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AREA MAGLIERIA

www maglificiomaggia.it writer Beatrice Guidi

IL SEMILAVORATO INCONTRA LO STILE

Molteplici proposte da molteplici fibre per il fashion dal Maglificio Maggia.

Incontriamo nello stand del Maglificio Maggia nelle giornate di Milano Unica di luglio 2021 Giovanna Maggia, appartenente alla famiglia titolare dell'azienda. PIETRO FERRARI – Qual è stata l'evoluzione

del Maglificio Maggia?

GIOVANNA MAGGIA – Ci siamo evoluti da un'azienda che realizzava capi finiti a un'azienda produttrice di semilavorato industriale di alta gamma: negli anni in cui abbiamo cessato l'attività di confezione avevamo quindici dipendenti adesso ne occupiamo oltre cinquanta e stiamo continuando a crescere proprio perché il mercato del jersey è abbastanza vivo e dinamico. Va però anche detto che da parte nostra il nostro impegno di ricerca e sviluppo è incessante. Siamo ovviamente partiti con piquet e jersey classici in cotone, lana e cashmere per arrivare oggi a proporre una collezione molto ampia che copre tutte le tipologie, compresi i tessuti tecnici che possono però essere utilizzati anche in una chiave fashion e ci permettono di rivolgerci a brand di alta gamma che vogliano esprimersi anche con una proposta innovativa. PIETRO FERRARI – È sempre più frequente

incontrare questo mix tra fashion e tecnico nella proposta del prodotto al pubblico...

GIOVANNA MAGGIA – A mio avviso questa tendenza rappresenta il futuro e, negli ultimi anni, è stata la chiave del nostro successo: potersi rivolgere a un pubblico classico ma anche attento al tecnico e a questo mix fra i due mondi, con l'abbinamento dell'eleganza e del comfort sia a livello di vestibilità sia a livello di manutenzione. Parliamo di un abito che indosso senza problemi anche in bicicletta o in monopattino, che non richiede stiratura, che posso lavare in lavatrice. La nostra capacità di interpretare e di rispondere a questa tendenza ci ha permesso di crescere in questo periodo che non è stato dei più facili. Abbiamo visto una crescita che ci ha permesso di investire in nuovi telai, di far partire un reparto di finissaggio interno, mentre verso il mercato siamo andati alla ricerca di nuove aree di espansione e a proporci sempre con novità interessanti. A oggi lavoriamo con una sessantina di telai interni ma ci serviamo anche di terzisti con cui collaboriamo costantemente. PIETRO FERRARI – Che fibre lavorate? GIOVANNA MAGGIA – Praticamente tutte, quelle naturali, cotone, lana. cashmire, seta, lino, quest'anno abbiamo proposto

una capsule collection con lo yak. Quest'ultimo animale cresce in libertà e non viene tosato ma ne viene semplicemente raccolto il pelo quando cade: quindi totale sostenibilità e rispetto per l'animale. Aggiungiamo tra le fibre naturali anche l'alpaca e il mohair, oltre a ciò lavoriamo il Tencel, la Viscosa e una collezione di tessuti tecnici elasticizzati in nylon molto performanti. Tutto questo ovviamente anche in funzione della stagionalità. Lavoriamo in Italia, ma molto bene anche in Francia e negli Stati Uniti. Oggi il mercato asiatico – Cina, Giappone e Corea – è piuttosto fermo ma aspettiamo di tornare a fare buoni numeri anche in questi Paesi. Abbiamo buoni rapporti anche con i confezionisti che spesso lavorano in Italia e ci consentono di utilizzare un doppio canale tra confezionista e brand con una sinergia opportuna e vantaggiosa per tutti.

■ THE SEMI-FINISHED PRODUCT MEETS THE STYLE

We meet Giovanna Maggia, belonging to the family that owns the company, at the stand of Maglificio Maggia in the days of Milano Unica in July 2021. PIETRO FERRARI – What was the evolution of Maglificio Mag-

gia?

GIOVANNA MAGGIA – We have evolved from a company that made finished garments to a manufacturer of highend industrial semi-finished products: in the years in which we ceased the manufacturing business we had fifteen employees now we have over fifty and we are continuing to grow precisely because the jersey market is quite lively and dynamic. However, it must also be said that on our part, our commitment to research and development is incessant. We obviously started with classic piqué and jersey in cotton, wool and cashmere to arrive today to offer a very wide collection that covers all types, including technical fabrics that can also be used in a fashion key and allow us to turn to brands high-end that want to express themselves also with an innovative proposal. PIETRO FERRARI – It is increasingly common to encounter

this mix between fashion and technical when proposing the product to the public...

GIOVANNA MAGGIA – In my opinion this trend represents the future and, in recent years, it has been the key to our success: being able to address a classic audience but also attentive to the technician and to this mix between the two worlds, with the combination of elegance and comfort in terms of both wearability and maintenance. We are talking about a suit that I wear without problems even on a bicycle or scooter, which does not require ironing, which I can wash in the washing machine. Our ability to interpret and respond to this trend has allo-

PIETRO FERRARI – In tutto questo ventaglio

di materiali voi perseguite una politica di sostenibilità?

GIOVANNA MAGGIA – Noi partiamo dal presupposto che quando un'azienda lavora in Italia nel rispetto delle regole è sostenibile per definizione. Oltre a ciò disponiamo di alcune certificazioni ma non le inseguiamo come "pezzi di carta", abbiamo un approccio più concreto: per esempio abbiamo proposto quest'anno una famiglia di articoli chiamata New Wool, realizzata con il riutilizzo dei nostri scarti di magazzino di lana e cotone, in un'ottica di economia circolare che io ritengo essere la vera sostenibilità.

wed us to grow in this period which has not been the easiest. We have seen a growth that has allowed us to invest in new looms, to start an internal finishing department, while towards the market we have gone in search of new areas of expansion and to always offer ourselves with interesting news. To date we work with about sixty internal looms but we also use subcontractors with whom we collaborate constantly. PIETRO FERRARI – What fibers do you work? GIOVANNA MAGGIA – Virtually all, natural ones - cotton, wool. cashmire, silk, linen, this year we proposed a capsule collection with yak. This last animal grows in freedom and is not shorn but the hair is simply collected when it falls: therefore total sustainability and respect for the animal. We add alpaca and mohair among the natural fibers, in addition to this we work with Tencel, Viscose and a collection of highly performing technical stretch nylon fabrics. All this obviously also according to seasonality. We work in Italy, but also very well in France and the United States. Today the Asian market – China, Japan and Korea – is quite firm but we are waiting to return to good numbers in these countries as well. We also have good relationships with garment makers who often work in Italy and allow us to use a double channel between garment maker and brand with an appropriate and advantageous synergy for everyone. PIETRO FERRARI – Do you pursue a sustainability policy in all

this range of materials?

GIOVANNA MAGGIA – We assume that when a company works in Italy in compliance with the rules, it is sustainable by definition. In addition to this we have some certifications but we do not pursue them as "pieces of paper", we have a more concrete approach: for example, this year we have proposed a family of articles called New Wool, made with the reuse of our wool warehouse waste. and cotton, from a circular economy perspective which I believe to be true sustainability.

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