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COLOURS

www.pancolori.eu writer Stefano Panconesi

L'AGGRAPPAGGIO, PUNTO CRITICO DELLA TINTURA TESSILE

PRASSI ATTUALI, SOLUZIONI INNOVATIVE E PROSPETTIVE DI MERCATO.

La tintura naturale ha, quasi sempre, la necessità di un mordente che aiuti il colore, estratto da vegetali o insetti, ad “aggrapparsi” alle fibre tessili. Il veicolo con la quale il colore si estrae dalle piante e si aggrappa al materiale è l’acqua le cui qualità sono fondamentali e che il buon tintore deve analizzare e conoscere nella sua specificità. In particolare dovrebbe essere priva di metalli ma anche di sali di calcio e magnesio, poiché influiscono sulla tintura: la migliore qualità dell’acqua dovrebbe essere quella di sorgente o piovana. Poiché non sempre è possibile usufruire di quest’acqua nella lavorazione della tintoria industriale (anche se non è impossibile dotarsi di cisterne di stoccaggio) ogni acqua utilizzata deve essere ben conosciuta e testata in modo da prevedere come intervengono, nella tintura e nelle diverse gradazioni di colore, sali metallici e variazioni di pH.Oltre alla qualità dell’acqua anche la quantità sta da tempo diventando un tema fondamentale per l’ecologia e la sostenibilità, tanto che molti passi avanti si sono fatti verso un minor uso con un rapporto bagno 1:1 (un litro d’acqua per la tintura di 1kg di materiale da tingere), della depurazione e del riciclo. La tintura naturale si avvale di tre distinte metodologie a seconda delle piante: • la tintura diretta (che non ha bisogno di mordente), • la tintura a mordente (che necessita di una sostanza che aiuti il colore a penetrare nella fibra), • la tintura a riduzione (che non ha bisogno di mordente ma si lega al materiale tessile attraverso fasi di riduzione e ossidazione come l’indaco).

TINTURA A MORDENTE La mordenzatura, serve ad assicurare una maggior intensità, stabilità e un fissaggio permanente del colore all’interno della fibra stessa. Questa può essere eseguita prima della tintura, contemporanea-

GRIPPING, A CRITICAL POINT IN TEXTILE DYEING

Natural dyeing almost always requires a mordant that helps the colour, extracted from plants or insects, to "cling" to the textile fibres. The vehicle with which the color is extracted from the plants and clings to the material is water whose qualities are fundamental and which the good dyer must analyze and know in its specificity. In particular, it should be free of metals but also of calcium and magnesium salts, since they affect the dye: the best quality water should be spring or rain water. Since it is not always possible to use this water in industrial dyeing processes (even if it is not impossible to equip yourself with storage tanks) each water used must be well known and tested in order to foresee how it affects the dyeing and the different gradations of color, metal salts and pH changes. In addition to water quality, quantity has also been becoming a fundamental issue for ecology and sustainability for some time, so much so that many steps forward have been made towards less use with a 1:1 bath ratio (one liter of water per the dyeing of 1kg of material to be dyed), purification and recycling. As for the dyeing plants, all the ingredients used for the "adherence" of the dye to the material, for the color change, to improve the fastness and the "hand" are different in the countries and are subject to continuous improvements, both in terms of performance than as health and ecology. In particular, we are trying to replace heavy metals and chemical ingredients as much as possible with natural and nonharmful products, even if used in very small doses, neither for users nor for the environment. The further step being taken is to find products that are not only completely harmless but that can become usable resources before being destined for disposal; of these we have already named several such as tannic woods but also the shells of many fruits or the leaves and stems of vegetables, the ash of wood (in particular that of camellia wood is very valuable in Japan), the mud of the soils with particular concentrations of iron oxides (always used in Central Africa for the Bogolan and in China to dye rust and black silk "Mud dye"). In this particular moment in which we are forced to radically change the climate and to the general problem of the difficulty of procuring resources, solutions are being studied with a marked reduction in the use of water, with very low bath ratios and more etched and dye baths long in order of time but at very low temperatures. Natural dyeing almost always requires a mordant that helps the colour, extracted from plants or insects, to "cling" to the textile fibres. The vehicle with which the color is extracted from the plants and clings to the material is water whose qualities are fundamental and which the good dyer must analyze and know in its specificity. In particular, it should be free of metals but also of calcium and magnesium salts, since they affect the dye: the best quality water should be spring or rain water. Since it is not always possible to use this

mente alla tintura o, come è d’uso in Giappone, fra un primo bagno di tintura e un altro. Questa decisione dipende dalla fibra che si vuole tingere, dalla tonalità di colore che si vuole ottenere e dalla sostanza che si utilizza per tingere. Ognuna delle tecniche ha pregi e difetti ma sostanzialmente la pre-mordenzatura è comunemente considerata la migliore e soprattutto quella dall’esito più prevedibile. Durante la mordenzatura bisogna mescolare il bagno molto spesso: la riuscita della tintura dipende da come è stato mordenzato il materiale.

MORDENTI MINERALI I mordenti da sempre utilizzati per la tintura naturale si dividono in sali minerali e vegetali. Molti dei sali minerali storicamente utilizzati non si utilizzano più in quanto si è scoperto che sono altamente inquinanti o cancerogeni, ma l’elenco di quelli che si utilizzano abitualmente è ancora lungo. Allume KAl(SO4)2·12H2O Detto anche allume di rocca è un solfato doppio di potassio e alluminio, biancastro, traslucido, solubile in acqua, dal sapore leggermente astringente. Si trova in natura nelle zone vulcaniche, è anche prodotto industrialmente. Non è velenoso ed è il mordente più comunemente usato per tingere con le piante mediterranee. L’Allume non modifica il colore di base del materiale e rende i colori molto brillanti. Solfato di ferro FeSO4 Detto anche vetriolo, si presenta in forma di cristalli verde pallido che ingialliscono se esposti all'aria. E un sale da usarsi con grande cautela perché oltre ad essere velenoso, rende la struttura del materiale fragile, ed è per questo che si usa in basse percentuali. Viene adoperato per ottenere alcune tonalità come il verde, il grigio o il nero. Viene anche aggiunto al bagno di tintura per rendere i colori più spenti o più cupi. Il solfato di ferro tende a macchiare il materiale che, per questo motivo, dovrà rimanere nel bagno di mordenzata il minor tempo possibile per essere immediatamente risciacquato in acqua corrente per pulire dai possibili depositi. Il solfato di ferro tinge il materiale di un colore ruggine chiaro. Solfato di rame CuSO4 È un sale dal bel color turchese, ma velenoso; è indicato per fissare verdi o i marroni, che si possono ottenere sovrapponendogli una tintura rossa o rosa e per rendere i colori più scuri e intensi. Il solfato di rame tinge il materiale di un colore verde chiaro. Biossido di titanio TiO2 Si tratta di una polvere di colore bianco che da grande brillantezza al colore arancio. Come pre-mordenzatura tinge il materiale di arancio chiaro.

water in industrial dyeing processes (even if it is not impossible to equip yourself with storage tanks) each water used must be well known and tested in order to foresee how it affects the dyeing and the different gradations of color, metal salts and pH changes. In addition to water quality, quantity has also been becoming a fundamental issue for ecology and sustainability for some time, so much so that many steps forward have been made towards less use with a 1:1 bath ratio (one liter of water per the dyeing of 1kg of material to be dyed), purification and recycling. As for the dyeing plants, all the ingredients used for the "adherence" of the dye to the material, for the color change, to improve the fastness and the "hand" are different in the countries and are subject to continuous improvements, both in terms of performance than as health and ecology. In particular, we are trying to replace heavy metals and chemical ingredients as much as possible with natural and non-harmful products, even if used in very small doses, neither for users nor for the environment. The further step being taken is to find products that are not only completely harmless but that can become usable resources before being destined for disposal; of these we have already named several such as tannic woods but also the shells of many fruits or the leaves and stems of vegetables, the ash of wood (in particular that of camellia wood is very valuable in Japan), the mud of the soils with particular concentrations of iron oxides (always used in Central Africa for the Bogolan and in China to dye rust and black silk "Mud dye"). In this particular moment in which we are forced to radically change the climate and to the general problem of the difficulty of procuring resources, solutions are being studied with a marked reduction in the use of water, with very low bath ratios and more etched and dye baths long in order of time but at very low temperatures. Natural dyeing almost always requires a mordant that helps the colour, extracted from plants or insects, to "cling" to the textile fibres. The vehicle with which the color is extracted from the plants and clings to the material is water whose qualities are fundamental and which the good dyer must analyze and know in its specificity. In particular, it should be free of metals but also of calcium and magnesium salts, since they affect the dye: the best quality water should be spring or rain water. Since it is not always possible to use this water in industrial dyeing processes (even if it is not impossible to equip yourself with storage tanks) each water used must be well known and tested in order

Acido tannico C76H52O46 Si presenta come una leggera polvere marroncina. Si usa per spegnere ed incupire i colori e per tingere in nero sulle fibre cellulosiche. Viene usato in tintoria al posto dei tannini naturali per convenienza e velocità ma va usato a piccole dosi. Il materiale si tinge di colore beige. Cremor di tartaro KC4H5O6 Il Tartaro o cremortartaro, è un tartrato acido di potassio dall'aspetto bianco e gessoso prodotto dal sedimento delle botti di vino dopo la vinificazione. Viene usato quasi sempre combinato con l'allume. Ravviva i colori contribuendo ad una tintura uniforme e diffusa e protegge la morbidezza della lana. Come tutti gli acidi ravviva i rossi, mentre i gialli diventano un po’ più accesi di quello che non sarebbero senza la sua presenza. Aceto L'aceto serve per fissare i colori ed è particolarmente indicato per la tintura dei rosa e dei rossi. Di solito viene aggiunto durante le operazioni di risciacquo e i filati si mantengono morbidi e soffici. Cloruro di sodio (Sale marino) NaCl Anche il sale marino contribuisce a ravvivare i colori, rafforzando l’effetto dei mordenti. Solfato di sodio o sale di Gauber Na2SO4 Un cucchiaio di solfato di sodio può essere aggiunto ad ogni bagno di tintura, per rendere la tinta uniforme e per ravvivare il colore delle fibre vegetali. Infine ci sono due mordenti, molto usati nel passato, ma che sono stati definitivamente abbandonati per la loro insalubrità e sono il Bicromato di potassio e il Cloruro di stagno. Bicromato di potassio K2Cr4O7 Il Bicromato di potassio, che in molte ricette è indicato solamente come cromo, è un sale di color arancio molto velenoso oltre che sensibile alla luce. Occorre quindi tenerlo al riparo dalla luce e non respirarne i vapori. Non indurisce la lana, al contrario la lascia morbida e setosa. È indicato per tingere in giallo e in rosso fucsia. Cloruro di stagno SnCl2 Era usato per dare brillantezza ai gialli e per produrre i rossi; in particolar modo il rosso che si estrae dalla cocciniglia.

MORDENTI VEGETALI Tannini Il termine venne impiegato per la prima volta nel 1796 per indicare una sostanza chimica presente in alcuni vegetali capace di combinarsi con le proteine della pelle animale in complessi insolubili, in grado di prevenirne la putrefazione e trasformare la pelle in cuoio. I tannini hanno un gusto amaro e molto astringente e la loro sorgente sono soprattutto il legno degli alberi come la quercia, l’acacia, il castagno - che ne contengono fino al 20% -, tanto che erano temuto dai pittori su tavola, perché potevano sprigionarsi anche da supporti già stagionati e macchiare di scuro alcune parti del dipinto. La loro capacità di legarsi ai composti contenenti azoto (proteine e alcaloidi) si riflette nella qualità astringente di molti vini rossi, ma anche nei frutti di kaki, sorbo domestico, nespolo comune, corniolo, cotogno, carrubo. In tintura si utilizzano soprattutto le galle di quercia o di sommaco (le galle sono

to foresee how it affects the dyeing and the different gradations of color, metal salts and pH changes. In addition to water quality, quantity has also been becoming a fundamental issue for ecology and sustainability for some time, so much so that many steps forward have been made towards less use with a 1:1 bath ratio (one liter of water per the dyeing of 1kg of material to be dyed), purification and recycling. As for the dyeing plants, all the ingredients used for the "adherence" of the dye to the material, for the color change, to improve the fastness and the "hand" are different in the countries and are subject to continuous improvements, both in terms of performance than as health and ecology. In particular, we are trying to replace heavy metals and chemical ingredients as much as possible with natural and non-harmful products, even if used in very small doses, neither for users nor for the environment. The further step being taken is to find products that are not only completely harmless but that can become usable resources before being destined for disposal; of these we have already named several such as tannic woods but also the shells of many fruits or the leaves and stems of vegetables, the ash of wood (in particular that of camellia wood is very valuable in Japan), the mud of the soils with particular concentrations of iron oxides (always used in Central Africa for the Bogolan and in China to dye rust and black silk "Mud dye"). In this particular moment in which we are forced to radically change the climate and to the general problem of the difficulty of procuring resources, solutions are being studied with a marked reduction in the use of water, with very low bath ratios and more etched and dye baths long in order of time but at very low temperatures.

escrescenze dovute alla puntura di insetti sui rami delle piante), e il mirabolano che è un seme. Le galle di quercia, in particolare, hanno la caratteristica di colorare pochissimo il materiale, sono quasi neutre, e quindi non modificano la tonalità finale del colore. L’epicarpo del melograno, che è un colorante giallo, è anche un mordente per altre tinture perché contiene flavonoidi ma anche tannini; così come l’acacia e la radice di rabarbaro che contengono antrachinoni e tannino. La mordenzatura tannica è molto interessante perché può anche derivare da scarti di altre lavorazioni come le polveri del legno utilizzate per mobili ma anche rifiuti alimentari come le foglie dei carciofi. Piante accumulatrici di alluminio Nella storia della tintura naturale vi sono anche esperienze, in varie parti del mondo, che invece di utilizzare direttamente i sali di alluminio (che non sono sempre facilmente accessibili essendo di cava), usano piante che sono in grado di estrarre l’alluminio direttamente dal terreno. Queste piante si chiamano bioaccumulatori. Le foglie immagazzinano naturalmente l’allume e quindi raccogliendo la pianta, asciugando e macinando le foglie, i tintori possono accedere a una scorta organica di questo importante mordente. In particolare si usano il Licopodio, molto diffuso in Europa, e il Symplocos che è invece molto diffuso in Oriente in particolare in Indonesia. Queste piante devono essere estratte in acqua con una percentuale dal 20% al 50% del peso della materiale da tingere.

MODIFICATORI DI COLORE IN AIUTO ALLA MORDENZATURA Oltre ai mordenti, durante la tintura, si possono utilizzare anche alcune sostanze che servono per modificare o rinforzare il colore. Acido acetico (aceto da cucina) CH3COOH L’acido acetico viene aggiunto al bagno colore per modificare il pH e dare lucentezza e morbidezza alle fibre; è utile soprattutto nelle tinture con i colori rosa e rosso perché accentua il colore rossastro. L’acido acetico chimico è più potente di quello naturale e quindi deve essere utilizzato in gocce. Come aceto naturale viene usato quello bianco. Acido citrico C6H8O7 L’acido citrico è una sostanza solida, incolore, solubile in acqua che si trova nella frutta, in particolare negli agrumi, e nella verdura. È utilizzato per la correzione del pH per modificarne la sfumatura. Ammoniaca NH3 L’ammoniaca, come l’acido citrico, viene usato per modificare il pH del bagno colore e per favorire l’estrazione del colore

da alcuni vegetali come funghi e licheni. Conferisce all’acqua una netta basicità. Carbonato di sodio Na2CO3 Il carbonato di sodio è una polvere cristallina bianca presente nelle acque superficiali e sotterranee. Industrialmente si produce tramite il metodo Solvay. Sciolto in acqua produce una soluzione basica, per cui si utilizza come correttore del pH nel bagno colore o per neutralizzare bagni acidi come finissaggio soprattutto della stampa con colori naturali. Cloruro di sodio (sale da cucina) NaCl Il sale serve per rafforzare l'effetto dei mordenti: può modificare i colori e dare lucentezza alle fibre. Solfato di ferro FeSO4 Il solfato di ferro, che abbiamo già visto come mordente, serve a scurire ulteriormente i colori già mordenzati e tinti se usato come viraggio in piccolissime dosi e per breve periodo. È interessante sapere che per preparare una soluzione di ioni ferro si possono immergere chiodi o pezzi di ferro in acqua e aceto. Solfato di rame CuSO4 Anche il solfato di rame lo abbiamo già incontrato come mordente; può essere utilizzato anche per fissare e migliorare i verdi, è usato per modificare i rossi o i rosa e per ottenere toni più bruni. Migliora la resistenza del colore alla luce se si usa a fine tintura. Come per le piante tintorie anche tutti gli ingredienti utilizzati per “l’aggrappaggio” del colorante sul materiale, per il viraggio del colore, per migliorare le solidità e “la mano” sono diverse nei paesi e sono soggetti a continue migliorie, sia come prestazione che come salubrità ed ecologicità. In particolare si sta cercando di sostituire il più possibile i metalli pesanti e gli ingredienti chimici con prodotti naturali e non dannosi, anche se usati in piccolissime dosi, né agli utenti né all’ambiente. Il passo ulteriore che si sta facendo è quello di trovare prodotti che non solo siano completamente innocui ma che possano diventare risorse utilizzabili prima di essere destinate allo smaltimento; di queste ne abbiamo già nominate diverse come i legni tannici ma anche i gusci di molti frutti o le foglie e i gambi dei vegetali, la cenere del legno (in particolare è molto pregiato quello del legno di camelia in Giappone), il fango dei terreni con particolari concentrazioni di ossidi di ferro (da sempre utilizzati in Africa centrale per i Bogolan e in Cina per tingere la seta ruggine e nera “Mud dye). In questo momento particolare in cui siamo costretti al radicale mutamento del clima e al problema in generale della difficoltà di approvvigionamento delle risorse, si studiano soluzioni con diminuzione decisa dell’uso dell’acqua, con rapporti bagno molto bassi e bagni di mordenzata e tintura più lunghi in ordine di tempo ma a bassissime temperature.

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