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dal 1922 anno 96
345 ottobre 2017 345 october 2017
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EDITORIALE L'ESTATE DEL FUOCO di Pietro Ferrari
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FOCUS PROBOS CONSUMI DI LEGNO SOSTENIBILI, L’ESEMPIO OLANDESE di Pietro Ferrari
12 LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ LO CHIAMAVANO “LEGNO LOCALE” di Andrea Zenari 18
TECNOLOGIE MICROTEC OBERHOFER HOLZINDUSTRIE REFILATURA DI PRECISIONE di Pietro Ferrari
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TECNOLOGIE ISVE ITLAS LA QUADRATURA DEL CERCHIO di Pietro Ferrari CARPENTERIA DUFTER IL LEGNO ASCIATO, IDEALE PER REALIZZAZIONI TRADIZIONALI E MODERNE di Pietro Ferrari
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VERO LEGNO ANNIVERSARIO IL VENTENNALE DI VERO LEGNO di Sonia Maritan e Pietro Ferrari
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VERO LEGNO IMOLA LEGNO ANNIVERSARIO IL NUOVO SHOWROOM CUSTODE DI 40 ANNI DI ATTIVITÀ di Sonia Maritan
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VERO LEGNO MA.VI. INTERVISTA CAMPIONI DI TEAK, IMPIALLACCIATURE E PIUME di Sonia Maritan
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VERO LEGNO ANIMA CONTEMPORANEA INTERVISTA L’ANIMA “CONTEMPORANEA” DI LAURA di Sonia Maritan
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VERO LEGNO SPOTTI TRANCIATI INTERVISTA IL VALORE DI UN MARCHIO di Sonia Maritan
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QUOTAZIONI IL PREZZO MEDIO DEL LEGNAME SULLA PIAZZA DI MILANO Rilevazione del 19 ottobre 2017
SOMMARIO 345 IL LEGNO OTTOBRE 2017 www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com
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OTTOBRE 2017
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EVENTI WEINIG VINCE L'ITALIA di Pietro Ferrari
SEGHERIA E COMMERCIO DI LATIFOGLIE EUROPEE E AMERICANE • IMPIANTI DI ESSICCAZIONE E VAPORIZZAZIONE
Da 40 anni al vostro servizio
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EVENTI HOLZIUS DIECI ANNI DI HOLZIUS di Pietro Ferrari
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TRADE MERCATO DEL LEGNO SEMINARE PASSIONE di Pietro Ferrari
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FIERE EUROBOIS LIONE APPUNTAMENTO CON LA FILIERA DEL LEGNO IN FRANCIA di Beatrice Guidi
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FORESTA FORESTE MARSICANE FORESTE MARSICANE di Paolo Ferrari
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INDIRIZZI UTILI
ESSENZE EUROPEE: NOCE NAZIONALE • CILIEGIO • ROVERE • FRASSINO • ACERO • TIGLIO • CASTAGNO • ONTANO • PERO • OLMO • FAGGIO • FAGGIO VAPORATO • PIOPPO • CARPINO • LARICE AUSTRIA • LARICE VAPORATO • ABETE AUSTRIA • ABETE VAPORATO • ACACIA • CEDRO ESSENZE AMERICANE: BLACK WALNUT • CILIEGIO • RED ELM • TULIPIER • CIPRESSO • YELLOW PINE • DOUGLAS ESSENZE ESOTICHE: IROKO • WENGÈ • DOUSSIÈ • TEAK • MOGANO SAPELLI NOVITÀ LAMELLARE DI ROVERE, CASTAGNO E FRASSINO • PANNELLI DI OKOUMÈ
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IL LEGNO
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L'ESTATE DEL FUOCO Come accade in maniera ricorrente, quando il clima estivo si fa torrido e secco, il fuoco si scatena contro la foresta, il bosco o, semplicemente, contro i poveri cedui italici. Sappiamo con ragionevole certezza che la stagione secca viene "aiutata" nei suoi effetti da una mano che stentiamo a definire "umana", o, viceversa, le intenzioni di questi cosiddetti "piromani" sono favorite dal fattore climatico. E' un altro aspetto di quella violenza estiva che si scatena contro persone, animali, vegetali e cose in nome di una bestiale voglia di trasgredire e di risentimenti che non hanno fondamento se non nel senso di inadeguatezza di certi individui. In una fase di perdurante crisi immobiliare, in un momento in cui una maggior razionalità sembra regnare nei confronti del reclutamento di forze di tutela del patrimonio boschivo, sembra difficile trovare, al di là della malattia mentale, motivazioni che spingano le mani di chi incendia la foresta. Poi, se allarghiamo i nostri orizzonti, vediamo le terribili immagini dei roghi in Portogallo e in Spagna, e, ancora, le apocalittiche visioni degli incendi nelle maestose foreste, inframmezzate da aree vinicole, della California. Ci chie-
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di Pietro Ferrari
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EDITORIALE
diamo se non si stia perdendo, nella noia angosciosa dei notiziari televisivi, ogni rapporto con il manto forestale sempre più ridotto che copre il pianeta, lasciando sopravvivere, nella disattenzione generale, solo dei piccoli parchi giochi, con le conseguenze che si possono immaginare. Consola, però, pensare che organizzazioni di varia natura, dalle Nazioni Unite alle micro realtà locali, si adoperino per sensibilizzare opinione pubblica e decisori su queste tematiche, ma ancora più vedere come la natura abbia (ancora?) una prodigiosa capacità di rigenerazione nonostante le scellerate iniziative umane: questo dovrebbe farci riflettere sul "posto dell'uomo nell'universo".
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FOCUS di Pietro Ferrari
PROBOS
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CONSUMI DI LEGNO SOSTENIBILI, L’ESEMPIO OLANDESE In uno studio di Probos il consumo di legname olandese a base sostenibile cresce all'83 per cento in un decennio. Sforzi significativi sono stati applicati sin dagli anni Novanta per rendere l’uso di una materia prima sostenibile il fattore dominante nel mercato del legname olandese ma l’impegno costante di molte persone dedicate a questo tema ha portato i suoi frutti. Gli ultimi dati del 2015 evidenziano una quota di legname sostenibile e di pannelli in legno a 83,3 per cento e 65,4 per cento nel settore della carta e del cartone. Questo è da confrontare con il 13 per cento e con lo 0,5 per cento un decennio prima.
cato olandese. Si tratta di un'analisi completa delle quote di mercato, effettuata con ogni produttore olandese di legname, carta e / o cartone approfondito per i singoli dati e verificato con tutti gli importatori di legno segato, pannelli in legno, carta e cartone. Le cifre della quota di mercato nello studio non possono essere collegate direttamente all'utilizzatore finale, ma l'approccio coerente dei cinque studi di Probos fino a oggi significa che i dati sono comparabili e possono essere identificate le tendenze di anno in anno.
!MONITORAGGIO COERENTE DI APPROCCI DI ORIGINE!
!DEFINIZIONE DI RISORSE SOSTENIBILI!
FOCUS
Queste cifre provengono dal più recente studio di mercato del legname Probos, sostenibile, il quinto in dieci anni. È stato avviato, in linea con gli studi precedenti, utilizzando l’"approccio sorgente". Ciò significa che i volumi di legno certificato sono stati calcolati quando sono entrati nel mer-
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rispetta i criteri di sostenibilità nella politica degli appalti del governo olandese. Ciò significa che il legname è certificato secondo schemi FSC® e PEFC e, per la prima volta nel 2015, anche secondo il sistema di certificazione del legname malese (MTCS). Tutti sono ora accettati sotto l’egida della politica di approvvigionamento olandese come dimostrazione
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evidente della sostenibilità e, per rendere lo studio comparabile con l'edizione 2013, le quote di mercato per quell'anno sono state ricalcolate per includere legname certificato MTCS.
!LA CRESCITA CONTINUA! Nel 2015, sul mercato olandese è stato collocato un totale di quasi 4,5 milioni di metri cubi di legname e pannelli a base di legno equivalente (RWE1), quindi l'83,3 per cento del suo consumo totale di segati e compensati (vedi tabella 1). Ciò mette una quota di mercato del legname sostenibile per oltre il sette per cento,(p.p.) sulla data del 2013 del 76,0 per cento. Questa crescita è simile a quella tra il 2011 e il 2013 e porta l'aumento totale del volume del consumo di legname sostenibile dal 2005 al 2015 a 3,6 milioni di m3 di RWE.
La quota di mercato del legno di resinose è aumentata fino all'85,47, ritornando ai livelli del 2011, mentre la quota sostenibile di legname tropicale segato è aumentata di 6,8 p.p. al 63,3 per cento. Anche il settore del pannello a base di legno mostra una crescita ancora maggiore, in termini di 7,2 pp. all'88,2 per cento, e questo segna un significativo 28,8 p.p. tra il 2011 e il 2013.
!MALESIA CHIAVE PER LEGNO TROPICALE SEGATO! Come nel 2013, la Malaysia rimane il paese di origine più importante del mercato olandese in termini di legno duro tropicale segato volume di importazione. Infatti, la sua quota è aumentata dal 32 per cento nel 2013 al 36 per
!CRESCITA TRA I GRUPPI DI PRODOTTI! Tutti i gruppi di prodotti nell'ultima relazione visualizzano la crescita in percentuale di materiale sostenibile. Il legname temperato ha visto il più grande aumento, dal 20,7 per cento al 33,7 per cento (vedi Figura 1). Ma questo segnale ancora un ritardo rispetto ad altri gruppi di prodotti in termini di quota totale. La causa più probabile è la presenza dell'industria dell'imballaggio, che utilizza quantità significative di legni temperati, ma molto poco sostenibili.
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redazione@webandmagazine.com
FOCUS
cento nel 2015. Successivamente so aggiungerà il Camerun con il 19 per cento, il Gabon, un altro fornitore significativo al 14 per cento. Quasi la metà dei legni tropicali segati di provenienza sostenibile provengono dalla Malesia, con una quota del 47 per cento, principalmente certificata PEFC. Dietro il Cameroun, raggiungono il 10 per cento il Gabon il 9 per cento l'Indonesia.
!LA QUOTA DI FSC E PEFC RIMANE COSTANTE! Nel 2015, il 55 per cento in volume di legname e pannelli in legno a base sostenibile sono stati certificati FSC®, il resto è stato certificato PEFC. Il rapporto tra le certificazioni rimane simile a quello del 2013, quindi l'accettazione del materiale certificato MTCS come sostenibile ottenuto nell'ambito della politica di approvvigionamento olandese non ha alterato l'equilibrio. La quota del consumo totale di legno olandese da legname certificato nell'ambito dei regimi è del 40,9 per cento per FSC® e 33,1 per cento per PEFC.
!MATERIALI PER LA PRODUZIONE DI CARTA E CARTONE!
FOCUS
Il totale di carta e cartone sostenibili sul mercato olandese nel 2015 è stato di 1.739.500 tonnellate. Tenuto conto del consumo complessivo di 2.651.000 tonnellate, pari ad una quota di mercato del 65,6% 1 RWE: un equivalente di legno
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PROBOS
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arbusto è la quantità di legname utilizzatoper produrre una certa quantità di prodotto.
!SFORZO COMBINATO DI STAKEHOLDER! Il mercato olandese dispone ora della quota di mercato più elevata di legname a base sostenibile in tutto il mondo grazie alla cooperazione, agli sforzi congiunti delle ONG, dei governi, dei sistemi di certificazione e dell'industria forestale e del legname. La pressione da parte delle ONG, le campagne di sensibilizzazione, il codice di condotta introdotto nel 2004 e piani politici multipli dell'Organizzazione per la Timber Trade dei Paesi Bassi (NTTA) hanno contribuito in modo significativo a questo risultato. Altri crediti devono essere spesi nei confronti delle alleanze e delle politiche comuni che le singole società hanno concordato con i sistemi di certificazione e con la politica governativa del governo del legno, comprese le politiche introdotte per facilitarla. Quest'ultima ha contribuito a preparare il mercato per legname a base sostenibile e, allo stesso tempo, ha reso facile rispettare la politica concordata. Anche altre iniziative hanno contribuito alla forte performance dei Paesi Bassi sul legname di origine sostenibile. Essi includono lo sviluppo di clausole contrattuali standard, un help desk, una formazione e un sito web per i responsabili degli appalti. Importante anche lo sviluppo del sito www.houtdatabase.nl. Questo fornisce dati tecnici e fornitori su duecento tipi di le-
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gname e pannelli di legno, tutti con certificazione di sostenibilità allineata agli approvvigionamenti pubblici. Anche questo è stato sostenuto da progetti pilota nell'uso di specie legnose meno conosciute.
!I NUMERI RACCONTANO LA STORIA! Probos ha studiato per la prima volta la quota di mercato olandese di legname sostenibile per conto del governo. Per verificare l'impatto della politica degli appalti olandesi, è stato chiesto di intraprendere una linea di base per verificare se il legname proveniente da foreste certificate sia stato immesso sul mercato anche senza un certificato. A quel tempo, la certificazione di Chain of Custody (CoC) non era stata ancora ampiamente implementata. Ma con un totale di oltre 4.500, i Paesi Bassi hanno già la più alta densità di società certificate CoC a livello mondiale. I risultati dei primi studi e di quelli successivi sono stati utilizzati per sviluppare iniziative e contribuire ad aumentare la quota di mercato del legname sostenibile a livello nazionale. Infatti, l'intelligenza di mercato accurata costituisce la base della sua crescita. I dati hanno contribuito alla trasparenza complessiva, identificando quali settori hanno registrati risultati positivi e quali meno. Di conseguenza, gli sforzi per migliorare la situazione potrebbero essere mirati, ad esempio, con azioni sviluppate per incrementare questi risultati. Tutto questo conferma la convinzione che i Paesi Bassi siano in ottima posizione per quanto riguarda l’ap-
provvigionamento di legname sostenibile ma questo non è del tutto vero: c’è la necessità di pratiche ancora più impegnative in materia di appalti pubblici e privati per verificare che queste politiche siano soddisfatte. Anche il settore legname olandese ha un ulteriore ruolo da svolgere. Ad esempio, desidera competere con maggior forza con altre industrie dei materiali utilizzando analisi comparative del ciclo di vita (LCAs). I risultati di queste pratiche per il legname sono in generale molto positivi (vedi www.europeansttc.com/ ambiente) ma solo se il legname è sostenibile. Il commercio del legname affronta anche la sfida di una maggiore difficoltà nella fluidità dei flussi di legname, come nel caso del legno duro.
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LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ di Andrea Zenari
ANDREA ZENARI
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LO CHIAMAVANO “LEGNO LOCALE”
LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ
L’excursus di un importante progetto condiviso con alcuni colleghi già oltre un lustro fa, come quello nominato “Legno Locale” ci riporta alla valorizzazione del bosco nostrano. L’Italia non è stata brava a programmare una gestione forestale produttiva nel dopoguerra, del resto dopo la guerra, la politica forestale si è preoccupata dell’aspetto della protezione delle foreste e non della loro produzione: non si è pensato a far crescere bene quegli alberi che crescevano già spontaneamente nelle diverse zone del Paese e manca, ancora oggi, un coordinamento tra la produzione forestale e la lavorazione del legno. Nella mia Fattoria del Legno ho una bellissima sezione di tronco di larice cresciuto a 1700 m.s.l.m., bellissima perché racconta la storia del bosco in cui è nato e cresciuto l’albero che lo ha generato, i momenti di vento, i carichi da neve invernale e le giacciate tardive primaverili. Insomma un libro di xilologia riassunto in una sezione di tronco di non più di 50 centimetri di diametro. Ho voluto esporlo in Fattoria nella prima schiarita di alberi, lì dove si parla di durame e alburno, ho scelto questa sezione perché ha un rosso carico e caldo e un alburno molto sottile come sono molto sottili anche gli anelli di accrescimento, segno che quel larice è cresciuto molto lentamente in un terreno poco ricco di alta montagna. Nel dicembre dell’anno 2012 è venuto a mancare un mio amico, Filippo. Lui era uno di quei giovani che vivevano il legno con una passione che in pochi possiedono. Con Filippo avevamo iniziato a parlare di “Legno Locale” in un periodo in cui il mercato nazionale divorava il legno austriaco, era un momento in cui l’edilizia andava a mille e ovunque si costruivano tetti di legno lamellare e ogni altro
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IN QUESTE IMMAGINI, I BOSCHI DI ABETE E LARICE IN CADORE IN PROVINCIA DI BELLUNO.
segato arrivava in modo molto economico da oltralpe. Con altri colleghi si iniziava a parlare di legno proveniente dai boschi italiani e di filiera del legno italiano, la stessa filiera che nelle ultime decine di anni si era sfaldata a partire dalle prime lavorazioni. Tanto per intenderci, il boom economico del dopoguerra ha visto una grande evoluzione di tanti altri settori industriali ma non ha parallelamente visto uno sviluppo, al pari di altre nazioni a noi vicine, sotto l’aspetto degli investimenti nel settore della lavorazione del legno per le costruzioni. In diversi distretti italiani siamo diventati leader del settore del mobile e della produzione di pannelli che servivano per l’industria dell’arredamento. Purtroppo però l’Italia non è stata altrettanto brava a programmare una gestione forestale produttiva, del resto dopo la guerra, la politica forestale si è preoccupata dell’aspetto della protezione delle foreste e non della loro produzione. I forestali più che salvaguardare la naturale variabilità ge-
netica autoctona degli impianti forestali, hanno sperimentato gli impianti più disparati con risultati che non si sono rilevati dei migliori. Ciò che voglio precisare è che non si è pensato a far crescere bene quegli alberi che crescevano già spontaneamente nelle diverse zone del nostro tanto complicato Paese, dal punto di vista climatico e, quindi anche ecologico, invece si sono andati a sperimentare impianti di alberi di specie esotiche che hanno dato scarsi risultati dal punto di vista produttivo. Là, dove la produzione c’è stata, mancano oggi gli impianti per la lavorazione dei tronchi e dei semilavorati con tecnologie idonee alla loro valorizzazione. Il tema della valorizzazione oggi è molto discusso e c’è chi dice che “far qualsiasi cosa”, anche di basso valore, equivalga comunque a un miglioramento; mentre altri pensano che tirare fuori il massimo beneficio da ogni processo di trasformazione voglia veramente dire valorizzare il legno. In pratica c’è chi è convinto che la produzione
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LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ
ANDREA ZENARI
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di biomassa possa costituire una valorizzazione per ogni assortimento legnoso, altri, come me, pensano che la biomassa possa essere una buona valorizzazione per gli assortimenti minori e gli scarti, ma che il tronco debba sempre poter essere valorizzato al massimo in ogni anello della sua filiera. Nel nostro Bel Paese manca un coordinamento tra produzione forestale, se mai si vorrà affrontare questo tema, e la lavorazione del legno tale da farlo diventare un “nobile materiale” per le costruzioni. Perché insisto con le costruzioni? Perché oggi l’unico settore che sta dando dei risultati soddisfacenti nel settore del legno è appunto la realizzazione di strutture, case e parti di esse. E perché manca un coordinamento? Perché gli stessi operatori non credono nella ricrescita strutturata della filiera, in quanto sono convinti che il legname prodotto dai boschi italiani sia di scarsa qualità e troppo costoso. Incominciamo, allora, a definire questi due termini: 1) La “scarsa qualità”, dal punto di vista degli operatori italiani, è una ottima qualità per gli operatori austriaci che ogni anno acquistano nel Triveneto almeno mezzo milione di metri cubi di tronchi di abete;
2) Il “troppo costoso”, è altrettanto soggettivo perché il mezzo milione di metri cubi che ogni anno va verso l’Austria viene pagato, franco partenza, almeno il 20% in più di quello che lo pagheremmo noi italiani. Quindi, siamo certi del fatto che il legno dei boschi italiani sia veramente “brutto e caro”? Sicuramente le nostre foreste, gestite in modo naturalistico tra impervie montagne, non facilitano l’utilizzazione forestale ma gli stranieri stanno dimostrando che con qualche
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NELLA PAGINA A SINISTRA: MUSEO DEGLI EDIFICI RURALI DI BRUNICO IN PROVINCIA DI BOLZANO, DOVE SI POSSONO VEDERE MOLTE REALIZZAZIONI DI ABETE E LARICE ALPINO. AL CENTRO: UN TRONCO DI ABETE DEL COMUNE DI ASIAGO IN PROVINCIA DI VICENZA. NELLA FOTO SOPRA: TRAVI DI ABETE USO FIUME DI ASIAGO IN PROVINCIA DI VICENZA CERTIFICATE PEFC.
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LEGNO, LAVAGNA & CAFFÈ
piccolo sforzo il nostro legname può diventare “bello e conveniente”! Poi a questo c’è da aggiungere che la nostra tradizione nella gestione forestale ha portato oggi ad avere popolamenti sostenibili e tutti certificati con la “gestione forestale sostenibile PEFC” mentre altri paesi a noi vicini sono lontani da tale risultato. Quando con amici e colleghi abbiamo incominciato a ragionare di “Legno Locale”, ci siamo trovati di fronte al quesito: ma di legno ne abbiamo nei nostri boschi? La risposta
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ANDREA ZENARI
SEGAGIONE, DIRETTAMENTE IN PIAZZALE, DEL CASTAGNO DELLE PICCOLE DOLOMITI A RECOARO IN PROVINCIA DI VICENZA.
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è subito data, dai recenti inventari di quello che era il Corpo forestale dello Stato e stando ai loro dati, relativi a conifere e latifoglie, in Italia abbiamo una massa legnosa che cresce ogni anno di oltre 40 milioni di metri cubi, quasi il doppio, rispetto al legname che cresce ogni anno nel territorio austriaco. Quindi la risposta è SI! In Italia, quindi, abbiamo abbastanza materia prima legno per soddisfare le esigenze nazionali. È vero che questa grandissima quantità di legno è suddivisa in molte specie legnose: dalle più povere come l’Abete ai più pregiati Castagno e Rovere. Basta soltanto tirarlo fuori dai boschi e valorizzarlo come elemento per la falegnameria e l’edilizia. Noi, gestendo le nostre risorse, possiamo dare grandi garanzie di origine sostenibile al mercato. Tutto quello che serve è gestirlo e non abbandonarlo. Il legno locale è “bello, pulito e giusto” e questi 3 concetti, rubati agli amici del settore alimentare di slow food, rappresentano pienamente la molteplicità di specie legnose, la loro origine certa e legale corrispondendo alla filiera i
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giusti valori ai diversi anelli della catena: dal bosco al prodotto finito. A tale riguardo, con tutti quelli che stanno credendo nel valore del “Legno Locale”, abbiamo fondato un gruppo di certificazione PEFC-FSC che parte dalle piccole proprietà forestali e va alle grandi aziende del settore del legno italiano, quindi dalla Gestione forestale sostenibile alla ca-
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LA SCUOLA DEL LEGNO AL COMPLETO, OGNUNO DI LORO PROPONE CARPENTERIA REALIZZATA CON IL LEGNO LOCALE.
NELLA PRIMA FOTO A SINISTRA: LA PRODUZIONE DI MOBILI DA GIARDINO CON ABETE LOCALE. NELLA SECONDA FOTO A SINISTRA: IL TAVOLO REALIZZATO CON IL CEDRO IN PROVINCIA DI AREZZO.
Per ogni altra informazione riguardante il “Legno Locale” potete scrivere a: legnolocale@gmail.com oppure potete seguire gli eventi sul gruppo Facebook Legno Locale.
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tena di custodia, con la mission di diffondere il verbo della possibilità di usare il NOSTRO LEGNO. A oggi aderiscono oltre 100 imprese italiane che rappresentano una piccola parte delle imprese del settore legno ma che nel loro piccolo hanno capito che se si può far qualcosa per la filiera del legno in Italia, si può fare soltanto cucendo gli anelli partendo dagli alberi che crescono sulle colline dietro casa fino ad arrivare a chi lo usa in grandi quantità o con sapienza dandone un grande valore. Esistono oramai tanti prodotti realizzati con il “Legno Locale”, si va dagli accessori hi-tech realizzati con Larice di Zoldo o Frassino delle Piccole Dolomiti, fino alla paleria realizzata con Larice Castagno dei castelli romani e case costruite con legno di Abete di Asiago.
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MAI PIÙ ERRORI POICHÉ LA TAVOLA VIENE ALLINEATA IN BASE ALL’OTTIMIZZAZIONE DIRETTAMENTE SUL CARRO DI INTRODUZIONE ALLA SEGA, È GIÀ FISSATA E PASSA ATTRAVERSO LE LAME SENZA MOVIMENTI ULTERIORI.
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!REFILATURA IMPECCABILE! Le telecamere Crometic di Microtec rilevano lo smusso lungo il bordo della tavola grazie ad una sequenza di scatti istantanei. I LED dell’illuminazione si accendono in sequenza sui lati della tavola proiettando un’ombra nella zona interessata dallo smusso, misurandolo con accuratezza. ”Rappresenta la migliore soluzione di refilatura disponibile sul mercato”, dice Werner Oberhofer, riferendosi al sistema di misurazione molto preciso ed accurato. “I problemi di po-
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sizionamento di fronte al sistema di taglio vengono eliminati grazie a un sistema di ottimizzazione di refilatura e taglio posizionato direttamente sul sistema di allineamento”.
!TAVOLA GIÀ AGGANCIATA! La misurazione viene effettuata solo dopo che la tavola è centrata direttamente sul carro di allineamento. Subito dopo, la tavola viene allineata in base all’ottimizzazione. Il grande vantaggio è che la tavola è già agganciata durante la misurazione e viene introdotta nel sistema di taglio senza ulteriori traslazioni. Questo ne previene gli inevitabili errori di posizionamento che si hanno con le normali procedure di allineamento. “Siamo molto soddisfatti della precisione e della flessibilità di Optiedge. Grazie all’alta qualità dei prodotti realizzati, siamo in grado di mantenere alto lo standard qualitativo dei nostri prodotti” dice Werner Oberhofer. Oberhofer H. & CO KG è una azienda a conduzione familiare, gestita dai fratelli Werner e Kurt Oberhofer e dal cugino Alex Oberhofer. La loro produzione è concentrata soprattutto su abete rosso, larice e pino. DALL’ALTO IN BASSO: “OPTIEDGE PERMETTE UNA REFILATURA PRECISA AL MILLIMETRO. IL RISULTATO È PERFETTO”, CONFERMA WERNER OBERHOFER. • GRAZIE ALLE TELECAMERA DI ULTIMA GENERAZIONE, L’OPERATORE VEDE CHIARAMENTE L’IMMAGINE A COLORI DELLA TAVOLA CON SOVRAIMPRESSE LE LINEE DI TAGLIO DEI PRODOTTI FINALI OTTIMIZZATI, BASATI SULLE REGOLE PREIMPOSTATE. ANCHE I PUNTI DI TRONCATURA VENGONO VIRTUALMENTE VISUALIZZATI. • L’OTTIMIZZAZIONE PERMETTE DI OTTENERE PIÙ PRODOTTI DA UNA TAVOLA NON REFILATA IN FUNZIONE DELLE CAPACITÀ DEL SISTEMA DI TAGLIO E DELLE PRIORITÀ ASSEGNATE AI SINGOLI PRODOTTI.
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TECNOLOGIE di Pietro Ferrari
ISVE ITLAS
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LA QUADRATURA DEL CERCHIO
Frutto della ricerca Isve e del dialogo intenso con Itlas, le nuove tecnologie di condizionamento del legno aprono la porta all'utilizzo di specie "difficili" in campi e situazioni finora impensabili. gistico-funzionali, dalla Isve per e con Itlas. Ma non ci è parso giusto non introdurre in un discorso squisitamente tecnologico una premessa sulla filosofia di base di Itlas e di Labor Legno, perché nel nostro mondo del legno, più che in tanti altri, una concezione etica del lavoro va di pari passo con la tecnologia.
!UNA SGUARDO PROFONDO SUL LEGNO! "La filosofia di Itlas e di Labor Legno, aziende familiari, nasce dalla foresta e dall'amore verso il legno - ci spiega Patrizio Dei Tos - partiamo dalla scelta del legno in foresta, taglio e lavoro di segheria, abbiamo una conoscenza che va oltre il prodotto finale, ma parte già dalle sue caratteristiche in foresta. Analizziamo molto più la materia prima che il pro-
NELLA FOTO IN ALTO: PIERLUIGI CORDUA CON PATRIZIO DEI TOS: UNA RICERCA TECNOLOGICA CONDIVISA.
TECNOLOGIE
NELLA FOTO A DESTRA: PATRIZIO DEI TOS, TRA ALBERTO TOFFOLON E PIETRO FERRARI.
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Protagonista dell'edizione 2017 di Cersaie con collezioni di sbalorditiva bellezza, Itlas non è soltanto un marchio nel campo dei pavimenti in legno, con Labor Legno costituisce un cluster della cultura delle costruzioni in grado di declinare le possibilità della materia prima legno - latifoglie, resinose e tropicali - in una filosofia di vita che coinvolge tutti gli aspetti, quelli produttivi ma anche quelli che investono il benessere e la coscienza di vita di chi arreda la propria casa con i pavimenti in legno ma anche con i mobili e le boiseries di questo Gruppo. Siamo andati a far visita nella sua azienda a Patrizio Dei Tos, accompagnati da Perluigi Cordua, perché il tema della conversazione erano gli impianti di condizionamento del legno messi a punto, assieme ad altre componenti lo-
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IL LEGNO, PASSIONE E TECNOLOGIA.
dotto finito, anche se, poi, lavoriamo con i designer, perché vogliamo essere sul mercato con un prodotto valido". Fin dagli anni Ottanta, Dei Tos ha sempre seguito il legno in foresta, prima in Francia con il rovere e con l'esotico che fino alla fine degli anni Novanta rappresentava il sessanta per cento del prodotto utilizzato prima di perdere significato sul mercato. Il rovere rappresenta l'ottanta-novanta per cento del prodotto utilizzato oggi per i pavimenti in legno "Ci riforniamo in Francia e in Serbia (dove cresce il pregiatissimo rovere di Slavonia) - ci spiega Dei Tos - noi lavoriamo esclusivamente con lo stato e non con i privati, evitando questi ultimi per non correre il rischio che il prodotto non sia conforme alla normativa, perché vogliamo che il nostro legno sia certificato PEFC e FSC e che ci sia per noi la possi-
biità di scegliere un prodotto forestale di alta qualità: è importante per partire bene scegliere un prodotto certificato e un prodotto di qualità che rende più facile il lavoro in seguito". Itlas è un'azienda Made in Italy, nel senso che il legno, che è giocoforza reperire all'estero, arriva a destinazione in tronco e tutte le successive lavorazioni vengono effettuate negli stabilimenti dell'azienda, un'azienda verticale in cui tutte le fasi della produzione, dalla segagione dei tronchi alla finitura del prodotto, vengono effettuate in azienda. Non solo, anche le fasi di commercializzazione e di marketing, fino alla stampa dei cataloghi e delle brochure sono centralizzati in azienda. Un'azienda che si estende ben oltre i capannoni della Itlas DETTAGLI PREZIOSI PER I CLIENTI.
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IL DISPOSITIVO DI TERMOCONDIZIONAMENTO DELLA ISVE INSTALLATO ALLA ITLAS.
ISVE ITLAS
ma decentra in altre strutture le attività produttive e commerciali fino al recente acquisto dei capannoni della Amedeo Della Valentina che saranno nei prossimi mesi oggetto di un lavoro intenso per ospitare una parte importante delle attività produttive, quelle della Labor Legno in una posizione logisticamente eccezionale presso il raccordo dell'autostrada.
!UN LEGNO TUTTO NAZIONALE!
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Che la famiglia Dei Tos sia stata sempre controcorrente (papà Dei Tos è ancora in azienda con i suoi 84 anni ad affiancare il figlio, la nuora e i nipoti mettendo a frutto la sua grande esperienza) lo dimostra anche l'impegno di valorizzare un legno italiano come il faggio del Cansiglio, impegno che ci porta vicini a parlare della intensa collaborazione tre Itlas e Isve. "Con la linea I Massivi - ci spiega Patrizio Dei Tos - realizziamo arredamenti completi, di cui un esempio eclatante è una cantina rivestita completamente con legno del Cansiglio. Non solo legno italiano ma anche legno di faggio ad alto fusto proveniente dalla Foresta della Serenissima, ai tempi della potenza navale veneziana venivano prele-
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vati gli alberi per produrre i remi per le galee, lunghissimi e robusti, oltre che elastici. In questa foresta ad alta quota, il faggio cresce lentamente ed è molto più compatto e prestazionale”. "È stata una bella sfida termotrattare il faggio - ci dice Pierluigi Cordua, intervenendo sul tema - una sfida che ha richiesto una collaborazione serrata ma ha permesso di arrivare a un materiale terrmotrattato certificato dal Catas che conferma che questo legno, pur mantenendo le sue caratteristiche meccaniche, non è attaccabile da muffe, funghi, batteri, perché le sostanze vegetali in esso contenute e appetibili per questi parassiti sono state del tutto eliminate. È un processo di pirolisi controllata, per cui si sviluppano dei gas ad alto peso molecolare: le sostanze emicellulose, di cui in particolare il faggio è ricchissimo, vengono espulse e condensate formando una sorta di catrame esterno che viene asportato. A seconda del tipo di legno cambia il quantitativo di emicellulosa e cambia l'approccio della macchina al legno stesso". "Il faggio - conferma Dei Tos - che è bianco e marcilento diventa di un colore caldo come quello del tek e del noce, un colore molto soddisfacente sotto il profilo estetico".
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IL DISPOSITIVO DI PIROLISI OPERA CON PIASTRE A CONTATTO IN AMBIENTE ANAEROBICO. LE PIASTRE SONO "MODULATE" IN FUNZIONE DELLA NECESSITÀ SENZA SPRECO DI ENERGIA. UN SOFTWARE EVOLUTO E USER FRIENDLY IN COSTANTE IMPLEMENTAZIONE.
!L'IMPIANTO ISVE! "Il nostro impianto è stato supportato nello sviluppo con fasi di ottimizzazione in stretta collaborazione con Itlas - continua Cordua - la cura dell'impatto ambientale comincia dall'energia ricavata dai pannelli solari che permette di lavorare con una macchina che è interamente elettrica e stabilizza il legno solo con un calore di origine solare (pannelli fotovoltaici), senza utilizzo di sostanze tossiche o di carburanti di origine fossile. Lo sviluppo della macchina è stato studiato per un consumo di energia elettrica bassissimo, perchè i 3,5 metri cubi che contiene vengono trattati con un consumo di 380-400 chilowatt complessivi. Poiché il legno così trattato diventa molto più stabile c'è un risparmio anche in termini di ulteriori trattamenti, perché alla fine quello che andiamo a utilizzare è già stabile e non richiede altri interventi. Il sistema ha un software molto sofisticato che va a scaldare la catasta solo dove ce n'è bisogno, un tipo di sviluppo che ha avuto una ricaduta anche sui sistemi di essiccazione sui quali risparmiamo circa il trenta per cento del consumo. Pensiamo che la componente dei controllori di potenza viene utilizzata nei forni per la produzione di pezzi in fibra di carbonio, si
tratta dunque di una tecnologia molto evoluta. Il calore viene usato solo dove ce n'è bisogno, poi è tutto sotto vuoto: nel vuoto non c'è dispersione di calore, dunque il nostro controllore registra 400 chilowatt di consumo per l'intero ciclo. La piastra a contatto diretto col legno trasferisce direttamente il calore. In altri sistemi dove ci sono scambiatori o entra aria, il legno prende dei colori spiacevoli, patine cerose o un odore sgradevole". Il punto focale della ricerca Isve è oggi quello di un graduale accorciamento del tempo ciclo. Stiamo parlando di una tecnologia in piena crescita ma che già si sta affermando per le sue caratteristiche in diversi mercati. Il risultato paga con la valorizzazione di essenze legnose un tempo inutilizzabili senza questo ritrovato. "Anche il materiale che viene usato all'esterno - puntualizza Dei Tos - consigliamo di lasciarlo il più naturale possibile, al limite con un lavaggio ogni tre anni, senza usare olii o cere, semplicemente per togliere la polvere”.
!NUOVE POSSIBILITÀ PER LEGNI MENO UTILIZZATI! Un legno come il faggio utilizzato in condizione normale avrebbe un impiego molto limitato e solo negli interni: parliamo di faggio, di frassino ma anche di abete che, con un trattamento simile, potrebbero essere presi in considerazione anche come materiali per arredo esterno. Oggi portare il legno verso l'esterno vorrebbe dire poterne
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UN’AGGIUNTA DI VALORE ESTETICO E FUNZIONALE È RESO ESPLICITO DA QUESTE IMMAGINI.
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ISVE ITLAS
raddoppiare i quantitativi utilizzando legni su cui oggi c'è meno pressione. Ma anche nel caso di un semplice utilizzo interno si renderebbero disponibili materiali più sani che non sarebbero appetibili per il tarlo perché non vi troverebbe il nutrimento e sarebbe respinto dal sapore ‘biscottato’. Bene contro gli agenti esterni ma bene anche nell'utilizzo all'interno. Pensiamo anche all'alburno di rovere, la parte più tenera attaccabile dal tarlo con un rischio molto alto: se questo legno viene termotrattato, l'alburno avrebbe le stesse possibilità di vita del durame.
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"Anche in questa logica - commenta Cordua - abbiamo evoluto la parte hardware ma soprattutto la parte software per migliorare la sicurezza del macchinario perché non dimentichiamo che un trattamento di pirolisi controllata va mantenuto entro certi valori, senza dimenticare che il legno varia da specie a specie e la macchina deve mantenersi entro certi valori. La possibilità in più, recentemente messa a punto, è quella di gestire la macchina in remoto in modo di tenerla sempre sotto controllo”. Commenta Dei Tos, concludendo: "È una macchina 4.0 sotto tutti gli aspetti".
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SISTEMI PER
TRITURAZIONE, MACINAZIONE DI SCARTI DILEGNO
MADE IN ITALY
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MONTHS WARRANTY
ISVE, attiva dal 1977, presenta la gamma più ampia di trituratori, macinatori e mulini granulatori presente sul mercato. Per ogni richiesta del cliente, ISVE mette a disposizione il proprio staff tecnico e la sua unità speciale che progetta componenti su misura, basamenti a disegno, software e soluzioni per rendere operative le macchine nelle vostre linee di produzione e riciclo. Servizio post vendita con gestione informatizzata dei ricambi, preventivi dettagliati disponibili al cliente nelle 24 ore e officina dedicata per assistenza e riparazioni. CARATTERISTICHE TECNICHE
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• PLC SIEMENS: impianti di lavorazione composti da macchine dotate di PLC S7‐1200 Siemens che controlla tutte le fasi del lavoro ed effettua test continui di autodiagnosi sulle componenti dell’impianto. POST SALE SERVICE
• TOUCH PANEL: interfaccia con touch screen che visualizza tutti i paramen‐
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tri di funzionamento della macchina o dell’impianto. • ISVE SERVER CONNECT: collegamento via web alla casa madre per fornire
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indicazioni in tempo reale sul funzionamento delle macchine. • ISVE MAINTENANCE PROGRAM: scadenziario gli interventi di manuten‐ zione con chiare indicazioni all’operatore attraverso il pannello di controllo.
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CARPENTERIA di Pietro Ferrari
GEBR. DUFTER
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IL LEGNO ASCIATO, IDEALE PER REALIZZAZIONI TRADIZIONALI E MODERNE
CARPENTERIA
La società Dufter si distingue per la passione per la carpenteria e per la costruzione di macchine ideali per carpentieri e falegnami.
Il successo dei fratelli Dufter inizia con una doppia passione quella per la carpenteria e nella costruzione meccanica. Oggi l'azienda consegna legno asciato dalle foreste delle montagne bavaresi, e non lavora solo nelle zone periferiche ma esporta anche nei paesi alpini limitrofi, fino ad arrivare in Francia, oltre che nella regione del legno della Foresta Bavarese e in Repubblica Ceca. Il legno asciato non significa legna da ardere, ma definisce
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un trattamento superficiale speciale che conferisce a ogni trave e a ogni tavola un tocco individuale e culturale. Le tavole e le travi di Inzell vengono impiegati nell'architettura degli edifici storici, nella gastronomia, nei rifugi, nelle costruzioni di saune ma anche nell’ambiente privato e nella protezione del matrimonio culturale, nonché nella costruzione di nuove case e rivestimenti di pareti tipo Blockhaus.
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“Si dovrebbe riuscire a riprodurre la stessa lavorazione di qualità con una macchina, però molto più razionalmente”. Era il pensiero iniziale dei tre fratelli relativamente ai loro obiettivi tecnologici. Per sviluppare pienamente il loro progetto furono necessari un paio d’anni. L'attuale impianto paragonato alla prima macchina ha fatto un’enorme salto di qualità. Oltre 25 motori sono integrati per movimentare i coltelli di lavorazione e Il comando è eseguito tramite CNC.
!PROGETTI AMBIZIOSI! !UNA STORIA AFFASCINANTE!
Prossimamente sarà operativo un secondo impianto e verrà realizzato, entro l’anno, un capannone di 1.600 m2 per lo stoccaggio della produzione, allo scopo di fornire velocemente piccole e grandi commesse.
IN QUESTE PAGINE E IN QUELLE SUCCESSIVE, ALCUNI ELEMENTI E DIVERSE REALIZZAZIONI IN LEGNO ASCIATO, UN 0TRATTAMENTO SUPERFICIALE SPECIALE CHE CONFERISCE A OGNI TRAVE E A OGNI TAVOLA UN TOCCO PARTICOLARE E UNICO: IL SEGNO DISTINTIVO DELLA FAMIGLIA DUFTER.
La prima pietra per l'azienda dei fratelli Dufter è stata posata dal padre degli attuali titolari, un carpentiere dipendente che nel tempo libero si trasformava in un costruttore appassionato di meccanica. Dopo la costruzione di un trattore per la sua piccola azienda agricola famigliare, ha realizzato una fresa per la preparazione di piste ghiacciate naturali, nella località di sport invernali di Inzell. L'entusiasmo per il legno e l'ingegneria meccanica ha contagiato i suoi figli. Franz e Hubert sono diventati carpentieri mentre Stephan è diventato un costruttore di macchine. I tre fratelli nel 1992 hanno fondato una società di carpenteria inizialmente nella proprietà dei loro genitori, ma che dopo la fondazione della società ebbe successo e ottenne il monopolio sul mercato. Stephan aveva costruito una prima macchina per asciare il legno, realizzata con molte parti recuperate da rottami e con due motori, per la lavorazione di travi e tavole in legno tali da sembrare lavorate a mano con ascia sul tronco da un carpentiere. Le prime esperienze con la tecnica manuale era stata fatta dal fratello maggiore Hubert come carpentiere. Una manciata di carpentieri, negli anni Ottanta a Inzell, ha lavorato a mano il legname consegnato in particolare nella Svizzera, dove è stato installato in rifugi alpini, locande e ristoranti.
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CARPENTERIA
GEBR. DUFTER
Da molto tempo l'azienda è uscita dal fienile di proprietà dei genitori, trasferendosi in un nuovo edificio nella zona industriale sulla via Traunsteiner. Nel frattempo circa venti dipendenti della società, si dedicano quasi esclusivamente all’asciatura di travi e tavole. “La carpenteria è da qualche anno tenuta in vita solo per amore della formazione degli apprendisti” dice Franz Dufter. “E non vogliamo fare concorrenza ai nostri clienti”. I clienti sono principalmente i carpentieri, oltre ai falegnami e i commercianti di legname, ma anche i centri di taglio, gli architetti, i costruttori e i privati fanno parte della clientela. Inoltre tutti apprezzano che con l’azienda Dufter si possa interloquire con dei professionisti preparati.
!UN PERCORSO LINEARE!
CARPENTERIA
In una prima fase è stato principalmente il passaparola a
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far crescere la giovane azienda negli agli anni Novanta, ora a incrementare il marrketing sono le fiere più importanti del settore, come la BAU, Bauen und Wohnen, Costruire e Living, ecc. Fisse nel programma sono inoltre la internazionale Handwerksmesse in primavera e la Heim+Handwerker Messe in autunno a Riem, più le principali fiere del settore carpenteria in Germania e in Alto Adige. Nel frattempo intorno alle prime tavole e travi asciate, l'azienda ha sviluppato una vasta gamma di prodotti. Con l'aiuto di camere a vapore e la successiva essiccazione del legno fresco proveniente dalle segherie, si è potuto antichizzare le tavole senza l’impiego di colore e la necessità di impregnazione. Travi per strutture in legno possono essere lavorate nella “Hack-Anlage” prima e dopo il taglio e ottenere l’aspetto desiderato. Anche lo stile dell’asciato è variabile - più o meno rustico. “Noi lo realizziamo in base al gusto e desiderio del cliente” dice Franz Dufter. “Fra i clienti non abbiamo solo gli agricoltori del bosco che portano il proprio legno a farselo lavorare per le loro costruzioni ma arrivano anche personaggi famosi dal territorio nazionale e dall’estero. Così è stato impiegato del legno asciato da Inzell in un allevamento di cavalli di Dieter Mateschitz, in un immobile austriaco del famoso sciatore Marcel Hirscher, ma anche su una tenuta ospizio per animali in Germania. Oltre al legno massiccio, si possano avere anche pannelli a tre strati, travi lamellari e bilam sempre asciati, per rivestimenti a vista tipo Blockhaus e come rivestimento di muri in laterizio o di case in legno con struttura a telaio. Per molti clienti non conta solo il vantaggio del prezzo ma anche l’elevata stabilità rispetto alla struttura massiccia Blockhaus” dice Franz Dufter. I profili per le grondaie in legno, completano la gamma dei prodotti. Si utilizza principalmente l’abete rosso e il larice dai boschi di montagna, ma anche il rovere e il cirmolo, vengono lavorati. Il cirmolo è molto amato nelle camere da letto, perché risulta da attuali studi avere un effetto calmante proveniente dai suoi olii eterici.
SEGATI E SQUADRATI DI CONIFERE
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QUOTAZIONI
> IL PREZZO MEDIO DEL LEGNAME SULLA PIAZZA DI MILANO Rilevazione della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano dei prezzi minimi e massimi dall’importatore o dal grossista all’utilizzatore finale, Iva esclusa. Rilevazione del 19 Ottobre 2017
ABETE TAVOLAME - SPESSORI DA MM 20 A 60, LARGHEZZE CM 16 IN AVANTI, LUNGHEZZA M 4
assortimento primo/secondo assortimento secondo assortimento terzo falegnameria assortimento terzo assortimento quarto assortimento fianchi
m3 m3 m3 m3 m3 m3
660,00 570,00 420,00 320,00 280,00 275,00
730,00 630,00 440,00 335,00 300,00 295,00
sottomisure, spess. da mm 20 a mm 30, lungh. m 4: assortimento terzo assortimento quarto
m3 m3
240,00 225,00
260,00 235,00
sovrapprezzi: per lo spessore di mm 20: q 20,00 al m3; per merce prismata: q 25,00 al m3; per piallati su una faccia e due fili: q 40,00 (+) al m3; per sezionatura a misura (per taglio): q 5,00 al m3; per merce essiccata: + 15% (+) al m3; per trattamento HT ISPM 15 FAO per merce fresca da euro 20,00 a euro 30,00 secondo spessore al m3
morali e travetti sez. comm. lungh. m 4 per imballo e armatura morali e travetti sez. comm. lungh. m 4 scelti per tetti listelli da m 4 in avanti, sezioni e lunghezze commerciali smezzole mercantili, sez. comm. fino a m 4,50 smezzole mercantili, sez. comm. da m 5 in avanti travi squadrate uso Trieste, lung. comm. sezioni: fino a cm 13/16 da cm 16/19 in avanti travi in abete lamellare sezioni e lunghezze commerciali (qualità a vista)
m3 m3 m3 m3 m3
260,00 385,00 270,00 360,00 385,00
280,00 400,00 305,00 385,00 425,00
m3 m3 m3
230,00 260,00 580,00
240,00 270,00 620,00
assortimento primo/secondo assortimento secondo assortimento terzo falegnameria assortimento quarto/quinto
m3 m3 m3 m3
700,00 600,00 350,00 n.q.
760,00 640,00 365,00 n.q.
assortimento U/S assortimento quinto
m3 m3
390,00 360,00
420,00 400,00
assortimento U/S assortimento quinto
m3 m3
385,00 335,00
415,00 355,00
base spess. mm 52 in tavole refilate - KD in tavole non refilate (prima qualità) - KD
m3 m3
500,00 430,00
530,00 460,00
assortimento primo (n. 2 clear - con max 15% n. 3 clear), base spessore mm 78 - KD assortimento secondo (n. 4 clear), base spessore mm 78 - KD componenti per serramenti in douglas KD (essiccato) - VG
m3 1.300,00 1.390,00 m3 1.020,00 1.060,00 m3 1.350,00 1.400,00
assortimento primo (n. 2 clear con max 15% n. 3 clear), base spessore mm 78 - KD assortimento secondo (n. 4 clear), base spessore mm 78 - KD componenti per serramenti in hemlock KD (essiccato) - VG
m3 m3 m3
meranti rovere pino del nord
m3 820,00 900,00 m3 1.500,00 1.800,00 m3 820,00 900,00
LARICE TAVOLAME - SPESSORI DA MM 20 A 80, LARGHEZZE CM 16 IN AVANTI, LUNGHEZZA M 5
PINO DEL NORD TAVOLAME - SPESSORI, LARGHEZZE E LUNGHEZZE COMMERCIALI ABETE DEL NORD TAVOLAME - SPESSORI, LARGHEZZE E LUNGHEZZE COMMERCIALI PITCH-PINE, YELLOW-PINE
DOUGLAS FIR IN TAVOLE - SPESSORI LARGHEZZE E LUNGHEZZE COMMERCIALI
HEMLOCK IN TAVOLE - SPESSORI LARGHEZZE E LUNGHEZZE COMMERCIALI
COMPONENTI LAMELLARI A TRE STRATI PER SERRAMENTI, SEZIONE STANDARD
800,00 700,00 810,00
840,00 740,00 840,00
• EUROPEE IN TAVOLE DI BUON ASSORTIMENTO, CON STAGIONATURA COMMERCIALE
• EXTRAEUROPEE IN TAVOLE REFILATE ALL’ORIGINE ED ESSICCATE AL FORNO, ASSORTIMENTO F.A.S.
rovere americano rosso/bianco, base mm 27 rovere americano rosso/bianco , base mm 52 frassino, base mm 27 frassino, base mm 52 ciliegio americano, base mm 27 ciliegio americano, base mm 52 noce satiné, base mm 52 yellow poplar (tulipier), base mm 52
• TROPICALI IN TAVOLE REFILATE DI BUON ASSORTIMENTO ED ESSICCATE AL FORNO
abura/bahia akatio - aniegré samba - wawa ayous iroko mogano sipo-utile ramin, base spess. mm 27
• NAZIONALI CON STAGIONATURA COMMERCIALE
noce scelto pioppo non refilato per falegnameria pioppo refilato rovere scelto
• COMPENSATI DI BUONA QUALITÀ, DIMENSIONI NORMALI
pioppo, spessore mm 4 multistrati pioppo, spessore mm 10 multistrati pioppo, spessore mm 20 multistrati betulla Russia, spessore mm 12 multistrati betulla fenolico con film antiscivolo, spessore mm 30 fenolici resinosi CDX, base spessore mm 10 compensato okumé, base spessore mm 15
• ESOTICI MULTISTRATI E PANIFORTI LISTELLARI CON PIOPPO ALL’INTERNO
spessore mm 10 meranti spessore mm 20 paniforti listellari con pioppo all’esterno, spessore mm 18 controplaccati mogano, spessore mm 4 - 5 strati controplaccati akatio, spessore mm 4 - 5 strati
• PANNELLI TRUCIOLARI E AGGLOMERATI DI BUONA QUALITÀ, DIMENSIONI NORMALI
truciolari standard, calandrati, spessore mm 4 truciolari standard, spessore mm 18 truciolari tutto pioppo, spessore mm 20 truciolari ignifughi classe 1, spessore mm 18 truciolari idrofughi, V100, base mm 18 truciolari nobilitati legni vari e colori spessore mm 20 truciolari nobilitati, bianco, 120 gr, spessore mm 20 truciolari controplaccati akatio, spessore mm 19 medium density fiberboard (MDF), base spessore mm 4 medium density fiberboard (MDF), base spessore mm 19 medium density fiberboard (MDF), ultralight spessore mm 19 truciolari oriented strand board (OSB), base spessore mm 9 pannelli di fibra di legno, tipo normale, base spessore mm 3,2 lamellare finger-joint in massello (faggio), spessore mm 32
• PANNELLI PER L’EDILIZIA
abete, per casseforme mm 27 trave doppia T (h. 20)
• PERLINE GREZZE DA RIVESTIMENTO
abete, spessore mm 10 assito abete maschiato (per sottotetto) mm 21 pino, spessore mm 10
m3 m3 m3 m3
500,00 720,00 900,00 695,00
m3 m3 m3 m3 m3 m3 m3 m3
1.330,00 1.860,00 920,00 1.030,00 1.020,00 1.350,00 490,00 770,00
1.380,00 1.960,00 970,00 1.100,00 1.970,00 1.420,00 530,00 820,00
m3 800,00 m3 950,00 m3 580,00 m3 700,00 m3 1.220,00 m3 1.150,00 m3 n.q.
900,00 1.100,00 600,00 730,00 1.260,00 1.250,00 n.q.
m3 2.500,00 m3 240,00 m3 170,00 m3 850,00
3.700,00 260,00 185,00 950,00
655,00 850,00
1.135,00
775,00
m2 m2 m2 m2 m2 m2 m2
4,15 7,30 12,40 8,70 41,00 5,60 18,20
4,65 7,80 12,90 10,20 51,00 6,10 20,20
m2 m2 m2 m2 m2
7,80 10,50 13,50 7,60 7,60
8,80 11,50 14,00 8,10 8,10
m2 m2 m2 m2 m2 m2 m2 m2 m2 m2 m2 m2 m2 m2
1,95 4,30 5,40 8,10 7,40 10,50 8,00 14,70 1,80 6,40 5,70 3,25 1,40 45,00
2,25 4,60 5,70 8,50 7,60 11,00 8,50 16,70 2,00 7,40 6,70 3,75 1,70 70,00
m2 m
16,00 9,50
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7,15 9,00 8,20
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SEGATI DI LATIFOGLIE SEMILAVORATI
faggio naturale (fino a mm 60 di spessore) faggio evaporato (fino a mm 60 di spessore) rovere frassino
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VERO LEGNO
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di Sonia Maritan
di Pietro Ferrari
IL VENTENNALE DI VERO LEGNO
ANNIVERSARIO
A Villa Sormani, a Mariano Comense, il 22 settembre 2017 ha avuto luogo la celebrazione del ventennale di Vero Legno. È stata l’occasione per presentare a tutti gli invitati e al pubblico la mostra sulla Storia della comunicazione di Vero Legno in questo ventennio di impegno e attività. Di imprenditori e professionisti era formata anche l’orchestra di musicisti che ha enfatizzato l’atmosfera di festa della seconda parte della serata. Sonia Maritan, consulente d’immagine del Consorzio, ha presentato la mostra, che ripercorre il passato ma ha anche illustrato le iniziative che avranno luogo nel futuro. Il suo intervento è stato seguito dai saluti del presidente di Vero Legno, Alessandro Calcaterra, e del sindaco di Mariano Comense, Giovanni Marchisio.
«Prima di introdurvi alla Mostra sulla storia della comunicazione di Vero Legno ricordiamo le attività messe in atto recentemente dal Consorzio – ha esordito l’architetto Maritan –, a partire da “Vero Legno per gli architetti”, che ha rappresentato il primo convegno tenutosi il 14 marzo scorso, con i Crediti Formativi Professionali organizzato con Action Group-Infoprogetto. Un’importante iniziativa, alla quale sono lieta di aver contribuito, anche con il prezioso
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apporto di Web and Magazine, che ha registrato la cronaca dell’evento, fotografato i sedici espositori associati di Vero Legno e dato risalto a questa prima esperienza». Nella sala d’ingresso di Villa Sormani, il Consorzio aveva infatti esposto l’articolo pubblicato su “Il Legno”, che parlava dell’evento al KilometroRosso e allestito una bacheca con tutte le pagine del folder, ideato da Sonia Maritan, con le presentazioni dei soci espositori al KilometroRosso e un’importante enfasi sulla loro produzione. Il Consorzio si è fatto così portatore di cultura intorno al Legno, e intende continuare mediante la creazione di convegni e workshop specialistici rivolti a progettisti, annunciando un altro evento-incontro con gli Architetti nella prossima primavera al Palazzo delle Stelline di Milano.
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«A seguire – ha proseguito l’architetto Maritan – un pannello con i poster dei prodotti già fruibili ai soci: iniziative realizzate in questi ultimi anni e già messe in atto, come la nuova certificazione “Vero Legno Made in Italy” che garantisce il prodotto in vero legno e italiano, un progetto che Stefano Scardanzan ha curato per il Consorzio e la certificazione di prodotto in forma digitale grazie all’applicazione Vero Scan, curata invece da Andrea Perpignani, che raffigurano insieme l’obiettivo di un’Associazione che, al passo con i tempi, si fa digitale attraverso il QrCode, e rafforza il valore identitario dei suoi prodotti con la sua certificazione made in Italy». La enfilade di ambienti di Villa Sormani invita naturalmente a continuare nella sala successiva la visita della mostra, curata dall’architetto Stefano Marelli, dove sono esposte le comunicazioni istituzionali del Consorzio, dal 1997 al 2004. «In una delle sale centrali sono presenti due banchi da lavoro da falegname sul quale sono state poste, rispettivamente le realizzazioni di un intarsiatore e quelle di un intagliatore: vere opere d’arte, di cui stiamo perdendo memoria, delle quali dovremmo invece raccogliere la preziosa eredità». Sentenzia Sonia Maritan con una nota di rassegnata tristezza. In un locale appartato, dove la luce è più soffusa, vengono proiettate sulla parete tutte le foto degli ultimi eventi: la serata a Villa Borromeo di Cesano – “Vero Legno volta pagina” – la giornata presso la ditta Corà – a partire dalla quale si inaugurano i convegni itineranti di Vero Legno –, la giornata al KilometroRosso, lo
speciale sulla serata alla Legnomarket e le presentazioni di Stefano Marelli e Stefano Scardanzan alla Festa del Legno dello scorso anno. Nella sala successiva sono esposte le comunicazioni istituzionale dal 2005 al 2016. Dunque, un percorso affascinante che è soltanto il primo capitolo di un viaggio che continua e costituisce il segreto della vitalità del consorzio. «Dopo vent’anni, d’altra parte, Vero Legno dovrà riconfigurarsi e gli strumenti digitali costituiscono il punto di partenza di un Consorzio che sta cambiando pelle, seppur, rappresentando un valore immutabile, quello del nostro habitat, dell’albero, questa “macchina geniale e autonoma” – conclude l’architetto Maritan – che regala bellezza lungo tutto il suo ciclo di vita: le realtà imprenditoriali che rappresentano Vero Legno alimentano questa cultura “green”, e ci indicano quindi la via della sostenibilità, una strada che va divulgata in modalità digitale per arrivare a tutti più velocemente». Le linee strategiche di Vero Legno sono state poi brevemente illustrate da Alessandro Calcaterra, presidente del Consorzio che ha illustrato la parte più “politica” dell’impegno della formazione nel vasto mondo del legno. I saluti del Sindaco di Mariano Comense, Giovanni Marchisio, hanno concluso la fase ufficiale dell’incontro e dato il via al momento conviviale.
NELLA PAGINA SINISTRA, UN MOMENTO DEL TAGLIO DELLA TORTA: DA SINISTRA A DESTRA, IL PRESIDENTE DI VERO LEGNO ALESSANDRO CALCATERRA, IL VICE PRESIDENTE DENIS DE LUCA, I CONSIGLIERI GIULIO TRAVO, STEFANO SCARDANZAN, FRANCO BUSNELLI (DIETRO), RENATO MAURI, RENZO CALASTRI E GIANNI PAGNUSSAT. IN QUESTA PAGINA, LA PLATEA DURANTE LA CONFERENZA STAMPA PRESENTATA DA SONIA MARITAN, NELLA FOTO IN ALTO, FRA IL PRESIDENTE E IL VICE PRESIDENTE DI VERO LEGNO.
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IMOLA LEGNO
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di Sonia Maritan
IL NUOVO SHOWROOM CUSTODE DI 40 ANNI DI ATTIVITÀ
ANNIVERSARIO
Imola Legno, per festeggiare i suoi 40 anni di attività e l’inaugurazione del nuovissimo showroom, ha aperto le porte a professionisti e addetti del settore. Fra l’8 e il 9 settembre circa 180 persone provenienti da 100 aziende hanno potuto visitare gli stabilimenti di Imola e Lugo.
Il 3 gennaio 1977, Enzo, Romana ed Elio Poli scrissero la prima pagina di questa storia, che iniziò, in un piccolo capannone in affitto. Nel 1984 iniziarono a costruire la sede di Imola con capannoni in legno lamellare, testimonianza di una passione per il legno vissuta ogni giorno con impegno e umanità. Oggi affiancano Enzo, i figli Silvia, Matteo e Massimo. Legno e logistica sono sempre stati i due ingredienti dell’attività lavorativa di Imola Legno: la logistica è una diretta conseguenza della commercializzazione del legno, considerati i volumi di materiale da movimentare e spedire. Così ha origine la Lugo Terminal, inizialmente legata esclusivamente alla Imola Legno, poi, divenuto un terminal al servizio di tutti, oggi il più grande terminal ferroviario privato in Emilia Romagna. Fondamentalmente, oggi, Imola Legno è una società di servizi che si occupa di importazione di legnami e di distribuzione del prodotto sul mercato nazionale. «Non vendiamo legno ma servizio: lo
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stesso identico prodotto viene offerto tramite diversi canali distributivi. La scelta del cliente avviene per economicità o per servizio. Noi puntiamo sul servizio. La produzione vuole programmi, il mercato vuole consegne rapide e frammentate, con un mix di prodotti sempre più articolato. La nostra organizzazione è improntata su questo. Attenzione non stiamo rinnegando il passato: la vendita di commodities ci ha fatto diventare quello che siamo – puntualizza la famiglia Poli – e continueremo ad affrontare questo mercato ma sempre nell’ottica del servizio. Se il mercato non riconosce il valore aggiunto che possiamo dare
è giusto che scelga di approvvigionarsi direttamente all’origine e/o di privilegiare solo l’aspetto economico. Guardando al futuro, da un mercato in cui l’offerta di materia prima supera la domanda, arriveremo velocemente in una situazione in cui la domanda supererà l’offerta; riteniamo pertanto che il nostro ruolo di distributore verrà premiato». Indubbiamente, l’organizzazione è ineccepibile. Tutte le sedi sono collegate tra loro in tempo reale per dare informazioni puntuali sulla disponibilità di merce. Le ubicazioni sono: il deposito di Imola, l'unità di Molfetta, il polo logistico e produttivo di Lugo, la controllata Paganoni Legno srl di Medolago in provincia di Bergamo, e ancora, l'azienda Il Ceppo a Campagnola Emilia specializzata nella produzione di arredi outdoor. Nel sangue della famiglia Poli scorre la stessa linfa che sostiene gli alberi, forse per questo sono stati pionieri dell'introduzione in Italia di compensati, in particolare di MDF e di OSB che sono poi diventati standard di mercato.
IN APERTURA LO SHOWROOM CON LA ZONA RIUNIONI RIGOROSAMENTE LIGNEA. IN QUESTA PAGINA, ALTRE IMMAGINI DELLO SHOWROOM DURANTE L’OPEN DAY DI IMOLA LEGNO TENUTOSI L’8 E 9 SETTEMBRE. IN ALTO A SINISTRA IL BOX DI TEXTURE COLLECTION, IN ALTO IL NEXT PANEL® IN OPERA.
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IMOLA LEGNO
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IN QUESTE PAGINE NEI DIVERSI AMBIENTI DELLA SEDE DI IMOLA LEGNO SONO ESPOSTI ALCUNI PRODOTTI REALIZZATI DALL’AZIENDA. A SINISTRA IL DINOSAURO DI SWISSKRONO, POSTO ALL'INGRESSO DELLA SEDE DI IMOLA LEGNO DAVA IL BENVENUTO AI CLIENTI IN ARRIVO PER L’OPEN DAY.
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Oggi il loro impegno è rivolto nella promozione dei brands TEXTURE COLLECTION® e Next Panel®. E proprio in questa occasione, come ci raccontano Enzo Poli e i suoi figli, vengono presentati. «Per festeggiare i nostri 40 anni di attività e l’inaugurazione del nostro nuovissimo showroom abbiamo aperto le porte a professionisti e addetti del settore. Durante queste due giornate all’insegna del saper fare italiano, circa 180 persone hanno potuto visitare i nostri stabilimenti di Imola e di Lugo. Come novità abbiamo presentato il brand TEXTURE COLLECTION®, al cui interno sono racchiuse la collezione dei pannelli melaminici sviluppata con la SwissKrono, che è stata partner dell’evento, e l’anteprima 2018 delle soluzioni di arredo legate al mondo del massello che ha incontrato molto interesse da parte dei visitatori. Durante la visita i nostri ospiti hanno potuto toccare con mano il sistema Next Panel®, punta di diamante della Building Division: una soluzione ingegneristica innovativa
che risponde alla crescente domanda di elementi prefabbricati evoluti per costruzione. Cerchiamo di creare mercato promuovendo questi prodotti fin dalla progettazione. Facendo conoscere questi prodotti a chi fa nascere la domanda del legno, accresciamo la conoscenza e la cultura a vantaggio di questo settore: i tecnici, architetti e ingegneri, sono la linfa del nostro settore». La giornata poi è proseguita con la visitata alla sede di Lugo – con relativo giro all’interno della Lugo Terminal – e, infine, qualche ora all’interno di uno dei simboli della città: l’autodromo di Imola.
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INTERVISTA
MA.VI.
www.maggioni-mavi.it
di Sonia Maritan
CAMPIONI DI TEAK, IMPIALLACCIATURE E PIUME
MA.VI. srl fondata da Vittorio Maggioni produce e commercializza impiallacciature europee, americane ed esotiche nei vari spessori richiesti dal mercato. Oggi operano i figli Giorgio, Alberto, Paolo e Rossella. Lo spirito innovativo che da anni anima questa azienda, sempre alla ricerca di nuove specie lignee e tecniche di lavorazione evolute, gli permette di offrire ai propri clienti un prodotto di altissima qualità, la cui vendita avviene sia verso aziende sia direttamente a privati, soprattutto per la particolare proposta di parquet che i progettisti e i privati scelgono direttamente presso lo showroom dell’azienda.
INTERVISTA
Incontriamo tutti e quattro i fratelli, a cui il padre Vittorio, più volte campione italiano di mezzofondo, ha trasmesso tutta la sua grinta, lasciando a loro questa eredità. Dalla qualità all’ambiente la mission aziendale è chiara! «Oltre a garantire la qualità delle nostre impiallacciature accuratamente selezionate nel rispetto delle normative internazionali con marchio FSC – raccontano i tre fratelli,
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mentre Rossella rivolge tutta la sua femminilità alla reception di MA.VI. – la nostra attenzione è rivolta anche alla salvaguardia dell’ambiente, i nostri prodotti arrivano da foreste gestite secondo un processo di disboscamento controllato, segno tangibile dl rispetto per questo elemento naturale che la natura mette a disposizione dell’uomo. Disponiamo di un vastissimo assortimento di impiallacciature provenienti da tutto il mondo, composto per circa il 70% da impiallacciature accuratamente selezionate. Offriamo, inoltre, una ricca gamma di parquet tradizionali e prefiniti, sintesi del sapiente incontro fra tradizione e avanguardia tecnologica». Mentre Giorgio, Alberto e Paolo mi raccontano che nel 1950, il padre ha aperto quest’azienda dedicata all'impiallacciatura del legno, di cui loro oggi continuano la tradizione, ci troviamo davanti a una partita di teak appena arrivata. «Si tratta di Teak massello della Birmania che ha la particolarità della larghezza di 14 cm, mentre normalmente è di 12. Come potete osservare – nella fotografia in alto a destra – si tratta di un prodotto da interno, perché la lavora-
zione per destinarlo a diventare prodotto da outdoor viene fatta diversamente. Per l'esterno, a differenza di quello per interno, la lavorazione del profilo delle tavole prevede un interstizio tra una lista e l'altra. Quest’altra partita è invece costituita da legno Iroko…». Tutti insieme, visitando l’ampio magazzino, ci soffermiamo poi davanti ad altro Teak, specie legnosa che risulta decisamente predominante come assortimento e quantitativo esposto! «Il Teak rappresenta, infatti, uno dei fiori all’occhiello fra la gamma di parquet – ci dicono i fratelli Maggioni – e proviene dal Sud e Sud-Est dell’Asia. Grazie alla sua fibra estremamente resistente risulta un legno eccellente per le applicazioni più diverse: carpenteria, costruzioni, edilizia, mobili, interni, industria nautica, etc. Oltre ai pavimenti da interno e da esterno, proprio perché è un legno molto resistente, che non teme le intemperie né l’usura nel tempo e che non richiede manutenzione, è ideale anche per il decking in esterno, ad esempio a bordo piscina, come rivestimento per terrazze…».
IN QUESTE PAGINE L'AMPIO MAGAZZINO DI MA.VI. E LO SHOWROOM DOVE I 4 FRATELLI - DA SINISTRA PAOLO, GIORGIO, ROSSELLA E ALBERTO MAGGIONI FRA SONIA MARITAN - RICEVONO PROGETTISTI E PRIVATI. NELLA PAGINA SUCCESSIVA ANCORA UNO SCATTO DELLO SPAZIO ESPOSITIVO E IN ALTO UN'IMMAGINE DI UN LORO CANTIERE NEL QUALE È STATO POSATO PARQUET DI AFROMOSIA.
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MA.VI.
Proseguendo, ancora, ci troviamo davanti a tavole di Noce Nazionale. «Le tavole di Noce Nazionale sono ottenute con legni di nostra produzione: è il risultato di una economia circolare. Queste, invece, sono Piume di Mogano. Questo, ancora, è parquet di Rovere, e utilizziamo la stessa specie legnosa sia nella parte che si vede sia nella parte che non si vede: abbiamo Rovere, controplaccato con lo stesso legno e lo possiamo fare di qualsiasi colore. Il tre strati è in legno nobile 4 millimetri».
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la massima competenza e passione: i clienti trovano presso di noi tutto ciò che desiderano. Inoltre, il cliente o l'architetto che entra nel nostro showroom e vede i nostri parquet “tocca con mano” veramente il legno e allora si fida totalmente di noi, capisce che possiamo cucire per lui “un vestito su misura”». Chiediamo da quanto tempo attuino questa modalità di vendita e come il loro showroom si sia evoluto. «Saranno una decina di anni che vendiamo direttamente. Adesso, nel nostro showroom, abbiamo in previsione di dedicare uno spazio anche alle porte, perché abbiamo notato in questi anni che chi compra il parquet solitamente deve acquistare anche i serramenti da interno e come questi debbano coordinarsi con il pavimento».
Chiediamo se la loro attività si estenda al di fuori del mercato interno. «Sono ormai 25 anni che produciamo impiallacciature negli Stati Uniti. Ventisei anni fa compravamo i tronchi negli Stati Uniti, li portavamo in Italia e li lavoravamo nel nostro Paese. Poi abbiamo deciso di lavorarli direttamente negli USA e quindi l’attività legata all’impiallacciatura è gestita dalla M. Bohlke Veneer Corp., azienda famosa in tutto il mondo, e siamo gli unici italiani a produrre là».
Nello showroom di MA.VI. ci sono anche dei manichini… «C'è stata una mostra a Milano, in Via Mecenate, nei capannoni industriali dismessi e rinnovati come spazi televisivi oppure legati alla moda, e allora l’Architetto Alessia Galimberti ci ha chiesto – tramite una nostra amica – se potevamo collaborare con la famosa stilista Chiara Boni e in quell’occasione abbiamo realizzato questi due manichini, che poi lei ha vestito».
Gli Stati Uniti rappresentano l’unico mercato di interesse per la vostra attività? «La gamma di impiallacciature, che proviene da America, Asia, Africa ed Europa, è molto più ampia. Noi scegliamo e selezioniamo personalmente i tronchi. Mentre la lavorazione dei legni americani viene effettuata dalla ditta M. Bohlke Veneer Corp., i legni europei vengono lavorati in Slovenia dalla Ditta Merkscha».
Nello showroom sono esposte anche delle meravigliose piume che chiediamo perché vengano chiamate così e da quali tipi di legni derivino. «Il nome è dovuto alla loro forma che ricorda appunto una piuma: quando la pianta si biforca il pezzo derivante dalla biforcazione da origine a queste "piume". La piuma può esserci in tutte le essenze, anche se solo in certi legni ha un particolare valore per cui valga la pena produrle».
Fra i due canali distributivi, da una parte l'impiallaccio con il quale MA.VI. si rivolge ai mobilieri, dall’altro quello del privato cui destinano il parquet, approfondiamo quest’ultimo. «Disponiamo di tecnici qualificati e specializzati per preventivi, consulenze, sopralluoghi e quant’altro possa soddisfare ogni esigenza e necessità dei clienti, operando sempre con
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Fiera di Verona
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La piรน importante fiera internazionale di impianti ed attrezzature per la produzione di calore ed energia dalla combustione di legna
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(Dati 2016)
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INTERVISTA
ANIMACONTEMPORANEA
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L’ANIMA “CONTEMPORANEA” DI LAURA
Laura Ercole, rappresenta AnimaContemporanea, di cui ci parla in un incontro a Milano. Nonostante la sua formazione da economista ama disegnare e la sua strada è stata segnata fin da bambina dall’azienda di famiglia e dagli schizzi di oggetti e arredi sacri che vedeva volteggiare intorno a lei…
IN APERTURA L'AZIENDA E SONIA MARITAN CON LAURA ERCOLE, A DESTRA DUE AMBIENTAZIONI CON DIVERSI PRODOTTI DI ANIMACONTEMPORANEA.
AnimaContemporanea racconta il nuovo volto di un’azienda che parte da più lontano! «Sì, è legata a un’azienda storica del 1958, anche se la società originaria fondata da mio nonno si chiamava “Ercole Francesco e Figli” poi è diventata “Ercole Quirino & C.” con mio padre e si è successivamente trasformata, fondendosi con un'altra azienda, in “Ercole Per il Sacro”, dopodiché nel 2014 è diventata AnimaContemporanea».
INTERVISTA
Quale è stato il suo percorso di studi e cosa l’ha portata alla sua attuale attività? «Ho frequentato il Liceo Linguistico, una scuola tedesca a
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Bolzano, per poter capire, parlare e ascoltare gente diversa, ma ho sempre disegnato sin da piccola, è nel mio DNA giocare con i materiali e le forme. Sono profondamente attratta dall'ingegneristica e dalla funzionalità degli oggetti e la sequenza logica della progettualità è di fondamentale importanza per me. L’anima artistica, invece, è eredità di famiglia: due zii pittori e uno scultore ma anche inventore “matto”, anima creativa dell'azienda “Ercole Francesco e Figli”. In un qualche modo avrei dovuto coniugare fin da subito abilità tecniche e doti artistiche, ma ho preferito la classica Economia all’Università di Milano. Per alcuni anni ho operato nel settore Finanza nell’ambito dell’analisi del
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rischio dei mercati e dopo questa esperienza sono tornata a "casa". Nella mia azienda oggi non disegno né costruisco, ma progetto». L'azienda ha dimensioni piuttosto contenute? «Sì, e nel tempo si è ulteriormente ridotta. A suo tempo nel momento di maggiore sviluppo e maturità l'azienda occupava 20 persone, poi però a seguito di diverse vicissitudini, tra cui anche la fallita delocalizzazione in Romania, si è ridotta. AnimaContemporanea è una piccola realtà che opera in stretta collaborazione con altre aziende di dimensioni ridotte, ma altamente capaci e flessibili». Qual è il suo target di riferimento? «Per quanto riguarda il mercato dell’arredo sacro, i nostri clienti attuali sono rappresentati principalmente dai titolari di negozi di arredo sacro, librerie religiose e, in misura residuale rispetto al passato, dagli ordini religiosi che hanno anche il punto vendita. Ci sono negozi che offrono un po’ di tutto: paramenti, metalli, arredo e oggettistica e quelli specializzati in un solo settore, nel mio caso l’arredo. Nel 2014, il cambiamento del nome ha comportato la trasformazione della concezione del business, e ha indotto a riflessioni nuove riguardo al punto di approdo di tutte le possibili strategie sul mercato, sui nostri bisogni quotidiani, sul nostro modo di vivere la spiritualità e soprattutto la risposta alla domanda: “c’è ancora spazio per l’arredo sacro in un mondo laico e multiculturale, che va così di fretta?” La risposta è stata affermativa, ma per affrontare questo nuovo modo di vivere i momenti spirituali o intimi e intensi della nostra vita andava cambiato linguaggio e interlocutore. Non solo, anche i processi di acquisto oggi avvengono in modo diverso in un parallelo tra mondo virtuale e mondo reale quindi alcune logiche aziendali dal prodotto alla distribuzione andavano ripensate». Dare più ampio respiro ad AnimaContemporanea ha significato non limitare l’attività al sacro ma abbracciare anche l'arredo moderno? «Sì, volevo che il sacro avesse più possibilità. AnimaCon-
temporanea recepisce la nostra sensibilità religiosa e spirituale, questo non vuol dire tuttavia che un arredo di questo genere debba per forza andare solo in una Chiesa. Oggi la quotidianità ci riporta a fare i conti con un concetto di religiosità che forse abbiamo un po’ dimenticato. Tutti possediamo una parte spirituale e viviamo in comunità multi etniche, multiculturali e con diversi credo religiosi. Case di riposo e ospedali, stanze del commiato o case funerarie, ma anche carceri, università, aeroporti hanno visto nascere progetti interessati per piccoli spazi di raccoglimento. All'estero ci sono vari esempi non solo in costruzioni sacre, ma anche di edilizia privata. Centri socio culturali religiosi
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ANIMACONTEMPORANEA
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spesso attigui e contigui allo spazio sacro nascono come stanze dedicate a corsi di preghiera, meditazione o danza e condomini con aree interne dove ritirarsi a riflettere o discutere la vita associativa. Volevo quindi che l'ambito della riflessione entrasse "dentro" il sacro. Il “sacro” non è soltanto religione o non significa esclusivamente che debba essere connotato con una simbologia, desideravo epurare il mio sacro dalla simbologia cristiana e renderlo più “religioso”, spirituale e contemporaneo. Tutti noi in qualche modo riflettiamo e sicuramente ci sentiamo più a nostro agio o ci fa più piacere farlo in un contesto vicino al nostro sentire e vivere quotidiano. La chiesa antica, scura, decorata è simbolo di storicità, tradizione e rito. È quest’ultimo aspetto che non va dimenticato e la ritualità può convivere perfettamente con costruzioni mo-
è quello di proporre degli arredi che possano intercettare lo stile e il gusto dell’architetto e collaborare con lui a eventuali personalizzazioni su una base già pronta e collaudata. Un arredo corretto per l’inserimento nella sua ambientazione, senza doverlo disegnare ogni volta perché sul mercato non si trova».
AMBROGIO.
ANDY.
derne, luminose e semplici. Desideravo aprire il sacro a possibilità diverse con interlocutori e spazi diversi. L'architettura sacra propone da tempo, ad esempio, strutture anche importanti e imponenti modernissime in solo cemento, inserendo un unico elemento: la luce. La luce nelle chiese ricopre un ruolo fondamentale, poiché fa parte del suo mistero religioso donare luce all’uomo, ma da un punto di vista progettuale essa plasma. Dà forma e movimento, calore e leggerezza, ci permette di percepire le cose in modo differente. L’idea era quindi di colmare il divario tra l’architettura sacra e l’arredo sacro, offrire all’architetto, il nostro nuovo target, soluzioni pronte a catalogo. L’obiettivo, oggi,
Abbiamo usato un materiale naturale, in questo caso legno di Frassino, ma può essere anche Noce o Rovere, il legno non è una scelta casuale, porta il suo messaggio, per far sì che ci si possa riappropriare di una certa naturalità nella nostra vita e negli oggetti di uso comune».
Sul tavolo, davanti a noi, mentre sorseggiamo un caffè, sfogliamo il catalogo di AnimaContemporanea: cos’è Ambrogio? «Ambrogio, è un portafrutta ma anche un centrotavola, può contenere sette candele, cosa che può essere simbolica per la religione ebraica, però può contenere anche sette frutti, uno al giorno per ricordandoci di mangiarne quotidianamente almeno uno e prenderci cura di noi stessi.
AnimaContemporanea evidentemente è caratterizzata da proposte trasversali, che possono avere più letture: Andy invece è un leggio? «Andy, può essere un leggio ma anche un porta tablet. Si rivolge sopratutto ai bambini ma anche alle casalinghe perché chiunque può appendere e lui “supporta” questa
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funzione. Non ha retro ma soltanto due parti che si incrociano, è molto leggero e semplice. Ha un disegno tradizionale eppure al contempo originale come il nome preso a prestito dall’inglese “handy” che significa pratico, utile, a portata di mano»! AnimaContemporanea è spregiudicata anche nella lavorazione dei materiali, ad esempio il vetro ricorre in molte proposte, come Aki. «Aki è una lampada a olio in cristallo di Boemia soffiata e lavorata interamente a mano. È nata dal desiderio di rinnovare un oggetto tradizionale presente in molte culture e religioni e renderlo conosciuto a un pubblico più ampio. Aki è una parola e un nome giapponese che significa scintillio, luce e autunno, che, come sappiamo è una stagione
«Acros è stato progettato da me, si tratta di un tavolo pieghevole per un agile trasporto: un unico pezzo che pesa 43 chilogrammi. Gli altari sono generalmente pezzi deputati a occupare per molto tempo un solo luogo per la solennità della loro funzione. Oggi però tutto è “temporaneo” o, meglio, numerose possono essere le esigenze di avere quello che chiamo tavolo cerimoniale a portata di mano. Acros può essere usato quindi sia come altare che come tavolo ed è utile soprattutto per le cerimonie all’aperto. A questo scopo ho voluto togliere la simbologia, che resta tuttavia per chi la conosce, della forma triangolare in questo caso capovolta per dare il senso di apertura e accoglienza. Il colore naturale del legno chiaro e quello scuro del Noce si adatta a qualsiasi tipo di religione o funzione ricordandoci l’unione degli op-
AKI.
ACROS.
ricca di colori e sfumature di luce. Tre lettere per il nome di una forma triangolare, geometrica e minimale. Alcune lampade sono realizzate con tecniche composite, in Polvere di Stelle, che ricorda le volte giottiane, ci sono due strati di vetro che intrappolano un metallo prezioso. Un primo strato di vetro blu su cui si sparge dell’argento che un secondo strato di colore ambra trasforma magicamente in pagliuzze d’oro».
posti, lo ying e lo yang. Se una persona si interfaccia con questo arredo con una preparazione mentale religiosa riesce a cogliere la simbologia del disegno che ha generato Acros, mentre tutti gli altri vedono semplicemente un bel tavolo pieghevole, funzionale con montaggio minimo – bastano due viti – adatto agli acquisti online. Questa è la logica dei progetti di AnimaContemporanea».
La proposta dell’azienda include anche gli arredi, come Acros, un tavolo interessante smontabile e con diverse declinazioni…
Come sarà AnimaContemporanea tra 10 anni? «Un marchio di nicchia per un mercato in espansione sempre in evoluzione per vivere l’anima e i suoi vari aspetti nel contemporaneo».
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INTERVISTA
SPOTTI TRANCIATI
www.spottitranciati.it
IL VALORE DI UN MARCHIO Il marchio, molto noto nel settore, oggi rappresenta la terza generazione della famiglia Spotti che lo porta avanti con orgoglio: i fratelli Stefano e Daniela Spotti con il genero di Ambrogio Spotti, Massimiliano Giannini, che ha lasciato a loro le redini dell’azienda, sono gli attuali protagonisti di un’azienda che ha saputo misurarsi con i tempi attuali.
«Oggi siamo in undici e la caratteristica dell’azienda continua ad essere quella di sapersi adattare alle mutevoli esigenze di mercato, rispondendo con puntualità alle necessità della clientela. La gestione del materiale a magazzino si avvale di moderni strumenti come una macchina misuratrice elettronica, lettori ottici e palmari, etichette a bar code che consentono un controllo totale su tutto il prodotto».
IN QUESTE PAGINE, MASSIMILIANO GIANNINI CON SONIA MARITAN, A DESTRA LA SEDE DI SPOTTI TRANCIATI, SONIA MARITAN FRA I FRATELLI SPOTTI: DANIELA E STEFANO E PIETRO FERRARI IN UNO DEI GRANDI MAGAZZINI DELL'AZIENDA, ANCORA RAPPRESENTATA NELLE PAGINE SUCCESSIVE.
Ripercorriamo, con Stefano e Daniela Spotti e Massimiliano Giannini, la storia di un’azienda che ha saputo lasciare nel tempo una buona traccia del suo operato. «Il fondatore della Spotti Tranciati srl è Mario Spotti, il nonno di Daniela e Stefano Spotti – esordisce Massimiliano Giannini – quindi siamo davanti alla terza generazione dell'azienda. Fondata nel 1952, è diventata nel tempo un’azienda di primaria importanza nel commercio delle impiallacciature. Sulla scia di una tradizione familiare di passione per la lavorazione del legno, la società si è espansa di anno in anno, fino a diventare con la presenza del successivo titolare, Ambrogio Spotti, una delle più qualificate della Brianza. Ambrogio Spotti, per anni affiancato dai figli e da me, ha lasciato a noi le redini dell’azienda e il valore di un marchio conosciuto ovunque noi ci rechiamo, e questo è motivo di grande orgoglio».
INTERVISTA
Arriviamo a oggi: un’azienda che si è dotata di strumenti all’avanguardia.
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Parliamo con gli specialisti di tranciati e questo è rimasto, nel tempo, il fiore all’occhiello dell’azienda. «Trattiamo l’acquisto e la trasformazione di tronchi provenienti da tutta l’Europa e commercializziamo le più svariate essenze di legno, dalle specie americane, alle europee, ma anche africane e asiatiche, nei diversi spessori 6-10-15-2025-30/10. La competenza derivante da anni di esperienza nel settore e un accurato lavoro di collaudo a magazzino ci consentono di offrire al cliente un materiale selezionato secondo precisi criteri di qualità, colore, dimensione e prezzo». Chiediamo se trancino ancora loro e conseguentemente ci riferiamo al loro target. «C'è una sola tranceria, l'ultima rimasta in Brianza, che lavora per tutti. Le diverse impiallacciature sono destinate a un’ampia clientela di rivenditori, pannellatori, arredatori di alto livello – specializzati nel campo nautico –, grossi mobilieri, piccoli e medi consumatori. Grazie alla capacità organizzativa, alla professionalità, alla qualità delle scelte che ogni giorno ci impegniamo a compiere e alla competenza dei nostri collaboratori, l’attività della Spotti Tranciati è in continua espansione, sul mercato italiano e sopratutto verso l’estero. I legni naturali sono i prodotti principali che of-
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vere americano. Un legno che va per la maggiore nel settore nautico è il Rovere Rift. È un tipo di tranciatura, tutto rigato che non presenta fiammatura. Generalmente nella barca il pavimento viene fatto con il 2,5, come il decking esterno realizzato con il 2/2,5. Per alcune barche viene usato però anche il Teak da un millimetro per l’arredamento interno». friamo». Dopo aver conosciuto da vicino questa realtà attraverso le parole di chi la plasma ogni giorno, visitiamo l’ampio magazzino. «Iniziamo dal piano terra, di 3.000 metri quadri, in cui sono stoccati tutti i legni di grossa massa. Qui abbiamo il materiale più commerciale, per tutti gli usi e i legni più ingombranti, che poi sono anche quelli che si vendono più velocemente. Tutti i piani sono riscaldati mentre l'umidità e la temperatura del nostro magazzino sono naturalmente adatte a mantenere “in buona salute” il legno, inoltre nell'ultimo piano, d'estate quando fa molto caldo, rilasciamo dell'acqua a terra per inumidire il tranciato e impedirgli di seccare troppo. Qui viene ripassato in taglierina e viene risistemato sia quello che produciamo sia quello che compriamo. Al secondo piano, troviamo tutti i prodotti di spessore da un millimetro, due millimetri, due millimetri e mezzo e tre. Sarebbe riduttivo per noi parlare di due o tre essenze, quando in realtà nel nostro magazzino si possono trovare grandi varietà di legni, dall’Acero allo Zebrano. È impossibile che un cliente non trovi l'essenza che cerca! Il primo piano del nostro magazzino è per l'arredatore, per chi fa nautica e arredamento di altissimo livello. Abbiamo tutti legni di altissima qualità di spessore 0,6. Come legno nelle barche viene usato del Canaletto, per l'arredo interno invece Teak e Ro-
Chiediamo quale sia il prodotto più caratteristico in questo momento. «Il Teak, usato un po’ per tutto. Generalmente è un legno destinato soprattutto al settore della nautica. Quando parliamo di arredamento di altissimo livello, naturalmente trattiamo con architetti e progettisti, che tante volte vengono direttamente a scegliere i materiali». Cerchiamo di capire quale sia il percorso che seguono i prodotti di Spotti Tranciati, c’è un doppio scambio fra l’azienda e l’estero: la materia prima e il prodotto lavorato ed esportato. «Direi di sì: compriamo la materia prima all'estero e poi i nostri prodotti sono spesso diretti all'estero e destinati ad arredamenti importanti in ambito nautico, residenziale o terziario, quindi i nostri prodotti vanno ad altri rivenditori che poi rivenderanno ai loro clienti». Chiediamo, oltre al Teak, quali altre specie legnose siano rilevanti. «Riferendomi a un mercato di alta gamma potrei menzionare il Canaletto, il Larice, l'Acero Maple e il Rovere europeo e americano. In realtà, però, non possiamo affermare che ci sia un'essenza oggi che vada per la maggiore, anzi viene richiesto ormai ogni tipo di legno; quello che conta per noi, è che
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INTERVISTA
SPOTTI TRANCIATI
sia assolutamente di qualità e con caratteristiche il più possibile vicine alle esigenze del cliente, e la Spotti Tranciati in questo momento è una delle poche aziende in grado di far fronte a questo cambiamento». Ci sembra importante immaginare quale possa essere l’evoluzione dell’azienda tra una decina di anni. «A me piacerebbe entrare in altri settori, quali complementi di arredo tipo parquet piuttosto che forniture di materiali attinenti al legno. Mi piacerebbe fondere il nostro mondo con quello del design e dell'arredamento». Riguardo la comunicazione e la cultura di settore chiediamo come si muovano aziende come Spotti Tranciati. «Penso che, oltre a noi, dovrebbe essere Vero Legno a valorizzare il legno naturale. Dovrebbe passare il messaggio dell'unicità del legno. Questo messaggio deve sì partire dagli addetti ai lavori, ma deve arrivare alla massa affinché funzioni. Bisogna invertire una certa tendenza e non so quanto possa essere facile rendere questo messaggio efficace».
INTERVISTA
Indubbiamente, l’azienda trasferisce la sua competenza con le forniture dei materiali ai suoi clienti! «Noi ci proviamo, continuamente, ma se un architetto progetta una barca volendo utilizzare un legno che noi sappiamo che non si presta, sia per qualità, sia per disponibilità e nonostante i nostri consigli lui insiste, noi non possiamo fargli cambiare idea perché spesso arrivano qua con un progetto già pronto, questo succede perché manca la conoscenza delle specie legnose e le loro caratteristiche».
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di Pietro Ferrari
VINCE L'ITALIA
Concorso a premi Weinig al Ligna: consegna di Cube Plus al vincitore.
UN MOMENTO DELLA SOMMERFEST DI WEINIG: ALLEGRIA E CAMERATISMO TRA I PARTECIPANTI.
EVENTI
Al Ligna lo stand Weinig ha rappresentato una vera e propria attrazione fieristica grazie al concorso che metteva in palio un macchinario per la lavorazione su quattro lati del tipo Cube Plus. Il macchinario è stato consegnato al vincitore della promozione, la società Thomaseth Treppenbau, durante la festa estiva di Weinig presso la sede centrale di Tauberbischofsheim. Il proprietario Stefan Thomaseth è arrivato a questo evento con la famiglia dalla città italiana di Castel-
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rotto. Gregor Baumbusch, Direttore Vendite e Marketing di Weinig, si è congratulato con lui insieme con gli altri componenti del Consiglio di Amministrazione e ha consegnato una targa commemorativa con il coupon di partecipazione originale del vincitore. "Cube Plus con la sua pregiata lavorazione su quattro lati è alla base di un concept di utilizzo semplice che rappresenta la filosofia del nostro programma di macchinari per piallatura", ha spiegato di fronte ai settecento ospiti della festa estiva.
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GREGOR BAUMBUSCH CONDUCE LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE.
WOLFGANG PÖSCHL FA GLI ONORI DI CASA.
!UN RECORD DI PARTECIPANTI ! Il coupon di partecipazione al concorso a estrazione è stato compilato oltre 2.500 volte presso lo stand fieristico del gruppo Weinig a Hannover. "Un gigantesco successo", l'ha definito Gregor Baumbusch. La gamma di partecipanti al gioco a premi con il quale Weinig ha voluto ringraziare la
fiducia dei propri clienti nell'anno dei record 2016 comprende realtà che vanno dalla grande industria alla piccola azienda artigianale. Oltre ai produttori di scale come Thomaseth, anche produttori di infissi, segherie e falegnamerie, rivenditori di legno e materiali in legno speravano di vincere il compatto mac-
LA SQUADRA TOMASETH, I VINCITORI DELLA CUBE MESSA IN PALIO AL LIGNA.
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MICHAEL WEINIG THOMASETH
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UNA BELLA FOTO DI GRUPPO CON LA STAMPA ITALIANA, DAVANTI ALLA ELEGANTE E PRESTAZIONALE CUBE.
EVENTI
chinario messo in palio. "L'ampia risonanza in aziende di tutte le dimensioni e di tutti gli ambiti di applicazione dimostra che un macchinario come il Cube Plus possiede un valore di utilizzo veramente per tutti", ha affermato Klaus Müller, direttore Comunicazione e Marketing di Weinig. Dalla sua introduzione sul mercato nel 2011 questo macchinario compatto per lavorazione su quattro lati è diventato un vero cult. Il suo utilizzo intuitivo rende la piallatura più semplice che con qualsiasi altro macchinario. Questo macchinario per la lavorazione su quattro lati non richiede impostazioni ed è dieci volte più rapido rispetto alla tradizionale piallatura a filo e a spessore. L'apparato MoulderPreview con cui si proietta la misura finita sul pezzo grezzo, grazie ad un laser, consente un notevole risparmio sul lavoro. Un ulteriore vantaggio del macchinario è la modifica delle dimensioni rapida e con macchina in funzione. L'impostazione dell'albero di spianatura e del cambio utensili con il sistema EasyLock richiede solo pochi secondi. L'impilatore automatico garantisce se necessario lo scarico continuato dei pezzi grezzi con un solo operatore. Viste le sue misure compatte Cube Plus è adatto a ogni spazio operativo e può essere sempre spostato facilmente in una po-
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DUE PAROLE DI RINGRAZIAMENTO DA PARTE DI STEFAN TOMASETH.
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sizione diversa con un sollevatore a forche. Grazie al "collegamento plug-and-play" il macchinario è pronto all'uso in pochi minuti. Molti clienti utilizzano già questo compatto macchinario per lavorazione su quattro lati, che per la sua forma e le sue qualità si è guadagnato il soprannome di "Cubo magico", per completare gli ordini urgenti. Altri grazie a lui entrano nel mondo della lavorazione automatica su quattro lati del legno massello . Quegli specialisti dei materiali in legno che lavorano anche con legno massello lo possono utilizzare come macchinario complementare. Non ultimo, esso permette anche a personale non qualificato di ottenere buoni risultati da subito. "Sul mercato non esistono altre macchine simili in questa classe di potenza", sottolinea Klaus Müller. Cube riscuote grandi apprezzamenti in ogni parte del mondo. La maggior parte dei macchinari per adesso è stata venduta in Gran Bretagna. Le verniciature personalizzate offerte da Weinig come opzione sono particolarmente apprezzate. Anche il macchinario che era in palio a Ligna ha un design speciale in ricordo dell'evento. Alla Thomaseth sono già
tutti molto soddisfatti del lavoro con Cube Plus. "Utilizzeremo Cube Plus soprattutto nella produzione di elementi per la sottostruttura dei gradini", spiega l'amministratore Stefan Thomaseth.
LA FESTA CONTINUA CON MUSICA E SPORT.
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EVENTI
HOLZIUS
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di Pietro Ferrari
DIECI ANNI DI HOLZIUS
Una festa ma anche un momento di riflessione a Prato allo Stelvio per i dieci anni di Holzius. Il modello economico orientato al futuro dietro al messaggio "l'economia è al servizio dell'uomo e non il contrario", i vantaggi pratici delle costruzioni in legno massiccio rispetto alle costruzioni con telaio in legno e laterizio e infine il legno quale materiale per un futuro a impatto zero sul clima, sono stati i temi delle tre conferenze tenute in occasione dei festeggiamenti dell'8 settembre a Prato allo Stelvio per i 10 anni dell'impresa Holzius. Numerosi architetti e pianificatori, ma anche clienti e aziende partner di holzius hanno approfittato del bagaglio di esperienze dei tre relatori invitati, che in parte scherzosamente, in parte con estrema serietà, hanno fatto riferimento alla situazione della nostra era industriale. Il ciclo di interventi si è aperto con la citazione dell'ideologo americano del management Peter Senge "viviamo in una bolla" nella relazione del consulente dell'Istituto Terra Günther
EVENTI
Reifer e si è concluso con l'affermazione dell'ingegnere Josef Engle "Siamo ciechi da un occhio e con l'altro prendiamo mele per pere". Quest'ultimo si è espresso criticamente riguardo al fatto che in ambito di risparmio energetico ci si concentri unicamente sulla coibentazione. Anche l'architetta Petra Wiesner-Molitor si è espressa negativamente riguardo all'uso di isolanti termici sintetici e alla realizzazione di involucri esterni a tenuta d'aria. Tuttavia tutti e tre sprizzavano ottimismo e passione: anche o proprio nel settore edile l'impegno per il cambiamento porta frutti visibili, che si riflettono sia sull'ambiente naturale sia sulla salute e sul benessere delle persone e rafforzano il bene comune.
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A SINISTRA: L'INTRODUZIONE DI HERBERT NIEDERFRINIGER, TITOLARE DI HOLZIUS. AL CENTRO: UN MOTTO CHE NON LASCIA SPAZIO A EQUIVOCI. A DESTRA: L'INTERVENTO DI PETRA WIESNER-MOLITOR.
Oggi il brissinese Günther Reifer è consulente e cofondatore dell'Istituto Terra, un centro di competenza per lo sviluppo sostenibile con circa 25 collaboratori, tutti ex dirigenti. Precedentemente l'esperto di economia aziendale era direttore commerciale e marketing di un grosso mobilificio e, in qualità di docente, un sostenitore delle teorie economiche convenzionali. Il suo lavoro ha preso una svolta, quando circa dieci anni fa è caduto in crisi e ha incontrato alcune personalità del mondo della sostenibilità, quali l'egiziano Ibrahim Abouleish, recentemente mancato, (chimico, farmacista e vincitore del Premio Nobel alternativo per la pace) e l'economista e banchiere bengalese Muhammed Yunus (Premio Nobel per la pace). Oggi Reifer vuole accelerare il processo di cambiamento del sistema, come ha mostrato nella propria relazione, facendo un confronto con i modelli imprenditoriali correnti. In un modello di pensiero globale, che tiene conto anche della rivoluzione digitale, si presenta la seguente situazione: il vecchio modello di impresa 1.0, incentrato sul prodotto, è stato sostituito dal modello 2.0 incentrato sul consumatore, che oggi viene nuovamente superato dal modello 3.0 che impone un trend. Solamente quest'ultimo modello imprenditoriale sarà in grado di dare un valido contributo al mondo, mettendo al primo posto sia le persone (collaboratori e partner in rete), che la natura e il bene comune. Grazie alle esperienze positive di molte aziende Reifer è convinto che sul lungo periodo avranno successo solamente le aziende che
avranno un ruolo forte nella società e che agiranno per il cambiamento. Queste imprese orientate al futuro uniscono l'allontanarsi dalla "bolla dell'era industriale" e pertanto dai combustibili fossili, dalle montagne di rifiuti, dalla produzione globale e standardizzata e dalla massimizzazione dei profitti, al rivolgersi alla sostenibilità, alla varietà, ai circuiti locali e al bene comune. www.terra-institute.eu.
!UNO SGUARDO SUL FUTURO! Un'altra visionaria è l'architetta Petra Wiesner-Molitor di Bad Brückenau nella Baviera del nord, che ha raccontato il suo percorso personale che l'ha portata dall'apprendistato come falegname alla laurea in architettura e successivamente all'ulteriore specializzazione in bioedilizia, e che è completamente a favore delle costruzioni in legno massiccio. L'approccio creativo di Petra Wiesner-Molitor in questo ambito le è valso nel 2017 il prestigioso premio per l'edilizia sostenibile DMK Award della fondazione Dagmar und Matthias Krieger. La sua esperienza mostra che le costruzioni in legno massiccio presentano chiari vantaggi, ovvero la monomaterialità, la quasi totale assenza di emissioni di CO2 durante la produzione, una prospettiva economica a lungo termine, l'approccio del cradle to cradle privo di rifiuti, una schermatura dalle radiazioni ad alta frequenza, l'atossicità
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EVENTI
HOLZIUS
HA LA PAROLA JOSEF EGLE.
data dall'assenza di trattamenti del legno, un buon clima interno, la tenuta all’aria, un buon potere coibentante, le numerose possibilità estetiche e il rapido tempo di montaggio. Come architetto esercita un influsso in numerosi ambiti, sull'ambiente umano e naturale, quanto sui processi della società. www.ars-tectandi.de.
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IL PUBBLICO FOLTO E INTERESSATO.
strutturazione. Ha gettato ulteriore benzina sul fuoco affermando che negli ultimi anni la politica sia stata spinta dalla lobby dei materiali isolanti, e che anche CasaClima & Co. abbiano portato la coibentazione all'assurdo, dato che non viene presa in considerazione né la produzione né lo smaltimento dei materiali. La sua conclusione, politicamente dirompente, per una strategia olistica di protezione
EVENTI
L'ingegnere di edifici in legno e perito giurato per il settore dell'edilizia residenziale in legno, per la tenuta all'aria e per la termografia degli edifici Josef Egle, di Traunstein in Germania, è noto come "l'avvocato del legno". Nella sua perorazione in favore dell'uso del legno massiccio a servizio della tutela del clima ha esposto numerosi dati numerici: a livello mondiale gli edifici sono responsabili fino al 40% delle emissioni di CO2, il principale gas serra. Nel bilancio ambientale si prende in considerazione solamente la fase di utilizzo di un edificio, mentre la produzione dei materiali edili, la costruzione stessa, lo smaltimento e il potenziale di riciclaggio vengono completamente tralasciati, creando un quadro parziale che porta a gravi errori in fatto di isolamento termico, sia in caso di nuova costruzione che di ri-
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ARMONIA TRA UOMO E NATURA NEGLI SPAZI DELL'ABITARE: LA VISIONE DI HOLZIUS IN POCHE MA EFFICACI PAROLE.
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L'INTERVENTO DI GÜNTER REIFER.
climatica prevede, tra le altre cose, di smetterla di abbassare ulteriormente i valori U, e invece avviare processi di ottimizzazione durante la fase di produzione e di utilizzo, e soprattutto di tenere conto della riduzione delle emissioni dovute all'uso di materiali edili provenienti da fonti rinnovabili, ovvero il legno. "Riduzione" da intendersi come la capacità di legare a lungo termine la CO2 presente nell'aria, sottraendola di conseguenza dal corrispondente bilancio delle emissioni. Oggi costruire utilizzando il legno è protezione climatica applicata. www.egle-engineering.de Tutti e tre gli oratori invitati hanno uno stretto legame con holzius: negli ultimi due anni Günther Reifer ha accompagnato la riorganizzazione dell'azienda in qualità di consulente spingendola verso la trasformazione in un'impresa 3.0. In Germania Petra Wiesner-Molitor ha utilizzato gli elementi in legno massiccio holzius per i progetti dei clienti del proprio studio d'architettura, nonché per la propria abitazione. Infine Josef Egle, in qualità di perito e profondo conoscitore del settore, ha esaminato attentamente holzius e i suoi prodotti. I trend vengono imposti da chi con la propria impresa vuole dare un senso. La casa più a nord si trova sul confine tedesco-danese, la più a sud nei pressi di Bari: in soli 10 anni Holzius ha realizzato oltre 350 case in legno massiccio grazie al proprio sistema brevettato privo di colle o parti metalliche. Un esempio inconfutabile di successo, a cui si
aggiunge un altro segnale, cioè che alcuni dei 32 collaboratori sono diventati clienti e viceversa alcuni clienti sono diventati collaboratori. Il riposizionamento strategico di holzius degli ultimi due anni ha portato maggiore chiarezza nell'attuazione degli obiettivi e in tal modo ha liberato nuove energie. Tutto questo è stato celebrato in occasione del 10° anniversario dell'azienda all'interno della sua sede a Prato allo Stelvio.
!HOLZIUS IN DUE PAROLE! Holzius costruisce con coerenza edifici ecologici e sostenibili con elementi in legno di propria produzione, senza l’impiego di colle e parti metalliche. Sede: 39026 Prato allo Stelvio (I – Alto Adige) – Via Pineta 96 Fondata nel 2005, operativa dal 2007 Fondatore e socio amministratore: Herbert Niederfriniger Collaboratori: 32 Servizi e prodotti: • realizzazione di involucri esterni prefabbricati per la bioedilizia • elementi costruttivi in massello naturale, privi di colle o parti metalliche, e realizzati su misura, • consulenza per la bioedilizia Finora Holzius ha costruito oltre 350 case in Alto Adige, Italia, Germania, Austria, Svizzera, Lussemburgo; Fatturato 2016: 3.598.375 Euro (non consolidato) Produzione 2016: 3.200 m3 di elementi in legno massiccio Holzius.
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TRADE
MERCATO DEL LEGNO
www.boratt.ch
di Pietro Ferrari
SEMINARE PASSIONE A Rovagnate, Boratt Petrolo ha organizzato, con grande successo un mercato del legno al dettaglio. fessione è qualcosa che nasce dal fatto che, mentre un tempo ogni piccolo paese ospitava una segheria, oggi la dinamica economica ha distrutto questo tessuto locale a favore di grandi concentrazioni e ha reso necessario creare qualcosa di diverso, in grado di dare una risposta alla necessità e al desiderio di riutilizzare il legno. Pensiamo che in ogni piccolo centro c'è una via La Resega, peccato che la segheria non ci sia più con la conseguente perdita dell'economia del piccolo formato. Le "formule magiche" della grande dimensione hanno però poi perso la loro efficacia: i grandi impianti di segheria, infatti, per la metà hanno già
MICHELE PETROLO CI ACCOGLIE NELLA SEDE DELLA MOSTRA-MERCATO A ROVAGNATE.
TRADE
CARLO PETROLO CI RACCONTA IL MONDO DI BORATT PETROLO E DELLE RETI DI SEGANTINI AMBULANTI.
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Presso l'azienda di giardinaggio e florovivaistica Brivio di Rovagnate (Lecco), Boratt Petrolo ha organizzato nei giorni 23 e 24 settembre un mercato di legno al dettaglio che ha raccolto un successo superiore alle aspettative. Abbiamo avuto il piacere di visitare per i nostri lettori questo momento di grande rilevanza nelle dinamiche di un'economia spontanea e creativa che rimette il legno al centro delle azioni e del pensiero di tutti noi e fa rinascere le dinamiche di un tempo in cui il legno era compagno della vita quotidiana. Ma cediamo la parola a Carlo Petrolo che ci parla dello spirito dell'iniziativa. "Noi ci definiamo dei segantini ambulanti: la nostra pro-
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LA MULTIFORME BELLEZZA DEL LEGNO NATURALE.
chiuso e per l'altra metà stanno vivendo enormi difficoltà, anche solo per poter interrompere l'attività". "La nostra - continua Petrolo - è una risposta alla voglia di legno che oggi c'è: noi siamo partiti dal piccolo, dicendo che la voglia di legno c'è ma non c'è più chi serve questo tipo di mercato e abbiamo occupato questo segmento". Tutto questo è nato da un'occasione precisa. L'esigenza era quella, per Boratt Petrolo, di rifare delle vecchie travi di un ronco nel bosco. Rivolgendosi a una segheria specializzata nei tetti con due tronchi di castagno da segare, la risposta è stata: non è più così che si fa, si fa tutto col lamellare. "Mi chiedo - commenta Petrolo - se non sia più naturale l'utilizzo del castagno. Su internet ho trovato come segare i tronchi, scoprendo e approfondendo assieme l'utilizzo di queste macchine per segheria". La ricerca ha proseguito con la scoperta del fatto che in Francia esistevano, ed esistono, oltre cento segantini am-
bulanti, addirittura organizzati in un'associazione, così come esistono in Svizzera e in Germania. "Sono partito con questa attività - commenta Petrolo - e poi sono andato per piazze a dire ‘si può tornare a praticare questo mestiere’ e da qui è nato un movimento di persone che è tornato a voler lavorare in questo modo. Creando un esempio, si è messo in movimento un insieme di soggetti che ha fatto crescere anche il desiderio di utilizzare il legno e ha creato una professione che prima non esisteva, mentre entrare nel mondo della segheria avrebbe richiesto grandi investimenti ed economie di scala che adesso non ci sono più o non sono più sostenibili".
!UN MONDO IN RETE! Oggi si cerca di costruire un ponte tra i segantini ambulanti che recuperano materiale legnoso e lo segano e le disponibilità di legno. Non si tratta tanto del bosco o della montagna ma i segantini ambulanti stanno nei Paesi, nelle
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LA MULTIFORME BELLEZZA DEL LEGNO NATURALE.
TRADE
TRONCHI RECUPERATI DA TAGLIARE.
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MERCATO DEL LEGNO
aree urbane, nei parchi e nei giardini, recuperando e valorizzando scarti legnosi che altrimenti costituirebbero un costo per il loro smaltimento. "Noi stiamo dimostrando in prima persona che si può scegliere e recuperare il materiale legnoso. Ci stiamo, nello stesso tempo, interfacciando con il vasto e polverizzato mondo degli utenti del legno, creando un'economia circolare che parte dalla pianta del giardino o del parco pubblico e permette di fornire del legno al piccolo artigiano che a sua volta si trova in difficoltà, perché non riesce a trovare il materiale, senza parlare del grande numero di hobbisti interessati a questa dinamica". "Noi siamo una rete che va ai privati o al piccolo artigiano con legni che hanno due caratteristiche particolari: una è la bellezza dei piccoli difetti che conferiscono valore e l'altra è la storia: l'artigiano ha bisogno non solo di fare un bel tavolo di legno ma di raccontare una storia che si lega con il prodotto. Noi cerchiamo di mettere in relazione due mondi, quello dell'arboricoltore, del giardiniere, del tree-climber con quello di chi lavora il legno". La segheria mobile dei fratelli Petrolo arriva dal Canton Ticino ma oggi fa rete con un numero notevole di piccole imprese fino a costituire una rete che opera sul territorio con
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AFFLUENZA SOPRA LE ASPETTATIVE.
un network posizionato nelle varie località: "Non sono concorrenti - ci spiega Petrolo - ma altri operatori che dimostrano che questo progetto può crescere e diventare redditivo. Si lavora con la mentalità della sharing economy, della social economy dove quello che funziona deve essere fatto circolare e condiviso, Negli eventi che organizziamo, noi non siamo i protagonisti, i protagonisti sono questi ragazzi che portano il loro legname o lo lavorano”. Questa è l'edizione zero della manifestazione, Sono in previsione due edizioni all'anno, in autunno e a primavera posizionati in corrispondenza con i momenti topici della disponibilità e della richiesta del legno. Oltre a ciò faremo manifestazioni itineranti per aiutare chi, in determinati territori, vuole creare massa comune. "Il concetto alla base di tutto - ci dice ancora Petrolo - è quello della condivisione, quello di rendere disponibile a tutti la conoscenza e di coinvolgere tutti in una rete di attività, seminare passione, senza aspettare che modelli economici calati dall'alto e di dubbio successo riportino le loro logiche nel nuovo mondo economico". "Noi usiamo tantissimo i social - conclude Carlo Petrolo - la nostra pagina facebook vanta 28mila persone che ci seguono direttamente. Pazzi per il legno raccoglie 30mila persone, Cacciatori di legno urbano, che è in pratica un
mercatino on line, raccoglie 4mila persone, con altri gruppi paralleli legati a noi arriviamo a fare tra i 100 e i 200mila contatti a settimana: questo vuol dire diffondere sapere e cultura, una cultura pratica in cui dimostriamo che è possibile creare un'economia. Questo è importante: noi non facciamo opera di volontariato, noi siamo imprenditori e il GLI ACQUIRENTI nostro slogan è "legno urbano che crea economia". Questi sono i temi moderni, da dove vogliamo partire se SI PORTANO A CASA IL LEGNO. non dal legno?
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FORESTA
FORESTE MARSICANE
di Paolo Ferrari
FORESTE MARSICANE
Tra antiche e nuove dinamiche gestionali e attuali minacce globali, le foreste vetuste ci trasmettono la loro lezione di naturalità all'interno del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise.
IL MONTE MARSICANO VISTO DALLA VAL FONDILLO.
FORESTA
In quest'estate sciagurata di roghi, con il suo ostinato azzurro di cielo sfregiato dal passaggio dei canadair, portatori d'acqua e di sospetti, i confini dell'antico parco naturale sembrano tener lontane le fiamme, e così ci si augura che sia, e non solo fatalità.
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Marsica di selve, il successo di questo progetto di conservazione che risale al principio del secolo scorso piace pensare che non sia solo risultato di oculate politiche amministrative e gestionali, di intellettuali un passo avanti sui tempi loro (e che i nostri hanno ancor più distanziato), ma anche di una profonda, archetipica simbiosi tra ambiente naturale e le genti che queste valli e questi pianori hanno da secoli, millenni, coltivato o solcato al passo lento della transumanza, parola magica, pastorale ma anche un po' mistica (perché stupirsene?), movimento di genti scandito su ritmo di stagioni, calendario necessario di uomini e bestie, domestiche e selvagge, le une e le altre in contesa perenne, ma pervenute fino a noi e preservate da questo coniugarsi di sensibilità forse lontanissime, forse opposte, comunque dialoganti. Marsica di selve e di belve, Marsica di pastori e di turisti: non è certo passato indenne questo territorio dalle irrazionali e funeste accelerazioni della modernità industriale, dalle banalizzazioni del turismo di massa. Dalla balconata di Gioia Vecchia, sparuto nucleo di case segnate dall'abbandono, un massiccio allevatore ci indica laggiù i coltivi oggi invasi da vegetazione arbustiva, presto da bosco, gli oramai quasi impercettibili segni della civiltà contadina, delle sue forme organizzative consuetudinarie, dell'equilibrio eterno, ineludibile e critico, tra la fatica dei campi e il vagare del bestiame al pascolo. Con altri quasi ogni sera è appuntamento fisso, muniti di binocolo e potenti obiettivi, perché in quella macchia si muove, all'alba e all'imbrunire, la greve massiccia sagoma dell'orso marsicano, verso la fonte celata nel folto, e insieme caprioli e cervi, volpi e l'al-
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FAGGIO SECOLARE IN VAL FONDILLO.
tro grande predatore che ci sembrerà di scorgere nelle ombre della sera avanzata. “Il lupo non mi è molto simpatico, perché io ho le bestie al pascolo”, ci dice, “ma l'orso mangia di tutto, e problemi non me ne crea”. Non saranno fortunati i nostri appostamenti, questo agosto troppo secco non è propizio agli avvistamenti di selvatici, siamo venuti per un raro coleottero, il cerambice del faggio, (Rosalia alpina, Linnaeus 1758), è la stagione in cui è più facile vederlo, anche se tutto è anticipato in questa arsura, e anche lui ci concederà solo un fugace volo mentre tra faggi secolari saliamo dalla Difesa verso il monte Tranquillo e il suo santuario risalente al XII secolo, restaurato nel secondo dopoguerra per grazia ricevuta nel preservare il paese di Pescasseroli dalle distruzioni della guerra. Nella salita ci soffermiamo a contemplare i vasti pianori di Campo Rotondo e Campolungo dove si incrociano i tracciati delle antiche transumanze. Questi alberi, alcuni di essi ci mostrano qualcosa di così raro da vedersi ai nostri giorni come il naturale libero divenire di un organismo vegetale quando mano umana, per più o meno legittimo interesse,
FAGGIO SECOLARE IN VAL FONDILLO.
SCORCIO SULLA TESTATA DELLA VAL FONDILLO.
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FORESTA
SCORCIO SULLA TESTATA DELLA VAL FONDILLO.
FORESTE MARSICANE
TRADIZIONALI METODI DI ESBOSCO ALL’INTERNO DELLE FORESTE DEL PARCO.
FORESTA
non vi ponga mano. Tutta una storia, di vita e di morte, di divenire, conflitti e compromessi, insomma come un sorprendente diagramma di cosmo e di esistenza, così semplice in sé e così complesso da dare le vertigini. Cortecce e crolli, muschi e licheni, getti arditi e già secolari su ancor più vetusti tronchi, fronde che profilano la volta celeste e toccano la terra ombreggiando nuovi ricacci che solo aspettano la luce che spetterà loro, un giorno. Altri portano invece segni di un umano lavorio secolare che il tempo ha ricondotto sotto il segno del naturale (ma c'è un fare umano che può esservi ricondotto veramente?), sono quelli usualmente definiti “a candelabro”, per la forma caratteristica, con fusti che si dipartono verticalmente dall'enorme tronco capitozzato. Ci spiegano: “Questi faggi sono il risultato di secolari potatura. Ne erano incaricate le donne che effettuavano i tagli a circa due metri di altezza onde evitare che gli animali al pascolo potessero raggiungere le frasche che ricacciavano. La legna ricavata dalla periodica capitozzatura veniva distribuita tra gli abitanti aventi diritto”. Una prassi consuetudinaria, dunque, che rientrava in quel sistema di servitù collettive che, in tutto il mondo contadino europeo, rappresenta un cardine dell'organizzazione eco-
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nomica e sociale, le cui origini sono anteriori allo stesso ordinamento feudale. Allo stesso ordine giuridico consuetudinario risale anche il tipo di gestione dei pascoli, che spiega anche il poetico nome di “società delle Erbe seconde” che compare sull'imponente fontana abbeveratoio che accoglie l'escursionista proveniente da Pescasseroli verso il rifugio della Difesa (termine che allude alla “messa a difesa” cioè al divieto assoluto di pascolo, fino a nuovo decreto amministrativo, dopo l'esecuzione di un taglio regolare). Un'interessante nota, rinvenibile al sito www.terremarsicane.it, a firma Andrea Di Marino, chiarisce il principio operativo dell'istituto delle Erbe seconde: “Quando ai primi dell'Ottocento fu generalizzato quel balzello, i Pescasserolesi decisero di non pagarlo affatto, ma così radicale consiglio non era scevro da pericoli. Pensarono, quindi, a una forma di quasi esenzione: crearono uno speciale istituto detto “delle erbe seconde”, per cui ogni proprietario di terreni permetteva, dopo il primo raccolto, l’affitto promiscuo per il pascolo, e dal ricavato, che prima si perdeva del tutto o quasi, l’istituto incassava quanto necessario per la Fondiaria del Comune, una tassa che veniva applicata sui terreni e sui fabbricati e incassata dal Comune”.
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IL RIO FONDILLO.
LA GROTTA DELLE FATE IN VAL FONDILLO.
Inoltre il pascolo, da quanto riferitoci, era ripartito in tre fasce, la più bassa destinata al pascolo bovino, l'intermedia alle greggi di pecore, mentre la più elevata era riservata alle capre. Oggi l'istituto delle Erbe seconde deve misurarsi con le mutate condizioni socio-economiche e ambientali, ma, come sottolinea l'autore della breve nota riportata, con gli opportuni adattamenti non escluso possa ancora presentare possibilità di applicazione.
!LE FORESTE VETUSTE! La foresta di Val Cervara, nel Comune di Villavallelonga, nel territorio del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio, Molise, ospita quella che è considerata la più antica faggeta d’Europa, secondo le autorevoli stime di un'equipe di esperti dell'Università della Tuscia, guidata dai professori Bartolomeo Schirone e Gianluca Piovesan, che è riuscita a provare l’esistenza di faggi pluricentenari, con un nutrito numero di esemplari che supera addirittura i 480 anni d’età. Grazie all’analisi dendrocronologica, gli esperti hanno potuto ricostruire una serie cronologica che, quindi, si estenderebbe dal 1523 ad oggi. Il faggio più antico conta ben 503 anelli chiaramente rilevabili, ma le stime potrebbero essere per difetto. Nella categoria delle foreste vetuste rientrano
anche i boschi della val Fondillo, di Cacciagrande, Vallone Iancino, Prati di Iorio e quelli che si distendono ai piedi del severo Monte Marsicano. I terreni boscati costituiscono circa il 60% della superficie del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise estendendosi su oltre 29.000 ha. La forma di governo prevalente è quella ad alto fusto mentre i cedui, dove ancora presenti, sono in fase di conversione naturale verso l'alto fusto. Le tipologie forestali sono state identificate principalmente sulla base della composizione e della struttura dendrologica. Le faggete costituiscono il tipo forestale più rappresentato nel territorio del parco con 24.450 ha di superficie che corrispondono ad oltre l'84% del territorio forestale. Sono boschi mesofili dominati dal faggio e con sporadica presenza di altre latifoglie mesofile (acero montano, acero riccio, acero campestre, frassino maggiore, tigli, carpino bianco, ciliegio) che possono formare cenosi miste in corrispondenza di forre. Sono presenti, a volte anche in maniera abbondante, il tasso e l'agrifoglio. Sui terreni argillosi, al faggio si associa il cerro, al limite superiore si rinviene il sorbo degli uccellatori, il ginepro nano, il pino mugo e il ramno alpino le cui bacche sono cibo prediletto dall'orso ed esca per incruenti appostamenti. Al limite inferiore o nei tratti caratterizzati da una minore fertilità, il faggio entra in
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FORESTE MARSICANE
TRACCE DEL PASSAGGIO DELL’ORSO MARSICANO.
ABBEVERATOIO IN VAL FONDILLO.
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contatto con le latifoglie submediterranee, carpino nero, acero opalo, orniello, roverella, etc.. I numerosi sottotipi strutturali conferiscono variabilità al paesaggio anche in condizioni di monospecificità, raccontano la varietà e l'arbitrio della forma naturale, pongono all'esperto interroga-
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FAGGIO VETUSTO NELLE FORESTE DELLA DIFESA.
tivi ecologici che nessuna piantagione industriale potrebbe mai suscitare. Viene naturale chiedersi la ragione della sopravvivenza di tanti grandi alberi (faggi, ma non solo, ci imbattiamo anche in esemplari notevoli di acero campestre e salice) considerando che quasi ovunque in Italia il patrimonio forestale ha subito uno sfruttamento tale da causare la scomparsa di esemplari di queste dimensioni. Né è spiegazione sufficiente l'istituzione del parco nazionale d'Abruzzo (oggi Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise) che risale al 1921, epoca in cui, in molte parti d'Italia, le foreste avevano già subito massicci depauperamenti, e i grandi alberi erano già, per lo più, delle rarità. Le ragioni possono essere individuate solo attraverso studi sistematici che tengano presente una molteplicità di fattori. In tale direzione è utile la consultazione del breve saggio di Marco Armiero Boschi ed economie nell'Abruzzo dell'Ottocento (rinvenibile su Internet), all'interno del quale si colgono interessanti spunti come il seguente: “Piuttosto modesto l’impiego del legname abruzzese, invece, per la cantieristica navale perché il sistema viario rendeva molto complesso e dispendioso l’arrivo di forniture abruzzesi ai cantieri napoletani”, oppure, per quanto riguarda lo sfrut-
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FAGGIO VETUSTO NELLE FORESTE DELLA DIFESA.
tamento forestale finalizzato alle attività industriali, la seguente dichiarazione del direttore della ferriera marsicana: “D’altra parte occorrendo continuamente i carboni, non conviene al sottoscritto comprarli da coloro che li fanno senza regola e distruggendo i boschi; anzi il suo interesse lo induce a cooperare alla loro ristorazione ed a dare l’esempio come si tagliano e si mettono a riproduzione secondo le regole dell’economia silvana”. (ASN, MAIC, Al sig. direttore generale di Ponti e strade, acque, foreste e caccia da Charles Aunè, 21.4.1843, f. 616., Armiero, cit.). Al tempo stesso va considerato che, pur nel generale clima di conflittualità, allevamento e conservazione del bosco non erano talvolta considerate attività in contrasto, e i boschi non si limitavano, quindi, a fornire frasca da foraggio o semi per l'alimentazione degli animali, ma, soprattutto attraverso la pratica già ricordata della capitozzatura, erano aperti al pascolo, anche se a determinate condizioni.
!PATRIMONIO DELL'UMANITÀ E CAMBIAMENTI CLIMATICI! Oggi le foreste vetuste sono tutelate dall'istituto del parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, quindi, la loro plurise-
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colare storia è pervenuta, dall'inizio del secolo scorso, a una nuova fase e sotto il segno delle nuove sensibilità sociali, istituzionali e individuali. Le antiche faggete di Coppo del Morto e della val Cervara sono state inserite nella rete europea delle foreste vetuste e saranno candidate a far parte della lista UNESCO dei siti patrimonio mondiale dell'umanità. Se da una parte queste misure possono essere di conforto per chi ha a cuore la tutela di questi alberi secolari e dell'intero eco-sistema all'interno del quale si inseriscono, risulta amaro constatare come i diritti fondamentali dell'ambiente debbano necessitare di misure speciali di tutela quando il loro rispetto dovrebbe essere semplicemente la norma basilare. E per concludere, doverosamente, sullo stesso registro d'inquietudine troppo facilmente rimossa nella letteratura turistico-ambientale vigente, riportiamo questo brano, tratto dal sito dell'ente parco: “La presenza di alberi secolari, secondo la ricerca della Università della Tuscia, è dovuta al freddo: per ogni grado di aumento della temperatura, la longevità delle piante diminuisce di 23 anni per cui, sull'Appennino, nella fascia bioclimatica delle faggete, passando da 900 a 1800 metri di quota, dove fa più freddo, la longevità raddoppia passando da circa 200 a 400 - 500 anni. In
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FORESTE MARSICANE
ANTICO TRATTURO DELLA TRANSUMANZA.
I FAGGI VETUSTI A CANDELABRO DELLA DIFESA.
IL VILLAGGIO DI OPI.
IL PATRIARCA DEL PONTONE, NEI PRESSI DI VILLETTA BARREA.
FORESTA
CIVITELLA ALFEDENA.
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LA CAMOSCIARA.
pratica, è ora provato che il freddo fa bene agli alberi: allunga loro la vita. Questa scoperta conferma, in qualche modo, come il riscaldamento globale sta invece provocando un'onda di deperimento della crescita delle foreste italiane. I faggi secolari della Val Cervara, a 1725 metri di altitudine, hanno ridotto il loro accrescimento a partire dal 1970: vale a dire da quando le estati sono diventate più calde e aride.” Le foreste vetuste stanno oggi fronteggiando una minaccia globale, per contrastare la quale le misure di conservazione tradizionali, al pari delle norme di tutela più illuminate, potrebbero rivelarsi prive di efficacia. Anche il loro destino, come quello di tutti noi, è sempre più affidato a scelte politico-economiche di scala globale.
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009_OTTOBRE_2017
AZIENDA
ASCHIERI - DE PIETRI srl
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edilizia macchine per la lavorazione del legno
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