026_StrutturaLegno_2019

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STRUTTURALEGNO ISSN 2283-8651

026 settembre 2019 english text

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Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media

! Arca: la tecnologia a 85 metri d’altezza diventa vertigine ! A colloquio con i professori dell’Università di Firenze ! Interpretazioni tecniche nella IV quarta rivoluzione industriale ! Dall’Holzbau forum di Lazise un insegnamento concreto ! Focus software: l’anima tecnica della prefabbricazione ! L’acero rigenerante intorno a cui nasce una dimora NZEB

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SOMMARIO 007

008

EDITORIALE

026

di Felice Ragazzo

DOVE NASCE LA LINFA DEL LEGNO

QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: INTERPRETAZIONI TECNICHE PER IL LEGNO

SIMPOSIUM

036

CHRONICHAE

di Pietro Ferrari

HOLZBAU FORUM LAZISE

LA TECNOLOGIA DIVENTA VERTIGINE

di Sonia Maritan e Pietro Ferrari

DALLA PRATICA ALLA PRATICA! 036 Roberto Scotta - Alufoot 038 Karl-Heinz Gritzner- Hasslacher 039 Giancarlo Moro - XlamItalia 041 Giovanni Spatti - Wood Beton

UNIVERSITATIS di Sonia Maritan

TEMA LEGNO

024

SCIENTIA

di Sonia Maritan

ARCA

012

strutturalegno NUMERO 26 settembre 2019

DE VISU

044

COLLOQUIUM

KAMPA IL SEGRETO È NELLA PARETE

SOLTECH

di Pietro Ferrari

L’EVOLUZIONE DEL CORDOLO

di Sonia Maritan

RINGRAZIAMO PER LA COLLABORAZIONE A QUESTO NUMERO: Morris Albertani,Georg Binder,Gianni BizzottoGiada Bordoni,Fabio Borriello,Matteo Buresta, Denis De Luca, Luana Felappi, Marco Fioravanti, Dominik Gallè, Corrado Gasparri, Emauele Gatti, Karl-Heinz Gritzner, Peter Junk, Francesco Lombardi, Alberto Moretti, Giancarlo Moro, Cristina Pogna, Antonio Prioris, Felice Ragazzo, Sara Santaguida, Roberto Scotta,Michele Segnana,Giovanni Spatti, Marco Togni, Andrea Zambon,Alberto Zangirolami.


048

COLLOQUIUM ADVECO - COMAIL di Sonia Maritan

UN SODALIZIO A PROVA DI STAFFA

050

COLLOQUIUM SPECIAL WOOD - DDF ECOLAM - FELICE RAGAZZO di Sonia Maritan

UN LOGO DÀ FORMA AL LEGNO

054

COLLOQUIUM ECOLIVE di Sonia Maritan

UN SISTEMA COSTRUTTIVO IBRIDO E ANTISISMICO

058

FOCUS SOFTWARE ABIES - DIETRICH’S - CONCRETE SEMA - DLUBAL di Franco Riccardi

058 ABIES Sempre un passo avanti! 061 DIETRICH’S Innovativo,

regionale, personalizzato 065 DLUBAL - Analisi di stabilità di pannelli X-Lam e componenti strutturali bidimensionali 067 CONCRETE Legno italiano a Melbourne, il caso di Monash University 069 SEMA 35 anni di esperienza, competenza, innovazione

072

PROIECTUM PUBLICUM HOLZ ALBERTANI di Gloria Murrighili

TRAVI RETICOLARI RITMANO L'INSIEME

074

PROIECTUM PRIVATUM di Andrea Zambon

L’ACERO RIGENERANTE

080

ANTICIPATIO ARCHITECT@WORK di Beatrice Guidi

UNA FIERA SU MISURA DI ARCHITETTO

084

INDIRIZZI UTILI


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COLOPHON

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RIVISTA DELL’ARCHITETTURA IN LEGNO

EDITRICE WEBANDMAGAZINE s.r.l.

VIA VALLA, 16 - 20141 MILANO ITALIA TELEFONO +39/02 84173130 TELEFONO +39/02 84173121 (MARKETING) FAX +39/02 66661204 amministrazione@webandmagazine.com www.webandmagazine.media/legno-edilizia/ www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com

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STRUTTURALEGNO 26 SETTEMBRE 2019

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COVER

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TRIMESTRALE: POSTE ITALIANE SPA SPED. ABB. POST.D.L. 353/2003 (CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N.46), ART. 1, COMMA 1 - LO/MI

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EDITORIALE

Dove nasce la linfa del legno Se domani cambiassi lavoro, mi mancherebbe l’interazione con le aziende, il mio scambio con persone che tutti i giorni toccano il legno, perché è lì che si crea innovazione, si investe in ricerca e si stanziano borse di studio; anche se dopo la mia visita all’Università di Firenze si è aperto davanti ai miei occhi un mondo accademico che non conoscevo – molto diverso da quello che mi portò alla mia laurea in architettura –, che nel presente è fatto di progetti tangibili e relazioni strategiche con associazioni e istituzioni allo scopo di dar vita a ponti reali fra ricercatori e imprenditori. Io ne sono uscita arricchita con la voglia di tornare studentessa e ripartire da capo, e il desiderio di iscrivermi al Corso professionalizzante in tecnologia del legno! Sono oggi, infatti, una testimone diretta di come anche da quell’Ateneo nasca la linfa che fa crescere il legno e tutte le aziende dovrebbero attingere da questa fucina di idee, esperimenti, prove tecniche, indagini, studi: l’auspicio è che in Italia se ne creino molti di luoghi come questo! Sono necessari come sostegno perché attecchisca la cultura del legno. Ormai, possiamo affermare che il settore legno abbia assunto una nuova configurazione e che siano cambiati i modelli di comportamento dei generatori della domanda, portando all’affermazione di nuovi materiali, nuovi prodotti e sistemi, e nuovi impianti. Impianti e tecnologie che scaturiscono dalla smartizzazione del settore, che guardano alla IV Rivoluzione industriale – con internet delle cose, cloud computing, big data, realtà aumentata, robotica e stampa 3D – e all’idea di giunzione continua, alla versatilità dei procedimenti costruttivi e assemblativi presupposti per ogni componente con un più ampio grado di libertà compositiva in senso spaziale e funzionale, mirando a elevarne al massimo livello l’espressività e il tenore tecnologico per indurre inesplorate visioni architettoniche mediante l’impiego del legno. Scaturisce questo dalle voci che raccogliamo nell’humus di chi fa ricerca e di chi crea prodotti, e sono questi gli imput da raccogliere, anche con più immediatezza grazie a una filiera che sembra accorciarsi sempre più: i produttori di legno lamellare ma anche di X-Lam spesso fanno il pre-taglio per creare un valore aggiunto e perché anche al cantiere arrivano i progetti direttamente dal produttore. Il professor Marco Fioravanti, nella sua visione sistemica, vede una dimensione strategica nel riutilizzo e nel riciclo, che rappresentano due grandi sfide per il nostro settore in questo momento, e, come emerge in questo numero, ricordandoci che il legno, come

qualsiasi prodotto naturale, è un prodotto biocompatibile avendo la capacità di essere metabolizzato dagli organismi viventi senza recare alcun effetto dannoso sulle loro funzioni vitali. Biosostenibilità, innovazione e tecnologia sono gli ingredienti di questo mondo, tenendo presente che per la realizzazione di un’opera ingegneristica in legno si rende di fatto necessaria un’interconnessione molto complessa di strutture di legno, acciaio e calcestruzzo, per la quale la sfida maggiore nella costruzione parallela della struttura portante è rappresentata dai nodi di intersezione sempre più innovativi, e allora evidentemente questo processo chiama in causa anche prodotti ecosostenibili che devono essere riciclabili per limitare le conseguenze negative e per attivare un sistema di controllo delle lavorazioni tale da ridurre i fattori nocivi e salvaguardare l’ambiente. Tutte le ottimizzazioni in fase di produzione vengono fatte non tanto per limitare gli sfridi, quanto per massimizzare il caricamento del container e ridurre i tempi di montaggio. Così produzione, spedizione e montaggio sono ormai parte dell’intero processo e l’assemblaggio di queste costruzioni assomiglia molto a un puzzle, apparentemente semplice, ma che sottende invece a un palinsesto ingegneristico di grandissima industriosità!

Sonia Maritan con il professor Marco Fioravanti all’Università di Firenze il 19 marzo 2019.

di Sonia Maritan www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com

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SIMPOSIUM ARCA

www.arcacert.com di Pietro Ferrari

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La tecnologia diventa vertigine

Un convegno di prim’ordine a Rovereto con un grande protagonista a chiudere: Mjøstårnet, il gigante norvegese di Brumunddal che ha attualmente il primato non solo in altezza, ma anche nella percentuale di materiale "naturale". Autorevolezza, interesse, serietà e chiarezza sono gli aggettivi che definiscono meglio gli incontri organizzati da Arca: quello di Rovereto svoltosi il primo marzo di quest’anno non ha fatto eccezione. Con l’autorevole supporto di Federlegno-Arredo, di CasaClima, Trentino Sviluppo, di Edico, degli Ordini degli architetti e degli ingegneri del Trentino, lo spazio convegnistico ha ospitato gli stand informativi di alcune aziende altamente tecnologiche e specializzate nei rispettivi settori: Amonn, Armalam, Caparol, Mexrg, Ferrari, Innova, Nextwood, Riwega, Rockwool, Rothoblaas, STP, Terzer, XLam Dolomiti.

UNA TEMATICA VARIA E INTERESSANTE

Con piacevole puntualità è partita poi la serie di interventi, preceduta dai saluti istituzionali dei patrocinatori e da una introduzione al convegno e allo schema di certificazione Arca da parte di Francesco Gasperi di Habitech, Distretto tecnologico del Trentino, oltre al fuori programma dell’architetto Susanna Serafini dell’Ordine regionale degli Ingegneri. La Tavola rotonda che aveva una sua centralità nella prima parte del convegno è stata introdotta da Stefano Menapace, moderatore dell’intero incontro.


Justina Claudatus dell’ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente) ha tracciato uno scenario poco tranquillizzante di quello che la scienza medica più critica legge tra le mura degli edifici malati e generatori di patologie. Martino Negri di IBE ex CNRIvalsa ha tracciato il panorama della ricerca nell’utilizzo del legno in funzione salutistica e Leopoldo Busa di Biosafe ha tracciato le linee di un’edilizia biologica. Un caso di applicazione in un progetto concreto è stato illustrato successivamente proprio dall’architetto Busa. Dopo la pausa caffè, che ha visto i partecipanti al convegno sciamare nel-

l’area espositiva, intrecciando un fitto conversari con il personale degli stand, il convegno è ripreso. È stato Marco Luchetti, di FederlegnoArredo, a illustrare dal punto di vista dei numeri, la situazione del mercato delle costruzioni in legno in Italia. Dopo questo intervento, che ha dimostrato come un quadro statistico preciso possa contribuire a chiarire le idee in un comparto di grande vivacità ma anche un po’ confuso, è stata la volta del momento più spettacolare dell’incontro: Harald Liven di Moelven Limtre AS ha raccontato la storia emozionante di Mjøstårnet, l’edificio di legno più alto del mondo (marzo 2019, ndr).

Momenti dell’incontro Arca di Rovereto. La tavola rotonda. In alto a sinistra: l’intervento di Marco Luchetti. In basso: la narrazione di Harald Liven.


SIMPOSIUM ARCA

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TECHNOLOGY BECOMES VERTIGO Authoritativeness, interest, seriousness and clarity are the adjectives that best define the meetings organized by Arca: the one in Rovereto, that took place on March 1st of this year, was no exception. With the authoritative support of Federlegno-Arredo, CasaClima, Trentino Sviluppo, Edico, the Orders of architects and engineers of Trentino, the conference space hosted the information stands of some highly technological companies specialized in their respective sectors: Amonn, Armalam, Caparol, Mexrg, Ferrari, Innova, Nextwood, Riwega, Rockwool, Rothoblaas, STP, Terzer, XLam Dolomiti.

metro dopo metro. Ma per sfidare le forze della natura, gli architetti hanno dovuto rivedere le travi e smussarle così da opporre maggiore resistenza al vento. E conquistare altri 4 metri e passa.

Suggestive vedute di Mjøstårnet.

UNO SCHELETRO STABILE E RESISTENTE

VINCITORE NELLA GARA VERSO L’ALTO

Supera, infatti, se pur di poco, gli 85 metri di altezza ed è quasi completamente in legno. Il Mjøstårnet, il grattacielo 'verde' che ha appena aperto i battenti a Brumunddal, in Norvegia. La costruzione al momento supera gli altri stabili costruiti in nome dell'ambiente che hanno tentato la scalata, come la torre viennese HoHO (84 metri di legno e cemento) e il Brock Commons di Vancouver (52,7 metri) con i suoi diciotto piani al 100% lignei. Il nuovo grattacielo norvegese, costruito in legno lamellare a strati incrociati (CLT), è cresciuto in tempi rapidi ed è stato rivisto in corso d'opera. Due anni fa l'ambizioso progetto ha preso il via puntando all'utilizzo esclusivo di materiali lignei e i lavori sono andati persino oltre le aspettative dell'azienda, la Moelven Limtre, che assieme a Voll Arkitekter e Sweco aveva pianificato di raggiungere gli 81 metri di altezza. Quattro piani alla volta, in cinque fasi, lo stabile è stato tirato su

Nei suoi 11,300 metri quadrati di superficie distribuiti su 18 piani il Mjøstårnet – il terzo edificio più alto di Norvegia – ospita appartamenti, un hotel, ristoranti e aree comuni, oltre a una piscina di 4,700 metri quadrati. Al contrario delle altre strutture ibride, però, il grattacielo norvegese non nasconde un 'cuore' in cemento, ma strutture lignee – colonne, travi e diagonali – a sostenerlo e pannelli in materiale organico a rivestire i pozzi dell'ascensore e le scale. Questo anche grazie al fatto che il legno lamellare a strati incrociati, prodotto con tavole di abete rosso incastrate "a sandwich", oltre a resistere a grandi carichi e sollecitazioni naturali, si presta a una combustione lenta senza rilasciare fumi tossici. Ora, chiuso il cantiere, il Mjøstårnet può guardare dall'alto anche il Treet, il palazzo ibrido costruito a Bergen, in Norvegia, tra il 2007 e il 2014 che con i suoi 49 metri si era aggiudicato il titolo del più alto del genere. Il gigante norvegese di Brumunddal lo ha superato anche nella percentuale "naturale" e può vantare il primato, temendo solo di essere sorpassato dal futuristico W350, progetto nipponico che vedrà svettare una torre lignea da record entro il 2041.



UNIVERSITATIS www.temalegno.unifi.it di Sonia Maritan

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Tema legno

Il 19 marzo 2019 è stata una giornata interamente dedicata all’Università di Firenze presso il DAGRI – Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari, Forestali e Ambientali –, la cui collocazione periferica rispetto il centro, in Via San Bonaventura 13, lo rende particolarmente coerente con la materia legno a cui danno voce gli esperti incontrati all’interno di questo ateneo: i professori Marco Fioravanti, Giacomo Goli e Marco Togni. Il plesso universitario rappresenta una pagina di storia dell’architettura essendo un ex convento dell’800, del quale la porzione del complesso attribuita al Leon Battista Alberti aggiunge grande autorevolezza, e a enfatizzare la gradevolezza dell’insieme concorre anche l’ampiezza del sito immerso in un territorio prevalentemente agricolo. L’interno dell’Università poi, regala la ricchezza più grande, fatta di aule, laboratori e una xiloteca, dove tutto parla di legno a un livello così alto che il desiderio impellente che si ha uscendone è quello di iscriversi al corso professionalizzante in tecnologia del legno. L’INQUADRAMENTO DI MARCO FIORAVANTI

L’incontro con il professor Marco Fioravanti rimarrà indelebile per la sua carica umana, la sua competenza professionale e il suo bagaglio culturale e, d’altra parte rispetto alle domande che avevo anticipatamente preparato per lui, il nostro dialogo diventa molto più ampio e credo abbia acquisito così un valore più grande che mi permette adesso di restituire ai lettori un inquadramento completo di che cosa significhi davvero insegnare la materia legno e quindi per gli studenti partecipare al corso di laurea TEMA Legno. Innanzitutto, gli chiediamo perché il legno. «Se noi pensiamo alle caratteristiche richieste a un materiale, che deve essere ecologicamente compatibile, rinnovabile, leggero, resistente, durevole; ci accorgiamo che stiamo tracciando il profilo del legno. Il quesito, a mio avviso, verte quindi piuttosto sul prezzo: Perché al legno si chiede tutto questo e in più anche di essere economico? Il risultato è che chi produce

legno non viene adeguatamente remunerato; quindi non si aumenta il valore della filiera, la tecnologia, la ricerca e tutto quello che c’è dietro. Tuttavia non possiamo ricondurre tutto ai soli aspetti economici, ed è sempre più necessario e urgente introdurre anche valutazioni di tipo ecologico. Si dovrebbe sempre considerare anche il valore ambientale di scelte che portano a sostituire materiali non ecologicamente compatibili e non rinnovabili con altri, quali il legno, un materiale nel quale rimangono fissate tonnelate di CO2, e che si presta a essere facilmente riutilizzato e riciclato: nessun altro materiale ha dietro un sistema biologico che rientra, come questo, nel ciclo di vita del pianeta e nei suoi riti sacri che celebrano l’alba e il tramonto. È per questo che ho trovato sbagliato ricondurre il problema della gestione dei boschi abbattuti dalla tempesta VAIA a un solo problema economico: quando io butto dei semi a terra, ci sono le formiche che se li prendono e se li portano via perché i sistemi biologici conoscono il valore delle cose, e


UNIVERSITATIS

adottano da sempre strategie che noi oggi definiremmo circolari». SI TRATTA DI UN GRANDE PROBLEMA CHE VA DENUNCIATO IN MERITO A UNA RISORSA PREZIOSA, RINNOVABILE ED ECOLOGICA. «Sono totalmente d’accordo e per questo ho avviato con gli studenti del corso magistrale in Design un workshop tematico, all’interno del museo di antropologia dell’Università, per ripercorrere il rapporto tra uomo e materiale. Il tema che ci siamo dati è quello di confrontare prodotti moderni quali i pannelli di particelle, un materiale che ha un significato ecologico importante perché c’è la possibilità di riciclarlo, e metterlo a confronto con le strategie adottate dai sistemi di conoscenza tradizionali, fortemente integrati con l’ambiente al quale legavano la loro sopravvivenza. Il museo antropologico, racconta la storia dell’uomo, il suo utilizzo dei materiali e degli strumenti e, inevitabilmente, se si racconta la storia dell’uomo si racconta anche quella del legno».

QUESTO RIMANDA ANCHE ALLE ORIGINI DELL’ATENEO, A COME SI SIA ESPANSA LA CULTURA DI QUESTO MATERIALE IN LUOGHI DOVE È NATA UNA DELLE PRIME SCUOLE DEL LEGNO. «Alla fine degli Anni 90, quando furono creati i diplomi universitari, ne fu istituito uno anche in tecnologia del legno con una sede a Firenze e un'altra a Padova. Furono però due esperienze sfortunate perché, anche se tutti quelli che si sono diplomati si sono poi impiegati – e quindi da questo punto di vista funzionò bene – gli studenti non si iscrivevano a quei corsi. Il diploma fu poi trasformato in laurea di primo livello, che ha proseguito la sua attività per una decina di anni, ma anche questa laurea ha continuato a non accogliere il favore degli studenti. Difficile risalire alla motivazione in tutta la sua estensione, e ritengo che sia attribuibile a un fatto culturale complesso; tuttavia è certo che una forte limitazione risiedeva nel fatto che fosse orientata verso un mondo che i giovani non conoscevano, tant’è che il grosso delle richieste noi lo avevamo da parte di coloro che

In queste pagine, alcune immagini di una stanza didattica che raccoglie molte specie europee e tropicali, oltre ai prodotti a base di legno e prodotti per impiego strutturale come il Parallam®. Ci sono esempi di tutti i difetti naturali che si possono trovare sul legno, dalle fratture da vento ai difetti da gelo, particolari casi di deformazioni da ritiro, quindi legno alterato da insetti e funghi. A sinistra il prof. Fioravanti nel suo ufficio.


UNIVERSITATIS www.temalegno.unifi.it

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In questa pagina, a sinistra altre immagini della stanza didattica dove si trovano il prof. Giacomo Goli e Sonia Maritan (in visita).

già operavano nel settore. Però quello di cui parliamo era un momento diverso. Quindi il corso ha chiuso nel 2008, e a questo punto stiamo parlando dell’inizio della crisi, che ha toccato in maniera pesante anche le aziende del nostro settore». PRIMA DELLA CRISI, PROMO_LEGNO PROMOSSE LA CULTURA DEL LEGNO STRUTTURALE CON UN’INTENSA ATTIVITÀ CONVEGNISTICA IN TUTTA ITALIA, SI RIVOLGEVA AD ARCHITETTI, INGEGNERI, GEOMETRI E COSTRUTTORI NELL’AMBITO DEL LEGNO STRUTTURALE, PERÒ IN QUEGLI ANNI SI PARLAVA SOPRATTUTTO DI TETTO E NON ANCORA DI COSTRUZIONE IN LEGNO, COMUNQUE DETERMINÒ UN’IMPRONTA IMPORTANTE PERCHÉ SI COMINCIAVA A PARLARE AGLI ARCHITETTI E A FORMARE I CARPENTIERI CHE AVEVANO DIMENTICATO IL MESTIERE… «L’iniziativa di promo_legno ha avuto un grande valore, che cito sempre come esempio estremamente chiaro, di quello che è la differenza tra prodotto e “sistema prodotto”: prodotto signi-

fica avere del legno e cercare di venderlo, il sistema prodotto rappresenta il modo di legare al prodotto, aspetti che integrano comunicazione e servizi. Se io voglio venderlo, devo fare un progetto integrato; gli Austriaci hanno capito che il limite alla diffusione del legno per usi strutturali in Italia era la mancanza di competenza del progettista, perché le nostre scuole di ingegneria e architettura non formano e continuano a non formare competenze sul legno, loro questo lo hanno capito e hanno creato un sistema di servizi che mancava, investendo nell’aggiornamento professionale di queste figure. Però non è solo questo, sono cambiate le soglie di attenzione verso certe tematiche: le questioni ambientali non avevano lo stesso spazio che occupano oggi». LA CRESCITA RAPIDA PURTROPPO PORTA CON SÉ ANCHE IL RISVOLTO DELLA MEDAGLIA CREANDO DEGLI IMPROVVISATI CHE FANNO MALE AL SETTORE, AD ESEMPIO, CON OPERE CHE DOPO POCHI ANNI PRESENTANO LE PARETI ESTERNE DETERIORATE ALLA BASE. «Il legno rischia di pagare gli errori di progettazione di gente incompetente, improvvisata, ed è per questo che con il corso TEMA Legno noi stiamo cercando di preparare delle figure che possano affiancare i progettisti impartendo un uso corretto del legno, evidenziando che si tratta di un materiale di origine biologica, che è necessario conoscere per utilizzarlo in modo appropriato. In Italia, il legno per usi strutturali fino a ora non ha occupato delle quote di mercato significative, adesso potenzialmente può cominciare a farlo, ed è ovvio che ci si debba aspettare anche una reazione da parte degli altri: il legno ha inevitabilmente dei talloni d’Achille, che però con una progettazione adeguata possono essere controllati, ma se questo non viene fatto il rischio è che questo si trasformi in un boomerang, perché a causa di errori progettuali l’immagine del legno può


venire fortemente compromessa: e nella società liquida così come le cose si affermano velocemente si smontano anche rapidamente. Attualmente l’immagine del legno è buona perché viene considerato bello ed ecologico, ma, non possiamo permetterci di compromettere una credibilità costruita con tanta fatica, a causa di errori dovuti alla mancanza di conoscenza». CERTO, IL LEGNO È UN MATERIALE BIOLOGICO E VA ADEGUATAMENTE CONSIDERATO IN FASE PROGETTUALE, MA QUESTO VALE FORSE PER TUTTI I MATERIALI: L’ACCIAIO SI OSSIDA, IL CEMENTO SI CONSUMA, IL LEGNO SI DEGRADA… SCOPRIAMO OGGI, UNA CERTA MANCANZA DI CULTURA E DI PROGRAMMAZIONE NELLA MANUTENZIONE DA PARTE DI CHI CONCEPIVA LE OPERE IN CEMENTO ARMATO NEGLI ANNI 60, COME SE FOSSERO ETERNE! «L’altra cosa che noi abbiamo perduto, è un sistema di conoscenza diffuso, che io chiamo sistema di conoscenze tradizionali, una forma di saper fare frutto di una cultura millenaria che si era sedimentata nel corso del tempo, e che si trasmetteva attraverso l’apprendimento diretto: mi riferisco alla figura del carpentiere e di quelle maestranze che conoscevano il materiale, con capacità acuite dall’esercizio, che di fronte al restauro di un tetto sapevano se una trave poteva essere da lasciare lì oppure no, lo valutavano con gli occhi dell’esperienza». LO STRUMENTO PIÙ POTENTE È DATO DALLA CULTURA: COME SI È EVOLUTO L’INSEGNAMENTO DEL LEGNO DOPO IL 2008? «Nel 2008 il corso chiude per mancanza di iscritti, anche se, come detto, tutti quelli che erano iscritti lavoravano e addirittura abbiamo avuto alcuni casi di abbandono da parte di allievi che andati a fare il tirocinio non tornavano più in quanto si impiegavano nelle aziende che li avevano ospitati. Due anni fa, nell’ambito della sperimentazione delle lauree professionaliz-

In questa pagina, uno dei laboratori, fornito di tutti gli strumenti per fare le prove meccaniche: in alto, la macchina per le prove a flessione (la macchina azzurra in foto) e quella per le prove a compressione (la macchina verde in foto) dove si arriva fino a un peso di 100 tonnellate, illustrate dai prof.ri Giacomo Goli e Marco Togni. In basso e in primo piano la macchina con carico massimo di 50 kg, mentre sullo sfondo si intravede quella che arriva a un peso di 4 tonnellate.


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In questa pagina, in alto a sinistra la macchina Amsler un carico massimo da 4 tonnellate mentre a destra in primo piano un provino di piccolissime dimensioni, e sullo sfondo si intravedono i motori della stessa Amsler. Sotto, il prof. Marco Togni con Sonia Maritan nella stanza didattica.

zanti, c’è stata l’opportunità di tentare questa avventura incuneandosi nelle pieghe delle logiche universitarie. E devo dire però che si è trattato di uno sforzo congiunto, perché noi siamo potuti partire grazie all’aiuto dei colleghi di altre sedi universitarie, dell’Ordine degli Agronomi e soprattutto di FederlegnoArredo che ha costituito un punto di riferimento determinate nella costruzione dei profili di quelli che dovevano essere i contenuti formativi e abbiamo anche avviato con loro un percorso per cercare di rendere complementari i percorsi ITS, da loro gestiti, con la nuova laurea professionalizzante. Stiamo anche beneficiando dell’aiuto e del contributo dei colleghi dell'IBE ex

CNR IVALSA, che ci hanno aiutato nella progettazione e ci stanno sostenendo in termini di docenza altamente qualificata, e anche grazie a loro possiamo vantare degli autorevoli esperti in ogni materia». QUANDO AVREMO I PRIMI DIPLOMATI DEL CORSO? «Li avremo tra due anni, perché il corso professionalizzante dura 3 anni, ma abbiamo avuto una risposta incoraggiante, rispetto ai numeri delle esperienze precedenti, nonostante che per ragioni tecniche abbiamo potuto pubblicizzare i corsi solo per 15 giorni, abbiamo avuto 35 domande, che si sono tradotte in 25 iscrizioni. Tra questi anche molti neodiplomati, quindi ragazzi giovani, una novità perché io pensavo che si trattasse sempre del solito mondo che già ci conosceva, invece no, questi sono ragazzi che del nostro mondo e del legno non sapevano niente ed è un bel segnale! L’ultimo pezzo del mosaico adesso stiamo cercando di costruirlo con le associazioni di categoria, perché la caratteristica di questi percorsi professionalizzanti è che il terzo anno i ragazzi lo facciano in azienda, e il loro supporto è fondamentale». IN DEFINITIVA, POSSIAMO AFFERMARE CHE QUESTA VOLTA IL CORSO PROFESSIONALIZZANTE SIA NATO SOTTO UNA BUONA STELLA, ANCHE CONSIDERANDO IL MOMENTO PROPIZIO DAL PUNTO DI VISTA RICETTIVO PER LA COLLETTIVITÀ. «Sì, perché indubbiamente intorno al legno si respira un’aria diversa in questo momento, soprattutto il settore dell’edilizia sta crescendo tanto, ed è ripreso abbastanza bene anche il settore del mobile e soprattutto è ripreso con aziende che fanno prodotti complessi in cui c’è progettazione e uso di tecnologie avanzate, e allora c’è biso-


gno di competenza tecnica. La mia opinione è che noi non possiamo fare un passaggio verso il legno 4.0 se non portiamo dentro le aziende persone capaci di gestire queste tecnologie». OLTRE AL CORSO PROFESSIONALIZZANTE DI LAUREA TEMA LEGNO, IN QUESTO ATENEO SI PARLA DI LEGNO GIÀ NELLE LAUREE TRADIZIONALI! «Nelle lauree tradizionali noi insegniamo legno alla scuola forestale e questo non ha mai smesso di andare avanti, in tutta Europa la scuola del legno è legata alle scuole forestali perché chi produceva la materia prima aveva interesse a valorizzarlo. Nel tempo queste attitudini si sono ampliate, e adesso oltre al tradizionale insegnamento previsto nel corso di laurea forestale, abbiamo il corso professionalizzante in tecnologia del legno, oltre al corso di laurea in disegno industriale presso la facoltà di architettura, e poi facciamo

lezione anche ai beni culturali sulla conservazione del legno. In particolare, io insegno tecnologia, in questa sede, agli architetti e nell’ambito dei beni culturali, quindi a seconda della platea racconto un legno diverso. Quindi proponiamo un insegnamento che si sta diversificando, l’idea sarebbe quella di creare uno spazio di ricerca che accompagni questo percorso, perché abbiamo creato un laboratorio che si chiama Temalab per dare supporto all’attività di ricerca». INVECE, LEI A QUALE AMBITO DEL LEGNO SI AVVICINÒ DURANTE IL SUO PERCORSO DI STUDI? «La mia tesi consistette nello studiare una classificazione che era stata fatta da poco sui tronchi tropicali perché alla fine degli Anni 80 in Italia si importava ancora il tronco, poi è successo che molti dei paesi di origine di questo materiale hanno giustamente voluto

In questa pagina, al centro, in alto e in basso, disposti sulle mensole i provini per le prove meccaniche e attrezzatura varia. Sopra, a destra, la macchina per le prove a flessione (la macchina azzurra in foto) e in basso a destra una foratrice.


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quella dell’altra e, anche se la verità assoluta non l’ha in mano nessuno, ma insomma le evidenze ci sono e sono robuste! Noi facciamo parte della biosfera, non ne siamo un elemento estraneo, siamo una delle tante manifestazioni emergenti che la compongono, gli alberi fissano nel legno quantitativi importanti di CO2 e a loro siamo legati in modo indissolubile».

In queste pagine, i prof.ri Giacomo Goli e Marco Togni e una delle aule dell'università in cui fanno lezione. Ancora, una cassettiera-xiloteca che raccoglie moltissime specie legnose di piccole dimensioni, e di fianco uno xilotomo che permette di tagliare sezioni sottili da osservare al microscopio per necessità di ricerca o per il riconoscimento anatomico.

mantenere il valore aggiunto nel proprio territorio, e c’è stata una fase in cui molti impianti sono stati trasferiti dall’Europa ai paesi d’origine della materia prima. All’inizio la qualità delle lavorazioni di questi paesi non riusciva a soddisfare gli standard richiesti in Europa, ma poi la qualità è salita e quindi è venuta meno la necessità di esportare i tronchi. La necessità e la convenienza reciproca, considerato che lavorare in questi paesi costava meno, si sono reciprocamente incontrate e soddisfatte per entrambe le parti». VORREI TERMINARE QUESTA CONVERSAZIONE CON LEI, REGALANDO AI LETTORI UNA VISIONE PIÙ AMPIA, QUELLA CHE LEGA IL LEGNO AL NOSTRO HABITAT E QUINDI AI CAMBIAMENTI CLIMATICI: QUALE CREDE DEBBA ESSERE IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO AL RIGUARDO? «Che il cambiamento climatico sia in atto è ormai evidente a tutti e anche se l’inquinamento terrestre non fosse causato dall’attività antropica – c’è chi ad esempio sostiene che sia dovuto a uno spostamento dell’asse terrestre – noi vogliamo aumentare questo danno? La documentazione a supporto di una tesi è molto diversa rispetto a

IL CONTRIBUTO POTREBBE ARRIVARE DA NUOVI PARADIGMI E CICLI DI PRODUZIONE VIRTUOSI NEGLI AMBITI MAGGIORMENTE RESPONSABILI DELL’INQUINAMENTO TERRESTRE: TRASPORTI, EDILIZIA E INDUSTRIA, PROMUOVENDO SOLAMENTE SISTEMI “PULITI”? «Il legno, in quanto materiale di origine biologica, caratterizzato da una bassa energia di processo, e da un alto tasso di riciclabilità, è certamente una materia prima rinnovabile con alta valenza ambientale come tutti gli studi di LCA (Analisi del Ciclo di Vita) evidenziano. Il legno è spesso quindi la soluzione ambientale migliore, ma è necessario trovare un equilibrio con la sostenibilità dei prelievi e dei processi di trasformazione. La LCA aiuta certamente a capire cosa succede analizzando i flussi di materiale ed energia e determinandone gli impatti sull’ambiente, ma da sola non è sufficiente e deve essere accompagnata da una visione strategica sistemica, in questo momento, personalmente, vedo questa dimensione strategica nel riutilizzo e nel riciclo, che rappresentano due grandi sfide per il nostro settore».

LA VISITA GUIDATA CON GIACOMO GOLI E MARCO TOGNI

Con i professori Giacomo Goli e Marco Togni visito il plesso scolastico, cosparso sin dai corridoi del materiale che loro insegnano ogni giorno e ascoltare le loro parole in questo percorso fra aule, laboratori e la xiloteca mi fa sentire una privilegiata nonostante i loro modi ospitali e naturali. In corridoio troviamo una “fetta” dell’Abetone, un albero del Monte della Verna.


«Questa pianta è morta per cause naturali nel 1992, ma il primo anello è del 1654 – racconta Giacomo Goli – ha un diametro maggiore di un metro e quaranta, evidenzia al centro degli anelli molto fitti perché venivano piantati densi in modo che crescessero velocemente in altezza e non tanto in diametro, e con pochi nodi, dopo di che le piante venivano diradate e poi di nuovo si ritoccavano perché crescevano, quindi si otteneva un’alternanza di zone con cerchie annuali fitte vicino al centro, più rade dopo il diradamento e di nuovo fitte quando le chiome tornavano a toccarsi. Poi la pianta a un certo punto è rimasta sola, ha perso la concorrenza e nonostante l’età è cresciuta molto rapidamente!». CI TROVIAMO IN UNA PRIMA STANZA. «Questa è una piccola stanza didattica, che raccoglie molte specie europee e quelle tropicali sulle quali i ragazzi fanno il riconoscimento macroscopico e possono toccare le tavole con mano. Poi abbiamo i prodotti a base di legno, prodotti per impiego strutturale, come il Parallam®, poco usato in Italia, un prodotto americano per fare travi di grandi dimensioni, fatto di strisce di legno lunghe incollate e pressate, che piace molto agli architetti e ha caratteristiche meccaniche molto elevate,

ma è ancora poco conosciuto. Qui abbiamo degli esempi di tutti i difetti naturali che si possono trovare sul legno, dalle fratture da vento ai difetti da gelo, quindi abbiamo concrezioni di Kino nell’Eucalipto e altri esempi di accumuli di sostanze interne al fusto prodotte da specie tropicali, particolari casi di deformazioni da ritiro, quindi legno alterato da insetti e funghi. Qui si vedono segati di eucalipto che presentano il classico problema del “collasso” causato da processi di essiccazione troppo spinta.


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In questa pagina, a sinistra un sistema per il controllo delle deformazioni delle tavole dei dipinti su tavola, denominato "Kit Deformometrico".

È importante che ci sia un po’ di materiale perché il legno bisogna toccarlo, e rimanendo a livello teorico si perde un po’ la percezione della materia prima». POI CI TROVIAMO IN UN LABORATORIO «Qui abbiamo gli strumenti per fare le prove meccaniche, dove si svolgono sia attività didattiche sia di ricerca – esordisce Marco Togni –, in particolare qui disponiamo di 4 macchine, una con un carico massimo da 20 tonnellate, un’altra da 100, una da 4 e un’altra ancora da soli 50 chili. Questa è la macchina per le prove a flessione (la macchina azzurra in foto), quella verde è per la compressione, dove si arriva fino a 100 tonnellate, quella grigia da 50 chilogrammi serve per fare le prove su schegge di legno, per cose piccolissime, e infine c’è la macchina generale equipaggiabile per un po’ tutte le diverse prove che, pur se storica, è stata ammodernata con sistemi di controllo e di acquisizione digitale. Questo laboratorio è molto utile per vedere il comportamento meccanico

del legno, serve sia per attività di ricerca sia per far comprendere agli studenti i principi di base della meccanica del legno. In questo laboratorio sono state fatte una serie di prove per la valorizzazione del legno e per l’impiego strutturale in edilizia. La cosa che cerchiamo di spiegare è che per arrivare a impiegare il legno come materiale strutturale, anche nel caso del legno massiccio, le prove sono fondamentali. Si parte dai segati di legno, la nostra materia prima, che vanno selezionati in gruppi omogenei, in base ai difetti che influiscono sulla resistenza, dopo di che si portano le travi a rottura per determinare i valori caratteristici di resistenza. Questo serve a fornire ai progettisti dei valori delle proprietà meccaniche con i quali progettare. In Italia, le specie utilizzabili per le travi di legno massiccio, non sono molte; le uniche che possiamo utilizzare tramite la classificazione a vista sono l’abete bianco, l’abete rosso, il larice, il pino nero e la douglasia». INVECE IL CASTAGNO... «Il castagno siamo stati i primi in Europa a utilizzarlo, il faggio in Italia noi ancora non lo possiamo utilizzare, lo usano in Germania. La quercia noi la possiamo usare classificata a macchina, ma classificata a vista in Italia non c’è perché manca questa fase sperimentale. Le prove sono iniziate nei primi anni 2000, ma il percorso da fare è ancora lungo. Di fatto, se non vengono testate, non si possono annoverare tra le specie legnose utilizzabili. Adesso, andiamo nel laboratorio del piano sopra, un laboratorio didattico e una piccola xiloteca, e su questo facciamo il riconoscimento macroscopico. Qui si fa anche il riconoscimento del legno attraverso l’identificazione anatomica e abbiamo anche una piccola collezione di vetrini con sezioni sottili di


UNIVERSITATIS legno tagliato – di spessore intorno ai 10/30 micrometri –, colorato artificialmente per poterlo osservare e vedere gli elementi anatomici di identificazione, attività che tipicamente svolgiamo con gli studenti». LE ANALISI AL MICROSCOPIO FORNISCONO ULTERIORI INFORMAZIONI SULLE CARATTERISTICHE DEL LEGNO? «Potrebbero dare informazioni sulle caratteristiche, ma in realtà vengono fatte per l’identificazione. Infatti, il legno si può riconoscere macroscopicamente, ma in molti casi non si riesce in maniera certa e sicura attraverso l’analisi macroscopica, e se in un certo momento io devo sapere a quale specie appartenga un manufatto, asporto un frammento anche molto piccolo, lo coloro, lo metto sotto il microscopio e osservo i caratteri anatomici attraverso i quali con una chiave di identificazione posso arrivare al genere o addirittura alla specie». È DIFFICILE, COME SEMBRA, IMPARARE A DISTINGUERE LE SPECIE LEGNOSE? «Dipende in che contesto ci si trova – riprende Giacomo Goli – se ci si trova in un contesto di specie europee ci si orienta abbastanza bene, almeno su grandi gruppi, se si va nello specifico allora diventa un po’ più complicato». QUAL È L’ALBERO PIÙ ALTO D’EUROPA? «L’albero più alto d’Europa è in Italia ed è una Douglasia; l'abete di Douglas è stato piantato una 90ina di anni fa, c’è una particella molto fertile di questa specie, che ha un record di altezza in Europa: siamo sui 55 metri di altezza». QUESTO LUOGO FATTO DI AULE, LABORATORI, LA XILOTECA E PEZZI DI LEGNO SPARSI OVUNQUE, MI HA INCANTATO, QUI TUTTO PARLAVA DI LEGNO A UN LIVELLO COSÌ ALTO CHE IL DESIDERIO IMPELLENTE CHE AVEVO USCENDONE ERA QUELLO DI ISCRIVERMI AL CORSO PROFESSIONALIZZANTE IN TECNOLOGIA DEL LEGNO. AVREI LA GARANZIA DI AVERE DEI GRANDI PROFESSORI, DI QUELLI CHE A DISTANZA DI ANNI SI RICORDANO ANCORA E INASPETTATAMENTE APPAIONO IN UN ORIZZONTE LONTANO DAL PERIODO SCOLASTICO CON I LORO VOLTI E QUELLA CAPACITÀ – QUASI MAGICA – CHE HANNO AVUTO DI FARTI INNAMORARE PROPRIO DELLA LORO MATERIA! IL TEMA LEGNO POI HA UN VALORE AGGIUNTO: SI PONE IN SINTONIA CON L’EMERGENZA CLIMATICA. LASCIO QUESTO LUOGO CON IL PROFESSOR MARCO TOGNI, MENTRE STIAMO ANCORA PARLANDO DEL SITO, L’EX CONVENTO DELL’800 ARRICCHITO DALLA FIRMA DEL LEON BATTISTA ALBERTI. «Villa Rucellai, aveva nella parte poste-

riore il giardino che era citato nello Zibaldone e faceva riferimento a questo posto particolare – ora del giardino non è rimasto nulla –, ma la villa è stata poi inglobata nella struttura più ampia venduta all’università alla fine degli anni 70. Siamo andati nel sottotetto a fare delle indagini e abbiamo trovato

Una grande rotella di abete bianco, un albero del Monte della Verna, una pianta morta per cause naturali nel 1992, ma il primo anello è del 1654 e ha un diametro maggiore di un metro e quaranta.


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Una rotella di douglasia di uno degli alberi più alti d'Europa. Morto in piedi alla fine degli anni novanta aveva un'altezza totale di oltre 54 m ad "appena" 85 anni di età.

delle capriate di legno, siamo riusciti a datarle e risulta che alcuni elementi lignei sono precedenti alle strutture. Ma la cosa buffa è che abbiamo trovato sulla superficie di alcune di esse dei frammenti di tessuto, e abbiamo poi scoperto che l’artista nel 1457 aveva applicato delle tele di lino perché la decorazione in certi punti sarebbe venuta male a causa della discontinuità del legno. Così, per dare continuità alla struttura ha applicato queste tele di lino in modo da creare una decorazione più omogenea, senza interruzioni e quindi più bella. Non abbiamo trovato da nessuna

parte la descrizione di questa tecnica per una struttura portante. Siamo molto orgogliosi di questo pregiato reperto». QUANDO HA INIZIATO A OCCUPARSI DI LEGNO? «Io sono di Rimini, quindi non ho un legame storico con la montagna e le foreste, che ai miei tempi si studiavano a Firenze, Padova e Torino. Dopo, nell’ambito delle scienze forestali, ho trovato la tecnologia del legno molto interessante e mi sono inserito in questo filone, dove ho fatto il dottorato di ricerca in scienze del legno, individuando nella branca strutturale quella più vicina alle mie inclinazioni».


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Il segreto è nella parete

Massima efficienza energetica e microclima ottimale per case con un fabbisogno energetico annuo minore di 6.000 kWh. È nel DNA della CasaZero Kampa che asseconda le direttive europee recepite dall'Italia anticipando il 1° gennaio 2021 quando saranno a norma solo le costruzioni realizzate "a energia quasi zero”.

Immagini dello stand di Kampa all'edizione 2019 di Legno & Edilizia a Verona.

Costruire rispettando i requisiti di sostenibilità non è più solo un'opzione: le direttive europee recepite dall'Italia impongono infatti che a partire dal 1° gennaio 2021 vengano realizzate solo costruzioni "a energia quasi zero". In un edificio nZEB il fabbisogno energetico, molto ridotto, é coperto dal ricorso a energie rinnovabili. Nella CasaZero Kampa le norme europee sono già da anni uno standard, grazie all'impiego di efficienti tecnologie di raffrescamento e di riscaldamento senza utilizzo di combustibili fossili, con l'utilizzo di elettrodomestici con etichetta di efficienza energetica A++ o A+++ e di sistemi di illuminazione a LED che, agendo in sinergia, contribuiscono a ridurre il fabbisogno energetico annuo a meno di 6.000 kWh. Tutto questo però, non sarebbe sufficiente se non si partisse da un corretto isolamento dell'involucro. Per costruire una CasaZero, Kampa ha studiato infatti alcuni sistemi di parete costituiti da materiali particolarmente performanti: il primo passo necessario per aumentare l'efficienza energetica.

MULTITEC, UN VALORE AGGIUNTO E UNICO SUL MERCATO

La parete esterna MultiTec rappresenta il sistema top di gamma, ha una struttura a tre strati, con uno spessore in fibra di legno sul lato interno, un telaio portante in montanti di legno coibentato e un controtelaio esterno isolante ottimizzato dal punto di vista termico. Il sistema di parete MultiTec é caratterizzato da una straordinaria capacità isolante ed é realizzato esclusivamente con materiali ecologici e in grado di garantire un'elevata qualità dell'abitare. Con un valore U di trasmittanza termica pari a 0,11 W/m e uno sfasamento di 14,5 ore, la parete MultiTec, oltre a essere traspirante, può essere combinata con diverse tipologie di rivestimenti, lasciando così al progettista e all'impresa la massima libertà architettonica e una grande flessibilità nell'impiego dei materiali. Kampa si dichiara, tra l'altro, come il primo e unico produttore a realizzare in serie un sistema parete sostenibile con facciata retro-

THE SECRET IN IN THE WALL Maximum energy efficiency and optimal microclimate for homes with energy needs annual less than 6,000 kWh. It is in the DNA of CasaZero Kampa that complies with the guidelines Europeans accepted by Italy anticipating January 1, 2021 when only the standards will be in force "almost zero energy" buildings.


DE VISU_KAMPA

ventilata. La parete MultiTec è frutto di ricerche e partnership con aziende leader quali Sto, Knauf e Steico, che hanno condiviso il loro know how per ottenere un sistema parete unico sul mercato. Il sistema parete MultiTec di Kampa garantisce isolamento e benessere ottimali, riducendo i costi di riscaldamento.

ANCORA PIÙ TRASPIRANTE

Destinato a un utilizzatore particolarmente attento alla sostenibilità e alla salubrità dell'edificio, anche il sistema parete VitaPlus Kampa rappresenta una soluzione performante per isolare l'involucro e ottenere ottimi valori: una trasmittanza di 0,102 W/mK e uno sfasamento di 14,48 ore. Particolarmente efficace anche dal punto di vista dell'isolamento acustico, garantisce l'insonorizzazione e il mantenimento di un ambiente interno gradevole.

KAMPA COLLABORA CON PROGETTISTI E IMPRESE

Kampa è un'azienda tedesca con una tradizione di oltre 120 anni, leader nella realizzazione di case ecologiche in legno mono e bifamiliari di elevata qualità. Il Centro Innovativo del Costruire e Abitare K2 di Merano, sede italiana dell'azienda, è aperto ai pro-

fessionisti e alle imprese interessate a condividere con Kampa la volontà di costruire in legno in modo sostenibile, per proporre un nuovo modo di vivere la casa. Il Centro, in cui sono esposte alcune tipologie di case, le tecnologie più innovative, i sistemi di pareti e di coperture e un'ampissima offerta di materiali, è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 17.00, oltre che il sabato dalle 10.00 alle 17.00. https://www.Kampa.it/vivereKampa/centro-di-innovazione-k2/

Il sistema parete MultiTec di Kampa garantisce isolamento e benessere ottimali, riducendo i costi di riscaldamento. Materiali sostenibili con un design di particolare impatto come dimostrano le stratigrafie delle pareti in sezione. Alcuni esempi di CasaZero Kampa. Ogni soluzione è personalizzabile.


SCIENTIA FELICE RAGAZZO www.feliceragazzo.it di Felice Ragazzo

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Quarta rivoluzione industriale: interpretazioni 1 tecniche per il legno

Ponendo al centro dell’attenzione un’idea di “Giunzione continua”, intesa come un continuo fluire nelle forme di connessione dettato dal continuo fluire (scorrere) negli assetti spaziali dei pezzi in collegamento, si evidenziano con maggiore efficacia le relazioni innovative, ma anche le nuove problematicità, che si vengono a instaurare tra legno e nuovi sistemi trasformativi (CNC), oltre che assemblativi (Robot). Ciò soprattutto per quanto riguarda le strutture di maggiore impatto. Il rapporto di spazio e di tempo insito nell’idea del fluire porta necessariamente a elevare il ragionamento in termini di quarta dimensione. PREMESSA

Fig. 1 - Visualizzazione istantanea di una coppia di travi parallele che a seguito di una successione di spostamenti lineari e rotazioni assumono posizioni allineate e virtualmente compenetrate nelle rispettive opposte testate.

Fig. 1

Sullo sfondo di questa frontiera, laddove non soltanto il digitale si associa alla meccanica per rendere più rigorosi i processi di stereotomia, ma dove in aggiunta sussiste il fine dell’assemblaggio o del montaggio, vi è tutto un mondo di studio e di sperimentazione e, non di meno, di concrete applicazioni, presidiato da macchine particolari che per le loro sembianze antropo-

morfe sono per convenzione dette “umanoidi” (talvolta le sembianze sono pure zoomorfe o fitomorfe)2. Si tratta di un tema che porta lontano, poiché in definitiva pone al centro della riflessione il dilemma tra ciò che si muove e può produrre lavoro in virtù di autonoma capacità energetica, sviluppando in quanto tale intrinseche capacità intellettive come l’assumere decisioni imprevedibili e ciò che invece si avvicina a conseguire risultati analoghi, ma non è dotato delle stesse capacità soggettive. Si tratta in sostanza del dilemma tra il vivente e l’inanimato. È in ultima analisi un tema essenziale in termini di Filosofia della Scienza. Per il legno la questione è di grande impatto, in quanto trattasi di materia che prima di diventare efficace per l’impiego costruttivo è appartenuta a un essere vivente. Pertanto, in quanto tale, dotato di una fisiologia (anche in senso strutturale) criticamente rapportata all’ambiente di insediamento; fisiologia che soltanto in modo parziale e riduttivo si riesce a utilizzare dopo che la materia viva è stata trasformata in inanimata. Detto ciò non è dunque peregrino per chi appartiene al mondo del legno procedere nell’esplorazione di una “Robotica immaginaria” a favore di una “Giunzione continua”. Non è peregrino poiché non si tratta più soltanto di «Fabbrica a Luci Spente»; non si tratta


SCIENTIA_FELICE RAGAZZO più soltanto di «Carico-Scarico Pezzi»; non si tratta più soltanto di «Magazzini Intermedi»; non si tratta più soltanto di «Montaggio-Smontaggio»; non si tratta più soltanto di «Tecnica»; non si tratta più soltanto di «Meccanica»; non si tratta più soltanto di «Elettronica». Avendo tuttavia certezza che il salto dall’inanimato al vivente non si realizzerà mai! È utile tener presente che a fronte di questa rassegna di figure retoriche sullo sfondo sussiste il fatto che: oggi si ragiona in termini di «Meccanica» dei «Quanti»3; che oggi è messo in causa il concetto più generale di «Sistema»4; che oggi è divulgato il concetto di «Autopoiesi»5; che oggi si spera di «Dissipare Energia Lontano da Condizioni di Equilibrio»6; che oggi si vorrebbe imitare il vivente, per consumare meno energia. E, poiché, come detto, pure il legno da vivo è già tutto questo. A riguardo dello scenario adombrato, possono risultare illuminanti alcune illustrazioni a corredo iconografico del libro “Castelli e ponti” di Niccolò Zabaglia7, quando elettronica, digitale e, prima di tutto, elettricità erano ancora cose sconosciute. Nell’immagine di copertina, si vede come “attuatori” e “servomeccanismi” siano idealizzati da un angelo e da una funicella, manovrati per vincolare un putto a due morali di legno. Ciò, beninteso, a simboleggiare una giunzione per legamento. Analogamente, nella Tavola XXXVII due angeli vagano nell’aria sorreggendo una pesante incastellatura lignea. 1. Slalom in una sequenza di posizioni assunte da due travi che, da parallele, via via si posizionano allineate e virtualmente intersecanti nelle opposte testate – narrazione in “quarta dimensione” di una “Giunzione continua” Proviamo ora a stimolare l’immaginazione di una giunzione mutante continuativamente, la quale, a partire dalla situazione di due travi parallele (condizione surreale per insussistenza di contatto se non per mezzo di pezzo interposto), passo-passo, si avvicinino con casuali spostamenti lineari e rotazioni e che, passo-passo, sempre casualmente, si intersechino progressivamente. Facendo altresì in modo che alla fine della sequenza le due travi si trovino allineate e parzialmente sovrapposte rispetto alle opposte testate. La rappresentazione ideale sarebbe un’animazione, si accettino tuttavia come adeguati i seguenti commenti ad alcune essenziali immagini. Al fine di offrire una visione sintetica della sequenza, tutte le singole posizioni assunte dai pezzi in un unico istante sono state condensate in una sola immagine. In tale immagine si vede un’unica trave color rosso che

in realtà resta immobile, mentre, la trave mobile è quella color viola. A seguito di un certo spostamento, nella sequenza ipotizzata accade che il «Volume-intersezione», risulti a 4 facce. Come si vedrà in seguito, il tema del volume di intersezione sarà essenziale per improntare con metodo e rigore la forma della giunzione. Successivamente potrà accadere che detto «Volume-intersezione» passi a 5 facce, per poi aumentare ancora a 6 facce. A questo punto si è voluto concentrare l’attenzione sul particolare incrocio, e relativa intersezione a 6 facce, fissando un «Caso-Studio»; aspetto che in dettaglio sarà trattato più avanti. A tale scopo, per distinguerla dalle altre, la trave è stata colorata di verde. Procedendo sempre nella particolare sequenza, potrà accadere che muti la natura dell’intersezione, ovvero che i due pezzi inizino ad autocingersi. Il momento diventa significativo in quanto risulta messa in crisi la possibilità di incastri a «metà-legno». In tal caso, almeno un pezzo sarà necessario che vada interrotto. Procedendo oltre, nel caso concreto della sequenza ipotizzata si passerà da 6 a 8 facce. A un certo punto accade che i pezzi si autocingano interamente. Il fluttuare nello spazio dei pezzi contempla qui un momento in cui si verifica una intersezione di 7 facce. Nella sua arbitrarietà la sequenza contempla ora, per una certa fase, soltanto spostamenti lineari. Poiché le due travi si sono finora intersecate in mezzeria, progressivamente si verranno a intersecare in testata, mirando a far sì che in ultimo risultino allineate e parzialmente compenetrate in testata. Le battute finali della sequenza contemplano nuovamente la combinazione tra spostamenti lineari e rotazioni, dando nuovamente luogo a intersezioni di 8 facce. Ma raggiunto l’ultimo gradino della sequenza, ovvero travi allineate e parzialmente compenetrate, essendo a parallelepipedo, il «Volume-intersezione» non può che risultare a 6 facce. Guarda caso si tratta proprio della situazione ideale per un incastro detto a «Dardo di Giove». Analogamente, si tratta della situazione ideale per il similare incastro a «Curve di Giunone»…; incastro dove gli spigoli non sono più a raggio zero. Fermiamoci un attimo per valutare alcune preliminari differenze tra i due tipi di incastro; differenze che saranno illuminanti rispetto a una visione complessiva del problema come qui si vorrebbe trattare. A titolo di esempio è assunta la figura dell’incastro a “Dardo di Giove” così come risulta nel documento CNR DT 206-R1, 20188. In tale figura è indicata la sezione resistente a taglio. Dal punto di vista del legno, si tratta di una sezione critica per il fatto


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Fig. 2 - Visualizzazione dell’incremento della superficie resistente in due incastri a “Curve di Giunone” di diversa accentuazione delle curvature, rispetto a un usuale incastro a “Dardo di Giove” di analoghe proporzioni. Fig. 3 - Visualizzazione istantanea di tutti i volumi di intersezione determinati dalla sequenza di incroci di cui alla Fig. 1.

Fig. 2

di essere allineata con la direzione delle fibrature. Concependo un incastro a “Curve di Giunone” di analoghe dimensioni e proporzioni, la sezione resistente tende ad aumentare via via che le rotondità delle superfici si fanno più accentuate. Ciò è ben evidenziato nella figura appositamente elaborata. Nel caso di curvature più lievi, l’incremento della superficie relativa alla sezione resistente a taglio è all’incirca del 10%; nel caso di curvature più accentuate è del 20%. Tutto ciò al netto di altri evidenti vantaggi derivanti dal fatto che sono drasticamente ridotte le concentrazioni di sforzo in virtù della soppressione degli spigoli.

Fig. 3

2. Volumi di interposizione – Volumi di intersezione Come già anticipato più sopra, nella relazione tra due o più pezzi in connessione è di fondamentale importanza il volume comune ai due, ovvero quello di intersezione. In realtà, quando i pezzi sono vicini, ma non si toccano (come nel caso di due pezzi paralleli), il volume da considerare è più propriamente quello di interposizione. Anche in questo caso è stata approntata un’immagine esplicativa ad hoc in cui tutti i volumi, sia di interposizione, sia di intersezione sono visualizzati in un unico istante di tempo. Ai volumi di interposizione è stato attribuito un colore marrone, a quelli di intersezione, come nella trave mobile, è stato attribuito un colore viola. Si ripete il colore verde per il volume di interposizione relativo al Caso studio. Nel momento iniziale in cui le travi sono parallele (ma anche complanari) il volume di interposizione è un netto parallelepipedo. Via via che si verificano gli spostamenti, questo si trasforma subendo contrazioni e torsioni fino a sparire e mutare in un volume di intersezione. Nel momento finale della sequenza, come già detto, il volume di intersezione torna ad avere forma di parallelepipedo. 3. Nodo del problema – Caso studio Chiariti tutti questi aspetti, si può ora procedere per affrontare il nodo principale del problema, ovvero la definizio-


SCIENTIA_FELICE RAGAZZO ne della forma della giunzione nel particolare Caso studio prescelto. Un primo principio, inderogabile, consiste nel fatto che l’asportazione di materiale nei due pezzi si debba produrre con equilibrio. Ciò per far sì che l’inevitabile indebolimento avvenga paritariamente. Un secondo principio consiste nel fatto che siano il più possibile ridotte le concentrazioni di sforzo. Un terzo principio, orientato a soddisfare il secondo, trae origine dal dilemma tra un tipo di superfici interamente lisce (ideali, ma difficili da maneggiare oltre che difficili e onerose da realizzare meccanicamente) e un tipo di superfici plurime composte di piani e gusci cilindrici (meno ideali, ma più maneggevoli in quanto più approssimabili con comuni frese). Nel caso concreto, è stato accettato il compromesso insisto in questa seconda opzione. Ma il risultato finale, finirà per imporre una sorta di ibrido, in quanto la sola “poli-superficie”, composta di piani e gusci cilindrici (in questo caso al di fuori delle zone periferiche) non sarà sufficiente a stendere una tessitura omogeneamente raccordata. Una parte centrale si è dovuta raccordare tramite NURBS più complesse e, beninteso, curando di non avere in alcun punto un raggio di curvatura inferiore a quello della fresa a testa tonda assunta come utensile di taglio. Nel caso concreto, la superficie liscia risulta aperta: è dunque priva di sottosquadra. In una elaborazione futura potrebbe assumere un lievissimo sottosquadra nella zona centrale, tale da consentire un vincolo parzialmente irreversibile, dunque superabile con un lieve sforzo. Nel Caso studio, insieme alle 6 facce del volume intersezione, vanno considerati 8 “Piani-bisettori”. Questi ultimi sono funzionali a spartire con equità le masse dei pezzi nella giunzione e a porsi come base geometrica per definire con rigore i raccordi raggiati. In questo complesso di Modellazione 3D è essenziale l’imperativo delle tangenze.

Fig. 4

Fig. 5

Dopo aver ruotato due travi spazialmente coincidenti e idealmente l’una contenuta nell’altra (cosa possibile soltanto virtualmente), tramite opportuni artifici geometrici, è possibile mettere in chiaro le relazioni spaziali che caratterizzano la trasformazione alla base del particolare volume di intersezione in questa circostanza identificato. Detta trasformazione, che nella occasionale sequenza consta di una rotazione e uno spostamento lineare combinati, in realtà può essere ottenuta con una sola rotazione. Per fare ciò, occorre stabilire un asse e un angolo di rotazione. Il primo, scelto tra innumerevoli altre possibilità, risulta qui complanare Fig. 6

Fig. 4 - Incrocio della sequenza preso a pretesto come Caso studio per elaborare una particolare giunzione di tipo A-poliedrico. Fig. 5 - NURBS 3D che, successivamente ritagliate, costituiranno le superfici di contatto nella giunzione A-poliedrica. Fig. 6 - Specifico volume di intersezione relativo all’incrocio di travi estrapolato per il Caso studio.


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Fig. 10

Fig. 11

alle facce strette e inclinato rispetto ai loro spigoli. Al tempo stesso costituisce lo spigolo comune a due piani (di colore grigio trasparente nella figura) opportunamente ruotati. Detti piani, a rotazione avvenuta, risulteranno complanari alle facce strette intersecanti delle travi. In seguito vedremo applicato l’analogo metodo, per dare conto della possibilità di ricavare volumi di intersezione di altro numero di facce.

Fig. 7

Fig. 8 Fig. 7 - Tutti i piani bi-settori interni al volume di intersezione. Fig. 8 - Visualizzazione combinata tra volume di intersezione e piani bi-settori. Fig. 9 - Visualizzazione 3D del processo di trasformazione per determinare un volume di intersezione a 6 facce.

4. Alloggiamento tramite robot Fatta la nuova giunzione, chiarito il processo di trasformazione che ha permesso di definire in sintesi il relativo volume di intersezione, simuliamo ora l’azione di alloggiamento, ipotizzando che sia un robot a muovere i pezzi. Ai fini di effettuare una comparazione tra la vecchia maniera di giuntare e quella nuova qui ipotizzata, l’operazione sarà però preceduta da un analogo alloggiamento simulato, utilizzando una “Giunzione poliedrica” più o meno delle stesse proporzioni. Risulta subito evidente che, dato il parallelismo delle facce, unitamente alla tipica precisione tra le stesse, il rischio di collisioni in fase di avvicinamento è estremamente elevato. Tanto più che i soli spostamenti rettilinei e coassiali possibili contrastano con il grado di tolleranza anche del robot più accurato. Se il grado di tolleranza in una tipica giunzione si può misurare in termini di decimi di millimetro, o al massimo di poco superiore a questo, per quanto

riguarda i robot migliori il grado di tolleranza sale fino a 5 millimetri. Da ciò si deduce che, ferma restando la natura poliedrica delle giunzioni, il rapporto con la robotica di montaggio è ancora assai problematico. Vediamo ora invece come si comporta la nuova giunzione di tipo “a-poliedrico”. Le superfici non sono più parallele e gli spigoli sono arrotondati. In fase di avvicinamento sono compatibili rotazioni e spostamenti casuali. Non sussiste più il vincolo che gli spostamenti avvengano in modo rettilineo e coassiale. La tolleranza d’errore di circa 5 mm del robot non è più un problema. L’eventuale collisione sarebbe comunque morbida e, per di più, favorirebbe il serraggio. Non sussistendo nella prassi corrente questa possibilità, è inevitabile che si proceda tagliando una delle membrature (o anche tutte e due) per poi vincolarle con chiodi o viti, se non piastre. Ciò avviene soprattutto quando il tipo di incrocio tra pezzi da luogo a volumi di intersezione di 7 o 8 facce, dove risulta categoricamente impossibile un incastro a metà-legno. Quando si verificano incroci complessi di membrature, dove a volte sono contemplati anche più di una coppia di pezzi, si è iniziata a sperimentare la sostituzione del nodo con una protesi, per lo più realizzata con materiali polimerici

Fig. 9


Fig. 12

mediante stampanti 3D. Rimanendo fermi al Caso studio di prima, è qui illustrata un’ipotesi di nodo inteso come protesi. Nella particolare circostanza succede un fatto curioso: modellando le superfici per dare luogo a un corpo unico, accade che coi raccordi prodotti si vengano a determinare continuità di forma tra pezzi che prima si intersecavano. Quasi come ora, se le parti non fossero frammentate, la giunzione fosse diventata “per tangenza” tra pezzi “incurvati”. Esperienze a tal proposito assai spinte si stanno facendo presso l’ETH di Zurigo, promosse dal Gruppo Gramazio – Kohler (Fig. 14). Certo, rimane fermo il fatto che una giunzione a tutto legno riveste tutt’altro significato. Rimanendo nel tutto-legno, è seguendo questa filosofia che, sempre a cura del Gruppo Gramazio – Kohler, è stato realizzato un Padiglione sul tetto dell’Istituto Svizzero in Roma. Al riguardo, è degno di nota il fatto che in qualche modo è sfumata la differenza tra CNC e Robot. Infatti, dal filmato che documenta l’esperienza, si vede come le bucature atte a ospitare i cavicchi colleganti le assicelle siano prodotte direttamente da una mecchia montata, non su un CNC, ma su robot e, per di più, in uno spazio di lavoro non convenzionale (Fig. 15).

Fig. 13

5. Il supporto dei “Gruppi di trasformazione” Quando sono implicate rotazioni e spostamenti è inevitabile che siano richiamati i “Gruppi di trasformazione” circa il loro verificarsi, beninteso, secondo determinate condizioni. La teoria in campo matematico è tra le più complesse. Gli esempi qui riportati sono però di livello estremamente elementare. Tuttavia, nel maneggiarli si presentano già come veri e propri rompicapo. L’aiuto che recano in questa materia è in ogni caso davvero ingente. Ci aiutano a capire meglio i fondamenti di una giunzione e delle lavorazioni necessarie a realizzarla. Non è un caso che, sia i CNC, sia i Robot, si sostanzino della stessa disciplina. Stando ai soli incroci di due pezzi, volendo trattare tutte le permutazioni capaci di considerare ogni variazione caratteristica dei volumi di intersezione a partire da 4 facce (numero minimo), salendo via via a 5, poi a 6, poi a 7, fino a 8 facce (numero massimo), bisognerebbe mettere in conto un lavoro senza fine. Tanto più che le variazioni dipendono anche dalle proporzioni del rettangolo di sezione. E poi conta il fatto che, se dopo una serie di operazioni (che non siano quelle inverse) non si torna esattamente al punto di partenza, si deve parlare di sola trasformazione.

Fig. 14

Fig. 15

Fig. 10 - Visualizzazione 3D della fase imminente all’alloggiamento di un incastro a metà-legno di tipo Poliedrico e dell’alta probabilità di collisioni nell’ipotesi che sia un robot a movimentare i pezzi. Fig. 11 - Visualizzazione 3D della fase imminente all’alloggiamento di un incastro a metà-legno di tipo A-poliedrico e della pressoché inesistente probabilità di collisioni dannose nell’ipotesi che sia un robot a movimentare i pezzi. Fig. 12 - Visualizzazione 3D dei sistemi in uso di interruzione di una o due membrature e dei relativi collegamenti tramite viti nel caso in cui non sia realizzabile un incastro a metà-legno. Fig. 13 - Ipotesi di giunzione a base di materiale polimerico nell’idea di una realizzazione tramite stampante 3D. Fig. 14 - Zurigo, ETH. Esperimenti di protesi giuntative di materiale polimerico. Fig. 15 - Istituto Svizzero in Roma. Prof. Mattihas Kohler, Prof. Felice Ragazzo, presso il Padiglione ligneo realizzato con l’ausilio di robot.


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Fig. 16

Fig. 16 - Visualizzazione 3D del processo di trasformazione per determinare un volume di intersezione a 8 facce. Fig. 17 - Visualizzazione 3D del processo di trasformazione per determinare un volume di intersezione a 4 facce. Fig. 18 - “Frame +”, Patent pending: composizioni strutturali a matrice conica. Fig. 19 - “Frame +”, Patent pending: composizioni strutturali a matrice sferica.

Fig. 18

Qui saranno avanzati soltanto alcuni limitati esempi: un caso particolare di intersezione a 8 facce (pezzi autosecanti) e un caso particolare di intersezione a 4 facce. Quest’ultimo caso è significativo per il fatto che la superficie “liscia” che se ne potrà ricavare sarà una “rigata”. Per quanto riguarda il caso a 8 facce, l’esempio qui riportato si basa su di una rotazione di 90° avente per asse una retta perpendicolare al piano diagonale della membratura. Per quanto riguarda il caso a 4 facce, il procedimento qui adottato è un po’ più complesso. In primo luogo si è scelto un asse di rotazione complanare alla

Fig. 17

faccia stretta, ma obliquo rispetto ai relativi spigoli. Dopo di ché, tramite di esso, si è costruito un cono avente per generatrice uno spigolo (come mostrato in figura). Con l’intersezione tra cono e pezzo si è potuto ricavare l’angolo di rotazione specifico atto a generare un volume di intersezione a 4 facce. L’angolo in questione è qui visualizzato mediante un arco che collega due spigoli opposti del pezzo. Stabiliti i 4 spigoli del volume di intersezione è stato poi facile tracciare la superficie rigata comune ai due pezzi in connessione. Trattandosi di una superficie notevolmente aperta, è ovvio che ai fini di un solido vincolo occorre applicare


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Fig. 19

opportuni accessori anche soltanto lignei.

di

serraggio,

6. Frame + Un esempio in cui il concetto di giunzione liscia e, al tempo stesso, mutante nella sua conformazione fisico-geometrica, si rapporta programmaticamente al concetto di robotica finalizzata al montaggio, è costituito dal “Patent pendign” che ha per nome «Frame+». Da un lato, il requisito della liscezza è finalizzato al contenimento delle concentrazioni di sforzo, dall’altro, quello della mutabilità è finalizzato ad assecondare ogni tipo di esigenza architettonica, strutturale, statica e tecnologica. Tale Patent pending è stato presentato dal Gruppo formato dal sottoscritto e dai due architetti romani Fabio Spera e Massimiliano Coni. Le immagini scelte per rappresentarlo nel presente articolo mettono in evidenza la versatilità dei procedimenti costruttivi e assemblativi presupposti per ogni componente, beninteso, in una stringente logica lignea. Al tempo stesso, mettono in evidenza l’ampio grado di libertà compositiva in senso spaziale, e non di meno funzionale, mirando a elevarne al massimo livello l’espressività. Conseguentemente, il disegno implicito del prodotto elaborato è quello di

potenziarne al massimo livello il tenore tecnologico tale da indurre, o meglio, favorire nuove e inesplorate visioni architettoniche mediante l’impiego del legno.

FOURTH INDUSTRIAL REVOLUTION: TECHNICAL INTERPRETATIONS FOR WOOD Focusing on the idea of a "continuous junction", understood as a continuous flow in the forms of connection dictated by the continuous flow in the spatial arrangements of the pieces in connection, innovative relationships are more effectively highlighted, but also the new problems that arise between wood and new transformative systems (CNC), as well as assembly (Robot). This especially with regard to the structures of greatest impact. The relationship of space and time inherent in the idea of flowing necessarily leads to raising the reasoning in terms of the fourth dimension.


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Sopra: ritratto di “Maria” di Metropolis. Sotto: ritratto di Niccolò Zabaglia.

LETTERA A “MARIA”

Ciao, “Maria”, come stai? Come te la passi a Metropolis? Ma, dimmi un po’, Niccolò, il Mastro Zabaglia (che allego in fondo), ogni tanto lo vedi? Sai bene, eh, che è uno di noi! Oh, mi raccomando, quando lo incontri, trattalo bene. Sai, lui, è molto più anziano! Pensa, ai suoi tempi, Galvani e Volta erano ancora di là da venire! Poveretto, era costretto a fare tutto a braccia, corde e cavalli. Oh, se lo vedi, dì pure a lui di aspettarmi. Quando sarò lì, avrò molte cose da dirvi. Qui i tempi, sai, si sono molto evoluti. Quello che per voi era pura utopia, oggi parrebbe che si possa toccare con mano. Io, comunque, con certe cose ci mangio il pane. Benché mi piaccia sognare, poi alla fine resto sempre coi piedi per terra. In fondo, in fondo, anche tu la pensi così, vero? In ogni caso, sai, mi viene da dirti con gioia: ma quanto vigore ci metti a specchiare con luce la vita... Tuo, Felice.

Note: 1. Il presente studio è stato sviluppato in previsione della partecipazione al Seminario FILIERA LEGNO 4.0 – Cambiamenti in atto nelle costruzioni di legno. Verona Fiere – Venerdì, 08 febbraio 2019; coordinato dal Prof. Franco Laner. 2. A questo riguardo sono di notevole interesse gli studi, le esperienze, le concrete applicazioni, elaborate presso l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, diretto dal Prof. Roberto Cingolani. 3. Il superamento del paradigma della terza dimensione, pur in contesti peraltro sempre più diffusi di vita quotidiana, porta necessariamente a relazionarsi idealmente con la Teoria della Meccanica quantistica e, per altri versi, con la Teoria della relatività. 4. Il richiamo fa riferimento alla “Teoria Generale dei Sistemi” elaborata pionieristicamente dal biologo di origini austriache Ludwig von Bertalanffy. 5. Il richiamo fa riferimento ai due medici-biologi cileni: Humberto R. Maturana e Francisco J. Varela, circa i loro studi sugli esseri viventi intesi come sistemi autonomi capaci di auto-conservarsi. Il termine diventato famoso di “Autopoiesi” fu coniato da H. R. Maturana. 6. La locuzione è tratta da: “La nuova alleanza. Metamorfosi della scienza” (1979), Einaudi, Torino, 1981, scritto dal Premio Nobel per la chimica Ilya Prigogine. 7. "Castelli e Ponti di maestro Nicola Zabaglia", Roma 1824, con presentazione di S. E. Card. A. Comastri e introduzione di N. Marconi, Ed. Il Formichiere, Foligno 2014. 8. CNR - Commissione di studio per la predisposizione e l’analisi di norme tecniche relative alle costruzioni. CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE, COMMISSIONE DI STUDIO PER LA PREDISPOSIZIONE E L’ANALISI DI NORME TECNICHE RELATIVE ALLE COSTRUZIONI. Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione e il Controllo delle Strutture di Legno. CNR DT 206–R1 / 2018. ROMA – CNR – 23 Ottobre 2018.


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Dalla pratica alla pratica!

Il Forum dell’Edilizia in Legno ha voluto, come in ogni edizione, promuovere l'edilizia in legno e offrire una piattaforma per creare una tendenza positiva verso il legno e dare a costruttori, progettisti, ingegneri e architetti la possibilità di dar conto delle loro esperienze e realizzazioni, nonché dei loro obiettivi nel campo delle opere portanti e delle costruzioni in legno e fornire allo stesso tempo l’opportunità di ottenere e scambiare informazioni fra gli architetti e i progettisti, i responsabili degli enti preposti al controllo e alla supervisione delle opere edili, i costruttori in legno e gli artigiani, gli esperti e gli addetti alla formazione. L’Italia è un mercato molto importante per i materiali in legno, l’edilizia moderna in legno, l’efficienza energetica e le energie rinnovabili. La costruzione di legno ha una crescente importanza nel settore dell’edilizia in Italia e ha una posizione di vertice in Europa. Durante l’8° Forum dell’Edilizia in Legno che si è tenuto presso il Centro Congressi dell’Hotel Parchi del Garda a Lazise sul Garda in provincia di Verona in febbraio 2019, noi abbiamo incontrato alcuni dei protagonisti di questo evento e raccolto la loro voce. Parlando di ibridazione, anche semplicemente nel caso di componenti a corredo della costruzione lignea, emerge da parte loro l'urgenza di distinguere fra ECO sostenibilità, intesa come salvaguardia dell’ambiente tramite limitazione di conseguenze negative e un sistema di controllo delle lavorazioni per ridurre i fattori nocivi ( una bottiglia di plastica può essere ecocompatibile in quanto riciclabile) e BIO sostenibilità, cioè la capacità di una sostanza di essere metabolizzata dagli organismi viventi senza effetti dannosi sulle funzioni vitali, come un pezzo di legno o qualsiasi prodotto naturale, lana, canapa, sughero ecc., che possiamo definire prodotti bio compatibili. E che chi usa legno della filiera locale ci tiene ancor più a sottolineare! Roberto Scotta

Roberto Scotta, illustra a Sonia Maritan il brevetto Alufoot.

www.alufoot.com Al professor Roberto Scotta dal suo osservatorio privilegiato, quello universitario chiediamo quali sono le novità del settore e poi parliamo di un interessante brevetto depositato dall’Università di Padova, si tratta di Alufoot. «A livello universitario c’è sempre tanto interesse per le costruzioni di legno, l’interesse degli studenti è legato anche al fatto che sanno che il mercato del legno è in continua crescita, c’è disponibilità e bisogno di professionalità. Ma questa mattina abbiamo affrontato temi molto interessanti anche qui al Forum dell’Edilizia in Legno, in particolare si comincia a parlare di durabilità del legno, c’è bisogno di uno sforzo da parte di tutti sia del progettista strutturale e soprattutto quello architettonico che abbia le avvertenze giuste per una struttura di legno».


CHRONICHAE HOLBAU FORUM LAZISE QUINDI IL FATTO CHE SI STIA ALIMENTANDO QUESTA SENSIBILITÀ EVIDENZIANDO ANCHE LE VULNERABILITÀ DEL MATERIALE POSSIAMO CONSIDERARLO UN VALORE AGGIUNTO DELLA CONTEMPORANEITÀ? «Assolutamente, si tendeva a nascondere il problema, invece così si da prova della maturità che il settore sta raggiungendo, e della maggiore preparazione e conoscenza verso cui bisogna puntare». A PROPOSITO DI “PUNTI DELICATI” PER LE COSTRUZIONI DI LEGNO, IL LORO COLLEGAMENTO CON LA FONDAZIONE IN CEMENTO ARMATO RAPPRESENTA INDUBBIAMENTE UN ASPETTO CRUCIALE. «Il sistema Alufoot, brevetto depositato dall’Università di Padova, risponde a questo problema con una soluzione ingegnerizzata e quindi sicura di attacco a terra della costruzione, sicura dal punto di vista della durabilità perché questo aspetto rappresenta il punto più difficile. Il legno, infatti, deve essere staccato da terra il più possibile, non deve essere in contatto con l’umidità e deve avere sempre la possibilità di asciugarsi naturalmente: si tratta di un cordolo in alluminio perché il materiale stesso garantisce la durabilità».

IN BASE AL TIPO DI PLATEA O DI EDIFICIO CAMBIANO LE CARATTERISTICHE DEL CORDOLO O LA SUA ALTEZZA? «Sì, abbiamo due soluzioni, una con il cordolo più alto da 15 cm e l’altro più basso da 6 cm. Quello più alto permetterebbe già di evitare del tutto il cordolo di rialzo in calcestruzzo, mentre quello da 6 cm economizza il materiale alluminio con un minor costo del cordolo, però necessita del cordolo in calcestruzzo di partenza sul quale ancorarsi». QUESTO PRODOTTO È GIÀ STATO POSATO IN CANTIERE? «Il sistema Alufoot ormai è sul mercato da 4 anni, abbiamo già fatto molteplici applicazioni, anche su edifici molto grandi come scuole, edilizia residenziale, e altre destinazioni d’uso, il prodotto sta crescendo». IL SISTEMA SEMBRA MOLTO SEMPLICE, PER CUI SICURAMENTE INTUITIVO PER CHIUNQUE NELL’APPLICAZIONE IN CANTIERE! «Il prodotto è stato concepito e pensato


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Sopra una realizzazione di Hasslacher Norica Timbe, sotto un momento dell'intervista, da sinistr a destra: Karl-Heinz Gritzner, Georg Binder e Sonia Maritan.

per essere semplice, e per essere sicuri che il risultato sia quello che ci si aspetta. Quindi ci sono brochure, video, schede tecniche, tutta la documentazione a supporto di chi vuole usarlo o calcolarlo. La funzione fondamentale di Alufoot è quella di tenere il legno lontano dall’umidità evitando la necessità di rivestirlo con guaine impermeabilizzanti, ma nel contempo assicura velocità e precisione di posa delle pareti e certezza della resistenza meccanica del collegamento alla fondazione; che si risolve alla fine in un risparmio di tempi e di costi per il cantiere, assicurando nel contempo la durabilità al piede delle costruzioni in legno».

Karl-Heinz Gritzner

Nella pagina accanto, un momento dell'intervista a Giancarlo Moro dell'azienda Xlamitalia.

www.hasslacher.com GLI INCONTRI AGLI EVENTI DEGLI HOLZBAU FORUM SI ACCAVALLANO SEMPRE E GIUNGIAMO DI FRONTE AL CORNER DEL GRUPPO HASSLACHER NORICA TIMBER CON GEORG BINDER, IL QUALE COME RAPPRESENTANTE DI PROMO_LEGNO, ESPRIME PREOCCUPAZIONE RIGUARDO IL COMMERCIO DELLA MATERIA PRIMA E IL RAPPORTO CHE C’È SEMPRE STATO TRA AUSTRIA E ITALIA, CHE STA CAMBIANDO. OVVIAMENTE, IL PUNTO DELLA QUESTIONE È CHE ARRIVI UN MATERIALE DI QUALITÀ!

«Sì l’obiettivo comune, per l’Italia e l’Austria, è di avere la qualità in cantiere, e la nuova norma tecnica prevede che chi fa il taglio del prodotto deve avere un direttore di produzione, quindi una persona qualificata che controlla». E QUINDI QUESTO PER L’IMPORT DEL LEGNO COME SI RIVERSA SULL’AUSTRIA? «I produttori di legno lamellare ma anche di X-Lam sempre più fanno il pretaglio per creare un valore aggiunto, perché anche in cantiere arrivano i progetti direttamente dal produttore. Questa è sicuramente una strada…». PARLIAMO DEL GRUPPO HASSLACHER NORICA TIMBER, CHE LAVORA DA MOLTI ANNI IN ITALIA, UNA GRANDE AZIENDA. IN OTTO SEDI DEL GRUPPO HASSLACHER NORICA TIMBER CIRCA 1.600 DIPENDENTI LAVORANO ALLA RAFFINAZIONE DELLA MATERIA PRIMA LEGNO, OFFRENDO DI TUTTO, DA UN TRONCO D'ALBERO AL MURO DELLA CAPANNA, DALLA TAVOLA ALLA CAPRIATA DEL TETTO, TUTTO DA UN'UNICA FONTE PROPRIO COME FACEVA IL FONDATORE JAKOB HASSLACHER PIÙ DI 100 ANNI FA. KARL GRITZNER È ENTRATO GIOVANISSIMO IN QUEST’AZIENDA… «Sono stato assunto in azienda nel 2001, allora cominciai con i segati, di © HASSLACHER group Ben Guthrie, The Guthrie Project


cui adesso neanche si parla quasi più. Protagoniste sono diventate le costruzioni e il nostro impegno è rivolto a questo ambito, come per esempio il collegamento legno-legno X-fix C per elementi del solaio in X-lam oppure X-fix L per il collegamento legno-legno di elementi a parete realizzati con pannelli X-Lam». DOPO OLTRE 100 ANNI DI STORIA NEL LEGNO SIETE PASSATI ALLE COSTRUZIONI DI LEGNO, ANCHE DI PIÙ PIANI, SALENDO PROPORZIONALMENTE ANCHE CON LA PREPARAZIONE CULTURALE TECNICA. «Certo, anche la distribuzione del prodotto è diventata più tecnica, rispetto a quella dei semi fabbricati di massa, perché il prefabbricato comporta di arrivare in cantiere con un prodotto già pronto al montaggio. I produttori italiani sono cresciuti, sono migliorati, osano di più, si è passati dal tetto a costruzioni decisamente sempre più grandi, abbiamo quindi tutto quello che serve per alimentare questa crescita, e la disponibilità di materiali tecnici come quella di semilavorati di grande valore che vengono dall’Austria è importante».

Giancarlo Moro

www.xlamitalia.com La premessa del nostro scambio con Giancarlo Moro, Direttore commerciale di XlamItalia, riguarda il fatto che il settimo ciclo edilizio è già iniziato, perché il settore ha assunto una nuova configurazione. Sono cambiati i modelli di comportamento dei generatori della domanda, portando all’affermazione di nuovi materiali, nuovi prodotti e sistemi, nuovi impianti. A livello “macro”, il settore si sta riorientando, modificando le scelte a proposito di chi produce, cosa viene prodotto e in quali quantità, guidato da nuovi obiettivi e nuove tipologie di domanda.

A PROPOSITO DI NUOVI PRODOTTI, GIANCARLO MORO SOTTOLINEA CHE L’X-LAM È INFINITAMENTE PIÙ LEGGERO, GARANTISCE LA CERTEZZA ASSOLUTA DI COSTI E TEMPI DI REALIZZAZIONE, LA RAPIDITÀ DI ESECUZIONE E UN CANTIERE PULITO. L’X-LAM HA UNA RESISTENZA AL FUOCO CERTIFICATA E UN COMPORTAMENTO ANTISISMICO IMPRESSIONANTE. CI SONO POI ALTRI VANTAGGI COME IL COMFORT AMBIENTALE INTERNO, UN EVIDENTE RISPARMIO ENERGETICO, IL MATERIALE E LA TECNOLOGIA GARANTISCONO OTTIME PRESTAZIONI DAL PUNTO DI VISTA ACUSTICO. SI TRATTA DI UN’AZIENDA GIOVANE! «L’azienda è nata nel 2018, è davvero recente! Siamo giovani di costituzione societaria, ma nasciamo dall’esperienza progettuale e realizzativa di oltre 20 anni, i nostri progettisti e tecnici di cantiere lavorano il legno da decenni e si sono dedicati principalmente alle costruzioni in X-Lam. XlamItalia sta già realizzando dei progetti interessati sul territorio nazionale. Usiamo principalmente il legno di Douglasia della foresta Casentinese in provincia di Arezzo, prodotto in loco dal nostro partner, un produttore toscano».


COME È NATA L’IDEA DI CREARE QUESTA IMPRESA? «Precisiamo che XlamItalia è una società di engineering, con grande esperienza progettuale e tecnica, nasce allo scopo di essere di aiuto ai progettisti per risolvere le specifiche progettuali inerenti alle costruzioni di legno e alle imprese convenzionali, che usano il mattone e i metodi tradizionali, perché possano costruire in tutta sicurezza con il legno; il nostro motto è: “Costruisci in legno a tempo zero”. Costruire in legno è la cosa più bella e semplice del mondo, ma se sbagli un chiodo è finita, questa è la realtà, ecco, dove XlamItalia opera, nel far si che ogni “chiodo sia al posto giusto e piantato nel modo corretto”. Quindi, nel momento in cui si sceglie di costruire una casa di legno bisogna essere coscienti che si sta facendo una casa di legno, che è una cosa diversa dal sistema costruttivo “cementizio”, per questo scopo mettiamo a disposizione lo staff tecnico e progettuale oltre ai tecnici che in cantiere affiancano i muratori. Gli ingegneri, gli architetti e i tecnici del nostro staff hanno sempre lavorato nel campo dell’X-Lam, e quindi ci siamo detti: ma perché non possiamo educare le piccole/medie imprese a questo sistema?» In questa pagina, il pannello X-Lam prodotto in Toscana con il legno di douglasia di cui si avvale l'azienda Xlamitalia, rappresentata da Giancarlo Moro. Sotto una rotella di Douglasia e nella pagina a destra le piante della stessa essenza.

PERCHÉ AVETE SCELTO LA DOUGLASIA E IL PRODUTTORE TOSCANO A CUI HA FATTO RIFERIMENTO? «Prima di tutto devo confessare che l’ho un po’ nel cuore, in Toscana ho trascorso diversi anni della mia attività imprenditoriale da quando insieme ad alcuni amici abbiamo fondato nel 2002 Toscana Bio, per parlare di sostenibilità legata al mondo delle costruzioni; mondo pieno di contraddizioni e interessi speculativi, un esempio su tutti, la differenza tra due parole apparentemente simili: ECOsostenibilità e BIOsostenibilità. Sull’equivoco di queste due parole si sono accettati, nel mondo delle costruzioni, molti materiali e materie prima non proprio “sostenibili”. Abbiamo scelto la Douglasia e la utilizziamo perché abbiamo la certezza di utilizzare un legno proveniente da un bosco italiano. Riteniamo la Douglasia un ottimo legno per realizzare il pannello X-Lam in quanto la struttura lignea, morbida e flessibile, si trova nella via di mezzo tra l’Abete e il Larice, quindi ha più resistenza dell’Abete e meno nervosità del Larice. Poi ho visto nascere l’impianto produttivo, ho vissuto e pianto il suo declino e ho gioito della sua rinascita, questo nostro partner è TLF X-lam. Queste, sono le principali motivazioni della scelta, ma un altro motivo è che sono un romantico e mi lascio guidare molto spesso dal cuore». RIGUARDO IL PROCESSO PRODUTTIVO DELL’X-LAM C’È QUALCHE PARTICOLARITÀ DA EVIDENZIARE? «Oltre all’esclusivo utilizzo del legno di Douglasia, il comparto R&S di Xlamitalia si sta concentrando su modelli di modularità per la produzione e taglio dei pannelli, per


CHRONICHAE HOLBAU FORUM LAZISE Giovanni Spatti

www.woodbeton.it Il valore delle opere firmate Wood Beton, si riscontra in diversi settori dell’edilizia: negli edifici industriali, in quelli di culto, nelle scuole, nei centri commerciali, nelle strutture ricettive e nel settore residenziale, con la realizzazione di grandi interventi chiavi in mano. Sarebbe quindi troppo lunga la lista delle vostre Case History, ma certamente l’Ing. Giovanni Spatti rappresenta bene la mission di questa importante realtà italiana.

avere meno scarti e una qualità superiore, a tale proposito tutto il sistema è correlato da un attestato di “brevetto di fattibilità” del pannello di X-Lam, inoltre stiamo sviluppando nuovi, più veloci, più sicuri, più attuali e compatibili sistemi di montaggio. Per approfondire e spiegare meglio la Douglasia, XlamItalia e partner sono a disposizione degli interessati: commerciale@xlamitalia.com».


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Be Three® è un sistema di Wood Beton, illustrato in alto, che consente di realizzare edifici pluripiano a telaio completate da piastre di solaio in X-Lam tra loro assemblate completamente a secco. Si tratta di un sistema fortemente ecocompatibile in quanto minimizza il consumo di calcestruzzo e di legno, inserendo nello schema strutturale il materiale giusto al posto giusto e consente, per come è concepito, la smontabilità dell’intera struttura e dell’involucro. Sotto il modulo convegnistico moderato come di consueto dal prof. Maurizio Piazza, sempre presente al Forum dell'edilizia in legno.

PENSO CHE LEI, INGEGNER SPATTI, CON LA SUA GRANDE ESPERIENZA, RAPPRESENTI ANCHE QUALE POSSA ESSERE LA PROSPETTIVA FUTURA. MI RIFERISCO ALL’IBRIDAZIONE: IL LEGNO È UN MATERIALE ECOSOSTENIBILE E NATURALE, MA DOBBIAMO PENSARE A COSTRUZIONI CHE DURINO NEL TEMPO. COME ABBIAMO VISTO, CON L’INTERVENTO MODERATO DAL PROFESSOR MAURIZIO PIAZZA, FINALMENTE SI È ARRIVATI A DICHIARARE QUALI SONO LE PROBLEMATICHE DEL LEGNO, VISTO CHE NOI SIAMO A FAVORE DEL COSTRUIRE CON QUALITÀ. «Sì, sono pienamente d’accordo con quanto Lei sta dicendo. Io, da sempre, lavoro progettando, combinando e gestendo indistintamente legno, acciaio e calcestruzzo: ognuno ha le proprie caratteristiche e per ottimizzar-

ne l’uso è fondamentale avere la “duttilità” tecnica di impiegare ogni singolo materiale potenziandone al massimo le peculiarità. La durabilità e le prestazioni di una struttura non dipendono assolutamente dal materiale in quanto materiale, bensì dall’abilità progettuale del progettista e dalla capacità realizzativa del costruttore. L’importante è essere flessibili e capaci di ingegnerizzare ogni singolo progetto nel migliore dei modi, impiegando la tecnologia costruttiva che meglio si adatta alle specifiche esigenze. Perché questi materiali stanno bene insieme? Perché hanno delle caratteristiche tra loro complementari. Ora, più che mai, l’ibridazione è un tema di grandissima attualità: io da parecchi anni invito i colleghi del settore a spostarsi verso tale direzione. Mi rendo conto che oggi, questo, è stato capito da molti e credo che a breve troverò sul mercato diversi competitor: ma sono contento, perché ciò significa portare avanti la tecnologia e farla crescere. Il nuovo sistema costruttivo che abbiamo lanciato recentemente sul mercato, “Be Three®”, vincitore del premio Klimahouse Trend 2019-Categoria Timely presso la Fiera di Bolzano, è l’esempio di come l’utilizzo congiunto del calcestruzzo, del legno e dell’acciaio sia la soluzione vincente. Si tratta di un sistema che pone particolare attenzione al tema della sostenibilità ambientale, ottimizzando l’impiego dei diversi materiali: paragonando il sistema Be Three® a un sistema costruttivo in X-Lam, il consumo di legno con Be Three® è pari a 0,10 m3/m2 invece di 0,35 - 0,30 m3/m2. Questa è la vera sostenibilità poiché il taglio degli alberi viene ridotto a un terzo e la quantità di calcestruzzo impiegata è minima. A questo, si aggiunge il fatto che tale tecnologia consente di realizzare strutture completamente smontabili e, di conseguenza, riciclabili e riutilizzabili in altri ambiti, portando così il concetto di


CHRONICHAE HOLBAU FORUM LAZISE sostenibilità a un livello ancora più alto».

dei costi, oltre a garantire un’assoluta sicurezza per gli operatori».

LO SMONTAGGIO RICHIAMA LA PREFABBRICAZIONE, E FORSE SISTEMI INDUSTRIALIZZATI CHE SI POSSANO MONTARE E DEI QUALI, SE NECESSARIO, SI POSSANO SMONTARE DELLE PARTI PER SOSTITUIRLE… PRIMA PARLAVANO DEI PROBLEMI DELLE FINESTRE, QUESTO SAREBBE SUPERATO! «Assolutamente sì, prima ho sentito il Professor Piazza affermare: “La velocità non sempre è una cosa positiva”. Sono assolutamente d’accordo, ma è altrettanto vero che la velocità di esecuzione non è incompatibile con la qualità del prodotto se si passa attraverso un’industrializzazione dell’edilizia. Fare edilizia off-site significa, infatti, realizzare in stabilimento, con una produzione di tipo industriale, elementi tradizionalmente realizzati in opera, impiegando tecnologie atte a massimizzare la produzione, incidendo positivamente sugli aspetti economici del cantiere e riducendone i rischi. Di conseguenza, questa edilizia, comporta una maggiore qualità del prodotto e una limitazione

RICORDIAMOLO AI LETTORI, QUALI SONO LE CARATTERISTICHE POSITIVE DI OGNUNO DEI TRE MATERIALI STRUTTURALI. «Ogni materiale deve essere usato al posto giusto e per il giusto scopo. Per esempio, il legno è un materiale leggero, quindi perfetto per essere impiegato in zone ad alto rischio sismico, oltre che per realizzare orizzontamenti che, a causa del proprio peso e dei sovraccarichi strutturali, sono soggetti a fenomeni flessionali. Il calcestruzzo, invece, ha un’ottima capacità di resistenza alla compressione e quindi è adatto per gli elementi verticali, per grandi sovraccarichi su grandi luci e in caso di elevate richieste di resistenza al fuoco o elevata capacità portante su spessori ridotti. Infine, l’acciaio può essere utilizzato come elemento di giunzione tra le componenti strutturali in calcestruzzo, ottimizzando il comportamento globale dell’edificio in caso di sisma».


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L’evoluzione del cordolo

Questa intervista verte sul cordolo ventilato e diventa particolarmente interessante per il settore in considerazione anche dei ragionamenti a contorno che solleva; scaturisce dalle parole dell’Amministratore di Soltech, Emanuele Gatti, che abbiamo incontrato in occasione dell’ultima edizione di KlimaHouse 2019 a Bolzano. bilità al cliente di aver un unico interlocutore che fornisca ferramenta standard e speciale allo stesso tempo, sempre in conformità alla attuale normativa UNI EN 1090. La crescente richiesta di forniture tecniche per l'edilizia del legno: ancoraggi per pilastri, collegamenti per travi, tiranti, sistemi di sigillatura, ecc., hanno portato la nostra azienda a impegnare importanti risorse umane e tecnologiche con il preciso fine di trovare soluzioni di altissima qualità e materiali innovativi. La nostra ferramenta per costruzioni di legno viene scelta dalle più importanti imprese edili del settore e viene utilizzata regolarmente in opere pubbliche e private anche di grandi dimensioni».

Un momento dell'intervista di Sonia Maritan a Emanuele Gatti, e i prodotti di Soltech, l'azienda di cui è titolare.

INNANZITUTTO, CON QUALE FINALITÀ NASCE SOLTECH S.R.L.? «L’azienda, sin dal 1992, quando nasce si specializzata a livello nazionale in sistemi di fissaggio per la costruzione di legno, inizialmente con una piccola gamma di prodotti speciali. Visto l'evolversi del settore e le continue richieste oggi Soltech s.r.l. per soddisfare le crescenti esigenze della propria clientela dispone di un locale di circa 2000 mq con 1450 posti pallets. Dispone inoltre di un reparto dedicato all'evasione ordini a distinta e di un'attrezzata officina per carpenteria speciale per la realizzazione di componenti strutturali su progetto, realizzate secondo le più severe norme vigenti, offrendo la possi-

ALLO STAND DELLA SOLTECH NOTIAMO UN CAMPIONE DEL CORDOLO VENTILATO ISPEZIONABILE, DEL QUALE CHIEDIAMO A EMANUELE GATTI CHE CI RACCONTA COME È NATO IL SUO PROGETTO. «Il progetto del cordolo ventilato ispezionabile è nato nel 2014, perché in quegli anni non c'erano nelle nostre zone tante costruzioni di legno. Quelle poche che c'erano destavano però


COLLOQUIUM_SOLTECH tutte molta perplessità sull'attacco a terra della casa». IN REALTÀ QUESTO ASPETTO NON ERA ANCORA STATO CONSIDERATO… «Costituiva un aspetto che non era stato approfondito, fino a quando siamo arrivati a un intervento su una casa, dove l'ingegnere mi ha detto: “Questa casa l'abbiamo aperta e sotto abbiamo trovato uno stato di diffusa marcescenza e non riusciamo a capire perché si sia creata questa patologia”. In realtà, fondamentalmente, non l'aveva capito nessuno in quel periodo, comunque era evidente che servisse una soluzione. Allora ho pensato di fare un sistema che sollevasse la parete, ma non era sufficiente sollevarla perché la marcescenza non si crea perché arriva dell'acqua, si crea per una serie di fattori che potrebbero essere l'umidità di risalita che sarebbe facilissimo interrompere con una guaina, però poi l'umidità che si crea all'interno della parete anche solo per la rottura di un tubo di un piatto doccia non riesce più a defluire proprio perché protetta da una guaina. La stessa guaina crea quindi un danno». DUNQUE, LA GUAINA NON È LA SOLUZIONE! «Io lavoro l’acciaio da sempre e ho pensato di costruire un sistema in grado di lasciare libera una parte della parete, tanto è vero che la base della parete di legno rimarrà libera e visibile. Inizialmente ho concepito questo progetto da fabbro con l’obiettivo che potesse assicurare resistenza a tutta la struttura lignea soprastante. Il primo Ingegnere che lo ha visto disse: “Emanuele, lascia stare: un cordolo aperto è estremamente complicato da verificare, quindi non è possibile fornirti valori esatti di tenuta”. Siccome, però, l'idea mi piaceva, ho depositato il brevetto e ho cominciato a far le prove all'università. Ho finanziato diverse tesi di laurea perché penso che i giovani siano il nostro futuro e devo dire che da ogni tesi è nata un'idea migliorativa sul progetto, che via via si è evoluto. Ovviamente non è un cordolo ventilato in senso stretto, perché non circola aria che potrebbe essere anche umida. Con questo sistema è possibile monitorare le condizioni alla base della struttura: con delle piccole telecamere o un endoscopio è possibile collocarsi all’interno del cordolo e vedere se c'è dell'acqua e se c’è un problema. Prima che l'acqua arrivi all’altezza di otto centimetri e rovini la parete è possibile intervenire. Attualmente stiamo facendo dei test anche con l'Università di Firenze».

PROVIAMO A SPIEGARE, COADIUVATI DA DISEGNI, RENDERING E FOTOGRAFIE CHE INSERIREMO A COROLLARIO DEL TESTO, COME FUNZIONA QUESTO CORDOLO BREVETTATO. «Premesso che una delle problematiche è che le pareti delle case di legno non respirano, sotto la casa va inserita questa cordolatura. Si tratta di un sistema composto da 3 elementi, non di più e forniamo tutti i carichi utili in fase di progettazione. Inoltre, sappiamo benissimo che le case vengono appoggiate su delle platee che non sono mai a livello e che in fase di montaggio si utilizzano zeppe e malte riempitive.


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Queste ultime, anche se di ottima qualità, oltre a non garantire un riempimento uniforme sotto tutta la parete, contengono dell’acqua che contribuirà a creare umidità. Con il mio sistema di cordolatura in acciaio, è possibile garantire un appoggio perfettamente continuo grazie alla regolazione meccanica. È una vera e propria sicurezza anche per il montaggio».

Alcuni momenti dell’intervista di Sonia Maritan, con Stefano Cervini e Pietro Ferrari di Web and Magazine, al titolare di Soltech Emanuele Gatti presso lo stand dell’azienda all’edizione 2019 di KlimaHouse a Bolzano. Oltre a diversi prodotti di Soltech, è in evidenza anche un campione del cordolo ventilato ispezionabile sul quale verte questo articolo oltre ai render e a un disegno dettagliato.

IL CORDOLO È DI ACCIAIO? «Al Corten: è un brevetto americano in cui è stato aggiunto rame, cromo e fosforo che a contatto con l’ossigeno si ossidano formando una pellicola protettiva. L’altissima densità di questa pellicola impedisce il passaggio dell’ossigeno bloccando quindi il processo di ossidazione e la conseguente corrosione. L’acciaio Corten è inoltre un materiale duttile e quindi adatto all’utilizzo in zona sismica. Un dettaglio su cui ci siamo soffermati è il ponte termico che però è risolto applicando semplicemente un normale quantitativo di isolante esterno e interno che potrebbe variare in base alla zona climatica in cui verrà realizzata la struttura. Il Sistema è stato molto apprezzato sia

da tecnici, sia da costruttori e sia da privati; infatti, sono state superate le 250 installazioni. Una grande soddisfazione è stata quella di vincere un premio insieme all’Università la Sapienza di Roma che ha scelto di utilizzare il mio Sistema nella costruzione della struttura in legno che ha partecipato al Solar Decathlon Middle East di Dubai. Attraverso i loro software è stato possibile fare un monitoraggio continuo della struttura. La chicca finale è che il Cordolo in abbinamento a delle sonde è un valido sistema per valutare l’agibilità della struttura post-sisma. Una delle ultime applicazioni del prodotto è stata per la ricostruzione di una scuola. L’idea venuta all’architetto Franco Laner di utilizzare il cordolo ventilato mi ha permesso di studiare una soluzione per integrare il mio sistema direttamente alle pareti già posate in opera. Questo è un grosso vantaggio in termini di tempo. In 15 giorni un’impresa di due persone ha ripristinato la scuola, dimostrando che la casa di legno è riparabile in modo molto semplice, non ci sono stati calcinacci o muratura da demolire. Si è potuto procedere con una semplicità incredibile».

THE CURB EVOLUTION This interview focuses on the ventilated curb and becomes particularly interesting for the sector in consideration also of the boundary reasoning that raises; springs from words of the Director of Soltech, Emanuele Gatti, whom we met on the occasion of the latest edition of KlimaHouse 2019 in Bolzano.



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Un sodalizio a prova di staffa

Adveco, posizionata nel nord Italia e specializzata nella produzione di ferramenta per le costruzioni di legno, e Comail, presente nel territorio del centro-sud Italia nel settore carpenteria per il quale offre connessioni ed elettroutensili di alta gamma, nel 2010 creano un sodalizio implementando vicendevolmente il proprio business. Ne parliamo con Alberto Moretti, uno dei rappresentanti di Adveco insieme a tutta la sua famiglia da cui nacque 56 anni fa l’impresa e con Francesco Lombardo, titolare di Comail. Incontriamo a Legno&Edilizia 2019, Alberto Moretti presso lo stand che Adveco ha ulteriormente valorizzato ampliandolo – passando da 32 a 64 metri quadrati – e rinnovandolo. Concepito come un’isola aperta sui 4 lati per invitare all’incontro, un lato dello stand lascia spazio al marchio Comail, suggerendo una possibile sinergia fra i due marchi. La ditta Comail, dopo oltre 30 anni di esperienza nel settore legno offre ai suoi clienti una vasta gamma di prodotti, partita seguendo la lavorazione da falegnamerie, passando poi per imballatori e segherie, ormai conoscenze decennali, è poi approdata al settore carpenteria con connessioni ed elettroutensili di alta gamma. Una realtà ben rappresentata da Francesco Lombardo, con la quale la famiglia Moretti nel 2010 circa ha creato una sinergia, che ai

nostri microfoni dice: «Inizialmente, io conoscevo la Adveco come produttore di staffe, ma all’epoca non era nemmeno molto affermata. Ci incontrammo in fiera, e fissammo un appuntamento con Pietro Moretti – Alberto andava ancora a scuola – constatando insieme che la Adveco era affermata nelle zone del nord Italia, ma nel sud Italia non era molto conosciuta». QUINDI QUESTO RAPPORTO HA APERTO IL MERCATO DI ADVECO ANCHE AL SUD ITALIA: SIETE DIVENTATI RIVENDITORI DEI LORO PRODOTTI E DI ALTRI PRODOTTI ANNESSI? «Sì, anche di altri prodotti annessi, adesso diciamo che c’è proprio una collaborazione completa tra Adveco e Comail, e che dopo 10 anni possiamo considerarlo un rapporto consolidato».


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A BRACKET-PROOF PARTNERSHIP Adveco, located in northern Italy and specialized in the production of hardware for the wood constructions, and Comail, present in the central-southern Italy area in the carpentry sector for which it offers high-end connections and power tools, in 2010 they create a partnership implementing their business with each other. We talk about it with Alberto Moretti, one of Adveco's representatives along with his entire family from which he was born 56 years ago the company and with Francesco Lombardo, owner of Comail.

IN QUESTI 10 ANNI È CAMBIATO TUTTO: PRIMA SI FORNIVA SEMPLICEMENTE LA STAFFA O UN ALTRO PRODOTTO, ADESSO INVECE È NECESSARIO DARE UN SISTEMA DI PRODOTTI E UN SERVIZIO COMPLETO E COMPETENTE! «Indubbiamente oggi è più complesso, noi siamo qui in fiera perché ci proponiamo come distributori di staffe Adveco, ma anche come agenti con vendita diretta per tutto il resto, perché ormai abbiamo ampliato la gamma dei prodotti, quindi abbiamo chiuso il cerchio in maniera competitiva per il mercato nazionale. Questo proprio per garantire un servizio completo, nel quale oltre alla staffa offriamo la risoluzione di tutti i problemi annessi alla lavorazione del legno». IL RAPPORTO DI ADVECO CON COMAIL HA PORTATO A QUALCHE ESPERIENZA PARTICOLARE? «Quello che ci ha uniti entrambi, io credo che sia stato il rapporto interpersonale che è nato tra me e Pietro, successivamente con i figli, questo rapporto ha portato a sviluppare dei progetti che oggi siamo qui insieme a presentare». UN RAPPORTO COSÌ CONSOLIDATO CREA LE OPPORTUNITÀ MIGLIORI! «Alcuni prodotti noi non li avevamo in gamma – risponde Alberto Moretti – loro ci danno un feedback continuamente aggiornato, e ci dicono che serve una determinata staffa e allora iniziamo a progettarla e poi produrla: mio fratello si occupa solo ed esclusivamente della produzione». «Quando io ho conosciuto Adveco – riprende Francesco Lombardo – ho avvicinato un’azienda potenzialmente molto avanti, in grado di produrre qualsiasi cosa, però la Comail è stata un

po’ una costola che ad Adveco mancava che era la parte commerciale, questo ci ha portato a unirci e rafforzare questo rapporto». LA DITTA COMAIL QUANDO È NATA? «Comail è nata nel 2011, ma dietro l’esperienza personale, con una partita iva personale che parte dall’85. Diciamo che alla Comail sono state trasferite tutte quelle competenze e il capitale della clientela e dei fornitori derivati dalla ditta Lombardo Francesco che tutt’ora comunque ha partita iva esistente». Diciamolo! Perché tutto, sempre, parte da una persona, dagli impegni e i sogni messi in un percorso individuale e poi via via si crea una realtà più strutturata, un’azienda, che come la società è un organismo vivente composto di tante unità che insieme creano il molteplice. Se poi due aziende di estrazione diversa si incontrano, confrontano e mettono insieme i loro valori complementari certamente implementano vicendevolmente il proprio business!

Alcuni momenti dell'intervista di Sonia Maritan ad Alberto Moretti in rappresentanza di Adveco e a Francesco Lombardo di Comail (nelle foto, a destra di Sonia Maritan) presso lo stand Adveco all'edizione 2019 di Legno & Edilizia a Verona.


COLLOQUIUM SPECIAL WOOD - DDF ECOLAM FELICE RAGAZZO www.specialwoodsrl.it www.feliceragazzo.it di Sonia Maritan

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Un logo dà forma al legno

A Legno&Edilizia 2019, presso lo stand di Ecolam, incontriamo Denis De Luca di Special Wood s.r.l. - DDF, il professor Felice Ragazzo e Corrado Gasparri, consulente tecnico di processi industriali. Parliamo della genesi di un logo che forma un arco, quasi un’ellisse fatto di lamelle curvate secondo il brevetto Ecolam, a rappresentare la grande potenzialità del legno curvato, da progettare liberamente per creare architetture più armoniche, apoliedriche e ispirate alla natura fin nella loro genesi morfologica.

PARLIAMO DELLA GENESI DEL LOGO DISEGNATO DAL PROFESSOR FELICE RAGAZZO, MA ANCHE DELLA SUA RAPPRESENTAZIONE MATERIALE, E CERCHIAMO DI CAPIRE L’IDEA DEL BRAND DA COSA NASCA, COME È STATA CREATA E POI PRODOTTA IN GRANDE FORMATO. LA TECNOLOGIA DEL LEGNO CURVATO, CHE RICHIAMA AL KNOW HOW DI SPECIAL WOOD SRL - DDF, COME SI RAPPORTA ALLA PROGETTUALITÀ ODIERNA E ALLA TECNOLOGIA? «Questo è un oggetto-emblema, io l’ho chiamato “Trofeo”, a simbolo di una tecnologia che vuole essere estrema, una curvatura che forza le regole, i parametri – esordisce il professore con il suo consueto modo scanzonato che dentro il suo ampio sorriso nasconde sempre un’idea nuova, evocata quasi per caso e sempre con garbo, fino a che descrivendola, gli dona una fiamma viva, via via sempre più vigorosa –. Il punto era di mettere in tensione, non in maniera meccanica, ma estetica, visiva, due elementi che sono fondamentali per il nuovo logo, che sono praticamente delle ellissi, di fatto una C. L’idea è stata di mettere in relazione due sagome di questo tipo al fine di determinare una figura tesa, capace di simboleggiare l’energia che si imprigiona nella curvatura delle lamelle».


QUINDI IL BRAND “ESTRUSO” IN GRANDE FORMATO RAPPRESENTA LA POTENZA TECNOLOGICA DELL’AZIENDA, LA CAPACITÀ PECULIARE DI CURVARE IL LEGNO? «Sì, il problema è di riuscire a parlare con le forme e non soltanto con le parole, di parlare in modo indiretto con i fatti! Naturalmente conta un progetto che presuppone un’esecuzione, Denis De Luca e Corrado Gasparri l’hanno eseguito in modo magistrale. Poi le aziende si sa, devono fare tante cose, dare priorità alle consegne degli ordini, da qui la ragione per cui il progetto originario al momento è solo improntato. Io, comunque, invece di prendermela, ho detto: “Facciamo un passo alla volta, cioè oggi si mostri questo primo stadio che è simbolico, ma poi, piano piano, si espliciti l’intero alfabeto"».

CHIEDIAMO, QUINDI, DIRETTAMENTE A DENIS DE LUCA COSA L’ABBIA SPINTO A CAMBIARE IL BRAND, RICORRENDO ALL’ESTRO E AL GENIO DI FELICE RAGAZZO, E PRESENTARLO POI A LEGNO & EDILIZIA? «L’azienda si è spostata e si è ingrandita, quindi a un certo punto abbiamo avuto anche questa necessità di fare un cambio di ragione sociale. La storicità della Special Wood s.r.l. - DDF rimane sempre, è solo una questione legata alla rappresentazione della struttura e alla necessità di creare una comunicazione più adeguata.

In apertura, Sonia Maritan con Denis De Luca (a sinistra), il professor Felice Ragazzo (a destra) e Corrado Gasparri presso lo stand Ecolam all'edizione 2019 di Legno & Edilizia a Verona: in evidenza il progetto del logo e la sua realizzazione in grande formato come fosse un elemento architettonico. Seguono alcune immagini del trave CE in Ecolam, un campionario delle specie legnose Ecolam, una ripresa durante la realizzazione dell'arco, lo spettacolare e mastodontico risultato finale, un esempio di realizzazione di un tetto con Ecolam (nel caso specifico con elementi rettilinei) e il trasporto degli archi.


COLLOQUIUM esperienza ha arricchito tecnicamente tutti noi! Naturalmente, qui l’anima tecnica di Corrado Gasparri ha giocato un ruolo cruciale! Ad esempio, è come limitarsi a scuola a fare delle ricerche individuali, rispetto a quelle collettive: lavorare in gruppo, si sa, non è una somma, ma una moltiplicazione! Significa condividere, trovare lo stimolo che ti fa superare lo stato dell’arte precedente e potenziare il risultato».

SPECIAL WOOD - DDF ECOLAM FELICE RAGAZZO www.specialwoodsrl.it www.feliceragazzo.it

In Felice Ragazzo vediamo un personaggio di punta che ci aiuta a valorizzare quello che facciamo, ci permette di condividerlo con qualcuno senza legarlo al solo discorso economico. Perché ci anima la passione di realizzare qualcosa che sia bello, a prescindere dal valore economico, tale che ci possa far guadagnare dei riconoscimenti riguardo alla nostra specializzazione che è la curvatura delle lamelle. Questa sinergia che si sta creando è in perfetta linea con la problematica tipica del rapporto tra il progettista e il realizzatore e ci fa capire quanto sia fondamentale il fertile scambio tra astrazione progettuale e concretezza aziendale. Ha poi valore la professionalità di chi è coinvolto per fa sì che la collaborazione gratifichi entrambe le parti. Io sono veramente contento perché, nel realizzare questa struttura-logo, è stato migliorato un dispositivo tecnico che ci ha fatto compiere un passo avanti, sono stati elaborati nuovi sistemi di serraggio e quindi l’azienda non ha consumato tempo per fare un oggetto a solo scopo di vanità; anzi questa

IL LEGNO CURVATO VIENE MESSO IN FORMA GRADUALMENTE CON DELLE DIME PER OTTENERE LA FORMA FINALE? «Questa trave – risponde Corrado Gasparri, esperto nei processi industriali – può essere realizzata con il brevetto Ecolam, una tecnica che consente di realizzare tutte le strutture, diritte e curve, con la certificazione CE e con un’ampia scelta di specie legnose, coniugando tecnica, estetica ed ecologia. Abbiamo messo a punto dei sistemi per realizzare questo procedimento che prevedono la creazione di dime specifiche con il sistema di serraggio che tiene conto di molti elementi della lavorazione, quali ad esempio la temperatura ambiente, quella del legno ecc. In sintesi un bello sforzo entusiasmante e creativo con certificazioni a norma CE». IL TRASPORTO PONE DEI VINCOLI? «Trasportare le travi a forma di arco è indubbiamente complesso più di quelle diritte – risponde Denis De Luca –, ci sono problemi di sicurezza del carico e relativo ancoraggio, il tutto con la necessità di preservare la qualità estetica. Anche in questo caso abbiamo affinato delle tecniche che garantiscono l’ottimizzazione del coefficiente di carico a vantaggio del costo stesso. Con umiltà cerchiamo di fare sempre meglio, la nostra massima è: “Qualità nella sicurezza”».

A LOGO GIVES SHAPE TO THE WOOD At Legno&Edilizia 2019, at the Ecolam stand, we meet Denis De Luca of Special Wood srl - DDF, prof. Felice Ragazzo and Corrado Gasparri, technical consultant for industrial processes. We are talking about the genesis of a logo that forms an arch, almost an ellipse made of blades curved according to the Ecolam patent, to represent the great potential of curved wood, to be designed freely to create more harmonious, apoliedric and nature-inspired architectures right down to their morphological genesis.



COLLOQUIUM ECOLIVE www.x-frame.it di Sonia Maritan

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Un sistema costruttivo ibrido e antisismico

X-Frame è un sistema ibrido particolarmente evoluto e recente che integra, in una perfetta sinergia, i principali vantaggi dei più diffusi sistemi costruttivi. Ne abbiamo parlato con Dominik Gallè, l'amministratore di Ecolive, e la dr.ssa Sara Santaguida in occasione dell’ultimo MADE expo 2019 a Milano. A ILLUSTRARCI IL SISTEMA COSTRUTTIVO DELLE CASE PREFABBRICATE IN BIOEDILIZIA X-FRAME È DOMINIK GALLÈ. «Si tratta di un sistema innovativo e performante, che permette di realizzare edifici antisismici a elevata efficienza energetica. Il livello di prefabbricazione è tale che riusciamo a precostruire anche il tetto, raggiungendo una velocità di costruzione ineguagliabile che ci consente di realizzare la casa in pochi giorni». PARLIAMO DELLE MODALITÀ OPERATIVE DEL SISTEMA X-FRAME. «A differenza del sistema X-Lam i moduli di tetto e pareti sono trasferiti sul cantiere già provvisti di isolamento interno e cappotto esterno.

Un momento dell’intervista a Sara Santaguida e Dominik Gallè riguardo il Sistema X-Frame presso il loro stand all’ultima edizione di MADE expo 2019 a Milano. Lo Spaccato del sistema XFrame, la squadra di Ecolive al lavoro e due realizzazioni firmate X-Frame: case in bioedilizia by Ecolive.

Naturalmente, trattandosi di elementi pesanti e voluminosi, è necessario l'ausilio di autogru per la loro messa in opera. Il grezzo di base della struttura è assemblato generalmente in una sola giornata». NEL LEGNO, IL PREFABBRICATO HA ASSUNTO UNA DECLINAZIONE POSITIVA PERCHÉ IMPLICA UN PROGETTO ESECUTIVO DI UN DETTAGLIO TALE CHE GARANTISCE UNA QUALITÀ ASSOLUTA! «Indubbiamente e senza adeguarsi a strutture standard, nulla di tutto ciò, questo ci teniamo a sottolinearlo! Le nostre costruzioni si possono adattare a qualsiasi tipologia di progetto e permettono la massima flessibilità e libertà anche nelle disposizioni interne.


COLLOQUIUM_ECOLIVE

Una progettazione esecutiva dettagliata permette di eseguire le lavorazioni in laboratorio con precisione assoluta e alto livello qualitativo. La costruzione di una casa con il nostro innovativo sistema si riduce a un “semplice” posizionamento dei monoblocchi prefabbricati che compongono le pareti esterne e il tetto, riducendo drasticamente i tempi d’intervento». PERCHÉ DEFINITE X-FRAME UN SISTEMA COSTRUTTIVO IBRIDO? «Il sistema lo definiamo ibrido in quanto ci sono in queste costruzioni tutti e tre i sistemi costruttivi più importanti integra-

ti in un unico sistema. Quindi abbiamo travi e pilastri di legno lamellare che formano l'ossatura portante principale (post and beam), mentre le pareti sono formate da un telaio Duolam e da due particolari pannelli X-Lam a tutta parete (incollati e fissati meccanicamente) che contribuiscono notevolmente ad aumentare la funzione strutturale. La differenza rispetto al telaio tradizionale è sostanziale perché, anziché tanti pannelli OSB di piccole dimensioni le cui giunzioni creano discontinuità strutturale, in questo sistema abbiamo due pannelli lamellari a tutta parete


COLLOQUIUM ECOLIVE www.x-frame.it

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senza alcun calo prestazionale dovuto alle giunzioni. Per quanto riguarda l'isolamento, nelle intercapedini di tetto e pareti viene utilizzata lana di roccia ad alto spessore, mentre nell'estradosso di copertura e come cappotto esterno vengono impiegati pannelli in sughero. Il sughero è prodotto dal nostro partner Syfar e proviene dalla Calabria e dalla Sicilia». SYFAR DAL GRECO VUOL DIRE PER L’APPUNTO SUGHERO… «Sì, Syfar è l’azienda nostra partner che si occupa della raccolta delle cortecce delle Querce da sughero (Quercus Suber), una pratica che non prevede il taglio degli alberi, perché la corteccia si rigenera dopo 6/8 anni, e questo ci permette di parlare di Bio edilizia pura. Si tratta di un materiale eccellente, sia per le proprietà isolanti che per la sua eterna durabilità. Nonostante l'impiego di materiali performanti e di prestigio riusciamo a proporre le nostre strutture a un prezzo piuttosto competitivo, ciò grazie all'elevato livello di prefabbricazione che coinvolge anche gli elementi (monoblocchi auto-portanti) del tetto. Siamo, infatti, gli unici a prefabbricare anche il tetto, riuscendo così ad abbattere notevolmente i costi di cantiere».

IL SISTEMA X-FRAME, COME MIX DI DIVERSE TECNOLOGIE COSTRUTTIVE, AGEVOLA LO SVILUPPO DELLE COSTRUZIONI IN ALTEZZA NELL’AMBITO DI QUESTO MATERIALE? «Certamente, perché noi prevediamo una struttura portante principale, fatta di travi, pilastri, etc, quindi è sufficiente calcolare strutturalmente bene l’ossatura portante principale e poi i monoblocchi fanno da completamento e rinforzo ulteriore allo scheletro portante».

A HYBRID AND ANTI-SEISMIC CONSTRUCTION SYSTEM X-Frame is a highly evolved and recent hybrid system that integrates, in perfect synergy, the main advantages of the most common construction systems. We talked about it with Dominik Gallè, the Ecolive administrator, and Dr. Sara Santaguida at the last MADE expo 2019 in Milan.


AND collana web magazine book

ANNUARIO SULLO STATO DELL’ARTE DEI TRATTAMENTI DELLE SUPERFICI

www.webandmagazine.media/pubblicazioni/finishing-anthology

A CURA DI ADELLO NEGRINI

FINISHING ANTHOLOGY

ANNUARIO SULLO STATO DELL’ARTE DEI TRATTAMENTI DELLE SUPERFICI


FOCUS SOFTWARE ABIES DIETRICH’S DLUBAL CONCRETE SEMA di Franco Riccardi

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ABIES

Sempre un passo avanti!

Specializzata nelle strutture in legno fin dalle sue origini, Abies Engineering s.r.l. aggiorna e crea continuamente nuovi pacchetti di software dedicati alle strutture in legno, garantendo a tutti i pacchetti caratteristiche comuni per le funzioni principali. Abies Engineering www.abieseng.com

Nata nel 2000, Abies Engineering s.r.l. è fra le prime società italiane ad aver creato, prodotto e commercializzato software di calcolo e verifica interamente dedicati alle strutture di legno. Oggi sviluppa software anche per strutture metalliche, software su misura, e grazie a uno studio di progettazione collegato, offre consulenze nell’ambito delle case di legno, dei tetti di legno e delle strutture di acciaio. I programmi sviluppati da Abies Engineering spaziano dal calcolo del solaio misto al calcolo di telai tridimensionali, senza dimenticare le verifiche locali e i collegamenti. A breve Abies Engineering s.r.l. entrerà nel mondo delle case di legno con un prodotto specificamente studiato per il calcolo e la verifica di edifici completi con struttura portante a pareti.

PRODOTTI

Connet Pro è un programma di calcolo automatico agli elementi finiti, che consente l’analisi dei solai collaboranti in legno. L’algoritmo di calcolo nasce da un’ampia indagine teorico-sperimentale svolta in ambito universitario, e implementa l’elemento finito “bitrave”.

Tale metodo numerico risulta ampiamente collaudato, essendo stato efficacemente utilizzato da numerosi studi professionali, con ottimi risultati. Il programma permette di risolvere solai misti, sia con cappa di legno, sia con cappa in calcestruzzo armato, e fornisce deformazioni, sollecitazioni e tensioni sulla trave, sulla cappa e sui connettori, lungo tutto l’asse longitudinale, dato che l’impiego del metodo degli elementi finiti consente di effettuare l’analisi tramite lo schema della trave continua. È inoltre possibile valutare la presenza di puntellazioni provvisorie e inserire carichi assolutamente generici. AbiesTRUSS è un programma di calcolo automatico agli elementi finiti che consente di analizzare le normali capriate di legno (solo monaco, monaco e saette, controcatena) e le reticolari. Semplicemente inserendo la geometria della struttura da verificare, il programma crea in automatico il modello matematico, valutando tutti i carichi agenti, e svolgendo di seguito l’analisi statica, calcolando deformazioni, sollecitazioni e tensioni su tutti gli elementi. La modellazione automatica, tuttavia, non inibisce la possibilità di intervento da parte dell’utente, che può


FOCUS SOFTWARE ne eseguita in automatico dal programma; - visualizzazione delle sollecitazioni e delle tensioni su tutti gli elementi; - possibilità di scelta tra NTC2018, EC5, o DIN 1052; - uscite in formato DXF; - verifiche dei collegamenti; - verifiche al fuoco; - relazione di calcolo, comprensiva di diagrammi, realizzata in automatico in formato RTF. verificare le specifiche esigenze progettuali del caso, modificando il modello mediante l’aggiunta o l’eliminazione di aste (solo reticolari), o variando i carichi e le caratteristiche di aste e nodi. Cruciale risulta la parte che consente l’analisi locale dei collegamenti, sia quelli legno-legno (solo capriate), sia quelli realizzati impiegando elementi metallici (piastre e spinotti o chiodi). AbiesBEAM è un programma di calcolo automatico agli elementi finiti che consente di analizzare travi di legno lamellare e massiccio (diritte, rastremate, inclinate, curve, centinate, a sbalzo), portali curvi per strutture a grandi luci e diagonali, puntoni, elementi di colmo e rompitratta per le normali coperture, telai 2D e 3D. Come per AbiesTRUSS, la modellazione matematica e la valutazione dei carichi avviene in automatico, non richiedendo intervento da parte dell’utente, se non nella definizione dei dati geometrici, sulla base dei quali il programma esegue poi l’analisi statica della struttura, calcolando deformazioni, sollecitazioni e tensioni su tutti gli elementi. Ancora una volta, l’operatore può apportare le modifiche desiderate mediante l’aggiunta o l’eliminazione di aste, oppure variando i carichi o le caratteristiche di aste e nodi. Di particolare interesse e praticità risulta la parte che consente l’analisi dei collegamenti e dei rinforzi locali realizzati mediante l’impiego di elementi metallici (scarpette, staffe, piastre, spinotti, viti o chiodi). Si possono calcolare e verificare anche aste di acciaio, essendo a disposizione dell’utente un ampio data base di profili. Caratteristiche comuni a tutti i pacchetti: - input parametrico che guida l’utente, attraverso un comodo “wizard”, nell’inserimento di tutti i dati necessari; - input su ambiente CAD 2D per l’inserimento e la modifica degli elementi della struttura; - viste dinamiche 2D e 3D; - possibilità di modificare la modellazio-

NOVITÀ

AbiesBEAM 17.3 64 bit è la versione più potente di sempre. Tra le tante novità che ne hanno migliorato l’utilizzo e aumentate le possibilità di calcolo, segnaliamo l’implementazione degli elementi finiti “Plane Stress” a materiale ortotropo. È così possibile un’analisi più accurata dello stato tensionale delle travi speciali in legno lamellare con particolare riguardo alle tensioni ortogonali alle fibre. Svincolandosi dalle note e approssimate formule di calcolo proposte per i casi più comuni, risulta possibile eseguire verifiche più precise con un corretto e puntuale dimensionamento di eventuali rinforzi. Come per gli elementi trave, anche per gli elementi “Plane stress” il modello a elementi finiti viene generato automaticamente.


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ABIES

L’utente deve solo definire la geometria dell’elemento e al resto pensa il software. I carichi concentrati vengono applicati in corrispondenza dell’orditura secondaria. I risultati sono esposti a mezzo di diagrammi a mappe di colori nei quali a ogni colore corrisponde un “range” di valori. Tali “range” sono personalizzabili in modo da visualizzare in dettaglio zone di maggiore interesse (esempio le zone di colmo per le tensioni trasversali). I diagrammi consentono di visualizzare il corretto andamento delle tensioni longitudinali (//), trasversali ( ), tangenziali () con le rispettive verifiche. Gli spostamenti sono visualizzati nel consueto modo di AbiesBEAM con la rappresentazione dei valori a tempo iniziale e finale. Modellare travi rastremate, archi, boomerang o travi a esse, con AbiesBEAM 17.0 è un gioco da ragazzi. AbiesWALL 1.0 - Edifici a struttura portante a pareti. In autunno è prevista l’uscita di un programma di calcolo automatico agli elementi finiti che consentirà di analizzare edifici a pareti portanti in legno X-Lam e/o Platform Frame. La modellazione della struttura sarà per

livelli con possibilità di inserire oltre alle pareti anche solai, travi e pilastri (in legno, acciaio e cls). Speciali elementi consentiranno di completare l’edificio mediante l’immissione di falde di copertura. Le pareti potranno essere scelte da data-base preventivamente compilati all’interno dei quali se ne definiranno le caratteristiche strutturali. Anche per i fissaggi a trazione e taglio (holddown e angolari) sono previsti appositi data-base. Un ambiente CAD 2D e 3D consentirà l’agevole inserimento e la modifica di tutti i componenti dell’edificio. AbiesWALL sarà assolutamente versatile consentendo anche l’analisi di semplici strutture a telaio con colonne portanti in legno o acciaio (ad esempio case a telaio, soppalchi, tettoie, ecc.). Il modello geometrico sarà poi tradotto automaticamente in un modello a elementi finiti che, analogamente agli altri programmi, sarà manualmente modificabile per apportare variazioni. Tutti i carichi, anche climatici, saranno gestiti dal programma. La risoluzione del modello sarà eseguita mediante analisi lineare che potrà essere statica o dinamica.


FOCUS SOFTWARE

Innovativo, regionale, personalizzato

Sono questi i tre slogan che si leggono sulla brochure della Riedle Ingenieurbau GmbH di Hohenfurch, presso Schongau, nella regione bavarese del Pfaffenwinkel. Ma, in occasione di una riunione sul progetto che si avvale del software di costruzioni in legno Dietrich’s, si capisce subito come dietro a quest’affermazione ci sia molto di più. Dietrich’s www.dietrichs.com

Il progetto in questione consiste nella realizzazione della copertura delle tribune nell’Arena del Castello di Kaltenberg (Schloss Kaltenberg), residenza della famiglia di S.A.R. Principe Luitpold di Baviera e allo stesso tempo teatro dei famosissimi giochi cavallereschi che si svolgono ogni anno. Il progetto colpisce sotto diversi punti di vista: ambizioso nella scelta dei materiali e nella struttura, ma anche audace, in quanto si avvale del software di costruzione in legno Dietrich’s che per lo studio di ingegneria era uno strumento ancora nuovo in quel momento. Sin dalle prime fasi di progettazione della copertura dei ca. 3000 posti in tribuna, lo studio di ingegneria Alfred Rein Ingegnieure di Stoccarda aveva optato per il legno, materiale da utilizzare in un’ottica di tensostruttura. In questo modo si sarebbe dato al progetto un taglio di carattere storico. La nuova struttura, nata come elemento autoportante, oltre a fondersi armonicamente nel contesto dei giochi popolari e del mercato medievale, avrebbe dovuto mantenere completamente sgombro il campo visivo dei posti a sedere e in piedi. Sebbene possa sembrare una struttura in legno semplice, in realtà nasconde calcoli di ingegneria

ben ponderati. Sarebbe stato più semplice realizzare le campate di acciaio, ma era proprio questo, quello che si voleva escludere. Sotto ognuno dei dodici pilastri principali si celano fondazioni massicce, i cui pali trivellati in alcuni casi affondano nel terreno sino a 17 metri. Fissati al suolo con un ancoraggio in calcestruzzo, sono in grado di assorbire le enormi forze di trazione del notevole sbalzo di quasi 18 metri e del contrappeso. La membrana, che ricopre la struttura del tetto ispirandosi ai padiglioni medievali, è stata realizzata come un “abito su misura” in poliestere altamente resistente.

Relazione: Eva Maria Herrmann Comunicazione, Monaco di Baviera. Traduzione: Nadia Pinelli Traduttore e Interprete, GAIS (Bolzano). © Images: Riedle, Prinz Heinrich von Bayern, Kaltenberger Ritterturnier 2019, Dietrich's AG Tutti i componenti in legno e acciaio sono stati trafilati con le possibilità della libera costruzione della DICAM di Dietrich’s 3D-CAD/CAM.


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DIETRICH’S

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Il Principe Heinrich von Bayern, committente e organizzatore del torneo cavalleresco di Kaltenberg è pienamente soddisfatto del risultato: «Con la tensostruttura, siamo riusciti a fornire agli ospiti dei nostri giochi cavallereschi un vero valore aggiunto. La costruzione di legno è fantastica: è snella, solida e insieme audace, e si addice perfettamente allo spirito del nostro torneo. Riedle ha operato una trasformazione grandiosa»! Nonostante lo staff di Michael Riedle e Oliver Ahl avesse già realizzato strutture di copertura in legno ambiziose, la gara di questo progetto in legno ha presentato non poche difficoltà. La complessità della costruzione ha richiesto competenze tecniche e logistiche di massimo livello. Soltanto così si è potuto procedere alla realizzazione dei nodi di intersezione della struttura, dettagliati sì, ma inizialmente disponibili solo in 2D. Fondamentale inoltre è stato l’ausilio del software, con le sue rapide soluzioni di modifica. Dopo consultazioni, raccomandazioni e comparazioni sul mercato, Riedle ha deciso di optare per DICAM 3D di Dietrich's, il software per strutture spaziali libere. Per la realizzazione di quest’opera

ingegneristica in legno, si è resa necessaria un’interconnessione di strutture in legno, acciaio e calcestruzzo molto complessa, così come la costruzione parallela degli elementi portanti. La sfida maggiore, nella progettazione della struttura portante, è rappresentata dai nodi di intersezione decisamente innovativi. Non esistono angoli retti, e nella fabbricazione dei teloni sono stati impostati appena 2 cm di tolleranza dimensionale. Un margine piccolissimo in una costruzione di queste proporzioni! L’ancoraggio dei circa 14.000 spinotti, combinati con le parti in acciaio corrispondenti, ha permesso di sostenere le importanti forze di trazione. «A questo livello di complessità, dove ogni nodo di intersezione è percorso contemporaneamente in più direzioni da 5 a 7 spinotti, gli elementi costruttivi non possono essere progettati in modo indipendente né modificati in un secondo momento» spiega il direttore dei lavori Oliver Ahl mentre illustra le problematiche, e aggiunge: «Allo stesso modo, per mettere in produzione i gruppi costruttivi e tenerli ordinati per il montaggio, occorre poterli nuovamente separare con un click». Nell’intera costruzione della struttura del tetto sono stati fabbricati solo elementi individuali. Soluzioni standard non ce ne sono, e nemmeno si potevano utilizzare. Le travature principali sono state prefabbricate in loco, montate pezzo dopo pezzo con una gru di 220 tonnellate di portata, e fissate tra loro. Il canale di gronda interno, posto tra le travi a sbalzo, ha una struttura particolare pensata per fungere anche da ancoraggio per gli elementi della tensostruttura. Il compito è stato arduo anche per il carpentiere metallico. Nella realizzazione del progetto, angoli e pendenze dovevano corrispondere al 100%, in quanto non ci sarebbe più stata la possibilità di aggiustamenti in loco. Per sfruttare al meglio il potenziale disponibile, i lavori di pre-taglio, sagomatura e saldatura sono stati sincronizzati e poi trasferiti alla logistica altamente sofisti-


cata. Nonostante si tratti di una struttura snella, dalle sezioni ottimizzate, per la sua costruzione sono stati impiegati 220 metri cubi di legno lamellare e 33 tonnellate di componenti di acciaio e fazzoletti. Alla Riedle, il forte legame tra l’ufficio di ingegneria e il reparto produzione è stato decisivo. Ancora una volta, si è dimostrato che le dimensioni contano poco, senza competenza, velocità e coraggio di decidere. In questo modo, i normali imprevisti di questo tipo di progetti sono stati risolti con la maggiore rapidità possibile. Il montaggio assomigliava molto al gioco del puzzle. La verifica dell'analisi strutturale secondo il regolamento edilizio della Baviera ha rappresentato certamente un’ulteriore sfida per Riedle Ingenieurbau, cui però è riuscita a far fronte anche questa volta. Oltre ai requisiti di stabilità, si sono dovuti dimostrare anche quelli di sicurezza antincendio ai sensi della normativa sui luoghi soggetti ad affollamento (VstättV). «Il problema è che però uno stadio o un luogo soggetto ad affollamento costruito in legno non esiste» spiega Michael Riedle. In qualità di ingegnere civile in possesso della specializzazione corrispondente, può redigere lui stesso il certificato di prevenzione antincendio. «Avendo costruito con legno lamellare R30, nel caso specifico ce la siamo cavata senza autorizzazione. Il sistema in sé risulta convincente e il piano di evacuazione è buono, quindi la deroga è stata accettata dall’organismo competente». Il successo della realizzazione di opere edilizie di tale portata non è un caso, bensì il risultato di un’ottica strategica e di un duro lavoro, nonché della fiducia nelle proprie capacità. A oggi, l’azienda fondata nel 1992 conta 30 collaboratori nel settore dell’edilizia commerciale e 8 dipendenti dello studio di ingegneria, dal tecnico edile all’architetto. «Costruire in legno per noi è il massimo, ve lo dice un mastro carpentiere» ribadisce Michael Riedle, che anche in veste di maestro artigiano dell’associazione di categoria del circondario di Landsberg ha potere decisionale anche nelle politi-

che dell'associazione. Di conseguenza l’azienda si concentra su opere ibride strutturalmente complesse e impegnative, come appunto la copertura delle tribune del Castello di Kaltenberg. Da un punto di vista dell’ingegneria del legno, le campate delle strutture portanti di copertura, ampie fino a 45 metri, rappresentano delle vere pietre miliari, come si può notare ad esempio nei lavori per la ditta Eirenschmalz di Schwabsoien o ancora nella pista delle scuderie Max Keller a Hochstadt vicino a Weßling. Di carattere regionale e attiva solo in 5 circondari, l'azienda non intende affatto espandersi, ma desidera piuttosto impiegare l’esperienza acquisita, in sfide costruttive nuove e interessanti. «Non ci avvaliamo di un sistema modulare prefabbricato» dice Oliver Ahl spiegando l’approccio dello studio di ingegneria. «Ogni opera è un pezzo unico, progettato singolarmente e personalizzato per il committente. I clienti lo apprezzano e per noi il lavoro risulta più interessante e pieno di entusiasmo»! Per farlo però, occorre anche sapersi dedicare a materiali diversi e quindi scegliere il materiale e la struttura ottimali per quel tipo di componente. Tutto è progettato in funzione delle condizioni climatiche e inserito nel contesto regionale in vista di una fruizione ideale. I banchi di prova delle strutture ibride e dello sviluppo dei materiali sono rappresentati dagli stabilimenti di produzione propri, di Hohenfurch. La proprietà consta di diversi capannoni, mentre per gli uffici è prevista una sopraelevazione in legno massiccio. Per motivi di isolamento acustico, in quanto si arriva a confinare direttamente con la strada statale, il legno risulta anche in questo caso la soluzione migliore. L’ultimissimo progetto futurista che vedrà la luce, non viene quindi sviluppato in un tranquillo paesaggio prealpino, ma a Landesberg am Lech. Dal reparto progettazione a quello di produzione sino alla gestione, si tratta di dar vita alla sede di un grande laboratorio artigiano. Qui le piccole imprese artigiane potran-


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no affittare, all’interno di una struttura modulare, delle piccole unità con o senza zone ufficio. Oltre a incentivare le startup, il progetto fungerà anche da atelier e banco di prova per la Riedle Ingenieurbau. Con quest’opera si porta avanti la riflessione sui concetti di mobilità e sulle tecnologie di domani. Inoltre, per poter far fronte a progetti edilizi in crescita, l’impiego dell’informatica risulta un valido aiuto. Un nuovo collaboratore è infatti già pronto a cominciare per occuparsi delle tecnologie Dietrich's. Dal 2014, lo staff di Oliver Ahl lavora alla preparazione dei lavori servendosi delle soluzioni offerte dalle tecnologie Dietrich’s. Dal classico capannone aziendale sino alla palestra boulder con torre di arrampicata, le soluzioni in 3D per strutture spaziali complesse sono a portata di click. Oltre a componenti strutturali predefinite, come staffe per travi, angolari e piastre scanalate, i colleghi lavorano anche con automatismi ed elementi combinati. Invece di un’importazione cieca dei dati, tuttavia, Oliver Ahl punta sulla composizione completamente nuova dei modelli in 3D.

«Nella composizione delle strutture, sui progetti, ci si imbatte in margini di errore e in punti di intersezione non considerati, provenienti dal calcolo statico. Quello che più conta qui è soltanto l’esperienza e il coraggio di prendere decisioni creative». Ahl si serve volentieri anche della piattaforma online, il forum degli utenti Dietrich’s. Qui, i problemi riscontrati durante l’utilizzo, vengono risolti velocemente in maniera altamente pragmatica con intelligenza collettiva (swarm intelligence). E così prendono vita nuove idee. A vantaggio degli utenti e di Dietrich’s!

Dati del Case Study • Tensostruttura di copertura delle tribune del Castello di Kaltenberg I Torneo cavalleresco di Kaltenberg: www.ritterturnier.de; • Costruzioni di legno: Riedle Ingenieur-Bau GmbH, Wettersteinstraße 1, D-86978 Hohenfurch; • Committente: Ritterturnier Kaltenberg Veranstaltungs-GmbH, Prinz Heinrich von Bayern; • Progetto architettonico: Alfred Rein Ingenieure; • Progetto struttura portante: Alfred Rein Ingenieure con il Prof. Dr. Ing. Mike Sieder e ArtEngineering; • Fondazioni: Hubert Schmid, Marktoberdorf; • Costruzione membrana: ITF Technical Fabrics, Ulm; • Sistema Abbund: Mayr-Melnhof Holz, Leoben; • Componenti di acciaio: Eirenschmalz Maschinenbaumechanik & Metallbau GmbH, Schwabsoien; • Software: Dietrich’s Software 3D CAD/CAM per la costruzione di legno DICAM Premium, DIMURO 3D, Abbund Costruzione, DIMAS Postoprocessore, DIPianta CAD, Modulo Esportazione PDF 3D, Progetto centrale; • Fine lavori: 2015; • 12 travi con ca. 18 metri di sbalzo; • 220 m3 di legno lamellare, 14.000 spinotti; • 33 tonnellate di componenti di acciaio e fazzoletti; • 6477 kg di spinotti e perni di fissaggio; • Costruzione in legno, Ingegneria in legno e Certificazione Prevenzione Antincendio: www.Riedle-Ingenieur-Bau.de.


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Analisi di stabilità di pannelli X-Lam e componenti strutturali bidimensionali

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L’articolo introduce con un esempio pratico all’analisi di instabilità flessionale di una parete di legno a strati incrociati X-Lam con due aperture (Fig. 1). In questo caso, la porzione di pannello determinante è la sezione della parete tra le due entrate. In conformità con Eurocodice 5, l’analisi di stabilità flessionale può essere eseguita utilizzando il metodo della lunghezza di libera inflessione equivalente con le azioni interne ricavate secondo un’analisi statica lineare secondo il paragrafo 6.3.2, o con la considerazione delle imperfezioni secondo il paragrafo 5.4.4. In entrambi i casi, è necessario rispettare quanto indicato nel paragrafo 2.2.2. A tal fine, per determinare le azioni interne con un’analisi del II ordine secondo il paragrafo 2.4.1(2), si dovrebbero usare i valori medi dei parametri di rigidezza (modulo di elasticità longitudinale e tangenziale) divisi per il coefficiente parziale M. Inoltre, l’Appendice nazionale DIN EN 1995-1-1:2010-12 al paragrafo 9.3.3 definisce le situazioni in cui eseguire l’analisi di stabilità secondo la teoria del II ordine per componenti strutturali piani. Se l’equazione NA. 150 dell’Appendice è soddisfatta, le analisi di stabilità possono essere eseguite utilizzando sia il metodo dell’asta equivalente sia un’analisi del II ordine. Alternativamente, la progettazione va eseguita esclusivamente con un’analisi del II ordine. Innanzitutto, è necessario verificare se l’equazione NA. 150 è soddisfatta. Ciò richiede l’azione assiale agente Nd, la rigidezza flessionale El lungo l’asse locale , il coefficiente parziale M per l’X-Lam e la lunghezza di libera inflessio-

ne della sezione della parete tra le aperture. La lunghezza di applicazione del carico è impostata approssimativamente a 0,5 m+1 m+0,5 m=2 m. Quindi la forza di compressione risultante Nd è pari a 200 kN/m•2 m=400 k N (senza la considerazione del peso proprio). Alternativamente, la determinazione esatta della forza di compressione che consideri il peso proprio può essere ottenuta utilizzando le forze risultanti dalla sezione in RFEM (Fig. 2). A causa dell’ortotropia e del peso proprio, la forza di compressione risultante è 412 kN. La rigidezza flessionale può essere dedotta direttamente dalla matrice di rigidezza della superficie (Fig. 3) per la quale è stata selezionata una parete Stora Enso in X-Lam di tipo CLT 100 C5s. La rigidezza flessionale risultante in direzione y è 826,16 k Nm•1 m=826,16 k Nm2.


FOCUS SOFTWARE ABIES DIETRICH’S DLUBAL CONCRETE SEMA

Fig. 1

Fig. 2

Fig. 3

Fig. 4

CONCRETE

strutturalegno pagina 066 067 Fig. 6

Fig. 5

Figura 01 - Parete in X-Lam con aperture soggetta a carichi verticali. Figura 02 - Azione assiale risultante nella colonna. Figura 03 - Matrice di rigidezza della superficie. Figura 04 - Determinazione del carico critico e del coefficiente di carico critico. Figura 05 - Coefficiente di carico critico dell'intera struttura. Figura 06 - Impostazione filtro articoli tecnici settore legno.

Si applica un coefficiente parziale di 1,3 in conformità dell’Appendice nazionale. Per determinare le lunghezze di libera inflessione, dovrebbe essere considerata anche la rigidezza a taglio nella direzione y per l’ X-Lam (Fig. 3). Si utilizza un coefficiente di vincolo  pari a 1 secondo Eulero, caso 2. Il criterio di delimitazione non è soddisfatto poiché 2,55›1. Quindi, è necessario eseguire un’analisi di stabilità con la teoria del II ordine. Per comprendere meglio il problema, il carico critico e il coefficiente di carico critico sono determinati prima secondo un’analisi statica lineare per la sezione della parete su una trave ideale semplicemente appoggiata (Fig. 4). In questo caso, il coefficiente di carico critico è determinato sia analiticamente sia utilizzando il modulo aggiuntivo RF-STABILITY. Per la soluzione FEM, si crea un caso di carico senza il peso proprio e si applica direttamente il carico risultante.

La riduzione di rigidezza relativa al coefficiente parziale M è attivata nei parametri di calcolo del caso di carico. I risultanti di entrambi i calcoli coincidono (Fig. 4). Con la considerazione della rigidezza aggiuntiva risultante dall’architrave dell’apertura, si ottiene un coefficiente di carico critico leggermente superiore pari a 1,67 per l’intera struttura, come è normale che sia (Fig. 5). Il coefficiente di carico critico indica il numero per il quale il carico applicato deve essere moltiplicato per rendere la struttura instabile (buckling). Quindi, un coefficiente di carico critico minore di 1 implica che la struttura è instabile. Comunque, è necessario eseguire un’analisi di stabilità in conformità con l’Eurocodice 5 poiché il coefficiente di carico critico o il carico critico potrebbero non essere corretti a causa del fatto che non si tiene conto degli effetti delle imperfezioni (nessun’asta o superficie è diritta), delle eccentricità del carico e del comportamento del materiale che si discosta dalla legge di Hooke. Su dlubal.com, nella sezione Assistenza e formazione -> Knowledge Base è possibile scaricare i file di RFEM utilizzati nell’esempio e leggere la seconda e terza parte dell’articolo. Per velocizzare la ricerca nella Knowledge Base, è possibile filtrare gli articoli selezionando “Articolo tecnico” in Tipo e “Strutture in legno” in Settori nel menu Cerca in alto a sinistra della pagina internet corrispondente (Fig. 6).


FOCUS SOFTWARE

Legno italiano a Melbourne, il caso di Monash University In Australia c’è una forte tendenza legata alla realizzazione di edifici pluripiano in legno con tipologia X-Lam/Lamellare. In particolare molte di tali realizzazioni ospitano spazi commerciali, hotel e studentati. A oggi, il settore residenziale fino a 3-4 piani è già costruito in legno però con la tipologia a telaio leggero. All’interno della presentazione si intende mostrare l’esperienza tecnica affrontata per la commessa Monash University, già progettata e realizzata. Concrete www.concrete.it

INFORMAZIONI GENERALI

Il progetto architettonico, realizzato da Jackson Clements Burrows Architects, prevedeva la realizzazione di uno studentato con 120 alloggi per studenti disposti su 4 piani e un piano dedicato a spazi comuni per un totale di 5.800 mq circa. Questo progetto si prefigge di essere il primo edificio certificato passivo realizzato in Australia, per tanto la progettazione dei dettagli costruttivi si è dimostrata essere molto importante e strategica all’interno della trattativa commerciale. Le aziende/società di progettazione presenti all’interno di questo progetto sono: - Committente: Monash University; - Progetto architettonico: Jackson Clements Burrows Architects; - Ingegneria: AECOM; - Progetto inserimento: GLAS Landscape Architecture; - Costruttore: Multiplex.

PROGETTAZIONE STATICA, COSTRUTTIVA E DI DETTAGLIO

Il 15 gennaio 2018 è stato confermato a XLAM Dolomiti l’incarico per la progettazione costruttiva di questo edificio partendo dal progetto statico già realizzato da parte di AECOM. Le tempistiche prevedevano 8 settimane per la progettazione e relativa conferma da parte della committenza, 4 settimane per l’inizio della produzione e 10 settimane per la produzione e spedizione di tutto il materiale ligneo. Le connessioni e le varie componentistiche per la tenuta all’aria e l’acustica sono state fornite direttamente dall’azienda Rothoblaas e in particolare dalla sede australiana. Lo studentato è stato concluso e consegnato a Monash il giorno di Natale del 2018.


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CONCRETE

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Le richieste da parte del costruttore Multiplex, in fase di progetto, sono state: - Ottimizzazione strutturale; - Ottimizzazione connessioni e relativi dettagli architettonici; - Riduzione dei tempi di montaggio; - Riduzione dei trasporti grazie a una progettazione molto attenta alla parte logistica; - Progetto di dettaglio per la tenuta all’aria e per l’acustica; - Rispetto delle tempistiche. La progettazione generale dei fabbricati è stata effettuata con Sismicad, il software di calcolo strutturale prodotto da Concrete. Le rampe delle scale e i relativi parapetti di contenimento sono stati prefabbricati interamente in Italia e spediti in container; di seguito qualche dettaglio e un’immagine di cantiere.

PRODUZIONE E LOGISTICA

I dati relativi alle quantità di legno impiegato sono i seguenti: - 1668 m3 di X-Lam; - 12.000 m2 di X-Lam di cui 6.500 qualità a vista; - 74 m3 di legno lamellare; - 36 container; - Data spedizione primo container 23/04/2018. La produzione e spedizione è stata effettuata in tempi brevissimi ovvero 8 settimane. In particolare sono stati impiegati container open top extra high per permettere il caricamento in verticale delle pareti che avevano un’altezza media pari a 3,2 metri. Tutte le ottimizzazioni in fase di produzione sono state fatte non tanto per limitare gli sfridi, quanto per massimizzare il caricamento del container e ridurre i tempi di montaggio.

Particolare attenzione, durante la fase di carico dei container, è stata posta alla protezione e posizionamento dei singoli pannelli per evitare danni da urto e ristagni di umidità con la conseguente formazione di muffe durante il trasporto.

CANTIERE ED EDIFICIO FINITO

I container partiti da XLAM Dolomiti sono stati scaricati a Melbourne all’interno di un capannone per poi essere caricati sui camion destinati al cantiere con la giusta sequenza di assemblaggio. Un tecnico di cantiere di XLAM Dolomiti è stato inviato per fare da consulente in cantiere durante le prime settimane di montaggio. Il primo pannello è stato messo in opera il 21/06/2018. La fine relativa al montaggio di tutta la struttura XLAM e relative connessioni è avvenuta in data 08/09. Precedentemente, ai piani inferiori, erano già iniziate le opere di finitura. A gennaio 2019 l’edificio è stato ultimato e sono entrati gli studenti per l’inizio del semestre universitario.


FOCUS SOFTWARE

35 anni di esperienza, competenza, innovazione È questo è il motto per il 35° anniversario dell’azienda. Con le sue numerose nuove funzionalità e miglioramenti, l'attuale versione 19-2 rende ancor più semplice il lavoro quotidiano del progettista e del carpentiere - falegname. ELABORAZIONE DIRETTA DI NUVOLE DI PUNTI 3D IN SEMA

Esclusivo: le nuvole di punti generate con un laser scanner 3D, possono essere importate direttamente nel software SEMA e qui successivamente elaborate. Dalla nuvola di punti importata, con la semplice pressione di un pulsante si riescono a creare sezioni verticali, orizzontali, inclinate e tutti i punti di rilievo pertinenti vengono determinati rapidamente e facilmente. SEMA stabilisce così un nuovo punto di riferimento nell'elaborazione dei dati digitali 3D e la sua ulteriore elaborazione in un software CAD. I vantaggi delle nuvole di punti, ovvero le minime impercettibili differenze di misura, le tolleranze conformi alla deformazione, la determinazione di superfici e la misurazione della distanza, la creazione di piani di riferimento, la visualizzazione di oggetti e la loro analisi virtuale possono essere utilizzati idealmente per la progettazione e la costruzione. L'uso di nuvole di punti nel programma Sema si traduce in un livello estremamente elevato di sicurezza della progettazione. La combinazione dell’oggetto 3D misurato con l'esatta progettazione SEMA, fa sì che non ci saranno sorprese in seguito sul cantiere. Tutto si adatta perfettamente. L'intero rilievo è fatto con un laser scanner 3D da una sola persona in poco

SEMA Software www.sema-soft.it tempo. Si ottiene così "l'intero sito di costruzione” nel computer, perché l'intera struttura esistente con precisione millimetrica è disponibile in una nuvola di punti 3D. Un successivo sopralluogo in cantiere, dispendioso in termini di tempo e denaro, con ulteriori rilievi, non è più necessario. L'incertezza se tutto è giusto e nulla è stato dimenticato è una cosa del passato. Inoltre, con la nuvola di punti completa è disponibile anche una documentazione esatta del giorno della scansione. Le successive modifiche e interventi al sito di costruzione sono facilmente verificabili e comparabili. Nel momento in cui è in discussione lo sfruttamento della terra, e la ristrutturazione o l’ampliamento degli edifici esistenti viene alla ribalta, SEMA offre uno strumento attraente per chiunque voglia partecipare al "futuro della costruzione di legno".


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SEMA

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L’IMPIANTISTICA ELETTRICA È FACILE

Nella costruzione di case in legno, nonché negli ampliamenti o sopraelevazioni di edifici esistenti, la progettazione di impianti elettrici è un argomento importante. E naturalmente nella parete tutto dovrebbe essere lavorato e prodotto rapidamente e facilmente con le macchine, con le giuste fresature e incavi. È qui che entrano in gioco le “combinazioni elettriche” sviluppate di recente. Si possono utilizzare rapidamente e facilmente vari inserti elettrici come prese, interruttori della luce o un termostato, combinati liberamente tra loro e implementati con la tecnologia di lavorazioni occorrenti al fine della produzione. La linea di alimentazione, passante dall'alto o dal basso, può essere determinata liberamente. Le fresature corrispondenti sui legni superiore e/o inferiore vengono eseguite automaticamente. Completano l’offerta, un conteggio dettagliato di tutti i “frutti” utilizzati, con riferimento al numero di tettoparete-solaio corrispondente e rispettivo nome del locale. Non ci sono praticamente limiti alla varietà progettuale e costruttiva, in modo che ciascuno possa realizzare liberamente tutte le possibili combinazioni elettriche. Con la consegna della 19-2, i dati standard di SEMA contengono già numerosi inserti elettrici predefiniti. Questi sono perfettamente preparati per la presentazione sui piani e per la visualizzazione 3D. Ciascuno può predisporsi i propri dati individualmente.

PERFORAZIONE LEGNI IN TUTTI I PIANI

Ovunque sia necessario attraversare una parete o un soffitto, è necessaria la perforazione. Che si tratti ad esempio di scassi in una parete per un impianto di ventilazione o il passaggio di una canna fumaria oppure per creare decori su componenti in legno come profili di testa, sono comunque lavora-

zioni sempre necessarie. Il nuovo comando di perforazione, ora rende molto facile creare incisioni nei componenti. Tutti i componenti in legno possono essere perforati da ogni piano di disegno, nella sezione o nella vista. Ogni perforazione produce una lavorazione automatica sul componente in legno come tagli, intestature, incastri, tasche, contorni e fori, che possono essere trasferiti ai centri di lavoro senza ulteriori adattamenti. La lavorazione è quindi sempre garantita, a condizione che la macchina supporti la tal lavorazione. Inoltre, i componenti possono essere successivamente modificati senza per questo influenzare la lavorazione sul legno, che rimane. Se viene ad esempio modificato lo spessore di un componente, anche la lavorazione nella direzione di perforazione si adatta.


FOCUS SOFTWARE Poiché le operazioni sono relative ai componenti, non vengono perse durante lo spostamento, la copia o la specchiatura del componente.

BIM: SCAMBIO IDEALE DI INFORMAZIONI

Open BIM: Building Information Modeling è un processo che fornisce informazioni a tutte le aziende coinvolte nel progetto di costruzione, al fine di riunire pianificazione, progettazione, costruzione e gestione efficienti degli edifici. Il programma SEMA offre una varietà di interfacce per l'importazione e l'esportazione. In particolare, il modello di dati IFC è adatto per lo scambio intelligente di dati con altri software specializzati per la tecnologia di riscaldamento, areazione, la progettazione elettrica e sanitaria ecc. Closed BIM: molti diversi settori di progettazione sono già oggi possibili all'interno del software SEMA e possono essere realizzati senza alcuno scambio di dati esterno. Dalla prima bozza di progetto, all’esecutivo e fino al controllo della macchina, per quanto riguarda la costruzione di legno, la costruzione di scale, nonché la facciata e le coperture metalliche sono integrate in un'unica suite software SEMA. Integrazione bidirezionale: organizzazione dell’ufficio, preventivazione o statica sono solo alcuni esempi in cui lo scambio di dati va già ben oltre il termine di semplice "interfaccia".

I dati dei singoli componenti software sono direttamente accoppiati tra loro. Il gruppo SEMA è specializzato in soluzioni software e servizi complementari nel settore delle costruzioni di legno, scale e lamiera. Le soluzioni software sono disponibili in 11 lingue e sono utilizzate con successo da oltre 9.000 clienti in 56 paesi da 35 anni. Al fine di espandere continuamente la sua posizione sul mercato e offrire sempre ai clienti soluzioni innovative, il Gruppo investe in media il 15% del suo fatturato annuo nell'ulteriore sviluppo di soluzioni nella sua sede in Algovia.


PROIECTUM PUBLICUM HOLZ ALBERTANI www.holzalbertani.it di Gloria Murrighili

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Travi reticolari ritmano l'insieme

Fu agli inizi del '900 che Giacomo Albertani, uomo di grande ingegno ed estrema creatività, acquistò un vecchio mulino sul fiume Ogliolo, affluente dell'Oglio, nella frazione Lombro di Corteno Golgi: dove gli altri vedevano solo il mulino, lui vedeva la segheria che gli sarebbe sorta a fianco. Oggi uno dei suoi nipoti, Martino Albertani, è presidente della Holz Albertani SpA di Berzo Demo e fra le tante case history che portano la firma di questa grande azienda, proponiamo in queste pagine il nuovo centro commerciale a Treviso, un segno sul territorio di questa lunga storia e di questa passione per il legno che si tramanda da oltre un secolo. Il nuovo centro commerciale di via Noalese a Treviso che copre una superficie di 6.600 m2 è stato realizzato con il legno lamellare “made in Italy”di Holz Albertani s.p.a.. L’azienda Bresciana di Berzo Demo, specializzata in edilizia sostenibile e nella progettazione e realizzazione di grandi strutture in legno lamellare, ha realizzato la copertura per il nuovo punto vendita di un noto Supermercato veneto. Il complesso, che si può considerare costituito da due corpi di fabbrica adiacenti, ha un’estensione planimetrica di circa 6.600 metri quadrati e un’altezza massima fuori terra di circa 8,5 metri, derivante dalla necessità di avere altezze interne minime pari a 5 metri. L’edificio si erge su una struttura portante costituita da pilastri in cemento armato sui quali poggia la struttura di copertura lignea interamente a

vista. La struttura si caratterizza per la notevole attenzione progettuale dedicata alla caratterizzazione delle travi reticolari principali, che nell’ambito dell’organizzazione strutturale della copertura si contraddistinguono per l’eleganza compositiva complessiva. Con una luce netta di circa 20 metri, 18 travi reticolari poste a un interasse di circa 15 metri costituiscono l’orditura principale. La struttura secondaria, realizzata per richiesta del Committente mediante travi reticolari, è formata da 42 capriate reticolari su di una luce massima di circa 16 metri lineari con un impegno statico decisamente di ordine inferiore rispetto a quelle principali. La geometria delle travi reticolari principali dalla facile lettura degli elementi tesi con sezione doppia e degli elementi compressi con sezione singola è completata dalle generose dimensioni dei correnti superiori e inferiori.


PROIECTUM PUBLICUM_HOLZ ALBERTANI

Focalizzandosi sull’orditura secondaria si può notare che il corrente inferiore e superiore ben si accoppia con la sezione delle saette restituendo così un’immagine di armonia anche architettonica. La capriata viene infine completata con monaci verticali, i quali garantiscono un’ottimale sede ove accogliere l’orditura in legno lamellare di travi terzere piene. La struttura è infine completata da un pannello strutturale portante in legno lamellare sdraiato. Grazie alla possibilità garantita dalle tecnologie produttive di Holz Albertani di realizzare il pannello in lunghezze superiori alle disponibilità commerciali standard si è potuto ottimizzare la dimensione dello stesso. La rigidezza dell’intero piano di copertura è garantita dal funzionamento di quest’ultimo come trave continua su più appoggi. I nodi realizzati con soluzioni di pregio dal punto di vista tecnico, prevedono in larga parte connessioni legno-legno evitando così il ricorso a meccanismi in acciaio a vista. Questi ultimi impiegati

opportunamente dove indispensabili, risultano ben integrati nelle sezioni lignee limitandone al minimo l’esposizione a vista garantendone altresì la protezione al fuoco. Il tutto, a partire dalla progettazione fino alla messa in opera, è stato realizzato sotto l’attenta supervisione dello staff tecnico Holz Albertani SpA secondo le vigenti normative e secondo gli elevati standard qualitativi che da sempre contraddistinguono l’Azienda di Berzo Demo in provincia di Brescia.

Alcune fasi dell'installazione della copertura del nuovo punto vendita di un supermercato veneto con il legno lamellare “made in Italy”di Holz Albertani s.p.a..

RETICULAR BEAMS PUNCTUATE THE WHOLE It was in the early 1900s that Giacomo Albertani, a man of great intelligence and extreme creativity, he bought an old mill on the river Ogliolo, a tributary of the Oglio, in the hamlet of Lombro di Corteno Golgi: where the others saw only the mill, he saw the sawmill he would be arose alongside. Today one of his grandchildren, Martino Albertani, is president of Holz Albertani SpA of Berzo Demo and among the many case histories that bear the signature of this great company. We propose in these pages the new shopping center in Treviso, a sign on the territory of this long history and this passion for wood that has been handed down for over a century.


PROIECTUM PRIVATUM www.zambonarchitettura.it di Andrea Zambon

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Nell'immagine sotto, Andrea Zambon in veste di relatore durante un convegno all'ultima edizione di Legno & Edilizia. Seguono immagini e disegni del progetto di una villetta unifamiliare nel trevigiano.

L’acero rigenerante

In un contesto periferico del trevigiano un immobile degli Anni ’70 lascia spazio a un’abitazione singola che fiorisce intorno a un acero rosso giapponese: l’albero del rilassamento. Attorno alla corte si concentrano gli spazi abitativi disposti in funzione della bioclimatica, e coerentemente l’abitazione, il più possibile autosufficiente grazie all’apporto delle fonti di energia rinnovabile, è realizzata con l’X-lam. La prima periferia della città di Treviso è ricca di quartieri di espansione caratterizzati dalla presenza di “villette singole a piano rialzato” e dotate in media di 500/800 m2 di verde privato. La proprietà oggetto d’intervento ne è un esempio, pre-caratterizzata da un edificio anni ‘70 provvisto d’interrato. L’esigenza del proprietario era quella di demolire lo stato di fatto e ricostruire un’abitazione singola a un unico

piano, immersa nel verde e a sua richiesta in grado di ritemprare le energie spese durante il lavoro, una sorta di casa-vacanza. Abbiamo risposto a queste esigenze mediante la creazione di un volume, apparentemente monolitico, a unico piano a pianta quadrata, “scavato” da portici trapezoidali, veri e propri “pori” in grado di assorbire e trasportare luce e aria naturale verso l’interno.


Identikit progetto

Progetto: architetti Andrea Zambon e Luca Pian Realizzazione: GSE srl Impianto termoidraulico: Marconati impianti Impianto elettrico: Mazzobel e Martignagno Ubicazione: Treviso


PROIECTUM PRIVATUM www.zambonarchitettura.it

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Il centro della pianta è definito da un vuoto che diventa corte verde adornato con un acero rosso giapponese, uno spazio naturale ritemprante a ricarica della mente. L’acero è l’albero del rilassamento e la sua presenza ha la capacità di attenuare lo stress e le ferite interiori. Attorno alla corte si concentrano gli spazi abitativi disposti, in funzione della bioclimatica, con zona giorno a sud, zone di servizio a nord, camere a est e cucina e sala da pranzo a ovest; da ogni stanza è possibile rigenerarsi alla vista dell’acero, vero fulcro e genesi dell’intero progetto. Da un punto di vista costruttivo si è

optato per la realizzazione di un edificio NZEB secondo la direttiva europea 2010/31/UE, attraverso l’utilizzo di materiali ecologici a basso impatto ambientale. Nella copertura piana è installato un impianto fotovoltaico da 6 kW e il solare termico in modo da fornire l’energia necessaria a rendere l’abitazione il più possibile autosufficiente. Gli impianti sono costituiti da una pompa di calore aria/acqua atta a fornire il riscaldamento invernale, il raffrescamento estivo e l’acqua calda sanitaria. L’impianto è integrato con un sistema di ventilazione meccanica con recu-


I disegni e le fotografie illustrano la genesi del progetto fino alla sua realizzazione: protagonista indiscusso è l’acero rosso giapponese.


PROIECTUM PRIVATUM www.zambonarchitettura.it

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peratore di calore con integrato un deumidificatore dell’aria. La casa ha il fronte principale dotato di profondo porticato, orientato verso sud in modo da ottimizzare gli apporti solari invernali e dotato di schermature orientabili per l’ombreggiatura estiva. Il portico inoltre presenta una evidente svasatura verso est da cui entrano i bassi raggi del sole mattutino; la luce infatti, insieme alle piante, apporta un notevole contributo rigenerante - rilassante. L’involucro esterno è costituito da una platea in c.a. coibentata con vetro cellulare in ghiaia dello spessore di 30 cm,

da pareti realizzate con pannelli di legno massiccio X-Lam dello spessore di cm 12 coibentate con cappotto da 18 cm in lana di roccia e controparete interna per il passaggio degli impianti. La copertura piana è stata realizzata con pannelli di legno massiccio in X-Lam dello spessore di 24 cm, barriera al vapore, coibentazione in XPS dello spessore di 24 cm, massetto in sabbia-cemento pendenzato, doppia guaina impermeabilizzante e ghiaia protettiva. I serramenti sono in legno/alluminio con vetrate a doppia camera e tende oscuranti/frangisole esterni.

THE REGENERATING MAPLE TREE In a peripheral context of the Treviso area, a building from the 1970s leaves room for a single house that blooms around a Japanese red maple: the tree of relaxation. Around the court are concentrated living spaces arranged according to bioclimatic, and coherently the house, as self-sufficient as possible thanks to the contribution of renewable energy sources, is made with X-lam.


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ANTICIPATIO ARCHITECT@WORK

www.architectatwork.it di Beatrice Guidi

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Una fiera su misura di architetto

Dal 2014, anno del suo esordio in Italia, il progetto Architect@Work è cresciuto rapidamente in successo e popolarità, riuscendo a far incontrare centinaia di realtà produttive nazionali e internazionali con migliaia di architetti e interior designer in un contesto giovane, dinamico, stimolante. E sarà l’autunno, come di consueto, a veder tornare sul territorio italiano la manifestazione fieristica focalizzata sull’innovazione e costruita su misura per i professionisti dell’architettura. Due le date in programma: Torino, novità dell’anno, nei giorni 23 e 24 ottobre, e poi Milano, il 13 e 14 novembre, appuntamento ormai giunto alla sesta edizione. L’appuntamento con Architect@Work è a Torino il 23 e 24 ottobre 2019, al Lingotto, dalle 13 alle 20. Mentre Architect@Work Milano seguirà il 13 e 14 novembre al MiCo Milano Congressi, con i medesimi orari di apertura. L’ingresso è gratuito per i professionisti previa registrazione su www.architectatwork.it: codice 2120. Di seguito presentiamo più nel dettaglio l’edizione di questo autunno ormai alle porte.

FORMAT

Il format di Architect@Work ormai è quasi familiare e molto accogliente con la sua atmosfera lounge: i piccoli stand preallestiti dove gli espositori presentano i loro prodotti e materiali più recenti e più interessanti, frutto della selezione di una commissione tecnica, insieme ai corridoi laterali dedicati al

networking e alle aree formative come la sala conferenze, la mostra di materiali e le gallerie fotografiche, diventano una sorta di grande piazza per lo scambio di idee, e spesso vedono nascere interessanti collaborazioni tra aziende e professionisti destinate a durare ben oltre il tempo dell’evento.

FORMAZIONE

A proposito di formazione, Architect@Work offrirà anche quest’anno ai visitatori un ricco programma di seminari tecnici tenuti da architetti illustri. A Torino interverranno Gianni Cagnazzo e Germano Tagliasacchi, Enrico Frigerio, Hikaru Mori con Maurizio Zito e Aimaro Isola con Flavio Bruna. Inoltre è previsto un ulteriore evento formativo dal titolo “L’architetto 4.0”, a cura dell’Ordine degli Architetti di Torino e della Fondazione per l’architettura/Torino. A Milano nell’elenco dei relatori figureranno invece Massimiliano Pulice, Alessandro Scandurra, Massimo Iosa Ghini e Marco Vigo con Alessia Garibaldi e Giorgio Piliego. La frequenza ai seminari darà diritto a 7 crediti formativi professionali al giorno.

TEMA 2019

Tema delle edizioni 2019 sarà “IN / OUT: l’economia circolare in architettura”. Non si parlerà soltanto dell’alternanza e della complementarietà delle componenti indoor e outdoor di un singolo progetto dunque, ma anche del continuo rigenerarsi dei materiali e delle soluzioni costruttive che l’indispensabile attenzione degli ultimi anni verso l’ecosostenibilità richiede; un loop, un circo-


lo virtuoso, la responsabilità del mondo dell’architettura nei confronti di un pianeta assetato di novità ma consapevole dei rischi che l’evoluzione tecnologica e il consumismo comportano.

LA MOSTRA

In quest’ottica la mostra “IN / OUT architettura e materiali” curata dall’Arch. Arianna Callocchia presenterà il rapporto interno/esterno in architettura concepito non come divisione di due spazi ben distinti ma come continuità fra dentro e fuori e viceversa. Il percorso espositivo è concepito come un circuito fluido e continuo attraverso due involucri cilindrici, uno chiuso e uno aperto, che collegati e compenetranti tra loro generano un unico elemento architettonico, dove le prestazioni tecniche dei materiali e le loro applicazioni vengono illustrate tramite un’esperienza tattile e sensoriale oltre che con l’utilizzo di installazioni interattive. Obiettivo della mostra è quello di coinvolgere architetti, designer e imprese a prendere coscienza delle caratteristiche innovative di prodotti e materiali selezionati che offrono la possibilità di realizzare progetti indoor e outdoor nel rispetto della sostenibilità ambientale e sociale.

PROGRAMMA DEI SEMINARI 2019 TORINO

Mercoledì 23 ottobre - h 13.30 - 4 CFP FORMA - LUCE - COLORE NELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA CA & Partners - ARCH. GIANNI CAGNAZZO e ARCH. GERMANO TAGLIASACCHI Con le sole tre definizioni verbali "forma, luce e colore" possiamo comprendere tutto quanto di significante, immaginifico e percettivo è rappresentato non solo in natura ma anche in architettura: tre entità assolutamente inscindibili e che troppo spesso ci dimentichiamo di onorare progettualmente per tendenza, fretta o inconsapevolezza. Solo riappropriandoci dei loro valori originali potremo ricongiungere progettualità e benessere dell'utenza, non solo riqualificando la nostra professione tecnica, ma rivestendola anche di quel grande intrinseco valore sociale oggi imprescindibile. Mercoledì 23 ottobre - h 17.00 - 3 CFP HQ GREEN LIFE: DALLA SCRIVANIA ALL'AMBIENTE FRIGERIO DESIGN - ARCH. ENRICO FRIGERIO Progetto architettonico del nuovo Headquarter Cavagnari della banca Crédit-Agricole Italia. Ruolo strategico nella costruzione di un edificio per l’efficienza energetica è l’involucro edilizio, inteso come l’insieme delle faccia-

te e delle coperture, la ‘pelle’ che protegge e delimita gli spazi interni dall’esterno. Migliore sarà la performance energetica passiva dell’involucro, minore sarà l’energia necessaria per climatizzare gli ambienti. Inoltre, migliore sarà la qualità dei materiali e dei dettagli dell’involucro, minori saranno i costi di gestione e manutenzione nel corso della vita degli edifici. Sulla base di questi due principi è stato sviluppato fin dall’inizio il progetto dell’involucro. Giovedì 24 ottobre - h 13.30 - 2 CFP L’ARCHITETTO 4.0 SEMINARIO A CURA DELL’ORDINE ARCHITETTI TORINO E DELLA FONDAZIONE PER L’ARCHITETTURA / TORINO Connettività a banda larga, digitalizzazione, social media, sensori, big data e intelligenza artificiale cambiano il modo in cui interagiamo, consumiamo, trasportiamo. Il settore delle costruzioni e della progettazione è lento nell’adozione di innovazioni di processo e tecnologiche. A che punto è la trasformazione dell’architetto in architetto 4.0? Giovedì 24 ottobre - h 15.30 - 2 CFP ARCHITETTURA SENZA TEMPO STUDIO ZITOMORI – ARCH. HIKARU MORI e ARCH. MAURIZIO ZITO Un omaggio a un cantiere dedicato alla scoperta dei segreti di Masseto (Cru da uve Merlot in Toscana). Oltre che alla storia dello sforzo umano che interagisce con la natura. L'architettura tende a rappresentare il marchio rafforzando l'identità della cantina e allo stesso tempo preserva il suo ambiente e la sua storia, in armonia con l'ambiente. Giovedì 24 ottobre - h 17.00 - 3 CFP SPAZI FLUIDI – ARCHITETTURA PERMEABILE SENZA DEFINIZIONE DI CONFINE ISOLARCHITETTI – ARCH. AIMARO ISOLA e ARCH. FLAVIO BRUNA Come i nostri volti, l’involucro degli edifici unisce e separa il mondo esterno da quello interno: ognuno è diverso ma

Alcune immagini della passata edizione di Architect@Work.


ANTICIPATIO ARCHITECT@WORK

www.architectatwork.it

A BESPOKE TRADE FAIR FOR ARCHITECTS Autumn, as usual, will see the return in Italy of Architect@Work, the exhibition focused on innovation and custom-built for architecture professionals. There are two scheduled dates: Turin, brand new event this year, on October 23rd and 24th, and then Milan, upon its sixth edition, on November 13th and 14th. Since 2014, the year of its debut in Italy, the Architect@Work project has grown rapidly in success and popularity, managing to bring together hundreds of both national and international manufacturers with thousands of architects and interior designers in a young, dynamic and stimulating context. The small pre-fitted stands where exhibitors showcase their latest and most interesting products and materials, the result of a selection by a professional judging panel, along with the side corridors dedicated to networking and the inspirational areas such as the conference room, the materials exhibit and the photogalleries, all together become a sort of large square where ideas can be exchanged, and where interesting partnerships between companies and professionals are created, destined to last well beyond the time of the event. The theme of the 2019 editions will be "IN/OUT: circular economy in architecture". Not only will we talk about the alternation and complementarity of the indoor and outdoor components of a single project, but also about the continuous regeneration of materials and constructive solutions that the indispensable attention to eco-sustainability in recent years requires; a loop, a virtuous circle, the responsibility of the world of architecture towards a planet thirsting for novelty but aware of the risks that technological evolution and consumerism entail. In this perspective, the "IN/OUT - architecture and materials" exhibition curated by Arch. Arianna Callocchia will present the indoors/outdoors relationship in architecture conceived not as a division of two distinct spaces but as a continuity between inside and outside and vice versa. The exhibition itinerary is conceived as a fluid and continuous circuit through two cylindrical envelopes, one closed and one open, which connected and interpenetrating generate a single architectural element, where the technical performance of the materials and their applications are illustrated through a tactile and sensorial experience as well as through the use of interactive installations. The aim of the exhibition is to involve architects, designers and manufacturers to become aware of the innovative characteristics of selected products and materials that offer the possibility of carrying out indoor and outdoor projects in compliance with environmental and social sustainability.

tutti ci assomigliamo. L’esperienza e la sensibilità maturate negli anni passati si riversano nei nuovi interventi realizzati perlopiù in contesti di alto valore storico e ambientale, proseguendo l’esplorazione di una vasta gamma di temi architettonici: dalle abitazioni, alle chiese, agli uffici, agli spazi del commercio, dello svago e della cultura fino alla scala del design, dell’allestimento e delle mostre.

MILANO

Mercoledì 13 novembre - h 13.30 - 4 CFP MASTERPLAN SCALI FARINI E SAN CRISTOFORO A MILANO ARCADIS - ARCH. MASSIMILIANO PULICE L’idea progettuale di Oma + Laboratorio Permanente è strutturata sul recupero di aree degradate con tecniche a basso impatto ambientale e ad alto profilo ecologico. Arcadis Italia nell’ambito del masterplan ha curato gli aspetti ambientali e di sostenibilità. Più nel dettaglio, la proposta prevede due nuovi dispositivi ambientali: il primo, verde, dato da un grande bosco lineare nello Scalo Farini in grado di raffrescare i venti caldi provenienti da sud-ovest e di depurare l’aria (Limpidarium d’aria); l’altro, blu, che prevede un lungo sistema lineare nell’area dell’ex Scalo di San Cristoforo per la depurazione delle acque (Limpidarium d’acqua). Mercoledì 13 novembre - h 17.00 - 3 CFP SARCA 235 - OPEN CITY SCANDURRA STUDIO - ARCH. ALESSANDRO SCANDURRA Sarca 235 è un intervento di ristrutturazione di un edificio esistente che ricade all’interno della trasformazione dell’area industriale nord est di Milano. L’edificio nasce da elementi dimensionali e geometrici semplici, fatti per rispondere alle migliori caratteristiche funzionali richieste a un edificio terziario. L’ingresso principale è su Viale Sarca, dove una piazza urbana rende visibile la Lobby centrale a doppia altezza e collega l’edificio direttamen-


te alla città. Una pianta compatta all’interno della quale i flussi interni e le dinamiche distributive garantiscono il massimo della flessibilità e della privacy, garantisce e rende il tutto molto efficiente. La sua razionalità e qualità promuovono una architettura del benessere e danno forma a un edificio di rappresentanza fortemente caratterizzato da un rivestimento metallico decorativo ottenuto da un particolare lavoro sui pigmenti e le trame delle lamiere. L’immagine è quella di un edificio dinamico e trasparente e di una classicità contemporanea che unisce la funzionalità a un alto valore formale. Giovedì 14 novembre - h 13.30 - 4 CFP ACCOGLIERE CON L'ARCHITETTURA IOSA GHINI ASSOCIATI - ARCH. MASSIMO IOSA GHINI L'esperienza progettuale e l'abilità dell'architetto legata al settore dell'ospitalità. Alcuni esempi di quali sono le tendenze nella progettazione di strutture ricettive di tipo innovativo e ricercate e che negli ultimi anni stanno subendo delle trasformazioni nel modo di interpretare, attraverso il design, il soggiorno turistico/alberghiero, coinvolgendo nuove piattaforme come per esempio Airbnb. Giovedì 14 novembre - h 17.00 - 3 CFP IL VERDE NELLE FACCIATE: DUE PROGETTI ICONICI DC10 ARCHITETTI – ARCH. MARCO VIGO, ARCH. ALESSIA GARIBALDI, ARCH. GIORGIO PILIEGO Il rapporto tra interno ed esterno e il tema delle facciate viene interpretato attraverso due progetti esemplificativi: Living Tortona a Milano ed Euro Group a Bollate. Living Tortona è un progetto di residenze dove la composizione architettonica è studiata per creare un movimento di volumi, in modo tale che la facciata sia ben visibile da tutte le angolazioni. Il verde è integrato nei solai dei terrazzi che sono vere e proprie estensioni tridimensionali degli spazi abitativi. Le ampie vetrate e la scelta materica e cromatica delle lastre di metallo di colore bianco definiscono uno stile essenziale ed elegante. Le unità abitative del corpo di fabbrica interno ruotano intorno a patii privati su due livelli che creano una continuità tra interno ed esterno, ottimizzando i flussi della luce naturale. L’edificio industriale realizzato per Euro Group Spa amplia la parte di produzione di un’azienda leader nel settore del motore elettrico, nel suo sito storico di Bollate. Lo stato dei luoghi iniziale richiedeva di rispettare molteplici vincoli sia urbanistici sia di natura paesaggistica. Per questo motivo il disegno delle facciate è caratterizzato da superfici a verde che si sviluppano in verticale. La composizione dei prospetti è caratterizzata dall’utilizzato di pannelli prefabbricati di cemento prestampati su matrice con effetto di carta stracciata e di bow window realizzati in corten e metacrilato. L’attenzione ai dettagli costruttivi e la proporzione dei volumi integrano l’edificio nel sistema paesistico ambientale del torrente Guisa e del parco delle Groane.


STRUTTURALEGNO

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