Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media
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La natura ti protegge con COEXÂŽ, la tecnologia che rende intrinsecamente ignifughe le fibre naturali
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ISSN 2421-4779
issue_021 GIUGNO 2020
Magazine dedicated to textiles, from yarn to fabric, for furnishing and fashion industry
La rivista tecnica per il settore tessile dal filato al tessuto
Filati Pettinati e Semi-pettinati in 100% Seta e misti con fibre nobili. Filati ad umido in 100% Lino e misti con fibre naturali. Filati Semi-pettinati in 100% lana e misti con fibre nobili. Worsted and Semi-Worsted 100% Silk and blended yarns with noble fibers. Wet Spun 100% Linen and blended yarns with natural fibers. Semi-Worsted 100% Wool and blended yarns with noble fibers.
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COLOPHON GIUGNO 2020
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SOMMARIO GIUGNO 2020 05 EDITORIALE
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ART AND TEXTILES ORIENTE MUDEC I VIAGGIATORI DELLA SETA SILK TRAVELERS di Paola Govoni
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COLOURS MARGHERITA PAGANINI VARCOTEX ETICHETTA VERDE ATTENTION TO THE ENVIRONMENT AND MAXIMUM CREATIVITY di Pietro Ferrari
REAGIRE REACT di Beatrice Guidi
06 FILO D’ARIANNA LA MODA CHE VERRÀ.... di Mariadele Mancini
08 PENSIERO TESSILE
GIUSY BETTONI C.L.A.S.S. IL MONDO DELLA SOSTENIBILITÀ THE FOUR PILLARS OF SUSTAINABILITY di Pietro Ferrari
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FOCUS FIBRE RIGENERATE RIFÒ UNA GIACCA "VISIONARIA" IN DENIM RIGENERATO A "VISIONARY" JACKET IN REGENERATED DENIM di Pietro Ferrari FOCUS FIBRE RIGENERATE MALO LA VIA DELLA RIGENERAZIONE THE WAY OF REGENERATION di Pietro Ferrari
52 AREA DENIM
AFRAN AFRAN: QUANDO IL JEANS È ARTE di Renata Pompas
56 AREA MAGLIERIA
DESIGN DELLA MAGLIERIA INSEGNARE LA MAGLIERIA TEACHING KNITTING DESIGN di Pietro Ferrari
60 AREA TESSUTO TECNICO
EUROJERSEY CREATIVITÀ E CONSAPEVOLEZZA A CONSCIOUS WAY di Pietro Ferrari
20 FOCUS FIBRE RIGENERATE MANTECO UNA RETE SOSTENIBILE A SUSTAINABLE NETWORK di Pietro Ferrari
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FOCUS FIBRE RIGENERATE GIOVANARDI CON IRISUN GREEN LA TENDA PURIFICA L’ARIA A TENT THAT PURIFIES THE AIR di Pietro Ferrari
64 AREA TECNOLOGIA
MIMAKI BOMPAN TEXTILE CAVALCARE IL BOOM DELLA STAMPA DIGITALE RIDE THE BOOM IN DIGITAL PRINTING di Pietro Ferrari
68 COLOURS
LANIFICIO DELL'OLIVO NUOVI ARCHETIPI DI STILE A SUPERIOR CREATIVITY di Pietro Ferrari
28 PERCORSO COTONE
ALBINI GROUP UNA STAGIONE DI SUCCESSI E PROPOSTE A STRATEGY FOR THE WORLD'S FINEST FABRICS di Pietro Ferrari
33 PERCORSO LINO
CELC DOPO LA TEMPESTA AFTER THE STORM di Pietro Ferrari
38 PERCORSO LANA
BOTTO GIUSEPPE PER UN MONDO GREEN MAKING GREEN THE WORLD di Pietro Ferrari
40 PERCORSO SETA
MISHA THE ART OF SILK THREADS THE ART OF SILK THREADS di Pietro Ferrari
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SCENARI PATRIZIA ESPOSITO I NUOVI ORIZZONTI DELLA RESPONSABILITÀ di Patrizia Esposito
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Beatrice Guidi
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Reagire
Il mondo della moda è stato duramente colpito dalla crisi causata dal coronavirus e quando si uscirà dall’emergenza, il settore sarà radicalmente cambiato. Le diverse opportunità che abbiamo riscoperto durante il periodo forzato di lockdown hanno assunto un nuovo valore e con i canali digitali sono nati strumenti innovativi, perché mentre tutto era fermo, tutti avevamo bisogno di andare avanti. Tutti abbiamo dovuto rivedere i nostri modelli di business consolidati, come se fossimo diventati delle start up, ma durante questo periodo di “slow life” ognuno credo abbia colto anche degli insegnamenti e delle nuove opportunità. La mia esperienza personale, ad esempio, mi ha avvicinata al mondo tessile in modo esclusivo e diretto attraverso una bella avventura: prima la nascita di due agnellini e poi la tosatura delle mie pecore e il lavaggio della lana con i miei figli…ho assaporato il duro lavoro che viene fatto all’inizio di ogni filiera di trasformazione dalla materia prima in prodotto finito.
ripresa anche grazie ai nuovi strumenti virtuali, che permetteranno la visibilità globale, e incontri diversi da quelli che eravamo abituati ad avere tra gli stand. Inauguriamo inoltre una nuova rubrica, che abbiamo deciso di nominare "Pensiero Tessile”, la nostra prima protagonista è Giusy Bettoni di C.L.A.S.S. Un ringraziamento speciale a chi ha partecipato alla realizzazione di questo numero e buona lettura.
Questo numero di TEXTURES, che si è fatto un po' attendere, esce in un periodo complesso, con l’annullamento di importanti manifestazioni fieristiche, indispensabili per il settore, ma siamo fiduciosi in una
REACT The fashion world has been stricken hard by the crisis caused by the coronavirus and when the emergency comes out, the sector will be radically changed. The different opportunities that we rediscovered during the forced lockdown period took on new value and with digital channels innovative tools were born, because while everything was stopped, we all needed to move forward. We all had to review our consolidated business models, as if we had become start-up, but during this "slow life" period, I believe everyone also took lessons and new opportunities. My personal experience, for example, brought me closer to the textile world in an exclusive and direct way through a beautiful adventure: first the birth of two little lambs and then the shearing of my sheep and the
washing of wool with my children ... I savored the hard work that is done at the beginning of each chain of transformation from raw material into finished product. This issue of TEXTURES, which has been a bit long awaited, comes out in a complex period, with the cancellation of important exhibitions, essential for the sector, but we are confident in a recovery also thanks to the new virtual tools, which will allow global visibility, and meetings different from those we were used to have among the stands. We also inaugurate a new column, which we have decided to name "Pensiero Tessile", our first protagonist is Giusy Bettoni of C.L.A.S.S. Special thanks to those who participated in the realization of this issue and enjoy the reading.
editoriale
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FILO D’ARIANNA MARIADELE MANCINI writer Mariadele Mancini
LA MODA CHE VERRÀ.... Dicono che la Moda sia come un cerchio. Che prima o poi ritorna, nell'ispirazione che ogni anno detta le tendenze; il riferimento ai temi di un ventennio precedente.
Mariadele Mancini.
Il 2020 è iniziato con la Pandemia che ha monopolizzato tutta la nostra attenzione. Il lockdown ha bloccato il mondo in un fermo immagine durato quasi tre mesi. Solo da pochi giorni con timidi sorrisi dietro la mascherina, ci siamo rimessi in moto, con tanta voglia di riabbracciarlo, questo nostro povero mondo acciaccato. Il 15 giugno il Financial Time, quotidiano che dibatte argomenti finanziari, ha dedicato una intera pagina alla Moda che verrà dopo il Coronavirus. Un bel segnale di positività. Giusto ricominciare proprio da quel settore, apparentemente frivolo, ma che, quando si pronuncia sulle Tendenze, significa che ha l'occhio ben fisso sul Futuro. E ben sapendo che ogni conclusione riflette una precedente accurata osservazione degli avvenimenti culturali ed economici che coinvolgono l'intera società in quel preciso periodo, leggendo, scopriamo come il funesto evento abbia influito sui risultati della ricerca. Il bisogno di riprendere fiato, di aspirare a vivere tempi più facili suggerisce, già nel titolo, Let's all dress up in the year 2000, un ritorno alla moda dell'inizio millennio. Esattamente a quell'anno prima che l'attacco alle Torri Gemelle traumatizzasse una intera generazione, gettandola nel dubbio che la scommessa sul futuro potesse avere un prezzo troppo alto. Tutti noi, ora, chiusi in casa per tante setti-
mane, frugando negli armadi, abbiamo ritrovato tanti indumenti dimenticati, conservati con nostalgia. Appeso ad una gruccia, un abito leggero che brillava di lustrini sembrava domandarci 'ti ricordi di me? Ma sì certo!'' Lo abbiamo indossato a quella cena importante sulla terrazza di un ristorante vista mare. Poi lo abbiamo archiviato come un classico. Ed ecco sfilare nel ricordo vertiginosi tacchi a spillo, pesanti ricami d'ispirazione orientale anche su tessuti rustici graffiati..... Zowie Broach, direttrice del Fashion Royal College di Londra, suggerisce ai giovani d'oggi di tornare ad indossare abiti dell'inizio Millennio per sentirsi liberati dal sentimento di distruzione che ci ha annichilito. Bisognerà ispirarsi con intelligenza, senza debordare nella ribellione punk, anche a modelli un pò imprevedibili. Come, ad esempio, le scarpe di Miu Miu in colori vistosi con enormi robuste suole di gomma e flash metallici. La parola chiave potrebbe essere, dunque, quella di sdoganare, nella rivisitazione, una certa propensione al piacere della Follia, come primo antidoto alla depressione. E poi, anche, quella di dare finalmente il via, attraverso il riciclo consapevole, ad una serie di atti concreti sul cammino di uno stile di vita, davvero nel segno della sostenibilità. Oltre ogni sterile proclama.
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PENSIERO TESSILE GIUSY BETTONI C.L.A.S.S. writer Pietro Ferrari
IL MONDO DELLA SOSTENIBILITÀ
Tecnologia, innovazione, formazione e comunicazione, i quattro pilastri della sostenibilità in una conversazione con Giusy Bettoni di C.L.A.S.S..
Giusy Bettoni, fondatrice e amministratrice di C.L.A.S.S. Giusy Bettoni nel corso dell'intervista con Pietro Ferrari di Textures.
Tra un viaggio e l’altro nei quattro continenti alla ricerca di prodotti e mercati, abbiamo incontrato, nel suo ufficio di Milano, Giusy Bettoni, fondatrice e CEO di C.L.A.S.S., per inaugurare con lei la nostra nuova sezione Pensiero Tessile, che ospiterà da questo numero in poi riflessioni e prospettive sul nostro settore. Pietro Ferrari – Come è nato il progetto C.L.A.S.S. e come ha mosso i primi passi in un contesto in cui il livello di attenzione non era così alto? Giusy Bettoni – Questo progetto è nato agli inizi degli anni Duemila legandosi all’innovazione. All’inizio degli anni Duemila c’erano delle premesse e delle attese molto accentuate, dall’introduzione dell’euro al timore per il Millenium Bug: sembrava che tutto dovesse cambiare
nel bene o nel male. Proprio in questo periodo un’azienda americana mi ha contattata, comunicandomi di essere riuscita a sintetizzare un nuovo polimero partendo dell’amido del mais e come si riuscissero, con questo amido di mais, a realizzare manufatti hi-tech. Questo mi ha incuriosita, anche perché ho sempre lavorato nel settore dell’innovazione delle fibre, basta fare i nomi di Dupont® o di Tencel®. Soprattutto Dupont per me, come per molti, è stata una grande scuola sia per quanto riguarda i materiali innovativi, sia per un nuovo modo di fare marketing e comunicazione. In sostanza con i loro materiali hanno fatto – e fanno – la storia delle fibre tessili e non solo. Quando, dopo un mio percorso personale nel campo delle fibre naturali – di fibre cellulosiche come allora venivano definite – ho sen-
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tito parlare di una nuova tecnologia che partiva dai polimeri naturali per diventare qualcosa di molto simile a un poliestere mi sono detta: cosa sta succedendo? È stato quello il primo segnale che, successivamente, nel 2003, mi ha portata a concentrarmi e occuparmi a tempo pieno, come azienda, di questo biopolimero, perché nel momento in cui mi sono resa conto che si poteva parlare veramente di sostenibilità, al di là del colore verde che andava di moda a primavera, la cosa diventava appassionante. Certo, anche prima si parlava di basso impatto ambientale, ma, con questa nuova tecnologia basata sostanzialmente sugli amidi vegetali in anni in cui era presente un fenomeno di sovrapproduzione di cereali per cui alcune grandi aziende agroalimentari americane cercavano sbocchi di mercato o di utilizzo, tutto diventava più concreto. Erano riusciti ad avere il primo biopolimero, l’acido polilattico (PLA) con il quale era possibile fabbricare sia le bioplastiche sia le fibre. A quel punto, sia come persona che
come azienda, mi sono impegnata in questo settore per entrare nell’innovazione, che per me era innovazione delle fibre, che ci permetteva di realizzare cose belle (perché dovevano essere belle) ma nello stesso tempo responsabili. Perché va detto che per decenni, nel mondo della produzione, la moda è sempre stata da un lato e la responsabilità dall’altro, come se tra le due cose ci fosse un muro.
Gli uffici di C.L.A.S.S. nel cuore di Milano.
THE FOUR PILLARS OF SUSTAINABILITY The C.L.A.S.S. was born in the early 2000s by linking to innovation. At the beginning of the 2000s there were very accentuated premises and expectations: it seemed that everything had to change for the better or for the worst, even In those years there was talk of low environmental impact but in a very bland way. Today there is a second challenge, which is that of communication, because before sustainability we didn't talk about it or we talked about it in a problematic sense, now everyone is talking about it. Today, consumer information is even more important, because if before the information did not arrive due to lack of interest from the user, now the situation is the opposite: we have a consumer who is extremely interested. It is essential to talk to the consumer, because he must be informed of where to find these products. We believe more and more, first of all, that there must be a complete effort of the supply chain and not just someone, especially since we see the links of this chain which are companies that hold many certifications, but they must meet. If you do great things and don't tell them these things do not reach the consumer, only the message of a product that is more expensive comes. Because the consumer must know how much care and how much commitment are at the basis of the values of sustainability: if he doesn't know he doesn't understand why he has to pay more. All this is a bit complex, but it is the great technological and communication challenge that awaits us. We are talking about a new economic world but also about a new way of doing business.
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Soprattutto – e questo va ricordato – la tecnologia non era mai abbinata alla sostenibilità, era considerata comunque qualcosa che contaminava. Perché quando si parlava di sostenibilità negli anni Duemila, era solo e soltanto cotone organico, cosa molto importante, perché ci portava a pensare che anche nelle fibre naturali ci fossero dei pesticidi. Il grande impegno, allora, era: togliamo i pesticidi. C’era questo luogo comune a quei tempi per cui cotone organico era sinonimo di fibra sostenibile, tutto il resto non era sostenibile. Tutto quello che oggi si chiama Textile Exchange, che è l’associazione più importante anche dal punto di vista delle certificazioni, ai tempi si chiamava Cotton Exchange, dopodiché si è chiamato Textile Exchange ed è stato molto interessante perché quello che dicevamo noi di C.L.A.S.S. fin dall'inizio, ovvero che la sostenibilità dovesse essere una scelta ampia e non una scelta ridotta, dev’essere molto chiaro e vale ancora adesso. Dobbiamo pensare che non esiste il cento per cento puro e incontaminato, ancora oggi, pur potendo andare a livelli molto alti di sostenibilità, non si può dire che si fa tutto al cento per cento sostenibile, non è vero e non è corretto. Oggi esiste la possibilità di realizzare dei prodotti tessili con un
alto tasso di sostenibilità. Ma, tempo fa, quando ho cominciato a esplorare questi temi, la parola tecnologia era “cattiva” e anche il materiale di sintesi, pur riciclato, non era visto con favore. Per quanto mi riguarda questo viaggio attraverso il mio primo biopolimero mi ha aperto gli occhi e mi ha fatto capire che davvero bisognava fare qualcosa che si chiamava sostenibilità, ovvero, quello che per me era importante: responsabilità. Con Ingeo, che è il brand che è stato dato a PLA, ovvero uno degli ultimissimi ritrovati che ha poi aperto dopo di lui una strada, si è confermato che la strada dell’innovazione nel campo del tessile e della moda doveva passare da quella che noi oggi chiamiamo smart innovation, cioè un’innovazione responsabile che deve tener conto fortemente sia del design che dell’innovazione, così come della responsabilità tutti insieme.
! LA NASCITA DI C.L.A.S.S.
Giusy Bettoni – Nel 2007 ho fondato C.L.A.S.S. perché nessuno parlava di innovazione responsabile, tutti parlavano di responsabilità o di moda o di innovazione. Pietro Ferrari – C’era un atteggiamento un po’ punitivo per cui le cose sostenibili dovevano essere anche un po’ tristi... Giusy Bettoni – Direi che c’era un’altra tridimensionalità rispetto a quella dell’innovazione responsabile, che andava molto di moda, dove si diceva che la sostenibilità era brutta, le cose sostenibili erano brutte, molto care e non funzionano dal punto di vista della performance, perché inizialmente tutti pensavano a cose che somigliavano a un saio senza linea, a dei sacchi che erano sgradevoli al tatto e che, in lavatrice, tendevano a disfarsi: era qualcosa non pensato per il mercato e per il consumatore. Era il momento in cui il trend era o tutto sostenibile o niente. Pietro Ferrari – C’era un atteggiamento molto radicale. Giusy Bettoni – Come C.L.A.S.S. la prima cosa che ho detto, cosa che dobbiamo
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tutt’ora ribadire: non ci interessa essere dei fenomeni, a noi interessa cambiare e trasformare le realtà industriali, perché è facile diventare “francescani” con l’artigianato, ma se dobbiamo andare ad abbattere le emissioni di CO2 e i consumi enormi di acqua dobbiamo andare a parlare all’industria. Bisogna mettere le mani dove c’è qualcosa da cambiare e gradualmente cambiarlo, per cui per trasformare dobbiamo necessariamente conoscere: se conosci cominci a trasformare, se non conosci continui a muoverti confusamente. Nel 2007 abbiamo ufficialmente cominciato questo percorso, ci siamo presentati, con una difficoltà estrema, al mercato. La mia scelta, pur essendoci fondi a disposizione, è stata quella di non fondare un’associazione no-profit, perché se tu devi chiedere all’industria di cambiare e investire in una certa direzione non è possibile chiederlo se tu per primo non fai la stessa cosa. Pietro Ferrari – Questo è un atteggiamento coerente. Giusy Bettoni – Se io ti sto dicendo che il trend va verso l’inclusione della responsabilità, e poi faccio da associazione che vorrebbe garantire questa dinamica, non ho la stessa efficacia di chi lavora e produce in questo modo. Da fuori diventa tutto molto complicato ed è facile dire: prendi questa certificazione; ma non è la certificazione che fa l’azienda responsabile, tant’è vero che per noi un’azienda è sostenibile quando hai la tracciabilità del prodotto, rispetti l’etica e sei misurabile. Non basta dichiararsi eco-friendly, green e chi più ne ha più ne metta, occorre essere certificati. Oggi a distanza di quasi quattordici anni da quando abbiamo iniziato il nostro lavoro, non vogliamo più solo dire “fai” ma “quello che fai lo devi misurare”: non importa se con la tua azienda in termini di sostenibilità fai l’uno per cento in più, è comunque qualcosa più di ieri e ogni volta devi incrementare questo uno per cento. Il secondo punto, ancora più importante e
che per noi è diventato fondamentale, è che le misurazioni non le fai solo sul prodotto, perché è l'azienda che fa il prodotto, per cui è l’azienda che deve avere una visione e una strategia che permette poi al prodotto di essere diverso. Se hai un prodotto con un bollino che dichiara che si tratta di un cotone organico, se l’azienda che ti fornisce non sai qual è, dov’è, non sai come fa le cose, non sai quanto rispetta la parte etica, che senso ha? Perciò l’azienda prima di tutto e poi il prodotto. Il prodotto non è solo il tessuto, ma incorpora anche da dove viene il filato, tutta la catena di filatura, per cui, a mio avviso, la tracciabilità e la trasparenza sono ancora più importanti rispetto all’utilizzo, perché un’azienda che sa dove e come vengono svolti tutti i suoi processi e anche come li fa, può lavorare per migliorare, ma se tu non sai da dove viene la materia base che utilizzi non potrai intervenire. È impressionante il numero di aziende che ancora oggi comprano il filo e non sanno da dove arriva, perché ci sono una marea di trader. Quando queste aziende comprano i filati si rivolgono al loro agente locale che fornisce loro il filato, ma non hanno la minima idea della provenienza di questo filato. Questa cosa, negli ultimi dieci anni, sta cambiando, perché le aziende cominciano a chiedere la provenienza dei materiali che acquistano e anche i trader si impegnano in questo senso. E’ tutto un percorso in cui si comprende finalmente che non si può fare la sostenibilità da soli, ma solo insieme a tutta la filiera del prodotto. Questi sono stati i nostri inizi e siamo tra i pochi attori di questo cambiamento a essere sopravvissuti e oltre a ciò siamo depositari di concetti importanti: in primo luogo nessuno compra un oggetto perché è sostenibile, lo compra perché è bello e, in secondo luogo, perché i valori della sostenibilità, se comunicati correttamente, interessano al consumatore. È chiaro che questo concetto di tridimensionalità, che noi come C.L.A.S.S. abbiamo portato avanti dal 2007, è oggi piena-
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PENSIERO TESSILE GIUSY BETTONI C.L.A.S.S. mente recepito nel mondo del tessile e della moda.
! LA SFIDA DELLA COMUNICAZIONE
Giusy Bettoni – Adesso c’è una seconda sfida, che non è quella della sostenibilità ma quella della comunicazione, perché prima di sostenibilità non se ne parlava o se ne parlava in senso problematico, adesso ne parlano tutti: ma chi parla soprattutto di sostenibiltà, chi nel mercato ha il dominio della comunicazione nella pubblicità? Sono i marchi fast-fashion che originariamente hanno sdoganato questo tema. Quindi, da una situazione di partenza in cui si credeva che la sostenibilità non fosse all’altezza dell’innovazione e della bellezza, sembrava che queste cose fossero antitetiche, adesso siamo arrivati a una conciliazione, ma abbiamo un altro tipo di problema: quando io faccio un prodotto di valore e all’interno ho un cotone organico, il consumatore pensa che ho dei margini ingiustificabili perché lo stesso cotone lo trovo a poco prezzo presso i marchi fast-fashion. Oggi abbiamo un mercato di fascia alta che sta cominciando a parlare di questi materiali sostenibili. Purtroppo, però, ha delle difficoltà notevoli, perché chi vuole utilizzare marketing e comunicazione legati a dei generici come cotone organico o poliestere riciclato riscontra dei problemi, perché questi materiali sono già stati fatti propri in termini di comunicazione da alcune fasce di mercato che ovviamente non cercano la differenziazione ma la genericità, per cui queste griffe passano per soggetti eccessivamente e ingiustificatamente cari. Questo succede nei capi ma anche nei tessuti, perché non si dice: “fammi vedere cos’hai fatto con i materiali di nuova generazione, con i materiali sostenibili” ma si dice: “mi dai un poliestere riciclato?”. Non è facile spiegare cosa significa riciclato, che c’è riciclato e riciclato, si richiede per questo tutta una preparazione che porta alla differenziazione, per cui abbiamo in
questo momento la grande sfida della comunicazione e del marketing dove dobbiamo cominciare a lavorare. Se siamo stati capaci di produrre in modo diverso e abbiamo incluso la responsabilità come un valore, lo dobbiamo fare anche con la comunicazione: se ho impiegato due anni a fare un tessuto di nuova generazione (magari con un cotone organico) perché dobbiamo chiamarlo come un generico, quando ci ho messo due anni di impegno per ottenere un certo risultato? Dobbiamo imparare a comunicare, valorizzando quello che c’è all’interno dei prodotti in valore e innovazione, includendo la tracciabilità, la trasparenza, il risparmio di acqua e di energia. È chiaro che certi cotoni organici possono vantare solo la limitazione nell’utilizzo di pesticidi; noi abbiamo dei cotoni oggi che risparmiano acqua, abbiamo dei cotoni prodotti in titolazioni altissime per fare cose bellissime che il semplice organico non fa. Questo non significa che l’organico non sia corretto; bisogna però tenere conto dell’evoluzione della ricerca e della tecnologia; siamo partiti da qui è adesso ci stiamo allargando: se ieri avevamo dieci tecnologie, oggi ne abbiamo almeno cento, però quando io vado a creare qualcosa di diverso con un materiale diverso, lo devo comunicare, altrimenti come faccio a dire al consumatore cosa sta acquistando? Pietro Ferrari – Noi abbiamo visto negli ultimi anni un impegno vertiginoso nel campo della sostenibilità da parte delle aziende e la volontà di comunicarlo, abbiamo anche parlato spesso e volentieri con imprenditori molto responsabili che si sentono quasi investiti di una missione. Che valutazione date di questa dinamica voi che siete stati un po’ in un certo periodo una voce nel deserto. Giusy Bettoni – Dire che tutti siano virtuosi o non virtuosi non è possibile, bisogna sempre essere specifici: poco fa ho detto che uno dei temi su cui C.L.A.S.S. si muove attualmente è la misurazione: non esiste più il fatto che siamo tutti buoni e bravi o tutti
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sporchi e cattivi, dobbiamo però cominciare a dare degli strumenti in mano al consumatore perché capisca cosa sta comprando, perché se il consumatore non capisce questo, tutto quello che noi facciamo a monte rischia di essere vanificato: io mi ricordo che negli anni Novanta avevamo fatto una ricerca sulle fibre e il consumatore per cercare di capire, poiché le fibre erano molto importanti allora, quanta della ricerca che veniva fatta a livello di fibre passava poi al consumatore, perché i risultati delle ricerche sulle fibre erano intesi come vantaggio per il consumatore finale. Già in quegli anni riguardo alla conoscenza delle innovazioni al consumatore arrivava uno 0,02 per cento di informazioni.
! FORMAZIONE E INFORMAZIONE
Oggi l’informazione al consumatore è ancora più importante, perché se prima le informazioni non arrivavano per mancanza di interesse da parte dell’utente, adesso la situazione è opposta: abbiamo un consumatore che è estremamente interessato: questo consumatore di nuova generazione si divide in due categorie: una è molto attenta e competente e un’altra è quella dei “Kardashian”, come li definiscono, i quali sono del tutto indifferenti alla conoscenza del prodotto. È vero che noi parliamo alla parte più interessata, che poi è quella che porterà avanti tutta una serie di sfide. È fondamentale, infine, parlare con il consumatore, perché deve essere informato su dove trovare questi prodotti, che vadano un po’ oltre la grande distribuzione che è in grado di fare comunicazione sulla sostenibilità. Questo è terribile. Le ricerche di mercato sono interessanti, ma la cosa più importante è la risposta alla domanda: perché i consumatori non comprano i prodotti sostenibili? Sono soprattutto due i motivi: il primo perché non piace lo stile dei capi proposti come sostenibili; il secondo motivo, ancora più importante, è che chi compra non è convinto che si tratti realmente di un prodotto soste-
nibile. Se lo stile e la comunicazione sono un problema, io mi chiedo se è così difficile per un’azienda di moda cambiarle. È questione di cominciare a pensare in maniera diversa. I retailers, e questo è paradossale, cercano la sostenibilità come è stato confermato a fine dicembre 2019 dall’indice List e i consumatori che cercano qualcosa di sostenibile sono saliti del 75 per cento. Questo per i retailer, per cui ogni centimetro quadrato di negozio deve avere una redditività, è un business mancato, per cui è ben presente la percezione che il consumatore sceglie ancora in base ai canoni classici ma, oggi, il brand mi deve dare qualcosa che è sostenibile e abbia una storia appealing: quando il retailer dichiara al fornitore: “io darò più spazio al prodotto sostenibile, perché mi fa vendere” vuol dire che si sta ribaltando il mondo e i brand non stanno ascoltando ancora tutta una serie di segnali. Invece, per esempio, ci sono dei retailer americani che hanno scartato dei brand americani
Proposte nuove e sostenibilità, l'etica del bello.
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Uno spiritoso rendering grafico.
PENSIERO TESSILE GIUSY BETTONI C.L.A.S.S.
perché non avevano questo tipo di proposte. Questo non significa che tutti i retailer si schierino decisamente per il prodotto sostenibile, però si stanno muovendo in questa direzione, e questa tendenza arriva dal lusso. Questo vuol dire che anche il lusso ha bisogno di certi valori. Crediamo sempre di più, prima di tutto, che ci debba essere uno sforzo completo della catena di fornitura e non solo di qualcuno, tanto più che noi vediamo gli anelli di questa catena che sono aziende titolari di moltissime certificazioni, ma si devono incontrare. Se fai delle cose egregie e non le racconti queste cose non arrivano al consumatore, arriva solo il messaggio di un prodotto che è solo più caro. Perché il consumatore deve sapere quanta cura e quanto impegno stanno alla base dei valori della sostenibilità, se non lo sa non capisce perché deve pagare di più. Pietro Ferrari – Oggi come si muove l’offerta? Giusy Bettoni – Noi ci occupiamo di fibre, siamo in giro per il mondo ma l’ottanta per cento della nostra offerta arriva dall’Italia, arriva attraverso una rivisitazione di tecnologie, una rivisitazione di modalità produttiva, oppure attraverso l’utilizzo di materiali di nuova concezione in maniera eccellente. Molte aziende realizzano innova-
zione ma la realizzano da cinquanta o sessant’anni con una tale naturalezza da non sentire il bisogno di comunicarla e sono le aziende che soffrono di più. Più tu fai bene delle cose e non le dici meno te le comprano e, invece, la domanda c’è. Il nostro ruolo, per questo, è valorizzare la catena di fornitura e dare il valore che merita il lavoro che viene fatto, raccontando non solo i materiali ma anche la storia che sta alle loro spalle. D’altra parte queste aziende, fino a pochi anni fa, non potevano nemmeno dire chi era loro cliente, poiché avevano degli accordi di esclusiva: adesso sono chiamate a “raccontare delle storie”. Come fanno a farlo quando anche i brand fanno fatica a parlarne? Da una parte c’è un mondo a monte e dall’altra c’è il brand che ha bisogno di sapere da che parte muoversi. Questo perché c’è una parte di design fortissima che però va inglobata nel concetto di responsabilità: si parla di economia circolare, si parla di design responsibility, c’è tutta una formazione che va fatta. Per questo non si parla solo di informazione ma anche di formazione: perché se il designer ieri aveva il compito di creare degli oggetti di grande impatto dal punto di vista del look, oggi lo stesso stilista deve capire quanto dovrà durare questo capo, dove andrà finire alla fine della sua vita ed è chiaro che deve avere un team e una preparazione, tant’è vero che vediamo che i brand, anche i più grandi, stanno mandando a scuola di economia circolare tutti i loro designer: l’economia circolare è un sistema economico in cui la tecnologia gioca un grande ruolo, ma se non abbiniamo la tecnologia alla cultura non funziona. Ci vuole preparazione tecnologica ma anche preparazione in termini di marketing e comunicazione, se non lavorano insieme non funzionano. Tutto questo è un po’ complesso, ma è la grande sfida tecnologica e di comunicazione che ci aspetta. Stiamo parlando di un nuovo mondo economico ma anche di un nuovo modo di fare business.
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54th EDITION
OCTOBER2020
INTERNATIONAL EXHIBITION OF YARNS AND FIBRES FOR WOVEN AND KNITTED FABRICS FOR APPAREL, FURNISHING AND TECHNICAL TEXTILE
MiCo
Milano Convention Centre
MicoLab - Gate 16 - Via Gattamelata, 5 • Milan | Italy Opening time:7 from 9am to 6pm - 8 from 9am to 5pm
filo.it
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FOCUS FIBRE RIGENERATE RIFÒ writer Pietro Ferrari www rifo-lab.com
UNA GIACCA "VISIONARIA" IN DENIM RIGENERATO Ispirazione workwear anni ’20 per un prodotto ecosostenibile robusto ma leggero ideale per le giornate di primavera. Rifò, giovane brand pratese di moda ecosostenibile, presenta “Avanguardista”, la giacca in tessuto denim riciclato e rigenerato realizzata a km 0 nel distretto tessile di Prato. Creata pensando a un futuro in cui non ci sarà più bisogno di sfruttare risorse vergini, ma si potrà rigenerare tutto quanto già prodotto, è ispirata a due figure visionarie degli anni '20 dello scorso secolo (in parallelismo con i nostri anni '20) che si sono contraddistinte per aver anticipato i tempi: Greta Garbo icona di femminilità ed eleganza davanti allo schermo, ma anche promotrice di uno stile androgino e maschile nella vita quotidiana e Ernesto Thayat, che per primo pensò una tuta unisex dalla doppia
A PROPOSITO DI RIFÒ
Fondata nel dicembre 2017, da Niccolò Cipriani e Clarissa Cecchi, Rifò produce capi e accessori di alta qualità, realizzati con fibre tessili 100% rigenerate. Grazie ad un processo meccanico e artigianale sviluppato a Prato più di 100 anni fa, Rifò è in grado di trasformare gli scarti di tessuto in nuovi vestiti che conservano le stesse qualità dei prodotti originali. Questo metodo consente di riutilizzare gli scarti e ridurre sensibilmente la quantità di acqua, di pesticidi e prodotti chimici utilizzati nella produzione. Rifò è un marchio che nasce dall’emergenza globale, dall’urgenza di un cambiamento verso la costituzione di un modello economico etico e sostenibile, passando dalla necessità economica a quella climatica e ambientale della nostra generazione e di quelle a venire. Rifò identifica la sinergia fra tecnologia, impegno sociale e rispetto per l’ambiente ponendo l’attenzione su eleganza, qualità e cura per i dettagli. Perno del brand Rifò è l’iniziativa #2lovePrato che finanzia progetti specifici identificati con tre associazioni che da anni operano sul territorio pratese. L’obiettivo di questa iniziativa è quello di distribuire parte dei ricavi ottenuti al territorio dove avviene la produzione. 2 euro di ogni acquisto, infatti, sarà sempre destinato a uno dei progetti scelti delle associazioni: Fondazione Ami, Opera Santa Rita e Legambiente. Nel 2018 Rifò si è aggiudicata il terzo posto, tra 856 imprese candidate in tutta Italia, alla finale nazionale del Premio Cambiamenti del CNA, riservato alle aziende più innovative del Paese.
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funzionalità per il lavoro ma che poteva essere trasformata in un abito elegante. Gli artigiani Rifò attraverso il filato rigenerato da vecchi jeans, destinati alla discarica o all’inceneritore, hanno creato così un capo in denim dal peso pari a quello delle giacche prodotte con cotone vergine, con il tipico intreccio diagonale del denim e una mano morbida e piena. Il tessuto in denim una volta sfilacciato e trasformato in un nuovo filato (composto all’ 80% da cotone rigenerato, 15% cotone vergine e 5% altre fibre) non viene nuovamente colorato per risparmiare acqua e sostanze chimiche, per questo mantiene lo stesso colore e trama del denim originario. Il rovescio (la parte sottostante il tessuto), poi, non è bianca come nel normale denim, ma celeste chiaro.
Questo perché non è possibile ottenere il colore bianco dal denim riciclato se non sbiancandolo con sostanze chimiche molto impattanti per l’ambiente. Inoltre, per produrre una giacca Avanguardista in denim rigenerato si utilizzano solo 80 litri di acqua contro i 6600 litri richiesti da una giacca di jeans in cotone vergine, riducendo, rispetto a un capo nuovo: del 98% l’uso di acqua, del 77% quello dell’energia, del 95% le emissioni di CO2 e del 99% l’uso di coloranti e prodotti chimici. Greta, il modello da donna della giacca Avanguardista è ispirato al mondo workwear, con vestibilità regolare ma taglio corto che valorizza la silhouette del corpo, in un continuo gioco di contrasto tra femminile e maschile, in omaggio all’avanguardista della quale porta il nome.
A "VISIONARY" JACKET IN REGENERATED DENIM Rifò, a young Prato brand of eco-sustainable fashion, presents "Avanguardista", the recycled and regenerated denim jacket made at km 0 in the textile district of Prato. Created thinking about a future in which there will no longer be the need to exploit virgin resources, but everything already produced can be regenerated, it is inspired by two visionary figures from the 1920s of the last century (in parallel with our 1920s) which stood out for anticipating the times: Greta Garbo icon of femininity and elegance in front of the screen, but also promoter of an androgynous and masculine style in everyday life and Ernesto Thayat, who first thought of a unisex suit with dual functionality for work but which could be transformed into an elegant dress. The Rifò artisans, through the yarn regenerated from old jeans, destined for the landfill or the incinerator, have thus created a denim garment with a weight equal to that of jackets produced with virgin cotton, with the typical diagonal weave of denim and a soft and full. Once the denim fabric has been frayed and transformed into a new yarn (made of 80% regenerated cotton, 15% virgin cotton and 5% other fibers) it is not colored again to save water and chemicals, therefore it maintains the same color and texture of the original denim. The reverse (the part below the fabric), then, is not white as in normal denim, but light blue. This is because it is not possible to obtain the white color from recycled denim if not bleaching it with highly impacting chemicals for the environment. In addition, only 80 liters of water are used to produce an avant-garde jacket in regenerated denim compared to the 6600 liters required by a virgin cotton denim jacket, reducing the use of water by 98%, by 77% % energy, 95% CO2 emissions and 99% the use of dyes and chemicals. Greta, the women's model of the Avanguardista jacket is inspired by the workwear world, with a regular fit but short cut that enhances the silhouette of the body, in a continuous game of contrast between female and male, in homage to the avant-garde whose name it bears. The male model, Ernesto, is a light but robust jacket that also takes inspiration from the world of workwear, both for its design and for the details that distinguish it: the object holder, the very capacious internal and external pockets and the ribbon of jeans (also recycled) to support the fabric inside the wrist.
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FOCUS FIBRE RIGENERATE RIFÒ Il modello maschile, Ernesto, è una giacca leggera ma robusta che prende ispirazione anch’essa dal mondo workwear, sia per il suo design che per i dettagli che la contraddistinguono: il porta oggetti, le tasche interne ed esterne molto capienti e il nastrino di jeans (anch’esso riciclato) per dare sostegno al tessuto all’interno del polso.
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FOCUS FIBRE RIGENERATE MALO writer Pietro Ferrari www https://malo.it
LA VIA DELLA RIGENERAZIONE Lo storico marchio fiorentino Malo, specializzato in maglieria di cashmere, lancia il servizio di rigenerazione dei suoi capi.
Malo, storico marchio fiorentino specializzato in maglieria di cashmere, lancia il servizio di rigenerazione dei suoi capi, ovvero la possibilità di dare nuova vita agli articoli del brand realizzati in cashmere, lana e fibre naturali di qualsiasi età. Un vero e proprio servizio di riparazione e rigenerazione artigianale che avviene nei laboratori di Malo dove ogni capo viene esaminato con attenzione, riparato dove necessario, lavato con cura grazie all’uso
di saponi delicatissimi che rendono le fibre ancor più morbide al tatto. Dopo il lavaggio vi è la rasatura, essenziale per eliminare eventuali “pallini” dovuti all’utilizzo negli anni. In questa fase il capo viene delicatamente pettinato a mano in tutte le sue parti. Tra le sapienti mani degli artigiani di Malo, che si prendono cura di tutti i particolari, ogni capo riprende corpo e lucentezza, rimesso a nuovo per una nuova vita. Per avvalersi del servizio è necessario recarsi
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in una delle Boutique Malo presentando il capo del brand da rigenerare. Il personale nei negozi Malo sarà il principale punto di contatto durante tutto il processo, dal ritiro in Boutique alla riconsegna. «Ogni capo Malo è fatto per durare nel tempo, lascia i laboratori fiorentini praticamente perfetto in ogni dettaglio, sarà poi la storia di chi l’ha scelto a renderlo unico. Un maglione dalla vestibilità perfetta, una sciarpa calda e avvolgente, qualcosa di regalato, tramandato, più volte indossato, ognuno possiede un capo speciale in grado di riportare alla mente ricordi, di risvegliare emozioni. Se ben curata, la maglieria di alta qualità durerà per decenni, il nostro servizio di rigenerazione professionale fa parte di questo processo. I capi più preziosi sono creati per durare nel tempo, sono parte della vita, elementi del ricordo», dichiara Walter Maiocchi, Presidente e proprietario della Malo insieme a Luigino Belloni, Sales Manager, e Bastian Mario Stangoni, Responsabile Produzione.
THE WAY OF REGENERATION Malo, historical Florentine brand specialized in cashmere knitwear, launches the regeneration service of its garments, that is the possibility of giving new life to the brand's articles made of cashmere, wool and natural fibers of any age. A real artisan repair and regeneration service that takes place in the Malo laboratories where each garment is carefully examined, repaired where necessary, washed with care thanks to the use of very delicate soaps that make the fibers even softer to the touch. After washing there is shaving, essential to eliminate any "dots" due to use over the years. In this phase the garment is delicately combed by hand in all its parts. In the expert hands of the artisans of Malo, who take care of all the details, each garment takes on body and shine, refurbished for a new life. To use the service it is necessary to go to one of the Malo Boutiques by presenting the head of the brand to be regenerated. The staff in the Malo stores will be the main point of contact throughout the process, from collection in the Boutique to delivery. "Each Malo garment is made to last over time, leaves the Florentine laboratories practically perfect in every detail, then the story of those who chose it will make it unique. A sweater with a perfect fit, a warm and enveloping scarf, something given, handed down, worn several times, each has a special garment capable of bringing back memories, awakening emotions. If well cared for, high quality knitwear will last for decades, our professional regeneration service is part of this process. The most precious garments are created to last over time, they are part of life, elements of memory », says Walter Maiocchi, President and owner of Malo together with Luigino Belloni, Sales Manager, and Bastian Mario Stangoni, Production Manager.
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FOCUS FIBRE RIGENERATE MANTECO writer Pietro Ferrari www manteco.com
UNA RETE SOSTENIBILE Manteco presenta Manteco System: una rete a sostenibilità integrata per una moda circolare, Made in Italy e cento per cento tracciabile. Manteco, leader mondiale nella produzione tessile, presenta il suo percorso sostenibile verso un futuro migliore: il sistema Manteco. Una strategia e una vision che determinano l’impronta sostenibile dell’azienda dal 1943. Il sistema consiste nello sviluppo e nella progettazione di una rete di produzione che coinvolge cento aziende partner dell’intera supply chain entro le dieci miglia dall’headquarter di Manteco a Prato. «Lavoriamo tutti in modo responsabile per creare collezioni premium basate su processi di economia circolare certificata», commenta Matteo Mantellassi, co-CEO di Manteco. Manteco sta guidando il cambiamento sfruttando il knowhow del distretto tessile pratese di fama mondiale «per soddisfare la richiesta di una moda chiara e sostenibile in cui i consumatori finali credono e che i nostri clienti si aspettano di trovare». Per raggiungere tale obiettivo, la società e i suoi partner hanno creato e realizzato un Protocollo di valori e impegno sostenibili in linea con i più alti standard del mercato globale. «Da un lato, il protocollo preserva il genio locale unico del nostro territorio – rispetta l’heritage di tutti i nostri partner, da quelli più piccoli a quelli più strutturati – dall’altra parte funziona come una sorta di bussola condivisa per orientarsi tra i valori sostenibili, permettendo a tutta la supply chain dietro i prodotti Manteco di distinguersi ed essere competitiva sulla scena globale», aggiunge Mantellassi. Il protocollo e il suo sistema monitorato e tracciabile copre la gestione virtuosa delle risorse, ad es. acqua, energia e prodotti chimici – la gestione dei rifiuti e il basso impatto della produzione sull’ambiente, ma affronta anche le norme responsabili in termini di occupazione, qualità dell’ambiente di lavoro, parità di diritti e politiche antidiscriminazione.
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Il sistema Manteco funziona come un insieme di pratiche responsabili dove la gestione, la misurazione e i controlli non rappresentano solamente un test per la qualità di ogni singola fase dei processi o dei prodotti ma per assicurare la completa tracciabilità della produzione Manteco. Dalla materia prima al filato, dalla filatura alla finitura, dal collaudo al tessuto finale. Uno dei risultati chiave di tale impegno e sviluppo sostenibile è la creazione di una versione aggiornata della lana riconvertita MWool: un ingrediente premium realizzato con un eccezionale processo di trasformazione della lana garantito dal sistema Manteco. Alcuni punti della produzione Manteco: 5,3 milioni di chilogrammi di materie prime lavorate ogni anno, 8.860 test sulle materie prime all’anno, 34.400 test su prodotti finiti, sistema cento per cento made in Italy situato nel distretto di Prato dal 1943. Totale trasparenza e tracciabilità grazie a un sistema di gestione altamente qualificato. Con un fatturato di oltre 91 milioni di Euro nel 2019 e una crescita annua del 17,80 per cento dal 2012, Manteco s.p.a. è la quarta azienda tessile in Italia, quotata tra le TOP30
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FOCUS FIBRE RIGENERATE MANTECO aziende del fashion system italiano. «Il nostro investimento nel creare e nel coordinare una nuova cultura della supply chain attesta il nostro impegno per costruire un futuro migliore per le prossime generazioni. L’esclusivo sistema Manteco aggiunge valore ai nostri prodotti mettendo in evidenza il percorso sostenibile che condividiamo con tutti i nostri partner sia a monte che a valle».
A SUSTAINABLE NETWORK Manteco, world leader in textile production, presents its sustainable path towards a better future: the Manteco system. A strategy and vision that have determined the company's sustainable footprint since 1943. The system consists of the development and design of a production network involving one hundred partner companies of the entire supply chain within 10 miles of Manteco's headquarters in Prato. “We all work responsibly to create premium collections based on certified circular economy processes”, comments Matteo Mantellassi, Manteco's co-CEO. Manteco is driving change by exploiting the know-how of the world-renowned Prato textile district "to meet the demand for a clear and sustainable fashion in which end consumers believe and which our customers expect to find". To achieve this, the company and its partners have created and implemented a Protocol of sustainable values and commitment in line with the highest standards of the global market. “On the one hand, the protocol preserves the unique local genius of our territory - it respects the heritage of all our partners, from the smallest to the most structured ones - on the other hand it functions as a sort of shared compass for orientation among sustainable values, allowing the entire supply chain behind Manteco products to stand out and be competitive on the global scene”, adds Mantellassi. The protocol and its monitored and traceable system
covers the virtuous management of resources, e.g. water, energy and chemicals - waste management and the low impact of production on the environment, but also addresses the responsible standards in terms of employment, quality of the working environment, equal rights and anti-discrimination policies. The Manteco system works as a set of responsible practices where management, measurement and controls not only represent a test for the quality of each phase of the processes or products but to ensure complete traceability of Manteco production. From raw material to yarn, from spinning to finishing, from testing to the final fabric. One of the key results of this commitment and sustainable development is the creation of an updated version of the MWool reconverted wool: a premium ingredient made with an exceptional wool transformation process guaranteed by the Manteco system. Some points of Manteco production: 5.3 million kilograms of raw materials processed every year, 8,860 tests on raw materials per year, 34,400 tests on finished products, one hundred percent made in Italy system located in the Prato district since 1943. Total transparency and traceability thanks to a highly qualified management system. With a turnover of over 91 million Euros in 2019 and an annual growth of 17.80 percent since 2012, Manteco spa is the fourth textile company in Italy, listed among the TOP30 companies of the Italian fashion system. “Our investment in creating and coordinating a new supply chain culture attests to our commitment to building a better future for the next generations. The exclusive Manteco system adds value to our products by highlighting the sustainable path we share with all our partners both upstream and downstream”.
MILANO UNICA 8-9 Settembre 2020 #UnitedtobeUnique Collezioni tessili e accessori per abbigliamento Autunno/Inverno 2021/22
milanounica.it
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FOCUS FIBRE RIGENERATE GIOVANARDI writer Pietro Ferrari www giovanardi.com
CON IRISUN GREEN LA TENDA PURIFICA L’ARIA Il tessuto autopulente
Irisun Green elimina gli odori, degrada muffe e batteri e combatte l’inquinamento atmosferico per il benessere outdoor.
Una elegante cappottina in un contesto storico.
Irisun Green è il tessuto acrilico tinto in massa che dà vita alla prima tenda da sole in grado di purificare l’aria e regalare un ambiente sano a chi vi soggiorna. Uno dei problemi più significativi della società odierna è l’inquinamento atmosferico di cui fanno parte particolato e polveri sottili, gas serra indiretti ed altri composti organici volatili. Si parla di sostanze che noi respiriamo e che si depositano sulle superfici andando a peggiorare il benessere degli ambienti outdoor. Se pensiamo che addirittura alcune ricerche scientifiche indicano una possibile corre-
lazione tra inquinamento atmosferico e COVID-19, ci rendiamo conto che la lotta all’inquinamento è diventata una priorità e noi abbiamo deciso di lavorare in questa direzione. Nel mercato della protezione solare, una valida risposta all’esigenza di ridurre le sostanze inquinanti arriva da una stretta collaborazione tra Sauleda, noto produttore di tessuti acrilici tinti in massa e Pureti, leader mondiale nella tecnologia dei fotocatalizzatori. Noi, assieme a loro, proponiamo Irisun Green: un prodotto innovativo quale alternativa sostenibile nel mondo delle tende da sole. Irisun green ha natura e struttura tessile di un comune tessuto acrilico tinto in massa per la protezione solare, caratterizzato da una mano rigida e da una elevatissima solidità dei colori agli uv, con qualcosa in più. Ai trattamenti di finissaggio standard si aggiunge un processo di nobilitazione unico, a base di biossido di titanio di terza generazione. Il tio2 è in grado di attivare una reazione ossidativa di fotocatalisi che degrada, inattiva ed elimina inquinanti atmosferici come smog, pm10 e pm2,5, nox e sox e contaminanti organici come muffe, batteri e microorganismi in genere. Il processo consiste nel generare radicali (composti altamente reattivi) da umidità ed aria attraverso l’energia fornita dalla radiazione solare; questi vanno ad attaccare e scindere gli inquinanti depositati sul tessuto a formare composti innoqui che sono facilmente dilavati dall’acqua piovana.
textures 25 ď€ La sintesi grafica di Green.
ď€ A TENT THAT PURIFIES THE AIR Irisun Green is the mass-dyed acrylic fabric that gives life to the first awning able to purify the air and give a healthy environment to those who stay there. One of the most significant problems in today's society is air pollution, which includes particulate matter and fine dust, indirect greenhouse gases and other volatile organic compounds. There is talk of substances that we breathe and that settle on the surfaces, worsening the well-being of outdoor environments. If we think that even some scientific research indicates a possible correlation between air pollution and COVID-19, we realize that the fight against pollution has become a priority and we have decided to work in this direction.
In the sun protection market, a valid response to the need to reduce polluting substances comes from a close collaboration between Sauleda, a well-known manufacturer of mass-dyed acrylic fabrics and Pureti, world leader in photocatalyst technology. We, together with them, offer Irisun Green: an innovative product as a sustainable alternative in the world of awnings. Irisun green has the nature and textile structure of a common solution-dyed acrylic fabric for sun protection, characterized by a rigid hand and a very high color fastness to UV rays, with something more. To the standard finishing treatments is added a unique ennobling process, based on 3rd generation titanium dioxide. Thio2 is able to activate an oxidative photocatalysis reaction that degrades, inactivates and eliminates atmospheric
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FOCUS FIBRE RIGENERATE GIOVANARDI
Applicazione in uno spazio abitativo in Olanda.
! I VANTAGGI DI IRISUN GREEN
I vantaggi di questo tessuto sono: - Riduzione dell’inquinamento atmosferico. circa l’80% dei contaminanti a contatto con il tessuto si dissolvono in 2 ore. - Elimina muffe e batteri. - Sun washing: gli inquinanti che si annidano e si aggrappano sul tessuto vengono degradati in specie solubili in acqua e facilmente dilavabili dall’acqua piovana. - Le operazioni di cura e manutenzione ordinaria sono facilitate e si riduce l’uso di detergenti chimici ed il consumo di acqua. Irisun Green migliora significativamente il benessere e la qualità della vita in un ambiente outdoor, soprattutto se consideriamo l’applicazione del tessuto Irisun Green non solo in contesti residenziali ma anche in contesti densamente urbanizzati e pubblici. Per fare un esempio pratico, va osservato che una tenda di 4 m di tessuto degrada la stessa quantità di particelle inquinanti che un albero è in grado di eliminare in un anno.
Giovanardi propone una alternativa nella scelta dei tessuti acrilici per tende sole attraverso un prodotto altamente tecnologico con una ricca gamma colori che garantisce un’ottima resa estetica adattandosi ad ogni ambiente. Irisun green offre un modo nuovo e salutare di vivere il proprio balcone, il giardino, i ristoranti all’aperto e luoghi pubblici in genere, tutelando le persone e l’ambiente.
pollutants such as smog, pm10 and pm2.5, nox and sox and organic contaminants such as mold, bacteria and microorganisms in general. The process consists in generating radicals (highly reactive compounds) from humidity and air through the energy provided by solar radiation; these go on to attack and separate the pollutants deposited on the fabric to form harmless compounds that are easily washed away by rainwater.
wool is back
www.fil3.it since 1984, yarns for clothing and furnishings
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photo credits : Davide Maestri
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SCARABEO RUG
Textures, è una rivista trimestrale in italiano e inglese che affronta i temi del tessile dal filato al tessuto per arredamento e moda. Interviste, visite alle manifestazioni di settore, statistiche e dati di mercato si uniscono alle rassegne di prodotto e alle schede e alle cronache delle aziende per costituire un mezzo d’informazione preciso e completo per i lettori e un veicolo ideale per gli inserzionisti. Pubblicata su 3 portali e sfogliabile gratuitamente on line: www.webandmagazine.media (il sito italiano) www.webandmagazine.com (il sito internazionale) http://issuu.com/web-and-magazine (archivio con tutte le nostre pubblicazioni) Textures is a quarterly magazine dedicated to textiles, from yarn to fabric, for furnishing and fashion industry. Interviews, visits to industry meetings, figures and market data are combined with presentationons of the products and corporate news to sum up a complete and accurate choice of informations for our readers and an ideal media for our advertisers.
LIMITED EDITION
sitap.it
La rivista tecnica per il settore tessile dal filato al tessuto Magazine dedicated to textiles, from yarn to fabric, for furnishing and fashion industry www.webandmagazine.media
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PERCORSO COTONE ALBINI GROUP www albinigroup.com writer Pietro Ferrari
UNA STAGIONE DI SUCCESSI E PROPOSTE Allo stand di Albini Group a Milano Unica non solo novità di prodotto ma anche una nuova strategia in un contesto complesso e difficile.
Andrea, Fabio e Stefano Albini.
Lo stand di Albini Group a Milano Unica si segnala per la sua razionalità e per la capacità di presentare in maniera chiara ed esaustiva la ricca selezione di novità proposta dai diversi marchi del Gruppo. Innovazione, massima attenzione al Cliente, sostenibilità, controllo diretto della filiera e conferma del valore del Made in Italy rimangono i punti caratterizzanti e strategici di Albini Group, leader di mercato e maggior produttore europeo di tessuti per camiceria. Confermando la propria quota di export diretto in oltre ottanta paesi per il settanta per cento del proprio fatturato complessivo, Albini afferma la propria leadership internazionale con una presenza diretta in tre continenti, senza tradire le proprie ra-
dici storiche e industriali italiane dal 1876. Albini Group chiude il 2019 con un fatturato consolidato a 142 milioni di euro, in calo del sei per cento rispetto all’anno precedente che – va ricordato – è stato
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uno dei migliori esercizi dell’ultima decade. La diminuzione del fatturato è imputabile al processo di profonda trasformazione in corso sui mercati internazionali, in particolare nel segmento medio e premium dove opera una parte importante della clientela del Gruppo, quali gli specialisti di camiceria e le medie aziende indipendenti, oggi più che mai a loro volta sotto pressione. Durante il 2019 Albini Group ha continuato a lavorare al proprio piano strategico triennale di revisione della struttura operativa, finalizzato a migliorare l’efficienza e l’efficacia necessarie a competere sui mercati
e che ha permesso di limitare gli effetti del calo di fatturato. «Albini Group guarda al futuro con ottimismo», ha dichiarato il Presidente Stefano Albini, che evidenzia i punti di forza: «lo sviluppo del segmento lusso, il successo della collezione Donna e l’ottima performance dei nostri filati con la controllata I Cotoni di Albini, dimostrano come il prodotto Albini continui a essere apprezzato nel mondo. Gli importanti investimenti, spesso pionieristici, sostenuti in questi anni in innovazione e sostenibilità sulla nostra filiera, si stanno rivelando strategici per la differenziazione qualitativa e valoriale dei nostri prodotti.
Il grande e razionale stand Albini a Milano Unica febbraio 2020.
A STRATEGY FOR THE WORLD'S FINEST FABRICS Innovation, maximum customer care, sustainability, direct control over the production chain and confirmation of Made in Italy value are the distinguishing and strategic features of the Albini Group, market leader and Europe’s largest manufacturer of shirting fabrics. Confirming its share of direct exports to over 80 countries for 70% of its total sales volume, Albini asserts its international leadership with direct presence on three continents without betraying its historical and industrial roots in Italy since 1876. Albini Group closed 2019 with a consolidated sales volume of 142 million euro, a 6% decrease compared to the previous year which – as should be remembered - was one of the best years of the last decade. The drop in sales volume can be attributed to the deep transformation process underway on international markets, in particular in the medium and premium segments where a significant part of the Group's customers operate, such as shirt specialists and medium-sized independent companies, now under pressure more than ever. During 2019, the Albini Group continued to work on its three-year strategic plan to revise the operating structure, aimed at increasing the efficiency and effectiveness necessary to compete on the markets and which made it possible to limit the effects of the sales volume drop. “Albini Group is looking to the future with optimism”, declares President Stefano Albini, who emphasizes its strengths: “development of the luxury segment, the success of our Women's Collection and the excellent performance of our yarns with the subsidiary I Cotoni di Albini, show how the Albini product continues to be appreciated on a worldwide level. The important and often pioneering investments sustained over recent years in innovation and sustainability on our production chain are proving to be strategic for the qualitative and value differentiation of our products. Our role as leader - continues the President - and standard-bearer of the integrated production chain, stimulates us continuously in the increasingly complex challenge of satisfying our stakeholders”. “The difficult situation of the market, enhanced by the Covid 19 involving the whole world, and uncertainties linked to international tension and geopolitical events do not discourage us, but rather serve as a stimulus to be increasingly effective in improving our product, a unique expression of the creativity, authenticity and quality of products Made in Italy. We strongly believe in our entrepreneurial capabilities and in the strategic choices that have allowed us to continue to be textile manufacturers, while many other competitors have decided to relocate or reconvert to commercial companies”. Always at the forefront in the pursuit of new solutions, Albini Group inaugurated Albini Next in 2019, a Think Tank created to guide change in textiles, based on the evolution of know-how and industrial and academic partnerships for achieving new goals in creativity, materials and applied technologies, such as the search for new natural dyes, recycling in its various forms and traceability processes. One of the first results of Albini Next was Hemotion®, a project dedicated to wool: coming from Australia and certified
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Nelle prime due foto a destra, le collezioni Albiate 1830. Nelle seconde due, le collezioni Albini 1876. Nella foto a destra, la proposte Albini Donna.
PERCORSO COTONE ALBINI GROUP
Il nostro ruolo di leader – continua il Presidente – e di portabandiera della filiera integrata, ci stimola costantemente nella sfida sempre più complessa di soddisfare i nostri stakeholder. Crediamo fortemente nella nostra capacità imprenditoriale e nelle scelte strategiche che ci hanno consentito di rimanere produttori tessili, mentre numerosi competitor hanno deciso di delocalizzare o di riconvertirsi in aziende commerciali».
! GUIDARE I CAMBIAMENTI NEL TESSILE
Da sempre in prima linea nella ricerca di nuove soluzioni, Albini Group ha inaugurato nel 2019 Albini Next, un Think Tank nato per guidare il cambiamento nel tessile, fondato sull’evoluzione del know-how e su partnership industriali e accademiche per il raggiungimento di nuovi traguardi nella creatività, nei materiali e nelle tecnologie applicate, come la ricerca di nuove tinture naturali, il riciclo in varie forme e processi di tracciabilità. Uno dei primi risultati di Albini Next è Hemotion®, progetto dedicato alla lana: proveniente dall’Australia e certificata mulesing-free, la lana viene filata con una tecnica all’avanguardia che prende ispirazione dal mondo cotoniero per ottenere un filato finissimo, regolare e di qualità impareggiabile. Il filato Hemotion® dà vita a un tessuto in lana altamente performante, leggero e termoregolatore, confortevole e con un’elasticità naturale, lavabile in lava-
trice, ingualcibile e resistente al pilling. L’innovazione non può prescindere dalla sostenibilità e deve esserne alleata: Albini Group ha una visione chiara sul percorso che da più di dieci anni trova concreta attuazione nelle strategie produttive e nei progetti volti a creare una nuova consapevolezza sociale e ambientale, e che portano l’azienda a essere un vero pioniere dello sviluppo sostenibile. «Il nostro Gruppo – afferma il Presidente
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mulesing-free, the wool is spun with a cutting-edge technique that draws inspiration from the cotton world to obtain a superfine, regular yarn of incomparable quality. Hemotion® yarn produces a highly performing wool fabric that is light and thermoregulating, comfortable and with a natural elasticity, machine-washable, wrinkle-resistant and resistant to pilling. Innovation cannot exist separately from sustainability; it must be an ally: the Albini Group has a clear view of the course of action it has been effectively implementing for more than ten years in its production strategies and projects aimed at creating a new social and environmental awareness, and which has led the company to be a true pioneer of sustainable development. “Our Group - declares President Stefano Albini - considers this commitment a path it shares with its customers, suppliers and collaborators to ensure that the final consumer, increasingly aware and attentive, receives transparent, certified and comprehensive information”. It is a process of continuous improvement that begins with the provisioning of sustainable raw materials, such as organic cotton and linen from organically cultivated plantations, recycled fibres that are produced from regenerated cotton or other fibres, or materials of botanical origin produced with a low environmental impact. The Albini Group collections for Spring/Summer 2021 present fabrics made with organic, recycled, eco-friendly and traceable materials. The latter are the result of an exclusive partnership between Albini Group, Supima and Oritain, which in 2018 gave rise to the first cotton fabric that is 100% scientifically traceable. By way of an innovative process based on the principles of forensic science, it is possible to go back to the field where the cotton was grown and trace each phase of the fabric’s production process. Direct control over the entire production chain - from the cotton field to fabric finishing - which constitutes a distinctive quality in the European shirting textile field, allows Albini to be a key partner. This is an essential condition for being able to trace, control and make each step transparent, ensuring maximum sustainability of every metre of fabric manufactured, in addition to guaranteeing fast service and response, offering a high degree of innovation at every phase of production for a continuously updated and personalized product. Equally important are the investments in reducing the environmental impact of the Albini Group factories: the average of annual savings amounts to 8 million kWh of electricity, 6,000 tons of CO2 and 46,000 cubic metres of water. These results were also obtained owing to the know-how of Albini Energia, the Group company created to meet the demands of internal energy conservation, which has proven to be increasingly appreciated by the market for its planning and engineering activities. Albini Energia registered a 16% increase in sales volume to third parties in 2019. “Sustainability for Albini – concludes the President - is not a slogan, but a path of common values that translate into concrete solutions for an improved quality of life for future generations”.
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A destra, il fascino classico sempre rinnovato di Thomas Mason.
PERCORSO COTONE ALBINI GROUP
Stefano Albini – considera questo impegno un percorso condiviso con Clienti, fornitori e collaboratori per garantire al Consumatore finale, sempre più consapevole e attento, informazioni trasparenti, certificate ed esaurienti». Un processo di miglioramento continuo, che inizia dall’approvvigionamento di materie prime sostenibili, come il cotone e il lino organici provenienti da piantagioni coltivate in maniera biologica, le fibre riciclate che nascono dalla rigenerazione del cotone e delle altre fibre o i materiali di origine botanica prodotti con un basso impatto ambientale. Le collezioni di Albini Group per la Primavera/Estate 2021 presentano infatti tessuti realizzati con materiali organici, riciclati, eco-friendly e tracciabili. Questi ultimi nascono da un’esclusiva partnership tra Albini Group, Supima e Oritain, che nel 2018 ha dato vita al primo tessuto in cotone scientificamente tracciabile al 100%. Attraverso un innovativo processo basato sui principi della scienza forense, è possibile risalire al campo di coltivazione del cotone
e tracciare ogni fase del processo produttivo del tessuto. Il controllo diretto dell’intera filiera produttiva – dal campo di cotone alla nobilitazione del tessuto – che costituisce un’unicità nel settore tessile per camiceria europeo, consente ad Albini di essere il partner di riferimento ed è condizione essenziale per poter tracciare, controllare e rendere trasparente ogni passaggio, assicurando la massima sostenibilità di ogni metro di tessuto prodotto e garantendo servizio, risposta veloce e alto grado di innovazione in ogni fase della produzione, per un’offerta sempre aggiornata e personalizzata. Importanti sono anche gli investimenti per la riduzione dell’impatto ambientale degli stabilimenti del Gruppo Albini: la media dei risparmi annuali si attesta a 8 milioni di kwh elettrici, 6mila tonnellate di CO2 e 46mila metri cubi d’acqua. Risultati ottenuti anche grazie al know-how di Albini Energia, società del Gruppo nata per soddisfare esigenze di risparmi energetici interni, che risulta sempre più apprezzata dal mercato per le attività di progettazione ed engineering, e che nel 2019 ha registrato una crescita di fatturato del 16% verso terzi. «Per Albini la sostenibilità – conclude il Presidente – non è uno slogan, ma un percorso di valori condivisi che si traducono in soluzioni concrete per una migliore qualità della vita per le prossime generazioni».
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PERCORSO LINO CELC writer Pietro Ferrari www europeanflax.com
DOPO LA TEMPESTA Le tendenze di CELC per la primavera-estate 2021. Quando CELC ha presentato le tendenze per la primavera-estate 2021 non era ancora iniziata la pandemia che ha sconvolto la vita del mondo intero. Tuttavia quasi profeticamente il documento esordiva così: «Stiamo vivendo un mutamento globale. I cambiamenti non sono una scelta, proiettano in una realtà aumentata che richiede un adattamento innovativo e la visione di nuovi orizzonti. Minimalismo e massimalismo, streetstyle e sportswear si aprono a nuove espressioni estetiche, forme lineari, colori sobri, naturalità si fondono con la ricchezza di autentiche creazioni artigianali e con la vitalità delle nuove tecnologie». Parole che mantengono la loro validità, aumentata da una richiesta drammatica di resilienza e di capacità di reazione alla contingenza attuale. «Dalle aziende tessili ci aspettiamo una maggiore attenzione alla qualità, alla durata, al comfort e al benessere per potersi uniformare ai criteri di sostenibilità e agli obiettivi dell'economia circolare, dalla materia originale ai processi di produzione e ai macchinari fino al prodotto finale: nessuno scarto, riciclo, ri-uso, risparmio dell'acqua e dell'energia, eliminazione di sostanze tossiche – continua il documento – la moda è il linguaggio che ci guida da una cultura di estremi opposti verso uno scenario più armonico, una nuova fase di modernità. Le fibre e i tessuti di lino sono i fondamentali protagonisti di questo cambiamento, esprimendo l'origine naturale e l'impegno di tutta la filiera produttiva».
tiva di un senso di calma e introspezione, sceglie una gamma di toni naturali desaturati e variazioni di bianco. Il verde salvia è il nuovo grigio, leggerezza e trasparenza si combinano con materiali friabili, disidratati che presentano imperfezioni di una naturalezza sofisticata per esprimere uno stile pulito e discreto.
! I GRANDI TEMI DEL FUTURO
Questi nei trend proposti da CELC i grandi temi del futuro: Sobriety - La bellezza è equilibrio, evoca-
Sobriety.
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PERCORSO LINO CELC Un'atmosfera armoniosa con capi affidabili che evocano continuità di stile, senza tempo, senza stagione, voile di lino leggero, mischie fluide di lino e modal, devoré delicati, jacquard sottili e semplici, righe trasparenti. Per l'uomo la leggerezza si combina con la compattezza in tessuti camiceria semplici e morbidi, mischie di lino e cotone in raffinati melange, righe tono su tono, jersey piquè, stampe essenziali monocolore. Imperfezioni preziose evidenziano la naturalezza di jersey in lino fiammato, pieghe irregolari e strutture in lino e cotone organico leggermente stropicciate, quadri tono su tono e righe semplici, spalmature trasparenti, mischie di lino con poliestere e poliammide riciclati. Linee essenziali per
forme contemporanee: mano asciutta nei lini leggermente stropicciati, righe piazzate, righe irregolari in lino-cotone, impunture; maglie sottili e confortevoli giocano con motivi a intarsio in colori neutri. Materiality - La simbiosi tra uomo e natura, terra e vegetazione trova la sua espressione in una gamma di marroni caldi pigmentati, di verdi vegetali e di blu lavanda; toni sobri per un look quotidiano, confortevole ed easy. Le forme casual contemporanee necessitano di lini compatti e tessuti in lino e cotone, ammorbiditi da leggeri effetti spazzolati, a rilievo con strutture sottili a grana di riso, designati da righe variabili e colour blockings. Lo streetwear gioca con tessuti in lino rigati. Lino e cotone a quadri destrutturati, lino naturale con im-
Materiality.
AFTER THE STORM When CELC presented the trends for spring-summer 2021, the pandemic that had shocked the life of the whole world had not yet begun. However, almost prophetically, the document began like this: “We are experiencing a global change. Changes are not a choice, they project into an augmented reality that requires an innovative adaptation and the vision of new horizons. Minimalism and maximalism, streetstyle and sportswear open up to new aesthetic expressions, linear forms, sober colors, naturalness merge with the wealth of authentic artisan creations and the vitality of new technologies”. Words that maintain their validity, augmented by a dramatic demand for resilience and ability to react to the current contingency. “From textile companies we expect greater attention to quality, durability, comfort and well-being in order to comply with the sustainability criteria and objectives of the circular economy, from the original material to the production processes and machinery to the final product: no waste, recycling, re-use, saving of water and energy, elimination of toxic substances - continues the document - Fashion is the language that guides us from a culture of opposite extremes towards a more harmonious scenario, a new phase fibers and linen fabrics are the key players in this change, expressing the natural origin and commitment of the entire production chain”.
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Spontaneity.
perfezioni e fiammature che muovono la superficie di grossi tessuti per giacche sfoderate. Esplorare tecniche artigianali, mischie di lino e cotone dall'aspetto grezzo ma prezioso, per un abbigliamento da lavoro; righe materasso, finissaggi delavati, alternanza di strutture spesse e sottili. Tinture a pigmento ed elementi naturali si alleano in tessuti durevoli e funzionali, gabardine in lino, tele compatte con mano fibrosa, spalmature effetto pelle, denim in lino compatto. Spontaneity - Un prisma di colori brillanti e di pastelli tenui e radiosi da sovrapporre e mescolare in soluzioni multiple di semplice creatività. Sensualità, freschezza, ironia sono gli ingredienti di una nuova storia con una grafica allegra e tonificante che coinvolge la vita quotidiana e la felicità. Luminosità e mani diversificate caratterizzano tessuti lisci in lino-viscosa, lino-bambù o mischie di lino con poliestere e poliammide riciclati, strutture sottili in lino-seta in colori solidi e mélange vibrante lucentezza. Una sequenza spontanea di righe e quadri, punti e cerchi. Quadrati e quadretti in tessuto lino-cotone. Mischie in lino-modal. Un ambiente urbano che privilegia una gamma sensibile per uno stile sartoriale robusto ma anche morbido. Imperfezioni raffinate in lino-seta chambray; variazioni di quadri in cento per cento lino o in mischie con viscosa; gingham con mano fresca e croccante. Evolution - Un laboratorio multiculturale dove ispirazioni etniche ed elementi grafici si incontrato stabilendo una connessione tra lo stile contemporaneo e quello tradizionale; una gamma di toni profondi, ricchi, con una doppia personalità, permeati di riflessi per un aspetto lussuoso. Toni uniti sartoriali o etnici moderni da mescolare con i neutri tenui o da evidenziare con tonalità vibranti, interpretando la profondità di ricordi individuali. Look sartoriale sofisticato con un tocco esotico in lino ricco con riflessi metallici; spalmature lucenti, effetti chambray. Superfici lussuose in lino-seta con mano croccante. Motivi ispirati all'architettura, tessuti camiceria con righe rigorose, sottile
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PERCORSO LINO CELC popeline, gabardine in lino e poliestere riciclato, tele lisce, mischie leggere in linolana. La ricerca esplora artigianato e arte, trame grezze mescolano lino e rafia, mix di filati sottili e fettucce con un aspetto rustico; tessuti artigianali in bianco-nero. Un mix globale di jacquard grafici e motivi astratti di ispirazione batik e ikat in lino grosso o mischie di lino e cotone; disegni esotici in nuove mischie di lino e raffia. Questi nei trend proposti da CELC i grandi temi del futuro: Sobriety - La bellezza è equilibrio, evocativa di un senso di calma e introspezione, sceglie una gamma di toni naturali desaturati e variazioni di bianco. Il verde salvia è il nuovo grigio, leggerezza e trasparenza si combinano con materiali friabili, disidratati che presentano imperfezioni di una naturalezza sofisticata per esprimere uno stile pulito e discreto. Un'atmosfera armoniosa con capi affidabili che evocano continuità di stile, senza tempo, senza stagione, voile di lino leggero, mischie fluide di lino e modal, devoré delicati, jacquard sottili e semplici, righe trasparenti. Per l'uomo la leggerezza si combina con la compattezza in tessuti camiceria semplici e morbidi, mischie di lino e cotone in raffinati melange, righe tono su tono, jersey piquè, stampe essenziali monocolore. Imperfezioni preziose evidenziano la naturalezza di jersey in lino fiammato, pieghe irregolari e strutture in lino e cotone organico leggermente stropicciate, quadri tono su tono e righe semplici, spalmature trasparenti, mischie di lino con poliestere e poliammide riciclati. Linee essenziali per forme contemporanee: mano asciutta nei lini leggermente stropicciati, righe piazzate, righe irregolari in lino-cotone, impunture; maglie sottili e confortevoli giocano con motivi a intarsio in colori neutri. Materiality - La simbiosi tra uomo e natura, terra e vegetazione trova la sua espressione in una gamma di marroni caldi pigmentati, di verdi vegetali e di blu lavanda; toni sobri per un look quotidiano, confortevole ed easy. Le forme casual contemporanee necessitano di lini compatti e tessuti in lino e cotone, ammorbiditi da leggeri ef-
fetti spazzolati, a rilievo con strutture sottili a grana di riso, designati da righe variabili e colour blockings. Lo streetwear gioca con tessuti in lino rigati. Lino e cotone a quadri destrutturati, lino naturale con imperfezioni e fiammature che muovono la superficie di grossi tessuti per giacche sfoderate. Esplorare tecniche artigianali, mischie di lino e cotone dall'aspetto grezzo ma prezioso, per un abbigliamento da lavoro; righe materasso, finissaggi delavati, alternanza di strutture spesse e sottili. Tinture a pigmento ed elementi naturali si alleano in tessuti durevoli e funzionali, gabardine in lino, tele compatte con mano fibrosa, spalmature effetto pelle, denim in lino compatto. Spontaneity - Un prisma di colori brillanti e di pastelli tenui e radiosi da sovrapporre e mescolare in soluzioni multiple di semplice creatività. Sensualità, freschezza, ironia sono gli ingredienti di una nuova storia con una grafica allegra e tonificante che coinvolge la vita quotidiana e la felicità. Luminosità e mani diversificate caratterizzano tessuti lisci in lino-viscosa, lino-bambù o mischie di lino con poliestere e poliammide riciclati, strutture sottili in lino-seta in colori solidi e mélange vibrante lucentezza. Una sequenza spontanea di righe e quadri, punti e cerchi. Quadrati e quadretti in tessuto lino-cotone. Mischie in lino-modal. Un ambiente urbano che privilegia una gamma sensibile per uno stile sartoriale robusto ma anche morbido. Imperfezioni raffinate in lino-seta chambray; variazioni di quadri in cento per cento lino o in mischie con viscosa; gingham con mano fresca e croccante. Evolution - Un laboratorio multiculturale dove ispirazioni etniche ed elementi grafici si incontrato stabilendo una connessione tra lo stile contemporaneo e quello tradizionale; una gamma di toni profondi, ricchi, con una doppia personalità, permeati di riflessi per un aspetto lussuoso. Toni uniti sartoriali o etnici moderni da mescolare con i neutri tenui o da evidenziare con tonalità vibranti, interpretando la profondità di ricordi individuali. Look sartoriale sofisticato con un tocco esotico in lino ricco
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con riflessi metallici; spalmature lucenti, effetti chambray. Superfici lussuose in linoseta con mano croccante. Motivi ispirati all'architettura, tessuti camiceria con righe rigorose, sottile popeline, gabardine in lino e poliestere riciclato, tele lisce, mischie leggere in lino-lana. La ricerca esplora artigia-
ď€ Evolution.
nato e arte, trame grezze mescolano lino e rafia, mix di filati sottili e fettucce con un aspetto rustico; tessuti artigianali in bianconero. Un mix globale di jacquard grafici e motivi astratti di ispirazione batik e ikat in lino grosso o mischie di lino e cotone; disegni esotici in nuove mischie di lino e raffia.
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PERCORSO LANA BOTTO GIUSEPPE www bottogiuseppe.com writer Pietro Ferrari
PER UN MONDO GREEN Botto Giuseppe concretizza il sogno della sostenibilità in un mondo in trasformazione. frutto di una ricerca continua di fattorie partner in Australia, Nuova Zelanda e Cina i cui metodi di allevamento e cura degli animali, lavorazioni, ambiente e responsabilità sociale verso i lavoratori siano garantiti e sostenibili. L’azienda ha ricevuto la certificazione RWS ( Responsible Wool Standard) per tutti i prodotti, filati tessuti e jersey: RWS è la certificazione di qualità per la provenienza della lana da fattorie controllate che privilegiano il benessere degli animali, il risanamento della terra e la gestione responsabile del territorio. La certificazione RWS garantisce che la lana è accuratamente selezionata, tracciabile e monitorata lungo tutta la supply chain dall'origine al prodotto finito. La moda sostenibile di Botto Giuseppe non rimane solo un pensiero ma si traduce in uno sforzo profuso in tutti i passaggi della filiera per ottenere risultati eccellenti in termini di prodotti, persone e luoghi di lavoro. Anche il colore riflette la tendenza alla so-
Blossom.
Botto Giuseppe ha presentato a Pitti Filati le sue collezioni per la primavera estate 2021 confermando il percorso intrapreso nel segno della sostenibilità come emblema del nuovo lusso per offrire ai clienti materie prime pregiate distintive con soluzioni ricercate. Naturalis Fibra è la collezione che raccoglie un’ampia e sempre più vasta gamma di filati sostenibili lavorati negli stabilimenti di Vallemosso e Tarcento che utilizzano fonti rinnovabili a zero impatto ambientale , certificati da Cradle to Cradle TM. La provenienza della materia prima è
Cashmere Voile.
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stenibilità con tonalità neutre e delicate che tendono a diventare sfumate con gradazioni meno intense. In risposta alla presenza pervasiva della tecnologia, i colori si fanno artificiali e acidi. La palette dei colori vede i beiges e i neutri leggermente colorati e essenziali, i pastelli sfumati e tonalità lavate con coloranti naturali. I gialli rimangono forti e si evolvono
Silk Butterfley.
Flair.
in toni più acidi o fluorescenti. I blu importantissimi sia in primavera che in estate possono essere eterei, sbiaditi, in pigmenti oppure materici, plastici, artificiali e luminosi. I verdi prendono tonalità assolutamente più naturali, esotiche, fino a sfumare in tonalità marine e il rosa pallido sempre presente si sbianca in tonalità più pallide e discrete.
SlowSilk
MAKING GREEN THE WORLD At Pitti Filati Botto Giuseppe presented its collections of yarns for spring and summer 2021 to confirm the path of sustainability as the emblem of new luxury to offer clients fine raw materials that are distinctive with sophisticated solutions. NATURALIS FIBRA is the collection that contains a broad and always expanding range sustainable yarns processed in the factories in Vallemosso and Tarcento, which use renewable energy that has zero environmental impact, certified by Cradle to Cradle TM. The origin of the raw materials is the result of continuous searching at partner farms in Australia, New Zealand and China, selected according to sustainable criteria and guarantees such as animals breeding and care methods, processes, environmental policies, and social responsibility towards workers. The company has received RWS certification (Responsible Wool Standard) for all its products, yarns, fabrics, and jerseys: RWS is the quality certification for the origin of wool from controlled farms that pay particular attention to animal well-being, the recovery of the natural landscape, and responsible land management. RWS certification guarantees that the wool is carefully selected, traceable and monitored along the entire supply chain, from origin to finished product. The sustainable fashion of Botto Giuseppe has left a mark. It is not merely a thought: it translates into profound strength in all steps along the supply chain, to obtain excellent results in terms of raw materials, people and workplaces. For the SS2021 collection, the undisputed leaders of the collection are wool, also blended with silk; wool crepe, with a dry, summery hand; linen; silk; and light all-season cashmere.
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PERCORSO SETA MISHA www .mishawallcoverings.com writer Pietro Ferrari
THE ART OF SILK THREADS In occasione di Paris Déco Off, Misha ospite d’onore presso il nuovo showroom Manufactures Emblem Paris di Rue De Grenelle con l’installazione: The Art of silk thread. Paris Déco Off è diventato ormai l’appuntamento irrinunciabile a inizio anno per il mondo del design e della decorazione di interni. Misha, brand specializzato nella creazione e commercializzazione di rivestimenti murali e carte da parati e realtà imprenditoriale sempre più accreditata a livello internazionale, non poteva non es-
sere presente a Parigi in questa occasione. Grazie all’incontro e alla sintonia che si è creata con l’imprenditore Martin Pietri, uno dei fondatori del gruppo Manufactures Emblem Paris, Misha ha avuto il piacere di progettare un’installazione per il loro nuovo showroom di 122 Rue De Grenelle dove verranno presentate anche le
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ultime collezioni dei loro brand Maison Taillardat, Craman-Lagarde, Vernaz&filles e la Manufacture des Emaux de Longwy 1798 oltre che le opere degli artisti Michaël Cailloux, Nicolas Lequeux e José Lévy, sotto la direzione artistica di Anne Pericchi Dragger. Vista la natura stessa dello showroom, che accoglie al suo interno altri editori e artisti sempre accomunati nelle loro creazioni dall’alta artigianalità, dall’eccellenza se non dal concetto di unicità, Misha ha ipotizzato un’installazione “bespoke” dal titolo “The Art of Silk Threads” (dunque letteralmente l’arte del ricamo in seta), articolata in due parti distinte: Nella sala centrale dello showroom, quattro grandi riquadri bordati da stucchi, accolgono il pattern “Floating peonies” dove grandi peonie, prevalentemente ricamate in seta a mano, fluttuano su un fondo di seta colore nero. L’installazione comprende in totale 16 pannelli da 81 cm di base x 331 cm di altezza. L’opera è stata rigorosamente tessuta a mano dalle artiste e ricamatrici cinesi che collaborano continuativamente con Misha sotto la supervisione stilistica di Chiara Enrico – architetto e imprenditrice che, insieme alla sorella Anna Enrico, ha dato vita al marchio Misha nel 2007. Nella sala affianco, viene presentato anche il pattern “Oasi” disegnato da Cristina Celestino per Misha su due pannelli di 154 cm x 324 cm di altezza: il suo disegno presenta una sapiente ed equilibrata combinazione di figure geometriche ed elementi botanici, sempre in seta e tessuti a mano, come le imponenti palme tropicali impreziosite da ricami. “Oasi” è il primo capitolo di una storia che avrà ulteriori sviluppi in occasione del Salone del Mobile di Milano. Un’occasione importante per presentare l’alta artigianalità dietro alle creazioni Misha nonché la sua capacità di realizzare progetti di interior decoration “su misura”, adattandosi ogni volta a realtà diverse e mantenendo al contempo una forte identità differenziante.
THE ART OF SILK THREADS Paris Déco Off has now become the must-go early year appointment of the interior design and decoration community. As a brand of ever increasing international acclaim, specialized in the creation and marketing of wall coverings and wallpapers, Misha could not fail to be in Paris for this event. Thanks to the encounter and synchronicity established with Martin Pietri, a businessman and one of the founders of the Manufactures Emblem Group Paris, Misha has welcomed the opportunity to design an installation for the new showroom at 122 Rue De Grenelle. Here, the latest collections of their brands - Maison Taillardat, CramanLagarde, Vernaz&filles and the Manufacture des Emaux de Longwy 1798 - will be displayed alongside artworks by Michaël Cailloux, Nicolas Lequeux and José Lévy, under the art direction of Anne Pericchi Dragger. Owing to the particular nature of the showroom, which hosts other designers and artists whose creations share the same characteristics of fine craftsmanship, excellence and a certain concept of uniqueness, Misha has imagined a “bespoke” installation titled “The Art of Silk Threads”, divided into two distinct parts: In the central hall of the showroom, four large panels framed by stuccowork display the “Floating peonies” pattern in which large peonies, mainly hand embroidered in silk threads, float on a ground of black silk. The installation comprises a total of 16 panels measuring 81 cm in width x 331 cm in height. The work has been entirely hand woven by the Chinese artists and embroiderers who collaborate continuously with Misha under the design supervision of Chiara Enrico – architect and businesswoman who, together with her sister Anna Enrico, founded the Misha brand in 2007. The adjacent room hosts the presentation of the “Oasi” pattern designed by Cristina Celestino for Misha and assembled on two panels measuring 154 cm x 324 cm in height: her design is an artfully executed and well-balanced composition of geometric shapes and botanical elements, also hand woven in silk, such as the impressive tropical palm trees embellished by embroidered details. “Oasi” is the first chapter of a story whose further developments will be revealed at the Salone del Mobile in Milan. This is an important opportunity to present the fine craftsmanship underlying Misha creations, and the brand’s capacity for executing customized interior decoration projects, while successfully adapting to different contexts without sacrificing its strong standout identity.
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ART & TEXTILES ORIENTE MUDEC writer Paola Govoni
I VIAGGIATORI DELLA SETA I viaggi che i collezionisti, gli imprenditori e i semai (commercianti di uova di baco da seta) intrapresero a partire dalla metà dell’Ottocento, favorirono il fruttuoso incontro fra la cultura europea e quella tradizionale giapponese.
L’Autore e la locandina della mostra al Mudec di Milano.
Con il progetto ‘Oriente Mudec’ (1 ottobre 2019 - 2 febbraio 2020), il Museo delle Culture di Milano ha offerto ai propri visitatori l’opportunità di sperimentare un’immersione totale nella cultura giapponese, attraverso due mostre ricche di opere, dipinti, sculture, stampe, oggetti d’arredo, abiti e testimonianze: ‘Impressioni d’Oriente. Arte e Collezionismo tra Europa e Giappone’ e ‘Quando il Giappone scoprì l’Italia. Storie d’incontri (1585-1890)’.
! L’INCANTO DEL ‘JAPONISME’
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, la cultura artistica dell’Europa occidentale - particolarmente in due paesi: Francia e Italia - è stata attraversata e permeata dal gusto e dall’estetica della cultura tradizionale giapponese,
che ha esercitato un influsso vasto e diffuso sulla pittura, la scultura e le arti applicate, interessando ovviamente il settore tessile, attraverso la fascinazione della seta e gli abiti della tradizione. Nel 1872 il critico d’arte e cultore del Giappone Philippe Burty, conia il termine ‘Japonisme’, destinato ad avere immediato successo e a definire in chiave europea il nuovo fenomeno. Tra gli artisti italiani, francesi e più in generale europei, che in quegli anni hanno subito il fascino del Giappone, citiamo: De Nittis, Rodin, Chini, van Gogh, Gauguin, Fantin-Latour, Toulouse-Lautrec e Monet. Alcuni di loro, come Vincent van Gogh e Claude Monet, sono stati importanti collezionisti di stampe giapponesi e in talune loro opere hanno manifestamente riversato gli stilemi, i colori e le modalità compositive delle stampe conservate nelle loro raccolte.
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Più in generale, i canoni estetici e tecnici delle arti giapponesi hanno contribuito a rinnovare e ad arricchire il linguaggio espressivo in molteplici ambiti creativi in Occidente, spaziando dalle arti figurative al teatro, dalle arti applicate alla letteratura, dalla musica all’arredamento.
! IN VIAGGIO VERSO IL SOL LEVANTE
La riapertura dei porti da parte del Giappone nel 1854, dopo due secoli (dal 1633) di isolamento totale e di chiusura del Paese agli scambi e ai commerci, diede l’avvio a un afflusso massiccio di merci verso Occidente e a una corrente di reciproco interesse fra Giappone ed Europa. Da un lato, c’era il desiderio europeo di conoscere da vicino la cultura e la tradizione giapponese e, dall’altro, c’era la curiosità da parte del Giappone di comprendere la modernità occidentale.
! LA STORIA DEI SEMAI
Il protagonista del libro ‘Seta’ di Alessandro Baricco acquistava e vendeva le uova dei bachi da seta in una cittadina della Francia meridionale, che contava ben sette filande. Quando le epidemie cominciano ad affliggere gli allevamenti europei di bachi da seta, Hervè Joncour si spinge ‘ad acquistare le uova di baco oltre il Mediterraneo, in Siria e in Egitto’. Intorno al 1860, l’epidemia di pebrina aveva raggiunto l’Africa, forse perfino l’India, infettando le uova e non lasciando
altra alternativa, che organizzare costose spedizioni e spingersi ‘fino alla fine del mondo’, là dove si trovava il Giappone, per acquistare uova non infette in quel Paese che era rimasto isolato per due secoli e dove, da più di mille anni, si produceva la più bella seta del mondo ‘secondo riti e segreti che avevano raggiunto una mistica esattezza’. Le premesse del romanzo di Baricco sono le stesse che, fra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta dell’Ottocento, avevano spinto alcuni semai lombardi a intraprendere il lungo viaggio verso Est, spingendosi fino alle coste del Giappone, per acquistare le preziose uova e poter così garantire la continuità della
Utagawa (Ando) Hiroshige. Album illustrato. Xilografie. Parigi, Musee Marmottan Manet. Emile Verhaeren con illustrazioni di Kason Sezuki. Tokyo 1896. Libro. Collezione privata.
SILK TRAVELERS With the 'Oriente Mudec' project (1 October 2019 - 2 February 2020), the Museum of Cultures in Milan offered its visitors the opportunity to experience a total immersion in Japanese culture, through two exhibitions rich in works, paintings, sculptures, prints, furnishing objects, clothes and testimonies: 'Impressions of the East. Art and Collectibles between Europe and Japan’ and ‘When Japan discovered Italy. Stories of encounters (1585-1890)'. Between the late 19th and early 20th century, the cultural milieu of Western Europe - particularly in two countries: France and Italy - was crossed and permeated by the taste and aesthetics of traditional Japanese culture, which exercised a vast and widespread influence on painting, sculpture and applied arts, obviously affecting the textile sector, through the fascination of silk and traditional clothing. In 1872 the art critic and Japan lover Philippe Burty coined the term ‘Japonisme’, destined to have immediate success and to define the new phenomenon in a European key.
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ART & TEXTILES ORIENTE MUDEC lo studio del pittore Andrea Appiani il Giovane. Citiamo aristocratici come il conte milanese Giovanni Battista Lucini Passalacqua, ideatore del ‘Museo Giapponese’, che viaggiò fra il 1871 e il 1872 insieme al semaio Ferdinando Meazza, il conte Aldo Annoni e il conte romano Giuseppe Primoli, che arricchì la propria dimora con scenografiche ambientazioni e oggetti esotici. Tra gli episodi di collezionismo, va ricordata la poderosa raccolta del finanziere milanese Enrico Cernuschi e quella del napoletano Placido di Sangro, duca di Martina, la cui collezione costituì il nucleo del Museo Duca di Martina di Napoli. Edoardo Chiossone, erudito e raffinato collezionista, si era trasferito a Tokyo nel 1875, dove era rimasto fino alla sua morte, avvenuta nel 1898. Il collezionista fiorentino Federico Stibbert aveva raccolto nel corso dei suoi viaggi un importante nucleo di armi, armature e materiali da guerra giapponesi appartenenti al periodo Edo, tuttora in
Sopra, Gerolamo Induno, La giapponesina. 1880-1885. Olio su tela. Collezione privata. Al centro, costume teatrale (nuihaku). Manifattura giapponese. Seta lavorata a ricamo e foglia d'oro. In alto a sinistra, bardatura da cavallo. Manifattura giapponese Periodo Edo (16031868). Materiali: cuoio, seta, cartapesta, legno, lacca, rame dorato, ferro, argento. In alto a destra, Kimono e obi.
propria attività imprenditoriale. Infatti, in quegli anni, la produzione sericola in Italia era stata messa in ginocchio e il settore tessile stava attraversando la gravissima crisi dovuta all’epidemia che aveva decimato i bachi da seta nostrani.
! VIAGGI E COLLEZIONISMO
Questi viaggi contribuirono anche alla nascita e allo sviluppo di un fiorente collezionismo, che giocò un ruolo di rilievo nella diffusione del ‘Japonisme’ in Europa, al pari delle Esposizioni universali di Londra e Parigi e delle Biennali di Venezia, dove i padiglioni giapponesi attiravano folle di visitatori. In Italia, già nel 1861 era stata organizzata un’esposizione di oggetti indiani, cinesi e giapponesi del semaio Carlo Orio, presso
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The reopening of ports by Japan in 1854, after two centuries (from 1633) of total isolation and closure of the country to trade and commerce, gave rise to a mass influx of goods to the West and a current of mutual interest between Japan and Europe. On the one hand, there was a European desire to get to know the Japanese culture and tradition closely, and on the other, there was Japan's curiosity to understand the new Western modernity. The premises of the Italian novel 'Seta' by Alessandro Baricco are actually the same ones that, between the end of the ‘50s and the early ‘60s of the 19th century, had pushed some Lombardy silkworm seed trader to undertake long journeys to the East, reaching the coasts of Japan, to buy the precious eggs and thus be able to guarantee the continuity of their entrepreneurial activity. In fact, in those years, the silk production in Italy had been brought to its knees and the textile sector was going through the very serious crisis, due to the epidemic that had decimated silkworms locally. These trips also contributed to the birth and development of a thriving collecting, which played a significant role in spreading the 'Japonisme' in Europe, as well as the Universal Exhibitions in London and Paris and the Venice Biennials, where the Japanese pavilions attracted crowds of visitors. Noteworthy is the collection of Japanese art by Carlo Giussani, who resided in Japan from 1870 to 1902, continuing to carry out his business of silk trade. Among the Milanese and Lombard industrialists and merchants such as Felice Bisleri, Luigi Bricchetti Robecchi, and Achille Turati, who went to Japan on business, there was the widespread habit of buying a considerable number of collector's items, many of which later merged into the Ethnographic Collection of the Sforzesco Castle in Milan.
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ART & TEXTILES ORIENTE MUDEC
a svolgere la propria attività di commercio della seta. Fra gli industriali e i commercianti milanesi e lombardi come Felice Bisleri, Luigi Bricchetti Robecchi, Achille Turati, che si recavano in Giappone per affari, si era ormai diffusa l’abitudine di acquistare un numero considerevole di pezzi da collezione, molti dei quali in seguito sono confluiti nella Raccolta Etnografica del Castello Sforzesco di Milano.
Miscellanea Medicea. Carta del Giappone. Domenico Tintoretto, Ritratto di Ito Sukemasu Mancio, 1585 ca. Olio su tela. Attribuito a Archita Ricci (1560-1635), Ritratto di Hasekura Tsunenaga, 1615 ca. Olio su tela, Proprietà privata.
mostra al Museo Stibbert di Firenze. Enrico di Borbone, conte di Bardi, durante un lungo viaggio in Estremo Oriente durato dal 1887 al 1889, aveva raccolto il consistente nucleo di oggetti e decorazioni, che daranno origine al Museo d’Arte Orientale di Venezia. Degna di nota la collezione di arte giapponese di Carlo Giussani, che risiedette in Giappone dal 1870 al 1902, continuando
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COLOURS MARGHERITA PAGANINI VARCOTEX writer Pietro Ferrari www varcotex.it
ETICHETTA VERDE
L'impegno di Varcotex unisce creatività e sostenibilità.
Incontriamo a Milano Unica nello stand di Varcotex, la responsabile della creatività Margherita Paganini che, cortesemente, ci dedica un po' del suo tempo per parlare di un settore che non potrebbe essere più fondamentale nel fashion system, quello delle etichette, vero e proprio biglietto da visita delle griffe. Pietro Ferrari – Qual è la gamma di offerta di Varcotex nel campo delle etichette? Margherita Paganini – La nostra gamma di offerta spazia dalle etichette tessute e stampate, certificate OEKO Standard classe 1, a quelle realizzate con la tecnica di microiniezione, all’hub Denim dedicato alla pelle e al similpelle, all’alta frequenza, al packaging e alla brand protection. Diversi sono i materiali e le tecniche di realizzazione, a seconda della categoria. Per esempio, nel reparto Printing realizziamo etichette stampate in piano ed in continuo, su materiali cartacei, plastici, tessili e sintetici. Nel reparto Weaving produciamo etichette tessute cimosate, termo-
tagliate e con taglio a ultrasuoni, su tutte le armature possibili, per soddisfare le esigenze dei clienti e realizzare qualsiasi grafica da loro richiesta. Nell’hub Denim realizziamo etichette in similpelle, sintetici, jacron e microfibra e impieghiamo tecniche come stampa a caldo, alta frequenza e serigrafia. Siamo l’unica azienda in Europa che riesce a compiere una lavorazione verticale, produciamo tutto interamente e in tempi rapidissimi e questo è il nostro grande punto di forza. Quando il cliente ci sottopone una richiesta, che rispecchi l’idea di partenza del proprio ufficio stile, iniziamo una ricerca sui materiali. Presentiamo poi una proposta grafica e infine mostriamo un campione. Nel momento in cui questo viene approvato passiamo alla produzione. Tra le nostre proposte personali c’è invece Biolabel: l‘etichetta tessuta totalmente
Pietro Ferrari con Margherita Paganini allo stand Varcotex a Milano Unica di gennaio.
Le etichette più verdi.
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COLOURS MARGHERITA PAGANINI VARCOTEX
Etichette tesssute.
etica, completamente riciclabile e rinnovabile, sviluppata per sostenere l’ambiente. Pietro Ferrari – Voi partite da diverse materie prime? Margherita Paganini – La ricerca dei materiali per noi è vitale. Utilizziamo carta, metallo, materiali biobased e bioplastiche e ne studiamo il linguaggio specifico in riferimento allo stile che vogliamo proporre. Il nostro scopo è quello di restituire al consumatore finale un’esperienza totale, che dia importanza alla percezione sia visiva che tattile del nostro prodotto. Per quanto riguarda le etichette tessute la nostra base di partenza è sempre il filato, nello specifico ottenuto da fibre naturali, artificiali e sintetiche. Tuttavia a livello globale il sistema di produzione di etichette tessute si basa sul filato di poliestere e attualmente
molte aziende stanno passando al poliestere riciclato, il quale però resta sempre un derivato del petrolio. Per questo motivo noi di Varcotex, seguendo la nostra filosofia green, abbiamo cercato di trovare un materiale alternativo completamente biodegradabile, presentato infine a questa fiera, con grande soddisfazione. Biolabel è l’etichetta realizzata con un filato in pasta di legno che presenta le stesse caratteristiche del poliestere, rigettando i problemi di sostenibilità ambientale. Inoltre, essendo un filato di derivazione cellulosica, risulta più setoso e delicato sulla pelle rispetto al poliestere, ed è ipoallergenico e traspirante. La nostra cartella colori dei filati è poi estremamente varia e ciascuna tonalità è disponibile in tre danarature diverse, utilizzate a seconda della definizione della grafica del progetto.
ATTENTION TO THE ENVIRONMENT AND MAXIMUM CREATIVITY Varcotex represents a sector that could not be more fundamental in fashion, that of labels, a real calling card for designer labels. Vertical production and a very active search for innovative and sus-tainable materials are the hallmark of the company. With the initiative a forest for the future, Varcotex decided to take an important and symbolic step: buying land and planting trees was the first step towards a new cultural paradigm, in which respect for Nature becomes central. In this spirit, the Varcobosco project was inaugurated, a long-term commitment to reducing its environmental footprint. A concrete corporate social responsibility ac-tion that acts as a real activity to combat climate change.
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reparti (Tessitura e Tipografia) dialogano tra loro incessantemente.
Tra le proposte dei filati più particolari quest’anno abbiamo quello di cotone riciclato proveniente dal tessuto di denim riciclato, quello rifrangente e quello in rafia, che ci permette di creare un effetto paglia, realizzando micro iscrizioni nitide con estrema versatilità. Pietro Ferrari – La tecnologia al servizio della creatività! Margherita Paganini – Per sviluppare tutte le diverse categorie di prodotto ci avvaliamo di differenti tecniche, tra cui quella litografica con incisione autonoma delle lastre, quella serigrafica automatica e manuale, la stampa digitale, la stampa a secco in altorilievo e bassorilievo, a caldo con foil e nobilitazione delle carte. In ottica di sostenibilità ambientale utilizziamo inchiostri vegetali e a base acqua. Per chi desidera un prodotto completamente sostenibile, offriamo etichette in cellulosa stampate con colori green. Possiamo contare su un parco macchine di oltre 100 macchinari, che ci consente di realizzare le lavorazioni più disparate, come rilievi e goffrature, su varie categorie prodotto, oltre a etichette e cartellini. Nel reparto tessitura produciamo etichette e nastri tessuti che possono essere successivamente declinati con le tecniche della stampa appena esposte. Infatti i nostri due principali
Pietro Ferrari – E si tratta anche di avere alla base di tutto una creatività straordinaria, perché in questi piccoli oggetti si riassume l’identità dell’azienda a cui voi date il vostro servizio. Tutto un mondo di gusto... Margherita Paganini – … e di sicurezza. Tra le nostre proposte in termini di brand protection ci sono RFID e NFC inseriti nei cartellini e nelle etichette tessute, in cui vengono scritti i dati per l’anticontraffazione e la logistica, oltre a ologrammi, filo microscritto, traccianti rilevabili con strumenti personalizzati, etichette tessute con codici numerici, alfanumerici, QR Code univoci con applicazioni web per il controllo e inchiostri invisibili. Il nostro ruolo è quello di dare importanza alla storia che sta dietro al marchio, cercando di interpretarne la filosofia e di tradurla in prodotto, per produrre un accessorio che dia valore aggiunto al capo. La creatività per noi è poi anche materia: conduciamo ricerche in tutto il mondo per selezionare le proposte più originali. Per quanto riguarda le carte, abbiamo, per esempio, una carta riciclabile che presenta un punto di bianco molto
Da sinistra a destra, il procedimento di microiniezione.
Il procedimento di alta frequenza.
La tecnologie di brand protection.
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COLOURS MARGHERITA PAGANINI VARCOTEX
All’insegna della sostenibilità.
alto, un’altra fatta con cellulosa ed erba e carte ottenute da fibre di origine vegetale, derivate da alghe, cotone, farina di mele, bamboo, canapa, fibre tessili naturali. Per chi ricerca qualcosa di completamente sostenibile offriamo una carta-pietra prodotta con carbonato di calcio, lavabile e riciclabile, e Poopoopaper una carta composta da fibre ottenute dall’essiccazione dello sterco di elefante, proveniente
dall’Asia, e una carta contenente semi che una volta interrati germogliano. Tra i prodotti recycled made proponiamo una carta ottenuta dal riutilizzo di bicchieri di carta separati dal polietilene. Siamo costantemente alla ricerca di nuovi materiali e filati. Per i primi, utilizziamo per esempio, un materiale ottenuto dagli scarti dell’ananas, un feltro ottenuto dalla lavorazione del PET riciclato, il sughero e tutte le simil-
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Il concetto di Biolabel.
pelli ottenute dagli scarti di cereali. Per i filati utilizziamo fibra di ortica, di arancia, di filati di soia, di latte, di bambù, di mais e di cereali. La nostra più recente proposta realizzata in un filato di polpa di cellulosa va proprio nella direzione di ricerca e sostenibilità. In questo contesto si colloca il progetto Varcobosco, già in corso, che prevede di piantumare alcuni terreni di proprietà dell’azienda per contribuire alla riforestazione. In questo modo si mette in pratica un sistema di economia circolare che sarà la caratteristica del futuro. (vedi box)
UN BOSCO PER IL FUTURO Varcotex ha deciso di compiere un passo importante e simbolico: comprare terreni e piantare alberi è stato il primo atto verso un nuovo paradigma culturale, in cui il rispetto per la Natura diventa centrale. Con questo spirito è stato inaugurato il progetto Varcobosco, un impegno a lungo termine nella riduzione della propria impronta ambientale. Un’azione concreta di responsabilità sociale d’impresa che si pone come una reale attività di contrasto al cambiamento climatico.
• Creazione nuovi habitat per fauna e flora. RESPONSABILITÀ SOCIALE • Mitigazione dell’impatto dell’azienda sul territorio; • Creazione di spazi verdi fruibili per la comunità; • Valore aggiunto per l’organico aziendale; • Cultura diffusa della sostenibilità; • Coinvolgimento di ogni stakeholder; • Trasparenza e affidabilità delle relazioni.
UN NUOVO PARADIGMA ECOLOGICO • Creazione di un panorama sostenibile tra futuro e prosperità ambientale. TERRENI • Acquisto di terreni di proprietà per la salvaguardia della continuità; • Creazione di un territorio incline alla prosperità ambientale; • Contributo al paesaggio; • Contrasto all’urbanizzazione; • Riduzione della cementificazione. ALBERI • Alberi piantati all’anno; • Riduzione dell’impronta ambientale; • Compensazione di emissioni di CO2; • Reale attività di contrasto al cambiamento climatico;
Dall’etichetta al packaging.
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AREA DENIM AFRAN writer Renata Pompas
AFRAN: QUANDO IL JEANS È ARTE Il tessuto jeans è il più venduto e indossato al mondo, in tutte le sue declinazioni e a tutte le latitudini, da persone di ogni lingua, età, sesso e categoria sociale, appartenenza religiosa e politica. Simbolo nello stesso tempo della democratizzazione nella produzione industriale più massiva e del glamour più ricercato nell'artigianalità più sofisticata. Il nome denim che ne caratterizza la lavorazione, un'armatura diagonale con trama e ordito in due colori differenti tradizionalmente chiara la prima e blu indaco la seconda, è rivendicato dalla Francia, dove si fabbricava il twill chiamato serge de Nîmes e dall'Italia, dove si fabbricava la toile de Gênes.
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Comunque sia, quando il bavarese Levi Strauss emigrato a San Francisco fondò la sua azienda tessile per commercializzare questa robusta tela sbieca dedicata ai lavoratori delle miniere, ai cercatori d'oro e ai pionieri, inventò un nuovo abbigliamento destinato a rivoluzionare le abitudini vestimentarie, che brevettò nel 1873. Il jeans, arrivato in Europa con le truppe americane durante la Seconda Guerra Mondiale, in breve tempo si trasformò da abbigliamento da lavoro ad abbigliamento del tempo libero e poi divenne simbolo di giovinezza e immagine e del vestire confortevole e casual. Da allora il suo valore simbolico e comunicativo è cambiato varie volte, trasformandosi da rivendicazione sociale a status symbol costoso ed elitario che a partire dagli anni Ottanta e Novanta è stato tempestato di strass, ricami e quant'altro. Anche l'Alta Moda si è interessata a questo tessuto per creare capi esclusivi, tra gli altri si pensi all'interpretazione dello stilista giapponese Junya Watanabe del 2002: un ricco abito lungo con numerosi strati di tessuto denim avvolgenti il corpo a spirale e a quella del 2019 nella versione riccamente rattoppata, in linea con l'ultima versione di moda del jeans: “lacerato ad arte“, come è stato presentato sulle passerelle di tutte le case di moda più prestigiose. Nella società fluida dove i confini tra i generi si mescolano la moda guarda all'arte e l'arte guarda alla moda e in queste contaminazioni l'uso del denim presenta per alcuni artisti un interesse particolare: penso a Maria Lai (1919-2013) che nella famosa performance Legarsi alla montagna del 1981, aveva annodato una striscia di 27 chilometri di tela jeans, con cui aveva invitato la popolazione di Ulassai a legare
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AREA DENIM
AFRAN
tra loro le case del villaggio, come fossero cucite assieme, facendo un nodo dove c'era amicizia e appendendo un pane dove c'era amore. O alle opere dell'artista coreana Choi So Yang (1980) che fin da giovanissima ha recuperato pezzi di pantaloni jeans riciclati e li ha assemblati per creare paesaggi materici finemente dettagliati, moltiplicati nel web da un gradimento virale. Voglio segnalare delle opere molto interessanti e intense, che riflettono sulla percezione identitaria e sulla contaminazioni di culture diverse: sono i lavori dell'artista camerunese Francis Nathan Abiamba, conosciuto con il nome d'arte di AFRAN (1987). AFRAN è camerunese, nato in quella zona dell'Africa equatoriale di cultura Fang la cui arte plastica affascinò nel secolo scorso gli artisti delle avanguardie europee, ispirando Braque, Picasso, Derain e i Surrealisti. Si è diplomato in ceramica alla Scuola d'Arte di Mbalmayo e ha studiato arte contemporanea in una succursale dell’Accademia Carrara di Bergamo
aperta nella sua città, dove è entrato in contatto con i professori italiani. Nel 2006 si à trasferito in Italia con la moglie e ha stabilito il suo atelier a Pescate, in provincia di Lecco. La sua produzione artistica percorre due diverse vie: una pittorica dai violenti cromatismi, colati come lacrime sopra ritratti attraversati da caratteri gotici, e una materica realizzata assemblando parti di jeans di recupero, dalle diverse gradazioni indaco più o meno scolorito, tagliate e assemblate con cinture, rivetti, passanti, tasche e tutto quanto generalmente viene applicato nella loro confezione. Per AFRAN questo è il capo e il tessuto che meglio gli consente di mostrare l'influenza della cultura occidentale e americana sui giovani del suo paese, che mostrano di aderirvi assumendone l'abbigliamento più iconico, ma anche gli consente di criticarne l'uso come illusoria divisa di libertà e di individualismo imposti da un mercato globalizzato e uniformante. L'home page del suo sito (www.afran.it) recita: “Vorrei fare della mia arte ciò che i bluesman hanno fatto della musica”. In Italia le sue opere sono state esposte più volte con successo, ne abbiamo ammirate alcune al Milan Art & Events Center di Palazzo Durini, dove l'artista presentava dipinti e assemblaggi all'insegna della formula È>mc Welcome to the Paradise: un ironico “Benarrivati in Paradiso” dove, come afferma l'equazione di Einstein, “l'inerzia di un corpo dipende dal suo contenuto di energia". Dunque cosa rappresenta per AFRAN la formula di Einstein? La E di energia si traforma in È voce del verbo essere, l'uomo, il cui valore è maggiore di qualunque altra cosa, anche dell'energia che fa andare avanti il nostro mondo globalizzato, spesso prodotta a scapito della salute dell'uomo e del pianeta. Visitando la mostra siamo stati accolti dal Sartropode (2019), uno strano animale fantastico il cui corpo è costituito da un'arrugginita macchina da cucire che ha catturato tra le lunghe zampe metalliche,
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che ricordano quelle dei ragni, un pallone “griffato” da una nota casa di Moda. Il Sartropode è descritto dall'artista come “Un insaziabile predatore che si mimetizza con abilità e muta in armonia con la società (...) la vittima, estraniata da qualsiasi forma di privacy e di vita sociale reale, finisce per nutrirsi soltanto di Like. All'ultimo stadio esiste soltanto nell'immaginario dei suoi followers (...)”. Dichiarazione che si può interpretare come manifesto concettuale delle sue opere in tessuto jeans. Ma perché il jeans? AFRAN dal 2009 ha deciso che nessun altro capo di vestiario avrebbe potuto rappresentare meglio le contraddizioni sociali della ricerca dell'identità globalizzata e della perdita dell'identità locale. Perché questo capo d'abbigliamento ha scandito la giovinezza sua e dei suoi coetanei dell'Africa subsahariana, che se ne approviggionavano nei mercatini dove arrivavano gli abiti usati occidentali raccolti dalla Caritas. Un'invasione di una nuova moda che cha cancellato i precedenti riferimenti. Moda come espressione e mascheramento a cui alludono ironicamente i titoli dei cinque tondi in bassorilievo. In È>mc Inverno (ø cm. 60, 2018) le cerniere di un tessuto nero si schiudono su un'apertura al cui centro lucenti rivetti metallici paiono mostrare un sole freddo e meccanico. In È>mc Autunno Inverno (ø cm. 80, 2018) le cerniere, le cinture e le applicazioni tessili e metalliche dei jeans si intrecciano come strade caotiche di metropoli affollate, attraversate da ponti e sopraelevate, dove la circolazione del traffico e delle comunicazioni interpersonali diventano confuse e disordinate. In È>mc Primavera (ø cm. 65, 2018) AFRAN avvolge attorno a un buco nero un'iride colorata i cui raggi conservano ancora le etichette di cuoio e i passanti dei jeans, su un cielo di frammenti di maglioni di lana. In È>mc Primavera Estate (ø cm. 80, 2018) esplodono i colori ravvi-
vati da jeans di cotone rosso vermiglio e arricchiti da una cintura iridata a mosaico di tesserine lucenti. Tutti i titoli dei tondi sono preceduti dalla formula di Einstein a cui è dedicato È>mc Einstein (ø cm- 70, 2018), un ritratto che ci osserva con severità e a me pare malinconia. Un volto austero modellato con avanzi di jeans che, come una maschera arcaica, è impreziosito da una fibbia nella congiunzione degli occhi e da una bianca corona di fili stramati sulla fronte. Infine nell'ultima sala la spettacolare tigre con cucciolo al seguito, Blue panther (cm. 150x80x40, 2017), il cui muso dalla mascella dischiusa e il cui corpo scattante sono modellati con una ricchezza di ritagli di jeans, bretelle di salopette, cinture, cerniere, fibbie, ganci, rivetti, passanti, intrecciati e sovrapposti più volte e attraversati da scritte in caratteri gotici, dedicate affettivamente ai luoghi e alle persone della sua vita. I due felini camminano accanto alla scritta: “C'è una forza motrice più forte del vapore, dell'elettricità e dell'energia atomica: la volontà. Albert Einstein”. Leggiamo che AFRAN, a cinquant'anni dalla morte di Martin Luther King, lo ha voluto ricordare con quest'opera, simbolodell'unione di tutte le lotte e le battaglie che hanno in comune la dignità umana, collegate dal colore del blue jeans che congiunge il cielo sereno con l'energia felina della pantera per difendere l'Uomo e il pianeta”. Opere impegnate socialmente, potenti e insolite.
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AREA MAGLIERIA DESIGN DELLA MAGLIERIA writer Pietro Ferrari
INSEGNARE LA MAGLIERIA Un fondamentale snodo tra insegnamento universitario e mondo produttivo.
Il pubblico, folto e interessato.
Ha la parola Mario Verduci.
L’intervento di Eleonora Fiorani.
Luca Missoni.
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È stato presentato a Milano, l’8 gennaio 2020, presso lo showroom Missoni di Via Solferino, il volume “Design della maglieria 2” di Giovanni Maria Conti, edito da Lupetti. A illustrare la pubblicazione, oltre all’autore, professore al Politecnico di Milano, Luca Missoni, padrone di casa, l’editore Mario Verducci, la professoressa Eleonora Fiorani, il responsabile commerciale di Shima Seiki, Davide Barbieri. L’incontro è stato anche l’occasione di fare il punto sull’attività del Politecnico di Milano in questo settore e della straordinaria capacità di relazione tra la didattica e il mondo produttivo che, da sempre, è la caratteristica degli insegnamenti dell’Ateneo milanese.
! UN MOMENTO DI CONFRONTO
Mario Verducci ha presentato l’attività della casa editrice Lupetti che ha al suo attivo oltre seicento titoli pubblicati e in particolare si è soffermato sul volume di Giovanni Maria Conti “Design della maglieria” che rappresenta un significativo arricchimento del lavoro precedente su questo tema. Dopo gli onori di casa da parte di Luca Missoni, la professoressa Eleonora Fiorani, docente universitaria e autrice di importanti pubblicazioni sui temi delle nuove scienze della complessità, dell’antropologia e della comunicazioni “Abitare il corpo” (2014), La pelle del design (2010), Geografia dell’abitare (2004), Grammatica della comunicazione (1998),
Davide Barbieri di Shima Seiki.
Il volume di Giovanni Maria Conti “Design della maglieria” per i tipi di Lupetti.
ha introdotto a livello di riflessione generale i grandi temi affrontati nel suo percorso di ricerca in un percorso espositivo forzatamente troppo breve, sottolineando il concetto di “indossare il design” peculiare del mondo tessile, caratterizzato dalla sfida (e dal privilegio) di vestire il corpo umano.
Giovanni Maria Conti.
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AREA MAGLIERIA DESIGN DELLA MAGLIERIA
Pietro Ferrari, Alessandra Praudi e Manuela Rubertelli tra le belle creazioni degli studenti del corso di Design della maglieria al Politecnico di Milano.
TEACHING KNITTING DESIGN It was presented in Milan on January 8, 2020, at the Missoni store in Via Solferino, the book "Design della maglieria" by Giovanni Maria Conti, edited by Lupetti. To illustrate the publication, in addition to the author, professor at the Polytechnic of Milan, Luca Missoni, publisher Mario Verduci, professor Eleonora Fiorani, commercial manager of Shima Seiki, Davide Barbieri. The meeting was also an opportunity to have a look on the Politecnico di Milano activity in this sector and on the extraordinary relationship between its courses and the productive world which has always been the characteristic of the of this Milanese University.
simo piano nel campo delle tecnologie della maglieria che sta collaborando con il Laboratorio di Sintesi Finale in Design della Maglieria della Scuola del Design del Politecnico, grazie alla fornitura di macchine a al prezioso supporto formativo nei confronti degli studenti. Barbieri ha sottolineato, dopo un breve intervento introduttivo sulla gloriosa storia e sull’attività di Shima Seiki in Italia, come il dialogo con il Politecnico abbia rivestito un significato particolare per il grande gruppo giapponese e come l’opportunità per gli studenti di affrontare le tematiche relative alle più avanzate tecnologie sia fondamentale per affrontare le sfide del mondo del lavoro. Ha concluso gli interventi Giovanni Maria Conti e nel suo intervento era facile leggere l’entusiasmo per il proprio lavoro e l’orgoglio per aver portato negli insegnamenti al Politecnico il tema del design della maglieria, con l’aiuto di un team ec-
Luca Missoni, testimone di prima mano quanto mai altri ha raccontato l’esperienza nel mondo della maglieria di un produttore che è diventato un simbolo in questo settore. Ha sottolineato come sia importante unire la creatività con la logica industriale e con la logica commerciale per affrontare le sfide tecnologiche e il forte contenuto di marketing internazionale che ogni prodotto deve avere per competere sul moderno mercato globalizzato. La logica industriale è stata a maggior ragione richiamata dall’intervento successivo, quello di Davide Barbieri, sales manager di Shima Seiki, azienda di primis-
Aspetti dell’esposizione presso Missoni (foto Martina Motta).
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cellente, di cui abbiamo avuto l’opportunità di conoscere personalmente Giuliano Marelli e Manuela Rubertelli. Conti ha richiamato le logiche e i concetti base del proprio insegnamento e ha riconosciuto agli studenti una grande attenzione e un grande impegno. Sollecitato dal pubblico sul tema degli sbocchi professionali, ha valutato in molto positivo il livello di inserimento nel mondo del lavoro dei laureati del corso e ha sottolineato come questi sbocchi siano molteplici e qualificati, proprio perché caratterizzati da una forte e specifica competenza tecnica. In questo contesto va valorizzato lo straordinario livello dei lavori degli studenti che sono stati esposti nella prestigiosa cornice dello showroom Missoni e hanno brillato per la loro qualità, una qualità che univa l’esplosione della creatività alla concreta fattibilità del progetto sia in termini tecnici sia in termini economici.
Un momento dell’incontro (foto Martina Motta)
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AREA TESSUTO TECNICO EUROJERSEY writer Pietro Ferrari www sensitivefabrics.it
CREATIVITÀ E CONSAPEVOLEZZA Le collezioni SS21 di Eurojersey. Ingualcibili e traspiranti i tessuti Sensitive® Fabrics seguono il corpo con il massimo comfort, adeguandosi ad ogni singolo movimento, in perfetta armonia nelle attività più svariate della giornata grazie all’elasticità tridimensionale. Facili da lavare anche in lavatrice, sono veloci nell’asciugatura, non fanno pieghe e non devono essere stirati. Tessuti ideali per la realizzazione di outfit easy-care per una quotidianità dinamica, vissuta con comodità sotto tutti i profili, in città o in viaggio, senza tralasciare l’aspetto fashion. È la stampa digitale ad enfatizzare stampe e decori che grazie alla tecnologia 3D Print riesce a dar vita a disegni e texture dall’aspetto materico ed effetti fotografici. I colori e le grafiche si imprimono sulla superficie ultrapiatta dei tessuti Sensitive® Fabrics con una ripercussione cro Revelation.
Visitiamo la stand Eurojersey all'edizione invernale di Milano Unica, ed è Michela Delle Donne a introdurci alla nuova collezione: «Tutta la collezione si chiama "conscious tech" perchè i nostri tessuti tecnici con il marchio Sensitive® Fabrics seguono un processo produttivo più sostenibile, in tutte le fasi di lavorazione. La sostenibilità è un valore fondamentale per la nostra Azienda». A Milano Unica, infatti, i tessuti Sensitive® Fabrics by Eurojersey propongono una nuova collezione denominata "conscious tech". Un nuovo sentire, un nuovo senso di ritrovato benessere carico di ottimismo e di accentuata spontaneità per tessuti multifunzione, dalle performance tecniche innovative sostenibili.
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matica perfetta ed un’illusione ottica tridimensionale. Tulle le collezioni dei tessuti Sensitive® Fabrics, provengono da un modello industriale unico e virtuoso in grado di promuovere un insieme di pratiche e tecnologie che riducono l’uso di acqua, energia, prodotti chimici e rifiuti. Eurojersey con la sua filiera produttiva a ciclo verticalizzato completamente Made in Italy, riesce a tenere sotto controllo l’intero processo produttivo e a monitorare costantemente i risultati del suo impegno nei confronti dell’ambiente. L'Azienda è stata inoltre la prima azienda del settore tessile a dichiarare la propria impronta ambientale attraverso 16 indicatori con la PEF (Product Environmental Footprint), con l'attestato PEF 010/19 conferito da Certiquality ad aprile 2019.
! FOCUS TRENDS
I tessuti Sensitive® Fabrics per la stagione PE
2021 mettono in risalto la creatività e le performance per un abbigliamento tecnico-urbano confortevole in grado di evolversi a seconda delle occasioni attivando le proprietà trasversali tipiche di ogni singolo tessuto. Revelation - Un tema esotico si inserisce nella tradizione per rivelarci uno stile inconfondibile composto di quadri asimmetrici e righe irregolari che ci riportano alle stampe madras. Dalla dominante cromatica che si esprime in tonalità calde e colori languidi scaturiscono sensazioni visive nuove, uniche, che ricordano le sfumature dell’India. Le superfici dei tessuti Sensitive® Fabrics si trasformano in dense emozioni grazie all’accostamento di texture dagli intrecci inusuali e dalle gradazioni dei colori delle spezie e alla profondità dei toni patinati. Non ci sono limiti a stili e ispirazioni, le fantasie diventano protagoniste di un’eleganza androgena.
A CONSCIOUS WAY Sensitive® Fabrics by Eurojersey presents a new collection called "conscious tech". A new feeling, a new sensation of rediscovered wellbeing packed with optimism and pronounced spontaneity for multifunctional fabrics endowed with sustainable and innovative technical performances. Crease-resistant and breathable Sensitive® Fabrics follow the body shape to confer maximum comfort, adapting to each movement in perfect synchrony with the most diversified everyday activities, thanks to their three-dimensional elasticity. Easy to care for and machine washable, they are quick drying and wrinkle-free, without any need for ironing. The ideal fabrics for creating easy-care outfits for a dynamic lifestyle, for living in total comfort in any context, whether downtown or on the road, without any compromise in terms of fashion. In fact, digital printing enhances prints and decorative details which, thanks to 3D Print technology, manages to create patterns and natural looking textures as well as photographic effects. Colours and graphic designs are printed onto the ultra-flat surface of Sensitive® Fabrics with a perfect chromatic rendering and a three-dimensional optical illusion. All Sensitive® Fabrics collections spring from the same virtuous industrial model able to promote a set of good practices and technologies which reduce the use of water,
energy resources, chemical products and waste. With its allItalian vertical manufacturing chain, Eurojersey is able to control the entire production process and to constantly monitor the results of its environmental commitment. Besides which, Eurojersey was the first company in the textile industry to declare its environmental footprint called PEF (Product Environmental Footprint), expressed in 16 indicators, with PEF 010/19 Certification awarded by Certiquality in April 2019. For the SS 2021 season, Sensitive® Fabrics put the accent on creative flair and performance and places them at the service of a comfortable technical-urban wear, which may evolve and adapt to all occasions thanks to the across-theboard characteristics of each and every fabric. Revelation - An exotic theme makes a foray into tradition to reveal an unmistakable style made up of asymmetric checks and irregular stripes which clearly recall madras prints. The predominant colour palette expressed in warm shades and languid colours triggers new and unique visual sensations recalling the nuances of India. The surfaces of Sensitive® Fabrics are transformed into dense emotions thanks to the mingling of unusual woven textures with spicy nuances and the depth of glazed tones. There are no limits to style and inspiration, while pattern becomes the protagonist of an androgynous elegance. Vibration - Prints onto of Sensitive® Fabrics that promote a new creative freedom in which traditional formulas break
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Vibration.
AREA TESSUTO TECNICO EUROJERSEY
Vibration - Stampe su tessuti Sensitive® Fabrics che promuovono una nuova libertà creativa, dove le formule classiche si infrangono per lasciare spazio ad un’eleganza modernista. Una filosofia estetica che mette in risalto disegni di ispirazione caraibica, ed i suoi colori saturi in un’armonia di ritrovata energia che dà sollievo e decora. Una nuova visione più metafisica ed astratta che mette in evidenza moduli geometrici che riassumono grafiche essenziali, nelle tonalità che ricordano il legno tropicale con accenti caldi di verde, giallo e rosso. Nascono così i tessuti ideali per un look spigliato e dello spirito leggero in stile giovane e divertente: l'outfit perfetto, bon ton e del tempo libero, casual e formale. Pajama Party - Una tendenza comfort-chic protagonista di un mood positivo per un vestire quotidiano. Il ready-to-wear più glamour si rifà al mondo dei sogni imponendo stampe pajama style come must have. I tessuti Sensitive® Fabrics si arricchiscono di linee essenziali in una palette di colori brillanti e primari.
Rivisitazioni nostalgiche dal gusto retrò rinascono in una nuova modernità dallo stile volutamente preppy grazie a delicate stampe cachemire. Un nuovo concetto di camiceria comodo e versatile che può risolvere tantissimi outfit e altrettanti momenti della giornata grazie alle declinazioni che il trend propone. Osmosis - Immagini di diversa concentrazione si influenzano e si scambiano in un dialogo tra ispirazione artistica e visionaria dolcezza, tingendo di contemporaneità elementi primari, abbandonandosi a visioni e intuizioni in un gioco magico dato dall’intensità estetica e creativa. Sono i disegni floreali dalle tonalità liquide a definire l’essenza principale delle stampe, reinterpretando il jeans con intensi effetti lavati. Immagini evanescenti, casuali, dalle figure nascoste, si rifanno ad accostamenti in armonia con la natura per una serie di tessuti Sensitive®Fabrics declinati nei toni più basici o più intensi, dai contorni indefiniti per soluzioni stilistiche pratiche e confortevoli.
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down to make space for a modernist elegance. An aesthetic philosophy that puts the accent on patterns of Caribbean inspiration and saturated colours, in a harmony of rediscovered energy which is both soothing and decorative. A new vision that is more metaphysical and abstract, one which highlights geometric modules to distil simple graphic motifs in shades recalling those of tropical wood, with warm accents of red, yellow and green. The ideal fabrics for an easy going, light-hearted look in a style that is fun and young at heart: the perfect bourgeois chic outfit for leisure, casual and formal wear. Pajama Party - A comfort-chic trend that plays a protagonist role in the positive mood of everyday wear. A more glamorous ready-to-wear style makes recourse to the land of dreams to impose pajama-style prints as a must-have. Sensitive® Fabrics enriches its offering with pared-down lines expressed in a palette of bright primary colours. New interpretations tinged with nostalgia and a taste for a
retro atmosphere spring to life in a new modernity, whose style is intentionally preppy, thanks to delicate paisley prints. A new shirting concept that is comfortable and versatile, one that can resolve a great many outfits of different types, and just as many occasions, thanks to the interpretations offered by the trend. Osmosis - Images of differing intensity mix, match and contaminate each other in a dialogue between artistic inspiration and visionary softness, while conferring a touch of modernity to primary elements and succumbing to visions and intuitions in a magical interplay sparked by aesthetic and creative intensity. It is the floral patterns in fluid tones which define the primary essence of prints, reinterpreting denim with intense washed effects. Evanescent, random images of concealed figures evoke coordinated effects in harmony with nature, in a line of Sensitive® Fabrics interpreted in more basic or intense shades with blurred contours, for creating practical and comfortably styling solutions.
L'ABITO DA ABITARE Eurojersey prosegue nella sua collaborazione con il Politecnico di Milano assegnando un nuovo workshop dal concept L’ABITODAABITARE. Un progetto che trae ispirazione dalla celebrazione del centenario del Bauhaus, quando da Weimar nel 1919 il movimento di architetti e artisti, antepone la funzione alla forma, mettendo le basi dell’architettura moderna per minimalismo e linearità. Il workshop ha coinvolto gli studenti del corso di Laurea in Fashion Design del Politecnico di Milano, nell’approfondire il tema L’ABITODAABITARE cercando di porre un legame fra l’innovazione dei tessuti Sensitive® Fabrics e la progettazione di abiti del futuro che abitano il corpo. La ricerca dello stile si è concentrata su capi spalla tecnici, enfatizzati dalle performance esclusive e dalla vestibilità dei tessuti, insieme a tecniche di confezione come le nastrature termosaldate e l’accoppiatura. Ogni studente ha creato una soluzione di packaging innovativo unita alla funzionalità del capo per un valore comune di sostenibilità.
YOUR HOME IN A DRESS Eurojersey worked with Polytechnic University of Milan for a New workshop topic called Your Home in a Dress. This project was inspired from the Bauhaus, the architectural and artistic movement founded in 1919 which placed function before form. The workshop involved students from the university degree course in Fashion Design to create a link between the innovative features of Sensitive® Fabrics and the design of future clothes.
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AREA TECNOLOGIA MIMAKI BOMPAN TEXTILE writer Pietro Ferrari www mimakibompan.it
CAVALCARE IL BOOM DELLA STAMPA DIGITALE Le nuove proposte di Mimaki Bompan Textile in un incontro a Tradate.
Hirokazu Hayashi, CEO Mimaki Bompan Textile. Marco Vanzini, Sales Director Mimaki Bompan Textile.
Particolarmente ricco e interessante il programma della giornata per la stampa di Mimaki Bompan Textile, polo di riferimento di Mimaki per il settore della stampa tessile digitale, presso la sede di Tradate nel mese di febbraio: dopo l’introduzione di Hirokazu Hayashi, CEO di Mimaki Bompan Textile, racconta una overview il direttore vendite di Mimaki Bompan Textile Marco Vanzini, mentre viene lanciato il nuovo “Italian Contest for Sublimation Applications”. Dopo un tour del nuovo showroom, vivace e ricco di spunti per il visitatore, vengono presentate le novità e gli aggiornamenti tecnologici da parte di Bert Benckhuysen, senior product manager EMEA Mimaki Europe. Particolarmente interessante la case history raccontata da Filippo Taccani, titolare di Digitak su cui presto ritorneremo). Qui però vogliamo puntare i riflettori in particolare sulla TS55-1800. Cediamo per questo la parola a Marco Vanzini.
TS55-1800, PROTAGONISTA DELLA STAMPA TESSILE
Stampa tessile è… tutto ciò che viene stampato su tessuto. Di fatto, le applicazioni che attengono al mondo del textile spaziano tra i settori più svariati e, con l’avvento e la diffusione della stampa tessile digitale nel corso degli ultimi vent’anni, gli orizzonti si sono ulteriormente ampliati. Lo abbiamo visto nell’exploit dell’abbiglia-
textures 65 Nella prima foto a sinistra, Bert Benckhuysen, Product Manager EMEA Mimaki Europe. A sinistra, Filippo Taccani, titolare di Digitak.
mento e della moda – con il boom della fast fashion, dello sportswear e, più recentemente, dell’athleisure – e insieme dell’home décor, con il nuovissimo trend del fast deco. E lo vediamo nel crescente utilizzo del tessuto stampato nel mondo della comunicazione visiva e promozionale, dall’universo del soft signage ad applicazioni quali rivestimenti di edifici, postazioni retroilluminate, allestimenti di vetrine e di punti vendita, ambientazioni in retail e punti vendita. Questa trasformazione ha rappresentato – e continua a rappresentare – una grande opportunità per stamperie tessili e print service provider attivi nel settore della stampa di grande formato. Per questi ultimi, in particolare, la stampa sublimatica – o transfer – costituisce un potente strumento di business. Tecnologia versatile, la stampa a sublimazione consente di realizzare una varietà quasi illimitata di applica-
zioni, in quantità variabili nonché su misura e on demand – rispondendo perfettamente alle nuove esigenze commerciali e di vendita dell’era di internet. Efficace anche dal punto di vista qualitativo, permette di ottenere stampe realistiche, con definizione quasi fotografica e colori vividi e brillanti, su tessuti oggi ampiamente utilizzati quali poliestere, microfibra, elastan. Da sempre protagonista dell’evoluzione della stampa tessile digitale e vicina al mercato, Mimaki ha saputo prevedere e anticipare questo trend, sviluppando una soluzione ad hoc per print service provider interessati a cavalcare il boom della stampa tessile digitale sublimatica. La TS55-1800 è una stampante a sublimazione equipaggiata con tutte le tecnologie core proprietarie di Mimaki, in grado di offrire performance di produzione industriali, ma accessibile – sia in termini di investimento iniziale, sia in termini di costi di gestione –
RIDE THE BOOM IN DIGITAL PRINTING Particularly rich and interesting is the program of the day for printing by Mimaki Bompan Textile, Mimaki's reference center for the digital textile printing sector, at the Tradate headquarters in February: after the introduction of Hirokazu Hayashi, CEO of Mimaki Bompan Textile, tells an overview of Mimaki Bompan Textile, Marco Vanzini, sales director of Mimaki Bompan Textile while the new "Italian Contest for Sublimation Applications" is launched. After a tour of the new showroom, lively and full of ideas for the visitor, the news and technological updates are presented by Bert Benckhuysen, EMEA Mimaki Europe senior product manager.
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AREA TECNOLOGIA MIMAKI BOMPAN TEXTILE
Il gruppo dei relatori. La stampa presente. Aspetti dell'elegante e razionale showroom Mimaki a Tradate.
ad aziende di medie dimensioni con volumi di stampa importanti, come quelle che caratterizzano il tessuto imprenditoriale italiano. Disponibile in configurazione a quattro, sei o otto colori – con la possibilità di aggiungere i colori fluo – e con una larghezza massima di 1940 mm, la TS55-1800 raggiunge una velocità di 135 m2/h e una risoluzione di 480600 dpi. Si distingue per produttività e affidabilità, che si traducono concretamente nella riduzione di fermi
macchina ai minimi termini. Mimaki ha infatti implementato una serie di tecnologie proprietarie che garantiscono il funzionamento ottimale dei propri sistemi di stampa. Tra queste, NCU (Nuzzle Check System) e NRS (Nuzzle Recovery System), sistemi di controllo e di ripristino degli ugelli che garantiscono la rilevazione e la sostituzione automatica degli ugelli ostruiti senza interrompere la produzione. Ai quali si aggiunge MAPS (Mimaki Advanced Pass System), un sistema in grado di prevenire il banding: utilizzando uno speciale algoritmo a ogni passaggio di stampa, MAPS calcola il modo più efficace di gettare le gocce di inchiostro a seconda del colore, della copertura e della velocità, consentendo di omogeneizzare le sovrapposizioni tra i diversi passaggi. Sono anche altri i plus della nuova soluzione di Mimaki Bompan Textile, ovvero gli accessori – optional – di cui la TS55-1800 è dotata. L’unità Mini Jumbo Roll, in grado di supportare rotoli di carta sublimatica da 300kg, e le taniche di inchiostro da 10 kg – utilizzabili in alternativa alle sacche da 2 litri incluse nella configurazione standard – consentono maggiore flessibilità operativa, la possibilità di programmare produzioni prolungate o notturne, una ulteriore riduzione dei fermi macchina per cambio rotolo, l’abbattimento dei costi dei consumabili.
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Di fatto, in Mimaki Bompan Textile, consideriamo la TS55-1800 come il nostro cavallo di battaglia. Se prezzo, performance e semplicità di utilizzo la rendono interessante come soluzione entry level, la tecnologia di cui è dotata e gli optional messi a disposizione da Mimaki consentono agli utilizzatori di aggiornarla e potenziarla progressivamente, in base alle esigenze produttive. Dal punto di vista applicativo, riceviamo dai nostri clienti esempi di prodotti e realizzazioni molto interessanti, originali e di grande impatto estetico e funzionale. Applicazioni che verranno presto esposte nella gallery dello showroom di Tradate. Non a caso, la TS55-1800 ha avuto un grande successo in Italia fin dal suo lancio sul mercato. A oggi, continua a darci soddisfazione in quanto, grazie alle caratteristiche descritte, è riuscita a posizionarsi ai vertici del mercato e viene percepita sempre di più come soluzione a cui guardare quando si deve sostituire il proprio plotter di stampa.
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COLOURS LANIFICIO DELL'OLIVO writer Pietro Ferrari www lanificiodellolivo.com
NUOVI ARCHETIPI DI STILE
Collezione Primavera/Estate 2021, una creatività costante nella proposta di Lanificio dell'Olivo a Pitti Filati. Come di consueto, anche quest''inverno a Pitti Filati la cifra distintiva delle collezioni del Lanificio dell’Olivo è l’alto tasso di creatività unito alla forza della fantasia che prendono corpo in una visione d’insieme fatta di contrasti e omogeneità nell’utilizzo della materia prima, mischiando in nuove strutture selezioni di fibre nobili e naturali con materiali innovativi e moderni. L’abilità concettuale di proporre filati di qualità eccellente, affidabili nella resa per generare sicurezza delle lavorazioni, è da sempre l’aspettativa che l’azienda di Prato crea in ogni nuova collezione. L’instancabile ricerca sboccia in un bouquet di nuovi fili, dai colori naturali o brillanti, illuminati di nuove sfumature. Un punto di vista che si accomoda tra passato e futuro per ridisegnare nuove soluzioni e archetipi di stile. La collezione PE 2021 presenta una ricerca sempre finalizzata a realizzare prodotti innovativi per sottolineare una forte identità che trae la sua origine dalla tradizione, aperta a dare risposte ad un mercato sempre più attento ed esigente. Su tutte le proposte di fili si intreccia il tema della sostenibilità nel senso più ampio e questa è una dichiarazione etica, un impegno e un’attenzione recepita e proposta su istanze globali, sulle urgenze che stanno a cuore.
! COTTON 4 SEASONS
Il tema è l’homemade, per il ritorno alla semplicità e alla manualità che danno spazio e forma a un minimalismo emotivo dove la dilatazione del tempo diventa
Scent of Linen.
lentezza. Il gesto manuale e la sua ripetitività aggiusta l’equilibrio correggendo l’approssimazione. È il tempo del ripensamento e dell’introspezione per scacciare quella sensazione di disagio dentro le scelte compulsive di prodotti senza qualità e di breve vita. I cotoni sono biologici con qualche aggiunta di poliesteri riciclati, in mischia e ritorti. Il verde si evolve con lo sviluppo di gradazioni dal moss, tenero e squillante, al più fosco e intenso, con accenni più scuri come il verde oliva. Si inseriscono i grigi, materici e palpabili, insieme al nude e al beige come base; di tendenza il giallo che nella gamma degli sfumati acquisisce tonalità diluite. Novità: Reart (NM 1750) Remix (NM 2600).
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ď€ A SUPERIOR CREATIVITY The distinctive feature of Lanificio dell'Olivo's collections is superior creativity coupled with the power of imagination, shaping into an overall vision made of contrasts and consistency in the usage of raw materials, and mixing selected noble and natural fibres with innovative and modern materials within new structures. The conceptual ability to create yarns of excellent quality, always reliable in yield so as to maximize workability, has always been the expectation that the Italian com-
pany headquartered in Prato meets and exceeds in each new collection. Continuous research leads to a bouquet of new yarns, with natural or vivid colours, brightened with new shades. An expression that fluctuates between past and future to redesign new solutions and style archetypes. The SS 2021 collection presents a drive finalised once again towards creating innovative products to underscore a strong identity that originates in tradition, open to responding to an increasingly discerning market. Each proposal of yarns is interwoven with the theme of sustainability in the widest sense, and this is an ethical statement, a commitment and a consideration that has been received and offered on a global scale, with regard to urgent matters that are important to us. Cotton 4 Seasons - The theme is homemade, and it’s a call to return to simplicity and the handiwork that offers space and form to a type of emotional minimalism where
time slows down. The manual work and its repetitiveness adjusts balance and corrects approximation. It is time to reconsider and look inward to expel the negative feeling behind compulsively choosing products without quality that do not last. These cottons are organic with some added recycled polyester blended and twisted into the fabric. The colour green evolves as the hue develops from tender, bright moss to darker, more intense shades, such as olive green. Textured, palpable greys are added, along with base colours such as nude and beige; a trendy yellow takes on diluted shades in this range of soft colours. New: Reart (NM 1750) Remix (NM 2600). Scent of Linen - Under the umbrella term of sustainability, the new element of organic linen mixes with different patterns and solutions. The colours are warm, elegant, deep and welcoming: wood and terracotta interrupted by mastic, in a vortex of soft powdery colours that tend towards powder blue and mauve. New: Claire (NM 16800) Grunge (NM 2000) Nature (NM 2/2600). Les Oxydes - Inspiration is the digital game in which the concept of aesthetics traces a line between virtual and real life. The translation is playful, subversive and youthful, both for the colours it employs and for the unusual weaves. Boldness breaks conventions with oversized shapes, and the use of prints is a trompe l’oeil, an optical game of perspective that multiplies the perception of reality with a push towards psychedelic worlds, on the edge between real and virtual space. The aesthetics of dots is sophisticated and creates an irregular dynamism with distorted effects. Sustainable viscose is a new concept, and so is the idea of recycled polyesters and cottons. The brilliant artificial colours are primary complementary: aqua blue, navy, yellow, red, China blue, deep grey, fuchsia, apple green and orange. New: Joker (NM 34500) Resmart (NM 2/64000) Solid (NM 19500) Steel (NM 43000). Special Bright - We need glamour and optimism, starry nights and certainty. These yarns are a clear and magnificent statement with glimmers of PET polyester, obtained from recycling plastic bottles. The ocean in a futuristic key is a constant presence in the threads with iridescent, fluid and liquid surfaces. Sustainability becomes consistent and weights remain light. Everything becomes brilliant, and colours are lunar and extraterrestrial: midnight blue, moonlight violet, transparent and opalescent neutrals opposite the coldness of metal and the pearlescent pastels pink, blue and sand. New: Comet Bicolor (NM 2650) Dream (NM 100000) Relux (NM 28500) Shanti (NM 34000).
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COLOURS LANIFICIO DELL'OLIVO
Cotton4Season.
! SCENT OF LINEN
Nel macro tema della sostenibilità si inserisce come elemento di novità il lino biologico che si mescola nelle soluzioni fantasia. I colori sono caldi, eleganti, profondi e accoglienti: legno e terracotta interrotti dal mastice, in un’escalation di gradazioni sfumate e talcate che virano al celeste polvere e al mauve. Novità: Claire (NM 16800) Grunge (NM 2000) Nature (NM 2/2600).
! LES OXYDES
L’ispirazione è il gioco digitale la cui estetica traccia una demarcazione tra la vita virtuale e reale. La traduzione è giocosa, sovversiva e giovane sia per l’uso di colori che di trame insoliti. L’audacia rompe gli schemi, le forme sono oversize, l’uso delle stampe è un trompe l’oeil, un gioco optical e prospettico che moltiplica la percezione della realtà con una spinta verso mondi psichedelici, al limite tra reale e virtuale. L’estetica dei punti è sofisticata e crea un dinamismo irregolare con effetti distorti. La viscosa sostenibile è una novità così come i poliesteri e i cotoni riciclati.
Les Oxydes.
I colori brillanti e artificiali sono primari complementari: azzurro acqua, navy, giallo, rosso, blu china, grigio profondo, fuxia, verde mela e arancio. Novità: Joker (NM 34500) Resmart (NM 2/64000) Solid (NM 19500) Steel (NM 43000).
! SPECIAL BRIGHT
C’è bisogno di glamour e di ottimismo, di notti stellate e di certezze. I filati qui sono uno statement fulgido e magnifico con bagliori di poliestere PET, ottenuto dal riciclo delle bottiglie di plastica. L’oceano in chiave futuristica è una presenza costante nei fili con superfici iridescenti, fluide e liquide. Sostenibilità che diventa consistente e i pesi rimangono leggeri. Tutto diventa brillante, i colori sono lunari, extra-terreni: blu notte, viola chiaro di luna, neutri trasparenti e opalescenti contrapposti al freddo del metallo e ai pastelli perlacei celesti, rosa e sabbia. Novità: Comet Bicolor (NM 2650) Dream (NM 100000) Relux (NM 28500) Shanti (NM 34000).
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IL COMMENTO DI FABIO CAMPANA «A Pitti Filati ci sono tredici filati nuovi – ci dice Fabio Campana – quasi un quarto della collezione completamente rinnovato e, anche dove sono filati riportati dalla precedente stagione, comunque abbiamo rivisitato tutte le lavorazioni di maglia; quindi si tratta di una collezione piena di novità e anche molto sostenibile: tutti i nuovi filati sono sostenibili e certificati. Non solo: oggi noi continuiamo decisi un viaggio verso la sostenibilità che è iniziato con la firma del protocollo Detox, e quello su cui noi stiamo spingendo è una sostenibilità certificata, non solo dichiarata. In questo momento di cambiamento la sostenibilità sta diventando un elemento imprescindibile. In un paio d'anni non dovremo più neanche menzionarlo, mentre in questa fase sono tutti alla rincorsa, alcuni anche autocertificando, cosa un po' discutibile. Noi ci facciamo certificare da enti terzi indipendenti». Pietro Ferrari – Mi sembra che anche sul
servizio vi state muovendo in modo molto opportuno... Fabio Campana – Per quanto riguarda il servizio, abbiamo fatto un lavoro importante sia sullo stock service sia sul promozionale: noi presentiamo una scelta che vorrei fosse sul tavolo di ogni ufficio stile, tutto quello che si vede in fiera può essere ordinato e in 24 ore essere in azienda. Pietro Ferrari – Questo perché avete delle scorte o producete in tempo reale? Fabio Campana – Produciamo in anticipo, perché si tratta di filati che funzionano sul mercato e noi su questi realizziamo una produzione per magazzino che è un investimento. Facciamo il grezzo e lo tingiamo nei principali colori, piuttosto che, se sono tinto filo, andiamo a prendere dei fili, li ritorciamo creando un semilavorato che ha già una sua destinazione, non è più una materia prima. Si tratta di un investimento importante. Abbiamo sempre le nostre quattro famiglie: i cotoni, i lini nei colori moda (sui lini abbiamo investito molto sul lino biologico) il poliestere e la viscosa su cui abbiamo un numero importante di nuovi filati in poliestere riciclato da PET, le colorazioni sono le più svariate. È un fuoco d'artificio anche con il lamé, con una festa di colori con un grande impatto, una grande vendibilità e la mano importante: anche se è lamé non è detto che il cliente debba accettare una mano meno bella, e noi lo dimostriamo nei fatti. Sono filati che possono essere apprezzati per la novità e la bellezza, questo perché i clienti cercano un vero motivo per comprare e non solo il prezzo.
Special Bright.
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SCENARI PATRIZIA ESPOSITO www gruppoventidue.com writer Patrizia Esposito
I NUOVI ORIZZONTI DELLA RESPONSABILITÀ La Priorità: una nuova Responsabilità necessaria per un sano equilibrio di relazioni aziendali. Perchè dopo Covid- 19, la cosa più importante, sarà ancora di più imparare a conoscere la strategia del cliente e il punto di discussione focale sarà “comunicare con lui”. Un’azienda è responsabile quando sa modulare, con attenzione esperta, le componenti maschili (azione, pragmatismo, comando, possesso, egocentrismo) con quelle femminili (ricettività, intuizione, sensibilità, comunicazione, mediazione): attenzione non si parla di genere, ma di caratteristiche. La Responsabilità permette di vedere e progettare nuovi orizzonti, di dare risposte diverse da quelle “consentite dalle regole”: è la prima, importante e fondamentale capacità distintiva di un’azienda che vive nel presente/futuro, che fonda le basi di un progetto in grado di dare risposte concrete a ogni esigenza di mercato, poiché contiene in sé ogni elemento necessario al suo sviluppo. In azienda nessuno è isolato nel proprio ruolo, ma tutti collaborano alla concezione di un nuovo modello equilibrato flessibile e agile. Siamo abituati a valutare le conquiste in ogni ambito come il risultato delle nostre facoltà razionali, logiche. Oggi abbiamo visto i limiti di queste convinzioni e dell'Homo oeconomicus, uomo le cui principali caratteristiche sono la razionalità e l'interesse esclusivo per la cura dei propri interessi individuali. Si usava parlare di economia, di mercato e di finanza come se fossero oggetti da poter gestire e prevederne le dinamiche, eppure sono diventati sovrani dei nostri stati emotivi, e ci hanno guidati illudendoci con un senso di onnipotenza nella corsa compulsiva verso il successo. La domanda da farsi in questo momento, non è cosa accadrà domani, piuttosto riflettere su quale sia il significato di successo e quale è la visione nella costruzione di un nuovo modello di business... La competizione aggressiva ci ha reso fragili e ha condizionato le relazioni personali e sociali. Quindi la domanda da porsi è: chi è una persona di successo? Colui o colei che ha raggiunto il potere economico, seguendo le regole del business con caparbietà, virilità e competizione? Ma cosa accadrà, nel dopo corona virus? Sicuramente avremo
una maggiore attenzione nelle relazioni e mi auguro ci sarà l'abbandono della forte competizione che ha messo gli uni contro gli altri. Ci ricorderemo della nostra Cultura, qualità reale (non virtuale) che ci ha distinti nell'Arte, nella Ricerca, nella Scienza, nella nostra Umanità. Il successo avrà un significato diverso, sicuramente avremo bisogno di un Business Umano. Dei vincoli imposti durante l'emergenza Coronavirus, voglio indicare quali sono le opportunità per pensare a una nuova Visione aziendale. 1. Stop ai contatti fra le persone: questo limite apre a un'attenzione particolare nella relazione e nella comprensione, per questo Saper Comunicare e Saper Ascoltare saranno gli elementi fondamentali nella nuova strategia aziendale. 2. Smart Working: il lavoro da casa è un'opportunità ma vuol dire anche isolamento, da qui ci sarà una nuova considerazione della Presenza Umana e della sua Ricchezza nella relazione dal vivo. 3. Emergenza: imparare a gestire le situazioni imprevedibili e in emergenza porterà a una Leadership Adattiva e Agile, in grado di individuare processi e interventi con soluzioni veloci e in tempo reale; quindi una nuova mentalità, molto lontana dalla frase categorica: “Abbiamo sempre fatto così...” 4. Diffusione del contagio: è diventato chiaro che siamo parte del problema, esso non è esterno a noi, quindi, la Persona è il Cambiamento; non si può essere solo osservatori e continuare ad aspettare che gli altri modifichino i comportamenti, ma partecipare in prima persona al cambiamento. 5. Scenari diversi: più responsabilità e consapevolezza nei confronti dell'impatto che le azioni dei singoli hanno sul pianeta e sulla vita in generale. Il Sistema Umano si Evolve. Voglio aggiungere una riflessione sulla Creatività, che fino a oggi è spesso addomesticata alla razionalità: la Creatività ci aiuterà nell'utilizzare la nuova tecnologia non come forma di controllo per interessi esclusivamente economici, ma per migliorare la nostra vita.
and upholstered furniture reports
CSIL, a global perspective of the furniture sector with insights into all furniture segments and indepth knowledge of the entire value chain. • E Commerce in the mattress industry • The world mattress industry • The mattress market in China • Upholstered furniture: world market outlook • The world upholstered furniture industry • The upholstered furniture market in the US
CSIL - Centre for Industrial Studies Corso Monforte, 15 - 20122 Milano - Italy tel. +39 02 796630 - fax +39 02 780703 www.worldfurnitureonline.com
Outofmind.it
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attress
the fairyland for fashion 14 - 17 Settembre 2020 Paris le Bourget, Francia