombardia di anticipare i tempi di applicazione previsti dalla normativa europea? Cosa che, lo ribadisco, io ritengo a dir poco scandalosa e dilettantesca da parte dei politici che l’hanno votata. Soprattutto io vorrei capire chi vuole sostenere che gli edifici della Regione Lombardia, costruiti negli anni Cinquanta e Sessanta, sostituendo le finestre esistenti con innovativi infissi che raggiungano anche valori di 1.4 W/mqK possano diventare immobili a consumo quasi zero? Ma stiamo scherzando! Io credo poi che a prescindere da quello che si produce, se c’è un procedimento iniquo, sia necessario alzare gli scudi”. Questa domanda non ha ricevuto una risposta esaustiva – tranne l’accenno di un paragone con l’agosto del 2005 quando è arrivato il decreto 192, occasione in cui le prescrizioni varate furono cambiate ‘in corsa’. Anche allora c’erano delle regole… – perché, di fatto, era già stato annunciato il coffee break. La redazione di Sistema Serramento si è però premurata di riproporla all’Associazione Anfit che ci ha risposto per voce della Presidente Laura Michelini e del Direttore Piero Mariotto di essere pienamente d’accordo con quanto espresso dal titolare della SPI. Tutti,
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probabilmente siamo d’accordo con lui, perché se da un lato ci rendiamo conto che la risposta sia strettamente connessa alle dinamiche opache di un Sistema Paese che opera ancora con codici spesso criptici e inadeguati per un Paese che si voglia definire moderno, dall’altro crediamo che l’auspicio di Francesco Mangione e di tanti valorosi imprenditori, che stanno guadando indenni (anzi vittoriosi) la “guerra” economica del 2008-2016, meriti spazio, ascolto, rispetto, risposte, sostegni, che poi possano tradursi davvero in elementi di rappresentatività per il settore. Senza contare che, parlando di rigenerazione urbana in senso più ampio, andrebbe spostata la centralità dalla ristrutturazione edilizia alla sostituzione, mentre le attuali norme dei piani sono invariabilmente orientate al recupero degli immobili esistenti e penalizzano invece la demolizione e ricostruzione. Gli intoppi che nel nostro Paese insorgono nella fase applicativa a causa dell’impreparazione e dell’ostilità della burocrazia rallentano però impegni rilevanti come il Regolamento Edilizio Unico, ancora in fase di avvio, mentre sarebbe portatore di un passaggio fondamentale del percorso di semplificazione: è indispensabile uniformare linguaggio e strumenti su tutto il territorio nazionale. Non si tratta solo di un passaggio formale. La produzione legislativa delle regioni si è tradotta nella creazione di definizioni, termini e procedure che differiscono ormai da regione e regione
con il risultato di un’Italia a diverse velocità. Certo, in assenza di un provvedimento dello Stato le regioni legiferano ognuna per conto proprio, aumentando il livello di confusione già esistente.
L’INTERVISTA A FRANCESCO MANGIONE
L’entusiasmo del mio incontro con Francesco Mangione è direttamente proporzionale a quello che scaturì quando lo conobbi, diversi lustri fa, a quando ebbi la possibilità di visitare la sua azienda, giornate di cui serbo ancora il vivo ricordo per la ricchezza di proposte e progettualità che si raccolgono solo quando si entra in un’azienda, che è luogo reale di quel “Fare Italia” di cui ogni cittadino italiano dovrebbe essere orgoglioso. Un’azienda di cui lui è l’interprete principale. In occasione dell’incontro organizzato da Anfit, ho il piacere di avere con lui un breve scambio, nel quale gli chiedo che cosa pensi delle proposte a tutela del consumatore varate dall’Associazione e in generale quale sia la sua opinione generale di quest’assemblea. “Sono molto soddisfatto, ci ho trovato parecchi contenuti e, per uno che ha fatto decine e decine di assemblee ed è iscritto a una miriade di associazioni, dalla Confindustria all’Uncsaal, i termini di paragone non mancano; e devo dire che oggi ho trovato concretezza, spunti interessanti e un convegno ben organizzato.” Gli chiedo ancora quali siano gli auspici di oggi per il settore da parte di un’azienda come SPI che lo rappresenta. “Gli auspici di oggi sono gli stessi che predicavo dieci anni fa e che oggi Filippo Picone ha evidenziato: non si può davanti a una decisione di un organo che emana delle norme alle quali poi noi produttori siamo vincolati, trovarsi davanti a un’associazione che la plau-
de e un’altra che si mette contro la stessa iniziativa. Quello che ho sempre sostenuto, ed è stato il motivo per il quale mi sono poi allontanato dalle varie associazioni, è che l’interesse deve essere unitario e deve prescindere dalla tipologia di finestre prodotte: siano di cioccolata, di marzapane, di legno, di acciaio o di non so cosa altro. Le cose importanti oggi risiedono in valori come la qualità e l’informazione corretta al consumatore. Io mi sono preso la briga di andare a comprare un serramento, proveniente da un Paese dell’Est, in una grande catena distributiva, me lo sono portato in azienda, l’ho smontato e sezionato e ho trovato delle cose impensabili: il vetro non era a norma, c’erano riscontri di plastica, i rinforzi erano di un millimetro, e il rinforzo non era presente nemmeno in tutti i profili.” Rabbrividisco di fronte alle conseguenze gravissime che il pericolo di montare una finestra così scadente, possa creare in un edificio, e glielo trasmetto. “Il consumatore oltretutto è convinto di aver fatto un affare e non è consapevole di aver comprato un prodotto che probabilmente tra due o tre anni dovrà sostituire, questa volta, mi auguro per lui con il costo di un prodotto qualificato. Quello che si è detto oggi lo trovo indubbiamente denso di qualità nel momento in cui si vuole: • fare un marchio di qualità, • informare il consumatore, • avere un movimento univoco che erudisca il consumatore. Oggi ho fatto i complimenti a Piero Mariotto e ho deciso di rientrare nell’Associazione perché ci ho trovato delle cose sagge e interessanti.”
Il titolare di Spi, Francesco Mangione durante l'intervista condotta da Sonia Maritan, direttore di Sistema Serramento, e sotto il vicepresidente di UNI Sergio Fabio Brivio.
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INNOVATION di Sonia Maritan
LO SCORREVOLE ROVESCIATO La conoscenza è il risultato di un processo storico di espansione che si sviluppa e si esprime attraverso forme concrete di attività sociali e tramite artefatti: la missione perseguita è l’attività di innovazione e colui che attraverso le proprie azioni ha contribuito al raggiungimento degli obiettivi che si era prefissato è Ermenigildo Sossai. Determinanti le nuove idee captate da applicazioni nelle varie aree geografiche esplorate, la conoscenza fino a ora acquisita e le sue intuizioni finalizzate a raggiungere le migliori performance. LA STORIA DI ERMENIGILDO SOSSAI
Lui è Ermenigildo Sossai, un pò serramentista e un pò inventore. Ci sentiamo sul finire del 2015 e a più riprese ricevo il materiale di cui mi parla sin dalla sua prima telefonata. Gli chiedo innanzitutto da quanto tempo ‘bazzichi’ il settore. “L’esperienza di lungo corso acquisita nel settore serramentistico, partendo dagli Anni ’60 a oggi, riguarda soprattutto il settore metallico e in questo campo si può definire globale per quanto riguarda l’evoluzione del settore, che ho vissuto giorno per giorno”. Gli chiedo di esporre le diverse realtà nelle quali ha operato: la sua visione ‘globale’ non si limita solo al settore civile ma compirà un passaggio fondamentale anche in quello nautico. “Iniziando dai profili zincati, sistemi Secco, Benetton, IASP, che operavano nel triveneto ma anche in territorio internazionale, proseguendo con l’avvento dei primi sistemi in
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alluminio estruso come FB2, Serie Europa, GPB, GR9, GR12 ecc…; è seguita negli anni ’70 una parentesi di 8 anni nel settore di forniture alberghiere, in una realtà produttiva legata alle attrezzature per grandi lavanderie e affini, esperienza che mi ha formato: specializzandomi nella meccanica costruttiva. Alla fine degli Anni ’70 ha preso avvio invece la mia attività in proprio come artigiano, sia nel settore serramentistico sia per la costruzione di macchine per l’edilizia, ho iniziato così a fornire alla clientela i primi serramenti isolati o T.T. che nel triveneto erano sconosciuti”. Gli chiedo allora, in qualità di produttore di serramenti, quale strada abbia seguito. “L’intuito mi ha portato a scegliere il sistema che per prestazioni e per lavorazioni costruttive era negli anni ’70 quello più all’avanguardia: il sistemista ed estrusore svizzero Alusuisse. La scelta si è rivelata azzeccata in quanto ho potuto attingere a esperienze, contatti
e collaborazioni che sono perdurati per anni, nonostante quei periodi caratterizzati da una continua e rapida evoluzione”. Arriviamo agli anni ’80. “Queste esperienze mi hanno permesso di sviluppare negli Anni ’80 un sistema di vetro-facciata di mia invenzione, il quale mi ha dato ottimi risultati sia in termini di risposta di mercato sia di prestazioni, nonostante la tecnologia dei sistemi di vetro-facciate fosse monopolio di poche aziende di dimensioni considerevoli”. Quindi prose-
guiamo con gli Anni ’90. “All’inizio degli Anni ’90, grazie alle esperienze precedenti e la volontà di capire quale fosse il nuovo mercato che si stava aprendo, mi sono cimentato nel settore nautico, con tutte le incognite che ogni settore porta con sé. Il know how dell’azienda con la quale collaboravo ha fatto si che non si commettessero errori significativi nelle prime forniture e i risultati positivi non hanno tardato a venire; la tecnologia introdotta scrisse un nuovo standard come richie-
Foto di alza e scorri in legno risalente alla fine degli Anni ’50 comunque di ottima fattura e a oggi ancora funzionante, situato in Colli Asolani (Treviso). Questi serramenti rappresentano le prime applicazioni di scorrevoli alza e scorri con guida a terra, di altezza rilevante, modello riconoscibile dalla tipica forma della maniglia di movimentazione dell’epoca.
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Nei disegni del 2014-2015 vengono rappresentat le diverse soluzioni di ASR – Alza Scorri Rovesciato – con molteplici possibili configurazioni, con o senza guida a terra.
sto dai committenti”. Gli chiedo quale fosse il punto di maggiore vulnerabilità durante la messa a punto di questi sistemi dedicati al settore nautico. “Non si può parlare di un particolare punto di vulnerabilità ma di un insieme di problematiche che vanno affrontate nella fase di progettazione e produzione, che si riscontrano solo in parte in ambiente terrestre; le più importanti problematiche in questo ambito sono: alta salinità, cicloni, tempeste tropicali, vibrazioni strutturali di varie intensità, onde anomale e l’utenza sempre diversificata oltre che di provenienza variegata”. Siamo entrati nel nuovo millennio! “Terminata l’esperienza imprenditoriale, nel 2008, in qualità di co-titolare della Somec s.p.a., c’è stato il tempo per una riflessione su certe idee fino allora accantonate dalla quotidianità dell’attività aziendale, che una volta cessata poteva essere ripresa e concretizzata”. Adesso arriviamo alla novità proposta da Ermenigildo Sossai, frutto della sua professione, passione ed esperienza. “Durante questo favorevole periodo riflessivo, tra il 2013 e il 2014, è sorta una richiesta di un progetto nel settore nautico: che mi ha coinvolto con l’incarico di esperto per risolvere le criticità della tecnologia allora in uso, sia nella mia ex azienda sia nelle aziende concorrenti. Il sistema ASR – Alza Scorri Rovesciato – è frutto della sfida affrontata sfruttando tutte le mie esperienze accumulate negli anni, un sistema che, eliminando la guida a terra, offre prestazioni perfino esasperate in termini di tenuta acqua/aria, criticità proprie del settore nautico. Questa innovazione era ritenuta impossibile garantendo le prestazioni previste dalla normativa. Nonostante le tecnologie del settore nautico siano normalmente una derivazione di quelle edilizie, successivamente adattate, in questo caso è avvenuto il contrario: l’innovazione ASR ha trovato, infatti,
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facili applicazioni nel settore edilizio sradicando la vecchia tecnologia in uso. Come deducibile dalle immagini, nelle prime pagine, illustrate di serramenti risalenti agli anni ’50, il sistema ASR, mutuato da quella ‘antica’ tecnologia, si presenta, infatti, oggi al progettista di involucri edilizi con tante soluzioni innovative, che ne esaltano la diversità in confronto ai tradizionali scorrevoli. Dopo 60 anni circa in cui si può affermare che la tecnologia degli scorrevoli sia rimasta come funzionamento pressoché inalterata: ASR costituisce la chiave di svolta significativa”.
L’INNOVAZIONE DI ERMENIGILDO SOSSAI
Gli elementi principali che hanno permesso l’innovazione del sistema ASR – Alza Scorri Rovesciato – sono tre, perché il raggiungimento dell'obiettivo ha interessato l'utilizzo di tre processi di gestione della conoscenza: 1. L'acquisizione di conoscenza da parte di Ermenigildo Sossai che identifica come rilevante l’identificazione di tecnologie insite in serramenti applicati in diverse aree geografiche, trasferendole alla Somec SPA quando era contitolare dell’azienda (l’ultima in cui è stato operativo); 2. L'attività di condivisione in azienda attraverso la quale viene localizzata la conoscenza interna relativa al serramento scorrevole e alla sua possibilità di miglioramento funzionale sulla base delle nuove conoscenze; 3. La generazione di conoscenza che rappresenta il motore propulsivo dell'innovazione generando nuove idee e che porta, di fatto, alla concretizzazione del serramento ASR con le tutte le sue derivazioni e applicazioni dalle performance eccezionali.
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Un risultato che porta a un doppio risultato, che si manifesta in due settori, infatti, questa tipologia di serramento scorrevole non viene solamente applicata nel settore nautico, ma negli ultimi anni è inserito anche a livello edile, all'interno di facciate oppure concepito come finestra per uso abitativo. Questa la brillante innovazione che Ermenegildo Sossai ha voluto raccontarci e condividere con la redazione di Sistema Serramento, un progetto scaturito dalla combinazione di diverse tipologie serramentistiche – per destinazione d’uso e area geografica – volto a sviluppare un nuovo prodotto rispondente alle esigenze oggi emerse anche in ambito civile: quelle di maggior tenuta acqua/aria e di maggiorate performance. Una storia, che come sempre accade, si è compiuta grazie all’apporto di più fattori, che lui tiene molto a sottolineare, perché la sua figura emerge non solo durante la fase di acquisizione della conoscenza ma anche nei processi di condivisione e generazione, nei quali grazie alla competenza dei suoi collaboratori riesce a sviluppare il progetto del serramento scorrevole ASR e le sue varianti, portandolo alla sua concretizzazione nel 2014. Terminiamo quindi mettendo in evidenza le peculiarità del sistema di chiusura scorrevole per uso edile denominato ASR, dove innumerevoli sono i vantaggi funzionali. Innanzitutto, tra gli elementi caratterizzanti da evidenziare: le varie regolazioni che lo rendono versatile nella posa e nell’uso. Le innovative caratteristiche si esaltano in modo particolare nei percorsi per disabili ma le caratteristiche positive si evidenziano anche in applicazioni più generiche. I vari accorgimenti costruttivi assicurano benefici di indubbio valore, tra cui: • Scorrevole con carrelli portanti su guida superiore, con o senza guida a
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terra nella luce passaggio, miglioramento nella sua funzionalità perché protetta dagli agenti atmosferici l’anta scorre sul lato esterno della luce fissa. • Nel caso di guida a terra per trattenimento anta, la stessa è mascherata e quindi autopulente. • L’anta scorre con perni di trattenimento su guida bidirezionale. • Guarnizione di tenuta ermetica. • Isolamento termico in tutte le parti esposte alle variazioni climatiche. • Montaggio del vetro fisso su profili di sistema (privo di fermavetri) con migliori prestazioni dinamiche, pressione e depressione, migliore evacuazione delle eventuali infiltrazioni di acque meteoriche nella sede del pannello vetrato. • Migliore sicurezza anti-intrusione grazie alla mancanza del fermavetri del pannello vetrato fisso. • Aggancio meccanico su tutta l’altezza dell’anta sul montante centrale con migliore antieffrazione e collaborazione alla resistenza in depressione dovuta a eventi climatici. • Accessori di chiusura in acciaio inox con scorrimento a cilindro rotante nell’interconnessione per una riduzione degli attriti fin dalle prime movimentazioni. • Il sistema è stato studiato per permettere un facile accesso alla manutenzione e normale pulizia. • Possibilità di realizzazioni in diversi materiali quali, alluminio, alluminiolegno, legno, pvc, bronzo, acciaio zincato o inox, compositi ecc… • Il prototipo realizzato, senza guida a terra, ha dato risultati di tenuta acqua/aria e movimentazioni superiori a quanto richiesto dalle normative vigenti per queste tipologie di applicazioni. Per la versione con guida a terra le prestazioni superano di gran lunga quanto richiesto dalle normative vigenti.
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EXHIBITION COLFERT di Sonia Maritan
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LA FIERA DEL SERRAMENTISTA
Fra le voci che abbiamo scelto per rappresentare la VII edizione di COLFERTexpo 2015 visitata da 3.400 operatori, quelle di Mirco Zanato, Stefano Brunello, Stefano Mora e Giulio Vidali. La fiera del serramentista che si è svolta a Spresiano, presso il Parco Le Bandie, dal 25 al 27 settembre, rappresenta ormai un appuntamento irrinunciabile del Nordest.
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Forse dovremmo cominciare con il dire che la prossima edizione di COLFERTexpo del 2017 rappresenterà un anno particolarmente significativo per COLFERT, che festeggerà i primi 50 anni di attività. Intanto per l’edizione 2015 la soddisfazione è misurabile con la partecipazione record di oltre 3.400 presenze, nel corso delle 3 giornate di apertura al pubblico, giunte non solo dal Triveneto ma anche da Toscana, Emilia Romagna e persino dalla Puglia e dalla Campania. Testimoni d'eccezione il presidente della provincia di Treviso Leonardo Muraro, il Sindaco di Spresiano Marco Della Pietra, il Sindaco di Treviso Giovanni Manildo e il patron di casa Remo Mosole: un poker d'assi per il taglio del nastro della settima edizione di COLFERTexpo, la fiera dedicata al mondo del serramento organizzata da COLFERT s.p.a. da venerdì 25 a domenica 27 settembre presso il parco Le Bandie di Spresiano, che ha ottenuto anche il patrocinio della Regione Veneto e della Provincia di Treviso. I discorsi inaugurali, hanno sottolineato il plauso delle amministrazioni locali a sostegno delle iniziative per il territorio e il tessuto imprenditoriale veneto. Progettisti e architetti sono stati protagonisti del convegno “Prove in opera” svoltosi nel pomeriggio di venerdì 25 settembre in seno a COLFERTexpo con il patrocinio di Agenzia Casaclima e del collegio dei Periti di Treviso: i temi della posa del serramento e del risparmio energetico, di forte attualità per i professionisti dell'edilizia, hanno attirato oltre 250 professionisti della progettazione; grande interesse anche per la tavola rotonda di sabato 26 settembre sul tema “Quale futuro per i serramenti Made in Italy?", che ha visto la partecipazione di decine di produttori di serramenti giunti per assistere all'intervento dei rappresentanti delle principali associazioni di categoria del mondo dell'infisso quali ANFIT, UNICMI, FederlegnoArredo, con la presenza del Vicepresidente di Unindustria Treviso e di Ennio Braicovich, direttore di "Nuova Finestra”. Un’atmosfera vivace di cui abbiamo raccolto qualche testimonianza.
Partiamo da chi questo evento lo ha creato e con il quale ho faticato a ripercorrere a ritroso il tempo per ritornare alla prima edizione, in cui ci conoscemmo! Naturalmente sto parlando di Mirco Zanato che ricorda benissimo l’anno dell’esordio di COLFERTexpo. “Siamo ormai alla settima edizione, è stata una scommessa bellissima: la prima edizione è stata nel 2003. Era difficile spiegare ai nostri primi espositori, tutti nostri fornitori come oggi, che la loro soddisfazione per noi era importante quanto la soddisfazione del cliente. Io proponevo loro una fiera in cui chi partecipava portava a casa, uscendo l’ultimo giorno, il proprio investimento, non solo nei contatti ma anche nelle vendite”. Fra gli espositori ho notato anche prodotti finiti. “Faccio un passo indietro, per evidenziare con quale finalità sia nata questa manifestazione: di rappresentarsi cioè come punto d’incontro come raffigura anche il logo Colfert con le tre linee del nostro simbolo che rappresentano noi, i fornitori e i nostri clienti. Dall’iniziale newsletter che era un foglio A4, siamo arrivati oggi a realizzare un vero e proprio giornale: la fiera voleva essere un polo fieristico del Nordest, qui, dove si concepisce il 25% dei prodotti per il serramentista. Questo era l’obiettivo e dalla terza edizione abbiamo ritenuto di inserire anche i serramentisti che producono per conto terzi, fermo restando che noi siamo per il made in Italy”. Già! Come difenderlo questo made in Italy? “Ho voluto personalmente nel corso di questa edizione di ColfertExpo creare una tavola rotonda che vertesse sulle difficoltà dei serramentisti di fronte alla concorrenza dall’estero. Bisogna evitare le guerre tra materiali diversi: deve vincere il serramento italiano ma tutti devono rendersene conto! In questa manifestazione ci sono dieci serramentisti che espongono tutti del pvc: in un momento difficile, sempre a causa della concorrenza dall’estero, il settore del pvc sta lottando, il serramento in legno, che è in difficoltà, non sta lottando. E ce ne dispiace perché la nostra è l’unica fiera che rappresenta la filiera del serramento per il legno, l’alluminio, il ferro e il pvc, senza differenze”. Che cosa significa Colfert? “Significa ‘Colori Ferramenta Treviso’, anche se ormai il colore lo trattia-
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mo poco, ma abbiamo fatto del colore giallo il nostro segno di riconoscimento”. Il colore è una qualità in senso assoluto che in quanto tale raccoglie valore, non trascurerei questo concetto. Mentre penso alla qualità dei corpi che riflettono la luce… Pietro Ferrari mi riporta a un dato più concreto, chiedendo se abbiano allargato la loro area d’azione o siano rimasti concentrati su Treviso. “Stiamo effettuando un’importante riorganizzazione commerciale, perché nel giugno 2014 abbiamo iniziato un percorso di razionalizzazione lean nell’azienda, un percorso bellissimo da consigliare a chiunque. Abbiamo cambiato sede con l’obiettivo nel giro di qualche anno di trasferirci ancora in una sede nuova. Abbiamo intanto stravolto il sistema di magazzino: un magazzino semiautomatico con penne ottiche, completamente casualizzato in cui il materiale è random. Questa è la scelta migliore che potevamo fare. Oggi pur dopo le difficoltà iniziali del mese di gennaio 2015, siamo in crescita del 6% e il magazzino, pur crescendo il fatturato, non richiede più quelle cento ore di straordinario richieste nella vecchia sede. Ma il team Colfert è il vero protagonista di questa evoluzione, che ha permesso questo concept di successo senza che il lavoro ne risentisse mai”.
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Alcuni momenti inaugurali, convegnistici e durante l’intervista a Mirco Zanato, in occasione dell’ultima edizione di ColfertExpo a Spresiano, presso il Parco Le Bandie, dal 25 al 27 settembre scorso.
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A ColfertExpo ci viene incontro anche Stefano Brunello che poi torniamo a salutare allo stand di Ital-plastick e al quale chiediamo del serramento in pvc e della sempre più frequente attitudine dei falegnami non solo di vendere il serramento in pvc ma anche di produrlo, come i tedeschi fanno già da tempo. “C’è stata un’evoluzione mentale e tecnica note-
vole nel mondo del serramento, ci siamo avvicinati in un tempo brevissimo a medie europee che erano inimmaginabili fino a qualche anno fa. Merito della pressione del prodotto di importazione e della diffusione di una nuova consapevolezza. Dopo una fase di forte commercializzazione, Ital-plastick, che produce macchine e profili per la produzione diretta del serramento, sta riscontrando che il rivenditore a piccoli passi si sta mutando verso la produzione; mi riferisco a rivenditori che sono già organizzati per la produzione di infissi in legno, di alluminio, di carpenteria, quindi con una mentalità da produttori già predisposta a eventuali implementazioni. Si rivolgono a noi riconoscendoci una predispozione ad agevolare le nuove start-up, grazie alla nostra proposta macchine + sistemi made in Italy, dove la linea guida consiste nel valutare le migliori soluzioni per avviare la nuova produzione di serramenti in pvc”. Quali sono le motivazioni che inducono un rivenditore di serramenti in pvc a valu-
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tarne anche la produzione? “La motivazione della loro scelta di integrare la loro offerta con serramenti in pvc nasce da diverse situazioni, fra le quali sembrano prevalere una limitata argomentazione del prodotto, una concorrenza agguerrita, con prodotti similari, che rendono a volte imbarazzante la presentazione di un preventivo”. Secondo quale criterio viene scelta una determinata tipologia e fascia di mercato? “È necessario procedere a una differenziazione che si colloca su due canali: tecnica ed estetica, verso l’alto oppure sul semplice fatto che ‘il prodotto lo faccio io’. La tendenza verso l’alto soffre del periodo economico che non incoraggia l’acquisto del prodotto al top: chi compra un prodotto in pvc lo fa perché cerca un compromesso di prodotto riguardo la fascia di prezzo e la prestazionalità che altri prodotti non hanno. Il punto di forza del pvc consiste nel coniugare prestazioni, estetica e gamma soluzioni al prezzo che il cliente riconosce al prodotto”. Qual è la differenza tra un serramento in pvc di qualità e uno scadente? “Se prendiamo ad esempio il metallo, questo può essere mercurio, ferro, oro. Sono tutti metalli e tutti hanno la loro ragione d’essere, allo stesso modo esiste il pvc buono, medio, ma ritegno altamente improbabile, ma non impossibile, che si possa proporre un pvc scadente. Sembra scontato, ma ottime prestazioni si ottengono grazie a un mix prodotto, che nel nostro caso prevede necessariamente, profili, vetri e installazione. Ritengo che oggi la prestazione immediatamente percepita dal cliente sia l’isolamento acustico, mentre le valutazioni in merito al risparmio energetico, sono relegate a una mera considerazione di massima. Particolarmente apprezzato dall’acquirente è la possibilità di poter acquistare dal produttore, questo nell’ottica dell’assistenza nel tempo e della risoluzione di piccoli inconvenienti di posa”. Se la richiesta ricadesse su un prodotto di pregio, invece, la scelta verterebbe sul prodotto misto con il legno all’interno e chiaramente con costi diversi? “Probabilmente potrebbe essere come afferma lei”. Io penso che in futuro sarà riduttivo parlare di un solo materiale. Che cosa pensa dei materiali compositi? “Sono d’accordo con lei. Abbiamo sempre visto le novità, alle fiere estere, così come negli ultimi anni quella legata ai materiali compositi. Anche se poi dalla intuizione del nuovo prodotto alla produzione industriale trascorrono
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tempi lunghissimi. Tornando all’infisso: tutte le novità che ho visto negli ultimi anni se fossero state vendibili e fruibili, sarebbero state ormai sul mercato. Quello che sto notando è il tentativo positivo di certe aziende di creare dei materiali differenziati di alto pregio ma solo per sfuggire agli squali del mercato a basso costo, che fanno la parte del leone. È contro il mio interesse ma lo devo dire: il pvc è un prodotto povero, come l’acqua minerale. Noi lavoriamo sul pvc come materiale del futuro, finestre adatte ai lavori di ristruttura-
zione, per chi cerca il giusto connubio tra prestazioni e costi”.
A ColfertExpo presso lo stand di Ital-plastick con Stefano Brunello, responsabile degli impianti di produzione per serramenti in PVC di Ital-plastick.
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A ColfertExpo in attesa che Stefano Mora moderi il convegno “Prove in opera” pranziamo insieme. “Quest’anno abbiamo realizzato e portato avanti un’attività specifica a progetto con Colfert che continuerà e che ha come obiettivo quello di poter mettere le aziende nelle condizioni di disporre di dati e di documenti spendibili sul piano tecnico-commerciale, che si fondano sostanzialmente su analisi condotte in sito, nei cantieri, per approfondire le performance dei prodotti e dei sistemi di installazione quando i serramenti sono installati”. Si tratta di una differenza sostanziale. Purtroppo le prove di laboratorio spesso sono distanti dalla performance del serramento ‘in funzione’: andare in cantiere per verificare la funzione reale dell’infisso inserito nel suo involucro edilizio significa registrare parametri attendibili rispetto alle certificazioni energetiche degli edifici. “Questo lo scopo, misurare il suo funzionamento e quindi avere da un lato un output di carattere tecnico in termini di possibili miglioramenti adottabili dalle aziende sul prodotto e sull’installazione, dall’altra di andare a quantificare da un punto di vista energetico e dei risparmi legati soprattutto alla sostituzione dei prodotti e, quindi, di farne anche un elemento propositivo per il mercato. È stato, tra l’altro, pubblicato un manuale con i risultati di questo primo anno di lavoro: una quarantina di cantieri sono stati misurati. Una casistica raccolta prevalentemente nella zona del Triveneto ma anche in Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte e continueremo quest’anno a lavorare su questo tema. Devo dire che, al di là degli aspetti prettamente tecnici, la cosa che ci ha lasciati più compiaciuti è stata il riscontro estremamente positivo da parte dei serramentisti: pur in un momento di difficoltà abbiamo avuto numerose richieste di ripetizione”. Considerato che un ente come il Consorzio Legno Legno tasta il polso del mercato quoti-
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dianamente, Pietro Ferrari gli chiede come veda la situazione, ponendo sull’altro piatto della bilancia quelle pessime, raccolte negli ultimi tempi da parte dei produttori di macchine, dei fornitori di materiali, e da chi, in generale, batte il mercato, come fornitore della filiera.
“Questa è una domanda veramente complicata, nel senso che non credo, per essere realisti ma non eccessivamente pessimisti, che la situazione attuale si discosti molto al momento da quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni, con poche eccezioni, legate non tanto al territorio ma alle scelte che le aziende singolarmente hanno operato nel tempo. Le aziende soddisfatte sono veramente poche rispetto a quanto avviene generalmente nel nostro settore. Stringendo un pò sul mondo della cooperazione emiliana, ma comunque sulle aziende più strutturate, è inevitabile che, e questo vale soprattutto per il settore dei serramenti in legno, si continui a pagare (ne parlavamo poco tempo fa su Sistema Serramento n° 9 sulla rubrica Meeting Anfit) un pò lo scotto di un posizionamento sul mercato legato soprattutto alla grande cantieristica. D’altra parte riconvertire e rimodulare queste aziende, questi impianti produttivi e le strategie commerciali tipiche in un qualcosa di più vicino ai numeri e alle caratteristiche del mercato attuale è veramente complicato. Nel caso dell’EmiliaRomagna, c’è un effetto a cascata rispetto ai problemi delle grandi cooperative delle costruzioni che rappresentavano un bacino importante per i volumi di queste imprese. Probabilmente anche qualche scelta dal punto di vista imprenditoriale, è inutile nasconderlo, non è stata azzeccata, però il
numero, i volumi e il posizionamento sul mercato sono problemi”. Pietro Ferrari afferma che Re-Build, la fiera del recupero edilizio, che si è svolta la scorsa estate a Riva del Garda, lo ha convinto del fatto che la riqualificazione sia la strada maestra per rilanciare il settore dell’edilizia e del serramento. “Pare che la riqualificazione edilizia sembri essere il principale mercato del futuro, da quanto leggo e sento. Credo che sia vero solo in parte, non è solo il principale, è l’unico mercato che noi abbiamo in questo momento e in proiezione, perché anche i dati di cui disponiamo ci danno quest’indicazione. Che non serva sono assolutamente in disaccordo, che non basti, sono assolutamente d’accordo. Nel senso che le scelte che sin qui sono state fatte a livello governativo o delle imprese, non sono state sbagliate ma vanno incrementate. Voglio dire: oggi abbiamo un mercato della riqualificazione, della ristrutturazione e della sostituzione del serramento forte e robusto nelle piccole dimensioni. Credo che manchi una leva finanziaria importante e innovativa, capace di mettere le mani sul parco edilizio dei grandi condomini: lì, tutto è ancora da fare. Bisogna trovare la leva per lavorare in quell’ambito, questo sarebbe, da un lato, ossigeno per il mondo delle aziende, e dall’altro, una cosa da fare per il comfort delle persone. C’è un problema di risorse finanziarie, ma non è l’unica complicazione, c’è anche qualche problema di tipo tecnico, seppur risolvibile…”.
Alcuni momenti a ColfertExpo durante l’incontro con Stefano Mora, direttore del Consorzio Legno Legno.
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Giulio Vidali lo avevamo incontrato a Norimberga durante l’ultima edizione e così come accade, nonostante i luoghi e gli eventi cambino e si susseguano, il punto fermo del settore divengono proprio quei volti via via noti, come il suo. Ha scelto una nuova denominazione per l’azienda? “Il mercato ormai si è spostato praticamente tutto al di fuori dell’Italia, quindi abbiamo scelto Vidali Finishing invece di Vidali Impianti, un nome più internazionale, perché ‘impianti’ all’estero, dice poco o niente”. Che cosa recepisce la Vidali riguardo il suo mercato di riferimento? “Noi non ci lamentiamo, continuiamo a realizzare nuove strutture impiantistiche, ci siamo ingranditi come azienda, abbiamo rafforzato l’ufficio Progettazione e l’ufficio Ricerca & Sviluppo, con un grande impegno nell’innovazione di prodotto. Il mercato è difficile ma il lavoro c’è: si tratta di trovarlo”. Quali sono gli elementi che caratterizzano il knowhow di Vidali Finishing rispetto alle tecnologie tradizionali? “Porto un esempio: adesso le cabine, che pure non rappresentano il nostro core-business, le realizziamo in materiale plastico antiaderente, tutto quello che viene a contatto con impregnanti e vernici è materiale di
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questo tipo. Vanno poi menzionate anche novità come il flow-coating, sistemi di impregnazione a cambio colore automatico e sistemi di irrorazione a ugelli oscillanti: per partire con un ciclo di impregnazione abbiamo bisogno di soli otto litri di prodotto. Oggi i nostri clienti effettuano dieci-dodici cambi colore al giorno: è quindi importante utilizzare poco prodotto, per poter avere meno materiale a magazzino sia in termini di prodotto verniciante sia in termini di materiale utilizzato per i lavaggi. Si parte da questo per completare la gamma con sistemi di movimentazione pezzi, convogliatori che non sono più classici sistemi ad anello, ma consistono in sistemi brevettati a navetta. In questi sistemi estraggo il materiale da lavorare e lo porto a destinazione per le diverse
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www.legnolegno.it CONSORZIO LEGNO LEGNO STEFANO MORA
funzioni: impregnare, verniciare, asciugare, carteggiare. La flessibilità è massima: posso fare un lotto bianco, posso tenerne fermo un altro. Questi sistemi flessibili dispongono anche di punti di essiccazione veloci o di lampade IR, questo permette di utilizzare le nostre macchine e di far fronte a richieste di urgenza da parte dei nostri clienti. Asciugatura in quindici minuti: carteggiatura, verniciatura e in venti minuti scarico del pezzo”. L’azienda si è ingrandita e il marchio è stato rinnovato nonostante il cambio generazione e il fatto che all’inizio della crisi sia venuto a mancare suo padre, storicamente alla guid a di Vid ali Impianti. Quali sono state le strategie messe in atto per riorganizzare, moder-
nizzare e ingrandire l’azienda? “La cosa più importante è mettere il cliente come prima finalità, ossia un cliente non può essere scontento per nessun motivo, per questo abbiamo preferito fare dieci impianti in meno, però avere un rapporto di amicizia con il cliente. Questo è il punto fondamentale: guardare un po’ l’indotto finanziario aziendale, per privilegiare la soddisfazione del cliente, attraverso una gestione attenta dell’assistenza postvendita. In secondo luogo bisogna seguire quelle che sono le esigenze reali del mercato: non ci sono più grandi numeri da fare, né in Polonia, né in Russia ma solo le piccole quantità che richiedono la flessibilità degli impianti”. Dove state sviluppando maggiormente il vostro mercato? “? Da tempo abbiamo creato un “Gruppo di lavoro” assieme all’azienda Coima di Fano, produttori di impianti per aspirazione industriali, questa unione ci permette di dare un servizio più ampio ai nostri clienti e di essere presenti in molte aree di lavoro. Oggi a parte la crisi russa attuale che ha visto il dimezzarsi del valore della moneta, abbiamo lavorato bene e stiamo lavorando con dei rivenditori e con una sede produttiva in Russia, vicino a Mosca. Lavoriamo bene in Bielorussia. Siamo ben rappresentati in Francia e in Belgio, in Danimarca. Siamo ben presenti sul mercato del Medio Oriente, non per ultimo stiamo installando due grani linee di verniciatura in Tailandia”. Pietro Ferrari focalizza poi l’attenzione sullo stand, chiedendogli se siano in grado di fornire sia i grandi impianti sia linee più compatte come quella esposta. Questa linea presentata a ColfertExpo la ritenete interessante per aziende di piccole e medie dimensioni: possiamo parlarne? “Il serramento oggi viene finito all’uscita della profilatrice, quindi il pezzo è già prefinito: dopo la profilatrice, il serramento va allo strettoio e da qui esce finito. Per avere una protezione totale del serramento è necessario impregnare anche le teste: i punti deli-
All’ultima edizione di ColfertExpo l’incontro con Giulio Vidali, titolare dell’azienda Vidali Finishing.
SistemaSerramento 037
EXHIBITION COLFERT
www.vidalifinishing.com VIDALI FINISHING GIULIO VIDALI
cati. Impregnando, soprattutto con prodotti adeguati, antimuffa, antivegetativa e antitarlo, si ottiene una protezione maggiore e la possibilità di avere delle linee più semplici, perché all’uscita dallo strettoio, il pezzo viene impregnato, asciugato, e poi con lo stesso macchinario applicato il fondo intermedio, che a questo punto passa alla spazzolatura. Non sono necessarie spazzolatrici enormi, perché sono elementi sottili per cui è sufficiente una macchina molto compatta. Quindi, per una fascia di mercato medio-piccola, un’impregnatrice in linea permette di avere un serramento uniforme di colorazione, protetto in tutti i punti con una spesa molto ridotta”. Quale tendenza prospetta nell’ambito della verniciatura del serramento? “Noi siamo in controtendenza perché non proponiamo il robot antropomorfo. Il quale dovendo lavorare davanti a una cabina di verniciatura, normalmente molto grande: cinque metri per quattro e alta quattro, che aspira un minimo di 30mila metri cubi d’aria in un’ora, che poi deve espellere, e il tutto non è molto vantaggioso. D’altra parte per essere in regola con la certificazione delle macchine, è obbligatorio avere una velocità frontale nelle cabine di verniciatura di almeno 0,5 metri al secondo: quindi una cabina di venti metri quadrati necessita di dieci metri cubi d’aria al secondo che fanno 36.000 metri cubi per ora. Calcolando quello che serve per scaldare quest’aria per poi espellerla direttamente in atmosfera sono tantissime chilocalorie”. Qual è la soluzione che proponete voi? “Abbiamo realizzato dei macchinati in cui è possibile verniciare in automatico, con una resa perfetta anche all’interno delle cave. Per dare la finitura abbiamo brevettato un macchinario che si chiama GIVI3000 che necessita solo di 6 mila metri cubi d’aria in aspirazione e permette di cambiare colore in 200 secondi e, come dicevo, permette di verniciare senza sbavature all’interno delle cave con spessori variabili da 30 millimetri fino a 180 millimetri. Questo sistema permette di verniciare entrambi i lati del serramento in un box
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assolutamente chiuso, che consuma pochissima aria in aspirazione, vernicia perfettamente, cambia colore in 200 secondi e recupera l’overspray che rimette in circolo e riusa. L’aria entra nel macchinario dal passaggio in cui entrano i pezzi e da quello in cui escono, l’impianto possiede un sistema di visione artificiale e delle pistole all’interno che spruzzano dove c’è il pezzo. La pavimentazione del sistema e la parte frontale sono costituite da un tappeto che ruota e la vernice che non va sul pezzo viene raccolta da questo sistema a tappeto. Osservando le cave dei serramenti quando escono sono perfettamente verniciate, grazie al fatto che lavoriamo con elettrostatiche in carica diretta a 500 microampère. Quello che per altri produttori è difficile da ottenere, per noi è semplice: con la stessa grammatura si ottiene la stessa finitura sul piano e sul bordo. Siamo riusciti a ottenere un macchinario semplice e versatile che regala una verniciatura perfetta, con recupero dell’overspray e con un basso consumo energetico”. A quando risale questo prodotto? “Questo prodotto è nato quattro anni fa ed è già in funzione presso circa trenta clienti, tra cui uno dei maggiori verniciatori austriaci. Un altro elemento da tenere presente è quello della versatilità di cambio sagoma”.
NOTES SIMONSWERK
IL CORRETTO SISTEMA DI CERNIERE PER OGNI PORTA
di Beatrice Guidi www.simonswerk.it
In occasione della manifestazione fieristica Fensterbau 2016, Simonswerk presenta una panoramica delle numerose soluzioni di cerniere per porte e in particolare alcune novità e ampliamenti di gamma per il settore delle porte d’ingresso. Attenzione particolare per le porte d’ingresso in PVC dove, le crescenti esigenze tecniche legate a questa particolare applicazione, hanno portato allo sviluppo di un nuovo modello di cerniera della
25.000 visualizzazioni sui nostri siti
Simonswerk esporrà al Padiglione 4, Stand 143
marzo
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Visibilità in fiere di settore Visibilità sui social networks
famiglia SIKU. Si tratta del modello SIKU 3D K 6060, dotato di un sistema di scorrimento esente da usura, spina di sicurezza integrata, registrabile in 3D e con una portata elevata fino a 160Kg con due cerniere. In evidenza anche le soluzioni per le porte d’ingresso in legno, per le quali verranno presentate diversi prodotti innovativi, per applicazioni sia complanari che con sormonto, delle famiglie BAKA, TECTUS e VARIANT.
40.000 Newsletter e DeM nominativi del settore Sfogliabile gratuitamente in Italia e all’estero
in versione digitale
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EXHIBITION SAIE SAIETRE
di Sonia Maritan www.saie.bolognafiere.it www.saie3.com
LA SMART HOUSE DI SAIE Il ruolo centrale di Saie e Saietre, sotto i riflettori a Bologna dal 14 al 17 ottobre 2015, rappresentato dal nuovo format Smart House è stato focalizzato sulle nuove tecnologie e i nuovi materiali per la progettazione e la realizzazione integrata degli edifici volti a ottenere più efficienza e risparmio energetico, più sicurezza e qualità ambientale.
Il Rapporto FederCostruzioni 2015 presentato durante SAIE ha segnalato un dato positivo nel settore delle esportazioni (più del 23% nel periodo 2009-2014), e la fiera ha rappresentato un’occasione di incontro fondamentale per i buyers stranieri arrivati da Vietnam, Kazakistan, Libano, Kuwait, Qatar, Tunisia, Azerbaijan, Iran, Egitto, Marocco, Emirati Arabi Uniti e Turchia, Paese col quale SAIE ha avviato un progetto di internazionalizzazione, in particolare sui temi della riqualificazione e protezione sismica. “Quello di oggi è un SAIE attualissimo. L’edilizia è un settore che può andare in una sola direzione, ed è quella della rigenerazione urbana e della riqualificazione del patrimonio esistente. Abbiamo bisogno di consumare meno suolo e, per fare questo, non possiamo danneggiare un comparto importantissimo per il nostro Paese come quello dell’edilizia. Perciò dobbiamo puntare fortemente sulla rigenerazione urbana”. Affermava il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti quando prese parte a SAIE SMART HOUSE nell’ambito del forum sulle città metropolitane dell’architetto Mario Cucinella; grande partecipazione alla sua nuova SOS School of Sustainability, occasione in cui ha avviato la riflessione sui nuovi
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piani per il controllo climatico nelle città, a cominciare dalle grandi città metropolitane, richiesto dalla Unione Europea. “Mi piacerebbe che SAIE diventasse sempre più un laboratorio delle idee: sarebbe importante che la concentrazione di persone, aziende, soggetti che lavorano nell’ambito dell’edilizia alimentasse un costante dibattito, e in una fiera come questa è ancora più necessario, perché la contaminazione migliore delle idee avviene proprio quando c’è un vero scambio tra persone di settori diversi, come accade qui. In questo momento una delle risorse più scarse sono le idee, allora mi auguro che il SAIE si faccia portatore di questa fantastica cosa che sono le idee”. Auspica Cucinella. Agli strumenti tradizionali dei vecchi cantieri il SAIE ha affiancato la presenza delle nuove imprese di software ormai prevalenti perché declinano le nuove opportunità per l’impiantistica nelle case, che dopo la recente legge 164/2014, dovranno essere connesse alle nuove reti digitali da svilupparsi nelle città. Accanto al SAIE si è quindi inserita perfettamente la nuova presenza di SIE, Salone dell’Innovazione Impiantistica per gli Edifici, nato grazie all’accordo di collaborazione fra BolognaFiere e Senaf/Tecniche Nuove. Ancora, in questo SAIE, nel Salone Smart City Exhibition, si è approfondito il tema delle connessioni intelligenti tra case cablate e reti esterne, per produrre e utilizzare i dati sensibili necessari alle nuove soluzioni nelle case e nelle città intelligenti per le regolazioni ambientali. Un Saie forte dei suoi 66.630 visitatori che ha elaborato la proposta della “Carta dell’edificio 4.0” – un documento che evidenzia come dall’integrazione di singoli interventi per il risparmio energetico nell’abitazione possa derivare un plus di risparmio – per incrementare i contributi alla
EXHIBITION SAIE SAIE3
ristrutturazione edilizia e alla riqualificazione energetica con un contributo speciale, e aggiuntivo, alla gestione digitale integrata del sistema casa. Non solo esposizione ma anche formazione e informazione, soprattutto tecnica, con quattro intense giornate di lavoro, segnate da oltre 500 eventi che hanno animato le attività del cuore pulsante di Saie, la piazza del Centro Servizi di BolognaFiere, che ha ospitato l’area Smart House Living, allestita come l’interno di una grande casa intelligente e sostenibile, animata dal Forum realizzato da Norbert Lantschner, coordinatore scientifico di SAIE SMART HOUSE, che ha affermato: “Curare il clima con l’efficienza e il risparmio energetico rappresenta la testimonianza che abbiamo una ricca offerta di tecnologia e di materiali per rispondere a questa doppia sfida, su clima ed energia. Saie si presenta oggi come catalizzatore per accelerare i tempi e per poter concretizzare la nuova edilizia. La priorità assoluta nell’ambito economico, sociale e ambientale è quella di ridisegnare l’edilizia dando un’impronta innovativa a ciò che si costruisce di nuovo. Ciò che ci deve guidare nei prossimi anni è minimizzare i consumi di energia, minimizzare le emissioni di gas serra e ottimizzare le prestazioni. Questo deve essere il nostro imperativo strategico". Saie come testimoniano molti espositori rappresenta una fiera storica che è diventata punto di incontro per le aziende che danno appuntamento ai propri clienti da un’edizione all’altra, e un evento che ha saputo rinnovarsi, come testimonia il Presidente di Tecniche Nuove e Senaf, Giuseppe Nardella: “Grazie alla collaborazione tra BolognaFiere e Tecniche Nuove/Senaf, quest’anno abbiamo posto le basi per la realizzazione di
un nuovo e innovativo progetto fieristico che vede nella riqualificazione dell’esistente, attraverso l’effettiva integrazione del sistema edificio impianto, la via per il rilancio del mercato delle costruzioni. Crediamo sia fondamentale riuscire a trasferire a operatori e cittadini i reali benefici derivanti da una corretta progettazione. Per questo abbiamo, con la collaborazione di circa 20 aziende produttrici, presentato in anteprima +E Building: uno spazio che ricostruisce un edificio con impianti evoluti funzionanti, capaci di comunicare tra loro, in grado di dimostrare come un sistema efficiente possa far risparmiare energia e tempo di gestione migliorando allo stesso tempo il comfort abitativo”. Saie ritornerà nell’ottobre 2016, nel format di grande piattaforma di tutto il costruire italiano con la presenza, accanto ai saloni di quest’anno, anche della manifestazione ExpoTunnel, dedicata alle tecnologie per sottosuolo e le grandi infrastrutture, e di H20, Salone leader delle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell'acqua potabile e il trattamento delle acque reflue e ospitando, di nuovo, la più ampia esposizione italiana di macchinari per l’edilizia e per il cantiere. Riguardo il Saie3, il Salone del Serramento, nell’ambito della piattaforma Saie, che ritroveremo a ottobre di quest’anno, si è riconfermato anche nel 2015 un grande successo. Oltre 80 espositori, di cui il 30% stranieri, hanno presentato novità di altissima tecnologia nell’ambito del serramento. Come di consueto dedichiamo a seguire, spazio alle aziende, dando voce in particolare a Bussi, Pozzi, Serrametal, Red Okno, Metro Infissi, Clima e San Michele Arcangelo Costruzioni. Scopriremo che ognuna, anche nell’ambito del serramento, ha proposto le soluzioni più avanzate per concorrere alla realizzazione e ristrutturazione degli edifici con l’obiettivo della riqualificazione in chiave di sostenibilità.
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EXHIBITION SAIE SAIE3
www.ponzi-in.it PONZI ANDREA PONZI
Andrea Ponzi al suo stand parla con alcuni clienti che gli hanno fatto visita.
042 SistemaSerramento
Presso lo stand della ditta Ponzi incontriamo Andrea Ponzi, il titolare dell’azienda, a cui chiediamo di descrivere il posizionamento attuale della ditta: “Da oltre 60 anni la nostra azienda a Bagnara di Romagna realizza infissi metallici, facciate continue e ingressi automatici scorrevoli lineari e curvi, pieghevoli e girevoli ad alto risparmio energetico e automazioni di alta tecnologia, rispettando le normative vigenti e i più alti standard qualitativi in materia di sicurezza e di isolamento termico e acustico. L’esperienza acquisita di quasi sessant’anni nel settore serramentistico e i continui investimenti nella ricerca tecnologica e nel design, hanno portato la Ponzi ad assumere un ruolo leader nel settore in Italia, vantando 15.000 installazioni, quattro uffici diretti a Bagnara di Romagna la sede principale, Milano, Pescara e Roma e un valido ufficio Post vendita che garantisce l’assistenza e la manutenzione sul territorio nazionale, con diciotto punti di assistenza. La divisione zerbini tecnici completa la nostra offerta di ingresso “chiavi in mano”. A pavimento è possibile collocare differenti tipologie di zerbini tecnici, in diverse colorazioni e finiture. Gli zerbini tecnici Ponzi sono realizzati con elementi a strisce di mescole di gomma riciclata dai pneumatici degli aerei, abbinate su una struttura di strisce in alluminio creando un prodotto completamente riciclato”. È la storicità della Ponzi a suggerire la strada odierna con una certa naturalezza? “Abbiamo sessant’anni di attività alle spalle, un’azienda oggi alla terza generazione, partita dalla classica ditta da fabbro, poi evoluta con l’infisso in alluminio e poi completata dalla porta automatica. Alla fine degli anni ottanta con il mio ingresso in azienda abbiamo proposto in Italia l’ingresso automatico “chiavi in mano”, unendo la cultura del serramento con la cultura dell’automazione”. Le prime facciate prodotte rispetto a oggi avranno ben poco in comune! “È tutto un altro mondo: risparmio energetico, studi
di insonorizzazione, di irradiamento, una tecnologia molto più importante. Negli ultimi anni poi, la crisi edilizia ha portato a un ulteriore cambiamento di rotta, che si è tradotto in una selezione di poche aziende, ma di grande qualità”. Qual è il vostro ambito di lavoro? “Ponzi vanta una vasta gamma tipologica che permette di risolvere ogni casistica dimensionale e funzionale, ma soprattutto ha la grande possibilità di personalizzare i propri ingressi con materiali e finiture di pregio: alluminio nelle colorazioni RAL, legno, acciaio, vetro, ottone, acciaio Corten effetto ruggine, in piacevole contrasto con l’eccellenza tecnologica. Il nostro ufficio tecnico cura le diverse esigenze dei progettisti; stile e attenzione al comfort sono le qualità ricercate nel progetto per cogliere e interpretare i mutamenti della domanda, posizionandosi così ai più alti livelli del mercato italiano. Le porte automatiche Ponzi possono infatti avere diversi campi di applicazione: uffici, ristoranti e hotel, negozi e grande distribuzione, aeroporti e ospedali”. Ponzi rappresenta la tipica azienda italiana che ha mantenuto il valore del prodotto customizzato e che si caratterizza per quel tocco di creatività tutto italiano? “Decisamente sì, nel nostro lavoro abbiniamo la grande creatività italiana e la capacità, ampiamente sperimentata e dimostrata, di unire al meglio l’ingresso con la facciata dell’edificio. Abbiamo un continuo sviluppo di prodotti innovativi e soprattutto unici: dalle serie di profilati per i serramenti e ingressi, alle facciate strutturali in alluminio e vetro che rivestono e completano i nuovi fabbricati integrando stile, tecnologia e architettura. Siamo da sempre all’avanguardia nel diffondere la cultura della qualità, dell’affidabilità e del bello; Ponzi è un attivo promotore delle più avanzate normative sulla sicurezza e certificazioni secondo la recente norma EN 16005, che le certifica per uso anche su via di fuga ed esodo. I nostri prodotti sia ingressi automatici, che infissi metallici sono realizzati secondo alti standard di qualità, con caratteristiche tecniche prestazionali rispondenti alle normative vigenti per sicurezza e isolamento termico e acustico. Ponzi affianca la propria tecnologia all’alta qualità dei servizi offerti, segno distintivo dell’attenzione alle esigenze del cliente proprie di una realtà industriale ancora legata alla sapienza artigianale. Abbiamo ingressi e porte installate in tutto il mondo ma con un’anima made in Italy, che ritrova nel cuore della Romagna l’essenza della nostra attività e del nostro esclusivo know how, indispensabile per essere pronti di fronte alle più stimolanti sfide internazionali”.
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www.bussifalegnameria.it
BUSSI
CATERINA TEDALDI
Lo stand di Bussi si fa notare per eleganza e trovarsi una donna di fronte rende particolarmente fluente e piacevole la conversazione. “La ditta Bussi esiste da 35 anni” – ci dice Caterina Tedaldi Responsabile Amministrativa – “e da sempre la seguo nel ruolo della contabilità. L’azienda è stata fondata da me e da mio marito”. Voi siete dunque testimoni di trent’anni di evoluzione del serramento, che oggi, come suggeriscono le porte esposte nel vostro stand, si è trasformato sempre più in un oggetto di arredamento. “Il nostro target, infatti” – conferma Caterina Tedaldi – “è quasi sempre rappresentato dal privato che apprezza la qualità, e non ci interessa la grossa cantieristica. Noi puntiamo su un cliente medio-alto che seguiamo prima a livello di produzione, poi nella fase di posa grazie ai nostri posatori interni, e, successivamente, anche garantendo un servizio di manutenzione. Lavoriamo esclusivamente sul mercato italiano”. Il legno è nel dna di Bussi e tutti i serramenti, interni ed esterni, sono prodotti in legno, diverso è il discorso della commercializzazione che, per completezza di gamma, seleziona i migliori serramenti in pvc e in alluminio. “Il cliente che sceglie il pvc” – ci dice la nostra intervistata – “lo fa principalmente per una questione di costi, anche se mi è capitato spesso di trovare clienti che hanno scelto il pvc e se ne sono pentiti.” Considerano forse una soluzione preferibile, l’abbinamento tra materiali diversi? “Direi di sì e che l’abbinamento preferibile è il legno-alluminio. Tra i modelli che presentiamo a Saietre, c’è la finestra Zero rivestita in alluminio, però è solo vetro a spessore quindi zero”. Questa è la tendenza attuale: la finestra minimal e senza il legno esterno. Perché io temo
che la finestra in legno, negli ultimi vent’anni sia stata danneggiata dalla scelta di un legno sbagliato o di una vernice inadeguata. “Direi anche da prima” – replica Caterina Tedaldi – “noi da vent’anni usiamo la vernice all’acqua senza problemi, mentre le vernici bicomponenti, usate precedentemente, si sfogliavano molto facilmente”. Cosa ci racconta del futuro del serramento, dal suo osservatorio? Vedo che esponete una porta da interno abbinata a una parete-boiserie con la stessa finitura, rispondendo a uno stile total look: sempre più imperante. “Speriamo di avere ragione, noi abbiamo provato e riteniamo che possa essere la strada giusta”. Io credo di sì. “È un’idea nata da mia figlia” – precisa Caterina Tedaldi con un pizzico di orgoglio – “che assieme al fratello lavora già in azienda”. Il total look cui accennavo prima, voi lo interpretate in modo efficace. “Non solo, noi produciamo anche i rivestimenti e gli arredi. Per esempio, abbiamo fatto un lavoro completo di recente in una villa producendo porte da interno, arredamento per ogni ambiente e serramenti esterni, questo grazie al nostro reparto produttivo organizzato con isole produttive estremamente efficaci”.
Lo stand di Bussi e nella foto a sinistra Caterina Tedaldi Responsabile Amministrativa.
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EXHIBITION SAIE SAIE3 www.posaclima.it STRAUDI PER IL MARCHIO POSACLIMA PAOLO AMBROSI
A Saietre, presso lo stand Straudi sono esposti tutti i prodotti omologati da CasaClima, di cui parliamo con Paolo Ambrosi che descrive con perizia ogni prodotto. “Nel contesto della riqualificazione del foro finestra da realizzare senza opere murarie e quindi tipicamente in una casa costruita prima degli anni Settanta il telaio è murato, normalmente si monta la finestra sopra al vecchio telaio murato con la perdita di cinque centimetri di luce per parte. Ora, dieci centimetri per 1,40 metri – altezza della finestra – per un totale di 0,14 metri quadrati, che moltiplicati a loro volta per sei finestre fanno 0,84 metri quadri, assommano una considerevole perdita di ‘luce’. Se poi c’è una porta finestra va sottratto un altro metro quadro di luce al totale. Questo lo si scopre solo dopo aver comprato le finestre, senza parlare della minore efficienza termoacustica generale che un intervento così realizzato comporta. Inoltre, avendo acquistato un metro quadro in meno di finestra, il preventivo sembrerà più economico, in realtà è stata sottratta luce
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per sempre e la prestazione non è migliorata ma si è abbassata con un doppio telaio di cui uno ridotto e meccanicamente meno prestante. La soluzione più logica sembrerebbe tagliare il telaio murato, ma comporterebbe un lavoro enorme”. Ci aspettiamo a questo punto di sentirgli proporre una soluzione perlomeno percorribile, considerato che CasaClima, anche nell’ambito del serramento, ha proposto soluzioni molto innovative per concorrere alla realizzazione di edifici che perseguano l’obiettivo della riqualificazione edile. “C’è, infatti, una soluzione ideale: è stata brevettata una macchina che prima non esisteva, si chiama Frame Cutter, che taglia senza polvere il perimetro del telaio e la finestra può essere sostituita utilizzando il vecchio ingombro del telaio. Se si presenta il problema di una mensola passante: con una lama adatta al marmo e non al legno (telaio) si taglia in venti minuti il davanzale, uno/per finestra, trasformando il posatore in un riqualificatore del foro”.. La riqualificazione del foro finestra comprende però altre componenti altrettanto importanti! “La riqualificazione riguarda anche il cassonetto, che è il vero elemento disperdente. Il cappotto del cassonetto si chiama PosaClima Renova: perché fra il muro di 40 cm di spessore e la finestra di 5 cm di spessore c’è il cassonetto che ha circa un 10 millimetri di spessore e quindi rappresenta un flebile ‘tappo’ di chiusura. Il Decreto 26 giugno 2015 pubblicato il 15 luglio cita: «La trasmittanza termica U della finestra comprensiva degli infissi e del cassonetto dev’essere inferiore a 1,7 W/mqk e a partire dal 2021 di 1,4 e 1,0 W/mqk […]» perché le case a energia quasi zero richiedono questi valori, ma la novità è costituita dal fatto che per la prima volta si considera parte della finestra anche il cassonetto, concependo il serramento come sistema; quindi il valore di trasmittanza riguarda la finestra più il cassonetto. Nel “nuovo” questo non costituisce un problema” – continua Paolo
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costituirebbe un ponte termico. “Sulla riqualificazione del cassonetto proferisco da quattro anni e quando il Decreto del 2015 ha reso obbligatorio questo tipo di intervento ne sono stato davvero felice. Certamente Framecut agevola l’intervento e lo completa, di questo parlo da poco meno di un anno nonostante lo ritenessi un aspetto importante per perfezionare l’intervento, perché era prima necessario sviluppare la macchina atta a effettuare i tagli per il telaio e il davanzale”. Non possiamo che concludere chiedendogli se abbia altri progetti in mente. “La vera rivoluzione potrebbe essere un dispositivo che si colloca sotto il serramento per evitare che esca l’acqua. È una sorta di guarnizione che viene inserita sul marmo…”.
Allo stand di Straudi, promuovono il marchio PosaClima, da sinistra a destra, il direttore commerciale Nicola Straudi, il direttore vendite Oliviero Spino, il Capoarea Carlo Pizzolon e Paolo Ambrosi: consulente esterno, relatore e docente CasaClima e Direttore Scientifico del sistema PosaClima.
Ambrosi – “perché viene inserito un cassonetto coibentato exnovo. Nella ristrutturazione, invece, anche mettendo una finestra molto performante, ad esempio che soddisfi una trasmittanza termica di 1,0 W/mqk, non si raggiunge un valore sufficiente, se non viene realizzata insieme anche la riqualificazione del foro finestra. Naturalmente questi valori sono ancor più difficili da raggiungere per i serramenti in alluminio ma, di fatto, anche un serramento in pvc senza la riqualificazione del cassonetto non raggiunge i valori richiesti dal Decreto”. Ricapitolando, CasaClima per la riqualificazione a ‘regola d’arte’ del foro finestra propone il sistema Renova per il cassonetto, il quale necessiterà dell’acquisto del Framecut come attrezzo indispensabile per effettuare il taglio del telaio preesistente e l’incisione del davanzale passante, che alt rimenti
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EXHIBITION SAIE SAIE3 www.inles.si www.redokno.com RED OKNO PER IL MARCHIO INLES DANIELE SESSOLO
Lo stand di Red Okno con Daniele Sessolo che parla con alcuni visitatori a proposito del marchio Inles.
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Al Saietre presso lo stand Inles, spicca la scritta “infissi di qualità”, così ci fermiamo a parlarne con Daniele Sessolo. “Io sono responsabile della commerciale che tratta in Italia questi infissi. La Inles è un’azienda slovena con sede a Lipiza, vicino a Lubiana, che produce da oltre 65 anni infissi in legno, legno-alluminio, pvc e alluminio”. Che cosa significa per Inles mettere in evidenza che produce “infissi di qualità”? “Vuol dire garantire prestazioni, infatti, l’azienda è sempre in costante ricerca di qualità e innovazione. Tutti i serramenti prodotti hanno l’anta ribalta di serie, kit anti intrusione Wk1 di serie. L’esigenza di fornire serramenti in pvc ha fatto sì che venisse aumentata la presenza del pvc”. Il mercato italiano è interessante per la Inles? “Oggi il mercato italiano sembra essere un mercato ancora appetibile con spazi per il prodotto in legno Inles. Riteniamo che sia il momento giusto per far conoscere i nostri prodotti che pensiamo abbiano componenti, lavorazioni, soluzioni e finiture di alto pregio. Produciamo ed esportiamo in 35 Paesi al mondo ma siamo anche in grado di personalizzare ogni singolo prodotto”. E il servizio di posa, vendendo i prodotti a distanza, come viene affrontato? “In ogni singola regione stiamo creando una struttura dove abbiamo una persona che segue la parte commerciale a cui affiancare delle persone formate riguardo alla parte prettamente tecnica che faranno la posa e anche il postvendita”. Come si esprime, dal suo punto di vista, la competizione tra un prodotto italiano e un prodotto sloveno? “Quello che siamo in grado di dare è la diversificazione dei prodotti in termini di materiali, di soluzioni personalizzate, di finiture: lavorazioni particolari come spazzolatura, finitura delle superfici a olio, finiture con campione fornito dal cliente, finitura del serramento BI-COLORE; in modo che entrando nel negozio o nello showroom, il cliente riesca a trovare la giusta soluzione per ogni sua esigenza. Anche in termini di prodotto garantiamo
una gamma completa”. E a livello di prezzo: la vostra qualità costa di più? “A livello di prezzo siamo allineati ai prezzi italiani con una qualità che riteniamo alta e con prezzi omogenei nonostante le innumerevoli varianti di finitura e di tipologia di legno. La ferramenta che utilizziamo è Roto, un ottimo marchio, la vernice è della Sikkens, le lastre sono della Ertl e una vetreria interna le lavora. Inseriamo tre-quattro novità ogni anno” – precisa ancora Sessolo – “L’ultima novità è il portoncino esterno per casa passiva, spessore cento millimetri, studiato per i mercati del Nord. Abbiamo proposto anche prodotti in legno di abete cotto a 185 gradi che assume colorazioni particolari, presentato alla ultima fiera di Lubiana, e che grazie a questo procedimento aumenta la sua stabilità del 50%”. Potrebbe fornirmi un’idea di costi per ogni materiale, immaginando che in qualità di consumatore finale avessi l’esigenza di conoscerli: quello del pvc, del legno e dell’alluminio? “Possiamo ipotizzare per il pvc 200 Euro, per il legno 330-340 Euro e per l’alluminio 400 Euro”. Se la scelta ricadesse sul prodotto misto aumenterebbe il prezzo? “Il prezzo del prodotto misto si posiziona tra legno e alluminio, se costituito da questi materiali. In ogni caso noi utilizziamo legni adatti al serramento: noi utilizziamo abete, larice e pino e un po’ di meranti e rovere”.
All’azienda Metro Infissi è il marchio Acquastop ad attirare la nostra attenzione anche se è evidente che non riguardi strettamente il serramento, così rivolgiamo una prima domanda ad Alessandro Cipriani, consulente dell’azienda in materia di comunicazione e organizzazione: Come nasce Acquasto p? “Acquastop esiste dal 1992, a quell’epoca si chiamava con un nome meno efficace ‘barriera antiallagamento in alluminio’, due anni dopo pensai a questo nome un pò più simpatico. Questo prodotto nasce da un’intuizione di Costantino Trillo, titolare della Metro Infissi, che da sempre si occupa di serramenti e infissi. Nei primi anni Novanta, l’azienda, posizionata a Perignano, in provincia di Pisa, serve 150-160 rivenditori in tutta Italia ed è in grado di raggiungere la totalità del territorio nazionale”. Non è un caso che ci parli degli Anni’90! “Gli anni Novanta sono gli anni delle prime grandi bombe d’acqua, per questo Costantino Trillo ha questa intuizione che parte dalla sua esperienza nella realizzazione di sponde per camion in alluminio, cioè quella di utilizzare le sponde di camion in alluminio, ovviamente con un processo tipico di un prodotto da serramentista, permettendo di posizionare delle paratie in modo molto semplice e con poco sforzo. Il marchio e il sistema sono brevettati. All’inizio del processo di messa a punto del prodotto sono state effettuate delle prove di resistenza con l’istituto Giordano per garantire che il prodotto rispondesse alle prestazioni promesse”. Secondo quale criterio? “A livello normativo non esiste una normativa armonizzata e Metro Infissi ha dovuto attingere qua e là da diversi criteri produttivi sotto l’egida della ‘buona tecnica’. Un risultato recente della nostra ricerca” – continua Cipriani – “è una paratia a protezione integrale, un elemento che consente di chiudere completamente anche le porte: di questo tipo abbiamo consegnato una paratia larga un metro e venti e alta due metri che in diciotto ore non ha lasciato passare nemmeno una goccia di acqua”. “Nel corso del tempo” – aggiunge ancora Cipriani – “abbiamo sviluppato altri prodotti della cui necessità ci siamo accorti quando andavamo a montare le paratie: per esempio, abbiamo la chiusura ermetica per le prese di aereazione oppure per la chiusura delle bocche di lupo o delle griglie di scolo dell’acqua. Passo passo siamo arrivati a questa completezza di gamma”. Nel corso degli anni, rispetto alla proposta iniziale del 1990, cos’è cambiato nelle caratteristiche dei vostri prodotti? “Sono cambiati i profili di alluminio, è migliorata la resistenza meccanica, abbiamo introdotto due profili per applicazioni diverse l’una dall’altra, ci sono degli accessori che ci consentono di tenere dei livelli d’acqua molto elevati e, ultimamente abbiamo sviluppato un tipo di paratia a doghe componibili, pensata per proteggere gran-
di varchi di ingresso dell’acqua e componibile fino a dieci, venti, trenta metri lineari di apertura”. È il titolare di Metro I nfissi, nonché ideatore del sistema Acquastop, Costantino Trillo, a raccontarci però il processo creativo alla base di questo prodotto. “L’idea è nata quando, per due anni consecutivi, si è abbattuta, nella zona in cui si trova la mia azienda, una violenta alluvione. L’idea è nata così per ‘aggieggiare’, partendo da un prototipo proprio elementare. Poi la richiesta da parte del mercato è cresciuta e così i miglioramenti derivanti dalla ricerca e abbiamo raggiunto un buon livello. Tanto che oggi, la produzione del serramento, che purtroppo è ridotta dalle dinamiche poco brillanti di mercato, è superata di gran lunga dalla produzione di paratie”. Un'ultima curiosità legata alla disponibilità del prodotto in caso di emergenza e quindi legata al processo produttivo. “Queste paratie per il 30% possono essere preparate prima, poi al momento dell’ordine tagliamo i pezzi su misura e li forniamo” – spiega Costantino Trillo – “Non possiamo fare magazzino standard, purtroppo vanno fatte tutte su misura. Partiamo da barre metalliche che vengono sigillate e poi perimetrate con una guarnizione”.
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METRO INFISSI (MARCHIO ACQUASTOP)
COSTANTINO TRILLO ALESSANDRO CIPRIANI Lo stand di Metro Infissi con alcuni visitatori interessati ad “Acquastop” e a sinistra di Sonia Maritan, Alessandro Cipriani, consulente dell’azienda in materia di comunicazione e organizzazione, mentre sulla destra Costantino Trillo, il titolare di Metro Infissi e l’ideatore del sistema Acquastop.
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EXHIBITION SAIE SAIE3 www.serrametal.com SERRAMETAL MARCHIO CAMALEANTE VASCO NAZZI
Siamo al Saietre allo stand di Serrametal, azienda udinese al 100%, che promuove con il marchio Camaleante un serramento molto particolare di cui ci parla Vasco Nazzi in veste di rappresentante dell’azienda, e con un costruttore, Stefano Pilati, la cui azienda si chiama San Michele Arcangelo Costruzioni, di cui riportiamo a seguire l’interessante chiacchierata scaturita casualmente sul costruire “sano”, perché la descrizione del modello “Lineo” del Sistema Camaleante© poi diventa lo spunto per parlare anche delle modalità con le quali si costruisce oggi. Di questo stand si fa notare una finestra che si può vestire secondo i gusti. Il serramento ha un cuore centrale in poliammide, rivestito all’esterno e all’interno con materiali come legno, rame, ottone, pelle (all’interno). Un serramento che, invece di essere come più comunemente accade con una parte strutturale abbinata a un rivestimento interno o esterno come per il sistema alluminio-legno o legno- alluminio, ha un cuore centrale e due rivestimenti diversi sui due lati. Questo permette all’arredo di coo rdinarsi co n la finestra e all’esterno di armonizzarsi con la facciata. “Abbiamo utilizzato queste soluzioni per alcune costruzioni private e ci è piaciuto perché ha dato all’architetto e al progettista la possibilità di creare ambienti personalizzati e diversi l’uno dall’altro” – conferma Stefano Pilati in qualità di cliente di Serrametal – “soprattutto è interessante anche per il settore alberghiero nel quale ci si può sbizzarrire a fare camere diverse l’una dall’altra. In ogni caso, secondo la disponibilità di spesa dei committenti si possono fornire elementi più economici o più costosi. C’è un know how da ser-
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ramentista dietro questa azienda”. Chiediamo allora a Vasco Nazzi di descriverci più dettagliatamente il modello “Lineo Leonardo” del Sistema Camaleante © . “Questo modello consente di avere la massima libertà di scelta e personalizzazione di un infisso, anche dopo la posa in opera. Tutti i sistemi per serramenti reperibili oggi sul mercato presentano diversi componenti per realizzare il telaio fisso e quello mobile ed essi sono sempre diversi tra loro. Questo comporta un magazzino non indifferente per il Sistemista e il Serramentista assemblatore.
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Il sistema Camaleante® si pone come obiettivo l’ottimizzazione dei diversi elementi che vanno a comporre il serramento, con un conseguente miglioramento del rapporto qualità/prezzo sia per le figure tecniche adibite alla realizzazione dell’infisso sia per il cliente finale. Camaleante® è un prodotto ecocompatibile e riciclabile al 100%, senza diossine, formaldeide o cloro. Il poliammide, che costituisce l’anima centrale dell’infisso, è un materiale naturalmente autoestinguente (classe 1) e risponde in modo eccellente alle vigenti normative del settore. Il sistema supporta tutte le tipologie di aperture, anta, anta e ribalta, vasistas, utilizzando le ferramente maggiormente diffuse, facilitando di conseguenza la reperibilità e la possibilità di manutenzione. Il nuovo nucleo centrale isolato, coperto da brevetto internazionale, permette l’inserimento di ferramenta PISTA 16 interasse 13 mm (tradizionale, a scomparsa o antieffrazione), guarnizione centrale di battuta per la tenuta a giunto aperto e vetri dello spessore massimo di 50 mm circa”. Leggo che il nodo centrale è ridotto a 100 mm! “Il nodo centrale dell’infisso, come tutti gli altri profili, è stato studiato e progettato appositamente al fine di ottenere una riduzione degli ingombri del 20% a favore di una maggiore lucentezza, utile sia dal punto di vista funzionale che estetico: il nodo centrale è quindi ridotto a 100 mm, il telaio fisso ha una profondità di 80 mm per “Lineo” e di 95 mm per “Leonardo”, il telaio mobile ha una profondità di 86,5 mm e la profondità totale dell’infisso è di 105 mm per “Lineo” e di 120 mm per “Leonardo”. Le guarnizioni sono in EPDM e la viteria di fissaggio è nascosta. I profilati in alluminio esterni sono estrusi in lega EN AW-6060 secondo la norma EN 573/3, sottoposti a trattamento termico T6 secondo la norma EN 515. Le tolleranze dimensionali rispondono alla norma EN 12020/2 e i profilati in poliammide sono estrusi in PA 6.6+25% fibra di vetro, con tolleranze dimensionali secondo la norma DIN 16941/2B. La tenu-
ta aria-acqua si basa sulla guarnizione centrale (giunto aperto), senza dimenticare le restanti due guarnizioni poste sul legno e sull’alluminio. Il profilato centrale di poliammide è rinforzato con fibra di vetro per scongiurare qualsiasi ponte termico, isolando completamente la ferramenta. La trafilatura del profilo in poliammide è notevolmente più precisa della trafilatura di un profilo di alluminio, con un conseguente aumento della funzionalità meccanica della ferramenta installata e dei relativi accessori. Le copertine esterne e interne sono state studiate in modo tale da non trattenere la polvere e permettere una facile e ottimale pulizia. Il guscio esterno in alluminio è bloccato meccanicamente con cammes a rotazione, mentre il guscio interno è in legno tagliato a 45° o a 90°”. Si tratta di una finestra creata secondo un disegno modulare? Un concetto intuitivamente interessante: basato naturalmente su una serie di moduli in qualche misura standardizzati? “Sì, concepita in modo modulare quindi attraverso la suddivisione in moduli, elementi o componenti che interagiscono attraverso interfacce definite rendendo più agevole rispondere ai requisiti richiesti oggi; sempre più sofisticati, garantendo nel contempo un costo paragonabile all’infisso standard e con una qualità tale da garantire una lunga durata utile, oltre a consentire di sostituire agevolmente i moduli difettosi, oppure consentire di aggiornare il serramento e arricchirlo di nuovi elementi! Il sistema Camaleante® è un’autentica innovazione per il mondo del serramento. La versatilità che il sistema propone, sia prima che dopo la posa in opera, unita all’elevato isolamento termico e acustico rendono Camaleante® unico sul mercato. La scelta di aumentare il numero di materiali con bassa trasmittanza termica e aver ridotto il numero di materiali con alta trasmittanza termica è stata vincente, e i test di laboratorio per quanto riguardano le tenute ad aria, acqua vento e trasmittanza termica lo dimostrano”.
Lo stand di Serrametal dove è protagonista il Sistema Camaleante ©.
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SAN MICHELE ARCANGELO COSTRUZIONI STEFANO PILATI
Camaleante, è un marchio nato per il mondo del design che ci porta a discorrere di ambienti salubri e di bioarchitettura, tema molto caro al mio interlocutore, Stefano Pilati, con il quale ci soffermiamo a parlare presso lo stand di Serrametal, dove aver trattato delle finestre a marchio Camaleante. “Bioarchitettura è un termine fin troppo abusato. Prima di tutto ritengo che per fare bioedilizia bisogna studiare molto i materiali, leggere, seguire convegni e fare molta ricerca, cosa che molti progettisti purtroppo oggi non fanno, ottenendo come risultato delle case ‘domopak’, case che non “respirano”, ermetiche.
Personalmente non sono molto amante della progettazione di tipo “tedesca” che ha fatto scuola negli ultimi anni nel risparmio energetico, che cerca l’ermeticità del prodotto edilizio e propone la ventilazione meccanica forzata. Questa può andar bene nei Paesi del Nord, ma in Italia, e nei paesi mediterranei si possono usare altri sistemi più semplici ed efficaci. Se poi, l’impianto viene montato male, da personale non specializzato, per risparmiare il più possibile come purtroppo avviene molto spesso nel settore edile, all’interno dei tubi si può formare condensa, e ciò può generare dei batteri: in questo caso le persone anziché respirare aria salubre respirano aria carica di batteri. Le tubature vanno poi pulite dai due anni ai cinque anni e non tutti sempre lo fanno (anche i tedeschi) e se non lo fanno, si può formare la legionella che provoca quindi infezioni polmonari, ma nessuno lo rammenta. È necessaria, dunque, una attenta manutenzione di questi dispositivi”. Questo vale per le abitazioni, per gli uffici, le aziende e gli ospedali, il
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discorso è diverso. San Michele Arcangelo Costruzioni invece come opera? “Noi lavoriamo principalmente con la ventilazione naturale, sfruttiamo la domotica per ricambiare l’aria d’inverno e aprire le finestre nelle ore notturne d’estate, oppure usiamo dei sistemi di ventilazione con recupero di calore nel centro città, dove c’è alto smog, però sempre apparecchiature singole che evitano la distribuzione dell’aria attraverso i tubi, e come diceva Ford: “Tutto quello che non c’è, non si rompe”. Contrariamente a quello che si crede, per cambiare l’aria è utile spalancare le finestre anche quando fuori c’è la neve, e bastano tre minuti, facendo corrente in casa; in questo modo i muri non si raffreddano, non si consuma calore, e si ha nuova aria pulita e quasi nessuna formazione di muffe! Non tutti lo sanno, ma spesso c’è più inquinamento in casa che fuori! Per l’estate, poi basta emulare i nostri nonni, chiudendo le finestre nelle ore calde e aprendole in quelle fresche, anche con l’ausilio di nuove “apparecchiature” che vanno a sostituire il solito benemerito condizionatore d’aria. Facciamo “traspirare” le pareti: non usiamo polistirene e polistiroli vari. Utilizziamo principalmente prodotti naturali, e tutti i nostri materiali sono rigorosamente traspiranti, anche quelli non naturali. Usiamo dei mattoni formati da calce e canapa o di argilla cruda, preferiamo utilizzare strutture in legno o in acciaio”. Quando è nata l’azienda? “La nostra è un’azienda giovane. Sono attivo nel mondo delle costruzioni da otto anni, ma ho visitato tutti "i Saie" negli ultimi 40 anni, da subito ho creduto nella ricerca e innovazione in questo settore, che a mio parere è ancora fermo al Giurassico. Crediamo che l’innovazione, la qualità e la serietà, in edilizia oggi sia indispensabile”. La scelta ‘ecologica’ è in linea con l’età dell’aziend a, nata nell’Era solare? “Certamente, ma non solo, assieme ad altre Aziende artigiane italiane facciamo rete con Università, Enea, Cnr e con ricercatori, inventori, architetti e ingegneri, tutte persone curiose estremamente competenti e preparate. Abbiamo studiato insieme alcuni prodotti innovativi, tra cui dei cappotti interni a basso spessore, del tutto naturali, a base di calce aerea, e altre sostanze, che vengono applicati all’interno delle abitazioni. Siamo in grado con questi prodotti e con pochi millimetri di spessore che vengono applicati come un intonaco, ad esempio, di equiparare le prestazioni con valori corrispondenti a un cappotto interno in EPS di dieci centimetri. La parete consegue così un risparmio energetico e una minor dispersione termica che può variare dal 40% al 70%”. Il vostro amb ito d’interesse
dovrebbe essere soprattutto il parco edilizio esistente, e considerato che prima si parlava di legno strutturale, come operate al riguardo? “Ci siamo specializzati nel recupero energetico, sismica e acustica, settori che contribuiscono al beneficio psicofisico delle persone e alla loro sicurezza. Ed è anche per questo che abbiamo scelto di operare con il sistema "chiavi in mano" e con il committente direttamente. Un unico interlocutore che si occupa della anamnesi dell'immobile, della sua progettazione e della esecuzione dei lavori con i materiali più consoni. La sfida che ci siamo posti è portare un immobile dalla classe energetica G, molto energivora, a una classe superiore, utilizzando non solo i cappotti e gli infissi ma una serie di prodotti innovativi che miscelati insieme senza smembrare tutta la casa offrono un risparmio energetico interessante e una spesa sostenibile”. Facciamo un esempio concreto! “Quello che interessa maggiormente al committente, è risparmiare il più possibile ottenendo degli ottimi benefici. Per esempio, se oggi affronta una spesa di 2000 euro annue tra riscaldamento e raffrescamento e lo portiamo a 500 euro annue, ne rimane soddisfatto per 2 motivi: • Perché vive nella sua confortevolissima, efficientissima, parsimoniosissima casa;
• Perché il suo immobile è aumentato di valore. E quando lo dovesse vendere, lo vende più velocemente rispetto a una casa in classe G”. Una risposta concreta! E per i sottotetti? “Se il sottotetto è abitabile, interveniamo sul tetto con della massa composta da calce e canapa e un materiale riflettente traspirante sottile: con uno spessore totale di 18 cm otteniamo uno sfasamento termico di circa 20 ore, ed è difficilmente infiammabile, quindi garantisce migliori performance di confort e sicurezza. Gli altri materiali non sono consigliabili, perché anche se non si incendiano, non hanno massa o ne hanno poca, altri invece se hanno massa non hanno molta resistenza al fuoco”. Uno sfasamento termico ideale ottenuto in poco spessore sembra quasi un ossimoro! “Realizziamo anche dei tetti micro ventilati, non con le solite tecnologie proposte in modo ‘meccanico’, ma con prodotti “furbi”, tecnologicamente avanzati e soprattutto inventati in Italia”. E per le finestre usate vernici all’acqua? “Non quelle tradizionali perché contengono biocidi. Usiamo delle vernici bio che utilizzano come base alcune resine degli alberi che hanno anche principi antibatterici. Chi vuole verniciare un appartamento e star bene in salute dovrebbe usare: la calce, i silicati o l’argilla. Questa almeno è la mia opinione”.
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di Sonia Maritan www.batimat.com
L’INNOVAZIONE CHE ARRIVA DA PARIGI
Fra i diversi eventi fieristici che hanno chiuso il 2015, torniamo al Batimat di Parigi, tenutosi dal 2 al 6 Novembre al Parc des Expositions a Villepinte, di cui abbiamo già parlato su diversi canali di WM, ma che qui riprendiamo per accendere i riflettori sulle aziende legate al settore del serramento, selezionate in questa occasione per le innovazioni presentate a Parigi. LE IMPRESSIONI RACCOLTE, FRA I DIVERSI ESPOSITORI ITALIANI, SONO STATE OTTIME. LE AZIENDE STANNO INTERNAZIONALIZZANDO E LE PIÙ AUTOREVOLI LO FANNO DA QUALCHE TEMPO, IL MERCATO DIFFICILE DI QUESTI ANNI HA ACCELERATO QUESTA TENDENZA, DIVENTATA UN’OPPORTUNITÀ E MOLTE AZIENDE ITALIANE STANNO GIÀ RACCOGLIENDO RISCONTRI POSITIVI SUL MERCATO FRANCESE. DEL BATIMAT, HANNO INOLTRE APPREZZATO IL FORMAT E LA SUA EFFICACIA, CHE HA GARANTITO ANCHE UNA VETRINA INTERNAZIONALE. PARLARE CON GLI ESPOSITORI, INDAGARE LE NOVITÀ CHE PROPONGONO, CI HA CONSENTITO DI RACCOGLIERE QUESTE INFORMAZIONI E DI “SENTIRE” IL POLSO DEL MERCATO, COGLIENDO I TREND PRINCIPALI, A PROPOSITO DI QUESTI, GRANDE L’APPREZZAMENTO PER I TOTEM POSIZIONATI ALL’INTERNO DEL SALONE, CHE COSTITUIVANO UNA GUIDA DELL’ITINERARIO ED ERANO MOLTO
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VALORIZZANTI SIA PER LE AZIENDE COINVOLTE DIRETTAMENTE SIA PER IL VISITATORE CHE POTEVA FACILMENTE INDIVIDUARE LE NOVITÀ PIÙ RILEVANTI: IL “CONCORSO DELLE INNOVAZIONI” NE HA MESSE IN LUCE ALCUNE, CERTAMENTE DEGNE DI NOTA, MA AL DI LÀ DELLE PREMIAZIONI, NOI RACCONTEREMO ANCHE DI ALTRI ESPOSITORI ALTRETTANTO MERITEVOLI PER INNOVAZIONI DI PRODOTTO, ADEGUATA RAPPRESENTATIVITÀ ATTRAVERSO L’ALLESTIMENTO DELLO STAND E STORICITÀ DEL MARCHIO. IN PARTICOLARE NE ABBIAMO SCELTE 5 CHE CI CONSENTIRANNO, PASSANDO DAI SISTEMI DI CHIUSURA, AI TELAI, AGLI INFISSI E ALLE FACCIATE DI RESTITUIRE LO STATO DELL’ARTE DEL SETTORE, CHE SI APRE AL MERCATO GLOBALE PROPONENDO UN SERVIZIO MIRATO AL MERCATO DI RIFERIMENTO, SENZA MAI TRALASCIARE L’OBIETTIVO PRINCIPALE DI FORNIRE QUALITÀ E CULTURA DI PRODOTTO.
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www.scrigno.it SCRIGNO
CRISTINA BERARDI FRANCESCA MARCHETTI Uno scatto dello stand di Scrigno al Batimat 2015, e Sonia Maritan fra Cristina Berardi (a destra) e Francesca Marchetti (a sinistra).
Un piacevole incontro al femminile quello con Cristina Berardi e Francesca Marchetti, rispettivamente la titolare e la Responsabile per la Comunicazione di Scrigno, che ha presentato al Batimat diverse novità. La nota azienda specializzata in controtelai per porte e finestre scorrevoli a scomparsa, in particolare presenta un prodotto rivolto a un target diverso da quello abituale. “Presentiamo qui in anteprima un prodotto che, in realtà, è un accessorio per il nostro controtelaio Essenza” – ci dice Cristina Berardi – “e che serve a montare una porta a vetro in un box doccia”. Scrigno entra dunque anche nel mondo del bagno. Immagino che abbiate sfruttato la specializzazione nel mondo del controtelaio, ma in cosa consiste questa soluzione doccia? “È una soluzione innovativa per il mondo del bagno: la prima porta scorrevole interno muro per box doccia.
Si caratterizza per essere capace di garantire alta funzionalità e purezza di design, poiché è stata appositamente concepita per docce a raso pavimento, che non richiedono quindi alcun piatto doccia. Uno speciale componente accessorio, coperto da brevetto esclusivo Scrigno, consente al controtelaio Essential di aprire nuove opportunità, libere da meccanismi e da impedimenti architettonici”. Una soluzione che abbatte le barriere architettoniche? “Esattamente, non c’è scalino tra l’interno e l’esterno e offre opportunità e facilità a coloro che, per qualunque motivo, trovano difficoltà di accesso al tradizionale box doccia, sia per la presenza del piatto, sia per le necessità di spazio richieste dalla rototraslazione della più tradizionale porta a battente”. Una soluzione all’insegna della funzionalità! “La nostra soluzione integra design e praticità: è perfettamente integrabile nel pavimento e personalizzabile secondo la pavimentazione prescelta. Lo speciale elemento consente il defluire delle acque, evitandone la fuoriuscita”. Con Francesca Marchetti parliamo invece di internazionalizzazione. Oggi è necessario essere presenti sul mercato nel quale si sceglie di operare? “Infatti” – risponde Francesca Marchetti – “siamo qui in Francia, dove abbiamo una sede attiva dal 2002: non solo uffici ma anche uno stabilimento con la logistica interna e 15 dipendenti. Abbiamo avuto un forte inserimento del marchio Scrigno sul mercato francese, con un format importante uguale a quello usato in Italia, completo di comunicazione, qualità di prodotto, serietà nel rapporto commerciale, coerenza con i distributori sul mercato e la rete di agenti che coprono tutto il territorio. Noi stiamo investendo, comunque, esclusivamente in Europa, il mercato che ci interessa. Quello che trattiamo è un pro-
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CRISTINA BERARDI FRANCESCA MARCHETTI
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dotto per il quale i costi di spedizione sono importanti e, in ogni caso, cerchiamo di fare un passo per volta”. In Italia Scrigno è sinonimo di porta scorrevole: significa che avete fatto una comunicazione vincente! In Europa la sfida è la stessa? “Da questo punto di vista la nostra presenza è consolidata in Italia, Francia e Spagna; particolarmente in Spagna con gli uffici a Barcellona, una logistica esterna e una forte presenza commerciale: qui le crescite sono a due cifre un anno sull’altro. È il Paese che ci sta dando maggiori soddisfazioni”. Come si ripartisce il mercato in termini percentuali tra Italia ed estero? “50/50 tra Italia ed Estero, ma non contenti stiamo aprendo un mercato anche a Praga. Pensiamo possa essere importante per l’apertura dell’Europa dell’Est e avendo dei buoni partner stiamo già registrando i primi riscontri positivi”. Qual è il prossimo obiettivo, tenuto conto dei riscontri positivi pervenuti dal mercato ceco? “Conquistare l’Europa dell’Est”. Perché in questo momento escludete il mercato extraeuropeo? Ci risponde Cristina Berardi “La motivazione principalmente è questa: noi abbiamo un prodotto che si va a inserire in un contesto cantieristico. Abbiamo bisogna di capire bene come adattare il nostro prodotto alle diverse realtà costruttive nazionali: si tratta di un prodotto dedicato che richiede anche un investimento in comunicazione e di penetrazione sul mercato. Bisogna effettuare queste mosse con gradualità e prudenza”. E la differenza fra il telaio del serramento interno rispetto a quello del serramento esterno influisce? “Il telaio del serramento interno è molto più semplice da realizzare rispetto quello esterno, ma è il prodotto sul quale puntiamo e che ha avuto l’evoluzione e lo sviluppo più importante. Oggi forniamo quattro linee di prodotto, in kit, per la muratura, senza stipiti, con stipiti”. È difficile raccontare un prodotto che non si vede, seppur portatore di una funzionalità importante per una porta scorrevole, oppure diventa un passo breve per arrivare al prodotto finito? “Il
nostro mondo è la lamiera, siamo metalmeccanici e siamo bravi a lavorare la lamiera, poi, certo la particolarità di questo prodotto è di essere collocato all’interno della parete. Comunque, il mondo della ‘finitura’ ci spinge a vestirlo e farlo al meglio e, con questa serie, proponiamo dei prodotti che, per noi, costituiscono un’accessoristica che implementa il comfort abitativo”. A completamento dell’esposizione di Francesca Marchetti, Cristina Berardi esplicita alcuni concetti. “In più c’è il discorso del vetro come lo stiamo proponendo adesso: per cui partendo dal telaio si arriva, in effetti, al design”. – E Francesca Marchetti accondiscende – “Un target importante per noi”. Allora, Cristina Berardi ci porta risolutivamente nel mondo del design. “Infatti, abbiamo lanciato negli ultimi anni, all’interno della linea Essenza, un prodotto minimalista che si presenta senza coprifilo e che viene rifinito solo con ante vetro, ma con doppio o triplo trascinamento in grado di coprire aperture molto grandi: prodotti caratterizzati, a nostro avviso, da un aspetto essenziale, pulito ed elegante, rivolti all’architetto che vuole pensare gli spazi in maniera un pò diversa”. C’è una differenza nel ruolo dell’architetto: tra il mercato italiano e i mercati esteri (Francia e Spagna in particolare)? “L’architetto è, come in Italia, altrettanto rilevante nel suo ruolo sui mercati esteri: in Francia, in Spagna e altrove”. Risponde prontamente Francesca Marchetti e Cristina Berardi aggiunge: “è importante perché è lui a scegliere e proporre, ed è quindi l’ambasciatore del prodotto. Va detto anche che il nostro prodotto viene inserito nel progetto. Noi abbiamo in corso dei lavori con forniture importanti per progetti di ampio respiro”. Grande flessibilità, personalizzazione e know-how dunque, dietro le quinte di Scrigno! Termino chiedendo a Francesca Marchetti quale sia la parte che predilige nel suo lavoro per Scrigno, dopo 11 anni. “L’impegno costante di quest’azienda nel creare innovazione che testimonia di una grande vitalità e porta alla notorietà del marchio, che sembra riesca a superarsi ogni volta!”
EXHIBITION BATIMAT La dott. Gallina nasce nel 1960 a La Loggia, in provincia di Torino, e il know how acquisito gli permette di realizzare prodotti esclusivi e innovativi per i settori edile e automobilistico: dal progetto al prodotto. Un’azienda tipicamente italiana, radicata nel suo territorio e nella sua cultura, con sedi produttive in Polonia, in Grecia, in Turchia, in India e negli Stati Uniti e un rapporto 50/50 tra mercati interno ed export. Luca Gennero è responsabile della promozione presso gli studi di architettura dell’azienda dott. Gallina, “Un punto in cui ci siamo concentrati molto” – racconta Luca Gennero quando gli facciamo visita allo stand dott. Gallina a Batimat 2015 a Parigi – “è la flessibilità di produzione, ovvero poter produrre quello che il cliente desidera per quantitativi relativamente ridotti di metri quadrati. Tutti i nostri prodotti vengono forniti a misura, in base a un progetto di installazione, con un dimensionamento del sistema in grado di soddisfare tutte le esigenze del progettista, che vanno dall’isolamento termico alla resistenza al carico, dalla trasmissione luminosa al controllo solare, tutti fattori fondamentali per una facciata performante e funzionale”. In effetti, ormai la facciata da un contributo fondamentale per le prestazioni dell’involucro.” “Obbligatoriamente” – conferma Gennero – “oggi l’isolamento termico è richiesto dalla normativa, e noi non vogliamo proporre un prodotto alternativo al vetro, il nostro pannello può avere funzioni di rivestimento ma anche di facciata in sé, addirittura con funzionalità di facciata ventilata per andare a costituire un rivestimento del cappotto sia nella nuova costruzione sia nella riqualificazione, cambiando l’immagine dell’edificio e migliorandone le caratteristiche di isolamento e sfasamento termico”. Come ci insegnavano gli antichi, solo che questo prodotto è un “sandwich” di policarbonato e aria? “Esattamente, parliamo di facciata ventilata e giunto chiuso, perché i nostri sistemi sono integrati di profili di giunzione o incastri maschio-femmina che consentono di ottenere ottime prestazioni di tenuta all’aria e all’acqua contemporaneamente a una bella ritmicità in trasparenza.” Come viene posata? “I nostri sistemi vengono ancorati a una sottostruttura portante mediante dei fissaggi isolati e non passanti che consentono di utilizzare pannelli di qualsiasi lunghezza senza interruzioni o sormonti che potrebbero generare infiltrazioni, ponti termici e punti di condensa”. – spiega Gennero – “La sottostruttura è invece solitamente composta da traversi posti a interasse in base alle esigenze di resistenza meccanica richieste dal cliente. Il sistema è infine corredato di profili perimetrali che garantiscono l’impermeabilità all’acqua dell’involucro edilizio”. Quali sono le dimensioni dei pannelli? “Gallina, dal punto di vista dimensionale, fornisce pannelli di qualsiasi lunghezza, l’unico limite è il trasporto. Ultimamente” – comprova Gennero – “siamo andati a fornire, per il centro commerciale posizionato nell’ex
Alfa Romeo di Arese, pannelli lunghi 33 metri con trasporto eccezionale. La larghezza della facciata o della copertura non ha invece limiti perché è determinata mediante l’accostamento di più pannelli, quindi siamo in grado di realizzare qualsiasi superficie senza soluzione di continuità”. Quali sono gli spessori dei pannelli? “Abbiamo, in effetti, continuato a lavorare anche nel senso dell’isolamento termico, proprio perché costituisce un parametro importante, superando problematiche industriali non indifferenti per produrre pannelli sempre più spessi. Siamo arrivati a un monopannello di 60 millimetri di spessore avente una sezione a 13 pareti e caratterizzato da una trasmittanza termica pari a 0,7 W/m2K. Se pensiamo che una facciata continua in
vetro di buona qualità arriva a un isolamento termico di 1,0 W/m2K con costi tre-quattro volte maggiori rispetto ai sistemi in policarbonato, possiamo comprenderne le potenzialità. Al di là di questo, il nostro prodotto continua a essere utilizzato per l’altissimo livello di customizzazione come nel caso del rivestimento delle torri di ventilazione dell’ENI Green data Center di Ferrera Erbognone (PV), e riguardo all’Expo milanese dello scorso anno possiamo riportare come esempi il portone d’ingresso del padiglione degli Stati Uniti e la facciata del padiglione Cibus Italia”. Sono referenze importanti! “Un’altra particolare realizzazione è quella della Fondazione Prada a Milano, per la quale abbiamo creato una struttura autoportante, la prima in Italia realizzata interamente in policarbonato, dove l’altezza dei pannelli era di nove metri e dove sono stati realizzati dei trattamenti di finitura superficiale innovativi per dividere l’ambiente interno da quello esterno con un materiale etereo che si è ben prestato ad essere modellato dalla fantasia dell’architetto”. Il vostro prodotto oltre ad avere leggerezza e trasparenza si apre a un’ampia gamma di soluzio-
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Lo stand di dott. Gallina al Batimat 2015, nelle foto Sonia Maritan con Luca Gennero e uno scatto dell’installazione presso il museo Fondazione Prada di Milano.
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www. gallina.it DOTT. GALLINA LUCA GENNERO
colorate, trasparenti e isolanti sono la risposta adeguata in tutti i campi, quando l’architetto ha necessità di un prodotto con queste caratteristiche. I nostri sistemi, inoltre, per leggeri che siano, possono raggiungere una resistenza al carico di oltre i 350 chili al metro quadrato, quindi dal punto di vista della spinta vento i sistemi di incastro, di giunzione e di fissaggio sono testati e garantiti: leggerezza non è sinonimo di scarsa resistenza, sia meccanica sia agli agenti atmosferici. Sono prodotti con caratteristiche fisiche e meccaniche garantite dieci anni grazie a una protezione superficiale esterna ai raggi UV ottenuta in fase di produzione. Questa garanzia può essere inoltre estesa a 15 anni grazie all’impiego di una protezione innovativa, anche se molti nostri prodotti ben installati e utilizzati hanno superato oltre 20 anni di vita.” ni: lucernari, finestrature, involucri edilizi traslucidi, tamponamenti di facciata, coperture traslucide, queste ultime sia rette che curve? “Tutti i nostri prodotti con spessore inferiore a 20 millimetri sono autocentinanti, vengono forniti piani e possono essere curvati su una struttura assumendone automaticamente la forma. Questo grazie anche al profilo di giunzione, anch’esso di policarbonato autocentinante, prodotto e fornito della stessa lunghezza del pannello per evitare giunzioni e infiltrazioni.” La fondazione Prada meriterebbe un articolo a sé! “La realizzazione alla Fondazione Prada è stata solo un primo passo per entrare in Italia nel mondo del design, percorso già perseguito dalla dott. Gallina all’estero con ottimi risultati. In questo contesto, piuttosto tradizionalista in Italia” – racconta ancora Luca Gennero –, “il mio compito è quello di mostrare come questi prodotti possano essere applicati non solo in contesti industriali ma anche civili, commerciali e residenziali. Questo mi porta a essere convinto che le nostre facciate leggere,
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www.jansen.com JANSEN GERHARD PLEIJ
Lo stand di Jansen al Batimat 2015 in tre diverse prospettive.
Al Batimat di Parigi, abbiamo incontrato presso lo stand Jansen, una realtà di primo piano in termini di dimensione e capacità innovativa nel settore dell’acciaio, Gerhard Pleij, responsabile marketing per Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda e America Meridionale, presente in azienda da nove anni. “La Francia è uno dei mercati più grandi e importanti per noi, ovviamente a parte la Germania e la Svizzera (dove a Oberriet c’è la casa madre). Un mercato che sta diventando sempre più importante, in diversi settori di applicazione” – spiega Gerhard Pleij –. “In Italia stiamo partendo da zero con iniziative di informazione e di presentazione della nostra gamma di prodotti, che non sono però ancora abbastanza conosciuti”. E quindi, come state operando per aumentare la visibilità del vostro marchio? “Stiamo quindi lavo-
rando per la conoscenza delle prestazioni dell’acciaio, che rende possibili realizzazioni strutturali che non possono, per esempio, essere realizzate con l’alluminio. Noi siamo in grado di realizzare luci di sei, sette, otto metri, ma possiamo arrivare anche a facciate di sedici metri”. Si tratta di dimensioni importanti! “Possiamo realizzare strutture di queste dimensioni perché realizziamo prodotti in acciaio che hanno in più una eccezionale valenza estetica, anche in considerazione del trend minimalista con superfici vetrate il più grande possibile: aspetto che noi soddisfiamo in pieno”. I sistemi di ferramenta rappresentano uno dei punti di forza dell’azienda? ”I sistemi di ferramenta devono essere studiati per reggere carichi importanti e sono concepiti esattamente a questo scopo, certo in questo campo il nostro know how è ampio. L'architettura è la nostra passione. Creiamo soluzioni di sistema personalizzate e innovative per finestre, porte e facciate in acciaio e acciaio inossidabile per i nostri clienti. Funzionalità, sicurezza, estetica e design si uniscono nei nostri sistemi per raggiungere le massime performance”.
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www.eclisse.it ECLISSE
LUCA MANZATO Siamo a Batimat con il direttore export di Eclisse, Luca Manzato, che da quindici anni lavora con questa storica e nota azienda del settore.
Come si è evoluta questa azienda dal punto di vista del mercato e dell’attenzione sempre crescente alla qualità nel costruire? “Siamo un’azienda di riferimento dal punto di vista dell’innovazione” – sottolinea Luca Manzato –, “perché riteniamo che solo coloro che sono attenti al cambiamento e alle nuove tendenze sono capaci di innovare. Per questo Eclisse, in particolare nella persona del titolare Luigi De Faveri si è concentrato nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni tecniche realizzate con materiali di elevata qualità, e progettate per garantire prestazioni al limite della perfezione. Commercialmente i due marchi Eclisse e De Faveri propongono due prodotti destinati a due diversi canali distributivi specializzati.” – Manzato precisa –, “Il prodotto De Faveri è rimasto legato al mercato italiano. Sul fatturato Eclisse invece la quota estero pesa per circa il 50%. Eclisse conta su nove consociate di cui una in Brasile. Tra le consociate europee, quella francese compie ormai vent’anni. Il sito produttivo principale rimane
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l’Italia al 100%. Eclisse è specializzata nella produzione del controtelaio interno scorrevole a scomparsa, mentre De Faveri ha rafforzato il know how dei cassonetti, un prodotto poco significativo all’estero.” Riguardo il controtelaio, oltre all’integrazione con l’illuminazione, c’è stato qualche sviluppo ulteriore? “Eclisse ha interpretato e rivoluzionato il concetto del controtelaio per porta a scomparsa, rendendolo un vero e proprio sistema concependo modelli che supportano punti luce oppure mensole, pensili o maniglioni. A livello estetico, in particolare, l’evoluzione verso un’architettura sempre più minimalista, ci ha portato a sviluppare Syntesis Collection, linea completa di soluzioni per finiture senza cornici e coprifili. La linea comprende soluzioni per porte scorrevoli e a battente senza finiture esterne, chiudivano filomuro e uno speciale profilo per battiscopa, anch’esso filo muro.” Ci parla di Syntesis ® Collection di Eclisse? “Si tratta di una collezione che include soluzioni scorrevoli a scomparsa prive di cornici esterne, soluzioni per porte battenti filo muro, vani tecnici nascosti nella parete e un innovativo profilo battiscopa, in un sistema completo e modulare per la progettazione di pareti completamente lisce. Grazie alla totale integrazione nella parete che lo ospita e all’assenza di cornici, il sistema raggiunge una perfetta sintesi tra tecnica e design per un risultato estetico perfetto. Il controtelaio include elementi e dettagli costruttivi che pitturati con lo stesso colore della parete diventano invisibili, all’insegna della totale mimetizzazione. Un’assoluta pulizia delle linee, quindi, contemporaneamente all'installazione di vari dispositivi elettrici come punti luce, comandi on/off o prese, senza che sia visibile alcun bordo in alluminio. Notevoli le prestazioni anche sul piano della robustezza per consentire l’installazione anche in misure fuori standard senza incorrere in deformazioni o crepe”. Molto interessante questa soluzione applicata anche al battiscopa. “A questo abbiamo attribuito anche un nome molto poetico: Shod, pen-
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sandolo non solo come un battiscopa, ma come un segno di forza calligrafica, continuo, privo di tagli grazie alla cornice a zero spessore. Si tratta del primo sistema che permette di integrare con un unico profilo filomuro battiscopa, stipiti e cornici coprifilo per porte scorrevoli e battenti. A differenza dei tradizionali battiscopa, la versione montata con superficie a filo scorre a livello del muro senza sporgere. In questo modo i mobili possono appoggiare direttamente alla parete, senza che ci sia la necessità di rimodellare il battiscopa”. Dal serramento interno attrezzato in tutti i possibili modi, si potrebbe arrivare a una linea minimalista per il serramento esterno? “In effetti, De Faveri ha sviluppato una linea per il serramento esterno minimalista che permette di posare il serramento a filomuro”. Per chi ha una visione così ampia dei mercati, quali sono le differenze che si riscontrano tra un Paese e l’altro quando l’azienda approccia a un nuovo mercato oppure quando si trova ad affrontare un periodo critico come questo?
“Uno dei motivi per cui abbiamo fondato otto società in Europa è l’abbattimento delle barriere linguistiche e anche di quelle psicologiche. Il made in Italy è apprezzato dappertutto nel mondo, ma è particolarmente forte in alcuni settori merceologici come ad esempio la moda. In altri paesi, come la Germania per esempio, ha più peso la componente tecnologica del prodotto. Nel nostro caso specifico, ci siamo concentrati nello sviluppo di prodotti che si adattano allo standard costruttivo di ogni singolo Paese proprio per offrire una soluzione ad hoc secondo le differenze dimensionali delle porte”. In pratica, lo storico know how nell’ambito del controtelaio va adattato e vestito secondo la geografia e le caratteristiche del luogo in cui viene installato. In questo contesto lei percepisce una tendenza alla qualità del prodotto sia dal punto di vista del risparmio energetico, dell’acustica e delle performance generali, un po’ in tutti gli ambiti europei? “Senza dubbio sì, anche se a livello europeo ci sono ancora grosse differenze di carattere economico e sociale”. Un mercato europeo con specifiche esigenze nel quale evidentemente c’è spazio per Eclisse, e che anche in ambito europeo, come in Italia, riguarda soprattutto il parco edilizio esistente? “Nel 75% dei casi la ristrutturazione prevale anche a livello europeo e la presenza di Eclisse è più importante”. Cosa si augura per il futuro di Eclisse? “Di mantenere la filosofia innovativa che Eclisse ha portato avanti sino a oggi con oltre 40 brevetti legati ai prodotti. Perciò diciamo che il nostro titolare e i suoi collaboratori a livello progettuale stanno continuando lungo questa strada”. Mi sembra, poi, che la politica delle aziende più dinamiche sia quella di lavorare non solo per l’export ma per una vera e propria internazionalizzazione. Cosa ne pensa? “Quello dell’internazionalizzazione è un cammino lento e lungo che va visto come un investimento a lungo termine”.
Lo stand di Eclisse al Batimat 2015: una vista dall’esterno e una interna del controtelai, oltre a Sonia Maritan durante l’intervista a Luca Manzato.
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www.decarlo.it DE CARLO
NICOLA DE CARLO GENNARO DURANTE
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La De Carlo produce per un segmento di mercato alto in Italia e punta ad affinare il prodotto per renderlo sempre più forte dal punto di vista dello stile e della qualità e, per rappresentare concretamente al mondo il concetto di made in Italy. In occasione dell’ultimo MADEexpo l’azienda aveva presentato la nuova linea Minimal Wood, esposta anche allo stand del Batimat, così dopo aver salutato Nicola De Carlo, è questo il primo tema che affronto, e vista la confidenza lo schernisco un pò: C’è la gara a chi fa il nodo più stretto? E visto che non indossa la cravatta… “Direi che siamo ormai già arrivati a spingerci al limite: l’importante è avere questo tipo di prodotto in gamma, proporlo, realizzarlo, metterlo in opera, più che arrivare a risultati estremi. Il nostro Minimal Wood sta ottenendo un ottimo riscontro da parte del mercato, sia da un punto di vista estetico che funzionale, perché soddisfa le richieste più esigenti in tema di arredo e soprattutto risponde ai dettami dell’edilizia green, essendo disponibile in legno lamellare di Pino, Mogano, Rovere e Teak. Ha uno stile contemporaneo in cui è stato ridotto l’ingombro dell’anta a soli 5,7 cm, consentendo un notevole incremento della luce: la struttura dell’anta è progettata per ottenere un ingombro minimo all’interno e ridotto a zero all’esterno”. Certo al di là delle “tendenze” si tratta della progettualità, realizzabilità e funzionalità di un manufatto complesso e fondamentale per la chiusura della facciata, e poi di garantirgli questa qualità fino alla posa. E riguardo il costo di produzione? “I prezzi devono essere appropriati e il processo di industrializzazione curato anche in termini di costi”. Una tendenza, quella dei serramenti “minimalisti” che ha portato, soprattutto, a eliminare il legno all’esterno e con questo il discorso della “famosa” manutenzione
che nessuno vuole più? “Certo, siamo arrivati a un serramento eterno in legno che non ha più problemi di manutenzione, semplicemente perché il vetro, l’unico materiale che si interfaccia con l’esterno non ha alcun problema di degrado”. Comunque si tratta lo stesso di una finestra a matrice lignea che all’interno sfoggia fieramente il calore del legno? “Un materiale che dialoga naturalmente con l’arredamento interno: l'idea su cui si basa la nostra strategia è che il serramento sia più vicino a un mobile d'arredo che a un prodotto da cantiere e, di conseguenza, la sua scelta deve seguire modalità molto simili a quelle utilizzate per selezionare l'arredamento della propria casa”. Ma la novità del Batimat è il portoncino! “Sì, questo è un portone blindato costruito completamente in legno, tecnologico, nel senso che ha tutti i sistemi di apertura elettronici più avanzati con controlli digitali o con sistemi biometrici. È un portoncino in classe 3, ingegnerizzato con un telaio con materiali tipo XPS all’interno per quanto riguarda la termica che raggiunge così la classe 1. Il legno è rovere, anche se si potrebbero ottenere ulteriori miglioramenti con il pino. Ma questi portoni li proporremo esclusivamente in rovere: un materiale molto resistente e che garantisce le migliori risposte sia in termini termici che acustici. Ha cerniere a scomparsa che sono configurabili nelle dimensioni che si preferiscono e con una vasta gamma di modelli e di disegni”. Un prodotto che risponde alla costumizzazione? “Sono su misura anche le finiture”. Allo stand De Carlo sono infatti esposte un’infinità di finiture: sembra una tavolozza da pittore con la quale ci si può sbizzarrire a scegliere il colore preferito. E riguardo la “faccia” interna: l’abbinamento con i serramenti interni e l’arredamento di casa? “Per quanto riguarda la finitura interna del por-
toncino abbiamo la possibilità di offrire finiture diverse in tutti i colori Ral”. De Carlo è in linea con la tendenza che riscontriamo verso il coordinamento dei serramenti esterni con quelli interni e con l’arredamento. “Infatti” – mi dice ancora con il suo amabile orgoglio di imprenditore, che ogni volta gli fa brillare gli occhi – “nell’interno, poi, tendiamo ad avvicinarci al mondo del mobile, pur mantenendo vivo il contatto con la tecnologia per garantire il risultato prestazionale, unendo tecnologia a estetica”. Ma alla De Carlo, incontro anche così Domenico De Carlo, il fondatore dell’azienda: guardarlo un attimo è sufficiente per capire da dove provenga la passione del figlio. E parliamo con Gennaro Durante che dal 2012 è presente in azienda come Direttore commerciale. Lui ha impresso una nuova impronta all’azienda. Con lui parliamo dei mercati esteri. “Stiamo portando “fuori” il format che abbiamo attuato in Italia: una rete di agenti, in Italia sempre più capillare, perché lo showroom sta cambiando pelle sostituito dall’importanza fondamentale di essere sul territorio. Per questo dal 2009-2010 l’azienda ha abbandonato il progetto della vendita diretta con showroom di proprietà. Io credo che il modo migliore per lavorare nel nostro settore sia avere un partner locale, capace di fare l’artigiano sul territorio, quindi di trasferire la nostra qualità, il nostro prodotto, personalizzare il prodotto per il cliente, ed esprimere una capacità di servirlo in tutte le fasi come farebbe un artigiano sul territorio. Gli strumenti sono, da
un lato, molta formazione sulle soluzioni tecniche sul prodotto, dall’altro lato, i software, la possibilità quindi di rendere immediatamente disponibili le soluzioni in termini non solo tecnici ma anche di immediata risposta al cliente sul costo. Intorno al sistema finestra c’è un mondo da integrare: i brise-soleil, i Denergy block, i sistemi di coibentazione. Quindi averli tutti già configurabili in un unico software con un’unica azienda, diventa un elemento vincente per il partner locale”. Siamo a Parigi ed è d’obbligo accennare anche al mercato estero (anche se trovate sul numero precedente un approfondimento dedicato all’azienda nella rubrica Feedback). “Il 15% del nostro fatturato è conseguito all’estero, in particolare in Usa e Israele. Siamo molto forti in Israele, dove lavoriamo con dei partner che fanno prevalentemente contract, poi negli Stati Uniti e in Svizzera: questi sono i Paesi in cui ci stiamo muovendo. Però adesso c’è un progetto strutturato per entrare in mercati che per noi sono interessanti, mercati europei come la Francia, la Germania e poi la Gran Bretagna, dobbiamo potenziare la nostra presenza negli Stati Uniti”. Questo vi porta a commesse sempre p iù importanti? “Sicuramente sì, De Carlo si è strutturata per rispondere adeguatamente allo sviluppo di progetti contract sia in Italia che all’estero con lavori rilevanti che si inseriscono nel percorso di espansione internazionale nel quale l’azienda è impegnata con importanti progetti in ambito residenziale, hospitality e contract”.
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Lo stand di De Carlo al Batimat 2015 con Sonia Maritan, Nicola De Carlo (al centro) e Gennaro Durante.
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Categoria 1 - Strutture 1) GRAF 2) ROTHO BLAAS FRANCE SARL 3) INNOMUR Categoria 2 - Serramenti 1) ETNA FRANCE 2) TECHNAL 3) FORSTER SYSTEMES DE PROFILES SA SCHUCO Menzione Speciale HEROAL - JOHANN HENKENJOHANN GmbH & Co. KG ATLANTEM
Il Concorso dell’Innovazione ha costituito per gli operatori un vero e proprio trampolino di lancio di prodotti e una bella vetrina del loro dinamismo e della loro creatività. L’edizione 2015 del concorso ha premiato 29 vincitori e selezionato 8 menzioni speciali, selezionate da un Grand Jury internazionale. Ogni due anni, le soluzioni presentate dai candidati, selezionati e poi premiati nell’ambito del Concorso dell’Innovazione presentano in anteprima l’edilizia di domani. L’albo d’oro 2015 conferma questa tendenza: le innovazioni presentate apportano risposte molto concrete. Le principali tendenze del settore edile di domani rivelate dall’edizione 2015: • Un’edilizia meno cara grazie alla diminuzione significativa dei costi e dei tempi di costruzione; • Un’edilizia più attenta all’ambiente che consumerà meno e produrrà energia propria; • Un’edilizia sempre più ergonomica e confortevole.
Categoria 3 - Apparecchi per interni 1) GEWISS
IL GRAND PRIX SMART HOME & BUILDING
Categoria 6 – Nuove tecnologie 1) KSB SAS 2) ABVENT 3) CYPE SOFTWARE
Il Grand Prix Smart Home & Building, creato in origine nell’ambito del salone INTERCLIMA+ELEC con il nome Smarthome Awards, è stato quest’anno integrato negli Award del Mondial du Bâtiment. L’obiettivo del premio è di ricompensare le aziende innovative e capaci di adattarsi ai cambiamenti legati all’introduzione del digitale in tutte le fasi della progettazione, della costruzione e della manutenzione degli edifici. La 6° edizione di Energy Performance + Architecture Award premiava un progetto all’avanguardia del punto di vista energetico e a costi contenuti. Il vincitore doveva dimostrare l’approccio sostenibile applicato alla globalità del progetto ed è stato giudicato seguendo 5 criteri specifici: la performance energetica, la gestione dei costi, il valore d’utilizzo, la progettazione innovativa, l’approccio globale green dell’architetto. I progetti presentati al concorso Energy Performance + Architecture Award (EPAA) provenivano da tre continenti: Africa, Nordamerica ed Europa. La progettazione supera ampiamente la semplice performance energetica e s’indirizza verso uno sviluppo sostenibile globale. Lo studio dei 14 progetti presentati ha permesso di decodificare alcune forti tendenze nell’universo della progettazione architettonica: • Un alto livello di performance energetica sia nel settore del nuovo che in quello della riqualificazione; • Un approccio che va ben al di là della semplice performance energetica; • Progetti concepiti sempre più in collaborazione tra le diverse professioni del settore.
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Categoria 4 - Accessori per esterni 1) KAWNEER France 2) FARAONE ARCHITECTURES EN VERRE Menzione Speciale LUMINEO Categoria 5 – Attrezzature 1) AXEO 2) SATECO SAS 3) FLIR SYSTEMS LAPRO ENVIRONNEMENT Menzione Speciale ALPHI SAS
Menzione Speciale CLIMALIFE GROUPE DEHON Categoria 7 - Riscaldamento, ventilazione e aria condizionata 1) MEZ-TECHNIK AIR SYSTEM PRODUCTS 2) LENNOX 3) GROUPE TITANAIR Categoria 8 - Sistemi di energia rinnovabile 1) GAZ RESEAU DISTRIBUTION FRANCE - BOOSTHEAT 2) SOLARWATT 3) CARDONNEL INGENIERIE Menzione Speciale GAZ RESEAU DISTRIBUTION FRANCE Categoria 9 – Domotica 1) LE PRIEURE - VEGETAL ID 2) QIVIVO 3) E.L.M. LEBLANC Categoria 10 – Accessori bagno 1) HANSGROHE 2) PRESTO 3) LAUFEN Menzione Speciale SFA WEDI
PROJECT FINSTRAL di Monica Zani www.finstral.com www.benedikter.biz
UN INVOLUCRO LUMINOSO
La raffinata ristrutturazione di una casa unifamiliare in Alto Adige per mano dell’Architetto Manuel Benedikter è racchiusa in un involucro resistente che custodisce luminosi ambienti da vivere. La raffinata ristrutturazione di una villetta residenziale poco a sud di Bolzano è racchiusa in un involucro resistente, che custodisce luminosi ambienti da vivere, nel quale legno e alluminio sono i due materiali che caratterizzano la facciata esterna. La ristrutturazione dell’edificio, seguita dall’architetto Manuel Benedikter assieme al suo staff – gli architetti Franz Kosta e Federico Campagnino – è stata realizzata nel rispetto di elevati standard ecologici. Il lavoro si è concretizzato in un intervento di risanamento egregiamente riuscito. Il seminterrato e il piano terra sono stati conservati, il primo piano, dalla struttura portante in legno, è stato sovrapposto all’edificio già esistente, venendo così a costituire un ulteriore ampio spazio abitativo. L’obiettivo di questo intervento era di sommare le diverse parti in un insieme omogeneo, che si integrasse armoniosamente con l’architettura del luogo. Tra le richieste del committente anche quella di realizzare l’involucro con materiali completamente riciclabili. È questo uno dei motivi per cui sono stati scelti i serramenti Finstral, progettati in modo da poter essere sempre suddivisi nei singoli componenti e destinati a un processo di riciclaggio differenziato, una volta terminato il loro utilizzo. Per finestre e porte-finestre è stata utilizzata la serie Top 90, che deve il proprio nome allo spessore di 90 mm del telaio a sei camere per un ottimale isolamento termoacustico – assicurato anche dal triplo vetro, standard per tutti i serramenti Top 90. Nella versione KAB con il rive-
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stimento esterno in alluminio, la resistenza e la versatilità di questo materiale vengono a sommarsi ai punti di forza del PVC – robustezza, durevolezza ed eccellenti prestazioni isolanti – in uno dei prodotti di punta Finstral. Per questo progetto è stata scelta un’esclusiva superficie a struttura fine nella tonalità grigio antracite, in corrispondenza cromatica con la copertura del tetto e del primo piano dell’abitazione. La ristrutturazione di questo edificio è stata una scelta di carattere, che ha ridisegnato le linee dell’abitazione esistente in un progetto dall’impronta contemporanea. L’anta a scomparsa Nova-line adottata per finestre e porte-finestre riflette questa peculiarità, grazie al profilo estremamente sottile e praticamente invisibile dall’esterno, le cui linee slanciate consentono un aumento della superficie vetrata del serramento di circa il 10% rispetto all’impiego di battenti tradizionali. Un design attuale e raffinato che contribuisce a uniformare lo stile dell’edificio, una perfetta combina-
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zione di elementi nuovi e già esistenti – indistinguibili a lavori ultimati. L’anta delle porte-finestre alzanti scorrevoli è più larga rispetto alle ante standard Finstral per le porte scorrevoli, ha sei camere per un maggiore isolamento, e il triplo vetro può arrivare fino a 46 mm di spessore. Eccellenti prestazioni termoisolanti, quindi, ampie superfici vetrate e una soglia ribassata per un passaggio interno-esterno senza barriere. Per il portoncino di ingresso: estetica essenziale, linee pulite e moderne sono gli elementi che caratterizzano la collezione Planar. Il pannello di rivestimento che ricopre completamente l’anta su entrambi i lati dona alla porta un fascino contemporaneo e minimalista. Grazie al suo elevato spessore, il pannello assicura ottime proprietà isolanti – con valore UD pari a 0,65 W/mK nella versione Premium. Per garantire un efficace isolamento termico si è deciso inoltre di utilizzare pannelli isolanti su una facciata ventilata in larice non trattato e in alluminio. Per la porzione di edificio che racchiude il piano terra è stata conservata la muratura tradizionale in laterizio, dotata di cappotto esterno, sul quale è stata applicata la facciata ventilata in legno. I nuovi volumi del piano mansardato non si caratte-
IDENTIKIT PROGETTO rizzano solo per il particolare manto di scandole, ma anche per le sporgenze che si creano rispetto alle zone sottostanti, che vanno ad ampliare gli ambienti abitabili del piano sottotetto, e permettono di realizzare spazi all’aperto protetti da vento e pioggia. Anche nella scelta dei pavimenti e degli arredi interni si è data la preferenza a materiali ecosostenibili. Si è poi cercato di riutilizzare quanti più elementi possibile dell’abitazione preesistente, tra cui i pavimenti esistenti e alcune porte interne. Il colore predominante è il bianco, che accentua la luminosità degli ambienti ed esalta il rigore formale dell’arredamento. I serramenti KAB di Finstral dalla superficie bianco satinato all’interno e con il guscio esterno in alluminio si integrano perfettamente con il design chiaro e moderno scelto per gli interni e con l’estetica decisa della facciata esterna. La certificazione energetica dell’abitazione è stata conseguita in conformità con il protocollo CasaClima adottato in Alto Adige. Grazie all’opera di risanamento totale e anche grazie all’impiego dei serramenti Finstral, alle sue proprietà termoisolanti, l’edificio è stato certificato quale CasaClima B. Per il riscaldamento si è optato per un impianto a pavimento a bassa temperatura.
Località: Caldaro (Bolzano) Anno lavori: 2012 Edificio: Residenziale Tipologia interventi: Ristrutturazione esterno edificio e rifacimento dell’appartamento nel sottotetto CasaClima: B Prodotti FINSTRAL: Finestre e porte-finestre serie Top 90 KAB, porte-finestre alzanti scorrevoli, portoncino d’ingresso collezione Planar serie Style Materiali: PVC-alluminio (KAB) Ante: Anta Nova-line (serie Top 90), anta D911 (porte-finestre alzanti scorrevoli), anta complanare (portoncino) Colori: PVC: bianco satinato, alluminio: superficie a struttura fine grigio antracite Vetri: Triplo vetro per un eccellente isolamento termoacustico - 40 mm di spessore per finestre e porte-finestre serie Top 90, 46 mm di spessore per porte-finestre alzanti scorrevoli. Distanziali vetro a elevato isolamento termico (di serie su tutti i serramenti Finstral). Super-Valor, un vetro dalle eccezionali prestazioni termiche. Il trattamento basso-emissivo su due lastre conferisce a questo triplo vetro ottime proprietà di isolamento termico nei mesi invernali, e in estate mantiene il fresco all’interno dell’abitazione. Isolamento termico: Ug 0,6 W/mK Guadagno energetico: valore g 54 % Trasmissione luminosa: valore LT 74 % Prestazioni: Serie Top 90 con anta Nova-line KAB (finestre e porte-finestre) Isolamento termico: Uw fino a 0,78 W/mK Isolamento acustico: Rw fino a 42 dB Fotografie: Marion Lafogler, www.fotografielafogler.it
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PROJECT AGB di Roberta Bocca www.agb.it www.studio3xl.it
UN’INCRESPATURA DEL TERRENO DIVENTA CASA Lo Studio 3xL di Bassano del Grappa (VI), si aggiudica la menzione speciale come secondo classificato per Casa S nell’ambito del concorso “Live outside the box”, promosso e organizzato da AGB in collaborazione con Casabella. L’iniziativa aveva come obiettivo quello di premiare le realizzazioni più significative e che meglio valorizzavano le eccellenti prestazioni dell’alzante scorrevole Imago di AGB, che in Casa S accoppia due percezioni generando un divertente contrasto: quella del telaio mobile che con un segno marca e quella del telaio fisso che con la trasparenza annulla l’idea del confine tra esterno e interno. Le opere selezionate nel concorso “Live outside the box” hanno evidenziato requisiti di notevole livello qualitativo. La giuria di Casabella ha attribuito il primo premio a Villa Nemes, progettata dallo Studio Giordano Hadamik Architects di Daniele Giordano e Nadine Hadamik, di cui abbiamo parlato nel numero scorso. Aperto ad architetti, ingegneri e interior designer, il concorso ha selezionato progetti in cui il corretto inserimento del sistema Imago ne esaltasse le caratteristiche di sostenibilità, risparmio energetico e minimalismo del design: riconoscimento dovuto quindi anche quello conferito allo Studio 3xL con la proposta delle due abitazioni ecologiche. Silvia ed Enrico Longo, 28 e 30 anni, sono due fratelli provenienti dalla formazione in Ingegneria EdileArchitettura presso l’Università di Trento. Dal 2013 proseguono l’attività del padre Guido a Bassano del Grappa, portando così nello studio,
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distinte, ecologiche, a basso impatto ambientale ed energetico, senza rinunciare al lusso della villa isolata. Il tema della sostenibilità ambientale è oramai ampiamente condiviso e apprezzato nell’immaginario collettivo. Ma quali sono i vantaggi per chi decide di costruire la propria casa in modo rispettoso della natura e del paesaggio? E quale ruolo gioca l’architetto nel conciliare ideali astratti con le esigenze di praticità ed economicità dei comuni mortali? Casa S è un divertente esempio di come soluzioni architettoniche non convenzionali e accorgimenti di sostenibilità ambientale possano rappresentare un forte vantaggio, anche economico, per chi si appresta a costruire casa. Questo appassionante progetto è stato pubblicato su CASABELLA 853 e presentato presso lo spazio espositivo Casabella Laboratorio, a Milano.
LE INTENZIONI PROGETTUALI rinominato 3xL, le competenze acquisite nei relativi percorsi universitari e professionali, integrando aspetti strutturali e relativi all’efficienza energetica nello sviluppo del progetto, comprendendo oltre ai campi dell’architettura e dell’ingegneria anche quello dell’informatica e del web design. I due progettisti con la Casa S mostrano come in soli 150 m2 si possano ottenere due abitazioni
La valorizzazione del contesto naturale e la gestione ambientale ed energetica sono elementi centrali del progetto; l’integrazione edificio-luogo è stata, in particolare, il concetto regolatore dell’intero iter progettuale, che si sviluppa a partire dai seguenti principi base: a) Raccordo pendio – copertura L’edificio è stato inserito adeguandosi sia in pian-
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re: tuttavia, per ricercare una maggior compattezza e adeguarsi allo spazio individuato dall’area pianeggiante, è stata sviluppata una forma spezzata che consente, verso ovest, di creare un patio tra il pendio e l’edificio, così da poter inserire degli ulteriori affacci. c) Viste orientate Al fine di garantire la massima privacy reciproca tra le due abitazioni, sono stati individuati due corpi uniti da tratti di raccordo. Entrambi sono dotati di vista principale verso sud-est, privilegiando il panorama, ma gli affacci secondari sono orientati verso aree di giardino caratterizzate da
ta che in sezione all’anfiteatro naturale costituito dal tratto semipianeggiante del pendio: il tetto piano, sistemato a giardino, si raccorda con il versante della collina, cosicché la copertura ne diventa un’estensione percorribile, dalla quale poter godere di ulteriori viste privilegiate sul panorama. b) Orientamento a sud Si è voluto sfruttare l’orientamento favorevole dell’orografia, che presenta un arco protettivo a nord, costituito dal pendio, e una naturale esposizione a sud. L’inserimento dell’edificio nel versante della collina comporta necessariamente un suo maggior sviluppo in lunghezza, per aumentare la superficie laterale sulla quale collocare le apertu-
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maggiore intimità: ciò è reso possibile dalla conformazione a L del corpo ovest che, individuando un giardino terrazzato verso il pendio, elimina la necessità di aperture verso est, permettendo così di creare un ambito di maggiore privacy per gli affacci dell’altra abitazione. d) Dispositivi bioclimatici Al fine di ottenere il massimo grado di prestazione energetica, salubrità e sostenibilità dell’edificio, sono stati inseriti tutti gli accorgimenti bioclimatici ed ecologici compatibili con la tipologia architettonica. Tra i principali vi sono la corretta disposizione degli ambienti, l’utilizzo del tetto verde, il controllo del soleggiamento delle facciate tramite schermi fissi e mobili, la bussola come cuscinetto
termico, la presenza di pozzi di luce, l’uso della vegetazione al fine del controllo microclimatico, il recupero delle acque piovane.
IL PROGETTO
Le due abitazioni condividono un percorso in “trincea”, alcuni locali accessori verso nord, la copertura verde, la piscina e la preesistenza. Tra i due alloggi si apre un vuoto in corrispondenza del quale si trova una scala verde costituita da lame verticali che sorreggono gradini erbosi. Questa discesa verde conduce a un patio interrato comune, sistemato anch’esso a giardino, sul quale si affacciano i locali interrati delle due abitazioni: esso funge così da vera e propria stanza all’aperto, fornendo agli ambienti interrati una grande quantità di luce. La copertura dell’edificio è uno spazio verde comune a entrambi gli alloggi: l’accesso avviene dal lato est del giardino, oppure a partire dal marciapiede che costeggia il giardino terrazzato del corpo ovest, verso il pendio. Da qui, infatti, si raggiunge la copertura attraverso un corridoio esterno, ricavato in trincea sul lato nord. Il percorso sfrutta le potenzialità emozionali della progettazione ipogea: durante questa ascesa al giardino, infatti, vengono percorsi degli spazi che, alternando apertura e chiusura, generano un percorso vario. Si passa dall’ampiezza del giardino terrazzato alla chiusura claustrofobica della trincea, per poi percorrere l’affaccio che si riapre sul patio interrato; si prosegue quindi per salire al tetto tramite la scala e raggiungere la piscina. Camminando attorno a quest’ultima, infine, si raggiunge un corridoio panoramico, parallelo alla trincea, che arriva ad affacciarsi sul patio terrazzato dal quale il percorso prendeva origine. Il tetto dell’abitazione ovest è separata dalle altre perché non pedonale, ed è quindi privo di parapetti. In copertura sono previsti, oltre alle ringhiere, alcuni muretti in pietra: in particolare, a est un muro in pietra funge da parapetto sia verso il pozzo di luce che verso il salto di quota verso ovest. Questo muro continua idealmente fin giù nel piano terra entrando nel soggiorno e delimitando la parete esterna della bussola. La copertura si estende poi verso est con un grande portico a sbalzo che crea uno spazio di transizione tra l’esterno e l’interno: questa struttura enfatizza ulteriormente il panorama visibile dal soggiorno. L’orizzontalità dell’edificio in ampliamento pone necessariamente il problema dell’integrazione con gli edifici già esistenti posti a ovest, e aventi caratteristiche tipologiche tradizionali con tetto a falda. Allo stesso tempo era necessaria una maggior privacy della nuova parte residenziale rispetto alle zone di accesso, sia della preesistenza sud nei confronti della preesistenza nord, convertita ad autorimessa. La soluzione progettuale proposta è
quella di lavorare con superfici che definiscano le viste possibili: è stata quindi inserita una listellatura orizzontale che funge contemporaneamente da portale verde per il giardino e da pergola per l’edificio sud. La luce del pergolato è spezzata da un muro in intonaco bianco che separa le due zone e contemporaneamente rafforza la vista prospettica sul fondo del giardino. Verso nord il pergolato, realizzato in acciaio corten, è sorretto da montanti e da una trave che è la prosecuzione delle cornici dell’ampliamento, rivestite con lo stesso materiale. L’effetto è quello di una quinta che anticipa i materiali presenti sullo sfondo e pone gli edifici esistenti in secondo piano, integrandoli nel complesso.
I VANTAGGI
Il profilo basso dell’edificio, il tetto giardino e la scelta di materiali dal richiamo naturale amplificano la fusione con il paesaggio, facendo apparire
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l’intervento come un’increspatura abitata del terreno: tale continuità è massima se considerata dalla sommità della collina, dalla quale il progetto si percepisce più come il disegno di un giardino che quello di un edificio. La corretta esposizione degli ambienti, il controllo del soleggiamento e dell’ombreggiamento, l’uso di dispositivi bioclimatici e la copertura verde che contribuisce a isolare il microclima interno rendono l’involucro edilizio altamente performante; il ricorso a pannelli fotovoltaici, alla pompa di calore e al recuperatore di calore, dall’altro lato, contribuiscono a un ulteriore risparmio energetico. L’insieme delle caratteristiche comporta il raggiungimento della classe energetica A+, con un miglioramento dell’indice di prestazione energetica dell’82,4% per l’alloggio ovest e dell’86,3% per l’alloggio est rispetto a quello limite di legge. Dal punto di vista ambientale l’edificio presenta ulteriori accorgimenti, quali ad esempio il recupero delle acque piovane e l’uso di materiali ecocompatibili e drenanti: rientra, così, nella targa di qualità “Plus”, ovvero nel massimo livello di sostenibilità previsto dal Regolamento Edilizio Sostenibile del Comune di Bassano, che incentiva tramite bonus volumetrici tali tipi di intervento. Grazie al punteggio ottenuto, infatti, è stato possibile aumentare del 25% la superficie utile disponibile.
LE SOLUZIONI TECNOLOGICHE
Ponti termici Vista la complessità dell’edificio, la maggior attenzione nello sviluppo del dettaglio è stata la soluzione dei ponti termici. In particolare, in corri-
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spondenza dell’aggetto che circonda quasi interamente il perimetro dell’edificio, l’isolamento è stato prolungato per 1,5 m: in questo modo, sul fronte dell’edificio la cornice presenta uno spessore di soli 50 cm. La riduzione dello spessore rispetto a quello del solaio di copertura, sistemato a verde, è ottenuta lavorando sul nodo in corrispondenza del cordolo e nel dislivello tra solaio e aggetto: il terreno aumenta quindi di spessore nel salto di quota, permettendo la piantumazione di arbusti. L’isolamento dei fori finestra, invece, è stato realizzato prolungando il cappotto esterno sino a coprire la parte fissa del serramento, così da eliminare completamente il ponte termico. Materiali ecocompatibili e scelte strutturali Al fine di aumentare il livello di sostenibilità dell’edificio, si è preferito l’utilizzo di materiali che, oltre a garantire la durabilità nel tempo, si dimostrino ecocompatibili, rinnovabili e riciclabili o riutilizzabili. Intonaci e malte saranno a base di grassello di calce, mentre per il cappotto esterno è previsto l’impiego della fibra di legno e le pitture murarie, i protettivi e le finiture verranno realizzati con materiali ecologici. Le parti fuori terra verranno realizzate con l’impiego del sistema in muratura armata “Alveolater Bio Taurus 30”, costituito da blocchi di laterizio alveolato con farina di legno vergine a facce lisce e brevettato dall’Ing. Gianfranco Gramola, che spesso collabora con lo studio per la realizzazione di strutture particolari e complesse. Impianti Le due abitazioni saranno servite da pompe di calore aria-acqua per la climatizzazione degli
ambienti e la produzione di acqua calda per usi sanitari. Le macchine saranno alimentate da energia elettrica prodotta da pannelli solari che ricopriranno interamente le falde sud delle preesistenze, evitando così di occupare parte della copertura verde. Un recuperatore di calore e un sistema di ventilazione controllata garantiscono comfort, risparmio energetico e controllo dell’umidità. Serramenti L’inserimento dei serramenti riveste un ruolo delicato: essi, infatti, dovranno conciliare le esigenze di elevate prestazioni di isolamento termico con quelle di essenzialità delle facciate, fusione con il paesaggio e selezione di viste privilegiate, che incorniciano l’ambiente esterno e il panorama sulla città. • Il sistema Imago, grazie alle sue ridotte dimensioni e tramite il posizionamento in continuità con l’isolamento, rende il telaio fisso quasi invisibile dall’esterno, garantendo anche il taglio termico. Questa caratteristica contribuisce, inoltre, alla necessità di garantire la massima illuminazione naturale degli ambienti. • Il progetto dei serramenti gioca sul contrasto tra telaio mobile e telaio fisso. Se il primo, con il suo colore scuro, funge da cornice ed evidenzia le viste selezionate, il secondo, quasi completamente invisibile, annulla l’idea del confine tra esterno e interno. L’accoppiata di queste due percezioni, l’una che con un segno marca e l’altra che con la trasparenza annulla, genera un divertente contrasto, presente in tutte le parti del progetto, che riflette il controverso rapporto tra la natura e l’intervento umano tramite l’architettura.
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PROJECT AGOSTINI GROUP
di Valeria Bonatti www.agostinigroup.com
SOLO VETRO, SOLO LUCE In risposta alle nuove tendenze dell’abitare il produttore di finestre Agostini Group grazie al suo ultra cinquantennale know-how nella progettazione e costruzione di serramenti propone al mercato la finestra Total Glass.
La rincorsa alla trasparenza assoluta nasce dalla Glass House progettata nel 1949 dall'architetto Philip Johnson per se stesso a New Canaan, nello stato del Connecticut (USA) per arrivare alla casa R128 di Werner Sobek a Stoccarda nel 2000. Pareti vetrate che hanno tracciato una tendenza: quella che porta oggi ai grandi scorrevoli, ai telai minimal e alle finestre “senza contorni” ovvero, senza telai a vista. Un gioco di pieni e vuoti che ha invertito le regole per l’involucro edilizio e ridisegnato quel sottile gioco di superfici e volumi. Un dosaggio di contrapposizioni, dove il pieno, l’opaco, sorregge ed esalta il trasparente, l’eva-
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nescente, in modo che il vetro permetta alla luce di compiere il proprio incontro con l’architettura. Come noto nell’architettura contemporanea il vetro è ormai uno dei materiali privilegiati dai grandi studi di progettazione perché in grado di amplificare la presenza della luce negli ambienti interni e rispondere alla richiesta della ricerca di un rapporto più diretto e fluido tra interno ed esterno, imprescindibile per un edificio. Agostini Group in linea con le nuove tendenze dell’abitare premia l’impatto estetico, a partire dall’esterno rende percepibile appieno il design progettuale di ogni palazzo sin “dentro” lo spazio “intimo”, lo fa creando una finestra in cui anche dall’interno il telaio si fa piccolo e poco evidente. Ecco la propensione alla fluidità tra interno ed esterno, che dopo le grandi scorrevoli dal design minimal della serie Infinity porta alla finestra Total Glass: caratterizzata da linee della massima leggerezza. Agostini FibexInside 500 Total Glass (questo il nome completo del modello) è l’esclusivo
serramento caratterizzato da un’anta di ridottissime dimensioni, realizzata nel materiale composito Fibex, che guardando dall’esterno scompare totalmente alla vista. L’azienda, grazie alla flessibilità che caratterizza la sua proposta ha messo sul mercato questo sistema innovativo che permette di aggiungere alle tradizionali finiture interne, in legno o in alluminio, questa nuova soluzione Total Glass capace di rendere la finestra un vero quadro d’autore. In questo modo il vetro, libero dalla cornice, diventa l’unico elemento in vista del serramento e riempie la stanza di nuova luce, trasparenza ed eleganza, garantendo sempre le massime prestazioni di isolamento termico e acustico.
IDENTIKIT AGOSTINI FIBEXINSIDE 500 - TOTAL GLASS
• La serie FibexInside 500 - Total Glass è caratterizzata da un corpo portante in Fibex, materiale composito in fibra di vetro, che ne garantisce le proprietà di isolamento termico, resistenza e stabilità strutturale. • La parte interna dell’anta è realizzata con un vetro da 6 mm temperato e serigrafato perimetralmente di colore nero, bianco o, su richiesta, in altre colorazioni. • La parte esterna dell’anta può essere realizzata a scomparsa nel telaio (versione H) o complanare al telaio (versione P). • Il serramento ha un valore di trasmittanza termica molto basso, l’Uf del profilo arriva sino a 1.0 W/mK (in base alle diverse configurazioni del telaio) ed è possibile realizzare una finestra con una trasmittanza termica Uw sino a 0.76 W/mK (valore idoneo anche a case passive). • La sezione del telaio è di soli 68 mm. • Il sistema di tenuta è a 4 guarnizioni. • Le cerniere sono a scomparsa (non visibili dall’interno dell’abitazione) cosa che potenzia l’effetto lineare e minimale di questa finestra.
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TECHNOLOGY CMS WOOD TECHNOLOGY di Pietro Ferrari www.cmsindustries.it
L'EVOLUZIONE CREATRICE A Zogno a vedere i prodigi della nuova Pro Evolution 2-6000. Pro Evolution 2-6000 rappresenta uno dei cavalli di battaglia di CMS Wood Technology nel settore del serramento legno, settore in cui il Gruppo di Zogno, oggi appartenente al cento per cento a Scm Group, riafferma la propria preminenza tecnologica. Grande produttività, ridotti ingombri e consumi energetici contenuti sono i punti di forza di questo centro di lavoro per serramenti che integra esattamente le caratteristiche della gamma Pro Evolution: produzione completamente automatica con sistemi di carico e scarico innovativi, grande produttività abbinata a ingombri contenuti e ridotto consumo energetico, elevata precisione e qualità di finitura superiore, sistema brevettato di bloccaggio che permette la lavorazione di tutti i lati del pezzo senza mai lasciare la presa, massima flessibilità con la possibilità di lavorare sequenze di pezzi completamente diversi uno dall'altro. Un dettaglio non trascurabile è che tutte le versioni di Pro Evolution sono fornite con cabina integrale e protezione CE.
DENTRO PRO-EVOLUTION 2-6000
Lucio Giavazzi, direttore vendite di CMS Group con Pietro Ferrari.
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Un impianto importante, di grande rilievo tecnico, è stato ordinato da un cliente olandese ed è ormai stato consegnato. Prima però, in accordo con il cliente, questo impianto ha rappresentato la vedette assoluta dell'open house organizzata a Zogno il 28, il 29 e il 30 gennaio 2016. Abbiamo avuto l'opportunità di disporre di una
guida di prim'ordine nella persona di Lucio Giavazzi, direttore vendite di CMS Industries: "Generalmente parlando - ci dice - nel caso di Pro Evolution, più che di centri di lavoro possiamo parlare di linee flessibili, un concetto ancora diverso da quello dei centri angolari di produzione dei serramenti o dei centri di lavoro propriamente detti in cui la produttività e ancora più esasperata ma con una flessibilità decisamente minore. ProEvolution 2 fa parte di quei filoni di macchine, sistemi o centri flessibili di produzione che, invece, si collocano ai vertici della loro categoria. Cms ha sviluppato questa macchina perché costituisca un punto di riferimento all'altezza della propria storia nel serramento". Nel serramento olandese, che ha una sua specificità, si lavorano legni duri e si affrontano grandi
spessori in cui si esalta in particolare la potenza del centro di lavoro Cms, in grado di affrontare, con la massima disinvoltura, sia i legni duri europei sia il meranti. "Nella linea - continua Giavazzi - c’è un sistema di carico automatico che è un polmone di accumulo il quale consente la possibilità che la macchina lavori per un discreto tempo non presidiata. Questa è la filosofia della macchina la quale dispone di sistemi di controllo e di sicurezza che le permettono di lavorare non presidiata, per cui già nel sistema di carico abbiamo un controllo della lunghezza, dello spessore, della larghezza del grezzo che, ovviamente, è un quadrotto piallato con sovramateriale rispetto al pezzo finito. Dopo il carico, vengono effettuate tutte le lavorazioni, nel caso specifico stiamo parlando della Pro-Evolution 2, dove il due sta per due ponti, cioè due aree di lavoro. Nel primo ponte c’è una prima presa del pezzo, una serie di lavorazioni su questa presa, dopodiché, in maniera completamente solidale, c’è la seconda presa del pezzo, il pezzo viene portato nella seconda area di lavoro e vengono effettuate tutte le successive lavorazioni complementari e, poi, anche la seconda area viene scaricata. C’è una divisione del lavoro tra le due aree: questa è un altra caratteristica prestazionale della macchina Pro-Evolution che si chiama 1, 2, 3, ovvero con un ponte, due ponti, tre ponti-. Il fatto è che questo progetto, a seconda del budget di investimento che si vuole avere, della produttività e della flessibilità che si vogliono avere, può essere composto e modulato in maniera tale da poter
dare una risposta personalizzata e che centra quelle che possono essere le richieste del cliente. Il pezzo, una volta preso, non viene più staccato e, quindi la precisione è massima. Tutte le chiusure con morse sono regolabili da cn, per cui è possibile decidere la pressione con cui chiudere il pezzo in funzione della pressione più o meno elevata che il materiale può sopportare in automatico. Ogni pinza è un asse indipendente e il posizionamento delle morse è automatico e determinabile dall’operatore e dal software. Questo è uno dei tanti dispositivi che possono essere implementati. Ci sono dei sistemi di elettromandrini che, se gli utensili non lavorano efficacemente, lo segnalano. Se mettiamo a confronto la prima Pro-Evolution di cinque anni fa e quella di oggi dico che effettivamente, pur sembrando dall’esterno due macchine identiche, in realtà la tecnologia che abbiamo adesso immessa nel centro di lavoro, è veramente superiore".
Un caldo benvenuto all'open house CMS.
IL TEMPO COME FATTORE DI SUCCESSO
"Stiamo cercando di limare il tempo ciclo della macchina attraverso la configurazione delle sequenze produttive - ci dice ancora la nostra guida - quindi i pezzi singoli vengono caricati sulle morse, poi abbiamo il primo ponte che in questa macchina è dotato di una testa operatrice verticale con quattro assi e di una unità operatrice a cinque assi. Le operazioni iniziano sui primi quattro lati liberi del massello. Ovviamente il fatto di avere due teste consente di preparare su una testa gli utensili mentre l’altra lavora, riducendo anche qui i tempi morti. Ogni testa ha un magazzino, in que-
Panoramica della linea.
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I dispositivi di movimentazione creano le premesse per una riduzione dei tempi di lavoro.
sto caso di quarantadue utensili, per cui si può disporre di una gamma di produzione ampissima fino a caricarvi tutta la produzione dell’azienda. Tra l’altro, tutti i magazzini portautensili sono legati dal sistema Balluff di riconoscimento, per cui, anche in questo caso, c’è la certezza che l’utensile che si andrà a prendere è l’utensile corretto con impostati i numeri di giri, la vita utensile e tutti quei parametri che garantiscono un controllo preciso. Tutti i dati impostati da questo sistema possono essere parametrati con soglie, dunque è possibile migliorare al carico l’assorbimento del mandrino, per cui se l’utensile per qualche ragione dovesse perdere la sua affilatura e quindi lavorare male, viene inviato un segnale ed è possibile immediatamente bloccare la produzione o, in
automatico, fare in modo di montare un utensile simile. C’è un controllo della rottura dell’utensile per cui se si verifica una rottura su una punta particolare, questo evento può essere segnalato. La testa a cinque assi è leggermente staccata rispetto al ponte: questo perché c’è la possibilità che le due teste si sovrappongano, eseguendo l’operazione in modalità splitting per cui le due teste lavorano contemporaneamente con due frese diverse su un unico pezzo: specialmente per le operazioni di profilatura c’è il vantaggio di poter disporre di due frese combinate che lavorano assieme. Un ulteriore vantaggio sta nel fatto che queste due teste, essendo così vicine, permettono di finire in tempi più ridotti il pezzo, rispetto a soluzioni che vengono portate avanti con teste molto distanziate: anche qui il risparmio di tempo è al centro dell’attenzione. Ci sono dodici morse che possono essere utilizzate a gruppi di sei per due pezzi oppure tutte e dodici su di un pezzo unico. Sono indipendenti e possono essere posizionate come si sceglie e chi
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La sequenza di lavorazione.
utilizza un doppio ponte lavora con lo scambio di pezzo tra un gruppo di morse e un altro. Il pezzo viene caricato sul secondo gruppo di morse, quindi passa alla lavorazione sul secondo ponte. Anche in questo caso troviamo la medesima configurazione di unità operatrici con le stesse caratteristiche del primo ponte”.
DETTAGLI CHE CONTANO
"In questa configurazione di macchina conclude Giavazzi - c’è un dispositivo di marcatura laser e c’è un software di gestione molto importante che permette di trovare l’equilibrio tra le varie teste e la operazioni da effettuare, qui il software è essenziale." È l’operatore che stabilisce la soglia di accettabilità del manufatto in uscita, cioè, per esempio, se un pezzo può avere una soglia di due o dieci millimetri. È significativo il fatto che tutti questi aspetti sono parametralizzabili e possono essere gestiti direttamente dall’operatore. Anche la soglia di assorbimento del mandrino può essere impostata dall’operatore, ci sono però una serie di allarmi che vengono associati alla macchina e permettono di tenere sotto controllo il sistema; ci sono semafori che segnalano lo stato della macchina: se è ferma, se è ferma in attesa di pezzi, se c’è un problema. "Abbiamo - conclude Giavazzi - un sistema di scrittura fuori macchina e un sistema di lettura per cui, ogni volta che si immette o sostituisce un utensile, la macchina non va più a prendere la posizione numero cinque del magazzino ma va a prendere quell’utensile, per cui se qualcuno ha messo un utensile in una posizione sbagliata, la macchina segue comunque quell’utensile e non la posizione in cui è piazzato. La possibilità di leggere il bar code è un'altra caratteristica importante: il pezzo che entra col suo bar code viene gestito attraverso un programma che può essere richiamato appunto per bar code oppure per una lista che viene generata da un programma che a sua volta controlla che il pezzo che viene immesso sia coerente con il pro-
gramma, altrimenti il pezzo viene scartato e fermato per il ciclo successivo. A fine ciclo si possono vedere tutti i pezzi che non sono stati prodotti e può poi essere rilanciato il programma senza riprendere in esame tutti i pezzi." Tempo e spazio sono i parametri a cui l'industria moderna deve rispondere in maniera quasi ossessiva, questa generazione di Pro Evolution garantisce al produttore la parametrizzazione più efficace di questi fattori.
CMS S.P.A.
Fondata nel 1969, CMS s.p.a. è a capo di CMS Industries, un marchio che raggruppa due divisioni, con un fatturato consolidato di cento milioni di euro, quattro filiali e una rete commerciale e di assistenza clienti che copre tutte le aree geografiche del mondo. CMS Industries è specializzata nella produzione di centri di lavoro multiassi a controllo numerico, termoformatrici e sistemi di taglio a getto d'acqua. Questa varietà di offerta permette a CMS di soddisfare le necessità di molti settori industriali: aerospaziale, automobilistico, nautico, generazione di energia eolica, occhialeria, meccanica, edilizia, modelli, prototipi, lavorazioni pietra, vetro e legno. L'ampia gamma di prodotti, insieme a qualità e precisione di lavorazione, offre soluzioni innovative ed efficienti, capaci di coprire le diverse fasi del processo produttivo o le specifiche esigenze dei clienti. La qualità è fuori discussione.
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IDENTIKIT CELEGON di Beatrice Guidi www.celegon.it
QUARANT’ANNI AL SERVIZIO DELLE PERSONE Celegon s.r.l. nasce quarant’anni fa come azienda specializzata nella ferramenta applicata all’interior design residenziale, contract e di comunità. Il cuore pulsante dell’azienda è fatto di persone, idee e passione. Idee volte a semplificare la vita nelle abitazioni, ospedali, uffici, alberghi, attraverso soluzioni semplici da applicare e così innovative da rivoluzionare concetti e oggetti consolidati nel tempo. Celegon ha iniziato dalle porte, “diaframmi mobili” da sempre progettati con cardini o binari, ante che in fase di apertura e chiusura spesso richiedono troppo spazio, molto di più di quello che vorremmo concedere loro per non sacrificare gli spazi interni a disposizione e non condizionare i progetti di distribuzione dei locali. L’azienda è partita da qui: dallo spazio scarificato
dalla movimentazione dell’anta della porta, dalla riduzione delle aree di disimpegno grazie alla possibilità di contrapporre porte con ante apribili a spinta da entrambi i lati, dall’ergonomia e riduzione delle barriere architettoniche per persone con ridotta capacità motoria. L’azienda è partita da un sogno: rendere la vita delle persone più semplice e agevole all’interno delle proprie case, nei luoghi di lavoro e di cura. Lo staff Celegon è riuscito a progettare un sistema semplice da realizzare senza necessità di opere murarie o mano d’opera specializzata, capace di ridurre l’ingombro dell’anta del 50% in fase di apertura e chiusura. Fasi rese agevoli, scorrevoli e silenziose grazie alla (leggera) spinta esercitabile da entrambi i lati e che consente il passaggio di persone in carrozzina o con difficoltà di movimento.
SISTEMA ERGON PER LA CASA: LA PORTA DA OGGI È ROTOTRASLANTE
ERGON® living è la tecnologia che rivoluziona il concetto di porta; uno strumento che, già in fase progettuale, offre nuove alternative per risolvere problemi legati alla gestione degli spazi interni e delinea nuove prospettive d’arredo anche in ambienti di piccole dimensioni, consentendo a livello progettuale di ridimensionare le aree di disimpegno per aumentare la metratura delle stanze. Niente più problemi di conflittualità delle ante e accessibilità più agevole, ERGON® living, la tecnologia rototraslante, è una valida alternativa a tutti i sistemi di apertura. Non necessita di interventi
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su opere murarie. Non pone limiti alla fase progettuale essendo il sistema adatto a tutti i supporti come porte in legno, porte vetrate, in metallo o in plastica.
BREVETTATO: UN’IDEA ESCLUSIVA CELEGON
ERGON® living è garantito Catas, il laboratorio di ricerche e sviluppo nel settore del legnoarredo che dopo severi test sulla resistenza del sistema all’apertura e alla chiusura ripetuta, ha rilasciato un rapporto di prova a norma EN 1191/00.
ERGON® LIVING + SOFT OPENING
Soft Opening, il nuovo nato di Casa Celegon, renderà più semplice e piacevole aprire e chiudere le porte di casa. L’apertura Soft consente con una leggera spinta di far traslare l’anta e di aprirla dolcemente senza accompagnarla.
ROTOTRASLAZIONE: IL MOVIMENTO CHE CONVIENE
Nessun lavoro di muratura e nessun costo aggiunto rispetto ai più tradizionali sistemi di apertura: ERGON® living conviene anche per la fornitura in kit di facile utilizzo e applicazione. Con due tipologie di finiture - nero e argento - e oltre 50 articoli standard tra finiture e misure diverse, i kit ERGON® living sono disponibili in tre diverse versioni - standard, small e large - assicurando il montaggio su diverse luci e tipologie di ante. Tecnologia S/40 per porte tamburate: con asta di rotazione interna al pannello porta. Tecnologia T.E. per porte a sezione piena con asta di rotazione nello stipite.
ERGON® COMMUNITY È IL SISTEMA ERGON PER LA COMUNITÀ: QUALITÀ E DESIGN MADE IN ITALY
La porta rototraslante ERGON® Community è la soluzione ideale per progettare ambienti nel rispetto delle normative e delle prescrizioni igienico-sanitarie e particolarmente adatta per gli ambienti interni previsti per persone con difficoltà motorie. Il movimento dell’anta ad arco ribassato associato all’apertura in spinta da entrambi i lati, liberano spazi di manovra per le operazioni di attraversamento finora impensabili. Il doppio senso di apertura e la riduzione degli spazi di ingombro rispondono contemporaneamente alle
problematiche legate alle vie di esodo e al superamento delle barriere architettoniche. Una porta unica a costi normali: ERGON® Community libera lo spazio e si libera da vincoli dimensionali e costruttivi. Basta la predisposizione di un normale falsotelaio per installare una porta dalle mille declinazioni di finiture e dimensioni, silenziosa durante le fasi di apertura/chiusura, semplice da pulire, senza particolari necessità di manutenzione e capace di ampliare lo spazio degli interni.
ALTRE LINEE PER LA COMUNITÀ
NORMAL Community è progettata per resistere all’uso intensivo, agli urti e all’acqua. È quindi particolarmente indicata per gli ambienti pubblici. L’imbotte metallica, stondata o squadrata, può essere in acciaio inox, acciaio verniciato con polveri epossidiche in alluminio anodizzato o verniciato. Pensata per ambienti pubblici, NORMAL Community risponde a tutti i requisiti della legge 81/08 e a tutte le prescrizioni igienico-sanitarie
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previste per garantire un ambiente sano, anche con la riduzione dell’inquinamento acustico. Lo spessore e la qualità dei materiali impiegati infatti, garantiscono un elevato isolamento acustico dell’ambiente. Linee essenziali, anche grazie all’uso di cerniere a scomparsa, vasta gamma di colori e tipologia di stipiti, fanno di NORMAL Community una porta versatile nello stile e installabile in qualsiasi contesto.
PUSH & GO IL NUOVO BREVETTO CELEGON Con Push & Go vengono brillantemente risolte le difficoltà di apertura dell’anta secondaria nelle porte a doppia anta costituite dall’utilizzo dello scomodo e poco pratico catenaccio a leva. Con il sistema Push & Go l’operazione di apertura dell’anta secondaria si riduce alla semplice pressione di un pulsante posizionato a filo del bordo dell’anta secondaria e in posizione comoda. La chiusura avviene, come per una porta ad anta, semplicemente riportando l’anta secondaria in posizione di chiusura. Una soluzione che permette di gestire l’apertura delle porte a doppia anta con semplicità e rapidità nelle situazioni di emergenza.
COMPACK LIVING®
Con COMPACK living®, tecnologia innovativa frutto della collaborazione con Massimo Bonetti, uno dei più brillanti e affermati designer italiani, è possibile ripiegare l’anta senza l’utilizzo di binari in modo stabile e silenzioso. Sono disponibili due versioni. L’anta infatti può posizionarsi ortogonalmente alla parete scegliendo il sistema COMPACK living® 90° o aprirsi completamente con l’opzione COMPACK living® 180°. Entrambi i sistemi utilizzano ante e telai identici. Con un unico prodotto finito è possibile quindi realizzare un’apertura pieghevole a 90 oppure a 180 gradi. La chiusura avviene in battuta sui due lati verticali e sul traverso superiore e il movimento è fluido, stabile e garantito nel tempo. La linea di ferramenta COMPACK living® è concepita per essere
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impiegata su porte interne, arredo e ogni ambientazione, sia tamburate che in massello. Tutti i componenti del sistema COMPACK living® non necessitano di interventi su opere murarie e sono montati negli stabilimenti Celegon, attraverso rigorosi controlli e verifiche.
UNA TECNOLOGIA CONVENIENTE
Nessun lavoro di muratura e quindi nessun costo aggiuntivo rispetto ai più tradizionali sistemi di apertura. COMPACK living® conviene anche per il formato, distribuito in maneggevoli kit di semplice utilizzo e applicazione.
SISTEMA COMPACK UNA NUOVA ESPERIENZA DI MOVIMENTO
Ve li ricordate? I vecchi cassetti di legno che non scorrevano, che si fermavano a metà, che si aprivano meglio con due maniglie e due mani e accompagnati sempre da un rumore di sottofondo? Difficile ricordarli. Le prime guide scorrevoli per cassetto prodotte in serie risalgono alla fine degli anni 60. La rivoluzione silenziosa è iniziata
AT PEOPLE'S SERVICE FOR FORTY YEARS
più di 50 anni fa e oggi, aprire un cassetto, è un’operazione semplice, fluida e silenziosa. Aprire una porta con tecnologia COMPACK living® significa provare una nuova esperienza, cambiare il proprio modo di vivere la casa, l’ambiente circostante. Provate. Appoggiate la mano su quella che vi potrà sembrare una tradizionale maniglia. Esercitate una lieve pressione e... la porta scivolerà senza trovare nessuna opposizione. Un movimento morbido, piacevole, fluido, silenzioso e sempre ispezionabile, privo di elementi di scorrimento come carrelli o pattini, capace di garantire la qualità del movimento nel tempo.
Celegon s.r.l. was founded forty years ago as a company specialising in hardware for residential, contract of community interior design. The beating heart of the company is made of people, ideas and passion. Ideas geared towards making life easier in the home, hospitals, offices and hotels through easy-to-apply solutions and so innovative to revolutionise concepts and objects consolidated over time. ERGON® LIVING: FROM TODAY DOORS ROTOTRANSLATE ERGON® living is technology that revolutionises the concept of the door, a simple system to install without building work or specialised labour, which can reduce the space taken up by the door by 50% when opening and closing. The action is made simple and silent by pushing (lightly) on both sides, making passage easier for wheelchair users or people with mobility issues. ERGON® living with its revolutionary rototranslation movement, a valid alternative to all opening systems, which can be applied to all types of door, from wood to glass, metal to plastic. PATENTED: AN EXCLUSIVE CELEGON IDEAL ERGON® living is guaranteed by Catas, the research and development laboratory for the wood furniture sector, who, after stringent resistance testing of the opening and closing system released a report certifying EN 1191/00 regulation compliance. ERGON® LIVING + SOFT OPENING The Soft opening means that only a light push is needed to move the door and open it smoothly without having to guide it. ROTOTRANSLATION: A MOVEMENT WHICH PAYS No additional cost when compared with traditional opening systems: ERGON® living is value for money also thanks to the supply in easy-to-use and fit kits. It comes in two finishings - black and silver - and over 50 standard articles between finishings and dimensions, ERGON® living kits are available in three versions - standard, small and large enabling the fitting of different types of lights and doors. S/40 TECHNOLOGY FOR HOLLOW CORE DOORS with rotation bar inside the door panels. T.E: TECHNOLOGY FOR SOLID DOORS with rotation bar in the door jamb. COMPACK Living® With COMPACK living®, innovative technology born of the collaboration with Massimo Bonetti, one of Italy's brightest and successful designers, doors can be folded in on themselves without guide rails and in a stable and flowing movement which stands the test of time. Two versions are available: with COMPACK living® 90° the door is fitted perpendicular to the wall, whereas with COMPACK living® 180° the door can be positioned flush to the wall. Both systems use the same doors and frames. With a single finished product you can create a 90° or 180° folding opening. The COMPACK living® hardware range is designed to be used for both hollow core and hardwood doors, without the need for building work and for no additional cost compared with traditional opening systems. COMPACK living® is value for money also thanks to the supply in easy-to-use and fit kits. All components of the COMPACK living® system are assembled in Celegon's factories, following stringent checks and control processes. COMPACK SYSTEM: A NEW WAY OF EXPERIENCING MOVEMENT Do you remember them? Old wooden drawers that didn't slide, stopped halfway, that opened better with two handles and two hands, with a lot of noise to go with it? It's hard to remember them. The first sliding guide rails for drawers produced as standard were at the end of the '60s. The silent revolution started more than 50 years ago, and today opening a drawer is a simple action, flowing and silent. Opening a door with COMPACK living® technology means trying something new, changing the way you live your house and its surroundings. Try it. Place your hand on what will seem to you to be a traditional handle. Press gently and… the door will slide without any resistance. A soft, pleasing, fluid, silent movement, always serviceable, without any sliding elements such as carriages or skids, which can guarantee a quality movement over time.
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IDENTIKIT REKORD di Beatrice Guidi
www.rekordsrl.com
NUOVA VITA AL LAVORO DEI SERRAMENTISTI REKORD L’azienda di Rovereto in questi mesi sta lavorando su più fronti, per proporre al produttore di infissi in legno soluzioni e servizi che li aiutino a promuovere i propri prodotti sia al privato che all’azienda.
Pierantonio Santini.
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È cambiato il modo di vendere ed essere presenti sul mercato. Tutti i mercati richiedono nuove consapevolezze e nuovi ritmi: Rekord ha intenzione non solo di mantenere il passo, ma di aprire nuove strade nello sviluppo di utensili e sistemi per serramenti in legno. Prova ne sono le ultime novità dell’azienda e i progetti in via di sviluppo. Ci presenta “una di queste novità”, l’Ingegner Pierantonio Santini (nella foto), che da circa tre mesi è il nuovo direttore generale di Rekord. Proveniente dal settore elettrico/energia, ha alle spalle un’importante storia professionale, ha lavorato in aziende italiane e multinazionali, prima come tecnico e poi come responsabile vendite di componenti e impianti. Successivamente come consulente direzionale si è occupato di sviluppare nuovi prodotti e mercati, sempre nel medesimo ambito industriale. “Ho accettato volentieri questo incarico” spiega Pierantonio Santini “perché credo che all’interno di Rekord ci siano molte potenzialità da sfruttare. I tempi odierni, senza dubbio, impongono nuovi sistemi per affrontare i mercati: il cliente si è evoluto, ma anche noi ci evolviamo. Tra le priorità ci sarà certamente quella di consolidare la presenza su alcuni specifici mercati, tra cui quelli europei, dove abbiamo ini-
ziato da qualche anno un’intensa attività di promozione. Internamente abbiamo iniziato un processo di ottimizzazione delle risorse, creando nuove figure professionali in grado di avvicinare l’azienda sia da un punto di vista tecnico che ‘relazionale’”.
IL NUOVO SISTEMA ESPERIA LIFE
Esperia Life è la novità di prodotto più importante. Sulla base del progetto consolidato Esperia,
Rekord con Esperia Life ha cominciato a guardare le cose non più come un semplice costruttore di utensili, bensì come un sistemista che si fa carico di tutto il processo realizzativo, al fine di proporre un prodotto completo sotto tutti i punti di vista. Con questo nuovo sistema, infatti, Rekord vuole affiancarsi al costruttore di infissi in legno: fornirgli non solo l’utensile, ma tutta una serie di servizi e informazioni complete, che lo possano aiutare nel proporre il serramento a un vasto ventaglio di clienti, dal privato all’azienda. “Esperia Life offre parecchi vantaggi” continua l’Ing. Santini, “innanzitutto è una soluzione rivolta a coloro i quali credono nel rispetto dell’ambiente e rifiutano pertanto il Pvc come elemento costruttivo. Possiamo quindi sottolineare un’estetica invidiabile che, attraverso un profilo a scomparsa, si sposa con lo stile moderno e si adatta alle ristrutturazioni. È importante poi evidenziare la facilità e i ridotti tempi di assemblaggio dell’infisso, sia nella versione legno che in quella legno-alluminio, e le economie legate alla semplicità con cui il nostro cliente può passare alla realizzazione della versione legno-alluminio: ora non sarà più necessario avere un magazzino di telaietti, bensì di barre tagliate a misura o facilmente tagliabili. Come si evince i vantaggi non sono legati all’utensile in quanto tale, bensì alla produzione di un serramento in legno nuovo e competitivo, realizzabile solo attraverso un utensile, una sequenza di lavorazioni, un sistema frutto di uno studio approfondito che solo Rekord è in grado di sviluppare e fornire”.
Evolution underway for Rekord door and window frame manufacturers The past few months have seen this company in Rovereto working on various fronts, in order to provide wooden door and window frame manufacturers with solutions and services that help them to promote their products. Selling methods have changed, as has market presence. All markets today call for new awareness and new pace: Rekord intends not only to keep up, but to blaze new trails in the development of tools and systems for wooden door and window frames. Evidence of this are the company’s latest new products and projects under development. One of these new entries is explained to us by engineer Pierantonio Santini, who has been the new Director General at Rekord for about three months now. With an important career in the electrical/energy sector behind him, he has worked for Italian companies and multinationals, first as a technician and then as a components and systems sales manager. Following this, as management consultant he was responsible for developing new products and markets, again in the same industrial sector. “I was happy to accept this job”, explains Pierantonio Santini, “because I believe that Rekord has a great deal of potential to be exploited. Today’s market definitely calls for new systems; the client has evolved but we too are evolving. Priorities definitely include consolidation of our presence on certain specific markets, including those in Europe, where several years ago we started intense promo activity. In-house, we have put in place a process to optimise our resources, creating new professional figures that will allow the company to stand out from both a technical and “relationship” point of view”.
The new Esperia Life system
Esperia Life is our most important new product. Based on the consolidated Esperia project, Esperia Life enables Rekord to now see things no longer as a simple tool manufacturer but as a systems analyst who takes on the entire production process in order to offer a complete product in every sense. With this new system, Rekord infact aims to work alongside wooden door and window frame manufacturers, delivering not only the tool, but a whole series of complete services and information that will help us to supply a vast range of clients, from private homeowners to companies. “Esperia Life offers many benefits”, continues engineer Santini. “It is primarily a solution targeting those who believe in respect for the environment and who, as a consequence, refuse to use PVC as a building element. We can then highlight the product’s enviable aesthetics that, thanks to concealed profiles, fit in beautifully with modern style and adapt to renovations. It is also important to emphasise the easy fast assembly of these frames, whether in the wood or wood-aluminium version, plus the economic savings linked to the simplicity with which our client can change over to production of the wood-aluminium version. It will no longer be necessary to have a warehouse full of outer frames, as this system uses bars either cut to measure or easy to cut. As can be seen, the benefits are not linked to the tool as such, but to the production of a competitive new wooden door and window frame, made possible entirely thanks to a tool, a series of processes and a system resulting from in-depth studies that only Rekord is able to develop and supply”.
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LA NOSTRA SQUADRA A... www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com
LA NOSTRA SQUADRA A... Due formati fieristici che piĂš diversi non potrebbero essere, ma Sistema Serramento non manca mai.
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Abbiamo affrontato con impegno la raffica di appuntamenti fieristici che ci hanno accolto al rientro della pausa estiva. Il primo è la biennale Colfert Expo che rappresenta la dimostrazione di come un organizzatore privato, profondo conoscitore del settore sia in grado di produrre un momento fieristico di grande interesse, impeccabilmente organizzato e ricco di interesse per un pubblico che, nei giorni di apertura della manifestazione, ha incontrato sotto l'ormai classica tensostruttura con il giallo di bandiera di Colfert una straordinaria offerta di tecnologie e prodotti per il serramento. La manifestazione ha visto la nostra presenza con uno stand ben posizionato e presidiato da cui è stata effettuata una abbondante distribuzione della nostra testata. Pietro Ferrari, editore delle testate pubblicate da Web and Magazine, e Sonia Maritan, direttrice di Sistema Serramento, Struttura Legno e FareItalia, sono stati presenti alla manifestazione dei primi di settembre e hanno raccolto il reportage che i lettori trovano nelle pagine di questo numero della rivista. A Saie - Saietre la nostra squadra era presente al gran completo e ha presidiato validamente lo stand da cui la rivista Sistema Serramento e la rivista Struttura Legno sono state distribuite a visitatori ed espositori. Visita "in solitaria" , invece, a Batimat di Parigi per Sonia Maritan che ci racconta in questo numero il grande evento parigino che si conferma ancora una volta come un appuntamento di
rilievo mondiale. Il cluster di fiere che si raccoglie attorno alla gloriosa bandiera di Batimat e coinvolge il settore idrotermosanitario al gran completo ha costituito un fattore di potenziamento straordinario che non ha mancato di avere un effetto positivo sull'atmosfera degli affari e sulla motivazione dei visitatori. Un fuori programma per la giornalista è stata la visita ad alcuni prodigi architettonici della Capitale francese che saranno i protagonisti della prima uscita in digitale di On Stage, il nuovo format on-line di Web and Magazine.
DUE PAROLE SU DI NOI Per Web and Magazine il 2015 è stato un anno di grande espansione: nuove testate, nuove iniziative sul web e sui social media e un’intensa attività di copertura giornalistica in tutta Europa. La nostra scelta di seguire i settori industriali si è ampliata al mondo del tessile per l'arredamento, un comparto illustre e di grande solidità. Lavorare nell’informazione industriale in questi anni di crisi non è stato facile come non è stata facile la missione di tanti imprenditori e manager nel guidare le loro aziende in un contesto in cui la concorrenza dagli altri continenti, avvantaggiata da mille fattori, ha rischiato di portare l’Europa verso uno scenario di totale deindustrializzazione. Va dato atto all’imprenditoria, al management e alle maestranze del nostro Paese di aver saputo mantenere vive e compatte le filiere produttive nei diversi settori, evitando quella totale perdita di saperi e di capacità produttive che ha pesantemente castigato altri Paesi europei. La voglia e la competenza del fare in Italia è ancora forte. Al fare appartiene anche il nostro lavoro di cronachisti dei settori industriali che ci onorano, leggendo le nostre riviste, frequentando i nostri portali e abbonandosi ai nostri media cartacei, della loro fiducia. Sta a noi essere degni di questa fiducia: proviamo a farlo. La nostra informazione è sempre di prima mano, i nostri lettori sanno che “ci mettiamo la faccia”, frequentando fiere e convegni, seguendo le sempre più numerose e approfondite “open house” delle aziende e i simposi delle associazioni, creando contenuti informativi ad alto valore aggiunto, perché vivi e originali, in un dialogo costante con la realtà dei mercati nazionali e internazionali. Siamo attenti poi a tradurre quanto raccolto sul campo o ricevuto attraverso legami che sono e saranno sempre più stretti con le agenzie di comunicazione e con gli uffici stampa in un linguaggio adatto ai diversi media. Media che si integrano a vicenda: le nostre riviste IDM-L’Industria del Mobile, Il Legno, Sistema Serramento, Struttura Legno, Divisione Contract, Textures e Biocasa sono stampate e distribuite postalmente agli abbonati (che ricevono ogni numero della rivista con una puntualità che è stata portata al massimo nell’ultimo semestre) e a un universo selezionato di lettori (che ricevono uno o due numeri all’anno). Un’ulteriore modalità di diffusione delle nostre riviste è quella portata avanti presso i nostri stand e dal personale addetto alla distribuzione alle principali fiere nazionali e internazionali. Ma quello che i nostri inserzionisti devono avere ben presente è che le nostre testate, prima ancora di essere stampate, sono sfogliabili gratuitamente on-line sul nostro sito nazionale www.webandmagazine.media e internazionale www.webandmagazine.com. A tutto questo si aggiunge il portale dell'editoria ISSUU, sul quale, all'indirizzo diretto della casa editrice www.issuu.com/web-and-magazine, si possono trovare archiviate tutte le nostre pubblicazioni. Questo significa che la tiratura a stampa viene integrata da una capacità di diffusione on-line virtualmente illimitata in tutto il mondo. Qui vorremmo spendere una parola anche sul mito della pubblicazione internazionale: noi siamo convinti che non sia possibile, attraverso le pubblicazioni cartacee, un lavoro di diffusione di notizie, di segnalazione di prodotto, di eventi o di opinioni su scala mondiale di sufficiente efficacia e incisività. Stiamo, per questo, lavorando per rendere sempre più ricco il nostro sito internazionale in lingua inglese che potrà sfruttare tutte le possibilità di diffusione delle informazioni direttamente sulle ali del web, senza sottostare alle pesantez-
ze e ai costi (pressoché insostenibili) del trasferimento di materiale cartaceo.
ON LINE
I due siti che abbiamo citato prima sono anche veicoli di comunicazione autonomi: inutile pensare che testate trimestrali o bimestrali possano veicolare tempestivamente le novità espresse da settori che stanno, tra l’altro, riprendendo a comunicare in maniera intensa e a moltiplicare il lancio di nuovi prodotti o varianti di prodotto, dunque tutto ciò che deve essere comunicato velocemente e “bruciato” nell’arco di pochi giorni o, anche, tutto ciò che è importante conoscere con il giusto anticipo deve passare dai siti web. I nostri siti sono anche un veicolo importante di comunicazione pubblicitaria per mezzo di banner o skin; particolarmente apprezzati sono le newsletter, le DeM (Direct email Marketing), le azioni e-blast che vengono veicolate sulla nostra banca dati in costante aggiornamento (come ben sa chi gestisce dei database, anche le anagrafiche invecchiano a grandissima velocità). Ma on line c’è anche una famiglia di pubblicazioni che si intitola Fare Italia, un omaggio al nostro Paese e alla sua capacità creativa, progettuale, produttiva e di comunicazione diviso in quattro filoni diversi: Aziende, Eventi, Persone e Prodotti: qui il lettore non trova vincoli di spazio o di diffusione, ognuno dei temi trattati è approfondito in tutti i suoi aspetti e trova tutto lo spazio di approfondimento che merita. Lo stesso formato sarà, nel corso dell'anno, esteso a livello internazionale con la serie di monografici On Stage. All'interno di queste pubblicazioni si possono attivare links diretti a indirizzi web o caricare tramite il nostro canale You Tube, oltre ai video direttamente prodotti dalla nostra casa editrice, video forniti dalle aziende. Ancora on line, ha esordito a gennaio 2016, il nuovo settimanale Streaming che porterà sul digitale un flusso di informazioni di prodotto e di progetto commisurato al grande volume di input che i nostri terminali sul mercato ricevono costantemente.
INTERATTIVITÀ E SOCIAL NETWORK
Le riviste cartacee sfogliabili on line, i due siti, le riviste digitali saranno tutti caratterizzati da un forte contenuto di interattività. Già abbiamo visto qualche esempio di ciò che intendiamo con questo termine in un paio di pubblicazioni nel 2015: sono state solo le prime gocce di una pioggia di interattività che nel 2016 rinfrescherà il concetto di comunicazione, collegando le pagine on line con i siti aziendali, con i filmati presenti nella rete, con le pagine di approfondimento tecnico e con le informazioni necessarie per inquadrare i contenuti espressi. Non ci fermiamo qui: un sito per essere vivo deve essere anche continuamente riproposto all’interesse degli internauti attraverso l’utilizzo dei social network più affidabili e frequentati e dei formati più agili come tablet e smartphone. Già oggi, avvalendoci dell'applicazione di issuu, le riviste si possono sfogliare molto semplicemente. In questo modo pensiamo di dare un ulteriore servizio ai nostro lettori, tempestivamente informati dalla comunicazione in rete e in grado di trovare nei nostri media cartacei approfondimenti tematici e vere e proprie mappature di settore che sono frutto di un lavoro impegnativo e costante sul campo e in sintonia coi protagonisti del mondo produttivo in Italia e nel mondo.
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BORDI FERRAMENTA DECORATIVA maniglie pomoli chiusure FERRAMENTA STRUTTURALE sistemi di cerniere guarnizioni giunzioni angolari LEGNAMI MATERIALI DI FINITURA levigatura verniciatura nobilitazione rivestimento
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