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ART AND TEXTILE
writer Paola Govoni
IL MUSEO DEL TESSUTO DI PRATO. PRESIDIO CULTURALE DEL TERRITORIO FRA STORIA E FUTURO
n Filippo Guarini, Direttore Fondazione Museo del Tessuto di Prato con l’autore dell’articolo Paola Govoni presso l’antico vano caldaia.
n Museo del Tessuto di Prato e Biblioteca Lazzerini nell'area della ex Cimatoria Campolmi. n Veduta aerea del monumentale complesso di archeologia industriale di 8500 m2 . n L'antica caldaia a vapore della fabbrica. Per trovare le origini del rapporto fra Prato e il tessile bisogna risalire al XII secolo, ed è sorprendente constatare come, da allora, questo rapporto non si sia mai interrotto. Ha attraversato i secoli, il tempo e le mode, si è sviluppato lungo un percorso di evoluzione, di creatività e di inventiva che ha fortemente caratterizzato il territorio e ne ha plasmato la cultura, la struttura artigianale e produttiva e, più in generale, il tessuto sociale della città. Prato è depositaria di una rilevanza storica riconosciuta e riconoscibile, che collega idealmente la figura del mercante Francesco di Marco Datini – illuminato imprenditore tessile del Trecento – ai laboratori di alto artigianato che hanno operato sul territorio durante il Rinascimento e nei secoli successivi, fino alla presenza diffusa delle ciminiere e delle fabbriche attive nell’Ottocento e del Novecento dentro il tessuto urbano, per arrivare alla realtà produttiva di oggi, che si misura con le nuove sfide della sostenibilità e della economia circolare, un modello che peraltro appartiene da sempre al modo di fare impresa di Prato. Dentro le mura medievali della città, gli spazi della ex Cimatoria Campolmi – una fabbrica simbolo della produzione tessile di Prato e un esempio monumentale di archeologia industriale con i suoi 8500 m2 –ospitano dal maggio 2003 il Museo del
‘MUSEO DEL TESSUTO‘ IN PRATO. A CULTURAL LOCAL PRESENCE BETWEEN PAST AND FUTURE
To find the origins of the relationship between Prato and textiles, it is necessary to go back to the 12th century, and it is surprising to see how, since then, this relationship has never been interrupted. It has spanned the centuries, time and fashions, it has developed along a path of evolution, creativity and inventiveness that has strongly characterized the territory, shaping its culture, as well as the artisan and production structure and, more generally, the social pattern of the city. Prato is the keeper of a recognized and recognizable historical relevance, which ideally connects the merchant Francesco di Marco Datini – a farseeing textile entrepreneur of the 14th century – to the craftsmanship workshops that operated in the area during the Renaissance and in the following centuries, up to the widespread presence of chimneys and factories active in the 19th and 20th centuries within the urban walls, to arrive at today's productive reality, facing the new challenges of sustainability and the circular economy, a model that has always belonged to the way of doing business in Prato. Inside the medieval walls of the city, the former Cimatoria Campolmi – an iconic factory of Prato's textile production and a monumental example of industrial archeology with its 8500 sqm – hosts since May 2003 the Textile Museum, a dynamic cultural center that since 30 years collects historical evidence of textile production also thanks to an incessant flow of donations of prestigious collections of ancient artifacts and returns all the charm and extraordinary creativity, as a support to training and as an irreplaceable presence that, through the past and the knowledge of historical roots of the Prato community, affirms the strong identity of a city 'that squares around its manufacturing industry' and satisfies its cultural demand, thus contributing to increasing its tourist vocation. The important collection donated by the local textile entrepreneur and passionate collector of applied arts Loriano Bertini is made up of a selection of 612 textile fragments dating from the late Middle Ages to the end of the 18th century and still constitutes the core of the Museum's collections. Therefore, Bertini is considered the founder of the Museum, having donated his collection with the awareness that 'ancient things made by intelligent men create intelligence for us and for the men of the future'. Certainly an example for Italy and one of the first museums of its kind in Europe, today the Textile Museum of Prato is a mo-
n La sala dei tessuti antichi.
n Veduta del primo piano, sezione Prato citta tessile. Tessuto, un centro culturale dinamico che da trent’anni raccoglie testimonianze storiche della produzione tessile anche grazie a un incessante flusso di donazioni di prestigiose collezioni di manufatti antichi e ne restituisce tutto il fascino e la straordinaria creatività, come supporto alla formazione e come insostituibile presenza che, attraverso il passato e la conoscenza delle radici storiche della comunità pratese, afferma l’identità forte di una città ‘che fa quadrato attorno alla sua industria manifatturiera’ e ne soddisfa la domanda culturale, contribuendo in tal modo ad aumentare la vocazione turistica. L’importante collezione donata dall’imprenditore tessile pratese e appassionato collezionista di arti applicate Loriano Bertini e composta da una selezione di 612 frammenti tessili che datano dal tardo Medioevo alla fine del XVIII secolo, costituisce ancora adesso il nucleo centrale delle collezioni del Museo e fanno sì che Bertini venga considerato di fatto il fondatore del Museo, avendo egli fatto dono della sua collezione con la consapevolezza che ‘le cose antiche fatte da uomini intelligenti creano intelligenza per noi e per gli uomini del futuro’. Certamente un esempio per l’Italia e uno dei primi musei del genere in Europa, oggi il Museo del Tessuto di Prato è una realtà moderna e vivace, che offre una serie articolata di funzioni, dalla fruizione tecnicospecialistica allo studio e alla conservazione del patrimonio, dall’informazione puntuale e scientifica rivolta al mondo della scuola e della formazione, fino al rapporto con il pubblico e le famiglie. Lo studio del passato come fonte di ispirazione della produzione moderna è un messaggio culturale forte che accomuna le esperienze di Lione, Prato e Krefeld, tre poli di prima grandezza nel panorama europeo del tessile.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
La superficie espositiva del Museo per complessivi 2400 m2 si articola in 5 grandi aree tematiche introdotte dal corridoio di familiarizzazione che fornisce al visitatore le informazioni di base per la comprensione tecnica delle varie aree espositive attraverso una panoramica delle fibre tessili e dei processi di lavorazione. La stessa area ospita il Laboratorio di restauro tessile.
dern and lively reality, which offers an articulated series of functions, from technical-specialist use to the study and conservation of heritage, from precise and scientific information aimed at the world of education and training, up to the relationship with the public and families. The study of the past as a source of inspiration for modern production is a strong cultural message that unites the experiences of Lyon, Prato and Krefeld, three major centers in the European textile scene.
THE EXHIBITION ROUTE
The exhibition area of the Museum on total 2400 sqm is divided into 5 large thematic areas introduced by the make-familiar corridor which provides the visitor with basic information for the technical understanding of the various exhibition areas through a comprehensive overview of textile fibers and manufacturing processes. The same area houses the Textile Restoration Laboratory. The Historical Collections are located in a room with vaulted ceilings and are presented in an evocative setting where the display cases emerge from the darkness and the precious textile artefacts are enhanced thanks to targeted lighting. Adjacent to the vaulted room, the ancient boiler room with the factory's old steam boiler. On the first floor, the Prato Textile City Section presents archival documents, materials, textile products and machinery and illustrates on mega screens the most important stages in the production history of the area, from the Middle Ages to the 1990s. The Contemporary Section previews new fabrics produced by local companies, which stand out on the international scene for their technical, technological or aesthetic characteristics. The tour ends with the Temporary Exhibition Room of about 400 sqm where events, temporary exhibitions and conferences are hosted in a dazzling setting, combining the traits of industrial archeology with the modernity of glulams and steel rods. To crown its thirty years of activity, in 2005 the Museum received the nomination for the European Museum of the Year Award, the award organized by the European Museum Forum 'to promote and enhance innovation in the European museum framework'.
THE INTERVIEW
In Prato we met Filippo Guarini, Director of the Textile Museum, and we asked him to outline the story of this structure, which represents an undisputed point of reference for the territory and beyond, and to illustrate its role as a precious amplifier of the textile culture and the production and technological process innovation, in a present full of challen-
Le Collezioni storiche sono collocate in una sala con copertura a volte e vengono presentate in un suggestivo allestimento dove le teche emergono dall’oscurità e i preziosi manufatti tessili vengono valorizzati grazie a una illuminazione mirata. Adiacente alla sala delle volte, l’antico vano caldaia con la vecchia caldaia a vapore della fabbrica. A primo piano la sezione Prato città tessile presenta documenti d’archivio, materiali, prodotti e macchinari tessili e illustra su megascreen le tappe più importanti della storia produttiva del territorio, dal Medioevo agli anni ’90 del Novecento. La Sezione Contemporanea espone in anteprima nuovi tessuti prodotti dalle aziende della zona, che spiccano nel panorama internazionale per caratteristiche tecniche, tecnologiche o estetiche. Conclude il percorso la Sala delle mostre temporanee di circa 400 m2 dove vengono ospitati eventi, esposizioni temporanee e convegni in un ambiente particolarmente evocativo, che unisce i tratti dell’archeologia industriale con la modernità di capriate in legno lamellare e tiranti d’acciaio. A coronamento dei suoi trent’anni di attività, nel 2005 il Museo ha ricevuto la nomination per l’European Museum of the Year Award, il premio organizzato dall’European Museum Forum ‘per promuove e valorizzare l’innovazione nel contesto museale europeo’.
n I megascreen nella sala del primo piano illustrano la storia produttiva del territorio dal Medioevo agli anni ’90 del Novecento.
L’INTERVISTA
A Prato abbiamo incontrato Filippo Guarini, Direttore del Museo del Tessuto, al quale abbiamo chiesto di raccontare a grandi linee la storia di questa struttura, che rappresenta un indiscusso punto di riferimento per il territorio e non soltanto, e di illustrarne il ruolo di prezioso amplificatore della cultura tessile e dell’innovazione del processo produttivo e tecnologico, in un presente ricco di sfide e di opportunità, con uno sguardo rivolto al futuro prossimo e ai temi-chiave del riciclo e della sostenibilità, che necessariamente si giocheranno a livello locale, nazionale ed europeo.
LA NASCITA DEL MUSEO Filippo Guarini – Il Museo del Tessuto di Prato è nato nel 1975 all’interno degli spazi dell’Istituto Tecnico Industriale Tullio Buzzi, la scuola che da oltre un secolo forma i tecnici dell’industria tessile del nostro territorio, grazie alla donazione effettuata da un imprenditore illuminato, scomparso due anni fa, Loriano Bertini. Bertini era un appassionato di arti applicate antiche e aveva comprato da un antiquario fiorentino una bellissima collezione di tessuti rinascimentali, che pensò di donare alla scuola per fornire materiale di studio e per aiutare gli studenti a conoscere le strutture antiche del tessuto. Il Museo del Tessuto di Prato è dunque a tutti gli effetti un Museo di Arte Applicata ed è nato con quello spirito pratico che è un po’ una caratteristica del nostro territorio, con il fine preciso di essere una struttura a supporto della formazione. Inizialmente è stato gestito su base volontaria da parte degli ex allievi della scuola poi, nei primi anni Novanta, le collezioni erano cresciute e i locali della scuola non erano più adeguati a ospitare il Museo che nel dicembre del 1997 venne trasferito temporaneamente in due stanze del Palazzo Comunale, in attesa di individuare una sede idonea. Nel 1998, il Comune di Prato acquistò l’edificio in cui si trova attualmente il Museo. Si trattava di un’antica rifinizione tessile, un’azienda storica, la ex Cimatoria Campolmi, che aveva cessato pochi anni prima la propria attività. L’edificio venne sottratto ai progetti di demolizione per costruire unità abitative. Nel 2003, in quello che era divenuto, per iniziativa del Comune un polo culturale, ha iniziato la sua attività il nuovo Museo del Tessuto e nel 2009 in quest’area ha trovato spazio anche la nuova Biblioteca Lazzerini, una struttura
ges and opportunities, with an eye to the near future and to the key themes of recycling and sustainability, which will necessarily be played at a local, national and European level.
THE BIRTH OF THE MUSEUM Filippo Guarini - The Textile Museum of Prato was born in 1975 within the spaces of the Tullio Buzzi Industrial Technical Institute - the school that for over a century has trained the technicians of the textile industry in our territory - thanks to the donation made by a enlightened entrepreneur, who passed away two years ago, Loriano Bertini. Bertini was a lover of ancient applied arts and had bought a beautiful collection of Renaissance fabrics from a Florentine antiquarian, which he thought of donating to the school to provide study materials and to help students learn about ancient fabric structures. The Textile Museum of Prato is therefore a Museum of Applied Art and was born with that practical spirit that somewhat characterizes our territory, with the precise aim of being a structure to support training. Initially it was managed on a voluntary basis by the former students of the school then, in the early ’90s, the collections had grown and the premises of the school were no longer adequate to house the Museum which in December 1997 temporarily moved to two rooms of the town hall, pending the identification of a suitable location. In 1998, the Municipality of Prato bought the building where the Museum is currently located. It was an ancient textile finishing company, the former Cimatoria Campolmi, which had ceased its activity a few years earlier. The building was saved from demolition projects to build housing units. In 2003, in what had become, on the initiative of the Municipality, a cultural center, the new Textile Museum began its activity and in 2009 the new Lazzerini Library, a well organized and qualitative structure, also found space in this area. Since 2003, the Textile Museum has been managed by a Foundation of which the Municipality, the Chamber of Commerce and the Province are members. Unfortunately, with the recent regulatory arrangement of public bodies, the latter two bodies have lost the possibility of supporting us and the role of the Municipality has become fundamental. The Prato industrial world supports us in turn through sponsorships coming in part from a Confindustria service company and in part from a 'club' of about thirty companies that support us every year and, adding their efforts, can generate an outcome. besides the relations with the industry, we can count on the support of a local foundation and other realities. The Museum also produces autonomous revenues: in addition to the entrance tickets, we offer a bookshop and other services. Several ongoing European projects allow us to finance many different activities. We can count on support from the Ministry of Cultural Activities and from that of the Scientific Research as well.
molto organizzata e qualitativa. Dal 2003 il Museo del Tessuto è gestito da una Fondazione di cui sono soci il Comune, la Camera di Commercio e la Provincia. Purtroppo con la recente normativa degli enti pubblici, questi ultimi due enti hanno perso la possibilità di sostenerci e il ruolo del Comune è divenuto fondamentale. Il mondo industriale pratese ci sostiene a sua volta attraverso sponsorizzazioni che provengono in parte da una società di servizi di Confindustria e in parte da un ‘club’ di una trentina di aziende che ogni anno ci supportano e, sommando i loro sforzi, generano un volume importante. Oltre ai rapporti con l’industria attuale possiamo contare sul supporto di una fondazione locale e di altre realtà. Va detto però che il Museo produce entrate autonome: oltre a quelle legate ai biglietti d’ingresso, al bookshop e ai servizi che offriamo, sono attivi diversi progetti europei che ci permettono di finanziare molte attività diverse. Possiamo poi contare su un sostegno da parte del Ministero delle Attività Culturali sia da parte di quello della Ricerca Scientifica.
RUOLO DI PRESIDIO CULTURALE E RAPPORTO CON LA FORMAZIONE Filippo Guarini – Come Museo, disponendo di una collezione di materiali antichi e storici, la nostra missione principale è quello di valorizzarli, spiegarli e tramandarli. Siamo un Presidio Culturale che custodisce e racconta il passato, ma che è fortemente orientato
n Il laboratorio di restauro tessile.
ROLE OF CULTURAL PRESIDIUM AND RELATIONSHIP WITH TRAINING Filippo Guarini - As a museum, having a collection of ancient and historical materials, our main mission is to enhance, explain and pass them on. We are a Cultural Presidium that preserves and tells the past, but which is also strongly oriented to the narration of the contemporaneity, with the aim of telling the present by emphasizing its origins in the past. This is done through the permanent and temporary exhibition activity and the very strong relationship with schools, as well as the one with the visiting public. From this point of view our structure is still growing, like Prato does in all its tourist and cultural aspects. We have good relationship with schools, both with the Buzzi Institute, a secondary technician institute, and with the headquarters of the University of Florence PIN Prato, which has reopened courses on fashion design, textile design, fashion and clothing marketing. In the surrounding area, schools like Polimoda, Marangoni and IED, are closely linked to our city for their training needs.
INNOVATION AND TECHNOLOGY RESEARCH Filippo Guarini - The stimulus for technological research comes from the market, while we try to amplify what is gradually proposed in terms of innovation through activities, initiatives and conferences. Most companies in Prato have been strongly dedicated to innovation. On the other hand, if a district wants to move forward, it must constantly innovate. Today the important challenge is to deal with the new regulations of the European Commission which is finally addressing the problem of textile waste. On this issue, Prato has all the cards to play a leading role in the world on the theme of textile recycling. A historically already present role which, in perspective, must converge in the theme of sustainability from all points of view and the strengthening of the circular supply chain. The European standards are currently in the phase of preparing the first guidance documents, while we await the technical specifications relating to the tracking of garments, those on mandatory sorting, which is now voluntary, and the specifications relating to the incentive to use secondary raw materials.
PROPOSALS FOR THE FUTURE Filippo Guarini - The Museum must give voice to what happens in the territory as a response to these global dynamics and from the Museum one can draw inspiration on the theme of the production structure made up of many small companies, that have given shape to a network in which apart from a problematic excessive fragmentation and too small size models - efficiency has found its answer. However, if it was true that in Prato "small is beautiful" leading to the creation of widespread well-being, in times of crisis we have seen entire sectors that have been swept away. Therefore, it is necessary to learn to increase synergies and decrease a too strong individualism by creating structures that can weigh more and more on international markets and are able to face the challenges that will arise in the future with strength and adequate capital. It is necessary to team up and scratch the existing barrier in Prato between the traditional textile sector and the production of Chinese clothing. It amazes me that strong structured synergies have not yet been born between these two physiologically close sectors. Nowadays, the industry in Prato is living on a delicate supply chain, with joints such as carbonisations for the processing of both natural and regenerated fibers, which are decreasing. From thousands of spinning mills we have passed to a few hundred, which are, moreover, overwhelmed with work. Unfortunately, no protection mechanisms have been created for these very delicate joints of the supply chain, which instead should be strongly safeguarded.
anche alla narrazione della contemporaneità, con l’obiettivo di raccontare il presente sottolineandone le origini nel passato. Questo si fa attraverso l’attività espositiva, permanente e temporanea e il rapporto molto forte con le scuole, come è forte anche quello con il pubblico dei visitatori. Da questo punto di vista la nostra struttura sta crescendo, come sta crescendo Prato in tutti i suoi aspetti turistici e di offerta culturale. Il rapporto con la scuola è vivace sia con l’Istituto Buzzi, tecnico secondario, sia con la sede dell’Università di Firenze PIN Prato, che ha riaperto corsi sul design di moda, sul design tessile, sul marketing della moda e dell’abbigliamento. Ci sono qui, nell’area attorno a Prato, i presidi di Polimoda, della Marangoni e dello IED, tutte scuole che, per le loro necessità gravitano sulla nostra città per le loro necessità di formazione.
INNOVAZIONE E RICERCA TECNOLOGIA Filippo Guarini – Lo stimolo alla ricerca tecnologica viene dal mercato, mentre noi cerchiamo di amplificare, attraverso attività, iniziative e conferenze, quello che via via si propone in termini di innovazione. Va detto che Prato conta da sempre aziende fortemente vocate all’innovazione e d’altra parte, se un distretto vuole andare avanti, deve innovare costantemente. Oggi la sfida importante è fare i conti con le nuove normative della Commissione Europea, che finalmente sta affrontando il problema degli scarti tessili. Su questo tema, Prato ha tutte le carte per giocare un ruolo da protagonista mondiale sul tema del riciclo dei tessuti. Un ruolo storicamente già presente e che, in prospettiva, deve confluire nel tema della sostenibilità da tutti i punti di vista e del rafforzamento della filiera circolare. Le norme europee sono attualmente nella fase della preparazione dei primi documenti di orientamento, mentre si attendono le specifiche tecniche relative al tracciamento dei capi, quelle sulla raccolta differenziata obbligatoria, che oggi è volontaria, e le specifiche relative anche all’incentivo all’utilizzo di materie prime seconde.
PROPOSTE PER IL FUTURO Filippo Guarini – Il Museo deve dare voce a quello che accade sul territorio come risposta a queste dinamiche globali e dal Museo si può trarre ispirazione sul tema della struttura produttiva fatta di tantissime piccole aziende che hanno dato corpo a una rete in cui, se da una parte l’eccessiva frammentazione e le ridotte dimensioni hanno creato dei problemi, l’efficienza ha trovato una sua risposta. Bisognerebbe però considerare che, se è stato vero che a Prato “piccolo è bello” con la conseguente creazione di benessere diffuso, nei momenti di crisi abbiamo visto interi settori che sono stati spazzati via. Pertanto, occorre imparare ad aumentare le sinergie e a diminuire l’individualismo – ancora eccessivo – creando delle strutture che possano pesare sempre di più sui mercati internazionali e che siano in grado di affrontare con forza e capitali adeguati le sfide che si porranno nel futuro. È necessario fare squadra e scalfire la barriera che esiste qui a Prato tra il settore tessile tradizionale e la produzione di abbigliamento cinese e mi stupisce che non siano nate ancora forti sinergie strutturate tra questi due settori, fisiologicamente vicini. L’industria pratese adesso vive su una filiera delicata, con snodi come i carbonizzi per la lavorazione delle fibre sia naturali sia rigenerate, che diminuiscono. Oggi, da migliaia di filature si è passati a qualche centinaio, che peraltro sono sommerse di lavoro. Purtroppo non si sono creati dei meccanismi di tutela di questi snodi molto delicati della filiera, che invece vanno fortemente presidiati.