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Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media

STRUTTURALEGNO ISSN 2283-8651

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029 luglio 2020 english text




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RIVISTA DELL’ARCHITETTURA IN LEGNO

EDITRICE WEBANDMAGAZINE s.r.l.

VIA VALLA, 16 - 20141 MILANO ITALIA TELEFONO +39/02 84173130 TELEFONO +39/02 84173121 (MARKETING) FAX +39/02 66661204 amministrazione@webandmagazine.com www.webandmagazine.media/legno-edilizia/ www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com

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COLOPHON STRUTTURALEGNO 29 LUGLIO 2020

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COVER

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TRIMESTRALE: POSTE ITALIANE SPA SPED. ABB. POST.D.L. 353/2003 (CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N.46), ART. 1, COMMA 1 - LO/MI

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SOMMARIO 009

NUMERO 29 LUGLIO 2020

EDITORIALE

034 SILVIA PIRANI UNIONE MONTANA ALTA VALSESIA

di Sonia Maritan

RIFORESTIAMO LE CASE

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RESTITUTIO

QUALI UTILIZZI PER IL LEGNO DA FILIERA CORTA? ALCUNI ESEMPI DALLA VALSESIA 035 DOTTORE FORESTALE

PORTA SAN TOMASO

GIOVANNI MAIANDI UNIONE MONTANA ALTA VALSESIA

di Andrea Zambon

di Franco Piva

MANUALE DELLE COSTRUZIONI DI LEGNO

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FILIERA FORESTA-LEGNO UNIONE MONTANA VALSESIA

PERITIA primo capitolo 037

REGULAE

IL TOUR ORGANIZZATO DA KLIMAHOUSE 2020 DURANTE LA FIERA A BOLZANO: QUALI MATERIALI ABITIAMO?

037 NATURALIA-BAU 038 ECOSISM 040 XELLA 041 SONNEN

SIMPOSIUM

RESTRUCTURA GQL seconda parte

042 KLIMAHOUSE CONNECTS KLIMAHOUSE CONNECTS: UNA NUOVA ARCHITETTURA DOPO IL CORONA-VIRUS

a cura della redazione

COSTRUIRE GLOBALE, COSTRUIRE LOCALE 026 DOTTORE FORESTALE LUCA GALEASSO

ENVIRONMENT PARK

COSTRUIRE CON IL LEGNO A BASSO IMPATTO AMBIENTALE: IL PROGETTO CASCO 030 INGEGNER LUANA SCACCIANOCE ARPA PIEMONTE

LA NORMATIVA AMBIENTALE SUGLI APPALTI PUBBLICI. I CAM (CRITERI AMBIENTALI MINIMI) DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE E LA LORO APPLICAZIONE AI MANUFATTI IN LEGNO

KLIMAHOUSE: LA FIERA DEL 2020 di Sonia Maritan

di Linda Secondini e Gerolamo Stagno

LA NORMATIVA TECNICA DELLE COSTRUZIONI DEL D.M. 2018: UN PERCORSO DI QUALITÀ E TUTELA PER IL LEGNO

026

CHRONICHAE

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CHRONICHAE PFEIFER

di Sonia Maritan

UNA PASSIONE SOSTENIBILE

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COLLOQUIUM ADVECO

di Sonia Maritan

SULLA SCIA DELLA PRIMA GENERAZIONE


048

COLLOQUIUM ESSETRE

di Sonia Maritan

LA CRISI COME OPPORTUNITÀ

052

COLLOQUIUM HUNDEGGER di Sonia Maritan

SPERANZE E RISPOSTE

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FOCUS SOFTWARE di Sonia Maritan

IL CONFINE INVISIBILE FRA ONLINE E OFFLINE 057 ABIES ENGINEERING SEMPRE UN PASSO AVANTI! 060 DLUBAL DEFORMAZIONI A TAGLIO DI STRUTTURE LIGNEE INTELAIATE 062 SEMA NUOVA VERSIONE 20-2

066

REPORTAGE SCM

di Pietro Ferrari

“OIKOS ” E KRISTOF VAN DUN: UN SODALIZIO DI SUCCESSO

072

TECHNICA

GRUPPO BIESSE di Pietro Ferrari

LE MIGLIORI PERFORMANCE PER UN MERCATO IN CRESCITA

ONLINE EXCOGITARE di Sonia Maritan

076

INDIRIZZI UTILI

RINGRAZIAMO PER LA COLLABORAZIONE A QUESTO NUMERO: Giuseppe Barbiero, Carlo Battisti, Renata Bernardini, Giorgio Bignotti, Giada Bordoni, Fabio Borriello, Federico Broccoli, Filippo Caggiano, Alessandro Calcaterra, Stefano Capolongo, Chiara Carinelli, Cesare Cappellazzo, Paolo Ciccioli, Luca Dal Bianco, Andrea Dell’Orto, Barbara D’Incecco, Dino De Paolis, Luigi De Vito, Ibou-Kebe Diouf, Patrizia Esposito, Alessandra Fico, Enrico Fongaro, Luca Galeasso, Pierluigi Gambardella, Davide Maria Giachino, Alessandro Giuliani, Roberto Giordano, Maurizio Grandi, Rinaldo Guagnoni, Hans Hundegger, Doris Klauser, Alessandra Leardini, Manuela Lubrano, Filippo Macigni, Rino Macigni, Giovanni Maiandi, Marco Manganello, Maria Gabriella Mele, Manuela Monsorno, Rossella Monterisi, Alberto Moretti, Thomas Mur, Karin Nicoli, Samuel Olla, Carla Orsini, Silvia Pirani, Franco Piva, Matteo Pontara, Emanuele Prada, Guido Puccinelli, Roberto Rabasco, Felice Ragazzo, Michele Rossetto, Lucia Salvia, Luana Scaccianoce, Florian Schmittner, Linda Secondini, Michele Segnana, Andrea Sella, Cristina Sella, Gianni Sella, Nicola Sella, Gerolamo Stagno, Luciano Tagliaferri, Rita Trombin, Maria Chiara Voci, Andreas Webhofer, Andrea Zambon, Alberto Zangirolami, Deborah Zani.


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EDITORIALE

di Sonia Maritan

Riforestiamo le case La rivoluzione dell'ecosistema delle costruzioni iniziata ben prima della crisi del Covid- 19, non solo per il miglioramento energetico e sismico degli edifici, sembra ora destinata ad accelerare drasticamente per rimodellare complessivamente questo settore che rappresenta l'industria più grande del mondo, sarà quindi il cantiere il teatro di questo cambiamento a partire dai vantaggi relativi all’adozione del BIM. Per i bandi di gara di importo più elevato il BIM è infatti già obbligatorio, tra poco lo sarà per tutte le opere pubbliche. È arrivato il momento di adottarlo per divenire più efficienti, essere pronti e competitivi, per questo diamo puntualmente voce ai fornitori di software. Non bastano però gli strumenti materiali per trasformare la catena del valore ma serve la combinazione di nuovi approcci industriali, materiali innovativi, maggiori livelli di investimento nelladigitalizzazione, nella R&S e nella tecnologia, competenze specializzate, requisiti di sostenibilità, internazionalizzazione, una maggiore centralità del marchio, delcliente e del dipendente e quindi soprattutto del capitale umano! Come è emerso dal webinar che abbiamo organizzato il 23 luglio scorso con il titolo: “Come affrontare la complessità del nuovo sistema mercato: strumenti per agire”, le aziende devono sviluppare le loro strategie per gestire il cambiamento e investire in strumenti che gli consentano di divenire organizzazioni agili; dovranno quindi sviluppare anche la componente immateriale del loro “know-how” perché la variabile più variabile è l’elemento umano e in questo senso il vantaggio competitivo sta nella qualità comportamentale, una strategia fondata sulla rivalutazione della persona, come afferma Patrizia Esposito nel suo libro “L’Azienda Ad.Valore: più Valore alla Persona”. Coerentemente a questo assunto anche chi si occupa della prefabbricazione a telaio in legno, come Rubner per fare un esempio – ho incontrato all’ultima edizione di Klimahouse a Bolzano Deborah Zani, ceo di Rubner Haus –, ha creato un nuovo spazio emozionale per far scegliere all’utente i materiali e le finiture della propria casa. «Non solo case ma veri e propri spazi di vita per mettere il visitatore al centro di un'esperienza emozionale – afferma lei – attraverso un ampio ventaglio di scelte da cucire su misura sulla sua personalità e le sue aspirazioni». Lo spazio in sé è un luogo di esplorazione sensoriale dove il visitatore può toccare, odorare, immergersi in quelli che

saranno i materiali, i profumi, i colori e le finiture della sua casa. L’evento di Fiera Bolzano, che possiamo definire “fluido” per la sua estensione temporale – iniziato con Klimahouse a gennaio e terminato con l’ultimo webinar di metà luglio – e come progetto fieristico di comunicazione anche digitale (proprio come Struttura Legno con le pagine “online”), si è arricchito di maggiori contenuti raccogliendo i trend sia nell’esperienza offline sia in quella online: da una parte abbiamo incontrato i produttori che ci hanno parlato di materiali e dall’altra abbiamo ascoltato gli esperti che ci hanno raccontato la nuova architettura post pandemia; per costruirla serve adottare un approccio multidisciplinare che coniughi casa, salute e tecnologia. A questo proposito il Professor Maurizio Grandi ha consigliato di riempire le case di piante e quindi potremmo incominciare riforestando le nostre abitazioni!

Sonia Maritan con Deborah Zani - ceo di Rubner Haus a Klimahouse 2020 di Bolzano.

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RESTITUTIO www.zambonarchitettura.it di Andrea Zambon

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Porta San Tomaso

L’incarico di curare il restauro della cupola di legno della Porta San Tomaso di Treviso sotto il controllo della Soprintendenza alle Belle Arti di Venezia ha rappresentato sicuramente il restauro ligneo più impegnativo che abbia affrontato, per questo ho chiesto al Professore emerito Angelo Funes Nova di compiere un sopralluogo prima dell’inizio dei lavori… Porta San Tomaso è la principale porta d’accesso alla città di Treviso per chi proviene da nord ed è stata edificata nel 1518 dal Podestà Paolo Nanni il quale ha preteso di posizionare la statua di San Paolo sulla sommità della cupola a dispetto del nome della porta stessa. Nel 2007 ho ricevuto l’incarico di curare il restauro della cupola di legno sotto il controllo della Soprintendenza alle Belle Arti di Venezia. La struttura lignea in questione è un capolavoro di architettura e di artigiana maestria ed è sicuramente il restauro ligneo più impegnativo che abbia affrontato. Al fine di evitare errori di valutazione ho chiesto al Professore emerito Angelo Funes Nova* di effettuare un sopralluogo prima dell’inizio dei lavori per identificare accuratamente la specie legnosa utilizzata e lo stato di degrado degli elementi lignei. La copertura è stata realizzata completamente in larice, compreso il tavolato su cui si adagia il manto di rivestimento in piombo. Le considerazioni di Funes Nova, nonostante la resistenza del larice, non sono state disattese; la struttura era al limite del collasso a causa della diffusa presenza di funghi della carie e di un nido di formiche rosse. La carie può essere bianca o bruna a

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2 seconda che decomponga la lignina o la cellulosa e si nutre del legno grazie a enzimi che demoliscono le macromolecole diminuendo di conseguenza le caratteristiche fisiche del materiale. In questo caso specifico si è sviluppata nella struttura di Porta San Tomaso a causa dell’accumulo di umidità presente tra il tavolato e il manto in piombo impermeabile. La sua presenza era decisamente evidente e, assieme al degrado delle testate delle travi inglobate nella muratura, sembrava l’unico problema presente. Davvero inattesa quanto interessante è stata invece la scoperta della presenza


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4 delle formiche rosse. Il monaco centrale presentava interventi avvenuti nel corso del tempo con cerchiature metalliche risalenti a epoche successive alla realizzazione originaria. Tra le varie stratificazioni fuoriusciva della segatura che ipotizzavo causata da un’infiltrazione di acqua alla base della statua la quale, tra l’altro, appariva alquanto instabile e in procinto di precipitare al suolo.

Una volta rimossa la scultura, con enorme sorpresa, abbiamo constatato la presenza di un enorme nido di formiche rosse profondo un metro e venti centimetri e ampio quanto la prima cerchiatura. Il perno metallico della statua, che risultava ancorato pressoché nel vuoto, aveva convogliato molto probabilmente l’umidità all’interno del legno permettendo alle formiche, che generalmente non si nutrono di legno, di rimuovere facilmente lo strato di legno in stato di marcescenza creando una voragine all’interno del monaco, un nido sicuro e silenzioso dove ripararsi. Delicata quindi l’asportazione della statua. Le fasi del restauro, realizzato con mirabile maestria da una coppia di carpentieri, sono consistite nello smontaggio di una trave alla volta riportandone il calco su una nuova in caso di degrado troppo ele-

In apertura, l'esterno della cupola (immagine 1) e la vista d'insieme di Porta San Tomaso restaurata (immagine 2). Seguono i dettagli dell'interno della cupola (in questa pagina e in quelle successive) oggetto del restauro: 1. Esterno cupola. 2. Porta San Tomaso restaurata. 3. Degrado travatura. 4. Monaco centrale. 5. Asportazione del tavolato. 6. Degrado travatura. 7. Degrado travatura. 8. Nido formiche rosse. 9. Monaco centrale. 10. Recupero delle travature. * Consigliamo ai lettori di leggere “Il legno così com’è” di Angelo Funes Nova che ha fatto tanto per trasmettere la sua conoscenza del legno da meritare una laurea honoris causa.


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11. Recupero delle travature. 12. Lievo della statua. 13. Collegamento travi antiche con travi nuove. 14. Collegamento travi antiche con travi nuove. 15. Collegamento travi antiche con travi nuove. 16. Strutture ultimate. 17. Interno cupola.

11 vato da consentire di poterla recuperare, o di un’accurata pulizia eseguita manualmente se la trave presentava caratteristiche tali da poter venir riutilizzata. Alcune teste sono state recuperate con l’utilizzo di resine, anche se generalmente si è preferito sostituire la parte ammalorata con legno nuovo. In quattro mesi di lavoro la struttura è stata recuperata e la cupola è stata ricoperta con un doppio tavolato intervallato da una membrana in modo da creare un assito di sacrificio su cui posare il manto in piombo. Alla fine dei lavori è stato sensatamente chiuso l’accesso sotto la porta ai mezzi a motore al fine di evitare vibrazioni dannose per il monumento.

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16 PORTA SAN TOMASO Porta San Tomaso is the main gateway to the city of Treviso for those coming from the north and it was built in 1518 by the PodestĂ Paolo Nanni who claimed to place the statue of San Paolo on the top of the dome in spite of the name of the door itself. In 2007 I was commissioned to take care of the restoration of the dome of wood under the control of the Superintendency of Fine Arts of Venice. The wooden structure in question is a masterpiece of architecture and architecture craftsmanship and it is certainly the most demanding wooden restoration I have faced. In order to avoid evaluation errors, I asked the Professor emeritus Angelo Funes Nova to carry out an inspection first the start of the work to accurately identify the species wood used and the state of degradation of the wooden elements. The roof was made entirely of larch, including the plank on which the lead cladding lies. The considerations of Funes Nova, despite the resistance of the larch, not have been disregarded; the structure was on the verge of col-

17 lapse due the widespread presence of caries mushrooms and an ant nest red. Caries can be white or brown depending on whether the lignin decomposes or cellulose and feeds on wood thanks to enzymes that demolish them macromolecules consequently decreasing the physical characteristics of the material. In this specific case it developed in the structure of Porta San Tomaso due to the accumulation of moisture between the planking and waterproof lead mantle. His presence was decidedly evident and, together with the deterioration of the beam heads incorporated into the masonry, it seemed the only problem present. Really unexpected how interesting was the discovery of the presence of red ants. The central monk presented interventions that took place over time with metal hoops dating back to epochs following the original construction. Between various stratifications spilled out of the sawdust that I hypothesized caused by an infiltration of water at the base of the statue which, among other things, it seemed somewhat unstable and about to fall to the ground.

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PERITIA di Franco Piva www.ergodomus.it www.legislazionetecnica.it

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Manuale delle costruzioni di legno - I capitolo

Dalla sinergia fra Ergodomus, Legislazione Tecnica e Struttura Legno, nasce questa rubrica dedicata al “Manuale delle costruzioni di legno” – la cui presentazione avvenne alla quattordicesima edizione di Klimahouse 2019 – che sarà raccontato in più parti suddivise nei corrispondenti capitoli raccolti nel libro allo scopo di evidenziare la ricchezza di contenuti che questo manuale restituisce in termini di Sistemi costruttivi a base di legno; Fisica tecnica e tenuta all’aria; Statica, progetto strutturale, materiali, collaudo; Durabilità, ingegnerizzazione e BIM; Ampliamenti e sopraelevazioni in legno; Dettagli costruttivi ed esempi di realizzazioni. Attraverso il “Manuale delle costruzioni di legno” diamo voce all’autore, l’ingegner Franco Piva specializzato in questa particolare materia, ma anche a Dino De Paolis, direttore editoriale di “Legislazione Tecnica” specializzata nella realizzazione di manuali tecnico-scientifici di grande pregio. Quali sono le differenze tra “sistema a telaio” e “sistema X-Lam”? Cosa differenzia un pannello “NLT” da un pannello “DLT”? In cosa consiste un solaio di tipo alveolare? Queste, assieme ad altre domande, ci vengono fatte molto spesso da persone non esperte di costruzioni in legno. Faccio subito una premessa, il libro non fornisce una risposta unica ed esaustiva alla ormai famosa domanda: “Qual è il sistema costruttivo migliore”? Mi dispiace deludere

Esempio di edificio in Blockbau [Fonte: Boraschi legnami]

eventuali aspettative ma questa domanda è e rimarrà sempre senza una risposta definitiva: esiste solo il sistema più indicato per una specifica situazione/progetto, non esiste la migliore soluzione in assoluto. A questa domanda sono, infatti, solito rispondere con “dipende”, lasciando purtroppo spesso insoddisfatto chi mi sta di fronte. Sulla base di quanto esposto sopra, assieme all’editore, abbiamo deciso che il primo capitolo (dei 10 complessi-


PERITIA Esempio di costruzione in pannelli X-Lam.

vi) doveva necessariamente essere dedicato proprio a fare chiarezza sulle differenze tra i principali sistemi costruttivi, o per lo meno tra quelli più utilizzati. Il primo sistema analizzato è anche quello probabilmente più antico, ovvero il “Blockbau” realizzato mediante la sovrapposizione di tronchi fino a formare le pareti. Si prosegue poi con il più moderno sistema a tavole incrociate incollate tra loro che viene indicato in diversi modi in base alla zona geografica dove ci troviamo: X-Lam o Crosslam in Sud Europa, BSP nelle zone dove

si parla tedesco e per finire CLT (Cross Laminated Timber) in ambito internazionale. Il CLT è indubbiamente il protagonista indiscusso del settore negli ultimi anni in quanto ha reso il legno di pubblico dominio, dando il via a numerosissime ricerche in tutto il mondo per capire il suo funzionamento e determinare i suoi limiti. Il CLT ha permesso di costruire edifici multipiano e spingersi oltre quelli che venivano considerati dei limiti quasi invalicabili. Mi meraviglia sempre pensare che nel 2003, quando ho iniziato a progettare i primi edifici in CLT, esi-


PERITIA www.ergodomus.it www.legislazionetecnica.it

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Grafico realizzato dall'Università Tecnica di Graz: andamento della produzione di X-Lam negli ultimi 20 anni.

Nelle due fotografie in basso, a sinistra: esempio di costruzione a telaio. A destra: costruzione realizzata secondo la tecnologia Nail Laminated Timber (NLT) [Fonte: FBEWoodliving].

stevano solo 2 produttori in tutto il mondo e la produzione complessiva si attestava attorno a 45.000-50.000 m/anno. In meno di 20 anni questi numeri sono esplosi e si è arrivati a superare il milione di m/anno con oltre 30 produttori più o meno grandi: ormai ogni continente ha almeno un produttore, anche se l’Europa fa la parte del leone detenendo ben oltre l’80% del mercato. Non solo edifici multipiano: il CLT ha dimostrato il proprio valore anche in ambiti diversi come per esempio quello delle palestre e/o delle scuole. Proseguendo si arriva al sistema a telaio, altro sistema storico e indubbiamente il più utilizzato e diffuso a livello mondiale. Ogni nazione o addirittura ogni regione

ha personalizzato questo sistema in accordo alla disponibilità di materia prima e maestranze. In tempi moderni il telaio è un sistema ormai fortemente industrializzato che ha tra i suoi punti di forza quello della leggerezza. Il capitolo arriva poi ad affrontare i sistemi senza colla composti da strati sovrapposti, incrociati e solidarizzati per mezzo di perni di legno o connettori metallici. Queste pareti rappresentano indubbiamente una alternativa alle soluzioni appena citate per una bio-edilizia molto spinta. Per contro sono sistemi piuttosto pesanti in termini di massa superficiale kg/m e quindi la loro movimentazione non sempre è facile. L’ultima parte del capitolo riguarda i solai che rappresentano uno dei com-


PERITIA

ponenti più complessi, costosi, pesanti e difficili da progettare dell’intero edificio. Meglio una soluzione “massiccia” o una “alveolare” molto più leggera ma allo stesso tempo più difficile da gestire dal punto di vista dell’acustica e degli spessori? Come sono realizzati questi solai composti e quali alternative offre il mercato? Per un edificio residenziale, la soluzione del solaio massiccio è probabilmente la più utilizzata e la più semplice da mettere in opera. Ma come ci si comporta quando sono richieste luci importanti superiori ai 6-7 metri? In questo caso le scelte possono/devono cambiare evidenziando come l’approccio olistico sia ancora una volta indispensabile per una corretta scelta e progettazione dei vari componenti della struttura.

IL LIBRO È ACQUISTABILE ON LINE ATTRAVERSO AMAZON O LO SHOP DELL'EDITORE LEGISLAZIONE TECNICA: https://ltshop.legislazionetecnica.it

«Il “Manuale delle Costruzioni di legno” di Franco Piva – secondo volume edito da Legislazione Tecnica nell'ambito della collana sviluppata grazie al supporto tecnico scientifico della Fondazione ClimAbita – è un progetto editoriale che mi rende partico-

larmente orgoglioso. Un'opera importante, pratica, rigorosa e completa, che sarà certamente di orientamento e grande ausilio a tutti coloro che progettano, costruiscono, ristrutturano o recuperano con il legno, o vogliono iniziare a operare in un settore in costante espansione, per via dei tanti vantaggi che questo straordinario materiale offre in termini di minor consumo di risorse naturali, possibilità di riuso e riciclo, e non solo. Nel primo capitolo, viene proposta una panoramica dei principali sistemi costruttivi per la realizzazione di edifici in legno, da quelli tradizionali a quelli più moderni e innovativi, offrendo per ciascuna i dettagli progettuali e cantieristici necessari a orientare la scelta preliminare di progettisti e committenti».


REGULAE stdstagno@libero.it di Linda Secondini e Gerolamo Stagno

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La normativa tecnica delle costruzioni del D.M. 2018: un percorso di qualità e tutela per il legno

Il D.M. 17.01.2018 contiene diverse innovazioni nelle Norme Tecniche per le Costruzioni che hanno sostituito il D.M 14.01.2008 e dedica un ampio capitolo al tema dei materiali da costruzione per usi strutturali. Il paragrafo 11.7 del D.M. 17.01.2018, in particolare, si occupa del materiale legno e in questo come in altri1 paragrafi vengono sottolineati tre concetti fondamentali per i materiali, i quali devono essere: • Identificati univocamente dal fabbricante, • Quantificati dallo stesso, • Accettati dal Direttore Lavori mediante verifica della documentazione di qualificazione e mediante prove sperimentali di accettazione. Vi sono inoltre tre forme diverse per la identificazione e qualificazione del materiale: A. per i materiali di cui esiste una norma armonizzata tipo EN i cui riferimenti devono già essere pubblicati sulla G.U.C.E. in cui identificazione e qualificazione devono avvenire con la Marcatura CE secondo il Regolamento Prodotti da Costruzione n.305/2011 che dal 2013 ha abrogato la Direttiva n.89/106/CEE, B. per i materiali per i quali non esiste alcuna norma armonizzata o per la quale non sia terminato il periodo di armonizzazione, si applica il D.M. 17/01/2018 che lascia il produttore libe-

ro di seguire le normative nazionali o quelle armonizzate europee pur vincolandolo nella scelta al rispetto di quanto prescritto nelle Norme stesse come confermato dal CSLLPP* nel Voto n. 237, C. per i materiali non ricadenti nelle due precedenti forme è prevista una Valutazione di Conformità Europea ETA arrivando ad apporre la Marcatura CE oppure di un Certificato di Valutazione Tecnica rilasciato dal CSLLPP previa istruttoria del Servizio Tecnico Centrale sulla base di Linee Guida approvate dal Consiglio Superiore. Quindi il ruolo del D.L. per i casi A e C è accertarsi del possesso della Marcatura CE da parte del Prodotto; per i materiali del caso B deve essere accertato il possesso dell’Attestato di Qualificazione. Tali attestazioni dovranno essere riportate nella Relazione a strutture ultimate che deve contenere anche precisazioni sui Laboratori Prova utilizzati per i campioni, a eccezione del Classificatore che deve essere in possesso di Attestato di Qualificazione per le attività in sito, quali: • Laboratori notificati ai sensi del CPR n. 305/2011,

1. Torricelli M., Progettazione Tecnica & Materiali, I materiali da costruzione. Identificazione, qualificazione, accettazione secondo le Norme Tecniche per le Costruzioni 2018, IV ED, Maggioli, Santarcangelo Di Romagna


REGULAE • Laboratori di cui all’art. 59 del d.P.R. n. 380/2001 Laboratori Ufficiali o Autorizzati per Decreto, • Altri Laboratori dotati di adeguata competenza e idonee attrezzature abilitati dall’NTC. Il Produttore deve redigere specifiche procedure di controllo e tutta la documentazione deve essere conservata e resa visionabile agli Organi di Controllo. Per quanto riguarda le altre figure coinvolte nel processo di costruzione, si ricorda che: • il Progettista deve progettare le opere prescrivendo prodotti identificati e qualificati come nel capitolo 11 del presente Decreto 17.01.2018 adottando ove possibile Prodotti a Marcatura CE, predisporre capitolati aggiornati. • l’Impresa deve utilizzare prodotti identificati e qualificati, controllare la documentazione di accompagnamento dei materiali e consegnare la documentazione al Direttore Lavori e dare assistenza al D.L. • la Direzione Lavori deve ricevere tutta la documentazione accompagnatoria dei materiali, rifiutare le forniture prive della stessa, eseguire i controlli di accettazione e far svolgere prove complementari. • il Collaudatore deve ricevere dalla D.L tutta la documentazione, esaminare i risultati delle prove svolte, esaminare le eventuali prove di carico svolte.

Le norme UNI 338 “Legno Strutturale - Classi di Resistenza” definiscono tali Classi e i Profili Resistenti in base alle caratteristiche fisco-meccaniche sperimentali degli elementi. Il valore numerico accanto alla lettera indica la resistenza caratteristica a flessione in N/mm2 dell’elemento. Criteri per l’attribuzione delle classi: • l’attribuzione a una determinata classe può avvenire se i valori delle grandezze sperimentali sono maggiori o uguali a quelli riportati nelle tabelle di classificazione per quella classe, • l’attribuzione a una classe può avvenire anche classificando l’elemento in base a indicazioni contenute in altre norme.

PROVENIENZA DEL LEGNAME

La provenienza del legno è un elemento fondamentale per l’applicazione delle

LE NORMATIVE SUL LEGNO IN OPERA E NON

Fatta questa breve premessa, si pone attenzione al paragrafo 11.7 sul Legno Strutturale e in particolare sul Legno Massiccio che si distingue per: sezione rettangolare, secondo la norma armonizzata di prodotto UNI EN 14081 -1 “Strutture di legno – Legno Strutturale con sezione rettangolare classificato secondo la resistenza – Parte 1 Requisiti generali” per cui deve essere qualificato secondo la procedura A - Marcatura CE; sezione non rettangolare “uso Fiume e uso Trieste” non esiste Norma Armonizzata e occorre seguire le ETA 11/2019 o le regole di Qualificazione Nazionale di cui al paragrafo 11.7.10 del Decreto. Importante e fondamentale è il principio secondo cui ogni elemento di legno massiccio deve essere classificato secondo la resistenza attraverso l’assegnazione di un profilo resistente che raggruppa le proprietà fisico-meccaniche e che definisce la classe del materiale.

Grafico delle classi di resistenza: il valore numerico accanto alla lettera indica la resistenza caratteristica a flessione in N/mm2 dell’elemento.

norme corrette di classificazione. Per il legno di provenienza italiana sono previste tre classi S1, S2, S3 per ogni specie, in relazione ai diversi parametri fisico-meccanici, secondo le normative: • UNI 11035-1 “Legno Strutturale – Classificazione a vista dei legnami secondo la resistenza meccanica – Parte 1: Terminologia e misurazione delle caratteristiche”; • UNI 11035-2 “Legno Strutturale – Classificazione a vista dei legnami secondo la resistenza meccanica – Parte 2 Regole per la Classificazione a Vista secondo la resistenza meccanica e valori caratteristici per i tipi di legname strutturale”; • UNI 11035-3 “Legno Strutturale – Classificazione a vista dei legnami secondo la resistenza meccanica – Parte 3 Travi Uso Fiume e Uso Trieste”. Per il legno di provenienza estera si applicano le normative: • UNI 338 “Legno Strutturale - Classi di Resistenza” definiscono tali Classi e i Profili Resistenti in base alle caratteristiche fiscomeccaniche sperimentali degli elementi; • UNI EN 1912 “Legno Strutturale - Classi di Resistenza – Assegnazione delle categorie visuali e delle specie”;

* CSLLPP (Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, organo Tecnico referente del Ministero Lavori Pubblici e Infrastrutture)


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La norma UNI 33822 “Legno Strutturale Classi di Resistenza” definisce le Classi e i Profili Resistenti in base alle caratteristiche fisico-meccaniche ottenute sperimentalmente sugli elementi. L’ultima versione vigente, aggiornata al 12 maggio 2016, ha sostituito la UNI 338: 2009 apportando le seguenti modifiche: • nuovo prospetto delle classi di resistenza per conifere basate su prove di trazione; • estensione, con nuove classi, nel prospetto delle classi di resistenza per latifoglie basate su prove di flessione a taglio; • modifica di alcuni valori caratteristici per resistenza, rigidezza e massa volumica; • equazioni per determinare i valori caratteristici di altre proprietà di resistenza a partire dalle caratteristiche di determinazione della classe sono state trasferite nella EN 384. La classificazione strutturale definisce un sistema di classi di resistenza per utilizzo nella progettazione strutturale. Si riferisce a travi a sezione rettangolare per la norma armonizzata di prodotto UNI EN 14081-1 e fornisce valori caratteristici delle proprietà di rigidezza, massa volumica, resistenza. Per le conifere le prove di flessione e di taglio, i valori caratteristici di resistenza, rigidezza e massa volumica per le classi C corrispondono al 5° percentile della resistenza a flessione. Per le conifere le prove di trazione, i valori caratteristici di resistenza, rigidezza e massa volumica per le classi di resistenza T indicati corrispondono al 5° percentile della resistenza a trazione. Le classi T si riferiscono al legno lamellare e corrispondono alle classi L, Ls, Ld della EN 14081-4 e fanno riferimento alla EN 14080. Per le latifoglie per prove di flessione e di taglio i valori caratteristici di resistenza, rigidezza e massa volumica per le classi di Resistenza D indicati corrispondono al 5° percentile della resistenza a flessio-

ne (le classi C e T possono essere utilizzate anche per le latifoglie). Il legno classificato a macchina deve soddisfare i requisiti della EN 14081 e la norma di riferimento per la determinazione dei valori caratteristici è la EN 384. È possibile regolare la macchina classificatrice se i rapporti di Classificazione approvati riportano le impostazioni pertinenti. È fondamentale ricordare che una partita di legname può essere attribuita a una determinata classe di resistenza qualora i valori caratteristici di resistenza, modulo di elasticità medio e massa volumica siano maggiori o uguali ai valori di resistenza riportati nelle tabelle. Occorre ricordare che il legno massiccio classificato proveniente dal centro di produzione oggetto di successiva lavorazione presso il centro di trasformazione e integrato con classificazione per i nuovi pezzi con relativa documentazione di accompagnamento dovrà essere oggetto di successiva riclassificazione per almeno una percentuale del 5% da parte di un’altra figura di classificatore indicata dal Direttore Lavori. Va eseguito quindi il confronto con la classificazione eseguita dal produttore e/o dal centro di trasformazione prima della messa in opera per valutarne la conformità e l’accettazione.

LE PROVE

Questa fase di classificazione può essere accompagnata da prove e saggi3 su alcuni elementi campione: pezzi che vengono prelevati da ogni partita e che devono trovarsi nelle stesse condizioni degli elementi da mettere in opera e rappresentare le varie gradazioni del materiale. Da questi campioni dovranno essere prelevati dei saggi in numero variabile che dipende dall’entità della fornitura. Pove e saggi: zone prelievo campioni (Parisi B., 2007) nel disegno a sinistra.

2. Norma Europea UNI EN 338:2016, Legno strutturale – Classi di Resistenza, UNI-Store Licenza 2018/399253 3. D.M. 30.12.1912 “Norme e Condizioni per l’accettazione dei Legnami e delle Raccomandazioni Uni in Biagio Parisi”, “Controlli e prove sui materiali per l’edilizia in cantiere e in laboratorio: Prontuario dei Materiali con riferimento al D.M. 14.09.05”, Dario Flaccovivo Editore, 2007


REGULAE Occorre ricordare che la classificazione di elementi lignei esistenti oggetto di Tutela Monumentale richiede altresì il processo di classificazione in opera da eseguirsi con la UNI 11119 per la definizione delle categorie Strutturali S1, S2, S3 se di provenienza Italiana. Nelle zone montane confinanti, in cui il legname potrebbe non essere di provenienza italiana, per la determinazione dei profili resistenti si applica congiuntamente la UNI EN 1912 facendola convergere nella Norma Tecnica Fondamentale UNI 338. Si pone in essere la problematica della Classificazione a Vista che la UNI 11119 prevede in modo cogente secondo la seguente procedura: • l’applicazione di un opportuno protocollo di ispezione dettagliato degli elementi, • la definizione di difettologie e alterazioni anatomico fisiologiche del legno, • un rilievo della geometria, • indagini non distruttive paragrafo 7.5.1.2 anche se non ne descrive le tipologie precisa che siano di comprovata applicazione, • determinazione della specie vengono attuate due procedure macro e microscopica con analisi su spezzoni prelevati, • stima della percentuale di umidità con metodo per resistività elettrica.

ma versione. Anche la NTC 2018 non precisa ulteriormente nessun dettame su quali metodologie applicare, rimandando in tal senso alla identificazione delle metodologie non distruttive più utilizzate come l’applicazione di indagini di comprovata conoscenza e già applicate. La personale esperienza di diagnosi del legno strutturale in opera ha permesso di sviluppare la procedura di seguito Schema classificazione.

Stima umidità.

Analisi al microscopio.

Da questi elementi discendono i valori caratteristici che la UNI 338 determina con prove sperimentali, ma anche altri derivanti da equazioni come precisato tra gli elementi di innovazione dell’ulti-

Tabella compilativa diagnosi legno.


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riportata nel diagramma metodologico, applicabile e modificabile a seconda del caso, e di redigere delle tabelle compilative, comprensive anche delle prove non distruttive, studiate appositamente per la classificazione dei singoli elementi.

RIFLESSIONI

Da quanto esposto si comprende come vi siano due filoni di pensiero ben distinti secondo i quali va definito il profilo resistente del legno attraverso la Classificazione a Vista. • Uno di matrice scientifico forestale, squisitamente anatomico-fisiopatologico, che attraverso la conoscenza della materia legno formula un giudizio qualitativo limitandosi a determinare, con procedure analitiche, l’umidità e la specie come dati certi. Questo processo conoscitivo procede, attraverso un criterio di Classificazione qualitativo, a definire un giudizio quantitativo di appartenenza del singolo elemento ligneo a una categoria strutturale. • Un secondo, principalmente impostato sulle prove meccaniche dirette estese a un numero elevato di campioni, arriva a determinare statisticamente per correlazione i valori caratteristici per specie considerando difettologie e alterazioni come possibili variabili dei risultati che ne scaturiscono (nodi, fibra deviata, cipollature, attacchi xilomicotici). Quale via seguire? Quale percorso per evitare di definire valori numerici “pericolosi” cui affidare le verifiche di calcolo progettuale sia sul nuovo che sull’esistente? La scienza forestale, che include l’ingegneria forestale e quindi la meccanica, ci insegna che la via più idonea sia l’incontro delle due metodologie in cui, alla conoscenza del materiale si affiancano le relative sperimentazioni meccaniche con prove applicate in laboratorio. A queste, oggi si può dar risposta con la diagnostica strumentale che, opportunamente tarata sulle prove meccaniche distruttive e sullo studio

attento e meticoloso delle condizioni del materiale, permette di giungere alla definizione di valori sicuri o, come recita la norma, “molto probabilistici perché confermati da un adeguato apparato conoscitivo”. In particolare, si vogliono fornire al lettore alcune riflessioni e contributi per migliorare la Classificazione strutturale intesa come patrimonio di conoscenza e indagini derivate sia da prove di laboratorio che proveniente da indagini diagnostiche non distruttive. Interessante è l’approccio elvetico pre-

Sclerometro.

sente nelle Norme Svizzere Tecniche SIA relative alla Classificazione Strutturale del legno: SIA 265/1 “Construction en bois Specification Complementaires” 2017-05 in cui si richiamano sempre la SN EN 338 e la SIA 269/5 del 2011 “Conservazione delle strutture portanti in legno”4. Le due normative risultano interessanti poiché riportano alcuni protocolli e livelli di indagine a cui far riferimento. Ad esempio, alla voce “strumenti di aiuto” è riportata una dettagliata descrizione delle strumentazioni da utilizzare per soddisfare le diverse problematiche che la conoscenza del legno richiede. Questo percorso è sostanzialmente analogo al Protocollo di ispezione Tecnologica messo a punto dal Prof. Giordano, principale studioso e capostipite del filone della conoscenza del legno in Italia. Ancora, si può osservare al punto C3 una tabella di giudizio sulle

4. SIA 269/5:2011 Conservazione delle strutture portanti – Costruzioni in legno, licenza del 18/07/2018


REGULAE Tabella SIA : allegato C1 estratto dalla Norma SIA 269/5:2011”.

connessioni che affianca alle diverse tipologie di connessione relative ai segni di degrado su cui formulare un accurato giudizio qualitativo. Infine, ci permettiamo di segnalare al lettore che anche in sede Europea è giunto al termine il percorso per definire una Norma Armonizzata per un uniforme e omogeneo percorso di Normativa Diagnostica Europea coordinato dalla Commissione CEN/TC 346 “Lignes directrices pour l’evaluation sur site des structures historique en bois du parimonie”. La Norma Tecnica UNI EN 17121, di recente elaborata e approvata nell'ottobre 2019, per la Conservazione del Patrimonio Storico Culturale “Linee Guida per la valutazione in situ delle Strutture Portanti” ridefinisce in modo più esteso e dettagliato la procedura da adottarsi con particolare attenzione alle connessioni tra elementi e fornisce

un approfondimento sulla parte diagnostica strumentale non distruttiva.

IN CONCLUSIONE

Da questa carrellata di normative e metodi di diagnosi si può affermare che, per quanto concerne le nuove realizzazioni, l'attenzione al materiale sia la prima scelta da compiere per poter garantire la qualità e il mantenimento della stesso. Ciò va condotto mediante il tracciamento di ogni elemento in ogni fase della filiera, dal taglio (segherie certificate) alla messa in opera (etichetta su ogni elemento e bolle di accompagnamento). Dai centri di produzione a quelli di trasformazione fino al cantiere, le norme NTC 2018 diventano quindi fondamentali. Analogamente nel costruito esistente ove viene ribadita la obbligatorietà di Classificare Strutturalmente ogni elemento ligneo prima di procedere sia


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alle verifiche strutturali sia agli interventi successivi. La successiva Circolare Ministeriale entra nel merito tecnico delle conoscenze da applicare sul materiale legno soprattutto per quanto concerne le Verifiche di Sicurezza Strutturale delle Costruzioni, precisando le Metodologie Diagnostiche da applicare per definire e caratterizzare il legno secondo Livelli di Confidenza applicati sul materiale legno. Nella Norma UNI EN 17121:2019 tale concetto è ulteriormente ribadito con le Linee Guida che prevedono comportamenti analoghi per la

Conservazione e Valutazione delle Strutture Lignee, ampliando di molto le attività che devono essere svolte, e inserendo attività come il rilievo geometrico, la conoscenza della storia della struttura rispetto ai carichi che si sono succeduti e, laddove possibile, anche le modellazioni strutturali di dettaglio al pari delle verifiche sismiche locali. Una riflessione più generale riguardo anche il percorso di Classificazione Strutturale a Vista del legno soprattutto quello storico in opera, va rivolta al ruolo del Progettista strutturale come del certificatore di idoneità statica, il


REGULAE quale deve interfacciarsi con il Classificatore diagnosta, con il Direttore lavori, con il Collaudatore e con tutte quelle figure professionali indicate nelle NTC 2018. Finalmente sono stati resi disponibili strumenti adeguati cogenti anche per la conoscenza del legno, come per altri materiali era già avvenuto, potendo con la Normativa UNI EN 17121 adottarsi anche Normative Tecniche dei Paesi dell'Unione Europea per singole Prove come quelle Sclerometriche vigenti in Spagna, anche se non disponibili e prodotte sul Territorio Nazionale dall'UNI purché precisate nella Norma Europea. Le figure Tecniche facenti parte del processo edilizio Costruttivo del Nuovo e del Riuso dell'esistente, in funzione della tipologia delle costruzioni comprese quelle oggetto di Tutela Monumentale, possono precisare quante e dove devono essere effettuate le indagini e devono avere una adeguata conoscenza, requisito fondamentale che sta nei principi generatori delle Norme UNI di Classificazione Strutturale e Diagnosi del Legno5. Questo apparato Normativo Giuridico e Tecnico a diverso livello espresso renderà necessario un atteggiamento diverso anche nei confronti del legno e richiede una maggiore formazione e consapevolezza delle figure professionali cardine nel settore delle costruzioni. Questo processo Normativo avrà anche delle ricadute sul profilo formativo dei Tecnici già a partire da quelli del geometra e del perito (che forse a livello di formazione di scuola secondaria e laurea breve sono quelli che oggi dedicano più attenzione a questo problema), per non parlare delle figure dell’ingegnere e dell’architetto nelle varie competenze in ambito strutturale ed edile e maggiore consapevolezza anche nell'applicazione della UNI EN 338. In Europa, il settore delle Costruzioni in legno sta raggiungendo percentuali di quote di mercato elevatissime ed è indispensabile che questo processo di crescita sia sostenuto da un percorso formativo corretto. Strumenti come il Capitolato Speciale d'Appalto Lavori dovranno contenere proprio quelle specifiche tecniche introdotte dalla NTC 2018 e dalle Norme UNI EN a proposito della conoscenza, con precisazione delle prove diagnostiche da applicarsi. Tutto ciò pone fine al grosso limite formativo e culturale esistente in Italia sulle Costruzioni in legno. Si auspica che sia per le nuove costruzioni sia per il riuso del patrimonio esistente si dia seguito all'istituzione di un maggior numero di Corsi di programmi formativi professionalizzanti con percorsi di Laurea dedicati come quello di recente costituito nel settore delle Scienze Forestali. L'apparato formativo dell'Istruzione dal livello della Scuola Superiore proseguendo fino agli Studi Universitari e successivi di Alta Formazione (Scuole di Specializzazione e Dottorati) sono molteplici, per non parlare delle Scuole Professionali di Formazione per Operatori del Cantiere del legno come i carpentieri. Anche nei Paesi confinanti con il nostro compresi nell'Unione Europea esistono già precisi Istituti formativi inerenti le diverse competenze operanti nel settore del legno: dal carpentiere all'Ingegnere del Legno, come l’Ecole de Bois in Francia, che dovrebbero essere presi ad esempio per la costituzione di analoghi istituti in Italia. Le costruzioni in legno oltretutto rappresentano una elevata percentuale rispetto ad altre costruite con materiali diversi, oltre al fatto che anche in queste il legno è sempre presente nel nostro Patrimonio Culturale Immobiliare, molto numeroso rispetto a quello mondiale, per la realizzazione di solai, coperture, serramenti, scale, boiserie e arredi. Infine, non dobbiamo dimenticare come in termini ambientali il legno rappresenti un interessante presidio contro l'inquinamento ambientale diffuso potendo assorbire notevoli quantità di anidride carbonica dall'ambiente degradato. 5. Albano G, 2018, Architetture & Strutture, Commentario alle NTC 2018, Legislazione Tecnica, Roma


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Costruire globale, costruire locale

seconda parte

Riprendiamo il simposio di Gruppo Qualità Legno tenutosi a Torino in occasione della scorsa edizione di Restructura per restituire anche la seconda parte del convegno e dare spazio all’intervento del Dott. For. Luca Galeasso di Environment Park con il tema “Costruire con il legno a basso impatto ambientale: il progetto CaSCo”, all’ingegnere Luana Scaccianoce di ARPA Piemonte riguardo la normativa ambientale sugli appalti pubblici: i CAM (Criteri Ambientali Minimi) del Ministero dell’Ambiente e la loro applicazione ai manufatti in legno e al Dott. For. Giovanni Maiandi e Silvia Pirani, Unione Montana Alta Valsesia, che hanno approfondito gli utilizzi per il legno della filiera corta con alcuni esempi dal territorio della Valsesia. Nel numero precedente “abbiamo ascoltato” il Professor architetto Davide Maria Giachino che ha curato l’introduzione e la moderazione del convegno, il Professor Felice Ragazzo dell’Università di Roma “La Sapienza” Presidente GQL che ha illustrato l’immaginario del progettista nell’Industria 4.0, Enrico Fongaro e l’ingegner Giorgio Bignotti che hanno presentato una villa a Padova realizzata con prodotti di FBE, il Professor Roberto Giordano del Politecnico di Torino che ha approfondito l’utilità della metodologia del LCA (Life Cycle Assessment) e l’ingegner Franco Piva di Ergodomus Timber Engineering che ha parlato di progettazione e ingegnerizzazione oltre i confini nazionali. Svoltosi in due diversi tempi, quello della formazione, e quello della dimostrazione di cui abbiamo già dato conto, il convegno si è caratterizzato per il parter di relatori formato da esperti del settore di altissimo profilo.

Dottore Forestale Luca Galeasso - Environment Park

Nella fotografia in alto, in apertura, i relatori delle ultime due relazioni tenutesi in occasione del convegno di GQL a Restructura il 15 novembre 2019 (di cui abbiamo pubblicato nel numero 28 la I parte), da sinistra a destra: Luca Galeasso, Giovanni Maiandi, Silvia Pirani e Luana Scaccianoce. Seguono nelle pagine successive alcuni schemi, tabelle e immagini estrapolati dalle presentazioni dei relatori a corredo della loro esposizione.

COSTRUIRE CON IL LEGNO A BASSO IMPATTO AMBIENTALE: IL PROGETTO CaSCo A Torino, il 15 novembre 2019, nello scenario di Restructura, abbiamo illustrato il progetto Carbon Smart Communities che parla di sostenibilità a 360°, condiviso da 11 partner e 5 nazioni (Svizzera, Italia, Germania, Austria e Slovenia), per l’Italia rappresentato da Environment Park, Unione Montana Valsesia e ARPA Piemonte. Il progetto CaSCo è quindi un progetto europeo, finanziato dal programma Spazio Alpino, e l’idea che muove il progetto nel caso di prodotti legnosi, e che può valere per tutti i prodotti, si concentra sull'impatto ambientale  in molti casi fino all'80 - 90% dell'impatto di un prodotto legnoso  associato alla fase dei trasporti. Ovviamente questo può variare a seconda della filiera che caratterizza il prodotto legnoso, a seconda della filiera di produzione, ma

molto dell'impatto si concentra in questa fase, e i dati che mostrava nella precedente relazione il professor Roberto Giordano per alcuni prodotti lo confermano. Quindi questa è un'attività su cui ha senso andare a lavorare. Il grafico di Eurostat mostra i dati inerenti l’intensità dei trasporti in termini di chilometri per tutta una serie di assortimenti legnosi che tengono conto di importazioni ed esportazioni: un prodotto può arrivare a fare facilmente 10 - 12 - 14000 km; dipende ovviamente da dove si trova il luogo di approvvigionamento, se ad esempio parliamo di legno di Larice siberiano è chiaro che si tratta di distanze molto importanti. Quindi c'è spazio per ottimizzare le filiere e accorciarle. L'idea del progetto è proprio quella di promuovere l'utilizzo di prodotti legnosi rispondenti a criteri di basso impatto ambientale, quello che abbiamo chiamato il “Low Carbon Timber”, cioè pas-


SIMPOSIUM_RESTRUCTURA_GQL sare a un'idea di filiera corta basata sulla regionalità, quindi legno locale, da un lato incentivando e orientando la domanda del mercato alla richiesta di questo tipo di prodotti. Il mercato pubblico ha già dei criteri che gli enti locali potrebbero richiedere in fase di appalto, ma sono ancora poco conosciuti e poco utilizzati; mentre il mercato privato ha una sensibilità maggiore da questo punto di vista. Dall’altro lato agendo sull’offerta, stimolando gli operatori del settore ad accorciare le filiere tramite strumenti specifici di tracciabilità e certificazione della sostenibilità, di facile applicazione e rispondenti alle esigenze dei consumatori finali. Per misurare la sostenibilità ambientale dei prodotti, sostanzialmente ci sono tre categorie di strumenti che si intersecano per creare lo sviluppo sostenibile (responsabilità sociale, economica e ambientale). LA MISURAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DEI PRODOTTI Esistono numerose tipologie di strumenti per la misurazione e certificazione della sostenibilità dei prodotti, diversi per metodologia, ambiti e dimensioni del ciclo di vita considerati. Ognuno presenta vantaggi e limiti, nonché caratteristiche che devono essere conosciute: 1. Life Cycle Assessment (LCA, ISO 14040) che è sicuramente lo strumento più completo; 2. Carbon footprinting di prodotto (CFP, ISO 14067) che si concentra sul parametro legato alle emissioni di CO2; 3. Etichette ambientali (labels) che sono anche quelle che poi permettono di comunicare qual è l’impatto ambientale del prodotto, sono di 3 tipologie: • Tipo 1 (Norma tecnica di riferimento ISO 14024), sono le etichette di tipo prestazionale, quindi un prodotto si può dotare di questa etichetta se rispetta e supera alcuni valori limite per una serie di requisiti che sono definiti dal protocollo di riferimento. Principali caratteristiche delle etichette ambientali Tipo 1: - Devono avere considerato tutto il ciclo di vita del prodotto (non è richiesta una LCA) - Richiedono il rispetto di valori limite per ognuno dei requisiti e criteri considerati dal marchio - Sono verificate e certificate da organizzazioni di terza parte - Esempi di etichette Tipo 1: EU Eco label, Nordic Swan, Blauer Engel • Tipo 2 (Norma tecnica di riferimento ISO 14021), sono etichette basate su autodi-

0

2.000 4.000 6.000

8.000 10.000 12.000 14.000

chiarazioni in cui la norma indica come devono essere fatte e verificate. Principali caratteristiche delle etichette Tipo 2: - Sono normalmente riferite a uno o pochi aspetti del prodotto;

Elaborazione su dati Eurostat 2017.


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- Sono riferite ad autodichiarazioni del produttore; - Devono essere verificabili (sebbene non sia richiesta una certificazione di terza parte), tramite metodologie documentate dal dichiarante; - Esempi di etichette Tipo 2: Riciclabile, % Riciclato, Compostabile, Gestione Forestale Sostenibile (PEFC/FSC). • Tipo 3 (ISO 14025), questa certificazione non è vincolante e sono quelle che fanno riferimento all'analisi del ciclo di vita. Quindi sono etichette come le già citate dichiarazioni ambientali di prodotto, ad esempio, che prevedono un'analisi del ciclo di vita completa del prodotto che deve essere fatta secondo dei criteri specifici, variabili a seconda delle categorie di prodotto e ovviamente le relative norme di riferimento. Principali caratteristiche delle etichette di Tipo 3 (Dichiarazioni Ambientali di Prodotto, EPD): - Sono basate su un’analisi del ciclo di vita (LCA) del prodotto; - L’analisi LCA è sviluppata sulla base di Regole per Categorie di Prodotto (PCR), necessarie a confrontare stesse tipologie di prodotto; - Sono verificate e certificate da organizzazioni di terza parte; - Norme tecniche di riferimento: ISO 14025 (EPD), ISO 14067 (CFP); - Esempi di etichette di tipo 3: EPD ed etichette per la certificazione di analisi dell’impronta di carbonio (CFP).

CONFRONTO TRA LE ETICHETTE PER IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI Ognuna di queste ha dei vantaggi e degli svantaggi, quelle del Tipo 1 sono sicuramente chiare perché solo superato un determinato livello è possibile apporre le etichette, diversamente non è possibile farlo, e qualche volta sono più complesse da ottenere. Quelle di Tipo 2 sono forse le più diffuse, sono più facili da ottenere ma non richiedono necessariamente la verifica indipendente. Infine, quelle di Tipo 3 sono molto interessanti perché considerano l'intero ciclo di vita e quindi potenzialmente tengono conto di tutti gli impatti ambientali di un ciclo di vita di un prodotto. Nel trasporto talvolta vengono considerati i dati medi, proprio perché non sono calcolati su un prodotto specifico, ma magari per più tipologie di prodotto insieme o per un prodotto standard. L’altro aspetto che voglio sottolineare, visto che la platea è fondamentalmente una platea di professionisti, di architetti, è che la sostenibilità dei prodotti è sempre più importante anche quando si


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approccia al progetto dell’edificio, quindi poter misurare la sostenibilità del prodotto e poterla certificare può dare anche dei crediti al progetto stesso. Nel progetto quindi abbiamo sviluppato un protocollo denominato “Low Carbon Timber” che è l'adattamento di un protocollo già esistente in Germania, un protocollo a cui corrisponde poi anche un marchio che sostanzialmente permette appunto di tracciare il prodotto da filiera corta. Il protocollo si basa sulla tracciabilità della distanza percorsa dal bosco fino al cliente finale che permette di soddisfare i criteri previsti dai protocolli di valutazione degli edifici ed è facilmente utilizzabile dalle piccole e medie organizzazioni, quindi supera il semplice concetto di legno locale menzionato prima che spesso è difficile da definire quando si parla di procedure di acquisto pubblico dove non si può fare riferimento a un determinato territorio di provenienza. La sostenibilità dei prodotti e dei materiali rappresenta un aspetto essenziale della sostenibilità complessiva di un edificio. Molti protocolli di

valutazione ambientale degli edifici hanno iniziato a considerare i materiali, la provenienza delle materie prime e la filiera di lavorazione tra i criteri di valutazione, valutando la «regionalità» tra i fattori da premiare. Il marchio “Low Carbon Timber” Si basa sulla tracciabilità e calcolo della distanza percorsa, associando ai vantaggi delle etichette di Tipo 1 la semplicità di utilizzo: 1. Supera il concetto di legno «locale», problematico rispetto alle procedure di acquisto pubblico; 2. Permette di soddisfare alcuni criteri previsti dai protocolli di valutazione degli edifici; 3. È facilmente utilizzabile da piccole e medie organizzazioni.


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Ingegner Luana Scaccianoce ARPA Piemonte

LA NORMATIVA AMBIENTALE SUGLI APPALTI PUBBLICI. I CAM (CRITERI AMBIENTALI MINIMI) DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE E LA LORO APPLICAZIONE AI MANUFATTI IN LEGNO L’attuale versione del nuovo codice degli appalti e delle concessioni è entrato in vigore il 20 Maggio 2017 (DLgs 50 del 2016 come corretto dal DLgs 56 del 2017) e obbliga tutte le pubbliche amministrazioni a inserire i Criteri Ambientali Minimi – CAM all’interno dei loro appalti, come minimo le specifiche tecniche e le clausole contrattuali. I CAM sono requisiti ambientali che vengono definiti per varie fasi del processo di acquisto e servono a individuare la soluzione progettuale con il minor impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita tenuto conto della disponibilità di mercato, sono adottati con Decreto del Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del mare. Quelli attualmente esistenti, spaziano dall’arredo, alla carta per stampanti, servizi di ristorazioni, tessili, veicoli, quindi tutto quello che in teoria un’amministrazione pubblica acquista. Ciascun criterio riporta, nella sezione verifiche, i mezzi di prova: un aspetto molto importante per dimostrare la conformità a quel singolo criterio. http://www.minambiente.it/pagina/icri teri- ambientali-minimi. I CAM sono definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione - Piano di Azione Nazionale per il Green Public Procurement – PAN GPP (ultima versione 2013, attualmente in revisione) i cui obiettivi strategici sono:

- efficienza e risparmio nell’uso delle risorse, in particolare dell’energia, e conseguente riduzione delle emissioni di CO2; - riduzione delle sostanze pericolose; - riduzione quantitativa dei rifiuti prodotti; Obiettivo nazionale (da raggiungere entro il 2014): - almeno 50% di appalti pubblici conformi ai CAM (Criteri Ambientali Minimi); - estendere le categorie oggetto dei CAM; - rafforzare il ruolo delle “centrali di committenza”. L’utilizzo del GPP può produrre significativi risultati ambientali strategici, tra cui ad esempio la riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Le novità del nuovo codice appalti Il codice degli appalti ha inserito molte novità, tra le più importanti: art.95 “Criteri di aggiudicazione dell’appalto” “le stazioni appaltanti, …, procedono all'aggiudicazione degli appalti …, sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo o sulla base dell'elemento prezzo o del costo, seguendo un criterio di comparazione costo/efficacia quale il costo del ciclo di vita, conformemente all'articolo 96”. art.96 “Costi del ciclo di vita” costi sostenuti dall’amministrazione + “costi imputati a esternalità ambientali legate ai prodotti, servizi o lavori nel corso del ciclo di vita, purché il loro valore monetario possa essere determinato e verificato. Tali costi possono includere i costi delle emissioni di gas a effetto serra e di altre sostanze inquinanti, nonché altri costi legati


SIMPOSIUM_RESTRUCTURA_GQL all'attenuazione dei cambiamenti climatici”. Tra i Criteri Ambientali Minimi (CAM) attualmente esistenti ci sono quelli per l’acquisto di arredi urbani e quelli per l’edilizia. Criteri Ambientali Minimi per: EDILIZIA - Affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici (approvato con DM 11 ottobre 2017, in G.U. Serie Generale n. 259 del 6 novembre 2017); ARREDO URBANO - Acquisto di articoli per l’arredo urbano (approvato con DM 5 febbraio 2015, in G.U. n. 50 del 2 marzo 2015). I CAM sono definiti per alcune o tutte le fasi di definizione della procedura di gara e si dividono in: - Criteri per la selezione dei candidati: capacità tecnica del candidato a eseguire l’appalto in modo da recare i minori danni possibili all’ambiente; - Specifiche tecniche: caratteristiche previste per lavori, servizi o forniture (vedi art. 68 del D.lgs. 50/2016); - Criteri premianti: prestazioni ambientali migliori di quelle garantite dalle specifiche tecniche, ai quali attribuire un punteggio tecnico ai fini dell’aggiudicazione; - Clausole contrattuali: forniscono indicazioni per dare esecuzione all’affidamento o alla fornitura nel modo migliore dal punto di vista ambientale. Ciascun criterio ambientale riporta inoltre, nella sezione Verifiche, i mezzi di prova per dimostrarne la conformità. IL LEGNO NEI CAM EDILIZIA Le tabelle mostrano alcuni dei criteri all’interno del decreto ministeriale sull’edilizia e indicano i numeri dei paragrafi in cui viene citato il legno, il campo dell’edilizia è uno degli ambiti più complessi e più discussi negli ultimi anni, ha avuto dei grandi problemi di applicabilità ed è attualmente in revisione al ministero. Il CAM Edilizia è diviso in 3 parti, una parte per le specifiche tecniche dei gruppi di edifici, una legata al singolo edificio e l’ultima inerente i componenti edilizi. Per citare alcuni riferimenti, nel caso di gruppi di edifici, nel criterio sulla viabilità si cita il legno come materiale per la sostituzione di pavimentazione in assenza di superfici verdi, mentre per quanto riguarda le specifiche del singolo edificio c’è un criterio in cui sono previsti dei limiti di emissioni dei materiali, per le pavimentazioni e i rivestimenti in legno. Relativamente ai componenti edilizi è fondamentale il criterio sulla sostenibilità e legalità del legno in cui si evidenzia che il legno deve provenire da foreste gestite in maniera sostenibile, quindi certificate, e che una parte del mate-

riale può anche essere di legno riciclato. Quest’ultimo criterio è facilmente verificato con la certificazione “Low Carbon Timber” che attesta non solo la provenienza da foreste gestite in maniera sostenibile, ma anche una filiera di prossimità del legno. A proposito di distanza, il comma 13 dell’art. 95 del Codice degli appalti, fa esplicito riferimento a “…i beni o prodotti da filiera corta o a chilometro zero.” dicendo che questi presentano un minor impatto sulla salute e sull’ambiente, proprio per questo è possibile attribuire loro un punteggio premiale. IL LEGNO NEI CAM ARREDO Ugualmente nel CAM Arredi per interni (approvato con DM 11 gennaio 2017, in G.U. n. 23 del 28 gennaio 2017) il legno deve provenire da boschi/foreste gestiti in maniera sostenibile/responsabile o essere costituito da legno riciclato (3.2 Specifiche tecniche - 3.2.6. Sostenibilità e legalità del legno). Biomassa da filiera corta Nel CAM Servizi energetici, (approvato con DM 7 marzo 2012, in G.U. n.74 del 28 marzo 2012) tra le fonti energetiche rinnovabili utilizzabili viene indicata la biomassa prodotta in una filiera corta, entro un raggio di 70 km dall’impianto che la utilizza per produrre energia/riscaldamento. Con la certificazione “Low Carbon Timber” si può verificare facilmente il criterio.


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I CAM vengono aggiornati periodicamente sulla base dell’evoluzione tecnologica e di mercato, attualmente riguardano le categorie di forniture e affidamenti individuate nel PAN GPP e definite “prioritarie” in base alla maturità del settore di riferimento, al volume di spesa pubblica e alle potenzialità in termini di riduzione degli impatti ambientali. Sul sito del Ministero dell’Ambiente http://www.minambiente.it/pagina/ic riteri- ambientali-minimi si possono vedere quali sono i CAM in corso di definizione e quelli programmati per il futuro. PROGETTO CaSCo E GPP Esiste anche, e in questo si inserisce il nostro progetto CaSCo, un criterio premiante sulla distanza di approvvigionamento dei prodotti da costruzione, che dà un punteggio in più a chi utilizza dei materiali che non distano più di 150 km dal cantiere.

Per la verifica di questo criterio, tutt’altro che semplice, la certificazione “Low Carbon Timber” è utilissima, poiché è sufficiente a verificare tutta la filiera. Come privilegiare il legno da filiere di prossimità? Non potendo indicare tra i criteri una regione geografica per la provenienza è necessario uno strumento basato su criteri oggettivi verificabili, che sia accessibile da tutte le parti. Basandosi sul seguente ragionamento: minore distanza = minore trasporto = minore emissione di CO2 Si può richiedere legname a basse emissioni di carbonio (prodotti di legno che presentano una minore Carbon Footprint rispetto alla media) lungo l’intera filiera produttiva. Si può inoltre richiedere il rispetto di uno stile locale che allude implicitamente a materiali e manifatture del territorio. La Carbon Footprint è uno strumento per calcolare le emissioni di carbonio lungo tutto il ciclo di vita. Analizza i flussi di materiale (e il loro impatto) dall'origine della materia prima in avanti. Per poterla utilizzare negli appalti pubblici in edilizia è necessario fornire un software per i produttori forestali per calcolare in maniera facile ed economica la propria Carbon Footprint e inserire nel bando un criterio premiante legato alla minore Carbon Footprint.


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In questo modo si favoriranno le risorse forestali locali, nel rispetto dei principi europei. Esempio: Bando Arpa per arredi in legno locale Nel nostro bando abbiamo inserito un criterio relativo all’impatto ambientale e all’impronta di carbonio in cui si richiedeva: “Coerentemente con le finalità del Progetto CaSCo che finanzia il bando di gara, si richiede che i prodotti in legno richiesti abbiano un ridotto impatto ambientale e in particolare una impronta di carbonio associata al trasporto, considerando l'intera filiera produttiva, minore di 21,5 kgCO2eq. Verifica: L’offerente deve dichiarare la provenienza del legno e dimostrare di soddisfare il criterio tramite la compilazione dello strumento di calcolo allegato. L’amministrazione aggiudicatrice si riserva di richiedere all’aggiudicatario

provvisorio documentazione a supporto del calcolo dell'impronta di carbonio. Saranno considerati validi a tal fine, certificati di origine del materiale fornito o documentazione di fornitura/trasporto relativa ai singoli passaggi della filiera, compreso quello del bosco di provenienza.”

La Carbon Footprint è uno strumento per calcolare le emissioni di carbonio lungo tutto il ciclo di vita.


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Silvia Pirani Unione Montana Alta Valsesia QUALI UTILIZZI PER IL LEGNO DA FILIERA CORTA? ALCUNI ESEMPI DALLA VALSESIA La Valsesia ha una tradizione particolare perché fin dal Medioevo ci sono stati dei flussi migratori che hanno portato le popolazioni a sportarsi sulle Alpi, dove hanno dato vita a nuovi villaggi mantenendo la tradizione costruttiva che era tipica della zona di provenienza. In questo quadro si inserisce la migrazione dei Walser, popolo di lingua alemanna proveniente dall’alto Vallese, da cui con probabilità deriva il nome Walser. Il gruppo etnico si mosse dall’originario stanziamento in modo graduale ed estremamente pacifico in direzione delle Alpi, della zona dei Grigioni, del Liechtenstein, del Voralberg e del Tirolo. Straordinaria l’architettura delle case. Ancora oggi esse sono capolavori di ingegneria, studiate nei minimi dettagli alla ricerca della massima funzionalità in relazione alle dure condizioni ambientali. Normalmente disposte su tre piani riportano un basamento in pietra generalmente a secco e una parte sovrastante in legname, diversificato a seconda dell’impiego. La copertura a due spioventi è costituita da lastre in pietra locale, il cui notevole peso è supportato in maniera magistrale dalla struttura delle travi del tetto. Non mancano i canali di gronda, ricavati da semi-tronchi di larice scavati. Di ingegno notevole anche la distribuzione degli spazi: al seminterrato la stalla già attrezzata di canaletto di scolo per il letame; il vano soggiorno e la cucina, nonché il locale per la lavorazione del latte e quello per la preparazione dei filati e la tessitura della canapa. Sopra la stalla, al piano rialzato, la camera da letto affiancata dal deposito degli strumenti da falegname. Il primo piano è invece occupato dal fienile, dove vengono riposti gli attrezzi agricoli, e un settore chiu-

so dotato di scaffali e rastrelliere adibito a dispensa per i cereali e gli altri viveri. All’esterno della struttura corre tutto intorno un ampio ed elegante loggiato a pertiche trasversali utilizzato per essiccare fieno, segale e canapa. Alagna ha saputo custodire nei secoli il patrimonio culturale Walser: le caratteristiche abitazioni; le fontane e i forni del pane oggi riportati all’uso; gli antichi mulini; la rinnovata segheria a corrente idrica; la lingua tittschu e con essa le tradizioni e i costumi di questo popolo rappresentano un tesoro inestimabile, da sempre tutelato e tramandato.

La tradizione Valsesiana ha continuato a portare avanti questa tradizione costruttiva, negli ultimi anni sono state messe in atto delle tecniche di recupero di vecchie abitazioni con un occhio che guarda sia alla modernità che alla tradizione.


SIMPOSIUM_RESTRUCTURA_GQL Per esempio la ristrutturazione di queste abitazioni tiene conto di tutti i confort di una casa moderna, ma sono state integrate anche delle tecniche costruttive di altri tempi, sul retro dell’abitazione è stato ricreato il balconcino con la ripresa delle travature orizzontali tipiche di queste case, oltre ai materiali.

Internamente è stata mantenuta la tradizione da una parte ma aggiungendo degli elementi moderni, al pavimento in legno tipico è stato abbinato l’utilizzo di perlinature in legno anche sulle pareti e l’inserimento di porte scorrevoli realizzate dalla Segheria Giordano.

Dottore Forestale Giovanni Maiandi Unione Montana Alta Valsesia FILIERA FORESTA-LEGNO UNIONE MONTANA VALSESIA Nell’ambito del progetto CaSCo, da una serie di interviste agli operatori abbiamo tracciato uno schema dell’economia forestale della valle, per reperire il materiale in ambito locale, perché purtroppo uno dei problemi del mercato del legno è la scarsità di dati, disponibili solo a livello macro. Sul lato della domanda c’è una segheria di valle che utilizza circa 1000 metri cubi all’anno ma solo il 40% viene preso in valle, un 30% viene comunque dal Piemonte e il resto dalla Francia. Le imprese di seconda lavorazione e produzione di legname da costruzione importano il 100% da paesi extraeuropei e non vogliono saperne di acquistare legno locale, perché hanno bisogno di mantenere uno standard, caratteristiche qualitative costanti e quindi hanno dei canali di approvvigionamento che attingono al mercato globale. Quindi l’Italia per il settore del legno da lavoro e dei semilavorati da costruzione (lamellare, ecc.) è un importatore netto, importiamo quasi tutto. Abbiamo un settore manifatturiero molto forte e, nonostante le importazioni, abbiamo un saldo complessivo attivo perché importiamo prodotti grezzi ed esportiamo prodotti ad alto valore aggiunto; ma il prodotto locale è avviato prevalentemente a usi con basso valore aggiunto e non è valorizzato. FORESTE CERTIFICATE GFS IN ITALIA (DATI 2018) In Italia le foreste certificate Gestione Forestale Sostenibile sono soprattutto in Trentino – Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e ricoprono solo il 10% della superfice forestale nazionale; sono quindi pochissime le aziende certificate (PEFC: 819.017 ha inclusi 4.691 ha di pioppeti e FSC: 65.433 ha). Per esempio in Valsesia ci stiamo attivando per certificare le foreste, ma in generale la

disponibilità di legname piemontese certificato è molto bassa. Ora, giustamente la certificazione sta diventando un requisito minimo per l’uso sostenibile del legno, ma se da un lato garantisce la qualità degli interventi alla fonte, non sempre garantisce la sostenibilità della


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filiera di approvvigionamento a causa delle emissioni se, come spesso accade, si acquista all’estero. In Piemonte è certificato circa il 3,5% della superficie forestale (PEFC: 30.799, ha 5 soggetti e FSC: 591 ha, 1 soggetto). LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE NELLA PIANIFICAZIONE DI COSTRUZIONI IN LEGNO (TECNICHE E BUONE PRATICHE) La tecnologia ha portato nuovi materiali e metodi, che hanno agevolato i processi costruttivi. Nuovi metodi di costruzione hanno favorito la diffusione di case prefabbricate in legno. I metodi più noti sono il Sistema ‘platform frame’, il Sistema ‘cross laminated’ (XLAM, CLT, KLH) e il Sistema ‘Steko’, tuttavia questi elementi sono fabbricati fuori dall’Italia. Tenendo presente che il legno è sempre un materiale fantastico, anche se viene da lontano, perché è ‘durabile’ e sostenibile dal punto di vista ambientale, alcune considerazioni vanno però fatte sulle emissioni nella filiera. Quindi, se da un lato la tecnologia ha dato delle possibilità che hanno abbattuto i limiti dimensionali, dobbiamo sapere che il legname lamellare è molto difficile che venga prodotto vicino al luogo di utilizzo. Quindi cosa si può dire agli architetti e ai progettisti? È importante conoscere la filiera locale del legno, almeno sapere cosa offre a livello regionale, e da questo punto di vista anche il progetto CaSCo vuole creare una banca dati sulle imprese e i prodotti reperibili nell’ambito territoriale, incentivando scelte progettuali compatibili con la filiera di prossimità, perché è chiaro che se inserisco elementi che non sono reperibili a una distanza ragionevole non sto assecondando la filiera corta. È importante sapere che il legname certificato GFS non sempre è sostenibile dal punto di vista della filiera, sia per quanto riguarda le emissioni nel ciclo produttivo, sia per quello che riguarda l’inserimento nel paesaggio: l’uso del

legno massiccio deve essere un po’ ripreso. Nonostante manchino ancora le competenze progettuali perché è sempre più difficile trovare chi è capace di calcolare una struttura in legno, e ci sono problemi anche per quanto riguarda la certificazione strutturale, le case in legno massiccio rappresentano la via da percorrere per contribuire al benessere complessivo. IL GPP IN VALSESIA Il documento “Politica degli approvvigionamenti dell’Unione Montana dei Comuni della Valsesia, per la tutela dell’ambiente e del paesaggio mediante l’uso sostenibile del legno e dei suoi derivati” valorizza le costruzioni a basso impatto. Le innovazioni introdotte negli appalti dell’UMV riguarderanno (allegato tecnico): • requisiti obbligatori del legname; • criterio di premialità (appalti a offerta economicamente più vantaggiosa); • criteri di progettazione. I requisiti obbligatori sono: • Tracciabilità geografica (provenienza, filiera produttiva); • Legalità (Reg. EUTR 995); • Sostenibilità della gestione forestale. Il criterio premiante è determinato dalle soglie chilometriche complessive, definite per assortimento e specie legnosa, ai fini dell’attribuzione del punteggio premiante.


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Green School di Bali in Indonesia.

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La fiera del 2020

di Sonia Maritan

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A sei mesi da Klimahouse a Bolzano che, fra le fiere di settore, ha aperto l’anno, questa manifestazione ci appare più preziosa che mai nella sua rappresentatività pre Covid- 19. Di fatto lo è per i contenuti interessanti che abbiamo raccolto e per i progetti di continuità che continua a proporre “via zoom” con i Klimahouse Connects di questi mesi che parlano di biofilia per edifici viventi rispondenti alla nostra bionsensorialità: le costruzioni di domani devono diventare organismi resilienti che agiscono e reagiscono ai cambiamenti. Insieme i contenuti offline e online realizzati dalla Fiera di Bolzano, con il tour reale fra alcuni stand e il resoconto di Klimahouse Connects, mettono in luce le risposte di alcuni produttori e di esperti di diverse discipline votate a un abitare salubre prima che sostenibile.

IL TOUR ORGANIZZATO DA KLIMAHOUSE 2020 DURANTE LA FIERA A BOLZANO: QUALI MATERIALI ABITIAMO?

! NATURALIA-BAU

Da oltre 25 anni, Naturalia-BAU propone prodotti e sistemi naturali di alta qualità per una casa sana. Oggi, l’azienda altoatesina rappresenta in Italia un importante punto di riferimento del settore bioedile. Allo stand di Naturalia da Matteo Pontara ci vengono mostrate una serie di soluzioni di coperture in legno e un isolamento realizzato con materiali in fibra di legno, «è un prodotto di origine naturale trattato in modo particolare che garantisce un buon isolamento, ma soprattutto protegge molto bene dal calore estivo perché ha un’elevata massa, ed è un sistema che funziona molto bene sia in climi freddi sia caldi – afferma Matteo Pontara – purché ci sia un’adeguata competenza soprattutto riguardo gli elementi da costruzione. Noi cerchiamo di proporre, nell’ambito del risparmio energetico, delle soluzioni più possibile naturali, quest’anno abbiamo fatto un percorso a ritroso per evidenziare da dove arrivano i nostri materiali e analizzare un ciclo di vita che non si fermi allo stabilimento del

produttore, ma soprattutto guardi, in ottica futura, cosa se ne farà un domani quando è istallato nelle case, e a questo purtroppo ci siamo interessati anche a causa dei terremoti che si sono verificati negli ultimi anni». Indubbiamente i materiali naturali garantiscono un ciclo di vita più virtuoso! «Noi cerchiamo di proporre delle soluzioni anche tecnicamente di alto livello riguardo i materiali isolanti e siamo riusciti nel corso degli anni a dimostrare che un prodotto naturale funziona meglio di uno sintetico. Riusciamo a dimostrare che questi prodotti riescono a dare un qualcosa in più in termini prestazionali oltre che in termini ecologici e ambientali sia per chi usa il materiale, quindi noi produttori, sia per gli artigiani e sia per le persone che lo vivono. All’interno delle nostre proposte cerchiamo di dare anche le indicazioni tecniche principali per il tipo di applicazione, ad esempio è importante sapere come funzioni un tetto d'inverno e come d'estate, conoscere le garanzie del pacchetto e le prestazioni ambientali secondo le indi-


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cazioni della normativa italiana che ha introdotto una serie di avvertenze importanti riguardo le emissioni e l'uso di materia prima riciclata di origine rinnovabile e facilmente recuperabile. Cerchiamo di fornire questi livelli prestazionali che devono essere poi resi anche tecnicamente, dando formazione al progettista sull'utilizzo dei prodotti naturali. La materia prima principale è l’argilla, usiamo le argille in maniera diversa per comporre pannelli in sostituzione di quelli a base gesso, cemento o altro. Sono pannelli in argilla e legno da interno e possono essere utilizzati in diversi modi come mostrano le stratigrafie: fissati direttamente oppure contro la parete, sia su pareti in legno sia su struttura tradizionale. Sull’esterno noi usiamo membrane a impermeabilizzazione o finitura a calce. Oltre alla valenza ecologica di salubrità certificata con Biosafe (la Certificazione di Salubrità Ambientale degli involucri residenziali) che si integra anche con le certificazioni di CasaClima, riusciamo a realizzare dei prodotti molto belli, ad esempio un professionista come Peter Zumthor ha scelto un nostro intonaco in argilla per fare il Museo d'arte kolumba a Colonia. Le nostre soluzioni bioedili sono dedicate a tetto, parete, solaio, oltre agli interni. Ad esempio, il legno mineralizzato, nato per massicciate ferroviarie, viene utilizzato come sottofondo. In Europa importiamo tantissimo caffè e cacao in sacchi di juta, a questi viene data nuova vita componendo  con delle resine di mais, quindi pla , un materiale isolante 100% naturale che rappresenta il nostro obiettivo! È chiaro che in alcune applicazioni non si riesce, per esempio, la canapa è un materiale che richiede un po' più di legante, il più delle volte di poliestere. Invece, facendo la stessa lavorazione con prodotti in juta è possibile essere più competitivi commercialmente e tecnicamente. Puntiamo ad avere delle prestazioni decisamente importanti. Con questi prodotti possiamo avere 40/50 kg di densità dei materiali isolanti, quindi dobbiamo lavorare su spessori impor-

tanti per riuscire ad avere una buona prestazione estiva cioè dello sfasamento del pacchetto, lavorando in due direzioni: ridurre il calore che arriva da fuori, quindi la capacità termica massica, e gestire i picchi di calore o umidità sull’interno grazie alle finiture in argilla che assorbono il calore e mantengono l’ambiente asciutto. Una delle soluzioni per l’isolamento interno è la parete Igrosan, una soluzione nata per la ristrutturazione di edifici storici, cioè dal secondo dopoguerra in poi  non d’epoca , dove usiamo un pannello isolante naturale fissato in continuo, con un elemento di tenuta all'aria in ferro: è un igrovariabile, cioè blocca il passaggio dell’aria ma permette al vapore di entrare poco durante il periodo invernale e di uscire tanto durante il periodo estivo. Ha uno spessore di 8/12 cm  per pacchetti più sottili abbiamo altri prodotti che vengono intonacati direttamente sulla superficie, il vantaggio è che si riescono a inserire anche gli impianti».

! ECOSISM

Ecosism sostiene un “nuovo concetto di abitare” perché la casa sia sinonimo di protezione e di stabilità e diventi il luogo dove sentirsi sicuri attraverso materiali che ne salvaguardano e preservano la sua integrità. Allo stand di Ecosism parliamo con l’amministratore delegato dell’azienda a conduzione familiare, Marco Manganello. «Purtroppo è successo con l'ultimo evento sismico nel centro Italia che molti edifici che avevano goduto dell'ecobonus e quindi erano stati efficientati dal punto di vista energetico poi hanno subito gravi danni strutturali o addirittura crolli, quindi questo crea un danno enorme per il Paese perché da un lato l'ecobonus assieme al credito di imposta è un mancato gettito fiscale e dall'altro paghiamo tutti il dover ricostruire le case che crollano dopo i terremoti. Quindi il tema oggi è trovare delle tecniche che ci permettano di riqualificare non solo l’aspetto energetico ma anche quello strutturale, visto che c’è


CHRONICHAE_KLIMAHOUSE rinforzato che garantisce resistenza agli urti e agli agenti atmosferici e quindi durabilità all’immobile. I materiali isolanti che compongono il pacchetto sono 11, quindi non solo il polistirolo, ed è il tecnico che sceglie anche combinandoli dal punto di vista delle performance che vuole ottenere».

anche il sismabonus che è un incentivo molto più importante dell’ecobonus. Il problema è che noi ovviamente dobbiamo rimanere fuori dagli edifici per fare gli interventi, perché non possiamo tenere “fuori casa” un condominio per 6 mesi, ed è per questo che il sismabonus stenta a partire, perché le tecniche sono invasive. L’unico sistema meno invasivo è l’isolamento alla base, attraverso isolatori sismici che però hanno costi altissimi». Voi che soluzione proponete? «Il sistema Ecosism®, che realizza una struttura monolitica a pareti portanti in calcestruzzo armato con prestazioni superiori alle strutture intelaiate, con una forte elasticità alle azioni orizzontali e sicura contro le calamità naturali, ed è compatibile con tutti i sistemi costruttivi tradizionali, oltre a garantire isolamento termico, acustico e resistenza al fuoco. La maglia di acciaio consente il posizionamento ottimale delle armature strutturali all’interno del modulo per una facile realizzazione del getto della parete di calcestruzzo, rendendo Ecosism® la soluzione ideale per edificare in zone a elevato rischio sia sismico che di eventi eccezionali. Lavoriamo con un cassero termico dove all’interno creiamo una parete più o meno sottile di calcestruzzo armato  la parete parte da 6 cm e viene incrementata: può essere di 8-1012 cm, un’epidermide di calcestruzzo che riveste l’interno come isolante termico. Questa nuova scatola molto più rigida assorbe tutto il sisma che colpisce l’edificio, e in caso di terremoto la struttura esistente non viene più sollecitata dall’azione orizzontale». Quali caratteristiche ha l’isolante termico? «Il cappotto con la pelle in calcestruzzo aumenta molto la massa ed è molto efficace anche d'estate perché non è composto dal solo isolante che lavora molto bene d'inverno, ma è caratterizzato anche dalla massa. All’esterno vengono applicati 2 cm di intonaco

Qualunque edificio può essere rigenerato dal punto di vista sismico? «Ci sono delle limitazioni, però dove il sistema è applicabile è imbattibile dal punto di vista economico e di applicazione, perché si lavora all’esterno, in tempi molti brevi e raggiungendo l’obiettivo a costi certi, infatti non toccando l’esistente non si hanno gli imprevisti e la possibilità di intercettare impianti elettrici o impianti idraulici compromettendo le finiture o altro. Certamente la nostra proposta non è la panacea di tutti i mali, perché non si adatta ad edifici vincolati e se non sono singoli devono almeno essere sgiuntati. Per gli edifici storici sono disponibili altre tecniche. Con il nostro sistema ci rivolgiamo a circa 20 milioni di edifici del parco edilizio esistente, dal dopo guerra in poi, periferie, scuole, ospedali, caserme, municipi, etc. Adeguandolo non ci accontentiamo di migliorare le prestazioni dell’edificio esistente, lavoriamo su di esso come se fosse costruito con la normativa odierna dal punto di vista sismico». E quali sono i costi? «Mediamente 300 euro al metro quadro per le facciate esterne compreso il cappotto termico che mediamente lo valutiamo 100 euro al metro quadro, ma va considerato che un intervento di adeguamento sismico mediamente incide con una spesa quasi doppia: 400/500 euro al metro quadro, e quindi noi siamo estremamente competitivi». Il vostro target? «Dialoghiamo con i grandi produttori perché riusciamo a pre-fabbricare il cappotto armato, infatti riceviamo da loro l’esecutivo della casa per lavorare sul progetto e poi produciamo i pezzi su misura. Quindi i nostri clienti ottengono la stessa industrializzazione che applicherebbero al sistema costruttivo per montare la casa usando un cappotto standard, ma con il vantaggio aggiuntivo di avere un cappotto antisismico». Quali considerazioni riguardo il legno può fare? «Nelle case di legno sarebbe molto importante adottare il nostro cappotto per aumentare la massa esterna, ed è interessante il sismico sulle case in legno, ma qui entriamo nell’aspetto ingegneristico perché dipende se il


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solaio è in grado di trasferire il sisma, questo è il punto chiave: nel senso che la struttura in legno lavora per elasticità e non per rigidezza per cui bisogna valutare altri aspetti. Il legno segue proprio il concetto opposto, ma soprattutto il problema è che la parete in legno è fissata su un cordolo di fondazione in calcestruzzo che normalmente è fissata a esso con delle piastre in acciaio. Questo significa che per andare a vedere cos’è successo ai collegamenti alla base dopo un sisma dovrei scavare e andare a indagare tutti i nodi di collegamento della struttura, operazione che dal lato pratico comporta di rifare la casa! La sicurezza antisismica è prevista per tutti gli edifici, come “stato limite vita” in cui è necessario garantire che la gente non muoia, ma non che l'edificio sia operativo: la sismo-resistenza o l'operatività dopo il sisma  quando la parete in sommità si muove di 15 cm , è la chiave. Infatti, molto spesso viene fatto il piano terra in cemento armato per costruire con il legno dai piani successivi, e comunque ogni tecnica ha le sue peculiarità, per esempio, possiamo sottolineare che i solai in legno sono eccezionali perché sono leggeri».

! XELLA

Il Gruppo Xella, presente in oltre 30 Paesi con sedi commerciali e quasi 100 stabilimenti produttivi, produce e commercializza elementi in calcestruzzo cellulare e prodotti a base di silicati di calcio. Allo stand di Xella Italia, Roberto Rabasco – Business Development Manager (Multipor) , ci racconta di quest’azienda rappresentativa dei prodotti del marchio tedesco YTONG e multipor. «In Italia la produzione dei blocchi Ytong e dei premiscelati avviene nello stabilimento di Pontenure (PC), che si estende su un'area di circa 100.000 m2, uno tra i siti più all'avanguardia nel panorama europeo grazie ai costanti investimenti effettuati, i quali hanno permesso di ottimizzare i sistemi

e le tecnologie di produzione. Xella Italia offre un sistema costruttivo completo in calcestruzzo cellulare, costituito da un'ampia gamma di blocchi per murature, di lastre autoportanti per solai e di pannelli isolanti minerali per assicurare una completa compatibilità dei prodotti a garanzia della qualità della costruzione finale e per fornire la soluzione ideale per tutti i tipi di edifici, sia nuovi che in fase di ristrutturazione». Le prestazioni del blocco calcio silicato Xella vengono mostrate per comparazione. «In questa vasca con l’acqua è possibile constatare quanto essa imbibisca il classico mattone forato – il colore scuro indica chiaramente fino a che altezza l’elemento abbia assorbito acqua , e invece come si comporti diversamente sul blocco bianco di Xella che frena la risalita capillare dell’umidità e nello stesso tempo riesce a mantenere l’umidità nella parete per poi rilasciarla e asciugarsi, come fa il legno. Le qualità di un blocco calcio silicato innanzitutto derivano dal fatto che si tratta di prodotti estremamente naturali perché costituiti da inerti che si trovano in natura, come calce e cemento. É un prodotto molto versatile e facilmente lavorabile in cantiere con una sega a nastro, la cui polvere residua viene ripresa e rimpastata per essere rimessa all'interno del circolo di produzione. Il blocco TT invece è idrofobizzato, si tratta di una lavorazione particolare che impedisce all'acqua di salire. Un altro prodotto isolante in calcio silicato è il Multipor nel quale addirittura l'acqua non entra per niente perché impermeabile a tutti gli effetti! I pannelli termoisolanti minerali Multipor costituiscono un'alternativa ecologica e pratica ai materiali isolanti tradizionali, più leggeri e veloci da posare e caratterizzati da un'elevata resistenza al fuoco. Un isolante minerale di elevata qualità realizzato con risparmio di risorse ed energia per contribuire in


CHRONICHAE_KLIMAHOUSE modo significativo alla tutela dell'ambiente, che ha la proprietà di essere un materiale molto basico quindi ideale contro le muffe, e avendo una densità molto bassa funge da isolante nella correzione dei ponti termici esterni – isolamento di solai freddi (garage e cantine) e di coperture –, per l'isolamento esterno e interno di pareti per edifici nuovi ed esistenti, facciate vincolate o edifici storici, oltre ai condomini. È un prodotto molto traspirabile che si asciuga e non crea una barriera al vapore quindi l'aria entra ed esce dall'abitazione e la fa respirare». Terminiamo con una sintesi dei prodotti Ytong. «La gamma Ytong prevede blocchi isolanti, caratterizzati da una conducibilità termica che raggiunge un valore di 0,072 W/mK, che consente di rispettare con una parete monostrato i parametri di isolamento termico previsti dalle normative vigenti e dai diversi protocolli di certificazione energetica, ottenendo valori di trasmittanza termica U = 0,15 W/m2 senza isolanti aggiuntivi, senza contropareti o cappotti. Le altre caratteristiche che rendono il sistema vincente sono la leggerezza, la resistenza al fuoco già da piccoli spessori (EI120 dallo sp. 8 cm, EI180 dallo sp. 10 cm, EI240 dallo sp.15 cm), la velocità di esecuzione delle operazioni di cantiere, le ottime prestazioni acustiche e sismiche, la straordinaria traspirabilità del materiale e l'inerzia termica, che garantiscono un elevato standard costruttivo e un reale comfort abitativo in tutte le stagioni». Un prodotto naturale? «Un materiale totalmente naturale, fatto con calce, sabbia e cemento, che non rilascia sostanze, mentre un intonaco chimico la notte rilascerebbe particelle nocive. In un'ottica di sostenibilità e utilizzo di materie prime che abbiano un basso impatto ambientale questa è la soluzione più appropriata. Il problema non è tanto il prodotto, ma come viene realizzato perché, ad esempio, il ciclo produttivo del polistirolo eps riciclato o bio sostenibile implica comunque l’utilizzo del petrolio a tutti gli effetti. Il plus poi, dal punto di vista day by day, è che in cantiere si realizza una parete in una giornata senza macerie residue. Poi essendo un materiale pieno, mantiene le proprietà di isolamento acustico e termico senza creare dispersioni predisponendo le tracce per gli impianti».

! SONNEN

sonnen propone una soluzione di accumulo energetico per la casa,

dotata di un software intelligente per la gestione dei flussi di energia durante tutta la giornata. In abbinamento all’impianto fotovoltaico, il sistema di accumulo sonnenBatterie fornisce tutta l'energia pulita necessaria rendendo l’utente indipendente e non più soggetto agli aumenti del costo dell'energia. La responsabile marketing di sonnen, Karin Nicoli, ci racconta un'azienda tedesca, nata nel 2010 in Baviera, con un’espansione molto veloce in tutti i paesi di lingua tedesca (Germania, Austria e Svizzera). L’Italia è il secondo Paese in cui l'azienda poi si è espansa ed è un mercato che si è aperto a fine 2015 per poi proseguire con l'Australia e quindi gli Stati Uniti. «sonnen è un'azienda che produce sistemi di accumulo per impianti fotovoltaici, ma in realtà l’idea iniziale dei due fondatori (ancora in azienda) era di costruire un'auto elettrica; poi costruita la prima batteria si sono chiesti se quella batteria potesse avere un uso diverso ed è nata l’idea di creare sistemi che potessero essere abbinati a impianti fotovoltaici prevalentemente per il mondo domestico». Tutto ruota intorno alla produzione dell’impianto fotovoltaico. Così l'investimento fatto per l’impianto fotovoltaico ha una resa completamente diversa. Generalmente con un impianto fotovoltaico ben dimensionato si può arrivare a coprire sulla media annua circa un 30 - 35% di autonomia dei propri consumi, mentre abbinando anche un sistema di accumulo si può arrivare anche a un'indipendenza del 75-80%». Il valore aggiunto di sonnen. «sonnenBatterie è un sistema intelligente e non una semplice batteria. Da un lato perché all'interno c'è un energy manager che permette di ottimizzare i flussi di produzione e consumo e, grazie alla connessione a internet, di acquisire le previsioni meteo, prevedendo se ci sarà produzione e acquisendo anche le abitudini di consumo della casa per riuscire meglio a gestire i carichi all'interno dell'abitazione. Dall'altro perché i sistemi di accumulo sonnen possono essere interconnessi tra loro in modo digitale, creando una grande community, in grado di contribuire a svolgere incarichi precedentemente affidati solo a grandi centrali elettriche. Per esempio esso può assicurare la stabilità del sistema elettrico in caso di eventi imprevisti, diminuendo il rischio di disservizi o blackout».


CHRONICHAE

Green School di Bali in Indonesia.

KLIMAHOUSE www.fierabolzano.it www.biosafe.it www.hhh-cluster.it www.fierabolzano.it/it/klimahouse/ story/abitare-sano-si-puo

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KLIMAHOUSE CONNECTS: UNA NUOVA ARCHITETTURA DOPO IL CORONA-VIRUS

La fiera nazionale Klimahouse ha organizzato una serie di quattro eventi online condotti dalla giornalista Maria Chiara Voci sul tema "Costruire e vivere sano" con 9 esperti offrendo 360 minuti di informazioni sintetiche. L'iniziativa è stata organizzata in collaborazione con Home, Health & Hi-Tech rappresentato da Andrea Dell’Orto (esperto di comunicazione e coordinatore tecnico di HHH), un progetto di comunicazione per la formazione e l'informazione sugli aspetti sanitari degli interni – un tema più che attuale in conseguenza dell'emergenza CoronaVirus – che coniuga casa, salute e tecnologia. Quando si costruiscono nuovi edifici o si rinnovano quelli esistenti, la sicurezza degli occupanti è una delle maggiori sfide per l'industria edile del futuro, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti sanitari. Non basta più guardare solo all'efficienza (energetica) delle case: in futuro la sicurezza sanitaria e anche la sua promozione sarà il metro di valutazione per una buona costruzione. Ma come possiamo creare un ambiente di vita sano? È sufficiente utilizzare materiali "naturali"? Le case del futuro saranno "su misura" per soddisfare le esigenze individuali dei residenti?

causa delle loro proprietà immanenti o delle impurità – ad esempio il radon nell'argilla (di cui si è parlato nel webinar del 18 giugno). Conclusione: l'approccio al problema e le possibili soluzioni devono essere trasversali e coinvolgere discipline diverse, dall'architettura alla medicina all'industria delle costruzioni. Esperti: prof. Maurizio Grandi, prof. Arch. Stefano Capolongo, arch. Filippo Caggiano.

PARTE 1 - CHE COSA ABBIAMO IMPARATO FINORA?

1. L’aria delle nostre case è in media 5 volte più inquinata di quella esterna, sempre che non si viva in un’area molto inquinata vicina a grandi vie di comunicazione, fabbriche ecc. 2. I principali inquinanti sono i COV Composti Organici Volatili, ovvero gas, vapori, spore di muffe e micro-particelle prodotte dalla nostra attività negli ambienti, alcuni dei quali sono tossici. 3. Per abbattere i COV, la cosa migliore è arieggiare spesso i locali, sempre che l’aria esterna non sia a sua volta molto inquinata. 4. Negli ambienti confinati, dove il ricambio d’aria non è possibile, bisogna ricorrere alla sanificazione tramite procedimenti meccanici (es. filtri fisici abbinati alla VMC Ventilazione Meccanica Controllata) o sistemi misti basati su sostanze naturali come la calce idraulica naturale, le pitture fotocatalitiche e l’ozono. 5. Gli ambienti contaminati dal Covid19, nei quali le persone continuano a operare (ospedali, case di riposo ecc.), potranno essere sanificati come sopra descritto. Gli ambienti in cui invece non

1. Prima dello sviluppo della chimica come scienza e industria come la conosciamo oggi, in natura si trovavano circa 150 diverse sostanze chimiche. Secondo le ultime stime, possiamo ora presumere che ci siano circa 400.000 sostanze chimiche in tutto il mondo. 2. Naturalmente, questo sviluppo ha un grande impatto sulla nostra salute, in particolare nello sviluppo delle malattie ambientali, perché nessuna specie è in grado di adattarsi a un tale cambiamento nel giro di una generazione e mezzo. 3. La questione diventa ancora più complessa a causa dell'interazione delle migliaia di sostanze esistenti, dei diversi dosaggi e delle differenze personali/genetiche. 4. Il numero di persone in tutto il mondo che muoiono prematuramente a causa o in combinazione delle malattie ambientali è stimato in quasi 3 milioni all'anno. 5. Anche le sostanze naturali possono però avere effetti nocivi per l'uomo a

PARTE 2 - QUALI INFORMAZIONI IMPORTANTI CI HANNO DATO I NOSTRI ESPERTI?


sono presenti persone, possono essere sanificati con l’uso di potenti ossidanti chimici: dopo averli lasciati agire per 48 ore, sarà però necessario arieggiare a lungo gli ambienti. Conclusione: per avere ambienti indoor sani occorre arieggiarli regolarmente, tenere bassi i COV e se necessario sanificarli con procedimenti appositi. Esperti: ing. Michele Rossetto, dott. Paolo Ciccioli, arch. Filippo Caggiano.

PARTE 3 - CHE COS’È LA BIOFILIA E COME CI PUÒ AIUTARE A VIVERE MEGLIO?

1. La biofilia è un’ipotesi scientifica, secondo cui l’essere umano ha una tendenza innata a interessarsi ai processi vitali. In architettura sta trovando sempre più conferme sperimentali. 2. Secondo l’Università della Valle D’Aosta, questa ipotesi scientifica riguarda 7 fattori di un ambiente indoor: luce, spazio, flusso d’aria, visione periferica, verde, sviluppo della curiosità e materiali. 3. Una corretta combinazione di questi elementi riduce lo stress, accelera la capacità rigenerativa mentale, aiuta la cura dei deficit di attenzione in età evolutiva e rafforza la salute psicofisica a tutte le età. Alcuni esperimenti hanno già dato risultati scientifici chiari e positivi: • Scuola la Trinitè Vallè a Gressoney in Val D’Aosta – una scuola costruita secondo i principi della biofilia – richiamati dal Progetto Biosphera, già presentato a Klimahouse a Bolzano – ha accelerato i tempi di recupero dell’attenzione negli alunni del 35-42%. • Green School di Bali in Indonesia – una scuola in mezzo alla foresta ha implementato la outdoor education, per combattere deficit di attenzione e sovraccarico mentale nei bambini tramite attività come la cura del verde, degli animali, la coltivazione e il consumo di cibo biologico (v.di Slideshow Green School Bali a seguire), presentata dalla psicologa Rita Trombin il 7 luglio. • Diversi ambienti di lavoro ispirati alla biofilia riducono lo stress e rendono i lavoratori più produttivi del 15%. Riassumendo, possiamo dire che la biofilia applicata all’architettura riconnette l’essere umano al suo ambiente naturale, ne aumenta la salute, la resilienza e il benessere. Esperti: prof. Giuseppe Barbiero, ing. Carlo Battisti, dott.ssa Rita Trombin.

CHRONICHAE_KLIMAHOUSE

to dalla fine degli ’90 con riguardo alla presenza di formaldeide negli arredi. È emerso che il 15% degli italiani è sensibile agli inquinanti e che la complessità della vita ha cambiato il modo di interagire con la casa e la vastità delle sostanze dannose (anche naturali). Le persone passano 22 ora al giorno in ambienti confinati e il danno cronico si sviluppa nel tempo, ad esempio nelle stanze dei bambini circondate dalla plastica. La bioarchitettura risulta l’unica praticabile per un ambiente sano e questa implica l’utilizzo di materiali biocompatibili come il legno, la calce, la terra cruda, la paglia, la canapa tutte caratterizzate da una buona quota di rigenerabilità e bassissime emissioni, comunque dotati di certificazione ANAB-ICEA e altre Label utili per un primo orientamento. In definitiva emerge che il comfort e la salubrità si possono progettare con protocolli di salubrità ambientale. Esperti: prof. Maurizio Grandi, arch. Filippo Caggiano, ing. Alessandro Giuliani.

Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano.

Maria Chiara Voci.

Andrea Dell’Orto.

Maurizio Grandi.

Stefano Campolongo.

Filippo Caggiano.

Michele Rossetto.

Paolo Ciccioli.

Alessandro Giuliani.

Giuseppe Barbiero.

Carlo Battisti.

Rita Trombin.

PARTE 4 – SINDROME DELL’EDIFICIO MALATO

La Parte 4 si è tenuta il 14 luglio e ha chiuso il primo ciclo che riprenderà in autunno, questa parte ha trattato la sindrome dell’edificio malato analizza-


CHRONICHAE BATIMAT PFEIFER www.pfeifergroup.com di Sonia Maritan

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Sonia Maritan con Ibou-Kebe Diouf allo stand Pfeifer del Batimat 2019 a Parigi. A destra un'immagine d'insieme dello stand. Seguono immagini di realizzazioni con il CLT di Pfeifer.

Una passione sostenibile

Parigi, è diventata particolarmente preziosa, considerato l’annullamento o la posticipazione delle principali fiere della prima parte del 2020, e mentre i motori nei capannoni produttivi delle aziende hanno ripreso a rombare a pieno ritmo, riportiamo lo scambio avuto con Ibou-Kebe Diouf, Responsabile vendite internazionali di Pfeifer, un’azienda storica che tratta il legno ormai anche a livello strutturale, un materiale particolarmente apprezzabile per rispondere a un cambiamento radicale dello stile di vita che implichi un modo diverso di comportarci verso le persone, un miglioramento del nostro atteggiamento verso la natura e un cambiamento nel nostro modo di vivere. PFEIFER SI È PRESENTATA ALL’ULTIMA EDIZIONE DEL BATIMAT CON DUE STAND, NEL PADIGLIONE 6 E NEL 5B, IN QUEST’ULTIMO ABBIAMO INCONTRATO IBOU-KEBE DIOUF, RESPONSABILE VENDITE INTERNAZIONALI DI PFEIFER, CON IL QUALE PARLIAMO DELLE NOVITÀ PRESENTATE E CHE RIGUARDANO SOPRATTUTTO IL LEGNO STRUTTURALE. «La filiera del legno qui in Francia va bene, abbiamo un nuovo prodotto che si chiama CLT, per costruire case e grandi opere con il legno». QUINDI IL CLT INSIEME A TUTTI GLI ALTRI MATERIALI COMPLETA LA VOSTRA LINEA LEGNO? «Sì, il CLT completa tutta la nostra gamma ed è una novità di quest’anno». SI TRATTA DI UNA NOVITÀ IMPORTANTE! «Il CLT, legno lamellare a strati incrociati, è un sistema in legno che si rappresenta come elemento finito e le cui dimensioni, qualità sia estetica sia statica apre nuove prospettive per il settore dell’edilizia e crea occasioni inedite in termini di applicazione e allestimento per gli architetti. Unitamente ai notevoli vantaggi del prodotto spiega il successo del legno lamellare a strati incrociati fin dagli anni Novanta. Il CLT coniuga i numerosi vantaggi del legno con le conquiste tecnologiche che consentono un elevato grado di prefabbricazione e un rapido e sicuro processo costruttivo. Se consideriamo il suo peso è uno dei materiali da costruzione più efficienti per edifici a più piani, quali strutture residenziali, spazi

commerciali, uffici, hotel, costruzioni comunali come scuole, asili o case di cura e altre tipologie di immobili. Altri ambiti d’uso sono le sopraelevazioni o compattazioni di qualsiasi tipo e dimensione in aree urbane. Naturalmente non possiamo dimenticare l'edilizia privata, anche qui il CLT coniuga una modalità costruttiva rapida e precisa con caratteristiche estetiche, comfort e sostenibilità del legno».


CHRONICHAE BATIMAT _PFEIFER DUNQUE ANCHE PFEIFER È DIVENTATO UN ESTIMATORE DEL CLT! «La crescita di questo prodotto negli ultimi 30 anni è dovuta proprio all’apprezzamento diffuso di questo prodotto. Un elevato grado di prefabbricazione comporta tempi di realizzazione più brevi e un facile montaggio consente di avere costruzioni più sicure e confortevoli. Case unifamiliari costruite completamente in legno, edifici residenziali a più piani e grattacieli sono realtà da molto tempo. Altrettanto elevata è la sicurezza degli edifici grazie alle caratteristiche meccaniche standard degli elementi CLT. Vengono soddisfatti tutti i requisiti previsti per un moderno materiale da costruzione nonché i controlli di qualità interni ed esterni garantendo tutti i criteri richiesti per ottenere una costruzione solida. Il CLT raggiunge la classe di resistenza al fuoco REI 30-90, aumenta la capacità termica di accumulo di un edificio e può essere anche utilizzato come elemento portante. È anche possibile progettare una modalità costruttiva antisismica. Il CLT garantisce un alto isolamento acustico e termico, il legno massiccio regola l’umidità dell’aria d'estate (isolamento) e d’inverno (accumulo di calore), garantendo un piacevole clima abitativo. Sono possibili svariate possibilità di soluzioni architettoniche con superfici in legno a vista o qualsiasi altro rivestimento. Gli elementi CLT sono aperti alla traspirazione, agiscono come un freno al vapore e consentono quindi di costruire senza guaine. I centri di taglio utilizzati per il CLT garantiscono sezionature e fresature personalizzate secondo il progetto di costruzione. Lo spazio abitativo netto è maggiore poiché le pareti sono più sottili. Infine, tutti gli elementi costruttivi quali pareti, soffitti e tetti possono essere realizzati in CLT, per costruzioni a basso consumo energetico e passive di diverse dimensioni e forme». IL CLT DI PFEIFER HA CARATTERISTICHE PARTICOLARI? «Il CLT è costituito da tre a sette strati di tavole in legno di conifera incollati l’una con l’altra e disposte in modo incrociato (cross laminated). La tecnica di incollaggio degli strati longitudinali e trasversali tra loro riduce notevolmente il rigonfiamento e aumenta la stabilità nella forma. Per realizzare elementi CLT, Pfeifer utilizza lamelle di legno essiccate, selezionate in base a resistenza e qualità e piallate, in abete rosso e pino con colla poliuretanica priva di formaldeide. I singoli pannelli vengono collegati in base alla lunghezza mediante giunto a pettine e finalizzati nella postazione di incollaggio o pressa.

Nel centro di taglio vengono eseguiti il taglio CNC secondo le indicazioni del cliente e la levigatura». UN COMPLETAMENTO IMPORTANTE DELLA VOSTRA LINEA LEGNO PER UN’AZIENDA CHE GUARDA DA SEMPRE AI VANTAGGI PER L’AMBIENTE! «Certo, non ci sono solo vantaggi costruttivi: rispetto ai materiali da costruzione convenzionali, quali calcestruzzo o acciaio, il legno ha un vantaggio ambientale: nei boschi d’Europa cresce più legno di quanto ne venga raccolto. Il legno è un accumulatore naturale di carbonio, lega enormi quantità di CO2 e contribuisce attivamente alla tutela del clima. Ogni edificio in legno massiccio è per così dire un “magazzino” di CO2. Al contrario: per la produzione di cemento o acciaio sono necessarie enormi quantità di energia e questo provoca l’emissione di gas serra. Il peso ridotto del CLT garantisce vantaggi nel trasporto e nella movimentazione riducendo il consumo di energia e di costi. Al termine del ciclo di vita di un edificio, il legno come materia prima naturale si può riciclare completamente».

CLT REVOLUTION The dimensions of CLT elements and their structural as well as their aesthetic qualities open up new perspectives in terms of applications and design possibilities for the entire construction industry as well as architects. Together with the many advantages of this product, this explains the triumphant advance of cross laminated timber since the late 1990s. The new nature of architecture - Cross laminated timber is a solid prefabricated system element made from wood. CLT combines the many advantages of wood with technological achievements that enable a high degree of prefabrication and rapid, safe construction. Compared to its weight, it is one of the most capable construction materials for multi-storey buildings such as residential buildings, commercial buildings (offices, hotels), municipal buildings such as schools, kindergartens or nursing homes and much more. Further applications are extensions or upgrades of any kind and dimension in urban environments. And let’s not forget about private residential construction. The refinement of wood into CLT combines fast and precise construction with the aesthetics, comfort and sustainability of wood.


COLLOQUIUM ADVECO www.adveco.it di Sonia Maritan

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Sulla scia della prima generazione

Di tutte le aziende che incontriamo, conosciamo e che ciclicamente sempre ritroviamo, quella di Adveco è la testimonianza più commovente legata a questa pandemia che ha purtroppo determinato per la famiglia Moretti una perdita importante, quella di Pietro Moretti, uno dei due fondatori dell’azienda. Eppure, proprio grazie alla solidità delle sue radici e degli alti valori coltivati, tramandati dalla prima generazione, quest’impresa, specializzata nella produzione di ferramenta per le costruzioni di legno, oggi guarda ai suoi obiettivi con una rinnovata determinazione. Alberto Moretti, titolare con la sua famiglia di Adveco, è uno di quegli uomini che affrontano con grande serietà, impegno e dedizione la responsabilità di un’azienda creata dalla generazione precedente. Oggi più di prima, lui sente l’onere e l’onore di questa responsabilità, perché i due fondatori di Adveco hanno ormai lasciato alla sua generazione il compito di continuare quello che lo zio e il padre, scomparso proprio durante questa pandemia, avevano iniziato. Questo è quello che si deduce leggendo le sue risposte al nostro Osservatorio che nel corso di questo particolare periodo si sta via via arricchendo di contenuti, quelli autentici che derivano dal vissuto di imprese innanzitutto fatte di persone, come lui ci ricorda.

Nel ritratto in apertura Alberto Moretti, titolare insieme alla sua famiglia di Adveco. Nella pagina a destra, il nuovo capannane: un investimento sostanzioso quello affrontato per questo ampliamento adibito a magazzino e un obiettivo primario che l’azienda si era prefissato. Infine, l'orto, simbolo di un'azienda resiliente, aperta al cambiamento che pensa innanzitutto dall'aspetto sociale.

CHE COSA SI ASPETTA COME AZIENDA E CHE COSA SAREBBE SENSATO OTTENERE PER POTER LAVORARE CON SERENITÀ DOPO QUESTA EMERGENZA SANITARIA? QUAL È LA SUA ANALISI DEL PERIODO DI LOCKDOWN E DELLA COSIDDETTA TERZA FASE DI RIPARTENZA? «In questo periodo di chiusura forzata abbiamo constatato quanto sia importate il ruolo delle aziende, non solo a livello economico ma soprattutto a livello sociale e per la comunità in cui è inserita l’azienda. Le problematiche da gestire non sono solo di tipo lavorativo ma anche di gestione delle persone che lavorano per l’azienda. In realtà non è una novità questa, però diciamo che in questo periodo la questione è diventata molto più sensibile. Le azien-

de medio-piccole come la nostra sono legate a una classe dirigente molto familiare e hanno sempre avuto una sensibilità particolare legate all’aspetto sociale e di supporto ai propri dipendenti, sviluppando una maggiore responsabilità a farsene carico. Quindi, sinceramente mi aspetto che saremo chiamati a gestire questo aspetto ancora con maggiore responsabilità e a farcene carico noi aziende, favorendo ad esempio gli orari flessibili e la possibilità di collaborare anche attraverso lo smart working. Purtroppo i rapporti con le istituzioni non facilitano le nostre attività quotidiane e da questo punto di vista spero che qualcosa cambi e ci sia una grande discussione a livello governativo e di associazioni di categoria che riescano a creare le condizioni “soprattutto sociali” per permettere alle aziende di operare con serenità». CHE COSA SAREBBE UTILE A UN’IMPRESA, A PRESCINDERE DAL COVID- 19, PER POTER LAVORARE SENZA AFFOGARE NELLE CARTE E NELLE TASSE? QUALI SONO LE SUE RICHIESTE? «È utile che le cose siano più agili, la burocrazia ci ammazza. Non è possibile che per ottenere dei fondi o dei finanziamenti sia indispensabile produrre una quantità esagerata di carte e occupare il personale amministrativo per troppo tempo e quindi a maggiori costi. Il personale dovrebbe potersi concentrare sulla valorizzazione del prodotto anche dal punto di vista amministrativo e non buttare via il suo


COLLOQUIUM_ADVECO tempo a cercare di interpretare documenti e normative incomprensibili e generalmente d’ostacolo invece che d’aiuto per le imprese. A giudicare dalla quantità di tempo e dalla richiesta di documentazioni, sia essa per bandi, concorsi, pratiche edilizie etc, sembra che le aziende siano considerate come soggetti che vogliano imbrogliare le istituzioni e/o che vogliano ingannare gli enti a cui si rivolgono, quando invece ottemperano all’iter burocratico “solo” per poter lavorare e assolvere agli impegni presi, come versare regolarmente lo stipendio a ogni dipendente e rispettare le scadenze dei debiti con i fornitori. Teniamo presente che a fine anno lo stato la sua parte la prende sempre, con puntualità». QUALI RIFLESSIONI IN QUALITÀ DI IMPRENDITORE E PRIMA ANCORA COME PERSONA LE HA PORTATO QUESTA PANDEMIA? CONSIDERA QUESTO CAMBIAMENTO RADICALE DELLE COSE UN'OCCASIONE PER CREARE UN MONDO MIGLIORE, NEL CASO DI UN'AZIENDA PORTANDO IL SUO CONTRIBUTO? «Beh dal punto di vista personale questa pandemia ci ha colpito in pieno, purtroppo abbiamo perso mio padre Pietro, per cui le riflessioni sono tante tante e rimangono tanti pensieri in me che non hanno ancora assunto una forma precisa, certo adesso la mia generazione ha interamente la responsabilità dell’impresa creata da mio padre e suo fratello. Sicuramente è un momento di forte cambiamento e riorganizzazione. A livello aziendale cerchiamo di andare avanti con la nostra attività e gli investimenti necessari: abbiamo comprato un capannone, l’ultimo acquisto ufficiale di mio papà, e in quest’ottica abbiamo obiettivi chiari di

crescita. Sicuramente è un cambiamento radicale per noi tutti, sono cambiate alcune priorità, l’attenzione all’ambiente certamente è un tema sempre più sensibile e che influenzerà le scelte commerciali e di spesa di molti, per cui anche le aziende si dovranno adeguare. Forse sarà l’occasione per mettere al centro della crescita aziendale e sociale le COMPETENZE. Credo che la formazione delle scuole dovrà sicuramente adeguarsi ed evolvere per mettere al centro le competenze e la crescita personale: questo lo ritengo un punto fondamentale a livello Paese. Spero che questa pandemia rappresenti l’occasione per creare un mondo migliore, e sono molto positivo in questo senso, perché fra i tanti preziosi insegnamenti di mio padre c’è sicuramente il valore di quello che facciamo e l’implicazione di questo oggi si riversa sul nostro habitat. A livello aziendale credo che dovremo investire in forme di welfare, che non so quali possano essere ma una riflessione in questo senso credo dovremo farla. A tal proposito quest’anno abbiamo avviato un’iniziativa a cui hanno aderito parecchi nostri collaboratori, abbiamo creato degli orti sul terreno della nostra azienda a disposizione di tutti i lavoratori di Adveco. L’iniziativa è stata apprezzata e l’adesione è stata del 50%, siamo infatti molto soddisfatti sia noi come azienda sia i nostri collaboratori di avere avuto questa opportunità».

MEETING AN OLD FRIEND Of all the companies that we meet, we know and that we always find cyclically, Adveco's is the most moving testimony linked to this pandemic which unfortunately led to an important loss for the Moretti family, that of Pietro Moretti, one of the company's two founders. Yet, thanks to the solidity of its roots and the high values cultivated, handed down from the first generation, this company, specialized in the production of hardware for wooden constructions, today looks to its objectives with a renewed determination.


COLLOQUIUM ESSETRE

www.essetre.com di Sonia Maritan

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La crisi come opportunità

A Cristina Sella, titolare insieme alla sua famiglia di Essetre, abbiamo posto le tre domande dell’Osservatorio FAREITALIA – che riportiamo  pubblicato in più parti in questi mesi relativi alla pandemia, ma lei ha creato di getto un’unica risposta miscelando sensazioni, esperienza, pensieri, professione e passione che la vedono protagonista nell’azienda di famiglia nell’ambito del marketing e della comunicazione, ruolo che lei riveste con una grinta meravigliosa di donna bella e “imbattibile” e con quella stessa risolutezza che l’ha fatta diventare madre di cinque figli! In forma di lettera dunque condividiamo il suo pensiero autorevole, spontaneo e concreto perché pensiamo sia esemplare sia sul fronte umano e sia su quello imprenditoriale. 1. CHE COSA SI ASPETTA COME AZIENDA E CHE COSA SAREBBE SENSATO OTTENERE PER POTER LAVORARE CON SERENITÀ DOPO QUESTA EMERGENZA SANITARIA? QUAL È LA SUA ANALISI DI QUESTO PERIODO DI LOCKDOWN? 2. CHE COSA SAREBBE UTILE A UN'IMPRESA, A PRESCINDERE DAL COVID- 19, PER POTER LAVORARE SENZA AFFOGARE NELLE CARTE E NELLE TASSE? QUALI SONO LE SUE RICHIESTE? 3. QUALI RIFLESSIONI IN QUALITÀ DI IMPRENDITRICE E PRIMA ANCORA COME PERSONA LE HA PORTATO QUESTA PANDEMIA? CONSIDERA QUESTO CAMBIAMENTO RADICALE DELLE COSE UN'OCCASIONE PER CREARE UN MONDO MIGLIORE (NEL CASO DI UN'AZIENDA PORTANDO IL SUO CONTRIBUTO)?

«Cara Sonia, grazie per questa opportunità, credo che condividere esperienze personali e professionali sia fondamentale in questo momento storico, tanto inatteso quanto disarmante come persone ancor prima che come imprenditori. Era già nell’aria da qualche mese eppure lo stato di paura e di impotenza in cui siamo sprofondati ha sopraffatto tutte le nostre certezze e le nostre sicurezze. Non credo di saper rispondere singolarmente alle tre domande che mi sottoponi perché tutto in questi mesi si è sovrapposto: domande, notizie, decreti, bollettini medici, lockdown, liste, codici ateco... A sangue freddo posso dire che, da un punto di vista personale e professionale, è andato veramente tutto bene: stiamo tutti bene e stiamo tutti lavorando.

E queste sono le nostre due magnifiche notizie! Ma abbiamo passato qualche mese con il fiato sospeso, mai come prima ci è sembrato di camminare in un “campo minato”. Sicuramente possiamo affermare che da questa tragedia è emerso il carattere di ognuno di noi e soprattutto si sono consolidate le squadre: il fatto di essere tutti nella stessa “tempesta” ha fatto in modo che le persone si unissero e si fidassero di chi guidava la “loro” barca. In Essetre è emerso uno spirito di appartenenza che mai era stato così evidente.


COLLOQUIUM_ESSETRE

Fin dai primi momenti, penso alla chiusura decretata per il giorno 23 marzo, abbiamo dovuto prendere provvedimenti legati perlopiù all’incertezza del momento e al fatto che non ci fosse una “scadenza” per questa tragedia. Da un punto di vista amministrativo abbiamo deciso di approfittare della Cassa Integrazione Straordinaria, durata per fortuna soltanto per il periodo di chiusura forzata, e di rivolgerci agli istituti bancari per mettere in sicurezza

mutui e liquidità. D’altro canto abbiamo ritenuto opportuno rispettare i pagamenti in scadenza (fornitori) per non interrompere il volano clienti/fornitori che sarebbe stato deleterio per le imprese. Abbiamo ricevuto lo stesso rispetto da parte dei nostri Clienti, e questo meccanismo è stato fondamentale per non interrompere, almeno da parte nostra, l’economia del nostro settore. Da un punto di vista commerciale è stato attivato lo smart-working permettendo di rimanere in contatto sia con i colleghi, attuando strategie da modificare e comunicazione da potenziare, sia con i clienti. La soddisfazione di aver concretizzato un ordine (Europa) durante la chiusura ha dato ancora più slancio a tutti noi, entusiasti e convinti che il nuovo “assetto comunicativo” poteva funzionare. Da un punto di vista produttivo non abbiamo avuto alternative durante le tre settimane di chiusura: fermo totale, a parte qualche spedizione di ricambi e assistenza da remoto. Questa è stata la parte più difficile forse: rassicurare la nostra squadra e tenerci in contatto informando e aggiornando tutto il team quotidianamente; è stato un lavoro prettamente “psicologico”, basato sulla fiducia nella governance Essetre. Anche qui però non siamo stati con le mani in mano: dentro “l’uovo di pasqua” (permettimi questa espressione simpatica) abbiamo trovato il via

La famiglia Sella che guida Essetre, da sinistra a destra: Andrea, Cristina, Nicola e Gianni Sella, il fondatore di Essetre. Sotto un'immagine dell'azienda e a seguire alcuni centri di lavoro firmati Essetre.


COLLOQUIUM ESSETRE

THE CRISIS AS AN OPPORTUNITY

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To Cristina Sella, owner together with her family from Essetre, we asked the three questions of the FAREITALIA Observatory - which we report - published in several parts in these months related to the pandemic, but she has created a single answer by mixing mixed feelings, experience, thoughts, profession and passion that see her protagonist in the family business in the field of marketing and communication, a role that she plays with a wonderful determination of a beautiful and "unbeatable" woman and with the same resolve that made her become a mother of five! In the form of a letter, therefore, we share his authoritative, spontaneous and concrete thinking because we think it is exemplary both on the human and on the business front.

www.essetre.com

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libera al codice ateco legato alla filiera del legno. Approfittando di questo varco, con domanda in deroga al Prefetto, siamo ripartiti con la produzione il 15 aprile, dapprima con turni di lavoro per non affollare troppo l’officina, sempre nel rispetto delle regole igieniche (dotati di tutti i dispositivi di sicurezza: mascherine, guanti, gel) e delle distanze di sicurezza, fino ad arrivare nel giro di un mese all’organico completo. È in questo periodo che siamo riusciti perfino a consegnare una macchina e a effettuarne il collaudo da remoto. Ancora non possiamo dire di esserne usciti, ma la forza della squadra, il coraggio di prendere decisioni rischiose e l’ottimismo di tutte le persone che lavorano con noi e per noi sono alla base del nostro percorso che ci porterà fuori da questa crisi. Credo che da questa esperienza, riuscendo a trasformare una crisi in opportunità, siamo usciti tutti più forti e con un nuovo slancio. Forse il fatto di essere una piccola azienda a conduzione familiare e la nostra tipica flessibilità (che ci caratterizza anche nei nostri prodotti) hanno facilitato le procedure di gestione del personale e le “manovre” strategiche. Possiamo con orgoglio affermare di aver contribuito, nel nostro piccolo, a resistere e a rialzarci prontamente e di aver appreso nuovi modi di lavorare che possono essere una valida alternativa al lavoro tradizionale. La tecnologia è entrata ancor più a gamba tesa

nelle nostre case e nelle nostre vite colmando vuoti e distanze dimostrandoci che il progresso, nel caso specifico la “rivoluzione digitale”, si è rivelato essenziale per mantenere una continuità su tutti i livelli. E tuttavia abbiamo capito che il contatto umano, così scontato, rimane alla base dei rapporti personali e commerciali. L’appartenenza al nostro territorio veneto e il rispetto che portiamo alla nostra bandiera italiana fanno di noi una popolazione di grandi lavoratori dinamici e ingegnosi. Sarebbe bello avere qualche soddisfazione anche da parte di chi ci governa: semplificare e agevolare l’accesso ai meccanismi bancari, pubblicare informazioni chiare e certe, favorire l’impresa che lavora e premiare il meglio del made in Italy. Ma sappiamo come funziona il Sistema Italia: sarebbe davvero bello avere alle spalle uno Stato presente, ma anche questa volta dovremo fare da soli, rimboccarci le maniche a guardare avanti, senza perdere tempo ed energia in polemiche e critiche che non porterebbero a nulla di produttivo. Riponiamo ancora fiducia nelle associazioni, certi che da questa esperienza riusciranno a creare dei legami ancora più consolidati e a favorire il dialogo all’interno dei settori. Da parte nostra continueremo a lavorare rispettando i protocolli di sicurezza e attuando tutte le normative che ci verranno dettate, certi che la salute di tutti noi deve essere tutelata anche nell’ambito lavorativo e che la responsabilità di un imprenditore va ben oltre gli aspetti finanziari, commerciali e produttivi della sua Azienda. La famiglia Sella desidera con l’occasione di questa pubblicazione ringraziare ufficialmente tutti coloro che si sono fidati di noi come imprenditori e che ci hanno supportato umanamente in questo periodo: tutti i dipendenti e collaboratori, clienti e fornitori, le associazioni con le quali ci siamo confrontati settimanalmente e tutte le famiglie che sono state sulla nostra barca!»


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Speranze e risposte

Con Hundegger Italia parliamo, sulla scia dell’Osservatorio pubblicato in questi mesi relativo al periodo legato alla pandemia, delle risposte che arrivano dal noto brand specializzato “nell’innovazione per la costruzione in legno” come recita il pay off di Hundegger. Le aziende strutturate hanno disegni quinquiennali che guardano oltre le contingenze, ma certamente sono organismi resilienti che agiscono e reagiscono ai cambiamenti, in questo caso legati a una pandemia. QUAL È LA SUA ANALISI DEL PERIODO DI LOCKDOWN E DELLA COSIDDETTA TERZA FASE DI RIPARTENZA? «Più che aspettative in questo momento, nutro solo tanta speranza nella continua discesa dell’epidemia. Per fortuna i dati che stiamo riscontrando giornalmente, ci stanno dando buone speranze, ma non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia. Come azienda ci stiamo attenendo a tutte le linee guida dettate dai diversi decreti che si sono succeduti.

A Luca Dal Bianco, Amministratore delegato di Hundegger Italia, non sfugge l’opportunità che abbiamo davanti di dare una svolta al nostro Paese, anche e soprattutto dal punto di vista umano, ma è scettico sulla capacità del Sistema Paese di saperla cogliere nonostante le iniziative a livello europeo. L’azienda, intanto, ha risposto giorno per giorno proseguendo la sua attività di vendita e assistenza tecnica presso le strutture dei suoi clienti attenendosi scrupolosamente alle linee guida dettate dai diversi decreti. In apertura, Luca Dal Bianco, Amministratore delegato di Hundegger Italia. A seguire, in queste pagine e nelle successivi alcuni dettagli della tecnologia Hundegger: brand tedesco specializzato “nell’innovazione per la costruzione in legno” a livello internazionale.

CHE COSA SI ASPETTA COME AZIENDA E CHE COSA SAREBBE SENSATO OTTENERE PER POTER LAVORARE CON SERENITÀ DOPO QUESTA EMERGENZA SANITARIA?


COLLOQUIUM_HUNDEGGER

La nostra attività di vendita e assistenza tecnica viene svolta in esterno presso le strutture dei nostri clienti, devo dire che, a oggi, sono rimasto colpito dal senso di responsabilità delle aziende e delle persone in genere che hanno assunto comportamenti sempre esemplari. Per poter lavorare con la massima serenità credo sia proprio questa la strada giusta che dovremmo continuare a seguire».

CHE COSA SAREBBE UTILE A UN’IMPRESA, A PRESCINDERE DAL COVID- 19, PER POTER LAVORARE SENZA AFFOGARE NELLE CARTE E NELLE TASSE? QUALI SONO LE SUE RICHIESTE? «Per questa domanda si potrebbe scrivere un libro! Si blatera da sempre sulla riduzione della tassazione e della burocrazia che sicuramente nessuno disdegnerebbe e darebbe linfa a quel 95% di aziende italiane che ha meno di 50 dipendenti e che non viene tutelata e tantomeno valorizzata (anche perché non forma una massa compatta e coesa in grado di esprimere la sua vera forza nel sistema economico). Personalmente credo che politica e imprenditoria dovrebbero essere più legate se non addirittura amalgamate, invece constato che da tantissimi anni queste due entità sono diventate addirittura antagonistiche. Sono molto deluso dalla politica in generale, troppo distante dalle esigenze del Paese, esclusivamente concentrata sul propagandismo. In questi mesi di assoluta emergenza, sicuramente di non facile gestione per qualsiasi governo, mi sarei perlomeno aspettato, da tutte le forze politiche, un senso di responsabilità e collaborazione totale e incondizionato. Invece sembra un sogno, perché guardando la realtà abbiamo assistito “al meglio del peggio”! Quindi, senza tergiversare e per rispondere alla Sua domanda, per il bene del mio Paese e della mia impresa, l’unica soluzione auspicabile sarebbe sicuramente un nuovo governo, ma con dei politici di un altro paese».


COLLOQUIUM HUNDEGGER www.hundegger.de

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no degli insegnamenti, soprattutto sui troppi tagli al servizio sanitario nazionale che abbiamo fatto fino a oggi. Per combattere questa tremenda recessione economica causata dal Covid19 il Paese avrà bisogno di molto aiuto, in tal senso mi sembra che l’Europa si stia muovendo nel verso giusto e che potrebbe contribuire a dare una svolta a tutto il Paese, il dubbio però rimane: ne saremo veramente capaci»?

HOPES AND ANSWERS

QUALI RIFLESSIONI IN QUALITÀ DI IMPRENDITORE E PRIMA ANCORA COME PERSONA LE HA PORTATO QUESTA PANDEMIA? CONSIDERA QUESTO CAMBIAMENTO RADICALE DELLE COSE UN'OCCASIONE PER CREARE UN MONDO MIGLIORE (NEL CASO DI UN'AZIENDA PORTANDO IL SUO CONTRIBUTO)? «Sicuramente a livello emotivo è stato devastante, purtroppo quanto è successo e quanto stiamo ancora vivendo è qualcosa di incredibile. Questa pandemia lascerà un segno indelebile, soprattutto a tutte le persone che hanno vissuto e combattuto in prima linea, ma anche alle persone guarite che hanno contratto il Covid- 19, non di meno a tutte le persone che purtroppo hanno perso un proprio caro. Sono molto scettico sul fatto che questo possa aiutare a creare un mondo migliore, la speranza è di trarne alme-

In the wake of the Observatory published in recent months relating to the period linked to the pandemic, we talk with Hundegger Italia about the answers that come from the wellknown brand specializing in "innovation for wood construction" as Hundegger's pay off states. Structured companies have five-year designs that look beyond contingencies, but they are certainly resilient organisms that act and react to changes, in this case linked to a pandemic. Luca Dal Bianco, CEO of Hundegger Italia, does not miss the opportunity we have before us to make a change to our country, also and above all from a human point of view, but he is skeptical about the ability of the country system to be able to grasp it despite the initiatives at European level. The company responded day by day by continuing its sales and technical assistance activities at its customers' facilities, scrupulously following the guidelines set forth in the various decrees.



FOCUS SOFTWARE A cura della redazione

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Il confine invisibile fra online e offline

Nel mondo delle costruzioni sta assumendo sempre più importanza il BIM (Building Information Modeling) come metodologia operativa rivolta a una sempre maggiore digitalizzazione dei processi. In questo contesto molte aziende stanno sviluppando una libreria di oggetti BIM dei propri prodotti che possono così essere inseriti in un modello e rendere più facile il lavoro di installazione all'interno di un cantiere. Il BIM permette a tutti i professionisti coinvolti nella realizzazione di un manufatto edilizio di poter lavorare in una piattaforma condivisa con un modello comune che può essere aggiornato in tempo reale. Grazie a questa metodologia architetti, costruttori e ingegneri possono prendere le migliori decisioni possibili nella propria area di responsabilità durante tutte le fasi del progetto e condividerle con tutte le altre professionalità coinvolte nella commessa, come ad esempio gli installatori, richiamando i dati dei prodotti necessari e importandoli nel software BIM di riferimento. Le informazioni che possono essere impor-

tate in un modello BIM sono i dati geometrici, tecnici e commerciali. Nei software BIM per l’architettura è possibile utilizzare oggetti 3D da inserire all'interno del modello per completare in maniera più dettagliata le informazioni necessarie alla costruzione o installazione di impianti. Alla bacheca di prodotti BIM offerte dalle aziende produttrici si affiancano le piattaforme che stanno attivando dei servizi interattivi per informare in tempo reale, attraverso il plug-in BIM, delle ultime versioni disponibili e delle modifiche apportate ai modelli BIM già presenti nel progetto Revit che il progettista sta creando, aggiornabili con la funzione "update", secondo la fase di progettazione o costruzione dell'edificio. In cantiere si iniziano ad adottare caschetti con strumentazione digitale incorporata per l’assistenza real-time da remoto che consente ai tecnici specializzati di comunicare in modo più rapido ed efficace tra di loro, coinvolgendo rapidamente gli specialisti da


FOCUS SOFTWARE

remoto con una semplice video chiamata e senza doverli far intervenire sul posto di persona. Una ridefinizione del modello organizzativo che realizza forti efficienze verso gli interventi manutentivi ordinari e straordinari, migliorando gli indici di controllo delle attività nei vari ambiti di servizio e facendo lavorare da ogni luogo anche operai e tecnici, categorie che sembrava difficile connettere digitalmente.

Ogni anello della filiera delle costruzioni sta dunque entrando nell’era del lavoro smart dove tutto è pensato per ridurre tempi e costi di intervento con risoluzione dei problemi in ottica 4.0. All’inizio di questa articolata filiera ci sono i fornitori di software e servizi complementari nel settore delle costruzioni in legno, che, in questo focus a loro dedicato, ci raccontano le continue novità di cui sono ingegnosi fautori.

ABIES ENGINEERING s.r.l. www.abieseng.com

Sempre un passo avanti!

Nata nel 2000, Abies Engineering s.r.l. si rappresenta come la prima società italiana ad aver creato, prodotto e commercializzato software di calcolo e verifica interamente dedicati alle strutture in legno. Oggi sviluppa software anche per strutture metalliche, software su misura, e grazie a uno studio di progettazione collegato, offre consulenze nell’ambito delle case in legno, dei tetti in legno e delle strutture in acciaio. I programmi sviluppati da Abies Engineering s.r.l. spaziano dal calcolo del solaio misto al calcolo di telai tridimensionali, senza dimenticare le verifiche locali e i collegamenti. A breve entrerà nel mondo delle case in legno con un prodotto specificamente studiato per il calcolo e la verifi-

ca di edifici completi con struttura portante a pareti.

PRODOTTI

Connet Pro è un programma di calcolo automatico agli elementi finiti, che consente l’analisi dei solai collaboranti in legno. L’algoritmo di calcolo nasce da un’ampia indagine teorico-sperimentale svolta in ambito universitario, e implementa l’elemento finito “bi-trave”. Tale metodo numerico risulta ampiamente collaudato,


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essendo stato efficacemente utilizzato da numerosi studi professionali, con ottimi risultati. Il programma permette di risolvere solai misti, sia con cappa in legno, sia con cappa in calcestruzzo armato, e fornisce deformazioni, sollecitazioni e tensioni sulla trave, sulla cappa e sui connettori, lungo tutto l’asse longitudinale, dato che l’impiego del metodo degli elementi finiti consente di effettuare l’analisi tramite lo schema della trave continua. È inoltre possibile valutare la presenza di puntellazioni provvisorie e inserire carichi assolutamente generici. Nella versione più recente, è stata introdotta la possibilità di analizzare travi composte acciaio-legno.

AbiesTRUSS è un programma di calcolo automatico agli elementi finiti che consente di analizzare le normali capriate in legno (solo monaco, monaco e saette, controcatena) e le reticolari. Semplicemente inserendo la geometria della struttura da verificare, il programma crea in automatico il modello matematico, valutando tutti i carichi agenti, e svolgendo di seguito l’analisi statica, calcolando deformazioni, sollecitazioni e tensioni su tutti gli elementi. La modellazione automatica, tuttavia, non inibisce la possibilità di intervento da parte dell’utente, che può verificare le specifiche esigenze progettuali del caso, modificando il modello mediante l’aggiunta o l’eliminazione di aste (solo reticolari), o variando i carichi e le caratteristiche di aste e nodi. Cruciale risulta la parte che consente l’analisi locale dei collegamenti, sia quelli legno-legno (solo capriate), sia quelli realizzati impiegando elementi metallici (piastre e spinotti o chiodi). AbiesBEAM è un programma di calcolo automatico agli elementi finiti che consente di analizzare travi in legno lamellare e massiccio (diritte, rastremate, inclinate, curve, centinate, a sbalzo), portali curvi per strutture a grandi luci e diagonali, puntoni, elementi di colmo e rompitratta per le normali coperture, telai 2D e 3D. Come per AbiesTRUSS, la modellazione matematica e la valutazione dei carichi avviene in automatico, non richiedendo intervento da parte dell’utente, se non nella definizione dei dati geometrici, sulla base dei quali il programma esegue poi l’analisi statica della struttura, calcolando deformazioni, sollecitazioni e tensioni su tutti gli elementi. Ancora una volta, l’operatore può apportare le modifiche desiderate mediante l’aggiunta o l’eliminazione di aste, o variando i carichi o le caratteristiche di aste e nodi. Di particolare interesse e praticità risulta la parte che consente l’analisi dei collegamenti e dei rinforzi locali realizzati mediante l’impiego di elementi metallici (scarpette, staffe, piastre, spinotti, viti o chiodi).


FOCUS SOFTWARE Si possono calcolare e verificare anche aste in acciaio, essendo a disposizione dell’utente un ampio data base di profili. Caratteristiche comuni a tutti i pacchetti: - input parametrico che guida l’utente, attraverso un comodo “wizard”, nell’inserimento di tutti i dati necessari; - input su ambiente CAD 2D per l’inserimento e la modifica degli elementi della struttura; - viste dinamiche 2D e 3D; - possibilità di modificare la modellazione eseguita in automatico dal programma; - visualizzazione delle sollecitazioni e delle tensioni su tutti gli elementi; - possibilità di scelta tra NTC2018, EC5; - uscite in formato DXF; - verifiche dei collegamenti; - verifiche al fuoco; - relazione di calcolo, comprensiva di diagrammi, realizzata in automatico in formato RTF.

NOVITÀ

AbiesWALL - Edifici a struttura portante a pareti. AbiesWALL è un programma di calcolo automatico agli elementi finiti che consente di analizzare edifici a pareti portanti in legno X-LAM e/o Platform Frame. La modellazione della struttura avviene per livelli con possibilità di inserire oltre alle pareti anche solai, travi e pilastri (in legno, acciaio e cls). Speciali elementi consentono di completare l’edificio mediante l’immissione di falde di copertura. Le pareti possono essere scelte da data-base preventivamente compilati all’interno dei quali se ne definiscono le caratteristiche. Anche per i fissaggi a trazione e taglio (hold-down e angolari) sono previsti appositi data-base. Un ambiente CAD 2D e 3D consente l’agevole inserimento e la modifica di tutti i componenti dell’edificio. AbiesWALL è assolutamente versatile consentendo anche l’analisi di semplici strutture a telaio con colonne portanti in legno o acciaio (ad esempio case a telaio, soppalchi, tettoie, ecc.). È inoltre prevista la possibilità di inserire elementi di fondazione (travi continue in c.a.). Il modello geometrico viene poi tradotto automaticamente in un modello a elementi finiti che, analogamente agli altri programmi, è manualmente modificabile per apportare variazioni. Tutti i carichi, anche climatici, sono gestiti dal programma. La risoluzione del modello può essere eseguita mediante analisi lineare sia statica che dinamica. Accedendo al sito www.abieseng.com è possibile scaricare la versione Demo del programma che, pur con dei limiti nei calcoli e nelle verifiche, consente la modellazione completa di una struttura.


FOCUS SOFTWARE

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DLUBAL s.r.l. www.dlubal.com

Deformazioni a taglio di strutture lignee intelaiate

Nella letteratura corrente, le formule per determinare manualmente le azioni interne e le deformazioni sono di solito specificate senza considerare la deformazione a taglio. Soprattutto nelle costruzioni di legno, le deformazioni risultanti dalla forza di taglio sono spesso sottovalutate.

1 Mentre nella teoria della trave di Bernoulli classica si suppone che la sezione trasversale di un’asta rimanga perpendicolare all'asse baricentro quando si deforma, nella teoria della trave di Timoshenko viene considerata anche la deformabilità a taglio. Come risultato, la sezione trasversale di un'asta deformata non rimane più perpendicolare all'asse (figura 1). Assumendo che la sezione trasversale rimanga piana, si otterrà una distribuzione uniforme delle tensioni di taglio lungo l'altezza della trave. Tuttavia, poiché la distribuzione è parabolica, si prende in considerazione un fattore di correzione di taglio per la determinazione delle aree di taglio. Questo è 5/6 per una sezione trasversale rettangolare. Così, la rigidezza a taglio di un'asta rettangolare si traduce in:

La norma non dà alcuna indicazione se, o da quale criterio, si debbano considerare le deformazioni a taglio delle aste. È una decisione quindi che resta in capo al progettista. Un semplice esempio dimostrerà l'influenza della deformazione a tagliante. Consideriamo una trave a campata singola semplicemente appoggiata. I dettagli sono mostrati nella figura 2. In primo luogo, vogliamo determinare solo la freccia dovuta al momento. Per il sistema mostrato, la deformazione caratteristica è:

La componente tagliante può essere derivata come segue:

La freccia totale è quindi pari a:


FOCUS SOFTWARE In questo esempio il contribuito alla freccia totale della deformabilità a taglio è del 25%. La figura 3 mostra graficamente le singole componenti di deformazione. La snellezza dell’asta è decisiva per la componente tagliante della deformazione. Mentre la deformabilità a taglio è trascurabile per travi snelle con un rapporto L/h grande, essa ha un’influenza significativa per le travi compatte con un rapporto L/h basso. La figura 4 mostra l’influenza della deformabilità a taglio sulla deformabilità totale in un diagramma. Per travi a sezione rettangolare semplicemente appoggiate, la deformabilità tagliante è predominante fino a un rapporto di L/h pari a 4. Successivamente, invece predominano le deformazioni dovute al momento. Da un valore del rapporto L/h pari a 12, l’influenza della deformabilità a taglio scende al di sotto del 10%. Nei sistemi iperstatici, le deformazioni a taglio hanno un’influenza maggiore rispetto ai sistemi isostatici. In questo caso, le deformazioni dovute al taglio hanno un’influenza sul momento flettente e quindi anche sulle deformazioni flettenti. Questa ridistribuzione può, ad esempio, avere un effetto positivo sui momenti vincolari (figura 5). In RFEM e RSTAB, la deformabilità a taglio delle aste viene tenuta in conto automaticamente. Per eseguire delle analisi di controllo però, essa può essere disattivata come mostrato in figura 6. In questo caso, vengono considerate solo le deformazioni dovute al momento flettente. Concludendo, in molte situazioni pratiche le deformazioni taglianti possono essere trascurate perché non danno un contribuito significativo alle deformazioni totali. Per aste compatte però, esse vanno tenute in conto. Su dlubal.com, nella sezione Assistenza e formazione -> Knowledge Base è possibile scaricare i file di RFEM utilizzati nell’esempio e leggere molti altri articoli concernenti il settore delle strutture lignee. Per velocizzare la ricerca nella Knowledge Base, è possibile filtrare gli articoli selezionando “Articolo tecnico” in Tipo e “Strutture in legno” in Settori nel menù Cerca in alto a sinistra della pagina internet corrispondente (figura 7).

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SEMA www.sema-soft.it

Nuova Versione 20-2

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SEMA ha rilasciato puntualmente la nuova versione 20-2 in tempo per la seconda metà del 2020. Numerosi sviluppi e miglioramenti attendono l'utente nella nuova versione. Presentiamo qui i punti salienti e le innovazioni più importanti. PIANIFICAZIONE DEL CARICO EFFETTUATA RAPIDAMENTE E FACILMENTE

Un desiderio molto richiesto diventa realtà. La versione 20-2 implementa la pianificazione del carico, completamente integrata nel programma di costruzione Sema. Il nuovo menager di caricamento offre un posizionamento semplice e conveniente di elementi in spazi di caricamento predefiniti con output automatico dell'intera pianificazione di carico. Il concetto semplice e la chiara interfaccia utente consentono la pianificazione del caricamento

anche senza grandi conoscenze. Il piano di carico può essere effettuato in qualsiasi momento durante la progettazione. Ciò significa che i dati relativi alla produzione possono essere definiti quando si desidera. L’assegnazione facoltativa di un ordine di produzione consente di ottimizzare la sequenza nella produzione! Oltre alle pareti, è possibile caricare anche elementi del tetto e del solaio,

capriate, oggetti 3D e arcarecci. I componenti da caricare sono comodamente aggiunti singolarmente, selezionandoli per piano o per tutti i piani della casa. Naturalmente durante il caricamento possono essere presi in considerazione materiali aggiuntivi, utensili per il cantiere. La sequenza di posa in opera, consente all'utente di caricare i componenti il più logicamente possibile all'interno di

uno spazio di carico in modo tale che gli elementi arrivati in cantiere, possano essere sollevati direttamente dal camion con la gru e posati nella posizione prevista senza deposito provvisorio. La semplice determinazione della sequenza di caricamento e della sequenza di installazione con il miglior controllo logistico possibile comporta enormi risparmi di tempo nella pianificazione di ciascun progetto. Inoltre, vengono ottimizzati gli spazi di carico, e risparmiati viaggi di trasporto e tempi di noleggio gru. Le stive e le zone di caricamento in esse contenute possono essere adattate individualmente in termini di forma e strategia di caricamento. Vari spazi di caricamento, già predefiniti da Sema, possono essere selezionati per pianificare il carico. Sono disponibili spazi di carico sdraiati o in piedi con divisioni di zona diverse. Sema può aggiungere nuove stive su richiesta. Il posizionamento degli elementi e dei componenti da caricare è molto semplice e pratico grazie a una rappresentazione detta-


FOCUS SOFTWARE

gliata e agli aiuti visivi. Per la pianificazione del carico, ogni spazio è mostrato in una vista tridimensionale, superiore e laterale. Il componente appropriato viene selezionato dall'elenco dei componenti da caricare, rimane agganciato al mouse e può essere semplicemente rilasciato nella zona di caricamento con un semplice clic del mouse. Si ripete l’operazione fino a quando la zona di carico non è completamente riempita o non ci sono più componenti. La determinazione delle altezze e del peso del carico ci fornisce anche un controllo e una sicurezza ottimali. Uno o tutti i piani di caricamento e gli elenchi possono essere stampati come file PDF. Con il manager di caricamento Sema è ora possibile creare intere pianificazioni di caricamento in modo semplice e conveniente, e allo stesso tempo ottimizzare la produzione.

finestre, porte e macro, ovviamente sono correttamente specchiati o ruotati nell'orientamento. Anche tutti i legni, gli oggetti CAD e le quotature complete in essi contenuti vengono automaticamente specchiati. In Sema non è necessario rielaborare successivamente i componenti specchiati, risparmiando così tempo prezioso. Lo specchio è possibile sia in 2D che in 3D. Le varie opzioni di input per la specchiatura sono auto-esplicative. Il risultato è visualizzato già durante l’esecuzione del comando con i corrispondenti

SPECCHIATURA DELLE PARETI

SPECCHIARE - in realtà è una funzione fondamentale di ciascun sistema CAD e sembra essere molto facile. Lo è, a meno che i dati da specchiare non abbiano informazioni logiche come la parte in visione, le strutture di strati asimmetriche, i componenti con piani di riferimento predefiniti, le battute ecc... Con tutte queste informazioni addizionali la SPECCHIATA diventa una disciplina molto impegnativa! Nel software Sema, pareti, capriate, solai e piani di costruzione di solito non consistono solo in un contorno o in un solido. Tutti i livelli dei pannelli appartenenti all'elemento, nonché le battute di

NEW VERSION 20-2 SEMA has promptly released the new version 20-2 in time for the second half of 2020. Numerous developments and improvements await the user in the new version. Here we present the highlights and the most important innovations. THE SEMA GROUP The SEMA group of companies is the world's largest supplier of software solutions and complementary services in the field of timber construction, stair construction and manufacturing sheet metal. The software solutions are available in 11 languages and have been successfully used by over 9,800 customers in 54 countries for over 35 years. In order to continuously expand its market position e always offer customers innovative solutions, the group invests one average 15% of its sales each year in further development solutions at its headquarters in the Algovia. For more information, see:www.sema-soft.it


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puntatori del mouse e un'anteprima. Questa funzione apparentemente poco appariscente, ma tuttavia così potente semplifica e velocizza notevolmente il progetto di costruzioni simmetriche.

NUOVI TIPI FINALI

Il tenone giapponese (tenone a falce) è una giunzione speciale per trasmettere in maniera sicura le forze di trazione. Siccome il tenone è arrotondato, il legno non si lacera o frantuma sotto le forze di pressione. Il collegamento può essere sciolto facilmente, ma è comunque stabile e quindi ideale per le costruzioni in legno. L'intestatura angolare francese è una delle intestature angolari più impegnative nell'ambito delle costruzioni in legno. Le superfici inclinate nell’intaglio creano una connessione che viene spesso utilizzata negli edifici tradizionali a traliccio, con le traverse orizzontali che negli angoli devono rimanere a filo esterno senza sporgere. Inserendo queste connessioni nella costruzione, vengono generati automaticamente i disegni quotati dei componenti e i dati macchina. Dalla versione 20-2, il falegname e il carpentiere hanno il tenone giapponese e l’intestatura angolare francese disponibili come nuove varianti costruttive.

PANNELLI CONICI IN LAMIERA E QUOTATURA AUTOMATICA

Nella nuova versione SEMA 20-2 è ora possibile creare pannelli in lamiera conici per tetti e pareti. Soprattutto quando si eseguono tetti a torri o progetti di facciate architettoniche moderne con coperture coniche, i pannelli conici possono essere disegna-

ti, visualizzati e valutati rapidamente e facilmente in Sema. Inoltre, per la prima volta nella nuova versione, è possibile assegnare facilmente pieghe e aggraffature su tutti i bordi della punzonatura. Infine, la nuova quotatura automatica degli sviluppi dei componenti, agevola la creazione di disegni e quindi la produzione dei componenti risulta più facile e veloce che mai.

IL GRUPPO SEMA Il gruppo di società SEMA è uno dei principali fornitori mondiali di soluzioni software e servizi complementari nel settore delle costruzioni in legno, delle costruzioni di scale e della lavorazione della lamiera. Le soluzioni software sono disponibili in 11 lingue e sono state utilizzate con successo da oltre 9.800 clienti in 54 paesi per oltre 35 anni. Al fine di espandere continuamente la sua posizione sul mercato e offrire sempre ai clienti soluzioni innovative, il gruppo investe una media del 15% delle sue vendite ogni anno nell'ulteriore sviluppo delle soluzioni presso la sua sede in Algovia.


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REPORTAGE SCM

www.k-v-d.be www.scmwood.com di Pietro Ferrari

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“oikos” e Kristof Van Dun: un sodalizio di successo

Flessibilità e altissima precisione sono i “plus” del centro di lavoro a 6 assi di SCM più apprezzati da questa innovativa azienda belga che ha saputo rispondere alle nuove richieste del mercato delle costruzioni in legno e intuire le straordinarie potenzialità del CLT. Kristof Van Dun e il suo team utilizzano la “oikos” anche per un’applicazione di ultima generazione: il sistema X-FIX. diciotto anni nel settore della carpenteria in legno. Il titolare, Kristof Van Dun, ci parla della sua azienda e della preziosa partnership con SCM, che ha portato alla recente acquisizione del centro di lavoro a 6 assi “oikos” dedicato alla lavorazione di travi strutturali, pannelli parete CLT e pannelli isolanti.

LA PRODUZIONE

Le realizzazioni spaziano dall’edilizia privata a quella commerciale e industriale, includendo sia costruzioni di nuovi edifici sia ristrutturazioni. L’azienda si rivolge quindi a una clien-

Il centro di lavoro a 6 assi “oikos” di SCM acquistato dall’azienda belga Kristof Van Dun bvba. Il team Kristof Van Dun presso gli uffici dell’azienda. Davanti alla scrivania, da sinistra a destra: Kristof Van Dun e Leen Van Haaren - Co-Manager di KVD; dietro alla scrivania, da sinistra a destra: Danny Saenen - Salesmanager, Hans Verheyen Work planner, Steven Buyens - Technical designer & calculator e Femke Druyts Technical designer & CNC programmer.

Costruire o ristrutturare casa significa fare delle scelte precise e l’attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica sono oggi elementi sempre più determinanti. È questo il motivo per cui il settore delle case in legno ha registrato uno sviluppo notevole negli ultimi anni e un numero sempre maggiore di aziende sceglie di investire in questo mercato curando il progetto dalla “A alla Z”, dalla progettazione alla costruzione finale, nei minimi dettagli e con l’aiuto delle tecnologie più evolute. L’azienda belga Kristof Van Dun bvba, specializzata in costruzioni ed elementi per l’edilizia in legno, è una di queste: un’impresa artigiana molto dinamica, con un’esperienza di


REPORTAGE_SCM

tela molto variegata che comprende privati, grandi aziende di costruzioni, enti pubblici, ma anche progettisti e architetti. La clientela è di fascia medio-alta, ma non solo: «Siamo il partner ideale per chiunque cerchi una costruzione di alta qualità, indipendentemente dalla capacità di spesa  spiega Van Dun. Il valore aggiunto più apprezzato da chi sceglie di rivolgersi a questa impresa è rappresentato dalla capacità di fornire un servizio a 360 gradi, dalla progettazione alla consegna. Un servizio che parte da un profondo ascolto delle necessità dei clienti. “Partiamo dal loro punto di vista: cosa vogliono e cos’è più importante per loro?” In base a questi dettagli

costruiamo la nostra proposta personalizzata e offriamo al cliente più alternative». Fondamentale, nel confronto con il cliente, è anche la possibilità di poter contare su soluzioni tecnologiche di alto livello, per quanto riguarda sia il software che gli impianti. «Utilizziamo per la progettazione il software Cadwork che dialoga perfettamente con il software “SCM Maestro Beam&Wall” per la creazione dei programmi per il centro di lavoro a controllo numerico in grado di lavorare i materiali più richiesti oggi dal mercato, come il CLT. Per questo anche una visita nello stabilimento produttivo di Kristof Van Dun può fare la differenza». Afferma il titolare dell’azienda.

“OIKOS” AND KRISTOF VAN DUN: A SUCCESSFUL PARTNERSHIP Flexibility and extremely high precision are the "pluses" of SCM's 6-axis machining centre and the ones most appreciated by this innovative Belgian company that took on the challenges of new demands from the timber construction market and foresaw the incredible potential of CLT. Kristof Van Dun and his team use the "oikos" even for a state-of-the-art application: the X-FIX system. Building and renovating a house means making exact choices and, focusing on environmental sustainability and energy efficiency plays an increasingly important role nowadays. This is why the timber house industry has expanded so much in recent years and an increasing number of companies choose to invest in this market by handling the entire project from start to finish, from planning to the final construction, in the minutest details using the most advanced technologies. The Belgian company Kristof Van Dun bvba, specialising in buildings and elements for timber construction, is one of these: a small, dynamic artisan business with experience spanning back eighteen years in the wood joinery division. The owner, Kristof Van Dun talks to us about his company and the invaluable partnership with SCM, which led to the recent purchase of the “oikos” 6-axis machining centre dedicated to the machining of structural beams, cross laminated timber panels and insulation panels. PRODUCTION Their work spans from private building work to industrial and commercial work, including both new builds and restoration jobs. The company, therefore, has a very varied clientele which includes private individuals, large construction companies, public bodies as well as designers and architects. Its clientele is mostly mid-high level: "We are the ideal partner for those looking for a top quality construction, irre-


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DALLE ORIGINI A OGGI: UNA PRODUZIONE FLESSIBILE E TUTTA “IN CASA”

Sopra: una costruzione realizzata dall’azienda belga Kristof Van Dun bvba con pannelli CLT adottando il sistema di connessione X-FIX. Sotto: la delegazione dell’azienda Kristof Van Dun in visita presso SCM Group. Nella foto di gruppo, da sinistra a destra: Femke Druyts - Designer & Programmatore CNC di KVD, Simone Guazzini Tecnico SCM, Erik Decoodt - Software manager di Rogiers, dealer SCM per il Belgio, Kristof Van Dun Titolare di KVD, Giovanni Tiezzi - Responsabile Polo produttivo SCM di Sinalunga (SI) e Rony Kyndt - SCM Area Manager Belgio. A destra e nella pagina successiva: il sistema di connessione X-FIX molto amato dagli architetti, sviluppato dall’azienda austriaca di Sepp Schilcher, realizzabile grazie alle operazioni di fresatura eseguite con la massima precisione da “oikos”.

Le costruzioni in legno rappresentano da oltre quindici anni il core business di questa azienda e alla luce di questa pluriennale esperienza il team di Kristof Van Dun è in grado di consigliare al cliente i materiali più efficienti tra quelli di ultima tendenza. «Il CLT, ad esempio, ha tutte le caratteristiche per diventare il materiale del futuro grazie a una serie di vantaggi come i tempi di costruzione rapidi, l'impronta ecologica, la sicurezza antincendio, il peso inferiore rispetto ai materiali tradizionali e la libertà di progettazione. Da questa consapevolezza sono dipesi molti dei nostri investimenti in tecnologia e risorse umane», sottolinea l’imprenditore belga. Se fino a qualche tempo fa Kristof Van Dun si rivolgeva a terzi per la fornitura di elementi architettonici in CLT, con l’aumento della domanda l’azienda ha deciso di fare il “grande salto” dotandosi di un centro di lavoro specializzato proprio nella lavorazione di questo materiale.

«Il nostro obiettivo è quello di offrire un prodotto perfetto, utilizzando processi il più possibile flessibili. Le richieste del cliente possono variare fino alle ultime fasi di consegna, per questo diventa fondamentale poter garantire un controllo diretto dell’intero flusso produttivo. Un valore aggiunto che dà anche più fiducia sia a privati sia a progettisti», sottolinea Van Dun.

LA SCELTA DI “OIKOS”

L’investimento effettuato da Kristof Van Dun per poter rispondere alle ultime richieste del mercato si è tradotto nell’acquisto di un nuovo centro di lavoro, di nuovi software, servizi per il recupero degli scarti, ma anche nella costruzione di uno stabilimento nuovo e con maggiore spazio che consentisse un flusso produttivo ottimale. Da qui il recente trasferimento nella nuova sede di Turnhout, nella provincia di Anversa. Il centro di lavoro, in particolare, doveva rispondere a precisi requisiti e dimostrarsi ideale per la lavorazione non solo di travi ma soprattutto di pannelli CLT. Dopo un’attenta analisi, che ha preso in esame più potenziali fornitori a livello internazionale, la scelta è ricaduta su SCM e su “oikos”. «L'alta flessibilità e precisione garantite si sposano perfettamente con la nostra filosofia», commenta l’imprenditore.

IL RAPPORTO CON SCM E I VANTAGGI OFFERTI DA “OIKOS”

A fare la differenza nella scelta di “oikos” è stato anche l’efficiente servizio di consulenza offerto dal team SCM. «I primi contatti avvenuti con il product area manager locale ci hanno permesso di conoscere a fondo ogni dettaglio di questo modello. Siamo quindi venuti in Italia per visitare lo stabilimento di SCM a Sinalunga (Siena), punto di riferimento per la produzione dei centri di lavoro dedicati all’edilizia in legno, e per scoprire dal vivo la “oikos” presso un cliente di SCM che la stava già utilizzando con suc-


REPORTAGE_SCM spective of the their spending power" explains Van Dun. The added value most appreciated by those who choose to contact this company lies in its capacity to provide a turnkey service, from planning to delivery. A service that starts with listening carefully to customer demands. "We start by examining their point of view: what are they looking for and what is the most important thing for them? Using these details, we can formulate a customised proposal and offer the customer a number of alternatives". The possibility of being able to rely on top quality technological software and systems solutions, is also key when dealing with the customer. "We use Cadwork software when designing as it communicates perfectly with the SCM Maestro beam&wall" to create programs for the numerical control machining centre capable of processing those materials most commonly requested in the current market, such as CLT. This is why a visit to the Kristof Van Dun production plant can make all the difference. FROM THE OUTSET TO THE CURRENT DAY: FLEXIBLE, FULLY "HOME GROWN" PRODUCTION Timber constructions have been the core business of this company for more than fifteen years and, in light of this long-standing experience, Kristof Van Dun's team can advise customers which of the trendiest materials are the most efficient. "CLT, for example, has all the characteristics for becoming the material of the future thanks to a number of advantages such as fast construction times, ecological imprint, fire-proof safety, lighter in weight compared to more traditional materials and the freedom to design. Many of our investments in technology and human resources have stemmed from this awareness" the Belgian businessman points out. Up until recently, Kristof Van Dun relied on third parties to supply the architectural elements in CLT, but with an increase in demand, the company took the decision to "take a leap" and buy its own machining centre specialising precisely in the machining of this material. "We aim to offer the perfect product, using processes that are as flexible as possible. Customer demands can vary right up to the final stages of delivery so it is essential that we can guarantee a direct control of the entire production flow. An added value that increases trust both from private individuals as well as designers. CHOOSING "OIKOS" The investment made by Kristof Van Dun to be able to meet current market demands is represented in the purchase of a new machining centre, new software, services for scrap recovery, as well as the construction of a new plant with more space providing optimal production flow. From here, the recent transfer to the new plant in Turnhout, in the province of Antwerp. The machining centre, in particular, had to satisfy precise requirements and prove ideal for machining not only beams but above all CLT panels. After careful analysis of a number of international suppliers, the choice fell to SCM and "oikos", Its guaranteed high flexibility and precision combine perfectly with our philosophy" explains the businessman. THE RELATIONSHIP WITH SCM AND THE ADVANTAGES OFFERED BY "OIKOS" The efficient consulting service offered by the SCM team also made the difference when we chose "oikos". "Initial contact with the local product area manager allowed us to gain an in-depth insight into every detail of this model. So, we came to Italy to visit the SCM plant in Sinalunga

(SI), production point of reference for machining centres specifically for timber construction and to discover the "oikos" for ourselves at one of SCM's customer plants where it was already being successfully used to its full potential. We were very impressed by the advantages that the company owner pointed out to us and he underlined on several occasions the precision and finishing capacity that only "oikos" has managed to achieve. Each element always adapts perfectly and there is no need for manual corrections at the assembly stage. Equally important was the opportunity to participate in training courses with SCM experts at the delivery and start-up stage for an optimal usage of the machine. Flexibility and extremely high precision are the most appreciated "bonuses" of this machining centre which Kristof Van Dun has been using to its maximum potential for about a year now. The customer adds that the connection with the CAD/CAM software, which was part of the package, was easy and he was also very impressed with the level and speed of the technical support given by the SCM team. THE X-FIX CONNECTION SYSTEM FOR WALLS AND CEILINGS IN CLT The Kristof Van Dun company also used the “oikos� for an unusual, innovative application, the X-FIX connection system, designed by the Austrian company owned by Mr Schilcher. "After sending the stability calculations needed along with some samples, we carried out a number of tests that confirmed the incredible advantages of this system" confirms Van Dun. "This technique allows us to reduce all material waste to a bare minimum and limit the size and weight of the elements, thus increasing considerably the transport and handling options in the case of large sized wall and flooring elements. This system also allows us to offer a number of other options when designing a building. Architects, in particular, are pleasantly surprised when we tell them about this technique which, among other things, does not have a significant impact on the end cost". Van Dun is in no doubt: "We are extremely satisfied with the precision and machining method of the X-FIX connections although this can only be achieved if the milling is done with maximum precision, as is the case with the "oikos".


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fettamente, non sono più necessarie correzioni manuali durante la fase di assemblaggio  precisa Kristof Van Dun, che continua . Altrettanto importante è stata l’opportunità di seguire corsi di formazione con gli esperti SCM nella fase di consegna e avviamento, per un utilizzo ottimale della macchina». La flessibilità e l'altissima precisione sono i “plus” più apprezzati di questo centro di lavoro, utilizzato a pieno regime da Kristof Van Dun da circa un anno. Il cliente aggiunge che è stato semplice il collegamento con i software CAD / CAM già in dotazione e si dichiara molto soddisfatto anche della competenza e rapidità del supporto tecnico ricevuto dal team SCM.

IL SISTEMA DI CONNESSIONE XFIX PER PARETI E SOFFITTI IN CLT

cesso in tutte le sue potenzialità. Siamo rimasti molto colpiti dai vantaggi sottolineati da questo imprenditore che ha ribadito più volte le capacità di accuratezza e finitura che solo con “oikos” è riuscito a ottenere. Ogni elemento si adatta sempre per-

L’azienda Kristof Van Dun utilizza la “oikos” anche per un’applicazione particolare e innovativa, il sistema di connessione X-FIX, sviluppato dall’azienda austriaca di Sepp Schilcher. «Dopo aver inviato i calcoli di stabilità necessari insieme ai campioni, abbiamo eseguito diversi test che ci hanno confermato gli straordinari vantaggi di questo sistema» afferma Van Dun. «Questa tecnica ci consente di ridurre tutti gli sprechi di materiale al minimo e di limitare le dimensioni e il peso degli elementi, aumentando notevolmente le opzioni di trasporto e manipolazione nel caso degli elementi di pareti e pavimenti di maggiori dimensioni. Inoltre, questo sistema ci consente di offrire più possibilità nella fase di progettazione di un edificio. Gli architetti, in particolare, rimangono piacevolmente sorpresi quando li mettiamo a conoscenza di questa tecnica che, tra l’altro, non impatta nemmeno in maniera significativa sul prezzo finale». Van Dun non ha dubbi: «Siamo molto soddisfatti della precisione e del metodo di lavoro delle connessioni X-FIX, ma ovviamente questo può essere fatto solo se le operazioni di fresatura vengono eseguite con la massima precisione, come accade con la “oikos”».



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Le migliori performance per un mercato in crescita

Il nuovo CLT400 è il centro di lavoro ad alte performance, altamente dinamico e flessibile con il quale Biesse compie un passo importante nella standardizzazione della lavorazione dei pannelli CLT per elevate produttività, offrendo la tecnologia e l'automazione più avanzate disponibili per l'alta produzione di pannelli CLT. Il mercato CLT ha mostrato una crescita molto significativa negli ultimi anni ed è proprio in questo settore che si ottengono i migliori risultati integrando le tecnologie dedicate nei cicli di produzione.

Biesse ha compiuto un importante passo in avanti nella standardizzazione della lavorazione dei pannelli CLT con la nuova CLT400, il centro di lavoro ad alte performance, altamente dinamico e flessibile.

CLT400 - THE BEST PERFORMANCE FOR A GROWING MARKET The CLT market has grown significantly in recent years, and it's becoming clear that the best results are obtained by using dedicated technologies in the production cycles. Biesse has taken a great step forward in the standardisation of CLT panel machining with its new CLT400 - the high-performance machining centre that's extremely flexible and dynamic. This machine is designed in particular for medium-large scale companies with significant CLT processing, by offering the most advanced technology and automation for their production. It can be configured to suit machining needs, even with two independent 5-axis HSD electrospindles (65kW) and dedicated tool-holders. These independent electrospindles can meet the most demanding application and production requisites of the sec-


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Questa macchina si rivolge in particolare alle aziende medio grandi con elevate produttività, offrendo la tecnologia e l'automazione più avanzate disponibili per l'alta produzione di pannelli CLT. Può essere configurata in base alle esigenze di lavorazione, anche con due elettromandrini HSD indipendenti a 5 assi da 65 kW e portautensili dedicati. Questi potenti 5 assi sono in grado di soddisfare i più esigenti requisiti appli-

cativi e produttivi del settore, lavorando anche contemporaneamente sullo stesso pezzo con cambi utensili mascherati. I gruppi di lavoro sono estremamente potenti e permettono spostamenti rapidi senza compromettere la precisione della lavorazione. CLT400 si caratterizza per la componentistica di alto livello che garantisce la massima qualità di lavorazione e dispone di un alto numero di utensili a bordo macchina per eseguire tutte le

tor, working simultaneously on the same piece if necessary (with tool changes made while the machine is running). The work units are extremely powerful and allow quick movements without sacrificing any precision of the machining operation. CLT400 is distinguished by its first class components that guarantee optimum machining quality. A large number of tools are available on the machine, to carry out all the necessary operations and increase the level of performance. The efficient production process is the result of optimum cutting operations, along with the smart management of the master panels and the nesting of all the pieces with the right work table set-up and mechanisation. The table, in fact, is made up of wooden crossbars that can be manually replaced, and an automatic system of motorised transfers and rollers that guarantee perfect panel positioning and handling. The set-up and mechanisation of the table make it suitable both for stand-alone processing and for insertion in a line with other processes. The decision to use powerful NCs and standard 3D CAD/CAM solutions, allowing * btl projects to be impor-

In queste pagine alcuni dettagli del centro di lavoro CLT400 in funzione e nella pagina successiva una sua vista d'insieme.

ted, ensures that these machines can be used well into the future. Today's market demands high-performance machining centres that can also communicate with the design and execution phases, to manage the entire cutting process in the most intelligent way possible. One factor of strategic importance in this sector is the ability to understand the architectural project and its specific requirements, using specific top-performance CAD tools whose output (in BTL format) can be fully integrated by the machine. The CAD/CAM tools on the NC must be able to import the design information and correctly associate all the processes relating to the individual pieces. CLT400 has dedicated software packages developed thanks to the specific skills and experience acquired over the years. CLT400 is extremely ergonomic. It offers easy access, not only for tooling but also for maintenance Another very important advantage lies in the robust structure of the machine, especially the upper cab that encloses the machine on every side to safeguard the working environment: machining noise is limited, and the finest particles are trapped so the work area is kept cleaner.


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lavorazioni necessarie, incrementando il livello di prestazione offerto. Il processo di produzione e l'efficienza sono il risultato di elevate prestazioni di taglio, ma anche della gestione intelligente dei pannelli master e del nesting di tutti i pezzi con la giusta meccanizzazione sul set-up del piano di lavoro. Tale piano è infatti composto da traversi di legno sostituibili manualmente e da un sistema automatico di transfer e rulli motorizzati, garantendo una disposizione e una movimentazione ottimale del pannello. Il set-up e la meccanizzazione del piano della macchina sono adatti sia all'installazione stand-alone sia alla disposizione in linea con altri processi. La scelta di utilizzare potenti CN e soluzioni CAD / CAM 3D standard, consentendo l'importazione di progetti * btl, rende le macchine a prova di futuro. Il mercato oggi richiede centri di lavorazione ad alte prestazioni ma in grado di comunicare con la fase progettuale e la fase esecutiva per una gestione intelligente dell'intero processo di taglio. In questo settore, infatti, assume importanza strategica anche la capacità di comprendere il progetto architettonico, che si caratterizza con specifiche esigenze, con strumenti CAD specifici e performanti il cui output (in formato BTL) possa essere integrato perfettamente dalla macchina. Il CAD / CAM a bordo dell'NC deve essere in grado di

importare le informazioni progettuali e associare correttamente tutti i processi relativi ai singoli pezzi. CLT400 dispone di software dedicati, sviluppati grazie a competenze ed esperienze specifiche maturate nel corso degli anni. CLT400 è estremamente ergonomica. Si caratterizza per la facilità di accesso sia in fase di attrezzaggio che per la manutenzione. Un altro vantaggio molto importante è determinato dalla robusta struttura della macchina, in particolare dalla cabina superiore che chiude la macchina su ogni lato e che tutela l’ambiente di lavoro garantendo una maggiore pulizia, contenendo le polveri più sottili e limitando il rumore durante la lavorazione.


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IL LEGNO

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Abb. Post. D.L. 353/2003 Poste Italiane spa - Sped. n. 46), (Convertito in legge 27/02/2004 - euro 10,00 art. 1, comma 1 - LO/MI/ rinviare In caso di mancato recapito per la restituzione all’ufficio CMP Roserio (MI) a pagare la relativa tariffa al mittente che si impegnas.r.l. editrice WebandMagazine Via Valla, 16 - I-20141 Milanoia www.webandmagazine.med

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SISTEMA SERRAMENTO

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luglio 2020

INDEX STRUTTURALEGNO

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BOLOGNA 21/24 ottobre 2020

La Fiera delle Costruzioni Progettazione, edilizia, impianti

DATI ULTIMA EDIZIONE Espositori

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Progetto e direzione

SAIE crede nell'eccellenza delle imprese italiane e vuole supportarle verso nuove occasioni di business e networking: una fiera che intende continuare a contribuire attivamente allo sviluppo del settore. Per questo motivo SAIE si rinnova, mette al centro il cantiere, il sistema delle costruzioni e propone soluzioni concrete per le nuove esigenze dei professionisti. Se anche la tua azienda crede in rinnovate e reali opportunità nel mercato dell’edilizia, facciamolo insieme: richiedi informazioni scansionando il QR code qui a fianco o scrivendo a info@saiebologna.it In collaborazione con

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GRANDI EDIFICI IN LEGNO

Rubner Holzbau, che rappresenta il settore più dinamico e tecnologicamente avanzato del Gruppo Rubner, è leader di mercato in Italia e all‘estero per la realizzazione di edifici e grandi opere in legno lamellare e X-Lam che spesso vengono costruiti in partnership con general contractor.

© Evolve Timelapse

Da quattro generazioni la famiglia Rubner si impegna a coprire tutte le fasi della lavorazione del legno tramite aziende specializzate nei seguenti campi strategici: industria del legno, strutture in legno, grandi progetti chiavi in mano, case in legno, porte e finestre in legno. La filiera produttiva del Gruppo Rubner ad integrazione verticale copre tutte le fasi del processo produttivo, dalla materia prima delle proprie foreste al progetto finito.

Stromlo Leisure Centre, Canberra, Australia

L’uso del legno lamellare e dell‘X-Lam, oltre ad offrire infinite possibilità progettuali di innovazione e design architettonico, garantisce ottime prestazioni in termini strutturali, antisismici e di ecosostenibilità. Le strutture in legno e la loro alta ingegnerizzazione e prefabbricazione garantiscono inoltre velocità di realizzazione e di messa in opera, offrendo allo stesso tempo elevati standard di risparmio energetico. © Bear Stadiums

L‘esperienza di Rubner Holzbau include stabilimenti industriali, capannoni, centri commerciali, centri culturali, congressuali e sportivi, stadi, scuole, cantine, show room, centri espositivi e complessi multipiano residenziali sia nel settore pubblico che privato.

Aeroporto internazionale di Mactan-Cebu, Filippine

© Fausto Franzosi

© Christopher Colinares

Westhills Stadium, Langford, Canada

Nido d‘infanzia Iride, Guastalla

www.rubner.com/holzbau


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