Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004, art. 1, c.1 - DCB Trento. Virginia Gambino Editore Srl - Viale Monte Ceneri 60 - 20155 Milano - Contiene I.R. e I.P.
ISSN 2532 - 5671
SETTEMBRE 2019 - N°102
T E NDE N Z E E AT T UA L I TÀ DE L L A DIS T RIBUZ IONE E DIL E
CERSAIE
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ANNO 12 - NUMERO 102 SETTEMBRE 2019
Direzione, Redazione, Abbonamenti, Amministrazione e Pubblicità Head office, Editorial office, Subscription, Administration and Advertising Virginia Gambino Editore Srl Viale Monte Ceneri, 60 - 20155 Milano - Italy Tel. +039 02 47761275 r.a. info@vgambinoeditore.it Direttore responsabile / Publisher Virginia Gambino virginia@vgambinoeditore.it Collaboratori / Contributors Roberto Anghinoni, Valentina Anghinoni, Umberto Anitori, Roberto Bolici, Alberto Bubbio, Marco Buschi, Giacomo Casarin, Federico Della Puppa, Palmiro Fronte, Francesco Gastaldi, Dario Imparato (fotografo), Carlo Lorenzini, Ludovico Lucchi, Federico Mombarone, Veronica Monaco, Andrea Payaro, Giuseppe Rossi, Franco Saro, Marco Traverso Impaginazione e grafica Layout and graphics Raffaella Sesia Youtrade è media partner esclusivo per il settore rivendita e materiali per l’edilizia di
Supporto Tecnico / Technical Support Enrico Adinolfi • Dec Luca Berardo • Casa Oikos Massimo Bussola • BigMat Claudio Cammi • Cammi Stefano Colombino • Gruppo Uniedil Giovanni Pietro Grazioli • Centredil Franco Nessi • Eternedile Claudio Troni • Gruppo Made Cristian Zanni • Gruppo Edilcom Ufficio commerciale - Vendita Spazi pubblicitari Commercial department - Sale of advertising Spaces Viale Monte Ceneri 60 - Milano Tel. +039 02 47761275 - cell. 340 1761951 info@vgambinoeditore.it Come abbonarsi / How to subscribe Italia annuo € 48,00 - Estero annuo € 70,00 (compresi numeri speciali) Copia singola € 5,00. Numeri speciali copia singola €15,00. Per abbonarsi è possibile sottoscrivere l’abbonamento online al link youtradeweb.com/category/abbonati/ oppure, fare richiesta a abbonamenti@vgambinoeditore.it o telefonando al numero 02 47761275 Stampa / Printing ALCIONE Lavis - Trento
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XII convegno nazionale youtrade
IL NEGOZIO DEL FUTURO Più concorrenza, mercato che cambia, tecnologia che rivoluziona la distribuzione: come sarà il negozio del futuro? Rispondere a questo interrogativo è centrale per le rivendite dell’edilizia. La bussola per orientarsi e scoprire nuove strade di business è il XII Convegno di YouTrade. Dagli scenari della congiuntura alle previsioni per il 2020, dall’organizzazione dell’ecommerce alle leve finanziarie che devono utilizzare le aziende: l’evento organizzato da Virginia Gambino Editore il 22 ottobre mattina al Palaexpo di Verona, che comprende un workshop pomeridiano, affronterà tutti i temi caldi per il mondo dell’edilizia. Ma non solo: durante il convegno saranno anche premiati i 10 top seller della distribuzione edile. Chi saranno i prescelti a ricevere gli YouTrade Awards 2019? Non perdetevi questo evento: il modulo per le iscrizioni al Convegno YouTrade si trova sul sito http://www.constructionb2b.it/.
APPUNTAMENTO IL 22 OTTOBRE 2019, ORE 9.30 Fiera di Verona - Palaexpo Viale del lavoro, 8 - ingresso A1
PROGRAMMA Ore 9,30 Registrazione e welcome coffee Ore 10,00 Saluti introduttivi e istituzionali Virginia Gambino Ore 10,20 Il negozio del futuro Ore 10,45 La doppia congiuntura della distribuzione, chi va e chi no Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTrade Ore 11,15 Come reinventare il business model della rivendita dei materiali edili, leve finanziarie e scelte di management Alberto Bubbio, senior professor Liuc Ore 11,45 A che punto è la notte (la congiuntura dell’edilizia) Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTrade Ore 12,25 YouTrade Awards, premiazione dei 10 top seller Ore 13.15 Light lunch Ore 14,00 Talk show: rivenditori e produttori a confronto Ore 14,30 Domande e risposte Ore 15,00 Workshop: La rivendita edile e l’e-commerce Moderatore Roberto Di Lellis, giornalista MAIN SPONSOR
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Sommario settembre Rubriche 15 Editoriale La politica non dimentichi l'importanza dell'edilizia 16 Econauta Mercato del lavoro con sorpresa 16 Chiacchiere di condominio Chi paga le spese arretrate 17 L'avvocato Che personalità quel condominio 18 I fatti nostri Traditi dalla tradizione 20 Facciamo i conti Prima di cambiare analizzate lo scenario 22 Digital News 24 Seggiole & Poltrone Attualità 26 Fiera del Condominio Le novità della seconda edizione 30 Fiera del Condominio Il programma della tre giorni 34 Efficienza energetica Quanto corre la riqualificazione 40 Demolizioni Buttiamoci giù (a fin di bene) 44 Stadi In campo scende la lentocrazia 48 Dissesto idrogeologico Che cosa rischia il piano anti rischio 52 Edilizia Qual è il Bim per il domani
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Il piano anti dissesto rischia di restare al palo
Seconda edizione
PRIMO PIANO FIERA DEL CONDOMINIO
SOSTENIBILE
Verona 20/22 ottobre 2019
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Torna a Verona la Fiera del Condominio
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Rivendite 54 Plateform du Bâtiment Vade retro signora Maria 58 Marketing Clienti ai raggi X con il digital signage 62 BigMat I primi 70 anni di Quartarella 64 Come si fa La strategia del noleggio 66 BigMat Cossa La rivendita? Vive se cambia pelle 68 I ferri del mestiere Edilizia ed e-commerce? Obbligo o verità 70
Storia di copertina Brevetti Montolit Nessun limite alla fantasia
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Speciale Antincendio Sicurezza Quelle norme sono scottanti
Non si arresta il boom degli idrotermosanitari
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Speciale Idrotermosanitari 102 Mercato Non si ferma il motore dell'Its Speciale Fiere 106 Marmomac La pietra vola con l'export 110 112 114
YouTrade Casa Cersaie Tanto arredobagno, ma anche cultura Cersaie Tra innovazione e cultura Mapei Nuova membrana con un’arma in più
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Luxury Goods Zapping Hi-tech Libri
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Torna il Cersaie, ecco le novità in anteprima
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E d it or i a l e
La politica non dimentichi l'importanza dell'edilizia
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dilizia e distribuzione dei materiali: sono il focus di YouTrade, che in pochi anni si è affermata come la rivista leader del settore. La sorte del mercato è, quindi, un naturale interesse per la nostra rivista. Ed è ovvio che quando all'orizzonte si profilano cambiamenti radicali sia giusto interrogarsi su come le novità potranno influire sull'edilizia. Per esempio, è giusto analizzare che cosa ha significato per l'edilizia l'altalena tra crisi e governo vecchio e nuovo, con un ribaltone che, a sorpresa per quasi tutti, ha investito l'Italia. Ognuno si può tenere le proprie convinzioni politiche: non sono le opinioni legate agli schieramenti che importano alle imprese della distribuzione edile o ai produttori di materiali. Alle aziende interessano, invece, le conseguenze della tempesta di mezza estate. Diciamola tutta: qualsiasi crisi di governo non fa bene all'economia, specialmente se blocca gli investimenti promessi. Per esempio, la crisi estiva ha messo in pausa l'utilizzo delle risorse messe a disposizione per il settore delle costruzioni con i due decreti Sblocca Cantieri e Crescita. Il primo, per entrare pienamente in vigore prevede la nomina di commissari straordinari che dovrebbero velocizzare le opere più urgenti, che peraltro non sono nemmeno state individuate, nella più classica politica degli annunci. Non solo: per far funzionare lo stesso provvedimento erano previsti 27 decreti attuativi: si va dalle linee guida del ministero dell’Ambiente sui rifiuti a quelle del ministero delle Infrastrutture per determinare le semplificazioni relative all’autorizzazione dei progetti a basso rischio in zona sismica. Senza decreti attuativi, insomma, il provvedimento servirà a poco. E vogliamo parlare del nuovo (il terzo in tre anni) Codice degli appalti? I più ottimisti hanno calcolato in sei mesi il tempo necessario per la revisione del testo alla luce delle modifiche decise dal Parlamento. Testo che, prima di entrare in vigore, dovrebbe passare al vaglio finale dell’Esecutivo. Nel frattempo rimarrà in vigore il vecchio testo. Insomma, anche in questo caso tempo sprecato. Ancora peggiore la sorte del decreto Crescita. L’unica crescita, per ora, è stata quella dei decreti attuativi da emanare: perché la legge diventi efficace, infatti, servono 75 provvedimenti (tra decreti ministeriali e misure delle altre agenzie governative). Per finire, resta sul tavolo l’annosa questione dei bonus casa. Annosa è la definizione giusta, dato che la decisione sul rinnovo degli incentivi, che per i singoli proprietari scadono il 31 dicembre (tranne per gli spazi comuni condominiali), si ripropone puntualmente ogni 12 mesi. Con un governo stabile e tranquillo si confida nella proroga per almeno altri 12 mesi e, nel migliore dei casi, in un provvedimento di consolidamento degli sconti fiscali. Ma dei bonus casa, nelle trattative tra i partiti, non si è parlato proprio. Ed è stata una dimenticanza riprovevole, perché la casa è il patrimonio a cui gli italiani (e gli elettori) tengono di più. Il nuovo governo, però, potrebbe dimostrare che si volta pagina. Incrociamo le dita.
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E C O N A U TA
Mercato del lavoro con sorpresa
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arà un anno bellissimo», aveva promesso nel gennaio scorso il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Il giudizio su come sia stato il 2019, che si avvia alla chiusura, lo potete dare voi. Gli econauti, invece, si limitano a considerare piccole tessere del puzzle che compongono l’universo economico. Uno, per esempio: l’occupazione. La disoccupazione a giugno ha segnato la quarta flessione consecutiva, scendendo al 9,7%, in calo di 0,1 punti percentuali su maggio. Come sempre, i dati relativi a quanti lavorano e quanti no, a chi se ne sta con le mani in mano per scelta o perché non trova alternative, sono stati oggetto di commenti interessati da chi in quel momento è al governo e chi all’opposizione. Sarebbe bene, invece, che la politica fosse più prudente nell’attribuirsi glorie o scaricare risultati negativi. Nell’uno e nell’altro caso, infatti, rischia di diffondere fake news. Prendiamo, per esempio, gli ultimi dati statistici. Quando l’Istat fornisce periodicamente le percentuali sull’occupazione, accompagna le statistiche con l’avvertenza «al netto della componente demografica». Che cosa significa? Tralasciando complicati calcoli statistici, la conclusione a cui arriva il responsabile dell’ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, è che negli ultimi sei anni è aumentata la percentuale di chi lavora oltre i 65 anni di età. Più precisamente, se si confronta il numero degli occupati di dieci anni fa con quello attuale (primi cin-
que mesi dell’anno), si scopre una crescita di 261mila occupati di oltre 65 anni. Se si scorpora questo segmento di mercato del lavoro, si scopre che il tasso di occupazione dei senior nei dieci anni è passato dal 3,35% al 4,82%. Il numero totale di chi ha un impiego, insomma, è stato «gonfiato» dal numero di persone mature che continuano a lavorare. E questo non è, purtroppo, l’effetto di un’economia che cresce e che, quindi, richiede mano d’opera. Al contrario, il Pil è fermo e negli anni passati si è addirittura ridimensionato. La vera magia, se vogliamo chiamarla così, è invece determinata dall’entrata in vigore della riforma Fornero, che ha allungato il tempo necessario per andare in pensione. Con buona pace di chi ha criticato il provvedimento, insomma, si può affermare, numeri alla mano, che il nuovo regime pensionistico ha creato lavoro «per legge», più di altri provvedimenti varati con l’intento di rivitalizzare il mercato dell’occupazione. Federico Mombarone giornalista
CHIACCHIERE DI CONDOMINIO
Chi paga le spese arretrate
A
chi si deve rivolgere l’amministratore per chiedere il pagamento delle rate condominiali insolute? L’articolo 63 delle disposizioni di attuazione del Codice civile stabilisce che «Chi subentra nei diritti di un condòmino è obbligato solidalmente con questo al pagamento dei contributi relativi all’anno in corso e a quello precedente». Secondo tale norma, l’acquirente e il venditore rispondono, in via solidale, per le spese maturate per l’anno in cui ha avuto luogo la vendita e per quello immediatamente precedente, dove per «anno di riferimento» si intende quello di esercizio, di gestione, e non quello solare. Pertanto, le spese che entrambe le parti sono chiamate a sostenere comprendono, unicamente, quelle dell’esercizio in corso al momento della vendita dell’immobile e quelle relative all’esercizio precedente. Tutte le eventuali spese insolute riguardanti le altre annualità anteriori al tipico biennio resteranno a carico esclusivo del venditore. Per quanto riguarda gli oneri straordinari, invece, l’orientamento costante e maggioritario della giurisprudenza è incline a ritenere che i medesimi dovranno essere corrisposti da colui che era proprietario al momento in cui è stata approvata la delibera dei lavori. A nulla vale quanto eventualmente pattuito nell’atto di compravendita, il quale produce effetti solo tra le parti. Alla luce delle considerazioni sopra enunciate, l’amministratore, a sua piena e totale discrezione, può rivolgersi sia al venditore che all’acquirente che è tenuto al pagamento, salvo rivalsa nei confronti del venditore. In caso di compravendita, poi, è diffusa la cattiva abitudine da parte del venditore di non trasmettere all’amministratore copia dell’atto di vendita. Questa «dimenticanza» può costare molto caro. Sempre l’articolo 63 disp. att. c.c., infatti, prevede come ulteriore onere a carico del venditore quello di trasmettere all’amministratore copia conforme dell’atto di vendita. In difetto, il venditore resta responsabile in solido con il compratore per tutte le spese condominiali successive alla vendita. Palmiro Fronte Coordinatore scientifico Safoa
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L’AV V O C ATO
Che personalità quel condominio sensi dell’articolo 33, co. 2, D.Lgs. n. 206/2005 con decisivi e prevedibili rif lessi sull’esito della contesa. Il Tribunale, nel richiamare le recenti pronunce della Suprema Corte di Cassazione concordi nell ’attribuire all ’entecondominio l’attitudine a rivestire il ruolo di consumatore, manifesta nell’ordinanza dubbi sull’estensione ad esso della anzidetta normativa, richiamando sul punto le nette pronunzie della stessa Corte di Giustizia che, ancorando le proprie decisioni a molteplici direttive e regolamenti, affermano la riconducibilità della nozione di consumatore esclusivamente alle persone fisiche (sentenza del 22 novembre 2001, C-541/99 e C-542/99, Cape s.n.c.). Il giudice milanese, a supporto della sollevata pregiudizialità, chiude l’ordinanza denunciando il rischio che alcune soggettività, non catalogate formalmente come «persone fisiche» oppure come «persone giuridiche» ed esistenti solo in alcuni ordinamenti giuridici, possano trovarsi in situazioni di assenza di equilibrio e uguaglianza negoziale rispetto ai professionisti con cui potrebbero venire in contatto nei rapporti commerciali. Situazioni, quest’ultime, che giustificherebbero la concessione dello status di consumatore con finalità di protezione. Ludovico Lucchi del Foro di Milano, lucchi@studiolucchi.eu
spektra.it
L
a possibilità di estendere a un condominio la nozione di consumatore è stata oggetto di un’ordinanza dell’aprile 2019 del Tribunale di Milano, il quale ha rimesso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea la seguente questione pregiudiziale: «Se la nozione di consumatore quale accolta dalla direttiva 93/13/ Cee osti alla qualificazione come consumatore di un soggetto (quale il condominio nell’ordinamento italiano) che non sia riconducibile alla nozione di “persona fisica” e di “persona giuridica”, allorquando tale soggetto concluda un contratto per scopi estranei all’attività professionale e versi in una situazione di inferiorità nei confronti del professionista sia quanto al potere di trattativa, sia quanto al potere di informazione…». La vicenda giudiziaria prende avvio da una opposizione a precetto, fondato su verbale di mediazione, spiegata da un condominio avverso la pretesa creditoria di una società, la quale richiedeva il pagamento di interessi moratori derivanti dal mancato versamento di alcuni ratei di un importo concordato dai contendenti in sede di mediazione e trasfusi nel relativo verbale, che chiudeva la vertenza insorta tra i due soggetti. Il punto giuridico controverso è rappresentato dalla trasposizione nell’accordo di mediazione di una clausola contenuta nell’originario contratto vigente tra le parti, in cui veniva stabilito il versamento di interessi di mora al tasso del 9.25% nel caso di ritardo nel pagamento dei ratei concordati. Dando atto di molteplici sentenze della Cassazione, ritenendo possibile di ravvisare nella figura del condominio lo status di consumatore, il Tribunale ha rilevato d’ufficio la possibilità che la clausola prima richiamata e determinante la misura dell’interesse moratorio, possa assumere i caratteri della vessatorietà ai
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I FAT T I N O S T R I
Traditi dalla tradizione
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l Sud batte il Nord. Il punteggio non conta, non è una questione di differenza reti, ma di intensità, di curiosità, di propensione al cambiamento. Nelle nuove, evolute rivendite del Sud Italia non ci sono permalosi egocentrismi da difendere, tradizioni che ormai lasciano il tempo che trovano, presunte nobiltà distributive che i dati confermano decadute più che decadenti. Orgogliosi mottetti come “mi son fatto da me”, o come “il capo sono io e comando io”, dall’inconfondibile fascino feudale, rappresentano oggi un chiaro e pericoloso freno alla crescita, a volte addirittura un muro invalicabile. Non stupisce quindi che le rivendite evolute del Sud Italia abbiano una marcia in più: sono più libere di cambiare, sono più curiose (e meno supponenti) di fronte alle novità che possono davvero trasformare un punto vendita in un punto di riferimento, in un mercato anch’esso maggiormente orientato all’utilizzo dell’innovazione. Dove mi sono inventato queste cose? Parlando e ascoltando la viva voce dei protagonisti. Frequentando i corsi di formazione tecnica e di cultura d’impresa, dove agli imprenditori del Meridione non interessa lasciare il loro magazzino per due giorni pur di partecipare, per fare domande e avere risposte, per avere informazioni da concretizzare con convinzione, ma anche leggerezza - ed è questa una questione di dna geografico - nelle loro realtà. I colleghi del Nord, come sempre fatte salve le debite eccezioni, faticano a lasciare il magazzino per due ore, perché come si dice a Milano, “chi ghe de laurà! ” (qui abbiamo da lavorare!), perché a Milano e in Lombardia, ma anche in Veneto non scherzano, sono convinti che lavorano solo loro, come se la formazione non fosse una vera e propria componente del lavoro. Per come la penso io, la formazione e i relativi
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aggiornamenti dovrebbero essere imposti per legge, e sono oltremodo convinto che, se così fosse, la rivendita edile oggi avrebbe meno problemi. Poi, è solo questione di proporzioni. È logico, infatti, che i numeri siano differenti: al Sud ci sono meno imprese, parte delle quali lavora al Nord per
In questo momento, il mercato della distribuzione edile del Sud Italia è certamente più vivace e curioso nei confronti del cambiamento. Alla base c’è la consapevolezza che la competitività della rivendita è in una fase complicata, quasi di involuzione. Un dettaglio sostanziale da correggere rapidamente molti mesi l’anno e i colleghi nordisti si chiedono come facciano a essere competitivi. La butto lì, magari si accontentano di guadagnare meno, oppure offrono una qualità degli interventi inferiore, ma allora la committenza ha le sue belle responsabilità. Al Sud c’è una densità di popolazione inferiore, con quel che ne consegue in termini di fabbisogno abitativo e di manutenzione in genere, mentre anche in quelle regioni il mercato del nuovo è in leggera
crescita. Ma per tornare al tema di queste note, qualche volta riconoscere dei meriti può solo fare bene a tutti. Fuori da questa bellamente inventata competizione, infatti, deve emergere il vero problema, che è quello della competitività della distribuzione edile all’interno del mercato, un discorso che vale sia al Nord, sia al Sud. Secondo me, questa è la domanda che ogni imprenditore della distribuzione dovrebbe porsi e probabilmente qualche collega del Sud l’ha fatto, perché diversamente non si comprenderebbe il motivo dei vari pellegrinaggi che questa gente affronta per conoscere cose nuove, per mettersi in discussione, per cercare di essere diversi, in meglio, rispetto alla concorrenza. Generalizzare non è mai una cosa saggia, ma è indubbio che molta produzione, anche di provata serietà e competenza, faccia sempre più fatica a scegliere la rivendita come interlocutore privilegiato, come sponda locale per l’affermazione dei suoi prodotti e del suo marchio. Con i competitor oggi presenti nel mercato (dai gruppi al web, dalla GDO ai multipoint), per la distribuzione edile tradizionale il futuro è quanto mai incerto, ed è principalmente una questione di competitività, un valore che ha diverse sfaccettature che è necessario conoscere e approfondire. Se il mercato non è più in mano alla improvvisazione come è stato per anni, e di ciò è difficile sostenere il contrario, va da sé che l’idea di “tradizionale” è già perdente in partenza. La distribuzione edile ha un bisogno costante di conoscenza e di aggiornamento della conoscenza. Qualcuno l’ha capito, qualcuno no. di Roberto Anghinoni Giornalista S e t t e m b r e
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FA C C I A M O I C O N T I
Prima di cambiare analizzate lo scenario
È
uno dei paradossi del mondo nel quale ci troviamo a operare: più lo scenario è difficile da interpretare, più è importante cercare di tratteggiarne gli elementi caratterizzanti. D’altra parte, lo si è sottolineato, lo scenario di ambiente esterno con le sue turbolenze è uno degli ingredienti che caratterizzano l’ipercompetizione. Si pensa che sia abbastanza condivisibile l’idea che solo un folle si avventurerebbe in un territorio sconosciuto senza aver tentato di
individuarne almeno le principali caratteristiche. Quest’analisi diventa imprescindibile soprattutto se sulla base dello scenario si deve delineare la strategia aziendale. Così l’analisi dello scenario è ritornata di attualità dopo aver avuto con lo scenario planning il suo apice all’inizio degli anni Ottanta, quando a seguito dello shock petrolifero in molti erano stati indotti a pensare che l’unica certezza fosse l’incertezza. Oggi ci troviamo nuovamente in una situa-
zione simile, anzi di ancor maggior incertezza. La soluzione viene peraltro dal comprendere in modo corretto cosa sia fare scenario planning in un’impresa, poiché avere uno scenario sulla base del quale elaborare una strategia di non breve termine è comunque un’esigenza delle imprese orientate al futuro. E di più lo scenario non è una previsione, ma un presagio condiviso dal management. Oggi non si parla più di crescita illimitata, ma di crescita sostenibile e l’elaborazione di uno scenario diventa un esercizio fondamentale. I trend estrapolativi del passato, elaborati su ipotesi di crescita infinita, si stanno rivelando non reali e fuorvianti. Così una delle conseguenze di non aver colto in tempo il fenomeno è la sovra-capacità produttiva che oggi caratterizza molti settori. È opportuno precisare che elaborare uno scenario planning è il processo attraverso il quale
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il management di un’azienda in team arriva a delineare quelle che saranno, in visione prospettica, le caratteristiche del contesto ambientale e in particolare del/dei business nel/ nei quale/i si troverà a operare. L’arco temporale da considerare può essere più o meno ampio: anche se, normalmente nel concreto, l’orizzonte minimo è rappresentato dai tre anni, ma si può arrivare anche a scenari elaborati su 10-15 anni. Non bisogna inventare niente, si tratta invece di condividere un presagio relativo all’evoluzione di alcune variabili ambientali e alle conseguenze di tale evoluzione. Certo, bisogna essere disponibili a essere un po’ visionari, ma la visione va preparata attraverso la raccolta di informazioni e la riflessione sul passato, per cercare di intercettare il futuro. Per lavorare in modo efficace in questa direzione e giungere a delineare uno scenario condiviso a livello aziendale, si suggerisce di seguire un processo di scenario planning, articolato in sei fasi. A questo processo è opportuno che partecipi un executive team, con le persone che prioritariamente si troveranno a svolgere la loro attività di direzione nello scenario prossimo venturo. Le sei fasi che si suggerisce di seguire, per aiutare ad aprire utili riflessioni sul futuro, le presenteremo sul prossimo numero di YouTrade. di Alberto Bubbio Alberto Bubbio è senior professor di Economia Aziendale presso l’Università Cattaneo Liuc di Castellanza (Va), dove è titolare di due insegnamenti: Programmazione e Controllo e Sistemi di contabilità direzionale (Misurazione delle performance aziendali). Per più di quindici anni è stato docente nel corso di laurea in Economia Aziendale presso l’università Bocconi, dove ha anche svolto attività di coordinamento e di didattica presso La Scuola di Direzione Aziendale (Sda). È socio fondatore e partner di Dimensione Controllo Srl, società di consulenza direzionale che da più di 30 anni è al servizio delle imprese clienti per assisterle nella progettazione e realizzazione di efficaci sistemi di pianificazione e controllo. Da due anni è Principal Editor di Manage-mind, una piattaforma per manager attraverso la quale trovare idee e suggerimenti per una più efficace gestione di impresa. S e t t e m b r e
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YO U T R A D E
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Digital news
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da youtradeweb.com casacondominio.net youbuildweb.it
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IL DETTAGLIO SOFFRE ANCORA Nel 2018 è continuata l’erosione delle quote del commercio al dettaglio fisso (-1,0% i punti vendita). Ma sono diminuite anche la distribuzione moderna specializzata Non Food (-1,3%), le grandi superfici non specializzate (come i mercatoni e i cash&carry) e la crescita delle forme di distribuzione alternativa (+4,7%), e in particolare di internet. Tra le tipologie di acquisto aumentano la spesa per la manutenzione e al miglioramento dell’abitazione. È quanto rileva l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy. (youtradeweb.com)
2 NIENTE STOP AI FUMI Canna fumaria in libertà. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di alcuni condomini contrari a una sentenza della Corte d’Appello di Cagliari. Quest’ultima aveva a sua volta respinto il ricorso presentato dal condominio affermando che l’installazione di una canna fumaria al servizio di una carrozzeria non costituisce spoglio della colonna d’aria insistente sul cortile condominiale. (casacondominio.net)
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3 IL MURO DI LEGNO È UN MUTANTE
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A Londra il nuovo ufficio concepito da Threefold Architects è disegnato attorno a un muro lungo quaranta metri. Che crea una soglia permeabile e attrezzata fra la parte pubblica e quella più privata. Un muro di legno si snoda nello spazio lavorativo come elemento funzionale, diventando armadio, seduta, tavolo e perfino cucina attrezzata. (youbuildweb.it)
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SALUTE
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seggiole & poltrone DAMBACH NUOVO CFO DI BSH ELETTRODOMESTICI
Gerhard Dambach (56 anni) è il nuovo Cfo e direttore delle Relazioni Sindacali di Bsh Elettrodomestici (gruppo Bosch). Da settembre assumerà i ruoli di membro del consiglio di amministrazione, responsabile delle Finanze del gruppo Bsh e della Regione Nord America. Dambach è titolare di un dottorato di ricerca in ingegneria industriale e lavora per il Gruppo Bosch dal 1993, ricoprendo diversi ruoli, tra cui posizioni manageriali, nel Finance e nel Controlling. Nel suo ultimo incarico, è stato Ceo della filiale italiana di Bosch con responsabilità per l’Italia e la Grecia. È anche l’attuale Presidente della Camera di Commercio Italo-tedesca. Ha 56 anni, è sposato, quattro figli, e ha completato gli studi di ingegneria industriale presso la Karlsruhe University of Applied Sciences nel 1988. In seguito, ha conseguito un dottorato di ricerca
presso la facoltà di ingegneria meccanica. «Essere nominato nel Consiglio di Amministrazione di Bsh è sia una sfida sia una motivazione per me. Non vedo l’ora di partecipare all’entusiasmante compito di guidare il destino di questa straordinaria azienda in un mercato che sta subendo cambiamenti radicali», ha dichiarato Dambach.
Sales & Marketing di aziende di diversi settori industriali. Tra le principali esperienze, ha maturato 11 anni nel settore Automotive con il gruppo Fiat e gli ultimi sette anni in Ariston Thermo Group.
MARTA DASSÙ NEL CDA DI TREVI
FLAVIO CASTELLI È AD DI JUNGHEINRICH ITALIANA
Flavio Castelli è il nuovo amministratore delegato di Jungheinrich Italiana. Prende il posto di Christoph Dörpinghaus, che dopo 16 anni si dedicherà alla gestione e allo sviluppo dei mercati internazionali con il ruolo di vice president Sales Region Europe South / Europe East e continuerà a mantenere l’incarico di presidente di Jungheinrich Italiana. Castelli, 49 anni, ingegnere meccanico di formazione, ricopre dal 1995 ruoli di responsabilità nel
La ex sottosegretario agli Esteri Marta Dassù entra nel consiglio di amministrazione del Gruppo Trevi. Dassù ricoprirà il ruolo di consigliere indipendente. Sul colosso cesenate delle costruzioni, attivo in tutto il mondo, pesa un indebitamento di circa 700 milioni di euro, che ha costretto la famiglia Trevisani a cedere a Cassa Depositi e Prestiti il 16,8% e a Polaris il 10% delle azioni.
A SCOTT PARSON GLI IMMOBILI DI URW Scott Parsons è il nuovo regional managing director per Gran Bretagna e Italia di Unibail-Rodamco-Westfield, gruppo franco-olandese attivo nel settore della gestione immobiliare. Scott inizierà il suo incarico il prossimo 13 novembre e risponderà a Michel Dessolain, chief operating officer Europe di Urw. Il manager sarà responsabile del portafoglio di asset e dei progetti di sviluppo del Gruppo nel Regno Unito e in Italia, sulla base del successo riscontrato dalle due destinazioni di punta di Urw nel Regno Unito, Westfield London e Westfield Stratford City. Scott vanta un’esperienza di oltre 25 anni nel settore degli investimenti, finanza e gestione nel settore immobiliare, e un solido track record di importanti sviluppi nel settore retail, oltre alla gestione di un portafoglio diversificato che comprende teatri, cinema, luoghi per il tempo libero e soluzioni residenziali.
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PRIMO PIANO FIERA DEL CONDOMINIO
SOSTENIBILE
Verona 20/22 ottobre 2019
IL CANTIERE VA A VERONA
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Riqualificazione, ristrutturazione, consolidamento anti sismico. Ma anche confort, gestione, progettazione: sono molti i temi in programma nella tre giorni organizzata da Virginia Gambino Editore e Ordine degli Ingegneri di Verona. Un evento che, tra l'altro, prevede anche crediti formativi per i professionisti, workshop, incontri e... di Giuseppe Rossi
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li organizzatori sono sotto pressione: preparare l’accoglienza, organizzare i tanti workshop, coordinare i convegni... Gestire un evento come la Fiera del Condominio Sostenibile non è semplice, proprio perché l’offerta di informazioni proposta è tanta, esaustiva, capace di soddisfare qualsiasi domanda, dubbio, richiesta. Dopo l’esperienza del 2018, che è servita ad aggiustare il tiro e a comprendere fino in fondo le esigenze del pubblico dei visitatori, dei professionisti coinvolti e delle aziende, la Fiera del Condominio Sostenibile torna dal 20 al 22 ottobre a Verona, con l’organizzazione di Virginia Gambino Editore e dell’Ordine degli Ingegneri della città scaligera. E per questa seconda edizione lo spazio della Fiera sarà ancora più denso di avvenimenti, e non solo di carattere tecnico. Meglio chiarire subito un particolare: l’ingresso è gratuito. Per accedere all’evento è necessario solo registrarsi, operazione che può essere completata direttamente al momento dell’ingresso alla Fiera del Condominio, ma anche più velocemente online, compilando il modulo che si trova su questa pagina web: http://www. fieradelcondominio.com/registrazione-fiera/. PER PROPRIETARI E FAMIGLIE Il format della manifestazione prevede due livelli. Quello destinato al pubblico non professionale, cioè proprietari di immobili e famiglie, chi è interessato a scoprire come si fa a risparmiare sulle spese di casa, aumentare il valore del proprio capitale fondiario (cioè l’appartamento o la villa che possiede), o come rendere il proprio piccolo regno più piacevole da vivere. Oltre alla consulenza gratuita da parte degli esperti presenti e, eventualmente, delle aziende, per loro sono previsti anche momenti di svago. Per esempio, domenica 20 ottobre i visitatori potranno coniugare l’utile al dilettevole, grazie all’accordo con Coldiretti. Durante la Fiera, infatti, si potrà assistere a show cooking degli Agrichef, i cosiddetti contadini ai fornelli, di Campagna Amica di Coldiretti Verona e degustare prelibatezze realizzate con prodotti a chilometro zero. Anche il palato, insomma, otterrà soddisfazione. D’altra parte, la cucina è il locale più frequentato della casa e le attività legate alla preparazione del cibo sono strettamente connesse
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PRIMO PIANO FIERA DEL CONDOMINIO
SOSTENIBILE
Verona 20/22 ottobre 2019
con l’organizzazione degli spazi tra fornelli, frigorifero e lavandino. Il primo giorno, insomma, sarà un giorno dedicato alla Festa del Condominio, perché la propria abitazione è prima di tutto un piacere da vivere ogni giorno. Ma, come accennato, non mancheranno le occasioni per ottenere consigli, consulenza, per interagire con gli esperti a disposizione del pubblico, sia la possibilità di chiedere direttamente ai rappresentanti delle aziende chiarimenti e indicazioni sui loro prodotti.
legge. Per esempio, i cinque crediti formativi sono quelli assegnati da Acap (Associazione condominiale amministratori e proprietari), due i crediti che si ottengono con Alac (associazione liberi amministratori condominiali Verona), altri due crediti con Appc (Associazione piccoli proprietari case Verona). E, ancora: i quattro crediti forniti da Assiac (Associazione italiana amministratori e condomini), altri cinque da Fnai (Federazione nazionale amministratori italiani), tre da Naca (National association condominium amministration), quattro di Revcond (Revisore Condominiale), un credito di Safoa (Scuola di alta formazione amministratori), e due crediti da Valore Aggiunto, mentre Sesamo (associazione amministratori immobiliari) rilascerà un attestato, così come Unicondominio e Ababi, che considera la quota minima di partecipazione a otto eventi e un successivo esame per i crediti formativi. A questi si aggiungeranno i crediti formativi concessi dall’Ordine degli Ingegneri di Verona. Inoltre, da segnalare che la Fiera del Condominio vedrà la partecipazione anche degli amministratori condominiali iscritti all’Anaci, organizzazione che sarà presente con uno specifico evento alla tre giorni. La più grande organizzazione che riunisce i professionisti della gestione condominiale, infatti, ha deciso di offrire il proprio contributo alla seconda edizione della Fiera del Condominio Sostenibile con un incontro riservato ai propri soci, nell’ambito del programma dei workshop e convegni che sono previsti nel calendario fieristico. In questo caso, il tema del convegno è già stato stabilito: La tutela del patrimonio condominiale: il ruolo dell’amministratore Anaci. L’iniziativa, spazio autonomo dell’associazione, offrirà anche l’opportunità ai partecipanti di ottenere i crediti formativi previsti dalla legge. Oltre agli iscritti Anaci, le porte del convegno saranno aperte anche agli appartenenti all’Ordine degli ingegneri.
PER PROFESSIONISTI L’altro livello del format è quello destinato agli addetti ai lavori. La Fiera del Condominio Sostenibile che si terrà a Verona in ottobre è aperta a tutti, in particolare a chi possiede un immobile ed è interessato a ridurre le spese per il riscaldamento, a rendere più confortevole e più sicura l’abitazione. Ma l’evento o, meglio, la raffica di appuntamenti in programma, sono anche un’occasione di aggiornamento professionale. Dagli amministratori agli ingegneri, dai geometri ai lattonieri, dagli architetti agli operatori del settore impianti: tutti i professionisti della casa, del condominio e, più in generale, dell’edilizia troveranno informazioni utili per il proprio lavoro. Non solo. Tra convegni e workshop si possono ottenere anche i crediti formativi, obbligatori per
CHE COSA TROVATE La lunga serie di iniziative, che potete leggere in anteprima nel programma di massima degli incontri che pubblichiamo più particolareggiato in queste pagine (e che è soggetto a possibili variazioni dell’ultimo minuto), per la prima volta offrono una forte sinergia a chi opera nell’ambito dell’edilizia e dei servizi connessi. Il tutto su una superficie di 3.500 metri quadri presentati con uno speciale allestimento. I tre giorni della Fiera saranno inoltre scanditi da speciali appuntamenti legati dallo stesso filo conduttore: l’edilizia, la gestione degli edifici residenziali, la progettazione, la sostenibilità. Per la prima volta un evento fieristico riesce a riunire tutti questi decisivi aspetti per utenti privati e operatori specializzati.
DIAMOCI UNA SCOSSA CONTRO IL TERREMOTO Negli ultimi cento anni in Italia si sono registrati 56 terremoti con magnitudo superiore a 5, altri 42 con magnitudo da 5 a 6, mentre 17 scosse hanno avuto un grado 7 o superiore. Complessivamente questi terremoti hanno provocato oltre 170 mila vittime. E, se si considerano gli ultimi 50 anni, il bilancio sale a 5 mila morti e 500 mila senza tetto. L’Italia, insomma, è un Paese dove i disastri tellurici si ripetono puntualmente, con conseguenze devastanti. Un destino inevitabile? No, altri Paesi insegnano che edifici costruiti secondo criteri antisismici sono a prova di terremoto. Per questo Fondazione Inarcassa con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori ha promosso una iniziativa che può salvare la vita, oltre che il patrimonio immobiliare. Si chiama Diamoci una Scossa! e consiste in una campagna di sensibilizzazione sull’aspetto della sicurezza degli edifici. A Verona l’iniziativa sarà presentata dall’Ordine degli Ingegneri nell’ambito della Fiera del Condominio (20-22 ottobre). Visitare la Fiera e partecipare agli incontri con i professionisti dell’Ordine degli Ingegneri e con gli esperti di gestione dei condomini è gratuito.
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domenica 20 ottobre Nell’ambito della Fiera del Condominio l’Ordine degli Ingegneri presenterà l’iniziativa “Diamoci una scossa” per sensibilizzare sull’aspetto della sicurezza degli edifici. Durante la giornata del 20 ottobre sarà possibile assistere anche agli showcooking degli Agrichef, Coldiretti i cosiddetti contadini ai fornelli, di Campagna Amica. Coldiretti Verona sarà presente anche nelle altre giornate della Fiera del Condominio con tante prelibatezze realizzate con prodotti a km zero. Infine, i nostri esperti, si metteranno a disposizione per
consulenze legali, fiscali e tecniche gratuite. ORE 10-11.30 – SALA LEONARDO
Curiosità giuridiche e aspetti controversi dell’assemblea di condominio a cura di SAFOA Relatore: Avv. Palmiro Fronte La partecipazione al workshop rilascia 1 credito formativo ORE 10-12 – SALA GALILEO
Strumenti di ausilio per l’amministratore di condominio per realizzare l’eccellenza a cura di UNICONDOMINIO Relatori: Marco Venier (presidente nazionale), Iuri Di Bartolomeo (amministratore unico Team Gest), Massimo Incerti (responsabile Administra Ced), Luigi Pennino (direttore divisione revisioni condominiali Team Gest) Agli associati Unicondominio è rilasciato l’attestato di partecipazione
ORE 10-11.30 – SALA MICHELANGELO
Approfondimento in materia di condominio: aspetti contabili a cura di ALAC Relatori: Paolo Balsamo, Vincenzo Peritore, Federica Sega, Simone Tagliaferro La partecipazione al workshop rilascia 2 crediti formativi ORE 10.30-11.30 – SALA RAFFAELLO
Lo scenario immobiliare: il registro e l’amministratore del futuro a cura di ACAP Relatore: Filippo Bertolini (responsabile EmiliaRomagna) La partecipazione al workshop rilascia 5 crediti formativi, validi per l’attestazione della continuità professionale nella formazione obbligatoria ai sensi della legge 220/2012 DM – 140/2014 e Legge 4/2013 ORE 14.30-16.30 – SALA LEONARDO
La gestione del conflitto a cura di VALORE AGGIUNTO Relatore: Daniela Zeba (coordinatore nazionale), Geom. Sabrina Schemani, Claudio Calì La partecipazione al workshop rilascia 2 crediti formativi nell’ambito dell’aggiornamento periodico di cui al DM 140/14 per l’anno 20192020, che proseguirà con la frequentazione di uno dei corsi che verranno organizzati dall’associazione in aula e/o webinar
Workshop e convegni a iscrizione obbligatoria Per registrarti vai sul sito www.fieradelcondominio.com
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ORE 15-18 – SALA GALILEO
ORE 10-11.30 – SALA LEONARDO
Riqualifichiamo insieme Tour – www.riqualifichiamoinsieme.it
I non compiti dell’amministratore
a cura di NACA RelatorI: Sabrina Apuzzo (responsabile nazionale), Antonio Rocco, Domenico Vozza (membro del direttivo Ordine degli Architetti di Napoli e provincia e DIAPSA – Dipartimento Architetti per la protezione civile e sicurezza abitativa), Walter Baricchi (consigliere nazionale CNAPPC e coordinatore rete nazionale presidio architetti per la protezione civile) La partecipazione al workshop rilascia 3 crediti formativi
lunedì 21 ottobre
a cura di SAFOA Relatore: Avv. Palmiro Fronte La partecipazione al workshop rilascia 1 credito formativo ORE 10-11.15 – SALA MICHELANGELO
Efficientamento energetico e bonus fiscali 2019 a cura di ASSIMEA Relatori: Ernesto De Rosa (presidente nazionale), Luca Loiero (Proger Spa) La partecipazione al workshop garantisce agli imprenditori che vorranno iscriversi ad ASSIMEA l’adesione gratuita per l’anno 2020
ORE 9.30-13 – SALA CENTRALE
III Convegno YouBuild – Essere più produttivi in un’edilizia più esigente
ORE 10-12 – SALA RAFFAELLO
Sicurezza nel condominio e lavori edili
Crediti formativi e modalità di iscrizione in definizione
a cura di FNAI Relatore: Geom. Alessandro Cellitti (segretario nazionale) La partecipazione al workshop rilascia 2 crediti formativi ai sensi del Decreto Ministeriale n. 140 del 13/08/2014
ORE 10-11.15 – SALA GALILEO
ORE 11.30-12.15 – SALA MICHELANGELO
La privacy in condominio. Raggiungimento della compliance GDPR
Contrasto alla sosta abusiva attraverso il controllo dei parcheggi condominiali
ORE 10-16 – SALA INGEGNERI
Workshop organizzati dall’Ordine degli Ingegneri di Verona e provincia
a cura di CONFAMMINISTRATORI Relatori: Avv. Carlo Pikler, Avv. Giulia Cafiero La partecipazione al workshop garantisce agli iscritti al corso di aggiornamento professionale per amministratori di condominio organizzato da CONFAMMINISTRATORI per l’anno 2020 il riconoscimento della frequenza di 4 ore relative al primo modulo
a cura di APCOA PARKING Relatore: Federico Spagnolo ORE 11.45-13.15 – SALA LEONARDO
Sblocca cantieri: opportunità e criticità per la filiera dell’edilizia veronese a cura di CONFARTIGIANATO Relatore: Flavio Scagnetti (responsabile ufficio appalti Confartigianato Imprese del Veneto)
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ORE 12.15-13.15 – SALA RAFFAELLO
ORE 14-15.30 – SALA LEONARDO
La revisione condominiale
Art. 1130 bis c.c. L. 220/2012 rendiconto condominiale incompleto, la delibera che lo approva è annullabile
a cura di REVCOND Relatore: Dott.ssa Deborah Furci (presidente) La partecipazione al workshop rilascia 4 crediti formativi ORE 13.30-17 – SALA CENTRALE
Raodshow Condominio Ok – Riqualificazione energetica del Condominio a cura di CONDOMINIO OK ORE 14-15.30 – SALA MICHELANGELO
La riqualificazione degli edifici a cura di ANAPIC RelatorI: Geom. Lucio Antonio Colombini, Arch. Gianfilippo Brovia, Avv. Augusto Cirla Agli associati ANAPIC che assisteranno all’evento, sarà rilasciato l’attestato di partecipazione
a cura di UPPI Relatore: Avv. Gabriele Bruyère (presidente nazionale) ORE 16-18 – SALA MICHELANGELO
Condomini efficienti eco e sismabonus esperienze a confronto a cura di CNA VICENZA Relatore: Ing. Francesco Marinelli (associazione Ecoaction e consulente CNA) ORE 16-16.45 – SALA LEONARDO
Nuove soluzioni energetiche per i condomini: la cogenerazione a pile a combustibile a cura di SOLIDPOWER Relatore: Stefano Modena
ORE 14-16 – SALA GALILEO
Certificato di idoneità statica per i condomini – Casistica e soluzioni a cura di ABABI Relatore: Ing. Maria Benedetta Filippini, Ing. Marco Cagelli La partecipazione certificata ad almeno 8 eventi della fiera (per un totale di 16 ore) verrà considerato aggiornamento professionale e consentirà di richiedere il rilascio del relativo attestato previo superamento del test finale che si terrà presso la sede ABABi di Brescia
ORE 16.15-17.45 – SALA GALILEO
L’amministratore di condominio come protagonista del recupero, riqualificazione e sostenibilità degli immobili a cura di SESAMO Relatori: Luigi Ferdinando Giannini (presidente), Antonio Romano (presidente Comitato Tecnico Scientifico), Fiorella Cima, Paolo Bertolini e Pietro Bonis (componenti della Giunta Nazionale) La partecipazione al workshop rilascia il riconoscimento della frequenza di due ore relative al primo modulo del corso di aggiornamento annuale per l’anno 2020
Workshop e convegni a iscrizione obbligatoria Per registrarti vai sul sito www.fieradelcondominio.com
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2a edizione - 20/22 Ottobre 2019 ORE 17-18 – SALA LEONARDO
ORE 10-11.30 – SALA LEONARDO
Cambia il rapporto con i tuoi condomini con il modello del condominio felice
L’amministratore e la PNL: l’importanza di saper comunicare
a cura di Simona Bastari
martedì 22 ottobre ORE 9.30-13 | 14-15 – SALA CENTRALE
XII Convegno Nazionale YouTrade – Il negozio del futuro ORE 9.30-13.30 – SALA GALILEO
Morosità condominiale e appalto a cura di ASSIAC Relatori: Concetta Cinque (presidente), Giancarlo Sciortino (presidente Centro Studi) e Caterina Tosatti (consulente Centro Studi) La partecipazione al workshop rilascia 4 crediti formativi ai fini della formazione obbligatoria ai sensi del DM 140/14 ORE 9.30-13.30 – SALA RAFFAELLO
Sicurezza nei cantieri: sistemi di anticaduta per il lavoro in copertura
a cura di SAFOA Relatore: Avv. Palmiro Fronte La partecipazione al workshop rilascia 1 credito formativo ORE 10-12 – SALA MICHELANGELO
B&B e regolamento condominiale; locazione ad uso abitativo; profili contrattuali e criticità a cura di APPC Relatori: Vincenzo Peritore, Federica Sega, Simone Tagliaferro, Paolo Balsamo La partecipazione al workshop rilascia 2 crediti formativi ORE 14-16 – SALA MICHELANGELO
Revisione del rendiconto condominiale e contenzioso. Il ruolo del CTU e CTP a cura di ARCO Relatore: Francesco Schena (presidente nazionale) ORE 15-16.30 – SALA LEONARDO
a cura di SICURPAL Relatori: Geom. Giampiero Morandi, Ing. Sebastiano Romano La partecipazione al workshop rilascia 3 crediti formativi professionali dall’Ordine degli Ingegneri
La rivendita edile e l’e-commerce (workshop Convegno YouTrade)
ORE 10-16 – SALA INGEGNERI
La sostenibilità e rivalutazione del condominio
Workshop organizzati dall’Ordine degli Ingegneri di Verona e provincia Crediti formativi e modalità di iscrizione in definizione
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a cura di ASPPI Relatori: Avv. Thomas Dal Fior (presidente Asppi Provincia di Verona), Arch. Claudio Falsarolo (vicepresidente Asppi Provincia di Verona), Luigino Ghioldo (consulente e amministratore condominiale Asppi Provincia di Verona) Crediti formativi in definizione
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EFFICIENZA ENERGETICA
QUANTO CORRE LA RIQUALIFICAZIONE
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Un rapporto dell’Enea accende un faro sul sistema dei bonus casa e, più in generale, sull’edilizia che riduce i consumi. Risultato: gli sconti fiscali continuano a essere efficaci, ma per raggiungere l’obiettivo di eliminaee gli sprechi c’è ancora molta strada da fare
di Giuseppe Rossi
I
l numero caldo si trova a pagina 50 del Rapporto annuale sull’efficienza energetica redatto dall’Enea. Secondo le rilevazioni dell’ente che si occupa di monitorare il sistema dei consumi del Paese (in origine la sigla sintetizzava Energia Nucleare ed Energie Alternative, poi mutato in Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente), il bonus casa continua ad andare a gonfie vele. In quattro anni, cioè dal 2014 al 2018 sono stati realizzati in Italia oltre 1 milione 700 mila interventi di riqualificazione energetica. Di questi, oltre 334 mila sono stati portati a termine lo scorso anno. L’istituto di ricerca ha analizzato anche la tipologia degli interventi: 140 mila sono le richieste per la sostituzione dei serramenti, circa 90 mila per la sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale, oltre 70 mila per l’installazione di schermature solari. Va sottolineato anche che si tratta di dati di prima mano, visto che le autorizzazioni per ottenere lo sconto fiscale passano proprio dall’Enea che, così, ha il polso della situazione. IMPATTO ECONOMICO Infatti, non a caso l’Enea è riuscita a pubblicare un bilancio complessivo dell’impatto degli sconti fiscali. Un risultato che sarebbe utile recapitare a governo e Parlamento, chiamati a lavorare sulla Legge di Bilancio 2020 e che dovranno decidere se prorogare l’incentivo fiscale ai privati per il prossimo anno (quello per le parti comuni dei condomini proseguirà comunque fino al 2021). Il risultato degli sconti non dovrebbe lasciare dubbi sulla necessità di proseguire con i bonus casa: dal 2011, infatti, gli interventi effettuati sono stati oltre 2,6 milioni, mentre oltre 3,6 milioni se si calcolano dall’avvio del meccanismo, nel 2007. Se ne deduce che negli ultimi anni le famiglie hanno estratto il portafogli più spesso, forse anche grazie a una maggiore informazione sulla possibilità offerta. In generale, la quota di investimenti privati nel rinnovo edilizio spinti dagli incentivi fiscali si è attestata negli ultimi anni al 55-60% del totale delle risorse attivate. In altre parole, oltre la metà dei lavori in casa sono stati supportati dai bonus casa.
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NUMERO DI INTERVENTI ESEGUITI PER TIPOLOGIA, ANNO 2018
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I milioni spesi per coibentare l’involucro degli edifici
SERRAMENTI AL TOP Naturalmente questo è un bene per il settore delle costruzioni, oltre che per l’ambiente. Se si considera lo scorso anno, gli investimenti attivati ammontano a oltre 3,3 miliardi di euro. Di questi, oltre 1 miliardo è stato destinato alla sostituzione dei serramenti, 900 milioni a interventi per la coibentazione dell’involucro e poco più di 870 alla sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale. Gli investimenti attivati negli ultimi
cinque anni ammontano a circa 17 miliardi di euro, ma se si considera il 2011, si sale a oltre 26,6 miliardi. Nel complesso, dall’avvio del meccanismo nel 2007, sono stati messi sul piatto circa 38,8 miliardi. Come osservato, oltre a un beneficio per le imprese attive nelle ristrutturazioni, c’è anche un aspetto sociale, più precisamente quello della salvaguardia dell’ambiente o, comunque, del risparmio energetico. L’Enea osserva che il trend su tutto il periodo è crescente, anche se lo scorso
INTERVENTI RICHIESTI A ENEA
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anno è risultato in leggera flessione rispetto al 2017, con un risparmio di 1.155 GWh. Nel periodo 2014 - 2018, invece, il risparmio energetico ha superato i 5.800 GWh/ anno e a partire dal 2011 siamo sopra i 10.100 GWh/ anno. Se, infine, si considera l’avvio del meccanismo nel 2007, il risparmio complessivo è pari a circa 16.400 GWh/anno. I RISPARMI Un aspetto che è stato sottolineato dal presidente di Enea, Federico Testa, nella presentazione dell’analisi: «L’importanza e i benefici dell’efficienza energetica sono stati ben documentati e dimostrati in tutti i settori economici chiave, sia nelle economie sviluppate che in quelle emergenti ed i governi sono sempre più consapevoli che le misure di efficienza energetica possono offrire molteplici benefici all’economia, tra cui risparmi sui costi, un basso livello di emissioni, sicurezza energetica, produttività e miglioramenti delle bilance commerciali e una migliore integrazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili», ha spiegato il manager. «A fronte di tali vantaggi, per liberare il potenziale economico dell’efficienza energetica, occorrono politiche forti e determinate, capaci di superare la combinazione di barriere economiche e non economiche all’efficienza che si oppongono ai suoi miglioramenti nello scenario che l’Europa e, conseguentemente, il nostro Paese si sono prefissati. Inoltre, la cooperazione fra attori strategici, la condivisione delle migliori pratiche e il coordinamento delle azioni consentiranno ai responsabili politici di realizzare misure decisive ed efficaci». LE SCELTE Già, ma che cosa fa risparmiare di più? I tecnici esperti in edilizia di classe A lo sanno. Ma, poi, ci sono le scelte degli italiani. Eccole: i risparmi ottenuti nel 2018 sono associabili in particolare alla sostituzione di serramenti (circa il 33%) e alla coibentazione di solai e pareti (poco più del 28%), tipologie di interventi che, insieme alla riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento
dell’intero edificio, risultano essere caratterizzate dal miglior rapporto costo-benefici. Secondo Enea, gli interventi si traducono in un costo sostenuto tra i 9 e i 10 centesimi di euro per ogni kWh di energia risparmiato durante tutta la vita utile dell’intervento. Ma, anche se il bilancio, nel complesso, è positivo, non mancano le zone d’ombra: attraverso le detrazioni fiscali del bonus casa sono stati incentivati interventi che, nell’ambito di lavori di ristrutturazione più ampi e inerenti, quindi, soltanto in parte alla performance energetica dell’immobile, non sono stati incentivati con il meccanismo dell’ecobonus. In particolare, nel 2018 sono pervenute a Enea oltre 300 mila richieste di accesso all’incentivo, a fronte degli oltre 500 mila interventi eseguiti, concentrati prevalentemente su quelle tipologie che sono incentivate al 50% anche con il meccanismo dell’ecobonus, con un risparmio energetico conseguito di oltre 708 GWh/anno. Il contributo principale deriva dalla sostituzione delle caldaie con quelle a condensazione, che ha consentito un miglioramento di 200 GWh/anno (circa il 30% del totale) e dalle pompe di calore (oltre il 25%). Nel 2018 sono
CALDAIE TRADIZIONALI E A CONDENSAZIONE VENDUTE SUL MERCATO NAZIONALE, PERIODO 2011-2018
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| A settembre 2018 la superficie stimata di nuovi immobili venduti è stata pari a 3,6 milioni di metri quadri
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POMPE DI CALORE VENDUTE SUL MERCATO NAZIONALE PER TIPOLOGIA, PERIODO 2011-2018
RISPARMI DA DETRAZIONI FISCALI (MTEP/ANNO), ANNI 2014-2017
state vendute 728 mila caldaie a condensazione, 145 mila pompe di calore destinate a impianto primario di riscaldamento e 4,17 milioni serramenti. NUOVI EDIFICI Il mondo non è solo composto da vecchi edifici da riqualificare. Rispetto a un ventennio fa la costruzione di
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abitazioni nuove è diminuita, ma non scomparsa. Dai dati più recenti dei permessi di costruire pubblicati dall’Istat, rileva Enea, i primi nove mesi del 2018 sembrano confermare l’inversione di tendenza osservata a partire dal 2015. A settembre 2018 la superficie stimata di nuovi immobili venduti è stata pari a 3,6 milioni di metri quadri. E un terzo di tale superficie riguarda immobili con performance energetiche superiori ai requisiti minimi. Secondo stime preliminari dell’ente per il controllo dell’energia, il consumo medio di riferimento per nuovi immobili residenziali che rispettano i requisiti minimi previsti è pari a poco più di 48 kWh/metri quadri, mentre il risparmio medio associato a nuovi immobili più efficienti dal punto di vista energetico è stimato nell’ordine di 10 kWh al metro quadro. Di conseguenza, il risparmio energetico addizionale stimato è pari a 1,05 ktep (tonnellate di petrolio equivalenti) all’anno. Che cosa significa nella pratica? Per esempio, un aereo come il Boeing 747 consuma circa 1 gallone di carburante (circa 4 litri) al secondo e nel corso di un volo di dieci ore, potrebbe bruciare 36 mila galloni (cioè 150 mila litri). Dato che una tonnellata di petrolio equivale più o meno a 302 galloni, aver risparmiato con i nuovi edifici a norma l’equivalente di circa mille tonnellate di petrolio significa come aver ridotto i consumi di 300 mila galloni di petrolio l’anno, cioè meno di cento ore di un volo del Boeing 747. Dieci viaggi in meno tra Milano e New York, per esempio. Non sembra un risultato da urlo. Per incidere davvero sarebbe necessario estendere il risparmio agli edifici vecchi, più che contare sul beneficio indotto da quelli nuovi. Ma questo si sa già. S e t t e m b r e
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DEMOLIZIONI
BUTTIAMOCI GIÙ (A FIN DI BENE)
Italia fanalino di coda nel riciclo delle macerie, che da noi sono utilizzate solo come sottofondo stradale. Colpa anche delle norme, confuse e non vincolanti. Ma anche di un gap culturale. Eppure il riciclo di materiali usati potrebbe essere un business interessante anche per i rivenditori di Federico Della Puppa
L’
economia circolare non è una passeggiata, non è fare greenwashing delle pratiche del passato, sistemando qui e là alcuni aspetti della non sostenibilità dei processi, guardando al proprio specifico ambito produttivo, ma perdendo di vista l’insieme. Adottare modelli di economia circolare, soprattutto nel settore delle costruzioni, significa rivedere profondamente i processi produttivi, non partendo dai singoli prodotti, ma concentrando l’attenzione su quello edilizio nel suo insieme. È un prodotto composto a sua volta di altri prodotti, ma soprattutto di processi. Costruire significa edificare, ma se ciò un tempo aveva una relazione con lo spazio vuoto e inedificato, oggi le esigenze legate al contenimento del consumo di suolo, al riordino urbanistico e alla riqualificazione strutturale ed energetica di quanto costruito non lasciano spazio ad alternative che non siano quelle di verificare le condizioni di intervento sull’esistente, sull’edificato, e valutare se invece di mettere pezze non sia meglio demolire e ricostruire con processi, metodi e prodotti più adeguati alle esigenze attuali. L’Italia è il fanalino europeo della demolizione e ricostruzione
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e lo è non tanto dal punto di vista quantitativo, ma da quello qualitativo. Ovvero, dal punto di vista di riuso e rigenerazione dei materiali demoliti. Le statistiche europee che mettono a confronto i numeri della produzione di rifiuti da demolizione e ricostruzione sono inequivocabilmente a nostro sfavore. CONFRONTI IMPIETOSI Per una Germania che nel 2012 ha prodotto 192 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione e che ha riciclato tali rifiuti per il 91%, smaltendo in discarica solo il 9%. Nello stesso anno, il nostro Paese si presentava come lo specchio opposto. L’Italia nel 2012 ha prodotto oltre 50 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione e solo il 9% è stato recuperato e riutilizzato, mentre il 91% è stato avviato in discarica, come indicano i dati Eurostat. Certo, negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti nella gestione e nel recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione, ma in generale mettiamo queste macerie sono «sotto il tappeto», ovvero li usiamo non per generare nuove materie prime, ma per realizzare rilevati stradali e autostradali. S e t t e m b r e
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I DATI DI LEGAMBIENTE I numeri dell’Osservatorio Recycle di Legambiente riportano una fotografia che vede l’edilizia italiana fanalino di coda della sfida europea che, sulla base della Direttiva 2008/98/CE, ha previsto che nel 2020 almeno il 70% dei materiali da demolizione siano riutilizzati nei processi costruttivi. Anche se secondo i dati Ispra siamo in linea con queste cifre, dobbiamo chiederci se le quantità di cui parliamo siano effettivamente quelle che si potrebbero produrre con una azione decisa e convinta verso il recupero urbano ed edilizio mediante demolizione e ricostruzione. In questo ambito non ci mancano certo le tecnologie, ma siamo deficitari in quanto le pratiche di demolizione per noi sono un fenomeno industriale, ma soprattutto culturale ancora tutto da scoprire. Demoliamo poco e lo facciamo male. Eppure si potrebbero creare grandi business in questo mercato, se avessimo più coscienza che il mercato della demolizione è un mercato che garantisce almeno tre business: la demolizione in sé, la sistemazione post demolizione dei terreni, l’eventuale futura nuova costruzione. E a lato tutto il sistema di servizi e di supporto, tecnico e di mezzi (si pensi al noleggio che in questo settore avrebbe grandi opportunità e in minima parte lo sta già verificando), così come tutta la filiera del riuso e del riciclo dei materiali, ovvero della ricerca e sviluppo di soluzioni sulle nuove materie prime seconde, cioè produrre altro con quanto recuperato. Ma anche i business che si possono aprire per chi potrebbe avviare azioni di frantumazione e recupero dei materiali. In primo luogo proprio i distributori edili, che potrebbero utilizzare i propri piazzali per produrre nuove materie prime seconde, ricevendo i materiali da demolizione invece di avviarli in discarica. S e t t e m b r e
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MIOPIA EDILE A ben guardare i business attivabili sono ben più di tre, ma la nostra concentrazione storica sulla nuova costruzione ci rende ancora un po’ miopi. Eppure i numeri sono interessanti, se rapportati alle potenzialità del futuro del mercato della riqualificazione urbana ed edilizia. Nel 2017, secondo dati Ispra, i rifiuti da costruzione e demolizione hanno raggiunto in Italia la quota di 57,4 milioni di tonnellate, il 41,6% del totale dei rifiuti speciali a livello nazionale. Il settore delle costruzioni è quello che produce più rifiuti speciali di tutti gli altri settori. Per fare un confronto, le attività manifatturiere producono solo il 21,5% dei rifiuti speciali. L’edilizia esattamente il doppio, con una percentuale che è in crescita, visto che era il 40,6% nel 2016. Questo aumento è confermato dalle dinamiche della produzione di rifiuti speciali da costruzione e demolizione in rapporto al Pil del settore delle costruzioni. Nel 2010 a fronte di un Pil delle costruzioni di 81 miliardi di euro (con anno di riferimento 2010) e una produzione di 57,4 milioni di tonnellate di rifiuti, il rapporto tra questi due indicatori evidenziava un valore di 707 tonnellate per ogni milione di euro di produzione. In sostanza, per ogni euro investito in edilizia si producevano nel 2010 circa 7 etti di rifiuti da costruzione e demolizione. Sette anni dopo l’indicatore è salito a 874, ovvero ogni milione di euro di Pil nelle costruzioni produce 874 tonnellate di rifiuti. Il dato è rappresentativo di come a fronte di investimenti e, dunque, Pil delle costruzioni in flessione (64,2 miliardi il valore del prodotto interno lordo delle costruzioni nel 2017) i rifiuti del settore hanno superato quota 57 milioni di tonnellate, portando verso l’alto il rapporto.
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A t t u a l it à PRODUZIONE NAZIONALE DI RIFIUTI SPECIALI, ANNI 2015 – 2017
I milioni di tonnellate di rifiuti da demolizione prodotti in Italia ogni anno
Fonte Ispra
USO E RIUSO Bene, si potrebbe dire, significa che demoliamo di più. Ed è infatti vero. Ma il problema non sta neppure nella quota di riciclo, cioè di riuso, che sempre secondo i dati Ispra presenta un valore elevato (59%): evidenzia come le procedure in questi ultimi anni abbiano fatto passi da gigante e come anche il nostro Paese si stia uniformando agli altri. Il punto è, ed è la vera domanda, dove mettiamo questi rifiuti, per che cosa li utilizziamo. Il rapporto Ispra traccia un segno indelebile sulla nostra incapacità di differenziare i rifiuti da demolizione e
farne un business intelligente, visto che «sono generalmente recuperati in rilevati e sottofondi stradali». Dunque, se un tempo mandavamo in discarica ciò che non sapevamo utilizzare o riutilizzare, oggi preferiamo «metterlo sotto il tappeto»: un bel manto stradale non si nega a nessuno e così possiamo smaltire sotto l’asfalto tutto ciò che potrebbe invece diventare, con una accurata scelta, non solo nuova vera materia prima, ma un prodotto a nuovo valore aggiunto. Certo, questo modo di agire ci consente il superamento del target di recupero fissato dalla Direttiva europea del 2008, ma
RIPARTIZIONE PERCENTUALE DELLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI PER ATTIVITÀ ECONOMICA, ANNO 2017
Fonte Ispra
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il punto non è che cosa recuperiamo, ma come. E su questo ci sarebbe molto da imparare dai nostri cugini francesi. In Francia una legge prevede che i distributori di materiali edili siano anche i soggetti che possono smaltire, ovvero rigenerare, i materiali da demolizione. Non a caso nei piazzali di molti rivenditori si vedono materiali stoccati pronti a essere riutilizzati mediante l’uso di frantoi e delle altre macchine che, spesso noleggiate, stazionano a fianco dei punti vendita. COLMARE IL GAP Analizzando i dati si evidenzia dunque un elemento significativo. Un po’ come è successo per la produzione di energia da fonti rinnovabili, se un tempo eravamo i fanalini di coda in Europa per il riciclo, in pochi anni abbiamo colmato il gap (anche se rimaniamo lontani dalla Germania). Demoliamo e ricicliamo, dunque bene. Quanto? Ispra dice che oltre il 70% di rifiuti da costruzione e demolizione sono preparati per il riutilizzo, riciclaggio e altre forme di recupero. Ma come lo facciamo questo recupero, a parte i sottofondi stradali? Questo è molto più difficile da dire. Ma non è questa la vera sfida che ci aspetta, perché è un match che si vince al ribasso. La vera sfida è attivare una filiera della demolizione che riutilizzi i materiali con un valore aggiunto più elevato. Dobbiamo tirar fuori la polvere da sotto il tappeto e riutilizzarla per eliminare la necessità di ricorrere alle cave. Va ricordato, infatti, che se vogliamo ragionare
in termini di economia circolare è inevitabile vedere tutta la filiera e tutto il processo, fin dalle fasi relative agli inerti. In Italia abbiamo 14 mila cave abbandonate e anch’esse devono entrare nell’orbita circolare della nuova economia sostenibile. Ma i problemi non sono solo quelli di un sistema ancora non sufficientemente moderno ed efficiente: sono anche legati a vincoli e norme che spesso bloccano proprio l’innovazione. I capitoli pubblici e privati spesso non agevolano l’uso di materie prime o di prodotti da riciclo certificati, in particolare nei lavori pubblici. Nel campo pubblico le stazioni appaltanti sono in forte ritardo nell’applicazione dei criteri ambientali minimi e anche su questi si è giocato al ribasso. Un nodo centrale è che manca una chiarezza, non solo produttiva, ma anche culturale e politica, sul passaggio da rifiuto a prodotto riciclato. E si evidenzia tutta la nostra difficoltà, tipicamente italiana, nel adottare norme effettivamente vincolanti. La vicenda dei Cam, i Criteri ambientali minimi, è un chiaro esempio di questa nostra incapacità. Ciò che è anche molto chiaro, tuttavia, è che il futuro dell’edilizia dovrà prevedere sempre più demolizioni selettive e riuso ad alto valore aggiunto di quanto si demolisce. Il futuro non è indifferenziato, impariamo a differenziare e, perché no, a farne anche un buon business, per le nostre tasche e per l’ambiente.
Un nodo centrale è che manca una chiarezza, non solo produttiva, ma anche culturale e politica
ANDAMENTO DELLA RIPARTIZIONE PERCENTUALE DELLA PRODUZIONE TOTALE DEI RIFIUTI SPECIALI PER ATTIVITÀ ECONOMICA, ANNI 2016 – 2017
Fonte Ispra
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S TA D I D I C A LC I O
IN CAMPO GIOCA LA LENTOCRAZIA Langue la realizzazione di nuovi impianti sportivi o la ristrutturazione di quelli vecchi. È un’anomalia rispetto agli altri Paesi europei, dove le strutture per il football sono moderne e al centro del business delle società. In Italia solo in tre hanno realizzato il salto di qualità necessario
di Francesco Gastaldi*, Marco Traverso**
L
a gestione privata dei grandi impianti sportivi, contenuta nel disegno di legge 50/2017 e convertita con la Legge 96/201, e il tema della realizzazione di nuovi stadi sono un argomento di attualità nel dibattito pubblico in Italia. In molti casi istanze di sviluppo e trasformazione urbana si intrecciano con la questione degli introiti economici delle società di calcio secondo una tendenza già delineata in altri Paesi europei. Lo stadio deve essere una struttura in grado di accogliere un ampio mix di funzioni (commerciali, congressuali, ricettive), mettendo in moto processi di rigenerazione urbana e incidendo quindi su politiche e scelte urbane. Da qualche decennio le più importanti società calcistiche europee hanno trasformato le loro organizzazioni interne, rinnovando soprattutto il profilo gestionale: in particolare, il fine da conseguire è la proprietà dello stadio quale patrimonio della società per aumentare il giro d’affari e dunque le ricadute economiche anche in termini di indotto, offrendo al pubblico elevati livelli di comfort, sicurezza e servizi multipli. COLLEGAMENTI INADEGUATI A oggi gli stadi italiani, caratterizzati dall’inadeguatezza dei collegamenti infrastrutturali che servono gli impianti sportivi, dalla loro vetustà (la maggior parte risale al periodo 1920-1940) e dalle grandi strutture realizzate per i Mondiali di calcio Italia ’90 (soprattutto per l’ampliamento delle sedute),
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dovrebbero essere sostituiti da impianti più piccoli, destinati a essere utilizzati con calendari più articolati. Attualmente nel nostro Paese i ricavi provenienti dagli stadi sono sempre più esigui e la maggior parte degli introiti delle società calcistiche deriva dai diritti televisivi. Se, infatti, solo il 15% del business è legato alle attività connesse direttamente alla risorsa stadio, in Inghilterra e Spagna la percentuale sale rispettivamente al 25% e 32%, mentre per le realtà inglesi e tedesche il maggior guadagno deriva da attività di merchandising e di e-selling relativi alla vendita in loco dei prodotti ufficiali delle squadre. A penalizzare le società di calcio italiane è quindi il forte divario degli incassi derivanti dagli spettatori paganti e il minore impatto delle sponsorizzazioni e degli introiti commerciali. GLI ALTRI IN CAMPO Una buona gestione finanziaria degli impianti sportivi è un requisito indispensabile per il soggetto proprietario e diviene garanzia anche per l’utenza. In Olanda il caso dell’Amsterdam Arena (1996) ha rappresentato un riferimento per le società calcistiche europee impegnate in nuove progettualità, essendo stato il primo esempio di riqualificazione urbana legata alla privatizzazione di uno stadio e di partnership pubblico-privata in cui la parte istituzionale ha giocato un ruolo rilevante nella regia degli interventi. Il successo di questo approccio si è tradotto nella realizzazione di un impianto sportivo all’avanguardia che ha dato il via a meccanismi di rigenerazione S e t t e m b r e
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urbana in un quartiere un tempo degradato (Bijlmer). Casi simili si sono registrati negli ultimi vent’anni in Inghilterra e Germania, dove da tempo gli stadi sono di proprietà privata. L’Inghilterra attualmente costituisce il modello di riferimento più avanzato, con le società calcistiche che agiscono a partire dalla progettazione e costruzione/riqualificazione fino alla gestione della struttura sportiva. I modelli di trasformazione messi in atto, in particolare da Germania, Spagna ed Inghilterra, non si esauriscono nella mera riqualificazione fisica dello stadio, ma si aprono a logiche manageriali innovative. GLI INCENTIVI Nel recente passato, con la manovra finanziaria 2017 (Legge 96/2017) la tematica degli stadi è stata riproposta con uno snellimento delle procedure e la possibilità di costruzione di immobili con destinazioni d’uso diverse da quella sportiva, complementari e/o funzionali al finanziamento e alla fruibilità dell’impianto. È prevista inoltre la demolizione dell’impianto da dismettere, la ricostruzione anche con diversa volumetria e sagoma, la riconversione o la riutilizzazione dello stadio. Inoltre, se gli interventi coinvolgono aree di proprietà pubblica o impianti pubblici esistenti, lo studio di fattibilità può contemplare la cessione a titolo oneroso del diritto di superficie (per una durata massima di 90 anni) o del diritto di usufrutto (per una durata massima di 30 anni). Anche la conferenza di servizi decisoria è stata semplificata, così come gli altri strumenti autorizzativi. S e t t e m b r e
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LENTEZZA CONGENITA Tuttavia nonostante le opportunità generate da queste norme, sembra che in Italia la costruzione di nuovi stadi stenti ad avviarsi. Nel nostro Paese gli stadi di proprietà sono tre e, attualmente, vi sono alcuni progetti il cui iter tecnico-burocratico si trova nella fase preliminare. La Juventus è stata la prima società in Italia a dotarsi di un impianto di nuova concezione. In sinergia con il Comune di Torino, e senza legge ad hoc, in soli tre anni a partire dal 2009 è riuscita a realizzare il suo stadio con annesso centro polivalente riutilizzando parte delle strutture del precedente stadio Delle Alpi, costruito per i Mondiali di calcio del 1990. Contestualmente è stata avviata la riqualificazione dell’area Continassa, circa 260 mila metri quadri adiacenti alla struttura, portando alla realizzazione di attività legate al calcio, come la nuova sede della società, inaugurata nel luglio 2017, un centro di allenamento, un hotel, un centro benessere-divertimento e residenze private. Buona parte dell’area (80 mila metri quadri circa) è rimasta in proprietà del comune di Torino, con destinazione a servizi pubblici che si concretizzerà anche grazie agli oneri di urbanizzazione versati dalla Juventus. Il tutto, oltre ad apportare benefici economici alla società calcistica, ha permesso l’avvio di una possibile riqualificazione urbana del quartiere Vallette. La Juventus, in sinergia con l’amministrazione locale, ha adottato le tradizionali strategie di project financing, garantendo la sostenibilità economica del progetto scegliendo la strada del brand naming e attribuendo
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15%
Il business delle società direttamente legato all'attività negli stadi
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ATALANTA A CHILOMETRO ZERO CON ITALCEMENTI Nasce dal centro innovazione di Italcementi il
ambientale della CO2 e di valorizzare del 300%
calcestruzzo per il nuovo stadio di Bergamo.
materiali provenienti da altri cicli produttivi, dando
Italcementi, Calcestruzzi e Atalanta hanno firmato un
attuazioni ai principi dell’economia circolare.
accordo che prevede la fornitura di tutto il cemento
Due gli aspetti tecnici. Oltre ai prodotti tradizionali
e il calcestruzzo necessario durante i tre anni di
sarà fornito per le opere interrate un calcestruzzo
lavoro. L’accordo è stato sottoscritto da Roberto
compatto e impermeabile con una particolare capacità
Callieri, amministratore delegato di Italcementi, e
di resistenza nel tempo. Per la parte del parcheggio
Luca Percassi, amministratore delegato della squadra
previsto nell’area della Curva Sud (i lavori sono previsti
orobica. Il prodotto sarà fornito da Calcestruzzi, la
il prossimo anno) sarà studiata con i progettisti una
società del gruppo Italcementi che opera nel mercato
particolare pavimentazione architettonica colorata
del calcestruzzo preconfezionato. L’approccio scelto
che coniuga un’elevata resistenza a una rapidità nella
si basa su quattro principi: innovazione, sostenibilità,
messa in opera, tenuto conto dei tempi ristretti imposti
qualità e Km Zero. Tutta la filiera delle materie prime
dal calendario campionato di Serie A. E proprio sul
che compongono il calcestruzzo, il cemento e gli
tema della rapidità dei lavori Italcementi ha cominciato
aggregati, proviene dal territorio bergamasco. Grazie
nel 2010 ha studiare questi materiali con un pool
alle attività di ricerca sarà possibile inserire nel mix del
dedicato di ricercatori e più di 3 mila ore di ricerca nei
calcestruzzo, in particolare in quello per il parcheggio
laboratori della sede di Bergamo, per lo sviluppo di
in Curva Sud, anche l’Ecograin, sottoprodotto
soluzioni a base di cementi speciali che permettono
registrato e totalmente riciclato, proveniente dal ciclo
di ottenere in breve tempo, 4,12 o 36 ore, prestazioni
di produzione della Tenaris di Dalmine (Bergamo) in
non raggiungibili con i calcestruzzi tradizionali.
sostituzione degli aggregati naturali, contribuendo
Complessivamente saranno resi disponibili per
da una parte alla sostenibilità del prodotto e dall’altra
il rifacimento dello stadio circa 6 mila tonnellate
parte ad aumentare la resistenza e la durabilità delle
di cemento e 18 mila metri cubi di calcestruzzo. Il
strutture. Inoltre, per la realizzazione dello stadio,
mix design del calcestruzzo che verrà utilizzato, è
Calcestruzzi potrà fornire prodotti green della nuova
stato messo a punto nei laboratori di i.lab, il centro
gamma Eco Build, in grado di ridurre del 10% l’impatto
innovazione di prodotto di Italcementi al Km Rosso.
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il nome Allianz Stadium, lo sponsor principale che ha co-finanziato l’opera. Grazie a questa operazione, il club ha potuto coniugare l’ammodernamento e l’adattamento delle strutture con la patrimonializzazione della società attraverso l’acquisto di beni immobili di valore, in modo da stabilizzare il bilancio con asset extracalcistici. L’ESEMPIO NEL TRIVENETO Il secondo esempio italiano è il nuovo stadio Friuli di Udine, inaugurato nel gennaio 2016, il cui diritto di superficie è stato ceduto dal comune all’Udinese Calcio per 99 anni in cambio di 4,5 milioni di euro circa. I lavori, durati circa due anni e a costi relativamente contenuti (circa 35 milioni di euro), hanno portato alla realizzazione di 20 mila metri quadri di aree per servizi e commerciali all’interno dello stadio, utilizzabili durante tutto l’arco della settimana. Il terzo esempio è quello dell’Atalanta, che ha acquistato lo stadio Atleti Azzurri d’Italia dal Comune di Bergamo. Le altre società calcistiche italiane (su tutte, Inter e Milan) restano parecchi passi indietro, con progetti presentati e spesso accantonati, confermando il trend negativo del nostro Paese rispetto al resto d’Europa. Una vicenda che sta creando molte aspettative (oltre a polemiche e note inchieste giudiziarie) è quella della Roma, che ha avviato un progetto per la realizzazione di uno stadio da 60 mila
metri quadri con capitali privati nella zona di Tor di Valle, subendo tuttavia un netto ridimensionamento in termini di volumetrie e infrastrutture dalla attuale giunta guidata del Movimento Cinque Stelle. LO STOP A ROMA Il caso romano tiene aperto un dibattito che si interroga su quali siano i limiti dell’urbanistica contrattata e del project financing a fronte dello snellimento procedurale previsto dalla Legge 96/2017. Gli esempi citati dimostrano come l’investimento privato può riuscire a distribuire vantaggi anche al pubblico, a patto che la realizzazione di opere di interesse collettivo rappresenti un requisito fondamentale per i progetti. Se un tempo i comuni dovevano svolgere un ruolo centrale per il progetto, la costruzione, il finanziamento e la gestione di stadi, in un quadro di risorse pubbliche sempre più scarse sembra essenziale prevedere e agevolare l’ingresso di capitali privati. Questo passaggio, se opportunamente sfruttato e valutato in termini di impatti territoriali, può rappresentare una chiave per la riqualificazione urbana, innescando dinamiche virtuose e ponendo anche in parte soluzione alle problematiche finanziarie delle amministrazioni pubbliche. *Francesco Gastaldi, professore associato di Urbanistica Università Iuav Venezia **Marco Traverso, pianificatore territoriale
E A LONDRA L’ECONOMIA CIRCOLARE FA GOAL Nell’economia degli stadi, una voce mai considerata è quella delle loro demolizione. Una eccezione, che speriamo in futuro diventi una regola, anche e soprattutto per i nuovi stadi italiani, è quella del Queen Elizabeth II Olympic Park di Londra: Non è solo uno stadio, ma un intero complesso sportivo polivalente realizzato per le gare della XXX Olimpiade e dei XIV Giochi paraolimpici estivi, entrambi organizzati a Londra nel 2012. Lo stadio, dopo i giochi, ha subito interventi di rinnovamento e adeguamento. Oggi sopita le partite casalinghe del West Ham. La principale caratteristica dello stadio olimpico londinese fin dalla sua ideazione è stata renderlo interamente smontabile e recuperabile, un vero esercizio di economia circolare legata alla costruzione di uno stadio. Lo stadio è stato progettato nel 2008 e costruito dunque in quattro anni con manufatti di calcestruzzo
e ricevendo dallo Stato e da altri enti quasi 200 milioni per rendere
assemblati in loco e con strutture in acciaio ultraleggero e smontabili.
funzionale la struttura al calcio. Lo stadio, peraltro, si trova sopra un
La copertura dello stadio è stata affidata a una tensostruttura che
ex sito industriale, evidenziando ancora una volta come anche il riuso
copre circa i due terzi dei posti a sedere dello stadio e il tetto è stato
del territorio è a tutti gli effetti una economia circolare. Lo Stadio
costruito con una membrana di polimeri. Tale sistema progettuale e
Olimpico è un esempio virtuoso di sviluppo sostenibile e si spera che
costruttivo ha permesso di ridurre la capienza dagli 80 mila spettatori
in futuro anche in Italia si possano adottare strategie e tecnologie simili,
olimpici ai 60 mila della struttura calcistica. Il West Ham ha ottenuto la
spingendo tutti gli attori della filiera ad agire di conseguenza.
concessione dell’impianto per 99 anni pagando 15 milioni di sterline
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Centro Studi YouTrade
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DISSESTO IDROGEOLOGICO
CHE COSA RISCHIA IL PIANO ANTI RISCHIO Aises, Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza, è scesa in campo perché il provvedimento Proteggi Italia, che prevede investimenti che potrebbero muovere fino a 22,6 miliardi, non resti sulla carta. E il vice presidente, Toni Principi, lancia un appello alle imprese di Franco Saro
Toni Principi, vice presidente di Aises
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«I
l Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa, ha approvato, in esame definitivo, un disegno di legge che introduce disposizioni per il potenziamento e la velocizzazione degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico e la salvaguardia del territorio». Si tratta del piano battezzato subito come Proteggi Italia che si propone, come quelli che l’hanno preceduto, di investire per contrastare il dissesto idrogeologico. Sulla carta i finanziamenti partono da una base di 10,8 miliardi per il triennio 20192021 a disposizione di Regioni ed enti locali, cifra che però potrebbe anche raddoppiare a 22,6 miliardi secondo i calcoli di Aises, Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza. Per il coordinamento di tutto il Piano è stata costituita, presieduta dal presidente del Consiglio, una Cabina di Regia denominata Strategia Italia. S e t t e m b r e
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Obiettivo principale di tale organismo dovrebbe essere il raccordo politico, strategico e funzionale per facilitare un’efficace integrazione tra gli investimenti promossi, garantire un monitoraggio costante per superare ostacoli e ritardi. Una funzione nella quale è supportata da Investitalia, struttura prevista dalla legge di Bilancio 2018 istituita presso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento economico. Il Piano presenta una serie di misure di semplificazione normativa che costituiscono l’ossatura del ddl «cantiere ambiente». Nascono i green manager, è prevista la costituzione dei Nos (Nuclei operativi di supporto) in ogni Regione, progetti più veloci, ottimizzazione delle risorse e gestione più efficiente. Il provvedimento interessa Aises, associazione che riunisce imprese che operano nel settore delle dotazioni tecniche e logistiche della sicurezza stradale (segnaletica, barriere, regime delle acque). C’è comunque il rischio che Proteggi Italia finisca per restare solo un piano sulla carta, come per altre iniziative precedenti in cui «i soldi ci sono, ma non si riesce a spenderli», commenta Toni Principi, vice presidente di Aises. Domanda. Di che cosa si occupa esattamente Aises? Risposta. Di dotazioni di sicurezza nelle infrastrutS e t t e m b r e
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ture e nel territorio contro i grandi rischi di massa naturali (rischio sismico, rischio idrogeologico) e provocati dall’uomo (rischio da circolazione stradale, da squilibri ambientali, eccetera). D. In particolare, come si configurano le azioni di contrasto al rischio idrogeologico? R. Va premesso che non esiste un mercato coordinato di offerta di prodotti, lavori e servizi in questa importante materia, che interessa circa 10 milioni di italiani, né tantomeno un piano industriale, volto alla mitigazione del rischio idrogeologico. Anzi, spesso gli industriali che intervengono sul rischio geologico sono contrapposti a quelli che si occupano di rischio idrico, che si concentra sulla punta di maggiore pericolosità costituita dalle acque meteoriche. Queste ultime sono divenute più pericolose a causa dell’abbandono nelle campagne delle canalizzazioni del territorio, della morfologia montuosa del paese e dei mutamenti climatici che provocano eventi estremi. Così il rischio idrogeologico da un lato si è aggravato, ma dall’altro non sono intervenute azioni adeguate di contrasto da parte dello stato né investimenti adeguati. D. Insomma, l’inadeguatezza non riguarda solo lo Stato, ma anche gli operatori industriali non
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sufficientemente connessi negli sforzi di contrastare questo grande rischio di massa. R. Mettiamola pure così, anche se mi dispiace ammetterlo come operatore del settore. In realtà, però, c’è modo di riparare a questa mancata proattività di Stato e operatori. Per primo si è svegliato lo Stato, che ha destinato al contrasto del rischio idrogeologico nuove risorse finanziarie, ancorché in modo frammentario e incoerente. Dopo una lunga ricerca abbiamo potuto comporre una scheda, che allego, che evidenzia un investimento totale di 22 miliardi di euro fra emergenze, prevenzione e manutenzione del territorio. Di tale consistente somma, larga parte è destinata a indennizzare i danni provocati dalle alluvioni, mentre le restanti risorse trovano una grande difficoltà di impiego per leggi mal fatte, scoordinate, procedure inesistenti, mancanza di progetti, difficoltà di dialogo fra Stato centrale ed enti locali. Insomma, i soldi ci sono, ma non si
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riesce a spenderli. D. Per il governo delle acque meteoriche, le più copiose, non c’è una rete di collegamento per una gestione così come per le acque tranquille (acquedotti, acque canalizzate, dighe, eccetera)? R. È proprio così: gli interventi sono sporadici, non fra di loro connessi, se non nell’ambito del singolo progetto. Tale difetto di progettazione, come detto, riguarda sia gli industriali che lo Stato: riteniamo che sia giunto il momento che entrambi si incontrino per concertare una prima rete di interventi, progettandone i contenuti e le connessioni in ambiti di territorio adeguati. D. In tale quadro assai sconfortante, come vede la costituzione, nel febbraio di quest’anno, di una Cabina di Regia presso la presidenza del Consiglio per coordinare e rendere operativi gli interventi? R. Plaudiamo a questa nuova iniziativa, che finalmente si pone l’obiettivo di farne sintesi e di coorS e t t e m b r e
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dinare fra loro leggi, procedure, progetti, volti a far fluire grandi investimenti dallo stato centrale agli enti locali. D. Questa Cabina di Regia, come si connette con le azioni passate, quelle presenti e quelle future (vedi ddl varato dal Consiglio dei ministri del 19 giugno scorso)? R. La Cabina di Regia la dovremo vedere all’opera per giudicare: quel che è certo che le associazioni di riferimento (Aises e Finco) non staranno a guardare, ma apriranno un dialogo proattivo, efficace e volto a spianare la strada all’operatività. Per ora la Cabina di Regia ha tenuto una sola riunione, che noi sappiamo, ma faremo pressione perché divenga operativa al più presto. D. Quali sono le vostre forze in campo? R. Oltre all’Aises, di cui sono vicepresidente, possiamo contare sulla filiera delle categorie del manifatturiero specializzato associate a Finco, interessata al settore idrogeologico in materia di ripulitura del sottobosco per la produzione di biomasse, in materia di verde, di assestamento geologico, eccetera. Insomma, si tratta di un raggruppamento di imprese specialistiche fortemente interessate al contrasto, in varie forme, del rischio idrogeologico. D. Quali sono gli scopi di questo raggruppamento di imprese? R. In estrema sintesi, ci riproponiamo tre scopi principali: tutelare questo settore con un marchio di qualità che riunifichi tutte le categorie interessate al contrasto del rischio idrogeologico, elaborare un primo piano industrie del settore, munito di vari modelli di utilizzo, fra loro interconnessi di modo da andare a delineare una prima ipotesi di rete coordinata per il governo delle acque meteoriche e per la bonifica del suolo e del sottosuolo interessato e costituire una lobby trasparente con le istituzioni, volta a condividere e realizzare un piano industriale, modelli attuativi e la fruizione in tempi congrui dei finanziamenti disponibili. D. Tutto ciò in difesa attiva. In difesa passiva (assicurazione), che cosa proponete? R. Sarebbe necessaria una assicurazione obbligatoria per tutti i fabbricati e i terreni contro il rischio idrogeologico e sismico, così come è stato fatto per la responsabilità civile da circolazione stradale. Se ciò fosse possibile, noi ne saremmo ben contenti, perché il settore si gioverebbe di uno strumento sistemico e annualmente ricorrerebbe a forme di finanziamenti contrattuali e non di aiuti di Stato. D. Che cosa si può fare? R. Lancio un appello a tutti gli industriali del settore per costruire insieme un’associazione di categoria per il raggiungimento degli obiettivi appena elencati. S e t t e m b r e
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Murature interne dalle elevate prestazioni di resistenza al fuoco In caso di incendio la protezione passiva al fuoco è fondamentale. I blocchi per muratura Ytong sono in Euroclasse A1 di reazione al fuoco, sono quindi incombustibili e soddisfano tutti i requisiti standard di resistenza al fuoco. Anche in presenza di temperature elevate, negli elementi di calcestruzzo cellulare le deformazioni sono minime e, in ogni caso, non si formano crepe o aperture; di conseguenza le pareti e i tetti restano ermetici contro fumo e gas. Le murature in calcestruzzo cellulare garantiscono quindi una reale sicurezza agli occupanti degli edifici e ai beni in essi contenuti. I blocchi Ytong sono ideali per la realizzazione di pareti di compartimentazione interna e pareti resistenti al fuoco, con prestazioni garantite fino a EI240.
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E D I L I Z I A & P R O G E T TA Z I O N E
QUAL È IL BIM PER DOMANI
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rmai lo sanno tutti: il Bim è la modellazione elettronica delle informazioni edili. Ovvero, un metodo di progettazione integrata che consente di unire in un unico modello i dati utili ad ogni fase della progettazione: da quella architettonica a quella strutturale, da quella impiantistica a quella energetica e gestionale. Di Bim ormai si parla da anni: era ancora il 2014 quando, attraverso la direttiva 2014/24/Eu (European Union Pubblic Procurement Directive, Euppd), l’Unione Europea incoraggiava tutti gli stati membri a richiederne l’utilizzo negli appalti pubblici a partire dal 2016. E da allora qualcosa si è mosso. Anche in Italia.
e Conservatori e dal Cresme, nel 2018 l’ammontare delle gare di progettazione in Bim è salito a 246 milioni di euro, contro i 36 milioni del 2017. Una crescita pari a otto volte, dove spicca come dato più rilevante il valore delle gare di progettazione nel quarto trimestre del 2018, che dal 3% del 2007 sale al 30%. Si parla di 80 bandi, pari a 163 milioni di euro. Ma la vera sorpresa riguarda la distribuzione territoriale per macro area, in cui il ruolo più importante su tutto il territorio nazionale lo ricopre il Sud, con 94 bandi e 87,2 milioni di euro messi in gara, rispetto ai 16 bandi del 2017. Il trend di crescita dei bandi Bim è evidente e sembra destinato a consolidarsi nei prossimi anni sia per la crescita culturale che sta avvenendo sia per effetto del decreto Bim (Dm 560/2017), che ha reso obbligatorio l’uso del Bim dal 1° gennaio 2019 per i bandi con importo a base di gara pari o superiore a 100 milioni
IL SUD TRAINA Secondo i dati diffusi dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti
VOLETE CAPIRE IL FUTURO? ECCO IL SEMINARIO TECNICO OpenBim: trasferire informazioni attraverso Ifc - Teoria e pratica sugli standard buildingSmart per l’interoperabilità è l’appuntamento del 4 ottobre, a Milano, pensato per i Bim User cioè tutti i professionisti (architetti, ingegneri, geometri, periti, per citarne alcuni) che nel loro quotidiano interagiscono direttamente o indirettamente con modelli informativi edilizi. Il termine Bim è ormai stato definitivamente esteso a tutto ciò che attiene alla nuova metodologia di approccio al manufatto edilizio, fondata sull’utilizzo di tecnologie digitali e flussi di informazioni (workflow) improntati alla collaborazione fra i diversi attori coinvolti. L’iniziativa aderisce a Forward, il nuovo think tank di Gruppo Contec ideato per la divulgazione e la creazione di cultura sull’innovazione e le nuove prassi operative relative alle diverse discipline e professionalità
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nel comparto delle costruzioni: progettazione, direzione lavori, gestione e sicurezza del cantiere, document & information management, facility management. «In un contesto come quello attuale, contraddistinto da competenze sempre più specialistiche e da un numero sempre maggiore di professionisti chiamati a collaborare insieme in team liquidi, il tema della comunicazione efficace dell’informazione tecnica diventa dirimente», argomenta Michele Carradori, curatore scientifico dell’evento e Direttore di Bis-lab. «Per loro stessa natura, il Bim e in particolare l’utilizzo di modelli informativi, offrono una risposta alla questione, mettendo a disposizione degli utenti strumenti che amplificano le possibilità di condivisione ed uso delle informazioni prodotte. Tuttavia, per una trasmissione efficace delle informazioni si rende
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Uno studio rivela che tra il 2017 e il 2018 c’è stato un grande aumento del 30% della richiesta di uso delle metodologie digitali nelle gare di progettazione. È un risultato che offre nuove opportunità per tutti di Giacomo Casarin di euro. A cui seguirà un’introduzione progressiva per tutti gli appalti pubblici: dal 2020 per i lavori complessi oltre i 50 milioni di euro, dal 2021 per i lavori complessi oltre i 15 milioni di euro, dal 2022 per le opere oltre i 5,2 milioni di euro, dal 2023 per le opere oltre 1 milione di euro e dal 2025 per tutte le nuove opere pubbliche. Una direzione, questa, che le stazioni appaltanti stanno anticipando, perché l’importo medio delle gare in Bim nel 2018 è inferiore a 1 milione di euro. NUOVE PROFESSIONI Nell’ottica della valorizzazione delle professionalità in ambito Bim, a fine dicembre 2018 è stata pubblicata la norma Uni 11337-7 relativa alla qualifica delle competenze dei progettisti che operano con questo metodo integrato. Merito anche di Asso-
necessario affiancare all’aspetto prettamente strumentale, un altro di matrice quasi umanistica, che riguarda la standardizzazione del linguaggio attraverso cui parliamo di costruzioni. Ci si riferisce ad una denominazione univoca degli elementi, delle proprietà che li qualificano, delle relazioni che stabiliscono fra di essi. È facile rivedere delle analogie con quanto i sistemi di classificazione hanno già cercato di portare avanti, ma ciò di cui ci occuperemo nell’appuntamento del prossimo 4 ottobre, standard Ifc e Iso 16739, aggiunge all’obiettivo di definire un framework condiviso di termini e relazioni valido per le persone: quello di utilizzare lo stesso framework per permettere l’interoperabilità fra gli strumenti software che quotidianamente utilizziamo. Citando Carlo Zanchetta, uno dei nostri relatori, Ifc è, oltre che un formato di dati aperto, un patrimonio culturale collettivo ed è proprio perché siamo persuasi di questo che crediamo sia utile trovare un momento per confrontarsi su questo tema in maniera approfondita e dedicata. È fondamentale
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Bim, la prima associazione italiana del Building Information Modeling. La Uni 11337-7 si pone così come riferimento fondamentale per la certificazione delle competenze e apre nuove prospettive: viene introdotta la possibilità di avere una certificazione rilasciata in conformità a una norma nazionale e insieme all’accreditamento di Accredia, che consente a tale certificazione di essere riconosciuta come titolo professionale ai sensi della legge 4/2013 sulle professioni non organizzate. L’importanza di questa legge, introdotta al fine di riconoscere formalmente le professioni che non sono regolamentate da albi, ordini o collegi, consiste proprio nel fatto che la certificazione viene riconosciuta come vero e proprio titolo professionale e consente di porsi sul mercato con competenze verificate da un ente terzo indipendente, a garanzia anche delle società che ne richiederanno le prestazioni.
che si diffonda fra i professionisti delle costruzioni una maggiore cultura e consapevolezza di queste tematiche, per poterne comprendere le opportunità, per capire dove risiedono le eventuali carenze e per spingere verso la loro risoluzione». L’evento si terrà il 4 ottobre 2019 all’Hilton Garden Inn Milan North in via Lucio Giunio Columella 36. La partecipazione è libera con iscrizione obbligatoria.
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P L AT E F O R M E D U B ÂT I M E N T
VADE RETRO SIGNORA MARIA In Francia c’è una piattaforma che riunisce 66 rivenditori e che è indirizzata esclusivamente agli utenti professionali. Punta su servizi impeccabili, ma anche su un prezzo imbattibile. Il suo segreto? Sta anche nella capacità di sinergie con grandi gruppi come Saint-Gobain di Federico Della Puppa
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vegliarsi al mattino molto presto, prepararsi per una giornata di cantiere, entrare nella rivendita edile alle 6,30 per caricare i materiali e poi avviarsi alla giornata di lavoro. Tutto molto semplice, cose che spesso rappresentano anche da noi, in Italia, la quasi
normalità. Ma in Francia c’è chi fa di più. C’è chi dedica al cliente professionale ulteriori servizi, il primo dei quali è una rete di 66 rivenditori esclusivamente pensata e strutturata per il mondo professionale e dove la «signora Maria» non può entrare. È la rete francese la Plateforme du Bâtiment, che ha strategicamente concentrato la propria proposta S e t t e m b r e
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commerciale esclusivamente al settore professionale, utilizzando il triplo slogan «100% pro, 100% prezzo, 100% servizio». La rete si compone di diverse strutture di vendita, posizionate su tutto il territorio francese, con una particolare attenzione alle aree più densamente abitate e dove, ovviamente, il mercato è quantitativamente più rilevante. LIBERO SERVIZIO Il sistema principale è composto dalle Plateforme, strutture di vendita organizzate su spazi a libero servizio di 3 mila metri quadri con un catalogo di 20 mila prodotti. Vi sono poi le Plateforme Compact: strutture più agili, con 1.500 metri quadri di spazio di vendita a libero servizio e un assortimento di 12 mila prodotti adatto a servire i cantieri a livello locale. Inoltre, c’è il sistema delle Plateforme City, dove su 800 metri quadri di strutture di vendita a libero servizio il catalogo associato è di 3.500 prodotti e rappresenta la risposta più vicina alle esigenze dei cantieri dei centri urbani. Il sistema logistico della rete di vendita propone anche la Plateforme Comptoir, un sistema di servizio per i cantieri nelle città, con ritiro diretto di 5 mila articoli in magazzino, altri 10 mila disponibili in 24 ore per ritiro al banco oppure l’intero catalogo di 20 mila articoli in consegna entro 24 ore direttamente in cantiere. Infine, le piattaforme specializzate dedicate a idraulici ed elettricisti, Plateforme Plombier e Plateforme Électricien, che contano 2 mila articoli su 300 metri quadri di self service. Tutta la rete di vendita osserva un orario continuato lunedì-venerdì a partire dalle 6.30 fino alle 20 e il sabato dalle 6.30 alle 18. INTEGRAZIONE Il sistema associa ai magazzini ampi spazi esterni nei quali sono collocati i materiali da piazzale. La forza dei punti vendita è l’integrazione di servizi pre e post vendita, in particolare quelli legati al sistema delle consegne con corriere espresso, ai quali di recente sono stati affiancati i pagamenti a distanza, contatti via Sms e ritiro espresso direttamente sul punto vendita. L’obiettivo è ottimizzare i tempi di approvvigionamento dei materiali da parte delle imprese e dei professionisti e garantire dunque tempi celeri nelle consegne. La focalizzazione sulla velocità di consegna e l’assortimento sempre disponibile a magazzino è una delle chiavi strategiche del sistema di offerta, alle quali è associata la presenza di consulenti esperti e di un catalogo annuale sul quale Plateforme du Bâtiment punta la sua attenzione con particolare riferimento al prezzo. Infatti, la seconda parte dello slogan (100% prezzo) si basa sul fatto che i costi netti sono trasparenti e stabiliti fissi e garantiti per un anno. S e t t e m b r e
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SISTEMA DI SCONTI Ma non solo, dal lato prezzo l’impegno della Plateforme du Bâtiment prevede comunque un sistema di scontistica in base alle quantità anche per ordini in lotti misti. Ovvero, per alcune gamme vi è la possibilità di mescolare prodotti, con un sistema che mediamente prevede 50 euro di sconto per ogni 1.500 euro di acquisto. Vi sono, inoltre, scontistiche per
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orari e giorni particolari. Per esempio, offerte serali e nei fine settimana, con 10 euro di sconto offerto ogni 100 euro di acquisto, attraverso la prenotazione sul sito web laplateforme.com. Altra garanzia per l’acquirente è che vi è una clausola chiamata Patto Pro Prezzo, che prevede che se il prodotto acquistato ha un costo minore altrove, la Plateforme du Bâtiment rimborsa la differenza. E, ancora di più, l’efficienza della macchina organizzativa e della logistica della rete di vendita è esemplificata dal Patto Pro Stock: se ciò che è chiamato impegno di magazzino, ovvero se la presenza della merce in assortimento e dunque ordinabile non è presente, e dunque se non è rispettato il patto dello stock a magazzino, la Plateforme du Bâtiment rimborsa il 10% del prezzo del prodotto. CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA Queste clausole di salvaguardia per il cliente rappresentano la filosofia di vendita della rete francese, che punta tutto su una relazione forte con il cliente professionale, offrendo inoltre una serie di servizi integrati a supporto dell’operatività delle imprese e degli artigiani con alcuni partner esclusivi. In ogni deposito
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è presente un esperto della Hilti, che accompagna la clientela professionale nella scelta, riparazione e sostituzione delle attrezzature. E in particolare per le batterie offre un servizio di riparazione che riconsegna gli attrezzi riparati in 72 ore, con ritiro e consegna direttamente in deposito. Altro elemento strategico è il servizio di noleggio di mezzi e attrezzature in partnership con Kiloutou, dai veicoli commerciali alle attrezzature da costruzione (attrezzature per la movimentazione e pesanti, piattaforme di sollevamento, utensili di grandi dimensioni) con le garanzie previste dalla carta Pro di Kiloutou, che permette sconti esclusivi e promozioni speciali. FACILITARE LE IMPRESE La forte fidelizzazione del cliente professionale è perseguita con una serie di servizi che facilitano l’operatività delle imprese e degli artigiani, facendo risparmiare tempo e, dunque, aumentando la produttività delle imprese stesse, per esempio mediante il sistema di ordine online attivabile anche via app dedicata (disponibile sia per sistemi Apple che Android), con pagamenti diretti online e possibilità di S e t t e m b r e
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ricevere il materiale direttamente in cantiere oppure di ritirarlo entro un’ora in deposito. Vi è poi un sistema di consulenza non solo diretta ma anche via Sms, con risposta garantita entro tre minuti, e tutto un sistema di servizi legati alla pulizia del cantiere, con asporto rifiuti, che evidenzia l’estrema attenzione e cura della Plateforme du Bâtiment alle esigenze di qualità totale che il sistema rivenditore-impresa può garantire a valle delle forniture. Vi sono poi servizi di taglio pannelli, sia in legno che in vetro, direttamente in deposito, come anche servizi di taglio per fili e cavi in base alle misure. Ovviamente, sono presenti tutti i sistemi di produzione delle colorazioni per le pitture e showroom dove vengono presentate le soluzioni da proporre agli utenti finali, compreso un servizio di prova dei prodotti in cantiere prima dell’acquisto, pensato per agevolare la realizzazione dei progetti delle imprese verso i loro clienti. LE RELAZIONI La rete di relazioni della Plateforme du Bâtiment è molto ampia e include anche il portale Homly You, del quale abbiamo già trattato su queste pagine, di proprietà di Saint-Gobain, che permette di mettere in contatto l’utente finale con i professionisti della filiera, dai progettisti alle imprese e agli artigiani. Sono previsti anche servizi di supporto alla progettazione, con studio e valutazione di preventivi per i clienti, con team in grado di valutare il costo dei progetti e dunque accompagnare le imprese nelle proposte verso la clientela. Il forte orientamento verso il cliente professionale si evidenzia proprio in questi servizi accessori, con la formazione che è un fattore sul quale la Plateforme du Bâtiment punta molto, promuovendo corsi e giornate tecniche di aggiornamento. Un ulteriore servizio è quello legato al sistema di finanziamento, che propone, esattamente come per le carte di credito, di pagare gli acquisti il giorno 25 del mese successivo per cifre a partire da 1.500 euro. Tutto il sistema di pagamento e di fatturazione è elettronico e permette ai clienti di gestire direttamente online tutti i passaggi. La Plateforme du Bâtiment si presenta dunque non solo come un esempio interessante di grande rete di vendita che dalla Francia si sta espandendo anche verso altri Paesi, come la Germania, per esempio, con il marchio Plattform (www.plattform.eu), ma come una delle opportunità attraverso le quali un grande marchio leader mondiale, come Saint-Gobain, ha deciso di perseguire una politica di fidelizzazione del sistema imprenditoriale delle costruzioni, che in Francia ha dato e sta dando notevoli risultati dal punto di vista del posizionamento territoriale e soprattutto del posizionamento strategico dal punto di vista profesS e t t e m b r e
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sionale. Ciò che colpisce della rete della Plateforme du Bâtiment è soprattutto l’integrazione digitale e logistica dei servizi associati e garantita dai patti offerti ai propri clienti. Un elemento questo molto innovativo sul quale riflettere, in quanto costruisce una fidelizzazione molto solida tra distributore e impresa. Un fattore di qualità relazionale, prima ancora che commerciale.
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MARKETING
CLIENTI AI RAGGI X
CON IL DIGITAL SIGNAGE
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Dai semplici display che mostrano filmati o promozioni, ai sistemi che riconoscono e catalogano chi entra ed esce dal negozio, oppure si sofferma su particolari scaffali e prodotti. È la nuova frontiera dell’elettronica applicata al mondo della distribuzione. Anche quella edile
di Giuseppe Rossi
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erché non tramutare un costo in uno strumento per aumentare i ricavi? Detta così sembra impossibile. Eppure si può. Prendete, per esempio, la porta del negozio. Quale store può fare a meno di un infisso e di un’anta che si apre e si chiude? La porta è necessaria per limitare l’accesso quando il negozio non è in attività, per lasciare fuori il freddo d’inverno e il caldo d’estate, per evitare accessi improvvisi e non desiderati. Ma la porta può diventare anche uno strumento per vendere di più e meglio, grazie alla tecnologia come quella del digital signage. La definizione, che in italiano può essere tradotta semplicemente con segnaletica digitale, è un sottosegmento della comunicazione elettronica. I display digitali utilizzano tecnologie Lcd, Led, prossimamente anche Oled per visualizzare immagini digitali, video, pagine web, dati meteo, e naturalmente prodotti, offerte, promozioni. Tutti hanno avuto a che fare con il digital signage in aeroporti, musei, stadi, negozi al dettaglio, hotel, ristoranti e edifici aziendali, perfino autobus e treni. Ma quella è la base. In realtà la tecnologia può fare di più, come catalogare i clienti e le loro preferenze. ATTENTI AI RITARDI Anche la digital signage base, però, è uno strumento poco utilizzato dai rivenditori di materiali edili che, spesso, preferiscono personalizzare prezzi e offerte a voce, ad hoc per i propri clienti. Proprio come si usava una volta. Una volta, appunto. Perché il mondo va avanti veloce chi non si adegua rischia di perdere il treno. Secondo gli esperti, infatti, con la crescita dell’e-commerce lo store fisico diventa sempre più uno spazio in cui puntare al coinvolgimento del consumatore e all’ottimizzazione della customer experience. E con consumatori sempre più predisposti all’uso delle nuove tecnologie, il settore del retail si deve adeguare alle nuove esigenze e anche alle abitudini di consumo dell’informazione. In questo senso, i sistemi digital signage possono rivelarsi un mezzo ottimale per attirare l’attenzione del cliente, contribuendo al processo di digitalizzazione dello store. LA PORTA FAAC-SAMSUNG Un esempio è quello annunciato poche settimane fa da Faac, azienda veneta specializzata in porte e cancelli meccanizzati che, assieme a Samsung, ha presentato On Air, ingresso automatico multimediale dotato di un display integrato che interagisce con la potenziale clientela. Le telecamere presenti sulla porta identificano il sesso e l’età di chi entra nel negozio. Questa informazione è poi trasmessa al software, che sceglie i contenuti più adatti da proiettare sui monitor ad alta definizione incorporati nell’ingresso. In questo modo il sistema di digital signage permette di selezionare al meglio prodotti e promozioni da spingere. Ma, allo stesso tempo, arricchisce la banca dati dell’azienda: il software, infatti, tiene il conteggio numerico di chi entra, le statistiche di accesso e la tipologia di clienti. Tutti preziosi dati da analizzare e utilizzare per promozioni o campagne informative. A fare il lavoro, in questo caso, è la piattaforma MagicInfo6 di Samsung, software di gestione della pianificazione dei contenuti, che può essere controllato sia in locale sia da remoto. In sostanza, può funzionare anche quando il negozio è chiuso nel caso qualcuno si avvicini a dare un’occhiata alla vetrina o ai display. Ovviamente c’è una legge sulla privacy da
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A CHE COSA SERVE IL DIGITAL SIGNAGE I molti usi diversi del digital signage consentono a un’azienda di realizzare una varietà di obiettivi. Alcune delle applicazioni più comuni includono: • Informazioni pubbliche: notizie, meteo, traffico e informazioni locali (specifiche del luogo), come la costruzione di una directory con una mappa, uscite di sicurezza e informazioni sui viaggiatori. • Informazioni interne: messaggi aziendali, come articoli sulla salute e sicurezza, notizie e così via. • Informazioni sul prodotto come prezzi, foto, materie prime o ingredienti, applicazioni suggerite, particolarmente utili nella commercializzazione di alimenti dove il digital signage può includere fatti nutrizionali o usi o ricette suggeriti. • Informazioni per migliorare l’esperienza del servizio clienti: segnaletica interpretativa per le diverse aree commerciali. • Pubblicità e promozione di prodotti o servizi, che può essere correlata alla posizione del display o utilizzando la copertura del pubblico dello schermo per la pubblicità generale. • Brand building: insegna digitale nel negozio per promuovere il marchio e costruire un’identità di marca. • Influenza sul comportamento dei clienti: navigazione, indirizzando le
rispettare: il sistema, infatti, non memorizza le immagini delle telecamere e si limita ad attribuire genere ed età (ovviamente è una stima) senza che intervenga alcun riconoscimento dell’identità della clientela o dei passanti. In un certo senso, è in miniatura quello che Facebook fa con voi quando aprite le pagine del social network. Con la differenza che, in quel caso, alla privacy il cliente ha rinunciato in partenza. «La costante crescita della comunicazione digitale tramite display, sia in ambito pubblico sia privato, unita alla capacità di proporre soluzioni sempre più personalizzate, dotate di tutta l’innovazione tecnologica di
Frigoriferi smart utilizzati dalla catena americana Walgreens
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persone verso aree diverse, aumentando il tempo di sosta nei locali del negozio e una vasta gamma di altri usi al servizio di tale influenza. • Influenza sul processo decisionale del marchio o della marca, con digital signage sul punto vendita intesa a influenzare la scelta, per aiutare gli acquirenti a scegliere i prodotti all’interno di un negozio o dispositivi che su un carrello di shopping computerizzato aiutano il cliente a individuare i prodotti, controllare i prezzi, accedere alle informazioni sul prodotto e gestire le liste della spesa. • Miglioramento dell’esperienza del cliente: applicazioni che includono la riduzione del tempo di attesa percepito nelle aree di attesa dei ristoranti e altre operazioni di vendita al dettaglio, code bancarie e circostanze simili, oltre a dimostrazioni, come quelle delle ricette nei negozi di alimentari, tra gli altri esempi. • Navigazione con schermi interattivi (display nel pavimento, per esempio, che diventano con piste informative) o con altri mezzi di orientamento dinamico. • Prenotazioni: piccoli schermi interattivi su pareti o scrivanie che consentono ai dipendenti di riservare lo spazio per un periodo limitato e di integrarsi con una piattaforma di pianificazione delle risorse e delle sale.
Samsung, sono alla base della collaborazione con Faac per la realizzazione di On Air», spiega Stefano Biasi, B2B Business development manager del gruppo coreano. «Grazie all’integrazione di MagicInfo 6 le aziende di ogni settore possono creare, programmare e trasmettere contenuti su tutta la loro rete di digital signage. Una soluzione personalizzabile che offre alle aziende nuovi modi per creare contenuti che si adattano al loro marchio e alle loro esigenze operative. Una combinazione ideale di flessibilità, affidabilità e facilità d’uso in grado di offrire prestazioni ottimali, riducendo costi e oneri operativi». ESPANSIONE IRRESISTIBILE Quella di Faac e Samsung è solo l’ultima delle soluzioni nel campo del digital signage, che è in piena crescita. Gli analisti di Futuresource Consulting prevedono che il mercato dei display per questa attività nel mercato Ema (Europa più Nord Africa) varrà circa 2,82 miliardi entro il prossimo anno, con oltre la metà nel settore della vendita al dettaglio, perché i negozi si affrettano a sfruttare i vantaggi che vanno dalla pubblicità e intrattenimento alle informazioni sui prodotti, la fidelizzazione dei clienti e il supporto alle vendite. Per esempio, sempre in Italia e sempre con la tecnologia di Samsung (l’altro grande player del settore è Nec), e in collaborazione con Dominodisplay il marchio del fashion Borbonese ha deciso di puntare sulla tecnologia in-store per conquistare il mercato dei millenials. «Nella trasformazione digitale del retail oggi in atto, il concetto di omnicanalità è fondamentale per comprendere il cliente e per lo sviluppo di una strategia vincente. Il negozio fisico ha la possibilità di giocare un ruolo centrale nella customer journey», è il commento di Marcello Lamperti, S e t t e m b r e
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La porta di Faac con tecnologia Samsung
general manager di Dominodisplay, brand del Gruppo Masserdotti specializzato nello studio, progettazione e realizzazione di soluzioni multimediali customizzate. TOUCH SCREEN Digital signage significa tante cose. Per esempio, anche l’uso di monitor touch screen, funzionali a un gran numero di compiti o attività diverse. Nel settore dell’arredamento o della ferramenta, per esempio, schermi sensibili al tatto possono proporre ai clienti cataloghi digitali da sfogliare e con i quali interagire autonomamente per conoscere il dettaglio dei prodotti. Risparmiando così ore lavoro agli addetti del negozio, che possono evitare di rispondere a richieste semplici per dedicarsi a consulenze al cliente con maggiore valore aggiunto. Non pensate, però, che il digital signage unito alla raccolta dei dati sui clienti sia una prerogativa solo delle vetrine o delle porte d’ingresso. Negli Usa, per esempio, hanno iniziato a utilizzarlo all’interno di alcuni store a libero servizio. Come Walgreens, società americana che è la seconda catena di negozi di parafarmacia. In alcuni punti vendita di Walgreens si trovano schermi applicati su grandi frigoriferi per le bibite dotati di sensori e telecamere progettati per guardare e profilare l’aspetto e le azioni dei clienti, l’età approssimativa e il genere, per quanto tempo uno sguardo indugia sulle bottiglie che compaiono sul display. Le macchine ricevono anche dati esterni: informazioni come l’ora del giorno, le condizioni meteorologiche e gli eventi speciali, il tutto con l’idea di testare annunci personalizzati e aggiornare i prezzi al volo per rispondere alle tendenze del momento. LA NUOVA FRONTIERA Secondo il Ceo di Cooler Screens, azienda sostenuta da Microsoft che pilota questi frigoriferi del futuro, le macchine utilizzano queste informazioni senza infrangere l’anonimato dei clienti, ma servono per «migliorare l’esperienza complessiva di acquisto dei consumatori in tempo reale». Secondo l’azienda, gli schermi risparmiano energia, aiutano i negozi a monitorare l’inventario, aiutano i clienti con problemi di vista a vedere l’inventario più chiaramente, presentano i prodotti in modo visivamente accattivante. In effetti, un sondaggio di NeonPlus ha rilevato che il 64% dei clienti è più attratto dai negozi che hanno una segnaletica digitale illuminata e accattivante. Non vi resta che accendere i display. S e t t e m b r e
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I PRIMI 70 ANNI DI QUARTARELLA Evento per mille invitati nel grande showroom di Altamura per festeggiare il traguardo delle sette decadi della rivendita. Il segreto? La continuità valoriale, che prosegue con la terza generazione, mentre la quarta si prepara a scendere in campo
di Franco Saro
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on tutti possono mettersi in mostra a 70 anni. Ma c’è chi ci riesce e, anzi, ha un aspetto invidiabile. È il caso di BigMat Centro Edile Quartarella di Altamura (Bari), che ha deciso di festeggiare l’anniversario delle sette decadi dalla fondazione. Il moderno showroom dell’azienda di distribuzione ha ospitato, infatti, una serata tra ricordi e progetti per il futuro. Perché questi sono solo i primi 70 anni di vita. La continuità valoriale tramandata solidamente dal 1949, infatti, continua con l’attuale management, che è alla terza
Foto di gruppo dei soci BigMat Centro Edile Quartarella in occasione della festa per i 70 anni dell’azienda
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I festeggiamenti nel moderno showroom di Altamura (Bari). Sotto: il team di BigMat Centro Edile Quartarella. In basso, l'ingresso allo showroom
generazione. E sul palco si sono già intravisti i figli. «Vogliamo considerare questo anniversario solo una tappa del percorso che abbiamo intrapreso, convinti che ce ne siano molte altre da raggiungere, con rinnovato entusiasmo e la tenacia che da sempre ci contraddistingue», ha annunciato Nicola Quartarella, presidente dell’azienda di fronte alle oltre mille persone presenti, accolte da un sorprendente arcobaleno, proprio al via dell’evento. Dipendenti, consulenti, clienti, fornitori, agenti, associazioni di categoria, autorità: tutti protagonisti, ognuno con la propria peculiarità, di questa realtà imprenditoriale tra le più longeve non solo del territorio altamurano, ma di tutto il Mezzogiorno. Una menzione speciale, ha sottolineato Quartarella, per i dipendenti, attuali e passati, che nel loro intervento hanno tratteggiato il loro orgoglio nell’impegnarsi mettendo le proprie potenzialità al servizio della vision e della mission di BigMat Centro Edile Quartarella, così da fissarla costantemente come un punto di riferimento professionale nel settore delle costruzioni e delle ristrutturazioni. Tra gli interventi, da segnalare quelli di Giuseppe Freri (presidente Federcomated), Oscar Colli (editorialista e fondatore della rivista Il Bagno), Achille Carcagnì (dirigente area manager e direttore di filiale Sud Italia Mapei) e Matteo Camillini (direttore BigMat Italia e BigMat International). E, come partnership, quelle di Mapei, Fantini, Disenia, Ceramica Cielo, Fila, Mutina, Ceramica Imola, Grohe, Schluter System, Catalano, Woodco, Mirage, Mobilcrab, Teorema, Ib Rubinetterie, Appiani, Marazzi, Ceramica Bardelli, Idea Group, Ceramica Vogue, Cedit, Floor Gres, Rex Ceramiche e Novellini. Serata allietata sia dalla performance luminosa del trio Lumen Invoco, dal grande impatto visivo ed emotivo, sia dalla coinvolgente esibizione electro-swing di Anèt. S e t t e m b r e
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COME SI FA
di Roberto Bolici*
La strategia del noleggio La share economy ha modificato le scelte di molte imprese. E per la distribuzione edile si aprono nuove possibilità
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ino a qualche tempo fa, controllare e organizzare erano le due attività principali di chi dirigeva un’impresa della distribuzione edile. Oggi il mercato richiede tutt’altro. Abbandonare la logica strettamente commerciale e sviluppare l’aspetto puramente imprenditoriale, ovvero generare una visione al passo con i tempi e che tenga conto della velocità del cambiamento. Un processo di trasformazione talmente veloce che molto spesso non dà nep-
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pure il tempo di consolidare quanto appreso. In tutto questo il canale della distribuzione deve fare i conti con il fatturato, rappresentato molto spesso da numeri non sempre incoraggianti, e con una marginalità che supera di poco la stretta misura necessaria. Quest’ultima, la marginalità, è l’obiettivo principale di ogni società, che viene perseguito, secondo teorie consolidate, in diversi modi: incremento dei volumi di produzione per ridurre il costo della singola unità, ri-
duzione dell’incidenza dei costi di gestione interni con ottimizzazione dei ruoli o delle linee produttive/gestionali, attuazione di strategie basate sull’aumento dei prezzi e un riposizionamento nel mercato. Tuttavia, questi modi appaiono, oggi, non più sufficienti. Dunque che fare? Come intervenire? Quali scelte prendere? Che strategie adottare? Queste sono le domande a cui vorremmo dare risposta attraverso la nuova rubrica
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«Come si fa». Uno spazio dedicato all’individuazione dei fattori di successo su cui il management può agire con le sue decisioni e che possono incidere sulla posizione competitiva dell’impresa all’interno del settore della distribuzione di materiali per l’edilizia. A rafforzare questi fattori vi saranno le testimonianze di imprenditori che hanno saputo affrontare un processo di cambiamento profondo e radicale con grande attenzione, rinnovandosi e restando al passo con il mercato. Esigenze del cliente Un mercato caratterizzato dalla continua crescita di complessità (varietà, variabilità e indeterminazione) e che necessita, per essere affrontato, di un’innovazione capace di adattarsi alle esigenze del cliente, modulando la sua azione in rapporto alla situazione. Non si tratta di fornire all’acquirente un prodotto standard al minore costo possibile, ma di interpretare un problema calandosi nei panni altrui, e adottando il modo di pensare e di vedere le cose dei possibili clienti. Stiamo parlando della fornitura di un «servizio» come azione, come atteggiamento di
responsabilità verso le controparti contrattuali tipiche della filiera, clienti e fornitori. In questa prima uscita vorrei proprio parlarvi di un servizio offerto dai «distributori più attenti»: il «noleggio». Un servizio orientabile a due categorie di clienti, quelli professionali (l’impresa di costruzione e l’artigiano) e quelli al dettaglio (il privato non in possesso dell’esperienza, delle conoscenze e delle competenze proprie dei clienti professionali). I vantaggi Per la prima categoria, il tutto ha inizio quando le «imprese di costruzioni più attente» hanno compreso i vantaggi che il noleggio poteva procurare, divenendo esso stesso uno degli strumenti principali per adattarsi alle oscillazioni della domanda, senza rinunciare, in prospettiva, all’investimento tecnologico a cui viene riconosciuto una certa rilevanza. Banalmente, il noleggio, se gestito in modo professionale ed esteso alla maggior parte delle imprese di costruzioni, potrebbe consentire a queste ultime di disporre di macchine e attrezzature sempre nuove ed efficienti, mantenendo la struttura dei costi
focalizzata su quelli variabili. In particolare, la produzione edilizia in Italia è caratterizzata da un alto numero di imprese dalle dimensioni small che si contrappongono a un numero ristretto di imprese medio-grandi, quale modello allineato al mercato edilizio corrente in ambito urbano (crescita espansiva di ieri, contro la ricostruzione dentro le città di oggi). L’impresa in tutto questo si è saputa adattare, alleggerendosi di quanto non produce utile economico, come strutture, attrezzature e macchinari che all’occorrenza conviene reperire sul mercato del noleggio (attrezzature da cantiere, ponteggi, parapetti, mezzi per il sollevamento, veicoli per il trasporto e mezzi per movimento terra). Per la seconda categoria l’avvio è riconducibile a circa dieci anni fa con l’esplosione della «sharing economy». Consumatori che mettevano a disposizione di altri beni e servizi, a fronte di somme di denaro. Un fenomeno cresciuto a tal punto da richiamare l’attenzione delle grandi aziende che hanno cominciato a guardarlo con interesse, trasformandolo in breve tempo nel loro nuovo business. Le imprese più accorte hanno compreso il nuovo interesse del pubblico, non più il possesso di un bene, quanto il suo utilizzo. E così oggi spingono verso il noleggio, con una serie di servizi pensati proprio nell'ottica della condivisione, trasformandolo in un nuovo affare. Un noleggio che interessa tutti, in particolare quelli che posseggono delle capacità («fai da te») ma che non godono delle giuste attrezzature: dal trapano al rullo, dalla saldatrice alla macchina utensile, dall’escavatore al tosaerba, dal ponteggio alla piattaforma aerea e dal compressore al gruppo elettrogeno. Il parco macchine Insomma, il noleggio è un’opportunità che l’impresa della distribuzione di materiali edili può cogliere e sviluppare attraverso l’ampliamento del parco macchine, la scelta attenta delle tipologie di attrezzi-prodotti e l’individuazione di formule del servizio adeguate a una clientela sempre più esigente e matura. Un servizio che può completare la gamma dell’offerta, che può generare un aumento del fatturato e che può proiettare l’impresa verso una marginalità maggiore.
*Professore associato in Tecnologia dell'Architettura, Politecnico di Milano
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LA RIVENDITA? VIVE SE CAMBIA PELLE Fine della distribuzione tradizionale. Spazio alla consulenza e a tanto noleggio. Marco Cossa, titolare dell’azienda piemontese, avverte i colleghi: è ora di cambiare se non volete scomparire dalla scena. Perché tra dieci anni sarà tutto diverso. Ecco come di Giacomo Casarin
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a rivendita edile non è più quella di una volta, ma rimane la piazza delle opportunità. Parola di Marco Cossa, titolare della BigMat Cossa e presidente di Ascomed, che sul futuro delle aziende del settore ha le idee chiare: «Il segreto è investire su personale competente. Per contrastare la concorrenza della Grande distribuzione organizzata bisogna infatti puntare sui servizi e valore aggiunto. E non sui materiali e sui prezzi, che sono sostanzialmente gli stessi della Gdo». Domanda. Da dove si trae la linfa vitale per andare avanti con la propria attività? Risposta. Innanzitutto, è necessario muoversi su più filoni: non si può lasciare il b2b e la vendita all’ingrosso della classica distribuzione edile, ma allo stesso tempo si deve incominciare a pensare a più servizi possibili. Bisogna sicuramente rivolgersi anche ai consumatori diretti, che possono essere influencer migliori persino del mondo della progettazione. Se guardo al mio fatturato, il 30-35% del flusso di cassa deriva dalle finiture, come il colore, gli accessori e i componenti per arredare casa, garage e giardino: si tratta della tipica vendita al dettaglio. Ma gli spazi sono vincolanti, perché per il b2b non puoi avere 200 metri quadri. Per esempio, noi abbiamo due magazzini da 8 mila e mille metri quadri. Siamo anche strutturati con il noleggio per l’edilizia professionale e non solo: furgoni, macchine da giardino o strumenti utilizzati una tantum, per interventi straordinari. Il nostro progetto di noleggio oggi fattura il 25-30% del totale, con una marginalità molto significativa. Dopodiché esiste tutto il tema di chi fa le ristrutturazioni, e su questo punto la cassa del magazzino edile può essere molto incisiva. I nostri operatori alla cassa sono sempre pronti a ogni richiesta del cliente: dal piccolo lavoro alla ristrutturazione di tutta la casa, sono in grado di suggerire a quali professionisti del territorio rivolgersi. Quando, invece, si parla di cantieri più importanti, come la ristrutturazione di un condominio o del tetto di un albergo, ci siamo organizzati per diventare general contractor, diS e t t e m b r e
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ventando gestori del cantiere e organizzando i nostri clienti artigiani in associazione temporanea d’impresa. In questo progetto abbiamo inserito facilitatori in grado di risolvere problemi tecnici-burocratici per garantire la continuità nella fase lavorativa e quindi di massimizzare la marginalità. D. Da general contractor, la progettazione vi viene affidata o rimane esterna? R. Per quel che riguarda le opere pubbliche non sarebbe possibile fare da general contractor senza la progettazione interna, ma negli interventi di edilizia privata la progettazione deve essere mantenuta all’esterno per legge, perché si tratta del progettista del cliente e non può essere quello dell’impresa di costruzione. Per esempio, nel caso di una ristrutturazione di un hotel intorno al milione di euro, c’è stata una collaborazione strettissima tra tutti gli attori importanti del progetto ed è stata fatta un’analisi di cantiere che è durata una settimana per dieci ore al giorno. Quando il professionista che avevo scelto ha disegnato il progetto, era già un esecutivo: tutti lo conoscevamo perché tutto era già stato coordinato in precedenza. Nel giro di quattro mesi abbiamo affrontato la burocrazia e dopo otto mesi abbiamo consegnato il lavoro. D. E così non vi siete complicati la vita? R. Molto, perché ci vuole una preparazione tecnica maggiore. D’altro canto andiamo verso un mercato maturo che si fa sempre più difficile. Nel nostro staff è presente un architetto e uno studio legale ci dà una mano con le contrattualizzazioni. Infine, gestiamo una serie di corsi di formazione per essere pronti a qualsiasi richiesta del cliente. D. Un tempo era l’architetto il regista dell’opera: ora, invece, avete assunto voi questo ruolo? R. Quando l’architetto è bravo, sa fare il regista dell’opera. Nelle realtà come la mia, una vallata (la Val Susa, ndr), i progettisti fanno tutto, ma fanno poco e hanno una marginalità bassa, ovvero si sono ormai abituati all’idea che devono guadagnare poco perché il cliente vuole spendere poco. Ma non riescono a capire che coordinando bene l’operazione e risparmiando mesi sul cantiere, il tempo che avanza rappresenta soldi in più. D. Quindi per avere successo, oltre ad avere le idee giuste bisogna possedere le conoscenze giuste e i consulenti giusti…
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Lo stand BigMat Cossa alla fiera Restructura di Torino
R. Io credo che la vecchia rivendita edile fosse la piazza delle opportunità, dove il cliente arrivava con tanti problemi e ne usciva con ancora più soluzioni. Questo modello, però, non è mai stato reso sistematico. L’obiettivo è quindi creare una piattaforma dove tutti sono orientati a condividere le conoscenze all’interno dell’azienda, perché la comunicazione a 360 gradi consente di poter cogliere le opportunità. D. Che ruolo avrà, quindi, il rivenditore edile del futuro? R. Ci sarà un b2b molto definito tra chi produce e chi mette in opera. Ci sarà, poi, il b2c, ovvero la vendita diretta della grande distribuzione. Lo spazio per le rivendite sarà quindi sempre più ridotto: queste realtà devono essere intelligenti e organizzarsi nella logistica per servire al meglio i clienti della loro zona. Il lavoro è più complicato e bisogna trasformare la burocrazia in un’opportunità: per esempio, le rivendite in città dovrebbero organizzarsi con permessi per poter entrare nelle Ztl dei centri storici. Il segreto è investire in personale competente e specializzato in differenti aree, dall'avvocato all'architetto appunto. Per contrastare la concorrenza della Grande distribuzione organizzata bisogna puntare sui servizi e valore aggiunto e non sui materiali e sui prezzi, che sono sostanzialmente gli stessi della Gdo. D. La vendita del prodotto vale quindi meno del valore aggiunto sul fatturato totale? R. Sì, se non ci fosse stato il mercato del general contractor di cui parlavamo saremmo già falliti insieme a tutti gli altri. Ci ha dato l’ossigeno per sopravvivere nella crisi e il merito va alle risorse umane, ovvero persone che sono state formate e hanno vissuto l’autoformazione, importantissima, perché è vero che sbagliando si impara. D. Infine, come immagina la sua azienda tra dieci anni? R. L’azienda sarà mutata completamente, perché l’edilizia sarà diversa. L’attività si posizionerà sul noleggio, legato alla manutenzione e al turismo, il settore più strategico qui in Italia. Il noleggio è infatti un mercato che, guardando all’Inghilterra, vale il 98% e in Italia, dove si attesta al 7-8%, sta continuando a crescere.
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I FERRI DEL MESTIERE
Edilizia ed e-commerce? Giocate a Obbligo o Verità
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a vita è un gioco. Giocalo». Diceva Madre Teresa di Calcutta e, prima di lei, innumerevoli schiere di poeti, cantanti, filosofi e scrittori. Allora giochiamo! Per l’occasione ho scelto un gioco di società: Obbligo o Verità. Le regole sono semplici: scegli Obbligo se intendi svolgere un compito. Oppure Verità se preferisci rispondere con la nuda e cruda verità, a qualsiasi domanda di chi conduce il gioco. I giocatori sono un rivenditore, un produttore e un fornitore di una piattaforma di e-commerce. Giuro, non è una barzelletta. Per la nostra simulazione il giocatore di turno è l’e-commerce, che dovrà fare o dire, quello che un rivenditore dovrebbe chiedere a questo speciale compagno di gioco, ma che non ha mai osato chiedere. Iniziamo a giocare con Obbligo. Il compito per l’amico e-commerce è il seguente: avere gli stessi prezzi del negozio fisico. So che viviamo in un mondo globalizzato e che tutto, o quasi, è destinato a essere intermediato e a cambiare le regole del gioco,
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in ogni settore. Per cui, se un prodotto è su Amazon o su eBay deve costare meno per definizione. Attenti al marchio In ogni caso, siamo sicuri che un e-commerce che si immola sull’altare della multicanalità è
Siamo sicuri che la vendita online, che si immola sull’altare della multicanalità, sia quello che serve al mercato? quello che serve al mercato? Mi riferisco in particolare ai prodotti che rappresentano un brand e alle aziende che li producono. Sembrano sempre più combattute tra la scelta di cogliere delle opportunità di vendita e quella
di costruire un mercato, per il quale il loro brand abbia un significato, qualcosa in cui riconoscersi e di cui sentirsi parte. A parole dicono di voler imboccare la strada della fidelizzazione e del network, a cui io credo ciecamente, anche se gli shop online che loro stessi forniscono, raccontano un’altra storia. Ma allora, se l’e-commerce accontenta solo chi è in cerca di un prezzo più basso e i rivenditori poco scrupolosi, che sfruttano questa tendenza, perché produttori e rivenditori non si alleano per far crescere l’e-commerce, senza affossare il negozio fisico? Sarebbe un beneficio anche per il consumatore, sempre più omnicanale, nel senso che usa contemporaneamente tutti i canali a disposizione, sia online che offline. Ha solo bisogno che siano integrati tra loro, affinché possa costruire liberamente la propria esperienza di acquisto, decidendo dove iniziare e concludere il suo percorso. Potrebbe ricercare un prodotto sul web, andare a vederlo in negozio, da dove scaricare ulteriori contenuti web, ordinarlo online all’interno del negozio stesso e decidere se ritirarlo o farselo recapitare. Senza
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Porte da garage e motorizzazioni
differenza di prezzo. Altrimenti gli rimarrebbe addosso la sensazione che qualcuno voglia fregarlo. Per questo è sempre alla ricerca di una scappatoia più a buon mercato. Produttori e rivenditori dovrebbero pensare all’e-commerce come a uno strumento per portare in rivendita i consumatori. Sarebbe un vantaggio per entrambi. Ma adesso giochiamo con Verità. La domanda è: «Caro e-commerce, quale padrone servi?». Una situazione ben rappresentata in una famosa commedia di Goldoni. Servo di due padroni, dove Truffaldino (alias Arlecchino, nella famosa versione di Giorgio Strehler), nel tentativo di servire due padroni combina solo disastri, anche se a fin di bene. L’e-commerce a volte si comporta come Truffaldino, vuole farci credere che i suoi servigi sono utili sia ai produttori che ai rivenditori, anche se è sotto gli occhi di tutti che serve se stesso e il consumatore, abile nel praticare uno sport molto in voga: lo showrooming, cioè osservare i prodotti in negozio e acquistare online a minor prezzo. Debolezze e interessi Ma la verità è che l’e-commerce sfrutta le debolezze di produttori, rivenditori e consumatori per fare solo i propri interessi, perché si sente padrone del mondo e di se stesso. Per concludere, l’e-commerce non deve essere visto come un obbligo e l’unica verità è che produttori e rivenditori possono lavorare insieme, assumendo l’e-commerce al loro servizio e facendo della rivendita il centro di gravità permanente del mercato. Come? Cambiando il modo di stare in rivendita, con una partecipazione più attiva del produttore all’interno del negozio fisico e tutto il supporto web necessario. Affinché possa essere percepita come un vero cambio di paradigma. Con un messaggio coerente su tutti i canali, sia online che offline. Quello che state già facendo non basta. Le chiavi sono il brand e i servizi. Se siete alla ricerca di una soluzione nuova e vincente, allora sedete gli uni di fronte agli altri e giocate a Obbligo o Verità.. di Marco Buschi Marco Buschi si occupa di marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia. marco@marketingcommerciale.com Su Linkedin: Marco Buschi Marketing Commerciale. S e t t e m b r e
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Porte d’ingresso in alluminio
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c op er t i n a
BREVETTI MONTOLIT
NESSUN LIMITE ALLA FANTASIA L’azienda specializzata in macchine per il taglio, foratura e lavorazione di materiali lapidei spiega perché oggi le attrezzature permettono di ottenere soluzioni un tempo impensabili, perché la formazione è centrale e quanto è ancora importante la distribuzione tradizionale
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n rapporto privilegiato con le più importanti scuole di formazione del mondo ed una costante attenzione alle novità del settore ceramico sono le bussole che guidano l’attività di Brevetti Montolit, l’azienda di Cantello (Varese) da più di settant’anni impegnata nello sviluppo e commercializzazione di attrezzature professionali per posatori e piastrellisti come macchine elettriche e manuali per il taglio e la foratura di materiali lapidei. Una sfida diventata sempre più complessa ma entusiasmante, che ha portato Brevetti Montolit ad ide-
di Veronica Monaco
A fianco, Vichi Montoli, amministratore delegato. Sotto, alcune delle novità dell’azienda
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are una vasta proposta te «pretendono» lavori di novità in linea con eseguiti a regola d’arle ultime tendenze del te. Questo rappresenta per noi uno stimolo a mercato ceramico. «Il trend è legato ai conconcentraci ancora di cept architettonici che più sul nostro lavoro, vanno verso strutture sviluppando soluzioni sempre più sostenibiche permettano di reli», spiega a YouTrade alizzare un lavoro professionale in maniera l’amministratore delegato, Vichi Montoli. semplice e veloce. Domanda. Come sta D. Oltre ad asseconBattile pro, ventosa battente per piastrelle e lastre andando nel 2019 il dare la creatività degli settore delle attrezarchitetti… zature per la lavorazione di pavimenti e rivestimenti? R. Certo, lavoriamo in stretta sinergia con architetti ed ingegneri Risposta. Per Brevetti Montolit l’attuale è un anno di consoliprogettisti cercando con le nostre attrezzature di ridimensionare damento. Ci stiamo confrontando con una congiuntura che propregiudizi che potrebbero avere sull’utilizzo di certi tipi di matebabilmente ci accompagnerà per i prossimi anni. Come abbiamo riale. Non esiste nulla di particolarmente complicato, tutto oggi sempre fatto, dobbiamo ricavare da noi stessi le energie per andare si può fare. Tecnicamente ormai non ci sono più limiti, dipende avanti e crescere, cercando di essere sempre attuali ed intercettare solo dal gusto personale e dal costo. Per esempio, tra le ultime le esigenze del nostro settore attraverso un rapporto diretto con le tendenze che si sono potute sviluppare grazie alla nascita dei nuovi aziende ceramiche. Da loro riceviamo buona parte degli input che maxi formati, c’è anche la realizzazione di pareti ventilate rivestite poi ci servono per la progettazione delle nostre macchine, così da da grandi lastre ceramiche per attualizzare immobili datati. Una rendere più facile il lavoro dei posatori. soluzione che permette di dare libero sfogo alla fantasia e di utiD. Quali sono le nuove tendenze del mercato ceramico? lizzare un materiale totalmente impermeabile, lavabile e che non ha bisogno di manutenzione nel tempo. R. Le ultime tendenze sono legate a concept architettonici che D. Quali sono le principali sfide che un’azienda che opera nel vanno verso strutture sempre più sostenibili, da piastrelle ceramiche con svariati formati e spessori, a nuovi tipi di rivestimento sempre vostro settore si trova oggi ad affrontare? più ecologici e rispettosi dell’ambiente fino agli innovativi materiali R. Dal punto di vista industriale, le sfide sono simili a quelle di tutti sempre più facili da posare ed attraenti dal punto di vista estetico.È gli altri imprenditori, quindi massima attenzione ai costi ed alla produttività. Per quanto riguarda il nostro mercato di riferimento sempre più evidente anche una maggiore attenzione al dettaglio da parte di progettisti, architetti e capicantiere, che giustamenla sfida principale consiste nell’essere sempre attenti alle nuove La smussatrice elettrica Toprofile
La valigia Safe Diamod Box per contenere e proteggere utensili diamatati
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tendenze del settore ceramico, così da essere in grado di proporre le adeguate soluzioni tecniche nel più breve tempo possibile. Quindi prest ia mo g ra nde attenzione alle nuove tecnologie, ai nuovi prodotti che vengono presentati dalle aziende ceramiche, alle esigenze di architetti e ingegneri. Dall ’uscita delle maxi piastrelle supersottili, abbiamo avviato un rapporto molto più costruttivo con le aziende del settore, lavorando in sinergia per risolvere particolarità tecniche o proporre idee per lo sviluppo di nuovi prodotti. D. Che ruolo gioca disporre dell’attrezzatura giusta? R. Direi determinante, il posatore ha davvero la possibilità di fare la differenza. Ovviamente c’è bisogno di conoscenze di base, ma anche di attrezzature in grado di rendere il lavoro ottimale. In tutto il mondo stanno nascendo scuole di formazione ufficiali, pubbliche, che si stanno impegnando per professionalizzare la manodopera. Purtroppo non è il caso dell’Italia, dove la formazione è ancora legata a singole iniziative aziendali. Sia chiaro, si tratta di inizia-
tive lodevoli, ma che mancano di quel crisma di indipendenza ed oggettività che possa garantire l’effettivo stato dell’arte. D. Che rapporto ha Brevetti Montolit con queste scuole di formazione? R. Per noi è un orgoglio sostenere le scuole «ufficiali» e contribuire a far crescere la professionalità dei ragazzi. Naturalmente collaboriamo non in qualità di sponsor economici, ma come supporto tecnico, tenendo corsi durante l’anno accademico. Da decenni lavoriamo strettamente con la Scuola Svizzera, sicuramente tra le più qualificate al mondo e collaboriamo con numerose altre scuole tra le altre quelle austriaca, americana, belga e olandese. Proprio quest’anno, all’interno delle Worldskills 2019, i campionati mon-
Vichi Montoli, al centro, con Konrad Imbach, presidente dell’Associazione Svizzera (a destra) e il direttore Andreas Furgler. In alto, i dischi diamantati CSS, con la guida TutorCut, e CBX
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diali dei mestieri, ha utensili per foratura, v into la medaglia taglio e profilatura. E d’oro come posatore sono da poco usciti il Renato Leo Meier, un nuovo catalogo ed un ragazzo formatosi il nuovo sito legati ad alla Scuola Svizzera. una fase di marketing Il vincitore sarà noveramente attiva. stro ospite presso il D. Come sono distriCersaie, insieme alla buiti i prodotti Bredelegazione ufficiale vetti Montolit? della Scuola, e sarà R. La distribuzione premiato con una è tradiziona lmente specia le tagliapialegata ai rivenditori strelle Masterpiuma di materiali edili, alla realizzata in edizione ferramenta ed in qualesclusiva. che caso alla rivendita D. E gli artigiani itatermoidraulica. Oggi liani, noti per la loro la distribuzione tracapacità professiod iziona le è messa nale e creativa, come in discussione dalla sono messi rispetto vendita online, che Renato Leo Meier, vincitore dei Worldskill 2019 nella categoria Wall and Floor Tiling agli altri Paesi? sta prendendo sempre R. Come tanti altri più spazio. L’utente lavori manuali, anche quello del posatore ha perso appeal perché finale è sempre più informato, vuole arrivare in maniera diretta ritenuto erroneamente un lavoro «povero». L’artigiano italiano al produttore, facendo perdere alla distribuzione classica la sua esclusività. Brevetti Montolit rimane comunque fedele alla sua sta scomparendo, nonostante abbia professionalità da vendere. Assistiamo così a una presenza sempre maggiore di personale non scelta iniziale, lavorando con le rivendite più importanti e la italiano che ha capacità, ma non quel set di conoscenze tramandate grande distribuzione professionale. di padre in figlio che ci hanno resi famosi nel mondo. D. Perché un rivenditore di materiali edili dovrebbe scegliere D. Avete anche una collaborazione attiva con il Politecnico di la partnership con Brevetti Montolit? Milano: in che cosa consiste questa attività? R. Siamo sul mercato da oltre settant’anni e abbiamo un nome che R. Siamo legati al Dipartimento di Chimica dei Materiali e al è sinonimo di affidabilità ed innovazione. Oggi più che mai, per Polidesign del Politecnico di Milano. Abbiamo avviato un percorso combattere l’aggressività dell’e-commerce, i rivenditori devono ad ampio raggio per affrontare il discorso alla radice, dando loro legarsi a marchi specializzati, che si sono creati una storia e che l’incarico di studiare la ceramica in senso lato e fornirci tutte le offrono più garanzie. informazioni per l’utilizzo dei prodotti adatti alla loro lavorazioD. Che opportunità di business possono offrire i vostri prodotti ne, che ci possano poi aiutare nello sviluppo di nuove idee per i al rivenditore? prossimi anni. R. Come sempre molto dipende anche dalla capacità di attrazione D. Torniamo al Cersaie: quali novità presenterete in fiera? del rivenditore. Brevetti Montolit è in grado di fornire al “piastrelR. Abbiamo tante novità, alcune le presenteremo direttamente allo lista” una proposta completa di attrezzature ed utensili diamantati stand, molte altre in fase di definizione seguiranno. In particolare con soluzioni ad ogni problematica Se il rivenditore è in grado abbiamo concentrato la nostra attenzione sul settore dei formati di creare un corner professionale dedicato alla posa e fornire un dal metro in su: ci sono tanti piccoli aggiornamenti che riguardano servizio di consulenza tecnica, credo ci siano ancora ampi spazi di tutti i prodotti, dalle macchine per la movimentazione al taglio. crescita, soprattutto per alcuni prodotti di largo consumo, come Novità assoluta è la versione Pro del Battile, il battitore portatile i dischi diamantati, le frese, gli utensili per la foratura ma anche per piastrelle, dotato di batteria, che permette di estrarre le bolle le stesse tagliapiastrelle. d’aria che si formano sotto le piastrelle. Bolle che possono divenD. È possibile trovare le vostre macchine anche a noleggio? tare un problema insormontabile sotto le grandi lastre una volta R. Le nostre macchine non sono complesse o impegnative dal posate. Per il taglio abbiamo aggiornato tutte le nostre macchine punto di vista economico quindi finora sono state poco utilizzate migliorandone prestazioni ed ergonomia. Nel diamantato abbiamo nell’ambito del noleggio anche perché è complesso stabilirne un sviluppato CSS, un disco ipersottile da 1 millimetro per tagliare corretto tariffario legato al consumo. Visto però il periodo di a secco lastre di grande formato, proposto insieme a Tutor-Cut, oggettiva difficoltà che stiamo vivendo, alcune società hanno il sistema di guida brevettato, permette di ottenere tagli perfetti dimostrato interesse e si sono organizzate per utilizzare i nostri con precisione e velocità. Abbiamo poi tutta una serie di nuovi prodotti anche in questo ambito. S e t t e m b r e
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I mpr e s e
V E N E TA P R E FA B B R I C AT I
UNA CORSA INIZIATA
AI BLOCCHI DI PARTENZA L’azienda veneta è specializzata in manufatti in cemento per l’edilizia, dai pozzetti, alle vasche biologiche, dai chiusini agli articoli per l’arredo urbano, tutti conformi alle normative europee. Fatturato in crescita e qualche sorpresa top secret in arrivo di Veronica Monaco
U
no stabilimento all ’avanguardia nel Basso Polesine è l’anima di Veneta Prefabbricati, azienda di Rosolina (Rovigo) specializzata dal 1982 nella produzione di manufatti in cemento per l’edilizia, dai pozzetti, alle vasche biologiche, dai chiusini agli articoli per l’arredo urbano e per il giardino. «Quella di Veneta Prefabbricati è la storia di un’azienda nata come piccola realtà a conduzione famigliare», racconta il direttore commerciale Raffaele Marabese. «Oggi abbiamo un organico di circa 25 persone e una rete commerciale di 25 agenti plurimandatari che lavora dal Nord al Centro Italia». All’interno dello stabilimento macchinari tec nolog ic a mente avanzati permettono di produrre manufatti di alta qualità, che uniscono tecnica ed estetica. «Ai suoi esordi l’azienda produceva blocchi di cemento grezzo da intonaco per rivestimenti e capannoni», spiega Ma rabese. «Poi il catalogo si è ampliato ai pozzetti, dai più piccoli da 20x20 centimetri a quelli da 200x200 cent imet r i, a l le fos se biolog ic he , cordoli, copertine coprimuretto e accessori per manufatRaffaele Marabese
74
ti in cemento vibrato o gettato. Oggi i nostri principali prodotti sono i pozzetti, normali e rinforzati, i chiusini in ghisa e le fosse biologiche di vario tipo». RICERCA E LOGISTICA Con un impegno continuo verso il miglioramento dello standard dei suoi prodotti, Veneta Prefabbricati pone grande attenzione alle attività di ricerca e sviluppo, anche in collaborazione con importanti fornitori di materie prime, a garanzia di una qualità certificata. «Trovata una formula, cerchiamo di mantenere lo standard produttivo sempre ai massimi livelli», chiarisce il direttore commerciale. Tutti i prodotti sono conformi alle normative della Comunità Europea e alle nuove dichiarazioni di prestazione (Dop), e l’azienda è certificata Uni En Iso 9001:2008. «Spesso il cliente ha anche bisogno di chiarimenti, spiegazioni sulle certificazioni e sulle schede tecniche. Veneta Prefabbricati dispone di un team di ingegneri al servizio del cliente per garantire assistenza e supporto tecnico». Una rete capillare di agenti di zona gestisce il rapporto diretto con i rivenditori, in collaborazione con l’ufficio commerciale interno all’azienda che «deve mettersi costantemente alla prova offrendo servizi efficienti, prezzi giusti e prodotto di qualità», commenta Marabese. E aggiunge: «Veneta Prefabbricati si avvale anche di un sistema logistico molto ben organizzato, gestito da Francesco Ronchi, considerato il numero "uno" dell'azienda. Consegniamo i nostri prodotti al Nord e Centro Italia, avvalendoci di trasportatori per conto terzi che con tempestività garantiscono la distribuzione del materiale al punto vendita». NOVITÀ ALLO STUDIO Con un fatturato in crescita, l’azienda veneta difende il trend positivo anche nel primo semestre del 2019. «Rispetto all’anno precedente il 2018 ha visto un miglioramento sia in termini di volumi di lavoro che di margine operativo. Il 2019 sta andando bene, anche se è difficile fare previsioni a fine anno», aggiunge il direttore commerciale di Veneta Prefabbricati, che è pronta a investire in nuovi progetti, ancora top secret. «Abbiamo delle novità nel cassetto, ma per il momento non possiamo svelare nulla». S e t t e m b r e
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I mpr e s e
FASSI GRU
COSÌ SI SOLLEVA LA FLESSIBILITÀ Un nuovo impianto produttivo costato 20 milioni, aggiunge automazione e capacità di adattamento all’azienda bergamasca di Franco Saro
L’
ultima mossa dell’azienda è stata anch’essa una sfida, proprio come i prodotti che Fassi Gru vende in giro per il mondo. L’ultimo impianto produttivo dell’azienda bergamasca, realizzato con un investimento di 20 milioni, punta ad aumentare efficienza e competitività nell’intero ciclo di realizzazione delle macchine. La factory, infatti, è stata progettata per macchine con asservimenti automatici, carrelli agv per la logistica, sistemi che aumentano in modo considerevole la flessibilità. «Produciamo migliaia di codici e l’obiettivo che ci siamo posti è quello di realizzare in modo efficiente anche il singolo pezzo, il lotto uno. Alcune fasi che in passato erano gestite in termini manuali ora sono automatizzate, mentre cresce l’attività nell’area
di programmazione e gestione dei dati», ha spiegato Giovanni Fassi al momento dell’apertura. Una notizia positiva, insomma, per l’impresa che è diventata un player sul mercato mondiale. Le gru Fassi, infatti, sono il prodotto di sei aziende del gruppo realizzate in 13 stabilimenti in Italia e presente ormai in 60 Paesi del mondo. Il gruppo ha scelto strategicamente di occuparsi dell’intero ciclo produttivo: dal foglio di lamiera alla gru finita, con l’obiettivo di non perdere di vista la qualità. Una gru nasce nalle officine di produzione dei componenti, continua negli impianti per l’assemblaggio e termina con il collaudo delle gru, fino al centro logistico centralizzato, che gestisce e automatizza lo stoccaggio delle macchine e dei ricambi. Risultato: oltre il 90% delle gru Fassi sono realizzate direttamente in uno degli stabilimenti.
L’ULTIMO ADDIO DI UN PIONIERE
76
Il nuovo impianto è stato, forse, l’ultimo vanto di Franco Fassi, il
modello di gru che sollevava a 2 metri
fondatore dell’azienda bergamasca, scomparso a 89 anni, a fine
di altezza un peso di tre tonnellate.
agosto. Un’età che non gli ha impedito, fino a pochi giorni prima,
Capace
di essere presente in azienda.
Una figura straordinaria, quella
andamenti del mercato, Fassi non ha
dell’imprenditore, che è partito con la piccola azienda di famiglia, la
mai fatto mancare la determinazioni
Fassi Giacomo, costituita nel Dopoguerra per la vendita e il trasporto
nella scelta di innovare, con gru
di legname, carbone e, successivamente, di materiali per l’edilizia.
sempre più potenti ed efficienti. E tutte
Proprio la volontà di aumentare l’efficienza nel carico e scarico
di colore rosso, visibile, un marchio di
merci ha convinto Fassi a investire nella progettazione e allestimenti
fabbrica che si è dimostrato un’idea
di autocarri dotati di sistemi di sollevamento. Il resto, è la storia
di marketing vincente. Fino ad arrivare, negli anni Ottanta, alle mille
dell’impresa di Albino: l’alleanza con la svedese Foco per importare
gru prodotte in 12 mesi e alla espansione all’estero, che ha condotto
in Italia gru per autocarri e, a metà degli anni Sessanta, il primo
Fassi Gru a essere un campione del made in Italy.
di
affrontare
gli
alterni
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I mpr e s e
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I mpr e s e
MUOVIAMOCI
Materiali senza segreti con Iot e codice a barre
U
no dei problemi che le aziende di distribuzione e commercializzazione si trovano a dovere affrontare è l’identificazione dei materiali per migliorare i processi logistici interni ed esterni. Identificare il materiale significa essere in grado di riconoscerlo in tempi brevi e senza errori. Le tecnologie da molti anni hanno messo a disposizione una serie di strumenti che ne permettono l’identificazione. Uno dei sistemi più noti è sicuramente il codice a barre. Per chi vuole commercializzare il proprio prodotto attraverso le catene della grande distribuzione o venderlo on line utilizzando le principali piattaforme di vendita, il codice a barre è obbligatorio. In particolare lo standard da adottare è il Gs1-13
o Gs1-8 (ex E an 13 e E an 8). In questo caso l’emissione dei codici a barre è regolamentata dal consorzio Gs1, struttura internazionale che garantisce l’unicità del codice a barre per ogni prodotto in oltre 140 Paesi nel mondo. Il codice a barre è sicuramente un ottimo strumento per rendere automatica la lettura di un codice prodotto, evitando tempi di trascrizione e possibili errori. Attualmente esistono molti standard, da quello solo numerico a quello che permette di codificare anche le lettere (Code 39 o Code 128) utile per quelle aziende che nella codifica dei propri prodotti usano anche i caratteri dell’alfabeto. Altro sistema di codifica è rappresentato dai codici a barre bidimensionali (standard Datamatrix, QrCode,
P df417) i quali permettono di raccogliere in uno spazio limitato molte più informazioni rispetto al barcode lineare. Facendo un salto tecnologico in avanti, eliminando la necessità di una lettura ottica, da alcuni anni si sta usando l’etichetta Rfid (Radio Frequency Identification). Con l’etichetta elettromagnetica le informazioni possono essere lette da un’antenna, permettendo efficienza e rapidità nelle fasi di identificazione della merce. Unico argomento da considerare con il Rfid è l’effetto Faraday, ovvero la difficoltà di lettura nel momento in cui l’etichetta sia posta a contatto con materiali conduttori (metalli o liquidi). Vale la pena introdurre due nuove tecnologie, non ancora molto diffuse: Beacon e Iot. I Beacon sono dispositivi che possono essere dotati di sensori (posizione, temperatura, umidità), possono registrare dati, i quali possono essere recuperati attraverso il canale Bluetooth da un dispositivo dotato di apposita applicazione. Infine, esistono i sistemi di identificazione Iot: sono quelli più evoluti al punto che permettono un monitoraggio della merce in tempo reale attraverso la connessione e la trasmissione delle informazioni attraverso la rete Internet. Proprio il concetto di real time differenzia il dispositivo Iot, consentendo di monitorare oltre allo stato, anche la sua posizione. Se un tempo tali tecnologie erano insostenibili per il loro costo, oggi chiunque può acquistare un dispositivo Iot da integrare alla merce da monitorare. di Andrea Payaro docente, esperto del ministero dello Sviluppo Economico (Ice)
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CHI HA SCHIVATO LA MATTONATA
Fatturato di settore ancora in calo. Differenze tra Nord e Sud. Chiusure di siti e concentrazione della produzione. Eppure a guardare da vicino i dati anche tra le aziende di laterizi c’è chi se la cava egregiamente. Come Terreal Italia, Fornace Laterizi Vardanega e… di Carlo Lorenzini
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na lunga e quasi infinita lista di segni meno ha contraddistinto il mercato dei laterizi in Italia negli ultimi 11 anni. E il 2018 ha consegnato un rendiconto produttivo ancora una volta negativo, con un calo del 5,8% della produzione rispetto al 2017, che replica dunque quello registrato l’anno precedente. Va tuttavia sottolineato che una quota pari al 3,9% di riduzione della produzione si deve alla chiusura di altri dieci impianti, che porta complessivamente il numero delle aziende attive nel settore a 76, con 94 siti produttivi. Rispetto al 2007, anno del picco produttivo nei 237 impianti all’epoca presenti che davano lavoro a oltre 9 mila addetti per una produzione di oltre 20,5 milioni di tonnellate, si tratta di una diminuzione complessiva del 78%, con una produzione complessiva nel 2018 di 4,5 milioni di tonnellate. In pratica, nell’arco di 11 anni sono scomparsi quattro quinti della produzione e con essi 5.500 posti di lavoro e 143 siti produttivi. Secondo i dati dell’Osservatorio Laterizi di Andil, gli impianti presenti nei 94 siti produttivi hanno avuto un grado di utilizzo nel 2018 pari al 43%, con una media pari a 155 giorni di produzione nell’anno. Sono numeri che indubbiamente evidenziano da un lato una crisi strutturale, quantitativa, legata alla nuova produzione, soprattutto residenziale, ma anche un cambiamento epocale del modo di costruire, dato che i nuovi sistemi costruttivi prediligono oggi i sistemi a secco. PRESI PER I FONDELLI Dal punto di vista dei segmenti produttivi, solo i fondelli hanno fatto registrare una crescita, peraltro consistente (+12,5%), mentre tutti gli altri segmenti hanno evidenziato cali che vanno dal -20% del faccia a vista al -13,3% dei mattoni e blocchi normali, dal -7,5% delle coperture al -6,4% dei solai, dal -3% dei forati e delle tavelle al -2,6% dei blocchi
alleggeriti in pasta. Insomma, a conti fatti, la sovra capacità produttiva del settore sconta ancora una dinamica non favorevole del mercato, dove solo alcuni settori, e con essi le aziende più attive, stanno dimostrando una tenuta e in alcuni casi una forte dinamica di crescita. Il mondo a due facce del laterizio è, infatti, un settore nel quale la domanda e dunque la produzione di mattoni pieni e forati si riduce progressivamente e consistentemente. Ed è in calo anche quella dei blocchi sia per tamponamenti che portanti, assieme a quella di tutti i prodotti tradizionali legati alla nuova costruzione, come tavelle e tavelloni e tutta la linea dei mattoni faccia a vista (sia quelli estrusi che soprattutto quelli in pasta molle) e dei pavimenti in cotto. Mentre tutto il segmento tetto soffre di una riduzione della domanda non solo di tegole e coppi, ma soprattutto di pezzi speciali per coperture. I nuovi design squadrati legati alle nuove abitazioni, l’uso sempre più spinto del tetto come luogo integrato nella produzione energetica e lo sfruttamento anche nelle aree del Nord Italia, tradizionalmente spostate sui tetti a falda, dei tetti come terrazze vivibili sia in edifici singoli che in edifici condominiali, ha di fatto contribuito a rendere i materiali tradizionali meno appetibili e utilizzabili in questi contesti. NUOVI SEGMENTI Ma a ben guardare, le statistiche produttive evidenziano anche dei dati interessanti per quanto riguarda alcuni segmenti produttivi legati a nuovi segmenti di domanda. È il caso, per esempio, dei blocchi per murature in laterizio antisismico, in crescita del 4,2% negli ultimi due anni, di quelli alleggeriti per murature antisismiche, sia normali che armate, con crescite rispettivamente del 14,2% e del 37% nell’ultimo anno, dei mattoni da pavimentazione (+9,8% nel biennio 2016-2018). Infine, dei
1. ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE DI LATERIZI, N. STABILIMENTI ED ADDETTI
Fonte Andil
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SPECIAL E
L at er i z i
2. PRODUZIONE DI LATERIZI NEL 2018 E CONFRONTO CON 2017 E 2016 LATERIZIO
PRODUZIONE (1.000 TON)
VARIAZIONE %
2018
2017
2016
2018 SU ‘17
Mattoni e blocchi normali per murature
711
820
963
-13,3%
-26,2%
mattoni pieni e semipieni
210
254
309
-17,5%
-32,1%
pieni (ɸ ≤ 15%)
172
197
243
-13,0%
-29,5%
38
57
66
-33,0%
-41,8%
blocchi per murature in laterizio normale
501
566
654
-11,5%
-23,4%
tamponamento (ɸ> 55%)
219
248
308
-11,7%
- 28,9%
portante (45% < ɸ ≤ 55%)
138
174
208
-20,7%
-33,06
antisismico (ɸ ≤ 45%)
144
144
139
0,1%
4,2%
1.222
1.254
1.235
- 2,5%
-1,0%
in laterizio alleggerito, di tamponamento
428
387
370
10,5%
15,6%
tamponamento (ɸ> 55%)
395
387
370
2,0%
7,1%
Tipologie di prodotto
semipieni (15 < ɸ ≤ 45%)
Blocchi alleggeriti per murature
tamponamento, rettificato (ɸ> 55%)
2018 SU ‘16
33
in laterizio alleggerito, portante o antisismico
794
866
864
- 8,4 %
-8,1%
portante (45% < ɸ ≤ 55%)
372
462
479
-19,5%
-22,3%
18
54
42
- 67,4%
-57,9%
381
334
318
14,2%
20,1%
23
17
26
37,0%
- 11,9%
1.161
1.197
1.323
-3,0%
-12,3%
1.084
1.104
1.214
-1,9%
-10,7%
tavelle e tavelloni (lunghezza > 50 cm)
77
93
110
-16,6%
-29,7%
Mattoni faccia a vista e pavimenti
141
176
177
-20,2%
-20,6%
mattoni estrusi
33
38
34
- 12,4%
-1,5%
mattoni in pasta molle
83
110
117
-25,0%
-29,4%
pavimenti in cotto (sp. ≤ 3 cm)
22
25
24
- 13,6%
-7,8%
3
3
3
1,7%
9,8%
542
567
532
- 4,3%
1,9%
87
84
66
3,6%
32,3%
424
448
436
- 5,5%
-2,8%
Blocchi per pannelli
32
35
31
- 8,3%
3,7%
Fondelli per architravi e travi tralicciate/precompr.
67
60
72
12,9%
-7,0%
Elementi per coperture
623
673
729
-7,4%
-14,6%
Tegole
456
497
561
-8,2%
-18,6%
Coppi
152
159
149
- 4,6%
2,1%
Pezzi speciali per coperture
14
16
19
-12,3%
-26,4%
Vasi e pezzi speciali
62
62
63
-0,2%
-2,1%
4.529
4.808
5.095
-5,8%
-11,1%
portante, rettificato (45% <ɸ ≤ 55%) antisismico (ɸ ≤ 45%) antisismico, armato (ɸ ≤ 45%) Forati e tavelle forati e tramezze (lunghezza ≤ 50 cm)
mattoni da pavimentazione (sp. > 3 cm) Solai Blocchi per getto in opera Blocchi per interposti
Produzione totale
Fonte Andil
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blocchi per solai con getto in opera, in crescita del 3,6% nell’ultimo anno dopo il balzo del 32,3% del 2017. Viene da dire che se si guardasse al mercato dei laterizi come un mercato unico, il solo commento ancora una volta dovrebbe essere di negatività e di attendismo rispetto a una dinamica che annualmente perde quasi il 6% in produzione, ma se si osservano invece i dati in dettaglio emergono alcuni segmenti molto interessanti, per quanto ancora non quantitativamente significativi e tali da contrastare la perdita produttiva dei segmenti più importanti (tra questi certamente i forati, le tramezze e i blocchi alleggeriti portanti). Se si volesse commentare con una frase questo cambiamento veramente epocale della domanda, si potrebbe dire che il mercato dei laterizi oggi è un mercato sempre più concentrato in piccoli segmenti specializzati di prodotti altamente performanti, mentre sempre meno è il mercato della grande edilizia tradizionale del passato. IL CAMBIAMENTO Le statistiche del prezioso Osservatorio Laterizi di Andil evidenziano un cambiamento nel sistema produttivo che indica come queste dinamiche di mercato abbiano colpito, ma stiano ancora colpendo le imprese del settore, con una selezione che di fatto sta riassestando tutto il sistema produttivo su un ordine di grandezza in linea con le effettive capacità di assorbimento del mercato, premiando le aziende che hanno saputo mettere in campo azioni di mercato adatte al rafforzamento della propria capacità produttiva e distributiva e soprattutto in grado di rinnovare la produzione con particolare attenzione alla produzione green e comunque meno impattante sull’ambiente. È di estremo interesse, infatti, il dato secondo il quale a fronte di dieci impianti che si sono fermati nel 2018 vi siano tre imprese che dichiarano un aumento della produzione superiore al 40% e altre quattro con aumenti superiori al 20%. Su un totale di 76 imprese e 94 siti produttivi, sono 22 le aziende che nel 2018 hanno avuto aumenti della produzione (rappresentano il 33% del totale della produzione di laterizi). Sempre secondo i dati dell’Osservatorio Laterizi di Andil, oltre la metà della produzione (2,36 milioni di tonnellate) è realizzata da dieci imprese, che complessivamente hanno fatto registrare nel 2018 un incremento produttivo dell’1,2%. S e t t e m b r e
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SPECIAL E
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3. PRODUZIONE IN % DI LATERIZI PER TIPOLOGIA DI PRODOTTO NEL 2018
4. ANDAMENTO DELLE VARIAZIONI % (2018 SU 2017) NELLE PRODUZIONI PER IMPRESA
Fonte Andil
CONCENTRAZIONE Il settore dunque era molto frammentato in passato e oggi si sta avviando a una concentrazione che consente, ai principali player, di ottimizzare le proprie capacità recuperando competitività e mercato. È sicuramente una dinamica ancora in forte divenire e l’andamento futuro del mercato, che Andil stima stazionario con leggere crescite per i prossimi anni, porterà a ulteriori riassetti societari e riorganizzazioni produttive, specie a livello territoriale. Da questo punto di vista, infatti, le dinamiche indicano proprio cambiamenti che vanno letti in dinamica futura rispetto
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alla domanda di nuova costruzione, verso cui il settore dei laterizi è da sempre maggiormente orientato. Così il muro normale cala fortemente nel Nord Ovest, mentre sempre in quell’area cresce il muro alleggerito, segmento che cala nel Nord Est dove, invece, sale l’uso di forati e tavelle, mentre queste ultime calano fortemente al Sud, che registra la crescita del faccia a vista. Stabili in tutta Italia solai e fondelli, mentre se le coperture tengono nel Nord Est, perdono in tutte le altre aree. In termini territoriali complessivi la dinamica nazionale pari a -5,8% nel 2018 si differenzia tra -2% al Centro, - 4% nel Nord Est, -8% nel Nord S e t t e m b r e
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Ovest e soprattutto -12% al Sud. Dunque, il territorio ancora una volta è la cartina di tornasole di un segmento che ha diverse declinazioni nelle diverse aree geografiche. DINAMICA FREDDA Territorio, dunque, ma anche prodotti specializzati come solai, tamponamenti, blocchi alleggeriti per murature, antisismica, tutti ambiti nei quali il laterizio esprimere oggi potenzialità e può esprimerle in modo ancora più significativo in futuro se, come sottolineavamo già lo scorso anno su queste pagine, saprà uscire alla logica del mattone per sempre, tipico delle costruzioni strutturali della nuova edilizia residenziale del passato ed entrando nella logica del «mettiamo a posto l’esistente», ovvero il vero nuovo driver di mercato in tutti i settori e che in alcuni comparti gioca un ruolo ormai unico e strategico. Il settore dei laterizi sta cambiando e lo testimoniano anche le analisi dei bilanci delle principali aziende produttive che YouTrade monitora ogni anno. I dati più recenti, relativi ai bilanci 2017 (quelli relativi al 2018 saranno oggetto della prossima analisi che verrà presentata come di consueto nella pubblicazione annuale della nostra testata), indicavano già un rallentamento della crisi economica delle imprese monitorate, che nel 2017 evidenziavano la fine della caduta dei fatturati. Ma nella nostra analisi annuale dei bilanci si evidenziava anche che alcuni top player del settore a fronte di una dinamica complessiva pari a zero facevano segnare incrementi di fatturato superiori al 10%, come nel caso di Terreal Italia (+14,8% sul 2016) e di Fornace Laterizi Vardanega (+13,2%), con Fornaci Briziarelli Marsciano in consolidamento positivo a +1,8%. Ma i dati indicavano anche come alcuni piccoli produtori come Crivellari e Zebini, Fornace Laterizi Trezzo, Fornace Laterizi Carena, Fornace Mosso Paolo e Matteo Brioni nonostante la piccola dimensione presentassero indicatori di performance di tipo finanziario particolarmente positivi. I laterizi dunque stanno vivendo una stagione ancora difficile, ma non per tutti. Alcuni piccoli e grandi produttori hanno trovato prodotti innovativi, segmenti interessanti e messo in atto azioni di mercato in grado di aumentare la propria competitività. È un segnale di grande auspicio per il laterizio, che non deve guardare al passato con nostalgia ma deve traguardare il futuro con scelte di mercato e di posizionamento adeguate alla nuova domanda edilizia dei diversi territori nazionali. S e t t e m b r e
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SPECIAL E
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T E R R E A L I TA L I A
TUTTE LE SFUMATURE DEL MATTONE Nuove proposte destinate al design, laterizi capaci di isolare e aumentare la solidità di un edificio, sostenibilità ambientale… L’azienda fa il punto sul mercato, analizza la sua strategia. E annuncia esagoni in terracotta colorata per la decorazione d’interior di Veronica Monaco
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I
l laterizio diventa sempre più parte integrante del sistema arredo e nel decoro di parete. Listelli dalle particolari stonalizzazioni (cioè variazioni cromatiche tra piastrelle di una stessa collezione) e movimenti cromatici, ma anche forme e colori inusuali, come quelli presentati da SanMarco Terreal con la linea Habitat. Ma non solo: l’uso della terracotta si evolve anche per quanto riguarda lo strato più esterno dell’edificio, e assume non solo il tradizionale ruolo estetico di faccia a vista, ma anche compiti funzionali di isolamento e fissaggio strutturale nell’ottica Davide Desiderio dell’antisismica. Ne parliamo con Davide Desiderio, Marketing e Communication manager di Terreal Italia. Domanda. Quali sono le tendenze, a livello tecnologico ed estetico, che hanno caratterizzato il settore nell’ultimo anno? Risposta. A livello tecnologico il settore del laterizio faccia a vista mostra tre significative tendenze. Innanzitutto, il progressivo confinamento dell’uso della terracotta allo strato più esterno dell’involucro, interpretabile come rivestimento o pelle degli edifici. Alla terracotta è demandato non solo il ruolo estetico di faccia a vista dell’edificio, ma anche il compito funzionale di proteggerlo dagli agenti atmosferici e di collaborare al comfort ambientale interno e di farlo dialogare con l’ambiente circostante, modulandone la complessità e l’imprevedibilità. Isolamento termico, isolamento acustico e aspetti di fissaggio strutturale anche nell’ottica della antisismica sono sicuramente gli aspetti che oggi incontrano il maggior interesse da parte dei protagonisti della filiera edilizia. D. E le altre due tendenze? R. La seconda tendenza è non avere più una netta distinzione formale tra la funzione tetto e parete. Pur continuando ad agire il tetto come tetto e la parete come parete, i materiali che costituiscono l’involucro sembrano tuttavia avvolgere l’architettura indifferentemente rispetto ai piani inclinati, orizzontali o verticali, senza soluzione di continuità. Quindi, tra tetto, parete e pavimento, si alimenta la concezione di un unico materiale per l’involucro edilizio in un continuum formale. La terza tendenza è invece l’utilizzo di tecnologie di montaggio a secco, vale a dire sistemi multistrato che consentono l’installazione meccanica degli elementi di rivestimento, sfruttando ancoraggi e lasciando una camera d’aria tra struttura portante e la superficie esterna. La particolarità delle facciate ventilate sta nello spazio vuoto lasciato tra parete e rivestimento capace di generare moti convettivi, favorendo la traspirabilità dell’edificio. Inoltre, lo strato di ventilazione unito al materiale isolante permette di ridurre la dispersione di calore in inverno ed evitarne l’accumulo in estate. D. Dal punto di vista estetico, invece? R. Il settore si sta innovando rispetto alle nuove colorazioni nel segno della modernità per le tegole e nell’utilizzo dei listelli sottili, anche con spessore sotto il centimetro, per l’interior design. S e t t e m b r e
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D. Come va il mercato dei laterizi? R. Dal nostro osservatorio il laterizio mostra segnali negativi. Il mercato si contrae e la produzione è in rallentamento. Eppure, anche se il panorama non è roseo, Terreal Italia continua a investire sulla ricerca e innovazione e si adatta ai cambiamenti di un settore che certamente non può più contare sull’aumento della produzione, ma su produzioni customizzate e con un’alta redditività. D. Quali strategie sta mettendo in campo Terreal Italia per far fronte a questi cambiamenti? R. Stiamo attuando il rafforzamento del brand Pica, dopo la chiusura dello stabiliEdificio residenziale realizzato a Londra dallo studio Scott Arch. La facciata è interamente rivestita da laterizi Maax di SanMarco.
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SPECIAL E
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SCHEDA PROGETTO Progetto: edificio residenziale Luogo: 9a-9f Corsica Street, Londra Studio di progettazione: Scott Arch. Produttore laterizi: SanMarco Terreal Italia Prodotti: Bespoke MAAX colori M.1.107 e M.1.402, formato speciale: 440 x 110 x 40 mm + 210 x 102,5 x 40 mm + pezzi speciali Grigliati, sporgenze e rientranze danno movimento e particolari effetti di chiaroscuro alle facciate sul fronte strada
mento di Pesaro. Sono in atto, inoltre, altre strategie per affrontare le sfide del mercato. Tuttavia, in questo momento non possiamo anticipare nulla. D. Perché avete deciso di puntare su una nuova linea di prodotti dedicati all’interior design? R. Il successo della nostra partecipazione al Fuorisalone di Milano, con una installazione di elementi in terracotta colorata, ci ha aperto prospettive inaspettate. La terracotta ha ancora delle qualità inespresse nella sua declinazione di decoro d’interior. Con un coating superficiale che non snatura le caratteristiche materiche, l’avvicina ai gusti contemporanei con colorazioni di tendenza come l’oro, il nero, il bianco. A fine anno lanceremo una linea di esagoni in terracotta colorata per la decorazione d’interior. Si chiamerà Exagon ed è studiata per gli interior designer che operano nel campo del contract e dell’housing.
MAAX, LA TERRACOTTA NON CONVENZIONALE Con Maax Terreal Italia ha rinnovato la terracotta trasformandola in
terracotta della linea di Terreal Italia con due formati speciali realizzati
un materiale moderno, duttile e di grande personalità, adatto anche
negli stabilimenti di Noale del brand SanMarco. Grigliati, sporgenze
al design architettonico più innovativo e anticonvenzionale. Definito
e rientranze danno movimento e particolari effetti di chiaroscuro alle
come «mattone artistico e architettonico extralarge», ha un particolare
facciate che si affacciano sul fronte strada.
formato allungato (49 centimetri) e uno spessore sottile di 4 centimetri, che offre agli architetti nuove soluzioni espressive, interpretando il nuovo modo di costruire contemporaneo.
VISIONE GREEN SanMarco seleziona le migliori argille per rendere Maax
CHIAROSCURO A LONDRA Grazie alle sue nuance e stonalizzazioni particolari,
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adatto
alle
esigenze
di
isolamento
termico e comfort abitativo richiesto dalle moderne architetture. Un materiale naturale e
Maax offre una impressione inconfondibile alle pareti
biocompatibile, che l’azienda rende ancora
di interni ed esterni. Come quelle del progetto
più ecosostenibile, grazie alla sua policy
residenziale realizzato dallo studio londinese Scott
ambientale, che prevede il rigoroso controllo
Arch, che aggiunge espressività a una facciata
della filiera produttiva e la trasformazione in oasi
articolata e completamente rivestita in elementi di
naturali degli ex siti estrattivi.
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SPEC IA L E
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DANESI
LE PARETI VANNO IN PRIMA CLASSE Un complesso abitativo di quattro palazzine vicino a Milano raggiunge la migliore classificazione energetica con l’utilizzo di Normablok Più S40 Hp. Che oltre a mitigare la dispersione del calore, grazie a una bassa trasmittanza termica, aumenta anche il comfort acustico
di Veronica Monaco
S
oluzioni a prova di futuro per Fornaci Laterizi Danesi, che con il suo Normablok Più S40 HP ha contribuito all’ottenimento della classe energetica A di un complesso abitativo in provincia di Milano. Grazie alle elevate performance, i laterizi Danesi hanno permesso la realizzazione di pareti altamente isolanti, sia termicamente che acusticamente, dimostrando che le tecniche e i materiali costruttivi tradizionali evoluti possono essere ancora
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molto efficaci nella realizzazione di una edilizia diffusa di qualità e dagli elevati standard energetici. SOSTENIBILITÀ IN CLASSE A Firmato dagli architetti Andrea Gasto e Carlo Angelo Ferrami, il complesso residenziale Il Corallo di Sedriano (Milano) si compone di nove ville bifamiliari e da quattro palazzine di 12 appartamenti l’una, realizzate dall’Immobiliare Seba-Bm di Milano. Per S e t t e m b r e
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massimizzare le prestazioni di isolamento e comfort termico, il complesso è stato dotato di riscaldamento a pavimento in tutti gli alloggi. Le ville sono dotate di riscaldamento autonomo con caldaie a condensazione, mentre le palazzine utilizzano un impianto di tipo centralizzato abbinato a un impianto fotovoltaico con pompa di calore. A conferma dell’attenzione alla sostenibilità del progetto, anche dal punto di vista impiantistico, si è deciso di installare un sistema di cisterne per il recupero dell’acqua piovana, da impiegare per l’irrigazione degli spazi verdi privati e condominiali. Il termine dei lavori è previsto per fine 2021. CON UN’UNICA POSA I blocchi Normablok Più S40 HP hanno soddisfatto le richieste energetiche del team di progettazione, consentendo all’impresa costruttrice di ottimizzare le operazioni di realizzazione delle pareti, mediante un’unica posa. In particolare, l’impiego dei blocchi Normablok Più S40 HP di Fornaci Laterizi Danesi ha permesso la realizzazione di pareti monostrato che, intonacate tradizionalmente, hanno raggiunto una trasmittanza termica di 0,145 W/m 2K, rendendo così inutile la posa successiva di un cappotto a lastre. Inoltre, grazie alla loro massa, i blocchi Normablok Più S40 HP hanno assicurato un elevato comfort acustico, rispettando i requisiti acustici passivi di facciata previsti dal Dpcm 5/12/97. PIÙ COMFORT Tra le motivazioni che hanno portato i progettisti alla scelta di Normablok Più S40 Hp c’è il suo elevato potere isolante, reso possibile dal polistirene espanso sinterizzato in grafite Neopor di
SCHEDA PROGETTO: Progetto: residenze Il Corallo Luogo: Sedriano (Milano) Committente: BOMAR Immobiliare srl – Milano Progettisti: Architetti Andrea Gasto e Carlo Angelo Ferrami Direzione lavori: Architetto Andrea Gasto Impresa esecutrice: Immobiliare SEBA-BM – Milano Produttore laterizi: Fornaci Laterizi Danesi Spa, Soncino (Cremona) Distributore laterizi: Latercom srl – Soncino (Cremona) Prodotto: Normablok Più S40 HP
Basf inserito all’interno dei fori dei blocchi. Inoltre, gli incastri a secco verticali e l’apposita fascia isolante taglia-giunto sulla faccia superiore annullano i ponti termici, tipici di una parete realizzata con blocchi tradizionali, contribuendo al miglioramento delle prestazioni termiche. La posa in opera viene effettuata con un semplice strato di malta: questo comporta maggiore pulizia e una riduzione dei costi in cantiere, oltre alla garanzia della qualità del risultato finale, grazie alla possibilità di ottenere giunti orizzontali di altezza costante. Normablok Più S40 HP garantisce anche un elevato comfort acustico e una eccellente permeabilità al vapore, fondamentale per evitare la formazione di condense interstiziali che solitamente generano nel tempo muffe all’interno degli spazi abitati.
Blocchi Normablok Più S40 HP di Fornaci Laterizi Danesi
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SPEC IA L E
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WIENERBERGER
L’INNOVAZIONE PASSA ANCHE DAL DIGITALE L’azienda austriaca compie 200 anni. E promette di continuare il percorso di supporto ai clienti con nuovi strumenti e soluzioni, come pezzi speciali per facilitare la posa in opera. Lo anticipa a YouTrade l’amministratore delegato per l’Italia, Gülnaz Atila di Veronica Monaco
C
ompiere 200 anni e non mostrarli. Sembra difficile, ma così non è per Wienerberger, gruppo austriaco specializzato nella produzione di soluzioni in laterizio per materiali edili e infrastrutture, che celebra proprio quest’anno il suo bicentenario. Presente con circa 200 stabilimenti in Europa, America e Asia, l’azienda continua a maturare successi, tanto da aver segnato nel 2018 un nuovo record di 3,3 miliardi di euro di ricavi e un Ebitda di 470 milioni di euro. Anche in Italia il gruppo nel 2020 si accinge a spegnere 150 candeline per le fornaci Brunori di Bubano: fondate da Antonio Brunori nel 1870, sono state acquistate nel 1999 da Wienerberger, che nel nostro Paese possiede altri tre stabilimenti a Feltre, Gattinara e Terni. «Siamo orgogliosi di compiere 200 anni, un anniversario che dimostra come Wienerberger rappresenti un’azienda moderna e innovativa che guarda sempre al futuro e ha saputo trasformarsi per restare al passo con i tempi, passando dall’essere un produttore di laterizi fino a diventare un fornitore di sistemi», commenta l’amministratore delegato di Wienerberger Italia, Gülnaz Atila, che anticipa le ultime Il blocco Porotherm BIO PLAN 38 T-0,09 A destra, Gülnaz Atila
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novità dell’azienda nel segno della qualità e innovazione in laterizio. Domanda. Quali sono le strategie per il prossimo futuro di Wienerberger? Risposta. La nostra strategia consiste nel diventare un partner affidabile per sistemi costruttivi innovativi e di rafforzare la nostra posizione guidando la trasformazione digitale. Essere esperti nel nostro settore, la qualità e le performance delle nostre soluzioni, sono elementi chiavi per proporre sistemi e soluzioni completi per i nostri clienti. Tutto questo offrendo supporto con piattaforme e strumenti digitali, dalla fase di progetto fino alla fase di cantiere, per l’involucro dell’edificio. D. Quali sono gli ultimi prodotti introdotti da Wienerberger e i loro plus? R. Oggi offriamo un assortimento completo con laterizi tradizionali, standard e innovativi assieme agli accessori per l’intero involucro di un edificio. Abbiamo recentemente ampliato la nostra gamma con blocchi per la muratura armata aggiungendo anche rinforzi strutturali, per dare maggiore servizio ai nostri clienti. E grazie a un sistema certificato e testato di blocco sonico garantiamo un elevato comfort acustico fra le unità abitative. D. Potete darci qualche anticipazione sulle prossime novità? R. Offriamo prodotti che migliorano le prestazioni e le performance dell’involucro, quindi è fondamentale puntare soprattutto sui dettagli costruttivi per evitare ponti termici. E stiamo sviluppando pezzi speciali per facilitare la posa in opera. D. Come sta andando il settore nell’ultimo anno? R. Il 2019 continua a essere un anno con dinamiche incerte. Purtroppo le aspettative positive per quest’anno non si stanno ancora concretizzando. L’au-
A L’AQUILA LA RICOSTRUZIONE CON POROTHERM BIO PLAN È MAXXI A dieci anni dal sisma che ha colpito l’Aquila, emergono nel capoluogo
facciata ventilata sul lato sud e ovest offrono sensazioni tattili non lontane
abruzzese esempi di ricostruzione che, seppur a rilento, segnano con
dall’intonaco dei palazzi limitrofi, e i colori reinterpretano e dissolvono
determinazione la volontà di guardare avanti. Come il progetto di
le cornici delle bucature rispettando le tonalità del contesto, mentre
riqualificazione dell’edificio a lato dello storico Palazzo Ardinghelli,
il sistema di tamponatura è composto da blocchi termici in grado di
futura sede distaccata del Maxxi di Roma, nella centrale Piazza di Santa
rispettare i più alti livelli di efficienza.
Maria Paganica, a opera dello studio di ingegneria e architettura 2Studio
Per garantire eccellenti livelli di prestazione sono stati scelti i laterizi
de L’Aquila. L’edificio è composto da sette livelli, di cui due interrati a
rettificati Porotherm Bio Plan 38 T-0,09 di Wienerberger, che
destinazione deposito e garage: il piano terra e primo piano hanno una
combinano la tecnologia della rettifica a quella dei setti sottili. Grazie alla
destinazione d’uso direzionale, i tre livelli sovrastanti sono residenziali.
rettifica è infatti possibile realizzare giunti di appena 1 mm, andando a
Fissando da subito il forte legame con l’ambiente circostante, il progetto
eliminare completamente il ponte termico della malta e incrementando
rappresenta uno dei primi esempi d’inserimento del nuovo in un
le performance energetiche, mentre i setti sottili permettono di
contesto storico consolidato. Senza negare la propria contemporaneità
aumentare le file dei fori e la percentuale di foratura, migliorando così
e il proprio rapporto con lo spazio pubblico, il progetto rispetta le linee
le prestazioni energetiche rispetto a un normale laterizio. I blocchi
architettoniche e l’elegante proporzione di vuoti e pieni delle facciate di
Porotherm Bio Plan 38 T-0,09 sono così in grado di raggiungere una
Palazzo Ardinghelli, prestando attenzione anche agli aspetti cromatici,
trasmittanza termica U di 0,23 W/m²K e una conducibilità termica λ
materici ed energetici. I pannelli di fibrocemento che compongono la
di 0,09. «L’impegno progettuale si è dunque profuso per realizzare un involucro termico che garantisse comunque
all’edificio
eccellenti
prestazioni termiche senza rinunciare alla sicurezza sismica», ha dichiarato la responsabile del progetto, Alessia Rossi. «Da qui la scelta di utilizzare il blocco Porotherm Bio Plan 38 T-0,09, oltre evidentemente alla scelta di opportune stratigrafie anche sui solai e a un’accurata attenzione al dettaglio dei ponti termici, su cui agganciare la facciata ventilata in lastre di fibrocemento, che caratterizzano la facciata. L’edificio, malgrado i vincoli del centro storico, riesce a raggiungere una classe energetica A1».
spicata ripresa degli investimenti, soprattutto nelle opere pubbliche, non si è verificata, pertanto non ha potuto fare da guida per la ripresa dell’intero settore. D. Ma c’è chi mostra segni di ripresa… R. La riqualificazione degli edifici continua essere un mercato fondamentale per le costruzioni, incoraggiato dagli incentivi per la ristrutturazione termica e sismica. D. E a livello tecnologico, quali sono le ultime tendenze del settore? R. Le innovazioni tecnologiche che maggiormente influenzeranno il futuro delle costruzioni saranno collegate assolutamente alla digitalizzazione del settore, come la realtà aumentata nella fase progettuale, l’uso dei droni nel rilievo, l’applicazione nei cantieri di robotica e mezzi senza guidatore. Inoltre abbiamo la grande opportunità delle piattaforme Bim per un processo edilizio efficiente e sostenibile. S e t t e m b r e
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SCHEDA PROGETTO Progetto: intervento dell’ampliamento del Maxxi Luogo: L’Aquila Studio di progettazione: 2Studio (L’Aquila) Responsabile lavori: Ing. Alessia Rossi Produttore laterizi: Wienerberger Prodotto: Porotherm BIO PLAN 38 T-0,09
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SPECIAL E
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FBM
QUESTI LATERIZI SONO DA CLASSE A I FullBlock di grandi dimensioni a setti sottili dell’azienda umbra, riempiti con Eps grafitato, permettono di aumentare le prestazioni termiche dell’edificio anche in zona sismica, evitando l’installazione del cappotto. E i volumi di vendita sono aumentati di Veronica Monaco
Gianni Meneghini
U
na tradizione centenaria, quattro stabilimenti di produzione e 12 magazzini di distribuzione, per una gamma all’avanguardia di prodotti in laterizio, dalle tegole e coppi a blocchi, forati e solai. E tra le ultime novità ci sono i blocchi FullBlock, pensati per realizzare edifici performanti anche in zona sismica, spiega a YouTrade Gianni Meneghini, vicepresidente della umbra Fbm, sigla che sta per Fornaci Briziarelli Marsciano. Domanda. Quali sono le caratteristiche tecniche dei nuovi blocchi FullBlock? Risposta. Si tratta di un’evoluzione dei nostri blocchi di grandi dimensioni a setti sottili, caratterizzati da una superiore resistenza alla compressione. Una gamma già di per sé molto valida, che ci ha dato grandi soddisfazioni sul mercato, a cui abbiamo aggiunto una novità. Attraverso una tecnologia che permette di riempire anche i blocchi a setti sottili con Eps grafitato, la linea FullBlock permette anche di aumentare le prestazioni termiche. Si tratta
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di blocchi sia portanti sia da tamponamento e permettono di prodotti moderni e al passo con i tempi, sommando alle qualità realizzare un edificio in classe A anche in zona sismica, evitando incomparabili del laterizio, quali durabilità, resistenza e costanza l’installazione del cappotto. di prestazioni, altre caratteristiche indispensabili al giorno d’oggi, D. Avete altre novità in cantiere? come isolamento, risparmio energetico e sicurezza antisismica. R. Stiamo esplorando nuove tipologie di riempimento dei D. Quindi la ripresa non è per tutti? blocchi, con miscele bio derivanti anche dalle attività agriR. Le aziende rimaste alla produzione di forati e mattoni semcole, in grado di rendere i blocchi totalmente ecocompatibili. plici hanno dovuto chiudere, il prezzo non li ripagava neanche D. E a livello di mercato, c’è qualche acdei costi di produzione. È rimasto invece quisizione in vista? chi ha saputo innovare come Fbm, che in Al momento non ci sono R. Oggi Fbm è un player importante, che questi anni ha incrementato le sue quote di nuove acquisizioni in vista, è cresciuto molto negli anni. Al momento mercato, aumentato la rete commerciale e non ci sono nuove acquisizioni in vista, ma siamo attenti a qualsiasi il ventaglio di prodotti offerti. ma siamo attenti a qualsiasi opportunità si D. Quali sono dunque i prodotti che creopportunità si presenti presenti sul mercato. Le acquisizioni fatte scono e quelli che che perdono mercato? sul mercato. Quelle fatte in passato ci hanno permesso di ampliare R. La tendenza privilegia i prodotti a più in passato ci hanno le quote di mercato: per esempio, nel 2006 alto valore aggiunto, cioè quelli con un possedevamo il 16% del mercato delle tegotasso tecnologico superiore, dalle tegole permesso di ampliare le, mentre oggi una tegola su tre è Fbm. C’è con forme più moderne ai blocchi ad alte le nostre quote di mercato anche da dire che la crescita è legata anche prestazioni termiche e acustiche come, appunto, i FullBlock. Il mercato vede oggi alla scomparsa di molti attori del mercato. un recupero del facciavista e dei monoblocco ad alte prestazioni, In ogni caso siamo consapevoli che non si può mai restare fermi mentre sono in calo i forati, che risentono della crescita dell’utilizzo e non si sa mai che in futuro si aprano nuove possibilità. del cartongesso nelle ristrutturazioni. Anche le tegole soffrono un D. Qual è la situazione del settore laterizi oggi? R. Dopo una crisi durata 13 anni, forse siamo al primo anno di vera po’, a causa del trend che si è sviluppato negli ultimi anni che vede ripresa dei volumi nell’attività edilizia, con un aumento rispetto un incremento del tetto piano. Una tendenza che però si sta già all’anno scorso. Ora il mercato è caratterizzato da una forte conesaurendo in quanto questa soluzione progettuale mostra maggiori centrazione, che premia soprattutto chi ha saputo innovare e creare problemi di tenuta rispetto al tetto a falda. FullBlock, un’evoluzione dei blocchi di grandi dimensioni a setti sottili, caratterizzati da una superiore resistenza alla compressione
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G jn ft pi en c e n d i o A
SICUREZZA
QUELLE NORME SONO SCOTTANTI
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Cambiano le regole per l’antincendio negli edifici, a cominciare dai condomini: sono già in vigore per quelli di nuova costruzione, ma riguarderanno anche il milione e mezzo di immobili residenziali già abitati. Però interpretare la legge non è semplice di Umberto Anitori
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opo l’approvazione da parte del Comitato Centrale tecnico-scientifico dei Vigili del Fuoco, avvenuta il 24 aprile 2018, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio 2019 il Decreto Ministero dell’Interno 25 gennaio 2019 che riguarda Modifiche ed integrazioni all’allegato del decreto 16 maggio 1987, n. 246 concernente norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione, con il quale dal 6 maggio 2019 parte una vera e propria rivoluzione per i condomini con norme più stringenti. La normativa prevede il rispetto di disposizioni diverse in base al Livello di Prestazione (in sigla LP) di ogni singolo edificio ed ha classificato i vari livelli: L.P. 0 - per edifici di altezza compresa tra 12 e 14 metri; L.P. 1 - per edifici di altezza compresa tra 24 e 54 metri; L.P. 2 - per edifici di altezza compresa tra 54 e 80 metri; L.P. 3 - per edifici di altezza oltre 80 metri o, indipendentemente dall’altezza, se con più di mille occupanti. LIVELLO DI PRESTAZIONE 0 Per tutti i livelli è prevista la figura di un responsabile dell’attività con compiti ben definiti per ogni livello di prestazione. Per L.P. 0 il responsabile dell’attività deve identificare le misure standard da attuare in caso d’incendio, fornire informazione agli occupanti sulle misure da attuare in caso d’incendio, esporre un foglio informativo riportante divieti e precauzioni da osservare, numeri telefonici per l’attivazione dei servizi di emergenza, nonché le istruzioni per garantire l’esodo in caso di fiamme, come previsto nelle misure da attuare in caso d’incendio, mantenere l’efficienza dei sistemi, dispositivi, attrezzature e delle altre misure antincendio adottate, effettuando verifiche di controllo e interventi di manutenzione. Gli occupanti, invece, devono osservare le indicazioni sui divieti e precauzioni riportati nel foglio informativo, e non alterare la fruibilità delle vie d’esodo e l’efficacia delle misure di protezione attiva e passiva. Sono previste anche misure da attuare in caso di incendio, come le istruzioni per la chiamata di soccorso e le informazioni da fornire per consentire un efficace soccorso, azioni da effettuare per la messa in sicurezza di apparecchiature ed impianti, istruzioni per l’esodo degli occupanti, anche in relazione alla presenza di persone con limitate capacità motorie, ove presenti, il divieto di utilizzo degli ascensori per l’evacuazione in caso di incendio, ad eccezione degli eventuali ascensori antincendio da utilizzare con le modalità di cui al D.M. 15 settembre 2005. LIVELLO DI PRESTAZIONE 1 Per L.P. 1 il responsabile dell’attività deve organizzare la gestione della sicurezza antincendio attraverso la predisposizione e verifica periodica della pianificazione d’emergenza, informare gli occupanti su procedure S e t t e m b r e
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di emergenza da adottare in caso d’incendio e sulle misure antincendio preventive che essi devono osservare, mantenere in efficienza dei sistemi, dispositivi, attrezzature e delle altre misure antincendio adottate, effettuando verifiche di controllo ed interventi di manutenzione, riportando gli esiti in un registro dei controlli, esporre un foglio informativo e cartellonistica riportante divieti e precauzioni da osservare, numeri telefonici per l’attivazione dei servizi di emergenza, nonché riportante istruzioni per garantire l’esodo in caso d’incendio. Le istruzioni saranno redatte in lingua italiana ed eventualmente, su esplicita richiesta dell’assemblea o qualora l’amministratore lo ritenga opportuno, potranno essere redatte anche in altre lingue fermo restando l’utilizzo di cartellonistica di sicurezza conforme alla normativa vigente. Infine, è prevista la verifica, per le aree comuni, dell’osservanza dei divieti, delle limitazioni e delle condizioni normali di esercizio. Dal canto loro, gli occupanti in condizioni ordinarie devono osservare le disposizioni della gestione della sicurezza antincendio e, in particolare, osservare le misure antincendio preventive, predisposte dal responsabile dell’attività – amministratore, non alterare la fruibilità delle vie d’esodo e l’efficacia delle misure di protezione attiva e passiva. In condizioni d’emergenza, attuano quanto previsto nella pianificazione di emergenza, in particolare devono anche attuare le procedure di allarme e comunicazioni, e seguire l’evacuazione secondo le procedure della pianificazione di emergenza. LA PREVENZIONE Misure antincendio preventive (sono fatti salvi gli adempimenti previsti dalla normativa vigente, per le aree indicate al punto 3 del D.M. 16 maggio 1987, individuate quali luoghi di lavoro), consistono in un corretto deposito ed impiego dei materiali combustibili, delle sostanze
infiammabili liquide e gassose, nel mantenimento della disponibilità di vie d’esodo sgombre e sicuramente fruibili, nella corretta chiusura delle porte tagliafuoco nei varchi tra compartimenti, nella riduzione delle sorgenti di innesco (es. limitazioni nell’uso di fiamme libere senza le opportune precauzioni, divieto di fumo in aree ove sia vietato, divieto di impiego di apparecchiature elettriche malfunzionanti o impropriamente impiegate, ...), nella gestione dei lavori di manutenzione, e valutazione delle sorgenti di rischio aggiuntive, in particolare: operazioni pericolose (per esempio i lavori a caldo), la temporanea disattivazione impianti di sicurezza, sospensione della continuità di compartimentazione, l’impiego delle sostanze o miscele pericolose (come solventi, colle, infiammabili). Ancora: sono da valutare i rischi di incendio in caso di modifiche alle strutture, alle finiture, al rivestimento delle facciate, all’isolamento termico e acustico e agli impianti. PRONTI ALL’EMERGENZA È prevista anche la pianificazione dell’emergenza in attività caratterizzate da promiscuità strutturale, impiantistica, dei sistemi di vie d’esodo ed esercitate da responsabili dell’attività diversi. Le pianificazioni d’emergenza delle singole attività devono tenere conto di eventuali interferenze o relazioni con le attività limitrofe. In tali attività devono essere previste planimetrie per gli occupanti indicanti le vie d’esodo, installate in punti opportuni ed essere chiaramente visibili. La pianificazione dell’emergenza può essere limitata all’informazione agli occupanti sui comportamenti da tenere. Tali informazioni potranno essere trasmesse anche semplicemente con avvisi in bacheca, ove presente, o secondo le modalità ritenute più opportune. Le informazioni devono riguardare le istruzioni per la chiamata di soccorso e le informazioni da fornire per consentire un efficace soccorso, le informazioni da fornire alle squadre di soccorso intervenute sul posto, le azioni da effettuarsi per la messa in sicurezza di apparecchiature ed impianti, le istruzioni per l’esodo degli occupanti, anche in relazione alla presenza di persone con limitate capacità motorie, ove presenti, il divieto di utilizzo degli ascensori per l’evacuazione in caso di incendio, ad eccezione degli eventuali ascensori antincendio da utilizzare con le modalità di cui al D.M. 15 settembre 2005. Quando è presente l’impianto rivelazione automatica o manuale dell’incendio, dovranno essere previste apposite istruzioni di impiego e attivazione dell’allarme. LIVELLO DI PRESTAZIONE 2 Per il Livello di Prestazione 2, i compiti del responsabile dell’attività sono gli stessi del livello di prestazione 1 e, in aggiunta, è prevista l’installazione di un impianto di segnalazione manuale di allarme incendio con indicatori di tipo ottico ed acustico, realizzato a regola d’arte. Anche per gli occupanti i compiti sono gli stessi del L.P. 1. Riguardo le misure antincendio preventive, sono compresi tutti gli adempimenti del livello di prestazione 1 ed in aggiunta un impianto di segnalazione manuale di allarme incendio con indicatori di tipo ottico ed acustico. In aggiunta a quanto previsto per il livello di prestazione 1, la pianificazione dell’emergenza deve contenere le procedure di attivazione e diffusione dell’allarme. LIVELLO DI PRESTAZIONE 3 In questo caso i compiti del responsabile dell’attività sono gli stessi del
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livello di prestazione 2 e, in aggiunta, il responsabile deve predisporre un centro di gestione dell’emergenza, designare il Responsabile della gestione della sicurezza antincendio, il Coordinatore dell’emergenza (soggetto in possesso di attestato di idoneità tecnica a seguito di frequenza di corso di rischio elevato ex DM 10 marzo 1998) ed è prevista anche l’installazione di un impianto Evac a regola d’arte. Il Responsabile della gestione della sicurezza antincendio può coincidere anche con il Responsabile dell’attività. Costui pianifica e organizza le attività della gestione della sicurezza antincendio, predispone le procedure gestionali ed operative, relative alle misure antincendio preventive, aggiorna la pianificazione dell’emergenza, prevede un controllo periodico delle misure di prevenzione adottate, fornisce al Coordinatore dell’emergenza le necessarie informazioni e procedure da adottare previste nella pianificazione dell’emergenza, segnala al Responsabile dell’attività le non conformità e le inadempienze di sicurezza antincendio. Il coordinatore dell’emergenza sovrintende all’attuazione della pianificazione di emergenza e delle misure di evacuazione previste e si interfaccia con i responsabili delle squadre dei soccorritori. Se presente in loco, collabora alla gestione dell’emergenza presso il centro di gestione dell’emergenza. Se, invece, non è presente, deve essere immediatamente reperibile secondo le procedure di pianificazione di emergenza. Gli occupanti hanno gli stessi compiti del livello di prestazione 2. Le misure antincendio preventive comprendono tutti gli adempimenti del livello di prestazione 2, con l’aggiunta di un centro di gestione dell’emergenza, di un sistema di allarme vocale per scopi di emergenza (Evac) realizzato a regola d’arte. In aggiunta a quanto previsto per il L.P. 2, la pianificazione dell’emergenza deve contenere le procedure di attivazione del centro di gestione dell’emergenza: un locale utilizzato per il coordinamento delle operazioni da effettuarsi in condizioni di emergenza e può essere costituito un locale anche a uso non esclusivo (per esempio, portineria, reception, centralino, ...). Questo centro di gestione dell’emergenza deve essere fornito almeno di informazioni necessarie alla gestione dell’emergenza (es. pianificazioni, planimetrie, schemi funzionali di impianti, numeri telefonici...), di centrale gestione sistema Evac, di una centrale di controllo degli impianti rilevanti ai fini antincendio, ove presenti. Il centro di gestione dell’emergenza deve essere chiaramente individuato da apposita segnaletica di sicurezza. S e t t e m b r e
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LA DIFFERENZA Precisiamo che tali norme sono entrate in vigore dal 6 maggio per le nuove costruzioni mentre per gli edifici esistenti sono previste entro il 6 maggio 2021 le disposizioni riguardanti l’installazione, ove prevista, degli impianti di segnalazione manuale di allarme incendio e dei sistemi di allarme vocale per scopi di emergenza. Ed entro il 6 maggio 2020 per le restanti disposizioni. Inoltre, l’articolo 2 del decreto legislativo prevede negli edifici di civile abitazione soggetti ai procedimenti di prevenzione incendi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n. 151, i requisiti di sicurezza antincendio delle facciate sono valutati avendo come obiettivi limitare la probabilità di propagazione di un incendio originato all’interno dell’edificio, la probabilità di incendio di una facciata e la successiva propagazione del fuoco, evitare o limitare, in caso d’incendio, la caduta di parti di muro. Ai fini del raggiungimento degli obiettivi previsti al comma 1, nelle more della determinazione di metodi di valutazione sperimentale dei requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili, la guida tecnica Requisiti di sicurezza antincendio delle facciate negli edifici civili allegata alla lettera circolare n. 5043 del 15 aprile 2013 della Direzione centrale per la prevenzione e sicurezza tecnica del Dipartimento dei vigili del fuoco può costituire un utile riferimento progettuale. Infine, a chiosa del provvedimento legislativo sembra che ancora una volta il legislatore, seppure con un fine meritorio, non si sia calato nella realtà del condominio. Sembra automatico che la figura del responsabile delle attività di prestazione debba essere individuata nella persona dell’amministratore di condominio, che non vive all’interno del condominio e, quindi, dovrà predisporre una verifica periodica sullo stato dei luoghi e delle strutture per accertarsi del persistere delle condizioni di sicurezza. Tutto ciò comporterà un aggravio di incombenze e di responsabilità per le quali non è previsto un compenso extra rispetto a quanto convenuto al momento dell’assunzione del mandato. Ulteriore osservazione: gli edifici che non superano i 12 metri non sono soggetti a nessuna nuova disposizione e, quindi, non dovrebbero nominare il responsabile delle attività. Sembra quanto meno superficiale: anche gli edifici che non superano i 12 metri di altezza da terra presentano quasi sempre gli stessi rischi degli altri.
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NON SI FERMA IL MOTORE DELL’ITS I distributori di idrotermosanitari godono di buona salute. E anche le previsioni per il 2020 sono positive. Ma la crescita non è uguale per tutti: aumenta i margini chi punta su una migliore organizzazione e offre servizi pre e post vendita capaci di intercettare la domanda
a cura del Centro Studi YouTrade
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rosegue il trend positivo del mercato idrotermosanitario. Secondo le più recenti analisi di Angaisa, l’associazione dei distributori di materiali Its, il 2018 è stato un anno positivo con un incremento delle vendite del settore rispetto all’anno precedente pari al 3,6%. Le proiezioni Angaisa vedono per il 2019 un ulteriore consolidamento del mercato, con una crescita ancora del 3,6% e un ulteriore incremento del 3,2% nel 2020. È uno scenario positivo, dunque, quello che si presenta di fronte agli operatori delle rivendite idrotermosanitarie. Un trend spinto dalla crescita degli investimenti in riqualificazione edilizia e anche in un aumento della ricerca del comfort e del benessere abitativo, al leggero incremento della domanda di abitazioni e alla ripresa delle compravendite, che si rivolgono soprattutto al mercato dell’usato e dunque con la necessità di intervenire nelle abitazioni per riqualificarle dopo l’acquisto. QUESTIONE DI COMFORT È ormai assodato che i concetti di comfort abitativo, di risparmio energetico, di sicurezza ed efficienza degli edifici, non solo quelli
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residenziali, si traducono in una maggiore ricerca di soluzioni adeguate, in senso tecnologico ma anche estetico, alle nuove esigenze degli utilizzatori e degli utenti finali. Il mercato impiantistico inoltre, grazie allo sviluppo tecnologico e ai costi sempre più abbordabili dei sistemi che un tempo, per esempio quelli domotici, avevano una soglia di acquisto elevata. Oggi fa da traino a un mercato che se non presenta le dinamiche rilevanti di un tempo, consente comunque di guardare al futuro con un margine interessante di crescita, superiore negli ultimi anni sempre al 3%. Se si pensa alla dinamica del settore delle costruzioni e soprattutto a quella dell’economia italiana e del Pil, è di tutta evidenza che il mercato idrotermosanitario possa contare su alcuni vettori di spinta positivi, anche grazie anche agli incentivi fiscali in vigore sugli interventi di efficientamento energetico e di riqualificazione edilizia, nonché (aspetto non trascurabile) del bonus mobili. CONTINUO MIGLIORAMENTO Questo scenario conferma il trend che già era stato rilevato con le indagini sui bilanci dei distributori di materiale idrotermosanitario realizzate dal Centro Studi YouTrade, nelle quali si rilevava come S e t t e m b r e
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Distributori di materiali ITS. Variazione % del fatturato per classi dimensionali delle imprese (in milioni di euro). Anno 2017 su 2016
il settore avesse di fatto completato l’iter di consolidamento del mercato, pur in una fase di debole contrazione generale, dato che nel 2017 la dinamica confermava il già positivo 2015 (+3,6%) un ancora più positivo 2016 (+7,9% sul 2015). I dati relativi alle analisi di bilancio evidenziano variazioni dell’ultimo quadriennio che hanno consentito di recuperare totalmente il terreno perso dall’inizio della crisi e di riportare i volumi di vendita al livello pre 2009. La crescita cumulata rilevata per il 2017 nel campione di distributori Its analizzati appare rilevante, ma a differenza di quella dei rivenditori edili si presenta distribuita quasi uniformemente nelle diverse classi dimensionali di impresa. La fascia con meno di 5 milioni di euro di fatturato ha presentato nel 2017 una crescita del +2,7%, quella tra 5 e 10 milioni di fatturato registra una crescita pari al 3,0% e quella compresa tra 10 e 30 milioni di euro di fatturato una variazione del fatturato sul 2016 pari al 2,2%. Salendo di classe dimensionale i ricavi segnano una crescita maggiore, pari a +4,0% per le imprese tra 30 e 60 milioni di euro e 4,9% per le imprese con oltre 60 milioni di fatturato. Dunque, la dimensione è un fattore strategico e rilevante delle dinamiche della rivendita Its. INDICATORI DI PERFORMANCE Ma le peculiarità dei distributori di idrotermosanitari analizzati si leggono negli indicatori di performance, indicatori che fotografano lo stato di salute del comparto. Nel 2017 il 64,8% delle imprese ha registrato un incremento di fatturato, ma ciò che colpisce è la percentuale di bilanci chiusi in utile, molto consistente in questo comparto (93,5%) rispetto alla media dei distributori anche degli altri settori dell’edilizia, così come è più elevata la quota di utile sul fatturato
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(2,6% per i distributori Its). Dal punto di vista della redditività i dati generali sono positivi per quanto riguarda il Roe (performance buone o ottime per oltre la metà del campione, con un valore globale dell’indice pari a 7,9%) piuttosto che per il Ros (valore medio non particolarmente elevato, 3,6%, e quota di virtuosi ridotta al 14,8%). La solidità patrimoniale delle aziende della distribuzione Its è stabile, dato che ben il 65% delle imprese è in una situazione buona o ottima, mentre sul fronte della liquidità la situazione media è di tranquillità (60% hanno la sufficienza nella solvibilità) ma solamente il 36% ha le casse aziendali in grado di coprire molto più delle spese correnti. CONSOLIDAMENTO Questa visione d’insieme restituisce un quadro dunque in netto miglioramento rispetto al passato e uno scenario attuale di ulteriore consolidamento, scenario che potrà essere confermato dalla prossima analisi dei bilanci, quella relativa al 2018. Uno scenario nel quale la crisi e la successiva ristrutturazione del settore della distribuzione Its ha visto una forte selezione delle imprese, con strategie di riorganizzazione aziendale e dei mercati, allargando per esempio le proprie attività soprattutto in segmenti di prodotti performanti e, per i big, procedendo con fusioni e acquisizioni. Comparando i risultati della distribuzione con quelli registrati dai produttori che operano nei rispettivi comparti è possibile verificare una volta di più come la distribuzione stia viaggiando a differenti velocità e come in alcuni settori vi siano ancora condizioni di miglioramento potenziale. Per esempio, nella produzione e distribuzione di idrotermosanitari nel 2017 è cresciuto molto il comparto della climatizzazione (+7,3%), mentre i comparti produttivi di piastrelle e rivestimenti e sanitari S e t t e m b r e
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presentano crescite inferiori a quelle complessive della distribuzione Its (rispettivamente, +2,6% e +1,0%). INDICI FINANZIARI I dati evidenziano soprattutto che la crescita del settore non è solo nel fatturato, ma soprattutto nei margini e negli utili di impresa, il che dimostra che il settore sta avviando una stagione di rinnovamento gestionale che, rispetto al passato, punta molto sul know how tecnologico, azioni di organizzazione e gestione di impresa orientate non solo al contenimento dei costi ma soprattutto all’aumento della produttività, aziende top leader ma anche di quelle di fascia media, giocate sulla flessibilità e personalizzazione del servizio, in modo da creare una catena del valore percepita in modo positivo nei mercati di riferimento. È chiaro che questa catena si esprime in modo positivo maggiormente nelle aziende più strutturate, mentre le aziende di piccola dimensione continuano a soffrire e stentano a trovare la strada di una ripresa che si mostra sempre più selettiva. Ciò si deve anche alle tipologie di prodotti e soluzioni che oggi richiedono sempre più competenze, sia in campo informativo che di servizio pre e post vendita. Le nuove tecnologie disponibili oggi nel settore degli impianti, per esempio, permettono interventi meno invasivi e onerosi rispetto al passato, ma necessitano anche di competenze e di supporto pre e post vendita.
CHI SI STRUTTURA Il mercato Its prosegue nel suo trend positivo ma la crescita non è per tutti, dunque. Vince chi è più strutturato e organizzato. Nel nuovo mercato dell’edilizia post crisi non si può più improvvisare, e aprire uno show room non è una azione semplice o da lasciare al caso. Le migliori esperienze italiane e le best practice estere dimostrano che la struttura di vendita, sia dal punto di vista dell’organizzazione dei processi sia dal punto di vista della disposizione e organizzazione dei punti vendita e dei servizi pre e post vendita, sono fattori strategici sui quali oggi si gioca la competizione e la concorrenzialità, non solo nel settore ma anche con la Gds e la Gdo. Le opportunità legate ai bonus fiscali e agli ecobonus permettono potenzialmente un’ulteriore accelerazione dell’Its e dell’impiantistica orientata al comfort, all’efficienza e al risparmio energetico, ma per essere competitivi in questo mercato bisogna strutturarsi sempre più sia nelle parti materiali legate alla gestione dei punti vendita, sia in quelle immateriali legate all’informazione, alla comunicazione e alla formazione sul campo. Le potenzialità ci sono, però le sapranno cogliere soprattutto le aziende dotate e quelle che sapranno dotarsi di organizzazioni di vendita evolute, perché il futuro non si improvvisa, ma si affronta con strategie mirate e puntuali.
Indicatori di performance per i distributori di materiali Its. Anno 2017
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LA PIETRA VOLA CON L’EXPORT Il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese, anticipa a YouTrade le novità in programma con la manifestazione internazionale, che vede il 62% degli espositori e dei visitatori da 150 Paesi del mondo. E annuncia l’avvio di una piattaforma permanente a Shenzhen di Giacomo Casarin
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internazionalità del settore lapideo italiano non è una novità. «Nonostante un calo tendenziale delle esportazioni», spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere, «la filiera del marmo nel 2018 ha realizzato a livello globale oltre 18 miliardi di euro di interscambi, inclusi macchinari e tecnologie, e vede l’industria italiana ai primi posti per il valore aggiunto della produzione che ha superato l’anno scorso i 4 miliardi di euro, per il 73% realizzati grazie all’export». A Marmomac 2019 (25-28 settembre, Fiera di Verona) il business è al centro, quindi. Ma tanto spazio è riservato anche a architetti e arredatori d’interni, con incontri dedicati a innovazione, design e formazione. Domanda. Il tema per l’edizione 2019 di Marmomac è Naturality. Che cosa significa e quali sono le principali novità e tendenze che vedremo in fiera? Risposta. Naturality è il tema dell’edizione 2019 del padiglione 1, The Italian Stone Theatre, uno spazio all’interno di Marmomac dedicato agli aspetti di innovazione, design e formazione. L’intenzione è quella di puntare sulla naturalità della pietra nella sua versione più pura, che ne valorizza l’unicità e la geodiversità, sottolineate dall’inserimento in uno scenario green, allusivo al legame esistente tra mondo
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vegetale e minerale. Più in generale, per quanto riguarda le novità di Marmomac, viene riservato grande spazio agli architetti, con i corsi di formazione e aggiornamento della Marmomac Academy, e agli arredatori d’interni, a cui è rivolto un progetto educational composto da tre workshop per approfondire le caratteristiche del prodotto in pietra e proporlo con più efficacia al cliente finale. Molti anche i nuovi servizi digitali proposti da Marmomac: dalla nuova App che si integra al sistema di geolocalizzazione in tutti i padiglioni della fiera e consente di salvare espositori preferiti, memo vocali e testuali, alla piattaforma online B2in per il matching tra domanda e offerta, dove aziende, buyer italiani ed esteri hanno la possibilità di conoscersi, organizzare appuntamenti agli stand e gestire l’agenda giornaliera. D. Quanti espositori parteciperanno alla manifestazione veronese? E quanti visitatori prevedete? R. L’edizione 2018 si è chiusa con 1.616 aziende espositrici e con 68mila visitatori. Per la nuova edizione i riscontri sono molto positivi e ci attendiamo ancora una maggiore attenzione da parte degli operatori stranieri. D. Marmomac si rivolge in buona parte al mercato estero. Qual è la quota di espositori provenienti da altri Paesi e che importanza ha questo aspetto per le aziende italiane? R. Il 62% degli espositori e dei visitatori proviene dall’estero, e più
«Marea», di Elena Salmistraro è l’attuale immagine di Marmomac 2019, vincitrice dell’Icon Award 2018, prodotta da Vicentina Marmi con Donatoni Macchine e Arabescato Orobico di Cave Gamba © Luca Morandini
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precisamente da 150 Paesi del mondo: si conferma dunque l’alta percentuale di internazionalità di Marmomac rispetto alla media delle rassegne nazionali. Questo consente alle imprese italiane di cogliere al massimo le opportunità commerciali legate alla pietra in tutte le sue categorie merceologiche, dal prodotto grezzo ai lavorati, dai macchinari per la lavorazione ai mezzi di trasporto e sollevamento, fino ai servizi. Oltre ai Paesi storicamente interessati alla qualità dei prodotti del made in Italy, come gli Stati Uniti, la Germania e la Svizzera e molti altri, esistono mercati più recenti ma sempre dalle grandi potenzialità, come la Cina, l’India, l’Egitto. Marmomac diventa, quindi, punto di incontro di domanda e offerta, un momento strategico per consentire alle aziende italiane di agganciare operatori professionali di nuovi Paesi. D. Come funzionano gli «speed dating» dedicati al b2b? R. Proprio per agevolare l’incontro tra domanda e offerta, la rete dei delegati di Veronafiere, il ministero dello Sviluppo economico e Ice, l’Agenzia per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, hanno selezionato oltre 180 top buyer provenienti da 45 Paesi, tra architetti, distributori, marmisti e installatori: queste figure, ritenute strategiche per fare da apripista verso nuovi mercati, incontreranno le imprese del settore in specifici incontri b2b nella forma «speed dating». I top buyer selezionati da Veronafiere, in particolare, parteciperanno a incontri con le aziende della durata di 15 minuti, focalizzati non più sulla provenienza geografica, come lo scorso anno, ma sull’utilizzo finale: lusso, lastre e tools. D. Come sta andando il mercato del settore lapideo italiano relativamente ai prodotti lavorati e a quelli grezzi? R. La filiera del marmo nel 2018 ha realizzato a livello globale oltre 18 miliardi di euro di interscambi, inclusi macchinari e tecnologie, e vede l’industria italiana ai primi posti per il valore aggiunto della produzione che ha superato l’anno scorso i 4 miliardi di euro, per il 73% realizzati grazie all’export. Sia per i prodotti lavorati che per quelli grezzi si è registrato un calo tendenziale delle esportazioni, ma quello lapideo è un settore particolare, dove sono sufficienti poche commesse per variare di molto il risultato finale. D. La community globale di Marmomac trova conferma in grandi eventi organizzati negli Stati Uniti e in Brasile. Quali sono i piani per il futuro di questo network? R. Veronafiere è sempre più attenta alla community internazionale di Marmomac. Il calendario delle fiere all’estero, quest’anno, si è aperto a gennaio con Stonexpo Marmomac a Las Vegas, negli Stati Uniti, e in febbraio con Vitoria Stone Fair Marmomac Latin America, la più importante fiera di settore nel continente sudamericano. A fine agosto, dal 27 al 30, è in programma sempre in Brasile Cachoeiro Stone Fair, a Cachoeiro de Itapemirim, città riconosciuta come il più importante polo di lavorazione e distribuzione di marmo dell’America Latina. Ma oltre agli Stati Uniti e al Sud America, stiamo guardando con grande interesse anche al mercato asiatico. In settembre è in programma Living Italy @ Design a Pechino e Shanghai, una nuova iniziativa dedicata al design. Inoltre, Veronafiere sta realizzando una piattaforma di promozione permanente a Shenzhen, in Cina, dedicata specificatamente al vino: la nostra intenzione, però, è utilizzarla anche per altri comparti, a cominciare dal marmo e dalla pietra naturale. Sfruttando questo avamposto, vogliamo accompagnare le imprese del Belpaese nella promozione dei propri prodotti in Asia, contribuendo così allo sviluppo del settore manifatturiero italiano.
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LE NOVITÀ DELLA NUOVA EDIZIONE GIOVANNI SAVORANI ECCO PERCHÉ È DIVENTATO OPEN
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TANTO ARREDOBAGNO MA ANCHE CULTURA Non solo ceramica: il business del Cersaie è sempre più anche culturale. Che cosa significa? Semplicemente, che dopo una visita alla Fiera di Bologna si esce con qualcosa in più. O, meglio, con più conoscenza. Perché all’evento leader del settore della ceramica, in programma a Bologna dal 23 al 27 settembre, ci sono 840 espositori e più di 112 mila visitatori. E con il loro incontro si costruiscono relazioni professionali in grado di accrescere l’esperienza, prima che il business. Cersaie apre le porte a nuovi materiali e soluzioni anche grazie agli appuntamenti immancabili organizzati in fiera: dal programma di conferenze di architettura Costruire Abitare Pensare, alle missioni dei progettisti stranieri di Cersaie Business, dagli
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incontri di design del Café della Stampa alle dimostrazioni pratiche e teoriche della Città della Posa, passando per la mostra tematica che declina l’Italian Style, fino agli appuntamenti con gli utenti finali per la riqualificazione degli spazi di Cersaie Disegna la tua Casa. L’arredobagno prende sempre più piede e occupa nuovi spazi espositivi, compreso il Padiglione 30 (inaugurato l’anno scorso) che ospiterà la mostra tematica Famous Bathrooms, ovvero stanze da bagno ispirate a grandi personaggi storici dove ogni set diventa un racconto per le aziende e i loro prodotti. Non mancheranno di certo le proposte da cui farsi ispirare. di Giacomo Casarin
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Casa Torna il Cersaie tra innovazione e cultura Grandi lastre, colore, salubrità e sostenibilità dei materiali: saranno tra i temi più importanti del prossimo appuntamento (23-27 settembre). Come anticipa Giovanni Savorani, presidente di Confindustria Ceramica di Giacomo Casarin
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ono previsti 869 espositori da 40 Paesi e oltre 112 mila visitatori a Cersaie 2019, in programma alla Fiera di Bologna dal 23 al 27 settembre. Lo conferma a YouTrade il presidente Giovanni Savorani: «Abbiamo allargato il pubblico di riferimento al contract». L’obiettivo? Aggiornarsi, costruire relazioni professionali, scoprire e mostrare in anteprima nuovi prodotti e progetti. Attraverso stand espositivi che rappresentano progetti di architettura e interior design, e che da quest’anno saranno riconosciuti anche attraverso un premio, l’Adi Booth Design Award.
Vista esterna di Campzero con portone sezionale perSavorani garage Giovanni
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UNA GRANDE INIZIATIVA: DISEGNA LA TUA CASA CON YOUTRADE Cersaie disegna la tua casa. È l’iniziativa che offre ai visitatori consulenze gratuite grazie ai progettisti dei più importanti periodici di architettura e interior design italiani. Anche quest’anno YouTrade è tra i protagonisti e avrà un suo spazio all’interno dell’Agorà dei Media (Centro Servizi) con un architetto pronto a offrire ai privati suggerimenti per abbellire la propria abitazione. Ogni appuntamento avrà la durata di comfort, design e innovazione. circa 30-40 minuti e si terrà all’interno dell’Agorà Media di Cersaie 2019, nelle giornate di giovedì 26 settembre (dalle 9 alle 19) e venerdì 27 settembre (dalle 9 alle 18). Per richiedere un appuntamento è necessario inviare un’email all’indirizzo eventi@vgambinoeditore.it indicando la data scelta, nome, cognome, e-mail e numero di cellulare, oltre a una planimetria o una foto dell’ambiente per il quale si richiede la consulenza, insieme alle eventuali domande.
Domanda. Cersaie quest’anno diventa Open Cersaie. Che cosa significa concretamente? Risposta. Open Cersaie è l’ulteriore ampliamento delle potenzialità del Salone Internazionale della Ceramica e dell’Arredobagno che si tiene annualmente a Bologna. Abbiamo allargato il pubblico di riferimento al contract, potenziata la comunicazione digitale, allargata la platea degli interlocutori, con l’obiettivo di confermare una leadership che è nei fatti: 869 espositori da 40 Paesi e oltre 112 mila presenze attese nei cinque giorni. D. La manifestazione bolognese dà sempre più spazio all’arredobagno. Quali sono le principali novità in fiera per questo settore? R. Le aziende dell’arredobagno sono da sempre protagoniste di Cersaie, grazie alla loro elevata partecipazione (anche quest’anno oltre 200), internazionalità e prestigio. Questa 37esima edizione di Cersaie vedrà la presenza di aziende che si caratterizzano per la ricerca di soluzioni sostenibili, nel campo del risparmio dell’acqua, e per soluzioni interessanti in termini di design. Ampia e qualificata è la partecipazione delle aziende della ceramica sanitaria di Civita Castellana. D. La mostra tematica 2019 è Famous Bathrooms. Di che cosa si tratta? R. La mostra immagina e prova a costruire la stanza da bagno di dieci personaggi famosi, realizzata con materiali e prodotti moderni. Un esercizio di ricostruzione storica che si affianca a quello della ricerca di stili consoni a questi stessi personaggi. Una mostra che vale la pena di visitare per scoprire cose interessanti. D. Quali sono i trend di prodotto che si stanno imponendo nel settore ceramico? R. Il tema delle grandi lastre, del colore e della salubrità e sostenibilità dei materiali sono alcuni dei driver importanti. Penso che marmi e pietre, assieme al legno, occuperanno parti significative dello spazio espositivo, così come le lastre ceramiche, che si vedranno anche come rivestimenti di cucine, mobili e tavoli. D. A Cersaie 2019 debutta il premio Adi Booth Design Award. Porta tagliafuoco New Idra Di che cosa si tratta e quali sono state le motivazioni che vi hanno S e t t e m b r e
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spinto a introdurlo? R. L’innalzamento dell’immagine aziendale passa anche attraverso stand espositivi che a Cersaie rappresentano veri e propri progetti di architettura e di interior design. È un grande sforzo che le aziende hanno fatto, finalizzate a caratterizzarsi rispetto al mercato, che Porta interna rivestita in palissandro blu della gamma Isy. merita Sotto,porta di essere riconosciuto anche attraverso un premio. La pretagliafuoco Opera Rei 60 rivestita all'esterno in senza dipietra Adisilver è una garanzia di imparzialità e di prestigio assoluto. shine D. Chi sono i protagonisti di quest’anno del programma culturale Costruire Abitare Pensare? R. Il parterre dei convegnisti prevede il cileno Felipe Assadi, l’indiana Anupama Kundoo, Ferlenga e Chiaramonte, Emilio Ambasz, Francesca Molteni, Jacob+MacFarlane. Confermiamo anche in questa edizione di Cersaie il profilo internazionale dei relatori e l’attenzione ai grandi temi dell’architettura contemporanea. D. Come sta andando il mercato della ceramica interno ed estero? R. Questo è un anno dove le grandi tensioni internazionali, che derivano anche dalla guerra dei dazi, generano forti tensioni sulle economie di tutto il mondo. A questo tema abbiamo dedicato anche il convegno inaugurale. Nei primi sei mesi l’Italia, così come l’Europa Occidentale, risulta in lieve crescita, mentre molte delle aree extra europee registrano perdite di alcuni punti percentuali. Il tutto in un contesto di grande incertezza e perturbabilità. D. A un anno dalla sua elezione come presidente di Confindustria Ceramica, qual è il bilancio finora di questa sua esperienza? R. È stato un anno di grande intensità dove abbiamo fatto cose molto importanti. Ne cito due. La prima è stata l’attenzione alla formazione dei giovani che si è concretizzata in una analisi delle figure professionali necessarie al settore nel medio termine per arrivare alla creazione del master di secondo livello Impresa e Tecnologia Ceramica. La seconda riguarda una campagna di comunicazione incentrata su I valori della ceramica che ha raccontato tramite videoclip sia le peculiarità del prodotto che le possibili e varie destinazioni d’uso. Una grande campagna che ha avuto una diffusione mondiale e che a Cersaie ripresenteremo a favore dei visitatori.
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MAPEI
NUOVA MEMBRANA CON UN’ARMA IN PIÙ L’azienda presenta Mapeguard UM35: desolidarizzante, antifrattura, impermeabilizzante per supporti fessurati, umidi o non perfettamente stagionati, per la posa di piastrelle di ceramica e materiale lapideo, anche in esterno. E la semi-trasparenza aiuta la posa di Veronica Monaco
L'
attività di ricerca e sviluppo Mapei non si ferma mai e firma un’altra innovazione, presentata in anteprima assoluta al Cersaie 2019, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno in programma a Bologna dal 23 al 27 settembre. La novità si chiama Mapeguard UM35 ed è una membrana desolidarizzante, antifrattura, impermeabilizzante per supporti fessurati, umidi o non perfettamente stagionati, per la posa di piastrelle di ceramica e materiale lapideo, anche in esterno. PIÙ PRECISIONE L’aspetto semi-trasparente della membrana permette di facilitare le modalità di posa, consentendo all’installatore di verificare la corretta distribuzione dell’adesivo utilizzato per l’incollaggio. E, nel caso di posa come membrana impermeabilizzante, l’operatore può intravedere eventuali corpi passanti al di sotto, facilitandone il taglio. Mapeguard UM35 protegge inoltre la pavimentazione ceramica dalla fessurazione causata da eventuale discontinuità e da lesioni del supporto su cui è applicata.
EVAPORAZIONE Grazie allo strato d’aria presente sul retro della membrana, Mapeguard UM35 è in grado di permettere lo smaltimento dell’umidità presente negli strati sottostanti senza danneggiare la pavimentazione ceramica. Queste cavità d’aria garantiscono inoltre una distribuzione più uniforme del calore in caso di massetti di tipo radiante, anche a basso spessore. La membrana risulta anche totalmente impermeabile e in grado di proteggere i supporti dalle infiltrazioni di acqua, conferendo così maggiore durabilità.
Mapeguard UM35, membrana desolidarizzante semi-trasparente
gli appuntamenti LUNEDÌ 23 SETTEMBRE
Ore 10.30 - Café della Stampa - Centro Servizi Il bagno oggi e domani Café - La sostenibile intelligenza creativa del design(er), con Stefano Maffei e Diego Grandi Ore 11.00 - Europauditorium Palazzo dei Congressi Convegno economico Ore 12.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Domus Café - Il colore è uno strumento imprescindibile nella progettazione e capace di migliorare la nostra vita quotidiana, con Manuela Banaiti, Andrea Marcante e Adelaide Testa Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Evento di benvenuto per architetti, durante il quale viene illustrato il salone e fornita una guida alla visita della manifestazione. La partecipazione, con contestuale firma del registro presenze, conferisce un credito formativo professionale Ore 15.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Marie Claire Maison Café - Punto, linea, superficie: un dialogo sui nuovi codici della decorazione, con Patrizia Piccinini, Gunilla Zanaboni, Gio Pagani e Pierre Gonalons Ore 18.30 - Palazzo Re Enzo - Piazza del Nettuno, 1 - Bologna Conferenza Stampa Internazionale Ceramics of Italy e Journalism Award, con Roberto Luongo, Palma Costi, Emilio Mussini, Andrea Serri, Cristina Faedi e Armando Cafiero (evento riservato ai giornalisti)
MARTEDÌ 24 SETTEMBRE
VENERDÌ 27 SETTEMBRE Ore 10.00 - Europauditorium Palazzo dei Congressi Francesca Molteni - Lezione alla rovescia, con Francesca Molteni e Fulvio Irace Ore 10.00 - Sala Notturno - Centro Servizi Blocco D Workshop “JOB DESIGN: Guida alla costruzione di una mappa personale per orientare le proprie scelte” Ore 12.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Chiesa Oggi Café - Gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici. Buone pratiche per il riuso e valorizzazione del patrimonio religioso, con Caterina Parrello, Giovanni Campagnoli, Roberto Tognetti, Cinzia Pagni e Michele Cascio Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 14.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Spazi Sacri: Il cimitero San Cataldo di Aldo Rossi e Gianni Braghieri, con Alberto Ferlenga e Giovanni Chiaramonte
ARCHICONTRACT Archicont(r)act è la nuova area tematica di Cersaie che mette in contatto l’architettura ed il mondo del contract italiano ed internazionale (Mall 29-30). All’interno di
Ore 10.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Guest Café - Surfaces for hospitality & wellness, con Antonia Zanardini e Francesco Scullica Ore 12.00 - Café della Stampa - Centro Servizi La Repubblica Café - “Si fa presto a dire benessere”, con Roberto Palomba e Aurelio Magistà Ore 13.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 15.00 - Café della Stampa - Centro Servizi AD Café - Interior Design e i nuovi Strumenti della Ceramica, con Massimo Iosa Ghini, Francesca Faraone e Alessandro Ubertazzi
questo spazio, ogni giorno è possibile partecipare a incontri e iniziative con numerosi
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE
Ore 18.00 - Aperitivo con l’architetto: Genius Loci Architettura
Ore 10.00 - Café della Stampa - Centro Servizi NIIProgetti Café - Focus settore terziario: cantieri e progetti per il triennio 2019-2021, con Andrea Boni, Luca Dondi e Giulia Guerra Ore 10.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Felipe Assadi La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP. Ore 12.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Interni Café - Identità Ceramica. Superfici e progetto architettonico, con Cino Zucchi Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 15.00 - Café della Stampa - Centro Servizi The Plan Café - I materiali dell’architettura, con Gianandrea Barreca e Francesco Isidori Ore 16.00 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Anupama Kundoo La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP.
GIOVEDÌ 26 SETTEMBRE
Ore 10.00 - Café della Stampa - Centro Servizi DDN Café - Open Cities, con Alessandro Scandurra Ore 10.00 - Palazzo dei Congressi Ceramica tra le righe. L’industria ceramica incontra le scuole: L’intelligenza artificiale esiste?, con Pietro Monari Ore 10.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Jakob & Macfarlane La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP Ore 12.00 - Café della Stampa - Centro Servizi Abitare Café - La tecnologia del cambiamento. Leggere il futuro di un edificio con un software libero e gratuito, con Gian Carlo Magnoli Bocchi, Stefano Rugginenti e Silvia Botti Ore 12.30 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Guida alla visita di Cersaie Ore 16.00 - Galleria dell’Architettura - Gall. 21/22 Profezia verde, con Emilio Ambazs, Attilio Stocchi e Fulvio Irace La partecipazione a questa conferenza dà diritto a 2 CFP.
studi di progettazione. Ecco il calendario: Lunedì 23 settembre Ore 15.30 - Inaugurazione Archicont(r)act Ore 15.45 - Le città del futuro, con Emilio Mussini, Philippe Daverio e Federico Rampini Martedì 24 settembre Ore 13.00 - Aperitivo con l’architetto: Studio Marco Piva Ore 13.30 - Aperitivo con l’architetto: Noa* Ore 17.30 - Aperitivo con l’architetto: Iosa Ghini Associati Mercoledì 25 settembre
Ore 13.00 - Aperitivo con l’architetto: Caberlon Caroppi Italian Touch Architects Ore 13.30 - Aperitivo con l’architetto: THDP Ore 17.30 - Aperitivo con l’architetto: Archilinea Ore 18.00 - Aperitivo con l’architetto: Studio Bizzarro & Partners Giovedì 26 settembre
Ore 13.00 - Aperitivo con l’architetto: MC A Ore 13.30 - Aperitivo con l’architetto: Joi-Design Innenarchitekten
CITTÀ DELLA POSA I grandi formati sono i protagonisti della Città della Posa 2019, a cura di Assoposa (Hall 31 A): tutti i giorni lo spazio ospita seminari tecnici e dimostrazioni pratiche di posa. Appuntamento alle ore 10 con gli incontri della mattina e alle 13.30 con il seminario “Grandi Lastre e Norma UNI 11493: Progettazione, Posa e Manutenzione”.
MOSTRA FAMOUS BATHROOM Famous Bathroom è il nome della mostra collettiva di Cersaie 2019 (Hall 30 stand A80 - E77). Attraverso un percorso ispirato alle stanze da bagno di personaggi famosi, la mostra esalta prodotti di design come in una galleria d’arte concettuale. La mostra ospita inoltre un ricco calendario di appuntamenti: Lunedì 23 settembre Ore 14.30 - Inaugurazione della mostra, con Philippe Daverio ed Emilio Mussini Martedì 24 settembre
Ore 14.00 - Matrix4design presenta “Il nuovo orizzonte del contract design” , con Pierattelli Architetture e Spagnulo&Partners Mercoledì 25 settembre Ore 14.30 - Cerimonie di premiazione ADI Ceramics & Bathroom Design Award 2019 e ADI Booth Design Awards Giovedì 26 settembre
Linea Maxi
Ore 10.00 - L’armonia del colore in architettura secondo la visione Feng Shui, con Stefano Parancola
ANTEPRIMA PRODOTTI IN FIERA
Casa
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1. ARTIS TRA CLASSICO E INNOVAZIONE Le linee pulite e l’accurato studio ergonomico rendono la serie Oggetto di Artis la perfetta sintesi tra resa estetica e praticità di utilizzo. Versatile e contemporanea, la collezione di design offre la scelta tra due differenti modelli: con la leva di impostazione classica o con l’originale maniglia di impronta più innovativa.
2. BERTOCCI PERSONALIZZA OGNI
DETTAGLIO Bertocci ha lavorato sul concetto di personalizzazione sviluppando un catalogo di 20 finiture di superficie per soddisfare anche la clientela più esigente. Si spazia dalle più tradizionali alle più fashion, come l’oro rosa o il bronzo, per arrivare alle versioni matt degli intramontabili bianco e nero, fino all’aspetto vissuto del corten.
3. IL COLORE SECONDO CASALGRANDE
PADANA La linea R-Evolution di Casalgrande Padana interpreta in modo contemporaneo il cemento, arricchito da un effetto nuvolato di alto valore estetico. Alla vasta gamma cromatica di 12 colorazioni si accostano due tipologie di decori innovativi e dal carattere deciso: Stripes e Row, dove i motivi geometrici si accostano alla tinta unica.
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4. FLAVIKER
EFFETTO LEGNO
Con Nordik Wood, Flaviker ha scelto di continuare nella direzione di legni ceramici, dove le crepe a contrasto dall’aspetto quasi tridimensionale generano sorprendente realismo. La gamma comprende tre diverse intensità di colore, Beige, Gold, Brown, oltre alla nuova colorazione Smoked, dall’aspetto
tempo stesso. La collezione di lavabi Marea si presenta nei decori e colorazioni Lavender, Powder pink, Sage green, Sky blue e Yellow.
6. MENEGHELLO PAOLELLI IN ATELIER Meltinpot e vintage sono le parole chiave che al meglio si addicono alla collezione Atelier di Meneghello Paolelli Associati. Un atelier, appunto, dove presente e
quasi «affumicato».
passato si incontrano per creare una
La profonda conoscenza del vetro di Glass
linearità delle forme e da un bordo fino che si
5. MAREA DI VETRO PER GLASS DESIGN
Design entra in piena sintonia con le interpretazioni audaci dei decori del designer Karim Rashid: ne scaturisce un prodotto «digitalizzato», raffinato ed elegante al
linea Minimal-Retró, caratterizzata dalla contrappongono alla rotondità del profilo.
7. ISPIRAZIONE CALCAREA PER KEOPE
La nuova serie di Ceramiche Keope, Brystone, è ispirata alla varietà strutturale e ai delicati passaggi cromatici della pietra calcarea limestone. Dalla superficie morbida, la linea effetto pietra è disponibile in quattro varietà cromatiche, Avana, Grey, Ivory e Gold, di
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cui le ultime due hanno la possibilità di essere declinate nella maxi lastra 120 x 278 centimetri.
8. LA LIBERTÀ DI MOSAICO+ Simbolo dell’inversione di tendenza di Mosaico+, Jointed è la collezione che
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ANTEPRIMA PRODOTTI IN FIERA
Casa supera la modularità della tessera e la sua ripetitività grazie a un segno grafico inciso su ogni singolo elemento che permette di definire composizioni sempre diverse. E con 7 diversi colori: Biancopuro, Bianco Marmo,
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Neropuro, Tortora, Grigio Caldo, Fango, Blu Notte.
9. CON PORCELANOSA PER L’AMBIENTE Cresce la serie Oxo, inserita all’interno della gamma WaterForest di Porcelanosa, con la nuova rubinetteria da bagno in due finiture: cromato e titanio spazzolato. Un design all’avanguardia che promuove la coscienza ambientale, grazie alla limitazione del consumo di acqua a un massimo di 5 litri al minuto.
10. PROFILES SENZA RISTAGNI Dalla membrana impermeabilizzante Profoil al pannello pendenziato per il piatto doccia, passando dalla canalina di scolo, fino a una serie di profili ideali per rifinire il perimetro del piatto doccia: Proshower System Kit è il sistema di Progress Profiles che permette all’acqua di defluire correttamente senza ristagni, per una doccia confortevole ed elegante.
11. RAK IN VERSIONE TRASFORMISTA
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11 Rak Ceramics presenta Rak-Variant, una
cabine doccia senza telaio la possibilità di
ceramiche effetto vetro in grande formato. Si
collezione modulare disegnata dal duo di
scegliere l’elegante finitura nero matt per i
tratta di misure 60x120 o 120x120 a spessore
designer italiani Daniel Debiasi e Federico
profili, le cerniere e la maniglia. Il progetto
9 mm, ma anche di formato XXL 120x278 a
Sandri. Il sistema innovativo e modulare
predilige l’essenziale, coniugando estetica
spessore 6 mm. Tutte versioni disponibili in
offre infinite possibilità per soluzioni
e funzionalità: lo stile minimal è fondato
tre colori: bianco, naturale e l’accattivante e
personalizzate, con lavabo da appoggio,
sull’attenzione al dettaglio che valorizza
sorprendente nero.
drop-in e sottopiano. Rotondo, ovale,
l’aspetto estetico, sviluppando ambienti di
14. IL TRATTO DI SCAVOLINI
quadrato: diverse le forme e dimensioni per
grande classe.
Il programma Tratto di Scavolini, disegnato
soddisfare tutte le esigenze.
13. REFIN CERAMICHE EFFETTO VETRO
da Vuesse, veste il bagno con un mobile
12. PROVEX SI TINGE DI NERO
Con Vetri Lux di Refin Ceramiche vengono
in decorativo Concrete Jersey con piano
Provex introduce nella Serie Iunix di
presentate per la prima volta superfici
e schienale in gres porcellanto Limestone
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ANTEPRIMA PRODOTTI IN FIERA
p e SPECIAL E G -j f ccccccccccc Casa
14 Oyster, lavabo integrato e profilo maniglia
artistica. Un trattamento superficiale che
in finitura Ottone, il leitmotiv della
incontra complesse lavorazioni meccaniche
composizione. Spiccano infatti la raffinata
come la godronatura, dando vita a un
presa maniglia, il portasalviette Give e le
prodotto che racconta percorso di ricerca e
mensole.
artigianalità.
La nuova collezione Scenari di
Lapitec presenta dei concept colours con
Sartoria, brand di Terratinta Group, si
delle venature passanti di notevole pregio
contraddistingue per la grande capacità
estetico. Dalla bellezza pari a quella
di lavorare un prodotto distintivo e dallo
naturale, questi venati contano sul touch &
stile deciso. L’effetto è quello della carta da
feel e sulle performances uniche della pietra
parati con grafiche e disegni realizzati grazie
sinterizzata. Tre i modelli, su base Bianco
all’utilizzo di tecnologia digitale a freddo,
Assoluto e con una vena in tono di grigio che
con l’obiettivo di conferire intensità e forza ai
caratterizza in modo differente ognuna delle
colori.
proposte.
Con la collezione Retrò, disegnata da Piet
Terre Bianche di Industrie Cotto Possagno
Billekens, Super Inox ha cercato di esaltare
si inserisce nella collezione Lustri Veneziani
la superficie dell’acciaio inox giocando
e propone un’assoluta novità: il supporto in
con gli effetti ottenuti da una spazzolatura
caolino bianco. La gamma si declina in due
15. TERRATINTA E LA CARTA DA PARATI
16. A TUTTO ACCIAIO CON SUPER INOX
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17. LAPITEC MOSTRA LE VENATURE
18. COTTO POSSAGNO AMPIA I LUSTRI
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18 linee: Murano, che riprende le nuance della natura combinandole tono su tono, mentre Fusioni miscela i colori creando un effetto cromatico senza eguali
19. IL DETTAGLIO DI ITALGRANITI
effetto legno che si ispira alla bellezza delle grandi tavelle di rovere massello con i suoi nodi, le sue imperfezioni, le sue stuccature. È realizzato grazie a una tecnologia produttiva di ultima generazione, un vero e proprio
Silver Grain di Italgraniti reinterpreta
supporto creativo che porta a un risultato
con assoluta fedeltà l’eleganza delle
estetico sorprendente.
pietre naturali per decorare gli ambienti,
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restituendo una visione degli spazi ultra-
Un tono minimalista e un perfetto connubio
contemporanea. La finitura Naturale è
tra linee squadrate e arrotondate caratterizza
declinata in cinque colori: White, Beige, Grey,
Fit, la nuova proposta di Fima Carlo Frattini.
Taupe e Dark, disponibili anche nelle grandi
Purezza ed essenzialità delle geometrie sono
lastre Mega di 160x320 cm, con spessore di 6
i tratti distintivi di questo modello, definito da
millimetri.
superfici piatte, che si declina nella grintosa
20. MARAZZI SI ISPIRA AL LEGNO
Marazzi Vero è la nuova collezione in gres
FIMA CARLO FRATTINI SMART
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versione nero opaco, nella lucida finitura cromo o nell’elegante bianco opaco.
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LUXURY GOODS 1
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2 1. Un nuovo modo di pensare la ceramica per
Acqua Project, la nuova collezione di Italgraniti Group composta da lavabi e complementi coordinati. Diciassette superfici in gres porcellanato, finiture laccate, legni e strutture tubolari metalliche arredano il bagno, senza trascurare funzionalità e praticità di manutenzione. 2. La vivacità e l’energia dei frutti dei primi giorni d’autunno si esprime nelle calde tonalità de I Colori e I Craquelé dei cotti smaltati Domenico Mori, ideali per ambienti e progetti dal fascino inconfondibile. 3. Dornbracht applica per la prima volta il vetro alla sua rubinetteria con manopole realizzate in cristallo Swarovski, in versione liscia o in rilievo, nella variante tricolore o con un particolare effetto dato dalla lavorazione a lume. La serie è disponibile con finitura cromata, platinata opaca e nella nuova finitura platinata scura opaca. 4. Citazioni di un passato che continua ad affascinare: il Set Doccia Antico in ottone di Damast dà espressione al gusto retrò con le caratteristiche forme stondate e sinuose degli anni Venti, ed è disponibile nella finitura cromata, bronzo e oro. 5. Pura Aqua di Pixie è l’unico parato in fibra di vetro per ambienti umidi disponibile in tre diverse tipologie di texture o con superficie minerale a base acqua. Dotato di tecnologia antibatterica integrata agli ioni d’argento, consente di bloccare ed eliminare la nascita e la proliferazione di batteri. 6. Ricordano
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le antiche tinozze le vasche da bagno circolari BettePond (da incasso) e BettePond Silhouette (a centro stanza) in acciaio al titanio vetrificato. Il diametro di 150 cm è sfruttabile comodamente in ogni direzione, per una pausa relax al top. 7. Cambiare abito alla propria cucina è più facile con Cover di Aran Cucine. Le speciali ante, realizzate con un pannello in laminato LPL e una lamina di metallo , permettono di applicare grafiche stampate su pellicole magnetiche in PVC, per la massima personalizzazione, senza interventi strutturali. 8. Nuove texture per Great Metastone, la collezione di lastre in grande formato di Porcelaingres. Tre formati (300x100cm, 150x100cm e 100x100cm) per quattro varianti di colore: Black Demer, Grey Namur, Silver Mons, White Bree, declinate in finitura naturale e lucidata. 9. Nasce Giotto Plus, nuova declinazione della linea di rubinetteria di Cea Design caratterizzata da una maniglia volutamente generosa, che ospita al suo interno la cartuccia miscelatrice. Interamente realizzata in acciaio inossidabile AISI316L. 10. Una miscela di ciottoli di marmo o pietrisco di granito naturale e resina di poliuretano resistente ai raggi UV per Triflex Stone Design che unisce un’eccezionale resa estetica e ottime prestazioni di impermeabilizzazione. Disponibile in un’ampia gamma di tonalità naturali di graniglia, in due diverse granulometrie.
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ZAPPING ISOLMANT FA LEZIONE DI ISOLAMENTO Lo studio Lak architetti ha scelto i pannelli fonoassorbenti di Isolmant per la nuova scuola di danza della compagnia SeeSaw Dance Company di Riva del Garda (Trento). «I pannelli isolanti isolspace style ci hanno permesso di coprire una superficie sufficiente per le performance acustiche necessarie al progetto creando al contempo un’atmosfera suggestiva e di forte impatto», spiega l’architetto Elia Milani. «Abbiamo proceduto alla posa di pannelli circolari di differenti diametri posti ad altezze diverse e con colori a contrasto con il solaio esistente», evitando la sovrapposizione visiva dei diversi elementi. Sono stati così applicati sul soffitto della sala, a isola e con il velcro, 27 pannelli isolspace style Black & White nella variante bianca da 125 cm di diametro e 53 pannelli da 85 cm di diametro, grazie a cui è stato possibile raggiungere un eccellente risultato dal punto di vista dell’eliminazione del riverbero del rumore e soprattutto dell’estetica della sala.
IL CIELO STELLATO DI SAINT-GOBAIN
ANCHE L’ITALIA HA LA SUA PRIMA PISTA CICLABILE FOTOLUMINESCENTE. REALIZZATA A BORGO A MOZZANO, IN PROVINCIA DI LUCCA, LA PISTA DI GIORNO APPARE COME UNA NORMALE PAVIMENTAZIONE DI GHIAIA, MA NELLE ORE SERALI E NOTTURNE CREA L’EFFETTO «DEL CIELO STELLATO» PERMETTENDO AI CICLISTI DI PEDALARE IN TOTALE SICUREZZA. LA PAVIMENTAZIONE SI COMPONE DI UNA RESINA POLIURETANICA SPECIALE(WEBERDRY PUR TRANS) PRODOTTA DA SAINT-GOBAIN WEBER, E UNA GRANIGLIA VETROSA FOTOLUMINESCENTE DI ALTA QUALITÀ IN DUE DIVERSI COLORI.
SAN MARCO GROUP SI ESTENDE A NORDEST San Marco Group ha firmato una importante partnership con Amonn Profi Color, importante azienda di distribuzione di colori e vernici nell’area del Nordest. I prodotti e i sistemi vernicianti dell’azienda di Marcon sono disponibili nei quattro punti vendita di Bolzano, Brunico, Bressanone, Marlengo della realtà distributiva altoatesina. «L’obiettivo di San Marco è raggiungere una posizione di leadership anche nell’area dell’Alto Adige. Il nostro Gruppo affiancherà le principali imprese e gli applicatori di Amonn Profi Color con un programma formativo dedicato alle proprie soluzioni tecniche di intervento», dichiara Enrico Sintoni, direttore commerciale Italia di San Marco.
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NUOVI LUCERNARI PER FAKRO RE ALIZZ ATO IN LEGNO DI PINO ACCUR ATAMENTE SELEZIONATO E DOTATO DI VETRI RESISTENTI E TEMPERATI, IL LUCERNARIO WGI DI FAKRO RAPPRESENTA UNA SOLUZIONE DI QUALITÀ PER AMBIENTI NON ABITATI. IDEALE PER TETTI CON PENDENZE DA 15 A 60 GRADI, È DISPONIBILE IN DIFFERENTI DIMENSIONI, DALLA PIÙ PICCOLA DI 46X55 CM ALLA PIÙ GRANDE DI 90X48 CM. WGI
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È RESISTENTE ANCHE ALLE MUFFE PIÙ INSIDIOSE. IL SERRAMENTO PRESENTA INOLTRE UN BATTENTE IN PROFILI ESTRUSI DI ALLUMINIO, VERNICIATI A POLVERE, AI FINI DI UNA MAGGIOR ROBUSTEZZA E DURABILITÀ. QUESTO MODELLO MOSTRA POI VETRI STRATIFICATI TEMPERATI (4H10-4H) CARATTERIZZATI DA UN’ELEVATA RESISTENZA ALLA GRANDINE, E APERTURA VERSO L’ALTO, CHE PERMETTE NON SOLO LA VENTILAZIONE DEGLI AMBIENTI SOTTOSTANTI, MA ANCHE L’ACCESSO AL TETTO.
di balconi e terrazzi. Come Proterrace Drain Drip, dotato di un distanziatore per il corretto posizionamento e di una striscia adesiva in poliuretano a cellula aperta, che impedisce al silicone di ostruire i fori di drenaggio, evitando lo scalzamento degli ancoraggi e danni al frontalino. Realizzato in alluminio verniciato a polvere semilucido o goffrato, disponibile in diverse tonalità, Proterrace Drain Drip crea una perfetta continuità con gli interni.
FASSA BORTOLO: NUOVI SISTEMI DI RINFORZO STRUTTURALE FRP
TURE VOLTATE ED ARCHI. IL CUORE DEL SISTEMA FASSAPLATE CARBON SYSTEM È INVECE UNA L AMINA PULTRUSA IN FIBRA DI CARBONIO TAGLIATA IN FUNZIONE DELLE NECESSITÀ. AL POSTO DEL CARBONIO, FASSATEX GLASS SYSTEM UTILIZZA INFINE UN TESSUTO UNIDIREZIONALE IN FIBRA DI VETRO E POLIMERO TERMOPLASTICO, ADATTABILE A FORME IRREGOLARI. È UTILIZZABILE PER IL CONSOLIDAMENTO DI STRUTTURE VOLTATE E ARCHI, PER INCREMENTARE LA CAPACITÀ PORTANTE DI PILASTRI, E PER LA CERCHIATURA ESTERNA DI STRUTTURE MURARIE.
NUOVI SCALDASALVIETTE RISPARMIOSI DA RIDEA Ridea implementa gli scaldasalviette elettrici appartenenti alla Bath Collection in linea con le nuove normative Eco Design previste nel Regolamento UE 2015/1188, a garanzia di un’elevata efficienza e la massima attenzione per il risparmio energetico. I modelli Round, OV e Cube-Al Bath sono stati quindi rivisitati nello stile e nelle performance con una maggiore attenzione ai dettagli. Per aumentare il comfort, i termoarredi sono dotati anche di tecnologia user friendly, come il cronotermostato elettronico One che insieme all’apposita app permette di stabilire la temperatura di comfort, quella per la notte e la programmazione settimanale scegliendo tra i sei programmi preimpostati e due programmabili.
I PROFILI PERIMETRALI DI PROGRESS PROFILES Se non salvaguardato con le opportune soluzioni tecniche, il frontalino di terrazzi e balconi potrebbe permettere all’acqua di insinuarsi in piccole fessurazioni, causando seri problemi di tenuta. Progress Profiles offre un’ampia gamma di profili perimetrali per preservare e valorizzare con eleganza le pavimentazioni esterne
FASSA BORTOLO HA SVILUPPATO TRE NUOVI SISTEMI FRP PER SUPPORTI IN CALCESTRUZZO E MURATURA, TUTTI DOTATI DI CERTIFICATO DI VALUTAZIONE TECNICA. FASSATEX CARBON SYSTEM È CARATTERIZZATO DA TESSUTO UNIDIREZIONALE IN FIBRE DI CARBONIO AD ALTA RESISTENZA ED ELEVATO MODULO ELASTICO. IN GRADO DI ADATTARSI ALLE DIFFERENTI GEOMETRIE DEGLI ELEMENTI, SI PUÒ UTILIZZARE SIA SU TRAVI E SOLAI CHE SU STRUT-
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HIGH TECH
auto, per esempio HondaLink: dovrà sbloccare a distanza l’auto quando arriva il personale addetto alle consegne e chiudere il veicolo dopo la consegna. Il servizio è attivo in 50 città. quindi, consegne rapide dei pacchi in tutta Italia. L’azienda postale entra quindi nella partita tra i colossi dell’e-commerce, che si gioca in buona parte sulla logistica.
POSTE ITALIANE PUNTA SULL’E-COMMERCE ANCHE EXTRA-LARGE Poste Italiane cavalca lo sviluppo dell’e-commerce. Per questo ha aperto a Bologna il più grande Hub E-Commerce e Corriere Espresso d’Italia. Un sistema automatico di nuova generazione per lo smistamento è in grado di lavorare ogni giorno 250 mila pacchi, anche di dimensioni extra-large. Il centro logistico, realizzato con tecnologie all’avanguardia e ispirato ai principi di sostenibilità ambientale, vuole assicurare massima velocità di smistamento e,
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AMAZON RECAPITA GLI ACQUISTI NELLA VOSTRA AUTO
Certo, Amazon non è ancora un vero rivale per la distribuzione edile. Ma i suoi servizi agli utenti sono sempre due passi avanti. Meglio fare attenzione: l’ultima novità riguarda il recapito dei pacchi direttamente in auto ovunque essa sia parcheggiata. Il servizio di consegna in auto di Amazon si chiama Key by Amazon In-Car ed è ora disponibile per alcuni modelli di auto Honda negli Stati Uniti. Le Honda si aggiungono alle auto GM, Volvo, Ford e Lincoln. Il servizio di recapito nel bagagliaio dell’auto è partito nel 2018 ed è solo una delle soluzioni escogitate da Amazon per rendere gli acquisti tramite computer sempre più pratici e convenienti. Il proprietario della vettura deve essere abbonato ai servizi remoti del produttore di
BOSCH SPINGE SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE Bosch punta sull’intelligenza artificiale. L’azienda tedesca ha annunciato un forte investimento (35 milioni di euro) a Tübingen, nella Cyber Valley tedesca, per un nuovo Campus per l’IA su 12 mila metri quadri. Il trasferimento nel nuovo complesso di ricerca è previsto per la fine del 2022. Gli esperti che lavoreranno alla IA applicata in questa struttura saranno circa 700. Il campus sarà situato vicino alle strutture di ricerca del Max Planck Institute for Intelligent Systems e alla sede del dipartimento di ricerca per l’Ia dell’Università di Tübingen. Oltre ai laboratori e agli uffici, il campus offrirà spazi che potranno ospitare start-up e gruppi esterni di ricerca sull’intelligenza artificiale. L’idea è quella di trasferire rapidamente le scoperte dalla ricerca alle applicazioni industriali del mondo reale. Un esempio? La diagnostica predittiva. L’intelligenza artificiale consente di prevedere possibili rotture della macchina molto tempo prima che si verifichi un guasto, in modo da evitare lunghi periodi di fermo macchina.
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LIBRI
L’ IDENTITÀ DI MARCA. Viaggio alla scoperta dei propri valori e della propria identità aziendale
IL FUTURO DELLA FABBRICA. La via italiana per il rinascimento della manifattura
a cura di Chiara Lupi
ESTE - COLLANA MANUALI DI SISTEMI & IMPRESA 2019; pp. 320, 25 euro
di Samuel Gentile
FLACCOVIO DARIO – COLLANA: WEB BOOK 2019; pp. 176, 22 euro Marca e brand, spesso confusi, sono due concetti distinti che, se ben compresi, permettono di aprire una nuova visione sul marketing che riporta al centro l’azienda come luogo vivo, fatto di persone, storie, difficoltà e successi. Per intraprendere questo viaggio alla scoperta dei propri valori e della propria identità, è però necessario un metodo, non è un lavoro che si può improvvisare. Questo volume raccoglie le riflessioni di imprenditori, dirigenti, e professionisti del mondo della comunicazione d’impresa che raccontano come portare alla luce il valore delle aziende e delle organizzazioni in cui si opera. Perché: per far risplendere i valori autentici su cui può fondarsi una forte identità di marca
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LA MIA STORIA. Un ragazzo di campagna con i sogni di un imprenditore
di Sabatino Faraone
MARTE EDITRICE 2019; pp. 560, 28 euro
L’epoca attuale è attraversata da numerosi cambiamenti non solo culturali e sociali, ma anche industriali e tecnologici, con dinamiche temporali e geografiche molto più complesse del passato. Si impone così un nuovo modo di pensare e di immaginare il futuro, anche in fabbrica. Le sfide competitive richiedono una revisione dei modelli di business, dei processi gestionali, nuovi modi di concepire l’innovazione e la catena del valore aziendale, le relazioni di fornitura tra le aziende, i rapporti contrattuali, le forme organizzative e le competenze richieste. Perché: i cambiamenti che stiamo attraversando possono essere compresi solo superando il concetto di Industria 4.0
La vita personale e imprenditoriale di Sabatino Faraone, da 50 anni alla guida del gruppo specializzato in architetture trasparenti e facciate continue. Un libro-testimonianza di una vita ricca di aneddoti, dall’infanzia agli esordi come imprenditore, fino al successo di un’impresa che negli anni ha regalato gioie e sfide, scritto per invitare i giovani a sognare per raggiungere i propri obiettivi e mettersi in gioco. Perché: “Dovete soltanto soltanto sognare e sognare... Insuccessi e sconfitte sono la regola: ma non perdere mai di vista gli obiettivi.” YO U T R A D E
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