Abruzzo Magazine Novembre Dicembre 2012

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SPECIALE AGROALIMENTARE: Mauro Febbo, Marino Giorgetti, La Selvotta, Filomusi Guelfi, D’Orsogna Dolciaria, Fattorie Riccitelli

Anno VII Numero 6 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2012

RED RESEARCH

In Abruzzo si insegna la cultura culinaria

DO.IT

Apre a Colonnella il nuovo outlet per l’arredamento

LUROS MEDIA

Comunicare outdoor

IL TRUST

Convegno di Studio Marsicano, Banca Fideuram e Abruzzo Magazine

In primo piano le dottoresse Giovanna D’Innocenzo (a destra) e Serena Columbo, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario di Fisioter. In camice bianco e in senso orario i tre Case manager Monica Di Campli, Federica Palumbo e Pierluigi Petrongolo. Con loro il medico chirurgo Sonia Tanzi



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In Abruzzo, in un paesaggio ricco di colori e profumi vicino alla splendida costa dei Trabocchi, l’esperienza imprenditoriale pluridecennale si incontra con la tradizione dell’alta cucina made in Italy. Da questo sapiente connubio di valori nasce ReD,

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10-01-2013 SECONDI PIATTI - corso per amatori - Avanzato

lezione 3 di 4 Ore 18:00

10-01-2013 CIOCCOLATO - corso per amatori

lezione 1 di 2 Ore 17:00

15-01-2013 CORSI PER SINGLE: LA CARNE - corso per amatori

lezione 1 di 2 Ore 17:00

16-01-2013 CIOCCOLATO - corso per amatori

lezione 2 di 2 Ore 17:00

17-01-2013 IN CUCINA CON IL MIO PERSONAL CHEF - corso per amatori lezione 1 di 2 Ore 17:00 22-01-2013 PANIFICAZIONE - corso per amatori

lezione 4 di 4 Ore 18:00

23-01-2013 SECONDI PIATTI - corso per amatori - Base

lezione 4 di 4 Ore 18:00

24-01-2013 SECONDI PIATTI - corso per amatori - Avanzato

lezione 4 di 4 Ore 18:00

29-01-2013 CORSI PER SINGLE: LA CARNE - corso per amatori

lezione 2 di 2 Ore 17:00

31-01-2013 IN CUCINA CON IL MIO PERSONAL CHEF - corso per amatori lezione 2 di 2 Ore 17:00

FEBBRAIO 2013 12-02-2013 CORSI PER SINGLE: IL PESCE - corso per amatori

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SOMMARIO

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DIRETTORE RESPONSABILE Donato Parete VICEDIRETTORE Loris Di Giovanni CAPOREDATTORE ANDREA BEATO

26

REDAZIONE Rosella Ciampoli Daniele Marsili (grafica) Svieta Boyko (foto)

32

DIRETTORE COMMERCIALE Leo Di Girolamo HANNO COLLABORATO Maurizio O. Delfino Ida Pagnottella Monica Di Pillo Lorenzo Dolce Roberta Villini Matteo Francavillese Marzia Aquilio Stefano Cianciotta Claudio Bonasia Raffaella Sciarra Gianni Scassa Igor Fantini Andrea Sisti Luca Di Evangelista SEGRETERIA DI REDAZIONE Wivian Iacobucci Emanuela Scarfone Michele Pirro Esilde Collini

SPECIALE AGROALIMENTARE: Mauro Febbo, Marino Giorgetti, La Selvotta, Filomusi Guelfi, D’Orsogna Dolciaria, Fattorie Riccitelli

Anno VII Numero 6 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2012

93 RED RESEARCH

In Abruzzo si insegna la cultura culinaria

DO.IT

Apre a Colonnella il nuovo outlet per l’arredamento

LUROS MEDIA

Comunicare outdoor

IL TRUST

Convegno di Studio Marsicano, Banca Fideuram e Abruzzo Magazine

In primo piano le dottoresse Giovanna D’Innocenzo (a destra) e Serena Columbo, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario di Fisioter. In camice bianco e in senso orario i tre Case manager Monica Di Campli, Federica Palumbo e Pierluigi Petrongolo. Con loro il medico chirurgo Sonia Tanzi

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STAMPA Printer Group Italia S.r.l. Abruzzo Magazine Periodico bimestrale Registrazione del Tribunale di Pescara n. 3 del 01/02/10 Editore VACANZECULTURA.IT Redazione, direzione, sede legale, amministrazione e abbonamenti Via Carlo Poerio n. 3 65122 Pescara Tel. 085 799 81 90 redazione@abruzzomagazine.it Anno VII Numero 6 (nuova edizione) Novembre / Dicembre 2012 La foto di copertina è di Matteo Francavillese Abruzzo Magazine è un marchio registrato di proprietà di VacanzeCultura.it. Il periodico è stato fondato, nella sua prima edizione del 1993, da Donato Parete e Sergio Di Tillio. Il numero è stato chiuso in redazione il 07/12/12 e tirato in 19.600 copie.

www.abruzzomagazine.it

Editoriale 8 Buon anno 2013 16 Press Room

Cover Story 20 Fisioter

Passione Finanza 26 Il convegno sul Trust 31 Ida Pagnottella

Imprese 32 35 36 39 40 43 44 47

8 ABRUZZOMAGAZINE NOVEMBRE/DICEMBRE 2012

Red Research Tenuta Arabona Luros Media Mobil Project Wellness & Security Car Centre Do.It Sergio Del Casale

48 Angelo Zaccaro 51 Di Lorito Infissi

Personaggi 54 Avvocato Valente 56 Doriana Roio

Banche 60 CariChieti e Tercas

Primo Piano 64 Stefano Cianciotta 69 Claudio Bonasia

Il Punto di Vista 72 Maurizio O. Delfino

Eventi 74 Pmi e convegno arbitrato

L'Advertising in Abruzzo 76 Di Paolo, Febbraro, Pomilio

Associazioni

78 Plan People

Speciale Agroalimentare 80 Mauro Febbo 85 Marino Giorgetti 86 La Selvotta 88 93 95 86

Filomusi Guelfi D'Orsogna Dolciaria Fattorie Riccitelli

Abruzzo & Golf

88 La nona lezione 86 Abbiamo Cenato Per Voi 88 Sapori D'Arte





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EDITORIALE

Buon 2013 con Abruzzo Magazine A pagina 26 il convegno sul trust appena organizzato con Studio Marsicano e Banca Fideuram., video integrale su www.studiomarsicanocorporate.com. Perché la protezione del patrimonio può essere un dovere di tutela di quanto si tramanda attraverso le generazioni... di Donato Parete

C

ome sempre l'editoriale del numero che chiude l'anno di Abruzzo Magazine viene scritto in piena atmosfera di Natale, con in più l'Imu nella mente di tutti, ma con il nostro giornale che registra principalmente che ci sono imprese che vanno bene, comunque, nonostante tutto, e poi che il 2013 sarà un anno che richiederà coraggio e dedizione, ma che come sempre darà le giuste opportunità, anche in ambiente difficile come è l'operare in Abruzzo, per quelli che senza prebende varie si misurano davvero col mercato. Come i nostri lettori sanno, Abruzzo Magazine raggiunge tanti, tantissimi, imprese e professionisti: ciò che chi ci sfoglia continuerà a trovare, e di più nel 2013, è il giornale di servizio, che nel nostro caso vuol dire informazione locale utile, ovviamente negli ambiti di Abruzzo Magazine, cioè in particolare verso due direzioni: facce e storie di chi in Abruzzo ha fatto e sta facendo qualcosa (è il nostro modo di proporvi che cosa si può imparare da loro) e, ed è l'altra nostra scelta, concreti pezzi di “educazione finanziaria”, che mutueremo da chi riteniamo che ne sappia. Gestire il risparmio (anche quel poco che le condizioni consentono), gestire il proprio denaro, è necessario, e si può imparare e migliorare. Abruzzo Magazine esplorerà su ogni numero due strade: guardiamo insieme a chi è possibile affidarsi, possibilmente con cognizione di causa (la nostra rassegna delle reti dei promotori finanziari e il punto di vista della consulenza finanziaria indipendente), ma anche, persino, la scelta del fai da te (che qualche volta può portare a risultati anche migliori: imparare per credere), che non dissennatamente è la proposta che si segue nella inauguranda Trading Room Pescara. Ci piace molto, e li seguiremo passo passo, l'iniziativa di questi trader abruzzesi: innanzitutto perché ci stimola l'ardire di chi, in provincia e non dentro una grande banca, ha così tanto interesse per i mercati finanziari da “inventarsi” una professione (a proposito, c'è ancora tempo per aderire al progetto sin dalla sua nascita, telefonando allo 0857998058 o scrivendo a contatti@tradingroompescara.it). Poi perché, quando aprirà nei primi mesi del 2013, la Trading Room Pescara, in Via Nicola Fabrizi, sarà un luogo fisico in cui incontrarci, tutti quelli che vorranno, in una grande sala conferenze, appunto sulle tematiche di educazione finanziaria, tutte, e ci interessano molto. Tra le altre anche quelle

assicurative, se consideriamo quanto siamo indietro, rispetto ad altri e più evoluti paesi, nelle tutele che per esempio un capofamiglia dovrebbe avere la responsabilità di prevedere, così come tante possono essere le protezioni possibili alla vita d'impresa. Ne parleremo su queste pagine e negli incontri nella trading room e non solo. Quanto a eventi, noi di Abruzzo Magazine siamo ancora pieni di soddisfazione per le quasi 250 persone assiepate al Petruzzi di Pescara al convegno sul trust che abbiamo organizzato insieme all'avvocato Gerardo Marsicano e a Banca Fideuram (il servizio è a pagina 26): altro tema che svilupperemo ampiamente, questo della protezione del patrimonio. Buona lettura e buon anno.

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Su Mf il collegamento elettrico che interessa anche l’Abruzzo

Federica Morricone su Sette CELEBRATO IL MONTEPULCIANO D’ABRUZZO “BASE” 2010 DELL’AZIENDA VILLA MEDORO DI ATRI (TERAMO) A metà novembre, numero di Sette del Corriere della Sera con in copertina Andrea Stramaccioni, allenatore dell’Inter. A pagina centoquarantaquattro spazio al Montepulciano d’Abruzzo 2010 Villa Medoro (Atri, Teramo). Si legge: «Federica Morricone (in foto), giovane imprenditrice, è un vero terremoto. In meno di dieci anni ha proiettato la sua azienda vitivinicola fra le migliori della sua regione…».

Prysmian Group, leader nel settore dei cavi e sistemi per l'energia e le telecomunicazioni, ha acquisito, a seguito di gara pubblica indetta da Tern, una nuova commessa del valore di circa 400 milioni di euro, nell'ambito del progetto "Mon.Ita.", collegamento elettrico sottomarino fra Montenegro e Italia. Alla stazione elettrica di Villanova (Pescara), si stanno realizzando le infrastrutture necessarie a supportare la portata del cavo da 380 kW. I lavori cominceranno nel 2013.

La scalata immobiliare dell’abruzzese Caputi Il personaggio scelto dal Corriere della Sera è l’ingegnere Massimo Caputi (nella foto, solo omonimo del conduttore sportivo della Rai). Il collega Mario Gerevini dipinge un quadro di luci e qualche ombra, definendolo: «Il prototipo dell’uomo d’affari. Molteplici affari, ma con gli immobili nel dna e nel portafoglio. Caputi, nato a Chieti, è uno di quelli che nella valigetta ha sempre le carte per chiudere un’opera-

zione e i documenti per avviarne un’altra. È cresciuto a pane e mattoni fin da quando, trent’anni fa, prese in mano la società di famiglia, la Proger (progettazione e direzione lavori). Ad aprile scorso è uscito da Fimit con un’opzione che gli ha reso venti milioni di euro. Oggi, nella valigetta ci sono forse già le carte per andare, insieme a Roberto Haggiag, alla caccia di Prelios, la ex Pirelli Real Estate».

Barbarossa per 24 Ore Formazione Il pescarese Fabrizio Barbarossa, Enterprise Consulting, figura tra i docenti scelti dal Gruppo Sole 24 Ore, divisione Formazione, per il corso “Google marketing: come farsi trovare nei motori di ricerca”. Il modulo, estremamente attuale, fa parte del Master Digital Marketing Lab, con appuntamenti periodici a Milano e Roma. Barbarossa (nella foto) è autore del libro “Google marketing. Guida al più grande mercato del mondo”, edito da Franco Angeli.

16 ABRUZZOMAGAZINE NOVEMBRE/DICEMBRE 2012


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FISIOTER, FISIOTERAPIAeRIABILITAZIONE D’ECCELLENZAinABRUZZO

Le dottoresse Giovanna D’Innocenzo e Serena Columbo, insieme ad uno staff di trentacinque specialisti, guidano il centro con le due sedi di Montesilvano e Pescara di Lorenzo Dolce - foto di Matteo Francavillese

C

atturare l'attenzione, quando si varca la porta d'ingresso, sono il comfort, l'ordine e l'eleganza, assieme alla cordialità e alla disponibilità dei dipendenti, che accolgono tutti con un sorriso. Anche luci e colori, percorrendo i lunghi corridoi, fanno quasi dimenticare di essere in una struttura che opera in ambito sanitario. Se negli anni Fisioter, storico centro di riabilitazione privato abruzzese, è cresciuto tanto, fino a divenire uno dei punti di riferimento del settore, probabilmente è proprio per il particolare approccio con gli utenti e per l'idea di qualità e professionalità che è alla base dell'attività. Anche il fondatore e direttore generale del centro, Giovanna D'Innocenzo, nel mostrare le diverse aree della struttura e il funzionamento dei tanti macchinari innovativi, molti dei quali unici nel loro genere, prova a spiegare quale sia l'essenza dell'attività: «Fare sì della fisioterapia e della riabilitazione - osser-

Lo staff di specialisti Fisioter

20 ABRUZZOMAGAZINE NOVEMBRE/DICEMBRE 2012


COVER STORY

Al centro le dottoresse Giovanna D’Innocenzo e Serena Columbo, nella vita privata madre e figlia. Accanto a loro, da sinistra Sonia Tanzi (medico chirurgo), Federica Palumbo (Case manager), Monica Di Campli (Case manager) e Pierluigi Petrongolo (Case manager)

NOVEMBRE/DICEMBRE 2012 ABRUZZOMAGAZINE 21


COVER STORY

LE PRESTAZIONI PIÚ INNOVATIVE

Isocinetica

Con macchinari all’avanguardia, Fisioter è l'unica realtà abruzzese ad avere introdotto l’isocinetica, una metodica utilizzata nella riabilitazione motoria che consente di misurare la forza espressa da un arto durante un determinato movimento. «Non si tratta di un servizio essenziale - spiega Giovanna D'Innocenzo -, ma piuttosto di un servizio che vogliamo offrire al territorio». Valutazioni su diversi giocatori, prima dell'acquisto, sono state fornite, tra l'altro, alla Pescara Calcio.

va la dottoressa -, ma essere diversi dagli altri, sotto il profilo tecnologico, dell'innovazione e, soprattutto, dal punto di vista culturale. Qui c'è un'accoglienza diversa, un approccio particolare con gli utenti; li abbracciamo, li accogliamo e li sosteniamo». Il percorso di Fisioter, struttura accreditata con il Servizio sanitario nazionale, inizia nel 1981 a Montesilvano, proprio da un'idea della D'Innocenzo. Laureata in fisioterapia e da sempre vicina alle problematiche relative alla disabilità, la fondatrice del centro vanta una lunga esperienza nel campo della riabilitazione. Oltre alla struttura di Montesilvano, di recente è stata inaugurata una moderna sede a Pescara. Da sempre, per Fisioter, le parole d'ordine sono

22 ABRUZZOMAGAZINE NOVEMBRE/DICEMBRE 2012

Postural Bench

eccellenza, qualità, professionalità, competenza e sensibilità; caratteristiche, queste, che si percepiscono anche trascorrendo solo pochi minuti con il personale. Come la qualità, la competenza e la professionalità siano alla base della filosofia aziendale, d'altronde, lo dimostra anche il curriculum del direttore sanitario, Serena Columbo. Laureata con lode in Medicina e chirurgia e specializzata con il massimo dei voti in Medicina fisica e riabilitazione, la Columbo, prima di approdare in Fisioter, ha lavorato a Bologna - città considerata la patria della riabilitazione - in strutture sanitarie di fama internazionale. La vera forza di Fisioter - e questo gli utenti lo sanno bene - sono, però, le oltre 35 persone

Studiare la postura, gli squilibri muscolari e le alterazioni viscero-somatiche: a questo occorre il Postural bench, uno dei servizi offerti da Fisioter. Uno strumento unico e innovativo che, grazie a sei sensori rilevatori di carico posizionati a livello cervicale, dorsale e lombosacrale su una panca, è in grado di segnalare le tensioni muscolari della catena cinetica posteriore. L'utente in questo modo ha la possibilità di prendere coscienza e correggere il disequilibrio muscolare.


COVER STORY

Idrokinesiterapia

La sede pescarese di Fisioter è dotata di una piscina che consente di praticare l'idrokinesiterapia, ovvero l'insieme delle tecniche di trattamento che sfruttano le proprietà fisiche dell'acqua. La piscina, dalla temperatura costante, è idonea a tutti i servizi di riabilitazione. Nella vasca riabilitativa opera uno staff di fisioterapisti professionisti che, con tanto di muta, assistono gli utenti nelle diverse attività.

che, nel complesso, lavorano per il centro, tra medici, fisioterapisti, personale del front office e manager, tutti in regola con gli accreditamenti Ecm (Educazione continua in medicina), così

come richiesto a livello ministeriale. I lavoratori hanno ben chiaro quale sia il valore di concetti come professionalità e sensibilità. Il centro, d'altronde, è l'unico ad avvalersi della

PER FISIOTER LE PAROLE D’ORDINE SONO ECCELLENZA, QUALITÀ, PROFESSIONALITÀ, COMPETENZA E SENSIBILITÀ

La sede di Pescara

VALORI CHE SI PERCEPISCONO ANCHE TRASCORRENDO SOLO POCHI MINUTI CON IL PERSONALE DELLA STRUTTURA

NOVEMBRE/DICEMBRE 2012 ABRUZZOMAGAZINE 23


COVER STORY

La dottoressa Serena Columbo

Laureata con lode in Medicina e chirurgia e specializzata con il massimo dei voti in Medicina fisica e riabilitazione, è Serena Columbo il dirigente sanitario di Fisioter. Vanta esperienze professionali in importanti strutture sanitarie, come il Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, il Rizzoli e il Maggiore di Bologna e il Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.

consulenza di un coach per la formazione costante del personale. I servizi offerti spaziano da quelli tradizionali della riabilitazione a quelli particolari ed innovativi, come l'isocinetica, una metodica utilizzata nella riabilitazione motoria che consente di misurare la forza espressa da un arto durante un determinato movimento. Grazie ad un imponente investimento per l'acquisto di macchinari all'avanguardia, Fisioter è l'unica struttura abruzzese ad offrire una prestazione

24 ABRUZZOMAGAZINE NOVEMBRE/DICEMBRE 2012

Laureata in Fisioterapia, il direttore generale di Fisioter, Giovanna D’Innocenzo, vanta una lunga esperienza nel campo della riabilitazione, con docenze in strutture di primaria importanza. È convinta che, anche in tempi di crisi, sia fondamentale curare l’eccellenza e investire, tanto da essere stata la prima ad introdurre in Abruzzo numerosi macchinari innovativi.

di questa tipologia. C'è poi il Postural bench, un sistema che, grazie a dei sensori posizionati su una panca, consente di studiare la postura, gli squilibri muscolari e le alterazioni viscero-somatiche, dando all'utente la possibilità di prendere coscienza e di correggere i disequilibri. La sede pescarese di Fisioter, inoltre, dispone di una piscina in cui praticare la cosiddetta idrokinesiterapia, ovvero l'insieme delle tecniche di trattamento che sfruttano le proprietà fisiche

La dottoressa Giovanna D’innocenzo

dell'acqua. Nella particolare vasca fisioterapisti professionisti guidano e assistono gli utenti nelle diverse attività. I visitatori, tra l'altro, hanno la possibilità di sottoporsi a visite specialistiche. Collabora con il centro, ad esempio, Francesco Berni Canani, specialista in Otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale, dirigente medico, prima all'Ospedale Maggiore di Bologna e ora al Civile di Pescara, ed autore di numerosi progetti di ricerca e di pubblicazioni scientifi-


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gli utenti provenienti da tutta la regione. Anche in tempi di crisi, in Fisioter le soddisfazioni non mancano. "Se ti concentri sull'eccellenza, sulla qualità e sulla professionalità - conclude la D'Innocenzo - la crisi non la senti, ma al contrario può nascere qualcosa di positivo. Noi abbiamo fatto investimenti notevoli in un periodo in cui tutto è fermo". Tra i progetti per il futuro, c'è l'apertura di nuovi centri, il primo dei quali, nel 2013, nel chietino.

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PASSIONE FINANZA

L'Ordine dei commercialisti di Pescara (con il presidente uscente Tracanna e il neopresidente Domenico Di Michele, in rappresentanza della Fondazione dell'Ordine) ha promosso l'affollatissimo convegno, in collaborazione con lo Studio Marsicano Corporate dell'avvocato d'affari romano Gerardo Marsicano, molto presente in Abruzzo, con Banca Fideuram e con Abruzzo Magazine. Il video integrale dei lavori è su www.studiomarsicanocorporate.com

avvocato Gerardo Marsicano spiazza un po' la platea, introducendo i lavori, e dedica le prime battute ed un applauso al professor Maurizio Lupoi, che del trust in Italia è un po' la balia, il precursore. Anzi il vessillifero. Perché, come dei moderni Templari, Lupoi, Marsicano, il (nostro) notaio De Matteis e non molti altri hanno dovuto abbandonare alcuni confortevoli agi mentali e culturali («certe categorie del diritto romano germanico» dice un po' a muso storto Marsicano) per iniziare la missione della conoscenza di quest'istituto, e delle sue crescenti potenzialità applicative per un tipo di ”utenza” non sempre associata ai discorsi sul trust, e cioè quella generalizzata, non solo ricconi o portatori di enormi patrimoni. Marsicano - “templare del trust” - ricorda di sé di aver voluto lasciare la professione forense tradizionale 16 anni fa apposta per dedicarsi al mondo delle imprese, facendo della consulenza, e del Corporate in particolare, il suo campo di lavoro. La citazione dei Templari non è casuale, perché sempre Marsicano rivela che l'origine dell'istituto risale proprio al tempo dei crociati che, partendo per un destino per nulla scontato, avevano la necessità di affidare i propri beni con la certezza di rientrarne in pieno possesso al ritorno, ovvero di disporne con precise anticipate indicazioni in caso di morte o mancato

L'

26 ABRUZZOMAGAZINE NOVEMBRE/DICEMBRE 2012

Paolo Tracanna, presidente uscente commercialisti Pe

Giuseppe Magliulo, capoarea Banca Fideuram

Trust con Marsicano e Banca Fideuram Studio Marsicano Corporate, Banca Fideuram e Abruzzo Magazine hanno radunato i massimi esperti per fare il punto su un istituto ancora ostaggio di equivoci e diffidenza di Maurizio O. Delfino e Donato Parete

GIOVANNI DE MATTEIS, NOTAIO IN CHIETI

GERARDO MARSICANO, STUDIO MARSICANO CORPORATE


PASSIONE FINANZA

rientro dalle missioni. Dunque un istituto giuridico di matrice anglosassone che, grazie alla ratifica di due Convenzioni dell'Aia, dal 1992 è uno strumento a disposizione del e nel nostro ordinamento senza se e senza ma. Ma allora perché tanti dubbi, tante incertezze, qualcuno (Gazzoni, punta di diamante del diritto civile italiano) che continua a negarne la piena legittimità? Perché ancora e sempre l'ombra dell'ambiguo “escamotage” per raggirare fondamentalmente le norme sulla garanzia patrimoniale? ”Il trust non si può intuire ma va studiato approfonditamente” dice

LORENZO DEL FEDERICO, DOCENTE DI DIRITTO TRIBUTARIO

Lupoi in una bella riflessione del 2010 citata da Marsicano. E l'avvocato romano nel disegnare la cornice del problema e le innumerevoli sfumature offerte dall'intensa esperienza pratica in tutto il mondo, non ha paura di dire la sua: «Il problema è che molti professionisti e giudici in Italia non lo conoscono». De Matteis («uno dei migliori tecnici e conoscitori dell'istituto», dice più volte Marsicano mentre il notaio teatino schermisce i complimenti) conferma l'assunto con tanti esempi, a partire da una sentenza del Tribunale di Velletri, potremmo dire (giornalisticamente) talmente sbagliata da aiutare a capire di più di cosa si sta parlando. Per rispettare Lupoi allora cerchiamo di comprendere: con il trust è possibile separare (segregare si dice nel caso specifico) un complesso di beni (di qualunque tipo) in vista (con il vincolo quindi) di un certo scopo e nell'interesse di qualcuno. Questa segregazione (separazione di beni vincolata ad uno scopo) crea una sorta di corazza che impedisce le azioni contro questi beni o quelle per farli rientrare nel patrimonio di partenza. Si può agire pressocché solo per sostituire questa sorta di nuovo proprietario/gestore (il trustee) se non agisce in coerenza con lo scopo. Di solito ci sono infatti tre soggetti, uno che decide di questi beni, uno che li amministra con facoltà e poteri del tutto analoghi a un proprietario e uno che ne beneficia prima o poi in qualche modo. Ma potrebbero essere solo due oppure addirittura uno (che decide di vincolare determinati beni ad un qualche scopo al cui fine lui stesso si impegna), salvi i problemi applicativi sollevati per lo più dalle autorità fiscali e tributarie. Questo atto di destinazione può essere sottoposto alla giurisdizione e quindi legislazione di uno qualunque dei

ANTONIO GRISAFFI, PRIVATE BANCA FIDEURAM

Quasi 250 persone hanno gremito l'auditorium Petruzzi a Pescara l'8 novembre scorso: “Il trust, grande istituto di libertà o ambiguo escamotage?”

L'ISTITUTO DEL TRUST

Il trust è nato in Inghilterra al tempo delle crociate per permettere ai crociati, che lasciavano le loro proprietà terriere per recarsi in Terra Santa, di nominare un fiduciario che gestisse i beni e che svolgesse il ruolo di esecutore testamentario in caso di morte in guerra.

Dal primo gennaio del 1992 è in vigore nel nostro Paese la legge sedici ottobre 1989, numero trecentosessantaquattro, dal titolo “Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla legge applicabile ai trust e sul loro riconoscimento”, adottata a L’Aja il primo luglio del 1985.

L'avvocato Gerardo Marsicano ha presentato il trust istituito nel Regno Unito. La sua struttura dedicata ai trust, Studio Marsicano Corporate, ha sedi a Roma e a Londra, nella City in prossimità dei grattacieli di Canary Wharf, tra studi blasonati e brand di finanza internazionale.

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PASSIONE FINANZA

paesi che hanno ratificato la Convenzione (e fra questi «non ci sono i paesi offshore», ci tiene a sottolineare Marsicano). «Non occorre che lo scopo risponda a requisiti di liceità e meritevolezza» - spiega il notaio De Matteis sulla trama della sbrigativa sentenza laziale - «perché questi valgono per la verifica di un contratto atipico italiano, mentre il trust è un contratto tipico di ordinamento straniero. Se quindi è vero che le eccezioni al principio dell'unicità del patrimonio (il principio generale del diritto civile secondo cui ciascuno risponde con il proprio intero patrimonio) devono essere stabilite solo dalla legge, qui una legge, recependo una Convenzione internazionale, ha introdotto una di queste eccezioni». Salvi solo ovviamente i limiti delle norme imperative, ordine pubbli-

Gerardo Marsicano. Studio legale a Roma, Verona, Bolzano e Francoforte. La struttura Studio Marsicano Corporate, uffici a Londra e a Roma, si occupa di trust e risanamenti finanziari, info su www.studiomarsicanocorporate.com

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co e buon costume. Insomma un emblematico esempio di «filosofia giuridica premiale di diritto comune equitativo inglese» insiste il notaio, per spiegare come e quanto il trust possa rispondere meglio e di più ad esigenze di solito sottese a istituti interni più noti come il fondo patrimoniale (che può essere solo vincolo patrimoniale su beni registrati in presenza di matrimonio, etc.) oppure l'atto di destinazione o i patti di famiglia. E per spiegare anche un aspetto essenziale, psicologico e culturale, per cui oltre che i tecnici poco attenti anche i potenziali interessati talvolta si irrigidiscono di fronte alla circostanza che il bene conferito in trust esce dalla propria sfera soggettiva, di controllo e decisione e passa nelle mani di un altro. Che deve gestire (e ne risponde se fa male) con pieni poteri nel rispetto del programma, della finalità stabilita. Il trust è una cosa seria, altro che escamotage. «Non esiste richiesta di annullamento nel Regno Unito che sia stata accolta dal Tribunale dell'Equity», aveva ricordato all'inizio Marsicano, dando anche conto di alcune interessanti peculiarità del sistema giuridico e giurisdizionale inglese (ed esprimendo la sua schietta e motivata preferenza per i trust costruiti direttamente e interamente in Inghilterra). Si comincia a capire di più lo sforzo culturale a cui si riferiscono continuamente i relatori, l'incompatibilità del trust con uno schema, uno qualunque, ad essere schematizzato. Antonio Grisaffi di Fideuram conferma l'assunto riferendo dell'esperienza che «molti si ritraggono dopo aver approcciato l'ipotesi». E i numeri e la storia di Fideuram sono un test di non poco conto in Italia, considerando l'offerta precisa e ampia di intervento appunto nel campo dei servizi fiduciari, che vengono dettagliatamente spiegati da Grisaffi e prima di lui da Giuseppe Magliulo nei saluti dei promotori del convegno. Per esempio il delicato tema dei passaggi generazionali (nota dolente e cruciale negli studi sul nostro sistema produttivo), della separazione dei patrimoni nella gestione di imprese e professioni, della garanzia di riservatezza quando questa è funzionale a progetti finanziari o industriali, eccetera, per non parlare delle tante comunissime situazioni, a cui fa cenno il notaio De Matteis mostrando forse la vera faccia del trust, la sua duttilità a rispondere ad aspettative spesso incastrate fra loro, come in tema di convivenza, figli da relazioni con diversa natura giuridica, sostentamento non diversamente garantito dagli schemi tipici (e forse un po' vecchiotti?) del nostro sistema giuridico tradizionale. Insomma è sbagliato continuare ad associare il trust solo alle

L'EVENTO DEL GIORNALE Maurizio Delfino, pescarese, legale bancario in Veneto Banca presso la sede di Montebelluna, è l'editorialista di Abruzzo Magazine che ha curato la cronaca del convegno, insieme al direttore Donato Parete. Primo evento pubblico del nostro giornale nei sette anni di nuova edizione, visto il successo ne seguiranno altri, su temi di finanza personale e d'impresa

vicende finali della vita di un impresa, che sono quelle più esposte all'equivoco del trucco o della furbata, nonché quelle più bersagliate da provvedimenti talvolta un po' ottusi o pregiudiziali, di cui Gerardo Marsicano ha voluto dar conto, anche per ricordare - all'opposto - la potenzialità dello strumento, se ben usato, proprio ed anche su questo piano. L'atmosfera anglosassone pervade la sala e il tavolo dei relatori... Si torna però in Italia con il professor Lorenzo Del Federico, che pur con pacatezza e ordine anglosassone (nonché personale fisionomia, per la verità) racconta e spiega la bizzarria delle norme tributarie capaci di rendere ente o soggetto ciò che è un negozio, ma solo in parte. «Le imposte di registro e catastali lo odiano, quelle reddituali lo proteggono», sintetizza il docente e avvocato, che illustra anomalie, preoccupazioni, prassi e assetto delle regole tributarie in tema di trust. Rivelando che almeno per il fisco il trust è presente e noto con il suo nome (art. 73 del Tuir), salvo quelle dicotomie accennate (soggetto Ires per dividendi, profitti e rendite, ma poi la più aspra applicazione di imposte ipotecarie e catastali anche nella modalità e tempi di applicazione, tutte anticipate), e lanciando la provocazione della sua attenta (e sollecita) considerazione prima che nuove imposte mordano ancora patrimonio e transazioni (posto che sembra ancora solo questa la via per far quadrare i conti, ma questa è un'annotazione nostra). D'altra parte il presidente dei commercialisti di Pescara Paolo Tracanna, un po' padrone di casa, con lo Studio Marsicano, Banca Fideuram e Abruzzo Magazine, era stato esplicito nel domandare a nome della categoria schiettezza e spiegazioni. In buona parte è stato accontentato. Per il resto, siccome il trust “non si può intuire ma va studiato approfonditamente”, noi ci torneremo.



FEDERAZIONE DELLE BANCHE DI CREDITO COOPERATIVO DELL’ABRUZZO E DEL MOLISE Via Avezzano, 2 - PESCARA Tel. 085 2056799 - Fax 085 2058904 www.fedam.it e-mail: farinas@fedam.bcc.it

REGIONE ABRUZZO PROVINCIA DI L'AQUILA 1. B.C.C. di Pratola Peligna Soc.Coop.va - Via Antonio Gramsci, 136 - 67035 Pratola Peligna - Tel. 0864 273127 - Fax 0864 272002 Filiali: Pratola Peligna, Corfinio, Sulmona, Popoli, Vittorito, Bussi sul Tirino, Castiglione a Casauria.

PROVINCIA DI CHIETI 1. B.C.C. “Sangro Teatina” di Atessa Soc.Coop.va - Via Brigata Alpina Julia, 6 - 66041 Atessa - Tel. 0872 85931 - Fax 0872 850333 Filiali: Atessa, Casalbordino, Piazzano di Atessa, Castiglione Messer Marino, Agnone, Giuliano Teatino, Canosa Sannita, Miglianico, Scerni, Villa S.Maria, Chieti, Selva di Altino, S.Martino in Pensilis, Bagnoli del Trigno, Guglionesi, Termoli. 2. B.C.C. “Valle Trigno” Soc.Coop.va - Via Duca Degli Abruzzi, 103 - 66050 San Salvo - Tel. 0873 34521 - Fax 0873 345250 Filiali: San Salvo, Mafalda, Vasto (2), Trivento, Limosano, Ripalimosano.

PROVINCIA DI PESCARA 1. B.C.C. Abruzzese di Cappelle sul Tavo Soc.Coop.va - Via Umberto I, 78/80 - 65010 Cappelle sul Tavo - Tel. 085 44741 - Fax 085 4470199 Filiali: Cappelle sul Tavo, Montesilvano, Pescara Colli, Villanova di Cepagatti, Pescara c.c. “Il Mulino”, Collecorvino, Montesilvano Sud, Moscufo, Chieti Scalo.

PROVINCIA DI TERAMO 1. B.C.C. dell’Adriatico Teramano Soc.Coop.va - Corso Elio Adriano, 1/3 - 64032 ATRI - Tel. 085 8798445 - Fax 085 8798447 Filiali: Atri, Mosciano S.Angelo, Mosciano S.Angelo (paese), Roseto degli Abruzzi, Giulianova, Borgo S.Maria (Fraz. Di Pineto). 2. B.C.C. di Basciano Soc.Coop.va - C.da Salara, 33 - 64030 Basciano - Tel. 0861 650065 - Fax 0861 650080 Filiali: Basciano, Castel Castagna, Isola Gran Sasso, S.Nicolò a Tordino, Teramo. 3. B.C.C. Castiglione M. Raimondo e Pianella Soc.Coop.va - Viale Umberto I - 64034 Castiglione M.R. - Tel. 0861 9941 - Fax 0861 994215 Filiali: Castiglione M. Raimondo, Penne, Loreto Aprutino, Pianella, Rosciano, Cerratina, Città S. Angelo, Elice, Silvi Marina, Pineto, Montesilvano, Pescara. 4. Banca di Teramo di C.C. Soc.Coop.va - Via Crucioli, 3 - 64100 Teramo - Tel. 0861 25691 - Fax 085 2569333 Filiali: Tortoreto Lido, Castelnuovo V., Teramo (via Crucioli), Teramo (Via Argentina), Montorio al Vomano, S.Egidio alla Vibrata, S.Atto, Giulianova.

REGIONE MOLISE PROVINCIA DI CAMPOBASSO 1. Banca Molisana di Credito C. Soc.Coop.va - Largo Cavour, 21 - 86044 ColletortoTel. 0874 730427 - Fax 0874 730893 Filiali: Colletorto, S.Giuliano di Puglia, Petacciato, Termoli. 2. B.C.C. di Gambatesa Soc.Coop.va - Via Nazionale Appula, n°29 - 86013 Gambatesa - Tel. 0874 719689 - Fax 0874 719564 Filiali: Gambatesa, Pietracatella, Riccia, Castelvetere in Val Fortore.


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AFFRONTARE I MOMENTI DI PANICO Su Abruzzo Magazine il punto di vista della Consulenza Finanziaria Indipendente di Ida Pagnottella

gni volta che il panico arriva sul mercato ricevo telefonate da risparmiatori e clienti potenziali preoccupati per i loro risparmi, che mi chiedono cosa fare. Gli ultimi numerosi episodi sono stati in luglio, quando ho ricevuto moltissime chiamate da persone preoccupate, molti mi dicevano che volevano prelevare tutto dal loro conto bancario perché temevano che l’Italia uscisse dall’Euro, che le banche fallissero, eccetera, eccetera. I momenti di panico ci sono sempre, e ci saranno sempre. Ma non sono mai preannunciati! Quando tutti dicono che sta per avvenire un disastro, state tranquilli che non arriverà. In quel momento, almeno. Forse in un altro momento, però non quando tutti l’aspettano. Ho pensato di elencare alcune regole di buon senso per affrontare questi momenti. Ciò che rovina l’andamento dei portafogli di investimento non sono i momenti di panico, che possono essere un’opportunità di guadagno. Soprattutto è fondamentale conoscere le regole di buon senso da seguire negli investimenti. Il momento in cui si fa un piano di investimento è durante i periodi di serenità, purtroppo osservo che molti non mettono in discussione le loro scelte di investimento durante i momenti sereni, e poi quando si scatena il momento di panico, e i danni sono già verificati, si chiedono: “Cosa devo fare? Non voglio perdere tutto!” La nostra mente, per affrontare i mercati finanziari, deve essere preparata per non cadere in trappola degli errori più comuni e che portano ad avere rendimenti deludenti sui portafogli. Un punto di partenza può essere l'elenco di regole di buon senso e degli errori più comuni da evitare.

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Alcune regole di buon senso da seguire: 1. Prima di investire in qualsiasi strumento è fondamentale definire prima i propri obiettivi finanziari, poi creare un progetto di portafoglio per raggiungere tali obiettivi e poi investire, in modo da investire in strumenti compatibili con i miei obiettivi; 2. Informarsi sui costi globali del prodotto di investimenti e chiedersi se vale la pena pagarli. Costi elevati vanno bene solo se offrono un vero valore aggiunto. Ad esempio le polizze unit linked sono prodotti con costi propri annuali che investono in fondi comuni che hanno a loro volta altri costi annuali di gestione. Per capire il vero costo del prodotto è necessario sommare i costi di tutti gli “strati”; 3. Per valutare il rendimento nel tempo, bisogna considerare il rendimento reale, cioè la capacità del portafoglio di mantenere il passo con l’inflazione. Osservo che molti si innamorano di conti deposito a 3 mesi perché offrono rendimenti fissi senza sorprese, però bisogna chiedersi se nel lungo periodo questa strategia permette di mantenere il potere di acquisto del patrimonio; 4.Non bisogna confondere la volatilità con il rischio: il portafoglio ben diversificato è sicuramente meno rischioso di un portafoglio investito al 100% in pronti termine o conti risparmio (perché può proteggere dal rischio di svalutazione della nostra moneta, ad esempio, cosa che il pronti termine non può fare), però è per forza più volatile del pronti termine o conto risparmio, i quali offrono rendimenti fissi nominali. Cercherò di tornare su questo concetto in un mio prossimo articolo su Abruzzo Magazine; 5. Ricordarsi che non esistono investimenti “sen-

za rischio”, però si possono creare portafogli e strategie diversificate che riescono a ridurre e minimizzare il rischio a parità di rendimento, in quanto una diversificazione intelligente può preparare il portafoglio ad affrontare più scenari possibili di mercato; 6. È sempre errato scegliere un prodotto in base ai rendimenti passati, si finisce per investire in ciò che hanno già comprato tutti perché vediamo che è l’investimento che secondo noi sicuramente fa guadagnare. Il punto di partenza è chiedersi che beneficio porta il prodotto al mio portafoglio in termini di rischio, in termini di capacità di affrontare più scenari di mercato per il portafoglio, e non i rendimenti passati; 7. È sempre una buona idea cambiare o agire sul portafoglio durante i momenti di serenità, quando tutto sembra andare bene, per prepararsi per i momenti di panico, che arrivano sempre prima o poi. Quando arriva il panico e sembra che il mondo debba finire è il momento per valutare se investire. Spesso basta che il mondo non finisca per far sì che tutto riprende a salire! 8. Per quanto riguarda le informazioni di massa, consiglio di non farsi sopraffare da troppe notizie finanziarie quotidiane. Il sistema di informazioni di massa vive di notizie, ma spesso le notizie quotidiane per l’investitore di medio periodo rappresenta solo “rumore” che crea ansia e stress . Sul prossimo Abruzzo Magazine, a inizio 2013, darò qualche suggerimento per capire quali sono le informazioni finanziarie più utili per un risparmiatore e come distinguere i “veri” guru dai finti guru, e le domande da porsi quando si ascoltano i pareri di gestori e cosiddetti esperti vari.

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ReD Research: si insegna la cultura culinaria

IL KNOW HOW Dietro ReD c’è tutto il know how di D’Orsogna Dolciaria. L’azienda abruzzese, fondata nel 1957, propone oltre tremilacinquecento referenze per decorare, con soluzioni personalizzate, i prodotti per i mercati del gelato, dello yogurt e del cioccolato. Un modello nutrizionale italiano basato sulla qualità delle materie prime e sulla semplicità delle ricette. (Nelle foto la sede e, da sinistra, il Cavaliere Mario D’Orsogna con il figlio Valerio, attuale amministratore delegato).

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Con l’esperienza D’Orsogna Dolciaria, il progetto di Luigia Bucci. Partono i corsi nella moderna sede di San Vito Chietino (Chieti)... di Andrea Beato

efinirla una scuola di cucina sarebbe riduttivo, ReD Research and Development è molto di più. La sede fornisce un primo indizio: ci troviamo all’interno di D’Orsogna Dolciaria a San Vito Chietino (Chieti), realtà che ogni anno produce circa sette tonnellate di soluzioni alimentari destinate a decorare dolci, snack, gelati, yogurt e cioccolati, con clienti del calibro di Unilever, Danone, Müller, Lindt. Ad accompagnarci nella scoperta di ReD è Luigia Bucci D’Orsogna, fondatrice e anima dell’iniziativa. Come nasce questo progetto? «Da una visione condivisa con mio marito Vale-

rio (D’Orsogna, amministratore delegato dell’omonima società, ndr) e con tutta l’azienda che rivolge un impegno costante verso innovazione ed eccellenza. Un contributo prezioso per l’affermazione del food made in Italy». Qual è il target di riferimento? «Si va dalle persone con la passione per l’arte culinaria fino ai tecnici del settore, ristoratori, cuochi, pasticceri che possono puntare qui da noi ad un’alta specializzazione. L’attenzione è poi rivolta al mondo delle imprese, in una duplice accezione. ReD è ideale per ospitare momenti di formazione esperienziale outdoor, ad esempio attività di team building, ma si propone anche come centro di ricerca che mette a disposizione

TOMMY DELLA FRANA

TOMMY DELLA FRANA

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TOMMY DELLA FRANA

Gli ambienti dove si tengono i corsi di ReD Research

le migliori conoscenze e tecnologie. Infine questa è un’ottima location per eventi dove il filo conduttore rimane la gastronomia di qualità». Veniamo alla didattica… «Tutte le lezioni si svolgono nella sala di quattrocento metri quadrati, allestita con otto postazioni autonome e complete in ogni dettaglio, per un massimo di sedici allievi per volta. Poca teoria e tanta pratica, così si possono seguire da vicino i consigli del “maestro”, riprodurre tutto ciò che viene realizzato e poi presentarlo e degustarlo nelle postazioni dedicate. Le guide sono affermati professionisti, cultori del gusto dalla comprovata esperienza. Accanto ai corsi monografici ci sono i percorsi che si sviluppano

su più incontri e abbracciano ampie tematiche: i primi, i secondi, la panificazione, la pasticceria, i menù per ricorrenze particolari, la tradizione abruzzese, la celiachia e altre intolleranze… Proponiamo anche delle formule weekend, intensive, pensate per chi lavora. L’iscrizione può essere fatta di persona, telefonando o attraverso il sito (www.redresearch.it)». Qualche anticipazione per i nostri lettori? «Siamo partiti a novembre, tutto è work in progress e molte le novità in programma. Posso dirvi che per il 2013 stiamo già contattando i migliori chef in circolazione, quelli con tre stelle, che verranno in Red per proporre i piatti che li hanno resi grandi».

UN TEAM DI PROFESSIONISTI Nel team figurano Luigia Bucci D’Orsogna e Gianfranco Nocilla, lunga esperienza come project manager di ricerca e sviluppo in campo alimentare. In cucina gli chef Ermanno Di Paolo, Giampiero Di Vincenzo e il maestro pasticcere Emmanuele Forcone. La volontà è creare un vero network di professionisti.

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I PARTNER IN CAMPO Per promuovere la cultura culinaria d’eccellenza, sostenere la ricerca e lo sviluppo nell’alimentare c’è bisogno di partner che condividano una serie di valori. Accanto alla già citata D’Orsogna, troviamo alcune eccellenze del food: il pastificio De Cecco, sinonimo di qualità nel mondo, i pluripremiati oli Ursini, le miscele aromatiche selezionate di Diana Gourmet. Materie prime abruzzesi che vengono sapientemente trasformate grazie all’impiego delle migliori tecnologie: Rational Ag è realtà leader nella produzione e distribuzione di attrezzature di cottura per cucine professionali e comunità; Polin rappresenta la più completa gamma di forni e macchine per pane, pasticceria e biscotti.

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Più di vent’anni di agricoltura biologica Tenuta Arabona, azienda a conduzione familiare, si estende su una superficie di diciotto ettari… di Lorenzo Dolce

Maria Antonietta De Acetis, titolare, e Domenico Radica, responsabile della produzione

“TERRA CRUDA” E “MANUS PLERE” SONO LE LINEE TOP DI TENUTA ARABONA

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roduce e commercializza vini a denominazione di origine controllata e, soprattutto, tutti biologici certificati, oltre ad olio extravergine di oliva e confetture. Immersa nel verde delle colline del pescarese, sorge Tenuta Arabona, azienda agricola abruzzese che ogni anno produce circa 1.600 ettolitri di vino biologico. Tenuta Arabona vanta una storia lunga oltre quarant'anni. È alla fine degli anni '60 che Dina e Pasquale Radica, viticoltori di Tollo (Chieti) cercano e trovano a Manoppello (Pescara) un ambiente ideale per esprimere la loro passione nella coltura della vite. A partire dalla metà degli anni '80 il figlio Domenico, terminati gli studi in agraria, inizia a dedicarsi all'attività prendendo in mano le redini della produzione. Negli anni '90 grazie all'impegno di Domenico e di sua moglie, Maria Antonietta De Acetis, oggi titolare dell'azienda, Tenuta Arabona inizia a cre-

scere. «Abbiamo ristrutturato la sede e abbiamo iniziato ad ampliare l'azienda - raccontano all'insegna di nuove tecnologie e innovazione, ma sempre nel rispetto della tradizione. I sette ettari iniziali sono presto diventati ventuno, completamente investiti a vigneto e uliveto specializzato». Gli autoctoni abruzzesi, come il Montepulciano, il Cerasuolo, il Trebbiano e il Pecorino, e gli internazionali come il Cabernet Sauvignon e lo Chardonnay, sono compresi in due linee commerciali: “Terra Cruda” e “Manus Plere”. Troviamo anche il vino cotto, il conosciutissimo “Don Pasquale”, dedicato da Domenico al padre, oltre ad olio extravergine d'oliva e alle confetture, tutti bio. I prodotti vengono venduti sia a livello locale, che nel resto d'Italia e all'estero. I vini di Tenuta Arabona sono particolarmente apprezzati da ristoranti, enoteche e locali del filone salutistico del biologico. L'azienda distribuisce anche all’estero, soprattutto Inghilterra, Germania e Danimarca ed in altri paesi attenti al made in Italy bio.

Tenuta Arabona, sede e vigneti a Manoppello Scalo (Pescara)

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Luros Media, comunicazione outdoor in Abruzzo I migliori impianti pubblicitari presenti sul territorio. Circuiti di affissione di grande visibilità ed efficacia… di Lorenzo Dolce

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Abbiamo una conoscenza diretta di circa cinquemila impianti per affissioni pubblicitarie presenti in tutta Italia. Questo ci permette di costruire circuiti per singola città, regionali e pluriregionali, che sono il risultato di una approfondita riflessione sulle necessità di copertura dei territori da parte dei clienti». Paolo Legnani, fondatore di Luros Media, azienda abruzzese specializzata in strategie di pianificazione outdoor su tutto il territorio dell’Italia centrale, spiega così cosa renda l'attività unica nel panorama nazionale. Alla base della filosofia aziendale, infatti, c'è un’esasperata selezione degli impianti da proporre ai clienti, con l'obiettivo di garantire la massima visibilità. A conferma di come gli utenti, sia quelli storici che quelli più recenti, abbiano

compreso la professionalità, la competenza e la capacità degli esperti dell'azienda ci sono i dati sul fatturato, in costante crescita. Luros Media nasce nel 2006 a Pescara da un’idea di Paolo Legnani, che vanta una lunghissima esperienza nel settore. Solo per citare una delle sue attività precedenti, infatti, dal 1995 al 2006 ha diretto la filiale abruzzese della concessionaria pubblicitaria delle Ferrovie dello Stato. «Da oltre novant’anni - spiega Legnani - l'affissione gioca un ruolo fondamentale nella complessa moltitudine dei media pubblicitari. L'evoluzione da una concezione quantitativa ad una di tipo qualitativa nel modo di comunicare attraverso l'affissione di poster “6x3” determina la nascita di Luros». Nel corso degli anni l'azienda, che è proprietaria di numerosi impianti nelle diverse aree geografiche di riferimento, è riuscita a creare

dei circuiti unici, esclusivi e prestigiosi. Oltre ai migliori impianti presenti a Pescara, Luros vende l'unico spazio pubblicitario dodici metri per tre presente nel capoluogo adriatico. L'azienda, amministrata da Davide Ramunno, ha sede a Pescara e a Lanciano (Chieti) e conta, complessivamente, undici addetti, distribuiti nei diversi settori.

CON CLEAR CHANNEL Luros Media si occupa anche di affissioni sulla rete autostradale, nell’ambito di un proficuo rapporto di collaborazione con Clear Channel, multinazionale specializzata nella comunicazione esterna, proprietaria dei più prestigiosi impianti per manifesti pubblicitari d'Italia. In particolare l'azienda pescarese vende in esclusiva per Abruzzo, Marche e Molise gli spazi pubblicitari sulle autostrade. In base al codice

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PAOLO LEGNANI, FONDATORE DELL’AZIENDA LUROS MEDIA CHE HA SEDE A PESCARA

Alcuni impianti presenti nei centri abruzzesi

della strada, lungo le carreggiate è possibile installare impianti a carattere turistico, mentre tutte le altre tipologie di poster devono essere posizionate nelle aree di servizio e nei parcheggi. Tante le possibilità: dai quattro metri per tre ai sei metri per tre, dai tre per sei e fino ai dodici per tre. Fatta eccezione per una minima parte di impianti che Autostrade per l’Italia vende direttamente, Clear Channel, anche attraverso le aziende partner, è concessionaria esclusiva di questi spazi.

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REALIZZAZIONI MOBIL PROJECT E DOMENICO DI GIANDOMENICO

Arredamenti di prestigio Gabriele Di Giandomenico, responsabile commerciale Mobil Project. Le soluzioni dell’azienda sono visualizzabili sul sito www.mobilprojectsrl.it

Sono quelli realizzati dall’azienda Mobil Project di Domenico e Gabriele Di Giandomenico. Artigianalità made in Italy di Andrea Beato

a Mosciano Sant’Angelo (Teramo), denominato il “Paese del Mobile”, che ha sede Mobil Project. Qui c’è una tradizione nel settore che dura ormai da generazioni. Domenico Di Giandomenico ha fondato la sua azienda proprio sulla personale eccellenza di falegname, capace di dar vita a soluzioni uniche. Stiamo parlando di quarant’anni di esperienza nella produzione di arredi per abitazioni e attività commerciali. Nel 1998 l’ingresso del figlio Gabriele, oggi responsabile commerciale, ha permesso di organizzare meglio la rete vendita e far maggiormente apprezzare il valore unico di queste creazioni: «Siamo in grado - sottolineano - di offrire proposte belle

È

e durevoli nel tempo. L’unione tra manifattura artigianale e concetti industriali garantisce l’estrema puntualità nelle consegne e la risposta alle richieste anche i più particolari». I clienti sono privati e aziende di fascia medio/alta, localizzati in Abruzzo e nelle regioni limitrofe, ma l’abilità è quella di sapersi anche affiancare al lavoro di altri professionisti, architetti e interior designer. «Dalla progettazione alla scelta delle materie prime, dalla verniciatura fino alla posa in opera, per un pacchetto chiavi in mano, ogni dettaglio viene seguito con la massima cura». Il sogno, nemmeno poi troppo lontano, è quello di aprire un canale distributivo verso i nuovi mercati, soprattutto i Paesi emergenti dell’Est Europa, per far apprezzare l’inconfondibile stile made in Italy e l’esclusività di Mobil Project.

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Wellness & Security: cultura della sicurezza Subire un furto può essere un’esperienza scioccante: oltre alla perdita materiale, scompaiono sicurezza e tranquillità e subentra l’ansia… di Roberta Villini

Mario Volpone è l’amministratore della Wellness & Security di Popoli. Forte di un’esperienza decennale nel settore, ci parla di sicurezza

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gni anno in Italia c’è un incremento del 20% circa di furti in appartamento. Il dato più drammatico è che quasi l’80% di questi furti avvengono di notte, mentre le famiglie dormono ignare. Wellness & Security offre consulenza qualificata e il massimo della professionalità all’insegna della sicurezza. Mario Volpone, amministratore dell’azienda, espone la situazione e ci parla della sua attività: «Wellness & Security identifica un team di specialisti. Il nostro modello organizzativo è unico sul territorio: è formato da tecnici di ditte che hanno già una loro ragione sociale, che entrano a far parte dell’organizzazione e vengono preparati con corsi e seguiti direttamente sul campo, dal momento in cui si progetta un impianto fino alla fase di realizzazione. Il tutto è improntato alla serietà e al rigore, per poter dare massima sicurezza al cliente spiega Mario Volpone - ». Attualmente l’assetto organizzativo conta una decina di figure ed è in espansione, con l’obiettivo di arrivare almeno a quaranta tecnici, per coprire tutto il territorio abruzzese. La sede si trova a Popoli (Pescara) per motivi logistici: da qui è facile raggiungere in poco tempo i punti nevralgici della regione e, all’occorrenza, anche di fuori. «Curiamo molto la formazione e il costante aggiornamento delle persone che entrano nel nostro gruppo di lavoro». All’interno dell’organizzazione, c’è chi si occupa di ricerca e di collaudo. «Prima di installare un’apparecchiatura nel nostro listino la proviamo noi stessi, è doveroso controllare

O

IL PREMIO Wellness & Security ha avuto nel 2011 un riconoscimento alla professionalità e all’impegno: è arrivata tra i sei finalisti, nella categoria beni culturali, al concorso H D’Oro, indetto dalla Fondazione Enzo Hruby di Firenze, che ogni anno premia la miglior realizzazione di sistema di sicurezza e di videosorveglianza.


IMPRESE

WELLNESS & SECURITY IL CORE BUSINESS Sistemi di sicurezza e di allarme Antifurto / Antintrusione / Tvcc

I SERVIZI OFFERTI Consulenza / Progettazione / Installazione / Assistenza

LE TRE REGOLE D'ORO PER UN SISTEMA TOP Zero falsi allarmi / Giusto livello di sicurezza / Semplicità di utilizzo

se corrisponde davvero ai canoni di sicurezza promessi nell’informativa. Trattiamo diversi marchi, specifici per la sicurezza: per installarli correttamente è necessario fare dei corsi e le stesse aziende produttrici si rivolgono solo a specialisti. Siamo in pochi a fare gli impianti in questo modo, in Abruzzo: abbiamo centinaia di impianti installati e lavoriamo molto con il passaparola, o per conoscenza diretta. Per due anni consecutivi siamo stati presenti al Salone della Ricostruzione all’Aquila, organizzato da Confindustria, Ance e Carsa - sottolinea Volpone -. Possiamo installare impianti ovunque, basta rispettare tre parametri importanti, quando si progetta un sistema di sicurezza: per prima cosa, non ci devono essere mai falsi allarmi; secondo, deve essere difficilmente superabile. Quando facciamo una consulenza o un sopralluogo, dobbiamo valutare il livello di rischio di chi abbiamo di fronte e attribuirgli il giusto livello di sicurezza. Terzo, che sia semplice da utilizzare, come un elettrodomestico». Ogni impianto è diverso dall’altro: bisogna conoscere bene la tecnologia disponibile sul mercato e tutte le caratteristiche delle apparecchiature, in modo da suggerire al cliente le migliori soluzioni. La predilezione va agli impianti con i fili, più affidabili degli impianti radio: la realizzazione di un impianto con fili in un’antica chiesa ha portato alla ditta un riconoscimento gratificante. Il colloquio con il cliente è fondamentale, per conoscere a fondo le sue abitudini e approntare un sistema d’allarme rispondente all’effettiva necessità, e per trasmettere la cultura della si-

Il team di Wellness & Security è composto da professionisti con ditte proprie e con proprie specifiche, che vengono costantemente seguiti sul capo e costantemente formati e aggiornati, per offrire il massimo della professionalità e della competenza. Obiettivo futuro: arrivare ad annoverare almeno quaranta professionisti per coprire in maniera omogenea l’intero territorio regionale

curezza, che in Italia è piuttosto bassa. «Oggi la consapevolezza sta aumentando, perché ci sono episodi all’ordine del giorno, ma non sempre si sa a chi rivolgersi per avere un impianto adeguato». I costi per la sicurezza sono abbordabili: Wellness & Security offre prezzi concorrenziali e alta qualità. «Nonostante la crisi il settore è rimasto stabile, ma il cliente vuole capire bene cosa sta acquistando, punta alla qualità. Se sceglie noi è perché dimostriamo competenza e conquistiamo la fiducia sul campo».

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L'autosalone Car Centre ’autosalone Car Centre di Cupello (Chieti), di Maresa De Angelis, si avvia a tagliare il traguardo dei ventotto anni di attività. Nel vastese è un piccolo punto di riferimento del settore, soprattutto per l’usato e per l’auto d’occasione: la fidelizzazione del cliente è alta, sull’ordine del 60%, tanto che serve anche le seconde generazioni. Ce ne parla Nicola Cicchini, responsabile commerciale, che ci illustra in particolare un’interessante promozione su un veicolo nuovo. «Car Centre nasce come carrozzeria nell’anno 1985, poi viene data in gestione ai dipendenti nel 1988 e affiancata dalla nuova attività dell’autosalone per la vendita di autoveicoli e veicoli commerciali. Da qualche anno la carrozzeria non c’è più». Attualmente l’attività si concentra sulla vendita di veicoli plurimarche, in special modo il gruppo Fiat, Fiat Professional, Lancia, Alfa Romeo e il marchio Go Now, di cui sono esclusivisti per la provincia di Chieti. Si tratta di un marchio cinese con motorizzazione Mitsubishi. Il veicolo in promozione è il Ga 200 Pick Up, doppia cabina 4x4 gpl, cat. n. 1, con portata cinque posti, omologato autocarro. Al momen-

L

IL MODELLO GA200 PICK UP PRODOTTO DA GO NOW

Punto di riferimento per il vastese, offre i migliori marchi dell’automotive... di Roberta Villini

to sono disponibili in promozione sei modelli, nei colori bianco e nero, da 18.000 a 16.900 euro, più Ipt, l’imposta provinciale di trascrizione. Il veicolo offre tre anni di garanzia: si presenta in due versioni, benzina e benzina più gpl. La vendita del pick up Go Now è trattata da due anni: si sono già realizzate diverse vendite, in particolare nel campo dell’artigianato e delle aziende agricole. L’autosalone Car Centre vanta clienti in tutta la regione: è in grado di soddisfare qualsiasi richiesta relativamente ai marchi trattati. I veicoli vanno dal nuovo, a chilometro zero, alle auto aziendali, all’usato certificato. Tra i servizi offerti: finanziamenti senza anticipo, garanzia fino a 24 mesi sull’usato, ritiro dell’usato, servizio conto vendita, disponibilità di auto sostitutive.

L’OFFERTA GA200 Pick Up è fornito di aria condizionata, 4x4 inseribile con ridotte, motore Mitsubishi 2.0L 16v da 124 Cv, capacità di carico 750 kg, ABS+EBD, quattro freni a disco, cerchi in lega, gancio traino (optional), interni in ecopelle, specchi retrovisori elettrici, quattro vetri elettrici, centro multimediale touch screen con bluetooth integrato, pedane esterne in alluminio, sensori di parcheggio, sei colori carrozzeria disponibili, chiusura centralizzata con telecomando. Disponibile anche in versione Ecomode a gpl (1.200,00 euro+iva), è garantito tre anni. Info sul sito www.gacgonow.eu.

Nicola Cicchini, responsabile commerciale

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60

Le cifre abruzzesi

40

MILIONI DI EURO D'INVESTIMENTO

150 POSTI DI LAVORO

LOCALI COMMERCIALI

1.600 MQ DI SUPERFICIE

80 MARCHI

Do.It, l’outlet del mobile italiano stato definito l’anti-Ikea, ma in questo caso il concept è ad alto valore aggiunto. “Do.It Riviera Adriatica” ha aperto i battenti lo scorso diciannove dicembre con una grande cerimonia d’inaugurazione e si presenta come la cittadella del design, del mobile, dell’arredo e dei complementi per la casa rigorosamente made in Italy. La formula proposta è tanto semplice quanto vincente: solo marchi del nostro Paese e prodotti autoctoni. E così, nel centro che sorge a pochissimi passi dal casello autostradale di Val Vibrata (Teramo), si possono trovare delle vere e proprie occasioni, con sconti che vanno dal trenta al settanta per cento, trecentosessantacinque giorni l’anno. La superficie dedicata è di sedicimila metri quadrati, dove sono distribuiti sessanta locali commerciali e ottanta brand, milleduecento posti auto, una sala convegni, aree giochi e ristorazione. L’investimento complessivo è costato in tutto quaranta milioni di euro, cifra che di questi tempi, in cui le saracinesche

È

Apre a Colonnella (Teramo) il centro voluto dall’imprenditore Mario Esposito. Solo arredamento e design del nostro Paese di Andrea Sisti

continuano ad abbassarsi, fa veramente onore all’imprenditore Mario Esposito, romano, ideatore del Design outlet italiano e già pronto ad aprire altri sette cloni in tutta la penisola. A pieno regime, altro elemento da non sottovalutare, il Do.it abruzzese dovrebbe garantire circa centocinquanta posti di lavoro. Non mancano le sorprese: la prima si chiama Officina 42, apposito spazio dove dare sfogo alla creatività di giovani architetti e designer. C’è poi la Kinder House dedicata ai bambini con aree laboratorio anche di cucina, uno spazio per l’acquisto d’impulso dedicato a tappeti, tende e The Italian mall, con le migliori firme del complemento e del tessile. C’è poi la partnership con il consorzio Prosa, il Teatro stabile d’Abruzzo e il Costa dei Parchi. Mario Esposito, ideatore del format Do.It. Alla cittadella di Colonnella seguiranno le aperture di sette centri in tutta la penisola. Solo in Abruzzo previsti centocinquanta posti di lavoro

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L'esterno del centro di Colonnella



Attestato di Denuncia dell’Attività di Centro di Trasformazione N˚ 252/09

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IMPRESE

SERGIO DEL CASALE CON LA MOGLIE LUCIA E LE FIGLIA PAOLA (A SINISTRA) E LAURA

randissima serata quella trascorsa lo scorso ottobre presso l'azienda vitivinicola Sergio del Casale, per celebrare il Novello 2012 della nota cantina vastese. Ospiti i numerosi amici e collaboratori della famiglia, riuniti per degustare il primo vino dell'anno e le innumerevoli prelibatezze del pantagruelico buffet, interamente preparato dalle sapienti mani delle donne di famiglia, la signora Lucia, moglie di Sergio, e le due figlie, Paola e Laura. La cena è stata preceduta dalla presentazione sui cicli di lavorazione del novello, tenuta da Paola Del Casale, che ha sottolineato la fondamentale importanza del processo di macerazione carbonica nella riuscita di un buon prodotto. L’azienda, che ha già fatto incetta di premi prestigiosi negli ultimi anni, e si sta preparando all'appun-

G

I vigneti - Con sistema di coltivazione a tendone e controspalliera, vengono gestiti minimizzando gli interventi chimici.

Il novello 2012 di Sergio Del Casale Intanto l’azienda riceve una Gran medaglia d’oro per “Vird’ Vird’” 2011 nel concorso enologico nazionale di Raffaella Sciarra

tamento per il Vinitaly 2013, ha da poco ricevuto ulteriore conferma della qualità dei suoi prodotti durante il concorso enologico nazionale appena svolto a Verona: Histonium, Igt Rosato “Vird’

La cantina - Poca luce, umidità elevata e temperatura fresca. Sono queste le condizioni migliori per l'invecchiamento.

Vird’” 2011 ha ricevuto la Gran medaglia d’oro nella categoria vini tranquilli a a denominazione di origine e a indicazione geografica, vini rosati. Congratulazioni!

La bottaia - La bottaia con piccole nicchie realizzate direttamente nel tufo, per consentire di ottenere vini di qualità.

La sala degustazioni ed eventi Ampie sale per eventi dove degustare l’ottimo vino Del Casale e assaggiare le prelibatezze culinarie.

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IMPRESE

Il valore dell’artigiano tappezziere Angelo Zaccaro prosegue, a Chieti, l’attività iniziata dal nonno Donato a inizio del Novecento. Oggi, come allora, è la manualità a fare la differenza… Angelo Zaccaro con il modello della Dutton

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l mestiere del tappezziere non è cambiato poi molto rispetto al passato. Quello che è radicalmente mutato è invece il mercato, dove la qualità dei prodotti è scesa notevolmente e, spesso, è diventato conveniente acquistare un articolo ex novo piuttosto che portarlo a far “riparare”. Inoltre le nuove generazioni sono poco inclini a impegnarsi in lavori dove è presente un alto tasso di manualità. L’insieme di questi fattori ha portato alla progressiva scomparsa di una professione dalla nobile essenza. Uno dei pochissimi artigiani del settore rimasti in Italia è Angelo Zaccaro, con la sua attività a Chieti. Attività che affonda le radici addirittura agli inizi del Novecento: «Già nonno Donato, di origini svizzere, - ci racconta lo stesso Zaccaro - si dedicava a Vacri, nella provincia teatina, a impagliare sedie. Da qui ha poi cominciato con gli interventi sui landò, le carrozze, i carretti, fino alle prime macchine con chassis. Ha tramandato tutto al figlio Biase Ermenegildo, mio padre, e si sono specializzati ugualmente nella tintura delle pelli. Negli anni Settanta sono entrato infine io. In realtà è dall’età di cinque, sei anni che respiro l’aria del laboratorio». Ancora oggi tutto, tranne la fase della cucitura, viene fatto senza ricorrere all’ausilio di avanzate tecnologie. La clientela si è allargata andando a interessare collezionisti e appassionati. Non

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di Andrea Sisti

a caso fuori e dentro la sede sono parcheggiate alcune vetture, moderne e d’epoca, tra cui una mitica Dutton Melos. «Mi chiamano per rifare e personalizzare gli interni, le cappotte, foderare vecchi volanti, pannelli, cruscotti, pomelli del cambio, caschi… In molti casi è un’opera di ricerca. Arrivano qui dei gusci da rimettere totalmente a nuovo. Se sono fortunato riesco a trovare i pezzi di ricambio, altrimenti devo recuperare i disegni, i progetti originali e partire da zero, rimanendo chiaramente fedele al prototipo. Al “fatto a mano” si è ormai aggiunta una conoscenza dettagliata della chimica e dell’elettronica, acquisita attraverso corsi di specializzazione».

UNA FIAT 508 BALILLA I pezzi sono stati trovati nell’ex magazzino di una società di onoranze funebri. Il progetto recuperato negli archivi di Mirafiori. Da qui è partito il restauro del veicolo, tra i primi prodotti al Lingotto. Gli interni rifatti da Zaccaro. Oggi è un’automobile perfettamente funzionante.

DAI MOBILI ALLE MACCHINE

UN FRAU DI FINE OTTOCENTO Nel laboratorio di Zaccaro è stato portato anche un divano Frau di fine Ottocento, che verrà rimesso a nuovo.

STERZI E ACCESSORI PER AUTO Volanti usurati vengono smontati e completamente rifoderati, occupandosi anche dell’elettronica collegata.


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DAL FERRO BATTUTO… La passione di Jonathan Di Lorito nel creare oggetti e complementi d’arredo. Pezzi unici di valore… di Roberta Villini

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onathan Di Lorito è un ragazzo di poche parole. Ci accoglie in tenuta da lavoro e ci mostra con orgoglio la sua bottega, dove da un paio d’anni realizza manufatti in ferro battuto. E sono proprio qui, tutt’intorno, fuori e dentro il laboratorio, le creazioni di Jonathan: sedie, tavoli e tavolini, di ogni foggia e dimensione. Il ragazzo preferisce infilarsi i guanti da lavoro e mostrarci come si fa. Ventidue anni, da sempre aiutante del padre Gabriele nell’attività di famiglia, Jonathan Di Lorito fa parte di quella specie di giovani, ormai in via d’estinzione, che, anziché piangersi addosso a causa della crisi, ha preferito rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco. E, per mettersi in gioco, non ha scelto un impiego di tipo manageriale, bensì un’attività artigianale tra le più antiche: un’attività dove ci si sporca le mani, ma che procura una grande soddisfazione e in cui la passione gioca un ruolo fondamentale. I suoi lavori non sono il prodotto della solita lavorazione del ferro assemblato: sono creazioni artigianali personalizzate o personalizzabili su richiesta del cliente, pezzi unici. La tipologia del prodotto è varia: si va dai tavoli, alle sedie ai gazebi, ai letti in ferro battuto, ai divanetti, per esterni, ma anche per interni. È possibile differenziare ogni pezzo anche in base al colore, dato a vernice, in

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ALCUNE DELLE CREAZIONI OTTENUTE DAL GIOVANE DI LORITO LAVORANDO IL FERRO BATTUTO

modo da ottenere un effetto anticato, o a foglia oro, argento e rame, una lavorazione più lunga e complessa che conferisce pregio al manufatto. Per la sua nuova attività, Jonathan ama sperimentare: non ha seguito corsi, ha iniziato da autodidatta, traendo spunto da qualcosa che esiste già e che nel forgiare il ferro, crea, modifica, personalizza. I risultati sono apprezzabili, tanto che ha iniziato a essere conosciuto in zona grazie al passaparola oppure usando da traino l’attività legata agli infissi. Spesso il cliente che sta costruendo la sua nuova casa cura di più l’allestimento esterno: i complementi in ferro

battuto sono l’ideale per dare un tocco rustico elegante. Oltre al privato, l’obiettivo è quello di lavorare per attività commerciali (tavolini e sedie per esterni di bar, letti in ferro battuto per bed and breakfast in stile rustico…). I prezzi sono abbordabili: data la particolarità ed esclusività dei prodotti c’è solo un piccolo ricarico dovuto al plus valore che distingue una creazione artigianale dai pezzi che escono in serie da una fabbrica. Nell’immediato futuro, Jonathan e il papà Gabriele hanno in progetto la costruzione di uno show room e di un locale nuovo in cui lavorare, ampliando l’attuale area di lavoro che si sviluppa su duecentocinquanta metri quadrati, per arrivare a trecento metri quadrati. Uno show room virtuale è già visibile sul sito, in fase di allestimento, ma già funzionante. È possibile contattare Jonathan Di Lorito tramite telefono, al numero 329 1952169 o tramite e-mail all’indirizzo gabriele.dilorito@virgilio.it.

QUESTIONE DI FAMIGLIA La famiglia Di Lorito è conosciuta in zona per l’attività di fabbricazione e installazione di infissi in alluminio, cancelli, ringhiere presso abitazioni private fin dal 1990: Jonathan affianca il padre, Gabriele Di Lorito, nell’impresa tutt’ora in attività, che ha sede a Moscufo (Pescara). Il passaggio alla lavorazione del ferro battuto è di questi ultimi anni: la dedizione al lavoro, la voglia di diversificarsi e ampliare l’offerta alla clientela e la voglia di non arrendersi alla crisi sono le molle che hanno spinto Jonathan a cimentarsi anche in questo campo di certo non semplice.

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Jonathan Di Lorito con il papà Gabriele, titolare di Di Lorito Infissi

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PERSONAGGI

Un vero e proprio professionista nello sport L’avvocato Sergio Quirino Valente oltre la professione forense. La passione per la vela e i tanti successi ottenuti in mare di Andrea Beato

«

Sapevo saresti tornato. Stavolta decido io di cosa parlare: vela!». Così ci accoglie l’avvocato Sergio Quirino Valente nel suo studio legale di Teramo dove, tra fascicoli e carte varie, si diletta a programmare le gesta sportive legate a questa disciplina. «Quando mio padre morì trentadue anni fa - ci racconta - ero molto orgoglioso di proseguire nella professione dei miei avi. Io rappresento la quarta generazione, immagina l’entusiasmo di un giovane legale di venticinque anni. Giunto alla soglia dei sessanta, invece di guardare indietro,

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errore marchiano, aspetto che il futuro mi consenta di proseguire l’onorata carriera forense, mettendomi in gioco anche come velista». Nella precedente intervista (cfr. Abruzzo Magazine, numero marzo/aprile 2012) Valente ci aveva fatto conoscere i ricordi del suo passato professionale legato al Diritto sportivo e a esperienze di altissimo livello: calcio di seria A e B con il Pescara e altre società, Formula Uno con i piloti Tarquini e Larini, organizzazioni di eventi internazionali quali Italia ’90. «Oggi invece iniziamo dalla fine: Barcolana di Trieste dello scorso ottobre. Mentre ci giocavamo la regata, dopo il dodicesimo posto alla boa slovena, quando mancava soltanto un lato, è finito il vento, game over. Permetti che il forzato stop mi ha lasciato un po’ inquieto (il termine non è stato proprio questo, ndr)». Una devozione non indifferente per uno sport che non viene molto pubblicizzato… «La mia prima vita è stata scandita dai media. Questo vincolo è durato oltre venticinque anni. “Avaste” o no?!». Da dove viene la passione? «Ero un bimbo di otto anni e mio padre, simpatico e folle avvocato, mi portava per mare a Giulianova con una barchetta di quattro metri. È pur

Barca Vola Vola - Città di Giulianova, Millenium 40 (40 piedi, 12 metri). Qui Valente è timoniere dal 2008. Tra le vittorie tre campionati invernali di Ravenna, tre regate del Conero, il Trofeo Due Golfi di Lignano, il Trofeo Bernetti di Sistiana


PERSONAGGI

A sinistra Arya 415 Duvetica, 42 piedi e 13 metri. Valente vi svolge il ruolo di skipper con dieci persone di equipaggio (foto qui accanto). Podio all’Adriatic Trophy, vittoria al Campionato Mitelleuropeo, alla Trieste-S. Giovanni in Pelago, alla Settimana Velica Internazionale in Croazia, Slovenia, Italia. In alto Valente con Alan Hood (a sinistra), due Coppe America e nove Sidney-Hobart, e Dede De Luca, olimpionico, velaio e titolare One Sails

vero che lo stesso simpatico e folle genitore ha voluto che io suonassi il pianoforte. Poi lui decise di suonare il trombone a coulisse». Com’è andata poi? «Iniziai a regatare, vincendo abbastanza, ma sempre in ambito locale Me la cavavo. Purtroppo venuto a mancare mio padre, ho smesso per un ventennio, diventando l’avvocato che sono. Circa dieci anni fa ho deciso che era giunto il momento di pensare a me. Decisi che il rugby avrebbe potuto uccidermi, per il calcio ero vecchio, mentre per la vela avevo l’età giusta». È soddisfatto? «Sono orgoglioso delle ultime performance. I successi non sono mancati in Adriatico e Tirreno. Ho anche messo il naso fuori dall’Italia, con un magnifico podio all’Europeo del 2010, un quinto posto al mondiale 2011 e vincendo quest’ano il Campionato Mitteleuropeo». Ha nostalgia del passato? «La professione forense avrà un prosieguo grazie ai miei nipoti Francesco e Stefano Franchi. Ho diminuito gli impegni, però mi sono istituzionalizzato onorandomi di appartenere al consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Teramo e alla Commissione Disciplinare presso la Figc di Roma. Poi, per dirla tutta, la maggior parte dell’anno sono a Teramo e, dalla mattina presto fino a sera, vivo in studio. Con il tempo ho radicato una convinzione sempre più pressante: va bene velista, musicista e altre attività collaterali, ma in fondo sono e rimango un fiero avvocato».

LA BARCOLANA È LA STORICA REGATA VELICA EUROPEA, NATA NEL 1969, PER INIZIATIVA DELLA SOCIETÀ VELICA DI BARCOLA E GRIGNANO. SI SVOLGE NEL GOLFO DI TRIESTE, LA SECONDA DOMENICA DI OTTOBRE

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PERSONAGGI

PESCARA: STILISTI PER CASO? SENZA DUBBIO CON L’X FACTOR La ribalta nazionale di due giovani talenti abruzzesi: Doriana Roio e Simone Racioppo si stanno facendo conoscere al grande pubblico anche grazie al teatro e alla televisione…

Il percorso della Roio inizia da una laurea in Giurisprudenza e una carriera professionale nel campo gestionale e organizzativo. Oggi si ritrova a pieno titolo ad essere e a lavorare come stilista, dopo aver frequentato la Fashion Academy di Pescara

di Maurizio O. Delfino

P

escara e l’Abruzzo sugli schermi e nei teatri nazionali con Morgan e X Factor. L’avventura di Doriana Roio ha dell’incredibile, soprattutto per come da una laurea in Giurisprudenza e un normale percorso professionale nel campo gestionale e organizzativo ci si ritrova a pieno titolo a lavorare da stilista. Anzi ad essere una stilista. Nel 2010 per la verità quel ronzio, quella vocina insopprimibile che detta le scelte nel segreto, la spinge a frequentare la Fashion Accademy di Pescara, la scuola di Rita Annecchini che dagli anni ` 80 (un bel po’, e non lo sapevamo per la verità)

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prepara quelli con questo interesse o vocazione. Poi in una sera di primavera pescarese del 2012 la storia prende una di quelle pieghe che sanno quasi di nostalgia di altri tempi. Sfilata a Berardo, la prima in assoluto, appena terminata la scuola, e un altro stilista con qualche contatto la nota e le propone una collaborazione, se verrà approvata. Lo stilista è Simone Racioppo, di Miglianico (Chieti), che fa questo mestiere da dieci anni, che conosce (per aver gia lavorato nel mondo della tv) Giuseppe Magistro, lo stilista di Morgan, con cui stava giusto mettendo a punto la collaborazione per “Il Matrimonio segreto”, musical teatrale che ha girato con successo un

Maurizio Ottaviano Delfino ha incontrato Doriana Roio. Un momento dell’intervista rilasciata in un locale di Pescara centro. «Non è tempo di egemonie - dice la stilista - bisogna dividersi e fare insieme»



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PERSONAGGI

Alcuni capi della collezione “Scintille di Venere” presentata a Pescara, a Berardo. Alta presenza di pubblico e apprezzamento per i modelli e i colori scelti per dar vita a queste creazioni

L’eclettico Marco Castoldi, in arte Morgan, cantante e intellettuale. Dopo aver formato la band Bluvertigo, ha poi continuato il suo percorso musicale da solista, anche se sempre pronto a nuove collaborazioni. Oggi è giudice del talent show di Sky X Factor

po’ tutta Italia, e X Factor. Magistro approva. E gli abiti dei due abruzzesi arrivano in teatri e tv, dove si alternano o addirittura si mischiano con quelli di Richmond e Cavalli. «È stato un colpo di fulmine professionale - racconta Doriana - perché entrambi crediamo che non sia il tempo (e il luogo, diciamo noi) di egemonie. Bisogna dividere, dividersi, e fare insieme» (capito imprenditori delle quattro milioni di Pmi italine? E scusate l’inserto). Per la verità la piccola Doriana sin da bambina vedeva la collezione di cappelli e borsette della nonna paterna. Vedeva la mamma insegnante dilettarsi da sempre a disegnare, come lei stessa (e come tanti per la verità) faceva sui suoi diari di scuola, o nelle retrocopertine dei libri. Vedeva il prototipo di un atelier, il laboratorio della nonna materna, Diva Santacroce, che a Manoppello (Pescara) faceva gli abiti da sposa. Tanti semini nel giardino di una passione profonda. «Non è per nulla facile - ci ricorda - perché anche se gratificante e pur sempre una gavetta. Ed ogni volta cercare il ponte tra l’idea e il risultato è una

fatica, perché è bene essere perfezionisti, ma non troppo, è giusto ambire al massimo subito, ma non si possono bruciare le tappe». Ma chi parla la stilista o la consulente d´impresa? Non lo sappiamo, ma non è male far intrecciare le cose. Scopriamo un mondo fatto di buoni produttori locali di stoffe, di laboratori sartoriali, di ricerca di materiali (proprio Doriana si cimenta, concludendo la sua scuola, in una tesi sui tessuti ecologici), di gergo diverso, interessante, come gli “abiti ex tempore” . Speriamo non solo che la carriera di Doriana Roio e di Simone Racioppo vada avanti bene, ma anche che in qualche modo il “famoso” territorio (che piace a tutti esibire) sappia aiutare, cogliere, spronare, conseguire... «Non è tempo di egemonie, bisogna dividersi e far insieme». Parola di stilista.

COLLABORAZIONE CON MORGAN Sopra a destra una foto dei costumi realizzati per l’opera teatrale “Il Matrimonio Segreto”, regia di Morgan. Le immagini sono state scattate durante la prima a Novara. Sotto Doriana Roio proprio insieme a Marco Castoldi, artisticamente Morgan, e all’altro stilista pescarese Simone Racioppo. La loro collaborazione con il musicista è iniziata quasi per caso, ma procede a gonfie vele, tanto da essersi estesa anche al programma X Factor, versione italia, di Sky per l’intera stagione. Condivisione di gusto e stile

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BANCHE

CariChieti e Gruppo Tercas per un nuovo e sano modo di fare Banca di Andrea Beato

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l contesto bancario italiano non è più quella foresta pietrificata, quell’organizzazione immobilista fotografata qualche anno fa dall’allora ministro del Tesoro Giuliano Amato. Nonostante questo, poche sono le luci e molte le ombre. La tenuta degli utili dei maggiori gruppi, infatti, non deriva da quella che dovrebbe essere l’attività core, prestare soldi a famiglie e imprese. Con i volumi del credito in contrazione e i tassi d’interesse ai minimi storici, gli istituti fanno sempre più fatica a produrre ricavi intermediando denaro. Concedere nuovo credito in un’economia in forte contrazione può portare a effetti controproducenti e i banchieri sono preoccupati dalle sofferenze,

DOCENTI ATTENTI Da sinistra Augusta Consorti, professore ordinario di Economia aziendale, Alfredo D’Incecco, dottore commercialista e professore a contratto di Macroeconomia, e Giuseppe Paolone, preside della facoltà di Scienze manageriali. Il loro impegno ha portato i due direttori generali di CariChieti e Tercas nelle aule dell’Università d’Annunzio. Testimonianze del mondo bancario che aiutano gli studenti di Economia aziendale ad aggiungere utili elementi pratici agli insegnamenti teorici di tutti i giorni.

Roberto Sbrolli. CariChieti ha un utile netto di sette milioni di euro e trecentosessanta di crediti erogati al trenta settembre 2012

IL CONTESTO GENERALE Sistema Bancario Europeo

Sistema Bancario Italiano

In Europa il sistema bancario ha recuperato redditività dopo la crisi finanziaria scoppiata nel 2008.

In Italia gli indicatori di redditività del sistema bancario hanno sottoperformato il trend europeo.

2008

2011

590,000 721,000

2008

2011

78,800

71,800

11,000 -28,000

-14,800


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BANCHE

I dg Sbrolli e Pilla a confronto con gli studenti di Economia aziendale della d’Annunzio. Numeri e tanta etica… salite dai cinquanta miliardi di fine 2009 ai centosedici di questi mesi. Per tenere i bilanci in positivo le banche, quasi tutte, si sono messe a fare trading finanziario sui titoli di Stato, di cui hanno fatto incetta dopo le mosse della Bce. In Abruzzo cosa accade? Anche qui lo scenario è in trasformazione: nel 2013 è prevista la fusione per incorporazione di Carispaq e Bls in Bper; Tercas, dopo l’acquisizione di Caripe, si trova ora in amministrazione straordinaria; l’unica a proseguire nella sua politica di autonomia è CariChieti. L’essere player vicini al territorio deve spronare a fare di più e fare meglio. Roberto Sbrolli e Dario Pilla, dg rispettivamente della cassa di risparmio teatina e del polo teramano-pescarese, sono manager d’esperienza, ma ancor di più uomini guidati

DA SINISTRA AUGUSTA CONSORTI, SBROLLI, ALFREDO D’INCECCO E GIUSEPPE PAOLONE

da un’etica. Sanno andare oltre i numeri e gli incontri con gli studenti di economia aziendale della d’Annunzio ne sono una prova. «La gestione di una banca - dice Sbrolli ai ragazzi - è una realtà complessa. Bisogna lavorare su più tavoli in maniera coordinata, rispettando una serie di vincoli di vigilanza. È forse arrivato il momento di andare a verificare la qualità degli attivi e intervenire maggiormente su quel sistema ombra che, non regolamentato, produce rischi ed effetti negativi sull’intera finanza. Quando mi chiedono di fare previsioni future su Carichieti, rispondo che il nostro obiettivo è farci trovare con tutti gli indicatori in ordine una volta finita la crisi. Questo è un lavoro che va fatto giorno per giorno, monitorando in continuazione i report». «Nei momenti difficili

Dario Pilla. Tercas, in amministrazione straordinaria, ha attuato una riorganizzazione delle filiali e della politiche commerciali

IL CONTESTO ITALIANO

• Ricavi sostanzialmente “piatti” • Costo del rischio su livelli molto superiori a quelli storici (80-90 bps vs. 40-50)

• Evoluzione dei bisogni e ridotta fiducia nelle banche (trend demografici e sociologici) • Diminuzione del numero di contatti tramite filiale “tradizionale”

• Sviluppo di operatori con modelli “non tradizionali” con offerta semplificata o ad alto valore di relazione • Trend di riduzione prezzi/contazione margini specie per prodotti di acquisizione

- gli fa eco Pilla - si possono fare passi in avanti. Lo scopo è quello di essere chiari, concreti e percepiti da tutti. In Tercas stiamo apportando una sostanziale riorganizzazione: abbiamo segmentato la clientela in cinque classi (family, personal, small business, imprese e corporate) e per ognuna di queste individuati dei prodotti ad hoc. Un approccio commerciale mirato all’ascolto e alla soddisfazione dei bisogni. Le filiali, da indivise, sono state classificate in “hub” (centrali) e “spoke” (satelliti), per permettere alle piccole di dedicare maggior tempo alla relazione con le persone. Ad alcune risorse interne, infine, è stato riconosciuto un livello di specializzazione tale da divenire figure itineranti, focalizzando la loro azione su compiti precisi, ad alto valore aggiunto».


PRIMO PIANO

LA CONDANNA DELLA COMMISSIONE GRANDI RISCHI?

UN PROBLEMA DI COMUNICAZIONE Il processo alla commissione Grandi rischi è stato un atto d’accusa alla comunicazione dell’emergenza. La questione centrale del dibattimento, infatti, è se i messaggi diffusi dagli esperti abbiano condizionato i comportamenti delle persone tanto da causarne lesioni psicologiche o addirittura la morte. La comunicazione di crisi, nonostante alcuni recenti studi condotti da Luigi Norsa e Luca Poma, è ancora poco esplorata in Italia, come confermano i tanti errori nelle strategie di comunicazione messi in campo anche da multinazionali che operano nel nostro Paese, prima fra tutte la Thyssen Group dopo l’incidente di Torino del dicembre 2007. La sentenza aquilana ha acceso per la prima volta i riflettori su un tema che sempre di più diventerà strategico per le aziende e le organizzazioni, che devono confrontarsi con un sistema di relazioni e con una pubblica opinione che sono cambiati radicalmente nell’ultimo decennio. La sentenza sulla commissione Grandi rischi, inimmaginabile sino a pochi anni fa, è anche il frutto di una maggiore sensibilità dell’opinione pubblica sul

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LA SENTENZA Il giudice unico Marco Billi, lo scorso ottobre, ha ritenuto i sette membri della commissione colpevoli di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. A Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gian Michele Calvi sono state concesse le attenuanti generiche. Oltre alla condanna a sei anni, sono stati condannati anche all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. I sette avevano rassicurato gli aquilani circa l'improbabilità di una forte scossa sismica, che invece si verificò alle 3.32 del 6 aprile 2009.

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tema degli interessi collettivi e della loro tutela. Il tema della comunicazione di crisi, dunque, si lega indissolubilmente anche alla questione della partecipazione. In Abruzzo, a causa spesso di strategie errate da parte delle aziende che continuano a sottovalutare il peso della pubblica opinione, diventata forte grazie anche al ruolo dei social network, si assiste ad una continua contrapposizione tra imprese, amministrazioni,

La sentenza Grandi Rischi, inimmaginabile sino a pochi anni fa, è anche il frutto di una sensibilità dell’opinione pubblica sul tema degli interessi collettivi e della loro tutela…

di Stefano Cianciotta


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PRIMO PIANO

istituzioni sulle opere da realizzare, sugli investimenti da porre in essere, a discapito della crescita e dello sviluppo di tutta la regione. Il tema centrale che è emerso con la condanna dei membri della commissione Grandi Rischi – ovviamente la deposizione delle motivazioni chiarirà tutti gli aspetti di natura processuale della vicenda - è che si è assistiti ad un deficit di comunicazione, perché organismi di controllo istituiti

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1. Franco Barberi 2. Enzo Boschi 3. Mauro Dolce 4. Bernardo De Bernardinis 5. Giulio Selvaggi 6. Claudio Eva 7. Gian Michele Calvi

RICCARDO IACONA

per assicurare che venissero assunte tutte le cautele in relazione all’evento calamitoso, hanno omesso di comunicare alla popolazione quanto stava avvenendo. A prescindere dalla probabilità che un terremoto possa verificarsi. Non ci può essere, pertanto, dissociazione tra analisi tecnica e come questa analisi viene comunicata e trasferita all’esterno. Le modalità di comunicazione dell’attività di prevenzione, le strategie, gli strumenti, le azioni, diventano elementi ineludibili di tutto il processo, anzi ne costituiscono un momento fondamentale. In Italia mancano figure professionali esperte in questo settore, e se sono molte le aziende che si dotano di risk manager, che hanno il compito di predisporre e controllare le procedure che riguardano la gestione delle emergenze, sono pochissime quelle che includono la comunicazione del rischio tra le aree più sensibili. Manager pur preparatissimi sul piano procedurale, ignorano gli strumenti e le strategie per mettere a punto una corretta comunicazione di crisi. La Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Teramo, grazie anche alla intuizione del preside Luciano D’Amico e di Christian Corsi, docente di comunicazione economica-finanziaria, è stata tra le prime ad avere istituito in Italia questo insegnamento già nella triennale, offrendo agli studenti la possibilità di confrontarsi con un tema quanto mai attuale, che può contribuire ad elevare il dibattito sulla comunicazione in Italia, troppo confinata ancora dentro stereotipi francamente superati e anacronistici. Il tema della comunicazione di emergenza nel caso dell’Aquila sarà sviluppato nelle tesi di laurea di Maria Vittoria Sorgi, Valeria Leone e Saverio Montrone, studenti del corso in Comunicazione e gestione mediatica della crisi.

STEFANO CIANCIOTTA Quarant’anni, giornalista, laureato con lode in Scienze Politiche all’Università di Teramo, dottore di ricerca in Comunicazione e Pensiero politico, è docente dell'Università degli Studi di Teramo. Perfezionatosi all’Università di Perugia in Comunicazione Pubblica e Istituzionale, è stato in seguito incaricato della docenza in Strategie di Comunicazione al master in Comunicazione Istituzionale della Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica dell’Università di Perugia. Dal 2002 al 2008 è stata consulente della Provincia di Teramo. Dal 2005 scrive per la divisione edilizia della società editrice Tecniche Nuove. Consulente di enti pubblici ed associazioni per le attività di Comunicazione e Media relation, collabora stabilmente con Università, associazioni di categoria ed enti pubblici.

Stefano Cianciotta è stato intervistato nella nuova edizione della trasmissione Presadiretta. Una delle puntate, con messa in onda a gennaio, sarà proprio dedicata alla sentenza della Commissione Grandi Rischi. L’opinione di Cianciotta è tutta incentrata sul valore della comunicazione, essendo lui docente di Comunicazione e gestione mediatica della crisi presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Teramo. Non è la prima volta che il programma di Rai 3, condotto da Riccardo Iacona, concentra la sua attenzione sull’Aquila.

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PRIMO PIANO

LE NUOVE SFIDE DEL CAMBIAMENTO Riflessioni sul lavoro. Nuovi scenari e prospettive future, facendo rimanere al centro sempre le risorse umane… di Claudio Bonasia

CLAUDIO BONASIA Oltre trentacinque anni di carriera nelle risorse umane, con esperienze sia manageriali (direzione hr di aziende multinazionali e/o imprenditoriali italiane, tra cui Fater) sia di consulenza, sia associative (già presidente Aidp Abruzzo e Molise e vicepresidente nazionale Aidp, attualmente nel consiglio direttivo di Federmanager). Senior Partner di Increase People Value, società di consulenza specializzata nella progettazione e implementazione di sistemi e strumenti innovativi per il management, per la valorizzazione delle persone e lo sviluppo dell’organizzazione, di sistemi di apprendimento e di attività di professional & personal coaching. Già professore a contratto presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione di Teramo. Ha affrontato anche ristrutturazioni e riorganizzazioni con la complessità tipica di tali progetti.

i fa un gran parlare sui media di articolo 18, come se fosse l’elemento decisivo, capace di trasformare, le condizioni di lavoro e soprattutto di creare occupazione. Credo che la questione sia posta in modo quanto meno improprio. Negli ultimi 20 anni, nonostante l’art. 18, ci sono state ristrutturazioni, riduzioni di organici, licenziamenti ogni qualvolta le condizioni oggettive ne hanno determinato la necessità. La vera questione mai posta correttamente da ormai

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troppi anni è quella delle opportunità di creare occupazione, legate strettamente alla produttività e competitività del lavoro in Italia che si sono ridotte sensibilmente negli ultimi 15 anni, e che oggi rappresentano il fattore di criticità, soprattutto in epoca di mercato globale e di competitività esasperata. Si tratta quindi di ripensare il rapporto di lavoro dalle sue fondamenta uscendo dalle logiche del secolo scorso per guardare avanti ed entrare a pieno titolo nel nuovo millennio. Vale la pena di introdurre la nuova prospettiva nelle sue linee generali per poi approfondire

successivamente nel dettaglio gli aspetti decisivi del cambiamento. Il cambiamento generale più rilevante è legato alla natura stessa del rapporto di lavoro che, nel secolo scorso era legato (ed è ancora oggi così nella quasi totalità dei casi) alle “ore lavoro” e quindi prevedeva una remunerazione fissa per il tempo trascorso sul posto di lavoro. È più che mai necessario ripensare tale impostazione ed iniziare a ragionare in termini di “ore valore”, dove la remunerazione è strettamente correlata al valore creato con il lavoro, in base ad indicatori di misura espliciti e condivisi. Sono immaginabili gli effetti sulla produttività e competitività di una rivoluzione copernicana di tale profilo, capace di cambiare l’atteggiamento mentale di chi lavora, focalizzandolo sulla capacità di creare valore per l’organizzazione in cui si è impiegati e come difesa preventiva del proprio posto di lavoro. La prima implicazione decisiva che comporterà tale cambiamento epocale sarà quella di ripensare e modificare la struttura della retribuzione, andando a ridurre sensibilmente la retribuzione fissa ed aumentando parallelamente ed in misura maggiore quella variabile di breve periodo, superando le logiche attualmente esistenti di incentivazione marginale, per lo più aventi forma di premi di risultato, e introducendo inoltre la remunerazione variabile di lungo periodo anche sotto forma di azionariato virtuale. Prendendo ad esempio un lavoratore che oggi ha una retribuzione fissa di 1.200 euro e, quando va bene, un premio di risultato del 10%. Con l’impostazione suggerita potrebbe raddoppiare i suoi emolumenti, con una diversa distribuzione delle componenti: retribuzione fissa 600 euro; remunerazione variabile legata agli effettivi risultati individuali e d’azienda 1200; remunerazione variabile di lungo termine, legata alla continuità di successi dell’azienda, 600 euro (quota annua di azionariato reale o virtuale). E’ ovvio che la parte variabile è aleatoria ed è strettamente legata ai risultati raggiunti, individuali (produttività) e di squadra (redditività). Questo consentirà di sensibilizzare concretamente le persone perché comprendano che la remunerazione è legata al valore creato e che la difesa e quindi sopravvivenza del proprio posto di lavoro passano per la produttività e la redditività del lavoro stesso, come fattori di competitività propri e dell’organizzazione di cui si fa parte. La strategia d’impresa nel mercato globale si può sintetizzare nel: “Fare di più (sviluppare i Ricavi), con meno (abbattere i costi) meglio (con livelli di qualità dei prodotti/servizi eccel-

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PRIMO PIANO

lenti). Semplice da enunciare, molto difficile da realizzare. Per farlo servono persone di qualità, motivate, coinvolte, proattive, remunerate più che adeguatamente in relazione alle sfide da affrontare e ai risultati ottenuti. Bisogna cercare nuove opportunità di business, sia cercando il nuovo, sia rileggendo il passato con occhi diversi, penso ad esempio al turismo che potrebbe essere una delle nostre opportunità strategiche, viste le potenzialità naturali, paesaggistiche, artistiche, enogastronomiche, dove l’Italian Way of Life potrebbe rappresentare uno degli elementi decisivi di un “dream marketing” efficace nel mondo. Se ci riflettiamo, siamo riusciti a vendere nel mondo cose che hanno a che fare con l’alta qualità, che fa il paio con la creatività, la fantasia, in qualche caso la genialità, caratteristiche che ci appartengono, che sono nel nostro DNA, estremamente difficili da copiare. Quanto al nuovo, la miriade di start up, tecnologiche e non, italiane che si stanno affermando nel mondo (come DooChoo, guidata da Paolo Privitera, che ha vinto in Cile la gara mondiale per i migliori progetti di innovazione e di business, con un progetto di sistema che sviluppa il business con i sondaggi in rete) va in questa direzione, cercando e creando il futuro. Non è un caso che, al momento, sono di più i venticinquenni che

fondano imprese di quelli che trovano lavoro. L’evoluzione della legislazione ha allungato per molti la vita lavorativa fino a 70 anni, così come del resto accade e sta accadendo in Europa. È pensabile qualcosa di particolare per valorizzare al meglio gli occupati over ’60? Credo che la riflessione porti in due direzioni specifiche. Il pensionamento determina normalmente una perdita di know how significativa per le aziende. Le persone portano via con sé le conoscenze, le capacità, le esperienze. Spesso sono presenti fenomeni “carsici”, per cui uscita una persona esce più o meno consapevolmente anche il suo lavoro. Un’opportunità di salvaguardia del know how aziendale potrebbe essere quella di adibire le “pantere grigie” a documentare informaticamente il proprio know how e quello del reparto in cui si lavora, stoccandolo ad esempio nelle intranet aziendali, strumenti spesso sottoutilizzati rispetto alla potenzialità posseduta. L’altra opportunità ha a che fare con le attività di tutoring, verso i colleghi più giovani. Addestrare ad hoc i senior, perché sappiano trasferire il know how e contaminare la propria saggezza con l’entusiasmo e la voglia dei giovani, con programmi specificamente costruiti, potrebbe contribuire alla vitalità delle organizzazioni, una delle qualità decisive per il successo delle

LE POSSIBILI NUOVE LEVE DALLE ORE LAVORO ALLE ORE VALORE DELLA RETRIBUZIONE RIPENSARE LA STRUTTURA

UNITÀ DI OCCUPAZIONE CERCARE NUOVE OPPORT COME IMPIEGARE AL MEGLIO LE PERSONE OVER 60 TELELAVORO

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/PART-TIME

stesse. Combinare questi due istituti, offrendo la possibilità di lavorare da casa a chi accetti di lavorare part time (6 ore) può comportare vantaggi reciproci per l’azienda e il lavoratore. Contenere organici e costi senza licenziare (ogni 100 posti di telelavoro/part time riducono l’organico e il relativo costo di 25 unità); lavorare da casa risparmiando sulla baby sitter o sulla benzina per andare e tornare dal posto di lavoro accomunano l’interesse di entrambi i soggetti interessati. Certo non è applicabile a qualunque tipo di lavoro. È in ogni caso un’esperienza che aumenta la produttività di chi lavora da casa, in un ambiente più confortevole che permette di conciliare al meglio anche le esigenze familiari. Questo è quanto dicono le misurazioni effettuate nei casi sperimentati. Sarebbe una modalità oltremodo gradita per gli over ’60 di cui si diceva in precedenza. È strano che temi come quelli indicati non siano nell’agenda di chi deve riformare il mercato del lavoro. Forse perché ci si misura più nello scontro di tesi contrapposte che nella ricerca di soluzioni comunemente accettabili. Sarebbe interessante che Confindustria e sindacati fossero capaci di prendere il coraggio a due mani e di innovare con accordi pilota, capaci di far evolvere le soluzioni tradizionali andando nella direzione delle proposte indicate.



IL PUNTO DI VISTA Scena e Retroscena

BERLUSCONI, BERSANI/RENZI E IL SULTANO DEL BRUNEI Una due diligence immaginaria per investire in Italia. Da qualche notizia alla radio... di Maurizio O. Delfino

Tutto in una volta. Immaginiamo di essere un alto consulente del sultano del Brunei che viene in Italia a dare un'occhiata (che in linguaggio moderno, degli affari, si chiama due diligence, cioè un esame valutativo delle condizioni e caratteristiche di un certo affare, un sondaggio di convenienza, fattibilità). Il sultano vuole investire qualche spicciolo in Europa, 2 o 3 miliardi. L'alto consulente (che di solito ha fra 28 e 34 anni) accende la radio una sera di novembre e si segna le notizie principali. La Corte Costituzionale ha annullato la legge con cui un anno e mezzo prima era stato deciso un taglio, anzi stabilito un tetto a certi stipendi pubblici. Si era pensato che in un paese con la burocrazia fra le più costose e inefficienti del mondo (questo il consulente lo sapeva già), che ha un debito pubblico del 121% del Pil, 280.000 euro fosse un giusto tetto a stipendi pubblici. Il consulente che è straniero non capisce nulla del perché in Italia nessuno ha il potere di abbassare stipendi pubblici di perfetti sconosciuti. Non lo capiamo nemmeno noi italiani, per la verità. Sente però qualcuno che spiega che le leggi in realtà da anni in Italia le scrivono quelli con quegli stipendi (non i politici, o quelli che vengono chiamati tali) e che potrebbe essere che l'hanno scritta male apposta per farla cadere nel più italiano dei modi (Corte Costituzionale, infallibile e impeccabile). Noi non ci crediamo ma il consulente sta zitto e pensa. Poi: il presidente dell'Isvap (l'autorità che controlla le assicurazioni) è indagato per un groviglio di intrecci, mancati controlli con una delle principali assicurazioni. Può accadere in tutto il mondo (il consulente lo sa) solo che difendendosi in prima battuta l'interessato sorride sereno che tutti sanno che è impossibile un vero controllo come pretenderebbe il sottinteso all'inchiesta. Questo fa inarcare le sopracciglia del consulente (non le nostre), perché allora a che serve l'Isvap, e perché solo ora sentiamo dire dal suo sommo vertice che praticamente il ruolo che può svolgere è minimo e simbolico?? Berlusconi. Si ritira. Anzi no. Anzi si. Anzi no. Il consulente sorride divertitissimo. Non gli

Silvio Berlusconi

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interesserebbe nemmeno più di tanto che è del '36, sorride divertito e basta... Uno dei contendenti alle primarie del principale partito italiano (ormai e per ora spetta questo titolo al Pd, se parliamo di partito “tradizionale”) vuole fare ricorso alla giustizia per come sono organizzate le primarie a cui partecipa grazie a una modifica appositamente decisa per farlo partecipare. E perché non avrebbe dovuto partecipare? E perché deve minacciare anche lui il ricorso alla giustizia? Questo nell'ultimo, vero “primo” partito... Un brillante ministro della giustizia aveva promosso una legge che costringeva ad una certa mediazione prima di fare causa, invenzione che avrebbe migliorato una delle giustizie più lente e irracontabili del pianeta, ma la Corte ha annullato tutto. Perché la mediazione non serviva quasi a nulla come tutti dicevano prima, durante e dopo il suo avvio? Nemmeno per sogno, per altri motivi ma questi davvero non importano al consulente. L'ultima meravigliosa: il ministro dell'economia (si chiama Grilli) del governo che ha ridato reputazione all'Italia nel mondo si siede davanti ai deputati e dice che una certa manovra economica non grava in nessun modo sui cittadini, non aumenta di un centesimo prelievo, imposte o tasse. Subito dopo (ma proprio subito, quel pomeriggio) si siedono nell'ordine il presidente dell'Istat (la somma autorità nazionale e statale di statistica), il presidente della Corte dei conti (sommo magistrato contabile nazionale) e niente meno che il governatore della Banca d'Italia e dicono che caspita se ce l'ha l'effetto negativo, la manovra. La manovra è drammatica, pericolosa, esplosiva per un nuovo effetto recessivo dei consumi e depressivo. La manovra colpisce e aggrava il prelievo sui cittadini. Mai si erano esposti cosi!!! Il consulente non lo direbbe nemmeno sotto tortura o minaccia alla famiglia ma nella sua testa gli balena che il governo più autorevolissimo, serissimo, prestigiosissimo, salvifico mente in Parlamento. Sport, curiosità e meteo e il tg della radio (che dura poco) è finito. E secondo noi anche la due diligence. Tutto in una volta.

Vittorio Grilli

Il sultano del Brunei



EVENTI

“ROCK 2.0” SI PRESENTA Pmi AbruzzoMolise e Ifelv lanciano il veicolo elettrico ecocompatibile di Andrea Sisti

FUTURO ELETTRICO

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Rock 2.0” non è l’ultima versione tecnologica del famoso genere musicale nato in America e poi diffuso in tutto il mondo, ma, in questo caso, il nome di una macchina elettrica ecocompatibile, completamente prodotta in Abruzzo dalla Ifelv di Casoli (Chieti). Un prototipo progettato e realizzato da Florin Stoenescu, ingegnere e amministratore dell’azienda, che punta al futuro, attraverso la salvaguardia dell’ambiente e una riduzione sensibile dei costi. Il modello, poco prima della presentazione ufficiale avvenuta a novembre presso il polo fieristico della Camera di Commercio di Chieti, è stato esibito all’Ecomondo di Rimini. Una vetrina prestigiosa per il settore delle rinnovabili, che ha permesso di far conoscere “Rock 2.0” su vasta scala.

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ei mesi contro quattro anni davanti al tribunale per risolvere le controversie civili e commerciali. Sono i tempi dell’arbitrato, procedura alternativa a quella straordinaria, la cui decisione produce gli stessi effetti di una sentenza pronunciata dal tribunale di primo grado. «Di arbitrati - ha spiegato Roberto Carleo - ordinario di Diritto privato all’Università di Teramo - ne esistono due tipi: quello ad hoc, cosiddetto libero, la cui procedura è direttamente gestita dagli arbitri nominati dalle parti, e quello amministrato, gestito direttamente dalle camere di commercio». «I costi dell’arbitrato amministrato - ha tenuto a precisare la responsabile del servizio arbitrato e mediazioni dell’ente camerale pescarese, Tosca Chersich - sono calmierati, quindi inferiori rispetto a quelli dell’arbitrato ad hoc, le cui tariffe sono direttamente stabilite dagli arbitri in base al valore della controversia». Il ricorso all’arbitrato è aumentato negli ultimi anni di circa il 40%, anche perché, come ha spiegato il noto avvocato Marco Riario Sforza, dottore di ricerca in Diritto priva-

74 ABRUZZOMAGAZINE NOVEMBRE/DICEMBRE 2012

Il veicolo è adatto per essere utilizzato nei centri urbani, per la pulizia delle strade, la raccolta rifiuti e servizi di distribuzione

Tommaso Gubbiotti, Presidente Pmi AbruzzoMolise

Florin Stoenescu, Amministratore Ifelv

PROCEDURA ALTERNATIVA Convegno sull’arbitrato, tutela e sviluppo per le imprese... di Andrea Sisti

to e assegnista di ricerca in tema di arbitrato: «Con l’arbitrato i cittadini e le imprese oltre ad abbattere i tempi, risparmiano perché adire le via legali canoniche comporta un costo complessivo pari al 26,2% del valore della controversia stessa». Al partecipatissimo convegno hanno inoltre partecipato: il presidente della Camera di commercio di Pescara Daniele Becci, Piero Sandulli, ordinario di Procedura civile presso l’Università degli Studi di Teramo, Giovanni Cirillo, giudice Penale presso il tribunale di Teramo, il professor Nicola Sodgiu e l’avvocato Giovanni Di Bartolomeo.

Foto del convegno di Riccardo Federigi. Il pubblico, il tavolo dei relatori e l’avvocato Marco Riario Sforza con il consigliere regionale Nicoletta Verì


Sistema Qu alitĂ Ce rtificato


L'ADVERTISING IN ABRUZZO

L’Abruzzo del vino trionfa e veste SpazioDiPaolo È questa la sintesi di quanto ha affermato la diciassettesima edizione dell’International Packaging Competition, promossa da VeronaFiere/Vinitaly, aggiudicando alle aziende Ausonia e Belfiore e allo studio creativo SpazioDiPaolo (diretto da Mario Di Paolo, nella foto) un’incetta di premi di prim’ordine tra centosessantaquattro campioni in concorso. Prima sul podio Ausonia di Atri (Tera-

mo), di Simone Binelli, che si è aggiudicata il Premio Speciale “Packaging 2012”, ma non solo, ha conquistato anche due Etichette d’Oro (Pecorino Machaon 2011 e Cerasuolo Apollo 2011) e una di Bronzo (Montepulciano Apollo 2011). Porta a casa un’Etichetta d’Argento anche l’azienda agricola di Fabio Belfiore, di Loreto Aprutino (Pescara), con il bianco Colline Pescaresi “Il vino del contadino”.

Tp premia Febbraro e Bosco Nestore La campagna di comunicazione “Entra nel cuore del vino” di Cantine Bosco Nestore, creatività firmata da Daniela Febbraro, Dieffestudio Comunicazione & Design, è stata scelta come vincitrice della categoria Regioni del Premio Nazionale Tp edizione 2012 Emanuele Pirella. Un riconoscimento di prestigio promosso dall’Associazione Italiana Pubblicitari Professionisti e dedicato a tutti i suoi associati.

Pomilio per Pistoia L’agenzia pescarese Pomilio Blumm ha creato la marca e l’immagine di un territorio unico, con un valore in più: si tratta di Pistoia Original Tuscan, territorio da toccare.

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ASSOCIAZIONI

Plan People si tinge di giallo Il progetto Plan People nasce con l’intenzione di dar vita a una community in grado di stimolare il territorio attraverso le energie dei partecipanti, la loro crescita personale e professionale, la capacità di generare e condividere le idee. Plan è l’acronimo dei quattro valori base: people, local, action, network. Gli sviluppi della community possono essere seguite sul sito ufficiale (www. planpeople.it) e su LinkedIn.

AMEDEO POLIDORO

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o scorso novembre Plan People ha organizzato un suo nuovo appuntamento. Ne parliamo con Amedeo Polidoro, Production Manager presso l’azienda Las Mobili di Tortoreto (Teramo), qui nelle vesti di “planista”. Com’è nato questo evento? «L’idea di accostare due attività come la scrittura di un thriller e lo start up di una realtà imprenditoriale è venuta assistendo ad un convegno sulla creatività, in compagnia di Francesco Travisonni e Luigi Pirozzi, due amici “planisti”. La scrittrice Angela Capobianchi, relatrice dell’incontro, stava evidenziando il fatto che in una attività creativa come la scrittura non basta avere delle idee geniali, ma è necessaria anche tanta disciplina nel concretizzarle: il parallelismo con le start up ci è parso lampante. Ho quindi pensato di costruire, con la decisiva collaborazione di tutti i membri della community, un dibattito/ evento in cui affiancare alla Capobianchi un giovane imprenditore pescarese, Luca Propato, fondatore e amministratore delegato di un’avviata realtà operante in un settore innovativo come l’editoria web. I due protagonisti hanno presentato le loro storie di successo, mettendo in evidenza gli elementi che le accomunano: la passione, il coraggio, la tenacia, oltre che l'energia creativa e la disciplina. La risposta del pubblico è stata assolutamente positiva». Perché hai deciso di aderire a Plan People? «Il primo contatto è stato grazie all'invito di un

Intervista al “planista” Amedeo Polidoro che anticipa i prossimi sviluppi della community di Andrea Sisti

amico a partecipare ad “Aperipeople”, il primo incontro organizzato dai fondatori della community, nello scorso mese di aprile. Mi sono sentito sin da subito in perfetta sintonia con i valori del gruppo: le persone, il territorio, le azioni, la rete. Ho avvertito quindi l'importanza di dare il mio contributo concreto al progetto di costituire e sviluppare una rete di persone operanti nel mondo degli affari che potesse stimolare il territorio alla crescita e allo sviluppo di nuove opportunità. Oggi Plan People conta oltre trecentocinquanta iscritti e, con la attiva partecipazione di tutti, è stato possibile organizzare due eventi di grande successo: “Jazz & Management”, inserito nel contesto del Festival Pescara Jazz, e “Plan People in Giallo”, tenutosi di recente nell'ambito del Festival delle Letterature dell'Adriatico. Per i prossimi mesi abbiamo in cantiere diverse iniziative, sempre basate sull'idea di coniugare il mondo del business con le tematiche più diverse, e con una fase conclusiva dedicata alla socializzazione e al confronto di idee».

I protagonisti di “Plan People in Giallo”. Da sinistra Luca Propato, Giovanna Di Lello (moderatrice) e Angela Capobianchi

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Mauro Febbo, assessore nella Giunta regionale abruzzese con delega all'agricoltura

BIOLOGICO D’ABRUZZO, NATURALMENTE! L'agricoltura biologica mira a tutelare l'ambiente contribuendo alla conservazione della biodiversità. Metterla in pratica nel nostro Abruzzo è naturalmente facile... L’agricoltura biologica è un metodo di produzione sostenibile che genera evidenti benefici ambientali e socio-economici e può contribuire allo sviluppo delle aree rurali. In Abruzzo, naturalmente vocato all’agricola biologica, lo sviluppo di un’agricoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente è finanziato con il contributo della misura 214 azione 2 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Abruzzo.

S

i parla sempre più spesso di “agricoltura biologica”, ossia un’agricoltura che con limitati interventi permette di sfruttare al massimo la fertilità del suolo garantendo un prodotto salubre e di qualità. Cercando di conservare un ambiente sano, senza inquinare acque, terreni e aria, si punta a coltivare piante e allevare animali al fine di ottenere prodotti senza residui di fitofarmaci o concimi chimici. “Far biologico” in Abruzzo è naturalmente facile. Siamo la regione verde d’Europa, la maggiore area naturalistica del vecchio continente visto che un terzo del territorio è vincolato da aree protette, con tre parchi nazionali, un parco regionale, oltre trenta riserve naturali (statali e regionali) e numerose aree protette. L’agricoltura biologica non è un semplicistico ritorno alla natura ma è l’espressione più evoluta e professionale della scienza agraria integrata con la natura che mira a tutelare l’ambiente contribuendo alla conservazione delle biodiversità. L'agricoltura biologica

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OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA CONIGLI

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pur rimanendo un mercato di nicchia, dovuto in larga parte ai prezzi più alti rispetto ai corrispettivi prodotti convenzionali, ha suscitato un crescente interesse nei consumatori e ciò ha indirizzato sempre più aziende abruzzesi verso metodi di produzione ecocompatibile. Nel 2012 in Abruzzo si possono contare circa 1.600 aziende biologiche, per una superficie totale di circa 32 mila ettari. Nella nostra regione abbiamo un ambiente sano, poco inquinato perché i nostri agricoltori hanno da sempre avuto un occhio di riguardo nel lavorare i terreni in modo da sfruttare al massimo la loro fertilità. In alcuni comparti produttivi, come ad esempio nella produzione di legumi, cereali minori particolarmente rustici, olivicoltura di alta collina o bassa montagna, gli agricoltori non utilizzano concimazioni chimiche, oppure pesticidi e anticrittogamici. Siamo dinanzi a prodotti biologici o assimilabili che,

però, necessitano di essere certificati per poterlo scriverlo in etichetta. Tutti i prodotti biologici sono caratterizzati da un “marchio” che le aziende biologiche possono apporre sulle etichette dei loro prodotti solo dopo la verifica da parte degli organismi di controllo autorizzati dal ministero delle Politiche agricole del rispetto dei regolamenti attuativi. Questo nuovo modo di concepire i processi produttivi, più attento al rispetto dell’ambiente, si sposa bene con la valorizzazione del grande patrimonio rappresentato dai prodotti tipici tradizionali abruzzesi. Le aziende biologiche abruzzesi nascono là dove i “nostri giacimenti gastronomici” resistono grazie alle particolarità pedo-climatiche del territorio, alla rusticità e adattabilità delle varietà vegetali autoctone, alle tradizioni nell’elaborazione dei trasformati e, non ultime, alle capacità imprenditoriali degli operatori.

CHE FUTURO PER IL BIOLOGICO? Nel ricordare che l'agricoltura biologica esiste da millenni, ed è quella che l'uomo ha sempre utilizzato prima che l'industria inventasse i fertilizzanti chimici e i fitofarmaci, si può affermare che il biologico ha un grande futuro davanti. Possiamo già da oggi pensare al possibile prossimo cambiamento dei vari modelli alimentari del mondo occidentale. Siamo sempre più circondati dalla tecnologia e abbiamo sempre meno

bisogno di calorie. Consumare prodotti biologici, quasi sicuramente più costosi dei prodotti tradizionali, di per sé non vuol dire avere un prodotto con migliori caratteristiche nutrizionali, ma di sicuro un prodotto che offre sia un vantaggio salutare sia un maggior grado di soddisfazione in termini di sapori che la qualità delle innumerevoli varietà di prodotti bio possono garantire.

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALE

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale - FEASR: L'Europa investe nelle zone rurali

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SPECIALE AGROALIMENTARE

L' “ASSAGGIATORE” MARINO GIORGETTI ALL'OPERA CON L'EXTRAVERGINE D'ABRUZZO

Extravergine d’oliva, molto più di un condimento perfetto…

P

ianta simbolo del Mediterraneo, l'olivo affonda da millenni le sue radici nella nostra cultura. "I popoli del Mediterraneo cominciarono ad uscire dalla barbarie quando impararono a coltivare l'olivo e la vite", così scriveva lo storico greco Tucidide nel V secolo avanti Cristo. E così la pensiamo noi a distanza di numerosi anni. L’extravergine italiano, insieme alla pasta, è infatti il vero ambasciatore nel mondo della cultura culinaria. Eppure, per anni, l'extravergine è stato bistrattato, considerato il nemico numero uno del peso forma. Buono sulla bruschetta, per condire a crudo la pasta, per dare sapore a verdure e zuppe, i consumatori di tutto il mondo mostrano negli ultimi tempi forte curiosità, interesse e attenzione verso la qualità dell'olio che dunque nasce a nuova vita e si prende la sua rivincita per diventare anche tutore della nostra salute. Ma c’è ancora molto da fare. «L'extravergine non è un condimento ma un vero e proprio alimento, composto da tanti grassi buoni e qualitativamente importanti. Caratteristiche che ne fanno un elisir di lunga vita - sottolinea Marino Giorgetti, pescarese, responsabile promozione del comparto oleicolo, prodotti tipici e marchi di qualità per la Regione Abruzzo (ex Arssa) -. È il prodotto italiano per eccellenza e i consumatori dovrebbero essere abbastanza bravi da saper riconoscere la quali-

Con Marino Giorgetti, responsabile promozione in Regione, a scoprire le qualità dell'olio... di Marzia Aquilio

tà». Purtroppo non è così. Anche nel nostro Paese la perdita di “cultura alimentare” continua a erodere molte conoscenze legate alla tradizione e al territorio e l'olio non fa eccezione. «Io da oltre venti anni organizzo convegni, degustazioni, eventi per condurre il consumatore alla scoperta dei sensi e del metodo per degustare il cosiddetto “oro verde” - prosegue Giorgetti. Olio di qualità sì, ma non possiamo tralasciare la problematica delle frodi e dei meccanismi di falsificazione. Un flusso ininterrotto di miscele di oli "comunitari" e "non comunitari" viaggia infatti ogni giorno verso l'Italia. Alla fine, di italiano garantito, c'è solo il marchio. «Da sempre si sente parlare di frodi sull’olio di oliva: dalle semplici miscele di oli di diversa natura a oli che subiscono diversi “processi” per assumere infine, etichettati e posti in commercio, la qualifica di "olio extravergine d'oliva italiano", è una lotta continua tra chi “sofistica” e chi controlla. Le continue denunce e iniziative delle varie associazioni consumatori e delle autorità competenti sono certamente utili

per il consumatore finale ma si può e si deve fare di più». Davvero tanti i concorsi dedicati all’olio. Non sono forse troppi? «I concorsi sono numerosi ma ognuno ha la sua specificità - spiega Giorgetti, tra l’altro ambasciatore mondiale dell’olio di qualità Dop -. I più noti sono il Sol d’Oro di Verona, l’Ercole Olivario di Spoleto, il Sirena d’Oro (esclusivo per oli Dop) e il Lorolio (riservato ai soli produttori abruzzesi). Per l’azienda rappresentano importanti momenti di confronto con gli altri produttori e naturalmente per i consumatori e bayer buone opportunità commerciali. Mi preme però sottolineare che la vera vittoria aziendale non è rappresentata da un attestato ma dalla qualità e dalla vendita del prodotto». Uno dei temi dominanti delle campagne olearie è quello della "resa in olio", ovvero la quantità di olio estratta dalle olive conferite ai frantoi espressa come percentuale in peso. Un'annata, quella del 2012, che si è aperta con numerosi dubbi ma che ha riservato anche molte sorprese positive. «Sul fronte qualitativo ci si attendeva qualche criticità, conclude Giorgetti, a causa di un clima troppo caldo e secco durante tutta l'estate che ha portato sicuramente ad una minore resa in olio ma che invece non ha influito molto sulla sua qualità che è comunque buona anche se con minore presenza di profumi».

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SPECIALE AGROALIMENTARE

Al centro i fratelli Giovanni (a sinistra) ed Elio Sputore, con le rispettive consorti Simona Ferrara e Antonella Sonnante. La Selvotta si trova a Vasto (Chieti)

La Selvotta, il frutto di qualità e impegno

L

a storia di un’azienda di famiglia iniziata dal capostipite, il nonno Giovanni, proseguita dal figlio Nicola Sputore e oggi dai suoi nipoti Giovanni ed Elio. Le prime generazioni hanno avviato le coltivazioni e il frantoio, i due fratelli, dal 2004, hanno saputo dare una svolta moderna all’attività, incrementando la produzione, iniziando l’imbottigliamento, adottando nuove tecnologie. Il fattore comune, però, è sempre rimasto lo stesso: l’alta qualità. Un processo che continua ad avvenire a pochi chilometri dal mare Adriatico, nella proprietà di trenta ettari tra le colline vastesi in provincia di Chieti. La Selvotta è citata nelle maggiori guide e premiata nelle più importanti competizioni di settore: tra i riconoscimenti ottenuti la massima valutazione Gambero Rosso (tre foglie per il Monocultivar I-77) e l’eccellenza Slow Food

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La realtà vastese dei fratelli Sputore produce oli premiati nei principali concorsi e dalle migliori guide nazionali di Andrea Sisti - foto di Matteo Francavillese

(due e tre olive per I-77 a partire dal 2006 e menzione d’eccellenza nel 2010 e 2011, Electum Olio Slow nel 2012). Trend confermato anche nei concorsi Sol d’Oro di Verona e Sirena d’Oro di Sorrento, nel nostrano Lorolio di Pianella (Pescara). Oltre a essere distribuito su tutto il territorio nazionale, l’olio La Selvotta è esportato in Europa (Germania, Belgio, Olanda, Francia), Stati Uniti, Canada e Giappone. Il canale non è quello della grande distribuzione organizzata, vengono infatti privilegiate le boutique alimentari. Per quanto riguarda la ristorazione diretta, con gli oli in bottiglia per il servizio a tavola e quelli per la cucina, sono rifornite le realtà più conosciute del territorio, soprattutto quelle che propongono menù a base di pesce, dove l’abbinamento è straordinario. «Il nostro obiettivo - sottolineano i due fratelli - è continuare sulla strada intrapresa, gli attestati che riceviamo ci danno soddisfazione, sono la prova che stiamo lavorando bene e uno sprone per continuare a fare sempre meglio».

Il top, oli tra i migliori del nostro Paese: il Monovarietale I-77, Electum e il Dop Colline Teatine Vastese



SPECIALE AGROALIMENTARE

Un vino ricco Q di storia... Lorenzo Filomusi Guelfi

uando si entra nella cantina Filomusi Guelfi, insieme agli aromi del vino si respira la storia racchiusa tra le robuste mura di questa antica casa-fortezza, ubicata in pieno centro storico. Ad accoglierci, Lorenzo Filomusi Guelfi, che ci guida alla scoperta dei suoi vini e di una famiglia che vanta antenati illustri. Il nonno, Lorenzo, era un letterato autore di librie studi su Dante; il prozio, il giurista Francesco Filomusi Guelfi, era insegnante di diritto costituzionale del re Vittorio Emanuele III, docente universitario di diritto a Roma e senatore del Regno d’Italia. Il cognome lascia intuire una radice toscana: «Nel ‘700 - ci racconta - Carlo III di Borbone, divenuto poi Carlo V di Spagna, incaricò un suo ministro delle finanze e della cultura di nome Talucci di valorizzare l’Abruzzo, terra in cui c’erano solo legna, carbone e pecore. Dato che in Toscana l’agricoltura era più avanzata, fece appello a famiglie toscane che volessero trasferirsi qui prendendo terreni. Tra quelle che accettarono c’era una famiglia Guelfi proveniente da Camaiano, vicino Firenze». La sua attività di vinificatore inizia negli Anni ’80. «Nell’ ’82’83 - ci spiega - dopo la morte di mio padre, coltivatore di uva, ho iniziato a fare vino. La cantina era chiusa: da qui sono partito. Mi sono

TRA I MIGLIORI

È quello di Filomusi Guelfi che si trova nel centro storico di Tocco da Casauria (Pescara)… di Roberta Villini

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Il modello stilistico dei vini è rigoroso, netto, a tratti severo: un carattere deciso che richiede un “ascolto” attento. Sostanza autentica.




SPECIALE AGROALIMENTARE

reso conto che una struttura del genere, in centro storico, paga, nonostante alcuni disagi, dovuti al fatto che quando si fa la vendemmia c’è un po’ di movimento - sorride -». In Italia non sono molte le cantine ubicate nei centri storici: a Tocco ce ne sono ben tre. Dal piano terra, il “viaggio” prosegue al piano superiore. «Durante la Guerra, questo ambiente era un deposito di alimenti per tutta la collettività che abitava qua e dall’ingresso entravano i muli, carichi di grano». Lorenzo Filomusi Guelfi è del ’38: ricorda bene quando, ragazzini, giocavano tra montagne di grano. Ci porta nella stanza che ospita le botti con le riserve in maturazione. «Sono botti in rovere di Slavonia, fabbricate in Veneto, a Conegliano, tecnicamente ineccepibili. Le botti sono importanti, danno un sapore particolare al vino in esse contenuto». La produzione annua dell’azienda si attesta sui mille quintali, suddiviso in Cerasuolo, Montepulciano e quattro bianchi: un bianco mélange di tre vitigni, Chardonnay, Malvasia e Cococciola, un Sauvignon barricato, una Malvasia secca e il Pecorino. I vini Montepulciano sono di tre livelli: uno che fermenta in acciaio e due che maturano nel legno. «Il top è il Fonte Dei, che ha ottenuto due bicchieri rossi, per due volte, dal Gambero Rosso: è fatto con uve di un vigneto che ha settant’anni, basso, di produzione molto limitata, sessanta-settanta

La produzione

quintali/ettaro. Poi c’è una riserva che prenderà il nome, riconosciuto dal disciplinare, di Terre di Casauria. Nel prossimo anno uscirà anche un vino che avrà la denominazione di riserva». Filomusi Guelfi è segnalato sulla guida dell’Espresso Vini 2013 come produttore di uno dei migliori pecorini d’Abruzzo e d’Italia. La visita termina nel vigneto, che conserva ancora i caldi colori autunnali, situato tra Bolognano e Tocco, a duecentocinquanta metri sul livello del mare.

LA SEDE DELLA CANTINA La struttura che ospita la cantina Filomusi Guelfi si trova in pieno centro storico, a Tocco da Casauria, di fronte all’ottocentesco palazzo già sede della Centerba Toro. Datata tra XV e XVI secolo, faceva parte del sistema delle cosiddette case-mura ed era concepita per resistere agli assedi. A pianterreno, sotto le volte a crociera su pilastri polistili in tufo, c’è la cantina, tutt’ora in piena attività; al secondo piano ci sono le botti e un antico magazzino di derrate. In una saletta è conservata una tela ottocentesca di soggetto sacro. L’edificio è parte del patrimonio storico artistico che valorizza il paese.

I vigneti

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SPECIALE AGROALIMENTARE

Un polo industriale del dolciario D’Orsogna punta a rilevare la ex Foodinvest Bakery per produrre la storica Coppa Malù di Andrea Beato

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o scorso novembre, l’amministratore delegato Valerio D’Orsogna, con la consulenza dei professionisti Walter Strozzieri e Dante D’Elpidio, dello Studio D’Elpidio Strozzieri & Partners, e Alessandro Varrenti, dello studio legale tributario Cba di Milano, ha presentato la proposta per rilevare la ex Foodinvest Bakery di Sant’Atto (Teramo). «Ci avevamo provato qualche anno fa - ha spiegato D’Orsogna - ma per una serie di vicissitudini non ci è stato dato parere favorevole. Torniamo sulla scena perché ci sentiamo fortemente radicati in Abruzzo e puntiamo a rimanerci per creare un polo industriale del dolciario. Abbiamo l’ambito progetto di replicare a Teramo il nostro modello impresa, attento al benessere dei dipendenti, e ripartire dalla ex Foodinvest per rilanciare un prodotto storico come la Coppa Malù, il dessert monoporzione un tempo prodotto da Parmalat». D’Orsogna Dolciaria propone oltre tremilacinquecento referenze per decorare i prodotti per i mercati del gelato, dello yogurt e del cioccolato. Il sessantacinque per cento viene esportato all’estero. Nel polo di San Vito Chietino (Chieti), otto anni fa è stato realizzato il nuovo stabilimento di quindicimila metri quadrati ad emissioni zero, dove sono in costruzione asili e strutture sportive per rafforzare la condivisione di obiettivi tra la proprietà e i dipendenti.

In alto Valerio D’Orsogna, amministratore delegato dell’omonima società dolciaria fondata nel 1957. Sopra un’immagine della conferenza stampa

D’ORSOGNA: INCLUSIONI E DECORAZIONI PER DOLCI, SNACK, YOGURT, GELATI…

COPPA MALÙ, IL DESSERT CHE D’ORSOGNA VUOLE TORNARE A PRODURRE

7.000 tonnellate

30 milioni

3.500

170

LA PRODUZIONE ANNUA

DI EURO DI FATTURATO

REFERENZE

DIPENDENTI

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SPECIALE AGROALIMENTARE

SCOPRIAMO FATTORIE RICCITELLI I SOTTOLI E LE CONSERVE

LA PASTA FRESCA

IL PANE FATTO IN CASA

I GUSTOSI DOLCI

Una vasta scelta di sottoli e conserve per tutti i gusti. Le materie prime sono verdura e frutta raccolte direttamente nelle proprietà Riccitelli, seguendo la filosofia della freschezza e del chilometro zero.

Nel punto ristoro interno all’azienda si possono degustare diverse e buonissime tipologie di pasta fresca fatta in casa, utilizzando ancora le tecniche, gli strumenti e i piccoli segreti della tradizione abruzzese.

Come accadeva una volta, il pane viene interamente in casa. Farina di grano duro e tenero prodotto nelle Fattorie, lavorazione nei laboratori, lievito madre e cottura nel forno a legno per un prodotto unico.

I prodotti Riccitelli vengono impiegati per realizzare dolci, crostate e biscotti, dal sapore genuino. Le specialità sono vendute direttamente in azienda e nei negozi che distribuiscono le unicità delle Fattorie.

Venti ettari di proprietà

Ventuno anni fa

tra le colline di Vicoli (Pescara)

nascevano le Fattorie Riccitelli

DAL LATTE AL FORMAGGIO

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Tutto avviene nel laboratorio polivalente dell’azienda. Il latte appena munto viene preparato, poi aggiunto il caglio. Da qui si passa alla coagulazione e alla rottura della cagliata. Questa viene estratta e messa in forma. Dopo la salatura, il formaggio passa alla stagionatura.

UNA PASSIONE DI FAMIGLIA Fattorie Riccitelli è guidata da Florinda e dai figli Antonio (a sinistra) ed Enzo. I prodotti possono essere acquistati in loco o nei punti vendita: Ekk Tipico a Città Sant’Angelo (Pescara), L’Arabesque e Sfizi Divini a Pescara, Ortofrutta La Natura a Montesilvano (Pescara).

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ABRUZZO E GOLF Il maestro IGOR FANTINI

LA NONA LEZIONE Gli insegnamenti del maestro Igor Fantini sui campi del Miglianico Golf Club…

IL "BUNKER" L'uscita dal bunker a ridosso del green viene spesso considerata uno dei colpi più semplici del golf in quanto un soffice strato di sabbia si frappone fra la faccia del bastone e la palla, riducendo eventuali errori di velocità, di punto di contatto e di posizione della faccia del bastone rispetto al bersaglio. Nel bunker shot i piedi sono abbastanza larghi in quanto si necessita di uno swing abbastanza lungo con

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il sinistro leggermente dietro il destro, la palla viene posizionata tra il piede sinistro e il centro a seconda del lie della palla (posizione della palla sul terreno), mentre il peso si sposta con le ginocchia sul piede sinistro, le mani si posizionano al centro del corpo e il bastone viene impugnato con la faccia aperta, l'esecuzione avviene con un’oscillazione delle braccia a destra e a sinistra attraverso la palla e con un’accentuata flessione dei polsi, sia nel backswing che nel follow through, in modo da far scivolare la suola sotto

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la palla e mantenere la faccia del bastone aperta durante l'impatto. L'uscita dal bunker utilizza la stessa dinamica di swing del lobbing, anche se tendenzialmente più lungo e viene generalmente eseguita con un sand wedge o con un pitch wedge, a seconda di quanta distanza dobbiamo fare. Nota: aprite la faccia del bastone in address e fate scivolare la suola sotto la palla in modo da non penetrare troppo sulla sabbia. Buona pratica!

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ABBIAMO CENATO PER VOI

Raffaella Sciarra

ZUPPA ALLA PESCARESE DA SAPORI D’ARTE di Raffaella Sciarra

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delle classiche bottiglie delle nostre nonne, fatti "in casa", come l'olio, il el ristorante Sapori d'Arte, situato nella tranquilla via pane da inzuppare e il buon vino, che accompagnano il lento e inesorabile Gobetti, in centro a Pescara, si respira profumo di destino del brodetto. Per concludere, spaghettini alla chitarra da affogare casa non appena varcato l'ingresso: le forme arrotonnel sugo rimasto, per non lasciare nulla di intentato. Dulcis in fundo, per date delle pareti ad arco, l’arredamento in legno, le rinfrescare il palato, un ottimo sorbetto al limone e mentuccia tritata di tovaglie dai colori caldi, accompagnano l’avventore fresco, anche questo di produzione propria, come tutti i dolci che sono nelle intime e accoglienti salette del locale. L'arte, serviti nel locale. Non c'è che dire, davvero una cena preparata “ad arte”. s’intuisce, non sarà solo limitata alla cucina, basta osservare le pareti: il Freschezza, genuinità, tradizione e innovazione al contempo: sono questi ristorante si rivela anche spazio espositivo per giovani artisti contempogli ingredienti vincenti di Sapori d'Arte. Ogni sera, come ci spiega lo chef ranei desiderosi di far conoscere le proprie opere, e i quadri dallo stile finalmente libero dai fornelli, stanco ma felice, il ristorante propone un moderno creano un contrasto con i toni della tradizione. Ci dà il benvemenù a tema, di carne o di pesce, diversificato a seconda delle stagioni e nuto con cordialità Erika, la moglie del titolare, mentre corre tra i tavoli dei prodotti disponibili, sempre rigorosamente freschi: baccalà, frittura di destreggiandosi tra piatti succulenti, brocche di vino e profumati cestini paranza, bufala campana, trippa, costata irlandese, e persino una speciale di pani arricchiti con la cipolla, il sesamo, le noci, tutti rigorosamente cena vegana. Per informazioni sui menù del giorno si può consultare il sito preparati in loco. Apprendo che è la serata della zuppa di pesce, come tewww.saporidarte.com. Il prezzo? Dai quindici ai venticinque euro per un stimonia il buon odore che si sente nell'aria. Con la coda dell'occhio, sbirmenù completo, bevande incluse... Vale la pena prenotare una visita, no? ciando attraverso la porta della cucina, intravedo il caratteristico cappello da cuoco di Stefano, proprietario, manager e chef, riverso sui fornelli, concentratissimo. Il locale è ben frequentato, sebbene sia solo un mercoledì. Dall'alto, RISTORANTE SAPORI D'ARTE ogni volta che si apre una porticina dal sapore antico sita in cima a non più di sei o sette piccoli gradini, provengono voci, tepore ed effluvi di sigaro: è la saVia Piero Gobetti, 67 letta privata, quasi segreta, con una ventina di posti e 65121 Pescara tanto di caminetto acceso, perfetta per una serata intiTel. 085 421 5976 ma con gli amici, una cena esclusiva, o un'importante riunione di lavoro. Tutto promette bene. Arriva subito in tavola l'antipasto di patate e cozze, delicato e gustoso preambolo alla succulenta zuppa alla pescarese, subito servita nel tipico tegame di terracotta ancora fumante: palombo, razza, canocchia, triglie, gamberi, vongole, cozze, polipetti; tutti ordinatamente presenti e immersi in una salsa di pomodoro verace in cui spicca il peperone secco dolce; I pomodori sono quelli www.saporidarte.com

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