023_SistemaSerramento_2019

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ISSN 2283-7213

SERRAMENTO

Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/M/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media

SISTEMA

NU M ER O 23 - M A R Z O 2 019

! ! ! ! ! LA RIVISTA TECNICA DEL SERRAMENTO E DEI MATERIALI: ACCIAIO, ALLUMINIO, COMPOSITO, LEGNO, OTTONE, PVC E VETRO !

Vademecum sulla Marcatura CE/Dop/Label Fare impresa con l’Azienda AD VALORAE La ricerca neuro-scientifica “Lively Colours” La voce di Jürgen Köppel, presidente Eumabois Uno sguardo sulla finestra dalla parte del legno La genesi degli utensili, i suoi segreti e traguardi


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coordinamento generale general coordination franco riccardi logistica@webandmagazine.com ufficio grafico graphic layout ufficiografico@webandmagazine.com

numero 23 - marzo 2019 NU M E R O 2 3 - M A R Z O 2 0 1 9

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005 editoriale LA FINESTRA “IMMATERIALE” di Sonia Maritan 006 outlook LA MARCATURA NON È UNO YOGURT di Samuele Broglio 010 convention PRATIC CALEIDOSCOPIO DI CONOSCENZA di Sonia Maritan 016 meeting ROVERPLASTIK ECCELLENZA IN UN MARCHIO di Franco Riccardi 018 anniversary ECLISSE IL SOGNO DI LUIGI DE FAVERI COMPIE 30 ANNI di Beatrice Guidi

036 interview FALEGNAMERIA MENABALLI L’ESSENZIALITÀ DELLA MATERIA di Sonia Maritan 040 on the field LEITZ seconda parte THE ADVANCED MATERIALS di Sonia Maritan 048 discussion …INTORNO AL LEGNO di Sonia Maritan e Pietro Ferrari 056 preview Ligna NEW FINISHING RIFLETTORI ACCESI SU GHOST-C di Martina Toppi 058 preview Ligna TWT TWT PUNTA SU INNOVAZIONE DI PRODOTTO E TECNOLOGIE DIGITALI di Mauro Zamberlan

022 branding strategy AZIENDA AD VALORAE di Sonia Maritan 026 INDUSTRY EXPERTS BLINDS by VANIN VANIN LO CHIAMANO THERMOCASSE® di Tania Vanin

062 indirizzi utili

Saremo presenti al

030 interview FINSTRAL FINITURE CORNICI DI LEGNO VESTONO IL PVC di Sonia Maritan

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003 sistemaserramento - marzo 2019 - summary



LA FINESTRA “IMMATERIALE”

di Sonia Maritan Editorial

Una ricerca in internet alla voce “serramento moderno” restituisce con immediatezza l’immagine di un dehor arredato con un tavolino, alcune sedie e rivestito con un decking dal sapore domestico, alle spalle di questa scenografia essenziale un “sipario di cristallo” rende visibile l’interno dell’abitazione nella quale il pavimento rappresenta un continuum, come lo stile dell’arredamento coordinato a quello esterno, e tutto concorre a disegnare un insieme spiccatamente contemporaneo. La percezione però, rispetto al classico serramento, è quella di un’apertura “immateriale”! Dal punto di vista filologico, analizzando Sonia Maritan con Samuele Broglio, uno dei personaggi questo scenario, il serramento sembra una negazione di se stesso, una più rappresentativi del settore serramento …preferibilmente di legno. quinta “inconsistente”. L’infisso definibile come opera di finitura di un edificio destinata alla chiusura dei vani di porte e finestre, e più precisamente la struttura vera e propria ovvero il telaio che deve essere ancorato alla muratura dell’edificio, viene in essa annegato. Il serramento, invece, costituendo l’elemento mobile, tipicamente un’anta, che viene fissato al telaio tramite apposite cerniere, mantiene una sua “corposità”: la scenografia di riferimento presenta un alzante-scorrevole di dimensioni mastodontiche con un’anta di vetro scorrevole su un’altra, verosimilmente fissa. Dal punto di vista visivo però solo un’esile cornice delimita questa apertura, evanescente, che diviene una trasfigurazione del componente edilizio come serramento tradizionalmente inteso. Telaio e anta sembrano smaterializzarsi e perdere consistenza, eppure continuano a essere costruiti con un materiale strutturale, sia esso vetro – questo, in effetti, offre nuove performance oggi –, legno, PVC o metallo. Cambia insomma la foggia, prevalentemente minimalista, e l’incontrovertibile tendenza di abbinare la finestra e la porta d’ingresso all’arredamento – come accadde decenni fa per la porta da interno – creando un rapporto diretto con il design, e quindi con forma, colore e materiale del progetto. Torniamo al materiale, al quale torneremmo comunque perché ogni serramentista ne predilige uno nel suo reparto produttivo, al punto che in una certa misura alcuni produttori, in controtendenza rispetto l’immagine del serramento minimale, vogliono ridare matericità alla finestra proprio attraverso l'ampiezza di telaio e MODERN WINDOW anta come se in questo modo gli restituissero anche un po’ di dignità! La Discussion sul tema “legno” dimostra poi quanto il senso di apparA search on the web under the heading "modern wintenenza si misuri proprio attraverso la “materia” e fra queste pagine dow" immediately returns the image of a dehor furninon mancheranno diversi spunti di riflessione anche riguardo gli adshed with a table, some chairs and covered with a vanced materials come ingredienti nuovi per espandere ulteriordecking with a domestic flavor, behind this essential mente la varietà nel campo del design. La grande sfida di fronte scene a "glass curtain" makes visible the interior of the dwelling in which the floor is a continuum, like the style all’uso sempre più elevato di materiali compositi è la sua varietà quasi of furniture coordinated with the exterior, and everyillimitata, per giunta nell'era della digitalizzazione; che innalza la quathing contributes to design a distinctly contemporary lità a livello globale, ad esempio, nella produzione di mobili. whole. Domani, come distingueremo i materiali costituenti di una finestra se The perception, however, compared to the classic perderanno la matrice monomaterica? Forse, come nella moda, scewindow, is that of an "immaterial" opening! From a philological point of view, analyzing this scenario, the winglieremo semplicemente un rivestimento in seta, cotone, lana, cadow seems a denial of itself, somewhat "inconsistent". shmere, poliammide, viscosa, Lycra®, Gore-Tex®, o altro ancora?

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di Samuele Broglio

outlook

Emergono ancora dubbi riguardanti la corretta procedura formale da mettere in atto per apporre la Marcatura sui prodotti, obbligo che risale a nove anni fa, causati dalla non completa conoscenza della struttura formale della procedura che sta alla base della Marcatura CE e che porta alla redazione della DoP e alla successiva apposizione del Label ai sensi del Regolamento Prodotti da Costruzione. L’articolo ha lo scopo di chiarire proprio il quadro d’insieme.

LA MARCATURA NON È UNO YOGURT A distanza di quasi nove anni dall'obbligo di Marcatura CE nell'ormai lontano Febbraio 2010 vi sono ancora dubbi relativi alla corretta procedura formale da mettere in atto per apporre la Marcatura sui prodotti. Uno di questi dubbi riguarda la scadenza dei certificati di laboratorio relativi alle prove ITT ed è causa di svariate telefonate per la richiesta di informazioni, che mi giungono più meno di sovente da parte di amici e colleghi, che mi chiedono un parere sul rinnovo di tale certificato in quanto “persona informata dei fatti” che ritengo utile trattare la questione. Esso comunque deriva da una non completa conoscenza della struttura formale della procedura che sta alle spalle della Marcatura CE e che porta alla redazione della DoP e alla successiva apposizione del Label, e può essere facilmente sciolto ben comprendendo tale struttura. Anzitutto è necessario tenere presente che: • Ai sensi del Regolamento Prodotti da Costruzione la Marcatura CE (quindi DoP + Label) è l'unico documento concernente la dichiarazione prestazionale di un prodotto che possa essere immesso sul mercato in accompagnamento al prodotto stesso; nessun’altra dichiarazione prestazionale, in nessun’altra forma, può esistere qualora un prodotto sia coperto da Norma Armonizzata.

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• Soprattutto per i prodotti in Sistema 4 (oscuranti) e Sistema 3 (porte e finestre non poste su via di fuga) la Marcatura CE è una dichiarazione del fabbricante, rilasciata sotto la sua totale responsabilità; ciò non significa che essa sia una semplice autodichiarazione, ma comunque essa è una dichiarazione che attesta l'esistenza di un corretto processo tecnico-formale redatta autonomamente dal fabbricante senza la necessità di un controllo da parte di un Ente gerarchicamente superiore. La Marcatura CE si basa su due “pilastri”: • Le Prove Iniziali di Tipo (ITT), che servono a determinare le prestazioni del prodotto immesso sul mercato e si basano sulla valutazione di un campione significativo della produzione selezionato dal fabbricante: tale campione, data la variabilità intrinseca delle combinazioni possibili nel mondo del serramento, deve presentare la combinazione di componenti più sfavorevole dal punto di vista della prestazione finale. Le regole per definire cosa sia sfavorevole sono presenti all'interno della Norma e richiedono l'interpolazione tra le regole contenute nell'Annex A (interdipendenza tra componenti e prestazione), quelle contenute nell'Annex F (linee guida per la selezione dei campioni per prova) e quelle contenute nell'Annex E (regole di esten-


sione dimensionale dei risultati); tale interpolazione genera a volte interpretazioni discordanti dello stesso argomento, ma comunque anche tenuto conto della natura del prodotto (si tratta di serramenti e non di portelli per capsule spaziali!) e la divergenza di opinioni di solito non dà luogo a risultati finali così differenti da cambiare i valori degli oggetti. • Il Controllo Produzione in Fabbrica (FPC) che serve a far sì che vi sia la garanzia che il prodotto immesso sul mercato sia effettivamente coerente con il campione testato. Preso atto dei valori prestazionali determinati mediante le prove iniziali di tipo (definite iniziali in quanto si svolgono all'inizio del processo di fabbricazione-immissione sul mercato), stabilito un corretto e funzionante FPC, che però per i prodotti in Sistema 3 o 4 non deve essere supervisionato o attestato da nessuno, il fabbricante redige la DoP secondo il format di cui a Regolamento Delegato 574/2014 (leggermente diverso rispetto a quello di cui a Regolamento Prodotti da Costruzione Allegato III), redige e appone i/il Label CE nella forma e nelle posizioni previste dall'Annex ZA della specifica Norma Armonizzata e quindi, consegnando la DoP da lui redatta e allegando i/il Label CE al prodotto o all'imballo, oppure ai relativi documenti commerciali è in regola con i disposti del Regolamento 305/11. Da quanto sopra, discendono alcune considerazioni relative ai famosi certificati di prova emessi dal laboratorio: • La pratica di consegnare al cliente finale copia dei certificati di prova, che contengono valori prestazionali relativi a un prodotto, è non necessaria, scorretta e a rigor di termini contrastante con i disposti del Regolamento; infatti se l'unica dichiarazione prestazionale relativa al prodotto può essere la Marcatura CE, la consegna al cliente di copia dei certificati, non prevista dalle clausole


outlook regolamentarie, si configura come dichiarazione di prestazione aggiuntiva e supplementare alla Marcatura, e quindi a rigor di termini diviene una dichiarazione illegittima. • Per la ragione di cui sopra ogni richiesta di consegna dei certificati da parte di un cliente o del di lui tecnico è illegittima; il fatto che non possa esistere altra dichiarazione prestazionale oltre alla Marcatura CE vieta implicitamente la richiesta di fornire dichiarazioni supplementari o aggiuntive. Si tenga presente che né il Regolamento né la Norma di prodotto citano i certificati di prova tra le documentazioni di accompagnamento alla Marcatura e che, fino a prova contraria, la sola DoP è di per sé base di presunzione di conformità nei confronti del mercato (non però degli organi ispettivi, che sono chiamati a controllare la regolarità delle procedure e quindi a prendere visione di tutte le documentazioni) e non necessita di controprove ulteriori. • Posto che il fabbricante abbia iniziato il processo di Marcatura durante il periodo di validità dei certificati, cosa desumibile sia dalla documentazione di FPC che dalla data di prima apposizione della Marcatura stessa riportata sul label redatto come da format di Norma e che il prodotto non sia cambiato (cosa che obbligherebbe però alla ripetizione delle prove e non al rinnovo del certificato), la scadenza a posteriori dei certificati non ha alcuna importanza in quanto essi sono solo la base di partenza per il processo di Marcatura, e non è necessario che essi siano rinnovati nel corso degli anni considerato che non sono più utili una volta passato il momento dell'inizio del processo. In un solo caso vedo necessario rinnovare il certificato all'atto della scadenza, ed è quando esso serva non già al suo legittimo possessore per apporre direttamente la Marcatura al proprio prodotto, ma sia utilizzato per la cessione dei valori prestazionali in un processo di cascading e/o per la condivisione di tali valori in un processo di sharing. In questi casi sarà opportuno che il possessore dei certificati che concede a terzi l'uso dei valori prestazionali in essi contenuti all'interno di processi di cascading/sharing abbia certificati validi nel momento nel quale tali dati vengono concessi così da garantire la validità formale di tale cessione. In conclusione quindi, sintetizzando quanto sopra: • Il certificato di prova del laboratorio non deve essere consegnato al cliente, in quanto la dichiarazione presta-

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zionale deve essere effettuata solo tramite i documenti previsti per tale scopo (DoP e Label CE). • L'esibizione dei certificati di prova e delle documentazioni di FPC è da effettuare solo durante i controlli delle autorità di sorveglianza (GdF e servizi ispettivi vari coinvolti nel controllo della regolarità della Marcatura CE) o al limite a fronte di una richiesta da parte di eventuali CTU durante cause legali (solo se l'esibizione di tali documenti è funzionale alla causa). • Le richieste di consegna dei certificati da parte di clienti o di loro tecnici sono a rigor di termini illegittime in quanto in pratica si richiede una dichiarazione prestazionale aggiuntiva alla Marcatura CE, cosa vietata dal Regolamento (dopodichè pro bono pacis: in pratica tali certificati si possono anche esibire, ma la cosa sarebbe da evitare; inoltre la loro mancata esibizione non può e non deve essere motivo di apertura di contenzioso). •Posto che la Marcatura CE di un determinato prodotto sia stata apposta in un periodo nel quale i certificati di prova erano validi, non è necessario rinnovare il certificato alla data di scadenza prevista dell'Ente Notificato di emissione. Anche a fronte di ispezione da parte di organi ufficiali la validità del certificato al tempo della partenza del processo di Marcatura è cosa sufficiente. • Se i certificati sono stati “lasciati nel cassetto” fino a giungere a loro scadenza senza utilizzarli per l'apposizione di Marcatura, prima di poterli utilizzare li si dovrà rinnovare. • Se si è cedenti dei risultati all'interno di un processo di cascading e/o di shared è indispensabile che i certificati siano in corso di validità al momento della cessione, quindi se si vuole mantenere tale ruolo, è fondamentale il rinnovo dei necessari certificati all'atto della loro scadenza.

LABELLING IS NOT A PROBLEM Doubts still arise regarding the correct formal procedure to be put in place to affix the marking on products, an obligation that dates back to nine years ago, caused by the incomplete knowledge of the formal structure of the procedure that underlies the CE marking and which leads to drafting of the DoP and the subsequent affixing of the Label in accordance with the Construction Products Regulation. The article aims to clarify the overall picture.



CALEIDOSCOPIO DI CONOSCENZA

di Sonia Maritan CONVENTION Pratic

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Nelle tante situazioni che ognuno di noi deve affrontare nella vita di ogni giorno, il colore può giocare un ruolo importante, favorendo o contrastando l'esito sperato. Usato correttamente, il colore può migliorare la nostra esistenza, aiutarci e centrare i nostri obiettivi, renderci insomma più felici. È quanto emerge da Lively Colours, un'innovativa ricerca neuro-scientifica realizzata dall'azienda di pergole e tende da sole di design Pratic, in collaborazione con l'Università di Modena e Reggio e l'Università Iulm di Milano. Dopo il successo ottenuto nel 2018 con Healthy Lighting, lo studio sugli effetti della luce sugli stili di vita, l'azienda friulana presenta ora i risultati di un'originale ricerca sull'impatto del colore sull'essere umano, sulla vita quotidiana, sul design, sui processi neuro-cognitivi.

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Il percorso di ricerca, “Lively Colours”, un'innovativa ricerca neuro-scientifica realizzata dall'azienda di pergole e tende da sole di design Pratic, in collaborazione con l'Università di Modena e Reggio e l'Università Iulm di Milano, mira a indagare le seguenti domande: Quali sono gli effetti psico-fisiologici del colore sul nostro corpo? Da dove nasce l'associazione cromatica di genere uomo-blu e donnarosa? È vero che siamo in grado di distinguere solo le sfumature di colore definite da un apposito termine nella nostra lingua? Come cambia la nostra percezione dello spazio al variare di diversi accostamenti cromatici?

A Fagagna in provincia di Udine, accanto alla sede attuale, il marchio italiano specializzato nel settore outdoor inaugura, il 29 maggio 2018, 10 mila metri di bellezza e funzionalità, raddoppiando di fatto la superficie dell’azienda. Come avvenuto nel 2011, anche il secondo edificio è stato progettato da Geza – Gri e Zucchi Architettura, secondo gli stessi valori di semplicità ed efficienza che hanno decretato il successo della prima “versione”, celebrata con premi e pubblicazioni internazionali. Sopra i titolari, i fratelli Edi e Dino Orioli.


Alcune immagini dell'installazione Pratic sulla facciata dell’hotel San Pietro Palace a Finale Ligure, caratterizzata da una sequenza di alte aperture ad arco risalenti al '600, ha offerto uno scenario architettonico inedito per T-Code. Le tende a bracci di Pratic si sono rivelate la scelta perfetta per offrire l’ombreggiatura necessaria a godere appieno dello spazio esterno all'hotel, consentendo di mantenere l’integrità della facciata dello storico albergo del ponente ligure e di offrire una location di design in cui beneficiare di una splendida vista sul mare.

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In che modo – in ultima analisi – i colori possono incidere sulla nostra vita, sul nostro umore, sulla nostra capacità di essere performanti, sulla nostra soglia di attenzione, perfino sulle nostre preferenze di acquisto? Sono alcune delle domande a cui ha cercato di dare risposta questo percorso di ricerca, facendo emergere un quadro estremamente composito e tuttora in evoluzione, ma con alcune evidenze di grande interesse per un'ampia varietà di applicazioni: dalla psicologia al marketing, dal design alla medicina. I risultati emersi sono sorprendenti e fanno riflettere su un aspetto – la percezione del colore – che a prima vista appare immediato, ma che è il frutto di un processo estremamente complesso e assimilato nel corso di millenni dal cervello umano. Il rosso aiuta a primeggiare nella competizione, il blu e il verde servono nel ragionamento e nel problem solving, il giallo è molto utile per trarre energia e attenzione, il marrone indica serietà e affidabilità, il nero è assolutamente imbattibile nel campo dell'eleganza e della seduzione. Può sembrare difficile da credere, ma nelle tante situazioni e sfide che ognuno di noi deve affrontare nella vita di ogni giorno, il colore può giocare un ruolo importante, favorendo o contrastando l'esito sperato. Usato correttamente, il colore può migliorare la nostra esistenza, aiutarci e centrare i nostri obiettivi, renderci insomma più felici.

È quanto emerge da “Lively Colours”, un'innovativa ricerca neuro-scientifica sull'impatto del colore nella vita quotidiana, sul design, sui processi neuro-cognitivi, realizzata grazie a una proficua collaborazione tra mondo accademico e imprenditoria. Dopo il successo ottenuto nel 2018 con “Healthy Lighting”, lo studio neuro-scientifico sugli effetti della luce sugli stili di vita, l'azienda friulana Pratic presenta ora i risultati di un'originale ricerca sull'impatto del colore sull'essere umano. «Quando abbiamo avviato questo progetto di ricerca non potevamo prevedere che avremmo ripercorso, in piccolo, la storia stessa del rapporto tra uomo e colori – spiega il vicepresidente di Pratic s.p.a., Edi Orioli –. Oggi sappiamo come i colori e la luce colorata influenzino l'essere umano, in modi a volte inconsapevoli o scarsamente coscienti. Si tratta di conoscenze importanti per chi, come Pratic, sulla luce e sul benessere concentra da anni il suo impegno. Idee che aiuteranno tutti coloro che, come noi, creano ogni giorno spazi di autentico comfort e bellezza». La ricerca “Lively Colours” raccoglie 40 dei più recenti studi internazionali in materia applicandoli a temi che toccano l’interesse di tutta la società. Proprio per questo del team di studiosi coinvolti nel progetto hanno fatto parte docenti con competenze diverse e complementari: per l’Università Iulm di Milano il semiologo Stefano Calabrese,

Si ampliano le possibilità di personalizzazione per le pergole Pratic che ora possono contare su trenta inedite colorazioni, sapientemente selezionate con la collaborazione di architetti e designer. È con questa grande novità che l’azienda dell’Open Air Culture si presenta all’appuntamento romano di Architect@Work, l’evento dedicato alle innovazioni in architettura ed edilizia. Insieme alla nuova gamma colori, anche le ultime novità del programma T-Project: la tenda a bracci T-Way e a caduta verticale T-Box.

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CONVENTION Pratic www.pratic.it

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Continuità con le strutture preesistenti e dialogo con l’interno. Questo è il risultato di un intervento di rinnovamento e riorganizzazione degli spazi esterni del Regina Elena, moderno hotel a Santa Margherita Ligure, che sulla sua veranda affacciata sul mare ha installato tre pergole bioclimatiche Opera di Pratic. Le eleganti strutture in alluminio, installate ad altezze diverse, si integrano con l’architettura esistente per esaltare il paesaggio e offrire comfort e protezione anche nelle ore più calde. All'imbrunire invece, l'illuminazione con luci perimetrali Led Line e faretti Spot Light rende l'atmosfera ancora più suggestiva e sofisticata.

per l’Università di Modena e Reggio Emilia il narratologo Claudio Dolci, e l’estetologa Denitza Nedkova. Uno studio che fa emergere risultati sorprendenti e fa riflettere su un aspetto – la percezione del colore – che a prima vista appare immediato, ma che è il frutto di un processo estremamente complesso e assimilato nel corso di millenni dal cervello umano. Nella realtà produttiva di Pratic il “mondo a colori” ha trovato immediata applicazione con l'inaugurazione di un avveniristico impianto di verniciatura ecosostenibile da 3 milioni di euro in grado di produrre 30 colorazioni di altissima qualità che vanno ad affiancarsi alle 8 precedenti. Si tratta di colorazioni scelte dopo uno studio realizzato in collaborazione con architetti e designer, che hanno indicato nuance rassicuranti che replicano i colori naturali della terra.

luce compresa in una modesta porzione dell’intero spettrelettromagnetico (tra i 400 e 700 nanometri). Ma come funziona il meccanismo che regola la percezione del colore? La luce viene catturata e suddivisa grazie a tre differenti tipologie di cellule denominate coni, capaci di percepire le onde del blu (430 nm), del verde (530 nm) e del rosso (560 nm), ed è successivamente elaborata da strutture cerebrali specializzate quali il Nucleo Genicolato Laterale. Le tre componenti di una scena visiva – colore, forma, movimento – vengono analizzate da differenti aree specializzate ma non simultaneamente: vediamo prima i colori, poi le forme, infine i movimenti e le posizioni. Ecco perché i colori hanno una notevole importanza, non solo da un punto di vista scientifico, ma anche per tutte le applicazioni che ne derivano. Oggi sappiamo ad esempio come nell'essere umano i colori caldi e chiari accrescano la tensione muscolare, accelerino il battito cardiaco e la respirazione favorendo il movimento, mentre i colori scuri e freddi provocano l'effetto contrario. Allo stesso modo delle semplici variazioni degli equilibri cromatici possono cambiare completamente la percezione dello spazio che abbiamo intorno a noi, tanto all'interno quanto all'esterno.

! LA RICERCA: LIVELY COLOURS Il colore è la prima cosa che colpisce il nostro sistema visivo, prima della forma e del movimento: i colori caldi e chiari accelerano il battito cardiaco e la respirazione, favorendo il movimento, i colori scuri e freddi provocano l'effetto contrario.

! EVOLUZIONE E COLORE: QUESTIONE DI “GENDER”? Secondo le teorie evoluzioniste l'associazione tra genere e colore risalirebbe al ruolo sociale svolto da uomini e donne nel mondo preistorico, con i primi più impegnati in attività venatorie in ambienti forestali (verde) o marini (blu) e le seconde “specializzate” nella ricerca di frutti maturi, spesso gialli e rossi.

In natura esistono milioni di colori e altrettanti sono quelli che il nostro occhio riesce a vedere. Una quantità impressionante, se si considera che riusciamo a percepire solo la

Perché la nostra cultura associa determinati colori al genere? È il risultato di un processo evolutivo legato maggiormente a fattori culturali o biologici? Sono numerosi gli studi


! IL CONCETTO DI "PERIOD EYE" E LA GENESI DEI COLORI In base alla teoria del “Period Eye” l'occhio umano è in grado di vedere solo i colori con cui ha potuto familiarizzare. Ecco perché un membro di una tribù della savana australiana è in grado di riconoscere tonalità di verde indistinguibili all'occhio di un europeo, ma al tempo stesso è “cieco” al colore blu, non presente nel suo habitat. Se oggi si può disporre di schermi a led capaci di ricreare 16 milioni di colori, c’è stata un’epoca nella quale l’essere umano (in un'epoca databile tra il 36.000 e 32.000 a.C.), era capace di esprimere concetti complessi, come la vita, la morte e lo scorrere del tempo, attraverso tre soli colori: il bianco, il nero e il rosso. Tre tonalità in sintonia con le ricerche di Berlin e Kay, che dimostrano come il nominare e il riprodurre un colore siano stati strettamente collegati e allo stesso tempo interdipendenti rispetto al contesto. Una correlazione cui si è dato il nome di Period-Eye, coniato dallo storico dell’arte Michael Baxendal, che indica come la capacità di discriminare i colori, l’attenzione a essi e l’arte stessa, con la conseguente riproduzione dell’esteriorità e dell’interiorità del mondo umano, siano congenite e allo stesso tempo “attivate” dall’ambiente nel quale si è immersi. Tra i tanti settori in cui può essere applicata questa teoria, c'è naturalmente anche quello dell'arte. Il neuro-storico dell’arte John Onians spiega ad esempio la pittura “tonale” di Tiziano e quella “lineare” di Michelangelo come un duplice prodotto: da una parte frutto dell’esperienza

personale e inconscia di ogni artista e, dall’altra, una conseguente assimilazione, in questo caso conscia, delle caratteristiche del contesto nel quale questi due maestri furono immersi (l'acqua lagunare nel caso di Tiziano, la petrosità del bugnato fiorentino in quello di Michelangelo). ! COLORE E PSICOLOGIA Il colore ha un impatto notevole sulla mente umana, generando piacere, soddisfazione, calore, benessere. Non solo, ciascun colore può essere collegato a una particolare caratteristica: il blu a competenza e intelligenza, il nero a potere e competenza, il bianco a sincerità e purezza. Qual è l'effetto dei colori sulla mente umana? Analizzando 15.621 dati raccolti attraverso 166 ricerche, compiute nell’arco di 30 anni, emerge in modo incontrovertibile come i colori caldi producano un maggiore arousal (sensazione di piacere ed eccitamento) rispetto a quelli freddi, in grado a loro volta di generare un maggiore senso di autosoddisfazione. Associazioni cromatiche che vivono grazie al modello della memoria semantica e costruiscono dei legami profondi tra colore ed emozione, per lo più condivisi soprattutto tra culture simili. Grazie agli studi di marketing oggi sappiamo che a livello psicologico ciascun colore può essere collegato a una particolare caratteristica o attitudine: la tonalità del bianco è associata a sincerità, purezza, pulizia e pace, quella del giallo ad attenzione, ottimismo, estroversione e felicità, il rosa a calore, femminilità, eleganza e morbidezza, il blu a competenza, comunicazione e intelligenza, il marrone a serietà e affidabilità, il nero a potere ed eleganza, il viola al lusso e alla qualità. Sembrerà assurdo, ma in certi casi una gradazione di luce o di colore può contribuire persino a salvare una vita. È il risultato di un test con il quale si cercava di indagare se i colori hanno un ruolo rispetto alle sindromi suicide: tra il 2000 e il 2010 in Giappone si è scelto di installare luci a led nella tonalità del blu in 71 luoghi, tra stazioni e incroci, per dissuadere le persone a compiere gesti avventati e soprattutto a suicidarsi. Ebbene, a oggi i dati raccolti mostrano come nel confronto tra le 11 stazioni provviste di queste luci LED e le 60 sprovviste delle stesse luci, il numero di suicidi nelle prima si sia ridotto di addirittura l’84% (Matsubayashi et al. 2013).

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che cercano di indagare la relazione tra colore e gender. Secondo Hurlbert e Ling, ad esempio, le maggiori abilità visivo-spaziali della donna, nonché la sua spiccata attenzione per i dettagli, sarebbero dovute alla struttura imposta dalla società preistorica, dove l'uomo era cacciatore e la donna raccoglitrice. Una segmentazione sociale che avrebbe suggerito, nel secondo caso, una preferenza per la gamma di colori rosso-porpora, utile per individuare frutti maturi tra il fogliame, e blu-verde per l’uomo, più portato ad attività venatorie in ambienti forestali (verde) e marini (blu). Sempre in accordo con tale teoria, esisterebbe poi un’associazione tra il colore rosso e il ruolo di caregiver svolto dalla donna, la cui maggiore capacità di entrare in empatia con gli stati emotivi altrui sarebbe connessa all’afflusso sanguigno verso il volto, quale primo segnale di un cambiamento interiore.

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CONVENTION Pratic www.pratic.it

Nella campagna bolognese due pergole bioclimatiche Opera di Pratic, permettono di interpretare l’esterno alla stregua dell’interno. Perfettamente inserite nel contesto architettonico e paesaggistico, le due strutture ospitano una zona pranzo e una cucina, spazi funzionali e confortevoli per godere appieno dei benefici della luce naturale e del contatto con la natura.

! ALL'OMBRA DI UNA PERGOLA L'interazione tra colori fondali e colori frontali può cambiare completamente la percezione dello spazio: in un contesto in cui le pareti sono dipinte con colori fondali abbiamo la sensazione di un ambiente più spazioso rispetto alle sue dimensioni reali, mentre i colori frontali, caldi e luminosi, attivano una sensazione di avvicinamento e stimolazione. ! BRAND E COLORE Non solo colore: ciò che colpisce di un marchio o di un brand è anche saturazione e luminosità, capaci rispettivamente di produrre sensazioni di piacere e di attivare un processo di quiescenza.

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Altri studi hanno analizzato le risposte di 450 soggetti circa la percezione di 100 marchi selezionati dalla classifica “Top Brand Report” del 2009, dimostrando come la quasi totalità dei trademark contenesse i tre colori blu, rosso e nero, in grado di attivare effetti diversi: rispettivamente il rosso (eccitamento), il blu (competenza), il nero (sofisticatezza), anche se il trademark sembra ottenere un gradimento apicale quando si ricorre all’uso del nero o del blu. E in gioco non ci sono solo le singole tonalità, ma anche la saturazione e la luminosità: la prima capace di produrre un effetto positivo sull’arousal, la seconda di attivare un processo di quiescenza. A risultare onnipresente è sempre e comunque il bianco, che con la sua luminosità e purezza invade gli spazi outdoor e indoor.

La scelta dei colori può essere determinante anche rispetto agli ambienti indoor e outdoor. Insieme con tutte le considerazioni fatte finora, qui entrano in gioco anche i concetti di colori fondali (tonalità spente e scure, ideali per mimetizzarsi) e colori frontali (accesi e contrastanti, fanno risaltare gli elementi). Se per esempio ci troviamo all'interno di uno spazio le cui pareti sono dipinte con colori fondali abbiamo la sensazione di un ambiente più spazioso rispetto alle sue dimensioni reali, mentre i colori frontali, caldi e luminosi, attivano una sensazione di avvicinamento e stimolazione. Ne consegue che la scelta dei colori da utilizzare per decorare un edificio o una struttura devono essere legati al contesto, alla destinazione d'uso (ad esempio, relax o lavoro) e all'obiettivo di creare un equilibrio e di comfort cromatico. Ad esempio, una stanza con pareti e pavimento grigi, ma ammobiliata con tavoli e sedie dai colori accesi, quindi ad alta saturazione, attenua l'affaticamento visivo e migliora il ritmo spaziale creando un senso di ordine e marcata armonia. Le ricerche suggeriscono infatti come un’ambientazione acromatica o addirittura monocromatica tenda a


! COLORE E PERCEZIONE DELLO SPAZIO E DELL'ARCHITETTURA Il modo in cui valutiamo le forme architettoniche è notevolmente influenzato dai colori e dall'illuminazione: la luce LED, in particolare, è in grado di amplificare il senso di immersività dell'esperienza architettonica. Il colore ha una grossa influenza sull'identità delle forme architettoniche, soprattutto perché, quando si tratta di edifici, ognuno di noi assegna inconsciamente a ciascun colore una determinata funzione (esempi classici sono il bianco dell'ospedale o il rosso dei vigili del fuoco). La mancanza di colore può indurre ad esempio a un fraintendimento rispetto alla destinazione d'uso di un edificio o anche a sottostimarne le dimensioni. Tali effetti oggi sono moltiplicati dal fatto che i colori possono essere influenzati e riprodotti anche mediante l’illuminazione artificiale, soprattutto con il passaggio dalle lampadine a incandescenza alla luce LED. Quest'ultima, infatti, stimola maggiormente il fotorecettore mRGCs (e la melanopsina), sensibile alla luce di lunghezza d'onda corta e capace di amplificare il senso di immersività dell’esperienza architettonica. Da tale punto di vista, e tenendo conto dell’azione sul rilascio della melatonina prodotto dalla luce LED, occorre progettare uno spazio funzionale all’esperienza percettiva che si vuole attivare nel soggetto, nella consapevolezza che l’immersività esperienziale si ottiene con il LED, mentre l’illuminazione a incandescenza genera un maggiore distacco tra percipiente e percepito. Copyright© 2018 Pratic F.lli Orioli s.p.a. Tutti i diritti riservati.

THE COLOURS PLAY In the manifold situations that each of us has to face in our everyday life, color can play an important role, favoring or countering the desired outcome. Used correctly, color can improve our existence, help us and achieve our goals, making us happier. This is what emerges from Lively Colors, an innovative neuro-scientific research carried out by the Pratic design company of pergolas and awnings, in collaboration with the University of Modena and Reggio and the Iulm University of Milan. After the success achieved in 2018 with Healthy Lighting, the study on the effects of light on lifestyles, the Friulian company now presents the results of an original research on the impact of color on human beings, on everyday life, on design, on neuro-cognitive processes. IDENTIKIT PRATIC Pratic nasce nel 1960 e rappresenta una delle prime realtà italiane nella progettazione e produzione di tende da sole, pergole e strutture da esterno. In più di mezzo secolo di storia, Pratic ha trasformato il modo di concepire le abitazioni sin dalla loro progettazione, rivoluzionando l’idea del vivere open air grazie a innovazioni, brevetti e una qualità totale che accomuna ogni singolo progetto. L'azienda conosciuta in Italia e in Europa, ha avuto negli ultimi anni una crescita esponenziale, dovuta alle risorse che essa costantemente investe in innovazione del prodotto e risorse umane. Le soluzioni outdoor Pratic nascono da una progettazione sempre più raffinata e ricca di dettagli, sempre fedele al pay-off aziendale, “open air culture”, che racchiude in sé la propensione e la capacità di realizzare soluzioni innovative che valorizzano gli spazi esterni così da renderli utilizzabili nel massimo comfort e per tutto il tempo dell’anno.

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indurre nei soggetti uno sforzo visivo maggiore rispetto a un ambiente policromo, senza considerare il fatto che una tinta unica è in grado di imprimere persino una certa oppressione psicologica. Valutazioni che riguardano anche gli equilibri cromatici tra interni ed esterni. Ad esempio, dipingere di verde un pergolato annesso a una casa immersa nel grigiore della città, ne favorisce il distacco, creando una discontinuità percettiva tra le due strutture cromatiche. Diventa quindi importante aumentare il livello di comfort dello spazio visivo mediante l'uso oculato del colore e delle combinazioni cromatiche per implementare la qualità dell’informazione e la capacità di orientamento spaziale.

HEROES dall'alt

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www.roverplastik.it di Franco Riccardi MEETING Roverplastik

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L’ECCELLENZA IN UN MARCHIO Assistenza, soluzioni ad hoc e competenze sono valori che Roverplastik aggiunge alle sue soluzioni, che in oltre 50 anni si sono arricchite di un know how distintivo. Oggi questi valori, insieme all'esclusivo bagaglio tecnico e di conoscenze che l'azienda ha maturato nelle tecnologie per la costruzione del foro finestra, sono stati racchiusi nel nuovo brand Prowindow. Il 23 gennaio 2019 in occasione di Klimahouse Bolzano, Roverplastik, azienda con oltre 50 anni di esperienza nelle tecnologie legate alla costruzione del foro finestra, ha presentato il nuovo brand Prowindow che racchiude l’insieme di know how, soluzioni e valori maturati dall’azienda per il foro finestra. Con il nuovo marchio Prowindow, Roverplastik intende fornire ai propri clienti non solo i prodotti di alta qualità che da sempre la caratterizzano sul mercato ma anche assistenza, soluzioni ad hoc e competenze: i clienti avranno quindi accesso all’esclusivo bagaglio tecnico e di conoscenze dell’azienda. Attraverso Prowindow Roverplastik ha razionalizzato la propria offerta secondo quattro aree principali di interesse: nuove costruzioni, ristrutturazioni, posa in opera e guarnizioni tecniche e accessori.

In apertura, lo stand di Roverplastik a Kliamhouse 2019, il nuovo brand Prowindow presentato alla stampa e fra le novità prodotto: il sistema RoverBlok di Roverplastik integrato con VMC che integra funzioni "smart".


IN OCCASIONE DEL MEETING PRESSO LO STAND DI ROVERPALSTIK A KLIMAHOUSE, L’AZIENDA HA PRESENTATO ANCHE I RISULTATI DEL 2018 CHE LA VEDONO IN CONTINUA CRESCITA E LE NOVITÀ DI PRODOTTO: RoverBlok Smart e le nuove guarnizioni intumescenti per porte interne e quelle per serramenti in legno. Di seguito evidenziamo sopratutto le caratteristiche del foro-finestra smart per le ristrutturazioni in un’ottica di maggior comfort abitativo.

delle utenze da remoto gestendo il loro funzionamento tramite una App, disponibile per smartphone e tablet. L’utente potrà quindi stabilire dei regimi di funzionamento lungo l’arco della giornata, in funzione delle stagioni, e potrà intervenire prontamente in qualsiasi momento, da ovunque si trovi, qualora le condizioni lo richiedano, azionando la chiusura dei sistemi oscuranti, avvolgibili o frangisole. La soluzione di Roverplastik favorisce il comfort abitativo: consente, infatti, di regolare il livello di ricambio dell’aria in base all’occupazione effettiva dei locali, permettendo anche una gestione migliore dei costi; di regolare il livello di umidità; di azionare gli oscuranti; di migliorare l’isolamento termico del foro finestra chiudendo il sistema oscurante. Grazie alla nuova App, è anche possibile gestire la sicurezza di casa con un semplice “touch”: la soluzione RoverBlok di Roverplastik può infatti essere integrata con telecamere dotate di sensori di presenza, a vantaggio della sicurezza delle persone presenti in casa. I sensori sono in grado di rilevare in tempo reale quanto accade all’interno dell’abitazione e, in caso di problemi o anomalie, il sistema invia segnali di allarme così da verificare la situazione ed eventualmente intervenire tempestivamente.

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Sotto il marchio Prowindow, Roverplastik propone un’ampia gamma di sistemi completi che consentono di soddisfare tutte le necessità del cliente che scegliendolo, potrà trovare in un unico brand risposte e soluzioni per qualsiasi esigenza relativa al foro finestra; in questo modo, potrà avvantaggiarsi di un rapporto diretto e privilegiato con un interlocutore specializzato come Roverplastik, oltre ad avvalersi del supporto di tutta la rete di partner dell’azienda. Attraverso Prowindow Roverplastik riunisce aziende, istituti di ricerca e certificazione, associazioni di settore in un vero e proprio network di soluzioni e di specialisti, in grado di offrire servizi, assistenza e consulenza: un Network che permette di cogliere in anticipo le tendenze e di essere sempre aggiornati e preparati per l’evoluzione della normativa e dei requisiti, offrendo sempre un prodotto e un servizio all’avanguardia. Scegliendo questo marchio, il cliente diventa brand ambassador mantenendo intatta e riconoscibile sul mercato la propria identità, potendo fornire un’ampia gamma di soluzioni di alta qualità.

Roverplastik, forte della sua esperienza nelle tecnologie legate alla costruzione del foro finestra, è costantemente impegnata ad ampliare e arricchire la propria gamma di prodotti per poter soddisfare anche le esigenze più attuali della clientela. In occasione di Klimahouse Bolzano, l’azienda ha presentato i più recenti sviluppi studiati per rendere “smart” il foro finestra realizzato con RoverBlok. In un’ottica di maggior comfort abitativo, infatti, Roverplastik propone una nuova soluzione che integra in RoverBlok funzioni “smart” con cui sia possibile gestire il proprio foro finestra in qualsiasi momento, da ovunque. Da oggi, installando nella propria abitazione RoverBlok con sistemi oscuranti motorizzati e RoverBlok con VMC Wi-Fi, è possibile attivare il controllo

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di Beatrice Guidi ANNIVERSARY Eclisse www.eclisse.it

Quasi sempre i grandi successi iniziano silenti in un piccolo laboratorio artigiano di un paesino sconosciuto, e così fu anche per Luigi De Faveri che avviò quest’attività ormai 30 anni fa. Dal binario estraibile alle soluzioni che permettono il passaggio dei cavi elettrici: le innovazioni che hanno rivoluzionato il settore dei controtelai per porte a scomparsa.

IL SOGNO DI LUIGI DE FAVERI COMPIE 30 ANNI

! LA NASCITA NEL PICCOLO LABORATORIO ARTIGIANO A PIEVE DI SOLIGO Era il 10 gennaio 1989 quando Luigi De Faveri inaugurò quello che sarebbe diventato prima un punto di riferimento dell’industria veneta e poi un successo italiano e internazionale del settore. Evoluzione di un piccolo laboratorio artigiano degli anni Sessanta, Eclisse nasce come pioniera nella produzione di controtelai per porte scorrevoli a scomparsa, strutture metalliche che permettono a una qualsiasi porta di scorrere e scomparire all’interno del muro.


Tutto ha origine dall’idea di perfezionare e accessoriare il sistema per renderlo riproducibile su larga scala e un prodotto a elevato livello di prestazioni, in grado non solo di risolvere un problema di spazio, ma anche di aumentare il comfort e il piacere di vivere in un’abitazione. La determinazione e il duro lavoro di Luigi De Faveri si uniscono all’esperta gestione amministrativa e finanziaria della moglie Gabriella Campodall’Orto, un sostegno invisibile ma sempre presente che ha permesso la creazione di una realtà imprenditoriale solida che non ha mai rinunciato a investire nella ricerca e nell’innovazione del prodotto. Da qui è iniziata la rapida espansione verso l’estero, at-

THIRTY YEARS OF SUCCESSES Always the great successes begin silently in a small artisan laboratory of a small village, and so it was also for Luigi De Faveri who started this activity 30 years ago. From the extractable track to the solutions that allow the passage of electric cables: the innovations that have revolutionized the sector of counterframes for retractable doors.

In queste pagine Luigi De Faveri, anche insieme alla sua famiglia, e naturalmente i suoi controtelai.

traverso l’apertura nel 1994 della prima consociata a Quimper, in Francia.

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“VEDIAMO OLTRE” NELLA RICERCA E NELL’INNOVAZIONE DEL PRODOTTO «L’ascolto e la soddisfazione del cliente sono il presupposto del nostro lavoro. Ogni particolare del controtelaio è stato studiato per dare un valore aggiunto, un vantaggio concreto agli installatori e facilitare il loro lavoro e agli utilizzatori per differenziare la nostra offerta». Così Luigi De Faveri spiega cosa intende con le parole “Vediamo Oltre”, una volontà a non volersi limitare a fare quello che fanno gli altri, ma spingersi continuamente oltre nella ricerca e nell’innovazione del prodotto. «In primis, il mio obiettivo è stato quello di facilitare la fase d’installazione attraverso dettagli esclusivi che agevolassero la posa in opera in cantiere, situazione in cui notoria-

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ANNIVERSARY Eclisse www.eclisse.it

L’AZIENDA OGGI E IL SUO MERCATO INTERNAZIONALE A 30 anni dalla nascita di Eclisse, la famiglia De Faveri festeggerà questo importante traguardo con l’inaugurazione della nuova sede di via Giovanni Pascoli sempre a Pieve di Soligo in provincia di Treviso, un polo di oltre 20 mila metri quadri che andranno ad aggiungersi ai 14 mila esistenti, dove ancora oggi viene svolta la produzione di un prodotto 100% made in Italy. Oggi la produzione di un controtelaio standard richiede in media 1,5 minuti di lavorazione lungo una linea di produzione di 50 metri. Ogni giorno si producono in media 1375 prodotti, grazie al lavoro di 90 addetti specializzati. Il gruppo è composto da 9 consociate localizzate in Francia, Polonia, Austria, Repubblica Ceca, Spagna, Repubblica Slovacca, Brasile, Germania e Romania dove lavorano complessivamente circa 200 collaboratori, a cui si aggiungono distributori esclusivi in Europa e nel resto del mondo. Il gruppo Eclisse ha chiuso l’esercizio al 31 dicembre 2017 con un fatturato pari a 51,3 milioni di euro, in aumento rispetto all’anno precedente di circa 4 milioni di euro.

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mente le condizioni non sono sempre ottimali». È il caso del profilo sottoporta a strappo che consente la correzione di differenze di quota tra pavimento e controtelaio, oppure della rete zigrinata un accorgimento che migliora l’aderenza dell’intonaco alla rete del telaio. Il segreto si basa proprio sullo studio di particolari costruttivi necessari a non tradire le aspettative del cliente, comprese quelle della “signora Maria” che ogni giorno si ritrova ad aprire e chiudere le porte scorrevoli. Per lei è importante avere un prodotto esclusivo, funzionale e affidabile nel tempo. Uno dei brevetti più conosciuti dell’azienda è, infatti, il binario estraibile, ovvero la possibilità di intervenire direttamente sulla sede di scorrimento per poter installare accessori o il modello “Eclisse Luce”, il primo controtelaio a essere predisposto per il passaggio di cablaggi elettrici e che ha permesso di avere sempre a portata di mano interruttori e prese di corrente.


Start finishing

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di Sonia Maritan BRANDING STRATEGY

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Patrizia Esposito lancia il progetto “Azienda AD VALORAE”, un'azienda caratterizzata dal desiderio di creare un differente modo di fare impresa, dove il profitto è conseguito attraverso la qualità delle relazioni.

AZIENDA AD VALORAE

Patrizia Esposito ci parla di un nuovo ruolo indispensabile per l'evoluzione aziendale: la Direzione Comportamentale. A settembre aveva scritto un articolo in merito alla necessità di inserire una nuova figura all'interno dell'azienda in grado di sviluppare e gestire le relazioni basandosi sulla conoscenza comportamentale delle persone, all'interno e all’esterno della stessa. Oggi ha avuto la conferma che questa sua idea può essere la spinta innovativa all'evoluzione aziendale, leggendo una citazione dal libro di Vittorino Andreoli “Essere e Destino”, in cui parla di nuovi professionisti necessari per un sano equilibrio di relazioni, (nel caso specifico di tipo aziendale): «...non basta constatare come i luoghi di lavoro si riducano spesso all'organizzazione delle fasi di produzione o di vendita, bisogna fare in modo che, seppure certamente

frequentati per raggiungere l'obiettivo dell'azienda o dell'ente per cui si lavora, possano contare al proprio interno sulla presenza di professionisti del benessere. Sarebbe un errore considerare questa attività aggiuntiva come inutile dal punto di vista produttivo o, ancora peggio, come un costo che provoca la perdita di competitività sul mercato». Patrizia Esposito crede che inserire un CEB direzione comportamentale debba far parte integrante della nuova visione aziendale verso la migliore gestione della vita competitiva ed economica nel nostro mercato, per guidare le persone senza imporre il cambiamento, inteso spesso come forma di aggressione. Il mercato si dice sia cambiato, ma dobbiamo considerare che il mercato è composto dalle persone, quindi la base su cui dobbiamo cominciare a riflettere in azienda è conoscere cosa e come sia cambiato il mercato/persona e quindi tutte le attività dovrebbero, secondo Patrizia Esposito, convergere su questo punto, e da ciò creare una nuova composizione-azienda più in linea con l'evoluzione della persona. Approfondiamo questa interessante visione con lei, attraverso alcune domande, ascoltando direttamente le sue parole. Le chiediamo innanzitutto di esporci la sua idea. «L'azienda è come una famiglia allargata, dove tutti i partecipanti rispettano e svolgono le attività per crescere, migliorare e vivere con dignità. In poche parole l'azienda è rappresentata principalmente da un gruppo di persone, certamente con ruoli diversi in relazione alle proprie capacità. Per questa correlazione credo che l'azienda debba seguire le modificazioni del mercato con innovazioni tec-


REVIEW THE COMPANY PROJECT… «My idea is based on" REVIEW THE COMPANY PROJECT: A SHARED UTOPY ". says Patrizia Esposito - A utopia is an ideal aspiration with a great inspiring function: from here I took inspiration to think of a new company structure that has an almost utopian vision (I am a

Perché viene definita come utopia reale? «La mia idea si basa sul “RIVEDERE IL PROGETTO AZIENDA: UN'UTOPIA CONDIVISA”. Un'utopia è un'aspirazione ideale con una grande funzione ispiratrice: da qui ho preso spunto per pensare a una nuova struttura azienda che abbia una visione quasi utopistica (lo sono un po' tutte le novità), un'organizzazione che sia in grado di formarsi sul modello attuale del mercato, per riconquistare quello che è il suo ruolo trainante nella società. Nel sistema impresa, l’elemento umano è il soggetto “a più alto potenziale di rischio”, da questa considerazione nasce la consapevolezza di rimodulare la struttura azienda in funzione di quel soggetto, qualsiasi sia il suo ruolo, introducendo il Ceb. Ecco come: c'è il LEADER affiancato da un CEO e da un CEB (B= behavioral= comportamentale)». Possiamo affermare che questa visione renda centrale un valore: la dignità! «Certamente, perché con il termine “dignità” ci si riferisce al valore intrinseco dell'esistenza umana. I valori immateriali se ben guidati in un nuovo orientamento dell'azienda, possono garantire i risultati economici perseguiti: per questo è importante affiancare alla conoscenza tecnologica e finanziaria, quella psicologica e comportamentale delle persone. L'imprenditore potrà migliorare l'impresa imparando a guidare i reali capitali dell'azienda: i clienti e i dipendenti. La ricerca della qualità è nel saper creare un equilibrio fra le diverse forze immateriali delle persone e gli obiettivi aziendali».

Come potremmo rappresentare il modello d’impresa AD VALORAE? «Si tratta di un Modello Imprenditoriale con tre Complici Responsabili che immaginano, gestiscono, e conducono i tre aspetti strategici della nuova azienda: la visione il leader, la organizzazione il CEO e il comportamento il CEB. Insieme progettano e realizzano la Strategia di Comunicazione (questa include i piani del come, del dove, del cosa e del perché) che viene condivisa dal CAPITALE UMANO (la potenzialità dell'azienda) e successivamente distribuita fra le diverse RISORSE Aziendali. Sono due i Capitali Aziendali: il Capitale Dipendenti e il Capitale Clienti, i quali realizzano la Risorsa Produttiva e la Risorsa Economica/Finanziaria. Così il beneficio economico aziendale si realizza tramite l'utilizzo di altre vie, oggi di poca rilevanza nella gestione aziendale, ormai obsoleta».

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nologiche e finanziarie, ma debba essere comunque la prima a rafforzare la sua natura umana. Solo così sarà in grado di guidare il cambiamento sociale ed economico auspicato. Il valore economico ha un legame profondo con il valore potenziale umano. È questa l'azienda ad alto potenziale umano».

bit 'all the news), an organization that is able to build on the current model of the market, to regain what is its driving role in society. In the enterprise system, the human element is the subject "with the highest risk potential", from this consideration arises the awareness of reshaping the company structure according to that subject, whatever its role, by introducing the Ceb. Here's how: there is LEADER supported by a CEO and a CEB (B = behavioral = behavioral)».

Sono dunque tre gli elementi distintivi, analizziamoli uno a uno. «Posto che i tre Complici Responsabili che coprono i tre aspetti strategici della nuova azienda siano la visione il leader, la conduzione il CEO e il comportamento il CEB, a quest’ultimo spetterà il forte ruolo strategico della comunicazione diffusa e condivisa con i capitali reali per produrre risorse. Il Leader dovrà essere affiancato da un CEO e da un CEB per creare l’esclusività del posizionamento. La sostenibilità e l'efficacia del modello imprenditoriale sono nel focus persona attraverso la strategia di comunicazione, non solo intesa come elemento in superficie, ma una componente essenziale allo sviluppo del posizionamento nel mercato. La comunicazione è il collante che unisce i capitali e produce le risorse necessarie per crescere». Immaginando di ricoprire il ruolo di titolare di un’azienda sarei perplessa sull’approccio da adottare, con me stessa e con gli altri! «Certo all'inizio sarà un percorso impegnativo e molti vi segneranno – voi timonieri di aziende –come “pazzi”, perché

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l'abitudine tende a mantenere le sue regole e a giustificare – con la frase “perché cambiare, abbiamo sempre fatto così” – le sue obiezioni facendo appello alla paura. Quando il polverone si placherà, è probabile che a imporsi sarà una azienda nuova, estranea al sistema aziendale attuale. Aprite la mente e pensate in maniera creativa: vedrete come il beneficio economico aziendale si realizzi tramite l'utilizzo consapevole di Capitali Umani e non solo di risorse tecnologiche/gestionali». Potremmo sintetizzare con due parole chiave questa esposizione: comunicazione e valori. «L’attività di comunicazione è coerente con i valori fondamentali che caratterizzano l'idea d’impresa. La parola che fluisce senza intoppi crea l'armonia nei rapporti di lavoro: imparare a comunicare evita il burn out aziendale. La “sindrome del burnout” è una tipologia specifica di disagio psicofisico connesso al lavoro che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti che sono impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali. La strategia di comunicazione: il lavoro è inteso come espressione del valore umano, dove il profitto diviene un mezzo per conseguire un benessere comune, perché

l'azienda esiste solo se c'è un mercato che acquista. Tutti questi aspetti diventano elementi di distinzione e di scelta da parte del cliente. In fondo la dicotomia fra azienda e persone (dipendenti e clienti) oppure fra etica e business sono l'espressione di una obsoleta mentalità. Crescita attenta e profittabilità corretta, non saranno domani, ma sono già l'oggi».

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IDENTIKIT PATRIZIA ESPOSITO Maturità artistica conseguita con grande soddisfazione e con il massimo dei voti, studia presso la ESE –European School of Economics. Successivamente ottiene il Ph.D. Psychology e si specializza nell'area della comunicazione strategica e della formazione. Ha collaborato con importanti realtà aziendali nel settore del serramento e dell’edilizia proponendo nuovi metodi di comunicazione focalizzati nel migliorare la conoscenza del mercato. Ha scritto l'e-book “COMUNICAZIONE+ ASCOLTO Benessere Integrato per le Aziende Innovative” in collaborazione con 4 aziende clienti che hanno portato la loro testimonianza del lavoro svolto nella comunicazione d'immagine e di personal coaching. Scrive per la rivista Showroom Edilizia e Serramenti nella rubrica psicologia.


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ANNUARIO SULLO STATO DELL’ARTE DEI TRATTAMENTI DELLE SUPERFICI


La rubrica Industry Experts Blinds a firma Vanin proporrà nel corso dell’anno esempi di realizzazioni in stile moderno come progetti concreti attraverso i quali descrivere le caratteristiche fondamentali del prodotto, oscurante oppure controtelaio per l’isolamento termico del foro finestra, quando prende vita in fase di posa. ThermoCasse® come sistema passivo per il foro finestra esprime infatti un concetto preciso: ricreare il benessere abitativo coibentando il foro finestra. di Tania Vanin

INDUSTRY EXPERTS BLINDS by VANIN www.vaninsrl.it

LO CHIAMANO ® THERMOCASSE Dal 26 giugno 2015, come ormai tutti sanno, è in vigore il nuovo D.M. sui Requisiti Minimi che, oltre a una nuova classificazione energetica degli edifici, presenta nuovi valori prestazionali limite dei componenti dell’involucro edilizio. La parte più vulnerabile di qualunque edificio sono proprio le parti trasparenti e un comfort abitativo eccellente, senza spifferi e dispersioni, deve partire innanzitutto dall’isolamento del foro finestra. Il sistema ThermoCasse® – un marchio registrato Vanin – unico e inimitabile per le sue importanti prestazioni confermate dalle certificazioni che ne autenticano il valore aggiunto rispetto alla concorrenza, le garantisce proprio a partire dal materiale isolante EPS di cui è composto e dalle proprie soluzioni di posa. L’esempio più concreto che si possa fare è quello di un’abitazione in stile moderno e attuale a Santa Maria del Rovere in provincia di Treviso, nel quale Vanin ha proget-

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tato la coibentazione del foro e fornito le schermature tecniche. Il complesso, estremamente elegante e minimal, riprende la forma architettonica “tipo” della casa interpretata in modo originale, ed è suddiviso in due livelli: piano terra e primo piano, diversi tra loro sia per forma, sia per dimensione, sia per i materiali e sia per i colori utilizzati. I due livelli variando dimensioni uno rispetto all’altro, in larghezza e in altezza, caratterizzando fortemente i due volumi dell’abitazione assumendo questo espediente come segno stilistico del progetto. Per la costruzione, completamente in cemento armato, diventa fondamentale coibentare i punti maggiormente dispersivi, come i fori delle finestre e delle porte. La corretta progettazione del giunto primario (muro – controtelaio) è indispensabile per separare l’ambiente interno da quello esterno nel modo più efficacie e per garantire le presta-


The heading Industry Experts Blinds, signed by Vanin ,will propose during the year examples of realizations in modern style as projects through which to describe the fundamental characteristics of the product when it comes to life during laying. In fact, ThermoCasse® as a passive system for the window hole expresses a precise concept: recreating the living well being insulating the window hole. In queste pagine le immagini relativi alla realizzazione di un’abitazione in stile moderno a Santa Maria del Rovere in provincia di Treviso, nel quale Vanin ha progettato la coibentazione del foro e fornito le schermature tecniche coadiuvato anche dagli infissi di Carollo Serramenti (www.carolloecological.it).

zioni di ordine termico, acustico e di tenuta all’acqua e aria in modo da impedire futuri problemi di muffa e di condensa intorno agli infissi. Il progetto della casa è stato realizzato da uno studio di Architettura di Treviso che ha assecondato con attenzione i migliori standard per assicurare il risparmio energetico all’immobile, avvalorandoli anche con la scelta di installare gli infissi di Carollo Serramenti (Treviso) in alluminio a triplo vetro, sui controtelai termoisolanti Vanin. Per l’abitazione sono stati realizzati ThermoCasse® di vario tipo, predisposti per frangisole, per avvolgibili e controtelai senza oscurante; anche le schermature in alluminio estruso e motorizzate sono degne di nota: si coordinano perfettamente al progetto architettonico. Tutti i prodotti ThermoCasse® sono realizzati con materiali aventi il massimo di prestazione isolante e particolarmente studiati per eliminare i ponti termici, ovvero per interrompere gli elementi passanti che creano un collegamento diretto tra interno ed esterno. «Per questo motivo non utilizziamo nessun rinforzo in allumi-

nio – afferma Paolo Vanin – senza metallo il freddo non passa!» Inoltre è un materiale molto versatile nelle dimensioni, infatti, in questa abitazione il cassonetto più lungo misura più di 6 metri!

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L’ANIMA TECNICA DEL PRODOTTO Il cassonetto predisposto all’alloggiamento del frangisole a guide meccaniche è completamente in EPS ad alta densità con ispezione dalla parte inferiore, proprio come il cassonetto per avvolgibile ma con la differenza della presenza di un cielino, rimovibile quando necessario, che chiude il vano ispezionabile inferiore. Entrambi aventi densità 40Kg/m3 e un valore di trasmittanza termica di circa 0,18 W/m2k per il cassonetto frangisole e 0,23 W/m2k per il cassonetto avvolgibile. La trasmittanza termica del cassonetto può variare in base alla dimensione del muro, l’altezza del cassonetto e la posizione del telaio finestra; maggiore è la dimensione del muro, minore sarà il valore Usb. In questa abitazione i muri misurano circa 500 mm, i cassonetti per avvolgibili hanno

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INDUSTRY EXPERTS BLINDS by VANIN

MODERN STYLE FOR THE WELL BEING


industry experts blinds by Vanin EPS alta densità (60 Kg/m3) a forma di “L” costituito da un listello per taglio termico che funge da appoggio del telaio infisso e un piano di appoggio con pendenza integrata per l’alloggio di un davanzale/soglia. In alcuni fori, nella soglia, è stato inserito un listello per taglio termico in purenit, un materiale performante a bassissima conducibilità termica, resistente all’umidità e posato in abbinamento a una membrana impermeabilizzante per assicurare una durata ancora maggiore.

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H304 mm e per frangisole H494 mm, con serramento posizionato a filo muro interno. Le spalle, anch’esse in EPS ad alta densità (45 Kg/m3) sono dimensionate secondo il foro finestra/muro, atte a posizionare il serramento in spalletta con integrata la fresatura per l’alloggiamento della guida del sistema oscurante. Uno dei punti critici con maggior dispersione di calore rimane il davanzale, al quale diventa indispensabile inserire un sottobancale in EPS, per dare continuità all’isolamento termico già presente nel cassonetto e nelle spalle. In questo cantiere sono stati predisposti due tipi di sottobancali in base alle caratteristiche e al peso del serramento che è stato successivamente posato. Il classico sottobancale in

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ASSEMBLAGGIO DEL SISTEMA E POSA In fase di assemblaggio, tutti i profili sagomati (cassonetti, spalle e sottobancali), completi di tavole in OSB che ricoprono la maggior parte del perimetro e ne stabilizzato la struttura, sono incollati uno all’altro utilizzando colle sigillanti di tipo poliuretanico e ulteriormente fissati con viti e tasselli in nylon. L’assemblaggio non viene previsto sempre, il cliente lo può fare autonomamente in cantiere. I controtelai aventi il cassonetto predisposto per l’avvolgibile vengono dotati di coperchi laterali rinforzati che permettono l’ancoraggio all’esterno con le spalle e all’interno con i supporti portarullo della schermatura. Inoltre sul lato inferiore della veletta esterna, presente in tutte le tipologie di cassonetto, viene applicato un profilo in alluminio, avente lo scopo di irrigidire e proteggerne


INDUSTRY EXPERTS BLINDS by VANIN

il lembo inferiore. Ancora, dopo essere stati assemblati, vengono aggiunte le reti porta intonaco nella parte interna e nelle sedi delle schermature senza le quali si avrebbero distacchi e formazioni di crepe. ThermoCasse® pur essendo la migliore soluzione tecnologica, se non viene posato bene può diventare inutile nel suo impiego. Per tanto in molti casi, come questo, la posa viene effettuata dalla squadra Vanin, qualificata POSA OK, in modo che l’azienda Vanin si assicuri che vengano preservate le prestazioni termiche del prodotto. Una volta posizionato correttamente il controtelaio all’interno del foro muro, con l’ausilio di spessori provvisori e livelle di controllo, è stata utilizzata una schiuma elastica

poliuretanica per riempire gli interstizi tra il controtelaio e il foro muro, sia dal lato esterno sia dal lato interno. La schiuma utilizzata è elastica perché deve riuscire ad assorbire gli assestamenti del telaio rispetto al muro. Al controtelaio in seguito sono state montate delle piastre/zanche di fissaggio su tutto il perimetro del telaio, distanziate tra loro 400/500 mm, in modo da fissarlo perfettamente alla muratura. Terminata la posa è stata stesa una pellicola di barriera a vapore all’interno per assicurare che non si formi condensa interstiziale; la membrana della pellicola è stata applicata leggermente flessa, per assorbire gli assestamenti senza tendersi troppo e lacerarsi.

! CONCLUSIONI Le immagini della realizzazione denotano la particolare cura dedicata a questo progetto. In effetti, un’attenta analisi dei dettagli suggerisce il pensiero progettuale che l’architetto deve aver compiuto scegliendo una veste contemporanea e creando uno stretto binomio forma-funzione, ad esempio proteggendo sempre i serramenti con uno sporto, facendo in modo che il serramento sia sempre leggermente arretrato rispetto la facciata o comunque protetto. Attribuendo contemporaneamente un valore estetico a questa scelta progettuale, una cura e un’attenzione che regalano al disegno complessivo un valore aggiunto anche in termini di ciclo di vita dell’immobile. marzo 2019 - sistemaserramento

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di Sonia Maritan INTERVIEW Finstral - Finiture

www.finstral.com - www.finiture.it

Il target di Finstral, che punta sulla riconoscibilità del marchio, è quello dell’utente finale. Le chiavi di successo di un’azienda così nota ma anche le scelte che riguardano la sua produzione sono invece informazioni di particolare interesse per un target più esteso che opera lungo tutta la filiera nel settore. Il Responsabile di produzione dello stabilimento di Verona, Gianfranco Carazzato, porta tutta la sua esperienza professionale mentre ci mostra il reparto produttivo di Oppeano e lo showroom. Così la visita del 26 ottobre scorso alla nuova linea di impregnazione di Finiture, recentemente acquistata da Finstral per la sezione produttiva dedicata al legno, diventa l’occasione per approfondire questa realtà con Giovanni Sedino, titolare di Finiture.

CORNICI DI LEGNO VESTONO IL PVC

A Oppeano, in provincia di Verona, c’è uno dei reparti produttivi di Finstral dedicato al legno e ai rivestimenti delle finestre in PVC. Con Giovanni Sedino parliamo della nuova linea di impregnazione di Finiture che è stata installata da poche settimane. La linea ha la forma di un ferro di cavallo allungato. «La linea ha inizio nella zona di carico, quindi i profili passano attraverso il Pro-Flow-Evo, un sistema flow-coating che può applicare prodotti colorati, bianchi o trasparenti. Grazie a lame d’aria alimentate da una soffiante elettrica ad alta efficienza che asportano il prodotto in eccesso e attivano il processo di essiccazione, Pro Flow Evo riduce al minimo il consumo d’aria compressa. Il profilo attraversa poi un tunnel “Pro Dry”, dotato di batterie di riscaldamento ad alimentazione elettrica e di lampade a infrarossi nella parte finale, che completa il processo di essiccazione».

Come interagiscono i due diversi tipi di essiccazione? «Entrambi contribuiscono ad apportare calore, e la radiazione a infrarossi penetra in profondità asciugando definitivamente il pezzo. La velocità di avanzamento ottimale è di tre metri al minuto. Tra la macchina e il forno, la lunghezza è di circa otto metri e in poco più di tre minuti il pezzo viene impregnato e asciugato. All’uscita c’è un sistema di ritorno automatico del pezzo che riporta il pezzo a disposizione dell’operatore, che gestisce il ciclo da solo. La macchina è dotata di un sistema automatico di lavaggio, inoltre dispone di una presa supplementare che può essere usata sia per l’acqua di lavaggio che per eventuali colori speciali; mentre le 3 tinte standard sono stoccate in un apposito contenitore. Nell’arco di circa cinque minuti, il pezzo torna all’operatore impregnato e finito, pronto per essere carteggiato e passato nel reparto di verniciatura finale».


In apertura lo stabilimento Finstral nel veronese diretto da Giancarlo Carazzato, nella foto (a sinistra) con Sonia Maritan e Giovanni Sedino. Seguono alcune immagini dello showroom e dei reparti produttivi. Infine, le ultime due pagine sono deidcate al Pro-Flow-Evo.

WOODEN FRAME FOR PVC WINDOWS

Come veniva svolto il procedimento in precedenza? «Prima che venisse acquistata la nuova linea di impregnazione di Finiture – risponde Gianfranco Carazzato che ci ha nel frattempo raggiunti – effettuavamo il lavoro tramite trasporto aereo con tempistiche molto più lunghe». Guidati da Gianfranco Carazzato, che in Finstral porta la sua esperienza ventennale nella produzione, completiamo poi la visita del reparto del legno dedicato alle cover delle finestre in PVC, che è diviso in tre parti. «Praticamente si tratta di tre produzioni distinte: la produzione di vetro, la produzione di elementi e la produzione di legno, che confluiscono nella produzione di una serie di prodotti Finstral che in questo stabilimento coprono l’80% dei modelli; compreso il FinLinea che è nato qualche anno fa e, in seguito, ha avuto un’evoluzione, diventando una produzione interna, mentre prima ci servivamo di un produttore di semilavorato. Dall’anno scorso l’azienda ha deciso di fare la produzione internamente anche per il legno. Cosa che è nel DNA della Finstral: avere sotto controllo tutto il processo produttivo ci garantisce un certo livello di qualità e la rintracciabilità successiva del prodotto che per noi è importante, considerate le settecentomila unità/anno, per sapere dove intervenire per un eventuale problema. Abbiamo quattordici stabilimenti di cui quattro in Germania».

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The Finstral target, which focuses on brand recognition, is that of the end user. The keys to the success of such a well-known company but also the choices regarding its production are, on the other hand, information of particular interest for a wider target that operates along the entire supply chain in the sector. The production manager of the Verona plant, Gianfranco Carazzato, brings all his professional experience while showing us the Oppeano production department and the showroom. So the visit of October 26 to the new Finiture impregnation line, recently purchased by Finstral for the wood production section, becomes an opportunity to deepen this reality with Giovanni Sedino, owner of Finiture.

Certamente, nel marketing, la riconoscibilità del marchio rappresenta un obiettivo raggiunto! «Nel 2019 festeggiamo i cinquant’anni e abbiamo un know how abbastanza consolidato. Diciamo che la politica della Finstral è di avere un proprio sistema di qualità senza certificati, penso di poter affermare che non ci manca nulla.

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INTERVIEW Finstral - Finiture www.finstral.com - www.finiture.it

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È un'azienda in continua evoluzione, tanto per fare un esempio questo reparto è nato l'anno scorso e questo stabilimento dieci anni fa e quest'anno festeggiamo dieci anni di attività dello stabilimento. Solo nella produzione di vetrocamera abbiamo iniziato in otto persone e oggi siamo circa 95 persone. In un altro dei nostri stabilimenti a Borgo Valsugana, dove si produce il PVC-legno, a marzo 2019 è previsto un investimento di altri dieci milioni di euro di impianti di verniciatura, perché il prodotto Finstral copre moltissime tipologie: PVC, PVC-alluminio, alluminio-legno. Tranne il granulo in PVC e le lastre di vetro, noi produciamo tutto internamente». Dalla sua lunga esperienza come responsabile di produzione, qual è l’elemento più importante per gestire il processo complessivo? «Avere sempre i costi sotto controllo costituisce l’aspetto prioritario. Qualcuno si preoccupa dell'ingresso dei robot nelle aziende, però alla Finstral è diverso: i robot permettono all'operatore di migliorare l'aspetto qualitativo del prodotto. Liberare il collaboratore da certe mansioni ripetitive è una cosa importante, soprattutto quando su un'unica linea non c'è un prodotto uguale all'altro. Il collaboratore dev'essere capace e flessibile assieme. Per fare un esempio, solo qui nel reparto del legno facciamo 45 tipi di profili diversi, partendo da dieci tipi di quadrotti di Rovere e Abete naturale. Il legno è vivo, non c'è un pezzo uguale all'altro.


Da quando siamo partiti con il legno, abbiamo avuto anche delle soddisfazioni, tanto che a dicembre monteremo una nuova macchina in aggiunta a quelle esistenti».

In particolare, quali componenti sono state personalizzate per Finstral? «Abbiamo spostato i gruppi di soffiaggio per lasciare un po' di tempo in fase di asciugatura del prodotto». Risponde Giovanni Sedino. «Un altro vantaggio di questa macchina è che lo smaltimento dei risciacqui e dei lavaggi è decisamente inferiore come quantitativo rispetto ad altri impianti – afferma Giancarlo Carazzato – e anche la decanta-

Quali accortezze sono consigliabili nell’utilizzo dell’impianto? «Premesso che il prodotto in eccesso viene tolto subito e che questo garantisce un risultato di asciugatura rapidissima e rende quasi inutile la fase di levigatura, se i prodotti sono troppo carichi di pigmento l'asciugatura è faticosa: occorre trovare il giusto compromesso. Infine, se nell'impianto verticale è difficile recuperare il gocciolamento che avviene all'esterno della macchina, con questo sistema si recupera tutto il prodotto». Conclude Giovanni Sedino. Poi Giancarlo Carazzato si trasforma nella più autorevole delle guide e insieme visitiamo lo stabilimento e scorriamo i tre reparti produttivi: la produzione vetro, quella di elementi e quella del legno. «Il reparto legno deve produrre ben 45 tipi di profili diversi: nella profilatura il 70% dei profili viene prodotto senza sostituzione di frese, perché la macchina fa azzeramenti e assetti in automatico. Abbiamo tre vetrerie in Europa. Le lastre di vetro arrivano da fornitori esterni, vengono posizionate sui banchi di taglio e lavorate secondo le tipologie più svariate a cui abbiamo aggiunto il temperato.

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La nuova linea di impregnazione di Finiture va in questo senso? «Finiture ci ha aiutato perché partendo da un impianto unico, avevamo constatato che i tempi di attraversamento nei vari passaggi e su certi colori avendo un flowcoating in verticale non erano ottimali. Con Giovanni Sedino abbiamo trovato la soluzione: il bagnante in orizzontale con la macchina Pro-Flow-Evo studiata su misura per Finstral». «Il sistema di impregnazione in linea si fa già da un po' di anni – aggiunge Giovanni Sedino – ma poiché l'impregnazione è un lavoro “sporco”, bisogna costruire delle macchine semplici da smontare e lavare».

zione dell'acqua di lavaggio possiamo utilizzarla per fare il primo risciacquo della macchina con meno costo e meno spreco».

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INTERVIEW Finstral - Finiture www.finstral.com - www.finiture.it

Sono procedure automatizzate all'estremo dove, l'operatore deve solo richiamare i lotti d'ordine. Il pezzo passa attraverso le lavatrici a spazzole e poi passa ancora attraverso uno scanner che individua eventuali difettosità e scarta i pezzi che risultano difformi. Si inserisce poi la canalina e il prodotto entra in una pressa che riempie il pezzo di Argon, un gas inerte ideale per l'isolamento». Ci sono diversi livelli di qualità per il materiale PVC, come possiamo distinguerli? «A questo proposito è in corso un lavoro di comunicazione proprio volto a far conoscere maggiormente il marchio. C'è molta passione nella famiglia Oberrauch, loro vivono di quello che fanno».

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Resteranno sempre due materiali distanti? «La tecnica del PVC non si riuscirà mai a portarla sul legno, funziona l'abbinamento perché l'anima è sempre di PVC, attualmente con una mazzetta colori di dieci tinte. Gli scarti vengono rimandati all'estrusione: l'anno scorso è nato un

prodotto che si chiama For-Res che è fatto di un impasto estruso di PVC riciclato e buccia di riso ed è molto resistente all'umidità e all'acqua. Viene utilizzato per fare i rivestimenti esterni delle costruzioni, l'effetto è quello di un legno grezzo declinabile in cinque o sei colori diversi». Naturalmente trasferiamo solo alcune suggestioni di un reparto davvero variegato, interessante e molto ampio, nel quale avremmo potuto soffermarci anche molto più a lungo. «Nel reparto taglio, vediamo misure, profili e colori infiniti, anche qui tutto il processo è interamente automatizzato e la saldatura del PVC avviene a 250 gradi circa. L'anima di metallo viene inserita dopo il taglio. Si lavora con i codici a barre: viene esploso su uno schermo il prodotto e l'operatore capisce che tipo di ferramenta deve montare. Alla fine c'è la verifica delle operazioni effettuate e a conclusione di tutto, il montaggio del vetro. Il prodotto passa poi nel magazzino intelligente che si organizza in funzione delle richieste della linea di montaggio».


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Questo giro ci ha fatto conoscere più da vicino la finestra in PVC che – mi preme dire – non andrà a finire nel mare, perché tutti i materiali sono completamente riciclabili.

D’altra parte “se mi chiamo” Finstral, ho la forza di gestire la filiera anche nello smaltimento e di riciclare i prodotti vecchi e anche quelli di altri marchi. Questo è probabilmente l’auspicio di tutti, quello di sperare che aziende del settore PVC, come Finstral, siano trendsetter di un modo di operare trasparente, etico e sociale, per aumentare in ogni settore-materiale l’impegno e la consapevolezza verso l’ecosostenibilità, tradotta anche in “moda green” se servirà – come possiamo constatare in tanti ambiti del quotidiano – a indicare la via. L’ultima considerazione, invece riguarda la transmaterialità, che emerge fra tutti i produttori che innovano anche scegliendo la strada dell’ibridazione fra diversi materiali, Finstral ad esempio introducendo i quadrotti di Rovere e Abete naturale per produrre le cornicette di legno finite con cui vestire la finestra di PVC, a evidenziare inevitabilmente la strada degli avanced materials; anche col rivestimento parietale risultante dall’impasto di PVC riciclato e buccia di riso di cui si è parlato. E per la finestra di domani, quale altro materiale composito potremo immaginare e come distingueremo i materiali che perderanno la matrice monomaterica? Forse sceglieremo, come nella moda, un determinato rivestimento in seta, cotone, lana, cashmere, poliammide, viscosa, Lycra®, Gore-Tex®, o altro ancora?

HEROES dall'alt

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di Sonia Maritan INTERVIEW Falegnameria Menaballi www.menaballi.it - milan.architectatwork.it

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La tappa di Milano del 14 e 15 novembre scorso ha chiuso con successo il calendario italiano 2018 di Architect@Work: nei due giorni hanno visitato l’evento 3.885 professionisti, l’8 % in più rispetto al 2017. In questo contesto alcuni espositori hanno raccontato, attraverso la presentazione dei loro progetti e prodotti, cosa significa fare architettura ai giorni nostri: trovare soluzioni attente all’ambiente, versatili, modulari, realizzate con materiali che, molto spesso, attingono al patrimonio della tradizione innovandolo e arricchendolo di nuove specificità e prestazioni, e questo è proprio il caso della Falegnameria Menaballi raccontata dal suo titolare, Fabrizio Menaballi che ha scelto come target di riferimento la figura dell’architetto.

L’ESSENZIALITÀ DELLA MATERIA All’edizione meneghina di novembre 2018 di Architect&Work, incontriamo Fabrizio Menaballi che rappresenta la seconda generazione della Falegnameria di cui molto prematuramente ha preso le redini, a causa della morte troppo repentina di suo padre che deve però avergli lasciato in eredità i valori più importanti, perché lui riesce a esprimere con immediatezza una serie di caratteristiche positive. Gli chiediamo coma abbia gestito questo difficile passaggio. «Bisognava crederci, solo crederci. C'erano già delle persone in azienda che, a distanza di vent'anni, ci sono ancora. Erano in due e adesso siamo in otto. Ho cambiato radicalmente la struttura, perché il mondo edile sappiamo tutti come sia cambiato. Noi fortunatamente con il tipo di clientela che ho costruito siamo cresciuti». Incontrarlo ad Architect@Work fornisce un’indicazione precisa. In questo contesto alcuni espositori hanno raccontato, attraverso la presentazione dei loro progetti e prodotti, cosa significa fare architettura ai giorni nostri: trovare soluzioni attente all’ambiente, versatili, modulari, realizzate con materiali che, molto spesso, attingono al patrimonio della tradizione innovandolo e arricchendolo di nuove specificità e prestazioni, e questo è proprio il caso della Falegnameria Menaballi raccontata dal suo titolare, che ha scelto la figura dell’architetto come target di riferimento. Ascoltiamo come sia avvenuta questa evoluzione dalla sua voce. «Mio padre produceva il classico serramento che seguiva la cantieristica. Io, invece, circa dieci anni fa, osservando l’andamento del mercato, con leggero rischio, ho dato un’impronta molto diversa all’azienda puntando sul design e sull'architettura: oggi il 90% dei nostri clienti sono architetti.


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TRADITION AND INNOVATION The Milan event of November 14th and 15th has successfully closed the 2018 Italian calendar of Architect@Work: in the two days 3,985 professionals visited the event, 8% more than in 2017. In this context some exhibitors have recounted, through the presentation of their projects and products, what it means to do architecture today: find environment-friendly, versatile, modular solutions, made with materials that, very often, draw on the heritage of tradition by innovating and enriching it with new specificities and performance, and this is precisely the case of the Carpentry Menaballi told by its owner, Fabrizio Menaballi who has chosen as a target audience the figure of the architect.

Sonia Maritan ad Architect@Work 2018 mentre intervista Fabrizio Menaballi, a seguire alcune delle realizzazioni dell'azienda protagonista di questo servizio.

Quindi ci siamo mossi nella direzione del progetto “su misura” e “su disegno”, perché parliamo tanto di disegno sul nostro prodotto. Lavoriamo in CAD e diamo il massimo servizio all'architetto, perché l'architetto chiede questo, è questo il suo linguaggio, da sempre. Cerchiamo di immettere tutto quello che è design sul nostro serramento, come ad esempio la maniglia che è molto essenziale: la parola che definisce il nostro serramento è essenzialità che rende protagonista la matericità». Non solo il serramento ma anche il suo corredo: dettagli preziosi come la ferramenta coordinata? «La maniglia è l’accessorio più importante di un serramento, comunque ci preoccupiamo sia del livello estetico sia di quello tecnico perché montiamo cerniere per portate molto elevate, invisibili e non . C'è un sistema di anta in tensione del serramento con la possibilità di essere anche rivestito di alluminio, ma anche il vetro, nella fatti-

specie, ha un incollaggio strutturale garantito che realizziamo con diversi tipi di legno ed essenze». Qual è la caratteristica principale del suo serramento? «La cosa fondamentale di questo serramento è la matericità, in netta antitesi con altri materiali come il pvc, l’alluminio, il finto legno; qui vince il vero legno: Castagno, Rovere, Pino, Abete, tutti i legni che si possono termotrattare. Termotrattarli vuol dire, infatti, dar loro un'anima e anche a livello di durabilità diventano più prestazionali. Un’altra caratteristica di questo serramento è la complanarità tra anta e telaio/coprifilo per cui non serve l'opera muraria per l’installazione». È pensata per il parco edilizio esistente e quindi per le sostituzioni di finestre? «Esattamente, questo prodotto è stato studiato espressamente per Milano, dove si trova la maggior parte dei nostri

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INTERVIEW Falegnameria Menaballi www.menaballi.it - milan.architectatwork.it

clienti che sono di fascia alta. Questo serramento ha un coprifilo, che può essere in legno come il manufatto oppure in MDF che, coperto con una mano di primer, diventa muro e, sotto il coprifilo, c'è il serramento vecchio». Quindi al vecchio serramento viene eliminata l'anta e poi coperto il telaio con il coprifilo del nuovo sistema-serramento? «Precisamente, il telaio nuovo viene posizionato in modo complanare al serramento vecchio, dopodiché tramite viti, che vengono immesse direttamente nella muratura, attraversando il vecchio telaio, si ha il perfetto ancoraggio del telaio nuovo. Naturalmente, se richiesto, siamo anche in grado di intervenire sull'opera muraria e sulle dimensioni. La cosa particolare è che tutte le guarnizioni per l'isolamento del serramento sono caratterizzate dal sistema Casaclima, utilizzando Iso Chemie che è l'azienda che, a mio avviso, fa i nastri auto espandenti più prestazionali». La verniciatura riveste un ruolo importante? «Decisamente. La verniciatura viene data a più mani e a basso spessore in modo che comunque il residuo secco sia sempre minore riuscendo a enfatizzare il disegno della venatura della struttura; dando poche mani ad alto spessore si plastificherebbe, così invece si esalta la naturalezza del legno». Dialogando con gli architetti si presenterà anche la possibilità di interfacciarsi con loro attraverso il BIM? «La mia fidanzata, Chiara, è architetto e opera in azienda occupandosi anche di queste tematiche, quindi gli architetti ci troveranno pronti». Il mercato milanese è l’unico bacino nel quale fornite il vostro prodotto? «Lavoriamo anche in Francia e, per il futuro, non mi pongo limiti».

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Il prossimo appuntamento di Architect@Work è fissato a ottobre di quest’anno e rappresenta una grossa scommessa sul nord ovest per la manifestazione dedicata all’innovazione in architettura, edilizia e design: Torino, il 23 e 24 ottobre 2019, in avvicendamento biennale con Roma, che rimanda al 2020 la sua quarta edizione. Milano, invece, conserva la sua due giorni annuale e vi aspetta per il consueto appuntamento di metà novembre anche quest’anno.



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di Sonia Maritan e Pietro Ferrari ON THE FIELD Leitz

www.leitz.org seconda parte

IL MONDO LEITZ seconda parte: il viaggio a Oberkochen Il viaggio a Oberkochen lo scorso maggio ha arricchito il mio bagaglio e sono stati tali gli spunti raccolti in Leitz da indurmi a suddividere questo contributo in più parti, di cui abbiamo già restituito sullo scorso numero la visita dello showroom con Gianni Gregori e Liborio Abbacchi. Trattiamo adesso della conversazione alta con Jürgen Köppel – CEO di Leitz e presidente di Eumabois – che ci ha restituito la sua vision e concludiamo con il reparto produttivo, dove ci ha guidato Liborio Abbacchi regalandoci così il cuore “pulsante” di Leitz.

THE ADVANCED MATERIALS ! VISION Abbiamo incontrato nel mese di luglio nel quartier generale della Leitz a Oberkochen, Jürgen Köppel, CEO di Leitz, il quale cortesemente ha risposto ad alcune domande sull’azienda, sul settore, anche nel suo ruolo di presidente di Eumabois, l’associazione europea dei costruttori di macchine per la lavorazione del legno. Il legno è storicamente una materia prima da sempre lavorata da Leitz, ma oggi si propongono materiali di nuova concezione, Leitz è come sempre all’avanguardia anche su questi temi? «Il legno è un materiale bello e vivo, che affascina già come legno massiccio per la sua sensazione al tatto e il suo aspetto visivo. La sua struttura e le sue venature che rimandano alla natura trasmettono tranquillità, esso è usato deliberatamente come elemento di design per la sua indiscussa bellezza. Tuttavia, il legno massiccio gioca oggi un ruolo meno importante ed è stato sostituito da materiali a base di legno, ad esempio nel settore dell'arredamento e della produzione di pavimenti. Accanto al legno e ai materiali a base di legno, i materiali compositi, le materie plastiche e altri Advanced Materials hanno a lungo svolto un ruolo che non dovrebbe essere sottovalutato dai nostri clienti, in particolare nell'arredamento di interni e nella costruzione di negozi. Questo fatto viene supportato sia dai produttori di macchine sia dai costruttori di utensili, con l’ausilio delle fiere,

per fornire ai clienti soluzioni per le loro attività di produzione. Con tutto ciò, gli advanced materials non devono essere considerati un sostituto della materia prima legno, ma come complemento utile e necessario per espandere ulteriormente la varietà nel campo del design. Come Presidente di Eumabois, accolgo con favore l'espansione dei materiali utilizzati e la diversità nel design e nelle forme d’espressione, anche se non dobbiamo perdere di vista il legno e i materiali derivati.


In apertura e nell'utlima pagina il quartier generale della Leitz a Oberkochen, sopra due scorci dell'ingresso, dall'interno e dall'esterno. Seguono alcune immagini relative allo showroom e al reparto produttivo. Nelle foto di gruppo, sopra Jürgen Köppel, CEO di Leitz, con Liborio Abacchi, B.Eng. Maschinenbau, e Gianni Gregori, Responsabile Vendite OEM Italia. A destra, Sonia Maritan, fra Herr Thoams Benz, Sales Manager OEM e Gianni Gregori.

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Come Federazione Europea sosteniamo per questo motivo le iniziative delle singole associazioni nazionali per ampliare la diversità dei materiali, ma senza perdere il chiaro posizionamento delle associazioni e delle fiere, anche attraverso la loro denominazione». La digitalizzazione dei processi produttivi può influire sulla creatività dei designer? «Percepisco un certo timore nella sua domanda che pone il problema se la digitalizzazione nel campo della lavorazione del legno e dei materiali derivanti dal legno, possano portare con sé delle conseguenze negative non ben valutate. Io non vedo questo punto così critico, correlerei piuttosto la digitalizzazione della nostra industria non necessariamente con una rivoluzione, ma piuttosto la definirei una evoluzione negli anni, a volte anche decenni. Ad esempio, all’inizio degli anni Novanta Leitz ha presentato alla fiera Ligna, utensili “intelligenti” con un data chip, i tempi all’epoca non erano sensibili a queste problematiche, questo tipo di innovazione non aveva l’importanza che ha oggi. Per me è importante utilizzare le opportunità della digitalizzazione in modo tale che la creatività e le potenzialità del design siano di nuovo in primo piano. In questo caso viene richiesto un elevato know-how ed esperienza del personale, in grado di gestire i materiali con i corrispettivi requisiti specifici. I mezzi d’aiuto digitali, secondo il mio parere, possono essere di supporto in particolar modo nella parte procedurale, in modo da attuare le idee sul prodotto, tuttavia l’uomo rimane colui che plasma il suo potere creativo. Il vantaggio è che oggigiorno, attraverso una digitalizzazione mirata, le fasi di disturbo nel processo di creazione del valore possono essere prese in carico da macchine e utensili confacenti e da software appropriati».

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cora gestibile in modo tale che la digitalizzazione non diventi fine a se stessa. Va anche tenuto sotto controllo il fatto che lo standard sia sviluppato in fase iniziale. Pertanto, è stato deciso all'Assemblea Generale Eumabois di Istanbul nel 2018 che il modello di dati sviluppato dalle società VDMA per la descrizione degli utensili dovrebbe essere stabilito come standard a livello europeo».

Qual è lo stato attuale delle tematiche di Industry 4.0? «Dal punto di vista del marketing, Industry 4.0 è un termine perfetto per un numero quasi illimitato di tematiche relative agli ambiti della digitalizzazione che sono stati all'ordine del giorno per molti anni. Oggigiorno è possibile quasi tutto: a mio avviso, la cosa più importante, è porsi la domanda: che vantaggi porta al cliente? Per me il passaggio dei dati attraverso l’intera filiera dei collegamenti in rete e delle singole fasi di creazione del valore, compresa la logistica, è un punto estremamente importante, perché queste sono le fondamenta per ulteriori passi e sviluppi verso l'automazione dei processi e la loro analisi mirata. Sia nel settore artigianale sia nelle grandi aziende industriali, i set di dati continui giocano, dal punto di vista della progettazione o del punto vendita, un ruolo importante nella produzione di processi logistici. Il set di dati generato una prima volta contiene idealmente le informazioni necessarie per tutte le fasi del processo. Naturalmente, questo significa anche che un intervento specifico può essere posto in diversi punti del processo a valore aggiunto o che può addirittura cambiare radicalmente, se il grado di automazione viene modificato dal robot ed è aumentato significativamente. Tuttavia, è sempre importante che la comunicazione tra uomo e macchina (HMI) per rispondere all'esempio con il progettista e il produttore della finestra, sia semplice e senza interfacce complesse. Le opportunità disponibili sono enormi, per questo motivo dovrà essere assicurato che la complessità risultante sia an-

Cosa significa nel settore della lavorazione del legno il tema della sostenibilità? «Noi tutti dobbiamo essere consapevoli della nostra responsabilità nei confronti dell'ambiente e delle future generazioni. Un processo di ripensamento è già iniziato negli ultimi anni e argomenti come l'uso responsabile di risorse limitate stanno ricevendo molta più attenzione da parte del pubblico. Iniziative del tipo "Blue Efficiency" del VDMA costituiscono la base per uno sviluppo di tendenza e di successo nel nostro settore, ciò che Eumabois apprezza e sostiene: questo know-how rappresenta comunque un chiaro vantaggio competitivo per l’Europa. Sia nel campo delle macchine, sia in quello degli utensili così come nella loro cooperazione, si presta grande attenzione all'efficienza energetica che viene continuamente migliorata. Una grande rilevanza, ad esempio, è ricoperta da argomenti come la riduzione del consumo di energia nelle macchine attraverso l'uso di motori più efficienti o l'aumento dell'efficienza dell'aspirazione dei trucioli da parte di tecnologie come Dust Flow Control (tecnologia DFC) che svolgono un ruolo importante. Come Eumabois, collaboriamo con le varie associazioni nazionali per promuovere la cooperazione in gruppi di lavoro tecnici, al fine di utilizzare gli approcci comunitari con lo scopo di velocizzare l’attuazione, sia per il bene della natura sia per migliorare il nostro benessere». In un mondo sempre più digitalizzato e integrato la qualità diventa sempre più indispensabile? «Nell'era della digitalizzazione, conoscenza e know-how sono a disposizione in tutto il mondo, sette giorni su sette, tutto il giorno. Con macchine all'avanguardia e un grado di automazione significativamente più elevato; il livello di qualità, ad esempio, nella produzione di mobili, viene innalzato a livello globale. Ci sono anche nuove tendenze mondiali nel design, per esempio un uso significativamente sempre più elevato di materiali compositi, che abbiamo già menzionato all'inizio.


Nel mondo dei centri di lavoro l’utensile rappresenta un fattore di qualità ancora più importante… «Io le do ragione quando dice che l’utensile nei centri di lavoro assume una importanza enorme per i processi di produzione, tuttavia solamente la perfetta combinazione di lavoro di entrambe le componenti garantisce un risultato di produzione ottimale. Un bel paragone è quello con il violino, senza corde rimane un “bel pezzo di legno”, lo stesso si può dire di una macchina, senza l’utensile appropriato rimane “solo un pezzo di metallo”. In entrambi i casi, tuttavia, il fattore umano è enormemente importante così come la sua conoscenza, esperienza e creatività. In particolar modo nella produzione di infissi è richiesto un elevato livello di know-how relativo al prodotto e al processo, che noi in Leitz abbiamo capitalizzato nel corso dei decenni mettendo a disposizione dei nostri clienti le nostre soluzioni. Il grado di conoscenza interno alla Leitz del prodotto infisso ci porta naturalmente a sviluppare nuovi utensili, ma anche allo sviluppo di nuove tipologie di finestre come Clima Trend e Clima Trend Style. Siamo consapevoli della responsabilità che ne deriva, utilizziamo, tra le altre cose, le nostre esperienze per perseguire questioni come la sostenibilità con il dovuto vigore». Quanto è importante per Leitz l’innovazione costante? «L’azienda Leitz è considerata leader mondiale per l’innovazione.

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Soluzioni con superfici lucide o strutturate sono continuamente richieste, così come, per esempio, pannelli impiallacciati e laccati. Se si guarda esclusivamente alla produzione di mobili, ci troviamo di fronte a una enorme varietà progettuale. Queste propensioni di base vengono rafforzate dalle tendenze dell’“individualizzazione”, in questo modo si alimenta la creatività dei designer attraverso la molteplice scelta dei materiali e le facoltà di lavorazioni più moderne disponibili, ciò che successivamente si può ammirare nelle fiere pertinenti al mobile. La digitalizzazione crea dei benefici nella definizione dei segmenti di prezzo, con l’ausilio della produzione del lotto uno, per una varietà di mobili con elevata diversificazione di design».

Noi dobbiamo offrire ai nostri clienti in tutto il mondo la soluzione giusta, in modo da permettere loro, con il nostro aiuto, di risolvere in maniera ottimale le attività di produzione e quelle relative ai processi imminenti. La grande sfida qui è la varietà quasi illimitata di materiali anche solo di quelli a base di legno. In aggiunta, ci sono anche le più svariate superfici e decori, nonché gli Advanced Materials, che innalzano le possibili variazioni a un livello molto elevato. La tendenza si sposta chiaramente verso soluzioni specialistiche, come per esempio la lama BrillanceCut predisposta alla lavorazione di materiali acrilici o Korian. Grazie alla sua lunga storia, Leitz può stabilire trend di tendenza per raggiungere l’optimum per i propri clienti attraverso soluzioni personalizzate. In tal modo, sfruttiamo l'ampia esperienza dei nostri dipendenti e offriamo così "soluzioni in nuove dimensioni". Questo spazia dall’utensile reale, attraverso le domande della digitalizzazione fino ad arrivare al service che, grazie al LeitzXPress, avviene con la semplice pressione di un pulsante». Il legno resta comunque la mission di Leitz? «Il chiaro obiettivo della Leitz è rappresentato dagli utensili per la lavorazione del legno e dei materiali a base di legno, con stretto collegamento alle prestazioni dei relativi centri di affilatura. La tradizione di 142 anni come azienda familiare ha conferito al nostro marchio, anche fuori dal nostro settore, un alto profilo in tutto il mondo.

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Grazie alla nostra propensione e alla presenza globale, il marchio Leitz è sinonimo di qualità e di un servizio eccellente in tutto il mondo. Là dove siamo in grado di utilizzare in modo ottimale le nostre conoscenze e il nostro know-how per i nostri clienti, ci stiamo gradualmente espandendo anche in altri settori o nella lavorazione di altri materiali. La base per questa crescita strutturata, tuttavia, rimane sempre la nostra competenza chiave nel settore degli utensili, contemporaneamente stiamo creando e ampliando in modo specifico nuove aree di competenza». Quali sono le linee direttrici di Leitz per il futuro? «Questa è una domanda molto interessante ma non è tanto facile dare una risposta in breve. Le condizioni indispensabili del successo di Leitz in passato e in futuro, erano e resteranno la soddisfazione dei nostri clienti, per i quali lavoriamo ogni giorno. Quando due anni e mezzo fa ho iniziato a lavorare come AD alla Leitz, ho assunto la gestione di un'azienda che è stata riconosciuta come leader mondiale del mercato e dell'innovazione e che è stata rispettata come azienda a conduzione familiare. Questa base molto solida, supportata dai miei quasi quindici anni di esperienza nel settore industriale e ulteriori dieci nella costruzione delle macchine, l’abbiamo successivamente ampliata. Il tema della digitalizzazione menzionato all'inizio, ma anche l’area degli Advanced Materials, continuano a offrire interessanti opportunità di crescita, che saranno da noi sfruttate.

Allo stesso tempo, continueremo a perseguire vigorosamente le nostre attività nel settore della lavorazione del legno e dei pannelli a base di legno, in quanto questo è uno dei pilastri su cui vogliamo e continueremo a plasmare il nostro futuro con successo». !"PRODUCTION Con Liborio Abbacchi, visitiamo infine il reparto produttivo che consente di abbracciare questa realtà più da vicino e di apprezzare questo settore, in apparenza molto tecnico eppure anche così votato al progetto di manufatti moderni dei quali gli utensilieri, nel settore legno e degli advanced materials, portano un contributo determinate per la filiera del design e dell’edilizia. Tutto parte dall’ufficio tecnico che visito con Liborio Abbacchi. «Cominciamo direttamente da dove arriva l’ordine. Quando entra l’ordine, viene eseguito il disegno tecnico sulla base degli standard già acquisiti: la personalizzazione non viene creata in base alla totalità, ma partendo da un 50% di già acquisito. Il prossimo reparto ottimizza i processi di lavorazione, oltre a questo crea gli utensili che utilizziamo noi per la nostra produzione in funzione del lavoro che devono eseguire. Il disegno tecnico creato al piano di sopra arriva qua e un programma traduce il modello 3D in un programma, cioè in un linguaggio che può essere letto dalle macchine.


diversi. Un processo simile alla saldatura. Il materiale che funge da collante viene sciolto ad alta temperatura nella sede dove viene alloggiato il materiale del tagliente, durante la fase di raffreddamento e asciugatura si indurisce e si trasforma in metallo ed effettivamente genera un unico pezzo monolitico. I taglienti una volta consumati, possono essere riaffilati o sostituiti con la stessa tecnologia produttiva, mantenendo la qualità primaria. Questa gestione preferiamo farla nei nostri innumerevoli centri di affilatura sparsi in tutto il mondo. Il reparto successivo é la tornitura con macchine a controllo numerico, ma parzialmente ancora a intervento manuale, con una qualità sempre alta. Abbiamo diverse strategie per fare fronte alla varietà dei materiali impiegati con diverse macchine. Dato che qui a Oberkochen abbiamo la varietà di prodotti più grande dell’azienda, è impossibile standardizzare come si fa in altri stabilimenti di produzione. Nel percorso troviamo dei semilavorati che non vanno in magazzino, ma passano alla fase successiva di fresatura. I centri produttivi lavorano anche in modalità lotto uno. Per garantire un ciclo continuo alle macchine CNC durante la fase di lavorazione, vengono predisposti i materiali e accessori per le lavorazioni successive in modo da eliminare i tempi morti. I nostri centri di lavoro all’avanguardia effettuano delle fresature di asportazioni elevate, con un livello di finitura che si avvicina al grado di qualità che si ottiene con la rettifica.

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Il software che produce questi programmi rende visibili tutti i processi per la realizzazione del prodotto. Il programma è integrato con il modello 3D dell’ufficio tecnico. È importante parlare lo stesso linguaggio tra i vari reparti con gli stessi standard partendo da un’unica origine dei dati. Questi reparti sono un tutt’uno dal punto di vista operativo. Quello che c’è da fare è già tutto deciso, anche se i responsabili dei reparti successivi possono avere una discrezionalità di intervenire sul flusso produttivo e sul concetto tecnico in caso di bisogno. Siamo di fronte alla nostra produzione. C’è un flusso produttivo da sinistra a destra: non è una linea pura, ma una sequenza di isole produttive. I coltelli sono gestiti in linea dedicata. Tutte le fasi di produzione hanno una tempistica precisa. Ogni reparto é dotato di schermo luminoso, dove tutti possono rilevare lo stato della commessa in lavoro, questo metodo di verifica, a richiesta, viene messo a disposizione anche alle varie filiali sparse in giro per tutto il mondo, in questo modo tutti hanno la possibilità di monitorare i propri ordini. Nei centri produttivi, il feedback da parte del personale produttivo viene monitorato tramite bar code. La produzione del corpo fresa, prevede lavorazioni con asportazione truciolo, per la maggior parte dei materiali che compongono l’utensile, viene utilizzata l’acqua, che è fondamentale per abbassare la temperatura e per asportare i trucioli. La brasatura è il procedimento che connette due metalli

HEROES dall'alt

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Per la produzione delle nostre frese utilizziamo utensili di autoproduzione e punte specifiche che vengono ordinate da fornitori esterni. La maggior parte delle macchine è spesso presidiata dall’operatore mentre i centri produttivi automatizzati funzionano in automatico. Quindi ci troviamo nella sala del trattamento termico, siamo fra i pochi se non gli unici ad averla internamente, ci permette di trattare i vari grezzi in modo da gestire la struttura del materiale. Siamo in grado di eliminare dal materiale le tensioni che si creano durante la produzione del materiale stesso o durante i vari cicli con cui viene prodotta la fresa. In caso di necessità possiamo aumentare la durezza o l’elasticità, dipende dall’applicazione. In questo modo si crea o una maggior resistenza all’usura, oppure una elasticità migliore, in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere alla fine. Per rendere possibili questi trattamenti aggiungiamo delle sostanze specifiche all’atmosfera molto delicata dell’impianto tecnico». Così ottengo il metallo finito? «Il “corpo” dell’utensile nonostante gli svariati processi rimane simile. Il ciclo di affilatura dell’ assemblaggio corpo fresa e coltello finale toglie le ultime imprecisioni».

A TRIP TO OBERKOCHEN

L’utensile è un piccolo gioiello. «L’utensile è composto da un insieme di molteplici pezzi, con tolleranze diversificate, la precisione finale deve essere assoluta. Facendo una miriade di pezzi diversi bisogna attrezzarsi di conseguenza, è qui che sta tutta la sfida, anche da un punto di vista economico. Il processo produttivo è il risultato di tanti anni d’esperienza. Spesso si tratta di una soluzione molto specifica mirata alla tipologia dell’utensile. Anche per questo non è possibile da noi automatizzare tutto. L’industria 4.0, d’altra parte, non è solo automazione, occorre avere la trasparenza per poter trasmettere le informazioni e imparare dagli errori. Nel reparto di fresatura ci sono fresatrici con magazzino, ma anche macchine che possono produrre in modalità lotto uno. Certe macchine ricevono la sequenza dei prodotti che si vogliono realizzare e il centro a controllo numerico è programmato in modo tale da procedere in autonomia senza essere presidiato. Arriviamo nel reparto assemblaggio. Tutti i componenti delle frese precedentemente prodotti e forniti confluiscono in questo reparto, dove viene assemblata la fresa. Il montaggio prevede l’avvitatura dei vari coltelli sul corpo fresa,

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Liborio Abbacchi. We are now dealing with the high conversation with Jürgen Köppel - CEO of Leitz and president of Eumabois - who My trip to Oberkochen last May has enriched my baggage and has given us back his vision and we conclude with the production have been such ideas collected in Leitz to induce me to divide this department, where Liborio Abbacchi has guided us thus giving us contribution into several parts, of which we have already returned the "pulsing" heart of Leitz. in the last issue the visit of the showroom with Gianni Gregori and


Siamo al reparto del controllo finale. «Il processo del controllo finale viene eseguito con diverse modalità. In caso di frese, dove il profilo è molto importante, si controlla il profilo direttamente sul legno con l’ausilio delle macchine che abbiamo nei nostri laboratori. In questo modo si ottiene esattamente quello che vede il cliente quando produce. Ulteriori controlli vengono fatti utilizzando dei proiettori di profilo elettronico o sistemi di controllo ottici. Tutte le frese di nuova produzione consegnate al cliente sono corredate di certificati di controllo. Su questi centri che fanno sia il controllo sia il documento abbiamo impostato delle funzionalità riguardo alla digitalizzazione. Fino a oggi creavamo una documentazione tradizionale, sulla carta. Il primo step è stato quello di creare questo protocollo in forma digitale e salvarlo in una banca dati generale. Lo step successivo è stato quello di comunicare i valori del risultato della misurazione in un linguaggio generale che può essere interfacciato da altri programmi. Così diventa possibile automatizzare la creazione del documento e diminuire i tempi per l’accesso a queste informazioni. Per esempio, per i nostri utensili al diamante che sono molto performanti e costosi noi diamo ai clienti un certificato con il risultato del nostro controllo e possiamo garantire che abbiamo fornito la qualità promessa. Questo documento può essere creato in via automatica e in forma digitale. Il documento può essere stampato e inviato al cliente, ma anche essere d’aiuto per noi in caso di problemi. Rispetto alla serializzazione, ogni utensile può essere identificato in modo univoco. Una volta registrato l’utensile nella nostra banca dati, possiamo indicare precisamente le caratteristiche di ogni utensile fornito. Alla fine una parte di questi dati viene riportata sul corpo delle frese, con l’ausilio dei nostri laser per la marcatura. Oltre alle caratteristiche generali della fresa, riportiamo anche il lotto di produzione, per avere una maggiore tracciabilità dell’utensile fornito e l’identificazione concernente la sicurezza. In sostanza, il prodotto finale viene

accompagnato da una documentazione che rispecchia tutte le informazioni create in fase di progettazione». Questa macchina ha effettuato la misurazione elettronicamente? «Questo è solo un esempio, per spiegare la connessione tra il mondo fisico e quello dell’industria 4.0. I processi vengono modificati solo quando è necessario. Una tecnologia moderna che ci costa più di prima e non ci dà risultati, non vale la pena di introdurla per il solo fatto di essere moderni. In definitiva, abbiamo visto il taglio, la tornitura, la fresatura, la brasatura, l’affilatura, l’assemblaggio, il trattamento termico e il controllo finale. Abbiamo tipologie di utensili in PKD, dove i taglienti, nel momento in cui la fresa non garantisce più le qualità desiderate, possono essere sostituiti autonomamente dal cliente, senza passare attraverso il ciclo di elettroerosione. In questo caso si utilizzano coltelli già lavorati singolarmente. Per la lavorazione vengono montate su un’interfaccia, dove la sede ha la stessa forma del vero utensile. La precisione della lama è già di per sé così elevata che non è necessario che sia montata sull'utensile specifico del cliente per essere affilata. Trattasi di frese coperte da brevetti. Tutto questo serve per spiegare che non basta avere dei coltelli o denti lavorati con il massimo grado di precisione, ma anche il processo produttivo ha un’importanza fondamentale, sempre con riguardo alle esigenze del cliente. Noi abbiamo centoquarant’anni di esperienza e questo è di per sé un vantaggio competitivo, ma non va tralasciato l’aspetto umano: alla fine, come in tutte le cose della vita sono le persone che fanno la differenza».

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e il montaggio dell’attacco nel caso la fresa venga utilizzata in un centro di lavoro, o su bussola, in funzione delle varie esigenze. Durante la fase di montaggio il personale fa una prima verifica che la fresa non presenti delle imperfezioni di lavorazione. In parole povere l’utensile viene predisposto per il controllo finale».

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…INTORNO AL LEGNO La tavola rotonda che vede protagonisti Pietro Ferrari, Sonia Maritan, Samuele Broglio e Alessandro Cafasso, parte dall'azienda Cafasso e prosegue a pranzo, ed è raccontata anche da queste immagini nel reparto produttivo dove queste finestre nascono e dove incontriamo Giuseppe Cafasso (lo zio di Alessandro nella terza pagina), Giorgio Cafasso (il padre di Alessandro nella terzultima pagina) e l'addetto del reparto di vernicaitura in chiusura.

di Sonia Maritan e Pietro Ferrari

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Il legno è un materiale bello e vivo che affascina con la sua sensazione al tatto e il suo aspetto visivo. La sua struttura e le sue venature trasmettono tranquillità perché ci portano la natura, ed è usato deliberatamente come elemento di design per la sua indiscussa bellezza. Tuttavia, il legno massiccio gioca oggi un ruolo meno importante ed è stato sostituito da materiali a base di legno o da advanced materials, ad esempio nel settore dell'arredamento, della produzione di pavimenti e in generale nel campo della finitura edilizia, come si evince anche dalle parole del presidente di Eumabois.

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Il tema è sempre attuale e in continuo divenire, per questo è interessante parlarne direttamente con i produttori, in questo caso del settore legno. Troppo spesso mi accorgo di raccogliere le informazioni sul prodotto e tralasciare le parole a contorno che invece creano un ragionamento parallelo direttamente legato alle logiche di mercato; quindi le impreviste tavole rotonde che nascono a pranzo, dopo la visita di un’azienda o di un cantiere, davanti a un piatto, spesso arrivati al caffè ci si accorge di quanto valore abbiano, di quanti concetti interessanti siano rimbalzati su quel tavolo! E inevitabilmente con Samuele Broglio e Alessandro Ca-

fasso che masticano legno da sempre, di questo materiale si è continuato a parlare, ed è questo che vi restituiamo, come vedono loro dall’interno delle loro fabbriche il mercato di questo prodotto che loro legano indissolubilmente a un solo materiale. «Io dal lato pratico la vedo così: ogni mercato sano deve essere a fasce – afferma solennemente Samuele Broglio – uno dei grossi problemi del mercato dei serramenti è che non abbiamo mai fatto il mercato a fasce, ma abbiamo concepito il mercato come una grandissima torta nella quale tutto è uguale a tutto».


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«Ne abbiamo già parlato molto volte facendo un parallelo con il mercato dell'automobile – concorda Sonia Maritan – il mercato dovrebbe essere a fasce, ma, in effetti, non sembra percepita la differenza fra un serramento e l’altro».

mento della vendita facendo sì che il cliente vada a comprare un serramento di fascia bassa confrontandone il prezzo con uno di fascia più alta e poi, dopo la consegna, considerando che tutto è uguale, richiedendo quindi una qualità di fascia alta al prodotto a basso costo».

«Eppure la similitudine con il mondo dell’automotive rende bene l'idea». Acconsente Alessandro Cafasso –.

«Perciò il mercato – continua Samuele Broglio – anche quello degli operatori seri, per non parlare degli improvvisati che oggi ci sono e domani non ci sono più, si adatta male sia ai produttori di fascia bassa sia ai produttori di fascia alta, perché toglie mercato ai produttori di fascia alta, ma nello stesso tempo aumenta il numero di contenziosi ai produttori di fascia bassa. Sperando di costruire un minimo di mercato a fasce anche nel settore del serramento, il legno si collocherebbe nella fascia alta, per logica: nell'abbigliamento la fascia alta è appannaggio delle fibre naturali come lana, seta e cashmere; nelle automobili abbiamo i sedili di pelle e i cruscotti in radica, mentre nelle scarpe, dove abbiamo la pelle? Nella fascia alta. Quindi automaticamente il nostro posizionamento come produttori di serramenti di legno deve riguardare la fascia alta».

«Quando vediamo la pubblicità di un'utilitaria che vanta la massima qualità nella sua categoria: cosa significa? – Samuele Broglio butta il quesito sul tavolo – Significa che il cliente che va a comprare la macchina sa già in che categoria si vuole muovere e all'interno di quella categoria effettuerà la scelta. Ma a nessuno verrà mai in mente di paragonare le prestazioni di una utilitaria con quelle di una berlina di lusso». «Nel nostro mercato, invece, dove tutto è uguale a tutto – interviene Alessandro Cafasso – i produttori di serramenti in legno si sono creati due danni: in primo luogo al mo-

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alcune scelte di Iroko, Afrormosia e Teak possono essere immersi nel fango, per i legni di classe uno anche salino, e lì può essere lasciato per anni senza che si manifestino problemi. Dire che il legno non dura francamente è molto approssimativo».

«Credo che sia così anche in altri ambiti come quello delle finiture dell’edificio in genere – precisa Sonia Maritan – ma penso anche che ci sia un ventaglio di legni maggiore rispetto al gres per i pavimenti o all’alluminio per i serramenti, nel senso che cambia il materiale strutturale scegliendo una specie legnosa o l’altra. Creare un mercato a fasce ha quindi molto senso nel legno massiccio ma bisognerebbe creare una graduatoria “riconoscibile”».

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«Sono d’accordo – concorda Samuele Broglio – Questa segmentazione del mercato salverebbe anche alcune altre situazioni; vediamo serramenti che dopo dieci anni sono marci, questo perché? Perché per cercare di fare disperatamente fascia bassa, per fare la battaglia sui prezzi si risparmia sul legno, sulla verniciatura. Partiamo da un presupposto, quando noi facciamo delle discussioni sui legni, e sentiamo dire: “il legno non dura”, è necessario tornare alle norme: per la durabilità i legni si dividono in cinque classi, un legno di classe cinque, come il Pioppo, non va utilizzato in esterni, un legno di classe quattro, l'Abete ad esempio, se si fa in modo che non si formino ristagni e lo si tratta adeguatamente regge più che bene, un legno di classe tre, Mogano, Sipo o Rovere, può essere usato in esterno senza particolari protezioni solo progettando adeguatamente gli scarichi acqua, un legno di classe due come il Castagno Europeo o un legno di classe uno, come

«In effetti, parlare di durabilità secondo le specie legnose e l’applicazione indoor o outdoor dovrebbe rappresentare una scelta progettuale – considera Sonia Maritan – ma, di fatto, non credo che l’architetto distingua generalmente un legno da un altro, forse anche a causa di una crescente proliferazione di advanced materials. Se portiamo il discorso sul legno strutturale, il problema è lo stesso. Quando nella stagione iniziale di promo_legno, intorno al 2003/2004, ho avuto l'onore di lavorare con Roberto Tengg – che allora era il Presidente – nel contesto delle costruzioni di legno, anche lì il legno era molto sceso in termini di prestigio rispetto ai materiali alternativi e organizzavamo convegni con platee di centinaia di architetti e ingegneri proprio per fare un po' di cultura nel settore del legno strutturale, che allora verteva prevalentemente sui tetti. Oggi, sulla testata Struttura Legno parliamo di palazzi e così con la Web and Magazine ho ripreso a occuparmi anche di legno strutturale, facendo tesoro di quella piccola esperienza iniziale. Insomma, dopo tanto parlare di legno mi viene da dire che non possiamo dimenticare la natura del legno, anche nel campo delle finestre, noi dovremmo quasi pensare di dire, se io fossi un produttore, lo farei, che produciamo finestre biodegradabili».


«Vale, però anche il discorso opposto – controbatte Sonia Maritan – nel senso che proprio perché biodegradabile il legno va progettato e si tratta di un materiale molto più complesso, seppur affascinante, rispetto un materiale inerte. I problemi che si riscontrano nel campo delle costruzioni in legno lo dimostrano: si stanno sommando una serie di perizie che non giocano a favore del legno perché vengono evidenziate delle marcescenze, per esempio, nel caso di tetti non inclinati dove il progetto non ha tenuto conto del materiale con cui si costruiva, invece bisogna progettare il materiale utilizzando il suo “linguaggio”. Se è grave dover sostituire una finestra perché è marcito un montante, penso che lo sia ancor di più per una parete

strutturale di una casa: il principio comunque è lo stesso».

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«Noi utilizziamo, in altre parole, un polimero naturale biodegradabile – conferma Samuele Broglio – In un'ottica di sostenibilità ambientale dovremmo chiederci quanto sia coerente dal punto di vista ecologico vietare i sacchetti di plastica, programmare il divieto di vendita per piatti, posate e bicchieri dello stesso materiale, preoccuparsi per l'inquinamento da microplastiche e continuare poi a mettersi in casa il PVC che sempre plastica è. Questa, è una domanda che qualunque produttore di legno dovrebbe fare al suo cliente. Non voglio essere prevenuto verso i materiali o fare la guerra a uno o all'altro, ma io da imprenditore con un minimo di coscienza ambientale constato questa incongruenza che riassumerei così: ci fanno utilizzare i sacchetti biodegradabili ma continuiamo a produrre centinaia di metri quadri di serramenti in polivinilcloruro che non sono degradabili».

«È come installare una finestra di legno su una facciata non riparata – risponde Alessandro Cafasso – e completamente esposta. I serramenti sono sempre da contestualizzare: se rimangono a vista, deve essere scelto un legno di pregio, va valutata l’esposizione della costruzione e vanno progettate le finestre secondo i punti cardinali (per una facciata continua esposta alla grandine, non va bene il legno verniciato ma al limite l’Accoya®)». «Il progettista deve essere il primo ad approfondire il progetto – puntualizza Sonia Maritan – oppure deve rivolgersi a una figura specializzata cioè un serramentista». «Invece spesso questa logica non viene seguita». – Rileva Alessandro Cafasso. «Quindi mentre possiamo affermare che la finestra di legno è ecologica, particolarmente adatta su certi cantieri e per determinati contesti – riprende Sonia Maritan – dobbiamo allo stesso modo ammettere quali sono i limiti e i vantaggi di questo materiale e non avere paura di dire che non sia adatta in tutti i casi». «Torniamo sempre alla questione della durabilità e vorrei sottolineare che niente è eterno: un serramento di PVC dopo dieciquindici anni comincia a diventare fragile – riprende Samuele Broglio – e non è vero che il legno non dura, ci sono anche legni che durano, si tratta di conoscerli e saperli scegliere».

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«Io ho degli ottimi serramenti di PVC – interviene Pietro Ferrari – nella mia casa di Milano che da quindici anni sono efficienti». «Non discuto, ma la differenza con il legno che si può quasi sempre ripristinare è che quando cedono, cedono irrimediabilmente e quindi vanno cambiati in un'ottica usa-egetta seppur di medio periodo. Il PVC sul lungo periodo è intrinsecamente fotosensibile: il colore giallognolo solitamente segnala non solo una decolorazione ma il degrado della molecola di base, perché il polivinilcloruro è di per sé un polimero rigido, fragile e fotosensibile. Il discorso è uno solo – continua Samuele Broglio – definire eterno un materiale, almeno dal punto di vista dell'utilizzabilità in quanto ciò che non è naturalmente degradabile come rifiuto è in pratica eterno, è una follia, ognuno ha le sue vulnerabilità! Francamente, però, se io mi costruisco un serramento, certo, di fascia alta, di Castagno piuttosto che di Iroko, è molto probabile che quel serramento duri ben di più della mia vita. Cominciamo, però, a fare una distinzione tra durabilità estetica e durabilità tecnica: al serramento di legno, anche durevole in quanto in classe uno/due, un po' di manutenzione devo fargliela, perché altrimenti diventa brutto, al serramento in PVC posso non fare manutenzione salvo pulirlo con l'acqua. Visto e considerato che il serramento di legno deve andare nella fascia alta, come un'auto di pregio, non va trascurato questo aspetto; comunque vivaddio anche una Ferrari si manutenziona!». «L'esempio di Palazzo Novecento di Torino, per il quale abbiamo da poco finito di produrre i serramenti, è evidente (articolo pubblicato su Sistema Serramento n° 22/2018): i serramenti che sono protetti sono in Pino finger-joint, mentre i minimali che sono a filo facciata sono stati fabbricati in

Iroko. Questo è stato richiesto da una scelta consapevole dell'esposizione, da un’analisi accurata del progetto – aggiunge Alessandro Cafasso – durante tutta una serie di tavoli tecnici che la ristrutturazione di Palazzo Novecento ha richiesto, compreso quello a cui ho partecipato per la certificazione Leed. In questa occasione è nato un serramento che non c’era e questo ha arricchito tutto il team che è ruotato intorno a questo cantiere: noi non abbiamo semplicemente fornito i serramenti per un committente, ma abbiamo dovuto progettare i serramenti per questo specifico edificio». «In definitiva, se parliamo di nicchia per il serramento di legno, che indubbiamente ha perso quote di mercato negli ultimi anni – azzarda Sonia Maritan – credo sia importante poterne definire le caratteristiche e le potenzialità, considerato che certamente il legno si trova in una posizione di debolezza: nel mondo del PVC e dell'alluminio c'è chi rappresenta il relativo ambito e sono gli estrusori e gli assemblatori. Allora, forse bisognerebbe creare una community per i piccoli falegnami e magari immaginare dei siti produttivi conto terzi (coincidenti con i serramentisti più dimensionati), dove il legno ingegnerizzato realizzato in barre possa essere distribuito ai piccoli serramentisti che non hanno la forza di stare al passo col mercato».

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«Emergerebbe il problema dell'individualismo – obbietta Samuele Broglio – chiudere dieci italiani in una stanza implica far emergere undici idee diverse, perché almeno uno dopo un po' va in contraddizione con se stesso».


«Eppure i piccoli falegnami che non fanno gioco di squadra – ribadisce Sonia Maritan – secondo me non hanno grandi possibilità in futuro, anche solo rispetto ai costi da sostenere in termini di aggiornamento normativo».

«Oggi comunque è una scelta legata a una specializzazione – sostiene Sonia Maritan –, sia quella legata alla lavorazione di un materiale pregiato come il legno per opere di falegnameria, che come una volta annoverino anche gli elementi di arredo e persino di rivestimento se pensiamo alle boiserie, e che potremmo definire come falegname 4.0 che offre un lavoro di altissima falegnameria in abbinamento alla produzione di serramenti di fascia alta, sia come specializzazione di prodotto che propone il serramento in tutte le sue declinazioni». «Comunque, rimangono “solo” i lavori di alto livello – ribadisce Samuele Broglio –, nel settore del legno chi non s'inquadrerà nella fascia dal medio all'alto è destinato a scomparire. Negli anni Settanta, l'impresario che faceva i condomini faceva il classico serramento di legno delle cooperative». «...che adesso è in PVC – conferma Alessandro Cafasso – un materiale che è certamente più trasversale in quanto più economico e facile da lavorare». «Nel nostro settore legno utilizziamo un materiale più personalizzabile, ma più difficile e quindi secondo come si lavora si possono fare tanto grandi prodotti quanto “schifezze” immonde – conferma Samuele Broglio – nel mondo del PVC, materiale più standardizzato e più facile, invece il delta qualitativo fra un buon prodotto e un prodotto mediocre è molto minore».

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«Diventano dei rivenditori – risponde Samuele Broglio – Però teniamo anche presente una cosa: ci sono corsi e ricorsi nella storia. Mi ricordo di quando il falegname non faceva più un mobile a pagarlo, perché il cliente andava a prendere i mobili in truciolare dalla grande distribuzione. Oggi per quanto i leader della grande distribuzione siano ancora più pervasivi, abbiamo tantissimi falegnami che hanno ricominciato a fare mobili, perché c'è un riflusso». «Assodato che il legno si collochi in un mercato di fascia alta – conferma Sonia Maritan – rimane da creare la cultura del settore e questo solo dove abbia davvero senso pensare ancora al prodotto monomaterico, come è il caso di un serramento di prestigio; considerato che si tratta di legno lamellare e che voi stessi mi avete parlato di carbonio e componenti plastiche per il superminimale di Palazzo Novecento a Torino. Alludo alla transmaterialità, che emerge fra tutti i produttori che innovano anche scegliendo la strada dell’ibridazione fra diversi materiali, ad esempio con cornicette di legno naturale per vestire la finestra di PVC, a evidenziare inevitabilmente la strada degli avanced materials; mi chiedo se per la finestra di domani, potrà essere utilizzato un materiale composito e come distingueremo questi materiali che perdono la matrice monomaterica? Forse il connubio può essere vincente?». «È importante che ci sia anche un riscontro di durata e di qualità – riprende Alessandro Cafasso – io per un serramento in legno-alluminio che unisce queste due caratteristiche spendo molto di più ma volentieri. Va comunque tenuto conto il fatto che anche sul “solo legno” con le finiture attuali, come è accaduto per le automobili, l'utente non avrà più il problema della manutenzione tra dieci anni». «La durabilità del legno – chiede Pietro Ferrari – sembra che possa passare solo dalla finitura?».

HEROES dall'alt

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DISCUSSION www.cafasso.eu - vistapanoramicwindows.it

«Dalla finitura – risponde Samuele Broglio – ma anche dall'adeguata profilatura del serramento perché non crei ristagno, dando per scontato un collegamento preciso e adeguatamente incollato. La giusta profilatura degli elementi, il giusto livello di finitura che impedisce i ristagni che favoriscono anche il deposito delle polveri sottili, così come di tutti gli agenti aggressivi, l’adeguato accoppiamento e incollaggio di precisione, la lavorazione del legno in condizioni giuste, non lavorando legni che non siano adeguatamente essiccati, cosa che non è così garantita, sono tutti aspetti fondamentali. Non tutti i legni si essiccano facilmente, alcuni vanno essiccati con molta calma. Dobbiamo toglierci dalla testa che tutto il legno vada bene. Se il legno deve stare nella fascia alta, deve essere obbligatoriamente quello giusto. Il PVC o comunque i materiali plastici in genere costituiranno probabilmente il grosso del mercato, quello che dobbiamo metterci in testa è che non faremo più le mille finestre da un euro faremo la finestra da mille euro».

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«Il legno rappresenta il materiale ideale per un prodotto da collocare nella fascia alta – chiede Sonia Maritan – anche perché consente di essere realizzato in grandi dimensioni?».

«Non è l’unico materiale adatto all'oversize – risponde Alessandro Cafasso – ma ad esempio l’alluminio o l'acciaio, pur meccanicamente validissimi, per arrivare a certi valori termici esigono tecnologie di taglio termico estremamente costose e richiedono una serie di accorgimenti di ferramenta e di struttura molto dispendiosi, cosa questa che avvantaggia il legno. Sicuramente con il PVC il serramento di grandi misure soprattutto se con ante molto grosse e pesanti, se non impossibile, diventa piuttosto improbabile. Comunque qualunque serramentista serio, al di là della personale produzione che diventa inevitabilmente una passione, è interessato a che venga fornita una qualità paragonata al prezzo da parte di tutti i produttori così da calmierare il mercato; invece purtroppo con il prodotto di PVC proveniente da certi mercati esteri il mercato è drogato e questo danneggia anche i produttori di PVC italiani». «Quello che sta capitando è al limite dumping sociale ed economico e deriva dall'assurdità, segnalata da molti economisti, di creare un mercato unico senza barriere e senza però uniformare le legislazioni e i costi sociali dei vari Paesi creando così più scompiglio che prosperità – ribatte Samuele Broglio – Teniamo inoltre presente che se noi ci mettiamo a fare la battaglia del prezzo, la battaglia non finisce


un'azienda è un organismo vivente che si nutre di ordini e produce utili. Il processo formativo dell'ordine è importante quanto fare la finestra così come il recupero crediti è lavoro quanto fare la finestra. Il postvendita serve quanto fare la finestra perché se il cliente non è soddisfatto, se ne pagano le conseguenze: molti ancora oggi si concentrano solo sulla produzione. Invece, tutte le altre sono allo stesso modo parti integranti del processo».

«Morale della favola, chi costa meno ci sarà sempre e quindi – chiosa Alessandro Cafasso – per sopravvivere bisogna puntare a un mercato di qualità: bisogna avere la capacità di fare alta qualità e di farla capire al cliente».

«Sugli ultimi due lavori che abbiamo condiviso, – chiude Samuele Broglio – ci è piaciuto quando le committenze hanno cominciato a porre ostacoli tecnici ed estetici, senza parlare di prezzo».

«Il serramento di legno made in Italy – lo incalza Samuele Broglio – deve essere un prodotto di alta gamma, e quindi bisogna cercare clienti con richieste particolari, clienti che possano capire la differenza. Il problema è che nel nostro settore si è sempre pensato che il lavoro sia solo quello che si fa in laboratorio e non sia lavoro quello di promozione, mentre bisogna darsi da fare su questo fronte, a mio avviso anzitutto andando presso gli studi di architettura a mostrare il prodotto e la sua qualità». «È importante sensibilizzare anche il professionista». Conferma Pietro Ferrari –. «Spesso troviamo una cultura bassissima anche da parte del professionista – risponde Alessandro Cafasso – che quindi, causa mancata comprensione del prodotto, anche su clienti di target alto non riesce a orientare il cliente verso un serramento in linea con la qualità e la classe della sua abitazione. Se il cliente vuole un buon prodotto e ne è persuaso spende anche qualcosa in più».

«Si sbaglia se si vuole puntare la vendita sul prezzo – ammonisce Alessandro Cafasso – è una politica “mortale”, se il cliente punta all’acquisto di un'auto sportiva, è inutile cercare di conquistarlo col prezzo, bisogna stimolare la sua sensibilità verso quella particolare bellezza che un’autovettura di quel genere suscita».

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più come dimostra una semplice analisi. Oggi le “bestie nere” dei serramentisti italiani sono i polacchi, ma da quel che mi risulta i rumeni, che sul nostro mercato oggi si stanno affacciando in maniera sempre più aggressiva come prezzo, stanno entrando di prepotenza anche in quello polacco essendo più concorrenziali; sul mercato rumeno però i serramenti turchi pare siano più economici di quelli locali mentre su tutti si sta delineando l'incubo dell'arrivo dei cinesi, che già nel mercato delle facciate continue si stanno qualificando come il fornitore con il prezzo più competitivo sul mercato. A cosa porta tutto ciò?».

«Abbiamo rischiato di chiudere una trattativa, andandocene a fronte di richieste di sconti eccessivi, – conclude Alessandro Cafasso – però abbiamo voluto dimostrare che il prezzo era correlato alla qualità; la cosa ha pagato in quanto noi, il fornitore più costoso (non più caro, non è la stessa cosa), alla fine ci siamo aggiudicati il lavoro». Indubbiamente, oggi, il serramento si distingue ancora molto in relazione ai tre materiali principalmente adottati per la sua costruzione che costituiscono poi il materiale strutturale – finisce Sonia Maritan – sarebbe interessare aprire altre tavole rotonde per parlare anche della visione delle altre due “fazioni”: PVC e metallo. Certamente questa tavola rotonda “aperta” mi sembra interessante per tutte le categorie.

«La base è una – afferma perentorio Samuele Broglio – il serramentista oggi deve smettere di vedere la ditta concentrata nel reparto produzione e ricordarsi che

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www.cmlfinishing.it di Martina Toppi PREVIEW LIGNA New Finishing

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RIFLETTORI ACCESI SU GHOST-C

Ghost-C di New Finishing Srl è stato l’unico prodotto della sua categoria premiato a XIA Xylexpo 2018. Ghost-C è un innovativo robot di verniciatura, la cui peculiarità, rispetto ai comuni robot antropomorfi, è quella di coniugare la precisione all’adattabilità di lavoro su pezzi di differenti dimensioni. L’industria 4.0 somma digitalizzazione, realtà aumentata e robotizzazione, una combinazione che ha stimolato molte delle innovazioni premiate all’ultima XIA Xylexpo 2018, come New Finishing Srl che, fra le tecnologie premiate, si è aggiudicata il primo posto nella Sezione “Finitura”. La parola d’ordine in fiera era automazione e molta tecnologia per i comparti della seconda trasformazione, che si parlasse di pannello o di massiccio, la migliore offerta di sistemi di produzione per il sistema-serramento e le soluzioni più avanzate in termini di “Industria 4.0”. La computerizzazione delle fasi di calcolo, esecuzione, cnc, BIM, appartengono ancora al Legno 3.0, ma la prossima fase, 4.0, appena iniziata, consisterà nella capacità del "robot" di fare delle scelte. Ciò grazie allo straordinario successo delle scienze cognitive e dei processi delle neuroscienze. Xylexpo quindi ha rappresentato il tentativo di dare sempre più forma alla fase 4.0. e l’ampia automazione dei

Sonia Maritan con Gianluca Toppi allo stand di New Finishing Srl a Xilexpo 2018, altre immagini dello stand e in alto a destra il momento della premiazione a XIA Xylexpo 2018.


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processi attraverso la robotica riguarda ormai diversi ambiti, a partire dalla finitura del serramento in cui Ghost-C di New Finishing Srl è stato l’unico prodotto della categoria premiato. La soluzione altamente tecnologica di New Finishing Srl, vincitrice di XIA Xylexpo, testimonia un grande successo dell’impianto fondato su un ottimo connubio tra esperienza, innovazione e tradizione, in grado di garantire la flessibilità che solo un progetto di questa natura può promettere, pur garantendo quel medesimo risultato estetico che riconosciamo nei migliori prodotti della nostra tradizione. Ghost-C è un robot a sei assi che risponde come non mai alla nuova frontiera degli impianti di verniciatura dei serramenti: il sistema di lettura, posizionato all’entrata della cabina e collegato a un CNC di grandi potenzialità, è in grado di riconoscere e rielaborare forme e dimensioni dei manufatti appesi alle bilancelle e trasmettere al robot le informazioni necessarie per il trattamento di finitura secondo le modalità più consone al prodotto. Ghost-C, sistema a elevato grado di flessibilità operativa in grado di verniciare telai, porte e finestre in continuo attraverso un processo di autoapprendimento, dotato di una guida a terra, garantisce tre vantaggi di grande potenzialità. Il primo consiste nella possibilità di dare inizio al processo di verniciatura, prima ancora che il pezzo abbia completato il percorso di traslazione dall’esterno all’interno della cabina di verniciatura: si può parlare dunque di verniciatura in continuo movimento (tracking). Ciò che si ottiene è dunque un considerevole risparmio dei tempi di esecuzione.

Il secondo vantaggio è relativo alle illimitate capacità dimensionali del robot, che permettono di trattare anche serramenti di grandi dimensioni; d’altra parte di questi tempi la tendenza dell’architettura è quella di progettare edifici con grandi serramenti che consentono di avere piacevoli aperture. Non si tratta solamente di un vantaggio estetico, ma anche funzionale all’area geografica dove questa tendenza è in atto: nei paesi nordici, così come nel Nord Italia, si propende per queste soluzioni, in vista di una maggiore illuminazione naturale degli ambienti interni. Infine, come terzo vantaggio, possiamo parlare del parking: qualora si ritenesse necessario un intervento di verniciatura manuale, Ghost-C garantisce la possibilità di “essere parcheggiato”, rendendo così disponibile la cabina di verniciatura per ulteriori lavorazioni. La possibilità di “parcheggiare” il robot inoltre, consentita da uno dei principali assi cartesiani del sistema, concilia la rotazione dei serramenti di grandi dimensioni all’interno della cabina, per poter passare in un secondo momento alla lavorazione del lato posteriore del serramento stesso. Questa la tecnologia che New Finishing Srl è in grado di offrire e della quale possiamo dire che sono stati premiati anche il coraggio e l’intuizione che hanno portato l’azienda a un’ulteriore innovazione nel settore. Ghost-C lo ritroveremo in esposizione a Ligna, Padiglione Hall 17 – stand F 19, funzionante per meglio trasferire le grandi potenzialità di questo impianto verniciante.

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di Mauro Zamberlan PREVIEW LIGNA TWT

www.twt.tools

Le esigenze professionali dei serramentisti sono al centro delle innovazioni di TWT. Dal 27 al 31 maggio al Ligna di Hannover, alla Hall 027 - Stand K32 saranno presentate alcune anticipazioni frutto dell’attività di ricerca e sviluppo degli ultimi due anni, come le nuove geometrie di taglio applicate a tutti gli utensili. Tra le novità anche TWTWeb, software per la gestione integrata della ricambistica e degli aspetti commerciali della commessa.

TWT PUNTA SU INNOVAZIONE DI PRODOTTO E TECNOLOGIE DIGITALI TWT ha deciso di affrontare con decisione le sfide poste dalla cosiddetta Industria 4.0, puntando a concretizzare, per sé e per i propri clienti, una visione del futuro in cui impianti, persone e informazioni saranno sempre più connessi. «Siamo convinti che la competitività e l’efficienza dell’industria manifatturiera e dei produttori di infissi in legno nasceranno da due fattori: innovazione (di prodotto, di processo, ecc) e tecnologie digitali – sottolinea Filippo Pellitteri, Presidente dell’azienda trentina –. «Negli ultimi due anni l’azienda è stata impegnata in un’intensa attività di Ricerca&Sviluppo che culminerà a fine 2019, inizi 2020 con il lancio sul mercato del serramento di legno creato da una nuova concezione di utensile, che non esito a definire rivoluzionario. Ligna di maggio sarà l’occasione ideale per presentare alcune anticipazioni come le nuove geometrie di

taglio che applicheremo su tutti i nostri utensili, garantendo una migliore rifinitura e una durata ed efficienza maggiori».

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UN’OFFERTA GLOBALE ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE La volontà di offrire ai clienti strumenti nuovi e all’avanguardia per rispondere alle richieste dei mercati


TWT

odierni si riflette su tutta la gamma di soluzioni TWT. Per quanto riguarda l’area Win&Doors, ossia la produzione di utensili ad alta precisione per la lavorazione di infissi di legno e legno-alluminio, protagonista rimane 4Life, innovativo utensile da taglio frutto dell’assemblaggio di quattro componenti ad alta precisione: inserto sgrossatura, frazionamento del taglio, doppia spoglia del tagliente e tagliente con rivestimento NaDia in DLC “Diamond Like Carbon”. Il rivestimento NaDia è la seconda principale area di offerta basata sui rivestimenti nanostrutturati per inserti di taglio. Si tratta di un rivestimento a base carbonio con ampio spettro di applicazioni, viene applicato su particolari finiti mantenendo lo stato di finitura superficiale. L’elevata durezza nasce dalla simultanea presenza di Carbonio ibridizzato sp2 (grafite) ed sp3 (diamante). La grafite determina la scorrevolezza, il diamante determina la durezza. NaDia è composto da 12 layers (strati), per uno spessore totale di 1,2-1,5 . Questo spessore, risultato di una lunga ricerca, consente al tagliente di rimanere estremamente affilato, una specifica fondamentale nel taglio del legno, e non crea l'effetto “gomito” sul tagliente, aumentandone la durata.

I benefici offerti dal trattamento NaDia sono molteplici: miglior finitura garantita da un bassissimo coefficiente d’attrito, aumento della velocità senza compromettere le performance dell’utensile, maggior durata fino ad arrivare a una drastica riduzione delle operazioni di cambio inserti. In questo modo i fermi macchina sono notevolmente ridotti. La resa del tagliente supera in percentuale il 250% arrivando anche a valori del 300%, azzerando i costi di manutenzione. «Sempre a Ligna presenteremo alcune novità di prodotto inserite nel programma GlobalTools – spiega Nicola Pedrotti, Responsabile GlobalTools e Marketing di TWT. – Tra queste spicca CORAL’19, nuova testa a finire a unico inserto in DP (Diamante Policristallino) intercambiabile e au-

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The professional needs of door and window manufacturers are in the heart of TWT's innovations. From May 27th to 31st at Ligna in Hannover, at the Hall 027 - Stand K32 some anticipations will be presented, fruit of the research and development of the last two years, like the new cutting geometries applied to all tools. Among the novelties also TWTWeb, software for the integrated management of goods and commercial aspects of the order.

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PREVIEW LIGNA TWT www.twt.tools

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toposizionante, da utilizzare su tutte le principali macchine bordatrici sul mercato. Oltre all’inserto in DP autoposizionante e unico, utilizzabile su tutti i diametri a disposizione, offre anche una sostituzione dell’inserto rapida e precisa, garantendo continuità e velocità di lavoro, precisione di taglio e qualità di finitura elevate, zero vibrazioni e ridotta rumorosità in fase di lavorazione».

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TWTWeb, UN SOFTWARE ATTENTO ALLE ESIGENZE DEL CLIENTE Lo spirito dell’Industria 4.0 si concretizza anche in TWTWeb,

software sviluppato dall’azienda per la gestione integrata della ricambistica, ma che propone al serramentista anche strumenti di supporto per quanto riguarda la parte commerciale. In TWTWeb sono presenti i dati dei prodotti TWT, per poter progettare agevolmente le varie tipologie di serramenti, e i codici dei ricambi TWT del cliente nella sezione magazzino. Il cliente pertanto avrà uno strumento che all’occorrenza ordinerà i ricambi evitando fermi di produzione, potrà sapere in automatico i ricambi in arrivo e quelli arrivati. Attraverso un modulo aggiuntivo verrà inoltre informato quando un elemento ha già lavorato abbastanza e se ne consiglia quindi la sostituzione.


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Altri strumenti presenti nei pacchetti proposti permetteranno di: • fare presentazioni 3D e rendering di prodotto; • presentare disegni 2D e descrittivi nei minimi dettagli; • gestire la commessa con distinte base (vetri, legname, componentistica, ecc.) e misure di taglio.

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