Poste Italiane spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (Convertito in legge 27/02/2004 n. 46), art. 1, comma 1 - LO/MI/ - euro 10,00 - In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio CMP Roserio (Mi) per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa - Editrice webandmagazine s.r.l. - Via Valla, 16 - I-20141 Milano - www.webandmagazine.media
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ISSN 2421-4779
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La rivista dei tessuti per l'arredamento e dei sistemi di arredo tessile
Rassegna
Heimtextil Francoforte
di Pietro Ferrari
Tradition
La tradizione del tessile in Malesia
di Paola Govoni
Art and Textile
Suolo Sacro. Fascinazione dei tappeti in pittura
di Paola Govoni
MAISON & OBJET PARIGI Un ensemble di tendenze alle due edizioni parigine
di Sonia Maritan e Monica Zani
www.imatex.it
moodbrussels.com
creative textile & surface design show
indigobrussels.com
MoOD & Indigo Brussels are organised by Textirama vzw, Poortakkerstraat 9d, BE-9051 Gent, Belgium - phone +32 9 24 38 450 - fax +32 9 24 38 455 - email: info@moodbrussels.com - info@indigobrussels.com
Bringing you Producers of Upholstery, Window and Wall coverings + Yarns
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Sommario
SOMMARIO
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EDITORIALE Il settore diventa sempre più verde di Pietro Ferrari
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www.webandmagazine.media www.webandmagazine.com
ARIADNE'S THREAD Fashion in fieri
di Antonio Vigliante
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di Mariadele Mancini
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COVER STORY I fiori di Imatex RASSEGNA HEIMTEXTIL La centralità ritrovata di Heimtextil
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INTERVIEW TREVIRA Nel mondo di Trevira: una conversazione con Anke Vollenbröker
di Pietro Ferrari
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INTERVIEW DECOBEL Una presenza significativa. Uno sguardo su Prato
di Pietro Ferrari
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di Pietro Ferrari
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COLOURS FILMAR Il nastro della qualità
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COLOURS FIL-3 Capi usati: rifiuto o risorsa? di Pietro Ferrari
COLOURS AGENA Cinquant'anni di fantasia COLOURS TORCITURA PADANA La rivoluzione di Coex di Antonio Vigliante
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OSSERVATORIO CSIL SUI MERCATI CSIL Lo scenario del mobile in America Latina e Caraibi
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TRADITION La tradizione del tessile in Malesia di Paola Govoni
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COLOURS SIMTA Nuove emozioni
di Pietro Ferrari
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PEOPLE SAFIL Qualità italiana per il mercato mondiale di Pietro Ferrari
MAISON & OBJET PARIGI Un ensemble di tendenze alle due edizioni parigine di Sonia Maritan e Monica Zani
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COLOURS LUREX Quarant'anni di filo metallizzato COLOURS MARCHI&FILDI La bellezza e l'ecologia
EXHIBITION INTERIOR MEBEL Appuntamento a Interior Mebel di Beatrice Guidi
di Beatrice Guidi
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ART & TEXTILE Suolo Sacro. Fascinazione dei tappeti in pittura di Paola Govoni
di Antonio Vigliante
di Antonio Vigliante
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PEOPLE FIDIVI A tutto campo
COLOURS FISCHBACHER Il riciclo e la bellezza di Antonio Vigliante
di Antonio Vigliante
di Pietro Ferrari
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di Antonio Vigliante
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INTERVIEW REDAELLI VELLUTI Redaelli Velluti, una forte identità
PEOPLE GIANNI BOLOGNA Esserci e non esserci
COLOURS FILATURA C4 Una gamma esclusiva di Pietro Ferrari
di Pietro Ferrari
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INTERVIEW RATTI Nel mondo della bellezza
PEOPLE PAOLO MONFERMOSO Il filo del discorso
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di Pietro Ferrari
di Pietro Ferrari
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PEOPLE MARILENA BOLLI Un bilancio importante di Mariadele Mancini
di Antonio Vigliante
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COLOURS NYA NORDISKA Nya Nordiska ai Saloni europei
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GALLERY AMINI BLANC MARICLÒ FRATELLI GRAZIANO LAPÈLLE l’OPIFICIO NINA’S HOME SAHRAI TESSITURA PARDI TESSITURA TOSCANA TELERIE
COLOURS GIBUS Le stanze del sole di Sonia Maritan
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COLOPHON
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Il settore diventa sempre più verde Abbiamo registrato proprio in questo numero di Textures le storie e le vicende di una serie di aziende che hanno visto nell'ecosostenibilità e nel riciclo dei materiali caratteristiche di grande valore della propria filosofia aziendale. Non intendevamo costruire un monografico e realizzare un focus editoriale ma ci siamo trovati, quasi per caso, a ospitare il racconto di una serie di esperienze produttive che sono imperniate sul tema del riciclo e del recupero del materiale. Coscienza ecologica e, un poco, ritorno al passato, quando nulla veniva trascurato e gettato, in un ciclo stretto e rigoroso in cui la penuria e la ristrettezza erano la regola di vita per la stragrande maggioranza della popolazione.
EDITORIAL
writer Pietro Ferrari
Oggi, pur vivendo in una società ricca e non sperequata, siamo attenti a non trasformare in rifiuti e in detriti quanto utilizziamo: è un ciclo chiuso in cui anche il nostro settore interpreta un ruolo virtuoso nel ridare vita a quanto altrimenti sarebbe andato a intasare le troppo numerose discariche del nostro mondo, nel rispetto delle aspettative di vita e felicità delle future generazioni.
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The sector becomes more and more green
We recorded in this issue of Textures the stories of a number of companies that have seen in sustainability and recycling characteristics of great material value of their business philosophy. We did not intend to build a monographic and implement an editorial focus but we were, almost by accident, to host the story of a number of productive experiences that are centered on the theme of recycling and material recovery. Environmental consciousness and, for a while, return to the past, when nothing was neglected and thrown, in a tight and rigorous cycle in which the scarcity and narrowness were the rule of life for the vast majority of the population. Today, despite living in an affluent and not unequal society, we are careful not to turn into waste what we use: it is a closed cycle in which even our sector plays a role in restoring life to what otherwise would have gone to clog too many of our world's landfills, in accordance with the expectations of life and happiness of future generations.
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FASHION in fieri È sempre al filo che bisogna guardare, con periodica continuità, per tracciare le linee identificative della moda che verrà. Il filo scandisce i tempi e le tendenze dello stile di ogni prossima stagione, che attinge a piene mani nella tavolozza creativa del tessile e dei suoi colori. A Filo, edizione aprile 2016, abbiamo visto tanta voglia di pulizia. Togliere il troppo già fatto per stupire con la semplicità, per abolire ogni sussulto estetico che troppo spesso si accompagna al cattivo gusto per eccesso di decoro. Nessun colpo di teatro, questa la tendenza. Le proposte, in generale, esaltano la naturalezza, che però non è solo naturalità. È voglia di un nuovo, auspicabile modus vivendi, teso alla ricerca di una migliore quotidianità Basti pensare alla straordinaria invenzione di Coex, la prima fibra di origine vegetale totalmente ignifuga, che regalerà confort, sicurezza e libertà all’intero mondo del design e della moda. I filati, quasi materiali parlanti, raccontano di una ritrovata essenzialità che passa, dicevamo appunto, attraverso l’impiego prevalente di fibre naturali e la semplicità delle tecniche di lavorazione. Ne usciranno, per la prossima stagione, tessuti raffinati, chic nell’essere, appunto, apparentemente sottotono, a sottolineare una eleganza metropolitana di nuova dimensione.
Mentre le disegnature cercheranno ispirazione nei grafismi minimali, si fa strada un concetto di tinta unita contemporanea, per effetti velati di tridimensionalità, per piccole dosi di luce. Le tonalità, in genere, strizzano l’occhio al mondo della bellezza effetto naturale, quasi un pò fané, in degradé che sfumano tono su tono. Fino al colore dell’evanescenza, che ha il cielo come nuovo orizzonte, linea di fuga verso una ritrovata esperienza di purezza.
ARIADNE'S THREAD writer Mariadele Mancini
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COVER STORY writer Antonio Vigliante
Imatex www imatex.it
Una collezione in fiore.
I fiori di Imatex
La collezione Vivien di Imatex trae spunto dai temi classici floreali reinterpretati in chiave contemporanea. In questo tessuto jacquard sono abbinate inaspettate cromie che lo rendono versatile e adatto a rivestire qualsiasi elemento d’arredo. Questa pattern fa parte della collezione Imatex che sarà presentata in occasione della fiera “Proposte 2016”. Nata negli anni Sessanta con una forte impronta familiare, Imatex ha seguito un percorso di crescita continuo e costante che l’ha portata a diventare un’azienda leader nella produzione di tessuti jacquard. Tradizioni e radici profonde costituiscono solide basi di un odierno gruppo industriale che esporta in tutto il mondo la propria creatività, sviluppando tessuti originali e innovativi di alta qualità. Una passione che dura da oltre cinquant’anni, ben
riassunta nel motto dell’azienda: Imatex, innovazione dal 1960.
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The flowers of Imatex “Vivien” , a new design jacquard of Imatex spa, which involves a contemporary review of the classical floral design. This jacquard fabric combines unforeseen and innovative colour tonalities that allows the pattern to be upholster on any kind of furniture, in a versatile and contemporary taste. “Vivien” belongs to the Imatex collection that is presented at Proposte 2016. Imatex is a family company , founded in 1960. Still nowadays maintains its added value of being family owned. The continuous growth and R&D investments allowed the company to become a leader in the fabrics industry worldwide. Imatex exports its creative, innovative and modern approach to fabric design to many markets all over the world.
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This has been possible thanks to the great experience and by staying truthful to its tradition through the years. “Imatex innovation since 1960” ; the company motto that has been with the company for more than 50 years.
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Rassegna Heimtextil
writer Pietro Ferrari
www heimtextil.messefrankfurt.com
L'appuntamento tedesco cresce di vigore e di autorevolezza.
La centralità ritrovata di Heimtextil
Pietro Ferrari presso una delle aree tematiche di Heimtextil.
Anke Vollenbröker durante la conferenza stampa Trevira.
La 46a edizione di Heimtextil ha registrato un incremento del numero dei visitatori e degli espositori rispetto all'anno precedente. Più di 69.000 visitatori (67.861 nel 2015) hanno incontrato i 2.866 espositori (2.723 nel 2015). Detlef Braun, CEO di Messe Frankfurt, ha espresso la propria soddisfazione per i risultati: “Heimtextil ha consolidato la propria posizione come ideale luogo d’incontro per le industrie del tessile d’arredamento.”
La hall 4.0 è stata dotata di un nuovo livello a causa della forte crescita di richieste da parte di aziende italiane produttrici di rivestimenti d’interni. In forte espansione anche la stampa digitale, il settore dei materassi e la biancheria da letto. Abbiamo constatato nella nostra visita alla manifestazione una generale soddisfazione degli espositori sia dal punto di vista dei contatti che da quello dell'atmosfera generale.
NEL MONDO DI TREVIRA CS UNA CONVERSAZIONE CON ANKE VOLLENBRÖKER www.trevira.com
Dopo la consueta conferenza stampa e la galleria dei prodotti a base Trevira CS che hanno brillato particolarmente per qualità, abbiamo avuto l’occasione di intervistare, assieme a Steffi Bobrowski, la responsabile marketing e Business Development di Trevira, Anke Vollenbröker. W&M - Qual è a suo avviso il peso della Ricerca e Sviluppo nell’attuale situazione di mercato? In che misura l’R&D contribuisce al successo di un’azienda?
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La conferenza stampa di apertura, ospite d'onore Jessica Schwarz. Anke Vollenbröker - “Io penso che è veramente fondamentale questo impegno perché i clienti industriali e i consumatori si aspettano dal tessile più di una singola funzione: non è più possibile parlare solo di tessuto antifiamma ma ogni funzionalità che il produttore il produttore di fibra o il nobilitatore aggiungono al prodotto è un valore ulteriore e non solo dal punto di vista estetico, ma anche e soprattutto dal punto di vista della funzionalità. Molti sviluppi si muovono oggi nella direzione del settore acustico, campo nel quale noi disponiamo di prodotti molto buoni, grazie a componenti che permettono ai nostri clienti di realizzare tessuti realmente tridimensionali che garantiscono delle prestazioni acustiche eccezionali”. W&M - Siamo rimasti sorpresi dalla capacità di conferire a un tessuto una alto grado di consistenza con delle prestazioni acustiche elevatissime. Immagino che questo apra segmenti di mercati molto ampi soprattutto nel settore del contract, pensiamo a teatri, ristoranti, alberghi ma anche uffici. Anke Vollebröker - “Non a caso saremo presenti a Orgatec di Colonia con prodotti dei nostri clienti che fra l’altro toccano il tema dell’assorbimento acustico. Anche se già da tempo Trevira ha sviluppato prodotti con una componente low-melt, ce n’è voluto altro ancora prima che i tessuti fonoassorbenti prodotti usando questi fibre e filati si facessero strada sul mercato”. W&M - Vedo che i tessili sono sempre più utilizzati in altri campi di applicazioni rispetto a quelli consueti, questo costituisce una sfida per un produttore come Trevira per arrivare a un continuo sviluppo di nuove funzionalità del tessuto. Anke Vollenbröker - “Da una parte abbiamo lo sviluppo di filati sempre più personalizzati in collaborazione con i clienti, messi a punto praticamente quotidianamente, dall’altra continua il nostro impegno di ricerca. I nostri filati ibridi con compo-
nente low-melt sono presenti nei tessuti più innovativi”. W&M - Vedo anche che il tessile va sempre più spesso a sostituire mimeticamente e funzionalmente materiali diversi: a Milano alla ultima Linea Pelle abbiamo visto molti tessili che imitavano la pelle. Queste sono decisamente nuove possibilità per il tessile. Ma, venendo a un tema più controverso, parlavamo un paio di ore fa con un espositore a proposito di normative e certificazioni che sono molte e forse troppe: qual è il punto di vista di Trevira su questo tema? Anke Vollenbröker - “La maggior parte delle certificazioni e normative richieste per i tessuti riguardano più i nostri clienti che noi, produttori di fibre.
Esempi di installazioni.
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Rassegna Heimtextil
Noi supportiamo però i nostri clienti fornendo dati, schede di prodotto in modo che il cliente possa utilizzarli tranquillamente: le nostre fibre possono essere considerate cradle to cradle ma non possono essere certificate perché non sono un prodotto che va al consumatore”. W&M - L’opinione da parte dei produttori è quella che ci siano un po’ troppi schemi certificativi nel settore. Anke Vollenbröker - “A parte i numerosi vantaggi dal punto di vista della sicurezza o della sostenibilità rappresentati dalle certificazioni, si tratta anche di un business. Per contribuire al concetto della sostenibilità cerchiamo di lanciare il concetto del riciclo nel campo dei tessili Trevira CS, concetto che tuttavia non è ancora abbastanza diffuso nel mercato e richiede più comunicazione. Ciononostante noi ci stiamo impegnando concretamente in questo settore: quando un albergo viene ristrutturato noi ci offriamo di prendere in carico il tessile che viene eliminato: raccogliamo questi tessuti presso il nostro impianto di Bobingen e quando abbiamo raggiunto una “massa critica” di tessuti facciamo in modo che vengano riciclati in un modo sensato. Purtroppo questa pratica non è ancora abbastanza seguita dai nostri clienti e noi dobbiamo certamente contribuire a diffonderla maggiormente”. W&M - In italia, nel settore del legno, noi abbiamo un sistema di riciclaggio molto efficiente che è un po’ l’esempio a tutta Europa, riteniamo che questo costituisca un esempio molto interessante per altri settori. Tuttavia lei pensa sia un fatto di consapevolezza o che non vi siano opportunità in questo senso? Anke Vollenbröker - “Da un parte è un discorso di conoscenza, dall’altra c’è da risolvere il problema delle logistiche. Attualmente, chi vuole partecipare a questo sistema per il riciclo dei tessuti Trevira CS deve inviare i tessuti di scarto a Trevira e ovviamente ci sono costi da sostenere per la spedizione: questa è la realtà. Tuttavia noi non vogliamo rinunciare a offrire questa possibilità perché si tratta di un buon concetto”. W&M - Purtroppo in questi tempi di controllo e riduzione ossessiva dei costi, forse non molti affrontano con entusiasmo queste prassi. Anke Vollenbröker - “Tuttavia io penso che sia importante offrire questa possibilità ai nostri clienti”. W&M - I prodotti riciclati come vengono gestiti? Anke Vollenbröker - “Il progetto prevede che quando abbiamo raccolto una certa massa di tessili Trevira CS - i tessuti vengano sottoposti a un processo meccanico
presso una ditta specializzata nel riciclo di materiali. Il materiale viene poi destinato a settori come per esempio quello della coibentazione”. W&M - Come global player, come vede Trevira le dinamiche dei differenti mercati? Anke Vollenbröker - “Noi abbiamo una comunità di clienti molto stabile e molto forte principalmente in Germania, nei Paesi di lingua tedesca e in Italia. Abbiamo clienti importanti anche in Turchia. La maggior parte del nostro business Trevira CS è concentrato sul mercato europeo. Tendenzialmente consideriamo i nostri clienti aziende di eccellenza, e li vediamo come partner e crediamo nel concetto di partnership”. W&M - Vediamo che Trevira ha avuto un grande successo in questo concetto, perché quando parliamo con i nostri clienti italiani c’è un atteggiamento di grande rispetto nei confronti di Trevira con un sentimento di amicizia. Steffi Bobrowski - “C’è un grande contenuto di rapporti personali stretti”. Anke Vollenbröker - “In questo senso noi cerchiamo anche di tagliare su misura i nostri prodotti in base alle esigenze dei nostri clienti, in un dialogo costante con i produttori, con gli architetti, con gli editori tessili. Per noi è importante avere come partner clienti che abbiano lo stesso concetto di qualità e di prestazionalità”. W&M - Fuori dall’Europa, includendo la Turchia in Europa, voi avete qualche Paese target o è una lunga strada riprodurre questo schema di collaborazioni in altre aree geografiche? “Il nostro principale settore geografico come partner è l’Europa, per questo dobbiamo essere molto cauti in ciò che facciamo in altre aree geografiche per non mettere a rischio il nostro business Trevira CS europeo. Abbiamo fatto un altro passo avanti verso la globalizzazione del marchio Trevira CS e abbiamo aperto la nostra politica di marchio alla collaborazione tra i produttori asiatici e i membri del club Trevira CS con stato Oro/Argento. Se fino a questo momento i produttori asiatici erano autorizzati a utilizzare il marchio Trevira CS solo nei loro mercati nazionali o a commercializzare i tessuti Trevira CS solo nei Paesi asiatici, ora possono farlo anche nei mercati di esportazione extra-asiatici, a condizione che la fornitura avvenga a un cliente Oro/Argento Trevira CS. Quindi editori tessili e tessitori europei con stato Oro/Argento, ad esempio, possono acquistare tessuti Trevira CS da produttori asiatici certificati che hanno richiesto l'autorizzazione a utilizzare
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il marchio a livello globale e sono riconosciuti da Trevira. I severi criteri qualitativi validi per i tessuti Trevira CS restano invariati”. W&M - Qual è la distinzione tra partner Gold&Silver? Continuerà questa distinzione o c’è una volontà di unificare questi marchi? Anke Vollenbröker - “Noi dobbiamo mantenere questi marchi separati, perché lo status è importante per i nostri clienti. E la possibilità di diventare Gold costituisce sempre un incentivo per migliorare”. W&M - Qual è la situazione in Italia per Trevira? Anke Vollenbröker - “Penso che se guardiamo ai nostri clienti Gold e Silver i segnali sono positivi, io penso che qualche piccolo segno di recupero si può vedere nel mercato italiano”. W&M - Oltre a Heimtextil, a quali altre fiere parteciperete quest’anno? Anke Vollenbröker - “Parteciperemo ad alcune fiere in Medio Oriente e abbiamo intenzione di participare a MoOD e a Orgatec con stand satelliti insieme con i nostri clienti. Da un punto di vista generale ci muoviamo in due direzioni: da una parte le grandi fiere, dall’altra le manifestazioni specialistiche”. W&M - Heimtextil è una manifestazione che ritenete positiva: sembra che, dopo qualche anno difficile, la fiera del tessile a Francoforte stia ritornando a valori più positivi, possiamo confermare questa tendenza? Anke Vollenbrök - “In generale l’atmosfera sembra positiva e vediamo che alcuni clienti sono tornati come espositori”.
UNA PRESENZA SIGNIFICATIVA UNO SGUARDO SU PRATO www.decobel.it
Più bella di quanto ci si aspetti, più qualificata nel settore tessile di molti altri distretti in tutto il mondo, il racconto di questa realtà in una conversazione con Gabriele Guidoni di Decobel. "C’è un motivo storico per questo riemergere del tessile pratese - ci anticipa Gabriele Guidoni, ricevendoci nello stand Decobel a Heimtextil - nel senso che il sistema pratese è più elastico e ha potuto di adattarsi meglio
alle difficoltà del mercato, mentre sistemi organizzati se si vuole fin troppo, hanno avuto e hanno più difficoltà: di questi tempi la rigidità i paga e si trasforma in mancanza di ricerca. Manca quel pizzico di trasgressione che chi è troppo rigido non ha, Prato in qualche maniera è sempre stata un po’ più vicina al mercato per cui alla fine è risultato quello vincente. Noi come azienda di tessile per l'arredamento siamo molto vicini al sistema pratese ed è questa vicinanza che ci ha permesso alla fine di crescere in questi anni, perché Decobel è nata nel 2001, momento in cui il mondo cambiava e,ha attraversato la grande crisi perché il cliché pratese l'ha aiutata molto a crescere”. La Decobel fa parte della Bellandi s.p.a. di Prato, un gruppo familiare che ha acquisito altre aziende e si è costantemente evoluto. Si occupa di arredamento, però, vivendo assieme ad aziende che servono il settore dell'abbigliamento ,diventa un continuo contaminarsi, difficile da organizzare, però virtuoso. Il nostro sbocco principale è per il cinquanta per cento il mobile imbottito italiano di fascia alta, i nostri tessuti sono fatti solo in Italia e sono di qualità
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Gabriele Guidoni durante l'intervista nello stand Decobel a Heimtextil.
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Rassegna Heimtextil
Alcuni soggetti Decobel presentati a Heimtextil. per un certi tipo di clienti che avevano bisogno di una garanzia di qualità, di servizio, di creatività. Siamo molto funzionali l’uno con l’altro. Facciamo ricerca assieme ai clienti, provando a fare cose originali. Ci sono diverse esclusive e questa è una particolarità di fare tutto internamente che rende diversa la Decobel, rispetto agli altri editori. Nello specifico noi abbiamo avuto e abbiamo un bellissimo percorso sui velluti che sono un prodotto tipicamente pratese. UN EDITORE CON UN FORTE SENSO PRATICO Come editori abbiamo avuto una bella collaborazione con un’industria comasca per cui il prodotto comasco con il finissaggio pratese, è uscito come una miscela meravigliosa, soprattutto nei damaschi tridimensionali, un argomento per noi molto importante. Prodotti serici con un finissaggio pratese. Una caratteristica pratese è di poter sfruttare un indotto esistente e diffuso ma non facile da utilizzare, si tratta di un indotto di abbigliamento che ci offre degli spunti di innovazione importanti. Pietro Ferrari - Quanto conta a Prato la cultura del Rinascimento e delle età d’oro della Toscana? Gabriele Guidoni - “Conta tantissimo, la si respira tantissimo, perché è di base nel dna la voglia di rinnovare, la voglia di cambiare, di fare qualcosa di diverso”. Pietro Ferrari - Quanto conta il contract nel fatturato complessivo di Decobel? Gabriele Guidoni - “In questo momento il contract potrà toccare dal 10 al 15 per cento ma è in realtà l’argomento sul quale puntiamo maggiormente. Molta parte dello sviluppo, della ricerca e dell’impegno è dedicato a questo e anche da questo punto di vista abbiamo delle carte da giocare che coinvolgono l'indotto Nelle aziende pratesi c’è molta più conoscenza tecnica, perché nelle aziende verticalizzate, ognuno è specializzato nel proprio reparto, quando invece c’è un terzismo avanzato o comunque una coordinazione di questo tipo l’azienda è al centro di tutte le lavorazioni e ci sono tantissimi tecnici in gradi di gestire le
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diverse lavorazioni. Questa è la parte tecnica del prodotto su cui stiamo lavorando tantissimo. Ma stiamo lavorando molto su tutti quei requisiti e quelle performance che i tessuti devono avere per poter essere impiegati nello specifico negli alberghi, nelle residenze di un certo tipo: è un mondo difficilissimo e molto condizionato dalle specifiche legali da un punto di vista dei requisiti. Il fatto di essere tutti ferratissimi dal punto di vista tecnico ci aiuta molto. Stiamo realizzando dei prodotti che possono essere in grado di superare tutti i test. E’ un passo molto difficile quello di portare prodotti decorativi a performance tecniche di rilievo. Tutte le specifiche sono state studiate a monte. Una delle particolarità della nostra azienda è quella di nascere come produttori, come tecnici per cui c’è
una conoscenza tecnica del tessuto che molti editori non hanno”. Pietro Ferrari - Cosa possiamo dire del punto di vista della sostenibilità ambientale? Gabriele Guidoni - “Noi regaliamo ai nostri clienti migliori il famoso quality book. Abbiamo cominciato a raccontare nei primi capitoli qualcosa delle fibre tessili: fibre naturali vegetali, fibre naturali animali, poi siamo passati alle fibre tecniche, le viscose, le fibre artificiali, le fibre sintetiche, il tutto in due lingue, abbiamo parlato di etichettatura e di consigli per un buon trattamento, le accortezze da usare e tutto quanto concerne questo tema. Abbiamo dedicato una parte importante del volume ai test, a come sono fatti, a cosa si vuole ottenere. Le metodologie di prova del tessile, che noi facciamo in parte internamente, anche se su tutti i test abbiamo avuto bisogno della certificazione di un ente terzo come tutti. In sintesi per noi la decorazione si unisce anche alla conoscenza tecnica, quindi siamo un pochino più avanti del produttore, siamo un pochino più avanti dell’editore perché abbiamo delle caratteristiche dell’uno e dell’altro”.
A strengthened Heimtextil Heimtextil closed with a clear increase in the number of exhibitors and visitors. Over 69,000 trade visitors (2015: 67,861) and 2,866 exhibitors (2015: 2,723) from across the world travelled to Frankfurt to start the economically promising 2016 business and trade fair year together. Detlef Braun, CEO of Messe Frankfurt, was visibly satisified with the outcome: ‘The world world of textile interior design came to Frankfurt and the increase in exhibitors and visitors alike speaks for itself. The positive economic indicators also boosted discussions between suppliers and purchasers. Heimtextil has thus impressively consolidated its position as the top global meeting place for the industry’.
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Rassegna Heimtextil
Enzo Degli Angiuoni tra i protagonisti di Heimtextil.
EFFETTI GRAFICI E TESSILI DI PREGIO www.edaspa.com
Una composizione di tessuti introduce la nuova collezione Palmira, presentata ad Heimtextil lo scorso Gennaio. Tessuti jacquard, strutture, velluti piani e jacquard caratterizzati da effetti grafici e ikat, colori neutri che dialogano con tinte moderne e sofisticate. La seconda immagine presenta la nuova linea di complementi d'arredo tessili Prestige. Plaids e cuscini, realizzati con fibre nobili che vanno dal cashmere alla vicuna, in un'ampia varietà di stili dalle strutture ai disegni jacquard.
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Rassegna Heimtextil
Il Gruppo Ratti a Heimtextil.
NEL MONDO DELLA BELLEZZA www.marzottogroup.it
Un mondo costruito intorno alla continua ricerca della bellezza per ciò che si crea oggi e per ciò che si creerà domani. Il Gruppo Ratti è una delle più importanti realtà industriali del tessile del lusso a livello mondiale. Le sue specializzazioni sono la produzione di tessuti e accessori per la donna, per l’uomo e per la casa. I caratteri distintivi dell’azienda sono la ricerca del bello e la continua attenzione al dettaglio in ogni fase delle lavorazioni, con lo scopo di conseguire la massima qualità di prodotto. Ricerca, innovazione e sperimentazione sono aspetti chiave su cui il Gruppo punta da sempre con decisione senza però mai tradire la propria identità e le proprie radici.
La divisione Ratti crea e produce tessuti d’arredamento per imbottiti, tendaggi, cuscini e accessori per la casa. Ratti veste, inoltre, di eleganza hotel, showroom e ne-
gozi creando atmosfere uniche e raffinate. La particolarità dei suoi tessuti è il risultato di un’unione perfetta fra tecnica industriale e modalità produttive artigianali.
Ratti Group at Heimtextil Our world is built around the pursuit of beauty and the passion for what we do. The Ratti Group is one of the leading producers of fabrics for menswear and womenswear, furnishing and accessories (scarves and ties) in silk, and other natural high quality fibers. One of the distinctive feature of the company is the pursuit of Beauty, a daily commitment that involves designers, management, marketing and production. In every creative act Beauty is the core value that drives our choices, actions and behavior. Ratti is the world of decoration: creates and produces fabrics for upholstery, curtains, pillows, home accessories. The quality, designs, colors are the result of careful research through time: the historical archives of the encounter with the world architects and design. Ratti is also specialized to furnish hotels and communities, with the possibility of use of technical fabrics that meet the different regulations.
Rassegna Heimtextil
REDAELLI VELLUTI, UNA FORTE IDENTITÀ www.redaellivelluti.it
Redaelli Velluti si rivolge al mondo del fashion di alta fascia con velluti tinti in filo e tessuti jacquard in mischie pregiate, come seta e cashmere. Infinite interpretazioni di colori e mood che riflettono i personal trend del Cliente. Tessuti realizzati in una struttura produttiva completamente verticalizzata, capace di coniugare competenze specialistiche e tecnologie avanzate con la tradizione artigianali di cui siamo depositari.
We are velvet. The velvet side of your house Redaelli Velluti is a major Italian manufacturer of warp velvet for apparel, interior design, industrial applications, railway and maritime transportation. Its origins date back to 1893. The quality of our products originates in vertically-integrated production, from weaving to finishing and in ongoing technological and stylistic research.
Furnishing Collection For Redaelli, each interior is color, conceived, mix and experiment to ensure the perfect nuance for any need. Always reproducible, even after many years. A warm and cozy home, a glamour home. In a modern loft or study, or in a country home, velvet dresses any interior and caters to any need. Our secret is the ability to skillfully integrate new cutting-edge technology with traditional textile velvet machineries that make our products unique and inimitable.
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COLOURS
FILMAR www filmar.net
writer Antonio Vigliante Una merceologia diffusa e una presenza mondiale per Filmar.
Il nastro della qualità
Con una capacità produttiva di oltre cento milioni di metri all'anno Filmar è tra i principali produttori di nastri tessuti in Italia. È stata fondata nel 1961 e si è specializzata nella produzione di articoli per i settori: Arredamento - nastri arriccianti per tende e passama-
nerie e accessori: bende medicali e prodotti per fasce ortopediche; Industriale e automotive - nastri in poliestere termoretraibile, in vetro, in fibra aramidica, in carbonio, in Teflon, in Nomex.
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I 14mila metri quadrati dello stabilimento e gli uffici sono situati a Caselle Torinese, a tre chilometri dall'Aeroporto di Torino. La certificazioni di qualità: UNI EN ISO 9001:2000 nonché il marchio CE per i prodotti medicali, ci permettono di garantire ai clienti un alto standard di servizio. Filmar è parte integrante del Gruppo Martinetto. Insieme alle consociate Remmert s.p.a. e Tessitura Mabiel s.r.l., con circa duecento dipendenti totali e una capacità produttiva di centinaia di milioni di metri, si colloca ai primissimi posti fra le tessiture di nastri in Europa. UNA CONVERSAZIONE CON CLAUDIO PAGANINI “La nostra situazione attuale - ci dice Claudio Paganini, Amministratore delegato di Filmar - vede, pur in presenza di una rilevante contrazione dei quantitativi, una tenuta sostanziale sui mercati, attraverso l'acquisizione di quote lasciate libere dalla concorrenza e un intenso lavoro di inserimento sui mercati esteri, in particolare in Asia. L'India è un mercato molto difficile ma non impossibile: dopo sei anni cominciamo a lavorare, così come con la Cina. Il settore delle riloghe per tende rappresenta solo una fetta delle nostre attività, il resto è rappresentato dal settore dell'auto e dal settore medicale, in cui abbiamo un altro trenta per cento. Sta aumentando la rilevanza del settore tecnico come i nastri per il settore dell'automotive, con la particolarità del Wire Carrier, un inserto della guarnizione delle porte dell'auto, un prodotto ad altissimo contenuto tecnico. In tutti i contesti, sta aumentando il peso dei lavori su misura per il cliente”.
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writer Pietro Ferrari
Fil-3 www fil3.it
Dalla Fil-3 di Montemurlo una risposta a questa domanda.
Capi usati: rifiuto o risorsa? Secondo i dati ISTAT la quantità di rifiuti tessili prodotti in Italia nel 2012 è stata di circa 1 milione di tonnellate. L'impatto ambientale è chiaramente enorme. Ma c'è un'alternativa a tutto questo? Prato è uno dei più grandi distretti industriali italiani ed uno dei centri più importanti, a livello mondiale, per le produzioni di filati e tessuti di lana e non solo da fibre nuove: tramite l'operazione di stracciatura di abiti usati di lana e misto lana, si producono filati e tessuti riciclati. Così facendo si riduce il consumo di energia e acqua. Il capo usato non è più un rifiuto ma diventa materia prima: un nuovo ciclo straordinario ha inizio. Fil-3 nasce nel 1984, quando diventa cruciale disporre di filati in un'ampia gamma di colori, titoli e composizioni. Filati in lana vergine, nylon, seta ma anche creati a partire da fibre rigenerate, pronti in “stock service”.
TECNOLOGIA E TRADIZIONE L'elevato standard di qualità si ottiene attraverso un team altamente professionale e specializzato. Sia le materie prime che i filati prodotti vengono sistematicamente testati, lotto per lotto, in vari laboratori, completamente attrezzati con dispositivi di controllo moderni certificati ISO 9000. COLLEZIONI Le collezioni vengono create ad ogni stagione seguendo gli input dei migliori stilisti. Fil-3 crea tendenze della moda attraverso la comprensione del gusto e le innovazioni in corso, giocando con combinazioni di fibre e colori, in movimento tra eleganza e creatività. I filati Fil-3 sono adatti per vestire casual, sportivo e classico, sempre con un tocco di personalità. Grande scelta anche per tessuti da arredamento.
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MISSIONE La sostenibilità convive con la tradizione e la moda in un mix moderno. Fil-3 fa parte di REMO® RECYCLE MOVEMENT (www.remokey.com), e i suoi filati rigenerati sono certificati REMO®. REMO® è un movimento globale che invita le persone a scoprire il valore insito negli abiti che una volta hanno indossato, abbracciando la “moda sostenibile”. I nostri capi preferiti non hanno più bisogno, una volta dismessi, di finire in una discarica. REMO® mira a chiudere il ciclo e iniettare nuova vita negli indumenti usati. Il riciclaggio dei vestiti non è una novità, soprattutto nel distretto di Prato. La tracciabilità e rintracciabilità dei capi: da dove provengono, i processi che hanno attraversato, e quali risparmi sono stati fatti. Questa è la novità. L'innovativo sistema di tracciamento segue il cammino delle fibre riciclate attraverso la catena di produzione, inserendo nel database REMO® tutte le informazioni inerenti la storia del prodotto.
IMPATTO AMBIENTALE Un esempio concreto è il filato "MILORD" di Fil-3: vengono risparmiati 492 litri d'acqua per kg di filato prodotto. Infatti, il sistema REMO® rivela informazioni esatte circa l'origine di un elemento e la sua vita passata, una percentuale precisa del suo contenuto riciclato, e i conseguenti risparmi ambientali su energia, acqua e rilascio di CO2. Il risultato è un marchio di abbigliamento con indicazione della misura di contenuto riciclato, insieme all'invito alla consapevolezza sulla storia del capo. IL Viaggio dei tessuti usati prosegue con una promessa per il futuro. Attraverso un approccio unico per il riciclaggio, REMO® e FIL-3 hanno lo scopo comune di ispirare i consumatori a vedere un futuro più luminoso anche nel mondo dell'arredamento
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Fil-3
Worn garments: waste or resource? According to ISTAT data (Istituto Nazionale di Statistica Italiana) the quantity of textile waste produced in Italy in 2012 was around 1 million tons. The impact on the environment is clearly huge. Is there any alternative to this? Prato is one of the biggest industrial districts in Italy and one of the most important worldwide producing woolen yarns and fabrics produced by recycled sources and not only from fresh fibres. Recycling is a great way to reduce the consumption of water and energy. Waste is not rubbish anymore but it becomes a raw material: a new amazing cycle begins! Fil-3 is a spinning department founded in 1984 in Montemurlo, Prato Province, when the demand of yarns, in different range of colours, counts and compositions and fast delivery service was crucial. Fil-3 produces high quality natural and synthetics yarns,
as well from regenerated resources. Everything available in “stock service”. Technology and Tradition The high standard of quality is achieved through a highly professional and specialized team of workers. Both raw materials and yarns produced are systematically tested, lot by lot, in Fil-3's lab, which is fully equipped with modern testing devices each certified ISO 9000. Collections Collection are created every season following the inputs of the best stylists. Fil-3 creates fashion trends by understanding the current taste and innovations, playing with fibres combinations and colours, moving between elegance and creativity. Fil-3's yarns are suitable for casual, sport and classic wear, always with a touch of personality. Great selection for furnishing fabrics too. Mission Sustainability coexists with tradition and fashion in a modern mix. Fil-3 is part of the REMO® RECYCLE MOVEMENT (www.remokey.com), and their regenerated yarns are REMO®-certified. REMO® is a global movement inspiring people to discover the value in their once-loved garments and embrace su-
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stainable fashion. Our favourite threads no longer need to end their life as landfill. REMO® aims to close the loop and inject new life into used fibres. Recycling clothes is not new, mainly in Prato region, but tracking and tracing where the recycled garments come from, what they went through, and what savings were made, this is new. REMO’s innovative track and trace system charts the journey of recycled fibres through the production chain, feeding exact information into the REMO® database about a garment’s production history. Environmental impact A concreet example is the “MILORD” yarn by Fil-3: 492 liters of water have been saved per kg of yarn produced. In fact, REMO® system reveals exact information about an item’s origin and past life, a precise percentage of its recycled content, and the resulting environmental savings on energy, water and CO2.
The result is a garment label with a measurement of recycled content as well as a call to action to dive deeper into the garment’s history. Through a unique approach to recycling, REMO® and FIL-3 aim to inspire consumers to see a brighter future in the upholstery world!
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writer Antonio Vigliante
Nya Nordiska www nya.com
Al salone dell’arredamento IMM Cologne 2016, Nya Nordiska ha presentato tessuti innovativi e originali.
Nya Nordiska ai Saloni europei
Nya Nordiska, produttore di tessuti votato all’innovazione, il cui nome è sinonimo di cultura moderna dell’interior design, ha presentato l’attesissima collezione per il 2016 in occasione della fiera IMM Cologne e del Paris Déco Off. Al salone di Colonia, le 24 innovazioni tessili sono state presentate attraverso un allestimento labirintico percorribile realizzato in tessuto: a tal fine Nya Nordiska ha sviluppato in collaborazione con Sebastian Herkner un’installazione temporanea presso la sede di The View Cologne proprio di fronte ai padiglioni della fiera. Oltre ad essere presente nel padiglione 2.2, stand M018, al salone Nya Nordiska è stato sponsor principale dell’area speciale “Das Haus”. Nel realizzare il paesaggio vivente in tessuto Sebastian Herkner ha superato se stesso per evidenziare la funzione di creazione dello spazio propria dei tessuti nell’architettura, con circa 1000 metri quadri di tessuti Nya Nordiska. Dopo IMM Cologne, Nya Nordiska aprirà una nuova showroom sulla Rue de Seine a Parigi, in occasione dell’appuntamento Paris Déco Off. LA COLLEZIONE NYA NORDISKA 2016 Inspirata alla natura, la collezione pone forti
accenti nel design di arredi per interni con motivi floreali e botanici di grande impatto, in accordo con gli ultimi trend dell’architettura d’interni. “Tutti gli elementi tessili che costituiscono la spina dorsale del nostro lavoro stanno vivendo un momento felice, un ritorno di cui siamo molto felici. Negli ambienti residenziali come nel campo del contract, la matericità e la sensualità dei tessuti tornano ad essere molto richiesti – non solo per i tendaggi ma anche per gli arredi”, osserva Remo Röntgen, CEO delle divisioni Marketing e Commerciale di Nya Nordiska, che si rallegra del nuovo sviluppo nel campo dell’arredamento di interni. Il tema botanico che svolge un ruolo predominante trova eco in un’ampia gamma di tecnologie, motivi e materiali in ognuna delle tre collezioni. Le forme naturali e le texture organiche sono interpretate in tessuti leggeri e “trasversali” in un’affermazione di stile senza tempo. Con la comprovata attenzione alla natura, Pure Perfection si affida a materiali quali la seta Bourette, il lino e la lana trattati secondo un approccio classico, o tessuti disegnati con motivi di foglie a coprire tutta la superficie. I motivi ottenuti con il procedimento di stampa sul tessuto in puro lino Osmondo e su Flora, il tessuto fan-
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tasia decorato da sottili intrecci tipo filigrana, sembrano dipinti a mano. Lo stesso approccio artigianale trova riscontro nei tre tessuti innovativi tradizionalmente fabbricati in India: ogni metro dei tessuti per tendaggi in seta tessuta a mano, Raja e Wabi, come anche il tessuto di cotone ricamato a mano Linea, diventa un pezzo unico. Non-colori naturali e sfumature moderne di colori pastello determinano i giochi cromatici delle fantasie con effetti filigrana e quelli dei tessuti a tinta unita facenti parte di queste collezioni che giocano con delicati effetti screziati e trame elaborate. Il tema floreale in Luxury Life è interpretato in chiave femminile, aerea, con fiori lussureggianti. Amalia presenta un prato estivo in fiore con motivi diafani: grazie al sofisticato abbinamento di due diversi fili nella trama, lino e lurex, questo tessuto per tendaggi irradia una lucentezza delicata e – sotto la luce – rivela un gioco di contrasti tra profondità e bagliore metallico. Il gioco di luce viene ripreso da creazioni più astratte, quali ad esempio il motivo grafico Art Déco del tessuto da rivestimento Dylan o il motivo di onde in filigrana del tessuto per arredi Onda. Sono tessuti che colpiscono grazie agli effetti iridescenti e agli effetti cromatici. La vasta scelta di materiali va dai fili preziosi in seta o lino alla calda lana di pecora. Grazie alla scelta dei colori, i tessuti irradiano luce, con forti accenti in toni di rosso, giallo e blu. Creative Concept propone una variante giovane e non pretenziosa dell’ispirazione floreale, con colori di forte impatto e ben collaudati tessuti lavabili in lavatrice, in cotone, poliestere e Trevira CS. La vivace fantasia di Lexi rivisita il motivo millefiori in chiave moderna, presentando un astratto prato fiorito, con macchie di colore puntiformi, come in un quadro pointillista. L’audace design grafico di Quadra CS e Quintus CS gioca con i motivi a quadri e strisce con i quali Nya Nordiska si è affermata originariamente, in combinazioni di colori avvincenti. Ai tessuti fantasia si affiancano versatili tessuti in tinta unita, con una peculiarità tecnica, come ad esempio Gloss CS, che deriva da un effetto di grande lucen-
tezza dalla finitura chintz, o Lou, che oscilla tra trasparenza e opacità grazie al motivo traforato che copre l’intera superficie del tessuto. Infine, Ray CS, tessuto a rete destinato al settore contract, e il tessuto sportivo plissettato Onno rappresentano il lavoro di avanguardia svolto da Nya Nordiska nel campo della progettazione tessile in Germania. NYA NORDISKA @ DAS HAUS Quest’anno, con la creazione dell’installazione “Das Haus” ad opera di Sebastian Herkner, la fiera dell’arredamento di Colonia coglie i trend attuali verso un design in cui matericità e sensualità hanno un peso decisivo. L’esterno della struttura circolare consiste in una facciata decorativa composta di tende sviluppata espressamente per la collezione Nya Nordiska 2016. “Sebastian Herkner voleva realizzare una ‘Casa’ sensuale e trasparente: la sensazione di apertura è ottenuta grazie all’uso di tessuti trasparenti e semi-trasparenti, nonché di tessuti a rete e traforati che aprono sempre nuovi scorci,” osserva Sybilla Hansl commentando la collaborazione. Ispirandosi alla struttura dei materiali architettonici quali la lamiera grecata, le griglie o gli elementi forati, con pieghe, reti e fori i cinque tessuti progettati espressamente per “Das Haus” traducono i classici materiali da costruzione in materiali soffici e fluidi. Con la sua visione dell’abitare, Sebastian Herkner rivela il potenziale delle tende in tessuto da utilizzare come pareti mobili e divisori in un’architettura flessibile. L’area della speciale installazione è definita da più di 1000 metri quadrati di tessuto tratto dal versatile portafoglio prodotti della casa produttrice di tessuti e da un’edizione circolare realizzata su misura del sistema multifunzionale di guide Quattro facente parte della collezione Nya Artline. Oltre ad aver concepito lo stand per la partecipazione alle edizioni 2015 e 2016 della fiera IMM Cologne, Sebastian Herkner lavora regolarmente allo sviluppo delle collezioni di Nya Nordiska e ha firmato il progetto della nuova showroom di Parigi.
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writer Mariadele Mancini
Marilena Bolli In una conversazione con Marilena Bolli, vicina al termine del suo mandato come Presidente dell’Unione Industriale Biellese, un quadro del settore ricco di potenzialità.
Un bilancio importante
Abbiamo incontrato, con Antonio Vigliante, responsabile delle pubbliche relazione di Textures e la creatrice di moda Mariadele Mancini, a Biella, nella sede del’Unione Industriale, la Presidente Marilena Bolli con la quale abbiamo avuto la possibilità di scambiare alcune opinioni sul settore e, più in generale, sul mondo industriale biellese “Io sono convinta - ha esordito - che il manifatturiero in Italia è vivo, come la filiera del tessile Biellese che è un’eccellenza nel mondo e conserva una posizione di leadership nel segno della qualità del prodotto e dell’alta tecnologia di processo. Questi due fattori sono indispensabili per mantenere la nostra leadership e sono altresì convinta che le aziende tessili che hanno puntato sull’innovazione e sugli investimenti, ma anche su una nuova riorganizzazione produttiva, sono riuscite a essere competitive nonostante la presenza di condizioni di svantaggio, quali l’alto costo della manodopera e dell’energia, oltre al costo di una burocrazia complessa e di una pressione fiscale molto elevata. Noi possiamo, però, competere grazie a dei fattori organizzativi che permettono di essere più incisivi. Nel corso di questi cinque anni sono stata molto orgogliosa di rappresentare le imprese del distretto biellese. Questo mio mandato mi ha dato la possibilità di ve-
dere quanto siano rimasti forti i valori dell’imprenditoria nel Biellese. Purtroppo sono sparite alcune fasce del tessile, un settore che si radicava in modo capillare lungo tutta la filiera e dava lavoro, oltre che alle aziende di dimensioni più grandi, ad un indotto di laboratori molto piccoli che facevano risuonare del rumore del lavoro le varie località, piccole o grandi, del Biellese. Proprio parlando di Biellese tessile e di una realtà italiana caratterizzata da filiere dei diversi settori, io sono convinta che dobbiamo assolutamente conservare e sviluppare questa specificità. Ovvio che, se penso al futuro, anche presupponendo una crescita sostenuta della produzione, credo che l’industria che non potrà più tornare ai livelli occupazionali del passato, proprio perché è cambiato il modo di produrre e di organizzare la produzione. Probabilmente, però, si potrà recuperare la mano d’opera in altri tipi di attività complementari e collaterali all’industria quali ad esempio i servizi di eccellenza”. RILANCIARE LE FILIERE PRODUTTIVE “Con questa finalità, tra le altre, insieme a Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio, abbiamo lanciato il progetto ‘Biella in Transizione’ - prosegue Marilena Bolli - in cui abbiamo interrogato questo territorio attraverso interviste a cento operatori nei vari ambiti chiedendo valutazioni sul territorio e prospettive sulle sue possibilità di sviluppo individuando così delle convergenze su alcune priorità. Da qui abbiamo iniziato a far partire una ‘transizione’ concreta riuscendo a veicolare una serie di progetti per far ripartire il territorio biellese. Partiamo da una riqualificazione della città per arrivare alla formazione, non solo specifica al tessile, ma certamente orientata alle necessità di professionalità che dovranno essere disponibili sul territorio. Il rischio è che le nostre aziende tessili tra dieci anni non riescano più a reperire le professionalità altamente specializzate di cui necessitano. Molta attenzione sarà
!"#!$%"& Momenti dell'incontro di Antonio Vigliante e Mariadele Mancini con la Presidentessa dell'Unione Industriali di Biella, Marilena Bolli.
data al rapporto tessile-salute collegato anche al nuovo ospedale di Biella. Un percorso formativo, dunque, non generalistico ma specifico. Dobbiamo uscire poi dall’isolamento infrastrutturale e telematico, investendo sul digitale su tutto il territorio”. UN CONTESTO IN RIPRESA Pietro Ferrari - Questi progetti si inseriscono in quale contesto economico? Marilena Bolli - “Il settore tessile Biellese sta andando abbastanza bene, trainato in particolare dal comparto dei lanifici, che supera la media di esportazione della Regione Piemonte”. Antonio Vigliante - Tutto questo però si ottiene facendo sistema, perché singolarmente non è facile avere risultati positivi. Marilena Bolli - “Sicuramente, la parte più delicata del cambiamento che deve avvenire è proprio questa, pur salvaguardandola specificità di ogni impresa. Le aziende devono crescere di dimensione per approcciare al meglio questi mercati molto lontani, riuscendo a far leva su strategie vincenti di internazionalizzazione e su un adeguato accesso al credito. Il percorso di crescita dimensionale non è una strada semplice né rapida, ma rappresenta una chiave di sviluppo ineludibile. Alla crescita dimensionale delle aziende va affiancata la salvaguardia della filiera che noi abbiamo ancora integra, anche se un po’ sfilacciata su alcune lavorazioni. Questo deve essere l’impegno di tutti gli imprenditori, anche di quelli che operano nei settori più a valle della filiera.E quando parlo di filiera mi riferisco non solo a quella tessile, ma anche al meccanotessile”. Antonio Vigliante - Noi però vediamo anche dei percorsi di cessioni e di dismissioni di aziende nella filiera del tessile, anche di nomi molto rilevanti. Marilena Bolli - “Credo sia comunque positivo il
fatto che un imprenditore straniero scelga di investire in Italia perché è anche così che può crescere il tessuto manifatturiero italiano. Cedere una parte del controllo della propria azienda per poter diventare più grandi e forti sui mercati internazionali è una scelta che può fare paura ma che, superati i pregiudizi, spesso si rivela vincente. Il problema, piuttosto, è rendere l’Italia un Paese attrattivo per i nuovi investimenti, italiani o esteri, e , più in generale, per chi fa impresa. Gli imprenditori che cedono in tutto o in parte le loro imprese lo fanno per far crescere le loro realtà produttive: non possiamo mettere barriere ai flussi di acquisizione, dobbiamo rendere il nostro Paese più competitivo”. Pietro Ferrari - Come le piacerebbe fosse ricordato il suo mandato? Marilena Bolli - “Credo che in questi anni l’Unione Industriale Biellese sia riuscita a tornare ad essere un punto di riferimento strategico per l’indirizzo di questo territorio. Credo che in questo senso i risultati li abbiamo ottenuti, in primis la realizzazione di una sinergia fattiva fra le principali forze istituzionali, politiche ed economiche locali, verso un obiettivo comune: lo sviluppo del territorio”. Maria Adele Mancini - Il cambiamento da quanto lei ha preso le redini di Unione Industriali è stato evidente. Marilena Bolli - “Oggi l’Associazione non è più considerata come lontana dal territorio, gli imprenditori sono “usciti dal palazzo” e hanno ricominciato ad essere parte attiva nel tracciare le linee della transizione del Biellese accanto alle istituzioni. Ciò che manca è una politica dalla visione più ampia, slegata dai bisogni contingenti e invece concentrata su strategie di più ampio respiro. Noi non facciamo politica, però essere imprenditori significa anche dare degli indirizzi, cercare obiettivi di lungo termine per il futuro del territorio”.
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writer Pietro Ferrari
Paolo Monfermoso Coerenza, unità d’intenti e positività di pensiero nella difficile sfida di un piccolo grande salone nelle parole di Paolo Monfermoso.
Il filo del discorso In una giornata dedicata al mondo associativo del settore tessile, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare a Biella, nella sede dell’Unione Industriale Biellese, Paolo Monfermoso, responsabile del salone tessile Filo, la straordinaria semestrale della filatura di qualità. Ci è parso opportuno esordire con il tema, cruciale per il mondo tessile, dell’espansione sui mercati esteri. Pietro Ferrari - Quali sono i vostri impegni nel campo dell’internazionalizzazione? Paolo Monfermoso – “Filo, che ormai è un appuntamento riconosciuto e atteso, due volte all’anno, dagli addetti ai lavori, sta diventando nel tempo un salone sempre più internazionale, oltre che un’opportunità di promozione all’estero. Il nostro obiettivo è quello di essere un punto di riferimento in un contesto sempre più ampio. Per questa ragione abbiamo fatto una prima esperienza sulla Cina, con FILO Shanghai, grazie al sostengo di Sistema Moda Italia, Ministero dello Sviluppo Economico e Ice, Milano Unica. La nostra volontà è di continuare a creare opportunità verso l’estero, cercando di intercettare i desideri delle nostre aziende espositrici”.
Paolo Monfermoso, responsabile di Filo.
Pietro Ferrari - Quali sono i vostri partner sulle iniziative internazionali? Paolo Monfermoso - “Per svolgere attività di supporto all’internazionalizzazione è cruciale riuscire a fare squadra e, per questo motivo, ci siamo mossi su diversi fronti chiedendo la collaborazione a vari soggetti, da Ice a Milano Unica. Tali sinergie finora hanno funzionato bene ma il nostro fine è di stringere sempre maggiori legami, perfezionando al meglio le partnership. Sono infatti convinto che solo stando insieme si possa realmente promuovere il made in Italy all’estero”. Pietro Ferrari - Cosa cerca un industriale del Biellese nell’internazionalizzazione e quali sono le spinte per andare in questa direzione, pur in presenza di pericoli? Paolo Monfermoso - “La tipologia del prodotto biellese è sicuramente di alta gamma, è quindi implicito che con prodotti di questo tipo si cercheranno acquirenti che sappiano apprezzare la qualità, il prodotto, il servizio, il rispetto della sostenibilità. In una parola, il made in Biella. Lo stesso vale per gli espositori di FILO, che sono riusciti in questi anni a mantenere l’alta qualità dei prodotti grazie ad una costante ricerca e innovazione. Questo ha fatto sì che FILO sia diventato un salone che rappresenta l’alta fascia del settore. L’imprenditore cerca business, opportunità, nuovi mercati: si sa benissimo che essere sul mercato significa correre dei rischi, però mi pare che gli imprenditori italiani siano ben attrezzati. Per le grandi aziende il tema dell’internazionalizzazione viene affrontato in modo più strutturato mentre per aziende di dimensioni ridotte spesso ciò significa affacciarsi su nuove frontiere. A maggior ragione, in questo senso, le aziende hanno più forza se si muovono assieme: penso all’aspetto doganale, penso all’aspetto dei finanziamenti o dei visti. Tutto ciò avviene grazie alla sinergia con chi è già su l campo, con chi ha realmente ‘le antenne’ all’estero e può aiutare FILO a crescere”. Pietro Ferrari - Questa fase di basilare importanza che vede la vicinanza con l’Ice… Monfermoso - “È di straordinario valore: già operavamo assieme su certi aspetti negli anni passati, però credo
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Alcune immagini di Filo.
che nelle ultime edizioni di Filo, tutto questo sia stato percepito in maniera più significativa. Credo comunque che i piccoli segnali positivi che arrivano dal mercato possano far sì che l’imprenditore italiano riesca a trovare una sua ragione di entusiasmo. In Filo, nell’ultima edizione, abbiamo visto un movimento di visitatori superiore alle nostre aspettative, dando ragione a una manifestazione concepita come un grande momento di dialogo. Oggi, tra l’altro, va detto che Filo sta arrivando ad avere, cosa non solita in passato, una pari presenza di visitatori ed espositori tra le due manifestazioni che si susseguono nel corso dell’anno, il che garantisce una grande omogeneità tra le due edizioni”.
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writer Sonia Maritan
Gianni Bologna I voli pindarici di Gianni Bologna e le visioni che restituisce per tracciare le tendenze nel settore tessile per la prima edizione di Filo 2016 sono sintoniche con il suo modo essere, e assimilabili a uno stile affascinante ma in quanto tale non etichettabile.
Esserci e non esserci
Scrivo della prima edizione di Filo 2016 mentre sono immersa da un’altra passione di Gianni Bologna – i Sogni Mobili a cui abbiamo dedicato una monografia su FAREITALIA 3 Persone, di prossima pubblicazione – e riguardando “Curriculum Vitae”, il titolo della sua presentazione di Filo trovo un’analogia anche nella sua attività professionale. Sono convinta che la realtà del mondo del tessile si leghi inevitabilmente alla sua visione della vita – come avviene indubbiamente nei Sogni Mobili –, altrimenti non saprei come spiegarmi i suoi voli pindarici e le visioni che restituisce anche in questo ambito, di cui rinnova, con cura, ogni sei mesi, le sue estensioni. Lo affermo, perché creare un manoscritto sui suoi Sogni Mobili ha comportato avvicinarlo, conoscerlo e apprezzarlo maggiormente. L’ho ascoltato quindi con particolare interesse quando illustrava la stagione 2016 per “Filo”, e senza la pretesa di restituirla nella sua completezza, tratteggio qui una sintesi del suo pensiero. Certo, parlando di personaggi come lui, anche molto impegnativi da raccontare, perché hanno tanto da dare che si potrebbe non finire mai, sarà arduo cogliere della sua anima creativa solo la trama e l’ordito più caratterizzanti. Nel video che racconta i concetti principali espressi da Gianni Bologna, un susseguirsi di fotogrammi fugaci fra colori, abiti e tessuti vengono inframezzati da volti e palazzi, disegni e città, luci e ombre: una tavolozza
cangiante e frizzante dalla quale emergono parole, pensieri, progetti. “Uno dei fenomeni che da parecchi anni a questa parte caratterizzano indiscutibilmente la nostra società e che ha finito per avere un’influenza enorme sul nostro stile di vita è il progressivo, esponenziale aumento della superficialità. Questa è diventata a tutti gli effetti la cifra macroscopica dell’Oggi e ha cambiato, diremmo terremotato, definitivamente le regole dell’estetica e, ovviamente, anche quella del complesso mondo dell’industria tessile e dei consumi a essa collegati. Nessuna intenzione di portare avanti qui un’analisi sociologica, più o meno scontata, né alcuna battaglia di retroguardia, ma semplicemente prendere atto di questo importante fenomeno per come si presenta nei suoi risvolti indubbiamente negativi per la qualità del nostro lavoro, ma anche quel fenomeno antipodico e interessante dei tentativi di ‘recupero’ o ‘riabilitazione’ di un modus vivendi più cosciente e più critico (retroguardia? Forse. Ma tant’è). E, dicendo questo, non dimentichiamo che ambedue gli ambiti rappresentano comunque dei mercati, incluso quello del cattivo gusto. Dunque nessuno scandalo né alcun negazionismo di fronte a un fenomeno che segna un cambio di passo certamente non reversibile” – affermava Gianni Bologna all’esordio della sua presentazione. Una premessa questa che pone per la conferenza stampa di Filo 2016 e che in un istante cattura l’attenzione degli astanti, mentre si appresta ad anticipare le tendenze del settore.
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Alcune immagini riprese durante la conferenza stampa di Filo 2016 in cui Gianni Bologna espone i trend per il primo semestre.
“Affrontiamo dunque la superficialità chiamando col suo nome questo che è il fenomeno di lungo periodo attualmente più significativo, generatore del suddetto quasi offensivo cattivo gusto dilagante, di cui però spesso si parla solo a mezza voce (come durante una dittatura), e descriviamone alcuni aspetti verificabili nel nostro curriculum di quotidianità, in cui il ‘sentiment’ generale circa l’idea di libertà è scambiata per diritto all’arbitrarietà”. Da qui si dipanano due tematiche portanti del suo Curriculum, significate con eloquenza da immagini e video a corredo, sopra i quali le sue parole riecheggiano: il ‘fare finta di esserci’ e il ‘fare finta di non esserci’. “Due macro-aree che chiamerei il ‘fare finta di esserci’ e il ‘fare finta di non esserci’. Perché ‘fare finta’? Perché a un’analisi anche solo sommaria la sensazione che si ricava è quella che troppo spesso i fatti ‘reali’ scompaiano cedendo il posto a una apparenza che è il loro contrario; quasi che qualcuno, altro da noi, pensi e crei copie perfette di qualcosa di cui non è ma esistito l’originale. Stiamo tutti nel gioco. La prima parte della presentazione è dunque dedicata al desiderio compulsivo di riempirsi la vita con un eccesso di presenza, di visibilità, di occupare lo spazio del mondo con il proprio ego; illusione di centralità anche se priva di fondamento e di importanza, l’esserci per esserci e per avere la sensazione di esistere. Quindi quella dedicata all’illusione di essere perennemente ‘informati’, di essere sempre connessi e quindi in grado non solo di ‘agire’ ma anche di ‘interagire’, quando in realtà si è soltanto spettatori passivi in attesa di avere noti-
zie – la cui validità e corrispondenza al “reale” è spesso tutta da provare – e narrazioni ansiogene di avvenimenti …preferibilmente accaduti lontano da noi. E poi il desiderio, la spinta istintiva e antipodica del ‘fare finta di non esserci’ isolandosi o scomparendo, almeno temporaneamente, sottraendosi alla propria e all’altrui logorrea, alla compulsività sistemica così che il mondo ci possa apparire per quello che è veramente; ovvero molteplice e decentrato, percorso da mille linee di fuga. In modo che il tutto, se visto da una posizione eclissata, discreta, inosservata, trasparente, apra una nuova esperienza: basta con la sensazione di essere responsabili di tutto e di tutti, ci si sottrae al ‘Mondo’ affinché sia lui ad avvicinarci e ci consenta così di viverlo guardandolo da altre prospettive. Fonte di una specie
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Paolo Monfermoso, responsabile del salone tessile Filo. Nicoletta Bonino, segretaria dell'Unione Industriali di Biella.
di sollievo estetico, una radura di silenzio, e non ultimo il recupero di uno stile. O l’invenzione di uno nuovo”. Quest’analisi semiotica ma involontariamente anche acutamente sociologica costituirebbe già un insieme di spunti più che soddisfacente: un altro suo modo di esprimere concetti interessanti, in un certo senso anche avulso dal mondo dei tessuti, ma non possiamo che procedere – proprio per questo – per capire come nascano le sue ultime cartelle colori. Quelle con tonalità “svuotate”, fatte di colori disidratati come la frutta e i fiori, ma anche quelli dei vini d’annata, e della cangianza dei finti metalli, o ancora delle cromie delle foreste, come il verde conifera e poi toni tenebrosi “super” scuri per una eleganza da fumetto dark. Così nascono gli stili di questa nuova stagione, con questo suo modo geniale di “scovarli” e sono Shows, Ultim’ora, Isole e Dissolvenze. “Shows” per interpretare la necessità a occupare lo spazio del mondo con la propria presenza. Tessuti finti-eleganti o finti-casual, e tutto ciò che “sembra-ma-non-è” e dove il contenuto di qualità non è la ricerca precipua, in cui l’aspetto lucido e l’optical diventano la ruota del pavone che la indossa:
stampe e applicazioni “basiche”, quasi elementari dal punto di vista estetico ma coloristicamente “visivi” quasi “optical”. Un effetto “sparato”, così qualcuno ci noterà …oddio speriamo! Comprenderete, la necessità di sconfinare, per un attimo anche dal tessile mentre di questo parlo, per cercare di cogliere almeno un piccolo barlume di questo intelletto sopraffino che, ha molto altro da dire, cogliendo ad esempio qualcosa della sua visione della vita, anche solo qualche scampolo che caratterizza la sua personalità: le sue sono ispirazioni da leggere, se ci riusciamo, tentando di aprire un piccolo varco nel pensiero vivace che definisce il “Bologna-trend”, quello che scaturisce da uno stile raffinatissimo, sforzandoci di sferzare l’entusiasmo che la sequenza di fotogrammi musicati scatena in ognuno, per tentare di spremerne l’essenza. Seguendo le orme della sua presentazione, dopo “Shows” definisce lo stile “Ultim’ora” “come il desiderio di essere “informati”, messi in grado di ‘agire’, di “interagire”, altro modo di sentirsi (o di averne l’illusione) al centro dell’Azione. Il protective wear contamina il formale e viceversa. Fibre sintetiche, alta resistenza, performanti pure o lavorate con naturali di tipo cotoniero o laniero. Si evoca una formalità in qualche modo “rigida” e un poco “violenta” anche nelle mani e finissaggi di alcuni tessuti che ricordano il metallo e il cuoio oppure direttamente con la presenza degli stessi; nei disegni squadrati e a volte rigidi dei tipi tessili più classici, nelle tipologie a doppie facce e accoppiate. Superfici movimentate e contrasti di materiali”. Poi parla di “Isole”, e quella è una dimensione che conquista e avvolge molti di noi, perché suggerisce la fuga dal caos. “Eleganza tutta basata sulla semplicità e sul non-apparire con tipologie a precipua componente naturale e, almeno apparentemente, poco elaborata. Immagini tessuti e parole per sognare di ‘non’ esserci… per far finta di essere lontano dal caos. Le isole possono essere quelle per privilegiati ma anche quelle dove tutto è molto ‘nature’. Discrezione senza eccessi nella ripresa di certi tipi classici: armature piccole e rilevate, Double caldi anche di lana accoppiata a naturali, lane cotte leggere e feltri pesi piuma, aspetti
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Al termine della conferenza un momento dedicato ai saluti verso Paola Govoni, Mariadele Mancini e Sonia Maritan.
melanges e leggermente tweedati e leggere pelosità di superficie, drappeggi e fluidità dei crespi, e ancora, ricami discreti, piccoli e grandi jacquard, maglie calde e voluminose e permane la presenza di pizzi”. E dulcis in fundo, sul finale, snocciola l’ultimo stile, del quale dopo il suo racconto, perché di questo si è trattato, dopo averci portato dall’eccentricità all’isolamento, evocarne solo il nome è dire tutto! Si tratta di “Dissolvenze”! “Dissolvenze: il voler essere spettatori non visti di tutte queste (finte?) realtà. Immagini flou. Il desiderio è quello di provare un senso di allontanamento e di evanescenza, di dissoluzione in un contesto dove nessuno può essere raggiunto. Eleganza o casualità ma sempre nell’ambito della leggerezza e della trasparenza. L’arte dello ‘scomparire’ in quanto ‘cosa’ definita e precisa. Disegni indistinti e confusi quasi ‘svaniti’ ed evanescenti, qualità eteree, spesso in tessiture molto ‘aperte’, crespi movimentati e reti elaborate, sovrapposizioni di materiali naturali e man made ma sempre in pesi e con aspetti leggeri nelle tipologie e nelle applicazioni decorative, ma anche sulle tipologie stesse. Sembianze madreperlacee, vitree e cangianti”. È così che Gianni Bologna si occupa delle regole dell’estetica, quando guarda al complesso mondo dell’industria tessile e dei consumi a essa collegati, attraverso un percorso che gli consente di andare sempre oltre, creando attraverso i suoi voli pindarici
commistioni culturali sempre inaspettate e regolarmente strabilianti: la bellezza gli è familiare, lui se ne deve nutrire per vivere, come potrebbe rinunciarvi? E senza dubbio, ha per formazione un punto di vista semiotico su ciò che lo circonda, anche nel suo quotidiano, questo mi suggeriscono i piccoli ritagli che di sé mi ha regalato per restituirmi quella sua visione della vita, ad esempio osservando come ha plasmato i suoi spazi, con mobili antichi che contrappone a elementi moderni, creando luoghi armonici e originali. Nel suo studio ci sono dei mobili disegnati e poi fatti fare da un mobiliere e alcuni pezzi antichi, come una pastiera, un mobile ottocentesco da farmacia, una porta di Salisburgo, uno specchio rococò, una panca seicentesca, uno scrittoio ottocentesco, e poi, qua e là, appese alle pareti, cornici vuote del diciassettesimo secolo, che poi pian piano si sono riempite d’altro. Trovo un’analogia, dicevo all’inizio, fra questa presentazione e il suo stile, fra il suo modo di creare le relazioni fra i pensieri e fra gli arredi dei suoi spazi: oggetti e mobili scompagnati fra i quali ha creato una relazione precisa che è divenuta armonica. Insomma, Gianni Bologna ha anche l’anima del designer e in qualche modo il suo “abitare” – nel senso più ampio del termine – è contraddistinto dallo stesso “temperamento”, che avvolge tutto in un’atmosfera decisa e accogliente, definita e amabile, perché adorna di eleganza e di bellezza.
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writer Antonio Vigliante
Fidivi www fidivi.com In una conversazione con Emanuele Barra, designer di Fidivi, una fotografia del settore in tutti i suoi aspetti.
A tutto campo
Momenti della conversazione con Emanuele Barra, art director di Fidivi. Abbiamo incontrato presso lo stabilimento Fidivi nell'area torinese Emanuele Barra che gentilmente ci ha dedicato il suo tempo in una conversazione sui temi fondamentali del settore. IL TEMA DELLA NORMATIVA Antonio Vigliante ha voluto affrontare preliminarmente il tema non facile delle normative di sicurezza a cui deve ottemperare il tessile nei vari settori di utilizzo: “Le normative non sono uguali in tutt’Europa: per il settore contract la classe 1 va bene per l’Italia e per la Francia ma non per l’Inghilterra…” Emanuele Barra ha confermato - “La classe 1 per l’Italia, la M1 per la Francia, il test CRIB 5 per l’Inghilterra, la B1 per la Germania… Assolutamente diverse. Dipende poi dai settori; immagini che, parlando di tessuti ferroviari, pochi lo sanno, ma i tessuti destinati all’utilizzo nelle carrozze in Italia sono quelli soggetti alle norme più vincolanti in assoluto, specialmente per il fatto che la rete ferroviaria attraversa un enorme quantitativo di gallerie. Dal punto di vista normativo, quindi, siamo alla pari se non superiori agli altri Paesi. In questo settore, solo dal 2015 esiste una normativa unica europea. Oltre al settore dei tessuti ferroviari, noi ci occupiamo del settore ufficio; negli ultimi anni abbiamo sviluppato e sviluppiamo sempre di più i tessuti per il contract, tessuti che noi definiamo basici, nel senso che nella nostra
collezione non ci sono particolari disegnature o grafìe ma tessuti versatili che possono andare bene un po’ dappertutto, coordinati e coordinabili tra loro: questa linea di prodotti ci dà soddisfazioni su un mercato prevalentemente europeo. In ogni caso, grazie alla nostra rete vendita, forniamo tessuti in tutto il mondo.” Pietro Ferrari - Operando in diverse aree geografiche, la normativa si articola in modo diverso nei vari Paesi. Emanuele Barra - “Esatto, poi è anche vero che sullo stesso argomento ci sono normative leggermente diverse, o che hanno modalità di test diversi: ad esempio per testare la resistenza all’abrasione in America si utilizza uno test e uno strumento che non è il nostro Martindale ma il Wyzenbeek. Negli Stati Uniti anche i test fuoco avvengono in modalità diversa (test California TB 117), anche per il fatto che c’è una presenza fortissima di tessuti spalmati con una faccia molto rada e povera ma con una spalmatura FR sul rovescio che chiude tutti i filati e fa da strato ignifugo. Tra l’altro questo fa sì che ci sia una barriera psicologica e di prezzo per cui a livello generale è difficile per tanti fornitori europei sfondare in America”. Antonio Vigliante - Poi, verso Oriente, come si sviluppa la situazione delle normative? Emanuele Barra - “Anche qui esistono regole differenti per ogni Paese però quello che cerchiamo di fare è soddisfarle tutte il più possibile grazie all’utilizzo della fibra di poliestere 100% Trevira CS, intrinsecamente flame retardant. In altre circostanze, abbiamo implementato una tecnica per sviluppare i tessuti in maniera assolu-
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Le nostre lavorazioni che comprendono la tintoria dei filati o dei tessuti quando tinti in pezza, e dei finissaggi, non si fermano solo qui ma procedono con altre lavorazioni tipo quella della laminazione con schiume che all’occorrenza possono essere elettro/termosaldate, tagliate e cucite per la formazione di fodere”.
tamente originale, per cui il cliente non avrà bisogno di confezionare differenti strati per rendere l’imbottito resistente alla fiamma: realizziamo tutto in un unico tessuto e creiamo una barriera efficace. Questo può permettere al cliente di non utilizzare la costosa schiuma ignifuga”. Antonio Vigliante - I test che si fanno sui tessuti si fanno sul complesso e non sul singolo componente? Emanuele Barra - “Questo avviene a seconda dei test: il produttore di sedute per contract e ufficio testa il complesso tessuto + schiuma + supporto; chiaramente noi possiamo testare solo il tessuto. Noi cerchiamo sempre di unire caratteristiche prestazionali a quelle estetiche che non possono essere subordinate alla funzionalità. Questo vale in un altro mondo molto interessante anche in termini quantitativi cioè quello navale: assomiglia molto a quello ferroviario ed è non meno restrittivo in termini normativi. Molti nostri tessuti posseggono certificato IMO. Anche qui interveniamo con forniture di tessuti per imbottiti che sono cento per cento Trevira CS. Noi utilizziamo sia filati normali sia ciniglie con cui abbiamo realizzato due tessuti ad effetto velluto, uno opaco (Style) e uno lucido-opaco (Vogue) che raggiungono i 200mila giri di Martindale. Significa una prestazionalità elevata con un’usura praticamente inesistente a fronte di caratteristiche estetiche piacevoli. La FIDIVI è partner della Aunde; grazie a questo possiamo confrontare il risultato dei nostri tessuti con quelli destinati al settore automotive, solitamente molto esigenti.
IL MONDO DELL’UFFICIO “Consideriamo - ci dice Barra - che il mondo dell’ufficio si sta evolvendo sempre di più; in uno stesso spazio ormai si trovano funzioni molteplici, la zona lavoro, la zona riunione, la zona privacy. Il settore ha visto momenti altalenanti come tanti altri ma non ha subito grandi perdite; se andiamo a vedere la fiera Orgatec c’è stato un ridimensionamento degli spazi ma non come quello del settore casa; forse per l’evoluzione stessa della concezione dell’ufficio: ci sono open space ma anche il ritorno a zone di privacy. Abbiamo partecipato a una conferenza interessante che parlava del futuro del mondo dell’ufficio. Si parlava della mobilità. Il futuro non è più solo il proprio ufficio, ma è rappresentato da ‘isole di lavoro’ dotate di connessioni multimediali in un
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enorme open space. In questo senso i nostri clienti utilizzano tessuti tecnici ma anche tessuti molto più vicini al mondo domestico, proprio per far sentire gli operatori ‘a casa’. Da poco abbiamo iniziato la distribuzione di un prodotto dedicato sia al mondo dell’ufficio inteso come sedute fruibili da tanti diversi operatori, sia al mondo dell’healthcare: è un tessuto in Trevira CS Bio-Active che con una carica di argento è antibatterico nel senso che blocca la ‘propagazione’ dei batteri”. Pietro Ferrari - Qual è la vostra posizione rispetto all’ambiente? Emanuele Barra - “Per la FIDIVI l’ambiente è un tema importante: abbiamo il tetto dell’azienda coperto di pannellature fotovoltaiche da cui ricaviamo il 35 per cento dell’energia che ci occorre; nel nostro catalogo abbiamo anche un tessuto riciclato e riciclabile, quindi il nostro poliestere è riciclato e riciclabile e proviene da bottiglie PET. Il tessuto costa appena un po’ di più del prodotto standard e questo, con nostro dispiacere, non è stato motivo di grande successo, probabilmente perché, nonostante tanto se ne parli, forse siamo un po’ indietro
come mentalità. Alla fine entrano in gioco altri valori”. Antonio Vigliante - Quali sono i vostri mercati? Emanuele Barra - “Noi lavoriamo all’estero per il 70 per cento circa e abbiamo clienti in Paesi ad economie mature: il grosso del mercato è la Germania, segue la Francia, i Paesi scandinavi, gli Stati Uniti, dove però dobbiamo ammettere l’esistenza di vincoli psicologici: gli Americani preferiscono rifornirsi da fornitori americani. Anche l’Est Europeo comincia a essere interessante. Veniamo spesso contattati da aziende che hanno esigenze particolari: tradurre, per esempio, un tessuto naturale di cotone o lino in tessuto ignifugo. Utilizziamo Trevira CS e ne facciamo una nostra forza. Il finissaggio è sempre più importante ed è quello che probabilmente ci distingue da altre aziende; riusciamo a lavorare il filato Trevira con un finissaggio estremamente vicino a tessuti naturali, quindi tessuti con mano laniera, con mano cotone, con mano lino cotone. Con il poliestere che rimane comunque la nostra fibra di riferimento al 99 per cento, l’obiettivo è quello di avvicinarsi sempre di più a queste mani felici o sempre più apprezzabili ed evitare le vecchie mani plasticose”.
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Pietro Ferrari - State procedendo con la ricerca? Emanuele Barra - “Stiamo lavorando su tessuti che termoindurendosi possano mantenere un alto livello estetico e tecnico nel settore della valigeria; stiamo investendo in ricerca per trolley, un tessuto termoformato e termoindurito che unisca una funzione estetico e prestazionale e che permetta di evitare il pvc e l’abs che spesso scimmiottano il tessuto ma non lo sono. Un valore interessante. La Fidivi è da anni un’azienda derivante dal mondo dell’automobile, quindi di tessuti tecnici; per tendaggio lavoriamo poco direttamente, ma sappiamo che alcuni nostri tessuti per il loro peso medio possono essere utilizzati nel settore del tendaggio. Abbiamo avuto una richiesta di un tessuto ignifugo che possa essere impiegato nelle tende a rullo: è stato un progetto particolare. In questo senso può essere interessante per noi lavorare in questo settore”. Pietro Ferrari - Come è strutturata la vostra progettazione? Emanuele Barra - “Nel nostro reparto di design, io sono un designer, siamo in quattro persone di grande esperienza. Ci occupiamo di progetti dedicati in esclusiva al cliente e progetti per la collezione FIDIVI. In azienda poter usufruire del laboratorio interno, ci rende molto facile il riscontro immediato dei prototipi e di quello che facciamo. Nel reparto produttivo abbiamo un sistema per cui riusciamo a capire da ogni angolo del mondo come lavorano i telai, come sono programmati. Siamo stati anche premiati per la nostra rete di connessione tablet. Il prossimo passo sarà di poter dire al cliente da parte del commerciale la disponibilità di tessuto in quel dato momento. Tendiamo già a dare la conferma d’ordine in 24 ore e la media si sta abbassando ulteriormente. Siamo in grado di fornire un prototipo nell’arco di qualche giorno sia in tinto filo sia in tinto pezza corredato di prezzo e di fattibilità. Cerchiamo di lavorare su piattaforme che abbiamo definito come standard FIDIVI, prendendo spunto dal mondo automobilistico: abbiamo studiato la nostra produzione in modo che si lavori su densità definite di fili e titoli di filati con un range
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interessante, e riusciamo con i colori e le altre caratteristiche del prodotto ad accontentare qualunque richiesta. Su determinati prodotti, penso alla lana, riusciamo a produrre con ordine minimo di 25 metri, oltre a offrire il servizio a taglio su tutto il nostro catalogo in tutte le varianti colore. Noi tentiamo di essere coerenti nelle nostre linee di prodotti che però devono essere spesso adeguati alle tendenze di mercato. Ad esempio abbiamo ultimamente rinfrescato il nostro Jet, un articolo storico, con una coloritura accattivante ma ragionata: abbiamo studiato gli uniti in modo che i rispettivi misti bicolori generassero una coloritura omogenea e piacevole attraverso un gioco combinatorio. Tentiamo sempre di avere una gamma coerente con certi paletti e certe filosofie. In particolare abbiamo notato che mancavano certe gamme di marroni scurissimo come le tonalità ebano, abbiamo seguito l’evoluzione delle cromaticità del mondo dell’ufficio, potendo così proporre al mercato dei colori ‘nuovi’. Questa rinfrescata non così banale ha fatto sì che in due anni si incrementasse la vendita di Jet del venti per cento. La scelta di ringiovanimento ci ha premiato".
The world of textile "We have a system whereby we can understand from every corner of the world as they work the looms, as they are programmed - says Emanuele Barra - We were also awarded peri our pad control and connection systems. The next step will be inform the customer by the sales manager about availability at that given time. We tend already to give the order confirmation within 24 hours and the average is declining further in future. We are able to provide a prototype within a few days both in yarn dyed both in piece-dyed accompanied by price and feasibility. We work on platforms, inspired by the automotive world: we have studied our production so that it works on platforms that textile floor are reductions of thread, size of the yarns titles with an interesting range, and we can with the colors and other characteristics of the product to satisfy any request. On certain products, I think of a wool, we can produce based on a minimum order of 25 meters, as well as offer the service to cut all our catalog items with all the colors. We have to study the trends with the customer, without departing from what is the market which in turn must meet his client. We try to be consistent in our products but malleable, we can start from a product like Jet rather dry, and think, as we did, to give him an updating, we tried to combine two colours to achieve a two-tone through a combinatorial game, always we try to have a consistent range with certain concept and certain philosophies. In these ranges very dark brown and shades of woods almost ebony, we followed the evolution of the chromaticity of the office world, thus being able to offer the market a "new"color. This is not intended as trivial meant that in two years it was to increase the sale of twenty percent. The updating choice has rewarded us. "
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writer Antonio Vigliante
Agena www agenagroup.it Una realtà di primo piano nel mondo del tessile festeggia un compleanno importante il cinquantesimo di attività dell’azienda ormai giunta alla seconda generazione, per ricordarlo hanno rappresentato l’evoluzione del logo Agena durante i decenni di attività nella loro ultima brochure .
Cinquant'anni di fantasia È un piacere visitare la sede della Agena, traboccante di meravigliosi articoli tessili, che a Torino è presente nel settore da due generazioni. È poi interessante conversare con Daniela Mantovan, responsabile marketing dell'azienda, il primo tema è quello della presenza fieristica dell'azienda per l'anno in corso. Daniela Mantovan - “Abbiamo partecipato a Heimtextil Francoforte e Deco Off a Parigi, ad Architect@Work rinnoveremo la nostra partecipazione all’edizione di novembre 2016 a Milano , è una realtà interessante per noi che vogliamo avvicinarci al pubblico degli architetti che è particolarmente motivato da questo tipo di appuntamento. Stiamo prendendo, infatti, in esame anche la possibilità di prendere parte anche all’edizione parigina di quest’appuntamento”. Pietro Ferrari - Quali sono le vostre più recenti colle-
zioni? “Fock Chic è certamente una collezione molto particolare di carta che contiene elementi decorativi etnici, zig zag tribali e ricami che sanno di nordico , tele unite o multicolor che si abbinano perfettamente con i nostri tessuti in lino e la collezione Granlusso effetti jacquard in tessuto murale,con disegni che ritroviamo nei nostri tessuti, stampati digitali, carte particolari con effetti tipo pietra-gioiello abbinati al tessuto in seta cotone, tutte lavorazioni fatte parzialmente a mano che creano il soggetto unico come un quadro, tutti creati dal nostro Studio Design con una attenta scelta dei colori ed un richiamo all’arte per la creazione dei disegni”. Antonio Vigliante - Alcune soluzioni da voi proposte mi fanno pensare all’evoluzione del fil posè, che producevate tanti anni fa.
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Daniela Mantovan con il nostro Antonio Vigliante e una panoramica dell'interno della sede Agena a Torino.
Daniela Mantovan - “Come evoluzione del fil posè abbiamo pensato alla lana 100% d’arredamento supportata dal tessuto non tessuto , che diventa un rivestimento murale di prestigio , oppure effetti murali sartoriali come il nostro Wales o effetto paglia ottenuto sempre in tessuto jacquard”. Antonio Vigliante - Oggi è possibile dunque fare una parete rivestita di un soggetto e un’altra accanto rivestita con un altro soggetto? Daniela Mantovan - “Certamente il cliente può spaziare nella scelta decidendo di fare una parete accostando pannelli con soggetti disegnati ed il resto con il suo unito coordinato”. Pietro Ferrari - Oltre alle carte e tessuti state pensando e nuove proposte? Daniela Mantovan - “Per completare l’arredo abbiamo introdotto i tappeti in lana e seta annodati a mano, co-
ordinati alle carte ed ai tessuti . Parlando di un prodotto artigianale possiamo rispondere alle richieste di prodotti customizzati da parte del mercato”.
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writer Antonio Vigliante
Torcitura Padana www torciturapadana.it Una visita alla Torcitura Padana per assistere ai primi passi di una soluzione altamente innovativa.
La rivoluzione di Coex
Con Antonio Vigliante e Mariadele Mancini, incontriamo, presso la Torcitura Padana, Simona Pesaro che, cortesemente ci parla di un materiale rivoluzionario, che avrà sicuramente un grande futuro, una domanda sorge spontanea. Pietro Ferrari - Cos’è Coex? Simona Pesaro - Coex è una fibra rivoluzionaria, 100% naturale di origine vegetale, totalmente ignifuga. Le fibre di natura cellulosica più diffuse sul mercato sono il cotone, il lino, la viscosa, tutti materiali che possono diventare Coex, acquisendo quindi le proprietà descritte precedentemente. Pietro Ferrari - Come funziona questa tecnologia? Simona Pesaro - Coex agisce sulla struttura molecolare della cellulosa, che grazie alla combinazione con le molecole di fosforo, azoto e zolfo assumono una nuova struttura, più resistente al fuoco, lasciandone inalterate le proprietà originarie e conservando quindi la loro naturalezza. Questo vuol dire che Coex non è un additivo, non viene aggiunto o spalmato sul tessuto, per cui non c’è alcun rilascio sulla pelle o nell’ambiente di sostanze chimiche e al contempo le sue caratteristiche
sono permanenti. Le molecole che vengono aggiunte sono totalmente naturali, infatti vengono spesso utilizzate per concimare i campi. Grazie a Coex, ognuna di queste molecole agisce sulla fibra come un supereroe: lo zolfo aiuta la carbonizzazione, comportandosi come un pompiere naturale, l’azoto “mangia” l’ossigeno, togliendo quindi il carburante che alimenta la fiamma e il fosforo crea una barriera contro il fuoco. L’effetto più evidente si ha paragonando un normale tessuto in cotone che, se accostato ad una fiamma prende fuoco all’istante, mentre se si utilizza un cotone Coex, carbonizza, ma la fiamma non riesce a partire. In più, il cotone Coex conserva lo stesso aspetto, la stessa morbidezza e il tocco di un normale cotone. I FUMI NON ESISTONO L’altra caratteristica importante di Coex è che i fumi generati dalla combustione sono quelli di una qualsiasi fibra vegetale, ossia naturali e contenuti o paragonabili a quelli di un camino con carbone. Generalmente invece, le fibre che ritardano la fiamma sono a base
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aramidica, o fatte con poliestere, oppure sono tessuti naturali trattati però con sostanze chimiche a volte a base di formaldeide, quindi generano fumi tossici e gocciolamento, con pericolo di ustioni e gravi problematiche per la sicurezza. Oltre alla maggiore sicurezza, il tessuto in Coex conserva inoltre tutta la morbidezza del tessuto naturale e porta con sé tutti i vantaggi della naturalità: la piacevolezza e la sicurezza per la pelle e per il fisico, ma anche il rispetto per l’ambiente perché Coex è anche biodegradabile e quindi completa perfettamente il ciclo di riciclabilità totale e reintegrazione nell’ambiente. UN BREVETTO DI GRANDE VERSATILITÀ “Sia il marchio, sia il brevetto” ci dice Simona Pesaro, “sono stati sviluppati insieme con Zanolo, un’azienda in provincia di Vercelli, con cui abbiamo una partnership industriale. La loro divisione di Ricerca & Sviluppo ha messo a punto la componente chimica, mentre noi ci siamo occupati della componente tessile. Le due aziende collaborano
La straordinaria capacità antifiamma di Coex.
da anni su diversi progetti, quindi Coex è stato un po’ il risultato di una collaborazione consolidata e una comune passione per l’innovazione. Per questo progetto abbiamo però collaborato anche con la Facoltà di Chimica Organica dell’Università di Pavia e con altri partner che ci hanno aiutato a chiarire i diversi punti della formalizzazione, messa a punto e industrializzazione del prodotto. Il brevetto naturalmente è stato esteso anche al legno, che è sempre di natura cellulosica e sul quale abbiamo già dei risultati interessanti”. IN SINTESI Le caratteristiche di Coex rispetto ai prodotti ignifughi finora utilizzati sono vincenti: quando il prodotto non è sottoposto alla presenza del fuoco conserva tutti i vantaggi di un prodotto completamente naturale e ipoallergenico, non contiene sostanze chimiche, è piacevole e sicuro per la pelle e per l’ambiente, inoltre il prodotto è biodegradabile per cui rappresenta veramente una grande rivoluzione.
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Torcitura Padana
Quando invece i prodotti Coex vengono a contatto con il fuoco non emettono fumi nocivi, sono completamente ignifughi, non solo ritardanti come i “flame retardant”, non gocciolano e resistono a temperature elevatissime, ben oltre i mille gradi, grazie alla carbonizzazione che blocca il fuoco. La tecnologia si svilupperà nel tempo, ma sono già in corso le prime evoluzioni che prevedono una sempre maggiore flessibilità ed estensione delle applicazioni, oltre all’ottimizzazione dei costi, che oggi è paragonabile a quella dei migliori prodotti ritardanti della fiamma del settore arredamento. Nell’abbigliamento invece Coex è molto competitivo rispetto alle soluzioni oggi presenti sul mercato. Sicuramente rappresenta già una rivoluzione per il settore dell’antifiamma, … ma siamo solo all’inizio del percorso.
Momenti della nostra visita presso Torcitura Padana.
Coex in a nutshell The Coex features in comparison with the flame retardants used so far are winning: When the product is not in contact with the fire is completely natural hypoallergenic, does not release any kind of chemical substance nor in contact with the skin or the environment, this is really a great revolution, it is also important the fact that the product is biodegradable. But when the Coex products come into contact with the fire they do not emit noxious fumes, are fireproof and nonflame retardant (this is a substantial difference) do not drip and can withstand high temperatures, well over a thousand degrees, but in carbonize carbonizing process itelf stops the fire. Coex began a journey that will be far ahead. The price of the product depends on the end user, on furniture sector, prices are competitive compared to the other manufacturers, there is not the slightest cost more than polyester. In clothing Coex can be compared to much more expensive fibers. Coex can become a family of products: in fact, the actual product can be defined in a suggestive way Coex1, while already on the horizon is a further improvement of flame retardant performance.
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writer Antonio Vigliante
Simta www simtaspa.com SIMTA propone una sintesi impeccabile tra arte e impresa.
Nuove emozioni Dal 1949 SIMTA è sinonimo di stile, eleganza e creatività italiana, ai vertici dell’editoria tessile, SIMTA promuove il gusto e la qualità dei propri tessuti attraverso la cura del design e l’efficienza del servizio. La sintesi perfetta fra arte e impresa ha dato vita a un’azienda capace di garantire prodotti di prestigio da oltre sessant'anni. La ricercatezza dello stile, la qualità dei filati e il rinnovamento tecnologico hanno consentito un considerevole sviluppo proiettando l’azienda verso il successo sui principali mercati internazionali. L'azienda torinese si distingue per una proposta di tessuti e tendaggi vasta e articolata, in grado di rispondere a innumerevoli esigenze di arredamento, con l’obiettivo di soddisfare una clientela sempre più orientata alla raffinatezza e a nuove emozioni. Le collezioni nascono dalla collaborazione tra i designer e le migliori industrie tessili italiane. I contenuti dei campionari propongono temi che spaziano dal classico al contemporaneo, dalla tradizione all’avanguardia, seguendo il gusto e le tendenze dei mercati internazionali. Nella sede di Torino trovano spazio gli uffici commer-
ciali e amministrativi, la logistica e un’ampia esposizione della gamma prodotti. Un magazzino vasto e attrezzato permette di garantire consegne puntuali e un servizio affidabile. Creatività e tecnologia danno vita a prodotti realizzati ad arte e destinati a durare nel tempo. Oggi SIMTA è una realtà affermata in grado di promuovere la propria linea di tessuti in tutto il mondo. Per ulteriori informazioni vi invitiamo a visitare il sito internet: www.simtaspa.com.
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Jazz.
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Corolle.
Corolle. LE PROPOSTE PIÙ RECENTI Tra le proposte più recenti di SIMTA possiamo segnalare le seguenti che qui vediamo ambientate in una raffinata sequenza: Jazz: tessuti jacquard con contenuti di decisa attualità. Disegni moderni caratterizzati da fantasie geometriche di piccole e medie dimensioni, che consentono la realizzazione di ambienti eleganti ed esclusivi. Polaris: un'ampia proposta di tendaggi con armature particolari e finissaggi speciali.
Una collezione seducente e di gusto raffinato in grado di rispondere alle più alte richieste per il tendaggio e la decorazione. Un’accattivante proposta per incontrare le necessità dei clienti alla moda. Corolle: Vasta gamma di stampati ispirati al classico stile inglese e al romantico gusto italiano. I motivi floreali sono il filo conduttore della collezione sviluppata in freschi e piacevoli colori. Versailles: damaschi ignifughi con disegni coordinati di gusto classico, realizzati su fondo strié per arredamenti eleganti e di prestigio.
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Versailles.
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Since 1949 Simta is synonymous of style,
elegance and Italian creativity Simta distinguishes itself for a rich proposal of a large scale of fabrics and sheers able to satisfy any request for interior decoration. The countless collections rise out from the collaboration between Simta designers and the most qualified Italian textile industries, while collections propose themes that vary from classic to modern, from neo-romanticism to high-tech. Simta head-office in Turin accommodates commercial and administrative offices, conference rooms, export department and a large showroom. The wide and wellequipped warehouse and the large stock of items guarantee punctual deliveries and the highest reliability. Simta’s creativity and technology gives life to products tailor-made and destined to last. Today Simta is an established reality promoting its products all over the world.
At the top level in textile editing, Simta promotes the taste and the quality of its fabrics through the attention for design and service efficiency. The perfect synthesis between art and business culture has generated a company able to guarantee quality and prestigious products since more than 60 years. The care for style, yarn quality and technologic renovation permitted a remarkable development, projecting the company towards the success on the most important international markets.
A wide range of new aesthetci patterns was recently presented by Simta Jazz - Strong innovative jacquard fabrics.Modern designs, characterised by small and medium geometric patterns, to create elegant and exclusive interior decoration. Polaris - New sheers collection of high prestige and relevant contents. An innovative proposal in terms of taste, reinforced by the development of a wide range of classic and contemporary colours. A pleasant collection able to meet the needs of the consumer sensitive to trends. Corolle - Large new range of digital prints inspired to the classical English style and the romantic Italian taste. The main theme are the floral patterns printed on cotton and linen clothes with a burst of fresh and pleasant colours. Versailles - New series of classic damasks available in different coordinated designs and realised on a striped satin background, for an image of great elegance and prestige.
Corolle.
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writer Beatrice Guidi
Lurex www givitex.com/lurex Una lunga tradizione e una capacitĂ di proposta assoluta.
Quarant'anni di filo metallizzato
LurexŽ, da oltre 40 anni in tutto il mondo sinonimo di filati metallizzati, ha voluto presentare alcuni nuovi colori della collezione tra cui il raffinato April Moon (una nuance davvero interessante tra l'oro chiaro e l'argento), l'energico Military Olive e un classico color caffè, il Dark Coffee, che ben si introduce nell'utilizzo di
tessuti per accessori. Lurex si conferma ancora una volta un produttore mondiale con una collezione completa ed adatta ad ogni tipologia di utilizzo.
• Aznar (ES) • Johan Van Den Acker Textielfabriek (NL) • Baumann Dekor (AT) • Bayart Vanoutrvye (FR) • E. Boselli & C (IT) • Bruvatex-Sagaert & Speyer (BE) • Canepa Divisione Arredamento (IT) • Casalegno Tendaggi (IT) • Mario Cavelli (IT) • Clerici Tessuto & C. Divisione Luna Home (IT) • Danzo (IT) • Delius (DE) • D'Etoffe (IT) • Manifattura Tessile di Nole M.T. (IT) • Engelbert E. Stieger (CH) • Enzo degli Angiuoni (IT) • Fiorete (IT) • Froca (ES) • Gemini Padana (IT) • Giber (IT) • Imatex (IT) • Limonta (IT) • Lodetex (IT) • Marteks Difference (TR) • Martinelli Ginetto (IT)
• Molteni Vincenzo Tessitura Jacquard (IT) • Müller Zell (DE) • Gebr. Munzert (DE) • MYB Textiles (GB) • Nelen & Delbeke (BE) • Tessitura Pertile (IT) • Pozzi Arturo (IT) • Prosetex (IT) • Ratti d. - Divisione Ratti (IT) • J. A. Raymakers (NL) • Redaelli Velluti - a division of Marzotto Lab (IT) • Rossini della Quercia (IT) • Standfast & Barracks (UK) • Schmitz-Werke (DE) • Seteria Bianchi (IT) • Sirio Tendaggi (IT) • Mario Sirtori (IT) • Spinelli Vincenzo (IT) • Tessitura Serica A.M. Taborelli (IT) • Texital (IT) • Texnova (IT) • Dina-Vanelli Tekstil San. Tic. (TR) • Angelo Vasino - Divisione Home (IT) • Viganò (IT) • Wintex (IT)
TREVIRA CS A PROPOSTE
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COLOURS
writer Pietro Ferrari
Marchi&Fildi www marchifildi.com
Ricca la scelta "virtuosa" di filati di Marchi&Fildi.
La bellezza e l'ecologia
Bello, con una scelta quasi infinita di colori e responsabile. È Ecotec® by Marchi & Fildi, il primocotone smart e made in Italy ottenuto con un esclusivo processo produttivo, totalmente tracciabile e certificato, che trasforma ritagli tessili pre-tinti 100% cotone in filati Ecotec®, con un risparmio record di acqua, energia e CO2 come attestato dallo studio LCA condotto da ICEA: fino al 56,3% per quanto riguarda CO2, fino al 56,6% nel consumo di risorse energetiche e fino al 77,9% nell'impiego di acqua nell'intero processo produttivo. Ecotec® è il cotone di nuova generazione. Grazie al processo esclusivo Marchi & Fildi, gli inevitabili ritagli ottenuti nella produzione di capi di abbigliamento, vengono recuperati e trasformati nei filati Ecotec® permettendo così di utilizzare meno risorse pur conservando i più alti standard di qualità ed efficienza. Tutto questo assicurato dalle principali certificazioni del mercato.
Ecotec®, il cui prezzo è allineato con quelli dei filati di qualità ottenuti da processi produttivi convenzionali, non è solo il frutto di un processo virtuoso. È un filato raffinato, versatile e performante che può essere impiegato per la produzione di tessuti di moda (tessuti a navetta, maglieria circolare, jersey, maglieria, calzetteria), si presta a sperimentazioni creative per le collezioni degli stilisti, diventa protagonista dell'interior design nella produzione di tessili per la casa, al consumo eper il contract. È disponibile in un'ampia gamma di colori vivaci e brillanti, a catalogo in stock service ovverodisponibili subito per l'ordine, per garantire cicli di approvvigionamento e produzione più rapidi. Esiste anche la possibilità di creare tinte e filati “su misura” in presenza di progetti in partnership garantiti dal centro R&D di Marchi & Fildi, dove si fa ricerca al fine di realizzare sempre nuovi prodotti e applicazioni.
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Ecotec® by Marchi & Fildi ha debuttato ufficialmente in occasione di Première Vision a Parigi in Febbraio (sezione Yarns). A Filo, è stato presentata la prima collezione pensata per il prossimo a/i 2017-2018 e realizzata da un team dedicato a livello internazionale. Ecotec® è anche partner di C.L.A.S.S.. Spacer in Ecotec® e Modal Tessuto inEcotec® e cotone organico.
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Ecotec by Marks & Fildi Beautiful, with an almost endless choice of colors and responsible. You ECOTEC® by Marks & Fildi, the primocotone smart and made in Italy made with an exclusive production process, fully traceable and certified, which converts pre-dyed textile clippings ECOTEC® 100% cotton yarn, with a record saving of water, energy and CO2 as evidenced by the LCA study conducted by ICEA: up to 56.3% for CO2, up to 56.6% in the consumption of energy resources and to 77.9% in the use of water in the entire production process. ECOTEC® is the next-generation cotton. Thanks to the exclusive process Brands & Fildi, the inevitable scraps obtained in the production of clothing, are retrieved and processed in ECOTEC® yarns thus allowing you to use fewer resources while maintaining the highest standards of quality and efficiency. All this ensured by the major market certifications.
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PEOPLE
writer Pietro Ferrari
Safil www safil.it L’acquisizione da parte del colosso tedesco Südwolle porta nuova forza al marchio Safil.
Qualità italiana per il mercato mondiale
Cesare Salvio con Mariadele Mancini e Antonio Vigliante di Textures.
In un momento cruciale nella vita del Gruppo, incontriamo Cesare Savio Amministratore Delegato della storica realtà biellese, assieme ad Antonio Vigliante responsabile delle pubbliche relazioni di Textures. Cesare Savio - “Safil fu fondata da mio padre Fernando Savio nel 1954 e successivamente gestita da me (entrato in azienda nel 1982), e da mio fratello responsabile della parte finanziaria. Al termine dello scorso anno l’azienda è stata acquisita da Südwolle insieme all’80% di Gruppo Tessile Industriale, filatura pettinata e cardata che fattura dieci milioni di euro annui specializzata nelle fibre di lusso. All’inizio del 2015 avevamo deciso di affrontare un processo di apertura del nostro capitale a investitori che condividessero la nostra strategia per rafforzarci e crescer e ulteriormente. In questo percorso siamo stati avvicinati da competitor che hanno manifestato la volontà di approfondire le potenzialità di un eventuale unione: con il gruppo Südwolle (principale produttore di filati naturali al mondo, con sede a Norimberga), in poco tempo siamo arrivati ad un accordo con reciproca soddisfazione”. Antonio Vigliante - Le acquisizione effettuate negli ultimi sette-otto anni dal Gruppo Safil sono entrate in questo accordo? Cesare Savio - “Certamente, in quanto fanno parte del patrimonio Safil: Erredi è una azienda che abbiamo incorporato nel 2010, di Filature Française de Mohair abbiamo invece mantenuto e valorizzato il marchio e, infine, attraverso l’acquisizione del marchio Grignasco
ci siamo meglio posizionati nel segmento della maglieria intima”. Pietro Ferrari - Südwolle che realtà è? Cesare Savio - “Südwolle è l’unico vero player mondiale nella produzione di filati pettinati: infatti già prima di acquisire Safil, aveva gli uffici direzionali a Schweig (Norimberga), una tintoria in Germania, una filatura in Romania, una filatura in Polonia, una grande filatura con tintoria e trattamento lana in Cina. Circa il cinquanta per cento della potenzialità produttiva di cui disponeva era in Europa e l’altro cinquanta per cento in Asia, con la possibilità quindi di essere presente nei principali mercati mondiali come nessun altro competitor. È un gruppo molto efficiente sotto ogni punto di vista (organizzativo, produttivo e finanziario), che ha rafforzato la sua presenza in Europa con l’acquisto di Safil. E’ stata un’operazione inconsueta, perché di solito un gruppo di grandi dimensioni acquisisce aziende in difficoltà, o aziende in difficoltà si fondono per riacquisire forza. Qui si è trattato, invece, di due gruppi solidi e ben posizionati, in leale competizione l’uno con l’altro da anni, che hanno oggi esprimono una potenzialità produttiva di 27-28 milioni di chili”. Pietro Ferrari - Cos’ha cercato in Italia Südwolle? Cesare Savio - “In Italia Südwolle era già presente con Biella Yarn, una bella realtà che vende circa ottocentomila chili di filato all’anno con un fatturato attorno ai 24 milioni di euro. Oggi, oltre a Safil e GTI, Südwolle in Italia possiede, attraverso una recente acquisizione, anche HF Filati. Questa nuova configurazione dimostra un’apertura verso le nicchie di mercato, mantenendo peraltro le caratteristiche per le quali Südwolle è conosciuta”. Pietro Ferrari - Immagino che l’associarsi di due realtà della vostra dimensione abbia bisogno di un pò di tempo per esprimere appieno le proprie potenzialità. Cesare Savio - “Stiamo affrontando una fase molto importante e stimolante di integrazione con l’obiettivo di
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offrire ai clienti il miglior servizio possibile e siamo già a buon punto nella suddivisione delle competenze. Ci aspettiamo di sviluppare vantaggi competitivi sia a livello commerciale che produttivo: infatti attraverso la condivisione di know-how tecnico tra due aziende riconosciute dal mercato per l’alta qualità dei propri prodotti, siamo fiduciosi di riuscire ad unire competenze tecniche sviluppatesi in maniera indipendente realizzando produzioni di qualità ancora superiore. Abbiamo già completato un grande lavoro di analisi dei filati di entrambi i Gruppi per vedere quali fossero per categoria di prodotto i migliori. Questo andrà a tutto vantaggio del cliente”. QUALITÀ E CONFORMITÀ AMBIENTALE Pietro Ferrari - Cambiando argomento, considero molto interessante il libro che avete realizzato sul tema della qualità e dell’ecosostenibilità. Cesare Savio - “I nostri nonni ci hanno insegnato a risparmiare con il buon senso del padre di famiglia: si possono risparmiare risorse con impianti che inquinano meno, sprecando meno acqua, utilizzando meno energia, impattando positivamente nel nostro mondo. Questo atteggiamento riguarda tutti i soggetti coinvolti che dall’esterno hanno contatti con l’azienda ma anche quelli che sono attivi all’interno. Abbiamo voluto pubblicare questo Report di Sostenibilità per rendere evidente quello che l’azienda fa: così come siamo stati negli anni ’90 la prima filatura biellese certificata ISO 9001, siamo oggi la prima filatura italiana Bluesign system partner, società svizzera leader nella certificazione di sostenibilità nel mondo tessile”. Antonio Vigliante - Qual è la direttiva della vostra ricerca di prodotto? Cesare Savio - “I filatii innovativi possono derivare da miscele di fibre o da tecnologie particolari. Siamo stati i primi ad investire nella tecnologia per
produrre filati compatti (meno pelosi e più lucidi e puliti) e ricordo che abbiamo presentato filati in lana/viscosa oppure in lana/Lycra prima di tutti gli altri. Questa capacità di proporre ai nostri clienti nuovi articoli in tutti i settori ci ha permesso di migliorare, nonostante la crisi, anno dopo anno i nostri risultati”.
Italian quality for global market "The Safil historic company of our family, founded by our father Fernando Savio in 1954 and continued before me alone - I joined the company in 1982 - and then to me with my brother who has always dealt with the financial part - was acquired. We made the decision early in the year 2015 in a deal of our capital opening process to any investors who married our visions to strengthen us and grow on the market. During this process we have been approached by other industrial partners among us competitors who have expressed interest in starting a dialogue with us: our main competitor and the largest manufacturer of natural fibers in the world, the Südwolle group approached us and in a very short time we got to a happily consensual agreement that led to the signing on October 19 and in November 6 at the conclusion of the sale. From 6 November 2015, therefore, the Südwolle Group owns the shares of Safil and also those of the Textile Industrial Group, a spinning company invoicing ten million euro per year, of which we owned to fifty per cent, of the remaining fifty percent the Südwoll acquired twenty percent, therefore, the control.
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COLOURS
writer Pietro Ferrari
Filatura C4 www filaturac4.it
Filatura C4: partner d’eccellenza Re.Verso™ per i filati di lana smart per il contract e per i tessuti a navetta per abbigliamento che a Filo presenta la sua gamma esclusiva AW 2017-2018.
Una gamma esclusiva “Grazie ad una condivisione di fondo rispetto ad una filosofia ed impegno nell’ambito del business e dell’Industria responsabile e con il supporto di C.L.A.S.S., siamo oggi testimoni della presentazione di una nuova dimensione di filati di lane smart firmate Re.Verso™ by Filatura C4 che possono essere utilizzate per il mercato contract” afferma Alessio Catani – Managing Director, Filatura C4. Re.Verso™ è il marchio di un nuovo sistema tessile italiano, una catena integrata che consente l’approvvi-
gionamento di materiali unici di alto valore. La sua supply chain ha origine da ritagli preconsumer, quindi mai utilizzati, messi a disposizione dal meglio dei brand/produttori italiani ed internazionali del fashion. Un sistema che può vantare risparmi incredibili in termini di energia, acqua ed emissioni CO2 come certificato dallo studio LCA (Life Cycle Assessment) condotto da PRIMA Q. Un sistema certificato Global Recycling Standard (GRS), ISO 9001 e SA8000. Un partner preferito per ogni settore: A. Stelloni Collection By Mapel per il tessile fashion, Filpucci per i fili hiend del knitwear e Filatura C4 per il tessile design contract e tessuti navetta in genere.
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Questo lancio come ulteriore conferma che il concept Re.Verso™, dopo il suo debutto nel mercato fashion con feedback molto positivi tra cui l’adoption di Gucci, sta ottenendo, un reale riscontro come leader di settore grazie a diversi fattori di rilievo: il suo sistema e processo unico 100% Made in Italy, trasparente, tracciabile e certificato, alta tecnologia di re-engineering oltre alla definizione di partnership selezionate. La joint venture è cominciata nel momento in cui Filatura C4 ha potuto toccare con mano il valore aggiunto che il concept Re.Verso™ può offrire, completando in maniera perfetta quello che è il business profile e la mission aziendale. Che da sempre è quella di realizzare prodotti di alta qualità e prestazioni attraverso la continua Ricerca e Sviluppo di materiali a basso impatto ambientale oltre all’utilizzo di materie prime di riciclo ed ecosostenibili. Re.Verso™ raccoglie, seleziona e processa ritagli di tessuti di confezione pre-consumer in un modo del tutto nuovo ed accreditato, totalmente trasparente tracciabile in ogni sua fase. Tutto questo si allinea perfettamente con la scelta “tecnologica e creativa” 100% made in Italy di Filatura C4, che è in grado di offrire filati Re.Verso™ re-engineered della miglior qualità, altamente performanti, senza alcun compromesso, sostituendo filati vergini e permettendo un risparmio in termini di materie prime, costi di produzione ed impatto ambientale. LA COLLEZIONE RE.VERSO™ La collezione nasce per soddisfare esigenze sempre più mirate del mercato che richiedono una crescente specializzazione e responsabilizzazione nel recupero delle fibre tessili. Grazie al sistema Re.Verso™, l’azienda offre prodotti di qualità, a basso impatto ambientale, attraverso l’utilizzo di
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materie prime ecosostenibili ed un sistema di produzione eco responsabile. La collezione Re.Verso™ è principalmente impiegata nell'arredamento contract e domestico. Il prodotto Re.Verso™ è disponibile in un range di titoli cha va dal Nm 5.000 al Nm 9.500 e può essere fornito sia a capo singolo che ritorto a più capi.
The Re.Verso ™ collection The collection Re.Verso™ was created to meet increasingly specific market needs that require high specialization and empowerment in the recovery of the textile fibers. Thanks to Re.Verso ™ system, the company offers quality products, environmentally friendly, through the use of sustainable raw materials and a production system environmentally responsible. The Re.Verso ™ collection is mainly used in furnishing contract and domestic. The Re.Verso ™ product is available in a range of titles that goes from 5,000 Nm to 9,500 Nm and can be supplied either single leader who twisted with several ends.
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COLOURS
writer Antonio Vigliante
Fischbacher www fischbacher.com Le proposte sostenibili di Chiristian Fischbaker.
Il riciclo e la bellezza tivi chimici. Con BENU REMIX, Christian Fischbacher amplia la propria collezione di fascia alta di tessuti per interni fatti da bottiglie in PET riciclate e tessuti riciclati. L’interessante novità è fatta di lana riciclata fornita da partner nel settore della moda italiana. Nel 2009 Christian Fischbacher, è stato uno dei primi a proporre tessuti per l‘arredamento di alta qualità realizzati al 100% da materiali riciclati. L‘idea è diventata un concept e da allora l‘azienda lancia ogni anno tessuti riciclati nella collezione BENU. BENU REMIX è in linea con lo spirito e la filosofia delle precedenti collezioni BENU: per la produzione di BENU REMIX, vengono riciclati filati di lana provenienti da tessuti non utilizzati dall‘industria della moda italiana, che altrimenti sarebbero andati sprecati. Il materiale è ordinato per colore, triturato, cardato e ri-filato. In tal modo, il processo ad alto consumo energetico di tintura viene completamente eliminato, riducendo notevolmente l‘uso di energia, acqua e sostanze chimiche e contribuendo ad un ambiente ecologicamente migliore. Tutti i tessuti della collezione BENU sono fatti di materiali riciclati e si distinguono per la sostenibilità e i processi di produzione ecocompatibili.
Christian Fischbacher, l‘editore svizzero di prodotti tessili per interni, presenta le sue ultime collezioni in occasione del Salone del Mobile di Milano dal 12-17 aprile, in collaborazione con Materials Village e Superstudio Più e il marchio di mobili italiani Lago. Mentre l‘installazione presso il Materials Village si concentra sui materiali sostenibili con le collezioni Eco FR e Benu Remix, allo stand Lago nel padiglione 16 a Rho Fiera, così come nell‘Appartamento Lago in Via Brera, Christian Fischbacher presenta la sua Collezione di biancheria da letto, informale e di facile manutenzione, CF by Christian Fischbacher. Questa primavera l‘azienda familiare dimostra la sua volontà di innovare con una collezione che colpisce per la sua ricchezza di idee, la creatività e l‘abilità tessile. ECO FR è un nuovo materiale tessile in lino, viscosa e cotone che è sia ignifugo che biodegradabile, ed è prodotto senza l‘uso di addi-
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BENU REMIX: 70% WO, 20% PES, 5% PA, 5% PAN / 145 cm / 16 colori. La collezione BENU prende il nome dal mitico uccello Benu dell’antico Egitto, che brucia per rinascere dalle proprie ceneri, proprio come la fenice greca. La pronuncia inglese di BENU, Be new, significa “essere nuovo!”, quindi il nome rappresenta il concetto. L’idea di sviluppare tessuti per l‘arredamento di alta qualità da materiali utilizzati ha affascinato i manager e i designer dell’azienda familiare per un lungo periodo di tempo. Sette anni fa, l‘idea è diventata realtà con la collezione BENU PET: tessuti per interni realizzati al 100% da bottiglie in PET riciclate, progettati con la tipica qualità e lo stile Christian Fischbacher. I tessuti BENU PET sono prodotti con un processo tecnologico unico nel suo genere: bottiglie di plastica vuote sono raccolte, schiacciate, fuse, trasformate in nuovi filati di poliestere e quindi tessute. ECO FR è un tessuto fatto di lino, viscosa e cotone che è ignifugo e biodegradabile. Per creare un filato ignifugo in materiali naturali è stata utilizzata un’innovativa tecnologia brevettata. Una modifica molecolare della cellulosa fa sì che il tessuto si car-
I tessuti Benu nelle varie declinazioni.
bonizzi, trattenendo l’ossigeno e quindi controllando le fiamme, senza l‘uso di additivi chimici ECO FR è il risultato di tre anni di ricerca. L‘idea era quella di creare un tessuto ignifugo biodegradabile, ecologico, senza aggiunta di additivi chimici utilizzati nella sua produzione. L‘accurata scelta dei materiali, lino, viscosa e cotone, nonché il particolare processo produttivo delle fibre determinano il carattere unico dei tessuti. ECO FR soddisfa i requisiti internazionali in materia di resistenza alla fiamma, fornendo il comfort e la morbidezza di un tessuto naturale. I tessuti ECO FR hanno la proprietà di regolare l’umidità naturale e sono allergeni ed anche antistatici. ECO FR è disponibile in tre diversi pesi: leggero, medio e pesante. Tutte le qualità sono prodotte in Italia.
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OSSERVATORIO CSIL SUI MERCATI
Lo scenario del mobile in America Latina e Caraibi La macroarea geografica che comprende i paesi dell’America Latina e i Caraibi conta oltre 600 milioni di abitanti con livelli di consumo totale che superano i 300 miliardi di dollari. Sette paesi hanno un Prodotto Interno Lordo di oltre 100 miliardi di dollari: Brasile, Messico, Argentina, Venezuela, Colombia, Cile e Perù. Con un consumo di 17,3 miliardi di dollari, questa area rappresenta il 4% del consumo mondiale di mobili e i mercati più significativi – con livelli di consumo oltre i 400 milioni di dollari – sono: Brasile, Messico, Venezuela, Cile, Perù, Colombia e Argentina. Il Brasile è il principale paese consumatore di mobili
del Sud America e il 13esimo a livello mondiale. In Centro America, è il Messico ad avere il primato dei consumi di mobili, mentre per l’area Caraibica, La Repubblica Dominicana, Cuba, Bahamas, Trinidad e Tobago e Giamaica sono i paesi dove l’industria del turimo e il contract per l’hotelerie costituiscono il maggior volano dei consumi per il mobile e l’arredamento. Circa il 77% del mercato del mobile viene rifornito dei produttori locali e il 23% dei mobili viene importato. I principali paesi importatori di mobili dell’area sono: Messico, Brasile, Cile e Colombia. I maggiori esportatori sono: Messico, Brasile, Uruguay e Colombia.
IL SETTORE DEL MOBILE IN AMERICA LATINA E CARAIBI. Uno sguardo d’insieme
SUD AMERICA CENTRO AMERICA incluso MESSICO CARAIBI Totale America Latina e Caraibi
Produzione
Export
Import
Consumo apparente
Popolazione
PIL pro capite
PIL
(milioni US$)
(milioni US$)
(milioni US$)
(milioni US$)
(milioni)
(US$)
(miliardi US$)
12.442 3.646
942 2.285
2.047 1.642
13.547 3.004
411 170
10.817 8.466
4.442 1.437
387 16.475
20 3.247
371 4.060
737 17.288
37 618
5.072 9.822
191 6.070
Fonte CSIL
Nei paesi dell’America Latina e Caraibi, sono 63 le aree metropolitane con una popolazione superiore al milione di abitanti nel 2015. Il processo di urbanizzazione continua a ritmi sostenuti e le grandi aree metropolitane costituiscono un significativo volano della crescita economica, con importanti implicazioni per il trend di crescita dei consumi di mobili e arredamento.
Allo stato attuale del mercato, si registra un certo rallentamento dei consumi dovuto prevalentemente alle condizioni economiche non brillanti del Brasile e del Venezuela. Tra i mercati principali, i più promettenti in termini di crescita per i prossimi due anni sono: Messico, Cile, Perù e Colombia.
!"#!$%"& RIPARTIZIONE DEL CONSUMO DI MOBILI PER REGIONE. % in valore. Dati 2014
Fonte CSIL
RIPARTIZIONE DELLE IMPORTAZIONI DI MOBILI PER REGIONE, % in valore. Dati 2014
Fonte CSIL
IMPORT DI MOBILI. PRINCIPALI PAESI IMPORTATORI, 2010-2014. Milioni di US dollari MESSICO BRASILE CILE COLOMBIA PERU PANAMA VENEZUELA COSTA RICA URUGUAY REPUBBLICA DOMINICANA
2010 747 377 270 137 109 180 154 74 66 99
2011 903 457 316 173 130 230 194 94 81 122
2012 1,035 554 378 212 169 174 279 103 91 104
2013 1,129 628 416 215 201 174 180 100 107 95
Fonte CSIL FOCUS SUI PRINCIPALI MERCATI Il valore totale della produzione di mobili nei paesi dell’America Latina e dei Caraibi è di circa 16,5 miliardi di dollari. Circa il 70% della produzione dell’area origina da Brasile e Messico.
Brasile Nella classifica mondiale, il Brasile è l’11esimo produttore di mobili, con un sistema costituito prevalentemente da piccole imprese e da alcune grosse realtà, per un totale di circa 19.700 aziende e oltre 320mila addetti. È il 30esimo espor-
2014 1,117 624 400 239 205 185 180 115 98 97
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OSSERVATORIO CSIL SUI MERCATI
PRODUZIONE DI MOBILI IN AMERICA LATINA E CARAIBI
Fonte CSIL
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tatore al mondo. I principali mercati di destinazione dell’export brasiliano di mobili sono: Stati Uniti (18%), Regno Unito (14.5%), Argentina (12.1%), Angola (6.5%) e Peru (5.9%). Sebbene in aumento negli ultimi anni, il livello di penetrazione delle importazioni di mobili resta basso (inferiore al 10%), con la Cina che ha visto aumentare costantemente la propria presenza sul mercato brasiliano, fino a superare un terzo del totale delle importazioni. Cina (32.2%), Stati Uniti (9.1%), Corea del Sud (6.1%), Messico (6.1%) e Italia (5.0%) sono i principali paesi di provenienza dei mobili importati.
Messico
Il Messico è il secondo produttore, il secondo consumatore e il principale esportatore di mobili dell’area in esame. A livello mondiale, nella classifica CSIL dei primi 70 paesi, il Messico è l’11esimo paese esportatore e il 20esimo esportatore. Dal Messico proviene il 18% di tutta la produzione di America Latina e Caraibi e il paese assorbe il 12% dei consumi totali di mobili dell’area. Il rapporto export/produzione è cresciuto dal 45% nel 2009 al 70% nel 2014, con principali destinazioni: Stati Uniti (75.4%), da sempre il principale paese partner del Messico per l’export e Canada (11,1%). Le importazioni di mobili provengono da: Cina (40.2%), Stati Uniti (33.3%), Italia (7.4%), Spagna (4.9%) e Canada (2.2%).
Argentina
Principali destinazioni delle esportazioni argentine di mobili sono: Uruguay, Cile, Paraguay, Brasile e Colombia. Le importazioni provengono da: Cina (64.4%), Brasile (14.1%), Stati Uniti (2.9%), Spagna (2.5%) e Italia (1.8%).
Cile Cina (55.4%), Malaysia (7.8%), Brasile (7.7%), Stati Uniti (4.8%) e Italia (2.7%) insieme rappresentano l’80% delle importazioni totali di mobile cilene. La propensione all’export delle aziende cilene è molto bassa e la produzione è destinata soprattutto al mercato interno.
Colombia
Le principali destinazioni dell’export colombiano di mobili sono: Panama, Stati Uniti, Venezuela, Ecuador e Perù. Le importazioni provengono da: Cina (51%), Stati Uniti (8.1%), Italia (6.3%), Brasile (5.9%) e Messico (5.8%). TPP: NUOVE REGOLE PER IL COMMERCIO MONDIALE Lo scorso 4 febbraio 2016 è stato siglato a Auckland, in Nuova Zelanda, un accordo commerciale fra 12 paesi dell’area Rim Pacifico. Il TRANS-PACIFIC PARTNERSHIP (TPP) è un allargamento del precedente Trans-Pacific Strategic Economic Partnership Agreement (TPSEP) firmato nel 2005 da Brunei, Cile, Nuova Zelanda e Singapore. Altri 8 paesi sono entrati nell’accordo nel 2016: Australia, Canada, Giappone, Malaysia, Messico, Perù, Stati Uniti e Vietnam.
Il Rapporto CSIL “Furniture Outlook for Latin America and the Caribbean” edizione Novembre 2015 è disponibile per acquisto e download immediato su: www.worldfurnitureonline.com.
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TRADITION
writer Paola Govoni
La tradizione del tessile in Malesia I tessili tradizionali, le stoffe riccamente decorate e ricamate a filo d’oro e i sontuosi costumi da cerimonia sono estremamente sensibili alla luce, pertanto l’illuminazione degli ambienti è discreta e avvolgente. Attraverso un percorso che si articola in cinque Gallerie tematiche, il visitatore entra in contatto con una delle forme di artigianato più antica, affascinante e ricca di significati e una componente che da sempre caratterizza lo stile di vita e il gusto dalla preistoria a oggi. Le prime tracce rinvenute negli insediamenti di età Neolitica (2000-1500 A.C.) parlano di forme primitive di tessuti realizzate con foglie, corteccia d’albero e filamenti di materiali vegetali prodotti dalle piante autoctone.
“Selamat Datang”. Un’insegna all’ingresso del Museo Nazionale del Tessile di Kuala Lumpur dà il benvenuto al visitatore e lo invita a entrare per un viaggio affascinante attraverso la storia e la tradizione dell’artigianato del tessuto in Malesia. UNA CASA PER CUSTODIRE LA STORIA DEL TESSILE Il Museo, nel cuore della città, ha sede in un elegante edificio storico disegnato dall’architetto inglese Arthur Charles Norman nel 1905 in stile moghul, con un gradevole equilibrio di forme architettoniche indiane, persiane e islamiche. L’edificio è stato per oltre un secolo sede storica della Compagnia delle Ferrovie Malesi e di altre istituzioni pubbliche e governative, prima di essere trasformato in Museo nel 2007, aperto al pubblico il 9 gennaio 2010 e inaugurato ufficialmente il 17 aprile 2012. Al Museo è affidato il ruolo di raccogliere, conservare, documentare e presentare in una serie di allestimenti suggestivi ospitati sui due piani dell’edificio, le tecniche di produzione, gli strumenti della tessitura, le collezioni di tessuti e di costumi tradizionali che fanno riferimento ai diversi gruppi della società multietnica locale, cui appartengono malesi, cinesi, indiani, Orang Asli e le popolazioni indigene di Sabah e Sarawak.
I TESSUTI NEI COMMERCI DEL SUD-EST ASIATICO Con l’invenzione del telaio inizia l’era della tessitura e negli anni intorno al 300 A.C. la cultura Dong Son di
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Motivi tradizionali di decorazione del batik.
area vietnamita influenza grandemente i disegni e i motivi ornamentali del tessile nelle regioni del sud-est asiatico. Nel XV secolo, quando Malacca era il crocevia delle rotte marittime, numerose testimonianze indicano che i tessuti, insieme alle spezie, erano tra le commodities più importanti e di maggior valore che venivano commercializzate con la Cina, il Medio Oriente, l’India e l’Europa. Gli scambi comprendevano materie prime e tessuti grezzi, come il cotone bianco, ma anche stoffe a colori brillanti, tessuti ricamati a filo d’oro e sete preziose. I tessuti indiani provenivano dal Gujarat e dal Rajasthan. Da Pulicat arrivavano i tessuti che servivano a confezionare gli abiti maschili abitualmente indossati dai malesi. I commerci in quegli anni favoriscono anche l’introduzione di nuove tecniche decorative, come il ricamo su tessuto o l’applicazione a foglia d’oro, una tradizione tipica del Sulawesi. La creatività della popolazione malese dà vita a una straordinaria stagione di produzione, colorazione e tessitura e nascono le diverse tipologie di abiti per la quotidianità e il lavoro, per le feste e le cerimonie. Il batik viene inizialmente introdotto nel XV secolo dalla comunità Melaka Nyonya e la produzione inizia durante il regno del terzo Sultano di Teren-
gganu (1773-1808). Tessuti decorati conosciuti come kain batik kitah e kain pelangi arrivano dall’India ai primi del 1900. Vengono prodotti senza applicazione di cera su seta cinese e sono seguiti dall’introduzione del batik lilin (a stampa di cera) intorno agli anni Venti del Novecento. La ricchezza del tessile fatto a mano presente in Malesia, in particolare fino agli anni in cui ha inizio la produzione in serie nel XX secolo, parla di una straordinaria ricchezza di culture e tradizioni, risultato di un’interazione complessa di popoli e regioni, che nella loro diversità hanno dato un contributo prezioso all’eredità culturale della regione. IL LUNGO VIAGGIO DEL BATIK La produzione tradizionale del batik richiede 10 passaggi manuali per essere portata a termine, partendo dal tessuto grezzo di cotone bianco fino al processo finale di asciugatura, dopo che il tessuto è stato stampato in tre strati successivi, poi colorato, sottoposto a trattamento con la cera e infine bollito. Il processo di tecnica a stampa include il colore
I colori vengono applicati in passaggi successivi.
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TRADITION
determinata e viene aggiustato sul corpo utilizzando tecniche diverse. Si indossa sui fianchi e lo si lascia cadere fino alle caviglie. Può essere accompagnato da un top coordinato dello stesso tessuto. GLI ABITI DA CERIMONIA Il costume maschile da cerimonia presenta pantaloni di stile cinese con giacca in tessuto e fascia in vita, solitamente decorata con ricami. Il costume tradizionalmente indossato dai dignitati di corte è in uso da oltre due secoli. Il costume da cerimonia femminile è un lungo abito di seta drappeggiato nella parte superiore con un raffinato drappo di seta avvolto intorno ai fianchi e ripiegato sul davanti e una lunga stola di seta che avvolge le spalle. Il costume è completato da una serie di accessori che comprende gli orecchini, collane, spille e cintura.
Tecniche di ricamo su tessuto. nero usato nella prima fase, il rosso nella seconda e il blu nella fase finale. Il colore viene fissato sul tessuto con un’applicazione di soluzione di silicato di sodio per mezzo di un rullo di gomma, poi il tessuto viene lavato, bollito, sciacquato in abbondante acqua e steso ad asciugare all’aria aperta. Le tecniche di decorazione del batik sono numerose e possono variare anche su base territoriale.
Telaio.
ALBERI COME FILATI L’albero Terap, specie autoctona il cui nome botanico è Artocarpus odoratissimus, fornisce la materia prima per i costumi tradizionali indossati dalle popolazioni Orang Asli. Gli abiti sono realizzati intrecciando le foglie e lunghe strisce tagliate dalla corteccia degli alberi. Il risultato estetico è straordinario.
IL BATIK SARONG Il sarong è un pezzo di tessuto lungo due metri che viene cucito in forma cilindrica senza una misura pre-
Costume tradizionale.
!"#!$%"& Batik Sarong.
Costumi tradizionali Orang Asli.
Ricamo a filo d'oro.
Costume da cerimonia maschile.
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Costume da cerimonia femminile.
‘Muzium Tekstil Negara’ the National Textile Museum located in the downtown of Kuala Lumpur, is hosted inside an historic building designed by Architect Arthur Charles Norman in 1905 in elegant Moghul style. Former headquarters of the Federal Malay States Railway and various governmental and public institutions, the Museum is opened to the publicum since 9 January 2010 and the offical opening dates back to 17 April 2012. This specialised museum collects, conserves and displays national textile and costume collections and the traditional handwork of the multi-ethnic society of Malaysia, comprising Malays, Chinesem Indians, Orang Asli and the indigenous population of Sabath and Sarawak. La sede del museo in un elegante edificio del 1905. The museum explores the rich heritage of Malaysian textiles, outlining the development and trends typical of this area, as a relevant part of people lifestyles from the prehistoric era to modern times. Visitors can go through the five thematic Galleries of the two-storey building, where the origins of textiles are shown with their tools, materials and traditional techniques, and a rich collection of textiles, accessories, embroideries, daily and cerimonial costumes are showcased, in a smooth ambience with discrete lighting, so not to damage the precious and ancient clothes. A focus is dedicated to the batik textile, its 10-step production process, its decorative techniques, and traditional wearing styles, like batik sarong, a piece of cloth measuring two meters, that is sewn into a cylindrical form and is worn on the lower part of the body, starting from the waist and falling down to the heel. As stated in the presentation of the history and evolution of local textile: ‘The rich array of hand-made textiles found in Malaysia, particularly before the advent of mass-produced farbics in the 20th century, reflects not only the diversity of cultures to be found there, but also a result of the complex interaction with many different cultures from numerous regions and countries over time’.
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ART & TEXTILE writer Paola Govoni
Suolo Sacro. Fascinazione dei tappeti in pittura Dal Medioevo in poi, nella storia dell’arte europea la presenza del tappeto nelle raffigurazioni pittoriche si fa via via più copiosa. Inizialmente presenti nelle scene sacre, dove tappeti preziosi – per lo più di origine anatolica - erano posti ai piedi della Vergine Maria e dei Santi per delimitare la sacra rappresentazione e per sottolineare il carattere di solennità e il distacco rispetto al mondo circostante, nei secoli successivi i tappeti entrano a far parte anche delle raffigurazioni ‘profane’ dove sono distesi su tavole imbandite, ricoprono scalinate e pareti, vengono appesi ai balconi e alle finestre in occasione di feste e celebrazioni o, stesi a terra, creano un palcoscenico che delimita la rappresentazione, segnando i confini della magia della scena. POTENTE IMMAGINE SIMBOLICA In tutti questi casi, il tappeto svolge un ruolo che va oltre la semplice funzione decorativa, si carica di significati ed esprime un fascino esotico e carico di mistero, di volta in volta è simbolo di ’recinto sacro’ e di ‘regalità celeste’ ma anche di ‘vanitas’ (allegoria della fugacità della bellezza e della vita stessa) e del ‘potere temporale di re e imperatori’. Ciò che accomuna le rappresentazioni religiose e quelle profane, è un aspetto particolare: questa preziosa opera d’arte tessile segna sempre un luogo d’eccezione. ‘Un suolo sacro, esclusivo e solenne, il tappeto ha il potere di isolare le persone e gli oggetti che lo abitano, ponendole in un’atmosfera che esprime purezza, elevazione, unicità. Un’atmosfera che ha il potere di sacralizzare e di comunicare significati simbolici; ne sono un esempio molto chiaro le nature morte seicentesche, dove il cibo e gli oggetti adagiati su sontuosi tappeti divengono apparizioni e la loro immagine ha il potere di descrivere complesse allegorie, connesse ai temi della vite e della morte. Non solo. Il tappeto, rappresentando l’intreccio di diverse culture e tradizioni, è anche una potente immagine simbolica, carica di molti significati, e la sua forza comunicativa si esprime in vari e differenti livelli. Non a caso, del potere ‘magico’ del tappeto si favoleggia fin dai tempi più antichi e l’idea mitica del ‘tappeto volante’ è di questo l’espressione più eclatante’.
UN INTRECCIO DI TRAME E PENNELLATE Di tutto questo, e di molto altro, racconta la mostra ‘SUOLO SACRO. Tappeti in pittura dal XV al XIX secolo’ inaugurata lo scorso 6 aprile presso la Galleria Moshe Tabibnia di via Brera 3 a Milano e visitabile fino al 2 luglio 2016. La mostra presenta un’esposizione di 25 importanti tappeti antichi di rare tipologie che trovano riscontro in altrettanti dipinti coevi e successivi, tra cui figurano importanti opere dei musei milanesi Pinacoteca di Brera e Museo Poldi Pezzoli. Per il suo alto valore storico-artistico, questo excursus nella storia della pittura e dell’arte tessile dal Medioevo al XIX secolo gode del Patrocinio dei Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Comune di Milano e della collaborazione della Pinacoteca di Brera. Il legame tra pittura e tappeto è ulteriormente evidenziato dal nome che ancora oggi, per convenzione, si utilizza per identificare determinate tipologie di tappeti: dagli anatolici ‘Tintoretto’ ai ‘Lotto’ o, ancora, agli ‘Holbein’, ‘Ghirlandaio’ e ‘Bellini’, tutti portano il nome degli artisti che per primi li hanno rappresentati in pittura. La mostra comprende tutte queste tipologie di tappeti raffigurate dai pittori e ne espone esemplari d’alta epoca, coevi o precedenti ai dipinti in cui essi sono raffigurati. Le mostre ospitate alla Galleria Tabibnia sono corredate da un ricco programma di incontri che offrono la possibilità di approfondire le tematiche legate ai contenuti dell’evento e ‘SUOLO SACRO’ non fa eccezione, proponendo un ciclo di conferenze ‘del mercoledì’ che prende avvio il 27 aprile e prosegue nelle date del 4, 11, 18, 25 maggio, 1 e 8 giugno alle ore 18.00. In particolare, la conferenza che chiude il ciclo e che ha per titolo ‘Il vello dipinto. Tappeti in pittura’ sarà tenuta da Beba Marsano, autrice del volume omonimo, curato da Moshe Tabibnia e Tiziana Marchesi, che è parte integrante dell’ampio progetto di studio e analizza 101 importanti dipinti, individuando e svelando i maggiori connotati simbolici rivestiti dal tappeto nella storia dell’arte. Strettamente correlato alla mostra, il libro offre un approfondimento scientifico di 11 tappeti illustrati nelle opere d’arte e costituisce uno strumento prezioso di conoscenza del tappeto antico per il lettore e il visitatore. Per informazioni: Galleria Moshe Tabibnia. telefono +39/02 805 15 45
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Tappeto cosiddetto “Tintoretto” Tappeto a “doppia nicchia” o “a piccolo medaglione” con bordura “a palmette”. Ushak, Anatolia occidentale, Metà XVI secolo Tappeto annodato, cm 159x107, Galleria Moshe Tabibnia – Milano
Tappeto cosiddetto “Holbein” Tappeto "a medaglione centrale e piccoli medaglioni intrecciati” Anatolia occidentale, Prima metà XVI secolo Tappeto annodato, cm 205x155, Collezione privata – Milano
Tappeto cosiddetto “Lotto in stile Kilim”, Ushak, Anatolia occidentale Prima metà del XVI secolo Tappeto annodato, cm 243x147, Collezione privata – Milano Tappeto “a grande medaglione” Ushak, Anatolia occidentale, 1700 circa, cm 308x184 Tappeto annodato, Collezione Moshe Tabibnia – Milano
Tappeto “Kazak” Caucaso sud occidentale, Prima metà del XIX secolo Tappeto annodato, cm 223x129, Collezione privata – Milano
Tappeto “a volute vegetali e fiori di loto”, Pechino, Cina Seconda metà del XVI secolo, Tappeto annodato, cm 470x220 Collezione privata – Milano
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EXHIBITION writer Beatrice Guidi
INTERIOR MEBEL Kiev Ucraina www www.interior-mebelkiev.com
Un evento di prestigio in Ucraina per Mobile-Illuminazione-Décor di alta gamma.
Appuntamento a Interior Mebel
La quinta Fiera Internazionale dell’Arredamento, Illuminazione e Décor -Interior Mebel - si è svolta dal 17 al 20 Febbraio 2016 all’IEC, il Centro Fieristico Internazionale di Kiev. L'atmosfera elegante e raffinata rende Interior Mebel Kiev il luogo ideale per la presentazione dei migliori prodotti di arredamento e illuminazione, fino alla decorazione, alle finiture d’interni e agli accessori. Interior Mebel vede la partecipazione di prestigiose aziende leader italiane ed internazionali che approfittano dei 4 giorni di fiera per presentare i trends del mercato, mostrare progetti innovativi e nuovi prodotti sempre apprezzati dal pubblico e dagli operatori professionali che ogni anno visitano la fiera. Interior Mebel Kiev è infatti diventata fondamentale per i professionisti del design, arredamento, illumina-
zione e décor che si incontrano presso l’Auditorium, il ‘design heart’ della fiera, l’ambiente ‘chill-out’ dove architetti, designers, aziende e visitatori si incontrano, discutono di progetti, ascoltano i relatori ed incontrano gli espositori della manifestazione. Come ogni anno, Interior Mebel ha esaltato il design con la creazione di alcuni progetti realizzati con i migliori architetti ed interior designer Ucraini. In particolare, uno di questi è stato proprio l’Auditorium che per l’edizione 2016 era progettato dal famoso Studio di Architettura di Kiev 2b.group, fondato da due giovani architetti, Viacheslav Balbek e Olga Bogdanova che vanta una consolidata esperienza e un’ottima reputazione sul mercato ucraino. Lo Studio 2b.group è specializzato nel design semplice, accurato, di alta qualità ma allo stesso tempo confortevole e caldo con una
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The 5th International Furniture, Lighting and Décor exhibition - Interior Mebel - took place from 17 to 20 February 2016 at IEC, Kiev’s International Exhibition Center. The smart and sophisticated atmosphere of Interior Mebel Kiev makes the exhibition the ideal place for the presentation of the best products in the sectors of furniture, lighting, decoration, interior finishing and accessories. Since now Interior Mebel Kiev, which will take place from 17 to 20 February 2016, sees the participation of leading and prestigious Italian and international companies which took advantage of the 4 exhibition days to show the market’s trends, the innovative projects and the latest products to a more and more qualified and demanding audience which every year attends the exhibition. Interior Mebel Kiev has become a focal point for the interior design, furniture, lighting and décor community that meets at the Auditorium, the ‘design heart’ of the fair, the ‘chill out’ space where architects, designers, companies and visitors can meet, talk about projects, keep on the conversations, listen to the conferences’ speakers and meet with the exhibitors. As every year, Interior Mebel is going to enhance the impact of design by creating a few design projects with the best Ukrainian architects and interior designers. In particular, one of them will be Auditorium, which this year will be designed by 2b.group, an architectural bureau from Kyiv, owned by two young architects, Viacheslav Balbek and Olga Bogdanova. 2b.group team has got a huge experience and gained a highly estimated renommé in the Ukrainian market. 2b.group specializes in simple, accurate, high-quality, and at the same time comfortable and warm designs. A special focus of this bu-
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EXHIBITION
grande esperienza nella realizzazione di lofts ed interni altamente tecnologici. L’area di attività dello Studio include progetti di infrastrutture urbane, residenze e ristoranti, solo per citarne alcuni. UNA FORTE PRESENZA ITALIANA La forte presenza Italiana di espositori in occasione di tutte le edizioni vuole essere portatrice della qualità e della creatività tipiche del Made in Italy, tanto apprezzato in Ucraina. 11.000 visitatori – 36% rappresentato da Dealers e Saloni e 27% da Interior Designers e Architetti – hanno visitato la scorsa edizione della Fiera apprezzando le proposte di arredamento contemporaneo ed i progetti di design esposti nell’area trend. Ad ulteriore supporto della manifestazione Interior Mebel, da Gennaio 2016 è online il nuovo portale Interdema, un’ampiavetrina virtuale sul mercato dell’Ex Unione Sovietica di oltre 290 milioni di consumatori. Interdema è la piattaforma B2B che si rivolge ad operatori professionali, rivenditori, distributori, interior designer ed architetti che permette alle aziende di mantenere una presenza costante in quest’area e dare un’ampia visibilità ai propri prodotti in 5 lingue (Inglese, Russo, Ucraino, Azero e Kazako). Inoltre, Interdema svolge anche la funzione B2C in quanto ogni azienda può inserire l’elenco di tutti i propri Rivenditori, distribuiti su questa vasta area, a cui il consumatore potrà rivolgersi direttamente. Visita www.interdema.com Per ulteriori Informazioni su Interior Mebel e Interdema: KDM International – info@kdm-international.com
reau expertise lies in lofts and high technological interiors. Their activity includes urban infrastructure projects, residences, and restaurants to name a few. The remarkable presence of leading Italian and International brands at each edition of Interior Mebel Kiev is synonymous of quality and creativeness which are highly appreciated in Ukraine. The portal Interdema, a comprehensive virtual showcase on the former USSR countries market with over 290 million consumers, will be online from January 2016, proving an additional support to the exhibition Interior Mebel. Interdema is the B2B platform addressed to professionals, vendors, distributors, interior designers and architects enabling the companies to keep a constant presence in this area and to give great visibility to their products in 5 languages (English, Russian, Ukrainian, Azeri and Kazakh). Moreover, Interdema carries out a B2C function as well, since every company can add the list of its vendors based on this huge geographical area, so that the consumer can address directly to them. Visit www.interdema.com For additional information about Interior Mebel e Interdema: KDM International – info@kdm-international.com
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MAISON & OBJET Parigi
writers Sonia Maritan e Monica Zani
Abbinando le ultime due edizioni di Maison & Objet, quella dell’autunno del 2015 e l’ultima che ha aperto il 2016, ne abbiamo ottenuto una visione d’insieme interessante: nella restituzione data da Monica Zani riguardo l’ultima edizione attraverso la sua galleria fotografica, ma anche attraverso la voce degli espositori raccolta da Sonia Maritan, veri interpreti del settore, ascoltati in occasione dell’edizione autunnale dello scorso anno.
Un ensemble di tendenze alle due edizioni parigine La roccaforte per i mercati del design, dell'arredamento e degli stili di vita
Nonostante Parigi sia stata la protagonista dei tragici episodi dello scorso novembre, nonostante un contesto economico che rimane turbato, nonostante i minuziosi controlli in entrata alla fiera e in uscita della metropolitana, tutti i settori del mondo della decorazione, dell'arredo, del tessile e della tavola si sono presentati in vigore per l'ultima edizione di Maison & Objet Paris, tenutasi dal 22 al 26 gennaio scorsi. Gli espositori presenti erano 2.978, di cui il 55% provenienti da 59 Paesi esteri, tra cui circa 700 new entry, 76,417 i visitatori, di cui il 48% proveniente da 143 nazionalità estere. Come continuazione del settembre 2015 (edizione che si è tenuta fra il 4 e l’8 settembre), gli acquirenti francesi sono tornati a Maison & Objet Paris, dove la loro presenza è aumentata del 4%. Questo recupero convalida anche la scelta degli organizzatori di aumentare i settori, per permettere ai visitatori di riscoprire ogni vetrina. I settori che hanno caratterizzato l’edizione che si è tenuta fra il 4 e l’8 settembre sono stati: Maison per i primi 4 padiglioni, Objet per i padiglioni 5 e 6, Luxe e design d’interni per il 7e l’8.
Per quanto riguarda i visitatori internazionali, il calo del numero è stato limitato: solo l'8%, dovuto in gran parte al sostegno costante di visitatori europei, con significativi incrementi di visitatori provenienti da Belgio, in crescita del 14%, dai Paesi Bassi, in crescita del 4%, e dalla Spagna, in crescita dell'1%. Anche se i professionisti si aspettavano una sostanziale diminuzione di visitatori provenienti dall'estero, gli at-
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ormai una vera e propria fonte di differenziazione per la fiera. In un settore in continua evoluzione, risulta essere un luogo di riferimento per tutti i professionisti della casa, per rimanere sempre aggiornati e all'avanguardia nella loro professione. Sempre attesissimo, l'espace d’Inspirations, disegnato quest'anno da François Bernard, ha incontrato una forte adesione di pubblico. Molti visitatori hanno ammirato la mostra progettata attorno al tema “Wild” (selvaggio), organizzata da Observatoire de Maison & Objet per decifrare i tempi e analizzare i nuovi consumi. In questo contesto di riferimento, alla galleria fotografica dell’ultima edizione seguono una decina di interviste realizzate, in occasione dell’edizione autunnale dello scorso anno, presso gli stand di marchi noti e dalla viva voce dei veri interpreti del settore, rappresentanti delle loro rispettive aziende che in pochi concetti sanno trasferire trend stilistici e tendenze del mercato, ma anche strategie d’impresa interessanti e spesso vincenti. tacchi terroristici di novembre a Parigi hanno influenzato soprattutto la mancanza di operatori di alcuni paesi esportatori d'oltremare, come il Giappone, in calo del 26%. In questa ultima manifestazione, Maison & Objet Paris è rimasta fedele alla sua missione di essere una risorsa per l'industria, che catalizza la sua crescita attraverso i contenuti di molti eventi, ideati per ispirare e informare, hanno anche lo scopo di permettere ai visitatori di fare il punto sulle ultime tendenze del mercato e costituiscono
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GALLERY
MAISON & OBJET Parigi
Nell'immagine, in primo piano, la collezione Arno Sateen 300 TC di Signoria di Firenze, disponibile in una varietà di combinazioni di colori, realizzata in raso 300TC e adatta sia per gli ambienti classici, sia per quelli moderni.
Sistema modulare architettonico tappezzante Amodo di l’Opificio: una soluzione tappezzante innovativa capace di rendere superfici emozionali una parete, uno schienale, la testata di un letto o un pavimento. Un'inedita interpretazione del tessuto, del legno e dei metalli rende Amodo una soluzione di design che la lavorazione artigianale rende esclusiva.
La nuova parure Giunone di La Perla Home Collection è realizzatae in raso di cotone 600TC tinta unita con applicazione dei bordi ricamati “Maison” inseriti e frastagliati a mano. Il bianco puro si tinge di luce con il ricamo in argento mentre, nella versione più classica, l’avorio è accostato al ricamo in tinta.
In grigio e senape, l’elegante linea Mesch della collezione Blow di Fazzini è declinata in completi lenzuola e compripiumino reversibile, entrambi in tela di puro cotone stampata con doppia sfumatura da abbinare al copriletto in cotone con sovrastampa sfumata. Dimensioni copriletto: 1 piazza: 180x270 cm; 1 piazza e mezza: 220x270 cm; 2 piazze: 270x270 cm. Modernità e tradizione caratterizzano la nuova serie Treccia di Dea, che utilizza come elemento base il raso, o meglio un particolare tipo di raso jacquard. La serie unisce l’elemento classico del ricamo a effetti e trame moderne e inusuali che disegnano righe satin che impreziosiscono il tessuto.
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Amini presenta Lune, la linea di tappeti Gio Ponti realizzata a mano in Sardegna Lune è una collezione che nasce dalla consolidata collaborazione in esclusiva tra l'archivio Gio Ponti e il marchio Amini. La collezione è un insieme di diversi valori, la cui somma rappresenta l’eccellenza del design e della manifattura. La materia è elemento essenziale di questa proposta: lana sarda, selezionata in base alla tipologia di tessitura e alle numerose combinazioni cromatiche della collezione, tutte personalizzabili. Un approccio sartoriale che si estende anche alle dimensioni, e per cui oltre ai classici 200x300 cm e 250x350 cm, è possibile scegliere la soluzione migliore in base al proprio progetto d’arredo.
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Luxury Italian Textiles rappresenta il frutto di un’accurata ricerca in sintonia con gli stilemi delle collezioni di tappeti Sahrai. Sete, velluti e lini contribuiscono a completare la proposta creativa dell'azienda destinata alle residenze più esclusive nel mondo. Nell'immagine 'Piazza San Marco'.
Havanna di Eagle Prodotti Textil è un plaid dai classici colori classici a spina di pesce: di grandi dimensioni - 150x215 cm di larghezza (comprese le frange), è tessuto con lana 100% d'agnello morbida e le frange sono ritorte. Tovaglia Feronia di Tessitura Pardi, realizzata in cotone 50% e lino 50%, disponibile nelle misure: 180x140 cm, 180x180 cm, 240x180 cm, ma vengono fornite anche misure personalizzate.
Primitive Weave 4 di cc-tapis è una collezione di tappeti rettangolari e fatti a mano, che si ispira ai tappeti berberi del Marocco, abbinati alle rigorose grafiche viennesi geometriche del ventesimo secolo . La trama è in cotone, il nodo in lana himalayana, con una qualità di B 89.000 nodi/mq.
Meteo, disegnata dalla designer francese Inga Sempé per Golran, è una collezione che reinterpreta in chiave contemporanea il tappeto persiano classico. La collezione presenta tre modelli con tre disegni differenti, disponibili ognuno in diverse varianti di colore: Halo, Mirage e Tumulte. Tappeto Trianon sfumato azurin di Edition Bougainville ispirato al giardino alla francese del castello di Trianon, realizzato con la tecnica di tessitura 'nepalese hand knotted': una volta realizzato il disegno in colore, i fili di lana o di seta sono annodati sui fili dell’ordito e poi tagliati. Oltre alle misure standard, i tappeti possono essere eseguiti su misura.
Cuscini Art. Cu Pelli-3 base 23883/rfi col. 5/mar con bordo in brina 204 di Biella Fabrics, realizzati in lana. Misura: 50x50 cm.
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MAISON & OBJET Parigi
Raso Elite Stampato di Manifatture Filtes con stampa digitale in 100% cotone, h 300 cm e disponibile con più di 15 disegni in diverse varianti colore.
Morbidissima coperta jacquard con frange Bolimania di Desigula, con un tocco di cachemire. Misura 160x170 cm.
INTERVIEW
Nk Color di Camilla Textiles è una linea componibile disponibile in 46 colori e in tutte le principali misure italiane, dalla baby alla matrimoniale big, realizzata in percalle di puro cotone americano 80 fili/cm. Disponibili anche quilt e trapunte.
Runner Khaty proposto da Blumarine Home Collection in jacquard con finitura à jour e Strass. Tessuto: 100% raso di cotone operato. Dimensioni: 50x130 cm.
MAISON & OBJET Parigi
Amini www amini.it
Amini: tappeti touch fluttuano… Lo sguardo vivace di Valentina Uggeri, ancor prima di dargli voce, ha sempre qualcosa da raccontarmi di Amini e le sue trame. La incontro alla Maison&Objet di Parigi a Settembre. Scorgo Valentina Uggeri in uno stand che grazie al taglio aperto, risulta molto accogliente, ma anche luminoso ed elegante, è quello di Amini, che lei rappresenta bene e con i suoi modi sa trasmettere ancor prima di parlare: “L’idea dell’allestimento è che il tappeto fluttui” – dice Valentina Uggeri – “che abbia una sua matericità e che non si veda il sostegno che lo rappresenta così ‘sospeso’, questo nell’insieme la rende un’esposizione accattivante. Abbiamo riproposto anche il
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tappeto sovrapposto, una soluzione che oggi anche i negozi e i punti vendita tendono a usare, perché permette di giocare molto con questo manufatto. Ripresentiamo ancora i Gio’Ponti, perché sono immancabili soprattutto a Parigi, considerato il grande apprezzamento da parte degli architetti e degli interior designer francesi”. E riguardo la main collection proposta all’autunno parigino da Amini? “Come main collection proponiamo” – spiega Valentina Uggeri – “la nostra viscosa che è una viscosa estremamente performante per cui possiamo dire che è uno dei best-sellers: il classico tappeto con tinta unita, di facile manutenzione, in dodici colori, sempre a magazzino in tre misure e con un veloce turn-over di vendite”.
E questo in lana e…? “Questo è Bellagio, un tappeto annodato a mano, in lana e viscosa, il gioco di intarsi e di altezze è semplicemente fantastico, anche il modo in cui viene reso il disegno è decisamente vintage, si tratta di un tappeto che gioca sulla scomposizione del decoro, perché appare e scompare, grazie alle altezze e ai cambi di colori studiati al millimetro”. Ma non è ancora tutto! “La grossa novità di Maison&Objet 2015 è la presentazione del tappeto Moroccan Touch: richiama la tradizione berbera del tappeto marocchino, facendolo però con il gusto Amini e con un occhio particolare per il design, perché oltre al tocco tradizionale, presentiamo anche due disegni molto grafici e un bordato. Naturalmente l’attenzione al cliente si concretizza in una selezione di lane estremamente ricca su una base di angora per avere qualità e continuità sia in gamma cromatica che, ovviamente, nelle prestazioni che ci si aspetta poi dal tappeto. Una selezione a monte delle lane ci permette di eliminare il rischio che, negli anni, si sviluppino odori poco gradevoli tipici del tappeto nomade”. E riguardo questa ventesima edizione di Maison&Obiet? “Noi siamo presenti, come marchio Amini, per la terza edizione. Come agenzia ABC l’abbiamo fatta per tanti anni, poi ci siamo focalizzati nel 2007 su altri aventi, dal 2014 abbiamo ripreso, invitati dalla fiera, a presentarci alla manifestazione”. Quindi la fiera aveva notata la mancanza di Amini a questa Kermesse!
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MAISON & OBJET Parigi Blanc Mariclò www blancmariclo.com INTERVIEW
Blanc Mariclò: un caratteristico stile Shabby Luigi Tonelli, direttore di Blanc Mariclò, marchio storico nel settore del tessile per la casa, ormai dedito al coordinamento totale dell’ambiente domestico, ci racconta come lo stile Shabby chic rappresenti un marchio distintivo per l’azienda.
Allo stand Blanc Mariclò, incontriamo il direttore dell’azienda, Luigi Tonelli. “Siamo a questa fiera due volte all’anno da diversi anni. In questa occasione presentiamo la nostra collezione autunno-inverno, introducendo diverse novità di grande successo che sono decorazioni con pannelli estremamente interessanti per rievocare uno stile pieno”. Si tratta di decorazioni parietali di nuova produzione preparate specificamente per il salone parigino? “I nostri negozianti, architetti, interior designer” – spiega Tonelli – “riescono con questa collezione a riproporre al meglio il nostro stile shabby chic nei loro spazi, sia in case private sia in negozi. Mariangela e Claudia, le nostre stiliste e ti-
tolari dell'azienda, che danno il nome al marchio, si integrano tra loro, lavorando l’una sulla parte tessile, l’altra sul complemento d'arredo, in collaborazione con il loro team creativo per studiare collezioni e allestimenti sempre più accurati. Noi, dico sempre, non vendiamo prodotti ma vendiamo un modo di vivere la casa. Uno stile, ormai ben connotato in Italia e amatissimo, grazie al Cielo”. Potete permettervi di non seguire le ten-
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denze, perché il vostro stile shabby chic “si vende” a prescindere da ogni contaminazione esterna? “Assolutamente, cerchiamo di essere coerenti, ma, visto che noi siamo nel regno di questo stile, cerchiamo di essere costanti presentando una rivisitazione continua di questo stile senza perdere però la nostra identità”. Un’identità antica! “Blanc Mariclò è un marchio di Federighi 1926, quindi è quasi un secolo che siamo nel settore del tessile per la casa e, poi, da quindici anni circa ci dedichiamo al coordinamento totale dell’ambiente. L’azienda mantiene le proprie quote di mercato in Italia, acquisendo via via clienti a fronte delle continue chiusure di attività nel settore, però sta crescendo molto in Europa e in Asia, con un 70% di mercato interno e un 30% di mercato estero, con crescite importanti a fronte di un impegno all’estero che è iniziato da appena quattro anni”.
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MAISON & OBJET Parigi Fratelli Graziano www graziano.it INTERVIEW
Fratelli Graziano: il coordinamento cromatico delle forme Con Massimiliano Cassandrin, trattiamo di antichi telieri che mantengono un gusto classico, mixando con segni di modernità, ma soprattutto coordinando i diversi disegni cromaticamente.
Allo stand dei Fratelli Graziano, Massimiliano Cassandrin, export area manager per i mercati asiatici e per l’Europa dell’azienda, ci racconta di una realtà prima denominata Severino. “Qui presentiamo una nuova collezione di tessuti jacquard con un insieme di colori e di coordinamento strutturato nelle diverse forme” – spiega Cassandrin – “per cercare di incontrare il gusto dei nostri clienti”. Maison&Objet rappresenta una vetrina importante per il vostro target? “Io ho partecipato nel mio ruolo almeno a una decina di edizioni di Maison&Objet, quest’anno siamo rimasti un pò sorpresi dalla nuova disposizione che la fiera ha voluto dare
agli espositori del tessile: dividendoli in diverse aree espositive per rappresentare stili e concetti precisi, pensati per enfatizzare l’evoluzione del negozio che non è più quello tradizionale ma esprime un diverso mix merceologico”. Il nuovo format fieristico non sembra incontrare il suo favore! “Non siamo particolarmente soddisfatti di questa impostazione, perché i clienti si devono spostare da una parte e all’altra per cercare i propri fornitori, solitamente concentrati al padiglione 2”. Qual è la tendenza predominate di quest’anno? “Cerchiamo di ravvivare un pò la casa, unendo i segni della modernità pur mantenendo un gusto classico: ci sono dei tessuti jacquard, dei pois, tutti coordinati per sviluppare diversi disegni che si accoppiano cromaticamente. Per esempio il jacquard a fil coupè coordinato con il pois, con l’unito e il degradé”. Certo, un coordinamento stilistico che impera in tutti gli ambiti dell’interior design. Un gusto che si rivolge al mercato estero? “Sì, il mercato è prevalentemente estero: ben oltre il 50%”.
Lapèlle www lapelledesign.com
Lapèlle: …è proprio tutta una “questione di pelle” All’interno di un marchio storico, il brand giovane ci viene coerentemente raccontato da Sofia Bettanin e Federica Marcante, piene di tutto quell’entusiasmo che apre alla creatività. Alla ventesima edizione di Maison&Objet, con Sofia Bettanin e Federica Marcante, rispettivamente contitolare e responsabile design e commerciale di Lapèlle parliamo di questa loro prima esperienza fieristica. “La Scamosceria Astico è del 1952, quindi conta tre generazioni di attività. L’azienda è attiva nelle forniture per salottifici e calzaturifici. Il progetto Lapèlle Design invece è iniziato nel 2010-2011”. Giovane come voi! “A Cento per Cento Design a Londra abbiamo presentato la prima collezione e il marchio. Da un paio di anni abbiamo ottenuto il brevetto per il sistema di ancoraggio alle pareti, il sistema velcro e la mattonella. Il brevetto riguarda sia il sistema di installazione sia la composizione della piastrella”. Si tratta di realizzare una boiserie in pelle, modulare, dove sia possibile anche nascondere dei vani? Sofia Bettanin conferma la flessibilità del progetto. “Sono mattonelle in pelle che si possono utilizzare per creare diverse composizioni, qualsiasi cosa si voglia, si possono creare anche delle immagini sia astratte sia figurative, che possono essere applicate su qualsiasi supporto: sia a pavimento sia a muro e possono anche andare a nascondere, per esempio, una porta, o nel caso di imbarcazioni, dei vani tecnici ispezionabili”. Un prodotto destinato a una fascia di mercato alta? “Il nostro target” – spiega Federica Marcante – “è piuttosto alto, poiché si tratta di vera pelle: lavoriamo con architetti e designer su progetti di prestigio”. “Il concetto delle mattonelle flessibili” – spiega ancora Sofia Bettanin – “permette l’applicazione su superfici curve come colonne o mobili. Lo spessore standard della piastrella è di cinque millimetri oppure di un centimetro. Le misure vanno da 5x5 cm a 60x60 cm per le forme quadrate, ma abbiamo anche diverse forme rettangolari e forme triangolari e anche due forme geometriche tridimensionali”.
Come è concepita la struttura? “La struttura è costituita da uno strato di pelle accoppiata a un’imbottitura in poliuretano che la rende più morbida e poi un tappetino di tessuto che fa grip con il veltro. Tre strati non uniti a colla ma semplicemente a pressione e l’alta temperatura che le mette in contatto”. Di quale pelle si tratta? “Non andiamo a uccidere animali per questi manufatti” – sottolinea Federica Marcante – “ma utilizziamo pelli provenienti dalla filiera alimentare”. Per chi ama gli animali sapere che la materia prima di questo prodotto è fatto con pelli di animali che arrivano dalla filiera alimentare potrebbe costituire un valore aggiunto. L’applicazione a pavimento rispetto quella a parete determina delle variazioni nella composizione del prodotto? “Per il pavimento la schiuma di poliuretano è più compatta e la pelle è una pelle tecnica trattata in modo diverso: per essere più resistente al calpestio”. “Inoltre” – conclude Sofia Bettanin – “possiamo avvalerci delle certificazioni concernenti l’ignifugazione, la fonoassorbenza, l’idrorepellenza e la durabilità”.
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MAISON & OBJET Parigi
l’Opificio www lopificio.it
l’Opificio: collezioni tessili total look I tre fratelli Barbara, Federico e Paola Bertoldo sono editori tessili che presentano una collezione total look, dal tessile alla carta da parati.
Siamo con i tre fratelli de l’Opificio, un’azienda piemontese specializzata nel tessile per l’arredamento, di cui parliamo con Barbara Bertoldo, la parte creativa. “Io e mia sorella rappresentiamo la prima generazione dell’azienda, a cui si è unito nostro fratello qualche anno dopo. La nostra offerta di tessuti per l’arredamento si completa con la realizzazione di collezioni soffici haute couture per la decorazione d’interni: cuscini e trapuntini espressione del saper fare made in Italy. In questa edizione abbiamo presentato tre collezioni: Fizz di ispirazione metropolitana, Memo, falso unito passpartout e Lovely che va ad arricchire la collezione Alpine Interiors”. Come arrivano le ispirazioni? “Le mie creazioni nascono da tante suggestioni. Io sono una persona curiosa per natura, una spugna che assorbe tutto: colori, forme, sensazioni. Stimoli che diventano ispirazione al momento del progetto.
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Amo particolarmente tutte le fibre naturali e le lavorazioni che rendono il tessuto anche “amichevole” e piacevole da vivere. In particolare per le nuove collezioni abbiamo studiato tessuti dalla mano importante e molto materica, dove un disegno vagamente geometrico si abbina a un effetto intreccio”. Oltre ai tessuti presentate anche la carta da parati? “La collezione di carta da parati è l’ultima nata, si tratta di una collezione le cui grafiche sono ispirate dai pattern dei tessuti e offriamo la possibilità di un servizio su misura”. Una proposta total look la vostra? “Certo, è possibile creare tutti gli abbinamenti e le personalizzazioni richieste. I prodotti sono tutti 100% made in Italy e trovano la loro miglior espressione proprio nei progetti e nei capi progettati su misura per il cliente. l’Opificio lavorando prevalentemente sui mercati esteri è presente da lunghi anni a Maison&Objet”.
Nella foto Sonia Maritan è con Barbara Bertoldo.
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MAISON & OBJET Parigi Nina’s home www ninashometextile.com INTERVIEW
Nina’s home: dalle pareti i disegni scivolano sui tessuti Lo slancio di Valter Cipriani e Carolina D’Ayala Valva è creato da tutto l’entusiasmo che crea affrontare la nuova sfida di trasformarsi da decoratori a editori tessili con il valore aggiunto dei loro disegni inediti.
Quando incontriamo Valter Cipriani e Carolina D’Ayala Valva, allo stand della Nina’s Home, un’azienda romana attiva da vent’anni nel mondo della decorazione d’interni, è percepibile il loro entusiasmo verso quella che per loro è la prima edizione. “Circa un anno e mezzo fa abbiamo avuto la fortuna di portare avanti una breve collaborazione con una famosa e storica ditta francese che produce papier peint e tessuti d’arredo, questo ci è stato di stimolo per iniziare a pensare a una nostra collezione di tessuti e carte da parati. Pur mantenendo il nostro mestiere di decoratori, abbiamo deciso di entrare anche nel mondo del tessile,
utilizzando la stampa digitale per trasferire i nostri disegni direttamente sui tessuti”. Una sfida importante! “Abbiamo rapidamente dovuto imparare molte cose, anche sbagliando qualche volta. Abbiamo effettuato dei lavori di decorazione coordinando tessuti e decori su pareti. Abbiamo notato che le persone restano un po’ sconcertate dal nostro uso del colore, ma piacevolmente colpite dall’originalità delle nostre proposte. Chi fa stampa digitale normalmente compra i motivi da qualcuno o paga un esperto di computer grafica che utilizza programmi sul computer avanzatissimi, ma senza la capacità di saper dipingere o la capacità di comporre l’immagine, come quella che possono avere due pittori decoratori della nostra esperienza, noi crediamo che sia questo a rendere diverso ciò che facciamo». Offrite un valore aggiunto! «Per la stampa ci affidiamo a una ditta molto importante che ci asseconda con molta gentilezza, così ci stiamo trasformando da decoratori a editori tessili. Inoltre siamo in grado con la stampa digitale di realizzare disegni su misura in base alle richieste del cliente”.
Sahrai www sahrai.com
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Sahrai: radici italiane per un brand con vocazione internazionale Antonio Tricarico, descrive le numerose collezioni che l’azienda propone e il nuovo disegno presentato al Salone del Mobile, nato dalla collaborazione con Swarovski. Alla Sahrai, ad Antonio Tricarico chiediamo quali siano le origini del nome. “È un nome persiano, poiché i proprietari dell’azienda sono iraniani, anche se Sahrai è italiana: attiva dal 1830 è la quinta generazione che si occupa di tappeti pregiati. Il brand, tuttavia, si è evoluto col tempo, fino ad arrivare ai nostri giorni, in cui presentiamo sei diverse collezioni di tappeti con differenti mood”. Quali? “Ogni collezione, sono tutte disegnate dal nostro studio interno a Milano, ha un tema ben definito: la collezione NOOR è quella più moderna e contemporanea, la collezione TAJ MAHAL di ispirazione indiana rivisita i disegni e i motivi cromatici degli antichi tappeti Agra del 1800, la collezione PARSA è di ispirazione persiana e la realizziamo in Iran, è costituita da tappeti con disegno contemporaneo ispirato ai classici persiani, la collezione PLACE VENDOME di ispirazione francese sapientemente rieditata nei colori e nelle forme moderne con le tecniche classiche dei tappeti antichi francesi (Aubusson), e infine la SPARKLES COLLECTION relativa ai tappeti annodati a mano con inserzioni di Swarovski, un co-branding iniziato sei anni fa. Nasce dall’incontro di due eccellenze del design, una collezione limitata di tappeti contraddistinta dall’inconfondibile bellezza dei cristalli Swarovski. Caratterizzata da un campo di pura seta illuminato da una pioggia di 20.000 cristalli”. Questi sono Ferrè? “Sì, abbiamo la collezione di tappeti a marchio Gianfranco Ferré di cui siamo designer, produttori e ovviamente distributori”. Fate prodotti su misura? “Ogni modello delle nostre collezioni può essere customizzato per dimensioni, colori, qualità e forma. Quando parlo di qualità, mi riferisco a diverse textures che vanno dalla lana, alla seta, al lino, alla pashmina e via dicendo.
Da quest’anno abbiamo una nuova collezione di tessuti su disegno del Design Studio Sahrai” prosegue Tricarico “quella che cerchiamo di proporre è l’alta qualità di Sahrai e l’abbinamento del tessile con i nostri tappeti per le varie collezioni. Interessante anche la nuova collezione di tappeti outdoor di alto livello tessile, si utilizzano fibre sintetiche resistenti all’acqua, alle intemperie a funghi e batteri nobilitate dalla creatività dell’azienda”. Come è suddiviso il vostro mercato? “90% di mercato estero e 10% di mercato interno, per un’azienda che in ogni caso è già in partenza internazionale, presente da trent’anni a Milano con gli showroom che trattano tappeti antichi e collezioni moderne”. Come prosegue la vostra collaborazione con Swarovski? “Il nostro studio di design ha preparato insieme a Swarovski un nuovo disegno che presentiamo al Salone del Mobile”.
il tappeto presentato al Salone del mobile e realizzato in collaborazione con Swarovski.
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MAISON & OBJET Parigi Tessitura Pardi www tessiturapardi.com INTERVIEW
Tessitura Pardi: dove le fibre naturali sono un must Agostino Pardi è coerente con le origini della sua Tessitura, dove da sempre la specializzazione è per le fibre naturali e a quei materiali l’azienda rimane fedele, qualunque sia il mercato.
Alla Tessitura Pardi il titolare, Agostino Pardi, commenta per noi le riproposizioni presentate alla ventesima edizione parigina di Maison&Obiet. “Presentiamo dei prodotti classici con questi mosaici tratti dai pavimenti di una villa romana, ma anche delle sciarpe in lino, in lana, in lana-cashmire: le tendenze attuali per quanto riguarda il tessile. Le fibre naturali sono anche quelle che dalla nostra nascita lavoriamo e per le quali siamo specializzati”.
Riguardo ai colori? “A livello cromatico rinnoviamo continuamente le nostre tinte e facciamo una ricerca costante avvalendoci anche di collaboratori esterni, viviamo poi in una regione, dove le ispirazioni non mancano”. Le fibre naturali hanno dei riscontri migliori su alcuni mercati piuttosto che su altri? “Abbiamo potenziato il lavoro in Nordamerica e in Europa, lavoriamo in generale con diversi mercati, alcuni dei quali sono piuttosto fermi, come lo è il mercato italiano. A prescindere da questo, in alcuni mercati troviamo meno soddisfazioni, ma restiamo fedeli ai nostri materiali naturali e ai nostri livelli qualitativi”.
Tessitura Toscana Telerie www tessituratoscanatelerie.it
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Tessitura Toscana Telerie: quando la ricerca italiana è la più creativa Nei tovagliati stampati ma anche nella collezione per il letto, Tessitura Toscana Telerie fa molta ricerca sui tessuti e sui finissaggi, utilizzando, per esempio, il lino lavato molto vissuto, vicino allo stile urban casual, assecondando così le ultime tendenze.
Carlo Bertelli, contitolare della Tessitura Toscana Telerie, nata nel 1947, ci racconta le collezioni di punta presentate a Maison&Objet. “Qui a Maison&Objet presentiamo soprattutto tovagliati stampati e accessori di cucina, oltre a tessuti per l’outdoor sempre per tovaglia. La fiera di Parigi è frequentata da molti clienti che hanno negozi di arredamento e decorazioni e quindi cercano questo tipo di prodotto particolarmente adatto al loro tipo di clientela. Abbiamo anche una collezione per il letto più importante in termini di lavoro ma
meno importante per questa vetrina fieristica”. A quali mercati vi rivolgete? “A livello di mercati, Tessitura Toscana Telerie opera al 91% come esportatore e può contare dunque su riscontri positivi, positiva in particolare la presenza sul mercato nordamericano in cui da sempre vengono dirette produzioni dedicate. Anche in Italia c’è una decisa crescita dovuta a un forte contenuto eccezionale del prodotto”. Come si esplica la parte creativa? “Diamo molto valore al disegno e operiamo con uno staff di disegnatori importante, lavoriamo con materiale italiano certificato Ecotex utilizzando lino e cotone naturali. A livello di piccolo dettaglio specializzato la ricerca dell’italianità è costante e viene riconosciuta. Nei progetti speciali, pur cercando di mantenere la nostra personalità cerchiamo di adeguarci alle esigenze del cliente”. Che importanza ha il coordinamento fra i prodotti? “Sempre di più l’arredamento coinvolge la biancheria e noi siamo in grado di fornire il coordinato di una camera con tessuto e colore, la ricerca italiana è la più creativa e potenzialmente più cara nel tessile: richiede di essere sempre più esigenti in termini di qualità, flessibilità e competenza. Tessitura Toscana Telerie fa molta ricerca sui tessuti e sui finissaggi, utilizzando, per esempio, nelle ultime tendenze lino lavato molto vissuto, vicino allo stile urban casual, con la cura di utilizzare lo stesso tessuto per il packaging in modo che nulla sia scartato”.
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writer Sonia Maritan
GIBUS www gibus.com Eclettiche, semplici e perfettamente funzionali, le strutture di nuova generazione Gibus valorizzano gli spazi al sole adattandosi naturalmente a ogni contesto. Sono Zero+ e Zerogradi che arricchiscono l’ampia gamma di soluzioni Gibus per vivere al meglio l’esperienza outdoor, come ci trasmette Mauro Bianconi, Commercial Director dell’azienda, che esprime bene il dinamismo di Gibus e lo sa raccontare nelle diverse occasioni di incontro con la nostra redazione.
Le stanze del sole
Chiediamo a Mauro Bianconi, Commercial Director dell’azienda, quale sia la storia di Gibus. “Gibus ha la tipica storia delle imprese del Nordest: nasce come azienda artigianale, poi col tempo si sviluppa, entrano delle seconde generazioni, diventa una Spa. Tre anni fa c’era l’idea di introdurre all’interno dell’azienda del management, io sono l’espressione di questo management”. L’intento era di portare innovazione dal punto di vista della comunicazione? “Esatto, cambiano un po’ gli scenari, cambia il nostro target e, quindi, bisogna adeguare anche quelle che sono le risorse umane a un target in evoluzione. Il prodotto di per sé è il prerequisito che bisogna avere, ma bisogna saperlo raccontare, posizionare, orientare e vendere; si deve completare con un’azienda che abbia anche una cultura globale. Oggi l’azienda deve sviluppare una cultura che dialoga con il suo mondo, sia dal punto di
vista del marketing sia della comunicazione”. Gibus come si colloca sul mercato globale? “Le schermature solari sono la nostra specializzazione, sono il nostro focus sia in Italia sia nel resto del mondo. È necessario coniugare l’esperienza con il valore del made in Italy. Noi italiani abbiamo la possibilità di spendere l’opportunità del ‘made in Italy’, ma spenderla significa metterla a frutto e, quindi, per mettere a frutto quella che è una nostra eccellenza bisogna avere delle capacità di dialogare col mercato che, oltre al made in Italy, chiede coerenza, qualità, professionalità, presenza sul mercato, puntualità”. Quale servizio offrite per la distribuzione del prodotto? “Noi dal punto di vista distributivo abbiamo avviato una fase di riorganizzazione del sistema distributivo. Il sistema distributivo che lavorava con un target che oggi si è rarefatto o si è modificato, si deve modificare a sua volta: quindi oggi il web
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Alcune immagini dei nuovi prodotti Zero+ e Zerogradi, di Velenda Libre e di Med twist nati invece nel 2015, oltre alla foto di Sonia Maritan con Mauro Bianconi, Commercial Director di Gibus.
impone al nostro retail di dialogare anche attraverso le reti, gestire delle richieste via e-mail. Tutto questo, passa attraverso un sistema distributivo formato, orientabile, che sia disposto a cambiare. Io mi occupo personalmente della formazione, sia come estensore dei corsi che come relatore, e cerco sempre di far capire quanto costa non cambiare. Infatti, nel momento in cui il mio interlocutore comprende che mantenere una radice tradizionale è anacronistico e soprattutto rappresenta un costo, che certe volte coincide con un’aspettativa di vita dell’impresa molto corta, coglie quale sia l’importanza del cambiamento. Noi puntiamo a una visione vincente e a un’aspettativa di vita ampia e quindi dobbiamo avere un sistema distributivo flessibile, mutevole, veloce. Disposto a cambiare e a basare la propria proposta non sul prezzo ma sui
contenuti”. Zero+ e Zerogradi arricchiscono l’ampia gamma di soluzioni Gibus per vivere al meglio l’esperienza outdoor? “Proponiamo continuamente nuovi prodotti. Zero+ e Zerogradi sono eclettiche, semplici e perfettamente funzionali, strutture di nuova generazione Gibus che valorizzano gli spazi al sole adattandosi naturalmente a ogni contesto. Flessibili, innovative e dalle linee essenziali, sono le nuove soluzioni nate dallo studio e dalla ricerca Gibus progettate per realizzare nuove possibilità di godere degli spazi outdoor al sole. Zero+ è una pergola ombreggiante costituita da una tenda in cassonetto fissata a parete o soffitto con telo in trazione su guide laterali, che poggia su gambe unite da un traverso frontale di sezione mm 100 x 60. È perfetta per ombreggiare patii, terrazze, piccoli spazi outdoor. Zerogradi è una tenda in cassonetto con
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guide laterali e telo in trazione, installata in appoggio alla copertura esistente cui è destinata oppure appesa per mezzo di apposite staffe. Può essere inclinata senza limiti, è ideale per ombreggiare strutture esistenti, come verande in vetro, lucernai e pergolati. Grazie alla possibilità di attacco in appoggio o appeso, riesce a rispondere alla maggior parte delle esigenze”. Queste sono dunque due delle ultime novità, sono prodotti disponibili in varie misure? “Partiamo dall’assunto che ogni spazio abbia le proprie necessità: noi adattiamo il prodotto allo spazio. Questa grande flessibilità rende il prodotto ancor più interessante. Per soddisfare al meglio le esigenze progettuali e adattarsi agli spazi, entrambe le soluzioni sono disponibili in tre modelli: Basic, Zip e Slide. Nei modelli Basic e Zip le guide sono fissate alle estremità laterali del profilo frontale, ma solo nel modello Zip il telo è vincolato anche lateralmente alle guide. Slide, invece, si caratterizza per la sua versatilità nell’adattarsi agli spazi: le guide sono fissate sotto al frontale e questo consente di regolarne la posizione in larghezza fino a un rientro massimo di 50 cm rispetto alle estremità del frontale”. C’è una funzionalità apprezzabile nei vostri prodotti “Certo, si tratta di soluzioni pratiche e resistenti, dotate di comando motorizzato di serie, ove i componenti a vista sono in alluminio verniciato a polveri con viterie in acciaio inox. Prodotti tecnologici pensati per un cliente molto attento alle performance tecniche, allo stile italiano, a un prodotto altamente performante e che duri nel tempo”. Davvero una cura del dettaglio estrema che rende i prodotti molto pregevoli. Prendo ad esempio Velenda Libre, un sistema di schermatura
che si chiude con un meccanismo particolare e che dimostra una forte sensibilità e attenzione per il design…? “Nel caso di Velenda Libre, abbiamo sviluppato un sistema di protezione solare che noi riteniamo essere l’archetipo di questo articolo dal punto di vista estetico, perché riprende uno stile senza tempo, antico. L’abbiamo modernizzato e inserito all’interno di un contesto tecnologico ed è nata Velenda Libre, che è una struttura che ha un avvolgimento di due teli tecnici, sono gli stessi tessuti che si utilizzano per realizzare le vele delle barche e quindi in Dacron, con un’altissima resistenza, una trasparenza, un’opalescenza che fa passare il sole, quindi non scherma completamente i raggi del sole, ma li attenua e li filtra. Questa struttura può essere installata anche come free-standing e quindi è autoportante e può ‘librarsi’ in uno spazio ampio, oppure può essere addossata ad abitazioni ed edifici. Anche questa flessibilità la rende particolarmente interessante per chi progetta”. Qual è il vincolo, dimensionale? “Abbiamo un boma, un albero portante della struttura, che può avere una lunghezza massima di dieci metri e i teli hanno un’estensione di cinque metri per cinque: è una grande copertura. Il telo protegge efficacemente dal sole, dall’umidità e dalla pioggia. In fase di apertura i motori svolgono il telo dal boma tramite un cavo d’acciaio ancorato alle estremità della vela, mantenendo il tensionamento e l’inclinazione ottimali. Gli alberi che sostengono il motore e la puleggia di rinvio sono rinforzati con tiranti in acciaio inox ancorati al piedino. I meccanismi di avvolgimento dei cavi sono tutti a vista, garantendo piena efficacia e compatibilità estetica con le soluzioni
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nautiche da cui la tenda trae ispirazione”. Un prodotto che si adatta a molti contesti? “Per sua natura si caratterizza con un disegno elegante ma anche discreto; una sua implementazione del prodotto, con l’introduzione del cromatismo, la rende adattabile anche a uno scenario naturale. Quindi il cromatismo diventa un elemento mimetico, se non un vero e proprio ‘camouflage’, un prodotto che ci dia però la possibilità di essere integrato in un contesto naturale oltre che architetturale”. Infine, merita un cenno Med Twist. “È la pergola innovativa bioclimatica per eccellenza che sta riscuotendo importanti successi sul mercato italiano e internazionale, una pergola che dal suo lancio nel 2015 durante la fiera di Stoccarda R+T 2015 è diventato il prodotto Gibus top di gamma. La Pergola protegge dal sole e favorisce la circolazione dell’aria per garantire sempre il massimo comfort. Dotata di lame di copertura regolabili nell’inclinazione, esse consentono l’ingresso di sole e luce in base al momento della giornata o alle necessità. Se chiuse, sigillano la struttura con un sistema esclusivo e brevettato per ottenere protezione dalla pioggia. La cornice della struttura che accoglie il sistema di copertura, ripropone la diamantatura con un ingombro dimensionale minimo che ne esalta la leggerezza stilistica”. È bioclimatica perché crea un microclima “interno”? “Precisamente, una pergola Gibus è un ambiente che può essere vissuto e goduto tutto l’anno. Grazie alle vetrate, chiusure laterali e ai riscaldatori è possibile fruire appieno del comfort e della magia
degli spazi all’aperto anche nelle stagioni fredde, quando l’aria si fa più frizzante e le temperature si abbassano. Una struttura di alluminio free-standing o da addossare a una parete con una copertura di lame basculanti che possono ruotare da zero a 135 gradi, da una posizione di chiusura totale a una variabile posizione di apertura, per far entrare la luce del sole oppure rifletterla assicurando un clima piacevole nello spazio sottostante. Le lame in alluminio, apribili e orientabili, riparano dal sole e proteggono dalla pioggia: quando le lame sono aperte il flusso d’aria calda sale e genera un microclima ideale nella Stanza del Sole®, mentre una volta chiuse riparano perfettamente dalla pioggia, convogliando l’acqua nelle grondaie integrate nella struttura portante. Il design e i brevetti tecnologici che caratterizzano Med Twist, la rendono unica nel panorama delle pergole bioclimatiche: compattezza dei volumi, coibentazione acustica delle lame, protezione laterale con vetrate e tende a caduta, luminosità personalizzabile e assoluta modularità progettuale”.
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