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FOCUS CERTIFICAZIONI SPAZIO GREEN

writer Pietro Ferrari

Un mondo complesso e articolato per il futuro del settore tessile. IL TEMA DELLA CERTIFICAZIONE

Il tema della certificazione è divenuto di straordinario rilievo nell’ultimo lustro e quelle che erano posizioni pionieristiche e coraggiose di pochi operatori coscienti dell’importanza dal punto di vista etico e scientifico di queste pratiche è oggi una prassi consueta. Se la tentazione di usare il fattore delle pratiche delle certificazioni come strumento di marketing, pur in seria e corretta conformità alle normative via via implementata, è stata presente, oggi con la generalizzazione di molti schemi certificativi afferenti a concetti generali, Quella che segue è una disamina, tutt’altro che completa. che serve a dare uno schema di base di un mondo, quello della certificazione di processo e di prodotto che è in costante evoluzione e movimento.

PRODUZIONE SOSTENIBILE E VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE

Esistono diverse tipologie di certificazioni, ciascuna delle quali serve ad attestare la produzione sostenibile di beni e servizi, ma anche la valutazione e la comunicazione degli impatti ambientali lungo il ciclo di vita di un prodotto. Le certificazioni ambientali, e non solo, presenti e più diffuse nelle aziende tessili italiane sono diverse, e hanno diversi scopi: GOTS (Global Organic Textile Standards) e BCI (Better Cotton Initiative) per il tessile organico, GRS (Global Recycled Standard) per il tessile riciclato. GOTS - Global Organic Textile Standards è la certificazione che attesta l’utilizzo di fibre naturali provenienti da agricoltura biologica, come cotone biologico o lana biologica. Garantisce al consumatore che il prodotto acquistato è stato realizzato nel rispetto di stringenti criteri ambientali e sociali applicati a tutti i livelli: dalla coltivazione all’etichettatura del prodotto finito. Il gruppo di lavoro che redige lo standard è formato da quattro associazioni: Ota (Stati Uniti), Ivn (Germania), Soil Association (Regno Unito) e Joca (Giappone). In questo campo, BCI - Better Cotton Initiative è un committment aziendale che coinvolge 2.300mila coltivatori di cotone in 23 Paesi, incoraggia la creazione di prodotti tessili realizzati con cotone da coltivazione sostenibile. Questo significa che le fibre con cui vengono realizzati i prodotti

tessili arrivano da un’agricoltura biologica e vengono poi lavorate in maniera responsabile e sostenibile. GRS - Global Recycled Standard è la certificazione che attesta in un’azienda la crescita di un modello di produzione e consumo sostenibile. Questa pratica punta a favorire la riduzione del consumo di risorse (materie prime, acqua, energia) e ad aumentare la qualità e la tracciabilità dei prodotti riciclati. Per ottenere il certificato GRS un prodotto tessile deve essere composto da almeno il 20% di materiali riciclati, e la produzione deve avvenire nel rispetto di criteri ambientali e sociali lungo l’intero percorso della filiera produttiva. Lo standard internazionale è gestito da Textile Exchange (ONG) e si occupa di certificare le aziende di moda che producono abbigliamento con determinate quantità di materiale riciclato. Questi sono i tessuti riciclabili ai quali è possibile applicare l'etichetta Global Recycle Standard: cotone riciclato/rigenerato, lana riciclata/rigenerata, poliestere riciclato, poliammide riciclata, rigenerato di fibre di cuoio. Il Recycled Claim Standard è promosso da Textile Exchange, una delle più importanti organizzazioni non-profit internazionali per lo sviluppo responsabile e sostenibile nel settore tessile. Lo standard riconosce l’importanza del riciclo per la crescita di un modello di produzione e consumo sostenibile, con l’obiettivo di favorire la riduzione del consumo di risorse (materie prime vergini, acqua ed energia). Il RCS prevede il rilascio di una dichiarazione ambientale verificata da parte terza che assicura il contenuto di materiali da riciclo dei prodotti, sia intermedi che finiti, il mantenimento della tracciabilità lungo l’intero processo produttivo dal riciclo dei materiali, alle successive fasi manifatturiere, fino all’etichettatura del prodotto finito. Le fasi che non rientrano nella certificazione sono la raccolta di rifiuti, la cernita, selezione e raggruppamento. Possono essere certificati in base al RCS i prodotti e le attività manifatturiere. Fondamentale a livello di analisi è il Life Cycle Assessment (LCA): si tratta di una metodologia analitica e sistematica che valuta l'impronta ambientale di un prodotto o di un servizio, lungo il suo intero ciclo di vita. Il calcolo spazia infatti dalle fasi di estrazione delle materie prime costituenti il prodotto, alla sua produzione, sua distribuzione, uso e sua dismissione finale, restituendo i valori di impatto ambientali associati al suo ciclo di vita. Ugualmente tramite le tecniche di LCA si può calcolare l'impronta ambientale di un servizio, contabilizzando l'impronta di tutto ciò che serve per l’erogazione di quel medesimo servizio. Al termine dei calcoli, il valore di impronta ambientale di un pro-

■ A COMPLEX AND ARTICULATED WORLD

The topic of certification has become of extraordinary importance in the last five years and what were pioneering and courageous positions of a few operators aware of the importance of these practices from an ethical and scientific point of view is now a common practice. If the temptation to use the factor of certification practices as a marketing tool, albeit in serious and correct compliance with the regulations gradually implemented, has been present, today with the generalization of many certification schemes relating to general concepts. What follows is an examination, far from complet, which serves to give a basic scheme of a world, that of process and product certification which is in constant evolution and movement.

dotto/servizio viene così restituito secondo diverse “categorie di impatto”, che rappresentano tutti i diversi impatti che questo genera nei vari comparti ambientali.

LE CERTIFICAZIONI DEI FILATI BIOLOGICI

La Certificazione OCS (acronimo di Organic Content Standard) certifica prodotti tessili, tra cui anche i filati naturali e le attività manifatturiere. Valorizza i prodotti tessili realizzati con fibre naturali (vegetali o animali) prodotte e certificate in accordo coi criteri dell’agricoltura biologica. Poniamo attenzione al fatto che alla base di una certificazione biologica c’è l’esclusione di pesticidi, fertilizzanti e oltre mille sostanze nocive comunemente utilizzate nell’intera filiera di produzione. Inoltre la produzione certificata prevede la riduzione della quantità delle risorse naturali coinvolte nella filiera produttiva, quali l’acqua e l’energia, ad esempio, che contribuiscono a migliorare l’impatto ecologico. Cotone biologico, si differenzia da quello convenzionale in quanto la produzione è totalmente biologica: vengono esclusi i trattamenti chimici e le sostanze tossiche che normalmente assimiliamo attraverso il contatto con la pelle. Risulta più morbido e liscio ed è altamente traspirante. La totale assenza di trattamenti aggressivi rende il cotone biologico un filato naturale anallergico.

LA CERTIFICAZIONE OEKO TEX

Lo Standard 100 by Oeko-Tex® è una certificazione nata nel 1992, valida a livello internazionale e volta a controllare, verificare e stabilire i valori limite attraverso la sperimentazione con test scientifici. Questi esperimenti vengono svolti su tutta la filiera produttiva, dalle materie prime, ai materiali accessori usati durante le varie fasi (i colorati e i detergenti) fino ad arrivare al prodotto finito. La certificazione copre molteplici attributi umano-ecologici, comprese sostanze nocive proibite o regolamentate dalla legge come coloranti azoici, formaldeide, pentaclorofenolo, cadmio nichel, ecc o sostanze chimiche che sono note per essere dannose per la salute, ma che non sono ufficialmente proibite. Copre inoltre dei requisiti del Regolamento Europeo sulle sostanze chimiche REACH e della lista ECHA, se questi sono rilevanti per prodotti tessili e abbigliamento o accessori secondo la valutazione del gruppo di esperti OEKO-TEX. Il REACH (acronimo di Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals) è un regolamento dell’Unione europea che ha l’obiettivo di assicurare un elevato livello di protezione della salute umana e dell’ambiente attraverso il miglioramento della conoscenza dei pericoli e dei rischi derivanti da prodotti chimici, la promozione di metodi alternativi per la valutazione dei pericoli che le sostanze comportano, rafforzando nel contempo la libera circolazione di sostanze nel mercato interno, la competitività e le capacità innovative dell’industria chimica europea;

La lista ECHA comprende un elenco delle sostanze potenzialmente pericolose. Quindi filato ecologico e certificato, non significa che non siano presenti sostanza esterne, ma che anche se presenti esse lo sono in valori talmente bassi da non risultare dannose per la salute e per l’ambiente. Naturalmente da questa certificazione vengono esclusi tutti quei prodotti ritenuti tossici. OEKO-TEX® offre una Gamma di Servizi adattati alle esigenze specifiche e alla situazione dell'industria tessile. Grazie a questo approccio offrono vantaggi unici e un aiuto pratico a tutte le aziende che si impegnano a una gestione responsabile e sostenibile. OEKO-TEX è tra le più diffuse certificazioni tessili in ambito ambientale ed offre diversi standard (etichette) in base alle esigenze dell'azienda. La BlueSign si occupa di dettare dei principi chiari in termini di sostenibilità per una certificazione Internazionale con o seguenti principi: risparmio delle risorse energetiche, sicurezza dei consumatori, riduzione dei consumi di acqua, abbattimento emissione tossiche nell'aria, salute e sicurezza sul lavoro. Per 'omologare' le sostanze utilizzate durante i vari processi lavorativi si mettono a disposizione tre categorie di valutazione di queste sostanze chimiche: categoria blu quando la sostanza non è dannosa per uomo e ambiente e può quindi essere sempre utilizzata; categoria grigia quando la sostanza può essere utilizzata in alcune circostanze particolari e in assenza di valide alternative; categoria nera quando la sostanza è tossica e non può essere utilizzata nei processi produttivi. Le aziende produttrici che richiedono la certificazione BlueSign devono adeguarsi a questi standard, trovando alternative valide per sostituire le sostanze chimiche presenti nella 'Categoria nera’.

LE SINGOLE FIBRE E I LORO SISTEMI DI CERTIFICAZIONE

Oltre alle certificazioni di carattere generale, nelle loro diverse articolazioni che spesso si innervano in sistemi certificativi (come è il caso del FSC) che vanno a interessare diversi settori, esistono altri sistemi di qualità inerenti alle singole fibre. La certificazione Pura lana vergine (internazionalmente Woolmark) rappresenta un marchio di qualità produttiva internazionale, promosso nel 1964 dalla "I.W.S." (International Wool Secretariat) ente senza scopo di lucro che raccoglie i produttori di lana di oltre 30 paesi. European Flax è la garanzia di tracciabilità di una fibra di lino di qualità Premium coltivata nell’Europa occidentale, frutto di un’agricoltura rispettosa dell’ambiente senza irrigazione né OGM. Masters of Linen è la garanzia della tracciabilità europea del lino naturale, sostenibile e locale in tutte le fasi di trasformazione, dalla fibra European Flax al filato e al tessuto. Seri.co è un sistema di certificazione che assicura la qualità ed i requisiti di salute e sicurezza del prodotto tessile di seta e del sistema produttivo da cui il prodotto nasce. Al fine di tutelare i prodotti serici italiani e la loro tradizione di qualità e creatività, internazionalmente riconosciute, questa certificazione è concessa esclusivamente alle imprese con sede legale e produttiva in Italia. Qualità del prodotto: Seri.co garantisce che le caratteristiche qualitative del prodotto siano conformi a severe specifiche che ne assicurano un corretto comportamento alle sollecitazioni d’uso e ai trattamenti di manutenzione. Salute e Sicurezza del prodotto: Seri.co garantisce che il tessuto/prodotto non contiene e non rilascia sostanze nocive per la salute dell’utilizzatore e quindi che il prodotto risponde alle esigenze del mercato che richiede tessuti sicuri che diano piena fiducia al consumatore. Qualità dell’impresa: il mercato attuale richiede prodotti fabbricati nel rispetto di precisi codici etici, sociali ed ambientali che costituiscono elemento di riconosciuta garanzia; Seri.co integra alcuni dei principi più importanti dei sistemi di gestione qualità (ISO 9001), ambiente (ISO 14001), sicurezza (OHSAS 18001) e della responsabilità sociale (standard SA 8000) e li finalizza all’ottenimento di un prodotto qualitativamente

caratterizzato e di proprietà controllate. Queste sono solo un esempio delle certificazioni che le singole fibre naturali o sintetiche hanno adottato, avremo modo nelle prossime uscite di approfondire queste iniziative che sarebbe impossibile raccontare in un singolo articolo.

CERTIFICAZIONI AMBIENTALI SUL PRODOTTO FINITO

Ancora più complesso e variegato è il mondo delle certificazioni che attengono al prodotto tessile finito. Le certificazioni ambientali applicate nel settore moda garantiscono l'utilizzo di sostanze chimiche non dannose per l'ambiente, sia in fase di coltivazione di una pianta, come il cotone, sia durante la filatura del tessuto e in tutte le successive lavorazioni, fino ad arrivare al prodotto finito e commercializzato. Le verifiche e le sostanze chimico tossiche bandite variano in base al certificato, ma la maggior parte di esse hanno diversi punti in comune. La certificazione Moda Sostenibile viene assegnata dal Network di Vesti la natura. Per ottenere que-

sta certificazione è necessario: accedere al corso dedicato alla moda sostenibile, completare le cinque lezioni disponibili sul portale di e-learning, completare con successo il quiz di valutazione finale. Compilare un questionario con le informazioni aziendali e attendere la valutazione da parte del Network di Vesti la natura. Ottenuta la certificazione sarà possibile applicare l'etichetta Moda Sostenibile sui prodotti all'interno, o sulla vetrina, di un punto vendita fisico e inserire il logo nel sito web e nei social network. Forest Stewardship Council (FSC) è un certificato internazionale senza scopo di lucro, nato principalmente con lo scopo di fermare la deforestazione ed i problemi sociali annessi che si propagano in tutto il mondo. Non solo aziende di moda, qualsiasi azienda può ottenere una certificazione Forest Stewardship Council, con l'obbiettivo primario di acquistare prodotti derivati da albereti coltivati in modo sostenibile. La certificazione FSC propone due standard differenti: • Gestione Forestale: è la certificazione adatta a chi gestisce delle vere e proprie foreste (coltivazione di albereti). • Catena di Custodia: è il certificato delle aziende commerciali che si occupano di vendita di prodotti derivati dallo sfruttamento delle foreste. I prodotti certificati FSC derivano da foreste controllate, nelle quali la deforestazione viene effettuata in maniera intelligente, e nella maggior parte dei casi seguita dal re-innesto di alberi. Rispetto delle condizioni sociali dei lavoratori e soprattutto di eventuali abitanti delle foreste (animali o umani). FSC è una certificazione indispensabile per il futuro delle foreste. Il CID – Consorzio italiano Detox si occupa della gestione della sostenibilità ambientale nelle imprese della filiera del sistema moda. Nasce, primo e unico al mondo, come reazione di un gruppo di aziende manifatturiere aderenti a Confindustria Toscana Nord a una sfida lanciata da Greenpeace: eliminare le sostanze tossiche per l’uomo e inquinanti per l’ambiente dai capi d’abbigliamento. Grazie ad analisi, studi, ricerche e alla passione di alcuni imprenditori, si riesce a dimostrare che una moda eco-sostenibile è possibile. Fondamentale in questo senso è l’Indagine sui coloranti tessili, resa pubblica in occasione della presentazione ufficiale del Consorzio Italiano Detox, ad ottobre 2016.

LE CERTIFICAZIONI SOCIALI

Le certificazioni sociali fissano standard minimi di rispetto per i diritti dei lavoratori: sfruttamento mi-

norile, stipendi equi, ore di lavoro, ferie, tutti elementi che sono considerate normali nei molti luoghi, ma che in diversi Paesi vengono totalmente ignorati. Le certificazioni sociali sono fondamentali nel mondo moderno. L'industria tessile, la Fast Fashion, la moda Low Cost, hanno sfruttato la delocalizzazione delle aziende spostando la produzione in paesi dove non è un problema ignorare le regole di base. L'obiettivo non è quello di fare del male alle persone, ma di abbassare i costi di produzione e di conseguenza il prezzo di vendita dei prodotti al dettaglio. La maggior parte dei certificati sociali sarebbero inutili in paesi europei come il nostro, infatti si occupano per lo più di paesi dove i problemi sociali sono molto evidenti: China, Bangladesh, India, Sud America. Equo Garantito è una associazione di categoria nel mercato equo solidale: a ssemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale. Lo slogan di Equo Garantito è: Il nostro lavoro è garantire un mondo più equo. Rappresenta le esperienze e la cultura dei suoi soci: organizzazioni non profit e Botteghe Equo Solidali che promuovono tali prodotti, in un’economia di giustizia fondata sulla cooperazione e sulle relazioni paritarie. In particolar modo il marchio Equo Garantito si occupa di: • Promozione del commercio equo solidale in Italia; • Monitoraggio delle organizzazioni di commercio equo solidale; • Educazione e formazione sul commercio equo solidale; • Lobbying e advocacy sulle istituzioni in Italia e in Europa. Fairtrade è un marchio che garantisce il commercio equo solidale, un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro (ONG) e principale certificatore di prodotti del commercio equo solidale. Lavora soprattutto nei paesi poveri, Asia e Sud America, si occupa del settore moda, ma anche di quello alimentare. È un ente, che garantisce soprattutto lo stato sociale dei lavoratori nei campi agricoli e all'interno delle aziende di produzione. Promuove mezzi di sostentamento per le famiglie coinvolte nel settore tessile/alimentare dei paesi sottosviluppati. Abbraccia anche l'aspetto ambientale, dettando le regole di base di una produzione ecosostenibile. Fair Wear Foundation (FWF) è un'organizzazione no-profit indipendente che lavora a stretto contatto con le aziende di moda con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro degli operai nell'industria tessile. La certificazione Fair Wear Foundation garantisce in particolare le seguenti condizioni: i lavoratori abbiano liberamente scelto l’impiego, non vi sia alcuna discriminazione sul lavoro, non venga sfruttato il lavoro minorile, vi sia libertà di associazione a fini sindacali, vengano corrisposte retribuzioni eque, gli orari di lavoro siano sostenibili, le condizioni di lavoro siano sicure e salutari, i contratti di lavoro siano legali e diano certezze al lavoratore. La certificazione SA8000 è stata elaborata dalla ONG Social Accountability International ed è applicabile in diversi campi e non solo a quello della moda. Si occupa principalmente di verificare lo stato sociale dei lavoratori nelle aziende, in particolar modo verifica i requisiti di base: lavoro minorile, lavoro obbligato, salute e sicurezza, libertà di associazione, discriminazione, procedure disciplinari, orari di lavoro, retribuzione, sistemi di gestione, SA8000 nasce dalle basi della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e sulla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino, con l'obbiettivo di fissare degli standard internazionali verificabili. E' una certificazione importante per le aziende di moda, ma non entra nel merito della sostenibilità ambientale.

CERTIFICAZIONI PER I DIRITTI DEGLI ANIMALI

Le certificazioni per i diritti animali fissano regole per la salvaguardia del mondo animale. Si occupano soprattutto di certificare ed incentivare i brand di moda che decidono di rinunciare all'utilizzo di materiali di origine animale: lana, pelle, seta piume. Non si limitano però solo a questo, bensì valutano anche la filiera di produzione di un vestito (come di scarpe, borse, accessori ecc). Una filiera che deve essere pulita dall'utilizzo di sostanze chimico tossiche dannose per l'ambiente. L'utilizzo di queste sostanze incide negativamente anche sul mondo animale, provocando nell’ecosistema migliaia di vittime ogni anno. RWS e RMS per la salute e i diritti degli animali.

Per quanto riguarda la tutela degli animali, Responsible Wool Standard in un’azienda tessile attesta l’utilizzo di lana proveniente da allevamenti di pecore che soddisfano specifici requisiti in materia di benessere degli animali e gestione sostenibile del territorio. Responsible Mohair Standard è, invece, lo standard che garantisce che il mohair utilizzato per la produzione di un filato o di un tessuto proviene da aziende agricole che hanno un approccio sostenibile sia nella gestione della loro terra sia delle loro capre. La certificazione Animal Free Fashion è un'idea LAV - Lega Anti Vivisezione (ONG) e ha come obbiettivo primario quello di incentivare le aziende di moda a rinunciare totalmente o almeno parzialmente all'utilizzo di materiali di origine animale: pellicce, piume, pelle, seta, lana. La certificazione Animal Free Fashion assegna un rating di valutazione corrispondente a V | VV | VVV | VVV+. Il Rating VVV+ è assegnato alle aziende di moda che rinunciano a tutti i materiali sopra elencati. Mentre il Rating minore V viene assegnato a chi rinuncia solo alle pellicce continuando ad utilizzare altri materiali di origine animale. Con il passare del tempo, l'azienda può sostituire questi materiali ottenendo così un Rating più alto. Animal Free Fashion valuta anche l'impatto ambientale della produzione tessile di una azienda di moda (escludendo a priori alcune sostanze chimiche). L'utilizzo di sostanze chimico tossiche è dannoso per l'intero ecosistema e di conseguenza anche per il mondo animale: per ottenere la certificazione Animal Free Fashion si deve rinunciare a queste sostanze, sostituendole con altre a minor impatto ambientale. Fur Free è un programma internazionale lanciato dalla Lega Anti Vivisezione (LAV) in collaborazione con altre quaranta organizzazioni internazionali a tutela dei diritti animali. Al giorno d'oggi hanno aderito circa mille aziende tra brand di moda e retailer di tutto il mondo. L'obiettivo del programma Fur Free è eliminare definitivamente l'utilizzo di pellicce animali nel settore tessile. La pelliccia è sicuramente il materiale di origine animale più crudele in assoluto, ed è per questo motivo

che il programma Fur Free sta avendo successo anche tra i grandi brand di moda. Vegan OK è un marchio italiano molto utilizzato nel settore alimentare. È possibile trovare questa etichetta in qualsiasi supermercato e in ogni tipo di prodotto. Seppure poco utilizzata nel settore tessile alcuni brand di moda iniziano a farne uso. La certificazione Vegan OK può essere assegnata attraverso dei "test" effettuati da enti esterni, ma è possibile anche auto-certificare i propri prodotti purché rispettino la normativa UNI EN ISO 14021. La differenza è nel tipo di attestato rilasciato. Una certificazione da parte di enti esterni (tipo ICEA) ha sicuramente più valore rispetto all' auto-certificazione.

People for the Ethical Treatment of

Animals (PETA) è una associazione NO-PROFIT che da anni indaga e si batte a livello internazionale contro le violenze subite dagli animali. Lavorando su scala globale è certamente la certificazione più conosciuta, ma anche la prima in assoluto nel settore tessile. PETA si basa su auto-certificazione e non su analisi effettuate in laboratorio.

IL MONDO DEL RICICLO

Organic Content Standard (OCS) (vedi anche sopra) è un certificato emesso dall’ente internazionale Textile Exchange (ONG), il quale garantisce che nel prodotto sia presente una certa percentuale di Cotone Biologico: almeno il 95% di cotone biologico per l'etichetta Organic 100, oppure il 5% di cotone biologico per l'etichetta Organic Blended. Textile Exchange è un'organizzazione di beneficenza internazionale, che da anni è impegnata ad ampliare l'utilizzo dell'agricoltura biologica in tutto il mondo. L'etichetta Organic Content Standard riguarda esclusivamente la validazione del contenuto dichiarato dalle aziende di moda. Le fibre tessili naturali utilizzate devono provenire da agricoltura biologica e la tracciabilità va seguita durante l’intera filiera produttiva, passando per i prodotti intermedi, fino ai prodotti finiti e commercializzati. La certificazione Plastica Seconda Vita (PSV) è indirizzata a tutte le aziende che hanno a cuore la salute dell'ambiente. Parliamo di una vasta gamma di prodotti che vanno dall'edilizia ai materiali tessili, ma anche occhiali da sole, arredamento, prodotti per la casa e imballaggi. Possiamo trovare questa etichetta in qualsiasi prodotto creato con plastica riciclata, ma con un logo identificativo differente a seconda del prodotto e della tipologia di plastica utilizzata, plastica da raccolta differenziata, plastica da scarto industriale. Mix differenziata/industriale. Ecological pipe per le tubazioni. Food contact per plastiche a contatto con il cibo. Plastica Seconda Vita è un utile strumento per riconoscere i prodotti ecosostenibili, ed è stato inserito in un decreto ministeriale per rendere gli acquisti delle amministrazioni pubbliche sempre più green. Quella che il lettore trova in queste pagine è una elencazione, senza pretesa di completezza che approfondiremo nella nostra sezione "spazio green" nello spazio a venire.

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