Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media
STRUTTURALEGNO ISSN 2283-8651
017 2017 GIUGNO
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Amore per il legno!
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esterno
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editoriale
di Sonia Maritan
MADE IN “FELICE RAGAZZO”
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030
di Alessandro Romiti
PRECAUZIONI PER LE CASE IN LEGNO
focus Forum Bois Epinal-Nancy
di Pietro Ferrari
IL LEGNO NELL’ESAGONO
Un evento eccezionale, per la sua improbabilità di verificarsi in una struttura fuori terra e protetta dall’acqua, consistente in una parziale infestazione di termiti del “terreno”, dovuta alla migrazione degli insetti attraverso alcuni pallet usati per il trasporto di materiali edili.
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L'evento milanese di MADE expo ripropone la centralità della città come capitale del design e dell'architettura anche nel contesto delle costruzioni e dell'urbanistica.
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gutta cavat lapidem
PROGETTARE LA DURABILITÀ
di Alex Merotto
collectio Tecnosugheri
INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ ALL’UNIVERSITÀ DI PARMA
di Andrea Dell’orto
In occasione dell’Open Day organizzato da Tecnosugheri srl presso il Polo scientifico dell’Università di Parma, professionisti e tecnici hanno potuto visitare l’edificio che ospiterà il centro di ricerche VisLab, caratterizzato dalla struttura in X-Lam e dal rivestimento in sughero faccia a vista. L’architetto Mauro Frate ci racconta il suo percorso progettuale.
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praecepta
PROGETTARE E MANTENERE LA DURATA DELL’OPERA
di Silvia Tedesco
Il rapporto tecnico UNI/TR 11499 del 08/07/2013, esposto in questa trattazione, nei suoi punti principali ha lo scopo di evidenziare la completezza delle indicazioni che fornisce e come esse, se correttamente messe in pratica, possano garantire uno standard qualitativo più elevato alle opere in legno strutturale per le quali è imprescindibile l’aspetto manutentivo.
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technica Adveco
di Sonia Maritan
NEL SUO NOME LA MISSIONE ECOLOGICA
Adveco, specializzata nella produzione di ferramenta per le costruzioni in legno, oggi implementa il suo lay out produttivo e introduce al suo interno la “Sala metrologica”, ma la sua crescita continua quest’anno è coronata anche dal premio ricevuto da Legno&edilizia come espositore fedele, sempre presente a tutte le edizioni della fiera proprio come la rivista “Il Legno” di Web and Magazine.
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technica Kvh
LO STANDARD “TECNOLOGICO” CHE CREA QUALITÀ
di Danilo Pierucci
La precisione nella costruzione con prodotti massicci in legno essiccati artificialmente è garantita innanzitutto dallo standard “tecnologico” e quindi da una produzione controllata di qualità che utilizzi materiali in legno secondo le norme europee, creando una qualità costante ma anche costruzioni in legno senza protezione chimica.
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technica Egger
SOLUZIONI VERSATILI PER LE COSTRUZIONI IN LEGNO
quaestiones Lina Haus IG Passivhaus Südtirol
COSTRUIRE PASSIVHAUS
Il progetto delle strutture in legno potrebbe anche essere definito il progetto della durabilità delle strutture in legno a significare quale importanza abbia questo aspetto nell’intera fase progettuale.
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peritus
di Sonia Maritan
IG Passivhaus Sudtirol espone nel proprio stand a KlimaHouse 2017 un nuovo sistema costruttivo molto interessante e in sintonia con il concetto di casa passiva, si chiama LiNa e ne parliamo con Gerhard Paris e Riccardo Leto.
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quaestiones Enaip Trentino
LA SCUOLA CHE INSEGNA IL LEGNO
di Sonia Maritan
L'Ente ENAIP (Ente Acli Istruzione Professionale) Trentino è un centro di formazione professionale che opera in materia di istruzione e formazione professionale, realizzando le proprie attività istituzionali, pedagogiche e didattiche attraverso un’articolata presenza sul territorio provinciale, cui fanno capo, sia sotto l’aspetto amministrativo che organizzativo, nove “Centri di Formazione Professionale ENAIP”- CFP Enaip: Arco, Borgo Valsugana, Cles, Ossana, Primiero, Riva del Garda, Tesero, Tione e Villazzano. Ne parliamo in occasione di Legno&Edilizia con Emilio Salvaterra, Direttore del Centro di Formazione Professionale ENAIP di Tione di Trento.
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quaestiones Abito Holz
LA MISURA DELLA QUALITÀ
di Sonia Maritan
A Legno&Edilizia incontriamo Luca Butterini e l’Ingegner Andrea Fedrizzi, responsabile tecnico di Abito Holz Srl, di Pieve di Bono in provincia di Trento, l’azienda nata nel 2016 da un gruppo di imprenditori trentini, (Illen snc, Falegnameria Bomè srl, Eng Group srl) per proporre al mercato, sotto un unico marchio, il prodotto «casa in legno di pregio chiavi in mano». Con loro parliamo di comfort abitativo da una parte e di processo produttivo ma soprattutto installativo dall’altra, di quale sia, cioè, la misura della qualità.
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proiectum public
ALL’OMBRA DEL LAMELLARE DI ABETE
di Giuseppe Neri
La realizzazione di tre pensiline in legno lamellare per la fermata degli autobus a Montevago, in provincia di Agrigento, vede impegnato Giuseppe Neri, Architetto e ingegnere, come progettista e Direttore dei lavori.
044 colloquium
Essetre Boraschi Case in legno
TRE IN UNO
di Pietro Ferrari
Una macchina versatile e multifunzionale, la Techno-Progress di Essetre presso la Boraschi Case in Legno.
di Sonia Maritan
Protagonista al BAU di Monaco una gamma di proposta completa da Egger.
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colloquium La Legnami Hundegger
UN’AZIENDA CHE CORRE
068 di Sonia Maritan
La Legnami con i suoi 70 anni di vita, costituisce uno dei nostri gioielli italiani, unico nel suo genere come accade spesso nel tessuto imprenditoriale italiano. Con le radici ben piantate in Romagna, una voglia di correre e vincere che l’ha portata a progettare con molta precisione il suo tracciato, l’azienda ha dato una svolta alla sua produzione a partire dal 2001, affidandosi alla tecnologia Hundegger. E l’anno scorso un ulteriore accelerata con il nuovo impianto K2i 1250.
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colloquium Fal Scm Group
FLESSIBILITÀ ED EFFICIENZA PRODUTTIVA
IL LEGNO ASCIATO, IDEALE PER REALIZZAZIONI TRADIZIONALI E MODERNE
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anticipatio Interclima+Elechb Déobain Batimat
di Beatrice Guidi
di Pietro Ferrari
otia et nogotia
Evento internazionale di riferimento del settore dell'edilizia e delle costruzioni, Le Mondial du Bâtiment si terrà dal 6 al 10 novembre 2017 presso il Quartiere delle Esposizioni di Paris Nord Villepinte, a Parigi, in Francia. Ogni due anni, i saloni Interclima + ELECHB, IDÉOBAIN e BATIMAT presentano materiali e soluzioni per gli edifici di oggi e del futuro. In un contesto di mercato favorevole, ma segnato da profondi cambiamenti, l’edizione 2017 di Le Mondial du Bâtiment ha l’ambizione di affiancare gli operatori nella ripresa del mercato consentendo loro di decodificare le nuove sfide della costruzione e scoprire le soluzioni per apportare elementi concreti di risposta.
di Andrea Zenari
CANADA: ALLA SCOPERTA DI CHI È ARRIVATO PER PRIMO
Il diario di viaggio di Andrea Zenari – laureato in Scienze Forestali e Ambientali –questa volta ci porta nel mondo del legno strutturale in Canada, il suo lungo percorso nel legno, dalla materia prima al costruito, lo rende protagonista di diverse testate di Web and Magazine, da “Il Legno” a “Struttura Legno”, e fra le sue innumerevoli esperienze sul campo, qui ci racconta il “suo Canada” che rende protagoniste le standard home e con esse una valorizzazione del bosco che costituirà l’insegnamento più prezioso nei suoi successivi vent’anni di attività.
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La società Dufter si distingue per la passione per la carpenteria e per la costruzione di macchine ideali per carpentieri e falegnami.
LO CHARME DI LE MONDIAL DU BÂTIMENT
FAL, punto di riferimento del settore, inserisce nel suo parco macchine un nuovo centro di lavoro Routech Oikos.
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SOMMARIO
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EDITORIALE
Made in “Felice Ragazzo” Il mese scorso mi hanno dato una notizia di quelle che lasciano il segno, soprattutto sapendo che questo “nostro prezioso cervello” non è mai stato in fuga, ma seppur “sotto i nostri nasi” nessuno lo ha notato per tempo. Tutto ruota intorno al fatto che ormai sono maturi i tempi per una sorta di rivoluzione tecnologica, sia per merito di piccole quando sofisticate realtà, così come per grandi complessi impegnati sul fronte del legno. Le possibili proiezioni lambiscono tipi di oggetti che tecnologicamente sono di fatto delle “strutture a gabbia”, tuttavia senza escludere i pannelli. Più in particolare, si tratta di quel tipo di strutture che, riferendosi ai prodotti lignei, sono costituite da masselli e che un tempo erano per lo più giuntati per mezzo degli incastri storici, ma che oggi sono tenuti uniti principalmente tramite brugole, viti e bulloni. Con la rivoluzione annunciata, invece, in futuro, tutti gli oggetti appartenenti a questa categoria saranno “a tutto legno”, ovvero sarà bandito ogni tipo di accessorio metallico o meno di collegamento. Si dice che certe innovazioni spargano il loro polline nell’aria anche a grandi distanze e germoglino per mano di diverse persone contemporaneamente, ignare l’una dell’altra di questa comunanza di “genialità” prossima alla fioritura di una nuova e straordinaria invenzione. Non ne dubito affatto, ma la certezza più forte riguarda il fatto che il Professore di Alta Qualifica, Corso di Laurea in Disegno Industriale – Sapienza Università di Roma, Felice Ragazzo, abbia introdotto questo specifico tema e divulgato il suo sapere per un lungo lasso di tempo! Insomma lui, in questo spicchio del mondo, dell’ortodossia della stereotomia è il Maestro indiscusso! Anche su Struttura Legno lui ci sta dando le sue lezioni e ha già avuto modo di illuminarci con la sua visione rivoluzionaria delle giunzioni riguardo l’assemblaggio di elementi lignei. La sua presa di coscienza “rivoluzionaria”, resa oggi possibile dalle tecniche di stereotomia computerizzata tramite CNC, ci conduce a un mondo delle lavorazioni del legno libero dalla geometria “poliedrica” rigida e razionale, dura e spigolosa, secondo Felice Ragazzo una gabbia che preclude ogni possibile espressione fluida, ovvero “a-poliedrica”! Da Giano bifronte a Orfeo, verso un nuovo cammino più in sintonia con la natura organica del materiale-legno, senza tralasciare di rimarcare che gli spigoli sono portatori di fragilità, lui interpreta aspetti trascurati della visione euclidea, e il nuovo approccio trova uno sbocco nello scorrere delle frese su bancali di nuove dotazioni tecniche frutto dell’interazione tra meccanica, elettronica e informatica. La fenomenologia messa in questione – come direbbe lui – riguarda gli aspetti basilari della tecnologia del legno e il fatto che oggi con le moderne tecniche stereotomiche a controllo numerico, in cui invece dello scalpello incisore agisce la fresa rotante, si possono agevolmente praticare geometrie di giunzione in cui gli spigoli risultino arrotondati. Di conseguenza, le concentrazioni di sforzo si riducono di tenore e il fibroso legno resiste di più. Va da sé che, potendosi ottenere maggiore efficienza con meno legno, potrebbe elevarsi anche la qualità dell’opera. Questa elementare nozione, oltre che per circoscritte tipologie di suppellettili, non aspetta altro che di essere messa alla prova nella realizzazione di organismi tecnologici di ampia e vasta proiezione architettonica. Precoci intuizioni, studi anticipatori, erratiche sperimentazioni, feconde attività formative, puntuali partecipazioni a Fiere e Convegni specialistici, sistematiche pubblicazioni, sono invece alla luce del sole e hanno come autore Felice Ragazzo, a partire dai primissimi esperimenti effettuati nella seconda metà degli anni ‘80. Non solo, tra il 2007 e il 2008, con la sigla FP7_WISe, queste idee innovative furono oggetto di una richiesta di finanziamento nell’ambito di un Progetto europeo denominato Settimo Progetto Quadro, in cui fu raggruppato un consistente partenariato di importanti istituzioni nei vari stati di Spagna, Francia, Belgio, Finlandia e Slovacchia. Ma proprio per colpa dell’Italia il Progetto partì minato alla base, in quanto fu ostentatamente incompreso presso gli Uffici valutatori del Ministero dell’Industria e autolesionisticamente non sostenuto, come oggi si dimostra avrebbe meritato, dagli attori principali che lo avevano fra le mani. Il cuore del Progetto si incentrò sull’idea di come transitare da un “poliedro” a un “a-poliedro”, ovvero da un cuneo a un tampone, alla fine dell’azione stereotomica. Nel frattempo lo studio è continuato, le sperimentazioni effettuate si sono susseguite, un nuovo design viene ulteriormente perseguito; le sue pubblicazioni sono quasi tutte condensate sul sito www.feliceragazzo.it, in attesa che il prodigio di una cosa nata dal basso, e ora seguita da una nata dall’alto e da altri piccoli emuli, trovi il suo naturale dispiegamento nei più qualificati scenari progettuali e nelle più avvedute attività industriali, chiaramente a beneficio di tutti. Adesso che da più parti si comincia a intravvedere un futuro lisciando le giunzioni, è più facile che il problema entri a far parte del senso comune, per il costruire e per il design, con una leggera ombra, però, sulla scia del Made in Italy. Per chiudere, lui che si definisce un “falegname ancestrale”, lo vinse sì il concorso che 47 anni fa gli procurò la cattedra a Roma, ma resta ancora oggi un mistero l’enigmatico foglio bianco che gli arrivò per dargli indicazioni circa giorno e luogo della prova scritta!
di Sonia Maritan www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com
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Sonia Maritan all'Università Sapienza di Roma dove insegna il Prof. Felice Ragazzo.
FOCUS FORUM BOIS EPINAL-NANCY
di Pietro Ferrari
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Il legno nell’Esagono Grande la vitalità delle costruzioni in legno in Francia. Anche quest’anno il Forum Bois (svoltosi a Epinal-Nancy) ha saputo cogliere tutte le sfaccettature di questo settore.
Preceduto dal Campus Bois Enstib a Epinal il 5 aprile, si è svolta il 6 e il 7 aprile nell’elegante e funzionale Palazzo dei Congressi del Centre Prouvé a Nancy la settima edizione del Forum Construction Bois.
PRELUDI A EPINAL
Sonia Maritan e Pietro Ferrari. La sempre originale struttura in legno all’ingresso del Centre Jean Prouvé.
La giornata di Epinal si è articolata su tre prologhi sul tema delle costruzioni in legno e delle bio-risorse. Il primo prologo ha riguardato le costruzioni in latifoglie, il secondo le costruzioni in legno e il controllo numerico, il terzo la costruzione di una torre panoramica in legno. Antje Gellerich dell’Università di Gottinga ha illustrato i risultati di uno studio sulla creazione di nuovi mercati per i legni di latifoglie autoctoni, descrivendo le potenzialità di utilizzo nelle costruzioni, nelle traversine ferroviarie e nella realizzazione di impiallacciature. Il programma relativo alle latifoglie del FCBA e di EU Hardwoods è stato presentato da André Richter dell’Istituto Tecnologico FCBA di Camps-SurMarne: castagno, quercia e altre essenze sono state prese in esame dal punto di vista delle loro proprietà fisiche e meccaniche. Peter Niemz dell’università di scienze forestali di Berna, in collaborazione con Samuel Amman dell’ETH di Zurigo, di Thomas Rohner e di Frederic Pichelin del BFH di Biel hanno presentato una relazione di grande interesse sulle prestazioni meccaniche degli elementi strutturali in legno di latifoglie, con particolare riguardo ai sistemi di incollaggio.
Il faggio ad alte prestazioni, CLT composito è stato il tema della relazione di Pascal Toussaint di Lineazen con particolare riguardo alle prove di delaminazione, Le prospettive della cattedra di insegnamento e ricerca “architettura e costruzioni in legno” sono state illustrate da Franck Besançon dell’Ecole Nationale Supérieure de Nancy. Con il suggestivo titolo “Le vert et l’octet” Jean-Claude Bignon dello stesso istituto ha raccontato le nuove tecniche delle costruzioni in legno, sotto il segno della tettonica. Oscar Gámez di MAP CRAI di Nancy ha parlato di utensili ausiliari per la progettazione di parete fuori standard in legno. Sempre di CRAI, sono stati Julien Meyer, Gilles Duchanois e ancora, Jean Claude Bignon a parlare di strutture architettoniche a pieghe in legno dal punto di vista della concezione numerica e dalla fabbricazione mediante robot. È stato Jean-François Becquet di Enstib/Lermab di Epinal a parlare di costruzioni in legno di latifoglie
FOCUS_FORUM BOIS EPINAL-NANCY
con particolare riguardo all’’assemblaggio mediante picchetti. Un lavoro di ricerca pregevole è stato quello di Thierry Dubrocas di Vosgelis e di Eric Mougel di Enstib che hanno messo a confronto con i modelli convenzionali la strumentazione di 18 alloggi passivi. Romain Rémond di Enstib ha svolto un’approfondita relazione sulla concezione igrotermica dell’involucro degli edifici in legno. Da Nantes, Francesca Lanata della Scuola Superiore del Legno ha parlato delle esperienze in città dell’attività edilizia in legno. Jérémie Boucher di Pavatex France ha parlato delle soluzioni costruttive di origine biologica nei loro rapporti con la regolamentazione antincendio.
IL 6 APRILE A NANCY
È Paul Jarquin di REI Habitat di Montreuil ad aprire la prima giornata di Nancy con un “Manifeste pour la construction bois” in cui, con toni appassionati, spezza una lancia a favore del legno, ma è François Ghysel della Grande Region di Namur in Belgio a portare il contributo di una disamina attenta e approfondita delle costruzioni in legno in quella grande e ricca area del Belgio, mentre Alain Jundt, vicepresidente dell’Eurometropoli di Strasburgo racconta l’esperienza del “legno in città” nel capoluogo alsaziano. Si passa decisamente ai materiali con l’intervento di Christian Balanche di Simonin che racconta la realtà del lamellare in faggio sempre più concretamente disponibile. Un esempio di realizzazione è invece portato da Jean-Luc Gérard con la costruzione della Maison du Velo al porto di Epinal. Romain Pointet di Pollmeier Massivholz parla di un progetto di ufficio di Euregon AG ad Augusta, siamo sempre nell’ambito del faggio. Il castagno è invece la scelta di Thomas Weulersee di Ateliers d-Form per una costruzione in tronchi in una fattoria-albergo a Orbey. Julien Lamoulie di FCBA di Bordeaux illustra i più recenti programmi di progetto e calcoli per le case in ossatura legno. Le case-laboratorio BOIS PE sono invece descritte da Chiristian Fanguin di Avrul/Bois Pe di Egletons, mentre Aline Duverger dello studio omonimo racconta la costruzione e le caratteristiche della sede della comunità dei comuni dell’Oisans.
I locali dell’amministrazione della natura e delle foresta di Diekirch, in Lussemburgo sono il tema dell’intervento di Tom Geelen di morph4 architettura. Pierre Payrard di Actis Grenoble, Jean-Paul Roda di RODA Architectes di Grenoble, Thomas Charlier di Gaujard Technologie di Avignon e David Bosch di SDDC Entreprise di Varce sono i relatori del progetto Le Solaris, 38 alloggi sociali nel cuore della ZAC Presq’Ile di Grenoble. Mentre Steve Ware parla dell’Immobile Opalia in R+7 a Parigi. Estroso e mosso nelle struttura è l’immobile Inquitude, presentato assieme ad altre realizzazioni da Alexandre Rossignon di Ney partner WOW di Namur. Lavori di grande interesse sono stati realizzati ad Angoulême: ce ne parla Jean-Marc Beffre. Ma bisogna anche essere in grado di prevedere per progettare, per questo, nel suo intervento Florence Bannier dell’Institut Technologique FCBA di Bordeaux prende in esame i metodi di valutazione tecnico-economica della fattibilità di una operazione di sopraelevazione. Continuando la rassegna delle realizzazioni, Béatrice Vivien e Laurent Pillaud di Virtuel Architecture di Parigi presentano dei moduli 3D per trentatre nuovi alloggi a Poissy. Interventi importanti in legno su storiche stazioni ferroviarie vengono presentati, rispettivamente alla Gare du Nord e alla stazione di Lorient, da Yves Marie Ligot dello studio
FOCUS FORUM BOIS EPINAL-NANCY
di Pietro Ferrari
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In queste pagine e in quelle precedenti, alcuni momenti del Forum Bois svoltosi a Nancy.
omonimo e da Laurent Leveillé di AREP. A inframmezzare le presentazioni di progetti, Sylvain Boulet del FCBA di Bordeaux, studia e presenta il confort termico estivo in rapporto alle costruzioni a ossatura legno. Ritorna a presentare progetti, Christina Charignon di Lione che usa il legno in un ospedale diurno per bambini autistici a Digione. Un apporto teorico è quello di Julius Natterer che, da Etoy in Svizzera, ci parla di strutture in legno semplici e high-tech per una qualità della vita duratura. Fabienne Bulle e Pascale Poirier ci raccontano la Maison de l’étudiant dell’Università Saint-Quentin en Yvelines-Guyancour sotto il motto “tra immagine e realtà”. Continuando nelle presentazioni di progetti, Jean Claude Descombes dello studio omonimo di Annecy e Pierre Defosse di Toitures Monteliennes di Montélimar ci parlano dell’Hotel RockyPop in montagna, mentre, ancora più in alto, Matthieu Wotling di KengoKuma&Associates di Parigi racconta ai presenti l’esperienza di MontBlanc Base Camp in un piccolo villaggio ai piedi del gigante alpino. Il mondo drammaticamente attuale della migrazione è descritto da Lionel Vacca, logistico di Médecins sans Frontières, descrivendo i ripari provvisori in legno per i campi di immigranti nel Nord della Francia, e da Julien Belier, descrivendo il centro di prima accoglienza di Parigi Nord, ancora Julien Meha di Maitre Cube ci parla del centro d’accoglienza di Porte de la Chapelle a Parigi. Il tema collaterale delle costruzioni minime è svolto da Olivier Leclercq di AIR Architecture che parla di costruzioni in legno per una città più accogliente e da Michel Veillon di Ossabois che ci parla del tema delle costruzioni in legno per alloggi d’urgenza. Il tema tecnicissimo della riqualificazione con prefabbricazione con metodologie BIM è descritto da
Yvon Sebesi di Dietrich’s France. Si vola alto, a conclusione della giornata, con Anthony Thistleton di Waugh Thistleton Architects di Londra con un intervento dal titolo: Costruire in legno nella città di domani.
IL 7 APRILE A NANCY
L’eterna giovinezza del legno come materiale da costruzione si esprime al massimo nella residenza studentesca realizzata a Parigi da Eric Babin e François Renaud. Giovinezza e senilità si intrecciano nella residenza intergenerazionale di Canohes, presentata da Hervé Meyer di Apache Architectes di Montpellier. Una prospettiva più ampia è quella che ci viene presentata da Bernard Blanc, direttore generale di Aquitanis di Bordeaux, facendo il punto su dieci anni di edilizia sociale nell’area metropolitana di Bordeaux. Ancora sui principi più generali, Etienne Mégard ci parla di legno da costruzione e ambiente. Si ritona ai casi particolari con la presentazione della scuola materna di Sanchey da parte di Christophe Aubertin dello Studiolada di Nancy. Ma è Jean Piveteau a parlarci dell’impegno di strutturazione dell’offerta francese, un’iniziativa che ha lo scopo di portare chiarezza nel settore. Parlando sempre di iniziative della mano pubblica, Delphine Nicolas, direttrice dell’Unione regionale dei comuni forestali di Lorena, descrive il progetto “Cento costruzioni pubbliche in legno locale”. Siamo sempre in un contesto generale, con Geoffroy Dhier di PEFC Francia che parla del tema di eco progettazione degli edifici e di certificazione di progetto PEFC. Ritornando, nell’alternanza di temi pubblici, presentazioni tecniche, temi certificativi e presentazioni di progetto, a quest’ultima categoria, Patrick Leaud di Ilot Architecture e Serge Gourbe di Sylva Conseil, ci parlano di una grangia e di una stalla a
Randol che vede la valorizzazione e la concentrazione delle risorse del territorio. Il tema della valorizzazione delle risorse locali è trattato anche da Dominique Molard di Archipente di Parigi che analizza le possibilità di utilizzare misure e varietà meno pregiate per ottenere comunque risultati importanti. Una realizzazione di prestigio è quella presentata da Michel Goutal, architetto in capo dei monumenti storici, da Gaëtan Genès e Soline Bonneval di ECSB: Il padiglione dell’orologio al Museo del Louvre, impressionante la documentazione storica e la ricerca sulla condizione di legni antichi e meno antichi per servire a un progetto di restauro di grande importanza. Tornando ad aspetti più generali, in una dotta presentazione, Marc Laracine ha parlato degli strumenti di indagine e di diagnostica delle costruzioni storiche in legno. L’attualità è tornata al centro dell’attenzione con l’interevento di Christophe Gamas di Prenn Diagnostic di Morlaix che ha preso in esame una sopraelevazione in rovere e sistemi di incollaggio dei travetti. Pascal Demoulin del Parco naturale regionale dei Vosgi del Nord e Serge Fauvre di SF hanno affrontato il tema regionale dello sviluppo delle falegnamerie adeguate al patrimonio di costruito nei Vosgi del Nord. Il tema energie rinnovabili nell’Ecocampus di Sainte Tulle è stato svolto da Bernard Brot di R+4 Architetti, da Samuel Nemoz di Gaujard Technologie e da Elisabeth Leteissier di Leteissiere Corriol. Tema purtroppo d’attualità nel nostro Paese, un po’ meno nell’Esagono quello della sismicità è stato affrontato da Carole Faye dell’Istituto Tecnologico FCBA di Bordeaux. Strutture in legno posttensionate per un assemblaggio rapido sono state presentate da Flavio Wanninger di Swiss Timber Solutions, una proposta di grande interesse per le costruzioni in zona sismica. Ancora il tema della sismicità è stato trattato da Nicola Honoré e Charles Henri Mathis di Simpson Strong-Tie: sistemi di cinture che permettono di mantenere in piedi le strutture in legno, garantendo alti standard di stabilità. François Mary di Your Nature e Jean-François Latine di Préfabois dal Belgio hanno presentato un resort al cento per cento eco responsabile, mentre Jacques Ferrier di JFA di Parigi ha presentato Aqualagon, una struttura facente parte di un gruppo di edifici per il divertimento posizionati presso Disneyland Parigi, dove il legno permette di creare strutture impressionanti. Sempre nel campo della fantasia più libera, Frank Miebach, dell’ufficio omonimo ha utilizzato il legno massiccio incollato per la realizzazione di impressionanti ponti-scultura. Nel lavoro di Christian Balanche di Simonin, il legno permette di realizzare una passerella per le linee dell’alta tensione, senza andare a turbare uno stupendo paesaggio montano. In questa edizione, come non mai, Nicole Valkyser, organizzatrice dell’evento, ha saputo raccogliere nella convegnistica temi diversi, aspetti contrastanti, punti di vista e visioni diverse per dare un panorama completo della cultura del costruire in legno in Francia.
GUTTA CAVAT LAPIDEM wwww.woodlab.info
di Alex Merotto
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Progettare la durabilità Il progetto delle strutture in legno potrebbe anche essere definito il progetto della durabilità delle strutture in legno a significare quale importanza abbia questo aspetto nell’intera fase progettuale.
1 Progettare la durabilità è oggi quanto mai necessario, indispensabile. Troppi gli episodi negativi che rischiano di minare il settore e di riportare indietro di decenni il comparto dell’edilizia. Ma anche gli accadimenti più drammatici possono avere risvolti positivi e se non cogliessimo gli insegnamenti che derivano da questi insuccessi, sarebbero occorsi invano e noi saremo destinati a ripeterli. Dei diversi casi, più o meno gravi, di marcescenza di edifici in legno possiamo infatti far tesoro impa-
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rando, analizzando gli errori commessi e diffondendo il modo corretto di realizzare i dettagli. Uno dei punti che mi è capitato di vedere più spesso compromesso dalla marcescenza è senza dubbio il nodo dell’attacco a terra. L’attacco a terra è il punto di contatto tra l’edificio in legno e la fondazione in C.A.. È un punto già di per sé critico in quanto si incontrano due mondi, il mondo dei centri di taglio con precisione di decimi di millimetri e il mondo del cantiere con le tolleranze dei centimetri. Come se non bastasse, è un punto a stretto
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4 contatto con il terreno umido e che richiederà particolari attenzioni per salvaguardare il legno dal possibile contatto con l’umidità del terreno. In questo articolo analizzeremo i fenomeni che avvengono in questo nodo e illustreremo alcuni metodi per poterlo realizzare in maniera corretta. L’argomento verrà ampliato nei prossimi numeri. Ma quali sono i meccanismi legati all’acqua che si sviluppano in questo nodo? Possiamo dire che gli attacchi possono arrivare da 3 direzioni diverse che indichiamo nello schema sottostante.
IL CONTATTO PER INFILTRAZIONE
Il contatto per infiltrazione avviene nel momento in cui dell’acqua in forma liquida si infiltra e raggiunge per gravità la base della parete in legno. Dal momento che il movimento dell’acqua avviene
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1. Attacco a terra inadeguato e fortemente deficitario. La parete in CLT è stata posata direttamente sulla platea con ovvie difficoltà di complanarità. Dal punto di vista statico l’appoggio delle pareti non è accettabile ma la cosa più grave è la totale mancanza di un progetto di durabilità. 2. Attacco a terra mediante morale in larice. 3. Attacco a terra compromesso da un’infiltrazione dal marciapiede, il larice è stato attaccato per primo e ha trasmesso l’umidità alla parete in CLT. 4. Sistema in alluminio per la realizzazione di un cordolo di base. 5. Sistema in acciaio corten per la realizzazione di un cordolo di base ventilato.
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per gravità, la soluzione al problema è molto semplice: si deve impostare la quota di imposta della parete in legno almeno 10 cm sopra il livello del terreno esterno. Si tratta però di una soluzione tanto semplice quanto difficile da riscontrare nel mercato. Nonostante sia una regola elementare e di buon senso, molte aziende preferiscono posare il legno direttamente sulla platea per poi foderarlo con varie guaine. Inutile dire che i risultati di queste scelte possono essere disastrosi nel medio periodo. Come fare per rialzare la parete sopra la quota del terreno? I modi sono diversi, alcuni efficaci, altri meno. Tra le soluzioni da scartare mettiamo al primo posto l’attacco a terra mediante morale in larice, questo sistema, infatti, non da nessuna garanzia, in quanto il larice rimane sempre sotto il livello del terreno in una posizione in cui facilmente
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Figura 1: Meccanismi che si possono attivare nel nodo di attacco a terra. Figura 2: Schematizzazione del rialzo in C.A. Mancano gli isolamenti e le impermeabilizzazioni. Figura 3: È buona norma interporre una guaina bituminosa tra cemento e legno Figura 4: Possibile soluzione del nodo con sistema a platea fredda. Figura 5: Possibile soluzione del nodo con sistema a platea calda. La presenza del marciapiede complica notevolmente le cose. Figura 6: Possibile soluzione ottimale del nodo di attacco a terra. Efficiente, economico e sicuro.
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di Alex Merotto
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6. Platea con cordoli di rialzo in C.A.. 7. Attacco a terra eseguito correttamente. 8. Esempio di attacco a terra ben realizzato con tipologia a platea fredda. Tra il cordolo di rialzo e il CLT è stato inserito un pannello di vetro cellulare.
6 verrà attaccato dalla marcescenza. Ultimamente il mercato ha proposto delle nuove soluzioni per questo nodo facendo uso di manufatti metallici, alluminio e acciaio, che hanno lo scopo di alzare la quota di posa della parete e permettere un minimo di aereazione alla base della parete. Ma il modo che utilizziamo più frequentemente e che preferiamo è la realizzazione di un cordolo in C.A. che vada a raggiungere l’altezza desiderata.
LA RISALITA PER CAPILLARITÀ
La risalita per capillarità è quel fenomeno per cui l’acqua presente nel terreno tende a risalire contro gravità all’interno della platea sfruttando la porosità del calcestruzzo per effetto capillare. L’uso di calcestruzzi moderni limita molto il fenomeno ma è comunque buona norma tenerlo in considerazione. Il cemento armato è poroso e funziona da pompa osmotica prelevando l’acqua dal terreno e portandola verso l’alto. Se appoggiassimo direttamente la parete sul cemento, a lungo andare l’umidità presente nel cemento migrerebbe alla base della parete in legno che ini-
7 zierebbe a marcire. La soluzione migliore è interporre una barriera alla risalita tra fondazione e legno. È buona norma interporre una guaina bituminosa tra cemento e legno, lasciando libero il legno di respirare e soffocandolo con le guaine il meno possibile. Vanno evitate tutte le guaine a cuffia incollate al legno come pure le guaine adesive di collegamento tra legno e cemento: non permettono al legno di traspirare correttamente. Basta, infatti, una sola guaina, posizionata nel punto corretto e applicata nella maniera corretta.
LA CONDENSA INTERSTIZIALE
Il vapore dell’aria interna che traspira verso l’esterno, lo fa anche nel nodo di attacco a terra, e dal momento che molto spesso si tratta del punto più freddo della casa, spesso si forma condensa. L’unico modo è isolare correttamente il nodo ed eseguire un’analisi termica agli elementi finiti per verificarne la correttezza. È fondamentale eliminare il ponte termico tra legno e cemento inserendo un isolante tra i due elementi (fondazione fredda)
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GUTTA CAVAT LAPIDEM
oppure inserendo un isolante tra la platea e il terreno (fondazione calda). In entrambi i casi si ottengono ottimi risultati eliminando il marciapiede che rappresenta a tutti gli effetti un elemento raffreddante. Si ottiene così quello che, per nostra esperienza, è il miglior attacco a terra realizzabile.
CONSIDERAZIONI
Sono fermamente convinto che la soluzione definitiva per questo nodo sia la realizzazione di edifici staccati da terra. Edifici in cui il primo solaio sia ad almeno 40/50 cm dal terreno, sfruttano un piano seminterrato o la tecnica delle fondazioni a palafitta come si fa da sempre nel nord America o nel nord Europa. Del resto basta dare uno sguardo alle baite di montagna per notare che il basamento degli edifici è in pietra e il legno viene posato molto al di sopra della quota del terreno. Purtroppo i regolamenti italiani impongono condizioni per gli edifici che precludono nella maggior parte dei casi l’utilizzo di queste tecniche. Faccio riferimento alle norme che impongono pochi cm di dislivello tra pavimento interno ed esterno per una questione di barriere architettoniche che potrebbero venire risolte con rampe appositamente studiate, oppure a quelle norme che non prevedono lo scomputo del volume della intercapedine tra terreno e primo solaio rendendo la realizzazione del vuoto troppo onerosa in termini di volume costruibi-
le. Ci auguriamo che in un prossimo futuro il legislatore possa prendere atto dei notevoli cambiamenti che sono avvenuti nel settore e che possa emanare norme che facilitino l’impostazione corretta di questi edifici e che possa premiare il consumo di suolo zero che si potrebbe ottenere utilizzando, per esempio, fondazioni su pali avvitabili.
Tabià a Mareson. Il piano terra è realizzato in pietra mentre i piani superiori interamente in legno, questo accorgimento permetteva di proteggere il legno dall’acqua e dagli accumuli di neve.
RITRATTO Alex Merotto, ingegnere edile, titolare di woodlab, studio di ingegneria per strutture in legno, si occupa di edifici in legno da oltre 10 anni. Esperto di durabilità delle strutture e cofondatore del Gruppo Qualità Legno, pubblica ogni settimana articoli legati alla cultura del buon costruire in legno sul suo blog www.woodlab.info. È in uscita per Maggioli il suo primo libro “La marcescenza negli edifici in legno”.
Impostazione del progetto corretta. L’abitazione è posizionata ben in alto rispetto al piano campagna, le guaine sono posizionate in maniera corretta e non soffocano il legno. Il marciapiede è stato eliminato.
COLLECTIO TECNOSUGHERI www.tecnosugheri.it
di Andrea Dell’Orto
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Innovazione e sostenibilità all’Università di Parma In occasione dell’Open Day organizzato da Tecnosugheri srl presso il Polo scientifico dell’Università di Parma, professionisti e tecnici hanno potuto visitare l’edificio che ospiterà il centro di ricerche VisLab, caratterizzato dalla struttura in X-Lam e dal rivestimento in sughero faccia a vista. L’architetto Mauro Frate ci racconta il suo percorso progettuale. Ospiti d’eccezione dell’Open Day sono stati gli studenti del Master Universitario di 2° Livello in Costruzioni in legno dell’Università di Bologna (DICAM), che, sotto la guida dell’Arch. Mauro Frate, hanno potuto ripercorrere le fasi progettuali alla luce degli obiettivi di eco-sostenibilità, concetti preziosi espressi dal progettista che abbiamo il piacere di condividere qui, seppur in modo sintetico, con i lettori di Struttura Legno. FLESSIBILITÀ FUNZIONALE: IL PRIMO REQUISITO «Il Padiglione 1 del Polo dell’Innovazione è collocato all’interno del Campus Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi di Parma. Il progetto generale prevede una coppia di edifici gemelli per la realizzazione della nuova sede di VisLab, società impegnata nella ricerca di sistemi intelligenti per l’aiuto alla guida delle automobili. L’area nella quale si inserisce il progetto edilizio è parte di un grande insediamento universitario destinato alle facoltà scientifiche, progettato alla
COLLECTIO_TECNOSUGHERI Progetto Progettista: Arch. Mauro Frate dello Studio MFa Strutturista: Ing. Franco Piva dello Studio Ergodomus Impianti Meccanici: Ing. Roberto Carboni Impianti Elettrici: Ing. Diego Caldarini
fine degli Anni Settanta. Il principio insediativo è quello consueto dei Campus che nel tempo si è costituito in un recinto specializzato con una forte mixitè funzionale implementata da una successione di padiglioni collocati nel verde. Gli spazi del Polo dell’Innovazione, compreso il Padiglione 1, potranno dunque ospitare start-up e spin-off che necessitano di una piattaforma solida per poter investire sul proprio sviluppo, come nel caso di VisLab S.r.l., che avrà qui la sede operativa del laboratorio di ricerca. Dal punto di vista del layout funzionale, l’esigenza è quella di accostare alle funzioni laboratoriali quelle amministrative, completando l’offerta con una serie di open-space dal carattere più versatile e flessibile e pertanto in grado di accogliere il più variegato genere di attività. Nel complesso l’organizzazione degli spazi risulta dunque più rigida e formalizzata al piano terra e più flessibile al secondo piano, destinato alle funzioni ricreative, di accoglienza e direttive». Introduce Mauro Frate. PERFORMANCE E USO RAZIONALE DELL’ENERGIA: OBIETTIVI RAGGIUNTI GRAZIE ALLA PROGETTAZIONE INTEGRATA «L’edificio oggetto di intervento è caratterizzato da un involucro altamente performante a livello energetico grazie alla giusta mixitè fra la soluzione architettonica, le tecniche costruttive e le dotazioni impiantistiche. Il risultato è un manufatto capace di bassissimi consumi energetici, con costi di esercizio assai contenuti. Pur assumendo come vincolanti per larghissima parte le soluzioni espresse dal progetto posto a base di gara, in fase di progettazione definitiva ci si è dedicati alla ricerca del giusto compromesso fra le esigenze del layout funzionale e l’assetto stereometrico ottimale. In sostanza, assumendo quali principali fattori di forma gli aspetti legati alle energie, la soluzione architettonica espressa media continuamente fra le differenti esigenze: fra il miglior irraggiamento offerto da una grande falda di copertura con geometria ottimale inclinata di 30° verso sud e il contenimento dei volumi d’aria da riscaldare o raffrescare. L’esito formale ultimo rappresenta, secondo il nostro parere, il giusto compromesso fra esposizione e protezione dall’irraggiamento solare diretto, fra fattore di forma (S/V) ideale e l’invenzione di piccoli dispositivi di affaccio o di relazione con l’esterno (il patio/loggia dell’ultimo piano), capaci di aggiungere qualità al già elevato livello di comfort degli utenti. La progettazione propone un approccio fortemente integrato che considera i differenti elementi
In apertura il rendering della sede operativa del laboratorio di ricerca Vislab s.r.l e in queste pagine alcuni momenti della visita in cantiere della coppia di edifici gemelli in corso di costruzione all’interno del polo dell’innovazione dell’università di parma.
costituenti il progetto: l’idea architettonica, le strutture e le strategie per l’uso razionale delle risorse energetiche e idriche nell’ottica di realizzare un vero edificio dal ridotto fabbisogno energetico». Afferma l'Arch. Frate. FLESSIBILITÀ PROGETTUALE COME SFIDA ADATTIVA PER IL FUTURO «Le strategie impiantistiche adottate intendono realizzare un sistema volto a ottenere il comfort per gli utenti e la riduzione del consumo energetico tramite il ricorso a tecnologie ad alto contenuto performante e, conseguentemente, la riduzione dell’emissione di sostanze inquinanti nell’ambiente. Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta tipologica delle strutture e si è pertanto optato per un sistema 100% legno per le strutture verticali e quelle orizzontali. L’impianto strutturale è di tipo ibrido ovvero utilizza diversi sistemi combinati tra loro al fine di minimizzare la quantità di materiale necessario. Le scelte di natura tipologica, funzionale e costruttiva sono state indirizzate verso un assetto aperto e implementabile per fasi successive sia nella concezione strutturale sia impiantistica: si tratta di un organismo che potrà accogliere piccole imple-
COLLECTIO_TECNOSUGHERI
mentazioni di superficie utile, accogliendo la realizzazione del soppalco nei volumi di sottotetto, come richiesto dal bando. Così come potranno essere accolte piccole variazioni del layout, data la natura delle partizioni interne (stratificate a secco) senza che ciò implichi complesse opere di adeguamento impiantistico viste le soluzioni offerte: in particolare la flessibilità determinata dalla realizzazione di pavimentazioni sopraelevate che consentiranno eventuali semplici adeguamenti low cost. L’articolazione volumetrica dell’assetto finale e l’introduzione di alcuni dispositivi passivi, come i brisesoleil, previsti per tutti gli spazi orientati a Est e a Ovest, atti al controllo dell’irraggiamento solare diretto si esprime come una ricerca volta all’ottimizzazione dell’apporto solare nel periodo invernale e alla protezione dai raggi incidenti nel periodo estivo. Allo stesso modo la ricerca della
massima performance da parte degli stessi raggi solari sulle falde inclinate delle coperture predisposte ad accogliere, in forma integrata, i campi fotovoltaici o solare termici». Racconta, ancora Mauro Frate. LEGNO E SUGHERO: PILASTRI DELL’ECO-SOSTENIBILITÀ DELL’EDIFICIO «Particolare attenzione è stata posta all’involucro edilizio opaco, che prevede l’impiego di un cappotto in sughero espanso a vista di tipo CORKPAN MD FACCIATA. La scelta del sughero espanso come materiale isolante ha permesso di ottimizzare le prestazioni estive della stratigrafia, in aggiunta a quelle invernali, raggiungendo buone prestazioni acustiche, nonostante la struttura leggera in legno. L’uso del sughero faccia a vista ha anche permesso di attribuire alla struttura un elevato grado si ecosostenibilità, introducendo un significativo fattore di riduzione dei costi di manutenzione futuri della struttura stessa». Conclude il progettista.
PRAECEPTA peritolegno@gmail.com
di Silvia Tedesco
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Progettare e mantenere la durata dell’opera Il rapporto tecnico UNI/TR 11499 del 08/07/2013, esposto in questa trattazione, nei suoi punti principali ha lo scopo di evidenziare la completezza delle indicazioni che fornisce e come esse, se correttamente messe in pratica, possano garantire uno standard qualitativo più elevato alle opere in legno strutturale per le quali è imprescindibile l’aspetto manutentivo.
Tronchi in deposito prima della segagione.
Il Rapporto Tecnico (pubblicato da UNI a Luglio 2013) fornisce indicazioni per il controllo della conformità in ingresso al cantiere del legno massiccio o dei prodotti a base di legno. All’interno del documento sono, infatti, riportate casistiche di riferimento per la Direzione Lavori dedicati ai controlli di accettazione. All’interno del Rapporto Tecnico vengono citati due profili funzionali: • Direttore Operativo di cantiere • Ispettore di Cantiere Il Direttore dei Lavori a seconda della dimensione, tipologia e categoria dell’intervento, può avvalersi di uno o più assistenti con funzione di Direttore Operativo o di Ispettore di Cantiere. Queste figure dovrebbero avere opportuna conoscenza dei processi di produzione degli assortimenti legnosi e dei prodotti a base di legno di maggiore diffusione commerciale per poter predisporre razionali controlli di accettazione del materiale. Il Direttore Operativo è una figura di supporto alla DD.LL. (Direzione Lavori), i direttori operativi collaborano nella verifica della regolare esecuzione dei lavori da realizzare, e che tale esecuzione sia effettuata osservando delle clausole contrattuali e rispondono della loro attività direttamente alla DD.LL. Oltre alle figure sopra descritte, ha particolare rilevanza, nelle opere di ingegneria in legno, anche la figura del Progettista, che oltre a progettare le opere in legno rispettandone la sua natura; considerando quindi la durabilità, evitando ristagni di acqua e /o di umidità, inserendo anche “elementi di sacrificio” e portando attenzione alle giunzioni o connessioni metalliche, deve assolvere tutta un’altra serie di funzioni. Il Progettista, infatti, oltre a redigere le tavole progettuali, dovrà provvedere alla stesura del Manuale di Manutenzione.
PRAECEPTA Porticato in larice: la rastremazione della colonna sarebbe stata più efficace, ai fini della durabilità, se posta al contrario.
Travi in Larice con tassello.
MANUTENZIONE DELLE OPERE DI INGEGNERIA IN LEGNO Il progetto esecutivo dovrebbe contenere fin dall’inizio anche il Manuale di Manutenzione dell’opera progettata, cosa purtroppo che non avviene quasi mai. Infatti, possiamo facilmente costatare che la maggior parte di ponti con struttura in legno realizzati in Italia deperiscono e devono essere sostituiti. Questo, lascia perplessi perché con un idoneo programma di manutenzione non accadrebbe. Anche altre opere in legno di rilevanza architettonica e/o di innovativa concezione strutturale sono lasciate al loro destino. È anche vero che stabilire la durata di un’opera a struttura in legno e pensarne l’azione manutentiva non è cosa facile, dato che né la letteratura né internet ci possono aiutare. La Legge però impone comunque il Piano di Manutenzione di ogni opera e quindi spetta al Progettista la scelta della corretta specie legnosa che sia più adatta alla sua destinazione d’uso in stretta correlazione al progetto, alle tecnologie costruttive, alle indicazioni sulla periodicità dei controlli, all’influenza della zona climatica dove si costruirà l’opera. Il Piano di Manutenzione è quindi un documento complementare al progetto, che prevede, pianifica e programma, l’attività di manutenzione da effettuare sul manufatto, allo scopo di mantenere nel tempo la funzionalità e le caratteristiche di efficienza, di qualità e di valore economico. Il Piano di Manutenzione è costituito dai documenti di seguito descritti: • il Manuale d’uso che contiene l’insieme delle informazioni che consentano all’utente di conosce-
re le modalità di utilizzo della struttura nonché tutti gli elementi necessari per limitare i danni derivanti da un uso improprio. Per consentire tutte le operazioni previste per la sua conservazione. • Il Manuale di Manutenzione si riferisce alla manutenzione delle parti più importanti della struttura. Esso fornisce in relazione alle caratteristiche dei materiali interessati, le indicazioni necessarie per la corretta manutenzione, incluso l’eventuale ricorso ai centri di assistenza o di servizio.
Colata di resina e inizio di muffa bianca da infiltrazione d’acqua.
PRAECEPTA peritolegno@gmail.com
strutturalegno
Colatura di resina da trave in Larice.
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Giunzione su legno lamellare di Larice.
Grossa fessurazione tra tavole in Larice.
Il Manuale di Manutenzione contiene le seguenti informazioni: • Le manutenzioni da eseguire da personale specializzato, • Il livello minimo della prestazione, • La rappresentazione grafica, • Le anomalie riscontrabili, • La descrizione delle risorse necessarie per l’intervento manutentivo, • La collocazione nell’intervento delle parti menzionate, • Le manutenzioni eseguibili direttamente dall’utente. Il Programma di Manutenzione prevede, a cadenza temporale prestabilita, un sistema di controlli e di interventi, allo scopo di ottenere una corretta gestione della struttura nel corso degli anni. Quanto sopra descritto, fa capire l’eguale importanza che ha non solo progettare, controllare ed eseguire l’opera strutturale in legno, ma anche prevederne il suo corretto uso e manutenzione al fine di preservarla nel tempo senza compromettere le sue caratteristiche, tecnico- costruttive, qualitative ed economiche.
Silvia Tedesco
Silvia Tedesco opera nel settore legno da oltre 25 anni, nello studio e nello sviluppo di nuovi prodotti, problematiche e soluzioni anche di cantiere, è formatore e relatore in corsi tecnici e di aggiornamento per operatori del settore legno. Consulente tecnico e CTU, marcature CE, DoP e prove di laboratorio, oltre ad avere il patentino di direttore operativo e ispettore di cantiere per opere di ingegneria in legno (UNI TR 11499/2013). Consulenza per l'ottenimento e il mantenimento delle certificazioni FSC e PEFC. Autrice del libro "la casa ecologica" GB edizioni.
peritolegno@gmail.com • mobile +39/373 5475007
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TECHNICA ADVECO www.adveco.it di Sonia Maritan
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Nel suo nome la missione ecologica
Adveco, specializzata nella produzione di ferramenta per le costruzioni in legno, oggi implementa il suo lay out produttivo e introduce al suo interno la “Sala metrologica”, ma la sua crescita continua quest’anno è coronata anche dal premio ricevuto da Legno&edilizia come espositore fedele, sempre presente a tutte le edizioni della fiera proprio come la rivista “Il Legno” di Web and Magazine. Le novità in casa Adveco, il cui nome deriva dall'unione di due elementi, adventure ed ecology, ben fotografano il balzo in avanti dell’azienda e lo spirito attuale che li guida: essere in costante aggiornamento, mettendo in atto con impegno costanza e determinazione quel passaggio dalla mentalità artigianale a quella industriale. Partiamo per questo proprio dal nome, la parola ecologia oggi è più attuale che mai – l’azienda è nata nel 1963 –, ma i periodi più difficoltosi di Adveco sono stati superati grazie a un forte impegno e la determinazione nel trasformare ogni ostacolo in opportunità! È questo ciò che rappresenta la parola "avventura": iniziare una nuova sfida, con l'atteggiamento del sapere "leggere" le opportunità che in essa si trovano. Per quanto riguarda l’aspetto normativo l’azienda è certificata ISO 9001 e ISO 3834 per la saldatura, e ha ottenuto la marcatura CE su alcune famiglie di prodotto oltre ad essere in fase di conclusione la certificazione UNI EN 1090, che permetterà di marcare CE le piastre in ferro prodotte su disegno del cliente, l’audit finale di certificazione è previsto entro metà maggio. Adveco ha rinnovato anche i suoi ETA completandoli con nuovi prodotti e “restailing” dei vecchi. Se pensiamo all’inizio della storia di Adveco tracciata da Luigi Moretti: un trapano e una piccola pressa come prime macchine da lavoro e le prime consegne effettuate confezionando i prodotti in piccoli pacchetti di cartone, sembra difficile pensare all’internazionalizzazione. Eppure anche questo progetto sta procedendo, e a breve prenderà forma, puntando ad ampliare capillarmente la distribuzione dei prodotti Adveco in tutto il territorio italiano, e preparandosi, ormai da qualche anno, all'ingresso in nuovi mercati esteri: in particolare commerciando i suoi prodotti anche in Germania, un progetto iniziato nel 2015. Intanto, il sito internet
è stato tradotto in inglese e tedesco così come i cataloghi. A proposito di questi è uscito l’anno scorso il Nuovo catalogo prodotti, che offre una gamma ampia di prodotti adatti a diversi settori: case ecologiche, bio edilizia, pergolati, gazebi, elementi strutturali in genere etc. Nelle prime pagine del catalogo vengono illustrate brevemente la storia, le certificazioni e poi soprattutto spiegate, nella legenda, come vengono formati i codici e come si legge il catalogo attraverso l’utilizzo di icone riconoscitive e immediate per facilitare il cliente nella scelta del prodotto adatto. http://www.adveco.it/download
TECHNICA_ADVECO
D’altra parte, l’azienda ha un target molto diversificato, fra i molteplici settori: automotive, elettrodomestico e strutture in legno, e questo la rende più programmatica, anche nel settore del legno che costituisce per l’azienda un comparto molto importante, e in continua crescita. In questo ramo, la specializzazione nella produzione di ferramenta per le costruzioni in legno prevede un costante aggiornamento, un occhio attento alle esigenze dei clienti e alla modernizzazione dei sistemi produttivi sempre più efficienti e al passo con i tempi, che si concretizzano nella dotazione di macchinari all'avanguardia e nella sperimentazione di nuove idee. Per questo Adveco nell’ultimo anno ha rinnovato e ampliato il parco macchine, acquistando una pressa nuova da 450 tonnellate, una puntatrice e sostituendo sia la cesoia sia la punzonatrice con macchine di nuova generazione. Questo le ha permesso di migliorare la qualità dei prodotti offerti e di aumentare la capacità produttiva. Altri investimenti sono stati fatti in attrezzature ad hoc per l’ottimizzazione della produzione. Un impegno costante e continuo quello rivolto al lay out produttivo. Infatti, a metà degli anni ’60 vennero introdotte in Adveco nuove macchine da lavoro per specializzarsi e migliorare sempre più l’offerta sul mercato e nel 2015 l’azienda aveva acquistato due presse nuove per lo stampaggio della lamiera rispettivamente: di 400 e 600 tonnellate, modificando il layout aziendale in modo da favorire il flusso delle merci nei e tra i vari reparti di tranciatura, taglio materia prima, carpenteria e magazzino. L’obiettivo rimane quello di puntare all’automatizzazione ‘responsabile’ del processo per essere più competitivi ed efficienti rispetto alle richieste del mercato. ‘Responsabile’ nel senso che a volte troppa automatizzazione può diventare causa di poca flessibilità e questo l’azienda, che punta alla “giusta misura”, non lo vuole. La presenza fieristica poi è stata ricompensata, in
particolare all’ultima edizione di Legno&Edilizia, Adveco è stato premiato come espositore fedele sempre presente a tutte le edizioni, ed è stata l’occasione per consolidare partenship storiche e intraprendere nuove collaborazioni sul territorio nazionale – perché riguardo all’estero purtroppo, non ci sono state occasioni in fiera che pure Alberto Moretti, uno dei titolari dell'azienda, auspicava. L’azienda, in questo momento è in fase di cambiamento, nonostante le radicate origini artigiane, sta, infatti, ormai operando come una piccola industria che cerca di attuare tutti i meccanismi strutturali e non che permettano una gestione più efficiente e fluida dei processi aziendali, anche intraprendendo nuove azioni gestionali ovvero di gestione commesse e ordini. Proprio per questo ha creato un ufficio apposito per la misurazione e il controllo dei prodotti: la “SALA METROLOGICA”, nella quale Adveco è in grado di rilevare eventuali difetti dimensionali, visivi, di spessore, zincatura etc, in modo da ridurre gli errori e gli scarti. L’azienda, nonostante la miriade di cose che oggi giorno ci sono da affrontare, cerca, di essere aggiornata sui nuovi sistemi costruttivi – come i mattoni in legno o altre innovazioni proposte dal settore in cui opera –, senza tralasciare i sistemi base tradizionali, per raccogliere eventuali spunti per nuovi prodotti e analizzare i trend del mercato.
In queste pagine, a sinistra gli angolari di Adveco nei cestoni, anch'essi di loro produzione, sotto nelle 3 fotografie il capannone dell'azienda. Sopra, la sala riunione e a sinistra la nuova sala metrologica.
TECHNICA KVH www.kvh.eu di Danilo Pierucci
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Lo standard “tecnologico” che crea qualità La precisione nella costruzione con prodotti massicci in legno essiccati artificialmente è garantita innanzitutto dallo standard “tecnologico” e quindi da una produzione controllata di qualità che utilizzi materiali in legno secondo le norme europee, creando una qualità costante ma anche costruzioni in legno senza protezione chimica.
TECHNICA_KVH
PRECISIONE NELLA COSTRUZIONE CON PRODOTTI MASSICCI IN LEGNO ESSICCATI
I prodotti in legno, essiccati artificialmente, come il legno massiccio da costruzione KVH® e il legno lamellare (travi DUO/TRIO®), grazie ai loro pregi, sono lo standard tecnologico nelle costruzioni moderne in legno. Con le loro caratteristiche, che superano le norme comuni, sono, sotto tutti gli aspetti, dei materiali ideali per decorazioni di pareti e soffitti, travi, puntelli, pali e soglie. Materiali in legno, essiccati artificialmente, non sono nocivi per la salute e l’ecologia, perché si può rinunciare alla protezione chimica del legno. Elementi in legno visibili, inoltre, offrono a molti costruttori l’estetica residenziale desiderata, con bassi costi di manutenzione. Costruzioni moderne in legno, spesso anche edifici multipiani, non sono realizzabili senza prodotti massicci in legno stabili, dimensionati con precisione ed essiccati artificialmente. La tecnologia di produzione modificata nelle imprese di carpenteria, che utilizzano spesso impianti di lavorazione dei singoli elementi dell’orditura computerizzati CNC, richiede per il corretto funzionamento della produzione, materiali in legno con proprietà tecniche chiaramente definite, come quelle offerte dai legnami KVH® e le travi DUO/TRIO®.
MATERIALI IN LEGNO SECONDO LE NORME EUROPEE
Il KVH® è un legno massiccio, essiccato a un’umidità di max. 15 + 3%, con giunzioni a pettine, secondo la norma EN 15497:2014. Le travi DUO/TRIO®, secondo EN 14080:2013, sono prodotti in legno lamellare incollati da due o tre strati, essiccati artificialmente e assortiti secondo la stabilità delle giunzioni a pettine delle lamelle. Il KVH® e il legno lamellare, con la loro stabilità dimensionale, sono estremamente stabili e non si alterano con fessurazioni o distorsioni. Ciò è oggi di particolare importanza per gli involucri degli edifici con alto isolamento termico, perché richiedono elevate esigenze ermetiche. Il legno da costruzione, essiccato artificialmente, è richiesto in numerosi regolamenti. L’umidità del legno e la classe di portanza sono caratteristiche di qualità determinanti. Si aggiungono, inoltre, altre caratteristiche importanti, come il tipo da taglio, la tolleranza dimensionale e la qualità della superficie. Con riferimento alla norma EN 14081-1 per il legno massiccio senza giunzioni a pettine e DIN EN 15497 per quello con giunzioni a pettine, il legno KVH® è utilizzabile a livello europeo.
COSTRUZIONI IN LEGNO SENZA PROTEZIONE CHIMICA
I materiali in legno, essiccati artificialmente, come il legno massiccio da costruzione KVH® e le travi DUO/TRIO® sono, inoltre, presupposti essenziali per rinunciare alla preventiva protezione chimica del legname. Il legno, essiccato artificialmente e pro-
tetto adeguatamente dall’umidità, non viene attaccato da funghi e insetti deterioranti. Prodotti massicci in legno, essiccati artificialmente a un’umidità inferiore del 20 %, come il KVH® e il legno lamellare, possono essere utilizzati, secondo il regolamento tedesco, senza protezione chimica in spazi all’interno e per elementi protetti all’esterno.
PRODUZIONE CONTROLLATA DI QUALITÀ
I prodotti massicci in legno KVH® e le travi DUO/TRIO®, essiccati artificialmente, sono sottoposti durante la loro produzione a severi controlli di qualità sia per mezzo di costanti controlli interni, sia da parte di regolari controlli esterni tramite istituti indipendenti riconosciuti. I produttori, organizzati nella Überwachungsgemeinschaft Konstruktionsvollholz KVH e.V. (Comunità controllata del legno massiccio da costruzione), garantiscono di adempiere a tutte le caratteristiche di prodotto, richieste nel regolamento e stabilite ulteriormente, e forniscono anche i relativi certificati. Il legno KVH® e le travi DUO/TRIO® sono disponibili in diverse lunghezze preferenziali e nei tipi di legno Abete bianco e rosso, Pino, Larice e Douglasia.
TECHNICA EGGER www.egger.com
di Sonia Maritan
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Soluzioni versatili per le costruzioni in legno Protagonista al BAU di Monaco una gamma di proposta completa da Egger. La divisione Building Products di Egger ha presentato nuovi prodotti e servizi al Bau di Monaco di Baviera: L' Egger Thermodecking, L'Egger Ergo Board, e l'aggiornamento dell “Egger Construction Catalogue” app. Egger Thermodecking è una superficie di calpestio termo-trattata, e la Ergo Board di Egger è un "peso leggero" tra i pannelli da costruzione a secco, in fiera Egger ha dato conto della versatilità dei suoi prodotti quando vengono utilizzati nelle costruzioni in legno. L'aggiornamento della app "Catalogo di costruzioni Egger" fornisce agli utenti ancora più vantaggi tramite smartphone o tablet.
EGGER THERMODECKING: IL PINO AL SUO MEGLIO
Egger Thermodecking è realizzato esclusivamente con pino domestico da silvicoltura sostenibile. Grazie alle eccezionali caratteristiche delle materie prime e al trattamento termico, la superficie di calpestio ha grandi proprietà per uso esterno: è completamente resistente agli agenti atmosferici e la sua elevata stabilità di forma riduce notevolmente il rischio di formazioni di fessure. Il suo rigonfiamento limitato e il suo modestissimo ritiro forniscono elevata stabilità dimensionale, il che impedisce curvature e distorsioni delle tavole. Un importante punto di sicurezza sta nella superficie liscia del decking che ha un più alto coefficiente di attrito di scorrimento rispetto a una superficie profilata. Questo significa che è meno scivoloso di una tavola di calpestio dentata o scanalata. È, inoltre, più facile da curare e si asciuga più velocemente, in quanto non ci sono dentellature in cui la sporcizia o l'umidità potrebbero raccogliersi. “Egger ha preso la decisione consapevole di non utilizzare legno tropicale, al fine di evitare il diradamento delle foreste e per eliminare la necessità di lunghe tragitti di trasporto. Inoltre, i prodotti chimici sono esclusi durante il trattamento termico. Vengono utilizzati solo calore, vapore e acqua”, spiega Carsten Ritterbach, Responsabile Marketing e Vendite Egger Building Products. Il Termolegno può esser smaltito dopo l'uso, proprio come il legno naturale, poiché non sono stati utiizzati adesivi. L'innovazione Egger è anche caratterizzata da un lungo ciclo di vita: la suscettibilità all'infestazione da insetti e funghi è notevolmente ridotta e la durata è aumentata da 15 a 25 anni. Durante il processo, è rivolta particolare attenzione al tipo e al volume di nodi. Questo assicura che i tronchi migliori sono utilizzati per Thermodecking. L'Egger Thermodecking viene usato all'aperto come bordo di calpestio, pavimento di terrazzo, o sottostruttura.
IL PANNELLO ERGOBOARD
Con il pannello Ergoboard, Egger offre un pannel-
TECHNICA_EGGER Nella pagina a sinistra l'installazione di Thermodecking Egger e a fianco la rappresentazione dello stesso prodotto. Sotto, un posatore al lavoro con il "leggero" ErgoBoard.
lo di costruzione versatile che è particolarmente adatto per le strutture di cartongesso e gli interni. In base al principio ergonomico "una sola persona per pannello" pesa solo undici chilogrammi e semplifica e velocizza l'installazione di pareti divisorie non portanti o strutture fisse in legno. L'innovativa profilatura del bordo con shiplap longitudinale consente una facile installazione e un facile posizionamento. Grazie al morsetto del profilo, il pannello è fissato. Grazie alla linguetta trasversale e al profilo della scanalatura, si ottiene una vera e propria installazione infinita, indipendentemente dalla griglia strutturale. In combinazione con il compensatore di due millimetri integrato nel profilo bordo e con la griglia di chiodatura posizionata sul lato superiore, è garantita una facile e rapida installazione. Carichi a sbalzo possono anche essere fissati sul suo stabile bordo di 12 millimetri di spessore, indipendentemente dalle cornici in legno o dai fissaggi metallici e senza le solite strutture in cartongesso e i soliti pesanti tasselli. Egger Ergoboard garantisce, inoltre, un elevato livello di sicurezza grazie alla classificazione al fuoco per pareti divisorie con la resistenza 30, 60, o 90 minuti all’incendio. E il pannello ideale per applicazioni interne, grazie alla sua elevata resistenza strutturale e alla colla senza formaldeide. Ergo Board Egger è stato sviluppato in particolare per le costruzioni di muri a secco e in interni.
AGGIORNAMENTO DELL'APPLICAZIONE "CATALOGO COSTRUZIONI EGGER"
Con l'aggiornamento della app, Egger ora offre agli utenti più vantaggi e in più lingue. Nella App "Catalogue Egger Construction", tutte le strutture e particolari costruttivi del Catalogo Costruzioni Egger sono mostrati come rendering 3D. Le viste 3D sono divise in sistemi a secco, massetto, strutture di protezione antincendio classificate e dettagli costruttivi. Ci sono anche informazioni aggiuntive relative alla protezione antincendio, all'isolamento
acustico e termico, così come alcuni disegni dettagliati 2D. Tutte le strutture di protezione antincendio possono essere fornite su richiesta o sono già coperti tramite lo standard. L'applicazione "Catalogue Egger Construction" è ora disponibile nelle seguenti lingue: tedesco, inglese, italiano, ceco, ungherese, rumeno e russo. L'aggiornamento significa che gli utenti di app possono anche integrare i propri riferimenti: semplicemente caricare immagini e video e presentare il progetto al cliente direttamente su un tablet o uno smartphone. L'applicazione è disponibile in iStore, Google Play Store e Microsoft Store.
PERITUS ALESSANDRO ROMITI www.romitilegno.it
di Alessandro Romiti
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Precauzioni per le case in legno Un evento eccezionale, per la sua improbabilità di verificarsi in una struttura fuori terra e protetta dall’acqua, consistente in una parziale infestazione di termiti del “terreno”, dovuta alla migrazione degli insetti attraverso alcuni pallet usati per il trasporto di materiali edili.
Sopra: il toppo di Acero Campestre nel quale era presente la colonia primitiva. A destra: La sottostruttura della porta di servizio attaccata e parzialmente demolita.
La diffusione di case in legno ha avuto uno sviluppo modesto e non ha certamente una diffusione come meriterebbe visti i vantaggi nella realizzazione dei fabbricati riconducibili alla velocità di esecuzione, il comfort energetico e la sua economicità. Tale limite è da ricondursi principalmente a motivazioni di natura culturale, in un paese dove la tradizione edilizia ha consolidato l’affermazione di materiali lapidei usando murature a secco o umido che sono storicamente rappresentate nel patrimonio edilizio nazionale del Paese, altro fattore di inferenza, culla del rinascimento. Premesso quale sia l’auspicio è doveroso segnalare quali eventi possono verificarsi utilizzando materiale di origine vegetale, per quanto il caso in questione sia da considerarsi del tutto inconsueto. L’ambiente circostante alla casa di legno, potrebbe accogliere insediamenti di colonie di insetti, che sono però numerosi e facilmente riconoscibili a ispezioni periodiche annuali. Il caso che segue è quello di una parziale infestazione di termiti del legno che, dopo aver sviluppato una ricca colonia in giardino all’interno di un toppo di acero campestre interrato ha tentato di colonizzare anche la vicina residenza in legno del proprietario: l’infestazione originaria sembra essersi originata dalla diffusione di insetti veicolati da
alcuni pallet da trasporto già contaminati da larve. I pallet usati per il trasporto di materiali edili erano stati abbandonati sul terreno senza che nessuno avesse alcuna contezza della presenza degli insetti che hanno avuto così una loro primitiva migrazione indotta. L’infestazione è stata rinvenuta casualmente alla vista di alcune termiti fuoriuscite da alcune prese elettriche nella parete del soggiorno, fatto insolito per tali insetti di esporsi alla luce e soprattutto all’irraggiamento del sole. L’evento è eccezionale e deve essere correttamente descritto per la sua improbabilità in una struttura fuori terra e protetta dall’acqua, sia di risalita (dalle sottostrutture di fondazione) sia di caduta meteorica. Le termiti del “terreno” infatti, richiedono cavità umide ricche di biomasse, con del legno biodegradato dall’umidità per il loro nutrimento: solo
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Una catasta di legna in un deposito annesso anch’essa interessata da una parziale colonizzazione.
così gli insetti possono colonizzare efficientemente e diffusamente un’area che sia una catasta di legno, un toppo di un albero o una qualche componente di origine vegetale biodegradabile. I fabbricati di legno sono solitamente protetti dall’eventualità di infiltrazioni di acqua e sviluppo di umidità nel legno e queste condizioni sono fondamentali agli effetti della maggiore durabilità della costruzione oltre alla scelta di una specie legnosa idonea e l’accuratezza degli incastri, ovvero delle lavorazioni. Il legno impiegato nella costruzione deve essere tutto progettato nella collocazione di una classe di servizio 2 (UNI EN 335) e così l’infiltrazione di termiti “da legno” è un rischio minimo, essendo improbabile per l’ambiente secco nelle intercapedini e visto l’impiego sistematico di legno di conifera lamellare, bonificato da attacchi xilofagi e sottoposto agli standard di qualificazione prestazionale e marcatura CE. La bonifica del fabbricato è stata immediata dopo l’eliminazione della colonia nel terreno del giardino e le esche applicate con l’acido borico (un insetticida che agisce eliminando l’esoscheletro degli insetti sterminandoli in pochi giorni). La regola generale è dimostrata nell’esperienza: le termiti sono solitamente molto numerose riunendosi in colonie di decine di migliaia di esemplari che vivono in cavità o gallerie del terreno fuggendo la luce, dunque sono facilmente individuabili e una rapida ispezione ambientale fatta alla fine dell’estate o in autunno nelle aree di pertinenza del fabbricato permette di raggiungere una ragionevole rassicurazione di certezza.
Trappola con esca con acido borico interrata.
Uno stipite distrutto nella parte di isolamento a base vegetale.
Parte di intorno al vano porta finestra interessato dall’attacco.
In queste due foto: le parti di parete con aperture attraversate da insetti.
QUAESTIONES LINA HAUS -IG PASSIVHAUS SÜDTIROL www.ig-passivhaus.it www.lina-haus.info di Sonia Maritan
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Costruire Passivhaus
Per maggiori informazioni: info@lina-haus.it
IG Passivhaus Südtirol espone nel proprio stand a KlimaHouse 2017 un nuovo sistema costruttivo molto interessante e in sintonia con il concetto di casa passiva, si chiama LiNa e ne parliamo con Gerhard Paris e Riccardo Leto.
In apertura l’incontro di Sonia Maritan con Gerhard Paris e Riccardo Leto allo stand dell’ IG Passivhaus Südtirol, dove viene presentato il nuovo prodotto LiNa. Nelle pagine successive alcuni dettagli del prodotto LiNa e di sue installazioni in alcuni cantieri.
IG Passivhaus Südtirol è un Gruppo d’interesse nato nel 2006 per costruire sul territorio una rete di informazione, qualità e formazione continua. Il gruppo IG Passivhaus Südtirol è composto da soci professionalmente contraddistinti quali consulenti energetici, progettisti, artigiani e imprese con l’intento comune di realizzare costruzioni altamente efficienti dal punto di vista energetico. Tra questi, l’associazione di professionisti plan werk stadt degli architetti Paulpeter Hofer e Gerlinde Prugg insieme a Christian Gufler di Holka Genossenschaft e a Zimmerei Trienbacher di Roman Trienbacher hanno avuto modo di sviluppare ed esporre allo stand IG Passivhaus Südtirol, da loro concepito, un nuovo prodotto nominato LiNa di cui siamo curiosi di saperne di più.
Quando è nata l’idea di questo nuovo prodotto? «La prima idea è nata circa 10 anni fa». E il prodotto vero e proprio? «Il prodotto è nuovissimo, di quest'anno, e lo stiamo presentando in anteprima a Klima House 2017». Il prodotto è da attribuire ad alcuni soci di questo grande gruppo? «Esatto, alcuni soci dell’ IG Passivhaus Südtirol, e precisamente plan werk stadt con l’architetto Paulpeter Hofer e Gerhard Paris in collaborazione con Christian Gufler di Holka Genossenschaft e Roman Trienbacher di Zimmerei Trienbacher insieme ad altri hanno realizzato e sviluppato questo prodotto». Questo prodotto verrà veicolato sotto il cappello di un'azienda o dell'associazione? «Le aziende che si occupano della vendita e distribuzione del prodotto sono la Holka Genossenschaft e la Zimmerei Trienbacher». Come è nata l'idea di LiNa? «Il prodotto nasce dall'idea di poter realizzare un muro senza la necessità di cappotto o altri strati aggiuntivi di isolamento termico, in quanto il prodotto stesso ha ottime proprietà coibentanti. L’idea iniziale era di costruire una struttura indeformabile all’esterno e allo stesso tempo di garantire ad essa una certa libertà di movimento verso l’interno, entro un determinato range. Ciò si realizza grazie alle particolari cavità – visibili per i lettori
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guardando le fotografie che corredano il testo – ricavate nella sezione del muro. Esse costituiscono delle vere e proprie camere d’aria con una peculiare configurazione atta a migliorare le proprietà isolanti e a garantire la stabilità dimensionale della struttura nel suo complesso, qualora essa venga sottoposta a qualsiasi tipo di sollecitazione, incluse le variazioni delle condizioni climatiche esterne». Quali parametri soddisfa in termini di coibentazione termica? «Per le caratteristiche precedentemente descritte il prodotto presenta elevate prestazioni dal punto di vista della coibentazione termica. Prove di laboratorio hanno permesso di rilevare una conducibilità termica = 0,795 W/mK. Ciò si traduce nella possibilità di realizzare una parete di 34 cm con una trasmittanza termica U = 0,22 W/m2K paragonabile a una parete in laterizio da 25 cm coibentata con 15 cm di materiale isolante. Una parete di questo tipo rientra tranquillamente in classe CasaClima A».
Con questo sistema si possono realizzare solai e pareti? «In un primo momento ci siamo focalizzati sulle pareti esterne. Questo elemento delle costruzioni rappresenta sicuramente la componente costruttiva principale dell’involucro edilizio che è chiamata a soddisfare tutti i requisiti tecnico-fisici derivanti quali coibentazione, ermeticità, resistenza al fuoco, caratteristiche meccaniche, ecc. A seguire, per derivazione diretta, ci siamo occupati anche delle partizioni interne. Solai e coperture sono al momento ancora in realizzazione ma prevediamo in futuro di produrre anche queste componenti costruttive per completare l’offerta e poter concludere l’intero involucro edilizio».
QUAESTIONES ENAIP TRENTINO www.enaiptrentino.it www.facebook.com/ scuolacarpenteriatione di Sonia Maritan
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La scuola che insegna il legno
L'Ente ENAIP (Ente Acli Istruzione Professionale) Trentino è un centro di formazione professionale che opera in materia di istruzione e formazione professionale, realizzando le proprie attività istituzionali, pedagogiche e didattiche attraverso un’articolata presenza sul territorio provinciale, cui fanno capo, sia sotto l’aspetto amministrativo che organizzativo, nove “Centri di Formazione Professionale ENAIP”- CFP Enaip: Arco, Borgo Valsugana, Cles, Ossana, Primiero, Riva del Garda, Tesero, Tione e Villazzano. Ne parliamo in occasione di Legno&Edilizia con Emilio Salvaterra, Direttore del Centro di Formazione Professionale ENAIP di Tione di Trento.
Abitativo per le Emergenze) sviluppato in collaborazione con la Protezione Civile di Trento. Realizzeremo inoltre, come sempre, una serie di dimostrazioni pratiche con gli allievi grazie al supporto di numerose ditte leader nel settore della carpenteria». Quando è nato il centro ENAIP di Tione di Trento? «La nostra scuola come centro di formazione professionale è nata nel 1961 con un corso di elettromeccanica, poi negli anni si sono distinti il percorso elettrico e il percorso meccanico, poi sono stati attivati i percorsi di costruzioni edili e turistico-alberghiero e infine il corso di carpenteria in legno». Quindi la specializzazione legata al costruire in legno, inizia nel 2009: quali soddisfazioni ha portato seguire questo cammino? «Siamo partiti un po’ come pionieri di questo settore, noi tra l'altro viviamo in un distretto del legno, abbiamo quindi pensato di creare questo percorso, ovviamente in collaborazione con la provincia Sonia Maritan con Emilio Salvaterra, a destra il modulo abitativo in legno autosufficiente per le emergenze realizzato da ENAIP in collaborazione con la Protezione Civile di Trento, portato a Legno & Edilizia.
Quante volte siete stati presenti in occasione di Legno&Edilizia con ENAIP? «Questa è già la quarta edizione di questa importante fiera del legno a cui noi partecipiamo». Con quali propositi vi presentate in Fiera? «Questo è un anno particolare, nel senso che partecipiamo come scuola ovviamente nel presentare il nostro percorso, che è unico in Italia. È un percorso che porta alla qualifica di carpentiere in legno o al diploma di tecnico di carpenteria in legno oppure chi vuole può continuare fino al quinto anno e arrivare al Diploma di Stato e accedere all'Università. Quest'anno in fiera abbiamo inoltre la soddisfazione di poter presentare il progetto PAE (Prototipo
QUAESTIONES_ENAIP TRENTINO di Trento. Essendo stati pionieri non avevamo riferimenti in Italia, abbiamo quindi cercato al di fuori dei nostri confini se esistevano corsi simili. Siamo stati in Svizzera a Bellinzona, dove è presente una scuola di carpenteria in legno. E lì abbiamo visto come sono organizzati e nei primi anni abbiamo collaborato con loro e siamo partiti con dei piani di studio facenti parte sempre del percorso edile ma rivolti più specificatamente verso la carpenteria di legno. E da allora c'è stato un progresso continuo sia in termini di qualità di proposta sia in termini di numero di studenti». Dal 2009 a oggi, c'è stata anche un'evoluzione dal concetto di carpenteria legata al tetto fino a riguardare via via tutta la costruzione. In “proporzione” è cresciuta anche la competenza richiesta al posatore? «Una scuola professionale come la nostra deve avere un legame diretto con le aziende, non possiamo proporre dei percorsi che siano scollegati da quello che è il mondo del lavoro e della produzione e, quindi anche la sede della nostra scuola, che è una succursale della sede principale, è proprio all'interno di un distretto del legno dove vi sono diverse aziende presso le quali i nostri studenti possono fare pratica ma anche viceversa, le stesse aziende possono venire nella scuola e vedere come studiano i nostri ragazzi. Abbiamo voluto inserire nel quarto anno esperti esterni, dei professionisti del settore che possano portare la loro testimonianza e la loro competenza all'interno della nostra scuola. Abbiamo trovato un terreno fertile attraverso i nostri insegnanti che hanno portato avanti que-
sta proposta concretizzandola anche con la creazione di un modulo abitativo in legno autosufficiente per le emergenze». Qual è il vostro rapporto con l'Università di Trento? «Ci sono Docenti dell'Università di Trento che collaborano con noi, vengono tenute lezioni da questi professori presso la nostra scuola. C'è un legame di proficua collaborazione tra noi, l'Università e anche con Istituti Tecnici che hanno come noi attivato percorsi legati alle costruzioni in legno».
QUAESTIONES ABITO HOLZ www.abitoholz.com di Sonia Maritan
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La misura della qualità A Legno&Edilizia incontriamo Luca Butterini e l’Ingegner Andrea Fedrizzi, responsabile tecnico di Abito Holz Srl, di Pieve di Bono in provincia di Trento, l’azienda nata nel 2016 da un gruppo di imprenditori trentini, (Illen snc, Falegnameria Bomè srl, Eng Group srl) per proporre al mercato, sotto un unico marchio, il prodotto «casa in legno di pregio chiavi in mano». Con loro parliamo di comfort abitativo da una parte e di processo produttivo ma soprattutto installativo dall’altra, di quale sia, cioè, la misura della qualità.
A Legno&Edilizia veniamo a conoscenza di una rete di aziende legate al settore delle costruzioni in legno e ne parliamo con Luca Butterini, dal quale ascoltiamo come sia nato il progetto. «Abito Holz Srl, a Pieve di Bono in provincia di Trento – ci dice Luca Butterini – è un’azienda nata nel 2016 da un gruppo di imprenditori trentini: Illen snc, Falegnameria Bomè srl, Eng Group srl, per proporre al mercato, sotto un unico marchio, il prodotto “casa in legno di pregio chiavi in mano”. Un'operazione nata, a partire dall’esperienza pluriennale di collaborazione sotto forma di rete di impresa, unendo forze e valorizzando know-how, sinergie e storie di oltre cinquant’anni – la Illen Tetti che gestisce con il fratello Silvio Butterini ad esempio è nata nel 1969 – maturate nel settore del legno. Il cambio di veste giuridica ufficializzato il 22 settembre, con la trasformazione in società di capitali, va nel verso della crescita per rispondere meglio alle sfide del mercato». In apertura, la realizzazione di una piscina coperta, nelle altre immagini alcuni cantieri in fase di lavorazione.
Fra i corridoi di Legno&Edilizia il tema si richiama quasi automaticamente e così entriamo più nello specifico degli obiettivi che si è posta Abito Holz
Srl, quelli della qualità abitativa. Luca Butterini osserva che trascorriamo quasi il 90% della giornata in ambienti chiusi e quanto sia fondamentale che si tratti quindi di ambienti sani. Ci tiene a sottolineare che tutto il legname utilizzato in Illen è di provenienza esclusivamente alpina, lavorato nel pieno rispetto dell'ambiente e trattato con sostanze certificate e assolutamente non dannose per la salute. Voi, alla Abito Holz Srl – gli chiedo quasi in modo retorico – seguite quindi i principi della bioedilizia? «La casa è una "terza pelle", dopo cute e abbigliamento, che deve assicurare benessere e salute a chi la vive ogni giorno: un'abitazione in legno costruita secondo i principi della bioedilizia migliora la qualità della vita e riduce l'impatto sull'ambiente e sulla salute – ci racconta – ma l'80% di quelli che vendono una casa in legno
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sono rivenditori e solo un 20% sono produttori. Ovviamente stiamo parlando di costruzioni “chiavi in mano”. Come lei saprà ci sono tre step: grezzo, grezzo avanzato e “chiavi in mano”. Io sto ragionando in termini di "chiavi in mano". Quindi il sistema finito, dalla progettazione all'esecuzione del manufatto». Questo, dal suo punto di vista, significa che molti non hanno la competenza per trattare di case in legno? «Sì, purtroppo, in molti oggi si improvvisano costruttori di case in legno, accade questo in quanto non vi sono normative specifiche, ma nella misura in cui si intende costruire con un certo criterio comunque questo non è alla portata di chiunque. Si tratta di un sistema molto complesso che richiede competenze specifiche. Il vero punto di forza del gruppo è che l'intero ciclo realizzativo è svolto internamente: dalla progettazione/ingegnerizzazione, alla produzione nei propri stabilimenti fino alla posa in opera con proprie maestranze. Si parte dall’approfondita progettazione tecnica e ingegneristica, passando dall’accurata scelta delle materie prime da foreste trentine, fino a un montaggio effettuato da propri carpentieri esperti, il che garantisce l'assoluto controllo di tutta la filiera». Gli attestati di certificazione dovrebbero garantire il buon esito del progetto, non crede? «Sì, è anche vero che in questo momento ci sono due enti specializzati: Casa Clima e Arca, e se ad esempio un committente decide di costruire avvalendosi della certificazione Arca, un ente pubblico esterno all'azienda verifica che tutti i passaggi siano
eseguiti in maniera corretta e alla fine rilascia un certificato di esecuzione effettuata a regola d'arte e lo consegna alla committenza. È chiaro però che tutto questo ha un costo. Un privato può considerarli costi “inutili” ma per un immobiliare che deve vendere appartamenti, avere una certificazione Casa Clima o Arca è importante, perché fa si che l'immobile acquisti valore oltre che essere tutelato sotto tutti i punti di vista». Luca Butterini poi ci presenta l’Ingegner Andrea Fedrizzi, responsabile tecnico di Abito Holz Srl, che il legno lo “mastica” tutti i giorni. Il privato ormai comincia ad avere una percezione positiva riguardo alle costruzioni in legno, ma quali sono i limiti di questo materiale e quali secondo un ingegnere del settore gli auspici per il futuro? «Dal punto di vista dei limiti, sostanzialmente sono riferibili unicamente al concetto di durabilità, che deve essere esclusivamente gestito in termini di progettazione integrata. È chiaro che la differenza tra un edificio in legno di qualità elevata e un edificio in legno di qualità bassa risiede nella miglior cura dei dettagli di progetto». Questo riguarda anche l’inizio della filiera e quindi anche la qualità del progetto realizzato con il centro di lavoro? «A livello di struttura c'è un gap abbastanza significativo tra il livello di costruzione della struttura che è particolarmente avanzato sia in termini di automazione sia di prestazione e la sua posa in opera. La progettazione al dettaglio è assolutamente di altissima qualità, inteso come dettaglio strutturale. Questo livello permette di limitare le tempistiche, però allo stesso tempo la struttura rappresenta un
COLLOQUIUM_ABITO HOLZ 30% dell’intervento complessivo e l'edificio non è più concepito dal mercato attuale come pura costruzione ma come organismo. Quindi ciò che differenzia le aziende di qualità dalle altre è l'installazione della struttura e la capacità poi di gestire sia come progettisti sia come posatori tutte le altre fasi del cantiere. È importantissimo che le manovalanze in cantiere siano preparate e che siano consapevoli che la costruzione in legno è una costruzione di alta qualità in cui non si può improvvisare nulla. La richiesta del mercato in questo momento è di avere progettisti qualificati, d'esperienza ma anche posatori qualificati. Non ci può essere l'uno senza l'altro. Il posatore non deve essere più un mero esecutore ma deve essere in grado di consigliare sia il progettista sia il cliente su cosa si può o non si può fare nell'edilizia in legno. In questo senso il ruolo del posatore è fondamentale». Quali sono i vantaggi dell'utilizzo del legno nell'edilizia? «I vantaggi risiedono nelle proprietà del legno, principalmente nel rapporto tra il suo peso e la sua resistenza. Il legno ha un fattore di resistenza specifica equiparabile a quello dell'acciaio. Ma rispetto all'acciaio è molto più lavorabile e più duttile. Da questo vantaggio principale vi sono tutta una serie di vantaggi derivati come l'alta resistenza alla forza sismica, la capacità isolante e un comfort abitativo maggiore». Sarebbe vantaggioso, secondo lei, accorciare la distanza tra il mondo accademico, la ricerca e l’industria? «Dovranno collaborare sempre più strettamente perché si sta andando in una direzione per cui ricerca applicata e costruzione reale devono lavorare in sinergia. La nostra sfida è che questi due mondi si avvicinino sempre di più».
Non crede che l’intermaterialità possa portare a vantaggi maggiori in campo edilizio? «Non posso che risponderle affermativamente, considerato che con lo staff ingegneristico di Abito Holz, operiamo nel settore dell’ingegneria strutturale attraverso la ricerca continua di tecniche costruttive evolute e raffinate che prevedono l’impiego di materiali tradizionali come calcestruzzo, acciaio, legno e pietra, e di materiali non convenzionali come compositi, polimeri, teli e membrane, vetro, acciai speciali, leghe metalliche, fibre naturali, ecc. Lo staff tecnico in questo settore d’ingegneria dispone di sofisticati sistemi di calcolo strutturale sia statico sia dinamico, lineare e non, di simulatori del comportamento delle strutture in ogni condizione di carico». Terminiamo, citando una delle ultime realizzazioni effettuate da Abito Holz. Si tratta di una realizzazione di una nuova piscina coperta, con tetto in legno, e dell’ampliamento della sala colazioni presso il Du Lac et Du parc Grand Resort a Riva del Garda. Una realizzazione di grande pregio, che ha presentato un alto grado di difficoltà permettendo ad Abito Holz s.r.l.. di poter esprimere il meglio del proprio know-how tecnico e operativo. Il risultato finale si commenta da solo. A corredo vengono riportate le fotografie dell’opera finita.
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PROIECTUM PUBLIC
di Giuseppe Neri
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All’ombra del lamellare di Abete
La realizzazione di tre pensiline in legno lamellare per la fermata degli autobus a Montevago, in provincia di Agrigento, vede impegnato Giuseppe Neri, Architetto e ingegnere, come progettista e Direttore dei lavori.
Le pensiline con struttura principale (pilastri, travi e puntoni a forcella) in legno lamellare in abete pretrattato, realizzate dalla ditta Mirrione Francesco di Alcamo (TP) che coinvolge Giuseppe Neri nel duplice ruolo di progettista e di Direttore dei lavori.
La prima pensilina di cui si ha memoria è quella comparsa in una stira del 64 dopo Cristo, dove per ordine dell’imperatore Nerone, si dava incarico di costruire delle coperture esterne agli edifici, sorrette da colonnati per proteggere i cittadini dalle avversità climatiche. Da quell'epoca, di pensiline sotto il sole, ne sono passate molte, e, al giorno d'oggi quelle più importanti sono divenute quelle per la fermata degli autobus, annoverate quali complemento d'arredo fondamentale e presenti in ogni città. Il mercato del legno ne propone di variegate forme e misure, e altrettante sono le molteplici proposte e soluzioni in grado di integrarsi in contesti di ogni genere, grazie anche alla versatilità del legno lamellare che può altresì abbinarsi ad altri materiali “nobili” quali legno, acciaio, alluminio e policarbonato. La versatilità delle strutture proposte e realizzate a Montevago (AG), prodotte dalla ditta Mirrione Francesco di Alcamo (TP), consente la possibilità
che queste possano essere utilizzate come coperture per auto o tettoie a protezione di rastrelliere portabiciclette. Ai modelli proposti è poi possibile aggiungere diversi optional, quali sedute di cortesia, espositori pubblicitari, prototipi di corpi illuminanti, nonché dispositivi per il risparmio energetico con tecnologia fotovoltaica. La struttura principale delle pensiline (pilastri, travi e puntoni a forcella) è di legno lamellare in abete pretrattato, dotata di ritti a sezione quadrangolare, opportunamente fissati a mezzo di staffe in acciaio ancorate a terra con perni prigionieri filettati. Il sistema trilitico costituito da forcelle a X e trave maestra è stato calcolato per sostenere l’ordito in travetti di legno lamellare in abete di adeguata sezione. Su detto ordito è stato avvitato il tavolato battentato, piallato su entrambe le facce e posizionato sui travetti di falda. Il manto di copertura in formelle ardesiate dello
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spessore di mm 6 e gli elementi di completamento costituiti da scossaline e gronde in rame ricotto coronano la struttura lamellare. Le dimensioni della pensilina sono di m 5,40 x 3,20. L’interasse tra i pilastri-forcella è di m 4,60. La trave lamellare bassa, utilizzata come sedile per l’utenza cittadina, serve anche da irrigidimento strutturale per le eventuali spinte laterali dovute all’azione gravosa del vento. La fondazione è costituita da un sistema a H di cordoli in calcestruzzo armato, di adeguata sezione, gettato in opera. Per eseguire la fondazione di base è stata rimossa la pavimentazione ed eseguito uno scavo in situ a sezione obbligata. La relazione di calcolo e le verifiche strutturali della fondazione e delle opere in elevazione in legno lamellare hanno tenuto conto anche del peso dei moduli fotovoltaici e dei sovraccarichi accidentali e occasionali di neve, acqua e vento. Sono altresì state eseguite, a livello di predimensionamento, verifiche locali in rapporto alle sollecitazioni da ogni direzione, pervenendo al risultato che: “… le tensioni risultanti sono compatibili con le proprietà del materiale”.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Le strutture in legno, analogamente alle costruzioni in c.a., acciaio e muratura, sono soggette all’obbligo di deposito, come sottolineato dall’ORDINANZA DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 3 Maggio 2005 (Gazzetta Ufficiale n.107 del 10/05/2005 Suppl. Ordinario n.85) e poi ribadito dal D.M. 14 Gennaio 2008. In particolare l’O.P.C.N.
PROIECTUM PUBLIC
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3 Maggio 2005 afferma che: Per le strutture di legno in zona sismica dovrà essere redatta apposita relazione di calcolo relativa, in particolare, ai requisiti e alle condizioni assunte per il progetto, all'impostazione generale della progettazione strutturale con riferimento al comportamento strutturale assunto (dissipativo o scarsamente dissipativo), agli schemi di calcolo e alle azioni considerate, alle verifiche delle singole fasi costruttive. I disegni di progetto devono riportare obbligatoriamente i seguenti elementi, fornendo per essi le istruzioni per i controlli specifici durante la fase costruttiva: a) collegamenti degli elementi tesi e qualsiasi collegamento alle strutture di fondazione; b) elementi utilizzati quali elementi di controvento; c) collegamenti tra impalcati (diaframmi orizzontali) ed elementi verticali di controvento; d) collegamenti tra i pannelli e le intelaiature lignee nei diaframmi orizzontali e verticali.
deroghe all'entrata in vigore della normativa sismica O.P.C.M 3431, non era mai stato chiarito se fosse obbligatoria o meno la progettazione delle strutture in legno. Ora, con l’entrata in vigore delle Norme Tecniche per le Costruzioni (con pubblicazione sul Supplemento Ordinario n. 99 alla Gazzetta Ufficiale n. 147 del 27 giugno 2009 della Legge 24 giugno 2009, n. 77, conversione del Decreto Legge per l'emergenza in Abruzzo - D.L. 28 aprile 2009, n. 39) tale obbligo esiste per tutte le costruzioni in legno, anche ricadenti in zona a scarso rischio sismico. Per costruzioni si intende ovviamente, nello spirito della norma, tutte le opere di ingegneria. Nel caso particolare di tettoie in legno, la Regione Umbria, al D.G.R. 167_2012 - Allegato 1, specifica come risultino interventi di minore rilevanza ai fini sismici le tettoie con cubatura minore o uguale a 500 mc (nuove costruzioni), mentre nel caso di interventi su costruzioni esistenti in zone ad alta e media sismicità, risultano interventi di minore rilevanza le riparazioni o interventi locali ai sensi del Par. 8.4.3 del D.M. 14/01/2008 e del Par. C8.4.3 della Circolare n.617/09.
RELATIVAMENTE AL COLLAUDO
Nello stesso paragrafo dell’O.P.C.N. 3 Maggio 2005, in relazione al collaudo si afferma che le strutture di legno in zona sismica dovranno essere sottoposte a collaudo statico nel rispetto delle prescrizioni generali previste per il collaudo delle opere di ingegneria. Con riferimento all’Allegato al D.M. 14.01.2008 (NTC), al Paragrafo 9.1 si legge: D.M. 16/01/2008 (Norme tecniche per le Costruzioni): il collaudo statico di tutte le opere di ingegneria civile regolamentate dalle presenti norme tecniche, deve comprendere i seguenti adempimenti: a) controllo di quanto prescritto per le opere eseguite sia con materiali regolamentati dal DPR 6.6.2001 n. 380, leggi n. 1086/71 e n. 64/74 sia con materiali diversi; b) ispezione dell’opera nelle varie fasi costruttive degli elementi strutturali ove il collaudatore sia nominato in corso d’opera, e dell’opera nel suo complesso, con particolare riguardo alle parti strutturali più importanti. Non è dunque esplicitato l'obbligo di deposito, ma il riferimento alla Legge 1086 anche per materiali diversi da c.a. e acciaio secondo me non lascia margini di interpretazione. Precedentemente, a causa delle innumerevoli
I RIFERIMENTI NORMATIVI NEL PROGETTO
Le pensiline sono state progettate con riferimento alle norme di settore, tra le quali si richiamano, in particolare, le seguenti: • Azioni sulle strutture CNR-UNI 10012/81 - D.M. 12/02/1982 - Circ. Min. LL. PP. 24/05/1982 N° 22631 D.M. 16/01/1996 - Circ.Min. LL. 04/07/1996 n° 156. • Calcestruzzo armato Legge 5/11/1971 N° 1086 D.M. 31/08/1972 - CNR 10025/84 - D.M. 27/7/1985 Circ. Min. LL. PP. 31/10/1986 N° 27996 - Circ. Min. LL. PP. 1/9/1987 N° 29010 - D.M. 14/02/1992 - Circ. LL. PP. 16/07/1992 N° 36105 - D.M. 09/01/1996 Circ.Min. LL.PP. 15/10/1996 n° 252. • Fondazioni D.M. LL. PP. 11/3/1988 - Circ. Min. LL. PP. 24/9/1988 N° 30483. • Zone sismiche Legge 2/2/1974 N° 64 - Circ. Min. LL. PP. 30/07/1981 N° 21745 - Circ. Min. LL. PP. 2/11/1981 N° 895 - Circ. Min. LL. PP. 12/12/1981 N° 22120 - D.M. LL. PP. 24/01/1986 - CIRC. LL. PP. Cons. Sup. 19/07/1986 N° 27690 - D.M. 16/01/1996 Circ.Min. LL.PP. 10/04/1997 n° 65. Acciaio CNR 10011/85. D.M. 14 Gennaio 2008.
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di Pietro Ferrari
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Tre in uno
Una macchina versatile e multifunzionale, la Techno-Progress di Essetre presso la Boraschi Case in Legno. Nel cuore di quell'Appennino Emiliano che costituisce un vero scrigno di aziende di alta tecnologia nella lavorazione del legno, visitiamo, con Pierluigi Gambardella e Augusto Fontana di Essetre, la ditta Boraschi Case in Legno. Si tratta di una realtà storica che, da generazioni, affonda le sue radici nella falegnameria ma è con Ugo Boraschi, tuttora attivo e presente in azienda che l'azienda individuale di Sergio Boraschi si specializza nella realizzazione di case in legno. Stiamo parlando di trent'anni fa, naturale che la modalità costruttiva sia quella della classica blockhaus, l'affascinante edificio in cui il legno conserva quasi completamente la sua naturalezza, conferendo alla costruzione un'identità inconfondibile. Oggi la modalità prevalente è invece costituita dalla tecnologia X-lam: "La percentuale di produzione di blockhaus è andata calando via via nel tempo e oggi è ampiamente minoritaria" ci dice Michele Boraschi che con il fratello Andrea affianca il padre nell'attività aziendale. "La nostra azienda - continua Michele che si occupa degli aspetti produttivi, mentre il fratello segue quelli commerciali - ha iniziato la sua attività nel 1974 come ditta individuale, passo dopo passo, da un piccolo magazzino di duecento metri quadrati siamo arrivati all'attuale area coperta di 8mila metri quadrati completati dalle aree esterne". Dal 2005 Boraschi ha iniziato a realizzare edifici multipiano, da tre a quattro livelli, operando in tutto il mercato nazionale. Certificazioni adeguate e disponibilità di mezzi da trasporto e di movimento terra propri fanno di Boraschi Case in Legno un operatore di riferimento del settore.
UN'ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO IMPECCABILE
L'insegna degli uffici della Boraschi Case in Legno. Un classico esempio di Blockhaus, nella tradizione di famiglia. Pierluigi Gambardella e Michele Boraschi.
Il coinvolgimento della famiglia al suo completo e la disponibilità di maestranze qualificate ha permesso una razionalizzazione efficace del ciclo di lavoro. Partendo da progetti di studi esterni, la ditta Boraschi effettua l'ottimizzazione della realizzazione internamente. Dopo le fasi operative, il trucilolo viene aspirato e stivato in un silos che alimenta una caldaia, mentre gli scarti più voluminosi vengono forniti a un'azienda che produce cippato. Prima dell'investimento nelle tecnologie Essetre il
COLLOQUIUM_ESSETRE_BORASCHI CASE IN LEGNO Alimentazione delle travi nell'area di lavoro. Pierluigi Gambardella e Augusto Fontana con Pietro Ferrari. Il trittico Essetre: la testa per la lavorazione delle travi blockhaus.
lamellare veniva fornito dai fornitori austriaci già tagliato in misura: quello di Boraschi con Essetre è stato un percorso verso la qualità e l'autonomia produttiva. Sottolinea Pierluigi Gambardella: "Tutto è cominciato qui, anche se adesso la TechnoProgress è diventata una macchina standard che andiamo a proporre a quei clienti che attualmente vogliono produrre sia la struttura in legno sia la parete in Xlam in piena autonomia. Abbiamo lavorato molto per rendere il più possibile standardizzato questo modello, in modo di soddisfare le esigenze del mercato anche relativamente alle misure standard di uso comune. Stiamo ottenendo parecchie risposte positive dal mercato".
UNA TECNOLOGIA AMICA
"Abbiamo voluto realizzare questa macchina con Boraschi Case in Legno - continua Gambardella un'azienda storica con più di trent'anni di presenza sul mercato, perché c'era per loro l'esigenza di disporre di una macchina in grado di effettuare sia la lavorazione delle travi sia quella delle pareti Xlam. Abbiamo realizzato con il nome di Techno-Progress un brevetto nuovo: si tratta di una macchina nella quale con le stesse teste operatrici a cinque assi è possibile lavorare sia nella zona della travatura, realizzando elementi da 800 per 400 millimetri per una lunghezza illimitata ma anche, dall'altra parte, operare su un banco molto flessibile dove sia possibile
lavorare le pareti da 1250 miillimetri, le pareti in Xlam da 3500 millimetri ed, eventualmente, anche con una graffettatrice opzionale per realizzare la composizione delle pareti a telaio. Usufruendo di un programma con CAD/cam specifico è possibile lavorare anche le travi curve o a boomerang. Abbiamo creato un centro di lavoro in cui sia possibile effettuare tutte le lavorazioni e le realizzazioni in legno anche di grandi dimensioni: la larghezza massima da 1250 millimetri a 3500 millimetri è standard sul mercato, mentre nella lunghezza è possibile arrivare fino a sedici metri, senza nessun problema. Questa macchina permette, inoltre, di lavorare con gruppi operativi indipendenti tra loro: mentre l'ope-
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Il carro ponte in azione per il carico nell'area di lavoro del pannello X-lam. Il trittico Essetre: la classica testa multifunzione 5 assi. Il trittico Essetre: la testa portalama 5 assi.
ratore è attivo nella zona di produzione delle travi, è possibile effettuare le fasi di carico e di scarico delle pareti X-lam. Quindi non si creano tempi morti per quanto riguarda le operazioni di logistica della macchina". "L'utilizzatore della macchina può fruire di una flessibilità del cento per cento - continua Gambardella - la macchina può partire da una configurazione composta da una sola testa operatrice singola a cinque assi composta di magazzino cambio utensili, oppure sono implementabii tre o quattro teste. Queste teste possono essere teste a cinque assi per la lavorazione delle travature, oppure teste a
COLLOQUIUM_ESSETRE_BORASCHI CASE IN LEGNO Il potente impianto di aspirazione. Al lavoro sulle travi. Tutta l'eleganza di una villa in legno.
cinque assi con un gruppo lama specifico con motore da 50 kW, equivalente a 70 cavalli di potenza, con raffreddamento a liquido, in grado di lavorare con una lama da 1200 millimetri. Quindi, se ci sono esigenze di taglio di spessori alti in X-lam, con questo gruppo specifico non ci sono problemi. Nel caso di Boraschi i tre gruppi montati a bordo macchina sono: in primo luogo un gruppo blockhaus a fresare brevettato con due frese che, attraverso l'interpolazione della trave, permettono di effettuare molto velocemente l'incastro di questo tipo. Poi abbiamo la testa a cinque assi classica dell'Essetre per effettuare tutte le operazioni di foratura, fresatura e taglio sulle travature.
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Al lavoro sugli edifici mulitpiano. Mezzi e tecnologie in azione.
Infine, abbiamo una testa a cinque assi con un gruppo lama che arriva fino a un metro e duecento millimetri di diametro con cui andiamo a effettuare le operazioni di taglio sulle pareti X-lam Nel caso di questa azienda è stato realizzato e brevettato un gruppo blockhaus che dispone di due frese, con motore da 50 kW, specifico per la realizzazione di incastri di questo tipo. Un'azienda che è nata con questa tradizione trova interesse nel continuare questa modalità costruttiva. A questo punto qualsiasi tipologia costruttiva la ditta Boraschi voglia realizzare è in grado di portarla a termine in autonomia. Come in tutte le macchine di produzione Essetre è attivo il trasferimento in macchina dei programmi di disegno presenti sul mercato, noi trasferiamo il file BTL e lo trasformiamo in linguaggio macchina sia che si tratti di travi sia che si tratti di elementi X-lam". "Il mercato - conclude Michele Boraschi - apprezza sempre più le costruzioni in legno: inizalmente il privato era un po' scettico tanto è vero che le prime strutture in X-Lam sono state le strutture pubbliche (scuole, asili e via dicendo). Ultimamente anche i privati si interessano e approfondiscono i temi delle costruzioni in legno e apprezzano anche questi sistemi che hanno soltanto degli aspetti positivi rispetto alle soluzioni tradizionali".
Noi
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Un’azienda che corre La Legnami con i suoi 70 anni di vita, costituisce uno dei nostri gioielli italiani, unico nel suo genere come accade spesso nel tessuto imprenditoriale italiano. Con le radici ben piantate in Romagna, una voglia di correre e vincere che l’ha portata a progettare con molta precisione il suo tracciato, l’azienda ha dato una svolta alla sua produzione a partire dal 2001, affidandosi alla tecnologia Hundegger. E l’anno scorso un ulteriore accelerata con il nuovo impianto K2i 1250.
Nella foto di apertura, il gruppo al completo, da sinistra a destra: Pietro Ferrari (Editore di Web and Magazine), Ugo Campeotto, Responsabile Commerciale di Hundegger, Angelo Brigliadori, socio e Amministratore Delegato de La Legnami, Luca Dal Bianco, Amministratore Delegato di Hundegger Italia, Sonia Maritan (Direttrice di Struttura Legno), il Presidente de La Legnami Luca Marconi e Fausto Sabba, Direttore Tecnico di Produzione: Responsabile della produzione e dell'Ufficio tecnico della stessa azienda. Nella pagina destra, in alto gli stessi protagonisti dell'incontro intorno al tavolo e in basso Luca Marconi.
Io e Pietro Ferrari incontriamo Luca Dal Bianco, Amministratore Delegato di Hundegger Italia e Ugo Campeotto, Responsabile Commerciale di Hundegger, presso la Legnami Materiali Edili Srl, azienda nata 70 anni fa. Lì, troviamo Angelo Brigliadori, socio e Amministratore Delegato, Fausto Sabba Direttore Tecnico di Produzione, Responsabile della produzione e dell'Ufficio tecnico e un giovanissimo Presidente, Luca Marconi, che ha preso in mano le redini dell’azienda da poco tempo.
IDENTITÀ
Iniziamo dal nome dell'azienda, che chiedo se non sia dovuto al fatto, che probabilmente agli
inizi dell’attività forniva i materiali edili per tutto il paese. Ci risponde Angelo Brigliadori. «È proprio così! Inoltre questa è un'azienda che corre in tanti sensi, ma corre in particolar modo in moto, infatti, il nostro presidente è Luca Marconi: pilota nel FIM CUP SuperStock 1000 ndr. Nella nostra azienda si corre letteralmente, non solo durante le ore di lavoro ma anche nei fine settimana». Chiediamo di raccontarci brevemente la storia di un'azienda che è letteralmente dinamica e “veloce”, anche nei pensieri che ci propone. «L'azienda è nata nel luglio del 1947, quindi quest'anno festeggiamo i 70 anni di attività, ed è nata
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come azienda tipica di paese, che offriva forniture di legno e di materiali edili, ed ecco, come lei anticipava, il perché del nostro nome. I fondatori sono stati Ivo Brigliadori, Luigi Calisesi, Gioacchino e Aldo Marconi. Dopo 70 anni di storia abbiamo visto che il nome era un po’ datato e non ci riconoscevamo più in esso e quindi abbiamo studiato un nuovo marchio più adatto e funzionale alla rappresentazione del nostro target che conserverà progressivamente unicamente la parola "La Legnami Srl" – attualmente si porta ancora dietro “e materiali edili” –; perché, di fatto, siamo riconosciuti e nominati così, al punto che il nuovo logo prende spunto da un rilievo ligneo fatto da un falegname, nostro cliente, che abbina alla sagoma della Quercia la parola "La Legnami"». L'azienda oggi si occupa solo di legno in ambito costruttivo? «Il nostro mondo è diventato esclusivamente quello del legno, ma non solo strutturale. Ci occupiamo anche di legname da falegnameria in quanto nella nostra zona è rimasta una piccola ma produttiva nicchia di falegnami arredatori. Di fatto, è dal 2001, da quando abbiamo messo in opera la prima Hundegger, che è iniziata l'escalation delle costruzioni. Per un certo periodo ci siamo anche proposti per la posa in opera ma presto abbiamo capito che non era la nostra strada, data la nostra vocazione commerciale. Siamo più commercianti che costruttori. I nostri settori quindi sono quattro: legnami, pannelli, perline, travi e pellet, il secondo ambito è quello dei pannelli per case in legno X-Lam e a telaio, il terzo riguarda travi pretagliati in kit per strutture in legno per la realizzazione di tetti, portici e pergolati e infine, i pavimenti per esterno in Ipè, Teak e W.P.C.».
Il vostro target lo avete ben individuato, scegliendo l’ambito che meglio vi compete, presumibilmente anche in seguito a un’indagine di mercato sul vostro territorio? «Ognuno deve seguire la propria vocazione per essere vincente, e questo è sicuramente il punto di partenza. Certo, però abbiamo tenuto in considerazione anche il fatto di trovarci in una zona un po’ particolare, in quanto consapevoli di essere in pochi nel nostro territorio; a differenza di quello che succede da Bologna verso il Nord, dove c'è una concentrazione di costruttori con macchine anche abbastanza capillari. In questa zona si sono sviluppati molti uffici tecnici con architetti, ingegneri o geometri che si propongono e vanno a costruire il tetto con maestranze, che inizialmente venivano dal Trentino poi
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piano piano sono cresciute anche quelle locali. Però nessuno di loro ha fatto il salto dall'ufficio tecnico al magazzino: si tratta di aziende che si propongono con il loro nome, ma dietro non hanno un magazzino di legname o capannoni con layout produttivi, e questa è la parte che gli forniamo noi».
In queste pagine il settore produttivo de La Legnami e la nuova K2i 1250 con l'aggregato Robot. In basso a destra Luca Marconi ritratto fra Pietro Ferrari e Angelo Brigliadori.
Oggi, quindi, il vostro centro di lavoro Hundegger dà forma ai progetti di molti uffici tecnici e diventa un anello importante della filiera produttiva del legno strutturale? «Sì, si rivolgono a noi, che diamo forma a ogni parte della loro costruzione, letteralmente pezzo per pezzo. Per un periodo abbiamo provato anche noi a entrare nell'ottica di proporre un servizio completo, inglobando anche la funzione di ufficio tecnico e posa in opera, ma poi per tanti motivi, non ultimo quello che così facendo entravamo
in concorrenza con i nostri stessi clienti, ci abbiamo rinunciato. Lo scorso anno abbiamo comunque lavorato 3400 metri cubi di materiale con la nostra macchina».
TECNOLOGIA
Arrivando alla tecnologia, a partire dal 2001 con l'acquisizione della prima macchina Hundegger, vi siete trasformati da distributori di legnami a produttori di semilavorati? Ci risponde Fausto Sabba. «Esattamente, siamo un punto di riferimento per molti carpentieri, professionisti e progettisti ai quali forniamo i prodotti. Già nel 2001 avevamo acquistato una K2 ben accessoriata ed equipaggiata con il quinto asse. Si trattava, in effetti, di una delle prime macchine con il quinto asse. Questa macchina ha lavorato oltre 35.000 metri cubi di legno. Ci ha accompagnati per anni nella nostra crescita in questo settore».
Quale motivo vi ha spinto ad acquistare una nuova macchina Hundegger? «La sostituzione è nata soprattutto da esigenze sviluppatesi nel corso degli anni, nel tempo, infatti, “il mondo del tetto” è cambiato e con esso le lavorazioni richieste e sono nate nuove necessità. È chiaro che poi in prospettiva si è pensato di acquistare una macchina con una larghezza di lavorazione di 1250 mm per lavorare anche l'Xlam. Ma il punto cruciale è stato investire in una macchina K2i 1250 con l'aggregato Robot, questo ha permesso di ampliare tutte le lavorazioni e di avere una versatilità massima senza influire sulla produttività. Dalla installazione avvenuta nel gennaio 2016, abbiamo totalizzato nel primo anno di utilizzo ben 3.400 metri cubi di materiale lavorato». Come è stato l'impatto con la nuova macchina? «Premesso che noi arrivavamo da una macchina del 2001 che aveva un software completamente diverso, molto semplice ma con diversi limiti essendo un programma nato ancor prima, il passaggio a una macchina con tecnologia 2016 lo abbiamo sentito, soprattutto la produzione ha avuto un impatto un po’ più difficile. La forte evoluzione compiuta dal centro di lavoro ha richiesto un momento di adattamento seppur niente di trascendentale, infatti, chi lavora con la macchina non ha avuto necessità di fare nemmeno un corso in
Germania. In verità c'è stato comunque un grosso lavoro da parte dei tecnici Hundegger nel fare formazione ai nostri operatori e spiegare la logica di funzionamento: grazie alla loro assistenza in pochi mesi abbiamo ottenuto degli ottimi risultati. Il programma, sull’ufficio tecnico ha avuto invece un impatto più soft sin dall’inizio, perché era più familiare».
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Luca Dal Bianco, completa la risposta. «In quest'azienda abbiamo sostituito il vecchio software passando al nuovo ed evoluto CAMBIUM nato già nel 2010. È un software totalmente diverso e pensato per quelle che sono le nuove esigenze. Dallo scorso anno per il mercato Italiano tutte le macchine Hundegger vengono equipaggiate con questo nuovo software».
In queste pagine alcuni dettagli della nuova K2i 1250 di Hundegger e in alto a destra Fausto Sabba che la racconta nel suo utilizzo quotidiano a Sonia Maritan e Ugo Campeotto.
Perché Hundegger ha creato il nuovo software? «La necessità di un nuovo software è nata sia per le nuove esigenze che ci pervenivano dalle aziende e dal mercato relative alle lavorazioni, ma anche da esigenze globali legate alla gestione della macchina stessa, per cercare di agevolare gli operatori macchina. Per esempio, oggi si visualizza in tridimensionale il lavoro da eseguire e all’occorrenza si ha la possibilità istantanea di modifica, ma CAMBIUM costituisce anche un mezzo per il progettista che consente il confronto diretto tra il progetto e la macchina.
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Di rilievo il fatto che questo nuovo programma dia, all'azienda che lo utilizza, la facoltà di poter personalizzare tante lavorazioni e comandare la macchina secondo le proprie esigenze. Inoltre con la nascita nel corso degli anni di nuove macchine Hundegger, CAMBIUM permette oggi di avere un gestionale per tutta la nostra vasta gamma. Sulla composizione invece della macchina, essendo la k2i, un Centro di Lavoro modulare che conta più di 150 accessori attrezzabili, abbiamo volutamente creato degli spazi per futuri sviluppi che consentiranno ampliamenti con aggregati o accessori, magari dettati da nuove esigenze di mercato dell’azienda».
MERCATO
A Luca Marconi, chiediamo cosa lo affascini del suo mestiere e dell’eredità che suo padre gli ha lasciato. «Bella domanda! Sicuramente la materia prima è affascinante e fondamentale, se fosse stata plastica o ferro forse non mi avrebbe affascinato così, anche perché con il legno ci si può fare di tutto: dal pavimento al tetto».
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Zone nelle quali ci stiamo espandendo molto bene. Abbiamo, inoltre, clienti che lavorano anche in Toscana e nel nord del Lazio». Questo, riguardo il target del legno strutturale? «Sì, i tetti e le case a telaio coprono la stragrande maggioranza delle nostre commesse. Con l’X-Lam ci siamo proposti in un secondo momento, e iniziamo ad avere qualche richiesta». I pavimenti per esterno invece come vengono distribuiti? «Attraverso internet abbiamo numerose richieste, come prodotto finito, da tutta Italia, e qualche fornitura ci viene ordinata anche dall’estero». Oltre al legno, ho visto esposto anche il W.P.C., si tratta di un materiale composito? «Sì, è composto da circa 60% di legno di Bambù, 35% di plastica e 5% di additivi». Riguardo il mercato, qual è il vostro raggio d’azione? «Il nostro modo di lavorare ci sta premiando anche in altre regioni come Marche, Umbria e Abruzzo.
Nella fotografia sopra, Sonia Maritan fra Luca Dal Bianco e Ugo Campeotto. Sotto Pietro Ferrari parla con Angelo Brigliadori e Luca Marconi, ritratto nella pagina di destra all'interno del suo ufficio con Luca Dal Bianco.
Con quale marchio viene venduto il decking? «Il legno massello con il marchio “La Legnami”, invece il W.P.C. con il marchio Legnotec, che abbiamo creato circa 10 anni fa».
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Il decking rispetto al legno strutturale quanto incide sul vostro fatturato? «Si tratta di una piccola parte, oggi circa un 10% del fatturato».
LA K2I 1250
Quando ci troviamo davanti alla K2i 1250 con l’aggregato robot è Ugo Campeotto a spiegarci i particolari caratteristici dell’impianto. «Trattandosi di una macchina modulare (o a stazioni), a seconda dell'aggregato che si vuole aggiungere nella composizione della macchina, aggregato che può essere una lama, una mortasa, un trapano, un fresatore o altro, bisogna che ci sia lo spazio disponibile nella struttura. Grazie a questa modularità la K2i si adatta alle necessità dell’azienda e agli sviluppi futuri diventando ancora più efficiente e produttiva. Nella fase di composizione della K2, noi consigliamo sempre il cliente di lasciare (o meglio acquistare) uno spazio vuoto nella struttura, poiché, essendo la macchina, un investimento a lungo termine, è meglio avere la certezza di essere in grado di aggiungere un aggregato che nell’immediato non risulta utile alle lavorazioni, ma che può essere necessario in lavorazioni future, aumentando così la capacità produttiva della macchina. La composizione di questa K2i comincia come una macchina tradizionale; il primo aggregato è la lama universale di 800 mm di diametro con capacità di tagliare un pezzo di 300 mm di spessore; poi c’è la fresa universale a due uscite, e a seguire c'è uno spazio vuoto per il motivo che abbiamo appena spiegato. È anche importante sottolineare che questi spazi hanno una propria logica e non sono messi a caso. Dopo lo spazio vuoto ci sono un trapano e una fresa posizionati in verticale che lavorano il pezzo da sotto; anche in questa posizione, grazie alla struttura multipla chiamata combi, si potrà in futuro aumentare il numero di trapani e frese. E non solo! Si potrà addirittura installare una fresa verticale che lavora il pezzo da sopra in corrispondenza della fresa verticale da sotto, dando così la possibilità di fare lavorazioni simultanee (esempio le code di rondine nei colmi). Di seguito poi abbiamo il nuovo aggregato novità della K2i che permette di fare praticamente tutte le lavorazioni: si tratta dell’aggregato Robot a sei assi che può lavorare il pezzo sui sei lati. Il Robot, a seconda della lavorazione richiesta, prende in automatico l’utensile necessario dal magazzino portautensili posizionato a lato. Questo magazzino portautensili può ricevere fino a 16 utensili diversi; potete quindi immaginare la diversità e versatilità di lavorazioni possibili. Infine,
c'è la mortasa e il trapano posizionati in orizzontale, poi lo spintore e i rulli di uscita della macchina. Recentemente, La Legnami ha acquistato un’altra mortasa che sarà utilizzata con l’aggregato Robot. Si tratta di un utensile che permetterà di fare degli intagli e delle lavorazioni particolari che con la mortasa in orizzontale è impossibile eseguire». La nostra giornata in Romagna non può che terminare davanti a un piatto di tagliatelle con il ragù, durante il pranzo continuiamo a discorrere di questa realtà imprenditoriale esemplare nella produzione di solai, tetti e pareti per costruire case in legno e nella risposta a ogni esigenza del cliente, anche “eccentrica”, come quella di un cliente che richiedeva misure diverse a La Legnami, perché il suo sistema di posa aveva prerogative del tutto particolari: a suon di martellate faceva combaciare le code di rondine in modo da creare collegamenti collimanti che non richiedessero all’incastro fra le parti alcun altro apporto aggiuntivo, normalmente finalizzato a una maggior connessione del giunto.
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di Pietro Ferrari
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Flessibilità ed efficienza produttiva FAL, punto di riferimento del settore, inserisce nel suo parco macchine un nuovo centro di lavoro Routech Oikos.
Sotto: Lavorazioni heavy-duty. A destra: Il magazzino delle travi.
A Lavis, alle porte di Trento, ha sede la FAL, acronimo di Fabbrica Avvolgibili Lavis, ma ormai la specializzazione a cui fa riferimento questo acronimo è superata dall’attività di lavorazioni di travi lamellari e di pareti X-Lam. Sono stati Ezio Brugnera e Guglielmo Chistè a fondare nell’ormai lontano 1962 un’attività prima commerciale e poi di produzione di avvolgibili in legno. Nel 1979 l’attività della FAL si completa con la costruzione di travi lamellari in legno. Abbandonata negli anni successivi la produzione di avvolgibili a causa della insostenibile concorrenza del prodotto in PVC, la FAL comincia a sviluppare la produzione di tavole prismate in perlinato per pavimenti e rivestimenti, la lavorazio-
ne di travature per i tetti, la piallatura di tavole per l’edilizia e il trattamento di legname lavorato, senza però abbandonare l’importante attività di commercializzazione. All’inizio degli anni Novanta subentra in azienda Alessandro Chistè e inizia un percorso di investimento e aggiornamento tecnologico che prosegue ancora oggi.
IL CENTRO DI LAVORO OIKOS
È proprio per vedere il centro di lavoro Routech Oikos entrato recentemente in funzione che ci siamo recati a Lavis, dove ci ha fatto gli onori di casa Alessandro Fondriest, responsabile gestioni
COLLOQUIUM _FAL_SCM GROUP
generali, e, c’è stato un breve ma graditissimo passaggio di Alessandro Chistè, socio amministratore e responsabile tecnico. Erano con noi, per Scm Group, Tommaso Martini, business unit manager dei Centri di lavoro per la carpenteria, e Paolo Forza, product area manager del settore. Chiediamo un commento a Tommaso Martini sulla situazione del mercato delle costruzioni in legno che segna un generale trend positivo e che ha visto le aziende più dinamiche e meglio posizionate trarre sicuri vantaggi che si sono tradotti in una maggior propensione all’investimento in tecnologie. “Lo situazione attuale del mercato - ci conferma Martini - è di forte crescita, soprattutto per quello che riguarda le strutture in X-Lam. Le aziende del settore chiedono soluzioni ad alto contenuto di tecnologia che siano in grado di conciliare la precisione con la flessibilità, perché in fase di progettazione non si hanno quasi più limiti e le macchine devono rispondere a questa richiesta”. Conferma anche Alessandro Fondriest, responsabile gestionale di FAL: “Stiamo uscendo dalle costruzioni tradizionali per seguire un mercato dove convivono esigenze diverse: la sfida è quella di convin-
ROUTECH OIKOS AT FAL At Lavis, at the gates of Trento, is located FAL. Ezio Brugnera and Guglielmo Chistè founded in 1962 a commercial activity and then made wooden roller blinds. In 1979 the activity of FAL was completed with the construction of wooden lamellar houses. Abandoned in the following years the production of roller shutter due to the unsustainable competition of PVC and wooden houses, which were still premature for the Italian market, FAL begins to develop the production of floor boards for flooring and coatings, machining roof trusses, planing boards for the construction and treatment of lumber, but without abandoning the important trade activity. In the early 1990s, Alessandro Chistè entered the company and started an investment and technological upgrade course that continues today. The first Oikos machine that has entered FAL is a center for the processing of walls and beams up to 1250 millimeters, it is a flexible machine equipped with an operator group with tool change that allows to work, thanks to its geometry, on all parts of the piece without the need for overturning. This allows you to obtain further precision in machining. The movement of the beam allows for the centering of the workpiece, which in turn ensures greater precision: there are clamps
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cere il cliente finale a scegliere il legno per le costruzioni, per le sopraelevazioni e per gli ampiamenti. I tragici eventi del terremoto nel centro Italia hanno creato maggiore attenzione, interesse e consapevolezza sulle potenzialità del settore. Confermo che le esigenze diventano sempre più complesse, anche dal punto di vista estetico. Il cliente finale chiede un tetto a vista all'interno di una soprelevazione che sia elegante e ben rifinito come un componente d'arredo. Il macchinario finisce per sostituire la manualità di un carpentiere e garantire questo risultato”. “A questo proposito - ribadisce Tommaso Martini sono importanti le fasi di movimentazione delle travi, che assicurano massima cura ed evitano
Nel cuore del centro di lavoro.
qualsiasi danneggiamento. Anche le strategie di lavorazione sono importanti: disporre di un mandrino in grado di gestire i diversi utensili in termini di regime di rotazione e strategie e quindi ottenere la massima qualità di finitura”. “Questo è il primo centro di lavoro Routech Oikos, entrato in FAL per la lavorazione di pareti e di travi fino a 1250 millimetri, - spiega Paolo Forza - flessibile, dotato di un gruppo operatore con cambio utensile che permette di lavorare, grazie alla sua geometria, tutte le parti del pezzo senza necessità di ribaltamento della stessa trave. Questo consente di ottenere un’ulteriore precisione nella lavorazione. I sistemi di trasporto e di riferimento della trave si basano sul concetto di cen-
COLLOQUIUM _FAL_SCM GROUP that move the beam and the reference systems that give it the right line. It is a flexible machine that, thanks to the aggregates that can be used, manages any workmanship - all thanks to BTL standard software, a common standard that can then take data from any standard of presentation, quickly transforms the design of the home into what is a machine program. This applies both to the beams and to the walls. " It should be emphasized that were defined the ways we call nesting and, therefore, from a single panel we can obtain various forms then usable individually: our machine is a real work center to which they are applied the same principles of the Scm work centers. This experience has been transferred to a different field of wood construction: of course, certain features such as strength and working capacity have been increased.
traggio della trave e questo consente a sua volta di avere una maggiore precisione. È una macchina flessibile che, grazie agli aggregati che possono essere utilizzati, riesce a gestire qualsiasi lavorazione: il tutto gestito dal nostro software "basato" sullo standard btl, uno standard comune che, dunque, riesce a prendere i dati da qualsiasi standard di presentazione, in teoria trasforma in modo rapido il progetto della casa in quello che è un programma macchina. Questo vale sia per la travi sia per le pareti”. Ribadisce Tommaso Martini: “Altro aspetto di gran valore del centro di lavoro Routech sono le lavorazioni nesting, che da un singolo pannello permettono di ottenere varie forme utilizzabili poi singolarmente”. Alessandro Chistè che ci raggiunge, prendendo cortesemente un po’ di tempo per noi, ci dice: “Quello che noi abbiamo apprezzato è la precisione, la flessibilità e la versatilità. Importante anche la vicinanza in termini di servizio e di risoluzione dei
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Accanto alla macchina, Tommaso Martini, Paolo Forza, Alessandro Chistè e Jablan Rajic.
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problemi che possono verificarsi, in altre parole la collaborazione tra azienda e cliente”. Paolo Forza ci dà qualche dettaglio in più su come è nata la collaborazione tra FAL e SCM: “In FAL avevano bisogno di una macchina flessibile e performante: abbiamo avuto modo di visionarla in Routech e da qualche cliente che già la utilizzava, a riprova del fatto che il mercato sta cambiando e chiede macchine sempre più flessibili con prestazioni elevate e con un rapporto qualità/prezzo competitivo. Le prove sono state più che soddisfacenti e oggi in FAL lavoriamo con tecnologia italiana, espressione di un grande gruppo che non ha nulla da invidiare ai concorrenti tedeschi”. “Non a caso - aggiunge Tommaso Martini - ci stiamo muovendo con determinazione sui mercati internazionali: il mercato, infatti, sta crescendo in
tutto il mondo, non solo nelle aree di riferimento mitteleuropee. Le potenzialità del centro di lavoro Oikos sono molte e tutte da scoprire, attraverso un’implementazione sempre maggiore del software”. “In questo senso - replica Forza - stiamo lavorando con molto impegno, avendo per di più preso in forza un carpentiere che si confronta con il mondo del software con tutta la competenza di un addetto ai lavori, in grado di dare ulteriore concretezza al software a bordo macchina”. “Oggi è importante - conclude Alessandro Chistè - tener conto di una modellistica sempre più complessa e di un crescente abbinamento tra legno, metallo e altri materiali. E i centri di lavoro Routech ci permettono di soddisfare in modo ottimale ogni nuova richiesta”.
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Canada: alla scoperta di chi è arrivato per primo Il diario di viaggio di Andrea Zenari – laureato in Scienze Forestali e Ambientali – questa volta ci porta nel mondo del legno strutturale in Canada, il suo lungo percorso nel legno, dalla materia prima al costruito, lo rende protagonista di diverse testate di Web and Magazine, da “Il Legno” a “Struttura Legno”, e fra le sue innumerevoli esperienze sul campo, qui ci racconta il “suo Canada” che rende protagoniste le standard home e con esse una valorizzazione del bosco che costituirà l’insegnamento più prezioso nei suoi successivi vent’anni di attività.
In queste due pagine: la casa realizzata con il sistema standard-home. La Casa realizzata con il sistema blockbau in Ontario in alto a destra. Il gruppo di turisti durante il viaggio studio 2017 nel mondo del legno in Canada, qui in visita al Chateau di Montebello un castello in loghome costruito nel 1920. Il Trasportatore di tronchi di latifoglia sui Mont Trenblant (Quebec) in basso nella pagina di destra.
IL VIAGGIO DEL 1998 Diciannove anni fa, ero studente e lavoravo qua e là durante l'estate, e proprio l'estate del 1998 ho lavorato a bottega dal compianto Ettore, un falegname di origine altoatesina che abitava nel mio paese. Con quei pochi soldi che sono riuscito a racimola-
re ho comprato un biglietto per Toronto e mi sono fatto dare da un mio concittadino l'indirizzo di suo fratello che da anni lavorava come carpentiere vicino a Ottawa. Partito alla cieca, un obiettivo però lo avevo: era quello di andare in Nord America a imparare a costruire le case di legno. Loro in Canada le chiamano “standard home” per
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differenziarle dalle “log cabin” e dalle “timberframe”. Le standard home, mi spiegava Renzo Fracasso, della San-Ren home Ltd di Richmond un paesino che in quegli anni era alla periferia di Ottawa e che ora è parte del tessuto urbano della capitale canadese, sono case già standardizzate negli elementi costruttivi e nelle dimensioni delle stanze da parte del Ministero della casa (The Home Ministery) e che qui da decenni, i pezzi per costruire le case, si comprano tutti ai vari Home-Depot e Reno-Depot etc. Nei megastore della casa si trovano inoltre porte e finestre e ogni tipo di finitura. La
casa, qui in Canada, viene sempre venduta finita con gran parte dei mobili. Le standard home non sono standard nell'architettura, anche se seguono tutte delle architetture simili, ma sono standard nel sistema costruttivo: nel passo delle colonne/pilastri, negli spessori delle pareti e nella tipologia di tetto che è sempre composto da capriate reticolari assemblate con piastre chiodate e poste a un interasse di circa 27 cm (equivalente a un piede nell'unità di misura anglosassone). Gli elementi sono sempre di legno massiccio, nello spessore di due pollici poi piallato e della larghezza che va normalmente dai 4 agli 8 o 10 pollici, sempre misurati al grezzo e poi piallati. Anche le altezze sono standardizzate e anche queste sono misurate per multipli dei piedi. L'assemblaggio dei telai avviene esclusivamente in cantiere con l'ausilio di pistole spara chiodi e staffe mentre per il controventamento si usano solo pannelli OSB. Questa è la prima fotografia del Canada che associo, dopo, quasi vent'anni, allo sfondo rosso e giallo degli alberi durante la stagione e dell'”indian
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Nelle foto in alto: il carpentiere Amish realizza case con il Pioppo locale. In alto a destra, il gruppo di turisti durante il viaggio studio 2017 nel mondo del legno in Canada, qui ospiti della Hunting Farm di Dennis. A destra: il boscaiolo italiano alle prese con l'abbattimento di un Picea balsamea nella Meadow Timber school in Ontario.
summer” e che ogni giorno che passa, regala un paesaggio sempre più bello. Da quella prima esperienza canadese ho poi sviluppato un modello costruttivo che impiegava sempre gli stessi elementi strutturali, ma con un controventamento realizzato con perline da 34 mm poste a 45 gradi e ortogonali tra di esse nei due diversi strati. Con questo sistema costruttivo ho potuto realizzato alcuni edifici, più per passione che per professione, e tra questi c'è anche la casa nella quale vivo da oltre 10 anni.
A destra: i profili di Abete balsamico per la realizzazione di una blochause, realizzati dalla RFQ (recuperation forestal Quebec).
L’INSEGNAMENTO DI QUEL VIAGGIO Nel frattempo ho avuto modo di conoscere a fondo la realtà italiana, sia dal punto di vista della disponibilità forestale sia dal punto di vista dell'industria della trasformazione del legno, che in giro per l'Italia anche se in modo differente e discontinuo, lavora i tronchi di provenienza perlopiù locale e talvolta anche straniera per la realizzazione di segati impiegati nell’imballaggio, nell’edilizia e in pochi casi anche nella falegnameria. Mettendo assieme il modo di costruire le standard home e le segherie italiane, ho capito che tra tutto questo, che è stato alla base del mondo moderno, vi si poteva porre il mondo del legno locale. Quello che rappresenta il frutto della lavorazione delle
piccole imprese, con la sapiente manualità che da sempre ha contraddistinto l'uomo e che le macchine moderne non sono in grado di fare: il mondo del legno che "parla". Questo “nuovo” mondo, che in realtà non è poi così nuovo perché è legato all'operatività del passato, è connesso al modo di lavorare il legno su misura, di lavorare il legno locale, di lavorare il legno di un albero impiantato ancora dal nonno nel giardino che è ricordo della nostra infanzia. Insomma la realizzazione di un manufatto con il legno che ha una storia da raccontare: è la capacità di dar valore a ogni albero! Nei successivi viaggi in Canada, svolti in questi ultimi anni, ho scoperto che la filosofia dell'impiego del legno locale è una realtà molto diffusa in tutto il Nord America e anche in tutto il nord Europa. La spinta fondamentale è legata alla disponibilità di materia prima gratuita, legno che può essere di latifoglie pregiate ma anche di conifere da usare nelle costruzioni. Ma un'altra buona ragione è legata a una miriade di segherie mobili o portatili diffuse nei suddetti territori. Questi sono macchinari che, come già descritto in articoli precedentemente pubblicati su “Il Legno” edito dalla stessa Casa editrice, hanno costi che vanno delle poche centinaia di euro fino a qualche decina di migliaia per quelle di grandissima dimensione. Nel Nord America, oltre ad essere diffuse queste
macchine, ci sono anche parecchi produttori e stando alle loro informazioni si parla di una produzione annua di circa 10.000 pezzi. Quantitativi di macchine che sono in continua crescita e che sono di buon auspicio per la lavorazione del legno direttamente sul letto di caduta, per la sua valorizzazione o come lo chiama una ditta del Quebec: "recuperation forestal" (legno di recupero in foresta); con il quale realizza edifici nel sistema costruttivo blockbau sempre con l'ausilio di una segheria mobile. Durante le mie ricerche, con l'aiuto dei media moderni, ho conosciuto Duan Schison, un collega canadese con la segheria mobile che vive in bosco e del bosco. Mi vien quasi da dire che in Nord America si sta vivendo il ritorno al passato ma si tratta di un “ritorno al futuro” dove per motivi economici ed ecologici si è tornati a lavorare il legno del posto come una volta. Sulla scia del motto di Carlin Petrini: “Siamo tutti contadini del bosco”.
Sopra, il logo della ditta Recuperation Forestal Quebec. A sinistra: la Segheriamobile per tronchi di grandissime dimensioni: può arrivare anche a 1,5 metri di diametro ed è prodotta dalla Hudson. Nella foto sotto: Il gruppo di turisti durante il viaggio studio 2017nel mondo del legno in Canada, qui ospiti della Woodlandmills. Nella in basso: il signor Duan, titolare della Meadow Timber Scgool.
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Il legno asciato, ideale per realizzazioni tradizionali e moderne
La società Dufter si distingue per la passione per la carpenteria e per la costruzione di macchine ideali per carpentieri e falegnami. Il successo dei fratelli Dufter inizia con una doppia passione quella per la carpenteria e nella costruzione meccanica. Oggi l'azienda consegna legno asciato dalle foreste delle montagne bavaresi, e non lavora solo nelle zone periferiche ma esporta anche nei paesi alpini limitrofi, fino ad arrivare in Francia, oltre che nella regione del legno della Foresta Bavarese e in Repubblica Ceca. Il legno asciato non significa legna da ardere, ma definisce un trattamento superficiale speciale che conferisce a ogni trave e a ogni tavola un tocco individuale e culturale. Le tavole e le travi di Inzell vengono impiegati nell'architettura degli edifici storici, nella gastronomia,
nei rifugi, nelle costruzioni di saune ma anche nell’ambiente privato e nella protezione del matrimonio culturale, nonché nella costruzione di nuove case e rivestimenti di pareti tipo Blockhaus.
UNA STORIA AFFASCINANTE
La prima pietra per l'azienda dei fratelli Dufter è stata posata dal padre degli attuali titolari, un carpentiere dipendente che nel tempo libero si trasformava in un costruttore appassionato di meccanica. Dopo la costruzione di un trattore per la sua piccola azienda agricola famigliare, ha realizzato una fresa per la preparazione di piste ghiacciate naturali, nella località di sport invernali di Inzell.
L'entusiasmo per il legno e l'ingegneria meccanica ha contagiato i suoi figli. Franz e Hubert sono diventati carpentieri mentre Stephan è diventato un costruttore di macchine. I tre fratelli nel 1992 hanno fondato una società di carpenteria inizialmente nella proprietà dei loro genitori, ma che dopo la fondazione della società ebbe successo e ottenne il monopolio sul mercato. Stephan aveva costruito una prima macchina per asciare il legno, realizzata con molte parti recuperate da rottami e con due motori, per la lavorazione di travi e tavole in legno tali da sembrare lavorate a mano con ascia sul tronco da un carpentiere. Le prime esperienze con la tecnica manuale era stata fatta dal fratello maggiore Hubert come carpentiere. Una manciata di carpentieri, negli anni Ottanta a Inzell, ha lavorato a mano il legname consegnato in particolare nella Svizzera, dove è stato installato in rifugi alpini, locande e ristoranti. “Si dovrebbe riuscire a riprodurre la stessa lavorazione di qualità con una macchina , però molto più razionalmente”. Era il pensiero iniziale dei tre fratelli relativamente ai loro obiettivi tecnologici. Per svi-
luppare pienamente il loro progetto furono necessari un paio d’anni. L'attuale impianto paragonato alla prima macchina ha fatto un’enorme salto di qualità. Oltre 25 motori sono integrati per movimentare i coltelli di lavorazione e Il comando è eseguito tramite CNC.
PROGETTI AMBIZIOSI
Prossimamente sarà operativo un secondo impianto e verrà realizzato, entro l’anno, un capannone di 1.600 m2 per lo stoccaggio della produzione, allo scopo di fornire velocemente piccole e grandi commesse. Da molto tempo l'azienda è uscita dal fienile di pro-
In queste pagine e in quelle successive, alcuni elementi e diverse realizzazioni in legno asciato, un 0trattamento superficiale speciale che conferisce a ogni trave e a ogni tavola un tocco particolare e unico: il segno distintivo della famiglia Dufter.
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prietà dei genitori, trasferendosi in un nuovo edificio nella zona industriale sulla via Traunsteiner. Nel frattempo circa venti dipendenti della società, si dedicano quasi esclusivamente all’asciatura di travi e tavole. “La carpenteria è da qualche anno tenuta in vita solo per amore della formazione degli apprendisti” dice Franz Dufter. “E non vogliamo fare concorrenza ai nostri clienti”. I clienti sono principalmente i carpentieri, oltre ai falegnami e i commercianti di legname, ma anche i centri di taglio, gli architetti, i costruttori e i privati fanno parte della clientela. Inoltre tutti apprezzano che con l’azienda Dufter si possa interloquire con dei professionisti preparati.
UN PERCORSO LINEARE
In una prima fase è stato principalmente il passaparola a far crescere la giovane azienda negli agli anni Novanta, ora a incrementare il marrketing sono le fiere più importanti del settore, come la BAU, Bauen und Wohnen, Costruire e Living, ecc Fisse nel programma sono inoltre la internazionale Handwerksmesse in primavera e la Heim+Handwerker Messe in autunno a Riem, più le principali fiere del settore carpenteria in Germania e in Alto Adige. Nel frattempo intorno alle prime tavole e travi asciate, l'azienda ha sviluppato una vasta gamma di prodotti. Con l'aiuto di camere a vapore e la successiva essiccazione del legno fresco proveniente dalle segherie, si è potuto antichizzare le tavole senza l’impiego di colore e la necessità di impregnazione. Travi per strutture in legno possono essere lavorate
nella “Hack-Anlage” prima e dopo il taglio e ottenere l’aspetto desiderato. Anche lo stile dell’asciato è variabile - più o meno rustico. “Noi lo realizziamo in base al gusto e desiderio del cliente” dice Franz Dufter. “Fra i clienti non abbiamo solo gli agricoltori del bosco che portano il proprio legno a farselo lavorare per le loro costruzioni ma arrivano anche personaggi famosi dal territorio nazionale e dall’estero. Così è stato impiegato del legno asciato da Inzell in un allevamento di cavalli di Dieter Mateschitz, in un immobile austriaco del famoso sciatore Marcel Hirscher, ma anche su una tenuta ospizio per animali in Germania. Oltre al legno massiccio, si possano avere anche pannelli a tre strati, travi lamellari e bilam sempre asciati, per rivestimenti a vista tipo Blockhaus e come rivestimento di muri in laterizio o di case in legno con struttura a telaio. Per molti clienti non conta solo il vantaggio del prezzo ma anche l’elevata stabilità rispetto alla struttura massiccia Blockhaus” dice Franz Dufter. I profili per le grondaie in legno, completano la gamma dei prodotti. Si utilizza principalmente l’abete rosso e il larice dai boschi di montagna, ma anche il rovere e il cirmolo, vengono lavorati. Il cirmolo è molto amato nelle camere da letto, perché risulta da attuali studi avere un effetto calmante proveniente dai suoi olii eterici.
GEHACKTES HOLZ IDEAL FÜR TRADIZIONELLE UND MODERNE BAUVORHABEN
Das Unternehmen Dufter profiliert sich mit Leidenschaft für Zimmerei und Maschinenbau - Partner für Zimmerer und Schreiner. Der Erfolg der Gebrüder Dufter beginnt mit einer doppelten Leidenschaft - für Zimmerei und Maschinenbau. Heute liefert das Unternehmen gehacktes Holz aus dem Bayrischen Bergwald nicht nur in das weitere Umland, sondern exportiert auch in den benachbarten Alpenländer bis nach Frankreich, aber auch in die Holzregionen Bayerwald und nach Tschechien Gehacktes Holz steht nicht für Brennholz, sondern für eine ganz spezielle Oberflächenbehandlung, die jedem Balken und jedem Brett ein individuelles und historisches Flair verleiht. Die Bohlen und Balken aus Inzell kommen in der Architektur historischer Bauten zum Einsatz, in der Gastronomie, in Skihütten, aber auch im Privaten Bereich, im Denkmalschutz und im Bau von Saunen ebenso wie im Neubau von Häusern und als Holzblock-Schalung. Eine faszinierende Geschichte Den Grundstein für das Unternehmen der Gebrüder Dufter legte wohl ihr Vater. Der war angestellter Zimmerer und leidenschaftlicher Maschinenbauer im Nebengewerbe. Er baute sich einen eigenen Traktor für die kleine Landwirtschaft der Familie, konstruierte eine Eisfräse für die Aufbereitung von Natureisbahnen im Wintersport-Ort Inzell. Die Begeisterung für Holz und Maschinenbau gab er an seine Söhne weiter. Franz und Hubert lernten Zimmerer, Stephan ist Maschinenbauer. 1992 gründeten die drei Brüder, zunächst noch auf dem elterlichen Anwesen, den Zimmereibetrieb, und nach der Firmengründung hatten sie schnell eine Alleinstellung . Stephan hatte eine erste Hack-Maschine gebaut, mit vielen Teilen vom Schrotthändler und mit zwei Motoren, um die Balken und Holzbohlen so zu behandeln, dass sie nachher aussehen, als wären sie mit einem Zimmermannsbeil aus einem Stamm herausgehackt worden. Erste Erfahrungen mit der manuellen Technik hatte bereits der ältere Bruder Hubert als Zimmerer gesammelt. Eine Hand voll Zimmerer bearbeitete in den 80er Jahren in Inzell per Hand die Hölzer um sie vor allem in der Schweiz zu liefern, wo sie in Skihütten, Gasthöfen und Restaurants verbaut wurden. Das müsste maschinell in gleicher Qulität, aber viel rationeller zu leisten sein." war die Ausgangsüberlegung der drei Brüder für die eigene Technik. Bis das Verfahren ausgereift war, vergingen noch ein paar Jahre. Die aktuelle Anlage jedoch ist der ersten Maschiene einen Quantensprung überlegen. Über 25 Motoren sind integriert, um die Hack-Klingen zu bewegen. Die Steuerung läuft über CNC. Ehrgeizige Projekte In Kürze wird außerdem die zweite Anlage installiert, zudem wird eine weitere Halle mit einer Fläche von 1600 Quadratmetern bis zum Jahresende fertig gestellt, um mehr Holz vorrätig zu halten, um schneller liefern zu können, und um größere Aufträge abzarbeiten. Längst ist das Unternehmen aus dem Stadel am elterlichen Anwesen in einen Neubau im Gewerbegebiet an der Traunsteiner Straße umgezogen. Mittlerweile konzentrieren sich die rund 20 Mitarbeiter im Unternehmen fast ausschließlich ums Bearbeiten der Bretter und Balken. “Die Zimmerei läuft seit einigen Jahren nur noch der Lehrlingsausbildung zu Liebe", sagt Franz Dufter. „Wir wollen außerdem nicht unseren Kunden Konkurrenz machen".Denn vor allem Zimmerer, Schreiner und Holzhändler, aber auch Hobelwerke, Architekten und private Bauherrn
zählen zu den Kunden. Die aber wissen es alle zu schätzen, dass sie im Unternehmen Dufter ausgebildete Fachleute als Ansprechpartner haben. Eine geradlinige Strecke War es zunächst vor allem die Mundpropaganda., über die das junge Unternehmen in den 90er Jahren weiterempfohlen wurde, so zählen jetzt die wichtigsten Fachmessen zu den Eckpfeilern im Marketing. Fest im Programm sind außerdem die Internationale Handwerksmesse im Frühjahr und die Heim+Handwerker messe im Herbst in Riem, dazu Fachmessen für Zimmerer in ganz Deutschland und in Südtirol. Um die ersten gehackten Bohlen und Balken herum hat das Unternehmen inzwischen ein breites Angebot entwickelt. Mit Hilfe von Dämpfkammern und anschließender Trocknung kann neues Holz aus dem Sägewerk auf antik getrimmt werden, ohne Farbzusatz und Imprägniermittel. Balken Für Holzkonstruktionen können vor und nach dem Abbund in der Hack-Anlage bearbeitet werden, und das gewünschte Aussehen erhalten.Auch der Stil des Hackens ist variabel – rustikal oder feiner. "Wir richten uns da ganz nach dem Wunsch der Auftraggeber" sagtFranz Dufter. Zu den Kunden zählen nicht nur Waldbauern, die Ihr eigenes Holz für ein Bauvorhaben anliefern und gestalten lassen, sondern auch Prominente aus dem In- und Ausland. So wurde gehacktes Holz aus Inzell auf einem Gestüt von Dieter Mateschitz verarbeitet, in einem Anwesen von Österreichs Ski-Ass Marcel Hirscher, aber auch auf einem deutschen Gnadenhof für Tiere. Außer den massiven Hölzern gibt es auch gehackte Schichtholzplatten, Balken aus verleimten Bohlen, um Gewicht zu sparen, und Schalungshälzer in Blockhaus-Optik, um entweder Ziegelmauern oder Holzständerhäuser zu verkleiden. Für viele Kunden zähle hier nicht nur ein Preisvorteil , sondern auch eine höhere Formstabilität dieser Hölzer im Vergleich zu massiven Holzblockbauten , sagt Franz Dufter. Dachrinnen-Profile aus Holz ergänzen das Produktspektrum. Zum Einsatz kommt vor allem Fichten- und Lärchenholz aus den Bergwäldern, aber auch Eiche und Zirbe werden verarbeitet. Zirbenholz ist vor allem für Schlafzimmer beliebt, weil es laut aktuellen Studien durch seine ätherischen Öle beruhigend wirkt.
Gebr. Dufter Lavorazione del legno Traunsteinerstraße 81 D-83334 Inzell Tel.: +49 (0)8665/ 92 75 260 Tel.: +39 335/ 70 44 559 Email: kontakt@dufter-rustikale-holzbearbeitung.de www.dufter-rustikale-holzbearbeitung.de
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Lo charme di Le Mondial du Bâtiment
Evento internazionale di riferimento del settore dell'edilizia e delle costruzioni, Le Mondial du Bâtiment si terrà dal 6 al 10 novembre 2017 presso il Quartiere delle Esposizioni di Paris Nord Villepinte, a Parigi, in Francia. Ogni due anni, i saloni Interclima + ELECHB, IDÉOBAIN e BATIMAT presentano materiali e soluzioni per gli edifici di oggi e del futuro. In un contesto di mercato favorevole, ma segnato da profondi cambiamenti, l’edizione 2017 di Le Mondial du Bâtiment ha l’ambizione di affiancare gli operatori nella ripresa del mercato consentendo loro di decodificare le nuove sfide della costruzione e scoprire le soluzioni per apportare elementi concreti di risposta. Dopo un 2016 migliore del previsto, il settore delle costruzioni in Francia prevede nel 2017 una crescita del +3,4% in volume. L'edilizia sembra inserirsi in una nuova fase positiva del ciclo economico, principalmente grazie all'accelerazione del mercato delle costruzioni nuove (+ 7%) nel comparto Residenziale e nel Terziario. Spinto da normative in costante evoluzione legate alla Transizione Energetica, i produttori del settore non hanno atteso la ripresa per impegnarsi in una dinamica d’innovazione che impone modifiche significative in tutte le fasi della costruzione. Dal modello digitale (BIM) allo sviluppo di nuovi materiali, l'edificio è concepito oggi in modo globale (Edificio a Energia Positiva, a Basso Impatto Ambientale...) e si adatta all’attualità del momento (IoT, Smart Grid ...) per fornire risposte agli utenti, sempre più alla ricerca di soluzioni sostenibili per vivere e abitare meglio. 3 SALONI PER AFFIANCARE GLI OPERATORI NELLA RIPRESA ECONOMICA La vocazione dell’edizione 2017 di Le Mondial du Bâtiment è di affiancare i decision maker, i consulenti e gli artigiani/installatori nella ripresa economica. Per questa ragione Le Mondial du Batiment, grazie ai saloni INTERCLIMA+ELECHB, IDÉOBAIN e BATIMAT, proporrà numerose novità attorno a 4 grandi assi che rispondono alle aspettative di visitatori dai diversi profili: 1. Capire i profondi cambiamenti del settore: - Una riorganizzazione dei padiglioni con 6 « universi» specifici e connessi in uno stesso luogo per scoprire in modo facile il più grande panorama di prodotti e di soluzioni.
- Un’informazione specializzata prima, durante e dopo i saloni per decodificare le tendenze di domani. Un blog ed e-newsletter mensili spiegheranno, per ogni salone, le tendenze e le evoluzioni delle Costruzioni. Saranno trattati 5 temi: Comfort & Energia nel Terziario; Bagno & Architettura del vivere; Costruzione & Ristrutturazione sostenibile; Edilizia del Futuro; Sguardo sull’Architettura. 2. Scoprire le soluzioni per i nuovi usi e le aspettative abitative - Gli Hubs des Solutions, posizionati all’entrata dei padiglioni e animati da esperti, presenteranno soluzioni assemblate per rispondere alle aspettative di progettisti, costruttori, operatori e utilizzatori. - Conferenze key note, organizzate in grandi cicli tematici, tratteranno i temi al centro delle preoc-
ANTICIPATIO_INTERCLIMA+ELECHB_IDÉOBAIN_BATIMAT cupazioni dei visitatori. Prenderanno la parola dei testimonial (committenti e grandi imprese edili). 3 Adottare le innovazioni e le tecnologie - Alcuni spazi "Live" con dimostrazioni dei prodotti innovativi premiati nell’ambito del Concorso dell’Innovazione e svelati in occasione di una cerimonia organizzata il 18 settembre 2017. - Le visite guidate forniranno informazioni ai visitatori su temi concreti grazie a una selezione di soluzioni, presentate da responsabili tecnici degli espositori. - Saranno proposti percorsi personalizzati per arrivare all’essenziale su temi specifici. 4. Fare business in Francia e oltre - I paesi francofoni saranno invitati speciali; sarà possibile incontrare i decision maker di 84 paesi e i rappresentanti di governo (incontri d’affari con tutti i detentori di progetti dei paesi francofoni, ciclo di conferenze …). - Il Club International sarà il luogo d’incontri e d’affari per tutti gli operatori che desiderano ottimizzare le relazioni d’affari all’export. Per Guillaume LOIZEAUD, Direttore di Le Mondial du Bâtiment, che ha presentato la conferenza stampa a Milano il 10 maggio, in un perfetto italiano afferma: «Nel 2017, i saloni INTERCLIMA+ELECHB, IDÉOBAIN e BATIMAT riuniranno ancora una volta l’offerta più completa al mondo in termini di soluzioni, innovazioni, dimostrazioni, conferenze nel settore delle costruzioni. Essi rappresenteranno un momento unico per tutti gli operatori che si incontreranno
in un ambiente conviviale per scoprire le soluzioni per rispondere alle nuove sfide della Costruzione. Voglio ringraziare tutti gli operatori della filiera che collaborano con noi per rendere questa edizione di Le Mondial du Bâtiment la festa della ripresa del settore».
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STRUTTURA LEGNO ISSN 2283-8651
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Rivista pubblicata esclusivamente online, uno strumento ancora più semplice e immediato il cui titolo che richiama, in lingua inglese, una corrente o un corso,già spiega che lavoreremo sull’immedia tezza dell’informazione.
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STRUTTURALEGNO giugno 2017
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STRUTTURALEGNO giugno 2017
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COLOPHON
strutturalegno
017 giugno 2017
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