Terra 27 Maggio 2011

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d’areamediterranea Anno IV numero 19 - 27 Maggio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

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UNA CITTA’ IN FESTA "Torna per il secondo anno, il toccante momento significativo di conclusione della Parata dei Turchi. Torna un bel momento di devozione al Santo Patrono. La statua Lignea verrà esposta ai fedeli e mille candele accese illumineranno la notte della vigilia." Il primo ambiente fa riferimento ad una nota descrizione che Raffaele Riviello riporta in un suo libro dedicato alle tradizioni del popolo potentino: in essa, il Riviello racconta non solo il momento della parata cosiddetta dei Turchi ma anche tutto il clima di festa e di preparazione che precede la stessa parata. Per questo motivo, si è pensato di organizzare anche un quadro descrittivo di questa ambientazione che precederà temporalmente le parate e rievocazioni della serata: esso sarà messo in scena nel primo pomeriggio del giorno 29 maggio, a Piazza Matteotti, la vecchia Piazza Sedile, scena che riproporrà il popolo festante in attesa che, con travestimenti e con l'uso di trucco, si accinge a festeggiare il Santo Patrono. Il secondo ambiente fa riferimento ad un documento storico del 1578 nel quale si descrive il popolo potentino che vestito alla turchesca e alla moresca accoglie in città il nuovo conte Alfonso de Guevara: per preparare questa quadro si è salvaguardata la tradizione della parata e si è inserita la rappresentazione di San Gerardo bambino che su una barca salva la città dall'invasione dei Turchi. Infine, il terzo ambiente vuole rappresentare il momento di devozione verso " u prut'tor " e mettere in evidenza la religiosità dei potentini durante il XII secolo quando San Gerardo, dopo il suo vescovado durato dal 1111 al 1119, venne santificato vox populi divenendo Santo Patrono della città di Potenza. Ogni quadro sarà preceduto da banditori che racconteranno agli spettatori tutte le scene con dovizia di particolari.

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titolare deallealinladatrgia-ni o, en ic P i ol sc A di ra La Procu io di Melania Rea, si è rivolte ad alcune sull'omicid 'Chi l'ha visto?' per risalircirca del 18 smissione esenti tra le 14 e le 16 a zona delle persone prl pianoro di San Marco, nell la redazione aprile su e del chiosco. Lo ha riferito rà detto nel altalene missione, anticipando quanto sa cazioni delle della tras a puntata , e fornendo le indi racciare. In corso dell e la Procura vorrebbe rintcoltare "una persone che, la Procura vorrebbe as iari che era particolar i capelli biondi o castano ch cercando di signora dania di una bambina che cadevada alcuni rain compag un pallone che proveniva e "un gruppo riprenderestavano giocando"; e, inoltr una donna dai gazzi che attro persone, tra le quali rmazioni utili di tre o qucci con occhiali da vista". Info fatto sapere capelli ri secondo quanto la Procura ha ire anche "i - sempre a visto?' - potrebbero forn :45, avevano a 'Chi l'hti che il 18 aprile, dopo le 15ea davanti al due ciclis lla scomparsa di Melania R teressarono appreso de ante 'Il Cacciatore' e si inssione è stato bar ristor he". Nel corso della trasmi idio, Melania alle ricercrito che, al momento dell'omicimi. anche rifea in tasca solo cinque centes Rea avev

'Lo scenario di una uscita della Grecia dall'euro ormai e' sul tavolo''. Lo ha scritto la Commissaria europea per la pesca, Maria Daman aki, in che compare sulla homepage del suo sito person ''Sono obblig un intervento ata a parlare apertamente'' aggiunge la politica greca, esponeale. nte del Pasok attual governo. ''Abbiamo la responsabilita' morale guardare al dilemma mente al con chiarezza: o troviamo un accordo con i creditori in mododiche il nostro progr amma di duri sacrifici abbia risultati, oppure torniamo alla a''. Introducendo l'argomento, Damanaki afferma che ''la piu' grande conquidracm sta della Grecia nel dopoguerra, l'euro e (la presenza) del nostro paese nel merca europeo e' in pericolo''. Il futuro della Grecia e' soltanto ''nel quadro dell'euro'' toe non ''alcuna discussione'' di un'eventuale uscita dalla moneta unica. Lo ha detto il c'e' portavoce del governo greco Georges Petalotis, rispondendo alla doman da dei giornalisti se nei negoziati per risolvere la crisi del debito figuri anche l'ipote si di un abbandono della divisa unica. ''No, non c'e' una simile discussione'', dice Petal In una nota sulla homepage del suo sito personale Maria Damanaki, Commotis. issaria Ue per la Pesca, scrive che ''lo scenario di una uscita della Grecia dall'eu ro ormai e' sul tavolo''.

le spalle sia una persona con la testa sul il siROMA - ''Non credo che ci De Magistris; uno che vota per che possa votare per il signor a, si guardi nello specchio e dica sono cas gnor del De Magistris vada a lo''. Lo ha detto il presidente del Convel un uomo o una donna senza cer so della registrazione della puntata di cor nel ni, sco siglio, Silvio Berlu onda stasera. in ra' di'Porta a Porta' che and alle elezioni amministrative è to enu ott è si che ato ult ris Molto del sconi fa. Lo ha detto il premier Berlu peso dalla scelta dei candidati dell'ufficio di presidenza del Pdl. Ma so cendo un'analisi del voto nel cor lo ha detto. Il Cavaliere ha poi agnon r mie pre iBonaiuti smentisce: il significato politico il voto ammin di re ica car eva dov si non , ha giunto che all'estrema sinistra è una follia strativo. Dare le città in mano per restarci'. 'Dopo il voto di fiducia po detto Berlusconi, 'siamo in cam a e più coesa ed ora dobbiamo fare le zat for raf è di ieri la maggioranza e da quella del fisco in modo che tir par a ini, tad cit ai sse me pro r. riforme i cittadini' ha aggiunto il premie non ci siano più vessazioni per RICONOSCIUTO DA TUTTI" "CEDO PASSO SE LEADER sto favorisce la ricomposizione dell'area que ''Io sarei disposto a farlo, se sciuto qualcuno come leader''. Lo afono ric e moderata e da tutti veniss corso di Porta a Porta, rispon nel ni, sco rlu Be vio Sil r mie se questo ferma il pre posto a fare un passo indietro dendo a chi gli chiede se sia dis tra con l'Udc. des servisse a ricomporre il centro

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iù veleni che fuochi incrociati. Confusione totale, a pochi giorni dai ballottaggi per le poltrone di sindaco. Questa tornata amministrativa ha chiarito un dato: il voto si è spostato sulle ali estreme. Potrebbe anche farcela a Milano Letizia Moratti. Resta il fatto che il centrodestra, sul fronte politico, piuttosto che su quello numerico, ha già perso in partenza. Scelta azzeccata scommetere su Giuliano Pisapia, penalista di razza oltre che politico navigato. E i consensi li ha raccolti anche fra qualche deluso della parte opposta (il plebiscito di De Luca a Salerno fa scuola) prendendo sottogamba l'entourage morattiano. Nonostante fosse uscente e avesse il supporto della Lega che ha preferito non correre da sola. Berlusconi & c. dovrebbero pensare a rinvigorire il gruppone, mentre invece le polemiche ruotano sui fantomatici spostamenti di un paio di ministeri al Nord che nulla c'entrano in questa fase. Se il Pdl recita il mea culpa e deve assolutamente fare chiarezza al suo interno, certamente ne-

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anche il Pd non gode. A parte la conquista di Torino con Fassino (scontatissima alla vigilia), tuttavia neanche all'ombra della Madonnina Bersani dovrebbe esultare. Il suo candidato in pectore, l'economista Tito Boeri, alle primaria ha dovuto cedere il passo a Pisapia. A Napoli, dopo la disfida pugliese Vendola-Boccia, si è consumata una di quelle disfatte da brivido,Luigi De Magistris (sconosciuto pm fino a qualche anno fa prima della ribalta mediatica "Poseidon-Why not-Toghe Lucane") rischia di conquistare Palazzo San Giacomo con addosso la sola casacca dipietrista (da futuro leader di partito:occhi aperti,Tonino!). Gianni Lettieri nutre comunque qualche chance in più rispetto alla Moratti. Confindustria, l'area moderata e qualche (?) pd rancoroso sceglieranno alla fine-turandosi montanellianamente il nasodi votare per lui Nicola Melfi

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Rom, una spinta all’integrazione

Principali caratteristiche di questa popolazione sono il nomadismo e una struttura sociale basata sulla famiglia Giusi Santopietro

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l miglioramento delle condizioni di vita del popolo Rom nei Paesi dell’Unione è diventato uno degli obiettivi delle politiche europee per il 2020. E’ ciò che i Ministri europei hanno sancito in una conclusione adottata lo scorso 19 maggio. Scopo della decisione è quello di favorire l’integrazione di questo gruppo etnico, che a tutt’oggi vive in maniera separata dal resto della società civile. Poiché attualmente sono ben 8 milioni i cittadini europei di etnia Rom, la questione non può assolutamente essere tralasciata. Non è possibile, infatti, ignorare – o fingere di ignorare – che le condizioni di vita in cui versano queste persone sono assai precarie e molto differenti rispetto a quelle del resto della popolazione. Le frequenti esperienze di isolamento ed emarginazione finiscono per rendere ancora più disagiate le loro condizioni, innescando un circolo vizioso di malessere e di pregiudizi che va assolutamente spezzato. Ovviamente, anche in tale circostanza le Istituzioni si sono rivolte agli Stati per richiedere la loro collaborazione nella realizzazione di strategie comuni. I Ministri europei, infatti, hanno invitato i Paesi membri a predisporre strumenti adeguati al fine di ridurre il divario esistente tra le comunità Rom e il resto della popolazione. Le linee guida indicate dai Ministri, lungo le quali gli Stati dovranno muoversi, sono 4: in primo luogo la sanità, poi il miglioramento delle condizioni degli alloggi, infine l’incremento dell’istruzione e gli incentivi all’occupazione. Gli Stati sono stati chiamati ad elaborare strategie nazionali – che siano sostenibili, tenuto conto delle condizioni economiche dei singoli Paesi – entro la fine di quest’anno. Ma questo non sarà che il primo passo. Gli Stati stessi dovranno anche valutare la possibilità di inserire

stanziate soprattutto in Europa, ma alcune comunità sono presenti anche in America e negli altri 3 continenti. Principali caratteristiche di questa popolazione sono il nomadismo e una struttura sociale basata sulla famiglia. Credendo molto nel rispetto reciproco tra le persone, non professano una religione propria, ma si conformano a quella del luogo in cui sono stanziati, ritenendola un indispensabile fattore di integrazione sociale e culturale. Generalmente si commette l’errore di identificare i Rom con i Rumeni o gli Slavi, ma non vi è alcun legame tra queste tre differenti etnie.

d’areamediterranea Direttore Responsabile

ANTONIO SAVINO Direttore Politico

SARO ZAPPACOSTA Redattori

Agnese Albini Luca Arlotto Danilo Chiaradia Laura Cutullè Serena Danese Michela Di Palma Simona Marganella Loredana Romanelli Giusi Santopietro Impaginazione & Grafica

tali politiche all’interno delle strategie europee per il 2020, rafforzando, così, anche le attività di attuazione e monitoraggio dei piani nazionali, dando loro continuità ed efficacia. Gli Stati membri, dunque, hanno il compito di individuare innanzitutto le comunità separate che vivono sul proprio territorio e di dedicare parte dei fondi nazionali a queste attività, di individuare forme di cooperazione tra la società civile e le comunità Rom a livello sia regionale che nazionale, di creare punti di contatto che garanti-

scano sufficiente assistenza e informazione. Anche le Istituzioni UE faranno la propria parte. La Commissione, infatti, di concerto con gli Stati, stanzierà una parte dei fondi UE per l’integrazione delle minoranze Rom. L’etnia Rom I Rom sono il maggiore gruppo etnico di lingua Romani, e sono comunemente chiamati anche Zingari o Gitani. Si presume che la loro origine geografica sia collocabile nell’India settentrionale. Attualmente le popolazioni Rom sono

Francesco Pietro Falotico Stampa

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4 Lo scontro dei candidati sindaci passa per la Procura di Milano

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Chiacchere di toga

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embra che i sondaggi sul ballottaggio di Milano tra Letizia Moratti - candidata berlusconiana al Comune - e Giuliano Pisapia - candidato del centrosinistra - si siano improvvisamente capovolti, per cui quest’ultimo evidentemente disperato, si è rivolto alla magistratura per trovare conforto. Ovviamente, l’ha trovato. Ovviamente in chi da decenni, sostiene la sinistra milanese, scagliandosi contro Berlusconi. E’ lei, Ilda Boccassini, toga rossa della procura milanese che, in questa foto sembra confortare l’avvocato Pisapia. Nuove accuse reciproche, quindi, tra i candidati sindaci al ballottaggio di Milano. 'C'è una regia per infangare la mia immagine e il futuro di Milano' ha detto Pisapia (centrosinistra), aggiungendo: 'Mai parlato di grande moschea'. Moratti (centrodestra) ha intanto accusato lo sfidante di 'voler trasformare le società partecipate dal Comune in un grande bottino per la lottizzazione delle poltrone'. Infine c'è anche la sfida canora: per Moratti canterà Gigi D'Alessio, per Pisapia Elio e le Storie Tese. Intanto Berlusconi insiste, molto del risultato ottenuto alle amministrative e' dipeso dalla scelta dei candidati. Frase che il portavoce Bonaiuti ha pero' negato sia stata pronunciata. Per il Cavaliere non si dovevano caricare le elezioni di significato politico. Dopo la fiducia dei giorni scorsi - ha spiegato - la maggioranza e' piu' coesa, ora dobbiamo fare le riforme, a partire dal fisco. Sullo spostare i ministeri ha precisato: si puo' discutere di rappresentanze. Sa.Za.

Oggi le comic he… Dopo qui (Fini), qu ò (Casini ), quà ( Rutelli ), il masan Pugliese Ventola, iello estroso gove il giullare di sinist rnatore ra Travaglio, il co dire) Grillo, il tele mico politico (per predicatore cantan m odo di te delle pause (C lui, il Fantozzi de elentano), poteva lla politica che è m Be an rsani. Uno che di care a vincere sono al ce: abbiamo vinto tri. Vediamo: a M ! Quando ilano non ha vinto taggio) al massim nessuno ( c’è an o canta vittoria il cora il ballotSel con il suo cand governato per ve idato: a Napoli do nti anni il PD non po aver è nemmeno al ballo gna e Torino perc ttaggio. Ha vinto hè grazie, sono fe a Boloudi rossi sé non vin novello Fantozzi ceva li’…! Il dram è che non fa cres ma del cere il suo partito peggior sinistra, , ma riesce a riesu quella sinistra es m are la trema spazzata via mento. Signor Fa da Berlusconi da ntozzi (Bersani) l qu Pa an rlae il suo sogno di to è umano leii!! An mettere nel calder cora un piccolo sf one tutti, dal Sel or scere il PCI per po zo ai Verdi fino al Pd i scindersi ancora per far rina. Grazie, grazie an manca solo di fa cora compagno Fa r risuscitare il mor ntozzi, ti tadella ( Prodi ) al la Presidenza della blica, cosi il cerchi Repubo si chiude e chiu do anch’io dicend o: IN ONDA, OGGI LE COMICHE…


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Resa dei conti all’interno della dirigenza PdL. La base auspica il cambiamento Saro Zappacosta

Il morbo della destra lucana

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uido Viceconte, Vincenzo Taddei, Cosimo Latronico, Ernesto Navazio, i Mali Assoluti del Centro Destra Lucano. Sembrano esponenti di una classe politica che hanno dato il meglio di loro stessi per portare un contributo positivo alle bandiere della destra lucana nei suoi aspetti più diversificati; sembrano condottieri attorniati da amici e simpatizzanti disposti a seguirli ovunque e comunque; sembrano pulsazioni mediatiche che occupano spazi mediatici con una pseudo azione politica che portano avanti quotidianamente nello scenario politico regionale con qualche appendice nazionale. Sembrano, ma non lo sono. Sono semplicemente quattro picconatori che hanno avuto il merito storico di aver distrutta la casa della destra lucana, e in questa casa – amata da migliaia di elettori e aficianados – aver disintegrato quasi totalmente la stanza del PdL e del neonato movimento politico Io Amo la Lucania. Hanno avuto questa forza amici lettori: cosa che a volersi mettere d’impegno con la precisa volontà di distruggere tutti i legami politici, le relazioni, i progetti e le idee, è impossibile farlo; perché è impossibile rompere siffatto matrimonio; impossibile per tutti, tranne che per loro quattro, ovvero sia il Male Assoluto del Centro Destra Lucano. Il tutto ovviamente tra l’ironia, la derisione ed il sogghigno del centro sinistra lucano, che nonostante le sue vicissitudini, e le sue divisioni, nonché i suoi mali remoti, continua a vincere inevitabilmente tutte le elezioni che affronta in Lucania, occupando così centri di potere, spazi politici economici e sociali, senza versare

una goccia di sudore; tanto, ci sono loro che dall’altro lato commettono gli errori più incredibili che possa commettere chi fà politica, spianando per i loro avversari la strada della vittoria; tanto, la fortuna è li a portata di mano, perché il Male Assoluto della Destra Lucana altro non rappresenta una miniera di voti per il partito democratico. Ho usato la parola “avversari!”? Scusate, ho sbagliato: avrei dovuto dire, “I Consociati”. E sapete perché? Perché qui da noi, non ci sono avversari politici. Non c’è l’odio politico come avviene in Italia, dove addirittura siamo arrivati alla guerra civile, no: in Lucania c’è un’isola felice, perché –a li vello di vertici- da una parte e dall’altra ci son o i consociati, che fanno finta di dirsene quattro e poi in fondo in fondo realizzano tutto il consociativismo possibile di questo mondo; si fa per dire, naturalmente, anche se quello che ho detto e la sacrosanta verità anche nelle cose più piccole.

L’ultimo esempio è quello verificatosi in Val d’Agri la settimana scorsa. Un rappresentante di vertice del pd ha “prestato” un suo uomo ad uno dei leader di vertice del popolo della libertà, per fargli vincere le elezioni al suo paese; in cambio ha ricevuto quanto basta di desistenza per vincere nel proprio paese tra la felicità dei suoi compaesani; e così, tutti felici e contenti, alla faccia di chi ancora si illude che la contrapposizione politica sia ancora una realtà. So bene di essere drastico, che il mio giornalismo è aggressivo, che la mia furia intellettuale è senza controllo. Ma quando si interpreta il dramma di un elettorato che non crede ancora a quanto accade in Lucania, dove il proprio partito continua a scomparire lentamente, continua a rappresentare un vuoto assoluto nella sedicente azione dei suoi vertici, e – al tempo stesso-continua a constatare che il centro-sinistra è condannato a vincere, lo ripetiamo, nonostante i suoi evidenti limiti, è perché la destra

storica è solo un ricordo, beh, allora giornalismo aggressivo e furia intellettuale hanno ben motivo di esistere, sono sempre ben accetti, meritano l’autocelebrazione. Dei primi tre rappresentanti del “Male Assoluto” della Destra lucana, artefici principali delle vergognose sconfitte del pdl, ci siamo stancati di chiederne le dimissioni. Vogliamo solo aggiungere che oggi questi tre personaggi si identificano in tre alberi rinsecchiti in deserto, dove intorno ai loro tronchi, c’è solo tanto arido. Quanto al quarto male assoluto, Ernesto Navazio, rinviamo il nostro giudizio al termine del ballottaggio che si svolgerà domenica e lunedì prossimo a Melfi. Per lui il discorso è completamente diverso.


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Sanita' lucana: ancora sprechi e doppi incarichi consiglieri Gianni Rosa, Nicola Pagliuca, Mario Venezia e Mariano Pici del gruppo Pdl hanno presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta De Filippo riguardante la delibera di Giunta 1404/2010 del 1 settembre con la quale si approva una convenzione tra la Regione Basilicata e l’Age.Na.S - Agenzia Na-

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l’oggetto della convenzione, troppo spesso capita che gli assessori siano in altre faccende affaccendati, quando si decide su materie loro delegate”. Il gruppo Pdl però fa notare che la settimana prima, in data 25/08/2010 (DD 1767) è stato conferita dall’Age.Na.S. al dott. Giuseppe Montagano, una consulenza tec-

all’esterno con altro esborso finanziario. Forse la logica del risparmio non è importante con i soldi dei cittadini”. Nell’interrogazione i consiglieri del Pdl chiedono se il Presidente De Filippo e l’assessore Martorano erano e sono a conoscenza del rapporto di consulenza tecnica esistente tra il dirigente pro tempore del Diparti-

convenzione dovevano essere definite entro sei mesi dalla stipula della stessa”. “Da inizio legislatura abbiamo sempre evidenziato come la Giunta De Filippo prenda decisioni senza una vera strategia di governace, in tutti i settori” – concludono “poi nella sanità, nonostante le dichiarazioni di esultanza, i vani tentativi di riforme, i

zionale per i Servizi Sanitari Locali - compenso pattuito euro 100.000, che prevede l’instaurazione di un rapporto di collaborazione per approfondire, valutare e migliorare la bozza del Piano Regionale della Salute e dei Servizi alla Persona 2010-2012 e l’elaborazione di nuove linee guida per la stesura degli atti aziendali. Con la stessa delibera viene affidato il coordinamento tecnico dei rapporti con l’Age.Na.S. al dott. Giuseppe Montagano, dirigente pro tempore all’Ufficio Formazione ed Aggiornamento e Politiche del Personale del SSR del Dipartimento Salute e Sicurezza della Regione Basilicata, Dichiarano i firmatari “Innanzitutto rileviamo l’assenza dell’Assessore Martorano nella seduta di Giunta, nonostante la delibera riguardi il suo dipartimento, l’importante cifra impegnata e la delicatezza e l’importanza del-

nica con un compenso previsto di euro 45.000. “Sempre e solo una coincidenza, nell’assoluta regolarità amministrativa, ma come da costume della maggioranza è manifesta l’inopportunità politica e l’insobrietà amministrativa” – continuano i consiglieri “la Regione Basilicata nonostante abbia in organico il dott. Montagano, risorsa umana di notevole competenza professionale, fatto confermato dal rapporto di consulenza con la stessa Age.Na.S, poi stipula con un evidente aggravio di spesa una specifica convenzione con la stessa Agenzia. L’assessore Martorano, imprenditore prestato alla politica deve spiegare la ratio di una tale scelta che risulta essere anti-economica ed in contraddizione con la normale logica. Come se in un’azienda si ha un super esperto e non lo si utilizza, preferendo invece rivolgersi

mento Salute dott. Montagano e l’Age.Na.S e la natura dell’incarico affidato allo stesso dall’Age.Na.S, gli eventuali altri rapporti avuti negli ultimi cinque anni con l’Age.Na.S. dal Montagano e da altri dipendenti regionali e la copia dei curriculum vitae. “Non crediamo che sia una semplice coincidenza, che tra l’affidamento delle due consulenze citate in premessa trascorrano solo pochi giorni” sostengono Rosa, Pagliuca, Venezia e Pici “ma devono dirci se esiste una specifica pianificazione da parte della Giunta Regionale oppure si tratta del solito “giochino” per premiare qualche dirigente alquanto ligio al “potere” e non al Dovere”. Intanto, a qualche mese dalla convenzione abbiamo chiesto una relazione sullo stato attuale dell’incarico attribuito all’Age.Na.S. visto che alcune previsioni della

tanto proclamati tagli alle spese inutili, per l’ennesima volta dimostrano che questa volontà non esiste. Mentre il bilancio della Sanità va sempre più in deficit, il Governo Regionale persevera nell’uso della finanza pubblica ad uso e consumo dei “singoli” e non della “collettività”. Si continua a dare regalie e contentini alle varie “caste” piccole o grandi che siano. Si continua a calpestare anche ogni minino criterio di buon senso e di sobrietà. Ci aspettiamo che l’assessore Martorano, tecnico ed esterno alla “partitocrazia”, prenda le distanze da tali scelte? Come mai non le stoppa sul nascere, dando una concreta svolta alla governance della Sanità? Non può? Non gli lo permettono oppure le approva? Ce lo faccia sapere possibilmente prima di qualche altra regalia, sia a noi che sopratutto ai lucani che pagano



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Il mondo dei giovani precari a 400 euro al mese scandagliato dalla giornalista Milena Gabanelli

Generazione a perdere

Michela Di Palma

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eport, il programma di rai tre figlio della giornalista Milena Gabanelli, anche stavolta ha sollevato un caso. Nell’ultima puntata, quella di domenica 22 maggio, ha indagato l’universo tutto italiano fatto di precari, contratti a progetto, ricercatori disperati, giovani senza futuro. La puntata è stata battezzata “Generazione a perdere”, che tanto rimanda a quel “vuoto a perdere” che si usa per definire altro ma che qui, in merito alla questione dei giovani precari, calza a pennello tanto da sembrare un abito cucito su misura. Milena Gabanelli apre l’inchiesta citando drastici valori numerici: in Italia la generazione degli anziani ha superato abbondantemente quella dei giovani. No, stavolta non c’entra un bel niente la questione della vita che bellamente s’è allungata per ciascuno di noi (conseguenza dei progressi

monumentali della medicina e dello strato di benessere dilagante. Sì, ma rispetto all’era della seconda guerra

mondiale). L’elemento incriminabile è dato dal fatto che, da oltre 30 anni, in Italia si fanno figli col contagocce. Quella delle famiglie numerose è un’immagine completamente relegata ad epoche antidiluviane. Oggi, le giovani coppie si trovano al cospetto di due strade: rinunciare a fare figli o, per i più fortunati e audaci, farne uno solo. Le cause, cita l’inchiesta, sono da ricondursi ai ripetuti scivoloni dei nostri governi – tutti, senza raffinatezze bipartisan – dovuti all’incapacità di affrontare e “aggredire” le crisi economiche. Quelle recessioni che sovrastano regolarmente le fasce più fragili della società e che subiscono le inadeguate e manchevoli politiche di welfare. La classe di giovani italiani appare come un universo che si muove parallelamente all’interno di una società vecchia e baronale: in silenzio, all’ombra, come topi in un sottoscala. I giovani non più risorsa, ma spina nel fianco per i governi, gli adulti, gli anziani, la politica, l’economia, la scuola, le imprese e le amministrazioni. Salvo, poi, ricordarsi che il trentenne precario, senza un soldo in tasca, privo di una pur minima parvenza di prospettive e con quella patina di costernazione mista a ira negli occhi, è l’oggetto più caro alle campa-

gne elettorali e alle sponsorizzazioni governative. Cosa fare? Mettere la collera nella valigia – eufemismo usato dalla Gabanelli – e varcare i confini, “belli ma che non abballano” (siamo lucani, noialtri), di questa desolata, consumata Italia. Molte le voci dei giovani che hanno colorato di rabbia o dipinto di mestizia l’inchiesta sulla generazione a perdere. Tanti spunti di riflessione, tante piccole e grandi tragedie personali che sommate danno l’idea, non più simbolica ma reale, terribilmente reale, della criticità in cui versa il “sistema lavoro” in Italia. Giovanni, precario presso l’Università: “Sono cultore della materia all’università per tre cattedre, è un lavoro che amo moltissimo ma che attualmente non mi da nessun reddito”. Nicola, impiegato precario: “Ho lavorato sempre nella pubblica amministrazione, ovviamente come precario. Prima contratto a tempo determinato dopo addirittura somministrazione, passi dai sei mesi a volte anche 3 mesi prorogati per tre mesi, prorogati per tre mesi. Interviene la famiglia che comunque ti da una mano a pagare l’affitto, ti da una mano a pagare le bollette”. Maurizio,

giornalista precario: “La mia qualifica iniziale, quella di co.co.co, collaboratore coordinato e continuativo, dopo 15 anni resta tale e quale, non è mutata per niente”. Milena Gabanelli lancia una sfida ed un monito: “Organizzatevi, fate sentire il vostro peso ad una gerontocra-

zia che pensando solo a sé, crea una generazioni sfiduciata che non si impegna, non si riproduce né economicamente né demograficamente perché non vede per sé un futuro, creando un pericoloso circolo vizioso. E poi non lavorando per anni non si accumulano contributi quindi non avrete la pensione, chi dovrebbe pensare a questo, ha altre preoccupazioni. Qualche mese fa alla camera c’è stata una votazione, passata sotto silenzio”. La proposta di abolire 3000 euro di vitalizio dopo soli 5 anni è stata votata e il risultata è il seguente: hanno votato sì all’abolizione 22 parlamentari, hanno votato no 498. Ecco, questa è la distanza fra la politica e il Paese”. Questa è la tragedia in atto. Questo è il dramma personale di un intero paese.


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Ma non ci avevano detto che il peggio era passato? Che la crisi era ormai superata e che d’ora in poi avremmo potuto dormire sonni tranquilli?

Giovani e donne: che crisi!

Loredana Romanelli

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d invece il nuovo rapporto ISTAT, presentato a Montecitorio dal presidente dell'Istituto di statistica, cifre alla mano, ci offre un quadro davvero preoccupante della situazione italiana. Inutile dire che a pagare lo scotto maggiore sono i giovani e le donne, le categorie più esposte e meno protette. I primi hanno perso mezzo milione di posti di lavoro in due anni. Sulle donne viene scaricato il welfare in dosi massicce, un carico sempre più insostenibile scrive l'Istat. Mentre sempre di più il loro lavoro fuori casa è dequalificato e sottopagato. Secondo i Dati dell’Istituto di Statistica circa un quarto degli italiani (il 24,7% della popolazione, più o meno 15 milioni) “sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale”. Il dato, già di per se significativo, acquista maggiore valenza se confrontato con la media UE: il valore è superiore del 23% circa rispetto alla media dell’Unione. Nel decennio 2001-2010 l'Italia ha realizzato la performance di crescita peggiore tra tutti i paesi dell'Unione europea. Il paese è fanalino di coda nell'Ue per la crescita: è questa la fotografia della situazione economica del paese contenuta nel rapporto annuale Istat. Quella italiana è, insomma, l'economia europea cresciuta di meno nell'intero decennio, con un tasso medio annuo pari allo 0,2%, contro l'1,1% dell'Ue. Il ritmo di espansione della nostra economia è stato inferiore di circa la metà rispetto a quello medio europeo nel periodo 2001-2007. L'Italia, insomma, ha avuto una crescita dimezzata e il divario con gli altri paesi dell’Ue si è allargato nel corso della crisi e della ripresa attuale. Nella media dello scorso anno l'economia italiana, ricorda l'Istat, è cresciuta dell'1,3 per cento, contro l'1,8 per cento dell'Ue. Nel primo trimestre del 2011, in Italia la crescita è stata dello 0,1 per cento su base congiunturale (come giá nell'ultimo trimestre del 2010) e dell'uno per cento in termini tendenziali, mentre nell'Uem la crescita è stata dello 0,8 per cento su base trimestrale (dallo

0,3 di fine 2010), e del 2,5 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2010. -In Italia l'impatto della crisi sull'occupazione è stato pesante. Nel biennio 20092010 il numero di occupati è diminuito di 532 mila unità. I più colpiti sono stati i giovani tra i 15 e i 29 anni, fascia d'età in cui si registrano 501 mila occupati in meno. L'oltre mezzo milioni di occupati in meno (2,3%) in due anni è quindi il risultato di una perdita di 501 mila posti tra gli under 30 (-

13,2%), di un calo dei 322 mila unità nella fascia d'età compresa tra i 30 e i 49 anni (2,3%) e di un aumento di 291 mila occupati tra gli over-50 (+5,2%). L'economia che arranca incide profondamente anche sui i fenomeni sociali: nel 2010, gli abbandoni scolastici prematuri rimangono consistenti, al 18,8 per cento. Il dato è più alto tra i ragazzi, 22,0 per cento contro il 15,4 delle ragazze. L'obiettivo fissato dal Pnr (15-16 per cento) non appare

particolarmente ambizioso e non consente un avvicinamento deciso rispetto agli obiettivi comunitari. Nella “Strategia Europa 2020”, il piano che delinea le grandi direttrici politiche per stimolare lo sviluppo e l'occupazione nell'Ue gli abbandoni scolastici prematuri devono essere contenuti al di sotto della soglia del 10 per cento. Sono forti le disparità tra gli Stati che già hanno raggiunto o sono prossimi all'obiettivo (paesi del Nord Europa e molti tra quelli di più recente accesso) e alcuni paesi del Mediterraneo (Spagna, Portogallo e Malta), dove le quote di abbandono superano il 30 per cento. Quasi ovunque l'incidenza è superiore tra i ragazzi rispetto alle ragazze. Sconfortante anche il quadro sulla condizione femminile. Peggiora la qualità del lavoro e la disparità salariale rispetto ai colleghi uomini è del 20%. Ben 800.000 donne, con l'arrivo di un figlio, sono state costrette a lasciare il lavoro, perché licenziate o messe nelle condizioni di doversi dimettere. L'occupazione qualificata, tecnica e operaia, è scesa di 170 mila unità, mentre è aumentata soprattutto quella non qualificata (+108 mila unità). Si tratta soprattutto di italiane impiegate nei servizi di pulizia a imprese ed enti e di collaboratrici domestiche e assistenti familiari straniere. Ma ciò che su tutto emerge è il ruolo di ammortizzatore sociale svolto dalle donne, che devono assumersi un carico di cura e assistenza degli altri che si è fatto insostenibile. Le famiglie italiane, per salvaguardare il livello dei consumi, hanno progressivamente eroso il loro tasso di risparmio, sceso per la prima volta al di sotto di quello delle altre grandi economie dell'eurozona. Lo scorso anno la propensione al risparmio delle famiglie si è attestata al 9,1%, il valore più basso dal 1990. E meno male che la crisi era passata!


27 MAGGIO 2011

10 Nonostante la ripresa della circolazione Foggia - Potenza ci ancora tanti problemi TrenoRocky

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a lunedì 23 maggio, sono tornati in circolazione i treni sulla tratta ferroviaria Foggia – Potenza. I treni che hanno percorso la linea ferroviaria in questione sono stati i Regionali 3523 delle ore 11.33 ed il 3520 delle ore 11.51. Questa piccola buona notizia era già stata resa nota, nei giorni precedenti, dall'ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato specificando che i lavori di intervento erano stati conclusi con una settimana di anticipo rispetto al programma previsto. I lavori erano stati necessari tra Leonessa e Rocchetta Sant'Antonio, in seguito ad un movimento franoso (già in atto da molti anni), che a causa delle abbondanti piogge dei mesi scorsi avevano dato l’input al movimento del terreno. I viaggiatori era da tempo che usufruivano del servizio sostitutivo in alternativa ai treni, senza non poche polemiche e piccoli problemi logistici. La Basilicata è una delle Regioni del Sud che ha moltissimi problemi di collegamenti fra i piccoli centri ed i capoluoghi (Potenza e Matera) e soprattutto grossi problemi ferroviari con Salerno (da un versante) e con Foggia (dall’altro versante) dove spesso, le corse, vengono garantiti con autobus sostitutivi». Non apriamo poi la parentesi del collegamento alla rete ferroviaria nazionale della città di Matera!! La questione più annosa è che le già esistenti linee ferroviarie della Basilicata hanno molti problemi tecnici ed inoltre questa Regione è sempre più lontana da Roma. Le responsabilità vanno cercate nella “politica” e nel ‘nordismo’ del governo centrale. Ogni anno, ogni mese, ogni settimana e ovviamente ogni

Una ferrovia a scartamento ridotto

giorno si registra un problema, da parte dei viaggiatori, per ciò che sono i collegamenti con Salerno, Napoli, Roma, Taranto, Foggia (le linee più nell’occhio del ciclone) e dove le Ferrovie hanno l’attenuante che il problema di fondo è che ci sono pochi soldi per la manutenzione! Ma i politici e i dirigenti della Regione Basilicata perché non annunciano una protesta di massa contro i vertici di Trenitalia? La tratta ferroviarie più disastrata del Paese è la Salerno-Potenza. Per attraversare gli Appennini e collegare le due città meridionali sono necessarie, in media, due ore ma in molte occasioni ci vogliono anche quattro o più ore (è as-

munque paga lo stesso biglietto che paga un lombardo, un piemontese, un emiliano, ma con la differenza di aver un servizio con differente qualità! Eppure Trenitalia, il 13 dicembre del 2009, in occasione dell’avvio delle nuove tratte Bologna-Firenze e Milano-Novara aveva scritto che “Le Frecce corrono veloci verso il futuro di un’Italia più unita”. Ma dove? Al Nord è ovvio! Dove ci sono treni più veloci e con più servizi: una vera rivoluzione del modo di vivere e di viaggiare degli italiani”. Immaginate che le Frecce, pubblicizzate, hanno il record di raggiungere una velocità di 362 km/h. Ma qui, in Basilicata, se i treni raggiungono una velocità mas-

surdo che nel 2011, per percorrere circa 100 chilometri ci vuole tanto). Si parla di tempi di percorrenza dimezzati, tanti miliardi di vecchie lire per elettrificare la Potenza Salerno, per avere questi risultati! L’assessore regionale lucano ai Trasporti è da tempo, impegnata a combattere sulle responsabilità di un servizio ferroviario da terzo mondo, però ad oggi le cose stanno ancora al punto di partenza. Noi utenti lucani, stiamo solo chiedendo che il ‘binario singolo’ che collega la costa tirrenica a quella adriatica con le zone interne della Basilicata venga modernizzato, migliorarne i collegamenti e, soprattutto, ripristinare il pendolino per Roma. Si tenga conto che, per raggiungere la Capitale, un cittadino lucano impiega non meno di 5 ore (se va bene) e co-

sima di 70-80 Km/h è già un buon risultato, ancora meglio se arrivano a destinazione !! Quando il presidente del Consiglio ha annunciato le ‘grandi opere’ che avrebbero impegnato il governo nei prossimi due anni ha citato la ‘solita’ Salerno-Reggio Calabria un’autostrada che non è mai stata autostrada e che ancora oggi è un cantiere continuo. Importante è non dimenticare il famoso viaggio fatto dal Ministro Tremonti qualche mese fa da Roma a Reggio Calabria, dove in quella occasione si è reso conto che bisogna migliorare qualcosa qui al Sud. Ma cari mie, fino ad ora Tremonti & C. dove hanno vissuto? Questa è la riprova che non conoscono il Paese, non conoscono i problemi e soprattutto quelli del Mezzogiorno! E i politici del centrodestra che siedono in Parla-

mento hanno solo avvallato le tesi leghiste, hanno fatto solo l’alzamano di turno? Comunque siamo sempre cittadini del Sud, quelli che si definiscono di serie Z, neanche di B. Le vetture utilizzate sono spesso in condizioni discutibili, non sempre pulite, con i sistemi di condizionamento o riscaldamento inefficienti o alcuni bagni fuori servizio. I ritardi, le avarie, i problemi sono numerosi e rendono il viaggio un’avventura. Basta vedere l’esempio di ciò che è successo alla vigilia di Pasqua (sabato 23/04/2011) quando il treno che doveva arrivare da Salerno a Potenza alle ore 19.30 circa si è bloccato a Baragiano dove gli utenti hanno atteso ben due ore l’arrivo del bus sostitutivo per arrivare nel capoluogo lucano. Immaginate chi doveva arrivare a Taranto!! Chissà per quanto tempo ancora saremo costretti a scendere dal treno, salire su autobus sostitutivi, ‘saltare’ l’ostacolo e risalire in treno. Il risultato di questo ‘inconveniente’, considerato dalle Ferrovie non è attribuibile alle proprie responsabilità, procura spesso non meno di un’ora di ritardo (ovviamente, dove non è rimborsabile il biglietto). L’Italia è sempre più un Paese tagliato in due, nel quale i ritardi del Mezzogiorno non solo non trovano soluzioni, ma si estendono e diventano anche motivi di possibili spese ingiustificate. Infatti, bisognerebbe chiedere a Trenitalia quando spende per i servizi sostitutivi e quando spende per far viaggiare i treni. Sono dati che non vedremo mai, anche perché nascondono …. chissà quali sorprese!!


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27 MAGGIO 2011

Case e strade costruite in tempi record. Questa la vittoria dei paesi nipponici

Agnese Albini

Italia- Giappone: due realta’ a confronto

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eviziato dal distruttivo terremoto dell’11 Marzo, il Giappone ha subito una terribile battuta d’arresto. Messo in ginocchio dalla potenza devastante della natura, il bel paese si è sgretolato sotto gli occhi impauriti del suo popolo. Per nulla scoraggiati, i rappresentanti delle dirigenze locali, si sono prontamente attivati per rispristinare la situazione e riportare il paese alla normalità. Il premier Kan, riunitosi con un team di esperti ingegneri ha elaborato un efficiente piano di riedificazione urbanistica. Palazzi e strade da ricostruire nel minor tempo possibile, questa la promessa fatta alla sua gente. Detto,fatto! Una ditta locale che ha preso in appalto i lavori ha proceduto in un batter d’occhio al ripristino di un tratto autostradale, completamente ceduto. Sono stati sufficienti 6 giorni per completare il lavoro perfettamente. Il tratto non è stato

l’unico ad essere ristrutturato in tempi record. Ben 813 chilometri su 870 distrutti, sono stati ricostruiti e riaperti alla circolazione. Anche catastrofi della portata di un terremoto non sono riusciti a mettere il bastone tra le ruote al paese tecnologicamente più avanzato del mondo. Non solo la capitale, ma anche le aree limitrofe, sono rifio-

rite grazie alle opere di riqualificazione. La regione del Kanto, a Nord di Tokyo è ritornata a splendere grazie all’impegno di operai ed esperti di ingegneria edile. E’ ammirevole l’impegno e soprattutto la tempestività con cui i leader sono intervenuti in sostegno di una nazione in difficoltà. Lo stesso di certo non si può dire dell’Italia. Tratte

autostradali inefficienti da anni. Un nome a caso? La Salerno – Reggio Calabria, un cantiere a cielo aperto. Da tempi ormai lontani si lavora quotidianamente, ma di progressi sembra non esserci traccia. Deviazioni, interruzioni, questo è quello che si presenta al popolo degli automobilisti, appanicati al solo pensiero di metter piede – o meglio, ruotasulla strada infinita. Questa è solo una delle tante cause perse di casa nostra. Cosa dire del malcapitato ponte di Picerno? Ancora si lavora per adeguare e rimettere a norma entrambe le corsie. Musi lunghi e critiche velenose da parte dei lucani, insoddisfatti e sfiduciati. Senza parole, la nostra nazione da un pessimo esempio. Giappone vs Italia? Vittoria assoluta per l’oriente e partita persa vergognosamente dall’Italia, che incassa e porta a casa!

AIUTO…COLLOQUIO DI LAVORO! pulciare tra gli annunci di lavoro sul web o sui giornali è ormai pratica di routine per il popolo dei disoccupati, continuamente in cerca di sistemazione. Il biglietto da visita, necessario per catturare l’attenzione degli addetti alla selezione del personale è sicuramente il curriculum vitae. Libro nero o formula magica, utile a spalancare le porte del mondo del lavoro? Non sempre, l’elaborato pezzo di carta fa miracoli. Spesso, tra le righe del riassunto delle esperienze professionali del candidato, compare un eccessiva sopravvalutazione delle referenze ed uno spaventoso egocentrismo. Si millantano competenze ed abilità fasulle elaborate per fare centro e stupire i temibili selezionatori. Compilati ad arte ed impacchettati come scatole regalo, si procede all’invio, speranzosi di ricevere una chiamata. Bizzarri e spesso divertenti, i curriculum alternativi sono un vero grattacapo per gli esperti, costretti a leggere le miriadi di fandonie per scovare il candidato adatto. Superato lo step di valutazione del contenuto cartaceo, si passa al colloquio. Qui i primi problemini…! Impacciati e in difficoltà, gli aspiranti tentennano dinnanzi alla valanga di domande aggrappandosi agli specchi per scongiurare terribili gaffes. Smascherati e incapaci

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di gestire il confronto, sono costretti ad abbandonare il colloquio e scappare a gambe levate. Per non incappare in imbarazzanti situazioni e fuggire dalla vergogna è opportuno seguire poche semplici regole. Dopo aver esplicitato i propri dati personali, raccontare in breve le esperienze e le competenze in possesso, senza gonfiarli di inutili vezzeggiativi. Con poche parole, mirate ed eloquenti è possibile fornire un profilo dettagliato e sufficiente ad attirare l’attenzione del team di selezionatori. In fase di colloquio è opportuno puntare sulla presenza. Abbigliamento sobrio e atteggiamento disponibile e sereno. Rispondere in maniera precisa senza fare troppi giri di parole che potrebbero confondere l’interlocutore e disvogliarlo all’ascolto. Da evitare categoricamente continui sorrisi e finte sviolinate. Mostrarsi interessati e propensi alla proposta, senza incalzare continuamente sul discorso economico, altra regola da non dimenticare. E’ opportuno rimanere concentrati sulla conversazione sintetizzando il più possibile. Mantenere un atteggiamento spontaneo è in fondo la carta vincente su cui puntare. Ricordare alcuni suggerimenti senza essere troppo bacchettoni potrebbe portare a casa il lavoro ed esaudire un piccolo grande sogno! Agn. Alb.


12 27 MAGGIO 2011

In spiaggia con “costume” he siate magre oppure no, il costume intero regnerà sovrano sulle nostre spiagge. Tutto, ovviamente, all’insegna del colore. Allegri pois, stampe animalier e floreali ravvivano i già tanto conturbanti costumi e le sinuose linee femminili. Costumi tridimensionali, con paillettes, frange e rouches che, ormai, imperversano già sulle passerelle di “lingerie marina”. Tra i più semplici costumi a fascia e i ridottissimi bikini, fa la sua degna comparsa il trikini. Anche questo minimal: sicuramente non nello stile. Un suadente connubio tra eleganza e sensualità, fungendo anche da “mini dress” per l’aperitivo pre-serale. Come possono mancare caftani e pareo? Il beach wear ha pensato anche a questo. Con un look total black o fantastici accostamenti di bianco e nero. Camicie lunghe e shorts offriranno il tocco finale. Non resta che sbizzarrirsi e immergersi nella scelta. Dare al nostro fisico la giusta ricompensa per i piccoli sacrifici subiti.

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Simona Marganella



27 MAGGIO 2011

14 Venticinque anni di “appunti” in un libro di Michele De Luca Giusy Alvito

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grandi fotografi , innanzitutto, dai “pionieri” ai più interessanti ed apprezzati del secolo appena archiviato e del panorama contemporaneo, italiano ed internazionale, vengono “affrontati” con acuta curiosità e “raccontati” con encomiabile capacità di sintesi, mirando direttamente alla loro specificità ed originalità. Ma da questo interessante libro di Michele De Luca (Appunti di fotografia. 1986 – 2010) edito da Ghirlandina (Nonantola, Modena, pp. 216, Euro 12,00) vien fuori un mosaico molto più complesso, che ripropone gli ambienti culturali in cui le singole personalità si sono espresse, le grandi “campagne fotografiche” degli esploratori o dei primi “imprenditori”, l’esperienza collettiva di scuole, movimenti, gruppi e dinastie, l’irrompere della fotografia nella professione giornalistica, il suo “inquinamento” del mondo delle arti, il suo uso “applicato”, la sua possibilità tecnica sperimentata da “artisti”, più che – semplicemente - fotografi, nelle loro ricerche estetiche ed espressive. Da fenomeno d’élite alla “appropriazione” di massa di un medium che ha cambiato ed arricchito la nostra cultura visiva e la “memoria storica”, anche attraverso il lavoro appassionato di tanti fotoamatori, la fotografia, come questo libro induce ancor di più a considerare – nonostante il bombardamento di immagini della televisione – conserva tutto il suo fascino, la sua immediata capacità comunicativa ed evocativa, la sua forza di stimolo culturale ed estetico, con la “prepotenza” talvolta di alcuni celebri “scatti” su cui si è soffermato intensamente lo sguardo di intere generazioni e che sono diventati vere icone della modernità. Il volume, con una interessante prefazione di Italo Zannier, offre, ad “addetti ai lavori”, ma anche semplicemente a tutti gli appassionati di

Nel mondo della Fotografia gerli e riguardarli nel loro insieme, offrono con la loro omogeneità critica e narrativa, concisi approcci con le tante figure di fotografi che mostre e libri gli hanno dato in questo lungo periodo occasione di “incontrare”, ma anche tante utili informazioni sull’editoria fotografica, sull’impegno di istituzioni pubbliche e private nella divulgazione della storia della fotografia, sull’attività di studiosi, ricercatori e operatori culturali, sul dibattito teorico nonché sulla fotografia come “bene culturale” e quindi sul lavoro di recupero e di conservazione di archivi, musei, collezionisti. Accurato ed elegante anche nella veste grafica ed impreziosito nella sua accattivante copertina da una splendida immagine di Mimmo Jodice, il volume testimonia della forte passione e com-

Migliori, Il tuffatore, 1951 fotografia, un’occasione davvero suggestiva per ripercorrere vicende (oggi direbbero eventi), perlopiù obsoleti, trattandosi di un genere di immagini, che molti considerano tuttora “secondario”. Vi si raccolgono poco meno di duecento recensioni apparse nella rubrica “Fotografia” sulla rivista “Rocca” della Pro Civitate Christiana di Assisi nel corso di venticinque anni; si tratta, come suggerisce il titolo, di “appunti” che da questo piccolo “osservatorio” De Luca ha annotato, riguardo a rimarchevoli eventi espositivi o editoriali che una successione cronologica del tutto casuale ha offerto alla sua attenzione in quest’ultimo quarto di secolo riguardo alla fotografia, al fine di metterli a fuoco, di “raccontarli” e di darne testimonianza. Questi brevi articoli, a rileg-

Fotografia di Long Thanh

petenza dell’autore, che oltre a scrivere di fotografia se n’è occupato lungamente anche nel ruolo di “comunicatore” e di organizzatore; c’è in lui l’impagabile capacità di farci entrare, con semplicità di linguaggio, nel corso di rapidi interventi, all’interno del mondo creativo e culturale di ciascun fotografo, e non solo dei “grandi” e più celebrati maestri. La sua attenzione è anche, e molto utilmente, rivolta ad autori poco conosciuti, se non tante volte rimasti ingiustamente “anonimi”. Inoltre è diretta ad evidenziare e a farci scoprire l’aspetto più propriamente culturale e storico delle tante espressioni in cui, dall’invenzione di Daguerre al digitale, la fotografia si è concretizzata, dando vita ad un vero e proprio “universo” realizzativo ed inventivo che, nella comune “scrittura con la luce”, e quindi in forza di un dato tecnico che nei decenni si è peraltro estremamente evoluto e sviluppato, fa convivere diverse e svariate “anime”, miriadi di “linguaggi”, oltre alle più diverse finalità e specialità professionali. Un libro, dunque, di piacevole lettura ed utile, come scrive Zannier, per la riproposta da parte dell’autore “dei suoi agili testi, rapidi, leggeri, spesso persino generosi, ed efficaci come il pane, anche per alimentare e testimoniare la microstoria della fotografia, che proprio nei giornali ritenuti effimeri, vive nelle brevi recensioni e segnalazioni”, facendo così rivivere “un cosmo di immagini raccontate ‘a parole’, in grado di aprire un orizzonte sconosciuto a chi oggi, e sono molti, conosce troppo poco (e spesso in modo approssimativo o errato filologicamente e concettualmente) la Fotografia, intesa nella sua identità estetica oltre che iconografica”.


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27 MAGGIO 2011

Facebook è adatto ad un pubblico di minori? Serena Danese

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uando il noto social network Facebook è stato partorito dal giovanissimo e ormai miliardario Mark Zuckerberg, è stata pattuita come età minima per l’iscrizione i tredici anni. Ma da allora le cose sono cambiate, ormai sette milioni e mezzo di iscritti sono al di sotto della fascia stabilita. Questi dati sono stati forniti da associazioni americane che si occupano proprio della protezione di tutti gli utenti che navigano in internet. La situazione preoccupa molto e ha spinto ad un colloquio a viso aperto con il fondatore del social network. Qualche giorno fa il signor Zuckerberg ha tenuto un incontro in una scuola californiana, dove gli è stato posto chiaramente il problema. Bisognerebbe intensificare i controlli e non permettere a bambini ancora ingenui di evadere controlli troppo superficiali. Ancora è stato chiesto di eliminare tutti gli account creati illegalmente così da rendere migliore la situazione. E’necessario assicurarsi in qualche modo, che

Vietato ai minori di tredici anni

chi si trova dietro il computer non stia mentendo. Non si tratta di invasione di privacy ma semplicemente di un aiuto. Ovviamente è quasi utopico questo ragionamento, ma per un genio informatico come il ventisett e n n e Mark, nulla è impossibile. E costui n o n p u ò certo permettere che basti digitare una data fittizia per accedere a un mondo troppo grande come Facebook. Ma Zuckerberg ha saputo difendersi astutamente, adducendo al pubblico giunto per ascoltarlo, motivazioni incredibili ma allo stesso tempo con-

vincenti, riguardanti anche la sua vita passata e quindi egli in prima persona. Il giovane ha sostenuto che la tecnologia, il software sono il futuro, e questa affermazione non è certo discutibile. A suo avviso è necessario avere un contatto con l’informatica fin da giovanissimi, così da non ess e r e esclusi d a l mondo attuale, ma da essere sempre al giusto passo. L’istruzione fa girare l’economia, e quello che si impara da bambini viene assorbito e recepito meglio. Non si può essere certi che il suo social network sia usato semplicemente per giocare o per

fare conoscenze, anche pericolose. Gli studenti, anche di età più piccola, potrebbero, a suo avviso, utilizzarlo per studiare insieme; per prepararsi meglio e incoraggiarsi a vicenda, così da arrivare più preparati. Si potrebbe ripetere con un numero cospicuo di persone per un fondamentale esame, così da cogliere informazioni utili da tutti, senza la scomodità di incontrarsi. Ma queste avanzate dal giovane fondatore sono solo ipotesi, chiaramente formulate per portare acqua al suo mulino. E’ impossibile conoscere l’uso che ogni utente fa di Facebook, ma è altrettanto folle credere che giovanissimi, e non lo usino per migliorare i loro studi. E’una grande invenzione, un divertente passatempo che però va usato con cautela. Ma Zuckerberg resta fermo sulle idee e per questo ha dato il via a una vera battaglia legale affinché sia rimosso il limite minimo di età per l’iscrizione a Facebook.

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d’areamediterranea Anno IV numero 19 - 27 MAGGIO 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino

Tingersi di blu Luca Arlotto

uecentoventitre le “Bandiere Blu” che designano le spiagge italiane di qualità. Attribuite a 125 Comuni, diventano due in più rispetto allo scorso anno. Questi i dati della

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cipazione di Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente) e l’Organizzazione mondiale del turismo – ha decretato il primato ligure, con la designazione di 17 località. Un ex aequo con Marche e

munque attorno a considerevoli posizioni. “Il merito è tutto italiano” – afferma il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo - “ che attua politiche di salvaguardia della risorsa marina

che, peraltro, non ha conosciuto o, almeno in parte, i nefasti effetti della crisi globale. E sebbene la nostra regione porti a casa un solo trofeo, già sta preparandosi ad ospitare

graduatoria 2011 che certifica le acque pulite, i servizi balneari e il rispetto dell’ambiente costiero, delle località marine e lacustri. L’ambito riconoscimento - istituito nel 1987 e che coinvolge 41 nazioni con il sostegno e la parte-

Toscana che hanno visto tingersi di blu 16 località. Via via a scendere lungo tutto il territorio peninsulare, fino alla Basilicata che guadagna solamente una bandiera. Più a Sud Campania, Sicilia e Sardegna, se non in pole position, si attestano co-

dal centro alla periferia”. Con l’estate che avanza non si indugia, dunque, a prenotare una vacanza da sogno in località marine DOC. Un riconoscimento istituzionale che, però, coinvolge un intero settore turistico in un virtuoso sviluppo. Un comparto

ingenti flotte di turisti: anche locali. In fondo, perché andare altrove quando il paradiso è dietro l’angolo

http://www.worlditaliantalents.com

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: antosa15@virgilio.it


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