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fOCus // DOrIANO zACChIllI
Inizia, da questo numero di X’L Motocross, la collaborazione con Doriano Zacchilli, appassionato e profondo conoscitore del motocross del passato. Conosciamolo, attraverso una sua presentazione autobiografica.
La mia passione per il Motocross
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La mia infatuazione per tutto quello che riguarda i veicoli a motore, è cominciata in tenera età nonostante, come spesso succede, non avessi in famiglia nessun appassionato. Quindi Formula 1, prototipi e il mito assoluto per quei tempi e cioè Giacomo Agostini. Senza disdegnare campioni di altri sport come Felice Gimondi o la mitica Inter di Elenio Herrera. La prima gara di Motocross a cui assistetti, fu nel crossodomo del Ciglione della Malpensa nell’estate del 1973. Una incredibile internazionale 500 cc con al via tutti i nostri migliori esponenti e anche alcuni campioni stranieri come Ake Jonsson. Fu chiaramente amore a prima vista: il rumore, la partenza, i salti, fin’anche il polverone. Insomma, tutto clamorosamente bello. Abitando a Pavia ebbi in seguito modo di conoscere alcuni ragazzi che praticavano questo sport e che si stavano facendo onore a livello nazionale. Ricordo con immenso piacere le trasferte in furgone con miei amici Fausto Concardi e Marco Cornelli. Al loro seguito, con mansioni prevalentemente di supporto psicologico e addetto al vettovagliamento, ho vissuto tutto il periodo d’oro del motocross nazionale, con i primi campioni nostrani che finalmente si facevano valere anche all’estero. Due nomi su tutti: Michele Rinaldi e Corrado Maddii, ma potrei citarne molti altri visto il periodo estremamente fertile. Chi non ha più un’età verdissima avrà ben impresso in mente i tanti iconici piloti di un periodo, quello degli anni 80/90, profondamento diverso dall’attuale, se non altro, almeno in Italia, per l’ottima valenza e riscontro anche economico dei vari campionati nazionali. Gare di campionato italiano, gare internazionali come la fantastica Coppa 1000$. Gare mondiali sia in Italia che all’estero. I primi Supercross con l’avvento dei fenomenali piloti statunitensi. Insomma un periodo per me veramente in modalità full immersion. Come poi non citare la grande opportunità avuta grazie ai F.lli Vertemati, di conoscere e diventare amico di un pilota a stelle e strisce e cioè Donnie Cantaloupi, al quale registravo le musicassette di rock duro che a lui piacevano tanto e che usava ascoltare con il walkman e le cuffiette durante le sedute di allenamento su piste a lui non gradite....... Avete capito bene, girava con il walkman sotto la maglia e le cuffiette dentro al casco. Grazie a lui ho potuto stringere la mano al mio idolo assoluto Danny Magoo Chandler. Che dire poi dell’incredibile regalo da parte del pilota più completo di tutti, a mio parere, e cioè David Bailey, che a Genova mi diede il suo trofeo per il secondo posto. A dare ulteriore impulso a questa passionaccia, la purtroppo breve collaborazione con il settimanale motociclistico per eccellenza, che, dopo 45 anni, ancora allietà le mie giornate e il gran rifiuto al mitico Direttore Ruggero Upiglio, il quale, bontà sua, voleva avermi tra i suoi collaboratori. Il classico treno che non passa mai due volte nella vita........ Insomma, tanti piacevolissimi ricordi che si mischiano agli innumerevoli aneddoti che ogni tanto riaffiorano, a rinverdire i miei 30 anni al seguito di questo favoloso sport. Con l’avanzare dell’età ho sposato anche altri interessi spostandomi verso la velocità in pista, e abbandonando a poco a poco ma definitivamente quelli che con il tempo, sono diventati i disagi delle piste di motocross ma questo non ha impedito di gustarmi per intero, grazie ai media, l’incredibile carriera del nostro fenomenale Tony Cairoli.