ISSN 0024-0532 Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano www.webandmagazine.media
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SOMMARIO 07
341 IL LEGNO FEBBRAIO 2017
EDITORIALE
28
QUEL LEGNO TANTO AMATO di Pietro Ferrari
08
LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ PER SEGARE UN GRANDE TRONCO SERVE UNA GRANDE SEGHERIA?
La risposta è no, basta lo strumento giusto e una motosega giusta. La segheria portatile, ad esempio, è perfetta quando si vuole tagliare il proprio legname per i progetti di piccole o medie dimensioni, svolge tagli paralleli l’uno con l’altro ed è un accessorio che necessita di una motosega. La segheria portatile è un attrezzo di facile utilizzo che permette di ottenere tavole di vario spessore regolando la profondità di taglio del macchinario in modo molto semplice e veloce, ma vediamolo in funzione… di Andrea Zenari
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INTERVISTA ISVE PIERLUIGI CORDUA
IL LEGNO PROTAGONISTA
Sempre in crescita la gamma di proposta di Itlas. di Pietro Ferrari
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FOCUS PAVIMENTI LISTONE GIORDANO ARMONICHE PROPORZIONI
Con Atelier Désir, Listone Giordano si ispira ai classici moderni della pittura. di Pietro Ferrari
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FOCUS PAVIMENTI MARDEGAN LEGNO LA MATERIA VIVA
Dall’Ungheria i pavimenti di Giuseppe Mardegan. di Pietro Ferrari
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di Pietro Ferrari
Da Pollmeier pavimenti in lamellare BauBuche.
FOCUS PAVIMENTI FLORIAN LEGNO
38
Il Gruppo Florian protagonista nei pavimenti in legno. di Pietro Ferrari
FOCUS PAVIMENTI GARBELOTTO UN INNOVATIVO SISTEMA PER IL PAVIMENTO IN LEGNO
Da Garbelotto un sistema di posa che cambia il panorama dei pavimenti in legno. di Pietro Ferrari
FOCUS PAVIMENTI POLLMEIER IL FAGGIO AL SUO MEGLIO di Pietro Ferrari
MATERIALE DI QUALITÀ E PROCESSI CERTIFICATI
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FOCUS PAVIMENTI ITLAS
LA COMPLESSITÀ SOTTO CONTROLLO
La Isve ci racconta, con l'intervento di Pierluigi Cordua, come i processi di essiccazione e di impregnazione entrino nel mondo Industria 4.0 e divengano sempre più user-friendly senza rinunciare a prestazioni mirate ed efficaci.
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INTERVISTA CATAS FRANCO BULIAN DEL LEGNO E DELLE SUE QUALITÀ
In una conversazione con Franco Bulian, qualche preziosa riflessione sulla natura del legno, i suoi pregi e i suoi limiti. di Pietro Ferrari
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TECNOLOGIE BAUMANN BAUMANN: IL PRODOTTO ALLA BASE, IL CLIENTE AL VERTICE
Dinamismo e forza innovatrice per Baumann sempre attiva sui mercati internazionali.
SOMMARIO
di Pietro Ferrari
02
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FEBBRAIO 2017
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TECNOLOGIE KWB ITALIA
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SOSTENIBILE ED ECONOMICO
Il nuovo impianto di riscaldamento KWB a Bene Vagienna. di Pietro Ferrari
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LA SCALA AL CIELO
Il Tulipwood americano protagonista di uno straordinario exploit architettonico. di Monica Zani
APPUNTI di Franco Riccardi
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FIERE BAU
Risultati di eccellenza per il legno di Tino Sana.
UN RECORD DI AFFLUENZE INTERNAZIONALI
Risultati straordinari e giudizi estremamente positivi per BAU 2017 che nel 2019 raggiungerà una superficie espositiva di 200.000 metri quadrati: sono attualmente in costruzione due nuovi padiglioni.
di Monica Zani
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IL FESTIVAL DEL GIARDINO MEDITERRANEO
FIERE DOMOTEX
di Franco Riccardi
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Il settore della pavimentazione di scena dal 21 al 23 marzo 2017 al DOMOTEX Asia/CHINAFLOOR di Shanghai.
EVENTI TRENTINO SVILUPPO DALLA SMART CITY ALLA SMART FOREST: IN TRENTINO SI PROGETTANO LE FORESTE INTELLIGENTI
di Beatrice Guidi
FIERE BIE - BIOMASS INNOVATION EXPO
L'evoluzione di un settore fino ad oggi amministrato con metodi tradizionali.
UNA NUOVA FIERA PER LE BIOMASSE TERMICHE
72
Nel contesto internazionale di MCE.Mostra Convegno Expocomfort. di Beatrice Guidi
62
EVENTI FONDAZIONE RADICEPURA
Un evento per il garden design e l’architettura 2017.
PAVIMENTI IN MOSTRA
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PROGETTI TINO SANA IL PRESTIGIO DELLA FALEGNAMERIA
di Beatrice Guidi
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PROGETTI AHEC
di Franco Riccardi
INDIRIZZI UTILI di Franco Riccardi
FIERE RI-COSTRUIRE 3.0 L’ENERGIA DEL LEGNO
La valorizzazione di una risorsa fondamentale del territorio alla dodicesima Ri-Costruire 3.0, il salone dell’edilizia, del risparmio energetico e della sicurezza. di Beatrice Guidi
03 SOMMARIO
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IL LEGNO
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FEBBRAIO 2017
QUEL LEGNO TANTO AMATO di Pietro Ferrari
Ero in visita con un collega presso uno dei grandi produttori di porte per interni, forse il primo che abbia trasformato questo elemento funzionale in un elemento di arredo. Con lui abbiamo visitato la piccola showroom al primo piano che fa da contraltare alle porte in legno presentate al pianterreno della palazzina uffici del grande stabilimento produttivo. In questa showroom venivano presentate le porte in laminato: belle, anzi bellissime. Conosciamo bene i produttori di carte decorative e sappiamo quanta passione e quanta scienza mettano nel creare rivestimenti che siano eleganti e più performanti del legno e quanto abbiano portato i loro prodotti a livelli altissimi, al punto di aver creato un legno più legno del legno, con profondità, spessore e livelli creativi insuperabili. Poi, sempre con la guida del nostro autorevole ospite, siamo scesi al piano terra: qui erano esposte le porte in legno, qui ci guidava una specie di magia, qui la bellezza dei manufatti era esaltata dalla materia, la materia, anzi prestava un’anima al manufatto e faceva da catalizzatore alla creatività progettuale e produttiva.
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EDITORIALE
Quel legno tanto amato continua a cullare il nostro abitare e a esaltare il concetto stesso di casa. Nelle pagine di Sistema Serramento in uscita a MADE expo sveliamo il piccolo mistero di questa visita ma qui continuiamo a parlare di legno con Franco Bulian (nella foto con chi scrive), chimico e ricercatore che del legno ha fatto uno dei suoi territori di indagine, tramite il Catas di cui è vicedirettore, ne scrutiamo un poco l’anima strutturale per scoprire, da alchimisti, il segreto del suo fascino.
PIETRO FERRARI CON FRANCO BULIAN.
07 EDITORIALE
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LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ di Andrea Zenari
ANDREA ZENARI
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PER SEGARE UN GRANDE TRONCO SERVE UNA GRANDE SEGHERIA? La risposta è no, basta lo strumento giusto e una motosega giusta. La segheria portatile, ad esempio, è perfetta quando si vuole tagliare il proprio legname per i progetti di piccole o medie dimensioni, svolge tagli paralleli l’uno con l’altro ed è un accessorio che necessita di una motosega. La segheria portatile è un attrezzo di facile utilizzo che permette di ottenere tavole di vario spessore regolando la profondità di taglio del macchinario in modo molto semplice e veloce, ma vediamolo in funzione…
FOTO A SINISTRA: BIDONE PER BRUCIARE GLI SCARTI DI LAVORAZIONE DEL LEGNO, È TIPICO NELLE SEGHERIE DURANTE L'INVERNO PER RISCALDARSI LE MANI.
LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ
FOTO A DESTRA: AVVIAMENTO DEI MACCHINARI A NOTTE FONDA.
Non sono ancora le 6 di mattino e già aspetto Luigi che mi deve venire a prendere per andare in bosco, oggi sarà un bosco di castagno nel Parco dei Castelli Romani. Bisogna andare in bosco presto perché qui si lavora fino al primo pomeriggio, che sia inverno o estate tutti fanno il turno 614. E poi a casa a riposare dal grande sforzo.
08
Si! Lavorare in bosco è ancora un duro lavoro, anche se in parte alleviato dalle macchine di moderna concezione, l’uomo ci mette ancora tanto delle sue braccia, della sua schiena e delle sue gambe. Qui, in bosco, tutto è un po’ più difficile perché dipendi dalle regole della natura alle quali non puoi sottrarti perché è lei il tuo datore di lavoro.
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FEBBRAIO 2017
FOTO A SINISTRA: IL FUOCO IL BOSCO SERVE PER PULIRE UN PO' DI RAMAGLIE MA ANCHE PER SCALDARSI LE MANI NELLE FREDDE GIORNATE D'INVERNO. FOTO A DESTRA: PREPARAZIONE DEL CAFFÈ CON LA MOKA E FORNELLINO DA CAMPO.
Noi risaliamo sul Defender e andiamo giù in fondo alla buca, dove oggi stanno esboscando. Luigi mi racconta che oggi non si taglia perché la luna non è buona e quindi il legno non sarebbe di qualità. BOSCO DI CASTAGNO DURANTE LE FASI DI UTILIZZAZIONE FORESTALE CON IL RILASCIO DELLE MATRICINE.
09
LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ
Se piove, se fa buio, se fa sole, se nevica, non importa, la fabbrica del boscaiolo, o come modernamente viene chiamato dell’operatore forestale, è il bosco e qui vive e lavora. Che tu sia impiegato, dirigente o che lavori nella natura, la maggior parte delle ore della tua vita le passi nel luogo di lavoro e quindi devi imparare a conviverci. Certo che lavorare in bosco è un lavoro sano! In bosco non respiri l’aria della tangenziale di Milano, ma ti devi adattare ai – 15°C dell’inverno come ai + 40 dell’estate, all’acqua, alla neve e al sole. Luigi arriva e andiamo subito nella sua segheria, dove i ragazzi, anche se sono in gran parte di età avanzata sono sempre “i ragazzi”, si stanno riscaldando attorno a un bidone di ferro con dentro un fuoco acceso. Si fuma una sigaretta e poi a preparare l’attrezzatura. Si parte per il bosco e dopo mezzora di sterrato arriviamo al cantiere forestale, dove qualche ragazzo era rimasto lì a dormire perché non c’è da fidarsi a lasciare lì nel bosco le macchine da sole, Luigi mi spiega che ci sono ancora troppi “lupi cattivi in giro”. - “Forza accendere le macchine”. Dice Luigi. - “Questa notte ha fatto freddo e l’olio si deve riscaldare bene prima di partire”. Replicano i ragazzi.
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LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ
ANCORAGGIO DELLA MOTOSEGA SULLA SEGHERIA PORTATILE.
ANDREA ZENARI
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I ragazzi mettono su il caffè con un fornellino da campo appoggiato sopra il cingolo di un trattore e poi Luigi dà le disposizioni ai ragazzi e noi rientriamo. Oggi proveremo la segheria portatile che taglia a fette, in senso longitudinale (lungo vena), il tronco. Questo tipo di segheria portatile svolge tagli paralleli l’uno con l’altro ed è un accessorio che necessita di una motosega. La segheria portatile è un attrezzo di facile utilizzo che permette di ottenere tavole di vario spessore regolando la profondità di taglio del macchinario in modo molto semplice e veloce. La struttura è formata di acciaio elettrosaldato e alluminio, dà allo strumento doti di leggerezza ma anche di resistenza. Questa segheria è adatta anche a persone non esperte nel settore e l’impiego va dall’hobbistica all’operatore forestale professionista. Il vantaggio è che si adatta a qualsiasi tipo di motosega. Il peso va dai 7 ai 12 kg (al quale bisogna sommare il peso della motosega) e ha un ingombro limitato (poco più grande della motosega) si possono segare tronchi fino a un massimo di diametro di 1,5 m;
!COME SI USA LA SEGHERIA PORTATILE!
ANCORAGGIO DELLA TAVOLA GUIDA.
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1. La segheria portatile si fissa con i propri morsetti alla barra della motosega, uno all’inizio vicino al rostro e l’altro sul puntale poco prima del rocchetto che fa rigare la catena, è buona regola poi controllare che la catena scorra bene. 2. Si fissa il tronco con cunei a terra in modo che questo non possa ruotare. 3. Si appoggia su di un tavolone avvitato sul tronco o meglio ancora su una scala (possibilmente di alluminio) fissandola ancora con viti sopra al tronco da tagliare. 4. Si regola lo spessore del taglio che si vuol fare, nel caso del primo taglio devo tener ben conto della lunghezza delle viti perché altrimenti rischio di andarle a tagliare e a disintegrare la catena. 5. Si appoggia la segheria portatile (i due profili di alluminio) sopra alla tavola o alla scala (che funzionano da guida) per farlo scorrere ed effettuare il primo taglio.
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6. Nel caso di tronchi di grosso diametro è meglio lavorare in due persone, una rimane dal lato della motosega e aziona la macchina e l’altra spinge in modo parallelo la segheria portatile all’altra estremità. 7. Effettuato il primo taglio, per i successivi ci si appoggia direttamente sulla faccia del tronco tagliato e si prosegue con i tagli successivi. 8. Gli spessori dei tagli (siano essi per tavole o travi) possono essere regolati sulla segheria portatile e vanno da qualche millimetro fino a 30 cm. La segheria portatile è perfetta quando si vuole tagliare il proprio legname per i progetti di piccole o medie dimensioni. Per il taglio lungo vena non è possibile usare le normali catene della motosega con angolo da 30-35°. Per ridurre la vibrazione laterale della catena indotta dalla fibra e migliorare la velocità e la qualità del taglio vengono vendute catene normali ma con l'angolo di taglio a 10°, queste catene sono chiamate da strappo ripping chain: sono delle catene con taglienti a scalpello con un'inclinazione dell'angolo di affilatura ridotto, generalmente pari o minore a 10°. Le catene da motosega sono in genere progettate per il legno trasversale, vale a dire il taglio perpendicolare all'asse longitudinale dell’albero. Tuttavia, quando si usa una sega a catena per la segagione del legname, la sega strappa la fibra perché sta tagliando parallelamente alla venatura del legno. L'angolo dei denti di taglio su una catena ripping è molto più quadrato rispetto a una catena standard. In alternativa è possibile fare una catena a strappo di una motosega su di una catena di serie affilando la lama con un angolo più stretto.
SI NOTI L'APPOGGIO DELLA SEGHERIA PORTATILE SULLA TAVOLA DI LEGNO CHE FUNGE DA GUIDA.
TRONCO SEGATO.
!I VANTAGGI DELLA SEGHERIA PORTATILE SONO! • Prezzo va dai 300 ai 400 euro; • Si può impiegare qualsiasi tipo di motosega a disposizione a casa o in azienda; • È leggero è può essere trasportato ovunque; • Consente di realizzare tavole e travi direttamente in bosco o sul letto di caduta del tronco; SEGAGIONE DEL TRONCO SEZIONATO.
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LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ
ANDREA ZENARI
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ALCUNI ESEMPI DI MANUFATTI REALIZZATI CON TAVOLE OTTENUTE CON LA SEGHERIA PORTATILE E CON LA SEGHERIA MOBILE.
!GLI SVANTAGGI DELLA SEGHERIA PORTILE!
LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ
• È facile da usare e regolare; • È un accessorio che si può usare in combinata con una segheria mobile quando i tronchi sono troppo grossi e in questo modo si sfinano;
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• Non consente di fare tagli con precisione millimetrica perché si usa una catena di motosega con i suoi pregi e difetti; • Ogni taglio ha uno spessore di circa 1 cm perché dipende dalla catena della motosega e pertanto si spreca molto legno che diventa segatura; • È una segagione lenta e non consente di fare grandi produzioni giornaliere. Chi produce e vende questi prodotti o simili: L’italiana DVA, www.dvaitaly.it; La svedese Logosol, www.logosol.com; L’inglese Alaskan mill, www.alaskanmill.co.uk.
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“La conoscenza delle problematiche dell’utilizzatore finale mi consente di parlare la sua stessa lingua... di capire le sue esigenze e di consigliarlo per il meglio.”
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INTERVISTA di Pietro Ferrari
PIERLUIGI CORDUA ISVE
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LA COMPLESSITÀ SOTTO CONTROLLO La Isve ci racconta, con l'intervento di Pierluigi Cordua, come i processi di essiccazione e di impregnazione entrino nel mondo Industria 4.0 e divengano sempre più user-friendly senza rinunciare a prestazioni mirate ed efficaci. Incontriamo alla Isve, a Poncarale, in provincia di Brescia, Pierluigi Cordua, direttore commerciale di questa azienda che rappresenta da decenni il punto di riferimento dell'essiccazione del legno. Con lui prendiamo in esame gli ultimi sviluppi delle tecnologie di essiccazione sottovuoto.
INTERVISTA
Pietro Ferrari - Isve ha percorso un cammino nel campo della proposta delle tecnologie di essiccazione che non si è mai interrotto e non ha mai smesso di fare da battistrada al progresso tecnico, quali sono gli ultimi sviluppi di questo percorso? Pierluigi Cordua - “Continuiamo a percorrere questo itinerario in maniera diciamo sempre più continuativa, cercando anche di dare sempre maggiore sviluppo ai prodotti: questa è una cosa fondamentale. Il processo di essiccazione sottovuoto che è il core business della nostra area legno ha avuto in questi ultimi due anni un'accelerazione molto forte. Al di là di un processo che si basa su leggi fisiche predeterminate e ben definite, noi abbiamo voluto focalizzarci maggiormente sull'ottimizzazione dei sistemi di controllo, nell'interfaccia macchina-utente e soprattutto, dal 2017, abbiamo avuto un occhio di riguardo a quelle fasce di impianto che rientrano nell'industria 4.0. Abbiamo fatto la scelta di distinguerci da molti dei nostri concorrenti, sviluppando internamente con
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IN QUESTA PAGINA: PIERLUIGI CORDUA NEGLI UFFICI DELLA ISVE A PONCARALE.
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investimenti anche importanti tutta la parte di gestione software della macchina con particolare attenzione alla connessione in remoto, quindi alla gestione in remoto degli impianti e alla teleassistenza, cercando di dare questo tipo di upgrade dell'impianto anche alla fascia bassa, quindi anche alle macchine entry level. Abbiamo scelto questa strada, strutturata e definita negli anni passati, prevalentemente per garantire un'assistenza al cliente molto più performante rispetto a quella classica. Grazie a questa scelta, noi possiamo andare a verificare esattamente come sta funzionando la macchina e questo lo possiamo fare su tutti i devices, sia su PC ma anche su smartphone e tablet perché l'architettura di sistema si appoggia sul nostro server e da lì possiamo collegarci in diversi modi. Questo sistema è risultato particolarmente interessante quest'anno grazie all'iper ammortamento destinato agli impianti di trattamento termico in cui si svolga una trasformazione vera e propria della materia, perché il legno che entra nel trattamento termico ha delle caratteristiche ma quello che ne esce ha delle caratteristiche chimico-fisiche completamente diverse e in questo caso i nostri impianti vanno a rispecchiare tutti i punti dell'industria 4.0 ivi incluso l'interfacciamento con i sistemi logistici delle aziende dei clienti con i gestionali, nonché eventualmente anche con altri impianti in linea. Questo per noi è stato estremamente importante”.
grandissima versatilità e quindi di plasmare l'impianto in certi casi anche sulle esigenze del cliente e sui suoi sistemi informatici oltre al vantaggio per tutta la clientela estera di poter reperire facilmente tutta la componentistica che noi utilizziamo visto che si tratta di brand multinazionali e grazie a questo servizio internet che diamo a ripristinare l'eventuale
IN QUESTA PAGINA: IL CONTENUTO DI SOFTWARE DIVENTA SEMPRE PIÙ RILEVANTE NELLE TECNOLOGIE DI ESSICCAZIONE E IMPREGNAZIONE. UN’INTERFACCIA SEMPLICE ED INTUITIVA UTILIZZABILE SU DIVERSE PIATTAFORME, SMARTPHONE, TABLET O PC. SOTTO, I NUOVI IMPREGNATORI IMP-PG CHE ADERISCONO A NUMEROSI REQUISITI INDUSTRIA 4.0.
!SISTEMI DI GRANDE VERSATILITÀ! “Per quanto riguarda i sistemi proposti - continua Pierluigi Cordua - l'architettura che noi utilizziamo adesso non è su schede elettroniche o su prodotti dedicati ma abbiamo fatto una scelta ben precisa che è quella di utilizzare i PLC in commercio, prevalentemente Siemens che ci permettono una
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INTERVISTA
IN QUESTE PAGINE: UN DETTAGLIO DELLA PROGETTAZIONE DI UN IMPIANTO IN 3D E LA REALIZZAZIONE VERA E PROPRIA NEGLI STABILIMENTI ISVE.
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INTERVISTA
PIERLUIGI CORDUA ISVE
software o ad avere anche degli aggiornamenti. Oltre a questo, un'altra fase di sviluppo ha riguardato l'interfaccia macchina-utente: a mio parere spesso i sistemi di gestione di programmazione sono piuttosto ostici e di difficile interpretazione. Nel nostro caso abbiamo inserito un database che fin dall'inizio è composto da 217 nomi diversi di legno con programmi prestabiliti per ogni legno, invece di elaborare complicate tabelle cartacee. Poi, sotto password, c'è la possibilità per l'utente esperto di andare a programmare ogni singolo dettaglio, di costruire tabelle specifiche di essiccazione che poi può memorizzare e inserire tra le tabelle standard. Lo stesso abbiamo fatto su tutti gli impianti, quindi gli impianti di impregnazione vuoto pressione fino alla classe 5 e gli impianti di impregnazione a pioggia che
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arrivano fino alla classe di protezione 3. In tutti questi casi, l'architettura di sistema e l'elettronica che viene utilizzata è sempre la stessa, quindi noi abbiamo ottimizzato tutto trasversalmente, addirittura anche sugli impianti di riciclaggio in modo di ottenere una gestione più semplice”. Pietro Ferrari - L'operatore esperto trova uno schema di comportamento user friendly? Pierluigi Cordua - “Decisamente si, con questa interfaccia anche l'utente inesperto in un attimo può capire come fare funzionare la macchina: devo solo selezionare, ad esempio, ‘Pino- Abete-Umidità finale e Spessore’ e in automatico la macchina va a collegare al nome della specie legnosa il programma di essiccazione e comincia il processo”. Pietro Ferrari - E d'altro canto l'operatore che vuole perso-
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nalizzare la sua fase di essiccazione in funzione dell'utilizzo finale del legno può entrare nel programma, immagino in modo abbastanza semplice? Pierluigi Cordua - “In modo molto semplice, ha una password d'accesso perché chiaramente in questo caso deleghiamo interamente al cliente tutte le fasi di processo, e può organizzare il programma di utilizzo che meglio crede”.
!GLI ESSICCATOI ELETTRICI! “Altra innovazione interessante che abbiamo inserito riguarda gli essiccatoi a riscaldamento elettrico - continua Pierluigi Corduà - quando uso un essiccatoio ad acqua calda ho una circolazione dell'acqua alla stessa temperatura su tutte le piastre ma il legno che vado a inserire ha delle percentuali di umidità che sono diverse nella stessa catasta. Se vado ad essiccare cinque metri cubi di legno partendo da un'umidità media del trenta per cento, considero sempre l'umidità media perché posso avere pezzi al 25 per cento, al 20 per cento, al 35 per cento o anche di umidità più alta, per cui la catasta non è mai uniforme, però il riscaldamento che noi andiamo a effettuare è un riscaldamento uniforme. Con gli impianti elettrici abbiamo sviluppato un sistema che ci permette di controllare con precisione la temperatura di ogni singola piastra perché negli strati dove il legno è più umido ho bisogno di dare più energia termica mentre negli strati dove il legno è più secco è inutile erogarla. Questo tipo di controllo ci permette di diversificare nell'ambito della catasta le temperature fornendo energia elettrica quindi riscaldamento dove è più necessario. I vantaggi sono diversi: la velocità, perché nel caso in cui io scaldi tutto insieme questa differenza di umidità tra i vari strati del legno me la porto avanti e per uniformarla devo comunque aspettare che il legno che è partito da un'umidità iniziale più alta raggiunga pian piano quel legno che invece è già secco (e comunque un gradiente rimane sempre). Col nuovo sistema questo problema non esiste: supponiamo di avere la parte alta della catasta dove il calore è maggiore e quindi lì avrò meno bisogno di riscaldare, in basso ho meno temperatura e avrò bisogno di riscaldare
maggiormente, alla fine cosa succede? Innanzitutto abbatto il gradiente, cioè rendo più piatta la difformità di essiccazione nell'ambito della catasta e inoltre risparmio energia elettrica. Questo sistema è utile dove è necessario garantire la massima uniformità finale”.
!ISVE E IL RICICLAGGIO! Isve ha diversificato la propria attività dal 1997 ed è diventata uno dei player più importanti anche nel settore del riciclaggio, andando a toccare diverse aree del mercato. Stiamo parlando di operazioni che sostanzialmente parrebbero di valore aggiunto piuttosto modesto ma che proprio per questo devono raggiungere un livello di efficienza altissimo.
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INTERVISTA
PIERLUIGI CORDUA ISVE
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“Sicuramente, il punto in cui siamo arrivati oggi - ci spiega Pierluigi Corduà - aderendo come sistema e gestione delle macchine a un contesto di industria 4.0, deriva da un lavoro che avevamo iniziato negli anni precedenti nell'ottica di dare un servizio di assistenza sempre più mirato ed efficiente al cliente: non c'è nulla di meglio che mettere la macchina in rete. Tuttavia lo sviluppo di questa procedura non è stato semplice perché la scelta che abbiamo fatto è stata quella di appoggiare tutte le macchine dei nostri clienti sul nostro server non andando a coinvolgere le reti dei clienti. È la macchina che si collega in rete, non è necessario alcun collegamento a un computer”. Pietro Ferrari - Quindi abbiamo un software a bordo macchina che non ha bisogno di avere ulteriori interfacce? Pierluigi Cordua - “Esatto, noi diamo una macchina che si collega al wifi e tramite questo si collega direttamente al nostro server e se il cliente non ha wifi noi diamo la possibilità di inserire una scheda GSM e la macchina genera una sua rete e si aggancia a internet”. Pietro Ferrari - Questo va nella direzione di semplificare la vita al cliente. Pierluigi Cordua - “Una delle prerogative dell'Industria 4.0 è l'interfaccia con l'utente che deve essere facile e semplificata. È una regola fondamentale e sta diventando una prassi sia nel grande sia nel piccolo, poi porterà vantaggi competitivi tali per cui non implementare queste procedure potrà diventare uno svantaggio competitivo. L'unico aspetto negativo che c'è da questo punto di vista sono gli investimenti, perché comunque è oneroso per il produttore di tecnologie sviluppare questi sistemi che sono semplici per l'utente finale ma necessitano di investimenti importanti durante lo sviluppo”.
!LE TECNOLOGIE DI IMPREGNAZIONE!
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Pietro Ferrari - Voi vi occupate anche di impregnazione. Questo è un tema interessante. Oggi cosa significa impregnazione e quali regole bisogna seguire nell'utilizzo delle sostanze chimiche in questa operazione? Pierluigi Cordua - “Come sempre quando si parla di impregnazione si apre un mondo in cui la vendita diventa
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molto spesso una consulenza vera e propria, perché vendere l'impianto senza aver ben compreso quelle che sono le esigenze del cliente significa poi rischiare di avere un cliente non soddisfatto. Ci sono diversi modi di impregnare il legno in accordo a diverse classi con risultati che devono essere mirati in relazione all'utilizzo finale del manufatto. Impregnare correttamente significa per i nostri clienti fornire dei dati ben precisi su quello che è successo in autoclave, quindi dare indicazioni su quello che è l'assorbimento delle sostanze impregnanti nel legno in relazione all'impiego finale e anche in questo caso il discorso deve essere fatto verso un'attenta automazione. Da lì poi risulta estremamente importante per noi costruttori la flessibilità dell'impianto perché le sostanze che vengono inserite in autoclave per trattare il legno sono diverse e hanno specifiche problematiche. L'impianto deve avere una versatilità tale da poter in qualche modo aderire a queste richieste tecniche. Parliamo sempre di prodotti che possono avere un impatto ambientale importante se la macchina fa delle cose che non deve fare. Per cui tutti i nostri impianti, tutte le valvole sono controllate dal PLC che ha un riscontro della posizione della valvola stessa per verificare che né l'operatore né la macchina effettui dei travasi di sostanze se non si ha avuto un riscontro ben preciso del posizionamento dell'apertura delle varie valvole. Quello che abbiamo riscontrato come più importante è proprio la possibilità di plasmare l'impianto sia per ottenere un buon procedimento di impregnazione sia per andare a sopperire a problematiche specifiche degli impregnanti attuali che ci sono e sono tante, quindi è fondamentale l'architettura del sistema e la flessibilità dello stesso”. Pietro Ferrari - Esiste un dialogo con i produttori di impregnanti? Pierluigi Cordua - “Assolutamente si. A volte lo stesso produttore di impregnanti vede che il cliente che utilizza la nostra macchina con i suoi prodotti ha dei risultati particolarmente buoni e in questo caso molto spesso il produttore consiglia di rivolgersi a noi come a volte succede, al contrario, che siamo noi a vedere che l'impianto di imUN HARDWARE SEMPRE PIÙ REALIZZATO INTERNAMENTE.
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LA MULTIMEDIALITÀ E LA CAPACITÀ DI DIALOGARE CON I DIVERSI TOOLS DI COMUNICAZIONE SONO UN PUNTO DI FORZA IRRINUNCIABILE.
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pregnazione è particolarmente performante in determinate situazioni e siamo noi a consigliare in base alle esigenze del cliente quale tipo di impregnante può andare particolarmente bene”. Pietro Ferrari - Abbiamo avuto tre o quattro anni fa un'aggressione di insetti che hanno attaccato le nostre piante e hanno portato poi alla necessità di impregnare il legno. Questo fenomeno è più sotto controllo? Pierluigi Cordua - “Secondo me questo è un fenomeno che comunque deve essere sempre controllato e su cui comunque si deve mantenere un'allerta elevata. Le merci circolano sempre di più, noi stessi abbiamo dal 2009 un'azienda in Cina, a Shanghai, per produrre sul mercato locale. Gli agenti patogeni che possono essere non soltanto gli insetti devono essere controllati a più livelli. Devono essere controllati sicuramente su tutti quelli che sono gli imballaggi ma anche su quelli che sono i legni che poi vengono messi in opera con opportuni processi e controlli. Per esempio, in alcuni casi, tornando al tema degli essiccatoi, può essere previsto da parte del cliente la possibilità di utilizzare il nostro essiccatoio portando per brevi periodi, dopo che è finito il processo di essiccazione, quindi a determinati livelli, la temperatura del legno fino a 120 gradi. Potrei quindi esporre il legno a queste temperature abbastanza elevate stabilizzandolo sotto diversi profili non escluso anche di quelli che possono essere possibili patogeni”. Pietro Ferrari - Qual è, oggi, la direzione della ricerca Isve: abbiamo parlato di creare degli strumenti con un'interfaccia sempre più amichevole per il cliente ma nello stesso tempo con la possibilità di adattare i programmi e i cicli di essiccazione o impregnazione alle proprie esigenze, abbiamo parlato di particolare attenzione all'aspetto energetico, all'aspetto delle emissioni. Oggi cosa avete in mente per i prossimi appuntamenti fieristici che sono dietro l'angolo? Pierluigi Cordua - “Sicuramente la presentazione di questi aspetti. Quello che noi facciamo in azienda e che comporta il dispendio di tante risorse deve essere poi comuni-
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cato al mercato, deve essere anche ben compreso dal mercato e il mercato ha i suoi tempi: per esempio, la possibilità di collegare le macchine via internet è partita nel nostro caso nel settore del riciclaggio quasi quattro anni fa e la risposta inizialmente è stata molto tiepida; abbiamo visto però come negli anni è cresciuta in maniera esponenziale e adesso anche i clienti che si trovano a poca distanza da noi, comunque, vogliono l'allacciamento della macchina a internet per cui sta cambiando un po l'ottica. Un essiccatore, un macinatore, nella testa del cliente, sta diventando quasi come una periferica, come una qualsiasi tecnologia a cui devo accedere velocemente, devo vedere cosa fa, quanto mi sta rendendo, quanto mi sta producendo e questo, forse, è il tema più interessante da sviluppare nel prossimo futuro. Cercare di parametrizzare, dando delle
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indicazioni molto chiare al cliente, su quella che è la redditività dell'impianto in fase di utilizzo, il che non è così scontato e semplice”. Pietro Ferrari - Chi è il vostro cliente oggi? come è cambiato il mercato? Pierluigi Cordua - “Il mercato è globale. Di più, non solo è globale ma comincia a esserci anche un rapporto diretto tra il cliente finale e noi. L'evoluzione è stata questa: una volta si lavorava, per esempio, in Italia e anche nei Paesi vicini a noi, parlo di 15/20 anni fa, con distributori, con agenti, adesso in alcuni Paesi è ancora così e il rapporto con il distributore o l'agente è fondamentale, ma in altri Paesi dove non siamo strutturati, dove magari non c'è la rete distributiva, c'è un rapporto diretto con il cliente per cui la distribuzione del prodotto, la negoziazione e la trattativa è cambiata: non ci sono passaggi, non c'è più l'intermediario. Mi riferisco soprattutto ad alcuni Paesi dell'America Latina, dell'Africa e dell'Estremo Oriente come India, Cina e Vietnam, mentre invece nei Paesi europei la distribuzione è ancora un po’ per certi aspetti standard, passando attraverso distributori. Per cui dal punto di vista dell'azienda le risposte devono essere innanzitutto in più lingue, bisogna essere in grado di trasmettere le informazioni, di trasmettere i progetti in modo chiaro e convin-
cente. È un mercato che rispetto agli anni passati qualche segno di recupero lo sta dando, complice sia la ripresa stessa, sia la possibilità di offrire ai clienti qualche cosa di diverso dal solito”. Pietro Ferrari - Oggi il linguaggio dell'informatica e della comunicazione in remoto è cresciuto enormemente, è patrimonio comune ormai delle nuove generazioni... Pierluigi Cordua - “Mi dà da pensare, in effetti, come il processo di produzione, di progettazione sia cambiato. Oggi noi prima di realizzare qualcosa sul metallo facciamo tutto l'assemblaggio interamente in 3D e questo vale chiaramente anche per il legno e molto spesso forniamo al cliente dei disegni e delle immagini via internet dove il cliente può vedere in modo preciso e dettagliato che cosa gli stiamo proponendo, per cui viene prima tutto il virtuale, tutta la parte di assemblaggio, di verifica, di progetto accurato e via dicendo e di tutto il processo la parte di carpenteria sta diventando la fase forse più povera. La differenza la fa l'esperienza sul legno: prima di tutto bisogna capire cosa stiamo trattando e bisogna avere esperienza per adattare le macchine al legno e capire esattamente cosa vuole il cliente dal legno, poi, dopo, viene tutto il resto, in questo sta diventando sempre più importante la fase di progettazione, dove io assemblo tutto in virtuale, e la fase di automazione e di controllo”. Pietro Ferrari - Continuate comunque a produrre in azienda o vi servite di terzisti? Pierluigi Cordua - “Adesso stiamo portando sempre di più internamente i processi. Gli investimenti che faremo sono volti in tal senso. Questo principalmente perché riusciamo così ad avere il controllo completo su tutto. Perché avere l'impianto in azienda ci permette di disporre di un'estrema cura sul dettaglio, cosa che con i fornitori non è possibile. Per cui tutti gli impianti vengono finiti in azienda e molti componenti vengono realizzati all'interno”.
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FLORIAN LEGNO
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MATERIALE DI QUALITÀ E PROCESSI CERTIFICATI
Il Gruppo Florian protagonista nei pavimenti in legno. Flo.it è parte del Gruppo Florian, principale produttore di latifoglie europee ubicato principalmente in Croazia. Visto la buona disponibilità di materia prima, rovere, a novembre 2014 è nata presso la sede di Vazzola (Treviso) Italy, con una superficie coperta di 26.000 metri quadrati, la divisione Flooring. L’obiettivo è di produrre pavimento in due strati certificato (FSC, CARB, JAS etc..) per fare concorrenza al prodotto di importazione. Per fare questo è stato standardizzato il prodotto producendo: un’essenza cioè il rovere, due spessori di lamella millimetri quatto e millimetri sei,
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UN “GRUPPO DI FAMIGLIA”.
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tre larghezze (millimetri 142, millimetri 192 e millimetri 242, due lunghezze millimetri 2350 e millimetri 2050. Florian è risucito a raggiungere questo obiettivo, grazie alla standardizzazione, all’automazione degli impianti e all’ottima disponibilità di materia prima. Attualmente la Flo.it, divisione Flooring, ha 38 dipendenti, nel 2016 ha prodotto circa 250mila metri quadrati e grazie a nuovi investimenti nel 2017 aumenterà la propria produzione a 500mila metri quadrati. I mercati di riferimento attuali sono per il 65 per cento l’Italia e il restante 35 per cento
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A SIISTRA, PANORAMICA DEL QUARTIER GENERALE DEL GRUPPO FLORIAN. IN BASSO L’INTERNO DI FLO.IT.
estero, nello specifico: Belgio, Olanda, Francia, Uk; Turchia, USA. Nel 2017 è previsto di esportare il 50 produzione della produzione. Si è appena concluso il Domotex di Hannover dove il Gruppo Florian ha presentato il pavimento pre-finito e il massiccio con risultati molto positivi in termini di vendita e
di nuovi contatti. Il sistema, ha destato molto interesse in quanto Florian è l’ unica industria a proporre una vera alternativa Made in Italy certificata rispetto al classico prodotto di importazione. Tecnicamente il parquet pre-finito viene identificato con una lamella di spessore minimo di millimetri 2.5.
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FLORIAN LEGNO
I NUMERI DI FLO.IT.
La nostra azienda per differenziarsi produce il pavimento con lamelle da mm 4 e mm 6. Con il tipo di costruzione adottato è possibile garantire un pavimento molto stabile anche nelle grandi larghezze, merito dello spessore delle lamelle e della particolare costruzione del supporto (multistrato di betulla= birch plywood). Il 90 per cento delle vendite è di pavimento multi-layer; il 70 per cento viene venduto raw (grezzo), il restante 30 per cento pre-finished in quanto il principale cliente è l’importatore di pavimento che cerca un’alternativa certificata e garantita rispetto al classico prodotto cinese/polacco.
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!UN PROGETTO PILOTA! Flo.it a Vazzola (Treviso) è un progetto pilota in quanto nel 2018 inizierà un nuovo investimento in Croazia con capacità produttiva pari a un milione di m2 con lo scopo di aggredire i mercati mondiali più importanti. La divisione Flooring darà una proiezione di fatturato per l’anno 2020 pari a circa 50 milioni di euro, diventando uno dei business più importanti nel nostro gruppo. Novoselec e Di Cazma sono i due siti produttivi in Croazia
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IN QUESTA PAGINA: I GRANDI CLASSICI.
dove viene prodotto pavimento massiccio di rovere principalmente di spessore 20 millimetri in varie qualità. Parte fondamentale dei pavimenti Florian sono le certificazioni FSC in primis in quanto il gruppo è sempre stato attento alle problematiche forestali e per quello che riguarda il pre-finito certificazioni come CARB e JAS sono fondamentali per l’esportazione verso paesi come l’America ed il Giappone. Il mercato europeo del pavimento in legno è stimato all’incirca di 80 milioni di metri quadrati, dei quali oltre 60 milioni sono in rovere. Essendo il gruppo uno dei principali produttori di quest’essenza in Europa, gestirà in futuro una parte importante delle proprie risorse forestali per questo business. La primaria forza del Gruppo Florian è legata alla disponibilità di materia prima rovere (di difficile reperibilità per molte aziende del settore) grazie a contratti importanti che lo legano alle forestali croate e non solo. Ciò permetterà al gruppo di recitare un ruolo da protagonisti in questo settore che vanta numeri di consumo del legno molto elevati. La Flo.it è diretta da Claudia Florian e Antonio Battaglia.
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C ASTIGLIONI
35 1980 - 2015 TRONCHI TAVOLAME SEMILAVORATI
TIMBER AGENCY 37053 Cerea, Verona tel. +39/0442 320210 fax. +39/0442 320190 carlo.merlin@merlinlegno.it giuseppe.merlin@merlinlegno.it www.merlinlegno.it
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GARBELOTTO
www.garbelotto.it
UN INNOVATIVO SISTEMA PER IL PAVIMENTO IN LEGNO Da Garbelotto un sistema di posa che cambia il panorama dei pavimenti in legno.
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Il nuovo rivoluzionario sistema di posa Clip Up System è stato messo a punto dal reparto R&D del Parchettificio Garbelotto: una grandiosa innovazione destinata cambiare la posa dei pavimenti in legno flottanti grazie a un sistema di clip che si inseriscono nella fresatura realizzata sotto alle tavole dei prefiniti. L’incastro tra clip e parquet assicura un posa stabile e con una superficie perfettamente planare. La posa diventa velocissima e semplice: sono sufficienti un seghetto alternativo, un martello e ovviamente un posatore professionista, niente calamite o colle; anche le clip non necessitano di essere fissate al sottofondo o massetto. Inoltre questo intelligente sistema di posa rende da subito usufruibile il pavimento: la stanza è già pronta per essere arredata.
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!UN BREVETTO INTERNAZIONALE! Questo nuovo brevetto internazionale ha il grande vantaggio di rendere il pavimento in legno completamente ispezionabile: le tavole possono essere rimosse singolarmente ed eventualmente sostituite, senza dover rimuovere tutto il pavimento. È sufficiente infatti una ventosa e in meno di un minuto si può rimuovere e sostituire una doga, operazione che risulterebbe invece lunga e difficile con un pavimento flottante tradizionale o ancor peggio un pavimento incollato dove si dovrebbe procedere alla rimozione anche di parte dell’arredamento. Il tutto senza produrre polvere o residui di altro genere, rendendo la sostituzione possibile mantenendo vivibile l’ambiente.
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IN QUESTE FOTO, IL SISTEMA CLIP UP. LE FASI DI POSA E L’AGEVOLE ISPEZIONABILITÀ DEL PAVIMENTO.
Ma i vantaggi non si esauriscono qui, infatti i pavimenti posati con il sistema CLIP UP SYSTEM® sono riutilizzabili, è possibile rimuovere facilmente tutte le tavole e posarle in un altro ambiente, il tutto con tempi di rimozione e di ri-posa rapidi con un risultato perfetto, anche con l’aggiunta di nuove tavole per una superficie più ampia. CLIP UP SYSTEM® è anche ecologico: non necessita di colle, evitando quindi l’utilizzo di sostanze chimiche per la posa, o di magneti, preservando l’ambiente da campi magnetici nocivi. Le clip sono realizzate in acciaio inossidabile, resistenti e riutilizzabili. È decisamente indicato per il contract e in ambienti laddove sia necessario avere un pavimento ispezionabile: in caso di
guasto di fili elettrici, tubi, etc che si trovano sotto al parquet, intervenire sarà facile ed economico. Il CLIP UP SYSTEM® è un brevetto internazionale del Parchettificio Garbelotto protetto in tutto il mondo ed è stato presentato in anteprima mondiale durante il Cersaie 2016 a Bologna.
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ITLAS
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IL LEGNO PROTAGONISTA
Sempre in crescita la gamma di proposta di Itlas.
FOCUS PAVIMENTI
A Vittorio Veneto, assieme a un gruppo di soci, Lino Dei Tos apre Italparchetti, azienda di pavimenti in legno nella quale coinvolge direttamente il figlio Patrizio in qualità di agente, credendo fortemente nelle sue capacità imprenditoriali e spingendolo ad iniziare la sua attività lavorativa prima appunto come agente nella nuova azienda e successivamente, da protagonista, nella Labor Legno. Patrizio Dei Tos acquista un terreno di diecimila metri quadrati a Cordignano, in provincia di Treviso, e fonda la Labor Legno snc di Dei Tos Patrizio & C.. Nel biennio 1985/1986 grazie all'esperienza lavorativa di Patrizio Dei Tos come agente di pavimenti, la Labor Legno viene trasformata da azienda produttrice di segato grezzo ad azienda produttrice di pavimenti in legno.
Poco più che ventenne, Patrizio Dei Tos in soli sette anni, a partire dal 1987, riesce a dare alla Labor Legno una spinta notevole, trasformandola in società per azioni. L'azienda fin dalla sua nascita guarda soprattutto alla Francia per l'importazione del legno che, trasportato in Italia, viene segato a Cordignano nella vicina azienda dei fratelli Zarpellon e successivamente lavorato con la multilame fino ad ottenere il prodotto grezzo da rivendere ai costruttori di ante per le cucine, attività molto diffusa nel territorio circostante, specie al di là del confine friulano, in provincia di Pordenone. È il legno esotico, nel biennio 1988/1989, ad avere la meglio fra i consumatori. Patrizio Dei Tos inizia a viaggiare molto alla ricerca di un prodotto di buona qualità. Nigeria, ex Zaire, Costa d'Avorio, Congo e Camerun sono i paesi africani in cui la Labor Legno è presente per importare legno di primissima qualità. L'azienda diventa un punto di riferimento per questo tipo di mercato. Nel 1989,la chiusura delle esportazioni dei tronchi costringe
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SOPRA: FAMIGLIA TAVOLE DEL PIAVE, ROVERE FINITURA DEL BORGO. IN ALTO A DESTRA: UN ESEMPIO DI LEGNI DEL DOGE.
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sofia, poi i Massivi, collezione di mobili e complementi d’arredo in massello di legno di quercia ideata nel 2013 dall’architetto Marco Casamonti e dallo Studio Archea di Firenze, ai quali nel 2014 si uniscono le firme prestigiose di Doriana e Massimiliano Fuksas.
!LE GAMME DI PRODOTTO!
la messa in vendita della segheria dei fratelli Zarpellon, che viene acquistata da Patrizio Dei Tos in società con il padre Lino. Nasce la Itlas, acronimo di Italparchetti Labor Legno Segati. I macchinari della segheria, per far fronte al problema della chiusura delle esportazioni, vennero trasferiti in Camerun. Nel 1990, Itlas concentra la sua produzione sui pavimenti prefiniti, che nei primi anni Novanta costituivano un prodotto davvero innovativo per il mercato. Non esistevano ancora le tecniche produttive assodate per la realizzazione di questa tipologia di pavimento, ma l'azienda mette a punto il processo produttivo idoneo grazie all'esperienza maturata. L'inizio del nuovo millennio coincide con la liquidazione dei soci di Itlas da parte di Patrizio Dei Tos e con l'inizio del lancio sul mercato di prodotti prefiniti a due e tre strati di grande successo come i progetti di "Tavole del Piave", "Legni del Doge" e "Assi del Cansiglio". Da questo momento la storia di Itlas è di una crescita costante in un percorso dalle idee chiare e ben definite: il progetto industriale e commerciale si sviluppa in una coerenza di pensiero che non lascia spazio ai compromessi e che si identifica nell'impegno di un costante e irrinunciabile investimento sull'ambiente, sulla salvaguardia, sulla sua protezione. Nel triennio 2012/2014 nascono nuovi progetti e si aprono nuovi orizzonti. Itlas crea e immette sul mercato prima Cinque Millimetri, prodotto rivoluzionario per concezione e filo-
Tavole del Piave è un listone prefinito di grandi dimensioni a tre strati, per pavimenti, controsoffitti e rivestimenti. Lo strato a vista è in legno nobile, disponibile in varie essenze e finiture. Si tratta di un progetto che nasce dal culto per la tradizione, dall'amore per il legno e dalla predilezione per il lavoro artigianale: un assito prestigioso con il quale Itlas ha riscoperto i pavimenti di un tempo, riproponendoli con lo stesso pregio e la stessa emozione. Lo strato a vista in legno nobile, la controfaccia di bilanciamento in legno massiccio di abete e l'anima centrale in compensato di betulla con minimo cinque strati posizionati in modo ortogonale agli altri strati danno equilibrio e stabilità estremi.
IN ALTO: FAGGIO LA FENICE DI ASSI DEL CANSIGLIO. SOPRA: FAGGIO CON FINITURA PERSONALIZZATA.
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Gli elementi sono dotati di incastro maschio-femmina per facilitare ulteriormente la messa in opera. In legno massello di rovere e compensato di betulla in diverse finiture a base d’acqua, il prodotto è ideale soprattutto in quelle situazioni di riqualificazione edilizia in cui si voglia ottenere un sensibile miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio con sistemi di riscaldamento radiante. Assi del Cansiglio è un listone prefinito di grandi dimensioni a tre strati, per pavimenti, controsoffitti e rivestimenti, lavorato in maniera artigianale e trattato con vernici e colle ecologiche all'acqua. Lo strato a vista è in legno nobile di faggio italiano della Foresta del Cansiglio, certificata Pefc. Si tratta di un progetto totalmente italiano, dalla materia prima alla produzione. Un prodotto a chilometro zero, perché la Foresta del Cansiglio è situata a soli venticinque chilometri dalla sede produttiva di Itlas, che ha fortemente voluto questo progetto, sfida imprenditoriale molto ambiziosa che nasce da una sinergia fra un'azienda privata e l'ente pubblico che sovrintende le foreste del Veneto.
Legni del Doge è un listone prefinito a due strati. Lo strato a vista è in legno nobile, disponibile in varie essenze e finiture. Con Legni del Doge Itlas ha creato un parquet pratico e veloce da posare, stabile e resistente. Un pavimento in legno prefinito a due strati che conserva nel tempo la qualità, l'eleganza e la naturalezza. Composto da essenza nobile in legno massiccio e supporto in multistrato di betulla con incastri calibrati maschio-femmina sui quattro lati. Disponibile in diversi formati, Legni del Doge è un pavimento stabile, ecologico, preciso, tecnologico, resistente e sicuro. È un prodotto adatto e consigliato per la posa su riscaldamento a pavimento. Cinque Millimetri è un rivestimento in legno innovativo e veloce. Sottile come se fosse proprio una seconda pelle, è un prodotto studiato da Itlas per rispondere a tutte le esigenze di ristrutturazione e di trasformazione di ambienti e arredamento. Può essere applicato su qualsiasi superficie preesistente.
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IN QUESTA PAGINA: I GRANDI CLASSICI.
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BENEDETTA PITSCHEIDER DELLA SERIE 5 MILLIMETRI.
Tipiche degli arredi di gusto nobile e classico, oggi le composizioni trovano largo consenso anche in ambientazioni di stile contemporaneo. I Grandi Classici garantiscono la personalizzazione dell’ambiente grazie ai particolari effetti ottici che producono. Le composizioni possono essere utilizzate anche per correggere alcune irregolarità geometriche dello spazio abitativo in funzione della vasta gamma di geometrie di posa proposte, sia di gusto classico che artistico.
BOISERIE DELLA SERIE 5 MILLIMETRI.
!PROGETTO BAGNO!
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Il programma 5 Millimetri firmato Itlas estende la sua naturale funzione diventando soluzione abitativa a tutti gli effetti. Nasce così 5 Millimetri progetto bagno dove le essenze, originariamente destinate alla caratterizzazione di pavimenti e pareti, diventano elemento centrale e distintivo di soluzioni ideate per la zona bagno. L'unione di design e natura promuove concetti legati all’eleganza ed alla ricercatezza identificando spazi dove si mescolano emozione e intimità.
LE ORIGINALI SOLUZIONI PER L’ARREDOBAGNO.
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LISTONE GIORDANO
ARMONICHE PROPORZIONI
www.listonegiordano.it
FOCUS PAVIMENTI
Con Atelier Désir, Listone Giordano si ispira ai classici moderni della pittura. Ispirata al capolavoro The Seer, dipinto da Giorgio de Chirico nel 1915, Désir è la novità più recente della collezione Atelier di Listone Giordano. Reinterpretando elegantemente le armoniche proporzioni delle liste strette e allungate, che caratterizzavano le antiche pavimentazioni lignee, Désir traccia le linee di fuga dello spazio definendone prospettive inedite. Disponibile nelle finiture Heritage Filigrana Civita 1695 e Filigrana Fiesole 1125, Atelier Désir, grazie alla colorazione calda e naturale, si rivela perfetto per ogni progetto di interior. La spazzolatura a poro aperto della superficie Heritage Filigrana esalta le venature e unicità del legno, valorizzandone la storia e contribuendo al fascino senza tempo delle collezioni Atelier. Elegante soluzione di pavimentazione, la collezione Désir trova perfetta destinazione d’uso anche in applicazione verticale, rivelandosi vero e proprio elemento architetturale. Désir si sposa perfettamente con le collezioni Listone Giordano Heritage, dando la possibilità di creare abbinamenti ad hoc e personalizzare ogni progetto architettonico con superfici raffinate e fortemente materiche. Atelier Désir è disponibile con finitura Oleonature o Invisible Touch, entrambe con tecnologia antibatterica Crystalcare Listone Giordano. Oleonature è la finitura a base di oli naturali essiccati all’aria che, grazie a uno speciale trattamento di protezione applicato in ultima mano, è caratterizzata da alta protezione e praticità di manutenzione. Invisibile touch è la nuova finitura ad acqua che ha la caratteristica di proteggere il legno pur preservando l’aspetto e il colore tipici di una superficie non trattata.
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La particolare tecnica applicativa a poro aperto offre una sensazione di naturalezza non solo visiva, ma anche tattile. Il progetto Atelier di Listone Giordano, nato nel 2006, propone collezioni uniche in cui la tecnologia all’avanguardia dell’azienda incontra antichi valori artigianali. Le tecniche manuali della tradizione vengono messe al servizio di realizzazioni dai contenuti avanzati, dando vita a pavimentazioni fortemente contemporanee e attuali, e creando nuovi, grandi, classici.
!UN MARCHIO DI PUNTA NELL’ALTO DI GAMMA!
Listone Giordano è il marchio di punta nel settore delle pavimentazioni lignee d’alta gamma, che fa capo al gruppo multibusiness Margaritelli. Con un’importante rete retail l’azienda conta circa 650 punti vendita dell’Alleanza Listone Giordano in circa cinquanta paesi nel mondo e vanta una produzione annuale di oltre 2 milioni di metri quadrati di parquet nelle sue varie declinazioni. Sul fronte R&S il brevetto a tecnologia Crystal Care garantisce igiene e salubrità inibendo la proliferazione dei batteri sulla superficie del parquet. Un successo costruito intorno alla passione per la materia legno e l’innovazione tecnologica che da più di cent’anni si tramandano i componenti della famiglia Margaritelli. È infatti il 1870 quando Eugenio Margaritelli si specializza nella produzione di utensili meccanici per l’agricoltura e le lavorazioni forestali. Un disegno di impresa costantemente orientato alla perfezione, che da sempre privilegia la ricerca di soluzioni originali e l’esplorazione delle vie meno battute. Listone Giordano è sinonimo di eccellenza nella realizzazione di pavimenti lignei di pregio. Un riconoscimento costruito negli anni e rafforzato quotidianamente dall’impegno e dall’entusiasmo di tutte le persone che lavorano alla realizzazione di questo progetto condividendo gli stessi valori etici e professionali. Una gamma di prodotti inimitabili dedicata a tutti coloro che amano la qualità della vita e che la ricercano in un luogo unico come la propria casa.
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MARDEGAN LEGNO
LA MATERIA VIVA
FOCUS PAVIMENTI
Dall’Ungheria i pavimenti di Giuseppe Mardegan.
Mardegan Legno fondata da Giuseppe Mardegan, nato all’insegna del motto “Il legno è materia viva e lavorarlo è un omaggio alla bellezza della natura”. L'azienda nasce in Ungheria proprio per amore del legno. La sua identità prende origine nel cuore delle foreste e respira la stessa aria in cui nasce e cresce un grande essenza europea, il rovere di Slavonia. Nei laboratori dell’azienda la bellezza del legno viene riportata in superficie ogni giorno, grazie a un continuo e minuzioso lavoro di ricerca e ad alcune scelte importanti: prima fra tutte, quella di lavorare a mano le superfici, tavola dopo tavola. I maestri artigiani dell’azienda seguono ogni fase di lavorazione: dal taglio del tronco al pavimento finito. Le superfici Mardegan Legno sono vere superfici d'autore: assemblate, lavorate e tinte a mano. Dodici lavorazioni di superficie, di cui ben nove artigianali con più di 110 colori realizzati a mano e uno spessore di strato nobile dai 4 ai 7,2 millimetri.
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italia.mardeganlegno.com
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NELLA PRIMA FOTO A SINISTRA. MARDEGAN LEGNO COLLEZIONE ANTICHI SAPORI. NELLA SECONDA FOTO A SINISTRA: MARDEGAN LEGNO COLLEZIONE LONDON MY LIFE. NELLA FOTO DI FONDO: MARDEGAN LEGNO COLORE SORBONNE. NELLA PRIMA FOTO IN BASSO A SINISTRA. LA PIALLATURA A MANO A GARANZIA DI QUALITÀ E CALORE. NELLA FOTO SOTTO: LA DELICATA FASE DELLA VERNICIATURA REALIZZATA A SUA VOLTA A MANO.
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FOCUS PAVIMENTI di Pietro Ferrari
POLLMEIER
IL FAGGIO AL SUO MEGLIO
Da Pollmeier pavimenti in lamellare BauBuche.
FOCUS PAVIMENTI
APPLICAZIONI DI PAVIMENTI BAIBUCHE DI POLLMEIER ALL’ALBERGO REFUGIUM.
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La ricetta del successo dell'azienda tedesca Pollmeier sta nella lavorazione del legno di faggio regionale. Oltre al tavolame di faggio di tipo classico l'impresa gestita dal titolare ha sviluppato un nuovo prodotto: “BauBuche” è un lamellare in legno di faggio, per la cui realizzazione dei sottili sfogliati vengono incollati in modo da ottenere pregiati materiali edili aventi forma di barre e pannelli. In questo modo il robusto legno di faggio diviene utilizzabile per (quasi) tutte le applicazioni sia nelle costruzioni che nell'arredo di interni.
!UN ASPETTO UNIFORME! La tipica venatura del legno scompare a favore di un aspetto del legno uniforme, che si caratterizza per i giunti incollati paralleli. Il legno di faggio dalle intense venature si trasforma così in un materiale modernissimo, perfettamente adatto per l'uso come pavimenti. Il pavimento BauBuche è la soluzione giusta per creare un'ambientazione naturale senza l'effetto “baita”: per uffici, edifici pubblici, palestre, aree private o stanze di alberghi – come ad esempio nell'albergo ex convento Hochstrass. L'edificio, sotto la tutela delle belle arti, è stato ristrutturato e trasformato in un albergo che offre anche spazi per seminari, oltre ad accogliere gli ospiti in un'atmosfera contemplativa e rarefatta. Il pavimento BauBuche in tonalità scura si inserisce perfettamente nell'ambientazione. Le fini stratificazioni creano infatti un look uniforme ma vivace, mentre il colore scuro crea un clima caldo e accogliente. Oltre anche ai committenti, è soprattutto il posatore Erich Werner, dell'azienda austriaca specializzata in parquet Boden Karner, a essere convinto di BauBuche: “Il pavimento BauBuche ha un look assolutamente unico nell'ambito delle tavole massicce!”Attualmente il pavimento BauBuche è offerto da Pollmeier in due diversi spessori e undici tinte. Oltre all'elemento da pavimento lungo, attualmente Pollmeier ne sta valutando anche altri, come ad esempio i cubi di testa in BauBuche. Per ulteriori informazioni sui pregiati pavimenti in legno di faggio dalla Germania si rimanda a www.pollmeier.com.
PHOTOGRAPHER: DARKO MILICEVIC.
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INTERVISTA di Pietro Ferrari
FRANCO BULIAN CATAS
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DEL LEGNO E DELLE SUE QUALITÀ In una conversazione con Franco Bulian, qualche preziosa riflessione sulla natura del legno, i suoi pregi e i suoi limiti. Incontriamo a Milano Franco Bulian, vicedirettore di Catas, col quale cerchiamo di sviluppare uno spunto nato da un breve scambio di battute, qualche tempo prima.
INTERVISTA
Pietro Ferrari: Io partirei volentieri in questa conversazione da quel concetto che tu hai espresso un paio di settimane fa, cioè una definizione appropriata del legno come materiale e di cosa possiamo aspettarci da questo materiale, di cosa possiamo chiedere al legno e di cosa non possiamo chiedere al legno, dal punto di vista di quella che è la sua struttura, delle sue emissioni, di tutto quanto riguarda questo materiale. Perché siamo passati dalla poca considerazione del legno, negli anni del cemento, a una specie di
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PIETRO FERRARI CON FRANCO BULIAN.
venerazione per cui qualsiasi cosa si fa in legno diventa bella di suo. Franco Bulian - “Si, quello che hai detto lo condivido appieno: a mio avviso viviamo in una fase in cui siamo bombardati da informazioni di ogni tipo e, quindi, anche a proposito di un materiale come il legno, sentiamo ogni giorno notizie favorevoli e notizie sfavorevoli. Quello che forse manca credo che sia un po’ di cultura sul legno. Questo io ripeto continuamente: l’Italia rappresenta uno dei Paesi più importanti, anzi forse il più importante per certi versi, per quanto riguarda la trasformazione del legno nell'ambito del mobile di design, e questo lo sappiamo bene, al punto che, se guardiamo il settore legno-arredo, registriamo un bilancio con attivi straordinari. Manca, tuttavia, quella base culturale che possa far crescere persone che conoscano e che sappiano gestire il legno. Qui, secondo me, nascono problemi ed effetti negativi sul materiale, perché, magari, se non viene conosciuto e se vengono realizzate delle cose che poi non funzionano, chiaramente il feedback è: ‘questo materiale non funziona’. Questo è un aspetto importante da sottolineare. Manca soprattutto una cultura di livello elevato: su questo tema ci sono delle iniziative che cercano di spingere la creazione di corsi universitari su questi temi ma c'è parecchia difficoltà nel trovare una risposta, anche perché sappiamo benissimo che l'Università in questo momento sta
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FRANCO BULIAN AL LAVORO NEI LABORATORI CATAS.
restringendo l'offerta soprattutto per motivi economici. Questo è il primo punto da considerare, o meglio, questi sono i primi due punti: l'importanza economica e la mancanza di una base culturale su questo materiale. Se, poi, andiamo a vedere perché dovremmo utilizzare il legno, la risposta è perché è uno dei pochissimi materiali che può essere considerato come veramente sostenibile nel senso che lo utilizziamo ma lo possiamo anche produrre, a differenza della plastica e di tanti altri materiali dei quali, invece, nel momento in cui noi li andiamo a utilizzare, impoveriamo la ‘riserva’. Il legno invece ha un carattere di sostenibilità intrinseco quindi è assolutamente moderno come risposta alle esigenze dell'economia circolare. L'altro aspetto, anche questo fondamentale per spingere verso l'impiego del legno, è il fatto che il legno è considerato come un serbatoio di anidride carbonica: l'equazione che conosciamo noi che ci occupiamo di legno è che con ogni metro cubo di legno che cresce l'albero sottrae una tonnellata di anidride carbonica dall'atmosfera, quindi porta avanti un processo molto efficace per contrastare l'aumento esponenziale di questo gas nell'aria. Quindi abbiamo un materiale moderno perché sostenibile e perché contrasta uno dei problemi ambientali fondamentali dei nostri tempi. Usiamo il legno, dunque, ma con attenzione: si tratta di un materiale naturale che non ci siamo costruiti noi, in funzione degli scopi a cui è destinato.
Dobbiamo conoscerlo e gestirlo e trattarlo in maniera adeguata perchè sia poi funzionale ai nostri scopi. Questo è, se vogliamo, il suo punto debole rispetto agli altri materiali che invece noi possiamo ingegnerizzare, ai quali cioè possiamo aggiungere degli additivi, delle sostanze in grado poi di rispondere agli scopi a cui vogliamo indirizzarli”.
!LAVORARE IL LEGNO! "Il legno, poi - continua Bulian - per essere utilizzato va trattato in vari modi, quindi ci troviamo in presenza di un materiale che, comunque, in un certo senso non è più un materiale naturale dal punto di vista strutturale, quando creiamo delle travi lamellari, delle strutture in lamellare o il pannello a strati che ha una storia antichissima. A questo punto abbiamo, da una parte, un legno naturale e abbiamo, dall'altra parte, un legno che è un semilavorato che entrerà nei vari cicli produttivi del mobile e delle costruzioni, del serramento eccetera. Qui entra in gioco qualche cosa che non è più natura ma è un intervento umano che utilizza sostanze chimiche ed è questo il punto critico dal punto di vista delle emissioni, dal punto di vista del legno nell'ambiente chiuso. Queste sono un po’ le esperienze che oggi sono sotto i riflettori. Io partirei da questo tema per raccon-
UNA VEDUTA AEREA DEI LABORATORI E DEGLI UFFICI CATAS.
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tare perché è opportuno che questi cicli siano controllati, che questi materiali, queste resine, queste colle abbiano una loro salubrità rispetto all'ambiente in cui sono inserite. Proprio nel percorso che stiamo seguendo il legno subisce delle modifiche, viene reso più funzionale a quello che sarà il suo impiego e spesso vengono immessi degli apporti di sostanze chimiche che servono in qualche maniera a migliorarlo, parliamo giustamente degli adesivi o, comunque, delle resine che servono a incollare i vari strati di un compensato piuttosto che ad agglomerare insieme le particelle di un truciolare e via dicendo. Su queste attività, il problema, noto da ormai trent'anni, è quello della possibile emissione di formaldeide. Su questo tema è utile fare una precisazione che deve essere valutata su due piani: da un lato è vero che la formaldeide è stata considerata come una sostanza cancerogena e proprio nel 2016 è stata ufficialmente riconosciuta come tale dall'Unione Europea, dall'altro lato è anche vero che la formaldeide è una sostanza cosiddetta ubiquitaria cioè presente un po' ovunque, quindi l'aria che stiamo respirando contiene più o meno naturalmente della formaldeide e lo stesso legno vergine contiene questa sostanza, quindi dobbiamo fare attenzione a non considerare la formaldeide come un pericolo assoluto e a bandirla perché non avrebbe senso visto che il nostro stesso sangue ne contiene. Ecco che, invece, dobbiamo trovare quello che è il limite di sicurezza: è questo il punto focale che generalmente, poi, riguarda qualsiasi sostanza. Non è la sostanza in sé che è pericolosa ma è la sostanza stessa associata a un livello di concentrazione che arriva a rappresentare effettivamente un pericolo per la nostra salute. In Italia abbiamo un Decreto del Ministero della Salute del 2008 che fissa dei limiti per tutti i pannelli e non solo,
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direi che, in maniera abbastanza originale rispetto ad altre legislazioni a livello europeo ma anche mondiale, la legislazione italiana stabilisce che ci deve essere una tracciabilità lungo tutta la filiera fino al prodotto finito. Perché dice questo? perché si preoccupa del fatto che il produttore fabbrica un pannello a basse emissioni di formaldeide, però poi finisce e lo lavora con altri componenti: devo essere sicuro che tutte le trasformazioni successive non alterino lo stato iniziale del pannello fino al prodotto finito. Questa preoccupazione di tracciabilità nella norma è per l'utente finale un fattore molto positivo”.
!LA FORMALDEIDE E I VOC! Pietro Ferrari - Facciamo un passo indietro, perché la pubblicistica, nell'urgenza della comunicazione, ha l'abitudine di usare delle parole di cui non si conosce in profondità l'esatto significato....cos'è questa formaldeide e perché fa male? Magari diciamo anche qualcosa di teorico ma che finalmente spieghi ai nostri lettori, che poi sono addetti ai lavori, qual'è la ragione per cui questa sostanza, oltre certe concentrazioni, è nociva e come si esprime la sua nocività a partire dalla sua struttura? Franco Bulian - “Si tratta di una molecola molto piccola, perché è costituita da un atomo di carbonio, due di idrogeno e uno di ossigeno, quindi sono quattro atomi in tutto. Perché dico questo? perché si può capire dal fatto che sia una molecola piccola che è anche una molecola molto volatile, è un gas e, quindi, evapora molto facilmente. In questo ci sono due aspetti importanti: il primo è che è una molecola molto reattiva. Non a caso al mondo della chimica piace la formaldeide perché è come il mattoncino di un gioco di costruzioni che posso legare ad altri per creare cose diverse, dai coloranti ai polimeri alle resine. Inoltre è una molecola molto reattiva e tutto ciò che è reattivo in assoluto, poi può essere reattivo anche all'interno del nostro organismo e andare a creare problemi al nostro corpo. È molto volatile, abbiamo detto, e quindi evapora facilmente nell'aria e noi la respiriamo, così può colpire soprattutto le prime vie aeree. Infine, un ultimo aspetto importante è che è molto solubile in acqua quindi si scioglie facilmente all'interno delle nostre mucose ed essendo MISURAZIONE DELLA PRESENZA DI FORMALDEIDE .
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PROVA DI LABORATORIO.
reattiva va a creare una serie di problemi. L'irritazione prima di tutto ma poi, per meccanismi un po più complicati che coinvolgono i nuclei delle cellule, altera i meccanismi di riproduzione del DNA”. Pietro Ferrari - Questo ovviamente oltre certe concentrazioni? Franco Bulian - “Certo, la formaldeide è una sostanza particolare in quanto è ritenuta cancerogena ma solo a un certo limite di concentrazione. A livello industriale, è una molecola molto reattiva e anche un potente biocida, quindi è sempre stata molto utilizzata nella disinfezione ospedaliera, nella conservazione dei reperti anatomici e in passato veniva utilizzata proprio per questi scopi anche in prodotti immessi sul mercato sia per l'igiene personale sia per la pulizia degli ambienti. Oggi ovviamente tutta questa parte di impieghi è venuta a mancare. Nei prodotti destinati al consumo non c'è più in assoluto, può essere presente ancora nei prodotti destinati all'impiego industriale. C'è da dire ancora una cosa: perché si usa ancora la formaldeide nella produzione di pannelli? Perché essendo appunto molto reattiva la formaldeide viene fatta reagire con l'urea e si creano queste resine ureiche che sono l'adesivo ideale per la produzione di questi pannelli. Quando dico ideale lo dico sia in termini di proprietà finali sia in termini di costi finali. La formaldeide viene fabbricata da tutti i più grandi produttori di pannelli internamente, dell'urea sappiamo che viene usata anche come fertilizzante, quindi evidentemente il costo finale dell'adesivo è molto basso. La possibilità di sostituirlo esiste teoricamente ma si deve trovare un adesivo che costi poco e che garantisca le stesse prestazioni. Non è così semplice”. Pietro Ferrari - Quindi noi abbiamo avuto nel passato una sommatoria della formaldeide contenuta naturalmente nel legno, di quella contenuta nelle colle per la produzione di un pannello truciolare, poniamo, e poi la nobilitazione che andava ad aggiungere ulteriori quantitativi di formaldeide in un pannello? Franco Bulian - “Sì, in qualche caso sì, con rivestimenti con carte impregnate o anche con rivestimenti fatti con verniciature a base di resine ureiche, anche se queste ultime in
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Italia non sono mai state molto utilizzate. Qui, tralasciamo pure il discorso dei manufatti in legno e quindi di questa possibile emissione di formaldeide che, però, come abbiamo detto, grazie all'impegno dei produttori e alle legislazioni in atto può essere considerato un problema abbastanza sotto controllo. L'altro aspetto che sta, invece, emergendo è il trattamento di finitura che necessariamente utilizza delle sostanze organiche volatili, sostanzialmente dei solventi, che servono per veicolare la resina che deve in qualche maniera andare a bagnare, a rivestire il manufatto di legno da realizzare. Queste sostanze non evaporano tutte completamente durante il ciclo produttivo ma alcune permangono all'interno del film di vernice e vengono rilasciate lentamente nel corso del tempo, questo è quello che noi chiamiamo ‘l'odore di nuovo’, che chiaramente non riguarda solo il mobile. L'odore di nuovo è effettivamente generato da questi solventi, monomeri, plastificanti e varie sostanze che evaporano nell'ambiente. Una sostanza è pericolosa in funzione della dose che raggiunge il livello di pericolo per il nostro organismo, quindi non è certo e neanche probabile che quando percepiamo questo ‘odore di nuovo’ vi sia un pericolo, anche se, purtroppo, si tende a dare un significato estremo a questa percezione. Attenzione: se non trattiamo questi argomenti con un po' di ragionevolezza rischiamo di eliminare completamente il legno da qualsiasi ambito, però dobbiamo riconoscere che il profumo del legno deriva da sostanze organiche volatili, che se pure naturali, possono avere teoricamente degli effetti sul nostro benessere, in funzione della concentrazione ovviamente. Attenzione quindi a trattare questa materia in modo razionale, altrimenti rischiamo di creare allarmismo e soprattutto di eliminare il legno da ogni possibile uti-
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lizzo, sia in ambito edilizio sia nell'ambito dell'arredamento di interni. L'ossessione di evitare qualsiasi emissione penalizza i materiali naturali, io penso anche alle fibre tessili, oltre che a quello che mangiamo e beviamo. La tendenza di alcuni istituti di ricerca e prova, anche in Italia, ad ‘alzare l'asticella’ dei comportamenti virtuosi nelle emissioni oltre limiti razionali è molto pericolosa, perché diventa una ‘sindrome del primo della classe’ che finisce per creare enormi problemi al mondo produttivo. Io faccio il chimico e il mio mestiere è quello di verificare eventualmente che cosa viene emesso e quanto viene emesso, ma non è il mio compito stabilire se quella quantità è pericolosa o meno o meglio lo posso fare se esiste un limite stabilito da qualche tossicologo. A volte dobbiamo difendere questi aspetti intrinseci del legno che altri materiali non hanno. Attenzione perché gli altri ci possono attaccare”. Pietro Ferrari - In Italia, purtroppo, in diversi ambiti c'è questo vizio di fare i primi della classe. Franco Bulian - “In questo senso, invece, allargando questo discorso delle emissioni date dai trattamenti ci sono altri aspetti che vorrei sottolineare: anche qui attenzione a rendere il dato oggettivo. Ritengo importante che, a fronte di un tema che sta emergendo, in cui ci sono già legislazioni in atto in alcuni Paesi, si renda oggettivo qual è l'emissione di un certo materiale, di un certo prodotto, di un certo trattamento. In questo contesto attenzione anche a quelli che vengono considerati come trattamenti a base naturale che spesso magari portano con se un'aura di sicurezza: però, poi, se non li analizziamo oggettivamente, possiamo avere delle sorprese negative, a volte ci sono dei trattamenti a base di olii, di cere eccetera che sono sciolti in idrocarburi particolarmente pesanti che rilasciano per mesi, se non per anni, emissioni. Quindi attenzione al naturale, bisogna prenderlo in esame caso per caso con misurazioni oggettive. Quindi attenzione a quei trattamenti che magari possono apparire come sicuri per definizione, come taluni trattamenti naturali o prodotti per la verniciatura a base acqua. A volte, poiché questi prodotti contengono dei solventi
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molto pesanti, ad alto punto di ebollizione con la tendenza a un lento rilascio dal prodotto finito. Quindi, per l'ambiente in generale e, in particolare, per l'ambiente indoor è meglio misurare con attenzione. Bisogna lavorare anche sul tema delle vernici ad acqua, perché non è tutto oro quello che luccica e le complessità sono tante e svariate”. Pietro Ferrari - Più in generale siamo arrivati al paradosso delle emissioni zero, utilizzando un argomento di marketing come se fosse un argomento tecnico-scientifico ma vogliamo dire che è una mera impossibilità questo concetto di emissioni zero di formaldeide? Franco Bulian - “Si, io trovo molto corretto quello stanno cercando di comunicare i produttori europei di pannelli che dicono: il nostro obiettivo non è l'emissione zero ma di arrivare all'emissione del legno naturale. Ora questo mi sembra un obbiettivo intelligente e corretto verso l'utente finale: "Io sotto ciò che, naturalmente, emette il legno non posso scendere”. Pietro Ferrari - Quando parliamo di sostanze volatili e di emissioni indoor avete verificato nella vostra esperienza che si possono creare dei cocktail estremamente nocivi tra le varie sostanze? Franco Bulian - “Noi, come Catas, ci stiamo specializzando anche nell'analisi degli ambienti. È vero che ci sono molti altri laboratori in grado di portare avanti questo tipo di misure ma solitamente viene traslata l'esperienza che i laboratori hanno negli ambienti di lavoro, portandola nelle abitazioni private. La cosa può apparire semplice ma in realtà non lo è, perché quando si vanno a effettuare le misurazioni negli ambienti di vita, parliamo di concentrazioni che sono 100 se non 1000 volte più basse rispetto agli ambienti di lavoro, quindi catturarle non è semplicissimo. Chi le effettua deve rivedere un po' i suoi metodi, le sue procedure per andare su altri ordini di grandezza. Abbiamo alcune esperienze fatte direttamente nei luoghi di vita, devo dire che mentre la formaldeide in alcuni casi continua a essere un problema in ambienti particolari quali imbarcazioni da diporto o altri luoghi in cui c'è una concentrazione rilevante di pannelli, per le sostanze organiche volatili c'è un allarme se vogliamo un po' emozionale: sento un odore e lo collego al pericolo anche se in realtà la misura non lo
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IL LABORATORIO MOBILI DI CATAS.
rileva. C'è un effetto psicologico che non è, comunque, da trascurare. Dal punto di vista delle concentrazioni misurate devo dire che quasi mai si trovano situazioni allarmanti. Ci sono stati un paio di casi di trattamenti sui pavimenti, superfici importanti con quantità di sostanze aggressive che hanno impregnato il legno e che hanno fatto fatica a liberarsi. In ogni caso non bisogna favorire il panico: diciamo che stiamo parlando di concentrazioni sia di formaldeide sia di sostanza volatili assolutamente tollerabili in un contesto abitativo, nella stragrande parte dei casi i risultati delle prove di inquinamento indoor da formaldeide e da VOC sono tranquillizzanti”. Pietro Ferrari - Partendo dalle nuove capacità di effettuare l'analisi delle emissioni negli ambienti, quali sono oggi le attività di Catas nei suoi vari rami di attività? Franco Bulian - “Noi ci occupiamo di misurare e di fornire poi al mercato la possibilità di capire che cosa e quanto viene emesso da una certa materia prima o anche dal prodotto finito, quindi il nostro sforzo maggiore è quello di cercare di migliorarci sempre di più da questo punto di vista e di dare dei numeri che siano sempre più affidabili, sempre più precisi e coerenti. Questo è il fondamento della nostra attività: cercare di dare numeri che siano spendibili, che siano certi. Quindi c'è un grosso lavoro in questo ambito ma un grosso lavoro anche in ambito normativo dove questi metodi vengono definiti e dove vengono continuamente migliorati. Lavoriamo poi a livello dei tavoli dove si decidono quali valori, quali numeri possono essere inseriti come limiti e poi da qui, ovviamente, c'è tutta l'attività che svolgiamo per la nostra clientela. Sul tema della formaldeide, di cui ci occupiamo da trent'anni, siamo uno dei primi laboratori europei a livello di esperienza. Siamo stati anche il primo laboratorio a essere riconosciuto dalla California come Ente certificatore per questo tipo di attività e a breve lo saremo anche per la nuova legge federale che è stata appena approvata negli Stati Uniti. Il discorso californiano si estenderà entro l'anno a tutto il territorio degli Stati Uniti. E noi saremo uno dei laboratori autorizzati a svolgere attività di controllo. L'altro ambito è quello delle prove sulle emissioni di tutte le
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altre sostanze volatili. Stiamo da alcuni anni implementando le nostre potenzialità in termini di strumentazione e abbiamo ormai raggiunto una casistica che credo pochi altri istituti possano vantare, perché abbiamo analizzato al 2016 più di mille diversi materiali”.
!IL CATAS IN BREVE!" Il Catas è considerato oggi il più grande istituto italiano ed europeo nel settore del legno e dell’arredo. È un centro di ricerca supportato da un gruppo di lavoro altamente qualificato e specializzato, che può contare sulle competenze di circa 50 dipendenti, tra i quali laureati in chimica, fisica, ingegneria e matematica. I cinque reparti (materiali, superfici, prodotti finiti, chimico-biologico, e fuoco) coprono un vasto campo di prove e ricerche che vengono commissionate sia sui materiali che sui prodotti finiti. Per ogni singolo materiale e prodotto Catas è in grado di comprovare l’effettiva rispondenza a specifiche stabilite dal cliente, oltre che la conformità ai requisiti previsti da leggi o norme tramite la verifica delle prestazioni, della sicurezza e della durata dei prodotti. Da alcuni anni è anche attivo un ufficio tecnico in grado di eseguire simulazioni virtuali delle prove meccaniche. In questo modo, la sicurezza e le prestazioni di un nuovo prodotto possono essere valutate ancor prima della sua realizzazione, tramite modellizzazioni e simulazioni eseguite al computer e grazie l’impiego di particolari software dedicati. Questi sistemi consentono anche di ipotizzare delle modifiche al prodotto per migliorarlo, avendo così la fondata sicurezza che il prodotto finito – al termine del processo di ideazione, progettazione e realizzazione – supererà i test richiesti dal mercato. Tutte le prove sono condotte in conformità alle norme europee (EN), internazionali (ISO) e nazionali (UNI, DIN, BS, NF, ASTM, ANSI, eccetera.). A queste si aggiungono quelle effettuate secondo capitolati specifici richiesti dal cliente. Oltre all’accreditamento di Accredia, il Catas gode di svariati riconoscimenti da parte di enti pubblici (ad esempio quello del Ministero dell’Interno per le prove di reazione al fuoco o il californiano CARB per l’emissione di formaldeide), associazioni (il Bifma, che riunisce i produttori americani di mobili per ufficio) e grandi gruppi privati, fra cui Ikea e Intertek. Catas è anche inserito nell’elenco Cpsc (Consumer Products Safety Commission) per le analisi sul piombo nelle finiture per il mercato americano.
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TECNOLOGIE di Pietro Ferrari
BAUMANN
www.baumann-online.it
BAUMANN: IL PRODOTTO ALLA BASE, IL CLIENTE AL VERTICE Dinamismo e forza innovatrice per Baumann sempre attiva sui mercati internazionali.
TECNOLOGIE
Fondata nel 1969, la ditta Baumann nasce come azienda produttrice di carrelli elevatori laterali. La Baumann è conosciuta a livello internazionale per l’esperienza e la competenza nello sviluppare soluzioni innovative, rivolte soprattutto alla sicurezza e alla produttività aziendale nella movimentazione di materiali lunghi e ingombranti come travi, tubi e profili in genere. L’azienda offre, infatti, un’ampia gamma di carrelli elevatori laterali con portate che vanno dalle 3 fino alle 50 tonnellate per la movimentazione di diverse tipologie di beni e prodotti. Le macchine Baumann vengono utilizzate sopratutto nel settore del legno, dell’acciaio e della plastica, contribuendo
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così a implementare la produttività delle aziende che le utilizzano, ed è proprio il settore del legno quello dove vengono maggiormente utilizzati questi carrelli.
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Proprio in questi ultimi anni la Baumann si è concentrata sempre di più nello sviluppo di macchine a trazione elettrica sviluppando peraltro la nuova versione EGX 50 - 80 con il nuovo sistema a 120V dotata del nuovo e rivoluzionario sistema di uscita del montante “VRS” con viti a ricircolo di sfere per l’uscita del montante di sollevamento studiato e brevettato da Baumann. I riconoscimenti provenienti dal mercato sono stati molteplici sia in termini di durata nonché nelle prestazioni con eccellenti cicli di lavoro delle batterie nonché nella maneggevolezza e sicurezza di utilizzo della macchina. Questa tecnologia a 120V è ora proposta sulla nuova gamma ELX 30 – 40 - 50 Q.li di portata presentata all’ultima edizione del Logimat di Stoccarda, vetrina fieristica dedicata alla logistica di sempre maggior successo e respiro internazionale. La versione ELX è caratterizzata da dimensioni ed ingombri estremamente compatti ed inferiori alla precedente versione EHX con una sorprendente stabilità alle grandi al-
tezze combinata ad una praticità e maneggevolezza di guida di notevole confort; tutto questo unito da una inaspettata durata di utilizzo di carica della batteria combinata ed eccezionali prestazioni in termini di velocità. La nuova versione ELX è già presente sul mercato ed è a disposizione per essere provata presso la sede di Cavaion Veronese insieme al nostro team tecnico. Una caratteristica fondamentale di tutti i carrelli Baumann è la flessibilità ottimale nella movimentazione del legno in spazi ristretti, cosa che si rende possibile sfruttando il vantaggio di una piattaforma di carico estremamente bassa, ad ingombri di massima fortemente ridotti, nonché a un raggio di sterzata veramente limitato. Con oltre 13.000 mila carrelli che lavorano in tutto il mondo e nei più svariati settori di utilizzo, il marchio Baumann è sinonimo di affidabilità e di lunga durata, che si traducono in una reale efficienza produttiva per tutte le aziende che utilizzano i carrelli Baumann.
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TECNOLOGIE di Pietro Ferrari
KWB ITALIA
SOSTENIBILE ED ECONOMICO
Il nuovo impianto di riscaldamento KWB a Bene Vagienna.
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Ecologicamente sostenibile ed economicamente competitivo: queste le caratteristiche del nuovo impianto di riscaldamento installato presso l’istituto comprensivo di Bene Vagienna, in provincia di Cuneo. Per riscaldare i circa 2.500 m di superficie del polo scolastico e dell’adiacente palestra comunale, il comune piemontese ha optato per un impianto alimentato a biomassa. L’opera è stata realizzata da Comat che ha, a sua volta, scelto la soluzione impiantistica a biomassa legnosa stringendo una partnership con KWB Italia, azienda leader nello sviluppo di sistemi per il riscaldamento di ambienti domestici e di uso collettivo alimentati a legna spaccata, pellet e cippato. Sono state installate tre caldaie KWB Multifire MF2 alimentate a cippato, per un totale di 360 kW di potenza. Operativo dal 2015, l’impianto serve le due scuole facenti parte dell’Istituto Comprensivo Augusta Bagiennorum (la scuola elementare già esistente e la scuola media di recente costruzione), ma anche la nuovissima palestra comunale al servizio del polo scolastico, offrendo calore e la necessaria acqua calda sanitaria.
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L’ISTITUTO COMPRENSIVO DI BENE VAGIENNA.
www.kwb.it
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“Le diverse esigenze termiche degli edifici scolastici e della nuova palestra comunale hanno spinto l’amministrazione comunale di Bene Vagienna a selezionare un impianto la cui modularità permettesse di produrre calore in base alle richieste effettive, con un notevole guadagno in risparmio, unito ad una diminuzione degli sprechi e delle emissioni di CO2”, ha sottolineato Andrea Toselli, amministratore delegato di KWB Italia. La necessità di riscaldare una superficie vasta e una struttura altamente energivora ha portato la committenza a scegliere un combustibile, cioè la biomassa legnosa, il cui costo permettesse di contenere il più possibile le bollette del riscaldamento. Il cippato di legno, grazie alla sua economicità e reperibilità locale, si è rivelato la soluzione ottimale.
!L’IMPIANTO: TRE CALDAIE MODELLO KWB MULTIFIRE! È stato scelto di installare 3 caldaie KWB Multifire MF2, ciascuna da 120 kW di potenza, dotate di un campo di modulazione 36-120 kW. Inoltre è stata prevista la predisposizione all’allaccio di una quarta caldaia che alimenterà, nell’ambito di un progetto futuro, la rete di teleriscaldamento di un condominio adiacente alla scuola. Il deposito del cippato, come anche il locale caldaie, è interrato e ha una capienza totale di circa 120 m3. Ciascuna porzione del deposito è dotata di un braccio di alimentazione che rifornisce i generatori di biocombustibile legnoso. Il deposito è stato realizzato tenendo conto dell’opzione di riempimento di una porzione con il cippato ed un’altra con il pellet, qualora la soluzione si rivelasse più conveniente a livello economico, dato che il modello KWB Multifire è stato IL MODELLO KWB MULTIFIRE MF2.
ideato per funzionare con entrambi i tipi di combustibile. Le caldaie risultano indipendenti sotto il profilo dell'alimentazione e, trattandosi di cippato (ovvero materiale eterogeneo), in caso di inceppamento o arresto di uno dei sistemi di alimentazione, una parte dell'impianto risulterebbe ancora completamente funzionante. La realizzazione dell'impianto con generatori in cascata, infine, permette lo stop di una o più caldaie per l’ordinaria manutenzione senza dover compromettere la produzione di calore. Inoltre, l’intero sistema di riscaldamento è dotato di sistema di telecontrollo remoto per l’analisi di funzionamento, segnalazione anomalie, modifiche parametri di funzionamento, rilevamento della quantità di calore prodotto da ogni singolo generatore e della quantità di calore consumata dalle utenze. Il video del montaggio della centrale termica presso l’Istituto Comprensivo di Bene Vagienna è visibile al seguente link: https://youtu.be/W9Qabp5f19Q.
!KWB: L’ECCELLENZA AUSTRIACA IN ITALIA! Da oltre 20 anni, KWB cerca di rispondere alle particolari richieste del mercato relative all’accresciuta attenzione nei confronti dell’ambiente, nonché alla ricerca di soluzioni economicamente vantaggiose e, con la propria società affiliata in Italia, offre soluzioni innovative per il riscaldamento a biomasse su tutto il territorio italiano. “In Italia, abbiamo già installato oltre 2.000 caldaie a pellet, cippato e legna spaccata, utilizzate per il riscaldamento di ambienti da 100 m fino a reti di 15 abitazioni singole. Questo ha garantito un risparmio di 12 milioni di litri di gasolio di riscaldamento all’anno, per un valore economico di circa 16.000.000 euro, permettendo così una riduzione annua di anidride carbonica (CO2) di 38.000.000 tonnellate”, ha sottolineato l’amministratore delegato Andrea Toselli.
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APPUNTI di Franco Riccardi
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RICONOSCIMENTI AGLI ESPOSITORI PIÙ FEDELI A LEGNO&EDILIZIA Rebuli vice presidente di Piemmeti s.p.a. alle aziende Adveco di Brescia, all’austriaca Binderholz, alle tedesche Dietrich’s e Hundegger, all’Istituto Lazzeri Zennari di Vicenza e alla rivista Il Legno. Una matita in legno massello formato gigante, simbolo della Mostra internazionale sull’impiego del legno nell’edilizia, è andata anche al professor Franco Laner che da sempre collabora alla realizzazione dei convegni come massimo esperto italiano del settore, e all’amministratore dell’ente fieristico veronese. Nella serata presentata dal direttore di Piemmeti s.p.a. Raul Barbieri, Claudio Valente ha ricordato l’impegno di 94 milioni di euro col quale per i prossimi quattro anni Veronafiere darà supporto alle rassegne più significative fra le quali c’è Legno&Edilizia. Ripercorrendo la storia della biennale, Rebuli ha detto: “È stata una scommessa voluta dalla Piemmeti, e assieme alla Fiera di Verona siamo riusciti a farla crescere fino all’attuale edizione che conta 153 espositori e una superficie raddoppiata rispetto al 2015”. Franco Laner si è detto convinto che questa formula fieristica è vincente perché sa coniugare prodotto con cultura del legno: “Anche per questo ringrazio Legno&Edilizia che mi ha dato l’opportunità di trasmettere i valori del costruire col legno a un numero altissimo di persone, professionisti e semplici cittadini. La mostra crescerà se sapremo far diventare il legno un fatto di cultura e non solo una moda passeggera”.
APPUNTI
Un premio simbolico agli espositori più fedeli, presenti fin dalla prima Legno&Edilizia. È stato conferito in Fiera a Verona nella giornata inaugurale della 10a edizione, da Claudio Valente vice presidente di Veronafiere s.p.a. e da Ado
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NELL’ELENCO DELLE OPERE AD ALTO CONTENUTO TECNOLOGICO SONO STATE INSERITE ANCHE LE STRUTTURE IN LEGNO
SEGHERIA E COMMERCIO DI LATIFOGLIE EUROPEE E AMERICANE • IMPIANTI DI ESSICCAZIONE E VAPORIZZAZIONE
Da 40 anni al vostro servizio
Orsini (Assolegno): “Finalmente, dopo anni di intenso lavoro, il giusto riconoscimento a un settore all’avanguardia”. Con il Decreto del ministero delle Infrastrutture dell’11 novembre 2016 relativo alla riorganizzazione delle opere superspecialistiche (cosidette “SIOS”), l’OS32 è stata finalmente inserita tra le opere speciali così come meglio definito dall’art. 89 del Nuovo Codice degli Appalti (D.lgs 50/2016). Un riconoscimento che assume un significato particolare e che parte da lontano grazie all’impegno di FederlegnoArredo, come sottolinea Emanuele Orsini presidente di Assolegno (nella foto): “Grazie alla fondamentale e instancabile opera di sensibilizzazione della Federazione nei confronti delle istituzioni e al lavoro del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, possiamo affermare che oggi le imprese del comparto legno strutturale sono finalmente tutelate da un impianto normativo che riconosce le strutture di legno quali opere speciali, e che dà la possibilità all’intero settore di crescere nel rispetto dei requisiti di qualità del costruito, così come richiesto dalla Committenza Pubblica”. Da oggi, grazie a tale modifica, l’affidatario dei lavori in possesso della qualificazione nella categoria di opere generali non potrà più eseguire direttamente le opere in legno, ma dovrà avvalersi di imprese aventi la qualificazione OS32 richiesta in base all’importo della gara. Inoltre, se l’importo delle opere in legno supera il 10% dell’appalto, la compagine appaltatrice è vincolata a organizzarsi secondo una specifica Associazione Temporanea di Imprese (ATI), considerando così in modo paritetico “imprese generali” e le imprese del settore “legno strutturale”. Inoltre, vista la rilevanza tecnologica dei lavori per tutte le categorie individuate come superspecialistiche è fatto divieto di avvalimento. Il Decreto del ministero delle Infrastrutture va oltre: il legislatore infatti, in ragione della specificità delle SIOS, definisce dei requisiti di specializzazione che comprendono la formazione continua del personale tecnico e, laddove pertinente, la presenza di adeguati stabilimenti industriali. “Si tratta di un passo fondamentale per tutta la filiera del settore legno strutturale e che rende merito a tutte quelle imprese che con il loro lavoro quotidiano hanno fatto della serietà e della qualità del costruito il loro punto di forza all’interno del mercato nazionale e internazionale”, conclude Roberto Snaidero, presidente FederlegnoArredo.
ESSENZE EUROPEE: NOCE NAZIONALE • CILIEGIO • ROVERE • FRASSINO • ACERO • TIGLIO • CASTAGNO • ONTANO • PERO • OLMO • FAGGIO • FAGGIO VAPORATO • PIOPPO • CARPINO • LARICE AUSTRIA • LARICE VAPORATO • ABETE AUSTRIA • ABETE VAPORATO • ACACIA • CEDRO ESSENZE AMERICANE: BLACK WALNUT • CILIEGIO • RED ELM • TULIPIER • CIPRESSO • YELLOW PINE • DOUGLAS ESSENZE ESOTICHE: IROKO • WENGÈ • DOUSSIÈ • TEAK • MOGANO SAPELLI NOVITÀ LAMELLARE DI ROVERE, CASTAGNO E FRASSINO • PANNELLI DI OKOUMÈ
MARTIGNAGO LEGNO snc di Martignago Gino Raffaele & F.lli 31010 MASER (Treviso) - Via G. Marconi 30 Tel. 0423 923170 - Fax 0423 546170 info@martignagolegno.it - www.martignagolegno.it
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A ITALIA LEGNO ENERGIA CON PROGETTO CUOCO LE CUCINE A LEGNA RIEVOCANO LE ATMOSFERE E I SAPORI DI UNA VOLTA
AAPPUNTI
Soluzioni tecniche innovative, prodotti per il riscaldamento e la produzione di energia attraverso la combustione della legna. Di tutto ciò si parlerà, dal 24 al 26 marzo 2017, presso il polo fieristico della città di Arezzo, durante la seconda edizione di Italia Legno Energia, l’importante kermesse organizzata da Piemmeti s.p.a., società di Veronafiere specializzata in manifestazioni tecniche. Una grande esposizione di stufe, caminetti, cucine, caldaie a legna e pellet per uso domestico e industriale, che vedrà la presenza di circa 200 aziende produttrici. E un programma di eventi, convegni e workshop, realizzato in collaborazione con AIEL, che si pone l’obiettivo di far conoscere i benefici della filiera corta e delle energie da biomassa: economicità, sostenibilità, sicurezza e possibilità di accedere agli incentivi del Conto Termico. Una particolare attenzione sarà dedicata alle cucine a legna. Componenti di antica tradizione rivisitati e riproposti in chiave moderna e innovativa come alternativa sostenibile alla cucina a gas. L’uso della legna difatti, contrariamente al sentire comune, contribuisce alla lotta al cambiamento climatico, incrementando la crescita boschiva. È stato recentemente affermato come, grazie alla gestione sostenibile, la foresta è mantenuta nella fase di massima crescita, cioè quella che consente un continuo assorbimento di CO2 dall'atmosfera. Un aiuto anche per la progressiva estinzione di alcuni prodotti alimentari. Secondo quanto presentato alcuni mesi fa durante Earth Day, la giornata mondiale della terra, alimenti “insospettabili” come cacao, caffè, tè e mais, ma anche fagioli, crostacei, riso, vino, birra e miele, sono infatti destinati a scomparire dalle nostre tavole proprio perché minacciati dai cambiamenti climatici.
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Ma la cucina a legna porta con sé anche un forte valore simbolico, rievocando quel focolare domestico, un tempo luogo di aggregazione familiare, che nel contempo riunisce, nutre e riscalda, e che consente oggi di ritrovare le memorie di sapori antichi e genuini. Un’esaltazione di aromi che rende i cibi assolutamente inconfondibili. Mangia, scalda, ama, potremmo dire, rivisitando il titolo del celebre film con Julia Roberts. Può sembrare dunque anacronistico, ma accanto ai vantaggi ambientali è evidente la rilevanza culturale intrinseca del processo di cottura a legna, che comporta una riscoperta delle nostre radici contadine. Un metodo di cottura più lento, dosato e sapiente, che sarà brillantemente illustrato durante gli show cooking di Francesco Fichera, “cuoco primordiale”. E che troverà spazio anche nei post e negli scatti dei numerosi blogger e instagrammer che animeranno la Cucina Social di Progetto Cuoco, il bello della cottura a legna, l’idea innovativa tutta digitale di Piemmeti. Spazio dunque alle dimostrazioni di cucina con chef e blogger alle prese con tecniche antiche di cottura. Senza dimenticare che i visitatori ovviamente avranno l’opportunità di scoprire la sorprendente bellezza di tutti gli oggetti, dai caminetti alle stufe, legati al mondo del riscaldamento a legna. Un’autentica gara tra architetti e designers che avrà come teatro i bellissimi spazi della Fiera di Arezzo.
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DECREMENTO DELL'INSTALLAZIONE DI ENERGIE ALTERNATIVE Le nuove installazioni di eolico, fotovoltaico e idroelettrico nei primi undici mesi del 2016 hanno subito un decremento (-8%) rispetto allo stesso periodo del 2015. Si conferma la crescita del fotovoltaico con la nuova potenza installata fino a novembre 2016 che raggiunge 333 MW registrando un aumento del 24% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Risulta in aumento anche il numero di nuove unità di produzione connesse (+10%). Le installazioni di potenza inferiore ai 20 kW costituiscono il 96% degli impianti connessi corrispondenti a una potenza pari al 57% del totale. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento in termini di potenza sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, mentre quelle con il maggior decremento sono Liguria, Toscana e Valle d’Aosta. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento in termini di unità di produzione sono Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Molise, Puglia, Sicilia e Veneto, mentre quelle con il maggior decremento sono Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. Si conferma il trend negativo per l’eolico con la potenza dei nuovi impianti installati in diminuzione del 22% nei primi undici mesi del 2016 (circa 263 MW) rispetto allo stesso periodo del 2015, mentre le unità di produzione da fonte eolica connesse in rete sono aumentate del 2%. Le richieste di connessione di unità di produzione di taglia superiore ai 200 kW costituiscono l’85% degli impianti installati. Considerata la conformazione del territorio nazionale, la quasi totalità della potenza connessa (99%) è localizzata nelle regioni del Sud Italia. Si registra ancora un calo per il comparto idroelettrico che vede ridursi del 42% la nuova potenza installata (raggiunti circa 63 MW). Il numero di unità di produzione rispetto allo stesso periodo del 2015 ha subito un decremento del 12%. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento di potenza rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono Friuli Venezia Giulia, Lazio, Sicilia e Valle d’Aosta. Gli impianti idroelettrici di taglia inferiore ai 3 MW connessi nei primi undici mesi del 2016 costituiscono il 74% del totale.
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MARCO VIDONI NUOVO PRESIDENTE ASSOLEGNO Marco Vidoni, della Fratelli Vidoni di Montegnacco di Cassacco (Udine), è stato nominato presidente di Assolegno, associazione di FederlegnoArredo che riunisce oltre 500 aziende delle prime lavorazioni e delle costruzioni in legno. “Sin dalle prime fasi della mia presidenza e con il supporto fondamentale del nuovo consiglio direttivo porrò grande attenzione al consolidamento del ruolo del legno come materiale di eccellenza per le costruzioni e alla valorizzazione della filiera forestale italiana, ma lavorerò anche al rafforzamento della collaborazione con il mondo universitario e normativo che in questi anni hanno dato un contributo fondamentale alla crescita del settore”, così Vidoni al termine dell’assemblea. Eletto anche il nuovo consiglio direttivo. Il nuovo consiglio direttivo è così composto: Gruppo Prime Lavorazione Legno Milena De Rossi (Camillo De Rossi & C. s.n.c.) - Consigliere incaricato Marco Vidoni (Fratelli Vidoni s.r.l.) - Viceconsigliere incaricato Domenico Ierace (Società Agricola Forestale Ierace Domenico s.a.s.) - Viceconsigliere incaricato Stefano Cattoi (Magnifica Comunità Fiemme s.p.a.) - Osservatore Gruppo Grandi Strutture e Legno Lamellare Paolo Bentivoglio (Moretti Construction System s.r.l.) - Consigliere incaricato Claudio Rusconi (Gruppo Rubner) - Vice consigliere incaricato Albino Angeli (X Lam Dolomiti Srl) - Viceconsigliere incaricato Ilario Albertani (Gruppo Albertani) - Osservatore Gruppo Costruttori in Legno Attilio Bellucco (Cammi Group s.p.a.) - Consigliere incaricato Paolo Subissati (Subissati s.r.l.) - Viceconsigliere incaricato Mauro Zennaro (Zennaro Giuseppe Legnami s.a.s.) - Viceconsigliere incaricato Markus Damiani (Damiani – Holz & KO s.p.a.) - Osservatore
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Gruppo Case ed Edifici in Legno Angelo Marchetti (Marlegno s.r.l.) - Consigliere incaricato Alessandro Lacedelli (Gruppo Rubner) - Viceconsigliere incaricato Emanuele Orsini (Sistem Costruzioni s.r.l.) - Viceconsigliere incaricato (past president) Aldo Dattomi (Legnotech s.p.a.) - Osservatore
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For over 30 years, ALFA WOOD GROUP constitutes the natural dynamism for the wood processing industry in South Eastern Europe. ALFA WOOD is a leading company in the wood processing industry, even contributing to the growth of the European economy. In a nutshell, ALFA WOOD can be described by the love for wood, the progress with respect to the environment, the prime working force, the ambitious goals and well-advised strategy. ALFA WOOD GROUP consists from 3 factories and produce Raw MDF, Melamined and Veneered faced MDF panels. Laminate Flooring, Melamined and Vennered faced panels, Furniture, Profile, Doors, Worktops, Lumber, and Wood Pellets. ALFA WOOD GROUP has a full distrubution network and branches througout Greece. You can visit our website in order to find full details: www.alfawood.gr We need: SALES REPRESENTATIVE AT NORTH AND CENTRAL ITALY FOR WOOD PANELS: MDF, MDF MELAMINED, LAMINATE FLOORING, CHIPBOARD MELAMINED AND WOOD PELLETS WITH 10 YEARS EXPERIENCE AND MORE IN WOOD PANELS AND WOOD PELLETS. IF YOU DON'T HAVE EXPERIENCE IN THE WOOD FIELD DON'T APPLY . PLS SEND US YR APPLICATION (ONLY IN ENGLISH LANGUAGE) TO THE E-MAIL: secretary@alfawood.gr
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FIERE di Beatrice Guidi
BAU
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UN RECORD DI AFFLUENZE INTERNAZIONALI Risultati straordinari e giudizi estremamente positivi per BAU 2017 che nel 2019 raggiungerà una superficie espositiva di 200.000 metri quadrati: sono attualmente in costruzione due nuovi padiglioni.
FIERE
Per la prima volta, su 250.000 visitatori presenti a BAU 2017, 80.000 sono giunti dall’estero. BAU, Salone Internazionale di Architettura, Materiali e Sistemi, ha così registrato un’ulteriore crescita sul piano internazionale (2015: 72.000 visitatori esteri). Anche il ruolo di “fiera per architetti” è stato consolidato con 65.000 operatori di studi di architettura e progettazione. Infine, con 2.120 aziende da 45 Paesi, il salone ha registrato un nuovo record anche sul fronte degli espositori. Il direttore generale Reinhard Pfeiffer è soddisfatto dei risultati: “BAU continua a realizzare nuovi record, riaffermando il suo ruolo di motore dell’innovazione e del settore delle costruzioni.” Anche Dieter Schäfer, Presidente del Comitato Espositori di BAU, si mostra entusiasta: “Dal punto di vista degli espositori BAU è stato un successo pieno, confermando di meritare il titolo di principale salone internazionale di architettura, materiali e sistemi”.
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Per Martin J. Hörmann, Vicepresidente del Comitato Espositori di BAU, il salone è “l’appuntamento di riferimento del settore ogni due anni”. Fra i primi 10 Paesi per numero di visitatori spiccano nuovamente tre nazioni extra-UE: Turchia (3.055 visitatori / 2015: 3.716), Russia (2.868 / 2015: 2.500) e Cina. La quota già elevata di operatori cinesi è nuovamente aumentata (2.235 visitatori/2015: 2.096), riportando la Cina nella top-10. In occasione di BAU, Messe München ha comunicato di aver acquisito la quota di maggioranza di “FENESTRATION CHINA”, la più importante rassegna cinese di finestre, porte e facciate. “In qualità di futuri organizzatori di FENESTRATION BAU China, il riscontro estremamente positivo dei nostri espositori principali è molto importante,” ha sottolineato il Dott. Reinhard Pfeiffer. Cathy Peng, fondatrice di FENESTRATION CHINA e futura socia di FENESTRATION BAU
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China, vede nella stretta correlazione fra FENESTRATION CHINA e alcuni settori di BAU e l’appuntamento con BAU Congress China una forte situazione di “win-win”. La nuova vetrina “FENESTRATION BAU China” verrà allestita per la prima volta dal 7 al 10 novembre 2017 a Shanghai. Con questo evento anche BAU consoliderà la propria posizione in Cina, il mercato per l’edilizia più importante al mondo. In cima alla classifica dei visitatori di BAU si sono piazzate anche in queste edizione i “vicini di casa” Austria (11.520 visitatori), Svizzera (5.243) e Italia (5.013). La crescente rilevanza di BAU anche al di fuori dell’Europa è dimostrata dall’elenco dei Paesi che hanno registrato i maggiori tassi di crescita, come Corea del Sud (1.301 visitatori/+42%), Stati Uniti (792 visitatori/+40%) e India (803/+59%). “Nato nel 1964, BAU è diventato nell’arco di 60 anni un mega-evento di risonanza mondiale. È questa l’impressione che hanno avuto tutti coloro che si sono fatti largo nei 17 padiglioni,” ha dichiarato il direttore del salone Mirko Arend. Fin dal primo giorno i padiglioni e gli stand sono stati affollati, in un contesto caratterizzato come sempre da strutture di grande impatto, spesso a due piani. Negli stand si potevano vedere e ascoltare operatori di tutto il mondo. Le 2.120 aziende espositrici di 45 Paesi si sono fatte trovare pronte. Molte hanno portato al BAU personale qualificato per poter accogliere al meglio i numerosi ospiti internazionali. Anche se BAU 2017 ha richiesto il massimo impegno agli espositori, l’umore negli stand era eccellente in virtù dei molti nuovi contatti, del livello qualitativo dei visitatori e delle buone prospettive congiunturali.
!UN ELEVATO TASSO DI INTERNAZIONALITÀ! Ancora una volta gli espositori sono stati colpiti dall’internazionalità, dalla qualità e dalla varietà degli operatori qualificati. Il giudizio è unanime: BAU è unico nel suo genere, è il salone più importante del settore, a livello nazionale e internazionale. “BAU ha dato ancora una volta prova del suo ruolo di principale salone internazionale del settore,” ha sottolineato Bernard Gualdi, responsabile comunicazione di Braas. “BAU si è dimostrato più che mai il principale salone internazionale,” ha ribadito Thomas Lauritzen di Schüco. Breve quanto efficace il giudizio espresso da Ayten Yilmaz di Wicona: “BAU è l’evento clou”. Marc Everling, responsabile marketing e comunicazione di Interpane, ha apprezzato la varietà dei visitatori di BAU: “A BAU riceviamo una selezione di tutti i gruppi ai quali ci rivolgiamo”. Anche Werner Hansmann, capo di Saint-Gobain Rigips, dice: “Il numero di contatti internazionali è aumentato sensibilmente anche quest’anno”. Hannes Spiss ha portato per la prima volta a Bau l’azienda cinese Northglass e il vicepresidente si è detto “completamente soddisfatto. Per noi è fondamentale essere presenti nel 2019”. In vista della prossima edizione fra due anni, praticamente tutti gli espositori hanno espresso lo stesso giudizio chiaro: noi ci saremo ancora! La posizione di BAU come numero uno assoluto del settore dell’edilizia è confermata anche dal sondaggio fra i visitatori condotto dall’istituto di ricerche di mercato Gelszus, con valori massimi difficilmente superabili. Sul fronte degli espositori, quasi tutti (98) giudicano BAU ot-
FOTOGRAFIE: SONIA MARITAN.
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FIERE timo o buono. Il ruolo di fiera leader viene inoltre riconosciuto su un ampio fronte (95%) Il 95% degli espositori ha assegnato i voti più alti per la qualità, il 91% per l’internazionalità dei visitatori. Meno sorprendente che la situazione economica attuale venga giudicata dagli espositori migliore del 2015. Il 91%, rispetto all’81% di due anni fa, l’ha definita “ottima o buona”. Gli espositori confermano che la propensione a chiudere affari concreti è nuovamente migliorata rispetto al 2015. Quasi tutti gli espositori (98%) intendono tornare a BAU.
!SODDISFAZIONE TRA I VISITATORI!
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Il sondaggio fra i visitatori ha prodotto risultati stabili su livelli elevati. Anche in questo caso è difficile fare meglio. Come nel 2015, il 98% dei visitatori ha assegnato a BAU un giudizio da ottimo a buono e il 96% è intenzionato a tornare alla prossima edizione. I giudizi migliori sono stati espressi dai visitatori per la varietà e la completezza dell’offerta (98 percento “ottimo o buono”) e per la presenza dei leader di settore (95%). In tutte le categorie la soddisfazione dei visitatori oscilla fra il 90 e il 100%, ma anche questo è normale per BAU. L’obiettivo più importante, cioè informarsi sulle novità, è stato raggiunto dal 95% dei visitatori, registrando nuovamente un leggero incremento rispetto al 2015. Quasi tutti i visitatori, esattamente il 95 percento, sono operatori qualificati, mentre il 62% riveste una posizione chiave, almeno secondo i dati in nostro possesso. BAU ha convinto non solo per la varietà dei visitatori ma anche per l’ampia gamma di temi discussi.
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L’impatto della digitalizzazione sul futuro dell’edilizia è stato mostrato principalmente dagli espositori di BAU IT nel padiglione C3. il BIM (Building Information Modeling) era un tema ubiquo. Un altro tema ha dominato la scena: componenti e sistemi “intelligenti” con proprietà specifiche e in grado di reagire agli influssi esterni, dalla maniglia con lettore di impronte digitali alla facciata che produce energia, fino alla soluzione per la smart home completamente connessa in rete. Oltre che per la qualità degli espositori e l’imponenza degli stand, BAU è un punto di riferimento anche per il programma collaterale. I tre forum in fiera sono stati anche quest’anno vere e proprie calamite di pubblico. Posizionati nel cuore dei padiglioni (C2, C4 e B0), i forum consentivano a tutti, gratuitamente, - di conoscere i grandi temi del settore, dalla viva voce di figure indipendenti dell’architettura, della ricerca e dell’industria. Le presentazioni hanno affrontato i temi della digitalizzazione della progettazione e della costruzione, l’edilizia modulare di serie e le tecnologie “smart”. Il Forum B0 ha puntato gli obiettivi sulle soluzioni pratiche per il risanamento e l’ammodernamento di edifici, oltre a ospitare la Giornata del Settore Immobiliare e la Giornata delle Scuole Superiori. Accanto alle presentazioni degli espositori, i temi principali di BAU 2017 (Facciate intelligenti – Progettazione, costruzione e gestione digitali – Edifici connessi in rete – Costruire e abitare nel 2020) sono stati trattati e illustrati in mostre speciali e forum, da punti di vista e angolazioni differenti. BAU ha collaborato con partner prestigiosi come Fraunhofer-Allianz BAU, la società tedesca per l’edilizia sostenibile
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DGNB (Deutsche Gesellschaft für Nachhaltiges Bauen), l’istituto ift Rosenheim e la società tedesca di gerontotecnica GGT (Deutsche Gesellschaft für Gerontotechnik). BAU 2017 è stato aperto ufficialmente dalla Dott.ssa Barbara Hendricks, Ministro Federale dell’Ambiente, Conservazione della Natura, Lavori Pubblici e Sicurezza Nucleare del governo tedesco. Nel suo discorso il ministro ha definito il settore delle costruzioni come “settore chiave” dal punto di vista sociale. Con l’iniziativa per la costruzione di case è stata intrapresa la giusta strada: “La Germania brulica di cantieri. Dopo anni di stagnazione siamo riusciti a imprimere una svolta”. Dopo un ampio giro dei padiglioni il ministro ha aperto la Conferenza del BMUB con il titolo “Serve una politica dell’edilizia!”. Un evento di grande fascino e richiamo è stato anche quest’anno la “Notte Bianca dell’Architettura”. Nella serata di venerdì, oltre 35.000 visitatori hanno voluto scoprire i 70 edifici più significativi di Monaco di Baviera alle luci della notte. Durante il salone BAU anche quest’anno sono stati assegnati diversi premi, fra i quali il premio 1:1 “Das erste Haus” (la prima casa) in collaborazione con “Bauwelt”, il premio AIT per l’innovazione, il premio BAKA per i prodotti innovativi, il premio “Auf IT gebaut – Professioni del futuro nell’edilizia”, l’Oscar del mercato dei materiali per edilizia, e il Premio per gli Ingegneri della Baviera. Uno dei momenti salienti è stato l’annuncio dei vincitori di Archi-World-Academy, un concorso organizzato da BAU insieme al portale di architettura Archi-World e giunto alla terza edizione. I dodici vincitori, selezionati fra oltre 1.500 partecipanti provenienti da tutto il mondo, potranno fare un praticantato di sei mesi nello studio di un grande architetto internazionale: grande il loro entusiasmo in fiera nel vedersi fianco a fianco con i loro prossimi datori di lavoro.
!COS’È BAU!
BAU, Salone Internazionale di Architettura, Materiali e Sistemi, è la manifestazione più grande e importante del settore. La prossima edizione di BAU avrà luogo dal 14 al 19 gennaio 2019 presso il Centro Fieristico di Monaco di Baviera. Al Salone sono attesi circa 2.000 espositori da oltre 40 Paesi e circa 250.000 visitatori da tutto il mondo. Su una superficie di 185.000 m (il quartiere espositivo segna da anni il tutto esaurito), BAU presenta architettura, materiali e sistemi per l’edilizia industriale, commerciale e residenziale, e per l’arredo di interni, sia per le nuove costruzioni sia per l’edilizia di ristrutturazione. La fiera è l’unico evento al mondo che, ogni due anni, riunisce i leader del settore in una rassegna completa e trasversale a diversi comparti. Con la presenza di oltre 60.000 progettisti, BAU è anche il più grande salone specializzato al mondo per architetti e ingegneri. L’offerta merceologica è suddivisa per materiali edili, settori produttivi e tematici. L’offerta del salone è completata da un ricco programma di eventi collaterali, fra cui forum di alto livello con esperti da tutto il mondo.
!COS’È MESSE MÜNCHEN!
Messe München, con i suoi circa 40 saloni dedicati a beni di investimento, beni di consumo e nuove tecnologie nella sola piazza di Monaco di Baviera, è uno dei principali organizzatori fieristici al mondo. Oltre 30.000 espositori e circa due milioni di visitatori partecipano ogni anno alle manifestazioni presso il Centro Fieristico, il Centro Congressi Internazionale (ICM) e il Centro Espositivo MOC. Inoltre, Messe München organizza saloni specializzati in Cina, India, Turchia, Sudafrica e Russia. Con diverse consociate estere in Europa, Asia e Africa e oltre 60 rappresentanze straniere, che offrono i loro servizi in più di 100 Paesi, Messe München dispone di un’organizzazione su scala mondiale.
La prossima edizione di BAU avrà luogo dal 14 al 19 gennaio 2019 presso il Centro Fieristico di Monaco di Baviera. L’area espositiva si estenderà a 200.000 metri quadrati. Sono attualmente in costruzione due nuovi padiglioni.
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FIERE di Beatrice Guidi
DOMOTEX ASIA CHINAFLOOR
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PAVIMENTI IN MOSTRA
Il settore della pavimentazione di scena dal 21 al 23 marzo 2017 al DOMOTEX Asia/CHINAFLOOR di Shanghai.
FIERE
Domotex Asia/Chinafloor, la più grande fiera nel settore della pavimentazione nella regione dell'Asia-Pacific, si terrà dal 21 al 23 marzo 2017 a Shanghai e avrà al centro
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della scena, il design e l'architettura. Come parte integrante della manifestazione, Cadex, l'evento internazionale per il collegamento, l'apprendimento e il fare affari nel settore della progettazione e dell'architettura, alla sua seconda edizione e per la prima volta, a Domotex Asia/Chinafloor. Cadex, funzionerà come una sorta di collettivo di architettura dedicato alla progettazione, che genererà due giorni e mezzo di conferenze, eventi di networking, attività interattive, visualizzazione creativa e molto altro ancora. Cadex inviterà esponenti del design per esplorare i temi più caldi e all'avanguardia del settore, come, ad esempio, la decorazione della casa, la casa intelligente, la cultura dell'archi-
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tettura e del ricostruire, il retali, l'hotel. Cadex collaborerĂ con la Tongji University - College of Design & Innovation cinese per creare una piattaforma per analizzare le prossime tendenze nel settore della pavimentazione e scoprire nuovi modi creativi di utilizzare i materiali per la pavimentazione. Inoltre, alcuni opinion leader terranno una serie di conferenze e guideranno anche tour nel centro espositivo per sottolineare ed esplorare i contenuti piĂš rilevanti, su misura per i professionisti di architettura e design. Cadex ancora una volta ospiterĂ Materia, la rete globale nel settore dei materiali innovativi: su una superficie totale di 300 metri quadrati, i visitatori potranno dare uno sguardo piĂš da
vicino a centinaia di materiali da costruzione e a innovativi campioni. Nel 2016, Cadex ha attirato oltre 8.000 visitatori professionali, di cui oltre il 60 per cento erano architetti e progettisti, che operano nel mercato cinese e scouting di nuovi materiali da utilizzare; il restante 40% di visitatori erano commercianti, imprenditori, sviluppatori immobiliari e media.
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FIERE di Beatrice Guidi
MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT BIE – BIOMASS INNOVATION EXPO
www.bie-expo.it
UNA NUOVA FIERA PER LE BIOMASSE TERMICHE Nel contesto internazionale di MCE.Mostra Convegno Expocomfort.
FIERE
Una nuova fiera dedicata alle biomasse termiche si svolgerà in concomitanza con MCE – MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT, la manifestazione biennale dedicata all’impiantistica civile e industriale alla climatizzazione e alle energie rinnovabili in calendario dal 13 al 16 marzo 2018 in Fiera Milano. Reed Exhibitions Italia, la sede italiana del gruppo Reed Exhibitions, parte di RELX Group plc, leader mondiale nell'organizzazione di fiere e congressi che gestisce oltre 500 eventi in 30 Paesi, ha deciso di lanciare nel nostro paese una nuova manifestazione: BIE - BIOMASS INNOVATION EXPO,
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dedicata ai prodotti per il riscaldamento e la produzione di energia termica attraverso la combustione delle sostanze legnose: legna, cippato e pellet. BIE - BIOMASS INNOVATION EXPO sarà una vetrina completa dedicata a prodotti e soluzioni per il riscaldamento, per uso domestico ma anche industriale, alimentati a biomasse: stufe, caminetti, cucine e caldaie a legna e pellet, termocamini, termostufe, accessori, bruciatori, barbecue, canne fumarie, macchine e tecnologie fra le più innovative. Una fiera nella fiera nata con un duplice obiettivo: assicurare una speciale visibilità alle aziende del comparto degli impianti e attrezzature per il riscaldamento a biomassa legnosa, storicamente presenti nei padiglioni di MCE - MOSTRA CONVEGNO EXPOCOMFORT, e favorirne l’incontro con operatori specifici del settore, oltre ai 155.000 operatori della filiera dell’impiantistica ITS, di cui 39.140 esteri da 141 paesi che ogni due anni si ritrovano a MCE.
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“Il nuovo progetto BIE, spiega Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia, nasce con l’intento di rispondere alle sollecitazioni del mercato per offrire un evento di riferimento alle aziende che operano in questo settore grazie all’ampio contesto internazionale di MCE. BIE - BIOMASS INNOVATION EXPO andrà ad aggiungere valore a quel tessuto imprenditoriale di MCE che lavora sull’efficienza energetica e sulla qualità ambientale delle nostre città, della nostra industria e delle nostre case.” Più in dettaglio, BIE - BIOMASS INNOVATION EXPO 2018, che andrà ad occupare il padiglione 10 di Fiera Milano al centro di MCE, sarà una manifestazione ritagliata su misura per le esigenze della filiera di riferimento, con specifiche offerte e pacchetti di business per le aziende espositrici e la possibilità di mettere in funzione gli impianti grazie allo speciale sistema di scarico fumi presente nel padiglione 10. BIE - BIOMASS INNOVATION EXPO ha ottenuto il supporto immediato delle principali Associazioni di categoria, dai Partner storici di MCE – AICARR, ANGAISA, ANIMA e ASSISTAL – a CECED con ASSOCAMINI e UNICALOR, così come ANFUS, ASSOCOSMA, FUSPA e ITABIA, cui si stanno aggiungendo nu-
merose ulteriori organizzazioni in rappresentanza sia del mondo industriale, sia di quello tecnico professionale. Il forte coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali garantirà alla nuova Manifestazione una puntuale rispondenza ai trend del mercato e normativi e costituirà la base per un’offerta convegnistica qualificata. Naturalmente il lancio di BIE - BIOMASS INNOVATION EXPO sarà supportato da una significativa campagna di promozione sui media specializzati on e offline sia italiani che stranieri, attività di direct marketing e ufficio stampa. BIE - BIOMASS INNOVATION EXPO 2018 offrirà agli operatori una panoramica merceologica perfettamente integrata, in grado di rispondere ancor meglio alle necessità di una progettazione della climatizzazione invernale all’insegna dell’efficienza, della sostenibilità e del design, alcune delle istanze più sentite non solo dai singoli ma anche dal mondo dell’industria manifatturiera. Tutti i dettagli per le aziende su come esporre a BIE - BIOMASS INNOVATION EXPO e gli aggiornamenti sul programma della manifestazione sono disponibili su: www.bie-expo.it.
MOMENTI DELLA PRESENTAZIONE DI BIE-BIOMASS INNOVATION EXPO: NELLA FOTO A SINISTRA: MASSIMILIANO PIERINI, MANAGING DIRECTOR DI REED EXHIBITIONS ITALIA, A SINISTRA: NELLA SECONDA UN MOMENTO “TRADIZIONALE” CON GLI SPAZZACAMINI.
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FIERE di Beatrice Guidi
RI-COSTRUIRE 3.0
www.fieracostruire.com
L’ENERGIA DEL LEGNO
La valorizzazione di una risorsa fondamentale del territorio alla dodicesima Ri-Costruire 3.0, il salone dell’edilizia, del risparmio energetico e della sicurezza.
FIERE
L’idea di un contenitore tematico denominato “Legno Energia”, che già aveva avuto i suoi primi sviluppi qualche anno fa, torna protagonista a Longarone. La filiera del legno e il comparto del riscaldamento sono al centro di uno dei settori manifatturieri più diffusi della Regione Veneto e nella Provincia di Belluno coinvolgono aziende impegnate nell’edilizia, nell’industria, nell’artigianato, nel design, nelle energie rinnovabili e naturalmente nella gestione boschiva.“Longarone Fiere può svolgere – per il presidente Giorgio Balzan – il ruolo di tavolo di confronto tra gli attori principali del settore e promuovere al meglio, attraverso le manifestazioni fieristiche, quelle che sono le op-
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portunità offerte oggi dall’intera filiera”. Tra gli obiettivi principali spiccano sicuramente “la valorizzazione e la sensibilizzazione all’utilizzo del legno locale, anche in ottica di un
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riscaldamento ecosostenibile, etico e consapevole – come conferma il consigliere Claudia Scarzanella, ritenendo che la Fiera possa diventare – un volano per diffondere la cultura e sensibilizzare l’utente finale in merito alla risorsa legno a chilometri zero attraverso un progetto che sia condiviso il più largamente possibile da tutti gli stakeholder e con azioni quindi coordinate e sinergiche”. Già a un primo incontro, tenutosi in occasione della 39a Edizione di Arredamont, in diversi hanno accolto con entusiasmo e partecipazione il progetto.
Per Andrea Zenari dell’Istituto di Tecnologia del Legno Lazzari Zenari, è fondamentale che la valorizzazione del legno locale passi innanzi tutto attraverso la lavorazione della materia prima e solo successivamente si pensi all’impiego nel settore energetico. Mentre il Consigliere regionale Franco Gidoni ritiene necessaria una semplificazione della burocrazia, che oggi rappresenta un costo aggiuntivo rispetto alle realtà limitrofe, al fine di rendere il legname bellunese più competitivo sul mercato, e che non si sottovalutino le opportunità offerte dal nuovo PSR e dai fondi europei che premiano l’innovazione, la filiera corta e il fare rete. E sulla necessità di un intervento del Pubblico sulle regole che riguardano la filiera, in accordo con la parte imprenditoriale, è quanto esprime anche il Direttore del Centro Consorzi, Michele Talo, convinto che un coordinamento migliore deve coinvolgere tutti, nelle varie fasi, dal taglio dell’albero al falegname. Oltre a questo per Michele Nenz, intervenuto in rappresentanza di Coldiretti e Federforeste, è importante infine la sensibilizzazione del consumatore finale ad un acquisto consapevole, in termini sia di qualità del prodotto che di sostenibilità dei processi. E Longarone Fiere non solo si è resa disponibile a promuovere i prossimi incontri, ma ha anche previsto di dedicare al progetto un’area dell’ormai storica e consolidata manifestazione Ri-Costruire 3.0 (dal 25 al 26 febbraio e dal 3 al 5 marzo 2017), il Salone dell’edilizia, del risparmio energetico e della sicurezza, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione: una rassegna importante per il territorio regionale e del Nord Est più in generale, e una vetrina del know how acquisito dalle imprese di costruzioni e dai produttori di materiali per l’edilizia.
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PROGETTI di Monica Zani
AHEC
www.americanhardwood.org
LA SCALA AL CIELO
Il Tulipwood americano protagonista di uno straordinario exploit architettonico. La new entry del Diamond Exchange, quartiere israeliano in forte crescita, è il geometrico e unico grattacielo Amot Atrium, firmato dal noto architetto Moshe Zur. Collocato alle porte di Ramat Gan, il distretto del business, nel centro di Tel Aviv, il grattacielo offre ai visitatori che entrano in città una facciata dinamica e riccamente decorata. Con i suoi 158 metri d’altezza e 38 piani di uffici commerciali, il grattacielo di vetro è stato insignito della certificazione LEED Platino – la più importante del suo genere in Israele. Ognuno dei 43 piani del grattacielo è composto da due ali che abbracciano un ascensore centrale, visibile dall’esterno. L’atrio, esposto sul lato nord, si estende per l’intera altezza del grattacielo, permettendo alla luce naturale di filtrare all’interno delle lobby dei vari piani. Questo offre ai visitatori un’esperienza visiva sia mentre si attende l’ascensore sia mentre si sale. Inoltre, la vista dell’ascensore in movimento rende la facciata del grattacielo dinamica da una prospettiva esterna. La sequenza geometrica che svela l’atrio nella parte più bassa dell’edificio continua fino ai piani più alti che avvolgono l’atrio, come un volume interno, creando una forma geometrica unica.
!UNA SCALA SCULTOREA!
PROGETTI
Posizionata nell’ingresso del grattacielo c’è la straordinaria scala scultorea in tulipwood americano. Il nome dell’edificio deriva dal suo impressionante atrio, progettato da Oded Halaf, a cui venne un’idea visionaria: costruire una scala dalla forma del tornado, una scultura capace di conferire movimento e ulteriore fascino all’atrio ortogonale vetrato, disposto sui 4 piani. Halaf, inoltre, voleva che la scala fosse libera da sostegni visibili, un compito complesso e apparentemente impossibile, che doveva essere assegnato a un esperto con un giusto mix di conoscenza, esperienza e straordinaria creatività.
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Data la complessità, Halaf ha commissionato il progetto a Tomer Gelfand, un maestro artigiano specializzato nel fornire soluzioni architettoniche a problemi di ingegneria. Da quando ha ereditato lo studio del padre, fondato nel 1976, Gelfand ha maturato un’amplia esperienza in complesse realizzazioni di design in legno, acciaio inossidabile e vetro. In 18 mesi, dal momento in cui Halaf ha presentato a Gelfand la sua bozza di schizzo della scala, quest’ultimo è riuscito a eseguire, supervisionare e concludere tutte le fasi della sua realizzazione, trasformando il sogno di Halaf in realtà. D’accordo con quanto richiesto da Gelfand, la struttura della scala si compone di due parti intrecciate: lo scheletro della scala in metallo e l’involucro scultoreo in legno. Insieme, queste parti si elevano nella forma di un tornado che parte dall’area della reception al piano terra fino al primo piano mezzanino, quattordici metri più in alto. La reception è stata immaginata come il punto di partenza della scultura lignea a spirale, ed è fatta dello stesso legno tulipwood delle ringhiere della scala. Per fare questo, Gelfand ha ideato un sistema di profili continui in legno che appaiono fluidi e flessibili, ma sono estremamente rigidi e stabili. “L’intera struttura include la scala a spirale e l’elemento tornado che sembrano emergere dai muri a specchio dell’atrio d’ingresso. La scala e l’elemento tornado si fondono in cima al primo piano, e il piano circolare funge da balconata panoramica sull’imponente atrio sottostante. In alto la struttura è ricoperta da un elemento circolare simile che corona il progetto e perfeziona la complessa composizione”. Gelfand ha iniziato eseguendo una scansione MRI (risonanza magnetica) allo scheletro, tagliando la struttura verticalmente e generando delle sezioni lungo l’intero profilo in legno. Il numero risultante di sezioni trasversali, ciascuna con requisito radiale differente, ha prodotto un apparente
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numero infinito di archi. In modo da poterli gestire, Gelfand li ha ridotti in ‘archi-maestri’ – ottenuti dal calcolo della tolleranza d’inclinazione media del profilo in legno, cosa che determina il raggio e l’angolo dell’’arco-maestro’. Il passo successivo è stato quello di creare dei profili radiali dal materiale stesso: un totale di 9.000 metri lineari di tulipwood è stato tagliato con una macchina a controllo numerico per creare il blocco di archi maestro, ciascuno codificato e segnato per entrare con precisione nello schema generale. Dato che nessun pezzo singolo era intercambiabile, ogni misurazione doveva esser presa in anticipo per assicurare il successo dell’installazione finale. Per esempio, ogni punto di connessione tra i moduli è stato completato con un raggio opposto; insieme, queste formano un’onda sinuosa, così da creare una transizione continua senza interruzioni. Il tulipwood americano è stato selezionato per il progetto da Halaf e da Gelfand, dato che rispondeva pienamente ai requisiti di colore. Fattore addizionale è stato il costo, la prestazione e la lavorabilità del materiale. Nel progetto sono stati impiegati un totale di 120 metri cubi di tulipwood, messi a disposizione da fornitori locali. D’accordo con Gelfand, il tulipwood appena tagliato mostrava una varietà di colori che avrebbero ostacolato la qualità senza interruzioni della struttura. In modo da unificare il design, è stata scelta una palette di 12 tonalità di tulipwood, poi applicata ai moduli. Infine, i profili codificati sono stati spediti in sito affinché il puzzle finale potesse essere completato: un processo di assemblaggio molto preciso e delicato, della durata di 4 mesi e con la supervisione di Gelfand. Il risultato finale sintetizza il paradosso della creazione contemporanea: quello che appare come un gesto artistico, quasi apparentemente abbozzato è, in realtà, il risultato di una elaborazione algoritmica di dati e il prodotto di innumerevoli pezzi intercambiabili. Apparentemente arbitrario ma totalmente computerizzato, la materia della natura è controllata dalla tecnologia degli artisti contemporanei. “Funzionalmente ed esteticamente bella, la scala è in realtà un balconata panoramica sull’ingresso degli uffici sottostanti. Sebbene la struttura sembri flessibile, è in realtà completamente inamovibile; una combinazione di elaborazione algoritmica di dati e artigianato magistrale, che crea un ri-
sultato artistico, organicamente-inspirato”, conclude Gelfand. “Indicare la direzione non significa semplicemente fare in modo che una serie di scale vadano da un piano all’altro; è un’esperienza in sé, comprendere da una nuova angolazione, gradino dopo gradino, la struttura nel suo insieme”.
!UN EDIFICIO LEED PLATINO! Il grattacielo Amot Atrium che ha ospitato la scala ha ottenuto la certificazione LEED Platino, ciò significa che ha raggiunto il più alto livello possibile di sostenibilità e di efficienza di risorse. Non è un caso che il suo ingresso includa un’installazione organica. Lavorando il tulipwood, materiale relativamente leggero e con un’alta resistenza rispetto al peso, Halaf e Gelfand hanno creato una struttura impressionante che non è solo un’opera d’arte per la sua forma inusuale ma è anche un esempio di come il design hi-tech e la lavorazione tradizionale del legno possano unirsi per un impiego moderno.
!DETTAGLI DEL PROGETTO!
Progetto: Staircase at Amot Atrium Tower Località: Tel Aviv, Israel Architetto: Oded Halaf Architetti responsabili: Aviva Ben Ari & Daria Tsoy Strutture in legno: Tomer Gelfand Ingegnere: Aeronautic Engineer Prof. Doron Shalev Data di completamento: 2016 Tipologia di legno: American tulipwood Fotografia: Itay Sikolski - Numsix
!AMERICAN TULIPWOOD!
L’american tulipwood ha un alburno bianco crema con striature del durame che variano dal marrone giallognolo pallido al verde oliva. Il verde del durame tende a scurire con l'esposizione alla luce e a diventare marrone. Il legno ha fibre dritte e venature da medie a fini. Essendo una delle specie di maggior valore e versatilità tra i legni duri americani, il tulipwood è ampiamente usato nelle costruzioni, nella falegnameria e per gli arredi. Anche se si tratta di un legno relativamente leggero e soffice, il tulipwood americano ha ottime proprietà tecniche; è molto resistente rispetto al peso ed è ideale per travi e strutture laminate. Il tulipwood spesso viene colorato o tinto ma il suo crescente impiego al naturale finisce per mostrare le sue meravigliose varietà di colori e venature.
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PROGETTI di Beatrice Guidi
TINO SANA
www.tinosana.com
IL PRESTIGIO DELLA FALEGNAMERIA
Risultati di eccellenza per il legno di Tino Sana.
PROGETTI
IN ALTO A DESTRA: ISAIA&ISAIA A TOKYO. A DESTRA: MISSONI A PARIGI. NELLA PAGINA A DESTRA: PANERAI A MILANO.
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Tino Sana, storica falegnameria italiana specializzata nella realizzazione di arredi per alberghi, navi da crociera e complessi comunitari di grande prestigio, continua a portare alto il nome del Made in Italy nel mondo. Prossimi appuntamenti: la boutique di Officine Panerai a St. Moritz e nel dicembre 2016 il ristorante Igniv dello chef Andreas Caminada all’interno del Badrutt’s Palace di St. Moritz, tutti con arredamenti rigorosamente realizzati da Tino Sana. Collaborazioni di grande prestigio che vedono Tino Sana distinguersi per arredi di qualità, fatti di passione artigiana, design d’alta classe e cuore made in Italy. Nel dicembre 2016, in particolare, sarà inaugurato lo spazio multibrand del Gruppo Richemont, di cui Panerai è parte. E queste sono solo le espressioni più recenti di una collaborazione nata nel 2011 che ha portato alla realizzazione degli arredamenti per le boutique di Hong Kong (tre piani di vendita al dettaglio di cui uno riservato alla clientela VIP e uno al customer care), New York, sul tratto più prestigioso di Madison Avenue e Miami, all’interno del nuovissimo Design District. Nonché: Taipei, Seul, Pechino, Milano e Parigi in Rue du Faubourg Saint-Honoré. Un lavoro fatto di grande creatività e professionalità, di attenzione altissima per i dettagli e per la qualità delle finiture, grazie alla collaborazione con il celebre architetto spagnolo Patricia Urquiola con cui Tino Sana ha iniziato a collaborare nel 2012 per la realizzazione degli store Missoni di Milano e Parigi, spazi caratterizzati da intensi cromatismi, con colori e disegni della casa stilistica trasposti direttamente in arredi e architetture. Un rapporto di fiducia, quello tra Tino Sana e Urquiola, basato sulle reciproche professionalità, sulla ricerca costante
della massima qualità tecnologica e artistica e sulla valorizzazione del made in Italy, ancora più richiesto e apprezzato nel campo degli arredamenti top gamma, che con i progetti Panerai ha raggiunto uno dei suoi massimi livelli espressivi. Tino Sana, infatti, ha mostrato la straordinaria
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capacità di trasformare in progetti concreti le intuizioni del famoso architetto, leggendole e interpretandole grazie a un accurato lavoro di ricerca e sviluppo, unendo le ultime tendenze in fatto di arredi con lavorazioni particolari e innovative. Dalla carta, dunque, ad arredi indimenticabili, unici nel loro genere. “L’ideazione di arredi per Panerai richiede un appassionato studio di materiali: siamo alla costante ricerca di concept capaci di richiamare la filosofia del brand, da sempre ispirato al mondo della nautica. Da qui, ad esempio, l’idea di usare un vetro stratificato composto da vetro cannettato con uno specchio, perfetto per restituire la magia del mare, o ottoni bruniti e rivestimenti in legno di rovere con incisioni in MDF Medium density fiberboard, pannello di fibra a media densità) e giunco nero come i deck degli yacht – spiega
Gianpaolo Sana oggi alla guida dell’azienda con il fratello Guido, precisando – è una sfida appassionante, una missione resa ancora più stimolante dal fatto che con Officine Panerai condividiamo gli stessi valori: entrambi amiamo il design, il rispetto della storia, il rigore del progetto, l’eccellenza”. Tino Sana, in particolare, ha iniziato a lavorare nell’arredamento di stores e boutique negli anni ’90, collaborando con Armani e Trussardi, per poi riprendere nel 2012 con ISAIA&ISAIA, azienda di abbigliamento maschile d’alta gamma per cui hanno realizzato i negozi di Milano, Tokyo, New York, Los Angeles, e diversi corner nei mall USA, e con Artioli, brand di calzature d'alta qualità, per cui ha curato l’allestimento dei negozi di Londra, di Nizhny Novgorod, in Russia, di Bagdad, prossima apertura.
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EVENTI di Franco Riccardi
FONDAZIONE RADICEPURA
IL FESTIVAL DEL GIARDINO MEDITERRANEO Un evento per il garden design e l’architettura 2017.
EVENTI
Apre a Giarre (CT) in Sicilia la prima edizione del Garden Festival del Mediterraneo, promosso dalla Fondazione Radicepura. Il festival è il primo evento internazionale dedicato al garden design e all’architettura del paesaggio del Mediterraneo, che vede coinvolti giovani designer, istituzioni, imprese, grandi protagonisti del paesaggismo, dell’arte e dell’architettura. Fino al 21 ottobre, nel parco botanico della Fondazione Radicepura, sarà possibile visitare quattordici giardini, realizzati appositamente con le piante più originali coltivate da Piante Faro, che raccoglie 800 specie e oltre 5000 varietà di piante: tropicali, grasse, aromatiche, alberi mediterranei e agrumi. Quattro giardini saranno creati da garden designer di fama internazionale: Michel Péna, Stefano Passerotti, James Basson, Kamelia Zaal. Altri sei, di dimensioni più piccole, saranno realizzati da giovani paesaggisti selezionati tramite un bando internazionale. La call, che si è chiusa l’8 gennaio 2017, ha registrato un’importante partecipazione, con oltre 200 domande provenienti da 10 paesi diversi. La giura, presieduta da Sarah Eberle con Jordi Bellmunt, Carmela Canzonieri, Daniela Romano, Franco Livoti e la collaborazione di Pablo Georgieff, ha selezionato a gennaio i sei partecipanti, che provengono da Università degli Studi di Bologna (Italia), Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Barcelona - ETSAB (Spagna), Agence de Paysage Andueza Agor (Francia), Istanbul Technical University e Mustafa Kemal University (Turchia) a cui si aggiunge un professionista freelance (Uruguay/Francia).
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www.radicepurafestival.com
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Cuore del festival sarà la celebrazione del giardino, non solo nella sua valenza estetico-culturale ma anche per il suo ruolo di luogo ideale per fermare lo sguardo sulle bellezze, in questo caso, della Regione siciliana: attraverso la personale interpretazione dell’Esperienza Mediterranea - tema della prima edizione del Radicepura Garden Festival - di quattro grandi paesaggisti e di sei giovani designer si vuole dunque creare un evento – spazio capace di agglutinare arte, cultura enogastronomica e tutela dell’ambiente, come elementi costitutivi di un territorio straordinario. «Il Mediterraneo è uno dei “grandi cantieri” dell’umanità in tutti i sensi del termine: ecologia, culture, economie, cono-
scenze, vivere insieme - dichiara Pablo Georgieff, direttore artistico del festival. Abbiamo tutti voglia di essere coinvolti nell’invenzione di questo futuro al quale crediamo. Allora per pensare e fare i giardinieri, l’occasione di un nuovo festival unico nel suo genere merita un’attenzione particolare: è, a quanto ne sappiamo, il primo festival dei giardini organizzato in una struttura vivaistica. Questa idea permette di scoprire non solo lo “show” dei giardini, ma anche la realtà della produzione in vivaio e da visibilità al lavoro di tutti gli attori della costruzione dei giardini». Altri giardini da scoprire saranno La Macchia, giardino – specchiante; l’anamorfosi, un’istallazione artistica-botanica realizzata da François Abelanet con Michel Péna per la mostra Jardins d'Orient, che arriva a Giarre grazie all’Institut du monde arabe di Parigi; il Giardino Italia in collaborazione con l’Università degli Studi e l’Orto Botanico di Padova; e ancora l’Orto didattico. Il parco botanico di Radicepura ospiterà, inoltre, interventi artistici e mostre: i due artisti siciliani Emilio Isgrò e Alfio Bonanno realizzeranno opere e allestimenti site specific per il festival; la Galleria Collicaligreggi curerà una mostra fotografica legata al mondo della botanica. Per tutta la durata del festival, è inoltre previsto un fitto calendario di appuntamenti e incontri, per approfondire attraverso workshop, conversazioni e passeggiate i temi proposti nella manifestazione. Radicepura è un parco florovivaistico unico, orientato alla ricerca, che racchiude in sé l'autenticità della natura e la tecnologia più innovativa, nel rispetto dell'ambiente. Situato tra l'Etna e la costa Ionica, il parco è in continua crescita e nel 2017, in occasione del Radicepura Garden Festival, aprirà le porte il nuovo giardino botanico, il polmone verde del parco.
Ufficio stampa Stilema – Torino Anna Gilardi anna.gilardi@stilema-to.it Alessandra Valsecchi radicepuragardenfestival@stilema-to.it
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FORESTA di Franco Riccardi
TRENTINO SVILUPPO
www.trentinosviluppo.it
DALLA SMART CITY ALLA SMART FOREST: IN TRENTINO SI PROGETTANO LE FORESTE INTELLIGENTI
L'evoluzione di un settore fino ad oggi amministrato con metodi tradizionali.
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Dalla smart city alla smart forest. Accade in Trentino, dove si stanno provando ad applicare alcune delle tecniche alla base degli esperimenti di “città intelligente” a un contesto totalmente diverso: quello dei boschi nelle aree non urbanizzate, che rappresentano quasi l'80% del territorio. Rendendo più efficiente la gestione, il monitoraggio e la di-
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vulgazione delle risorse “verdi” presenti in Provincia di Trento, e organizzando i dati in un sistema telematico che ne velocizzi la condivisione e ne migliori lo sfruttamento. È un'iniziativa in divenire di cui però sono state già realizzate alcune parti, grazie alla collaborazione fra la società Trilogis (insediata nell'incubatore di Trentino Sviluppo spe-
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cializzato in meccatronica a Rovereto), il Consorzio dei Comuni Trentini, la Fondazione Edmund Mach (FEM) e la Fondazione Bruno Kessler (FBK). “Si tratta di informatizzare e dare coerenza a un settore ancora gestito con metodi tradizionali", spiega il presidente di Trilogis, Gianni Rangoni. Partendo dalle immagini LIDAR – ossia ricavate dai radar degli aerei in volo sul territorio – e usando algoritmi sviluppati da FEM e FBK, assieme al software di Trilogis, è già oggi possibile tenere sotto controllo l'estensione e il mutamento delle specie boschive, stimare le masse legnose, l’altezza delle piante con molta maggiore accuratezza di quanto fosse possibile un tempo. “Si registrano le decine di migliaia di “echi di ritorno” della emissione elettromagnetica del sensore, in modo che, a seconda delle diverse altezze delle piante, con particolari modelli matematici che abbiamo messo a punto, si ottengono dati molto precisi sul volume legnoso, la biomassa, il numero di alberi del bosco“, racconta il direttore tecnico di Trilogis, Massimo Barozzi. Ai forestali del Comune di Arco (Trento) sono stati consegnati dei nuovi strumenti di lavoro: dei tablet che consentono di comunicare in tempo reale agli enti di competenza
eventuali problemi del territorio, come la presenza di crepe o danneggiamenti colposi, nonché di memorizzare altri dettagli, come i punti da cui è stata presa la legna, o dove è stata accatastata. Informazioni già in passato rilevate dai custodi dei boschi, ma che, per la natura ancora essenzialmente analogica del servizio, spesso non venivano condivise e messe in rete nella maniera più adeguata. Le migliorie introdotte non hanno riguardato comunque soltanto chi opera sul “campo”, ma anche gli uffici provinciali che si occupano di territorio e urbanistica, per i quali i tecnici del software di Trilogis hanno sviluppato dei programmi che automatizzano, su base geografica, la gestione dei piani forestali e di taglio. Il progetto, che vorrebbe coinvolgere in futuro anche i Paesi transfrontalieri dell'arco alpino, mira anche alla creazione e allo sviluppo di alcune best practice da esportare in altri territori. Fra le componenti (ancora da realizzare) dell'iniziativa "smart forest" anche un sistema per l'auditing delle informazioni per l'ottenimento della certificazione PEFC; quella che attesta, fra le altre cose, che la carta usata in libri e quaderni provenga da boschi amministrati in maniera eco-sostenibile. Oggi le foreste svolgono un ruolo sempre più importante nelle economie dei diversi settori all'interno dei paesi alpini: grazie al turismo, alla capacità di fornire bio-energia e come riserva di legno di alta qualità. In tempi di crescente cementificazione e rapidi cambiamenti climatici, sono preziose anche per le loro funzioni di ritenzione idrica, protezione idrogeologica e sottrazione di carbonio dall'atmosfera. Nei paesi in via di sviluppo potrebbero essere usate queste tencnologie per combattere la deforestazione illegale e il disboscamento selvaggio. Renderle smart, è un passaggio necessario e urgente per sfruttarle al meglio.
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INDIRIZZI UTiLI
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elenco alfabetico
009_FEBBRAIOE_2017
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