12 minute read
SPAZIO GREEN FSC® ITALIA
https://fashion.fsc-italia.it/ writer Pietro Ferrari
DALLA FORESTA AL FASHION
L'IMPEGNO DI FSC® NELLA CERTIFICAZIONE DEI TESSILI DI ORIGINE FORESTALE.
Incontriamo presso i nostri uffici a Milano Andrés Ortolano Tabolacci che per FSC® Italia, rappresentanza nazionale della ONG internazionale Forest Stewardship Council, la certificazione nel settore tessile e, cortesemente, ci racconta la storia della presenza nel nostro mondo di un marchio che, nel settore forestale e nella filiera del legno/carta, occupa un posto di primo piano.
n Un momento della conversazione nei nostri uffici.
n Diversi i campi di applicazione. PIETRO FERRARI – Qual è il ruolo di FSC® in generale nella sua attività? ANDRÉS ORTOLANO – Come organizzazione internazionale FSC® si occupa di garantire l’origine sostenibile di tutti i prodotti che provengono da gestione forestale, siano un prodotto legnoso come il legno stesso o la cellulosa oppure che si tratti di un prodotto derivato come la gomma naturale, il sughero o il bambù. PIETRO FERRARI – Anche nel campo tessile distinguiamo diverse categorie di prodotti comunque suscettibili di certificazione? ANDRÉS ORTOLANO – Certo, le fibre di origine cellulosica. Come però risulta da un report pubblicato da Canopy, una ONG canadese, molti brand della moda ancor oggi impiegano fibre di origine non responsabile, contribuendo alla distruzione o al degrado delle aree forestali nel mondo. Il report di Canopy ha ipotizzato per questo due scenari: la rinuncia all'utilizzo di queste fibre o, in alternativa, il loro utilizzo solo qualora siano certificate FSC® .
PIETRO FERRARI – Di quali fibre stiamo parlando al momento? ANDRÉS ORTOLANO – Stiamo parlando di quelle che in lingua inglese vengono chiamate "man made cellulosic fibers" e che in lingua italiana possono essere definite "fibre cellulosiche artificiali". È il caso della viscosa che costituisce l'ottanta per cento delle fibre in oggetto ma parliamo anche del Modal, del Lyocell, dell'acetato di cellulosa, e della viscosa derivante dal bambù; ma possiamo anche citare la gomma naturale, che pure è un prodotto forestale, utilizzata ad esempio da Patagonia per fabbricare le mute per il surf in Yulex. È utile sottolineare però che la fibra è solo il punto di partenza di un percorso che arriva al consumatore finale.
PIETRO FERRARI – Vi inserite in un contesto in cui la certificazione è una prassi diffusa e articolata... ANDRÉS ORTOLANO – Le tipologie di certi-
FROM FOREST TO FASHION
At our offices in Milan we meet AndrÈs Ortolano Tabolacci who works for FSC® Italia, national representation of the international ONG Forest Stewardship Council, works on certification in the textile sector and, kindly, tells us the story of the presence in our world of a brand which, in the forestry sector and in the wood/paper supply chain, it occupies a leading position. products that come from forest management, whether they are a wood product such as wood itself or cellulose or whether it is a derivative product such as natural rubber, cork or bamboo.
Pietro Ferrari – What is the role of FSC® in general in your business? AndrÈs Ortolano – As an international organization, FSC® is responsible for guaranteeing the sustainable origin of all Pietro Ferrari – Even in the textile field, do we distinguish different categories of products that are in any case susceptible to certification? AndrÈs Ortolano – Of course, the fibers of cellulose origin. However, as shown by a report published by Canopy, a Canadian NGO, many fashion brands still use fibers of non-responsible origin, contributing to the destruction or degradation of forest areas around the world. The Canopy report hypothesized two scenarios for this: the renunciation of the use of these fibers or, alternatively, their use only if they were FSC certified.
Pietro Ferrari – Which fibers are we talking about at the moment? AndrÈs Ortolano – We are talking about what in English are called "man made cellulosic fibers" This is the case of viscose which makes up eighty percent of the fibers in question but we are also talking about Modal, Lyocell, cellulose acetate, and viscose deriving from bamboo; but we can also mention the natural rubber, which is also a forest product, used by Patagonia to manufacture surf suits in Yulex. However, it is useful to underline that fiber is only the starting point of a path that reaches the final consumer.
Pietro Ferrari – You enter a context in which certification is a widespread and articulated practice... AndrÈs Ortolano – The types of certification in the world of textiles are very numerous and the materials used are also numerous: these are complex production processes. I would say that this sector is more advanced than woodpaper in some aspects, above all in terms of traceability practices that com-
ficazione nel mondo del tessile sono molto numerose e sono numerosi anche i materiali utilizzati: si tratta di processi produttivi complessi. Direi che questo settore rispetto al legno-carta è su alcuni aspetti più avanzato, soprattutto sulle prassi di rintracciabilità che le aziende già seguono come percorso in coerenza con la natura del proprio lavoro. Un altro aspetto molto importante è che queste prassi sono in forte crescita in Italia, fatto che ci ha portato, tra le altre iniziative, a essere presenti a Milano Unica quest'anno, anche in considerazione del fatto che i brand sono determinanti nell'influenzare i comportamenti a monte, attraverso pratiche che portino a benefici (ambientali, sociali ed economici) reali e quantificabili.
PIETRO FERRARI – È un universo omogeneo? ANDRÉS ORTOLANO – Non proprio. Non va trascurata ad esempio le netta differenza tra il mondo del lusso e quello del fast fashion: nel mondo del lusso stiamo lavorando molto più a livello dei brand e dei loro fornitori: questo perché molto spesso questi player hanno già politiche di sostenibilità ben strutturate e il loro bisogno è quello di promuovere questo impegno. Il fast fashion, d'altra parte, ha maggior necessità di costruire filiere sostenibili, che tengano conto di aspetti sociali e ambientali, in linea anche con le crescenti attenzioni dei consumatori. In entrambi i casi, il nostro obiettivo è di arrivare alla certificazione dell’intera filiera di produzione (come diciamo spesso, ‘dalla foresta all’armadio’) fino all'etichettatura del capo. Questa sequenza è già molto comune in altri settori, ma nel fashion un po’ meno.
PIETRO FERRARI – A che tipo di realtà forestali vi rivolgete in partenza? ANDRÉS ORTOLANO – Per quanto riguarda le foreste di approvvigionamento del mondo del tessile, di fatto sono le stesse del mondo della carta e sono per gran parte gestite da tre grossi produttori di cellulosa: Bracell, Rayoner e Sappi, proprietari di grandi superfici forestali. Alcuni importati produttori di fibre artificiali stanno anche espandendo la loro area di approvvigionamento attraverso accordi con piccoli proprietari forestali. Parlando di viscosa, le specie principe da cui è ricavata sono le resinose e l'eucalipto, poi il faggio e la betulla. In realtà non c'è una specie legnosa utilizzata di preferenza; la sola eccezione è per il Modal, che utilizza preferibilmente il faggio. Il bambù è un'altra varietà molto utilizzata in questo campo.
UNA PRESENZA COSTANTE
PIETRO FERRARI – Immagino che queste grandi realtà con cui avete a che fare siano tutte certificate proprio per l'interesse che hanno a praticare una selvicoltura responsabile… ANDRÉS ORTOLANO – Confermo: questi grandi canali sono quasi tutti certificati
panies already follow as a path in line with the nature of their work. Another very important aspect is that these practices are growing rapidly in Italy, which has led us, among other initiatives, to be present at Milano Unica this year, also in consideration of the fact that brands are crucial in influencing upstream behaviors, through practices that lead to real and quantifiable (environmental, social and economic) benefits. Pietro Ferrari – Is it a homogeneous universe? AndrÈs Ortolano – Not really. For example, the clear difference between the world of luxury and that of fast fashion should not be overlooked: in the world of luxury we are working much more at the level of brands and their suppliers: this is because very often these players already have well-structured sustainability policies and their need is to promote this commitment.
FSC®. Tuttavia essere certificati non vuol dire sempre produrre il 100% come certificato FSC®: in base al mercato o a richieste dei clienti, un produttore può decidere di utilizzare la certificazione anche solo per un prodotto, o una linea di prodotti. Questo è uno dei problemi nel mondo del fashion: ad oggi la maggior parte delle fibre artificiali di cellulosa presenti sul mercato non sono certificate FSC; ciò significa che spesso, ancorché tracciabili, queste fibre non in grado di assicurare impatti positivi dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.
PIETRO FERRARI – Il criterio di base del vostro intervento qual è? ANDRÉS ORTOLANO – FSC® si occupa di promuovere una gestione forestale responsabile: ciò significa applicare rigorosi standard che permettano di garantire un approvvigionamento e un consumo responsabili, assieme alla conservazione e al ripristino delle aree naturali. Guardando al mondo del tessile e della moda, significa applicare principi di trasparenza, legalità ed eticità alla filiera, in modo tale da rendere un prodotto (un capo, un accessorio) non solo bello, ma anche buono.
PIETRO FERRARI – In relazione al futuro come vi state muovendo? ANDRÉS ORTOLANO – Stiamo lavorando molto sul completamento della filiera: mancano, per esempio, i confezionisti e dobbiamo portare i brand a promuovere maggiormente il loro impegno sull’approvvigionamento responsabile di fibre cellulosiche. Ci aspettiamo però una sempre maggiore attenzione su questi temi nel settore della moda. A dircelo sono anche i numeri: se nel 2016 eravamo a zero, oggi abbiamo oltre 140 realtà certificate in Italia. Negli ultimi anni brand di prestigio come Rick Owens, Sézane, Masai, JBS Textile Group, Bitte Kai Rand e hanno poi scelto di promuovere la certificazione FSC® presso i propri clienti. Intensificheremo sicuramente la partecipazione alle fiere del tessile e altri eventi rilevanti per questo settore, puntando a stabilire maggiori collaborazioni con i brand. A livello internazionale, continueremo a collaborare con Canopy come soluzione certificativa per poter utilizzare le fibre cellulosiche artificiali e dal 2023 cercheremo di approfondire tramite degli studi e delle collaborazioni il tema del riciclo, puntando a trovare soluzioni di maggiore circolarità. Invitiamo infine tutte le aziende facenti parte della filiera tessili, dai produttori delle fibre fino ai brand, ad aderire alla nostra iniziativa Fashion Forever Green Pact. (https://www.fashionforevergreen.org). Ringraziamo intanto le aziende italiane che hanno già aderito: Brunello s.p.a., Colombo industrie Tessili s.r.l., E. Miroglio s.r.l., Enzo Ghiringhelli s.p.a., Jackytex s.p.a., Ghezzi s.p.a., Torcitura Fibre Sintetiche s.p.a., Italtex s.p.a..
Fast fashion, on the other hand, has a greater need to build sustainable supply chains, which take into account social and environmental aspects, also in line with the growing attention of consumers. In both cases, our goal is to achieve certification of the entire production chain (as we often say, 'from the forest to the wardrobe') up to the labeling of the garment. This sequence is already very common in other sectors, but a little less so in fashion.
Pietro Ferrari – What kind of forest realities are you targeting from the outset? AndrÈs Ortolano – As regards the supply forests of the textile world, in fact they are the same as those of the paper world and are mostly managed by three large cellulose producers: Bracell, Rayoner and Sappi, owners of large forest areas. Some important man-made fiber producers are also expanding their sourcing area through agreements with small forest owners. Speaking of viscose, the main species from which it is obtained are resinous and eucalyptus, then beech and birch. In reality, there isn't a preferred wood species; the only exception is for Modal, which preferably uses beech. Bamboo is another variety widely used in this field.
A constant presence
Pietro Ferrari – I imagine that these large companies you are dealing with are all certified precisely because of the interest they have in practicing responsible forestry? AndrÈs Ortolano – I confirm: these large channels are almost all FSC certified. However, being certified does not always
mean producing 100% as FSC® certified: based on the market or customer requests, a manufacturer can decide to use the certification even just for one product, or a line of products. This is one of the problems in the world of fashion: to date most of the artificial cellulose fibers on the market are not FSC certified; this means that often, even if traceable, these fibers are unable to ensure positive impacts from an environmental, social and economic point of view.
Pietro Ferrari – What is the basic criterion of your intervention? AndrÈs Ortolano – FSC® is responsible for promoting responsible forest management: this means applying rigorous standards that make it possible to guarantee responsible procurement and consumption, together with the conservation and restoration of natural areas. Looking at the world of textiles and fashion, it means applying principles of transparency, legality and ethics to the supply chain, in such a way as to make a product (a garment, an accessory) not only beautiful, but also good.
Pietro Ferrari – In relation to the future, how are you moving? AndrÈs Ortolano – We are working a lot on completing the supply chain: for example, there is a lack of garment makers and we need to get the brands to further promote their commitment to the responsible procurement of cellulosic fibres. However, we expect increasing attention to these issues in the fashion sector. The numbers also tell us this: if in 2016 we were zero, today we have over 140 certified companies in Italy. In recent years, prestigious brands such as Rick Owens, SÈzane, Masai, JBS Textile Group, Bitte Kai Rand and have then chosen to promote the FSC® certification among their customers. We will certainly intensify participation in textile fairs and other relevant events for this sector, aiming to establish more collaborations with brands. At an international level, we will continue to collaborate with Canopy as a certification solution to be able to use artificial fibers and from 2023 we will try to deepen the theme of recycling through studies and collaborations, aiming to find circular solutions. Finally, we invite all companies in the textile supply chain, from fiber producers to brands, to join our Fashion Forever Green Pact initiative. (https://www.fashionforevergreen.org). Meanwhile, we would like to thank the Italian companies that have already joined: Brunello s.p.a., Colombo industrie Tessili S.r.l., E. Miroglio S.r.l., Enzo Ghiringhelli s.p.a., Jackytex s.p.a., Ghezzi s.p.a., Torcitura Fibre Sintetiche s.p.a., Italtex s.p.a..