WIRPLUS Settembre 2015

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S U L P WIR

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19 al 22 novembre 2015 giovedì ore 16 - 21, venerdì ore 10 - 20, sabato ore 10 - 20, domenica ore 10 - 18


WIRPLUS settembre 2015

NON È UN GIOCO DA RAGAZZI EDITORIALE

La costituzione di una ditta non è affatto un gioco da ragazzi, in particolare sul mercato dell’orologeria altamente competitivo. Giselle Rufer, fondatrice del marchio Delance Watches, ci spiega come procedere (pag. 4). Quando si dispone di mezzi finanziari limitati è necessario avere un modello di business chiaro, una grande determinazione e una completa dedizione. Al contempo non si deve essere troppo orgogliosi da rifiutare aiuti iniziali. Infatti, nella prima fase, Giselle Rufer è ricorsa al coaching di organizzazioni non profit che promuovono neoimprenditori innovativi. Nel frattempo Giselle Rufer è diventata lei stessa un mentore. La filosofia imprenditoriale di Delance contempla tra l’altro l’incentivazione di donne in formazione o che si accingono a imboccare la strada dell’indipendenza. Giselle Rufer sostiene la costituzione di una rete internazionale di imprenditrici e donne interessate. Eppure, nonostante tutto l’impegno a favore delle donne, l’armonia fra i due sessi è un elemento fondamentale. Giselle Rufer ha anche riconosciuto l’importanza della più grande rete d’affari dedicata alle PMI della Svizzera e dal 2013 partecipa al sistema WIR. Già da tempo la Banca WIR, in veste di protagonista della rete di PMI più estesa della Svizzera, ha individuato la rilevanza delle

start-up e per questo motivo era anche presente con uno stand alla maggiore manifestazione nazionale per giovani imprenditori. L’obiettivo primario era spiegare le modalità di funzionamento e i vantaggi del sistema WIR ai neoimprenditori. Le reazioni dei visitatori allo stand della Banca WIR sono riportate a pag. 22. Il totale di bilancio della Banca WIR soc. cooperativa ha superato la soglia di 5 000 000 000 franchi (cinque miliardi). A chiusura dei conti il 30 giugno sono stati contabilizzati 5,031 miliardi di franchi (+8,2%). Anche altre cifre salienti sono in rialzo: nel primo semestre il volume complessivo dei crediti è cresciuto del 6,1% a 4,3 miliardi CHF/CHW e pure i fondi della clientela hanno registrato un incremento pari al 10,3%. Un ulteriore dato positivo: la massa monetaria WIR è salita a 778,1 milioni CHW (+1,3%) ma purtroppo questo aumento non ha ancora influito sul fatturato WIR (657,7 milioni CHW, -2,6%). Come dichiarato da Germann Wiggli, presidente del direttorio, nella relazione semestrale (pag. 10), la Banca WIR mette in campo tutte le sue risorse per rendere ancora più interessante l’offerta per i clienti commerciali, naturalmente senza trascurare i clienti privati, poiché le PMI svolgono un ruolo da non sottovalutare per tutta l’economia. ROLAND SCHAUB

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SOMMARIO

PAGINA 22

PAGINA 16

I fondatori di un’azienda o le startup non hanno sempre vita facile in Svizzera. La rete PMI della Banca WIR soc. cooperativa può essere un valido aiuto iniziale. In occasione della 3a Startupfair di Zurigo, startup e Banca WIR hanno potuto incontrarsi.

Chi assiste un figlio malato o invalido a casa 24 ore su 24 rischia lui stesso di ammalarsi. Thomas Engeli del Kinderspitex Ostschweiz sta progettando un sistema di monitoraggio volto a sgravare i genitori nelle ore notturne.

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4 IL TEMPO È VITA Delance – un orologio creato dalle donne per le donne 10 TOTALE DI BILANCIO OLTRE QUOTA 5 MILIARDI

Relazione semestrale 2015

13 RISULTATO POSITIVO PER LA BANCA WIR SOC. COOPERATIVA

Sondaggio presso i clienti 2015

16 UN AIUTO PER CHI NE HA PIÙ BISOGNO

19 SPORT, SVAGO E RIPOSO NELLA NATURA INTATTA

Wake!up inventa nuove offerte nella pittoresca regione del Goms

22 SUPPORTO INIZIALE ALLE STARTUP

La Banca WIR alla Startupfair di Zurigo

24 RISPARMIO O PAGAMENTO DI COMMISSIONI? 27 POMO DELLA DISCORDIA DEL PARTENARIATO SOCIALE 30 GARANZIA SUI PRODOTTI DIFETTOSI 33 IL NUOVO DIRIGENTE 36 L’EDILIZIA ABITATIVA – SOSTEGNO ALLA CONGIUNTURA O IMMINENTE RISCHIO DI CONCENTRAZIONE?

PAGINA 36

Per il momento l’edilizia abitativa sostiene la congiuntura. Per quanto tempo ancora?

39 DANNI IRREPARABILI ALLA CARROZZERIA...

Dott. Richard Schwertfeger

Colonna di Willi Näf

40 CARTOON 41 APPUNTAMENTI

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IL TEMPO È VITA DELANCE – UN OROLOGIO CREATO DALLE DONNE PER LE DONNE

Esiste un solo orologio Delance: quello con l’inconfondibile forma a rombo. Ma le varianti sono innumerevoli e le clienti possono apportarvi il proprio tocco personale. Un Delance è un gioiello ricco di simbologia. Giselle Rufer ha creato il marchio nel 1996.

talisWOman, ossia di un talismano al femminile (v. anche riquadro a pag. 6, «TalisWOman – individuale e unico»). Con il suo marchio di orologi, Giselle Rufer ha voluto non solo esprimere la propria creatività e intraprendenza, ma anche consegnare alle altre donne un portafortuna (un «talisdonna») che le incoraggiasse a plasmare attivamente il proprio destino. Già da bambina era considerata ambiziosa e testarda e sin dalla gioventù si è battuta per la parità dei sessi.

Orologi «À la Perle» L’imprenditrice Giselle Rufer è originaria di Pont-sur-Yonne, cittadina francese della Borgogna, ma è cresciuta a Porrentruy nel Canton Giura. Qui la madre gestiva il negozio «À la Perle» dove tra le altre cose vendeva orologi, porcellane e coltelli. Erano questi i prodotti che il padre commercializzava con la sua attività di import/export: esportava orologi svizzeri in Francia e importava porcellane e coltelli in Svizzera.

Giselle Rufer: «Gli orologi Delance sono simbolo di femminilità e armonia.» La tipica forma a rombo è disponibile anche come ciondolo per catenine.

Il simbolo principale dell’orologio Delance è la sua forma a rombo. «Una forma che simboleggia la femminilità», sottolinea Giselle Rufer, fondatrice e titolare del marchio. Delance è stato concepito come orologio femminile di lusso unico nel suo genere. Nell’accezione inglese, piuttosto che di un talisman si tratta di un 4

Quando Giselle aveva sette anni, il padre morì in un incidente. Essendo la maggiore di cinque figli, dovette aiutare in casa e accudire i fratellini. A 15 anni, terminata la scuola dell’obbligo, iniziò a lavorare nel negozio della madre e completò un apprendistato commerciale e di venditrice. Dopo soggiorni in Germania e Francia – a Parigi frequentò una scuola di arti applicate – ritornò a lavorare nel negozio della madre. A 22 anni si sposò e dopo appena 11 mesi dette alla luce un maschietto, seguito a un solo anno di distanza da una sorellina. I suoi impegni materni non le impedirono di conseguire il diploma di maturità alla scuola serale. Studiò arte a Berna e lavorò poi come insegnante di scuola secondaria a Bienne. Suo marito lavorava come assistente al Politecnico Federale di Losanna (EPFL).


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«Volevo restare attiva e sfruttare i miei talenti.»

«È stato uno dei primi ingegneri informatici in Svizzera», spiega Giselle Rufer. A quel tempo questa disciplina era ancora agli albori. Giselle Rufer decise pertanto di frequentare, come unica donna, un corso di studi in informatica alla scuola di ingegneria di Bienne. Dopo aver conseguito il titolo di studio nel 1986 lavorò presso la ditta informatica SAP. «Dai colleghi uomini venivo trattata come una segretaria», ricorda Giselle Rufer, «nonostante avessi la loro stessa formazione.» Dopo poco tempo ne ebbe abbastanza e lasciò il lavoro.

Non è un gioco da ragazzi Subito dopo si presentò una nuova opportunità. L’azienda SMH – ora Swatch Group – cercava un manager vendite «anticonvenzionale». Durante il colloquio di lavoro le fu detto che la sua formazione non era adatta al ruolo, ma che aveva una personalità interessante. A sorpresa riuscì tuttavia a entrare nella rosa finale dei candidati insieme a due uomini – e la posizione fu assegnata a lei. Come manager alle vendite dell’orologio per bambini Flik-Flak riuscì davvero a distinguersi: superò gli obiettivi di vendita e divenne una «piccola star nella ditta», come racconta lei stessa. Quando una volta domandò perché avessero scelto lei per il posto, le fu risposto che i due uomini avevano ritirato la propria candidatura dopo aver saputo che si trattava di orologi per bambini...

volta risposto che si trattava di stipendi per uomini. Dopo alcuni brevi impieghi, Giselle giunse alla conclusione che il lavoro in una grande azienda non faceva per lei. «Me la sarei potuta prendere comoda, dedicarmi alla pittura o alla scrittura e godermi semplicemente la vita», spiega Giselle Rufer, «ma volevo restare attiva e sfruttare i miei talenti.»

Il ritorno dell’orologio da donne Giselle Rufer ritornò alla sua idea originaria di creare un orologio da donne speciale. Ci vollero tre anni prima che riuscisse a realizzare il suo orologio e a costituire la sua azienda orologiera. Durante la fase di progettazione svolse sondaggi presso le donne di tutto il mondo, chiedendo loro che significato attribuissero al tempo. «È emerso che le donne sono molto più consapevoli degli uomini che il tempo non è controllabile», spiega Giselle Rufer, aggiungendo che da millenni le donne sono responsabili della cura dei figli; con i bambini è praticamente impossibile seguire un orario rigido, in quanto gli imprevisti sono la regola piuttosto che l’eccezione. «Noi diamo il nostro tempo, diamo la vita. Il tempo è vita»: è questo il nucleo centrale delle affermazioni di numerose donne.

Passò poi internamente alla ditta Omega, dove poté perseguire la sua idea di un orologio studiato appositamente per le donne. Quando il suo capo Ernst Thomke si dimise, Giselle Rufer si ritrovò «da sola in una vasca piena di squali». Non andava d’accordo con il nuovo superiore e ben presto lasciò la ditta.

Giselle Rufer decise quindi di realizzare un orologio che riproducesse i significati simbolici del tempo e che piacesse alle donne di tutte le età. Giselle Rufer e la sua designer Carol Gygax progettarono il modello definitivo dopo innumerevoli schizzi, varianti e prototipi. «Il rombo, simbolo della vita e della femminilità, è avvolto da una spirale infinita che simboleggia il collegamento armonico dei contrasti: sopra e sotto, caldo e freddo, fuoco e acqua, uomo e donna», spiega Giselle Rufer.

Presso Omega Giselle Rufer percepiva un ottimo compenso. Durante i colloqui di lavoro, alle sue richieste salariali le veniva ogni

La forma di base è una sola, ma le varianti sono infinite (v. riquadro «TalisWOman – individuale e unico», pag. 6). 5


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TalisWOman – individuale e unico Delance è concepito come un orologio di lusso unico e femminile e come talismano per le donne, per questo viene anche definito «TalisWOman» (= «talisdonna»). Le sue linee e curve simboleggiano valori femminili: la vita, l’armonia e la spiritualità. – Allo zenit si trova la spirale: l’acqua, la luna, la vita, la donna. – La forma centrale è il rombo, simbolo universale della femminilità. – In corrispondenza delle ore sei è posizionata la pietra: il fuoco, il sole, l’energia, l’uomo. – La lunetta ha la forma di un nastro infinito – simile a un nastro di Möbius – e simboleggia il legame tra femminilità e mascolinità nonché l’eternità. A partire dalla forma di base, il rombo, la cliente può creare il suo orologio Delance individuale. Il modo più semplice è tramite il «configuratore» disponibile su www.delance.com/cms/delance/configurator.html La cliente può vedere passo dopo passo come viene creato il suo orologio Delance e come cambia il prezzo. – Movimento al quarzo ETA 967.001 o Piguet 8.10 – meccanico, a carica manuale (disponibile anche con movimento a vista [oro o bicolore]). – Dimensioni: medie o piccole. – Cassa in oro (18 carati, oro bianco o giallo) o acciaio. – Fino a 141 diamanti o zaffiri sulla lunetta. – Quadrante: madreperla o rame (colore bianco/argento, blu, marrone o verde). – Numero di diamanti sul quadrante come indice/i: 1 (alle ore 12), 4 o 12. – Lancette in acciaio o oro. – Numerosi cinturini in pelle, acciaio, argento, oro bianco o giallo. I cinturini sono facilmente sostituibili. Non tutto è realizzabile con il configuratore. Ad esempio incisioni speciali sulla lunetta, come stelle alpine, fiori di ciliegio ecc. oppure l’applicazione di una pietra in una specifica posizione (ad es. ora di nascita della figlia o del figlio) devono essere commissionati direttamente. Anche i movimenti meccanici non sono selezionabili con il configuratore. I prezzi per i movimenti meccanici sono nettamente superiori rispetto a quelli al quarzo; i movimenti più cari sono quelli a vista in oro. I prezzi delle pietre sono solo indicativi e si riferiscono a prodotti di massima qualità; diamanti e zaffiri di questa categoria hanno un prezzo pressoché identico. Per pietre specifiche ovvero colori e dimensioni particolari, i prezzi possono essere anche nettamente superiori. In tutto vi sono migliaia di combinazioni possibili. I prezzi vanno da 1990 CHF a 150 000 CHF.

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Le clienti possono contribuire in larga misura all’elaborazione degli orologi Delance. Sono inoltre disponibili collezioni speciali come Sakura (= fiore di ciliegio giapponese). Anche il modello più semplice (a destra) è un autentico Delance.

GRANDE PROMOZIONE WIR

fino al giorno di San Valentino 2016 80% WIR sull’intero importo – valido da subito fino al 13 febbraio 2016 incluso (= data ultima per l’ordinazione). A seconda del modello, il termine di consegna va da due giorni a circa otto settimane.

Distribuzione come sfida Non solo nel design e nella produzione, ma anche nella commercializzazione dell’orologio, Giselle Rufer punta, ove possibile, sulle donne. La concorrenza nel mercato degli orologi è agguerrita e non è stato facile trovare punti vendita. Soprattutto i grandi rivenditori richiedono oltre ai consueti margini elevati anche un livello minimo di fatturato per inserire un orologio nel proprio assortimento. Al momento gli orologi Delance vengono venduti per il 50% direttamente e per il 50% tramite negozi di orologi e bigiotteria. In Svizzera vi sono 20 rivenditori specializzati che offrono gli orologi Delance (v. www.delance.com/cms/de/delance/distribution/ country.html). In caso di acquisto diretto da Delance, in Svizzera il pagamento è dietro fattura quando si tratta di orologi non personalizzati e con turnover relativamente elevato; in caso di orologi personalizzati viene invece richiesto il pagamento anticipato.

Conferenziera esperta – impegno a favore delle donne e dell’ambiente Giselle Rufer vanta una lunga esperienza come relatrice. Dal 1986 partecipa a conferenze in tutto il mondo per parlare di imprenditorialità femminile e di questioni generali riguardanti le donne. Ha concesso interviste radiofoniche e televisive in Europa, Stati Uniti, Africa, Asia e Medio Oriente.

Ambasciatrici Numerose donne famose di tutto il mondo sono «ambasciatrici Delance». – Shirin Ebadi, vincitrice del Premio Nobel per la pace del 2003, giurista e attivista per i diritti umani (dalla fine del 2009 in esilio in Gran Bretagna) – Carol Gygax, la designer degli orologi Delance – Jane Royston, «Swiss Business Woman of the Year», prima professoressa di imprenditorialità e innovazione in Svizzera (Scuola politecnica federale) – Émilie Aubry, specialista di snowboard boardercross – Muriel Sommer Vorpe, orefice e incisore – Nathalie Pfeiffer, cantante e attrice – Judith Polgar, considerata la migliore scacchista mondiale della storia (ritiratasi nel 2014) – Anna Novion, regista – Ruth Waldburger, titolare e direttrice di Vega Film AG e Vega Distribution AG – Rachel Rufer, prima ballerina di «Les Grands Ballets Canadiens de Montréal» – Zabou Breitman, attrice e regista – e molte altre ancora

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Le clienti possono decidere liberamente dove collocare le pietre, ad esempio nella posizione corrispondente all’ora di nascita di un figlio. I braccialetti di tutti gli orologi Delance sono facilmente interscambiabili. Orologio Delance con movimento meccanico a vista Piguet (a sinistra).

Alcuni traguardi di Delance 1996 – Fondazione di Delance. Sostegno da parte di Genilem.1 – Delance assegna un premio in occasione del «Global Summit of Women». 1997 – Delance viene presentata al Museo internazionale dell’orologeria a La Chaux-de-Fonds nella sezione «Shape Evolution» (evoluzione delle forme). – Giselle Rufer viene invitata al primo congresso sulla «Corporate Social Responsibility» (responsabilità sociale d’impresa) a Copenaghen. – Delance viene nominata dalle riviste «L’Hebdo» e «Schweizer Illustrierte» per il concorso «Orologio dell’anno», ottenendo il primo posto presso le donne della Svizzera occidentale e collocandosi complessivamente in quarta posizione. 1998 – Viene presentato il primo modello meccanico di Delance. – Delance vince il «10th Golden Award for Quality» a New York. – Sharon Stone indossa un orologio Delance durante una puntata dell’«Oprah Winfrey Show». 1999 – Le otto «Award-winning Working Woman Entrepreneurs» negli USA ricevono come premio un Delance. 2000 – La linea di prodotti e l’azienda Delance vengono premiate da Idée Suisse con il «Golden Idea Oscar». 2004 – Shirin Ebadi, vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 2003, in occasione di una conferenza a Ginevra riceve un orologio Delance in nome delle donne svizzere. 2006 – L’«American Biographical Institute» conferisce a Giselle Rufer la medaglia di «2005 Woman of the Year» per la responsabilità sociale d’impresa. 2008 – Giselle Rufer riceve il premio «Woman Entrepreneur of the Year 2008» in Svizzera. 2012 – Giselle Rufer ottiene il «Enterprising Woman Award USA» e il «Priyadarshini Award» dalla Federation of Indian Women Entrepreneurs. 2015 – Giselle Rufer pubblica la sua biografia in inglese: «Butterfly in a Storm». 1

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enilem è un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove giovani aziende innovative di tutti i settori con un coaching professionale gratuito di G tre anni da parte di imprenditori esperti. Genilem è organizzata a livello regionale e pertanto molto vicina al mercato delle startup e della promozione dell’innovazione.


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DELANCE SA 201, rte Principale 2532 Magglingen/Macolin Tel. 032 323 64 01 Fax 032 323 68 27 www.delance.com info@delance.com Giselle Rufer attribuisce grande importanza ai valori etici e alla responsabilità ambientale. Collabora ad esempio con «Transparence», che si attiene a criteri ecologicamente ed eticamente corretti nella produzione di oro, evitando ad esempio l’utilizzo di mercurio o cianuro e applicando standard sociali minimi al lavoro in miniera. Giselle Rufer sostiene diverse associazioni in Svizzera e all’estero per la formazione di donne e bambine. In vari paesi africani appoggia organizzazioni locali che operano in tale ambito. Proprio da una donna africana è stata spinta a pubblicare un libro sulla propria storia.1 Anche per quanto riguarda gli incarichi esterni, con la sua ditta preferisce lavorare con donne; supporta inoltre la creazione di una rete internazionale di attiviste e imprenditrici.

La rete WIR Giselle Rufer considera importanti le reti, soprattutto per le piccole imprese. Per questo valuta positivamente anche la rete PMI dei partecipanti WIR ovvero il sistema WIR. L’azienda Delance partecipa al sistema WIR dal 2013. «Credo nel futuro del sistema WIR. L’idea del sostegno reciproco delle PMI aderenti è assolutamente convincente», spiega Giselle Rufer (v. anche riquadro «Grande promozione WIR»). ROLAND SCHAUB

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utterfly in a Storm. Lady to Watch. The True Story of Giselle Rufer. By Diana B S. Zimmerman, ABBI Books, Ibadan, Nigeria – disponibile solo in inglese.

Quota di accettazione WIR:

30% o superiore secondo accordo (vedi promozione WIR, p. 7)

Fondatrice e titolare: Giselle Rufer, Magglingen/Macolin Anno di costituzione: 1996 (fondazione di Delance SA – ultimazione del prototipo definitivo: 1994) Numero di collaboratrici:

3 (con contratto fisso) e numerose collaboratrici autonome

Offerta Orologi di lusso ovvero gioielli da polso come «simbolo dell’essenza femminile» e dell’armonia tra donna e uomo. A partire dalla forma di base (rombo) le clienti possono scegliere fra numerose combinazioni o realizzare con il configuratore un orologio personalizzato. Questo orologio dalla spiccata femminilità viene realizzato e commercializzato da donne: designer, cesellatrici, incastonatrici, esperte di marketing. Per questo l’orologio Delance è anche un simbolo degli innumerevoli talenti delle donne. Ma anche gli uomini sono necessari. Giselle Rufer ha scelto il marchio Delance Swiss Watches ispirandosi al nome di suo padre, Fridelance, e nella produzione sono coinvolti anche alcuni uomini. «Molti uomini ci sostengono e ci incoraggiano anche in altri modi», sottolinea Giselle Rufer.

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TOTALE DI BILANCIO OLTRE QUOTA 5 MILIARDI RELAZIONE SEMESTRALE 2015

Nuovo traguardo segnato dalla Banca WIR soc. cooperativa al 30 giugno: il totale di bilancio si attesta a 5,031 miliardi CHF/CHW (+8,2%), superando la soglia dei 5 miliardi. Germann Wiggli.

Secondo la Banca nazionale svizzera, lo scorso anno 80 delle 100 banche cantonali e regionali, casse di risparmio e altre banche svizzere – tra cui anche la Banca WIR soc. cooperativa – hanno registrato un totale di bilancio inferiore a 5 miliardi CHF. Con il superamento della soglia dei 5 miliardi la Banca WIR entra nella rosa delle venti banche più importanti di questa categoria. Sebbene sia uno degli istituti più piccoli, il risultato è comunque significativo anche se al punto di vista normativo non cambia nulla. La sostenibilità dei costi fissi migliora grazie alle economie di scala, la voce in capitolo della Banca WIR acquista maggiore peso nella collaborazione con le aziende partner e le esigenze della clientela, sempre più complesse, possono essere soddisfatte in modo più rapido ed efficace. Le dimensioni della Banca WIR rimangano gestibili, il che rappresenta un vantaggio considerevole. Il primo semestre è stato decisamente dominato dall’abolizione del corso minimo franco/euro e dal conseguente rincaro della 10

Svizzera quale piazza economica. A farne le spese sono stati soprattutto i settori gastronomico, alberghiero e turistico in generale, ma anche quelli del commercio al dettaglio nelle aree in prossimità del confine e dell’export. Da più parti si chiedono agevolazioni o ribassi in materia d’imposta sul valore aggiunto, tasse turistiche o costi energetici. Altri adottano misure drastiche come delocalizzazioni della produzione all’estero, riduzioni salariali, blocco delle assunzioni o addirittura licenziamenti. Resta da sperare che le imprese coinvolte adottino una prospettiva lungimirante e vincano le sfide grazie alla propria qualità e capacità d’innovazione. Un possibile strumento di fidelizzazione, acquisizione della clientela e competitività è quello messo a disposizione dalla Banca WIR con il sistema WIR. La valuta WIR è spendibile soltanto in Svizzera e tra PMI aderenti, esercitando in tal modo un influsso positivo sui dati principali come sfruttamento delle risorse, fatturato e ricavi.


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Attività creditizia Dopo che nel 2013 e 2014 il volume complessivo dei crediti è salito dell’8,2% a 4,08 miliardi CHF/CHW, superando per la prima volta i 4 miliardi, nel primo semestre è aumentato del 6,1% a 4,3 miliardi CHF/CHW (cfr. tabella: Somma di tutte le posizioni attive). L’incremento più consistente è da attribuire ai crediti ipotecari in CHF, che a fine giugno ammontavano a 2,75 miliardi CHF, segnando così un progresso di 179,6 milioni CHF (+7%). Non di pari entità, ma comunque molto soddisfacente, è la crescita registrata dai crediti ipotecari in CHW con 17,1 milioni (+2,6%), riconducibile prevalentemente al grande successo riscosso dal credito LIBOR WIR, passato dai 90,6 milioni CHW di fine 2014 a 126,6 milioni CHW (quasi +40%). Il credito LIBOR WIR, coperto da ipoteca e con un tasso d’interesse dello 0,00% (senza margine bancario per immobili residenziali, con margine bancario per immobili commerciali), dovrebbe portare a un ulteriore aumento del volume dei crediti WIR, dinamizzando il sistema di compensazione WIR in modo sostenibile.

Fondi della clientela Nei primi sei mesi dell’anno in corso i fondi della clientela sono saliti del 10,3% ossia di 266,45 milioni, passando a 2,86 miliardi CHF (tabella: Somma delle prime due posizioni passive). Tra gli impegni verso clienti a titolo di risparmio e d’investimento CHF la crescita più significativa è stata messa a segno dal conto di risparmio 60+, che a fine giugno si è attestato a 231,67 milioni CHF, con un incremento di 34,8 milioni (+17,7%) rispetto alla fine del 2014. Anche il conto di risparmio ha raccolto ben 27,2 milioni CHF, pari a una crescita del 3,4% a quota 816,2 milioni CHF. Con 759,1 milioni CHF (+16,7 milioni CHF) anche il volume degli averi previdenziali sui conti TERZO (pilastro 3a) ha toccato un nuovo massimo, mentre i depositi di libero passaggio sono lievemente diminuiti di 6,8 milioni a 366,3 milioni CHF. Brillante il risultato conseguito dagli altri impegni verso clienti CHF. L’aumento di 193,7 milioni CHF (+40%) a 678,0 milioni CHF è ascrivibile soprattutto all’afflusso sui depositi a termine. Anche in questo ambito la Banca WIR si colloca tra i partner più interessanti per i risparmiatori, che nelle fasi di bassi livelli d’interesse sono alla ricerca di opportunità d’investimento ragionevoli.

Fatturato WIR Nel primo semestre il fatturato WIR è sceso del 2,6% a 657,7 milioni CHW. Osservando gli ultimi 25 anni emerge come il fatturato WIR sia lievemente diminuito a ritmo costante, fatta eccezione per alcuni rialzi. A ciò si aggiunge il fatto che negli ultimi anni il perdurante contesto di tassi molto bassi ha relegato in secondo piano i diversi benefici dei crediti WIR tradizionalmente

vantaggiosi, vero e proprio motore del sistema WIR. Nell’intento d’invertire la rotta, il consiglio di amministrazione e il direttorio hanno deciso di non adottare più singole misure, ma di avviare un rinnovamento e una semplificazione radicali e sostenibili del sistema WIR. I lavori di ammodernamento di tale sistema sono a buon punto e hanno la massima priorità. Il pacchetto complessivo di interventi innovativi sarà attuato gradualmente nella seconda metà del prossimo anno. Sono certo che il sistema WIR ridisegnato susciterà l’interesse di un numero ancora maggiore di PMI con nuove opportunità di fatturato e guadagno. Quanto più grande e capillare sarà la rete e migliori saranno la qualità dei singoli membri e la solidarietà tra di loro, tanto più significativi si riveleranno i vantaggi per le singole PMI e per l’intera rete. Soddisfacente l’espansione della massa monetaria WIR: durante il primo semestre è salita dell’1,3% ossia 9,7 milioni a 778,1 milioni CHW (tabella: Altri impegni verso clienti CHW). In tal modo si creano indubbiamente le premesse per relazioni d’affari costruttive tra i partecipanti WIR. Il lieve rallentamento della velocità di circolazione del denaro WIR (1,84 a fine giugno 2015 rispetto a 1,88 di fine dicembre 2014) indica tuttavia che non tutti i partecipanti WIR sfruttano appieno le potenzialità della rete.

Parti ordinarie Gli investitori non hanno vita facile in questo momento. Dovendo classificare l’anno borsistico 2015 già alle spalle e che abbiamo ancora davanti non potremmo evitare espressioni come «vertiginoso saliscendi» o magari concetti più soft del tipo «straordinaria volatilità». I mercati azionari dipendono da fattori (geo)politici ed economici straordinari che procurano agli investitori una girandola di emozioni. I nodi cruciali di questi scenari sono Grecia, Ucraina, le sanzioni contro la Russia e le possibili reazioni come la limitazione dell’approvvigionamento energetico dell’Europa occidentale, la messa in discussione dell’euro o le iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali. Cos’ha a che fare tutto questo con le parti ordinarie della Banca WIR? Poco o nulla! In qualità di valore secondario scambiato sulla piattaforma OTC della Banca cantonale bernese e alla borsa interna della Banca WIR, le parti ordinarie sono meno esposte agli influssi esterni di quanto lo siano invece altri titoli quotati in borsa. Con una quotazione di 443 CHF, nell’ultimo giorno di contrattazione di giugno 2015 le parti ordinarie della Banca WIR hanno registrato un valore di 15 CHF, del 3,5% superiore rispetto a quello di fine dicembre 2014 (428 CHF). l titolari di parti ordinarie, che a fine giugno ammontavano a 9996 pari a un incremento di 388 finanziatori rispetto alla fine del 2014, hanno avuto motivo di rallegrarsi non solo per l’aumento di valore delle parti ordinarie. 11


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Il benefit aggiuntivo di cui godono le parti ordinarie sta nel diritto al dividendo. Quest’anno l’assemblea generale tenutasi a Basilea ha deliberato un dividendo di 9.75 CHF per parte ordinaria (9.40 CHF l’anno precedente), che equivale a un rendimento da dividendo del 2,3% sulla quotazione di fine anno.

Prospettive L’improvviso apprezzamento del franco ha frenato l’economia svizzera: nel primo trimestre 2015 il prodotto interno lordo (PIL) ha subito una contrazione dello 0,2% rispetto al dato destagionalizzato del trimestre precedente. Com’era inevitabile gli impulsi negativi sono provenuti soprattutto dai settori commerciale e alberghiero. È stato possibile scongiurare il peggio solo grazie ai robusti consumi privati. Secondo la SECO per l’economia europea sono in arrivo graduali schiarite che, insieme alla domanda interna, dovrebbero portare a una crescita del PIL dello 0,8% nel 2015. Per il 2016 la SECO prevede un progresso del PIL dell’1,6%. L’indice delle opere di edilizia evidenzia un incremento sia dell’edilizia residenziale sia di quella commerciale nel primo trimestre 2015 rispettivamente dello 0,8% e del 4,1%. L’andamento delle domande di costruzione indica che i carnet degli ordini del-

le imprese edili sono pieni. I tassi negativi fanno sì che la domanda di abitazioni resti sostenuta. Questo vale anche nel caso della comproprietà, visto che per gli investitori istituzionali gli immobili sono più interessanti di obbligazioni o strumenti liquidi. La Banca WIR continuerà a beneficiare della forte richiesta di ipoteche per le abitazioni. Sul fronte dei fondi della clientela siamo assolutamente determinati a proporre i nostri prodotti di risparmio e previdenza alle migliori condizioni di mercato. I lettori attenti avranno notato che attualmente la Banca WIR mette in campo tutte le risorse disponibili per rendere sempre più allettante la propria offerta rivolta ai clienti commerciali. Ciò non vuol dire in alcun modo perdere di vista i clienti privati. Non solo le PMI sane generano benefici per noi tutti – sono il nostro datore di lavoro, è presso di loro che facciamo i nostri acquisti – ma il successo della Banca WIR si misura anche in base alla perfetta sinergia di squadra tra la banca, i suoi clienti e i suoi collaboratori. Come ho già detto in occasione dell’assemblea generale di maggio: «Se restiamo focalizzati sugli obiettivi della Banca WIR soc. cooperativa, condividiamo la visione e operiamo con solidarietà reciproca, niente ci potrà fermare!» GERMANN WIGGLI, PRESIDENTE DEL DIRETTORIO

Dati fondamentali relativi al bilancio al 30 giugno 2015 30.6.2015

Totale di bilancio

31.12.2014

VARIAZIONE IN %

5 030 937 011

4 647 784 919

8,2

716 957 551 2 751 644 203 182 344 248 672 281 437

658 329 689 2 572 039 538 190 110 086 655 205 676

8,9 7,0 -4,1 2,6

2 178 722 874 678 020 933 778 091 117

2 106 009 846 484 282 179 768 393 976

3,5 40,0 1,3

Attivi Crediti verso clienti CHF Crediti ipotecari CHF Crediti verso clienti CHW Crediti ipotecari CHW Passivi Impegni verso clienti a titolo di risparmio e d’investimento CHF Altri impegni verso clienti CHF Altri impegni verso clienti CHW

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RISULTATO POSITIVO PER LA BANCA WIR SOC. COOPERATIVA SONDAGGIO PRESSO I CLIENTI 2015

Il sondaggio rappresentativo condotto dall’azienda Publicom tra i clienti della Banca WIR ha fornito un risultato positivo. In particolare, rispetto al sondaggio del 2010, la banca è riuscita ad ampliare i suoi «punti di forza specifici come fornitore di nicchia con prodotti interessanti» rispetto al sondaggio del 2010.

Nel sondaggio condotto fra i clienti i consulenti della Banca WIR hanno ottenuto delle valutazioni molto positive. A destra nell’immagine: Hans Ramsebner della succursale di Berna visita un cliente.

L’indagine ha coinvolto quasi 1000 clienti privati e altrettanti clienti commerciali. Se si considerano i dati strutturali si può notare che i clienti della Banca WIR presentano un livello di istruzione nettamente superiore rispetto alla media della popo-

lazione: quasi tre quarti di tutti i clienti possiede un titolo di studio secondario o universitario, contro il 54% della popolazione complessiva. Altrettanto elevata è la quota di uomini, pari al 69%, e la quota di persone con più di 50 anni, pari al 61%. 13


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A questo riguardo l’azienda Publicom evidenzia la necessità di rivolgersi maggiormente al pubblico giovane per evitare un invecchiamento della clientela. Un buon punto di partenza per le nuove attività della Banca WIR sui canali social media è rappresentato dall’ampia diffusione degli smartphone tra i clienti della Banca WIR, e non solo tra quelli più giovani (l’80% dei clienti fino ai 39 anni utilizza tale dispositivo), ma anche nei segmenti di età più avanzata. Il 42% dei clienti privati e il 45% dei clienti commerciali con più di 60 anni possiede infatti uno smartphone. La rapida penetrazione nel mercato degli smartphone è dimostrata ad esempio dall’app WIRGASTRO, che consente ai clienti commerciali di trovare ristoranti e hotel che accettano il denaro WIR: l’app viene utilizzata assiduamente e gli utenti sono «molto soddisfatti» dell’applicazione. Per ora lo strumento più diffuso resta però il PC, anche per l’esecuzione delle operazioni bancarie.

Grande potenziale Nell’ambito dell’indagine tra i clienti è stato condotto un altro sondaggio rappresentativo fra la popolazione svizzera. Come era prevedibile, quando agli intervistati è stato chiesto di indicare il nome di una banca, hanno citato la propria banca cantonale, una delle grandi banche, la Banca Raiffeisen o la Banca Cantonale di Zurigo. La Banca WIR non è stata menzionata spontaneamente. Tuttavia, alla domanda se hanno già sentito parlare della Banca WIR, il 60% degli intervistati ha risposto di sì. Poiché la Banca WIR vuole proporsi come banca di fiducia per specifici segmenti di clientela, vuol dire che esiste un enorme potenziale per acquisire nuovi clienti. Per attivare questo potenziale è necessario che, come previsto, la gamma di prodotti e di servizi offerti dalla Banca WIR venga ulteriormente ampliata. Le misure per diventare la banca principale dei clienti sono promettenti anche perché la Banca WIR gode di una «reputazione 14

In media, due persone leggono un WIRPLUS.

eccellente e di un’enorme fiducia», soprattutto tra i clienti privati. I clienti esistenti sono degli ottimi ambasciatori della Banca WIR. Dal 2010 è migliorata anche la soddisfazione dei clienti privati nei confronti dei prodotti e dei servizi disponibili: «addirittura l’81%» sceglierebbe sicuramente di nuovo lo stesso prodotto. La popolarità della Banca WIR è da ricondurre da una parte alla lunga tradizione del sistema WIR, presente solo in Svizzera, e dall’altra al fatto che gli interessanti prodotti previdenziali e di risparmio della Banca WIR figurano regolarmente tra i primi posti nel raffronto con servizi simili.

Il sistema WIR Il sistema WIR gode di un «notevole bonus simpatia». Nel complesso, l’atteggiamento della clientela commerciale nei confronti del sistema WIR è però classificabile come ambivalente. Ciò dipende soprattutto da uno specifico segmento di clienti commerciali, i cosiddetti partecipanti con accettazione WIR secondo accordo (PAA). Questi non si mostrano apertamente come clienti commerciali WIR, accettano solo sporadicamente il denaro WIR e approfittano a malapena del valore aggiunto della rete WIR. Non stupisce quindi che questo segmento sia il più critico nei confronti dei vantaggi offerti da WIR. Ad approfittare del sistema WIR sono soprattutto le aziende più piccole


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del commercio al dettaglio e del settore terziario e alberghiero. I risultati confermano l’intenzione della Banca WIR di accettare in futuro nel sistema WIR solo clienti commerciali che vogliono partecipare attivamente a questa rete.

Sebbene il numero di lettori abituali di WIRPLUS sia diminuito – il fenomeno è probabilmente riconducibile alla diminuzione generale dell’uso dei mezzi stampati – l’intensità di lettura è nettamente aumentata. Il 41% dei clienti commerciali e il 49% dei clienti privati legge almeno il 75% delle pagine di WIRPLUS (2010: 29% e 41%). L’effetto moltiplicatore è in linea con i benchmark ricavati da 80 riviste paragonabili dell’area di lingua tedesca: una copia di WIRPLUS viene letta da 1,8 clienti privati e da 2,2 clienti commerciali. Se si considera il profilo della rivista, come già nel 2010, WIRPLUS supera tutti i benchmark per quanto riguarda la credibilità, il che «è sicuramente degno di nota per una banca nell’attuale contesto», come afferma Publicom. Il 96% dei lettori ha risposto di essere «pienamente d’accordo» o «abbastanza d’accordo» con l’affermazione «che WIRPLUS è credibile». Per quanto riguarda la comprensibilità, competenza, utilità ed esclusività, WIRPLUS si posiziona allo stesso livello dei benchmark. Non è invece migliorata la capacità d’intrattenimento della rivista per i clienti; con un consenso del 51% si trova nettamente al di sotto dei benchmark di riviste simili.

Sondaggio esaustivo Stima verso la consulenza alla clientela I consulenti alla clientela della Banca WIR hanno ricevuto delle valutazioni ottime, soprattutto da parte dei clienti che hanno avuto un contatto con il consulente negli ultimi 12 mesi. Publicom riassume nel seguente modo i valori rilevati: «L’effetto duraturo delle consulenze alla clientela è positivo: la competenza di consulenza ha ricevuto valutazioni molto elevate e vengono apprezzate soprattutto la gentilezza, la stima accordata, il trasferimento di conoscenze e l’orientamento alle soluzioni dei consulenti.»

Dei tre sondaggi tra i clienti commissionati dalla Banca WIR dal 1996, quello del 2015 è stato il più esteso, con 230 pagine di tabelle, 70 pagine di analisi e quasi 2000 interviste online. I risultati servono alla Banca WIR per fare il punto sulla situazione e individuare gli ambiti che si possono sviluppare e ottimizzare, anche per quanto riguarda la rivista WIRPLUS. L’obiettivo è quello di rivolgersi ai segmenti di clientela in base alle loro esigenze e di orientare in modo ottimale i prodotti e i servizi. DANIEL FLURY

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UN AIUTO PER CHI NE HA PIÙ BISOGNO KINDERSPITEX OSTSCHWEIZ SVILUPPA UN PROGRAMMA DI MONITORAGGIO Con la fondazione del Kinderspitex Ostschweiz (assistenza a domicilio per bambini disabili nella Svizzera orientale) e quale membro fondatore dell’associazione Kinderspitex Schweiz («Cure pediatriche a domicilio Svizzera») Thomas Engeli ha già dimostrato di essere un pioniere. Ora, in collaborazione con la Scuola universitaria professionale di San Gallo e l’Ospedale cantonale di Münsterlingen, intende sviluppare un sistema di monitoraggio per bambini bisognosi di assistenza. Il suo ambizioso obiettivo: anziché essere curati in ospedale, i bambini possono essere assistiti a casa 24 ore su 24 senza che i genitori debbano rinunciare a dormire.

Anche bambini bisognosi di cure hanno il diritto di crescere in famiglia.

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«Un genitore che assiste un figlio fortemente disabile a casa 24 ore su 24 sgrava lo Stato, ma si fa carico di enorme stress e continue notti insonni. Arriva un momento in cui si è totalmente isolati – o alla fine semplicemente distrutti – e si crolla»: Thomas Engeli sa bene di che cosa parla. Uno dei suoi quattro figli, Silvan, che oggi ha 21 anni, necessita di assistenza continua sin dalla nascita. A causa di una malattia dismetabolica deglutire è l’unica attività che riesce a compiere consapevolmente. Quando Silvan aveva 2 anni i coniugi Engeli decisero di chiedere aiuto allo Spitex. Presto scoprirono però che il tradizionale servizio dedicato alla cura degli adulti non era in grado di soddisfare le esigenze specifiche dei bambini malati. Engeli si mise allora all’opera e fondò il Kinderspitex Ostschweiz, che oggi impiega 110 infermiere in via accessoria, le quali nel 2014 hanno prestato cure per un totale di quasi 28 000 ore.

Conflitto interiore Come se l’onere familiare e professionale non bastasse – è direttore del Kinderspitex Ostschweiz, imprenditore nel campo della depurazione dell’acqua ed editore della rivista satirica «Nebelspalter» e della rivista specialistica «KMU-Magazin» – nel corso degli anni Engeli ha analizzato attentamente le incongruenze nel settore delle assicurazioni sociali e per le sue convinzioni è finito persino in tribunale. Oggi i genitori interessati devono valutare se prestare loro stessi le cure ai propri figli o se ricorrere alle prestazioni di specialisti e non specialisti. «Chi per sgravarsi ricorre a persone non esperte ha diritto a un cosiddetto contributo di assistenza, ma poi in alcuni casi vengono effettuati complessi interventi sanitari anche da persone non specializzate, che potrebbero mettere a rischio la salute», afferma Engeli. La soluzione a questo problema per molti genitori è chiara: affidare nuovamente il figlio alle cure di un ospedale. In questo modo l’assistenza professionale è garantita, la ripartizione dei costi è

chiara e l’eccessivo onere di tempo è eliminato. Gli svantaggi di questa soluzione sono notevoli – per i genitori, così come per la società. Engeli aggiunge inoltre: «Il bambino non cresce più in un ambiente familiare, i genitori hanno rimorsi di coscienza e i costi per l’assicurazione invalidità, le casse malati e i cantoni si moltiplicano.»

Il monitoraggio come soluzione Come si possono conciliare cure adeguate per il proprio figlio e genitori felici con un’assistenza professionale a costi ragionevoli? Thomas Engeli vede la soluzione in un sistema di monitoraggio: al bambino curato a casa vengono applicate durante la notte delle sonde che ogni 10 secondi rilevano i valori necessari e li trasmettono a una centrale. Due specialisti del Kinderspitex Ostschweiz monitorano gli apparecchi dalla centrale e in caso d’emergenza allertano i genitori che dormono. I genitori possono poi valutare loro stessi se si tratta di una situazione di emergenza o meno. «Bisogna quindi avere molta fiducia, sia nella tecnica, sia nelle persone che operano nella centrale», afferma Engeli. Occorre superare ancora molti ostacoli. È necessario ad esempio garantire uno scambio sicuro dei dati – non vi sono soluzioni globali e quindi non esiste neanche un mercato per l’elaborazione dei dati in tempo reale – e le sonde devono essere sistemate in modo tale che non vi siano punti di compressione. Al progetto partecipa la Scuola universitaria professionale di San Gallo con due istituti: Institut für angewandte Pflegewissenschaft (istituto di scienze applicate in materia di cure sanitarie) e Institut für Informationsund Prozessmanagementi (istituto di gestione delle informazioni e dei processi). Il suo responsabile, il Prof. Peter Jaeschke, è inoltre membro della commissione Spitex pediatrico del Kinderspitex Ostschweiz e conosce quindi anche bene l’ambito in cui opera lo Spitex. 17


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Thomas Engeli e suo figlio Silvan.

Progetto pilota Il Kinderspitex Ostschweiz, in collaborazione con l’Ospedale cantonale di Münsterlingen, ha già acquisito le prime esperienze con il sistema di monitoraggio. I risultati sono incoraggianti: i bambini bisognosi di cure possono essere dimessi più in fretta dall’ospedale ed essere affidati alle cure dei loro genitori, i quali subiscono molto meno lo stress decisionale. «I genitori sanno che non sono soli e che la decisione se si tratta o meno di una situazione di emergenza viene presa secondo criteri precisi», spiega Engeli. I padri e le madri sono così sgravati dal peso di una sorveglianza costante. L’obiettivo di Engeli è quello di diffondere innanzitutto il sistema di monitoraggio nella Svizzera orientale, di commercializzarlo successivamente coprendo i costi e di offrirlo ad altre organizzazioni di cure pediatriche a domicilio.

Necessario finanziamento di avvio Come le organizzazioni di cure pediatriche a domicilio in Svizzera, anche il progetto di monitoraggio del Kinderspitex Ostschweiz necessita di donazioni (v. riquadro). Per quanto riguarda il finanziamento di avvio, Engeli prevede costi non inferiori a un milione di franchi. Una volta avviato il sistema, l’assicurazione invalidità e assicurazioni malattia si fanno carico dei costi, poiché devono assolvere alle loro funzioni di controllo. Secondo Engeli una notte in ospedale costa tra 2400 e 5700 CHF, mentre una notte con il sistema di monitoraggio costa solo tra 200 e 400 CHF. «Con questi risparmi sui costi il vantaggio che il monitoraggio a domicilio comporta per l’economia nazionale è evidente», afferma convinto Engeli. DANIEL FLURY www.kinderspitex-schweiz.ch www.kinder-spitex.ch

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Le 13 organizzazioni Spitex per bambini in Svizzera impiegano più di 500 specialiste di salute.

Cure pediatriche a domicilio L’Associazione «Cure pediatriche a domicilio Svizzera» (Kinderspitex Schweiz) raggruppa 13 organizzazioni di cure a domicilio per bambini, che prestano cure a neonati, bambini e ragazzi malati o disabili in un ambiente familiare – ossia a casa. Anche i bambini in fase preterminale o terminale sono assistiti dall’organizzazione Kinderspitex. Le prestazioni sono erogate su prescrizione medica. I costi che non sono assunti dalla cassa malati o dall’assicurazione invalidità sono finanziati tramite sovvenzioni cantonali e comunali o tramite donazioni. Il progetto di monitoraggio pilota è condotto dal Kinderspitex Ostschweiz, Bahnhofstrasse 17, 9326 Horn. Le donazioni che giungono sui conti della Banca WIR riportati di seguito vengono utilizzate esclusivamente per il progetto di monitoraggio. Le donazioni sono fiscalmente deducibili. Donazioni in franchi svizzeri (CHF): IBAN CH54 0839 1666 7931 8180 0 Donazioni in franchi WIR (CHW): IBAN CH57 0839 1666 7931 8000 0


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SPORT, SVAGO E RIPOSO NELLA NATURA INTATTA WAKE!UP INVENTA NUOVE OFFERTE NELLA PITTORESCA REGIONE DEL GOMS

In una delle valli più belle delle Alpi, Roland Staub e la sua Wake!up GmbH batte nuove strade con idee innovative per passare il tempo libero adatte a persone singole ma anche a gruppi, imprese o alla loro clientela. Nella stagione estiva e invernale organizza eventi sportivi, su richiesta combinati in un pacchetto con altre discipline, ideali per divertirsi e per promuovere la salute fisica e mentale.

Roland Staub è la testimonianza in carne ed ossa che, con passione, impegno e un po’ di fantasia, è possibile avere successo e contemporaneamente fare la propria felicità e quella dei clienti. Zurighese di nascita, il 55enne si sta ritirando gradualmente dal suo settore lavorativo originario della consulenza per il personale e trasformando la sua passione in una nuova professione. «È un piacere poter vendere ai clienti qualcosa che mi rende felice», spiega Staub. Ed è proprio questa la ricetta del suo successo. Tutto cominciò con lo sci di fondo nell’Alto Vallese, occasione in cui scoprì il fondovalle dell’Alto Goms, l’assoluto paradiso delle Alpi per i sciatori di fondo. Il Goms offre più di 100 km di piste da sci di fondo suddivise in quattro livelli di difficoltà, adagiate in un paesaggio incantevole dove la natura è rimasta ancora incontaminata dall’avidità di denaro. Una valle che ha trovato il giusto equilibrio tra offerte sportive e per il tempo libero e il rispetto

dell’ambiente. Roland Staub è rimasto talmente stupefatto che si sono risvegliate le sue riflessioni in merito a un pensionamento anticipato attivo. I suoi sogni sono stati ulteriormente favoriti dalle possibilità praticamente illimitate di passeggiate con le racchette da neve e di corse con slitte trainate da cani. Alla fin fine, Roland Staub ha trovato la sua seconda residenza a Oberwald, ai piedi del passo alpino della Furka. Acquistò un appartamento – naturalmente con un’adeguata quota in WIR – e seguì una formazione per maestri di sci di fondo. Per Roland Staub Oberwald è la località ideale poiché si può raggiungere tutto a piedi: la ferrovia, l’autopostale, gli alberghi, i ristoranti, i negozi di generi alimentari e di articoli sportivi, le piste da sci di fondo, i percorsi con racchette da neve e così via: «Questa sì che è qualità di vita», dichiara entusiasta. Ed è così che la sua offerta invernale cominciò a concretizzarsi ed entrò nella fase di realizzazione con la sua nuova Wake!up GmbH. 19


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Ampia offerta invernale Per Roland Staub non si tratta affatto di riprendere le proposte di altri operatori bensì di inventare nuove offerte complementari a quelle esistenti. Già solo il suo programma per sciatori di fondo si differenzia dai consueti corsi di sci di fondo. «Divertimento, equilibrio, flusso» è la sua formula del successo. Consapevolmente non si definisce come maestro ma come coach. Roland Staub offre orientamento ai suoi clienti affinché siano loro stessi a dare vita ai cambiamenti e a interiorizzare nuovi modelli comportamentali. Grazie anche alle riprese video che i partecipanti ai corsi ottengono entro 48 ore dopo la lezione i progressi sono generalmente duraturi. Questo principio vale sia per principianti sia per sportivi provetti nella tecnica classica o dello skating. Wake!up propone altresì interi pacchetti per gruppi e imprese o per eventi per la clientela di PMI. Roland Staub concepisce interi programmi, si occupa della prenotazione delle camere d’albergo, dei pasti, dei transfer, del noleggio di sci di fondo o delle racchette da neve, di prenotazioni presso partner e così via. «Il cliente deve solo indicarmi quando arriva e quando vuole ripartire. Di tutto il resto me ne occupo io», dichiara Staub. I programmi di Roland Staub sono estremamente vari e possono essere abbinati secondo i desideri del cliente. Oltre alle lezioni di sci di fondo in entrambe le due tecniche, comprendono tour con le racchette da neve su tracciati con diversi gradi di difficoltà o corse con slitte trainate da cani, ma non mancano nemmeno le manifestazioni a sorpresa come ad esempio una lezione di prova per suonare il corno delle Alpi. Questi elementi fuori dal comune del suo pro20

gramma consolidano lo spirito di squadra e promuovono il cameratismo all’interno del gruppo, ciò che assume una particolare importanza nel caso di eventi aziendali. Un ulteriore atout è il fatto che la regione del Goms vanta fama di godere di neve assicurata. Molti «non-vallesi» si sono tuttavia fatti l’idea che ci vuole molto tempo per arrivare alla regione del Goms. «Credono che sia lontanissima anche se da Zurigo si è a Oberwald in due ore e un quarto», precisa Staub. Peraltro, Staub è sempre alla ricerca di nuove idee per concepire le sue offerte, cosicché l’anno prossimo lancerà un programma ALY. ALY è l’acronimo di Antara, Langlauf (sci di fondo) e Yoga. Lasciamoci sorprendere. Ad ogni modo la respirazione, la concentrazione e la distensione nel movimento assumeranno un ruolo centrale.

Il successo dell’estate: lo «stand-up paddling» Roland Staub fa le cose senza mezze misure: quindi, dopo l’inverno, è necessario forgiare le offerte per la stagione estiva. Ed è così che la sua vita si sposta sempre di più nel Goms dove prima o poi intende fermarsi definitivamente. Quale assoluto successo dell’estate ha introdotto lo «stand-up paddling» sul lago di Geschinen situato tra Münster e Ulrichen. Si tratta di stare in piedi sulla tavola e pagaiare sulle onde, la forza dei muscoli non è tanto importante quanto l’abilità e l’equilibrio. Il lago di Geschinen si trova a 1340 metri sopra il livello del mare e venne creato all’inizio del nuovo millennio durante la costruzione della diga di protezione contro le valanghe di Geschinen. Il


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Roland Staub ha introdotto lo stand-up paddling sul lago di Geschinen.

lago di montagna è nato dal terreno prelevato per innalzare la diga. Roland Staub ha ottenuto immediatamente l’autorizzazione per lo «stand-up paddling» su questo piccolo lago romantico situato in un panorama meraviglioso. Dopo una visita in loco e la presentazione del progetto, tutto il consiglio comunale riunito è rimasto entusiasta e ha concesso un’autorizzazione a Wake!up con alcune condizioni circa la salvaguardia della natura. Lo «stand-up paddling» è stato introdotto il luglio scorso e ha subito riscosso grande successo in tutte le fasce di età. Anche l’ente per il turismo della valle di Goms superiore ha sostenuto il progetto sin dall’inizio. Lo «stand-up paddling» attira i curiosi come un magnete: non appena appare sul lago qualche «pagaiatore» chi va a passeggio si ferma e osserva con attenzione. Da coloro che praticano attivamente questo nuovo tipo di sport si vede che si stanno divertendo un mondo. Già dopo sole due settimane è stato fondato il club di paddling da persone del luogo e visitatori e in agosto hanno avuto luogo le prime gare d’intrattenimento. Naturalmente il materiale può essere noleggiato in loco e gli istruttori sono a disposizione come consulenti e coach. Roland Staub è quindi sulla buona strada per realizzare il suo sogno e, come si percepisce immediatamente nel colloquio, si sta divertendo moltissimo. Per di più ha l’incredibile talento di contagiare i suoi ascoltatori con la sua gioia e il suo entusiasmo. In futuro intende sviluppare ulteriori idee e lavorare in stretta collaborazione con gli operatori turistici e per il tempo libero della valle.

WIR: la rete per eccellenza Da oltre otto anni Roland Staub partecipa al sistema WIR, inizialmente con la sua società di consulenza per il personale e da due anni con Wake!up. In base alla sua iscrizione accetta il 30% WIR ma è anche possibile convenire una quota di accettazione superiore che però deve essere concordata di caso in caso. Attraverso la sua partecipazione al sistema WIR auspica di poter generare più rapidamente maggiore interesse all’interno della rete e avvalersi della considerazione reciproca. Per questo motivo ha partecipato alla fiera WIR 2014 di Lucerna e sarà nuovamente presente con uno stand alla prossima fiera WIR di Zurigo. Il piazzamento non rappresenta alcun problema. «Nel Vallese è facile piazzare WIR», conferma Staub. Se ne avvale soprattutto in alberghi e ristoranti di cui si serve per l’organizzazione degli eventi di gruppo. E così tutti gli interessati beneficiano della rete WIR. HERVÉ DUBOIS

Wake!up GmbH Wake!up GmbH Haus Perle Dorfstrasse 6 3999 Oberwald VS Contatto: Roland Staub Mobile: 079 218 03 18; E-mail: info@wakeup.ch Quota WIR: 30% (secondo accordo fino al 100%) www.wakeup.ch 21


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SUPPORTO INIZIALE ALLE STARTUP LA BANCA WIR ALLA STARTUPFAIR DI ZURIGO

I 45 000 clienti commerciali della Banca WIR soc. cooperativa costituiscono la rete di PMI più estesa e di più vecchia data in Svizzera. Grazie a questo network nascono nuove relazioni d’affari, si mantiene la creazione di valore sul territorio nazionale, si assicurano posti di lavoro e si accorciano i percorsi dei trasporti. Ai fondatori di un’azienda la Banca WIR offre un prezioso supporto iniziale sulla strada verso l’autonomia. In occasione della 3a Startupfair di Zurigo i giovani imprenditori hanno avuto l’opportunità di informarsi sui vantaggi di questa rete.

Grande successo della Startupfair al «Kaufleuten» di Zurigo: ben 1700 visitatori.

La Startupfair – quest’anno al club zurighese «Kaufleuten» – è la più grande manifestazione nazionale per giovani imprenditori. Qui si incontrano startup, fornitori di servizi, autorità pubbliche, promotori di neoimprese, scuole superiori universitarie, investitori e media per fare networking e per intrecciare nuovi rapporti d’affari. «È l’occasione ideale per la Banca WIR di presentare la sua rete di PMI a coloro che hanno appena avviato un’attività indipendente», afferma Daniel Landolt, responsabile della succursale della Banca WIR di Zurigo. L’anello di congiunzione della community WIR è la moneta comune WIR che circola soltanto all’interno della rete e consolida così le relazioni tra i singoli partecipanti. Landolt aggiunge: «Ciò infonde sicurezza e rappresenta un grande vantaggio, soprattutto per i giovani imprenditori, in un mondo sempre più complesso.» 22

Benefici evidenti La maggior parte delle domande dei giovani imprenditori ha riguardato le modalità di funzionamento del sistema WIR*, in pratica l’elemento distintivo che differenzia la Banca WIR da tutte le altre banche al mondo. «Le reazioni dei visitatori nei confronti della nostra rete sono state positive su tutta la linea», osserva Landolt. «Quello che ha colpito in modo particolare il pubblico è stata la constatazione che la rete WIR facilita la creazione di nuovi rapporti d’affari e che un’impresa può subito farne parte con la propria presenza nel Mercato su www.wir.ch, nei media della Banca WIR oppure, a seconda del settore, sulle app.» Va da sé che anche le startup possono avvalersi dei normali prodotti e servizi di una banca.


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Daniel Landolt, responsabile della succursale della Banca WIR di Zurigo, a colloquio con i visitatori della fiera.

Myrta Zumstein, presidente del gruppo WIR di Zurigo, illustra i vantaggi della rete WIR.

Reti locali Tredici gruppi WIR si adoperano affinché la vasta rete di PMI sia direttamente percepibile e fattiva a livello locale. Oltre a Myrta Zumstein, presidente del gruppo WIR di Zurigo, e Cristina Giampa, responsabile dell’organizzazione di Incontri Business del gruppo WIR di Zurigo, anche gli altri gruppi WIR erano presenti alla Startupfair. «I giovani si sono dimostrati molto aperti e interessati e hanno approfittato appieno dell’opportunità di allacciare nuovi contatti», riassume Myrta Zumstein. Anche i gruppi WIR si propongono di favorire i contatti tra titolari di PMI: «A seconda della manifestazione e del tema, a volte la convivialità prende il sopravvento, altre volte l’attenzione è puntata sugli affari o sull’acquisizione di nuove conoscenze tecniche e competenze.»

Germann Wiggli, presidente del direttorio della Banca WIR, si è dimostrato soddisfatto dell’interesse manifestato dalla prossima generazione di imprenditori: «Uno dei nostri obiettivi a medio termine è raddoppiare il numero dei nostri clienti PMI e, in particolare, ringiovanire la rete WIR. Per questi motivi miriamo a integrare maggiormente le startup nella nostra rete a vantaggio di tutti gli interessati.» DANIEL FLURY * Ecco come funziona il sistema WIR: www.wir.ch/video-it www.wir.ch/it/rete-wir/gruppi-wir/ www.startupfair.ch

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RISPARMIO O PAGAMENTO DI COMMISSIONI?

Anche se i clienti privati in Svizzera non devono accollarsi interessi negativi sul loro avere di risparmio, presso molte banche le commissioni elevate non solo finiscono per azzerare la remunerazione giĂ ridotta ai minimi termini, ma intaccano addirittura il capitale. Ma questo non capita alla Banca WIR.

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Quando si tratta di imposte, tasse e commissioni la Svizzera ha sempre dato prova di grande creatività. Anche le banche hanno dato libero corso alla fantasia in questo campo, inventando una gamma variegata di voci di spesa. Di recente il Sorvegliante dei prezzi, Stefan Meierhans, ha puntato la lente d’ingrandimento sulle commissioni addebitate in caso di scioglimento di un conto. Nella sua rubrica su un giornale ha posto in discussione la legittimità di tali spese, che per altre disdette (ad es. telefono, abbonamento a giornali, locazione, assicurazione) non vengono addebitate. «Che cosa c’è di tanto diverso nei conti bancari da giustificare delle commissioni di chiusura? La mia risposta è ‹proprio nulla›», afferma Meierhans. A suo parere lo scioglimento di un conto non è altro che la normale conclusione di una relazione commerciale. Per questo ha deciso di chiedere alle banche di rinunciare ad imputare tali spese, terminando la sua rubrica con una domanda – o piuttosto un appello: «Quali banche mi aiuteranno in questa iniziativa?»

La Banca WIR lo ha preceduto «Mister Prezzi» non potrà contare sul supporto della Banca WIR soc. cooperativa, per un motivo molto semplice: alla chiusura di un conto di risparmio, e peraltro anche all’apertura e per la tenuta, non vengono applicate commissioni. Anche i prelievi di contanti effettuati presso uno dei sette sportelli bancari sono gratuiti, così come lo sono la chiusura annuale e il certificato fiscale annuale.

Da quanto illustrato a sinistra si deduce che i clienti della Banca WIR vanno sul sicuro: senza commissioni, la remunerazione dello 0,2%* consente una crescita dell’avere in conto. Questo tasso di base aumenta ulteriormente se il conto viene alimentato con versamenti pari ad almeno 5000 CHF (bonus su nuovi capitali dello 0,3%) e se vengono acquistate almeno 25 parti ordinarie (bonus su parti ordinarie dello 0,5%) fino ad ottenere un interesse ottimizzato dell’1%.

Tasso dello 0,4% sul conto di risparmio 60+ Le persone che hanno compiuto 60 anni possono optare per un conto di risparmio 60+. Chi, ad esempio, parcheggia sul conto i propri averi previdenziali del 2° o del 3° pilastro divenuti disponibili approfitta di un vantaggioso tasso d’interesse dello 0,4% (fino a 300 000 CHF).

Depositi a termine: 0,3%-1% Fruttano lo 0,4% anche i depositi vincolati a 3 anni (2 anni: 0,3%). Ogni anno in più, l’interesse cresce dello 0,1% e per un periodo di 8 anni raggiunge lo 0,9%. Presso la Banca WIR è possibile depositare il denaro anche per 9 o 10 anni, in questo caso il tasso è pari rispettivamente allo 0,95% e all’1%. Volete risparmiare e non pagare commissioni? Allora verificate le offerte della Banca WIR soc. cooperativa. Tutti i dettagli sul conto di risparmio, conto di risparmio 60+ e deposito a termine sono riportati qui: www.wir.ch/it/clienti-privati/risparmiare

Tasso fino all’1% sul conto di risparmio Commissioni alle stelle e interessi in cantina su un conto di risparmio possono comportare per il titolare, presso certi offerenti, degli esborsi al posto di proventi.

DANIEL FLURY * Tutti i tassi d’interesse menzionati si riferiscono alla situazione a metà agosto 2015.

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144 PAGINE DI «FASZINATION WIR» Sono passati 80 anni dalla fondazione della Banca WIR soc. cooperativa. Il libro «Faszination WIR – Resistent gegen Krisen, Spekulationen und Profitgier» («Il fascino WIR: resistente a crisi, speculazioni e avidità di profitto»), disponibile in tedesco, illustra alcuni degli aspetti più interessanti dell’avvincente storia di quest’azienda a partire dal crollo della borsa nel 1929, soffermandosi sulle opportunità che il futuro riserva alla moneta complementare WIR. Il volume, disponibile nelle librerie, può essere acquistato anche attraverso la Banca WIR a un prezzo speciale. Il sistema WIR della Banca WIR promuove l’economia interna svizzera ed è unico al mondo sia per dimensioni che per sostenibilità: avviato nel 1934 sotto forma di rete per un totale di 300 aderenti tra imprese e privati, raggruppa oggi ben 50 000 piccole e medie aziende che nel 2013 hanno registrato un fatturato extra complessivo pari a 1,43 miliardi CHW. Nel suo libro Hervé Dubois illustra le tappe principali di questa storia di successo, mostrando gli ostacoli che la Banca WIR ha dovuto superare e spiegando l’utilità economica anche futura di una moneta complementare in una logica economica dominata dai temi della crescita e del profitto. Hervé Dubois, nato a La Chaux-de-Fonds, è cresciuto a Zurigo. Dopo la maturità ha studiato economia e comunicazione presso la scuola universitaria professionale di San Gallo. Dubois ha lavorato nella regione di Basilea per 20 anni come redattore presso diversi quotidiani, all’agenzia di stampa svizzera e come giornalista radiofonico. Nel 1995 è passato alla Banca WIR soc. cooperativa, dove è stato responsabile della comunicazione fino al pensionamento, nel 2014. Attualmente Hervé Dubois vive nel Canton Vallese.

Faszination WIR – Resistent gegen Krisen, Spekulationen und Profitgier. 144 pagine, copertina rigida, struttura in lino goffrata Il volume è disponibile in tutte le librerie (ISBN 978-3-03781075-0) al prezzo di 34 CHF (prezzo indicativo). Il libro può inoltre essere acquistato, fino a esaurimento delle scorte, presso la Banca WIR al prezzo speciale di 20 CHF o 20 CHW – compilando il modulo online alla pagina www.bancawir.ch/libro* – compilando il tagliando sottostante* e inviandolo per posta – inviando una mail (cfr. tagliando)* – presso le succursali e le agenzie della Banca WIR – in occasione di manifestazioni seguenti della Banca WIR (cf. pag. 41): • Fiera WIR di Zurigo • colloqui autunnali al KKL di Lucerna (per i titolari di parti ordinarie) • incontri Business WIR * Non verranno addebitate spese di spedizione

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Inviare il tagliando a Banca WIR, Marketing, Auberg 1, 4002 Basilea. Oppure ordinare il libro compilando il modulo online sul sito www. bancawir.ch/libro o inviando un’e-mail a Nadja Maurer: nadja.maurer@wir.ch (indicando il numero di copie desiderate, l’indirizzo e il tipo di pagamento con relativo numero di conto).


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POMO DELLA DISCORDIA DEL PARTENARIATO SOCIALE REGISTRAZIONE DELLA DURATA DEL LAVORO

L’ultimo articolo sulla storia della legge sul lavoro ha illustrato la necessità che lo Stato tuteli i lavoratori (cfr. WIRPLUS di luglio). Questa volta ci occupiamo del dovere di registrare la durata del lavoro e delle possibili eccezioni.

La registrazione della durata del lavoro è tuttora considerata uno strumento importante ai fini della tutela della salute dei lavoratori. Eppure il moltiplicarsi dei modelli di lavoro flessibili e i confini sempre più labili tra lavoro e tempo libero ne fanno un metodo anacronistico e insoddisfacente. Misurare le prestazioni lavorative con il semplice fattore «tempo», infatti, non consente di tenere conto del passaggio da una società industriale a una società delle prestazioni e del sapere. È come pretendere di andare in giro oggi con un’automobile costruita mezzo secolo fa. Chi vorrebbe farlo? Per questo motivo, sempre più aziende si sono quindi allontanate dalle direttive di legge e hanno adottato come parola chiave l’«orario di lavoro basato sulla fiducia». I sindacati hanno individuato la causa dell’aumento delle malattie psichiche tra i lavoratori nella mancanza della tutela offerta dalla registrazione della durata del lavoro. Pertanto, hanno cominciato a obbligare gli organi esecutivi a operare un maggior controllo effettuando denunce mirate contro società del settore dei servizi. Dal canto loro, i datori di lavoro hanno preteso una revisione della legge sul lavoro e forme più moderne di tutela della salute. Associazioni dei datori di lavoro e sindacati si sono quindi lanciati in trattative, ma, lungi dal riuscire a trovare un consenso sulla modalità di registrazione della durata del lavoro, si sono piuttosto messi reciprocamente i bastoni tra le ruote per anni. Tutto ciò ha prospettato la necessità di un intervento politico per risolvere la questione, soluzione di certo non auspicabile per nessuno degli interessati.

Soluzione di compromesso Alla fine del 2014, dopo oltre sei anni di lotta, l’Unione padrona-

le svizzera e l’Unione sindacale svizzera sono arrivate a un compromesso dell’ultima ora con la partecipazione del Dipartimento dell’economia, della formazione e della ricerca. Sulla base di questo accordo, successivamente il Consiglio federale ha adeguato l’ordinanza 1 concernente la legge sul lavoro. In sostanza, la soluzione temporanea trovata nel 2013 è stata modificata per sancire la necessità di avere non solo l’approvazione del dipendente, ma anche di una rappresentanza del personale. Secondo il nuovo testo, i lavoratori con un reddito lordo di 120 000 CHF possono essere completamente esentati dall’obbligo di timbrare, ma solo se ciò è previsto da un contratto collettivo di lavoro (CCL) valido per l’azienda in questione. Per quanto la soluzione trovata non soddisfi appieno nessuna delle parti, a partire dal 1° novembre 2015 subentrerà comunque alla soluzione temporanea del 2013.

Importanza del CCL Oltre a diversi argomenti di rilievo di singoli gruppi di interesse, il fatto che l’esenzione dall’obbligo di registrare la durata del lavoro venga fatta dipendere da un contratto di lavoro collettivo rappresenta la maggiore pietra dello scandalo per i datori di lavoro: per poter beneficiare di regole più permissive in termini di registrazione della durata del lavoro, aziende e settori devono ora sottoscrivere un CCL. Per quanto, secondo le delucidazioni fornite dalla Confederazione, sia possibile che settori o singole aziende entrino a far parte di un CCL molto funzionale, contenente unicamente regole sulla registrazione della durata del lavoro e sulla protezione della salute, detto contratto deve comunque essere firmato da una rappresentanza dei lavoratori indipendente dall’azienda interessata. Secondo la Confederazione non è lecito creare un sindacato ad hoc solo per la stipulazione di un CCL per la registrazione della durata del lavoro. 27


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Fondamentalmente datori di lavoro e dipendenti possono stipulare un contratto di lavoro individuale i cui contenuti sono oggetto di contrattazione specifica. Il diritto di lavoro privato stabilisce solo sporadiche regole vincolanti. La legge sul lavoro, inoltre, tutela la salute dei dipendenti. Le parti sono comunque lasciate libere di regolare autonomamente la maggior parte dei punti contrattuali, lasciando loro la possibilità di stabilire ad esempio l’entità dello stipendio o un maggior numero di giorni di ferie senza alcuna ingerenza dello Stato. In genere, però, il singolo dipendente si trova a ricoprire una posizione contrattuale più debole rispetto a quella del datore di lavoro. Per poter quindi migliorare il proprio potere di contrattazione nei confronti del datore di lavoro, i dipendenti aderiscono a sindacati o associazioni.

Una pietra miliare: nel 1937 i sindacati e l’Unione padronale dell’industria metallurgica e dei macchinari stipularono la cosiddetta Convenzione di pace.

Dal momento che entrare a far parte di un CCL, per quanto funzionale e stipulato unicamente per la questione della registrazione delle ore, rappresenta un onere troppo elevato per le aziende di piccole e medie dimensioni, queste ultime si trovano di fatto obbligate ad affiliarsi a un CCL già esistente di un settore simile a quello di appartenenza. E proprio questa circostanza incontra la resistenza dei datori di lavoro, che quindi vi si oppongono. Ma la riluttanza contro un CCL è veramente fondata?

Che cosa è un CCL? Un CCL è un contratto stipulato tra i sindacati da una parte e le unioni padronali o un datore di lavoro dall’altra. Detto contratto disciplina le condizioni di lavoro e il rapporto tra le parti contraenti. Un CCL contiene pertanto requisiti minimi in termini di stipulazione, contenuti (stipendio, orario di lavoro, ferie, perfezionamento professionale) e disdetta dei singoli rapporti di lavoro tra datori di lavoro e dipendenti interessati, ma anche disposizioni relative a diritti e doveri delle parti, come ad esempio l’obbligo di pace. 28

I sindacati si trovano in una posizione migliore per negoziare con un datore di lavoro o con un’associazione dei datori di lavoro requisiti minimi per i contenuti dei singoli contratti di lavoro. Per quanto riguarda lo stipendio, ad esempio, il CCL prevede un minimo di 4000 CHF, una soglia che deve essere rispettata da tutti i datori di lavoro che hanno siglato detto CCL. A volte i sindacati ricorrono a scioperi per ottenere la stipulazione di CCL che comportano determinati vantaggi per i dipendenti. Ci sono CCL che interessano solo una regione e altri che hanno validità nazionale. Un CCL può essere stipulato per un intero settore o con un unico datore di lavoro. Sul fronte dei lavoratori, invece, è sempre necessario che vari dipendenti si riuniscano in un’organizzazione dei lavoratori. I CCL valgono per un lasso di tempo determinato, in genere tra due e quattro anni, dopo di che devono essere rinegoziati.

Dichiarazione di obbligatorietà generale La maggior parte dei CCL vale solo per i dipendenti che fanno parte di un sindacato e che lavorano in un’azienda organizzata in un’unione padronale. Dal momento che un CCL contiene sempre concessioni sociali ai lavoratori, le aziende non subordinate a un CCL sono teoricamente più concorrenziali poiché possono concordare condizioni di lavoro peggiori nei loro contratti di lavoro individuali e mantenere così bassi i costi salariali.


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Questa situazione iniqua può cambiare se la maggior parte delle aziende e dei collaboratori interessati da un CCL concreto è soggetta a quest’ultimo. Il Consiglio federale o il Governo cantonale può dichiarare l’obbligatorietà generale di un CCL, che assume così la stessa valenza di una legge per tutti i dipendenti e i datori di lavori di un settore o di una regione.

Storia del CCL La Svizzera non rientra tra i pionieri nel campo dei CCL e i sindacati del paese hanno quindi dovuto lottare duramente per ogni progresso compiuto a livello sociale. I CCL hanno cominciato a guadagnare terreno negli anni di crisi. A seguito di un’ondata di scioperi furono stipulati i primi contratti nazionali (compositori tipografici 1906, tipografi 1907). Nel 1911 la Svizzera – comunque come primo paese europeo – inserì il CCL come forma contrattuale a sé stante nel Codice delle obbligazioni. Dopo anni di conflitti si giunse alla stipulazione di altri contratti tra il 1917 e il 1920. La situazione si dimostrò nuovamente difficile durante e dopo la seconda guerra mondiale. Tra il 1944 e il 1950, sulla scia di una nuova ondata di scioperi, il numero dei contratti collettivi di lavoro salì da 632 a 1447. Nel 1937 i sindacati e l’Unione padronale dell’industria metallurgica e dei macchinari stipularono la cosiddetta Convenzione di pace: i datori di lavoro riconoscevano finalmente i sindacati come controparti di negoziazione a tutti gli effetti e questi ultimi, in contropartita, rinunciavano a ulteriori scioperi. Questa Convenzione di pace viene considerata come la base del partenariato sociale in Svizzera. Il partenariato sociale è un modello di successo anche se non è possibile dimostrare statisticamente che la pace del lavoro in Svizzera ha effettivamente portato il benessere che le si attribuisce. Comunque sia, ha permesso di negoziare, nell’ambito di contratti di lavoro collettivi, soluzioni adeguate alle realtà di ogni settore economico, e questo senza intervento dello Stato. Ciononostante, i sindacati si trovano a far fronte a una diminuzione dei loro membri e a problemi nel trovare nuove leve. Al giorno d’oggi i lavoratori sono in parte dipendenti e in parte perseguono un’attività lucrativa autonoma e spesso durante la loro carriera professionale cambiano settore e regione. Allora è necessario chiedersi effettivamente se un sindacato è ancora una modalità al passo con i tempi per rappresentare gli interessi dei lavoratori;

una questione che, ovviamente, indebolisce la sua posizione. Per di più, il rapporto tra le unioni padronali e i sindacati è a volte molto teso. Vari CCL non sono più stati rinnovati. Quando però i partner sociali non giungono più a soluzioni comuni sotto forma di un CCL, la politica è chiamata a emanare i requisiti minimi per legge. Le iniziative popolari a favore di sei settimane di ferie, l’introduzione di minimi salariali o l’imposizione di limiti alle disparità salariali sono tutti segnali di quest’evoluzione. Si corre il rischio di avere disposizioni normative nazionali anziché soluzioni specifiche per regioni o settori nate dal dialogo. Vista da questa angolatura, quindi, la tradizione ultracentenaria dei contratti collettivi di lavoro pragmatici non va rifiutata in modo sconsiderato bollandola come anacronistica o fastidiosa. PROF. URSULA GUGGENBÜHL

Le modalità di registrazione della durata del lavoro In generale Il caso normale prevede ancora l’obbligo di registrazione della durata del lavoro. Completa esenzione da quest’obbligo I dipendenti che guadagnano più di 120 000 CHF lordi possono essere esentati dall’obbligo di registrazione della durata del lavoro – se si dispone dell’esplicito consenso del dipendente stesso; – se si dispone di un contratto collettivo di lavoro CCL. (Art. 73a dell’ordinanza 1 della legge sul lavoro) Registrazione semplificata della durata del lavoro quotidiana Un’altra eccezione è prevista per gli impiegati con orari di lavoro flessibile che guadagnano meno di 120 000 CHF lordi ma che dispongono di una certa libertà nel definire la propria durata di lavoro. Il datore di lavoro è tenuto a offrire a questi dipendenti la possibilità di una registrazione completa della durata del lavoro, ma detta registrazione può essere semplificata in alcune circostanze. In tal senso basta l’indicazione sommaria della durata di lavoro quotidiana. A tal proposito è necessario un accordo tra il datore di lavoro e la rappresentanza del personale. (Art. 73b dell’ordinanza 1 della legge sul lavoro) 29


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GARANZIA SUI PRODOTTI DIFETTOSI

A volte succede che, nonostante gli elevati standard qualitativi applicati in modo generalizzato nei moderni processi di fabbricazione, il risultato finale non soddisfi i criteri voluti. Ciò suscita rabbia e frustrazione. Nel caso più semplice il difetto riguarda solo il prodotto finito, un inconveniente circoscritto che comunque può comportare alcuni problemi. Se però il difetto provoca dei danni, la situazione si fa rapidamente più complessa e può avere pesanti ripercussioni finanziarie. A cosa si deve prestare attenzione in questi casi?

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Quando si compra un prodotto (nuovo) occorre controllare subito se corrisponde effettivamente a quanto concordato, a prescindere dalla durata della garanzia concessa (due anni come sancisce la legge o un periodo diverso conformemente a quanto pattuito nel contratto). Questo significa, in concreto, che non si deve aspettare la primavera per provare la bicicletta acquistata l’inverno precedente o che non si deve usare per la prima volta il nuovo grill a un party un anno dopo l’acquisto.

Davvero a favore del consumatore? In occasione della revisione della normativa relativa al contratto di compravendita, dal 1° gennaio 2013 il periodo obbligatorio di garanzia sancito per legge (nel linguaggio corrente la «garanzia») per un nuovo bene acquistato è stato prolungato da uno a due anni. In questo ambito si fa una distinzione tra vendite da parte di aziende (nello specifico, di rivenditori) a consumatori privati e vendite ad altre aziende. Se l’acquirente è un privato, le nuove norme vietano di ridurre la durata legale della garanzia. Se invece l’operazione di compravendita ha luogo tra aziende, tale durata può essere inferiore a due anni, secondo la prassi seguita finora. È possibile peraltro escludere completamente la garanzia, sia quando la controparte è un cliente aziendale che quando è un cliente privato. In poche parole, la garanzia nei confronti di privati non è accorciabile, ma è eliminabile del tutto. Anche i casi d’applicazione della garanzia possono essere pattuiti liberamente. Ad esempio, può essere previsto un diritto alla riparazione o alla sostituzione e può essere escluso un rimborso dell’intero prezzo d’acquisto (cosiddetta redibizione) o di una parte dell’importo (cosiddetta riduzione). Nel caso di merce d’occasione la garanzia può essere più breve, ma deve comunque avere una durata di almeno un anno.

Nuove scadenze nel settore edile Che cosa succede quando un rivenditore ottiene dal produttore una garanzia di un anno (un’eventualità possibile, come abbiamo visto prima) pur essendo tenuto a sua volta a fornirne una al consumatore di due anni? Se la garanzia del produttore è pari a un anno, il rivenditore dovrà farsi carico dei costi di garanzia solo nel secondo anno. In questo caso, il rivenditore può escludere 31


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completamente la sua garanzia legale come descritto sopra e offrire al cliente soltanto la garanzia più breve del fabbricante. Il risultato, insoddisfacente, è che il cliente finisce per avere soltanto un anno di garanzia sui prodotti di una determinata marca. Per quanto riguarda le costruzioni e gli immobili, la revisione ha introdotto alcune modifiche importanti (in vigore dal 1° gennaio 2013). Le dotazioni integrate – ad esempio porte, lavelli, lavastoviglie – sono coperte da una garanzia di cinque anni stabilita dalla normativa in materia di contratto d’appalto. In precedenza in questo ambito vi era una vistosa discrepanza: l’azienda era obbligata a fornire al compratore una garanzia di cinque anni, ma dai propri fornitori ne riceveva una di appena un anno. A ciò si aggiungeva il fatto che l’installazione delle porte e degli altri elementi interni avveniva spesso vari mesi prima della presa in consegna dell’immobile da parte del compratore. Questo si verifica anche ora, ma l’armonizzazione dei due periodi di garanzia rappresenta un notevole vantaggio per l’impresario edile rispetto a prima.

questo tipo può interessare sia le cose che le persone. Nel nostro esempio, il danno conseguente riguarda solo le pareti dell’area di pausa, mentre le persone sono rimaste indenni. In casi simili è applicabile la Legge sulla responsabilità per danno da prodotti. L’art. 1 stabilisce che il produttore risponde di un danno cagionato da una cosa che, per sua natura, è normalmente destinata all’uso o al consumo privato. Spesso si presume a torto che il prodotto difettoso (nell’esempio, la macchina del caffè) debba essere utilizzato principalmente in ambito privato. Non è così. L’elemento rilevante è esclusivamente la cosa danneggiata. La Legge sulla responsabilità per danno da prodotti copre anche i danni alle persone (decesso o lesioni corporali). Nel caso illustrato l’area di pausa ha un uso aziendale e non interamente o prevalentemente privato, per cui non sussiste la responsabilità sancita dalla Legge sulla responsabilità per danno da prodotti.

Danni causati da prodotti difettosi

L’importanza per il consumatore

Qualora il difetto riguardi unicamente il prodotto è coperto, come detto, dalla garanzia legale, tranne nel caso in cui questa sia stata esclusa.

La legge citata in precedenza si riferisce al produttore di un prodotto difettoso. Su di lui ricade la responsabilità di un danno conseguente a merce difettosa. È considerato produttore ai sensi della suddetta legge:

Talvolta però le conseguenze possono essere molto più gravi, come dimostra l’esempio che segue. Gli operai di una piccola fabbrica stanno facendo la pausa caffè. Come al solito, tutti i dipendenti sono seduti attorno al tavolo accanto all’angolo cucina. Improvvisamente si sente un rumore assordante: il surriscaldamento della macchina del caffè, installata circa sei mesi prima, ha provocato un’esplosione. Per fortuna nessuno ha riportato ferite. Per contro le pareti sono imbrattate di caffè e la macchina è andata praticamente distrutta. Qual è il quadro giuridico che si configura? Il danno causato soprattutto alle pareti ammonta a svariate migliaia di franchi e la macchina del caffè è fuori uso dopo soli sei mesi di vita. Il malfunzionamento della macchina del caffè può essere contestato al venditore in virtù del diritto alla garanzia prevista dal contratto d’acquisto, a condizione che non vi sia un’esclusione di responsabilità. Normalmente in questi casi la garanzia è valida. Come deve essere considerato il danno alle pareti? Si tratta di un cosiddetto danno conseguente a merce difettosa. Un danno di 32

– la persona che produce il prodotto finito, una materia prima o una parte componente; – chiunque si presenta come produttore apponendo il proprio nome, marchio o altro segno distintivo sul prodotto; – chiunque importa un prodotto ai fini della vendita, della locazione, del leasing o di qualsiasi altra forma di distribuzione nell’ambito della sua attività commerciale. A tutela del consumatore, la legge assegna al termine «produttore» un’accezione assai ampia, il che risulta particolarmente utile quando non è possibile individuare il produttore di un oggetto difettoso, ad esempio nel caso di prodotti «no name». In definitiva, chiunque metta in circolazione in qualsiasi forma un prodotto assume il rischio di essere chiamato in causa per danni conseguenti a merce difettosa. È importante che entrambe le parti coinvolte in una compravendita – il produttore da un lato, come definito dalla Legge sulla responsabilità per danno da prodotti, e il consumatore dall’altro – siano consapevoli di questa regola. MIRCO LOMBARDI WWW.LOMBARDIPARTNERS.COM


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IL NUOVO DIRIGENTE

Nelle fasi economicamente difficili il compito dei nuovi quadri direttivi è particolarmente gravoso. Devono capire in tempi rapidi quali sono gli obiettivi dell’azienda, integrarsi nei processi interni e porre le basi, insieme al proprio team, per la riuscita futura.

Le aspettative nei confronti dei nuovi quadri direttivi sono molto elevate. In questo ambito sorgono alcuni interrogativi importanti: – Che tipo di persona è il nuovo dirigente? – Quali sono i suoi punti di forza o di debolezza e questi aspetti specifici sono davvero noti? – Come si giudica la persona in questione? Possiede una sana dose di autocritica? Sono le domande che si pongono non solo gli interessati, ma anche i datori di lavoro. Il dirigente deve essere in sintonia con l’azienda e con il team. Un altro elemento da considerare è la motivazione che lo spinge ad assumere un ruolo direttivo, ad esempio – avanzamento di carriera, – buona retribuzione, – possibilità di mettere in pratica quanto appreso. Queste ragioni e l’atteggiamento personale incidono profondamente sulla motivazione a monte, che si trasmette poi al team e all’intero contesto lavorativo. Già dai primi rapporti con i collaboratori direttamente sottoposti emerge lo stile di conduzione. Troppo permissivo, troppo autoritario o collegialmente cooperativo? L’approccio ottimale è quello

che si adatta alla realtà contingente: talvolta occorre diplomazia e sensibilità, in altri casi – ad esempio, nei momenti di emergenza – è necessario il pugno di ferro. Il nuovo dirigente deve decidere in modo situativo, trovando la risposta più appropriata. E deve porsi nell’ottica del tanto citato orientamento agli obiettivi, infondendo nei clienti, collaboratori e altri quadri dirigenti una certa sicurezza e consentendo una misurazione concreta dei successi ottenuti. È necessario fissare degli obiettivi ambiziosi che siano tuttavia raggiungibili. A questo proposito spesso non si colgono le potenzialità. Un’efficace identificazione con gli obiettivi agevola la conduzione e il lavoro. I requisiti di chi intende occupare un posto di responsabilità all’interno di un’azienda sono quindi numerosi e complessi.

Accettazione fin da subito Giorgio Montanari*, 32 anni, lavora da un mese presso la ditta Metall & Co. Sagl*. In precedenza, ha svolto un apprendistato commerciale e ha frequentato una scuola universitaria professionale a indirizzo economico-aziendale. Prima di entrare in Metall & Co. ha fatto esperienza in altre tre società, in particolare nei reparti Controlling, Marketing e Supporto alla clientela. Da un mese dirige il settore Key account ed è a capo di un gruppo di sei persone. Metall & Co. ha grossi clienti in Svizzera e all’estero con cui collabora da anni. Il team di Montanari è composto da tre 33


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donne e tre uomini. Il nuovo dirigente si è integrato bene nell’azienda e l’interazione nel team sembra funzionare. Dopo un mese sorge però un problema. Paolo Bernardi*, 45 anni, non accetta un superiore più giovane e mostra un atteggiamento di ostruzionismo. Montanari si chiede come appianare le tensioni. Far finta di niente non fa parte del suo carattere. Si rivolge quindi al suo responsabile di linea per un consiglio. Il superiore gli risponde: «Parli con Bernardi e trovi insieme a lui una soluzione. Non voglio assolutamente perderlo. Abbiamo bisogno di lui perché è un buon collaboratore.» Montanari sperava in un appoggio più fattivo. Non gli resta che fissare un incontro con Bernardi e prepararsi al colloquio. Dalla discussione costruttiva scaturiscono alcune constatazioni interessanti: – Bernardi avrebbe auspicato fin dall’inizio da parte di Montanari una netta definizione delle aspettative reciproche; – lo stile di conduzione quasi sottomesso di Montanari è giudicato negativamente da Bernardi che preferisce un rapporto diretto, schietto ed essenziale; – Montanari percepisce che Bernardi si riteneva più idoneo a prendere in mano il team. Montanari promette di cercare delle soluzioni. Vuole spiegare a Bernardi in termini chiari quello che si aspetta da lui. In futuro formulerà gli incarichi in modo più sintetico e sfrutterà meglio il know-how del collaboratore, dandogli spazio nel team come membro più anziano e con maggiore esperienza. Montanari non intende comunque giustificarsi del fatto che occupa la posizione di superiore. In accordo con il responsabile di linea e con il team, decide di motivare Bernardi affidandogli progetti esclusivi che riguardano i clienti ed eventualmente nominandolo suo sostituto. 34

Grazie a un colloquio aperto si è potuto risolvere il conflitto latente e instaurare un clima di lavoro più disteso. Bernardi ritrova la sua motivazione occupandosi di progetti importanti e perseguendo obiettivi impegnativi, senza peraltro che gli altri componenti del team si sentano messi da parte. Questo favorisce una suddivisione dei compiti trasparente, imparziale ed efficace da un punto di vista organizzativo.

Riconoscere i propri limiti Roberta Vitali*, 40 anni, dirige da sei mesi il team del personale di servizio presso un ristorante molto rinomato, Il Caminetto*. Il suo gruppo è composto da cinque donne e tre uomini, alcuni lavorano a tempo pieno, altri part-time. La Vitali è considerata una collaboratrice molto coscienziosa. Si distingue per la sua premura e disponibilità. Guida il suo team con il massimo impegno. È molto apprezzata sia dai suoi dipendenti che dai clienti. Eppure, a guardare da vicino, si rilevano alcuni aspetti sconcertanti: – Roberta Vitali non solo lavora sodo, ma le sue giornate sono lunghissime, 14-15 ore sono la normalità per sei giorni alla settimana (lunedì escluso); – il team la trova gentile, ma si sente continuamente sotto esame perché vuole controllare tutto nei minimi dettagli e, in alcuni casi, eseguire personalmente i singoli compiti; – negli ultimi tempi ha commesso degli errori nelle ordinazioni per i banchetti; – non ha un buon equilibrio tra vita lavorativa e vita privata; persino nel suo giorno libero è nervosa e non fa che pensare al ristorante e al programma della settimana successiva, ogni suo pensiero ruota attorno al lavoro, si sente stanca ed esaurita; – in questi mesi ha perso ben otto chili, non è mai mancata al lavoro nemmeno quando ha avuto due infezioni virali; – la sua vita privata occupa un posto del tutto marginale.


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– utilizzo del tempo libero per se stessa e per il riposo; – presa di distanza dal lavoro; – ricerca attiva di uno scambio con la direzione in caso di problemi. Roberta Vitali è fortunata ad avere alle spalle una direzione sollecita che le dedica tempo e attenzione e trova con lei delle valide soluzioni.

Conclusione Chi assume una nuova funzione dirigenziale si trova confrontato in breve tempo a molteplici aspettative, tutte molto elevate. Occorrono persone coraggiose e intraprendenti che si pongono le domande giuste e affrontano con determinazione i problemi lavorativi quotidiani. Le qualità di un dirigente sono richieste soprattutto in tempi difficili.

L’inquietudine interna e il bisogno di dare sempre il massimo per avere ottimi risultati la mettono costantemente sotto pressione. I titolari e i colleghi del ristorante si sono accorti che la collega non sta bene. In un primo colloquio con la direzione Roberta Vitali cerca di minimizzare. Afferma che si tratta solo di un po’ di stress passeggero e che presto ritornerà in forma come prima.

I collaboratori hanno bisogno di apprezzamento e obiettivi chiari. Il dirigente deve dar prova di diplomazia e sensibilità. Ciò crea un clima di lavoro sereno. Una politica del personale incentrata sui valori, portata avanti dalla direzione, aiuta il nuovo dirigente ad assolvere al meglio la sua funzione.

Nel secondo colloquio la direzione dichiara di voler trovare una soluzione duratura. Vengono stabilite alcune procedure da seguire:

ENRICO LOMBARDI

INTRA DM AG

TRAINING & MARKETING

– elaborazione insieme a Roberta Vitali di un piano strutturato della sua giornata lavorativa; – ripartizione delle incombenze tra i componenti del team, riduzione del tempo di presenza e aumento della delega dei compiti;

* Nome fittizio

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L’EDILIZIA ABITATIVA – SOSTEGNO ALLA CONGIUNTURA O IMMINENTE RISCHIO DI CONCENTRAZIONE? In un momento in cui industrie d’esportazione e turismo sono penalizzati dalla forza del franco, spetta soprattutto a quei rami dell’economia poco esposti all’andamento dei corsi di cambio mantenere crescita e piena occupazione. E attualmente sono il commercio al dettaglio, nonostante la crescente concorrenza dall’estero, il sistema sanitario, sempre più costoso e senza concorrenza, e l’edilizia, fortemente dipendente dalla congiuntura generale, ma tuttora vigorosa.

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Nel mondo delle costruzioni, l’edilizia abitativa che, con il venir meno di grandi opere pubbliche acquisterà ulteriore peso, svolge un ruolo chiave.

Una grande fetta della torta Attualmente, il capitale investito in progetti di costruzione ammonta complessivamente a circa 65 miliardi CHF annui. Deducendo i lavori di manutenzione pubblici, il volume d’investimento si aggira sui 60 miliardi CHF. Sottraendo anche l’attività edile dello Stato (committente pubblico), gli investimenti privati in oggetti di costruzione si collocano attorno ai 45 miliardi CHF. E oltre il 95% è destinato al settore edile. Circa il 70% degli investimenti privati in questo comparto confluisce nella costruzione di alloggi. Si parla di circa 30 miliardi CHF all’anno. L’edilizia abitativa riveste una grandissima importanza per l’economia generale. Se, ad esempio, la sua attività dovesse dimezzarsi, la crescita subirebbe un netto crollo. In una simile eventualità, il rendimento annuo dell’economia svizzera diminuirebbe del 2-3 percento, facendo scivolare il paese in una grave recessione. Una riflessione che da sola mostra come crescita e piena occupazione siano strettamente correlate a un’edilizia abitativa ad alto livello e ad andamento possibilmente costante.

mento dei monolocali è stato del 65% (contro un normale +6,7% degli appartamenti di quattro locali). Un terzo delle nuove costruzioni è costituito da abitazioni con quattro locali. L’intera «torta dell’edilizia abitativa» è quindi ancora rotonda e non presenta per il momento sbavature che lascino presagire perturbazioni del mercato.

Grandi differenze regionali Nel 2013, e finora la situazione non è cambiata, in cinque grandi regioni della Svizzera è stato registrato un rallentamento nella costruzione di nuovi edifici abitativi (ma non di appartamenti). Soltanto a Zurigo (+7,5%) e a sorpresa anche in Ticino (+2,3%) è stato osservato un aumento. Il numero di alloggi di nuova costruzione è diminuito soltanto nella Svizzera nordoccidentale e nella regione del lago di Ginevra dove evidentemente il livello di saturazione è stato raggiunto prima che in altre parti del paese. In Svizzera lo stato delle abitazioni – case monofamiliari e plurifamiliari – è nel complesso molto moderno, con tuttavia differenze regionali. Soltanto il 30% di tutti gli edifici a uso abitativo è stato costruito prima del 1945, il 49% è stato realizzato dopo il 1961. Il 49% degli edifici è riscaldato a nafta, mentre il 16% a gas, il 10% con corrente elettrica e un altro 10% con termopompe.

La «torta dell’edilizia abitativa» è ancora rotonda? A prima vista le cifre sono un po’ fuorvianti. La statistica dell’edilizia abitativa della Confederazione, allestita ogni due anni, differenzia tra numero di edifici abitativi di nuova costruzione (12 773 nel 2013) e quantità di appartamenti di nuova costruzione (45 833). Nel recente passato si è così assistito a un aumento del numero di abitazioni, registrato per l’ultima volta nei primi Anni ’70 del secolo scorso. Indubbiamente, la costruzione di alloggi in Svizzera ha ormai raggiunto l’apice, oltre il quale non è più possibile spingersi.

Una quota maggiore di costruzioni datate (realizzate prima del 1961) si trova nei cantoni di Basilea Città (che detiene il record del 75%), Glarona, Neuchâtel, Giura, Appenzello Interno e Appenzello Esterno. Ad eccezione di Basilea, gli altri sono cantoni che presentano una quota di abitazioni sfitte superiore alla media. Particolare è il fatto che il cantone di Soletta, nonostante una struttura di anzianità degli alloggi perfettamente in linea con la media svizzera, presenti un tasso di abitazioni vuote di oltre il 2%, quasi pari a quello del cantone Giura.

Da molti anni si è delineata la tendenza di costruire più appartamenti in case plurifamiliari. Nel 2013 il 70% dei nuovi alloggi è stato realizzato all’interno di edifici plurifamiliari. È quindi chiaro che l’incremento del numero di abitazioni in strutture plurifamiliari (appartamenti in proprietà e in affitto) è determinante per il mercato. Secondo l’ultima statistica, soltanto il 17% delle nuove costruzioni era costituito da case monofamiliari, di cui un considerevole 13% da edifici abitativi con uso accessorio (ad es. formule miste con uffici o negozi).

Il comfort abitativo è sempre richiesto

Le dimensioni dei nuovi alloggi sembrano rispondere ampiamente alla domanda. Stando alla statistica, sono aumentati soprattutto gli appartamenti di piccole e medie dimensioni (fino a quattro locali), laddove – ma questa è la sola eccezione – l’incre-

È interessante notare come la superficie abitativa media per ogni inquilino sia costantemente aumentata dal 1970 per le case plurifamiliari, e si attesti oggi a circa 50 metri quadri, mentre per le case monofamiliari ristagni sui livelli del 1990, anch’essi pari a 50 metri quadri. Una spiegazione potrebbe essere data dal fatto che nelle strutture plurifamiliari vivono sempre più coniugi anziani, con figli oramai fuori casa da tempo, mentre per quanto riguarda le case monofamiliari, il forte aumento dei prezzi costringe a ridimensionare la domanda di spazio. Il desiderio di maggiore comfort trova riscontro anche nella crescente – sebbene a ritmo lento – quota di abitazioni in proprietà. Un tasso che attualmente si colloca al 38%, rispetto all’esiguo 37


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28% del 1970. Dal 2000 le abitazioni in proprietà sono aumentate del 27%, mentre quelle in affitto del 7% soltanto. A fronte della crescita debole, le oscillazioni della domanda di appartamenti in locazione si ripercuotono pertanto maggiormente sugli oggetti in affitto, una situazione che occorrerà tenere in debita considerazione in futuro. Commento

Altri 47 000 nuovi alloggi all’anno sono veramente necessari? Ben 120 000 alloggi vengono offerti ogni semestre sulle varie piattaforme Internet, e stando all’ultimo indice immobiliare online, mediamente la durata di pubblicazione è di 27 giorni, con tendenza in leggera ascesa. Il mercato continua quindi a tirare. Gli annunci di appartamenti con un canone di oltre 3000 CHF al mese o cinque o più locali devono però essere pubblicati per il triplo del tempo necessario per gli oggetti più convenienti. Una cosa è certa: la domanda di alloggi si concentra maggiormente su strutture più piccole con canoni d’affitto possibilmente vantaggiosi ma collocate nelle posizioni migliori. Le abitazioni che non soddisfano questi requisiti restano vuote a lungo. In base a quanto indica la rinomata società immobiliare Wüest und Partner il numero di oggetti sfitti già oggi supera di un terzo la quota registrata dieci anni fa. Pertanto, chi investe nel segmento di mercato sbagliato può ritrovarsi in difficoltà, soprattutto se – come oggi già spesso accade – il concedente del credito innalza i requisiti di solvibilità. Si stima che la perdita di guadagno complessiva dei locatori per gli alloggi sfitti si collochi ormai attorno al mezzo miliardo CHF. Coloro che in portafoglio detengono perlopiù alloggi costosi e difficilmente affittabili possono essere considerati a grande rischio dai datori del credito. Le banche rifuggono da tali rischi poiché possono trasformarsi in un rischio di concentrazione. Nell’edilizia abitativa le decisioni d’investimento devono pertanto essere ben ponderate, magari anche con un occhio rivolto alle

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alternative. Ad esempio può essere utile considerare che cosa accadrebbe se in Svizzera, come quasi ovunque altrove, venissero richieste o adottate misure di politica sociale atte a consentire alle generazioni più anziane di rimanere più a lungo a casa propria. Si creerebbe un nuovo mercato per la ristrutturazione di vecchi edifici. E a quel momento sarà fondamentale che lo Stato ne promuova l’attività. L’integrazione di un ascensore sarebbe ben più necessaria del mantenimento di una facciata in stile liberty. La tendenza va verso un allungamento della durata di vita degli edifici più datati. Occorre anche considerare gli effetti di un aumento dei tassi che inevitabilmente prima o dopo si concretizzerà. Molte persone che oggi nutrono il desiderio di una casa monofamiliare potrebbero non potersela più permettere ed essere costrette a rimanere in affitto, esprimendo tuttavia esigenze più elevate in termini di comfort. Viceversa occorre riflettere su come disposizioni più severe in materia di immigrazione incideranno sulla domanda di appartamenti. La flessione nell’afflusso di cittadini tedeschi, ascrivibile al miglioramento della situazione lavorativa nel loro paese, già oggi riduce la domanda di alloggi di standing elevato. Inoltre, i sempre numerosi immigranti dai paesi mediterranei sono meno esigenti per quanto riguarda la comodità, ma solitamente anche meno disposti a spendere. Se non vengono semplicemente alloggiati da familiari, si infiltrano nel mercato degli oggetti immobiliari meno recenti, proprio come è accaduto 30 anni fa a Basilea con i lavoratori dell’industria chimica provenienti dalla Turchia. Nei prossimi tempi la proporzione tra domanda di alloggi datati e domanda di abitazioni di nuova costruzione potrebbe cambiare, ripercuotendosi anche sulla domanda di nuove costruzioni della fascia di prezzo inferiore. In questo contesto possiamo chiederci se il mercato può continuare a sostenere la costruzione di 40 000 nuovi appartamenti all’anno, o se non possiamo forse ridimensionare gli obiettivi, senza tuttavia danneggiare l’intera economia.

DOTT. RICHARD SCHWERTFEGER


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DANNI IRREPARABILI ALLA CARROZZERIA... Alla fine abbiamo ceduto. Soprattutto mia moglie. E ora la famiglia è cresciuta. Ovviamente il piccolo gode di tutta la nostra attenzione quando scorrazza sereno sul pavimento del soggiorno. In effetti all’inizio ero contrario. Ma mia moglie ha detto: primo, sono l’incarnazione dell’azione, quinto, anche Isabella ne ha uno e ottavo, ma insomma! Otto motivi sono tanti, soprattutto se sono quelli di mia moglie, insieme sono decisamente in soprannumero. Per questo ora il nostro soggiorno è diventato il parco giochi di un robot aspirapolvere. A volte ci sediamo sul divano e passiamo il tempo a osservarlo. Mentre la maggioranza femminile si fa scappare all’unisono un «che cariiiino!», la minoranza maschile cerca di capire secondo quali meccanismi questo robot grande quanto uno sterco di mucca sceglie il proprio percorso. Ma i miei sforzi sono vani. E come potrei riuscirci? Non sono nemmeno stato capace di afferrare la logica che guidava i movimenti dei miei piedi nel corso di ballo...

Dominique Dieter Bohlen. Beat ha detto Christoph, visto che «Blocher» è in tedesco una lucidatrice antiquata, e David ha buttato lì un «Sigmund», perché fa tanta «Freud» (gioia). Markus ha proposto «Francine», ma io volevo un nome maschile perché sicuramente gli avrei tirato dietro improperi osceni ogni qual volta si bloccava in modo stupido, quindi di continuo, e un nome di donna mi avrebbe inibito e fatto sentire un villano. Magdalena ha lanciato Osama bin Laden. In effetti così avrei potuto chiamare «Osama, dove sei?» e dalla stazione di ricarica mi sarei sentito rispondere «Bin Laden!» (in ricarica!). L’idea mi piaceva. Le mie donne nel frattempo avevano stabilito che volevano assolutamente un Olaf, come il dolce pupazzo di neve di «Frozen». Ecco perché il nostro robot aspirapolvere ora si chiama Olaf bin Laden. Ho prolungato la garanzia a quattro anni e spero di riuscire a capire la logica dei suoi spostamenti entro la fine della legislatura. E anche che resti ben piantato per terra.

In compenso, però, ho capito un’altra cosa: il nostro piccoletto sarebbe di sicuro un buon politico. Vagabonda con tenacia senza alcun senso dell’orientamento; si rende conto degli ostacoli solo quando è quasi troppo tardi per evitarli; si gira su sé stesso restando ben piantato a terra e passa disperatamente da sinistra a destra, da destra a sinistra; non appena riesce a liberarsi da uno scoglio si lancia – pronti, partenza, via – verso il prossimo ostacolo. Dopotutto ha solo l’imbarazzo della scelta. A volte, però, va a sbatterci direttamente contro, riportando danni irreparabili alla carrozzeria, proprio come succede con le teste dei veri politici. E quando si ritrova bloccato da qualche parte, gira a vuoto finché non gli si scaricano le batterie. Ecco cosa succede nei meandri del nostro salotto e della nostra politica. Ovviamente bisognava pure battezzarlo. Io pensavo a Stalin, Adolf, Kim o Recep o comunque a un nome della giusta rilevanza per qualcuno a cui farebbe bene sparire dalla circolazione. Le mie donne però l’hanno trovata l’idiozia del secolo. Allora ho indetto un concorso su Facebook. Sono arrivate idee come Bruto, Nerone, Terminator, Nalar, Nabucodonosor, Uncle Sam o Willi junior. Verena ha proposto Macho, Nadja Voldemort, Romina Gollum e

WILLI NÄF WILLI NÄF È AUTORE INDIPENDENTE, SCRITTORE E CABARETTISTA E VIVE NELLA REGIONE DI BASILEA E NELL’APPENZELLO. WWW.WILLINÄF.CH

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MANIFESTAZIONI

IMPRESSUM

Colloqui autunnali 2015

WIRPLUS Rivista per i clienti della Banca WIR Settembre 2015, 82 annata, n. 921

31.10.2015, KKL Lucerna (per titolari di parti ordinarie)

Editrice/Redazione Banca WIR soc. cooperativa Auberg 1 4002 Basilea www.bancawir.ch

Assemblea generale 2016 della Banca WIR 18.5.2016 a Basilea (per cooperatori/cooperatrici) Per ulteriori informazioni vi preghiamo di consultare il nostro sito web www.bancawir.ch o telefonate allo 0848 947 949.

Redazione Daniel Flury (redattore capo), Annette Lempen, Roland Schaub, info@wir.ch, tel. 061 277 93 27 o 061 277 92 76

FIERA WIR DI ZURIGO

Traduzioni Daniel Gasser, Yvorne CLS Communication

19.11.2015 – 22.11.2015 www.wmzag.ch

Layout: fischerundryser, Basilea Stampa: Vogt-Schild Druck AG, Derendingen Pubblicata in gennaio, aprile, luglio e settembre in tedesco, francese e italiano Tiratura: 1550 Cambiamenti di indirizzo: Banca WIR, Servizio consulenza, casella postale, 4002 Basilea o fax 0848 947 942

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