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ANNO II n. 37/18 giugno 2011 Redazione:Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100- Potenza TEL. 0 9 7 1 - 0 9 2 2 5 5 Fax. 0 9 7 1 - 0 9 2 2 5 6
A Potenza: <<Del disabile, chi se ne frega>> a pag. 6
I "Bronzi" di Via Anzio
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Parte una denuncia lucana per Michele Santoro a pag. 10
Cari Contro-Lettori, ci sarà il 29 giugno, nel Tribunale di Salerno, l’udienza preliminare davanti al gup nei confronti di Danilo Restivo, imputato dell’omicidio della studentessa Elisa Claps. In Inghilterra intanto, nel corso di un altro procedimento in cui il giovane potentino è accusato di un efferato omicidio, periti e contro-periti si accapigliano sul DNA a lui riconducibile e ritrovato sul maglione di Elisa: proviene dalla saliva o dal sangue? Dal sudore – e per certi versi, anche dal “sangue”- di Gildo Claps, proviene il libro che verrà presentato oggi a Potenza, “Per Elisa”, scritto dal fratello della sfortunata ragazza di Via Mazzini, con il contributo della nota giornalista televisiva Federica Sciarelli. Gildo (che nell’intervista esclusiva che riportiamo all’interno ci ha confessato di aver covato il sogno di fare il magistrato) sa bene che andrà incontro a polemiche e a speculazioni sulla sua decisione di dare alle stampe un testo sull’atroce vicenda di Elisa. Il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza, però, e c’è poi da dire che i cosiddetti “instant book” finora usciti sull’argomento, forse erano un po’ troppo “instant” e poco “book”. Al di là degli esiti e delle fortune letterarie di questa tetimonianza (ed in attesa di leggerla), non si può ignorare il fatto che quella della famiglia Claps -e l’abbiamo scritto più volte- è una storia di tutti. E’ la “summa” delle ingiustizie, dei soprusi subiti dai tanti piccoli Davide della Basilicata, che ogni giorno devono mendicare un po’ di giustizia -anche e soprattutto socialecercando, nel frattempo, di scansare le manone avide e adunche di un Golia troppo grande, attorniato dal suo esercito sempre armato di lance. Walter De Stradis
UNA STORIA DI TUTTI
sabato 18 giugno 2011
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Tagli ai Pompieri? “Gettiamo acqua sul fuoco” Parla l’Ing. Maurizio Alivernini, Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco della Basilicata: “Le nostre abilità sopperiscono alle forbici del Governo” di Rosanna De Angelis
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uesta settimana abbiamo intervistato l’Ing. Maurizio Alivernini, Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco della Basilicata, che momentaneamente assolve anche la funzione di Comandante Provinciale di Potenza. Quali sono i maggiori compiti dei Vigili del Fuoco maggiormente svolti nel territorio lucano? “In Basilicata il vigile del fuoco fa le stesse cose che i colleghi fanno in altre città d’Italia, forse l’unico vantaggio è il numero ridotto della popolazione. Ad esempio, anche qui da noi esistono grandi aziende come l’Eni e il vecchio Polo Chimico di Pisticci, che manipolano sostanze o prodotti soggetti alla direttiva Seveso, secondo la quale devono essere sottoposte a monitoraggio (controllo dei rischi di incidenti rilevanti). Quest’anno, inoltre, siamo stati gli autori della realizzazione, in soli due giorni e mezzo, del campo di prima accoglienza a Palazzo San Gervasio, che ha ospitato 580 persone. ). Non tutti sanno che fra i ra i nostri compiti c’è anche la salvaguardia degli animali: per esempio a Meta-
ponto, durante l’alluvione, siamo riusciti a salvare una parte degli animali presenti. In questo periodo quali sono gli interventi maggiormente effettuati? “Per quanto riguarda gli incendi di sterpaglie questo periodo, grazie alla complicità delle varie perturbazioni atmosferiche che ne ritardano il verificarsi, sicuramente si presenta migliore rispetto all’anno precedente. Un problema che ci impegna non poco in questi giorni riguarda le tantissime chiamate da parte degli abitanti per liberarsi dagli insediamenti degli imenotteri (ad esempio nidi di vespe n.d.r.). Non è di competenza né dei Vigili del Fuoco né di altri corpi, ma dovrebbe essere lo stesso cittadino a occuparsene. Purtroppo così non è, e questo comporta un obbligato intervento da parte nostra, incidendo molto sul tempo, sui materiali e sulle risorse a disposizione, che potrebbero essere utili per altre operazioni: cerchiamo comunque di operare la sera con la speranza di non essere chiamati d’urgenza per altri interventi.” In inverno, invece? “D’inverno ci occupiamo spesso degli incendi dei camini, dovuti soprattutto alla mancanza di ma-
troppo nella medesima provincia si verificano anche incendi di natura dolosa (è notizia proprio di questi giorni che a Scanzano Jonico sono avvenuti diversi incendi dolosi sui quali si sta indagando, seguendo la pista del racket).” Quanto hanno inciso i tagli della finanziaria sul vostro lavoro? “Abbiamo notato una diminuzione degli investimenti di circa il Il comandante Alivernini 35%. Sicuramente ne abbiamo risentito nei capitoli dei consumi: acqua, luce, gas, telefono, cancelnutenzione da parte dei proprie- leria … Cerchiamo di economiztari, ma anche di incendi di ap- zare il più possibile: in caso di partamenti e di attività industriali lavori interni nelle nostre caserme e commerciali.” ricorriamo, ove possibile, alParlando ancora di incendi, esi- l’esperienza dei nostri uomini; stono differenze sostanziali tra per quanto riguarda la manutenla provincia di Potenza e quella zione dei nostri mezzi stabiliamo di Matera? un ordine di priorità di inter“Per quanto riguarda le sterpa- vento.” glie nella provincia di Matera si Oltre alla sede centrale di Poinizia qualche giorno prima ri- tenza esistono distaccamenti sul spetto a Potenza perché più calda. territorio provinciale? A Potenza la zona più soggetta a “Sono presenti quattro sedi diincendi di sterpaglie è quella mel- staccate permanenti, regolarfitana, anche se al momento non mente impiegate, a Melfi, ci sono numeri significativi. Pescopagano, Villa d’Agri e LauInvece, nel caso di incendi di atti- ria. Abbiamo anche una sede vovità industriali, riscontriamo una lontaria a San Chirico Raparo e maggiore incidenza nella provin- prevediamo di aprirne un’altra cia di Matera (ad esempio recen- agli inizi di luglio a Terranova del temente un cementificio ha preso Pollino.” fuoco per il cattivo funzionamento di un nastro trasportatore, quindi per cause strettamente legate a problematiche tecniche). Pur-
Via Zara,90
etrolio. “Stiamo bucando la Basilicata per estrarre più petrolio”. Queste le parole del ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, in risposta alla crisi energetica. La reazione dei lucani: “Vogliamo entrare in comunità!”. Referendum. Affluenza alle urne inferiore alla media nazionale, ma il 54,3% basta ai lucani per tagliare il traguardo del quorum e dire SÌ all’abrogazione delle norme sottoposte a quesito. Il risvolto che non ti aspetti: anche la Basilicata incita al bunga bunga. Il Governo, dopo lo ‘spoglio’, è rimasto in mutande. Che confusione! 13 giugno, TgR: “Torna il segno più sull’export lucano. La Basilicata fa registrare una crescita superiore alle aspettative. Aumenti importanti, in particolare, per il settore delle automobili”. 14 giugno, TgR: “La Basilicata non riesce a cre-
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scere. Cala il Pil, diminuisce la produzione industriale e aumenta la disoccupazione”. Intanto: “Nuova cassa integrazione alla Fiat”. Mentre gliele ‘suonano’, il lucano, in stile “Ricchi e Poveri”, se la canta: “Ma dopo tutto, che cosa c’è di strano/l’esportazione, che cresce piano piano/poi crolla il Pil, ma dimmi dove siamo/il mondo è matto, sarà perché è LUCANO!/E cala cala per te, la produzione in Fiat/E vola vola per me, la cassa integrazione!?/Qua già il lavoro non c’è, poi sento il TG Regione/ma che confusione, fuori e dentro di me./”. CIE … imbarazzo. Dopo un muro alto tre metri, ‘ SI ALZA UN POLVERONE ’ intorno al CIE lucano di Palazzo San Gervasio. Tanti gli interrogativi su presunte violazioni di diritti, altrettante le risposte che si attendono. Intanto, “fonti vicine alla Prefettura -ascoltiamosmentiscono e (…) denunciano confusione, da parte della stampa e di forze politiche di orientamenti diversi, rispetto alla natura del centro che non è di accoglienza ma di identificazione ed espulsione”. Le categorie chiedono scusa per la svista: ‘ C ’ ERA VENTO CONTRARIO !’.
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sabato 18 giugno 2011
L’istantanea di King Buffino Missione in Libano: alta onorificenza al colonnello Sileo di Tricarico Il Colonnello Camillo Mario Luigi Sileo, nato a Tricarico e residente a Grassano, è stato insignito, nella caserma “Perotti” di Roma, della Croce di Bronzo al Merito dell’Esercito per meriti riconosciutigli, nell’incarico di Comandante della task force “Comando, Controllo, Comunicazioni e Computers”, durante la missione “Leonte 2” svolta in Libano nel 2007. A Sileo, Colonnello dell’Esercito e Capo di Stato Maggiore della Scuola delle Trasmissioni e Informatica, l’onorificenza è stata consegnata dal Comandante dei Supporti delle Forze Operative Terrestri, Generale di Corpo d’Armata Alessandro Montuori, in occasione della celebrazione del cinquantottesimo anniversario della costituzione dell’Arma. La Scuola delle Trasmissioni e Informatica dell’Esercito, attualmente comandata dal Generale di Brigata Pietro Primo, costituisce un fiore all’occhiello per la Forza Armata e ha tra i suoi compiti la formazione e aggiornamento del personale che opera nel settore delle comunicazioni, dei sistemi informatici e di comando e controllo della Forza Armata e la sperimentazione sui nuovi materiali e sistemi d’arma. L’Istituto ha ricevuto lo scorso anno il riconoscimento “Cisco Best Local Academy 2010” per la qualità di erogazione dei corsi.
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IL PROVERBIO DELLA SETTIMANA
La vorpa vecch’ sap avta’ r tagliol (La volpe vecchia sa’ evitare le trappole) Rapolla - PZ
Editore Publicom S.r.l. Direzione - Amministrazione - redazione Via Vespucci - Parcheggio 3 - 85100 Potenza Tel. 0971 092254 - 092255 Fax. 0971092256 controsenso@email.it Direttore Responsabile Walter De Stradis Registrazione Tribunale di Potenza n. 778/09 Impaginazione grafica: Giovanna Cafaro Stampa: FINEDIT S.r.l. Via Rossini 2 87040 Castrolibero (CS)
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PARLA GILDO CLAPS <<Danilo Restivo è un uomo solo>> Un lungo colloquio con il fratello di Elisa, scomparsa il 12 settembre 1993. I perché del libro sulla sorella che verrà presentato oggi di Virginia Cortese
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uello che stiamo per raccontarvi è un pomeriggio particolarmente intenso dal punto di vista emotivo. Da più di un anno il nostro settimanale sta seguendo con grande interesse e rispetto gli sviluppi di un caso, una tragedia familiare che si è dipanata all’interno di una piccola realtà, come quella del nostro capoluogo potentino e che ha assunto con il tempo i connotati di una storia grande. Molto grande. Una vita è stata recisa ancor prima che potessero realizzarsi sogni e aspettative. Quella di Elisa. Di tutto ciò abbiamo discusso con Gildo Claps, che abbiamo incontrato a distanza di un anno e mezzo dal ritrovamento ufficiale del corpo della sorella presso il sottotetto della chiesa della Trinità; attraverso i suoi occhi, i suoi ricordi, le sue parole abbiamo percorso 18 anni della vita della famiglia Claps. Oggi l’associazione Libera, per il tramite del responsabile regionale, Don Marcello Cozzi, presenterà alle 18 presso il teatro Stabile di Potenza un libro simbolo, dal titolo “Per Elisa. 18 anni di depistaggi, silenzi e omissioni”, scritto proprio da Gildo Claps, in collaborazione con la giornalista Rai, Federica Sciarelli ed edito dalla casa editrice Rizzoli, a moderare il giornalista della Gazzetta del M e z z o giorno, Fabio Amendolara. Si tratta di un diario incroc i a t o ; l’unione dei pensieri che un fratello ha voluto donare a quanti lo hanno sostenuto con pazienza e caparbietà, ma anche a coloro che a vario titolo sono stati di ostacolo in 18 anni difficilissimi che hanno visto l’esistenza scorrere “nonostante tutto”, nonostante Elisa non abbia più potuto dormire nel suo letto, abbracciare la sua famiglia e i suoi amici e della ri-
costruzione più lucida di una giornalista che ha descritto quanto accadeva intorno, storicamente e nella società. Elisa. 18 anni dopo Perché un libro? Quale la sua funzione e quale il suo significato? Questa storia l’avevo dentro come è prevedibile immaginare. Ma l’ho buttata giù in poco meno di due mesi. Appena dopo aver iniziato, non sono riuscito più a fermarmi. È per questo che ritengo che il libro mi abbia aiutato a liberarmi, ha assolto ad una funzione catartica. Sono 18 anni di vita che incrociano l’odissea degli anni. Mi sono totalmente immerso nelle parole, il contributo di Federica Sciarelli è servito proprio a farmi recuperare il contatto con la realtà per poterne dare una lettura, sì intima ed emotiva, ma anche razionale dell’esperienza. Ho ricordato tutti i protagonisti. Nel bene e nel male. Noi non abbiamo dimenticato. Il nostro obiettivo è stato comunque raggiunto: dove non arriva una condanna penale, c’è la condanna della società che ha compreso. La memoria, pertanto, diviene elemento essenziale da perseguire, e deve essere mirata alla ricerca della verità. Tutto il ricavato andrà devoluto in due cause, in un progetto contro la tratta delle donne e in una nuova idea che sta per diven-
probabilmente sarei diventato un magistrato. Quanto ci è capitato ha scavato in me e in tutti noi dei solchi incolmabili. Come cittadino, posso dire di aver sviluppato un’intolleranza molto forte verso tutte le forme di ingiustizia (la predisposizione c’era già, evidentemente). La battaglia condotta è stata per Elisa, ma anche per tutte le altre vittime, le altre famiglie che come la nostra hanno subito e subiscono violenza a tutti i livelli. Da qui la nascita dell’associazione Penelope che continuerò sempre a seguire. Ritengo che la memoria appartenga all’intera comunità e che ciascuno debba fare il proprio dovere. Ho avuto in questo lungo cammino un rapporto sempre ambivalente verso la nostra città: d’amore e di condanna. Non mi è mai piaciuto il provincialismo e l’esasperazione nel salvare le apparenze,
Il ritrovamento ufficiale di Elisa rappresenta uno strappo consistente in una coscienza comune che, pur avendo affiancato la famiglia Claps, ha realizzato solo allora che davvero fosse accaduto qualcosa di molto grave a sua sorella. Sono d’accordo. È come se tutti si fossero risvegliati da un torpore lungo 17 anni. È stata una scossa terribile; la circostanza era stata un po’ accantonata… in seguito, però, il fragore ha scatenato una vera reazione a catena. 25 maggio 2011. Il processo inglese a Danilo Restivo presso il tribunale di Winchester In Inghilterra, sia lei che i periti, sia i medici legali che i te-
<<Il libro su mia sorella l’ho scritto in due mesi perché questa storia l’avevo dentro: ha aiutato a liberarmi>> ma ho anche scoperto una parte molto sensibile; la soglia dell’indignazione si è alzata notevolmente e questo mi lascia ben sperare come uomo e come cittadino, per l’appunto. Perlomeno, so sempre da quale parte schierarmi. Quella del bene. Il calvario vi ha fatto pagare tuttavia un prezzo altissimo. Che tipo di bilancio ad oggi? Il bilancio non può essere definitivo. La storia di Danilo Restivo è quasi chiusa. Ma il resto? La chiesa con le sue parziali ammissioni, le complicità, le coperture, la messa in scena del marzo 2010? Vi sono ancora numerosissimi lati oscuri che esigiamo ci vengano chiariti. Tuttavia c’è una parziale soddisfazione per come si stiano evolvendo le situazioni.
<<Sui funerali non mi è stato ancora comunicato nulla. Appena avremo la certezza di una data saremo noi ad informare la stampa>> tare fattiva “La casa di Elisa”, una struttura che accoglierà donne che subiscono abusi. Com’è cambiato Gildo, come persona e come cittadino? È indubbio che abbia subìto diversi cambiamenti; in primis, come individuo. Molte sono state le scelte obbligate, magari non sarei rimasto a Potenza,
frattura inevitabile
17 marzo 2010. Un punto di
stimoni italiani avete rappresentato un tassello rilevante in un altro omicidio, quello di Heather Barnett. Cosa ne pensa? La sentenza arriverà prima del previsto, ragionevolmente entro la fine di questo mese. È chiaro, c’è bisogno di giustizia. E di giustizia per tutti. I figli della povera Heather mi hanno ringraziato per la mia presenza; io ho detto loro che era un mio dovere andare a raccontare, per Elisa e per la loro mamma. Lì, ho dovuto affrontare anche il fatto di dover vedere quello che da sempre considero l’assassino di mia sorella, Danilo Restivo. Non è stato facile. Quando raccontavo di quel maledetto 12 settembre ho tentato di incrociare il suo sguardo, ma lui l’ha tenuto sempre basso. Paradossalmente lì, così com’era, si stava realizzando la sua parabola. Era un uomo solo. Solo a rispondere dei suoi crimini, sempre ben protetto
quando si è trattato di occultare la verità. Alla luce di tutto ciò, sente di poter esprimere fiducia nella Giustizia? Il passo è cambiato. Già dal pool di indagini istituito dall’ex questore, Mauro, e dalla dottoressa Strappato che ha consegnato un’informativa dal 2007 alla Procura di Salerno. Sia anche a partire dal 2001, quando il caso fu affidato proprio alla Procura campana, si
avevano un quadro a noi ignoto: il ragazzino ferito con un coltellino da Danilo, le studentesse universitarie, molestate telefonicamente. Il profilo era evidentemente disturbato e capace di atti violenti. Perché non si è fermato tutto? Il dolore sarebbe stato metabolizzato. Così è impossibile invece. La superficialità, la leggerezza e l’incapacità sono alla base, a mio avviso, ma c’è molto altro.
<<C’è una nuova idea che sta per diventare fattiva “La casa di Elisa”, una struttura che accoglierà donne che subiscono abusi>> era già in grado di fare una ricostruzione, giungendo alla conclusione odierna. Nel libro, denuncio invece tutta la prima fase delle indagini. Perché non è stata consentita la perquisizione in casa del Restivo? Perché nessuno ha sequestrato i suoi abiti? L’amarezza profonda è che noi da dal primo giorno avevamo sostenuto che c’entrasse qualcosa; non credevamo in un epilogo così sanguinario ma a monte, gli inquirenti
I funerali Sulla stampa locale, si ipotizzano delle date. Può confermarle? Non mi è ancora stato comunicato nulla. È chiaro che appena avremo la certezza di una data saremo noi ad informare la stampa, per far sì che tutti possano rendere omaggio ad Elisa.
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sabato 18 giugno 2011
Potenza: “Del disabile chi se ne frega” Storie quotidiane di indifferenza e disservizi che rendono la città per molti aspetti “inospitale” per chi è affetto da handicap di Antonio Nicastro
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n questi giorni, sui quotidiani locali, è stato trattato il caso della mamma di una ragazza disabile che sta avendo molte difficoltà per il rinnovo del permesso per la sosta dell’automobile su suolo comunale previsto dalle normative in materia. La vicenda è quanto mai inquietante ed evidenzia l’insensibilità e la protervia di chi deve rilasciare la documentazione che consente al Comune di assegnare lo spazio su suolo pubblico per la sosta dell’auto
a servizio della persona disabile. Da censurare il comportamento del funzionario dell’Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica dell’ASP che risponde alla signora Alba Montagnuolo, la mamma della disabile, che il suo Ufficio non ha nulla da rimproverarsi e che se si vuole il rinnovo del permesso per la sosta si devono rispettare le leggi e, secondo lui, la legge prevede che la disabile debba recarsi presso l’ambulatorio ASP per l’accertamento. A dire il vero le leggi dicono altro, il vigente Codice della Strada, per esempio, al comma 3 dell’artico 381 recita: “Il rinnovo avviene con la presentazione del certificato del medico curante che confermi il persi-
stere delle condizioni sanitarie che hanno dato luogo al rilascio”. Abbiamo appreso che la signora Montagnuolo ha segnalato alla Procura della Repubblica la sua vicenda ed il comportamento dell’ASP. A margine di questa vicenda è intervenuta l’associazione “Dopo di noi” che chiede alla Polizia Municipale di Potenza maggiori controlli, oggi quasi del tutto inesistenti, per verificare che gli spazi a disposizione dei disabili siano utilizzati dagli aventi diritto e che gli uffici amministrativi comunali avviino una serie di con-
trolli sui permessi rilasciati in considerazione dell’aumento di richieste che spesso nascondono la furbizia di avere un parcheggio garantito “appoggiandosi” alla disabilità di uno sfortunato parente.
La vicenda della signora Montagnuolo ci da il là per tornare a parlare delle barriere architettoniche nella città di Potenza. Negli ultimi tempi si sono intensificate le denunce e gli appelli da parte di chi è costretto a vivere su una sedia a rotelle invocando il diritto di avere le medesime possibilità di spostarsi di chi è in grado di muoversi autonomamente. Tempo e fiato sprecato, Potenza rimane una città off-limits per le persone svantaggiate ma anche per i genitori che devono muoversi con un passeggino al seguito. Si possono capire le difficoltà strutturali dovute alle caratteristiche morfologiche derivanti da una città di collina con tante salite e discese, si può sorvolare sulle opere urbanistiche degli anni passati, ma costatare che i nuovi quartieri e i tanti lavori pubblici realizzati negli ultimi anni non hanno tenuto conto delle esigenze di mobilità di chi vive su una sedia a rotelle e, cosa ancor più grave, non si è operato nel rispetto delle leggi che disciplinano la materia, in particolare un Decreto del Presidente della Repubblica, il 503 del
1996, è stato emesso proprio per eliminare le barriere architettoniche e per consentire, per l’appunto, un agevole movimento ai disabili. Sono sotto gli occhi di tutti i marciapiedi più stretti del consentito o che ospitano ostacoli ingombranti o privi dell’accesso che facilita la salita di una carrozzella. C’è un caso clamoroso di un marciapiedi brutalmente eliminato quattro anni fa in via della Fisica per far posto alla sosta delle auto e nonostante molti interventi e proteste giunte alla stampa nessuno si è degnato di far ripristinare il marciapiedi soppresso. Alle carenze manifestate dalla Civica Amministrazione si devono sommare i comportamenti illegali di molti potentini che contribuiscono a rendere ancor più difficile la vita ai disabili, ci riferiamo alla sosta selvaggia che viene praticata impunemente dappertutto e gli spazi naturali a disposizione dei pedoni, i marciapiedi, laddove esistono e dove si possono percorrere senza farsi male per lo stato scandaloso della loro manutenzione, sono spesso occupati da auto in sosta, le stesse auto che sostano sulle strisce pedonali o laddove c’è il passaggio riservato alle carrozzelle. Questa cattiva abitudine, punita dal Codice della Strada con una ammenda di 80,00 euro, è praticata senza scrupoli e con la quasi certezza della impunità stante l’inerzia delle forze dell’ordine che scandalosamente tollerano questi abusi che rendono la vita difficile se non impossibile a coloro che utilizzano la sedia a rotelle o una mamma con il passeggino.
Parla Vincenzo Postiglione: “Il mio Dancing a disposizione della comunità”
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on l’apertura del 23 Aprile 2011 del Dancing di Potenza, il proprietario, Vincenzo Postiglione ha mille idee e mille pensieri. Fra questi, il rammarico per quanti in passato si sono sentiti toccati per il fastidio creatosi per la musica troppo alta. A tal proposito Vincenzo Postiglione ha provveduto ad istallare un impianto sonorizzato per non disturbare la quiete degli abitanti di quel posto. “Ho in mente di organizzare serate di vario genere come piano bar, musica latina, liscio eccetera, sperando che le condizioni meteo siano dalla nostra parte. Vorrei che il Dancing diventasse patrimonio della città. È un’area disponibile a qualsiasi evento socio-culturale, deve essere un contenitore culturale. Con la riapertura del Dancing il parco sarà più curato in ogni settore che riprenderà vita, e proprio per questo chiedo a tutti i cittadini di poter rispettare il più possibile il verde, stando più attenti alla carta, alle bottiglie di vetro e qualunque altra cosa che possa rovinare o mettere in cattiva luce il lavoro che stiamo portando avanti. Vorrei poter collaborare anche con il comitato di quartiere in modo da
poter trovare soluzioni insieme ad eventuali problemi. Chiedo ai cittadini inoltre anche di fare attenzione al modo di parcheggiare per poter lasciare agli altri la possibilità di passeggiare tranquillamente. Chiedo un’attenzione generale affinché non si verifichi nuovamente quanto già accaduto in passato”. Vincenzo Postiglione si dice disponibile a collaborare con tutti, sottolineando però che purtroppo non potrà essere responsabile di ciò che succederà al i fuori del Dancing, ma promette vigilare affinché i disagi venutisi a creare in passato siano solo un ricordo. (Federica Capasso)
<<Costruiamo un nuovo centro-destra>> Potenza: parla il coordinatore provinciale di Futuro e Libertà Rocco Coviello di Federica Capasso
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uturo e libertà per l’Italia non è solo un nome ma anche una descrizione dell’orizzonte del movimento Gianfranco Fini. Il futuro a cui guarda Fli è la fondazione di un partito europeo, basata sul principio del popolarismo e sul recupero di una visione diversa della politica, non solo raccolta del consenso, ma anche forza di trasformazione della realtà e della Polis, aperta alla partecipazione di tutti. La libertà è il sogno di una società più equa e giusta, dove ai doveri corrispondano diritti certi, garantiti da uno Stato più efficiente e meno invadente, libertà di poter scegliere la propria strada e veder riconosciuto il proprio merito senza privilegi, un’idea dell’Italia semplice e rivoluzionaria composta da cittadini liberi che credono nell’etica della responsabilità, una patria orgogliosa e consapevole unita nelle sue differenze. Futuro e Libertà crede che l’Italia possa diventare un Paese come gli altri nei quali il confronto tra i partiti non è rissa quotidiana e dove il rispetto delle regole sono condivise e dove nessuno si sente condannato a restare
Rocco Coviello
indietro. Ciò premesso, noi di Controsenso abbiamo posto alcune domande al Signor Rocco Coviello, coordinatore provinciale di Potenza del partito “Futuro e Libertà”. Il Centro-Destra vive un momento di profonda crisi in Basilicata come si inserisce “Futuro e Libertà” nel tentativo di arginarla? Noi di Futuro e Libertà siamo fuori dal PDL perché il Centro Destra è in declino, noi cerchiamo di ricostruire un nuovo Centro Destra diverso da quello attuale che non abbia contraddizioni come quelle che adesso si trova a sostenere. Referendum. Altra scoppola elettorale. Futuro e Libertà come commenta il risultato? Futuro e Libertà rispetta le decisioni del popolo. Abbiamo votato anche noi come tutti, secondo coscienza. Il popolo ha scelto su determinati temi quali la privatizzazione dell’acqua, profitti sull’acqua, nucleare e legittimo impedimento. Più che un commento da dare, secondo me c’è una disamina politica del popolo nei confronti di Berlusconi. Il 1° Congresso Provinciale “Futuro e Libertà”… qual è il messaggio di questo congresso? La destra è legata a dei principi allo stesso tempo legati alla destra italiana. Noi vogliamo semplicemente costruire un nuovo soggetto politico diverso da quello attuale. All’interno della coalizione qual è l’identità politica e ideologica di “Futuro e Libertà”? Ci ritroviamo in un’era post ideologica. Ci sono ideali e riferimenti. Dobbiamo cercare di costruire un’Italia diversa dal Centro Destra e Centro Sinistra. Rocco Coviello conclude dicendo di essere soddisfatto degli obiettivi raggiunti in due mesi grazie ai molti partecipanti che stanno permettendo di far crescere la FLI con altri tanti presupposti. Il 1° Congresso provinciale FLI Provincia di Potenza si terrà oggi, sabato 18 giugno alle ore 16:00 all’Hotel Vittoria – Rossellino (Pz).
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I Lucani si sono rotti “i Poli” Il Centrosinistra “vota” Mollica (Mpa): in consiglio regionale si consuma una spaccatura fra maggioranza ed opposizione di Walter De Stradis
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l patto di non-belligeranza di turno, ad opera del dinamico duo Viti-Pagliuca, questa volta non ha retto. Qualcuno ha fatto il furbacchione. Oppure qualcuno ha tradito. Oppure, qualcuno –più verosimilmente- si è fatto due conti in tasca ed ha votato, come si dice, secondo “coscienza”. Risultato? In consiglio regionale, martedì scorso, i “franchi” tiratori hanno votato “Franco” (e chi altri?) Mollica (Mpa) segretario dell’ufficio di Presidenza. Essì che la ditta Viti & Pagliuca aveva già “individuato” –per la buona pace di tutti- il buon Mariano Pici (Pdl) per quella carica. Ma gli accordi, come dicevamo, sono saltati e qualcuno della maggioranza è stato poco “franco” e ha messo il piedino profumato anche nella scarpa (anzi, “scarpone”) del PDL ed ha votato un “terzopolista”. Insomma, il PDL è finito a letto senza cena, e senza letto. Ri-Risultato? Quei poveri cristi del Polo delle Libertà, sentendosi gabbati, traditi, cornuti e pure mazziati, hanno abbandonato tutte le loro postazioni nelle varie commissioni. Perché così ci si indigna e si porta avanti la vera opposizione. Ri-ri-sultato? Importanti audizioni riguardanti Ater e consorzio di bonifica sono saltate, ma tanto chi se ne frega, c’è sempre tempo per ricucire rapporti, chiedere scusa, puntare il dito, calunniare qualcunaltro e ritornare tutti a pranzo felici e contenti. Tutti insieme appassionatamente. Loro, i politici, naturalmente.
Tutti all’oscuro allegramente, loro, invece, i cittadini elettori. Non si sa se fa più ridere, o fa più spavento, pensare ai miserabili giochi di potere (figli probabilmente di risentimenti, biechi calcoli o ego mostruosi) che si consumano in quell’aula affollata da rappresentanti eletti “democraticamente” dai cittadini. Quanto fa male rendersi conto quanto poco c’entri il voto espresso al chiuso della cabina con gli inciuci, i pasticci, i bisticci e i capricci che si consumano nella saletta del consiglio regionale. Altro fatto risibile è che praticamente tutti quelli che non sono pidiellini -a contare i comunicati stampa- si sono “indignati” per quanto accaduto ed hanno fatto capire di non c’entrare nulla. Come leggere, al fine, l’apparente strappo fra maggioranza ed opposizione consumatosi martedì scorso alla Regione? Siamo forse di fronte all’ennesimo avido boccone di un centrosinistra onnivoro (che si mangia tutto e che non gli fa schifo niente) e che vuole quindi prendere anche le decisioni della minoranza? Oppure, come ha detto qualcuno, nella stessa maggioranza sta prendendo corpo un “mal di pancia” (forse proprio per le troppe cose “mangiate”), vale a dire una subdola e latente opposizione, una serpe in seno? Oppure, ancora, stiamo assistendo ai primi, “teneri”, vagiti di un “Terzo Polo” sempre meno bambino e sempre più adolescente, con tanto di “prime voglie”, primi appetiti (primi atti di auto-erotismo) e relativi “brufoli”?
Benedetto (Idv): <<Quanto baccano per uno “sgabellino”>> P
I “Bronzi” di Via Anzio In tutto questo, in attesa di dare una risposta a queste domande, il capogruppo del PD Viti si dimette e si attende qualche segnale di Vita (scusate il gioco di parole) del presidente del consiglio Vincenzo Folino. Il tutto poi accade mentre, opportunamente, Speranza è in vacanza (riscusate la rima) e De Filippo è a
Roma a godersi un’indispensabile manifestazione letteraria. Tirando le somme, allora, i quotidiani hanno titolato (testualmente) “Si sono rotti i Poli”. Per il lucano medio, invece, il timore è che si sia rotto qualcos’altro.
er il consigliere regionale Nicola Bendetto, quella di martedì scorso, giorno dello “scherzetto” al centrodestra, è stato l’esordio come capogruppo di Italia dei Valori. Manco a farlo apposta, il suo partito è stato fra i principali sospettati del piccolo “golpe” per la poltroncina di segretario all’ufficio di presidenza. Una gatta da pelare un po’ pelosa, per essere all’esordio. <<Io posso parlare per me, ma anche per gli altri, visto che nel mio partito c’è coesione e condivisione. Noi non siamo stati. E non m’interessa fare la caccia ai franchi tiratori>>. <<Non voglio pensare -rincarache quanto accaduto sia solo frutto del caso. Può essere, certo, ma se fosse così sarebbe tragicomico. Forse è più “intelligente” pensare che sia stata una cosa ordita a tavolino. Forse per veicolare dei malumori attraverso il “Terzo Polo”, oppure per poter poi dare la colpa a qualcuno. Magari all’IDV, chissà>>. <<Non si può neanche dire che è stata “una brutta pagina” della storia di questo consiglio, perché
quanto accaduto non merita di entrarci nemmeno, in una pagina. Tanto rumore per nulla per uno “sgabellino”. La regione ha problemi più grossi, e il risultato di queste storie è che non si affrontano. Vorrei dire al PDL che l’opposizione non si fa abbandonando le postazioni, ma col confronto costruttivo. Solo così si può ricucire lo strappo. Certo, se Folino e tutti gli altri si dimettessero si riandrebbe al voto e magari le cose si aggiusterebbero. Ma è una cosa che deve partire da loro>>. Mich. Imp.
Nuove case a Malvaccaro: lunedì la delibera arriva in Giunta S
i chiama Consorzio Malvaccaro Tre, ed è un progetto che conta di costruire, alla periferia di Potenza nelle campagne di Malvaccaro, ben 256 appartamenti (194 privati e il resto popolari), con uffici, parcheggi, una scuola ed opere di urbanizzazione per un intervento totale di 80 milioni di Euro. Un indotto, se si realizzasse, che avrebbe come immediata conseguenza la creazione di
numerosi posti di lavoro in una città che ne ha particolarmente bisogno. Tuttavia, da oltre un anno dalla consegna delle carte, pare che il progetto sia rimasto nel cassetto -con grosso rammarico di chi ci ha investito tempo, speranze e denaro- fermo nelle “secche” della terza commissione del Comune di Potenza (composta da consiglieri di maggioranza ed opposizione), quella che ci oc-
cupa di “urbanistica, opere e lavori pubblici, assetto del territorio ed edilizia scolastica”. Almeno questo è quanto denuncia il consorzio: i lavori sono sospesi da due anni nonostante la documentazione sia stata consegnata nel dettaglio al Comune. Perché- si domandano- la Commissione non prende una decisione? Pare che per due volte la Commissione abbia “bocciato” il progetto a
causa di alcune criticità (rete di elettrificazione e volumetrie) e il consigliere Lacerra, membro della terza commissione, ha rispedito al mittente le accuse di lassismo. Sta di fatto che il progetto –e con esso le persone che vi sono dietro- è in attesa di sapere “di che morte deve morire”. Il presidente della Commissione Beniamino Straziuso fa sapere che
dopo che la prima proposta è stata rinviata per un errore di motivazione, la seconda proposta è stata ritirata in commissione in attesa di valutare una TERZA proposta che chiarisca l’inserimento di un’ulteriore volumetria che si vuole destinare ad uso pubblico. La palla passa quindi all’assessore al ramo, Pietro Campagna, che a sua volta rende noto che l’iter per quanto
lo riguarda è completato. Lunedì prossimo porterà la delibera in giunta, la giunta a sua volta la passerà alla Commissione e se non ci saranno intoppi, la stessa arriverà poi in consiglio per l’approvazione definitiva. Se tutto andrà bene, spiega l’assessore, ci vorrà almeno un altro mese. “Se” tutto andrà bene.
Addio alla specializzazione forense
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l Tar del Lazio ha annullato il “Regolamento per il riconoscimento del titolo di avvocato specialista”, approvato il 24 settembre 2011 dal Consiglio Nazionale Forense, accogliendo i ricorsi che hanno sostenuto la sua illegittimità. Il Regolamento in parola, a partire dal prossimo 20 giugno, avrebbe introdotto e disciplinato le condizioni e le modalità per il riconoscimento e il mantenimento del titolo di “avvocato specialista”. Argomentano i ricorrenti, sostenendo che il Regolamento in questione è lesivo della loro professionalità, in quanto, il provvedimento del C.N.F., senza alcuna base normativa, avrebbe tra
l’altro realizzato una vera e propria riforma dell’ordinamento professionale. Il Tar, con la sentenza in commento, sottolinea che la materia è riservata al legislatore statale, e osserva che il legislatore non ha “riformato direttamente l’ordinamento della professione forense” prevedendo l’istituto delle specializzazioni, né è attribuito al C.N.F. la competenza ad adottare in via regolamentare la disciplina delle specializzazioni della professione legale”. Il Tar del Lazio, dunque, non rinviene la fonte normativa cui si sarebbe riferita il C.N.F. per trarne la potestà di creare ex novo una figura professionale precedentemente non
contemplata dal vigente ordinamento. Il Tar perciò ha colpito con la massima delle sanzioni possibili la unilaterale determinazione del Consiglio Nazionale Forense. Tale volontà è emersa anche nell’ultimo Congresso nazionale forense dove la maggioranza dei delegati ha chiesto la revoca o l’annullamento del Regolamento in commento. Invero, non esiste nessuna chiusura aprioristica verso le specializzazioni forensi, ma solo una forte determinazione degli Avvocati di non subirle in ragione di una determinazione verticistica, preferendo una discussione costruttiva assieme agli Ordini ed alle Associazioni forensi dato l’impatto significativo sulla propria vita professionale. Durissima è stata la reazione dell’Associazione Nazionale Forense che ha chiesto al Presidente del C.N.F., Guido Alpa, di rassegnare le proprie dimissioni, per favorire la ripresa di un vero dialogo unitario all’interno dell’avvocatura. Afferma l’ANF che la sentenza del Tar ha
confermato la circostanza che il CNF ha avuto la pretesa di esercitare illegittimamente una potestà regolamentare che non ha e che, di fronte al Congresso Nazionale che lo invitava con una mozione approvata a larga maggioranza a ritirare l’atto illegittimo, abbia confermato ostinatamente una scelta infausta, ritenendosi al di sopra della volontà dell’unica, legittima rappresentanza degli Avvocati italiani. Anche l’Organismo Unitario dell’Avvocatura ha accolto favorevolmente la sentenza del Tar del Lazio in commento, affermando che “adesso si lavori per una soluzione legittima e condivisa da tutti. Il sistema delle specializzazioni è benvenuto ma deve avere come scopo principale l’alta preparazione degli avvocati. Il percorso dovrà essere serio ed articolato e dovrà riguardare principalmente la giovane avvocatura. Ma le vere battaglie degli avvocati in questa fase sono ben altre: il riconoscimento dell’avvocatura come soggetto costituzionale,
l’inserimento del numero chiuso alla facoltà di giurisprudenza, l’eliminazione dell’obbligatorietà della mediaconciliazione ed infine l’assetto positivo e strutturato della macchina giudiziaria secondo il decalogo formulato dall’OUA in sede di Patto per la giustizia intercorso con l’Anm”. Infine, la massima assise della Giovane Avvocatura (AIGA – Associazione Italiana Giovani Avvocati), attraverso il suo Presidente, Giuseppe Sileci Presidente, ha affermato che “i giovani avvocati sono fermamente convinti dell’utilità della specializzazione forense, il cui fine deve essere quello di garantire al cittadino una prestazione legale di elevata qualità, da ottenere attraverso una legge di rango ordinario. La questione è adesso più che mai politica, non tecnica”. Infatti, il Regolamento sulle specializzazioni è necessario per qualificare la formazione professionale degli avvocati e risponde anche all’esigenza di natura deontologica di assicurare la
massima tutela degli interessi degli assistiti. Il diploma si somma ai titoli di varia natura che gli avvocati, al fine di qualificarsi, possono liberamente e volontariamente conseguire. A seguito delle dette critiche, il C.N.F., in una nota, prende ha preso atto della decisione del Tar Lazio che ha ritenuto coperta da riserva di legge la materia delle specializzazioni forensi e ha sottolineato la necessità di esaminare la motivazione della sentenza.. Il Cnf ha invitato, pertanto, il Parlamento ed il Governo a dare nuovo impulso alla riforma forense, che ormai langue da troppi mesi in commissione giustizia della Camera, dopo essere stata approvata con ampia maggioranza al Senato. Avv. Ivana Enrica Pipponzi – Consigliere Nazionale AIGA
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sabato 18 giugno 2011
L’Acquedotto, i giochini politici … e gli operai della Cutolo Le polemiche (rientrate?) su AL, gli “inciuci” in consiglio regionale e i problemi che “piovono” e dal momento che le organizzazioni di difesa consumatori presenti non hanno contestato tali affermazioni devo ritenere che A.L. abbia detto il vero. Insomma, pare proprio che le polemiche su A.L. di cui avevamo dato contezza forse erano polemiche dettate da esigenze politiche di schieramento o di posizionamento e che A.L. era un pretesto come un altro per polemizzare, più che un problema. Ciò detto rimane che l’acquazzone in Basilicata c’è se ci riferiamo al consiglio Regionale paralizzato dalle dimissioni dei consiglieri PDL da tutti gli incarichi istidi Mario Petrone studiato e cambiato la forma giuri- tuzionali. Nel rinnovo dell’ufficio di dica di A.L. Constatiamo, dunque, Presidenza del consiglio, che ha scatranezze ce ne sono sempre che il Referendum cambia gli obiet- denza annuale, e come consuetudine ma … con i risultati dei Re- tivi nel senso che fa puntare su altre si doveva solo votare secondo ferendum appena acquisiti questioni e mette il silenziatore alle quanto concordato tra i gruppi eleganche in Basilicata si dovrebbe solo polemiche in buona parte strumen- gendo le persone stabilite. Rieletto il festeggiare perché l’acqua è rimasta tali quando non egoistiche che regi- Presidente FOLINO , al momento pubblica e non ci si può speculare stravamo. Insomma, è ora che si di eleggere i segretari alcuni consisopra e, dunque, Acquedotto Lu- affrontino le questioni anche di A.L. glieri di maggioranza e di opposicano non ha da essere venduto ai in un’ottica di normalità e se vi fos- zione si sono messi a inciuciare ed privati e si deve solo dedicare con sero problemi si affronterebbero e ri- hanno fatto saltare l’elezione del serinnovata lena alla missione di distri- solverebbero come tali senza gretario di minoranza eleggendo buire l’acqua migliore al prezzo più pregiudizi e senza giochini a guada- Francesco Mollica al posto del debasso possibile. Ma ecco che ci ar- gnare facile consenso o facile posta- signato del PDL. Ovviamente non è riva la notizia che la cugina Puglia zione o.. o.. A noi, poi, consta - per mai buona cosa utilizzare il voto seha pubblicizzato Acquedotto Pu- aver ascoltato l’intervento di un rap- greto per mandare messaggi trasvergliese e si afferma che,E’ necessaria una ‘’tutela immediata’’ per le famiglie dei 55 lavoratorisali però questo per quella via, i cugini dello stabilimento ex Cutolo di Rionero in Vulture (Potenza), in scio- è. E questo imdiventano cittadini papedisce agli orpero dal 26 maggio scorso per protestare contro la chiusura annundroni dell’acqua e delle gani di ciata dalla Paninvest entro il 30 giugno: è quanto ha chiesto la condutture e insomma lì assolvere le hanno scelto di elimi- Flai-Cgil di Potenza alla Regione Basilicata e all’assessorato alle atti- funzioni. In nare la SPA Acquedot- vità produttive. ‘’La situazione nella quale la proprietà ha portato conclusione tara … la cosa, l’azienda e’ catastrofica’’, secondo quanto ha detto, in un comunicato, quei sessanta ovviamente, non manoperai ex-Cuil segretario della Flai-Cgil Potenza, Giuseppe Burdi. cherà di far scoppiare di tolo che aspetnuovo rumori, discussioni, proposte, presentante A.L. al congresso tavano aiuto e soluzioni progetti e magari anche appetiti ADOC di sabato scorso- che A.L. ha continueranno ad aspettare si spera nuovi e diversi. Annotiamo nell’im- sospeso a suo tempo e immediata- per poco. Per dirla religiosamente almediato dopo referendum che da mente l’inserimento in bolletta delle lora chiudiamo così: Sant’Antonio API (che non è la reclame della ben- quote di depurazione quando non mio (il fatto è accaduto il giorno del zina di una volta ma il partito di Ru- dovute e che sta procedendo per le Santo + o -) ad Antonio mio o lo iltelli in Basilicata) si propone di eventuali richieste di restituzioni lumini o lo fulmini ma se lo ardi è eliminare la bolletta dell’acqua per come sta formalizzando definitiva- meglio. quelli che hanno poco, dopo aver mente l’accordo sulle conciliazioni
Il riso che … scotta N
ella rilevazione dei prezzi al consumo di questa settimana nella città di Potenza ci cade l’occhio su un nome : SCOTTI. Come potete vedere 1 kg di riso lo porti a casa al prezzo + basso per € 1,97 e se te lo fai bollito e lo condisci con un pelino pelino di olio lo metti in quel posto pure alla crisi…. Anche se a voler essere puntigliosi si nota
pure che un kg di riso ti viene (in lire beneamate di una volta ben 3.814 lire) una enormità in confronto al Kg di pasta. che la settimana passata avremmo pagato solo 76 centesimi ovvero 1471 bene amate e mai del tutto dimenticate lire. In conclusione non si vuole promuovere un prodotto al posto di un altro ma si nota che molti prezzi paiono indi-
pendenti dal valore dei beni e soprattutto che i beni sono del tutto scollegati dal territorio ove vengono prodotti. Ciò detto però il riso piace a tanti e io, per esempio, un bel Sartù non lo rifiuterei …ma questo è altro argomento. (Ma. Pe.)
S
MATERA: Commercianti “esclusi” dall’organizzazione della festa della Bruna I
l gruppo dirigenziale delle associazioni dei commercianti materane se l’è presa dopo le dichiarazioni rilasciate dal Presidente del Comitato Maria SS della Bruna circa l’assenza dei “commercianti, alberghi, panifici ed altri esercizi commerciali nel dare il proprio contributo alla festa”. La questione – sostengono i rappresentanti delle Associazioni dei commercianti – andrebbe meglio spiegata visto che le stesse hanno dato da subito, al neo Presidente del Comitato, la propria disponibilità a portare avanti una serie di iniziative molto interessanti per il buon esito della Festa patronale in onore di Maria SS. della Bruna, condividendo la questione di partenza circa il protrarsi del periodo dei festeggiamenti senza circoscriverlo ai pochi giorni a ridosso
del 2 luglio. Infatti la bozza del regolamento stilato dalle Associazioni dei commercianti per il concorso dei manufatti agroalimentari preparati ed esposti da maestri artigiani locali non avrebbe ancora ricevuto il consenso dal Presidente Loperfido, nonostante sia stata a lui presentata subito dopo Pasqua; inoltre resta senza risposta, da parte del Presidente, la proposta avanzata – su sollecitazione dello stesso – da alcuni panificatori materani di produrre forme di pane a tema con la “moltiplicazione dei pani e dei pesci” raffigurata sul manufatto di cartapesta. Tale iniziativa avrebbe portato i panificatori aderenti a raccogliere un contributo economico da versare nelle casse della Festa. Anzi il 30 maggio, giorno da lui fissato per l’in-
contro, il Presidente non si sarebbe presentato all’appuntamento per motivi personali. Una brutta storia per tutti coloro che credono che la Festa della santissima Madonna della Bruna non sia solo un momento di festa da condividere con tutta la città, ma anche un’occasione per mostrare ciò che di buono, ma sopratutto attrattivo ha da offrire la città. Certamente ora è tardi per avanzare rimostranze o offendersi, sarebbe meglio far tesoro degli errori commessi e non ripeterli più l’anno prossimo, semmai muovendosi in t e m p o . Renato Favilli
La Politica Agricola Comunitaria verso il 2020 (3). C
ontinuiamo con questo articolo la disamina sull’agricoltura lucana, pur rimanendo in attesa dei dati del Censimento dell’Agricoltura per una più approfondita riflessione. Qui riportiamo quelli che saranno i nuovi scenari disegnati dall’Unione Europea dopo il 2013 ed annunciati nella Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo ed al Comitato delle Regioni. In essa ancora si afferma che l’agricoltura per l’U.E. è una componente “essenziale dell’economia e della società europea” e pertanto la nuova PAC dovrebbe poggiare su due pilastri fondamentali: il primo è promuovere più verde ripartendolo più equamente; il secondo è da incentrare sulla competitività e l’innovazione, sul cambiamento climatico e sull’ambiente, attraverso il conseguimento di tre obiettivi strategici 1° obiettivo) “Preservare il potenziale di produzione alimentare dell’UE secondo criteri di sostenibilità, al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare a lungo termine per i cittadini europei e contribuire a soddisfare la domanda mondiale di prodotti alimentari, che secondo le stime della FAO dovrebbe subire un incremento del 70% da qui al 2050.” Per questo punto in passato abbiamo più volte manifestato preoccupazione circa l’applicazione del set aside quinquennale e ventennale (ossia l’abbandono delle produzioni) applicato in Basilicata indiscriminatamente ovunque. Sarebbe interessante rivedere i documenti programmatici dove inizialmente il provvedimento veniva destinato unicamente ai terreni lungo i fiumi di grande
importanza regionale, i bacini idrici e le sorgenti al fine di impedire l’inquinamento delle acque, dovuto all’uso dell’impiego dei prodotti chimici, e più in generale ad impedire l’inquinamento dell’ambiente e delle produzioni agricole. Successivamente il provvedimento fu esteso ovunque, aprendo quindi da un lato alla speculazione del facile guadagno per il non produrre e dall’altro alla dissuasione al non lavoro. E’ facile quindi comprendere come ciò oggi sia contraddittorio e stridente con l’esigenza di produrre maggiormente rispetto al predetto indirizzo comunitario 2°obiettivo) “Sostenere le comunità agricole che forniscono ai cittadini europei una grande varietà di derrate alimentari di pregio e qualità prodotte in modo sostenibile, nel rispetto degli obiettivi che l’Unione si è data in materia di ambiente, acque, salute e benessere degli animali e delle piante e salute pubblica. La gestione attiva delle risorse naturali mediante l’agricoltura costituisce uno strumento importante per preservare il paesaggio rurale, lottare contro la perdita di biodiversità, favorire l’adeguamento al cambiamento climatico e mitigarne gli effetti.” Oggi se si gira per la Basilicata ci si imbatte con impianti fotovoltaici ed impianti eolici ovunque, che creano una profonda modifica del paesaggio agrario lucano, perché realizzati là dove non andrebbero assolutamente realizzati. Ma in questa regione tutto è possibile perché si devono soddisfare prima le esigenze speculative e poi forse quelle ambientali, non a caso manca una norma per la tutela del paesaggio e soprattutto, non ci stancheremo mai di dirlo, manca
un’idea precisa sullo sviluppo economico e sociale di questa regione. 3°obiettivo) “Preservare la vitalità delle comunità rurali, per le quali l’agricoltura costituisce un’attività economica importante in grado di creare occupazione locale. Questo comporta molteplici vantaggi sul piano socio-economico, ambientale e territoriale.” Abbiamo consentito, senza porre un minimo di argine, l’abbandono delle aree rurali interne ed ora per norma si dovrebbero recintare i campi dopo che i buoi sono scappati. E’ mancata per lunghi anni una strategia politica ed economica regionale accompagnata da azioni concrete affinché le aree interne e montane potessero essere una risorsa ed una opportunità di sviluppo, ma addirittura quei pochi strumenti istituzionali esistenti, anzicchè rafforzarli, sono stati cassati in una eventuale ipotesi confusa e sicuramente poco meditata ed approfondita sostituzione. Ora staremo a vedere se vi è più lungimiranza negli strumenti che metterà in campo l’Unione Europea o più capacità da parte della regione di individuare misure concrete tali da recuperare il tempo perduto, ma anche e soprattutto quelle peculiarità di questo territorio regionale, che oggi sembrano in via di estinzione. Ma con questa classe politica che ci amministra abbiamo seri e forti dubbi. www.aldomicheleradice.it aldomicheleradice@hotmail.it
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sabato 18 giugno 2011
Dopo Nanni Moretti, ecco la denuncia “lucana” per Santoro Pontifex.Roma, il quotidiano on-line di Apologetica Cattolica diretto dal potentino Carlo Di Pietro denuncia l’ex conduttore di “AnnoZero” per peculato d’uso, minacce ed aggiotaggio
N
ato con grandi sacrifici e nei ritagli di t e m p o , Pontifex.Roma è attualmente punto di riferimento di numerosi lettori che, quotidianamente, variano dai 15.000 ai 30.000. Diretto dall’avvocato / giornalista pugliese Bruno Volpe e dal giornalista / scrittore lucano Carlo Di Pietro, Pontifex.Roma non è nuovo alle polemiche e, spesso, si è trovato in situazioni imbarazzanti ed anche delicate a causa di editoriali pubblicati o di interviste shock a noti esponenti della Chiesa Cattolica. Il sito è stato un inaspettato punto di riferimento anche nei momenti “caldi” relativi al ritrovamento dei poveri resti di Elisa Claps, ed in merito ha pubblicato numerose e controverse interviste a celebri personaggi quali l’avvocato Taormina, il criminologo Bruno, Monsignor Appignanesi ed alcuni magistrati. Qualche tempo fa riportavamo la notizia che il sito, un “blog cattolico non secolarizzato”, aveva denunciato
il regista Nanni Moretti, con l’accusa di aver vilipeso la figura del Pontefice col suo ultimo film “Habemus Papam”. Il giornalista potentino e Bruno Volpe tornano ora a far parlare di loro con una nuova denuncia ad un VIP. Questa settimana Pontifex.Roma ha infatti avuto nuovamente risonanza nazionale per un’iniziativa abbastanza singolare. In molti italiani avevano notato e pubblicamente commentato il comportamento adottato da Michele Santoro durante l’ultima puntata di anno zero. “Il conduttore”, spiega Carlo Di Pietro, “si era lasciato andare in un discorso personale ed anche ‘minaccioso’ nei confronti della Rai, il tutto utilizzando come palcoscenico la TV nazionale, pagata con il canone dei contribuenti, dunque indirizzata a ben altre finalità di pubblico servizio, che alla soluzione pubblica di diatribe di potere personali”. La Redazione del quotidiano pugliese/lucano (che non
ama “fare politica o perseguitare personaggi pubblici”), tuttavia avendo ricevuto numerose lettere di protesta riconducibili all’atteggiamento dello stesso Santoro, ha deciso di passare dalle parole ai fatti. In data 11 Giugno 2011, difatti, il giornalista Bruno Volpe, in nome e per conto della testata giornalistica, si è recato presso il Comando dell’Arma dei Carabinieri ed ha sporto denuncia nei confronti dell’ “ex conduttore” Rai. Si è fatto, quindi, portavoce di “quella fascia di italiani che assolutamente non hanno gradito l’invasivo e fazioso metodo di conduzione della trasmissione Anno Zero da parte della sua punta di diamante: Santoro”. Ecco allora cosa riporta l’editoriale con la pubblicazione della denuncia consegnata al Tenente Vallarella: “Pontifex.Roma nella persona del suo direttore Bruno Volpe ha sporto querela contro Michele Santoro relativamente alla trasmissione
Annozero del 9 giugno scorso, anteprima. A parere della querela, Santoro nella sua qualità di incaricato di pubblico servizio, ha utilizzato la Rai, servizio pubblico, non per fini informativi, ma per interessi personali che dovrebbero essere risolti, ove esistenti, nelle sedi legali. Pertanto a parere di Pontifex.Roma si versa in ipotesi di peculato di uso. Inoltre, Pontifex.Roma ha sollevato il quesito se nella condotta di Santoro sussista il reato di minacce verso la Rai (quando ha detto non ho ancora firmato con nessuno: a che scopo?) e di aggiotaggio, in quanto le voci circolate immediatamente prima e ribadite dal conduttore in Tv, avevano recato un vistoso aumento delle quotazioni dei titoli di una casa editrice televisiva “. Vedremo come andrà a finire e se prevarrà la legge del buon senso o il potere dei soldi. In nomine Jesus! La querela a Michele Santoro
(Wal. De S.)
LE ISTITUZIONI LUCANE SI “DIMENTICANO” DI LUI Un Clown triste, “ambasciatore di se stesso” di Walter De Stradis
<<H
o avuto grande disagio quando mi è stata data la parola, perché, a differenza di tutti i rappresentati delle altre nazioni partecipanti, che portavano un indirizzo di saluto, una comunicazione, un messaggio da parte dei loro rappresentanti politici, io non ho potuto fare altro che esprimere un piccolo pensiero personale; anche se dal rappresentante dell’Italia, considerata la nazione più importante del Mediterraneo, si aspettavano, credo, un messaggio da parte delle autorità del mio Paese, considerato il bisogno di solidarietà, che questi popoli hanno in questo delicatissimo momento di grande fermento, per una svolta decisiva della loro società. Purtroppo non ho potuto fare altro che l’ambasciatore di me stesso>>. A parlare è il Clown Gionni, al secolo Gianni Montatori, artista potentino che porta avanti una tradizione familiare di arte circense di circa due secoli. Il suo rammarico, già espresso in occasione della sua partecipazione al Festival Internazionale del
Teatro per l’Infanzia tenutosi alcuni mesi fa in Tunisia, è sempre quello: essere invitato a prestigiosi eventi internazionali, ma non ricevere l’adeguato sostegno (anche economico, seppur minimo) da parte delle istituzioni e dei rappresentanti politici lucani. Insomma, il signor Montatori (che per diversi anni ha anche coordinato la Sfilata dei Turchi a Potenza, per poi non essere più interpellato) si domanda come mai i potentini che ottengono successi all’estero, a casa loro vengono amaramente snobbati. Come dire, Nemo propheta in Patria. <<In seguito al successo ottenuto a dicembre 2010 al 25éme FESTIVAL INTERNATIONAL NEAPOLIS in Tunisia – ci spiega l’artista- sono stato invitato con la mia compagnia anche in Marocco a rappresentare l’Italia in un altro prestigioso avvenimento Il Festival Nekor Mediterranien du Thiatre, nel quale veniva sviluppato il tema: L’interculturalisme - garantie d’échange et de contact des peuples méditerranéens. Con i miei artisti Gerardo Ferrara e Alba Tamarazzo abbiamo rappresentato lo spettacolo della
nuova produzione per la stagione teatrale 2010/2011 “IL CLOWN GIONNI presenta BIDONI”. Lo spettacolo ha registrato grande apprezzamento anche dal pubblico Marocchino. I consensi ottenuti, in special modo, nei paesi Nord Africani e nei Paesi Asiatici, credo, siano dovuti alla novità, per questi popoli, di entrare in contatto con un personaggio particolare: “il clown”, che riesce a trasmettere una comicità capace di oltrepassare le lingue, le culture, le religioni. Naturalmente parliamo del Clown tradizionale che porta in scena una comicità semplice, genuina, ispirata da un patrimonio artistico tramandatogli da 200 anni di tradizione
circense. L’apprezzamento e la soddisfazione delle Autorità della città Marocchina sono stati sottolineati in maniera concreta e tangibile, tanto che sono stato invitato dal Rais (sindaco) di AЇT HDIFA, a partecipare, in qualità di membro onorario, al Consiglio Comunale che trattava appunto il tema del Festival con diritto di intervento e messe a verbale delle dichiarazioni. Inaspettato, infine, è stato l’invito ad assistere come ospiti graditi, con le autorità del posto ad una importante partita di calcio della serie A nazionale, CR AlHoceima – KAC de Kénitra ripresa in diretta da più TV compresa quella spagnola. Ci hanno chiesto se volevamo
Il Clown Gionni in Marocco
esporre la bandiera Italiana per sottolineare l’internazionalità del pubblico di quell’interessante incontro. Forse tanti telespettatori si saranno chiesti come mai tifosi italiani, ma si sa, lo sport e il teatro non hanno confini, quello che conta è che anche la nostra bandiera veniva sventolata insieme a tante altre in un momento di grande aggregazione>>. A differenza dell’altra volta in
patrocinio del Comune, della Regione o della Provincia. <<Ma ormai –ci dice- quando chiamo neanche rispondono>>. Gianni Montatori, però, non si perde d’animo. <<Un’altra avventura teatrale di grande prestigio mi aspetta. Ancora una volta un Potentino alla ribalta di un grande evento, infatti dal 22 luglio al 2 settembre 2011 farò parte del cast che rappresenterà “LA BHOEME”
Tunisia, quando Gianni e la sua compagnia hanno vissuto attimi di apprensione ed hanno avuto un difficoltoso ritorno a casa, questa volta sembra essere andato tutto bene. Anche se il Clown ci confessa che gli sarebbe tanto piaciuto, magari, portare a chi ne ha bisogno (e in Nordafrica di gente bisognosa ce n’è) qualche maglietta, o qualche altra cosa di utile grazie al
di G. Puccini nell’89° Festival Areniano, interpretando Parpignol nella scena del Cafè Momus. La regia è del francese Arnold Bernaud. Diretti dal M° Daniel Oren il tenore Marcelo Alvares ed il soprano Fiorenza Cedolin, centinaia di artisti tra protagonisti, coro, voci bianche ed orchestra>>.
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Lavora al Comune perché ha “il sangue blu” Il ruolo del personale amministrativo negli enti locali: quanti dipendenti Comunali sono il frutto di caste familiari e di “discendenze”
di Mauro Armando Tita
L
e problematiche afferenti le cosiddette macchine organizzative comunali non sono rientrate nei programmi delle neo Giunte, testé elette. Il tema della macchina organizzativa dei nostri Comuni, forse, potrebbe non interessare una distratta opinione pubblica lucana. Eppure per tanti Amministratori lucani le competenze e il Know-how dei dipendenti comunali rappresentano i “veri riscontri” con e sul territorio. Forse non tutti sanno che l’ org a n i z z a z i o n e burocratico-amministrativa comunale “riassume” un buon 60% delle attività produttive locali. L’indagine di Repubblica di qualche anno fa sul personale degli Enti Locali del Mezzogiono ci ripropone, in modo brutale, il tema dell’assenteismo e della “virtuosità”. Su queste pagine sono state denunciate tante assunzioni “amicali” da far rabbrividire l’opinione pubblica. Quanti dipendenti Comunali sono il frutto di caste familiari e di “discendenze”. Non è possibile, ancora oggi, non denunciare simili e atavici disservizi. La buona amministrazione lucana del 2011 deve mettere in campo ricerca e primato. Non a caso la maggioranza dei Comuni lucani non ha mai attivato seriamente “reti e progetti comunitari”. Questa incresciosa situazione di stallo fornisce l’alibi ad Amministratori senza scrupolo, per marginalizzare le vere “professionalità interne”. Se esse non sono valorizzate adeguatamente sarà difficile creare il percorso virtuoso e la condivisione degli atti e dei fatti “eco-
nomici locali”. Tutto ciò ne ha determinato il fallimento. Troppi “incarichi esterni” e troppe esternalizzazioni dei servizi producono l’attuale status quo. Troppe volte è intervenuta la Corte dei Conti. Purtroppo, anche, in Basilicata l’assenteismo del personale ha raggiunto picchi insostenibili Se non fosse per “quell’agguerrito plotone di funzionari ligi al dovere “il nostro cahier des doleances” sarebbe fittissimo di “buchi neri” non coperti. Eppure i Municipi lucani erano l’orgoglio delle nostre popolazioni locali. Gli amministratori locali lucani, fino agli inizi degli anni novanta, fondavano il loro “successo” politico, sul senso del dovere e sul fattivo impegno personale dei dipendenti. Le amministrazioni locali si misuravano sul grado di conoscenza e di competenza esercitato dai dipendenti comunali. Sembra un secolo ... ma, fino a qualche decennio fa, i Comitati Civici, i Patronati assistenziali per gli anziani e i Centri Sociali locali erano organizzati ed animati da impiegati Comunali. Oggi quell’immane impegno è stato sostituito da “scollamento e disistima reciproca tra lavoratori”. Un egoismo mutuato, da forme di cinismo, ha preso il posto del rapporto amicale e fraterno di qualche anno fa. La Legge Bassanini ha completato questo devastante contesto ed ha ulteriormente inaridito rapporti umani e tolleranza. Su chi si riflette questo negativo modus operandi? Certamente sui più deboli e sugli Anziani del luogo. Le belle “iniziative” dei nostri Anziani non possono più con-
tare sui dipendenti comunali. Tutti i cittadini avvertono questo disagio. L’incubo, ancora oggi, è rappresentato dalla scarsa capacità di spesa e da una ulteriore incapacità di gestione e di impatto progettuale con la committenza locale. Si progetta in un crescendo di interventi avulsi dalla realtà quotidiana. Sono queste le vere motivazioni di una vera debàcle, sempre più manifesta, delle nostre realtà territoriali dove, purtroppo, da sempre regna incontrastata e sovrana una “oligarchia di professionisti locali “ lenta a morire. Una “oligarchia” che non è stata per niente scalfita dalle liberalizzazioni di Bersani nè dalla famosa “agenda Giavazzi”. Una “oligarchia” fatta di gruppi di pressione e di piccole lobbies che esercitano i loro privilegi sotto forma di “diritti”, senza alcun mandato popolare... con la pretesa di agire nell’interesse della intera comunità lucana. Una “oligarchia” che non ha arretrato di un centimetro la propria presenza e il proprio ruolo. E’ una manchevolezza che si ripercuote sui fatti produttivi e e sul loro mancato effetto moltiplicatore. Non è pensabile continuare a riproporre progetti calati dall’alto senza aver fornito una chiara ed univoca strumentazione di base valida per tutti. Non è pensabile che nel 2011 gli Enti locali della Basilicata si facciano promotori di assistenzialismi e di “incompiute”. Non è più tollerabile assistere ulteriormente a sperperi e selvagge esternalizzazioni. Occorre riproporre la “democrazia dei cittadini”, ormai caduta in disuso nel Mezzogiorno e nella Basilicata in particolare. Occorre attivare l’etica della responsabilità per quelle categorie sociali pronte a lucrare sui soldi pubblici .ccorre evitare che si ripresentino gestioni allegre e sprechi di ogni genere. Occorre evitare assenteismi e manchevolezze di ogni genere. Occorre evitare scollamenti e approssimazioni. Oggi, la globalizzazione prima e l’Unione Europea dopo, ci impongono di coinvolgere le istituzioni e le realtà economiche locali e, soprattutto, di mettere in campo le energie migliori, per chiudere, definitivamente, con lentezze, furbizie ed egoismi. Tali interventi darebbero non solo una boccata di ossigeno alle nuove generazioni, ma, potrebbero essere forieri e propedeutici per le politiche cosiddette euro-mediterranee dei nostri Comuni. Farsi promotori di un nuovo “ruolo guida” significa concretamente creare la vera “Regione senza Confini”. E’ una scommessa che si può vincere e che non può più essere vanificata da ulteriori interventi dilatori...molto oligarchici e poco democratici.
Rionero, al lavoro il “team” del sindaco Placido Ne fanno parte tre assessori esterni, fra cui due donne, e due consiglieri eletti di Michele Traficante
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el corso della prima riunione del consiglio comunale eletto con le elezioni comunali del 15 e 16 maggio scorsi, il riconfermato sindaco del centrosinistra Antonio Placido ha ufficialmente annunciato la formazione della nuova giunta amministrativa. Essa è così composta: Vito D’Angelo(Pd) vicesindaco con delega a ricostruzione, servizi culturali, politiche sportive, politiche giovanili, trasporto; Mauro Di Lonardo (Psi), con deleghe a lavori pubblici, vivibilità, politiche sociali (assessori interni, vale a dire scelti fra i consiglieri comunali eletti); Paola D’Antonio, docente dell’Università della Basilicata, con delega Ambiente e pubblica Istruzione; Raffaele Giordano, direttore ragioneria Asp Potenza, con delega all’urbanistica e al bilancio; Rachele Verrastro, dipendente di Sviluppo Basilicata Sp.A. ed esperta di problemi di lavoro ed economia, con deleghe attività produttive, turismo, politiche del personale, pari opportunità (assessori esterni). Maria Michela Pinto (PU), unica donna eletta consigliere, al suo terzo mandato consiliare e già assessore ai lavori pubblici nella precedente amministrazione, è stata nominata presidente del Consiglio comunale. Com’è noto, in base alle nuove norme per i comuni con meno di 15 mila abitanti ( ed è il caso di Rionero in Vulture ), è stato ridotto il numero dei consiglieri comunali ( da 20 a 16) e degli assessori (da 7 a 5). Si è trattato senza dubbio di una operazione non semplice e probabilmente non facilmente digerita dalle forze politiche che hanno contribuito al successo elettorale nel sindaco Antonio Placido. Infatti, non erano poche le aspettative e le esigenze degli eletti della maggioranza che, certamente, si sono spesi non poco per raccogliere le preferenze degli elettori e portare voti alla lista “Centrosinistra per Rionero”. Così non si sono fatte attendere le prese di posizione negative da parte di esponenti politici e di alcuni partiti (quelli che evidentemente si sentono maggiormente penalizzati nel loro bisogno di “visibilità”) pur facenti parte della maggioranza. Il che fa supporre che la navigazione della nuova amministrazione comunale di Rionero in Vulture non sarà del tutto agevole e non si posso escludere sorprese e colpi di scena. Tuttavia, messi da parte malumori e i “mal di pancia” è tempo di mettersi al lavoro e…di buona lena perché i problemi che attanagliano la comunità rionerese non sono pochi né semplici e la cui risoluzione non può attendere oltre. Fra questi, ad esempio, la tutela dell’ambiente. La presenza a Monticchio di numerosi fusti contenenti sostanze tossiche, ne indica la gravità e l’urgenza d’intervenire con efficacia. A tal riguardo la dott.ssa Paola D’Antonio, quale docente nel settore presso l’Università della Basilicata, potrà dare il suo prezioso contributo. Il sindaco Placido si è assunto tutta la
responsabilità delle sue scelte (rientravano fra le sue competenze) e ne risponderà ai cittadini che lo hanno votato. D’altra parte Placido l’ha dichiarato che dopo aver consultato i rappresentanti dei vari partiti della alleanza com’era suo dovere, non gli è stato possibile trovare “la quadra” per la difficoltà di conciliare le richieste delle varie forze politiche ( ben 10 simboli), che hanno concorso al successo della lista “Centrosinistra per Rionero” . La squadra da lui messa in campo è del tutto affidabile e le professionalità esterne coinvolte, sia per la comprovata competenza e sia per la loro capacità ( e possibilità) di operare al di fuori dei condizionamenti ambientali e di partito, potranno dare un notevole contributo nell’esclusivo interesse dell’intera comunità di Rionero. Purché li si lascia operare in piena autonomia e si mettano da parte i meschini e nefasti “interessi di bottega”. L’intenso programma elettorale presentato dal “Centrosinistra per Rionero” è sempre sotto gli occhi dei cittadini che verificheranno la sua puntuale attuazione. Insomma, ognuno faccia la sua parte escludendo categoricamente ogni tentativo di mettere “il bastone fra le ruote” al lavoro della Giunta e contribuendo secondo le proprie capacità, sia da parte della maggioranza sia della minoranza, il miglior governo della città e il conseguimento di quella migliore vivibilità che, d’altra parte, tutti si sono impegnati, nel corso della campagna elettorale, ad assicurare ai rioneresi. Una cosa è certo, ed è meglio che tutti i consiglieri comunali lo tengano bene a mente: i cittadini saranno particolarmente attenti e vigili nel valutare l’operato degli eletti e saranno severi nel giudicarli, senza accettare i soliti “scaricabarili” proprio dei tanti politici nostrani “bravi a parlare” ma molto meno “ad operare”. Noi, quali attenti operatori dell’informazione, non verremo meno al nostro dovere di seguire il lavoro dell’Amministrazione comunale e di interpretare i sentimenti di plauso o di condanna che verranno dalla società civile.
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Grande successo per la manifestazione “Arcobalonia” Il sindaco Santarsiero: “Un riferimento di valori significativo”
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’iniziativa della Fism è sempre più meritoria, soprattutto se si pensa all’azione che viene messa in campo dalle scuole materne cattoliche: un’azione che ha un grande valore sociale, per la specificità del progetto pedagogico delle scuole materne. Una specificità che nella nostra società aiuta a favorire un modello di crescita sociale e culturale in grado di poter costruire un futuro diverso per la comunità nazionale.” Così il Sindaco di Po-
tenza e Presidente Anci Basilicata, Vito Santarsiero, al termine della undicesima edizione di Arcobalonia, la festa dei bambini delle scuole materne aderenti alla Fism (Federazione delle scuole materne d’ispirazione cattolica). Santarsiero, che si è recato a Castelluccio Superiore dove si è svolta l’iniziativa, ha evidenziato come “ci sia bisogno di un Paese che abbia valori, di un Paese che abbia riferimenti ideali significativi, che ritrovi le sue radici, smarrite nel
tempo. Le scuole materne cattoliche ci aiutano a recuperare valori, radici e riferimenti; ci aiutano a costruire un ponte significativo con le famiglie. Oggi rappresentano l’occasione per restituire alle nostre comunità quel valore aggiunto necessario per rilanciare complessivamente il nostro Paese. Soprattutto nella nostra Regione, nei nostri piccoli Comuni le scuole materne, attraverso un meccanismo che vede protagoniste le famiglie e la possibilità di poter impegnare giovani profes-
sionisti specializzati nella formazione dei piccoli, consentono –ha concluso Santarsiero- di poter avere dei presidi che altrimenti con la scuola statale verrebbero meno, lasciando soli i nostri ragazzi e abbandonando le loro famiglie. C’è un contesto ampio entro cui si colloca l’azione della Fism: il tutto in sintonia con un percorso, a cui stanno lavorando i Comuni d’Italia, che è quello dello sviluppo locale. Il federalismo, quello vero a cui guardiamo, non è quello
che oggi viene attuato nel nostro Paese, che è tutt’altro che federalismo, ma è quello che esalta i territori e le sue potenzialità e tra le potenzialità dei territori ci sono que-
ste opportunità. Ecco perché guardiamo con grande interesse a queste azioni, a questi processi.”
Spettacolo in vernacolo della 5^ E della scuola elementare di Rionero “Ie’ succiss tutt’ ndo sta chiazz’” di Michele Traficante
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on c’è che dire. Si tenta sempre di più consolidare il legame con le nostre radici con la valorizzazione del dialetto. E la cosa è maggiormente confortante se questa operazione viene portata avanti anche nella scuola. Quella scuola che fino a qualche tempo fa aveva del tutto bandito il dialetto nella comunicazione per affermare il primato assoluto della lingua italiana. Invece è riconosciuto che il dialetto è l’humus sui cui fiorisce, di cui si nutre, in senso antropologico, la cultura popolare. Infatti, il dialetto è il veicolo migliore per esprimere con immediatezza le più intime sensazioni gioiose e dolorose, perché possiede una carica emotiva e comunicativa maggiore di quanto ne abbia la lingua ufficiale. Il dialetto, quindi, non è un fatto marginale, ma accompagna, talvolta con interventi decisivi, il destino della lingua. Di qui la sua scoperta e valorizzazione. È quanto è avvenuto nei giorni scorsi a Rionero in Vulture con lo spettacolo in vernacolo messo in scena dalla classe 5^ E della scuola Primaria “Michele
Prezioso” diretta dall’insegnante Maria Pia Trama. “Iè succiss tutt’ndo sta chiazz” (E’ successo tutto in questa piazza) è il titolo assai espressivo dato allo spettacolo in dialetto rionerese e che ha visto impegnato per oltre un mese tutti gli alunni, nessuno escluso, (maschi e femmine) della classe sotto la paziente e intelligente regia della loro maestra Maria Pia Trama che, peraltro, ha curato pure il testo. “La passione trasmessa dalle insegnanti per la lirica - ha confidato l’alunna Iris Piccirillo -, il premio regionale di poesia “I dialetti lucani” che ha premiato gli alunni con un primo posto e i duecento anni di Rionero come comune autonomo, hanno fatto da trampolino alla voglia di rappresentare quello
che eravamo, mettendo in risalto gli usi, le tradizioni, i costumi e la comunicazione che era sostanzialmente gesticolare e dialettale”. Il lavoro teatrale, che di vero lavoro teatrale si è trattato e, quindi, non la solita recitina scolastica di fine anno, ha preso spunto dall’opera lirica “Il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini, con “Figaro” manco a dirlo rionerese, “mast’Chirichell’ “ (al secolo Aurelio Amoruso), con trasposizione della vicenda e dei personaggi nell’ambiente di Rionero in Vulture di qualche tempo fa. Una trama piuttosto ardua, specie se si considera che ad interpretarla sono stati degli alunni delle scuole elementari. Ma la sorpresa è stata proprio questa: constatare che ragazzi di tale età
Compiacimento del dirigigente scolatico Antonio Pinto
siano stati capaci di deliziare il pubblico con una verve ed un’interpretazione da “attori consumati”. Certamente c’è stata la “mano” di qualcuno che di teatro se ne intende, come Lidia Trama, sorella della maestra, un’attrice esperta di teatro e di recitazione. Infatti, per quasi un’ora e mezzo i ragazzi sono riusciti a tenere il palcoscenico senza interruzioni e con un tempismo veramente invadibile. Fra l’impeccabile recitazione, anzi interpretazione, di filastrocche, di alcune poesie in vernacolo rionerese del noto poeta dialettale Vincenzo Maria Granata (1828-1911), di canti popolari ed esilaranti sketch, hanno mostrato tutto il loro talento recitativo. Merito senza dubbio anche delle insegnanti Marisa Cavallo, Tiziana Tummillo, Caterina Colangelo, che con amore e passione li hanno preparati, ma soprattutto merito di questi bravi alunni che anche in play back hanno cantato alcune arie della famosa opera lirica rossiniana. Degli alunni anche l’allestimento, delle belle scenografie, ovviamente guidati ed aiutati nella realizzazione, perfette anche nei dettagli, formate da pannelli mobili per il
Un momento dello spettacolo
cambio di scena, ben disegnati e dipinti, raffiguranti angoli della piazza principale di Rionero, oltre ad una stanza ben arredata di una casa signorile. Lo spettacolo si è tenuto nei giorni scorsi presso l’auditorium del Centro Sociale “Pasquale Sacco” alla presenza di un numeroso pubblico, ovviamente, fra gli altri, composto dai genitori e parenti degli attori in erba i quali, per la loro bravura hanno letteralmente entusiasmato tutti, grandi e piccini meritando lunghi e fragorosi applausi anche a scena aperta. Alla fine si sono meritati, oltre il plauso incondizionato del pubblico, anche le vive parole di apprezzamento del dirigente scolastico Antonio Pinto che, ribadendo la opportunità di riscoprire le nostre radici, si è complimentato per l’ottimo lavoro realizzato con le insegnanti, con i genitori che hanno
collaborato nel confezionamento dei costumi d’epoca indossati dei piccoli attori e nell’individuare la terminologia dialettale appropriata alle varie scene dello spettacolo, consultando pure il pregevole “Dizionario del dialetto rionerese” del prof. Leo Vitale. Alla fine dello spettacolo c’è stato l’abbraccio spontaneo degli alunni che si sono stretti alla loro brava maestra con gli occhi lucidi come irrefrenabile gesto di affetto e di gratitudine. E quale ricompensa migliore vi può essere per un educatore che per cinque anni ha dedicato tutto il suo amore e la totale dedizione per i suoi alunni? Un momento toccante e indicativo, questo, che resterà indelebile nel cuore e nella mente della maestra e degli alunni.
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Un esempio di impegno civile L’emancipazione del Sud e l’unità nazionale nella “microstoria” di una maestra elementare
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e celebrazioni ufficiali di questi giorni – le mostre e le feste per i 150 anni dell’unità d’Italia – evidenziano, com’è giusto, il ruolo svolto dalle grandi personalità che fecero “una” la nostra Patria. In piena sintonia con gli intenti celebrativi dettati dalla circostanza, mi piacerebbe, nondimeno, che un pensiero grato possa essere rivolto a quanti, negli anni, hanno lavorato nell’ombra al consolidamento dell’unità nazionale, con il proprio impegno civile e con la pro-
pria coraggiosa testimonianza: modelli di vita esemplare, ancor più tali se riconoscibili in persone comuni, modeste, di cui rimane traccia solo nella “microstoria” dei ricordi di famiglia, i più preziosi e cari. È questo l’aspetto e l’ambito che spero dia significato al mio breve racconto. Il suo intento: quello di rievocare in poche parole la storia di una maestra – mia madre – vissuta tanti anni fa. Era nata in Lucania nel 1904, aveva studiato a Potenza, e a soli 19 anni aveva ricevuto l’incarico
di insegnare a Viggianello, alle falde del monte Pollino. Vi arrivò sul dorso di un asino, dopo un viaggio lungo e avventuroso. L’alloggio a lei riservato consisteva in una baracca di legno dove c’erano pochi banchi, una pila di legna da ardere e, in un angolo, il camino e il lettuccio. Faceva lezione ai bambini del circondario in due turni: all’alba arrivavano gli alunni più grandi (i pastorelli) che, dopo la lezione, avrebbero portato al pascolo il loro gregge. I più piccoli, invece, arrivavano in piena mattinata,
alla spicciolata, a seconda del percorso più o meno lungo che univa la scuola alle diverse contrade. Dopo qualche anno quella maestra lasciò Viggianello. L’accompagnò a valle tutto il paese. Le donne piangevano… Passò a Oppido Lucano, a Brienza, ad Atella dove si ammalò di malaria per la presenza di una fiumara e delle relative zanzare. Ultima tappa fu Rionero in Vulture, lì dove l’influente intervento di Giustino Fortunato aveva portato la ferrovia: un vero miracolo per quei
tempi, e una prospettiva di progresso per tutti gli abitanti del paese, ivi compresi i membri già numerosi della famiglia Rosati. Fu dunque a Rionero che l’attività di quella maestra proseguì fino al pensionamento. Quando mia madre ripensava, certo con piena consapevolezza, alle migliaia di alunni a cui aveva “messo la penna in mano” diceva: “senza la scuola quei bambini sarebbero rimasti ciechi”. Lo ricordo con orgoglio, convinta come sono che anche questa sia storia: una storia
silenziosa, ma che – con tante altre storie simili – ha avuto la sua importanza nel riscatto del Sud dalla miseria, dall’emarginazione, dall’analfabetismo. È in nome delle sue conquiste sociali – realizzate anche con l’apporto di quella valorosa maestra elementare – che l’unità d’Italia trova oggi un ulteriore motivo per essere felicemente commemorata. Anna Rosati Brenna
Dipingere, che passione! Interessante progetto educativo della scuola primaria e secondaria di Rionero di Michele Traficante
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a dato i suoi frutti positivi il progetto “Sotto le Stelle” (1^ estemporanea di pittura su lenzuolo “Di sera” e “I Madonnari”) e la 2^ mostra grafico pittorica-fotografica messo a punto e realizzato la scuola media “Michele Granata” e primaria “Michele Prezioso” di Rionero in Vulture. Il progetto “Sotto le Stelle” è un laboratorio graficopittorico programmato con lo scopo di far avvicinare i ragazzi ai linguaggi espressivi e creativi. Esso si è caratterizzato come modalità di apprendimento significativo, come ambiente inteso non solo come luogo o spazio attrezzato ma come insieme di condizioni didattiche e sociali, come luogo specializzato per svolgere attività formative. Così il progetto “Sotto le stelle” ha visto coinvolto gli alunni con i rispettivi insegnanti di alcune classi della scuola media ed elementare guidati dall’insegnante di arte ed immagine prof. Francesco D’Angola. L’evento, organizzato dalla scuola media “Michele Granata, e diretto, con grande competenza ed intelligenza, dal prof. Francesco D’Angola in collaborazione con i docenti, i genitori degli alunni partecipanti. L’Amministrazione comunale di Rionero in Vulture, ha fortemente condiviso tale iniziativa di notevole spessore edicativo proprio per la sua particolarità rappresentata dallo svolgimento dei la-
vori all’aperto e al pubblico e all’allestimento di lavori sul lenzuolo. I cittadini, infatti, hanno avuto così l’occasione di poter osservare da vicino e in diretta la crescita e l’arricchimento dell’area riservata ai ragazzi e alla realizzazione delle iniziative presentate nel programma. Interessanti gli obiettivi del progetto: scoprire il linguaggio visivo, riconoscere ed esprimere emozioni attraverso la visione di opere d’arte, esternare emozioni, sensazioni, idee attraverso segni e colori, rafforzare la fiducia nelle proprie capacità espressive e comunicative, favorire la crescita individuale attraverso la negoziazione di idee e la condivisione di esperienze, cogliere la funzione espressiva di un’opera d’arte, promuovere l’acquisizione e l’approfondimento di tecniche grafiche e pittoriche. Per il raggiungimento di tali obiettivi i ragazzi dopo un’adeguata preparazione in classe (AB-F della scuola media e 3^ G e H della scuola elementare), per le loro attività laboratoriali, sono stati sistemati in diversi punti della città per la realizzazione delle loro opere grafico pittoriche ( riproduzione di monumenti o angolo caratteristici del paese diventando gli artisti di strada) le quali sono rimaste a far parte dello spazio loro riservato, nella rassegna stessa che si è svolta nei giorni 6 giugno con le prove di disegno grafico e pittorico su vari soggetti (Gesù, la Madonna del Carmine, San
Marco, San Mauro, San Michele, Sant’Antonio abate, interno del Palazzo Fortunato ecc.). Successivamente i disegni sono stati trasportati su lenzuolo con tecnica a olio ed esposti al pubblico. Interessanti e molto apprezzate le riproduzioni di opere d’arte di artisti famosi come Michelangelo Buonarroti (“Creazione di Adamo”),di Raffaello Sanzio (“Angeli della Madonna Sistina”), Michelangelo Merisi detto Caravaggio (“Canestro con frutta”), Filippo Palizzi (“Fanciulla sulla Roccia a Sorrento”), Amedeo Modiglioni (“Ritratto di Pierre Edouard”), Giovanni Fattori (“Buoi al Carro”),Edgar Degas (“Lezione di Danza”), Giovanni Segantinin(“ Ave Maria a Trasbordo”), Giuseppe Pel lizza Da Volpredo (“Il Quarto Stato”), Paul Cezanne (“Natura morta con cesto di frutta”), Paul Gaugin (“Il Cristo giallo”), Pablo Ri-
casso (“Guernica”) ecc. Durante tale intensa e formativa attività “artistica” nella quale i ragazzi della media e gli alunni delle elementari hanno mostrato tutto il loro entusiasmo per la piacevole esperienza dimostrando di essere propositivi, creativi e di avere originalità nella soluzione dei problemi. A conclusione dell’evento, dal 6 al 9 giugno scorsi, vi è stata la bellissima estemporanea, quest’anno alla 1^ edizione, di pittura su lenzuolo “Di sera” e “I Madonnari” Nature nell’arte tra il ‘400 e il ‘900 e la 2^ mostra grafico pittorico- fotografica con l’esposizione, in Piazza Giustino Fortunato e vicinanze, degli interessanti lavori prodotti dagli “artisti baby”. In tale maniera i ragazzi hanno potuto scoprire che l’arte può diventare un mezzo per comunicare ed esprimersi in modo originale. Dato il grande successo dell’evento, col richiamo di un numeroso pubblico che ha espresso vivo apprezzamento per i lavori prodotti e per la bravura dei giovanissimi artisti, è auspicabile che tali occasioni siano ripetute nei prossimi anni, sia per promuovere la migliore formazione artistica - culturale dei ragazzi e sia per dare lustro e credito alle nostre istituzioni scolastiche.
Disservizi alle Poste di Vietri A
nche a Vietri di Potenza il black-out è di casa. I servizi postali infatti non garantiscono il giusto funzionamento a causa del blocco di computer che rende impossibile agli utenti ritirare la pensione o effettuare il pagamento di bollette. I terminali creano disagio anche a coloro che devono pagare una multa e che, non rispettando i tempi, rischiano una penale. La situazione però è identica in tutto il territorio provinciale infatti in alcuni uffici postali le operazioni sono andate a rilento o in altri sono state sospese. “E’ una settimana che provo a pagare questi bollettini - racconta una signora di Vietri - mi avevano detto che la situazione sarebbe tornata alla normalità due giorni fa ma invece è la stessa.” A subire i danni maggiori però sono stati gli anziani, numerosi, attendono le interminabile code nell’ufficio postale. Sembra però che Poste Italiane scusandosi con la clientela abbia comunicato che l’operatività degli uffici è prossima alla normalità. Carla De Laurentiis
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Oltre il trapano del dentista Con le nuove e rivoluzionarie tecniche odontoiatriche “Bye bye trapano! E’ presto dirlo?”
A cura di Dr. Nicola Straziuso Medico-Chirurgo - Odontoiatra - Master II° Liv in Ortognatodonzia Gnatologia e Funzione Masticatoria - Master II° Liv in Ottimizzazione Neuro-Psico-Fisica con Convogliatore di Radianza Modulante - Otorinolaringoiatra Specialista in Foniatria and Medical Dental Project Team Via Appia, 206 Potenza Tel. e fax. 0971 - 601163 info@medicaldentalproject.com www.medicaldentalproject.com
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oltissimi ed ancora attuali sono i benefici in Odontoiatria nelle cure della carie apportati quotidianamente dal trapano. E’ pur vero che questo strumento fa paura a tutti grandi e bambini. Dopo vari processi evolutivi, nel giro di tre-cinque anni l’odontoiatria moderna potrà definitivamente dire addio al trapano? Fonte primaria di stress e paure che nel corso di molti anni hanno generato quel processo odontofobico e a cui finalmente si sta ponendo rimedio? Cercheremo di individuare e descrivere brevemente, quali e a che punto di sviluppo sono gli strumenti di ultima generazione candidati a sostituire il ”trapano”. Questa innovazione tecnologica seguirà lo stesso percorso di altre tecniche applicate nell’ambito dell’odontoiatria? La chirur-
gia dentale si sta evolvendo velocemente grazie a tecniche, materiali e strumenti sempre nuovi. Un esempio su tutti? L’ implantologia dentale. Questa nei suoi primi anni di vita ha stentato a prendere piede, a causa delle sue difficoltà dal punto di vista gestionale e perché era una tecnica molto invasiva, che richiedeva caratteristiche fisiche alcune volte un po’ escludenti, soprattutto nei pazienti più anziani. Oltre le difficoltà nell’esecuzione dell’intervento, l’implantologia orale ha presentato, all’inizio del suo utilizzo, sempre problemi nella parte post operatoria, a causa dell’alto grado d’igiene che doveva e deve essere tenuto dopo un intervento del genere. I soggetti che presentavano una percentuale più elevata di complicazioni nel periodo post operatorio erano soprattutto pazienti più giovani e i pazienti disabili. Oggi questo tipo di problematiche esistono sempre meno. Dicevamo in precedenza sono tantissime le tecniche evolutive che hanno permesso all’odontoiatria di fare quel passo in avanti che potesse accorciare sempre di più le distanze che, purtroppo, si erano create (per cause di forza maggiore) tra paziente ed operatore sanitario. Basti pensare all’implantologia multipla a carico immediato di cui abbiamo spesso parlato nel corso del nostro appuntamento settimanale, o ancora la chirurgia laser assistita che ormai da tempo è entrata a far parte della prassi lavorativa degli specialisti nel settore. Al fine di favorire la guarigione di pazienti giovani, anziani e soprattutto disabili, nei confronti dei quali in passato si sono riscontrate molte difficoltà, oggi si utilizza anche la tecnica dell’Ozonoterapia. MA COS’E’ L’OZONOTERAPIA? L’Ozonoterapia è quel processo odontoiatrico che permette di controllare tutti quei
processi infiammatori che possono inficiare il buon risultato del lavoro svolto precedentemente dal dentista. Oltre nell’uso post operatorio, molti studi indicano che l’ozonoterapia può essere utilizzata anche per semplici interventi per eliminare carie e MINIMIZZARE utilizzo del trapano e soprattutto dell’anestesia. I primi tentativi di utilizzo dell’ozono in odontoiatria risalgono ad una settantina d’anni fa in Francia, ma solo nella metà degli anni ‘80, il professor Edward Lynch, del Royal London Hospital Medical College, riuscì a dimostrare la rimineralizzazione di lesioni cariose radicolari dopo un’unica esposizione ad elevate concentrazioni di ozono. Lo sviluppo di queste ricerche ha permesso di studiare ed elaborare un’apparecchiatura capace di erogare ozono direttamente sulla lesione, alla concentrazione richiesta e in condizioni di sicurezza assoluta per il paziente. L’ozono è in grado di alterare l’ecologia della cavità orale grazie alla sua capacità: - di annientare in pochi secondi funghi, batteri e virus; - di eliminare le proteine acide; - di ristrutturare smalto e dentina. Ma la rivoluzione odontoiatrica non si ferma solo all’Ozonoterapia, dalla Germania e per lo specifico dall’università Saarland di Amburgo è stato creato un getto di plasma che serve per curare le carie senza l’ausilio del trapano che per rimuovere il tessuto infetto andava ad intaccare l’integrità del dente. IL GAS PLASMA Il ‘gas plasma’ consiste di una nube reattiva di particelle cariche elettricamente (radicali liberi) prodotta dall’azione di un forte campo elettromagnetico su acqua ossigenata vaporizzata. Oggi è già in uso per la sterilizzazione di strumenti chirurgici sensibili al calore poiché la temperatura di questo pro-
cesso con il plasma non supera i 50 gradi. Il plasma usato dai ricercatori tedeschi è un plasma freddo e indolore; gli esperti lo hanno testato su dentina estratta da denti umani e ‘cariata’ dai due principali batteri della carie, Streptococcus mutans e Lactobacillus casei. Gli esperti hanno bombardato i denti in provetta per 6, 12 o 18 secondi e visto che ciò basta ad eliminare il tessuto infetto. Più a lungo il dente è esposto al getto di plasma maggiore è la densità di batteri eliminata. Grazie alla bassa temperatura si possono distruggere i microbi preservando i denti. I ricercatori sperano in questo modo, totalmente privo di contatto fisico e traumatico col dente stesso, di mettere il sorriso al sicuro ed auspicano che la seduta dal dentista cesserà di essere un incubo. Secondo alcune indagini solo un italiano su 10 può infatti vantare una bocca veramente sana, senza neanche una carie o una infiammazione. Il Nord è più sano, seguito dal Centro. Quasi il 60% degli individui di età compresa tra i 13 ed i 18 anni ha già avuto almeno una lesione cariosa. Fra le persone in età tra i 19 e 25 anni c’é invece una prevalenza di patologia superiore all’80%. Si auspica che con il gas plasma queste percentuali si ridurranno sostanzialmente. Bisogna sottolineare ancora una volta che lo studio non è in fase clinica. Questa tecnica, cioè, non è stata ancora sperimentata sulle persone, ma solo in laboratorio (in vitro), su campioni di tessuto dentale cariato (la dentina che si trova sotto lo smalto). GETTO D’ARIA COMPRESSA E GEL Altri pensano di curare i denti senza sentire l’odioso ronzio del trapano e di sostituire questo “odiosissimo” strumento da un getto indolore d’aria compressa già impiegato dal 5% di dentisti privati e da alcune cliniche universitarie come Mi-
lano, Roma e Pavia. Il getto d’aria veicola microparticelle di ossido di alluminio e consentirebbe di minimizzare il danno procurato al paziente, con risparmio di tempo e denaro. In pochi secondi il dente viene scavato, la lesione individuata e subito rimossa. Se poi la carie risulta composta da tessuti molli, si può ricorrere ad un gel a base di aminoacidi e ipoclorito di sodio, che quasi istantaneamente scioglie la carie, la quale viene poi rimossa manualmente o con lo stesso getto di aria.
TRAPANO ADDIO, ORA C’E’ IL LASER Una delle applicazioni più recenti e rivoluzionarie della tecnologia laser è sicuramente il suo utilizzo in odontoiatria. Questa permette, anche per i più timorosi, di stendersi sul fatidico lettino senza più ansie. La peculiarità del laser è che l’energia che produce viene assorbita dalle gocce d’acqua atomizzata che permette la vaporizzazione delle carie senza alcun tipo di dolore . L’azione del laser inoltre è molto selettivo perché agisce solo sui tessuti cariati del dente. Per le sue caratteristiche il laser consente di sostituire il bisturi nella piccola chirurgia e, nella maggior parte dei casi, permette di evitare l’anestesia locale e i rischi che ne conseguono oltre che eliminare l’ipersensibilità dentale e la sgradevole sensazione di caldo e di freddo anche dopo aver eseguito otturazioni molto profonde. Di conseguenza è facile immaginare che il paziente sottoposto alla terapia laser sarà meno soggetto a devitalizzazioni e all’uso di protesi con un notevole risparmio in termini economici
e di tempo. La paura del dentista è sicuramente tra le fobie più diffuse. Per alcuni studiosi la colpa è del rumore del trapano. Proprio per questo il professor Brian Millar ed i suoi colleghi del London’s King’s College, della Brunel University and della South Bank University hanno pensato ad un sistema per annullare l’effetto del fastidioso rumore del trapano. Gli scienziati hanno messo a punto un dispositivo simile a delle cuffie che, inserite nel lettore Mp3, consentono ai pazienti di ascoltare la musica escludendo solo il rumore. Il paziente sarà anche il grado di ascoltare quanto viene detto dal dentista e dai suoi assistenti, poiché il dispositivo agisce, bloccandole, solo sulle onde ad alta frequenza del trapano. Il fastidioso rumore sarà solo un ricordo, garantisce Millar http://www.studiobarchitta.it /pdf/ozonoterapia.pdf http://www.aio.it/eventi.asp?i d_evento=402 http://www.tg3.rai.it/dl/tg3/a rticoli/ContentItem34b25298-54c8-4440-ac2f9d6f7ec92393.html http://italiasalute.leonardo.it/ News.asp?ID=968 (getto d’aria compressa) http://www.altroconsumo.it/ nuove-tecniche/addio-trapano-del-dentista-e-prestoper-dirlo-s265833.htm http://www.salus.it/odontoiatria-c35/paura-per-il-trapano-del-dentista-niente-pau ra-con-un-dispositivo-per-lmp3-2838.html
Giornata nazionale della tiroide: i risultati nella Asp H
a avuto successo il programma di iniziative predisposto dall’Asp sul territorio di propria competenza nell’ambito della “Giornata Nazionale della Tiroide”. Grazie alla adesione delle strutture endocrinologiche della ASP, su tutto il territorio provinciale è stato possibile accedere gratuitamente e senza prenotazione nei punti preposti per effettuare un controllo ecografico della tiroide.
L’ iniziativa mirava ad aumentare nella popolazione la consapevolezza per le “patologie tiroidee”, spesso misconosciute e/o asintomatiche, a volte con disturbi che facilmente si confondono con altre malattie e che portano frequentemente a diagnosi tardive. Il programma predisposto ha consentito agli specialisti endocrinologi dell’Azienda di fornire informazioni sulle patolo-
gie da carenza iodica e sulla possibilità di prevenzione mediante l’utilizzo del sale iodato. Sono state, inoltre, fornite corrette informazioni circa i possibili effetti sulla tiroide nel nostro territorio del recente incidente nucleare di Fukushima, nonché sulle possibilità di effettuare una diagnosi precoce e una terapia dei tumori tiroidei. Più che significativi i dati rilevati nel corso della “Giornata della Tiroide”
Sono state complessivamente 377 le persone (274 femmine e 103 maschi di età media 44,1 ± 15.6 anni) che hanno effettuato l’ accesso alle strutture di Potenza (Poliambulatorio Madre Teresa), Lagonegro (Ospedale) Rionero (Distretto Sanitario c/o CROB), Melfi (Ospedale) e Villa D’Agri (Ospedale). L’esame ecografico ha evidenziato una tiroide normale solo nel 37.4 % dei casi (141 /377). Nel 29,7 %
(112 / 377) si è registrata la presenza di noduli alla tiroide; nel 16.7 % (63 / 377) l’ecografia ha mostrato segni di possibile tiroidite autoimmune (patologia che in genere porta ad alterata funzione della ghiandola); nel 16.2 % dei casi l’esame ecografico ha evidenziato un gozzo semplice (aumento di volume ghiandolare senza noduli e senza alterazioni funzionali) “Questi dati dimostrano che le patologie tiroidee, nono-
stante l’impegno dei nostri specialisti nell’informare e sensibilizzare i cittadini a utilizzare il sale iodato per la loro prevenzione, sono ancora notevolmente prevalenti nella nostra Provinciasottolinea il Direttore Generale Asp, Pasquale Amendola- I dati evidenziano anche l’esigenza di dare continuità a tali campagne con iniziative mirate.”
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Nuove norme per la patente di guida: lenti ed integratori per aiutarsi
Acura del Dottor Vincenzo Pagliara Responsabile Branca OculisticaASPPotenza vincenzopagliara@alice.it www.vincenzopagliara..com 339/8081041 - 0971/310792 848821821
A
l Congresso Internazionale della Società Oftalmologica Italiana si è dato ampio rilievo alle nuove norme decretate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in data 30 novembre 2010, relative al rilascio ed alla conferma di validità della patente di guida per i soggetti con patologie a carico dell’apparato visivo, diabetici ed epilettici. In pratica vi sono nuovi parametri per accertare l’idoneità alla guida; infatti dovranno essere
valutati con attenzione non solo l’acutezza visiva ed il campo visivo, ma anche visione crepuscolare, sensibilità all’abbagliamento ed al contrasto, diplopia ed altre funzioni visive che possono compromettere la guida sicura. Se c’è motivo di dubitare che la sua vista non sia adeguata, il candidato deve essere esaminato dalla Commissione Medica Locale, che disporrà accertamenti da parte di un Medico Specialista Oculista, per escludere patologie che possono pregiudicare la funzione visiva. Esaminiamo nel dettaglio i vari casi in relazione al tipo di patente, proponendo le soluzioni ottiche e farmacologiche che possono aiutare a raggiungere l’idoneità, a volte tanto desiderata da rendere i pazienti, spesso anziani, come degli scolaretti apprensivi davanti ad un preoccupante esame. GRUPPO 1: Patenti A, B, B+E e sottocategorie A1 e B1 Il candidato al rilascio o al rinnovo della patente di guida deve possedere un’acutezza visiva binoculare complessiva, anche con correzione ottica, se ben tollerata, di almeno 7/10, raggiungibile sommando l’acutezza visiva posseduta da entrambi gli occhi, purchè il visus nell’occhio che vede peggio non sia inferiore a 2/10. Semplificando il concetto, una persona deve riuscire a leggere con gli occhiali, se li porta, almeno il secondo rigo della tabella oculistica ( il cui nome corretto è Tavola ottometrica o Ottotipo) con l’occhio peggiore, mentre con l’altro, in questo caso, deve arrivare almeno al quinto rigo (2+5=7). In ogni caso la somma dei decimi letti dai due occhi deve arrivare almeno a 7; ciò è a vantaggio dei pazienti, in quanto con la precedente norma-
tiva, in vigore fino a pochi mesi fa, dovevano arrivare ai 10/10 complessivi tra i due occhi. E’ ovvio che l’esame della vista, per avere valore medico-legale, deve essere effettuato da un Medico Chirurgo Specialista in Oculistica. Il Campo Visivo binoculare posseduto deve consentire una visione in orizzontale di almeno 120 gradi,con estensione di non meno di 50 gradi verso destra o sinistra e di 20 gradi verso l’alto o il basso; inoltre non devono essere presenti difetti di in un raggio di 20 gradi rispetto all’asse centrale. In pratica il medico oculista, se necessario, potrà far effettuare il campo visivo da personale non medico (l’Ortottista); il referto dovrà essere sempre firmato dall’ oculista per avere valore medico-legale, non essendo l’ortottista un medico. In pratica, in alcune patologie come il glaucoma e la retinite pigmentosa, che determinano una riduzione del campo visivo, pur mantenendo un visus sufficiente, vi potrebbero essere delle limitazioni; perciò è fondamentale la diagnosi precoce, la terapia appropriata ed i controlli periodici in una malattia diffusa e subdola come il glaucoma, per evitare danni al nervo ottico con conseguente restringimento del campo visivo. Inoltre deve essere posseduta, (questo è un aggiornamento rispetto alla precedente normativa), una visione sufficiente in relazione all’illuminazione crepuscolare, un idoneo tempo di recupero dopo abbagliamento e un’idonea sensibilità al contrasto. In caso di insufficienza di tali due ultime funzioni, la Commissione Medica Locale può autorizzare la guida solo alla luce diurna. Qualora sia rilevata o dichiarata una malattia degli occhi progressiva, la patente di guida può essere rilasciata
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o rinnovata dalla Commissione con validità limitata nella durata, eventualmente con limitazione per la guida notturna, avvalendosi di consulenza da parte del Medico Specialista Oculista. In caso di paziente monocolo, organico (per mancanza dell’occhio) o funzionale ( con un occhio che c’è ma non vede), l’acutezza visiva deve essere di almeno 8/10 nell’occhio migliore, raggiungibile anche con lente correttiva, se ben tollerata. Il medico deve certificare che tale condizione esiste da un tempo sufficientemente lungo (almeno 6 mesi) da consentire l’adattamento visivo. Per il resto, valgono le stesse considerazioni fatte in precedenza, con la sola differenza che il campo visivo dell’occhio migliore deve essere di almeno 60 gradi verso destra o sinistra e di 25 gradi verso l’alto. E’ possibile ottenere una patente speciale con validità limitata nella durata e con limitazione per la guida notturna Gruppo 2: Patenti C, C+ E, D, D+E e sottocategorie C1, C1+E, D1 e D1 + E. Il candidato al rilascio o al rinnovo delle suddette patenti deve possedere una visione binoculare con un’acutezza visiva, eventualmente raggiungibile con lenti correttive, di almeno 8/10 per l’occhio migliore e di almeno 4/10 per l’occhio meno valido. La correzione con lenti non deve superare le 8 diottrie come equivalente sferico o mediante lenti a contatto anche con potere diottrico superiore. Il campo visivo deve essere migliore rispetto al gruppo 1, di almeno 160 gradi, con almeno 80 gradi verso sinistra o destra e 25 verso l’alto o il basso. Non vi devono essere difetti binocularmente
ACUTO
DEFINIZIONE ED INQUADRAMENTO CLINICO
A cura del Dr. Antonio Rina Medico Radiologo Responsabile U.O. Ecografia Ospedale di Policoro – ASM Tel. 0835 - 986489 www.ecografiarina.it
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e malattie addominali acute configurano un gruppo diverso di patologia accomunata da dolore importante e che necessita di una definizione diagnostica precisa e rapida. Si tratta di situazioni di urgenza, la cui gestione richiede spesso il ricovero ospedaliero ed il cui approccio è multidisciplinare; l’esatto inquadramento è spesso ottenuto solo con il consulto di più specialisti: chirurgo, internista, radiologo, laboratorista ed anestesista. Il dolore addominale acuto, localizzato o diffuso, è l’elemento clinico più importante; è senza dubbio uno dei
sintomi più difficili da interpretare, anche perché spesso i tempi diagnostici a disposizione sono brevi e la decisione terapeutica deve essere, talvolta, immediata. Altri sintomi e segni possono essere associati al dolore addominale; la loro valutazione deve essere attenta e accurata perché definiscono il sospetto clinico con precisione: disturbi della peristalsi (movimenti) intestinali, la rigidità della parete addominale, i segni di shock, la presenza di ematemesi (perdita di sangue dalla bocca) e melena (perdita di sangue con le feci), i disturbi urinari e digestivi, le alterazioni laboratoristiche condizionano il quadro clinico; anche l’aspetto (“facies”) con cui il paziente si presenta può fornire elementi utili per la diagnosi. CLASSIFICAZIONE DELLE CAUSE DELLE PRINCIPALI FORME DI ADDOME ACUTO. -Malattie infiammatorie peritoneali: a) contaminazione batterica: forme primitive, forme secondarie a: appendicite
colecistopatie malattie infiammatorie della pelvi perforazioni intestinali b) irritazione chimica ulcera peptica perforata pancreatite -Sindromi occlusive intestinali: a) meccaniche b) dinamiche -Sindromi vascolari: a) embolia o trombosi (ischemia o infarto intestinale) b) rotture vascolari c) occlusione da compressione o da torsione d) ematomi spontanei (pazienti scoagulati) -Sindromi ad origine retroperitoneale: a) pancreatiti acute o croniche riacutizzate b) ascessi retroperitoneali c) fissurazione o rottura di aneurisma aortico d) patologia ginecologia e) patologia urologia -Sindromi traumatiche. -Sindromi iatrogene o postoperatorie. -Dolore irradiato da zone extraaddominali. -Sindromi “mediche” simulanti affezioni addominali acute.
a) cause metaboliche esogene avvelenamenti b) cause metaboliche endogene uremia chetoacidosi diabetica Porfiria Fattori allergici c) cause neurogene funzionali d) cause neurogene organiche: herpes zoster. Come si vede le patologie responsabili di addome acuto sono numerose e la loro natura e prognosi sono assai differenti. Molto spesso la terapia è chirurgica anche se addome acuto non significa addome chirurgico: il quadro più eclatante di dolore addominale può non richiedere ricorso alla chirurgia, mentre un dolore addominale di lieve entità può essere, invece, l’esordio di situazioni patologiche che necessitano di urgente trattamento chirurgico. Perciò ogni dolore addominale di recente insorgenza richiede un’accurata valutazione ed una diagnosi precisa.
in un raggio di 30 gradi rispetto all’asse centrale. Per il resto valgono le stesse limitazioni del gruppo 1. Per i pazienti diabetici, di solito il giudizio di idoneità è demandato alla Commissione Medica Locale, che richiederà una visita oculistica e prescriverà delle limitazioni di durata della patente. Va altresì precisato che, in ogni caso, tra i due occhi non vi deve essere una differenza superiore alle 3 diottrie. I VARI TIPI DI LENTI E DI INTEGRATORI CHE POSSONO AIUTARE Abbiamo visto che , con le nuove norme, si dà maggior rilievo alla visione di sera e di notte, nonché al recupero dopo l’abbagliamento ( dei fari, ad esempio) ed alla sensibilità al contrasto (guida con nebbia o pioggia serale, ad esempio). In alcune patologie progressive come la cataratta, la degenerazione maculare senile e la retinopatia diabetica, tali funzioni possono essere ridotte; pertanto è opportuno prescrivere lenti con antiriflesso, con colorazioni specifiche (come il giallo), medicali foto selettive, HD (ad alta definizione), asferiche (per gli astigmatici ) o ancora altre soluzioni ottiche, che possono aiutare nella guida in condizioni difficili. In caso di forte luminosità ( guida contro-sole) sono consigliate lenti con colorazioni scure, di solito marrone per i miopi, verdi per gli ipermetropi e grigie per entrambi, a volte polarizzate per proteggersi dal riverbero. Le lenti fotocromatiche aiutano in ogni caso, variando di colorazione in base alla luminosità, ma in macchina ciò avviene di meno che all’esterno. Sono state presentate al congresso delle nuove lenti che diventano scure a sufficienza anche nell’abitacolo di
un autoveicolo, in maniera rapida e confortevole. Inoltre l’assunzione di integratori a base di luteina e di antocianidine può aumentare l’efficienza del senso luminoso e della visione notturna in condizioni mesopiche (di sera) e scotopiche (di notte), nonché il recupero in seguito ad abbagliamento. Sarà l’oculista a prescrivere l’integratore più adatto, in base alle patologie oculari presenti. In conclusione, oggi gli accertamenti per il rilascio della patente di guida sono ancora più completi; forse alcune nozioni vi saranno sembrate un po’ difficili, ma vi garantisco che per chi, come il sottoscritto, si è sempre interessato di medicina legale, in qualità di Consulente Tecnico iscritto al Tribunale di Salerno dall’83, nonché di prescrizione lenti e di clinica oculistica, sempre attento sui progressi della ricerca nel campo dell’ottica e della farmacologia, queste nuove normative sono semplicemente uno occasione di aggiornamento e uno stimolo ad offrire sempre il meglio ai pazienti. Al giorno d’oggi poter guidare ha un’utilità quasi paragonabile al camminare, a tutte l’età, per mantenere una propria autonomia. Per qualsiasi chiarimento o consiglio sapete dove trovarmi e come contattarmi, contando sulla mia consueta disponibilità, alla ASP, via mail, telefonicamente o anche sulla pagina professionale di Facebook. Ora che è tutto chiaro, con i nostri occhiali con le lenti personalizzate, possiamo partire per le vacanze o per i week- end con sicurezza, eventualmente assumendo degli integratoti prescritti dallo specialista, per preservare un bene prezioso come la vista.
La legge è veramente uguale per tutti?
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che per prima ha emesso un farmaco ( di solito 5 anni) anche altre case farmaceutiche possono produrre la medesima medicina con lo stesso principio attivo cambiando solo qualche eccipiente. Ma dal 15 aprile la Regione Basilicata ha optato per questa scelta: far pagare agli utenti pure i farmaci equivalenti. Finchè la “pillola” si prende una tantum, va bene pagare 3 o 4 euro la scatola, ma nel caso dei malati oncologici o di quelli affetti da malattie croniche, non vi sembra che la cura cominci ad essere un po’ cara? Anche la salute è diventata un lusso?Riteniamo che si debbano racimolare fondi da qualche altra parte e non gravare sulle spalle di tante faL ’associazione FREEDOM ti aspetta miglie che oltre al danno della malattia, si il 26 GIUGNO dalle 10:00 alle 13:00 vedono infliggere anche la beffa dello in Viale Dante, piazza Don Colucci a Sant’Anna per scontrino, del resto esiil Baratto-Day: portaci un oggetto riciclabile e ste ancora il Servizio S a n i t a r i o noi ti regaliamo un nostro gadget. Nazionale?Non ci sembra giusto che le Non mancare!!!!! pensioni vitalizie dei politci durino in eterno mentre i poveri malati, oncologici e non, sono destinati a morire prima del tempo…. di Per il tuo 5xmilleASSOCIAZIONE FREEDOM crepacuore!-demagogia +azioni concrete = + salute per tutti PresiO.N.L.U.S CF. 96065860767 dente associazione Freedom“la libertà di Per info : associazione.freedom@libero.it volersi bene”
i riferiamo in particolare al caso dell’assegno d’invalidità di 260 euro riconosciuto a chi ha una percentuale di invalidità superiore ai due terzi. Quando però andiamo per fare la domanda per usufruirne, all’INPS ci dicono che spetta solo a chi non supera il reddito anno di euro 16.000. Allora, alla Marzullo, la domanda nasce spontanea:”Ci sono invalidi di serie A e invalidi di serie B? Dunque se una persona ha la “sventura” di essere dipendente statale poiché supera un certo budget non ha diritto a usufruire di questo assegno. Ma se la legge è uguale per tutti allora
noi crediamo che l’invalidità deve essere riconosciuta e pagata a tutti per cui noi dell’ssociazione Freedom siamo proponiamo una mozione parlamentare per: abrogare la legge relativa allo sbarramento per il redditoaumentare i 260 euro in quanto trattasi di una cifra irrisoria.Soprattutto ora che, in Basilicata, si pagano anche i farmaci equivalenti.Una volta quando si andava dal farmacista ci si sentiva chiedere:“vuole il farmaco equivalente che non si paga?”Ci siamo fatti spiegare da un farmacista cosa volesse dire “farmaco equivalente”.Quando scade il brevetto alla casa farmaceutica
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sabato 18 giugno 2011
L’intervento di sostituzione valvolare aortica
di Gianfranca Losasso Medico Specialista in Cardiochirurgia gcardio@libero.it
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uando la valvola aortica è all’ecocardiogramma severamente disfunzionante, perché stenotica o insufficiente oppure, se la malattia della valvola è di moderata entità ma il paziente ha una sintomatologia importante e non più controllabile con la terapia medica, il cardiologo ed il cardiochirurgo pongono indicazione all’intervento chirurgico per cui il paziente dovrà essere sottoposto ad una sostituzione valvolare con una protesi artificiale. L’intervento cardiochirurgico
di sostituzione valvolare aortica richiede una incisione toracica dello sterno per arrivare al cuore. Il cuore va fermato ed il campo operatorio mantenuto esangue. La funzione cardiaca e polmonare in questa fase viene espletata attraverso la circolazione extracorporea ossia la macchina cuore-polmone utilizzata di routine quando si opera a cuore aperto. Alla valvola si arriva, incidendo l’arteria aorta. Si ricorda infatti, che la valvola aortica regola con i suoi movimenti si apertura e chiusura, il passaggio di sangue dal ventricolo sinistro (camera cardiaca) in aorta (l’ arteria più importante del nostro organismo). Dopo un’ attenta esplorazione, si asporta la valvola nativa del paziente e si decalcifica l’anello, nel caso in cui, sia interessato da noduli di calcio. Se invece la malattia di cui è affetta la valvola nativa è un’insufficienza, si asportano semplicemente i tre lembi della valvola lasciando in “situ” il suo anello. In ogni caso, una volta che la valvola è stata rimossa, si procede all’ impianto di una protesi, attraverso punti di sutura che la ancorano all’anulus decalcificato. La grandezza della protesi varia a seconda della superficie corporea che a sua volta è funzione del peso e dell’altezza del paziente; la dimensione della protesi viene confermata intraopera-
toriamente utilizzando dei misuratori specifici. Le protesi sono generalmente di due tipi: meccaniche e biologiche. Le protesi meccaniche sono formate da un anello in lega d’acciaio ricoperto da carbonio e da due foglietti mobili, anch’essi di carbonio. Questo materiale non va incontro ad usura nel tempo e perciò, rende illimitata la durata della protesi. Esiste però uno svantaggio per il paziente: la necessità di fare terapia anticoagulante per tutta la vita poiché, il sangue a contatto con il carbonio, materiale estraneo, tende a formare coaguli ed a trombizzare, alterando il corretto funzionamento della valvola. Il farmaco anticoagulante dovrà essere ben dosato in base ad un valore del sangue noto come INR. Il prelievo dovrà essere effettuato regolarmente ogni tre settimane ed il valore di INR dovrà essere mantenuto tra 2,5 e 3,5 poiché, un valore superiore a questo range, espone il paziente al rischio di emorragia; mentre, un valore troppo basso di INR predispone, come già detto, alla formazione di trombi sulla protesi. Infatti, quando inizialmente il valore di INR non è nel range perché lo schema seguito dal paziente non è ancora perfetto, bisognerà non assumere l’anticoagulante se il valore di INR ha superato il valore di 3,5 men-
tre, bisogna integrare l’anticoagulante con punturine di eparina sottocutanea se l’INR è invece troppo basso. Inoltre, i pazienti che assumono l’anticoagulante orale devono prestare attenzione ai cibi che consumano dal momento che, l’anticoagulante vien emetabolizzato dal fegato ed alcune verdure come spinaci, broccoli, lattuga, cavoli, asparagi, fagiolini, ecc., essendo ricchi di vitamina K, possono interferire con il metabolismo del farmaco ed alterare il valore dell’ INR. Le protesi biologiche, invece, sono costituite da membrane di pericardio animale, bovino o suino. Pertanto, essendo costituite da materiale compatibile con quello umano, richiedono una terapia anticoagulante solo nei primi tre mesi dopo l’intervento per poi proseguire con l’aspirina senza la necessità di sottoporsi a periodici prelievi di sangue. Tuttavia, le protesi biologiche hanno un notevole svantaggio: la limitata durata nel tempo, circa 15 anni come si è stato dimostrato dai vari studi scientifici. Vengono dunque utilizzate solo in alcuni pazienti ben selezionati: persone di età superiore a 70 anni, pazienti affetti da malattie della coagulazione che non possono assumere farmaci anticoagulanti o, persone che svolgono un lavoro
che li espone quotidianamente a rischio di tagli (falegnami, artigiani in genere), donne giovani in età fertile che vogliono avere delle gravidanze, ecc.. Il tipo di protesi da impiantare verrà decisa dal cardiochirurgo che spiegherà al paziente quali sono i vantaggi di tale scelta. Il rischio dell’intervento, sebbene contenuto, quando viene eseguito in elezione e senza patologie concomitanti, varia da paziente a paziente e dipende da molteplici fattori. Dopo l’intervento, il paziente verrà portato in terapia intensiva e poi continuerà la sua degenza in reparto se, il decorso post operatorio non presenta complicanze maggiori. Successivamente, è opportuno un breve periodo, circa una settimana, di riabilitazione motoria e respiratoria per educare il paziente a riprendere la vita quotidiana che svolgeva prima dell’intervento, questa volta senza sintomi né affaticamento. I pazienti sottoposti a sostituzione valvolare aortica devono rigorosamente rispettare la profilassi antibiotica prima di ogni procedura invasiva finanche, per esempio, l’estrazione di un dente, per evitare di esporsi al rischio di endo-
Filtri solari, utile ausilio biamo a disposizione: Difendersi dal sole
dott.ssa Maria Rita Milella mr.milella@farmaciamarchesiello.it 097121179 Farmacia Marchesiello c.so garibaldi 92 85100 Potenza
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i stiamo avvicinando all’inizio dell’estate, il periodo dell’anno in cui certamente si deve godere delle splendide giornate che arriveranno, ma non ci si deve dimenticare che il troppo caldo ed il troppo sole possono costituire, oltre che un disagio vero e proprio, un danno per la nostra salute. Non dobbiamo, infatti, preoccuparci di proteggere la nostra pelle dai raggi solari solo quando andiamo al mare, ma dobbiamo ricordarci che in montagna, essendo fisicamente più vicini al sole, un’esposizione prolungata e non protetta può risultare ancor più dannosa. Di seguito qualche nostro consiglio per affrontare questo periodo nella migliore delle maniere proteggendo la cute, in particolar modo, con i diversi mezzi che ab-
Le radiazioni ultraviolette di origine solare sono carcinogenetiche in quanto contribuiscono alla formazione di neoformazioni cutanee. Vi e' consenso generale tra i ricercatori che i carcinomi baso e spinocellulari siano prevalentemente il risultato del danno diretto che occorre al DNA nucleare in seguito all'interazione con UVB. Dati epidemiologici correlano l'insorgenza del melanoma cutaneo a un'intensa esposizione solare durante l'infanzia e attribuiscono un ruolo in diretto nella sua patogenesi all'interazione con UVA che induce la produzione di radicali liberi capaci di danneggiare non solo il DNA ma anche di alterare i sistemi enzimatici e le strutture lipidiche e proteiche che contribuiscono al precoce fotoinvecchiamento e di causare immunosoppressione . La quota di radiazione solare a cui ogni individuo e' esposto dipende dall'irradiazione ambientale, dalla frazione di tale irradiazione ricevuta dalle diverse sedi anatomiche e dalla durata dell'esposizione stessa. L'esposizione solare e' distinta in intenzionale e non intenzionale. Durante l'esposizione intenzionale ampie superfici corporee sono scoperte e non protette. La seconda si verifica durante la vita di tutti i giorni e nel corso dell'attività lavorativa. In questo caso le sedi corporee esposte sono più spesso il volto, le orecchie, il collo e le mani. I filtri solari sono utilizzati per mitigare gli effetti indesiderati della radiazione solare. Inizialmente progettati con lo scopo principale di difendere dalla comparsa dell'ustione solare, come noto indotta principalmente da UVB, successivamente, sono stati per lo più modificati per proteggere anche nei
Narcisismo e sessualità
confronti di UVA, da loro dipende l'efficacia protettiva della formulazione adottata e pubblicizzata dai produttori. Conoscere i diversi tipi di filtri solari Le creme solari sono cosmetici sottoposti a una legislazione specifica. In particolare, la normativa prevede una lista delle sostanze che si possono usare come filtri solari, le concentrazioni ammesse e le avvertenze, aggiornata periodicamente sulla base delle opinioni del Comitato Scientifico sui prodotti cosmetici. In generale, le creme contengono una miscela di sostanze filtranti, in modo da poter filtrare diversi tipi di radiazioni e garantire una protezione più ampia. I filtri si distinguo no in chimici o fisici a seconda della loro natura e del modo in cui agiscono. I filtri chimici contengono sostanze di sintesi che assorbono le radiazioni; i raggi solari si "incastrano" nelle molecole del filtro dove vengono bloccati e non raggiungono quindi l'epidermide. Per fare questo la struttura di queste so stanze è particolarmente complessa e ciascun filtro cattura e trasforma selettivamente solo certe bande di raggi solari, non tutti i raggi solari. Questo meccanismo fa sì che il filtro chimico "trattenga" l'energia dei raggi del sole e la rilasci sotto forma di calore, aumentando la sensazione di caldo sulla pelle. Passiamo ora alla tossicità: mentre i filtri fisici sono considerati biologicamente e chimicamente inerti, i filtri chimici possono rendersi responsabili di reazioni di irritazione, sensibilizzazione, fototossicità e fotoallergia. Chiedi al tuo farmacista quali prodotti sono più adatti per te.
a cura della dottoressa MariaTeresa Muscillo psicologa sessuologa
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cardite ossia, di infezione della protesi. E’ importante per questi pazienti assumere la terapia antibiotica nel caso di febbre o processi infettivi di varia natura. Naturalmente, il paziente che ha subito da poco un intervento di sostituzione valvolare aortica, oltre a controllare, a distanza di un mese dall’intervento, il suo stato clinico con tutti gli esami del sangue ed una lastra del torace, è fondamentale che si sottoponga ad un ecocardiogramma per valutare il normofunzionamento della protesi precedentemente impiantata. Nel primo anno dopo l’intervento il controllo ecocardiografico, se non si presentano problemi, dovrà essere effettuato ogni sei mesi e, successivamente, una volta l’anno. Un consiglio utile da dare a chi è portatore di una protesi valvolare è quello di portare sempre con sé, nel portafoglio, il cartellino rilasciato dall’ Ospedale al momento della dimissione, che identifica il tipo di protesi valvolare cardiaca che è stata impiantata.
l narcisismo è un disturbo di personalità molto diffuso ai giorni nostri, più di quanto possiamo pensare! Esso può essere connesso ad alcune problematiche sessuali. Il Disturbo Narcisistico di Personalità è una patologia ben descritta dal DSM IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder), il manuale di patologia psichiatrica dove vengono classificate le problematiche psicologiche e psichiatriche. Chi soffre di tale disturbo ha una concezione di Sé grandiosa, con fantasie di potere e di successo illimitato, mostra un egoismo fuori dal normale e non prova alcun tipo di empatia nei confronti degli altri. Pensa di avere il diritto su certe situazioni o cose, si circonda di persone mediocri che lo fanno sentire superiore e perfetto o, al contrario, ricerca la vicinanza di individui che hanno un status molto elevato a conferma del suo essere speciale. L’American Association Psychiatric (APA) ha diagnosticato tale disturbo nell’1% della popolazione mondiale e sembra che tra gli uomini le stime si alzino vertiginosamente, collocandosi tra il 50 e 75%. Al giorno d’oggi i tratti narcisistici
sembrano essere in costante aumento, basti pensare a quanto è importante l’immagine esteriore. Le donne sono sempre più ossessionate dall’aspetto fisico e i disturbi alimentari dilagano; gli uomini sono curati fino all’eccesso, con corpi scolpiti, depilazioni frequenti e attenzione smodata per il vestiario e capi firmati. Infatti anche per loro sono in aumento i casi di disturbi alimentari e, in alcuni casi, di problemi sessuali. Per le donne narcisiste la patologia sessuale più comune è il disturbo del desiderio: sono talmente preoccupate della propria immagine esteriore che perdono di vista tutta la sfera del piacere sessuale. Il piacere per loro è costituito dall’apparire e dall’essere considerati speciali dall’altro sesso. Per quanto riguarda il mondo maschile, invece, le patologie più ricorrenti sono la disfunzione erettile e l’eiaculazione ritardata. Nel primo caso si innesca il medesimo meccanismo descritto per le donne, mentre il ritardo dell’orgasmo viene a simbolizzare “avarizia” rispetto al dare qualcosa all’altra persona: il poter concedere il proprio orgasmo alla partner è vissuto come un regalo fatto ad una persona ritenuta inferiore, che non merita una parte di sé tanto preziosa. Guarire dal Disturbo Narcisistico è possibile, anche se si tratta di un cammino lento e difficoltoso. I narcisisti non chiedono in prima persona la terapia, ma spesso cercano aiuto perché invogliati dalle persone care. L’unico modo per lavorare con loro è costruire una motivazione molto forte e una relazione terapeutica salda e duratura!
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L’Unibas al servizio dei diversamente abili Molti i servizi già previsti e alcune novità davvero positive: l’apertura al territorio e l’esigenza di creare rete con vari enti ed istituzioni di Virginia Cortese
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l mondo delle abilità è variegato e come tale dovrebbe (in teoria) contemplare spazi e tempi conformi alle singole esigenze. Sono però noti alle cronache i racconti di persone che a vario titolo hanno riscontrato nella pratica comune difficoltà anche nell’assolvimento di semplici azioni, ciò prescindendo dal proprio personale limite. C’è poi la reticenza, assolutamente condivisibile, di chi spesso fatica nel manifestare questo insieme di sensazioni quando si ritrova a vivere un luogo condiviso come può essere quello dell’Università, passo pur importante per la formazione degli individui. È proprio partendo da queste considerazioni che abbiamo discusso con il delegato del Rettore dell’Università della Basilicata, la professoressa Donatella Occorsio dell’offerta ordinaria e straordinaria per gli studenti disabili dell’Ateneo lucano. “Oltre a quanto elencato nella guida dello studente, ha sottolineato la professoressa Occorsio, v’è una rosa di iniziative che abbiamo inteso rendere a disposizione dei ragazzi, iscritti e non. Due, quelle preponderanti previste per il 2011: dal mese di settembre sarà accessibile, infatti,
un’aula con 20 pc, corredati di strumenti software per differenti tipologie di disabilità. Quest’area è in via di ristrutturazione, proprio perché prima non era in nostra dotazione, e speriamo diventi un vero e proprio punto di incontro, in cui si possa confluire per momenti di socializzazione e di studio, con piccole conferenze, perché no. A fronte di tale intervento strutturale, è stato appena pubblicato un bando per la partecipazione ad un corso gratuito di informatica di base con esami per la patente europea, Ecdl core. Il numero è contenuto, chiuso, per una ragione specifica: vorremmo essere in grado di servire tutti e al meglio; i primi 20 che aderiranno avranno anche il vantaggio di sostenere gratuitamente gli esami per ottendere l’attestazione presso il nostro Cisit con supporto dell’Ashpi Onlus. Il bando scade il 29 luglio 2011 e possono fare richiesta diplomati non iscritti all’Università, che avranno modo, nell’ipotesi dell’iscrizione, di vedersi riconosciuti i Crediti Formativi.” “L’esenzione dalle tasse –ha spiegato ancora la dottoressa Occorsio- è riconosciuta a studenti con invalidità superiore o pari al 66%; per handicap fisico-intellettivo, ciechi assoluti (legge 382/70) o sordomuti (legge 381/70) la per-
Donatella Occorsio delegato del Rettore centuale è indipendente; il parziale esonero è invece contemplato (nella misura del 30% dell’importo) per valori di invalidità inferiori al 66%. L’erogazione di sussidi per la copertura delle spese di trasporto sostenute da studenti fuori sede e gli ausili per la didattica (lettori ottici, software di conversazione testosuono e viceversa, ingranditori) sono elementi che vengono forniti costantemente e già dagli anni accademici precedenti.” Un discorso privilegiato è stato dedicato alla “formula del tuto-
raggio”, aiutare chiunque manifesti un disagio è un dovere collettivo ma anche un modo per arricchirsi in prima persona: “Sempre secondo schemi studiati ad hoc per ciascuno, studenti senior che frequentano la stessa facoltà possono affiancare ragazzi disabili per un periodo preciso e per una sola volta nell’anno accademico. Esistono anche dei docenti tutor dal 2011, di riferimento per concordare esami, gestire la frequenza dei corsi, da collegamento insomma tra l’utente e il docente.
Per la facoltà di Agraria è il dott. Celano; per Architettura, la dott.ssa Colonna; per Economia, il prof. Bove; per Farmacia, il prof. Racioppi; per Ingegneria, il dott. Telesca; per Lettere e Filosofia, il prof. Maldonato; per Scienze della Formazione, la dott.ssa Zinn; per Scienze, la dott.ssa Laurita.” L’apertura al territorio e l’esigenza di creare rete con vari enti ed istituzioni, infine, sono una priorità del Cisd, il comitato per i servizi ai disabili, formato dai referenti di facoltà, dal rappresentante degli studenti, Vincenzo Nardozza, dal delegato del Rettore, la prof.ssa Occorsio e dallo staff, nelle figure del coordinatore delle attività, Filomena Lapenna; del coordinatore del servizio tec-
Vincenzo Nardozza - rappresentante degli studenti
nico, Lamattina; dal responsabile del front-office, la dott.ssa Manta e dal responsabile delle attrezzature, Marchese. “Dal mese di novembre, ha concluso la prof.ssa Occorsio, abbiamo aperto un tavolo di confronto costante e stabile con le scuole superiori perché ci possano coadiuvare nell’individuazione di servizi mirati; abbiamo partecipato attivamente alla manifestazione del Trend Expo dello scorso maggio; con la Protezione Civile, c’è in cantiere un progetto di formazione; si sta pensando anche di predisporre nel nostro polo sportivo del Cus una zona dedicata per persone in carrozzella che vogliano svolgere attività sportiva; e con la Regione Basilicata e l’Ens, un Protocollo d’intesa per un corso per la qualifica di interprete Lis, una formazione avanzata che altrimenti non si potrebbe ottenere e che ci riempie maggiormente d’orgoglio. Vorremmo che tutti si sentissero liberi di realizzare un sogno o un desiderio, con la tranquillità che presso l’Ateneo possono avere le risposte adeguate e tutto l’impegno dell’intero gruppo. Per contattare lo staff, l’indirizzo è www2.unibas.it/diversamenteabili/; l’e-mail: diversabili@unibas.it.”
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La storia della P2 – quinta parte
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el Testo integrale del “piano di rinascita democratica”, della loggia P2, sequestrato a M. Grazia Gelli nel luglio 1982 si poteva leggere , quanto appresso stralciato: MEDIO E LUNGO TERMINE Nel presupposto dell’attuazione di un programma a breve termine come sopra definito, rimane da tratteggiare per sommi capi un programma a medio e lungo termine con l’avvertenza che mentre per quanto riguarda i problemi istituzionali e’possibile fin d’ora formulare ipotesi concrete, in materia di interventi economico-sociali, salvo per quel che attiene pochissimi grandi temi, e’necessario rinviare nel tempo l’elencazione di problemi e relativi rimedi. a) Provvedimenti istituzionali a1) Ordinamento Giudiziario I – unità del Pubblico Ministero (a norma della Costituzione articoli 107 e 112 ove il P.M. e’ distinto dai giudici); II – responsabilità del Guardasigilli verso il Parlamento sull’operato del P.M. (modifica costituzionale); III - istruzione pubblica dei processi nella dialettica fra pubblica accusa e difesa di fronte ai giudici giudicanti, con abolizione di ogni segreto istrutto-
rio con i relativi e connessi pericoli ed eliminando le attuali due fasi di istruzione; IV - riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale); V - riforma dell’ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile; VI - esperimento di elezione di magistrati (Costit. art. 106) fra avvocati con 25 anni di funzioni in possesso di particolari requisiti morali; a2) Ordinamento del Governo I - modifica della Costituzione per stabilire che il Presidente del Consiglio è eletto dalla Camera all’inizio di ogni legislatura e può essere rovesciato soltanto attraverso le elezioni del successore; II - modifica della Costituzione per stabilire che i Ministri perdono la qualità di parlamentari; III - revisione della legge sulla contabilita’ dello Stato e di quella sul bilancio dello Stato (per modificarne la natura da competenza in cassa);
IV - revisione della legge sulla finanza locale per stabilire previo consolidamento del debito attuale degli enti locali da riassorbire in 50 anni - che Regioni e Comuni possono spendere al di la’ delle sovvenzioni statali soltanto i proventi di emissioni di obbligazioni di scopo (esenti da imposte e detraibili) e cioè relative ad opere pubbliche da finanziare, secondo il modello USA. Altrimenti il concetto di autonomia diviene di sola libertà di spesa basata sui debiti; V - riforma della legge comunale e provinciale per sopprimere le provincie e ridefinire i compiti dei Comuni dettando nuove norme sui controlli finanziari; a3) Ordinamento del Parlamento I - nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco) riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato, di rappresentanza di secondo grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari - ex magistrati
- ex funzionari e imprenditori pubblici - ex militari ecc.); II - modifica della Costituzione per dare alla Camera preminenza politica (nomina del Primo Ministro) ed alla Senato preponderanza economica (esame del bilancio); III - stabilire norme per effettuare in uno setesso giorno ogni 4 anni le elezioni nazionali, regionali e comunali (modifica costituzionale); IV - stabilire che i decreti-legge sono inemendabili; a4) Ordinamento di altri organi istituzionali I - Corte Costituzionale: sancire l’incompatibilità successiva dei giudici a cariche elettive in enti pubblici; sancire il divieto di sentenze cosiddette attive (che trasformano la Corte in organo legislativo di fatto); II - Presidente della Repubblica: ridurre a 5 anni il mandato, sancire l’ineleggibilità ed eliminare il semestre bianco (modifica costituzionale); III - Regioni: modifica della Costituzione per ridurre il numero e determinarne i confini secondo criteri geoeconomici più che storici. Provvedimenti economico sociali. b1) Nuova legislazione antiurbanesimo subordinando il diritto di residenza alla
dimostrazione di possedere un posto di lavoro e un reddito sufficiente (per evitare che saltino le finanze dei grandi Comuni); b2) Nuova legislazione urbanistica favorendo le città satelliti e trasformando la scienza urbanistica da edilizia in scienza dei trasporti veloci suburbani; b3) nuova legislazione sulla stampa in senso protettivo della dignità del cittadino (sul modello inglese) e stabilendo l’obbligo di pubblicare ogni anno i bilanci nonchè le retribuzioni dei giornalisti; b4) unificazione di tutti gli istituti ed enti previdenziali ed assistenziali in un unico ente di sicurezza sociale da gestire con formule di tipo assicurativo allo scopo di ridurre i costi attuali; b5) disciplinare e moralizzare il settore pensionistico stabilendo: il divieto del pagamento di pensioni prima dei 60 anni salvo casi di riconosciuta inabilità; il controllo rigido sulle pensioni di invalidità; l’eliminazione del fenomeno del cumulo di più pensioni; b6) dare attuazione agli articoli 39 e 40 della Costituzione regolando la vita dei sindacati limitando il diritto di sciopero nel senso di: I - introdurre l’obbligo di preavviso dopo aver espedito il concordato;
II - escludere i servizi pubblici essenziali (trasporti; dogane; ospedali e cliniche; imposte; pubbliche amministrazioni in genere) ovvero garantirne il corretto svolgimento; III - limitare il diritto di sciopero alle causali economiche ed assicurare comunque la libertà di lavoro; b7) nuova legislazione sulla partecipazione dei lavoratori alla proprietà azionaria delle imprese e sulla gestione (modello tedesco); b8) nuova legislazione sull’assetto del territorio (ecologia, difesa del suolo, disciplina delle acque, rimboscamento, insediamenti umani); b9) legislazione antimonopolio (modello USA); b10) nuova legislazione bancaria (modello francese); b11) riforma della scuola (selezione meritocratica - borse di studio ai non abbienti - scuole di Stato normale e politecnica sul modello francese); b12) riforma ospedaliera e sanitaria sul modello tedesco. c) Stampa - Abolire tutte le provvidenze agevolative dirette a sanare bilanci deficitari con onere del pubblico erario ed abolire il monopolio RAI-TV.
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Gli esseri umani e gli “amici robot” Dal sogno di Isaac Asimov alla realtà: intervista al prof. Fabrizio Caccavale dell’Unibas di Luca Santoro
L’
Interazione UomoRobot è un’area di ricerca multidisciplinare in costante sviluppo ricca di spunti per ricerche avanzate e trasferimenti di tecnologia. Essa gioca un ruolo fondamentale nella realizzazione di robot che operano in ambienti aperti e cooperano con gli esseri umani. L’impiego dei robot su vasta scala industriale ha portato ad un sostanziale aumento della produttività ed ha permesso l’abbassamento dei costi di produzione. Parallelamente ai progressi della tecnologia è stato possibile rendere i robot sempre più indipendenti dall’operatore umano e in grado di muoversi con maggiore autonomia all’interno di un ambiente di lavoro. Ma sul serio noi umani corriamo il rischio di essere rimpiazzati da questi fantomatici prodotti meccanizzati? Di tutto questo e molto altro abbiamo parlato con l’Ing.Fabrizio Caccavale dell’Università degli Studi della Basilicata. Prof.Caccavale può illustrare ai nostri lettori la sua esperienza nel mondo della robotica?
“Ho iniziato con le applicazioni industriali della robotica, per intenderci le applicazioni dell’industria automobilistica che in un certo modo ha trainato lo sviluppo della robotica negli anni 70-80. Pian piano l’orizzonte della robotica è cambiato, negli anni 90 si è iniziato a parlare di robotica di servizio. Questa riguarda ad esempio l’esplorazione spaziale, sottomarina, quindi si è cominciato a parlare di robotica che usciva fuori dalle fabbriche e riusciva ad interagire nell’ambiente. In quello stesso periodo nasce il concetto di autonomia dei robot, basti pensare ad esempio al robot mandato su Marte che, inevitabilmente, non possiamo controllare da vicino. Successivamente nell’ultimo decennio si è iniziato a parlare di robotica tra le persone, sia nell’ambito industriale, pensiamo ad un operaio che interagisce con il robot e insieme fanno un operazione di assemblaggio, ma anche e soprattutto all’interazione con le persone per esempio l’assistenza ai disabili o agli anziani. Oggi una delle frontiere aperte è quella dell’interazione stretta tra robotica e gli esseri umani. Questo
crea una serie di punti interrogativi nella ricerca. Un robot per interagire con l’essere umano deve essere sicuro di non arrecare danno, quindi ci si è posti il problema della sicurezza. Qualcuno ha iniziato a parlare di Roboetica e cioè l’Etica applicata alla robotica. Quando una macchina interagisce con un uomo qual è il modo giusto con il quale ci si deve rapportare? Questi sono i temi principali della nuova frontiera della robotica”. La nostra Università come si adopera in questo settore? “Noi oggi come Università della Basilicata abbiamo un gruppo di ricerca in Robotica che fa parte di una rete di laboratori nati attraverso accordi con diverse università (Roma Tre, Cassino, Federico II Napoli, Salerno e Basilicata). Questo accordo si chiama PRISMA (Progetti di Robotica Industriale e di Servizio Meccatronica e Automazione) nato quattro anni fa per la creazione di progetti nell’ambito della robotica. Attualmente noi siamo coinvolti in due progetti molto particolari ; il primo è già in essere da due anni e mezzo ed è un progetto che finanzia altri progetti. La Comu-
nità Europea ci ha affidato il compito di selezionare delle idee progettuali di taglia medio-piccola molto orientate allo sviluppo di applicazioni trasferibili dalla ricerca all’industria. Il secondo progetto è stato approvato da due settimane e riguarda la robotica che potremmo definire Volante. L’idea è quella di usare robot volanti e autonomi per l’assemblaggio di strutture. Immaginiamo ad esempio a strutture in posti inaccessibili; casi di emergenza in cui bisogna montare in fretta una piattaforma per far atterrare gli elicotteri; questo i robot lo possono fare in maniera celere. È un progetto di durata quadriennale in cui noi ci siamo impegnati nei confronti della Comunità Europea a fare un dimostratore finale. Noi in Basilicata ci occupiamo del controllo coordinato delle varie unità”. Alla luce delle vostre competenze, come la robotica ha migliorato la nostra vita? “E’ una questione molto complessa, se noi pensiamo ad applicazioni industriali la questione è stata, soprattutto negli anni 80, molto dibattuta perché indubbiamente l’applica-
Il professor Caccavale
zione della robotica in ambito industriale ha permesso di evitare che esseri umani venissero impiegati in lavori molto pericolosi. Il rovescio della medaglia è stato che molto spesso si potrebbe tendere a utilizzare macchine anche in lavori non pericolosi e questa è stata una grande polemica quando è incominciata la grande automazione in fabbrica. Il punto è che poi col tempo si è capito che non sempre questa automazione in fabbrica significa disoccupazione. Molto più interessante è inquadrare la robotica come assistenza. In questo caso non posso dire se
hanno migliorato la vita perché siamo ancora in una fase troppo acerba di queste applicazioni però è pur vero che abbiamo macchine di robotica chirurgica che sono operative, macchine che fanno assistenza ai disabili (sedie a rotelle robotizzate). Il futuro non sappiamo cosa ci riserverà, molto delle sforzo di ricerca è rivolto alla coabitazione macchina-uomo e forse tra dieci-quindici anni potremmo dire qualcosa di più su benefici o malefici che queste macchine arrecheranno ”.
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Il volo di una “farfalla” rumena Mazzeo : dare ascolto alle istanze della popolazione Georgeta Silion e Sergiu Romania e Repubblica Moldova
Andrada Beke, Romania
C’
è stata una sfilata di moda all’Associazione Cento per Cento famiglia in cui si sono incontrati tutti gli stati del mondo.
È accaduto un incontro bellissimo riguardo le diversità culturali, ci siamo sentiti bene, ci siamo divertiti e abbiamo capito che anche la religione musul-
mana è una cosa bellissima. Andrada Beke è una farfalla che vuole ballare, una ragazza che ha studiato danza moderna in Romania, il suo sogno sarebbe quello di ballare ancora per noi. Andrada è qui con sua mamma, Sorina Pop, fra poco arriverà anche suo fratello Andrei. Giorgeta Silion è una cantante di musica popolare rumena, sentendo la sua voce non c’è differenza tra lei e un usignolo. Con la sua dolcezza ha conquistato il pubblico e con le sue parole che si sono trasformate in melodia ricordando ciò che sta accadendo in Romania, lasciare i propri figli e venire qui in Italia. Anche Giorgia vorrebbe cantare ancora per noi e organizzeremo altri spettacoli perché bisogna dare spazio anche all’arte dove ci stanno gli stranieri (nemmeno stranieri, ma fratelli). Ahcmed è del Pakistan, ama sfilare la moda ed è un ragazzo bravissimo. Saluto anche Cristina. Dolce Cristina Italiana. Grazie a tutti.
Via Zara, 90
L
a mia elezione, di martedì scorso, alla carica di Vicepresidente del Consiglio Regionale di Basilicata, è un importante riconoscimento che mi onora e lusinga, ben conscio, comunque, dell’impegno e delle non poche difficoltà che mi attendono. Il mio primo obiettivo, col nuovo incarico, sarà quello di dare continuità al buon lavoro svolto dal mio predecessore Antonio Autilio , ben sapendo di poter contare, anche, sul sostegno e sulla esperienza del Presidente Vincenzo Folino . Cercherò di essere una guida per le specifiche competenze del mio Ufficio, potendo disporre, anche, della totale fiducia del mio partito, l’Italia dei Valori. Mi impegnerò per dare ascolto alle istanze delle popolazioni e di propormi, con azioni concrete, piuttosto che con asfittiche parole, nell’interesse della “gente” lucana, ponendo
massima attenzione alle problematiche delle categorie meno abbienti. La mia speranza è di vivere questa esperienza con quella che i francesi chiamano ‘panache’, ovvero scintilla, che è quella passione che deve costantemente alimentare ogni uomo e donna, ma soprattutto coloro che portano una responsabilità e che sono pronti, in ogni momento, a rispondere di quello che fanno e di come lo fanno. Fra i temi di primaria importanza da affrontare, per il decollo della Nostra regione, ci sono, sicuramente, le questioni inerenti alle estrazioni petrolifere ed alle specifiche criticità relative alla salvaguardia dell’ambiente, del territorio e, soprattutto, della salute dei cittadini. Errori di strategia e di impostazioni politiche non possono essere tollerate poiché ne sarebbero penalizzate, in maniera irrimediabile, le future generazioni, alle quali non è possibile lasciare un territorio deturpato, in maniera irrecuperabile, sia a livello paesaggistico che ambien-
tale. Il mio compito, da un osservatorio privilegiato, sarà quello di porre sotto una lente di in gradimento, la nostra bella regione affinché sia maggiormente difesa e tutelata e non sia saccheggiata e danneggiata. Per raggiungere questi obiettivi c’è bisogno di “fare squadra” fra le varie componenti regionali, e non solo, e permettere quel salto di qualità tanto auspicato, da sempre, ma fino ad ora, purtroppo, non realizzato. La mia sfida sarà quella di fare di tutto affinché le intelligenze e le specifiche competenze locali, con idonei stimoli ed opportunità, restino in Basilicata e “lavorino” per essa e per il suo sviluppo. La Basilicata , la nostra terra, è bella, misteriosa e intrigante, ma va amata, apprezzata, tutelata e “vissuta” intensamente. Enrico Mazzeo Vicepresidente Consiglio
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Eccellenza dello sport con il testimonial A.C. Milan Maurizio Ganz a Potenza al I Trofeo “Coppa Lealtà nello Sport”
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irca 400 bambini accompagnati dalle loro famiglie, dirigenti e allenatori, divisi in 8 squadre della categoria esordienti e pulcini. Sono stati loro i protagonisti del I Trofeo “Coppa lealtà nello Sport”, organizzato dalla Scuola Calcio Milan A.S.D. Culturale Lucania sui campi dello Stadio A. Viviani di Potenza e su quello del Centro Sportivo Cavaliere Gran Relais di Rifreddo di Pignola. Le divise degli atleti hanno rappresentato in campo i colori dell’A.S.D. Culturale Lucania, l’A.S.D. Maglie, l’A.S.D. Amici del Calcio Gravina (Scuole Calcio Milan), la squadra di Avigliano, il Real San Chirico, Macchia Romana e l’F.C. Francavilla. Nella categoria esordienti hanno superato il turno rispettivamente nel girone A, giocato allo Stadio A. Viviani di Potenza, l’A.S.D. Culturale Lucania con punti 7 e l’A.S.D. Amici Del Calcio Gravina con punti 6, mentre nel girone B disputatosi a Rifreddo l’F.C. Francavilla con punti 7 e il Lagonegro con punti 6 hanno superato il turno. Lo scontro incrociato fra le 4 squadre vincenti dei due gironi, ha visto prevalere l’A.S.D. Culturale Lucania 4 a 2 sul Lagonegro e l’F.C. Francavilla sugli amici del Gravina per 6 a 2. La finale
svoltosi sul manto erboso del Viviani ha visto la vittoria dell’F.C. Francavilla per 4 a 0, successo netto e meritato per la compagine guidata da Massimo Borneo che ha messo in luce ottimi elementi come il n°10 Ferrara segnalato ai tecnici dell’A.C. Milan per un provino. Il torneo categoria pulcini che ha entusiasmato i molti presenti allo Stadio A. Viviani, ha visto partecipare oltre 120 piccoli calciatori che hanno onorato la competizione mostrando anche doti tecniche eccelse per la loro età. La finale ha visto prevalere il Maglie sui padroni di casa dall’A,S,D, Culturale Lucania per 2 a 1 dopo un’accesa e spettacolare partita, da sottolineare che si trattava di una sfida tra Scuole Calcio Milan. Il I Trofeo “Coppa Lealtà nello Sport” ha avuto un testimonial d’eccezione proveniente dall’A.C. Milan, l’ex calciatore Maurizio Ganz autore di più di 200 reti nei campionati professionistici in squadre rinomate come l’Inter e il Milan. Essere riusciti ad avere, per la terza volta, un testimonial dell’A.C. Milan è motivo di orgoglio e rispetto da parte dell’A.S.D. Culturale Lucania che si conferma tra le principali Società che operano nella direzione della
crescita sportiva degli atleti ma intervengono in maniera risoluta sui processi di formazione umana dei bambini oltre a coinvolgerli in progetti di inserimento sociale, educazione alla prevenzione contro l’uso di stupefacenti ma anche iniziative di grande attualità come la lotta al bullismo o altre forme di violenza. In occasione della presenza di Maurizio Ganz ma anche del responsabile Area marketing dell’A.C. Milan, Alessadro Gianni, è stato organizzato un evento A.C. Milan presentato dalla giornalista e madrina della manifestazione, Annamaria Sodano, nel campo di calcio a 5 di Rione Lucania di Potenza gremito di persone per condividere con la comunità del quartiere un serata dedicata a tutti i bambini che hanno partecipato al Torneo. Monitorare la crescita dei ragazzi, essere allenatori ma anche educatori responsabili e vigili sui comportamenti dei propri atleti sono alcuni dei principi cardine che appartengono alla Società Culturale Lucania e che sono stati sottolineati da Maurizio Ganz nel corso del suo intervento. Il settore giovanile è una delle più importanti realtà nel mondo e chi lavora in questo campo deve garantire la crescita qualitativa morale e l’eccellenza dei progetti perché possa essere
una Scuola Calcio Milan. Il Club rossonero più titolato al mondo – come ha spiegato Ganz – tiene molto a questi principi come anche al raggiungimento di un buon livello culturale da parte dei propri atleti. Un sacrificio importante – ha proseguito – che ho provato sulla mia pelle perché sin da piccolo sono andato via di casa per vivere questa esperienza ma sono stato ripagato da una brillante carriera calcistica”. Nel corso della serata sono stati consegnati dei premi ai bambini che hanno partecipato al Concorso “Prendi a calci il bullismo” istituito dall’A.S.D. Culturale Lucania in collaborazione con l’Istituto comprensivo Potenza VII. Gli alunni hanno realizzato dei disegni raccontando ciò che per loro, attraverso una raffigurazione artistica, rappresenta questo problema sociale molto diffuso tra i giovani. A consegnare i riconoscimenti, gli assessori comunali di Potenza alle Politiche Giovanili e all’Istruzione, Emiddio Fiore e Giuseppe Messina, l’assessore alle Politiche Giovanili della Provincia di Matera, Salvatore Auletta e il consigliere provinciale Aurelio Pace. Il mondo dell’infanzia al centro di tutto. Non a caso, sempre nell’ambito dell’iniziativa è stato consegnato un premio all’integrazione so-
ciale e alla solidarietà a Roko Riza, un bambino di origine albanese ospitato dalla Caritas potentina. Un modo - ha raccontato Orazio Colangelo, presidente del Comitato di quartiere di Rione Lucania – per siglare patti di lealtà sociale e di grande collaborazione visto anche il grande impegno e la profonda educazione dimostrata da Riza e dalla mamma per la nostra comunità”. In tal senso, il testimonial dell’A.C. Milan, Maurizio Ganz ha pensato di omaggiare il piccolo con una maglietta della squadra neocampione d’Italia, autografata dai più grandi campioni del calcio. Una sorpresa inaspettata consegnata a Roko Riza da parte della madrina dell’evento Milan, la giornalista Annamaria Sodano e dal vice presidente del Comitato di quartiere di Rione Lucania, l’avv. Mario Danza. Nella due giorni potentina, i campioni del Milan hanno
visitato anche la sede dell’Avis Comunale di Potenza che - come ha spiegato il delegato allo Sport, Vito Pace condivide con l’A.S.D. Culturale Lucania iniziative pregevoli come questa. Siamo in prima linea come donatori di sangue e molti dirigenti della Culturale Lucania si sottopongono alla donazione coinvolgendo altre persone affinché si possa creare una rete solida”. Adesso, si guarda avanti, con la nuova stagione alle porte e con la volontà di fare ancora meglio incrementando le adesioni alla Scuola Calcio e preparando al meglio l’arrivo dell’indimenticato campione e capitano del Milan, Franco Baresi che a settembre sarà presente a Potenza per salutare i “terribili” bambini della Scuola Calcio Milan A.S.D. Culturale Lucania.
Potenza, alla ricerca del buonsenso I
l calcio e i suoi derivati tengono banco alle porte dell’estate a Potenza. Tornei, sfide di quartiere o poco più e tante chiacchiere. A tener desta l’attenzione degli sportivi potentini è sempre la questione legata ad una sorta di primato cittadino che, da oltre un anno, sembra essere irrimediabilmente smarrito. Il Potenza di ieri, i suoi trascorsi, il suo passato, la sua gloria, sono stati
riposti in un armadio. Nell’immaginario collettivo, è come se, in questo lasso di tempo, tutto ciò che la vecchia compagine rossoblù era stata in grado di costruire, fosse stato annullato. Il calcio scommesse, armando la mano giustizialista del procuratore federale Stefano Palazzi, ha centrato in pieno il club rossoblù, decretandone praticamente la fine. Anche in questo caso, l’intero am-
biente cittadino ne ha fatto le spese, pagando un conto molto salato. Il Potenza, però, non è scomparso, ma è stato tenuto in vita, sebbene in condizione di coma farmacologico (leggi partecipazione al campionato regionale di Eccellenza), sino al termine di una stagione di polemiche e di ulteriori umiliazioni. Al momento, il quadro per la prossima stagione, si presenta incerto, seb-
bene qualche segnale, da parte dell’Sc Potenza, autorizzi una qualche speranza di ripresa. Sostanzialmente, rispetto ai molteplici Potenza venuti alla luce in questo frangente di grigiore assoluto, dopo la discesa agli inferi, direttamente dalla Prima Divisione all’Eccellenza, bisognerebbe necessariamente operare dei distinguo. Detto dell’Atletico Potenza, che sembra essere
l’unica a muoversi con determinazione e cognizione di causa, si assiste al naufragio del progetto “Fortis Murgia”, con l’impossibilità di percorrere una strada che, già in partenza, sembrava piuttosto impervia ed insidiosa. Il resto è solo frutto di fantasia, nel senso che non ci sono argomenti certi per scommettere (con il verbo coniugato all’infinito, nell’accezione più lecita
possibile) su un’impegno diverso di altri soggetti. E, su tutto, come sempre, aleggia quel tocco di buonsenso che, nelle faccende calcistiche del capoluogo di regione lucano, è spesso latitante, ma che se recuperato riesce, da solo, a risolvere le situazioni più intricate.
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Juventus vs Sparta Praga: la finalissima di questa sera Al XXI Settembre di Matera giunge a conclusione il Trofeo Scirea
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arrivata l’ora della grande finale. L’ambita Coppa Gaetano Scirea sarà innalzata al cielo stasera. A contendersela Juventus e Sparta Praga. Questo il verdetto delle semifinali. La Juventus, infatti, ha calato il poker sul Noicattaro, lo Sparta Praga ha rimontato invece tre gol nella ripresa al Partizan per poi vincere 4-3 ai rigori. Appuntamento dunque a questa sera al XXI Settembre-Franco Salerno di Matera. Questa che si giocherà sarà una partita fondamentale che ne richiama alla memoria un’altra, quella del 2008 quando le due formazioni erano nuovamente una di fronte all’altra a contendersi il trofeo. Allora
vinse la Juventus grazie alla prodezza diMirimin.Questaseranullapuòessere dato per scontato. Quelcheèsicuroèchesenevedranno delle belle, come del resto se ne sono viste fino a questo momento. Oltreallagrandequalitàdelle16squadrepartecipantichericordiamoessere state Inter, Napoli, Juventus, Sparta Praga, Partizan, Matera, RappresentativaBasilicata,JuveStabia,Honved, Polisportiva Bellavista, Pateadores, Guadalajara,Bari,Zenit,Noicattaroe Reggina, va sottolineata l’ottima affluenza di pubblico e soprattutto l’ottima organizzazione dei comuni che hanno ospitato il trofeo dedicatoall’indimenticatoeindimenticabiledifensoredellaJuventusedella
la finalista Juventus la seconda finalista Sparta Praga
Nazionale, Gaetano Scirea. Questi intensi giorni di calcio giocato traicampilucaniequellipugliesisono serviti non solo per vedere all’opera tantebellenuovepromesse,maanche per riflettere su tematiche di grandissimaattualità,qualilalealtànellosport. Insomma questi che si concludono questa sera sono stati giorni di grande entusiasmo, interesse e di bel gioco. Ora non resta che gustarsi la finalissima e … che vinca il migliore. ragazzi del Partizan Belgrado
la Rappresentativa Basilicata
ragazzi dell’Inter
USD Controsenso, “Un rinforzo per ruolo” di Giusy Trillo
È
passato solo un mese dalla fine del campionato, ma le vacanze in casa Usd sono già agli sgoccioli. Bisogna fare i conti con la Promozione e la programmazione non può aspettare. Nuovi avversari, nuovi campi, nuovi incontri e, soprattutto, nuovi giocatori da reclutare per affrontare al ‘galoppo’ la stagione 2011/2012. Il mercato estivo tra le fila potentine si preannuncia scoppiettante. Società, allenatore e tifosi confermerebbero in blocco tutta l’armata, perché ogni calciatore, anche chi ha disputato solo pochi scampoli di partita, ha saputo fornire un apporto fondamentale per la vittoria finale. Ma se cambia la categoria, cam-
biano le regole e, in odore di trattative, la più importante risulta, senza dubbio, quella afferente all’obbligo di impiegare per l’intera durata della gara almeno due giovani (classe 1993 e 1994). Prevedendo eventuali sostituzioni, i dirigenti dovranno rimpinguare l’organico con almeno sei elementi di fascia, tali, però, da garantire tenuta fisica e mentale. Potrebbero essere proprio gli under a fare la differenza, in positivo e in negativo, quindi tanto lavoro per i talent-scout. I leoncini rossoblu hanno ampiamente dimostrato di saper giocare
a pallone e chiunque verrà scelto per vestirne i colori dovrà garantire qualità e quantità. A questo serviranno gli altri acquisti, “un rinforzo per ruolo” -stando alle parole dell’allenatore, Rosario Romano-, dunque innesti che costeranno inevitabilmente il posto a qualcuno. Assodato che l’ossatura forte della squadra non si tocca, il primo passo da fare sarà, comunque, quello di ascoltare chi della squadra già fa parte. Chi viene e chi va … ma chi?
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Emile Bertaux, il vecchio cantore di Pierno Nel suo “Sulle vie dei pellegrini” inneggiava al noto santuario mariano di Michele Strazza
Tra giochi e simulazioni i Giovani C.R.I. scendono in piazza
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l famoso Emile Bertaux, membro dell’Ecole de Roma e docente all’Università di Lione nonché conservatore del Museo Jacque-Mart-Andrè di Parigi e direttore della “Gazette des Reaux Arts”, nel suo “Sur les chemins des pèlerins et des émigrants” (Sulle vie dei pellegrini e degli emigranti), apparso nel 1897 sulla “Revue des Deux Mondes”, richiamava i pellegrinaggi al Santuario di Santa Maria di Pierno, eretto “da San Guglielmo da Vercelli, fondatore di Montevergine”. L’abbazia, secondo il racconto dello studioso francese, era ormai ridotta, sul finire dell’800, ad “una cappella vecchia e miseranda, in cima ad una collina, in un esteso bosco di castagni”. Il luogo, tuttavia, continuava
“Inaugurato il Gruppo Giovani C.R.I. di Lagopesole”
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sole, la luna eCopertina le stelle, /libro Per di Emile Trinità.” Non mancano neanBertaux comporre la storia della pic- che riferimenti quasi sacrile-
ad avere un fascino ed un’atSantuario di Pierno in una foto inizio ‘900 ghi né le lodi al brigante trattiva incredibili, richia- cola Vergine.” mando tre volte l’anno “una Il poeta rionerese, dopo aver Crocco: “... Oggi non esiste grande affluenza di gente” detto di essersi rivolto invano più alcun bene / Né per il proveniente anche dalla vi- a molte persone per com- Papa, né per la Santa Cocina Puglia. Il Santuario con- porre la poesia, scrive di aver rona! / ... Sempre viva il getinuava a restare persino nel trovato “un giovane capace”: nerale Crocco! / Egli stimava cuore degli abitanti dei din- “Il figlio di Vito, Rocco di i poveretti / Sempre ai ricchi torni che “come tanti altri” Pace”. Ed insieme ringra- egli chiedeva, / E intascava i erano partiti per l’America ziano la Madonna, ponendo lor milioni!” “riportando un modesto alla fine le loro firme. Il testo Il Bertaux restò estasiato gruzzolo”. Era, infatti, stato è bellissimo nella sua genui- dalla “cantilena” nella quale eretto “un campanile di mat- nità popolare: “ Ti adoro e ti il vecchio rionerese aveva toni, mezzo coperto da tar- prego, Santa Vergine Maria, messo “tutto il suo cuore, ghe marmoree”, / Tu hai preso il nome di Ma- tutti i suoi rancori, tutta la rappresentanti, ciascuna, “un donna di Pierno. / Si giunge sua ignoranza”. In essa lo dono di cento franchi” e por- a visitarti da tutte le pro- studioso scopriva “confestando il nome di un “Ameri- vince, / E ognuno prende il sioni e rimproveri”, venendo suo “tratturo”/ ... Madonna trasportato “in un mondo cano”. Ma la singolarità delle anno- della metà d’agosto, quando vecchissimo, tra preghiere tazioni del Bertaux stava nel grandina, / Su noi stendi le ingenue e truci, descrizioni riportare una “cantilena”, due mani. / Evita a noi i pe- inutili, enumerazioni omericomposta nel 1891, in circa ricoli di morire ammazzati, / che, eresie meravigliose”. “trent’anni”, da “un vecchio D’esser falsi testimoni e cat- Un mondo, dunque, fatto di di Rionero in Vulture”. Lo tivi cristiani.../ Fonte piena di gente semplice, di contadini studioso, dopo averla defi- grazia per tutto il vicinato, / che, quando alle feste della nita “una preghiera molto Tutte per te sono sparse su di Madonna salivano la collina rara”, riporta una parte del noi: / Tu sei in una chiesa cir- di Pierno, ascoltavano il testo formato globalmente da condata da tre angeli, / San campanile degli “Americani” 83 strofe di 4 versi. Così essa Guglielmo, San Michele e parlare alla loro “anima inizia: “Tirico di Gerardo San Donato, / Tre santi, si oscura” “di Paradiso e di ElRaffaele / E’ stato devoto nel dice, ognuno dell’universo dorado allo stesso tempo”. dire l’orazione / Non sapeva mondo, / E nessuno sa quale scrivere, il buon Raffaele. / Il sia la verità: / Il primo è il Signore gli ha dato il senti- Santo Arcangelo di Puglia, / mento; / Egli ha pregato il Poi Maria di Pierno, infine la
omenica 12 Giugno a Lagopesole (Avigliano) è stato inaugurato il gruppo dei Giovani C.R.I. del posto.I ragazzi si sono cimentati in numerose attività con i bambini e i ragazzi presenti tramite l’animazione con tanti giochi creati appositamente per la giornata come: il mermory, il gioco dell’oca, il twister per divulgare i 7 principi della Croce Rossa e le varie campagne informative . per i più piccolini è stata organizzata una caccia al tesoro divisa in diverse squadre dove in varie tappe dovevano rispondere alle domande inerenti all’associazione e alla fine del percorso ala squadra vincitrice è stato consegnato il pupazzetto simbolo della componente giovanile di C.R.I. Inoltre in collaborazione con i Volontari del Soccorso del Gruppo di Filiano, è stata fatta una simulazione di un incidente stradale causato dalla guida in stato di ebrezza per promuovere la campagna di prevenzione contro la guida in stato di ebrezza e contro l’abuso di sostanze alcoliche o stupefacenti. Poi è stata simulata anche una rissa provocata proprio dagli effetti dell’alcool. La serata ha riscosso un ottimo successo dato il gran numero di partecipanti, il Responsabile del Gruppo Alessio Pace ha espresso tutta la sua soddisfazione per la buona riuscita affermando che: “ il gruppo si è mosso bene nell’organizzazione, e credo che si sia visto l’entusiasmo così come la gioia di questi ragazzi nel fare questo tipo di attività, e la partecipazione
della gente ci ha ripagati di tutto il lavoro svolto; sono sicuro che in futuro ci saranno altre giornate del genere, inoltre un doveroso ringraziamento va fatto al comune di Avigliano e a tutti coloro che ci hanno aiutato”. Il tutto è stato coordinato dall’Ispettorato Provinciale Giovani C.R.I. che segue passo passo tutte le attività che vengono fatte sempre con il fine di migliorare e far avvicinare sempre più gente all’associazione; che ora in termini numerici conta ben 12 gruppi diffusi su tutto il territorio provinciale.
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“Conoscete quest’uomo”: su Velso Mucci Con Leonardo Sinisgalli un soffio di Lucania al convegno internazionale
Velso Mucci
che ne hanno apprezzato ed approfondito la statura culturale ed anche politica. Ne hanno discusso nella cittadina delle Langhe (dove è dedicato alla sua memoria un Istituto Professionale) Mario Lunetta, scrittore e saggista di Roma (già presente all’edizione del Convegno del 1982); Christine Wolter, scrittrice, critica letteraria e curatrice dell’edizione tedesca del libro di Mucci “L’uomo di Torino” (Der Turiner ); Renzo Pepi studioso, autore della tesi di laurea su Mucci;
sofia teoretica, intransigente politico di formazione marxista, non siano stati riservati altro che angoli ristretti di conoscenza e stima fra poche persone, per lo più dello stesso mestiere. Una delle verità possibili è che a Velso Mucci è toccato nascere e crescere, lui uomo di lettere di formazione mitteleuropea e cosmopolitica, in un paese che tutt’oggi continua a bearsi nella sua dimensione provinciale e strapaesana, rilustrandosi della memoria dei suoi grandi nomi pontificati nella
TREND EXPO, arrivederci al 2012: il bilancio della 16°edizione
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Un momento del convegno Un momento della premiazione.Da sinistra, Vitale, Chieppa, Martiello, Di Lucchioi, Placido (Foto Traficante) di Alberto Alberti*
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ono stati momenti di intenso rapporto intellettuale quelli intrattenuti nel secolo scorso dall’intellettuale e politico Velso Mucci (di cui si celebra il centenario della nascita, Napoli 1911) e l’ingegnere-poeta lucano Leonardo Sinisgalli. Arte e poesia, ma anche cinema e letteratura hanno contraddistinto queste due figure elevatissime cui non sempre viene dato il giusto risalto. Il destino dell’intellettuale Velso Mucci sembra relegato nella memoria dei lettori in un limbo riservato agli addetti ai lavori più colti. Per questo abbiamo voluto celebrarlo a cent’anni dalla sua nascita. Ed è stato organizzato a Bra, dove Mucci aveva radici, un convengo di respiro europeo, con intellettuali ed autori
Chiara Lostaglio, giornalista e critica cinematografica, la quale ha trattato del corto “Vita silenziosa” e la poetica di Leonardo Sinisgalli in rapporto con Mucci. Ed ancora Livio Berardo, Presidente dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo, e Luca Pietro Nicoletti, critico d’arte di Milano per trattare di Mucci eccellente critico d’arte. Il convegno è stato coordinato da Armando Lostaglio (Cinit – Cineforum Italiano) e curato nella parte scientifica da Alberto Alberti. Parrebbe strano che ad un poeta, scrittore, curatore di edizioni d’arte preziose, redattore e fondatore di riviste letterarie, intellettuale di formazione e levatura superiore, cresciuto tra le frequentazioni dei più grandi artisti del secolo scorso, filosofo con una tesi in Filo-
coscienza esteriore collettiva, ma desolatamente perduti nella profonda ignoranza del singolo. Mucci ha scritto un romanzo straordinario come “L’uomo di Torino”, poesie particolari, saggi ed interventi coltissimi su argomenti letterari, linguistici e sociali, alcune prefazioni di gran gusto, dei pezzi di critica d’arte di sensibilità rara, ha riunito i migliori nomi del ‘900 italiano nel Costume politico e letterario e nell’ edizione raffinatissima del Concilium Lithographicum. Inoltre, con Joyce Lussu, tradusse anche il poeta turco Nazim Hikmet, contribuendo a farlo conoscere in Occidente. Anche ad un autore ben più prolifico come Leonardo Sinisgalli, suo amico fraterno, nonché testimone di nozze insieme a
on serve essere scaramantici – secondo Enrico Sodano, ideatore del Trend Expo - ma un bilancio positivo si deve sempre aprire anche con una visione e quella che porta all’edizione del 2012 apre riflessioni su importanti sfide, sia per la cabala dei numeri (edizione 17, anno bisestile, anno 2012) sia perché risulta sensibile e di difficile determinazione la traiettoria corretta per dare al futuro dei giovani una concretezza”. Proprio sulla parola concretezza si è basato il programma della 16° edizione e al netto dei numeri (i visitatori sono stati circa 18 mila, circa trecento relatori, 80 tra convegni, lezioni aperte e laboratori, poco meno di 60 stand visitabili all’interno del Campus universitario di Macchia Romana), in cui si è provato a “leggere” come decodificare le ansie, le difficoltà, i gap, le ambizioni, ogni Giorgio De Chirico, non è stata riservata una sorte tanto migliore. Sua moglie Giorgia de Cousandier, amica d’infanzia dei ragazzi di via Panisperna, come Enrico Fermi, Bruno Pontecorvo, Emilio Segrè, li ha ricordato nei versi di “ Les enfants terribles”, pieno di nostalgia nel ‘56. Mucci le mandò nel 1963 da Londra una prefazione. E’ rimasta uno dei pezzi più alti della poesia del ‘900. Giorgia, un anno dopo la sua morte, lo ricordò su “La botte e il vio-
“Basilicata, un arcobaleno di paesaggi” P
ress tour di Paolo Simoncelli, giornalista di “Plein Air”, rivista dedicata al turismo di mobilità e all’aperto La cassetta di albicocche che gli è stata regalata è un po’ il simbolo del suo ennesimo viaggio in Basilicata e il dolce profumo che ha invaso la sua auto è la sintesi di ciò che, secondo Paolo Simoncelli, giornalista e fotografo della rivista Plein Air, la Basilicata è: genuinità,
tradizione, cortesia. Dall’1all’8 Giugno ha percorso la regione in piena autonomia a conferma “dell’espressione di libertà, di gioia di vivere, del piacere di conoscere che devono essere contenuti in un viaggio”. La rivista con cui Simoncelli collabora fa del turismo della mobilità il suo leit motiv, un modo di intendere la vacanza secondo natura in camper, caravan o tenda, protagonisti di una cultura di vita regolata da un rapporto nuovo con i luoghi e l’ambiente. Conosce la regione da anni al punto da definirla “la mia terra”, perché ne ha
colto ogni sfumatura e questa volta ha privilegiato enogastronomia e artigianato locale, temi che riprenderà nel suo servizio giornalistico dedicato al suo viaggio lucano. L’itinerario è stato organizzato dall’Apt Basilicata che “non smetterò di ringraziare perché nessuno garantisce una simile disponibilità anche solo per chiederti: ‘Come va?’ durante il percorso”. E le indicazioni dell’Agenzia di Promozione Territoriale lo hanno guidato lungo la costa Tirrenica, nel Parco Nazionale del Pollino, dove il freelance è rimasto senza parole davanti ai resti
di un esemplare di Elephas antiquus italicus e alla mandibola di un Hippopotamus antiquus conservati nel Museo Naturalistico e Paleontologico del Pollino, a Rotonda. “L’arcobaleno di panorami che la caratterizzano, osserva, rendono la vostra regione infinita”. Lo ha pensato più che mai affacciandosi dal “Balcone dello Ionio”, Rotondella: “È straordinario lo scenario che si vede da lassù”. Quanto alla gente “è incantevole e, come i paesaggi, varia a seconda delle stagioni e dei luoghi, senza tradire la sua cordialità”. Simoncelli non si sottrae, però,
singola emozione o passione dei giovani e di chi intervenuto al Trend Expo ha manifestato la sua presenza. La creazione di questo luogo è possibile grazie all’ impegno paritario dell’Università degli Studi della Basilicata copromotrice del Trend Expo e al sostegno di Enti pubblici e di aziende private, come la Regione Basilicata, la Provincia di Potenza, la Provincia di Matera, le Amministrazioni comunali di Calvello, Viggiano e Potenza, il Parco dell’Appennino Lucano da un lato e dall’altro la FONDAZIONE CARICAL e la categoria dei Consulenti del Lavoro, senza trascurare tutti gli altri aderenti e sostenitori ben citati sui materiali di comunicazione e all’interno del portale, www.trendexpo.it, che con le sue innovazioni continua ad esprimere questo concetto di community che
vuole favorire lo scambio di idee ed esperienze per creare proprio un percorso che aiuti i giovani a camminare verso il lavoro. Per esser certi del cammino bisogna prestare attenzione ai percorsi e per evitare o limitare gli errori sarà importante costruire, sin d’ora, con tutte le rappresentanze studentesche dell’Ateneo lucano un cartello di proposte su cui animare il dialogo dell’edizione 2012 per essere il più possibile dentro i linguaggi e le problematiche del futuro dei giovani”. E’ questa, dunque, l’analisi della 16°edizione, proposta da Enrico Sodano, ideatore del Trend Expo. La manifestazione nel suo complesso, durante la settimana dedicata al placement, ha offerto importanti test di riscontro delle attività e degli spunti precedentemente espressi. La sfida è appena iniziata, per rendere una scommessa sostenibile e almeno in parte concreta. Questo è Trend Expo, un luogo pensato per parlare e proporre soluzioni per il futuro dei giovani, dove le parole ancora conservano un valore, misurabile attraverso l’impegno costante nel migliorarsi, anche con qualche imperfezione, tipica della bellezza del futuro, quello che vogliamo rappresentare nel Trend Expo per i giovani lucani.
lino”, di Sinisgalli. Leonardo Sinisgalli ha dunque intrattenuto un intenso rapporto con Velso Mucci, frequentatori di Casa Alberti, nei pressi di Bra dove Sinisgalli girò quel prezioso cortometraggio dal titolo Vita silenziosa, di cui ha ampiamente trattato nel convegno la critica Chiara Lostaglio. Insieme al poeta, c’era un giovanissimo Marco Ferreri, che di lì a poco sarebbe divenuto un regista di fama internazionale. Fu proprio Mucci a far
conoscere Sinisgalli alla famiglia Alberti, e dopo la guerra, ne nacque una lunga ed affettuosa amicizia, con frequenti soggiorni. E’ stato recuperato il testo del cortometraggio girato nella soffitta di casa nel 1951 e che venne presentato con successo alla Mostra del Cinema di Venezia. La ricerca del prezioso cortometraggio è a cura della Cineteca Lucana. *promotore del Convegno
a una osservazione: “Alla tipologia di lettori di Plein Air, e potenziali turisti in Basilicata, non passerebbe inosservato l’esiguo numero di aree camping attrezzate, dunque, in questo senso c’è ancora molto da fare”, commenta. Poi, pensando ai calanchi lucani, simbolo di quella parte di Basilicata scolpita dal sole e dagli agenti atmosferici, ma anche custodi di arte e letteratura, il giornalista si abbandona ad un altro apprezzamento: “La vostra regione è un inesauribile patrimonio di esperienza”, come rivelano Aliano, uno dei luoghi d’esilio di Carlo Levi, Craco, il paese fantasma, e Tursi, patria di Albino Pierro. Proprio in questo punto della Basilicata, negli stessi giorni in cui vi ha soggiornato Paolo Simoncelli, ha fatto tappa il camper del
progetto ITAca – Storie d’Italia, durante il suo viaggio alla ricerca di storie, persone, realtà italiane in concomitanza con il 150° anniversario dell’Unità. A bordo il fotografo Giovanni Marrozzini con i suoi collaboratori, insieme scelgono i luoghi di interesse storico e artistico, inseguendo le vicende di personaggi illustri ma anche di semplici cittadini. “L’idea – spiega Marozzini - è quella di costruire un mosaico di testimonianze, un documento espressivo del nostro Paese. Il camper è partito il 18 marzo 2011 e concluderà il suo viaggio il 31 marzo 2012. Per seguire ogni spostamento e le testimonianze raccolte anche in Basilicata è possibile consultare il sito www.itaca.me.
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Musicamanovella: “La gente diventa canzoni” Dopo l’ennesimo successo riscontrato nella festa patronale del capoluogo potentino, continua il tour estivo del gruppo lucano di Angelo Nolè
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enerdi 27 maggio 2011, Potenza, concerto serale dei ‘Musicamanovella’ nel centro storico, in occasione della festa patronale dedicata a San Gerardo. Finite le prove colgo l’occasione per salutare tutti i componenti della band. Rocco Spagnoletta è l’anima del gruppo, cantastorie e autore dei Musicamanovella. Tante feste per la stagione primavera – estate 2011, performance scoppiettanti, un pubblico - soprattutto giovanile - che vi ama e vi segue; qual è il segreto del vostro successo? La cosa bella del nostro gruppo è che siamo amici veri, viviamo in simbiosi da
tanto tempo, ci conosciamo da circa vent’anni, ci vogliamo bene; col tempo abbiamo costruito un’intesa invidiabile e quando stiamo sul palco pensiamo innanzitutto a divertirci, di conseguenza, riusciamo nel nostro intento a coinvolgere il pubblico, e poi raccontiamo le storie di tutti. Chi non si è mai innamorato? Chi non è mai stato lasciato per un piastrellista? Noi facciamo in modo che la gente diventi canzoni e viceversa. Chi ascolta sa che noi raccontiamo anche un po’ le loro storie. Come nasce il gruppo ‘Musicamanovella’. I Musicamanovella nascono nel 2004; eravamo un gruppo di ragazzi con lo spirito di lavorare per un
progetto musicale quando incontrammo il cantautore Vinicio Capossela, una folgorazione sulla strada della Fontana Vecchia di Pignola che segnò l’inizio dei concerti di piazza. Prima con le cover di Capossela, di Conte, e di canzoni popolari, poi con i nostri brani originali, storie di gente comune, racconti di vita vissuta, fino al primo album ‘ L’amore è cieco o ci vede poco’. Dopo più di 700 live in Italia, ultima, la scoppiettante performance romana al The Place, cosa vi aspettate dopo la pubblicazione del primo album? Siamo già soddisfatti dei risultati ottenuti, per i numerosi consensi anche fuori regione; ciò che conta è che continuiamo a divertirci, portare in giro una musica divertente che abbraccia tante persone con la gioia e l’amore ma anche con la grinta che ci contraddistingue come popolo lucano. Con il primo disco abbiamo sentito sempre di più il calore della gente non solo in Basilicata ma in tutta Italia, vedere il pubblico che a Roma riempie il The Place cantando a squarcia gola “Quello che sei” piuttosto che “Motore d’Avviamento” ti riempie il cuore di orgo-
glio e dimostra che anche partendo da qui, con tanto impegno, si possono fare belle cose. C’è una canzone che rappresenta la vostra storia? La nostra storia è rappresentata un po’ in tutte le canzoni del nostro disco in quanto sono espressione, tutte, del quotidiano, della vita di provincia che poi diventa vita di tutto il mondo. Definiamo da sempre la nostra musica GLOCAL cioè GLOBALE e LOCALE allo stesso tempo!! Ascoltando alcune persone a proposito della vostra musica, si percepisce che siete riconosciuti per un linguaggio fresco, schietto, diretto; cosa ne pensi? Noi accettiamo di buon
grado ogni commento, anche le critiche costruttive. È vero, il nostro è un linguaggio schietto e diretto ma non per questo meno curato, anzi, gli arrangiamenti sono il frutto di un’originale misura tra una fisarmonica tanghera, una chitarra gitana, fino allo ska più esplicito in brani come ‘Dancehall Serranetta’. Un uso ricercato ed ironico del linguaggio, la contaminazione tra ritmi e generi musicali differenti, rende la produzione dei Musicamanovella allo tempo stesso popolare e cantautoriale. Ci sono nuovi progetti a breve? Innanzitutto il tour estivo che è partito il 20 maggio da Pignola e toccherà tutta Ita-
lia. Poi la grande novità a manovella è che stiamo per rientrare in studio per registrare il nostro primo disco in spagnolo, per il mercato spagnolo e, se Dio vorrà, sudamericano. Il 29 Ottobre voliamo a Madrid per la presentazione del disco e per un grande concerto al centro della città. Poi inizieremo a lavorare al secondo album che si sa come dice Caparezza è sempre il più difficile. Speriamo di mantenere vivo sempre il nostro e il vostro divertimento che è la vera anima della nostra musica. L’unica arma che fa bene. A cuore e mente.
La Nazionale Attrici per l’Unitalsi di Potenza Il team incontrerà le giocatrici potentine in una partita di beneficenza sabato 25 giugno al Viviani
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er problemi tecnici riguardanti l’impianto sportivo del Viviani, la partita della nazionale attrici, non si terrà più sabato 18 giugno, ma si svolgerà sabato 25 giugno alle 16,30 nello stadio Viviani di Potenza. I cancelli dello stadio saranno aperti dalle 15. La nazionale attrici
giocherà contro una rappresentativa di ragazze di Potenza e il prezzo del biglietto sarà di 5 euro. L’evento è stato organizzato da Cinetv.it con la collaborazione di Mario e Jiva parrucchieri potentini ed è finalizzato a sostenere l’Unitalsi lucana, con l’acquisto di carrozzine e un
furgone per il trasporto delle persone diversamente abili. La nazionale attrici fondata da Francesco Procopio si avvale della collaborazione dell’attrice Rosa Sorrentino. “La partita nel capoluogo lucano vedrà la partecipazione di: Ramona Amodeo, Nadia Bengala, Rosa Sorrentino, Demetra Hampton, Roberta Beta, Flavia Vento, Lisa Fusco, Elena Morali, Rosy Dilettuoso, Stefania Ugolini, Ludovica Chieffo, Valeria Bigella, Angela Artosin, Veronica Ciardi e altre, arbitrerà l’incontro Angelo Russo l’agente Catarella della fiction Rai “il commissario Montalbano”, guardalinee Mario De Felice (con Ramona Amodeo tra i partecipanti della trasmissione di Canale 5 ‘Uomini e donne’, presenti alla conferenza stampa) e Gianfranco Apicerni tutti forniti di microfono” hanno spiegato gli organizzatori. Alla presentazione svoltasi nella sala riu-
nione del Comune di Sant’Antonio La Macchia, oltre al dirigente del Unità di direzione Sport del Comune, l’architetto Giancarlo Andriulli, e ai già citati Francesco Procopio, Rosa Sorrentino, Mario Cutro di ‘Mario e Jiva’, Gregorio Troiano, tutti coinvolti a vario titolo nell’organizzazione della manifestazione che dovrebbe essere ripetuta in ottobre a Matera e a fine anno a Roma, anche molte delle giocatrici lucane che parteciperanno all’iniziativa. “Nell’iniziativa saranno coinvolti anche bambini, perché sia una vera festa di sport e solidarietà – sempre gli organizzatori – e sarà organizzata anche una lotteria, sempre con finalità benefiche”. La serata avrà un prologo con l’estrazione dei premi nella discoteca Exodus Disco Club di Baragiano Scalo.
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“La colomba pugnalata” all’Iris di Lagonegro Nella suggestiva location, in scena il dramma scritto e diretto dal dottor Antonio Cirillo
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utto esaurito al cinema teatro Iris di Lagonegro, per la prima del dramma dedicato a Isabella Morra “La colomba pugnalata”, scritta dal magistrato Antonio Cirillo, che ha curato anche la regia. L’opera teatrale è tratta dal libro “Isabella Morra, le ragioni di una tragedia”, scritto dallo stesso magistrato e pubblicato dalla casa editrice SiriS di Vincenzo Labanca. Il pubblico ha mostrato di gradire molto ciò che avveniva sul palco, testimoniando più volte il proprio gradimento con calorosi applausi. Il dramma scritto dal dottor Cirillo (già presidente del Tribunale di Lagonegro ed ora in servizio presso la Corte d’Appello di Potenza), ripercorrendo la storia di Isabella Morra, ripropone il tema della triste condizione della donna nel passato
quando non poteva autodeterminarsi e il suo status dipendeva prima dal padre, poi dai fratelli e, infine, dal marito. Isabella Morra si ribellava ad una simile situazione, rivendicando con forza il suo diritto di donna di istruirsi, di pensare, di amare, di essere artefice del suo destino. Si rese interprete del suo modo di pensare attraverso i pochi versi che riuscì a scrivere prima che i fratelli, ritenendola l’amante di Don Pedro Sandoval de Castro, la uccidessero. Rileggendo attentamente la trama, si scorge anche un altro tema non meno importante che ancora oggi è particolarmente attuale: il desiderio di farsi vendetta da soli che spesso assale la gente del Sud. A portare in scena la tragica storia della giovane poetessa di Valsinni, vissuta nel XVI secolo, e riproposta
all’attenzione generale nel 1928 da Benedetto Croce, è stato il gruppo teatrale del Rotary Club di Lauria, formato da attori non professionisti ma professionisti nella vita di tutti i giorni prestati al teatro: avvocati, medici, ingegneri, dirigenti di banca iscritti al Club Rotary di Lauria. “Non è la prima volta –ha affermato il presidente del sodalizio, Nicola Gulfo- che il nostro Club organizza simili manifestazioni e anche stavolta il ricavato sarà devoluto al completamento di una struttura sanitaria, già realizzata dal nostro Club in Ghana, dove ogni anno un gruppo di nostri soci si reca durante il periodo feriale per prestare gratuitamente la propria opera professionale”. Meritano di essere ricordati gli attori che si sono particolarmente impe-
gnati per la riuscita della serata che tutti i soci del Club hanno voluto dedicare alla cara memoria del professor Lello Apollaro, indimenticato Past President del Club: Michele Limongi, Mariangela Nocera, Giovanna Agrello, Giuseppe Ferrari, Nicola Di Lascio, Giuseppe Sabella, Alfonso Chiacchio, Pino Rossetti, Gino Cerrato, Carmen Rossetti e Pasquale Chiariello. La scenografia è stata curata da Gisely Antonucci, le musiche da Gino Cerrato, i costumi dalla Sartoria Rosita di Lauria e gli arredamenti da Rossino Gruppo Hartè. Al Gruppo teatrale sono già pervenuti inviti a riproporre l’opera in alcuni centri della Basilicata nel corso della prossima stagione estiva.
A Ginestra, impartite sette cresime da monsignor Todisco: “Siate annunciatori della parola di Dio” Nell’occasione, la comunità ha chiesto un aiuto per ultimare il santuario della Madonna di Costantinopoli di Lorenzo Zolfo
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ella giornata di Pentecoste, nella splendida chiesa madre di San Nicola Vescovo a Ginestra, dove campeggia il maestoso mosaico del Cristo Pantocratore, sono state impartite sette cresime dalle
mani del Vescovo della Diocesi, monsignor Gianfranco Todisco. Ad accogliere il pastore della Diocesi, tanta gente ed il parroco don Gilberto: “Ecc.za Rev.ma, è con grande gioia che, personalmente e a nome di tutta la comunità di Ginestra, la accogliamo nella nostra parrocchia.
Già altre volte è venuto fra noi ad amministrare il sacramento della Cresima ai nostri ragazzi, ma oggi ci trova come gli apostoli chiusi nel cenacolo del cuore con tanto smarrimento. Quest’ultimo, causato dal fermo dei lavori di ristrutturazione del Santuario e dall’indifferenza che
Ginestra riscontra agli occhi dei potenti. Nel lontano 1588, Ginestra ha ricevuto un grande dono: quell’edificio sacro costruito dagli esuli albanesi con grande fatica e tanta generosità. E proprio perché quel dono veniva da tanta fatica e sofferenza di altri, oggi Le chiediamo di aiutarci a riaprire il Santuario entro l’anno. Sa Ecc.za la comunità è fatta per lo più da anziani e ci ferisce deluderli, nel desiderio di rientrare da vivi in quella Chiesa. Ma lo smarrimento non è mai più forte della gioia che la Pentecoste porta con sé. Oggi la storia si ripete, noi riceviamo dei doni, che sono tanto più preziosi quanto più costano a chi ce li offre. Riceviamo oggi la visita, la parola e la benedizione del nostro Vescovo e sette ragazzi riceveranno il dono dello Spirito Santo. È il dono più prezioso in assoluto. È la stessa vita divina che misteriosamente, ma re-
almente ci viene comunicata. Anche questo è un dono che nasce da una grande fatica e da una grande sofferenza. Ci viene donato dalla croce di Cristo e noi lo vogliamo accogliere con gratitudine e con trepidazione, cioè con il fermo desiderio che nulla vada perduto di quello che Gesù ci vuole donare attraverso la sua persona Ecc.za e le diciamo ancora grazie per la sua sollecitazione pastorale”. I catechisti, i coniugi Anna Montanarella e Giovanni Musto, che per un intero anno hanno preparato i 7 cresimanti, hanno aggiunto: “Non c’è dono più bello della vita che servire Dio, lodarlo e benedirlo. Siamo convinti che i nostri ragazzi, dai suggerimenti avuti, sapranno sconfiggere il male, come ha fatto Gesù”. Il Vescovo ha chiuso gli interventi: “Da oggi, 7 ragazzi di Ginestra condurranno una vita cristiana da adulti. È una bella avven-
tura. Il linguaggio del cristiano è fatto di amore. Troverete durante il vostro cammino ostacoli ed inviti a trasgredire, cercate sempre il bene comune, come lo Spirito Santo che è capace di fare cose straordinarie. Non lasciatevi contagiare dalla voglia di avere, ma con l’aiuto del Signore, continuate a seguire i suoi comandamenti. Vincete il male con il bene. La Fede non è un affare privato, i vostri genitori, le madrine ed i padrini, al di là dei doni materiali, vi devono guidare sui sentieri del perdono dell’amore ed a farvi sognare con i piedi per terra”. Ecco i nomi dei sette cresimanti: Giuseppe Braccia, Marco Ciriello, Donatella Laluce, Angelica Lovino, Fiorella Summa, Giuseppe Summa e Maria Tardugno.
A Venosa “Le Nuvole” di Aristofane Chiusura dell’anno scolastico al “Quinto Orazio Flacco” con lo spettacolo teatrale: elaborazione testo e regia di Lucilla Falcone, coreografie di Maira Parente
L’
anno scolastico all’I.I.S.S. “Quinto Orazio Flacco” si è concluso con uno spettacolo teatrale. E’ stato portato a termine il laboratorio teatrale progettato dalla prof.ssa Catia Restaino e curato dall’associazione culturale “La Buona Creanza” di Lavello, presieduta dalla dinamica regista Lucilla Falcone. Lo spettacolo si è tenuto nell’aula magna della nuova scuola di via Appia alla presenza di molti spettatori. 16 alunni del Liceo Classico di Venosa
e Lavello in circa due ore di spettacolo, che ha affrontato vicende attuali tra padri e figli, ha fatto divertire la platea. E’ stato portato in scena “Le Nuvole”, liberamente tratto da Le nuvole di Aristofane. L’elaborazione del testo e la regia di Lucilla Falcone. Le coreografie di Maira Parente. Ecco il contenuto di questo spettacolo: Chi nasce tondo non può morire quadrato, quante volte ci siamo detti questa frase o “se avessi agito diversamente, tutto questo non
mi sarebbe capitato”. Anche il personaggio di questo spettacolo,il contadino Strepsiade, finito in mezzo ai guai per colpa dei debiti contratti dal figlio,Fidippide, un giovanotto viziato il cui unico interesse sono i cavalli, pensa di poter cambiare la propria natura seguendo gli insegnamenti di Socrate. Il suo progetto è mandare il figlio da Socrate, per imparare i due discorsi, quello giusto e quello ingiusto, e utilizzarne soprattutto quello ingiusto, per convincere in tribunale i creditori a rinunciare di essere pagati. Ma quando il figlio si rifiuta di andare al pensatoio, si vede costretto vecchio e smemorato, ad andare lui stesso. A sostenere la validità degli insegnamenti, a insinuare nella mente semplice di Strepsiade che tutto questo è giusto, sono le Nuvole, nuove e uniche divinità, presentate al vecchio dallo stesso
Socrate. Ma gli insegnamenti confonderanno il vecchio che alla fine, disperato,convincerà il figlio a seguirne gli stessi. Dall’agone dei due discorsi personificati, avrà la meglio il discorso ingiusto che educherà il giovane Fidippide, e così, mentre le Nuvole impassibili osservatrici della follia umana alimenteranno i vari inganni, Strepsiade alla fine solo quando avrà la peggio, si renderà conto dei suoi errori e chiederà aiuto e perdono ai veri Dei. A fine spettacolo a ha fatto ridere a crepapelle i tanti presenti uno dei protagonisti, Antonio Grieco (che ha impersonato Fidippide), tra l’altro anche rappresentante del Consiglio di Istituto, ha detto: “questi spettacoli sono laboratori di vita, stringono forti legami di amicizia. Abbiamo fatto dei salti mortali per allestire questo spettacolo, che era meglio farlo al Ca-
stello, ma ci è stato negato, i motivi non li conosciamo. Per la riuscita di questo spettacolo ringraziamo la prof.ssa Restaino, referente del progetto teatro a scuola ed il dirigente scolastico, prof. Mario Lasala”. Lucilla Falcone ha ringraziato i protagonisti ed ha parlato della validità del teatro: “dietro ogni piccolo gesto, dietro ogni imput culturale c’è un progetto, pensato, studiato e messo in atto per educare, attraverso l’arte, il teatro, la musica, il senso critico dei ragazzi; i testi originali vengono fuori dall’osservazione delle loro sensibilità. Ai ragazzi che concluderanno il loro iter scolastico, auguriamo che il teatro sia servito loro per imparare che come viene ricordato nel discorso di Pericle agli ateniesi, “un uomo che non si interessa allo stato, alle cose, noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile”, e che
l’arte sia per loro cibo per alimentare le proprie passioni ed emozioni, ma soprattutto strumento per essere partecipi della vita sociale”. I personaggi ed interpreti: Strepsiade (Michelangelo Martino), Fidippide (Antonio Grieco), Socrate: Antonio Abbruzzese, Discorso giusto (Serena Falcone), Discorso ingiusto(Daniela Larocca), Discepolo (Silvio Bernardo), 1° Creditore: Rocco Casella; 2° creditore:Nicola Tamburriello; Nuvole: Annalisa Romanelli, Giovanna Romanelli. Coro delle Nuvole: Domiziana De Marco, Eleonora di Ciesco, Francesca Divietri,Letizia Fierro,Marika Laconca, Rosella Laconca,Valeria Rapolla. (Lo. Zo)
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Il beato Francesco Faa’ di Bruno ed il Purgatorio
A cura di don Marcello Stanzione esperto di demonologia ed angelologia
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rancesco Faà di Bruno, ultimo di dodici figli, nacque ad Alessandria il 29 marzo 1825 e a nove anni rimase orfano di madre. Studiò alla Regia Accademia militare di Torino, partecipò alla prima guerra di Indipendenza ( 184849 ) e dimessosi dal servizio militare, si laureò in matematica e in astronomia alla Sorbona di Parigi. Insegnò a Torino nell’università, nell’Accademia Militare e nel Liceo “ Faà di Bruno ” cui don Bosco inviava i suoi alunni migliori. Da laico fondò nel 1859 l’Opera di S. Zita per le donne di servizio ed altre opere di assistenza sociale ed educative, privilegiando sempre la donna, giovane ed anziana. Annessi a tale opera vi erano l’Emporio Cattolico, una tipografia, una biblioteca circolante per tutta l’Italia, una lavanderia a vapore. Promosse la costruzione di bagni pubblici e
l’apertura di cucine economiche. Fu socio attivo nelle Conferenze di S. Vincenzo a Parigi, a Torino e ne fondò una in Alessandria. Costruì la Chiesa di Nostra Signora del Suffragio, centro di suffragi specialmente per i Caduti di tutte le guerre; ne progettò l’ardito campanile ( 75 metri ), un miracolo di statistica. Introdusse a Torino il mese dei morti e l’adorazione notturna per soli uomini. A 51 anni fu ordinato sacerdote a Roma ( 22- x-1876 ) per concessione di Pio IX e compì negli ultimi anni della sua vita un intenso ministero sacerdotale. Istituì a Torino una casa di preservazione per ragazze madri e un Collegio professionale con ritiri estivi a Benevello d’Alba. Iniziò ufficialmente la Congregazione delle Suore Minime di N.S. del Suffragio ( 167-1881 ), cui lasciò in dono il carisma del suffragio per le anime sante del Purgatorio e l’impegno di continuare le opere socio educativo assistenziali ,da cui lui miniziate, e che si svolgono in Italia, Argentina e Colombia. Collaborò a riviste scientifiche, pubblicò dotti trattati e testi scolastici adottati anche all’estero, carte topografiche, raccolte di musica sua e di altri, manuali di devozione e liturgico-musicali, opuscoli ascetici, agiografici, morali. Spentosi a soli 63 anni di età, ( 1888 ) le sue spoglie dal 1925 riposano nella Chiesa da lui fondata in Via S. Donato 35 – Torino. Fu beatificato a Roma nel 1° Centenario della morte, il 25 settembre 1988 da Sua Santità Giovanni Paolo II. La devozione che il Faà sentì maggiormente e divulgò con ogni mezzo, specialmente nell’ultimo periodo della vita, fu quella verso le anime sante del Purgatorio. Per il culto dei defunti compilò “Il Divoto dei Morti” ossia il Mese di Novembre santificato, in cui pubblicava delle meditazioni devote per ogni giorno dell’ottava dei morti, estratte dal Pio ricordo delle anime del Purgatorio del vescovo di Belley, mons.
Devie; vi aggiungeva quindi 30 altre meditazioni del reazionario Emiliano Avogadro della Motta. Sulla stessa linea di interessi si ponevano altri libretti ed opuscoli devozionali, come L’Altro eroico di carità verso le Anime del Purgatorio, La Corona dei Morti, Una Mano morta, Indulgenze, ecc. , dove secondo la religiosità popolare del tempo, che rispondeva ad un certo senso di indigenza e reagiva alle resistenze dotte dell’Illuminismo e del Giansenismo, è dominante la preoccupazione e la ricerca delle indulgenze . Il beato Faà di Bruno aveva appreso il culto dei defunti fin dall’infanzia. L’idea e l’abitudine di pregare per i trapassati era presente nella sua famiglia da antica data. Nell’ottobre del 1750 nella Chiesa parrocchiale di Bruno era stata eretta la “ Compagnia del Suffragio ”, a cui fu riservato l’altare del Crocifisso: era proprio un marchese Faà, Carlo Giovanni, a prenderla sotto la sua speciale protezione. Questo pio sodalizio, che ancora oggi esiste nella parrocchia, ebbe sempre numerosi aggregati; nel 1820 circa un quinto dei parrocchiani ne faceva parte, e naturalmente tra i primi vi erano sempre i Faà di Bruno. La “ Compagnia ” partecipava in modo organizzato alla vita religiosa parrocchiale. Nei primi giorni di novembre tutto il paese ricordava i cari defunti e visitava il cimitero. Accanto a questi momenti collettivi, si poneva l’attività della “Compagnia del Suffragio” che curava la celebrazione di numerose Messe per gli aggregati defunti. Ciò che veniva a Bruno era per altro coerente con l’indirizzo della religiosità cattolica di quei tempi. Un particolare sviluppo di questi elementi è riscontrabile nel cattolicesimo fin dalla fine del sec. XVI. Essi trovano origine nel senso e nel timore della morte. Se presso i protestanti riformati questo timore del giudizio di Dio era superato dall’esaltazione della grazia, tra i cattolici vi furono tendenze di-
verse : la preoccupazione delle “ opere buone ”, delle azioni da compiere, delle sofferenze da utilizzare. Dinamismo e volontarismo impregnavano la sensibilità. Certo la Chiesa raccomandava da tempo al fedele di offrire le proprie sofferenze in espiazione, ma fu lo sviluppo della reologia del Purgatorio, ispirata alla dottrina sulla giustificazione data dalla sesta sessione del Concilio di Trento, che gettò su queste idee tradizionali una luce nuova. Il valore delle “ opere ”, al fine della salvezza eterna, coerente con l’idea dell’espiazione dei peccati e , quindi, con l’affermazione dell’esistenza del Purgatorio, unitamente alla dottrina sulla comunione dei Santi, da tempo giustificavano la pratica delle indulgenze e il valore del suffragio dei defunti. Su queste basi il Sei e Settecento sviluppò l’organizzazione del culto dei morti, che fu sentito sempre in modi tradizionali. All’interno di questi motivi si colloca tutta l’azione del beato Faà di Bruno, che fatti d’esperienza, come la morte prematura della madre e le scene delle battaglie del 1848-’49, avevano sollecitato verso questi interessi sulla condizione nell’aldilà di tutti questi soldati morti in giovane età. Non sappiamo come abbia poi coltivato questa devozione durante gli anni dell’esperienza francese. Gli archivi non ci hanno rivelato, in particolare, se i contatti con la congregazione delle “ Auxiliatrices des ames du Purgatore ”, fondata dalla beata Smet che ispirarono la sua congregazione, siano da collocare in quel tempo, oppure successivamente. Anche nel periodo successivo al suo ritorno a Torino, tra il ’60 e il ’70, sono rimaste tracce indirette da collegare piuttosto al tema della Vergine del Suffragio e alla spiritualità della nascente congregazione di suore. Dagli scritti dell’ultimo periodo risulta che la devozione alle anime purganti del Faà trova il suo principale fondamento nella carità evangelica : “ E la carità evan-
gelica appunto ce ne fa precetto ; se si comanda di fare agli altri quanto piace sia fatto con noi come avrem fatto cogli altri… Se dunque amiamo per noi suffragi in quei giorni di pena, siamo ora larghi di essi cogli altri ”. La devozione alle anime del Purgatorio è legata anche ad un particolare modo di accettare Dio e la sua giustizia, ma è soprattutto un modo di affermare l’esistenza e l’immortalità dell’anima. Il fatto che Faà di Bruno si orienti di preferenza a questa devozione per le anime purganti fa pensare alla immortalità dell’anima attaccata tanto dal materialismo della sua epoca : avere rapporti con i defunti significa fare una protesta concreta contro il materialismo. Non stupisce che il Faà valorizzasse la portata psicologica di una verità come la comunione dei Santi, nella situazione vissuta dalle anime del Purgatorio. La voce del Purgatorio è magistero anche per i vivi perché scuote, interpella e richiama. La devozione alle anime purganti è ricca di spunti pastorali ed è per il Faà un punto critico, ossia una specie di spina dorsale che percorre tutta l’antropologia soprannaturale. In questo senso si può parlare anche di elementi
popolari che entrano nella sua devozione alle anime purganti : questa devozione porta un contributo di stabilità alla tradizione famigliare cristiana, sottolineando la continuità degli affetti e dei rapporti umani soprattutto nel mondo rurale. La teologia e la stessa dottrina ascetica per Faà sono ben radicati nella dottrina del Purgatorio. L’uomo e Dio si incontrano realmente in quello che potremmo chiamare il piano del tempo e della storia, cioè il prima e il dopo, nel modo di esistere delle anime del Purgatorio. Per loro il peccato e la vocazione dell’uomo si intrecciano in modo drammatico come rimorso (passato) e come tensione (futuro), come debolezza-effetto del peccato e come forza per la certezza della salvezza. Recentemente a Torino ho visitato la stanza del beato è sono rimasto colpito dal gran numero di reliquie di santi presenti in essa e le sue suore mi hanno spiegato che poiché ci sono indulgenze per chi raccoglieva e venerava le reliquie dei santi il nostro beato ne raccoglieva il più possibile per applicare poi le indulgenze in suffragio delle anime del Purgatorio.
SMARRITO AD APRILE CANE PASTORE TEDESCO
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n o s t r e
r e c e n s i o n i
THE TREE OF LIFE di Daniele Nardiello
Da Venerdi 18 giugno 2011 Tito Scalo (PZ) MULTICINEMA RANIERI Programmazione
È
la solita storia, vecchia come la scatola magica del cinema: prendete, ad esempio, “La corazzata Potëmkin”. Sono secoli che divide la critica e il pubblico tra coloro che considerano questo film un autentico capolavoro, una divina espressione della “settima arte”, mentre invece per altri è soltanto un film di propaganda bolscevica di una noia mortale… Chissà se il regista di The Tree of Life, Terence Malick, potrebbe lusingarsi al pensiero che il suo film possa essere coniugato su cotanto paradigma. Resta il fatto che lavori come questo sono capaci di dividere la platea degli spettatori in ammiratori entusiasti (pochi e nobili) e delusi annoiati (molti e plebei). Si parla della storia di una famiglia del Midwest, a partire dagli anni ’50. Attraverso lo sguardo del figlio maggiore, Jack,
siamo condotti in un manzoniano viaggio personal-sentimentale, che lo trasporta dall'innocenza dell'infanzia alle disillusioni dell'età adulta. Il protagonista, alfine, cerca di raccapezzarsi e dare anche un senso al rapporto conflittuale con il padre (Brad Pitt). Jack - che da adulto è interpretato da un sempre bravo e intenso Sean Penn - si sente come un'anima dispersa nel mare-magnum del mondo moderno, vagando nell’eroico tentativo di trovare delle risposte alle origini e al significato della vita, tanto da mettere in discussione anche la sua fede. Insomma, senza banalizzare né ironizzare, provate a interrogarvi guardandovi dentro con occhi ingenui e infantili, cercate le risposte ai grandi quesiti della vita o dell’universo, partite dalla cellula e arrivate a Dio… ecco la sensazione che lascia la visione di questo film, come una strana sinfonia che ti colpisce allo
stomaco quando la ascolti ma poi, quando finisce ti lascia un senso di serenità. Se vi era piaciuto La Sottile Linea Rossa, sarete ancora più sconcertati dalla maniera di Malick di guardare al mistero della Vita con tale candida meraviglia. Per il resto apprezziamo il sempreverde
Brad Pitt e la validissima interprete femminile Joanna Going, già ammirevole Alice di Innocenza Infranta, del 1997. L’ultima opera di Malick, che rappresenta semplicemente la famiglia come la metafora della Creazione, naturalmente lascia adito a diverse interpretazioni. Un film così (un po’ documentaristico, un po’ introspettivo, tanto poetico) o si ama o si odia, ma, osservandolo in questo momento di vita in cui la razionalità e la materia hanno preso tutto lo spazio delle nostre vite, concedeteci di amarlo, se non altro per l'Arte che rappresenta. Genere: DRAMMATICO, ESISTENZIALISTA; Durata: 139 interminabili minuti; Il nostro voto: 5 star da critici esegeti, 2 star da spettatori della domenica.
L E AV V E N T U R E D I C A P I TA N VA F F D I K I N G B U F F I N O
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I
Babalù al Musicultura di Macerata. Nei prossimi giorni i sei componenti della band lucana concorreranno, tra gli otto finalisti in gara, alla XXII edizione del Festival nazionale della musica popolare e d’autore contemporanea. Un sogno che s’avvera e un traguardo considerevole per i musicisti del fresco e sfolgorante gruppo, l’unico della Basilicata ad essere giunto nella fase finale della storia di Musicultura. Alla rassegna musicale tra le più innovative del panorama italiano, i Babalù concorrono con il brano “Mio fratello è pakistano”, canzone che già nella scorsa edizione ha vinto il premio come miglior gruppo nella prima fase di selezione. Un risultato che è già una vittoria, avendo infatti superato tutte le fasi selettive precedenti e le circa tremila domande provenute da tutt’Italia. “Un’energica contaminazione tra suoni e parole patrimonio della propria terra e suggerimenti di world music” è il giudizio espresso dalla rassegna verso il lavoro artistico dei Babalù. Da 49 a 16 band selezionate nel mese di marzo, i nostri musicisti sono stati ascoltati dal Comitato di Garanzia composto da nomi altisonanti della canzone italiana quali Claudio Baglioni, Vasco Rossi,
I Babalù al Musicultura Festival a Macerata
Tiziano Ferro, Teresa De Sio, Carmen Consoli. Insieme ai 16 gruppi selezionati fanno parte della compilation Musicultura, già distribuita su tutto il territorio nazionale, con il brano in concorso. Dal 17 al 19 giungo nella splendida arena dello Sferisterio di Macerata, presentate da Fabrizio Frizzi, le otto band finaliste si esibiranno accanto ai big del pop nazionale e internazionale. Saranno infatti ospiti nel programma delle tre serate finali artisti del calibro di Amii Stewart, Enrico Ruggeri, Patty Pravo, Angelo Branduardi, Giuliano Palma e the Blues Beaters, Fiorella Mannoia, Lina Sastri e Pupi Avati. In palio per la band vincitrice il premio assoluto di 20 mila euro, ma sono previsti anche premi minori. Babalù, dal nome di una semidivinità africana, è un gruppo dalla formazione eterogenea essendovi al proprio interno musicisti lucani, campani e abruzzesi. Antonello Ruggero, batteria, Viviana Fatigante, voce, Paola Calbi, tamburi a cornice e percussioni, Gianluca Sanza, basso e voce, Mariano Caiano, voce e percussione (primo cantante dell’Orchestra italiana di Renzo Arbore), e Luca De Laurentiis chitarra, da due anni insieme a sperimentare
un nuovo modo di fare musica. In particolare, la peculiarità del gruppo elettro etno è la lingua utilizzata nei loro testi, il “napotentino”, una sorta di unione tra il dialetto partenopeo e quello potentino. I loro testi trattano i temi sociali e anti razziali di grande attualità. “Mio fratello è pakistano”, scritta da Gianluca Sanza e Mariano Caiano, racconta la storia della difficile integrazione in tessuti sociali diversi, della sofferenza di popoli di etnie differenti costretti a vivere in luoghi stranieri. E’ dunque un inno al principio della fraternità senza confini, senza colori e senza pregiudizi. Un auspicio ad imparare ad amare tutti indistintamente, il fratello giamaicano, pakistano, nigeriano, musulmano o italiano. Il disco uscirà a settembre prossimo con l’etichetta Officina Edizioni musicali di Nello Giudice, bassista di Mango. Tutti potranno concorrere alla vittoria dei Babalù votando da casa la loro canzone, inviando un sms al 4770776 indicando il codice dell’artista preferito, per i Babalù è lo 01, oppure chiamando all’899030336, digitando il codice abbinato a ciascun vincitore.
ion D, al secolo David Andrew Ferri, da Pesaro (nato a Londra, nel 1982, da madre italiana e padre nigeriano), è forse l’esponente più noto di quella che potremmo definire la “nazione italo-africana” del reggae. Quasi una “scena nella scena” (pensiamo a Light Soljah, Jamafrica Crew, Natty Sly, Miss Linda etc.) che sta acquistando sempre più consistenza nel nostro panorama in levare, piacevole conseguenza, forse, di un’Italia che sta cambiando e che piano piano sta aprendo alla multiculturalità (nonostante un clima politico non sempre favorevole). Lion D è quindi un sing-jay che canta in patois e che può vantare un discreto appeal internazionale, anche in virtù della sua immagine simile a quella delle moderne, giovani star del reggae giamaicano. Con un’attitudine che -grosso modo- potremmo definire alla Anthny B, Andrew è un nome di punta del reggae italiano. Tanto da concedersi uno “street album”, dopo il primo disco “ufficiale” e in attesa del secondo, in cui vengono raccolti i suoi ultimi singoli. Il cd contiene brani già usciti per diverse etichette (come High prodotto dai francesi Fury Bass, Reap What You Sow, Smoke The Best, Heart Attack e Too Physical sui riddim di Bizzarri) e brani cantati su basi giamaicane come Eazy Sexy Girl e Me Nah Ina Dat. Tuttavia, il buon Lion D –per quanto dotato- a chi scrive appare ancora troppo “simile” ad altri artisti della scena giamaicana ed internazionale. Il fatto che canti in “inglese”, poi, sicuramente lo rende più appetibile in Europa, ma forse un pochino meno “peculiare” nel nostro panorama reggae. In ogni caso le abilità del nostro gli consentono di spaziare, tra diversi generi musicali, dalla dancehall an new roots più classico fino all’Hip Hop. In conclusione, un disco piacevole, ma strettamente per gli appassionati del reggae moderno.
LION D “Reap What You Saw”