Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media
STRUTTURALEGNO ISSN 2283-8651
013 2016 GIUGNO ENGLISH TEXT
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VINAVIL 2259 L D3 ESENTE DA FORMALDEIDE
• ELEVATA RESISTENZA ALL’ACQUA SECONDO CLASSE D3 DELLA NORMA EN 204 • ELEVATA RESISTENZA AL CALDO SECONDO EN 14257 (WATT ‘91) • BUONA RAPIDITA’ DI PRESA
VINAVIL 2259 L è una dispersione acquosa di acetato di polivinile al 48% di solidi da utilizzare come adesivo monocomponente resistente all'acqua, classe D3 esente da cloruri, metalli anfoteri e formaldeide, pH 5.
• ECCELLENTE RESISTENZA AL CREEP (EN 14256) • pH 5 NON CORRODE I METALLI • ESENTE DA FORMALDEIDE
VINAVIL 2256 L
D4 MONOCOMPONENTE
• RESISTENZA ALL’ACQUA SECONDO CLASSE D3 DELLA NORMA EN 204
VINAVIL 2256 L è una dispersione acquosa di acetato di polivinile al 48% di solidi da utilizzare come adesivo monocomponente resistente all’acqua, classe D4 secondo la norma EN 204.
• OTTIMO POTERE COLLANTE SU LEGNI DURI CON ELEVATA PERCENTUALE DI SFIBRAMENTO/ASPORTAZIONE DEL LEGNO • ELEVATO POTERE COLLANTE E RESISTENZA A CALDO SECONDO EN 14257 (WATT ‘91) • OTTIMA RAPIDITA’ DI PRESA • ECCELLENTE RESISTENZA AL CREEP SECONDO EN 14256 • ESENTE DA FORMALDEIDE
VINAVIL s.p.a.
Via Valtellina, 63 - 20159 Milano Italia vinavil@vinavil.it - www.vinavil.com
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TECHNO MULTIWALL
CNC WOODWORKING MACHINERY
Nuovo Centro di lavoro per: !12345&67819 !12345&1&43815: -21;5&<5&=21><5&<593>?5:>5 -21;5&@A2;3 (1;:21B5:>5&?C3@5185 !1>>3885&D"!D Massima flessibilitĂ grazie al banco multifunzione e alla testa 5 assi con cambio utensili: Fresatura Squadratura Taglio delle finestre e porte Foratura !"#$%&'"&(#)%*%&+*,),--#-%&./(-"&0#(( J:9C:?5B5:>3&<3881&C12343&1&43815:&@:>&C5?4:>5&C>3A9145@5&<5&25F32593>4:&3&?KA1<214A21 *5I184193>4:&1A4:9145@:&<3881&C12343&5>&A>&A>5@:&?5?4391&@:>&5>=:9I25&9:84:&85954145 )3>4:?3&F83??5I585&C32&58&I8:@@1==5:&<5&C5@@:85&C3BB5&3&81;:21B5:>5&?C3@5185 E2ACC:&1A4:9145@:&C32&81&=21FF34414A21&<5G !1>>3885&%D+ !1>>3885&5>&.'H !1>>3885&5>&F5I21&<5&83=>:
02 K02
Padiglione Stand
,??3423&DLCL#L Via della Repubblica Serenissima, 7 -36016- Thiene (VI) - Italy Tel.: +39 0445 365 999 Fax: +39 0445 360 195 info@essetre.com
SOMMARIO www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com
022
chronichae Holzbau Forum
di Pietro Ferrari
L'INNOVAZIONE CONTINUA
Una passeggiata tra gli stand del Forum di Verona tra presenze commerciali e innovazione tecnologica.
022 MAK BUILDING 023 SHERPA EUROPE 024 STEICO 026 IAVARONE INDUSTRIA LEGNAMI
strutturalegno pagina 004
005
editoriale
SULLA VIA DELLA QUALITÀ
006
di Sonia Maritan
noi
anticipatio MADEexpo
UN MADE EXPO DI GRANDE SPESSORE
anticipatio Holzmesse Holzbau
HOLZMESSE E HOLZBAU, DUE CLASSICHE DEL SETTORE
032
chronichae Klimahouse
ENERGIA POSITIVA
di Pietro Ferrari
di Pietro Ferrari
chronichae Holzbau Forum
di Pietro Ferrari
La qualità nel costruire in legno è il tema focale del quinto Forum Internazionale del Costruire in Legno, svoltosi a Villa Quaranta presso Verona l’11 marzo 2016.
di Beatrice Guidi
Dopo la progettazione e la realizzazione di oltre 4700 macchine arriva anche il Robot-Drive 1250, che dal know how Hundegger raccoglie tutta l’esperienza per disegnare una qualità eccellente. Si tratta dell’ultima novità in tema di innovazione per la carpenteria in legno che verrà esposta in occasione di Xylexpo al Padiglione 2 - Stand Q06 come anteprima mondiale, occasione in cui sarà possibile veder lavorare un impianto che compie la lavorazione su tutti i lati e le angolazioni del pezzo.
052
aedificabo KVH
a cura di Sabrina Cenci, Geometra Cenci Legno s.a.s.
INQUADRAMENTO NORMATIVO DEGLI ADESIVI STRUTTURALI EPOSSIDICI XEPOX, SINGOLARMENTE CERTIFICATI CE SECONDO LA NORMA UNI EN 1504-04, CON RIFERIMENTO AL PROSPETTO 3.1 “REQUISITI PRESTAZIONALI DELL’AGENTE ADESIVO PER RINFORZO CON PIASTRA ADERENTE” Dal 1972 Cenci anticipa l’evoluzione delle strutture in legno. La saga dell’ingegnosa eredità del Cenci per gli uomini di buona volontà, narrata per piccoli episodi propositivi.
060
constructio
a cura dell’ ing. Elisa Sala Ufficio tecnico Sala Guido Legnami
1968 Albiate, provincia di Monza e Brianza, 2014 Costruzione villa residenziale con sistema tradizionale, circa 350 m2, 2015 Demolizione villa esistente. Realizzazione due ville prefabbricate con sistema xlam, sullo stesso sedime, sfruttando il recupero fiscale.
064
technica Scm Group Vibrobloc
di Beatrice Guidi
Per adempiere alle elevate esigenze degli edifici residenziali odierni riguardo la sicurezza e l’isolamento termico e acustico nascono prodotti di legno massiccio, essiccati tecnicamente con approvazione europea, come KVH®, Duobalken® e Triobalken®.
colloquium Essetre Italtetti
IL CAPPELLO SU MISURA
di Sonia Maritan
La tecnologia che offre Essetre a Italtetti apre la strada anche alle costruzioni in legno e, nonostante la storicità dell’azienda nella carpenteria e il tema dominante legato all’acquisto del centro di lavoro Techno PF 2T, l’incontro si amplia al legno strutturale toccando molti temi interessanti, grazie a tutti gli interlocutori che si raccolgono intorno al tavolo di Massimo Gabrieli, titolare di Italtetti ma anche di House&Co – produttrice di case in legno a telaio e X-Lam site in Busto Arsizio –, insieme a noi di Web and Magazine, Pierluigi Gambardella Sales Manager di Essetre, Ezio Cavazza responsabile commerciale di Essetre per Lombardia e Piemonte, di Italmacchine. Terminiamo poi la visita all’azienda recandoci nel capannone che accoglie il nuovo impianto meritevole di rispondere a una clientela molto più esigente.
044 constructio “THE AMERICAN WAY”
di Pietro Ferrari
Case e tetti in legno realizzati con la cura e la qualità di un mobile pregiato sono il risultato delle tecnologie Oikos alla Vibrobloc.
068
LA QUALITÀ È UNA COSTANTE MISURABILE
038
di Valeria Bonatti
constructio
LE TRAVI CHE ARREDANO
036 di Sonia Maritan
NORDHAUS E FANTI, QUALITÀ CERTIFICATA PASSIVHAUS
DAL PASSATO AL FUTURO, DAL MATTONE AL LEGNO
aedificabo Hundegger
INNOVATIVA MODULARITÀ
013 RIWEGA 014 TECNOSUGHERI 015 VARIO HAUS
L’ITALIA DEL LEGNO
034
constructio Nordhaus Fanti Group
di Silvia Tedesco
Il legno è uno dei materiali naturali migliori in edilizia come resistenza al fuoco perché un trave di legno reagisce nei confronti del fuoco bruciando lentamente e con velocità nota.
Da Klimahouse 2016 competenza e innovazione sono di casa e le aziende che abbracciano questo format fieristico sono entusiaste di farlo, stimolate dal territorio e dall’ente fieristico stesso che incentiva gli espositori a migliorare continuamente l'offerta dei prodotti e la presentazione dell'azienda stessa. WM ne ha parlato con tre di loro: Riwega, Tecnosugheri e Vario Haus.
016
peritus
LA RESISTENZA AL FUOCO DEL LEGNO
Cresce il ruolo del legno nel costruire anche negli spazi urbani grazie anche all’aumentata sensibilità verso le tematiche legate al clima e alla sostenibilità.
018
di Monica Zani
Il legno batte un nuovo record, in attesa di ulteriori traguardi.
Presentato a Milano il primo schema di promozione per l'edizione 2017 dell'appuntamento milanese inerente, come suggerisce l'acronimo: Architettura, Design ed Edilizia.
008
proiectum
NAUTILUS: L'HOTEL IN LEGNO PIÙ ALTO D’EUROPA
DUE PAROLE SU DI NOI
006
028
048
di Pietro Ferrari
All’ultimo Holzbau Forum di Garmisch-Partenkirchen, tecnica e progetto del costruire in legno in Nordamerica.
technica Colorificio Zetagì
di Roberta Bocca
LA PROTEZIONE DELLA CARPENTERIA IN LEGNO
La storica azienda specializzata nella protezione del legno, del cemento e nei trattamenti industriali pensa anche al mondo del legno strutturale. Nascono così le formulazioni finalizzate in modo specifico alla protezione di particolari manufatti in legno quali travature, gazebo, carpenteria in legno e manufatti similari che Zetagì srl ha messo a punto con la linea di prodotti “Lasur” studiata per proteggere il legno dagli agenti esterni e particolarmente da quelli atmosferici.
070
technica Vinavil
di Valeria Bonatti
UN NUOVO METODO VINAVIL PER MISURARE LA QUALITÀ DELL’INCOLLAGGIO LEGNO-LEGNO
La valutazione di un buon incollaggio legno-legno non è banale e viene oggi effettuata con metodologie empiriche di confronto non troppo attendibili. Vinavil ha sviluppato, in collaborazione con l’Istituto IVALSA del CNR, un nuovo metodo semiautomatico che permette misure più precise, accelerando il processo di standardizzazione.
075
indirizzi
EDITORIALE
Sonia Maritan
Sulla via della qualità Nell’architettura in genere il legno vive oggi una rinascita, e la lavorazione del legno può vantare una lunga tradizione e una ricca esperienza che influenzano il processo di sviluppo tecnico fino ai giorni nostri, moltissimi infatti sono i richiami al passato nelle tecniche costruttive anche rispetto scelte puriste che prediligono travi in massello e incastri legno-legno. Eppure, come per altri materiali prima, anche per il legno, la sua ingegnerizzazione e modernizzazione ci ha portato a svettare su cime prima irraggiungibili, con lo studio di diverse tecnologie di collegamenti innovativi per elementi strutturali lignei contestualmente alle realizzazioni sul campo. Oggi la qualità dei prodotti in legno è misurabile e certificata, ma è solo la base di partenza per la qualità del costruire: la qualità della posa in opera, l’eliminazione dei ponti termici, l’isolamento termico adeguato, costituiscono i presupposti di una corretta progettazione per le performance complessive della struttura. Un altro requisito tecnico indispensabile per gli edifici in legno è dato dalla relazione edificio-impianto, da un lato per ridurre le dispersioni energetiche e dall’altro per garantire la salubrità degli ambienti interni e la durabilità delle costruzioni; anche con strutture basate su logiche innovative come la creazione di moduli tridimensionali con struttura lignea aventi finiture e impianti già integrati. D’altra parte i moduli prefabbricati costituiscono il modus costruttivo moderno e questi mattoni lignei possono integrare tutta una serie di funzioni. Questo per fare un altro passo verso la qualità e dare importanza anche a quello che è nascosto "sotto la pelle", da una parte l'apparato impiantistico che deve essere scelto in funzione di quelle che sono le funzionalità dell'involucro e, dall'altra parte, le componenti impiantistiche che devono fare sistema per garantire buoni livelli di performance. Andiamo verso small house realizzate esclusivamente in legno e in materiali legnosi, realizzabili con moduli prefabbricati – con inclusi elementi di pavimento, parete e soffitto – poste sulle fondamenta e abitabili dopo un giorno. Costruzioni che possono, grazie all’ottimo isolamento, fregiarsi di certificazioni “Gold”. Anche se, l’immediatezza del risultato non deve trarre in inganno: il cantiere e la qualità della posa in opera sono il presupposto essenziale per un buon risultato. La qualità di un involucro edilizio è dato dall’insieme complesso di una progettazione consapevole, la posa in opera da parte di artigiani competenti e l’uso di materiali di qualità, come emerge dal catalogo del Forum internazionale del costruire in legno: autentica bibbia del settore. Per la prima è indispensabile un team di progettisti, perché le informazioni e le normative nei vari settori cambiano così velocemente che è già difficile essere competenti sui singoli campi: architettura, urbanistica, statica, antincendio, acustica, risparmio energetico, caldo e freddo, umidità e muffe, luce naturale, impianti di riscaldamento e raffrescamento, impianto elettrico, etc. Riguardo la posa in opera, il calo di competenze degli artigiani italiani negli ultimi decenni richiede al direttore lavori più attenzione e l’uso di collaudi come il test all’aria per valutare meglio la qualità dei lavori eseguiti. Questo evidenzia la bassa stima del lavoro da artigiano e la generalizzata fuga dei giovani da questa professione importante. Infine, certamente l’uso di materiali di qualità aiuta a salvaguardare il progetto e il lavoro degli artigiani. Questo mi porta a una considerazione importante, che scaturisce dagli innumerevoli scambi “live” con le aziende del settore, le quali spesso lamentano – come avvenne negli anni di prosperità del mercato tradizionale – che il mercato sia frequentato da operatori improvvisati che disponendo di liquidità investono nell’immobiliare. L’auspicio è che le categorie di settore mettano in risalto la differenza fra chi ha cultura in questo campo e chi invece compie una scelta superficiale dettata da una concezione puramente economica: “Produrre e poi realizzare una casa in legno non significa solo mettere un involucro ma mettere in opera una prassi che va dalla costruzione fino alla consegna e comporta delle criticità che, se non sono conosciute, diventano gravi”, afferma l’architetto Laura Galli in una delle interviste realizzate per questo numero di Struttura Legno, quella dedica a Vario Haus. Assodato che la moria di artigiani competenti vada arginata con iniziative mirate a ricostituire la preziosa cultura dell’artigianato: di colui che è artefice di perizie risolutive in cantiere; abbiamo per contro e per fortuna prodigiosi macchinari che in modo del tutto automatizzato realizzano i moduli delle nostre costruzioni lignee, siano essi travi, pareti, solai o tetti. Centri di lavoro, ormai in posizione sulla linea di partenza, pronti per il via di Xylexpo!
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strutturalegno pagina 005
Sonia Maritan alla conferenza stampa di Xylexpo, tenutasi all'Unicredit Pavilion progettato dall'architetto Michele De Lucchi: guscio luminoso e leggero realizzato in Piazza Gae Aulenti a Milano.
ANTICIPATIO MADE EXPO Pietro Ferrari www.madeexpo.it
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Un MADE expo di grande spessore Presentato a Milano il primo schema di promozione per l'edizione 2017 dell'appuntamento milanese inerente, come suggerisce l'acronimo: Architettura, Design ed Edilizia.
Il quartier generale di Federlegno-Arredo all'apertura dei lavori: Emanuele Orsini, Roberto Snaidero, Giovanni De Ponti ( in piedi), Massimo Buccili e Paolo Fantoni. Il nuovo logo di MADE expo.
Si è svolta a Milano l'11 maggio l'interessantissima presentazione, quasi un'anteprima della più "ufficiale" conferenza stampa che avrà luogo tra qualche mese, di MADE, dopo l'anno dell'Expo, MADE (Milano, Architettura, Design, Edilizia), nella sua configurazione ormai decisamente biennalizzata. La manifestazione torna ad accoglierre a Fiera Milano Rho dall'8 all'11 marzo espositori e operatori da ogni parte del mondo. Scopo della manifestazione è quello di offrire una visione integrata multi-specializzata su materiali, sistemi costruttivi, serramenti, involucro, finiture e superfici. Saranno, come è ormai fatto consolidato, quattro i saloni verticali, costituiti da settori merceologici omogenei, ciascuno corrispondente a uno specifico momento del processo progettuale e produttivo di un edificio: MADE costruzioni e materiali, MADE involucro e serramenti, MADE interni e finiture, MADE software, tecnologie e servizi.
INTERNAZIONALIZZAZIONE E INNNOVAZIONE Il valore della sprovincializzazione del mercato nazionale attraverso uno speciale approccio all'internazionalizzazione con un focus su mercati esteri e scenari relativi, visite mirate e interlocutori di alto profilo particolarmente supportati dalla manifestazione. Dunque un palcoscenico su scala mondiale è quello che attende espositori e visitatori con quel che ne consegue in termini di impegno e di opportunità. Un ricco programma di visite prevede l'accoglienza di delegazioni selezionate per incontri B2B riservati agli espositori e ospitati nell'International Business Lounge. Per garantire la massima visibilità dell'evento e per attrare un numero sempre crescente di operatori dall'estero, MADE expo promuove la manifestazione direttamente nei Paesi a più alto potenziale di crescita e affianca gli espositori offrendo ospitalià in albergo ai loro clienti esteri. Oltre a far emergere l'innovazione delle aziende,
ANTICIPATIO_MADE EXPO
L'intervento di Claudio Balestri. Giovanni Grassi, direttore di MADE expo, illustra il programma della manifestazione.
MADEexpo lancia "MADE for Startup", un progetto che ha lo scopo di riunire che crea e favorisce innovazione (incubatori, università e i giovani talenti) in architettura e nel delle costruzioni, per valorizzare il patrimonio di idee italiano e raccogliere spunti oltre-confine. UNA SERIE AMPIA DI EVENTI COLLATERALI MADE expo rappresenta un'occasione di rilievo per approfondimenti, dimostrazioni dal vivo e talk che affonteranno temi tecnico-scientifici in un contesto fieristico. Dopo il successo del 2015 viene riconfermato l'evento principale Build Smart che in due aree differenti toccherà i temi dell'architettura sostenibile e dell'innovazione, con un linguaggio moderno e interattivo. Build smart rappresenterà una vera e propria arena interattiva che ospiterà dibattiti e convegni per guidare i visitatori all'approfondimento delle soluzioni più innovative relativamente a material, progettazione e costruzione. Si confermano anche per l'edizione 2017 due appuntamenti specializzati. Presso il Forum serramenti, i profesisonisti potranno approfondire i temi legati all'innovazione di prodotto guidati attraverso un palinsesto ricco e articolato nei quattro giorni della manifestazione. Con MADE4contract sarà, invece, il momento per hotel, ristoranti, showroom, spazi commerciali e uffici, di interpretare stili di vita, di viaggio e di lavoro grazie all'intervento di progettisti, contractor e developer e all'utiizzo delle potenzialità estetiche e prestazionali delle finiture. Il nuovo format sarà arricchito con installazioni che esploreranno il mondo degli interni e delle finiture, mentre gli speech creeranno occasioni di approfondimento e contatto con i protagonisti più quotati del contract internazionale. NUOVE INIZIATIVE DI GRANDE SPESSORE Una novità che arricchirà l'edizione 2017 della manifestazione è il Forum Holzbau (per la prima volta all'interno di MADEexpo ) in cui relatori italiani ed esteri analizzeranno un mercato che ha dimostrato di avere interessanti margini di crescita.
Un'altra collaborazione di rilievo è quella con il prestigioso concorso internazionale Archmarathon: all'evento in fiera parteciperanno una trentina di studi di progettazione pre-selezionati, provenienti da tutto il mondo, per promuovere lo scambio di idee, know-how e relazioni internazionali, con l'intento di stimolare nuove ed efficaci opportunità di business per aziende che operano nel mercato dell'architettura e delle costruzioni. Una giuria internazionale selezionerà i progetti vincitori che saranno premiati sabato 11 marzo 2017 al termine del programma di lectures e accederanno di diritto all'Archmarathon Award in programma a Milano nel 2018. Un importante novità è la collaborazione con Acimall che si concretizzerà in uno spazio Xylexpo dedicato in esclusiva alla presentazione delle tecnologie per la lavorazione del legno massello e dei serramenti. Si tratterà di un'opportunità di incontro e di approfondimento coerente con i temi legati ai serramenti e alle costruzioni in legno, che completa l'offera fieristica di MADE expo aumentando la massa critica degli espositori coinvolti e confermando MADEexpo come punto di riferimento per il settore dell'involucro edilizio. Da giugno a febbraio, in un dinamico roadshow l'evento sarà presentato in Cina, Stati Uniti, Indonesia, Russia, Cuba, Francia, Iran e India, nelle più importanti manifestazioni internazionali dedicate alle tecnologie per il legno. Una parola per il nuovo logo, una forma tridimensionale che simbolizza la complessità e l'interdipendenza dei settori merceologici di MADE expo ed è corredato dall'efficace claim: "Dal dire al fare, MADE" L'attenta e selezionata platea di giornalisti.
ANTICIPATIO HOLZMESSE HOLZ&BAU di Pietro Ferrari www.holzmesse.info
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Holzmesse e Holzbau, due classiche del settore
Il legno, il mondo delle costruzioni e il settore forestale si incontrano a settembre a Klagenfurt. L'appuntamento per potersi aggiornare sui più recenti trend del settore forestale e del legno del Centro Europa si svolgerà a Klagenfurt dal primo al quattro settembre 2016. La Fiera Internazionale del legno Holzmesse e Holz&Bau conterà oltre 500 espositori, provenienti da 22 paesi che presenteranno, su una superficie di 30.000 metri quadrati, l'intera filiera: dal settore forestale alle segherie, dalle bioenergie alla logistica, dalle tecnologie per le costruzioni in legno agli accessori per la falegnameria. GLI HIGHLIGHTS PER IL 2016 Per l'edizione 2016 saranno previsti i seguenti highlights: Gara per forwarder e harvester: si richiede rapidità sia nel taglio di tronchi che nell’accatastamento di sezioni. Concorso per apprendisti: si focalizza l'attenzione sui futuri artigiani del legno e sull'elevato livello di formazione delle nuove generazioni. Novità di prodotto: La Fiera del legno mostra le tendenze e presenta il futuro del settore forestale, delle segherie, delle costruzioni in legno, delle bioenergie e della logistica. Holzbau amplia l'offerta di accessori per la falegnameria: con l'ingresso della corporazione dei falegnami, anche la gamma di prodotti per la falegnameria diventerà più articolata. Con i suoi 22.000 visitatori specializzati, austriaci e stranieri, la Fiera Internazionale del Legno di Klagenfurt è la fiera più importante del settore forestale e del legno, del Centro e del SudEst Europa. “In Fiera presentiamo una rassegna, unica nel suo genere, dell'intera filiera”, conferma Erich Hallegger, direttore generale della Fiera, sottolineando la peculiarità della Fiera del Legno all'interno del panorama fieristica europeo. E questo si riflette anche sull'elevata qualità dei visitatori, di cui il 36 per cento proveniente dall'estero. Dai dati della scorsa edizione del 2014, il 50 per cento dei visitatori erano decisori unici all'interno della propria azienda. La Fiera del legno consolida sempre più la fama di fiera internazionale: sul totale di 500 espositori, uno su tre non proviene dall'Austria, ma dall'estero, con un trend in crescita. Tecnica forestale: dalla tecnologie della gru a cavo alle macchine per la raccolta del legname.
Quello delle tecnologie forestali è il settore più rappresentativo alla Fiera Internazionale del Legno e anche quest'anno lo spazio espositivo è stato interamente prenotato. Ai visitatori interessati si parlerà di tecnica forestale, di tutto ciò che ruota intorno al settore degli utensili forestali, di tecniche per la raccolta del legname, della gestione delle risorse, della tecnologia delle gru a cavo e di molti altri temi. Il "who is who“ del settore internazionale è presente qui in fiera. Con orgoglio viene presentata una autorevole "new entry", la “Miller Forest Investment AG”, che tra l'altro ha operato investimenti boschivi in Sudamerica e offre capitali per investimenti ecologici. TECNICA DELLE SEGHERIE: DAI SISTEMI DI TAGLIO ALLE SEGHERIE MOBILI I più importanti e rinomati fornitori europei di seghe, quali Rudnik & Enners, EWD, Weinig, Vecoplan, Ledinek, TKM Austria, Primultini, Link, TCMaschinenbau, Stingl, Springer, Microtec, Urbas, KCO, Baljer & Zembrod, MS-Maschinenbau, Schirmböck, HIT-Maschinbau, Mühlböck,
ANTICIPATIO_HOLZMESSE E HOLZ&BAU
Polytechnik, Valon Kone, Holtec, Vollmer Austria, anche quest'anno saranno presenti alla Fiera Internazionale del Legno. E il pubblico specializzato avrà qui la possibilità di ricevere un'informazione completa: l'offerta va dalla tecnica delle segherie, ai sistemi di taglio, alle tecniche di essiccazione del legno, alla misurazione, fino agli impianti di cortecciatura e alla tecnica di ottimizzazione assistita dall’EED (elaborazione elettronica dei dati). Quest'anno ci sono anche molte "new entry", tra cui la Burkhardt con gli impianti a gas ricavato dal legno, la Mind Industrieanlagen con impianti per l'industria del legno e la Kündig con le macchine bordatrici. Naturalmente in fiera non possono mancare le seghe mobili: qui troviamo, tra gli altri, produttori quali Woodmizer, Resch&3, Serra, Mebor e Zenz. Non sarebbe possibile sviluppare il commercio del legno in modo professionale, se non esistessero eccellenti fornitori di mezzi di trasporto e di logistica, Ressenig, Mercedes Benz, quali per es. Schwarzmüller, Kogler, Penz, Wiegele Trucks, tutti presenti a Klagenfurt con le loro soluzioni per i tra-
sporti e allestimenti per camion. La gamma dei prodotti esposti va dai carrelli elevatori e dalle tecnologie per la logistica, ai rimorchi per camion, alle reti informatiche e fornitori di servizi per strada, ferrovia e mare. BIOENERGIE E TECNICHE ECOLOGICHE: GESTIRE LE RISORSE NATURALI In alternativa ai combustibili fossili, vengono sempre più ampiamente utilizzate le bioenergie, che consentono di risparmiare le risorse naturali e di ridurre le emissioni nocive. Tuttavia, prima che le biomasse (per es. il legno, la paglia, il mais, la colza e i rifiuti biologici) possano essere utilizzate come combustibile, elettricità o calore, devono essere sottoposte a diversi trattamenti, adottando svariate tecnologie. La Fiera Internazionale del Legno punta sulle nuove tendenze e riunisce, in questo settore espositivo, in un'ottica ecologica, numerose risorse energetiche: piccole centrali elettriche, tecniche di combustione e di frantumazione, etc. Accanto ai noti fornitori Herz, ETA, HDG Bavaria, Viessmann o Hargassner, quest'anno esporrà anche la Heger Edelstahl, con i suoi impianti di recupero del calore, a condensazione e ad alta efficienza energetica. HOLZ&BAU: LA FIERA SPECIALIZZATA PER FALEGNAMI E CARPENTIERI Per la terza volta consecutiva, parallelamente alla Fiera Internazionale del Legno, si terrà la Holz&Bau, il più importante appuntamento austriaco per gli artigiani del legno. Su una superficie complessiva di 11mila metri quadrati, verrà esposto tutto ciò che ruota intorno al tema "Costruire in legno". L'offerta va dalle più moderne macchine manuali e dai software per le costruzioni in legno, ai sistemi di costruzione in legno, ai materiali in legno e alle tecniche di collegamento, fino alle scuole specializzate e ai libri sul tema legno. Questa fiera specializzata si rivolge soprattutto ai falegnami, all'industria del legno, all'industria della falegnameria, ai produttori di case prefabbricate, ai copritetto e alle imprese specializzate. All'articolata offerta espositiva di questa edizione si aggiunge il tema "Rivestimento delle superfici". In questa area gli organizzatori sono riusciti a coinvolgere alla Holz&Bau importanti player, quali per esempio la Henelit Lackfabrik, che offre rivestimenti e utensili per il trattamento delle superfici, la Siga
ANTICIPATIO HOLZMESSE HOLZ&BAU
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Cover GmbH, con i suoi prodotti adesivi di alta qualità per involucri a tenuta d'aria, la Steico, con i suoi prodotti isolanti, la Ralmont – PTW con i suoi sigillanti, pellicole, siliconi, schiume e adesivi, come anche la Renner con i suoi compressori. Un punto di riferimento di Holz&Bau, anche quest'anno è lo stand collettivo "Schmidt´s", di oltre 600 m2, dove sono stati riuniti tutti i maggiori produttori di elettroutensili: Festool, Makita, Bosch, DeWalt, Fein, Panasonic, Lamello e Aircraft. I visitatori possono provare con mano gli utensili, direttamente allo stand. Un'altra eccellenza e novità è rappresentata dalle aziende Wera e Knipex, produttori assolutamente leader nel settore degli utensili per artigiani. Nuova è anche la partecipazione del produttore italiano MSC, con i suoi apparecchi per il riscaldamento e la deumidificazione della Master. E last but not least, sempre all'interno del padiglione "Schmidt´s" verranno presentate soluzioni intelligenti per la logistica e la gestione del magazzino. All'insegna del motto "Avvitare-collegare-riparare il legno", tre aziende leader nella fornitura di accessori per la lavorazione del legno si presentano a questa edizione della Holz&Bau 2016 di Klagenfurt con un nuovo format. In uno stand collettivo si trovano infatti affiancati il produttore tedesco di viti Heco Schrauben, di Schramberg, l' azienda tedesca Pitzl, leader nella fornitura di sistemi di collegamento per il legno, la Schachermayer, azienda produttrice di sistemi di collegamento e la Holzreparatur Austria, leader nei sistemi per la riparazione del legno. «Vediamo un grande vantaggio nel poterci presentare allo stesso cliente con un'offerta complementare, proponendo consulenze in sinergia» afferma convinto Herbert Schaffer, responsabile
vendite della Pitzl. «Il fatto di presentarci insieme, ci ha consentito di disporre di uno stand ampio e di offrire al pubblico un "pacchetto" di informazioni all'interno di un unico stand» - aggiunge Manfred Hiden, direttore vendite Heco per l'Austria. I vantaggi sono evidenti, come sottolinea Hubert Burböck, amministratore delegato della Holzreparatur Austria: "Ogni operatore che lavora il legno utilizza anche viti e altri materiali per la riparazione del legno: per questo motivo consideriamo il nostro stand collettivo un'utile integrazione dell'offerta classica. Il fatto poi di poter ottenere informazioni diversificate in un unico stand, costituisce un ulteriore vantaggio anche per il visitatore. "Consideriamo inoltre la Fiera del legno di Klagenfurt un'ottima opportunità per incontrare, oltre a esponenti dell'industria e del commercio austriaci, anche visitatori di paesi confinanti quali la Slovenia e l'Italia - concludono tutte e tre le aziende presenti in questo stand collettivo. LE NOVITÀ DI PRODOTTO Numerose saranno le novità di prodotto presentate: il carrello elevatore frontale elettrico Kalmar Modello 5-9 To. Modello ECG: grazie alla razionale riduzione dei componenti meccanici, all'impiego di nuove tecnologie AC e del nuovo sistema idraulico, viene ridotta al minimo la necessità di manutenzione. Tutto questo comporta una maggior disponibilità ed economicità del carrello elevatore, con una riduzione dei costi fino al 30%. Carrelli elevatori Baumann: Baumann è un produttore leader a livello mondiale di carrelli elevatori laterali. L'ampia gamma va dai modelli leggeri, da 3–7 Tonnellate, a trazione elettrica, ai modelli pesanti di 50 tonnellate, con motore diesel, per gli impieghi più impegnativi. I carrelli elevatori Baumann vengono utilizzati prevalentemente nell'industria del legno e dell'acciaio, così come più in generale in edilizia e possono essere adattati alle esigenze individuali. Sistemi innovativi per la logistica: un tema importante per il settore della logistica del legno è la possibilità di creare coperture per ampie superfici senza bisogno di ricorrere a puntellazioni. I sistemi della Modular Hallensysteme GmbH offrono soluzioni modulari particolarmente efficienti, economiche e flessibili. Le strutture in acciaio zincato vengono prodotte preassemblate in fabbrica (in dimensioni variabili da 8 a 80 m, senza puntellazioni) e possono essere installate in tutta Europa. I sistemi modulari per capannoni vengono montati utilizzando materiale in PVC trasparente “made in Germany”.
ANTICIPATIO_HOLZMESSE E HOLZ&BAU
Lama circolare per ragli precisi: per tagliare materiali isolanti flessibili e comprimibili come fibre di legno, di canapa, di vetro, di lana, di cocco e di cotone, fibre minerali, schiume e cellulosa. Per risolvere il problema di un procedimento faticoso con il rischio frequente di sfaldamento degli angoli e produzione di una gran quantità di polvere e di sporco, viene proposta la lama circolare Kaindl® Insucut® Kreismesser, per realizzare finalmente tagli perfetti, puliti e precisi. È utilizzabile su qualsiasi sega e verrà presentata dal vivo allo stand. Per saperne di più su questo utensile rivoluzionario: www.insucut.rketechnik.de. Investimenti sostenibili per i boschi: novità nel programma della Miller Forest Investment AG, gli specialisti in investimenti boschivi, con sede nella Germania del sud: il modello di investimento SparWALD. Con importi mensili contenuti, la società propone investimenti particolarmente adatti ad es. come pensione integrativa per gli anziani o come libretto di risparmio per bambini e nipoti. Utilizzando
alberi che crescono particolarmente in fretta, SparWALD richiede un impegno di capitale, relativamente contenuto, per 15 anni, con rientro già dopo 5 anni. L'investimento minimo è di ca. 65 Euro al mese per 0,5 ettari, la rendita prevista è del 6,5%. Il paese in cui si investe è il Paraguay. Recupero del calore: con l'innovativo "Heger Energy Booster", l'azienda Heger Edelstahl Ges.m.b.H. aiuta i propri clienti a risparmiare energia e a ridurre i costi del combustibile. L' "Energy Booster" è un impianto per il recupero del calore, che può essere applicato agli impianti di riscaldamento a biomassa, per aumentarne l'efficienza energetica. I gas di scarico, che di solito fuoriescono dalla caldaia inutilizzati, con l'Heger Energy Booster vengono riutilizzati per riscaldare l'acqua. In questo modo si ottiene un notevole effetto di recupero del calore, risparmiando combustibile in modo evidente e quantificabile. La potenza dello scambiatore di calore è pari ca. al 10% della potenza della caldaia.
CHRONICHAE KLIMAHOUSE Sonia Maritan www.fierabolzano.it/klimahouse
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Energia positiva
Da Klimahouse 2016 competenza e innovazione sono di casa e le aziende che abbracciano questo format fieristico sono entusiaste di farlo, stimolate dal territorio e dall’ente fieristico stesso che incentiva gli espositori a migliorare continuamente l'offerta dei prodotti e la presentazione dell'azienda stessa. WM ne ha parlato con tre di loro: Riwega, Tecnosugheri e Vario Haus.
L'Alto Adige ha in Italia un ruolo di primo piano nell'utilizzo di fonti rinnovabili, nella diffusione di queste tecnologie sul proprio territorio e rappresenta oggi a livello nazionale il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. Diverse imprese locali si sono posizionate sul mercato con prodotti e tecniche innovative diventando leader di mercato. Numerosi sono i comuni altoatesini che, grazie a un mix di fonti alternative, riescono a coprire al 100% il proprio fabbisogno elettrico e termico, spesso superandolo, meritando la qualifica di 100% rinnovabile. Nel settore energetico l’Alto Adige prevede l'ottimizzazione dell'efficienza energetica e lo sfruttamento del potenziale di risparmio disponibile, limitando il consumo per abitante in Alto Adige a meno di 2.500 Watt l'anno entro il 2020: al momento le fonti di energia rinnovabile coprono già il 56% del consumo energetico di corrente e calore. Klimahouse anche nell’edizione 2016 ha messo a disposizione dell'espositore e del visitatore le competenze sviluppate in Alto Adige grazie all'offerta espositiva qualificata e assai specializzata dei suoi espositori e a un programma di conferenze pensato proprio per fornire informazioni, trasferire competenze e rispondere alle esigenze di enti locali, imprese e professionisti del settore.
Giunto alla settima edizione, il Klimahouse Trend è un’iniziativa che completa le proposte culturali di Klimahouse e che mira a valorizzare le aziende più innovative sul fronte dell’efficienza energetica in edilizia ed è rivolto alle aziende più innovative nel settore del risanamento e del risparmio energetico, sono concorsi che hanno lo scopo di incentivare gli espositori a migliorare continuamente l'offerta dei prodotti e la presentazione dell'azienda stessa. Novità di quest’anno, la formula 6+1: oltre ai consueti 6 premi indirizzati ai prodotti e ai sistemi presenti in fiera, è stata assegnata la “Klimahouse Trend Targa Vitruvio” a una costruzione realizzata nella Provincia di Milano altamente performante grazie a soluzioni impiantistiche di ultima generazione. I numeri danno un’idea del successo di questo format fieristico: 460 espositori su 25.000 mq di area espositiva, 160 giornalisti accreditati e 37.500 visitatori (16% dall’Alto Adige - 18% dal Trentino 25% dal Veneto - 16% dalla Lombardia). Noi di WebandMagazine abbiamo scelto tre espositori che ci illustrano la loro realtà e che si caratterizzano con tre proposte diverse così da restituire visuali differenti secondo l'ambito trattato.
CHRONICHAE_KLIMAHOUSE
RIWEGA: il tetto è un investimento www.riwega.com
È giunta al diciottesimo anno la collaborazione tra i fondatori di Riwega: Werner Rizzi e Werner Gamper. Correva l’anno 1998, in Italia veniva emessa una legge che permetteva il recupero dei tetti e dei sottotetti; quale migliore occasione per promuovere l’importanza di vivere in case sane? I due fondatori della società, cavalcando l’onda di una grande intuizione, creano il marchio Riwega, dando così inizio a una lunga storia di successo. “Da allora, l’attività commerciale Riwega ha scelto la strada della ricerca e sviluppo, con l’obiettivo di fornire soluzioni uniche e all’avanguardia, che nel tempo hanno conquistato non solo l’Italia ma anche il resto d’Europa” – racconta Werner Rizzi. “L’idea che il tetto in legno avrebbe rappresentato la soluzione del futuro si è rivelata vincente: tutto questo era già stato confermato da quanto avvenuto negli altri Paesi nord europei, con il passaggio dalla costruzione unica alla costruzione mista di laterizio e legno. Oggi possiamo parlare della “costruzione leggera” ossia la casa in legno, che sta prendendo piede anche in Italia come in tutt’Europa” – continua l’amministratore altoatesino. “Effettivamente è un settore che ha continuato a crescere anche in questi anni difficili! La scelta successiva è stata quella di unire l’attività di Riwega a quella di altri marchi che completano la gamma di proposta, creando una sinergia votata all’efficienza energetica. Abbiamo formato una squadra di consulenti tecnici specializzati in grado di informare il progettista
non solo sui nostri prodotti, ma su tutti i componenti che possono garantirgli una soluzione unica, garantita e affidabile. Dalla statica arriviamo quindi alla fisica tecnica: la statica è rappresentata dal sistema di fissaggio RoofRox fino al sistema di coibentazione e al risparmio energetico 3therm mentre Riwega si occupa di proteggere tutto questo, attraverso le membrane che rappresentano i prodotti del nostro core business. Ovviamente, per la corretta ventilazione e l’asciugatura dei tetti, ossia per fornire un lavoro a regola d’arte, è necessaria anche la produzione di sottocolmi. Giungiamo poi a un argomento che ci sta particolarmente a cuore; la sicurezza. Nascono quindi safetymania, un brand dedicato interamente alla tematica, in particolare alla linea vita permanente e Redbau, che soddisfa le esigenze della protezione provvisoria: in questo modo l’artigiano che lavora in cantiere può scegliere parapetti e attrezzature per la protezione provvisoria e non permanente: una proposta utile a livello cantieristico per chi costruisce.” Una sinergia importante tra aziende che si integrano a vicenda! “Esattamente – continua Rizzi – non dobbiamo dimenticare anche la divisione Planus, specializzata in tetti piani, proprio perché il progetto casa si sta evolvendo sempre più verso il tetto piano: terrazze, loft, sottotetti che richiedono prodotti all’avanguardia: non guaine bituminose ma membrane fatte di Eva, PVC e via dicendo.” Possiamo anche affermare che Riwega ha concorso a creare la qualità del prodotto finale e a sensibilizzare l’utente riguardo l’importanza del ‘cappello’ della casa. C’è ancora margine di miglioramento? “Di sicuro si può crescere – risponde Rizzi – basta ispirarsi a quanto accade in Svizzera, Austria, e Germania. Abbiamo sicuramente creato in Italia dei sistemi validi ma dobbiamo migliorare per rispondere all’esigenza delle diverse zone climatiche che caratterizzano il nostro bel Paese; dobbiamo realizzare dei prodotti adatti a ogni area geografica! Dobbiamo essere più bravi di altri: non ci interessa offrire al mercato prodotti che costano poco ma non sono affidabili e durevoli, non è questo il nostro obiettivo. Noi ci impegniamo in ricerca e sviluppo per garantire ai nostri clienti una copertura che duri non solo i vent’anni per cui offriamo la garanzia, ma cinquant’anni a fronte di un investimento che li impegna nella costruzione della propria abitazione!”
Lo stand di Riwega a Klimahouse 2016, nelle foto Werner Rizzi con Sonia Maritan.
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Lo stand di Tecnosugheri a Klimahouse 2016, nelle foto Giacomo Maffezzini e Andrea Dell’Orto con Sonia Maritan, ma anche una foto delle origini sia di Tecnosugheri che di Giacomo Maffezzini: appoggiato a una catasta di plance di sughero già da bambino.
TECNOSUGHERI: il benessere che si “sente www.tecnosugheri.it
Siamo allo stand di Tecnosugheri con Andrea Dell’Orto, un’azienda nata negli anni Cinquanta a Milano come produttore di blocchi di sughero tostato che veniva utilizzato per la coibentazione delle celle frigorifere. Un’origine curiosa, che ci induce a indagare quale fosse la realtà dei sugherifici e a ‘sostare’ un attimo negli Anni ’50. “A Milano c’erano in quegli anni una quindicina di sugherifici. La famiglia Maffezzini, i fondatori dell’azienda, oggi sono rappresentati dalla seconda generazione. Fino agli Anni Novanta l’attività produttiva si è svolta a Senago, dopodiché si è ritenuto più opportuno divenire importatori del semilavorato prodotto in Portogallo. Il cambio del target dal genere alimentare a quello legato alla filiera edilizia è stato dettato dai tempi. La filiera alimentare e conserviera ha cominciato a scoprire i materiali sintetici, ha abbandonato gradualmente l’uso del sughero, ma è cresciuta nel contempo la necessità di isolare e coibentare le abitazioni”. A giudicare dallo stand siete entrati un po’ anche nel mondo dell’arredo! “Il nostro tipo di sughero non contiene collanti ed è quindi insensibile ad acqua e umidità, viene lavorato con frese per realizzare oggetti e pareti decorative per uso esterno e interno e la cosa importante è la matericità e il calore che esprime, compreso il profumo grade-
vole di tostato che emana; eppure stiamo parlando di una parete funzionale, soprattutto in termini di assorbimento sonoro”. I valori di assorbimento acustico sono difficili da calcolare perché dalla progettazione all’utilizzo reale c’è un grande gap? “Innanzitutto nell’acustica bisogna distinguere il fono assorbimento e il fono isolamento. Il sughero, usato come cappotto esterno ha la caratteristica di abbattere di molto il passaggio del rumore aereo. Se, poi, lo usiamo all’interno, in particolar modo lasciato a vista, ha la capacità di essere anche un buon materiale di fono assorbimento, rompendo l’onda sonora. Se lo copro, però, perdo la superficie fonoassorbente del materiale, una superficie granulare che, nella sua espansione, diventa elastico”. Molto interessanti le qualità che esprime il sughero e quanto possa contribuire a smorzare il fenomeno della riverberazione del suono presente in un ambiente! “È un materiale molto performante, e se poi abbiniamo il sughero alla fibra di cocco con delle textures che permettono di scavare il sughero e di avere a vista anche la fibra di cocco, rivestita con dei tessuti colorati, abbiamo un’efficienza di fono assorbimento altissima, soprattutto nelle fasce di frequenza del parlato”.
CHRONICHAE_KLIMAHOUSE Durante Klimahouse abbiamo l’occasione di parlate anche con il titolare di Tecnosugheri Giacomo Maffezzini, al quale chiediamo se ci sia ancora disponibilità di sughero in Italia. “L’Italia produce il 3% del sughero mondiale e il Portogallo il 50%, per questo lavoriamo con il Portogallo. Il sughero tostato è un materiale, così lavorato, senza colle, assolutamente ecologico. Il processo di tostatura, tipico del sughero portoghese, permette al granulo di sughero di espandersi, migliorando di circa il 30% il proprio potere coibente. Questo, insieme all’insensibilità all’acqua e all’umidità fa del sughero un isolante altamente performante, sia in estate che in inverno e senza limiti temporali di durata.” Quale ritiene possa essere il futuro del sughero: arriverete anche al design? “Siamo partiti dagli impianti di refrigerazione per arrivare all’edilizia. Di cosa parleremo ancora? Adesso il dialogo con gli architetti è molto intenso e l’autenticità ecologica di questo materiale riscuote molto interesse da parte dei progettisti, ma correttamente bisogna evidenziare anche i limiti del sughero, cioè le dimensioni: un metro per mezzo metro e non oltre. Di conseguenza, tanti oggetti non possono essere prodotti.” Quali sono le fiere alle quali partecipate? “Noi abbiamo fatto una selezione di fiere all’interno del sistema Klima e partecipiamo alle edizioni che si svolgono a Como, Bolzano, Firenze. Poi per quanto riguarda i mercati esteri, essendo distributori del Gruppo Morim, abbiamo il limite dei confini nazionali, con qualche piccola richiesta negli immediati dintorni. Abbiamo fatto questa scelta nel momento in cui i nostri impianti si sono dimostrati insufficienti.”
VARIO HAUS: esperienza come sinonimo di qualità www.variohaus
La Vario Haus è rappresentata a KlimaHouse di Bolzano da Gunther Beiweber e dall’architetto Laura Galli. Un’azienda nata nel 1983, con uno stabilimento vicino a Vienna, oggi in grado di costruire una media di duecento case all’anno, grazie a impianti all’avanguardia altamente computerizzati e automatizzati. Realizzate esclusivamente case a telaio? “Esattamente, riusciamo a realizzare con questa metodologia sia case di taglio tradizionale sia edifici modernissimi” conferma Beiweber. “Ci sono poi architetture veramente d’avanguardia – aggiunge Laura Galli – non ci sono limiti alle possibilità espressive di questa tecnologia costruttiva che è molto flessibile dal punto di vista produttivo. Lavoriamo per il 90% della nostra produzione con progetti che arrivano dal cliente stesso, uno diverso dall’altro. Oggi la solidità della costruzione è il principale criterio qualitativo che viene confermato da un numero enorme di referenze, oltre quattromila, e dimostra come un’esperienza produttiva come quella di Vario Haus sia difficile da trovare.” In futuro, ritenete che possano abbreviarsi ulteriormente i tempi di cantiere? “Negli ultimi vent’anni all’estero è stato già raggiunto un livello altissimo di ottimizzazione dal progetto al cantiere. Però anche in Italia i costruttori hanno capito fino in fondo le nuove metodologie, in cui la chiave è la prefabbricazione. Questa prassi ovviamente presume l’esistenza di uno stabilimento che produca il componente già pronto per essere assemblato. Le prestazioni termiche e acustiche di questo componente sono già
fisse e certificate.” Quali sono gli spessori delle pareti prefabbricate? “Abbiamo pareti di spessore di 32 millimetri con delle prestazioni termiche di grande rilievo – risponde Beiweber– il nostro 32 può essere confrontato con un 48 millimetri delle costruzioni tradizionali ottenendo lo stesso valore di trasmittanza termica.” “Oggi – puntualizza Laura Galli – i trenta centimetri del muro tradizionale, che immaginiamo siano ante decreto legislativo sull’efficienza energetica, non sarebbero sufficienti.” Qual è il vostro mercato in Italia? “Oggi in Italia Vario Haus può contare su un mercato soddisfacente soprattutto nel campo del nuovo, con qualche intervento di sopraelevazione in cui il nostro materiale è ideale. Il mercato tradizionale negli anni di prosperità – conclude Laura Galli – è stato frequentato da operatori un poco improvvisati che, disponendo di liquidità, hanno pensato di investire nell’immobiliare. Oggi nel settore legno si sta ripetendo questo copione: sono tantissime le realtà locali, nate sul territorio italiano, che derivano ancora da una concezione puramente economica. Bisogna che le categorie di settore riescano a far capire al mercato qual è la differenza tra chi per cultura costruisce questo genere di case da decenni e chi ha una conoscenza del legno di diversa natura. Produrre una casa non vuol dire solo mettere un involucro ma mettere in opera una prassi che va dalla costruzione fino alla consegna e comporta delle criticità che, se non sono conosciute, diventano gravi. Se sul mercato ci si scontra sempre solamente sulla questione prezzo, si perde la qualità.” Lo stand di Vario Haus a Klimahouse 2016, nelle foto Gunther Beiweber e Laura Galli con Sonia Maritan.
CHRONICAE HOLZBAU FORUM VERONA
Pietro Ferrari www.forum-legno.com
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L’Italia del legno La qualità nel costruire in legno è il tema focale del quinto Forum Internazionale del Costruire in Legno, svoltosi a Villa Quaranta presso Verona l’11 marzo 2016.
Tipiche costruzioni Walser.
Sono stati Marco Lucchetti di Assolegno, Giuseppe Mosconi di Quality Building e Maurizio Piazza dell’Università di Trento i moderatori delle sessioni del Forum Internazionale del Costruire in Legno, è stato Hugo Karre di Timbertrend a portare il saluto degli organizzatori, le conclusioni dell’incontro e la chiusura dei lavori sono state affidate a Emanuele Orsini di Assolegno. Nella sessione dedicata alla costruzione in legno, Lorenzo Felder dello Studio di Architettura Lorenzo Felder di Lugano ha illustrato il percorso dell’attività edilizia in legno in Svizzera, partendo da lontano, cioè dai Walser, popolazione di origine alemanna insediatasi nell’ottavo secolo nell’Alto Vallese, maestri nell’associare il legno e la pietra nelle loro costruzioni. Dopo una lunga eclisse e un utilizzo parsimonioso del legno, soprattutto nelle aree urbane con radi esempi, soprattutto sulla scia della lezione di Frank Lloyd Wright, la consapevolezza ecologica seguita agli anni Ottanta riporta in auge il costruire in legno, subito assecondato da una evoluzione tecnologica e materica che porta la Svizzera in primo
piano, nelle diverse aree linguistiche, nel costruire in legno. Quasi subito la cultura costruttiva svizzera si evolve in senso molto moderno e si allontana dalle modalità tradizionali, ne sono un esempio casa Montarina a Lugano, la scuola Steiner a Crissier nel Valllese e le abitazioni in Badenerstrasse a Zurigo Marco Spinello di Federlegno-Arredo Eventi spa illustra alla platea il Rapporto Case ed Edifici in Legno 2015 realizzato dal Centro Studi FederlegnoArredo per dimensionare il mercato degli edifici a struttura in legno, residenziali e non residenziali, costruiti in Italia nel 2014 e il relativo valore di produzione. Un dato su cui riflettere, emerso dalla ricerca, è il peso sul totale della nuova edilizia residenziale a livello nazionale, nel 2014, del costruire in legno che è pari al 6,4 per cento, ovvero una abitazione su sedici è costruita in legno. Il rapporto non ha mancato di sottolineare un aspetto per nulla secondario per tutto il settore, ovvero il ruolo da protagonista che ha giocato il legno durante l’Expo di Milano visitato da milioni di persone.
L'hotel Tanzer a Issengo di Rubner Haus.
LA QUALITÀ ALLA BASE DELLA DURABILITÀ
È stato Ruben Erlacher dello studio di architettura omonimo con sede a Varna ad aprire la seconda sessione del forum, quella dedicata alla qualità del costruire: la qualità della posa in opera e i problemi legati all’umidità e ai ponti termici sono stati presi in esame in maniera approfondita in una disamina approfondita che ha individuate nell’eliminazione dei ponti termici, nell’isolamento termico corretto, nella corretta progettazione e nella buona tenuta all’aria le chiavi per una struttura senza problemi. Domenico Pepe di Pepe+partner di Pordenone ha svolto il tema correlato con la relazione preceden-
La ex-Officina Scaglietti un lavoro di Franco Piva.
CHRONICAE_HOLZBAU FORUM VERONA
Il Moxy Hotel di Malpensa realizzato da Wood Beton.
te della tenuta all’aria e della trasmissione per convezione del vapore negli edifici in legno. In particolare la verifica tramite Blower Door Test è stata individuata come una risposta adeguata a un requisito tecnico indispensabile per gli edifici in legno, da un lato per ridurre le dispersioni energetiche e dall’altro per garantire la salubrità degli ambienti interni e la durabilità delle costruzioni. Michele Cicala di BIM Lab Project Engineering di Zevio, restando nel tema della qualità costruttiva, ha illustrato il BIM (Building Information Model) come metodo di lavoro che mira alla collaborazione e allo scambio di informazioni tra i soggetti che gravitano attorno alla costruzione, definendolo “trasparenza totale”. In questo contesto ogni attore della filiera collabora al modello apportando le proprie conoscenze e considerazioni. Il sistema è fatto in modo da evidenziare le criticità e trasmettere le informazioni in modo semplice e per quanto possibile immediato.
RIQUALIFICARE L’ESISTENTE
La riqualificazione di strutture esistenti è stato l’oggetto della terza sessione del Forum. Franco Piva della Ergodomus di Pergine Valsugana ha aperto le relazioni con la presentazione dell’ex-officina meccanica Scaglietti. La vecchia struttura industriale, ormai inglobata nel centro di Modena, era
in disuso da parecchio tempo e la copertura era crollata. L’immobile esistente è stato però mantenuto con i suoi elementi tipologici di capannone artigianale degli anni Cinquanta. L’aspetto, forse, più importante di tutto il lavoro è rappresentato dal fatto che tutti gli aspetti progettuali legati al legno sono stati realizzati dallo stesso studio. Alla conclusione di tutto l’iter sono stati forniti al centro taglio i piani di montaggio e i dati per le macchine da taglio cnc grazie alle funzionalità del software utilizzato, in questo caso HSB. Simone Seddio di Pigreco Progetti di Busto Arsizio ha illustrati il Protocollo Casa21, ovvero il progetto culturale di riferimento sostenibile che riunisce sinergicamente le nuove soluzioni per la riqualificaL'Aqualux Hotel spa di Bardolino dello Studio Garner&Berger.
Il Waldhotel di Burgenstock un lavoro dello Studio Matteo Thun.
zione edilizia in regime di risparmio e contenimento energetico, bioarchitettura e rispetto ambientale per la qualità della vita, la salute e il comfort abitativo, per l’auto sussistenza, per il risparmio di suolo, del territorio e il rispetto del diritto al suolo non cementificato. È stato illustrato da Seddio il restauro e il risanamento conservativo del Podere Tribbioli in piena conformità con le prassi del Protocollo 21. Due alberghi, l’Hotel Tanzer di Issengo e l’Hotel Petrus di Riscone, entrambi in Alto Adige, sono stati i protagonisti dell’esposizione di Norbert Rauch di Rubner Haus spa di Chienes. Altissima efficienza termica e tempi di realizzazione della sopraelevazione di un mese e mezzo sono stati alcuni dei punti di forza nel primo caso, mentre nel secondo caso, oltre ai tre mesi di tempo per la realizzazione dell’ampliamento va sottolineata la straordinaria valenza anticalpestio del solaio di legno massiccio.
IL LEGNO PER IL BENESSERE
Gerhard Schnell dello studio Matteo Thun ha aperto l’ultima sessione con due realizzazioni di notevole rilievo. In corso di costruzione in Svizzera il Waldhotel Healthy Living di Burgenstock, un albergo clinica di lusso con i più moderni standard della medicina. Qui la cura medica si associa con l’ambiente e con il benefico effetto del legno. In fase di realizzazione (2016-2019) il Waldkrankenhaus di Eisenberg è l’ospedale ortopedico dell’università di Jena: il nuovo edificio per la degenza e gli interventi connessi a esso dovranno trasformare il centro ospedaliero in un centro di salute con un carattere alberghiero con un alto livello di sostenibilità e di efficienza energetica. Il concetto di “Hospitecture”, comune a queste due strutture, mette insieme la cura del paziente e l’idea di ospitalità, creando un’architettura innovativa e semplice che accompagna il processo di cura. Reduce dallo straordinario e meritato successo dell’Albero della Vita di Expo 2015, Giovanni Spatti di Wood Beton ha presentato il Moxy Hotel di Malpensa. Una storia che parte da lontano: dalla
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costituzione della WB Factory di Corzano (Bs) da parte di Vastint Hospitality con la collaborazione di Wood Beton spa per la produzione di strutture basate su logiche innovative come la creazione di moduli tridimensionali con struttura in XLam con finiture e impianti già integrati. Il campo operativo era la costruzione di alberghi con tempi di realizzazione limitati ma di qualità elevata. La prima occasione di mettere in opera il nuovo sistema costruttivo e stata proprio in Italia, in un lotto all’interno del Terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa, si tratta del primo albergo low cost di una lunga serie di pertinenza della catena Marriott. L’albergo ha una struttura portante in X-Lam in cui l’utilizzo del materiale è stato potenziato al massimo con connessioni e combinazioni particolarmente studiate, hanno trovato un pratico utilizzo anche i moduli tridimensionali, una sorta di implementazione tecnica delle cellule bagno con struttura in X-lam che Wood Beton già produceva e proponeva sul mercato con il nome commerciale di Hot&Cold. Restando in qualche modo in albergo, Lino Rama di Rama Architettura di Bardolino (Vr) ha presentato il progetto di Aqualux Hotel Suite e Terme tutto incentrato sulla volontà di realizzare un complesso alberghiero basato sulla sostenibilità ambientale e sul risparmio energetico. I 27.800 metri quadrati dell’edificio fuori terra sono stati realizzati con una struttura portante prefabbricata in legno con tecnologia X-Lam e compensato impiallacciato tipo Kerto. L’intero edificio è realizzato con una struttura portante in legno proveniente da coltivazioni certificate e rivestita con pannelli isolanti naturali, tutte le coperture sono tetti verdi che consentono una migliore gestione climatica. All’edificio è stata rilasciata (primo albergo al di fuori della provincia di Bolzano) la certificazione ClimaHotel ed è stato conferito il CasaClima Award 2015 per aver saputo coniugare
in modo esemplare i criteri di efficienza energetica e sostenibilità ambientale con un’elevata qualità architettonica. L’Aqualux Hotel Suite e Terme è stato presentato, dal punto di vista dei progettisti e degli ingegneri strutturali, da Andreas Berger, Jens Hacketal e Arno Gardner dello Studio Garner & Berger. Notevole in questa struttura, divisa in quattro lotti, la stretta collaborazione tra l’architetto e i responsabili della pianificazione e della statica.
UN APPUNTAMENTO RIGOROSO E TECNICAMENTE ELEVATO
Anche quest’anno il Forum Legno Edilizia Italia ha confermato la sua validità come momento convegnistico ed espositivo, nell’articolo seguente “racconteremo” le proposte di alcuni espositori tra quelli
presenti ai desk, posizionati attorno alla grande sala convegni che non è mai stata men che affollata. Possiamo dire, a onore degli organizzatori, che l ‘appuntamento a Villa Quaranta continua a non sfigurare di fronte ai momenti congressuali di Garmisch-Partenkirchen, di Lione e a tutti gli altri incontri del sistema Forum Holz-Bau pur in un momento che continua a essere difficile per l’edilizia. Pur attribuendo alle costruzioni in legno numeri migliori, come evidenziano i dati presentati da Federlegno-Arredo, il cammino è ancora lungo e bene ha fatto Hugo Karre a focalizzare l’attenzione sul tema della qualità nel costruire in legno.
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L'innovazione continua
Una passeggiata tra gli stand del Forum di Verona tra presenze commerciali e innovazione tecnologica. Nel corso del Forum Legno di Verona, abbiamo avuto l'opportunità di intervistare alcuni degli espositori presenti nelle aree espositive collaterali alla sala convegni, qui di seguito riportiamo le storie di ricerca e innovazione che ci hanno raccontato.
PER ANDARE IN ALTO www.makbuilding.eu
Pietro Ferrari con Federico Marino.
“Noi siamo gli esclusivisti di Stora Enso - ci dice Federico Marino di MAK building - e lavoriamo su tutto il territorio italiano. Abbiamo fatto diversi lavori negli ultimi anni, tra cui il gruppo di edifici di via Cenni a Milano, la nostra specializzazione sugli edifici multipiano ci ha portato alla realizzazione, col nostro partner di zona, dell’hotel più alto in Europa, realizzato chiaramente in X-Lam, attualmente stiamo effettuando la fornitura per un progetto di social housing a Firenze: Casa Spa è composta da 24 alloggi a prezzi calmierati, nasce come social housing e sta riscontrando una risonanza molto
importante che non ci aspettavamo in questi termini. Questi edifici sono tutti esempi eloquenti delle straordinarie potenzialità dei prodotti che noi commercializziamo Noi ci occupiamo, infatti, della distribuzione del pannello CLT in tutto il territorio italiano e lavoriamo con partner dislocati nelle varie regioni, chiaramente noi forniamo esclusivamente il pannello e il solaio, sono i nostri partner che si occupano della messa in opera del prodotto. Quello utilizzato in via Cenni, per esempio, è un prodotto altamente ingegnerizzato: CLT Stora Enso è il risultato di uno studio tecnico ben dettagliato del prodotto che permette poi tempi velocissimi di messa in opera: per realizzare le quattro torri a nove piani di via Cenni la struttura portante ha visto la messa in opera del prodotto in soli sei mesi. 124 appartamenti in soli sei mesi sono sicuramente un risultato irraggiungibile dal punto di vista delle costruzioni in tutti i contesti internazionali, perché un cantiere del genere è stato realizzato in un anno e cinque mesi ma avrebbe richiesto con metodologie tradizionali almeno tre anni. Dal punto di vista della velocità di realizzazione e di messa in opera questo prodotto non ha eguali. Prestazionalmente parlando è il prodotto del futuro, è un prodotto green, è un prodotto a risparmio energetico ed è un prodotto che sicuramente sta registrando un grosso successo”. Pietro Ferrari - Per l’Hotel Nautilus è in fase conclusiva il cantiere? Federico Marino - “L’hotel Nautilus è stato realizzato in sei mesi e mezzo, partendo dall’area del vecchio albergo demolito. Il primo pannello CLT è arrivato in cantiere il primo di ottobre e l’ultimo piano è stato concluso l’11 di dicembre, in due mesi sono stati montati sette piani. L’investimento dell’hotel Nautilus è stato effettuato da un grosso tour operator, Eden Viaggi, ed è il progetto pilota di un operatore turistico che ha sposato il legno. Il lavoro di Firenze ha una collocazione diversa: due edifici, uno a quattro piani e uno a sei piani (si sta parlando comunque di strutture multipiano importanti). Un po’ meno d’impatto rispetto a via Cenni, però la cosa sicuramente che ci sta regalando molta visibilità è che tutti questi progetti di cui abbiamo parlato sono stati realizzati in centro città, sia a Milano, sia a Pesaro, sia a Firenze”. “Ma la creatività non si ferma, un prodotto, pre-
sentato al Forum di Verona, è il Kielstieg: basato sulla chiglia delle navi permette di realizzare luci molto ampie con un peso relativo molto basso. Si tratta della realizzazione di un’azienda austriaca molto vicina alle unità produttive di Stora Enso in Austria, un prodotto anche questo orientato al futuro. Con un grosso potenziale come l’X-Lam”.
IL SISTEMA SHERPA it.sherpa-connector.com
"Connesso da Sherpa" è il claim di questo produttore di ferramenta per la carpenteria che incontriamo al Forum Veronese, è Andreas Dietz, direttore vendite di Sherpa Europe a scambiare con noi qualche parola. Pietro Ferrari - Questo sistema rappresenta un’innovazione per le strutture in legno? Andreas Dietz - “Si tratta di un prodotto di ferramenta per realizzare grandi carichi legno su legno, già molto affermato in termini di riscontro commerciale. È ideale per grandi carichi e viene utilizzato per la realizzazione di grandi strutture. Sherpa è il nome dell’azienda che si trova vicino a Graz, in Italia abbiamo diversi distributori”. Pietro Ferrari - Trovate il mercato italiano migliore rispetto al passato? Andreas Diez - “Certamente il mercato delle costruzioni in legno in Italia è notevolmente migliorato. Lavoriamo in Italia prevalentemete a Nord e adesso sta crescendo verso il Sud. Oggi siamo presenti in tutto il mondo, quella che noi proponiamo è una soluzione brevettata e certificata come tutti i nostri prodotti”.
Pietro Ferrari con Andreas Dietz.
L'ISOLAMENTO ECOSOSTENIBILE
www.steico.com “Siamo presenti in Francia e in Polonia e la nostra sede operativa è in Germania” - ci spiega Luis Mitterer che da Varna rappresenta uno dei più grandi gruppi internazionali presente nel settore delle costruzioni in legno - “operiamo nel campo delle strutture in legno, proponendo cappotti termici e sistemi e concetti per isolamenti ecologici. Con queste linee di prodotto siamo presenti in Italia da vent’anni circa”. Pietro Ferrari - Parliamo di prodotti ecosostenibili ? Luis Mitterer - “Per l’isolamento utilizziamo fibre di legno per il cappotto, per i solai, per le case nel loro complesso. Parliamo di pavimenti, di pareti, di tetti e di solai ma anche di strutture. Nel settembre scorso la nostra casa madre ha realizzato un grandissimo impianto a Danzica dove vengono realizzati prodotti speciali per la costruzione, principalmente un prodotto laminato che potrebbe sostituire il legno lamellare per strutture snelle. Viene realizzato con un procedimento di pressatura utilizzando colle ecologiche, sono disponibili linee per pannelli, per strutture, per pali, per spigoli, è un prodotto che ha grandi potenzialità nel futuro. Steico LVL ha già il grosso vantaggio della portata che lo rende idoneo anche a sostituire la trave in acciaio e che gli permette di sostituire per certe sezioni il cemento armato. Grazie alla sua grande portata è un prodotto ideale per strutture snelle. Della famiglia fanno parte anche prodotti per l'isolamento in fibra di legno che viene pressata senza l'utilizzo di sostanze chimiche per l’isolamento termico e acustico caratterizzate da ridotta massa e Con Helmut Steinmassl allo stand di Wiehag. grande compattezza. Protex, in Italia si spende di più per il caldo”.
L'ARTE DEL COSTRUIRE IN LEGNO
www.wiehag.com Una presenza significativa al Forum delle Costruzioni in Legno di Verona è WieHag, una realtà di primo piano nelle costruzioni in legno: Parliamo un pò di Wiehag e della sua mission aziendale? domandiamo. “Siamo un produttore austriaco” - ci risponde Hemut Steinmassl, direttore vendite internazionali - “e siamo leader nel mercato europeo per la grandi strutture e per le grandi luci”. Una delle cose più belle viste a Garmisch sono le torri di legno nei parchi principalmente in Germania, osserviamo. “Abbiamo già realizzato quattro torri in diverse forme, sempre in larice siberiano” - commenta Steinmassl - “noi usiamo il larice per le strutture esterne, invece per capannoni industriali e piscine coperte o strutture affini usiamo l’abete che copre il novanta per cento della nostra produzione, mentre il larice viene utilizzato per strutture esterne, per esempio ponti o strutture nei parchi, come torri panoramiche. Nelle strutture utilizziamo l’abete lamellare, con lamelle di quaranta millimetri incollate, del lamellare siamo anche produttori. Il larice e, in generale il segato, lo acquistiamo dalle segherie. Siamo specializzati anche in strutture estrerne. Recentemente è stato realizzato a Londra un progetto di Norman Foster, abbiamo sviluppato una copertura lunga trecento metri nel centro della città. Siamo presenti in tanti mercati in Europa, sia in aree verdi sia in aree urbane perché il legno sta entrando sempre più nel cuore delle città”.
CHRONICAE_HOLZBAU FORUM VERONA
Wiehag - Mitterer (steico).
“I nostri prodotti” - continua Steinmassl - “sono sempre progetti particolari di grande valenza architettonica, però produciamo anche strutture/travi standard. Siamo conosciuti in tutto il mondo sulle grandi strutture. Sviluppiamo e progettiamo, costruiamo e montiamo in base al progetto di un architetto”. “In Italia il costruire in legno negli ultimi anni” - conclude Helmut Steinmassl “è diventato molto vivace rispetto ad anni prima in cui eravamo nel Paese del cemento e non si usciva da lì. Speriamo che il legno venga utilizzato nel modo migliore: d’accordo costruire in legno ma in modo qualitativo, altrimenti gettiamo al vento le opportunità che ci si offrono”.
LA PASSIONE PER IL LEGNO
www.iavaronelegnami.it “Noi siamo presenti al Forum per il terzo anno” - ci dice l'Area Marketing Sergio Iavarone di Iavarone Industria Legnami - “e siamo presenti con un prodotto particolare: il larice siberiano”. Quali sono gli utilizzi del larice siberiano? “Il larice siberiano oggi è il nostro principale prodotto su cui siamo molto competenti e siamo in grado di proporlo nelle diverse applicazione customizzato per le esigenze del cliente, quindi in tutti i tipi di dimensione e lunghezza, anche in finger joint bilama, trilama certificato. Questo gruppo di prodotti viene molto apprezzato sia per usi interni sia per usi esterni. Stiamo parlando, ovviamente, di un larice certificato che va bene per l’utilizzo esterno ma molto bene anche per l’interno, per i pavimenti o anche per componenti di rivestimenti”. Stiamo parlando, quindi, di un prodotto molto avanzato nella lavorazione? domandiamo “Noi forniamo il semilavorato su profili standard però, su richiesta speciale del cliente, possiamo anche realizzare un profilo customizzato e andare incontro alla sua richiesta specifica sia per sezione sia per qualità, processo in cui noi facciamo anche il lavoro di selezione in base all’uso finale. Si tratta di un prodotto versatile che dà grandissime garanzie dal punto di vista della resistenza, della durabilità e la cosa che a noi piace tantissimo è che, come pavimento e rivestimento esterno, più il tempo passa più il larice diventa bello, assume un colore rosso scuro sempre più piacevole”. Voi lavorare su scala nazionale o anche sulle esportazioni? “Noi attualmente” - ci dice Sergio Iavarone - “lavoriamo principalmente sul mercato nazionale, abbiamo però anche delle collaborazioni in tutta Europa, partnership che vanno dal Portogallo e Spagna, al Nordeuropa e all’Est in Austria dove il nostro prodotto viene apprezzato”. Lavorate anche nella fase progettuale? “In questo caso noi portiamo a termine la semplice formitura, poi c’è un’azienda partner che ha sede sempre a Calitri la quale, se il cliente vuole approfondire la fase della progettazione della fornitura e della posa in opera, può senza dubbio esaudire, assieme a noi, ogni richiesta”. Dalla scelta del tronco fino alla costruzione finale nel corso degli anni, Iavarone Industria Legnami, alla quinta generazione continua a proporre innovazione e nuovi utilizzi del legno.
Sergio Javarone con Pietro Ferrari.
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Amore per il legno!
Protezione e bellezza all’ interno e all’ esterno Cicli Holzfreund all’Acqua, una serie di impregnanti e finiture per la protezione e la bellezza degli infissi esterni e Cicli Retron bicomponenti all’Acqua fondi e finiture per mobili domestici, garantiscono resistenza all’umidità, durezza superficiale, elevata aderenza e un alto livello estetico cromatico. I cicli di trattamento Holzfreund, per serramenti esterni, e Retron, per mobili domestici, hanno ottenuto la certificazione Catas Quality Award. interno
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esterno
PROIECTUM HOTEL NAUTILUS Monica Zani nautiluspesaro.edenhotels.it
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Nautilus: l'hotel in legno più alto d’Europa Il legno batte un nuovo record, in attesa di ulteriori traguardi.
Costruito utilizzando le ultime tecniche di bioedilizia per rispettare i più severi standard di ecosostenibilità, l'Hotel Nautilus, la cui inaugurazione è prevista nella prossima primavera, si affaccia sulla spiaggia di Pesaro, a pochi passi dal centro storico ed è l’ultima sfida di Nardo Filippetti, fondatore di Eden Viaggi, per rinnovare l’offerta turistica della
Riviera Adriatica nel segno della sostenibilità. Nautilus Pesaro fa parte di Eden Hotels & Resorts, la catena di Eden Viaggi che raccoglie 8 strutture sul territorio italiano Con 28 metri di altezza suddivisi in 7 piani è la struttura ricettiva in legno più alta d’Europa, pensata per le esigenze di un turismo familiare. Si tratta di
PROIECTUM_HOTEL NAUTILUS
un progetto innovativo, curato da Attilio Marchetti Rossi, conosciuto nel settore come l’ingegnere del legno, dall’architetto Marco Gaudenzi e dall’interior designer Roberto Garbugli, caratterizzato da elevati standard di sostenibilità e risparmio energetico, e dall'utilizzo di materiali naturali provenienti dal territorio, come il legno di recupero con cui
sono stati realizzati il bancone della reception, le tavole che nei corridoi segnano le porte delle camere, nonché le testiere dei letti e i comodini delle stanze Superior. I principi della bioarchitettura si fondono con uno stile atipico, che evoca forme caratteristiche e colori tenui della parte adriatica del Mar
PROIECTUM HOTEL NAUTILUS
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Sistema costruttivo Superficie Altezza Piani Legno utilizzato Trasporti speciali Connessioni speciali in acciaio Viti speciali Riduzione CO2 Resistenza sismica magnitudo Durata lavori posa struttura in legno Progetto Progettazione strutturale Interior design Fornitura struttura legno
CLT (Xlam) 2.458,00 m2 28,00 mt. 7 788,00 m3 15 4.600 239.000 800 tonnellate 8 2 mesi Arch. Marco Gaudenzi Ing. Attilio Marchetti Rossi Designer Roberto Garbugli CENTROLEGNO Fano
Mediterraneo, non solo nelle camere ma anche nelle aree comuni. L’attenzione all’utilizzo di fonti rinnovabili ha guidato anche l’installazione di due diversi impianti solari sul tetto dell’hotel: un sistema fotovoltaico e un secondo impianto termico per la produzione di acqua calda, in grado di garantire il 60% del fabbisogno dell’hotel. Velocità di realizzazione e sostenibilità ambientale non sono i vantag-
gi che hanno guidato i progettisti nella scelta del legno. La struttura dell’Hotel Nautilus, infatti, potrebbe resistere a una scossa tellurica di magnitudo 8 con una oscillazione del vertice dell’edificio di appena 3 centimetri. Inoltre, malgrado sembri paradossale, un edificio in legno costruito con le tecniche adottate per il Nautilus resiste meglio agli incendi, con tempi di combustione più lunghi di
PROIECTUM_HOTEL NAUTILUS
quelli del cemento, mantenendo l’integrità strutturale anche dopo molte ore di attacco del fuoco. Alla robustezza si aggiungono poi valori di risparmio energetico particolarmente vantaggiosi, soprattutto per un Hotel che deve mantenere condizioni ideali di climatizzazione durante tutto l’anno. Il naturale potere isolante del legno, in questo caso, riduce al minimo l’utilizzo dell’aria condizionata in estate e del riscaldamento in inverno, mantenendo valori ottimali di umidità in ogni zona dell’edificio e abbattendo le spese di gestione energetica dell’hotel. La fornitura della struttura legno è di Centrolegno Fano. La struttura in legno del nuovo Hotel Nautilus è stata realizzata in soli 2 mesi per 2.458 metri quadrati, divisi su 7 piani e 28 metri di altezza: una settimana di lavoro per ogni piano da 350 metri quadrati. L’Hotel Nautilus integra nell’edificio in legno anche un corpo preesistente costruito con tecniche tradizionali, ma completamente ristrutturato per raggiungere nuovi parametri di efficienza e livelli di servizio.
PERITUS
Silvia Tedesco peritolegno@gmail.com
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La resistenza al fuoco del legno
Il legno è uno dei materiali naturali migliori in edilizia come resistenza al fuoco perché un trave di legno reagisce nei confronti del fuoco bruciando lentamente e con velocità nota. Il primo effetto del riscaldamento del legno sotto l’azione del fuoco è la progressiva perdita della sua umidità che, viene completamente eliminata al superamento dei cento gradi centigradi, immediatamente dopo inizia l’insieme di fenomeni di degradazione del legno che portano alla combustione. Al contrario dell’opinione comune e differentemente da altri materiali, una trave di legno massiccio reagisce nei confronti del fuoco (opponendosi mediante lo strato superficiale di carbonio) brucia lentamente e con velocità conosciuta, non collassa improvvisamente come succede ad esempio con l’acciaio. Può sembrare una contraddizione, ma il punto debole delle strutture in legno nei casi di incendio può essere proprio la presenza di protesi in acciaio non protette. I collegamenti in acciaio rappresentano il vero punto di debolezza di una struttura lignea esposta al fuoco, questo perché trasmettono il calore anche all’interno della massa lignea e sono caratterizzati da una repentina caduta delle proprietà meccaniche alle alte temperature. DEFINIZIONE DI RESISTENZA AL FUOCO È l’attitudine a mantenere capacità portante sotto l’azione diretta del fuoco, per definirla si precisano i seguenti requisiti di un materiale: • “R” STABILITÀ: capacità di un elemento da
Le fotografie in questa pagina sono inerenti le prove di resistenza al fuoco su travi di abete.
costruzione di conservare la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco. • “E” TENUTA: capacità di un elemento costruttivo posto sotto l’azione del fuoco a non produrre ne lasciare passare fiamme vapori o gas caldi sul lato non esposto alla fiamma. • “I” ISOLAMENTO TERMICO: attitudine entro un determinato limite a ridurre la trasmissione del calore. SIGNIFICATO DEL SIMBOLO REI Con il simbolo REI si identifica un elemento da costruzione, che deve conservare per un tempo ben determinato, la tenuta, l’isolamento termico e la stabilità, si quantifica in minuti R15, R30, R45, R60, R90, R120 e R180, non sempre, però le prestazioni richieste si riferiscono a tutti e tre i requisiti. Il legno è un materiale combustibile, ma resiste al fuoco, perché in caso di incendio, la resistenza meccanica non è influenzata dall’aumento della temperatura nella sezione non bruciata residua, resistente ai carichi opportunamente calcolata dallo strutturista.
PERITUS
L’immagine di un capannone che ha preso fuoco e si vede chiaramente che le travi metalliche hanno colassato mentre il legno ha resistito.
Un trave di legno reagisce nei confronti del fuoco bruciando lentamente e con velocità nota. Il calore trasmesso dalla superficie verso il cuore del trave è ostacolato dalla carbonizzazione delle fibre. Un trave di legno di abete ha una velocità di penetrazione della fiamma pari a mm 0,7 al minuto, mentre un trave in rovere ha una velocità di mm 0,4 al minuto. La sua rottura avviene soltanto quando la parte della sezione non carbonizzata si riduce al di sotto della sezione residua calcolata per sostenere il carico. Le caratteristiche meccaniche delle travi in legno lamellare, se calcolate e proporzionate bene strutturalmente, non sono molto influenzate dall’esposizione alla fiamma, qualora le sezioni siano state sovradimensionate per elevare, senza l’uso di trattamenti, la classe di resistenza al fuoco. Comunque tutti gli elementi strutturali devono appartenere alla stessa classe di reazione al fuoco: • Le controventature dovrebbero essere realizzate in legno oppure con tondino rivestito. • Le connessioni metalliche e i giunti in acciaio
devono essere incassati nel legno, oppure opportunamente coperti. • Le orditure minute se hanno funzione portante devono essere ignifugate. • Gli arcarecci devono essere appoggiati all’estradosso delle travi principali, piuttosto che essere legati con scarpette. • Utile è predisporre dei camini di ventilazione per portare volutamente le fiamme all’esterno. • I termo riflettenti di alluminio puro non bruciano. Il legno, ancora una volta, si dimostra il materiale naturale migliore per la costruzione delle nostre case per le sue infinite doti, non ultima la sua ottima attitudine di resistenza al fuoco. Verificando quindi che, i sistemi metallici di collegamento e unione delle strutture lignee siano perfettamente isolati dal fuoco e progettando le strutture lignee con resistenza al fuoco REI 30, si può tranquillamente affermare che il legno è uno dei materiali naturali migliori in edilizia come resistenza al fuoco.
Silvia Tedesco Opera nel settore legno da oltre 25 anni, nello studio e nello sviluppo di nuovi prodotti, problematiche e soluzioni anche di cantiere, è formatore e relatore in corsi tecnici e di aggiornamento per operatori del settore legno. Consulente tecnico e CTU, marcature CE, DoP e prove di laboratorio. Autrice del libro " la casa ecologica " GB edizioni.
peritolegno@gmail.com • mobile +39/373 5475007
AEDIFICABO HUNDEGGER Beatrice Guidi www.hundegger.it
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Innovativa modularità
Dopo la progettazione e la realizzazione di oltre 4700 macchine arriva anche il Robot-Drive 1250, che dal know how Hundegger raccoglie tutta l’esperienza per disegnare una qualità eccellente. Si tratta dell’ultima novità in tema di innovazione per la carpenteria in legno che verrà esposta in occasione di Xylexpo al Padiglione 2 - Stand Q06 come anteprima mondiale, occasione in cui sarà possibile veder lavorare un impianto che compie la lavorazione su tutti i lati e le angolazioni del pezzo.
Robot-Drive nella versione 1250 è il più recente sviluppo nei centri di lavoro Hundegger. I vantaggi di un concetto di macchina completamente nuovo si basa sull’esperienza sviluppata dalle oltre 4700 macchine Hundegger e costituisce un modello piuttosto interessante per le aziende che operano nel settore delle costruzioni in legno. Di dimensioni compatte e con una struttura modu-
lare, il Robot-Drive offre la massima flessibilità e possibilità di lavorazioni praticamente illimitate per travature e pannelli. Il modello base, senza gruppo sega, il quale già di per se offre la possibilità di eseguire un elevato numero di lavorazioni, può essere implementato con appositi gruppi per soddisfare ogni esigenza lavorativa. Un gruppo per tutte le fasi del lavoro: questo è il principio del Robot-Drive dotato di un gruppo Robot con una potenza di 12 KW e un numero di giri regolabile in modo graduale da 0 a 12000 U/min e con un cambiautensili che si muove intorno al pezzo per lavorarlo su tutti i lati.
AEDIFICABO_HUNDEGGER
Il magazzino del cambiautensili può contenere 16 diversi utensili i quali vengono selezionati e gestiti tramite il programma di produzione Cambium di Hundegger e possono essere sostituiti in pochi secondi grazie al portautensili HSK-63. La macchina sceglie automaticamente dal magazzino l’utensile adatto a ciascuna esigenza. Nei dati identificativi degli utensili di fresatura e foratura, oltre al tipo, al diametro, alla lunghezza e alla posizione nel magazzino, viene indicato anche il numero di giri ottimale. Questo numero viene richiamato automaticamente quando si utilizza ciascun utensile.
La macchina è costruita in modo tale che il robusto gruppo Robot lavora su 6 assi permettendo così qualunque lavorazione su tutti i lati e le angolazioni del pezzo. Con le sezioni di legno più grandi non è più necessario girare il pezzo o avviare un secondo processo assicurando così una precisione assoluta. Un piano a scorrimento longitudinale sul lato di uscita fa in modo che il pezzo sia sempre bloccato evitando ogni possibile vibrazione durante la lavorazione. Questo, in combinazione all’elevato numero di giri del gruppo Robot, assicura una qualità eccellente.
AEDIFICABO KVH di Danilo Pierucci www.kvh.eu foto di Stora Enso Timber Deutschland GmbH
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La qualità è una costante misurabile
Per adempiere alle elevate esigenze degli edifici residenziali odierni riguardo la sicurezza e l’isolamento termico e acustico nascono prodotti di legno massiccio, essiccati tecnicamente con approvazione europea, come KVH®, Duobalken® e Triobalken®. Gli architetti e i committenti richiedono materiali ecologici, salubri ed estetici, che non hanno bisogno di cure speciali. I tempi di costruzione devono essere brevi, il rapporto dispendio-costo equilibrato; queste sono le esigenze che determinano i presupposti ideali per costruire con materiali in legno, essiccati tecnicamente, come il legno massiccio da costruzione KVH® e le travi lamellari Duobalken® e Triobalken®, che sono definiti con precisione meccanica, stabilità dimensionale e a basso rischio di fessurazioni. COSTRUIRE IN MODO ECOLOGICO SECONDO UN PROCESSO CONTROLLATO L’isolamento termico degli edifici richiede un costante involucro impermeabile all’aria. Tutti gli elementi costruttivi devono essere quindi preparati con precisione. Deformazioni dovute all’umidità non devono compromettere la funzione di impermeabilità all’aria dell’involucro. Grazie alla stabilità dimensionale, superiore alla norma, i prodotti moderni di legno massiccio, quali i legnami KVH® e le travi lamellari DUO/TRIO®, rendono possibile la costruzione in legno con un elevato standard di isolamento termico e quindi garantiscono il risparmio energetico: ruolo primario che l’involucro deve assolvere. L’elevata stabilità dimensionale è un altro presupposto importante garantito dal processo produttivo del legname che grazie all’utilizzo di economiche macchine a CNC, raggiungono un elevato grado di prefabbricazione. L’ESSICCAZIONE CHE GARANTISCE PROTEZIONE Quando si sceglie una casa in legno il motivo pricipale è sicuramente dato dal desiderio di vivere in un ambiente salubre. La costruzione, in particolare, con materiali in legno, essiccati tecnicamente, come il legno KVH® e il legno lamellare costituiscono un presupposto essenziale per rinunciare alla preventiva protezione KVH® con giunzioni a pettine.
chimica del legname, perché il legno essiccato tecnicamente e protetto adeguatamente dall’umidità non viene attaccato dagli insetti xilofagi. La resistenza a insetti e funghi è dimostrata, sia per spazi interni che per quelli esterni. QUALITÀ CONTROLLATA I produttori del legno KVH® si sono aggregati nella Überwachungsgemeinschaft Konstruktionsvollholz KVH e.V. (Comunità controllata del legno massiccio da costruzione) per dare una garanzia di qualità del prodotto, grazie a permanenti controlli interni e ulteriori controlli da parte di istituti indipendenti. Il legno massiccio da costruzione, preparato esclusivamente in tal modo, cioè con un controllo qualità effettuato dai membri della Überwachungsgemeinschaft Konstruktionsvollholz KVH e.V., può
AEDIFICABO_KVH
Simbolo KVH®.
essere contrassegnato con il marchio KVH®, protetto e garantito a livello internazionale. KVH® LEGNO MASSICCIO DA COSTRUZIONE (LEGNO MASSICCIO CON GIUNZIONI A PETTINE) SECONDO DIN EN 15497:2014 [3] Il legno massiccio, selezionato a vista o in modo meccanico, essiccato tecnicamente e piallato o calibrato, definito con precisione per spazi a vista e non a vista. KVH® viene offerto solitamente con giunzioni a pettine e con lunghezza di 13 metri, anche se può essere realizzato anche in lunghezze superiori su richiesta. KVH® risponde alla norma DIN EN 15497 (per legno massiccio con giunzioni a pettine), nonché la norma DIN EN 14081-1 [4] per legno massiccio privo di giunzioni a pettine.
Le travi lamellari DUO/TRIO® solitamente hanno una lunghezza di 13 metri, anche se possono essere realizzate anche in lunghezze superiori su richiesta. Le travi lamellari DUO/TRIO® vengono prodotte secondo la norma DIN EN 14080:2013 o l’approvazione tecnica generale Z. 9.1-440. Esigenze di qualità che superano la norma, p.es. alla superficie, possono essere richieste, rispettando gli accordi sulle travi lamellari DUO/TRIO® dettati dall’associazione Holzbau Deutschland (associazione dei carpentieri tedeschi). Come per il KVH®, viene controllato l’adempimento di queste ulteriori esigenze di qualità, tramite istituti indipendenti, nel quadro di controlli interni ed esterni.
Travi lamellari DUO/TRIO®
DUOBALKEN® E TRIOBALKEN® (LEGNO LAMELLARE) SECONDO LA NORMA DIN EN 14080:2013 [5] O APPROVAZIONE TECNICA GENERALE Z. 9.1-440 [6] Sezioni di legno massiccio della stessa misura, composti da due o tre elementi di legname e incollati uno sull’altro. Le lamelle sono caratterizzate normalmente da giunzioni a pettine.
COLLOQUIUM ESSETRE ITALTETTI Sonia Maritan www.essetre.com www.italtetti.com
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Il cappello su misura La tecnologia che offre Essetre a Italtetti apre la strada anche alle costruzioni in legno e, nonostante la storicità dell’azienda nella carpenteria e il tema dominante legato all’acquisto del centro di lavoro Techno PF 2T, l’incontro si amplia al legno strutturale toccando molti temi interessanti, grazie a tutti gli interlocutori che si raccolgono intorno al tavolo di Massimo Gabrieli, titolare di Italtetti ma anche di House&Co – produttrice di case in legno a telaio e X-Lam site in Busto Arsizio –, insieme a noi di Web and Magazine, Pierluigi Gambardella Sales Manager di Essetre, Ezio Cavazza responsabile commerciale di Essetre per Lombardia e Piemonte, di Italmacchine. Terminiamo poi la visita all’azienda recandoci nel capannone che accoglie il nuovo impianto meritevole di rispondere a una clientela molto più esigente.
Da sinistra a destra: Ezio Cavazzo, Sonia Maritan, Massimo Gabrieli, Pierluigi Gambardella e due collaboratori di Italtetti. In alto a destra la stessa sequenza, ma il secondo da sinistra è Pietro Ferrari. Poi alcuni momenti durante l'intervista a Massimo Gabrieli e Pierluigi Gambardella, mentre in basso a destra un momento dello scambio con i due ingegneri dell'ufficio progettazione: Andrea Diani (a sinistra) e Alessioa Veronese (a destra).
IL CENTRO DI LAVORO TECHNO PF 2T DI ESSETRE ESALTA LE POTENZIALITÀ DI ITALTETTI Ci troviamo nella sede della Italtetti di Busto Arsizio in compagnia di Pierluigi Gambardella, responsabile commerciale Italia di Essetre, il produttore di centri di lavoro basato nel Vicentino e del responsabile commerciale per Lombardia e Piemonte Ezio Cavazza, di Italmacchine. Fa gli onori di casa Massimo Gabrieli, che rappresenta la terza generazione di Italtetti, a questa azienda di carpenteria si è affiancata nel corso del tempo la House&Co. produttrice di case in legno a telaio e X-Lam. “Sono entrato in azienda quattordici anni fa – ci dice – e con mio padre siamo sempre alla ricerca
di innovazione. Al 1998 risale il primo centro di lavoro e questo è il quarto centro di lavoro che cresce via via in termini di prestazioni. Noi cercavamo di rispondere alle esigenze sempre più complesse della clientela, non solo lavorazioni particolari ma anche qualità di finitura, perché il tetto in legno sta diventando quasi un elemento d’arredo”. Questo è un tema importante per Pierluigi Gambardella che interviene “Come Essetre abbiamo quasi quarant’anni di esperienza nel settore del mobile e del serramento: abbiamo così potuto trasferire quella tecnologia sulle strutture in legno”. Essetre – commenta Pietro Ferrari, editore di Web and Magazine, che mi affianca in questa visita – ha potuto, lavorando in diversi settori, trasferire competenze e capacità prestazionali da uno all’altro, compresa una carica di innovazione che in azienda non è mai mancata! “Abbiamo sempre cercato di produrre macchina speciali e flessibili che potessero dare un aiuto ai nostri clienti – conferma Gambardella – proprio per la flessibilità che oggi richiede il mercato”. La risposta giusta a quanto il mercato richiede è la chiave vincente per ottenere risultati commerciali positivi, aggiungo io. Penso che in questo abbia poi molto peso il passaparola del cliente soddisfatto, se il vostro territorio è abbastanza circoscritto. Massimo Gabrieli riprende la parola. “Noi siamo presenti sul mercato nazionale, prevalentemente in Norditalia, siamo un’azienda strutturata prevalentemente a livello familiare e, per noi, è assolutamente necessario presidiare i cantieri direttamente per garantire servizio e qualità al cliente. Sono molti i fattori che portano alla soddisfazione del cliente: progettazione, confronto, capacità di trasferire con l’esperienza il progetto nella lavorazione e, naturalmente, la disponibilità di tecnologie vincenti. Il mio
COLLOQUIUM_ESSETRE • ITALTETTI
cliente finale deve poter contare su un servizio a 360 gradi”. In effetti, anche se le macchine sono più immediate e intuitive da utilizzare, è necessario comunque che dietro ci sia un buon progetto e la capacità di tradurlo in realtà. “E c’è anche l’esperienza di tre generazioni nella gestione dell’azienda e una squadra di 24 collaboratori di primo livello”. Completa la frase Massimo Gabrieli, a cui chiediamo come sia cambiata la gestione del progetto dai tempi in cui si disegnava manualmente rispetto a oggi, in cui la macchina è la protagonista principale. “Disponiamo anche di programmi di disegno per cui la struttura in legno può essere progettata e calcolata con maggior precisione, minor fatica e ridotto tempo di lavoro. La cosa più emozionante è però passare dal disegno, grazie alla tecnologia, al linguaggio della macchina in automatico”.
COLLOQUIUM ESSETRE ITALTETTI
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Il reparto produttivo di Italtetti con la nuova Techno PF 2T di Essetre. Nella pagina successiva i travi pronti per la consegna e infine Sonia Maritan con uno dei due fondatori di Italtetti e poi mentre parla dell'impianto con Pierluigi Gambardella.
Alla successiva domanda che riguarda l’evoluzione dell’interfaccia tra software e centro di lavoro, Pierluigi Gambardella precisa che in Italia i software che vengono utilizzati per i centri di lavoro sono quelli noti al settore e si contano sulle dita di una mano e Massimo Gabrieli ci dice con soddisfazione quale sia quello scelto da loro. “Noi abbiamo a bordo macchina un’interfaccia dedicato, utilizziamo Sema da quindici anni. Stiamo lavorando molto nella realizzazione di sopralzi in legno, volumi aggiuntivi, sopralzi tecnici che noi realizziamo per una committenza privata. Ogni lavoro è realizzato su misura e il software ha un ruolo molto importante”. Mentre supponiamo che questa possa essere una richiesta generalizzata, che riguarda anche altre zone, Pierluigi Gambardella fa una precisazione. “Italtetti è molto forte nel ‘su misura’: a differenza dei concorrenti, che possono essere austriaci, tedeschi e quant’altro che lavorano solo sul prodotto standard, loro sono in grado di rispondere alle esigenze del mercato italiano che è molto più fantasioso, dando il valore aggiunto del pezzo customizzato. Questo, in effetti, è molto simile al modo di lavorare di Essetre: costruire macchine su misura, flessibili, per consentire al cliente di proporre il suo prodotto”. Pietro Ferrari, veterano di case history nel settore e appassionato delle evoluzioni tecnologiche che portano aziende come Essetre afferma che c’è una grande modularità nelle macchine di Essetre ed è questa a permettere di costruire strumenti studiati per il cliente, senza caricarli di costi.
MATERIALI IN EVOLUZIONE Cambiamo tema perché evidenzio che dall’inizio dell’attività di Italtetti è cambiato anche il materiale! “È vero – conferma Massimo Gabrieli – però noi abbiamo portato avanti anche la tradizione della segheria: abbiamo un piccolo impianto di sega tronchi con cui seghiamo il massiccio, che è rimasto un mercato di nicchia, però è ancora richiesto. Noi seghiamo solo abete o larice”. Che cosa cambia sul prodotto declinato in legno massiccio rispetto quello lamellare? “Se un operatore conosce bene il legno, il tetto in lamellare non lo farà mai, perché si vede che è un materiale finto, fatto con un procedimento che certo ci dà la garanzia
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che non si piega, che non si svirgola, che non si crepa, ma diverso. È vero che mi dà la garanzia che dovrebbe essere stato già controllato da chi l’ha prodotto, ma è anche vero che il legno, secondo me, deve nascere tronco, e non dico morire tronco ma essere lavorato il meno possibile e non subire inquinamenti da prodotti chimici di qualsiasi genere. Credo che il cliente finale dovrebbe imparare a tollerare qualche difetto presente nel legno naturale per apprezzarne la naturalezza. Si cerca però attualmente una qualità estetica apparente, senza preoccuparsi di sapere cosa c’è dentro un manufatto. Noi abbiamo la marcatura CE sul legno massello e siamo un centro di trasformazione per il legno lamellare, ma alla fine la responsabilità dobbiamo comunque prendercela noi, lavorandolo fino al compimento del manufatto e della posa in opera. Anche se ovviamente ci serviamo di aziende serie e storiche”. Qual è il risultato che si vuole ottenere a opera compiuta? “La tendenza negli ultimi due, tre anni è quella di andare su un tetto che è sempre più simile a un tetto in muratura, magari lasciando a vista solo la trave principale: ultimamente c’è la propensione a coprire il legno. Il tetto sempre più spesso viene reso abitabile, esattamente come qualunque altro livello dell’abitazione, dunque si tende a utilizzare materiali che riducano più possibile la manutenzione. Chi, invece, vuole il legno a vista opta per finiture particolari: sbiancato, decapato, spazzolato e via dicendo. Quando ha iniziato questa attività mio nonno il tetto era il cappello della casa, non c’erano particolari esigenze, poi negli anni il sottotetto è sempre stato utilizzato a mansarda, oggi il tetto è abitabile e rappresenta un vero e proprio piano”.
MACCHINE PER TUTTI GLI USI RICHIESTI Siamo curiosi di sapere qualcosa anche di House&Co, anche rispetto alla tecnologia proposta da Essetre di cui chiediamo a Pierluigi Gambardella se sia utilizzabile anche per strutture complete. “Sì, abbiamo fatto delle macchine per le pareti, come il modello Multiwall che è in grado di lavorare pareti X-Lam, pareti a telaio, travi di grandi dimensioni,
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travi curve, lavorazioni speciali e pannelli SIPS. È l’unica macchina sul mercato in grado di garantire questa flessibilità grazie al banco multifunzione e alla testa a 5 assi con cambio utensili: fresatura, squadratura, taglio delle finestre e porte e foratura. Va fatta una premessa: il mercato italiano è abbastanza indecifrabile, non si capisce ancora se voglia andare sulla casa a telaio o sulla casa X-Lam, mentre in Francia e in Germania il 70-80% di costruzioni è a telaio. Il cliente Essetre è in grado quindi di proporre al cliente le due soluzioni, grazie a un banco flessibile dove è possibile comporre il telaio”. Quali sono le principali funzioni del piano di lavoro? “Il piano brevettato Multiwall consente la composizione della parete a telaio con pistoni pneumatici di riferimento e squadratura, il ribaltamento automatico della parete in un unico sistema in tutta sicurezza e con ingombri molto limitati ed è attrezzato con ventose
flessibili per il bloccaggio di piccoli pezzi e lavorazioni speciali”. A volte, mixare queste due tecnologie può rappresentare la soluzione ideale, e questo impianto non impone un’unica strada! Immagino che la seconda azienda sia nata per rispondere alle richieste del mercato, che da anni segnalano una crescita del legno in edilizia. “House&Co. è nata nel 2015 a fronte di una grande richiesta di strutture in legno ed era abbastanza ridicolo chiamarci Italtetti e costruire case. La nostra clientela è costituita da imprese edili e succedeva di fare concorrenza ai nostri clienti. Abbiamo quindi distinto le due società”. Ci risponde Massimo Gabrieli. Italtetti e House&Co. dispongono a monte di un ufficio di progettazione e a valle di squadre di montatori che mettono in opera i componenti in legno fino alla consegna al cliente: chiediamo quindi quali siano i tempi di progettazione e di cantiere. “Indicativamente un paio di mesi per la progettazione e la realizzazione dei materiali, nel caso di progetti un po’ particolari, e generalmente da quando l’impresa ci consegna la platea passano dai quattro ai cinque mesi, chiavi in mano. Stiamo parlando ovviamente di case importanti, di una committenza costituita al 99% da privati e giovane di età”. I giovani hanno una forte sensibilità verso il tema dell’ecosostenibilità! “La clientela – aggiunge Massimo Gabrieli – è acquisita sostanzialmente attraverso il passaparola e si limita al residenziale, ma costituisce comunque un dato significativo”. VISITA AI REPARTI PRODUTTIVI Nel reparto produttivo, Massimo Gabrieli ci illustra il lay out. “Io potrei partire dal tronco per arrivare alla casa finita. Il piccolo reparto di segheria è
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costituito da un impianto di Artiglio con sega tronchi, refilatrice e un piccolo refendino, mentre la spazzolatrice e l’impregnatrice sono della Sarmax. La lavorazione specializzata viene effettuata con il centro di lavoro Techno PF 2T di Essetre, questo, ad esempio, è uno smusso ribassato molto particolare con scanalature interne, lavorate su tutte e due le facce ed è lamellare di abete”. Osserviamo che sia complessa anche la movimentazione dei manufatti che realizzano. “Lavorando negli spazi urbani vengono utilizzati dei mezzi molto particolari che consentono di operare in spazi complessi e difficili. Nel settore delle case in legno questi mezzi sono un’esigenza a cui Italtetti risponde in maniera mirata”. A questo punto compare il nonno di Massimo Gabrieli che ci racconta di fare il suo giro tutti i pomeriggi nel capannone per osservare quale lavoro sia in corso, non posso evitare di chiedergli quali fossero i suoi attrezzi di lavoro e cosa l’abbia condotto a Busto Arsizio. “Io sono partito a vent’anni, finito il militare, dall’altipiano di Asiago, e mi sono fermato qui. Avevo la passione del legno, ho cominciato con mio fratello a costruire tetti, allora si faceva tutto a mano e per fare un tetto ci volevano quattro - cinque giorni.” Il nipote precisa: “il nonno si fa le sagome a mano”. IL PROFUMO DEL LEGNO, IL FASCINO DELLA TECNOLOGIA Pierluigi Gambardella ci illustra l’impianto. “Il centro di lavoro funzionante da Italtetti è il modello Techno PF 2T composto di due teste a cinque assi con interpolazione continua, con un cambio utensili che, secondo il tipo di lavorazione, monta automaticamente l’utensile, regola la velocità ed effettua la lavorazione, dove possiamo fare travature da ottocento per quattrocento con lunghezza illimitata: abbiamo una zona di carico dove vengono caricate comodamente con un muletto le travi che vengono posizionate automaticamente sulla zona di carico. È montata una pinza di movimentazione e una pinza di chiusura all’interno della zona di lavoro che serve moltissimo anche nelle travi in massiccio che non sono del tutto diritti, garantendo di restare sempre a ridosso della zona da lavorare e di poter su essi intervenire in modo preciso. Poi ci sono lo scarico e la rulliera in uscita da cui la trave viene espulsa e posizionata su un polmone automaticamente, dove successivamente viene scaricato dal muletto. Questa macchina è molto compatta e prevede
tutti gli standard secondo le normative CE anche relativamente al discorso delle polveri. Non abbiamo bisogno di cuffie ma abbiamo in funzione un tappeto evacuatore che porta fuori tutto il materiale sia per gli sfridi sia per i trucioli pesanti, mentre per le polveri leggere vengono montati dei tubi di aspirazione per il pulviscolo. Le lavorazioni che escono dalla macchina non richiedono ulteriori rifiniture manuali, perché in automatico, viene espulso il pezzo finito, pronto per l’impregnatura: questo è il concetto della precisione e qualità di finitura delle macchine Essetre”. A questo punto chiediamo al diretto interessato cosa sia cambiato in azienda con l’arrivo di Techno PF 2T. “Dal punto di vista della finitura il miglioramento è enorme, anche a livello di incastri e lavorazioni riusciamo a seguire una clientela molto esigente. Con questa macchina facciamo dai sessanta agli ottanta pezzi finiti all’anno e più o meno dieci-dodici case finite. Numeri piuttosto interessanti tenendo conto della crisi”. L’UFFICIO PROGETTAZIONE Andrea Diani e Alessio Veronese sono gli ingegneri responsabili della progettazione delle case realizzate da House&Co. Il legno strutturale richiederebbe all’architetto una progettazione più ‘rigorosa’, ma non sono sicura che sia sufficiente questo diktat tecnico per impedire al progettista di volare con la fantasia. Alessio Veronese senza giri di parole evidenzia che sia proprio questo il nodo della questione. “Purtroppo non sempre l’architetto presenta il progetto in maniera fattibile, invece dovrebbe cambiare approccio perché progettare in legno non è come progettare in muratura”. Osserviamo che indubbiamente però costruire con il legno impone una certa rigidità rispetto a quanto si può fare con la muratura e Andrea Diani è altrettanto eloquente nella risposta. “Il bovindo lo abbiamo in catalogo, ma le pareti curve con il legno è meglio non farle. O meglio, si può fare tutto, è solo una questione di costi e di dimensioni, perché con il legno ho delle sezioni maggiori rispetto al calcestruzzo. Bisognerebbe, a monte, progettare assieme, in questo modo nascerebbe una collaborazione più proficua e quindi sfruttabile. È un problema pratico.” Penso che anche mixare i diversi materiali strutturali come acciaio, cemento e legno, costituisca una risposta interessante. “In effetti, stiamo lavorando con luci notevoli, utilizzando anche materiali diversi dal legno”. conferma Massimo Gabrieli.
CONSTRUCTIO Pietro Ferrari
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“The American way” All’ultimo Holzbau Forum di Garmisch-Partenkirchen, tecnica e progetto del costruire in legno in Nordamerica. Abbiamo riservato un articolo a parte, sul numero di maggio di Struttura Legno, per dare più spazio a un tema di grande interesse svolto durante Il Forum delle Costruzioni in Legno di GarmischPartenkirchen, quello della tecnica progettuale d’Oltreoceano: gli Stati Uniti, Paese ospite, non si sono distinti soltanto per l’eccellente banchetto offerto la sera del secondo giorno di convegno ai convenuti ma anche e soprattutto per l’alto livello tecnico dei progetti presentati e per la profondità della discussione sul costruire in Nordamerica.
Janaki Alavapati.
LE BASI DEL COSTRUIRE, L’ECONOMIA FORESTALE STATUNITENSE È stato Janaki Alavapati, decano della Scuola forestale e delle scienze naturali dell’Università di Auburn, ad aprire la sessione dedicata al Paese ospite, appunto gli Stati Uniti d’America: contrariamente a quanto potrebbe sembrare a un osservatore superficiale - ha dichiarato - “le foreste negli Stati Uniti stanno crescendo di superficie, soprattutto nel Sud, per diverse ragioni: principalmente per politiche conservazioniste e per la conversione di terre agricole marginali in foresta”. Il rapporto tra proprietà privata (58 per cento) e proprietà pubblica (42 per cento) è decisamente equilibrato. Il volume totale del legno negli Stati Uniti supera i mille miliardi di piedi cubici con una prevalenza di legni duri nel Nord e nel Sud e una prevalenza di legni di resinose nelle altre regioni. Nel Paese, il prelievo forestale per i prodotti industriali e il riscaldamento domestico ha raggiunto i 12,8 miliardi di piedi cubici. Questo rappresenta un decremento di circa il 15 per cento dal 2006. Tale declino può essere largamente attribuito alla crisi economica del 2008 e degli anni successivi. Infatti la produzione di tondame negli Stati Uniti è totalmente connessa ai consumi , la recessione del 2007-2009, determinata da una forte contrazione del mercato immobiliare ha generato a sua volta una riduzione del consumo di tondame pro capite negli Stati Uniti di circa il quaranta per cento. Benché gli Stati Uniti siano stati un leader nella produzione di tondame, la loro quota nel contesto produttivo globale si è contratta dal 28 per cento nel 1998 a meno del 17 per cento nel 2013. Sono diverse oggi le sfide che le foreste americane devono sostenere per mantenere la sostenibilità
ambientale e migliorare l’appeal commerciale dei prodotto forestali. Negli Stati Uniti, ogni anno, una media di più di 73mila incendi distrugge 7,3 milioni di acri di foreste private, statali e nazionali. La limitata comprensione da parte dei privati del corretto uso dei fuochi l’utilizzo improprio di combustibili continua a porre sfide addizionali nella lotta agli incendi. Un danno approssimativo di 120 miliardi di dollari è causato da specie invasive negli Stati Uniti: 81 milioni di acri di terre pubbliche e private sono messe a rischio da insetti e malattie, mentre è previsto che circa il 42 per cento di specie minacciate o danneggiate saranno scacciate dal loro habitar da specie invasive. Gli strumenti certificativi dello US Green Building Council (USGBC) attraverso la Leadership in Energy and Environmental Design (LEED) riconoscono solo il legno e la carta certificati dallo standard del Forest Stewardship Council (FSC). Le foreste certificate FSC arrivano solo a un quarto del totale delle foreste certificate americane, le restanti sono certificate da altri standard autorevoli: SFI, ATFS e CSA. Questo significa che il legno e la carta prodotti da circa i due terzi delle foreste certificate nordamericane non sono idonei alla certificazione LEED e gli operatori del settore edile che necessitano di una certificazione LEED devono importare legno e carta dall’estero. Un altro tema controverso è quello della forestazione intensiva: benché la totalità dei guadagni in produttività delle foreste avvengano grazie alle biotecnologie e alle pratiche silvicolturali avanzate messe in campo negli ultimi cinquant’anni e i futuri potenziali nell’utilizzare queste tecnologie e modalità innovative appaiano enormi, in futuro il consenso sociale relativo a queste pratiche continuerà a essere messo in discussione. Il futuro delle foreste americane, però, sembra presentare diverse opportunità: il legno come energia rinnovabile è sempre più utilizzato nel mercato internazionale dei pellets, viene promosso l’utilizzo del legno nelle costruzioni e del cross-laminated timber in edifici di grande altezza, infine, la funzione del legno come “immagazzinatore di CO2” continua a essere ribadita e a convincere l’opinione pubblica.
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UN NUOVO “VECCHIO SISTEMA” : IL LIGHT-FRAME Joseph R.Loferski, professore del Dipartimento dei biomateriali sostenibili della Virginia Tech di Blacksburg, ha illustrato il sistema innovativo che parte dal classico “Light-Frame”. Le costruzioni a ossatura leggera che utilizzano tavole da 2 a 4 pollici di spessore sono state l’asse portante della industria americana delle costruzioni in legno per circa 150 anni e conservano la loro attualità. Mentre queste costruzioni sembrano “primitive” oggi, rappresentano tuttora la più efficace ed efficiente modalità per costruire case, il sistema poi funziona egregiamente anche quando si trova a fronteggiare eventi naturali come uragani e terremoti. Il nuovo sistema LightFrame si basa su una rivisitazione dei concetti progettuali e sull’eliminazione degli errori che possono essere commessi durante la fase di costruzione. Lo sviluppo delle moderne costruzioni a ossatura leggera (Light-Frame) ha rivoluzionato la tecnologia costruttiva ed è utilizzato ampiamente negli Stati Uniti, gli edifici così costruiti sono efficienti da un punto di vista economico, forti e durevoli. Usano elementi relativamente piccoli e ravvicinati in legno o in derivati dal legno. Gli edifici sono connessi da un ampio sistema di fissaggi di metallo come viti, chiodi, ganci e angoliere. Gli errori nelle fasi costruttive possono avvenire ma sono spesso scoperti con il semplice esame dell’edificio nelle varie fasi di costruzione. È previsto che la costruzione Light-Frame sarà in futuro il principale metodo per costruire case negli Stati Uniti e sarà esteso anche agli edifici commerciali leggeri. In questa fase tecnica John “Buddy” Showalter dell’American Wood Council di Leesburg ha illustrato l’impatto dei Design Standards nelle costruzioni in legno negli Stati Uniti. Sono sfilati sotto gli occhi dei convegnisti la californiana Cathedral of Light, il campo di allenamento dei Chicago Bears, alcuni esempi di edifici come la copertura di un deposito in California, edifici per uffici in Oregon o a Washington, l’ormai ben noto Microsoft Campus; ma anche un aeroporto in North Carolina, la Twin Rink Ice Arena in California, un vertiginoso ponte autostradale in Michigan, un deposito di materiali chimici ancora in Oregon, una torre campanaria in North Carolina, costruzioni di civile abitazione in Virginia. Tutti questi edifici sono stati realizzati con
materiali testati severamente e ampiamente per resistenza strutturale, resistenza al fuoco e al sisma, conformità agli standard di eco sostenibilità come il LEED, sono stati collaudati in termini di flessibilità delle forme, in capacità di estendersi su luci molto amplie e di essere montate con connessioni innovative. Alla fine del suo intervento Showalter ha sottolineato la durabilità delle costruzioni in legno, mostrando le immagini di una chiesa europea del decimo secolo, la bellezza dell’estetica “naturale” in alcune costruzioni recenti, ha, infine, sottolineato come il progetto della torre in legno di ricerca SOM di quarantadue piani sia in grado di ridurre il famigerato “carbon footprinr” del 60-75 per cento. Urs Buehlmann.
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Gary Williams.
PROGETTARE NEGLI STATI UNITI Il tema del progetto ha visto, nel primo intervento, il Cross-Laminated Timber come protagonista: sono stati Omar Espinoza dell’Università del Minnesota, Urs Buehlmann della Virginia Tech di Blacksburg e Maria Fernanda Laguardia Mallo dell’Università del Minnesota a raccontarci l’utilizzo negli Stati Uniti di questo componente sviluppato in Europa nei primi anni Novanta. Hanno sottolineato come la grande disponibilità di risorse forestali negli Stati Uniti renda particolarmente apprezzabile l’utilizzo di questo materiale. Nelle loro conclusioni hanno sottolineato come il CLT rivesta un particolare interesse, non solo dal punto di vista strutturale, ma anche come propulsore per creare nuovi posti di lavoro e per la sua capacità di utilizza re materia prima di diametro basso. In futuro, il team si propone di studiare, identificare e promuovere l’utilizzo del CLT e di rimuovere le barriere al suo impiego negli edifici commerciali, multifamiliari e istituzionale, rafforzando nel contempo la sua reperibilità. Una voce dal Canada è quella di Gary Williams della Timber System Limited di Markham, La sua relazione sulle costruzioni in legno ingegnerizzato in Nordamerica partiva da un intervento di Lisa
Wooden frame house.
Podesto, senior technical director del Woodworks.Wood Products Council che definisce l’utilizzo del legno ingegnerizzato come una “quiet devolution”. La storia comincia nel 1940 con la North American Engineered Wood che inizia negli anni Quaranta la produzione del Glulam, oggi sono una ventina i produttori di questo manufatto aderenti alla APA, l’associazione dei produttori di legno ingegnerizzato. La Laminated Veneer Lumber e la Laminated Strand Lumber sono i protagonisti del rafforzamento di queste tecniche costruttive negli anni Ottanta.
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sforzi creativi e brillanti da parte di ricercatori, normatori, sviluppatori e da parte di un’industria decisa a cogliere nuove opportunità e un futuro più dinamico per i nuovi player del settore.” UN MERCATO GIGANTESCO È stato ancora Urs Buehlmann con Dalton Aldermann dell’US Forest Service a salire sul podio per affrontare il tema di un mercato come quello americano delle costruzioni che conta per 350 miliardi di dollari. Di questo enorme mercato il legno può essere protagonista. Spiritosamente si può dire che il Nordamerica ha una profonda relazione con questo materiale fin da quando Cristoforo Colombo scoprì le “Indie” attraversando l’Oceano con navi di legno. Il Nordamerica è stato il fornitore di legno della Vecchia Europa, traversine di legno hanno unito il continente, comunicazioni ed elettricità hanno viaggiato su pali di legno e le case in tronchi sono stati l’icona della colonizzazione. I dati presentati dai relatori sono sotanzialmente positivi, ma, nelle conclusioni pesa sul recupero ciclico auspicato una serie di fattori destabilizzanti: la mancanza di una generalizzata creazione di posti di lavoro, un’economia rallentata, un calo costante delle rendite da immobili, normative rigide sulle locazioni e un’incertezza generalizzata.
Il pubblico all'Holzbau Forum di Garmisch.
Si parla sempre più anche di CLT (Cross Laminated Timber) ha confermato Williams, riallacciandosi idealmente a un intervento precedente. La normativa si è via via interessata a queste tecniche di costruzione che, passo dopo passo, raggiungevano nelle loro pratiche i sei piani di altezza per oltrepassarli con realizzazioni sempre più ardite. Sarebbe lungo entrare nelle tematiche della complessa normativa nordamericana, ma bisogna concludere con Williams che “dopo un decennio di depressione nell’attività statunitense nel campo del legno e dei prodotti derivati, l’ottimismo viene incoraggiato da
CONSTRUCTIO NORDHAUS FANTI GROUP Valeria Bonatti www.nordhaus.it www.fantigroup.it
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Nordhaus e Fanti, qualità certificata Passivhaus
L’obiettivo di arrivare a costruire entro il 2020 solo case passive, o a energia quasi zero, è reso raggiungibile grazie alle tecnologie costruttive e impiantistiche che la continua ricerca e le aziende mettono a disposizione. Tra queste, l’utilizzo del legno offre senza dubbio innumerevoli vantaggi, proprio perché alla sapienza delle antiche tecniche di lavorazione e alle già ben note caratteristiche di questo materiale, si aggiungono nuove sinergie con i sistemi dell’edilizia eco-sostenibile. Nordhaus srl, azienda trentina che ormai da decenni offre al mercato case in legno di grande qualità, si è fatta promulgatrice e foriera in Italia dei principi Passivhaus, attraverso cui, da oltre 25 anni, si costruiscono nel Nord Europa edifici di alto livello di comfort e risparmio energetico. L’azienda si avvale di Consulenti Certificati Passivhaus, tecnici formati secondo i canoni del Passivhaus Institut di Darmstadt e riconosciuti a livello europeo; Nordhaus è inoltre membro dell’International Passivhaus Association, una rete di progettisti, ricercatori, produttori e costruttori che mira a promuovere la Casa Passiva e a diffondere la conoscenza di questo standard costruttivo a un pubblico sempre più vasto. Ma che cos’è esattamente una Casa Passiva? Si può definire tale un edificio in cui, per il riscaldamento invernale e il raffrescamento estivo, si utilizzino le risorse energetiche naturali, senza il ricorso a sistemi attivi, alimentati cioè da energia o combustibili non derivanti da fonti rinnovabili. Il principio è quindi quello
di sfruttare al massimo il calore del sole e della terra, oltre a quello prodotto dalle persone stesse all’interno dell’abitazione, riducendone al minimo la dispersione con un adeguato isolamento termico di pareti, coperture e serramenti. Un ricircolo continuo d’aria, filtrata e mantenuta a una temperatura costante attraverso gli impianti passivi e il recupero del calore, garantisce all’abitazione un perfetto livello di comfort. La certificazione PH viene però assegnata solo nel totale e simultaneo rispetto dei principi base che la guidano e dei parametri di valutazione obbligatori per ciascuno di essi (minimizzazione dei ponti termici, serramenti ad alte prestazioni, alto rendimento degli impianti per la produzione di acqua sanitaria, ventilazione meccanica controllata con recupero di calore, tenuta all’aria dell’edificio e coibentazione termica dell’involucro). All’interno di quest’ottica, in cui tutti gli aspetti dell’edificio concorrono alla sua efficienza energetica, è facile comprendere come sia di fondamentale importanza avere, per la realizzazione di una Casa Passiva, un unico referente che garantisca il rispetto di tali requisiti in ogni fase di progettazione e lavorazione e che consenta di non ‘dissipare’ tra troppi soggetti tempo, denaro e responsabilità. A tale scopo, Nordhaus srl, garantisce i propri lavori iniziando già da un’accurata selezione delle materie prime utilizzate: la ditta Fanti, che fornisce all’azienda solo legname proveniente dalle piantagioni controllate e certificate del Trentino (con
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L’esterno del Golden Lady Store. La struttura della coperturaGolden Lady Store L’interno del Golden Lady Store.
marchi PEFC e CE), segue da più di cinquant’anni gli stessi principi di benessere e sostenibilità, occupandosi anche di fonti di energia rinnovabile. La comunità di intenti e la stretta collaborazione tra le due aziende sono la dimostrazione di come le case in legno siano, per le caratteristiche del materiale e la flessibilità delle tecniche costruttive, la naturale risposta all’esigenza di eco sostenibilità nell’edilizia. La profonda conoscenza della tradizionale carpenteria in legno e, allo stesso tempo, della normativa e dei requisiti che regolano l’edilizia eco-compatibile, consente a Nordhaus di utilizzare per i propri edifici diversi sistemi costruttivi, scelti in base alle esigenze del caso; dal sistema a telaio, estremamente leggero, robusto e versatile anche nell’apertura di grandi luci, all’x-lam che, garantendo una notevole stabilità di forma e dimensione dei pannelli, si rende più adatto a edifici di maggiori dimensioni. Esiste poi lo stesso tipo di struttura, in cui però i vari strati incrociati di legno sono connessi tra loro solo da un sistema di cavicchioli in legno a pressione, senza quindi ricorrere ad alcun tipo di colla. Saper lavorare il legno è quanto di più prezioso possa esserci. E Nordhaus è in grado, grazie alla sua flessibilità, di adattare questi principi costruttivi alle diverse
esigenze abitative, economiche ed estetiche dei suoi clienti. Il sistema di prefabbricazione riduce notevolmente i tempi di realizzazione senza influire minimamente sul progetto, che rimane unico per ogni committente; l’edificio può essere consegnato al grezzo o, al contrario, grazie all’ausilio di tecnici propri o imprese locali, può essere portato al finito e pronto per essere arredato. Inoltre le inimitabili caratteristiche di isolamento termico e acustico del legno, le sue proprietà meccaniche e ignifughe
Villa privata a Rivergaro.
CONSTRUCTIO NORDHAUS FANTI GROUP Sopraelevazione a Bollate. La posa delle pareti prefabbricate.
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CONSTRUCTIO_NORDHAUS • FANTI GROUP
Sopraelevazione a Bollate. La copertura con i pannelli fotovoltaici.
e la possibilità di costruire ampi spazi lo rendono altrettanto adatto per la realizzazione di edifici industriali o strutture commerciali. Ne sono un chiaro esempio gli ultimi progetti firmati Nordhaus: il raffinato Golden Lady Store a Faenza, dove il sistema a telaio permette di ottenere un ampio spazio interno, adibito all’esposizione e alla vendita, e grandi vetrate che inondano di luce la sala, mentre proiettano all’esterno il colorato scenario espositivo; una villa privata a Rivergaro in Val Trebbia, in cui un robusto sistema di pannelli x-lam a 5 strati, opportunamente isolati e rifiniti, come del resto la copertura, permette all’edificio di rientrare nella Classe energetica A; infine la sopraelevazio-
ne di un edificio residenziale a Bollate, nel quale l’attenta valutazione e progettazione di tutti gli aspetti energetici e costruttivi, dalla struttura, agli impianti, al dettaglio esecutivo, porta l’abitazione in Classe A+. Gli edifici Nordhaus, infatti, oltre a garantire la certificazione Passivhaus, rispettano gli standard energetici CasaClima, andandosi sempre a collocare nelle classi di efficienza più elevate. Sono inoltre costruiti secondo i principi ARCA (Architettura Comfort Ambiente), la certificazione per gli edifici con struttura in legno nata in Trentino nel 2011, di cui Nordhaus è stata socio fondatore. La qualità non potrebbe essere più certificata. Sopraelevazione a Bollate. L'interno con la struttura della copertura
CONSTRUCTIO CENCI LEGNO Sabrina Cenci, geometra Cenci Legno s.a.s. www.cenci.com
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Dal 1972 Cenci anticipa l’evoluzione delle strutture in legno. La saga dell’ingegnosa eredità del Cenci per gli uomini di buona volontà, narrata per piccoli episodi propositivi.
Inquadramento normativo degli adesivi strutturali epossidici Xepox, singolarmente certificati CE secondo la norma UNI EN 1504-04, con riferimento al prospetto 3.1 “Requisiti prestazionali dell’agente adesivo per rinforzo con piastra aderente” L’argomento è dedicato ai tecnici che matureranno esperienze nell’ambito del consolidamento statico delle strutture esistenti e del ripristino della continuità di membrature portanti interrotte mediante l’impiego di adesivi strutturali epossidici idonei, denominati Xepox, con particolare riferimento al settore delle costruzioni di legno. Ci scusiamo con i lettori per non proporci anche in questo numero con un nuovo spunto pratico su un caso risolto, ma è utile talvolta fare chiarezza sugli aspetti normativi.
INTRODUZIONE
Sopra: la Chiesa di Santa Lucia a Perugia. Sotto: le pensiline al Centro Girola-Don Gnocchi in fase di costruzione e all’attualità.
Negli ultimi quarant’anni la strutturistica in legno ha fatto progressi enormi e sono oramai storiche, quasi leggendarie, quelle costruzioni composte con unioni tradizionali di carpenteria in cui la trasmissione delle sollecitazioni avviene per diretto contatto delle superfici lignee, opportunamente sagomate da carpentieri custodi della competenza tipica dei maestri d’ascia. Determinante per il settore è stato l’avvento della tecnologia per la fabbricazione legno lamellare industriale, che permette di ottenere aste di legno rettilinee o curvilinee di ragguardevoli dimensioni e lunghezza, private dai difetti tipici riscontrabili nel legno massiccio. L’introduzione di questa tecnologia ha reso possibile sfidare la forza creativa del cemento e dell’acciaio: oggigiorno sono largamente diffuse le strutture di legno di grande dimensione e di suggestiva articolazione con le membrature ricollegate tra loro con unioni di tipo moderno.
Queste unioni, già parzialmente disciplinate nella versione sperimentale dell’Eurocodice 5, Parte 2 del settembre 1999, iniziarono ad essere ampiamente illustrate in Italia nei primi corsi del 2004 organizzati da Promo_Legno, finalizzati alla sensibilizzazione dei progettisti sul corretto impiego del legno strutturale in edilizia: nella sessione sui sistemi di connessione, curata dai professori ing. Maurizio Piazza e ing. Roberto Tomasi, venivano spiegate sia le unioni meccaniche di tipo moderno (unioni del primo tipo), sia le unioni incollate (unioni del secondo tipo) denominate connessioni CNP (Cenci, Noseda, Piazza), evidente acronimo dei cognomi degli ideatori. Entrando un po’ più nel dettaglio, l’attuale moderna tecnologia delle connessioni per la strutturistica in legno prevede che il trasferimento delle forze sia affidato meccanicamente a piastre in acciaio, oramai ordinariamente inserite a scomparsa in appositi incavi alle estremità degli elementi da giuntare e per questo definite inserti. L’unione delle piastre all’interno delle travi lignee può avvenire mediante chiodatura, spinottatura, bullonatura, ovvero altresì mediante l’ausilio di componenti di acciaio a sezione circolare collocati trasversalmente agli elementi da giuntare (unioni del primo tipo) oppure per semplice incollaggio interponendo alle superfici da giuntare, opportunamente preparate, un adesivo strutturale specificatamente formulato (unioni del secondo tipo). Nelle unioni realizzate con connettori cilindrici che attraversano le parti da giuntare, in corrisponden-
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za degli stessi si instaura un indebolimento delle sezioni per ammanco di materia con contestuale accentuazione della tensione, ovvero si verifica una ripresa puntuale delle sollecitazioni da parte dell’elemento cilindrico che si trasmette anche al bordo dei fori degli elementi attraversati. In questa circostanza, dopo aver determinato le caratteristiche di resistenza dell’inserto nel punto di interruzione di due aste e aver definito le caratteristiche di sollecitazione su ciascun elemento del collegamento, si dovrà procedere alle verifiche del connettore a taglio, considerando l’eventuale componente di sollecitazione combinata di carico assiale, e a quelle di tranciatura dell’inserto e di ovalizzazione (rifollamento) dei fori nel legno. La tecnica dell’incollaggio delle piastre di acciaio agli elementi strutturali lignei, mediante il legame adesivo, permette una distribuzione uniforme delle tensioni su tutta l’interfaccia incollata in quanto, proprio per l’assenza di elementi di attraversamento e interruzione trasversale, non si verificano indebolimenti particolari e localizzati. Ai fini delle verifiche, dopo aver dimensionato l’inserto nel punto di interruzione di due aste, si dovrà procedere anche a valutare la congruità della sezione della trave lignea residua al netto dell’inserto e a dimensionare l’area delle interfacce incollate in considerazione delle caratteristiche di sollecitazione agenti sulla “particella” della superficie lignea incollata più lontana rispetto al punto di applicazione degli sforzi, rispettando il limite di resistenza al taglio della specie legnosa impiegata. I collegamenti incollati realizzati con inserti costituiti da piastre di acciaio determinano giunti di continuità con ripristino di resistenza e rigidezza degli elementi interrotti, inquadrabili come unioni di tipo rigido, caratterizzate da una rottura elasto-fragile sull’interfaccia lignea per l’instaurarsi di tensioni di taglio in prossimità delle fibre del legno. Una rottura di tipo duttile, qualora opportuna, la si ottiene progettando il giunto in modo tale che il cedimento per snervamento dell’acciaio preceda la rottura a taglio del legno. Le più recenti sperimentazioni hanno evidenziato un comportamento elasticolineare della connessione incollata con piastre sino al raggiungimento della resistenza caratteristica di snervamento dell’acciaio, seguita da una fase di plasticizzazione del giunto sino alla repentina rottura per cedimento a taglio del legno nell’interfaccia incollata in zona tesa.
NORMATIVA VIGENTE
Con l’emanazione del Decreto Ministeriale 14 gennaio 2008 vengono raccolte e istituite sul territorio nazionale le Norme Tecniche per le Costruzioni a carattere cogente, note con l’abbreviativo di NTC 2008. Queste norme, come evidenziato al capitolo 1 – Oggetto, “definiscono i principi per il progetto,
l'esecuzione e il collaudo delle costruzioni, nei riguardi delle prestazioni loro richieste in termini di requisiti essenziali di resistenza meccanica e stabilità, anche in caso di incendio, e di durabilità. Esse forniscono quindi i criteri generali di sicurezza, precisano le azioni che devono essere utilizzate nel progetto, definiscono le caratteristiche dei materiali e dei prodotti e, più in generale, trattano gli aspetti attinenti alla sicurezza strutturale delle opere. Circa le indicazioni applicative per l’ottenimento delle prescritte prestazioni, per quanto non espressamente specificato nel presente documento, ci si può riferire a normative di comprovata validità e ad altri documenti tecnici elencati nel Cap. 12. In particolare quelle fornite dagli Eurocodici con le relative Appendici Nazionali costituiscono indicazioni di comprovata validità e forniscono il sistematico supporto applicativo delle presenti norme”. L’impiego di entrambe le moderne tecniche di unione nella strutturistica in legno è previsto al punto 4.4 - Costruzioni di legno delle NTC 2008 che recita: “Formano oggetto delle presenti norme le opere costituite da strutture portanti realizzate con elementi di legno strutturale (legno massiccio, segato, squadrato oppure tondo) o con prodotti strutturali a base di legno (legno lamellare incollato, pannelli a base di legno) assemblati con adesivi oppure con mezzi di unione meccanici, eccettuate quelle oggetto di una regolamentazione apposita a carattere particolare. La presente norma può essere usata anche per le verifiche di strutture in legno esistenti purché si provveda a una corretta valutazione delle caratteristiche del legno e, in particolare, degli eventuali stati di degrado. I materiali e i prodotti devono rispondere ai requisiti indicati nel § 11.7. Tutto il legno per impieghi strutturali deve essere classificato secondo la resistenza, prima della sua messa in opera.” Il paragrafo 4.4.10 – Elementi strutturali delle NTC 2008 introduce l’impiego di elementi compositi, costituiti da materiali di natura diversa tra loro e combinati al legno, in quanto recita che “Ogni elemento strutturale, in legno massiccio o in materiali derivati dal legno, prevalentemente compresso, inflesso, teso o sottoposto a combinazioni dei precedenti stati di sollecitazione, può essere caratte-
Le immagini sottostanti illustrano i campioni rotti del giunto a “mezzo legno”, il varo in opera di una porzione di tetto di 500 metri quadrati con struttura a graticcio e la struttura di copertura dell’Aquilone di Chicco-Artsana in fase di costruzione.
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Sotto: i nodi strutturali con inserti in piastre preforate di acciaio, inviluppati da adesivo Xepox, ideati per la palestra sull’isola di Mazzorbo-Venezia; la sinuosa e snella struttura progettata dall’architetto Giancarlo De Carlo. In basso a destra: vista dall’interno del padiglione del primo lotto del Polo sportivo universitario di San Miniato-Siena, anche questa architettura è stata concepita dall’arch. De Carlo.
rizzato da un’unica sezione o da una sezione composta da più elementi, incollati o assemblati meccanicamente. Le verifiche dell’elemento composto dovranno tener conto degli scorrimenti nelle unioni. A tale scopo è ammesso adottare per le unioni un legame lineare tra sforzo e scorrimento. Nel caso di utilizzo del legno accoppiato anche a materiali diversi tramite connessioni o incollaggi, la verifica complessiva dell’elemento composto dovrà tenere conto dell’effettivo comportamento dell’unione, definito con riferimento a normativa tecnica di comprovata validità ed eventualmente per via sperimentale. In ogni caso le sollecitazioni nei singoli elementi componenti dovranno essere confrontate con quelle specificate ai §§ 4.1, 4.2 pertinenti per ciascun singolo materiale.” ovvero con quelle specificate ai paragrafi che trattano rispettivamente delle Costruzioni di calcestruzzo e delle Costruzioni di acciaio”. Il capitolo 7 – Progettazione per azioni sismiche “disciplina la progettazione e la costruzione delle nuove opere soggette anche all’azione sismica. Le sue indicazioni sono da considerare aggiuntive e non sostitutive di quelle riportate nei Cap. 4, 5 e 6; … omissis ...” Al paragrafo 7.7 – Costruzioni di legno si definiscono i termini delle unioni conseguibili, distinguendone le funzioni e assegnando le disposizioni costruttive. Il capitolo 11 – Materiali e prodotti per uso strutturale delle NTC 2008, al paragrafo 11.1 Generalità, specifica che “I materiali e i prodotti per uso strutturale, utilizzati nelle opere soggette alle presenti norme, devono rispondere ai requisiti indicati nel seguito. I materiali e prodotti per uso strutturale devono essere:
- identificati univocamente a cura del produttore, secondo le procedure applicabili; - qualificati sotto la responsabilità del produttore, secondo le procedure applicabili; - accettati dal Direttore dei lavori mediante acquisizione e verifica della documentazione di qualificazione, nonché mediante eventuali prove sperimentali di accettazione.” Per quanto attiene l’identificazione e la qualificazione si possono identificare tre categorie di materiali e prodotti per uso strutturale: A) quelli per i quali sia già disponibile una norma europea armonizzata completa di allegato ZA ai fini della marcatura CE, come già prevista dalla Direttiva Prodotti da costruzione 89/106/CEE (CPD) e dal successivo Regolamento sui Prodotti da Costruzione 305/2011/UE (CPR). B) quelli per i quali sia definita una norma armonizzata di imminente entrata in vigore; “C) materiali e prodotti per uso strutturale innovativi, o comunque non ricadenti in una delle tipologie A) o B), per i quali il produttore potrà pervenire alla Marcatura CE in conformità a Benestare Tecnici Europei (ETA), ovvero, in alternativa, dovrà essere in possesso di un Certificato di Idoneità Tecnica all’Impiego rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale sulla base di Linee Guida approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. … omissis … Per quanto attiene i materiali e prodotti in possesso di marcatura CE sarà onere del Direttore dei Lavori, in fase di accettazione, accertarsi del possesso della marcatura stessa e richiedere a ogni fornitore, per ogni diverso prodotto, il Certificato ovvero Dichiarazione di Conformità alla parte armonizzata della specifica norma europea. Sarà inoltre onere del Direttore dei Lavori verificare che tali prodotti rientrino nelle tipologie, classi e/o famiglie previsti nella detta documentazione.”. In rispondenza alla Direttiva Prodotti da Costruzione 89/106/CEE (CPD) e al successivo Regolamento sui Prodotti da Costruzione 305/2011/UE (CPR), per prodotto da costruzione si intende qualsiasi prodotto fabbricato al fine di essere permanentemente incorporato in un'opera; per prodotto per uso strutturale si intende qualsiasi materiale o prodotto che consenta a un'opera ove è incorporato di soddisfare il requisito essenziale n.1 attinente la "Resistenza meccanica e stabilità". Con l’introduzione del regolamento CPR 305/2011/UE è obbligo del produttore redigere una Dichiarazione di Prestazione (in inglese
CONSTRUCTIO_CENCI LEGNO Declaration of Performance, da cui l’acronimo DoP) in linea con l'allegato III del regolamento stesso, sulla base di un certificato di conformità o una dichiarazione di conformità rilasciata dall’Organismo Notificato prima del 01/07/2013 e conformemente alla Direttiva CPD 89/106/CEE. In sostanza significa che, in accordo all’art. 5 del regolamento CPR 305/2011/UE, al fine di favorire la libera circolazione dei prodotti da costruzione all'interno dell'Unione Europea, “le disposizioni relative all'uso o agli usi previsti di un prodotto da costruzione in uno Stato membro, tese a soddisfare requisiti di base delle opere di costruzione, determinano le caratteristiche essenziali per le quali deve essere dichiarata la prestazione.” Ossia “dovrebbe essere dichiarata almeno una delle caratteristiche essenziali di un prodotto da costruzione che sono pertinenti all'uso o agli usi dichiarati.”. Il paragrafo 11.7 – Materiali e prodotti a base di legno nelle NTC 2008 definisce più dettagliatamente i materiali compositivi delle strutture lignee e, al punto 11.7.7 – Adesivi, prescrive che “adesivi per usi strutturali devono produrre unioni aventi resistenza e durabilità tali che l’integrità dell’incollaggio sia conservata, nella classe di servizio assegnata, durante tutta la vita prevista della struttura.”. I due sottoparagrafi inerenti ne puntualizzano due tipologie: 1) 11.7.7.1 - Adesivi per elementi incollati in stabilimento Gli adesivi fenolici e amminoplastici devono soddisfare le specifiche della norma UNI EN 301:2006. In attesa di una specifica normativa, gli adesivi di natura chimica diversa devono soddisfare le specifiche della medesima norma e, in aggiunta, dimostrare un comportamento allo scorrimento viscoso non peggiore di quello di un adesivo fenolico o amminoplastico così come specificato nella norma UNI EN 301:2006, tramite idonee prove comparative. 2) 11.7.7.2 - Adesivi per giunti realizzati in cantiere In attesa di una specifica normativa europea, gli adesivi utilizzati in cantiere (per i quali non sono rispettate le prescrizioni di cui alla norma UNI EN 301:2006) devono essere sottoposti a prove in conformità a idoneo protocollo di prova, per dimostrare che la resistenza a taglio del giunto non sia minore di quella del legno, nelle medesime condizioni previste nel protocollo di prova. La norma UNI EN 380 - Strutture di legno – Metodi di prova – Principi generali per le prove con carico statico, richiamata al capitolo 15 – Prove di carico del DT 206/2007, revisione 2008, indica le procedu-
re da seguire per l’esecuzione di collaudi statici delle nuove costruzioni e di prove a rottura di specifici campioni in ottemperanza al punto 11.7.7.2. Come già evidenziato, il capitolo 12 – Riferimenti tecnici delle NTC 2008 prevede che per quanto non diversamente specificato nella stessa norma, possono essere adottate le indicazioni riportate in altre norme tra cui gli Eurocodici strutturali pubblicati dal CEN, ecc. e, in mancanza di specifici riferimenti, possono essere utilizzati documenti di comprovata validità tra cui le Istruzioni e Documenti Tecnici a cura del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.). L’idoneità dell’impiego degli adesivi strutturali epossidici per gli interventi di consolidamento statico delle strutture di cemento armato normale e precompresso e di quelle murarie con fibrocompositi è dettagliatamente descritta e spiegata nel DT 200/2004 e successivi aggiornamenti. Il DT 201/2005, recante le Istruzioni per gli Interventi di Consolidamento Statico di Strutture Lignee mediante l’utilizzo di Compositi Fibrorinforzati, riprende i concetti del DT 200/2004 contestualizzandoli all’impiego specifico. Nello spirito dei precedenti Documenti Tecnici, il DT 206/2007 contenente le Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione e il Controllo di Strutture di Legno, anche nella revisione del 2008, al capitolo 5 – Materiali complementari, paragrafo 5.1 – Adesivi, esplicita che “Gli adesivi per usi strutturali devono produrre unioni aventi resistenza e durabilità tali che l’efficienza dell'incollaggio sia conservata, nella classe di servizio assegnata, durante tutta la vita prevista della struttura.” Nel successivo paragrafo 7.10 – Resistenza di collegamenti con elementi di acciaio incollati, al punto 7.10.1 – Generalità, vengono definiti i collegamenti con elementi di acciaio incollati specificando che trattasi di quelli “realizzati utilizzando elementi metallici, quali barre o piastre, inseriti in apposite sedi ricavate negli elementi di legno da unire, e solidarizzati a essi mediante adesivi appropriati.”, sono puntualizzate le classi di servizio e viene fatto monito di “accertarsi che le caratteristiche dell'adesivo e la sua adesione all'acciaio e al legno diano le più ampie garanzie di durabilità, sulla base di evidenze sperimentali o specifici test di laboratorio, e che, nelle condizioni di temperatura e umidità previste, il permanere di tali condizioni sia assicurato per tutta la vita in esercizio della struttura.” È evidente che l’attuale impiego degli adesivi epossidici anche nella nuova strutturistica di legno non è più un’assoluta novità imprevista e un grosso input tecnologico è valso proprio
La copertura della Chiesa di Loseto di Bari, costruita nel 1999 da Holzbau Spa su progetto architettonico dell’arch. Ottavio Di Blasi. Giovanni Cenci ideò di giuntare le aste principali in legno lamellare con nodi costituiti da un albero centrale cavo, dotato di fori per la percolazione e transito della resina Xepox nelle fresate, e da bracci in lamiera preforata solidalmente saldati, ciascuno orientato secondo le necessità del disegno.
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dallo studio delle applicazioni degli adesivi strutturali Xepox, specificatamente formulati a partire degli anni ’90 per la costruzione di compositi a base di legno. Le unioni incollate con gli adesivi epossidici Xepox sono una tecnologia affascinante tant’è che, in tempi ancora assai recenti, sono il tema di numerose tesi di laurea delle quali eventualmente si tratterà in uno dei prossimi numeri di Strutturalegno. La completezza dell’informazione impone però un cenno al passato.
CENNI SULLE RESINE EPOSSIDICHE
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Gli epossidici presentano ottime caratteristiche di adesione, coesione e stabilità e, a partire dagli anni ’50, hanno letteralmente rivoluzionato l’industria degli adesivi. La proprietà bagnante, dovuta alla presenza di molecole fortemente polari, fa sì che la resina venga in stretto contatto con le superfici sulle quali aderire, in modo da risentire dell’effetto di un campo di forze attrattive esistenti su tali superfici. Il fatto che la molecola epossidica contenga una serie di gruppi funzionali, sia polari che non polari, le permette una buona affinità verso materiali dissimili tra loro e di bagnare anche quegli aderendi che, con l’applicazione di altre resine, vanno necessariamente pretrattati separatamente con primer specifici. Anche le forze coesive degli epossidici sono ottime, tant’è che spesso superano quella dei materiali a cui si interfacciano. A differenza di altri prodotti, sono in grado di unire tra loro materiali di natura differente senza dover necessariamente creare particolari condizioni di pressione, di temperatura e anaerobiche. Le resine epossidiche aderiscono bene alla maggior parte dei metalli, materiali plastici, vetro, ceramica, laterizio, calcestruzzo e legno, purché le superfici siano completamente ripulite da scorie, sporcizia e rese scabre. Gli indurenti degli adesivi epossidici sono generalmente ammine che conferiscono stabilità chimica e stabilità rispetto ai solventi. Le resine epossidiche polimerizzano senza liberare prodotti secondari di reazione. Quelle con funzione strutturalmente adesiva, una volta indurite, si presentano come un solido isotropico, senza inclusioni gassose ovvero privi di vuoti o porosità che condizionerebbero le forze di legame. Le resine epossidiche sono termoindurenti ovvero la conformazione del polimero è irreversibile, immodificabile, quindi stabile. Diversamente da altri collanti, come i poliesteri, polimerizzano a temperatura ambiente senza ritiri o dilatazioni significative che causerebbero dannose tensioni interne alla linea di incollaggio e ciò assicura una perfetta adesione agli aderendi.
Al contrario delle resine a base di poliestere insaturo, le epossidiche non sono infiammabili e polimerizzano anche in presenza d’acqua senza ricorrere a ulteriori additivi, quali solventi, come avviene per le resine vinilestere. L’impiego sul legno impone però la condizione asciutta. Gli epossidici, una volta induriti, sono insensibili all’umidità e resistono ottimamente ai solventi, agli acidi deboli e ai composti alcalini, tanto da essere utilizzati anche come rivestimenti protettivi dalla corrosione di serbatoi per l’addolcimento dell’acqua, di contenitori chimici e dei metalli in genere. Le resine epossidiche polimerizzate sono atossiche e ottime per la protezione interna dei depositi di derrate alimentari solide e liquide. Gli adesivi epossidici sono stabili al calore, ovvero la loro struttura molecolare non varia con un innalzamento della temperatura. Oltre gli 80°C circa diminuiscono la loro resistenza al calore e intorno ai 120°C rammolliscono, diminuendo il potere di aderenza. Questa caratteristica è ininfluente nei collegamenti con inserti incollati a scomparsa poiché gli elementi di legno ospitanti il giunto fungono da isolante termico. A seconda dell’uso e dello scopo, gli epossidici sono facilmente modificabili per far prevalere alcune caratteristiche rispetto ad altre. Con specifici indurenti, polimerizzano anche a zero gradi centigradi o addirittura a temperature inferiori, il che rende questo tipo di resine davvero indicate per le applicazioni in edilizia. Di fatto la versatilità del loro impiego ha aperto la strada a nuove concezioni di progettazione nelle diverse branche dell’ingegneria.
CENNI SUGLI ADESIVI XEPOX E UNIXEPOX
XEPOX è il marchio di una linea di eccellenti resine epossidiche bicomponenti con funzione di adesivo strutturale per uso professionale, formulate appositamente per l’applicazione di rinforzi e la realizzazione di giunzioni incollate con inserti a scomparsa, entrambi generalmente in acciaio o in FRP (Fiber Reinforced Polymers), nelle opere strutturali in legno massiccio o legno lamellare, legno-cemento e legno-acciaio. La consistenza dei differenti tipi di adesivo Xepox e le finalità di impiego ne determinano l’applicazione per percolazione, mediante iniezione o a spatola, a spruzzo, a rullo o a pennello. L’adesivo epossidico UNIXEPOX, spruzzabile, è specifico per l’incollaggio diretto del calcestruzzo a livello di impasto fresco al legno, nelle riprese di getto con calcestruzzo fresco su calcestruzzo già gettato. I prodotti Xepox e UniXepox, essendo genuinamente epossidici e non ibridi, presentano
Sopra a sinistra gli schemi dei campioni confezionati da Montagnoli Evio Srl per la Campagna di Prove sui solai compositi in legno-calcestruzzo. A sinistra lo schema delle prove di push-out per studio del connettori con benda continua preforata quinconce, impiegabili come nelle immagini.
CONSTRUCTIO_CENCI LEGNO tutte le caratteristiche tipiche delle epossidiche. La funzione adesiva permette di utilizzarli anche per incollare materiali non sempre necessariamente strutturali quali marmi o pietre, metalli in genere, vetro, ceramiche, laterizi, materiali sintetici compatibili, ecc. Le ottime caratteristiche di colabilità, adesività e bagnabilità nei confronti dei materiali a cui si interfacciano, consentono l'impiego degli adesivi Xepox e UniXepox in tutta sicurezza, sia nelle nuove costruzioni e sia negli interventi di risanamento e adeguamento prestazionale di strutture esistenti, conseguendo notevoli benefici statici ed estetici. La perfetta adesione è condizionata oltre che dalla pulizia degli aderendi, anche dalla composizione chimica del prodotto, dal processo produttivo e dai tempi di polimerizzazione a temperatura ambiente. Quindi è necessario attenersi alle raccomandazioni e prescrizioni d’uso del produttore. Il sistema di connessione con inserti a scomparsa nel legno inviluppati da adesivi Xepox, noto anche come sistema CNP (Cenci, Noseda, Piazza), si basa sulla distribuzione delle forze di aderenza su tutta la superficie del giunto e assicura la continuità strutturale tra loro degli elementi collegati come fossero di un sol pezzo e conferisce ottime prestazioni di resistenza alle sollecitazioni statiche e dinamiche. In queste giunzioni completamente a scomparsa, gli elementi strutturali lignei da collegare fungono da isolamento termico e da rivestimento di protezione al fuoco della connessione, conferendole l’indispensabile affidabilità. L’applicazione degli adesivi Xepox è semplice, però deve essere accurata. I componenti sono preconfezionati e distribuiti osservando il rapporto stechiometrico in volume. Non è assolutamente tollerata l’aggiunta arbitraria di additivi di qualsiasi genere che, modificando la composizione del prodotto e variando le proporzioni d’uso, altererebbero le caratteristiche di resistenza. Ulteriori approfondimenti sulle peculiarità delle resine Xepox, le indicazioni sui pertinenti impieghi, l’illustrazione di svariate tipologie di giunzione e rinforzo tramite esempi di lavori eseguiti, corredati anche da modelli per le verifiche statiche, sono consultabili nelle sezioni dedicate nel sito www.cenci.com. È imprescindibile il rispetto dei riferimenti normativi vigenti, che pure prescrivono di attenersi alle indicazioni del produttore.
CENNI SULLE OPERE E SUI TEST CON ADESIVI XEPOX
Il tetto della Chiesa di Santa Lucia a Perugia e le pensiline con il manto di copertura di vetro all’ingresso del Centro Girola-Don Gnocchi a Milano, entrambe del 1994, rappresentano le prime rilevanti strutture di legno con giunzioni con inserti in acciaio e primordiale adesivo epossidico Xepox. Nell'anno 1999 a cura di Rachello E., Delmarco O., Piazza M., il CNR - ITL (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la Tecnologia del Legno) pubblicava una raccolta di studi su Tecnologie avanzate nell'impiego strutturale del legno Fortgeschittene Holzbautechologien. Una quarantina di pagine, abbondantemente illustrate con disegni e foto, erano dedicate alle molteplici soluzioni di collegamenti CNP con adesivi Xepox, sino allora ideati dal geom. Giovanni Cenci con la
collaborazione dell'ing. Giovanni Noseda Pedraglio e in alcuni casi con l'assistenza del prof. ing. Maurizio Piazza del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Strutturale dell'Università degli Studi di Trento. L'estratto della pubblicazione del CNR-ITL, intitolata Collegamenti innovativi nella tecnica del lamellare, è consultabile e scaricabile dal sito www.cenci.com. Tra i numerosi importanti esempi di tecniche CNP con adesivi Xepox e barre metalliche ricordiamo la copertura a graticcio dell'Aquilone di Chicco, salone convention e mensa della società Artsana (1996 - Holzbau S.p.a.), costruito con giunti a “mezzo legno”, che ha meritato l'European Glulam Award 1999. Allo stesso periodo risale la costruzione della palestra di Mazzorbo (arch. Giancarlo De Carlo), con sistemi all’epoca denominati CNP-DUE e adesivi Xepox inviluppanti lamiere preforate. Una successiva realizzazione, sempre su progetto dell'arch. De Carlo, è la costruzione di un padiglione del primo lotto del Polo sportivo universitario di San Miniato - Siena, realizzato dalla Cost Srl – Perugia, con collegamenti CNP in lamiere striate e adesivo Xepox. Una precisazione: attualmente la sigla CNP contraddistingue i giunti con inserti in acciaio, distinguendoli dal più recente Giunto Italia con inserti in FRP (Fiber Reiforced Polymers). Gli approfondimenti su quest’ultima tecnologia sono contenuti nel saggio Motivazioni dei Cenci & Fagotti sul comportamento d’insieme del Giunto Italia in FRP nel legno e modello di calcolo a favore di sicurezza, redatto con la preziosa collaborazione dell’ing. Gianluca Fagotti, funzionario del Servizio Controllo Costruzioni e Protezione Civile della Provincia di Perugia ed esperto in ingegneria sismica. Il testo è scaricabile dalla home page del sito www.cenci.com. Contestualmente alle realizzazioni sul campo, nel periodo compreso tra il 1996 e il 2000, presso il Laboratorio Prove Materiali e Strutture del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Strutturale dell’Università di Trento, furono condotte numerose campagne di prova sperimentali e comparative sulle diverse tecnologie di collegamenti CNP con le resine Xepox. Il sottoparagrafo 3.5.6 Caso studio, contenuto nell’ampio paragrafo 3.5 – Collegamenti con barre incollate, dedicato alle unioni con adesivi strutturali epossidici e pubblicato sul manuale Strutture in legno (autori: Maurizio Piazza, Robero Tomasi, Roberto Modena – editore Hoepli – 1^ ed. anno 2005), descrive dettagliatamente le prove su campioni in scala reale di giunti a “mezzo legno”. Questa approfondita sperimentazione fu oggetto della Tesi di Laurea intitolata Tipologie di collegamento a comportamento duttile per la realizzazione di graticci piani in legno lamellare di Alessandro Ferrari. Risalgono al 1996/1997 gli studi di approfondimento sul comportamento dei giunti CNP-DUE, di supporto alle Tesi di Laurea della dott.sa Moira Maso sugli Effetti delle condizioni di applicazione e della Dall’alto in basso: prova a rottura di una mensola in legno lamellare incollata direttamente alla superficie di calcestruzzo di un pilastro a forcella in cemento armato; la stessa prova con la mensola in legno incollata alla superficie metallica dello scatolato in lamiera striata inglobato nel pilastro a forcella; pensilina con mensole in legno costruita con la tecnica che precede; pannelli compositi per solaio Z-Beton (Cammi Group SpA 2006) con il calcestruzzo fresco incollato con Xepox 6226 al legno; una tipologia del sistema Piastraforma costruita da Galli Legnami sas.
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La Campagna di Prove presso il Politecnico di Milano: sopra immagini dei provini del Gruppo 1 e del Gruppo 3; di lato il diagramma carico-spostamento e la foto del campione rotto n. 7
specie legnosa sull'impiego di resine epossidiche nelle giunzioni legno-metallo e della dott.sa Nicoletta Redigolo su L'impiego dei collanti epossidici nei collegamenti delle strutture lignee: analisi funzionale mediante prove di penetrazione nel legno di Picea Abies Karst. Nell’ottobre del 1998 i professori Maurizio Piazza e Marco Ballerini presentarono al III Workshop Italiano sulle Costruzioni Composite la loro memoria sulla campagna di prove condotte su modelli in scala reale di solai compositi, finanziata da Holzbau SpA su consenso del geom. Alfred Rubner. Il confronto sperimentale tra diverse tipologie di connessione, di cui n. 4 con connettori incollati con adesivo Xepox 26 e altrettanti con connettori senza resina, ebbe la finalità “di valutare l’efficacia di differenti tipi di connessione legno-calcestruzzo, nonché di evidenziare il contributo della medesima connessione al comportamento statico globale del solaio.” Nel giugno del 2000 le prove di tipo push-out permisero di approfondire sul comportamento del sistema di connessione per solai in legno-cemento realizzato con connettore in benda continua di acciaio, forata con disposizione quinconce, incollata al travetto di legno con adesivo Xepox 26, già impiegato nella campagna di prove del ’98. Dalle prime applicazioni all’attualità sono trascorsi più di vent’anni, nel corso dei quali le resine Xepox sono state perfezionate e diversificate per soddisfare la prestazione statica richiesta dallo specifico lavoro, coniugandola alla necessità architettonica, compatibili con le manualità dello stabilimento e del cantiere. Con i nuovi adesivi è stato possibile progettare e costruire direttamente in opera strutture di ragguardevole luce quali i solai compositi in solo legno Luxsol, ricostituire da piccoli pezzi travi lignee di notevole dimensione e lunghezza denominate Legnoforma, utilizzare le aste in KVH a doppia maschiatura per la costituzione di controventature in legno del tipo Piastraforma, prefabbricare in stabilimento pannelloni di legno, con aste sciolte ricomposte, dotate di tralicci incollati, simili alle lastre predalles, per poi completarli in opera incollando direttamente l’impasto di calcestruzzo fresco al legno (solaio Z-Beton). È evidente che le opere descritte sono contemplate nelle NTC 2008 e fu un onore quando talune strutture furono sottoposte a collaudo statico. Altri particolari lavori eseguiti con l’utilizzo degli adesivi Xepox sono visualizzabili al link www.cenci.com/Ostrava.pdf.
Il documento è stato predisposto per illustrare anche ai costruttori, progettisti e ricercatori della Repubblica Ceca le innumerevoli casistiche costruttive nella strutturistica in legno con l’impiego degli Xepox, commercializzati anche all’estero già da diversi anni.
LA QUALIFICAZIONE DEGLI ADESIVI STRUTTURALI XEPOX
Verso la fine del 2008, ancora ignari della possibilità di marcatura CE degli adesivi strutturali Xepox secondo la norma UNI EN 1504-04 del 2004, ma premurosi di allinearci alle prescrizioni delle NTC 2008, cogenti il 30 giugno dell’anno successivo, decidemmo di testare gli adesivi Xepox ottemperando ai punti 11.7.7.1 - Adesivi per elementi incollati in stabilimento e 11.7.7.2 - Adesivi per giunti realizzati in cantiere, nonostante anche nel manuale Strutture in Legno fosse ben evidenziato che la norma EN 301 non prende in considerazione la classificazione di particolari miscele collanti quali ad esempio le resine epossidiche. Il 16 aprile del 2009 presero avvio le prime prove previste dal Contratto di Ricerca stipulato con il Politecnico di Milano intitolato “Studio di collegamenti innovativi per elementi strutturali lignei” che durò quasi due anni e mezzo. Furono nominati responsabili della ricerca il prof. Ing. Carlo Poggi e la prof. Ing. Maria Adelaide Parisi. Il Contratto previde l’esecuzione di quattro gruppi primari di prove su campioni predisposti dal committente e finalizzate all’indagine del comportamento meccanico di collegamenti innovativi tra elementi strutturali di legno: Gruppo 1 – Studio dei sistemi adesivo-legno (rif. UNI EN 301 e UNI EN 302, parti 1, 2 e 4): I provini, confezionati con sei tipologie di adesivo Xepox, furono sottoposti a prove per adesivi del tipo II, che possono essere usati in edifici riscaldati e ventilati o in applicazioni esterne protette (umidità massima inferiore a 85% a 20°C), con breve esposizione alle intemperie o in condizione atmosferica sfavorevole e alla temperatura di esercizio non superiore a 50°C. Lo scopo dell’indagine fu l’accertamento del comportamento meccanico del giunto incollato in termini di resistenza al taglio e alla delaminazione nei confronti del legno stagionato o sottoposto a cicli di rigonfiamento ed essiccazione. Gruppo 2 – Caratterizzazione adesivi strutturali: Si eseguirono le caratterizzazioni meccaniche di sei tipi di adesivo Xepox per definirne la densità
CONSTRUCTIO_CENCI LEGNO (ASTM D 792), la resistenza a rottura per compressione (ASTM D 695), la resistenza a rottura a flessione (ASTM D 790), la resistenza a rottura a trazione (ASTM D 638) e la resistenza a rottura a taglio per punzonamento (ASTM D 732); Gruppo 3 – Studio dei sistemi adesivo-FRP: Furono compiute prove di pull-out secondo la norma EN 10080 per la caratterizzazione dell’aderenza tra diverse tipologie di laminati in FRP (in fibra di vetro o carbonio, bilanciati o unidirezionali) incollati all’interno di cubi di legno lamellare con le fibre del legno orientate a 0° e a 90° rispetto a quelle dei laminati; Gruppo 4 – Analisi sperimentale su elementi strutturali volti a indagare il comportamento meccanico di “Collegamenti innovativi per elementi strutturali lignei e in particolare giunti tipo CNP con inserti in acciaio e collegamenti tipo Giunto Italia con inserti in FRP (Fiber Reinforced Polymers)”: Lo studio sperimentale è stato condotto su trenta campioni in legno lamellare in scala reale, confezionati da ditte di carpenteria del legno sponsor, con le procedure indicate dalla norma UNI EN 380. Sono state testate travi rettilinee, a ginocchio, a gomito e sistemi plurivie dotate di giunti del tipo CNP, comparati ad altrettanti campioni ricomposti con Giunto Italia. Quest’ultimo gruppo di prove ha prodotto risultati sorprendenti e soddisfacenti, che hanno rafforzato le nostre convinzioni sul giunto CNP con inserti sottili e le intuizioni sul Giunto Italia. Le risultanze dei test condotti sui quattro gruppi di prove costituiscono un bagaglio di conoscenza enorme e hanno validato i nostri modelli semplificati per la verifica dei giunti a favore di sicurezza. Per diversi laureandi del Dipartimento di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano è stata l’occasione di presentare straordinarie Tesi di Laurea sul tema. L’argomento è talmente vasto che merita una trattazione dedicata. A fine giugno del 2011 la Campagna di Prove era ancora in corso. Durante una delle sessioni di Assocompositi presso il Politecnico di Milano, il prof. Roberto Frassine ci portò a conoscenza della possibilità di marcatura CE gli adesivi strutturali Xepox per i nostri usuali impieghi secondo la norma EN UNI 1504-4. Per inciso, è la stessa norma prescritta dalla recentissima Linea Guida per la identificazione, la qualificazione e il controllo di accettazione di compositi fibrorinforzati a matrice polimerica (FRP) da utilizzarsi per il consolidamento strutturale di costruzioni esistenti con riferimento anche ai Documenti Tecnici di cui al capitolo 12 delle NTC 2008. L’approvazione della nuova Linea Guida con Decreto del Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici n. 220 è del 09 luglio 2015 e al punto 3.2 - Sistemi di rinforzo realizzati in situ è scritto che le resine utilizzate per solidarizzare i sistemi di rinforzo realizzati in situ alla struttura da consolidare devono essere conformi alla norma UNI EN 1504-4.” Dopo la riunione di Assocompositi, immediatamente contattammo l’ing. Emanuele Renzi, responsabile delle Divisione Tecnica I e Coordinatore del Servizio Tecnico Centrale, che ci suggerì di identificare sul sito del STC il Laboratorio Prove Materiali approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici e abilitato all’esecuzione delle Prove di tipo iniziale (ITT) per determinare tutte le caratteristiche prestazionali essenziali per gli impieghi previsti del prodotto. Tra luglio e settembre dello stesso anno Tecno Piemonte SpA, altresì Organismo Europeo certifica-
to per la marcatura CE e notificato con il n. 1372, ha effettuato le prove necessarie secondo i metodi di prove indicati nel prospetto 3.1 della norma UNI EN 1504-4, il quale definisce anche i valori di soglia ossia i minimi “Requisiti prestazionali dell'agente adesivo per rinforzo con piastra aderente”. Tutti gli adesivi Xepox immessi sul mercato sono stati singolarmente testati e accompagnati da pertinente Certificato di prove. Ciascun adesivo è corredato da Certificato CE del Controllo di Produzione della Fabbrica in conformità alla Direttiva 89/106/CEE (Direttiva Prodotti da Costruzione CPD). La prima emissione è del 30 settembre 2011. Ogni certificato attesta che l’adesivo Xepox specificatamente identificato costituisce agente adesivo epossidico bicomponente per l’incollaggio strutturale di rinforzi nel C.A., legno, acciaio e FRP (Fiber Reinforced Polymers) ed è sottoposto dal fabbricante alle prove iniziali di tipo del prodotto per la qualificazione e al controllo della produzione in fabbrica. Tecno Piemonte SpA dichiara nei certificati che ha effettuato l’ispezione iniziale della fabbrica e del controllo della produzione in fabbrica e che esegue la sorveglianza continua, la valutazione e l’approvazione del controllo della produzione in fabbrica (sistema di attestazione di conformità 2+). È inoltre chiaramente espresso che tutte le disposizioni riguardanti l’attestazione del controllo di produzione in fabbrica descritte nell’allegato ZA della norma UNI EN 1504-4 sono state applicate. In ottemperanza al Regolamento dei Prodotti da Costruzione (CPR) 305/2011/UE ciascun adesivo Xepox è corredato da pertinente Dichiarazione di Prestazione (DoP) redatta dal fabbricante sotto la propria responsabilità. I requisiti prestazionali accertati, coerentemente con gli usi dichiarati, sono: - determinazione del modulo di elasticità per compressione (UNI EN 13412); - determinazione della resistenza allo scorrimento per taglio inclinato (UNI EN 12188); - determinazione del coefficiente di espansione termica (UNI EN 1770); - determinazione del ritiro totale per agenti adesivi strutturali (UNI EN 12617-1): - determinazione dell’aderenza (UNI EN 12188); - determinazione della durabilità (UNI EN 13733); - determinazione dell’idoneità per l’iniezione (UNI EN 12618-2). Un sentito ringraziamento lo dobbiamo a quanti, dal mondo della Ricerca universitaria e privata, di quello Accademico, delle Istituzioni e dell’Imprenditoria, hanno contribuito alla comprensione dei fenomeni correlati ai giunti incollati con inserti per la strutturistica in legno al fine di ingegnerizzare il sistema e renderlo di facile applicazione ed esecuzione per diffonderlo. I campioni testasti al Politecnico sono stati forniti dal committente. Hanno contribuito al loro confezionamento le ditte di carpenteria del legno Adriano Bevilacqua srl, Alessandro Dianese Legnami srl, Cammi Group SpA - Div. Legname, De Prà Adriano, Montagnoli Evio srl, Sala Guido Legnami srl, Simionato Legnami. Le immagini in questa pagina illustrano i provini per l’accertamento dei requisiti prestazionali degli adesivi Xepox per la Marcatura CE. Le prove sono state predisposte da Tecnopiemonte SpA , in qualità di Laboratorio prove edili approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici, e dopo i test ha emesso i pertinenti Certificati CE.
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dell’ ing. Elisa Sala Ufficio tecnico Sala Guido Legnami elisa@salaguidolegnami.it www.salaguidolegnami.it
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Dal passato al futuro, dal mattone al legno Albiate, provincia di Monza e Brianza 1968 Costruzione villa residenziale con sistema tradizionale, circa 350 m2 2014 Demolizione villa esistente 2015 Realizzazione due ville prefabbricate con sistema xlam, sullo stesso sedime, sfruttando il recupero fiscale
Nella foto di apertura: la casa dei signori Fumagalli prima della demolizione. Stefano Casiraghi: con la sua decennale esperienza nel settore delle costruzioni a secco è riuscito a portare a termine i lavori di finitura delle loro case.
La sfida lanciata dal nostro committente, Stefano Casiraghi, è realizzare due case a struttura portante xlam, nel più breve tempo possibile. La villa dei suoi futuri suoceri, i signori Fumagalli, è stata costruita infatti negli anni '60-'70 con un sistema costruttivo tra i più validi del tempo; ormai i costi di gestione, diventati proibitivi, hanno portato alla decisione di demolirla e costruire due villette indipendenti: una per i signori Fumagalli e una per Stefano ed Elena, loro figlia. La scelta è ricaduta sulla prefabbricazione in legno anche per la velocità di esecuzione della struttura: dopo aver demolito la loro casa, i committenti hanno dovuto infatti traslocare temporaneamente in un appartamento in affitto, in attesa delle loro nuove case. I lavori di demolizione dell'esistente sono iniziati a settembre 2014, gli scavi per le nuove costruzioni a gennaio 2015, le opere in legno ad aprile 2015 e i committenti si sono trasferiti nelle nuove case rispettivamente ad agosto i signori Fumagalli e a dicembre Stefano ed Elena. Entrambe le ville hanno un piano interrato in. c.a. con box e taverna, cui si accede da due rampe esterne in calcestruzzo dotate di serpentina anti-
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geliva. Sala Guido Legnami ha realizzato la struttura portante dei piani fuori terra di entrambe le ville in pannelli xlam. La villa dei signori Fumagalli si sviluppa principalmente al piano terra; al piano primo è presente un locale e un ampio terrazzo. La casa è stata pensata architettonicamente e dimensionata strutturalmente per supportare, in futuro, un eventuale sopralzo di un piano. La casa di Stefano ed Elena invece presenta un piano terra, un piano primo con terrazzo e una copertura piana non praticabile. Le pareti e i solai sono in pannelli xlam; le coperture in parte in xlam e in parte in travi e travetti in legno lamellare con sovrastante pacchetto isolante. Le finiture, grazie all’esperienza decennale nel settore delle costruzioni a secco e della bioedilizia di Stefano Casiraghi, sono state realizzate direttamente dal committente. In particolare il cappotto esterno è stato realizzato in lana di roccia, spessore 20 cm, rivestito con sistema intonachino e ciclo di rasatura armata. In corrispondenza delle aperture sono stati inseriti i monoblocchi, sempre prefabbricati da Sala Guido Legnami in collaborazione con Energitec, per l'alloggio dei frangisole e dei serramenti con doppia
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camera d’aria in legno-alluminio. L’involucro interno è fatto con sistema a secco: lastre Gypsolignum e cappotto interno da 7 cm di lana di vetro ecologica; i controsoffitti sono in cartongesso. I sottofondi sono realizzati con sistema tradizionale sabbia e cemento e al piano primo, per evitare il rumore di calpestio, è stata inserita una membrana in gomma vulcanizzata; parquet in rovere vecchio naturale in tutta la casa. Sulle ampie terrazze delle due abitazioni, già perfettamente isolate, sono state realizzate le impermeabilizzazioni, i sottofondi, le pendenze e i pavimenti calpestabili. Per gli impianti elettrici è stato scelto il sistema di domotica e 6 kW di fotovoltaico, implementabile fino a 10 kW. La posizione delle case è stata studiata per avere le falde inclinate esposte a sud per permettere la resa massima del fotovoltaico. È stato totalmente eliminato il gas e il sistema di riscaldamento è gestito con pompa di calore ad aria; boiler in pompa di calore per acqua calda sanitaria e VMC. È stato sviluppato anche uno studio illuminotecnico con illuminazione interamente a led: 180 tra faretti e corpi illuminanti interni e 20
1. Area di cantiere, prima dell'inizio della posa delle strutture in legno. 2. Per il difficile accesso al cantiere si è dovuto ricorrere a mezzi con autorizzazioni speciali per il trasporto dei pannelli xlam. 3. 4. Fasi di montaggio strutture portanti in xlam villa sigg. Fumagalli e villa Stefano ed Elena.
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paletti esterni, a casa totalmente accesa, consumano 980 watt. Le prime impressioni di Casiraghi, vivendo la loro casa: "Piena soddisfazione, assolutamente, bellissima sensazione del vivere nonostante siano case sulla strada c'è totale assenza di rumori. Nelle mezze stagioni non hai mai la percezione del freddo, l' uniformità termica degli ambienti è veramente un gran valore aggiunto. Consiglierei una casa in legno anche a una coppia giovane in primis per la qualità e benessere del vivere, oltre che per il reale risparmio energetico ed economico". Costruire una casa in legno costa infatti, se progettata con criterio, più o meno come il tradizionale, il vantaggio è nei costi di gestione: con meno di 1.500 /anno è possibile mantenere una casa di circa 300 m2, confermato dai nostri clienImmagini degli interni della villa di Stefano ed Elena realizzate dall' Arch. Tommaso Giunchi, architetto d’interni.
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Nelle prime due foto in alto: le immagini degli esterni della villa di Stefano ed Elena realizzate dall' Arch. Tommaso Giunchi, architetto d’interni. Nelle due foto centrali: le immagini degli esterni delle ville dei signori Fumagalli e di Stefano ed Elena a lavori ultimati.
ti. Velocità di esecuzione, costi certi, risparmio energetico e risparmio economico, qualità del vivere: alcuni dei vantaggi che riscontrano i clienti di Sala Guido Legnami, siano essi privati cittadini, imprese o, come nel caso di Stefano, addetti ai lavori. Conclude Casiraghi: "Inoltre, come dico sempre, ci vuole una generazione zero che inizi a pensare alle generazioni future; sarebbe bello lasciare qualcosa di più ecologico, non sempre il solito cemento. Modernità, tecnologia domotica al passo coi tempi, zero gas. Una bolletta in meno e un pericolo in meno all’interno della casa. Da un immobile si è deciso di farne due in bioedilizia con sistemi costruttivi che agli occhi dei tanti non sono ancora somatizzati, ma che cominciano a prendere piede, e che in realtà danno un vero valore aggiunto."
Nell’ immagine sotto, gli spazi interni della villa di Stefano ed Elena a lavori ultimati.
TECHNICA SCM GROUP VIBROBLOC Pietro Ferrari www.scmgroup.com www.vibrobloc.it
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Le travi che arredano
Case e tetti in legno realizzati con la cura e la qualità di un mobile pregiato sono il risultato delle tecnologie Oikos alla Vibrobloc.
Alla Vibrobloc di Montese, nel cuore dell'appennino modenese tra Emilia e Toscana, abbiamo incontrato il direttore commerciale dell'azienda, Claudio Leoni, per parlare con lui della dinamica azienda dedicata all’edilizia in legno e del nuovo centro di lavoro Oikos di Routech, marchio del Gruppo Scm. "Tutto è cominciato dall’incontro con Paolo Forza,
area manager Scm, alla fiera Legno&Edilizia di Verona nel 2015. Successivamente abbiamo avuto la possibilità di testare la Oikos nella sede Routech a Sinalunga, anche se già da tempo avevamo iniziato a studiare questa macchina presso i nostri concorrenti che l’avevano già acquistata e la utilizzavano con estrema soddisfazione. Realizziamo un prodotto di alta qualità in cui è
Le travi dominano la struttura interna del capannone.
TECHNICA_SCM GROUP • VIBROBLOC
Nelle foto da sinistra a destra: una conversazione intensa e approfondita quella con Claudio Leoni. Pietro Ferrari con Claudio Leoni. L'ufficio tecnico, un importante crogiuolo di idee.
determinante la finitura delle lavorazioni, questo ci ha portati a selezionare una tecnologia in grado di assicurarci ottime performance. Il nostro ufficio tecnico, dove lavorano ragazzi preparati, ha individuato una serie di personalizzazioni tecniche sulle quali la Routech ci ha dato immediato supporto e da qui è nata una versione del centro di lavoro a sei assi interpolanti che rispondeva perfettamente
L'originale edificio di Vibrobloc.
alle nostre esigenze." Pietro Ferrari - Qual'è lo step che avete fatto grazie a Oikos? Claudio Leoni - “La svolta che ci ha permesso questo centro di lavoro è senz’altro stata quella di lavorare le pareti X-Lam da 1.250 mm. Alla Vibrobloc abbiamo da sempre adottato le due tecniche costruttive per le case, quella a telaio e quella con
TECHNICA SCM GROUP VIBROBLOC Oikos di Routech, la risposta di Scm Group alle costruzioni in legno.
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pareti X-Lam che compravamo già tagliate. Ora con Oikos acquistiamo la materia prima in barra e poi provvediamo direttamente a sezionarla. Ciò consente di avere maggior autonomia, velocità, flessibilità nei tempi. Teniamo comunque a magazzino materiale sufficiente per garantirci una certa flessibilità nei tempi di risposta, dato che il mercato oggi si muove molto rapidamente, e quando il cliente ha fretta di arrivare alla costruzione, noi abbiamo i materiali già pronti: basta ingegnerizzarli e avviare la produzione.” “Tra le caratteristiche molto apprezzate di Oikos la precisione nelle lavorazioni e la velocità di esecuzione, - continua Claudio Leoni - oltre alla realizzazione di strutture e case in legno, il nostro mercato di riferimento è la copertura di solai a vista, dove la finitura delle travi è un aspetto fondamentale: il tetto a vista è un elemento d’arredo primario nelle abitazioni moderne, e l’effetto estetico dato dalla precisione dei profili delle travi è un aspetto ricercato, ottenibile solo con il massimo della tecnologia. Vibrobloc ha iniziato la sua attività nel settore dell’edilizia tradizionale e oggi conta due sedi vicine, a cui se ne aggiunge una terza più decentrata dove viene realizzata la carpenteria metallica. Le travi imballate come componenti d'arredo.
TECHNICA_SCM GROUP • VIBROBLOC
L’ufficio tecnico ingegnerizza anche le componenti di assemblaggio come staffe o piastre. Mantenere la sede della Vibrobloc a Montese è stata una scelta - conclude Leoni – per assicurarci continuità nelle risorse umane, valore primario dell’azienda in grado di assicurare competenza e un forte lavoro di squadra. Siamo noti nel mercato locale per la qualità del nostro lavoro e questo vantaggio competitivo è in parte dovuto proprio ai nostri collaboratori." Al servizio di queste ottime professionalità il centro di lavoro Oikos della Routech trova una collocazione ideale.
TECHNICA ZETAGÌ Roberta Bocca www.zetagi.it
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La protezione della carpenteria in legno La storica azienda specializzata nella protezione del legno, del cemento e nei trattamenti industriali pensa anche al mondo del legno strutturale. Nascono così le formulazioni finalizzate in modo specifico alla protezione di particolari manufatti in legno quali travature, gazebo, carpenteria in legno e manufatti similari che Zetagì srl ha messo a punto con la linea di prodotti “Lasur” studiata per proteggere il legno dagli agenti esterni e particolarmente da quelli atmosferici. teggere il legno dagli agenti esterni e particolarmente da quelli atmosferici. Numerosi test di durata all’esterno, test di invecchiamento accelerato simulato con apposite apparecchiature (QUV test), unitamente all’esperienza diretta di chi è tutto il giorno a contatto con le realtà produttive, di trasformazione e nobilitazione del legno, hanno fatto emergere una classe di prodotti particolarmente performanti adatti all’utilizzo professionale e industriale. La serie di prodotti “Lasur” comprende:
Zetagì s.r.l. vanta una consolidata esperienza nella formulazione e produzione di cicli di trattamento per la protezione del legno identificabili nella linea di prodotti “Holzfreund”; una serie di impregnanti, fondi e finiture all’acqua disponibili in un’ampia gamma di tipologie e di varianti cromatiche, caratterizzata da elevato potere protettivo, da un basso impatto ambientale e in grado di soddisfare le più svariate esigenze estetiche e tecnicoapplicative nella protezione e finitura di serramenti, infissi e manufatti in legno. Nell’ottica di fornire prodotti sempre più mirati Zetagì srl ha ricercato formulazioni finalizzate in modo specifico alla protezione di particolari manufatti in legno quali travature, gazebo, carpenteria in legno e manufatti similari e ha messo a punto la linea di prodotti “Lasur” studiata per pro-
• Lasur-impregnante all’acqua a base di resine acriliche speciali idrodiluibili di elevata qualità. È un prodotto ideale per il successivo trattamento con finiture sia all’acqua che a solvente. È un impregnante che presenta grande uniformità di tinta, tale da essere consigliato nell’impregnazione del pino giuntato (finger joint), perché riduce la diversità di tinta dovuta al diverso assorbimento del legno. È particolarmente adatto per l’impregnazione di travi, perline e altra carpenteria in legno in quanto riduce drasticamente l’ingrigimento nei nodi rispetto ai comuni impregnanti all’acqua. Il prodotto supera la norma UNI EN 152, relativa ai funghi del-
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l’azzurramento, qualora vengano seguite le condizioni di applicazione previste da tale norma. • Lasur-finitura monocomponente all’acqua per esterni a base di resine acriliche nanotecnologiche. La finitura presenta elevata resistenza agli agenti atmosferici e ai raggi UV, esente da fenomeni permanenti di sbiancamento. Adatta per il trattamento di finitura di travature, perline e manufatti in legno. Per l’elevata durezza superficiale unita a una notevole elasticità, anche a basse temperature, e per l’ottima tenuta all’acqua, garantisce la continuità del film per lungo tempo anche in condizioni difficili (spigoli vivi, incroci). La finitura “Lasur” presenta un’elevata tenuta
all’acqua (scarsissimo sbiancamento), un’elevatissima trasparenza anche a film bagnato e un’ottima pienezza del film secco. Il ciclo ottimale consigliato prevede due mani di impregnante all’acqua 682129 HF Lasur IMP “W”, che per la sua particolare tixotropia permette di applicare spessori idonei anche su superfici orizzontali, anche in opera; volendo ottenere un’idrorepellenza superiore è consigliabile sovrapplicare, senza carteggiare, la finitura all’acqua 1714018 HF Lasur “W” colore teak. Con questi cicli di verniciatura si raggiunge il duplice obiettivo di preservare il legno ma anche di ottenere un elevato impatto estetico e quindi la valorizzazione nel tempo dei manufatti trattati.
TECHNICA VINAVIL Valeria Bonatti www.vinavil.com
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Un nuovo metodo VINAVIL per misurare la qualità dell’incollaggio legno-legno La valutazione di un buon incollaggio legno-legno non è banale e viene oggi effettuata con metodologie empiriche di confronto non troppo attendibili. Vinavil ha sviluppato, in collaborazione con l’Istituto IVALSA del CNR, un nuovo metodo semiautomatico che permette misure più precise, accelerando il processo di standardizzazione.
IL PROBLEMA Quando i materiali in legno devono essere incollati, occorre conoscere i requisiti dell’adesivo da impiegare per orientare le prestazioni che esso deve assicurare durante la vita del manufatto finale. Le dispersioni acquose a base di polivinilacetato vengono ampiamente usate nel settore del legno per impieghi non strutturali: cucine, mobili da interno e esterno, pavimenti, oggettistica in legno, sedie, tavoli, porte e finestre che arredano le nostre case. Le esigenze della filiera di trasformazione del legno hanno stimolato lo sviluppo di nuovi sistemi di incollaggio che, rispetto a quelli tradizionali, devono soddisfare svariati requisiti, che spaziano dalle restrizioni in termini di emissioni nell’ambiente domestico (si pensi ad esempio alla eliminazione dei sistemi contenenti formaldeide), alle prestazioni dei diversi materiali impiegati in funzione delle disponibilità, alle tendenze e ai gusti del mercato (impiego di specie legnose particolarmente resinose e derivanti da mercati extra europei). Anche Vinavil, che opera nel settore degli adesivi base, ha fatto notevoli passi avanti negli
ultimi anni, grazie all’intensa attività nei propri laboratori di Ricerca & Sviluppo. Ha quindi elaborato un nuovo metodo per misurare la qualità dell’incollaggio legno su legno e quindi produrre una colla adatta allo scopo. Ad esempio, se due pezzi di legno esotico devono essere incollati per formare un giunto da sagomare mediante un tornio (Fig. 1), è necessario impiegare un adesivo a base vinilica con alto asportato. Cosa significa? Durante la lavorazione al tornio, il giunto in legno incollato viene sottoposto a uno sforzo meccanico enorme e la parte più debole del sandwich legno/adesivo/legno non deve essere l’adesivo, ma il legno stesso. L’incollaggio deve essere effettuato in modo tale che il giunto sotto sforzo ceda fratturandosi in alta percentuale dalla parte del legno, che ne risulta “sfibrato”. L’asportato su legno di un giunto incollato viene messo in evidenza quando il giunto sotto sforzo si distrugge. È la determinazione accurata di questo sfibramento che permette di “misurare” la bontà dell’incollaggio. Maggiore è lo sfibramento (o asportato), migliore è la qualità dell’incollaggio.
TECHNICA_VINAVIL Fig.2 Provini nuovo e sfibrato mediante sforzo di taglio per compressione al dinamometro. Il metodo ideale dovrebbe invece consentire il calcolo del potere collante finale di un giunto, indipendentemente dalle caratteristiche meccaniche del particolare pezzo di legno di cui il giunto stesso è costituito. Seguendo questo approccio, il laboratorio R&S Vinavil in collaborazione con CNR-IVALSA di Firenze ha cercato di correlare la percentuale di sfibramento (WFP) con i valori dinamometrici ottenuti per fratturare il giunto incollato e il provino di legno tal quale fratturato dal giunto. Questo metodo, purtroppo, non si è rivelato applicabile ai sistemi vinilici. L’analisi delle due superfici che si ottengono dopo rottura del giunto originale (Fig. 2) consente di leggere l’asportato su legno, ovvero l’entità di rottura delle fibre di legno all’interfaccia legno/adesivo (WFP, Wood Failure Percentage). La dispersione2di polivinilacetato deve pertanto essere caratterizzata da alto potere collante finale, da elevata resistenza al carico statico (creep) e mostrare un alto valore di asportato sul legno. LA SITUAZIONE A livello europeo e americano esiste un vuoto normativo per la caratterizzazione oggettiva dell’asportato su legno. Questo costituisce un problema rilevante per gli esperti del settore che, in assenza di metodi ufficialmente riconosciuti e condivisi o di certificazioni di istituti esterni, si trovano costretti a inseguire le valutazioni empiriche e soggettive dei diversi attori della filiera del legno. Si pensi ad esempio che, fino a qualche anno fa, uno dei metodi di valutazione dell’asportato consisteva nella rilevazione della rottura del legno dopo incollaggio testa /testa di due manici di scopa. Il primo presupposto per la scelta dell’adesivo per ogni specifica specie legnosa è quindi lo sviluppo di una metodologia che consenta di valutare in modo oggettivo e riproducibile la tipologia e l’entità della rottura della superficie legnosa dopo distruzione del giunto incollato. Attualmente i metodi comunemente impiegati dai produttori di adesivi per legno per determinare la percentuale di rottura del substrato legnoso sono ISO 6238 ed EN 205. I limiti principali di tali procedure sono la non specificità del metodo applicato, la soggettività e la bassa precisione della lettura dell’asportato (il valore minimo rilevabile è del 10%). Occorre inoltre tenere in considerazione che la rottura del legno dipende fortemente dal tipo di specie legnosa e, a parità di specie, dalle sue caratteristiche qualitative e meccaniche, come la densità e la presenza di anelli porosi o di deviazione dalla fibratura.
IL METODO COLORIMETRICO VINAVIL - IVALSA Si è passati, così, allo studio di un nuovo metodo, detto colorimetrico. Esso si basa sull’impiego di provini in legno descritti dalla normativa ISO 6238 e sull’introduzione di un sistema di colorazione della superficie che si ottiene dopo rottura del giunto stesso. Si è associato ai sistemi tradizionali di caratterizzazione del giunto in legno un software di elaborazione di immagine, ImageJ, scaricabile dal web, che permette l’acquisizione mediante scanner dell’immagine della superficie e la sua elaborazione mediante software. In questo modo, è stato definito un metodo semiautomatico per la valutazione dell’asportato di un giunto incollato con dispersioni viniliche. La caratteristica fondamentale del metodo colorimetrico consiste nel trattamento della superficie con un opportuno sistema di colorazione che consente di evidenziare l’adesivo ancora presente sulla superficie di legno rotta e di esaltare le fibre di legno derivanti dalla rottura del supporto stesso. Sono state sperimentate tre specie legnose: faggio (beech), acero (maple) e pino (pine) assieme a nove differenti adesivi a base polivinilica e a tre sistemi coloranti (Sudan IV, Blu di Toluidina e Iodio) (Fig. 3). I coloranti vengono applicati in forma di soluzione a pennello, in modo che coprano tutta la superficie, ed essiccati con modalità standardizzate.
Fig.3 I coloranti usati per colorare le superfici dei provini di legno. Fig.4 Applicazione del nuovo metodo a un provino di faggio con colorante iodio: l’immagine viene elaborata dal software per calcolare la quantità di asportato.
Fig.1 Sagomatura al tornio di un macina-pepe ottenuto per incollaggio di due specie legnose.
TECHNICA VINAVIL
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Inizialmente è stato sperimentato il sistema Sudan IV/Toluidina: la toluidina penetra il legno e il Sudan IV interagisce con l’adesivo vinilico evidenziandolo. Un campione viene trattato con toluidina per evidenziare la superficie legnosa, mentre un altro campione viene trattato con Sudan IV per verificare la disposizione dell’adesivo. Il segreto sta nel trattare la superficie con la giusta combinazione dei 2 coloranti, in modo da evidenziare al meglio la differente dislocazione morfologica dell’adesivo e del legno. La dispersione di questi coloranti non risulta, tuttavia, ottimale sulle specie lignee più cri-
Fig.5 Il risultato dell’elaborazione: la percentuale di sfibramento del legno viene calcolata attraverso il conteggio dei pixel bianchi o neri presenti nell’immagine.
Fig.6 Elaborazione statistica della variabilità delle misure. tiche (come il pino) e in più la toluidina è classificata come sostanza pericolosa e richiede particolari misure anche per l’utilizzo in laboratorio. Per superare queste difficoltà, la ricerca si è orientata verso un colorante monocomponente che permettesse di evidenziare sicuramente una delle due variabili coinvolte: o il legno o l’adesivo. Lo iodio soddisfa questo requisito: interagisce con l’alcool polivinilico dell’adesivo, evidenziandone la dislocazione, non è tossico e si può quindi manipolare con sicurezza. La superficie di legno che si ottiene dopo rottura
del giunto iniziale viene “colorata” e asciugata in condizioni standardizzate. La sua immagine viene poi acquisita ed elaborata mediante il software ImageJ che, con elementari e prefissate procedure, trasforma le superfici originali in immagini in bianco e nero. Il software consente di calcolare automaticamente la percentuale dei pixel bianchi o neri presenti. L’espressione della percentuale di asportato è pertanto assicurata dalla corrispondenza tra il colore bianco o nero e il legno evidenziato dal sistema di colorazione impiegato. In Fig. 4 è riportato il procedimento effettuato su un provino di faggio utilizzando come colorante lo iodio. La prima immagine è quella del provino sfibrato secondo ISO 6238 cui segue la fotografia dello stesso provino trattato con iodio: la colorazione scura è dovuta all’interazione dello iodio con l’adesivo. La terza immagine rappresenta il risultato finale dell’elaborazione: i pixel bianchi corrispondono al posizionamento dell’adesivo, mentre quelli neri mostrano la superficie del legno esente dall’adesivo. La metodologia è semiautomatica, in quanto durante l’elaborazione è ancora necessario l’intervento dell’analista per il “fine-tuning” di alcuni parametri del sistema colorimetrico, onde ottenere un’immagine il più possibile precisa. In Fig. 5 è riportato il risultato finale dell’elaborazione. Il sistema conta i pixel bianchi e quelli neri calcolando la percentuale che corrisponde alla percentuale di asportato (WFP). Nella colonna di destra è rappresentato il set dei parametri colorimetrici. Il nuovo metodo consente una notevole riduzione della dispersione dei dati come si evidenzia dall’istogramma di Fig. 6, che riporta i risultati statistici ottenuti su due specie lignee con i tre coloranti per confronto con la metodologia visuale. CONCLUSIONI Lo studio dimostra che è possibile applicare una procedura semiautomatica per determinare la percentuale di sfibramento del legno, mediante l’introduzione di un opportuno sistema di colorazione della superficie dei provini di legno ottenuti dalla rottura dinamometrica del giunto incollato, e mediante acquisizione ed elaborazione con un comune e banale software di immagini. La nuova procedura semiautomatica proposta, rispetto ai metodi tradizionali impiegati, permette di ridurre la soggettività della misura, di rilevare rotture o sfibramenti non visibili a occhio nudo, di aumentare la riproducibilità dei risultati e di eliminare valori estremi tipici dell’osservazione a occhio nudo. Il sistema colorimetrico migliore è costituito dallo iodio che semplifica l’operatività del metodo e ne facilita lo sviluppo risultando idoneo anche per le specie lignee più critiche. La nuova metodologia offre notevoli vantaggi rispetto ai metodi tradizionali, in quanto fa chiarezza in una materia molto discussa e confusa e pone le basi solide per lo sviluppo di un nuovo standard a livello internazionale.
TECHNICA_VINAVIL
Nuovo manuale
È noto a tutti che il riscaldamento dei cibi non avviene più soltanto mediante impiego di cucine tradizionali (a legna, gas o elettrico) ma anche attraverso i forni a microonde. Perché non traslare lo stesso principio alimentare all’incollaggio del legno? Nell’industria del legno esistono differenti tecniche comunemente impiegate per accelerare il processo di incollaggio. La più utilizzata è di gran lunga la pressatura a caldo. Eppure tra le tecniche di riscaldamento si può fare riferimento anche ai sistemi che si basano sull’impiego di calore generato mediante un campo elettromagnetico, come per esempio il riscaldamento dielettrico. Le tecnologie basate sull’impiego di radiofrequenze sfruttano proprio l’interazione tra il campo elettromagnetico a esse associato e i materiali dielettrici in grado di assorbire lo specifico tipo di radiazione. Purtroppo la trattazione scientifica della tecnica di radiofrequenza applicata all’incollaggio di giunti in legno con colle viniliche si limita a qualche riferimento bibliografico o tesi specialistiche. Molto di più è stato scritto sul riscaldamento tradizionale mediante impiego di sistemi di pressatura a caldo, di cui la letteratura scientifica è ricca di riferimenti, manuali e linee guida. Ma Vinavil ha cercato di colmare le lacune presenti in letteratura! Il Centro Ricerche di Villadossola ha effettuato studi e ricerche sul tema, collaborando con il CNR– IVALSA (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree). I due team hanno provato a incollare diversi tipi di legno con colle a base vinilica (dispersioni base acqua di polimeri vinilici) impiegando il riscaldamento a radiofrequenza. Lo stesso processo è stato testato anche per i derivati del legno, come ad esempio nel rivestimento di pannelli con sfogliati di legno o nell’incollaggio di diversi pannelli uno sull’altro. La stretta collaborazione tra R&D VINAVIL e i ricercatori IVALSA ha condotto a dei risultati decisamente positivi, tanto che dall’esperienza in campo si è passati alla stesura di un manuale dal titolo: “Impiego del riscaldamento a radiofrequenza nell’incollaggio di legno e derivati con adesivi a base di polivinilacetato - Linea di colla perpendicolare al campo elettrico applicato”. Il nuovo manuale è stato redatto in Inglese. Nonostante sia una chiara trattazione pratica e non costituisca un saggio teorico sull’argomento, ha l’obiettivo di porsi come guida pratica per gli operatori del settore legno a livello internazionale che si accingano a incollare elementi in legno o suoi derivati con il riscaldamento a radiofrequenza. Fornisce altresì informazioni utili alle imprese che impiegano adesivi a base PVAc (PoliVinilAcetato) nei propri processi produttivi e funge da supporto
per una migliore comprensione di tecnologie già in uso o innovative. In esso viene mostrato come vari tipi e classi di colle viniliche possono essere utilizzate con le radiofrequenze, che inducono lo sviluppo di energia termica in grado di avviare il processo di evaporazione dell’acqua dalla linea di colla. In particolare si è dimostrato che è inutile procedere all’aggiunta di sali inorganici alla colla al fine di incrementarne la conducibilità elettrica, in quanto la sola presenza del dipolo della molecola d’acqua (presente per circa il 50% nelle colle viniliche usualmente impiegate) è sufficiente per interagire con la radiazione elettromagnetica incidente. Il manuale, oltre a una breve trattazione teorica dei principi generali del riscaldamento dielettrico, descrive i criteri per ottimizzare al meglio i parametri di impostazione del generatore di radiofrequenze, al fine di ottenere le migliori prestazioni del giunto incollato. Illustra inoltre i vantaggi dell’impiego di radiofrequenze in confronto al riscaldamento tradizionale (presse a caldo), soffermandosi in particolare sul bilancio tra risparmio energetico, costi di investimento e valutazione del rischio in termini di sicurezza nell’ambiente di lavoro.
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013 giugno 2016
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