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STREAMING NUMERO 02 SETTEMBRE 2017

EDITORIALE REPORTAGE PERSONE PROGETTI PRODOTTI EVENTI MOSTRE TRADE NORMATIVE PROMEMORIA INDIRIZZI

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TUTTO COME PRIMA

Forti emozioni positive nascono in chi ascolta i politici e i pubblici amministratori proclamare all’indomani di un evento sismico nel nostro martoriato Paese che tutto verrà ricostruito come prima. Non sappiamo quanto ciò sia tecnicamente possibile, non sappiamo nemmeno se qualcosa di questo genera sia auspicabile. Abbiamo visto Gemona, abbiamo visto altre realtà di ricostruzione in cui quanto meno la topografia dei centri terremotati è stata recuperata, conservati almeno quegli spazi strutturali in cui per secoli si è dipanato il racconto della vita sociale: difficile pensare che qualcosa di quel mondo che il terremoto aveva cancellato potesse

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di Pietro Ferrari

essere stato recuperato: quelle medicazioni avevano cancellato il fascino dell’antica pietra. Anche perché, va detto, ricostruire un edificio distrutto da un terremoto significa fare in modo che i nuovi edifici non debbano seguire la sorte delle vecchie costruzioni che si sono rivelate fragili alle scosse sismiche, anche, come i recenti eventi ischitani, hanno dimostrato, non apocalittiche. Quando andiamo a vedere questi muri sbrecciati e rovesciati, in cui la pietra sia associa, senza mediazione al mattone, in cui la statica è approssimativa, in cui povere malte tengono malamente assieme blocchi di cemento, in cui i cordoli non creano agganci nella costruzione, ci chiediamo che senso abbiano queste dichiarazioni se non quello di portare un sollievo momentaneo e illusorio a chi ha perso molto o tutto e un’indebita popolarità a chi le pronuncia.

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IL MADE IN ITALY FRA I PREMIATI

C’è anche un pezzo di Made in Italy fra i premiati alla cerimonia del Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza d’Architettura, che si è tenuta ieri presso il Teatro Olimpico di Vicenza. Alexey Dobashin, CEO di Krost, una delle più importanti società russe di costruzioni, ha ritirato il Premio Speciale L’Arca per “Living Art”, il complesso residenziale di cinque grattacieli nel quartiere Pavshino di Mosca completato nel 2016 su progetto di Dante O. Benini & Partners Architects, lo studio di uno degli architetti italiani più noti a livello internazionale, e affrescato dal pittore Mario Arlati. Lo studio Dante O. Benini & Partners Architects, che si è aggiudicato il progetto battendo la concorrenza dello studio inglese Hopkins, dello studio olandese Mecanoo e dello Studio Tedesco Tillmann, è riuscito a trasformare un parco residenziale di grattacieli in co-

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Dante Benini con Luca Gonzo sul palco della premiazione. Il colore protagonista in interni…

struzione alla periferia di Mosca in un opera d’arte a misura d’uomo, un luogo perfetto in cui vivere, lavorare e interagire. Fondamentale è stato il lavoro del pittore Mario Arlati, che, lavorando 24 ore su 24 e sette giorni alla settimana con l’aiuto di 1.500 operai, ha affrescato i grattacieli utilizzando i colori rosso, nero, giallo, blu e oro. Il risultato è un dipinto “en plein air”, in cui ogni grattacielo assume una tinta diversa, con sfumature di colore che sembrano sgorgare direttamente dall’intonaco. Oggi, con i suoi cinque grattacieli, di 45 piani e alti 160 metri, che occupano una superficie totale di 45mila metri quadrati di terreno, “Living Art” è l’opera d’arte abitabile più grande del mondo. "La missione principale di un architetto è restituire la dignità alle persone nel loro vivere quotidiano, indipendentemente dalle loro possibilità economiche – spiega l’architetto Dante Oscar Benini, presente sul palco insieme al suo Partner, Architetto Luca Gonzo, e a Dobashin al momento della premiazione -. Sono orgoglioso di essere riuscito a realizzare un complesso residenziale a basso costo che, invece di portare allo svilimento e alla massificazione degli abitanti, consente di respirare l’arte italiana. Living Art crea uno spazio che unisce e non divide”. “Volevo donare a Mosca un luogo in cui aleggiasse lo spirito dell’ingegno europeo,

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che richiama Vitruvio e le sue idee di utilità, robustezza e bellezza, un luogo di aggregazione capace di recuperare l'atmosfera dei vecchi cortili, ormai spariti dalle moderne megalopoli – commenta Alexey Dobashin, dopo aver ritirato il premio -. Grazie a Benini e Arlati, ho realizzato il mio sogno”. Il Premio Dedalo Minosse è un riconoscimento unico al mondo, in cui alla figura del committente, spesso trascurata quando si parla di architettura, viene attribuita un’importanza fondamentale e strategica nel processo costruttivo. Il riconoscimento di un ruolo positivo e stimolante che contribuisce a creare, assieme alle capacità degli architetti, la buona architettura. Aperta ai committenti pubblici e privati di tutto il mondo, la mani-

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Il colore protagonista in esterni.

festazione seleziona e propone architetture realizzate, dove risalta il contributo alla qualità che nasce dalla collaborazione tra architetto e committente. Dalla sua fondazione, sono state più di 8 mila le iscrizioni al concorso con oltre 50 paesi partecipanti. Oltre 200 sono stati gli eventi organizzati e 50 i Paesi toccati dal roadshow internazionale. Tra i progettisti premiati nel passato i nomi più rilevanti dell'architettura internazionale, da Gae Aulenti, a Campo Baeza, Mario Botta, Guido Canali, Massimiliano Fuksas, Von Gerkan Marg Und Partner, Zaha Hadid, Kisho Kurokawa, Mecanoo, Manfredi Nicoletti, Erik Owen Moss, Dominique Perrault, Paul de Ruiter, Piero Sartogo, Studio Odile Decq, Oscar Tusquets, Claude Vasconi, Cino Zucchi. Quest'anno sono state circa 400 le iscrizioni pervenute alla decima edizione,con la partecipazione di quasi 40 Paesi da tutto il mondo, tra i quali Argentina, Filippine, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, India, Perù, Portogallo, Russia, Stati Uniti, Spagna, Svezia, Svizzera, Vietnam.

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ARCHITETTURA E ARTE ELISA VALERO RAMOS: PROGETTAZIONE BIOCLIMATICA E RISPARMIO ENERGETICO L'architetto spagnolo Elisa Valero Ramos, che sarà ospite del programma culturale "costruire abitare pensare" di Cersaie 2017, con una conferenza si tiene a Bologna giovedì 28 settembre alle ore 10:30 presso la Galleria dell'Architettura - Gal. Pad. 21/22 - in occasione del Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, è specializzata in progettazione bioclimatica e risparmio energetico, inizia la sua carriera in Messico con il restauro dell'opera di Felix Candela, 'Los Manantiales' e dal 1997 ha aperto il suo studio di fronte a L'Alhambra, a Granada. Da sempre i suoi progetti hanno avuto legami con il mondo dell'arte: sua madre era una pittrice e l'ha guidata alla scoperta del mondo attraverso la tavolozza. Nella scuola materna El Serrallo di Granada, Elisa Valero Ramos si cimenta con un tema a lei particolarmente caro, quello dell’architettura dedicata all’infanzia, dove ha espresso i suoi principi progettuali, tra i quali il definire lo spazio attraverso pareti bianche a forte andamento orizzontale. Un altro progetto molto significativo è la Chiesa per il culto di Santa Josefina Bakhita a Motril, nella quale Elisa Valero Ramos ha sviluppato un uso sapiente e appropriato della luce in un’architettura sempre attenta alla valorizzazione delle risorse e dei materiali a disposizione.Il suo è un curriculum di assoluto rispetto. Professore Ordinario di Progettazione Architettonica presso la Scuola Tecnica Superiore di Architettura di Granada, visiting professor presso la Technische Universität di Berlino Institute für Architektur, insegna presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Roma Tre, presso la Facultad de Arquitectura de l'UNAM México, presso il BTU Architettura Scuola Cottbus, visiting

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professor presso La Royal Academy of Fine Arts School of Architecture di Copenhagen, e la Escola da Cidade di San Paolo. Insegna inoltre presso la London South Bank University e alla Facoltà di Architettura di Mantova. Visiting professor al Master in Restauro e Conservazione del Patrimonio Politecnica dell'Università di Valencia. Ha conseguito il Master in Housing Collective, Master in Lighting Design architettonico e Master in Ambiente e Architettura Bioclimatica presso la Scuola Tecnica Superiore di Architettura di Madrid. Esaminatore esterno alla scuola di Architettura AA di Londra e alla Universidad Nacional de Colombia per il Master in Architettura nel 2016.Infine è stata coordinatore della squadra dell'Andalusia per la costruzione della casa solare Patio 2.12, dove diciotto squadre provenienti da dodici paesi hanno gareggiato nella progettazione e nella costruzione della casa ad energia solare più efficiente del mondo e nel quale si è aggiudicata il primo Premio in Comunicazione e sensibilizzazione sociale, il primo Premio in Energia Efficiency, il First Award nel bilancio energetico e il primo premio come progetto favorito dal pubblico.

Alcune realizzazioni dell’architetto Ramos.

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LECABLOCCO PER PIAZZA TRE TORRI A MILANO A MILANO IL NUOVO SKYLINE È A PROVA DI... FUOCO CityLife, progetto di riqualificazione di un’area nel cuore di Milano, ha portato al cambiamento dello skyline cittadino con uno degli interventi urbanistici più grandi d’Europa. Cuore dell’area CityLife è il Business & Shopping District, in cui, in seguito a un concorso internazionale, sono stati previsti tre grattacieli firmati da architetti di calibro internazionale: Zaha Hadid, Arata Isozaki e Daniel Libeskind. La torre Isozaki è stata completata e rappresenta oggi l’edificio più alto con i suoi 202 m di altezza. La torre Hadid in costruzione sarà presumibilmente

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completata entro il 2017, mentre la terza torre, di Libeskind, è alle fondazioni. Tra le tre torri nasce la Piazza Tre Torri, la cui progettazione è stata affidata allo studio One Works, per creare uno spazio in grado di porre in relazione i diversi livelli. L’ingresso principale delle torri è situato infatti a +129 metri sul livello del mare, mentre la piazza ipogea si trova a una quota di +122 metri. La piazza, oltre a mettere in relazione i due livelli di accesso alle torri con le due quote pubbliche di riferimento dell’intero progetto, rappresenta inoltre il collegamento con la nuova fermata della metropolitana M5 e i parcheggi sotterranei. Questo spazio urbano diventa quindi il punto di incontro di due percorsi, mettendo in relazione le parti sud e nord del parco e le parti est-ovest tra la Piazza Sei febbraio con il fashion mall nel basamento della torre Hadid e il parco a ovest. L’articolazione della piazza è sottolineata dai grandi fori che permettono la vista dei grattacieli anche dall’interno e viceversa della piazza ipogea dall’esterno creando maggiore integrazione tra i diversi spazi. Grandi aree a verde sottolineano il colle-

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gamento nord-sud nella parte orientale e di fronte all’ingresso del fashion mall per conferire maggiore intimità ai "dehors" dei ristoranti che si affacciano sulla piazza, oltre ad aiuole fiorite attorno ai fori principali. Le pareti divisorie tra i vari vani e al livello parcheggio sono state realizzate utilizzando i Lecablocco Tagliafuoco Facciavista di vari spessori (12, 15, 20 e 30 cm) sia nella versione monocamera che multicamera, studiati per realizzare murature ad elevate prestazioni di resistenza al fuoco. Costituiti da calcestruzzo di argilla espansa Leca, di dimensioni 20x50 cm, gli elementi sono lasciati a vista e semplicemente pitturati ai piani interrati del parcheggio, mentre ai piani superiori la loro resistenza e robustezza - caratteristiche che li rendono facilmente attrezzabili - hanno permesso di realizzare la sovrastruttura per il rivestimento in marmo a livello della piazza.

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Nello stesso contesto sono stati inoltre utilizzati i Lecablocco Tramezza Lecalite, manufatti in calcestruzzo a base di argilla espansa Leca, a basso spessore e con sistema di collegamento ad incastri su tutti e quattro i lati, utilizzati per la realizzazione di tamponamenti e pareti. Ottimi valori di resistenza al fuoco sono raggiunti in bassi spessori, anche lasciati con superficie a vista (il Lecalite T8x28x55 pieno raggiunge un valore EI di 120 minuti in soli 8 cm di spessore facciavista) e sono dotati del fascicolo tecnico del produttore. Il sistema di posa ad incastri, il ridotto numero di pezzi per metro quadrato di parete (solo 6,5 pezzi/m2) e la facile lavorabilità e tracciabilità garantiscono la massima semplicità e velocità di posa.

LA SCHEDA Piazza Tre Torri - CityLife a Milano Promotore: CityLife Sp.A. - Milano (MI) Progettazione architettonica: One Works S.p.A. - Milano Impresa esecutrice: Carron S.p.A. - San Zenone degli Ezzelini (TV)

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IL RESTAURO DEL COMODO DI COSIMO DE MEDICI PALAZZO VECCHIO A FIRENZE GRAZIE A GEBERIT E POZZI-GINORI L’azienda leader internazionale dei sistemi idrosanitari e della ceramica da bagno restituirà un ambiente storico del Palazzo alla città nel suo splendore originario contribuendo ad ampliare il percorso museale Geberit-Pozzi Ginori sostiene il progetto di sponsorizzazione dell’intervento di restauro del “Comodo di Cosimo de’ Medici”, posto all’interno di Palazzo Vecchio adiacente alla Sala dei Dugento. L’azienda è accompagnata da Fondaco s.r.l. ,società leader in Italia nel settore della consulenza e strategia nella comunicazione associata al recupero e al restauro di opere d’arte e dei beni culturali. “Siamo lieti – ha detto il Sindaco Dario Nardella –

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di avere di nuovo al nostro fianco Fondaco Italia, che abbiamo già incontrato in occasione dei restauri della Fontana dello Sprone e del busto di Cosimo II, e della generosità dell’azienda Geberit-Pozzi Ginori. Il patrimonio fiorentino, di inestimabile valore artistico e culturale, necessita di cure continue e grazie al progetto Florence I care i privati possono darci una mano a tutelare i nostri beni. L’augurio è che questa collaborazione possa dare buoni frutti ed altri imprenditori lungimiranti possano seguire questo esempio”. “È con particolare soddisfazione che abbiamo deciso di impegnarci in questo pro-

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getto nella città di Firenze, capitale della cultura, - ha affermato Giorgio Castiglioni, Direttore Generale Geberit Marketing e Distribuzione SA, e desideriamo innanzitutto ringraziare il Comune di Firenze, la Soprintendenza e Fondaco stessa per averne reso possibile la sua realizzazione. Un intervento nel salotto della città che ci inorgoglisce particolarmente!”. “L’innovazione, la ricerca, il design, il bello sono gli elementi che caratterizzano da sempre i due brand – continua Giorgio Castiglioni – ed abbiamo trovato perciò questo progetto, il primo in assoluto in cui si cimenta Geberit, attinente all’attività che svolgiamo ed in linea con la nostra storia ed i valori che esprimiamo. Un fil rouge che collega il presente con una fase storica, il Rinascimento, che ha segnato nell’arte e nell’architettura lo sviluppo dell’Italia tanto da diventarne riferimento per altri Paesi. Un luogo bellissimo, leggero e delicato (un bagno, un bagno/stufa, una sala per la cura del corpo e del benessere) impreziosito da dipinti di Marco da Faenza della scuola del Vasari che ne fanno una vera e propria opera d’arte.” “Desidero ringraziare – conclude Giorgio Castiglioni – l’Arch. Giorgio Caselli e il Dr. Carlo Francini del Comune di Firenze per la collaborazione e la disponibilità nel supportare la realizzazione della pubblicazione che consegneremo ai nostri ospiti durante la realizzazione del restauro e che servirà come strumento per conoscere alcune tematiche storico-artistiche ed aspetti dell’impianto idraulico che ai tempi del Rinascimento faceva di Palazzo Vecchio un luogo all’avanguardia”. L’intervento è inserito nel programma FLIC “Florence I Care” con il quale il Comune di Firenze offre a coloro che vogliono diventare suoi partner l’opportunità di

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“prendersi cura” della città partecipando in prima persona al finanziamento di iniziative volte alla conservazione, al miglioramento ed alla valorizzazione del patrimonio artistico fiorentino. I lavori di restauro, progettati e diretti a cura del Servizio Belle Arti del Comune di Firenze vengono realizzati dagli esperti restauratori della fiorentina Dini Restauri. La conclusione dei lavori è prevista per novembre 2017. “Abbiamo accettato con piacere l’invito del Comune di Firenze a curare il restauro del Comodo” ha dichiarato Enrico Bressan, presidente di Fondaco, “e desidero evidenziare la particolare sensibilità dell’azienda Geberit-Pozzi Ginori nel cogliere questa prestigiosa opportunità con l’augurio che possa essere ulteriore motivo di forza per lo sviluppo dell’azienda. Pensiamo che valorizzare queste opere di cui il nostro Paese è ricco sia anche motivo di presidio del territorio e di garanzia per la continuità della storia. È su questo che Fondaco è impegnata da oltre dieci anni per attirare l’attenzione e l’impegno degli imprenditori”. UNA STORIA AFFASCINANTE Quest’ambiente, situato vicino alla Sala dei Duecento sotto la scala piana che collegava il quartiere di Cosimo con quello della duchessa Eleonora, è stato interamente decorato da Marco da Faenza (artista vicino al Vasari) con grottesche e stucchi già utilizzati nelle altre sale e con scene prese dalla storia di Eros e Psiche di Apuleio, storie che gli studiosi vogliono far risalire al matrimonio di Francesco I de Medici, figlio di Cosimo, e Giovanna d’Austria avvenuto nel dicembre del 1565.

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Anche se non abbiamo la certezza che il duca si riferisse al nostro spazio possiamo essere certi che il cosiddetto bagno di Cosimo non poteva che essere una stufa. Le stufe o stanze-stufe erano ambienti di gran moda nel rinascimento e ogni palazzo importante era dotato di questo ambiente, che oggi definiremmo un luogo legato al benessere privato una vera e propria sauna, dove oltre alla vasca da bagno fissa vi era un sistema idraulico in grado di scaldare l’acqua e creare vapore. Un luogo solitamente defilato e ritirato dove con ogni probabilità i signori svolgevano anche le loro funzioni corporali attraverso le seggette portatili, spesso rivestite di panni nobili e decorate con grande eleganza (nell’inventario di Palazzo Vecchio del 1553 se ne contano diverse negli appartamenti ducali) e dove, grazie alla presenza di acqua, era più agile provvedere alle pulizie personali. Il nostro spazio o camerino ha tutte le caratteristiche della stufa rinascimentale. Una grande vasca in pietra, probabilmente dotata di due bocche per l’acqua calda e fredda, e una nicchia di un elegante forma ovale con in basso un alloggiamento per una griglia, sulla quale forse si appoggiavano contenitori con essenze e un canale in pietra da dove arrivava, con ogni probabilità, l’aria scaldata in uno stanzino attiguo e con in alto una presa d’aria per lo sfiato. Questi ambienti dovevano essere posizionati vicino agli appartamenti per permettere al signore di godere pienamente dei benefici di un vero e proprio trattamento idroterapico come ci attestano molti documenti dell’epoca e il nostro “camerino” è parte integrante del quartiere di Cosimo. Il Bagno di Cosimo è un ambiente raffinatissimo frutto di una scelta sofisticata che si voleva riallacciare, in una forma privata ed esclusiva, alla cultura termale dell’antica Roma sia nella parte tecnologica sia nella grande (vedi ad esempio la stufa del Cardinal

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Bibbiena nel Palazzo Apostolico in Vaticano affrescata nientemeno che da Raffaello nel 1516, e quella in Castel Sant’Angelo che fece allestire Clemente VII - Giulio de ‘Medici nel 1525).

GEBERIT POZZI-GINORI Il gruppo Geberit è leader mondiale nell'impiantistica idraulica e - con l'acquisizione dello storico marchio Pozzi-Ginori - è oggi sinonimo di soluzioni avanzate per l'ambiente bagno di design. Dalla progettazione della rete di adduzione e scarico, all'installazione di sanitari di ultima generazione anche multi-funzione, fino alle proposte di arredo, la gamma di prodotti Geberit e Pozzi-Ginori è in grado di fornire soluzioni full range 'dentro e fuori parete’. Geberit ha sede a Rapperswil-Jona, Svizzera. Con oltre 12.000 dipendenti in più di 40 paesi, Geberit è quotata al SIX Swiss Exchange.

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SOSTENIBILITÀ E SICUREZZA

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SISTEMA COSTRUZIONI E KNAUF INSULATION PER IL PROTOCOLLO LEED FOR RETAIL È stato recentemente inaugurato il nuovo centro commerciale Coop di Formigine (Modena), progettato e realizzato secondo i parametri del protocollo “LEED for retail”, il cui involucro - pareti perimetrali e copertura - altamente performante, è stato realizzato da Sistem Costruzioni e totalmente coibentato con i pannelli in lana di roccia Knauf Insulation. Il centro commerciale, ubicato nell’area delle ex distillerie Bonollo, copre un’area vendita di 4.500 m2. L’intervento è stato corredato da rilevanti opere urbanistiche per il comune emiliano, come la viabilità accessoria quali rotatorie, il sottopasso, e il bypass coassori per l’accesso alla superstrada Modena-Sassuolo. L’edificio si sviluppa su 2/3 livelli, con un piano interrato adibito a parcheggio, il piano terra in cui trova collocazione l’area vendita e le zone di servizio e stoccaggio, mentre al piano superiore sono disposti i locali di servizio e gli impianti tecnologici ed energetici. Il progetto ha previsto tutta una serie di accorgimenti tecnologici, unitamente alla scelta di materiali costruttivi che convergono verso un principio prioritario di sostenibilità e efficienza energetica. Fra questi la realizzazione di un involucro isolato dal punto di vista termico ed acustico con i pannelli in lana di roccia Knauf Insulation spessore completo 200 mm (doppio strato 100+100 mm), e l’impiego di materiali

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di provenienza regionale come l’acciaio, il legno e il calcestruzzo, con alta percentuale di contenuto di riciclo e a basse emissioni di VOC. In dettaglio, per la copertura sono stati utilizzati pannelli Multibox, moduli dimensionati e progettati in base alla scansione delle fonometrie in cui sono stati inseriti 260 solartube, tunnel solari per l’illuminazione dell’area di vendita con luce naturale. I moduli di copertura, assemblati nello stabilimento di Sistem Costruzioni, sono realizzati con una stratigrafia che prevede l’utilizzo di lastre in cemento fibrorinforzato, doppio placcaggio in pannelli OSB, struttura intelaiata in legno con altezza 20 cm, pannelli isolanti in lana di roccia DP7 di Knauf Insulation con densità 70 kg/m3, in doppio strato di 10+10 cm di spessore e strato di impermeabilizzazione esterna. Su tutta la superficie della copertura sono stati fissati pannelli fotovoltaici, orientati a sud. Le pareti esterne dell’edificio, anch’esse realizzate da Sistem Costruzioni e successivamente installate in cantiere per un totale di 3.500 m2, raggiungono i 12 metri di altezza e sono state realizzate con pannelli prefabbricati ad alte prestazioni termiche. Anche nella stratigrafia delle pareti sono stati utilizzati i pannelli in lana di roccia DP7 di Knauf Insulation nel doppio strato 10+10 cm, che si caratterizzano per le elevate proprietà di isolamento termico (D pari a 0,035 W/mK) ed acustico, ottima resistenza meccanica, permeabilità al vapore e idrorepellenza. La lana di roccia è un materiale salubre, rispettoso dell'ambiente e notevolmente sicuro sotto il profilo della protezione al fuoco: è infatti incombustibile, classificato in Euroclasse A1.

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L’edificio è stato sottoposto come dicevamo alla certificazione LEED (processo di certificazione in fase di completamento), a cui i pannelli Knauf Insulation hanno contribuito nel raggiungimento dei punteggi necessari in relazione alla performance di risparmio energetico, di impiego di materiali provenienti dal riciclo e della qualitĂ ambientale interna.

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L’intera opera ha richiesto soltanto 3 mesi di cantierizzazione, i cui lavori sono stati eseguiti da Sistem Costruzioni, azienda con 35 anni di esperienza nella realizzazione di strutture ed edifici in legno, oltre che di coperture e grandi strutture per qualsiasi destinazione d’uso.

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UN INTERVENTO IN TEMPO RECORD PER UN EDIFICIO MULTIPIANO IL RESIDENCE BIO AND SEA DI JESOLO, UN LAVORO REALIZZATO DA WOOD BETON IN SOLI TRENTA GIORNI L’ultimo intervento edilizio di Wood Beton riguarda il “Residence BIO and SEA” di Jesolo (Venezia), il cui involucro chiuso “acqua a terra” è stato realizzato da Wood Beton in soli 30 giorni. La committenza, Mia Re s.r.l. di Treviso, sensibile alle tematiche della bioedilizia e della bioarchitettura, ha optato per una palazzina in legno, realizzata seguendo le moderne tecniche di costruzione. Un edificio di ben 6 piani fuori terra. CADE UN TABÙ: LE ABITAZIONI PLURIPIANO POSSONO ESSERE IN LEGNO Questo materiale è, infatti, in grado di rispondere positivamente alle prestazioni richieste da un edificio a più piani, grazie al buon rapporto peso/prestazioni e a un ottimo comportamento al fuoco. Una palazzina sicura dal punto di vista sismico: per il suo carattere elastico e per le sue proprietà meccaniche, il legno reagisce in modo adeguato all’azione di un terremoto poiché l’energia indotta dal sisma è dissipata dalla struttura lignea, soprattutto attraverso la deformabilità delle giunzioni tra i vari elementi, che riesce a rispondere in modo efficace alle sollecitazioni derivanti dalle scosse sismiche, senza subire danni importanti. Inoltre, la resistenza all’azione

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del sisma e a quella del vento, è assicurata dal nucleo centrale dell’edificio, costituito dal vano scala, prefabbricato e realizzato in calcestruzzo armato, da un’altra azienda del Gruppo, la Camuna Prefabbricati s.r.l.. Oltre ad ottemperare ai principi di sostenibilità ed efficienza energetica, il legno ha giovato al progetto anche da un punto di vista costruttivo: architettonicamente pulito e dimensionalmente equilibrato, l’edifico si compone di 11 appartamenti trilocali, tutti realizzati con solai Prepanel® (misti legno-calcestruzzo) e pannelli prefabbricati in X-Lam. L’utilizzo del solaio Prepanel®, in sostituzione del solaio in legno, accoppiato alle pareti in X-Lam, permette un’ottimizzazione dell’uso dei materiali, aumentando le prestazioni statiche del solaio stesso, con un consumo di legno pari a circa la metà. Con questa soluzione Wood Beton ha realizzato importanti lavori pubblici, come ad esempio il Polo Scolastico di Aulla (MS), con migliaia di metri quadri di solai e pareti prodotti. Dunque, l’utilizzo di sistemi costruttivi così tecnologicamente all’avanguardia, ha permesso di minimizzare l'uso dei materiali, mantenendo eleva-

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tissimo il livello qualitativo, oltre a ridurre i tempi di realizzazione dell'edificio e, quindi, dei costi di costruzione. Ubicato in una delle location più interessanti di Jesolo, con una vista a 360° che spazia dalla laguna al mare, il residence Bio and Sea si compone di abitazioni che si adattano sia alla residenza stabile che a quella turistica: ogni unità abitativa, di circa 80m2, dispone di zona soggiorno, angolo cottura, due camere da letto, un bagno, un ripostiglio e due balconi. Una particolarità dell’edificio è la forma trapezoidale della facciata sud, dove i poggioli variano dimensione ad ogni piano e presentano sbalzi fino a 3,5 metri, contemporaneamente in entrambe le direzioni: anche in questo caso Wood Beton ha saputo proporre una soluzione strutturale prefabbricata, che ha consentito di soddisfare brillantemente le necessità architettoniche.

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SCHEDA DEL PROGETTO Committente Mia Re Srl Tipo struttura Residence Ubicazione Jesolo (Ve) Anno di realizzazione 2017 Progettazione architettonica IA – Dott. Geom. Alberto Carrara Progettazione strutturale Wood Beton Spa - Ing. Giovanni Spatti

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SISTEMA ANTIMUFFA MICOSTERYL DA BALDINI VERNICI UN CICLO COMPLETO PER ELIMINARE LA MUFFA DALLE PARETI DI CASA Baldini Vernici, brand del gruppo Cromology Italia leader nel settore delle vernici, presenta per il prossimo autunno il sistema antimuffa Micosteryl, il ciclo completo per il trattamento e la prevenzione delle muffe e della condensa sulle pareti di casa. Il sistema Micosteryl è costituito da due fasi fondamentali: la prima dedicata alla rimozione della muffa e alla preparazione del supporto, con tre diversi prodotti (spray, protettivo e fissativo), la seconda dedicata alla decorazione e alla prevenzione, dove è possibile scegliere tra tre diversi tipi di pitture, in base alle esigenze e agli ambienti da proteggere (Micosteryl Color, Act o Thermo).

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Il problema della muffa sui muri non interessa solo le abitazioni un po’ datate, ma tende a presentarsi anche in quelle di recente costruzione. Le cause sono principalmente due: un isolamento non ottimale e un eccessivo tasso di umidità nell’ambiente. Soprattutto quest’ultima, già a livelli di poco superiori al 55% tende a creare tra le pareti domestiche un accumulo di condensa su soffitti, pareti e vetri, a cui segue in breve tempo lo sviluppo di muffe che danno luogo a macchie visibili sulle pareti. “La presenza di muffa sulle pareti delle nostre case non è solo antiestetica – afferma Francesca Geri, Marketing Manager Baldini Vernici – recenti studi scientifici hanno dimostrato che le spore liberate dalle muffe possono essere tossiche e dare problemi di allergie e asma, soprattutto nei soggetti più sensibili, come bambini e persone debilitate. In quest’ottica noi di Baldini Vernici, e più in generale tutta Cromology, lavoriamo per fornire ai

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nostri clienti un prodotto sempre più efficace e tecnologicamente avanzato”. Il servizio clienti di Cromology è a disposizione per informazioni su come trattare e prevenire la formazione di muffa e sull’utilizzo dei prodotti della gamma Micosteryl. CROMOLOGY ITALIA È LEADER NEL SETTORE DELLA PRODUZIONE E VENDITA DI PITTURE PER EDILIZIA IN ITALIA. L’AZIENDA SI AVVALE DI 500 COLLABORATORI, DUE SITI PRODUTTIVI TECNOLOGICAMENTE EVOLUTI DI 80.000MQ, UN HUB LOGISTICO E TRE MAGAZZINI REGIONALI PER UN TOTALE DI 45.000M2. ALLA PARTE PRODUTTIVA SI AFFIANCA UNA RETE DI DISTRIBUZIONE INTEGRATA, COLORI DI TOLLENS BRAVO, CHE VANTA 14 PUNTI VENDITA DIRETTI. GRAZIE AD UNA STRATEGIA MULTICANALE COMPETITIVA, AL SUO PORTAFOGLIO DI BRAND PRESTIGIOSI – MAXMEYER, DUCO, BALDINI VERNICI, TOLLENS, SETTEF, VIERO, VIERO PAINTS, MISTERCOLOR E LO SPECIALISTA DI MISTERCO-

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LOR – E A UNA OFFERTA COMPLETA E DIVERSIFICATA, CROMOLOGY ITALIA REGISTRA UNA PRESENZA DI SUCCESSO IN TUTTI I CANALI DISTRIBUTIVI. CROMOLOGY ITALIA, FA PARTE DEL GRUPPO CROMOLOGY PLAYER A LIVELLO MONDIALE, SVILUPPA UN FATTURATO DI 800 MILIONI DI EURO, CHE DETIENE POSIZIONI DI LEADERSHIP NEI MAGGIORI MERCATI DEL SUD EUROPA. GRAZIE A 10 LABORATORI DI RICERCA, 13 IMPIANTI DI PRODUZIONE E 9 PIATTAFORME LOGISTICHE, CROMOLOGY È ALL’AVANGUARDIA NELLO SVILUPPO E NELLA PRODUZIONE DI PITTURE E VERNICI PER L’EDILIZIA. I MARCHI DI CROMOLOGY SONO COMMERCIALIZZATI IN OLTRE 50 PAESI IN TUTTO IL MONDO, CON UNA PRESENZA DIRETTA IN 9 NAZIONI.

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OMBREGGIAMENTO AD ALTA EFFICIENZA CON PRESYSTEM FRANGISOLE DI ALPAC Proposte in combinazione con il monoblocco Presystem, le lamelle frangisole Alpac schermano le superfici vetrate dalla sovraesposizione ai raggi solari, valorizzando il design delle facciate. Durante i mesi estivi l’edificio è inevitabilmente esposto in maniera prolungata ai raggi solari, che causano il drastico innalzamento della temperatura dei locali indoor. Una soluzione efficace per difendersi all’eccessivo irraggiamento senza sacrificare il panorama esterno è l’installazione di frangisole a lamelle orientabili, che da un lato proteggono le superfici vetrate e gli ambienti interni dalla luce del sole e dall’altro contribuiscono a migliorare la resa dell’edificio in termini architettonici. PRESYSTEM FRANGISOLE Il Presystem Frangisole di Alpac è una soluzione innovativa che al monoblocco termoisolante per la chiusura del foro finestra integra il sistema a lamelle orientabili, in una combinazione che garantisce non solo elevate performance dal punto di vista energetico, termico

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e acustico, ma anche un efficace ombreggiamento degli ambienti interni. Se da una parte, infatti, il monoblocco è determinante nel ridurre le dispersioni energetiche associate al foro finestra, dall'altra le schermature integrate razionalizzano il passaggio di luce e aria, contribuendo significativamente a migliorare l’isolamento termico e il comfort dell'abitazione. I BENEFICI: FUNZIONALITÀ E COMFORT Controllo solare, ombreggiamento e grande resistenza agli agenti atmosferici: Presystem Frangisole riduce gli sprechi energetici e permette un'effettiva riduzione dei costi legati all'eccessivo utilizzo degli impianti di climatizzazione, consentendo allo stesso tempo l'apporto di luce naturale alle stanze. Orientabili in posizione orizzontale, verticale o inclinata, le lamelle frangisole sono disponibili sia con movimentazione tramite catena a rulli – anche in versione ultra rinforzata, per una sicurezza ancora maggiore contro furti e infrazioni – sia con treccia in fibra di carbonio. La grande flessibilità del sistema ne consente una movimentazione manuale oppure con comando motorizzato, anche in combinazione con eventuali sistemi di domotica in grado di regolare la luminosità e il benessere indoor. Esempi di crolli di edifici e ponti.

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UNA SCELTA DI DESIGN Oltre ad evitare il surriscaldamento degli ambienti e a ridurre gli sprechi energetici, i monoblocchi Presystem Frangisole rispondono anche a specifiche esigenze in termini di design. Realizzati in leghe di alluminio preverniciato o estruso (anche con trattamento anti grandine), sono disponibili in una grande varietà di colori standard e personalizzabili, che ne assicurano la resa estetica in sintonia con qualunque tendenza architettonica. ALPAC DA 35 ANNI PROGETTA E PRODUCE SOLUZIONI AVANZATE PER LA GESTIONE DEL FORO FINESTRA: MONOBLOCCHI TERMOISOLANTI PER AVVOLGIBILI, FRANGISOLE, TENDE OSCURANTI, SCURI E PERSIANE, CUI SI AGGIUNGE L’AMPIA GAMMA DI CASSONETTI E LA NUOVA LINEA DI MONOBLOCCHI INGENIUS CON VMC INTEGRATA. È LA PRIMA IMPRESA NEL SETTORE DEL RISPARMIO ENERGETICO E DELL’ECO-SOSTENIBILITÀ AD AVERE FATTO PROPRIA LA FILOSOFIA DEL LEAN PRODUCTION SYSTEM, BASATA SULL’EFFICIENZA PRODUTTIVA E SUL MIGLIORAMENTO CONTINUO. MOLTI SONO GLI INVESTIMENTI DEDICATI ALLA RICERCA E SVILUPPO PER PORTARE IL MERCATO VERSO NUOVI STANDARD EDILIZI, RISPONDENTI ALLE NORMATIVE PIÙ RECENTI E ALL’ODIERNA RICHIESTA DI UNA CULTURA ECOSOSTENIBILE. ALPAC PROMUOVE LA CULTURA DELL'EFFICIENZA ENERGETICA ED È PARTNER CASACLIMA E MEMBRO AIPE.

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HORIZEN® LAMINATE: ELEGANZA, PRATICITÀ E MINIMALISMO CONTEMPORANEO Eleganti, pratici e moderni, i nuovi pannelli modulari in laminato di Betafence consentono di creare angoli di privacy, separare e organizzare al meglio gli spazi esterni. Dalle tonalità intense e moderne, donano un tocco di colore e vivacità alla casa. Con alta resistenza e minima manutenzione. La casa è un luogo speciale e diverso per ognuno. Per alcuni è quel luogo accogliente da vivere ogni giorno in cui va posta particolare attenzione alla praticità. Così come per gli interni, ciò vale anche per gli esterni. HoriZen Laminate by Betafence consente di creare angoli di privacy, separare aree specifiche oppure organizzare il giardino ed il terrazzo con la massima praticità ed eleganza. Proteggendo dalla vista di sguardi indiscreti e dal vento. Pratico perché, alle caratteristiche estetiche, HoriZen Laminate associa le massime prestazioni tecniche: il laminato infatti possiede un’eccellente stabilità e resistenza agli agenti atmosferici. Non richiede particolare manutenzione ed è estremamente durevole nel tempo. Elegante con il caratteristico look minimalista, HoriZen Laminate si adatta ad ogni stile ed è altamente personalizzabile: non solo è possibile scegliere colori – rosso, grigio titanio e grigio ardesia - e forme dei pannelli (6 tipologie), ma è anche possibile combinarli con altri pannelli della gamma HoriZen (in WPC, alluminio o vetro). I pannelli di forma rettangolare sono disponibili con scanalature decorative alla parte superiore del pannello.

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I pannelli HoriZen Laminate sono facili da assemblare con pali e accessori specifici, a cementare o a tassellare su superficie piana. Per adeguare le misure alle specifiche necessitĂ , i pannelli laminati sono tagliabili alla misura desiderata.

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COMFORT INTERNO E FACCIATE BELLE E PROTETTE Colorclima, la collezione colori per esterni di Viero con pigmenti termoriflettenti, previene il surriscaldamento della facciata, anche in caso di colori pieni e scuri. MAI PIÙ LIMITAZIONI NELLA SCELTA DEI COLORI, CON COLORCLIMA Colorclima, la collezione colore per facciate di Viero, contiene innovativi pigmenti termoriflettenti, in grado di riflettere l’irradiazione solare, garantire un migliore clima interno e proteggere la facciata isolata con cappotto termico da nocivi sbalzi termici.Colorclima, rispetto ai colori tradizionali, fa sì che gran parte del calore non venga assorbita dalla facciata, bensì riflessa. Questa proprietà termoriflettente conferisce a privati e progettisti la massima libertà progettuale e nella scelta dei colori. Con i colori tradizionali, infatti, le facciate isolate con cappotto termico non possono essere tinteggiate in colori pieni e scuri. Questi causerebbero il surriscaldamento della facciata, nocivo per il cappotto.

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Con Colorclima, invece, tutto è possibile. Grazie all’ottimo potere coprente e alla maggiore durevolezza rispetto ai prodotti tradizionali, Colorclima consente di risparmiare nella quantitĂ di prodotto, nei tempi di posa e nella manutenzione. Le facciate tinteggiate con Colorclima sono resistenti al fisiologico scolorimento della tinta, dovuto agli sbalzi di temperatura e agli agenti atmosferici.

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COLORCLIMA: LA GAMMA COLORE Colorclima propone sei differenti palette colore: • Palette colori Essenziali: rigorosi e minimali, in puro stile post-industriale; • Palette colori Innovativi: contemporanei e futuristici, mediterranei e cosmopoliti; • Palette colori Naturali: evocativi ed ecologici, dal sapore paesaggistico; • Palette colori Solari: iconici e attuali, per un’architettura in piena luce; • Palette colori Lavici: esuberanti e attrattivi, verso volumi e forme inedite; • Palette colori Minerali: solidi, concreti e di estrema duttilità interpretativa. VIERO È UNA SOCIETÀ DEL GRUPPO CROMOLOGY ITALIA, ED OPERA DA 50 ANNI NEL CAMPO DELL’EDILIZIA PROFESSIONALE PROPONENDO UNA VASTA GAMMA DI SOLUZIONI PER LA FACCIATA: • PRODOTTI DI PREPARAZIONE PER LA FACCIATA • FINITURE PER LA FACCIATA • RISANAMENTO DEL CALCESTRUZZO

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• DEUMIDIFICAZIONE, MALTE E RASANTI A CALCE • VIEROCLIMA, SISTEMA DI ISOLAMENTO TERMICO A CAPPOTTO • SISTEMA ELASTOMERICO • PRODOTTI SPECIALI

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RÖFIX ITALIA: PRIMATO NELLA BIOEDILIZIA CON PRODOTTI A BASE DI CANAPA RÖFIX, da oltre 30 anni leader nello sviluppo di sistemi per l’edilizia, è la prima azienda in Italia ad aver industrializzato una linea di prodotti a base di canapa con CalceClima© Canapa, intonaco e finitura a base di canapulo e calce idraulica naturale. I prodotti CalceClima© base hanno già ottenuto il marchio di qualità natureplus®, che certifica la loro ecocompatibilità e l’assenza di additivi cementizi e controlla l’intero ciclo di vita del prodotto, affinché questo sia sostenibile dal punto di vista ecologico e ambientale. Da oltre 20 anni, RÖFIX Italia investe nella ricerca nel campo della bioedilizia per offrire soluzioni green, ecologiche e sostenibili. La linea CalceClima© nasce perseguendo tale scopo. “La calce naturale ha la comprovata capacità di regolare naturalmente l’umidità, assorbire le sostanze nocive presenti nell’aria, nonché un efficace effetto battericida e funghicida derivante dalla sua elevata alcalinità, con un pH superiore a 12”, dichiara Andrea Sandri, product manager RÖFIX della

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divisione bioedilizia. “CalceClima© Canapa consente di creare un ambiente abitativo sano e confortevole in modo assolutamente naturale, creando i presupposti ideali per il benessere dell’individuo, e presenta il notevole valore aggiunto dato dalla sostenibilità ecologica e ambientale nel processo di smaltimento”. Da 4 anni, la canapa industriale viene coltivata in Alto Adige e utilizzata in ambito cosmetico e tessile. Per quanto riguarda l’edilizia, la coibentazione rappresenta l’impiego della canapa più diffuso. I materiali da costruzione a base di canapa industriale e calce stanno incontrando un’evoluzione anche in Italia, in linea con gli obiettivi del pacchetto per il clima e l’energia 2020 promosso dalla Commissione Europea, contenente una serie di norme vincolanti affinché l’UE possa raggiungere i suoi obiettivi climatici ed energetici entro il 2020. La linea RÖFIX CalceClima© Canapa comprende intonaco e finitura, entrambi a base di canapulo e calce idraulica naturale NHL5 conforme alla norma UNI EN 459-1. L’intonaco, adatto ad interni ed esterni, è lavorabile a mano e con tradizionale macchina intonacatrice ed è fornibile sfuso in silo, mentre la finitura è un rivestimento murale fine per interni ecologico, a base di calce e senza l’aggiunta di cemento che permette di realizzare diversi tipi di lavorazione con una vasta scelta di effetti estetici e rappresenta il supporto ideale per pitture a base di calce o silicati. Fondata ufficialmente nel 1980, la RÖFIX SpA Italia inaugura nel

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1982 la prima fornitura di prodotti dallo stabilimento produttivo di Parcines (Bolzano). Allo stabilimento di Parcines, che oggi come allora è la sede principale di RÖFIX SpA Italia, si sono aggiunte negli anni altre 5 filiali produttive: Fontanafredda (Pordenone), Prevalle (Brescia), Comabbio (Varese), Villanova Mondovì (Cuneo) e quella recentemente inaugurata ad Oricola (L’Aquila), in grado di realizzare l’intera gamma dei prodotti RÖFIX. La combinazione di know-how aziendale e la capacità di rispondere ai bisogni dei mercati locali, nazionali ed internazionali ha rapidamente portato RÖFIX ad imporsi in Italia e all’estero come un produttore di sistemi di alta qualità, diventando una realtà importante nel settore dell’edilizia grazie anche ad un assortimento di prodotti completo. Lo spirito dell’azienda è alimentato dalla volontà di rafforzare valori quali l’edilizia ecologica, la qualità prodotto, la partnership con i clienti e l’utilizzo responsabile delle risorse disponibili. SOCIETÀ: RÖFIX SPA ITALIA FONDAZIONE: NEL 1888 DA JOSEF WEHINGER A RÖTHIS IN AUSTRIA, PRESENTE IN ITALIA DAL 1980 COLLABORATORI: 150 SEDE PRINCIPALE: PARCINES (BZ) STABILIMENTI PRODUTTIVI: PARCINES (BZ), FONTANAFREDDA (PN), PREVALLE (BS), COMABBIO (VA), VILLANOVA MONDOVÌ (CN), ORICOLA (AQ) OBIETTIVO FATTURATO 2017: 60 MIO € RÖFIX ITALIA FA PARTE DELLA FIXIT GRUPPE, FREISING (D)

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IL PIANETA DEI VALORI NASCE LA “COMMUNITY” YTONG PLANET, UN PROGETTO DI PARTNERSHIP PER IMPRESE E APPLICATORI CHE CONDIVIDONO I VALORI DI YTONG Da quest’anno Xella Italia ha sviluppato, per i suoi marchi Ytong e Multipor, un progetto di “Community” rivolta alle imprese specializzate e fidelizzate Ytong. Si chiama Ytong Planet e coinvolge un circuito di aziende selezionate e qualificate che condividono con Ytong gli stessi principi e valori di attenzione all’ambiente, alla sostenibilità, alla sicurezza ed efficienza energetica del costruito. “Abbiamo scelto il sostantivo “Planet” in affiancamento al nostro marchio, per identificare questo progetto di networking - spiega Mattia Menni, Marketing Manager di Xella Italia - perché Ytong per noi identifica un mondo, un modo di pensare, un modo di intendere l’edilizia che guarda al futuro e crede nelle persone e nella forza delle relazioni. Inoltre il senso di appartenenza ad una community come Ytong Planet rafforza i rapporti professionali, alimentandoli con una sempre maggiore fidelizzazione e collaborazione fattiva, che permette, in maniera sinergica, di guardare lontano”. Sostenibilità ed efficienza energetica: obiettivi comuni per Ytong e Faggian.

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Questo progetto sta muovendo in questi mesi i suoi primi passi, ma già riscontra una risposta vitale e dinamica da parte delle imprese sul territorio. Una delle prime imprese a credere fortemente in questa avventura e sposare il progetto “Ytong Planet” è stata la Faggian S.r.l. di Villafranca Padovana (Padova), azienda con 70 anni di storia ed esperienza nel mondo dell’edilizia in variegati settori, dalla vendita di materiali edili alla costruzione. Dalla sua storia trae stimolo e professionalità per scrivere un presente che guarda al futuro, con un mercato di riferimento distribuito tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, e competenze diversificate che permettono all’azienda di essere protagonista sia nell’edilizia residenziale, industriale, commerciale, direzionale e ancora nella costruzione di opere viarie, acquedotti, aree verdi.

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REALIZZAZIONE DI EDIFICIO PLURIFAMILIARE A LIMENA (PD) CON YTONG CLIMAGOLD IN CLASSE A4 La ditta Faggian, con Certificato di qualità aziendale conseguito dal 2004, negli ultimi anni si è specializzata in bioedilizia residenziale e nelle costruzioni ad alta efficienza energetica, collaborando con il network CasaClima di Padova-Venezia-Rovigo. Da alcuni anni ha creato F.ZERO, un marchio commerciale che identifica il top di gamma delle costruzioni realizzate da Faggian S.r.l., in linea con la Direttiva Europea 2010/31/UE e quindi i parametri dell’edilizia NZEB (Nearly Zero Energy Building, edifici ad energia quasi zero), puntando all’eccellenza nella scelta di soluzioni e realizzazioni costruttive. Una delle ultime realizzazioni della linea F.ZERO è un edificio plurifamiliare con volume lordo superiore a 7.600 m3, ubicato a Limena in provincia di Padova, il cui progetto è stato sviluppato dall’ Arch. Emanuela Trivellato e dall’Ing. Denis Forte, in base ad alcune linee guida principali: massima indipendenza delle unità immobiliari, salubrità dei materiali utilizzati, classe energetica A4, impiantistica realizzata con le più attuali tecnologie disponibili e mirata alla totale indipendenza (riscaldamento a pavimento, condizionamento, ventilazione meccanica controllata, fotovoltaico, domotica). Per la realizzazione del tamponamento delle pareti perimetrali sono stati

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utilizzati i blocchi in calcestruzzo cellulare Ytong Climagold nello spessore di cm 42, mentre per la correzione dei ponti termici sulla struttura in cemento armato sono state impiegate le tavelle Ytong ed isolante ad alta capacità, ottenendo una trasmittanza termica U = 0,20 W/m2*K e soprattutto uno sfasamento pari a 21 ore, utilissimo in chiave estiva. I blocchi tavella sono stati utilizzati anche come taglio termico delle murature interne a contatto con la fondazione o con ambienti non riscaldati. Ulteriore elemento molto importante, che trova allineate la visione costruttiva della linea F.ZERO e le scelte produttive di Ytong, sono la dichiarazione ambientale e la certificazione NaturePlus che accompagna i prodotti della gamma, garanzia internazionale di biocompatibilità e rispetto dell’ambiente.“La variabile del costo è stata analizzata a fondo in fase di capitolato data l’importante metratura del cantiere, ma a fine cantiere possiamo dire che il bilancio del rapporto qualità/prezzo/prestazioni è totalmente positivo, data la velocità di posa, il risparmio di cassonetti nei serramenti, il miglior comportamento estivo e le garanzie di biocompatibilità” afferma l’Ing. Enrico Faggian, Direttore Tecnico della Faggian.

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“Inoltre l’investimento in qualità è risultato ampiamente ripagato dall’ottimo riscontro ottenuto dal mercato, con 12 unità su 13 vendute prima del termine dei lavori.”

IL GRUPPO XELLA

Ytong e Multipor sono marchi del Gruppo Xella, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di elementi in calcestruzzo cellulare presente in oltre trenta Paesi con sedi commerciali e 97 stabilimenti produttivi. In Italia la produzione dei blocchi Ytong avviene nello stabilimento di Pontenure (Piacenza), che si estende su un’area di circa 100.000 metrii quadrati . Il Gruppo Xella, attraverso il proprio Centro di Ricerca e Tecnologia, ha sposato una mission che mette al primo posto l’innovazione continua e l’attenzione ai nuovi sistemi costruttivi con un approccio dinamico e all’avanguardia, scelte che hanno portato l’azienda a sviluppare materiali da costruzione sostenibili e ad alta efficienza energetica. Tutto ciò garantisce prodotti di altissima qualità, affidabili, sicuri e soluzioni ottimizzate orientate al cliente.

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EDILIZIA ANTISISMICA, SVOLTA NELLA SICUREZZA TECNOSISTEM BREVETTA DISPOSITIVO SALVA IMPIANTI IN UN CONVEGNO A NAPOLI PRESENTATO UN SISTEMA DI GRANDE INTERESSE Non occorre che un edificio crolli o subisca crepe visibili per risultare inagibile. I danni di una scossa sismica su una struttura possono essere invisibili eppure altrettanto gravi di un cedimento. Una significativa rivoluzione nel campo della sicurezza degli edifici arriva da una societĂ napoletana che ha di recente brevettato un dispositivo in grado di prevenire il danneggiamento degli impianti degli edifici in caso di fenomeni naturali distruttivi. Si tratta della Tecnosistem s.p.a., azienda specializzata in sistemi di

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ingegneria avanzata presieduta da Luigi Nicolais, ex numero uno del CNR. “Negli edifici strategici ed in alcuni processi industriali legati ai beni primari – spiega Nicolais – le cui funzioni non devono subire interruzioni, risulta necessario assicurare la sicurezza dell’edificio ma anche fornire protezione agli impianti, per poterne garantire l’operatività fin dalle immediate fasi successive al fenomeno tellurico. Risulta quindi evidente l’importanza che assume il dispositivo ideato da Tecnosistem nell’assicurare adeguata protezione agli impianti”.

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Nei casi in cui tali distruzioni non si verificano, si registrano tuttavia rilevanti danni ai componenti non strutturali, quali ad esempio gli impianti (antincendio, elettrico, ventilazione, e così via), tali da comportare comunque l’inagibilità dell’opera. Tecnosistem ha brevettato un dispositivo di isolamento sismico da applicare a strutture di supporto di impianti o carichi sospesi, presenti in infrastrutture ed edifici civili ed industriali. Ha la caratteristica di dissipare i carichi derivanti da fenomeni naturali distruttivi. Il dispositivo, interposto tra la struttura e l’impianto, consente l’assorbimento di parte dell’energia sismica trasmessa dall’edificio ed è configurato per deformarsi, in caso di scossa, per prevenire il danneggiamento degli impianti. Il brevetto è stato presentato in occasione di un convegno dedicato all’“Innovazione nei processi partecipativi per lo sviluppo delle grandi opere” tenuto nei giorni scorsi (lunedì 17 luglio) a Napoli presso il Centro Congressi della Federico II per celebrare il 40esimo anniversario dell’azienda partenopea. Al convegno hanno partecipato Ennio Cascetta, presidente della Metropolitana di Napoli, Gaetano Manfredi, rettore dell’Università di Napoli “Federico II” nonché presidente della Crui, Umberto de Gregorio, presidente dell’Ente Autonomo Volturno e, in collegamento video, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio.

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“Stiamo investendo moltissimo in innovazione - sottolinea Salvatore Rionero, amministratore delegato di Tecnosistem - e nella ricerca, come dimostra il dispositivo appena brevettato. Ci interessano molto anche gli scenari aperti dalle nuove forme di gestione partecipata delle grandi opere pubbliche. Siamo di fronte a un radicale cambiamento di scenario codificato di recente anche dal Nuovo Codice degli Appalti che ha appunto recepito l’esigenza sempre più diffusa di coinvolgere la più ampia parte dei cittadini nelle trasformazioni della città e del territorio”.

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IL RISCHIO DEI VECCHI PORTONI

UN PRESUPPOSTO IMPRESCINDIBILE: LA SICUREZZA NELLE PORTE DA GARAGE La decisione di sostituire la porta da garage è dettata nella maggioranza dei casi da mutate necessità in termini di design e comfort: o il portone non è più esteticamente adeguato alla casa oppure non soddisfa le esigenze di comfort offerte dalle porte da garage ad azionamento automatico. In molti, purtroppo, non sono invece consapevoli del fatto che a condurre alla sostituzione di un portone do-

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Chiusure datate, seppur di aspetto gradevole, possono provocare danni a persone e cose. Nei portoni è fondamentale che le forze di azionamento consentite di massimo 400 Newton (ca. 40 chili) siano mantenute alla presenza di un ostacolo e che il portone inverta la direzione di marcia e si riapra entro 750 millisecondi. Le aziende specializzate possono fare rapide verifiche a riguardo con strumenti idonei.

vrebbero essere anche ragioni legate alla sicurezza di cose e persone. REQUISITI FONDAMENTALI Edoardo Rispoli, Direttore Commerciale Hörmann Italia – filiale nella penisola dell’omonimo Gruppo, leader mondiale nel settore delle chiusure civili e industriali – ci spiega alcuni “fondamentali” nella sicurezza delle porte da garage: “È determinante che le forze di azionamento consentite di I portoni sezionali dovrebbero disporre di una protezione salvadita, per evitare che le falangi restino schiacciate tra le singole sezioni alla chiusura (nella figura: nuovo portone con protezione salvadita).

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Può accadere che molle di portoni datati si rompano e vengano proiettate in aria ad alta velocità, provocando danni. Inoltre esiste il pericolo che il portone, non sorretto più dalla molla rotta, cada (nella figura a sinistra: molle vecchie che devono essere sostituite in fretta). Per questo è meglio puntare su un sistema a più molle. Se una molla si rompe, un'altra regge il peso del portone (nella figura a destra).

massimo 400 Newton (circa 40 chili) siano rispettate e mantenute anche in presenza di un ostacolo, incontrato il quale, il portone deve invertire la direzione di marcia riaprendosi entro 750 millisecondi. È importante inoltre controllare che il portone sezionale disponga di una protezione salvadita, affinché le falangi non restino schiacciate tra le singole sezioni del portone. Infine – conclude il Direttore Commerciale Hörmann – è opportuno che la chiusura sia dotata di un sistema a più molle che, nel caso una molla si rompa, trattenga il portone in posizione, evitandone la caduta ". Raimondo Frau, Direttore Tecnico Hörmann Italia, offre la propria valutazione: "Incidenti con portoni da garage vecchi sono all'ordine del giorno. Quando accadono tali incidenti e la stampa li rac-

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conta, aumenta in parte la sensibilità sul tema sicurezza, ma in generale manca la consapevolezza relativa al rischio che comporta la mancata sostituzione di portoni datati e non più rispondenti ai requisiti di sicurezza. Tutti sanno che le auto devono essere tagliandate regolarmente, ma che anche per la sicurezza dei portoni da garage esistano norme da rispettare e che tanti portoni siano ben lontani dall’essere a norma sono in pochi a saperlo. Posso solo consigliare di fare controllare regolarmente i portoni più datati (magari una volta l'anno), da uno specialista.

Fotografie: Hörmann

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CRESCONO LE INSTALLAZIONI DI FOTOVOLTAICO Nel primo semestre del 2017 le nuove installazioni di fotovoltaico, eolico e idroelettrico raggiungono complessivamente circa 551 MW (+67% rispetto allo stesso periodo del 2016). Dopo l’exploit del mese di maggio, il fotovoltaico conferma il trend mensile e con i quasi 30 MW connessi a giugno 2017 raggiunge circa 234 MW complessivi (+16% rispetto al primo semestre 2016). Cala invece il numero di unità di produzione connesse (-6%). Gli impianti di tipo residenziale costituiscono il 42 % della nuova potenza installata nel 2017. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento in termini di potenza sono Lazio, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto, mentre quelle con il maggior decremento sono Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Trentino Alto Adige. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento in termini di unità di produzione sono Basilicata e Valle d’Aosta, mentre quelle con il maggior decremento sono Abruzzo, Campania, Liguria, Marche, Sardegna, Trentino Alto Adige e Umbria. Ancora un mese di installazioni sopra la media per l’eolico che con 78 MW connessi a giugno 2017 raggiunge quota 278 MW (+176% rispetto al primo semestre 2016). Notevole l’aumento (+265%) delle unità di produzione grazie a ben 968 impianti mini-eolici di taglia

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compresa tra 20 e 60 kW attivati nel solo mese di giugno. Tale exploit è molto probabilmente correlato alla rimodulazione al ribasso della tariffa incentivante prevista dal DM 23.6.2016 che a partire dal 1.7.2017 si attesta a 190 €/MWh (-30% della tariffa in vigore ante la suddetta data). Si segnala anche un impianto da 19 MW realizzato in Puglia. Per quanto riguarda la diffusione territoriale, la maggior parte della potenza connessa (84%) è localizzata nelle regioni del Sud Italia. Le richieste di connessione di impianti di taglia inferiore ai 60 kW sono il 31% del totale installato nel primo semestre 2017, mentre gli impianti superiori ai 200 kW costituiscono l’ 69% del totale. Prosegue il trend positivo anche per l’idroelettrico che vede crescere del 46% la nuova potenza installata (10,9 MW) rispetto ai valori registrati nel primo semestre del 2016, con un incremento del 21% delle unità di produzione. Le regioni che hanno registrato il maggior incremento di potenza nei primi sei mesi del 2017 rispetto all’anno precedente sono Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Molise, Sicilia, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto. I nuovi impianti idroelettrici di taglia inferiore a 1 MW connessi sino a maggio 2017 costituiscono il 54% del totale. Da segnalare la connessione di due impianti di circa 1,3 MW ciascuno in Trentino Alto Adige e in Valle d’Aosta.

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Analizzando i dati congiunturali degli ultimi trimestri, si registra un’inversione di tendenza periodo aprile-giugno 2017 che fa ben sperare sullo sviluppo delle FER anche per i prossimi mesi. Infatti, se nel primo trimestre 2017 c’era stato un calo delle installazioni rispetto agli ultimi tre mesi del 2016, i contributi del secondo trimestre 2017 risultano piÚ che positivi: eolico(+381%), idroelettrico(+81%) e fotovoltaico (+78%).

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BIOSPHERA ED ESERCITO Iniziata il 1 marzo 2016 a Courmayeur la grande avventura di Biosphera 2.0, la casa della “Zero Energy”, quando fu ufficialmente presentata alla stampa, promossa da Aktivhaus, Politecnico di Torino, Vda structure, Univida e dagli istituti Zephir, Minergie e Pefc, con il patrocinio della Regione Valle d’Aosta e la partecipazione di aziende che operano nel settore dell'edilizia a risparmio energetico, ha proseguito poi il suo viaggio fino a maggio di quest'anno facendo tappa in 9 diverse località da Aosta a Milano a Riccione fino a Cuneo, Torino e Locarno per arrivare poi a Bolzano ed infine a Roma. L'innovativo progetto di casa ecosostenibile, realizzata con tecnologie e materiali di ultima generazione, in grado di produrre autonomamente l'energia necessaria per garantire agli abitanti una temperatura ideale interna tra i 21 e i 25 gradi ha toccato così località montane con temperature molto rigide e località marittime con temperature molto più alte, passando da -10° a + 40° con l'obiettivo di sperimentare l'efficenza di una passive house in condizioni climatiche molto diverse tra loro. L’idea, nata grazie ad un concorso lanciato dal gruppo Woodlab del Politecnico di Torino e dalla start up Be-eco, ha visto la partecipazione di oltre 100 studenti di architettura ed ingegneria provenienti da tutti gli atenei d’Italia. Vincitore del concorso il Progetto Elio, un’abitazione energeticamente autosufficiente, in grado di produrre energia senza utilizzare impianti di riscaldamento tradizionali e di refrigerazione. La casa, che ha una superficie di 25 mq., lunga 12 metri, larga ed alta tre, è formata da soggiorno, bagno, angolo cucina e camera da letto, con grandi finestre isolanti su un lato, che si troveranno esposte a nord o a sud, a seconda che si voglia catturare o evitare il calore esterno. È costruita con pannelli XLam, fatti di assi incrociate e incollate di abete ecosostenibile, spesse 10 centimetri, ulteriormente isolati con lana di roccia ed equipaggiata con finestre isolanti di Internorm di ultima generazione nelle versioni Pvc/alluminio della serie KF500 e legno/alluminio HF310, oltre al portoncino in alluminio AT410. Serramenti che garantiscono un alto livello di ri-

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sparmio energetico con le proprie tecnologie applicate agli infissi in PVC e PVC/alluminio, certificati a livello internazionale per case passive. Al progetto hanno collaborato architetti del Politecnico di Torino e biologi dell’Università della Valle d’Aosta. Questa collaborazione tra progettisti e studiosi delle dinamiche vitali del corpo umano ha consentito di progettare un habitat ideale in termini sia di temperatura, che di controllo igrometrico e di qualità dell’aria, creando quell’equilibrio di tecniche, materiali costruttivi e impianti tecnologici in grado non solo di eliminare ogni apporto energetico da combustibile, ma di creare in soli 25 metri quadri un ambiente dalla massima salubrità e comodità. La casa ha ospitato nel corso dei mesi diversi abitanti permettendo così di monitorare scientificamente i parametri vitali dell'uomo e studiare le reazione dell'organismo al variare delle condizioni climatiche. Nel corso della ri-

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cerca sono stati quindi raccolti dati relativi al sistema energetico e alle qualità biofisiche di Biosphera 2.0. Ed oggi Biosphera 2.0 raggiunge un nuovo grande traguardo, una nuova importantissima collaborazione. Il Coordinamento Scientifico del progetto Biosphera 2.0 infatti, nell'ambito degli studi finalizzati a testare il rapporto tra la fisiologia umana e l'involucro confinato che la circonda, ha chiesto la collaborazione dell'Esercito per accogliere il modulo abitativo presso il Polo Alloggiativo "Li Gobbi", nella città militare Cecchignola di Roma. Considerata la sensibilità dell'Esercito per la salvaguardia dell'ambiente e l'attenzione rivolta al benessere psico-fisico del personale dipendente, il V Reparto Affari Generali dello Stato Maggiore dell'Esercito ha individuato l'8° Reparto Infrastrutture di Roma quale organo tecnico designato a porre in essere tutti gli adempimenti connessi con lo sviluppo dell'iniziativa Biosphera 2.0. E' un Capitano dell'esercito, con formazione da architetto, il primo militare che abiterà per un periodo dai 7 ai 15 giorni il modulo ed i suoi parametri vitali verranno costantemente rilevati e registrati attraverso un bracciale di monitoraggio e un sensore cardiaco. Raggiunge quindi la sua 10° tappa Biosphera 2.0, una tappa che la vede impegnata all'interno del Polo Alloggiativo "Li Gobbi" nella città militare Cecchignola di Roma dell'Esercito Italiano che potrà testarne le potenzialità ed i vantaggi energetici. I test, condotti in collaborazione con il dipartimento energia e psicologia dell'esercito analizzeranno le condizioni climatiche e ambientali in relazione allo stato psicofisico dell'abitante. L'iniziativa potrebbe rappresentare una soluzione innovativa utile a soddisfare particolari esigenze abitative, connesse con le peculiari attività che il personale dell'Esercito svolge nei diversi contesti operativi nazionali ed esteri. Un lungo viaggio quindi che non si ferma, che ha voluto valutare scientificamente quali risultati è possibile ottenere in una casa che utilizza le

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nuove tecnologie della bioedilizia, che ha voluto anche far conoscere al pubblico, attraverso incontri con tecnici delle aziende che hanno collaborato a Biosphera 2.0 e che si sono svolti nel corso delle diverse tappe, il livello di comfort che può raggiungere un'abitazione “zero energyâ€? e che oggi vuole testare come questo innovativo progetto possa essere utile anche in ambiti diversi dall'edilizia residenziale.

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FAKRO ATTUA COSTANTEMENTE POLITICHE ECOSOSTENIBILI PER SALVAGUARDARE L'AMBIENTE Secondo player mondiale nel settore delle finestre da tetto, FAKRO da sempre lavora prestando grande attenzione al tema della sostenibilità e sviluppando le proprie soluzioni in modalità il più possibile eco-friendly. Con l’importante mission di implementare il confort e la sicurezza delle mansarde, la società affianca ormai da anni evoluzione tecnologica e salvaguardia ambientale, non solo in termini di prodotti proposti ma anche di ciclo produttivo. L'impegno dell’azienda in termini di sostenibilità inizia già dalle materie prime: il legname con cui sono realizzati i serramenti FAKRO - oltre ad essere un legno di pino accuratamente selezionato, materiale naturale per eccellenza – ha la certificazione FSC, che assicura la gestione responsabile delle foreste da parte delle realtà che lo lavorano. Il legno viene poi stagionato ed essiccato all’interno di innovativi ed ecologici impianti che ricavano calore dalla segatura e dagli scarti accumulatisi nelle varie fasi produttive. Inoltre, per proteggere il legno e impedire l'emissione di composti organici nell'aria, viene applicata sulla superficie una vernice a base d'acqua, completamente ecologica. Sempre per quanto riguarda l'uso di materiali naturali, FAKRO, per una posa a regola d’arte, utilizza lana di pecora per assicurare le migliori performance di isolamento termico. Grazie infatti alle sue caratteristiche di densità ed elasticità, la lana riesce a riempiere perfettamente gli spazi attorno alla finestra, garantendo a quest’ultima anche un elevato livello di efficienza energetica. La lana, inoltre, è un prodotto naturale, ecologico e privo di odore, che non causa irritazione alla pelle o agli occhi durante la fase di assemblaggio.

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Sostenibilità e salvaguardia ambientale sono per FAKRO non una teoria, ma la concretezza su cui si basa anche l'implementazione di nuove strategie per la gestione dei rifiuti e per

l'utilizzo di energie alternative nei propri impianti. Oltre ad aver introdotto misure di recupero e riciclaggio dei rifiuti per minimizzarne la quantità prodotta nei propri stabilimenti, FAKRO riutilizza gli scarti provenienti dalle lavorazioni del legno. "In tutte le sedi dell'azienda, gli spazi dedicati alla produzione e agli uffici vengono riscaldati in modo ecologico – ha spiegato il Direttore FAKRO Italia Bruno Pernpruner: la fonte di energia usata a questo scopo è infatti una biomassa ottenuta dai rifiuti dei processi produttivi mischiata a trucioli di salice provenienti da una piantagione di salici di proprietà dell’azienda". Attualmente la piantagione ricopre un'area di circa 20 ettari, ognuno dei quali fornisce annualmente 20-25 tonnellate di materiale. "Nel solo mese di febbraio 2017 abbiamo raccolto 300 tonnellate di trucioli – ha aggiunto Bruno Pernpruner. Dalla loro combustione sarà possibile ottenere circa 3300 GJ di energia, che verranno utilizzati per riscaldare gli stabilimenti di produzione. Usare fonti energetiche alternative e rinnovabili risulta essere inoltre vantaggioso non solo in termini ecologici ma anche economici: un GJ di energia termica prodotta attraverso il legno di salice ha un costo pari a circa 3,5 euro, ovvero meno della metà rispetto al gas naturale e meno di un terzo rispetto all'olio combustibile.” Il costante impegno di FAKRO a rendere ecosostenibile l'intera filiera di produzione sposa – in anticipo sui tempi – le direttive europee che prevedono per il 2020 che il 20% dell'energia utilizzata provenga da fonti di energia rinnovabili.

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CAMBIO DELLA GUARDIA ALLA FIVRA Cambio al vertice della FIVRA (Fabbriche Isolanti Vetro Roccia Associate). Daniele Cerutti è il nuovo Presidente dell’associazione che riunisce i principali produttori di lane minerali (lana di roccia e lana di vetro per isolamento). Prende il posto di Gianni Scotti, Presidente nell’ultimo biennio. Cerutti, Managing Director Mediterranean Area for Knauf Insulation, ha un’esperienza ventennale in posizioni dirigenziali e un’ottima conoscenza delle strategie di gestione e marketing management nel settore delle costruzioni. Eletto anche il nuovo Vice Presidente, Antonio Tenace, Direttore Genarale URSA Italia. Il Presidente Daniele Cerutti, felice per la nuova carica, ribadisce con fermezza l’importanza delle lane minerali: “Sono i materiali isolanti più utilizzati in Europa e nel mondo; contribuiscono non solo alla diminuzione del fabbisogno energetico degli edifici (responsabili di circa il 40% del consumo energetico e delle emissioni di CO2), ma anche al miglioramento del comfort acustico e alla protezione dal fuoco degli stessi. L’intento dell’associazione é proprio quello di promuovere lana di roccia e lana di vetro, in modo che gli edifici non rinuncino a questo mix di prestazioni, che solo le lane minerali possono offrire”. Per l’associazione i principi fondanti sono la qualità e la sicurezza come sottolineato dal Vice Presidente Antonio Tenace: “Le lane minerali prodotte e commercializzate dagli associati FIVRA si collocano al massimo

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livello di sicurezza lungo la loro intera vita: rispettano i severi requisiti comunitari sulle Fibre Artificiali Vetrose e sono dotate di certificazione EUCEB, attestazione di parte terza in merito. A titolo di esempio, i prodotti degli associati FIVRA sono tutti conformi ai Criteri Ambientali Minimi che definiscono gli Appalti Pubblici Verdi sugli edifici”. FIVRA è socia di Eurima, l’associazione che dal 1959 rappresenta i produttori di lane di roccia e lane di vetro europei, promuovendo la crescita e la regolamentazione degli standard nell’uso dei materiali isolanti. Le aziende associate sono: Rockwool, Saint-Gobain Isover, Knauf Insulation, Ursa, Link Industries, Fibran.

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CONOSCI VERAMENTE LA TUA CASA? Oggi si vive il 90 % del tempo all’interno di edifici – casa, scuola, ufficio – cercando di svolgere una vita sana, orientata alla buona alimentazione e al benessere, dalla dieta vegetariana allo Yoga. Eppure si conosce così poco la salubrità di questi spazi, siano la classe di tuo figlio o il salotto domestico. Le ricerche dell’Agenzia Europea per l’Ambiente mostrano come anche gli ambienti liberi dal fumo delle sigarette presentano spesso alte concentrazioni di elementi inquinanti, polveri sottili, e contaminanti elettromagnetici. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha calcolato che ogni anno 117.200 persone muoiono per gli effetti dell'inquinamento domestico (indoor pollution). Mal di testa, asma, allergie e malattie respiratorie, ma anche tumori, sono spesso dovuti alla qualità dell’aria che respiriamo e all'inquinamento degli ambienti, indoor e outdoor, in cui viviamo. Per conoscere le condizioni ambientali e la salubrità degli edifici dove si vive, UpSens, una startup innovativa di Progetto Manifattura, l’incubatore clean tech di Trentino Sviluppo, ha lanciato oggi, 13 luglio, una campagna di crowdfunding per due sensori intelligenti, AIR e WAVE. Il primo, per il monitoraggio della qualità dell’aria indoor, e Wave, per il rilevamento dei campi elettromagneti. Con la commercializzazione nascerà anche una community dedicata di cittadini attivi per monitorare questi inquinanti. «WAVE e AIR hanno la funzione di monitorare i parametri ambientali e rilevare i campi elettromagnetici dannosi o emissioni di gas nocivi come COV (composti organici volatili) o CO (monossido di carbonio), che possono causare malattie respiratorie, degenerative, oltre che aumentare l’incidenza di certi tipi di cancro», spiega Ketty Paller, CEO di UpSens I due sensori AIR e WAVE, che saranno consegnati entro fine anno a chi sottoscrive il crowdfunding durante le prime ore della campagna, sono dispositivi per i comuni cittadini che cercano uno stile di vita sano e che stanno avvicinandosi al wellness dell’abitare, scoprendo i potenziali impatti negativi, poco conosciuti e misurati fino ad oggi, dell’inquinamento indoor.

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I sensori UpSens sono portatili e possono essere usati in hotel, a casa vostra, per verificare le condizioni ambientali della scuola dei figli o monitorare la salubrità del posto di lavoro. E se siete una società o un esercizio commerciale è possibile mostrare ai clienti la salubrità dell’aria del proprio negozio, wellness center, sala massaggi, centro terapia, sala medica e altro ancora. Visualizzati sul dispositivo e su mobile o online grazie ad una comoda interfaccia. Potete decidere se conservarli o condividerli e metterli a disposizione della community. UpSens, infatti, vuole creare un database condiviso, una raccolta diffusa dell’informazione della qualità dell’abitare, anche a livello di zona e di quartiere o addirittura comunale, per migliorare la conoscenza sul tema dell’inquinamento indoor, fornendo anche consigli e soluzioni ad hoc attraverso i propri canali di comunicazione. Diventando così uno strumento di citizen science, la raccolta di sapere scientifico realizzata in maniera diffusa. «In questo modo si può contribuire a creare una consapevolezza collettiva sullo stato di salute dell’abitare», continua Ketty Paller, «anche a scala allargata. Comprendendo la situazione si può poi passare all’azione: mettere piante come l’edera e la palma di bambù contro la formaldeide, imparare a gestire al meglio apparecchi elettronici per ridurre onde elettromagnetiche, usare oggetti in grado di assorbire il particolato o la CO2 (ce ne sono tantissimi in arrivo sul mercato)». Molto interesse anche dal mondo dell’hôtellerie dove grazie a WAVE e AIR si potrà misurare la salubrità di hotel e bed&breakfast interagendo anche con portali professionali come (a titolo esemplificativo) Booking oTripAdvisor, interessati ad informare pubblicizzare la qualità dell’ambiente e della vita. Rispetto ad altri sensori la tecnologia di WAVE è unica al mondo, e nasce dal know-how interno del team che lavora in UpSens. Ideato, sviluppato e prodotto internamente, è un componente che conferisce una connotazione di unicità alla linea di prodotti. Per limitare le onde elettromagnetiche WAVE non usa il modulo Wi-Fi, ma il modulo trasmissione dati wireless meno invasivo, Bluetooth LE (Low Energy). La linea di prodotti UpSens è stata progettata dal designer Simone Simonelli allo scopo di creare un dispositivo piacevole e curato, poiché possa diventare l’oggetto d’arredamento moderno, che non potrà mancare in casa, in ufficio o in hotel nei prossimi anni, durante i quali la crescente sensibilità relativa alla qualità della vita, diverrà un’esigenza concreta, che UpSens sarà in grado di soddisfare.

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PVC FORUM PRESENTA DUE NUOVI VOLUMI PER PROGETTARE SERRAMENTI EFFICIENTI E SICURI La già nutrita collana “Serramenti in PVC” di PVC Forum si arricchisce con due nuovi volumi per rispondere, fin dalla progettazione, alle sempre più crescenti richieste del mercato: • “Fuoco e serramenti in PVC” • “Progettare il serramento, criteri di scelta” La scelta di un serramento, sempre più da considerarsi la parte “intelligente” della facciata, passa ormai da molteplici parametri che vanno dal risparmio energetico e riduzione dell’impatto ambientale all’interazione con l’utente per garantire comfort e sicurezza anche agli incendi. I due volumi, rivolti a progettisti, installatori ed esperti del settore, presentano gli aggiornamenti normativi e le indicazioni tecniche per poter procedere ad una progettazione efficiente e sicura. In “Fuoco e serramenti in PVC” si parte dalla progettazione e dal comportamento al fuoco dell’edificio, anche in termini di prevenzione e controllo degli incendi, per poi passare al comportamento delle facciate (con il concetto di “kit”) e del PVC impiegato nei serramenti, con un’analisi approfondita della classificazione europea per la reazione al fuoco dei materiali. Il PVC, nello specifico, è in grado di ottenere i più alti risultati di reazione al fuoco rispetto ad ogni altro materiale termoplastico: Euroclasse B-s1-d0. Il livello B indica basso rilascio di calore e limitato contributo all’alimentazione del fuoco; s1 significa un ridotto rilascio di fumo; d0 indica che quando brucia il PVC non genera scintille riducendo la propagazione dell’incendio. Nel secondo volume si parla dei nuovi criteri di scelta nella progettazione di un serramento che includono il mantenimento della

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prestazione nella vita utile in opera (per la finestra in PVC è minimo di 50 anni e arriva fino a 100), la compatibilità del manufatto con la domotica, gli aspetti connessi all’isolamento anche acustico del serramento e naturalmente il miglioramento dell’efficienza energetica. La bassa trasmittanza termica del serramento in PVC, che può essere paragonato alla classe “A” degli elettrodomestici, consente importanti risparmi energetici e riduzioni delle emissioni di gas serra. Ipotizzando di sostituire in Europa tutti i serramenti poco performanti con finestre in PVC di classe A, si • potrebbe ottenere un risparmio energetico massimo all’anno di 39.600 milioni di Kwh e di 8,58 mega tonnellate di C02. • I due volumi sono disponibili in formato PDF su richiesta al PVC Forum Italia.

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LEGAMBIENTE INSERISCE I LATERIZI WIENERBERGER, PRODOTTI CONTENENTI MATERIALE RICICLATO, TRA LE BEST PRACTICE IN CHIAVE RECYCLING DEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI Il futuro delle costruzioni passa per le buone pratiche di innovazione ambientale. È questo il messaggio che ha lanciato Legambiente nel Rapporto dell’Osservatorio Recycle, L’economia circolare del settore delle costruzioni, pubblicato a giugno 2017, e che ha come obiettivo raccontare e approfondire i cambiamenti già in corso in edilizia. Il settore delle costruzioni, infatti, per uscire dalla crisi deve guardare in modo nuovo al futuro, orientando le proprie scelte in ottica di economia circolare, riducendo l’impatto degli interventi e investendo in processi capaci di aumentare il recupero di materiali altrimenti arrivati a fine vita e di spingerne il riciclo e il riutilizzo. Non solo ottimi propositi ma un processo già in corso, normato da Leggi e Decreti italiani ma soprattutto dalla Direttiva europea 2008/98/CE che prevede il raggiungimento nel 2020 dell’obiettivo del 70% di riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione. Le buone pratiche in tale direzione esistono e sono dimostrate anche da alcuni progetti di opere pubbliche in Italia e all’estero, che documentano

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la concreta possibilità di ridurre l’impatto sugli ecosistemi e spingere la creazione di lavoro e di ricerca applicata. “Oggi non esistono più motivi tecnici, prestazionali o economici per non utilizzare materiali provenienti dal riciclo nelle costruzioni”, scrive ancora Legambiente e le esperienze raccontate nel Rapporto descrivono cantieri e capitolati dove l’approccio in chiave di riciclo e riutilizzo è stato applicato con successo. Tra questi progetti notevoli e innovativi, citati da Legambiente, sono presenti anche le soluzioni Wienerberger scelte per il progetto di Social Housing Casanova EA8 a Bolzano.

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