352_ILLEGNO_2018

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Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (MI) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice Web and Magazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I20141 Milano - www.webandmagazine.media

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352 dicembre 2018 - anno 97 dal 1922

LA RAFFINATA ARTE DELL’ESSICCAZIONE

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EDITORIALE LA NATURA E I MERCATI (E UN PO’ ANCHE IL SENTIMENTO) di Pietro Ferrari

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FOCUS CARREFOUR INTERNATIONAL DU BOIS DOVE SI COMPRA E VENDE LEGNO 10 CORÀ DOMENICO E FIGLI 13 CORÀ TIMBER INDUSTRIES 14 FLORIAN LEGNO 15 GILARDI LEGNAMI 17 GIZIA 18 INVERNIZZI 20 LAMEL LEGNO 21 PIAROTTOLEGNO 23 VIGOLUNGO di Sonia Maritan

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LA PAROLA A... ANDREA ZENARI 1918-2018 MAGNIFICA REGGENZA di Andrea Zenari

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LA PAROLA A... ANDREA ZENARI ASSALTO A NORD EST di Andrea Zenari

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TECNOLOGIE BIGonDRY BIGONDRY SRL: IMPIANTI SPECIALI DI ESSICCAZIONE E TERMO-MODIFICAZIONE AD ALTA TEMPERATURA

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ARTE E PROGETTO FONDAZIONE CARISPEZIA EPPELA LA CULLA DI BRATTO, UN TUFFO NELLA TRADIZIONE di Beatrice Guidi

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FORESTA ASSOPANNELLI FEDERLEGNO-ARREDO IL PIOPPO, FILIERA SOSTENIBILE PER ECCELLENZA di Pietro Ferrari

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FORESTA WORLD FORUM ON URBAN FORESTS LE FORESTE URBANE COME STRUMENTO PER PROGETTARE IL FUTURO di Paola Govoni

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FORESTA EBS IL MALTEMPO E IL RUOLO DI EBS di Franco Riccardi

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EVENTI CONSORZIO SERVIZI LEGNO SUGHERO UN DECALOGO PER RIDURRE IL RISCHIO DI RESPINGIMENTO DELLA MERCE di Pietro Ferrari

SOMMARIO 352 IL LEGNO DICEMBRE 2018 www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com


dal 1922

DICEMBRE 2018

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EVENTI DOMOTEX NUOVI APPROCCI A DOMOTEX di Pietro Ferrari

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EVENTI FEDERLEGNO-ARREDO NELLA SELVA NORMATIVA di Pietro Ferrari

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EVENTI PANGUANETA SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE di Sonia Maritan

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EVENTI RILEGNO UN MARCHIO PER IL PALLET SOSTENIBILE di Pietro Ferrari

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EVENTI SAIE - BOLOGNA SAIE 2018 SI PRESENTA CON RISULTATI POSITIVI di Pietro Ferrari

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EVENTI SCM GROUP COSTRUIRE CON IL LEGNO di Pietro Ferrari

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EVENTI LIGNA - HANNOVER FORESTA E PRIMA LAVORAZIONE TRA I PROTAGONISTI DI LIGNA di Pietro Ferrari

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INDIRIZZI UTILI

Auguri Buon Natale Felice Anno Nuovo



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IL LEGNO

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LA NATURA E I MERCATI (E UN PO’ ANCHE IL SENTIMENTO) La cronaca appassionata e indignata di Andrea Zenari che abbiamo portato in primo piano nella rubrica “La parola a…” sottolinea come sia drammaticamente attuale il tema e come di questo tema Andrea Zenari sia un testimone e un interprete vivo e partecipe, con il suo grande amore per la foresta e per quanto alla foresta ruota intorno. La cronaca che Sonia Maritan ha costruito, raccogliendo le voci dei protagonisti del trade mondiale del legno, racconta di un mondo ricco e vero i cui protagonisti rivestono il proprio ruolo di grandi “mercanti” di materia prima un po’ come i mercanti d’arte ricercano le più preziose bellezze. Questo mondo ferito dell’altopiano di Asiago, a cui la storia non ha risparmiato le peggiori crudeltà, non mancherà di veicolare la diseconomia e il danno economico sulle dinamiche commerciali e su tutto il territorio, spaventosamente diminuito nelle sue potenzialità di creare reddito per i suoi abitanti e sollievo economico per terre con cui la natura è stata generosa da un lato ma avara dall’altro.

Nature and the markets (and also a bit of feeling) The passionate and outrageous chronicle of Andrea Zenari that we brought to the forefront in the column "La parola a ..." underlines how the theme is dramatically current and how of this theme Andrea Zenari is a living and participant witness and interpreter, with his great love for the forest and for which the forest is concerned. The chronicle that Sonia Maritan has built, gathering the voices of the protagonists of the people trading in wood, tells us of a rich and true world whose protagonists play their role as great "merchants" of raw ma-

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di Pietro Ferrari di Pietro Ferrari

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EDITORIALE

Per questo apprezziamo nell’ampio resoconto di Zenari il fatto che l’energia propositiva, la voglia di “porre rimedio” prevalga sulla carica polemica peraltro pienamente giustificata: pazienza montanara e contadina che chiede di muovere il primo passo nella direzione giusta, consolandosi nell’azione del danno subito. Per questo apprezziamo nel racconto di Sonia la voce appassionata di un settore che garantisce emozioni e rischio a compenso della durezza del lavoro, con un po’ di sentimento.

terials a bit like the art dealers they seek the most precious beauties. This wounded world of the Asiago plateau, to which history has not spared the worst cruelty, will not fail to convey diseconomy and economic damage on the commercial dynamics and on the whole territory, frighteningly diminished in its potential to create income for its inhabitants and economic relief for lands. For this reason we appreciate in the extensive account of Zenari the fact that the proactive energy, the desire to "remedy" prevail over the polemical charge however fully justified: mountain and peasant people patience that asks to move the first step in the right direction, consoled in action of the damage suffered. This is why we appreciate in Sonia's story the passionate voice of a sector that guarantees emotions and risks to compense the hardness of work, with a little feeling.

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FOCUS di Sonia Maritan

CARREFOUR INTERNATIONAL DU BOIS

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DOVE SI COMPRA E VENDE LEGNO

Il 15° Carrefour International du Bois, tenutosi a Nantes a fine maggio, continua a crescere, in qualità e quantità con un aumento del 10% rispetto il 2016. Cartina di tornasole di una fiera a vocazione internazionale è stata la percentuale di visitatori stranieri, il 29% fra Belgio, Spagna, Olanda, Italia, Portogallo, Gran Bretagna, Brasile, Germania, Svizzera, USA e Marocco. La forza di questo evento è di rappresentare un luogo in cui, ancora, si compra e si vende materia prima, una peculiarità che continua a essere vincente e unica fra le piattaforme fieristiche internazionali. La tendenza più evidente degli ultimi anni riguarda il passaggio dai segati a un semilavorato molto più rifinito che apre le porte alla disciplina del design.

FOCUS

QUELLO DI NANTES È UN POLO FIERISTICO AMABILE, IN QUESTA FOTO, SULLO SFONDO, L'INGRESSO CHE SI APRE SU UN IMMENSO SPAZIO APERTO E SONIA MARITAN È PRONTA A INIZIARE IL SUO GIRO DI INTERVISTE. A DESTRA E NELLA PAGINA SUCCESSIVA ALCUNI MOMENTI DELLA XV EDIZIONE DEL CARREFOUR DU BOIS.

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Il 15° Carrefour International du Bois continua a crescere in qualità e quantità con un record di presenze di 11.500 visitatori, un aumento del 10% rispetto il 2016, con cinque sale espositive su una superficie di quasi 20.000 m2. «Questa kermesse ha mantenuto tutte le sue promesse ed è un forte indicatore per l'industria – una soddisfazione per gli organizzatori, The Port di Nantes-Saint Nazaire e Atlanbois» ha commentato Geraldine Poirier, responsabile della fiera. Più che mai, il Carrefour International du Bois merita il suo nome. Riferimento in Europa per il trade che presenta nei tre giorni della fiera, diventando uno dei principali attori fra gli eventi fieristici e unico nel suo genere. «Per la prima volta abbiamo avuto un gran numero di visitatori americani, segno che la kermesse ha raggiunto un livello globale». Afferma Pierre Piveteau, Presidente della Fiera. La firma dell'appello per il rinnovo delle risorse forestali francesi rappresenta un altro passo importante che coinvolge direttamente il commercio del legno e rende protagonisti i commerciali interessati a mantenere la risorsa forestale francese e creare un suo maggiore valore aggiunto. Durante la kermesse, la giuria ha assegnato 8 premi per i


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progetti architettonici considerati più meritevoli nel Paese della Regione della Loira, dal premio più importante all’ultimo riconoscimento con la Menzione speciale, sono stati insigniti i seguenti progetti: La casa di benvenuto della segheria, Stanza Tracing, Miscanthus, Casa MTH, I Guerendais, Atrium # 1 Metronomy Park e Micr'home.

!IL MERCATO DEL LEGNAME È DECOLLATO, MA LA COMPETITIVITÀ È ANCORA DEBOLE ! L’andamento del commercio sembra più brillante, la ripresa economica iniziata due anni fa è stata confermata. «Abbiamo constatato un aumento del 10% nei permessi di costruzione» ha annunciato Eric Toppan, Francia Bois Foret. «Il prezzo del legname segato è in costante aumento da oltre 4 anni e abbiamo raggiunto prezzi relativamente alti», ha aggiunto. «Queste prospettive positive non devono farci dimenticare che il mercato è sotto pressione», ha osservato

Pierre Piveteau, che si rammarica di una mancanza di competitività a causa degli elevati prelievi in Francia. «Potremmo correre veloci come i tedeschi se non fossimo così carichi».

!LEGNO, FONTE DI ISPIRAZIONE ! La crescita che contraddistingue oggi il legno è un segnale forte per l'industria, il legno ha iniziato la sua rivoluzione e ha una presenza sempre più marcata, in particolare nel settore strutturale. È innovativo, ecologico, raffinato e rinnovabile, una fonte di continua ispirazione per la nuova costruzione e la ristrutturazione edilizia. Il legno ha una parte importante nell’economia francese, risponde alle sfide ecologiche che il Paese affronta ed è impareggiabile rispetto ad altri materiali per la sua disponibilità. Il Carrefour du Bois costituisce anche un'arena per le aziende, alle quali consente di lanciare nuovi prodotti, nuove collezioni e tendenze come delineato da Pascaline Goree, che ha presentato la

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FOCUS


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CARREFOUR INTERNATIONAL DU BOIS

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!IL RENDEZ-VOUS DEL MONDO ! Con oltre il 29% dei visitatori stranieri al Carrefour du Bois, l'industria globale del legname ha avuto il suo rendez-vous a Nantes, in ordine decrescente i visitatori sono stati: Belgio, Spagna, Olanda, Italia, Portogallo, Gran Bretagna, Brasile, Germania, Svizzera, USA e Marocco. All'unanimità, i visitatori stranieri hanno riconosciuto la qualità dei prodotti in offerta e l'alto livello delle conferenze che hanno reso la fiera un dinamico luogo di incontro e negoziazione. Il Parco delle Esposizioni di Nantes immerso nella natura ha reso ancora più accogliente il soggiorno e ha permesso agli espositori di sentirsi a loro agio ispirando maggior creatività nel business. Il legno è un materiale “immediato” da usare, con un effetto calmante e questo “effetto benefico” regnava sul Carrefour, e creava un'atmosfera rilassata ma ricca di scambi, ideale per le imprese e il processo decisionale. La prossima edizione è prevista dal 27 al 29 maggio del 2020. Questo l’entusiasmo registrato dagli organizzatori, ma anche percepito durante le interviste, dedicate alle aziende italiane, che di seguito riportiamo.

Corà Domenico & Figli s.p.a.

FOCUS

ALLO STAND DI CORÀ DOMENICO & FIGLI SPA INCONTRIAMO STEFANO CORÀ (NELLA PAGINA DESTRA), MA ANCHE ALCUNI VISITATORI DI SPICCO COME ENZO POLI DI IMOLA LEGNO.

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nuova console Bourdaud Boische in occasione della fiera. Marie-Luce Graton, assistente alla direzione di SOLFI2A ha insistito sul carattere multiplo del legno, "con numerosi mercati da esplorare". Verranno sempre più associate tecnologie innovative con il legno e questo offrirà molteplici possibilità per il commercio del legname.

www.coralegnami.it Al Carrefour du Bois 2018 ritroviamo anche lo stand di Corà Domenico & Figli Spa, dove campeggia il logo Corà Gabon Wood, di cui chiediamo a Stefano Corà, con il quale parliamo inevitabilmente di commercio del legno. «Corà Domenico & Figli Spa è il patronimico storico mentre Corà Gabon Wood è il marchio che contraddistingue le attività della consociata gabonese. Oggi le condizioni ambientali e di mercato in Africa rendono il lavoro più complicato che in passato. Tutta la filiera soffre le conseguenze dell’abbassamento del costo del petrolio negli ultimi tre anni, lo stato gabonese è in condizioni economiche difficili, non riesce a pagare i lavori pubblici, non rimborsa l’IVA alle aziende esportatrici, le banche sono prive di fondi e non fanno più crediti alle aziende. Emerge un’economia di baratto, ci troviamo in un contesto economico vicino al livello di sussistenza con scambio tronco contro tronco per evitare movimenti di denaro. La logistica in uscita dal Paese rappresenta un ulteriore fattore di grande difficoltà».


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mercato rappresentate dai prodotti a più alto valore intrinseco. Qui allo stand poco fa eravamo in tre produttori di compensato di Okoumé, chi da quarantacinque, chi da diciassette, chi da quarant’anni, e se guardiamo a quando sono nate le nostre aziende nel legno, in tre facciamo trecento anni di storia: noi nel 1919, Rougier nel 1923 e Mourikis nel 1924». Il mercato italiano? «Cambiando continente, il mercato italiano è leggermente positivo, pur non apparendo ancora in decisa ripresa. Stiamo lavorando bene anche con i prodotti stagionati, essiccati e riselezionati in Italia, quali il Rovere Europeo e il Noce Canaletto americano, un lavoro che richiede da un anno a un anno e mezzo di preparazione, importanti capitali investiti e linee di produzione adeguate». Quindi è difficile far girare la merce con maggior agilità e il giusto riconoscimento alla competenza di chi muove queste merci? «È sicuramente complesso, in un mondo che gira alla velocità della rete, trattando prevalentemente prodotti relativamente ingombranti per il valore che esprimono, dove le logiche delle commodity male si adattano alle nicchie di

Questo dovrebbe avere un valore… «Sicuramente, ma è un valore che non viene riflesso in un premio sul prezzo, che subisce tutte le pressioni di un mercato in continua evoluzione». Quale sarà il futuro del settore? «Il settore si sta adesso un poco risvegliando, ristrutturando, ricompattando e sta cercando di uscire da queste logiche di pura battaglia sul prezzo. Proprio in questi giorni, per esempio, tutti i grossi produttori di compensato di Okoumé hanno unito le forze per lanciare una campagna di comunicazione sul mercato olandese, che è il più importante per questo prodotto, per rimettere al centro dell’attenzione dell’utilizzatore il compensato di tutto Okoumé, il prodotto di riferimento per le costruzioni in quel Paese.

ALLO STAND DI CORÀ DOMENICO & FIGLI SPA: SONIA MARITAN FRA STEFANO CORÀ (CON IL QUALE PARLIAMO DI MERCATO) E DOMENICO CORÀ CHE SI UNISCE ALLA FOTO DI GRUPPO.

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CARREFOUR INTERNATIONAL DU BOIS

filiera in maniera informale e appuro che nell’immaginario collettivo c’è ancora l’idea che il nostro lavoro consista nell’abbattere un’intera foresta per poi fare posto al pascolo del bestiame o alla coltivazione dei cereali, quando la realtà di tutta la fascia tropicale dell’Africa non vede questo tipo di pratica; il taglio è molto selettivo, con una pianta per ettaro in media di prelievo: di centocinquanta specie se ne tagliano venticinque e limitatamente alle piante mature al di sopra di diametri di 80-100 centimetri. La programmazione si basa su rotazioni a venticinque o trent’anni per ritrovare trent’anni dopo più legno di quello di cui si disponeva inizialmente».

Per anni abbiamo cercato di ottenere miglioramenti nei prezzi puntando sulla difficoltà a reperire la materia prima e il mercato si è spostato su prodotti sostitutivi e più economici. La nuova campagna è volta a riaffermare le caratteristiche tecniche di questo prodotto di eccellenza, guardando al futuro con maggiore serenità per quanto riguarda la disponibilità di materia prima tagliata in foresta in modo sostenibile, certificata nel rispetto di tutte le leggi rilevanti, di qualità adeguata, per cui l’utilizzatore può programmare l’impiego di questo prodotto nella propria filiera senza timore per il futuro».

IN QUESTE PAGINE, LO STAND DI CORÀ TIMBER INDUSTRIES DOVE DOMENICO CORÀ RACCONTA DELLE SEGHERIE ALL'ESTERO: FORZA MOTRICE DELLA SUA INDUSTRY COMPANY.

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Forse c’è anche un problema di conoscenza delle diverse specie legnose. «Sicuramente sì: un legno come l’Okoumé è un’essenza eliofila e quando si abbatte un albero in foresta e si crea un buco nella canopea è la specie che cresce più rapidamente delle altre. In generale, tra i legni di foresta del Centro Africa è uno di quelli che crescono e si rigenerano più velocemente, con un vigore che non ha uguali in nessun’altra specie». Foreste primarie, piantagioni, cultura del legno nel senso dell’ecosostenibilità e della certificazione, fra gli addetti ai lavori sono dati per scontato, forse, però nel pubblico c’è ancora una mancanza di conoscenza della filiera… «Questo lo constato tutti i giorni quando si parla della nostra

Quindi il forestale è il miglior amico della foresta? «Sicuramente, ma non solo, ero con un ricercatore forestale americano, la scorsa settimana a Libreville, che sta lavorando su un progetto per creare un safari lodge nel sud del Gabon e garantire al turista una perfetta “Gorilla experience”: potersi sedere a pochi metri dai gorilla avendo la certezza di vederli, non solo la speranza. Questo esperto mi spiegava come la popolazione di gorilla nel Sud del Gabon vive molto più volentieri nelle zone di foresta di secondo taglio, perché laddove sono state tagliate le piante dieci o vent’anni fa, crescono dei grossi cespugli di germogli a foglia grande di cui vanno ghiotti. Pensiamo sempre che l’attività antropica sia un problema, ma non è sempre così: la natura reagisce positivamente a quella che è un’attività antropica equilibrata». Quando  consapevoli di quanto in passato lo sia stata  l’attività antropica diventa distruttiva per l’ecosistema? «Oggi il tema forte in Africa Centrale è la diffusione della coltivazione della palma da olio che spesso va a sostituire foresta vergine o foresta degradata, questo perché in certe zone l’unica maniera per creare un suolo fertile per l’agricoltura, che sia palma da olio, canna da zucchero o altro, è quella di tagliare a raso la foresta per macinare tutto, fertilizzare e creare l’humus che invece alle nostre latitudini è nella terra. Va detto anche che la sensibilità verso questi temi sta aumentando anche in questo settore e si fanno avanti buone pratiche di gestione sostenibile che partono da zone di sa-


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vana, dove non c’è foresta, ricorrendo a fertilizzanti o ad altri mezzi». Si crea una compensazione come accade per i pioppeti coltivati sulla pianura padana? «Da noi il Pioppo è diventato una coltura, e lo stesso avviene con le conifere in Scandinavia. Nel mondo ci sono tuttora pratiche non perfettamente conformi ed esistono i buoni e i cattivi. Bisogna saper distinguere e saper valorizzare quello che c’è di buono. Per noi la foresta è una risorsa da conservare: in Gabon, oltre ad avere la chain of custody dell’FSC, nella nostra foresta è due anni che siamo certificati TLV  tracciabilità e legalità verificata da terze parti e quindi da un auditor esterno  e quest’anno abbiamo ottenuto la certificazione FSC Control Wood, che è il gradino intermedio tra la pura legalità e il pieno FSC. Questo traguardo ci consentirà di poter esportare prodotti FSC Control Wood nei Paesi Nordici, dove viene richiesto e anche di poter incrementare la nostra quantità di legname certificato lavorando con il sistema di CoC FSC misto. Questi sono i frutti di grandi sforzi e di dieci anni di lavoro per arrivare alla piena gestione sostenibile dell’attività forestale in Gabon. Questo è il modo di lavorare oggi che si traduce in una piccola etichetta attestante il processo di controllo, ma il vero lavoro lo si vede sul posto. Da qualche anno l’FSC si occupa anche di diritto del lavoro, rispetto di igiene, sicurezza, ambiente, e verifica il rispetto degli standard al pari delle aziende europee: noi diamo a tutti gli operai le scarpe di sicurezza, la tuta, i guanti, gli occhiali e i caschi, a seconda del tipo di lavoro. Nel mercato si stanno creando purtroppo due settori che vanno a velocità completamente diverse. I nuovi investitori che arrivano in Gabon negli ultimi tempi e che sono di area asiatica, – cinesi, indiani, malaysiani – fanno lavorare gli operai con le infradito e la canottiera per poi esportare il legname nei loro mercati, senza preoccuparsi di EUTR o Lacey Act. Quando compriamo una sedia fatta in Cina con legno di provenienza africana, invece di una sedia fatta in Italia con legno certificato, il consumatore purtroppo non coglie ancora questi aspetti».

Cosa rappresenta questa fiera per il marchio Corà Gabon Wood? «Questa fiera è diventata ormai un appuntamento fisso del nostro settore. È biennale, ma soprattutto è molto focalizzata sul legno come materia prima e semilavorato. Poi c’è anche qualche prodotto finito. In altre fiere la parte dedicata al legno è sempre dentro qualcosa di più grande e ti senti ospite. Qui si parla solo di legno, entrano solo professionisti e si lavora intensamente. Ogni incontro è proficuo, ha un suo significato, di nuova conoscenza o di rafforzamento di un legame. C’è il momento in fiera e ci sono i momenti fuori dalla fiera che creano networking, in una città piccola e a misura d’uomo. Questo è un mondo, soprattutto quello del tropicale, che vive ancora di relazioni personali e questo tipo di fiere diventano un’occasione per coltivarli».

Corà Timber Industries www.coratimberindustries.com Al Carrefour du Bois 2018 incontriamo Domenico Corà, al quale chiediamo quale sia attualmente il suo core business e il suo mercato. Una domanda che ci riporta alle origini della Corà Domenico & figli Spa e a un processo di internazionalizzazione partito da molto lontano. «È stato un voler tornare alle origini: il nonno, di cui sono onorato di portare il nome, è partito con una segheria di cui il papà – Gianfranco Corà, Cavaliere del Lavoro e Presidente per oltre 30 anni della storica Corà Domenico & Figli Spa, fondata dal padre Domenico – ha incrementato l’atti-

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vità fino ad arrivare a tre linee di produzione che lavoravano ventiquattro ore al giorno con i tronchi che arrivavano dall’Africa e dall’Estremo Oriente. E quindi ho voluto nella mia seconda fase lavorativa, attraverso l’esperienza maturata a fianco del mio “maestro”, ritornare alle origini con due segherie che io stesso avevo contribuito a mettere in funzione: una nel 2001 in Bosnia e una nel 2000 in Romania, che fanno capo a questa nuova società che oggi si chiama Corà Timber Industries a significare che non si tratta più di una Trade Company ma di una Industry Company. Operiamo dunque in un ambito diverso da quello originario e oggi trattiamo i legni duri europei, che sono parte della nostra storia e della nostra cultura, come ricordava spesso mio padre, alludendo alla bellezza del magico mondo del legno». Corà Timber Industries apre una seconda stagione per Domenico Corà, diversa dalla prima. «I fattori che identificano Corà Timber Industries sono un legame storico con il legno, una forte vicinanza con i clienti e una reciproca comprensione e conoscenza dei problemi. La vera forza motrice del gruppo sono le segherie all’estero, in particolare Lipa e Mico, entrambe operative da oltre 15 anni. Dal 2015 è operativa anche Transilvania, con il positivo dinamismo dell’ultima arrivata».

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CON ELVIO FLORIAN, SONIA MARITAN PARLA DI SISTEMA DI FILIERA INTEGRATA.

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Domenico Corà, Presidente della Corà Timber Industries Spa, è diventato un cittadino del mondo. «Questo è un lavoro molto impegnativo, perché io sono una settimana al mese su ogni impianto e una settimana al mese a vendere. Anche se sono supportato da un’ottima squadra, la presenza del titolare è molto importante e mi occupo dell’attività commerciale anche in prima persona. Abbiamo in questi anni allargato il focus: oltre alla consueta Cina, stiamo aprendo l’India, il Vietnam, i Paesi del Golfo, il Nord Africa. Poi da buoni italiani siamo presenti nel nostro Paese, siamo onorati di fornire la stessa Corà Domenico & Figli Spa, ma anche gli amici importatori che ho avuto l’onore di presiedere come presidente e di cui apprezzo la rete di relazioni esistente. È mia convinzione che il lavoro va e viene, ma le relazioni durano».

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Florian Legno www.florianinc.com Al Carrefour du Bois di Nantes incontriamo Elvio Florian, “abituale” espositore a questa fiera. «Questa è la quinta edizione che facciamo, abbiamo iniziato ormai dieci anni fa. Direi che questa fiera è diventata la prima nel suo genere in Europa come flusso di visitatori e specializzazione di prodotti, la gente che si incontra qui è solo ed esclusivamente del settore. Pur non avendo grandi spazi disponibili è ben concentrata». Non parliamo solo di mercato locale per Florian Legno? «Tutt'altro, il mercato francese noi lo copriamo, ma questa è una vetrina internazionale soprattutto riguardo il legno duro». L’anno scorso, in occasione dell’Assemblea sui Legni di latifoglia (IHC) a Venezia, dove tra l'altro Florian era uno degli sponsor principali, il suo intervento verteva su una logica innovativa della filiera produttiva di cui in qualche modo l’azienda si fa portatrice. «Abbiamo avuto l'intuizione di iniziare quest’avventura nell'anno 2000, quando ci siamo adoperati per le prime acquisizioni che abbiamo fatto in Croazia e ci siamo specializzati sempre più per affrontare i mercati mondiali e non essendo l'Italia logicamente un Paese di produzione, l'idea era di andare dove la materia prima c'era, trasformarla in loco e di-


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alle esigenze dell'industria, affiancando alla produzione di tavolame tradizionale quella di refilati e di semilavorati con costi certi e definiti per chi li usa».

stribuire il prodotto in tutto il mondo. La logica ha voluto che per fare un tipo di prodotto di alto livello bisognasse controllare tutta la filiera, compresi i prodotti di prezzo medio, e questo ci ha portato a fare nuove industrie per arrivare a proporre prodotti sempre più rifiniti. Per raggiungere un ruolo importante nel mercato del legno è necessario controllare il più possibile il prodotto stesso». Allo scopo di rappresentare l’intera filiera? «Una filiera integrata intesa come sequenza di lavorazioni effettuate in successione al fine di trasformare la materia prima in prodotto finito, in modo da comprimere i costi intermedi. Quindi ottenere il controllo della materia prima, e questo è avvenuto in primis attraverso gli impianti di stagionatura artificiale che hanno comportato l'introduzione di una nuova fase importante per la trasformazione del materiale e poi subordinando sempre di più la logica produttiva

Quale ulteriore sviluppo potrà avere la Florian Legno? «La mia visone del futuro vede un mercato del legno sempre più orientato verso un sistema di filiera integrata, quindi un sistema organizzato autonomamente in grado di garantire una qualità costante. Chi si è aperto all'internazionalizzazione dei mercati ha fatto una scelta molto importante, si è liberato dal mercato locale, però per fare questo bisogna andare alla fonte della materia prima. Poi con un po’ di stile italiano, un po' di ingegneria e un po' di sale e pepe può venir fuori anche una bella cosa». Trasformare la materia prima in loco significa dare lavoro a molte persone? «Con diciassette impianti presenti in tutta Europa e mille dipendenti siamo un punto di riferimento per molte aziende oggi».

Gilardi Legnami www.gilardilegnami.com Il Carrefour du Bois di Nantes con la presenza di Eliana Gilardi dimostra che il settore non è più appannaggio dei soli uomini. Con lei parliamo di come l’azienda di famiglia abbia diversificato la sua produzione nel corso degli anni.

ELIANA GILARDI RACCONTA DELLA SPECIALIZZAZIONE DELL'AZIENDA NEL SERRAMENTO ESTERNO.

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Quale futuro vede per il legno nel settore del serramento? «C'è stato un periodo di crisi del legno a causa dell’introduzione del PVC che occupa ancora una bella fetta del mercato, ma oggi le cose stanno cambiando: c'è una ripresa nel campo del legno. Il legno ritorna a essere richiesto su mercati di nicchia e di lusso, in quanto prodotto naturale e soprattutto rinnovabile. Inoltre, oggi, grazie anche allo sviluppo delle vernici utilizzate per proteggerlo, il legno è molto più duraturo, richiedendo poca manutenzione. Certamente, quindi, un serramento di legno è molto durevole, ma anche manutentabile e questo rappresenta un valore aggiunto». Ritiene che la finestra di legno appartenga a un mercato di nicchia? «Se ci riferiamo ai legni pregiati sì, rispetto a quelli non pregiati invece no, sono accessibili a chiunque. Il serramento come la porta d’ingresso composti di legno-alluminio rappresentano oggi la tipologia di prodotto più pregiata, quindi di nicchia. Riguardo la scelta monomaterica, in base al tipo di legno utilizzato, il medesimo prodotto può essere classificato un prodotto di nicchia (ad esempio è il caso del Rovere) o di massa (Pino e Abete finger joint)». Quali legni sono utilizzati prevalentemente nel settore del serramento? «Noi siamo specializzati in serramenti esterni, dove la domanda è caratterizzata da un mercato di nicchia costituito da legni nobili come il Rovere e il Larice. Se tocchiamo il settore industriale, viene utilizzato soprattutto il lamellare di Pino e Abete finger joint». «La Gilardi è nata nel 1970 come segheria e quando a ventuno anni sono entrata io, che rappresento la terza generazione, abbiamo iniziato la produzione di semilavorati/derivati in legno realizzando dei profili incollati, in parallelo con l'attività di segheria. Dopodiché abbiamo deciso di chiudere la segheria per ragioni di mercato e ci siamo concentrati unicamente sull'incollaggio e sulla produzione di profili lamellari, tutto questo è avvenuto nell'arco degli ultimi dieci anni».

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IN QUESTA PAGINA LO STAND DI GILARDI.

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Qual è il vostro target di riferimento? «Con i nostri prodotti ci rivolgiamo a serramentisti e produttori di porte».

Crede che si possano aprire dei mercati per legni nuovi, anche di piantagione? «Io credo che oggi ci debba essere un maggior rispetto per i legni già presenti, dovremmo cercare di sfruttare di più quello che ci propone la natura e il pianeta, e ottimizzarlo al meglio». Su un territorio libero, la piantagione porta ossigeno durante la sua crescita e nella gestione futura! «In questo caso è certamente auspicabile e mi auguro che avvenga».


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Gizia www.gizia.it - www.latho.it Continuiamo il nostro giro al Carrefour du Bois di Nantes con il proposito di dar voce a tutte le aziende italiane, allo stand di Gizia, ci accoglie Saverio Bastianon, Sales Manager, che ci spiega innanzitutto quali ambiti rappresentino le due realtà dell'azienda. «Le due società gemelle, Gizia e Latho, fanno parte dello stesso Gruppo Gizia, una si occupa di legno massiccio, l'altra di pannelli decorativi e di prodotti impiallacciati e individuano due core business distinti. Offriamo così dai semilavorati ai componenti per l’industria del mobile, realizzati con cura artigianale e una qualità che deriva dalla grande esperienza nell’approvvigionamento, nel trattamento e nell’essiccazione della materia prima». È la prima volta che partecipate al Carrefour du Bois? «No. Noi, in particolare, vogliamo puntare molto sul mercato francese, abbiamo già un'apertura al 90% sul mercato internazionale, lavoriamo quasi esclusivamente all'estero, e il mercato francese rappresenta il nostro target principale oltre a Germania e Inghilterra». Quali sono i vostri clienti? «Abbiamo molteplici canali di vendita: i nostri clienti sono produttori, rivenditori, piccole falegnamerie e artigiani. Nel mercato europeo ci avvaliamo di agenti, mentre nei mercati extraeuropei ci affidiamo ai rivenditori che hanno in esclusiva il nostro marchio e possono utilizzarlo». Quali sono le destinazioni finali dei vostri prodotti? «Gizia è un'azienda che fa soprattutto componentistica per mobile. Abbiamo in azienda figure professionali, con una grande esperienza, che si occupano della parte creativa. Latho Design è il settore di ricerca e sperimentazione creativa di Latho che collabora con le più importanti realtà dell'interior design e si avvale di collaborazioni con designer e tecnici di grande esperienza; oggi vuole allargare i propri confini e dare la possibilità ai creativi di tutto il mondo di sperimentare le infinite applicazioni dei nostri prodotti con un progetto ambizioso che punta a creare una vera e propria Design Community».

IN QUESTA PAGINA LO STAND DEL GRUPPO GIZIA E I PRODOTTI DEI DUE BRAND: GIZIA E LATHO.

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Invernizzi www.invernizzi-spa.com Proseguiamo il reportage al Carrefour du Bois di Nantes, fermandoci anche allo stand di Invernizzi che vanta una specializzazione importante in compensati e truciolari di Pioppo italiano, e ne parliamo con Robert V. Di Biase, Export Manager, in presenza anche di Daniele Bini che rappresenta l’Area Vendite Italia. «La caratteristica del prodotto è di essere un prodotto agricolo, ottenuto da cloni di Pioppo, selezionati nel tempo incrociando tra loro diversi tipi di piante di Pioppo come si fa con i vitigni. È per questo che, essendo frutto di una selezione mirata rispetto alle condizioni ambientali, il Pioppo italiano cresce bene nelle condizioni climatiche della pianura padana – noi siamo in provincia di Cremona – e in pochissime altre zone del pianeta. Ci sono poi produttori di altri Paesi che utilizzano cloni diversi, adatti al loro clima, ma con caratteristiche fisico-tecnico differenti sia del legno, sia dei tempi di “maturazione” della pianta». Parliamo delle piantagioni della pianura padana. «Il clone di Pioppo più diffuso è il cosiddetto “214”: è una pianta che viene clonata da decenni. Essendo tutti cloni di una stessa pianta femmina, dobbiamo in larga misura a questi Pioppi quelle nuvole bianche di semi che vediamo nella stagione primaverile sulla pianura padana. Ci sono anche i Pioppi che crescono liberamente, però i filari di alberi bianchi tutti dritti che costituiscono questi pioppeti, appunto questi cloni di pioppi coltivati, sono facilmente riconoscibili. Si tratta di un legno bianco, leggero, solido e

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ROBERT DI BIASE DESCRIVE I PRODOTTI DI INVERNIZZI CHE NASCONO DALLE PIANTAGIONI DI PIOPPO DELLA PIANURA PADANA.

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di una certa rarità, particolarmente adatto a prodotti di gamma alta, soprattutto in settori dove incide il peso». Invernizzi è specializzata in questo prodotto sin dal suo esordio? «L’attività della famiglia Invernizzi inizia nel 1875, grazie al capostipite, Libero Invernizzi, e poi le generazioni che si sono succedute hanno continuato a lavorare il legno, evolvendosi costantemente. L’azienda esordì con una segheria, poi la famiglia si è specializzata in lavorazioni man mano più avanzate, c’è stato un periodo in cui con il legno di Pioppo si facevano persino i secchi… Nel secondo dopoguerra è iniziata la produzione di pannelli, inizialmente compensato, nella fabbrica “storica” di Gussola; alla quale si è poi affiancata una fabbrica di truciolare a pochi chilometri di distanza. Successivamente le due realtà sono state fuse insieme ed è iniziata la costante espansione del sito attuale dove sono presenti diverse linee di produzione. Il truciolare di Pioppo in particolare rientra in una filosofia di valorizzazione e rispetto del legno come risorsa, dato che permette di utilizzare quegli scarti di lavorazione del compensato che altrimenti verrebbero bruciati dagli impianti di biomassa». Le piantagioni di Pioppo sono certificate? «Esistono ampie disponibilità di legno certificato, ma comunque inadeguate considerato che stiamo parlando di un legno che viene esclusivamente coltivato, piante che vengono tagliate dopo 10-12 anni costituendo quanto di più rinnovabile e sostenibile possa proporre il mercato. Purtroppo la tracciabilità è limitata da regole scritte più per chi taglia


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Allo stand, mi mostrano il compensato di Pioppo Primed: nato per dare un prodotto completo di finitura all’architetto. «Viene usato per rivestire le pareti interne e i controsoffitti delle abitazioni di legno: il pannello viene verniciato a livello industriale con una vernice all’acqua, è atossico, resistente ai raggi ultravioletti e disponibile in diversi spessori secondo la stanza e la parete/soffitto; ad esempio in cucina, dove si appendono i pensili, si tende a usare un 18-20 mm. Il suo costo non è confrontabile con quello del cartongesso, ma ciò nonostante su diversi mercati del nord Europa ormai questo è il solo prodotto che conta».

ampie porzioni di foresta che non per i piccoli agricoltori, i quali piantano i Pioppi in una logica di rotazione delle colture poco considerata dai grandi organismi di certificazione, che invece tendono a certificare “l’area”. Se si aggiungono i costi fissi di una certificazione, ne risulta una situazione paradossale per cui a essere svantaggiata è proprio la risorsa legno coltivata e rinnovabile. Di fatto, il pioppeto non viene considerato una foresta naturale e le normative lo assimilano ad altre colture agricole». Il vostro core business è costituito da una filiera pulita e trasparente di questa pianta a rapido accrescimento? «Certamente, il cuore di quello che produciamo è sempre e solo Pioppo italiano, anche se in alcuni casi il prodotto viene arricchito o migliorato per rispondere al meglio alle esigenze dell’industria». Come si connota il vostro canale distributivo? «Vendiamo a grandi importatori e a industrie, non trattiamo direttamente con il falegname». E con i progettisti? «È un altro canale interessante: in questo momento i grandi progettisti ci stanno chiedendo alcuni prodotti specifici, dato che ci sono delle nuove finiture determinanti per gli utilizzi a vista del manufatto, e anche nell’arredamento, dove il compensato rimane elemento imprescindibile nella realizzazione di prodotti di alta qualità e di design».

Poi vediamo altri pannelli, fra i moltissimi esposti allo stand. «Questo pannello bianco e leggero è truciolare di Pioppo ottenuto rilavorando gli “scarti” della lavorazione del compensato. È un prodotto di gamma alta: sotto l’aspetto ambientale non ha nulla da invidiare al compensato, inoltre essendo legno secco è sufficiente la colla per unire queste particelle, a differenza di altri tipi di pannelli, e non contiene additivi chimici. Siamo rimasti gli ultimi produttori di compensato di Pioppo ad aver mantenuto una linea per il truciolare, dove utilizzare gli scarti anziché rivenderli a chi ne fa pellet o biomasse». La gamma di finiture dei pannelli sembra molto ampia! «La gamma di finiture è destinata a diversi tipi di impieghi: nel mobile, nel caravan o nel teatro. Ad esempio, è indispensabile una superficie leggermente “ruvida” per fare le quinte dei teatri. Questa finitura rosata invece è un pannello che garantisce una certa resistenza al fuoco. La gamma è ampia perché ogni mercato ha le sue richieste, e oltre alle finiture cambiano anche le misure: i pannelli hanno degli standard diversi legati alle tradizioni del rispettivo Paese». Tradizioni e distretti produttivi condizionano la fabbricazione dei vostri compensati? «È così, ad esempio il truciolare di Pioppo per tanti anni ha prosperato grazie al comparto dei divani, e poi, purtroppo la scomparsa di questo distretto del sud Italia ha determinato un calo significativo della domanda su quel territorio.

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Eppure, una struttura così concepita assicura notevoli vantaggi: il divano italiano è più leggero e resistente, la massaia può spostare il divano con un braccio mentre passa l’aspirapolvere. Ma comunque se un mercato viene meno, altri se ne aprono...». Quali sono i Paesi più interessanti per il vostro prodotto? «I Paesi industrializzati, perché è un prodotto che si rivolge all’industria, parliamo di una scala planetaria, ma soprattutto di Europa, dove c’è una cultura del Pioppo solidissima, ad esempio in Italia e Francia, Germania, Olanda e Gran Bretagna, e ormai il Pioppo è un prodotto che si vende davvero ovunque, fino in Scandinavia». Il Carrefour du Bois rappresenta un momento importante per voi? «Rappresenta una fiera nella quale si fa networking, il mondo del legno non è grandissimo, e qui si rincontrano unicamente gli addetti del settore. Qui c’è il legno e sono presenti i buyer, in altre fiere il compensato di Pioppo è visto come elemento di fornitura. Qui si parla di legno con gente che parla di legno».

Lamel Legno www.lamellegno.it Allo stand di Lamel Legno del Carrefour du Bois ascoltiamo anche l'ingegner Umberto Sammartino, contitolare dell'azienda. Non è nuovo a questa fiera, per cui ha già avuto dei riscontri positivi dal mercato francese. «Noi lavoriamo abbastanza sul mercato francese. La prima volta abbiamo partecipato sedici anni fa al Carrefour du Bois e da allora a oggi è migliorata notevolmente. A mio avviso è migliorata, specializzandosi nel settore legno e restando la fiera di riferimento in Europa, mentre le altre fiere si occupano di diversi prodotti in modo più trasversale. La tempistica biennale è corretta, così come le giornate molto concentrate. Anche la città è vivibile e ci si muove bene».

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LA PANNELLISTICA DI LEGNO MASSELLO DESCRITTA DALL'ING. SAMMARTINO RAPPRESENTA IL CORE BUSINESS DELLA LAMEL LEGNO ODIERNA.

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Come si è evoluta la Lamel Legno in questi anni? «La Lamel Legno si è un po' adeguata alle richieste di mercato, rispetto a prima, a tempi in cui si lavorava un legno meno “definito”. Il servizio è cambiato, la qualità è cam-

biata, il nostro mercato si è ampliato in qualche area e si è ridotto in altre. Si è ridotto il mercato interno per vari motivi: congiunturali, relativi ai pagamenti e alla certezza dei cre-


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diti. Per questo motivo preferiamo i mercati esteri con maggiori richieste di qualità ma anche con certezze maggiori nei pagamenti». Il bilancio aziendale deve essere tutelato e insieme la capacità di ascoltare il mercato. «Noi siamo nati come società che produceva maggiormente profili e meno pannelli, attualmente il mercato è cambiato e chiaramente si è ribaltata la situazione a favore dei pannelli. Quindi abbiamo potenziato l'aspetto della pannellistica di legno massello, facendo ricerca sulla materia prima e sulla lavorazione. Offrendo anche tutte le certificazioni che misurano concretamente la qualità di un’azienda: FSC, ISO 9001, PEFC e CATAS». Un mercato di riferimento più ampio ha delle implicazioni anche sulla produzione? «Certamente, cambia il prodotto secondo i Paesi, le qualità di legno possono cambiare». È più difficile trovare la materia prima oggi? «Sicuramente è molto più difficile, è anche un problema di normativa, però la materia prima non manca, valorizzando di più quella locale. La filiera legno in realtà ha necessità di tronchi grandi non di tronchi piccoli: l'operatore corretto, quando entra nel bosco, non distrugge, ma sceglie le piante di un certo diametro, in modo da permettere, tagliate quelle grandi, alle altre di crescere».

certificazione antincendio per i fabbricati che montano infissi di PVC e quindi molti grossi produttori stanno sostituendo delle linee dedicate al PVC con delle linee che lavorano il legno lamellare. Questo è un discorso che io comprendo tecnicamente e dal punto di vista imprenditoriale mi auguro si realizzi». In generale, i materiali alternativi al legno creano in questo settore forti contrasti da sempre, ma certamente l’apparato normativo sta diventando molto più stringente con i nuovi obiettivi posti al settore a livello normativo dal Dlgs 106/2017 e dalla Guida per la determinazione dei “Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili” del 2010. «Il tema dell'antincendio è di più immediato impatto. La gente comprende immediatamente il rischio. Questo coinvolge anche un aspetto commerciale per chi vende il fabbricato».

PiarottoLegno www.piarottolegno.it Allo stand di PiarottoLegno vengo accolta da Micaela Negrin, Export Sales di PiarottoLegno, e incontro Elisabetta Piarotto, Consigliere di Amministrazione di PiarottoLegno. Lei diceva una cosa interessante, rispetto alla scelta – di fronte alla quale prima o dopo si trova a fare i conti qualunque azienda – fra la diversificazione e la specializzazione di prodotto.

ALLO STAND DI PIAROTTOLEGNO VENIAMO ACCOLTI DA MICAELA NEGRIN, EXPORT SALES (A SINISTRA) E RACCOGLIAMO LE PAROLE DI ELISABETTA PIAROTTO, CONSIGLIERE DI AMMINISTRAZIONE (A DESTRA).

Purtroppo queste modalità di approccio alla risorsa foresta non sono ancora di dominio pubblico. «Non è certo dovuta a noi la distruzione delle foreste che sono per noi le nostre fabbriche. C'è la Magnifica Comunità della Val di Fiemme, dove si sviluppa tutta la filiera, che rappresenta un esempio virtuoso». Come valuta in prospettiva il settore del serramento di legno? «Ci sarà un cambio di tendenza anche a livello di utilizzo dei profili di legno, perché molte grosse aziende stanno riconvertendo gli impianti di PVC a favore del legno. In Francia sembra che ci siano dei problemi dal punto di vista della

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«La diversificazione è, al tempo stesso, un’avventura attraente, un’operazione complessa e rischiosa e un’opportunità eccezionale. Per noi è una sfida tra le sfide e perché abbia successo è necessario che l’impresa sappia essere competitiva in ogni suo business, ma in più essa deve saper aggiungere un ulteriore valore nell’affratellare più business in quella particolare “famiglia” che è il portafoglio strategico dei prodotti. A oggi il business di PiarottoLegno è diviso in ben precise Aree Strategiche di affari (ASA), con una gamma di prodotti che si è consolidata nel mercato con una forte caratterizzazione alla qualità: Texwood, Texdoda, Texwindow, Texplus, Texluce. E su queste aree il nostro obiettivo è la continua innovazione».

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ALTRE IMMAGINI DELLO STAND DI PIAROTTOLEGNO, SOPRA, DA SINISTRA A DESTRA: GIANLUCA BOTTI, RESPONSABILE VENDITE ITALIA, MICAELA NEGRIN, EXPORT SALES ED ELISABETTA PIAROTTO, CONSIGLIERE DI AMMINISTRAZIONE. A DESTRA MICAELA NEGRIN CON SONIA MARITAN.

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Come si fa a fare alta qualità e soprattutto a comunicarla? «Per fare qualità è indispensabile percorrere due strade: la prima è la ricerca della materia prima migliore e la sua selezione. Noi lavoriamo su vero legno massiccio. La seconda è l’utilizzo di tecnologie sempre più innovative per la produzione. In quanto alla comunicazione della qualità, abbiamo un continuo contatto con i nostri clienti, che sono il nostro punto di forza, i quali confermano il nostro alto livello di qualità. Ricordo poi che abbiamo uno show room dove sono esposti i nostri migliori prodotti con il loro possibile utilizzo». Lei prima ha accennato a una continua innovazione. «Stiamo lavorando molto in questo campo e puntiamo a essere sempre più protagonisti nel mercato nei prossimi anni».

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In quali ambiti sono maggiormente impiegati i vostri semilavorati e qual è il loro mercato principale? «I nostri pannelli sono usati soprattutto per i top da cucina o in seconda battuta per i mobili. Sul mercato italiano sono i cucinieri di alta gamma a usare il legno massiccio, mentre per il mercato estero ci sono importanti catene distributive che vendono il nostro prodotto ai privati che a loro volta li montano da se. È una cultura molto diversa, più ecologica. In PiarottoLegno, inoltre, l’attrezzatura efficiente, la grande esperienza nell’incollaggio, l’ampliamento di spazi e di maestranze ha consentito di sviluppare anche la produzione di profili in legno lamellare a tre strati per l’industria dei serramenti, appositamente realizzata per profili esterni. La facilità d’impiego del Texwindow e il grosso risparmio sui costi rendono insostituibile questo prodotto. In generale i nostri prodotti sono distribuiti in tutto il mondo, ma stiamo studiando anche altri usi e nuovi mercati per i nostri prodotti». E per quanto riguarda la materia prima? «Il 70% delle materie prime proviene da fonti gestite da PiarottoLegno. La nostra filiera è certificata FSC, per noi un valore aggiunto, assieme al fatto di avere una grande varietà di prodotti standard a magazzino, disponibili in quattro spessori con doga larga o doga stretta».


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Vigolungo www.vigolungo.com Con un’altra donna, Vera Vigolungo, chiudiamo il cerchio delle interviste al Carrefour du Bois 2018. Vigolungo espone a Nantes per la seconda volta e al loro stand parliamo di compensati e multistrati. «Faccio parte della proprietà assieme ai miei fratelli, con i quali rappresento la quinta generazione. Io personalmente mi occupo dell’area finanziaria e del personale. Sono rimaste poche aziende sul mercato italiano a produrre compensato di Pioppo, ma noi continuiamo a credere in questo prodotto che ha acquisito valore negli ultimi anni, e soprattutto all’estero la crescita è costante dal 2013. Per il secondo anno siamo presenti al Carrefour du Bois in collaborazione con i nostri agenti francesi e riscontriamo con piacere un passaggio numeroso di visitatori europei ed extra UE». Le tendenze diverse che determinato la scelta di doghe strette o larghe, secondo i Paesi e i momenti, ritengo sia condizionata dal design. «Noi siamo orgogliosi di essere ammirati come artefici di un mercato attento al design degli interior di legno e come “fornitori” dello stile italiano in tutto il mondo. Il design naturale del legno ci sembra quello più convincente e la sua bellezza deriva dall’uso del legname di alta qualità per realizzare prodotti di notevole stabilità, durabilità e facile lavorabilità».

Una diversificazione di mercato ma non di prodotto? «In realtà la nostra strategia aziendale ha comportato un’evoluzione in entrambi gli ambiti: di mercato perché ci siamo rivolti molto più all'estero rispetto al passato, e di prodotto perché con il supporto del Pioppo, che è il nostro core business, oggi produciamo pannelli ricoperti con diverse tipologie di materiali. L’evoluzione del mercato ci porta sempre più a “vestire” il nostro prodotto».

ALLO STAND DI VIGOLUNGO, SONIA MARITAN INCONTRA VERA VIGOLUNGO CHE RAPPRESENTA LA QUINTA GENERAZIONE NELL'AZIENDA DI FAMIGLIA.

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e il design, l’industria nautica, il packaging, gli allestimenti fieristici e i negozi. La forza che permette all’azienda di rinnovare i propri prodotti, aggiornare le tecniche di produzione e perfezionare le metodologie di commercializzazione, nasce dalla passione per l’innovazione tecnologica nella quale investiamo da sempre. Abbiamo recentemente completato il nostro nuovo insediamento produttivo, che è ora operativo in tutte le fasi della lavorazione, garantendoci efficienza e massima capacità produttiva».

LO STAND DI VIGOLUNGO, A DESTRA, IN PRIMO PIANO VERA VIGOLUNGO CON IL FRATELLO EMILIO, AMMINISTRATORI DELEGATI DELLA E. VIGOLUNGO S.P.A..

Il Pioppo da piantagione non pone limiti di disponibilità? «Purtroppo i limiti ci sono, soprattutto in questo periodo che si sta rivelando un po’ più complicato rispetto al passato per quanto riguarda l’approvvigionamento della materia prima. L’azienda si sta comunque organizzando per far fronte a questa congiuntura e resta massima la fiducia che ripone nel pannello prodotto con questa specie legnosa». Il marchio Vigolungo cosa porta con sé? «Porta con sé il "made in Italy" in molti settori come l’automotive, il “fai da te”, le costruzioni e l’edilizia, l’arredamento

THE CARREFOUR DU BOIS CONTINUES TO GROW

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The 15th Carrefour International du Bois, held in Nantes at the end of May, continues to grow, inequality with an increase of 10% compared to 2016. Cartographies in the form of an international aviation exhibition, which includes foreign visitors, 29% between Belgium, Spain, Hol-

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land, Italy, Portugal, GranBretagna, Brazil, Germany, Switzerland, USA and Morocco. The strength of this event is to represent a place where, still, we buy and sell raw materials, a peculiarity that continues to be winning and unique among the international trade fairs. The most recent trend has been the passage of the aunsemi-sawn lumber, which is much more refined and opens the door to the discipline of design.


IL VERO PECCATO È NON ESSERCI

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LA PAROLA A... di Andrea Zenari

ANDREA ZENARI

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1918-2018 MAGNIFICA REGGENZA

LA PAROLA A...

Il mal tempo di fine mese, raggiunge il clou il 29 ottobre 2018 sull’Altipiano di Asiago, Andrea Zenari lo descrive da uomo ma anche da esperto forestale, conoscitore di questo territorio e di ogni albero che lo popola. Da alcune stime frettolose si parla di 2-3 milioni di alberi rasi al suolo in tutta l’area dolomitica: moltissimi Abeti rossi, pochi Abeti bianchi e Larici, e qualche grande Faggio sul Cansiglio. Non basta, i danni maggiori si sono verificati proprio là dove c’era il bosco puro. Il valore del tronco schiantato è valutato fra i 15-20  a metro cubo in bosco, ma si stima che le imprese forestali saranno in grado di esboscare circa un terzo di quello caduto. Soprattutto il materiale in esubero, quello che comunque non potrà essere assorbito dalle segherie, rischierà di essere soggetto a degrado e quindi di essere buttato via. Serve, urgentemente, un progetto virtuoso redatto da un commissario straordinario. La guida Touring Club Italia del Veneto del 1921 descrive uno scenario apocalittico all’indomani del primo conflitto mondiale, quando parla dell’Altipiano di Asiago visto dal finestrino del treno a vapore della linea Piovene-Asiago, descrivendo il percorso come un paesaggio spogliato di ogni cosa. Era appena finita la guerra, cento anni fa, e l’uomo con la sua forza malvagia era riuscito a radere al suolo ogni creatura! Lunedì 29 ottobre 2018 a combinarla grossa non è stato l’uomo ma la natura, questa volta si è ribellata! Era il primo pomeriggio, la pioggia intervallata da qualche schiarita, e stavo sistemando la segheria in fattoria, quando il cielo ha incominciato a caricarsi, sono arrivati immensi nuvoloni gialli da sud e si sono incontrati con nuvoloni neri più freddi dal nord est. Improvvisamente sembrava un campo di battaglia: l’Antica Roma contro gli Unni. Si è scatenato l’inferno. Sono iniziate raffiche di vento, che hanno sfiorato i

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150 km/h, facendo prendere il volo a parecchi tetti di lamiera e scoperchiando gli edifici più vulnerabili, quelli delle malghe sono stati i primi, la pioggia scendeva come siamo soliti dire “a secchie rovesce” e le chiome degli alberi si sono caricate e gonfiate d’acqua appesantendosi. Fra le chiacchiere da bar, alcuni miei conoscenti, giustamente, asseriscono che essendoci ancora gran parte delle foglie non ci saranno problemi di alluvioni in pianura, perché gli alberi stessi riusciranno a limitare la percolazione e lo scorrimento dell’acqua rallentandola e facendo si che il terreno

la assorba lentamente senza trasformarla in un fiume, come il Rio delle Amazzoni che dove passa “spazza” (pulisce via tutto). Il cielo però continua a caricarsi, e mentre io decido di ripartire e tornare a casa, noto sul parabrezza del mio furgone la sabbia gialla scesa dal cielo, portata dallo scirocco; infatti, la temperatura è tiepida, ci saranno 15-16 gradi, un caldo strano per il periodo ma normale per la situazione e l’evento. La situazione è strana, surreale, una di quelle condizioni che non si presentano spesso e soprattutto nelle quali non è per niente gradevole trovarsi a vivere. I comunicati della Regione e della Protezione Civile allertano ed esortano a rimanere a casa, da questa mattina le scuole sono chiuse per scongiurare il peggio e lasciare libere le strade per ogni tipo di intervento. Insomma tra il cielo carico e ciò che sanno gli amministratori qui c’è proprio da preoccuparsi. Tutto però procede come se nulla fosse, del resto non possiamo mica fermarci a ogni comunicato di allerta e poi se si sbagliano? Alla fine, da noi e per noi che abitiamo in pianura o in faLE FOTOGRAFIE RITRAGGONO UNO SCENARIO APOCALITTICO DELL’ALTIPIANO DI ASIAGO, NON DISSIMILE DA QUELLO CHE SI PRESENTAVA ALL’INDOMANI DEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE CENTO ANNI FA, UN BOSCO CHE SI PRESENTA COSÌ DA VERONA A INNSBRUCK.

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scia pedemontana non è successo nulla, nelle città l’acqua non è arrivata se non nei limiti e non si ha assolutamente la sensazione di ciò che a 1000 metri di quota più in alto, sulle nostre montagne, stava succedendo ed è successo. Nulla si è recepito se non dalle immagini passate sui media qualche giorno dopo. Nel vortice del ciclone della tempe-

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sta di vento, un turbinio che è andato dalle Prealpi Vicentine e Feltrine fino alla Val Pusteria e Comelico, dall’Adige al Piave compresa quindi tutta l’area delle Dolomiti, una zona di 150 chilometri quadrati, lì sopra si è sprigionato l’inferno. Chi si è trovato in mezzo mi ha detto che tutto si è svolto in un arco di tempo di qualche ora –dalle 17,00 fino


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alle 22,00 –, anche se ritengo che la catastrofe si sia consumata in una frazione più breve di tempo, quando ha raggiunto un punto di non ritorno in cui la combinazione di carico di pioggia sommata alle raffiche di vento ha portato a rottura gli alberi che si sono in gran parte spezzati e pochi altri sradicati. Tronchi da 50-60-80-100 cm di diametro, alberi che hanno tenuto carichi di vento impressionanti quando erano usati dai veneziani come alberi maestri delle galee e carichi sui tetti di nevicate molto intense. Oggi, però, si sono spezzati come uno stuzzicadenti, come capita con il bastoncino del gelato quando lo si succhia fino in fondo per estrarre il gusto della panna o della cioccolata e si riesce a inumidirlo, fino a quando la resistenza delle fibre viene superata dalla forza delle nostre dita che fanno fulcro tra i denti. Insomma la Natura ha avuto la Forza della distruzione che ha superato quella dell’uomo, anche quella delle guerre più feroci; senza preavviso e in pochi minuti è riuscita a rovinare il suo lavoro di ben 100 anni. Del resto la natura è l’unica in grado di autoregolarsi. Fatto sta, che sono cadute tante piante di Abete rosso, pochi Abeti bianchi e Larici e qualche grande Faggio sul Cansiglio. Da alcune stime frettolose si parla di 2-3 milioni di alberi rasi al suolo in tutta l’area dolomitica: sono tantissimi alberi. Al di là del numero c’è poi da fare una precisazione selvicolturale: i danni maggiori si sono verificati là, dove c’è il bosco puro o quasi. Dal punto di vista della contabilità si può stimare immediatamente il quantitativo di legname a terra, che si aggira sui 4 milioni di metri cubi, che corrispondono a 150 mila camion di tronchi il che equivale a una colonna di 3 mila chilometri, in pratica la distanza tra Bolzano e Palermo

andata e ritorno. Il valore economico di questo legname si aggira sui 200.000.000 di Euro che non potranno più essere incassati dai proprietari forestali per i prossimi 30 anni, in quanto ci vorrà questo tempo per attendere che i nuovi alberi crescano. D’obbligo l’uso del condizionale perché servono nuovi semi e per le intere aree rase al suolo non ci sono alberi che potranno disseminare, quindi sarà necessario impiantarli artificialmente e serviranno quindi, nei prossimi anni, almeno 6-7 milioni di piantine da impiantare in questi boschi, anzi ex boschi. Si stima che in Veneto gli schianti siano almeno di 1 milione di metri cubi. E quindi 50 milioni di euro che non possono capitalizzare i comuni. I comuni più fortunati riusciranno a ricavare parte dei 10-15 milioni di Euro che vale ora il tronco schiantato, infatti, si parla di 15-20 Euro a metro cubo in bosco. Una parte che è facile da stimare, in quanto il tempo per poter tirare fuori il legno sano è limitato e da giugno prossimo arriveranno i patogeni a degradarlo, quindi se l’inverno farà poca neve, ci sono al massimo 7-8 mesi per lavorare in bosco, mentre se farà tanta neve il periodo più ridursi a meno di metà. In Veneto ci sono circa 700 imprese forestali che sono in grado di esboscare, una

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media di non più di 1500 metri cubi di tronchi al giorno, e ammesso che lavorino per 8 mesi x 30 giorni al mese = 240 giorni, compreso Natale, Capodanno e Pasqua; ne potranno tirar fuori non più di 360.000 metri cubi, quindi al massimo un terzo di quello caduto. Per tutto il resto del legname, il destino immediato è la biomassa e quindi margini di sussistenza risicata. In ogni caso, un introito per i proprietari forestali di non più di 5.000.000 Euro. Il che significa che poi nelle casse dei comuni non entreranno più soldi dal patrimonio forestale per almeno 30 anni e il bosco seguirà il suo corso. Fosse tutto così facile, ma il problema non è di portare fuori il legno dai boschi bensì di chi lo potrà lavorare, che non potrà sopportare un lavoro annuo di più di 100.000 metri cubi di tronchi tra le segherie della nostra regione. E quindi gli altri 260 mila cubi dove andranno? Nelle regioni vicine, come Austria e Germania la situazione è uguale e pertanto non assorbiranno materiale. Morale della favola rimarrà nei piazzali dei boscaioli o delle segherie e ancora una volta sarà soggetto a degrado e quindi sarà da buttare via. Solo nel vicentino, territori della Spettabile Reggenza dei

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Sette Comuni e massiccio del Grappa, si parla di 3-500.000 metri cubi di tronchi a terra e quindi soltanto 100.000 metri cubi si sarà in grado di portare fuori, e ancora sarà riversato nelle segherie che non riusciranno a lavorarlo. Un vero peccato perché solo 6 anni fa si era parlato ampliamente di sviluppare la filiera del legno nel nostro territorio, ma invano e ora è troppo tardi. In quegli anni lo slogan era: “non mandiamo in fumo il larice della val di Zoldo”; oggi lo slogan è: “natura eri e natura tornerai”. I problemi non si fermano però soltanto al mancato guadagno di milioni di euro per i proprietari forestali, ma a tutto ciò che capiterà dopo, dal reimpianto: servono nei prossimi anni almeno 1 milione di piantine di specie alpine che dovranno essere comprate a circa 1 Euro cadauna. Pensiamo alla mancata monticazione delle malghe e che nell’estate 2019 circa 3000 bovini adulti e molti altri ovini, non potranno venire sull’Altipiano di Asiago perché gran parte delle malghe saranno fuori uso: cosa faranno gli allevatori di pianura che dovranno avere almeno 70 mila quintali di fieno in più per sfamare le bestie che gli rimangono in stalla per l’intera estate? Come si comporteranno i


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nostri alvei con i boschi che daranno minor ritenzione idrica? Come risponderà il mercato dei fungaioli ora che ci sono molti meno boschi dove passeggiare? E cosa succederà della prossima stagione sciistica se non riusciranno a liberare le piste entro la fine di novembre? Queste sono domande alle quali riusciremo a dare risposta soltanto nei prossimi 10 anni, l’importante è che non si

aspetti che la risposta la dia il mercato ma che gli amministratori, magari con un commissario straordinario che li guidi nella pulizia e nella ricostruzione sostenibile del futuro sistema bosco, possa creare da questo disastro un progetto virtuoso per un futuro ecosistemico della nostra montagna e che qualcuno fra cent’anni possa dire: “Grazie a chi ha pensato e costruito tutto ciò”.

ASSALTO A NORD EST

Un mese dopo, il 30 novembre, i luoghi della tempesta poi battezzata VAIA portano ferite incolmabili: un paesaggio a terra e una economia distrutta, praticamente una catastrofe dalla quale ci riprenderemo fra 100 anni. Paghiamo un conto pesante, quello di aver sfruttato il bosco senza una gestione programmata e quello della “moda” del legno negli ultimi 70 anni dimenticando che l’origine di un mobile è il bosco…

Ieri sera ci siamo trovati per una cena di famiglia perché mio suocero ha compiuto 76 anni. 76 anni passati in giro per l’Italia, in lungo e in largo, perché si occupava di commercio di vino. Nel tuo tempo libero le più grandi passioni sono sempre state la caccia e la pesca, ma non mancavano d’estate le lunghe uscite per la raccolta dei funghi. I posti preferiti erano sopra il laghetto di Roana, poi le Vezzene e tanti altri bei posti del nostro Altipiano dei Sette Comuni. Lui ieri sera a cena mi raccontava di aver sentito alla televisione che ci sono stati eventi catastrofici e che i boschi sono stati rasi al suolo dal vento, alla televisione hanno anche parlato del grande ribasso del prezzo del legname di “pino” che da 150  è andato a 15 . Ecco come vede la gente delle pianure ciò che è capitato sulle montagne durante la visita della tempesta VAIA: un paesaggio a terra e una economia distrutta, praticamente una catastrofe dalla quale ci riprenderemo fra 100 anni.

Analizziamo la situazione con qualche informazione in più giuntaci in questi primi 30 giorni dopo la tempesta: 1. Sono andati a terra circa 10-12 milioni di metri cubi di tronchi, alcuni spezzati e altri sradicati, in tutte le foreste del Nord Est. 2. Nel vicentino si parla di ingente caduta di alberi, e qualche edificio rurale (malghe) fuori servizio. 3. Nel bellunese si parla di ingente caduta di alberi e molti smottamenti del terreno per frame e trasporto di detriti. 4. Nel Trentino e Alto Adige un po’ come nel vicentino la tempesta ha colpito soltanto i boschi così come per la Carnia nel Friuli Venezia Giulia. 5. Le foreste della Carinzia contano schianti degli alberi per circa un altro milione di metri cubi così come anche nelle foreste Slovene. Oramai tutti conosciamo il motivo di tutto questo, dovuto

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alle forti raffiche di vento createsi con la tempesta sommato al perdurare delle ingenti piogge che hanno appesantito alberi e terreni portandoli a un punto di non ritorno. Ci si domanda perché, per fortuna, non tutte le foreste siano state rase al suolo e la risposta sta nell’orografia del territorio sommato al tipo di evento meteorico che non è come un tornado che spazza in maniera continua, bensì crea correnti e vortici intensi qua e la comportando quello che è accaduto. Un’altra domanda però sorge e riguarda la resistenza dei nostri boschi a questi eventi, e anche questa risposta è già stata data spiegando che questi boschi sono quasi tutti provenienti da piantagione artificiale dagli Anni ‘20 gli Anni ‘50, quindi epoche postbelliche dedicate a rimarginare i danni della guerra. La domanda posta agli esperti forestali è: ma questi alberi sono resistenti o meno agli eventi di questo tipo? Anche qui la risposta è chiara ed è di fronte agli occhi di tutti. No, ma non sono gli alberi a non essere resistenti bensì le modalità di gestione delle nostre foreste e le conformazioni delle nostre foreste ottenute in seguito ad alcune scelte selvicolturali. In pratica le foreste 100 anni fa servivano a proteggere il territorio e questi giovani alberelli venivano gestiti in modo da poter coprire una maggior porzione del territorio. Cento anni fa c’era anche una necessità politica particolare, e più che pensare allo sviluppo economico l’imperativo era diventare autosufficienti in tutto e quindi anche la materia prima neces-

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saria per mobili e costruzioni doveva essere nostrana. Non si pensava all’ecosistema ma alla necessità di produrre tanto e in fretta sfruttando i boschi. Pertanto sono state fatte scelte selvicolturali un po’ “scopiazzate” da Paesi limitrofi all’Italia senza tener conto della nostra orografia e delle caratteristiche delle specie scelte. Quando un Paese ha fame, l’obiettivo principale è il pane e non le modalità di coltivazione del grano o di allevamento dei maiali. Tutto questo però è cambiato negli anni e le necessità sono cambiate, i mercati sono cambiati e nel nostro Paese lo sviluppo economico della filiera legno ha subito una deriva, verso la produzione di mobili prima e nel primato del design poi, senza preoccuparci della materia prima; perché negli ultimi 60-70 anni il legno lo abbiamo fatto girare per il mondo senza preclusioni e se il mobile doveva essere scuro, si usava del mogano indiano se doveva essere leggero, si usava una conifera Nord Americana etc. In pratica lo sviluppo della filiera legno ha seguito le strade della “moda” e questa è stata una evoluzione che dal punto di vista economico-industriale ha appagato chi ha fatto questa scelta. È stata però abbandonata la filiera legno italiana dimenticando che l’origine di un mobile è il bosco. Nel settore del legno strutturale questa evoluzione non c’è stata, perché dagli anni ‘80 il legno è stato spesso sostituito da materiali che sembravano più pratici e quindi nel nostro Paese, salvo qualche caso isolato e ben conte-


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nuto, si è abbandonato lo sviluppo della filiera produttiva, svolgendo delle utilizzazioni forestali al limite della sussistenza, in pratica si è tagliata una piccola percentuale della ripresa annua e i boschi si sono infoltiti ed estesi, anzi si sono inselvatichiti. Oggi però siamo di fronte a una scelta epocale e dobbiamo risolvere il problema contingente di milioni di metri cubi di tronchi a terra che sarebbe un peccato si trasformassero in humus e dall’altra parte programmare uno sviluppo sostenibile e solidale della filiera legno. Nell’immediato è necessario esboscare questo legno caduto a terra e per questo sono necessari un ingente numero di macchinari che serviranno per non più di due anni, per condurre questi macchinari sono necessari operatori specializzati e anche questo richiede tempo perché le risorse attuali sono limitate. I costi per macchinari e maestranze saranno ingenti e per forza di cose dovrebbero arrivare dai piani di sviluppo rurale che oramai sono al termine. Poi cosa ne faremo di tutte queste macchine se a fine emergenza i tagli nei boschi saranno ridotti notevolmente? Quindi sarà necessario o addirittura opportuno che vengano ditte straniere a lavorare già equipaggiate e con esperienza, da affiancare alle nostre ditte locali. Ma i tronchi dopo dove li manderemo? È risaputo che la nostra potenza industriale nella trasformazione dei tronchi in tavole è limitata forse a 2 milioni di metri cubi nell’intero Nord Est, ma poi cosa faremo con tutte queste tavolette segate? Sarebbe un peccato che tutto questo ottimo legno diventi imballaggio, perché questo settore, anche se nel nostro Paese è molto attivo, non ne valorizza il legno sotto l’aspetto economico. Pertanto il legname potrebbe diventare legno per le costruzioni, ma non abbiamo impianti di ingegnerizzazione del legno come la produzione di legno lamellare e quelli di produzione di X-Lam sono contenuti sia per la richiesta che fa il mercato sia nei confronti della disponibilità di materiale. La grande disponibilità di segati potrebbe ingolfare il sistema e quindi comportare una necessaria riduzione dei prezzi. Il mercato che attualmente ritira segati più di altri è quello dell’imballo, che però paga le tavolette non più di 150-170 /m3, quindi è un mercato povero che non valorizza l’ottimo legno di cui stiamo parlando.

Quindi che cosa fare? 1. Esboscare più tronchi possibile anche con la partecipazione di ditte straniere, in modo da ridurre al minimo gli investimenti in questo settore perché poi il rischio è dell’abbandono delle macchine fra 3-4 anni, quando non ci saranno più tutti questi tronchi da esboscare, sarà inevitabile. 2. Il prezzo dei tronchi non deve andare mediamente al di sotto dei 35-40  perché già è il 40% in meno rispetto al prezzo pre-VAIA, ma soprattutto perché i grandi sconfitti da questa tempesta sono i proprietari forestali che per forza di cose devono liberare i boschi dai tronchi a terra e non possono essere abbandonati. 3. Sarà necessario creare una serie di impianti di segagione mobili in modo che questi, una volta finita l’emergenza, possano essere traslocati altrove. 4. Incentivare con maggiori cubature o minori oneri per chi costruisce gli edifici con legno dagli schianti. In questo modo si stimola l’edilizia e si incentiva l’uso di questo materiale. Addirittura aumentare i benefici per chi decide di tornare a vivere in montagna. 5. Successivamente la filiera del legno dovrà essere pianificata secondo la disponibilità di legname per l’edilizia perché questo è l’unico impiego in cui si usano circa 300 m3 di tronchi per ogni casa con un valore medio di 600 /m3 del legname.

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BIGonDRY SRL: IMPIANTI SPECIALI DI ESSICCAZIONE E TERMO-MODIFICAZIONE AD ALTA TEMPERATURA BIGonDRY SRL: Innovazione e Versatilità… sono i nostri standard, presupposti d’incontro con i nostri clienti! A BIGonDRY spetta anche il record del maggior numero d’impianti installati in Italia nel settore dell’imballaggio e trattamento termico secondo lo standard ISPM-15. BIGonDRY ha investito moltissimo per ideare sempre nuove soluzioni innovative e studiate ad-hoc proprio per dare ai propri clienti il massimo in termini di vantaggi, con un’attenzione assoluta ai consumi e ai rendimenti dell’impianto, pur mantenendo ottimi rapporti qualità e prezzo e nel rispetto delle più recenti delibere applicate dalla Direttiva FITOK.

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BIGonDRY SRL è un'azienda veneta, del nord-est d'Italia, che opera da trent’anni nel settore della produzione degli impianti di essiccazione per il legno, specializzata in realizzazioni ad altissimo contenuto tecnologico. La proficua esperienza maturata nel campo è stata resa possibile dall’intraprendenza e dall’enorme passione dei fondatori Sig. Bruno Bigon e del figlio Michele Bigon, e di una compagine di personale tecnico e di ingegneri, tutti altamente qualificati. L'azienda si è specializzata in soluzioni personalizzate, in funzione delle diverse specie lignee e alle specifiche esigenze del cliente finale.

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Negli ultimi anni, molta di questa esperienza e risorse sono state dedicate alla ricerca e sviluppo di un nuovo sistema altamente tecnologico e innovativo nell’ambito della Termo-Modificazione del legno (BIGonDRY -THW), conformemente alla Classificazione Hill (Hill 2006). Il sistema BIGonDRY-THW è un processo in presenza di Vapore Saturo, che grazie alla lieve sovrappressione, consente di lavorare a temperatura prossima ai 230° C in un ambiente in assenza di ossigeno, sfruttando la produzione naturale di gas dal legno (vapore durante la prima fase e gas da pirolisi durante la fase HT – High Temperature ossia Alta Temperatura) e, se necessario, dall'evaporazione controllata di una fonte diretta di acqua fornita dal sistema. La gamma THW comprende capacità da 5m fino a 30m : la particolare configurazione dei componenti della macchina permette una gestione semplice ed economica, ottimizzando l’uso di sistemi di riscaldamento diretto (facendo uso di gas, gasolio e/o corrente elettrica) senza obbligatoriamente dover ricorrere all’uso di una caldaia ad olio diater-

mico, con tutto il conseguente e costoso impianto di gestione. Grazie alla sua versatilità, può inoltre adempiere a molteplici funzioni: può fungere da Essiccatoio Convenzionale, Vaporizzatore, Sterilizzatore secondo l’ISPM-15, Stabilizzatore del legno e forno di Termo-Modificazione fino ai 230°C, con tutti i vantaggi che ne derivano potendo effettuare tali processi, anche combinati nella medesima macchina e senza dover movimentare la merce di continuo. Il Legno Modificato termicamente è ampiamente usato oltre che nelle applicazioni tradizionali anche laddove il legno non era ancora stato usato finora, ad esempio in ambienti ad alto tasso di umidità e condizioni meteorologiche avverse, che precedentemente non agevolavano l'uso del legno. Spesso il legno termo-modificato va a sostituire legno trattato chimicamente offrendo una soluzione ecologica e di totale rispetto del medio ambiente. L’ eleganza del legno Termo Trattato e le sue eccellenti caratteristiche permettono la sua naturale e semplice integrazione nei design più innovativi.

IN ALTO A SINISTRA, ESEMPI DI IMPIANTI PER IL TRATTAMENTO ISPM-15 NEL SETTORE IMBALLO IN ALTO A DESTRA, IMPIANTI SPECIALI A ELEVATA EFFICIENZA

ESEMPIO DI IMPIANTI DI THW DA 30 M3: A SINISTRA FASE DI CARICO DI LEGNO NATURALE A DESTRA FASE DI SCARICO DI MATERIALE DOPO TRATTAMENTO A 215°C

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Nel novembre 2017 grazie ad un finanziamento POR della regione Veneto e agli sforzi dell’azienda è stato attivato un progetto di ricerca industriale della durata di un anno in collaborazione con l’Istituto per la valorizzazione del Legno, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IVALSA), per avvalorare e consolidare lo studio di soluzioni tecnologiche iniziate una decina di anni fa, da cui è nato STYL+WOOD: un nuovo processo di modificazione termica del legno inventato e commercializzato da BIGonDRY. L’obiettivo di BIGonDRY è quello di ottimizzare il processo esistente e testare nuove soluzioni tecnologiche al fine di realizzare un sistema di produzione innovativo e a basso impatto ambientale per produrre materiale ecosostenibile con prestazioni e qualità costanti e garantite. Il prodotto finale è creato da materia prima rinnovabile con caratteristiche tecnologiche competitive in termini di confronto con i principali competitor non solo nazionali ma anche Internazionali. Lo scopo rimane avere costi inferiori e un ciclo di vita con impatto ambientale favorevole rispetto a materiali predominanti (incluso legno tropicale) in destinazioni d’uso tradizionali (involucri esterni e arredamento in bioedilizia). Struttura e contenuti del programma di ricerca: Il programma di ricerca prevedeva una serie di test di trattamento di modificazione termica di segati pre-stagionati di

specie e qualità selezionate, utilizzando l’impianto pilota presso BIGonDRY (vedi Il Legno, n. 350, agosto 2018, pp. 812), in condizioni di processo strettamente controllate, ripetibili e documentate. Ogni test è stato effettuato variando i parametri di processo (temperatura, tempo, pressione, umidità…) ed eventualmente le caratteristiche del prodotto caricato secondo uno schema prestabilito al fine di caratterizzare e ottimizzare l’impatto ambientale ed economico del processo e le caratteristiche prestazionali del materiale modificato. Durante i vari processi effettuati, sono stati misurati i consumi di energia, di acqua, le emissioni liquide, solide e gassose secondo metodi standardizzati, accreditati ISO/IEC 17025: i risultati di tali analisi sono volte a certificarne le emissioni e ad effettuare bilanci ambientali al fine di ottimizzare il funzionamento del sistema di abbattimento delle emissioni gassose. Ogni tavola in entrata è marcata e sottoposta -prima e dopo il processo- alla misurazione delle caratteristiche salienti (volume e peso, umidità, colore, orientamento anatomico, difettosità): Il materiale appartiene a 9 specie legnose tra conifere e latifoglie selezionate in base a considerazioni di interesse economico e scientifico. Le specie legnose utilizzate, alcune loro caratteristiche tecnologiche naturali e i quantitativi sono riassunti nella tabella 1.

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Tabella 1. Specie legnose utilizzate per le prove. Spessore tavole, densità normale, classi di durabilità naturale e di ritiro (vedi descrizione tabella successiva), distinta quantitativi materiale acquisito a disposizione per le prove in termini di numero tavole, lunghezza cumulata e volume. Per tutte le specie tranne TP si dispone dei dati di comparazione col competitor Vacwood. Per Abete rosso e pino silvestre si dispone di dati (parziali) di comparazione con il competitor ThermoWood. (*: dati da letteratura)

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K Tabella 3. Caratteristiche tecnologiche misurate e standard tecnici di riferimento

Le tavole trattate sono quindi sottoposte a lavorazioni di falegnameria (foto G-H-I) per essere trasformate in provini normalizzati (foto I-J) secondo le norme tecniche di riferimento e sottoposte a diversi test (foto K) (vedi tabella 3) al fine di attestare le proprietĂ in termini di durabilitĂ , aspetto estetico (colore), prestazioni meccaniche e fisiche del materiale modificato secondo condizioni di processo predefinite. Tabella 2.

Figura 1. UmiditĂ iniziale (media e deviazione standard) rilevata con metodo gravimetrico sul materiale in entrata.


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Figura 2. Profili di Tset (Temperatura di set dell’aria) dei tre test effettuati.

Figura 3. Perdite di massa (media e deviazione standard).

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non durabile un aumento di durabilità in classe 3 o superiore (EN 350) per poterne consentire l’utilizzo in esterno (classe di rischio 3 in accordo alla EN 335-1). Temperature di trattamento inferiori hanno lo scopo di ottenere una modifica controllata del colore e ottenere un aumento della stabilità dimensionale preservando l’integrità del materiale e contenendo le perdite di caratteristiche meccaniche.

L’effetto della temperatura sulle caratteristiche salienti Le prove di laboratorio (svolte in numerosi laboratori del CNR e in altri Istituti di ricerca in Italia e all’estero su migliaia di provini normalizzati) sono in corso di svolgimento, così come le misurazioni delle emissioni di processo che hanno richiesto un complesso lavoro di preparazione della configurazione sperimentale. I risultati definitivi finali sono previsti a breve. Essi saranno opportunamente diffusi per scopi scientifici e commerciali e permetteranno di redigere un manuale tecnico di produzione rivolto all’utente che comprenderà le schede prodotto, i protocolli di produzione e le certificazioni ambientali. Intanto di seguito, vengono riportati i risultati sperimentali già disponibili sull’influenza delle temperature massime di trattamento su alcune caratteristiche salienti delle 9 specie legnose trattate in tre test pilota effettuati alle temperature massime di 215°, 200° e 185° C secondo le rampe di temperatura riportate in figura 2. Il trattamento a 215 °C ha lo scopo di conferire al materiale

La perdita di massa (ML) è noto essere il principale indicatore della intensità di modificazione, correlato con tutte le caratteristiche tecnologiche residue del materiale trattato. Essa è utilizzata per il controllo del processo e per il confronto diretto con i dati di letteratura riguardanti altri sistemi di trattamento. I risultati riportati nella figura 3 evidenziano le differenze tra specie legnose e tra temperature massime. Come atteso la perdita di massa cresce al crescere della Tmax ed è maggiore nelle latifoglie che nelle conifere. I valori sono in linea con i competitor e i dati di letteratura. Le deviazioni standard sono sempre contenute a indicare omogeneità e ripetibilità delle condizioni di trattamento. Prima di trarre altre conclusioni su questi dati è necessario verificare le caratteristiche tecnologiche (in fase di misurazione) associate a tali ML, in quanto l’obiettivo finale non è un basso valore di ML in quanto tale ma piuttosto, un buon compromesso tra modifiche volute (aumento di durabilità stabilità dimensionale…) e modifiche non volute (diminuzione proprietà meccaniche). Come atteso (Fig. 4) il contenuto di umidità al termine della fase di condizionamento (Ueq) aumenta al diminuire delle Tmax, in quanto il trattamento riduce la igroscopicità del legno in misura proporzionale alla intensità di trattamento. Generalmente per materiale di buona qualità pronto all’uso la Ueq dovrebbe attestarsi su valori non inferiori al 4%-6%. Dai dati si osserva che alcune specie legnose sono particolarmente “refrattarie” al riassorbimento di umidità. Ciò ha suggerito di testare strategie di ottimizzazione della fase di condizionamento i cui risultati hanno permesso di ottenere miglioramenti quantificabili in un aumento della Ueq del 12%.


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DICEMBRE 2018 Figura 4. Umidità di equilibrio (media e deviazione standard) dopo il condizionamento finale all’apertura dell’impianto Figura 6. Variazione della coordinata colorimetrica L (Luminosità) nello spazio colorimetrico CeiLab. A sinistra: medie e deviazione standard per ogni specie e trattamento. A destra: valori medi rappresentati in funzione della ML (tutti i casi).

Il colore rappresenta un aspetto importante nella modificazione termica. Una accurata gestione del processo permette di ottenere uno scurimento controllato in tutto lo spessore del segato aprendo diverse possibilità di valorizzazione estetica, soprattutto in destinazioni d’uso come pavimenti o arredo. In laboratorio il colore delle superfici (figura 5) è misurato con spettrofotometro che fornisce le coordinate colorimetriche esatte del materiale trattato e le differenze rispetto il materiale non trattato. Nella figura 6 sono riportati i valori di variazione della coordinata L (luminosità) nello spazio colorimetrico tridimensionale CeiLab. .

Vantaggi qualitativi del legno Termo Trattato • Miglioramento della qualità delle superfici; • Lunga durata; • Stabilità al variare dell’umidità; • Nella maggior parte dei casi non richiede colorazione o verniciatura; • Ridotta igroscopicità; • Uniformità di colore in superficie e su tutta la sezione; • Miglioramento della reazione al fuoco e della trasmittanza termica; • Discreta conservazione dell’aroma naturale del legno; • Ridotto impatto ambientale.

I risultati finali della ricerca saranno pubblicati a breve nel sito di INNOVENETO (www.innoveneto.org) e nel sito di BIGonDRY (www.bigondry.com). Metti “Mi piace” alla loro pagina Facebook per rimanere aggiornato! (@bigondry) Figura 5. Palette dei colori (superfici piallate dopo il trattamento) acquisiti in condizioni di luce calibrata.

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TECNOLOGIE


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TECNOLOGIE

BIGonDRY

Riferimenti bibliografici ThermoWood Life Cycle Assessment Executive Summary, https://www.thermowood.fi/news.html?100750 Allegretti O., Brunetti M., Cuccui I., Ferrari S., Nocetti M., Terziev N. (2012). “Thermo-vacuum modification of spruce (Picea abies Karst.) and fir (Abies alba Mill.) wood”. BioResources 7(3), 3659-3669 DOI: 10.15376/biores. Ferrari, S., Cuccui, I., Allegretti, O. (2013) “Thermo-vacuum Modification of some European Softwood and Hardwood

TECNOLOGIE

Heat treated wood is a material with changed chimical composition, cell wall structure and physical properties. The process is generally conducted under the influences of heat and pressure. Temperature during thermal treatment usually ranges from 120 °C to 250 °C, treatment time spans between 15 minutes and 24 hours, depending on the type of the process, wood species, stock dimensions, initial moisture content, and the desired level of alteration of mechanical properties, resistance against biological deterioration, and dimensional stability of the product. The presence of air or other oxidative medium can accelerate the degradation process of wood components during heat treatment and this is why the process is usually carried out in a protective gaseous medium. Heat treatment of wood increases its moisture resistance, improves dimensional stability, enhances resistance against biological deterioration, and contributes to uniform colour change from original to dark brownish tones.

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Species Treated at Different Conditions” BioResources, 8, (1), p. 1100 1109 DOI: 10.15376/biores.8.1. 1100-1109 Sandak, A., Sandak, J., Allegretti, O. (2015). “Quality control of vacuum thermally modified wood with near infrared spectroscopy”, Vacuum, 114, p 44 48. DOI: 10.1016/j.vacuum.2014.12.027 Allegretti O, Terziev N., Bochicchio G., Cuccui I., Termovuoto- thermal modification of eight European wood species, 2018, ECWM9, Netherlands.

This material also exhibits some shortcomings, such as reduced tensile and bending strength (which are not so relevant for flooring applications), unstable colour in exterior exposure (unless the surface is coated), appearance of surface checking and increased brittleness. At the beginning of the application of this method, the colour change was considered as a disadvantage. Nowadays, on the contrary, it is regarded as one of the main arguments for the application of this technology, because species with natural irregularities, like coloured heartwood of beech and ash, turn to aesthetically and technically valuable products when heat treated (exclusive parquet). It is especially attractive to use heat treated wood for parquet since it is possible to obtain different dark brownish colours by varying the process parameters. Furthermore, heat treated wood can be used as a substitute for tropical species. Equilibrium moisture content of heat treated specimens after 3 years of natural exposure was 40 – 60% lower compared to untreated wood, regardless of surface protection system, which indicates permanent improvement in dimensional stability. Heat treated wood is an excellent substrate for finishing as it is dry and free of resin which run out during heating. At temperatures above 180 °C oils and waxes are extracted from sapwood and later they cause no problems with adhesion.


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ARTE E PROGETTO

FONDAZIONE CARISPEZIA EPPELA

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DICEMBRE 2018

LA CULLA DI BRATTO, UN TUFFO NELLA TRADIZIONE Affonda le radici nella tradizione artigianale della Lunigiana il progetto “La culla di Bratto”. Il gruppo storico Compagnia del Piagnaro, partendo proprio da questo storico manufatto che si realizzava nel 1800 con abile maestria nei paesi di Braia e Bratto, nel Comune di Pontremoli, propone un progetto per la realizzazione di un evento annuale che possa riattivare comunicazione, esperienze, artigianalità legate al territorio per non perdere la memoria dei processi di identità culturale legati anche agli oggetti. L’iniziativa fa parte di un percorso promosso da Fondazione Carispezia che, in collaborazione con Eppela, ha deciso di sostenere cinque progetti di organizzazioni no-profit del territorio della provincia spezzina e della Lunigiana, selezionati con una call lanciata a giugno. “L'idea è quella di far riscoprire la culla di Bratto – spiegano dall’associazione - il sogno è quello di riprodurla e avviare piccoli laboratori artigiani. Per arrivare a questo è necessario alimentare un processo creativo che parta da corsi ed esperienze sulla grafica dei magnifici decori, sui colori naturali e sugli incastri del legno. Il nostro obiettivo è alimentare curiosità e conoscenza attorno ad un oggetto magico. Il nostro filo conduttore è ‘creare nella natura’ a contatto con i materiali e i luoghi che hanno generato questo oggetto. La culla è simbolo di vita e vogliamo che diventi un simbolo di rinascita della vita di un borgo di confine, alimentando idee e sogni legati alla creatività e alla manualità, nel rispetto dell'ambiente naturale”. Nell’intenzione dell’associazione in una prima fase saranno attivati dei corsi nel fine settimana per avviare il legame fra paese e attività creative, nel 2019 l’idea è quella di realiz-

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di Beatrice Guidi

zare una settimana di laboratori per studenti di arte, grafica, decorazione e design da affiancare a dibattiti, degustazioni e talk sulla rigenerazione urbana. Due le strutture museali possibili sedi dei corsi: il Museo etnografico della Lunigiana con sede a Villafranca (dove sono visibili le culle) e il Museo delle statue stele di Pontremoli (grazie alla presenza di una foresteria, di sale e di una cucina). L’obiettivo è raccogliere 10mila euro. Come di consueto per i progetti con i mentor, al raggiungimento del 50 per cento dell’obiettivo Fondazione Carispezia contribuirà con il restante 50 per cento.

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ARTE E PROGETTO


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FORESTA di Pietro Ferrari

ASSOPANNELLI FEDERLEGNO-ARREDO

www.federlegnoarredo.it/it/ associazioni/assopannelli

IL PIOPPO, FILIERA SOSTENIBILE PER ECCELLENZA

A Milano, Assopannelli presenta e progetta un nuovo futuro per la pioppicoltura italiana.

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SEBASTIANO CERULLO, DIRETTORE DI FEDERLEGNOARREDO APRE I LAVORI CON ILARIA IACOVIELLO, GIORNALISTA SKY TG24, CHE COORDINERÀ I LAVORI.

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Il 3 dicembre 2018, al Teatro Dal Verme, Assopannelli, l'associazione di Federlegno-Arredo che raccoglie i produttori di pannelli a base legno, ha puntato i riflettori sul tema della pioppicoltura, proseguendo nella politica di attenzione, a livello di Federazione, per tutte le declinazioni del settore legno.

Le filiere basate sull'impiego del legno di pioppo e dei suoi derivati rappresentano un punto di forza dell'Italia agricola e assieme industriale ben riconosciuta a livello internazionale. In Italia il contributo della pioppicoltura è stato estremamente importante per la sviluppo di diversi comparti economici e produttivi, primo fra tutti quello dei pannelli a base legno, senza dimenticare il fondamentale comparto del legno. La materia prima fornita è sempre stata di alta qualità, grazie anche a un'intensa attività di selezione clonale e di divulgazione di razionali tecniche colturali. Si rileva in questi ultimissimi anni un rinnovato interesse verso la pioppicoltura, segnale di una ripresa della produzione industriale principalmente nel comparto dei pannelli, anche sotto la spinta dell'Accordo interregionale per lo sviluppo della pioppicoltura stipulato a Venezia nel 2014. In questa prospettiva, il convegno di Milano si propone come un momento di verifica delle condizioni attuali della filiera, a partire dalla quantificazione delle superfici interessate da questa coltura e dalle opportunità collegate, anche nella prospettiva della futura programmazione dello sviluppo delle aree rurali. Parliamo di stanze di rilevanza internazionale, come ha sottolineato l'intervento in video di Paolo De Castro, vice presidente della Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo.

!IL PIOPPO, RISORSA DA SOSTENERE PER LA CRESCITA DEL MADE IN ITALY ! È Nicoletta Azzi, nel corso della tavola rotonda seguita alla presentazione dei dati statistici e dei programmi di censi-


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PIERMARIA CORONA, DI CREA.

LUCA CESARO DI CREA.

RINALDO COMINO DI REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA.

MARCO FORTIS, VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE EDISON.

mento del patrimonio costituito dalle coltivazioni di pioppo, a esprimere efficacemente il punto di vista, quant'altri mai condivisibile, di Assopannelli: "La nostra è un'industria florida che deve assolutamente essere sostenuta dalle istitu-

zioni affinché non si perda un patrimonio unico al mondo. Per questo chiediamo la creazione di consorzi che vedano impegnati pubblico e privato nella coltivazione delle aree golenali del bacino del Po attualmente incolte.

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FORESTA

ASSOPANNELLI FEDERLEGNO-ARREDO

Questo avrebbe anche il vantaggio di rendere più sicure aree a rischio esondazioni". Il pioppo rappresenta una filiera di nicchia che meglio di ogni altra simboleggia il made in Italy. Nonostante ciò negli ultimi anni la superficie coltivata è costantemente diminuita, portando a un significativo aumento delle importazioni di materia prima di provenienza estera a discapito di un materiale, quello nazionale, dalle caratteristiche estetiche uniche apprezzate in tutto il mondo dai designer. È auspicabile che il confronto tra imprese e istituzioni che ha avuto luogo a Milano consenta all'industria del pioppo italiano di rafforzare il proprio ruolo di protagonista sui mercati. Punto di partenza del convegno è stata una fotografia PIETRO FERRARI HA SEGUITO IL della situazione attuale effettuata dal primo inventario CONVEGNO PER LA RIVISTA IL della pioppicoltura in Italia: "Attualmente si contano LEGNO. 46mila ettari coltivati che garantiscono una produzione di un milione di metri cubi di materia prima su una domanda annua di oltre due milioni” - ha dichiarato Piermaria Corona di CREA. Rinaldo Comino della Direzione Foreste

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LA TAVOLA ROTONDA, DA SINISTRA A DESTRA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE COLDIRETTI, FABIO ROLFI, ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE E SISTEMI VERDI DELLA REGIONE LOMBARDIA, FABIO BOCCALARI, PRESIDENTE API, NICOLETTA AZZI, PRESIDENTE ASSOPANNELLI, MEUCCIO BERSELLI, SEGRETARIO GENERALE ADBPO (AUTORITÀ DI BACINO DISTRETTUALE DEL FIUME PO).

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della Regione Friuli Venezia Giulia ha sottolineato la "Difficoltà di mettere in atto politiche coordinate tra le regioni a maggiore vocazione pioppicola". Concetto questo ribadito da Luca Cesaro di CREA. È stato anche ricordato il valore economico e culturale della filiera del pannello di pioppo che, con una produzione industriale pari a oltre due miliardi di euro (6,5 miliardi considerando l'intero sistema pannelli e semilavorati) e 41mila addetti, contribuisce in maniera fondamentale alla crescita del made in Italy. Questo aspetto è stato ribadito anche da Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison, secondo il quale: "L'industria italiana legata al pannello di pioppo ha tutte le caratteristiche per mantenere un ruolo di primo piano nell'industria del design ma la mancanza di un'efficace politica industriale di filiera e di un'adeguata produzione nazionale di materia prima rischiano di far perdere competitività all'intera filiera, mettendo a rischio un'economia di scala fortemente radicata sul territorio e con una forte vocazione all'export". Questa criticità preoccupa le imprese e ha spinto il presidente di Assopannelli, Nicoletta Azzi, a lanciare una seconda proposta che consentirebbe nel breve-medio periodo di aumentare la profittabilità della coltivazione del pioppo: "Chiediamo di estendere al pioppo la "capacità


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di stoccaggio di CO2, creando un marchio ecologico che rafforzerebbe ulteriormente le caratteristiche intrinseche di un materiale privilegiato per la realizzazione di arredi, imbarcazioni e altri manufatti di altissima qualità". Iniziative a livello governativo, caratterizzate da un opportuno pragmatismo, sono state illustrate da Alessandra Stefani, direttrice generale della Direzione Generale delle Foreste del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali nell’intervento conclusivo dei lavori.

Il fabbisogno industriale di pioppo Il legno di pioppo trova il suo principale utilizzo nella produzione di pannelli (in modo particolare di pannelli compensati), nell'industria degli imballaggi in legno e della carta. Le disponibilità attuali di materia prima italiana non sono però in grado di soddisfare il fabbisogno dell'industria di trasformazione nazionale che è costretta a importare notevoli quantitativi di legno dall'Europa Orientale e dalla Francia. Più precisamente il fabbisogno industriale stimato è pari a circa due milioni di metri cubi annui, per raggiungere il livello minimo di autosufficienza industriale sarebbe necessario raggiungere una superficie coltivata pari a 115mila ettari, più del doppio della superficie attuale. A questo proposito i dati consuntivi 2016 relativi al settore dei pannelli hanno fatto registrare una crescita del tre per cento pari a oltre due miliardi di euro. Tale crescita è sostenuta sia dalle esportazioni sia dall'aumento della domanda interna del settore arredamento, un trend confermato anche dai preconsuntivi 2017 che segnalano un'ulteriore crescita del quattro per cento.

The industrial needs of poplar

ALESSANDRA STEFANI, DIRETTRICE GENERALE DELLA DIREZIONE GENERALE DELLE FORESTE DEL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI.

Poplar wood has its main use in the production of panels (particularly of plywood panels), in the wood packaging and paper industry. The current availability of Italian raw materials, however, is not able to meet the needs of the national processing industry that is forced to import significant quantities of wood from Eastern Europe and France. The estimated industrial needs are equal to about two million cubic meters per year, to reach the minimum level of industrial needs it would be necessary to reach a cultivated area of 115 thousand hectares, more than twice the current surface area. To this end, the 2016 final figures for the panel sector showed a growth of three percent equal to over two billion euro. This growth is sustained both by exports and by the increase in domestic demand in the furniture sector, a trend also confirmed by the 2017 preliminary results which point to a further growth of four percent.

IN MILAN, ASSOPANNELLI PRESENTS AND PLANS A NEW FUTURE FOR ITALIAN POPLAR CULTIVATION On December 3, 2018, at the Teatro Dal Verme, Assopannelli, the association of Federlegno-Arredo, which collects wood-based panel producers, focused the spotlight on the theme of poplar cultivation, continuing its policy of attention, at the federation level, to all the declinations of the wood sector. The supply chain based on the use of poplar wood and its derivatives represents a strong point of agricultural Italy and a well-recognized industrial group at the international level. In Italy the contribution of poplar cultivation has been extremely important for the development of

various economic sectors and productive, first of all that of wood-based panels, without forgetting the fundamental sector of wood. The raw material supplied has always been of high quality, thanks also to an intense activity of clonal selection and to the dissemination of rational cultivation techniques. In these last few years there has been a renewed interest in poplar cultivation, a sign of a recovery in industrial production mainly in the panel segment and also, on the wake of the Interregional Agreement for the development of poplar cultivation stipulated in Venice in 2014. In this perspective, the Milan conference is proposed as a moment of verification of the current conditions of the supply chain, starting from the quantification of the areas affected by this crop and the related opportunities, also with a view to future planning of the development of rural areas.

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FORESTA


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FORESTA di Paola Govoni

WORLD FORUM ON URBAN FORESTS

LE FORESTE URBANE COME STRUMENTO PER PROGETTARE IL FUTURO

!LE CITTÀ !

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Le città occupano solo il 3% della superficie del nostro pianeta, ospitano il 54% della popolazione ma consumano il 70% dell’energia globale, l’80% del cibo ed emettono il 75% degli inquinanti e dei gas serra. Per la prima volta nella sto-

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ria dell’umanità, nel 2007 la popolazione urbana ha superato quella rurale. Le previsioni al 2050 parlano di un aumento della popolazione mondiale che passerà da 7,6 a 10 miliardi di persone e la percentuale di popolazione urbana - oggi al 54% - arriverà al 60% nel 2030 e al 70% nel 2050.


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1ST WORLD FORUM ON URBAN FORESTS The city of Mantua hosts the first edition of the Forum from 28 November to 1 December 2018. For the second consecutive year, Mantua is confirmed as the greenest city in Italy in the Ecosystem Urbano 2018 ranking drawn up by Legambiente and Ambiente Italia, and is therefore the ideal place for this first world event on urban forests. The city of the Gonzagas, UNESCO City together with Sabbioneta and in 2016 the Italian Capital of Culture is not only known for its artistic and architectural beauties, but also for the natural beauties of its territory. A center born on the water, surroun-

!LE FORESTE ! Le foreste coprono il 30,6% delle terre emerse e forniscono al pianeta il 40% delle energie rinnovabili globali sotto forma di combustibile legnoso e derivati, vale a dire tanto quanto l’energia solare, idroelettrica ed eolica combinate.

ded by a real green oasis, which over the years has met challenges of cultural, urban and economic regeneration that have made it a true excellence. Welcoming the Mantova Forum, it continues its openness towards the future, becoming an international meeting place and a laboratory for experimenting with new environmental paradigms. Within the days of the Forum, Mantova organizes a series of initiatives open to all to involve citizens in the reflection on the importance of urban forests: conferences and dialogues but also concerts, photographic exhibitions and installations, film screenings, excursions, initiatives for children and for schools.

DA SINISTRA A DESTRA: MILANO, PALAZZO MARINO, 8 NOVEMBRE 2018. CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL 1° WORLD FORUM ON URBAN FORESTS DI MANTOVA (28.11/1.12.2018). IL PANEL DEI RELATORI ALLA CONFERENZA STAMPA DI MILANO. STEFANO BOERI (A SIN.), CO-CHAIR DEL COMITATO SCIENTIFICO DEL WORLD FORUM ON URBAN FORESTS E MATTIA PALAZZI, SINDACO DI MANTOVA. FOTO FASIELLO.

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FORESTA

WORLD FORUM ON URBAN FORESTS

STEFANO BOERI ARCHITETTI. VEDUTA DI LIUZHOU FOREST CITY, CINA.

Circa un terzo della popolazione mondiale (2,4 miliardi di persone) utilizza il legno per i servizi energetici di base come la cottura, l’acqua calda e il riscaldamento. Il sostentamento e la sicurezza alimentare di circa 250 milioni di persone che vivono in condizioni di povertà in ambiti rurali dipendono dalle foreste e dagli alberi.

!FORESTE URBANE E BENESSERE DELLA COMUNITÀ !

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Com’è noto, gli alberi assorbono diossido di carbonio (CO2), sottraendo carbonio all’atmosfera, immagazzinandolo nei tessuti legnosi e nel suolo e, contemporaneamente, rilasciando ossigeno. Un albero di grandi dimensioni può produrre ossigeno sufficiente per almeno 4 persone. Piantare 100 milioni di alberi in città può consentire di immagazzinare fino a 357 miliardi di tonnellate di carbonio nei prossimi 50 anni. La progettazione e la gestione di alberi e di boschi in posizioni strategiche all’interno delle città può ridurre la temperatura atmosferica in ambiente urbano da 2°C a 8°C.

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Ogni incremento del 10% di copertura arborea nelle città può portare a una potenziale riduzione di ozono del 3-7%. Per ogni incremento del 5% di copertura forestale e arborea a scala di comunità, il rischio di inondazioni diminuisce del 2%. Gli alberi filtrano efficacemente l’inquinamento acustico. Una fascia alberata di 30 metri di larghezza e un’altezza media di 15 metri può ridurre di 6-10 decibel il rumore proveniente da un’autostrada o da un’arteria a percorrenza veloce. I ricercatori della Columbia University hanno rilevato che il tasso di incidenza di patologie connesse all’asma nelle città è sceso del 25% per ogni 340 alberi in più a chilometro quadrato.

!FORESTE URBANE E RICADUTE ECONOMICHE ! Un contesto urbano immerso nel verde e con la presenza di alberi può determinare un aumento medio del valore delle proprietà fino al 15-20%. Alberi collocati in modo appropriato intorno agli edifici possono ridurre il fabbisogno di aria condizionata fino al 50% e far risparmiare dal 20 al 50% sulla bolletta del riscaldamento.


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Le alberature stradali prolungano il tempo di servizio delle pavimentazioni stradali con un possibile risparmio nei costi di ripristino della pavimentazione. Secondo i Servizi Forestali degli Stati Uniti, per ogni dollaro speso per gli alberi si ottiene un ritorno di 2,70 dollari in benefici per la comunità. Un analogo studio condotto nel Regno Unito ha calcolato che ogni sterlina investita nella messa a dimora di alberi genera un risparmio di 7 sterline.

!1° FORUM MONDIALE SULLE FORESTE URBANE ! Questi sono alcuni dei dati forniti in occasione della conferenza stampa tenutasi a Milano lo scorso 8 novembre 2018 in occasione della presentazione del 1st World Forum on Urban Forests, il primo Forum Mondiale sulle Foreste Urbane promosso dalla FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations), organizzato dal Comune di Mantova, dal Politecnico di Milano e da SISEF (Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale), curato da un comitato scientifico internazionale di esperti diretto dall’architetto e urbanista Stefano Boeri e da Cecil Konijnendijk professore della University of British Columbia. Main sponsor dell’evento è il Gruppo Tea spa, insieme a un folto gruppo di Partner tecnici e di Amici del Forum. La città di Mantova ospita questa prima edizione del Forum dal 28 novembre al 1 dicembre 2018. Per il secondo anno consecutivo, Mantova si conferma la città più verde d'Italia nella classifica Ecosistema Urbano 2018 stilata da Legambiente e Ambiente Italia, e si configura quindi come luogo ideale per questo primo appuntamento mondiale sulle foreste urbane. La città dei Gonzaga, Città UNESCO insieme a Sabbioneta e nel 2016 Capitale Italiana della Cultura non è conosciuta solo per le sue bellezze artistiche e architettoniche, ma anche per le bellezze naturali del suo territorio. Un centro nato sull’acqua, circondato da una vera e propria oasi verde, che negli anni ha accolto sfide di rigenerazione culturale, urbana ed economica che l’hanno resa una vera eccellenza.

SCORCIO DEL BOSCO VERTICALE A MILANO. STUDIO STEFANO BOERI.

Accogliendo il Forum Mantova prosegue la sua apertura verso il futuro, diventando luogo di incontro internazionale e laboratorio per sperimentare nuovi paradigmi ambientali. Nell’ambito delle giornate del Forum Mantova organizza una serie di iniziative aperte a tutti per coinvolgere la cittadinanza nella riflessione sull’importanza delle foreste urbane: convegni e dialoghi ma anche concerti, mostre fotografiche e installazioni, proiezioni cinematografiche, escursioni, iniziative per i bambini e per le scuole.

!PERCHÈ UN FORUM ! Se inquinamento, cambiamento climatico, utilizzo di energie rinnovabili sono diventate tematiche centrali all’interno dell’agenda dei governi e del dibattito pubblico, è di vitale importanza porre l’attenzione anche su un altro tema cruciale per il futuro del pianeta, quello della forestazione urbana. È urgente una riflessione su come rendere le nostre città più verdi e quindi anche più inclusive, più sicure e più ricche. Il Forum raduna oltre 400 esperti da oltre 50 Paesi del mondo per discutere – per la prima volta tutti insieme – dell’importanza di integrare le infrastrutture ‘verdi’ alle infrastrutture ‘grigie’ delle città. Com’è stato ribadito in conferenza stampa: “Il verde non deve essere considerato come qualcosa ‘altro’ dal costruito, ma come un unicum del nostro ambiente urbano”. Il verde va programmato, curato e salvaguardato e nel verde urbano si deve investire sulla base di ‘processi decisionali condivisi e solidi approcci tecnico-scientifici’. Il Forum focalizza l’attenzione sui benefici che le foreste urbane possono fornire alla popolazione in termini di crescita economica sostenibile, conservazione dell'ambiente, coesione sociale e coinvolgimento della cittadinanza con esempi positivi di pianificazione, progettazione e gestione

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WORLD FORUM ON URBAN FORESTS

BOSCO VERTICALE COME MODELLO PER PARIGI, 2016. RENDERING.

del verde urbano che diverse città nel mondo hanno già messo in pratica. Si propone di innescare un dialogo e un confronto fecondo tra rappresentanti di governi nazionali e locali, istituti di ricerca e accademici, organizzazioni non governative e organizzazioni internazionali e nazionali di cooperazione allo sviluppo, urbanisti, forestali, selvicoltori urbani, arboricoltori, architetti paesaggisti, designers e professionisti di altri settori. A ciascuno viene chiesto di raccontare come hanno affrontato o stanno affrontando il problema nei loro Paesi e quali sono le strategie da attuare per la salvaguardia del pianeta e un’urbanizzazione sostenibile.

!FORESTAZIONE URBANA COME RISPOSTA !

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Se entro il 2050 il 70% della popolazione globale popolerà le aree metropolitane del mondo è più che mai necessario concentrare gli sforzi verso uno sviluppo resiliente ed equo delle città, capace di fronteggiare attraverso modelli sostenibili di crescita urbana l’inquinamento, la povertà, l’insicurezza alimentare e il degrado delle risorse naturali causati dall’aumento della densità della popolazione cittadina. L’urbanizzazione verde rappresenta una risposta concreta a questi problemi, in quanto le foreste e gli alberi in ambienti urbani e peri-urbani possono apportare importanti vantaggi alle città, rendendole più verdi e salutari, più eque e più felici.

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Giova ribadire alcuni dei possibili benefici collegati alla presenza di foreste urbane: rimozione dall’aria di inquinanti nocivi, riduzione dell’inquinamento acustico, miglioramento delle temperature locali, mitigazione degli impatti del cambiamento climatico, fornitura di prodotti ed energia rinnovabile, protezione di bacini idrografici e prevenzione di inondazioni, salvaguardia della biodiversità. Le aree verdi hanno effetti positivi anche sul benessere dell’individuo e delle comunità, in quanto offrono spazi per attività ricreative e di socializzazione, favoriscono stili di vita attivi e salutari, incrementano la coesione sociale e il senso di appartenenza a un luogo. La progettazione efficace di superfici verdi e alberate non deve limitarsi alla creazione di nuove foreste, ma deve anche rigenerare spazi verdi esistenti, creare orti urbani, parchi e giardini, trasformare tetti in prati, muri di cinta in facciate di piante e spazi vuoti in oasi verdi. Tutto questo è essenziale per la nostra vita e per quella delle generazioni future, sulle quali grava già un pesante debito ambientale. L’obiettivo del Forum è inoltre quello di sostenere il processo di attuazione della ‘New Urban Agenda’ lanciata durante Habitat III, la Conferenza delle Nazioni Unite su Housing e Sviluppo Urbano Sostenibile (Quito, Ecuador, 17-20 Ottobre 2016) ottimizzando le azioni relative al mantenimento e al rafforzamento di ecosistemi urbani e spazi verdi in città, e lanciare il Mantova Challenge. Il World Forum on Urban Forests di Mantova si propone come punto di partenza per intessere collaborazioni a lungo termine sulle strategie di pianificazione delle foreste urbane e sul futuro delle nostre città. Come ha sottolineato Stefano Boeri nel suo intervento in conferenza stampa: “Le città del mondo oggi hanno l’occasione di diventare protagoniste di un grande progetto di inversione del cambiamento climatico. La forestazione urbana, intesa come l’aumento esponenziale delle superfici verdi e alberate negli spazi urbani e periurbani delle metropoli del mondo, è dunque oggi uno degli strumenti più efficaci per ridurre gli effetti catastrofici del cambiamento climatico e progettare un futuro migliore per le generazioni che abiteranno la Terra nei prossimi decenni”.



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FORESTA

EBS

www.biomasseenergia.it

di Franco Riccardi

IL MALTEMPO E IL RUOLO DI EBS

Tonon: “E necessario un intervento tempestivo per il riutilizzo delle risorse”.

FORESTA

La forte ondata di maltempo che ha colpito la penisola italiana, in particolare il territorio del Triveneto, ha recato forti danni nelle zone boschive distrutte da pioggia e vento. I dati sono allarmanti: 100 mila ettari di bosco rasi al suolo, di cui il 60%pubblico e il 40% privato. “E necessaria un’azione di recupero del materiale boschivo nel piu breve tempo possibile per evitare lo spreco di risorse preziose come il legname, e per non incorrere in molteplici rischi, tra i quali quelli idrogeologici o ambientali per fermentazione di materia, ma anche per incendi, e per l’incolumita pubblica per la presenza di materiale non gestito adeguatamente”, dichiara Simone Tonon, Presidente dell’Associazione EBS. “Siamo certi che i nostri impianti possano essere un punto di riferimento per lo smaltimento del materiale legnoso in eccesso - attivita che produrrebbe energia pulita e rinnovabile - garantendo schemi certi, tracciabili e trasparenti per la gestione del materiale che sara destinato alle industrie nazionali”. EBS - che raggruppa piu della meta degli operatori del settore, con una potenza complessiva installata di oltre 300 MW e un utilizzo di quasi 3 milioni di tonnellate annue di biomassa solida - si rende disponibile a partecipare come parte attiva al fine di garantire competenza, tecnologie ed esperienza per contribuire al supera-

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mento - nel minor tempo possibile - della situazione emergenziale, nel pieno rispetto dell’economia circolare e naturalmente senza oneri aggiuntivi per la Pubblica Amministrazione. “Le nostre aziende sono pronte a dare il proprio contributo per sollecitare la programmazione di ulteriori attivita di prevenzione forestale, al fine di gestire al meglio future situazioni di emergenza come questa. E per tale motivo che ci mettiamo a disposizione del Ministro Dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, e del Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Gian Marco Centinaio, per pianificare al meglio le politiche per una corretta gestione e programmazione di manutenzione del patrimonio boschivo nazionale”, conclude Tonon.


L’Associazione Energia da Biomasse Solide (EBS) annovera tra i suoi fondatori i principali operatori nazionali del settore - Agritre, Biolevano, Biomasse Italia, Biomasse Crotone, Bonollo Energia, C&T, Fusine Energia, Ital Green Energy, San Marco Bioenergie, Serravalle Energy, SardiniaBio Energy, Tampieri Energie, Triera Power e Zignago Power - ciascuno proprietario almeno di un rilevante impianto di produzione. Con una potenza elettrica complessivamente installata di oltre 300MW, questi impianti sono presenti in diverse regioni italiane (dalla Calabria alla Lombardia, dalla Sardegna al Veneto) e generano un indotto di oltre 5.000 addetti tra diretti e indiretti, soprattutto legati all’approvvigionamento e gestione dei quasi 3 milioni di ton/anno di biomassa legnosa, per la quasi totalita raccolti in Italia.

ENERGY FROM CALAMITY The strong wave of bad weather that hit the Italian peninsula, in particular the territory of the Triveneto, has caused great damage in the wooded areas destroyed by rain and wind. The data are alarming: 100 thousand hectares of forest razed to the ground, of which 60% public and 40% private. "Recovery of forest material is necessary in the shortest possible time to avoid the waste of precious resources such as timber, and to avoid multiple risks, including hydrogeological or environmental risks due to the fermentation of materials, but also to fires, and for public safety for the presence of material not properly managed "- says Simone Tonon, President of the EBS Association.


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EVENTI di Pietro Ferrari

UN DECALOGO PER RIDURRE IL RISCHIO DI RESPINGIMENTO DELLA MERCE

Dieci consigli forniti dal Consorzio Servizi Legno Sughero per migliorare la qualità fitosanitaria delle spedizioni riducendo il respingimento della merce presso i punti di entrata dei paesi importatori. “In un Paese dove l’export rimane Consorzio Servizi Legno Sughero la principale leva di crescita www.conlegno.eu dell’economia, Conlegno, attra-

EVENTI

Fra il 2017 e il 2020 l’export italiano sfiorerà i 490 miliardi, con una crescita media annua del 4%: lo dice Export Unchained, il Rapporto Export 2017 realizzato da SACE, società 100% del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti. In particolare, il 44% delle esportazioni coinvolgerà le economie extra-UE, dove si prevede che le importazioni internazionali cresceranno in media del 5,7%. Si tratta di aree di forte interesse per le imprese italiane, non solo in termini di peso, ma anche di solidità e stabilità delle vendite. L’elevata esposizione verso destinazioni non europee rende l’Italia più propensa a restrizioni protezionistiche, trattandosi spesso di aree non soggette al libero scambio. La sfida da vincere per le aziende del Bel Paese consiste nel migliorare la qualità fitosanitaria delle spedizioni riducendo il respingimento della merce presso i punti di entrata dei paesi importatori.

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verso il Comitato Tecnico FITOK, si impegna a far crescere il Made in Italy nel mondo certificando l’avvenuto trattamento fitosanitario degli imballaggi in legno attraverso l’apposizione del marchio IPPC/FAO FITOK, obbligatorio per gli imballi che trasportano le merci in viaggio verso i paesi Extra UE”, spiega Daniela Frattoloni, Coordinatrice del Comitato Tecnico FITOK.

!ORGANISMI NOCIVI ! La mancata applicazione di adeguati requisiti igienici durante il carico del container e l’utilizzo di imballaggi non correttamente trattati o gestiti sono, infatti, una delle più frequenti cause di diffusione di organismi nocivi che determinano il respingimento della merce. Per migliorare la qualità fitosanitaria delle spedizioni è fondamentale adottare particolari accorgimenti nelle fasi di


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ed effettuare un’adeguata documentazione fotografica degli imballi e del carico prima di chiudere il container sono le azioni che completano l’iter. Fondamentale è poi formare il personale coinvolto con cadenza periodica affinché tutti conoscano e rispettino queste importanti linee guida che permettono di diminuire il rischio fitosanitario ed evitare il respingimento della merce nei punti di entrata dei paesi importatori.

!IL CONTRIBUTO DI CONLEGNO ! accettazione degli imballaggi, gestione delle aree di stoccaggio, preparazione e chiusura del container. In fase di accettazione degli imballaggi in legno, bisogna verificare sempre la conformità allo Standard ISPM n.15 attraverso la presenza del marchio IPPC/FAO e la relativa documentazione. Inoltre, è fondamentale fare ispezioni a campione al momento della consegna e assicurarsi che non ci siano organismi nocivi o segni di infestazioni come fori o gallerie. Per quanto riguarda invece la gestione dell’area di stoccaggio, la pavimentazione deve essere idonea e integra nonché facilmente pulibile e i piazzali devono essere liberi da vegetazione e fango. Occorre poi stabilire le modalità di controllo dei confini del sito, utilizzando dispositivi di monitoraggio e cattura e, se necessario, programmando disinfestazioni periodiche. Infine, è bene mantenere gli imballaggi al coperto in magazzini areati, applicando il principio FIFO (First IN, First OUT) secondo il quale il primo carico introdotto in magazzino deve essere il primo ad uscire. Un altro momento in cui occorre prestare estrema attenzione è quello della preparazione del carico e al carico: innanzitutto bisogna assicurarsi che non ci siano organismi nocivi sugli imballaggi e sulla merce e si deve verificare la presenza dei marchi IPPC/FAO, riportando in un apposito registro quali imballaggi sono stati utilizzati per la spedizione. Al momento della chiusura del container è essenziale controllare che gli imballaggi siano stati posti in modo tale da consentire ai marchi IPPC/FAO di essere immediatamente visibili e non dimenticare di verificare la tenuta dei sistemi di chiusura. È utile controllare nuovamente che non ci siano residui del carico precedente, materiale di fissaggio o fango. Pulire sempre il container con spazzole o getti a pressione

Infine, da Conlegno il decalogo per ridurre il rischio fitosanitario di pallet e container, evitando la ricontaminazione della Cargo Transport Unit durante la sua movimentazione nella catena di distribuzione: 1. In fase di accettazione degli imballaggi in legno, verificare sempre la conformità allo Standard ISPM n.15 attraverso la presenza del marchio IPPC/FAO e la relativa documentazione. 2. Fare ispezioni a campione al momento della consegna e assicurarsi che non ci siano organismi nocivi o segni di infestazioni come fori o gallerie. 3. Effettuare lo stoccaggio della CTU a una distanza adeguata da habitat infestati o da colonie di parassiti e in aree esenti da rischio di contaminazione da vegetazione, terreno e acqua stagnante. 4. Verificare la presenza di una pavimentazione idonea, integra e facilmente pulibile. 5. Stabilire modalità di controllo dei confini del sito, se confinanti con prati, aiuole e zone incolte, utilizzare dispositivi di monitoraggio e cattura e, se necessario, programmare disinfestazioni periodiche. 6. Adottare misure specifiche sulle specie in caso sia segnalata la quarantena per organismi nocivi da paesi d’importazione. 7. Applicare il principio FIFO (First IN, First OUT). 8. Verificare l’efficienza e la tenuta dei sistemi di chiusura dei container e assicurarsi che gli imballaggi siano stati posti in modo tale da consentire ai marchi IPPC/FAO di essere immediatamente visibili e che siano privi di organismi nocivi. 9. Effettuare un’adeguata documentazione fotografica degli imballi e del carico completo al momento della chiusura. 10. Formare il personale.

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EVENTI

NUOVI APPROCCI A DOMOTEX L'evento "Treffpunkt Handwerk" è caratterizzato da un'area dimostrativa speciale in cui gli operatori nel settore delle pavimentazioni possono testare gli ultimi strumenti e attrezzature per l'installazione di pavimenti.

Domotex www.domotex.de

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A Domotex 2019, il padiglione tredici ospiterà ancora una volta "Treffpunkt Handwerk", il punto di incontro centrale della fiera per arredatori di interni, installatori di parquet e pavimenti, decoratori e verniciatori.

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"Moving Ahead", è un luogo in cui i professionisti della pavimentazione possono confrontarsi con i colleghi, provare nuovi prodotti innovativi e scoprire le più recenti applicazioni di pavimentazione e tecnologie di installazione - comprese soluzioni di nomi ben noti come Küberit, Eugen Lägler, Mapei, Muylle-Facon, Neuhofer, Selit e Wolff. L'evento comprende anche un forum (stand C59), dove possono sviluppare le loro conoscenze professionali con conferenze specializzate e raccogliere consigli pratici e trucchi che li aiuteranno a proseguire e portare a termine il lavoro. Durante tutti e quattro i giorni della manifestazione gli specialisti del settore saliranno sul palco al forum per riferire su


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“TREFFPUNKT HANDWERK” – THE TRADESPEOPLE’S HANGOUT AT DOMOTEX 2019 WHERE FLOORING PRACTITIONERS CAN TEST NEW APPROACHES HANDS-ON At Domotex 2019, Hall 13 will once again be home to “Treffpunkt Handwerk”, the show’s central meeting hub for interior furnishers, parquet installers and floor layers, painters and varnishers. Themed “Moving Ahead”, it is a place where flooring practitioners can take time out to compare notes with their peers, try out innovative new products and discover the latest flooring application and installation technologies – including solutions from trusted names, like Küberit, Eugen Lägler, Mapei, Muylle-Facon, Neuhofer, Selit and Wolff. The event also features a forum (stand C59), where they can develop their professional knowledge at specialist lectures and pick up practical tips and tricks that will help them “move ahead” and get the job done. On all four days of the show, subject specialists will take the stage at the forum to report on current issues and trends in the flooring trades and present new ways of doing things. The forum’s lecture program will be moderated by Norbert Strehle, an expert in screed laying, parquet installation and floor laying. At 10 a.m. and 2 p.m. each day, Thomas Allmendinger will address the topic of “Seams in floor coverings: good enough to meet standards is not always good enough to satisfy the customer.” These will be followed, at 11 a.m. and 3 p.m. daily, by a series of talks themed “Horror stories for flooring pros: mold in flooring and heating pipe corrosion.” The program will be rounded out, at 12 noon and 4 p.m. daily, by Richard Kille, Director of IFR Köln (“Institute for Flooring and Interior Furnishing”), who will give a series of presentations themed “Beneath floor

temi e tendenze attuali nei settori della pavimentazione e presentare nuove modalità operative. Il programma di conferenze del forum sarà moderato da Norbert Strehle, esperto nella posa di massetti, installazione di parquet e posa del pavimento. Alle 10 e alle 14 ogni giorno, Thomas Allmendinger affronterà il tema "Cuciture nelle coperture per pavimenti: ciò che è abbastanza buono per soddisfare gli standard non è sempre sufficiente per soddisfare il cliente". Questi interventi saranno seguiti, alle 11:00 e alle 15:00 ogni

coverings is where the money is: profitably upgrading screed with the right technical know-how and professional tools.” For Richard Kille, Domotex is an important source of up-to-date, practical information on current trends. “Yes, it’s the digital age, but staying informed is about more than just going online. New colors, materials and practical know-how are the kind of things you have to experience and learn first-hand,” he said, pointing to modular floor covering systems as an example of a trend best witnessed in person. “For flooring practitioners, the ‘Treffpunkt Handwerk’ forum is the platform of choice for sharing practical knowledge with peers,” he added. In his view, a visit to DOMOTEX is an absolute must for professionals who want to keep their knowledge and skills up to date. In a new development at Domotez 2019, the “Treffpunkt Handwerk” event will feature a special demonstration area (stand C67), where practitioners can try out new tools and equipment once the forum lectures are over. Several tool and equipment providers – including MKS Funke, Mapei, Janser, Witte Metallwaren and Schwamborn Gerätebau – have already confirmed they will be participating. They and other selected exhibitors will demonstrate products and technologies for a broad range of disciplines, including screed laying, subfloor preparation, flooring repairs and floor covering installation and removal. The new demonstration area will enable Domotex exhibitors to create even stronger ties with visitors/their customers. To cap everything off, the Treffpunkt Handwerk event has a beer garden (located right at Stand C73), where visiting professionals can relax and discuss work and the innovations on show around them with peers, forum speakers and exhibitors. With its new hands-on highlights, the “Treffpunk Handwerk” showcase and get-together at Domotex will be true to form as a key attraction for interior furnishers, parquet installers and floor layers, painters and varnishers.

giorno, da una serie di discorsi a tema "Storie dell'orrore per i professionisti della pavimentazione: muffa nella pavimentazione e corrosione dei tubi di riscaldamento". Il programma sarà completato, alle 12.00 e alle 16.00. quotidianamente, da Richard Kille, direttore di IFR Köln (Institute for Flooring and Interior Furnishing), che presenterà una serie di trattazioni a tema "Sotto i rivestimenti dei pavimenti si trovano i soldi: potenziamento redditizio con il giusto know-how tecnico e attrezzi professionali".

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EVENTI

EVENTI

Per Richard Kille, Domotex è una fonte importante di informazioni pratiche e aggiornate sulle tendenze attuali. "Sì, è l'era digitale, ma restare informati è molto più che andare online. Nuovi colori, materiali e know-how pratico sono il tipo di cose che devi sperimentare e imparare di prima mano", ha detto, indicando i sistemi di rivestimento dei pavimenti modulari come un esempio di una tendenza meglio testimoniata di persona. "Per i professionisti della pavimentazione, il forum ’Treffpunkt Handwerk’ è la piattaforma ideale per condividere le conoscenze pratiche con i compagni", ha aggiunto. A suo avviso, una visita a Domotex è un must assoluto per i professionisti che vogliono mantenere aggiornate le loro conoscenze e competenze. In un nuovo sviluppo in Domotex 2019, l'evento "Treffpunkt Handwerk" sarà caratterizzato da un'area dimostrativa speciale (stand C67), in cui i praticanti potranno provare nuovi strumenti e attrezzature una volta terminate le conferenze del forum. Diversi fornitori di strumenti e attrezzature - tra cui MKS Funke, Mapei, Janser, Witte Metallwaren e Schwamborn Gerätebau - hanno già confermato che parteciperanno. Insieme ad altri espositori selezionati presenteranno prodotti e tecnologie per un'ampia gamma di discipline, tra cui la posa del massetto, la preparazione del sottofondo, le riparazioni dei pavimenti e l'installazione e la rimozione dei

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pavimenti. La nuova area dimostrativa consentirà agli espositori di Domotex di creare legami ancora più forti con i visitatori loro clienti. L'evento “Treffpunkt Handwerk” ha una birreria all'aperto (situata proprio allo stand C73), dove i professionisti in visita possono rilassarsi e discutere del lavoro e delle innovazioni in mostra intorno a loro con colleghi, oratori di forum ed espositori. Con i suoi nuovi punti salienti pratici, la vetrina "Treffpunk Handwerk" e il ritrovo di Domotex saranno una vera attrazione per arredatori d'interni, installatori di parquet e pavimenti, decoratori e verniciatori.


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NELLA SELVA NORMATIVA Preziose indicazione e iniziative da parte di Federlegno e di Assopannelli. Federlegno-Arredo www.federlegnoarredo.it

In occasione di Sicam, Federlegno-Arredo ha convocato una conferenza stampa per informare il settore di due importanti novità nel settore, tali da interessare tutto il sistema dell’export del Made in Italy.

!CAMBIAMENTI NELLA NORMATIVA SULLA FORMALDEIDE ! Negli ultimi mesi, Federlegno-Arredo ha attivato diversi canali di comunicazione con le istituzioni statunitensi ed europee per segnalare le criticità legate all’anticipazione dell’entrata in vigore al primo giugno 2018 del Formaldehyde Emission Standard for Composite Wood Products Rule. La sfida della Federazione è quella di sensibilizzare gli utilizzatori del pannello a base di legno che esportano verso il mercato statunitense sul regolamento in vigore negli Stati Uniti da quella data “40 Code Federal Regulation part.770 - Formaldehyde Emission Standard for Composite Wood Products Title VI of the Toxic Substances Control Act Products Title VI of the Toxic Substances Control Act (TSCA)”.

!IL COMMENTO DELL’UFFICIO NORMATIVA DI FEDERLEGNO-ARREDO !

tracciabilità sui pannelli certificati che per gli Stati Uniti è di tre anni, mentre per la California è di due, l’introduzione nel TSCA Title VI della figura del “laminator” ovvero del soggetto che nobilita pannelli grezzi, utilizzando resine che contengono formaldeide e tranciati di legno o di materiali lignocellulosici (palme, bambù), la dichiarazione di compliance sull’’etichettatura dei prodotti e dei loro imballaggi. A partire dal 1 giugno 2018, i pannelli compositi a base di legno prodotti o importati negli Stati Uniti devono essere cer-

Negli Stati Uniti a partire dal primo giugno 2018 sono stati recepiti i limiti di emissione di formaldeide previsti dal CARB Fase 2 californiano per i pannelli compositi a base di legno. A partire da tale data, tutti i prodotti che contengono pannelli di legno devono essere conformi al regolamento e rispettare i limiti di emissione di formaldeide previsti. Soltanto i pannelli certificati e i prodotti che li incorporano possono entrare negli Stati Uniti. I due standard, Californiano (CARB) e americano (TSCA Title VI), prevedono limiti di emissione identici, tuttavia presentano alcune differenze che li riguardano: la durata della rin-

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EVENTI


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EVENTI produttori di pannello certificati da un Ente Terzo. In Canada è in corso la pianificazione del Regolamento sull’emissione di Formaldeide dai prodotti compositi a base di legno. Entro l’autunno di quest’anno è programmata la fase di inchiesta pubblica. Il Regolamento sarà probabilmente in linea con quello statunitense TSCA Title VI.

!PRESSIONE SULL’EUROPA !

EVENTI

PAOLO FANTONI, PRESIDENTE EPF, ALLA CONFERENZA IN OCCASIONE DI SICAM.

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tificati in conformità ai limiti di emissioni di formaldeide da un Ente Terzo (TPC) approvato dal CARB e riconosciuti da EPA: - Fino al 21 marzo 2019, i prodotti regolamentati possono essere etichettati come conformi al TSCA Title VI o al CARB ATCM Phase II in quanto gli Stati Uniti la California hanno previsto un periodo di coesistenza e di mutuo riconoscimento delle due certificazioni per consentire ai fabbricanti, importatori e distributori di adeguarsi al nuovo standard. - A partire dal 22 marzo 2019 i prodotti regolamentati spediti negli Stati Uniti (pannelli o prodotti che li contengono) dovranno riportare in etichetta la dichiarazione di conformità al regolamento TSCA Title VI, se invece destinati allo stato della California, oltre alla dichiarazione di conformità al TSCA Title VI andrà inserita quella al CARB ATCM Phase II. - Dal 22 marzo 2019 l’importatore dovrà ottenere un certificato d’importazione per tutti i prodotti soggetti a regolamento che immette nel territorio doganale degli Stati Uniti. L’importatore americano potrà a tal fine richiedere, prima della spedizione, ai produttori esportatori europei, documenti e informazioni a garanzia del rispetto dei requisiti della normativa TSCA Title VI. - A partire dal 22 marzo 2014 i prodotti definiti come “non exempt laminated products”, ovvero i pannelli nobilitati con tranciati di legno o di materiale di origine ligno-cellulosica, saranno considerati pannelli compensati “hardwood plywood” e dovranno essere conformi ai requisiti previsti per i

A livello europeo, invece, ci sono sempre maggiori pressioni per ridurre i limiti di emissione dei pannelli a base di legno a circa la metà rispetto a quelli attualmente previsti per la classe E1. L’Agenzia Tedesca dell’Ambiente (UBA) intende infatti introdurre una legge che impone l’’abbassamento dell’emissione dei pannelli a base di legno, vietandone l’introduzione sul mercato tedesco, o attraverso la modifica dei parametri del metodo di prova per determinare le emissioni di formaldeide o attraverso l’introduzione di un valore limite più restrittivo. EPF si oppone alla proposta UBA per la norma EN16516 sul piano politico, in quando essa favorisce la soluzione di un singolo Stato Membro rispetto a una soluzione paneuropea. EPF è, invece, a favore di condizioni di parità e di un mercato unico per tutti i 28 Stati Membri, oltre che per i Paesi membri dell’Area Economica Europea (EEA) e ritiene che la proposta UBA si porrebbe in conflitto con ambedue questi propositi.


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IN THE NORMATIVE FOREST Precious indication and initiatives by Federlegno and Assopannelli. On the occasion of Sicam Federlegno has convened a press conference to inform the sector of two important innovations in the sector, such as to affect the whole system of exports of Made in Italy.

Changes in the formaldehyde legislation

In recent months, Federlegno-Arredo has activated several channels of communication with the US and European institutions to report the critical issues related to the anticipation of the entry into force on June 1, 2018 of the Formaldehyde Emission Standard for Composite Wood Products Rule. The Federation's challenge is to sensitize users of the wood-based panel that export to the US market on the regulation in force in the United States from that date "40 Code Federal Regulation part.770 - Formaldehyde Emission Standard for Composite Wood Products Title VI of the Toxic Substances Control Act (TSCA)".

The comment of the Federlegno-Arredo Law Office

In the United States, starting from the first of June 2018, the formaldehyde emission limits set by the CARB Phase 2 Californian for composite panels based on wood were incorporated. From that date, all products containing wood panels must comply with the regulation and comply with the formaldehyde emission limits provided. Only certified panels and products that incorporate them can enter the United States. The two standards, Californian (CARB) and American (TSCA Title VI), have identical emission limits, but there are some differences that concern them: the traceability duration on certified panels for the United States is three years, while for the California is two, the introduction in the TSCA Title VI of the figure of the "laminator" or the subject that ennobles rough panels, using resins that contain formaldehyde and wood veneers or lignocellulose materials (palms, bamboo), the declaration of compliance on labeling of products and their packaging. Beginning June 1, 2018, wood-based composite panels produced or imported into the United States must be certified in accordance with the formaldehyde emission limits of a Third Party (TPC) approved by the CARB and recognized by the EPA: - Until March 21, 2019, regulated products may be labeled as conforming to the TSCA Title VI or CARB ATCM Phase II as the United States California has envisaged a period of coexistence and mutual recognition of the two certifications to allow manufacturers, importers and distributors to adapt to the new standard.

- Starting from March 22, 2019, regulated products shipped to the United States (panels or products containing them) must bear the declaration of conformity to the TSCA Title VI regulation, if destined for the state of California, in addition to the declaration of conformity to the TSCA Title VI will be added to the CARB ATCM Phase II. - From 22 March 2019, the importer will have to obtain an import certificate for all products subject to regulations that he places in the US customs territory. To this end, the US importer may request, prior to shipment, European exporting producers, documents and information to ensure compliance with the requirements of the TSCA Title VI. - Starting from March 22, 2014, the products defined as "non exempt laminated products", or the panels veneered with wood or material of lignocellulosic origin, will be considered "hardwood plywood" panels and must comply with the requirements for panel manufacturers certified by a Third Party. In Canada, the regulation on the Formaldehyde emission from woodbased composites is underway. The public inquiry phase is scheduled for the autumn of this year. The Rules will probably be in line with the US TSCA Title VI.

Pressure on Europe

On the European level, however, there are increasing pressures to reduce the emission limits of wood-based panels to about half of those currently provided for class E1. The German Environmental Agency (UBA) intends to introduce a law that requires the lowering of the emission of woodbased panels, prohibiting their introduction on the German market, or by changing the parameters of the test method for determine formaldehyde emissions or by introducing a more restrictive limit value. EPF is opposed to the UBA proposal for the norm EN16516 on the political level, when it favors the solution of an individual Member State compared to a pan-European solution. EPF is instead in favor of a level playing field and a single market for all 28 Member States, as well as for the member countries of the European Economic Area (EEA) and believes that the UBA proposal would conflict with both of these. intentions.

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EVENTI di Sonia Maritan

SOSTENIBILITÀ E INNOVAZIONE

Un convegno a Milano promosso da Panguaneta. Panguaneta www.panguaneta.com

EVENTI

L'attenzione verso l'ambiente e la produzione responsabile è sempre più il centro di interesse per le imprese che investono in materiali, innovazione tecnologica e certificazioni per migliorare la sostenibilità dei propri prodotti e processi produttivi lungo la filiera. Se ne è parlato al convegno dal titolo “La Sostenibilità d’Impresa. Innovazione Ricerca Ambiente Progetto Certificazioni" che si è tenuto a Milano inserito nel calendario dei Brera Design Days 2018. Il dibattito è partito dall’esperienza di Panguaneta, promo-

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trice dell’incontro, e ha visto coinvolti - moderati dal giornalista Sebastiano Barisoni - Nicola di Battista, Direttore rivista l’Architetto; Guido Callegari, Professore Associato di Tecnologia dell'architettura, Politecnico di Torino; Valeria Fazio, Senior Manager di BDO Italia - Sustainable Innovation; Alessandro Leonardi, Amministratore Delegato e co-fondatore di Etifor Valuing Nature, Padova University Spin-off, con i contributi di Legnolandia, Sadepan Chimica, Tecnoform e FSC Italia. Panguaneta è un’azienda familiare leader nella produzione di pannelli di compensato di pioppo destinati per l’alto di gamma dei settori - tra gli altri - del design, della nautica e dell’automotive. La mattinata è stata l’occasione per mettere a confronto diverse realtà di una filiera integrata che comprende il mondo della progettazione e della ricerca, oltre alle esperienze concrete delle imprese. Dagli spunti di riflessione offerti da Nicola di Battista sul futuro della progettazione e sul dovere di pensare a un concetto di sostenibilità che sia trasversale e che passi necessariamente dalla cultura d’impresa, il dibattito si è esteso al mondo della ricerca e delle università grazie all’intervento del professor Guido Callegari (Professore Associato di Tecnologia dell'architettura, Politecnico di Torino). È emersa prima di tutto l’importanza della collaborazione con la ricerca universitaria che si inserisce nel percorso virtuoso che una moderna azienda deve intraprendere nel perseguire l’obiettivo della sostenibilità del proprio business. Esempio concreto di questa collaborazione è il progetto che il Politecnico di Torino ha realizzato con alcuni partner, tra cui Panguaneta, per la realizzazione di un modulo abitativo per


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cicloturisti/camminatori presentato in anteprima assoluta proprio al convegno. Dal mondo del progetto e della ricerca si è entrati nel vivo della filiera e dei suoi attori. Caso di eccellenza di collaborazione tra l’impresa ed Enti pubblici è l’esperienza del progetto Ecopay-Connect Oglio Sud, una partnership pubblico-privata tra il settore della pioppicoltura responsabile certificata FSC® e il Parco Oglio Sud promosso da Etifor. Ne ha parlato Alessandro Leonardi (Amministratore Delegato e co-fondatore di Etifor | Valuing Nature, Padova University Spin-off) sottolineando come sia possibile per una azienda privata interagire positivamente sulla sostenibilità della “filiera” tramite un progetto di compensazione ambientale e tutela del patrimonio naturale pubblico nel quale le imprese supportano e collaborano con gli Enti pubblici. L'Economia verde e circolare è un nuovo modello produttivo che ha come fine la salvaguardia del capitale naturale.

!LA CENTRALITÀ DELLA FILIERA ! E proprio di centralità della filiera e di integrazione del concetto di sostenibilità nel modello di business anche alla luce delle opportunità offerte dall’agenda2030 e dall’economia circolare, ha parlato nel suo intervento Valeria Fazio (Senior Manager Presso BDO Italia - Sustainable Innovation). “Le aziende devono essere riconosciute come operatori sostenibili da tutte le parti interessate: questa è la sfida oggi più importante per le imprese italiane. Molte di loro, infatti, hanno già messo in piedi diverse azioni sostenibili ma spesso non sono in grado di 'rappresentarle' al pubblico. Lo sforzo è far sì che sla sostenibilità sia una vera e propria opportunità da gestire trasversalmente e in modo integrato nel modello di business delle aziende”. Tre gli interventi di aziende che hanno voluto condividere il proprio contributo e la propria esperienza per focalizzare l’attenzione su come hanno concretizzato l’approccio alla sostenibilità del proprio business. In particolare, sono intervenuti: Stefano Zoppini di Tecnoform, che ha raccontato come il pannello sia elemento qualificante per il prodotto finito di alta qualità; Marino De Santa di Legnolandia, che ha fatto il punto sul tema delle biocostruzioni e, nello specifico, sugli impieghi del pannello in bioedilizia e parchi divertimento; infine, Stefano Saviola di Sadepan Chimica,

che ha raccontato la sua visione nel campo della sostenibilità e come questa trovi concretezza nella quotidianità del lavoro delle imprese italiane, in particolare in quelle della filiera del legno e del pannello che da anni attuano concretamente questi principi cercando di innovare, ridurre gli impatti ambientali e collaborare attivamente con tutti gli attori della filiera per efficientare il processo nella sua totalità. Si confermano centrali la questione della disclosure, i materiali della filiera e la scarsa riconoscibilità che ha l’impegno profuso dalle aziende in ambito sostenibilità, nel mercato B2B, soprattutto nei confronti degli stakeholder esterni. Una giornata come questa dà l’opportunità di rendere esplicito al pubblico che nella filiera c’è consapevolezza e concretezza di azioni sostenibili nel business e che gli strumenti di certificazione di prodotto e di processi - EPD®, LCA, Bilanci di sostenibilità, catene di custodia come FSC® - sono tutti strumenti utili per dimostrare oggettivamente i risultati e gli sforzi che le aziende fanno.

SONIA MARITAN ALL’INCONTRO MILANESE PROMOSSO IN OTTOBRE DA PANGUANETA. IL PANEL DEI RELATORI. NICOLETTA AZZI, AD DI PANGUANETA.

!IMPEGNI E OBIETTIVI ! A Nicoletta Azzi , AD di Panguaneta il compito di chiudere il convegno riportando l’attenzione sugli impegni e gli obiettivi dell’azienda in materia di sostenibilità. “Stiamo affrontando un percorso di crescita e di rinnovamento volto a migliorare la sostenibilità di Panguaneta e ab-

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EVENTI biamo lavorato con impegno e dedizione nella prospettiva di crescere sia come organizzazione che in dimensione e posizionamento del nostro marchio a livello internazionale. Porre al centro del nostro progetto imprenditoriale il tema della sostenibilità ha guidato le scelte di investimento, come ad esempio quella di installare una nuova centrale termica che non solo efficienta il processo, ma guarda avanti in termini anche di riduzione di emissioni di CO2. Ci siamo adoperati per ottenere la certificazione EPD®, che gestisce in modo trasparente la comunicazione ambientale per il nostro prodotto lungo l’intero ciclo di vita. Proprio in questi anni attraversati da profondi cambiamenti sia nella società che nei mercati, crediamo infatti che sia necessario continuare coraggiosamente a investire per l’innovazione e per una produzione responsabile, creando valore per la nostra azienda e per il nostro territorio. Questo percorso di consapevolezza nasce prima di tutto da un grande lavoro fatto all’interno dell’azienda per conoscere il nostro processo e prodotto in termini di aspetti ambientali globali sull’intero ciclo di vita. Una sfida per il futuro è quella di misurarci con mercati sempre più esigenti e che valorizzano i prodotti che sono accompagnati da certificazioni ambientali evolute come appunto EPD®. Un esempio per tutti è quello del mercato dei materiali

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da costruzione, che sta chiedendo alle aziende una sempre maggior innovazione e responsabilità nella produzione e nella qualità del prodotto. Crediamo che solo attraverso il dialogo e il confronto costante con la filiera si possa realizzare una produzione responsabile e sostenibile. Il convegno di oggi è stata una occasione importante che abbiamo fortemente voluto. Siamo impegnati per il prossimo futuro a sviluppare ulteriori progressi che ci permetteranno di approfondire la conoscenza e migliorare l’essenza della nostra organizzazione nel rispetto della nostra mission. Le azioni che intendiamo percorrere sono: la definizione della Carbon Footprint che definirà il nostro impatto specifico sul bilancio di CO2 a livello globale; migliorare lo stare in azienda tramite politiche di welfare che metteranno sempre più al centro il supporto alle famiglie e alle persone che lavorano per noi e sviluppare il Rapporto di Sostenibilità di Panguaneta per il 2020, che ci permetterà di autovalutarci in modo trasparente e individuare nuovi spunti di miglioramento. Si tratta di un grande impegno che ci invita a non camminare da soli, ma a crescere insieme ai nostri partner per costruire il nostro futuro e il mondo che immaginiamo e che ci auguriamo di lasciare ai nostri figli.”


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UN MARCHIO PER IL PALLET SOSTENIBILE A Ecomondo Rilegno presenta il progetto per la marchiatura degli imballaggi a garanzia della sostenibilità. getto è stato presentato a EcoRilegno mondo, l'appuntamento di riferiwww.rilegno.org Rilegno ci mette la firma e attraverso il progetto “Rilegno c’è” il marchio del Consorzio verrà impresso su ogni singolo imballaggio a perdere, a garanzia della sostenibilità di pallet, bobine, casse e cassette. Un progetto ambizioso che nasce dalla collaborazione del Consorzio Rilegno e delle aziende che rappresenta, a beneficio di tutti coloro che hanno a cuore l’ambiente e la materia legno. Utilizzare imballaggi in legno siglati Rilegno, infatti, permetterà di essere sicuri di impiegare materiale che rispetta parametri ben precisi e che assicura il rispetto dell’ambiente, in un’ottica di economia circolare e valorizzazione dello sviluppo sostenibile. “Comunicare il logo del consorzio, come sinonimo di sostenibilità e di economia circolare su ogni imballaggio in legno”, dichiara Nicola Semeraro, Presidente di Rilegno, “significa raccontare il lavoro di chi, ogni giorno, si impegna con la massima attenzione all’ambiente e significa dare credibilità e riconoscibilità a una filiera diventata un’eccellenza apprezzata in tutta Europa”. Il nuovo logo di Rilegno, rinnovato da pochi mesi, possiede una triplice valenza, ovvero rappresenta i valori della sostenibilità su cui Rilegno da sempre, fonda il suo operato. E’ così che troviamo, nel mezzo, una stilizzazione dell’Uomo vitruviano – a simboleggiare come l’uomo sia al centro di ogni scelta – inserito in una forma che ricorda un cerchio, a rappresentare la ciclicità economica del legno. Il tutto, se visto nel suo insieme, appare come la stilizzazione di un tronco sezionato visto dall’alto: ritornando, così, agli alberi, vero fulcro di questa realtà e della natura che ci circonda. Il pro-

mento per la green e circular economy, a cui Rilegno è stato presente nell’ambito dello stand del CONAI (padiglione B1 della Fiera). Un ampio spazio di circa 800 m2 che CONAI, con gli altri Consorzi nazionali per il riciclo degli imballaggi (carta, plastica, vetro, legno, acciaio e alluminio), ha pensato e progettato per accogliere i visitatori e presentare novità e aggiornamenti nel settore del packaging, della raccolta differenziata e del riciclo.

!LA PREZIOSA FUNZIONE DI RILEGNO ! Rilegno, nato a seguito del decreto Ronchi nel 1997, ha il compito di organizzare e garantire in tutta Italia la prevenzione, il recupero e il riciclo degli imballaggi in legno. In questi 21 anni la filiera gestita dal Consorzio è diventata un’eccellenza riconosciuta in tutta Europa. Rilegno ogni anno recupera il 63% degli imballaggi immessi al consumo, pari a 1.794.000 tonnellate nel 2017, e li trasforma principalmente in pannelli per realizzare mobili. Con i suoi 2.300 consorziati Rilegno promuove la cultura e l’innovazione ponendo l’Uomo al centro di un’economia circolare del legno verso un futuro sostenibile. Rilegno fa parte del sistema CONAI, il consorzio privato senza fini di lucro costituito da circa 850.000 aziende produttrici e utilizzatrici di imballaggi che ha la finalità di perseguire gli obiettivi di legge di recupero e riciclo dei materiali di imballaggio.

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EVENTI

SAIE 2018 SI PRESENTA CON RISULTATI POSITIVI Oltre 40mila professionisti in visita per 450 aziende in mostra.

Saie - Bologna - Italia www.saiebologna.it

EVENTI

Si è chiusa con soddisfazione per gli organizzatori la 53esima edizione di Saie, la fiera italiana dell’edilizia e dell’ambiente costruito, che ha volutamente rimesso al centro il cantiere, raccontandolo in diverse piazze dell’eccellenza attraverso case history e testimonianze di best practice nazionali e internazionali. La manifestazione è stata visitata da oltre 40mila professionisti che si sono incontrati, scambiati idee e progetti e hanno potuto vedere dal vivo i nuovi prodotti e le nuove tecnologie di 450 aziende in esposizione. “La filiera delle costruzioni è cambiata e continuerà a diventare sempre più digitalizzata, non solo nella progettazione, ma anche nella rilevazione e nella misurazione dei dati,

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nella sicurezza, nei materiali e nelle tecnologie” – ha commentato Emilio Bianchi, Direttore Generale di Senaf, a cui BolognaFiere da quest’anno ha affidato la gestione dell’evento. “Abbiamo quindi un compito importante – ha proseguito il Direttore – quello di accompagnare le aziende nella diffusione delle loro novità, offrendo esperienze che possano essere coinvolgenti per il visitatore. Siamo certi che questa prima edizione, organizzata da Senaf, abbia dato un segnale forte al mercato e riposizionato la fiera come strumento di promozione utile alle imprese”. Gli organizzatori hanno inoltre annunciato la nuova edizione di Saie in programma a Bari il prossimo autunno: “Dopo un’attenta valutazione del mercato italiano, di comune accordo con BolognaFiere – ha dichiarato Bianchi – abbiamo ritenuto che servisse un nuovo evento per il mer-


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cato del Centro e del Sud d’Italia e per i paesi che si affacciano sul Mediterraneo e sull’Adriatico, sempre mantenendo la biennalità di SAIE a Bologna: appuntamento, quindi, alla Fiera del Levante dal 24 al 26 ottobre 2019 per la prima edizione di SAIE Bari”. Soddisfazione per la buona riuscita della manifestazione bolognese è stata espressa anche dal Presidente di ANCE Bologna Giancarlo Raggi. “La fiera sta andando molto bene, è un punto di incontro importante tra imprese, fornitori e progettisti. Qui l’edilizia va avanti, con qualità e innovazione. Saie rappresenta per noi un evento indispensabile, da cui la nostra città si sente caratterizzata”. Grazie all’invito di Federcostruzioni, Saie quest’anno ha potuto contare anche sulla visita del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, che ha trascorso negli spazi di BolognaFiere un’intera mattinata, incontrando imprese e visitatori. Toninelli è intervenuto al convegno sulla nascita della nuova piattaforma digitale europea, organizzato dalla federazione di Confindustria. Aprendo il dibattito, la Presidente di Federcostruzioni Federica Brancaccio ha chiesto al rappresentante del Governo sostegno per accelerare l’evoluzione digitale del settore. “Molte piccole aziende si spaventano di fronte alla sfida della digitalizzazione, per questo dobbiamo chiedere di sostenere questo cambiamento, di dare un supporto perché velocemente si possa accompagnare il sistema a una crescita che è sociale, sicura, sostenibile e aiuta le eccellenze del nostro tessuto economico fatto di piccole e medie imprese”. Richiesta accolta dal Ministro, che ha dichiarato: “Mi fa piacere essere qui oggi in mezzo a voi perché è per me centrale il rilancio delle buone infrastrutture e della buona edilizia, come volano che può far ripartire la nostra economia. Il vostro è un settore che esce da troppi anni di sofferenza. Adesso si intravede una timida ripresa, ma questa tendenza va sorretta, incoraggiata, rafforzata”. Da Luca Ferrari, Presidente di ISI, Ingegneria Sismica Italiana, la testimonianza che le aziende del settore, presentandosi a Saie 2018, iniziano ad apprezzare il valore aggiunto che deriva dal fare sistema. “Nel nostro stand ci sono aziende che avrebbero i numeri e le capacità per proporsi da sole – ha detto Ferrari – ma che espongono le loro novità insieme, sotto il cappello della no-

stra associazione, che funziona quindi da collante e da portatore di interesse per la filiera”. Un’altra novità importante di questa edizione di SAIE, secondo Ferrari, è che sta diventando sempre di più una fiera che soddisfa i professionisti e gli esperti del settore, quindi in particolare geometri, architetti e ingegneri, che qui possono trovare gli strumenti più innovativi e più adeguati per perfezionare le proprie competenze.

GOOD RESULTS FOR SAIE 2018 The 53rd edition of Saie, the Italian construction and built environment fair, has been closed with satisfaction for the organizers, who deliberately put the yard back in the center, telling it in different squares of excellence through case histories and best practice testimonies national and international. The event was visited by over 40 thousand professionals who met, exchanged ideas and projects and were able to see live the new products and new technologies of 450 companies on display. "The supply chain has changed and will continue to become more and more digital, not only in the design, but also in the detection and measurement of data, safety, materials and technologies" - commented Emilio Bianchi, General Manager of Senaf, to which BolognaFiere has entrusted the management of the event this year. "We therefore have an important task - continued the Director - to accompany companies in disseminating their innovations, offering experiences that can be engaging for the visitor. We are sure that this first edition, organized by Senaf, has given a strong signal to the market and repositioned the fair as a useful tool for business promotion". The organizers have also announced the new edition of Saie scheduled for Bari this autumn: "After a careful assessment of the Italian market, in agreement with BolognaFiere - said Bianchi - we felt that a new event for the market of the Center was needed and the South of Italy and for the countries bordering the Mediterranean and the Adriatic, always keeping the Saie biennial in Bologna: then, at the Fiera del Levante from 24 to 26 October 2019 for the first edition of Saie Bari".

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EVENTI

COSTRUIRE CON IL LEGNO SCM al convegno organizzato sul tema nell’ambito della rassegna “Il Legno dalla Natura alle Cose”. SCM Group www.scmgroup.com

EVENTI

Grande partecipazione da parte di professionisti e aziende del settore al convegno “Costruire con il legno” organizzato il 12 settembre nella Sala dei Giuristi del Palazzo della Ragione di Bergamo, nell’ambito dell’evento “Il Legno dalla Natura alle Cose”. Il legno, con le sue straordinarie potenzialità, e l’obiettivo di promuoverne la cultura e l’utilizzo, sono state all’origine della manifestazione, con la partnership di SCM, forte della sua decennale esperienza nel comprendere le reali esigenze di tutte le realtà che operano nella trasformazione di questa straordinaria materia prima. La significativa e continua crescita del legno e in particolare dell’X-lam (CLT) in edilizia, è stato il tema comune e centrale del convegno di Bergamo, introdotto dal Responsabile Filiale Italia di SCM Luca Bergantini, che ha sottolineato la crescita dell'azienda in Italia e in Europa e i valori che fin dalle origini, nel 1952, la rendono leader nel settore. Di seguito, gli interventi del Professor Guido Callegari del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, e di Albin Siegert, Process Engineer housing di SCM Engineering. Tra i maggiori promotori dell’iniziativa, Alberto Candellero, titolare di Candellero Parquets. La scelta di costruire in legno è uno dei trend positivi che accomuna oggi diversi paesi in tutto il mondo. I motivi di questa spinta a preferire il legno sono noti, dalle qualità antisismiche all’ineguagliabile valore estetico, dalla sostenibilità ambientale alla sicurezza, nonché la convenienza. Senza dimenticare che se oggi si costruisce sempre più in legno, lo si deve anche

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agli importanti passi in avanti realizzati nella tecnologia, aspetto in cui SCM ha investito e continua ad investire molto, mettendo a disposizione della lavorazione degli elementi strutturali per le costruzioni in legno la sua decennale esperienza nello sviluppo di soluzioni integrate di linee di produ-


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zione e centri di lavoro a controllo numerico altamente evoluti e flessibili, per la lavorazione del CLT e altri materiali legati all’edilizia in legno. In particolare, l’uso di pannelli CLT è sempre più diffuso oggi, in Italia e in Europa. Considerando che per una casa singola sono necessari circa 50m3 di pannelli CLT, il volume attuale della produzione in Europa, consente di costruire circa 15.000 case all’anno. Come illustrato da Albin Siegert, le potenzialità per il CLT sono enormi: solo il 15% circa di tutti gli edifici europei sono, infatti, realizzati in legno e di questi il 90% utilizza la tecnologia timber-frame. E il trend positivo riferito alla produzione di CLT non si ferma solamente all’Europa, ma importanti progetti sono iniziati in America,

Giappone, Australia, Nuova Zelanda e altri saranno completati nei prossimi anni. Al convegno il Prof. Callegari, oltre a illustrare i nuovi promettenti scenari del settore, si è soffermato anche sul nuovo Master in Edilizia in Legno del Politecnico di Torino, che partirà proprio quest’anno e che vede la partnership anche di SCM. L’obiettivo del Master è quello di formare figure professionali con profili e competenze realmente corrispondenti alle attuali esigenze di mercato. Il percorso formativo prevede anche un tirocinio di 250 ore presso le aziende partner per approfondire, tra i vari argomenti, le ultime tendenze dell’innovazione tecnologica con un laboratorio sulle macchine CNC.

DANILO BERGANTINI, SEDUTO, CON ALBIN SIEGERT, IN PIEDI. LA MANIFESTAZIONE “IL LEGNO DALLA NATURA ALLE COSE” HA RISCONTRATO UN GRANDE SUCCESSO.

BUILDING WITH WOOD Large participation by professionals and companies in the sector at the conference "Building with wood" organized on 12 September in the Sala dei Giuristi of the Palazzo della Ragione in Bergamo, as part of the event "Wood from Nature to Things". The wood, with its extraordinary potential, and the goal of promoting its culture and use, are the origin of the event underway until September 23, with the partnership of SCM, thanks to its decades of experience in understanding the real needs of all the realities that work in the transformation of this extraordinary raw material. The significant and continuous growth of wood and in particular of X-lam (CLT) in construction, was the common and central theme of the Bergamo conference, introduced by SCM's Italian branch manager, Luca Bergantini, who underlined the growth of company in Italy and in Europe and values that since its origins, in 1952, make it a leader in the sector. Below are the speeches by Professor Guido Callegari of the Department of Architecture and Design of the Polytechnic of Turin, and of Albin Siegert, Process Engineer housing of SCM Engineering. Among the major promoters of the initiative, Alberto Candellero, owner of Candellero Parquets. The choice to build wood is one of the positive trends that unite today several countries all over the world. The reasons for this drive to prefer wood are known, from the anti-seismic qualities to the unparalleled aesthetic value, from environmental sustainability to safety, as well as convenience. Without forgetting that if today we are building more and more in wood, we owe it also to the important steps forward made in technology, an aspect in which SCM has invested and continues to invest a lot, making the structural elements for wooden constructions available for processing. his ten-year experience in the development of integrated, highly evolved and flexible production lines and machining centers, for the processing of CLT and other materials related to wooden construction.

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EVENTI


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EVENTI Ligna 2019 - Vetrine ed eventi per l'industria della prima lavorazione del legno.

FORESTA E PRIMA LAVORAZIONE TRA I PROTAGONISTI DI LIGNA

Ligna - Hannover - Germania www.ligna.de

EVENTI

L'anno prossimo, dal 27 al 31 maggio, la fiera leader mondiale per la lavorazione del legno e gli impianti, i macchinari e gli utensili per la lavorazione del legno presenterà una vasta gamma di innovazioni e applicazioni per l'intera industria del legno. L'industria del legno primario è parte integrante di Ligna e sarà preminente nei padiglioni 25, 26, 27 e nel sito all'aperto. La Ligna 2019 occuperà circa 130mila m2 di spazio espositivo netto, distribuito in 10 padiglioni e il sito all'aperto presso il centro espositivo di Hannover. “Tutti i principali fornitori di impianti e macchinari per l'industria del legno pri-

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mario sono già stati registrati per Ligna 2019”, ha dichiarato Christian Pfeiffer, direttore globale di Deutsche Messe Ligna & Woodworking Events. “Sono tutti i grandi nomi della tecnologia della segheria, dei macchinari per la produzione di pannelli a base di legno, della tecnologia per la produzione su larga scala che comprende la lavorazione del legno massiccio, la tecnologia energetica del legno e, naturalmente, la tecnologia forestale. premiere di un nuovo padiglione del gruppo tecnologico per segherie dalla Lettonia, nel padiglione 25”. A Ligna 2019, i fornitori di impianti, macchinari e attrezzature per l'industria del legno primario saranno presenti in numerose vetrine ed eventi che vanno ben oltre le mostre standard


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!SUMMIT DELL'INDUSTRIA DEL LEGNO E "FUTURE WORKSHOP FOR FORESTRY & WOOD" - LA PIATTAFORMA INNOVATIVA PER LA SILVICOLTURA E L'INDUSTRIA DEL LEGNO ! “L'accesso alle risorse e alla tecnologia” è il tema principale del 3° Summit dell'Industria del legno, che si terrà nel padiglione 26. Organizzato da Deutsche Messe in collaborazione con il Consiglio forestale tedesco (KWF), è una vetrina internazionale di dialogo e tecnologia che comprende un forum, lounge e area espositiva. Il suo scopo: aiutare i visitatori ad accedere a nuovi mercati in crescita. Per la prima volta, il summit includerà anche la vetrina del “Future Workshop for Forestry&Wood”, un padiglione di gruppo per startup che si ispira alla politica “Charter for Wood 2.0” del governo tedesco.

!SITO DIMOSTRATIVO ALL'APERTO PER LA TECNOLOGIA FORESTALE ! Il sito dimostrativo all'aperto è stato presentato con successo nel 2017 ed è tornato per Ligna 2019. Si tratta di un'area dedicata in cui vengono mostrate le ultime macchine forestali e gli sviluppi tecnologici in azione, il tutto sotto attenta moderazione di esperti. Il sito esterno è organizzato in collaborazione con il German Forestry Council (KWF) e presenterà dimostrazioni di tecnologia in ogni giorno dello spettacolo.

LIGNA 2019 – SHOWCASES AND EVENTS FOR THE PRIMARY WOOD INDUSTRY Next year, from 27 to 31 May, the world’s leading trade fair for woodworking and wood processing plant, machinery and tools will present a wealth of innovations and applications for the entire wood industry. Ligna 2019 will occupy some 130,000 square meters (1.4 million sq. ft.) of net display space, spread across 10 exhibition halls and the open-air site at the Hannover Exhibition Center. The primary wood industry is an integral part of Ligna and will feature prominently in halls 25, 26, 27 and on the open-air site. “All the leading providers of plant and machinery for the primary wood industry have already registered for Ligna 2019,” said Christian Pfeiffer, Deutsche Messe’s Global Director Ligna & Woodworking Events. “That’s all the big names in sawmill technology, machinery for wood based panel production, technology for custom and mass production involving the processing of solid wood, wood energy technology and, of course, forestry technology. And I’m especially pleased to announce the premiere of a new sawmill technology group pavilion from Latvia, in Hall 25.” At Ligna 2019, providers of plant, machinery and equipment for the primary wood industry will feature at numerous showcases and events that go well beyond standard exhibitions. Wood Industry Summit and “Future Workshop for Forestry & Wood” – the innovations platform for the forestry and wood industry - “Access to Resources and Technology” is the focus theme for the 3rd Wood Industry Summit, which will be held in Hall 26. Organized by Deutsche Messe in partnership with the German Forestry Council (KWF), it is an international dialogue and technology showcase comprising a forum, lounge and exhibition area. Its purpose: to help visitors access new growth markets. For the first time, the summit will also feature the “Future Workshop for Forestry & Wood” showcase – a group pavilion for startups that is inspired by the German government’s “Charter for Wood 2.0” policy. Outdoor demonstration site for forestry technology - The outdoor demonstration site premiered successfully in 2017 and is back again for Ligna 2019. It is a dedicated area where the latest forestry machines and technology developments are shown in action – all under careful expert moderation. The outdoor site is organized in partnership with the German Forestry Council (KWF) and will be located in the middle of the German Logging Championship area. It will feature moderated technology demonstrations on each day of the show. Energy from Wood - The wood industry uses a lot of energy, so efficiency and cost reduction are key priorities. The good news is that wood industry plant operators can achieve major cost reductions and efficiency gains by generating their own power from their own waste wood, chips and sawdust, and by utilizing waste heat and harnessing cogeneration. The Energy from Wood showcase at Ligna 2019 will show them how. Located in halls 25 and 26, on the open-air site and in pavilions 32, 33 and 35, the showcase will present technologies that wood-industry manufacturers can use to recover process energy and re-use it for heating and electric generation.

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EVENTI


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