ILLEGNO giugno 2016

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60 anni fa, nasceva il sogno di Florian: un sogno cresciuto nell'amore per la lavorazione del legno, inciso nella fibra laboriosa del nostro territorio. Nella nostra crescita sul mercato europeo e internazionale c'è il coraggio di sognare, rimanendo fedeli alle nostre origini nella terra che ci ha resi quel che siamo. Una terra che onoriamo con la nostra filiera, fatta di un gruppo sempre alla ricerca di un'innovazione rispettosa dell'ambiente. Un sogno proteso nel futuro, con le radici salde nel luogo da cui veniamo.

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SOMMARIO 06

337 giugno 2016

EDITORIALE L'Italia protagonista

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di Pietro Ferrari

08 SEGHERIA E COMMERCIO DI LATIFOGLIE EUROPEE E AMERICANE • IMPIANTI DI ESSICCAZIONE E VAPORIZZAZIONE

Da 40 anni al vostro servizio

LA PAROLA A... La tecnologia italiana per il mercato globale

Una conversazione con Lorenzo Primultini. di Pietro Ferrari

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FIERE Successo di pubblico per lo stand Acimall al Salone del Mobile di Milano

Le macchine per la lavorazione del legno si affacciano al Salone del Mobile e sono premiate dall'interesse dei visitatori. di Beatrice Guidi

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LA PAROLA A... Crescere in un contesto critico

Le strategie del Gruppo Florian in una conversazione con Antonio Battaglia. di Pietro Ferrari

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ESSENZE EUROPEE: NOCE NAZIONALE • CILIEGIO • ROVERE • FRASSINO • ACERO • TIGLIO • CASTAGNO • ONTANO • PERO • OLMO • FAGGIO • FAGGIO VAPORATO • PIOPPO • CARPINO • LARICE AUSTRIA • LARICE VAPORATO • ABETE AUSTRIA • ABETE VAPORATO • ACACIA • CEDRO ESSENZE AMERICANE: BLACK WALNUT • CILIEGIO • RED ELM • TULIPIER • CIPRESSO • YELLOW PINE • DOUGLAS ESSENZE ESOTICHE: IROKO • WENGÈ • DOUSSIÈ • TEAK • MOGANO SAPELLI NOVITÀ LAMELLARE DI ROVERE, CASTAGNO E FRASSINO • PANNELLI DI OKOUMÈ

IL TAGLIO Un settore di tutto rispetto

Secal: impianti d’essiccazione in tutto il mondo. di Pietro Ferrari

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TECNOLOGIE Un dinamismo che parte dal prodotto

La Baumann è un’azienda dinamica e vigorosa, con una forte vocazione internazionale è presente in tutte le fiere più importanti in Europa in differenti settori di utilizzo: la incontreremo, infatti, anche in concomitanza al Xylexpo in programma dal 24 al 28 maggio 2016 presso la fiera di Milano. di Monica Zani

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TECNOLOGIE Termolegno, la migliore soluzione per risultati ottimali

Soluzioni chiavi in mano da Termolegno. di Pietro Ferrari

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TECNOLOGIE Protagonisti nel cammino della tecnologia

Operatori forestali e qualifiche legate alla lavorazione del legno in foresta. di Andrea Zenari

D'Alessandro Termomeccanica all'avanguardia nelle soluzioni di riscaldamento. di Monica Zani

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FORESTA Riflessioni sul tema della gestione forestale

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Dall'accordo interregionale alla mulinazionalità delle foreste. di Monica Zani

Un modello di selezione e formazione del personale che sovverte tutti gli schemi. di Beatrice Guidi

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TRADE La passione per il legno

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FORMAZIONE Fiemme Green School, formazione e lavoro

FORMAZIONE A scuola da Tino Sana

A Milano nei giorni del Salone del Mobile un incontro con i vertici dell'AHEC. di Pietro Ferrari

Cinquant'anni per la storica azienda e le nuove generazioni scoprono il legno. di Beatrice Guidi

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TRADE Innovazione sulle vie del trading del legno

In una conversazione con Angelo Alimonti le frontiere del commercio della materia prima legno. di Pietro Ferrari

ARTE E PROGETTO Mobili sartoriali per ambienti “unici”

Fal di Brugnara e Chisté s.r.l., dalla vendita del legname al centro taglio tetti e pannelli Xlam. di Pietro Ferrari

L’abete sta al rovere come la montagna alla città per Mobart Ben, un marchio che si fa notare per la qualità dei mobili lignei che produce e quella matericità che impone al legno, grazie alle lavorazioni sapienti al quale lo sottopone. Il risultato è un prodotto tailor made che oggi amplia il suo target urbanizzandosi con disegni contemporanei. di Sonia Maritan

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AZIENDE E PRODOTTO La cultura del legno

AZIENDE E PRODOTTO Quelli del pellet italiano

La TiEsse: vincente in un mercato difficile. di Pietro Ferrari

MARTIGNAGO LEGNO snc di Martignago Gino Raffaele & F.lli 31010 MASER (Treviso) - Via G. Marconi 30 Tel. 0423 923170 - Fax 0423 546170 info@martignagolegno.it - www.martignagolegno.it

TECNOLOGIE Il Marchio Secal simbolo di qualità

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APPUNTI

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TECNOLOGIE Il sole e il legno

di Franco Riccardi

Il Concentratore Parabolico Solare è un risultato della ricerca Incomac. di Beatrice Guidi

L’ARTE DEL LEGNO Amore d’ulivo

Ebanista per passione, Antonio Russo una sera incontra l’Olivo e scorge l’anima e tutta la vena artistica del legno d’Ulivo, mentre pensa a tutto quello che può esserci dentro quel pezzo, comincia a lavorarlo, si inventa gli attrezzi e un modo per plasmarlo e come dice lui trasforma “l’anatroccolo in cigno”. Abbandona il “taglio di filo” e quasi casualmente sceglie il “taglio di testa” e così ottiene le sue tarsie artistiche, forme che nascono dai listelli di legno che lui taglia, da cui nascono cornici per specchi o opere d’arte ma lui stesso fa opere d’arte… di Sonia Maritan

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INDIRIZZI UTILI



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Editoriale di Pietro Ferrari

GIUGNO 2016

L'ITALIA PROTAGONISTA "Il Legno Arredo italiano è il più efficiente e sostenibile in Europa: consumiamo meno energia ed emettiamo meno Co2" queste le conclusioni del rapporto di Fondazione Symbola e di Federlegno-Arredo in un recente comunicato. La collega Sonia Maritan da Singapore ci racconta (su IDM- L’Industria del Mobile numero 652) di un mondo in cui le tecnologie di prima lavorazione e di essiccazione italiane sono in primo piano nel contesto tecnologico. Macchine e semilavorati si segnalano per la loro qualità: da Paese importatore di legno (come tuttora siamo anche nel mondo dei pellet), siamo diventati un punto di riferimento per la tecnologia, per la qualità dei materiali e per le migliori pratiche nella gestione del riciclo e del riuso del legno. I nostri imprendidori del settore delle tecnologie del legno e del pannello hanno saputo portare a termine una conversione difficile e rischiosa e, in qualche caso, attraverso opportune sinergie di prodotto hanno saputo acquisire clienti e farsi apprezzare per il proprio livello tecnico e per "qualcosa in più" che i produttori italiani sanno offrire, quando si tratta di portare al massimo le risposte alla esigenze del mercato. Non ultimo, il Salone del Mobile di Milano che, assieme al Fuorisalone, costituisce il più grande appuntamento mondiale del settore mobile e arredamento ha rappresentato per il legno, in tutte le sue declinazioni, una settimana di apoteosi.

EDITORIALE

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Un Paese povero, non tanto in risorse forestali quanto nella capacità di gestirle, recupera credito e, in qualche caso, prestigio nelle difficili tecniche del riciclo dei materiali e dell'utilizzo del legno in forme sempre più complesse ed evolute. Non è nel dna italiano l'abitudine di salire in cattedra, ma qualche modesto suggerimento sul cammino dell'ecosostenibilità e dell'economia circolare la possiamo dare.



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La parola a...

Lorenzo Primultini

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Una conversazione con Lorenzo Primultini. di Pietro Ferrari

LA PAROLA A...

LA TECNOLOGIA ITALIANA PER IL MERCATO GLOBALE

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Incontriamo Lorenzo Primultini, titolare dell’omonima azienda produttrice di tecnologie per la segheria e la prima lavorazione del legno e Presidente di Acimall, nella sede dell'Associazione che cortesemente ci ospita per questa intervista. Pietro Ferrari - Ricordo ancora , poiché sono nel settore da qualche anno, i tempi in cui in Italia si faceva forestazione e si faceva soprattutto segheria, oggi, invece, constato che le aziende come la sua, attive nella prima lavorazione del legno, sono diventate per amore o per forza dei global player. Come è avvenuto questo passaggio che ha lasciato in Italia pochi protagonisti del settore specifico? Lorenzo Primultini - “È un passaggio che ha avuto luogo nel corso degli ultimi vent’anni ed è stato accompagnato dal forte impegno di espansione sui mercati esteri ed è stato un percorso obbligato, perché le segherie italiane non solo sono diminuite in numero ma hanno anche subito un crollo della redditività in molti casi, per cui per la Primultini, ma anche per i suoi concorrenti italiani, l’unica possibilità è stata quella di espandersi sui mercati esteri: consideri che oggi noi realizziamo tra l’85 e il 90 per cento del nostro fatturato all’estero e ci sono anni in cui questa quota è salita al 95 per cento. È vero anche che non solo in Italia ci sono stati problemi dal punto di vista della redditività delle seghe-

rie, una diminuzione del numero delle segherie stesse, un mancato aggiornamento delle tecnologie di molte di queste segherie ma, d’altra parte, ci sono anche delle segherie estere che hanno investito e hanno continuato a migliorare le loro performance e la qualità dei loro prodotti e, naturalmente, sono diventare dei clienti più interessanti per i produttori di tecnologie europei”. Pietro Ferrari - Perché è toccato proprio a noi? Perché sono state le segherie italiane ad andare fuori mercato e comunque a non disporre più della sufficiente marginalità? Lorenzo Primultini - “Probabilmente perché si sono verificate delle situazioni particolarmente negative nel nostro Paese che hanno penalizzato le nostre segherie come tantissimi altri processi produttivi, perché, ovviamente, non sono state solo le segherie a soffrire negli ultimi quindici anni: pressione fiscale eccessiva, scarsa flessibilità del mercato del lavoro e tutti questi fattori negativi che hanno afflitto l’industria italiana nel suo insieme hanno pesato anche sulle segherie. Non dimentichiamoci che la maggior parte delle segherie italiane sa lavorare il legno altrettanto bene dei suoi concorrenti esteri, anzi esistono in Italia aziende del settore che saprebbero competere a ben altri livelli se avessero una gestione pubblica che li supporta”. Pietro Ferrari - Purtroppo fare impresa in tutti i campi nel nostro Paese non è facile. C’è qualche spe-


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cificità del business forestale, per esempio la difficoltà del prelievo… Lorenzo Primultini - “Sicuramente ha pesato anche questo: alcune segherie all’estero che negli anni hanno aumentato la loro capacità produttiva, hanno potuto accedere all’approvvigionamento dei tronchi in modo più economico rispetto alla piccola segheria italiana che compera poche migliaia di metri cubi all’anno e che, quindi, non può avere un peso al momento della trattativa d’acquisto. Ci sono però state delle segherie nel nostro Paese che però hanno navigato positivamente in questa situazione, attrezzandosi per produrre dei manufatti speciali, su misura o su progetto, di un alto livello qualitativo e lì sono riusciti a crearsi un mercato di nicchia che le ha ben supportate: pensiamo a quelle segherie che sono entrate nel settore delle costruzioni in legno, dotandosi di studi di progettazione e di ingegnerizzazione dei prodotti. Queste aziende hanno dato un valore aggiunto ai loro prodotti, cosa che ha permesso loro di continuare la loro attività e, anzi, di investire e di aggiornare, particolarmente negli ultimi anni i loro impianti, prova del fatto che hanno disponibilità economiche per farlo”. Pietro Ferrari - In effetti il mondo delle costruzioni in legno che era partito molto semplicemente con il classico tetto in legno o con semplici interventi di sopraelevazione, oggi è diventato una realtà di tutto rispetto. In Italia vediamo delle soluzioni di grande rilievo, anche perché non si è mai spenta la tradizione del costruire in legno, specialmente nell’area alpina e oggi questa tradizione viene rivitalizzata anche dalla capacità progettuale. Questo ha portato a un maggior interesse di un produttore come Primultini verso il mercato italiano? Lorenzo Primultini - “Non abbiamo soluzioni per il mondo della carpenteria, abbiamo comunque una gamma di macchine di varie dimensioni in grado di

rispondere a tutte le esigenze della segheria e anche macchine di appoggio alla segheria come possono essere le circolari, le multilame, le refilatrici”. Pietro Ferrari - L’esigenza della specializzazione nel campo delle tecnologie per il legno è fortissima, noi veniamo da un mondo che, ancora negli anni Sessanta e Settanta, vedeva dei piccoli produttori che erano in grado di aprire un ventaglio di macchine che potevano essere utilizzate dalla produzione del mobile alla carpenteria, oggi le alternative sono i grandi gruppi oppure aziende fortemente specializzate in una fase del ciclo produttivo. Questa forte specializzazione ha voluto anche dire una produzione molto verticalizzata che vi serve poi egregiamente sui mercati internazionali. Lorenzo Primultini - “Io vorrei fare un puntualizzazione sulla specializzazione, perché il termine specializzazione che si usa oggi può avere delle sfaccettature molto diverse dal termini specializzazione che si usava vent’anni o trent’anni fa, perché oggi essere specializzati in impianti di segheria significa essere specializzati in una gamma molto ampia di prodotti, perché noi come Primultini e Pribo copriamo anche tutte le fasi di trasporto dei tronchi, le operatività in piazzale, le fasi di segheria come scortecciatura, troncatura, riduzione di calci, selezione dei tronchi in piazzale e copriamo anche tutto quello che riguarda la selezione e la movimentazione delle tavole in uscita. Diciamo che si tratta di una specializzazione piuttosto ampia, mentre una volta si parlava di una specializzazione molto limitata in quanto si vendeva la colonna sega tronchi e il carrello. Oggi non è più così, si vende un impianto in grado di gestire la movimentazione, il piazzale, la colonna sega tronchi, il carrello, il canter, la refilatrice, la multilame, in breve una gamma molto ampia. Pietro Ferrari - In sostanza si tratta di essere in

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LA PAROLA A ...


LA PAROLA A...

La parola a...

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Lorenzo Primultini

grado di fornire al cliente non solo delle linee di produzione ma anche l’ingegnerizzazione del processo e la consulenza tecnologica al cliente. Lorenzo Primultini - “Questa è stata l’evoluzione avvenuta negli ultimi vent’anni della nostra proposta commerciale”. Pietro Ferrari - Chi è oggi, in giro per il mondo, a decidere di costruire una segheria? Lorenzo Primultini - “Ci sono molti clienti in Europa, in Est Europa, in Oriente, in Africa dove, per esempio, siamo rimasti gli unici a produrre macchine per la segagione di legno esotico di grandi dimensioni. C’è un ricambio continuo che, direi, negli ultimi due anni si è accelerato, perché negli anni di crisi gli impianti sono stati sfruttati fino all’ultimo respiro. Un’accelerazione nel ricambio è dovuta anche al fatto che l’elettronica è entrata nelle segherie, oltre al miglioramento tecnologico che ha reso le macchine più veloci e precise. Possiamo dire che, oggi, sono in grado di svolgere le lavorazioni che svolgevano una volta in un terzo o in un quarto del tempo richiesto precedentemente, c’è stato un grande incremento delle produttività”. Pietro Ferrari - Possiamo anche dire che il manufatto esce a un livello qualitativo più alto? Lorenzo Primultini - “Certamente, la qualità è molto maggioreo”. Pietro Ferrari - Tornando al tema dell’elettronica come è entrato il controllo numerico in quello che sembrerebbe un settore caratterizzato da un’operatività molto semplice? Lorenzo Primultini - “Nel nostro, settore, quello che si può chiamare controllo numerico o comunque controllo elettronico del posizionamento della macchina è una funzionalità introdotta ormai da tempo, quello che invece si sta diffondendo sempre più negli ultimi tempi è la modalità di lettura del tronco. Un tempo era l'operatore che decideva come ruotare il tronco, come allinearlo, che spessori tagliare e che prodotti ottenere, oggi si demanda sempre di più questa fun-

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zione alla macchina attrezzata con degli scanner e dei software a bordo che comunicano all’operatore l’ottimizzazione del taglio, ovvero come sfruttare al meglio il tronco: in sostanza è una questione di resa in funzione dei prezzi di ogni prodotto ottenibile dal tronco lavorato”. Pietro Ferrari - Anche gli utensili si sono evoluti di pari passo con le tecnologie? Lorenzo Primultini - “Certamente, gli acciai sono migliorati, la durata della vita delle lame è aumentata e la qualità maggiore dei metalli permette una maggior qualità di taglio”. Pietro Ferrari - Oggi possiamo dire che la segheria è sempre più paragonabile a un impianto industriale dove comunque si lavora un materiale che, anche con tutto il suo fascino, deve dare delle rese certe e statisticamente controllabili e non c’è più molto spazio per l’aleatorietà del pur bravo operatore che precedentemente era un po’ anche il regista di quanto accadeva. Lorenzo Primultini - “Sicuramente per certi tipi di legno, la capacità dell’operatore di scegliere come tagliare questo tipo di legno è ancora fondamentale, però per quelle segherie, e sono numerose, che trattano legno di valore minore, la capacità produttiva prevale come criterio sull’esasperazione della resa di ogni tronco”. Pietro Ferrari - Lei mi parlava, e questo è un argomento che mi affascina, di tecnologie specifiche per il legno tropicale: questo mi sembra che sia un po’ un “pezzo di bravura” per un produttore di tecnologie di segagione. Lorenzo Primultini - “Il mercato della segheria nel tropicale è molto piccolo, ma più in generale c’è stato un ridimensionamento nel nostro settore. Anche il mercato francese ha avuto un ridimensionamento drammatico e da tre produttori di un certo livello, ormai ne è rimasto uno, questo vale per tutta l’Europa”. Pietro Ferrari - I produttori europei si confrontano


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oggi su un mercato globale: quali sono i punti di forza che un produttore italiano ha rispetto a una concorrenza estera pur qualificatissima? Lorenzo Primultini - “Io penso, come produttore italiano, che noi abbiamo una gamma di offerta di prodotti che è al top sul mercato, perché noi, essendoci sempre concentrati sulla segheria, abbiamo cercato di sviluppare tecnologie in grado di coprire le esigenze di tutti i tipi di impianti, da quello piccolissimo, direi famigliare, a quello di tipo industriale. Questo ci ha anche aiutato a sopravvivere in certi momenti, grazie a un’offerta più vasta in grado di captare non solo il mercato della grande segheria ma anche quello dell’aggiornamento di piccole macchine. Abbiamo in Primultini la capacità di soddisfare tutte le esigenze del mercato. Un altro punto di forza è nel costante aggiornamento delle nostre tecnologie, cosa che altri produttori che si sono focalizzati su diversi tipi di prodotto non hanno potuto fare, creando così dei buoni prodotti ma piuttosto congelati dal punto di vista della progettazione”. Pietro Ferrari - Possiamo dire anche che il cliente chiede più personalizzazione? Possiamo dire che non c’è un impianto Primultini uguale all’altro? Lorenzo Primultini - “Infatti, tutto il mercato è molto personalizzato e con il cambio generazionale recente sono nate delle esigenze ben più spinte dal punto di vista della personalizzazione delle segherie. Ci sono dei proprietari di segheria che sono aggiornatissimi sulle nuove tecnologie e che, quindi, le esigono sui loro impianti”. Pietro Ferrari - Ci sono culture diverse nel segare il tronco nei Paesi diversi che voi controllate? Lorenzo Primultini - “Decisamente, ci sono filosofie diverse, partendo dal tipo di materiali che si taglia. Ci sono delle caratteristiche particolari, non dico in ogni singola segheria però veramente è una cosa abbastanza specifica del Paese o del produttore, ma ci sono anche produttori che, a seconda dei mercati che servono, devono tagliare in un certo modo. Questo

implica un rapporto stretto con il cliente: quando si discute un impianto di segheria, l’apporto del cliente è fondamentale, perché ciascun cliente ha le sue esigenze e il profilo del nostro tecnico commerciale è quello di una persona di grande esperienza che unisce capacità di vendita e competenze tecniche”. Pietro Ferrari - Possiamo chiederle ora, cambiando di giacca e indossando quella di Presidente Acimall, qualche commento sulle aspettative che sembrano più positive rispetto alle edizioni passate, cosa si aspetta da questa edizione? Lorenzo Primultini - “Ci aspettiamo che il mercato percepisca chiaramente che questa edizione di Xylexpo veda la ritrovata unità dei produttori italiani attorno a un appuntamento fieristico di primo piano di fronte a una clientela internazionale. Questo crediamo debba essere comunicato e fatto percepire soprattutto ai visitatori internazionali. Anche noi presenteremo qualcosa di nuovo, molto interessante che vede arricchirsi, anche a seguito dell’acquisizione di Bongioanni, una gamma innovativa”. Pietro Ferrari - In conclusione possiamo dire che il legno diventa sempre più prezioso, le tecnologie di lavorazione del legno rispettano sempre più questo materiale e cercano di trarne il meglio e il massimo, il passaggio in segheria per il legno diventa un fattore di acquisizione di sempre maggior valore aggiunto. Lorenzo Primultini - “Si potrebbe aggiungere che la segheria di avvicina sempre di più alle caratteristiche di un impianto di seconda lavorazione. La tendenza è all’automazione dei processi, a una sempre maggiore precisione nelle macchine, all’utilizzo di tecnologie elettroniche sempre più avanzate, mentre cresce la qualifica professionale degli operatori che si trovano a gestire macchine molto evolute e, fortunatamente, sempre più confortevoli, anche con la presenza di cabine insonorizzate e con aria condizionata. Senza parlare poi delle sempre maggiori dotazioni di sicurezza”.

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Fiere

Acimall

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Le macchine per la lavorazione del legno si affacciano al Salone del Mobile.Milano e sono premiate dall'interesse dei visitatori. di Beatrice Guidi

SUCCESSO DI PUBBLICO PER LO STAND ACIMALL AL SALONE DEL MOBILE.MILANO

FIERE

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Una presenza che ha destato curiosità quella di Acimall, l’associazione dei costruttori italiani di tecnologia per la lavorazione del legno, al Salone del Mobile.Milano, il più grande e celebrato appuntamento fieristico dedicato all’arredamento che si è svolto a FieraMilano-Rho dal 12 al 17 aprile scorso. Un evento che non ha bisogno di presentazione e che quest’anno, forte di oltre 375mila visitatori, ha infranto ogni record. In questa cornice Acimall si è presentata per la prima volta grazie alla collaborazione di Ice, l’agenzia per la promozione e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, e al supporto concreto di alcune realtà del settore (Biesse Group, Cefla, Elettromeccanica Giordano Colombo, Giardina Group e Scm Group). Lo stand di Acimall ha voluto mettere in primo piano tutti gli associati e il ruolo che svolgono all’interno di

questa prestigiosa filiera: una serie di video e immagini hanno mostrato cosa è oggi la tecnologia per il legno e l’industria del mobile, quali punte di eccellenza abbia saputo raggiungere. E, quasi a volerne rappresentare le radici, due splendidi esemplari di macchine antiche, una “combinata” del 1945 e un traforo per ebanisteria degli anni Venti, messi a disposizione dalla Fondazione Museo del falegname Tino Sana (www.museotinosana.it). “Abbiamo indubbiamente avuto la possibilità di incontrare un pubblico diverso – ha commentato Lorenzo Primultini, presidente della associazione confindustriale – raggiungendo lo scopo che ci eravamo prefissati: essere finalmente presenti in questa grande festa del design per ricordare a tutti che siamo da sempre una parte orgogliosa di questa filiera! Siamo abituati a essere nei mobilifici, nelle fab-


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briche dove un divano, un armadio, una sedia o un tavolo prendono vita. Siamo quelli che – al fianco di designer, progettisti e produttori – contribuiscono a definire in che modo arrivare a un determinato risultato, come ottenere una forma, come esprimere al meglio una funzione... E se il “made in Italy” è così famoso in tutto il mondo – ha concluso Primultini – lasciateci dire che una parte del merito, per quanto piccola, è anche nostra, di noi che abbiamo accompagnato e accompagniamo questa splendida storia di successi con le nostre soluzioni, inventando macchine che riescono a produrre in modo “automatico” quello che fino a qualche decennio fa solo abili artigiani potevano fare”. “Ci ha fatto molto piacere aprire le porte del Salone ad Acimall”, ha dichiarato Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo e del Salone del Mobile.Milano. “Siamo convinti che sia tempo di ragionare insieme su molti aspetti, rafforzando una collaborazione ‘di filiera’ che possa essere ancora più incisiva. E ritengo sia particolarmente significativo che questo “esordio” di Acimall sia avvenuto proprio nell’anno del cinquantesimo della associazione e che possa essere un modo per porgere le nostre congratulazioni per questo importante traguardo!”. UN PATRIMONIO ITALIANO “Le tecnologie italiane per il legno e il mobile sono un patrimonio noto in tutto il mondo”, ha aggiunto Dario Corbetta, direttore di Acimall. “Siamo i più grandi costruttori, alle spalle della sola Germania, ma i più forti esportatori: oltre l’80 per cento delle idee, delle macchine, degli impianti prodotti dalle 174 aziende nostre associate è installato in tutti i Paesi del mondo: non esiste mobilificio in qualsiasi parte del pianeta che non abbia, non usi o non co-

nosca l’eccellenza delle macchine per il legno italiane, che siano le più semplici o gli impianti più flessibili e automatici che lavorano per i grandi marchi del commercio mondiale”. Un settore, quello delle macchine italiane per il legno, che vale 1,8 miliardi di euro e che negli ultimi anni ha saputo reagire al lungo periodo di crisi proponendo soluzioni migliori, più efficaci, che hanno permesso ai designer più attenti di proporre beni capaci di accrescere le possibilità di competere sui tanti, difficili mercati del mondo. Lo stand al Salone del Mobile.Milano è stato anche un modo per ricordare ai designer, agli architetti, ai produttori di mobili arrivati da tutto il mondo il prossimo appuntamento con Xylexpo, la biennale mondiale delle tecnologie per la lavorazione del legno e dei componenti per l’industria del mobile, che dal 24 al 28 maggio 2016 celebrerà la venticinquesima edizione, sempre nella cornice di FieraMilano-Rho.

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Antonio Battaglia • Gruppo Florian

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Le strategie del Gruppo Florian in una conversazione con Antonio Battaglia. di Pietro Ferrari

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CRESCERE IN UN CONTESTO CRITICO Incontriamo nel quartier generale del Gruppo Florian, Antonio Battaglia che, cortesemente, intavola con noi una conversazione sui grandi temi del commercio del legno. Pietro Ferrari - Una strategia attenta e prudente ma non pavida è quello che ho percepito nel corso delle riunioni annuali che il Gruppo Florian organizza con una valutazione attenta del rischio credito. Antonio Battaglia - Noi, in primo luogo dobbiamo riuscire in una missione che è a carico di chiunque voglia lavorare in Italia in maniera sana, ovvero far capire che il sistema di pagamento che si era creato era sbagliato ed è un sistema che oggi non si autosostiene più: dobbiamo ridurre i tempi, le aziende devono essere patrimonializzate e devono essere affidabili: solo così noi possiamo, in termini di distribuzione e di servizio, soddisfare al meglio i clienti. Chi parte già con un grosso rischio nel credito è morto in partenza, sto affrontando un tipo di business che non è intelligente e nemmeno interessante. Questo è secondo me il primo punto, il secondo punto è che andiamo verso una evoluzione e un'articolazione del mercato: i grandi volumi del pannello saranno sempre più in mano ai grandi produttori, a noi rimane il mercato della distribuzione. Da questo punto di vista il nostro gruppo non vende quasi nulla di prodotto italiano, perché noi dobbiamo cercare all’estero un prodotto di qualità che sia però competitivo con il prodotto nazionale. Per noi il concorrente è il produttore stesso: cerco continuamente di importare dall’estero prodotti che abbiano le caratteristiche di certifica-

zione e di qualità richieste dal mercato ma che possano competere con successo in termini di prezzo. Noi in molti casi rappresentiamo un passaggio in più. Pietro Ferrari - Quindi bisogna partire con un costo di produzione contenuto. Antonio Battaglia - Quindi bisogna cercare prodotti che mi permettano di effettuare con profitto questo doppio passaggio. Questo per quanto riguarda il pannello, se parliamo di legno massiccio, invece, quest’ultimo sta diventando sempre più un prodotto di nicchia. Noi abbiamo la convinzione che, parlando di legni duri, la funzione di questa materia prima da prodotto di massa economico si stia evolvendo verso un prodotto di medio prestigio, di una fascia medioalta di prezzo. Noi stiamo puntando in questa direzione.

La famiglia.


La vista dal'alto.

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Pietro Ferrari - Lei non pensa che questa direzione possa comportare il rischio di trovarsi in una nicchia troppo alta e circoscritta? Antonio Battaglia - Sicuramente in una nicchia . Ma ragionata in termini di volumi globali del mercato, ragionata in termini di singole aziende che interpretano questi mercati, una nicchia comunque di volume importante. Noi stiamo puntando e mirando a questo. Resta poi la distribuzione fatta sui commercianti locali o sulla buona industria che c’è, perché in Italia abbiamo tantissime eccellenze, dove noi da produttori di legni duri lavoriamo direttamente con l’industria, da questo comparto stiamo avendo grandi soddisfazioni. Pietro Ferrari - Questo mi sembra si colleghi a una dinamica che, seguendo io il mercato da più di trent’anni, mi pare abbia portato via via a un sempre maggior accorciamento e a una sempre maggior semplificazione della catena della produzione e distribuzione in Italia, un Paese che trent’anni fa era caratterizzato da una pluralità di passaggi che caricavano il costo del prodotto. Antonio Battaglia - Lo caricavano in maniera importante. L’evoluzione ha portato a questo, alla riduzione dei passaggi della catena ma soprattutto per vendere e distribuire bene un prodotto occorre controllare la produzione, l’approvvigionamento della materia prima: se non si controllano questi anelli fondamentali a monte si rischia, soprattutto con determinate varietà di legni, di non riuscire a controllare il mercato a valle. Noi abbiamo investito molto a monte, nelle produzioni a livello forestale, nei contratti diretti con le aziende forestali in modo da assicurarci i volumi per poi

creare il prodotto, rivolgendoci a queste aziende a monte, garantendo contratti certi e volumi certi, supportati da ottimo servizio. Dev’essere chiaro che il passaggio intermedio di volume oggi non è più possibile, per ragioni di prezzo ma soprattutto per ragioni di professionalità: quando due aziende colloquiano, se c’è un interlocutore nel mezzo, quest’ultimo rischia, se non è molto professionale, di essere un limite nel contatto tra queste due entità. Pietro Ferrari - Quando noi parliamo di Gruppo Florian, possiamo dunque definirlo un gruppo industriale più che un gruppo commerciale? Antonio Battaglia - Assolutamente sì. Pietro Ferrari - Ma direi qualcosa di più ancora, perché mi sembra che qui ci sia la capacità di andare a reperire la materia prima di qualità dove è disponibile e dove è gestibile in materia seria e corretta, ci si occupa anche del conferimento di valore aggiunto a questa materia prima addirittura in loco. Antonio Battaglia - Anche perché il legno, per diventare prodotto finito, subisce dei processi produttivi mediamente lunghi, in primis, l’essiccazione. Se noi, quindi, cominciamo a trasportare materiale non finito, conferiamo dei valori di trasporto talmente elevati da compromettere la redditività del prodotto stesso: più io trasformo a monte, più riduco l’incidenza dei costi e più posso propormi sul mercato con un prodotto competitivo. Pietro Ferrari - Questo vuol dire trasferire in Italia un prodotto già carico di valore aggiunto e deprivato anche di quelle che sono le scorie di vario genere. Antonio Battaglia - Noi siamo stati i primi a scardinare il vecchio sistema della vendita della tavola non

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refilata, abbiamo portato la latifoglia europea sul refilato, proprio per creare un prodotto sempre più industriale. Questo è un concetto un po’ più evoluto di presentazione che ci hanno insegnato gli americani; noi, inoltre, riusciamo a proporre una qualità superiore rispetto al prodotto americano. Una qualità che nasce dalla disponibilità di un mix di mercati e di prodotti che ci permettono di vendere un po’ tutto, ottimizzando al meglio le disponibilità e distribuendolo senza avere perdite e scompensi. Questo è fondamentale, ma fondamentale è anche la conformità alla normativa e alle certificazioni richieste. Penso che il 2016 sarà finalmente l’anno delle ispezioni legate alla due diligence, dico finalmente, perché nel mercato italiano vedo ancora molta ignoranza, qualche volta voluta. Quando i controlli partiranno, noi potremo esibire nella nostra filiera una due diligence praticamente perfetta, perché per noi è sempre stata una linea guida fondamentale: lavoriamo su quei Paesi dell’Est Europa in cui esiste una cultura più elevata in termini di riforestazione e salvaguardia del patrimonio forestale, non lavoriamo, o lavoriamo quasi per nulla, con altri Paesi in cui sappiamo per certo che questa cultura non c’è. Pietro Ferrari - Lei ha parlato di un aspetto molto importante che è quello della certificazione…

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Antonio Battaglia - Io penso che, se vogliamo restringere il campo al mercato italiano, gli interlocutori saranno sempre meno. Il mercato sarà sempre più, a parte alcuni prodotti di nicchia, esasperatamente competitivo, quindi sarà fondamentale per le aziende la gestione del controllo dei costi ma sarà anche fondamentale differenziarsi non solo in termini di qualità e di servizio, e di prezzo ovviamente, ma anche in termini di certificazione e di garanzia della conformità normativa e qualitativa dei prodotti. Bisogna capire che i fattori di servizio, consulenza, assistenza, impegno certificativo che un tempo sembravano semplicemente qualcosa di accessorio, oggi diventano fondamentali nel pacchetto. Pietro Ferrari - È molto importante quello che lei dice: non stiamo più parlando di una prestazione che stupisce per il solo fatto di esserci ma di qualcosa che entra in quanto il cliente si aspetta. Antonio Battaglia - Noi oggi abbiamo una divisione netta del mercato in due parti: abbiamo i prodotti commodity per i quali sono rilevanti semplicemente distribuzione, servizio e prezzo, poi abbiamo le specializzazioni dove è fondamentale tutta la filiera produttiva e fondamentale è anche l’interlocutore che va a proporre quel prodotto. Io mi sono reso conto che, già da alcuni anni, il sistema distributivo costi-


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tuito dalla rete vendita normale è sorpassato nel nostro Paese, tutto è cambiato drasticamente. Noi abbiamo, in risposta, eliminato quasi tutta la rete vendita esterna, per portare avanti a livello di azione commerciale di ufficio tutti quelli che sono i prodotti semplici e facilmente gestibili per telefono o e-mail, facendo crescere proprio all’interno qualche figura in maniera professionale che va a colloquiare con quei clienti che richiedono competenza specifica e professionalità. All’inizio del 2015, noi abbiamo rivoluzionato completamente il nostro sistema commerciale con quest’azione che ha portato alla fine dello stesso anno, con l’eliminazione della rete vendita, un aumento del fatturato sul mercato italiano. Questa azione ci porterà nei prossimi anni, una volta a pieno regime, a un’efficacia molto importante sul mercato. Parliamo di un mercato italiano che io vedo, in proiezione futura, difficilissimo, ad alta competitività, ad alta professionalità, dove è fondamentale essere un’azienda e un gruppo sano economicamente, perché sarà necessario avviare su alcuni articoli delle politiche al limite della remunerazione, potendo permetterselo: sarà un gioco duro e non semplice. Pietro Ferrari - A me sembra di capire da quanto ascoltato ai vostri incontri che, in questo contesto, il fattore finanziario è fondamentale e questa constatazione mi porta a una domanda relativa ai segnali di ripresa: ci sono, sono univoci o sono contradditori? Antonio Battaglia - Il grosso cambiamento dell’ultimo anno è stato paradossalmente il fatto che tutti abbiamo compreso proprio che tutto è cambiato. Questo sembra un gioco di parole, ma la realtà è che molti operatori ancora non avevano coscienza di questo fatto. Non è una crisi ciclica ma un cambiamento strutturale sotto tutti i punti di vista. Questo cambiamento strutturale è stato forte, deciso e ha portato un mare di sofferenze perché il mondo del legno ha sempre avuto una classe imprenditoriale media basata sulla produzione o figlia della forte domanda. Si sono create un mare di aziende i cui limiti sono emersi nel momento in cui hanno dovuto tentare di imprenditorializzarsi di fronte alla crisi di mercato. È stata, purtroppo, un’agonia lenta, ancora in corso.

Pietro Ferrari - Anche perché molte aziende avevano grandi risorse... Antonio Battaglia - Esatto, il problema però è che un’azienda che non sa stare sul mercato rovina le altre aziende e più risorse ha per poterci stare più fa danni. Questo purtroppo è quello che si è verificato e si sta verificando. Siamo già oltre il cinquanta per cento del corso di questo processo di crisi ma serve ancora tempo per arrivare al completamente di questa selezione di mercato. In questo contesto però il credito è fondamentale: nel settore legno ci sono sempre state molte aziende di grandi dimensioni ma gestite in maniera artigianale, oggi occorre essere impresa a 360 gradi. Pietro Ferrari - Quali sono i rischi della fase in corso, in cui si parla a torto o a ragione di ripresa, contro cui lei metterebbe in guardia gli operatori del settore? Antonio Battaglia - Io sono contento, perché anche parlare di ripresa può costituire un tonico o un fattore di incoraggiamento di cui il mercato può avere bisogno, però questa ripresa mi sembra più un fattore psicologico che qualcosa di reale. Probabilmente stiamo parlando di valori così bassi da non cambiare la visione globale. In realtà, parlando con gli operatori, si evince che il 2015 è stato un anno molto positivo nella prima metà e molto meno positivo nella sua seconda fase. Il nostro settore, almeno per quanto riguarda l’Italia dovrà soffrire ancora. In più ho una visione anche a livello europeo che mi allarma, perché la contrazione di alcuni mercati extraeuropei e la necessità di vendere mettono


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ulteriormente sotto pressione il mercato del Vecchio Continente. Pietro Ferrari - Ma ci sono progetti, tornando all’attività del Gruppo Florian, per dare valore aggiunto al legno attraverso la produzione di manufatti industriali, l’operazione Priant è uno di questi. Antonio Battaglia - Questa è una delle nostre grandi scommesse più recenti: abbiamo rilevato un’azienda importante che è la Priant, partendo con un concetto completamente diverso a livello internazionale. La prima constatazione è stata che la Cina è il grande produttore mondiale di pavimenti in legno e noi siamo partiti con un prodotto in grado di fare concorrenza al prodotto cinese. L’obiettivo di Flo.It, questo il nome della nuova azienda, è quello di fare un pavimento tecnico perfetto, con tutte le certificazioni, in rovere FSC, impeccabile dal punto di vista tecnico, con il valore aggiunto del Made in Italy, un prezzo concorrenziale (qualche volta costiamo anche meno dei Cinesi). Questo progetto in sostanza è partito da un anno ed è ancora nella fase di sviluppo, ma afferente a un’azienda che ha una capacità produttiva notevole che già vende in toto la propria capacità produttiva con un’ottanta per cento del totale in Italia. Questo dimostra che in Italia entravano dei volumi incredibili di pavimento in legno dall’estero. Questo ci porta a puntare sicuramente a uno sviluppo sui mercati esteri ma continuare a controllare il mercato. Non solo: abbiamo un sistema di consegne prepagate molto vantaggioso e possiamo dire che questo progetto è riuscito al cento per cento. Pietro Ferrari - Questa dinamica mette sotto pressione l’approvvigionamento di materia prima pregiata come il rovere? Antonio Battaglia - Ci sono delle difficoltà nonostante possiamo contare su contratti diretti con le forestali, pensiamo a chi si trova in balia del mercato. Il dramma attuale è che ci troviamo con varietà legnose che soffrono una crisi di eccesso di offerta e altre che sono difficili da reperire. Pietro Ferrari - Parliamo di mercati internazionali, che risposte trovate all’estero? Antonio Battaglia - Vorrei premettere che le prospet-

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tive vanno viste in modo appropriato: se un operatore estero, per esempio, viene a vendere in Italia e lavora con le venti migliori aziende del settore, l’Italia è un bellissimo mercato. La stessa cosa vale al contrario. Gli altri Paesi non sono esenti da una situazione di crisi, anzi, noi lavoriamo bene anche in Paesi che si trovano in una situazione forse peggiore di quella italiana, però, poiché disponiamo del tipo di prodotto, del sistema per vendere alle eccellenze di quel Paese, questi Paesi per noi sono ottimi. Se questo principio lo porti su tanti Paesi arrivi a costituire un volume di fatturato importante. L’estero, d’altra parte, ha il vantaggio di portarci su un target molto alto di clientela, con volumi di consumi rilevanti, la mentalità del pagamento lungo non esiste. Fuori dall’Unione Europea cade il problema finanziario grazie alle vendite con apertura di credito, poi possono essere vendute qualità che in Europa sono difficilmente commerciabili. Pietro Ferrari - La qualità nella filiera che voi interpretate come si esprime? Antonio Battaglia - La scelta dell’ubicazione delle fabbriche è il primo punto, siamo in Croazia perché il legno di rovere è il migliore, per esempio; la tecnologia è sempre adeguata pur in una logica di gestione dei costi; le maestranze qualificate che nascono con la cultura del legno; il servizio, poi, è importante con materiale in stock consegnato in 24/36 ore in Italia, rispetto della programmazione anche sui prodotti che vengono realizzati ad hoc per i clienti. Pietro Ferrari - Guardando il futuro il Gruppo Florian sarà sempre più industria? Antonio Battaglia - Penso sia abbastanza chiaro che oggi il mondo si sta dividendo in due, una parte produttiva e una parte commerciale: il Gruppo Florian sarà in alcune aziende solo produttivo e in alcune solo commerciale per vendere al meglio ciò che viene prodotto, si tratterà, però, di due aziende completamente separate e di due mentalità completamente diverse, costi completamente separati, perché solo così si può ottenere il massimo: costi, strategie e investimenti devono essere diversi per queste due operatività.


L’ENERGIA SU MISURA, PER LE AZIENDE E PER L’AMBIENTE

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Operatori forestali e qualifiche legate alla lavorazione del legno in foresta. di Andrea Zenari

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UN SETTORE DI TUTTO RISPETTO Il mondo del commercio e della lavorazione del legno si occupa normalmente di alberi abbattuti e di tutto quello che riguarda la lavorazione del tronco, dei segati e dell’ingegnerizzazione del legno attraverso i diversi processi di fabbrica. Il settore del legno parte però dalla produzione legnosa, quella che normalmente si conosce con la definizione di selvicoltura o di arboricoltura da legno. Queste discipline tecnico-scientifiche analizzano la cosi detta “stazione forestale” cioè l’area di crescita che che è soggetta ai diversi aspetti ambientali e climatici. Questi ultimi, infatti, sono i fattori che influenzano la vita degli alberi e quindi anche la produzione della massa legnosa. I terreni fertili e ben esposti al sole, per esempio, permettono una crescita maggiore degli alberi. La filiera foresta-legno rappresenta in Italia il 6% dell’industria manifatturiera con quasi 80.000 imprese ed oltre 515.000 unità lavorative. Le imprese forestali contano oggi in Italia 43.000 addetti. Nonostante il fatto che più di un terzo della superficie nazionale sia ricoperta da boschi, e che nell’ultimo secolo si sia assistito a un raddoppio della superficie e della provvigione legnosa, non si è avuto un adeguato incremento della gestione forestale. Il prelievo legnoso nazionale è di poco superiore agli 8 milioni di annui (di cui il 66% risulta costituito da legna da ardere), nell’ultimo decennio corrisponde a poco meno del 25% dell’incremento annuo, contro il 65% della media europea. Lo stesso prelievo legnoso, inoltre, rimane disomogeneo ed episodico, tanto che l’utilizzatore si trova spesso nella condizione di ignorare le possibili destinazioni di mercato del legname che produce e addirittura non conosce il valore che

questo può spuntare sul mercato. Con il prelievo forestale attuale, l’Italia è in grado di soddisfare meno di 1/3 del fabbisogno nazionale di legname. Da anni le diverse regioni dell’Italia settentrionale e centrale si prodigano nel stendere regolamenti per la fruizione di corsi di formazione o di perfezionamento degli operatori forestali, sulle tecniche di abbattimento nel pieno rispetto delle regole di sicurezza degli addetti. I corsi per operatori forestali si svolgono in alcune regioni addirittura dagli anni 90 e trovano un’obbligatorietà normativa diversa da regione a regione: alcune regioni d’Italia obbligano la


La pubblicazione Sicurezza in bosco: il volume dedicato all'ambiente di lavoro.

dal 1922 I distintivi di operatore forestale.

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Fasi di prelievo forestale.

formazione per tutto il comparto forestale, altre regioni non prevedono nulla a riguardo. LE ATTIVITÀ FORESTALI E IL TERRITORIO Le attività forestali sono svolte sul territorio interessando aree successive per periodi di tempo limitati provvedendo, di volta in volta ad allestire specifici cantieri di lavoro. Tali cantieri sono allestiti in aree impervie e comunque fuori dai normali circuiti viari, per cui ogni emergenza deve essere accuratamente verificata ed analizzata in modo da attivare i provvedimenti più idonei alla sua gestione. In particolare, le operazioni forestali devono essere attentamente pianificata nella logistica del cantiere verificando le strade di acceso e la possibilità di comunicazione. Inoltre, considerando che le attività sono svolte interamente all'aperto, è di particolare importanza considerare il fattore climatico che può costituire un notevole aggravio del rischio. L’operatore forestale utilizza la motosega nei lavori di abbattimento, allestimento, sramatura, depezzatura. Per questo motivo i corsi di formazione istruiscono gli operatori sulle tecniche professionali di utilizzo degli strumenti forestali, con lo scopo di evitare incidenti. Gli incidenti in bosco possono andare dalle semplici escoriazioni ad amputazioni di arti fino alla morte e proprio in tema di morte, le nuove tecnologie sui macchinari e sui sistemi di protezione individuali hanno fatto si che molti addetti si siano salvati. Un dato certo è che la dove si stanno svolgendo i corsi di formazione per gli operatori forestali, sono diminuiti di gran lunga gli infortuni in bosco. I corsi istruiscono gli operatori su quali dispositivi di

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protezione individuali debbano essere usati nelle diverse attività in bosco. Per dispositivo di protezione individuale (DPI) si intende “qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonchè ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo”. Nell’ambito del lavoro forestale i DPI obbligatori risultano quelli riferiti alla protezione della testa, dell’udito, degli occhi e del viso, la protezione dal taglio di gambe e piedi. La protezione antitaglio di spalle, braccia e mani non è un obbligo sempre presente, lo può diventare a seguito di decisione del datore di lavoro sulla base della valutazione del rischio. I DPI possono appartenere a 3 diverse categorie, in relazione alla capacità protettiva: Categoria I: DPI destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità. Categoria II: DPI che non rientrano nelle altre due categorie Categoria III: DPI destinati a salvaguardare la persona da rischi di morte e di carattere permanente (es. i DPI per la salvaguardia dalla caduta dall’alto). Sui DPI devono essere riportati la categoria di appartenenza, i pittogrammi relativi alla tipologia di rischio e la marchiatura CE. La protezione antitaglio si realizza normalmente secondo il principio del-

l’ostruzione, ovvero le fibre antitaglio vengono tirate dalla catena nell’ingranaggio di trasmissione bloccandone immediatamente il movimento. Il materiale antitaglio si ritrova sui pantaloni per la protezione delle gambe (UNI EN 381-5:1996), nella parte anteriore degli scarponi e stivali per la protezione dei piedi (UNI EN ISO 17249:2007). Può esssere presente nei guanti per la protezione delle mani (UNI EN 388:2004). L’offerta formativa prevede normalmente: - I Corsi Base per Operatore Forestale: durata minima di 40 ore di cui 32 ore di esercitazioni pratiche che sono finalizzati a fornire le competenze essenziali per utilizzare in sicurezza la motosega nell'attività di cura e manutenzione del bosco. Sono rivolti in particolare a persone senza alcuna esperienza che intendono apprendere il lavoro forestale operando sotto la guida di personale più esperto. - I Corsi di secondo livello per Operatore Forestale: durata minima di 40 ore di cui almeno 32 ore di esercitazioni pratiche. - I corsi sono finalizzati a fornire competenze adeguate ad agire in contesti operativi complessi anche al fine di organizzare un cantiere forestale. Inoltre, sono mirati a formare personale esperto in grado di lavorare con autonomia e nel rispetto della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. I corsi così organizzati ottemperano quanto previsto dall’Accordo Stato Regioni e Province Autonome per la formazione dei lavoratori ai sensi dell'articolo 37, comma 2 del d.lgs. 81/2008. Le materie, argomento di formazione sono: Introduzione all’uso in sicurezza della motosega e manutenzione della stessa; • Utilizzo in sicurezza della motosega nelle operazioni di allestimento; • Utilizzo in sicurezza della motosega nelle operazioni di abbattimento ed allestimento; • Utilizzo in sicurezza della motosega nelle operazioni di abbattimento ed allestimento, livello avanzato;


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L'EUROPA SI MUOVE Dal giugno 2009 in Europa è attiva una nuova organizzazione conosciuta come: European Forestry and Environmental Skills Council (EFESC). EFESC è stata formata come risultato del progetto Leonard: "Valutazione e attuazione della certificazione per gli operatori di motosega." L’EFESC è un’organizzazione nella quale sono rappresentati i vari portatori di interesse di tutta Europa nel settore forestale. Le organizzazioni in EFECS sono rappresentate da centri di formazione, da organizzazioni di settore UE dei sindacati, dei produttori di utensili, macchinari e attrezzature per lavori forestali o ambientale, i sistemi di certificazione. L’EFESC rilascia l’European Chainsaw Certificate (ECC), comunemente chiamato “Patentino europeo per la motosega” ed è una proposta di certificato ottenibile dopo il conseguimento dei quattro standard europei per l’utilizzo della motosega nei compiti di abbattimento e allestimento del legname. Questi standard sono uno successivo all’altro come livello di difficoltà e vengono superati dopo un periodo di formazione e successivamente ad un esame. La formazione e gli esami sono oggi svolti in modo indipendente nelle varie realtà nazionali e regionali: il

compito di EFESC è proprio quello di lavorare a standard comuni per arrivare ad un certificato riconosciuto in tutta Europa. La proposta dei Quattro standard di cui si compone l’European Chainsaw Certificate è così articolta: • European Chainsaw standard 1 (ECS 1): manutenzione della motosega e tecniche di taglio ispettivo del legno • European Chainsaw standard 2 (ECS 2): tecniche base di taglio (alberi piccoli) • European Chainsaw standard 3 (ECS 3): tecniche avanzate di taglio (alberi medi e grandi) European Chainsaw standard 4 (ECS 4): tecniche di taglio per alberi schiantati e danneggiati. I “patentini europei per la motosega” danno la possibilità di riconoscimento europeo dei percorsi formativi e delle esaminate capacità degli operatori forestali, aprendo così nuove possibilità di scambi professionali tra i diversi paesi europei appartenenti ad EFESC. L’auspicio è che in futuro tutte le regioni d’Italia attivino i piani formativi per le migliaia di addetti alle attività di utilizzazione forestale in modo che questo possa essere volano di sviluppo qualificato di un anello della filiera foresta-legno ancora poco valorizzato.

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Foresta di Monica Zani

Dall'accordo interregionale alla mulinazionalità delle foreste.

RIFLESSIONI SUL TEMA DELLA GESTIONE FORESTALE Un impegno comune ad accelerare al massimo tutte le azioni in grado di portare a un’efficiente gestione della risorsa legnosa presente nei nostri boschi, nell'ambito dei principi di sostenibilità ambientale, così come prevedono i relativi protocolli internazionali, coerentemente al piano nazionale della filiera legno, che si prefigge di promuovere un Made in Italy dell’industria del legno, partendo proprio dalla foresta italiana. Questo l’obiettivo dell’“Accordo inter-regionale sul prelievo boschivo” firmato oggi a Verona fra Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Liguria, che vede tutti gli stakeholder della filiera foresta-legno-energia operare, per la prima volta, in totale sinergia. Punto di partenza, la convinzione che il patrimonio forestale costituisca una risorsa economica, ambientale e socioculturale fondamentale, a oggi non adeguatamente utilizzata.

FORESTA

UN PATRIMONIO COSPICUO Il patrimonio forestale delle Regioni coinvolte nella stipula dell’accordo, copre circa il 29% della loro superficie totale (per superficie forestali si intendono i “boschi alti” secondo definizione bosco FAO e dati Inventario Nazionale Forestale Carbonio 2005) ed è pari a circa 3 milioni di ettari. Su questa superficie forestale esiste un capitale legnoso di circa 500 milioni di m che si caratterizza per un accrescimento annuo in volume pari a circa 10,5 milioni di m considerando le aree disponibili al prelievo. Il prelievo medio annuo è di circa 1,8 milioni di m, e rappresenta il 18% del prelievo sostenibile sotto il profilo ambientale. L’accordo impegna i firmatari – tra le varie azioni previste – a promuovere la formazione e aggiornamento degli operatori boschivi per aumentare o consolidare la

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qualità del lavoro e per stimolare l’innovazione e la competitività nel settore forestale. Inoltre, prevede controlli a tutela del lavoro boschivo regolare e del commercio legale del legno (anche in attuazione della direttiva europea sulla Timber Regulation – Due Diligence), oltre all'applicazione del principio dell’uso a cascata. “Ai soggetti del primo Accordo interregionale per lo sviluppo della filiera del pioppo nelle regioni del Nord Italia, siglato il 9 gennaio 2014, si è unita anche la Regione Liguria: un segnale significativo che riflette consenso e una visione omogenea”, commenta Paolo Fantoni, presidente di Assopannelli, “abbiamo condiviso una serie di riflessioni con ricadute pratiche: riduzione dell’impatto burocratico, semplificazione delle attività. In reazione a una politica passata improntata al conservatorismo, e che ha causato l’abbandono di vaste zone di territorio, è stata adottata una visione che fa della sicurezza e della fruibilità degli spazi elementi di forza, combinando una gestione sostenibile all'esigenza di creare economia vera nel territorio montano italiano. Fra gli obiettivi dell’accordo, il raddoppio a livello nazionale delle percentuali di prelievo boschivo”. LA MULTINAZIONALITÀ DELLE FORESTE In questi ultimi anni, la politica forestale dell'Unione Europea ha subìto profonde trasformazioni in seguito al riconoscimento del valore della multifunzionalità delle foreste. Vi è tuttavia l’urgente necessità di dare concretezza alle politiche nazionali e regionali al fine di uniformare gli indirizzi per il riordino della disciplina del settore e delle sue filiere. La gestione forestale rappresenta, infatti, non solo un elemento fondamentale per la tutela attiva del territorio, la conservazione del paesaggio e dell’ambiente, ma anche uno strumento indi-


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spensabile per la crescita del settore e delle sue filiere produttive, nonché per lo sviluppo socio-economico del territorio e, in special modo, delle are montane e rurali del nostro Paese. Nell’ambito delle attività previste dal Tavolo di Filiera Legno a livello nazionale e dell’Accordo Interregionale sull’aumento del prelievo legnoso a livello di arco alpino, si è dato avvio a un processo di aggiornamento e attuazione della normativa nazionale di settore.

L’obiettivo è quello di attivare strumenti operativi innovativi, capaci di poter rispondere efficacemente sia alle attuali necessità di tutela idrogeologica e ambientale, sia alle moderne esigenze economiche, produttive e occupazionali del territorio. Il convegno ha l’obiettivo di fare il punto della situazione sulle politiche in atto per il settore forestale ma nel contempo offrire delle proposte concrete per uniformare i programmi di qualificazione, favorire la crescita professionale degli operatori del settore e implementare il comparto produttivo, stimolando un dibattito tra imprese e istituzioni. In tale occasione verrà sottoscritto l’Accordo interregionale sul prelievo legnoso in ambito boschivo e sulla filiera legno, da parte dagli Assessori con deleghe alle politiche Forestali delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria e dalle parti economiche che hanno partecipato al tavolo di concertazione.

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A Milano nei giorni del Salone del Mobile un incontro con i vertici dell'AHEC. di Pietro Ferrari

Michael S. Snow, Executive Director di AHEC, con David Venables, direttore dell'organizzazione per l'Europa.

LA PASSIONE PER IL LEGNO

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È un momento particolare per noi l'incontro, sotto i portici dell'Università Statale nella storica Ca' Granda con Michael S. Snow, Executive Director di AHEC, con David Venables, direttore dell'organizzazione per l'Europa e con Rocio Pérez-Iñigo, senior marketing manager dell'ufficio di Londra. Pietro Ferrari - Possiamo parlare un poco su come si è sviluppato il lavoro di American Hardwood Export Council durante gli ultimi anni? Michael Snow - Ci troviamo oggi in Europa ma operiamo in una prospettiva globale: per la nostra associazione, l’export è il principale obiettivo e il sessanta per cento del legno di latifoglie di alta qualità è esportato all’estero dagli Stati Uniti, per questo

è molto importante come agire e quali strategie mettere in campo. Queste strategie variano in funzione del mercati in cui noi operiamo. In mercati come la Cina, in mercati come l’India dove la comprensione delle qualità del legno di latifoglie e del suo utilizzo non è alta, noi portiamo avanti un’intensa attività di formazione tecnica e di documentazione. Per esempio, inviamo degli specialisti a parlare di come essiccare, di come selezionare e classificare il legno e, solo dopo, discutiamo con i designer e gli architetti. In mercati più maturi, in Europa e in Giappone per esempio, mercati in cui l’attività commerciale è già consolidata, parliamo con gli architetti e i designer e il tema è la natura estetica del legno di latifoglie.


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Michael S. Snow, Rocìo Pérez-Iñigo, senior marketing manager dell'ufficio di Londra, e David Venables con Pietro Ferrari, direttore del Legno. Alle loro spalle il lavoro sulla postazione alla Ca' Granda.

Ovviamente le prestazioni tecniche del legno sono importanti ma è ancora più importante dal mio punto di vista l’aspetto di ecosostenibilità del legno. Sappiamo che c’è un grande malinteso nel mondo a proposito dell’utilizzo del legno e perdura l’impressione che le foreste stiano scomparendo e che il legno non dovrebbe essere prelevato. La realtà è che le foreste temperate stanno crescendo di superficie molto rapidamente e dal punto di vista dell’ecosostenibilità non c’è alcuna ragione di preoccuparsi ma è difficile convincere il pubblico, perché cattivi maestri hanno instillato nelle loro menti la insensata convinzione che l’utilizzo del legno è qualcosa di negativo. Pietro Ferrari - Possiamo parlare delle iniziative che l’American Hardwood Export Council sta portando avanti in Europa? David Venables - Abbiamo iniziato da più di ven-

t’anni a dialogare con architetti e designer, iniziare questo percorso è stato il frutto di una sorta di istinto: volevamo creare una domanda e un interesse per aumentare le quote di mercato dell’industria e del commercio. Penso che, in particolare negli ultimi dieci anni, architetti e designer siano stati fondamentali per l’utilizzo a lungo termine del legno di latifoglie americano. L’industria può reagire creando nuove tecnologie e producendo innovazione, talvolta utilizziamo modalità artigianali in un nuovo contesto, talvolta centri di lavoro a controllo numerico e tecnologie avanzate di incollaggio, ma sono gli architetti e i designer coloro che trovano ispirazione dal materiale stesso. Noi possiamo smettere di utilizzare materiali fabbricati dall’uomo, noi possiamo curvare e vaporizzare il legno per ottenere processi di lavorazione altamente sofisticati e oggi pensiamo di aver avuto ra-

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gione da vendere quando vent’anni fa abbiamo cominciato a tenere conferenze a un pugno di architetti, adesso questi architetti sono centinaia. Il resto dell’industria del legno in Europa ha visto iniziative similari, abbiamo alleati e amici come Promolegno in Italia, attivissima nel dare informazioni ad architetti ed ingegneri: è emozionante essere parte di questo flusso di iniziative, ci sentiamo privilegiati di avere nel legno il nostro core business e il generoso finanziamento delle nostre iniziative da parte dell’headquarter di Washington ci permette di esistere e di impegnarci a favore del legno di latifoglie americane in Europa. Consideriamo anche la libertà che ci è stata concessa nella scelta dei mezzi da utilizzare. Se guardiamo al futuro si pone il problema del posizionamento sempre più centrale della nostra materia prima, noi dobbiamo guardare avanti e chiederci a quali industrie dobbiamo rivolgerci e come dovrà essere situata sul mercato questa materia prima tra cinque o dieci anni: oggi parliamo di fattori innovativi connessi al legno, guardiamo al grande mercato delle costruzioni in legno che è cresciuto in maniera significativa senza coinvolgere il legno di latifoglie che è stato visto come un materiale costoso da utilizzare nei dettagli decorativi. Se ci sono delle qualità prestazionali che lo rendono idoneo all’uso nelle costruzioni: occorrerà che importanti architetti inizino ad apprezzare il legno di latifoglie per costruire non solo mobili d’arredamento, ma in una scala più grande, anche edifici. Un altro tema su cui vogliamo puntare i riflettori è quello delle prestazioni in termini di ecosostenibilità del nostro materiale. Bisogna essere responsabili: come avviene la crescita delle nostre foreste? come vengono prelevati i nostri alberi? è sostenibile trasportare il legno americano in giro per il mondo o è dannosa all’ambiente? Stiamo cominciando a rispondere a queste domande. L’installazione che abbiamo portato a Milano, per esempio, è un’evoluzione della struttura presentata lo scorso mese di maggio per la prima volta a Londra, in occasione della Clerkenwell Design Week: nel

contesto della Design Week milanese, l’abbiamo reinterpretata ed estesa in termini di significato e di espressione. Pietro Ferrari - Ho visto che American Hardwood Export Council è spesso tra protagonisti di questa manifestazione, qual è il suo significato per voi? David Venables - La consideriamo una buona piattaforma per il design internazionale che rappresenta un’opportunità per tutta una serie di focus che non sono solo dedicati al design strettamente inteso e che attraggono costantemente l’attenzione dei media. Ogni iniziativa a cui partecipiamo, che sia la Milano Design Week o il London Design Festival, ma anche i progetti creativi che stiamo mettendo a punto al momento in Spagna, coinvolgendo famosi scrittori o lavorando con famosi architetti, sono por-


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Suggestive immagini notturne dell'installazione (foto Sonia Maritan).

tatori di messaggi profondi. Non facciamo nulla per il solo risultato pubblicitario: nel 2014 abbiamo presentato qui a Milano nell’area dell’Università una struttura crosslam, con l’obiettivo di dare a Milano così come a Londra il segnale di una discussione importante sul tema delle costruzioni in legno. Quest’anno il tema è quello della CO2 che viene neutralizzato ogni secondo dalla foresta, perché la foresta lavora in una scala così immensa che sono sufficienti solo pochi secondi per produrre strutture che inglobano CO2. In questa edizione del Salone in particolare, l’utilizzo del legno è straordinariamente diffuso, in particolare la quercia, alternata con altre varietà legnose, è tra i protagonisti. La red oak americana rappresenta circa il 28 per cento del legno che cresce nelle foreste del Nordamerica. Abbiamo una responsabilità nei confronti di queste risorse. Se viene utilizzata una sola varietà, la sostenibilità si riduce drammaticamente. Ma quante altre specie ci sono? c’è un gran numero di specie disponibili che non vengono utilizzate, perché concentrarsi su singole specie? Che significa anche limitare le possibilità espressive: credo che sia un preciso dovere nei confronti degli utilizzatori fornire loro una scelta più ampia. Un’altra cosa meravigliosa è che dobbiamo sperimentare e dare spazio a persone eccezionali che non sono necessariamente famosi architetti: qui per esempio abbiamo due giovani incredibilmente ricchi di talento che hanno mescolato le loro differenti capacità e competenze per creare qualcosa di realmente brillante. Pietro Ferrari - Parliamo di qualità: dal Nord America arriva un flusso costante di prodotto, ma cosa viene posto in atto per migliorare costantemente la qualità di questo materiale? Michael Snow - Uno dei grandi vantaggi del legno di latifoglia proveniente dagli Stati Uniti è che noi disponiamo di un sistema di classificazione che non è basato solo sull’aspetto esteriore: è un sistema di classificazione calcolato matematicamente, questo permette ai produttori di sapere, prima ancora che

il container arrivi nella loro fabbrica, che livello di materiale è in arrivo. Ma parte della nostra missione è anche educare i nostri clienti a comprare materiale del livello qualitativo che effettivamente gli necessita, perché talvolta c’è l’errata convinzione che il livello più alto sia anche il più prestazionale, questo non è necessariamente vero, dipende dall’utilizzo che si intende fare del legname acquistato. Per esempio voi potete avere tavole lunghe con pochissimi difetti ma se voi, per le vostre necessità produttive, queste lunghe tavole le tagliate a piccoli pezzi non c’è ragione per acquistare tavole al top della qualità. Il focus della formazione del cliente significa fare sì che chi compra sappia che cosa compra e perché lo compra e che non c’è necessariamente correlazione

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tra quello che noi definiamo qualità e il livello di classificazione più alto: la qualità dipende dalla conformità all’uso a cui il legno è destinato. Un altro equivoco nella percezione dei produttori americani è quello di pensare che la nostra associazione sia composta da grandi aziende, questo può essere più vero nel settore delle resinose. L’industria delle latifoglie è costituita da piccole e piccolissime aziende: circa i tre quarti delle aziende associate sono di proprietà familiare e lo sono da molte generazioni. Queste aziende hanno una capacità molto ridotta di andare in Italia o in Cina o in India ed educare questi grandi mercati, associandosi possono parlare con una voce più alta di quella delle singole aziende. Pietro Ferrari - Si dice in Europa che il Vecchio Continente non sia più così importante per gli Stati Uniti e che l’autostrada del Pacifico sia preferita, è così? Mike Snow - Se voi seguite la logica dei numeri è facile concludere che l’Asia è più importante dell’Europa, ma penso che bisogna guardare dietro i numeri: tutto ciò che viene prodotto in Asia ha un design europeo, inoltre il mercato europeo così come gli architetti europei hanno sempre una grande autorevolezza in tutto il mondo in grado di influenzare coloro che creano i trend. Pensiamo che le decisioni non sono sempre prese nella stessa area in cui le navi entrano nei porti. Perciò l’Europa è molto più importante di quello che potrebbero far pensare i numeri in sé. L’Europa è stata per lungo tempo divisa in differenti

mercati, oggi il design invece può venire da Milano o da Londra e la produzione essere realizzata in Germania o in Austria o in Russia, per questo io penso che, proprio come per il design, l’innovazione industriale viene dall’Europa. In Italia è evidente che la produzione industriale è in forte contrazione, ciononostante una fortissima capacità di creare nuovi materiali e soluzioni è tuttora in atto. Non ci sono grandi industrie come in Cina ma non deve essere sottovalutato il peso dei formidabili produttori italiani di mobili di alto livello. Produttori che vendono in Inghilterra, in Germania. Questi produttori anche se creano minori volumi producono mobili di più alto livello che durano più a lungo e la qualità dei loro materiali è impeccabile, per questo il valore di quanto prodotto in Europa è significativo. Consideriamo anche che con i cambiamenti in atto in Cina in dieci anni vedremo una differente composizione del mercato. Ho lavorato nel settore del legno per trent’anni e posso garantire che l’Europa non diventerà mai insignificante in questo campo e giocherà un ruolo internazionale di grande rilievo.



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Krostar

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In una conversazione con Angelo Alimonti le frontiere del commercio della materia prima legno. di Pietro Ferrari

INNOVAZIONE SULLE VIE DEL TRADING DEL LEGNO

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Abbiamo avuto occasione nel numero di gennaio/febbraio di Il Legno di parlare di Krostar, www.krostar.ch l'operatore industriale e commerciale che si muove per percorsi nuovi e originali nel mondo del trade del legno, per approfondire il tema abbiamo incontrato a Milano, presso l'agenzia Encanto, il suo titolare Angelo Alimonti. Pietro Ferrari - Sono rimasto molto incuriosito da Krostar fin da quando mi è arrivato il comunicato dell’agenzia che ho pubblicato, poi mi sono detto che era il caso di approfondire questa realtà, spiegando meglio ai miei lettori questo concetto commerciale. Come è nata la sua attività. Angelo Alimonti - “È nata, come sempre da un’opportunità, io, conoscendo le dinamiche Angelo Alimonti, titolare di Krostar. commerciali del Brasile e vivendoci, ho ricevuto la richiesta di individuare un approvvigionamento di legno per una società di trading che si occupava di biomassa. Nell’arco di qualche mese sono riuscito a mettere insieme quasi 150mila tonnellate di materiale. A seguito di quell’esperienza positiva peraltro, ho cominciato a seguire questo mondo e ho continuato questa attività, abbandonando un settore in cui ero attivo in precedenza, e a contattare dei produttori brasiliani e dei possibili clienti. Ho spedito qualche carico per mio conto, finché nel 2008,

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dopo essermi trasferito qualche tempo prima in Svizzera, ho costituito la società Krostar, cominciando a svolgere attività di trading, comprando e rivendendo a diversi clienti europei, partendo con una certa gradualità, fino ad arrivare, dopo dieci anni di attività circa, a volumi molto significativi che valuto che cresceranno molto rapidamente nei prossimi anni. Oggi la Krostar commercializza circa 700mila tonnellate di chips di legno provenienti dagli Stati Uniti, movimentandole con navi che noleggiamo in time charter. Negli Stati Uniti io collaboro con una società americana che si occupa di reperire il legno e di avviarlo verso i porti. Tutto questo materiale viene venduto in Turchia a produttori di pannelli per conto della società statunitense con cui

collaboro. Allo stesso modo collaboro con alcuni clienti in Ucraina dove è, invece, la Krostar direttamente ad aver sviluppato il business di acquisto di tronchi e allo stesso tempo abbiamo investito in un impianto di cippatura per rifornire il mercato della Turchia, mentre per quanto riguarda l’Europa continuiamo a vendere tronchi. In Ucraina, la Krostar valuta di produrre nel 2016 circa 200mila tonnellate di materiale, l’obiettivo è, però, nel 2017 di arrivare a 300mila se non a 400mila tonnellate. In questo caso utilizziamo navi più piccole da 2 o 3mila tonnellate l’una che attraversano il Mar Nero e addirittura carovane di chiatte che viaggiano lungo il Danubio. Progressivamente le navi saranno sempre meno utilizzate, perché abbiamo messo a punto una logistica ben funzionante: caricheremo presso Odessa e sfrutteremo le grandi possibilità della navigazione fluviale che per primi abbiamo individuato. Ad oggi proponiamo prevalentemente resinoso, prevalentemente pino, mentre in futuro pensiamo di aggiungere latifoglie, anche se il grosso delle forniture rimarrà il pino. Nel marzo-aprile del 2017 saremo in grado di fornire il cippato alla Turchia. Integreremo il flusso proveniente dagli Stati Uniti con il materiale proveniente dall’Ucraina. Più in là nel tempo abbiamo il progetto di espanderci in Russia e la Krostar sta trattando, con questo obiettivo, con gli enti competenti. L’obiettivo è quello di rifornire, due centrali elettriche a biomasse in Giappone costruite da un gruppo francese. La Krostar è stata scelta come uno dei partner a fronte di quantitativi veramente importanti. Per fornire queste centrali, la base di approvvigionamento ovviamente non può essere l’Ucraina

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ma dovrebbe essere la Russia, più precisamente la Siberia”. Pietro Ferrari - Trattate legname certificato? Angelo Alimonti - “I clienti vogliono assolutamente materiale certificato: quello proveniente dagli Stati Uniti è certificato FSC, il legname proveniente dall’Ucraina è in parte certificato e in altra parte in via di certificazione, anche se in realtà questo Paese è organizzato molto bene dal punto di vista del prelievo forestale: esistono dipartimenti forestali in ogni regione e il taglio è gestito in maniera razionale. Abbiamo avviato, come Krostar, un processo di certificazione FSC”. Pietro Ferrari - Questo schema commerciale che utilizza opportunamente anche le vie d’acqua giustamente tenute in efficienza si dipana in aree commerciali che le cronache descrivono come critiche quali Ucraina o Turchia, è così difficile fare business in questi Paesi e nei Paesi limitrofi? Angelo Alimonti - “Sarà un caso, ma io ho sempre fatto business in zone cosiddette critiche: per anni ho lavorato in Venezuela, riattivando l’esportazione del legno da quel Paese, partendo da un impianto di

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cippatura: siamo arrivati a fare 400mila tonnellate all’anno: la crisi venezuelana ha bloccato l’economia, l’Orinoco non era più dragato e quindi il pescaggio era dimezzato, non ho più potuto continuare. In Turchia abbiamo grandi produttori di mdf ma le foreste turche non possono dare neanche la metà dei sette milioni di metri cubi consumati dall’industria del pannello di questo Paese. Il mercato naturale di sbocco dei grandi carichi di cippato è la Turchia, non c’è un altro Paese nel Mediterraneo in grado di assorbire quantitativi così alti di cippato. In Ucraina siamo riusciti a sfruttare una cultura forestale di alto livello con operatori molto seri, noi abbiamo conoscenze e rapporti consolidati: la Krostar in prospettiva si concentrerà sempre più sulla Ucraina e sulla Russia”. Pietro Ferrari - Le sue avventure sono sempre molto razionali… Angelo Alimonti - “Stiamo parlando di qualcosa che non è aprire una tabaccheria, ogni giorno arrivano treni interi nel mio deposito di Odessa, quindi bisogna lavorare con grande serietà e prudenza, senza trascurare di circondarmi di colleghi e collaboratori seri e affidabili”.



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Aziende e Prodotto Fal di Brugnara e Chisté

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Fal di Brugnara e Chisté s.r.l., dalla vendita del legname al centro taglio tetti e pannelli Xlam. I nuovi uffici.

di Pietro Ferrari

LA CULTURA DEL LEGNO

AZIENDE E PRODOTTO

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Oltre 350 progetti l’anno, clienti seguiti e soddisfatti, presenza sul mercato dal 1962, fanno di FAL il partner ideale di studi tecnici, imprese di costruzioni, carpentieri e di quanti cerchino un valido e certificato punto vendita di legname a Trento. Precisione, qualità nei tagli e nel legname offerto, capacità di essere vicino al cliente con servizi di progettazione e consulenza direttamente sul campo, sono da sempre punto di forza e segno distintivo del modo di lavorare che la ditta FAL di Trento offre a tutta la sua clientela. Più di cinquant’anni sono passati da quando Ezio Brugnara e Guglielmo Chistè hanno dato vita a questa impresa diventando negli anni leader del settore e punto di riferimento nella fornitura di legname per l’edilizia. UN PERCORSO LINEARE La Fal è una società costituita il 16 aprile del 1962,

avente per oggetto la produzione di avvolgibili in legno e la commercializzazione di legname proveniente prevalentemente dall’Austria. Nell’ottobre del 1979 si è trasformata in S.n.c. includendo nell’attività sociale la costruzione di case prefabbricate in legno. Dal novembre del 1988 la Fal è una Srl. Nel corso degli anni, abbandonata la produzione di avvolgibili e di case prefabbricate, la società ha sviluppato la trasformazione di tavole prismate in perlinato per pavimenti e rivestimenti, la lavorazione di travature per tetti, la piallatura di tavolame per l’edilizia ed il trattamento di legname lavorato. Fra le attività sopra elencate, quella che ha assunto maggior rilevanza negli anni novanta, è la lavorazione di travature per tetti. Nel settembre del ‘96 la società ha incorporato per fusione la “Segheria Brugnara & Chisté Srl”. Tale operazione, considerata la complementarità dell’attività esercitata dalle due


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Nuovo capannone per la movimentazione con carroponte.

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aziende, ha determinato un migliore utilizzo delle risorse ed una più razionale gestione delle scorte, degli ordini, di prezzi e costi. Nel 1994 inoltre, la società, mediante acquisto di attrezzatura elettronica e di un adeguato programma di investimenti ha messo a disposizione di carpentieri e di imprese edili, annoverati tra la propria clientela, un servizio di indubbia efficacia consistente nella progettazione e nel disegno delle coperture. Dopo aver acquisito una notevole esperienza in tale attività di servizio, a cavallo fra il 1998 e il 1999 la società si è dotata di un impianto computerizzato di taglio delle travature per tetti e di altre carpenterie in legno, facendolo governare, mediante appositi sistemi di collegamento, all’attrezzatura preposta alla progettazione ed al disegno tecnico. Contemporaneamente è stato dato un forte impulso all’utilizzo di travi lamellari in sostituzione delle tradizionali travi massicce a spigolo vivo. Dopo un triennio di attività mirato al miglioramento delle prestazioni e della qualità del prodotto nonché all’allargamento

della platea dei clienti, la società ha installato un secondo impianto computerizzato di taglio di generazione più avanzata. Tale operazione ha consentito di incrementare la capacità produttiva e nel contempo di migliorarne le caratteristiche, potendo usufruire di notevoli tecniche innovative introdotte dal costruttore della macchina. Anche il software utilizzato, in continua evoluzione, è sempre stato aggiornato al fine di poter offrire le soluzioni più raffinate in materia di coperture in legno. UN MODERNO CENTRO TAGLIO A partire dal 2007 la Società, riconoscendo l’importanza strategica della costruzione di case in legno, ha iniziato a commercializzare pannelloni multistrato (meglio conosciuti come Xlam) per realizzare pareti di case in legno, eseguendo su di essi, quando richiesto, interventi per adattamento dimensionale. I pannelli vengono a tal proposito predisposti per l’assemblaggio della casa. Tutto è organizzato per fornire un prodotto facile da montare e di qualità. La

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AZIENDE E PRODOTTO


Aziende e Prodotto Fal di Brugnara e Chisté

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AZIENDE E PRODOTTO

Carroponte per la movimentazione di pareti Xlam.

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lavorazione avviene con una sega circolare funzionante a controllo numerico e con altre attrezzature specialistiche a disposizione. Nel 2008, motivati dalla ricerca di una sostenibilità ambientale, è stato messo in esercizio un impianto per la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Il successivo suo raddoppio ha permesso all’azienda di coprire il fabbisogno per circa il 70% dell’energia elettrica consumata nello svolgimento della propria attività. Si sono inoltre progressivamente sostituiti i mezzi di movimentazione del legname a gasolio con quelli elettrici migliorando conseguentemente anche la qualità degli ambienti di lavoro. Negli anni attuali della congiuntura l’azienda ha dovuto adeguarsi alle mutazioni del mercato. Il settore del commercio puro si è progressivamente ridotto, lasciando sempre più spazio all’ambito industriale. Il centro taglio e lo studio tecnico sono stati rinforzati e ad oggi si può dire che sono il fulcro su cui poggia la produzione aziendale. L’ufficio tecnico ha matuPannello Xlam pronto per il taglio.


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Stand aziendale alla Fiera Domo 2016.

rato una grande esperienza avendo seguito la realizzazione di un ampio numero di opere (oltre 6000 per una media annuale di circa 300 realizzazioni). Questo ha permesso di sviluppare un servizio di consulenza a disposizione dei partner sia per la fase di progettazione che per quella di montaggio. Affidabilità, competenza e rapidità sono diventate le caratteristiche aziendali, unite ad una vastissima scelta di materiali immediatamente disponibili per la lavorazione o per il commercio all’ingrosso. Anche gli amanti dell’hobbistica possono trovare numerose soluzioni ai loro desideri grazie all’ampio magazzino di travi, listelli, lamellari, perlinati, pareti casa e ogni sorta di materiale da costruzione in legno. Gli stabilimenti dell’azienda sono in

fase avanzata di ristrutturazione, è già stato realizzato un nuovo capannone coperto dotato di carroponte per la movimentazione delle pareti Xlam. Sempre nel medesimo capannone sarà installato (estate 2016) un nuovo macchinario ad alto contenuto tecnologico per il taglio combinato di lamellari e pareti Xlam. Saranno possibili complesse tipologie di taglio e numerose lavorazioni diversificate. Sul sito aziendale potrete trovare tutte le informazioni utili per prendere contatto o, se siete già clienti, conoscere le nuove proposte. Vi invitiamo anche a seguirci attraverso la nostra pagina Facebook sempre aggiornata con le nostre iniziative, offerte e nuove proposte. Inoltre sono presenti numerose foto dello stand espositivo della nostra ditta in occasione della fiera Domo di Trento nel marzo 2016. Dal 18 al 20 di Novembre 2016 sarà possibile toccare con mano quanto detto fin qui presso la fiera “IOCASA” di Riva del Garda (TN).

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Aziende e Prodotto

La TiEsse

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di Pietro Ferrari

Una panoramica dello stabilimento La TiEsse a Cimadolmo.

La TiEsse: vincente in un mercato difficile.

QUELLI DEL PELLET ITALIANO

AZIENDE E PRODOTTO

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Il mercato del pellet da sempre vive la contraddizione tra gli alti consumi interni di combustibile a biomassa e la bassa produzione nazionale. Questo ha portato a una concorrenza straniera sempre più presente sul nostro mercato: fa eccezione La TiEsse, una solida realtà trevigiana che ha puntato fin dall'inizio della propria attività su qualità e innovazione. Il titolare Domenico Dal Tio,valutando i positivi risultati della sua attività ci racconta una storia di successo, i cui fattori vincenti partono dalla scelta di proporre un prodotto certificato. "La TiEsse, un produttore di primo piano in Italia nella produzione di pellet e tronchetti di legno, è stata la prima in Italia ad avviare una produzione di pellet, per rispondere prontamente alla crescente domanda di un prodotto ecologico per il riscaldamento domestico. La TiEsse è, oggi, una realtà affermata nel mercato nazionale ed è conosciuta come partner affidabile, in grado di rispondere con sollecitudine alle esigenze di approvvigionamento, garantendo forniture di pellet di elevata qualità, prodotti nella propria unità produttiva di Cimadolmo, in provincia di Treviso." L'azienda è stata fondata nel 1969 a Cimadolmo e ha iniziato la propria attività nel campo dei biocombustibili solidi nel 1978 con la prima produzione in Italia di tronchetti di legna pressata. In risposta all’evoluzione del mercato e al crescente bisogno di un prodotto ecologico per il riscaldamento domestico,

l’azienda ha avviato la prima produzione di pellet in Italia nel 1994. Grazie a un costante impegno di investimenti e a importanti sforzi dal punto di vista tecnico-economico portati avanti negli anni, TiEsse è leader in Italia nel settore delle aziende produttrici di pellet. Rilevanti e costanti investimenti hanno permesso di accrescere nel tempo le capacità tecnologiche e produttive aziendali; l’attenzione costante al miglioramento della struttura produttiva, servita da un personale formato tecnicamente e motivato professionalmente, consente di assicurare un prodotto di qualità superiore. Ci spiega Domenico Dal Tio: "Il nostro processo produttivo ha ottenuto la certificazione ambientale ISO 14001. I nostri prodotti sono certificati ENPLUS A1e A2, con codice IT008. Siamo, infine, come distributori certificati A1A2 IT340. Tutto questo rappresenta un argomento convincente per chi cerca del pellet che si distingua dal mare magnum di prodotti, non sempre di qualità, che spesso affollano questo mercato. Oggi i nostri clienti e i consumatori finali, sono preparati e ci riconoscono quella qualità che da sempre caratterizza la nostra produzione: il mercato del pellet esiste da una quindicina di anni e, se nei primi tempi si faceva davvero fatica a far comprendere e spiegare le ragioni di un prezzo più alto, oggi la


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II silos di stoccaggio.

La materia prima in deposito.

maggior parte della clientela richiede marchi di certificazione e tende a escludere dalla propria scelta chi non ne è coperto". La TiEssesi interfaccia con diversi interlocutori: dal piccolo negozio di paese alla grande superficie della GDO. L’importante è che l’ordine ricevuto rispetti un minimo stabilito. L'azienda dispone di un magazzino di 20mila metri quadrati con una capacità di stoccaggio di 25mila tonnellate di merce e lavora su tutto il territorio nazionale attraverso una rete di agenti.

Controllo di qualità costante.

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La TiEsse

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Una logistica impeccabile.

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"Un altro nostro punta di forza - conclude Dal Tio - è la puntualità e la capillarità del servizio di consegna. Questa non viene a mancare neanche nei momenti di picco di domanda. La capacità di rispondere prontamente alle esigenze di approvvigionamento del mercato si traduce nell'evasione tempestiva degli ordini in pochissimi giorni lavorativi, anche nei periodi di maggior richiesta come quelli delle festività natalizie. Questi risultati sono possibili grazie alla posizione strategica dell’azienda, nel cuore del nord-est. Que-

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sto posizionamento permette di assicurare tempistiche contenute rispetto a quelle richieste dai produttori stranieri, che a causa della lontananza delle unità produttive impiegano maggior tempo nella consegna della merce". Nel suo cammino pluridecennale nel settore del riscaldamento a biomassa, la Tiesse è riuscita a costruire una nomea di affidabilità che gli ha permesso di affrontare le più avverse condizioni di mercato e di continuare a operare positivamente in questo difficile settore.


HOLZMATIC ENGINEERING s.r.l.

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Appunti

di Franco Riccardi

La pubblicazione di EdilegnoArredo dedicata alle porte interne Tra le finalità del Gruppo Porte di EdilegnoArredo al primo posto si colloca l’impegno a sviluppare un linguaggio comune sul mercato, attraverso la corretta applicazione delle normative e il rispetto di principi tecnici relativi al prodotto e alla regola dell’arte della posa in opera. Un’intensa attività culturale e di formazione che ha portato alla realizzazione della pubblicazione “Porte interne: linee guida all’installazione”, scritta con lo scopo di rappresentare un punto di riferimento aggiornato e completo per tutti i professionisti del settore: installatori, imprese, progettisti, tecnici e prescrittori. l manuale contiene in una unica pubblicazione i testi in italiano ed in inglese, al fine di agevolare l’utilizzo anche sui mercati esteri. “Il manuale offre un’ampia panoramica di argomenti in relazione al quadro normativo generale – spiega Andrea Bazzichetto, Consigliere Incaricato del Gruppo Porte (nella foto) – analizzando nel dettaglio le caratteristiche tecniche dei componenti, le modalità di posa, le attrezzature impiegate e loro corretto utilizzo, materiali complementari. Inoltre il manuale contiene i metodi e i criteri per la “valutazione della qualità visiva delle porte interne pedonali” cui fare riferimento nei rapporti commerciali e contrattuali per agevolare la definizione corretta del prodotto fin dalla formulazione degli ordinativi. Abbiamo voluto dotare i professionisti del settore di uno strumento di cui si sentiva la mancanza e che, grazie al lavoro dell’ufficio tecnico di EdilegnoArredo, consentirà di far fare al settore un ulteriore salto di qualità, consolidando la posizione di leadership delle aziende associate”. Il volume “Porte interne: linee guida all’installazione” – arricchito da immagini, grafici, tabelle, schede, affinché la consultazione risulti agile e di immediata comprensione – è frutto di un accurato lavoro di gruppo, a cui hanno partecipato competenze, professionalità ed esperienze in rappresentanza del mondo produttivo e della specifica conoscenza tecnica settoriale. Copia del volume può essere richiesta inviando una mail a edilegnoarredo@federlegnoarredo.it oppure compilando l'apposita scheda.

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Appunti Fiemme 3000 in Cina “Ricordo ancora quando, circa dieci anni fa, più persone cercavano di convincermi dei vantaggi di esternalizzare la produzione in Cina. Rifiutai in maniera categorica.E dissi ai miei collaboratori: quando saremo pronti andremo in Cina per esportare i nostri prodotti “made in Trentino”, non per trasferirvi la nostra filiera produttiva. Con grande soddisfazione possiamo dire che quel giorno è arrivato”. Così Marco Felicetti, titolare e amministratore delegato di Fiemme 3000 in trasferta a Shanghai, ha commentato l’apertura del primo monomarca estero, lo scorso 24 marzo. Uno spazio di 100 m2, progettato dai designer Yinghua Bao e Liu Hao, nello Huangpu District, in Jumen Road nel complesso The Bridge 8 Phase 3, ex area industriale dove si è sviluppata una comunità internazionale di designer, artisti e creativi. “Un grande traguardo per la nostra azienda, ma anche un punto di partenza importante – ha aggiunto l’export manager, Luca De Marco. Abbiamo infatti in programma altre quattro aperture nei prossimi due anni. Prima tappa sarà New York, dove siamo in fase di pro-

duzione degli allestimenti, ma ci stiamo già muovendo anche verso altri mercati”. Lo showroom appartiene alla Padovaer Woodware Co. Ltd., azienda nata dalla volontà del titolare Mr. Shao d’importare un solo marchio di pavimenti e rivestimenti in legno di alta gamma e BIOcompatibili, esattamente come quelli di Fiemme 3000. L’intento è quello di rivolgersi a un mercato di alta fascia, che in Cina si sta rapidamente sviluppando in parallelo con la crescente sensibilità verso le tematiche green, la riduzione dell'inquinamento e la ricerca di un benessere sempre più naturale. “Credo che i pavimenti siano le vere “fondamenta” di una casa; in Cina c’è grandissima attenzione da parte del pubblico – ha spiegato Mr. Shao –. Io amo l’Italia, il suo paesaggio e la sua cultura, ma quello che più conta per me è che proprio in Italia si producono i migliori pavimenti in legno al mondo. Sono orgoglioso di aver trovato Fiemme 3000 perché crediamo negli stessi valori, nell’importanza della salubrità abitativa e ambientale”. Oggi Fiemme 3000 è presente con distributori in Svizzera, New York, Londra e in Russia.



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Appunti

Salone del Mobile.Milano: record assoluto di presenze Registrando un totale inedito di 372.151 presenze, con un incremento del 4% rispetto all'edizione 2014 – anno in cui si sono svolte le biennali dedicate alla Cucina e al Bagno –si è conclusa la 55a edizione del Salone del Mobile.Milano.Nelle due giornate di apertura al pubblico, sabato e domenica, gli ingressi sono stati 41.372. “Questa edizione con la presenza del 67% di operatori esteri – la maggior parte di alto profilo e con forte potere di acquisto, secondo i commenti degli espositori, ha confermato, ancora una volta, la forte vocazione internazionale e l’importanza dell’export come elemento ormai imprescindibile del settore – afferma Roberto Snaidero, Presidente del Salone del Mobile.MIlano.” Un Salone sempre più internazionale dunque, con presenze qualificate da tutto il mondo, attratte dall'eccellenza creativa e produttiva della nostra filiera, riconoscendo il valore della produzione made-in-Italy e dell’arredo di qualità. Un significativo riconoscimento alla rilevanza della manifestazione – che si è trasformata nel tempo da fiera a “momento must” come ha evidenziato il claim della campagna pubblicitaria – e all’importanza del settore è giunto dalla presenza di numerose figure istituzionali rappresentanti di tutti gli schieramenti politici, tra tutte il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha visitato la manifestazione presenziando alla cerimonia di premiazione del 7°

SaloneSatellite Design Award mercoledì 13 aprile. Anche la 19a edizione del SaloneSatellite dedicata al tema “Nuovi materiali - New Design” ha visto grande affluenza di pubblico per scoprire i 650 i giovani under 35. Interesse anche per gli eventi organizzati in Fiera e in città: “Before Design: Classic”, reinterpretazione dell’arredo classico in chiave contemporanea con la direzione artistica di Ciarmoli Queda Studio e un video del regista Matteo Garrone. Dedicato invece alle finiture per l’architettura l’evento “space&interiors”, a cura di Migliore+Servetto Architects al The Mall, Porta Nuova. Infine, ancora in corso fino al 12 settembre alla Triennale di Milano, nell’ambito della XXI Triennale International Exhibition “STANZE. Nuove filosofie dell’abitare”, a cura di Beppe Finessi: lo stato dell’arte dell’architettura degli interni.


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Tecnologie

Incomac

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Il Concentratore Parabolico Solare è un risultato della ricerca Incomac. di Beatrice Guidi

IL SOLE E IL LEGNO

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Il principio di funzionamento del Concentratore Parabolico Solare, recentemente proposto da Incomac, si basa sul sistema di riflessione dei raggi solari su di un insieme di specchi di Alluminio anodizzato (detti Eliostati) e la focalizzazione su di un punto detto “Captatore” o “Caldaia”, dove si possono raggiungere temperature di 800/1000°C. La Caldaia è una serpentina di rame ed ha la funzione di captare le radiazioni solari e di trasformarle in energia termica. Nella caldaia scorre un flusso d’acqua: regolandone la velocità, può essere riscaldata alla temperatura desiderata. Il circuito dell’acqua riscaldata dall’energia solare può essere allacciato parallelamente al sistema di riscaldamento dell’essiccatoio, ad integrazione o in sostituzione dell’energia termica prodotta elettricamente


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Immagini del Concentratore Parabolico Solare, frutto della ricerca Incomac.

o da una caldaia. Il Concentratore è dotato di un sistema elettronico di inseguimento che segue costantemente il sole dall’alba al tramonto, catturando ad ogni ora del giorno la massima luminosità. L’elettronica rileva ininterrottamente il movimento del sole, la temperatura dell’acqua, la copertura nuvolosa, la velocità del vento e, in caso di situazioni critiche, induce azioni correttive. Infine, misura e registra i dati di produzione termica. DINAMISMO E RICERCA La Società è stata fondata nel 1975 da un gruppo di tecnici con lunga esperienza nell'essiccazione del legno, e raggiunge quindi, con l’anno 2016, il tra-

guardo dei 41 anni d’attività. La realtà di oltre 10mila essiccatoi installati in più di cinquanta Paesi, è la migliore conferma del successo e della fiducia che gli operatori del settore, in tutto il mondo, hanno avuto ed hanno, nell’Incomac. Tale successo è il risultato della continua innovazione tecnologica e di una meditata programmazione e costruzione delle macchine, sempre accurata e meticolosa anche nei minimi particolari. Alla luce di queste considerazioni, il concetto di qualità globale è attuato con costante ricerca di materiali affidabili, di sistemi elettronici di conduzione e controllo precisi e semplici nell'uso, di programmi di essiccazione personalizzati, di collaudi severissimi, sia in fabbrica sia in opera.

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Incomac

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TECNOLOGIE

IL PROGRAMMA DI PRODUZIONE È IL SEGUENTE Modello MAC: essiccatoi a condensazione con il sistema della pompa di calore; Modello ICD: essiccatoi tradizionali o convenzionali, alimentati con acqua calda, acqua surriscaldata, vapore o olio diatermico; Modello TAG: essiccatoi a riscaldamento diretto (metano, gasolio, G.P.L.); Modello IDV: essiccatoi a Dissipazione Viscosa. Nuovi essiccatoi con sola ventilazione; Mod. VAP: celle di vaporizzazione con sistema diretto o indiretto; Modello Kaf: impianti speciali di disidratazione (frutta, vegetali o altro).

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ECCO UNA BREVE DESCRIZIONE DEI VARI SISTEMI SOPRA ELENCATI Modello MAC: essiccatoi a condensazione con il sistema della pompa di calore . Il principio di funzionamento di un essiccatoio a condensazione è analogo a quello di un sistema di condizionamento dell'aria, o del frigorifero di casa, con un'importante differenza. Il condizionatore d'aria trasforma l'energia elettrica in freddo e caldo, utilizzando però solo il freddo; quindi il calore prodotto viene disperso nell'ambiente. Nel caso invece di un impianto a condensazione con pompa di calore, viene recuperato anche il calore prodotto. È per questo che 1 kW di energia consumata produce fino a 4000 Kcal/h, contro le 860 Kcal/h prodotte normalmente dal consumo di 1 kW con resistenze elettriche. Si ha quindi immediatamente idea di quanto elevato sia il rendimento della pompa di calore e conseguentemente il risparmio energetico. Negli impianti di essiccazione Incomac la pompa di


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calore viene sfruttata quindi in modo completo: il freddo prodotto viene utilizzato per condensare ed espellere l'umiditĂ evaporata dal legno. Il calore prodotto viene invece utilizzato per riscaldare il legno stesso e quindi accelerare l'evaporazione dell'acqua contenuta in esso.

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Tecnologie

Secal

www.secalsrl.com

Secal: impianti d’essiccazione in tutto il mondo. di Pietro Ferrari

ILMARCHIO SECAL SIMBOLO DI QUALITÀ

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In un mercato sempre più difficile, la Secal è rimasta fedele al proprio principio di ricerca della qualità globale, continuando a proporre un prodotto di alta qualità ad un prezzo concorrenziale. Le migliaia di impianti, installati in ogni parte del mondo, sono il risultato di un successo che non ha lasciato spazio a compromessi sulla qualità. L’esperienza maturata è garanzia dell’alto livello qualitativo degli impianti Secal, identificati da alcuni tratti distintivi che li rappresenta sul mercato, come la robusta struttura, l’esclusivo sistema di isolamento e soprattutto il sistema elettronico di controllo. Grazie all’esperienza acquisita insieme a clienti che trattano le più diverse essenze e in condizioni climatiche molto diverse, Secal ha sviluppato soluzioni per ogni singolo problema di essiccazione. L’elettronica di controllo Secal è un sistema configu-

rabile ed espandibile, in funzione delle necessità del singolo utente ed è caratterizzato dalla facilita d’uso e da un livello di affidabilità elevatissimo.


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Inoltre, alcune esclusive opzioni sono particolarmente apprezzate dagli operatori. Nel post vendita sono sempre disponibili i servizi di telecontrollo e teleassistenza, pezzi di ricambio e consulenza. La cultura della qualità in Secal è uno stile di lavoro, un modo di intendere ogni fase dei processi sia di progettazione, che di produzione e vendita. Il nostro staff, professionale e amichevole, sarà lieto di trovare le soluzioni giuste per voi! PROGRAMMA DI PRODUZIONE • Impianti d’essiccazione per legno di tipo convenzionale, funzionanti ad acqua calda, surriscaldata, vapore ed olio diatermico, con capacità fino a 300 m3/ciclo. • Impianti d’essiccazione funzionanti con bruciatore diretto a gas metano o GPL. • Impianti d’essiccazione tipo tunnel, per essiccazioni rapide. • Impianti di vaporizzazione con sistema diretto, indiretto e misto. • Impianti per il trattamento termico (sterilizzazione) degli imballaggi in legno e pallet conformi alla normativa IPPC/FAO ISPM-15.

• Pre-essiccatoi. • Impianti di essiccazione per materiali igroscopici diversi dal legno. • Impianti “chiavi in mano” completi di caldaie per la combustione degli scarti della lavorazione del legno.


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Tecnologie di Monica Zani

Baumann

www.baumann-online.it

La Baumann è un’azienda dinamica e vigorosa, con una forte vocazione internazionale è presente in tutte le fiere più importanti in Europa in differenti settori di utilizzo: la incontreremo, infatti, anche in concomitanza al Xylexpo in programma dal 24 al 28 maggio 2016 presso la fiera di Milano.

UN DINAMISMO CHE PARTE DAL PRODOTTO

TECNOLOGIE

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Fondata nel 1967, la ditta Baumann nasce come azienda produttrice di carrelli elevatori laterali. La Baumann è conosciuta a livello internazionale per l’esperienza e la competenza nello sviluppare soluzioni innovative, rivolte soprattutto alla sicurezza e alla produttività aziendale nella movimentazione di materiali lunghi e ingombranti come travi, tubi e profili in genere. L’azienda offre, infatti, un’ampia gamma di carrelli elevatori laterali con portate che vanno dalle 3 fino alle 50 tonnellate per la movimentazione di diverse tipologie di beni e prodotti. Le macchine Baumann vengono utilizzate sopratutto nel settore del legno, dell’acciaio e della plastica, contribuendo così a implementare la produttività delle aziende che le utilizzano, ed è proprio il settore del legno quello, dove vengono maggiormente utilizzati questi carrelli. Proprio in questi ultimi anni la Baumann si è concentrata sempre di più nello sviluppo di macchine a trazione elettrica sviluppando peraltro la nuova versione EGX 50 - 80 con il nuovo sistema a 120V dotata del nuovo e rivoluzionario sistema di uscita del montante “VRS” con viti a ricircolo di sfere per

l’uscita del montante di sollevamento studiato e brevettato da Baumann. I riconoscimenti provenienti dal mercato sono stati molteplici sia in termini di durata nonché nelle prestazioni con eccellenti cicli di lavoro delle batterie nonché nella maneggevolezza e sicurezza di utilizzo della macchina. Questa tecnologia a 120 V è ora proposta sulla nuova gamma ELX 30 – 40 - 50 Q.li di portata presentata all’ultima edizione del Logimat di Stoccarda, vetrina fieristica dedicata alla logistica di sempre maggior successo e respiro internazionale. La versione ELX è caratterizzata da dimensioni ed ingombri estremamente compatti ed inferiori alla precedente versione EHX con una sorprendente stabilità alle grandi altezze combinata ad una praticità e maneggevolezza di guida di notevole confort; tutto questo unito da una inaspettata durata di utilizzo di carica della batteria combinata ed eccezionali prestazioni in termini di velocità. La nuova versione ELX è già presente sul mercato ed è a disposizione per essere provata presso la sede di Cavaion Veronese insieme al ns. team tecnico.


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Una caratteristica fondamentale di tutti i carrelli Baumann è la flessibilità ottimale nella movimentazione del legno in spazi ristretti, cosa che si rende possibile sfruttando il vantaggio di una piattaforma di carico estremamente bassa, ad ingombri di massima fortemente ridotti, nonché a un raggio di sterzata veramente limitato. Con oltre 13.000 mila carrelli che lavorano in tutto il mondo e nei più svariati settori di utilizzo, il marchio Baumann è sinonimo di affidabilità e di lunga durata, che si traducono in una reale efficienza produttiva per tutte le aziende che utilizzano i carrelli Baumann.


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Tecnologie

Termolegno

www.termolegno.com

Soluzioni chiavi in mano da Termolegno. di Pietro Ferrari

TECNOLOGIE

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TERMOLEGNO, LA MIGLIORE SOLUZIONE PER RISULTATI OTTIMALI

Termolegno s.r.l, azienda del Pordenonese, si colloca a livello internazionale come leader nella produzione e installazione di macchine per l'essiccazione, la vaporizzazione e il trattamento termico HT (ISPM-15) del legno, soluzioni chiavi in mano. Grazie all’esperienza acquisita e all’efficienza dei suoi impianti è diventata in oltre vent’anni di attività, sinonimo di qualità ed affidabilità nel tempo. Uno dei tanti punti di forza della Termolegno è quello di raggiungere assieme al cliente la migliore realizzazione in base alle aspettative richieste, questo è possibile attraverso la

continua evoluzione e sviluppo in nuove tecnologie e tecniche di essiccazione che consentano un trattamento del legno nelle sue svariate essenze, dalle europee a quelle esotiche e nelle diverse zone del mondo, garantendo sempre un alto standard qualitativo. Grazie alla funzionalità e alla costante sperimentazione, l’azienda è in grado di condividere le migliori soluzioni a livello di risparmio, qualità’ del legno, tempi di essiccazione e gestione semplificata dell’impianto. Il software di programmazione e controllo del-


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Varie configurazioni di essiccatoi Termolegno.

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l'azienda consente di raggiungere la massima versatilità ed espandibilità, in funzione delle singole esigenze del cliente. Nel post vendita sono sempre disponibili i servizi di assistenza remota tramite PC e teleassistenza, pezzi di ricambio e consulenza. Alta qualità, professionalità e servizio sono gli assi portanti sui quali si basa la filosofia Termolegno. Termolegno offre le seguenti modalità: • Essiccatoio convenzionale • Vaporatoio a sistema diretto/indiretto • Impianto per trattamento HT secondo l’ISPM-15 • Pre-Essiccatoio Il Pre-essiccatoio è un’ottima soluzione per le aziende con elevati quantitativi di legname da trattare. Questo impianto permette un calmo processo di diminuzione dell’umidità del legno fresco di sega fino alla saturazione della fibra del legno, minimizzando i tempi di essiccazione finali, aumentando la flessibilità con i propri clienti e riducendo l’accumulo e i costi del legname stoccato nei piazzali, eliminando i tipici difetti dovuti all’essiccazione all’aria aperta. La struttura può essere composta con diverse zone indipendenti una dall’altra, in modo da poter usufruire della massima flessibilità al suo interno. Il personale tecnico Termolegno incaricato alla commercializzazione degli impianti pone il cliente quale attore principale nella realizzazione della soluzione finale. Raccolti tutti i dati fondamentali, il progetto più adeguato viene quindi elaborato sulla base di uno studio di fattibilità e un attento controllo dei fattori essenziali del progetto stesso. Gli impianti di stoccaggio e Pre-essiccazione sono una valida alternativa all’essiccazione naturale del legno, specie laddove la qualità del legno rischia di essere danneggiata da improvvisi cambiamenti meteorologici.

Diverse caratteristiche tecniche disponibili per gli impianti: • Caricamento a Tunnel per un rapido carico e scarico • Tecnologia mirata per legni Tropicali, Resinosi e duri • Trattamento HT secondo l’ISP-15 per i Pallet da imballaggio e non solo. • Impianti completi di essiccatoi, impianto idraulico (tubazioni, pompe, raccordi, isolamento, vario) caldaia a scarti di legno per la produzione di acqua calda/surriscaldata o vapore e sistema di alimentazione automatico con silos di stoccaggio. • Risparmio energetico attraverso il recupero del-

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TECNOLOGIE


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Termolegno

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l’aria calda satura di umidità durante le fasi di essiccazione. • Sistema di riscaldamento a gas diretto/indiretto.

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IL SISTEMA A GAS La Termolegno, grazie alla sua esperienza nel campo dell’essiccazione, propone un nuovo ed innovativo sistema di riscaldamento per celle di trattamento termico ISPM-15 ed essiccazione. Si tratta di scambiatori di calore a fascio tubiero con scambio diretto dell’aria aspirata e introdotta da un ventilatore con bruciatore a gas, ad alto rendimento e bassa emissione di NOx. Sicuri, modulari e di rapida installazione, i generatori funzionano a metano o GPL. Sistema semplice e immediato, con massima resa, senza le classiche perdite tra le tubazioni dell’impianto idraulico, le pompe e la caldaia. Un importante produttore italiano di Pallet ed imballaggi in legno come Monari Pallets con alle spalle una lunga collaborazione con Termolegno, ha installato questi sistemi di riscaldamento a gas con potenza termica di 1200kW per ogni singolo impianto di trattamento termico. Con questa nuova soluzione porta a termine un singolo trattamento di circa 3000 pallet in sole tre ore, con bassi consumi di gas ed elettricità. Tutte le lavorazioni e le materie prime (alluminio e acciaio inox) che caratterizzano la produzione dei

Preessiccatoio.

forni di essiccazione per il legno della Termolegno sono rigorosamente “Made In Italy”. Professionisti dalla manualità artigianale che sviluppano la propria creatività nelle nostre officine aziendali dando vita così a prodotti unici e dal design 100% italiano.

Carico e scarico dell'essiccatoio.


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TERMOLEGNO, THE BEST SOLUTIONS Termolegno s.r.l, Company placed in the province of Pordenone, ranks as a leader in the production and installation of Drying kilns for wood, Steaming and Heat Treatment in accordance with the ISPM-15, turnkey solutions. Thanks to the experience and the efficiency of its plants, has become in over twenty years of activity, synonymous of quality and reliability trough the years. One of the many strengths of Termolegno is to achieve together with the customer the best implementation based on demand expectation. This is possible trough the continued evolution and development in new technologies and Drying techniques that permits wood treatment in its various essences, from the European to the exotic, in different area of the world, always reaching high qualitative standards. Thanks to the functionality and constant experimentation, the company is able to share the best solutions in terms of energy saving, quality of wood, times of drying process and simplified system management. Tecnolegno programming and control system allows you to achieve maximum flexibility and expandability, according to the individual needs of the customer. In the after sales, Tele-assistance and remote assistance via PC are always available, like spare parts and consulting. High quality, professional competence, research and service are the bearing foundations on which the philosophy of Termolegno rests.

TERMOLEGNO OFFERS THE BELOW SYSTEMS: • Conventional Dryer • Steamer Direct/Indirect • Heat Treatment according to the ISPM-15 • Pre-Dryer The Pre-Dryer is an excellent solution for those companies with huge quantities of timber to be treated. This facility allows a calm process of decreasing mostures to saturation of the wood fiber, minimizing drying final process, increasing flexibility with the customers and reducing the accumulation and costs of stored wood in yards, eliminating the typical defects of natural drying outdoors.

The structure can be assembled with different independent zones from each other, this permits to have the maximum flexibility in its interior. Tecnolegno technical staff responsible for marketing the systems puts the customer as the main actor in the implementation of the final solution. Collected all the basic data, the most suitable project is then processed on the basis of a feasibility study and a careful control of the essential factors of the project. Storage facilities and Pre-drying systems are a good alternative to the natural drying of the wood, especially where the quality of the wood is likely to be damaged by unexpected weather changes.

DIFFERENT TECHNICAL SOLUTIONS OF INSTALLATIONS: Tunnel loading system for a quick loading and unloading Specific technology for Tropical, Coniferous and Hard wood Heat Treatment according to the ISPM-15 for pallets and beyond Turnkey systems complete with dryer, hydraulic system (pipes, pumps, fittings, insulation, various) boiler powered by wood chips for the production of hot water/steam and superheated water or automatic feeding system with storage silos. Energy saving through the hot saturated air recovery of moisture during the drying stages. Direct/indirect gas burner system. A new sytem of heating - Termolegno, thanks to its experience in the field of drying, put into the market a brand new and innovative heating system for heat treatment ISPM-15 cells and drying process. It is composed of heat exchanger tube bundle with direct exchange air sucked in and introduced by a fan with a gas burner with high efficiency and low NOx emissions. Safety, modular and quick to install, the generators run on natural gas or LPG. Simple, straightforward system, with maximum yield, without the classic losses between the hydraulic system piping, the pumps and the boiler. A big Italian producer of Pallet and wooden packaging as Monari Pallets, with a long collaboration with Termolegno, has installed the new gas heating system with thermal power of 120 kW per each single Heat Treatment system. With this new solution, they can complete a single treatment of quite 3000 Pallet in just 3 hours, with low gas and electricity consumption. All processing and raw materials (aluminum and stainless steel) that characterize the production of drying kilns for wood of Termolegno are strictly "Made In Italy". Professionals from the craftsmanship that develop their creativity in our business workshops thereby creating unique products and 100% Italian design.

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Tecnologie

D’Alessandro Termomeccanica

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D'Alessandro Termomeccanica all'avanguardia nelle soluzioni di riscaldamento. di Monica Zani

PROTAGONISTI NEL CAMMINO DELLA TECNOLOGIA

TECNOLOGIE

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L’azienda D’Alessandro Termomeccanica produce, dal 1980, generatori di calore a biomassa rivolgendo particolare attenzione alla progettazione e alla ricerca tecnologica di sistemi alternativi di riscaldamento. L’elevato standard qualitativo dei prodotti e dei servizi è certificato secondo le norme UNI EN ISO 9001:2008 e secondo la norma Europea EN 303-5. La D’Alessandro Termomeccanica propone soluzioni per il riscaldamento nel settore residenziale, agricolo e zootecnico, per l’applicazione dei propri generatori in impianti industriali, di teleriscaldamento e così via, grazie all’ampio range di potenze disponibili: da 20 kW a 4.100 kW. Le caldaie sono costruite per essere alimentate con combustibili solidi, in particolare pellet e biomasse provenienti dalla lavorazione dei residui agricoli e forestali (legna, sansa di olive, gusci

e noccioli di frutta triturati, cippato, trucioli, segatura e così via). Tra le fonti energetiche rinnovabili, le biomasse rappresentano una grande risorsa per l’uomo e per la salvaguardia dell’ambiente. Nel 2010 la D’Alessandro Termomeccanica decide di entrare anche nel settore industriale analizzando nuove realtà, ponendo particolare attenzione alla continua evoluzione delle esigenze del mercato e dei molteplici campi di applicazione dei propri generatori. La costante ricerca ha spinto la D’Alessandro Termomeccanica ad ampliare la propria gamma e ad accrescere il proprio know-how tecnico costruttivo al servizio di impianti tecnologici industriali e di cogenerazione, con la produzione di caldaie a vapore, ad acqua surriscaldata (sia a tubi d’acqua che a tubi di fumo) e di caldaie ad olio diatermico. La nuova gamma è dedicata principalmente alla realizzazione


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di impianti ad uso industriale come ad esempio per l’industria agro-alimentare (macellerie, caseifici, ecc.), per il settore agricolo e zootecnico (es. fungaie e coltivazioni simili), per l’industria tessile (lavanderie, asciugatrici, stirerie ecc.), per l’industria della carta, del legno e così via. In generale, le potenze disponibili variano da 100 kW a 7000 kW in base ai modelli, con pressioni da 5 bar a 24 bar. Tra i punti di forza della D’Alessandro spiccano l’interesse per la ricerca di soluzioni ideali che soddisfino sempre le esigenze del cliente, anche tramite test preliminari dei combustibili da esso forniti così da trovare la giusta combinazione dei prodotti ad esso più idonei; il design e la produzione esclusiva nei propri stabilimenti e la politica del Made in Italy; l’utilizzo dei materiali e la costruzione secondo normativa P.E.D. (Pressure Equipement Directive) con certificazione da parte di Ente italiano riconosciuto;

i test di collaudo presso i propri stabilimenti; la messa in funzione dell’impianto e l’assistenza postvendita. La D’Alessandro Termomeccanica, inoltre, realizzando prodotti per la produzione di Energia Termica ed Elettrica sfruttando le fonti energetiche rinnovabili, si inserisce perfettamente nell’ambito della cosiddetta “Green Economy”, garantendo una doverosa sostenibilità ambientale, oltre ad un notevole risparmio energetico rispetto ai tradizionali combustibili fossili.


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Formazione

Fiemme 3000

www.fiemme3000.it

Un modello di selezione e formazione del personale che sovverte tutti gli schemi. di Beatrice Guidi

FIEMME GREEN SCHOOL, FORMAZIONE E LAVORO

FORMAZIONE

www.fal.tn.it

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Fiemme Green School non è una tradizionale scuola di formazione interna, perché non è rivolta a chi è già nell'azienda, ma anzi investe anche su chi non sarà assunto. Non ha nulla a che fare con i consueti metodi di selezione del personale, perché ai candidati viene chiesto di essere parte attiva in un progetto che è anche un work in progress. Fiemme 3000 è un’azienda trentina specializzata in pavimenti e rivestimenti in legno biocompatibili. Nata nel 1993 anticipando di molti anni le tendenze della bioedilizia, nel 2015 Fiemme 3000 ha fatturato 7 milioni di euro, da portare a 10 entro il 2018. Nello stabilimento di Predazzo, a 1000 metri di altitudine, lavorano 36 fra dipendenti e collaboratori. Commercializza i suoi prodotti principalmente in Italia, ma si


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è conquistata importanti fette di mercato in Svizzera, Germania, Austria. Lo scorso 24 marzo è stato inaugurato il primo showroom a Shanghai; in calendario aperture a New York, in Russia e Golfo Persico. Nata e sviluppatasi all’insegna dell’innovazione, Fiemme 3000 ha voluto creare un modello mai sperimentato per la selezione delle risorse umane, dove l’azienda forma le persone prima ancora di assumerle: Fiemme Green School. Si è partiti nel 2015 selezionando circa 300 curricula, fino a far emergere i sei profili destinati alla Green School vera e propria. Due mesi di attività i cui costi, ospitalità compresa, sono stati interamente a carico dell'azienda. Dal 18 gennaio al 15 marzo, quattro ragazzi e due ragazze non solo hanno studiato e agito in team per otto ore al giorno, ma hanno condiviso un piccolo

pezzo della loro vita, abitando assieme a due passi dallo stabilimento. Alla fine del percorso, invece delle due assunzioni programmate se ne sono realizzate tre.

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FORMAZIONE


FORMAZIONE

Formazione

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Fiemme 3000

www.fiemme3000.it

“Abbiamo deciso di investire molto in questo progetto – spiega Davide Gabrielli, direttore commerciale e marketing di Fiemme 3000 – perché riteniamo che le professionalità di cui abbiamo bisogno debbano ricevere da noi strumenti, metodo e competenze di alto livello. Vediamo un vantaggio sia per noi che per i ragazzi, perché primo obiettivo della Green School è diffondere culture e metodologie coerenti con la nostra mission. Cercavamo due figure, abbiamo trovato Simone, Francesco e Marco. I conti non tornano? Secondo noi i conti di questa esperienza tornano al tal punto da aver superato le previsioni iniziali”. Marco Mazzè, 26 anni, siciliano, racconta: “Ho fatto mille chilometri non perché in Sicilia mi mancassero le opportunità. E ho rifiutato una proposta di lavoro quando ancora non credevo affatto che sarei stato fra i due assunti. E invece le assunzioni sono state tre proprio perché sono stato scelto anch’io”. Francesco Mengon, anche lui 26enne, trentino della Val di Rabbi, dichiara: “Mi ha

molto colpito l'impegno dell'azienda in tempo e risorse, con gli stessi dirigenti a mettersi in gioco come noi lungo una strada mai tentata. Una grande scommessa i cui risultati si potranno vedere solo fra qualche anno. E dipendono da noi”. Simone Zucco, 27 anni, nato a Feltre, confessa: “È stato impegnativo anche a livello psicologico, ma utile a tutti quelli che hanno partecipato. Ce lo confermano anche i tre che in Fiemme 3000 non sono entrati. Anche perché, sarà un caso oppure no, anche loro hanno già trovato delle buone collocazioni”.


L’azienda ha sede in Lissone è articolata con consulenze tecniche ed una forza lavoro di 12 persone e 8 automezzi. www.lapadulaimpianti.com

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Lapadula impianti è una forte azienda in crescita specializzata nel settore della depurazione dell’aria, e della filtrazione di polveri. La consolidata!esperienza sviluppata nel corso di 25 anni attraverso la!progettazione!di impianti "#!aspirazione permette la realizzazione di!soluzioni innovative. Negli anni!serietà, professionalità, competenza tecnica, rimangono le principali caratteristiche!dell’azienda.


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Formazione

Museo del falegname - Tino Sana Fondazione www.museotinosana.it • www.tinosana.com

Cinquant'anni per la storica azienda e le nuove generazioni scoprono il legno. di Beatrice Guidi

A SCUOLA DA TINO SANA

Tino Sana con i figli Guido e Giampaolo.

FORMAZIONE

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Cinquant'anni di falegnameria made in Italy, per un’eccellenza che cresce di generazione in generazione. Dopo lo straordinario successo del Museo del Falegname, Tino Sana, storico patron dell’omonima azienda, famosa nel mondo per la realizzazione di arredi per alberghi, navi da crociera e complessi comunitari di grande prestigio, festeggia i suoi primi 50 anni di attività, inaugurando, sabato 30 gennaio 2016, la nuova sede della “Scuola del Falegname”, aperta direttamente in azienda. Un intero edificio ad Almenno San Bartolomeo, in provincia di Bergamo, dedicato alla conoscenza dell’arte della falegnameria, con corsi avanzati per giovani che intendono diventare professionisti dell’industria del legno, qualificandosi come “Operatori del Legno e dell’Arredo”. Un centro di formazione che - nato per la prima volta nel 2006 per volere della fondazione Museo del Falegname Tino Sana e

di ABF, Azienda Bergamasca Formazione, Ente gestito dalla provincia di Bergamo tra i più accreditati per la formazione professionale, con la collaborazione di Confindustria Bergamo - ha già visto diplomarsi un centinaio di ragazzi e che conquista oggi nuovi spazi direttamente in azienda, utili a soddisfare la richiesta crescente di iscrizioni e a favorire il collegamento sempre più diretto tra scuola e lavoro. “Un tempo il legno era considerato un materiale povero, i giovani rimanevano distanti dalla falegnameria, difficilmente si trovavano apprendisti. Poi, la modernità ha, paradossalmente, segnato un ritorno al passato: i ragazzi si sono appassionati ai mestieri di una volta, hanno scoperto la bellezza del legno e delle sue lavorazioni, ne hanno apprezzato la sostenibilità e, soprattutto, hanno compreso che anche la falegnameria può fare rima con innovazione” spiega Guido Sana, figlio di Tino, oggi alla guida


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dell’azienda con il fratello Gianpaolo. “I ragazzi hanno ricominciato a credere nelle professioni artigiane, alcuni lo fanno pensando di lavorare in proprio, altri perché desiderano entrare a far parte delle più grandi aziende d’arredamento. Non a caso, ognuno di loro ha la possibilità, durante il quarto e ultimo anno di Scuola, di scegliere la propria specializzazione, partecipando a seminari verticali dedicati ai singoli segmenti. I diplomati alla Scuola del Falegname, infatti, non sono semplici apprendisti ma futuri operatori specializzati oltre che nelle lavorazioni tradizionali, su Centri di lavoro, macchine a controllo numerico, sistemi robotizzati di verniciatura” - specifica Gianluca Fiorina, direttore della Scuola. L’inaugurazione della nuova sede del polo di formazione ha coinciso con il cinquantenario della Tino Sana s.r.l., azienda nata nel 1965 dalla genialità di Tino, orfano desideroso di riscatto; l’azienda crescendo anno dopo anno, ha conquistato un ruolo da assoluta protagonista per l’arredamento nel mondo: dalla realizzazione del Campus universitario Tripoli (1974) alla creazione di 390 cabine passeggeri e 40 luxury suite per la nave da crociera Crown Odissey per Meyer Werft (1987), che ha segnato il primo passo nel settore navale. E poi, ancora, per citare solo alcuni dei numerosissimi progetti: l’Excelsior hotel di Venezia Lido (1989), il Palazzo Onu a Ginevra (1990), la “nave dei record” Carnival Destiny per Fincantieri, che ha rivoluzionato il sistema crocieristico fino all’Hotel Ritz di Parigi, ora in realizzazione. “E pensare che mio padre aveva iniziato costruendo mobili per privati in un laboratorio ricavato nel pianterreno della sua abitazione – racconta Guido, ricordando l’infanzia tra gli utensili con il papà Tino e specificando: “due elementi, più di tutti, ci hanno consentito di crescere: il fattore umano e l’innovazione. L’uomo è sempre stato fondamentale per noi, per questo oggi scegliamo di investire nella formazione dei giovani. Perché per essere i migliori in ciò che si fa, bisogna poter contare su persone capaci di lavorare bene, con estro e determinazione, pronte a mettersi alla prova con progetti sempre diversi e stimolanti. Da qui l’importanza dell’innovazione: nel 2009, a un passo dalla crisi, abbiamo investito moltissimo in tecnologia, riorganizzando i reparti produttivi e que-

sto ci ha consentito non solo di restare a galla, ma di ampliare le nostre produzioni”. La Tino Sana s.r.l., infatti, oggi impiega 160 persone per un area produttiva di 60.000 mq di cui 30.000 mq coperti e un fatturato da 33 milioni di euro (dati 2014), realizzato per il 70% su commesse estere. Un colosso che celebra la maestria artigiana anche grazie al Museo del Falegname: la vetrina sulla cultura del legno, nata nel 1987 dalla profonda passione del fondatore per il mestiere e considerata oggi patrimonio culturale di altissimo profilo. Il Museo ospita utensili e strumenti provenienti da tutte le regioni d’Italia, con percorsi dedicati alla scoperta del legno, risorsa indispensabile per l’uomo e delle vecchie botteghe, dove l’artigiano realizzava le sue creazioni, con fatica e abilità. Creazioni tra le quali spiccano le biciclette in legno, realizzate da Tino Sana in onore del campione Felice Gimondi: 220 esemplari numerati, collaudati alla Bianchi di Treviglio e brevettati, con debutto in piazza Duomo a Milano il 19 marzo 1994 al via della Milano-Sanremo, con un esemplare oggi ancora esposto, oltre che al Museo del Falegname, anche al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Perché non esiste innovazione senza tradizione.

GIUGNO 2016

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TINO SANA S.R.L. I NUMERI La Tino Sana s.r.l., azienda specializzata in realizzazione di arredamenti in legno per hotel e catene alberghiere, navi da crociera e yachts, ristoranti, bar, negozi e uffici, fu fondata dal patron Tino Sana nel 1965. Oggi si compone di un’area produttiva di 60.000 m2 di cui 30.000 m2 coperti e impiega 160 dipendenti. Il fatturato nel 2014 è stato pari a 33milioni di euro, equamente divisi tra commesse navali e civili, per il 70% realizzato su commesse estere. PRINCIPALI PROGETTI 1965 Fondazione della ditta Tino Sana srl 1974 Campus universitario Tripoli 1984 Hotel Pianeta Maratea 1987 Realizzazione 390 cabine passeggeri e 40 Luxury suite per la Crown Odissey per Meyer Werft 1987 Inizio Collaborazione con Jolly Hotel 1989 Excelsior Venezia Lido

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FORMAZIONE


Formazione

Museo del falegname - Tino Sana Fondazione www.museotinosana.it • www.tinosana.com

Una prestigiosa realizzazione la Oasis of the Seas.

FORMAZIONE

1990 inizio Collaborazione con Starhotels 1990 Palazzo Onu Ginevra 1990 Ass. Fondiaria Arreda Century Tower 1990 Realizzazione 420 cabine per Nave Cristal Harmony per Mitsubishi Heavy Industries 1993 Nave Statendam, prima nave per Fincantieri 1994 Noga Hilton Ginevra 1996 Ceylan Hotel Istanbul 1996 Nave Carnival Destiny 1998 Certificazione qualità ISO 9001 1998 Auditorium Lodi arch. Renzo Piano 1999 Voyager of the Seas per Royal Caribbean prima nave in Finlandia 2006 Costa Concordia 2007 Certificazione 18001 2009 Oasis of the Seas per Royal Caribbean Cruises, la nave più grande al mondo 2010 Nave Disney Dream della Walt Disney 2011 Nave Disney Fantasy della Walt Disney 2012 Chiesa di Padre Pio 2013 Hotel De Paris Saint Tropez 2014 David Citadel 2014 Hotel Montemartini Palace 2015 Hotel Ritz Parigi

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AMBIENTE E SCIUREZZA Tino Sana s.r.l. ha ottenuto la certificazione BS Ohsas 18001 che garantisce la messa in atto di un solido sistema di gestione per la salute e la sicurezza dell'ambiente lavorativo. In particolare, le emissioni in atmosfera sono costantemente controllate e mantenute nella norma, le polveri sono raccolte da un efficace impianto di aspirazione che recupera lo scarto di lavorazione e lo utilizza per alimentare il riscaldamento: un impianto “ecologico” grazie a caldaie efficaci nella combustione. I consumi di energia

La Disney Dream.

elettrica sono ridotti da un meccanismo di controllo che ne ottimizza i fabbisogni favorendo un concreto abbattimento delle emissioni. LA SCUOLA Il 30 gennaio 2016 viene inaugurata la nuova sede della Scuola del Falegname, direttamente all’interno dell’azienda Tino Sana srl, per favorire un legame più diretto tra gli studenti e il mondo del lavoro. Il corso professionale per “Operatori del Legno e dell’Arredo”, sempre molto richiesto, dal 2006 è gestito da Fondazione Museo del Falegname Tino Sana e ABF, Azienda Bergamasca Formazione, con la collaborazione di Confindustria Bergamo. Ha già portato al diploma un centinaio di studenti mostrando un coinvolgimento diretto ed evidente delle imprese del settore industriale interessato, il legno in questo caso, alla formazione dei giovani, con l'obiettivo di creare figure professionali all'altezza dei bisogni reali delle imprese. Una Commissione didattica costituita da imprenditori del settore, infatti, affianca i docenti per orientare la formazione e il piano degli studi e per concretizzare l'auspicato avvicinamento della scuola al sistema produttivo locale. Non si tratta più solo di semplici apprendisti falegnami ma di futuri operatori specializzati, oltre che nelle lavorazioni tradizionali, su Centri di lavoro, macchine a controllo numerico, sistemi robotizzati di verniciatura. Da settembre 2013, il profilo formativo si è arricchito della quarta annualità che, rispetto a quello triennale, ha un grado più elevato di approfondimento e dunque di acquisizione di competenza; riguardo invece alle competenze tecnico-professionali assume un carattere fortemente polivalente e ha come riferimento l’intera area professionale. Dal 2015 è possibile scegliere, nel corso dell’ultimo anno, il segmento nel quale specializzarsi.


“La conoscenza delle problematiche dell’utilizzatore finale mi consente di parlare la sua stessa lingua... di capire le sue esigenze e di consigliarlo per il meglio.”

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Arte e progetto Mobart Ben di Sonia Maritan

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L’abete sta al rovere come la montagna alla città per Mobart Ben, un marchio che si fa notare per la qualità dei mobili lignei che produce e quella matericità che impone al legno, grazie alle lavorazioni sapienti al quale lo sottopone. Il risultato è un prodotto tailor made che oggi amplia il suo target urbanizzandosi con disegni contemporanei.

MOBILI SARTORIALI PER AMBIENTI “UNICI”

IDENTIKIT

ARTE E PROGETTO

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TRADIZIONE ARTIGIANALE Mobart Ben di Taibon Agordino in provincia di Belluno, propone una produzione d’eccellenza tailor made, caratterizzata da un dialogo continuo tra presente e passato, dove la scelta di materie prime di alta qualità – tipiche di antiche tradizioni – e l’abilità della lavorazione a mano, si sposano con la ricerca tecnologica delle finiture, facendo di ogni manufatto un pezzo unico. L’azienda da sempre utilizza materiali e legnami pregiati di prima qualità, made in Italy. La lavorazione,

tipica della tradizione artigianale, può avere un aspetto levigato, spazzolato profondo, piallato a mano oppure spaccato con un effetto vissuto. Quest’ultima, rappresenta una finitura esclusiva, una vera rivoluzione delle superfici, di cui Mobart Ben in Italia è stata pioniera. Infatti, nel 2008 il mobilificio decide di intraprendere una collaborazione con un’azienda austriaca per importare questa lavorazione che rievoca la finitura ottenuta originariamente dalla maestria artigianale e manuale degli antichi maestri d’ascia. Una volta “spaccata”, la materia viene poi trattata da sapienti artigiani che, con spazzole e scalpelli addol-


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L’azienda seleziona le materie prime con un'etica rivolta al rispetto e alla tutela dell'ambiente. I legnami provengono da foreste gestite in maniera sostenibile, privilegiando essenze europee. Per tutta la produzione viene utilizzato esclusivamente legno massello, escludendo totalmente l'impiego di truciolari, nobilitati e laminati, potenzialmente pericolosi per il rilascio di formaldeide nell'ambiente. Le superfici sono trattate con oli biologici certificati di origine vegetale e minerale, composti da cere, resine, sostanze balsamiche sapientemente miscelate tra loro, che nutrono il legno fin nella sua struttura più profonda. Eliminando la possibilità di esalazioni tossiche derivanti dall'utilizzo di sostanze pericolose di origine petrolchimica, l’azienda con le sue realizzazioni contribuisce così alla salvaguardia dell'ambiente e ad aumentare il benessere dell'uomo nell'ambiente domestico e il suo comfort abitativo. ciscono le imperfezioni, rendendo così la superficie morbida e piacevole al tatto, come una vecchia asse modellata dal trascorrere inesorabile del tempo. MATERIE PRIME Masselli di essenze pregiate come il Rovere, l’Abete e il Larice delle Dolomiti e materiali ricercati – cristalli e legni – scelti per i piani, vengono lavorati e plasmati dagli artigiani dell’azienda che, con maestria, realizzano arredi su misura dal look moderno che profumano di tradizione artigianale.

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ARTE E PROGETTO


Arte e progetto Mobart Ben

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ULTIME PROPOSTE L’azienda specializzata nella progettazione, produzione e fornitura di arredamenti in legno “chiavi in mano”, su misura e su progetto, oggi propone un’ampia gamma di tavoli per la cucina e la zona pranzo: modelli dalle forme stilizzate e reinterpretazioni contemporanee del classico, raccontate attraverso le calde tonalità del legno, danno così vita ad arredi per piacevoli momenti di convivialità!

Dalle proposte degli ultimi arredi ai progetti “chiavi in mano” l’occasione di avvicinare questa realtà ci arriva lo scorso autunno con l’ultima edizione di “Abitare il Tempo”, salone di Veronafiere su contract, design e finiture d’interni. Nell’atmosfera raccolta che contraddistingue questo format, ha scelto, infatti, di presentarsi Mobart Ben, con la quale si crea uno scambio interessante  come sempre accade negli incontri “dal vivo”  che di seguito riportiamo, perché racconta anche dell’anima che alimenta questa realtà.

L’INTERVISTA

ARTE E PROGETTO

“Abitare il tempo” è stata l’occasione di uno scambio live con Paolo Ben e la circostanza ideale per poter toccare con mano i prodotti dell’azienda nei quali il legno non potrebbe essere più valorizzato.

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dal 1922

Nelle prime pagine le realizzazioni e i prodotti di Mobart Ben, e in queste Paolo Ben che illustra lo stand e la nuova linea "urbana" con cui si è presentato all'ultima edizione di "Abitare il tempo".

Un elegante allestimento ospita, infatti, la presentazione di una nuova finitura Mobart Ben, una realtà che ha 45 anni di storia e che ha conosciuto negli ultimi anni una crescita importante. Una linea di arredi, quella proposta all’ultima edizione di “Abitare il tempo” che aggiunge creatività e un look moderno a una tradizione di mobili in legno ben consolidata nel DNA di Mobart Ben. L’azienda, ormai alla seconda generazione (è partita, infatti, nel 1968) ha visto nel 1998 il “cambio della guardia” e, nove anni fa, il progetto dell’arredamento su misura studiato per ogni singolo cliente, proponendo un servizio “chiavi in mano” sia che si tratti di una casa di montagna sia di un ambiente urbano. “Siamo partiti”  dice Paolo Ben  “dalla cultura arredativa delle case di montagna per arrivare a questa nuova linea che abbiamo presentato l'anno scorso ad “Abitare il Tempo” che si rivolge a una clientela più urbana, quindi un legno come il rovere con due finiture, una finitura spazzolata e una finitura molto più lavorata che è lo “spaccato”, una lavorazione che abbiamo portato dall’Austria che enfatizza le pieghe del legno”. Qual è il procedimento di lavorazione? “Una macchina “spacca” il legno e successivamente in modo artigianale il semilavorato viene addolcito con una superficie molto lavorata e pian piano andiamo ad affinare la lavorazione fino a renderla funzionale”. La componente artigianale è quindi molto importante nei vostri prodotti? “Come azienda piccola”  osserva Paolo Ben  “siamo una quindicina di persone, abbiamo fatto

dell’artigianalità il nostro cavallo di battaglia. Infatti, queste superfici si possono ottenere solo da mani esperte e sapienti nel lavorare il legno che deriva dalla grande storia che ci è stata tramandata dai vecchi maestri d’ascia”. Per quanto riguarda il disegno spiccano le forme stondate che rimandano a una concezione bio del progetto! “Sicuramente”  risponde Paolo Ben, “alcune linee di arredi guardano al passato, agli anni Cinquanta o Sessanta, riproponendo le forme stondate, mentre altre linee possono essere più moderne e aggressive, con tagli contemporanei ma usando delle linee rustiche. Qualunque sia la morfologia del prodotto le finiture sono tutte portate a termine con oli naturali prettamente bio e con certificazioni adeguate”. Sul finire, interviene anche Pietro Ferrari, Direttore de Il Legno, che chiede quale sia la varietà legnosa prediletta da Mobart Ben. “Abbiamo una lunga tradizione nella lavorazione dell’Abete e oggi abbiamo affiancato a questa varietà per noi storica, anche il Rovere, per avvicinarci a un ambiente più urbano, perché non volevamo lavorare solo in montagna nelle zone turistiche ma ampliare il nostro target anche alle abitazioni di campagna o di città”.

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L’Arte del legno Legnoarredo di Sonia Maritan

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Ebanista per passione, Antonio Russo una sera incontra l’Olivo e scorge l’anima e tutta la vena artistica del legno d’Ulivo, mentre pensa a tutto quello che può esserci dentro quel pezzo, comincia a lavorarlo, si inventa gli attrezzi e un modo per plasmarlo e come dice lui trasforma “l’anatroccolo in cigno”. Abbandona il “taglio di filo” e quasi casualmente sceglie il “taglio di testa” e così ottiene le sue tarsie artistiche, forme che nascono dai listelli di legno che lui taglia, da cui nascono cornici per specchi o opere d’arte ma lui stesso fa opere d’arte…

L’ARTE DEL LEGNO

AMORE D’ULIVO

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Prima di qualunque parola devo dire: grazie! Grazie ad Antonio Russo, a lettori, che come lui, possiamo ormai incontrare ovunque e in qualunque momento, grazie ai social network, soprattutto a chi come Antonio vuole condividere con noi la sua passione per questo straordinario materiale. È così che inizia il nostro dialogo e così che mettiamo insieme parola dopo parola la sua storia, una storia eccezionale come lo è lui e la sua passione smisurata per quello che fa. Riesco a immaginarlo mentre lavora e a capire perché dal suo approccio possa nascere qualcosa di speciale e certo di unico, e poi lo sappiamo che da ogni pezzo di legno nasce qualcosa di irripetibile. Questa volta però la scelta è precisa, da quando quella sera in cui si trova fra le mani un pezzo di Ulivo, la sua vita cambia per sempre, e in un certo modo anche quella di chi gli sta vicino. I so-

letani si distinguono spesso per l’arte del legno, del ferro battuto e di altre arti e lui è un autorevole figlio della sua terra. Gli chiedo inizialmente quale sia la sua professione e come nasca questo amore smisurato per l’Ulivo. “Sono un ebanista da sempre, più di 40 anni e una sera di sette anni fa, per caso e per fortuna, dopo aver finito il giorno prima un mobile in Ulivo, mentre stavo buttando quello che ne restava, ebbi una specie di folgorazione. Mi son ritrovato casualmente  perché a me l'Ulivo non era mai piaciuto  a osservare un pezzo di Ulivo rimasto sotto il fuoco del camino, e lo sguardo si è soffermato un attimo sulla testata del legno! Beh, gli ho visto l'anima, e ho ini-


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ziato a pensare a tutto quello che poteva esserci dentro. La mattina dopo, nonostante fosse domenica, sono sceso nel mio laboratorio e ho incominciato a fare delle prove, ero come un bambino che incominciava a fare i primi passi, perché per avere dei risultati, dovevo lavorare in un modo che io in mezzo secolo non avevo mai visto, mi sono dovuto inventare degli attrezzi perché si tratta di un legno che richiede un modo di lavorare unico: va tagliato trasversalmente, mentre normalmente in una falegnameria il taglio è orizzontale”. Per questo, guardandolo di testa, Antonio Russo ha visto in quel pezzo di legno il suo cuore: un’esperienza di cui riesce a trasferirmi tutta la sua emozione. “Mia moglie, che amo tantissimo, e i miei quattro figli mi dicevano che stavo andando 'fuori di testa'. Ma non era così, adesso so che ho stravolto il modo di lavorare il legno d'Ulivo. Adesso so che ho trasformato l'anatroccolo in un cigno”. Come spesso accade per le migliori invenzioni, avvengono tutte in maniera casuale; certo da quella sera la sua vita è cambiata, ma facciamo un passo indietro per scoprire le origini di Antonio Russo. “Io 43 anni fa lavoravo vicino a Bergamo, a Seriate, in un piccolo laboratorio con sei operai, più il proprietario, Romano Ventura, facevano arredamento artigianale per disco-

teche, pelliccerie, negozi di vario genere. Poi un bel giorno il proprietario ha smesso di fare arredamento per fare casse da imballaggio, io dopo dieci giorni mi sono licenziato e sono ritornato al mio paese nel Salento, a Soleto, in provincia di Lecce. Ho preso in affitto un piccolo laboratorio e ho incominciato a lavorare sia sugli infissi che sull'arredamento, mi sentivo molto forte perché quei tre anni a Seriate mi avevano formato tantissimo. Via via sono riuscito ad avviare la mia attività e a farmi una bella famiglia”.

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L’ARTE DEL LEGNO


L’Arte del legno Legnoarredo

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Adesso torniamo in mezzo agli Ulivi per chiedergli come venga trattato il materiale per ottenere diversi colori e disegni. “Tutti i colori dei miei lavori in Ulivo sono naturali e sono verniciati con vernice trasparente all'acqua, tutti quei colori bellissimi che si vedono sono frutto della mia piacevole pazienza che ho nell’accostare e scegliere le venature che l'ulivo riesce a creare durante i secoli. Non può essere un prodotto commerciale, perché ogni pezzo è unico e si tratta certamente di un lavoro artigianale, perché qualunque cosa io faccia non riesco a prevedere il tempo che impiegherò”. È così che Antonio Russo abbandona il “taglio di filo” e quasi casualmente sceglie

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il “taglio di testa” per ottenere le sue tarsie artistiche, forme che nascono dai listelli di legno che lui taglia e poi accosta. Gli chiedo se abbia abbandonato le altre specie lignee. “Questo modo di lavorare il legno d'Ulivo può essere adottato per qualsiasi tipo di legno, ma la bellezza che dà l'Ulivo, non la danno gli altri legni: è l’Olivo che guida la mia mano con i suoi disegni naturali. Sono le venature del legno che mi fanno andare in un certo modo durante la lavorazione, non è possibile però preventivare quanto materiale si impiegherà e quanto se ne butterà: una cornice che magari penso di fare in due giorni poi la realizzo in un solo giorno o invece in quattro. Anche


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abbinandolo con altri legni, come Wengè e Padouk, riesco a fare cose meravigliose. Alla lavorazione dell'Ulivo, comunque abbino anche qualche lavoro di falegnameria, anche se il lavoro è poco, e non riesco sempre a coprire le spese del mio laboratorio. Comunque tiro avanti perché mi sento forte di quello che faccio”. Gli chiedo poi come si approvvigioni e se c'è disponibilità di materia prima. “Di legno d'Ulivo ce n'è pochissimo, ma sette anni fa, all'inizio di questa storia, quando stava incominciando la crisi e avevo intuito quello che si poteva

fare con l'Ulivo, ho comprato un bel po’ di tronchi da un oliveto nel quale stavano espiantando, li ho portati in segheria e li ho fatti tagliare, e adesso ho una bella scorta”. Gli chiedo quali difficoltà comporti lavorare l'Ulivo e quali siano i suoi segreti. “Lavorare l'Ulivo normalmente è difficile, ma come lo lavoro io è ancora più complesso. Come ho detto prima, occorre avere passione e voglia di fare. Io sto imparando questa nuova arte, giorno dopo giorno: quello che faccio adesso, un anno fa non immaginavo che avrei potuto farlo. Il mio mondo è il mio laboratorio, io abito sopra di esso, e ogni mattina non vedo l'ora di scendere a fare qualcosa. Morirò felice nel mio laboratorio, ma tra altri 40 anni, ho tantissimo da fare prima! Vorrei non aver bisogno di soldi per mangiare e pagare le tasse. Perché quello che faccio è meraviglioso. Spero che non vada perso”. Gli chiedo se qualcuno dei suoi quattro figli sia stato contagiato dalla sua smisurata passione. “Premesso che non li ho forzati, perché io ho fatto sempre quello che ho voluto della mia vita e credo sia giusto che anche loro possano scegliere, nessuno ha seguito precisamente le mie orme. Solo Simone ha la passione per il legno come me, ma lui è scultore, è molto al di sopra di me: scolpisce il legno come pochi sanno fare, e non lo dico perché è mio figlio, ma perché lo hanno detto in migliaia prima di me (www.simonerusso.it): realizza portali di chiese! Abbiamo fatto tantissime esposizioni insieme: io incornicio le sue opere scultoree”. Oggi Antonio Russo continua a lavorare a intarsio il legno d’Ulivo facendo cornici, tavoli e oggetti unici come una tavola da scacchi o magnifici pannelli in cui i disegni imperfetti dell’Olivo si abbinano a forme geometriche, e il laboratorio di questo straordinario ebanista, che sembra più una casa museo, continua a farsi conoscere in tutta Italia e a lasciare un ricordo indelebile in chi da vicino riesce a vedere il cuore d’Ulivo che lui rimodella, proprio come fosse il suo.

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L’ARTE DEL LEGNO


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ASCHIERI - DE PIETRI srl

B

BASSO LEGNAMI srl BAUMANN srl BIANCHI DOTT. FRANCESCO snc BIGONDRY srl BIZZOTTO SCAFFALATURE srl BROKER LEGNO

C

CASTELLANA LEGNAMI sas CODARRI SEGHERIA snc COLLANTI CONCORDE srl CONCRETE srl CONTROL LOGIC srl COSTRUZIONI METALLICHE VAGLIO srl

D

F G

D’ALESSANDRO TERMOMECCANICA srl DAL LAGO spa DERWOOD srl DI NUNZIO ENNIO

I K

PAGINA

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commercianti segherie colle e adesivi software strumenti di regolazione e misurazione impianti di aspirazione essiccazione e verniciatura

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caldaie commercianti commercianti agenti/Agelegno

02 03 03 01

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commercianti commercianti commercianti

04 04 04

GARBELLOTTO G. & P. spa GENERAL TIMBER BROKER SrLS GM SISTEMI

legnami agenti strumenti di regolazione e misurazione commercianti

06 01

HOLZHOF srl HOLZMATIC ENGINEERING srl

elenco alfabetico

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F.A.L. srl FLORIAN LEGNO spa FOSCALE EUGENO LEGNAMI

GUASTELLA LEGNAMI

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O P

AZIENDA

CATEGORIA

LAMELLARE SERVICE srl LA TI ESSE srl

commercianti pellets

08 07

MARIN GIORGIO spa MARTIGNAGO LEGNO snc MEDIALEGNO snc MERLINLEGNO srl MODESTO NINO srl

04 04 02 02

MOROSINI LAMELLARI srl MS MASCHINENBAU

commercianti commercianti agenti/Agelegno agenti/Agelegno macchine per la lavorazione del legno lamellari per serramenti segherie

06 06 07

OFFICINE DEL SAVIO AHENA BOILERS srl OHRA ITALIA

caldaie scaffalature metalliche

02 07

PATTI LEGNAMI srl

commercianti segherie pellets commercianti macchine per la lavorazione del legno

04 08 07 04 06

PELLETEMILIA GROUP srl PICCIOCCHI MARIO spa PRIBO srl

R

RIGA WOOD sarl

filiali di ditte estere

05

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SECAL srl

impianti di aspirazione essiccazione e verniciatura commercianti commercianti perlinati

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SEGNA LEGNAMI snc SOCIETÀ LEGNAMI PAGANONI SOLIANI F.lli

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TECLEGNO srl

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