023_StrutturaLegno_2018

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Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media

STRUTTURALEGNO ISSN 2283-8651

• Il sodalizio di Assolegno, CasaClima e ARCA • La tecnologia del modulo Biosphera Equilibrium • Il portato scientifico del Forum Holzbau a Lazise • Focus: colle e vernici, un settore in evoluzione • La mia seconda casa di legno è una blockhaus 023 DICEMBRE 2018

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strutturalegno

023 dicembre 2018

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SOMMARIO

064

DOMUS BIOSPHERA 3.0 di Sonia Maritan L’EDIFICIO PER RIGENERARE MENTE E CORPO

FOCUS COLLE E VERNICI ADLER di Sonia Maritan UNA FACCIATA DI LEGNO “NUOVA DI ZECCA” PER CHEF EXPRESS

068

QUAESTIONES ASSOLEGNO - CASACLIMA - ARCA di Pietro Ferrari PAROLE CHIARE SULLE COSTRUZIONI IN LEGNO

FOCUS COLLE E VERNICI COLORIFICIO FERONI a cura del Laboratorio del Colorificio Feroni LUNGA VITA AL LEGNO

072

FOCUS COLLE E VERNICI SHERWIN-WILLIAMS di Sonia Maritan NASCE IL NUOVO GRUPPO DI RICERCA DEDICATO ALL’INNOVAZIONE

076

FOCUS COLLE E VERNICI VINAVIL a cura del Laboratorio di R&S di Villadossola di Vinavil LIBRO “GLI ADESIVI NELL’INDUSTRIA DEL MOBILE”: UNO STRUMENTO INDISPENSABILE PER CHI IMPIEGA LE COLLE VINAVIL

081

FOCUS COLLE E VERNICI ZETAGÌ di Sonia Maritan TRATTAMENTI HOLZFREUND: VALORE ESTETICO E PROTEZIONE DEL LEGNO

084

TECHNICA WEINMANN di Pietro Ferrari IL FUTURO DELLA CARPENTERIA

086

COLLOQUIUM MORETTI - HUNDEGGER di Sonia Maritan “UN ROBOT PER L’INDUSTRIA 4.0”

CHRONICHAE SAIE BOLOGNA di Beatrice Guidi SAIE 2018 SI PRESENTA CON RISULTATI POSITIVI

088

COLLOQUIUM GRUPPO NULLI - SARMAX di Sonia Maritan LA QUALITÀ NELLA QUANTITÀ

ANTICIPATIO BAU MONACO DI BAVIERA di Beatrice Guidi I GRANDI TEMI DI BAU 2019

090

ANTICIPATIO LEGNO&EDILIZIA VERONA di Beatrice Guidi SOTTO IL SEGNO DEL LEGNO E DEL RISPARMIO ENERGETICO

092

INDIRIZZI UTILI

009

EDITORIALE di Sonia Maritan A SCUOLA DI LEGNO

011

012

014

strutturalegno

COLLECTIO BERNER di Sonia Maritan ESPERTI PER PASSIONE

018

SYMPOSIUM GQL di Davide Maria Giachino L’INCONTRO TRA PROGETTO E CANTIERE

022

OTIA ET NEGOTIA di Andrea Zenari LA MIA SECONDA CASA DI LEGNO

026

FORUM LEGNO EDILIZIA ITALIA di Pietro Ferrari SETTE ANNI DI CULTURA DEL LEGNO

036

040

046

COLLOQUIUM HOUSE&CO+ITALTETTI di Sonia Maritan FILO CONDUTTORE LIGNEO

050

PERITUS di Franco Laner FABBRO E CARPENTIERE

056

RESTITUTIO di Silvia Ientile, Franco Laner, Antonio Pantuso PROVA DI CARICO SU SOLAI DI LEGNO CON SOLETTA COLLABORANTE


Siate ambiziosi

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A scuola di legno Sul territorio nazionale sono numerosi i segnali positivi che guardano all’esigenza di fare cultura nel settore del legno strutturale. Recente la nascita del nuovo Polo Formativo del Legno Arredo a Lentate sul Seveso che promuove un progetto mirato alla formazione di una nuova generazione di artigiani e professionisti 4.0 in base alle esigenze delle imprese del settore, con un laboratorio di falegnameria, inaugurato lo scorso 8 novembre, dotato delle più aggiornate tecnologie. L’anno prossimo prende il via la formazione tecnica su tutto il territorio nazionale grazie al programma stilato dalla nuova piattaforma nazionale composta da Assolegno, CasaClima e ARCA, presentata ufficialmente lo scorso 13 novembre, che prevede un intenso calendario per educare all’edilizia sostenibile in legno. Un’iniziativa capillare che si affianca all’attività di altre piattaforme e associazioni che da anni contribuiscono alla cultura nel settore, intensificando l’alfabetizzazione di un comparto che, come emerge fra queste pagine, ha urgente necessità di innalzare il livello di competenza in cantiere. I poli accademici poi si moltiplicano, da quello storico di Trento, a Roma, Torino e quest’anno anche il corso di laurea a Firenze. Un impiego immediato nelle aziende del legno. Questo, ad esempio, è l’obiettivo a cui punta il corso di laurea “TEcnologie e trasforMAzioni avanzate per il settore LEGNO, arredo, edilizia” – (tema legno), che è partito all’Università di Firenze nell’anno accademico 2018-2019. Si tratta di una nuova tipologia di corso, definito professionalizzante, che ha la caratteristica di permettere un veloce inserimento nel mondo del lavoro, anche grazie a una importante attività di tirocinio pratico applicativo, a cui è dedicato tutto il terzo anno del corso di studio. Il corso, di cui è coordinatore Marco Fioravanti, ha debuttato con 50 posti disponibili. «L’Italia è il primo paese in Europa per numero d’imprese nel comparto legno-arredo con un fatturato complessivo che si attesta a poco più di 41 miliardi e che dà lavoro a oltre 321.000 persone – spiega Marco Fioravanti –. Accanto alla filiera dell’arredo e del made in Italy, che da sempre caratterizza il nostro Paese, si sta affermando sul mercato nazionale una nuova filiera nell’ambito dell’edilizia, quella delle costruzioni in legno. A Firenze c’è una tradizione importante di studi e ricerche che hanno al centro il legno e che ci ha messo in grado di realizzare questo nuovo percorso formativo». Il corso propone una formazione tecnica sulle materie prime, sul

EDITORIALE

legno e i prodotti derivati, sulle di Sonia Maritan macchine e i processi produttivi di trasformazione, considerato che www.webandmagazine.media l’Italia è fra le più specializzate a www.webandmagazine.com livello mondiale nel campo delle aziende produttrici di macchine per la lavorazione del legno e queste attrezzature, oggi molto avanstrutturalegno pagina 009 zate, richiedono quadri competenti. Il legno cresce, dunque, nella direzione giusta, quella che passa dall’insegnamento; quale migliore auspicio per l’anno che volge al termine che raccoglierne presto i frutti? E allora, fra gli impegni del 2019, la priorità dovrà essere data alla formazione e all’aggiornamento continuo di tutti gli operatori del settore, per dare valore alle costruzioni di legno. Non c’è altra strada, vorremmo sottolineare, mentre vi guidiamo fra le vie delle nostre città adorne di “strass” per augurarvi Buone Feste! Sonia Maritan fra Vigo Nulli (a sinistra) il fondatore dell’omonimo Gruppo e Nino Nulli (a destra).

Learning the ropes in wood sectors In Italy there are many positive initiatives answering the need to make culture in the structural wood sector. The birth of the new Training Center of Federlegno Arredo in Lentate sul Seveso promotes a project aimed at training a new generation of craftsmen and professionals 4.0 according to the needs of the companies in the sector, with a carpentry workshop, inaugurated last November, equipped by Smc Group with the latest technologies. Next year the technical training throughout the country, thanks to the program drawn up by the new national platform made by Assolegno, CasaClima and ARCA, officially presented last November 13, provides an intense calendar to educate sustainable timber construction. A capillary initiative that joins the activities of other platforms and associations that for years have contributed to the culture in the sector, intensifying the literacy of a sector that, as emerges from these pages, urgently needs to raise the level of competence in the sector.

The academic institutions then multiply, from the historical one of Trento, to Rome, Turin and this year also the degree course in Florence, allowing an immediate use in wood companies. This, for example, is the aim of the degree course "Advanced technologies and transformations”. This is a new type of course, so-called professional, which has the characteristic of allowing a quick insertion into the world of work, also thanks to an important practical practical training activity.


LIGNUM BIANCOLEGNO® Tutto un altro bianco ĉī epsSYfFfwSīN[FfOhīQ[īXhfQhīpSsībSītxpSs O[īb[YfSSī OZSīfSOStt[wFfhīQ[īxfFī f[wxsFī ĉī epsSYfFfwSīN[FfOhīQ[ī f[wxsFīpSsītxpSs O[īb[YfSSī fhfīStphtwSīQ[sSwwFeSfwSīFYb[īFYSfw[īFwehtXSs[O[

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DOMUS BIOSPHERA 3.0

L’edificio per rigenerare mente e corpo

www.biospheraproject.com di Sonia Maritan

strutturalegno pagina 011

Biosphera Equilibrium, installato in piazza Cesare Beccaria a Milano dall’11 al 14 Ottobre scorso, rappresenta la sfida più innovativa di Biosphera project, giunta alla sua terza fase, quella di un edificio costruito adottando alcune delle tecnologie più avanzate al mondo a oggi disponibili, secondo i principi indicati dalla Biofilia per generare il massimo benessere di chi lo abita. Biosphera Equilibrium è un edificio mobile, energicamente autonomo e flessibile dalle altissime prestazioni fisiche, energetiche, ambientali e biofiliche che è stato presentato il 10 ottobre a giornalisti e operatori specializzati in piazza Cesare Beccaria a Milano dove è rimasto installato fino al 14 ottobre. Verrà testato come abitazione, scuola, ufficio e residenza sanitaria nel corso dei prossimi 20 mesi durante un road show in Italia e Svizzera. Chi utilizzerà l’edificio verrà sottoposto a monitoraggio fisiologico, tramite un braccialetto apposito, neurologico grazie ECG e a un’indagine biofilica tramite test scritti. Biosphera Equilibrium è in grado di produrre energia per 8.000 Kilowattora /anno, mentre per mantenere gli standard abitativi nel massimo comfort, richiede solo 2.000 Kilowattora / anno (stime annue medie). È quindi un edificio attivo che produce quattro volte più energia di quanto necessita. Parte dell’energia eccedente viene utilizzata durante il road show per alimentare un’auto elettrica. Biosphera Project giunge con Biosphera Equilibrium alla sua terza fase, il progetto è promosso da Aktivhaus in collaborazione con numerosi enti, università e imprese allo scopo di testare le tecnologie più avanzate al mondo nell’ambito della bioedilizia con la finalità ultima di implementare le tecnologie testate in edifici di nuova costruzione. Edifici progettati a partire dai sensi dell’uomo. Dopo Biosphera 1.0 focalizzato sulla modularità e Biosphera 2.0 edificio attivo, focalizzato sulle prestazioni energetiche (testato a -20° e +40°) viene presentato il modulo Biosphera Equilibrium che implementa tutto quanto realizzato in precedenza e adotta nuove tecnologie e soluzioni architettoniche allo scopo di portare a una reale rigenerazione psico-fisica che verrà studiata e monitorata. «Quando ci troviamo all’aperto in un ambiente naturale il nostro corpo e la nostra mente si rigenerano. È la nostra esperienza a insegnarcelo e sono la psicologia, la genetica, la neurologia e la fisiologia a confermarlo scientificamente. A questo progetto hanno lavorato biologi, psicolo-

gi, architetti, ingegneri, botanici, creativi, illuminotecnici, neuroscienziati, artisti, artigiani e visionari. Lo scopo è stato realizzare un edificio dove accadano i medesimi fenomeni di rigenerazione fisica e psichica» – dichiara Mirko Taglietti ideatore e promotore di Biosphera. Biosphera Equilibrium, durante il road show lungo due anni, sarà nel 2018 a Milano, Locarno, Spreitenbach, Rohrschach, Airolo e nel 2019 a Bolzano, Dobbiaco, Val di Non, Milano, Como, Valmorea, Bari, Roma, Verona. Viviamo circa 50 anni, il 65/70% della nostra vita, all’interno di edifici. Siamo sicuri che siano progettati a partire dalle nostre esigenze fisiche e psichiche? Il rigenerarsi di corpo e mente, l’appagamento e il ritorno al perfetto equilibrio di tutti i sensi: è quanto prova chiunque soggiorni in Biosphera Equilibrium, un edificio costruito adottando alcune delle tecnologie più avanzate al mondo a oggi disponibili, secondo i principi indicati dalla Biofilia per generare il massimo benessere di chi lo abita, focalizzando la progettazione non solo su autonomia energetica e massime prestazioni.

L’edificio mobile Biosphera Equilibrium in piazza Beccaria a Milano e un momento della sua presentazione di Mirko Taglietti e Giuseppe Barbiero presso l'adiacente teatro Gerolamo.


QUAESTIONES ASSOLEGNO CASACLIMA ARCA www.federlegnoarredo.it/ it/associazioni/assolegno www.agenziacasaclima.it www.arcaonline.it di Pietro Ferrari

strutturalegno pagina 012 013

Parole chiare sulle costruzioni in legno Assolegno, CasaClima e ARCA uniscono le loro forze per potenziare il mercato dell’edilizia sostenibile in legno e diffondere modelli virtuosi di sviluppo in Italia e in Europa. Intenso il calendario 2019 per la formazione tecnica su tutto il territorio nazionale.

La conferenza stampa di presentazione dell'accordo Assolegno, Arca e Casaclima, all'estrema destra Pietro Ferrari per Il Legno. Sotto, le figure rappresentative delle istituzioni che formano la nuova Piattaforma Nazionale.

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L'intervento del Presidente di Assolegno, Marco Vidoni.

Nella giornata del 13 novembre 2018, Assolegno, CasaClima e ARCA hanno presentato la piattaforma e le attività di collaborazione che saranno intraprese sul territorio nazionale. La piattaforma è finalizzata alla diffusione delle tecnologie costruttive in legno al fine sia di promuovere la realizzazione di opere di ingegneria di qualità che di favorire la diffusione dell’edili-

L'intervento di Marco Luchetti per Assolegno.

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zia in legno e l’alta formazione nel campo dell’efficienza energetica e della sostenibilità. Per il 2019 Assolegno, CasaClima e ARCA hanno identificato momenti comuni per la formazione tecnica su tutto il territorio nazionale, con particolare riferimento a temi ingegneristici, tecnologici, architettonici e di fisica tecnica legati al settore dell’efficienza energetica e della sostenibilità in edilizia. In questo contesto, nel settembre 2019 è prevista la “Summerschool Legno CasaClima 2019” un corso di formazione professionalizzante di più giorni con lo scopo di fornire al professionista le principali nozioni circa la filiera del settore, le modalità progettuali e gli adempimenti normativi da seguire nella quotidianità lavorativa. Nel mese di novembre 2019 sarà inoltre organizzato un convegno di due giornate di alto profilo, destinato a diventare l’evento di riferimento per il settore professionale e industriale del legno, che coinvolgerà personalità di primo piano a livello nazionale e internazionale. UN ACCORDO SOTTO IL SEGNO DELLA CONCRETEZZA OPERATIVA Oltre all’organizzazione di eventi congiunti Assolegno, CasaClima e ARCA svilupperanno pubblicazioni comuni per favorire la progetta-

L'intervento di Marco Pedri per Arca.

L'intervento di Ulrich Santa per Casaclima.


QUAESTIONES

A cluster of wooden building players On 13 November 2017, Assolegno, CasaClima and ARCA presented the platform and the collaboration activities that will be undertaken in Italy. The platform is aimed at the diffusion of wood construction technologies in order to promote the construction of quality engineering works and to promote the diffusion of wooden building and a high level of training in the field of energy efficiency and sustainability. For 2019 Assolegno, CasaClima and ARCA have identified common moments for technical training throughout the country, with particular reference to engineering, technological, architectural and technical physics related to the field of energy efficiency and sustainability in construction. In this context, in September 2019 "Summer school Legno CasaClima 2019" is scheduled a professional training course of several days with the aim of providing the professional with the main notions about the industry chain, the design methods and the regulatory obligations to be followed in the daily work life. In November 2019 a two-day high-profile conference will also be organized, destined to become the reference event for the professional and industrial sector of wood, which will involve leading figures at national and international level. zione integrata dell’opera di ingegneria e promuoveranno uno scambio continuo di conoscenze tra enti, centri di ricerca e professionisti al fine di individuare le best practice a livello nazionale e internazionale e delineare le opportune basi per una evoluzione tecnico-normativa del settore. Il progressivo inserimento nella filiera del legno dei giovani sarà sostenuto attraverso iniziative ad hoc che vedono, nell’iter di formazione promosso dalle parti, l’adeguato mezzo per accrescere le competenze, con particolare riferimento alla figura del carpentiere e alla relativa prossima Norma UNI dedicata a regolarizzarne la professione. Attraverso la convenzione, Assolegno, CasaClima e ARCA sono ora partner istituzionali. «L’edilizia in legno non si prefigura più come una nicchia di mercato, ma come una solida realtà dell’economia edile nazionale. Per tale motivo è necessario avviare un percorso di collaborazione tra le varie figure che operano in ambito formativo. Fare sistema con CasaClima e Arca significa arrivare a sensibilizzare il professionista e il committente nella scelta del costruttore: attore chiave della filiera, che deve sapere coniugare qualità, sicurezza e comfort abitativo. Solo attraverso la valorizzazione di maestranze specializzate è possibile arrivare a una piena tutela del nostro settore», ha commentato Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo. Soddisfatto anche Marco Vidoni, presidente di Assolegno: «Con questo accordo ha inizio un nuovo ciclo formativo che vede nel professionista una figura con cui dialogare in modo continuo al fine di porre in evidenza le peculiarità prestazionali e costruttive di un’opera di ingegneria in legno. Ampliare la conoscenza a livello ingegneristico e tecnologico ha l’implicita conseguenza di favorire una diffusione dell’edilizia in legno». «La creazione di questa piattaforma ha l’obiettivo di potenziare gli investimenti in questo settore, promuovendo scambi tecnico-scientifici e attività di ricerca per il conseguimento degli obiettivi globali di riduzione delle emissioni di anidride carbonica», ha aggiunto Ulrich Santa, direttore generale di CasaClima. «Realizzare edifici in legno attraverso le più moderne tecnologie di prefabbricazione a secco significa costruire con standard qualitativi elevati, riducendo i costi sull’intero ciclo di vita dell’edificio e aumentando le produttività dei complessi processi realizzativi e gestionali, poten-

do così garantire il rispetto dei tempi di progettazione e di realizzazione programmati. L’industrializzazione e la digitalizzazione dei processi e l’adozione di sistemi di rating consolidati – ha spiegato il presidente di Habitech Marco Pedri – rappresentano la risposta alla necessità di costruire in modo efficiente e sostenibile e l’opportunità di poter controllare e misurare la qualità dell’opera e del suo utilizzo. Non si tratta quindi solo di promuovere tecnologie e sistemi costruttivi ma di diffondere un vero e proprio modello culturale, attraverso la formazione e l’informazione dei professionisti, delle aziende e di tutti gli attori della filiera dell’edilizia; anche per questo motivo abbiamo voluto fare sistema con CasaClima e Assolegno nella Piattaforma Nazionale che permette appunto di valorizzare la qualità e la sostenibilità del costruire e di aggregare la filiera industriale del settore». Dopo la entusiasmante giornata di inaugurazione del Polo Formativo di Lentate sul Seveso (8 novembre 2018) questa giornata e ancora più il ricchissimo programma di eventi in esso presentati per il prossimo anno non possono che far crescere il profilo operativo di FederlegnoArredo come cardine di un coordinamento generale delle attività del settore nel nostro Paese.

Nella foto sotto un momento del dibattito, a destra Sonia Maritan per Struttura Legno e a sinistra Marco Luchetti per Assolegno.


COLLECTIO BERNER di Sonia Maritan www.berner.it

strutturalegno pagina 014 015

Esperti per passione Il viaggio stampa organizzato da Berner a fine settembre, che ha ospitato i giornalisti presso l’azienda agricola Zymé di Celestino Gaspari, è stata l’occasione per affrontare come di consueto molti ambiti, a partire dalla nomina di Marco Baroni come nuovo Amministratore Delegato di Berner Italia. Berner è un Gruppo multinazionale con oltre 60 anni di storia e 8.500 collaboratori che operano mediante 50 aziende in 25 paesi e in tre settori economici.

Nelle immagini le cantine Zymé (ph@s.gasparato), il Management di Berner Italia composto da Marco Baroni, Vittorio Tartaro e Antonio Zuffellato e in alto due immagini della sede di Berner Italia.

Albert Berner ha avviato l’attività del Gruppo Berner nel 1957, trasformandola, in 60 anni di attività, da impresa individuale ad azienda internazionale attiva nella fornitura di soluzioni agli artigiani dei settori edilizia, automotive e industria. Quella di Berner è una storia fatta di crescita e successi: nel complesso, la società ha generato ricavi per circa 1,042 miliardi di euro dalla vendita di prodotti in tutta Europa ad artigiani, professionisti, industrie e imprese artigianali. Il trend positivo delle vendite è stato confermato anche nel primo trimestre del periodo fiscale 2018/19. Il giro d’affari del gruppo Berner ha registrato infatti un aumento del 4,0% per i primi tre mesi. Il Gruppo Berner è composto da tre pilastri: Berner – composta da Kent, BD Services e Toolcom Supplies –, Caramba – azienda specializzata in chimica, servizi e attrezzature per manutenzione e pulizia – e BTI – azienda specializzata in prodotti e soluzioni per il fissaggio e

l’ancoraggio, dedicati al mondo dell’edilizia. Dal 1974 Berner opera in Italia mediante la propria filiale Berner Italia Spa, con sede a Verona. Oggi Berner si avvale di un team di quasi 600 addetti all’area commerciale, presenti in tutto il territorio nazionale, e 200 collaboratori presso la sede di Verona che consentono all’azienda di seguire 50.000 clienti. Berner Italia fornisce soluzioni e servizi a professionisti e artigiani del mondo dell’autotrazione, artigianato (segmento che racchiude tutte le branchie dell’edilizia) e industria. Grazie alla strategia di vendita omnicanale, Berner consente ai propri clienti di effettuare ordini e acquisti 24 ore su 24, scegliendo tra ecommerce, Inside Sales e vendita diretta e un catalogo di oltre 15.000 referenze. Due gli obiettivi principali che Marco Baroni si è posto nello svolgimento del suo lavoro, che si possono riassumere in due parole chiave: persone e mercato. Innanzitutto, quindi dedicandosi in primo luogo alle persone, lavorando in


COLLECTIO_BERNER

team, con il fine di impiegare al meglio le competenze e l’esperienza di ciascuno dei dipendenti. «I bisogni dei lavoratori sono i bisogni dell’azienda e Berner non può esistere senza i suoi collaboratori» afferma Marco Baroni. «La mia intenzione è quella di conoscere a fondo ogni settore, ogni fase, ogni momento di vita e di lavoro di Berner. Voglio mettermi in gioco in prima persona ogni giorno, affiancando i lavoratori per calarmi al meglio nella realtà aziendale». Fondamentale è anche la vicinanza al mercato. «È il cliente che decide se siamo bravi o meno. L’unico modo per capire i clienti è uscire a incontrarli, in questo modo si raccolgono tantissime informazioni anche su una parte fondamentale della nostra azienda, che è la forza vendita». Continua Marco Baroni. «La sfida più grande che dovrò affrontare assieme a tutta la squadra è la gestione del cambiamento: il mercato è cambiato radicalmente e continua a cambiare con sempre maggiore frequenza e rapidità. È cambiato anche l’accesso alle informazioni: con internet i clienti possono informarsi in modo estremamente rapido e paragonare molte soluzioni. Per questo motivo, per esempio, il ruolo del venditore è oggi completamente diverso: non

Marco Baroni

Vittorio Tartaro

può essere solo una persona estroversa con una forte propensione alla vendita ma deve conoscere profondamente il prodotto, essere organizzato e avere delle conoscenze tecniche specifiche in modo da poter fare da consulente al cliente finale ed essere per lui un valore aggiunto. Berner in questo momento è in una fase di cambiamento sia per quanto riguarda la forza vendita, sia per la trasformazione digitale. Il consolidamento della nostra strategia omnicanale sarà sicuramente una delle sfide più grandi per tutta la squadra». Moltissime poi le tematiche affrontate: Sistema di posa qualificata del serramento, Sistemi impermeabilizzanti, Staffaggio per impianti elettrici e termoidraulici, Igienizzazione degli impianti di condizionamento e attrezzature per il patentino da frigorista, Think Safety e Ancoraggi antisismici, su questi ultimi ci soffermiamo. In Italia circa 22 milioni di persone – la metà della popolazione nazionale – e 12 milioni di edifici sono ubicati in zone a elevato rischio sismico (fonte: Consiglio Nazionale Ingegneri – 2016). Per ridurre gli effetti del sisma sui fabbricati è richiesta una attenta progettazione, un’esecuzione a regola d’arte e una scelta dei materiali e degli ancoranti oculata.

Antonio Zuffellato


COLLECTIO_BERNER Passion and creativity The press trip organized by Berner at the end of September, which hosted journalists at the Zymé farm of Celestino Gaspari, was an opportunity to tackle many areas as usual, starting from the appointment of Marco Baroni as the new Managing Director of Berner Italy. Berner is a multinational Group with over 60 years of history and 8,500 employees operating through 50 companies in 25 countries and in three economic sectors. Albert Berner started the activity of the Berner Group in 1957, transforming it, in 60 years of activity, from an individual company to an international company active in the supply of solutions to the artisans in the construction, automotive and industry sectors. Berner's story is one of growth and success: overall, the company generated revenues of around  1.042 billion from the sale of products throughout Europe to artisans, professionals, industries and craft businesses. I prodotti relativi all’antisismica.

Berner propone ancoraggi chimici e meccanici antisismici, certificati per essere utilizzati nelle zone sismiche italiane, oltre a un software di calcolo apposito per progettisti e posatori. Gli episodi che hanno colpito duramente il nostro Paese negli ultimi anni hanno dimostrato che l’attività sismica può essere originata da cause del tutto naturali e imprevedibili, quali le tensioni tettoniche normalmente presenti nella crosta terrestre. Nelle regioni italiane sismiche e popolate, abbiamo potuto constatare più volte nella storia remota e recente, che i terremoti possono provocare drammatiche perdite di vite umane e conseguenze economiche catastrofiche, legate alla distruzione di edifici residenziali e pubblici e alla chiusura di attività produttive ed economiche, essenziali per l’economia delle popolazioni colpite. In Europa i requisiti degli edifici in relazione all’azione sismica sono regolati dall’Eurocodice 8, noto anche come EN 1998, i cui obiettivi dichiarati sono la protezione delle vite umane, la limitazione dei danni alle strutture coinvolte e la continuità di fruizione per quanto riguarda le strutture della Protezione Civile. La progettazione sismica dei collegamenti strutturali è fondamentale per poter prevedere il comportamento della struttura e ridurre gli effetti in caso di sisma. Attualmente in Europa la progettazione degli ancoranti antisismici viene effettuata seguendo l’allegato C dell’ETAG 001. Dal 2013 la valutazione degli ancoranti metallici sotto azioni sismiche avviene secondo l’ETAG 001, allegato E (valutazione di ancoranti metallici sotto azione sismica). Le classi di sismicità sono indicate nel Documento di Appendice Nazionale dell’EN 1998-1 mentre l’assegnazione delle categorie di prestazione sismica C1 e C2 ai livelli di sismicità e alle classi di importanza degli edifici è responsabilità di ogni Stato Membro. Entrare nel dettaglio della classe di prestazione antisismica C1 e C2 e quindi del tipo di applicazione che se ne deve fare e soprattutto valutare per quali misure vale questa certificazione è un passaggio graduale che gli operatori del settore devono obbligatoriamente fare. Berner si adopera da anni, attraverso corsi di formazione mirati, per renderli sempre più consapevoli dell’importanza di una scelta corretta.


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di Davide Maria Giachino

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L’incontro tra progetto e cantiere

È trascorso un altro anno per il GQL che a Rimini a Ecoarea si è presentato con il 2° Congresso italiano: “Edifici di legno, tanta moda poca cultura”. In queste pagine alcune immagini relative al punto di interfaccia legno-cemento particolarmente critico se fattura e posa del cordolo non vengono realizzate a regola d’arte.

Un tema caro al Gruppo Qualità Legno è quello delle regole del buon costruire, oggi manca più che mai qualità nel settore delle costruzioni. Siamo in un periodo storico controverso e a mio avviso di transizione, le tecnologie informatiche avanzate consentono ai progettisti di affinare i loro strumenti di lavoro rendendoli più efficienti e performanti, ma la qualità ha bisogno di conoscenza e cultura e va quindi ricercata altrove. L’industria delle costruzioni produce materiali altamente performanti (in laboratorio), ma in cantiere tutto muta e la scarsa presenza di manodopera specializzata vanifica attraverso errate applicazioni la bontà dei prodotti. Il risultato finale è un’edilizia di scarso valore tecnologico intrinseco, soggetta a un rapido fenomeno di obsolescenza. Sono ormai all’ordine del giorno le controversie depositate nei tribunali attribuibili sia a errori progettuali sia a errori esecutivi, il fenomeno è alquanto preoccupante. Il mondo del legno purtroppo non è da meno, anzi il fenomeno è amplificato dalla naturale vulnerabilità temporale del legno rispetto ad altri materiali ritenuti “tradizionali” come il cemento armato, dove i segni del degrado si manifestano con tempistiche molto più lunghe, seppure altrettanto gravi. Partendo da questa analisi, ho ritenuto utile illustrare al congresso non solo gli errori nei quali quotidianamente si incorre in Italia nei cantieri, ma anche alcune architetture di successo, frutto di una intelligente progettazione. Il passaggio tra la cultura del cemento a quella del legno è stato troppo rapido, l’industria delle costruzioni ha dovuto inseguire il mercato invece di precederlo. Sono ridotte le maestranze qualificate che hanno potuto formarsi in modo adeguato, le scuole edili hanno in molte regioni di Italia programmi obsoleti ancorati a “vecchi” sistemi costruttivi. Manca, nonostante gli obblighi di


SIMPOSIUM_GQL

The importance of the rules A theme sensible for the GQL is that of the rules of good construction, today it lacks more than ever quality in the construction sector. We are in a controversial historical period, and in my view of transition: advanced information technologies allow designers to refine their work tools, making them more efficient and performing, but quality needs knowledge and culture and must therefore be considered elsewhere. The construction industry produces high performance materials (in the laboratory), but in the construction site everything changes and the low presence of skilled labor destroys through wrong applications the values of the products. The end result is a building of low intrinsic technological value, subject to a rapid phenomenon of obsolescence. The controversies filed in the courts attributable both to design errors and to executive errors are now on the agenda, the phenomenon is very worrying.

legge (NTC 2018), la cultura della manutenzione ordinaria. Il tema dell’attacco a terra, trattato al congresso, è sicuramente uno dei più critici e fonte di contenzioso tra committenti, imprese e progettisti. Questo argomento, infatti, sarà presto oggetto di una pubblicazione specifica che consentirà di approfondire questo dettaglio tecnologico che incontra ancora troppe difficoltà sia progettuali sia esecutive. Quando il cantiere di un edificio

di legno si incontra con il cantiere per la realizzazione della fondazione di appoggio, il divario è enorme. Il punto di interfaccia legno-cemento diventa particolarmente critico. Il diverso grado di tolleranza esecutiva tra i due sistemi costruttivi e la diversa cultura del cantiere, implicano un’elevata probabilità di errore. Ma non solo, il sistema produttivo di un edificio in Cross Laminated Timber, noto in Italia come X-Lam, ha trasformato il cantiere in un luogo di assemblaggio di ele-


SYIMPOSIUM GQL www.studioelement.it www.paracity.it www.gruppoqualitalegno.it

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In questa pagina, l'architetto Davide Maria Giachino il 15 novembre scorso mentre espone la sua relazione e modera l'intervento di apertura al II Congresso di GQL a Rimini. A destra uno schema di posa dell’X-Lam e in alto a destra un’immagine poetica: la Cappella Ruhewald Schloss a Tambach in Germania di acher.Locicero.Architectes.

menti precostituiti, che vengono posati partendo da un’origine 0. Se i cordoli di appoggio sono realizzati in una fase precedente il taglio in stabilimento dei pannelli, questi dovranno “adattarsi” inevitabilmente a quanto già presente in cantiere, se la larghezza delle basi di appoggio è pari a quella del pannello, aumenta ulteriormente il rischio di errore per mancato allineamento. Per concludere, si comprende come questo tema meriti un approfondimento serio, ad esempio le norme tedesche DIN 68800-2:201202 hanno individuato delle regole di corretta posa, ma necessitano ancora di un’ulteriore implementazione per renderle più corrispondenti alla realtà italiana, ma soprattutto a sistemi di appoggio alternativi più tecnologici. Alcune aziende italiane hanno proposto già alcuni brevetti interessanti come Soltech e Wat, basati su di un elemento di acciaio che consente regolazioni di registro rispetto alla fondazione, oltre che all’inserimento di sistemi di ventilazione, video ispezione e controllo dell’umidità relativa. Il cammino da compiere è ancora lungo, il GQL potrà sicuramente contribuire alla diffusione del processo di conoscenza che oggi necessita più che mai di essere spinto e sostenuto, ma se vogliamo veramente che il cantiere diventi un luogo di incontro tra la cultura della progettazione e quella dell’esecuzione i primi che devono compiere un passo in avanti siamo noi, ciascuno nella propria individualità, nella propria quotidianità etica e professionale.


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OTIA ET NEGOTIA www.fattoriadellegno.it di Andrea Zenari

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La mia seconda casa di legno Da anni rincorro sogni che con mia grande soddisfazione riesco quasi sempre a realizzare. Sono felice che nel 2018, anno in cui compio “i primi 20 anni di lavoro con il legno”, sto riuscendo a costruire la mia seconda casa di legno. Non è una casa qualsiasi, ma una blockhaus che sposa la filosofia di “Slow Food”.

La seconda casa di legno rappresenta un altro sogno che realizzo, ma da dove sono partito? O forse sarebbe meglio riformulare la domanda: Dove mi ha portato questo sogno prima di condurmi fin qui?

LA STRADA CHE MI HA PORTATO ALLA BLOCKHAUS

Nel 1998 ho iniziato a fare il falegname per pagarmi il primo viaggio studio per andare in Canada e vi sono andato proprio per imparare a costruire le case di legno. Da lì, mai avrei immaginato di arrivare a costruirmi ben 2 case di legno: la prima, 11 anni fa, costruita in modo “metropolitano” cioè adottando il sistema costruttivo platform frame con la variante “ecologica” di aver impiegato le perline da 32 mm come controventamento in alternativa ai classici pannelli di OSB. Questa

seconda casa, o come recita la licenza edilizia “edificio a uso deposito attrezzi agricoli” e, quindi non precisamente una casa dal punto di vista normativo, è frutto di maturazione professionale nonché di rivisitazione della storia delle costruzioni di legno. Insomma, il mio percorso mi ha portato a decidere di costruire una blockhaus. Parlo di maturazione professionale, perché oggi usare il legno massiccio “è da pazzi” secondo i miei amici carpentieri e tecnici del settore del legno, in quanto il legno massiccio ha un comportamento che varia nelle stagioni e secondo i luoghi in cui viene messo in opera, in quanto igroscopico e anisotropo. Ai giorni nostri, lo stereotipo del legno nel settore dell’edilizia è il “manufatto di plastica”: senza alcun difetto estetico che si manifesti nel tempo o eventualmente con dei finti difetti “disegnati” ad hoc, come la ceramica finto legno, i serramenti in PVC o i mobili di pannelli nei quali si realizzano venature artificiose per richiamare la naturalità che si è persa. Insomma, tutto ciò che intralcia minimamente la fruizione del manufatto e che possa portare polvere o rilasciare schegge di legno è considerato pericoloso o comunque “evitabile” adottando i surrogati del legno. Fin da bambino ho sempre saputo, e sperimentato con “mano”, che il legno può rilasciare delle schegge (quelle che in veneto chiamiamo “sgresende”) e che creano non pochi fastidi se cammini scalzo su di un pavimento di conifera o se con le mani tocchi un rivestimento esposto alle intemperie che con gli anni tende a sfogliare. Ritornando ai comportamenti del legno massiccio, a quelli che vengono definiti “PERICOLI” (aggiungerei ridicoli, visto che le due parole sono assonanti: “pericoli ridicoli”) e che ritengo valga la pena di analizzare, va sottolineato che si tratta di problematiche “false”, quali le deformazioni, le variazioni dimensionali e le conseguenti fessure da ritiro, tutte reazioni naturali del legno che in tanti purtroppo temono; come se queste fossero sintomo di cattivo comportamento del legno e quindi di scarsa qualità del legno stesso. È ricorrente sentir dire che i serramenti del vicino fatti in PVC siano eterni nei confronti dei propri fatti di legno, per non parlare degli stessi operatori del


OTIA ET NEGOTIA

In queste pagine la seconda “casa” di Andrea Zenari: una blockhaus che adotta un sistema di incastro standardizzato. Si evidenziano le successive fasi del cantiere fino al montaggio completo della costruzione che ha una superficie interna di 30 m2.

settore del legno che propongono e impiegano esclusivamente il legno lamellare per la realizzazione delle strutture, invece di usare il legno massiccio perché, affermano: “ti fa dormire di notte e nessun cliente si lamenta”. Eppure la storia recente dimostra che il legno, in qualunque declinazione, va conosciuto per essere capito. Parlo per esperienza diretta, avendo fatto ben 12 perizie su strutture di legno lamellare come tecnico nel 2017, oltre a tutta una serie di esperienze “sul campo” anche nell’ambito delle certificazioni. Da vent’anni, ormai, predico di impiegare il legno massiccio spiegando quanto di bello e di buono ha questo materiale, ma in pochi mi stanno ascoltando. Il legno massiccio, per citare il Prof. Angelo Funes Nova è “Così come è”, senza gloria ne infamia, è semplicemente il legno che produce l’albero e che è stato pensato dal Padre Eterno. Il legno però bisogna conoscerlo, sapere come si comporta e per questo invito tutti a rileggere i miei due libri, nei quali le informazioni concrete sono sviscerate una a una: “Classificare il Legno” e “Prontuario delle costruzioni di legno”, questo ultimo è di Flaccovio Editore e si trova ancora in commercio. Il legno naturale che potremo anche definire nativo originale, senza intervento antropico o di impatto irrisorio se c’è stato perché gli alberi crescono come vogliono, si esprime come vuole la natura influenzandolo con le differenti vicissitudini climatiche. Di questo legno, recentemente ne ho parlato con molti amici e sono nati scambi interessanti, ad esempio è emerso che, addirittura, Slow Food (www.slowfood.it), l’Associazione internazionale no profit impegnata a ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce e in armonia con l’ambiente e gli ecosistemi, si sta avvicinando a questo materiale. Come è sensibile al ravanello, alla patata e a tutti i prodotti alimentari che la terra ci dona, con la stessa filosofia si sta avvicinando al legno. In uno degli incontri con “Carlin” Petrini è emerso che il legno “buono, pulito e giusto” è quello che fanno e lavorano i “contadini del bosco”. La cosa interessante è che in molti si stanno avvicinando al legno, negli ultimi anni, ma solo pochi di questi si avvicinano al legno massiccio e questo un po’ è preoccupante perché significa che hanno paura di interagire con un materiale per il quale bisogna avere una profonda conoscenza, un materiale che “risponde” sempre in modo diverso e che non è preconfezionato e indubbiamente richiede un certo

impegno e rispetto. Invece, oggi per me il legno massiccio è l’unica alternativa possibile e forse raccontando l’iter costruttivo della mia nuova blockhaus, come l’abbia costruita con le mie mani; qualcuno mi seguirà.

IL CANTIERE E I DETTAGLI COSTRUTTIVI DELLA BLOCKHAUS

La filosofia di vita che ho sposato giustifica la mia lunga premessa, questa casa non è fatta solo di legno ma anche delle mie convinzioni, quelle che “mi sono sudato”. Prima di tutto parliamo del legno usato, una cosa che in pochi fanno è preoccuparsi di quale legno si scelga per costruire la propria casa e da dove questo materiale provenga. Ho deciso di costruire con travi uso fiume da 20x20 cm, e di seguito motiverò dettagliatamente la scelta di questa sezione particolare, fatta di Abete massiccio o meglio ricavata da tronchi di Abete rosso con il processo di squadratura meccanica. Per questo tipo di trave e per questa sezione sono necessari dei tronchi da 2325 cm di diametro e quindi alberelli che hanno non più di 40 anni e che di solito si tagliano in bosco per fare posto agli altri e permettere ai nuovi di poter crescere, in gergo questa operazione è chiamata di diradamento (un po’ come si fa con i capelli quando ne abbiamo tanti e il barbiere c’è li sfoltisce con la forbice dentata). Questi tronchi sono stati tagliati in un’area forestale del comune di Roana denominato Magnaboschi e fa parte delle foreste certificate PEFC della Spettabile Reggenza dei Sette Comuni.

A dream comes true For years I chase dreams that I can almost always achieve with great satisfaction. I am happy that in 2018, the year in which I made "the first 20 years of woodworking", I am succeeding in building my second wooden house. It is not just any house, but a blockhouse according to the philosophy of "Slow Food".


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I suddetti tronchi sono stati poi lavorati in una segheria trentina in quel di Roverè della Luna nella conca Rotaliana, tra viti e meleti, e poi sono arrivati da me nel piazzale della Fattoria del Legno per essere prima di tutto stagionati e poi lavorati. La stagionatura è una operazione necessaria per chi decide di usare il legno massiccio, perché questa operazione permette di far diminuire il contenuto di umidità all’interno del legno e fa si che il legno cali di dimensione, ma soprattutto che reagisca, creando le eventuali deformazioni influenzate dalla presenza di canastro (legno di reazione) o di deviazione della fibratura. Queste caratteristiche possono essere influenzate da una postura errata durante la crescita dell’al-


bero dovuta a eventi naturali o ad altri accadimenti di cui l’albero tiene memoria. Il calo dimensionale è definito in modo più o meno certo dalla norma EN 336, mentre la deformazione è una certezza, se si decide di utilizzare elementi con elevata presenza di legno di reazione e con elevata inclinazione delle fessure oltre i limiti stabiliti dalle norme di classificazione elencate nella EN 1912. Per avere elementi stabili nel tempo è necessario quindi fare molta attenzione e adottare soltanto travi con legno cresciuto in modo omogeneo e con fibra ben diritta. Avevo anticipato che avrei approfondito la motivazione della scelta della sezione di 20x20 cm ottenuta da travi uso fiume di Abete rosso; questione che si origina a partire da un’esperienza di qualche anno fa. Nell’autunno del 2014 assieme a Milena De Rossi e i suoi carpentieri Emilio, Dario e Mattia abbiamo iniziato il percorso formativo sul metodo costruttivo loghome, le case realizzate con tronchi tondi e rastremazione naturale. Dopo qualche anno di approfondimento del sistema, ho notato che questo procedimento risulta lento e macchinoso e richiede una precisione millimetrica nell’uso del log-scriber. Per segnare e lavorare un tronco ci vuole anche qualche ora di lavoro. Pertanto ho tentato di standardizzare il sistema cercando di impiegare prima una sezione di trave fissa: ho preferito la misura di 20x20 cm in quanto non è esageratamente grossa e pertanto risulta facilmente trasportabile, ma allo stesso tempo è una trave che ha una bella importanza estetica e fa la sua figura nella costruzione a travi sovrapposte. Successivamente è stato il momento di realizzare l’incastro agli angoli e da questo cercare di stabilire una misura fissa per tutte le travi, in modo da poter costruire una dima necessaria a tracciare le linee di taglio e poter poi intervenire con la motosega per eseguire i tagli. Dopo diversi tentativi ne è uscita una “dima blockhaus 20x20” che piace molto agli operatori per semplicità d’uso e soprattutto per l’efficacia nel tracciare ed eseguire l’incastro. Se con il sistema loghome è necessaria almeno un’ora per ogni incastro, con il nuovo sistema non servono più di 5 minuti con il vantaggio che poi le travi sono intercambiabili perché tutte uguali. Eseguiti gli incastri, il montaggio è stato poi un gioco da ragazzi! Con l’aiuto dei corsisti in pochi meno di 6 giorni abbiamo montato la casa, tetto compreso. Le foto a questo punto sono più eloquenti delle parole!


FORUM LEGNO EDILIZIA ITALIA www.forum-legno.com di Pietro Ferrari

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Sette anni di cultura del legno giornata di lavori congressuali: Sguardo al futuro, Sicurezza antincendio come elemento prevedibile nell’edilizia in legno, Architettura in ambiente urbano, Know-how italiano nell’edilizia in legno di tutto il mondo.

UNO SGUARDO AL FUTURO

È stato ancora Hugo Karre a moderare la prima sessione “Sguardo al Futuro”: la giornalista Anna Tita Gallo ha esaminato la vita quotidiana nel prossimo decennio: come cambierà la nostra vita quotidiana. Spiritosa ma estremamente precisa, Gallo ha esaminato scenari futuribili, belli o brutti, ma sicuramente non illusori perché basati su un'attenta analisi del reale, sulla scienza del futuribile. Marco Spinello del Centro Studi di Federlegno-Arredo Eventi s.p.a. ha esposto i risultati del secondo rapporto “Case ed edifici in legno”. Nelle sue

La squadra di Web and Magazine a Lazise: Pietro Ferrari, Sonia Maritan, Silvia Maestri e Stefano Cervini. Spazi espositivi generosi e accoglienti all’Hotel Parchi del Garda di Lazise.

Nella nuova sede di Lazise si è celebrata la settima edizione di Forum Legno Edilizia Italia. Nuova location per il Forum Edilizia in legno Italia giunto alla settima edizione. L’appuntamento con il settore delle costruzioni in legno nel nostro Paese si è svolto a Lazise. Spazi più generosi per il contorno espositivo del convegno e una sala di grandi dimensioni hanno permesso lo svolgimento della manifestazione sotto il segno del comfort e dell'efficienza. Preceduta da una cena conviviale la sera del 13 marzo, la manifestazione si è svolta il 14 marzo con un’intensa giornata convegnistica inaugurata dal saluto degli organizzatori portato da Hugo Karre del forum-holzbau di Lurnfeld (Austria). Quattro i blocchi di interventi per l’intensissima


FORUM_LEGNO EDILIZIA ITALIA

considerazioni conclusive, Marco Spinello, pur individuando nel 2015 un mercato immobiliare ancora in contrazione non ha mancato di sottolineare il fatto che il settore delle costruzioni in legno si è portato al 7,2 per cento delle nuove costruzioni. Sicuramente dati più aggiornati ci porteranno a percentuali ancora maggiori.

LA SICUREZZA ANTICINCENDIO

Nella seconda sessione, moderata da Maurizio Piazza dell’Università di Trento si è affrontato il tema della sicurezza antincendio: Andrea Bernasconi, della svizzera Ecole d’ingénieurs Yverdon ha preso in esame la protezione al fuoco come fattore fondamentale nella fase di progettazione. Lucido e brillante come sempre, Bernasconi ha concluso ribadendo come «Il progetto della resistenza al fuoco di un edificio in legno è in alcuni Paesi regolamentato da normative e regole speciali che fanno del legno un caso particolare e che impongono limiti alle dimensioni dell'edificio e della costruzione. Con l'avanzare dello stato della conoscenza in questo ambito della protezione e del comportamento al fuoco degli elementi in legno, queste regole prescrittive stanno anche se in alcuni casi in modo non molto rapido - scomparendo e lasciando il posto a una progettazione che integri l'aspetto della protezione al fuoco come criterio di progetto e non solo come rispetto di regole costruttive». “Il rischio incendio, la sicurezza della struttura e della costruzione” è stato il tema dell’intervento di Mauro Caciolai, dirigente dell’Ufficio per la protezione passiva, la protezione attiva, settore merceologico e laboratori del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco di Roma. “Le strutture in legno e il fuoco: la normativa europea e i riflessi nella pratica progettuale” sono stati il tema dell’intervento di Andrea Frangi di ETH Zurigo. Ancora due temi di grande profondità e complessità magistralmente presentati, a testimonianza dell'interesse sempre maggiore che vede il tema del comportamento al fuoco in questo primo semestre del 2018, in cui anche alla veronese Progetto Fuoco sono stati affrontati, in due sessioni, dal Gruppo Qualità Legno gli aspetti a esso relativi.

IL LEGNO IN CITTÀ

È stata Lorena D’Agostini, consulente tecni-

Seven years of culture of wood New location for the Italian Forum Edilizia in legno, now in its seventh edition. The appointment with the wood construction sector in our country took place in Lazise, near Peschiera del Garda. More generous spaces for the exhibition area of the conference and a large hall allowed the development of the event under the sign of comfort and efficiency. Preceded by a convivial dinner on the evening of 13 March, the event took place on 14 March with an intense day of conferences inaugurated by the greetings of the organizers brought by Hugo Karre of the forum-holzbau in Lurnfeld (Austria). Four blocks of interventions for the intense day of congress works: Looking at the future, Fire safety as a predictable element in wooden building, Architecture in urban environment, Italian know-how in wooden building all over the world.


FORUM LEGNO EDILIZIA ITALIA www.forum-legno.com www.forum-holzbau.com www.ergodomus.it www.oggidomani.at www.radiusholz.at www.woodcontrol.eu di Sonia Maritan

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panoramica di architetture complesse e sostenibili in legno. Spesso sono state applicate soluzioni progettuali innovative, come nel caso del Nordic Built Posthuset il cui schema strutturale utilizza concetti applicati nelle costruzioni in acciaio statunitensi. Dario Curlante e Roberta De Santis di Rubner Holzbau Sud di Calitri (Italia) hanno presentato il Jetty Dining Restaurant, una struttura emozionante “sotto il sole e sopra il mare” di Doha. Particolarmente interessante l'utilizzo del legno lamellare in un contesto climatico estremo. La palestra dell’Università Nanyang a Singapore è stata raccontata da Ermanno Acler di Holzpark Engineering di Levico Terme. "The Wave", così è stato chiamato l'edificio, rappresenta una pietra miliare nell'ambito del grande sforzo di Singapore verso una maggiore efficienza e produttività nel settore delle costruzioni.

ALTO LIVELLO SCIENTIFICO E VIVACITÀ DI CONFRONTO Incontri ai convegni: Stefano Cervini e Sonia Maritan con Stefano Dezzuto, operatore del settore e Vincenzo Cirifino, esperto forestale. A destra Sonia Maritan: “un evento di primo piano in cui è difficile dividersi tra aree espositive e sala convegni”.

co di Proholz Austria, a moderare la sessione dedicata all’affascinante tema dell’architettura in ambiente urbano. Peter Pichler, titolare di Peter Pichler Architecture di Milano con il motto “rethinking wood” ha esaminato il tema del legame tra città e natura. Gli edifici scolastici in legno sono stati il tema dell’intervento di Domenico Pepe di Pepe+Partners di Pordenone e di Massimo Rossetti dei dipartimento di architettura costruzione e conservazione dell’Università Iuav di Venezia. A illustrazione del tema, Thomas Schreitenwein di Lignaconsult di Bolzano ha presentato il progetto di un complesso residenziale di 88 alloggi a Firenze. Tutti progetti affascinanti che dimostrano come il legno si affranchi dal legame col bosco e con la montagna per affermare le sua eccellenza anche in ambiente urbano e in edifici pubblici.

L’ITALIA CONQUISTA IL MONDO?

Il know-how italiano nell’edilizia in legno nella sua diffusione in tutto il mondo è stato il tema della quarta e ultima sessione, moderata da Giuseppe Mosconi di CQ-Quality Building di Verona. Felice Allievi di Degree of Freedom Engineers di Oslo ha presentato un’ampia

La capacità degli Holzbau Forum, una vera e propria rete, articolata per tempi e impostazioni, in tutta Europa, si declina nel nostro Paese per una particolare vivacità di proposta e per un intenso dibattito e confronto di idee. Come nei fratelli maggiori, la presenza espositiva non è mai deserta e, anzi, si propone come uno strumento adatto a completare e ad arricchire i veri e propri momenti convegnistici.


FORUM_LEGNO EDILIZIA ITALIA Promuovere la costruzione di legno e offrire una piattaforma per creare una positiva tendenza verso il legno strutturale è quanto si propone di fare il Forum Internazionale dell’Edilizia in Legno anche in quest’ultima edizione del 7° Forum dell’Edilizia in Legno, che si è tenuta il 14 marzo all’Hotel Parchi del Garda di Lazise. Le tre pagine introduttive di Pietro Ferrari sono molto eloquenti riguardo la densità di contenuti che ogni volta queste giornate rendono disponibili per tutti gli operatori della filiera. Nella nuova sede di Lazise abbiamo incontrato aziende e ingegneri che quotidianamente vivono di legno strutturale e restituiamo alcuni di questi scambi per restituire ancor più l'atmosfera operosa.

ERGODOMUS Al 7° Forum dell'edilizia in Italia, facciamo tre interviste; con Franco Piva parliamo del suo terzo libro ...o del primo forse, in quanto un po’ dissimile dai primi due? «I primi due sono un po’ diversi nel senso che erano sponsorizzati da aziende del settore per cui non mi sentivo al 100% "libero". Nonostante il vincolo “commerciale” hanno comunque costituito un’importante esperienza che non ha disatteso il mio percorso di ingegnere strutturista». Lo consideri comunque il tuo primo “vero” libro? «Diciamo che “Manuale delle costruzioni di legno”, edito da "Legislazione Tecnica", è il mio primo “vero” libro e anche il più tecnico. Il primo era indirizzato al neofita che si approccia al legno da costruzione e vuole acquisire alcune conoscenze base di statica, argomento questo che occupava quasi interamente il volume, il tutto scritto con un linguaggio volutamente molto semplice. Il secondo era stato scritto invece con un lessico un po’ diverso, prevalentemente grafico in quanto presentava una carrellata molto ampia di dettagli costruttivi e di stratigrafie. Questo terzo libro, invece, si rivolge esclusivamente al tecnico con un linguaggio piuttosto tecnico e ha come intento quello di fornire gli elementi principali a un ingegnere o a un architetto per consentire loro di avere tutti gli strumenti per progettare una struttura di legno». Come è strutturato il “Manuale delle costruzioni di legno”? «In questo libro si affrontano tantissime tematiche, da quelle classiche come la fisica tecnica, alla statica, alla durabilità, a una tematica molto delicata e sconosciuta che è quella dell'ingegnerizzazione. Quest'ultima è quella fase che sta tra l'architettonico e un elemento in X-Lam o a telaio che arriva in cantiere e del quale qualcuno ha fatto un'analisi statica, valutato i pacchetti costruttivi, ha fatto sì che il desiderio dell'architetto venisse fedelmente realizzato in cantiere, combinando un'infinità di vincoli, geometrici, architettonici, statici, ecc.». Il passaggio cruciale che attraverso l’ingegnerizzazione sostanzia il progetto architettonico e quindi connota una costruzione lignea? «Esatto, assolutamente sì e sono molti gli aspetti

che garantiscono la bontà del risultato finale. Il libro si divide in dieci parti: Sistemi costruttivi, Fisica tecnica delle costruzioni in legno, Tenuta all’aria, Statica, Responsabilità del progettista, Durabilità, Ingegnerizzazione e concetto BIM, Ampliamenti e sopraelevazioni in legno, Dettagli costruttivi ed Esempi realizzati».

L'ultimo libro di Franco Piva (in alto con Sonia Maritan), “Manuale delle costruzioni di legno”, edito da "Legislazione Tecnica" che verrà presentato a Klimahouse il 24 gennaio prossimo.


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In questo processo d’ingegnerizzazione, il BIM, che garantisce un'unica interfaccia, assume un ruolo centrale? «Diciamo che parliamo tanto di BIM, ma noi nel settore legno usiamo una filosofia BIM, analogamente all'acciaio al quale va riconosciuto questo merito, da più di 15 anni. Una filosofia, in quanto non avevamo ancora gli strumenti attuali, ma nella quale era comunque presente un disegno tridimensionale, dove ogni elemento aveva un'etichetta e un numero, era connesso all'altro, era prodotto da una macchina a controllo numerico e a ogni elemento vero erano associate una serie di informazioni. Questo accadeva già 15 anni fa, oggi la tecnologia ci è venuta in aiuto con software CAD sempre più complessi, con la possibilità di interscambiare i file». Il fatto di creare un progetto così “realistico” tiene conto anche del luogo preciso: ad esempio, la contestualizzazione riguardante l’antisismica e la stratigrafia geologica? «Prevalentemente la maggior parte di queste problematiche sono delegate a chi fa l'architettonico e che quindi deve conoscere il luogo e a un geologo, come prevede la legge. Noi però possiamo sfruttare a nostro vantaggio la tecnologia BIM e del tridimensionale. Facendo un'analisi tridimensionale per capire il comportamento sismico non lavoriamo su un modello approssimato, ma il modello di calcolo dialoga con il modello architettonico che a sua volta dialoga con il modello strutturale. Quindi un edificio BIM è totalmente geolocalizzato, dimensionato, calcolato e progettato su quella determinata posizione geografica. Il vantaggio enorme deriva dal fatto che tutti riescono a scambiarsi i dati tra di loro, qualunque sia il materiale strutturale: cemento, acciaio o legno, facendoli dialogare tra di loro al millimetro con una precisione assoluta». Scrivere questo libro ha comportato un impegno in qualche misura “ricompensato”? «L'impegno è stato grande, anche alla luce delle quasi 400 pagine del libro. Mi è costato un'enorme quantità di tempo e a questo riguardo devo ringraziare i miei collaboratori in ufficio che mi hanno supportato e… sopportato durante tutta la sua preparazione. Ma tutti questi sacrifici, una volta terminato il manuale, sono stati ripagati dalla grande soddisfazione di aver creato un qualcosa di mio».

Molte aziende che producono X-Lam stanno ora offrendo un servizio "chiavi in mano", a questo riguardo noi cosa possiamo fare per alfabetizzare il settore? «Diciamo che mediamente oggi un utente si "laurea" su Google. Battute a parte, il problema oggigiorno dell'utente finale è che si informa sempre di più cercando su Google ma non leggendo libri. Un tecnico per sua formazione deve essere in grado di attingere da diverse fonti, selezionare quelle reali e scartare le altre». Forse servirebbe un esperto che trasmettesse questa conoscenza in modo appropriato: potrebbe essere lo scopo del tuo prossimo libro? «Adesso credo che avrò bisogno di un po’ di tempo per recuperare le energie spese in questo mio ultimo lavoro. Potrebbe essere una buona idea, anche se penso di non essere io la persona più indicata per parlare a un'utenza privata. Da sempre noi rivolgiamo i nostri servizi, per una precisa scelta, ad aziende o progettisti che fanno da filtro con gli utenti finali. Noi ci rivolgiamo a cinque categorie di persone: progettisti, investitori immobiliari, costruttori general contractor, amministrazioni pubbliche e produttori di legno lamellare o carpenterie». Da quando hai iniziato tu a lavorare nel settore qual è stato secondo te il cambiamento più favorevole per questo comparto? «Io ho circa 15 anni di esperienza in questo settore che nel corso di questo tempo è cambiato tantissimo. La più grande evoluzione che c'è stata è che 15 anni fa si identificava il legno come qualcosa la cui conoscenza era riservata esclusivamente a una ristretta élite, come le carpenterie austriache o dell'Alto Adige, adesso invece il legno è stato sdoganato con un'evoluzione dalle carpenterie alle imprese di costruzione con moltissimi aspetti positivi, ma anche molti negativi. Negativo è che sono entrati in questo settore molti attori incompetenti che non conoscono il legno». In fondo questo libro rappresenta un po’ il tuo diario di questi ultimi 15 anni? «Sì, è un sunto di 15 anni di esperienza nel settore. Ti invito, insieme ai tuoi lettori, alla sua presentazione a Klimahouse il 24 gennaio alle 10,00!».


RADIUSHOLZ + OGGIDOMANI A Lazise, allo stand del rappresentante italiano di “radiusholz” quello che colpisce è la presentazione dell’X-Lam curvato, ed è Johannes Rottenhofer, dell’agenzia timbergy a parlarcene. Da legno a legno finiamo col parlare anche di “oggidomani”, il marchio che ha creato lui. «Siamo in pochissimi a produrre X-Lam curvato, qualcuno lavora con presse Vacuum che arrivano solo fino a certi raggi limitati, ma devono realizzare prima un modello per poter piegare il pannello». Come nasce “radiusholz”? «Il mio amico d’affari, Leonhard Unterrainer, dopo un certo periodo alla Rubner come carpentiere, si è messo tanti anni fa in proprio e adesso costruisce case di legno anche “chiavi in mano” nella sua zona (in Austria), poi avendo con un suo amico fabbro inventato una pressa apposita e segreta, che non può essere fotografata, sono in grado di produrre i panelli X-Lam “radiusholz” con dei raggi anche piccoli fino a un metro e trenta senza problemi».


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Nella pagina precedente, Sonia Maritan durante l'intervista a Johannes Rottenhofer e in questa pagina: a sinistra una costruzione di “oggidomani”e a destra un cantiere che utilizza “radiusholz”.

L’azienda è relativamente giovane: avete qualche referenza? «In Italia, abbiamo fornito un KIT per realizzare un palazzo di cinque piani, che rappresenta uno dei lavori più belli che abbiamo fatto un anno e mezzo fa a Verona: cinque piani di cui quattro in legno con l’X-Lam diritto e curvo “radiusholz”». Quindi lavorate anche in Italia? «Abbiamo la rappresentanza esclusiva di “radiusholz” per l’Italia, ma lavoriamo anche in Austria e in Germania sulla base di determinati progetti concordati con l’azienda. La squadra di “radiusholz” è composta da carpentieri e ingegneri, anche la moglie di Leonhard Unterrainer è ingegnere. Il lato commerciale in Italia lo copriamo noi». Sono conosciute le potenzialità di questo prodotto? «Il problema è che pochi architetti oggi come oggi sanno che l’X-Lam si può fare anche curvo, ma noi possiamo fare addirittura una struttura a S, oppure una struttura come quella mutuata dal mondo dei cristalli di Swarovski, e qui viene affrontata una sfida estrema». Il lamellare che radiusholz piega è un lamellare tradizionale oppure speciale? «La scheda tecnica è quella dell'X-Lam normale. Certo i conti statici per il loro utilizzo nelle costruzioni sono diversi, anche oltre a quelle che sono le tabelle dei vari Paesi: la statica cambia perché muta la forma. Questo però ha anche dei vantaggi perché resiste di più, per il resto è uguale». Quale canale usate per arrivare al progettista, oltre a eventi come questi? «Il canale di distribuzione in Italia è costituito dai commercianti di legno che in parte sono diventati nei decenni dei carpentieri, perché nel vostro Paese questa figura non c’era come invece è presente in Austria. Poi ci sono gli architetti e i progettisti con i loro clienti ai quali è importante arrivare per dir loro che con l’X-Lam si possono fare delle strutture anche curve. La prima volta “radiusholz” è stato presentato al MADE 2013, poi hanno aspettato a lungo per avere la certificazione ETA trattandosi di un prodotto nuovo».

Come agenzia timbergy rappresentate anche altri marchi? «Noi collaboriamo con diverse aziende B2B che fanno prodotti per costruzioni di legno: dai segati, piallati, travi giuntate e lamellari fino ai Kit di costruzione in X-Lam, loghouse o a telaio. Come la ditta Weissenseer, con l’involucro intelligente certificato Gold plus, che ha iniziato a fare CasaClima in Austria nel 1992 e sono stati fra i primi». Quindi milita da tempo nel settore? «La mia formazione è fondata su una solida base scolastica, che si è ulteriormente sviluppata nel settore commerciale per l’esportazione dei prodotti forestali austriaci. Tre decenni passati al servizio della Hasslacher Norica Timber, nota azienda carinziana, sono stati il trampolino che mi ha consentito di stringere rapporti commerciali con importanti fornitori internazionali. Da qui la decisione di mettermi in proprio e di affrontare nuove sfide come partner commerciale e consulente per l’esportazione di aziende che operano nel settore edilizio, combinando opportunamente materiali ecosostenibili con energie alternative. Da questa combinazione è nata anche “oggidomani”, un edificio il cui sistema costruttivo ha vinto il premio dell’innovazione». Ci parla del progetto “oggidomani”? «Si tratta di una casa che avrà, secondo me, un futuro molto interessante e attraverso il quale io ho costruito la mia casa-ufficio, progettata dallo studio di Architettura “ah3” di Vienna, presentato e premiato a Londra nel 2012. Il costruttore dell’edificio è Christof Müller della Weissenseer Holz-System-Bau GmbH di Greifenburg, che lo ha realizzato su mia specifica richiesta: è nato così un edificio di tre piani, a costruzione mista telaio/X-Lam,


frutto della collaborazione fra professionisti che guardano esclusivamente al benessere abitativo. L’esperimento di una palazzina proiettata nel futuro che produce più energia di quanta ne consuma, è pienamente riuscito, con grande soddisfazione anche delle aziende che hanno collaborato all’impiantistica, tanto da indurmi a creare il marchio “oggidomani”». Un progetto pensato anche per “domani”? «Per il progettista il termine flessibilità ha un significato particolare: accompagnare le fasi d’uso future dell’immobile, con l’incombere dei mutamenti di vita imposti dal trascorrere degli anni. Pertanto il progetto iniziale può essere modificato, in seguito, con le nuove, imprevedibili, esigenze abitative della famiglia, ma anche per una diversa destinazione d’uso rivolta ai disabili, oppure per la trasformazione degli spazi in studio professionale o da destinare a scopi commerciali. Del resto la famiglia cresce negli anni e, molto velocemente, si arriva al punto di dover pensare alla casa per i figli. La flessibilità del sistema consente trasformazioni fino a oggi impensabili, sia negli spazi interni, sia nella suddivisione dei piani». Possiamo definirlo un sistema prefabbricato? «Sì, precisando che “oggidomani” non è un modello di prefabbricazione rigida, bensì un sistema costruttivo misto e flessibile, che può impiegare vari elementi da costruzione, che

lasciano al progettista ampio spazio di movimento per concepire edifici unifamiliari, multipiano o di social housing. La qualità dei componenti strutturali e dei servizi si intreccia in modo da formare un binomio in grado di garantire la massima flessibilità dei locali interni, qualora si vogliano modificare gli spazi abitativi; flessibile fino al punto che è possibile rivedere l’uso di scale e ingressi in qualsiasi momento, persino senza spostare gli allacciamenti agli impianti idraulici ed elettrici. Si arriva a consumi di dieci kW metro quadro annuo: progettare un edificio a struttura di legno di elevata sostenibilità ambientale, flessibile, efficiente sul versante energetico, significa vincere già oggi le sfide che dovranno affrontare le nuove generazioni». L’energia rinnovabile ha quindi un ruolo importante? «Noi abbiamo un consumo in eccesso di 7000 kW, e stiamo studiando con Enel un sistema futuristico di accumulatore oppure anche di gestione di mobilità elettrica. Naturalmente la palazzina è dotata di impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica che raccoglie in un accumulatore, grazie all’elevata classe energetica dell’edificio. In conclusione, in virtù della qualità dei prodotti installati dalle aziende partner del progetto esecutivo, nasce in Carinzia la prima “Casa campione” che può essere visitata da eventuali interessati, su appuntamento».


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WOODCONTROL Alla WoodControl incontriamo Diego Savio e Paolo Marchetto, le anime del progetto MyMeter: chiediamo a Diego Savio quali siano le sue caratteristiche. «Si tratta di un sistema di monitoraggio dell’umidità della struttura di legno. Questo sistema ha una rete di sensori installati su tutte le pareti che gli permettono di essere "osservatore" di eventuali cambiamenti di clima, temperatura e umidità. Si tratta di un sistema inserito dentro la struttura del legno all’interno di normali scatole elettriche e va quindi a controllare il benessere delle case di legno, ma con un riferimento preciso alla struttura. È quindi totalmente integrato nella parete, nei solai e nei tetti piani, dove si rende necessario un maggior controllo».

Sonia Maritan fra Paolo Marchetto (a sinistra) e Diego Savio (a destra) e due immagini del sistema MyMeter.

Vigila sullo stato delle nostre abitazioni? «Il punto chiave di questa soluzione, che deve essere capito, è che permette di anticipare eventuali problemi che potrebbero essere causa di costi sostanziali molto importanti. Quindi il costo di questa soluzione alla fine è minore di quello di un'assicurazione. Offre un

vantaggio economico non indifferente con un abbattimento del costo di rischio della struttura». Ma l'installazione va prevista in fase costruttiva? «Sì, ci sono due fasi di installazione: una prima fase nel grezzo con la posa degli elettrodi nel legno e una seconda in fase di finitura della struttura, dove si collegano gli elettrodi al sensore e alla CPU. I sensori e la CPU sono alloggiati in scatole elettriche per poter accedere alle schede in caso di controllo o guasto». Il sistema di posa è semplificato ripercorrendo l’impianto elettrico? «Sì, in quanto parliamo di scatolette standard – afferma Paolo Marchetto – Abbiamo, infatti, studiato il circuito in modo da poter essere utilizzato con le scatolette standard. Il cablaggio: è molto semplice. Ci sono tre tipi di cablaggio ossia il cablaggio con cavo intranet, quindi con cavo e canaline dedicate, il cablaggio via radio frequenze o ancora, se non possibili altre soluzioni, utilizzando le canalette preesistenti. Per semplificare il concetto possiamo paragonare il sensore alla testa di un gatto e gli elettrodi sono le sue vibrisse. C'è la possibilità di assegnare un nome a ogni sen-


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sore (camera, cucina, bagno ecc.) in modo tale da avere prontamente una segnalazione immediata di dove è sorto un problema. Da notare che la segnalazione di un allarme viene effettuata direttamente sul cellulare, ma anche con una segnalazione acustica posta nella CPU di controllo, disattivabile in qualsiasi momento». Quando suona l'allarme? «L'allarme viene dato per motivi seri, non è sufficiente semplicemente che venga superata una particolare soglia, ma è presente un sofisticato algoritmo che controlla tramite una serie di verifiche integrate che l'umidità in sé sia consistente e il problema deve essere particolarmente serio. Il range di misurazione copre valori compresi fra 12-32% di umidità. La soglia di allerta al superamento del 18% di umidità mette in allarme il sistema e il superamento di quella critica, sopra al 20%, determina l’allarme sonoro permanente. Inoltre, MyMeter è dotato di un sistema di autodiagnosi, che verifica il funzionamento giornaliero dei sensori, nel caso in cui uno di questi non comunichi un segnale entro le 24 h si attiva un allarme sonoro».


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di Sonia Maritan

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Filo conduttore ligneo Siamo con Alessandro Gabrieli in uno dei tanti cantieri di House&Co /Italtetti, azienda fondata 35 anni fa. Questo ritorno al legno che stiamo vivendo oggi è passato dalle capriate e dal tetto ed è approdato nell'ultima decina di anni anche alle costruzioni di legno. La crescita nel settore del legno strutturale ha portato, infatti, Italtetti alla creazione del marchio House&Co per ampliare il target iniziale, facendo tesoro della sua esperienza. Sono almeno due le ragioni del nostro viaggio, il 18 maggio scorso: l’anniversario di Italtetti e la visita in un cantiere di House&Co a Busto Arsizio in provincia di Varese.

In questa pagina Gianluca Gabrieli durante la presentazione del percorso compiuto da Italtetti, la platea, il ringraziamento della protezione civile a Massimo Gabrieli per la donazione fatta ad Amatrice. Dario Gabrieli, il fondatore di Italtetti, con Sonia Maritan e con tutta la famiglia al completo: figli e nipoti. A destra, Sonia Maritan con Pierluigi Gambardella di Essetre.

Parliamo con Alessandro Gabrieli del cantiere nel quale ci troviamo: una villa unifamiliare, per la quale i committenti hanno coinvolto due architetti per la realizzazione dei disegni architettonici. «Esattamente, noi abbiamo fatto l'ingegnerizzazione del progetto architettonico della casa tramite il nostro studio tecnico interno che si occupa di tutte le fasi: dalla valutazione di fattibilità del progetto architettonico fino alla produzione di ogni singolo elemento strutturale». Costruire con il legno prevede una progettazione molto più accurata rispetto quella attribuibile all'edilizia "tradizionale"? «Certamente; in questo progetto, ad esempio, è in atto la certificazione da parte di ARCA, unico Ente che garantisce la qualità degli edifici di legno, occupandosi degli aspetti riguardanti la struttura, oltre che favorire lo sviluppo, la sicurezza e la salubrità dell’abitare sostenibile». Quali sono i tempi e l'iter per un cantiere che prevede caratteristiche qualitative certificate inerenti il risparmio energetico e il comfort abitativo, come questo in cui ci troviamo? «Le tempistiche per la progettazione si attestano circa a due mesi, mentre la fase cantieristica dura 4/5 mesi. Sin dalle prime fasi di progetto studiamo tutto ciò che è inerente a: stratigrafie delle pareti e della copertura, parti strutturali, impermeabilizzazioni e attacco a terra, passaggio per gli impianti, ecc». Il progetto architettonico ingegnerizzato, non significa quindi progettare solo le misure delle pareti in X-Lam, le partizioni interne, e tutti gli elementi lignei che poi vengono prodotti con il centro di lavoro? «Progettare un edificio di legno implica un approccio completamente diverso rispetto

una costruzione tradizionale, poiché ogni componente viene messo in dialogo con l’altro sin dalla fase di progetto. Una progettazione integrata massimizza le opportunità per la definizione di strategie che ottimizzano i costi e i benefici. Possiamo avere diverse tipologie di casa secondo le prestazioni che si vogliono raggiungere: si può ottenere una casa in classe A o Passiva; l’importante è che ogni dettaglio sia definito in fase di progetto esecutivo e che tutte le maestranze dialoghino fra loro e operino in modo coerente l’una con l’altra. Significa avere tutta una serie di accortezze a partire dalle fondamenta; la prima cautela riguarda il legno strutturale che non deve mai venire a contatto con acqua o umidità, perché si potrebbero verificare delle marcescenze. Viene, quindi, messo uno strato di vetro cellulare che isola la parete da terra. Vi sono poi i vari fissaggi…». In questo modo di quanto ci si alza dal livello stradale? «Di solito varia in base al progetto e al tipo di fondazioni realizzate.


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Italtetti We are with Alessandro Gabrieli in one of the many building sites of House & Co/Italtetti, a company founded 35 years ago. This return to the wood we are living today has passed from the trusses and from the roof and it has reached the construction of wood in the last ten years. In fact, the growth in the structural wood sector has led Italtetti to create the House & Co brand to expand its initial target, drawing on its experience. There are at least two reasons for our trip, on May 18th: the anniversary of Italtetti and the visit to a House & Co shipyard in Busto Arsizio in the province of Varese.

lazione. Tuttavia, sulla fondazione viene creato un cordolo alto 10-15 cm per tenere le pareti distanziate dalla quota del marciapiede esterno. La struttura in X-Lam viene separata dal cordolo mediante una radice di vetro cellulare». Lo strato di vetro cellulare alto 10/15 centimetri rimane comunque sotto la quota del piano di campagna, in modo da avere la villa in piano al livello naturale del terreno. La protezione è quindi data dalla canalina che lungo tutto il perimetro della casa distanzia le pareti dal terreno? «Questa canalina è stata fatta per un’eventuale azione del vento che può portare l'acqua contro la casa e il suo scopo è di far defluire l'acqua». Solitamente, si impiega una canaletta di scolo delle acque in aderenza al cappotto per evitare che l’acqua piovana si avvicini al legno della parete. In questo caso, è stata realizzata la canalina con dei sassolini tutt’intorno che ha la funzione di drenaggio, e degli scarichi posti circa ogni due metri con dei pozzetti. Oltre al drenaggio dell'acqua questo sistema crea una sorta di ulteriore camera d'aria che favorisce una micro venti-

Cos'è cambiato a oggi, rispetto a 35 anni fa nel settore del legno, sia in positivo sia in negativo? «La nascita dei macchinari a controllo numerico nella carpenteria in legno – come quelli di Essetre di cui ci avvaliamo – ha avuto effetti positivi, in quanto si riescono a produrre elementi pre-tagliati riducendo le tempistiche di cantiere e ottenendo una miglior precisione. L’unico aspetto negativo riguarda la perdita della manualità da parte del carpentiere».


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Dieci anni fa le travi lamellari erano già ampiamente utilizzate; oggi stiamo assistendo a un ritorno al massiccio, in quanto il trend attuale richiede elementi "crepati" e vissuti, caratteristiche viste come difetti solo fino a qualche anno fa».

Per un tipico tetto a due falde che differenza di tempo intercorre tra la realizzazione a mano e i moderni centri di lavoro? «Per un tetto a due falde i tempi quasi si equivalgono, se invece si parla di lavori più complicati il risparmio di tempo utilizzando i centri di lavoro è notevole». Con la tecnologia è cambiata la modalità produttiva? «Con la tecnologia si riescono a produrre elementi pre-tagliati in stabilimento riducendo il lavoro in cantiere. Di conseguenza la modalità produttiva non cambia ma si “trasferisce” ai centri di lavoro garantendo di poter operare all’interno dei capannoni con tutti i vantaggi che ne derivano.

C'è anche la tendenza a rifinire il legno all'interno dell'intradosso del tetto con una cura maggiore rispetto alla finitura più rustica di una volta… «Sì, specialmente grazie alle vernici attuali: ecologiche e all'acqua, caratteristiche che un tempo potevano garantire solo gli impregnanti ai solventi. Inoltre, permettono di mettere in risalto le venature del legno garantendo una molteplicità di risultati e possibilità estetiche anche per i clienti più esigenti». Il progetto architettonico di questa casa rende il legno protagonista, a partire dalla struttura portante in X-Lam dell’edificio, al tetto a vista, fino alle finiture! «Le finiture sono state scelte prevalentemente dalla committenza tra quelle già proposte in capitolato come standard: il pavimento è in parquet di Rovere finitura oliata, le finestre in Larice spazzolato e oliato, il soffitto in chiave moderna con legno di Abete massello a vista sbiancato e decapato e il bagno con il top del lavabo in Cedro. Alle finiture in legno sono, poi, stati accostati materiali naturali, come il rivestimento del living e del bagno realizzati in pietra naturale».


Per House&Co oggi fabbricare le case di legno è diventata la parte più interessante del suo business? «Esatto, proprio in questi giorni è stata iniziata a Gravellona Toce una baita in Larice massello, progettata con la tecnologia del Blockbau. Il committente è un musicista e ha scelto questo materiale in funzione anche dell'acustica». Dal punto di vista del “funzionamento” della casa, quindi, della classe energetica, quali saranno i risultati? «Lo Studio Termoprogetti Srl si è occupato di quanto concerne la termotecnica e sono stati quasi raggiunti i livelli di una casa passiva. Attraverso l’Attestato di Prestazione Energetica è stata riconosciuta una Classe A4, con ARCA ci aspettiamo di rispettare i canoni di certificazione SILVER. Attraverso l’impianto fotovoltaico posto in copertura si riesce a coprire il fabbisogno necessario per il riscaldamento e raffrescamento e produzione di ACS». Terminiamo con una domanda per la famiglia che abiterà in questa casa, chiedendo loro perché un utente finale scelga una casa di legno. «Costruire una casa di legno è, tutt’oggi, una soluzione intrigante e innovativa. Ovviamente ci siamo informati, inizialmente doveva essere in muratura, ma strada facendo, abbiamo iniziato a valutare altre possibilità e alla fine abbiamo deciso di costruire con il legno poiché presenta notevoli vantaggi: ottima isolazione termica, benessere abitativo, risparmio energetico, progettazione integrata, velocità costruttiva, antisismica, ecc.». La giornata poi prosegue con i festeggiamenti per il 35° anniversario di Italtetti: l’atmosfera di una sagra di paese serpeggiava fra i lunghi tavoli che riempivano

uno dei capannoni dell’azienda allestito con un soppalco sopra il quale Gianluca Gabrieli ha ripercorso le tappe di questa realtà. Non è mancato il sentito ringraziamento da parte della Protezione Civile per la donazione da parte di House&Co di una casa di legno realizzata a San Benedetto di Amatrice come dimora per alcune famiglie che avevano dovuto abbandonare la loro abitazione perché crollata o pericolante. La visita al cantiere di House&Co. a Busto Arsizio in provincia di Varese, sotto insieme al gruppo di tecnici.


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“Un robot per l’industria 4.0” La florida produzione di manufatti edilizi, sia di sistemi e componenti prefabbricati in cemento armato sia di legno lamellare, rende molto severa la scelta delle tecnologie idonee alle diverse linee produttive di Moretti volte a tradurre l’idea architettonica in progetti esecutivi cantierabili, ricercando e proponendo le migliori soluzioni tecniche e costruttive. Con Hundegger, il colosso fa un passo importante verso la robotizzazione del processo produttivo nel reparto dedicato al lamellare che ci illustra l’Ingegner Alberto Agostini. Proponiamo pertanto un focus sulla tecnologia adottata dall’azienda, dividendo in due parti il prezioso contributo raccolto, e destinando al numero successivo il dialogo alto che l’Amministratore Delegato di Moretti, l’Ingegner Evangelista Zampatti, ci ha regalato per lasciare a lui soltanto le luci della ribalta.

In questa pagina i protagonisti del tour in Moretti, a partire dalle figure interne all'azienda nella foto di gruppo sopra, da sinistra a destra Erardo Barbera, Maurizio Guizzetti, Alberto Agostini, e per Hundegger Luca Dal Bianco e Ugo Campeotto che chiude la fila, con alla sua sinistra Pietro Ferrari di Web and Magazine. Nella foto a destra Luca Dal Bianco è con Sonia Maritan che ha condotto l'intervista.

Con l’Amministratore delegato di Hundegger Italia, Luca Dal Bianco, e con il Responsabile commerciale per l’Italia, Ugo Campeotto, visitiamo il reparto produttivo del lamellare di Moretti guidati dall’Ingegner Alberto Agostini, al quale chiediamo se l’acquisto della nuova macchina sia recente. «Risale a pochi mesi fa. La macchina che è stata acquistata dalla Moretti dispone anche di un gruppo robot e consente di produrre travi di dimensioni considerevoli che fino a oggi venivano realizzate manualmente. Con questo gruppo robot abbiamo anche la possibilità di lavorare su sei lati, senza dover ribaltare il pezzo o dover passare il pezzo più volte nella macchina. È in atto un’evoluzione notevole anche negli attrezzi. La scelta è stata quella di

investire su di una macchina completa sia per lavorare le travi lamellari sia per lavorare le pareti. Abbiamo anche un sistema di carico e scarico automatico, ma anche la possibilità di andare oltre. La nostra necessità è di non avere limiti dimensionali anche in lunghezza». Il limite ormai è la trasportabilità, non più la produttività del pezzo! Ricordiamo che Interholz by Moretti ha realizzato le travi in pezzo unico più lunghe d’Italia: il Palasesto a


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Sesto San Giovanni in provincia di Milano è caratterizzato da travi lunghe 50 metri. «Ci sono anche delle ragioni a livello di calcolo, ma si possono fare delle travi anche per essere assemblate in modo da creare un pezzo unico e questo non pone più limiti. Possiamo dire che la Moretti è dotata di un centro di lavoro aggiornato alle tecnologie più attuali ed è entrata nel mondo della robotica: la K2i Robot rende possibile il passaggio all’industria 4.0». «La macchina – aggiunge Ugo Campeotto – è forse una delle più complete che possano lavorare sia sull’X-Lam sia sulle strutture ed è stata ben configurata». Da quando è in funzione la K2i Robot? «Da un mese circa, è una macchina anche abbastanza impegnativa dal punto di vista progettuale e del software; potendo fare lavorazioni di diversa natura richiede un certo impegno per essere valorizzata nei propri utilizzi con un approccio graduale al software. Aiuta molto il fatto di poter disporre di collegamenti diretti con la Hundegger per tutto ciò che riguarda il software e la soluzione in tempo reale dei problemi, legati prevalentemente al “rodaggio”». È già ipotizzabile una stima di incremento di produttività e di prestazioni dal momento in cui la nuova Hundegger è entrata in funzione? «La macchina, su certe lavorazioni, ad esempio con travi molto grandi, è estremamente competitiva: fino a un rapporto uno a quattro rispetto al tempo uomo. Oggi noi con questa macchina puntiamo molto a pre-assemblare e a preparare tutte le formature delle piastre e dei collegamenti in stabilimento, mentre precedentemente, lavorando a mano, si tendeva a non forare in stabilimento tutte le travi, ma a realizzarle in cantiere in alcuni dettagli di montaggio. Adesso, con il taglio delle piastre effettuato con laser, la macchina a controllo numerico riesce a preparare il più possibile in stabilimento e tutto quanto occorre prima del cantiere». Questa tecnologia implementa dunque il processo di prefabbricazione a monte del cantiere! «L’implemento della tecnologia è attribuibile

anche al fatto che adesso hanno due linee – precisa Ugo Campeotto – all’interno di questo capannone con due centri di taglio, una K2 del 2001 e la nuova K2i 1250. Si tratta sempre di una K2i ma con l'aggiunta dell'aggregato Robot con il cambio utensili e con la configurazione forse più completa esistente in Italia al momento, come ricchezza di aggregati. Alla K2 del 2001 adesso sono demandate le operazioni più “semplici”». Alberto Agostini ci racconta come si snoda il lay out produttivo, considerando che Moretti produce da sé il lamellare. «Questa è la linea di partenza di produzione del legno lamellare, noi produciamo legno partendo da tavole di Abete rosso o di Larice e siamo uno fra i tre produttori in Italia a farlo. Trasformiamo, poi, con Hundegger il nostro prodotto incollato da noi. Lo stabilimento si divide in tre reparti: il primo settore produce la lamella, il secondo reparto è predisposto per l’incollaggio e il pressaggio delle lamelle per ottenere la trave grezza, il terzo comparto è la falegnameria che parte dalla piallatura delle travi grezze fino ad arrivare alla falegnameria vera e propria dove vengono compiute le lavorazioni con le linee Hundegger oppure le lavorazioni a mano, perché noi abbiamo come punto di forza la possibilità di produrre legno lamellare curvo di qualsiasi forma».

In questa pagina, nella foto di sinistra un ritratto dell'Ingegner Alberto Agostini, Responsabile del settore Legno in Moretti; a destra insieme a Sonia Maritan e Ugo Campeotto.


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Il reparto produttivo: in alto da sinistra a destra, le lamelle, la linea Grecon e le lamelle assemblate “di taglio” a formare le travi. Al centro, la K2i Robot, che in Moretti è diventata la protagonista del capannone dedicato al legno,

Entriamo nel dettaglio del lay out produttivo suddiviso in tre settori: produzione lamella, incollaggio e pressaggio delle lamelle, falegnameria; soffermandoci sulla lamella. «Partendo dall’origine della filiera, le tavole vengono acquistate essicate e attraverso la linea Grecon portiamo a termine una prima fase: dalla tavola grezza, la qualificazione dei pezzi migliori e il loro taglio ottimizzato libero da difetti, fino a creare il giunto a finger joint per l’accoppiamento delle tavole e ottenere la lamella intera che viene piallata e viene lasciata riposare. Le tavole vengono controllate una per una da un impianto che ne misura il contenuto di umidità, poi la qualificazione viene attribuita a personale specializzato che segna i difetti con un particolare gesso, quindi la macchina legge con un sistema di fotocellule e taglia questi difetti. Da tavole di quattro metri standard si ottengono dei pezzi di tavola di diverse misure giuntati sulla macchina che inietta la colla. Un’altra macchina realizza il finger joint su entrambe le teste. Questi pezzi di tavola escono dalla fresatrice ed entrano nell’ultima parte dell’impianto Grecon che è la pressa, seguita dalla pialla della Weinig. Qui viene tutto gestito elettronicamente dal computer in conformità alla normativa, controllando rigorosamente ogni parametro come tempo e pressione. Una volta fatto il finger joint, viene effettuata la piallatura sulle due facce principali e si ottiene la lamella nello spessore giusto che parte da una tavola di 45 millimetri di spessore per ottenere una lamella da 40 millimetri di spessore finale. Alcuni provini vengono estratti dalla produzione di ogni giorno e vengono verificati a flessione e sottoposti alle prove di resistenza a rottura». L’Abete rosso continua a essere il più usato! «Sì, perché è il più diffuso e ha il miglior rapporto qualità-prezzo. In ogni caso è il legno per cui siamo certificati, come per il Larice, dall’Otto Graf Institut. Per nuove specie lignee occorre seguire le procedure, ad esempio se si volesse inserire il Pino, occorrerebbe fare le prove ITT sia per i provini in finger joint sia per l’incollaggio e se le travi rispettassero i parametri, il certificatore esterno implementerebbe il certificato anche per la nuova specie legnosa». Le lamelle compiono il loro percorso fra una rulliera e l’altra prima di diventare travi.

«Questa rulliera, lunga cinquanta metri, fa uscire le lamelle. Le lamelle scendono da questa rulliera, vengono spinte in modo uniforme e vengono impilate su dei manubri per essere lasciate riposare per un giorno, in ambiente climatizzato, perché la colla melamminica deve far presa e creare così un pezzo monolitico.


sulle lamelle una pioggia di colla bicomponente in una quantità precisa che viene monitorata in continuo dal PLC della macchina dell’Akzo Nobel. Dopodiché le lamelle “da stese”, che hanno ricevuto questa pioggia di colla, scorrono su una rulliera e vengono espulse in automatico nel punto richiesto per essere pronte a essere impacchettate; quindi nel reparto strettoio e pressa, tutte le lamelle vengono impilate “di taglio” e pressate con un’intensità controllata per comporre la trave. Le chiavi dinamometriche garantiscono la misura della pressione». In questo reparto intermedio viene realizzata anche la curvatura del legno! «In questo reparto nasce la trave curva. Le piantane standard sono dritte, ma vengono posizionate secondo il disegno dell’ufficio tecnico una per una, per ottenere anche la centina per le travi curve: tante lamelle vengono appoggiate iniziando a pressare dal punto di colmo e poi pressando lateralmente e gradualmente, da una parte e dall’altra. Quindi noi eseguiamo la curvatura del legno a freddo con un processo graduale: le lamelle arrivano e vengono appoggiate a coltello alle piantane più vicine – quelle che creano il punto di colmo –, e le lamelle sin qui sono dritte, poi vengono fissate ai ganci e ogni piatto con i fori viene fissato alle piantane e il pressore spinge pian piano la lamella – partendo dal punto che è già a contatto – con un tempo e una pressione misurata e tabellata in base alla colla. Una volta pressato e lasciato in ambiente climatizzato, il giorno dopo, quando la colla è seccata, le travi vengono liberate dai pressori, e il legno mantiene la sua forma acquisita».

Poi con il carro ponte le lamelle vengono spostate per il secondo step e spinte su una rulliera collocata sulla parte opposta rispetto quella precedente, e qui entrano in una macchina che conferisce una velocità precisa e costante. In funzione di questa velocità e della portata delle pompe di colla viene fatta cadere

Abbiamo ottenuto la trave grezza, sia essa dritta o curva. «La trave grezza viene piallata sui fianchi per ottenere la base finita della sezione. Disponiamo di 2 pialle di cui una consente la piallatura fino a 2,60 m di larghezza». Passiamo a questo punto al reparto di falegnameria, premettendo che la copertura del capannone costituisce di per sé un esempio reale. «Nel capannone in cui ci troviamo, interamente dedicato al settore legno, e dove ci sono le


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rabile, era di 62 centimetri, con il nuovo modello siamo a 125 centimetri, un po’ più del doppio: quindi questo investimento dell’estate ha permesso di progredire con il lavoro. Adesso è possibile lavorare in macchina le strutture che prima dovevano essere eseguite a mano». Chiediamo al Responsabile commerciale per l’Italia di Hundegger, Ugo Campeotto, quali siano gli aggregati con i quali hanno attrezzato per Moretti la K2i Robot. «C’è una mortasa verticale con rotazione di 180° per lavorare i pannelli di X-Lam che ha la funzione di fare tutti gli intagli all’interno del pannello e in più abbiamo l’aggregato robot». «L’aggregato robot è fondamentale – precisa l’Amministratore delegato di Hundegger Italia, Luca Dal Bianco – perché riesce a lavorare su tutti i sei lati senza spostare il pezzo».

In queste pagine, in alto la K2i Robot, e sopra e sotto due foto dello stabilimento Moretti SpA. credits: ph Anna Mainenti. Nella pagina destra al centro la produzione della Cappella Berman. credits: ph Fabio Cattabiani.

due macchine Hundegger, abbiamo un esempio di produzione Moretti: il capannone è infatti realizzato con pareti in cemento armato e la copertura in legno con una luce di 45 metri». «La precedente Hundegger non era in grado di compiere le lavorazioni richieste oggi – aggiunge Ugo Campeotto –. L’apertura, intesa come possibilità di passaggio pezzo utile lavo-

Le due macchine come vengono utilizzate oggi? «Lavorano i pezzi più leggeri sulla vecchia macchina – risponde Luca Dal Bianco – e i pezzi più pesanti e le lavorazioni più complesse vengono gestiti sulla K2i Robot». Ascoltiamo anche gli operatori che la macchina la utilizzano tutti i giorni, chiedendo a loro cosa abbia comportato interagire con la nuova K2i Robot. «Abbiamo cambiato mentalità rispetto al vec-


chio software – risponde Erardo Barbera – cresciamo ogni giorno in prestazioni». «Io lavoro qui da vent’anni – aggiunge Maurizio Guizzetti – il legno è un materiale che mi ha conquistato». Terminiamo, ragionando sulla durabilità con l’Ingegner Alberto Agostini. «Dai preservanti a solvente noi siamo stati i primi a passare ai preservanti all’acqua e abbiamo sempre utilizzato Adler. Il trattamento del legno è fondamentale per garantire la durabilità, all’esterno deve essere in classe di utilizzo 3 e se è protetto, seppur all’esterno, deve essere in classe 2. L’Abete non è il legno più performante dal punto di vista della classe di durabilità naturale, è un materiale poco durevole e poco impregnabile che non viene trattato in autoclave – il Pino in autoclave assorbe di più –, tuttavia Abete e Larice, vista la disponibilità delle specie legnose, vengono utilizzati perché i cicli di trattamento li rendono molto durevoli. Comunque, la prima protezione è il progetto (con dettagli costruttivi idonei), la seconda è la protezione meccanica con lattonerie e la terza è la protezione chimica. Il lamellare parte da una materia prima essiccata a una umidità relativa del 12% e quindi non crea grandi fessure, mentre possono manifestarsi delle microfessure, ma nel legno massello le fessure costituiscono un aspetto estetico: il legno fessura perché “fa” il legno»!

Hundegger The thriving production of building products, both of prefabricated reinforced concrete and lamellar systems and components, makes the selection of suitable technologies for the various Moretti production lines very strict, aimed at translating the architectural idea into workable construction projects, looking for and proposing the best technical and constructive solutions. With Hundegger, the colossus takes an important step towards the robotization of the production process in the laminar department that illustrates engineer Alberto Agostini. We therefore propose a focus on the technology adopted by the company, dividing in two parts the pre- sent contribution collected, and allocating the high dialogue to the next issue that the CEO of Moretti, the Engineer Evangelista Zampatti, has given us to leave to he only the limelight. It dates back a few months ago. The machine that was bought by Moretti also has a robot group and allows the production of large beams that until today were made by hand. With this robot group we also have the possibility to work on six sides, without having to tilt the piece or having to pass the piece several times in the machine. A considerable evolution is also taking place in the tools. The choice was to invest in a complete machine both for working the lamellar beams and for working the walls. We also have an automatic loading and unloading system, but also the possibility to go further. Our need is not to have dimensional limits even in length ».


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La qualità nella quantità Siamo per la seconda volta presso il Gruppo Nulli, dove ritroviamo tutta la cordialità del Direttore Commerciale Nino Nulli che, oltre alla Web and Magazine, accoglie Andrea Reggiani, Amministratore di Sarmax, e Alessandro Bertesi, Responsabile Commerciale il quale ha organizzato l’incontro con il Gruppo, uno dei primi del settore in Italia, e che con Wood Beton, realizza case prefabbricate di legno, e immette sul mercato sistemi brevettati e certificati, in grado di garantire, per le nostre abitazioni, un grande risparmio energetico unitamente a comfort igrotermico e stabilità. Una produzione che, contestualmente, richiede un’adeguata tecnologia, come quella fornita da Sarmax.

In queste pagine, alcuni momenti dell'intervista di Sonia Maritan a Nino Nulli con Andrea Reggiani e Alessandro Bertesi di Sarmax. Nella foto di gruppo, da sinistra a destra, Andrea Reggiani, Vigo Nulli, Sonia Maritan, Nino Nulli e Alessandro Bertesi. Alcune panoramiche del capannone che accoglie le linee Sarmax: da una parte la linea delle travi con la spazzolatrice e dall'altra la linea delle perline. Nella foto a destra, il modello di spazzolatrice industriale BASIC 2 della linea Cheyenne.

Il rapporto tra il Gruppo Nulli, nella persona di Nino Nulli che cortesemente ci ha ricevuto, e Sarmax, rappresentato da Andrea Reggiani, è ormai storico. Un rapporto iniziato in piena crisi, quando il Gruppo Nulli ha deciso di investire nelle tecnologie Sarmax, nella fattispecie di una rusticatrice per legno strutturale. Chiediamo a Nino Nulli di condividere con noi questa storia. «Il primo approccio con il titolare, Andrea Reggiani, è stato alquanto positivo: inizialmente, come primo investimento, ho deciso di testare una macchina usata, destinata alla spazzolatura, un tipo di finitura che al tempo noi ancora non realizzavamo. Oggi, oltre a quella macchina, abbiamo acquistato una nuova spazzolatrice e quattro impregnatrici: due destinate allo stabilimento di Milano e due installate in quello di Iseo che rappresentano l’ultimo investimento fatto. E grazie ai saggi consigli ricevuti, siamo ora in grado di impregnare sia travi sia travetti sia perline, operando in assoluta sicurezza, con meno manualità, un


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Quality in quantity We are for the second time at the Nulli Group, where we find all the co-ordination of the Commercial Director Nino Nulli who, in addition to Web and Magazine, welcomes Andrea Reggiani, Sarmax Administrator, and Alessandro Bertesi, Sales Manager who organized the meeting with the Group, one of the first in the sector in Italy, and with Wood Beton, realizes prefabricated wooden houses, and introduces patented and certified systems on the market, able to guarantee, for our homes, a great energy saving together with hygrothermal comfort and stability. A production that, at the same time, requires an adequate technology, such as that provided by Sarmax. forte aumento della produzione e riuscendo a garantire un’elevata qualità delle lavorazioni. Non ultimo in condizioni di sicurezza in linea con i tempi». Chiediamo ad Andrea Reggiani di illustrarci l’attuale processo produttivo. «Da una parte c’è la linea delle perline e dall’altra quella per le travi. Le perline si prestano molto a essere trattate in modo veloce perché sono tutte uguali, delle stesse dimensioni e quindi sottoposte a un processo ad alta automazione. Le travi invece seguono un processo più delicato perché le loro dimensioni sono molte diverse».

Chiediamo a entrambi se la suddivisione dei due processi – perline e travi – e l’implementazione della tecnologia abbia agevolato il lavoro finale. «Loro eseguivano prima queste lavorazioni in modo molto più manuale». Risponde Andrea Reggiani e Nino Nulli aggiunge «Abbiamo risparmiato il lavoro di due/ tre persone, le quali a loro volta sono state meglio impiegate in altre attività». Andrea Reggiani incalza «Le aziende piccole si accontentano invece di un'unica macchina in grado di effettuare le diverse operazioni. Nel caso del Gruppo Nulli, siamo all’avanguardia e abbiamo bisogno di numeri». Nino Nulli chiosa «Siamo molto attivi sia nel settore residenziale che in quello industriale. Grazie alla sinergia tra le nostre aziende riusciamo a montare, come è successo in Emilia Romagna durante la ricostruzione post-sisma,


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In queste pagine, sopra, l'impregnatrice per travi APACHE 15 e sotto, la linea di impregnazione per le perline ad alta automatizzazione.

grandi coperture in legno lamellare in concomitanza con la realizzazione delle strutture. In quel caso abbiamo realizzato un intervento di oltre 40.000 m2. Wood Beton e Nulli sono due aziende diverse ma che lavorano in sinergia. Noi effettuiamo, per esempio, l’impregnazione anche per la Wood Beton». Le linee che siamo venuti a visitare oggi sono l’ultimo acquisto che risale a circa diciotto mesi fa. Dotate di parametri di automatizzazione molto più spinti garantiscono una qualità costante del risultato e una razionalizzazione data dalla divisione delle due linee: perline e travi. «Grazie alla capacità tecnica di Andrea Reggiani coadiuvato dal suo staff di progettisti, Sarmax riesce a essere molto flessibile e soprattutto cerca di interpretare sempre quelle che sono le esigenze peculiari della singola azienda: questo costituisce sicuramente il pregio maggiore del servizio e del prodotto Sarmax. Andrea Reggiani ha la capacità di risolvere lo specifico problema, perché conosce le particolarità di un’azienda come la nostra: non è soltanto una persona che siede alla scrivania, ma incontra direttamente le aziende, cercando di capire e recepire quali sono le singole difficoltà. Questo fa la sua forza». Afferma Nino Nulli. Chiediamo ad Andrea Reggiani se l’impianto “splittato” in due per il Gruppo Nulli, costituisca anche per loro una novità. «Non direi, il 90% delle linee sono più o meno simili, ma poi c’è sempre una personalizzazione finalizzata a risolvere specifiche esigenze del

cliente. Molti clienti scelgono un sistema di asciugatura automatico, mentre il Gruppo Nulli ha optato per un’asciugatura naturale visto che nei test eseguiti il manufatto usciva dalla linea con l’impregnante perfettamente spalmato». «La macchina è fatta in modo da erogare la quantità giusta, le spazzole spalmano la quantità idonea e non ci sono sgocciolamenti». Aggiunge Nino Nulli. Quindi l’asciugatura è naturale? «L’asciugatura è naturale – risponde Andrea Reggiani –, però abbiamo aggiunto altre parti che erano indispensabili per le loro esigenze di altissima produttività e di massima automazione, come il gira pezzi automatico e l’impilatore verticale che permette la realizzazione del pacco finale di perline». Siamo incuriositi dal progetto di queste macchine, come la protagonista del reportage di oggi, di sapere se hanno anche la possibilità di essere implementate, e quindi se siano dotate di una modularità di base. «Pensavamo in futuro di poter aggiungere un sistema di carico automatico delle perline direttamente dal pacco. Posso anche dire che Nino Nulli deve essere soddisfatto del servizio – assicura Alessandro Bertesi – perché poche volte ci hanno chiamato, ma tutte le volte siamo intervenuti tempestivamente». «C’è un rapporto molto positivo tra noi e Sarmax». Conferma Nino Nulli. «E noi possiamo dire che con Nulli abbiamo una corsia preferenziale». Ribadisce Andrea Reggiani.


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Naturalmente dopo questa ampia premessa, ci spostiamo in reparto davanti alla linea dedicata alle travi e alla carpenteria pesante in genere. «Il processo è molto semplice – ci spiega Andrea Reggiani – da una stazione di pre-carico i pezzi vengono fatti scorrere su una rulliera che inserisce il pezzo in macchina attraverso una ruota di trascinamento. Al termine del percorso all’interno della macchina il pezzo esce impregnato, scorre su una rulliera e poi viene traslato in automatico su una stazione di scarico». Chiediamo ad Alessandro Bertesi quale sia il punto più importante nella fase di impregnazione. «Sicuramente la combinazione tra l’applicazione del colore e la sua spalmatura sul manufatto. In passato l’impregnante era quasi esclusivamente trasparente o color noce e aveva come unica finalità quella di proteggere il legno dagli agenti atmosferici, dai raggi UV e dagli insetti. Negli ultimi dieci anni si sono affermati sempre più gli impregnati colorati, il bianco su tutti, che richiedono una qualità di applicazione e spalmatura molto più alte diventando vere e proprie finiture. Il processo è quindi sempre più sofisticato perché le esigenze dei clienti sono ogni giorno più alte. Tornando alle line Wood Beton, ci teniamo a ricordare che gli impianti sono arricchiti da una moderna tecnologia di recupero e filtraggio delle acque reflue utilizzate nella pulizia della macchina. Alla fine della giornata, infatti, la macchina viene pulita dall’operatore con una lancia ad alta pressione che genera acqua sporca. Questa, grazie a un tunnel sotterraneo, viene convogliata al chiarificatore Sarmax Ecocleaner, dove, grazie al processo chimico che separa l’acqua dal colore e da ogni particella solida, si “rigenera” acqua pulita da un lato, riutilizzabile nuovamente e dall’altro rifiuti solidi e compatti di facile gestione.

Nino Nulli ci ha chiesto di poter disporre di queste tecnologie perché ritiene che rappresentino un valore aggiunto importante». In effetti è così, i Paesi sviluppati sono anche i più sostenibili e il Gruppo Nulli adottando anche una tecnologia ad hoc per il riciclo del prodotto verniciante si mette ancora una volta al passo con i “Grandi”. E allora, secondo me, non ci può essere chiusura più bella per questo articolo, che avere l’onore, come accade del tutto casualmente, di incontrare il fondatore del Gruppo Nulli, Vigo Nulli – un elegante ultra novantenne che ama ancora passare il suo tempo passeggiando fra i capannoni della sua impresa, quella che ha creato nel 1953 –, per chiedergli come sia stato il suo inizio. «Io ero perito agrario e ho iniziato a lavorare molto presto a Iseo, semplicemente commercializzando il legno». Le piace ancora il profumo del legno? «Sì, mi piace ancora fare un giretto qui e vengo in azienda di tanto in tanto. Commercializzavo il legno in un negozio al centro di Iseo e il primo carretto elevatore “Lugli” è arrivato dopo dieci anni. I falegnami venivano e facevano una selezione molto severa, di quello che poteva essere, ad esempio, una fornitura di Tanganica o di Rovere, poi sceglievano la tavola esatta che meglio si addiceva al loro lavoro. Di strada, da allora, il Gruppo ne ha fatta parecchia: tanto impegno, tanto sacrificio e tanta voglia di crescere, tutti ingredienti che in questi anni sono stati portati avanti a piene mani. Oggi, infatti, dopo oltre sessant'anni di attività, il dinamismo è la caratteristica prevalente che contraddistingue approcci e metodi del nostro Gruppo, nonché la voglia di lavorare e soprattutto l'entusiasmo che tutti noi mettiamo in tutto quello che facciamo».


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di Franco Laner

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Anche in una semplice staffa di una capriata si può riconoscere l’intelligenza costruttiva che si ha quando bellezza e funzionalità coincidono. La staffa a zig-zag è pensata per non mettere chiodi sulla stessa linea che poi fessurerà e i chiodi allora non serviranno a nulla, mentre l’allargamento della staffa in sommità serve per avere maggior area per accogliere le tensioni di sollecitazione alla trazione (archivio Franco Laner).

Fabbro e carpentiere Ripristinare un binomio virtuoso nelle costruzioni di legno è l’auspicio che sottende questo titolo. Nel settore del legno strutturale è necessaria forte sinergia fra i diversi attori e competenze specifiche, in particolare quando si esce dalla standardizzazione. L’assenza di competenze porta all’insuccesso e all’aumento di contenzioso, come nel caso illustrato da questa perizia e che riguarda il marcimento nell’interfaccia fondazione-parete X-Lam dell’attacco a terra di un complesso scolastico; un caso che merita, prima di essere analizzato, una puntuale premessa volta a indicare la strada del “buon senso”. Determinante per il risanamento della struttura didattica la ferramenta sartoriale, i particolari esecutivi e le maestranze qualificate. Per tenere assieme, legare e mettere in forza l’ossatura lignea di una fabbrica, il carpentiere aveva bisogno del fabbro, che appositamente forgiava staffe, chiodi, arpesi e quant’altro che si adattasse alla bisogna. Spesso la ferramenta rimaneva a vista e catturava l’attenzione e il giudizio sul magistero del fabbro e ancor oggi, la raccomandazione, nel caso di capriate a vista, è di curare il ferro battuto delle staffe, di renderlo bello oltre che utile. Nel passato mi ero fermato a considerare forma e funzione delle staffe monaco-catena e ho imparato parecchio, ad esempio l’intelligenza di una staffa a zig-zag, che subito mi era apparso un gesto meramente eccentrico e lezioso. Questo binomio è oggi pressoché scomparso e l’inventività del fabbro, capace di forgiare qual si volesse oggetto, è sostituita da una miriade di elementi prefabbricati a catalogo che stan-

Figura 1a

Figura 1b

dardizzano e appiattiscono le unioni lignee. L’unico optional, spesso, è solo la scelta del colore di finitura della ferramenta. Ogni catalogo ha gli stessi oggetti standardizzati e sfogliarne uno o un altro è indifferente e l’unica variante, alla fine, è il prezzo! Un’altra breve osservazione prima di entrare nel merito di questa perizia. Quando, una trentina d’anni fa, si cominciò a consolidare, restaurare, adeguare, il patrimonio costruito recente e antico in modo diffuso, si creò la domanda di manuali con soluzioni valide e universali. Tuttavia, ci si accorse ben presto che ogni manufatto aveva bisogno di soluzioni sartoriali, congrue e particolari. Proprie di quell’edificio e situazione: in altre parole che si doveva progettare! Meglio se si conoscevano molte soluzioni, perché la conoscenza agevolava il progetto della

Figura 2


PERITUS Figura 2

Foto dei sondaggi diagnostici. Funghi, funghi di diversa specie, della famiglia delle poliporacee e serpulacee. Merulius lacrimans in particolare. Mi piace il nome che alcuni studiosi, in particolare Raffaele Cormio, molfettano, ha loro attribuito: lebbra delle case!


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Sistema Airtech per l’attacco al c.a. delle pareti X-Lam.

Assonometria del sistema Airtech della Soltech modificato per non ricorrere a hold-dow concentrati e diffonderli invece nel cuci-scuci del ripristino della continuità fondazione rialzata e parete.

Figura 3a

soluzione appropriata per quel manufatto e per quella, spesso unica, situazione. Insomma, più che manuali, serve sempre il progetto. La standardizzazione non appartiene alla creatività e all’innovazione, in particolare nel settore delle costruzioni di legno. Non saremo mai competitivi con la quantità a cui la massificazione e l’appiattimento punta. Possiamo però esserlo con la qualità e con un progetto capace di assecondare gusto e bellezza, in sintonia con quel particolare genius loci, sideralmente distante dal pensiero che la stessa casa vada bene al mare o in collina, in Austria o sull’Appennino. È sotto gli occhi di tutti il progressivo affermarsi dell’impiego del legno a uso residenziale, civile, infrastrutturale. Ciò non significa tout-court che ci sia un parallelo aumento di cultura tecnica. Forse il contrario, basta infatti osservare un’altra curva statistica, quella dell’aumento drammatico degli insuccessi e del contenzioso, specie a riguardo della durabilità, dovuto principalmente a errori, spesso banali ed evitabili. Non voglio qui aprire il cahier de doleances, sulle responsabilità, sulla mancata formazione, sulla devastante moda, sui falsi e fuorvianti messaggi pubblicitari. Intendo ora occuparmi della questione di come intervenire in caso di insuccesso. Statisticamente ottime le considerazioni del-

Figura 4a

Figura 3b

l’amico Alex Merotto, – pubblicate sul blog di www.woodlab.info e anche su Struttura Legno – che mostrano i più frequenti punti di vulnerabilità dell’edilizia lignea: le coperture piane e l’attacco a terra del legno. Il caso che brevemente illustro riguarda appunto l’attacco a terra di un complesso scolastico costruito sette anni fa, completamente marcito nell’interfaccia fondazione-parete X-Lam. Sulle cause del disastro non dico nulla, per il contenzioso in corso. Posso solo dire che la colpa non è del legno, bensì delle teste di legno che pensano che il legno si comporti come un materiale inorganico. Anche la copertura piana aveva aree di degrado della struttura portante a causa di infiltrazioni piovane. In copertura ho trovato funghi di poliporacee e serpulacee, come il Merulius lacrimans, anobidi, carie a cubetti, carie soffice e anche formiche. L’intervento in copertura è stato lo scattivamento del legno degradato e il rifacimento del manto per eliminare le infiltrazioni. Il vero problema era però rappresentato dai marcimenti dell’attacco a terra del legno. Bisognava tagliare 80 cm di pannello portante di tavole compensate su tutto il perimetro dell’edificio, alzare il cordolo di cemento armato di fondazione e soprattutto eseguire l’intervento senza interrompere lo svolgimento dell’attivi-

Figura 4b


PERITUS

tà didattica e contenere ogni allarmismo. Nelle foto i particolari del degrado rilevato nei sondaggi ispettivi. Mi piacerebbe che un’intera pagina della rivista riportasse miceli e corpi fruttiferi, per riconoscerli nei sopralluoghi, spesso sottovalutati nella diagnostica (figura 2). Il progetto di ripristino, studiato assieme allo studio H&A (ingegner Antonio Pantuso e architetto Francesco Scomparin in particolare) e la collaborazione dell’Ufficio tecnico comunale ha immaginato una sequenza di operazioni a ritroso rispetto a quelle costruttive. Vale a dire: se la costruzione è avanzata realizzando un cordolo, impermeabilizzazione contro l’umidità di risalita, posa del pannello X-Lam su un dormiente di distribuzione del carico, rivestimento interno ed esterno, l’idea progettuale prevedeva dapprima la rimozione del rivestimento esterno a cappotto, il taglio di porzioni di X-Lam (scuci-cuci a tratti per il sostegno della parete). Quindi protezione dell’isolamento e finitura interna che non poteva essere rimossa per la continuità didattica, realizzata con un compensato a perdere (cassaforma getto cls), apposizione della ferramenta sotto l’X-Lam tagliato, realizzazione dell’armatura del cordolo e suo afferraggio alla fondazione di c.a., cassaforma di legno, getto del calcestruzzo, ripristino cappotto e strato di finitura.

Figura 5a

La chiave solutiva era ovviamente rappresentata dalla connessione legno-c.a. che avrebbe dovuto sostituire la precedente ferramenta (old-dow e angolari per il taglio). Siamo ricorsi al sistema Airtech della Soltech, modificando il disegno del prodotto standardizzato ideato da Emanuele Gatti, titolare della Soltech. Occorreva dunque un Fabbro (così si definisce Emanuele Gatti, non so se con la f maiuscola: comunque lo penso con convinzione) capace di adattare lo standard, di cui ho all’inizio premesso, alla bisogna. Le immagini documentano alcune fasi dell’intervento, delicato ed eseguito da brave maestranze, capaci di usare il bisturi, oltre alla sega, il martello e il cacciavite. Ora posso tornare al discorso di base. Fintanto che nella carpenteria si userà ferramenta predisposta a catalogo significa che stiamo eseguendo ordinaria edilizia di legno. Con ciò non voglio criticare questa prassi, anzi ben venga l’osservanza alle norme e alle regole di buona pratica e progettazione.

Figura 5b Particolare della sezione del progetto di riparazione dello studio H&A Associati di Marghera (VE).

Una fase di cantiere (seguono nella pagina successiva le fotografie nominate come Figure 6) che ha trovato con la realizzazione di ferramenta sartoriale un apporto sostanziale per il recupero del plesso scolastico.

Figura 6a


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Figura 6d

Figura 6c In alto, alcune fasi di cantiere. L’intervento ha fatto leva su tre componenti principali: realizzazione di ferramenta sartoriale, particolari esecutivi, maestranze qualificate. In basso, l’intervento, a cuore aperto, ha risanato l’edificio e ripristinato i livelli di sicurezza originari, senza interrompere l’attività didattica e i disagi di trasferimento delle scolaresche. Nelle immagini: due pareti dell’edificio risanato. Sotto, la casa: è di legno o di muratura?

Figura 8

Figura 7a

Figura 6b

Almeno si eviterebbe molto contenzioso. Penso però che il progetto col legno meriti qualcosa di più della standardizzazione. Meriti lo sfruttamento delle sue grandi potenzialità, che significa innovazione, coraggio di sporgersi su quanto già detto. Mi piacerebbe che una casa di legno non fosse un surrogato di quella di mattoni o c.a., per altro ottime, bensì che denunciassero nel viverle e nell’aspetto ciò che il legno è in grado di offrire. Spesso non distinguo una casa di legno da una tradizionale. Ha forse il legno la necessità di scimmiottare ciò che si fa con altri materiali o non è degno di presentarsi con le sue peculiarità, potenzialità, soluzioni conformi e innovative? Le condizioni? Formazione e ricerca. Per questo il nostro Fabbro va imitato, perché ha l’ambizione di occupare un posto nel mercato, che appartiene a chi osa e fa ricerca.

Figura 7b

Blacksmith and carpenter Restoring a virtuous combination in wooden constructions is the hope that underlies this title. In the structural wood sector, strong synergies between the different actors and specific skills are needed, particularly when the standardization is over. The lack of skills leads to failure and to the increase in litigation, as in the case illustrated by this report and which concerns the rotting in the X-Lam foundation-wall interface of the ground connection of a school complex ; a case that deserves, before being analyzed, a precise introduction once to indicate the path of "common sense".


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Prova di carico su solai di legno con soletta collaborante

I solai dell’edificio Ex-Catasto a Venezia sono stati oggetto di interventi strutturali a causa del cambio di destinazione d’uso, con due tipologie differenti di rinforzo in funzione delle caratteristiche dei solai esistenti: la prima tipologia, prevede il rinforzo del solaio realizzando una sezione composta tramite applicazione di un traliccio di acciaio, mentre la seconda tipologia, al rinforzo tramite traliccio aggiunge la connessione del solaio con le pareti perimetrali attraverso una piastra con connettori.

Figura 1- Pianta del secondo impalcato dell’edificio Ex-Catasto. Figura 2- Schema del sistema di rinforzo LPRzs.

Figura 2

Figura 1

PREMESSA Il sistema a traliccio LPR è stato applicato su due solai esistenti per il rinforzo strutturale tramite soletta collaborante in calcestruzzo armato. I solai appartengono all’edificio Ex-Catasto a Venezia, oggetto di interventi strutturali per cambio di destinazione d’uso, richiedendo così una verifica del comportamento globale della struttura esistente e la verifica locale degli orizzontamenti al fine di progettare gli

interventi necessari per soddisfare le nuove richieste nei confronti dello stato deformativo e tensionale. Il rinforzo è stato realizzato utilizzando due tipologie differenti sfruttando il sistema a traliccio della PeterCox. La prima tipologia, sistema LPR, prevede il rinforzo del solaio realizzando una sezione composta tramite applicazione di un traliccio di acciaio, mentre la seconda tipologia, sistema LPRzs, oltre al rinforzo tramite traliccio, prevede la connessione del solaio con le pareti perimetrali attraverso una piastra con connettori. Le prove di carico effettuate sui due solai hanno quindi l’obiettivo di valutare l’efficacia di tali interventi in termini di deformazione, e valutare il grado di vincolo ottenuto dal sistema LPRzs. DESCRIZIONE DEI SOLAI DI LEGNO E DEGLI INTERVENTI DI RINFORZO I solai in esame appartengono al secondo impalcato dell’edificio Ex-Catasto, identificati con codici 2.2 e 2.7-2.8 in Figura 1. La tecnologia di rinforzo scelta per realizzare la soletta collaborante, è il sistema a traliccio LPR della Petercox. Il sistema prevede l’applicazione di un traliccio d’acciaio connesso alle travi di legno esistenti tramite viti posizionate lungo lo sviluppo dell’elemento, dall’appoggio in mezzeria; successivamente viene realizzato il getto di calcestruzzo con rete elettrosaldata. Questo sistema permette quindi di ottenere una sezione composta, realizzata dalla trave di legno e dalla soletta in c.a. resa solidale tramite il traliccio, con maggiori capacità prestazionali al fine di diminuire le deformazioni del solaio. Il sistema LPR non prevede un effettivo collegamento del solaio con la struttura verticale, che può essere realizzato combinando la soluzione di rinforzo tramite traliccio con piastre di acciaio, denominate ZS, applicate all’estremità delle travi e sulle pareti parallele


RESTITUTIO The floors of the Ex-Catasto building in Venice The floors of the Ex-Catasto building in Venice have been the subject of structural interventions due to the change in use, with two different types of reinforcement depending on the characteristics of the existing floors: the first type, provides for the reinforcement of the floor making a section composed by applying a steel lattice, while the second type, to reinforcement through a lattice, adds the connection of the floor with the perimeter walls through a plate with connectors.

Figura 3 all’orditura realizzando così una doppia connessione della struttura orizzontale con le pareti perimetrali, come visibile in Figura 2. In funzione delle caratteristiche dei solai esistenti, sono stati utilizzati entrambi i sistemi di rinforzo, LPR e LPRzs. Per ciascun solaio, è stato applicato un traliccio a ogni trave come mostra la Figura 3, le dimensioni del traliccio e le viti di fissaggio, dimensione e lunghezza di infissione, vengono valutati in funzione delle dimensioni delle travi esistenti secondo le ipotesi e verifica della sezione composta legno/calcestruzzo armato. Il solaio esistente 2.2 è costituito da travi di legno 16x20 cm con interasse di 42 cm, la luce netta è di circa 4.96 m; è stato rinforzato con soletta collaborante di spessore 6 cm realizzata tramite sistema a traliccio LPR installato all’estradosso delle travi del solaio tramite viti 10. Il solaio esistente 2.7-2.8 è costituito da travi di legno 17x18 cm con interasse di 48 cm, la luce netta è di circa 5.26 m; è stato rinforzato con soletta collaborante di spessore 6 cm realizzata tramite sistema a traliccio LPRzs installato all’estradosso delle travi di legno esistente. In questo caso il traliccio è posizionato per realizzare un doppio fissaggio con viti 10, alle travi di legno e alle piastre ZS. Questo sistema prevede, infatti, la realizzazione di un ancoraggio del solaio alla muratura portante tramite quattro barre filettate 10 per ogni piastra ZS con una lunghezza di infissione nella parete perimetrale di circa 15 cm con un angolo di 45°. Le piastre sono disposte alle estremità di ogni traliccio, e altre tre piastre sulle pareti parallele all’orditura del solaio. Per quest’ultima tipologia di connessione, la pia-

Figura 4

stra ZS prevede una barra filettata centrale 16 al fine di realizzare la connessione con la soletta collaborante con una lunghezza di infissione di circa 1 m, come mostra la Figura 4. L’insieme delle piastre ZS in direzione ortogonale e parallela all’orditura del solaio realizza una connessione trasversale del solaio di legno alle pareti perimetrali. CALCOLO TEORICO DELLA SOLETTA COLLABORANTE Preliminarmente all’esecuzione delle prove di carico si è analizzato il comportamento teorico dei due solai valutando la sezione composita costituita dalla trave di legno, tavolato e soletta di calcestruzzo armato, al fine di ottenere il valore teorico della freccia massima per la combinazione SLE rara. Lo stato delle sollecitazioni e delle deformazioni è corrispondente allo schema strutturale riportato in Figura 5. Figura 5

Il calcolo delle frecce è fatto nell’ipotesi di trave soggetta a carico uniformemente distribuito in condizione di vincolo di semplice appoggio:

Figura 3 - Dettaglio connessione traliccio LPR con travi esistenti del solaio di legno. Figura 4 - Dettaglio della connessione del sistema a traliccio LPRzs tramite piastre longidutinali (a) e piastra ortogonali all’orditura del solaio (b).

Con (EI)ef rigidezza efficace a flessione.

Figura 5 - Schema per il calcolo teorico.


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La freccia calcolata fist è quella istantanea derivante da combinazione rara dei carichi considerati quali il peso permanente del pacchetto di pavimento e il carico accidentale previsto per destinazione d’uso. La freccia massima viene valuta attraverso la rigidezza efficace della sezione composta attraverso il parametro 1 , che si determina secondo i seguenti passaggi:

6. Calcolo della effettiva rigidezza efficace

1. calcolo della rigidezza efficace a flessione

Per il calcolo vengono considerati i carichi permanenti portati Gk, che comprendono il massetto, il pacchetto di pavimento e l’incidenza dei tramezzi, per un totale di 248 daN/m2, e il carico variabile Qk previsto per la categoria di destinazione d’uso A pari a 200 daN/m2. Per quanto riguarda le caratteristiche meccaniche delle travi di legno esistenti, in assenza di prove specifiche, sulla base della documentazione dell’analisi storica dell’immobile, sono stati utilizzati i valori di letteratura considerando una classe di resistenza C18.

2. calcolo della rigidezza flessionale della trave composta considerata nulla la rigidezza della connessione

3. calcolo della rigidezza flessionale della trave composta considerata infinitamente rigida la connessione

7. Calcolo del baricentro della sezione reagente

4. Imposizione della freccia limite e calcolo della rigidezza efficace necessaria

5. Calcolo dell’efficienza della connessione

Figura 6 - Sezione composta del solaio DI legno con soletta collaborante in c.a.

Figura 6

PROVA DI CARICO La prova di carico consiste essenzialmente nella misura della freccia di una parte selezionata della struttura soggetta a carichi noti. Per l’applicazione del carico sono stati utilizzati sacchi di cemento, come strumenti di misura sono stati utilizzati dei flessimetri centesimali montati su adeguati supporti (precisione ±1/100 mm). Il flessimetro viene collegato alla struttura mediante un cavetto di acciaio Invar contrappesato per poter vincere gli attriti interni dei flessimetri, e fissato alle travi del solaio mediante ganci. In Figura 7 e Figura 8 sono individuate le rispettive aree di carico: la trave centrale C, su cui è stato applicato il carico di progetto di competenza, le travi adiacenti (SX e DX), e i relativi punti di misura scelti per monitorare gli spostamenti in mezzeria e in corrispondenza degli


Figura 7 appoggi. In tal modo è possibile valutare le capacità deformative della trave su cui si applica il carico di collaudo e valutare anche la ripartizione dei carichi monitorando punti di misura sulle travi adiacenti. In funzione del carico di progetto, è stato determinato il valore del carico di collaudo da applicare in relazione all’area d’influenza della trave centrale che corrisponde a un carico lineare di circa 190 daN/m incrementato di 1.5, quindi oltre quanto previsto dal cap.9 delle NTC2008. Le prove sono state eseguite utilizzando n°52 sacchi di cemento da 25 daN delle dimensioni 60x40 cm per un totale di 1300 daN, la storia di carico è suddivisa in cinque fasi: - Fase 1 - carico nullo - Fase 2 - carico 325 daN (13 sacchi disposti su una fila lungo la luce del solaio) - Fase 3 - carico 650 daN (26 sacchi disposti su

Figura 8 due file lungo la luce del solaio) - Fase 4 - carico 975 daN (39 sacchi disposti su tre file lungo la luce del solaio) - Fase 5 - carico 1300 daN (52 sacchi disposti su 4 file lungo la luce del solaio)

Figura 9

Figura 7 - Area di carico, travi e punti di misura del solaio 2.2. Figura 8 - Area di carico, travi e punti di misura del solaio 2.7-2.8. Figura 9 - Disposizione dei sacchi di cemento per le fasi di carico. Figura 10 - Dettaglio della struttura di sostegno dei flessimetri per la lettura delle deformazioni.

Figura 10


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Figura 11 - Grafico delle deformazioni rilevate dai punti di misura in mezzeria delle travi per il solaio 2.2. Figura 12 - Grafico delle deformazioni rilevate dai punti di misura in mezzeria delle travi per il solaio 2.7-2.8.

Figura 11

RISULTATI DELLA PROVA SUL SOLAIO 2.2 (RINFORZO LPR) In Figura 11 si riporta il grafico dei punti di misura 2, 3 e 7 che restituiscono la deformazione ottenuta in mezzeria per diversi step di carico, i relativi dati sono riportati in Tabella 1, per la trave sinistra SX e centrale C le misure sono state depurate dagli spostamenti rilevati agli appoggi.

Figura 12

RISULTATI DELLA PROVA SUL SOLAIO 2.7-2.8. (RINFORZO LPRZS) In Figura 12 si riporta il grafico dei punti di misura 2, 3 e 7 che restituiscono la deformazione ottenuta in mezzeria per diversi step di carico, dati riportati in Tabella 2, per la trave sinistra SX e centrale C le misure sono state depurate dagli spostamenti rilevati agli appoggi.

TABELLA 1 - DEFORMAZIONI RILEVATE NEI PUNTI DI MISURA IN MEZZERIA DEPURATE DELLE MISURE AGLI APPOGGI PER IL SOLAIO 2.2


RESTITUTIO

TABELLA 2 - DEFORMAZIONI RILEVATE NEI PUNTI DI MISURA IN MEZZERIA DEPURATE DELLE MISURE AGLI APPOGGI DEL SOLAIO 2.7-2.8

CONFRONTO DEI RISULTATI Osservando il grafico in Figura 13, è possibile affermare che il rinforzo con sistema LPRzs diminuisce la deformabilità del solaio 2.7-2.8 in misura maggiore rispetto al rinforzo LPR del solaio 2.2, lo scarto tra le frecce massime

raggiunte a carico totale applicato è del 30%. Inoltre, in relazione al confronto riportato in Figura 13, è evidente che la deformazione raggiunta in entrambi i casi risulta abbondantemente inferiore rispetto ai valori teorici. Figura 13 - Grafico delle deformazioni in mezzeria della Trave C del solaio 2.2 e della Trave C del solaio 2.7-2.8.

Figura 13


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TABELLA 3 - CONFRONTO DEI VALORI DI FRECCIA IN MEZZERIA OTTENUTA DALLE PROVE SPERIMENTALI E VALORI DI FRECCIA TEORICI

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▲ La freccia teorica è calcolata valutando lo schema di trave appoggiata per il quale vale:

Se si considera , si può ritenere tale coefficiente come misura del grado di vincolo dello schema preso in considerazione. A partire dalle frecce massime misurate (fexp) dalle prove sperimentali, si calcola il grado di vincolo realizzato per la relativa condizione dei due interventi di rinforzo, attraverso la seguente relazione:

Di seguito vengono riportati i valori relativi alla condizione di appoggio, alle condizioni con interventi di rinforzo e condizione di incastro.

CONCLUSIONI Le prove di carico condotte sui solai esistenti di legno, oggetto di rinforzo tramite soletta collaborante in calcestruzzo armato, hanno dimostrato l’efficacia degli interventi. Osservando i valori di deformazione massima ottenuta applicando il carico di progetto maggiorato di

1.5, si ottengono dei valori di freccia massima in mezzeria significativamente inferiori rispetto a quelli teorici. Il confronto dei risultati fra le due tipologie mette in luce come la connessione degli elementi lignei con le pareti perimetrali varia il comportamento strutturale della struttura del solaio, infatti il grado di vincolo, valutato attraverso il coefficiente , è superiore a quello previsto con la configurazione di incastro. La connessione con le pareti perimetrali realizzata con il sistema LPRzs, migliora localmente il comportamento del solaio in termini di deformazione e a livello globale migliora il comportamento della struttura poiché mitiga i meccanismi di primo ordine quali il ribaltamento delle pareti creando un vincolo al livello dell’impalcato grazie alla connessione del solaio con le pareti, contribuendo in tal modo al comportamento scatolare della struttura. RINGRAZIAMENTI Si ringraziano l’impresa Setten Genesio SpA e lo studio International Opera per il supporto tecnico nella realizzazione delle prove sperimentali.


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7-10 Febbraio February 2019 Mostra internazionale sull’impiego del legno nell’edilizia International exhibition on the use of wood in building Edilizia

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Una facciata di legno “nuova di zecca” per Chef Express Il titolo di “la più vecchia d’Italia” lo vanta l’area di ristoro di Novara Nord, che fu costruita più di 50 anni fa dall’imprenditore Pavesi, e che oggi porta la firma di Chef Express grazie al rinnovo che ha conferito alla facciata un look “nuovo di zecca”.

Sistem Costruzioni di Solignano Nuovo, in provincia di Modena, produttore internazionale specializzato nella progettazione e realizzazione di strutture su misura in legno (case, ville, strutture polifunzionali e ricettive, edifici commerciali), è stato un partner fondamentale nel rifacimento delle facciate dell’area di ristoro di Novara Nord, la più vecchia d’Italia, costruita più di 50 anni fa dall’imprenditore Pavesi e oggi firmata Chef Express. Per una protezione ottimale del legno esposto all’esterno, nonché per una finitura di qualità dello stesso, l’azienda ha scelto i prodotti Adler, rispondenti pienamente alle esigenze della prestigiosa operazione.

Il rinnovo della facciata di Chef Express a Novara Nord, di cui Adler curerà la nuova immagine per tutta la catena di questo marchio.

IL PROGETTO Firmato dagli architetti Iosa e Ghini Associati di Bologna, il progetto è stato realizzato da diverse competenze, tra cui appunto Sistem Costruzioni, che ne ha curato il rivestimento esterno.

«È una costruzione semplice – ci racconta Roberto Giuri, responsabile ufficio montaggi dell’azienda – costituita da una struttura portante in ferro sia zincata che verniciata, per garantire massima protezione e durabilità e da un ulteriore assetto di verghe di legno LVL, composto da microlamelle di Abete a misura variabile, incrociate l’una sull’altra». Questo materiale particolare proveniente dalla Finlandia, caratterizzato da una superficie imperfetta, oltre a essere a elevata durabilità, resistente e versatile, è utilizzato nei sistemi costruttivi garantendo la realizzazione di coperture di legno di varie dimensioni e diversi livelli di complessità, rispettando schemi statici particolari. «È anche un legno molto scabroso – ci spiega Fabio Deiana, responsabile del reparto produttivo –, caratteristica che favorisce l’assorbimento dell’impregnante e, di conseguenza, assicura una protezione ottimale contro funghi, insetti e agenti atmosferici, nonostante le


imperfezioni superficiali ne rendano più complessa la lavorazione». Sistem Costruzioni ha impiegato un consolidato know-how, affinato nel tempo anche grazie all’investimento in sviluppo, ricerca e aggiornamento professionale, trasformando i pannelli di LVL in verghe sottoposte in seguito a un attento processo di verniciatura. La struttura rispecchia fedelmente le caratteristiche operative dell’azienda: un prodotto su misura realizzato con processi certificati qualitativamente, l’utilizzo di materia prima certificata PEFC/FSC proveniente da foreste gestite correttamente e responsabilmente, l’equilibrio tra sostenibilità ambientale, sicurezza (antisismica e antincendio) e flessibilità, tempi rapidi, precisione costruttiva, anche grazie al parco macchine per la lavorazione del legno, sia a cinque sia a sei assi, e facilità di messa in posa. LA VERNICIATURA «Grazie alla collaborazione con Adler – prosegue Roberto Giuri –, che ci ha dato informazioni e suggerimenti utili e con cui abbiamo accuratamente analizzato quali potessero essere i prodotti che rispondessero nel modo migliore alle richieste del progetto, siamo riusciti a trovare il ciclo ottimale da appli-


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care sulla struttura di legno. Il risultato della ricerca ha portato, infatti, all’utilizzo dei prodotti della famiglia Lignovit Adler: impregnante Lignovit IG e finiture Lignovit Platin Quarzgrau e Lignovit Platin Granat Braun». «Il nostro Lignovit Platin Quarzgrau – ci dice Andrea Arnaldi di Adler –, leggermente metallizzato simula l’invecchiamento del legno di conifera esposto agli agenti atmosferici per lungo tempo (ad esempio la baita di montagna molto esposta)». Ed è una finitura molto apprezzata dagli studi di architettura prima di tutto per l’estetica che conferisce al manufatto, ma anche perché, applicato su strutture imponenti come questa e con diverse esposizioni alla luce e agli agenti atmosferici, permette di mantenere, in termini di usura, uniformità nel tempo. La finitura Lignovit Platin Granat Braun invece simula l’invecchiamento del legno sottoposto a bruciatura, grazie alle sfumature nere che caratterizzano il prodotto. La verniciatura è stata effettuata a pennello (salvo l’impregnazione, che avviene automaticamente per mezzo di un apposito macchinario), con un ciclo a tre mani: una di impregnante e due di finitura senza bisogno di passaggi intermedi di levigatura. Il film applicato è a basso spessore secondo richiesta della specifica di progetto. CONCLUSIONI «Siamo molto fieri di essere stati scelti per la realizzazione di questa struttura – conclude Roberto Giuri –, che da qui in avanti rappresenterà la nuova immagine di Chef Express, per cui stiamo lavorando al rifacimento di tutti i punti di ristoro. La scelta del materiale, inoltre, è indice della rivalutazione dell’utilizzo del legno anche nelle costruzioni pubbliche, vuoi per moda o per l’affezione al concetto del green di cui sempre più spesso sentiamo parlare e che è anche una delle nostre principali filosofie operative. Un ulteriore valore aggiunto di cui godiamo è poi il rapporto con Adler, non solo fornitore di prodotti eccellenti, ma il partner ideale con cui abbiamo instaurato una collaborazione di tipo propositivo che migliora costantemente noi e la qualità del nostro lavoro».

Chef Express renewed: a brand-new WOOD FAÇADE The Novara Nord rest area boasts the title of "the oldest in Italy", was built more than 50 years ago by the entrepreneur Pavesi and is now signed Chef Express. Sistem Costruzioni di Solignano Nuovo in the province of Modena, an international leader in the design and construction of custom-made wooden structures (houses, villas, multi-purpose and accommodation facilities, commercial buildings), was one of the partners that contributed to the renovation of the facades of the rest area of Novara Nord, built more than 50 years ago by the entrepreneur Pavesi and now signed Chef Express, the oldest in Italy. For optimal protection of the wood exposed to the outside, as well as for a quality finish of the same, the company has chosen ADLER products, fully responding to the needs of the prestigious operation. THE PROJECT Designed by architects Iosa and Ghini Associati of Bologna, the project was carried out by several companies, including Sistem Costruzioni, which took care of the outer coating. «It’s a simple building, -told us Roberto Giuri, head of the assembling department- consisting of a structure made of iron galvanized and coated to guarantee maximum protection and lasting and a further set of LVL wooden rods, made of spruce plywood of variable size, crossed on top of each other». This special wood from Finland, characterized by an imperfect surface, besides being very durable, resistant and versatile is used for building roofs in various sizes and complexity levels, respecting particular static schemes. It’s also a very rough wood - explains Fabio Deiana, Production Department Manager - a fea-


ture that helps the impregnating absorption and, therefore, ensures an optimal protection against fungi, insects and atmospheric agents, despite its surface flaws make hard its processingÂť. Sistem Construction thanks to its know-how, reinforced over time by research and professional development, transformed LVL panels in wood rods submitted to a careful coating process. The structure faithfully reflects the operational characteristics of the company: a tailor-made product made with quality-certified processes, the use of PEFC/FSC-certified raw materials from properly and responsibly managed forests, the balance between environmental sustainability, safety (anti-seismic and fireproof) and flexibility, quick turnaround times, construction precision, also thanks to the fleet of woodworking machines, both with five and six axles and ease of installation. THE COATING Thanks to the collaboration with Adler - continues Roberto Giuri -, who gave us useful information and suggestions and with whom we carefully analyzed which products could best meet the requirements of the project, we were able to find the optimal cycle to be applied on the wooden structure. The results of the research led to the use of products from the Lignovit Adler family: Lignovit IG impregnating agent and Lignovit Platin Quarzgrau and Lignovit Platin Granat Braun finishes. Our Lignovit Platin Quarzgrau - Andrea Arnaldi of Adler tells us -, slightly metallic, simulates the ageing of coniferous wood exposed to atmospheric agents for a long time (for example the mountain hut very exposed). And it is a finish much appreciated by architectural firms, first of all for the aesthetics it gives to the product, but also because, when applied to imposing structures like this one and with different exposures to light and atmospheric agents, it allows to maintain, in terms of wear, uniformity over time. The Lignovit Platin Granat Braun finish, on the other hand, simulates the ageing of the burnt wood, thanks to the black shades that characterize the product. The coating was carried out by brush (except for impregnation, which is carried out automatically by means of a special machine), with a cycle of three coats: one impregnating coat and two finishing coats without the need for intermediate steps of sanding. The applied film is of low thickness according to the request of the project specification. CONCLUSIONS "We are very proud to have been chosen for the realization of this structure - concludes Roberto Giuri -, which from here on will represent the new image of Chef Express, so we are working on the remake of all the refreshment points. The choice of material is also an indication of the re-evaluation of the use of wood in public buildings, either out of fashion or because of our affection for the concept of green, which we are increasingly hearing about and which is also one of our main operational philosophies. Another added value we enjoy is the relationship with Adler, not only a supplier of excellent products, but the ideal partner with whom we have established a proactive type of collaboration that constantly improves us and the quality of our work".


FOCUS COLLE E VERNICI COLORIFICIO FERONI www.feroni.it a cura del Laboratorio del Colorificio Feroni

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Lunga vita al legno Nel reparto di Ricerca & Sviluppo del Colorificio Feroni nasce il FILM BIANCO 299, un prodotto pensato per allungare la vita delle costruzioni, indispensabile da adottare in fase di progetto per scongiurare una delle problematiche che il legno strutturale in opera può presentare nel collegamento solaio di fondazione e pareti X-Lam.

IL PROBLEMA: a seguito di un allagamento le pareti in X-Lam hanno assorbito umidità per capillarità dal basso.

Le strutture di legno (case in X-Lam) stanno prendendo sempre più piede sul mercato edile e, come qualsiasi altro prodotto, nonostante tutti gli studi fatti e le innovative tecnologie impiegate, non risulta essere completamente esente da problemi. L’X-Lam, come il legno in genere, non ama molto l’umidità eccessiva e persistente, e naturalmente i pannelli una volta posizionati a terra e prima di essere completati e rivestiti, risentono sulla parte bassa, delle condizioni climatiche del

luogo in cui si trovano. Il Colorificio Feroni, grazie alle attuali metodologie di ricerca, ha messo a punto un prodotto, cercando di completare le tecniche costruttive già presenti sul mercato per ovviare a tale problema. Dagli studi del laboratorio di Ricerca & Sviluppo del Colorificio Feroni nasce il “FILM 299” che, in combinazione con quanto già in essere, fornisce un valore aggiunto non indifferente per la risoluzione del problema dell’umidità di risalita. Gli studi effettuati dal laboratorio di Ricerca &


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Sviluppo del Colorificio Feroni su tale problematica avevano inizialmente ottenuto come risultato quattro diversi prodotti, sia a base acqua che a base solvente, sia cata-

lizzati che non. La decisione a questo punto è stata quella di testare tutti i prodotti su legno in modo da misurarne i risultati:

Tutti i prodotti testati hanno avuto ottimi risultati; Feroni però ha optato per un prodotto a base Acqua che fosse il meno possibile impattante sull’ambiente, facendolo testare ulteriormente da un laboratorio esterno dal quale

poter ottenere dei rapporti di prova definitivi e soprattutto oggettivi. Di seguito riportiamo i risultati certificati dall’Istituto Giordano, che hanno fornito la conferma della validità del prodotto FILM 299 del Colorificio Feroni.


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Una dimostrazione fotografica che “quasi” fa toccare con mano ciò che accade con e senza l’applicazione del FILM 299.

Il FILM BIANCO 299 è un prodotto TRASPARENTE di nuova concezione che ha l’importante funzione di bloccare l’assorbimento di umidità per capillarità delle strutture di legno a contatto con la giunzione a terra. La sezione terminale, a contatto con la giunzione a terra, è la più soggetta a deterioramento in quanto è possibile la risalita di umidità nel legno.

Grazie all’elevata impermeabilità, il FILM BIANCO 299 applicato nella sezione terminale della parete crea una barriera contro l’umidità, e protegge la struttura stessa per garantirne una maggior durabilità nel tempo. Il FILM 299 è un prodotto monocomponente a base acquosa, studiato per favorire la facilità di applicazione anche in cantiere. Esso è stato studiato principalmente per strutture in X-Lam, però trova utilizzo in tutte le strutture di legno con elementi di giunzione a terra. Il prodotto va applicato solo nella sezione terminale della struttura, e nella parte esterna della stessa, per lasciar traspirare il supporto ligneo verso l’interno. Un ulteriore utilizzo del FILM BIANCO 299 è raccomandato per l’applicazione nelle sezioni di parete dove sono state ricavate le aperture per porte e finestre prima che vengano isolate con appositi materiali che ne creeranno la soglia o il davanzale. Il FILM BIANCO 299 ha un ancoraggio ottimale su tutto il legname di conifera comunemente utilizzato nella carpenteria in legno. I tecnici di laboratorio del Colorificio Feroni restano a disposizione, per eventuali approfondimenti sul FILM BIANCO 299 scrivere a: laboratorio@feroni.it.



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Nasce il nuovo gruppo di ricerca dedicato all’innovazione

Sherwin-Williams Italy, con i suoi marchi Sayerlack, Linea Blu Sayerlack, OECE e Sherwin-Williams, ha da sempre dedicato alla Ricerca e Sviluppo le migliori risorse e oggi con il nuovo gruppo di ricerca si dedica all’invenzione di prodotti completamente nuovi per il mercato. Sayerlack e OECE, marchi storici presenti nel mercato da più di 60 anni il primo e più di 50 il secondo, hanno definito le pietre miliari dell’evoluzione delle vernici per legno. Il Marchio Sherwin-Williams esiste da oltre 150 anni e il gruppo Sherwin-Williams è fra le prime aziende di vernici nel mondo. Ciò che ha guidato il percorso di questi marchi attraverso la storia delle vernici è la massima dedizione alla ricerca, la scelta di darsi degli obiettivi sempre più ambiziosi, di guardare all’innovazione come alla previsione di ciò che potrà realizzarsi, al pensiero di soluzioni che ancora non esistono, all’anticipazione dei bisogni dei propri clienti e del mercato. Il laboratorio Ricerca e Sviluppo di Sherwin-Williams Italy è composto da più di quaranta ricercatori, specializzati nei vari segmenti di mercato. Oggi l’azienda ha deciso di fare un ulteriore passo nella direzione dell’innovazione e dell’invenzione di nuove soluzioni: costituire un gruppo di ricerca dedicato completamente all’innovazione, intesa non come evoluzione e miglioramento di prodotti esistenti, ma come invenzione di prodotti completamente nuovi per il mercato. Il team, guidato da Giampaolo Zilli nella foto sotto, ricercatore di esperienza ventennale, con una naturale propensione alla ricerca di soluzioni originali, si focalizzerà sulla ricerca e sull’esplorazione, guidata dal filo conduttore del bisogno del cliente di prodotti


sempre più performanti ma anche di una semplificazione dal punto di vista produttivo. Il gruppo lavorerà su tutte le tipologie di prodotti esistenti sul mercato: all’acqua, a solvente, prodotti per interni, per esterni, ignifughi, eccetera. Oltre alla pura esplorazione di nuove soluzioni, il gruppo si focalizzerà anche sullo studio di prodotti che riescano a migliorare le performance offerte attualmente sul mercato in termini di caratteristiche chimico-fisiche, meccaniche (ad esempio resistenza alle macchie, durezza matita, ecc.), lavorando in stretta sinergia con i produttori di materie prime e con i clienti, conducendo così la ricerca sull’intera filiera produttiva: dal produttore di materie prime all’utente finale. La realizzazione dei nuovi prodotti avrà come filo conduttore l’etichettatura sempre più “leggera”, che significa ricerca di componenti che contengano sempre meno sostanze nocive per chi applica il prodotto. Per quanto riguarda i prodotti a solvente, il gruppo si concentrerà sui prodotti ad alto contenuto solido, quindi a bassissime emissioni, con evidenti vantaggi in termini di rispet-


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SHERWIN-WILLIAMS ITALY PRESENTS ITS NEW RESEARCH UNIT DEDICATED TO INNOVATION

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In questa pagina e in quelle precedenti il nuovo laboratorio del gruppo di ricerca di SherwinWilliams dedito all'innovazione di nuove formule.

to dell’ambiente, ma anche in termini di facilità d‘uso e basso impatto organizzativo per gli utilizzatori. Il focus del gruppo di ricerca si concentrerà infine anche sui prodotti formulati con componenti derivanti da fonti biorinnovabili. Giampaolo Zilli, il leader del gruppo, commenta così il suo nuovo incarico: «Dopo vent’anni di esperienza nel mondo delle vernici, dedicato in gran parte ai prodotti all’acqua, si apre un nuovo entusiasmante capitolo. Il team è composto da ricercatori esperti, ognuno con un bagaglio individuale di esperienza che darà al gruppo gli strumenti fondamentali per raggiungere gli obiettivi, tramite la valutazione di soluzioni alternative a quelle tradizionali, che derivano proprio dal mix di esperienze diverse da quelle che si trovano nel nostro specifico settore». Alessandro Pirotta, Amministratore Delegato di Sherwin-Williams Italy, è visibilmente entusiasta di questa scelta organizzativa: «Da sempre siamo identificati come trend-setter nel mercato, ma, proprio perché l’innovazione è guardare sempre avanti con lo scopo di arrivare prima degli altri, credo fortemente che dedicare un gruppo di ricerca alla pura innovazione sia un’idea vincente che darà moltissime soddisfazioni a noi e al mercato»!

Sherwin-Williams Italy and all its various brands have always dedicated their best resources to Research and Development. The Sherwin- Williams brand has been in existence for over 150 years and the SherwinWilliams group is the world’s leading paint manufacturer. What has guided the path of these brands through the history of paint is the company’s supreme dedication to research, its decision to take on increasingly ambitious targets, its vision of innovation as a prediction of what can be achieved, its ability to think up new solutions and its anticipation of both customer and market requirements. The Sherwin-Williams Italy Research and Development laboratory is made up of over forty researchers specialised in various market segments. Today the company has decided to take another step in the direction of innovation and the invention of new solutions by setting up a research unit focused entirely on innovation. And by innovation we do not mean developing or improving existing products, but creating completely new products for the market. The team, led by Giampaolo Zilli, a researcher with over twenty years’ experience and a natural aptitude for finding original solutions will focus on research and exploration, guided by the twin leitmotifs of meeting the customer’s need for increasingly high performance products and simplifying production. The group will work on all the different types of product currently on the market: waterborne, solvent-based, indoor, outdoor and fire resistant etc. In addition to exploring new solutions, it will also research products that can improve the performance levels currently available on the market in terms of physical, chemical and mechanical characteristics (like stain resistance, pencil hardness, etc.). The group will work in close synergy with raw material suppliers and customers and conducting research on the entire production chain, from the raw material producer to the end user. The common theme behind the creation of these products is to succeed in having ever “lighter” labels, which means researching components that contain less and less harmful substances for those who apply them.



FOCUS COLLE E VERNICI VINAVIL www.vinavil.com a cura del Laboratorio di R&S di Villadossola di Vinavil

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Libro “Gli adesivi nell’industria del mobile”: uno strumento indispensabile per chi impiega le colle Vinavil Con queste parole Fabio Chiozza, Product/Sales Manager di Vinavil SPA, in veste di coordinatore del settore Adesivi per legno e arredamento Federchimica AVISA conclude la sua introduzione al libro recentemente pubblicato nell’ambito della cerimonia ufficiale di presentazione tenutasi in Federchimica a Milano il giorno 17/10/18. Il libro va a colmare un vuoto bibliografico nel settore del mobile che ha rappresentato fin

In questa pagina la copertina e in quella finale un elenco degli argomenti principali del libro di Franco Bulian, presentato il 10 ottobre presso la sede di Federchimica a Milano e successivamente in occasione del Sicam di Pordenone moderate da Pietro Ferrari, editore di Web and Magazine.

«Dopo due anni di duro, intenso e paziente lavoro, e grazie al sostegno di Avisa (ndr l’Associazione che in Federchimica rappresenta i produttori di adesivi e sigillanti, inchiostri da stampa e pitture e vernici) e delle aziende che si sono rese parte attiva in questo progetto, l’autore Franco Bulian – Vice Direttore di CATAS, ha portato a compimento il libro “Gli adesivi nell’industria del mobile”. SC Sviluppo Chimica, in collaborazione con Goliardica Editrice, ha l’onore di offrire al settore del legno e arredamento questo libro, espressione della concretezza, professionalità e creatività di un’epoca italiana e spunto di riflessione per le generazioni future».


FOCUS COLLE E VERNICI_VINAVIL

dagli anni 60 un fiore all’occhiello per il “made in Italy”. Secondo una ricerca finanziata dal Gruppo adesivi e sigillanti di Federchimica, le vendite di adesivi e sigillanti destinati all’industria del legno e del mobile nel 2017 ammontano a circa 55.000 tonnellate, per un valore di 132 milioni di euro. Il successo di questa industria, che si è imposta a livello mondiale, è dovuto anche al contributo dei produttori di adesivi che sono sempre stati in grado di recepire le novità del settore, di inseguire le richieste degli assemblatori di mobili e arredamenti, di accettare le nuove sfide imposte dal mercato globale e di adattare e migliorare le proprie formulazioni al fine di garantire l’eccellenza. Vinavil, la più importante azienda italiana nella produzione di polimeri in dispersione impiegati nel mercato degli adesivi, delle vernici, dell’industria del tessile e delle costruzioni, ha offerto un contributo fondamentale alla realizzazione del libro grazie alla lunga esperienza maturata nel settore delle colle viniliche sviluppate proprio nei laboratori R&S di Villadossola, lo storico sito produttivo dell’azienda, fin dalla prima metà del secolo scorso. E ancora oggi Vinavil, convinta del fatto che la diffusione della cultura scientifica anche su prodotti tradizionali sia fondamentale, si impegna a utilizzare questa pubblicazione come uno strumento indispensabile di formazione a ogni livello: studenti degli istituti superiori tecnici e dei corsi di laurea universitari, corpo docenti, tecnici di azienda, operatori di settore, periti assicurativi, clienti, venditori e distributori. La pubblicazione di un libro che descriva, da un punto di vista tecnico e applicativo, il processo di incollaggio nel settore del mobile e arredamento mostra chiaramente l’utilità che gli adesivi rivestono nella “vita” del manufatto finale. La selezione di un pezzo di arredamento è infatti generalmente fatta sulla base della sua estetica, del gusto del momento, del suo utilizzo e, a volte, della sua durabilità nel tempo ignorando completamente la tipologia di colla impiegata. Gli adesivi e i sigillanti sono infatti quei componenti

invisibili o nascosti dei quali, normalmente, non si ha evidente percezione, ma rivestono un ruolo fondamentale per la riuscita di qualsiasi progetto nella filiera del mobile e dell’arredamento (dalla materia prima al manufatto). Cerchiamo ora di scoprire come è strutturato il libro e dove possiamo trovare le informazioni utili a chi impiega le colle viniliche. Il primo capitolo è dedicato alla teoria dell’adesione. Considerata l’importanza di un’adeguata conoscenza dei materiali che devono essere incollati, sono presenti due capitoli (il 2 e il 3) dedicati rispettivamente ai supporti e ai materiali di rivestimento. Il capitolo 4 è invece quello che classifica e analizza anche da un punto di vista chimico le varie tipologie di adesivi impiegati nel settore del mobile e le possibili problematiche riscontrabili nel corso del loro impiego. Il capitolo 5 è intitolato “selezione degli adesivi e del processo produttivo” e descrive la pratica dell’incollaggio. I quattro capitoli seguenti (6,7,8,9) illustrano i vari processi d’incollaggio che caratterizzano il settore del mobile, partendo dall’assemblaggio, passando dal rivestimento di pannelli e profili e chiudendo con la bordatura.


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Gli stessi includono anche sezioni dedicate ai difetti di incollaggio, possibili spiegazioni dei fenomeni descritti e suggerimenti pratici. Queste parti possono essere dunque utili per una veloce consultazione in situazioni reali for-

nendo soluzioni in caso di incollaggi non perfetti. Passiamo ora in rassegna le informazioni contenute nelle diverse pagine del libro, indispensabili per tutti coloro che impiegano i prodotti Vinavil:



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IL LEGNO

Rivista bime di progettazi strale e trasformazi one, commercio one del legn o.

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LE RIVISTE DEL GRUPPO EDITORIALE WEB AND MAGAZINE

SISTEMA SERRAMENTO

le Rivista tecnica trimestra teriali: del serramento e dei ma osito, acciaio, alluminio, comptro. legno, ottone, PVC e ve

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Borsa quotato in serramentista anni ! Il primo garantito 10 io di posa utensilieri ! Il March gia con gli to della tecnolo secondo l’esper ! Nel cuore e scuri di legno re ! Persiane onomia circola coating ! Il PVC nell’ec rd nel flow standa ! Un nuovo

Rivista trimestrale di componenti e prodotti in legno per l’edilizia.

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L’INDUSTRIA DEL MOBILE

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IDM-L’INDUSTRIA DEL MOBILE Rivista mensile di documentazione e di informazione per il settore del mobile.

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TEXTURES Rivista tecnica per il settore tessile, dal filato al tessuto per l’arredamento e la moda.

photo credits : Davide Maestri

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Trattamenti Holzfreund: valore estetico e protezione del legno

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L’obiettivo di Zetagì è di raggiungere un equilibrio fra espansione produttiva e protezione dell'ambiente, formulando e producendo vernici e prodotti chimici compatibili con un progresso sostenibile grazie alla sua esperienza nei trattamenti per la protezione del legno. Zetagì produce con l'impegno a investire continuamente nel potenziamento dei suoi impianti e nello sforzo continuo di ridurre al minimo l'impatto sull’ambiente, garantendo elevati standard di sicurezza, relativi alla salute dei suoi processi e operazioni. L’azienda è impegnata nello sviluppo sostenibile, che può persistere senza mettere in pericolo le generazioni future e le loro esigenze. L’obiettivo è raggiungere un equilibrio fra espansione produttiva e protezione dell'ambiente. Questo deve essere fatto sviluppando e producendo vernici e prodotti chimici compatibili con un progresso sostenibile. Zetagì vanta quindi una lunga e consolidata esperienza nella formulazione e produzione di cicli di trattamento per la protezione del legno, identificabili nella linea “Holzfreund”, che comprende impregnanti, nonché fondi e finiture all’acqua, disponibili in un’ampia gamma di tipologie e di varianti cromatiche in grado di soddisfare le più svariate esigenze estetiche e tecnico-applicative nella protezio-

ne e finitura di serramenti, infissi e manufatti di legno per interno ed esterno. In particolare, evidenziamo la verniciatura di interni con vernici bicomponenti all’acqua, dove la qualità delle superfici e le prestazioni hanno raggiunto le tradizionali vernici a solvente. Le performance da raggiungere, per garantire un elevato standard qualitativo, sono testate da un ente terzo che certifica la rispondenza del prodotto agli stringenti requisiti richiesti. IL ciclo prevede l’applicazione di una mano di

In questa pagina e in quella successiva la vernice da interno bicomponente all'acqua applicata in diversi ambiti indoor.


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fondo 615270 RETRON FONDO BICOMPONENTE e una mano di 615380 RETRON FINITURA “W” BICOMPONENTE con l’utilizzo del CATALIZZATORE “W” A codice 730030. Il ciclo di verniciatura trasparente, con prodotti bicomponenti all’acqua, ha ottenuto l’attestato di certificazione del prodotto CATAS CVMD n° 02/07 per l’uso più restrittivo su superfici interne orizzontali e verticali per: cucine, bagni e mobili domestici interni. Lo stesso ciclo all’acqua per ha rispondenza con le seguenti norme: • IKEA classe R2 secondo IOS-MAT 0066, Vers. AA-163.938-8 • Sicurezza dei giocattoli UNI EN 71-3:2002 Parte 3: migrazione di alcuni elementi.

HOLZFREUND TREATMENTS: AESTHETIC VALUE AND WOOD PROTECTION Zetagì is committed to continuously invest in the upgrading of its plants and minimise its environmental impact, while guaranteeing high safety standards in terms of processes and operations. Zetagì is also committed to sustainable development, which can last without endangering future generations and their needs. The goal is to achieve a balance between productive expansion and environmental protection. This should be attained by developing and manufacturing paints and chemicals compatible with such sustainable progress. Zetagì has a long-standing and consolidated experience in the formulation and production of treatment systems for wood protection. Its “Holzfreund” series includes water-based primers, base coats, and finishes, available in a wide range of types and colours. These are able to meet the most varied aesthetic and technical needs in the protection and finishing of windows and doors frames as well as other products for indoor and outdoor use. Let us now focus on the coating of indoor structures with water-based two-component paints, where the surface quality and performance levels are now comparable to those of conventional solvent-based products. In order to guarantee high quality standards, the products’ performance is tested by a third party that certifies their compliance with the most stringent requirements. The cycle includes the application of one layer of 615270 RETRON TWO-COMPONENT BASE COAT and one layer of 615380 RETRON TWO-COMPONENT “W” FINISH with the use of the “W” A CATALYST (code 730030). This transparent coating system with water-based two-component products has obtained the CATAS CVMD no. 02/07 product certification for the most restrictive use on horizontal and vertical surfaces intended for kitchens, bathrooms, and interior domestic furniture. This water-based system for indoor use also complies with the following standards: IKEA IOS-MAT 0066 (class R2), Vers. AA-163.938-8 EN 71-3:2002 Safety of toys – Part 3: Migration of certain elements


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TECHNICA WEINMANN www.homag.com/en/weinmann di Pietro Ferrari

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Il futuro della carpenteria Il Weinmann Treff ha attratto operatori provenienti da tutto il mondo che hanno visitato lo stabilimento Weinmann a St. Johann e consentito ai visitatori di osservare la produzione e i processi sul posto.

Nella prima foto in alto: i visitatori della Haas Fertigbau. Nella foto sopra: gli apprendisti della scuola di Reutligen. Nella foto al centro: il modello a ponte Wallteq è in grado di lavorare diversi materiali; pannelli di fibra, OSB, gesso, CLT e molti altri. Nella foto a destra: soluzioni di software, una porta verso il futuro.

La open house di Weinmann ha fornito ancora una volta una grande quantità di novità sulle ultime tecnologie e tendenze per la costruzione in legno. L'evento ha attirato 400 partecipanti, tra cui carpentieri, fornitori di legno ed esperti del settore provenienti da tutta Europa. Weinmann Treff è stata un'opportunità per condividere direttamente le conoscenze tra corniciai e fornitori e anche per Weinmann per fornire ai clienti una panoramica del futuro della società e di come intende sostenere ulteriormente i loro interessi. Con i nuovi modelli di

macchine presentati all'inizio di quest'anno, l'azienda ha adottato ulteriori misure per apportare miglioramenti ai propri prodotti attraverso l'innovazione nel design. Da qualche tempo a questa parte, la costruzione prefabbricata in legno ha registrato una crescita positiva a livello mondiale e si è riflessa sul grande interesse e livello di partecipazione nel Weinmann Treff. Numerosi falegnami e costruttori di case prefabbricate di tutta Europa sono venuti a St. Johann in Weinmann per scoprire le ultime tendenze e innovazioni. Anche una delegazione dall'associazione di produttori di case prefabbricate ungherese è stata in visita a St. Johann. Nel mondo della formazione, l'interesse per le tecnologie per la costruzione in legno è in aumento. Venti studenti del Lycée Couffignal di Strasburgo e la classe dei carpentieri della Kerschensteinerschule di Reutlingen hanno visi-


TECHNICA_WEINMANN Timber framers from all over the world visit Weinmann The in-house exhibition at Weinmann once again provided a wealth of information on the latest technologies and trends for timber construction. The event attracted 400 attendees made up of which included timber framers, suppliers and industry experts from all over Europe. Weinmann Treff was an opportunity to directly share knowledge between timber framers and suppliers and also for Weinmann to provide customers an insight into the future of the company and how it plans to further support their interests. With the new machine designs presented earlier this year, the company has taken further steps to deliver improvements to their products through innovation in design. For some time now, pre-fabricated timber construction has seen a positive amount of growth worldwide and was reflected by the great interest and attendance level in the Weinmann Treff. Numerous carpenters and prefabricated home builders from all over Europe came to St. Johann to Weinmann to discover the latest trends and innovations. A delegation from the Hungarian prefabricated housing association also traveled to St. Johann. Even in training, interest in the technologies for timber construction is increasing. Around 20 students from the Lycée Couffignal in Strasbourg and the carpenters' class of the Kerschensteinerschule from Reutlingen gathered information at the Weinmann Treff. Around 100 participants took the opportunity to visit the factories of existing Weinmann customers to observe their production and processes on site. ta in qualsiasi angolo e inclinazione. In combinazione con il cambio utensile a dodici teste e con il secondo mandrino principale integrato, l'unità consente di ottenere le massime prestazioni di elaborazione del raggio e un'elevata qualità costante. Per la produzione di elementi a parete, a timpano, a tetto e a soffitto, nonché di pareti a telaio e abbaini per tetti, è stato presentato il tavolo BUILDTEQ A-530. La tecnologia integrata garantisce un alto livello di precisione dimensionale e angolare. Il BUILDTEQ A-530 può essere ampliato con moduli e offre una serie di opzioni che consentono al tavolo di adattarsi perfettamente a qualsiasi esigenza. Con il ponte multifunzione WALLTEQ M-120, Weinmann offre inoltre una macchina in grado di elaborare piccole quantità in modo estremamente efficiente. Dotata di mandrini per dispositivi di pinzatura e inchiodatura e di un'unità di instradamento, la macchina può fissare ed elaborare automaticamente la guaina per produrre elementi con dimensioni estremamente precise. Ciò include la creazione di aperture per finestre, porte e prese, nonché forme libere come cerchi, curve o tagli diagonali. Con bassi costi di approvvigionamento, WALLTEQ M-120 offre un eccellente rapporto prezzo/prestazioni ed è la soluzione entry-level perfetta per le piccole e medie imprese di falegnameria.

tato proficuamente il Weinfmann Treff. Un centinaio di partecipanti hanno colto l'occasione per visitare le fabbriche dei clienti Weinmann esistenti per osservare la loro produzione e i processi sul posto. LA TECNOLOGIA PIÙ AVANZATA OFFRE SEMPRE NUOVE POSSIBILITÀ In qualità di fornitore di sistemi completi per le costruzione in legno, Weinmann ha presentato l'intera gamma di prodotti, con applicazioni pratiche in tempo reale sulle macchine. La BEAMTEQ B-660 è progettata per l'elaborazione complessa delle travi a grande velocità con un alto grado di precisione. Ciò non solo aumenta l'efficienza produttiva, ma offre anche un'installazione compatta grazie al layout della macchina con protezione acustica integrata. Il clou del BEAMTEQ B-660 è l'unità a pavimento integrata. Tutti e sei i lati del componente vengono lavorati in modo completamente automatico in una sola passa-


CHRONICHAE SAIE BOLOGNA www.saiebologna.it di Beatrice Guidi

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Una fiera, quella organizzata per la prima volta da Senaf, per i professionisti, oltre 40mila quelli in visita, e per gli esperti del settore, che qui, fra le 450 aziende in mostra, possono trovare gli strumenti più innovativi e più adeguati per perfezionare le proprie competenze. Il prossimo autunno, mantenendo la biennalità a Bologna, nascerà la nuova edizione di SAIE a Bari per il mercato del Centro e del Sud Italia.

Saie 2018 si presenta con risultati positivi

Siamo certi che questa prima edizione, organizzata da Senaf, abbia dato un segnale forte al mercato e riposizionato la fiera come strumento di promozione utile alle imprese». Gli organizzatori hanno inoltre annunciato la nuova edizione di SAIE in programma a Bari il prossimo autunno: «Dopo un’attenta valutazione del mercato italiano, di comune accordo con BolognaFiere – ha dichiarato Bianchi – abbiamo ritenuto che servisse un nuovo evento per il mercato del Centro e del Sud d’Italia e per i paesi che si affacciano sul Mediterraneo e sull’Adriatico, sempre mantenendo la biennalità di SAIE a Bologna: appuntamento, quindi, alla Fiera del Levante dal 24 al 26 ottobre 2019 per la prima edizione di SAIE Bari». Soddisfazione per la buona riuscita della manifestazione bolognese è stata espressa anche dal Presidente di ANCE Bologna Giancarlo Raggi. «La fiera sta andando molto bene, è un punto di incontro importante tra imprese, fornitori e progettisti. Qui l’edilizia va avanti, con qualità e innovazione. Si è chiusa con soddisfazione per gli organizzatori la 53esima edizione di SAIE, la fiera italiana dell’edilizia e dell’ambiente costruito, che ha volutamente rimesso al centro il cantiere, raccontandolo in diverse piazze dell’eccellenza attraverso case history e testimonianze di best practice nazionali e internazionali. La manifestazione è stata visitata da oltre 40mila professionisti che si sono incontrati, scambiati idee e progetti e hanno potuto vedere dal vivo i nuovi prodotti e le nuove tecnologie di 450 aziende in esposizione. «La filiera delle costruzioni è cambiata e continuerà a diventare sempre più digitalizzata, non solo nella progettazione, ma anche nella rilevazione e nella misurazione dei dati, nella sicurezza, nei materiali e nelle tecnologie» – ha commentato Emilio Bianchi, Direttore Generale di Senaf, a cui BolognaFiere da quest’anno ha affidato la gestione dell’evento. «Abbiamo quindi un compito importante – ha proseguito il Direttore – quello di accompagnare le aziende nella diffusione delle loro novità, offrendo esperienze che possano essere coinvolgenti per il visitatore.


CHRONICHAE_SAIE BOLOGNA

Good results for Saie 2018

SAIE rappresenta per noi un evento indispensabile, da cui la nostra città si sente caratterizzata». Grazie all’invito di Federcostruzioni, SAIE quest’anno ha potuto contare anche sulla visita del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, che ha trascorso negli spazi di BolognaFiere un’intera mattinata, incontrando imprese e visitatori. Toninelli è intervenuto al convegno sulla nascita della nuova piattaforma digitale europea, organizzato dalla federazione di Confindustria. Aprendo il dibattito, la Presidente di Federcostruzioni Federica Brancaccio ha chiesto al rappresentante del Governo sostegno per accelerare l’evoluzione digitale del settore. «Molte piccole aziende si spaventano di fronte alla sfida della digitalizzazione, per questo dobbiamo

The 53rd edition of SAIE, the Italian construction and built environment fair, has been closed with satisfaction for the organizers, who deliberately put the yard back in the center, telling it in different squares of excellence through case histories and best practice testimonies national and international.The event was visited by over 40 thousand professionals who met, exchanged ideas and projects and were able to see live the new products and new technologies of 450 companies on display."The supply chain has changed and will continue to become more and more digital, not only in the design, but also in the detection and measurement of data, safety, materials and technologies" commented Emilio Bianchi, General Manager of Senaf, to which BolognaFiere has entrusted the management of the event this year. "We therefore have an important task - continued the Director - to accompany companies in disseminating their innovations, offering experiences that can be engaging for the visitor. We are sure that this first edition, organized by Senaf, has given a strong signal to the market and repositioned the fair as a useful tool for business promotion ".The organizers have also announced the new edition of SAIE scheduled for Bari this autumn: "After a careful assessment of the Italian market, in agreement with BolognaFiere - said Bianchi - we felt that a new event for the market of the Center was needed and the South of Italy and for the countries bordering the Mediterranean and the Adriatic, always keeping the SAIE biennial in Bologna: then, at the Fiera del Levante from 24 to 26 October 2019 for the first edition of SAIE Bari". chiedere di sostenere questo cambiamento, di dare un supporto perché velocemente si possa accompagnare il sistema a una crescita che è sociale, sicura, sostenibile e aiuta le eccellenze del nostro tessuto economico fatto di piccole e medie imprese». Richiesta accolta dal Ministro, che ha dichiarato: «Mi fa piacere essere qui oggi in mezzo a voi perché è per me centrale il rilancio delle buone infrastrutture e della buona edilizia, come volano che può far ripartire la nostra economia. Il vostro è un settore che esce da troppi anni di sofferenza. Adesso si intravede una timida ripresa, ma questa tendenza va sorretta, incoraggiata, rafforzata». Da Luca Ferrari, Presidente di ISI, Ingegneria Sismica Italiana, la testimonianza che le aziende del settore, presentandosi a SAIE 2018, iniziano ad apprezzare il valore aggiunto che deriva dal fare sistema. «Nel nostro stand ci sono aziende che avrebbero i numeri e le capacità per proporsi da sole – ha detto Ferrari – ma che espongono le loro novità insieme, sotto il cappello della nostra associazione, che funziona quindi da collante e da portatore di interesse per la filiera». Un’altra novità importante di questa edizione di SAIE, secondo Ferrari, è che sta diventando sempre di più una fiera che soddisfa i professionisti e gli esperti del settore, quindi in particolare geometri, architetti e ingegneri, che qui possono trovare gli strumenti più innovativi e più adeguati per perfezionare le proprie competenze.


ANTICIPATIO BAU 2019 www.bau-muenchen.com di Beatrice Guidi

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I grandi temi di Bau 2019 Un’edizione di grandi numeri ma anche di approfondimento di tematiche di attualità: dal digitale alla connessione casa e lavoro, dall'integrazione tra sistemi e impianti tecnici allo Smart Building. La manifestazione bavarese si presenta per l’edizione 2019 con numeri da record sia in termini di espositori sia in termini di aspettativa di visitatori. Questo la porta ad affrontare i grandi temi del settore con una visione completa e approfondita. Qui di seguito ne presentiamo alcuni. DIGITALE E ARCHITETTURA Quando Internet arrivò alle masse ormai 20 anni fa, la posta elettronica rivoluzionò la comunicazione. L'avvento dell'era mobile e del World Wide Web onnipresente fu sancito dal primo iPhone dieci anni più tardi, nel gennaio 2007. Da allora il digitale è entrato sempre più nelle nostre vite. Non solo: i confini fra digitale/virtuale e analogico/reale sono sempre più sfumati. E nell'edilizia? In questo settore la digitalizzazione è in atto ormai da alcuni anni. Gli studi di progettazione lavorano già dalla metà degli anni Novanta con strumenti digitali, leggi CAD, prevalentemente ancora bidimensionali, poco più che diretti sostituti del tecnigrafo. Gli ultimi sviluppi in ambito IT e soprattutto BIM (Building Information Modeling) stanno però cambiando radicalmente il quadro. Oggi è normale vedere team di progetto internazionali che lavorano insieme e contemporaneamente sugli stessi dati. Queste tecnologie agevolano notevolmente l'interazione e il lavoro, contribuendo a migliorare la qualità dei progetti. Certo, le idee architettoniche e i progetti nascono sempre dalla creatività di architetti, arredatori e allestitori. Sono loro che sintetizzano in un progetto tutti i parametri di spazio, forma e materiali, ma anche aspetti sociali e storici e,

In queste pagine, alcune immagini relative alla passata edizione del 2017 del BAU a Monaco di Baviera.

non da ultimo, le esigenze del committente e dell'utilizzatore. Emergono anche in questo ambito i primi approcci alla cosiddetta "progettazione generativa", dove lo sviluppo del progetto viene affidato in parte a logaritmi che tengono conto dei materiali e degli impianti. Il progetto viene quindi finalizzato in ambito digitale e realizzato coinvolgendo tutte le discipline. Nei progetti di grandi dimensioni questa modalità di progettazione è già consolidata. In futuro gli strumenti digitali verranno impiegati anche nei progetti più piccoli e negli interventi di ristrutturazione, affermandosi come standard in tutto il mondo. A questa evoluzione devono prestare attenzione tutti gli artigiani del settore edile, per mantenere la loro competitività. In futuro sarà possibile passare direttamente dal progetto alla produzione grazie alla stampa 3D. Questa pratica è già realtà nella produzione di componenti di acciaio o legno. Il lavoro dell'artigiano è quindi destinato a cambiare, ma il suo know-how sarà sempre richiesto. CONNESSIONE TRA CASA E LAVORO Il mondo del lavoro sta vivendo una fase di profondo cambiamento. Molti operatori non guardano più solo alla retribuzione, ma anche alla flessibilità dell'orario di lavoro e conciliare meglio vita privata e lavoro. Non si tratta di un nuovo approccio, ma sono nuove le circostanze. La digitalizzazione favorisce infatti una crescente compenetrazione fra il lavoro e la vita privata delle persone. Molti lavoratori, grazie alla mobilità dei dati, possono svolgere le loro mansioni anche da casa o in un bar all'angolo.


ANTICIPATIO_BAU 2019

Tutto ciò riguarda naturalmente anche l'industria delle costruzioni e, in particolare, la configurazione degli uffici e dei luoghi di lavoro. Non è più necessario prevedere postazioni di lavoro fisse per ciascun addetto, optando invece per diverse configurazioni secondo le esigenze di ciascuna realtà. I dati sono comodamente accessibili in cloud. Ancor più significativo l'impatto sulla progettazione di abitazioni. Le piante delle case devono essere disegnate in modo da poter essere facilmente adattate. Home Office, case compatibili con le esigenze di diverse generazioni, densità abitativa, ampliamenti e ridefinizioni funzionali devono essere possibili con pochi interventi. La digitalizzazione e la conseguente flessibilizzazione del lavoro e della vita privata richiedono più che mai edifici con strutture flessibili, anche per rispondere all'emergenza abitativa nelle aree ad altissima concentrazione urbana. Infine non vanno trascurati gli effetti sulla città, dove i nuovi concetti di mobilità richiederanno in futuro nuove infrastrutture digitali. INTEGRAZIONE TRA SISTEMI E COSTRUZIONI Le attività di architetti e ingegneri sono sempre più inscindibili. Sistemi e impianti tecnici e tecnologici in continua evoluzione richiedono figure specializzate e competenti. L'edilizia, oltre a un bel progetto e a una buon utilizzo dei materiali, ruota sempre più attorno a strutture complesse, costruzioni leggere e componenti high-tech. Basta pensare alla facciata, la "pelle" dell'edificio, che in poco spazio deve ospitare spesso impianti di ventilazione o generazione di energia. Le strade di architetti e ingegneri si incrociano su questi aspetti, rendendo necessaria una progettazione dettagliata e integrata fin dalle prime fasi. Solo in questo modo si possono evitare errori di progettazione irreversibili. Lo sviluppo continuo di nuove tecnologie svolge un ruolo fondamentale in questo contesto. I nuovi edifici devono essere progettati mantenendo una visione d'insieme e senza perderne di vista la complessità. Gli strumenti digitali aiutano a progettare nell'ottica più corretta. Che si tratti di acciaio, calcestruzzo o legno, la struttura portante è in molti casi l'elemento chiave di un progetto. Quanto più l'edilizia diventa complessa, quanto più cresce la spinta alla semplificazione. La risposta sta nella prefabbricazione e nelle costruzioni modulari. In fabbrica, molti componenti possono essere assemblati meglio e più velocemente: una volta in cantiere, l'opera di montaggio assomiglierà così a un puzzle. In questo modo non solo si risparmia tempo e denaro, ma si migliora anche la precisione e, in ultima analisi, la qualità di una costruzione. Un contributo fondamentale giungerà in futuro dagli strumenti di progettazione digitali che consentono di tra-

sferire i dati dei modelli 3D direttamente agli impianti per la produzione di componenti. SMART COME ILLUMINAZIONE ED EDIFICI L'edificio stesso è sempre più digitale. Nello "Smart Building", tutti i dispositivi sono connessi alla "Smart Grid", una rete comune che consente loro di comunicare in modo diretto o indiretto, con l'ausilio della tecnologia iot (internet of things). i vantaggi sono numerosi, a partire da una gestione ottimizzata dei flussi energetici, grazie alla distribuzione mirata o allo stoccaggio dell'energia raccolta dalle celle solari. Nelle reti più grandi l'energia in eccesso può essere distribuita anche a edifici limitrofi. interi quartieri possono essere collegati in reti intelligenti per sfruttare l'energia disponibile direttamente dove viene prodotta. Lo Smart Building non ha confini (o quasi), a condizione che i singoli componenti possano comunicare fra loro attraverso la Smart Grid. Mentre in passato i singoli impianti dovevano essere gestiti e controllati dal progettista, oggi sono richieste figure specializzate di "progettisti di edifici intelligenti": tecnici universali in grado di combinare tutte le tecnologie software e hardware in un edificio intelligente. In questo modo la gestione dell'energia negli edifici del futuro sarà molto più consapevole. Non più solo sostenibile, ma anche intelligente e "smart".

The forums at BAU BAU´s reputation is founded not only on the presentations put on by the exhibitors - all those well known names and brands that fill the exhibition halls. Of almost equal importance now are the high-quality lectures given in the forums at BAU. Experts from all over the world, among them many prominent planners and architects, come here to give answers to the big questions about the future of building. The key themes that a majority of the lectures will focus on are presented here in brief. These themes are almost identical to the key themes at BAU (cf. also BAU MAG II). The themes of each day in the BAU Forums are presented in the tables below. For a detailed and constantly updated listing of themes and speakers, go to: www.bau-muenchen.com.


ANTICIPATIO LEGNO&EDILIZIA www.legnoeedilizia.it di Beatrice Guidi

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Come nella precedente edizione del 2017, a cui fanno riferimento le immagini, le tecnologie e le principali aziende della costruzione in legno saranno presenti nella quasi totalità dell’offerta. La convegnistica sarà ricca e articolata tra grandi eventi e momenti spot. Le dimostrazioni pratiche saranno all’ordine del giorno.

Sotto il segno del legno e del risparmio energetico A Veronafiera dal 7 al 10 febbraio 2019 un duplice appuntamento per l’edilizia del futuro che da questa edizione abbina a Legno & Edilizia, ECO House che pone l'accento su materiali e tecnologie per la sostenibilità e il risparmio energetico nell'edilizia. Le statistiche parlano chiaro: non c’è sofferenza nel segmento dell’edilizia che usa il legno, nonostante le difficoltà che nell’ultimo decennio hanno contraddistinto l’andamento del settore delle costruzioni. Costruire in legno non rappresenta una moda passeggera, ma una risposta economica, sana e sostenibile alle esigenze dell’abitare. Ne è testimonianza anche l’undicesima edizione di Legno&Edilizia, mostra internazionale sull’impiego del legno nell’edilizia in programma dal 7 al 10 febbraio 2019 alla Fiera di Verona che da sempre richiama l’attenzione degli operatori professionali e del grande pubblico sulle novità sull’utilizzo del legno nell’edilizia, evidenziandone le caratteristiche tecniche e di durabilità, di convenienza economica e soprattutto di sostenibilità e sicurezza. «L’espressione chiave “edilizia 4.0” – sottolinea l’architetto Franco Laner, dell’Università IUAV di Venezia, uno dei massimi esperti sull’impiego del legno in edilizia che collabora con Legno&Edilizia sin dalla prima edizione - vuole sottolineare come anche nel comparto legno da costruzione siano in atto cambiamenti epocali governati dall’informatica e dalla robotizzazione che stanno radicalmente modificando gli scenari produttivi, il mercato, le modalità progettuali e costruttive. In particolare, il sempre più frequente ricorso ad ambienti di lavoro a controllo numerico sta prefigurando forti trasformazioni di molte delle fasi operative della filiera legno: progetto, cantiere, esiti costruttivi e architettonici. Proprio nel settore della progettazione ed esecuzione dell’edilizia con il legno la filosofia 4.0


ANTICIPATIO_LEGNO&EDILIZIA The construction trade of the future: at VeronaFiere February 7 - 10, 2019 Despite the difficulties that have hit the construction sector in the last decade, there is no suffering in the building trade using wood. It is not a passing fad, but a healthy, economic and ecological answer to living. The 11th edition of Legno&Edilizia, the International Exhibition on the use of wood in construction, scheduled from 7 to 10 February 2019 at the Verona Exhibition Center, proves it. The exhibition has always drawn the attention of professional operators and of the public to the latest news on the use of wood in construction. One edition after the other, it has highlighted the technical characteristics and durability of wood, the economic convenience and above all its sustainability and safety. The architect Franco Laner, of the IUAV University of Venice, is one of the leading experts in the use of wood in construction, and collaborates with Legno&Edilizia since its first edition. "The key expression "building 4.0" underlines how information technology and robotics are radically changing the production scenarios, the market, the design and the construction methods in the wood construction sector.” says Laner. “The increasingly frequent use of numerically controlled work environments is foreshadowing strong transformations of the wood supply chain: project, construction site, construction and architectural outcomes. In the field of planning and execution of building with wood, phase 4.0 is introducing a new mentality and new objectives, which cannot be disregarded. Delaying or postpone in this context is not an option." concludes Laner. "The exhibitors of Legno & Edilizia are the main manufacturers of machines for numerical control of woodworking elements. Italy has always been at the forefront in this sector, with leading companies such as CM Macchine, Essetre, Hundegger, SCM Group, Sarmax - explains Raul Barbieri, director of Piemmeti s.p.a., organizer of the event. “This highlights the relevance of this event in reading the new scenarios for the entire wood supply chain. The shift of paradigm illustrated by Professor Laner stimulates an unknown interconnection demand in the building project, where the constructive tradition as a whole will inevitably have to evolve”. "The product presentation (essences, load-bearing structures, carpentry, machines and tools, worked and semi-finished wood, prefabricated wooden houses, security systems, design and software studies, wooden walls, panels and sawmill machinery) will be closely connected to the conferences and training days” - adds Ado Rebuli, President of Piemmeti. “The last edition attracted more than 1,300 conference participants. Seminars and round tables discussed new areas of research and development, as well as professional updating, proposing new scenarios and introducing the many sector leaders and stakeholders of our country". Legno & Edilizia will get insiders and end users to know the great opportunities offered by wood, giving traditional builders the chance to convert to wood as an interesting business opportunity. sta introducendo mentalità e obiettivi da cui non si potrà prescindere fin d’ora e non è permessa l’attesa». «A Legno&Edilizia sono presenti i principali produttori di macchine per la lavorazione a controllo numerico di elementi in legno da carpenteria, sui quali il nostro Paese è da sempre all’avanguardia, come CM Macchine, Essetre, Hundegger, SCM Group, Sarmax – spiega Raul Barbieri direttore di Piemmeti s.p.a., società organizzatrice dell’evento – questo indica l’attualità di questa manifestazione nel contribuire a leggere gli scenari nuovi per tutta la filiera legno; in particolare il cambio di paradigma illustrato dal professor Laner ha sovvertito un atavico rapporto col bosco e la visione ecosostenibile che, se ha nel legno un campione di attualità e futuro, oggi si confronta con una domanda di interconnessione sconosciuta nel progetto di edilizia, dove tutta la tradizione costruttiva sta in pratica saltando».

«Strettamente connesse con la presentazione merceologica (essenze, strutture portanti, carpenteria, macchine e utensili, legno da lavoro e semilavorati, case prefabbricate in legno, sistemi di sicurezza, studi di progettazione e software, pareti in legno, pannelli e macchinari da segheria) – aggiunge il Presidente di Piemmeti s.p.a. Ado Rebuli – saranno le giornate convegnistiche e formative che nella scorsa edizione hanno raccolto più di 1.300 iscritti, oltre a seminari e tavole rotonde mirate ai nuovi ambiti di ricerca e sviluppo, all’aggiornamento professionale, prospettando nuovi scenari e figure di operatori e protagonisti di cui il nostro Paese è ricco». Legno&Edilizia a Verona si annuncia per questo un buon motivo per avvicinare addetti ai lavori e utenti finali alle grandi opportunità offerte dal legno, e occasione per i costruttori tradizionali di convertirsi al legno come interessante opportunità di business.


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