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PUTIGNANO CASA PASSIVA, RISPARMIO ATTIVO

PUTIGNANO

Realizzato in provincia di Bari il primo condominio certificato Passivhaus in Italia. È progettato limitando sia l’impatto sull’ambiente, sia sull’utilizzo di energia. E ogni appartamento consuma l’equivalente di un caffè al giorno

CASA PASSIVA

RISPARMIO ATTIVO

Valentina Anghinoni

APutignano, in provincia di Bari, sorge il primo edificio plurifamiliare e condominiale che ha ottenuto il riconoscimento di casa passiva proprio dall’Istituto tedesco Passivhaus, che ormai da trent’anni certifica le abitazioni più virtuose sotto il profilo dei consumi energetici. Infatti, la sostenibilità in un edificio è anche garantire il confort senza (o quasi) consumare energia, specialmente da fonti fossili. L’architetto Piero Russo, responsabile del progetto del condomi-

A Putignano è sorto il primo edificio plurifamiliare e condominiale che ha ottenuto il riconoscimento di casa passiva proprio dall’Istituto tedesco Passivhaus. © Pierangelo Laterza nio Bonaparte di Putignano, racconta i dettagli del progetto e, soprattutto, tutti i benefici di una metodologia che, se applicata su scala sempre più ampia, sia nelle riqualificazioni, sia nelle nuove costruzioni fa davvero bene alla qualità della vita di chi vi abita, grazie al taglio drastico nei consumi di energia e all’attenzione al confort interno.

Domanda. Si è trattato di una nuova costruzione o di un caso di riqualificazione edilizia?

Risposta. Di una nuova costruzione. I lavori sono cominciati nel 2016 e si sono conclusi nel 2018, dopo 18 mesi di cantiere. L’edificio, che si sviluppa su tre piani fuori terra e uno interrato, è composto da otto unità abitative di diverse metrature: da quelle più piccole, di circa 55 metri quadrati ai più classici di 8090, fino ai 120-140 metri quadrati.

D. Qual è la peculiarità del Condominio Bonaparte?

R. Sicuramente, l’approccio scientifico utilizzato sia in fase di progettazione, sia in fase di realizzazione, che ci ha permesso di ottenere la certificazione Passivhaus, dell’Istituto di ricerca indipendente tedesco Passivhaus Institut (PHI) con sede a Darmstadt. L’altra peculiarità è che per arrivare a questo risultato non ci si è rifatti a degli approcci costruttivi tipici del Nord Europa, o anche solo del Nord Italia, bensì abbiamo conservato la tipologia costruttiva classica del nostro territorio, costituita da un telaio portante in cemento armato, pilastri e solai in latero cemento, con un occhio attento a contenere i costi. Ciò ha permesso di ottenere prestazioni energetiche più elevate a fronte di un’offerta sul mercato del tutto simile a quella delle costruzioni tradizionali.

D. Che cosa indica il termine Passivhaus e quali requisiti richiede a una costruzione questo riconoscimento?

R. Passivhaus è il termine tedesco per casa passiva. In breve, una definizione

L’edificio, che si sviluppa su tre piani fuori terra e uno interrato, è composto da otto unità abitative di diverse metrature © Pierangelo Laterza

potrebbe essere un edificio che per soddisfare le esigenze di confort abitativo interno non ricorre a dei sistemi attivi, quali caldaie o termosifoni ma che, principalmente, sfrutta le prestazioni di un involucro molto efficiente. L’energia più preziosa, insomma, dal punto di vista della sostenibilità, è quella di cui non si ha bisogno.

D. Quale ruolo svolge dunque l’involucro in una casa passiva?

R. La casa, da sempre, ha il compito primario di proteggerci dagli agenti esterni, dal freddo, dalle piogge e dal caldo. A maggior ragione oggi, con la crisi climatica in atto, l'involucro della nostra casa assume grande importanza, sia in termini di comfort interno che in termini di prestazione energetica.

D. Quali materiali costituiscono la struttura dell’edificio?

R. L’edificio è costituito da una struttura in telaio in cemento armato, solai in latero cemento e tamponatura in blocchi laterizio. L’involucro è stato isolato con un cappotto in lana di roccia. Abbiamo dunque prediletto un sistema costruttivo tradizionale e utilizzato il più possibile materiali provenienti dal territorio dove sorge il progetto, in particolare il cemento e i laterizi. Infatti, se avessimo optato per una costruzione in legno, più tipicamente utilizzata nelle case passive, la materia prima avrebbe in parte perso la sua impronta di sostenibilità a causa delle emissioni provocate dal suo traporto.

D. Come è garantito il confort all’interno degli appartamenti?

R. L’isolamento dell’involucro garantisce la protezione dagli agenti meteorologici esterni, come precipitazioni e temperatura, mentre l’impianto di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore, abbinato a sistemi di domotica, garantisce la qualità dell’aria interna e una temperatura sempre confortevole. Il recupe-

I 5 PRINCIPI DELLA PASSIVHAUS

«La casa passiva è un concetto legato al campo della fisica, non dell’ingegneria e neanche dell’architettura. Quindi è indipendente dai materiali, dalle innovazioni tecnologiche e dalle tecniche costruttive», spiega l’architetto Piero Russo, responsabile del progetto di cui parliamo nell’articolo. «Da un punto di vista squisitamente fisico, l’involucro può avere elevate prestazioni con una moltitudine di materiali: dal cappotto in Eps, al legno, ai blocchi in laterizio. L’importante, per una casa passiva, è che il risultato sia una prestazione di trasmittanza, quella grandezza fisica che misura il passaggio dell’energia attraverso i corpi, entro una certa soglia. L’unità di misura della trasmittanza è il W/m²K (Kelvin), dunque l’energia che passa attraverso un metro quadrato per ogni grado di temperatura di differenza tra interno ed esterno». Detto ciò, quali sono i principi che stabiliscono se ci troviamo in presenza di un edificio energeticamente passivo? «Ci sono delle verifiche da effettuare sui fabbisogni energetici dell’edificio in estate e in inverno, a prescindere dai materiali utilizzati, che deve essere inferiore ai 15 Kilowatt/ora al metro quadro annuo. Poi, c’è la prova per la tenuta all’aria dell’edificio (blower door test, ndr), eseguita in due tempi, che misura gli eventuali spifferi e il cui valore deve essere inferiore agli 0,6 volumi all’ora. Atri limiti sono i fabbisogni globali di energia da fonti rinnovabili e non rinnovabili, rispettivamente fissati a 120 e 60 Kilowatt all’anno».

L’edificio è costituito da una struttura in telaio in cemento armato, solai in latero cemento e tamponatura in blocchi laterizio. © Pierangelo Laterza

ratore permette che l’energia preziosa dell’aria calda interna esausta, cioè carica di sostanze inquinanti come l’anidride carbonica che tutti produciamo, passi a quella fresca e pulita immessa dall’esterno, o viceversa durante l’estate, con un risparmio fino al 95% di energia.

D. Quindi quali impianti sono presenti nell’edificio?

R. Per quanto una casa sia ben isolata, serve sempre una fonte di energia e, nel caso di una casa passiva, il fabbisogno è così limitato da far risultare inadatti gli impianti tradizionali. Nel condominio a Putignano, il sistema di ventilazione interno è già un ottimo vettore per riscaldare e raffrescare gli ambienti. Una piccola pompa di calore integrata nel sistema di ventilazione, all’interno delle bocchette di mandata nelle stanze nobili, come soggiorno e camera da letto, si attiva per produrre energia solo quando serve, come in caso di apertura dei serramenti o nelle giornate particolarmen-

Nel condominio a Putignano, il sistema di ventilazione interno è già un ottimo vettore per riscaldare e raffrescare gli ambienti. © Pierangelo Laterza

Ogni appartamento consuma l’equivalente di un caffè al giorno: due o tre Kilowatt per appartamento, circa 1,50 euro. © Pierangelo Laterza

te fredde o calde, i cosiddetti picchi di stagione. Il condominio utilizza un sistema smart per regolare il comfort interno, semplice ed economico, in cui il monitoraggio della temperatura interna è di assoluta importanza per un uso ottimale dell’energia.

D. Sono presenti altri elementi che contribuiscono a rendere l’edificio più sostenibile?

R. Nelle aree comuni sono presenti luci a led, a basso consumo, e c’è un impianto di recupero delle acque meteoriche, utilizzate per l’irrigazione del verde condominiale.

D. Quanto consuma il complesso condominiale?

R. Ogni appartamento consuma l’equivalente di un caffè al giorno: due o tre Kilowatt per appartamento, circa 1,50 euro.

D. Sono presenti altri casi di condominio passivo nel nostro Paese?

R. Si tratta di un modello più diffuso negli edifici di minori dimensioni, che sono ormai migliaia. Al Nord, in particolare, sono abbastanza diffusi alcuni edifici passivi in legno. Ormai in Italia questo modello si sta diffondendo, anche se a ritmi minori rispetto a Paesi come Germania, Austria e, a sorpresa, la Spagna. A livello globale invece, è stato adottato in misura importante dalla Cina ma lo si può trovare in tutti climi e in tutto il mondo.

D. Quali sono gli ostacoli alla diffusione di questo modello?

R. Forse l’unico ostacolo è ancora quello legato a una percezione secondo la quale una casa passiva richiede un investimento più impegnativo rispetto a una costruzione tradizionale. Ma non è necessariamente così, e il condominio di Putignano ne è una dimostrazione pratica. La giusta progettazione e anche una buona conoscenza della materia da parte di tutti gli attori della filiera, dalle imprese di costruzioni ai loro clienti, sono gli ingredienti giusti per far crescere questo modello anche nel nostro Paese.

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